G21 - Opportunità per la Val Gardena #1 stato del territorio

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parte 1 stato del territorio

opportunitĂ per la val gardena del XXI secolo

thomas, m. demetz

012007/v2.1 052010/d.ed.

via argentieri 23 : 39100 bolzano silbergasse 23 : 39100 bozen t+39.0471.978963 f+39.0471.429960 info@raumfabrik.it


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opportunità per la val gardena del XXI secolo

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parte 1

stato del territorio

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1.1


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indice parte 0

introduzione

parte 1

stato del territorio

parte 2

piano strategico 2020

parte 3

campionati del mondo di sci alpino

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inquadramento ambiente e territorio geologia morfologia copertura del suolo e caratteristiche ambientali climatologia sistema insediativo rete di viabilitĂ popolazione struttura economica turismo

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1.3 1.6 1.7 1.9 1.10 1.12 1.18 1.25 1.28 1.35 1.39

1.2


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inquadramento L'area in esame si colloca nel settore centro-orientale delle Alpi, lungo la direttrice del Brennero contrassegnata dalla valle percorsa dal fiume Isarco.

Fig.1.1 Immagine satellitare alpi centro-orientali, fonte Google Earth

La Val Gardena è una vallata laterale della Val d'Isarco. Da questa si estende verso est per una trentina di kilometri a partire dalla confluenza del Rio Gardena nell'Isarco a Ponte Gardena.

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1.3


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Fig.1.2 Immagine satellitare Alto Adige, fonte PAB, Ufficio 27.1 coordinamento territoriale Legenda:

giallo area territoriale della Val Gardena rosso comuni e frazioni propriamente di valle

Il territorio di valle oggetto delle analisi è compreso dai limiti amministrativi dei comuni di Selva, Santa Cristina, Ortisei e da quelle parti del territorio dei comuni limitrofi compresi nei limiti orografici della vallata e specificatamente individuati dalla diffusione della lingua ladina. Molte delle informazioni statistiche non sono rese disponibili in forma disaggregata per frazioni dai detentori dei dati (Astat, Istat). In conseguenza di ciò la lettura dei fenomeni in atto e le interpretazioni che ne vengono derivate si basano principalmente sui dati disponibili per i comuni totalmente contenuti negli ambiti di valle, ritenendo l'errore che ne deriva sia da una parte trascurabile e che quanto evidenziato per il territorio limitato ai tra comuni di Selva, Santa Cristina ed Ortisei sia in forma di trend estendibile al resto del territorio coinvolto. I dati territoriali ricavati dal sistema informativo territoriale sono invece applicati alla somma di entrambe le tipologie di entità territoriali.

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1.4


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Fig.1.3 Comuni e frazioni di valle, Ortofoto digitale 1999 fonte PAB, Ufficio 27.1 coordinamento territoriale Legenda:

rosso comuni propriamente di valle arancio frazioni associate

Tab. 1.1 Superfici dei comuni e delle frazioni associate

superficie Ha % comune

Selva

S. Cristina

Ortisei

Oltretorrente

Pontives

5.643

3.192

2.415

673

277

100

100

100

1

6

71

Fonte: GIS Comuni dell'Alto Adige, PAB, Ufficio 27.1 coordinamento territoriale, elaborazione magma

1

La superficie del Comune di Castelrotto è di 11.799 ettari e quella del comune di Laion è di 3.752 ettari. Fonte: GIS Comuni dell'Alto Adige

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ambiente e territorio Il fondo valle si sviluppa tra le quote di 390 m slm a Ponte Gardena e ca. 1650 m slm a Selva in località Plan. Al di sopra di questa quota il territorio assume caratteristiche decisamente alpine con insediamenti di esigua entità o volumi isolati fino alla quota di vetta del Sassolungo, oltre i 3000 m slm Dal punto di vista della delimitazioni delle aree di studio, le fasce di quota vengono metodologicamente suddivise tra il sistema ambientale, inteso lungo il range altimetrico complessivo compreso nei limiti indicati al punto precedente ed il sistema delle relazioni territoriali che si estende nella lettura delle dinamiche di valle tra i 1000 ed i 1600 m slm

Fig. 1.4, 1.5, 1.6 Simulazioni 3D con confini comunali e frazioni di valle fonte: dtm PAB Elab. Magma

Le immagini mostrano una dorsale di fondovalle profondamente incassata tra i versanti settentrionale e meridionale della valle, presentando la conformazione caratteristica delle vallate di formazione glaciale con successiva azione erosiva fluviale. Al di sopra dei versanti di valle si aprono infatti altipiani ed aree pederocciose caratterizzate da pendenze più contenute ed utilizzate sia ad alpeggio che a scopo ricreativo e turistico per mezzo di una vasta rete di percorsi escursionistici e piste da sci. La sequenza delle quinte paesaggistiche che si dispone lungo l'asse delle altimetrie è variamente articolato, disponendo in successione tutti gli elementi caratteristici dell'ambiente alpino, insediamenti di fondovalle, versanti boschivi compatti, radure agricole, alpi e malghe e

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montagne. In particolare le strutture rocciose che chiudono verso est il quadro paesaggistico della valle sono parte del complesso roccioso dolomitico geologia L'origine della regione dolomitica risale alla transizione dal periodo devoniano a quello carboniano nell'età paleozoica, quando tra i 400 ed i 360 milioni di anni fa, la formazione di una struttura rocciosa a base di quarzofilite, indicata come roccia primigena, di colore verde scuro, formerà la base su cui molti processi orogenetici avranno luogo. Nell'ultimo periodo dell'era paleozoica, il Permiano (ca. 290 milioni di anni fa), le valli e le fosse che costellavano il paesaggio costituito dalla roccia primigena, furono riempite, per le intense attività vulcaniche ed eruttive, da grossi flussi di lava e da stati molto elevati di ceneri e lapilli. Il prodotto di questi fenomeni tellurici, fu la cosiddetta piattaforma di porfido-quarzite di Bolzano di colore rosso cupo. Questa formazione vulcanica costituisce anche il basamento delle Dolomiti occidentali. Nel corso del Permiano superiore la coltre lavica ed i banchi di tufo, furono dominati da un clima sahariano, con elevate temperature e venti fortissimi, che operarono modificazioni nell'aspetto del territorio, appiattendo i rilievi e riempendo le depressioni dai materiali di riporto dei processi erosivi. Alcuni rari quanto esigui specchi d'acqua, "generano" delle oasi, dominate da conifere delle specie delle araucarie.

Fig. 1.7: Carta geologica d'Italia

Alla fine del paleozoico questa, che era la fascia costiera settentrionale del mare Tetide (il paleobacino del mediterraneo), fu investita da un fenomeno bradisismico di grande portata: tutta questa regione si inabissò, e fu sommersa dalle acque, passando da quote di alcune centinaia di metri al di sopra del mare, a profondità di 4/5.000 metri sotto il livello dell'acqua. Nel periodo mesozoico su questo territorio che era diventato il fondo del mare si depositano i detriti prodotti dell'azione meccanica delle acque, resti organici, vegetali ed animali. Questo divenne l'habitat ideale per colonie di alghe e coralli, che si distribuirono lungo i pendii e sui rilievi del fondale, formando atolli e barriere. Nel medio triassico l'azione vulcanica sottomarina ricoprì il tutto con uno strato di rocce basaltiche nere, creando alcune isole attraverso il deposito di lapilli e ceneri (che produssero i porfidi neri del Ciampinoi, ed i porfidi rossastri dell'Alpe di Siusi e infine i tufi dei passi Gardena e Sella).

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In circa 100 milioni di anni , fino alla fine del mesozoico, i sedimenti e le particelle in sospensione si depositarono sui fondali, compattati in calcari e tufi, e subendo quindi per un processo di diffusione, la dolomitizzazione (la trasformazione da monocarbonati a carbonati doppi di calcio e magnesio). Lo strato dei vari calcari, da quello originato dalle alghe, a quello dello Sciliar generato dai banchi corallini, a quello ricco di tracce animali (conchiglie ed ammoniti) della dolomia principale, misurava alcune migliaia di metri. Circa 80 milioni di anni fa, la tettonica delle zolle fa nuovamente registrare un'intensa attività che modificherà profondamente l'aspetto di tutta la Terra: il continente laurasiatico si spezza definitivamente nel deltoide nord-americano e nell'Eurasia. Il Mediterraneo si avviava ad assumere il suo aspetto definitivo, la penisola italica fu letteralmente spinta contro il continente, e la pressione generata dallo scontro di queste due piccole placche, provocò l'innalzamento della catena delle alpi, una sorta di vallo eretto tra l'Europa e l'Italia. L'orogenesi alpina piega e spezza gli strati rocciosi, facendo affiorare striature di roccia primigena, ma soprattutto spingendo verso l'alto le rocce sedimentarie, i banchi di tufo, i castelli corallini. Le quattro grandi glaciazioni dei periodi terziario e quaternario attuano una lenta quanto incisiva opera di modificazione del territorio. Le forze che intervengono in questo processo di trasformazione, sono quelle erosive delle lingue glaciali, dei fiumi, dei venti, l'azione dirompente delle escursioni termiche e le spaccature per il ghiaccio. Nella zona di Pontives si trovava il lago morenico, cosa che è ancora riconoscibile nell'uniformità e compattezza del fondovalle, mentre la gola verso Ponte Gardena è chiaramente riconducibile all'azione dei torrenti. Le falesie alla base del Gruppo del Sella e lungo la base dello Sassolungo, come anche la costellazione di macrodetriti al passo Sella (la cosiddetta "Città dei sassi"), sono il prodotto delle dinamiche glaciali.

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morfologia La conformazione di valle articola attorno alla dorsale di fondovalle, una sequenza di vallette laterali di formazione prevalentemente erosivo fluviale ed una grande vallata, la Vallunga, di formazione glaciale. A partire del fondovalle si elevano verso nord versanti a media pendenza mentre verso sud le differenze di quota verso i pianori sovrastanti sono decisamente più accentuate. Dei tre comuni che risulta maggiormente compresso tra le pendici è quello di Santa Cristina tra Mont de Sëura a sud ed il monte Pic a nord.

Fig.1.8 Classi di quota, Comuni e frazioni di valle Fig. 1.9 Classi di pendenza, Comuni e frazioni di valle fonte Modello digitale del terreno PAB, Ufficio 27.1 coordinamento territoriale - elaborazione magma

Fig. 1.10 Esposizione, Comuni e frazioni di valle

Ortisei invece si apre a forbice verso la chiusura della valle lungo l'ossatura principale e la val d'Anna distribuendosi alla base del Rasciesa e le propaggini del Col de Flam. Nel territorio di valle compreso nei limiti amministrativi di Selva il fondovalle tende a dispiegarsi in maniera più omogenea ad a presentare pendenze insediativamente vantaggiose, incuneandosi lungo la ©2010, raumfabrik

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base del Pralong. Verso sud si elevano le propaggini del sistema roccioso del Ciampinoi.

0-10

10-20

20-30

30-45

45-60

60-90

31%

24% 11%

13%

23% 4% 8%

31%

4% 11%

1000 - 1300 1300 - 1600 1600 - 1900 1900 - 2200 2200 - 2500 2500 -

19%

21%

Diag.1.1 Classi di pendenza, Comuni e frazioni di valle Diag.1.2 Classi di quota, Comuni e frazioni di valle fonte Modello digitale del terreno PAB, Ufficio 27.1 coordinamento territoriale - elaborazione magma

La consistenza complessiva delle classi di quota e di pendenza mostra in maniera analitica la configurazione del sistema territoriale che è caratterizzato da una predominanza di altimetrie ben superiori a quelle insediativamente significative, poste al di sotto dei 1600 mslm. Infatti ben il 61 percento dei territori comunali interessati si pone a quote superiori a questa. Il diagramma delle classi di quota mostra invece una decisa prevalenza di superfici con pendenze inferiori ai 20° (46%) a specificazione della descrizione qualitativa di cui sopra. copertura del suolo e caratteristiche ambientali Il territorio di valle è dal punto di vista della copertura del suolo omogeneo con le caratteristiche di molta parte delle alpi contemporanee. Modelli economici e di conduzione agricola che hanno visto una diminuzione sostanziosa dell'ovinocoltura hanno tolto dall'ecosistema una figura competitiva rispetto allo sviluppo del bosco. Inoltre la silvicoltura a scopo di legnagione non ha in quest'area trovato le condizioni per una crescita economicamente efficace.

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23%

42%

25% 7%

3%

0% Aree insediative Aree agricole Bosco Aree prative e zone umide Aree rocciose Acque

Diag.1.3 Classi di copertura del suolo, Comuni e frazioni di valle

Fig. 1.11 Classi di copertura del suolo, Comuni e frazioni di valle fonte Carta della copertura del suolo PAB, Ufficio 27.1 coordinamento territoriale - elaborazione magma

Il manto boschivo si estende sul 42% del territorio considerato mentre le radure di quota rappresentano un quinto della superficie. Il 25 % è classificato come roccioso. Le aree a destinazione agricola costituiscono invece il 7% e sono localizzate a corona del fondovalle. L'area destinata ad usi insediativi ed infrastrutturali è pari al 3% di tutto il territorio preso in considerazione. Condizioni di particolare criticità rispetto al sistema ambientale connessi con elementi interni, quali le situazioni di pericolo geologico o gli elementi di rischio antropico endogeno non sono in questa fase stati approfondititi demandando una trattazione specifica ad un successivo sviluppo dello studio. E' prematuro in assenza di specifiche decisioni da parte delle amministrazioni coinvolte rispetto ai percorsi di programmazione di azioni sul sistema territoriale, insediativo, economico ©2010, raumfabrik

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e per ricaduta su quello ambientale affrontare prima di tutto impegni finanziari legati al necessario coinvolgimento di specifiche professionalitĂ . climatologia

La trattazione degli aspetti climatologici si limita ai possibili effetti evolutivi prodotti dal fenomeno di riscaldamento globale del pianeta. L'emissione in atmosfera di quantitĂ sempre crescenti di gas ad effetto serra ha attivato dinamiche di conservazione del calore solare all'interno dell'atmosfera le cui conseguenze sono ampiamente descritte dalla letteratura scientifica. La conferenza delle Nazioni Unite di Parigi del 2.2.20072 ha presentato dati e soprattutto protocolli scientifici condivisi sulla verifica e sull'utilizzo dei dati relativi alle dinamiche atmosferiche. Alcuni modelli relativi agli incrementi di temperatura ritengono inoltre che l'applicazione del Protocollo di Kyoto sul governo planetario delle emissioni di gas serra comporti correzioni estremamente contenute dei fenomeni in atto. I risultati degli studi climatologici mostrano di essersi oramai emancipati dai dubbi relativi alla possibile sovrapposizione di dinamiche cicliche ricorrenti di aumento e decremento delle temperature, riconoscendo l'azione di progressiva alterazione degli andamenti macrosistemici da parte dell'immissione in atmosfera di inquinanti con effetto di inibizione della dispersione termica planetaria. E' invece plausibile pensare ai due fenomeni, dinamiche cicliche e riscaldamento antropogeno in forma di somma degli effetti piuttosto che di prospetive contrapposte. Contemporaneamente l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (http://www.oecd.org) ha condotto una serie di approfondimenti in relazione all'area alpina relativamente alle questioni del rischi, delle riserve idriche e del turismo con particolare attenzione allo sviluppo delle aree sciistiche.

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Intergovernmental Panel on Climate Change: "Climate Change 2007: The Physical Science Basis", Paris 2007 (http://www.ipcc.ch/SPM2feb07.pdf, 2007) Š2010, raumfabrik

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Il rapporto che ne è derivato3 descrive i possibili scenari di trasformazione relativi agli aspetti sopraesposti e che forniscono rispetto agli obiettivi del presente lavoro informazioni che assumono un ruolo strategico riguardo alle prossime generazioni. Le ipotesi di lavoro si sono basate sulla definizione di due soglie temporali, oltre allo stato di fatto, e delle possibili variazioni delle condizioni climatiche standard, indicando al 2050 un incremento delle temperature fino a 2°C ed al 2100 un incremento pari a 4°C, applicando tali presupposti all'articolazione dell'offerta sciistica di tutta l'area alpina.

Fig. 1.12 Snow-reliable ski areas in the Alps 2007-2100, Comprensori sciistici alpini ad innevamento naturale garantito Fonte: OECD, www.oecd.org/dataoecd/24/27/37819167.pdf

Le caratteristiche del sistema atropo-ambientale della valle portano ad affrontare soprattutto i 3

AA.VV.: "Climate Change in the European Alps: Adapting Winter Tourism and Natural Hazards Management", OECD Publications , 2007, Paris

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possibili sviluppi relativi al sistema sciistico di valle che rappresenta, come emergerà dall'analisi della struttura economica, il principale motore del sistema territoriale e l'elemento di generazione dei maggiori squilibri. E' quindi significativo restituire i risultati di quanto lo studio OCSE mostra riguardo al sistema alpino nel suo complesso ed a quello delle alpi meridionali nel dettaglio. Dal confronto tra il quadro alpino complessivo e quello italiano emerge la forte stabilità dei comprensori sciistici svizzeri e della perdita considerevole invece sia in Austria, soprattutto in Tirolo. In Baviera il dato mostra previsioni estremamente pessimistiche sulla sopravvivenza della pratica dello sci alpino.

Fig. 1.13 Snow-reliable ski areas in the italian Alps 2007-2100, Comprensori sciistici alpini ad innevamento naturale garantito Fonte: OECD, www.oecd.org/dataoecd/14/63/37825787.pdf

L'impatto dei cambiamenti climatici è stabilito dal punto di vista della garanzia del manto

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nevoso in un innalzamento delle quote di riferimento pari a 150 m di altitudine per grado centigrado. Queste soglie sono poi state applicate al sistema sciistico gardenese. Va tenuto presente che una stima indicativa sull'efficacia temporale delle modificazioni climatiche non è stata compresa nello studio in considerazione della complessità dei fenomeni macroclimatici (effetti sulla circolazione dei sistemi cliclonici ed anticiclonici, azione delle correnti marine nel trasferimento di calore dalla aree tropicali e temperate a quelle fredde subpolari). Chi scrive ritiene opportuno tenere presente che i cambiamenti climatici in atto potranno anche comportare riduzioni variamente significative dei periodi favorevoli alla salvaguardia del manto nevoso con effetti corrispondenti sulla redditività economica del sistema turistico con particolare riferimento alla stagione invernale.

Fig. 1.14 Sistema sciistico gardenese e garanzia di innevamento naturale 2007-2100. Cronofasce di innalzamento altimetrico della temperatura ed arretramento del manto nevoso: giallo 2007 blu 2050 rosso 2100 Fonte: Piano di settore impianti di risalita e piste da sci, modello digitale del terreno, PAB, Uff. 27.1 coordinamento territoriale, elaborazione magma su dati OCSE.

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L'applicazione al sistema territoriale e sciistico gardenese si basa sull'indicazione di una quota di riferimento di garanzia del manto nevoso naturale di 1150 m slm al 2007. La restituzione geografica mostra che l'evoluzione climatica nel periodo compreso fino al 2050 comporta per il sistema sciistico gardenese la perdita dei campi scuola e del tratto della pista da sci della Val d'Anna compresa tra la stazione intermedia dell'impianto di risalita al Seceda ad Ortisei. Nella fase successiva, quella compresa tra la metà a la fine del XXI secolo, la perdita di superficie sciabile pari a circa una quinto di quella attualmente disponibile comporta la cancellazione dei principali tracciati di collegamento nel comprensorio con la conseguenza di un isolamento tra le varie parti del sistema.. A margine è opportuno fare notare quanto l'ipotetico innalzamento dei limiti della coltre nevosa potrebbe incidere sul territorio della frazione di Collalto a Corvara. In una prospettiva di valle si perderebbero i sedimi di pista verso Santa Cristina e verso il fondovalle di Selva (nodo del Ciampinoi). Tab. 1.2 Superfici sciabili 2007-2100

superficie Ha % diminuzione

2007

2050

2100

537,30

523,01

410,48

3%

24%

Fonte: Piano di settore Impianti di risalita e piste da sci, modello digitale del terreno dell'Alto Adige, PAB, Uf. 27.1 coordinamento territoriale, elaborazione magma su dati OCSE

Di seguito sono rappresentate, sulla base di un modello tridimensionale della valle, le quote altimetriche e temporali dei limiti inferiori di coltre nevosa naturale, secondo scenari di diversi cambiamenti climatici.

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Fig .1.15: Sistema territoriale e quota ad innevamento naturale garantito 2007

Fig 1.16: Sistema territoriale e quota ad innevamento naturale garantito 2050

Fig 1.17: Sistema territoriale e quota ad innevamento naturale garantito 2100 Fig. 1.18 Sistema territoriale e quota ad innevamento naturale garantito. Cronofasce di Fonte: Piano di settore impianti di risalita e piste da sci, modello digitale del terreno, PAB, innalzamento altimetrico della temperatura ed arretramento del manto nevoso: _giallo 2007 _blu 2050 _rosso 2100 Uff. 27.1 coordinamento territoriale, elaborazione magma su dati OCSE.

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Il sistema insediativo

Il sistema insediativo è organizzato attorno ai nuclei principali dei tre comuni e delle frazioni di valle dei comuni periferici. Lo sviluppo di tale sistema è coerente con quanto avvenuto in quelle località di montagna che hanno operato una crescita all'insegna del pieno dispiego della propria vocazione turistica. La Val Gardena ha infatti fin dalle origini del turismo moderno saputo cogliere le occasioni che derivavano da numerose direzioni, da quelle culturali e naturalistiche a quelle ricreative. Nel 1934 quando sulla spinta di Andriano Olivetti si da l'avvio ai lavori per la redazione del Piano regolatore della Val d'Aosta, Ortisei risulta a livello di presenze turistiche, per quanto riguarda la montagna, al terzo posto nelle alpi italiane dopo Cortina e Courmayeur. Mancava ancora rispetto alla fase contemporanea lo sviluppo impetuoso del turismo sciistico di massa in montagna. Per quanto le dinamiche specifiche dal punto di vista della struttura economica saranno descritte in seguito, alcuni degli aspetti centrali del fenomeno sono necessari a comprendere le ragioni che presiedono all'evoluzione degli insediamenti di valle. E' soprattutto a partire degli anni successivi al secondo dopoguerra che lo slancio dello sviluppo territoriale in chiave turistica invernale prende uno slancio considerevole, rafforzato negli anni '70 a seguito dei campionati del mondo di sci alpino4.

Fig. 1.19 Piano urbanistico della Val d'Aosta, Confronto presenze negli alberghi di varie stazioni 1934

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Thomas Demetz: "L'industrializzazione del paesaggio" in AA.VV.: "Paesaggi in verticale", Marsilio editori, 2006, Venezia

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I diagrammi di seguito illustrano la crescita degli arrivi sia in valore assoluto che in forma dinamica. Ciò che emerge è l'evidente predominanza di Selva nella composizione dei valori complessivi degli arrivi con un incremento dal 1950 al 2000 di oltre 25 volte il valore di partenza, immediatamente seguita da Santa Cristina, mentre Ortisei presenta un andamento meno pronunciato e con un'evidente fase recessiva a metà del ventennio 1980-2000. 300.000

30

250.000

25

200.000

20

selva s.cristina ortisei val gardena

150.000

selva s.cristina ortisei val gardena alto adige

15

100.000

10

50.000

5

-

0

1950

1960

1970

Diag. 1.4 Arrivi negli alberghi, valori assoluti fonte ASTAT - elaborazione magma

1980

1990

1950

2000

1960

1970

1980

1990

2000

Diag. 1.5 Arrivi negli alberghi,dinamica comparativa

Una crescita di quest'entità è avvenuta sulla base di un incremento delle dotazioni di attrezzature alberghiere costante fino all'entrata in vigore di una norma provinciale che ha imposto un arresto alla realizzazione di nuovi impianti alloggiativi a favore invece di un moderato adeguamento delle capacità degli esercizi esistenti alla domanda comunque crescente. La crescita della pressione del mercato turistico invernale su questo sistema territoriale dovrà essere messa in relazione con le modificazioni del quadro climatico planetario perché il sistema gardenese pare essere maggiormente stabile negli effetti locali rispetto ad altre aree alpine. Il modo di dare risposta a tale crescita dovrà essere oggetto di una visione strategica.

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Fig.1.20, 1.21, 1.22: Ortisei, Santa Cristina, Selva. Anni 1950 Sistema insediativo Fonte: Volo GAI PAB, Ufficio 27.1 coordinamento territoriale elaborazione magma

Fig.1.23, 1.24, 1.25: Ortisei, Santa Cristina, Selva. Anni 1990 Sistema insediativo Fonte: Ortofoto 1999 PAB, Ufficio 27.1 coordinamento territoriale elaborazione magma

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In un quadro comparativo di valle ed assumendo che i nuclei centrali dei comuni amministrativi vadano considerati in questa sede come parti di un territorio omogeneo, prescindendo da suddivisioni formali, la lettura delle strutture urbane e delle modalità del loro sviluppo permette di stabilire specifiche qualità e modalità di relazioni reciproche e con il territorio.

Fig. 1.26 Località, Comuni e frazioni di valle fonte Carta della località PAB, Ufficio 27.1 coordinamento territoriale - elaborazione magma

Dei tre nuclei Ortisei è senz'altro quello che in epoca moderna ha mostrato una struttura maggiormente compatta rispetto a Santa Cristina e Selva. In parte un forte sviluppo era già avvenuto a partire dalla fine dell'ottocento con una profonda modifica in senso imprenditoriale ed industriale delle principala attività produttiva di valle, quella della lavorazione del legno alla quale l'allacciamento della valle alla rete ferroviaria del Brennero aveva dato forte slancio. ©2010, raumfabrik

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Quest'infrastruttura però, non solo rende il mondo accessibile ai prodotti della valle, ma rende la valle stessa accessibile al resto del mondo. Santa Cristina per la conformazione della valle ha sempre avuto a disposizione margini di crescita insediativa molto misurati. L'insediamento si distribuisce lungo la via principale ed il nucleo storico della chiesa. E' invece Selva a mostrare la crescita più impetuosa a partire dal secondo dopoguerra. La copertura edificiale del suolo nell'area centrale del paese, che gode da una parte delle migliori condizioni di soleggiamento e della massima accessibilità al sistema sciistico di valle, è stata pressoché saturata ad eccezione di un cuneo verde di prati che dal Risaccia scendono verso Nives, destinati a pista da sci. Paradossalmente l'utilizzo sportivo di queste aree, tra le più pregiate nella valle, ne rappresenta la salvaguardia pur essendo esse sottoposte ad una pressione del sistema consolidato. Infatti non stanno mancando puntuali fenomeni di erosione. Nel complesso il sistema insediativo di valle, come anticipato, si estende lungo il fondovalle in condizioni di particolare scarsità di suolo adeguato alle possibili esigenze di crescita edilizia.

Fig.1.27 Sistema insediativo Fig. 1.28 Classi di quota, sistema insediativo Fig. 1.29 Copertura del suolo, sistema insediativo fonte Modello digitale del terreno PAB, Catasto digitale, Carta dell'uso del suolo, Ufficio 27.1 coordinamento territoriale - elaborazione magma

La distribuzione dell'edificato mostra una distribuzione delle superfici costruite e delle relative pertinenze per il 42% nella classe di quota compresa tra i 1000 ed i 1300 m slm e per il 48% fino a 1600 m slm. Al di sopra di queste quote si distribuisce il rimanente 10% in maniera decrescente al crescere dell'altimetria. La densità insediativa è comunque bassa, pari al 12%

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di copertura del suolo della parte di territorio con maggiore grado di utilizzabilità insediativa. La potenzialità di sviluppo del sistema insediativo è relativamente contenuta. Nella fascia altimetrica considerata i terreni con superfici caratterizzate da pendenze facilmente o moderatamente accessibili a fini edificatori ovvero con inclinazioni fino a 20°, rappresentano il 51% del territorio. Da questo valore vanno detratte le superfici già utilizzate a scopo edificiale, le aree per la circolazione, le aree umide e le acque, e soprattutto il verde agricolo cui è riconosciuto un valore fondamentale nella conservazione del paesaggio tradizionale della valle e che quindi merita un'adeguata azione di salvaguardia, oltre al fatto che parti di quelle superfici sono utilizzate in inverno come piste sci e che sono quindi fortemente strumentali all'economia turistica di valle. Il 58% della superficie è a copertura boschiva e come tale vincolata sia in funzione paesaggistica che di protezione idrogeologica di un territorio interessato da rilevanti ancorché moderatamente significativi fenomeni di dissesto. In ogni caso dal confronto qualitativo delle immagini aerofotogrammetriche rese negli anni '50 e l'ortofoto del 1999 la consistenza del bosco a ridosso degli insediamenti principali è in buona parte pressoché inalterata. Le variazioni maggiori sono legate soprattutto alla compattezza del manto che rende più evidenti le incisioni prodotte dalle piste da sci. 42%

1% 0% 1000 - 1300

12%

0% 1%

1300 - 1600 0% 0% 2%

1600 - 1900 1900 - 2200 8% 48%

58%

2200 - 2500 2500 -

28%

insediamenti acque 16% rete stradale agricolo bosco zone rocciose aree umide 24%

7%

2%

0% 20%

31%

0° - 10° 11° - 20° 21° - 30° 31° - 40° 41° - 50° 51° - 60° 61° - 70°

Diag. 1.6 Distribuzione dell'edificato per classi di quota Diag. 1.7 Copertura del suolo a quote < 1600 m slm Diag. 1.8 Pendenze del terreno a quote < 1600 m slm fonte Modello digitale del terreno PAB, Catasto digitale, Carta della copertura del suoloUfficio 27.1 coordinamento territoriale - elaborazione magma

L'area che a prescindere da considerazioni microclimatiche e di specifica valutazione sulla sicurezza geologica si possono prestare a garantire la possibilità di accrescimento degli insediamenti sono pari a circa il 10% dell'area di fondo valle, misura che ammetterebbe rispetto allo stato di fatto una crescita teorica dell'80% del sistema urbano gardenese rispetto allo stato di fatto. Uno dei fenomeni che accadono generalmente in regime di scarsità di suolo edificabile ed, in particolare, in conseguenza delle norme che regolano l'espansione residenziale degli

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insediamenti in provincia di Bolzano, in presenza di una forte domanda di accesso alla proprietà immobiliare, è da una parte, la crescita consistente dei valori degli immobili e, dall'altra, come già accaduto in altre località di montagna, la contrapposizione tra popolazione residente e gli acquirenti di seconde case a scopo turistico. Generalmente nelle località di prestigio, quali quelle della Val Gardena. come sarà possibile riscontrare nei dati sulla popolazione indicati di seguito, la comparsa di competitori forti sul mercato immobiliare comportano drammatici fenomeni di espulsione della popolazione originaria verso località periferiche alla valle e la sostituzione della popolazione stanziale con una popolazione caratterizzata da forte episodicità. I valori degli immobili residenziali in valle nella forbice compresa tra minimi e massimi mostrano differenze rilevanti rispetto ad esempio al comune di Laion, periferico alla valle ma comunque collocato in posizione di facile accessibilità soprattutto a partire da Ortisei. Tab 1.3. Valori degli immobili residenziali - valori medi indicativi comune

fonte: banca delle quotazioni immobiliari, 1. semestre 2006 agenzia del territorio, ministero dell‘economia

valore minimo

valore massimo

Ortisei

3.100 €/m²

6.000 €/m²

Santa Cristina

2.400 €/m²

5.150 €/m²

Selva

3.200 €/m²

7.600 €/m²

Laion

1.800 €/m²

2.900 €/m²

Gli squilibri sono evidenti. E' facilmente comprensibile che in una situazione di questo tipo la popolazione locale debba incontrare difficoltà considerevoli a godere di disponibilità finanziarie, anche in prospettiva, tali da porla alla pari di competitors esterni, rendendo peraltro quasi fatto obbligatorio la migrazione verso condizioni più favorevoli di accesso alla casa, cosa che dall'interpretazione dei dati demografici emerge con una certa evidenza. Ovviamente le politiche per la casa previste dalla legge urbanistica provinciale forniscono una parziale ma importante risposta alla richiesta della popolazione autoctona ma allo stesso tempo condiziona le modalità di accesso alla casa. Il ruolo degli alloggi in affitto è marginale per quanto implementato nelle procedure di convenzionamento ed inefficace rispetto alla complessità posta da situazione ad elevato sviluppo dei valori immobiliari.

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rete di viabilità

La rete di viabilità della valle segue l'ossatura del sistema insediativo ed in molte parti ne è uno degli elementi generatori secondo modalità di attestazione dei volumi edificati lungo le direttrici principali di traffico. La dorsale di valle della viabilità è costituita dalla strada statale 242 tra Ponte Gardena ed il Passo Sella, la ss 242 dir. dallo svincolo autostradale A22 di Chiusa a Pontives e dalla 243 dal bivio Miramonti a Plan de Gralba al passo Gardena e la Val Badia.

Fig. 1.30 Rete stradale di valle e trasporto a fune, stato di fatto Comuni e frazioni di valle Fonte: Rete stradale provinciale PAB, Piano di settore impianti di risalita e piste da sci; Ufficio 27.1 coordinamento territoriale - elaborazione magma

Sulla rete di viabilità statale si innerva poi la viabilità comunale che distribuisce ai centri abitati

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ed alle specifiche frazioni. La rete di viabilità principale interseca i centri abitati con l'eccezione di Ortisei, dove è stata realizzata una strada di circonvallazione lungo l'argine che però comporta una rottura di continuità urbana con la frazione di Oltretorrente, comune di Castelrotto. L'entità del traffico veicolare rappresenta comunque per tutta la valle una delle cause di sollecitazione ambientale maggiori per quanto riguarda gli insediamenti.

Fig. 1.31 Rete stradale di valle e trasporto a fune, progetto Comuni e frazioni di valle fonte Rete stradale provinciale PAB, Piano di settore impianti di risalita e piste da sci; Ufficio 27.1 coordinamento territoriale, Piani regolatori comunali elaborazione magma

Bisogna tenere conto che oltre alla popolazione residente di circa 90 unità si aggiungono indicativamente 18.000 posti letto turistici che nei giorni di cambio gravano sul sistema infrastrutturale di valle sia per l'ingresso che per l'uscita oltre ad accogliere flussi provenienti dalle valli confinanti, in particolare la Val Badia.

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In questo senso l'infrastruttura che è sicuramente adeguata a soddisfare le esigenze di un popolazione stanziale di circa 10.000 persone deve affrontare il carico complessivo di circa 50.000 nei giorni di punta, le dimensioni di una cittadina come Merano, concentrando però tutta la mobilità in unico canale di flusso. Con l'urgenza di sgravare quantomeno i centri abitati dall'articolazione di sollecitazioni dovute al traffico, stanno per essere attuate alcune misure di espulsione del traffico veicolare di transito dai centri, mentre altre sono allo studio. Va tenuto conto del fatto che, in assenza di specifiche misure di salvaguardia dei centri abitati, il riassetto della rete di viabilità con la circonvallazione di Santa Cristina ed, in futuro quella di Selva, i volumi di traffico tenderanno comunque a subire incrementi. Un più veloce attraversamento della Val Gardena comporterà maggiori transiti da e per le valli limitrofe in relazione all'accessibilità autostradale sia da Chiusa che da Bolzano Nord. Come sarà specificato nel capitolo sul piano strategico, l'occasione rappresentata dallo sgravio veicolare dei centri abitati dovrà consentire alla popolazione sia stanziale che turistica di appropriarsi nuovamente degli spazi pubblici con le realizzazione di centralità di valore urbano. Il trasporto pubblico allo stato di fatto si basa in inverno sull'integrazione tra la rete degli autobus di linea, gli skibus ed il sistema sciistico di valle. In particolare la funicolare sotterranea che collega la conca di Ruacia con la stazione a valle della cabinovia del Col Raiser ha inciso in modo consistente sulle attitudini del trasporto di valle arrivando a trasferire dalla gomma al sistema sciistico fino a 5.500 persone al giorno. In fase estiva il trasporto pubblico avviene principalmente su gomma mentre l'uso degli impianti di risalita e prevalentemente finalizzato all'accesso alla rete escursionistica. Sempre in riferimento ad una visione strategica della mobilità di valle si rende opportuno consolidare il trasporto pubblico in modo da predisporre un'alternativa vantaggiosa al trasporto privato.

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popolazione

La popolazione complessiva dei tre comuni di valle è al 2005 di 9.013 unità di cui il 49,6% sono maschi ed il 50,4 % femmine. La popolazione iscritta all'anagrafe è di 4.605 unità ad Ortisei, 1.826 a Santa Cristina e 2.582 a Selva. L'analisi di fenomeni demografici di valle tende a manifestare dinamiche che sono caratteristiche di sistemi sociali evoluti esposti a forte competitività sia interna che esterna con la necessità sia economica che culturale per le famiglie di avere entrambi i coniugi quali portatori di reddito. Il decremento della natalità emerge chiaramente dalla piramide delle età che ormai ha assunto una conformazione sinusoidale piuttosto che lineare a crescere dalle classi di età più anziane a quelle più giovani. 450

900

400

800

350

700

300

600

250

500

maschi femmine

80 e più

75-79

70-74

65-69

60-64

55-59

50-54

45-49

40-45

35-39

30-34

25-29

20-24

15-19

10-14

0-4

80 e più

75-79

70-74

65-69

60-64

55-59

50-54

45-49

40-45

35-39

0

30-34

0

25-29

100

20-24

50

15-19

200

10-14

100

5-9

300

0-4

150

Diag. 1.9 Popolazione di valle per classi di età e genere

selva s. cristina ortisei

400

5-9

200

Diag. 1.10 Popolazione di valle per classi di età e comune

fonte: ASTAT, elaborazione magma

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I diagrammi su composizione delle classi di età, genere e distribuzione territoriale della popolazione evidenziano fino da una prima lettura alcuni aspetti significativi, quali una consistenza importante degli oltre ottuagenari, fenomeno caratteristico di una società ricca di servizi, e come anticipato in introduzione a questo capitolo, un crescente depauperamento delle classi fertili: i gruppi di età compresi tra i 20 ed i 35 anni mentre è ancora consistente la classe sub.fertile compresa tra i 35 ed i 45 anni. Sulla base dei valori comunali aggregati il deficit di fertilità complessiva è maggiormente evidente. La conseguenza di quest'ultimo aspetto consiste soprattutto in una minore capacità di rinnovamento demografico della valle. Le ragioni che presiedono a ciò sono ovviamente articolate ed in parte riconducibili a fenomeni di scala globale ma a questi si aggiungono inoltre quelle dinamiche indicate in relazione al valore degli immobili ed alla pressione di competitors esterni. 70

120

60

100

saldo naturale saldo migratorio saldo totale

80

50 40 30

60

laion ortisei s.cristina selva

20

40

10 0

20 -10

0

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

-20 1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

-30

-20 -40

-40

-50

Diag. 1.11 Popolazione di valle, Saldo demografico

Diag. 1.12 Comuni di valle e Laion, Saldo naturale

fonte: ASTAT, elaborazione magma

fonte: ASTAT, elaborazione magma, Laion Documenti preliminari al PUC

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La lettura dei saldi demografici aggregati dei comuni di valle e messi a confronto con il saldo demografico del comune di Laion5 denotano per l'intervallo di tempo compreso tra la metà degli anni '90 e del primo decennio dei XXI sec gradi di vitalità notevolmente diversi. Dei tre comuni di valle è Ortisei quello che mostra la maggiore criticità. In più occasioni infatti il bilancio demografico annuale raggiunge valori inferiori allo zero 70

70

60

60

50

50

40

40

30

30

laion ortisei s.cristina selva

20 10 0 -10

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

laion ortisei s.cristina selva

20 10 0 -10

-20

-20

-30

-30

-40

-40

-50

-50

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

Diag. 1.13 Comuni di valle e Laion, Saldo migratorio

Diag. 1.14 Comuni di valle e Laion, Saldo demografico totale

fonte: ASTAT, elaborazione magma, Documenti preliminari al PUC di Laion

fonte: ASTAT, elaborazione magma, Documenti preliminari al PUC di Laion

Il confronto serve soprattutto a verificare la reale incidenza della perdita di capacità di rigenerazione demografica in Val Gardena. Dal dato gardenese è possibile riconoscere il ruolo dell'emigrazione e del basso saldo naturale, in attuale trend di stallo. Uno studio condotto su incarico dell'ASTAT6 evidenzia la possibilità che in un periodo compreso entro l'anno 2010 la popolazione della Val Gardena possa andare incontro ad una 5 6

A. Politi, T Demetz: "Rielaborazione del PUC, secondo rapporto intermedio", 2006 Prof. H. Oberhofer: "Previsione sull'andamento demografico in provincia di Bolzano fino al 2020", Astat, 1998, Bolzano

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fase di crescita negativa con la perdita entro quella data di una cinquantina di unità rispetto alla popolazione del 2005. 130% 125% 120% 115%

laion ortisei s.cristina selva

110% 105% 100% 95% Diag. 1.15 Comuni di valle e Laion, Dinamica della popolazione residente fonte: ASTAT, elaborazione magma, Documenti preliminari al PUC di Laion

90% 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2010

Il diagramma della dinamica della popolazione restituisce la crescita percentuale della popolazione residente, sempre con riferimento alla proiezione per il 2010 proposta dall'ASTAT. Fatto 100 il numero di residenti al 1996 riproduce l'incremento da un anno all'altro. Il raffronto con Laion è ovviamente voluto, tenuto della vicinanza geografica e delle dimensioni considerate e coerenti con quelle dei comuni di valle. La rappresentazione in forma dinamica dello sviluppo della popolazione disaggregata per i comuni di valle e Laion restituisce un quadro di una certa drammaticità. Entro il 2010 è prevista l'inversione del trend positivo di crescita della popolazione per avviare un processo di crescita negativa.

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1.31


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opportunitĂ per la val gardena del XXI secolo

10.000

9.000

8.000

7.000

6.000 selva s.cristina ortisei

5.000

4.000

3.000

2.000

1.000

Diag. 1.16 Popolazione di valle, Sviluppo 1996 - 2010 fonte: ASTAT, elaborazione magma

0 1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2010

In definitiva il trend individuato nella previsione può ad una prima analisi non essere totalmente convincente soprattutto per le entità determinate ma denuncia comunque una vera e propria crisi demografica. La composizione della popolazione per gruppi linguistici ricavata dai censimenti tra il 1971 ed il 2001 tende con una certa evidenza ad accreditare la sussistenza di una dinamica in prima fase migratoria e successivamente estese anche al saldo naturale dello spostamento di parte della popolazione di valle verso i comuni limitrofi e soprattutto Laion. Tab.1.4 Composizione dei gruppi linguistici 1971-2001 nei comuni di valle e limitrofi T = tedeschi I = italiani L = ladini ortisei s.cristina selva laion castelrotto chiusa

T 18,6 6,8 9,4 93,7 82,5 87,6

1971 I 9,2 3,5 12,1 5,8 4,3 11,9

L 72,2 89,7 78,5 0,5 13,2 0,5

T 10,3 5,5 6,0 96,4 82,2 91,7

1981 I 5,4 1,9 6,1 2,3 2,3 8,0

L 84,4 92,6 87,9 1,4 15,5 0,3

T 11,1 4,9 6,0 94,7 83,0 91,5

1991 I 5,0 2,3 5,7 3,0 2,6 8,1

L 83,9 92,9 88,3 2,3 14,4 0,4

T 12,1 5,7 6,0 90,8 81,8 91,1

2001 I 5,6 3,1 6,2 5,3 3,4 8,3

L 82,3 91,2 87,8 3,8 14,7 0,6

fonte ASTAT, elaborazione magma

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Il dato che emerge dalla tabella 3 sembra confermare che Laion stia accogliendo una parte della popolazione di valle. Infatti pur a fronte di una crescita sostenuta della popolazione residente complessiva, fino al 1991 composta per oltre il 90% di tedeschi, la componente di lingua ladina ha acquisto un peso maggiore ed in trend crescente. Nel corso dell'istruttoria per la rielaborazione del PUC di Laion è stato possibile appurare che nell'ultimo decennio il movimento migratorio dalla valle è arrivato a circa 250 unità complessive. Pur a fronte del cambio di residenza la popolazione di provenienza gardenese tende a mantenere i rapporti con la rete sociale di provenienza sia per il lavoro, che per l'istruzione, dato che a Laion non è previsto l'insegnamento del ladino , che per il tempo libero. I rapporti con la rete sociale di Laion tendono ad essere estremamente contenuti. Ovviamente il rapporto di attaccamento alla rete di provenienza tende a perdere di forza nelle generazioni successive. Mentre le seconde generazioni vengono ancora condotte alle scuole di valle è plausibile che le terze generazioni tenderanno invece a rafforzare il loro rapporto di appartenenza con il nuovo comune di residenza. La tabella 4 mostra che a fronte dei saldi migratori e delle composizioni dei gruppi linguistici nei vari territori comunali i tassi di frequentazione mostrano in linea di massima percentuali costanti o crescenti per i comuni di valle mentre il comune di Laion ha una diminuzione della popolazione scolastica elementare nel decennio 1996-2005 pur mostrando una crescita nel valore assoluto. Questo sembra confermare il modello di utilizzo del territorio che accredita il comune di Laion come sobborgo dormitorio quantomeno per parte della valle mentre quelli che prima erano cittadini dei comuni propriamente gardenesi stanno assumendo rispetto a questi il ruolo di city users con tutti i problemi che un modo d'uso del territorio di questo tipo comporta da vari punti di vista, banalmente dal traffico ma anche dalle attività di programmazione dei comuni. Tab.1.5 Frequentazioni delle scuole elementari nei comuni di valle e limitrofi 1996-05 1996 ortisei s.cristina selva laion



n° 255 111 120 99 585

% 43,6 19,0 20,5 16,9 100,0

1997 n° 281 121 133 111 646

% 43,5 18,7 20,6 17,2 100,0

1998 n° 296 130 137 111 674

% 43,9 19,3 20,3 16,5 100,0

1999 n° % 303 44,0 136 19,8 139 20,2 110 16,0 688 100,0

2000 n° % 316 44,8 149 21,1 138 19,5 103 14,6 706 100,0

2001 n° % 339 46,2 144 19,6 148 20,2 102 13,9 733 100,0

2002 n° % 325 47,0 139 20,1 135 19,5 92 13,3 691 100,0

2003 n° % 338 46,7 132 18,2 151 20,9 103 14,2 724 100,0

2004 n° % 368 48,0 128 16,7 157 20,5 114 14,9 767 100,0

2005 n° % 384 47,8 136 16,9 162 20,2 121 15,1 803 100,0

fonte ASTAT, elaborazione magma

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Il ruolo dell'appartenenza linguistica mostra di disporre di un potenziale strategico per il superamento dell'emergenza demografica che si sta preparando in Val Gardena e che nella formulazione di un programma di azione può diventare un'importante elemento. Assieme a questo va valutato il ruolo del grado di istruzione rispetto alla formulazione delle aspettative e degli stili di vita. Il grado di istruzione della popolazione gardenese ha subito un incremento qualitativo tra il 1991 ed il 2001, secondo i dati ricavati dal censimento generale. 1800 1600 1400 1200 1000

selva s.cristina ortisei

800 600 400 200 0 laureati

Diag. 1.17 Grado di istruzione, Comuni di valle fonte: ASTAT, elaborazione magma

media superiore

1991

media o avviamento professionale

laureati

media superiore

media o avviamento professionale

2001

Nel periodo intercorso tra i due censimenti il numero dei laureati e del diplomati di scuola superiore sono pressoché raddoppiati. Ciò ha consentito ad un maggior numero di persone di accedere a professionalità qualificate che consentono una più ampia articolazione degli stili di vita e permettono rapidamente di investire nell'acquisto dell'abitazione rafforzando le dinamiche di competizione rispetto alla proprietà immobiliare come descritte sopra.

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struttura economica

Già dalle premesse si è riconosciuto il ruolo preponderante del comparto turistico diretto ed indotto nella struttura economica di valle e di conseguenza anche nei processi territoriali si in termini di affermazione positiva della redistribuzione del reddito che di effetti collaterali. In ogni caso pur in presenza del maggior peso del turismo l'economia di valle è caratterizzata da una certa ampiezza di attività che è riconducibile all'impronta originale del sistema territoriale e da settori economici già consolidati precedentemente allo sviluppo del turismo. I dati degli ultimi censimenti relativi ad industria, artigianato, servizi ed agricoltura registrano la presenza in valle di 1.861 unità locali suddivise nei tre comuni (Ortisei 875, S. Cristina 352, Selva 634) con complessivamente 4.119 addetti (Ortisei 1.970, S. Cristina 716, Selva 1.443). Gli occupati sono invece 3.859 (Ortisei 1.992, S. Cristina 751, Selva 3.859)7. Il dato mostra che in valle le condizioni sono pressoché di piena occupazione. 0,0%

0,1%

20,9%

7,8%

agricoltura e pesca industria estrattiva industria e artigianato energia, gas e acqua costruzioni commercio e riparazioni alberghi e pubblici esercizi trasporti e comunicazioni credito e assicurazioni altri servizi

12,9%

0,0%

20,9% 29,5%

2,2%

0,1%

0,1% 4,7% 12,4%

0,3%

18,2% 1,1%

5,4%

Diag. 1.18 Addetti nelle unità locali, Comuni di valle, Censimento 2000 fonte: ASTAT, elaborazione magma

25,8%

3,8%

33,6%

agricoltura e pesca industria estrattiva industria e artigianato energia, gas e acqua costruzioni commercio e riparazioni alberghi e pubblici esercizi trasporti e comunicazioni credito e assicurazioni altri servizi

Diag. 1.19 Unità locali, Comuni di valle, Censimento 2000

Il dato mostra l'effettiva preponderanza del settore turistico con il 33,6% delle unità ed il 29,5% degli addetti mentre sono artigiane il 25,8% delle unità con il 20,9% degli addetti. Gli altri comparti si suddividono il rimanente 40,6% delle unità (12,4% commercio, 18,2%

7

Occupati ed addetti indicano rapporti lavorativi diversi dal rapporto salariato alle professioni alle imprese artigianali individuali, prestatori di servizio, imprese a conduzione famigliare.

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1.35


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terziario) e il 49,6% degli addetti (12,9% commercio, 20,9% terziario, 7,8% costruzioni). Va comunque considerato che l'esercizio di più attività non è inusuale (maestro di sci e agricoltore o albergatore, ecc.).

3000 2500 2000 1500

selva s.cristina ortisei

1000

Diag. 1.20 Addetti e settori nei comuni di valle fonte: ASTAT, elaborazione magma

1981

1991

altre attività

commercio e servizi

industria artigianato

altre attività

commercio e servizi

industria artigianato

altre attività

commercio e servizi

0

industria artigianato

500

2001

Il diagramma 13 rappresenta per comparti di industria ed artigianato, commercio e servizi ed altre attività il quadro occupazionale dei residenti in valle in serie storica. Il dato che emerge con maggiore evidenza è la diminuzione del peso dei locali nelle attività legate al commercio e servizi tra il 1981 ed il 2001. Al contempo si riscontra una diminuzione ©2010, raumfabrik

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parte 1 stato del territorio

1.36


GXXI

opportunità per la val gardena del XXI secolo

nei settori industria ed artigianato mente altre attività sono cresciute per circa il 50% nel ventennio. Il dato è da ricondurre nuovamente al maggiore grado di istruzione e di aspirazioni delle nuove generazioni e alla maggiore mobilità. I movimenti pendolari hanno anche investito la Val Gardena dove sulla base dell'ultimo rapporto sul trasporto e la mobilità in Alto Adige verso Bolzano si muove giornalmente un numero crescente di lavoratori, spesso in collocazioni di rilievo in aziende di servizi, amministrazioni pubbliche ecc.

2500 2250 2000 1750 1500

selva s.cristina ortisei

1250 1000 750 500 250 0 agricoltura

Diag. 1.21 Occupati e settori nei comuni di valle fonte: ASTAT, elaborazione magma

industria ed artigianato

1991

commercio e servizi

agricoltura

industria ed artigianato

commercio e servizi

2001

Il quadro degli occupati mostra nel decennio 1991 - 2001 una maggiore stabilità del settore commercio e servizi, mentre l'agricoltura ha visto diminuire considerevolmente gli occupati e

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sono cresciuti invece industria ed artigianato. Il dato racconta di una trasformazione in atto di ampie parti del territorio dove l'agricoltura passa dall'essere l'occupazione principale, cui vengono associate attività integrative (agriturismo o prestazione di servizi), ad essere essa stessa attività integrativa e spesso condotta soprattutto per ragioni di affettività piuttosto che per reale efficacia economica. Allo stesso tempo l'imprenditoria locale ha promosso evidentemente nuove iniziative in termini di attività industriale ed artigianale.

Fig. 1.32 Sedi dei masi, Comuni e frazioni di valle fonte PAB, Ufficio 27.1 coordinamento territoriale, elaborazione magma

Il mondo dell'agricoltura di valle si basa su una rete di masi con proprietà variegate ma comunque raramente superiori in media ai 6 ettari di superficie. I masi con sede nei tre comuni di valle sono complessivamente 108 (39 ad Ortisei, 41 a Santa Cristina e 28 a Selva).

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Le proprietà si distribuiscono a vario titolo ed anche al di fuori dei comuni di sede. turismo La struttura turistica di valle è estremamente ampia nell'offerta sia in termini qualitativi che quantitativi. La tabella di seguito illustra le caratteristiche dimensionali del comparto. Tab.1.6 Esercizi e posti letto per categoria e comuni alto adige Esercizi alberghieri

Esercizi

4-5 stelle

selva

Letti

Esercizi

s. cristina Letti

Esercizi

ortisei

Letti

Esercizi

castelrotto Letti

Esercizi

laion

Letti

Esercizi

Letti

265

18.979

14

1.074

5

245

7

764

12

851

-

-

3 stelle

1.500

64.562

73

2.983

19

782

23

807

74

3.049

8

251

2 stelle

1.351

34.368

51

1.138

19

367

18

355

35

871

14

256

1 stelle

532

12.080

6

111

4

75

3

93

8

315

3

50

Residence

726

19.022

35

1.072

11

208

24

623

28

629

4

52

4.374

149.011

179

6.378

58

1.677

75

2.642

157

5.715

29

609

40

11.759

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

Alloggi privati

3.411

27.891

178

1.574

118

911

248

1.776

208

1.395

26

213

Agriturismo

2.191

18.550

13

113

3

25

4

32

93

705

28

245

Altri esercizi

200

8.530

4

155

4

196

1

30

6

267

-

-

5.842

66.730

195

1.842

125

1.132

253

1.838

307

2.367

54

458

10.216

215.741

374

8.220

183

2.809

328

4.480

464

8.082

83

1.067

Totale Esercizi non alberghieri Campeggi

Totale Somma Popolazione Densità (letti / residenti)

462.999

2.513

1.738

4.484

5.994

2.261

0,5

3,3

1,6

1,0

1,3

0,5

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1.39

fonte ASTAT, elaborazione magma

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In termini percentuali sono gli esercizi extra alberghieri, quali soprattutto alloggi privati a costituire la maggioranza in termini assoluti, arrivando quasi al 60% mentre dal punto di vista dell'offerta di letti turistici la percentuale riconducibile a quella tipologia di alloggio scende al 27% mentre la categoria alberghiera dominante è quella a tre stelle 1% 3%

59%

1%

3 Stelle

2% 3%

12%

4-5 Stelle

4-5 Stelle

27%

3 Stelle

2 Stelle

2 Stelle

1 Stella

1 Stella

Residence

Residence

Alloggi privati 14%

30%

Agriturismo

Agriturismo

Altri esercizi 8%

2%

Altri esercizi

12% 3%

11%

Diag. 1.22 Esercizi alloggiativi per categoria, Comuni di valle fonte: ASTAT, elaborazione magma

Alloggi privati

12%

Diag. 1.23 Letti turistici per categoria, Comuni di valle,

Non va dimenticato uno degli assunti fondanti dell'urbanistica sudtirolese dell'autonomia. La cosiddetta "Legge Benedikter" dal nome del assessore provinciale estensore del dispositivo entrato in vigore tra il 1972 ed il 1973 si reggeva tra gli altri su un principio fondamentale, quello di salvaguardare l'uso del territorio ai fini della residenza della popolazione locale, soprattutto in aree a forte vocazione turistica, ed allo stesso tempo predisporre le condizioni perché si sviluppasse un'imprenditorialità alberghiera locale a conduzione principalmente familiare. Gli obiettivi erano quelli di evitare l'espulsione della popolazione residente da parti del territorio provinciale caratterizzate da particolare pregio e facilitare la redistribuzione del reddito tra la popolazione locale. Inoltre in questo modo si è impedito che i paesi di montagna venissero "sprecati" a favore delle seconde case, prive spesso di reale efficacia economica rispetto ai territori di riferimento. A margine va fatto notare che, quei fenomeni che la legge Benedikter intendeva inibire, si stanno verificando a distanza di vent'anni in coincidenza con le scadenze delle convenzioni sulle residenze. L'efficacia dell'offerta turistica, intesa essenzialmente in riferimento alla capacità alberghiera trova un adeguato riscontro nella rappresentazione delle dinamiche che caratterizzano gli ©2010, raumfabrik

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arrivi ed i pernottamenti I diagrammi 17 e 18 mostrano come è variato l'utilizzo della capienza alberghiera a partire dal 1986. Valori assoluti sulle presenze sono indicati nei diagrammi 4 e 5 nel capitolo relativo al sistema insediativo. Ciò che preme comprendere prima ancora dei valori assoluti sono gli aspetti fenomenologici del turismo. Il confronto con i valori dei comuni di valle, quelli limitrofi e la provincia nel suo complesso, mostra una accresciuta capacità da parte del comune di Castelrotto a proporsi ed intercettare la domanda , senza che per altro al di la di crescite significative dei pernottamenti il trend positivo degli arrivi abbia un'efficacia consistente. Ciò che si può leggere per Castelrotto, è certamente un maggior numero di arrivi in costante crescita, ma anche un numero di pernottamenti molto variabile in un rapporto caratteristico delle vacanze brevi. D'altra parte In questo comune la stagione che ancora è dominante è quella estiva anche se la permanenza media per posto letto è decisamente inferiore in periodo invernale. 1,6

2,4 2,2

1,4

2 1,8

alto adige castelrotto laion ortisei scristina selva

1,6 1,4 1,2 1 0,8

alto adige castelrotto laion ortisei scristina selva

1,2

1

0,8

0,6

0,6 0,4

0,4 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005

Diag. 1.24 Dinamica degli arrivi 1986 - 2006 fonte: ASTAT, elaborazione magma

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1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005

Diag. 1.25 Dinamica dei pernottamenti 1986 - 2006

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opportunitĂ per la val gardena del XXI secolo

Di tutti i comuni analizzati, è sicuramente quello di Selva che presenta una spiccata vocazione orientata alla stagione invernale, ben oltre il 60% degli arrivi e dei pernottamenti. I diagrammi di seguito illustrano da differenti punti di vista i modelli ed i periodi di maggiore valorizzazione delle risorse alberghiere esplicitando le diverse specificità sia del territorio provinciale nel suo complesso come anche dei singoli comuni. E' interessante notare che all'avanzare verso il termine orientale della valle il rapporto tra le stagioni tende a privilegiare in modo crescente quella invernale, ovviamente in considerazione del fatto che Selva sia maggiormente vicina al sistema sciistico dolomitico. Questo fatto indica anche che mentre per Castelrotto possa essere necessario attivare sforzi di riequilibrio verso l'inverno, i margini di crescita della montagna gardenese estiva siano decisamente ampi. 100%

100% 90%

80%

80% 70% 60%

60%

estate inverno

40%

estate inverno

50% 40% 30% 20%

20%

10% 0%

0% alto adige castelrotto

laion

ortisei

Diag. 1.26 Riparto stagionale degli arrivi 2006 fonte: ASTAT, elaborazione magma

Š2010, raumfabrik

s.cristina

alto adige castelrotto

selva

laion

ortisei

s.cristina

selva

Diag. 1.27 Riparto stagionale dei pernottamenti 2006

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1.42


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opportunità per la val gardena del XXI secolo

I pernottamenti stagionali assoluti non fanno altro che dimostrare quanto sopra. 80

inverno estate

70

7

estate inverno

6,5

60

6 50

5,5

40 30

5

20

4,5 10

4

castelrotto

laion

ortisei

s.cristina

alto adige castelrotto

selva

Diag. 1.28 Pernottamenti stagionali 2006 valori assoluti (x 10.000) fonte: ASTAT, elaborazione magma

laion

ortisei

s.cristina

selva

Diag. 1.29 Permanenza media per arrivo in stagione 2006

In ogni caso la permanenza media è variamente maggiore per il periodo estivo rispetto a quello invernale. Una particolare attenzione va riservata invece agli arrivi ed i pernottamenti medi in alta stagione in considerazione della necessità di verificare, pur nella riorganizzazione del presente studio di fattibilità, la compatibilità di una grande manifestazione quale i campionati del mondo di sci alpino allo scopo di determinare il possibile fabbisogno di integrazioni della capacità ricettiva allo scopo di soddisfare le esigenze organizzative. I diagrammi 23 e 24 rappresentano gli arrivi ed i pernottamenti medi in alta stagione in serie storica tra il 1990 ed il 2005 e mostrano una situazione di pressoché totale saturazione della capacità alberghiera da parte del mercato turistico attuale. In definitiva il problema degli alloggi per autorità, squadre, giornalisti, addetti alle produzioni televisive e il gran numero di volontari che l'organizzazione di altri campionati hanno messo in

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parte 1 stato del territorio

1.43


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campo è uno degli aspetti fondamentali nella definizione della configurazione organizzativa dell'evento 5,0

30,0

4,5

27,5 25,0

4,0

alberghieri - gennaio

3,5

alberghieri - febbraio

3,0

totali - gennaio

2,5

totali febbraio

alberghieri - gennaio

22,5

alberghieri - febbraio

20,0

totali - gennaio

17,5

totali - febbraio

2,0

15,0

1,5

12,5 10,0

1,0

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005

Diag. 1.30 Arrivi medi mensili in alta stagione 1990 - 2005 fonte: ASTAT, elaborazione magma

Diag. 1.31 Pernottamenti medi mensili in alta stagione 1990 - 2005

conclusioni Il quadro della Val Gardena che emerge mostra un'articolazione di condizioni tali da rappresentare allo stesso tempo sia opportunità che minacce al sistema nel suo complesso. La competizione tra popolazione residente e turistica nell'accesso alla proprietà immobiliare, i costi degli immobili residenziali, il rafforzamento del comparto turistico rispetto ad altri settori economici, l'accresciuta qualificazione della popolazione e le legittime aspirazioni, il sistema della mobilità e la struttura dei sistemi insediativi, gli aspetti culturali e le caratteristiche degli ambiti urbani sono alcuni dei principali elementi che contribuiscono a delineare la piattaforma di partenza per la definizione di un orizzonte strategico capace di valorizzare le risorse di valle a tutela di un insieme complesso fatto di persone, storia, ambiente, paesaggio. Sicuramente è l'emergenza demografica che sta delineando l'aspetto di maggiore allarme, ma ad essa si associano in forte integrazione elementi sistemici compositi ed apparentemente eterogenei. La sfida che si pone è quella dell'elaborazione di procedure multilivello capaci di incidere in positivo sui differenti strati della realtà gardenese.

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Vanno comunque preliminarmente all'avvio di una eventuale fase di pianificazione strategica svolti alcuni approfondimenti dei quali è dato riferimento nell'elenco seguente: _

scenari dello sviluppo della popolazione con dati aggiornati;

_

misurazione di dettaglio dei flussi di traffico con particolare attenzione alla determinazione di destinazione ed origine in valle, incidenza settimanale delle tipologie di traffico con distinzione tra residenza stanziale e turistica

_

acquisizione dei dati relativi alla capacità di produzione del reddito della valle con riferimenti ai settori economici e analisi delle relazioni tra settori, individuando quanto siano tra essi interdipendenti o meno;

_

effetti della competizione tra località a livello mercato turistico di montagna globale;

_

scenari di evoluzione delle dinamiche climatiche in atto;

_

la residenza in proprietà immobiliare;

Arch. Thomas, M. Demetz ©2010, raumfabrik Bolzano 012007

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v 2.1

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1.45


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