Focus storia

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SCOPRIRE IL PAS SSATO, CAPIRE IL PRESENTE

n° 119 OLIMPIADI

MENSILE – Austria, Belgio, Francia, Lussemburgo, Portogallo, Spagna € 8 - Germania € 11,50 - Svizzera CHF 10,80 - Svizzera Canton Ticino CHF 10,40 - Canada CAD 11,50 - USA $ 11,50

Gli eroi italiani ai Giochi del secolo scorso

PIONIERI Dai Romani ai palombari, alla conquista degli abissi

NAZISMO Colonia Dignidad: gli orrori nella comune tedesca in Cile

BABILONIA, SAMARCANDA, ALESSANDRIA E LE ALTRE CHE NON TI ASPETTI

SETTEMBRE 2016 € 4,90 in Italia

Sped. in A.P. - D.L. 353/03 art.1, comma 1, DCB Verona

SESSO E POTERE

GUERRA FREDDA

NATURA E CIVILTÀ

VITA E AMANTI DELLA CORTIGIANA PIÙ FAMOSA NELL’ATENE CLASSICA

60 ANNI FA I CARRI SOVIETICI INVADEVANO L’UNGHERIA RIBELLE

10 ANIMALI CHE CI HANNO CAMBIATO LA VITA, DAL CAVALLO ALLA ZANZARA



119 settembre 2016

focusstoria.it

Storia IN PIÙ...

C

PEERSONNAGGI 14 Escort d’epoca Vita e amori di Frine.

A 18 10NATURAanimali

che ci hanno cambiato la vita

Le piramidi precolombiane, in Messico.

GETTY IMAGES

i sono Chan Chan e Timbuctù, Petra e Taxila, e naturalmente Samarcanda, Aquisgrana e Babilonia. Ma tra le capitali che per un certo periodo – anni, decenni o addirittura secoli – guidarono i destini dei popoli, ne spicca una, minuscola e periferica, che, quasi suo malgrado, raccolse il testimone dell’antica Roma. Sorgeva nel nord della Francia, oggi è chiamata Soissons, e quando nel 476 l’imperatore Romolo Augustolo fu deposto da Odoacre, si trovò a essere l’ultima ridotta dell’Urbe. Divenne per qualche anno una capitale involontaria, l’unica d’Occidente dove ancora si viveva secondo le tradizioni dei Sette colli, con un senato e una zecca a imitazione di Roma e il riconoscimento, sia pure soltanto platonico, dell’imperatore di Bisanzio. Non durò a lungo: nel 485 i Franchi la spazzarono via e la cittadina fece la fine che avrebbero fatto tante altre più importanti di lei: dimenticate, perdute, riscoperte dagli archeologi. E rievocate in questo numero di Focus Storia.

CAPITALI PERDUTE 36

La vera Babele Babilonia, una metropoli nella Mesopotamia di 2.500 anni fa.

42

Rasa al suolo Prima di scontrarsi con Roma, Cartagine fu la superpotenza mediterranea.

46 L’ultima Roma A Soissons, in Francia, l’estremo baluardo dell’Impero d’Occidente.

50

Qui viveva Carlo Magno Aquisgrana, il cuore del potere carolingio al centro dell’Europa.

55

Jacopo Loredan direttore

La regina dell’Hansa Dal ’300 al ’500, l’età d’oro di Lubecca, signora dei mari nordici.

56 La Venezia degli Aztechi

RUBRICHE 4 LA PAGINA DEI LETTORI 6 NOVITÀ & SCOPERTE

Tenochtitlán, la capitale precolombiana sepolta sotto Città del Messico.

60 Sulla via della seta

8 TRAPASSATI ALLA STORIA 9 AGENDA

Oggi sperduta in Uzbekistan, Samarcanda fu la gloria di Tamerlano.

10 MICROSTORIA

66 Richmond

12 TECNOVINTAGE 13 SCIENZA E SCIENZIATI

Se avessero vinto i sudisti la Guerra di secessione, sarebbe la capitale Usa.

68

76 DOMANDE & RISPOSTE 78 PITTORACCONTI 114 FLASHBACK

CI TROOVI ANNCHE SUU:

La perla del Mediterraneo Come, all’inizio del ’900, Alessandria d’Egitto tornò a splendere. In copertina: ricostruzione del faro di Alessandria d’Egitto. SEQUANA MEDIA

Dal cavallo alla zanzara.

PO LIBERO 22 TEInEMgita sulla vetta Trekking d’altri tempi.

NOVECEENTO 26 Colonia Indegnità La comune degli orrori.

ONI 74 LeINNVENZIO ultime

parole famose Tecnoprofezie sbagliate.

SOOCIETÀÀ 80 Professione balia Una figura scomparsa.

ESSPLORAA ZIONI 84 Abissi conquistati Gli antenati del diving.

STTORIE D’ITALIAA 88 Atleti tricolori

Eroi olimpici italiani.

ERREE 94 6GUUbatoste romane Sconfitte da legionari.

ANDI TEMI 98 IGRRfatti del 1956 I carri armati sovietici in Ungheria, 60 anni fa.

PIIONIERRI 104 Un egittologo

a Torino

Schiaparelli, il padre del Museo Egizio.

NOV O ECEENTO 106 Sulle strade della

Mille Miglia

La gara automobilistica dal 1927 al 1957. 3


Inviateci opinioni, idee, proposte, critiche. Pubblicheremo le più interessanti oltre a una selezione dei commenti alla nostra pagina Facebook (www.facebook.com/FocusStoria). Scrivete a Focus Storia, via Battistotti Sassi 11/a, 20133 Milano o all’e-mail redazione@focusstoria.it

turno riescono in questo modo a narcotizzarlo. Enzo Terzuoli, Monteriggioni (Siena)

Ricordi delle colonie 1

Esplorando l’Egitto Sono un appassionato di antico Egitto e volevo farvi i complimenti per lo splendido servizio comparso sul n° 118: se possibile, fatene altri su questo tema, vista l’oggettiva difficoltà a recarsi nella terra dei faraoni di questi tempi. Mario Russomanno

Segnaliamo volentieri all’attenzione dei tanti lettori che ci hanno chiesto approfondimenti sulla storia egizia dopo la pubblicazione di Focus Storia n° 118, il blog Djed Medu, dell’egittologo Mattia Mancini: https:// djedmedu.wordpress.com/, intervistato da Maria Leonarda Leone per l’articolo su Nefertiti a pag. 32 del n° 118.

Lo sapevate che il caffè... Vorrei citare qualche curiosità sul caffè: Giuseppe Garibaldi poteva accontentarsi per pranzo di pane e cipolla (come detto anche nel musical Rinaldo in campo), ma non rinunciava mai al caffè; come Tashunka Huitcho o Cavallo Pazzo che rifiutava di adottare le abitudini alimentari dei bianchi eccetto questa; infine nel romanzo Tarzan e il leone d’oro scopriamo che anche l’uomo-scimmia, che continua a preferire la carne cruda della sua giovinezza, apprezza però il caffè, tanto che i nemici di 4

Ho molto apprezzato l’articolo sulle colonie estive. Essendo nato nel 1971, pur non facendo parte di una famiglia non abbiente ho frequentato da bambino una colonia gestita dalla Chiesa. L’articolo mi ha fatto tornare in mente come l’Italia e gli italiani siano stati fatti anche da fenomeni di aggregazione di massa. Vorrei pertanto suggerirvi, sempre che non lo abbiate già in mente, un articolo sull’altro, non meno importante, fenomeno di aggregazione di massa che fu la “naja” o servizio militare che dir si voglia. Passando da guerre di conquista o di difesa, “calde” o “fredde” che siano state, per generazioni e per milioni di maschi italiani è stato lo spartiacque tra l’adolescenza e l’età adulta. Roberto Guerrini, San Canzian d’Isonzo (Gorizia)

Ricordi delle colonie 2 Poi la domenica si aspettava, forse, la visita dei genitori... Per venire da Milano non c’era l’autostrada, nostro padre prendeva la sua Vespa GS, metteva in mezzo alle gambe una latta di miscela (non c’erano molti distributori), e alle 8 e mezza era a Cesenatico. L’esperienza della colonia per noi è stata molto positiva e siamo felici di averla vissuta. Umberto Borroni

Dalla nipote di Tiberio Su Focus Storia n° 117 di luglio è apparsa una lettera a firma Nicola Tucci in cui si parla dello scienziato italiano Vincenzo Tiberio e della sua scoperta della penicillina avvenuta nel 1896. Vincenzo Tiberio è mio nonno. Da anni mi batto per dargli una giusta collocazione

nella storia della medicina [...]. Purtroppo tante scoperte sono state fatte da italiani, ma non ne viene riconosciuta la priorità: il radar scoperto da mio zio Ugo Tiberio, i profumi approdati a Parigi con Caterina de’ Medici e divenuti poi francesi; il telefono inventato da Meucci; le cefalosporine scoperte dal sardo Borotzu; il pianoforte già in uso alla corte dei Medici; la trasmissione della malaria a opera della zanzara anofele studiata da G. B. Grassi; l’inibizione della riproduzione cellulare da parte di Armando Zuppa (mio padre); Nobile, che per primo raggiunse il Polo Nord e infine Domenico Zuppa (altro mio nonno), figura di rilievo nel rivendicare i diritti dei medici condotti fondando l’Associazione medici condotti italiani. Anna Zuppa Covelli, Napoli

Aggiungiamo a questa lista il motore a scoppio di Eugenio Barsanti (1821-1864) e la lampadina a incandescenza di Alessandro Cruto (1847-1908).

Tanto per fare un paio di esempi; ma ce ne sono molti altri, di cui ci occuperemo.

La Scuola salernitana Ho mio malgrado riacquistato Focus Storia lo scorso mese. Mi ero ripromesso di non farlo più quando alcuni anni fa lessi un articolo sulle Repubbliche Marinare dove si umiliava Amalfi relegandola a un ruolo praticamente insignificante rispetto alle tre più blasonate. Apro il numero 115 e scopro un lungo dossier sulla storia della medicina. Ci risiamo. Nelle primissime pagine un intrigante trafiletto di poche parole sembra annunciare nel prosieguo un approfondimento alla più blasonata e innovativa scuola medica medievale, cioè la Scuola salernitana, precorritrice delle moderne università. Invece niente, nessuna parola sulla mitica prima medichessa Trotula, sull’enigmatico Costantino l’Africano o sul grande medico e politico Giovanni da Procida, ispiratore dei Vespri Siciliani. Personaggi che hanno fatto


Era mio padre? Vi scrivo relativamente all’articolo fotografico “Censura” pubblicato sul numero 117. Sono convinta che la foto pubblicata a pagina 18 (a lato) ritragga mio padre (ormai da tempo deceduto). Rivederlo in una fase della sua vita, di cui ben poco conosco, mi ha provocato forti emozioni. Vi chiedo come possa verificare e approfondire questa mia scoperta. Fiorella Ferrarii

LUCA ZANETTI/LAIF/CONTRASTO

ISTITUTO LUCE/CONTRASTO/MOSTRA WAR IS OVER!

Verificare che si tratti proprio di suo padre è pressoché impossibile, temiamo. Possiamo infatti soltanto risalire all’anno della foto, che è il 1942. Forse però qualche lettore può aiutarla.

la storia della medicina medievale e non solo. Nel dossier si alternano invece facezie varie su improbabili cure mediche, sul solito esempio settentrionale da ammirare: l’ospedale Ca’ Granda di Milano, su varie scuole di notoria importanza. Mi sarei almeno aspettato un accenno alla scuola medica napoletana, che tanto deve anche alla Salernitana, ma la speranza è stata vana. La storia del Meridione d’Italia deve essere dimenticata. Questo è l’imperativo della storiografia ufficiale degli ultimi 155 anni e voi continuate a restare rigorosamente allineati.

Il numero in questione (115) non era dedicato alla storia della medicina, ma agli “errori e orrori” delle cure del passato. Peraltro al lettore sono sfuggiti diversi nostri articoli interamente dedicati alla Scuola salernitana (citata nel n° 115 come parte essenziale della storia medica). Il più recente, di 4 pagine, è uscito nel n° 98 di Focus Storia. Inoltre ci siamo occupati spesso del Regno delle Due Sicilie con copertine e articoli (tra cui quelli di Gigi Di Fiore, noto meridionalista).

Gianluca Socci

Vi scrivo per chiedere se è possibile dedicare un articolo ai prigionieri fatti dagli inglesi in Africa nella Seconda guerra mondiale. La mia richiesta è motivata dal fatto che le uniche informazioni, peraltro molto frammentarie, sono quelle avute da mio padre che ha vissuto quell’esperienza. Chissà perché nessuno ne ha mai parlato e ne parla mai? Eppure 10.000 soldati italiani vennero fatti prigionieri dagli inglesi in Libia e portati, dopo un’odissea infinita, in campi di concentramento in India e precisamente a Bombay, l’attuale Mumbai, ridotti quasi in schiavitù e costretti a subire ogni tipo di sopruso, fisico e mentale. Forse perché gli inglesi poi hanno vinto? Mio padre, Giuseppe Botturi, classe 1917 e morto nel 1989, tra militare di leva, guerra e prigionia, è stato via 9 anni (2 da militare in Africa e

Tra Asmara e Massaua La ferrovia Massaua-Asmara è assente dall’articolo “Tutti in vettura” del n° 117 dedicato alla ferrovia nei luoghi esotici di altri tempi. È una grave lacuna. Dovete rimediare dedicandole un articolo apposito. Andrea Cantù, Bernareggio (Monza Brianza)

Abbiamo dedicato un servizio fotografico alle eredità italiane in Eritrea in Focus Storia n° 108, nel quale era pubblicata una bella foto della linea Massaua-Asmara, costruita tra il 1887 e il 1932, che riproduciamo a sinistra.

Prigionieri degli inglesi

7 da prigioniero in India). Mi piacerebbe rendere giustizia a questi soldati italiani, persone che partite a 19/20 anni sono ritornate a quasi 30. Tra l’altro non si è mai saputo quando esattamente questi 10.000 prigionieri siano stati fatti rientrare in patria. Penso sia un pezzo di storia italiana che meriti attenzione. Sergio Botturi

L’eccidio di Meina Vi scrivo in merito allo speciale dedicato alle Storie d’Italia. Vorrei contribuire con una vicenda che non mi pare di aver mai letto su Focus Storia. Il fatto risale alla Seconda guerra mondiale e ha per sfondo il Lago Maggiore, in particolare Meina, sulla sponda piemontese. Qui, dopo l’8 settembre 1943, avvenne il primo eccidio nazifascista. L’episodio è legato all’occupazione della provincia di Novara da parte delle forze tedesche e in particolare delle Ss, avvenuta appunto dopo la notizia dell’Armistizio firmato da Badoglio. Il loro comando si installò a Baveno, sempre sul Lago Maggiore, in un grande hotel, il Beaurivage. In un altro albergo, a Meina (oggi non più esistente) vivevano, sfollati, alcuni ebrei (ma non solo) provenienti dall’estero (Grecia in particolare), ma anche da zone bombardate dagli Alleati. Tra i vari rastrellamenti di ebrei avvenuti nelle cittadine lacustri e nelle valli circostanti, il più grave ebbe luogo all’albergo Meina,

gestito da una famiglia ebrea originaria della Turchia. Dopo una settimana gli ebrei sequestrati nell’albergo furono uccisi: a gruppi, morirono nella notte tra il 22 e il 23 settembre 1943. I corpi delle vittime furono gettati (alcuni ancora vivi) nelle acque del lago, dalle quali riemersero qualche giorno dopo. A questo tragico episodio ha dedicato un film (girato in un grande albergo di Baveno) Carlo Lizzani, nel 2007, intitolato Hotel Meina. In tutto, nelle località lacustri quell’autunno morirono almeno 57 ebrei. Una strage che alcuni chiamano “Olocausto del Lago Maggiore”. Carlo Salvatori

I Promessi Sposi a teatro Vi ho scritto in passato spiegandovi alcuni eventi bellici e storici sia della Prima guerra mondiale sia della Seconda nella mia vallata. Ritorno a scrivervi perché sto leggendo il numero sui Promessi Sposi (Focus Storia n° 116) […] Lo spettacolo messo in scena dal mio gruppo teatrale, e diretto dal nostro insegnante, quest’anno sarà... indovinate cosa? I Promessi Sposi di Manzoni, per cui ho dovuto anche ripassare l’argomento! Marco Pozza, Recoaro Terme (Vicenza)

I NO OSTRI R ERR RORI Focus Storia n° 117, pag. 9: Maria Luigia d’Austria fu sì imperatrice dei francesi, ma non “prima”. La prima fu Giuseppina Beauharnais. 5


A Firenze le formelle dell’antico portale del

LA PORTA L

F

CORBIS/GETTY IMAGES

arsi tatuare, nell’Oceania di 3.000 anni fa, doveva essere piuttosto doloroso. Infatti, secondo uno studio condotto da un team di archeologi australiani, gli antichi abitanti dell’Oceania si tatuavano il corpo incidendo la pelle con una roccia vulcanica, l’ossidiana. Analizzando 15 ossidiane databili al 1000 a.C. e provenienti dal sito di Nanggu, nelle Isole Solomon, Robin Torrence, archeologa dell’Australian Museum di Sydney, e i suoi colleghi hanno rilevato residui di sangue,

carbone vegetale e ocra. La pratica del tatuaggio non era solo un fattore estetico, ma soprattutto un simbolo di rango e del legame con gli dèi, come sottolinea la Torrence. Repliche. Secondo gli esperti le ossidiane venivano modellate in modo da creare una punta affilata che, intrisa di pigmenti colorati, veniva impiegata per squarciare la pelle e tracciare il tatuaggio; una volta cicatrizzata la ferita, il disegno era visibile. Per verificare l’efficacia del procedimento il team ha condotto un test su pelli di maiale, impiegando ossidiane simili in forma e dimensione a quelle di Nanggu: ne è risultato che le ossidiane usate per l’esperimento presentano gli stessi segni di usura di quelle antiche. (s. z.)

La sua realizzazione è già cominciata, con l’acquisizione digitale e la riproduzione con una stampante 3D dei 28 riquadri con scene in rilievo che compongono il portone. Porta nuova. Attraverso complessi passaggi intermedi, questi modelli serviranno a plasmare altrettante copie in bronzo dell’originale che, fu-

ALINARI

Tremila anni fa si tatuavano così

a stampa 3D serve anche a salvare i capolavori dell’arte italiana. Come succede a Firenze, dove, dopo 680 anni, la più antica delle tre porte del Battistero ha lasciato per sempre la sua sede originale. Al suo posto, a chiudere l’ingresso sul lato sud dell’edificio ottagonale dedicato a san Giovanni Battista, sarà installato un “clone”, creato da un team fiorentino di tecnici ed esperti d’arte.

Fiero Il ritratto ottocentesco di un capo maori. Sono state ritrovate le rocce con cui si realizzavano i tatuaggi nel 1000 a.C.

IN PILLOLE

1

Funerale da record

Ricostruite le sei fasi del fastoso funerale di una donna – forse una sciamana – sepolta 12mila anni fa in una grotta israeliana. Inumate con lei anche 86 tartarughe. 6

2

Nella testa di Buddha

All’interno di uno scrigno d’oro custodito in un tempio di Nanjing, una delle capitali della Cina antica, è stato ritrovato l’osso di un teschio. Forse apparteneva a Buddha.

3

Gli acciacchi dei Romani

Malformazioni ossee, traumi, metastasi e fratture affliggevano l’uomo anche nella Roma dell’età imperiale. Lo svela una ricerca italiana che ha analizzato 2mila scheletri.


Battistero saranno riprodotte per realizzarne una copia DE AGOSTINI/GETTY IMAGES

SI FA IN 3D se insieme alle cornici, daranno vita a un colosso in bronzo di quasi 6 metri di altezza per oltre 4 di larghezza, del tutto simile a quello disegnato nel Trecento dallo scultore Andrea Pisano. E l’originale? Dopo un intervento di recupero di almeno tre anni, sarà trasferito al Museo dell’Opera del Duomo, al sicuro dagli effetti devastanti dell’umidità, del tempo e dello smog. t

Il medioevale Codex Purpureus: il rosso fu ottenuto con l’urina.

Un codice scritto con l’urina

Maria Leonarda Leone

L

Lavori in corso Dall’alto, le fasi di scansione e la realizzazione della formella in 3D, dall’originale presente sulla porta sud del Battistero di Firenze (a sinistra). Hanno lavorato al progetto Andrea Barchi (Prototek), Clara Marinelli (Galleria Frilli) e Diego Simeon (Selltek).

4

La prima volta di Londra

Rinvenute a Londra 400 tavolette cerate scritte a mano e risalenti a circa 2mila anni fa. Una, risalente al 65-80 d.C., contiene per la prima volta la parola scritta “Londinium”.

5

Alla ricerca del conte

Per sei settimane si scaverà sull’unico punto non edificato dei Lungarni a Pisa. Obiettivo: trovare la casa del conte Ugolino seguendo le indicazioni trovate in uno scritto medioevale.

e pagine color porpora dell’antico Codex Purpureus Rossanensis, uno dei codici miniati più preziosi d’Europa, sono intrise di urina. È quanto rilevato dagli esperti del laboratorio di chimica dell’Istituto centrale per il restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario di Roma in tre anni di restauro. Riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’Unesco, il codice, scoperto nel 1879 nella Cattedrale di Rossano (Calabria), riporta i Vangeli di Matteo e Marco. Scritto con inchiostro argento e oro e realizzato forse in Siria tra V e VI secolo d.C., è celebre per la sua pergamena porpora. Ricetta insolita. Fino a oggi si riteneva che questa colorazione derivasse dalla porpora estratta dal mollusco del genere Murex; le analisi chimiche hanno però escluso la presenza del bromo – elemento chimico tipico della porpora – tra le pagine del codice. Dopo ulteriori ricerche è stata individuata la formazione del colore: si tratta di un composto a base di orceina, colorante rossastro estratto dal lichene Roccella tinctoria, trattato con urina, unica fonte di ammoniaca all’epoca della redazione del testo. (s. z.) 7


Il Mercurio in mostra u la prima nave a battere la bandiera tricolore italiana, e ora la sua storia è esposta fino a ottobre all’Università Ca’ Foscari di Venezia, insieme al suo cannone di bronzo che è stato restaurato con un lavoro all’avanguardia durato un anno e mezzo. Il Mercurio era un brigantino francese che Napoleone nel 1810 donò all’appena nata marina del Regno d’Italia: la nave fu la prima a navigare sotto la bandiera a tre colori verde-bianco-rosso. Rarità a bordo. Il Mercurio agì in Adriatico, dalla base di Venezia, finché il 22 febbraio 1822 ricevette l’ordine di scortare la nave francese Rivoli, ma furono intercettati da una squadra inglese e fatti colare a picco. Il relitto della nave italiana fu ritrovato solo nel 2001 sui fondali di Lignano. Da allora lunghe campagne di scavo e restauro hanno recuperato oggetti della vita quotidiana tra cui una delle prime lattine ermetiche della Storia, inventata proprio in quegli anni. (a. b.)

Ebrei lituani sotto l’occupazione tedesca. Sotto, il sito del tunnel da cui alcuni di loro fuggirono nel ’43.

BETTMANN ARCHIVE/GETTY IMAGES

F

Unica via di fuga

In fuga dallo sterminio nazista Scoperto in Lituania il tunnel che nel 1943 portò in salvo 12 ebrei.

T

rentaquattro metri di tunnel scavati con le mani e qualche cucchiaio: è questa l’impresa che salvò la vita a 12 ebrei che nella notte del 15 aprile 1944, a Ponary (Lituania), riuscirono a calarsi in quel cunicolo. La fuga la tentarono in una quarantina ma la maggior parte di loro furono fermati dagli spari delle guardie tedesche che li avevano sorpresi. Oggi un team di ricercatori lituani, ame-

ricani e canadesi ha mappato il terreno e ritrovato quel cunicolo utilizzando tecniche non invasive, tra cui il georadar (Gpr) e la tomografia elettrica (Ert). Ma da che cosa stavano fuggendo quegli uomini? Il massacro di Ponary. Dal 1941 al 1943, quella zona boschiva, vicino a Vilnius, era stata teatro dello sterminio sistematico di quasi 100mila ebrei. All’avvicinarsi delle truppe sovietiche, i tedeschi

T RAP PA SSA ATII ALLL A STO O RIA Personaggi sconosciuti che sono stati, in vita, protagonisti.

François-Xavier Bernard

A cura di Giuliana Lomazzi

GIORGIO ARIANI,

RUDOLF EMIL KÁLMÁN,

JANINE CULLIFORD,

attore e doppiatore

matematico e ingegnere

colorista di fumetti

Scomparsa a 74 anni la voce italiana di Ollio (in precedenza lo era stato Alberto Sordi) e il volto di Pierino nel film Pierino, la peste alla riscossa (1982). Versatile. Fiorentino, Ariani aveva iniziato a lavorare in tv nel 1972 come doppiatore nella serie Gulp! (dava voce al giapponesino Ten, che iniziava i suoi interventi con la frase “Dice il saggio...”). Quattro anni dopo esordì in L’altra domenica di Renzo Arbore. Scrisse, diresse e interpretò la commedia teatrale Anche i grassi hanno un’anima. 8

avevano tentato di nascondere l’eccidio incaricando un’ottantina di ebrei di un vicino campo di concentramento di riesumare i cadaveri dalle fosse comuni, bruciarli e disperderne le ceneri. Fu un lavoro che durò mesi, durante i quali gli ebrei riuscirono a realizzare anche una rudimentale via di fuga che oggi è stata riportata alla luce, rievocando quell’orrore. t

Morto a 86 anni, il matematico e ingegnere americano di origine ungherese è considerato il padre della tecnologia alla base del Gps, il sistema di posizionamento globale. Geniale. Nel 1960 inventò il “filtro di Kálmán”, un algoritmo di elaborazione dati fra i più utilizzati. Delle sue ricerche beneficiarono i settori più diversi, dalle previsioni meteorologiche ai sistemi di navigazione satellitari. E anche la missione spaziale Apollo 11 che portò l’uomo sulla Luna (1969).

Se i Puffi sono blu lo dobbiamo a Janine, detta Nine, scomparsa a 86 anni. Fu sua l’idea di colorare così le creature realizzate da suo marito, il fumettista belga Pierre Culliford, in arte Peyo. Secondo lei, il blu li faceva risaltare meglio: di fatto ne decretò il successo. “Nati” nel 1959 come comparse in un fumetto, si guadagnarono uno spazio tutto loro. Tinta ad hoc. Nine colorò anche le tavole di altri fumettisti e, alla morte del marito (1992), proseguì il suo lavoro nello studio artistico di famiglia.


A cura di Irene Merli

MOSTRA

MOSTRA

ROMA

Antichi marchi di fabbrica

TRENTO

Tempi della Storia, tempi dell’arte In occasione del centenario della tragica morte, una mostra racconta vita, battaglie politiche e passioni del patriota Cesare Battisti. Fino al 6/11. Castello del Buon Consiglio. Info: 0461 233770, www.buonconsiglio.it RIEVOCAZIONE PRATOLA P. (AQ)

Notte templare Negozi e case, castrum e centro storico addobbati a tema. E poi sfilate, tornei, spettacoli, persino un labirinto per addentrarsi nella vita di uno dei primi e più celebri ordini cavallereschi medioevali. 2-3-4/9. Info: 331 1907827 www.nottetemplare.it

N

ella cornice unica dei Mercati di Traiano, a Roma, è ospitata una mostra insolita: marchi, “loghi” e altri segni di proprietà raffigurati su oggetti quotidiani dagli antichi Romani. Qualsiasi utensile dell’epoca recava infatti i simboli distintivi di produttori, artigiani e commercianti; mentre gli schiavi (proprietà dei loro padroni) erano marchiati con signa e stigma. Persino i contenitori di medicamenti avevano bolli minuscoli, quasi delle miniature. Timbrati. La mostra “Made in Roma. Marchi di produzione e di possesso della società antica” offre al visitatore una ricca raccolta di reperti, approfon-

dimenti multimediali, e si divide in due sezioni. La prima è dedicata all’aspetto “industriale” dei marchi, su prodotti come coppe e piatti di ceramica e terracotta, vetri e lucerne. La seconda illustra il siste-

ma del commercio via mare, con timbri per botti e anfore per le derrate, marchi dei produttori di armi e signa delle legioni usati per “marchiare” i soldati, che servivano come deterrente contro la diserzione. t IL LIBRO

Fantasia commerciale

Regni dimenticati

In alto, particolare di coppa con disegno azzurro, distintivo dei vetrai di Colonia (Germania). A lato, statuetta di triade divina in terracotta, con il marchio del produttore.

L’autore, diplomatico e saggista, ci introduce nel mondo di gruppi religiosi dalla storia millenaria che hanno radici negli antichi regni del Medio Oriente. Yazidi, mandei, drusi, zoroastriani, samaritani, copti... Di queste fedi Russell racconta il passato ma anche il presente, connotato da fughe, minacce e persecuzioni da parte di Stati e altre religioni.

Fino al 20/11. Mercati di Traiano, Museo dei Fori Imperiali, Roma. Info: 060608 , www.mercatiditraiano.it

Gerard Russell, Regni dimenticati, Adelphi, 25 euro. 9


A cura di Marta Erba, Paola Panigas e Daniele Venturoli

PAROLE DIMENTICATE

S A G I T T A B O N D O

HERITAGE IMAGES/GETTY IMAGES

Dal latino sagitta (“freccia”), il termine è ispirato al segno zodiacale del sagittario e ha un significato romantico: le frecce che scocca il sagittabondo sono sguardi che fanno innamorare.

Secondo Le metamorfosi di Ovidio (I secolo), la bella DANAE era stata rinchiusa dal padre Acrisio, re di Argo, in una torre di bronzo (o in una caverna) in seguito alla profezia che lo vedeva ucciso dal figlio di sua figlia. Tuttavia Zeus riuscì a raggiungere la fanciulla trasformandosi in pioggia d’oro (o, secondo altre versioni, di monete d’oro): dalla loro unione nacque Perseo, che uccise il nonno in un torneo. Nuda. Il mito era molto amato dai pittori, poiché forniva loro l’occasione di cimentarsi con il nudo femminile. Tra i tanti quadri dedicati a Danae, i più celebri sono quelli del Correggio, di Tiziano (che ne realizzò varie versioni; sopra, quella conservata al Museo dell’Hermitage di San Pietroburgo), di Rembrandt e di Gustav Klimt. 10

SELVA/LEEMAGE

IL MITO

LA VIGNETTA

PECCATI DI GOLA Erano passati due anni dalla presa della Bastiglia (14 luglio 1789), quando Luigi XVI, privato di ogni privilegio e rinchiuso nel Palazzo delle Tuileries a Parigi, decise di tentare la fuga. La notte del 20 giugno 1791 il re, travestito da domestico, lasciò il palazzo con la famiglia. La coppia reale, che voleva viaggiare con tutti i comfort, optò per una carrozza spaziosa: una casa viaggiante, carica di vestiti e gioielli per la regina e piena di provviste per il buongustaio che era Luigi. Dopo un giorno di viaggio la carrozza, giunta a Varennes, fu riconosciuta. Fu lanciato l’allarme e i reali, fermi in una locanda, furono raggiunti dal messo che consegnò a Luigi XVI un decreto di arresto.

Stizza reale. Maria Antonietta strappò il documento e lo gettò a terra. Ma a nulla valse la sua indignazione: i coniugi furono riportati a Parigi e il popolo pretese il sangue del re traditore, che venne ghigliottinato con la moglie, due anni dopo. Questa caricatura, pubblicata a pochi giorni dall’arresto, sottolinea i vizi attribuiti alla coppia. La civettuola Maria Antonietta si aggiusta il foulard, nonostante il momento, mentre l’ingordo re risponde al messo: “Me ne frego, lasciatemi mangiare”. La didascalia della vignetta, Les gros oiseaux ont le vol lent (“Gli uccelli grassi volano lenti”), riassume la rocambolesca fuga dei reali, che pur di non privarsi delle comodità, rinunciarono alla sicurezza.


3

MILA

Le persone che potevano essere accolte nelle Terme di Diocleziano, a Roma, nel III secolo d.C., alla loro massima capienza.

TOP TEN

LE BUFALE STORICHE

“Nientepopodimenoché!” L’espressione, che sta per “niente di meno che” oppure “addirittura”, fu il tipico intercalare di Mario Riva (nella foto), presentatore televisivo degli anni Cinquanta. La utilizzò soprattutto durante la conduzione della

trasmissione Il musichiere (195760), primo quiz musicale della storia della televisione italiana. Revival tardivo. Nel 2001 divenne il titolo di una trasmissione Rai dedicata alla scoperta di nuovi talenti.

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Il frutto proibito era la mela. La Bibbia parla genericamente di“frutto”. L’identificazione con la mela risale al Medioevo: l’albero della conoscenza era un fico.

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Nerone suonava la lira mentre Roma bruciava. Quando scoppiò l’incendio (64 d.C.), Nerone era ad Anzio. Una volta in città si prodigò per la ricostruzione.

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Gli elmi vichinghi avevano le corna. Non ci sono prove che gli elmi avessero corna, come sono stati rappresentati nell’800. Nei corni, però, bevevano.

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Lady Godiva ha cavalcato nuda per Coventry. Secondo una versione della leggenda attraversò il mercato. Ma forse“nuda”stava per“senza gioielli”.

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Cristoforo Colombo ha dimostrato che la Terra è tonda. La forma della Terra era già stata scoperta in Grecia nel III secolo a.C. ed era nota ai medioevali.

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Le streghe di Salem vennero messe al rogo. Le persone condannate nel 1692 per stregoneria a Salem (Usa) furono impiccate, tranne un vecchio, lapidato.

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Benjamin Franklin scoprì l’elettricità. Diversi fenomeni legati all’elettricità erano noti già agli antichi Greci: il termine deriva dal greco elektron (“ambra”).

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Maria Antonietta disse:“Che mangino brioches”. Frase citata da Rousseau, riferendosi a un ricordo dell’anno 1741. Ma lei giunse in Francia nel 1770.

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Si tratta di un bicchierino (alto 6 cm e largo 5 cm) di forma ovale e realizzato in vetro. Però non serviva per bere. A quale scopo veniva invece utilizzato?

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Aspettiamo le vostre risposte, indicando anche la località, a: Focus Storia, via Battistotti Sassi, 11/a - 20133 Milano oppure a redazione@focusstoria.it GETTY IMAGES

È stata Elda Fontana la lettrice più veloce nell’indovinare l’oggetto misterioso del numero scorso: era un affumiggatore per alveari con soffietto. Dalla bocchetta usciva il fumo che veniva utilizzato per addormentare le api qquando si voleva prelevare il miele dalle arnie.

Adattamento“maccheronico”della parola inglese shoe-shiner, che si può tradurre con lustrascarpe. Veniva usato per quei ragazzi che, nel secondo dopoguerra, vivevano facendo lavoretti per gli Alleati a Napoli. Divenne poi un termine giornalistico per indicare giovani accattoni e piccoli criminali. E trovò la sua consacrazione definitiva con De Sica nell’omonimo film del 1946 (a sinistra, un particoalre della locandina).

Le piramidi di Giza furono costruite da schiavi. Vicino alle piramidi sono state scoperte le tombe dei costruttori, non schiavi, ma operai e contadini.

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L’OGGETTO MISTERIOSO

VOCABOLARIO: SCIUSCIÀ

1 GETTY IMAGES/DEAGOSTINI

EVERETT COLLECTION/CONTRASTO

ALINARI

IL NUMERO

CHI L’HA DETTO?

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La Grande Muraglia cinese si vede dalla Luna. È già difficile vederla dalla Stazione spaziale internazionale perché è lunga migliaia di km, ma larga solo 9,5 m.

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PERSONAGGI

D’EPOCA

MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMAN

Bellezza alla sbarra Il dipinto del francese Jean-Léon Gérôme (1861) con l’episodio più celebre del processo a Frine. Vedendo che per l’etèra si metteva male, con un colpo di scena, il suo difensore (e amante) Iperide le tolse la veste, convincendo i giudici ad assolverla per la sua bellezza. 14


Un po’ cortigiana, un po’ musa ispiratrice: ecco il ritratto di Frine, l’etèra venuta dal nulla che conquistò l’Atene del IV secolo a.C.

S

trana la vita. Soprattutto quella di Frine, approdata ad Atene come umile rifugiata di guerra e poi diventata una vera e propria star in città. Irriverente, maliziosa, bellissima, riuscì a far parlare di sé nelle cronache, cosa rara per una donna dell’antica Grecia. Ma non fu un’impresa senza rischi. Da bambina Mnesarete (questo il vero nome di Frine) visse da vicino gli orrori della guerra: nel 371 a.C. la sua

città natale, Tespie (in Beozia), fu rasa al suolo. La piccola sopravvisse al massacro della popolazione e si rifugiò ad Atene, col padre. Intorno a lei c’era la miseria più nera e Mnesarete si adattò ai lavori più umili: raccoglitrice di capperi, flautista nelle locande, attricetta di commedie. Si vedeva già condannata a una vita di stenti. Invece, il destino aveva tutt’altro in serbo per lei. BELLEZZA DIPINTA. Crescendo, Mnesarete diventava sempre più bella, tanto che


Continua...


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