#102 - INTERIORS

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#102 INTERIORS © Studio Tarshito, Milan

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MANIFESTO The Moodboarders is a glance into the design world, capable of capturing, in all of its many facets, what is extraordinary in the everyday. It is a measure of the times. It is an antenna sensitive enough to pick up on budding trends, emerging talents, and overlooked aesthetics. It is an adventure towards discovering the most original creativity. It is a savoury mix of contemporary news acquired through persistent involvement in even in the farthest corners of the design world, as well as an occasional dive into fashion, seeing as the two go hand in hand.

The Moodboarders Magazine è un occhio spalancato sul mondo del progetto, in tutte le sue multiformi declinazioni, capace di cogliere, anche nel quotidiano, lo straordinario. È la misura della temperatura epocale. È l’antenna sensibile capace di captare le tendenze sul nascere, i talenti che sbocciano, le estetiche trascurate. È un viaggio avventuroso alla scoperta delle creatività più originali. È una miscela sapida di notizie contemporanee, recuperate grazie alla frequentazione assidua del mondo del design, conosciuto nelle sue più segrete pieghe e, saltuariamente, in quello della moda, poiché le due discipline si tengono per mano.

www.themoodboarders.com

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CONTRIBUTORS CRISTINA MOROZZI

DOMITILLA DARDI

MELODIE LEUNG

Journalist, critic and art-director on the border between art, fashion

As a historian and curator, I observe design by reading and visiting exhibitions.

Observing, wondering and creating in between of architecture, art and design.

Giornalista, critica e art director sul confine tra design, arte e moda.

Storica e curatrice, osservo e studio il design attraverso libri e mostre.

Tra architettura, arte e design: osservo, mi stupisco, creo.

FRANCESCA TAGLIABUE

LI JUN

Moving above the lines as much as needed, I would love to live in tree house designed by Mies van der Rohe

I’d be surrounded by the rich colors of this world, and continue to push the boundaries of design and art.

Sopra le righe quel poco che basta, vorrei abitare in una casa sull’albero progettata da Mies van der Rohe.

Vorrei essere circodata dal colore pieno di Memphis e continuare spingere i confini di arte e design.

GENNARO ESPOSITO It was 1991, and the only thing I knew for sure was that I would never do what other restaurants were doing. Era il 1991 e l’unica certezza che avevo era che non avrei fatto le stesse cose degli altri ristoranti.

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PETE BREWIS After over a decade of editing design magazines, I’ve taken to the road for a year, traversing the world in search of wonder Dopo un decennio trascorso scrivendo per riviste di design, mi sono messo in viaggio per un anno alla ricerca delle meraviglie del mondo.


EDITORIAL STAFF

CRISTINA MOROZZI Editor- in-Chief

NOEMI PATRIARCA Graphic Designer

ERIKA MARTINO

Founder and Managing Editor

BENEDETTA ALOISI Editorial Staff

LUCA MAZZA

Founder and Art Director

MELISSA MARCHESE Translator

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CONT ENTS SOMMARIO

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CASA BALLA Between Rome’s prati and Vittoria quarters, overlooking Via Oslavia, lies futuristic painter Giacomo Balla’s studio and home. In this ocher colored home on the fourth floor, Balla painted... A Roma tra Prati e il quartiere della Vittoria, in un palazzo color ocra, al quarto piano, affacciata su via Oslavia, c’è Casa Balla, dove il pittore futurista Giacomo Balla dal 1929 per...

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CASA LANA In the mid-seventies, Ettore Sottsass designed the interior of Giovanni Lana’s home on Milan’s Via Solari; Lana was a friend and typographer, responsible for printing Pianeta Fresco, a publication... Dal 2 dicembre la Triennale di Milano ospita in modo permanente, grazie alla donazione di Barbara Radice Sottsass, gli interni di Casa Lana, situata in via Solari, realizzata da Ettore Sottsass a metà...

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CASA VICENS Catalonian architect Antoni Gaudi, class of 1852, opened his own studio in Barcelona after completing his studies in 1878, inaugurating a professional itinerary that saw interior decor and large scale... Gli interni creati da Antoni Gaudì, architetto catalano, classe 1852, che, dopo la laurea in architettura all’Università di Barcellona nel 1878, aprì un proprio studio nella capitale catalana...

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DIMORE STUDIO-GALLERY Dimoregallery - Dimorestudio’s 2014 debut during Milan’s Salone del Mobile was a hit thanks to the furnishing collection featured in a classic, second floor apartment on Via Solferino in the Brera... Al suo debutto, al Salone del mobile di Milano nel 2014, Dimoregallery - Dimorestudio, fece scalpore, grazie all’idea di presentare una collezione di arredi all’interno di un tradizionale...

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25HOURS HOTEL Designer Paola Navone’s imaginative genius was lent to the 25Hours Hotel, an ode to the 700th anniversary of Dante’s death. She used a symphony of dramatic contaminations, geometric... Dedicato a Dante, nel settecentesimo anniversario della sua morte, affidato al genio e alla fantasia di Paola Navone, che dà prova della sua abilità nell’orchestrare scenografie, basate...

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CASA DI BAMBOLA Children often play “house”, hiding under tables or curling up on sofas in sheets and blankets; home is truly the perfect, ideal version in their imaginations. Dollhouses, loved by little girls but also... I bambini giocano spesso “a fare casa”, nascondendosi sotto i tavoli, oppure accucciandosi nelle poltrone coperti da un lenzuolo a da un plaid. La casa è sempre al centro del loro immaginario...

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MILAN’S STUDIO TARSHITO On Milan’s Corso di Porta Ticinese one finds the home and studio of architect and designer Nicola Strippoli, better known as Tarshito. The studio, thriving at the end of the nineties, was adorned with... A Milano, in Corso di Porta Ticinese, alla fine degli anni 90, c’era lo studio - abitazione di Tarshito, nome d’arte dell’architetto-designer pugliese Nicola Strippoli, una preziosa opera...

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#102 - INTERIORS #102 - INTERIORS

This issue is dedicated to interiors, both historic and brand new, the intimate

backdrops for private gatherings

and center stage for those who work from home, where every object becomes a prothesis of our subjectivity

Questo numero è dedicato agli interni, storici e recenti, intime scenografie delle prudenti relazioni sociali di chi lavora da casa, dove ogni oggetto diventa una protesi della nostra soggettività

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EDITORIAL by Cristina Morozzi

INTERIORS In his first volume of “I passages di Parigi” (Piccola Biblioteca Einaudi, Torino, 1982), Roland Barthes writes that a home is haven that envelops a man, and everything he owns, much like a case for a compass. In 2021 philosopher and professor for Paris’ Université des Hautes Études Emanuele Coccia published “Filosofia della casa-Lo spazio domestico e la felicità” (Einaudi, Torino), where he confirms that always, and only, inhabiting a home allows us to exist on this planet; a place where every object becomes a prothesis of our subjectivity. Philosophers, sociologists, writers, architects, and designers have all reflected on the meaning of inhabitation, and following an increase in Covid infections at the beginning of 2022, our best bet has been to stay home. Seeing as outings are a rare thing, our domestic interiors have become the intimate backdrop for prudent, private gatherings and center stage for those who work from home. Fresh attention is due to the spaces, and the things they host. After having examined these thoughts, I am dedicating The Moodboarders 102 to expert interiors, both historic and new. The coincidental 2021 reopening of Rome’s Casa Balla and the philological reconstruction of Ettore Sottsass’ Casa Lana in Milan’s Triennale are included.

Roland Barthes nel primo volume de “I passages di Parigi” (edizione italiana Piccola Biblioteca Einaudi, Torino, 1982) scrive che “l’abitazione è un guscio, la custodia dell’uomo con tutto ciò che gli appartiene, da far pensare all’interno di un astuccio per compassi”. Nel 2021 Emanuele Coccia, filosofo, docente all’Université des Hautes Études di Parigi, ha pubblicato La “Filosofia della casa-Lo spazio domestico e la felicità” (Einaudi, Torino) dove afferma: “che è sempre e solo dentro una casa che abitiamo questo pianeta e che la casa è anche il luogo dove tutte le cose diventano protesi della nostra soggettività”. Varie sono le riflessioni di filosofi, sociologi, scrittori, architetti e designer sull’abitare. All’inizio del 2022 con l’incremento esponenziale del numero dei contagi Covid conviene stare a casa. Rarefatti gli incontri nei locali, gli interni domestici sono i protagonisti delle prudenti relazioni sociali e le scenografie del nostro lavoro a distanza. Meritano quindi, assieme alle cose che ospitano, una rinnovata attenzione. Partendo da queste riflessioni dedico il numero 102 di The Moodboarders a interni d’autore, storici e recenti, grazie anche alla coincidenza con la riapertura nel 2021 di Casa Balla a Roma e alla filologica ricostruzione di Casa Lana di Ettore Sottsass alla Triennale di Milano.

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casa

balla Between Rome’s prati and Vittoria quar ters, overlooking Via Oslavia, lies futuristic painter Giacomo Balla’s studio and home. In this ocher colored home on the four th floor, Balla painted, enter tained for 30 years, star ting in 1929, and his daughters Elica and Luce continued the same activities until they passed. Rome’s MA X XI dedicated an exhibition to the futuristic ar tist that ran from June 17 to November 21, 2021, in which the ar tist’s home was open to the public. The Via Oslavia home is true to futuristic Avantgarde, standing as a complete work of ar t in its own right. Balla and his daughters decorated the built-in wardrobes running along the entr y way and corridors with color ful motifs, hung var ying ar twork, constructed furnishing, painted sofas and textiles with the same motifs covering the walls, and the bookshelves red, the lamps multi chromatic. Visiting the Casa Balla is a total immersion in the futuristic movement, as defined in the 1909 Manifesto del Futurismo, written by Filippo Tommaso Marinetti and published in Paris. The manifesto describes not only how to experience the ar tistic expressions, but bask in them through daily actions, including recipes.

A Roma tra Prati e il quartiere della Vittoria, in un palazzo color ocra, al quarto piano, affacciata su via Oslavia, c’è Casa Balla, dove il pittore futurista Giacomo Balla dal 1929 per trent’anni ha dipinto, incontrato amici e colleghi e dove, dopo di lui, hanno continuato a farlo le figlie Elica e Luce sino alla loro morte. Il MAXXI di Roma ha dedicato una mostra al pittore futurista dal 17 giungo sino al 21 novembre 2021, che ha previsto anche l’apertura al pubblico della casa dell’artista. La casa in via Oslavia è un’opera d’arte totale, come prescriveva l’avanguardia futurista. Balla assieme alle figlie aveva decorato le armadiature a muro, che corrono lungo il corridoio d’ingresso, con motivi policromi, esposto vari quadri, aveva costruito i mobili su misura, aveva ricoperto i divani con un tessuto dalla fantasia simile a quella dei motivi dell’ingresso; la biblioteca era rossa e le lampade erano colorate. Visitare casa Balla equivale a un’immersione totale nell’arte futurista che, come recita il Manifesto del Futurismo, scritto da Filippo Tommaso Marinetti e pubblicato a Parigi nel 1909, riguardava non solo le espressioni artistiche, ma il vivere quotidiano nella sua totalità, comprese le ricette di cucina.

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©M3Studio

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Balla and his daughters decorated the built-in wardrobes running along the entryway and corridors with colorful motifs, constructed furnishing, and painted textiles

Balla e le sue figlie hanno decorato gli armadi a muro che corrono lungo l'ingresso e i corridoi con motivi colorati, mobili su misura e tessuti dipinti

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Between Rome’s prati and Vittoria quarters, overlooking Via Oslavia, lies futuristic painter Giacomo Balla’s studio and home, a true ode to the futuristic

Avantgarde

A Roma, tra Prati e il quartiere della Vittoria, affacciato su Via Oslavia, si trova lo studio e la casa del pittore futuristico Giacomo Balla, un vero inno all'Avanguardia futuristica

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© Triennale Milano - foto Gianluca Di Ioia

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LANA

In the mid-seventies, Ettore Sottsass designed the interior of Giovanni Lana’s home on Milan’s Via Solari; Lana was a friend and typographer, responsible for printing Pianeta Fresco, a publication founded by Sottsass, ‘Fernanda Pivano, and Allen Ginsberg consisting of two issues spanning 1967 to 1968. Barbara Radice Sottsass donated the space to Milan’s Triennale on December 2nd, 2021. Casa Lana is a permanent exhibition on the first floor of the Palazzo dell’Ar te, but Director of the Triennale Michele Sanmicheli is planning myriad expositions and events dedicated to Sottsass’ genius. The Triennale’s laborator y restored the philological thread thanks to the archives, and the “stage” was set by curator and architect Luca Cipelletti and through the ar t direction of Cristoph Radl. The first exhibition was “Ettore Sottsass. Struttura e colore”, the title of a Sottsass ar ticle taken from a 1954 Domus ar ticle, featuring designs, paintings, photography, and objects. The current, set for May to November 2022, will analyze the numerous technological collaborations between Sottsass and Olivetti, and the next, scheduled for December 2022 to April 2023, entitled “Ettore Sottsass La parola”, will touch on the maestro’s poetic and narrative work.

Dal 2 dicembre la Triennale di Milano ospita in modo permanente, grazie alla donazione di Barbara Radice Sottsass, gli interni di Casa Lana, situata in via Solari, realizzata da Ettore Sottsass a metà degli anni settanta per Giovanni Lana, amico, tipografo e stampatore con cui Ettore collaborava e che fu, tra l’altro, lo stampatore della rivista Pianeta Fresco, fondata da Sottsass con Fernanda Pivano e Allen Ginsberg, di cui furono stampati solo 2 numeri (1967 e 1968). Intorno all’allestimento permanente del nucleo centrale di Casa Lana, al primo piano del Palazzo dell’Arte, a cura di Marco Sanmicheli, direttore del Museo del design della Triennale, sono previste mostre e eventi per mettere in luce il pensiero di Sottsass. La ricostruzione filologica è stata oggetto di studio da parte dell’archivio e del laboratorio di restauro della Triennale; l’allestimento è stato curato dall’architetto Luca Cipelletti con l’art direction di Christoph Radl. La prima mostra “Ettore Sottsass. Struttura e colore” riprende il titolo di un articolo di Sottsass pubblicato da Domus nel 1954 e espone opere pittoriche, disegni, fotografie e oggetti; la seconda, prevista da maggio a novembre 2022, affronterà il rapporto tra grande numero e tecnologia e la collaborazione di Sottsass con Olivetti; la terza, da Dicembre 2022 a Aprile 2023, “Ettore Sottsass La parola” sarà dedicata al potere narrativo e letterario dell’opera del maestro.

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© Triennale Milano - foto Gianluca Di Ioia

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© Triennale Milano - foto Gianluca Di Ioia

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In the mid-seventies,

Ettore Sottsass

designed the interior of

Giovanni Lana’s home on Milan’s Via Solari; now Casa Lana is a permanent exhibition on the first floor of the Palazzo dell’Arte

A metà degli anni Settanta, Ettore Sottsass disegna gli interni della casa di Giovanni Lana in Via Solari a Milano; ora Casa Lana è una mostra permanente al primo piano del Palazzo dell'Arte

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© Triennale Milano - foto Gianluca Di Ioia

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©David Cardelus

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CASA

VICENS Catalonian architect Antoni Gaudi, class of 1852, opened his own studio in Barcelona after completing his studies in 1878, inaugurating a professional itinerar y that saw interior decor and large scale projects filled with imagination and honed expertise. A large par t of his work has been classified as ar tistic patrimony, including the notewor thy commissions of Eusebi Güell; Gaudi designed a fascinating park in his name, the Casa Batlò, La Pedrera, and of course, the Sagrada Familia. After an active social life in youth, Antoni gradually removed himself from the public eye, dedicating himself to solitar y mysticism. Architectural photographer David Cardelús captured most of Antoni Gaudi’s work for Unesco, including Casa Vicens, designed and built in 1880. The home has vibrant colors and takes note of Eastern and Islamic stylistic features.

Gli interni creati da Antoni Gaudì, architetto catalano, classe 1852, che, dopo la laurea in architettura all’Università di Barcellona nel 1878, aprì un proprio studio nella capitale catalana, inaugurando la sua carriera professionale, nutrita di importanti incarichi, sono capolavori di fantasia e maestria. Gran parte della sua eredità architettonica è classificata come Patrimonio dell’Umanità. Tra i suoi principali committenti merita di essere citato Eusebi Güell per il quale creò a Barcellona l’omonimo sorprendente parco, la Casa Batllò, la Pedrera e la Sagrada Familia. Dopo un periodo giovanile, che lo vide attivo nella vita sociale, Antoni Gaudì progressivamente si ritirò dalle apparizioni pubbliche, per dedicarsi a un solitario misticismo. Il fotografo David Cardelús, specializzato in architettura, ha documentato per l’Unesco la maggior parte delle realizzazioni di Antoni Guadì, tra le quali Casa Vicens, una delle prime abitazioni progettata nel 1880, che rivela l’importanza nel lavoro dell’architetto catalano delle influenze Islamiche e orientali, evidenti nei motivi ornamentali e nei colori vibranti.

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©David Cardelus

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Catalonian architect Antoni Gaudi, class of 1852, opened his own studio in Barcelona, inaugurating a professional itinerary that saw large scale projects filled

with imagination

L'architetto catalano Antoni Gaudi, classe 1852, apre il proprio studio a Barcellona, inaugurando un percorso professionale che ha visto progetti su larga scala pieni di fantasia

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DIMORE STUDIO-GALLERY Dimoregaller y - Dimorestudio’s 2014 debut during Milan’s Salone del Mobile was a hit thanks to the furnishing collection featured in a classic, second floor apar tment on Via Solferino in the Brera design district. People waiting to catch a glimpse formed lines that quickly snaked down the street. Founders and designers Emiliano Salci and Britt Moran have ample experience creating interiors, presenting a hybrid personal style spanning vintage and contemporar y influences that dressed the traditional apar tment, filled with the glow of Dyptique candles. The raw walls and conscious mix of patterns and colors created the per fect lived-in feeling, and Dimore rapidly turned into an International reference point for a sophisticated audience passionate for heritage and the ar t of shabby chic. Recent projects include a contemporar y “La Dolce Vita” take on the Orient Express, produced as a sober, contemporar y version of the epic train that spans modernity and tradition without losing any authenticity. The spaces are thoughtfully and richly filled without erring on the side of presumption. Ever y element has been appropriately integrated, creating its own role within a play on sophistication

Al suo debutto, al Salone del mobile di Milano nel 2014, Dimoregallery - Dimorestudio, fece scalpore, grazie all’idea di presentare una collezione di arredi all’interno di un tradizionale appartamento al secondo piano in Via Solferino, in Zona Brera. Si creò rapidamente una lunga fila anche in strada. I fondatori Emilano Salci e Britt Moran, designer, con esperienza di arredatori d’interni, ebbero l’idea di presentare il loro personale stile, un’inedita ibridazione tra contemporaneo e vintage, in un tradizionale appartamento arredato come fosse abitato, con tanto di candele profumate di Dyptique. Il senso di vissuto era sottolineato dalla finitura grezza delle pareti, dal sapiente mix di motivi e colori dei rivestimenti tessili. In breve tempo Dimore è diventato un punto di riferimento internazionale per un pubblico sofisticato amante delle contaminazioni e dell’Heritage, inaugurando nella città del design lo stile shabby chic (traducibile in italiano con usurato, invecchiato). Tra i progetti più recenti gli interni del treno la “Dolce vita”, versione contemporanea del mitico Orient Express. “È stato concepito” dichiarano Britt Moran e Emiliano Salci - per incarnare un impeccabile e sobrio equilibrio tra storico e contemporaneo, senza perdere la sua autenticità. Gli spazi sono pensati e ben curati senza cadere nell’ostentazione. Ogni elemento si integra creando un senso di appartenenza al contesto con un gioco di sofisticazioni che lo rendono sofisticato.

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Dimore rapidly turned

into an International reference for a sophisticated audience passionate about heritage and the art of creating the shabby chic style

Dimore si è rapidamente trasformata in un punto di riferimento internazionale per un pubblico sofisticato e appassionato di heritage e arte di creare lo stile shabby chic

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©Silvia Rivoltella

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©Dario Garofalo

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HOTEL

Designer Paola Navone’s imaginative genius was lent to the 25Hours Hotel, an ode to the 700th anniversar y of Dante’s death. She used a symphony of dramatic contaminations, geometric plays and mixes of time and space that highlight forgotten talent, new visions, improbable rehabilitation of objects destined for the garbage, connections between visual ar ts, film, theater, photography, and local traditions, gastronomy included. The hotel, located in Florence’s Monte dei Pegni, is indeed “the tale of tales”, or better, taken from Matteo Garrone’s film title, “Il cunto de li cunti”; it represents the Divine Comedy in name and symbology. It smacks of a collector’s home, filled with objects from var ying times. Designer and architect Navone has been fascinated with pieces from around the world throughout her career, and she applies them to her interiors, exhibitions, and projects. 25Hours Hotel is dedicated to Dante’s Divine Comedy, and should be

Dedicato a Dante, nel settecentesimo anniversario della sua morte, affidato al genio e alla fantasia di Paola Navone, che dà prova della sua abilità nell’orchestrare scenografie, basate sulle contaminazioni, sui balzi temporali e geografici, sulla ricerca di competenze trascurate, di nuovi talenti, di improbabili riabilitazioni di oggetti destinati al macero, di connessioni con le arti visive, cinema, teatro, fotografia…e con le tradizioni locali, gastronomia compresa, 25Hours Hotel nel fabbricato del vecchio Monte dei Pegni fiorentino è, rubando il titolo al film di Matteo Garrone “Il cunto de li cunti” (il racconto dei racconti), una narrazione di storie che alludono alla Divina Commedia, nelle nomenclature e nelle simbologie. È un hotel che ha il sapore della casa di un collezionista di manufatti di varie epoche e provenienze. Sin dai suoi esordi, nella professione di architetto e designer, Paola si è sempre appassionata alle cose del mondo, che ha percorso in lungo e in largo. Lo si coglie nei sui interni, nei suoi allestimenti, nei suoi progetti di design. 25Hours Hotel, dedicato alla Divina Commedia

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©Dario Garofalo

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©Dario Garofalo

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told just as that, not divine, but ear thly, a journey through genius and ar tisanal traditions, industrial excellence, the plentiful and varied world of antique markets, original creations from new talents, and the fantastical imaginations and decorations from Navone’s collaborators in her Studio Otto. A visit to the hotel is like a stroll through an amusement park, not because of the special effects, monsters, and ghosts, but for the unique reper toire of vintage furnishing discovered by rummaging through markets and exploring long-standing ar tisanal bottegas. Navone and her collaborators designed pieces, selected some of the best in Italian manufacturing, chose a color palette based on symbols taken straight from Dante’s work, creating sur faces that reflect both luxurious and more common materials, from marble to mosaics, terracotta, wood, ceramics, and glass. A precisely planned choreography of elements that create a dissonant harmony of beauty.

dantesca, ne è il compendio e conviene raccontarlo al pari di una commedia, non divina, ma terrena. E sarà, come nella Divina Commedia, un viaggio tra prodigi e sorprese nelle tradizioni artigiane, nella produzione industriale d’eccellenza, nel variegato mondo dei mercatini antiquari, nelle creazioni di nuovi e originali talenti, nella fantasia decorativa di artisti e dei collaboratori di Studio Otto di Paola Navone. Una visita all’Hotel assomiglia ai percorsi nel tunnel delle meraviglie dei Luna Park, ma non si incontrano effetti speciali, mostri e fantasmi, bensì originali repertori di arredi vintage, scovati nei mercatini e nelle botteghe artigiane di lunga tradizione; arredi e oggetti della tradizione manifatturiera italiana, pezzi speciali disegnati da Paola Navone e dai collaboratori del suo studio; tavolozze di colori, create sulla base di simbologie dantesche e una materioteca variegata di materie nobili e popolari, che spazia dai marmi ai mosaici, dalle terrecotte ai metalli, dal cotto ai legni, dalle ceramiche ai vetri. Come in una studiata coreografia, ogni elemento si combina con gli altri, creando una complessa sinfonia di epoche e tradizioni che, nella voluta e creativa disomogeneità, trova la sua bellezza.

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The hotel is an earthly journey through genius and artisanal traditions, industrial excellence, the plentiful and varied world of antique markets, and

original creations from new talents

L'hotel è un viaggio terreno tra genialità e tradizioni artigianali, eccellenze industriali, il mondo ricco e variegato dei mercatini dell'antiquariato e creazioni originali di nuovi talenti

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©J Bascom

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CASA DI

BAMBOLA Dollhouse - Children often play “house”, hiding under tables or curling up on sofas in sheets and blankets; home is truly the per fect, ideal version in their imaginations. Dollhouses, loved by little girls but also little boys, are the metaphor for domestic life, and these precise miniature versions, true works of ar t, are conser ved in museums, and private collections, around the world. Collector Joanne Fisher donated a dollhouse inspired by Venice’s Palazzo Gritti to New York’s MAD in 2021. The richly detailed interiors include tables covered in gilded finishes, tiny lamps made of murano glass, busts and ceramic vases, and furnishing covered in silk. The almost manic curation of ever y detail is both eclectic and luxurious, common to Venetian interiors.

I bambini giocano spesso “a fare casa”, nascondendosi sotto i tavoli, oppure accucciandosi nelle poltrone coperti da un lenzuolo a da un plaid. La casa è sempre al centro del loro immaginario, sognata e idealizzata. Tra i giochi preferiti delle bambine, ma attirano anche i maschi, ci sono le case di bambola, metafore della vita domestica. Case di bambola del secolo scorso, veri e propri capolavori di miniaturizzazione, sono conservate in vari musei di arti applicate e numerosi sono i collezionisti di case di bambole, tra questi Joanne Fisher, che ha donato nel 2021 al MAD di New York (Museo di arte e design) una casa di bambola ispirata a Palazzo Gritti di Venezia. Gli interni sono sontuosi, ricchi di dettagli, le tavole sono imbandite con suppellettili dorate, i lampadari sono miniature di quelli classici in vetro di Murano, sulle mensole sono disposti busti in gesso e vasi in porcellana, i divani sono rivestiti di sete colorate. Estrema è la cura dei particolari che rivelano come fonte d’ispirazione un lusso eclettico, tipico di alcune nobili magioni veneziane.

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Dollhouses, loved by little girls but also little boys, are the metaphor for domestic life, and these precise miniature versions are true works of art

Le case delle bambole, amate dalle bambine ma anche dai ragazzini, sono la metafora della vita domestica, e queste precise versioni in miniatura sono vere e proprie opere d'arte

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Collector Joanne Fisher donated a dollhouse inspired by Venice’s Palazzo Gritti to New York’s MAD in 2021; the richly detailed interiors include tiny lamps made of

Murano glass

La collezionista Joanne Fisher ha donato una casa delle bambole ispirata a Palazzo Gritti di Venezia al MAD di New York nel 2021; gli interni riccamente dettagliati includono minuscole lampade in vetro di Murano

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MILAN'S STUDIO

TARSHIT On Milan’s Corso di Por ta Ticinese one finds the home and studio of architect and designer Nicola Strippoli, better known as Tarshito. The studio, thriving at the end of the nineties, was adorned with gilded vases, many with drawers, that reclaimed their original purpose as conduits. The studio-inhabitation took notes from nature, with terracotta walls, and others covered in layers of wax and wicks, that when lit, melted and changed the sur faces’ landscapes. The bathroom sink was made of rose and violet quar tz, with water flowing from quar tz faucets. Geometric tiling covered the floors, and each table rested on golden vases. Semi-precious stones were haphazardly set within a gilded ceiling to emit and reflect incoming light. Tarshito described the my thic and symbolic place as a par ticular close-up of the Indian Bhagwan Shree Rajneesh cult; the designer was a follower, and always dressed in orange. When he returned to Puglia, his home studio was sold to an ar t collector.

A Milano, in Corso di Porta Ticinese, alla fine degli anni 90, c’era lo studio - abitazione di Tarshito, nome d’arte dell’architetto-designer pugliese Nicola Strippoli, una preziosa opera d’arte totale, dove grandi vasi dorati, corredati anche di cassetti, ritrovavano la loro funzione primaria di contenitori. Ispirato al naturalismo lo studioabitazione aveva le pareti in terra cruda e una delle pareti rivestita con vari strati di cera con tanto di stoppini. Si poteva accendere e la superfice, di giorno in giorno, si modificava con le colate di cera. Il lavandino del bagno era di quarzo, di un colore che sfumava dal rosa al violetto e l’acqua sgorgava da rubinetti di quarzo. I pavimenti del bagno erano decorati con motivi geografici; le gambe dei tavoli erano vasi dorati. Dal soffitto dorato la luce s’irradiava attraverso le trasparenze di pietre dure incastonate in modo irregolare. L’atmosfera misticosimbolica, che Tarshito spiegava con dovizia di particolari, rimandava al culto mistico del santone indiano Bhagwan Shree Rajneesh di cui Trashito, sempre vestito di arancione, era un seguace. Quando Tarshito lasciò Milano per tornare in Puglia la sua casa-studio venne venduta come opera d’arte a un collezionista.

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The Tarshito Studio, thriving at the end of the nineties, combined terracotta walls, natural stone, and gilded vases within an ethereal

inhabitation and studio

Lo Studio Tarshito, fiorente alla fine degli anni Novanta, combinava pareti in terracotta, pietra naturale e vasi dorati, all'interno di un'abitazione e di uno studio eterei

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#102 - INTERIORS

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photo: Ezio Gosti

#102 - INTERIORS

LAFLEUR BATTERY Ø15 x h 26 cm. Design by Marc Sadler.

86 Lampada a batteria con corolla modellata a mano. Autonomia fino a 60 ore consecutive. Colori disponibili: Velvet con base nera e Prisma con base bianca.

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