Oltre lo Specchio

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Indice: Introduzione .................................................................................... pag. 5 Il “teatro dello specchio” di Pirandello ......................................... pag. 7 La distorsione della visuale del proprio corpo ............................ pag. 8 The eating disorders ....................................................................... pag. 10 I neuroni specchio dell’Autismo .................................................. pag. 12 Sitografia/Bibliografia ................................................................... pag. 16



Introduzione: L’ispirazione per questa tesina è nata durante un piovoso pomeriggio di marzo, mentre facevo compagnia al mio nipotino durante la visione del cartone animato di “Biancaneve e i sette nani” Immagino che ognuno di voi ricordi perfettamente la domanda che la Regina cattiva della favola di Biancaneve, rivolge quotidianamente al suo specchio animato e che recita così: «Specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?». Ebbene, se a questa domanda lo specchio si fosse limitato a rispondere ogni volta: «Signora, voi siete la più bella di tutte!», la storia, così come noi la conosciamo, non avrebbe mai avuto luogo e la Signora avrebbe continuato a condurre la sua vita serenamente tra le mura del suo castello. E invece lo specchio, un bel giorno, pone la perfida Regina di fronte ad un’atroce verità rivelandole che: «Al mondo una fanciulla c’è, vestita sol di stracci, poverina, ma ahimè, assai più bella di te!».

Gli altri, secondo quanto ci insegna questa storia, sono dunque metafora di uno specchio che riflette la nostra più sordida e sotterranea immagine, con lo scopo di farsaltare la maschera dietro cui si cela la scomoda verità di noi stessi, portandola allo scoperto. 5


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Letteratura: Il “teatro dello specchio” di Pirandello Ed è appunto questo che accade nel teatro di Pirandello, mettendo in scena il dramma del “vedersi vivere”. Tra vivere e vedersi vivere vi è, secondo Pirandello, opposizione radicale. Chi vive, quando vive, non si vede, vive puramente e semplicemente. Chi, invece, vede la propria vita, è segno che non la vive più, ma la subisce, la trascina come un peso. Vedere la propria vita è, perciò, uscirne fuori. Gli attori seduti tra gli spettatori entrano dalla platea, ed iniziano a recitare;oppure interagiscono con altri attori, che recitano la parte degli spettatori. Pirandello vuole così dare, a colore che assistono alla rappresentazione, l'idea che siano essi stessi gli attori, facendo sì che siano proprio questi a chiedersi se a recitare siano loro stessi, magari tutti i giorni, a loro insaputa. E’ attraverso questa metodologia che Pirandello introduce il concetto che vede il teatro come realtà e la quotidianità come finzione.

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Psicologia: La distorsione della visuale del proprio corpo Come ci vediamo allo specchio assume un ruolo fondamentale nella nostra società. Tutti noi sappiamo quanto il modello di perfezione proposto dai mass media sia irraggiungibile, e siamo anche consapevoli della differenza tra modello e realtà, eppure siamo così esposti e bombardati da questi messaggi, che una parte di noi è inconsapevolmente convinta che per essere soddisfatti occorre essere accettati da tutti, e che per essere così universalmente accettati sia fondamentale avere un involucro, il nostro corpo, più che gradevole, vale a dire essenzialmente magro e senza difetti evidenti. Non a caso assistiamo ad una crescita del ricorso alla chirurgia estetica, anche in età giovanissima, e con il pieno appoggio dei genitori. assistiamo ad una corsa ossessiva alla perfezione. Spesso il ritocco è anche un modo per andare alla ricerca del proprio vero sé, in persone che sentono di non essere pienamente identificate con il proprio corpo. L’immagine che abbiamo del nostro corpo si evolve nel tempo, destrutturandosi e ristrutturandosi continuamente in rapporto sia allo sviluppo, sia alle esperienze personali e sociali dell’individuo. L’immagine corporea è “quel quadro del nostro corpo che formiamo nella nostra mente, ossia il modo in cui il nostro corpo appare a noi stessi.” Da questo nascono i cosiddetti “disturbi alimentari psicogeni”, che sono problematiche di origine prevalentemente psicologico, che comportano una serie complicazioni fisiche. Sono condizioni complesse che si focalizzano sugli aspetti cibo/alimentazione, peso ed immagine del corpo. Chi soffre di un disturbo del comportamento alimentare valuta se stesso principalmente attraverso il corpo, il peso e la sua alimentazione, dando meno importanza alla famiglia, al lavoro, agli amici, agli hobby, ecc. Tende inoltre a confrontare il proprio corpo con quello degli altri, specie con modelli imposti dai media o con amici che hanno una costituzione diversa dalla propria.

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Queste persone non hanno ancora ben acquisito quel senso di identificazione in sé. Ma hanno la continua sensazione che la loro unità mente-corpo, così com’è non vada, in loro qualcosa non quadra. Il rischio è quello di sviluppare comportamenti di evitamento sociale o di eccessivo controllo. La paura del confronto e del giudizio porta alcune persone a chiudersi sempre di più in un mondo fatto di diete restrittive e controlli eccessivi allo specchio. I fattori psicologici che la persona presenta sono: • Bassa autostima, • perfezionismo, • depressione, • ansia, • angoscia, • rabbia, • senso di vuoto interiore, • senso di solitudine, mancanza di speranza, • inadeguatezza, • senso di mancanza di controllo sulla propria vita. Questa dimensione psicopatologica è molto frequente sia nell’anoressia che nella bulimia nervosa, ed è quindi fondamentale riuscire ad identificarla correttamente ed intervenire il più precocemente possibile per prevenirne lo sviluppo e la loro gravità. La terapia deve occuparsi principalmente della costruzione dell’identità; ciò significa essenzialmente consapevolezza di sé, degli aspetti più accettabili e di quelli meno della propria storia, delle proprie rinunce, delle proprie scelte qualsiasi siano state.

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Inglese: The eating disorders:

Anorexia nervosa:

Anorexia nervosa in an eating disorder characterized by a loss of the original body weight and a refusal to maintain a normal weight. People have an intense fear of becoming fat, a distorted body image and irregular menstrual cycle in girls.The main signs of anorexia are: • severe diets, • food rituals, • fear of becoming fat, • fear of food, • rigid exercise regimes, • dressing in large, • use of laxatives and diets. Family doctor can diagnose anorexia, but the person may be referred to a specialist in eating disorder or to a specific centre with specialists such as psychiatrists, psychologists and dietitians. In extreme cases a person may need to stay in hospital to have the necessary psychological support. 10


Bulimia:

People with bulimia are obsessed with calories and dieting. They appear secure but underneath they feel vulnerable.

Whenever they feel angry, sad, depressed ecc. they resort to bingeing, which is followed by feelings of self disgust and they may take large quantities of laxatives inducing vomiting. They also may harm their bodies by little cuts to punish themselves after bingeing. They may be addicted to exercise. They are terrified by idea of being discovered so they can reject them. The first person who discovers a bulimic is usually the dentist because he knows the condition of the teeth ruined by gastric acids caused by induced vomiting. Bulimia is more easily kept a secret than anorexia because bulimic people have a normal weight. People with bulimia want to change their condition but they are frightened of the consequences.

Binge-eating:

Binge-eating is similar to bulimia but the difference is that there are no compensatory mechanisms like induced vomiting, laxatives and rigid exercises regimes. So the person is overweight. 11


Cultura medico-sanitaria: I neuroni specchio dell’Autismo La recente scoperta dei neuroni specchio è stata una sorta di rivoluzione nel campo delle neuroscienze. “I neuroni specchio sembrano essere per la psicologia quello che il DNA è per la biologia”. A scoprire i neuroni specchio è stato Giacomo Rizzolatti, direttore del Dipartimento di neuroscienze dell'Università di Parma, negli anni 90 studiando il sistema motorio dei macachi. La scoperta è avvenuta grazie allo studio di una zona della corteccia cerebrale, l’area cosiddetta premotoria. Gli studiosi avevano collocato degli elettrodi nella corteccia di un macaco per studiare i movimenti della mano. Durante gli esperimenti registravano il comportamento del cervello della scimmia mentre le si porgeva del cibo. Sembra che, mentre uno sperimentatore colto da improvviso appetito, prendeva una banana dal cesto di frutta preparato per la scimmia, alcuni neuroni dell’animale che osservava la scena reagivano. Come poteva essere accaduto questo, se la scimmia era rimasta ferma? Fino ad allora si pensava che quei neuroni si attivassero soltanto se l’animale si muoveva! In un primo momento gli sperimentatori pensarono si trattasse di un guasto nella strumentazione, ma le reazioni si ripetevano ogni volta che il macaco vedeva l’uomo acchiappare il cibo.

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Dalle ricerche si è capito che i neuroni specchio sono cellule cerebrali nella corteccia premotoria che si attivano sia quando compiamo una determinata azione, sia quando vediamo qualcun altro che la compie. In questo modo, i neuroni specchio ci permettono di capire immediatamente che cosa sta facendo o provando chi ci sta di fronte, senza che sia necessario fare un ragionamento complesso. Inoltre, preparano il nostro sistema nervoso a imitare le azioni degli altri e ad entrare in empatia con i nostri interlocutori. Basti pensare che fin dalla prima infanzia "intuiamo" le emozioni delle persone che ci circondano: il bambino capisce di aver causato l'ira di un genitore e il neonato risponde ai sorrisidella madre. Sotto certi aspetti, la comprensione delle emozioni altrui non avviene a livello di coscienza, ma ad un livello più "istintivo" e immediato. Per cui il sistema-specchio sembra essere alla base dell’empatia e dei meccanismi di socializzazione. Senza il sistema-specchio probabilmente non esisterebbe la società, ma solo individui isolati. Potrebbe anche trattarsi di un sistema di apprendimento globale. E’facile intuire che i neuroni-specchio, riconoscendo i gesti altrui come propri, consentono l’apprendimento per imitazione e la conoscenza di sé: può sembrare strano, ma l’uomo non è in grado, da solo, di costruirsi un’immagine del proprio io. Noi ci vediamo e ci riconosciamo attraverso l’immagine che gli altri ci rinviano. Se un uomo vivesse tutta la sua esistenza in un’isola deserta, avrebbe spaventosi problemi di identità. Insomma, gli altri sono il nostro specchio. Apprendendo dagli altri, impariamo anche a conoscere noi stessi.

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Negli ultimi dieci anni, varie ricerche hanno confermato che una disfunzione del sistema dei neuroni specchio può causare alcuni sintomi dell'autismo. Esistono diverse teorie che illustrano alcune delle possibili cause di questa psicosi: • La teoria di Kanner : oramai scartata da tempo, chiamata anche “ipotesi della madre frigorifero” a cui veniva attribuito I'origine della malattia a un ambiente familiare inadeguato, in particolare alle madri fredde e distaccate nei confronti dei loro figli. • Teorie genetiche: sono stati identificati tre geni responsabili, infatti in una stessa famiglia si possono presentare più soggetti affetti da questa patologia. • Teorie immunologiche: dovuto a incompatibilità tra madre e feto. • Teorie perinatali: dovuto all’assunzione di farmaci in gravidanza e a emorragie materne dopo il primo trimestre. • Teorie alimentare: dovuto a sostanze come pesticidi. • Teorie biochimiche: dovuto a livelli di serotonina elevati. In questa sede prenderemo in esame le teorie più recenti riguardanti la nuova teoria dei neuroni specchio: Per dimostrare una disfunzione dei neuroni specchio nei bambini autistici questi studiosi controllarono l’attività delle cellule nervose sottoponendo questi soggetti all’elettroencefalogramma. Questo strumento misura “l’onda mu” che è bloccata ogni volta che una persona compie un movimento muscolare volontario, ma anche quando osserva un altro compiere la stessa azione. I primi studi avevano mostrato che “l’onda mu” era bloccata quando eseguiva un movimento volontario. Ma quando il soggetto osservava un altro compiere quell’azione la soppressione non avveniva. Le conclusioni furono che il sistema di comando motorio del soggetto era intatto, ma che al contrario era insufficiente il suo sistema dei neuroni specchio. Quindi un malfunzionamento i neuroni specchio potrebbe spiegare questa particolare psicosi.

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Sitografia: http://www.quartaparetepress.it/index.php/2012/02/03/pirandello-e-il-teatro-dello-specchio/ http://www.atuttascuola.it/collaborazione/nicola/luigi_pirandello.htm http://doc.studenti.it/appunti/italiano/teatro-pirandelliano.html http://www.ipsiamoretto.it/utenti/azzani/public_html/92935ei/relazioni_5ei_93/pirandello.pdf http://www.psicoclinica.it/i-disturbi-alimentari-l-obesita-e-l-immagine-del-corpo.html http://www.psicocitta.it/articoli-psicologi/136-disordini-alimentari-anoressia-bulimia-binge-eating-disorder. php http://www.neuroscienzeanemos.it/component/k2/item/12-neuroni-specchio-e-autismo#scoperta http://www.neuroscienzeanemos.it/component/k2/item/12-neuroni-specchio-e-autismo http://autismo.inews.it/articoliscientifici/SpecchiInfranti.pdf http://www.fondazioneares.com/uploads/media/Oberman_-_neuroni_specchio_02.pdf http://www.moebiusonline.eu/fuorionda/audio/Rizzolatti_lungo.mp3 http://www.francoangeli.it/Riviste/Scheda_Rivista.aspx?IDarticolo=27466

Bibliografia: Testo scolastico "Close up on new community life" - Francesca Cilloni e Daniela Reverberi Testo scolastico "Competenze di cultura medico-sanitaria" - Riccardo Tortora Testo scolastico "LM 2. Letteratura modulare. Il Novecento" - Marta Sambugar e Gabriella SalĂ

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