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Periodico di informazione politico-sociale e culturale Chiuso in tipografia il 25/01/2010 di Alatri e della provincia di Frosinone Anno XVII n° 1 - Gennaio 2010 Distribuzione gratuita - Tiratura 12.000 copie
AMBIENTE
NEWS DAL CAPOLUOGO
REDAZIONE AL MICROSCOPIO
Le buone e le cattive abitudini quotidiane dei nostri redattori pag. 4
IL PROCURATORE ANTIMAFIA A FROSINONE Grande successo della conferenza sulla legalità tenuta dall'AGILAM pag. 6
VARIE ALATRI E' morto lo storico Don Giuseppe Capone pag. 11 SPORT Cariello “Il Frosinone ha una super classifica” pag. 18
’ Sarà l ennesima cattedrale nel deserto? Dopo nemmeno un mese dall'apertura del casello autostradale di Ferentino; a neanche un mese dall'inaugurazione della Superstrada, ecco nuovi problemi "tecnici" che scatenano il rimpallo delle responsabilità sui ritardi. Chissà come finirà?
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“Qualità dei servizi... Il nostro impegno quotidiano”
ALATRI - FROSINONE
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L’Apertura
L’editoriale CASELLO SENZA SUPERSTRADA, OPERA (QUASI) INUTILE Che l'apertura del casello autostradale di Ferentino fosse "cosa" storica l'avevamo sempre sostenuto, ma che questa importante opera senza l'arteria a cui deve essere collegato fosse inutile, ancora non volevamo asserirlo perché siamo sempre intrisi di sano ottimismo. Ma ora è arrivato il momento di dirlo a gran voce perché -ahinoicominciano a soffiare venti poco piacevoli sul completamento di questo grande progetto di rilancio della parte centrale della nostra provincia. Sono di questi giorni le dichiarazioni di esponenti del PDL di Alatri o provinciali che mettono in guardia dagli "spot" elettorali del centro sinistra in merito alla prossima inaugurazione della Superstrada Ferentino - Alatri - Sora, stanti i molti (a loro dire) ricorsi al Tar ancora da esaminare da parte della sezione pontina, competente per territorio, di famiglie che vedrebbero lesi i propri diritti da questa arteria viaria. E soprattutto stante l'annullamento da parte di Astral della Conferenza di Servizi convocata dalla Provincia, a seguito delle rimostranze tecniche del Comune di Alatri. Vero o no, quello che ci interessa è notare che la campagna elettorale è ormai partita e non risparmierà neanche un'opera così importante, che attendiamo da decenni e che è prossima all'inaugurazione definitiva. Il centro sinistra farà del tutto per completarla in tempo utile per vantare il risultato raggiunto, e il centro destra farà del tutto per affermare le mancanze delle amministrazioni di segno contrario puntando su queste problematiche collaterali alla infrastruttura vera e propria ancora non risolte. Insomma una vera e propria "tragedia" per chi ci rimette sempre in questi giochi di potere, i cittadini. Un tassello, ad esempio, fondamentale sono le opere di viabilità di servizio che serviranno la superstrada (di competenza provinciale o comunale) e che sono ancora lontane dall'essere definite. Senza contare che il casello così come è oggi, rappresenta un'opera talmente difficile da utilizzare (provate a prenderlo in entrata o ad uscirci e vi ritroverete dispersi in zone che nessuno di noi tranne i residenti conoscevano nemmeno di vista con il risultato di allungare ancor più i tempi di percorrenza). Monitoreremo la situazione e denunceremo le responsabilità di chi avrà il coraggio di ostacolare, per meri fini politici di parte, un'opera ormai pronta. L’Editore
Casello, inaugurazione e tante speranze prossimi mesi dei lavori per la superstrada Sora-Ferentino. Ad aprire la carrellata di interventi di fronte al folto pubblico presente sul piazzale della nuova struttura, il vescovo Spreafico: "Chissà che Ferentino non diventi il centro del centro. Spero che questo sia il primo grande segnale di sviluppo di questo territorio, un volano per il turismo, una grande opIl taglio del nastro delle autorità locali portunità di lavoro per ticolare della città di Ferentino, tanta gente". con l'inaugurazione del nuovo ca- "Esprimo tutta la mia soddisfaziosello autostradale. Un'opera for- ne - ha poi dichiarato l'Assessore temente voluta dall'amministra- Regionale Francesco Scalia - per zione Fiorletta, ma soprattutto un'opera che si preannuncia straun'opera che rivoluzionerà il traf- tegica per la Provincia e che è fico in provincia, e che sarà com- stata realizzata senza intoppi e pletata con la conclusione nei senza le lungaggini a cui spesso i La giornata dello scorso 23 dicembre, rimarrà sicuramente nella storia della provincia e in par-
gegner Giovannercole di Autostrade per l'Italia: "Sono felice di condividere la vostra gioia. Grazie tante soprattutto al sindaco Fiorletta, all'Assessore Scalia, all'Astral, all'Asi, alla Regione. Il casello di Ferentino è stato realizzalo in 7 mesi, un record. Questo è il nostro bel regalo di Natale alla città di FerenLa macchina della polizia che imbocca tino e alla provinper prima il casello cia. Questo casello daco Piergianni Fiorletta: "II 23 darà sviluppo al territorio, farà la dicembre è una data che passerà differenza. Prevediamo un movialla storia. E' una giornata stupen- mento in entrata e in uscita dai da e lo sarà ancor più con l'apertu- 15 ai 20mila veicoli al giorno. E' ra della superstrada Ferentino-Sora. questa la stazione autostradale Si è realizzato un sogno". del futuro". C.C. Belle parole anche quelle dell'inlavori pubblici ci hanno abituato". Soddisfazione da parte del Sin-
Risorse idriche, il plauso dell'On.le Conte al Presidente Iannarilli "Ritengo corretta e doverosa l'azione avviata dal Presidente Iannarilli di apertura di un tavolo di conciliazione tra l'AATO 5 e l'Acea ATO 5 S.p.A. Del resto l'apertura di un tavolo di conciliazione è prevista nella convenzione di affidamento del servizio sottoscritta dalle parti e rappresenta pertanto un adempimento contrattuale all'interno del quale le parti coinvolte hanno il dovere e l'occasione di approfondire nonchè esaminare in forma trasparente e congiunta le L’On.le Gianfranco Conte problematiche oggi in corso a tutti note e di cui non mi sembra il caso dilungarmi.
Ritengo però che soltanto da un momento di confronto ufficiale di questo tipo ci potranno essere, per entrambe le parti, le condizioni chiare di valutazione ed individuazione delle più opportune azioni da intraprendere per ciascuno. E' necessario che da questo tavolo, in cui l'AATO 5 sia auspicabilmente rappresentata da esperti del settore sotto l'aspetto tecnico, legale e finanziario, per mezzo della Consulta dei Sindaci, sia fornito nella prossima ed imminente Conferenza dei Sindaci un quadro chiaro, trasparente e di dettaglio delle possibili azioni o soluzioni da intraprendere con evidenza dei relativi scenari conseguenti, nonchè una chiara disamina dei possibili effetti e ricadute sul territorio a breve e a medio termine. Sarà poi la Conferenza dei sindaci a doversi pronunciare ed a decidere in merito. Le disfunzioni e le inadempienze dal gestore unico nella fornitura del servizio idrico integrato sono note e senza alcun dubbio Acea ATO 5 S.p.A. deve impegnarsi di più e profondere i suoi massimi sforzi per migliorare la qualità del servizio offerto, attraverso azioni chiari e visibili a tutti i cittadini utenti della Provincia di Frosinone.
E' noto a tutti che Acea rappresenta un operatore primario del settore idrico in Italia con gestioni sparse e presenti sull'intero territorio nazionale e pertanto dotato di capacità tecniche, organizzative e finanziarie tali da poter replicare una fornitura del servizio idrico integrato simile a quello oggi fornito ai cittadini nel territorio romano. Forse questo tavolo può rappresentare anche per il territorio della Provincia di Frosinone una opportunità dove poter individuare e definire insieme alla società di gestione, ma con con la dovuta chiarezza e trasparenza, le nuove azioni volte a migliorare il rapporto ed il dialogo con tutti gli Enti Locali interessati (Provincia e Comuni), perchè no anche prevedendo un loro coinvolgimento diretto nell'azionariato della società di Acea ATO 5 S.p.A., e soprattutto nei confronti dei cittadini attraverso ad esempio una copertura operativa più capillare del territorio, l'assunzione di interventi manutentivi più rapidi e l'applicazione di un regime tariffario volto a supportare meglio le categorie più disagiate, assicurando comunque la copertura dei costi e la remunerazione del capitale investito da parte della società. Del resto il principio base della Legge 36/94 (Legge Galli), quale legge di riforma del settore idrico in Italia, è volto ad assicurare la fornitura di un servizio idrico integrato con criteri di efficienza, efficacia ed economicità, nel rispetto di un equilibrio economico e finanziario della gestione mediante l'applicazione di una tariffa adeguata e comunque commisurata alla qualità del servizio offerto ai cittadini utenti. Se Acea ATO 5 S.p.a. è in grado di impegnarsi ed assicurare tutto ciò, per i cittadini della Provincia di Frosinone la presenza di Acea potrebbe rappresentare un punto di forza rispetto a quanto potrebbe essere offerto da altri operatori del settore". On.le Gianfranco Conte Presidente Commissione Finanze Camera Dei Deputati
A cura di: Riccardo Strambi
Primo Piano
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Poca neve e tanta gente sulle piste nostrane Il rilancio della stazione sciistica di Campocatino promessa in campagna elettorale da Iannarilli sembra essersi concretizzata GUARCINO - Dopo anni di crisi per la stazione sciistica di
Campocatino, a dire il vero mai abbandonata dagli amanti della
neve e degli sport invernali anche se in condizioni spesso poco invitanti, sembra finalmente che quest'anno le cose siano cambiate. O quantomeno si comincia a intravedere qualche spiraglio grazie al "decisionismo" spesso criticato del Presidente della Provincia Iannarilli e dei cambiamenti da lui decisi in merito alla gestione delle strutture. Tutto è passato in mano al Consorzio, che in un mese a dicembre ha sa-
puto colmare lacune accumulate negli anni, soprattutto in ambito di manutenzione degli impianti. È così che per qualche week end di seguito la montagna ernica si è riempita di gente che si è detta finalmente soddisfatta del servizio. Certo è che i problemi non sono ancora risolti, la gestione delle piste da sci di Campocatino deve diventare stabile, continuativa e deve rilanciarsi nel panorama delle strutture similari del centro Italia. Ma i primi passi sembrano essere stati mossi. "Nel giro di solo un mese - ci ha detto il Dr. Francesco Cianfrocca, responsabile dei servizi biglietteria della stazione - ci siamo tutti messi al lavoro riparando ai ritar-
La situazione a Campostaffi FILETTINO - Se Atene piange Sparta non ride, recita un vecchio adagio. Dalla Grecia alla Ciociaria, si potrebbe parafrasarlo dicendo che, se a Campocatino attendono il rilancio definitivo della stazione, a Campostaffi una stagione in chiaro (poco) scuro (molto). Anche qui, a ridosso dell'Abruzzo, si fanno i conti con una situazione non certo brillante. La neve caduta a fine dicembre è stata scarsa ed è stata spazzata via dallo scirocco; altre precipitazioni si sono avute ad inizio anno, ma hanno consentito l'apertura di appena 2 impianti su 5. Adesso si attende di recuperare in parte la stagione, sperando in abbondanti nevicate per fine gennaio - inizio febbraio. Ma i problemi sono anche di altra natura e sono legati ad una gestione (l'Iti) che secondo il parere di molti non ha investito a sufficienza sulla stazione, peccando di fiducia sulle potenzialità della stessa. Ma per il sindaco di Filettino, Gianfranco Catena, c'è pure una terza ragione a spiegare il momento attuale: la fuga dei giovani e delle risorse imprenditoriali da un paese destinato allo spopolamento: "Qui non vuole restare più nessuno". Come si diceva all'inizio, pochi sorrisi... Pie. Ant.
di accumulati dalla vecchia gestione, facendo manodopera e ripristinando tutti i servizi che erano già pronti prima di Natale. Poi il clima non ha premiato gli sforzi in quanto i due periodi di vento Scirocco, durante le festività natalizie e della befana, hanno sciolto la neve e fatto crescere un manto di erba verde quasi primaverile. Ma con le ultime nevicate, per fortuna, gli impianti hanno potuto aprire e nel giro di una settimana sono stati tutti avviati, per la gioia degli amanti della neve e degli sport invernali". R ic o rd ia mo c he Campocatino ha ben 5 impianti di risalita e 10 piste di cui 3 blu, 4 rosse e 3 nere ed è facilmente accessibile sia sul versante ciociaro (sud) che su quello romano (nord) attraverso Alatri-Guarcino nel primo caso e Fiuggi-Arcinazzo nel
secondo. Per quanto riguarda i prezzi c'è da dire che sono previ-
sti sconti per varie categorie di utenti, da quelli per i residenti nei comuni parte del consorzio (Alatri e Guarcino), a quelli per juniores, per le famiglie etc. Andrea Tagliaferri
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Ambiente
Ambiente, cosa possiamo fare nel nostro piccolo? Dalla conferenza di Copenaghen a casa di tutti noi. Cosa facciamo e cosa no. Se Copenaghen vi sembra lontana, se pensate che i risultati della conferenza riguardino soltanto i governi o i "grandi" della Terra, se credete che un gesto virtuoso - anche minimo - possa fare nulla o ben poco, beh...vi siete sbagliati. Perché, se da un lato è vero che la lotta all'inquinamento, al contenimento delle emissioni e della temperatura globale è un problema a grandissima scala, è altrettanto vero che soltanto iniziando a rispettare l'ambiente che ci circonda, a mettere in atto alcune "buone pratiche", ad agire concretamente nel nostro quotidiano si può dare il buon esempio oltre che un contributo fattivo. In questo solco, vogliamo ricordare che non è
un caso che il nostro giornale si chiami "Gente Comune" e partendo proprio da questo concetto vogliamo sapere cosa fa (o non fa) la gente comune per tutelare il clima. Per questo primo appuntamento lo abbiamo chiesto a tre nostri collaboratori - Andrea Tagliaferri, Pietro Antonucci e Bruno Sbaraglia - mettendo in evidenza quello che di buono e di meno buono fanno. Perché tre giornalisti della nostra testata? Perché spesso è facile parlare e dare indicazioni grazie ad una penna o ad un computer, ma nella realtà quanto si è virtuosi? Continueremo in seguito inAndrea Tagliaferri tervistando altri giornalisti,
Preferisco comperare generi alimentari prodotti nel territorio, favorendo così l'economia locale e acquistando nell'impresa per far crescere la rete del "km 0" riducendo i trasporti
Pietro Antonucci
Bruno Sbaraglia
Lascio troppi congegni elettrici in funzione o in stand by quando non serve. E dimentico di spegnere i tasti Off lasciando i led luminosi dei vari apparecchi accesi
Devo migliorare la raccolta differenziata. Molto spesso, a causa della fretta, non ho la pazienza di suddividere l'immondizia e di gettarla separatamente
Quando vado a fare la spesa utilizzo buste di panno o di plastica portandole da casa così da non usare i sacchetti inquinanti usa e getta.
La mia "non buona azione" o meglio la mia "brutta abitudine" è quello di stampare qualsiasi documento utilizzando molta carta non pensando ai numerosi alberi che vengono abbattuti danneggiando l'ambiente. Una raccomandazione per me e per tutti: usate la tecnologia digitale. Laura Ascani
Non ricordo sempre di chiudere il rubinetto mentre mi lavo i denti o lavo le stoviglie, consumando così molta più acqua del necessario
Cerco, nel limite del possibile, di economizzare l'uso dell'acqua. A volte, ma non sempre, spengo tutte le televisioni che sono rimaste in stand by
La mia buona azione per rispettare l'ambiente è la raccolta differenziata, cerco di differenziare tutti i rifiuti utilizzando buste riciclabili e non semplici sacchetti di plastica "inquinanti".
Cerco di non gettare rifiuti a terra ma non sempre accade quando passeggiando non ci sono i cestini, definirei questa una mia non buona/buona azione.
Smaltisco correttamente i rifiuti ingombranti e tecnologici, grazie al servizio di raccolta a domicilio e all'isola ecologica attivata dall'Amministrazione comunale di Alatri
In casa, dopo aver cucinato una frittura, aspetto che l'olio si raffreddi senza gettarlo nel lavandino. Quindi, lo raccolgo all'interno di un barattolo e lo getto nella spazzatura
Utilizzo, ma non spesso, i formati elettronici anziché quelli cartacei per alcune riviste che è possibile trovare anche on-line, contribuendo ad una minima riduzione del carbonio Per pigrizia, lascio spesso il computer acceso per ore anche quando non servirebbe o mi allontano da casa, sprecando così inutilmente dell'energia elettrica
personaggi pubblici e anche voi, perché attendiamo notizie da voi, dalla gente comune, dal professore o dalla massaia della porta accanto. Perché Copenaghen non è poi così distante...
Mi impongo di spegnere le luci delle stanze in cui non sono presente ma qualche volta mi dimentico di farlo.
Paolo Fiorenza
Non sto molto attento a come smaltisco i toner usati, la carta, e le cartucce delle stampanti, anche quando lavoro.
Fiorenza Hi-Fi
ALATRI - Via Martiri Ungheresi, 22 Tel. 0775 441155 - www.fiorenzahifi.it
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Dalla Regione
Regionali: sfida di colore ROSA Angelo D'Ovidio lancia il suo Tour Angelo D'Ovidio
La corsa verso le Elezioni Regionali di fine marzo entra sempre più nel vivo, ed è ormai certo che per capire chi siederà sullo scranno più importante della Pisana, sarà sfida tra Emma Bonino e Renata Polverini. Una tornata elettorale delicata, come sempre del resto quando si parla del Lazio, per la quale ormai da diverse settimane si stanno cominciando a muovere i vertici nazionali sia del Partito Democratico che del Pdl. Proprio nello
schieramento di centrodestra sembra esserci la situazione più complicata, con tanti big scesi in campo e pronti a battagliare fino a fine marzo. Tra i sicuri della candidatura, c'è sicuramente Angelo D'Ovidio. Per il Consigliere uscente nativo di Pastena, si prospettano settimane di tour in tutta la provincia di Frosinone, nelle quali si cercherà di capire come risponderà il territorio. Stando comunque ai rumor, Angelo D'Ovidio sarebbe uno dei maggiori indiziati per la conquista di un primo posto nella lista del Pdl, che molto probabilmente gli consegnerebbe anche un assessorato. La campagna elettorale di D'Ovidio è ormai entrata nel vivo già da qualche settimana, con incontri in tutta la provincia, e una
lunga serie di conferenze su varie tematiche collegate al Progetto "Lazio 2010", lanciato dalla Federazione dei Cristiano Popolari, e portato avanti in provincia da D'Ovidio. Più poteri alle province con una "Regione senza Roma", accesso al credito, progetto salva bilanci, innovazione e sviluppo: queste le tematiche principali della campagna elettorale di D'Ovidio, che sta già ricevendo grandissimi consensi. "In queste settimane - spiega D'Ovidio - cercheremo di dare delle risposte concrete alla gente, visitando tutti i 91 comuni della provincia di Frosinone, cercando di spiegare la nostra ricetta per un Lazio migliore. Dopo cinque anni di "nulla", è arrivato il momento di cambiare, e la scelta della Polverini e del Pdl mi sem-
bra quella più adeguata per ridare dignità alla Regione". D'Ovidio raccoglie poi l'appoggio di due big della politica nazionale, che lanciano la sua corsa verso la riconferma alla Pisana. "D'Ovidio - spiega il vicepresidente del Senato, nonché presidente della Federazione dei Cristiano Popolari Mario Baccini - è un candidato da sostenere soprattutto per le cose che ha fatto per la sua provincia e per la sua regione. Una candidatura affidabile, di una persona che può ancora dare molto alla provincia di Frosinone. Per questa ragione, tutte le occasioni che avrò per consigliare di esprimere una preferenza per Angelo D'Ovidio, saranno occasioni utili e non esclusivamente legate all' amicizia che mi lega a lui. E' un politico di razza, e va assoluta-
mente sostenuto". Parole di grande apprezzamento arrivano anche dal Senatore del Pdl Cesare Cursi: "Penso che il consigliere Regionale Angelo D'Ovidio abbia dato di se buona prova a livello regionale in maniera concreta, attivandosi nel consiglio e nell'istituzione Regione, per far si che i problemi del Lazio trovassero delle soluzioni. Questo è sicuramente il modo migliore con cui misurare l'impegno di un consigliere, il modo migliore per dire all'opinione pubblica che rivotare D'Ovidio significa scommettere su una cosa certa, che ha già dato buona prova di se, e che ha dimostrato di saper gestire e guidare l'istituzione in maniera seria e concreta". Carlo Capone
Francesco Scalia propone un “Obiettivo Comune” Con l'iniziativa itinerante "Obiettivo Comune", l'Assessore Regionale Francesco Scalia sta facendo tappa in queste settimane in tutti i comuni della provincia di Frosinone per dialogare con i cittadini e "sintonizzarsi" sulle esigenze del territorio. Gli incontri rappresentano inoltre l'occasione per illustrare quanto compiuto sinora negli anni di attività politica dell'ex Presidente della Provincia di Frosinone ed attuale Assessore della Regione Lazio. "Il dialogo con i comuni - ha spiegato Sca-
lia - è importante sia per avere consapevolezza diretta delle loro esigenze sia per comunicare le misure di finanziamento e le risorse economiche che la Regione Lazio ha messo in campo proprio in favore degli enti locali. Questo segnale di responsabilità e di vicinanza al territorio passa anche attraverso l'incontro con le singole amministrazioni, da cui può emergere un quadro reale e concreto di priorità. Del resto è ormai noto come la Regione sia diventata il primo interlocutore dei comuni, tanto in termini di finanziamento, quanto in termini di interventi sul territorio ed è bene che vi sia un canale di comunicazione sempre aperto, che non faccia distinzioni di colore politico". Tra gli interventi su cui Scalia si è confrontato più spesso con i cittadini nel corso degli incontri di Obiettivo Comune, ci sono la recente apertura
del casello autostradale di Ferentino e la prossima inaugurazione dell'ultimo tratto della superstrada Sora-Frosinone-Ferentino. Grande attenzione è poi riservata alla realizzazione dell'aeroporto di Frosinone. Al complesso aeroportuale si connetterà, inoltre, una linea di metropolitana leggera in grado di collegare il capoluogo ciociaro a Roma in soli 25 minuti. Il confronto tra Scalia ed i cittadini tocca inoltre le questioni ambientali: i progetti tesi a ridurre le emissioni di polveri sottili nella città di Frosinone e la bonifica della Valle del Sacco costituiscono solo alcune delle misure adottate per tutelare il territorio e la salute dei cittadini. A livello regionale, gli interventi operati dalla giunta di centrosinistra, di cui Scalia fa parte dal marzo 2009, sono stati molteplici ed hanno riguardato diversi settori. In ambito sanitario, nonostante un deficit di bilancio che ammontava a 10 miliardi di euro, ereditato dalla giunta Storace, è stato compiuto un risanamento che non ha tuttavia impedito importanti interventi sulle strutture sanitarie provinciali. Accanto al DEA di primo livello di Cassino, di prossima apertura sarà il DEA di secondo livello di Frosinone, ossia un presidio in grado di assicurare ai cittadini le funzioni di più alta qualificazione legate all'emergenza, come la cardiochirurgia, la neurochirurgia, la terapia intensiva
Francesco Scalia
neonatale, la chirurgia vascolare. Il piano sanitario regionale è stato inoltre parametrato al numero effettivo di abitanti e non, secondo quanto indicato dal Governo, ai numeri del 2006, comportando un aumento dei posti letto disponibili nelle strutture ospedaliere regionali. Quanto alla diffusione delle banda larga, è stato già realizzato il cablaggio di molti comuni della provincia di Frosinone, da ultimare entro la metà del 2010. A sostegno delle PMI, realtà produttiva che costituisce il spina dorsale dell'economia del nostro territorio, la Regione ha istituito il Fondo Rotativo, che prevede uno stanziamento complessivo di 240 milioni di euro, di cui il 50% messo a disposizione dalla Regione e il 50% dalle banche aderenti. L'impegno regionale si è esteso anche ai giovani: in particolare, quelli che dispongono di un basso reddito, dietro la presentazione di una domanda online, possono ottenere l'abbonamento gratuito ai mezzi pubblici, regionali e locali. A.T.* *con la collaborazione dell'ufficio stampa dell'Assessore Regionale Francesco Scalia
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News dal Capoluogo
Ultimi dettagli per l'Ascensore inclinato Pietro Grasso ospite dell'Agilam Ancora qualche settimana, e l'ascensore inclinato sarà finalmente realtà. Un'opera innovativa quella che
collegherà via Aldo Moro a Piazza Vittorio Veneto, e che si spera potrà risolvere i problemi di traffico del capoluogo, collegando in soli due minuti, la parte alta con la zona bassa di Frosinone. Grosse novità, infatti, sono arrivate in seguito alla riunione dello scorso 6 gennaio, tenutasi presso
la Ustif (Ufficio speciale per i trasporti a impianti fissi) di Roma, alla quale hanno partecipato l'assessore Sergio Paris, i dirigenti dei settori LL PP e Mobilità e Trasporti, i responsabili dell'impresa che ha realizzato l'opera con i tecnici responsabili del Ministero dei Trasporti. La riunione conclusiva dell'iter di approvazione dei progetti e delle opere relative all'ascensore inclinato è stata convocata per la formazione e condivisione di un crono programma delle attività propedeutiche alla tempistica del collaudo, oltre che dell'avvio dell'esercizio della linea di trasporto pubblico. Nella riunione è stato deciso an-
che il regolamento di esercizio, dove sono raccolte tutte le attività e i modi d'uso della linea di trasporto. Dal momento in cui entrerà in funzione, la cabinovia viaggerà a 2,5 metri al secondo sul binario inclinato di 33 gradi. Il percorso da coprire è di 161 metri con un dislivello di 87 metri. L'ascensore, la cui stazione di partenza è alle pendici della collina, sarà in grado di trasportare 40 persone a viaggio, 620 all'ora. Grazie a questa opera la parte alta e quella bassa saranno più vicine: in appena due minuti secondi sarà possibile arrivare da via Moro a piazzale Vittorio Veneto e viceversa. Una buona notizia dunque per il capoluogo, che a distanza di 14 mesi dalla fine dei lavori, avrà finalmente a disposizione una opera di vitale importanza per lo sviluppo dell'intera città. Carlo Capone
Grande successo della conferenza su Mafia e Legalità organizzata presso la Villa Comunale Ha esordito con un grande appuntamento di spessore la nuova
Butturini, Grasso e Polidoro
Associazione Giornalisti del Lazio Meridionale creata con entusiasmo dal Presidente Tommaso Polidoro e da altrettanto validi giornalisti della nostra provincia a fine 2009. Ospite d'onore della prima conferenza organizzata presso la Villa Comunale di Frosinone, lo scorso 22 gennaio, è stato il Procuratore Nazionale Antimafia
Dr. Pietro Grasso, intervistato da Paolo Butturini, Segretario dell'Associazione Stampa Romana davanti ad un pubblico di autorità locali (il Questore, il comandante della Guardia di Finanza, il Sindaco Marini, l'assessore provinciale alla Cultura Abbate, il suo omologo in Comune Mostarda) e di giovani studenti che, a dire il vero, hanno stupito tutti i presenti per l'acutezza e la particolarità delle domande rivolte al Procuratore Grasso. L'appuntamento è solo il primo di una lunga serie che il Presidente Polidoro ha assicurato programmate per l'anno in corso. Certo è che un inizio del genere non può che promettere bene per il panorama culturale locale che ha certamente bisogno di un po' di stimoli. A.T.
L'intera Ciociaria ha dato l'addio commosso a "Bicchierino" E' scomparso Giovanni Morgia, uno dei centauri più noti a Frosinone La carriera sportiva di Giovanni Morgia, da tutti conosciuto con il nomignolo di "Bicchierino", è stata una delle più intense poiché ha abbracciato due generazioni di campioni. Pilota di grande esperienza e valoroso campione, vantava oltre ad una grande serie di successi, anche pochissimi incidenti, per il suo modo intelligente, lucido e misurato di guidare, anche se a prima vista sembrava il più spericolato interprete del tracciato. Protagonista indiscusso negli anni '50 e '60 nel mitico ed emozionante circuito cittadino di Frosinone, uno dei circuiti più belli ed impegnativi d'Italia. Sono rimaste indimenticabili le sfide all'ultimo sangue
con Silverio Archilletti e Franco Mancini, migliori centauri del panorama motoristico nazionale, anche se Giovanni Morgia non è stato mai profeta in patria, inseguendo la vittoria per due decenni senza mai raggiungere l'obiettivo. Si è dovuto accontentare di numerosissimi piazzamenti, tra i quali cinque secondi posti ma fu sempre acclamato dagli appassionati come se avesse vinto. Il circuito motoristico cittadino di Frosinone negli anni '50 e '60 fu tra i più coinvolgenti ed entusiasmanti, ma Frosinone aveva accolto il motociclismo ad alto livello già
prima della seconda guerra mondiale. La prima edizione si dispu-
tò addirittura nel 1927 e fu vinta da Enrico Periccioli su Sunbean 500, guidando alla media di 80 km orari su un percorso mai più
riproposto, che prevedeva un tratto iniziale molto veloce a Tecchiena e Roana. Giovanni Morgia si è distinto per la facilità con la quale cambiava il mezzo tecnico: nel corso degli anni si è presentato al via della gara di Frosinone in sella a diverse moto, dalla CM alla Ducati, dalla Motobi alla MV alla Rumi e con la sua fida Morini, con la quale nel 1966 vinse il campionato italiano nella categoria Juniores nella classe 250cc. I tifosi lo ammiravano perché lottava con una grinta che sfiorava il paranormale
e il suo talento meritava entusiasmo da parte degli addetti ai lavori perché correva con moto affittate da concessionari e fatte arrivare in città pochi giorni prima della gara e che avrebbe restituito subito dopo. Per due lustri, la rivalità tra Morgia e Archilletti ha fatto accorrere lungo i 5 km del tracciato frusinate con 23 curve, salite e discesa circa cinquantamila persone che applaudivano i loro beniamini. Giovanni Morgia ci ha lasciato e la sua scomparsa ha cerato un vuoto nell'animo di tutti: con lui è svanito un pezzo di storia sportiva ciociara. Bruno Sbaraglia
Celebrata la festa della Polizia Locale L'Assessore Regionale Di Liegro in visita allo Sportello Sicurezza del Comune di Frosinone
Si è svolta lo scorso 20 gennaio a Frosinone la prima Commemorazione Intercomunale di San Sebastiano, Protettore della Polizia Locale. La giornata ha preso il via alle ore 10, con l'arrivo delle autorità e rappresentanze cittadine con gonfalone in piazzale Vittorio Veneto. La partenza del corteo, diretto verso la Cattedrale Santa Maria, è avvenuta percorrendo via Del Plebiscito per arrivare a piazza Santa Maria. Alle ore dieci e trenta si è poi tenuta la Santa Messa concelebrata da Mons. Luigi Di Massa-Vicario Generale della Diocesi, Rev. Don Gianni Bekiaris - Cappellano Magistrale del S.M.O.M., Don Giovanni Giralico - Parroco
della Cattedrale di Frosinone. Dopo una breve visita da parte delle autorità e dell'Assessore Regionale Di Liegro allo Sportello Sicurezza inaugurato lo scorso anno, primo esempio nel Lazio, alle 12 e 30 si è tenuto, presso l'Aula Consiliare della Città di Frosinone, un incontro al quale hanno preso parte il Sindaco di Frosinone Michele Marini, l'assessore alla Polizia Municipale di Frosinone Fabio Dialmi, il Comandante della Polizia Municipale di Frosinone Massimiliano Mancini. Il Sindaco Michele Marini ha esordito sottolineando l'importanza di questa manifestazione che raccoglie i Corpi di tutta la provincia. Quello della Polizia Locale è un
simbolo radicato nel territorio, entrato ormai nella tradizione che regala ai cittadini un senso di tranquillità che è importante per quella che viene definita sicurezza percepita. Nella sua dichiarazione l'assessore Dialmi ha invece ricordato quanto realizzato dall'Amministrazione nell'ambito della sicurezza, citando, tra l'altro la video-sorveglianza, lo Sportello per la Sicurezza Urbana fino ai nonni vigili che entreranno in azione dal prossimo lunedì. L'assessore Di
Liegro, dopo aver ringraziato per l'invito ricevuto, ha voluto ricordare come la Regione Lazio abbia messo in atto una efficace politica sulla sicurezza e sul sociale, riconoscendo così l'ottimo lavoro svolto, attraverso finanziamenti e progetti. A.T.
Provincia
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Se un gelato costa la bellezza di 35 euro... Tutti in piazza per la festa delle Stuzze FIUGGI - Ha fatto giustamente scalpore la notizia trapelata a fine anno riguardante una coppia di turisti stranieri che si è vista chiedere l'assurda cifra di 35 euro per un cono gelato. E un'eco ancora maggiore ha avuto la "giustificazione" che l'esercente esoso avrebbe addotto per spiegare la somma: "Pensavo fossero dei russi...". E qui è il caso di fare alcune riflessioni. Va da sé che è un'enormità tirare fuori dal portafogli 35 euro per un cono gelato, per cui il comportamento dell'artigiano è censurabile fin da questo punto. Ma più grave è il tentativo di
discolparsi accampando l'idea che le due ignare vittime fossero straniere, probabilmente danarose: il "messaggio" (negativo) che passa è che il turista è il giusto "pollo" da spennare alla prima occasione utile, meglio se viene dall'estero perché non capisce la lingua, non conosce l'euro, non sa quanto costino i prodotti alla fonte... Messaggio negativo perché è la pubblicità negativa che ne deriva a danneggiare l'immagine della città e a frustrarne le ambizioni di un possibile rilancio, specie in un periodo di grande difficoltà come l'attuale. Evidentemente, gli
"esempi" dello scorso autunno che hanno coinvolto alcuni giapponesi a Roma non hanno insegnato nulla a chi opera nei settori della ristorazione e dell'accoglienza in genere. Anziché puntare sul miglioramento dei servizi, su offerte accattivanti in grado di attirare il turista, si predilige il guadagno immediato, esorbitante e senza senso che, alla fine, produce soltanto guasti e non porta alcun beneficio. Per Fiuggi un altro "colpo basso". Anzi indigesto. Come un cono gelato da 35 euro. Pie. Ant.
FIUGGI - C'è aria di crisi a Fiuggi, dove si sta vivendo una delle peggiori stagioni degli ultimi anni, e quindi giungono a proposito le festività in onore di San Biagio, Patrono della città termale, sperando - almeno per il momento - di trovare un momento di distrazione e di relax, oltre che di sincera preghiera. Con il 2 e il 3 febbraio tornano infatti i classici appuntamenti della Festa delle Stuzze e le celebrazioni in onore di San Biagio. Sulla prima iniziativa aleggia un'aria da leggenda. Pare, in effetti, che nel 1298 fosse stata proprio la festa in questione a salvare la città dall'assedio delle truppe papali. I soldati arrivarono di notte alle porte del borgo e, scambiando i fuochi delle celebrazioni per un incendio, pensarono di essere stati preceduti dagli alleati e se ne andarono tranquilli. L'indomani la città, saputo dello scampato pericolo, elesse il santo del giorno, San Biagio, a TREVI NEL LAZIO - Il 2010 sarà l'anno delle elezioni comunali. Anticipate, come si sa, dopo l'inopinata "caduta" del sindaco patrono di Anticoli di campagna, l'antico nome Silvio Grazioli, sfiduciato da una parte dei suoi nello scorso autunno. Va da sé, quindi, che l'attenzione nel paese è tutta rivol- di Fiuggi. ta alle imminenti consultazioni elettorali e la macchina politica è in fermento già da un Durante la festa, che deriva da antichi riti pagabel pezzo. Al momento, comunque, di certezze ce ne sono poche. Una è che il primo cit- ni di purificazione, si usava bruciare appunto le tadino uscente (che era stato eletto nella primavera del 2006, ndc) si ripresenterà ai nastri "stuzze", stoppie che nei secoli sono diventate di partenza alla guida della lista civica "Trevi nel futuro" con un programma battagliero e canne, tronchi di quercia ed addirittura capanne desideroso di portare a compimento le progettualità rimaste in sospeso. Grazioli parla di di legno coperte da rami di ginestra costruite Piano regolatore generale, recupero urbanistico, ulteriore impulso alle attività socio-cultu- appositamente per le celebrazioni. La festa di rali, della creazione di nuovi posti di lavoro favorendo la costituzione di cooperative. Idee San Biagio, che ricorre invece il 3 febbraio, vieattorno alle quali sta aggregando nuove persone per la definizione della lista e per otte- ne poi ripetuta nella prima domenica di agosto Gli Altipiani di Arcinazzo nere di nuovo l'ok dei suoi concittadini a lavorare per altri 5 anni per Trevi nel Lazio, pos- affinché anche i villeggianti estivi possano gosibilmente senza intoppi. Ma qualcosa si sta muovendo anche in altre direzioni: si parla di una seconda possibile lista compo- dere delle tradizioni cittadine. sta in prevalenza da giovani e di una terza formazione che sia espressione più vicina all'importante frazione degli Altipiani di E chissà, scherzando un po' tra il sacro ed il proArcinazzo. In attesa di collocazione invece i quattro esponenti - Antonio Crisci, Antonio Salvatori, Marzia Molinari e Renato fano, che San Biagio non faccia il miracolo di Graziani - che hanno fatto mancare il loro appoggio a Grazioli qualche mese fa. Ma la situazione, come si potrà ben capire, è anco- restituire un po' di speranza alla città: Fiuggi, ra molto fluida e in fermento: c'è ancora diverso tempo perché le cose possano cambiare prima di assumere la loro forma definitiva. che attraversa un periodo davvero buio, ne aPie. Ant. vrebbe davvero bisogno. P. A.
Il pensiero è già tutto rivolto alle prossime elezioni comunali
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Provincia
Veroli, terapia d'urto per salvaguardare il pianoro di Prato di Campoli VEROLI - Il patrimonio naturale e paesaggistico del pianoro di Prato di Campoli è sotto la lente d'osservazione dell'Amministrazione comunale verolana, con tante problematiche da risolvere e che sono state la spina nel fianco delle varie amministrazioni succedutesi nell'ultimo ventennio. La giunta di Giuseppe D'Onorio dovrà applicare delle scelte di fondo di carattere amministrativo di massima urgenza, allo scopo di salvaguardare tutta l'area del pianoro e renderla più fruibile, sviluppandone tutte le potenzialità turistiche ed economiche. La convenzione per la gestione del prato, affidata all'asso-
ciazione temporanea di cooperative, formata dalla "Tipì coop" e dalla "Argo Service", entrambe di Veroli, è scaduta lo scorso 31 dicembre, gestione che riguardava la riscossione dei ticket per la sosta oltre alla pulizia e la manutenzione dei servizi igienici, la fornitura dell'acqua potabile, l'assistenza sanitaria e la vigilanza e il controllo sull'attività dei pastori. Si dovrà lavorare per migliorare sia l'afflusso turistico, oltre che per la stesura di norme atte a regolamentare la pastorizia, dato che proprio in questi giorni scadono i termini per la presentazione delle domande di "Fido pascolo", provvedimento destinato a
chiunque intenda utilizzare i terreni comunali per il pascolo di
ta (magari instaurando un servizio navetta) qualora sia praticabile. L'associazione uscente ha prodotto varie idee, tra cui l'allargamento della gestione ad altre cooperative o associazioni interessate, onde gestire al meglio la complessità dei servizi che il piaPrato di Campoli sotto la neve noro deve garantire bestiame. Verranno studiati vari ai villeggianti. Il problema ammiprogetti da presentare con un nistrativo è quello di regolamenbando e scelto quello migliore tare l'afflusso di traffico e siccocon priorità assoluta alla riduzio- me la strada è comunale, quindi ne del traffico veicolare in entra- di competenza delle forze dell'or-
Anche a Veroli si recuperano le mura poligonali Il sindaco D'Onorio ha annunciato il via ai lavori di riqualificazione VEROLI - Se si vuole creare un movimento turistico consapevole, occorre valorizzare al meglio il patrimonio storico che abbiamo. In tale ottica, va accol-
Rocca San Leucio di Veroli
to come un segnale importante la decisione dell'Amministrazione comunale di Veroli di procedere al recupero e alla riqualificazione della cinta muraria di San Leucio (l'opera poligonale di epoca romana e delle strutture difensive di epoca medievale), posta nel punto più alto del centro storico. Si tratta di un intervento che il sindaco Giuseppe D'Onorio ha annunciato sul finire del 2009 e che prenderà il via appena espletate le ultime formalità burocratiche. Non sarà, lo diciamo subito, il consueto lavoro rivolto al solo risanamento conservativo, come avvenuto in passato. Essendo stata per lunghi tratti assorbita all'interno della maglia edilizia, la fortificazione aveva perso nel tempo l'integrità originaria e, di conseguenza, la sua efficacia simbolica. L'intervento proposto mira così ad un sistematico "Recupero funzionale" allo scopo di "valorizzare il complesso monumentale e le mura medievali cresciute in sovrapposizione del precedente perimetro megalitico, per adeguarlo ad una domanda turistica di eccellenza". È prevista la sistemazione del paramento esterno con il risanamento e l'accesso interno al sito; all'in-
terno della rocca di San Leucio si procederà alla rimozione e al vaglio dei materiali di crollo; si realizzerà un accesso ad un percorso pedonale che porterà il visitatore all'interno della rocca stessa, che sarà fruibile anche di sera grazie all'illuminazione del percorso e dell'area monumentale. Il fine è quello di dare visibilità alla poderosa cinta e incrementarne l'appetibilità dal punto di vista turistico. Ricordiamo che le mura poligonali in questione, comprese tra il rione di San Leucio ed i resti della rocca del X secolo, furono un avamposto strategico dove trovò prigionia Papa Giovanni XIII. L'ingente opera di recupero sarà possibile grazie al finanziamento di 500 mila euro ottenuto dalla Regione Lazio - Direzione Regionale Beni e Attività culturali, e alla somma di 50 mila euro a carico del bilancio comunale. Sarà l'impresa "Moliri srl" di Monte San Giovanni Campano ad occuparsi dell'intervento: l'impresa possiede certificata esperienza nel settore perché da quando è nata si interessa di restauro (tra i lavori realizzati, quelli a carico delle mura di Ferentino e del Castello di Alvito). Progettista, direttore dei lavori e responsabile della sicurezza è l'architetto Alessandro Tarquini. L'Amministrazione comunale di Veroli prosegue dunque sulla strada già tracciata anni fa quando, su precisa indicazione e volontà del primo cittadino Giuseppe D'Onorio, è stato recuperato il sito archeologico in Via Casalunga, proprio alle spalle del Palazzo municipale. Pietro Antonucci
Un museo dell'olio per celebrare l'oro verde ciociaro L'idea nata dopo il successo della manifestazione in frantoio BOVILLE ERNICA - La recente manifestazione "Pane & Olio in frantoio", che ha fatto registrare un'altissima presenza di pubblico ed un successo senza precedenti, ha convinto anche l'Amministrazione comunale che la promozione dell'olio extravergine di oliva può rappresentare una risorsa economica per il territorio anche dal punto di vista turistico. È per tale ragione che, con la fine dell'anno, momento in cui si traccia il bilancio di quanto realizzato e si annunciano i propositi per l'avvenire, il presidente del consiglio comunale bovillense, Nicola Milani, ha lanciato l'idea di creare un museo interamente dedicato al prodotto principe delle colline del paese, l'olio appunto. Lo stesso Milani è anche vice-coordinatore regionale dell'associazione nazionale "Città dell'olio" (della provincia di Frosinone ne fanno parte, oltre Boville Ernica, anche Monte San Giovanni Campano e Vallecorsa, ndc) e dunque più sensibile ed attento alle tematiche citate. Nel progetto, per ora a livello embrionale e che verrà sviluppato nel corso di questo nuovo anno, Milani ha inteso coinvolgere altri soggetti con l'intento di costituire una partnership con i privati del consorzio dei produttori di olio di Alatri, Veroli, Monte San Giovanni Campano e Boville Ernica. Il fine del museo sarà quello di divulgare la cultura dell'olivo e dell'olio di oliva di qualità, tutelare e promuovere l'ambiente ed il paesaggio olivicolo, diffondere la storia dell'olivicoltura, garantire il consumatore attraverso la valorizzazione delle denominazioni di origine, fungere da punto di riferimento per organizzare eventi, creare la base necessaria per l'attuazione di strategie di comunicazione e di marketing finalizzate alla conoscenza e alla vendita del prodotto. L'idea, aggiungiamo noi, è ottima perché se l'intera provincia di Frosinone (non solo la città di Boville Ernica, quindi) vuole avere una chance per incrementare il suo futuro turistico, di cui si parla a torto a ragione da decenni se non di più, è indispensabile "puntare" sulle caratteristiche principali del territorio e la produzione dell'olio extravergine di oliva è una di queste. Ci auguriamo che l'esempio e la proposta di Boville Ernica vengano raccolti ed ampliati anche da altre amministrazioni comunali per dare più forza e sostanza all'intuizione di Nicola Milani. Pie. Ant.
Sora, la Sinistra contro l'assessore regionale Zaratti SORA - Il 2010 si apre con lo scontro, tutto interno alla Sinistra, sulla delicata vicenda della centrale turbogas della Cartiera del Sole, giudicata da diverse associazioni del territorio come un pericolo immane per la salute dei cittadini in riferimento alle emissioni delle polveri sottili. A sollevare il polverone, che rischia di avere pesanti ripercussioni sulle non lontane elezioni regionali, è la "Cinema & Società" di Maurizio D'Andria che da mesi si sta battendo, "Esponendosi in prima persona e subendo le ritorsioni psicologiche e pratiche che possono essere facilmente immaginate", contro la centrale. L'associazione in questione ha scritto in questi giorni al
dine, i gestori non possono vietare l'accesso agli utenti, come pure non hanno nessun potere esecutivo sull'attività dei pastori. Un altro problema di primaria importanza per l'amministrazione comunale - visto che tutta l'area è priva di segnale telefonico - è quello di attivarsi, interpellando società di telefonia mobile affinché venga installato un ripetitore dando modo agli addetti di segnalare eventuali interventi di primo soccorso. Problemi che la giunta D'Onorio dovrà farsi carico e cercare di risolvere anche perché durano ormai da molto, troppo tempo. Bruno Sbaraglia
leader di "Sinistra, Libertà Ecologia", l'onorevole Nichi Vendola, chiedendogli di prendere posizione sul tema. "Ti invito - sono le parole di D'Andria - a sentire Filiberto Zaratti affinché ti presenti la sua versione dei fatti e soprattutto affinché si trovi la giusta definizione della vicenda che, come dice lo stesso Ministero, riparta dall'annullamento degli atti rilasciati (falsi perché anche in violazione della sentenza 127/2005 del Consiglio di Stato, sezione VI), blocchi l'impianto turbogas della Cartiera del Sole (che finirà per licenziare gli operai della carta per vendere soltanto l'energia elettrica) e proceda ad una nuova richiesta di Valutazione di Impatto Am-
bientale per l'impianto in questione, potendosi avvalere oggi dello stesso parere ministeriale citato. In ciò, intervenendo anche sul parere positivo Aia rilasciato dalla Provincia di Frosinone (complice) in data 22/01/2009". In caso non si addivenisse alla soluzione auspicata, l'associazione invita Vendola ad espellere dal partito Zaratti per "Indegnità" morale e politica e certamente, a bocciare ogni sua proposta di candidatura per le prossime elezioni regionali. Per D'Andria tutta la Ciociaria non può votare una persona che ha un "Totale disprezzo della salute dei cittadini, donne, bambini, vecchi e malati in primis". La diatriba prosegue e assume aspetti sempre più drastici. P. A.
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Provincia
Ferentino e la Porta Sanguinaria Festeggiamenti a Sant’Antonio Abate Continua il nostro viaggio alla riscoperta di monumenti e luoghi nascosti di Ferentino, città mitologica le cui origini si fondono con il mito. Secondo la leggenda infatti, Ferentino fu fondata dal Dio Saturno che, cacciato dall'olimpo si ritirò e fondò appunto la città. Ferentinum (participio passato del verbo latino FERRE: creare, procurare; caratterizzante la fertilita' del terreno). Doverosa ci sembra la citazione che fece di Ferentino, Orazio nelle Epistole: SI TE GRATA QUIES ET PRIMAN SOMNVS IN HORAM DELECTAT SI TE PVLVIS STREPITVSQVE ROTARUM, SI LAEDIT CAVPONA, FERENTINUM IRE IVBEBO; NAM NEQUE DIVENTIBVS CONTINGVNT GAVDIA SOLIS… (Orazio - Epistolarum, Liber I, 17 vv 6-9) (SE TI PIACE LA TRANQUILLITA' ED IL SONNO CONTINUATO FINO AL LEVAR DEL SOLE, SE TI INFASTIDISCONO LA POLVERE, LO STREPITO DEI CARRI E LE OSTERIE, TI CONSIGLIEREI DI ANDARE A FERENTINO; INFATTI, NON AI SOLI RICCHI E' DATO DI GODERE…) Tappa del nostro viaggio è Porta Sanguinaria.
La porta si trova a sud della città ed il suo sguardo volge verso est. E' lei la più importante, la regina,
La Porta sanguinaria
la meglio conservata, parliamo ovviamente di Porta Sanguinaria. L'architrave originario è stato sostituito dai romani da un arco a tutto sesto costituito da tredici conci radiali. La porta e le relative mura circostanti testimoniano le tre epoche differenti di cui la città è stata protagonista: preromana, romana, e medievale. Gli enormi massi sono testimonianza dell'epoca preromana (IV sec. a. C.), sopra l'arco a tutto sesto il travertino, traccia di un'epoca romana (II sec a. C.), infine un terzo strato di materiale incerto risalente al-
l'epoca medievale. Nel terzo e ultimo strato ci sono, a intervalli regolari dei fori rettangolari, sicuramente usati come appoggi per le incastellature lignee, posto di guardia che veniva inserito nelle fortificazioni medievali sulla parete esterna del muro a difesa degli ingressi. Il nome della porta è probabilmente il riassunto di battaglie cruente; secondo un'opinione più condivisa il nome ricorderebbe invece il percorso dei condannati a morte che dalla porta stessa uscivano per essere giustiziati nella sottostante Aia del Montecchio. La porta è la meglio conservata di Ferentino, meta di curiosi e turisti, rappresenta un elemento cardine della città. Conserva tutt'ora a distanza di secoli notevole eleganza e popolarità. Giuseppe Gatta
VICO NEL LAZIO - 17 Gennaio a Vico nel Lazio, come in altri numerosi paesi, si sono svolti i festeggiamenti in onore a Sant'Antonio Abate, considerato il protettore degli animali domestici, tanto da essere solitamente raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una campanella. La tradizione deriva dal fatto che l'ordine degli Antoniani aveva ottenuto il permesso di allevare maiali all'interno dei centri abitati, poiché il grasso di questi animali veniva usato per ungere gli ammalati colpiti dal fuoco di Sant'Antonio. I maiali erano nutriti a spese della comunità e circolavano liberamente nel paese con al collo una campanella. Egli è considerato, infatti, il protettore contro le epidemie di certe malattie, sia dell'uomo, sia degli animali. E' stato invocato come protettore del bestiame e la sua effigie era collocata sulla porta delle stalle. Il Santo è invocato anche per scongiurare gli incendi, e non a caso il suo nome è legato ad una forma di herpes nota come "fuoco di Sant'Antonio" o "fuoco sacro". Il 17 gennaio tradizionalmente la Chiesa benedice gli animali e le stalle ponendoli sotto la protezione del santo. I riti che si compiono ogni anno in occasione della festa di S. Antonio sono antichissimi e legati strettamente alla vita contadina e fanno di Antonio Abate un vero e proprio "santo" del popolo. Anche nel piccolo paese ernico durante la solenne messa in onore del Santo, che si celebra nella chiesa di Sant'Antonio, esterna al paese, sono stati benedetti gli animali e in occasione della festa sono state distribuite a tutti gli abitanti del paese una piccola pagnotta di pane benedetta che per tradizione viene fatta mangiare agli animali. Una tradizione che ormai conta molti anni e raccoglie numerose persone devote al santo. Laura Ascani
Collepardo, riapre lo sportello per le famiglie Dopo un breve periodo di sospensione, da lunedì 11 gennaio scorso la riaperto al pubblico lo Sportello di ascolto alle famiglie. Lo sportello è disponibile gratuitamente a tutti i cittadini ogni lunedì, con orario dalle ore 10 alle 12, presso il Centro Sociale Anziani in Piazza della Libertà, per affrontare le problematiche sull'educazione dei figli, quali ad esempio: l'importanza del genitore come educatore; l'educazione nell'infanzia e nel periodo prescolare; l'educazione nella formazione primaria (le scuole elementari); l'educazione nella formazione secondaria (le scuole medie); il conflitto università/autonomia; le difficoltà relazionali nei figli delle coppie separate. Lo sportello è gestito dal professore Francesco Boriani, sociologo e già docente a contratto presso l'Università degli studi "La Sapienza" di Roma. Per ogni ulteriore informazione ci si può rivolgere a Eugenio Ferrante, assessore comunale alle politiche sociali. L'iniziativa è una concreta testimonianza d'attenzione e di sensibilità a delle problematiche moderne ed attuali che, nei piccoli centri, possono spesso costituire una sorta di "tabù" per mancanza di cultura e di preparazione. P.A.
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Vita alatrense
Il patrimonio storico e bibliografico di Don Giuseppe per la città È giunta alla nostra redazione la seguente nota informativa, a firma del sig. Temistocle Capone, fratello di Don Giuseppe Capone, e del prof. Gianni Boezi: "Dando corso al pensiero espresso di Don Giuseppe Capone, deceduto il 31 dicembre 2009, si comunica alla Cittadinanza che, in data 13/01/'10 si è proceduto al passaggio di consegne della documentazione economico amministrativa e degli archivi storici del Seminario Vescovile di Alatri. Alla presenza del Vicario Generale della Diocesi, Mons. Alberto Ponzi, del Cancelliere Vescovile, Don Claudio Pietrobono, di D. Antonio Castagnacci, di D. Mariano Morini, il sig. Temistocle Capone, e il prof. Gianni Boezi hanno consegnato al cancelliere vescovile le chiavi dell'archivio capitolare di Alatri; dell'archivio storico del Seminario Vescovile; dell'archivio che accoglie le circa cinquecento pergamene del Capitolo della Cattedrale di Alatri (secoli X - XVI); dell'archivio della Casa del Fanciullo di Trivigliano; dell'archivio storico e contabile "Fratelli Folchetti"; della Biblioteca del Seminario. Al medesimo cancelliere sono stati altresì consegnati i cataloghi della documentazione, in formato cartaceo e
digitale: realizzati dal prof. Gianni Boezi per tutti gli archivi; redatto dallo stesso Boezi e dal sig. Antonio Fratarcangeli per la biblioteca del Seminario. Tale grandiosa documentazione costituisce un patrimonio culturale davvero immenso: dalle pergamene (la più antica risale al 933), ai te-
sti della biblioteca, ricca di oltre diecimila volumi. Essa, in particolare, custodisce: un incunabolo della seconda metà del 1400; ben 147 testi del 1500; la completa enciclopedia del Moroni; i manoscritti di Luigi De Persiis e di Luigi Ceci; la serie de "La Civiltà Cattolica", a partire dal primo numero. Al termine delle operazioni, sono stati consegnati gli elementi dell'apparato ornamentale della statua del Patrono
S. Sisto; oltre a quelli già noti, i signori Capone e Boezi hanno affidato alla cura del Vicario Generale e del Cancelliere Vescovile: le sei lamine di rame fatte incidere da Mons. Egnazio Danti a seguito dell'invenzione delle reliquie del Patrono, nel 1584 (perdute dal 1932, rinvenute e custodite da Don Capone); due lettere scritte da Egnazio Danti (del 14/12/1583 e del 24/12/1586); l'unica copia esistente delle Costituzioni sinodali fatte stampare dal Danti, nel 1585; tre lamine in rame relative a San Sisto (sec. XVIII XIX); la targa dell'Accademia dei Lincei attribuita a Luigi Ceci. La documentazione, la produzione, i testi personali di Don Capone, rimangono affidati, invece, alla custodia del sig. Temistocle suo fratello, per essere ordinati e catalogati, con l'impegno attestato nel verbale notarile redatto contestualmente - che tutto "sarà consegnato alla Diocesi", nel momento in cui verrà a far parte di un progetto culturale ampio e destinato a valorizzare insieme, in Alatri, la biblioteca e gli archivi del Seminario: "In quei documenti - è stato il pensiero ultimo di Don Giuseppe Capone esiste la nostra storia e noi abbiamo l'obbligo morale di consegnarli alle future generazioni".
Una palestra multifunzione per la Fiura Ultimata la costruzione della monumentale Palestra della Fiura che oltre a servire gli studenti della elementare Sacchetti Sassetti, diventerà un centro sportivo per l'intera
L’assessore Roberto Addesse mentre effettua il sopralluogo alla palestra
collettività della zona. Da definire dei dettagli e poi l'inaugurazione. Struttura all'avanguardia supportata da un
impianto per la creazione di energia solare, con abbattimento dei costi energetici enorme. Sopralluogo finale da parte dell'assessore ai lavori pubblici Roberto Addesse, giudizio egregio sullo stato dei lavori. <Nasce una struttura modello nell'ambito sportivo della città siamo veramente fieri di questo edificio che sarà utilizzato dalle scuole della Sacchetti Sassetti, ma anche dalla utenza in generale. I lavori hanno portato alla realizzazione della centrale termica, dell'impianto di riscaldamento della palestra, dell'impianto elettrico e di illuminazione. Installati servizi all'avanguardia e moderni, infissi interni ed esterni. Terminata la nuova pavimentazione della palestra e dei servizi con tanto di rivestimento dei servizi. I lavori esterni realizzati hanno riguardato pareti e recinzioni, viabilità pedonale e impianti a rete>. La grande novità <Di certo quella dell'installazione di pannelli solari per la produzione dell'acqua calda i quali ridurranno i costi di produzione del 50% circa e consentiranno l'installazione di una caldaia di 80 Kcal anziché 170 con conseguente risparmio economico. Un sentito ringraziamento per l'ottimo lavoro svolto alle maestranze ed al progettista nonché direttore dei lavori Architetto Papetti >.
Campocatino, agevolazioni e sconti per i residenti di Alatri Ottime notizie per gli sciatori residenti nel Comune di Alatri. Accolta la richiesta di usufruire di sconti e agevolazioni formulata al Consorzio di Campocatino da parte dell'Ente di Alatri tramite l'assessore allo Sport Gianni Padovani e il capogruppo del Pdl Giorgio Pongelli che aveva annunciato pubblicamente tale volontà. E cioè visto che Alatri fa parte del Consorzio di Campocatino insieme ad altri soggetti istituzionali come Provincia e XII^ Comunità Montana di garantire sconti ai cittadini di Alatri. Rispetto al passato arriva questa buona e attesa notizia. <Il Consorzio ha accolto la richiesta di agevolazione tariffaria riservata ai cittadini alatrensi - affermano dal Consorzio di Campocatino - che pertanto potranno usufruire, dietro presentazione di idonea documentazione, di uno sconto del 20% sul costo del biglietto stagionale>. E se si pensa, come hanno confermato gli stessi operatori, che quest'anno la politica tariffaria scelta è già vicina alle esigenze delle famiglie sicuramente una ulteriore agevolazione. <Ringrazio pubblicamente il Consorzio di Campocatino e il Presidente Antonello Iannarilli a nome della intera Amministrazione e della città per aver accolto la nostra richiesta - dichiara l'assessore allo sport Gianni Padovani - lo sconto del 20% più le già numerose agevolazioni presenti nel tariffario di questa stagione saranno un impulso per gli sciatori del Comune di Alatri a recarsi ancora di più sulla rinata Stazione Sciistica invernale. Siamo certi che questa notizia e novità verrà accolta positivamente dai tantissimi sciatori residenti nel Comune di Alatri, allo stesso tempo siamo soddisfatti per aver definito questo percorso. Colgo l'occasione visto l'ottimo inizio della stagione sulle piste da neve di Campocatino di augurare a tutti, operatori, gestori, e sciatori una splendida annata sulle nevi di Campocatino>.
Il Comune chiede all'Acea: "Sportello aperto tutti i giorni" Il Comune di Alatri incalza l'Acea Ato5, obiettivo far tenere aperto l'ufficio al pubblico per l'intera settimana in via Circonvallazione per andare incontro alle esigenze dei cittadini utenti sia di Alatri che dell'intero circondario. Presenti il sindaco Costantino Magliocca, l'assessore Sandro Vinci e il consigliere comunale Mario D'Onorio per l'amministrazione e l'ingegnere Coppola per il gestore. Nella sala anche tecnici comunali. Un'ora di serrato confronto dall'esito positivo in cui sono stati analizzati anche altri e importanti aspetti della gestione sul territorio, con in arrivo in termini di lavori importanti e buone novità. L'Acea ha tenuto in forte considerazione la richiesta, ben consapevole che a servirsi dell'ufficio di Alatri, sono anche gli utenti dei comuni dei dintorni, e l'apertura non continua nella settimana come è ad oggi crea in disagi e lunghe file. <Soddisfatti che l'Acea tramite il cordiale ingegnere Coppola abbia tenuto conto di questa nostra richiesta - ha affermato l'assessore Sandro Vinci per conto degli amministratori - adesso aspettiamo la decisione, chiaro però che aver manifestato accordo su ciò è già un positivo elemento. Noi puntiamo ad avere l'ufficio aperto da parte dell'Acea per cinque giorni a settimana, andando sicuramente incontro alle aspettative dei cittadini utenti. Adesso aspettiamo la decisione dell'Acea Ato 5 sulla nostra richiesta>.
Via al bando pubblico per i Revisori del Comune Avviso di selezione per la nomina del collegio dei Revisori per il triennio 2010/2012, possibile scaricare la documentazione dal sito www.comune.alatri.fr.it o dagli uffici preposti. "In occasione della scadenza del mandato del Collegio dei Revisori prevista per il giorno 11/02/2010, il Comune di Alatri intende acquisire istanze da parte dei professionisti interessati alla nomina del nuovo Collegio. Si ricorda che ai sensi dell'art. 234 del Decreto Legislativo 267/00 il Collegio dei Revisori è eletto dal Consiglio Comunale ed i componenti del Collegio è composto da n.3 (tre) membri, che sono scelti: Uno tra gli iscritti al Registro dei Revisori contabili, il quale svolge le funzioni di Presidente del Collegio; due tra gli iscritti nell'Albo unico tenuto dall'Ordine dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili istituito con il Decreto Legislativo 28/06/2005, n.139. Per lo svolgimento dell'incarico è prevista la corresponsione di un compenso in conformità a quanto prescritto dal D.M. 20 maggio 2005 che ha aggiornato l'art.241 del D.Lgs.267/00. Il Collegio dura in carica tre anni decorrenti dalla data di esecutività della delibera del Consiglio Comunale. I soggetti interessati, in possesso dei requisiti richiesti dalla legge, a presentare la propria candidatura, secondo le indicazioni. Le proposte di candidatura debbono essere presentate all'Ufficio Protocollo del Comune entro il termine di 15 giorni decorrenti dalla data di pubblicazione del presente avviso all'albo pretorio del Comune di Alatri, con scadenza pertanto il giorno 03/02/2010 alle ore 12. La domanda va indirizzata "Al Sindaco del Comune di Alatri - Piazza S. Maria Maggiore n. 1 - 03011 Alatri (Fr)" e deve pervenire presso l'Ufficio Protocollo del Comune di Alatri (lun.ven. 8.30-13.00; mar. e ven. 15.30-17.30) entro e non oltre le 12 del 03.02.2010.
Pagina a cura di: Andrea Tagliaferri
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Vita alatrense
Don Giuseppe, un ricordo ed un rimpianto
Don Giuseppe Capone
Ripercorrendo la vita di Don Giuseppe Capone si resta ammirati da quanto questo sacerdote abbia dato alla nostra Città ed alla diocesi tutta nel suo lunghissimo servizio pastorale e culturale. Al sentimento di ammirazione subentra purtroppo quello dell'amarezza nel constatare come questo suo ininterrotto ed appassionato servizio sia stato poco riconosciuto a tutti i livelli. Al di là di ufficiali e formali dichiarazioni od interventi da parte delle varie autorità, sembrava quasi che il suo funerale fosse una pratica da svolgere perché dovuta ma - spero vivamente di sbagliarmi - poco sentita. E dov'era la gente di Alatri alla quale più di ogni altra ha dedicato tempo, energie e passione culturale? Debbo onestamente dire che mi aspettavo una massiccia partecipazione di gente ai funerali di Don Giuseppe ed invece ce n'era appena per riempire i banchi (o poco più) della navata centrale della cattedrale di Alatri. In fondo - ironia della sorte forse Alatri ha dato a Don Giuseppe in morte quello che lui ha voluto da vivo: stare lontano dai riflettori della scena pubblica, sempre schivo e timido, non voler mai apparire anche quando era lui il protagonista, non essere insomma al centro dell'attenzione. Sta di fatto che verso un cittadino onorario che con i suoi scritti e le sue ricerche ha dato una risonanza ed una fama internazionale alle nostre mura che nessuna amministrazione mai era riuscita a dare, era doverosa almeno una cerimonia pubblica civile di ringraziamento od al minimo un ricordo durante la celebrazione funebre. E' triste dover riconoscere come anche la nostra città sia ormai distratta da tante cose e che stia perdendo quel senso di appartenenza, di riconoscenza e di civiltà che la caratterizzava. Quando una comunità non riconosce i suoi figli migliori vuol dire che ha intrapreso la strada del declino. Unico conforto: molti fra i presenti al funerale hanno pianto per lui. Mi fa piacere pensare che questo pianto riscatti le tante assenze ed i tanti silenzi. La città ed i suoi rappresentanti possono ancora porre rimedio alle negligenze sopra evidenziate: dedicare una strada od altro a Don Giuseppe Capone o - meglio ancora - intitolargli un centro studi sulle mura ciclopiche o dedicato alla musica. Paolo Fiorenza
Don Giuseppe, Mons. Edoardo Facchini e l'Opera diocesana di assistenza Mentre assistevo commosso all'arrivederci della Chiesa di Alatri e della Diocesi all' ultimo "canonico" della concattedrale da quello sobrio ma intenso del vescovo Loppa a quello commosso e amorevole del prof. Gianni, mi domandavo che cosa avrei potuto aggiungere io che, per mezzo secolo, ne ho seguito il variegato impegno, i momenti tristi e angosciati e quelli più distesi e sereni. Quando l'editore di "Gente Comune" me ne ha dato l'occasione confesso che ho riflettuto molto e ho rivissuto tanti episodi, tanti avvenimenti. Alla fine ho deciso di soffermarmi brevemente su due momenti della sua esistenza che forse hanno influito maggiormente su di lui: l' Opera diocesana di assistenza e la sua lunga filiale, affettuosa collaborazione con mons. Facchini per 27 anni vescovo di Alatri. Ho davanti il ponderoso volume "La provvida mano" in cui don Giuseppe ha racchiuso l'attività dell'Opera diocesana di assistenza dal 1943 al 1971 - di cui egli fu guida e animatore. In essa sono condensati i vari e diversi cicli assistenziali che vanno dal servizio agli sfollati ed agli internati del campo "Le Fraschette", alla campagna "salviamo il fanciullo" con l'invio nell'Italia del nord di bambini vittime della guerra, ai corsi di qualificazione, alle colonie estive, all'assistenza - in particolare durante il freddissimo inverno del 1956 -, all'istituzione della "Casa del fanciullo" di Trivigliano, al servizio sociale ed all'attività di Patronato. I lunghi anni in cui operò nell'Opera diocesana di Assistenza furono per don Giuseppe intensissimi, irti di difficoltà di ogni genere e di ben poche soddisfazioni. Fu causa anche di vero dolore, quando nel novembre 1970 la Pontificia Opera di Assistenza (di cui l'Opera diocesana faceva parte) venne liquidata e sostituita da un altro organismo. Don Giuseppe
nell'apprendere la notizia non seppe nascondere il proprio forte disappunto e gridò forte all'inizio della "Provvida mano" "E così scompare la Pontificia Opera di Assistenza, con i suoi anni di attività, con le sue gioie e i suoi dolori, con i suoi uomini e con le sue carte, con la sua ansia per la povera gente, con i suoi programmi per combattere la fame e la miseria" e alla fine concluse citando il poeta Tagore: "Poiché la mia parte è con i poveri, con coloro che soffrono trascinando il pesante fardello dei forti e dei grandi; che si coprono il viso soffocando nel buio i loro gemiti, io ti ringrazio o Signore!" Che dire, a questo punto, della collaborazione di don Giuseppe con mons. Facchini, che fu l'ispiratore e il forte sostegno dell'attività caritativa e assistenziale dell'O.D.A. di cui abbiamo scritto? Quando gli parlammo di un libro che la nostra Associazione dei partigiani cristiani voleva pubblicare sulla figura e l'opera del vescovo Facchini, don Giuseppe approvò subito la nostra idea ed accettò di scrivere la quarta parte del volume relativa al periodo dall'arrivo degli Alleati in Alatri (1944) alla morte del vescovo avvenuta in Roma (21 ottobre 1962). "Gli fui vicino (direi "quotidianamente") dal settembre 1945 sino al finire dei suoi giorni - scrive appunto don Giuseppe: scendeva al Seminario al mattino, prima dell'inizio della scuola e, alla sera, sull'imbrunire…" "Quando mi chiamò per propormi l'incarico di Rettore del Seminario… mi permisi di fargli osservare che, per certi incarichi, si supporrebbe un'adeguata preparazione psico-pedagogica, per commettere meno errori possibili…" "… per raccontare i rapporti di mons. Facchini con la "Casa del fanciullo" ci vorrebbe un volume di tante e tante pagine. Mi ero riproposto quella costruzione per ricordare il 25° di episcopato del Vescovo che avremmo festeggiato tra poco… non avevo una lira
per far fronte alle grosse spese che, con chiara irresponsabilità, mi stavo addossando… la Provvidenza mandava avanti ogni cosa per suo conto. Nel maggio 1962 però era in scadenza l' ultima tratta di un milione e mezzo e non avrei avuto possibilità alcuna di poterla onorare… ne parlai una sere con il vescovo… al mattino seguente viene in Seminario, tiene in mano una busta gialla, e mi dice: "Questo denaro è tutta la mia parte di eredità nella divisione dei beni paterni fatta in questi giorni… prendilo e onora la tratta che oggi scade!..." Passano gli anni. Arriva il Concilio Vaticano II
cui mons. Facchini partecipa. Così don Giuseppe racconta, sempre nel volume dell' A.P.C., l'ultimo saluto al vescovo prima della morte. "… Il treno arriva alla Stazione di Frosinone e si ferma, dopo un lungo stridore sulla rotaia, corro a prendere il posto, vi poggio la borsa e riscendo subito per accompagnarlo a salire. Mi stringe la mano, fortemente, come non aveva mai fatto, e senza dir parole… Mi riapparve poi al finestrino, e salutava movendo il braccio lentamente: al cupo rotolare del treno che si allontanava, più che un saluto, mi sembro davvero "l'ultima benedizione" -
Non ci rivedemmo più. Oggi so che fui l'ultimo a vederlo, di tutta la sua gente…" Questo era don Giuseppe, questo era il suo animo di uomo, di sacerdote, di poeta… Nella consueta telefonata per gli auguri di Natale con la sua voce un pò affannata me li ricambiò per tutta la mia famiglia, come faceva sempre, e che erano tanto più graditi a chi come me ricordava quanto egli fosse stato generoso nei momenti di difficoltà. Niente che facesse prevedere che quello sarebbe stato l' ultimo affettuoso scambio di auguri. Carlo Costantini
In ricordo di Don Giuseppe Capone Ringrazio l'Editore per avermi concesso un po' di spazio sul suo Gente Comune per poter ricordare Don Giuseppe Capone. Il mio lavoro di musicista (e di Direttore del Conservatorio di Musica "Licinio Refice" di Frosinone) mi porta a enucleare dalla sua poliedrica figura l'aspetto del compositore e dell'operatore musicale. Oratori per soli, coro e orchestra, mottetti per coro, brani organistici, relazioni storico-musicologiche: spicca tra tutte la sua "memoria" di Licinio Refice che gli commissionai in occasione del Premio Internazionale intitolato al compositore di Patrica, intestatario del nostro Conservatorio. Quanto si assomigliavano l'uno all'altro per temperamento, sentimento, forza, curiosità, voglia di sperimentare un linguaggio musicale di tradizione ma a un tempo stesso nuovo. È davvero molto difficile raccogliere e sintetizzare la quantità industriale di produzione compositiva di Don Giuseppe. Il suo amore per il Coro e per la grande tradizione alatrese lo ha portato a ergersi a strenuo difensore di un modus operandi della Cattedrale. Quando ho iniziato a dirigere il coro "ernico" - coro preposto alle funzioni solenni della Cattedrale - ho incontrato "musicalmente" don Capone. Il suo modo di incoraggiare il coro anche nei momenti di incertezza è servito a compattare le fila. La severità del suo giudizio era il timore di tutti, alla fine di un'esibizione; per cui se talvolta dalla sua bocca scaturiva un elogio, qualunque corista sapeva in cuor suo di aver dato il massimo possibile per meritarsi la sua benevolenza e di aver contribuito alla buona riuscita musicale e, perciò
parte attiva di un tutt'uno fra musica e liturgia. E qualche "registro" d'organo che doveva essere così invece che in quell'altro modo e la gioia di "riempire" i silenzi con la musica e l'improbabile color verde chiaro della sua Volkswagen e all'interno, radi capelli al vento, felice il suo volto e gli anni che passano e la malattia e l'ansia delle scale e "chi lo va a prendere al Seminario" e gli occhi lucidi (dopo lo scampato pericolo della dura malattia) nel salire le impervie scale di Civita che lo portavano al "suo" organo. E che dire dei suoi silenzi carichi di emozione di fronte alla vista di S. Sisto. E quel discorso nel giorno della venuta ad Alatri del nuovo vescovo, Mons. Loppa, sull'Acropoli, all'aperto, davanti a tantissimi raccoltisi lì per l'evento: quel giorno, quelle parole e quel grande sentimento hanno risvegliato l'orgoglio di essere alatresi troppo spesso sopito. E come dimenticare il suo Stabat mater (eseguito anche nel giorno delle esequie) che sintetizza in sé l'amore per Alatri (melodia tradizionale), il dolore della Madre (le pause che punteggiano lo scorrere musicale del mottetto), la sapienza di compositore e la capacità originale di saper armonizzare rendendo unica e nuova la melodia della tradizione. Grazie per il tempo che hai dedicato a me, al coro, alla Cattedrale, a S. Sisto, ad Alatri e alla musica. Antonio D'Antò
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Vita alatrense
Il mistero della chiesa contesa tra privati e Comune… E' incredibile. Ad Alatri qualcuno è riuscito a vendere una chiesa di proprietà comunale. Neanche il
Principe De Curtis nella vecchia pellicola "Totò truffa" aveva osato tanto. Lui si era "limitato" a cedere la fontana di Trevi ad uno sprovveduto turista americano. Ma ad Alatri è successo di più. Ci si è avventati su un luogo del culto cattolico. Si tratta della complicata ed incredibile storia della parrocchia di S. Emidio che fu eretta da Angelo Maria Rolletta nel 1875 e donata al Comune. Il 30 marzo del 2009, in una sessione consiliare, durante la quale quattro consiglieri avevano presentato un ordine del giorno riguardante l'allaccio fognante dell'edificio, improvvisamente viene fuori la notizia: la chiesa risulta essere proprietà privata. Sempre
durante la civica assise si viene a conoscenza di due atti notarili, uno prodotto nel febbraio del 2009 e un altro risalente al 2002, dove si dichiara che la Chiesa, la sagrestia, la strada laterale e il terreno circondante sono di proprietà privata. Ma come è possibile? La chiesa esiste come luogo di culto dall'ottobre del 1876. Nel 1998 Monsignor Luigi Belloli, vescovo di Anagni - Alatri, istituì la Parrocchia di Sant'Emidio che, in seguito, venne riconosciuta come Ente Ecclesiastico, con Decreto del Ministero dell'Interno, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 91, e iscritta nel registro delle Persone Giuridiche del Tribunale di Frosinone. Poi accade qualcosa. Nel 2007 il parroco don Fabio Tagliaferri inoltrò una richiesta protocollata al Comune di Alatri per i lavori di manutenzione ordinaria della chiesa, e di allaccio alla rete fognante. Ma il Comune non si attiva. Don Fabio arriva a chiedere una petizione popolare che viene presentata all'amministrazione comunale nel dicembre del 2008. In quello stesso mese la Giunta comunale si riunisce e, riguardo la petizione presentata dalla Comunità della parrocchia di Sant'Emidio, riporta nel Verbale le seguenti parole: "… Dalla lettura degli atti catastali, l'immobile risulta censito al Fg. 66, mappale 309 sub 1, ctg E/7, e di proprietà comunale (….) Questo Ufficio, presa visione della proposta, ritiene la stessa fattibile tecnicamente ma trattandosi opera
da realizzare su immobile sottoposto a vincolo paesaggistico oltre che a vincolo monumentale, e pertanto occorrerà acquisire il necessario parere preventivo della Soprintendenza Beni Ambientali e Architettonici sulle modalità dell'intervento e sui materiali da impiegare; la spesa complessiva può essere quantificata in Euro 160.000,00, come risulta dallo studio di fattibilità redatto da questo Ufficio..." Nonostante ciò i lavori non partono. Per tale motivo si arriva alla data del 30 marzo 2009 e al consiglio comunale durante il quale viene presentato un ordine
del giorno sulle problematiche della chiesa. Don Fabio, venuto a conoscenza dell'assurda notizia, procede ad una nuova richiesta protocollata rivolta al sindaco Magliocca e chiede a lui di opporsi formalmente all'atto in cui la chiesa viene intestata ad un privato, il quale, da parte sua, non ha intenzione di cedere e presenta ricorso nei confronti del parroco. Come si è conclusa la vicenda? Con un bell'esposto alla Procura della Repubblica in cui i parrocchiani hanno chiesto un fattivo intervento per accertare se nel comportamento degli ammini-
stratori del Comune di Alatri, nelle amministrazioni succedutesi, in ordine alla vicenda rappresentata, sussistano gravi responsabilità penali e soprattutto nei confronti di chi abbia inteso redigere degli atti così gravi. La risposta è in mano alle indagini della procura. Chissà se il mistero sarà finalmente svelato? Certo è che i numerosi parrocchiani e sostenitori della chiesa, così fervente nelle attività ecclesiastiche, sono pronti a difendere e a proteggere e, non ultimo, a sostenere tutti gli oneri dovuti per la manutenzione dell'edificio Mariella Minnucci
Concorso di fotografia "il miracolo della vita" L'Associazione Culturale "Coro Ernico" di Alatri, in collaborazione con la Regione Lazio, il Comune di Alatri, Assessorato alla Cultura, e con la Diocesi di Anagni-Alatri, Parrocchia San Paolo Apostolo, organizza un Concorso/Mostra di Fotografia sul tema: "Il miracolo della vita" - Tutto è "meraviglioso" per chi sa meravigliarsi. "Oggi c'è sempre più la tendenza a non meravigliarsi della vita e di tutto ciò che appare ai nostri sensi e alla nostra mente. L'uomo sembra ormai soffrire di una forma di assuefazione che anestetizza la capacità di stupirsi di fronte alla bellezza di tutto ciò che lo circonda, mentre c'è una ricerca continua e incessante di "prodigi", di "imprese titaniche e leggendarie", di "fiction fantascientifiche", di "magie ed incantesimi", tutti segnali di un vuoto della quotidianità, di una assenza del "sensus vitae" più profondo. Allora la "caccia" al "magicamente prodigioso", comporta il rischio di far trascurare ciò che al nostro sguardo distratto appare "comune".
Info e bando su www.coroernico.it (scadenza marzo 2010)
…tra le righe…
3 gennaio 2010 Ancora un successo del Coro Ernico diretto dal Maestro Antonio D‘Antò presso la Chiesa del Santissimo Salvatore in Ercolano.
D'altra parte si pensa che i veri "miracoli", in senso stretto, siano i fenomeni che superano tutte le forze della natura (miraculum = cosa meravigliosa) e che essi provengono da Dio e solo in alcuni momenti della storia. Questo è senz'altro vero, come testimonia il Miracolo Eucaristico di Alatri. Però è anche vero che tutto l'Universo con le sue leggi proviene da Dio ed è sorretto da Lui: tutto è un miracolo, perché tutto è "meraviglioso", per chi sa meravigliarsi. La vita, l'attività della propria mente, l'Universo, la storia personale e sociale, gli incontri quotidiani, i fenomeni naturali: tutto, filtrato da una coscienza recettiva ed attenta, diventa autentico "miraculum". Tutto, se si vuole, diventa davvero straordinario; la vita stessa è un miracolo".
In una delle più famose poesie satiriche italiane dell'ottocento si faceva riferimento al Re Tentenna, un sovrano fittizio - dietro cui si celava (vedi riferimenti) famoso per il suo non voler decidere. Purtroppo anche nel nostro presente assistiamo ad avvenimenti che ci rimandano con il pensiero a quella composizione poetica. In questi casi non si tratta di re né di avvenimenti di chi sa quale portata, legati come sono al quotidiano di una esperienza per la quale comunque anche i fatti non eclatanti acquistano - per motivi più sentimentali che altro - una loro ben definita importanza. Si ricollegano a quanto sopra descritto alcuni episodi che vorrei sinteticamente proporre: O
Il primo è la vicenda di San Sisto legata alla presenza della statua del Santo Patrono a Roma, in occasione della sfilata storicofolklorica in Via della Conciliazione il giorno dell'Epifania. La statua - si diceva - sarà presente, insieme ad altre due di patroni di comuni vicini. Molte voci critiche si levano contro tale decisione, ritenuta non conveniente considerato il tenore della manifestazio ne. Pochi giorni prima del 6 gennaio - quando tutto sembrava pronto - arriva il contrordine: la statua di San Sisto non si muove più. Motivi di previsioni meteo negative, si argomenta. Nuove proteste, questa volta in senso contrario. Si risponde: chiedetelo a San Sisto, se dice sì si muove, altrimenti rimane a casa;
O
Prima di questa vicenda - riportata per prima a causa dell'eco che ha avuto - vi è stata l'altra relativa allo spostamento di molti sacerdoti all'interno della diocesi. Anche qui proteste, opposizioni, dinieghi, ed alla fine tutto o quasi rimane come prima (tranne pochi spostamenti quasi obbligati dalle circostanze). Filippo Strambi
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Vita alatrense
Acropoli, nell'attesa dell'auspicato rilancio Alatri punta ai trentamila abitanti Bene l'attenzione all'arredo urbano, ma occorre fare di più Un plauso agli amministratori locali che hanno deciso di rivedere la disciplina d'accesso all'Acropoli, evitando che le auto trasformino la millenaria rocca in un immenso parcheggio. Eccellente anche la disposizione che impedisce alle stesse auto, nel lato che dà su Via Duomo o nei pressi della Porta Maggiore, di sostare a ridosso delle mura. Ottima anche la scelta di togliere l'asfalto (i lavori sono terminati da un pezzo) sempre su Via Duomo utilizzando, per la pavimentazione, una pietra che si "sposi" meglio con i massi ciclopici. Ma le opere di valorizzazione (quante volte abbiamo sentito questo termine?) del nostro monumento principale non possono arrestarsi qui. Altre iniziative vanno intraprese per rivalutarne l'immagine. Qualche esempio. Innanzitutto, le mura vanno costantemente e regolarmente pulite dalle erbe infestanti, da quei "ciuffi" di vegetazione che spesso compaiono in primavera. Secondo, va assicurata una corretta pulizia della cisterna romana antistante la Porta Maggiore e dello scavo Zevi che si vede dalla spianata dell'Acropoli, spesso veri ricettacoli di immondizie: tenere aperte e fruibili queste due zone vuol dire anche curarsene. Terzo, il controllo alle auto in sosta va assicurato pure lungo altri tratti che non siano quello di Via Duomo: spesso molte macchine sono "appoggiate" alle mura,
come accade nello slargo che immette in Via Colle Santa Lucia. Quarto, va stabilito se e come gli animali possano entrare nell'area dell'Acropoli, frequentata da molti bambini, visto che le indicazioni in merito sono contraddittorie. Quinto, ci vorrebbe una disponibilità mag-
giore per l'apertura dei servizi igienici pubblici. Concludiamo ricordando che nel passato, più o meno recente, si è parlato di una "nomination" delle mura poligonali (di Alatri ma non solo) come patrimonio dell'umanità dell'Unesco. Sarebbe bellissimo, ma - più modestamente - ci accontenteremo al momento di vedere un'Acropoli rispettata da tutti, cittadini e turisti, automobilisti e pedoni. Pie. Ant.
La città contiene ormai l'intero mondo con quasi tutte le nazioni rappresentate Più duecento. Si chiude con il saldo positivo la crescita demografica cittadina nel 2009. Alatri consolida, quindi, il terzo posto tra le città della provincia con un saldodi 29.357 al 31 dicembre 2009, una delle crescite più importanti dell'intera Pro-
vincia. Leggera supremazia femminile con 14.866 unità rispetto ai 14.491 uomini. Saldo positivo tra nati e defunti. I primi sono stati 299 (161 maschi e 138 femmine), mentre i defunti in totale sono stati 246 (121 maschi e 125 femmine). Per quanto riguarda i nuovi iscritti e cancellati all'anagrafe cittadina, diretta dal responsabile Giovanni Di Rocco, anche in questo caso il saldo è positivo: 558 nuovi iscritti di cui 359 provenienti da altri comuni; cancellati 408. Un saldo positivo di 150 unità. I nuclei
familiari risultano essere pari a 10.117 famiglie anagrafiche. Costantino Magliocca sindaco di Alatri è soddisfatto perché si avvicina quota 30 mila che porterebbe molte novità alla città (es. l' obbligo dell'adozione del piano urbano del traffico. <La crescita demografica vuol dire che ad Alatri si vive bene, e che vi sono servizi ai giovani, anziani e di mezza età completi. Avanti così per il futuro>. La conferma sugli stranieri è ormai un dato acclarato: sono in totale 2.233, circa l'otto per cento della popolazione totale (al 1 gennaio 2009 risultava pari a 2048, 1139 maschi e 909 femmine). Al 31 dicembre 2009 si è avuto un aumento degli stranieri pari a circa il 10%. Per quanto concerne le nazionalità sono decine quelle presenti sull'intero territorio. La nazione maggiormente rappresentata è quella rumena con 1699 cittadini (968 maschi e 731 femmine). Segue poi l'Albania con 225 unità (117m e 108f), Marocco 89 (54m e 35f), Polonia 30 (15m e 15f), Paesi ex Jugoslavia 27 (16m e 11f), Tunisia 24 (10m e 14f), Ucraina 19 (2m e 17f), Algeria 13 (7m e 6f), Moldova 11 (1m e 10f), Macedonia 9 (7m e 2f), e via via il resto delle componenti straniere che comprendono tutti e cinque i continenti con India, Cina, tutte le Nazioni del Sud America, Australia, Paesi dell'Africa, Stati Uniti, Europa occidentale. Andrea Tagliaferri
"Viva la Befana!": applausi per tutta la nostra città gruppi folk, centinaia di figuranti in costume, confraternite e associazioni varie hanno dato vita al corteo che ha raggiunto Piazza San Pietro, dove hanno parGli amministratori di Alatri tecipato all'Angelus del Santo Padre Benedetto Il 6 gennaio 2010 sarà una data che sarà ricordata a lungo. In XVI. La cerimonia, promossa dalquesto giorno, infatti, una dele- l'associazione "Europae Fami.li.a." gazione cittadina composta da è il più grande evento nazionale quasi 700 persone, insieme alle per celebrare l'Epifania e mantedelegazioni di Fiuggi e Vico nel nere vivo nella tradizione popolaLazio, ha sfilato lungo Via della re sia gli aspetti religiosi che folConciliazione a Roma rendendosi cloristici di questa significativa protagonista del corteo storico festa. "Viva la Befana", giunto alla sua Dalla città di Alatri sono partiti 25ª edizione. Bande musicali, ben 14 pullman, mentre 8 si sono
Tipolitografia di Davide Strambi
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mossi sia da Fiuggi che da Vico nel Lazio, per un totale di quasi 1500 persone suddivise per comunità e associazioni, coordinate dagli assessori alla cultura dei rispettivi comuni. Un evento ricco di colori e di sentimento che ha coinvolto il "grande pubblico" assiepato nella Piazza e rapiti dai vari episodi storici rappresentati dai partecipanti al corteo. Prima di giungere in Piazza San Pietro c'è stata la cerimonia dell'accoglienza durante la quale un rappresentante del sindaco di Roma e il presidente del municipio hanno accolto i sindaci delle città ciociare, dando loro il benvenuto con la cerimonia dello scambio dei doni. Il sindaco di Alatri, Costantino Magliocca e l'assessore
alla cultura Giulio Rossi, al termi- che, pur affrontando difficoltà e ne della cerimonia sono rimasti imprevisti, hanno voluto testisoddisfatti e orgogliosi per aver partecipato a un evento unico nella storia cittadina che ha visto coinvolte le varie realtà culturali, associative del territorio, proiettate in mondovisione, vetrina importante per far conoscere i nostri usi e costumi. E in merito abbiamo raccolto il compiaciuto commento di Giulio Rossi: "Un grazie immenso da Rappresentativa della città di Alatri parte dell'assessore alla cultura, del personale, del moniare con la loro numerosissidirigente a tutti i concittadini ma presenza in Piazza San Pietro il loro amore verso la città, la sua cultura, le sue tradizioni. È stato commovente e allo stesso tempo emozionante vedere le tante associazioni, i tanti cittadini comuni, rappresentare la nostra città in uno scenario veramente fantastico e unico al mondo, rappresentando in maniera straordinaria tutto ciò che di Via Basciano, 44 bello può offrire Alatri".
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Vita alatrense
Porta Minore, continuano le ricerche di Paolo Tofani E' nata l'associazione E l'autore si interroga: "Possibile che solo io noti alcune cose?" Proseguono le ricerche sull'Acropoli e i "suoi mille misteri". Già nello scorso
Dell'esistenza dell'arco, già si sapeva, ma il paragone fatto è odierno. Semplice casualità o cos'altro? E poi, sempre all'interno della Porta, Tofani ha interpretato alcuni "rilievi" su un masso come la "pianta" del centro storico. Anche qui, l'interrogativo è d'obbligo: semplice suggestione o un preciso disegno? Tofani, dal canto suo, non ha avuto dubbi ed ha voluto porre altri quesiti, rivolti soprattutto al mondo accademico e scientifico, in qualche modo accusati di essere poco attenti: "È mai possibile che solo io, un modesto Editore prestato alla Ricerca, scopra que-
parole e censurano chi, senza interesse alcuno, si immerge nella vera ricerca e scopre molto più di loro? Forse gli stes-
La piantina scolpita sulle mura La piantina di Alatri
numero di "Gente Comune" abbiamo parlato delle recenti scoperte effettuate da Ornello Paolo Tofani, appassionato della nostra città, che sta indagando a fondo sul "ruolo" della Porta Minore e sulla pietra rinvenuta nei pressi del Pizzale. La prima, in particolare, sta attirando l'attenzione dell'editore-ricercatore, il quale, dopo aver ipotizzato che la Porta sia uno "strumento" per misurare la luce e stabilire i vari periodi dell'anno, ha reso note altre sue "intuizioni". Nelle vicinanze dell'ingresso lungo Via Gregoriana, all'interno della Porta, Tofani ha individuato un arco a sesto acuto simile a quelli di Arpino e Micene.
Arco a sesto acuto Interno Porta Minore
ste cose? Che cosa stanno a fare gli illustri studiosi che partecipano a convegni che si riempiono la bocca di belle
si studiosi sono troppo impegnati a cercare nel terreno, (che è importantissimo fare, solo quando c'è l'interesse a farlo) e non si accorgono di un reperto archeologico alto 17 metri, ancora tutto da portare alla luce e che se lo ami e cerchi di interpretare, si lascia leggere". In questo momento, possiamo rispondere soltanto con l'invito che il professor Giulio Magli fece al Seminario di studi sulle Mura Poligonali, quando chiese una "feroce attività di indagine" sull'Acropoli: da Magli e da Tofani è arrivato ed arriva un invito a comprendere meglio quello che gli antichi abitanti di Alatri ci hanno lasciato in eredità. Pietro Antonucci
Via libera al finanziamento del nuovo mercato Dopo anni di polemiche arriva l'atteso ammodernamento del piazzale di Chiappitto
Con un po' di ritardo la Befana ha portato la buona notizia per il progetto di sistemazione dell'area mercatale di Chiappitto. La Cassa Depositi e Prestiti, infatti, ha dato il parere positivo alla richiesta di mutuo per 270.000 euro portata
avanti dall'amministrazione comunale. Via libera, dunque, alla gara di appalto e poi ai lavori. Quello che più conta è che dopo anni di polemiche si definisce un percorso amministrativo di grande portata. Per l'ente comunale ad esprimere soddisfazione per la conclusione dell'iter è stato l'assessore al commercio Sandro Vinci, che insieme al sindaco Costantino MaPeriodico di informazione politico-sociale e culturale gliocca, si era impegnato a definire questa esigenza rilanciata da anni dagli oltre centoquaranta venditori Direttore Responsabile Riccardo Strambi presenti nel mercato settimanale del venerdì. <Era la notizia che attendevamo per dare il via alla fissazione Editore Filippo Strambi da parte degli uffici della gara di appalto, tenendo conto dei tempi tecnici - afferma Vinci - soddisfatti Stampa Tipolitografia ACROPOLI ALATRI - Via Mediana Chiappitto, 5 - Tel. 0775 442588 per l'esito della procedura di richiesta di mutuo che noi abbiamo sempre considerato importante e una priorità. Segretaria redazione Elisabetta Ciancone Si tratta di lavori di ammodernamento, messa in sicuResponsabile di redazione Andrea Tagliaferri rezza, creazione di parcheggi, servizi igienici e idrici, lavori che faranno della nostra area mercatale un fiore Impaginazione e grafica all'occhiello dell'intera Provincia. Elisabetta Ciancone Per l'amministrazione del sindaco Costantino MaRedazione: gliocca questa definizione dell'area mercatale è, oltre Pietro Antonucci - Carlo Capone - Mariella Minnucci che un impegno elettorale mantenuto, un'opera imPaolo Fiorenza - Bruno Sbaraglia - Riccardo Strambi portantissima con la sistemazione di nuovi parcheggi, creazione di servizi primari, sistemazione dell'area Hanno collaborato perimetrale, installazione di punti idrici, tutte richieAngela Rossi - Arnaldo Capone - Patrizio Minnucci ste che i commercianti e fruitori del mercato hanno Fabio Padovani - Alberto Cianfrocca - Laura Ascani - Chiara sempre sottoscritto>. Camperi - Erika Rossi - Franco Malandruccolo - Giuseppe Gatta Per quanto riguarda, invece, le polemiche dei commerAlfredo Salomone - Antonio Colella - Angelo Bianchi cianti e dell'opposizione sul rilancio del centro storiRemo Costantini - Davide Strambi - Daniela Pagliaroli co e sull'eventuale ritorno del mercato in piazza l'inNumero chiuso in tipografia il 25/01/2010 tera vicenda farà discutere ancora visto che ancora nulla di definitivo sembra essere stato deciso. Autorizzazione Tribunale Frosinone n°232 del 4/10/1994 A.T.
MECENATE
Protagonista dell'inizitiva è Sergio Protopapa, da sempre impegnato nel sociale con varie realtà d'Italia L'associazione è a carattere regionale, ha sede legale a Tecchiena, piazza Mons. Tagliaferri, e come scopo principale, tra le varie attività sociali che verranno proposte ad Alatri e non solo, quello della riqualificazione del territorio, con un'attenta opera di informazione e sensibilizzazione, con convegni e incontri dove si parlerà di progetti volti alla valorizzazione del patrimonio culturale e religioso per uno sviluppo legato alla fruibilità turistica. A Marzo l'associazione Mecenate sarà promotrice alla Camera dei Deputati di un convegno sulla riabilitazione Urbana nel quale verrà messa a confronto la realtà Ciociara, soprattutto Alatrense con un'altra Città italiana ancor5a in via di definizione. Il presidente è Sergio Protopapa, nato a Presicce (LE) il 08.09.1968, arrivato a Roma come sottoufficiale dell'esercito;, appassionato di politica ha iniziato la sua attività come collaboratore parlamentare, attualmente collabora da oltre 10 anni con il deputato On. Gabriella Mondello, ex campiones "Rischiatutto" e per 25 anni Sindaco del Comune di lavagna (Genova) eletta alla camera dei deputati per tre legislature. Vive, però, in Ciociaria da quasi tre anni perché ha sposato un'avvocatessa della zona. Sergio Protopapa collabora fattivamente con l'associazione "Lacasadelmagozurlì - Onlus" che fa capo a Cino Tortorella, tra i vari progetti portati avanti c'è l'"Anno della cicogna" presentato il 20 Gennaio scorso presso la Sala delle Colonne della CAMERA DEI DEPUTATI per sensibilizzare l'opinione pubblica, il mondo politico ed economico e gli altri attori della comunicazione sul problema della denatalità. Andrea Tagliaferri
OCCUPAZIONE
qualcosa comincia a muoversi Importanti novità soprattutto per gli LSU Svolta occupazionale nel Comune di Alatri. Un segnale di controtendenza rispetto al passato. In questo 2010 saranno stabilizzati quattro Lsu e tutti con risorse comunali, un primo passo che ogni anno riguarderà una quota di questa fattispecie lavorativa, ad Alatri presente da oltre un decennio in un numero di maestranze consistente. Per la individuazione di queste quattro figure tra gli Lsu si effettuerà una selezione pubblica. Inoltre nella stessa delibera di fine anno, approvata dalla Giunta presieduta dal sindaco Magliocca, dato il via libera per l'assunzione di tre nuove figure amministrative a tempo indeterminato, individuando i diretti interessati nello scorrimento delle graduatorie dei concorsi pubblici che si sono svolti nel 2008. Infine tramite la mobilità arriva nell'Ente di Alatri da rispettivo Ente pubblico una nuova figura. A.T.
Arte e cultura
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Alatri, un passato possibile che questo pensiero mi è sorto perché avevo fatto dei sogni in cui - in un ambiente chiaramente trasforLe mura ciclopiche di Alatri mato dal sogno Mi è capitato a volte - affancian- Via Circonvallazione Portadini era domi dall'Acropoli di Alatri - di una via interna alla Città ed pensare come sarebbe stato affa- aveva degli accessi al mare doscinante se ai piedi della stessa ve, scendendo, si raggiungevano ci fosse stato uno specchio d'ac- piccole spiagge anche attrezzate. qua o addirittura il mare. Tutto questo è rimasto solo un La stessa cosa mi è capitato di pensiero intrigante finché non mi sentire da altre persone, anche è capitato, ultimamente, di legnon della nostra terra. Debbo dire gere brani di un intervento dello - e credete alla mia sincerità - scrittore e paleotecnologo Mario
Pincherle, il quale ritiene come plausibile l'ipotesi della possibile presenza, ancora in tempi storici, di un lungo fiordo che dal Mar Tirreno, attraverso la pianura pontina, sarebbe penetrato nella terraferma fino a toccare parte del territorio della Ciociaria permettendo, di fatto, a centri come Alatri e Ferentino di essere bagnati dal mare. Tesi questa che Mario Pincherle, conosciuto dal grande pubblico anche per le sue partecipazioni ad alcune puntate di una trasmissione televisiva di notevole successo ("Stargate - Linea di Confine"), in gran parte aveva già,
Dante per "Donna pietra" si ispirò alle mura poligonali È più che un'ipotesi l'idea che sfiorò la mente di Luigi Pietrobono (1863-1960), poi ripresa da Eugenio Montale, secondo la quale Dante si sarebbe ispirato alle mura poligonali ciociare per inventare la Donna pietra. Andiamo per ordine. Beatrice fa la sua prima apparizione nelle Rime, ma notiamo che accanto a lei appare, in un gruppo di sonetti composti tra il 1291 e il 1293, anche la Donna gentile che ritroveremo nella Vita Nuova e nel Convivio; ed ecco subito altre donne come la pargoletta, che molti studiosi identificano proprio con la Donna pietra - corpus delle rime estravaganti, che risentono dello studio del miglior fabbro Arnaldo Daniello -. Le rime petrose, che non lasceranno indifferente Petrarca, hanno avuto la sorte di essere la fonte del preraffaellismo ottocentesco nella sua variante "nera" che giunge fino a Gustave Moreau in Francia, e include, nella variante "bianca", accanto a tutta una scuola pittorica inglese, anche non poche poesie. Visto il significato ultimo di Beatrice, che lascia pochi dubbi nella lettura della Vita Nuova, direi che Donna pietra è stata inventata di sana pianta da Dante ispirato quasi sicuramente dalle pietre delle mura poligonali, simbolo terrestre: perché non si può immaginare un processo di salvezza senza la controparte dell'errore e del peccato terreno. Poesia, bellezza, arte nelle rime petrose. Patrizio Minnucci
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per sommi capi, anticipato nel "protostoria" alternativa, ha fra saggio "La civiltà Minoica in Ita- l'altro portato alcuni elementi di lia" pubblicato nell'autunno del novità che potrebbero essere in1990. Una teoria suggestiva, allo terpretati come una prima, anche stato difficilmente dimostrabile, ma che in alcune sue parti è condivisa da altri ricercatori come Sebastiano Gallone, il quale ultimo ha più volte sottolineato che "Alatri da l'impressione di esLe mura ciclopiche di San Felice Circeo sere una città edificata su una scogliera a pic-co se parziale, conferma di quanto sul mare". sostenuto da Mario Pincherle. Tutto questo anche in analogia Aggiungere la tesi di Zagni con le mura megalitiche del Cir- Tutto questo discorso iniziale ceo e con il fatto che la pianura serve ad introdurci pian piano a pontina, fino a pochi decenni fa, ciò che svilupperemo nei prossiera una zona interamente paludo- mi numeri, dove parleremo di sa e che ancora oggi esistono Etruschi, di Sardegna, di Atlanlaghi costieri fra il Circeo e Sa- tide, di ciò che potrebbe unire baudia. Lo studioso Marco Zagni, questi argomenti fra loro e con esploratore con all'attivo nume- Alatri. Certo ipotesi molto ardite, rose campagne di ricerca nel- ma che cercheremo di argomenl'America del Sud che su queste tare - per gusto di discussione e esperienze ha recentemente pub- di novità - con dati che se pur blicato il saggio "L'impero Amaz- non certi in assoluto, risultano zonico", da sempre molto attento comunque plausibili. a tutti i possibili scenari della Paolo Fiorenza
Celestino V, un Papa templare o un povero cristiano? Stefania Del Monte parla del suo ultimo libro su Pietro del Morrone FUMONE - Stefania Del Monte, autrice del libro "Celestino V. Papa Templare o Povero Cristiano?", edito per i tipi della "Phasar", ci riceve qui, nella confortevole saletta del "Bar del Castello", dove un attraente profumo di zucchero caramellato aleggia nell'aria. Il luogo si trova nel centro di Fumone, a pochi passi da quella cella che vide rinchiuso Celestino V durante gli ultimi 19 mesi della sua vita. Innanzitutto, grazie per la sua disponibilità. Il suo libro ha ricevuto una notevole popolarità. Come spiega tale successo? Senza dubbio tale interesse è dovuto all'argomento. Anche a distanza di ottocento anni dalla nascita, infatti, Celestino V continua ad attirare l'attenzione del pubblico. Si tratta di una luce sempre viva, tornata alla ribalta più che mai in occasione del terremoto che ha colpito l'Abruzzo e la basilica di Collemaggio nello scorso aprile. Cosa l'ha portata ad indagare così appassionatamente sulla vita di un personaggio ancor'oggi avvolto da nubi di mistero com'è Celestino V? Essendo nata e cresciuta a Fumone, ho sentito parlare di Celestino V durante tutta la mia vita. Era inevitabile che il mio interesse si rivolgesse ad un personaggio così ricco di fascino e di mistero. Diverse teorie ombreggiano sulla morte di colui che Dante definì "del gran rifiuto". Quale trova più condivisibile? Il dibattito è sempre vivace. Teorie varie aleg-
giano su quest'argomento e nessuna, ad oggi, è totalmente dimostrabile. Attorno a Celestino ci sono sfumature non sempre chiare. Le ipotesi sono tutte condivisibili, dall'assassinio da parte di Bonifacio VIII fino alla morte a causa di un chiodo conficcato nel cranio da parte di Filippo II il Bello, deciso a far ricadere la cola su Bonifacio VIII. Ancora teorie che sostengono la morte a causa di stenti ed atrocità subite nella prigione a Fumone... Insomma, ce n'è per tutti i gusti! Ci sarà un seguito al suo libro? Non escludo di potermi dedicare all'approfondimento di certi argomenti trattati nel libro. Ora sto lavorando all'edizione in inglese, che uscirà a breve. A chi consiglia il suo libro? A tutti. Al cittadino, al turista, al semplice curioso. È diretto soprattutto a coloro che vogliono conoscere meglio la figura di Celestino V e desiderano avvicinarsi a questo misterioso e unico personaggio. Non ci resta che salutarla, ringraziarla e farle i nostri auguri per la sua carriera letteraria. Giuseppe Gatta
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Storie e personaggi
UGONE, il "novello Enea" che salvò Gelasio II Ugo nacque ad Alatri intorno al 1038 e dopo aver ricevuto un'educazione clericale presso il monastero benedettino di Montecassino, divenne dapprima cappellano pontificio, quindi suddiacono di Alessandro II, poi vicecancelliere e, quindi, nel 1105, cardinale, per nomina di Papa Pasquale II, con il titolo di San Nicola in Carcere, mandandolo governatore di Terracina e di tutto il Circeo. La sua figura ricordata quale protagonista di una delle fasi più dure della lotta per le investiture è ben narrata dal compianto Don Giuseppe Capone nel suo libello "Hernica Mater". "Il cardinale Ugone, in questo
drammatico conflitto è messo in tanto risalto dalla storia da far dire al Baronio che "Non coloribus tantum sed signis aeneis, immo aureis…". Si legge, infatti, nel libro: "Una notte, il cardinal Ugone si vide improvvisamente arrivare il papa, travestito e affranto: aveva subito violenze da parte di Enrico V, di cui era stato prigioniero per sessantuno giorni e, per salvare gli ostaggi, aveva dovuto incoronarlo imperatore e rinnovargli il diritto di investitura, scatenando una violenta reazione dei cardinali che volevano che si seguisse la politica della resistenza a qualunque costo, quella sostenuta da Gregorio VII…
Veniva a consigliarsi con l'amico e fedele Ugone, circa la sua ferma intenzione di dimettersi. Le due anime si interrogarono, si confortarono per debellare la mala sorte e Pasquale II ritorna a Roma a continuare la sua intrepida lotta…". Nel 1117, Enrico V, non avendo trovato il Papa in Roma "… si dà ad espugnare alcune città pontificie, fino al Circeo. Il Cardinale Ugone si difende e subisce un assedio di ventotto gironi; ma la sua perizia, il suo coraggio e l'eroismo dei suoi sodati convinsero Enrico V a desistere e, considerate le perdite, a lasciare Roma…". Morto Pasquale II gli successe Giovanni di Gaeta che prese il
nome di Gelasio II. Ancora una volta Enrico V, desideroso di piegare la volontà del nuovo Papa, tornò a Roma, senza clamore, ma "Ugone avverte il papa e lo convince a fuggire. La comitiva… sale con difficoltà le galee, naviga sul Tevere in piena fino al porto, dove gli arcieri imperiali lanciano frecce fino a sera sulle imbarcazioni inermi. È una notte di bufera. Ugone comprende la drammaticità della situazione: si carica sulle spalle il vecchio pontefice (di qui l'appellativo di novello Enea) e difesi dalla e tenebre e dall'imperversare di una pioggia insistente, lo porta in salvo, fino al castello di Ardea…". Forse, proprio per
ricompensarlo, il Papa lo nomina legato pontificio a Benevento. "Ai primi di settembre del 1118, il cardinale Ugone, accompagnato dal suo nipote Pandolfo, è nel principato di Benevento in qualità di governatore pontificio, per garantire l'obbligo feudale dei Normanni e tenere a bada gli intemperanti conti di Puglia e di Sicilia….". Ma l'8 gennaio 1121, anche il Cardinale Ugone di Alatri muore in missione, "forse sopraffatto dalla peste, assieme ad altri cardinali…. Il Muratori lo definisce uno dei più cospicui cardinali della Chiesa Romana…". Avv. Fabio Padovani
I sedili in legno del trenino Roma - Fiuggi - Alatri - Frosinone Viaggi, storie e ricordi lungo la tratta ferroviaria dismessa da molti anni Il "trenino", che per tanti anni è stato il mezzo di locomozione dei nostri nonni, iniziò il suo ultimo viaggio dalla stazione ferroviaria di Alatri nel 1977: in quell'an-
lizzare i convogli o solo di osservarli quando transitavano a fatica lungo i pendii dei nostri centri. Lo testimoniano le storie e i ricordi di quanti, avanti con gli anni, rivivono oggi un mondo superato e dimenticato troppo in fretta, memorie da mettere nel nostro bagaglio (è il caso di dirlo...) e far rivivere a più giovani che quel "trenino" non hanno mai conosciuto. La lunga storia della ferrovia RomaFiuggi-Alatri-Frosinone cominciò verso la fine del 1800, quando s'iniziò a parlare del collegamento tra la Capitale e le zone dell'entroterra frusinate. Dopo anni di progetti finalmente si giunse ad una svolta nel 1907, quando l'ingegner 1912 - Alatri - Costruzione Ferrovia Laziale Clementi, per conto di una delle no, la linea, inaugurata nel lontano 1917, numerose società belghe che operavano in venne definitivamente smantellata e, dopo Italia in quel periodo, propose al ministe60 anni di onorato servizio, si volatilizza- ro la costruzione di una ferrovia economiva. È rimasta però nel cuore e negli occhi ca a scartamento ridotto Roma-Frosinone. di molti che hanno avuto occasione di uti- La linea, realizzata fra il 1916 e il 1917,
portava fino a Genazzano e l'anno successivo fu "allungata" in modo da servire anche Fiuggi. Soltanto negli anni 1919-20 fu completamente terminata fino a raggiungere Alatri e Frosinone. Il tratto fino a Frosinone è rimasto attivo fino al 1937, quando fu dismesso per mancanza di un'adeguata utenza, rimanendo capolinea assoluto la stazione di Alatri. I primi anni di guerra trascorsero abbastanza tranquilli per la ferrovia ma, dopo la risalita degli alleati lungo la penisola, nel 1944 la linea si trovò quasi sulla linea del fronte, venendo travolta in pieno dalla bufera del conflitto: a causa delle continue incursioni aeree la direzione d'esercizio si trovò costretta a sospendere la circolazione dei convogli, mentre si registrò il danneggiamento di 7
Angelo Cerica, l’alatrense che arrestò il duce Sulla vita di Angelo Cerica, nato ad Alatri il 30 settembre 1885 e morto a Roma nel 1961, si è scritto molto: i suoi brillanti studi liceali presso il Conti Gentili, le innumerevoli medaglie al valore militare, l'affascinante carriera politica nelle file della Democrazia Cristiana. Ciò che, a nostro avviso, non è stato ancora rilevato esaurientemente è il Cerica che emerge dalla lettura della grande storia d'Italia. In questo ambito troviamo che il nostro è comandante in capo dei carabinieri dal 23 luglio all'11 settembre 1943. Periodo breve ma di vera svolta storica: proprio il 23 il gerarca Grandi stava raccogliendo consensi per mettere in minoranza Mussolini alla riunione del Gran Consiglio del fascismo. Il predecessore di Angelo Cerica era stato il generale Hazon, uomo di fiducia del re Vittorio Emanuele III, che però era morto nel bombardamento di San Lorenzo. Il nostro fu preferito per la successione di Hazon al più titolato ma meno umano e intelligente generale Pièche. La fedeltà al re e la sua irreprensibile condotta venne confermata da Cerica quando, per l'arresto del duce, chiese ai suoi superiori: "Ciò che mi chiedete di fare è legale o illegale?". Confortato dalla promessa che ogni direttiva in proposito sarebbe prima stata avallata dal re, si mise a disposizione. Il nostro generale prese tutte le precauzioni affinché l'arresto del duce non creasse incidenti o ferimenti alle persone compreso l'arrestato. Vittorio Emanuele III ascoltò il generale Cerica e, per la prima volta, approvò che la villa dei Savoia fosse "profanata". Il resto della storia di Angelo Cerica è risaputo. Patrizio Minnucci
ponti con gravi danni anche alla galleria posta tra Cave e Palestrina. Appena terminata la guerra ci si rimise subito al lavoro per riattivare il servizio: il 2 ottobre del
Il Trenino al centro di Fiuggi
1945 la linea tornò di nuovo percorribile interamente. Negli anni '50 il ministero dei trasporti pose in liquidazione la "Società Ferrovie Vicinali" che gestiva l'intera tratta passando il timone alla Stefer. Negli anni '70, causa un costante calo di passeggeri oltre ad una bassa velocità commerciale e ad elevati tempi di percorrenza, con riflessi negativi del traffico merci, la ferrovia mostrò chiaramente tutti i suoi limiti e la Stefer, accogliendo in pieno le richieste sia del comune di Cave che dell'Ente Fiuggi, che chiesero a gran voce la soppressione della linea in quanto pericolosa e di intralcio per il traffico cittadino (specie per l'attraversamento di Fiuggi), restituì la parola al ministero dei trasporti, il quale accolse le richieste e chiuse definitivamente l'intera tratta ferroviaria. Nel 1977, la gestione della linea passò dalla Stefer alla neonata Acotral (Azienda consortile trasporti laziali), la quale istituì varie autolinee in sostituzione del vecchio, caro "trenino" mandandolo definitivamente in pensione e con lui un'intera epoca di trasporti. Bruno Sbaraglia
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Gens Ciociara
Lord Charles Forte, da Casalattico al tetto del mondo La storia di un emigrante che ha fatto fortuna con le catene alberghiere CASALATTICO - Se si dovesse indicare l'esempio di un emigrante che ha fatto fortuna all'estero, mettendo su un impero dal nulla, il nome a venire in mente dovrebbe essere quello di Charles Forte. O, meglio, di Lord Charles Forte, primo pari d'Inghilterra originario dell'Italia, con esattezza di Mortale, piccola frazione di Casalattico, un mucchietto di piccole casupole sperdute nella Val di Comino. Qui era nato Carmine Forte (il suo vero nome) nel 1908 da una famiglia di modeste possibilità che, per trovare lavoro, si vide costretta a lasciare il piccolo borgo per la Scozia. Il piccolo Forte aveva solo cinque anni quando arrivò a Glasgow, dove i genitori aprirono i primi caffè. Dopo gli studi ad Alloa, ecco le prime esperienze lavorative come lavapiatti e cameriere. Poi, insieme ad un cugino si trasferì a Londra, dove nel 1935, aprì - nella centralissima Regent Street - il primo "milk bar", rivoluzionando
da subito il concetto di ristorazione: nel suo locale, infatti, era possibile consumare anche pasti caldi, una novità in un Paese dove netta era la distinzione tra pub, bar e ristoranti. I successi prima della guerra Prima che iniziasse il conflitto, Charles Forte era già proprietario di 7 "milk bar", aveva avviato una drogheria nel quartiere londinese di Soho e si era guadagnato il soprannome di "Mr. Piccadilly", perché le sue attività lambivano la celebre piazza di Londra. La guerra frenò un momento il suo lavoro: fu internato nell'isola di Man, perché a quel tempo, c'era diffidenza verso gli italiani. Una volta messe a tacere le armi, prese la cittadinanza britannica e, dotato di un eccezionale spirito impren-
FALEGNAMERIA ARTIGIANALE La ditta di Paolo Ciangola è da oltre venti anni nel campo della falegnameria. Il titolare Paolo, uno degli artigiani più conosciuti della provincia di Frosinone, pur continuando a lavorare in modo artigianale ha intrapreso un percorso più industrializzato grazie ad attrezzature di ultima generazione. Porte, finestre, mobili su misura e non solo dunque. L'azienda alatrense infatti si po-
ditoriale e incredibile fiuto per gli affari, si lanciò a capofitto nel business. La scalata verso il trionfo Nel 1954 acquistò uno dei locali migliori della capitale inglese, il "Cafè Royal". L'anno seguente
Lord Charles Forte
costituì una società di catering per gli aeroporti di Londra, Manchester, Glasgow e Birmingham e quindi nel '58 comprò il suo primo albergo il "London Waldorf". E agli alberghi, in particolare, è legato il suo nome. Alla fine ne aveva 940 sparsi in
tutto il pianeta, da Londra a Parigi, dalla California a Tahiti, con 70 mila dipendenti nella sola Gran Bretagna. La nomina a Lord Nel 1981, su suggerimento di Margareth Thatcher, allora primo ministro, venne nominato Lord. Una soddisfazione unica per l'uomo che 50 anni prima aveva iniziato come semplice lattaio e che "certificava" il suo ingresso ufficiale nell'aristocrazia inglese, che bramava al punto da indossare ogni giorno bombetta, gessato e garofano rosso all'occhiello, pur mantenendo - sotto il vestito un animo ancora sinceramente e convintamente italiano. Nel 1992, avendo accumulato un'immensa fortuna, si ritirò dagli affari, cedendo il testimone al figlio Rocco. L'impero che non conosceva mai il tramonto Il fatturato di Lord Charles Forte venne quotato in Borsa già nel
1962 e le proprietà erano costituite da hotel sparsi da un capo all'altro del mondo. Non a caso, negli anni '80, si diceva che sul suo impero non tramontava mai il sole. Un po' come, nel XVII secolo, accadde alla Spagna, le cui colonie si trovavano ovunque, dall'Africa all'Asia all'America, nel periodo definito significativamente "Siglo de Oro". La scomparsa e il ricordo di Casalattico Lord Charles Forte è morto il 28 febbraio 2007 nella sua casa di Londra, all'età di 98 anni. La piccola frazione Mortale di Casalattico, che in dialetto vuol dire "Coccia di morto", ha cambiato denominazione in Monforte in onore dell'illustre paesano divenuto un simbolo della genialità italiana, capace di creare, partendo dal niente, la migliore e la più importante organizzazione dell'ospitalità nel mondo. Pietro Antonucci
PAOLO CIANGOLA
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Sport
Cariello: “Il Frosinone ha una super classifica” Intervista esclusiva di Gente Comune al centrocampista canarino che si è detto soddisfatto di quanto fatto finora dal Frosinone
Alfredo Cariello
Alfredo Cariello è sicuramente uno dei giocatori più rappresentativi di questo Frosinone targato mister Moriero. Un centrocampista di assoluta qualità. Considerarlo una pedina importante viene ancor più semplice se si pensa al suo esordio in sere A: siamo nel 2005 e l'Ascoli gli dà
l'opportunità di debuttare nella massima serie. Cariello, napoletano classe '79, trova un modo geniale per non far passare inosservati i suoi primi minuti nel maggiore campionato italiano. Rasoiata di sinistro da venticinque metri e gol del momentaneo vantaggio ascolano (la partita terminerà 2 a 1 per i padroni di casa ndr) al Delle Alpi contro la Juventus. Un biglietto da visita davvero niente male. Alfredo Cariello, penso sia normale fare un passo indietro e tornare al giorno del tuo esordio in serie A... "Sicuramente un giorno che non potrò mai dimenticare. Un giorno indelebile per me. Era il 10 settembre del 2005 e di certo non potevo sognare un esordio migliore. Il mio gol poi non servì per il risultato finale ma fu co-
munque una soddisfazione immensa. Peraltro raggiungemmo la salvezza in quell'anno. Davvero un'esperienza positiva." Tornando a oggi, il tuo presente è chiamato Frosinone. Tu sei senza dubbio una dei giocatori più importanti ma spesso, anche per via di un infortunio, stai trovando poco spazio. "Non penso sia stato determinante il mio infortunio. Alla fine sono stato fermo per soli quindici giorni che non è un periodo così lungo. Ci sta che uno possa saltare qualche partita. Il fatto è che spesso sono finito in panchina per scelta tecnica e Basso ricopriva quello che è il mio ruolo naturale. Comunque penso di aver dato il mio contributo ogni volta che sono stato chiamato in causa (splendida la sua rete a Trieste ndr) e infatti adesso sto giocan-
do con maggiore continuità raccogliendo i frutti del mio lavoro". Quindi non esiste un problema di rapporto tra te e mister Moriero? "No assolutamente. C'è un grande rispetto dei ruoli tra me e il tecnico. Io devo pensare solamente a fare il giocatore e a farmi trovare pronto quando c'è da aiutare la squadra". Peccato per l'ultima sconfitta in casa del Mantova. Esiste un problema di continuità per il Frosinone? "Effettivamente si. A Mantova abbiamo regalato il primo tempo perché nel secondo abbiamo fatto davvero bene. Peccato per il rigore subito dopo la ripresa perché il Frosinone era rientrato in campo molto determinato. Il terzo gol loro non fa testo: noi eravamo tutti in avanti per recuperare lo svantaggio. Comunque
non è facile essere continui in un campionato così difficile e livellato come la serie B". Tralasciando tutte le scaramanzie del caso, un pensierino ai play off lo state facendo dentro gli spogliatoi? "E' chiaro che si faccia un pensiero ai play off. Del resto abbiamo una super classifica e viene naturale sognare. Ma noi siamo concentrati sulla realtà e la nostra ci dice che sappiamo di essere una squadra normale, con avanti formazioni molto più organizzate. Siamo soddisfatti in pieno di quello che stiamo facendo e continueremo a pensare partita dopo partita, senza progetti a distanza. Poi se verso la fine dovessimo stare ancora lì…"
Pagina a cura di:
Riccardo Strambi
Isola Liri: un rilancio con Michele Mangiapelo protagonista Un sogno iniziato a sedici anni. Stagione calcistica 2002-2003 e un ragazzino di nome Michele Mangiapelo faceva parlare molto bene di se tra le fila degli Allievi della Sampdoria. Michele Mangiapelo, di professione portiere, è nato e cresciuto ad Alatri. "Mister Novellino mi convocò per la sfida della Sampdoria a Venezia. Avevo solo sedici anni e ricordo che fu un'esperienza bellissima. Mi disse che forse mi avrebbe fatto esordire". In porta c'era Turci e la stagione in questione vedeva i blucerchiati impegnati nel campionato di serie B. La Samp, disputò quella gara con la certezza matematica di aver già conquistato la massima serie. E allora perché non premiare quel "portierino" apprezzato da tutti oltre che per le gesta tecniche anche per comportamenti da vero professionista? Il caso comunque volle che finirono le sostituzioni per infortuni tra gli undici in campo e Mangiapelo, il "premio" del debutto tra i professionisti a soli sedici anni, non poté ritirarlo. Ma pazienza. Importanti scenari sembravano comunque essere aperti. E quindi la convocazione per il ritiro con la squadra blucerchiata nella seguente stagione, stavolta impegnata in serie A, sembrava essere il giusto proseguimento di un sogno. Avrebbe fatto la spola tra prima squadra e la formazione della Primavera. Davvero niente male. Ma qualcosa andò storto. "Non andavo molto d'accordo con l'allenatore della squadra Primavera e decisi quindi di accettare il prestito a Rieti, nella serie D". Lì, dopo una stagione eccelsa che culminò con la vittoria del cam-
pionato, fu eletto miglior portiere di tutta la categoria nazionale. Ma questo non mutò il fatto che, come dichiarato dallo stesso Mangiapelo, "se potessi tornare indietro non lascerei mai più di
turno. Poi ha puntato su di me e devo dire che sta andando molto bene". Michele da allora viene impiegato sempre dal primo minuto. L'Isola oggi si trova addirittura fuori dalla zona play-out anche
grazie alle sue parate spesso determinanti. Con la fortuna è chiaramente in debito. "Il futuro? Rimanere a lungo tra i professionisti - ha glissato Mangiapelo - è il mio o-
biettivo principale". Riagguantare quello che ha lasciato a sedici anni è forse la sua speranza non dichiarata. La fortuna ha tolto, la fortuna potrebbe restituire.
Diamanti torna ad Alatri: "Sono qui per un progetto ambizioso"
Michele Mangiapelo con la maglia dell’Isola Liri
mia volontà la Sampdoria". La fortuna ha dato, la fortuna ha tolto. Perché poi, tornato proprio nella città ligure, qualcosa nel rapporto con la società si era rotto. E allora cambi di procuratore, trafila tra squadre di serie C e serie D, e nella stagione 2006-07 quattro interminabili mesi senza sistemazione. Poi l'approdo a Ferentino in serie D e l'ennesima prova di grande bravura e affidabilità che sono valsi una nuova chiamata tra i professionisti. Ritorno tra i professionisti che significa l’approdo nell'Isola Liri in questa stagione, squadra impegnata in Lega Pro Seconda Divisione (serie C2 ndr). Per Michele nemmeno una presenza nelle prime sei giornate. Risultato? L'Isola non conquista nemmeno un punto in classifica. "Non stavo giocando ma l'allenatore mi disse di attendere il mio
E' stato l'ultimo colpo del mercato detto di riparazione. La ciliegina sulla torta che va a completare un organico ben assortito e che comanda il campionato di Seconda Categoria. Il più geniale dei protagonisti di quella stagione in Eccellenza dove l'Alatri finì al terzo posto rischiando, da matricola, un clamoroso successo e il rispettivo passaggio in serie D. Era il 2004. Da allora molte cose sono cambiate e Diamanti, ha fatto le fortune di squadra e dei rispettivi tifosi in una formazione umbra. "Si per motivi universitari ho militato in una squadra di Eccellenza in provincia di Perugia. E' stata un'esperienza molto bella e interessante. Adesso però sono felice di essere ripartito da dove avevo iniziato". Diego Diamanti, in arte El Pibe, torna dunque al "Chiappitto", davanti al pubblico che forse più lo ha adorato da quando gioca al calcio. Il suo soprannome è il biglietto da visita ideale. Certo il paragone non sta in piedi, ma lui, in queste categorie, se trova la giornata giusta rischia sempre di far ammattire gli avversari: "E' stato sempre un mio grande desiderio tornare a vestire la maglia verderosa e sono entusiasta di tornare in una città dove ho dei bellissimi ricordi". I presidenti Tagliaferri, evidentemente amanti del buon calcio, ne hanno prepotentemente caldeggiato l'arrivo:"Devo dire che sono rimasto molto ben impressionato dai Presidenti - ha continuato Diamanti -. Due ragazzi molto ambiziosi e che vogliono cercare di ottenere grandi risultati per il calcio alatrense. Una scelta non semplicissima quella di tornare ad Alatri. Diamanti, prima di raggiungere nuovamente la città ciclopica, faceva le fortune del Valmontone, formazione impegnata nel campionato di Promozione. Scendere in Seconda Categoria per uno abituato a fare la differenza in campionati di caratura maggiore non deve essere stata una valutazione facilissima:"Indubbiamente essere
al centro di un progetto ambizioso e lungimirante è stato un fattore determinante per la mia scelta. E' chiaro che la la vittoria di questo campionato rappresenti solo l'inizio. Poi l'organico allestito dalla società ha ben poco di una Seconda Categoria visto che molti sono stati miei compagni ai tempi dell'Eccellenza." Organico che, per un errore in fase di tesseramento, con i dirigenti alatrensi del tutto esenti da colpe, dovrà fare a meno di Alessandro Galuppi, che tornerà ad Arce sino al termine della stagione: "Mi dispiace molto per Pippo (Galuppi ndr). E' un giocatore importante e ci avrebbe dato una grossa mano. Vorrà dire che vinceremo Diego Diamanti in azione il campionato anFoto di: Massimiliano Sarra che per lui." Un ritorno in grande stile dunque. Tanti bei ricordi e la volontà di contribuire al rilancio definitivo per la formazione verderosa. Dribbling, estro e fantasia racchiusi in un piede sinistro che di certo avrebbe meritato altri palcoscenici. Intanto c'è da vincere questo campionato e il suo contributo sarà fondamentale. Del resto il suo arrivo è un'ulteriore conferma delle volontà di questa società. Volontà che ben si coniugano con le ambizioni di una piazza importante come Alatri.
Sport
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Veroli ripone in Dontaye Draper le speranze della ripartenza La "Prima" affannata per i troppi infortuni continua a puntare in alto nel campionato di Legadue VEROLI - Continua la corsa della Prima Veroli nel girone di ritorno del campionato di Legadue. Un cammino che fino a questo momento sta vedendo i giallorossi con più di qualche problema soprattutto nelle sfide in trasferta, nelle quali Rossi e compagni hanno spesso dimostrato di avere ancora dei limiti nella gestione nei momenti decisivi. Va comunque considerato il fatto che coach Massimo Cancellieri ha dovuto spesso far fronte a diversi infortuni, che, soprattutto per quanto riguarda il settore lunghi, mai hanno consentito di poter contare su tutto il roster al completo. Chi scoppia di salute, e reciterà sicuramente un ruolo importante nel proseguio della stagione giallorossa, è il playmaker americano Dontaye Draper, con il quale abbiamo fatto il punto
alla capolista Banco di Sardegna piano: "Questa è la mia seconda modo di stare sul parquet". Sassari. "In questo girone di ritor- stagione in Europa e sto ancora A proposito di altre squadre, cono vogliamo azzerare completa- cercando di capire fino in fondo me del resto è nel "Canc pensiemente tutto - spiega Draper - cer- come giocano i miei compagni, ro", impossibile far sbilanciare cando di renderci protagonisti di quale sia il metro arbitrale, e co- Draper su quelle che fino a queuna striscia vincente indipendensto momento sono state le forze temente dai risultati degli altri. in campo nel torneo: "Ogni partiVogliamo vincere per noi stessi e ta nasconde sempre tantissime dimostrare che possiamo essere difficoltà, e di questo mi sto renprotagonisti fino alla fine della dendo conto weekend dopo weestagione". Il classe '84 nativo di kend. Un campionato omogeneo Baltimora, poi, giudica il momenanche per stili di gioco, e tranne to fisico e psicologico della squaSassari, che in questo momento dra: "E' difficile allenarsi in quemagari ha un gioco più libero, basto modo, con tutti questi infortusato più sulle caratteristiche indini, ma credo che tutti ci stiano viduali che su un vero e proprio simettendo il massimo per sopperistema, sicuramente ci sarà da lotre a queste mancanze. Siamo una tare fino in fondo e tutte le squasquadra unita che lotta per un dre daranno filo da torcere a tutte Dontaye Draper obiettivo comunque, e stiamo lale altre". vorando duro". Draper conclude la chiacchierata della situazione in casa Prima. con un proposito per il 2010: Prima di tutto parlando della ne- Nell'analisi del playmaker giallo"Dal nuovo anno mi aspetto una cessità di trovare continuità di rosso non potevano mancare due serie di vittorie, di continuare a risultati, continuando la rincorsa parole sul suo momento personale, e sul proceslottare sempre per il primo posto, Dontaye Draper so di adattae di andare avanti sempre con mento che do- me giocano le altre squadre che grande energia e positività" po il "boom" dovremo affrontare. Ogni volta che Pagina a cura di: delle prime par- entro in campo, comunque, sono Il Sindaco di Frosinone Michele Marini ha ha dichiarato il Sindaco Marini - di aver tite, sta andan- felice di giocare e cerco di dare il Carlo Capone incontrato una delegazione dell'A.S. Dilet- contribuito alla realizzazione di un così do avanti pian massimo traendo il meglio dal mio tantistica Judo Frusinate, guidata dal pre- prestigioso traguardo. La città di Frosinone che rappresento si onora di ospitare, per la prima volta la finale del campionato italiano a squadre maschile e femminile della Federazione Italiana Judo, lotta karate e arti marziali. E' un appuntamento che ci proietta in una dimensione sportiva ANAGNI - Basket Days 2010. Questo è l'evento per il quale in casa Anagni Basket si è nazionale e internazionale. L'interesse ver- lavorato nei giorni scorsi: lo scorso 24 gennaio, infatti, e il prossimo 7 Febbraio, in occaso lo sport che anima questa amministra- sione delle due partite casalinghe della Serie B dilettanti contro la N.P. Firenze e il Basket zione da vari anni avrà una ulteriore con- Club Rieti, la società anagnina ha invitato tutto il suo settore giovanile ad essere preferma proprio nel novembre del 2010. Lo sente durante i match, per passare sport quale base di una completa formadue giornate all'insegna dello zione umana deve essere sempre sostenusport come gioco e tifo. to e incoraggiato. Una città sportiva è una Nello scorso weekend tutti i tessecittà dinamica, forte, competitiva; che rati della società, dal minibasket guarda al futuro con fiducia e ottimismo. alle prime squadre, passando per le La finale della Fijlkam sarà l'occasione per giovanili e per i gruppi di minibaconfrontarci con diverse realtà e la possisket delle scuole, nonché le tre bilità concreta di attirare a Frosinone apsquadre senior, sono state ospiti al passionati, sportivi e turisti. La mia conPalazzetto dello Sport per assistesidente Annunziatina Arena, che ha avuto vinzione nella validità dell'iniziativa, mi re all'incontro tra la Romana Chimandato dalla Fijlkam (Federazione Ita- vedrà lavorare al vostro fianco per realizmici e Firenze. liana Judo Lotta Karate e Arti Marziali) di zare un evento storico per la crescita della Un'"onda biancorossa" ha invaso le organizzare a Frosinone il Campionato Ita- nostra città>. tribune del Palazzetto per incitare liano a Squadre maschile e femminile in All' incontro erano presenti Valentina la propria squadra; al termine del programma per i giorni 27 e 28 novembre Calcagni, segretario del Comitato organiz- match, spazio alle fotografie uffi2010. Le gare si svolgeranno presso il Pa- zatore del Campionato; i responsabili tec- ciali della stagione 2010 per tutti lazzo dello Sport "Città di Frosinone". nici dell'A.S. Dilettantistica Judo Frusina- i gruppi presenti. Questo importante traguardo è stato rag- te, Antongiulio Campioni e Chiara Cam- A partecipare a questo primo evengiunto anche grazie alla disponibilità del pioni; l'arbitro mondiale di judo Massimo to del nuovo anno, sono stati inviSindaco, che ha consentito alla città di Sulli, il consigliere comunale Gallon e il tati non solo tutti gli iscritti delFrosinone di prevalere su altre importanti coordinatore dell'evento per il Comune di l'Anagni Basket, ma anche tutti gli candidature. <Sono onorato e lusingato - Frosinone Anniballi. atleti, allenatori e dirigenti della
Frosinone ospiterà il Campionato Italiano di Judo
Basket Days 2010: due domeniche all'insegna dei colori biancorossi
società Pall. Colleferro, società che ormai collabora a tempo pieno con la Romana Chimici Anagni di Patron Di Palma. Presenti inoltre anche i mini-cestisti dei Centro Minibasket di Sgurgola, Osteria della Fontana, Tufano e Pantanello, società affiliate al centro sportivo anagnino. Gli eventi saranno curati dallo staff tecnico e dirigenziale della società anagnina, un gremito gruppo di persone che giornalmente si dedica alla vita quotidiana di un centro sportivo che vanta oltre 400 iscritti, compresa la realtà di Colleferro, dove l'attività è ripartita in grande e vanta oltre 100 tesserati.
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Moda & Cinema
Gli EMO. La moda si trasforma in pregiudizio! La moda è un modo espressivo usato dall' uomo per rappresentare se stesso, per confrontarsi nel contesto sociale, usando quest' espressione per "etichettarsi" e mostrare agli altri l' appartenenza sociale. Questo non avviene solo in codice vestimentario, ma ha diverse forme espressive come il tatoo e il piercing, che rappresentano, come il vestiario, un modo comunicativo non verbale. La moda rappresenta l'identità personale, l'arte e lo stile che definisce l'individuo parte della società o di un gruppo. Le varie tendenze possono nascere dal passato, dalla strada, dalla musica… L'industria della moda, creatrice di grandi e piccole Griffe si regge sul consumo di massa e stabilisce ogni anno le varie tendenze Primavera/Estate e Autunno/Inverno manipolando lo stile individuale! Spot pubblicitari, riviste di moda o programmi tv pilotate dai bureau du style "costringono" la gente ad indossare
e quindi ad acquistare ciò che è stato stabilito dalle griffe industriali, così la moda non è più espressione artistica ma semplicemente "economia". Le imposizio-
sto problema? Divisi per gruppi le varie tendenze dark, punk, metallari, fricchettoni, gothic lolita… e ultimissimi gli "emo" che comprendono una fascia di età tra i
ni degli stilisti e fissi parametri di bellezza rendono il mondo della moda un "copia e incolla" dell' individuo. La moda e le tendenze giovanili come rispondono a que-
14 e i 19 anni. "Emo" prende il nome da emozione e gli adolescenti che seguono tale corrente vengono considerati adolescenti disturbati e autolesionisti. Ma è
R U B R I C A
davvero così? Vestito nero, trucco appariscente, t-shirt a sfondo gotico, ciuffo che ricopre solo un occhio, accessori borchiati a strisce colorate e Convers ai piedi. Per questi ragazzi, essere Emo, non è solo un modo di vestire, ma un percorso di vita, alla ricerca di emozioni nella sofferenza di tutti i giorni; un modo di reagire alla vita consueta. Bisogna anche dire che alcuni di loro hanno la tendenza all' autolesionismo ma "non bisogna fare di tutta un'erba un fascio"! C' è chi si nasconde dietro una "maschera" per paura di mostrare all'esterno il dolore che si porta dentro tutti i giorni e ci sono gli Emo che la maschera l'hanno buttata per mostrare al mondo che la sofferenza è una realtà esistente. I cosiddetti "ragazzi normali" che si definiscono tali per l'abbigliamento classico, provano una certa ostilità verso l'Emo-style. In internet, specie su you-tube, si trovano video anti-emo con "sce-
nette" dirette ai coetanei deridenti e offensive. Quanta insensibilità e disgusto suscitano! Si può forse giudicare un libro solo dalla copertina? Ognuno ha il diritto di vivere la propria adolescenza come meglio desidera e se questo significa vestire Emo, nessuno ha il diritto di giudicare. Ai genitori, preoccupati, bisogna dire che l'adolescenza prima o poi passa attraverso tante fasi. Perché la moda si trasforma spesso in polemica e pregiudizio? Quando si giudica superficialmente una persona da ciò che indossa… ma l'abito non fa il monaco! Il vero problema è che la "diversità" se non si conosce si evita o si giudica in maniera sbagliata e ciò che non si comprende spaventa e crea polemiche. Essere diversi dai canoni stabiliti dalle grandi aziende purtroppo inevitabilmente crea il pregiudizio! Erika Rossi
“IL CINEASTA” Film, cortometraggi, anteprime e interviste…
AVATAR, il culto del 3D Finalmente anche in Italia è arrivato "Avatar" di James Cameron. In ritardo di qualche settimana per non contrastare i cinepanettoni De Sica e Pieraccioni, ha già battuto ogni record di incassi sia nel totale del weekend che per singolo giorno di programmazione. Ed ha già ricevuto i Gol-
Sam Worthington è Jake Skully
den Globe per regia e miglior film. La gestazione durata oltre 15 anni, e i 4 anni di lavorazione per avvolgere lo spettatore nel mondo spettacolare creato dal regista di "Titanic" stanno dando i loro frutti. Uno dei maggiori motivi che hanno causato questa lunga attesa è dovuto dalla mancanza di mezzi tecnologici adeguati a realizzare il progetto. La storia è semplice: Jake Sully è un ex-marine, che anche se è costretto a vivere paralizzato su una sedia a rotelle è rimasto un combattente, riceve una proposta economica allettante: sosti-
tuire il fratello gemello, scienziato morto improvvisamente, nel suo incarico su Pandora, una luna del pianeta Polyphemus, nel sistema Alpha Centauri. La RDA é una società che ha un grande interesse per i ricchi giacimenti, presenti sulla luna, di Unobtainium, un minerale indispensabile per fronteggiare la crisi energetica della Terra. Al fine di poter lavorare nell'ambiente rarefatto di Pandora, la RDA utilizza alcuni Avatar, degli esseri geneticamente modificati somiglianti agli abitanti del pianeta originati da esseri umani: Jake è stato scelto perché condivide la stessa struttura genetica del gemello e può sostituirlo nella gestione del suo Avatar. Jake dovrà prima conquistare la simpatia ddella dottoressa Grace Augustin, interpretata da Sigourney Weaver che aveva già lavorato con Cameron in "Alien", ed ora interpreta la responsabile del progetto scientifico che ha creato gli Avatar per cercare di instaurare dei rapporti cordiali con i Na'vi. Nella sua missione viene accolto bene dai Na'vi, la popolazione indigena che vive sul pianeta, la cui esistenza è improntata all'armonia tra la natura di Pandora e i suoi abitanti, in un immantenismo spirituale. Tutto il pianeta è collegato attraverso una rete neurale che interconnette la vita di tutta la flora e la fauna, facendo sì che Pandora funzioni come un unico sistema armonioso. Il primo impatto di Jake con i Na'vi avviene quando Neytiri lo salva dall'attacco di alcune belve della foresta pluviale di Pandora. Neytiri deve uccidere alcuni Viperwolf, azione che va espiata im-
mediatamente elevando una preghiera alla dea che riunisce in sè tutte le creature che vivono su Pandora. L'ansia distruttrice della RDA viene in conflitto con la società Na'vi e Jake, non solo per il legame sentimentale nato con Neytiri, la figlia del capo clan, si schiera coni nativi guidandoli alla resistenza contro gli invasori terrestri. La trama potrebbe anche sembrare secondaria rispetto all'impatto visivo del film. Se però ci si ferma a riflettere agli innumerevoli rimandi si comprende quanto essa sia complicata. Già il nome del pianeta, Pandora, rinvia alla mitologica creatura il cui nome significa pan doron (tutti i doni). Ad essa Zeus affidò un vaso da tenere serrato, Pandora non riuscì a resistere alla tentazione di scoprirne il contenuto e dal vaso uscirono tutti i mali del mondo. Il protagonista Jake è un soldato, rimasto paralizzato, che accetta la missione per potersi poi pagare l'operazione che gli consentirà di camminare. Il tema si inserisce alla perfezione nel progetto che il Presidente Obama sta perseguendo dell'allargamento della tutela sanitaria anche a chi non ha la copertura assicurativa. La struttura della società Na'vi ha molti richiami a quella dei pellerossa, definiti native americans per distinguerli dagli altri americani. La realizzazione visiva della forma fisica dei Na'vi è un'evoluzione del Gollum, della saga "Il Signore degli Anelli", ma Cameron rende omaggio anche all'altra saga che lo ha guidato nella realizzazione di Avatar: Guerre Stellari. Dalle prime immagini ci troviamo sospesi nell'assenza di gravità del traspor-
to spaziale procedendo così fino ai fiori che ci danzano davanti agli occhi, alle scene in cui Jake vola sulla groppa dei Banshee, uccelli coloratissimi ai quali i Na'vi si uniscono in simbiosi servendosi della lunga coda di cui sono dotati, alle scene di battaglia iper tecnologica, è tutto straordinario. Viene spontaneo schivare le foglie di un albero, così come gli spettatori dell'arrivo del treno nella stazione, proiettato dai Fratelli Lumiere, scapparono davanti alla locomotiva, per paura di essere investiti. Ormai il cinema è cambiato. Da ora in poi la tecnologia consentirà solo di migliorare le immagini che illustreranno le idee dei registi, con Avatar il passo è stato compiuto. Cameron ha chiesto ad esperti zoologi di creargli gli animali che abitano Pandora in modo tale che fossero del tutto plausibili; con l'aiuto del linguista Paul Frommer ha creato prima la grammatica e poi la lingua dei Na'vi che gli attori hanno dovuto imparare per parlarla nel film. Il capo del dipartimento di botanica della University of California ha dato il nome latino ed ha descritto tutte le piante di Pandora. Sotto l'aspetto tecnico, Cameron si è fatto costruire delle macchine da presa apposite per consentire agli operatori di poter girare portandosi dietro un peso di 22 chili invece dei 205 delle macchine per il 3D finora utilizzate. Avatar sorprende davvero e non solo per gli effetti speciali e diciamo che chi non lo vede in 3D non potrà afferrane molto. Alfredo Salomone
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Almanacco 22 Il diritto al mantenimento dei figli maggiorenni Pillole di storia 13 gennaio 1915 non economicamente indipendenti La legge n. 54/2006, nell'introdurre l'art. 155 quinquies c.c., detta alcune rilevanti novità consentendo al giudice, "valutate le circostanze, di disporre in favore dei figli maggiorenni non indipendenti economicamente il pagamento di un assegno periodico. Tale assegno, salva diversa determinazione del giudice, è versato direttamente all'avente diritto". La norma richiamata mira a regolare quei rapporti che, nella precedente formulazione, non trovavano una loro individuazione specifica, non distinguendosi tra figli minorenni e maggiorenni, qualora quest'ultimi non fossero economicamnete indipendenti. Il diritto al mantenimento del figlio maggiorenne deriva ed è correlativo al dovere, incombente su entrambi i genitori a norma dell'art. 147 c.c., "di mantenere, istruire ed educare la prole tenendo conto delle capacità, dell'inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli". L'affermazione di questo principio discende dalle attuali condizioni ed abitudini sociali per le quali il figlio, in particolare se aspiri a completare un normale ciclo di studi o ad acquisire specializzazioni utili in campo lavorativo, non diviene indipendente economicamente prima che siano trascorsi molti anni dal raggiungimento della maggiore età. L'obbligo di contribuzione al mantenimento del figlio maggiorenne, dunque, permane sino a che questi non abbia raggiunto una propria indipendenza economica e sempre che il genitore obbligato non provi che il figlio, con colpa, non si sia messo nelle condizioni di conseguire un titolo di studio o di procurarsi un reddito mediante l'espletamento di una idonea attività lavorativa o per aver ingiustificatamente rifiutato tale attività. La mancanza di autonomia del figlio non deve intendersi come assoluta assenza di percezione di redditi, ma come mancata percezione di redditi congrui e continuativi, idonei a rendere il giovane autosufficiente in relazione alle primarie esi-
genze di vita. L'età del figlio, inoltre, non è un elemento che in sé valga a determinare la cessazione dell'obbligo al mantenimento; secondo recente giurisprudenza, "il limite di persistenza dello stesso va determinato, non sulla base di un termine astratto, bensì sulla base del fatto che il figlio, malgrado i genitori gli abbiano assicurato le condizioni necessarie per concludere gli studi intrapresi e conseguire il titolo indispensabile ai fini dell'accesso alla professione auspicata, non abbia saputo trarne profitto". Peraltro, la nuova normativa dispone che, ove sia opportuno il versamento di un assegno, questo sia, di regola, versato direttamente al figlio e non, come avveniva in precedenza, all'altro genitore con cui il predetto conviva. La preferenza del legislatore per la corresponsione alla prole viene ancor più evidenziata dalla formula "salvo diversa determinazione del giudice", ma, nel contempo, non ne indica obbligatorietà. Ciò significa che, qualora il giudice individui valide ragioni, l'assegno può continuare, come in passato, ad essere materialmente consegnato da un genitore all'altro. Ad oggi, pertanto, sia il genitore che il figlio possono agire, l'uno nel giudizio di separazione e l'altro in separata sede, per chiedere il mantenimento, con preclusione, per il genitore, in caso di effettivo esercizio dell'azione autonoma da parte della prole e con inesistenza di una facoltà per quest'ultima di intervenire nel giudizio di separazione. In definitiva, il diritto al mantenimento del figlio maggiorenne, la determinazione dell'assegno, il versamento dello stesso direttamente all'avente diritto, dovranno derivare da un'analisi svolta in un'ottica più concreta ed a fronte di una più capillare indagine e sensibilità, anche del giudice, delle dinamiche interne alla famiglia. Avv. Angela Rossi Mediatrice familiare e-mail: studio@avv-angelarossi.it
VERSI inVERSI POL 23520 KLAUSCHWITZ Ho coltivato i miei giardini, li ho riempiti con le specie più rare, ma la notte mente ancora la notte lentamente ha perso i tuoi occhi, la terra t'ha donato la cenere, la cenere che nutre questi fiori e veloce passa il pensiero; ti risento nel petalo timido d'inverno nel sole opaco e distante. A KURT BRUHN Alberto La Prova
La poesia è dedicata a Kurt Bruhn, ebreo omosessuale internato ad Auschwitz (il titolo del pezzo riporta il numero di matricola che gli fu assegnato nel campo di concentramento). Un accenno delicato quello di La Prova, che esorcizza il dramma dell'olocausto nella rapida ed intensa immagine di una terra che dona "cenere". Soltanto in questa parola viene evocata la violenza, una violenza che, tuttavia segna il momento culminante dell'annullamento che precede la rinascita. E' la cenere stessa infatti che nutre quella natura in cui il poeta riesce a far rivivere,il ricordo di Bruhn. M.M.
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Avezzano e Sora rase al suolo
"Il 13 gennaio 1915 un violentissimo terremoto rase al suolo Avezzano e fece enormi danni in tutta la Ciociaria. Sora, Isola del Liri, Castelliri furono certamente le città in provincia di Frosinone che più delle altre subirono la furia cieca del terremoto. Monumenti e case furono buttate giù dalla “mostruosa rabbia travolgente del misterioso uragano sotterraneo”, (definizione coniata dal Touring Club Italiano di marzo 1915): quasi nulla rimase di Sora, se non macerie e morti. Ma anche altri paesi della provincia di Frosinone furono duramente colpiti, come Torre Cajetani, dove la maggior parte delle case crollarono a causa del terremoto e le poche rimaste in piedi, a causa delle gravi lesioni subite, furono demolite dal Genio Civile. Per rendere appieno la forza distruttrice del terremoto del 1915 basti pensare che “un quarto di tutte le case esistenti in Ciociaria è condannato inesorabilmente a cadere…” Ad Alatri, invece, “... i monumenti sono quasi tutti salvi, pur se danneggiati un poco, mentre le casi sono pericolanti per un terzo, e la chiesa di Sant’Andrea dovrà essere abbattuta”: nessun danno significativo, per fortuna, subirono le mura poligonali. Dinanzi all’immane tragedia che colpì i vicini paesi dell’Abruzzo, quali Avezzano, e quelli ancor più prossimi quali Sora, Isola del Liri, Veroli, Torre Cajetani, è incredibile come la città di Alatri, ancora una volta, sia riuscita a non subire ingenti danni. I nostri concittadini, riconoscenti per lo scampato pericolo, vollero degnamente ringraziare San Sisto e S. Emidio: in due diverse processioni, migliaia di persone si strinsero attorno alle statue dei due santi protettori portate a spalla per le strade della nostra città. Ancora una volta una “mano” protettrice ha salvato la nostra città. Remo Costantini
VERSI inVERSI Lei di Giuseppe Gatta Lei fior di loto al sole colore chiaro d'una passione forte sguardo lontano, impossibile dolcezza forte d'un mare di vetro; una volpe sola
frammenti d'orgoglio gocce di luna cielo trapuntato… tristezza, una valle misteriosa senz'anima, …né luce, …nè amore.
SOS CONSUMATORI
Lo scandalo dei formaggi avariati Il 13 ottobre 2009, a Cremona, si è aperto il processo contro gli imputati di frode c h e hanno immesso - o stavano per immettere - sul mercato tonnellate di prodotti caseari avariati, con gravissimi pericoli per la salute pubblica. Quanti di voi erano al corrente di questa notizia? Poco se ne è parlato, sia sulla stampa che in televisione, ma il fatto rimane gravissimo, indipendentemente dal risalto che vi è stato dato sui media. L'ingente documentazione raccolta dalla Guardia di Finanza, racconta di episodi sconcertanti: formaggi scaduti, coperti di
muffa, in stato di avanzato deterioramento ed in alcuni casi estremi anche la presenza di topi morti negli imballaggi. La scaltrezza dei colpevoli era quella di non immettere sul mercato direttamente il prodotto scaduto, ma di sottoporlo a trattamento termico per riutilizzarlo come semilavorato adatto alla preparazione di formaggi da fusione (formaggi filanti, sottilette, mix di grattugiati). Fra gli imputati oltre ai titolari ed ai lavoratori delle aziende incriminate (la Megal e la Tradel), anche funzionari di alcune Asl che producevano compiacenti relazioni sui controlli. Speriamo che il processo citato riaccenda l'attenzione degli organi competenti e dei mezzi di informazione su tutto ciò che riguarda la salute alimentare ed ambientale dei cittadini. Paolo Fiorenza
Extras - Di tutto di più
Curarsi con l'Arte... Una grandissima risorsa nel lavoro psicoeducativo o riabilitativo, nei percorsi terapeutici o formativi sia per gli utenti che per gli operatori, è costituito sicuramente dall'Arteterapia. In quest'ambito la parola arte va intesa come potenzialità che ognuno ha di elaborare artisticamente il proprio vissuto e di trasmetterlo creativamente ad altri per facilitare uno stato di benessere, dove "essere" significa stare, esistere e quindi "stare bene", contrapposto a malessere, "esistere male, faticosamente, con insoddisfazione". Sarebbe riduttivo dire che la qualità della vita dipende unicamente dal modo di porsi. Ma è comunque nello spazio tra il malessere ed il benessere che è possibile lavorare con l'arte, per ridurre il disagio e facilitare l'emergere della creatività, scegliendo tecniche che potenzino gli aspetti caratteriali positivi ed offrendo un contenitore emotivo e degli strumenti idonei nel caso si manifestino tensione, dolore, passività, disorientamento. Lavorare in quest'ottica, anche senza essere arteterapeuta, vuol dire essere fiduciosi nelle capacità degli individui: valorizzando le parti positive si possono attuare evoluzioni e cambiamenti più facilmente e stabilmente, che andando a "rimuovere le parti ritenute insoddisfacenti e oscure". Del resto in tutta la storia dell'uomo le espressioni artistiche hanno sempre avuto, oltre alla valenza estetica, un importantissimo significato terapeutico, si pensi solo al valore catartico del teatro, alla potenzialità "unificatrici" della musica, all'immenso valore delle arti visive, della poesia. Dopo un lutto, una separazione o quando si devono affrontare scelte difficili, sono tante le situazioni nelle quali si sente il bisogno di "rimettere insieme i pezzi" della propria vita o di "ricomporre i cocci" dopo esperienze laceranti. Per farlo c'è una tecnica che, proprio perché rappresenta una metafora di questo percorso, può aiutare a fare il "patchwork" giusto di interessi, emozioni, valori. Questa tecnica si definisce Psico-collage ed impararla è davvero facile, sebbene per parlare propriamente di arteterapia occorra un professionista specificatamente preparato e il setting (contesto) adeguato. La parola "collage" viene dal francese e significa letteralmente "incollare", così oggi si definisce con questo
termine qualsiasi manufatto realizzato incollando sulla superficie uno strato, ovvero un'opera ottenuta attaccando insieme elementi, anche diversi, come carta di giornale, carta da parati, illustrazioni, stoffa su una superficie piatta. Il collage psicologico è caratterizzato dal fatto che, pur restando invariata la tecnica, sono i "ritagli" o inserti scelti ed il loro modo di combinarli ad avere un valore speciale, proprio perché si tratta di "immagini" che ci riguardano da vicino, che in qualche modo parlano di noi. Il foglio bianco diventa lo schermo su cui proiettare i nostri fantasmi, le nostre paure, i nostri ricordi, una sorta di filo d'Arianna; esso ci permette di mettere in scena la nostra fiaba interiore accedendo al nostro immaginario lasciando tuttavia intatte le nostre difese. In arteterapia il Collage è una grossa maschera che rispetta molto le difese di chi lo fa: attraverso una immagine ci si può nascondere e permettere che essa parli in nostra vece. In più è un ottimo mezzo per abbassare il critico interiore, colui che mina continuamente la fiducia in noi stessi non necessitando di alcuna particolare competenza artistica. Dal punto di vista strettamente psicologico, inoltre, attraverso le varie fasi: la scelta dell'immagine, la de-struttrazione (taglio o strappo della figura) e la ri-configurazione dello scenario (che fino all'incollaggio può essere riposizionato all'infinito), permette di sperimentare , ri-creare e ri-organizzare nuove e diverse ambientazioni come possibili metafore di situazione di vita. "Un'unica tonalità non è che un colore; due tonalità sono un accordo, sono vita. Bisogna saper salvaguardare la freschezza con la quale un bambino esplora le cose, bisogna proteggere questa innocenza. Per tutta la vita uno deve essere fanciullo e al tempo stesso uomo che ricava la sua energia dalle cose" (Henri Matisse). Con la speranza che nelle vostre vite ci sia sempre un po' di spazio e di tempo per l'Arte, vi saluto e aspetto vostre richieste per i prossimi numeri della rubrica.
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L’OTTOVOLANTE Rubrica "sui generis" di letteratura, a cura di Franco Malandruccolo
CHE LA FESTA COMINCI (Einaudi collana stile libero big) Torna lo scrittore di "Come Dio comanda" con un nuovo romanzo e stupisce con una storia vecchiostile. Niccolò Ammaniti ritorna, dopo una pausa di tre anni, e lo fa in gran stile. Abbandona il filone più realistico della sua scrittura per ritornare sulla scia surreale dei suoi primi romanzi. Saverio detto Mantos è a capo di una setta satanica di Oriolo Romano sull'orlo del fallimento. Con gli altri tre membri - i Cavalieri dell'Apocalisse - progetta il grande sacrificio di cui parlerà tutta Italia. Fabrizio Ciba è l'eterna giovane promessa (anche se trentenne) della letteratura italiana. Non scrive più una riga da anni, ma continua ad essere sulla cresta dell'onda. Si mostra al suo pubblico di lettori come il prototipo dello scrittore maledetto, ma, in realtà vive una vita squallida. Si ritroveranno entrambi al party più esclusivo dell'anno a Roma nell'ex parco comunale di Villa Ada, comprato da Sasà Chiatti; un imprenditore edile proveniente da ambienti poco onesti. Sono lì con fini diversi ma entrambi verranno coinvolti in una sorta di apocalisse scatenata da uomini dalle fattezze mostruose. Che la festa cominci è una critica alla società dello spettacolo, è uno sguardo alla mediocrità di alcune vite di provincia. Tutto inizia con il realismo delle vite dei protagonisti fatte di frustrazioni, matrimoni falliti, romanzi che non si riescono a scrivere, mobilifici in crisi. Questo realismo, fa spazio, nella parte finale all'immaginazione. È un' immaginazione che ritroviamo, ad esempio, nella sua prima pubblicazione Branchie: un misto di noir e horror, e che è diventata, negli anni la caratteristica principale di Ammaniti
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Rubrica di psicologia e benessere personale a cura della D.ssa Chiara Camperi - Psicologa chiaracamperi@libero.it
Rubrica a cura di Daniela Pagliaroli
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