Una nuova evoluzione nel segno della flessibilità, innovazione ed efficienza energetica.
Il sistema è
HEAT GRIP SYSTEM
KIT. La membrana in polietilene, con funzione desolidarizzante, impermeabilizzante e sfogo vapore, ha uno spessore di soli 8,5 mm ed è provvista inferiormente di un tessuto non tessuto in polipropilene termosaldato che ne garantisce il fissaggio al supporto. La nuova geometria della membrana, oltre ad assicurare un perfetto ancoraggio del cavo scaldante, garantisce una resistenza allo strappo del pavimento 5 volte superiore rispetto al vecchio modello PRODESO HEAT. I cavi, di ultima generazione, sono formati da tante resistenze, lunghe 60 cm, montate in serie. In caso di danneggiamento del cavo quindi smette di funzionare la resistenza danneggiata e non l’intero cavo. Il termostato, di ultima generazione, si interfaccia con dispositivi Android ed Apple; ciò consente di programmare tutte le sue regolazioni ed impostazioni anche a distanza utilizzando una rete WiFi.
PRODESO HEAT GRIP CABLE e
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DRAIN
PROGRESS PROFILES ha brevettato sistemi in grado di combinare una corretta desolidarizzazione, una sicura impermeabilizzazione, un drenaggio, uno sfogo vapore ed una micro-ventilazione in grado di garantire pavimentazioni prive di efflorescenze e con elevata durabilità anche all'esterno. Grazie a PRODESO® DRAIN 5 è possibile posare pavimentazioni interne anche su supporti problematici e non
completamente stagionati e grazie alla micro-ventilazione garantire una corretta stagionatura dell'adesivo anche in caso di grandi lastre ed in sovrapposizione. Con PRODESO® DRAIN 8 è possibile ottenere una corretta impermeabilizzazione ed un drenaggio sotto pavimento che mantiene sempre asciutto l'adesivo e quindi garantisce una elevata durabilità anche ai pavimenti posati all'esterno.
MaterialiCasa magazine è un supplemento di Tile Italia: Periodico bimestrale registrato presso il Tribunale di Reggio Emilia al n. 751 in data 20/10/89 - Iscrizione al ROC n. 9673
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BEST7 - Editoriale: Anno nuovo, nuovi progetti di Gian Paolo Crasta
Speciale Green Building
n 10 - Interview - NewspaperWood, carta trasformata in legno Chiara Poggi n 16 - Interview - La “green attitude” secondo Mapei Sabrina Tassini n 22 - Open Letter - Nuova vita al palazzo Paolo Asti – Asti Architetti
Projects
n 28 - Il “Cortile della Seta”, Milano n 32 - Infinity Views: un complesso residenziale green e hi-tech n 36 - Orijins, Dubai: la materia diventa arredo n 40 - Una casa salubre in bioedilizia n 44 - Superfici eco-attive per la riqualificazione di Italgas n 48 - Una casa passiva nei boschi canadesi n 52 - Rivisitare l’architettura domestica degli anni ‘50 n 56 - Editor’s Choice - Green-oriented Design In Focus n 60 - MONOFERMENTS: materiali “semplicemente circolari” n 62 - Ravaioli Legnami presenta MOSO® Bamboo X-treme® e GRAD® n 64 - Progress Profiles: tra comfort e rispetto dell’ambiente
Technical Projects n 66 - Spark Business District, Milano n 70 - Una Tiny House efficiente nel cuore della Baviera n 74 - Recuperare l’outdoor in ottica sostenibile
COVER STORY (articolo a pag. 36):
• Progetto: Orijins Coffee Shop, Dubai
• Studio: VSHD
• Photo credit: Oculis Project
Segui: @MaterialiCasa @TileEdizioni
The sound of water.
Si può percepire il suono del benessere?
Certamente sì: il rumore dell’acqua che scroscia, scende, defluisce e lascia dietro di sé un senso di benessere e pulizia.
Una vera e propria sinfonia capace di prolungare il piacere della doccia, trasformando in suono un momento unico. Perché tutto questo possa accadere, è fondamentale che l’acqua scorra senza incontrare ostacoli: per questo abbiamo progettato le canaline per l’ambiente bagno PP Drain Aqua, in cui bellezza e funzionalità si fondono. Non è forse questo il suono dell’acqua?
Anno nuovo, nuovi progetti
Salutiamo, con questo numero, il MaterialiCasa così come lo abbiamo sfogliato fino ad ora. Apriremo il nuovo anno con un progetto editoriale completamente nuovo, nell’idea, nei contenuti, nella grafica, nel formato, nei linguaggi espressivi.
Un prodotto che torna alle origini sartoriali del nostro mestiere, lavorato col cuore e con la mente di chi ama questo lavoro e crede fortemente nelle emozioni che può dare sfogliare e leggere un prodotto di qualità che offra stimoli, idee e nuove prospettive.
Uno strumento di lavoro al servizio dell’eccellenza italiana nel settore delle superfici d’arredo, dei suoi protagonisti e degli utilizzatori, ma che offra anche uno sguardo su settori vicini, sulle contaminazioni che permeano la creatività dei professionisti della progettazione.
Manterremo il focus su alcuni dei grandi temi che interessano il
nostro mondo, raffinando e arricchendo i numeri monografici con storie e contributi esperienziali che costruiranno un filato ogni volta diverso da leggere in poltrona o alla scrivania ma dedicandoci del tempo di qualità per apprendere, emozionarci, ispirarci.
Sarà un lavoro corale, cucito dalle mani appassionate del nostro editor Sabrina Tassini, perché crediamo che, oggi come mai, la pluralità di esperienze, storie, idee, applicazioni e prodotti, sia necessaria per accompagnarci nella nostra vita professionale e aiutarci a riassumere e seguire la ricchezza e complessità del mondo progettuale e creativo italiano e internazionale.
Un prodotto pensato per i professionisti navigati ma anche per i più giovani nella doppia veste di lettori e autori perché crediamo che nel dialogo e nello scambio di punti di vista differenti, offrendoci, umilmente, come punto d’incontro e di sintesi.
Gian Paolo Crasta - g.crasta@tiledizioni.itUn prodotto che nasce in Italia ma aperto alle esperienze internazionali, come è il nostro DNA e quello delle aziende e dei professionisti che animano il nostro mondo, arricchito da uno speciale in lingua inglese che distribuiremo anche ai principali eventi internazionali.
Nelle prossime pagine trovate il QR Code per prenotare la vostra copia, un’attenzione ai nostri lettori ma anche alla sostenibilità, per limitare fin quasi ad azzerare l’impatto del nostro lavoro, consegnandolo solo alle persone interessate e curiose. Lo faremo anche ottimizzando le nostre emissioni quotidiane, le tecniche di produzione, la carta e gli inchiostri che useremo per la stampa.
Chiudiamo dunque questo difficile 2022 carichi di positività e ottimismo per il futuro augurandoci e augurando ai nostri lettori un 2023 carico di novità, progetti e buona vita. ✕
LE MONOGRAFIE PER IL MONDO DELLA PROGETTAZIONE
Dal 2023 MaterialiCasa si rinnoverà completamente, presentandosi con tre mag-book monografici da collezione:
1. Home & Collective spaces 2. Ho.Re.Ca, 3. Green building
! un Collectible Book in inglese
In questo nuovo progetto i materiali più innovativi - elemento centrale di ogni paginasono messi in risalto dal nuovo formato della pubblicazione (quadrato), da una grafica di impatto, un linguaggio visivo dinamico e un efficace storytelling.
Ogni mag-book si compone di “storie” - o “capitoli” - che, svincolati dal classico concetto di rubrica, raccontano in modo contemporaneo il valore tecnico ed estetico dei materiali, gli ambiti di applicazione, la ricerca tecnologica e creativa “behind the scene”, le aziende che li hanno prodotti e i professionisti che li hanno utilizzati per realizzare progetti unici.
Le descrizioni di progetti di architettura, le interviste a produttori e la presentazione di nuove collezioni si alternano a conversazioni e confronti con noti studi di architettura italiani e stranieri, reportage da eventi e design week per rimarcare i temi più attuali: dalle nuove esigenze dell’abitare e della fruizione di spazi pubblici, alle tendenze design, al lifestyle sempre più orientato verso il nuovo, il bello, il sostenibile.
LE PUBBLICAZIONI 2023
APRILE
MATERIALICASA 1/2023
HOME & COLLECTIVE SPACES.
Superfici trasversali: dal residenziale agli spazi pubblici, dalla nautica al retail design
HO.RE.CA.
LUGLIO
MATERIALICASA 2/2023
GREEN BUILDING.
Materiali e soluzioni per le nuove tendenze dell’hospitality OTTOBRE MATERIALICASA 3/2023
Superfici, tecnologie e materiali per l’edilizia sostenibile
THE BEST OF 2023.
I migliori contenuti dell’anno, in un book da collezione rivolto ad un pubblico internazionale
green building innovazione&design
NewspaperWood, carta trasformata in legno
Quando pensiamo al legno e alla carta, di solito ci viene in mente il legno come fonte e la carta come risultato. E se capovolgessimo il modello e vedessimo la carta come fonte e il legno come prodotto finale?
Questo è il concept alla base del progetto di Mieke Meijer alla Accademia di Design di Eindhoven.
Nella sua idea, pensare alla carta come stato finale del prodotto risultava limitante, così Mieke ha immaginato un'opportunità per ribaltare il processo e ricreare il “legno” partendo proprio dalla carta.
Da questa intuizione nasce NewspaperWood, un materiale innovativo ed ecologico, prodotto dal riciclo di giornali che, per errori di stampa o altri motivi, hanno lasciato il ciclo produttivo.
Quando NewspaperWood viene tagliato, gli strati di carta assumono il tipico aspetto delle venature del legno. Il materiale può essere tagliato, fresato e levigato e, come il legno, è generalmente trattato.
Abbiamo parlato con Mieke Meijer, Arjan Van Raadshooven e Anieke Branderhorst, per saperne di più sul progetto.
green building innovazione&design
MaterialiCasa: La tua idea è nata nel 2003, quando stavi studiando alla Accademia di Design di Eindhoven: qual è stato l'input? Raccontaci di più sulla genesi di questo interessante progetto.
Mieke Meijer: NewspaperWood è nato come progetto studentesco all’Accademia di Design di Eindhoven. Nella primavera del 2003 ho iniziato il mio terzo modulo nel dipartimento "Atelier". Questo dipartimento era diverso da tutti gli altri: le lezioni si svolgevano nel mezzo del laboratorio. Gli studenti che hanno scelto questa direzione sono stati dei veri “innovatori”.
Sperimentare con i materiali era il principio alla base di ogni incarico. Il compito su cui lavoravamo in quel momento riguardava il legno: la principale materia prima utilizzata per fare la carta è
il legno, ricavato da alberi coltivati appositamente per produrre cellulosa; una volta trasformato, il legno entra nel circolo di riciclo della carta. Ho pensato che sarebbe stato bello invertire il processo e trasformare di nuovo la carta in legno. Quando ho iniziato a creare un "albero di carta" non sapevo quale sarebbe stato il risultato, ma tutto è andato oltre le aspettative. A parte il fatto che il materiale sembrava agire proprio come il legno, era semplicemente bellissimo!
MaterialiCasa: Poi hai contattato Arjan e Anieke del marchio di design Vij5... Mieke Meijer: Sì, in realtà non con l'intenzione di collaborare al progetto NewspaperWood. Ma quando hanno visto il materiale se ne sono innamorati e si sono interessati ad utilizzarlo come materiale alternativo all'interno della collezione Vij5. Il progetto ha però preso una pie-
ga diversa. Abbiamo invitato amici designer a sperimentare e inventare idee per i prodotti NewspaperWood, che Vij5 ha presentato durante il Salone del Mobile nel 2011.
Sorprendentemente c'è stato un grande interesse da parte di varie case automobilistiche, che
ha portato a un progetto con Peugeot per una concept car. Sulla scia di questo sviluppo abbiamo deciso di unire le forze in una nuova società. Nel marzo 2014 è stata fondata NewspaperWood BV, azienda dedicata alla produzione e allo sviluppo del materiale New-
spaperWood con il fine di trovare nuovi prodotti intermedi e applicazioni innovative iniziando a industrializzare il processo di produzione del materiale.
MaterialiCasa: Quali sono state le prime reazioni del pubblico dopo la pre-
sentazione del progetto alla Dutch Design Week?
Mieke Meijer: Già allora la risposta era molto promettente! Abbiamo solo mostrato il materiale in una forma iniziale molto grezza, ma la gente aveva già iniziato a fantasticare su pavimenti, mobili,
green building innovazione&design
MaterialiCasa: Una volta tagliato, NewspaperWood può essere fresato e levigato proprio come i legni tradizionali? È possibile aggiungere pigmenti e procedere alla personalizzazione?
e quant’altro, realizzati con NewspaperWood.
MaterialiCasa: Entrando nel merito della materia: come è possibile che pile di giornali riciclati riescano ad assumere i connotati del legno?
Arjan e Anieke: In effetti, noi letteralmente 'copiamo incollia-
mo’ la struttura del legno, realizzando nuovi 'tronchi d'albero'. I registri sono stratificati perché tutti gli strati di giornale sono impilati l'uno sull'altro. Questo dà lo stesso effetto delle venature del legno o degli anelli di crescita di un albero e quindi ricorda l'estetica del vero legno.
Arjan e Anieke: Ci sono innumerevoli possibilità con NewspaperWood, ma dobbiamo essere disposti a sperimentare; c’è ancora molto da esplorare. NewspaperWood può infatti sembrare legno, ma dobbiamo tenere conto che in realtà è carta combinata con la colla. Quindi, in parte si comporta in modo simile al legno, ma in parte ha anche bisogno delle proprie attenzioni. È un materiale molto delicato e la colla utilizzata può funzionare a nostro vantaggio (ad esempio su forme sagomate 3d) ma può anche provocare crepe. Ecco perché per ora scegliamo di lavorare il materiale solo come impiallacciatura, poiché nella nostra esperienza questa è la forma più stabile.
MaterialiCasa: Quali sono i
principali usi del materiale? Contate numerose referenze e collaborazioni, sia nel campo del design che della moda, e non solo...
Arjan e Anieke: Ad essere sinceri tutti i progetti che abbiamo fatto finora sono stati piuttosto sperimentali. Ad esempio abbiamo lavorato su alcune concept car nel settore automobilistico, l'abbiamo utilizzato nell'arredamento e nell'interior design, abbiamo realizzato gioielli e persino un orologio. Siamo molto grati per la fiducia e le opportunità che
le aziende partner ci hanno dato, rendendoci in grado di provare e dimostrare che il materiale ha del potenziale. Ora stiamo cercando aziende che vogliano davvero fare un passo avanti e implementare il processo di produzione di NewspaperWood nelle proprie linee produttive.
MaterialiCasa: come si è evoluto nel tempo il progetto NewspaperWood?
Arjan e Anieke: Finora è stato un bel viaggio! Mieke ha inventato il materiale nel 2003 e ha iniziato a lavorare con noi nel 2007, quindi il
progetto esiste da quasi 20 anni. Nonostante il successo visivo e narrativo del materiale, rendere NewspaperWood producibile e accessibile a un pubblico più ampio non è avvenuto dall'oggi al domani. Abbiamo dovuto passare da un processo manuale a un prodotto meno dispendioso in termini economici e di manodopera. Passo dopo passo abbiamo fatto progressi. Siamo riusciti a creare una macchina NewspaperWood su misura in grado di realizzare i tronchi degli alberi. Siamo però ancora in una fase di pre-produzione, poiché stiamo cercando il partner giusto che sia disposto a investire nella nostra prima linea di produzione. Possiamo realizzare progetti su piccola scala per il momento.
MaterialiCasa: questa invenzione non ha solo lo scopo di combattere gli sprechi, ma anche di aggiungere nuova bellezza all'ambiente che ci circonda. Quali nuovi obiettivi vi state ponendo per il futuro?
Arjan e Anieke: Esattamente, NewspaperWood non mira a diventare un'alternativa su larga scala al legno e non mira nemmeno a riciclare tutti i rifiuti di carta in un nuovo materiale. Il tema principale del progetto è l'upcycling": mostriamo come un surplus di materiale può essere trasformato in qualcosa di più prezioso utilizzandolo in un contesto diverso. Oltre al valore della bellezza, NewspaperWood ha anche caratteristiche visive e narrative molto forti. Ci auguriamo che questo possa aiutare a rendere la sostenibilità più attraente per il grande pubblico.
green building interview
MaterialiCasa: Sostenibilità e R&S sono da sempre pilastri su cui si erge Gruppo Mapei. Quali investimenti avete effettuato nel corso degli anni per concretizzare questo impegno?
Mikaela Decio: Da sempre Mapei investe e crede nella sosteni-
bilità, e dal 2015 è stato formalizzato un team dedicato in R&D, che si occupa di valutare gli impatti ambientali dei propri prodotti durante il loro intero ciclo di vita, in accordo a standard internazionali. Tali valutazioni ci permettono poi di stimolare la ricerca verso nuove formulazioni, aventi la stessa quali-
tà e durabilità, ma con impatti ambientali ridotti. La durabilità di un prodotto è difatti essenziale perché un prodotto sia sostenibile: l’applicazione di un prodotto di qualità e durevole garantisce migliore resistenza, minore manutenzione e spreco di materiale riducendo l’impatto ambientale e i rifiuti da costru-
La “green attitude” secondo Mapei
Crescita costante in termini di fatturato e dipendenti, un impegno concreto per un sempre maggior rispetto dell’ecosistema e un bacino di analisi che abbraccia tutta Europa per un’incessabile attività di monitoraggio, nonché di ricerca e sviluppo.
Il sesto Bilancio di Sostenibilità promosso da Mapei parla chiaro: oltre a segnare importanti traguardi per il Gruppo, lo conferma indiscusso capofila del settore edilizia, sia per il ruolo di innovatore sia per l’innata “green attitude” che da sempre lo caratterizza, complice una lungimirante e illuminata strategia aziendale.
Abbiamo approfondito le ultime iniziative intraprese dall’azienda parlandone con Mikaela Decio, Corporate Environmental Sustainability Group Leader.
zione e demolizione (rifiuti che in EU sono i più elevati in quantità).
Con l’obiettivo di ridurre il consumo di materie prime vergini, il Gruppo ha deciso di impegnarsi nell’utilizzare una maggiore quantità di materiali riciclati in ingresso alla propria attività produttiva, sia all’interno di prodotti e
formulazioni, sia nel packaging. Gli studi R&S sono quindi indirizzati alla sostituzione delle materie prime in ottica di eco design, per ottenere prodotti e soluzioni sempre di alta qualità e durevoli ma con impatti sempre minori sul pianeta e che possano ridurre il consumo delle risorse.
MaterialiCasa: Come si traduce il concetto di “sostenibilità” nel ciclo produttivo Mapei?
M. Decio: Fare prodotti sostenibili significa porre attenzione agli impatti ambientali che i prodotti stessi hanno durante tutto il loro ciclo di produzione, dalla estra-
green building interview
zione delle materie prime, alla loro trasformazione, fino al fine vita, e cercare di progettare prodotti con ridotti impatti ambientali e che mantengano sempre alta qualità e durabilità.
Ne è un esempio la ricerca verso l’utilizzo di materiali riciclati anche rivolta verso packaging: stiamo sostituendo per esempio i nostri packaging di plastica vergine con plastica riciclata, in modo da ridurre gli impatti sull’ecosistema.
MaterialiCasa: Il cambiamento e l’innovazione sostenibile non possono prescindere dal monitoraggio di dati concreti e dalla misurazione di precisi indicatori. Come si muove Mapei in questo senso? Siete in grado di calcolare l’impatto ambientale dei vostri prodotti?
M. Decio: Come anticipato, in RD Mapei abbiamo una squadra dedicata al calcolo degli impatti ambientali dei nostri prodotti con metodologia LCA (Life Cycle Assessment). Nel 2013, grazie a un bando ministeriale a cui Mapei ha partecipato, è stato acquistato il software GaBi che ci consente di valutare i prodotti in ottica di ciclo di vita. Il gruppo si sta ingrandendo ogni anno: ad oggi conta 6 persone, con competenze specifiche su LCA. I prodotti vengono valutati, per Mapei SpA e per tutto il gruppo, e gli impatti riportati nelle Environmental Product Declarations (EPD), documenti verificati e certificati conto terzi. Le EPD sono pubblicate sul sito Mapei e su quello del program operator The international EPD system.
Ad oggi contiamo 94 EPD che coprono più di 200 prodotti del gruppo. Inoltre da 10 anni le emissioni di gas effetto serra (sempre calcolate con LCA) di uno degli adesivi più venduti nel settore ceramica, Keraflex Maxi S1 Zerø, sono com-
pensate tramite l’acquisto di certificati verdi per progetti di energia rinnovabile.
Ora la pratica della compensazione è molto diffusa: si trovano infatti molti beni di consumo compensati, ma dieci anni non lo era affatto.
Keraflex Maxi S1 Zerø è stato quindi il primo adesivo per ceramica compensato, a effetto nullo sui cambiamenti climatici.
Da quest’anno anche una fuga, Ultracolor Plus, è compensata e può vantare quindi di essere a effetto climalterante nullo, esattamente come l’adesivo.
La compensazione di un prodotto (detta anche Carbon offset) comporta il bilanciamento delle emissioni residue di CO2 attraverso il finanziamento di progetti per il clima e lo sviluppo sostenibile, tramite l’acquisto di crediti certificati. I progetti che scegliamo generano benefici sociali, economici, ambientali sul territorio in cui sono sviluppati e sono sempre certificati secondo standard internazionali.
MaterialiCasa: In occasione di Cersaie avete presentato il primo sistema di pavimentazione in ceramica certificato 100% Carbon Neutral in collaborazione con Panariagroup. In che cosa consiste? M. Decio: La comune consapevolezza dell’impatto che gli edifici, le abitazioni e tutto il settore dell’edilizia ha sul pianeta ha permesso a Mapei e Panariagroup di unire gli intenti e proporre il primo sistema di pavimentazione 100% carbon neutral, che apre a un’edilizia sempre più sostenibile e a nuove prospettive per il Real Estate. Si tratta di un sistema di posa composto dalle piastrelle ultrasottili in ceramica Panariagroup e le iconiche soluzioni Mapei –l’adesivo Keraflex Maxi S1 zerø e la fuga Ultracolor Plus. Tutta la produzione di CO2 emessa durante il ciclo di vita da questi prodotti viene compensata al 100% con
l’acquisto di crediti ambientali certificati per favorire la realizzazione di progetti di energia rinnovabile. 100 m2 di pavimentazione realizzata con questo sistema equivalgono all’assorbimento di 20 alberi.
Questa proposta vuole essere un invito rivolto a tutta la filiera a par-
tecipare attivamente, ciascuno nel proprio ambito, alla transizione ecologica per costruire insieme in modo responsabile.
MaterialiCasa: Quali altri progetti volti alla sostenibilità vi hanno visti coinvolti recentemente?
M. Decio: Il più recente è la partecipazione all’iniziativa Brebemi e Aleatica, “Arena del Futuro” che ci vede coinvolti con il nostro laboratorio di R&S, e le società Vaga e Polyglass del Gruppo Mapei, per lo sviluppo di una tecnologia innovativa che renda gli strati del-
la pavimentazione stradale che ospitano le spire ad induzione magnetica, più durevoli e compatibili alla presenza di campi magnetici localizzati. Con Iren, tra le maggiori multiutility in Italia, Mapei ha siglato un accordo per l’utilizzo di polimeri termoplastici, provenienti da processi innovativi di riciclo, per la realizzazione di pavimentazioni stradali più durature e sostenibili, particolarmente adatti a strade, autostrade, aree industriali, aeroporti, centri logistici e commerciali. Cube System è un sistema Mapei che aiuta il mercato del calcestruzzo ad essere più sostenibile e ridurre l’impatto ambientale: consente di superare le difficoltà legate all’utilizzo di cementi con basso contenuto di clinker e aggregati di qualità variabile attraverso le fasi di produzione, trasporto e posa in opera. Un’altra iniziativa esclusivamente Mapei è la ricerca e sviluppo dell’innovativa tecnologia Re-con che permette la realizzazione di un calcestruzzo sostenibile che limita la produzione di rifiuti e il consumo di risorse naturali e favorisce al tempo stesso la valorizzazione e rigenerazione. ReCon Dry washing, per esempio, è l’unica soluzione al mondo che permette il lavaggio a secco delle betoniere. La tecnologia Re-Con Zero, che permette di trasformare il calcestruzzo reso in un nuovo aggregato riutilizzabile, senza la produzione di alcun rifiuto, ci è valsa il primo Premio Economia Circolare 2019: un buon esempio di come il contributo delle aziende del settore delle costruzioni sia fondamentale per implementare i principi dell’economia circolare. In ultimo, anche l’iconico sigillante Mapesil AC è diventato fossil free in un'ottica di crescente sostenibilità. Mapesil AC Eco è il primo sigillante Mapei con processo produttivo
green building interview
derivato da fonti rinnovabili certificate. Oltre al processo produttivo senza l’uso di risorse fossili, il nuovo sigillante è confezionato in una cartuccia in plastica riciclata al 50%. Queste due caratteristiche fanno sì che Mapesil AC Eco presenti una riduzione fino al 25% di emissioni di CO2 in atmosfera rispetto a un tradizionale sigillante siliconico acetico.
MaterialiCasa: Mapei è stata anche Partner del Padiglione Italia a Expo Dubai - progettato da CRA-Carlo Ratti Associati e Italo Rota Building Office - il cui concept verteva sull’architettura circolare. Come avete contribuito?
M. Decio: Mettendosi a disposizione dei progettisti per dare il proprio contributo innovativo, Mapei ha realizzato delle neo-materie con sabbia, caffè e polvere di bucce d’arancia, elementi iconici per la cultura italiana e araba, che sono state utilizzate per la grande duna esterna e la passerella sospesa del Padiglione Italia. Mapei ha dato così forma a due idee portanti: la mediterraneità, intesa come coesistenza di culture, e la sostenibilità, nel segno dell’innovazione.Mapei è stato per il Padiglione Italia un vero e proprio partner di progetto, che ha permesso allo studio di realizzare la sua idea progettuale.
MaterialiCasa: Quali, invece, le iniziative che avete in serbo per il prossimo futuro e gli obiettivi che vorreste raggiungere?
M. Decio: Abbiamo numerose iniziative in serbo, naturalmente non possiamo anticipare nulla. Gli studi degli impatti ambientali dei nostri prodotti stanno aumentando, sempre più società del gruppo ci richiedono le EPD poiché necessarie per progetti di edilizia sostenibile. La forza di Mapei sicuramente è la ricerca, e grazie ai no-
stri studi possiamo progettare e sviluppare prodotti sempre meno impattanti per il nostro pianeta, che mantengono le performance tecniche. Inoltre stiamo avviando un progetto di circolarità per i nostri packaging a fine vita, in particolare i sacchi carta che possono essere riciclati. Una particolare attenzione è data inoltre al campo energia, estendendo sui nostri stabilimenti impianti di energia alternativa. MaterialiCasa: Solo nell’ultimo anno, Mapei ha ottenuto importanti riconoscimenti che ne attestano l’attenzione costante verso la sostenibilità, ci segnala i più significativi?
M. Decio: Nel 2022 Mapei ha ottenuto molti riconoscimenti, tra cui “Aziende più attente al clima 2022”, di Corriere della Sera e Statista, che riconosce l’impegno dell’azienda per la riduzione delle emissioni di gas effetto serra in relazione con il fatturato. Segue Green star Italia 2022, di La Repubblica e Istituto tedesco ITQF, per l’impegno riguardante la sostenibilità sociale, ambientale ed economica. Negli anni passati è stato premiato anche il nostro impegno per l’economia circolare, attraverso uno studio (sempre effettuato con il nostro strumento di LCA) sui guadagni ambientali per l’utilizzo spinto di frazioni di asfalto riciclato all’interno di nuovi bitumi per le strade. Questo studio, condotto in collaborazione con l’Istituto Sant'Anna di Pisa, ci ha permesso di vincere il premio di Confindustria “Best performer Economia Circolare 2019-2020”.
MaterialiCasa: La trasparenza risulta un aspetto prioritario per Mapei, tanto da condurre il Gruppo alla pubblicazione annuale di un Bilancio di Sostenibilità. Come e quando è nata questa esigenza?
M. Decio: Abbiamo iniziato a pubblicare il Bilancio di Sostenibilità nel
2016, in occasione dell’80° anniversario di Mapei. Volevamo mettere in luce gli aspetti ambientali, sociali ed economici delle attività del Gruppo, per condividere con i nostri stakeholder gli obiettivi che ci hanno guidato nel nostro operare quotidiano: migliorare la qualità della vita delle persone e tutelare l’ambiente attraverso la ricerca e la formulazione di prodotti sempre più sostenibili, processi produttivi efficienti, valorizzazione del territorio e partecipazione attiva alla vita della comunità. Quest’anno, il sesto Bilancio di Sostenibilità ha ampliato il perimetro a tutta Europa prendendo in analisi Mapei SpA, tutte le filiali Mapei europee, nonché tutte le consociate italiane e quelle europee consolidate integralmente (Adesital, Cercol, Gòrka Cement,
Mapei Marine, M+, Polyglass, Rasco, Sopro, Tecnopol, Vaga e Vinavil). Il prossimo anno usciremo invece col primo Bilancio di Sostenibilità che integrerà le attività delle società del Gruppo nel mondo, coivolgendo tutte le filiali e le consociate del mondo, con lo stesso perimetro del consolidato fiscale.
MaterialiCasa: Dal vostro punto di vista, in qualità di innovatori e indiscussi leader del settore, quanta strada attende ancora il mondo dell’edilizia per diventare davvero “green” e fare la differenza nell’ambiente? Siamo a buon punto?
M. Decio: Il comparto dell’edilizia emette circa il 30% delle emissioni globali di gas effetto serra, consuma il 40% di
energia, il 50% di materie prime estratte e il 20% dell’acqua: è davvero indispensabile che l’intera filiera si “rimbocchi le maniche” per un costruito meno impattante. I protocolli di edilizia green sono volti proprio a questo: costruire e ristrutturare in modo sempre più sostenibile. Quando ho iniziato ad occuparmi di questo argomento, circa 15 anni fa, i cantieri che applicavano i protocolli come LEED si contavano su una mano. Ora invece il trend è cambiato: tutti i progetti iconici di Milano, per esempio, sono certificati con LEED, BREEAM o Well. E anche i CAM (Criteri Ambientali Minimi) per l’edilizia, cogenti per gli appalti pubblici in Italia dal 2017, hanno dato una spinta verso una edilizia sempre più green. La strada sicuramente è ancora lunga, occor-
re sensibilizzare tutta la filiera, ma ormai è tracciata.
MaterialiCasa: Come ben sappiamo, il recupero architettonico è la chiave per il miglioramento del patrimonio edilizio esistente ma anche del benessere abitativo all’interno degli edifici. Avete gamme specifiche per la riqualificazione?
M. Decio: Mapei ha un’ampia e articolata linea di prodotti dedicata al risanamento degli edifici. Ma non è la sola destinata al miglioramento del benessere abitativo. Abbiamo infatti anche una linea dedicata all’isolamento e alla coibentazione degli edifici che permette di ridurre i consumi e avere una casa fresca in estate e calda in inverno. ✕
Nuova vita al Palazzo
Poter riqualificare “per pezzi” Milano, la città dove sono nato, nel tentativo di rigenerarla, è sempre stata la molla principale della mia attività di architetto.
La mia storia professionale sostanzialmente si sviluppa proprio sull’esistente, nel contesto estremamente stratificato della città storica.
Il contesto e il riuso sono due temi fondamentali su cui confrontarmi; i miei interventi milanesi, circa 70 progetti, recuperano - attraverso il progetto - la presenza storica degli edifici, magari anche demolendoli e ricostruendoli ex novo, però, di fatto, ricuciono un tessuto urbano che a vario titolo ha la necessità di essere riequilibrato negli usi, nelle forme e nei materiali.
Il tessuto urbano, proprio perché è “tessuto”, non ha bisogno di strappi. L’eccezione e la gestualità progettuale, a mio parere, rappresentano un momento di debolezza nel tessuto.
Mi piace definire il mio modo di
progettare come “architettura gentile”, ovvero che non contrasta mai in maniera eccessiva, che utilizza materiali locali, che prova a reinterpretare le basi compositive della facciata italiana, un’architettura legata in qualche modo alla mia persona (mi ritengo una persona gentile come approccio).
Nel mio lavoro mi occupo di real estate, di ristrutturazioni immobiliari: tutte le mie architetture sono dei prodotti mirati alla vendita o all’affitto che devono essere resi appetibili al cliente attraverso una logica di controllo, di contenimento dei costi sia in termini di cantiere sia in termine di “post vendita” intesa come “vita del palazzo” che secondo me è diventato il dato più importante della fase di progettazione.
Migliorare la “qualità del palazzo” significa valorizzarne l’estetica, considerare gli aspetti tecnologico, prestazionale, la crescita degli investimenti di chi ci abiterà, l’utilizzo dei materiali e delle tecnologie che mettano in condizione di
avere un rapporto ecologicamente intelligente con l’intorno, dove i primi beneficiari saranno i proprietari dell’immobile e i paralleli fruitori saranno i cittadini che ne avranno quanto meno un godimento estetico.
Milano è una città il cui attivismo immobiliare è talmente alto che vale la pena mantenere gli immobili e investire nelle ristrutturazioni.
Abbiamo concluso lo scorso anno il progetto di riqualificazione dell’iconica Torre Tirrena progettata negli anni Cinquanta dai fratelli Soncini, ora Liberty Tower, sviluppato da Hines Italy, che ha restituito al centro storico - insieme al flagship store Apple di Foster + Partner - la nuova centralità di piazza Liberty, a due passi dal Duomo.
Più di recente abbiamo recuperato gran parte dell’isolato, denso di storia, compreso tra via Moscova e via Solferino: da sede della Società cooperativa delle sete era stato convertito in una Banca. Il nostro progetto, sviluppato da
Open Letter (arch)people
Savills Investment Management
SGR, oggi ridisegna il fronte strada, la grande corte coperta e la nuova copertura vetrata.
Un altro esempio emblematico è la riqualificazione della Torre Velasca, opera dei BBPR, fino dalla sua edificazione dal 1956 al 1958, simbolo di Milano e della ripresa post-bellica, che costituisce una icona architettonica da sempre parte integrante del panorama architettonico milanese. Dopo oltre due anni di progettazione da parte del nostro studio - in costante confronto con la proprietà, Hines, e con la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio – 20 mesi di lavori,
analisi materiche, studi documentali storici, recentemente è stata restituita alla città di Milano dopo lo smantellamento dei teli che l’avevano ricoperta per consentire il delicato e complesso lavoro di restauro. Poi continueranno i lavori al suo interno che si concluderanno entro il 2023.
In questo caso, la preesistenza è l’espressione dell’essenza stessa della rinascita Architettonica (e non solo) della Milano del dopoguerra, una responsabilità importante che mi riempie di orgoglio e di stimolo a restituire a Milano il suo gioiello riportandolo agli antichi fasti. Dal 1958, la Torre Velasca non era mai stata oggetto di opere di risanamento, manutenzione e riqua-
lificazione. Gli agenti atmosferici degli ultimi 70 anni hanno tuttavia profondamente deteriorato la facciata dell’edificio che ormai aveva perso i colori originari, caratterizzati da tonalità cangianti in grado di variare a seconda della luce nelle diverse ore del giorno. Per riuscire a restituire la tonalità autentica che dominava lo skyline milanese alla fine degli anni ‘50, il team di lavoro ha condotto analisi scientifiche materiche sull’intonaco, studi sul campo, ricerche storiche documentali e recuperato testimonianze per ripristinare tutti gli elementi che costituiscono la facciata.
L’intonaco individuato è stato successivamente studiato con
Open Letter (arch)people
Mapei
Dopo la prima esperienza progettuale presso Gregotti Associati, nel 2004 fonda a Milano lo studio “Asti Architetti” oggi in via Sant’Orsola 8, nel cuore della città.
È l’architetto del real estate, della committenza privata, dalle banche alle assicurazioni, ai grandi operatori immobiliari che vedono negli investimenti in città grandi opportunità di business, ma è soprattutto un professionista attento e sensibile che si occupa della ristrutturazione e della ri-funzionalizzazione di palazzi storici cercando di interpretare al meglio le norme urbanistiche vigenti e le esigenze attuali dell’abitare che si è ritagliato un ruolo di tutto riguardo come “riqualificatore e trasformatore dell’esistente” nell’intento di riportare gli edifici a nuova vita e nella convinzione che gli immobili abbiano una loro potenziale continuità storica, che non debba necessariamente passare tramite la demolizione.
Nel corso degli anni, infatti, l’attività di Asti Architetti si è andata specializzando proprio verso il recupero del patrimonio edilizio puntando a dare nuova dignità architettonica ad edifici preesistenti.
In questo senso sono già numerosi gli immobili di pregio siti nel cuore di Milano che sono stati oggetto di un restyling che rispondesse alle esigenze di un rinnovamento architettonico e di un adeguamento funzionale pur nel rispetto della specificità originaria dell’edificio come per esempio l’ ex Palazzo delle Poste in piazza Cordusio, ora sede di Starbucks , il recupero dell’ ex Banco di Roma in piazza Edison, la riqualificazione della vecchia struttura anni Trenta in via Fabio Filzi 29, oppure il restyling della ex Torre Tirrena degli anni ’50 in Piazza Liberty e il restauro della Torre Velasca
L’attività dello studio che attualmente conta un nucleo operativo di circa 60 persone, spazia dal residenziale alla progettazione di uffici, al commerciale e si concentra in particolare su operazioni di riqualificazione di interi fabbricati storici realizzati tra gli anni Trenta e Sessanta nel cuore di Milano.
Le scelte progettuali sono caratterizzate da un forte rispetto ed una spiccata sensibilità per le linee delle aree limitrofe, con un occhio attento a dare un’immagine di modernità attraverso l’uso di materiali e soluzioni tecnologiche d’avanguardia ed ecocompatibili al fine di assicurare un deciso miglioramento del livello di qualificazione energetica dell’edificio sia in termini di bassi costi di gestione che di prestazioni energetiche elevate, nel rispetto di tutte le normative di riferimento.
Il futuro è già qui. Con noi.
Il bambù si trasforma in elemento innovativo, intriso di fascino e suggestioni, creando prodotti per pavimentazioni e rivestimenti in esterno di eccezionale durezza e stabilità dimensionale, certificati per la resistenza al fuoco (Bfl-S1). MOSO® Bamboo X-treme® e Bamboo Elegance, con il suo effetto naturalmente invecchiato a zero manutenzione, sono sostenibili e garantiti 25 anni Distribuiti da Ravaioli Legnami: soluzioni in legno per pavimenti e rivestimenti esterni. Un mondo di qualità e design naturale.
green building projects
La storia
Il palazzo della Banca Popolare Commercio - situato all’angolo tra via Moscova e via Solferino - ha subito svariate trasformazioni: prima caserma della Cavalleria Napoleonica e poi panificio militare del Governo austriaco, verso la metà dell’Ottocento venne trasformato nel “Cortile della Seta”, divenendo perno delle trattative commerciali e punto di ritrovo di commercianti e artigiani della seta, i cosiddetti bigattèe (setaioli).
La Società delle Sete aveva fatto
Il “Cortile della Seta” Milano
Asti Architetti riqualifica a retail e uffici un significativo “pezzo” della città di Milano con un intervento che definisce gran parte dell’isolato, denso di storia, compreso tra via Moscova e via Solferino. Il progetto ridisegna oggi il fronte strada, la grande corte coperta e la nuova copertura vetrata.
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progetto di ripristino non ha snaturato la percezione da parte della città e degli edifici limitrofi, anzi è stata volta ad aumentare la relazione con il contesto urbano
- Paolo Asti -
costruire un grande edificio all’angolo tra via della Moscova e via Solferino con un grande spazio centrale interno coperto che veniva utilizzato per le trattative commerciali e all’origine adibito al magazzinaggio e stagionatura dei bozzoli. Una volta entrato in crisi il settore della seta, e in seguito alla dismissione delle funzioni prettamente tecniche, la Banca orientò la sua crescita in altre direzioni, rilevando anche le proprietà immobiliari e trasformandosi nel 1951 in “Banca Popolare Commercio e Industria”. Il nuovo edificio venne inaugurato solo il 12 giugno del 1954, con una nuova sede notevolmente ampliata e restaurata. Utilizzato co-
me uffici e sportelli bancari, l’edificio ha mantenuto nel tempo la sua importante funzione di sede di rappresentanza, definendo con lo sviluppo delle sue facciate il profilo di una cortina uniforme e priva di decori.
iL recupero di un’icona
L’intervento di Asti Architetti per la riqualificazione di questo blocco destinato ad ospitare uffici, con forma a corte, tipica degli edifici milanesi, con quattro livelli fuori terra ed uno seminterrato, si è sviluppato in un continuo passaggio tra mantenimento e nuova costruzione, creando così un felice connubio tra vecchio e nuovo. L’edificio risponde
inoltre ai requisiti NZEB (Nearly Zero Energy Building), utilizza oltre il 50% di energia prodotta da fonti rinnovabili ed è certificato LEED Gold.
Sono state ampliate le finestre esistenti sui fronti strada: la geometria delle nuove vetrine è volta a mantenere inalterate le caratteristiche originarie della facciata e si pone in continuità con il tessuto urbano adiacente.
La trasformazione delle finestre con la modifica della serramentistica e l’introduzione di telai a scomparsa, permettono di esaltare il senso di permeabilità visiva con la città e trasmettere al palazzo un’immagine di modernità.
“Il
circostante”
Altro intervento importante risulta il posizionamento di una nuova copertura vetrata della corte centrale, costituita da una scansione di shed di diverse dimensioni; questa tipologia di copertura oltre a consentire una notevole illuminazione diurna, vuole essere una citazione dell’originaria funzione industriale. L’imposta di questa nuova copertura rimane infatti invariata rispetto alla copertura originaria, che risale al 1904. Tramite questa nuova copertura è stato migliorato il filtraggio della luce naturale, e regolato il ricambio dell’aria, perché la struttura è dotata di meccanismi di apertura meccanizzata
L’intento progettuale è stato quello
CREDITS
Denominazione progetto: il “Cortile della Seta”
Ristrutturazione: Asti Architetti
Indirizzo: Via Moscova, 33
Volumetria: superficie totale di circa 25.900 mq,
di mantenere la percezione dell’appartenenza ad un “unicum” architettonico elevandone però la qualità e le prestazioni energetiche anche grazie all’utilizzo di elementi architettonici moderni per il trattamento delle facciate prospicienti lo spazio interno centrale che è stato ridefinito con un nuovo assetto “da piazza coperta” e multifunzionale.
Gli ultimi due piani, ridefiniti con un rivestimento continuo vetrato, si configura come una vera e propria “lanterna” sulla città, staccandosi volutamente dal contesto storico sottostante e si presentano come un luogo di lavoro privilegiato: immerso nella luce, affacciato su Milano. ✕
green building projects
Progettare una casa futuristica ma dal carattere sostenibile: questa è stata la sfida raccolta e vinta dall’architetto Santiago Martínez di Estudio3 Arquitectos, per la realizzazione di una residenza contemporanea e high-tech con vista su Madrid.
Un progetto che si contraddistingue per buon design, efficienza energetica e funzionalità, in cui il contatto con la natura circostante appare preponderante e lo scenario esterno penetra all’interno attraverso finestre, portici e terrazze.
InternI apertI, flessIbIlI e unIformI
Partendo da due prismi rettangolari a forma di “L”, il team di Estudio3 Arquitectos ha progettato un edificio che sfrutta al meglio le viste spettacolari offerte dal terreno in cui si colloca.
Su questa struttura poggiano volumi cubici destinati alle camere da letto in cui il gres porcellanato extrafine di Porcelanosa e XTONE in facciata è stato abbinato ai sistemi di installazione di Butech. Questi stessi materiali sono stati utilizzati anche all’interno della casa come rivestimenti decorativi mentre l’anello di congiunzione tra tutti gli ambienti indoor risulta il pavimento PAR-KER® Tan-
Infinity Views
Un complesso residenziale green e hi-tech
green building projects
zania Almond di PORCELANOSA, impiegato nelle aree comuni come soggiorno e cucina, nei bagni e nelle aree private.
Green attItude
Il complesso residenziale Infinity Views vanta un’anima ecologia grazie ai molteplici criteri di sostenibilità presi in considerazione durante la sua costruzione. Il corretto orientamento e la stessa progettazione bioclimatica favoriscono infatti la stabilità termica, ottimizzando l’ingresso della luce e riducendo il consumo di elettricità.
La scelta di materiali in pietra e gres porcellanato per le pareti e di vetri tecnologici per le aperture fornisce il giusto isolamento per mantenere una temperatura confortevole con un consumo energetico minimo. Tutto ciò, insieme all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili come l’energia geotermica e i pannelli solari, ai sistemi di illuminazione a LED a basso consumo e all’installazione di controlli digitali diretti per la temperatura, l’umidità e l’illuminazione. Fattori questi, che fanno della residenza un esempio di edificio performante e a basso impatto ambientale.
l’outdoor
La casa è particolarmente legata all’ambiente naturale che la circonda, integrandosi al suo interno in maniera coerente seppur presentando un look spiccatamente moderno. Il legame con il territorio è ad esempio marcato dalla presenza materica della collezione Stuc White Texture di XTONE, utilizzata come pavimentazione dell’intero spazio outdoor. La gamma di superfici ad ispirazione arenaria con finitura antiscivolo, caratterizzata da un effetto metallico e solido, promuove inoltre una piacevole continuità estetica tra pavimenti e scale, elementi della facciata, solarium e terrazze. ✕
interior design projects
Situata in posizione strategica vicino al Dubai International Financial Centre (DIFC), Orijins, la nuova ed elegante caffetteria progettata dallo studio di interior design Dubai-based VSHD, trae ispirazione dalle bellissime im-
perfezioni che si trovano in natura. Semplice nella forma e ricco di texture e materiali, il design del locale enfatizza il fascino del minimalismo, tipico di uno spazio epurato da decorazioni, con intonaco neutro e tonalità avvolgenti in finitu-
ra opaca. La palette attinge ai colori degli elementi naturali come sabbia, conchiglie, pietra e legno, impiegati per modellare ciascuna sezione dell’ambiente, mentre veri e propri blocchi di materia sono utilizzati come arredi sculto-
Orijins, Dubai La materia diventa arredo
rei. Queste scelte stilistiche fanno della caffetteria un luogo che stimola una sensazione di calma e radicamento nei visitatori, sollecitati sia dallo schema cromatico e materico sia dalle peculiari forme sinuose e accoglienti che plasmano la metra-
interior design projects
tura, a partire dai volumi curvi del soffitto.
Un concept natUre-inspired
Per l’elaborazione del concept, i progettisti si sono affidati al mondo naturale, traendo in particolare da una collezione di pietre raccolte sulle rive del Mar Rosso. La natura, dunque, è assoluta protagonista, seppur in modo innovativo: mentre la luce attraversa delicatamente lo spazio ponendo l’accento sulla forte matericità, l’osservatore attento noterà anche l’influenza quasi impercettibile della tecnologia. Una striscia Led molto sottile, posizionata lungo il perimetro del cafè, mette in mostra un leggero arco nel soffitto. Si tratta di un piccolo faretto che illumina l’area del bar e di un’applique su misura progettata da VSHD, realizzata in alluminio spazzolato che decora in modo discreto il locale.
contrasti materici
Orijins Coffee Shop punta sui contrasti: le pietre irregolari, i sottili arredi in metallo leggero, i delicati elementi curvilinei e i colori tenui. Degno di nota è il bar realizzato con blocchi massicci di diversi tipi di marmo. La sua forma splendidamente curva aggiunge un tocco sognante e grezzo allo spazio leggero e arioso.
VSHD ha posto grande attenzione nell’incorporare differenti elementi, texture e materiali, realizzando così un mix coerente e scenografico. Interessante è anche l’utilizzo di tessuti - pellicce, boucle e trame pesanti - per arricchire il concept con naturalezza e autenticità.
Un “ritorno alle origini”
Con un approccio innovativo al layout del bar, il progetto studiato
da VSHD si basa sul “ritorno alle origini” delle cose e sulla creazione di un ambiente che sia il più vicino possibile alla natura, evocando la sensazione di calma e serenità che si prova sedendosi su una roccia in riva al mare o sulla sabbia del deserto. L’atmosfera che ne deriva è eterea e primordiale, racchiusa in un involucro spaziale che, come una tela bianca, ha posto le basi per la definizione dei volumi astratti, primi fra tutti, i sette blocchi di marmo disegnati a mano, convertiti in modelli 3D e inseriti in una macchina CNC per produrne le forme. ✕
green building projects
Siamo ad Appiano, sulla strada del vino tra le foreste e le rocce in porfido che forgiano un paesaggio incantevole fatto di prato alpino, rododendro rosso, forme nane di larice, abeti e betulle. In questo suggestivo contesto naturale, holzius, realtà specializzata in bioedilizia che si contraddistingue per la realizzazione di costruzioni moderne in legno e di pareti in legno massiccio non trattato, ha
realizzato una sopraelevazione in legno massello per un’abitazione contemporanea e votata alla salubrità.
Il progetto è incentrato sulla bioedilizia, a partire dalla tecnica di costruzione e dai materiali: il sistema brevettato di holzius consiste in un tassello in legno con bordi a coda di rondine che, insieme alle giunzioni a pettine e incastri, e all’utilizzo dell’antica tecnica di av-
vitatura con cavicchio filettato in legno, permette di realizzare pareti, solai e tetti senza l’impiego di colle o parti metalliche, soddisfacendo così sia i più alti standard biologici di costruzione che i requisiti tecnici di prestazione delle costruzioni moderne.
Grazie agli incastri a coda di rondine, pareti e soffitto sono stati prodotti interamente in legno massello e poi intonacati naturalmente, utilizzando all’esterno intonaco di
Una casa salubre in bioedilizia
calce incolore e, all’interno, intonaco di argilla. In biologia edile anche gli impianti domestici di cui è esperto il proprietario, imprenditore del settore elettrico che, anche per la sua casa, ha predisposto un impianto domestico in cui tutti i cavi sono stati schermati, la rete internet wireless viene trasmessa attraverso tre stazioni, che possono quindi operare con una potenza di segnale inferiore e, di notte, è possibile scollegare
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l’intero impianto elettrico dalla rete, una caratteristica sempre più richiesta dai clienti. L’approccio “naturale” pervade poi anche i dettagli.
I pavimenti del soggiorno sono stati realizzati con un calcestruzzo naturale in finitura non completamente liscia in modo da rendere al meglio l’effetto materico della superficie, mentre la camera
da letto è stata arredata con mobili in cembro di alta qualità e bellezza. Infine, la casa è ventilata e climatizzata in modo naturale approfittando, per esempio, per la ventilazione d’estate, dell’aria fredda proveniente dalle vicine ‘buche di ghiaccio”.
“In qualità di biologa edile – sottolinea l’architetto Christine Pfeifer, curatrice del progetto – mi piace
particolarmente lavorare con clienti come Mirko che ha sostenuto fin dall’inizio la scelta di materiali sostenibili e l’ha attuata con coerenza fino all’arredamento.
Solo così si può ottenere un risultato di complessivo benessere per le persone e il pianeta, convincen-
te e coerente. La sfida principale è consistita invece nell’armonizzare la statica dei piani inferiori con le esigenze dei locali di nuovo inserimento, ma la leggerezza del legno massello ha fatto sì che l’edificio preesistente fosse caricato il meno possibile pur utilizzandone
al massimo la cubatura.”
Il progetto è stato peraltro realizzato in soli cinque mesi, grazie all’alto livello di prefabbricazione degli elementi delle pareti, dei soffitti e dei tetti nello stabilimento di produzione holzius. ✕
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Superfici eco-attive per la riqualificazione di Italgas
Le superfici ceramiche ecoattive Active Surfaces® di Iris Ceramica Group, brevettate e certificate secondo norme ISO, sono la risposta green al sempre crescente bisogno di sicurezza e benessere.
Presenti sul mercato da oltre 10 anni, l’innovativa tecnologia di Active Surfaces® trasforma la lastra ceramica in un materiale eco-attivo con proprietà antibatteriche e antivirali (anche anti-Covid-19), antinquinamento,
anti-odore e autopulenti. L’efficacia delle quattro azioni permane per tutto il ciclo di vita delle lastre ceramiche, che vengono prodotte in stabilimenti a Zero Emissioni e sono completamente riciclabili.
Quotidianamente... www.MaterialiCasa.it
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Tra i progetti orientati allo sviluppo eco-sostenibile troviamo il rinnovo della sede torinese di Italgas, azienda leader in Italia nella distribuzione del gas naturale, che sorge in un’ex area industriale ed è composta da due palazzi storici in Largo Regio Parco ai civici 9 e 11. L’intervento di riqualificazione, progettato e realizzato da Giugiaro Architettura, ha permesso di rinnovare interamente questi due imponenti edifici che, con circa 150 anni di storia, sono stati oggetto di una profonda riprogettazione degli spazi di lavoro - open space, aree dedicate al coworking, al relax, allo sport indoor, terrazze e giardini pensili - e di interventi di efficientamento energetico secondo gli standard della certificazione LEED
Per i rivestimenti degli spazi indoor sono state scelte le superfici ceramiche eco-attive Active Surfaces® di Iris Ceramica Group grazie alla loro capacità di eliminare batteri, virus, funghi e muffe, cattivi odori, contrastare la formazione di particelle inquinanti e impedire allo sporco di aderire. In luoghi molto frequentati che necessitano di pulizia e igiene costanti, come sedi e uffici, le quattro proprietà eco-attive di Active Surfaces® rendono gli ambienti più salubri e confortevoli, senza rinunciare all’estetica e nel rispetto dell’ambiente. In particolare, per questo progetto sono state utilizzate le collezioni Citystone e Roads di FMGFabbrica Marmi e Graniti e Calx di Iris Ceramica, entrambi brand di Iris Ceramica Group. Di particolare importanza nel progetto è l’utilizzo di Active Surfaces® per la realizzazione
dell’Heritage Lab Italgas, il nuovo spazio fisico e virtuale frutto del progetto di trasformazione digitale dell’archivio storico, della biblioteca e dell’emeroteca aziendali. Un laboratorio dotato delle più avanzate tecnologie per la digitalizzazione in 2D e in 3D del patrimonio storico, industriale, artistico e culturale raccolto e custodito dall’azienda in quasi due secoli di storia. Esso custodisce un archivio di oltre 3 chilometri lineari di documenti, circa 12.000 tra volumi, monografie, periodici e collezioni, oltre a fotografie, opere d’arte e oggetti dell’industria del gas dalle sue origini a oggi. Il progetto unisce quindi il patrimonio storico e la ricerca tecnologica di Italgas con il design e l’innovazione dei materiali innovativi Active Surfaces®, mettendo al centro temi fondamentali quali il benessere dei lavoratori e la sostenibilità ambientale. ✕
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Immersa tra aceri e abeti nella regione canadese del Quebec, Atelier C è la casa studio di una coppia di creativi - lei una scrittrice, lui un fotografo musicista - che accoglie le tradizionali funzioni dell’abitare accostate a laboratori perfettamente integrati nello spazio. Come punto di partenza per lo
sviluppo dell’architettura, la volontà da parte dei proprietari di avere un tetto a un’unica falda che definisse un volume lineare, semplice, idealmente parte della natura circostante, all’interno del quale non ci fossero per la maggior parte separazioni nette.
Il progetto elaborato da Nicholas
Francoeur asseconda questa richiesta e associa al segno diagonale e geometrico della copertura l’idea di una ‘casa passiva’ non convenzionale, con dettagli unici. “Dai soffitti a varie altezze ai laboratori di musica e scrittura pensati come spazi aperti, quasi di passaggio, e non come stanze chiuse” com-
Una casa passiva nei boschi canadesi
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menta il progettista “Dai continui contrasti di co-lore e di materiale, alla stanza da bagno con luci teatrali e un’atmosfera caver-nosa, come fosse un antro del benessere: tutto in questa casa è pensato per sti-molare la creatività, ma anche per dare l’impressione a chi la abita di essere al contempo da solo e in compagnia. C’è un’atmosfera unica”.
Lo schema materico
Atelier C presenta una planimetria a L e un involucro essenziale e puro: la copertura, ventilata, è rivestita in lamiera grecata mentre la parte sottostante è in pioppo sbiancato. Le facciate sono realizzate in listelli di legno di cedro carbonizzato che avvolgono il volume, ritmato sul fronte nord da strette aperture verti-
cali vetrate che sembrano creare un colonnato contemporaneo e rigoroso; sul fronte sud, invece, le finestre sono più ampie per consentire l’apporto di luce naturale agli spazi di lavoro. Gli interni, al contrario, sono strutturati in modo fluido e si presentano chiari e luminosi, con la sola eccezione dello spazio cucina, che richiama la cromia dell’involucro e presenta un top in pietra sinterizzata Lapitec, frutto di una miscela di minerali 100% naturali, senza resine, inchiostri o derivati del petrolio e silica free.
La cucina come fuLcro domestico
La cucina costituisce il cuore della casa: è progettata come un ampio locale dove sono organizzate basi e colonne, su tre lati, con un’isola centrale dedicata alla preparazione
del cibo e alla convivialità. I pannelli frontali sono in legno laccato scuro mentre il piano delle diverse aree è realizzato interamente in Lapitec, nella nuance Nero Antracite finitura Vesuvio e spessore di 12 mm. In questa cucina, firmata Hauteur d’Homme, la pietra sinterizzata è stata lavorata e fresata per collocare il lavabo e grazie alla sua composizione a tutta massa mo-stra su tutto il bordo la medesima
colorazione della superficie, priva di stampe digitali e non porosa. Lapitec è inoltre inalterabile, resistente agli agenti chimici, urti, graffi, raggi UV, non assorbe acqua o liquidi e impedisce l’annidarsi di sporco, muffe e batteri, oltre ad avere il marchio NSF/ANSI Std. 51 FOOD ZO-NE, che ne garantisce l’efficacia nei contesti cucina. ✕
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Progettato dallo Studio di Architettura Chevalier Morales per una famiglia di committenti dalla filosofia green-oriented, il Residence de l’Isle si presenta come una reinterpretazione delle moderne case americane della metà del XX secolo.
Questa casa unifamiliare, nascosta dietro una fila di alti e rigogliosi pini e affacciata sulle rive del fiume, nella periferia a nord di Montréal, è il risultato di una “conversazione architettonica” con il lavoro di progettazione degli architetti dell’epoca.
La sua ubicazione consente alla vegetazione naturale esistente di diventare parte integrante del progetto, ottimizzando al contempo la veduta sul corso d’acqua.
Geometrie
A dominare il progetto architettonico è l’attenzione per le simmetrie rigorose. La geometria del pavimento e dei soffitti, i mobili in legno integrati e il rivestimento in muratura sono stati tutti reinventati rivisitando in chiave contemporanea alcuni elementi architettonici caratteristici del modernismo.
Il garage, simbolo di un’epoca in cui periferia e automobili facevano rima con progresso ed entusiasmo, è direttamente inserito nella casa, occupando uno spazio perfettamente quadrato. Il tema della privacy e delle aperture sull’esterno, cruciale negli anni ‘50, è alla base della creazione dei due cortili rettangolari, che si inseriscono
Rivisitare l’architettura domestica degli anni ‘50
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nel volume domestico portando la luce naturale nel cuore della residenza.
Questi spazi esterni che vengono estrusi dalla massa iniziale servono anche a definire e strutturare la geometria dello spazio interno, a contatto con un outdoor ordinato, posto in primo piano rispetto al contesto naturale che rimane intatto oltre i confini della casa.
inteGrazione nel paesaGGio
La struttura della residenza si presta ad assecondare il terreno in cui si situa, permettendo al contempo di conservare il maggior numero possibile di alberi esi-
stenti. Per implementare l’impatto green, sono inoltre state piantate grandi conifere nel cuore del primo cortile che prevede l’accesso carrabile.
Anche la distribuzione degli spazi interni prende in considerazione il rapporto con la natura circostante, come il fiume su cui si affaccia, ma senza trascurare nemmeno l’orientamento solare e le esigenze specifiche degli abitanti. Sebbene inizialmente il progetto prevedesse un solo livello, la realizzazione definitiva ha optato ad esempio per l’aggiunta di un livello rialzato completamente in vetro, ricavando così un ambiente in più dalle molteplici destinazioni d’uso. L’asse nord-sud della ca-
sa, inoltre, ospita gli spazi più intimi che necessitano di privacy mentre le aree comuni sono distribuite nella sezione più esposta, con vista sul fiume, scelta questa che rafforza il legame tra interni e paesaggio. Complessivamente, l’abbondante vegetazione garantisce discrezione all’abitazione e al tempo stesso offre un contesto verde e naturale in cui riconciliare corpo e mente.
i materiali
La palette di materiali utilizzati risulta un asset cardine del progetto, strategico per una impeccabile integrazione della struttura all’interno del contesto naturale. Declinati nelle tonalità più autentiche e
neutre, spesso ispirate al paesaggio circostante, costituiscono infatti il vero anello di congiunzione tra costruito e territorio. Sono stati privilegiati mattoni di argilla per le murature, legno per ambienti interni ma anche rivestimento di una porzione della facciata, e pietra naturale per i pavimenti. Sono stati inoltre impiegati metalli per gli elementi strutturali interni, mentre il vetro appare indiscusso protagonista della sezione anteriore della casa, ideale per creare un ponte visivo con il corso del fiume.
L’alta sostenibilità del progetto risiede inoltre nella presenza di impianti geotermici che forniscono sia il riscaldamento che la ventilazione per l’intera residenza. ✕
(arch)inspiration
editor’s choice
BUCKET LIST
GREEN-ORIENTED DESIGN
L’arte della pausa, con materiali riciclabili
Un outdoor d’avanguardia quello proposto dal nuovo brand Goodland, che presenta una vasca idromassaggio a legna, nata per favorire la connessione con la natura attraverso la stimolazione dei sensi. La vasca è realizzata interamente con materiali riciclabili, tra cui alluminio, cedro rosso occidentale e quercia. Ponendo la sostenibilità al centro, questa novità si propone come alternativa alle tipiche vasche idromassaggio realizzate con materiali non riciclabili che richiedono l’uso di prodotti chimici.
Fidia, una vasca-scultura in pietra
La vasca Fida di antoniolupi non solo richiama la natura ma è una vera e propria scultura scavata da un monolite di Pietra di Vicenza Grigio Alpi Spazzolato. Il materiale dal tipico colore grigio chiaro, caratterizzato dalla presenza di microfossili, rende Fida un moderno incontro tra materia e funzionalità. La linea esterna prende spunto dalle forme organiche dei legni dei fiumi, che conferiscono all’opera
La vasca a legna è inoltre pensata per promuovere un’esperienza d’uso a 360°, richie-
dendo ai suoi fruitori di raccogliere rami caduti, tagliare la legna, riscaldare l’acqua.
“Stackabl”, su misura senza sprechi
Un sistema innovativo per progettare mobili su misura - e illuminazione - senza sprechi. Si chiama Stackabl e nasce da un’idea dello studio di design canadese STACKLAB e del suo showroom partner con sede a New York, Maison Gerard.
Sviluppato a stretto contatto con i produttori regionali e aiutato da algoritmi e robotica, il sistema di Stacklab identifica l’inventario rimanente in magazzini e fabbriche (situati entro un raggio di 150 miglia dalla sua sede), rimettendolo nelle mani dei suoi esperti per creare nuovi elementi d’arredo. Il configuratore Stackabl consente infatti
Le “Circle Bench” per vivere l’outdoor
Ristabilire il rapporto tra uomo e natura, cullati da un design unico. Questo è uno degli obiettivi della cosiddetta Circle Bench, l’iconica panchina circolare dell’azienda francese d’arredamento outdoor Tectona Paris. Nonostante fossero molto in voga
agli utenti di trasformare gli scarti di alta qualità in mobili personalizzati. Ne è un esempio la collezione inaugurale lanciata nel 2021, all’interno della quale ogni pezzo è
realizzato da professionisti locali in base alle risorse disponibili. floreali.
nei grandi parchi francesi del diciottesimo secolo, dove venivano posizionate nei boschetti e negli spazi verdi coperti, le panche circolari sono inseparabili dai paesaggi anglosassoni e dall’immaginario neoclassico e romantico in stile Jane Austen. Disposte intorno agli alberi centenari invitano a meditare, riposarsi o anche semplicemente a godersi il panorama.
una sensazione di fluidità. “Utilizziamo la pietra naturale sempre in modo consapevole e moderato - racconta il designer Marco di Paolo - perché le pietre naturali sono disponibili solo limitatamente, si sono formate nel corso del tempo sotto l’influsso di molte forze naturali. Ogni pietra è unica e inimitabile, ciò stimola la nostra creatività”.
(arch)inspiration editor’s choice
Naturedesign, materiali autentici plasmati dall’uomo
Il codice etico ed estetico di Naturedesign è da sempre radicato nel riutilizzo dei materiali e nel recupero di legni pregiati, che vengono poi accostati a pietra, vetro, pelle e metallo in opere di design uniche e ultra contemporanee. A partire dal tavolo ILL, che presenta un piano realizzato in legno di recupero derivato da architetture secolari, sapientemente restaurato e trattato con vernici 100% atossiche e sostenibili.
L’attitude di Naturedesign si esprime anche nel tavolo Lymph, la cui superficie sinuosa e organica evoca forme biomorfiche per introdurre un nuovo concetto di convivialità. Naturedesign abbraccia processi artigianali, materiali naturali e una filiera a basso impatto ambientale che si estende ai trasporti, pensati appositamente per contenere il consumo di CO2.
I pezzi delle ultime collezioni sono pensati per un viaggio “air-free”, cioè smontati e rilegati in un packaging ultracompatto e privo di plastica.
Il legno Accoya® nella &CO/LLECTION di Landa Illuminotecnica
Landa Illuminotecnica lancia la nuova collezione di apparecchi illuminotecnici ad alta consapevolezza ambientale &CO/ LLECTION. Protagonista indiscussa della linea è una peculiare tipologia di legno a basso impatto: il legno Accoya®, un’essenza di pino a crescita rapida gestita in modo sostenibile in Nuova Zelanda e lavorato nei Paesi Bassi dall’omonima azienda per raggiungere livelli di durata, stabilità e versatilità sconosciuti a qualsiasi altro legno. Ciò è reso possibile dall’innovativo processo di acetilazione a cui viene sottoposto: un’alterazione, a livello molecolare, che modifica la struttura del legno stesso, migliorando molte delle sue caratteristiche prestazionali: non si gonfia, non si ritira, non si distorce visibilmente ed è verniciabile, resistendo alla prova di qualsiasi clima come dimostrano la garanzia di 25 anni sotto terra e in ac-
qua dolce e la certificazione IP 65 contro gli agenti atmosferici. In più è anche atossico, risultando quindi sicuro per le persone, gli animali domestici e il pianeta stesso.
La fibra naturale come essential domestico
Abaca, foglie di palma, rafia, lino, seta, lana, cashmere. La passione per i migliori elementi naturali al mondo e l’amore per l’artigianato tradizionale hanno portato la collezione tessile CMO Paris di Élitis a scoprire materiali inconsueti, selezionati con estrema attenzione e in modo sostenibile.
CMO lavora per tutelare i manufatti più rari, realizzati in remoti villaggi, con l’utilizzo di fibre vegetali singolari e con l’impiego di tecniche artigianali antiche, spesso tramandate di padre in figlio.
Tutte le referenze proposte dal brand hanno in comune un lavoro artigianale raro e accurato: Jardin suspendu, Craie, Abaca mélangé 2, Abaca mélangé, Abaca, Palmier, Jacinthe d’eau, Raphia, Sisal mural, Ramie mural, Muro di ramiè, Chanvre du Népal mural, Palmier mural, Abaca mélangé mural, Raphia feuilles de bananie mural, Feuilles de bananier mural, Cuir mural, Papyrus mural, Vacao - lin mural, Bois mural, Murier murale, Raphia mural 2, Raphia mélangé, Raphia 2, Évasion.
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Monoferments materiali
“semplicemente circolari”
“Come tanti, durante il primo lockdown, ci siamo interrogati su cosa stavamo lasciando e trasmettendo ai nostri figli come coppia di professionisti e genitori. Sentivamo l’urgenza di ispirarli verso qualcosa di più nobile. Cosa potevamo fare da piccolo studio di architettura e interior quale siamo per condurre la nostra pratica di ogni giorno verso un nuovo modo di lavorare più circolare e sostenibile?”
È questa la riflessione che ha portato gli architetti Elisa Evaso e Luca Guglieri di MONOSTUDIO ASSOCIATI all’elaborazione dell’ingegnoso progetto
. Una ricerca legata al riuso dei materiali di valore che ha condotto i due professionisti a bussare alle porte dei negozi vicino casa con una richiesta semplice: la
MONOFERMENTS
consegna di spazzatura e scarti per realizzare una palette di materiali circolari, sostenibili e biofilici. “Su un balcone avevamo gusci d’uovo del negozio di pasta fresca di
fronte, fondi di caffè gentilmente donati dal nostro bar preferito e conchiglie del ristorante di pesce dietro l’angolo. Sull’altro balcone gli esperimenti di biomateriali a seccare e a volte
ammuffire” raccontano Elisa e Luca. Dopo le prime sperimentazioni gli architetti si presentano a due realtà imprenditoriali molto differenti ma che gli permetteranno di realizzare il materiale numero uno della palette, definita “semplicemente circolare”: due prototipi di piastrella per pavimento e tre per rivestimento di interni.
Antonio e Davide Benedet, proprietari di MIPA - leader europeo nella produzione della graniglia con sede a Ravarino (MO) – hanno subito compreso lo scopo di MONOFERMENTS.
Accettano di condividere i loro scarti e lavorare su questo nuovo materiale “salvando” la polvere ed il macinato di marmo - già riciclati al 100% dalla lavorazione della pietra – che, come fondi dei sacchi, sarebbero comunque andati in discarica. I residui vengono così mescolati con gli scarti alimentari proposti da MONOFERMENTS.
Questo percorso di sperimentazione, produzione e condivisione di idee, durato otto mesi, incrocia anche la strada del ristorante tre stelle Michelin Osteria Francescana. La brigata risponde con entusiasmo alla richiesta di gusci d’uovo e fondi di caffè: grazie alla loro natura chimica e secondo gli esperimenti fatti, questi scarti interagiscono in modo interessante con il marmo riciclato e regalano poesia al materiale. Negli otto mesi di sperimentazione gli architetti lavorano insieme a MIPA alle percentuali di marmo, caffè e guscio d’uovo mantenendo come legante un 20% di cemento ed attendendo i risultati dopo la pressatura e la stagionatura in cella dei prototipi. Il guscio d’uovo, essendo composto in maggior parte da carbonato di calcio, si inserisce perfettamente nell’impasto composto da polvere e granulato di
marmo. Piccoli pezzi di guscio d’uovo spuntano dalle piastrelle: una valenza estetica di interessante imperfezione e un richiamo alla biofilia, alla natura e alla vita. I fondi di caffè pigmentano l’impasto e creano, grazie alla loro base acida, una reazione opposta di vuoti e piccoli solchi che favoriscono un aspetto materico. Per ultimo uno sguardo al design del prodotto, anch’esso in un’ottica di sostenibilità: la scelta condivisa di utilizzare uno stampo già presente nell’archivio MIPA, chiamato Nerone. “Le piastrelle sono stonalizzate e imperfette, questa è la loro forza. Immaginare un interno, una casa realizzata con questo materiale ci fa pensare subito alla connessione diretta con i nostri sensi. Oltre all’impronta materica visiva e tattile, stiamo lavorando anche ad una possibile e futura esperienza olfattiva del materiale.”
MONOFERMENTS si riscopre inoltre un invito, una chiamata aperta alle aziende italiane di farsi avanti per sperimentare con MONOSTUDIO ASSOCIATI la nuova palette in un’ottica di business più circolare e locale. ✕
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Ravaioli Legnami presenta MOSO®
Bamboo X-treme® e GRAD®
Il sistema è composto da barre in alluminio con clip in materiale plastico POM già installate e pre-spaziate su cui posare con facilità i listoni MOSO® Bamboo X-treme® o Bamboo Elegance Gli stessi listoni presentano sul retro una speciale fresata, necessaria per il fissaggio alle clip Grad®, che ancorano saldamente le doghe alla barra in alluminio. Le clip Grad® sono flessibili, affidabili e resistenti e sono montate industrialmente sulle guide in alluminio. Questo facilita l’installazione dei listoni, poichè gli spazi di fuga sono rispettati senza la necessità di
continue misurazioni, velocizzando le operazioni di posa.
Un sistema completo, che permette un montaggio facile, veloce e preciso, riduce notevolmente tempi di posa, le possibilità di errore e assicura il perfetto allineamento delle doghe. È versatile, adatto a qualsiasi tipo di parete, con una garanzia di 20 anni su tutta la struttura e 25 anni sui listoni, ed è ecosostenibile: i materiali di cui è composto (alluminio e poliossimetilene) sono riciclati e riciclabili. Sono già previsti i raccordi per collegare le barre sottostruttura tra loro, clip speciali per la realizzazione
di angoli, imbotti, partenze, arrivi e per spessorare doghe rifilate o a sbalzo. I listoni MOSO® Bamboo X-treme® o Bamboo Elegance sono disponibili con due diversi profili: il profilo CZ, che crea un rivestimento continuo, senza fughe e il profilo CB. È disponibile anche l’esclusivo pattern Barcode: un motivo decorativo realizzato dall’alternanza di due profili diversi in larghezza.Lo speciale disegno del profilo CZ, applicato a listoni con incastri Maschio / Femmina di testa, permette di ottenere un rivestimento continuo e privo di fughe. I listoni con profilo CZ (dimensioni: 20x136x1.850
mm) sono disponibili sia in MOSO® Bamboo X-treme® che in Bamboo Elegance.Inoltre il pacchetto formato da sottostruttura GRAD® e listone grezzo MOSO® Bamboo X-treme® con profilo
CZ, che crea un rivestimento continuo, è certificato in classe B-s1-d0 di reazione al fuoco (UNI EN 13501-1) senza necessità di impregnazione con sostanze chimiche ritardanti. ✕
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Progress Profiles: tra comfort e rispetto dell’ambiente
Per Progress Profiles il rispetto per l’ambiente è legato “a doppio filo” con l’innovazione, punto cardine dell’azienda: lo dimostra il nuovo Headquarter di Asolo (TV) rinnovato da pochi anni, totalmente alimentato da impianti termoidraulici a energia solare e da un impianto fotovoltaico per oltre 650kw. Tutti i profili, i sistemi e le membrane sono inoltre realizzati e testati secondo i più severi standard del sistema di gestione certificato UNI EN ISO 9001 e ISO 9001:2015. Da molti anni l’azienda ha scelto di utilizzare esclusivamente materiali atossici e acciaio inox, alluminio e ottone di prima qualità, rispettando i requisiti REACH e implementando il sistema di mappatura dei prodotti LEED per l’ottenimento dei crediti GREENTOP.
L’azienda specializzata nella produzione di profili tecnici e decorativi di finitura e sistemi di posa, presenta nuove soluzioni
dal carattere innovativo, prodotte nel pieno rispetto dell’ambiente, che intercettano le tendenze più attuali con l’obiettivo di interpretare al meglio
le necessità del mercato. Tra queste spicca PROSHOWER SYSTEM, ideale per rendere la doccia un vero luogo di comfort. Disponibile nelle
versioni LINEAR o CENTRAL, il sistema brevettato si compone di diversi elementi: la novità, esposta per la prima volta durante Cersaie 2022, è PROSHOWER
BASE L PRO
raccolta con sifone orientabile a 360° e facilmente ispezionabile. La doppia pendenza interna (nel senso della lunghezza e della larghezza) garantisce il corretto deflusso dell’acqua e, insieme alla possibilità di inserire un filtro ferma capelli, assicura salubrità all’ambiente bagno. All’interno del corpo canale sono presenti due basi di appoggio con altezze diverse (quelle al livello inferiore sono 6 mm al di sotto di quelle più alte): la presenza di queste basi di supporto permette, semplicemente ruotando la griglia di 180°, di raggiungere una quota più elevata di 6 mm. Nel kit sono presenti anche piedini alettati dell’altezza complessiva di 17,5 e 27,5
e veloce, anche grazie alla membrana impermeabilizzante PROFOIL PRO, in polietilene elasticizzato, che assicura un’elevata adesione ai rivestimenti, alla griglia di spessore ridotto e alla dima messa a disposizione dei posatori, che garantisce una posa del rivestimento precisa e senza errori.
PROSHOWER BASE L PRO è disponibile anche nella versione con vasca per scarico a parete, così da essere posizionata in modo tale da garantire il deflusso delle acque anche in questo contesto. ✕
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Spark Business District, Milano
Spark Business District è un innovativo complesso architettonico che rientra in un ampio progetto di rigenerazione urbana a destinazione mista che negli ultimi anni ha coinvolto il nuovo quartiere milanese di Santa Giulia, primo quartiere italiano a ricevere la certificazione Leed Neighborhood, situato in posizione strategica nella zona sud della città e collegato ad una rete integra-
ta di importanti infrastrutture –autostrade, tangenziali, metropolitana, stazione ferroviaria AV di Rogoredo e aeroporto internazionale di Linate –. Sviluppati su una superficie totale di circa 52.000 metri quadrati, i due immobili che compongono il complesso, denominati Spark One e Spark Two, sono frutto di un lavoro integrato tra urbanistica, analisi dei flussi, disegno degli spazi ester-
ni e architettura, grazie ad un progetto ideato per creare ambienti in grado di favorire la socialità e donare una nuova identità all’area, ispirandosi ai concetti di comunità, sostenibilità, efficienza e partecipazione
I due edifici dialogano apertamente con il tessuto urbano e con gli spazi circostanti che, accessibili ed utilizzabili, contribuiscono ad aumentare
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il senso di “movimento” e di dinamicità del complesso.
Facciate dalle alte perFormance
Spark Business District è inoltre progettato per rispondere ai più elevati standard di qualità LEED e WELL – Spark One ha ottenuto la certificazione LEED CS Platinum –intercettando le esigenze emerse dopo la pandemia e le tendenze più all’avanguardia in termini di sostenibilità e di risparmio energetico. Si tratta di edifici all’avanguardia dal punto di vista dell’innovazione tecnologica e della sostenibilità, pilastri progettuali che sono alla base del più ampio intervento di rigenerazione di Santa Giulia – Rogoredo, che vogliono accendere la rinascita del quartiere nel segno della trasparenza e della dinamicità.
Una delle richieste progettuali prevedeva l’installazione di facciate continue con vetrate isolan-
ti a controllo solare e ad elevate prestazioni in termini di selettività e di trasmissione luminosa.
Saint-Gobain Italia ha rispettato la richiesta con la posa di sistemi per vetrate a controllo solare COOL-LITE® XTREME 60/28 II e COOL-LITE® SKN 176 II, contraddistinti da altissimi valori di selettività, con un incredibile rapporto tra luce naturale e protezione solare. Entrambi i sistemi rappresentano la soluzione ideale da utilizzare in tutto il territorio italiano, perché offrono un’elevata trasmissione luminosa ed assicurano il massimo comfort termico in tutte le stagioni: in estate i vetri minimizzano il disagio dato dal surriscaldamento mentre in inverno riducono notevolmente le perdite di calore, contribuendo all’abbattimento dei consumi energetici.
La particolare trama che le caratterizza, inoltre, è composta da elementi verticali che determinano suggestivi effetti di luci e riflessi
e che contribuiscono ad assicurare una maggiore protezione solare agli ambienti di lavoro interni.
migliori prestazioni acustiche
Il progetto richiedeva inoltre l’installazione di pareti interne a secco, leggere e performanti, studiate per garantire massime presta-
zioni acustiche, un’elevata resistenza meccanica ed un miglioramento della qualità dell’aria degli ambienti interni.
I sistemi a secco Saint-Gobain Italia realizzati per l’opera sono costituiti da lastre standard Gyproc Wallboard e lastre speciali Gyproc DuraGyp Activ’Air® e Gyproc Habito® Forte, abbinate a pannelli isolanti in lana minerale Isover PAR
4+ e Isover Arena31
Le pareti così assemblate consentono di ridurre notevolmente i tempi di esecuzione e di facilitare il passaggio delle numerose parti impiantistiche, senza gravare staticamente sulle strutture portanti e semplificando le operazioni di stoccaggio e di movimentazione dei materiali in cantiere. ✕
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Le cosiddette Tiny House - tradotto letteralmente le “case minuscole” - sono un concetto architettonico originario degli Stati Uniti, che da qualche tempo sta raccogliendo sempre più consensi. Si tratta di abitazioni di dimensioni contenute, da 8 ai 46 mq, che vengono progettate con grande attenzione alla sostenibilità dei materiali impiegati, a costi ridotti di manutenzione e a un basso consumo energetico. Ideate nei secoli scorsi principalmente come case di caccia o di svago, questi piccoli gioielli di Architettura vengono ora concepiti
come vere e proprie abitazioni. Una Tiny House si sviluppa tipicamente su due piani e i suoi interni offrono tutti i comfort abitativi, grazie anche all’impiego ingegnoso di soluzioni salva-spazio come tavoli a scomparsa, mini-frigoriferi e cucine con contenitori multifunzionali.
Concepire una Tiny House si rivela dunque una sfida particolarmente stimolante: con una attenta progettazione, anche pochi metri quadrati possono diventare ampi, funzionali e vivibili.
A confermarlo è la mini-abitazione situata nel cuore della campagna
Una Tiny House efficiente nel cuore della Baviera
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• FOCUS PRODOTTO•
Schlüter-DITRA-HEAT è una guaina in polipropilene con struttura a sottosquadro rivestita sul retro con tessuto non tessuto.
E‘ un sottofondo universale per rivestimenti in ceramica e pietre naturali, con funzione di separazione, impermeabilizzazione e compensazione della pressione del vapore. La guaina funge, inoltre, da alloggiamento di cavi scaldanti.
Schlüter-DITRA-HEAT-DUO è provvisto sul retro di uno speciale feltro spesso 2 mm per l‘ancoraggio
della colla che favorisce una bassa inerzia termica del sistema ed una riduzione della trasmissione del rumore da calpestio.
Per l’applicazione di DITRA-HEAT si stende uno strato di colla sul sottofondo con una spatola dentata idonea (6 x 6 mm).
Il tessuto/feltro di DITRA-HEAT permette l’ancoraggio della guaina al collante sottostante a letto pieno, consentendo una buona aderenza meccanica.
bavarese, progettata dal falegname e designer Maximilian Stickling. Un involucro di aspetto piuttosto moderno che rispecchia comunque un modo di vivere sostenibile, rinunciando agli sprechi e con particolare attenzione alla salvaguardia del suolo. All’interno dell’abitazione, posta su 2 piani e con grandi vetrate verso la campagna circostante, Maximilian dispone di una cucina completamente attrezzata in soli 3 mq, un’ampia doccia e un’accogliente camera da letto.
Al posto di un classico salotto con divano e poltrone, ha inserito una audace rete tra il pianterreno e il primo piano: una specie di amaca gigante sulla quale si può leggere o guardare la televisione.
Un riscaldamento “green”
Il piano terra di 23 mq e la camera da letto situata al piano superiore vengono riscaldati con Schlüter®-DITRA-HEAT, un riscaldamento elettrico a bassa inerzia termica. La bassa inerzia termica di Schlüter®-DITRA-HEAT permette di riscaldare l’ambiente in poco tempo, potendo accendere il riscaldamento solo in caso di reale necessità, contenendo così i costi di gestione. In aggiunta, non manca nemmeno una tradizionale stufa a legna che grazie al suo focolare a vista rende l’atmosfera nella Tiny House particolarmente accogliente durante le lunghe serate invernali, tipiche al nord delle Alpi. ✕
Per la posa a pavimento della guaina DITRA-HEAT, si può installare il cavo scaldante subito dopo la posa della guaina stessa, rispettando un passo minimo di 9 cm (ogni 3 rilievi ≙ 136 W/m²). Il passo a parete è a scelta tra 6 cm (ogni 2 rilievi ≙ 200 W/m²) e 9 cm (ogni 3 rilievi ≙ 136 W/ m²). E’ possibile posare a colla il pavimento direttamente su DITRA-
HEAT rispettando le norme vigenti. L’adesivo garantisce un perfetto ancoraggio grazie alle struttura a rilievi sagomati delle quali è dotata la guaina DITRA-HEAT.
Nelle aree in cui occorre, è possibile creare un’impermeabilizzazione certificata con l’utilizzo di DITRAHEAT / -HEAT-DUO.
Con il tester Schlüter-DITRAHEAT-E-CT si può effettuare la
misurazione della resistenza dei cavi DITRA-HEAT-E-HK e dei sensori a distanza forniti con i termostati DITRA-HEAT-E. Il tester può rimanere collegato per tutta la fase d’installazione sorvegliando così in maniera costante l’integrità e la corretta resistenza del cavo scaldante.
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Spesso l’utilizzo intelligente di materiali e tecnologie permette di realizzare progetti di qualità ed eleganza, con un occhio alla sostenibilità ambientale. Ne è un esempio la ristrutturazione con riqualificazione energetica che ha riguardato una storica villa nella provincia di Venezia.
Costruita tra il 1920 e il 1922, la villa è stata parzialmente distrutta dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale e poi ricostruita. La ristrutturazione più recente, soggetta ai vincoli del Codice dei beni culturali, ha riguardato diverse aree della casa e il recupero di una copertura esterna adibita a splendi-
da terrazza abitabile.
Il recupero della terrazza
L’intervento è iniziato con la rimozione degli strati di guaina esistenti e la pulizia delle superfici sottostanti per eliminare i residui di colle e ade-
Recuperare l’outdoor in ottica sostenibile
sivi. È stato quindi eseguito l’isolamento e il rifacimento della guaina impermeabilizzante.
Per ottenere una superficie di calpestio piana sono stati selezionati i prodotti Pedestal Line di Impertek: 300 supporti Balance Pro con il sistema di teste Cross e 80 metri lineari di magatello Mini Rail.
I progettisti e i posatori hanno apprezzato le performance e la facilità d’installazione di Rail System, il sistema Impertek composto da supporti regolabili in altezza su cui poggiano i magatelli in alluminio Rail. Il supporto, con la testa apposita per l’aggancio veloce del magatello Mini Rail dà la possibilità di aggancia-
re in maniera rapida e semplice (e senza l’utilizzo di ulteriori strumenti come viti) il magatello. Un ulteriore vantaggio di questo sistema - oltre alla stabilità e sicurezza di posa - è la possibilità di unire i vari magatelli con un innesto apposito e di creare una doppia struttura di magatelli con la
Quotidianamente... www.MaterialiCasa.it
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clip doppia orditura.
SoStenIbIlItà ambIentale
Riqualificazione dell’esistente, circolarità e sostenibilità sono aspetti che si ritrovano in questo intervento di ristrutturazione.
L’obiettivo del progetto è stato quello di fornire al committente una storica dimora dal basso consumo energetico e sostenibile grazie a nuovi serramenti ad alta prestazione termica, alla realizzazione di contropareti interne per coibentazione, alla sostituzione della caldaia con un
nuovo impianto dotato di caldaia a condensazione ad alto rendimento e all’installazione di supporti Pedestal Line di Impertek prodotti con plastiche riciclate e nuovamente riciclabili.
A tal proposito, la scelta di realizza-
re un pavimento sopraelevato permette nel tempo l’assorbimento delle dilatazioni dovute alle escursioni termiche e favorisce un miglior isolamento termico degli ambienti sottostanti.
FOCUS PRODOTTO
Rail System e la famiglia Balance Pro fanno parte di Pedestal Line, il sistema modulare di supporti e accessori per pavimenti sopraelevati capace di evolversi in base alle esigenze di progettazione, di semplificare acquisto e stoccaggio dei prodotti e di adattarsi alle problematiche della posa direttamente in cantiere. Il supporto Balance Pro consente di coprire altezze dai 25 ai 1025 mm, solo sei referenze per raggiungere l’altezza desiderata, qualunque essa sia. Rail System, invece, permette di creare pavimentazioni sopraelevate con decking e finiture superiori di diverso tipo, anche lastre in ceramica di grandi dimensioni. Tutta la gamma di supporti e accessori Pedestal Line è 100% riciclabile, infatti Impertek, già da molti anni, segue un modello di produzione volto all’economia circolare in cui dare nuova vita ai materiali di scarto o giunti alla loro fase finale.
LATICRETE®, UN’EDILIZIA SOSTENIBILE
È la prima azienda in possesso della certificazione Greenguard e garantisce una produzione sostenibile e il rispetto dei criteri etici e ambientali
LATICRETE®, gruppo statunitense presente capillarmente in tutto il mondo, sta conoscendo un importante sviluppo sul mercato europeo. Grazie a un approccio sempre più innovation driven, LATICRETE continua a promuovere le sue attività di R&D, sviluppando soluzioni e sistemi di posa per ogni tipo di esigenza specifica, conosciuti e consolidati sul mercato americano, che ormai da qualche anno stanno affermandosi nel settore delle costruzioni anche in Europa.
Il quartiere generale di LATICRETE Europa è a Castelnuovo Rangone (MO), nel cuore del
comprensorio sassolese dell’industria ceramica, da qui partono tutte le principali innovazioni per il mercato continentale che sempre più orientano il focus sulla compenetrazione tra performance e sostenibilità: affidarsi a LATICRETE, infatti, significa ottenere prestazioni garantite e di conseguenza aumentare la produttività di processo e di prodotto.
Importanti obiettivi di sostenibilità riguardano la riduzione degli sprechi e il risparmio energetico attraverso l’offerta di prodotti ad alte prestazioni e lunga durata e l’utilizzo delle più recenti tecnologie a bassa emissione e
rispettose dell’ambiente.
Le soluzioni LATICRETE rispondono a requisiti qualitativi molto stringenti che garantiscono i risultati anche nel lungo periodo, sostenendo le esigenze della bioedilizia
Da sempre attenta alla ricaduta ambientale della sua produzione, LATICRETE ha scelto di armonizzare la sua produzione in chiave innovativa, sostenibile, sicura e trasparente. Un percorso che ha permesso all’azienda di conseguire importanti certificazioni per i suoi prodotti: • GREENGUARD: In qualità di
primo produttore di sistemi di posa di piastrelle e pietra con la certificazione GREENGUARD Environmental Institute, LATICRETE offre prodotti testati e certificati in modo indipendente secondo i più elevati standard “green” a bassa emissione VOC sia nell’edilizia commerciale che residenziale. Le certificazioni GREENGUARD e GEV EMICODE garantiscono che i sistemi LATICRETE specificati soddisfino gli standard di qualità dell’aria interna appropriati per i composti organici volatili (COV), garantendo una qualità dell’aria interna sana e sicura.
• LEED di efficienza energetica sostenibile per una migliore qualità di vita dei suoi uffici.
LATICRETE fornisce Dichiarazioni Ambientali di Prodotto specifiche che documentano in modo trasparente, gli impatti sull’ambiente e sull’efficienza energetica, dei prodotti durante il loro ciclo di vita. Inoltre, centinaia di posti di lavoro nel mondo hanno ottenuto crediti LEED utilizzando i sistemi LATICRETE.
La famiglia Rothberg che ha fondato e da 65 anni gestisce LATICRETE è da sempre convinta dell’efficacia di promuovere una politica etica, anche al suo interno, tutelando l’aspetto umano dei rapporti interpersonali e promuovendo una vision di crescita attraverso la collaborazione, sperimentando divertendosi. In armonia con quanto prevedono i Criteri
ESG (Enviromental, Social, Governance) che valutano la sostenibilità e la responsabilità aziendale, anche in base al modo in cui impresa tratta le persone e alle condizioni lavoro (Social) e alla gestione delle emissioni e dei rifiuti (criterio Ambientale).
Non di secondaria importanza l’attenzione dell’azienda verso i prodotti friendly-user: attraverso le sue soluzioni che combinano prestazioni avanzate e facilità di utilizzo, LATICRETE si impegna a promuovere la sostenibilità attraverso un approccio di attenzione alla salute e alla sicurezza della forza lavoro, per migliorare l’impatto sociale e ridurre gli effetti negativi dell’edilizia sulla salute dell’ambiente e delle persone coinvolte.
FORMAZIONE PER TUTTA LA FILIERA DELLA PIASTRELLATURA CERAMICA
Assoposa garantisce la formazione e la qualificazione dei tecnici, dei venditori interni alla sala mostra e del posatore di piastrellature ceramiche. La posa qualificata valorizza il tuo prodotto ed evita problemi futuri.
ORGANIZZIAMO: Formazione per Posatori di Piastrellature Ceramiche, Formazione per Tecnici di Cantiere, Formazione per Addetti di Sala Mostra, Dimostrazioni di Posa per Progettisti
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