Stars 'N' STripes N°27 PO Edition

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il periodico online per gli amanti della palla a spicchi d’oltre oceano


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DALLAS VS SAN ANTONIO

Il derby texano sarà di sicuro una dell serie più affascinati di questo primo turno dei playoff Nba


LOS ANGELE S LAKER VS O KLA HO MA C ITY TH UND ER

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DENVER NUGGETS VS U T A H JA Z Z

1 10 0

PHOENIX SUNS VS PORTLAND TRAILBLAZERS

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CLEVELAND CAVS VS CHICAGO BULLS

1 16 6

BOST ON CEL TISC VS MIAMI HEAT

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ATL ANTA HAWKS VS MILWA UKEE BUCKS

2 20 0

ORL ANDO MA GIC VS C HA RL OTT E BOBC AT S

2 22 2


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Fonte foto: http://myteamrivals.typepad.com

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S TAR S ‘N’ STR I PES

NBA PLAYOFF

We l c o m Larry O’Brie


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NBA PLAYOFF

me to: en ‘Rumble’


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#1

Power Ranking

Los Angeles Lakers

NBA PLAYOFF

Raramente un primo turno di playoff tra prima e ottava della griglia è stato interessante come quello che si presenta quest’anno ad ovest. Senza alcun dubbio, infatti, i Los Angeles Lakers (57-27 in regular season) e gli Oklahoma City Thunder (50-32) daranno vita ad un grandissimo spettacolo, forse quasi scontato nell’esito finale ma certamente interessantissimo per moltissimi aspetti. Primo fra tutti lo scontro tra il miglior realizzatore della lega, Kevin Durant (30.1 punti a gara) e il quarto, Kobe Bryant (27.0). Entrambi sono candidati al premio di MVP stagionale, anche se probabilmente nessuno dei due riuscirà a vincerlo (per meriti altrui più che per demeriti propri) ed un confronto ad alto livello tra questi due fenomeni non può che far venire l’acquolina in bocca. Ovviamente Lakers e Thunder non sono solo Bryant e Durant. I campioni in carica possono vantare un roster ed un equilibrio di squadra rodatissimo, che differisce dalla passata

stagione soltanto per l’innesto di Ron Artest al posto di Trevor Ariza (comunque utilissimo ai fini del trionfo dello scorso anno), acquisto realizzato soprattutto per tentare di limitare LeBrpn James in un’ipotetica quanto probabile finale contro i Cavs, ma già Durant potrebbe essere un efficacissimo banco di prova. Artest (11 punti, 4.3 rimbalzi e 3 assist) finora non ha deluso le aspettative ma non ha neanche fatto faville. Tuttavia, come detto, non era certamente in questi mesi che l’ex Rocket doveva fare la differenza. Accanto a Bryant ed Artest agiranno, come al solito, Fisher in cabina di regia (unico della squadra ad essere sempre partito in quintetto) e la collaudata coppia Gasol-Bynum, ancora adesso la migliore in circolazione. Proprio sotto le plance, infatti, i Lakers tenteranno di fare la differenza. Sul piano atletico non ci sarà certamente competizione, in quanto i giovani virgulti sotto la guida di coach Scott Brooks (uno dei papabili al

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Oklahoma Cit y Thunder

DI

S TEFANO PANZA

premio di Coach of the Year) non difettano in quanto a velocità ed esplosività, ma avranno senz’altro problemi di stazza e fisicità nel confronto diretto contro gli avversari. Tra i lunghi dei Thunder possiamo annoverare difatti soltanto Nenad Krstic, ripescato in silenzio dall’Europa e rivelatosi un acquisto favoloso, e Nick Collison, due centri bianchi che si alterneranno nel ruolo di centro mettendo al servizio della squadra un gran corpaccione, buona tecnica ma certamente non il talento e l’atletismo necessario per avere la meglio contro questi Lakers. Attenzione però ai piccoli di Oklahoma City: Westbrook concorre per il premio di Most Improved Player. Titolare in tutte ed 82 le partite disputate dai Thunder, il giovanissimo play di coach Brooks ha chiuso la stagione con 16 punti, quasi 5 rimbalzi ed 8 assist a partita, cifre grazie alle quali può essere ritenuto di diritto una delle migliori point-guard in circolazione. A fianco a Westbrook

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#8

Power Ranking

partirà Thabo Sefolosha, preso due anni fa come specialista difensivo e rivelatosi invece un giocatore abbastanza completo. Sarà lui a marcare Kobe Bryant, e sarà lui dunque uno degli uomini chiave per le sorti della sua squadra. In posizione di ala agiranno il già citato Kevin Durant e Jeff Green, un giocatore poco pubblicizzato a causa della presenza ingombrante di Durant al suo fianco, ma che certamente è una delle armi segrete di questa squadra. Le sue cifre (15 punti e 6 rimbalzi di media) lo dimostrano. Il centro titolare è Nenad Krstic. Attenzione anche gli uomini che potrebbero cambiare la partita in corsa: Odom e Brown (oltre ogni aspettativa la sua stagione) da una parte, Maynor e Harden dall’altra, ma occhio anche a Serge Ibaka, esploso nel finale di questa stagione. Difficile pensare che i Thunder riusciranno davvero a fare il colpaccio, ma è molto probabile che la serie non si esaurirà in sole quattro partite.

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#4

Power Ranking

Denver Nuggets

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Una sfida tra le alture. Da una parte le montagne e le altezze del Colorado, dall’altra quelle altrettanto alte ed innevate di Salt Lake City e dello Utah. Ma situazione geografica a parte, quella che andrà in scena tra la Pepsi Arena e la Energy Solution Arena, sarà una delle serie più belle da seguire di tutto il primo turno di playoff al pari del derby texano tra Mavs e Spurs e ahinoi, solo per adesso, quello personale tra Kobe Bryant e Kevin Durant. Una sfida tra due squadre che possono essere sostanzialmente diverse, ma a tratti essenzialmente uguali. Due formazioni, tanto per intenderci, che nella pur selvaggia e super fisica Western Conference, sono arrivate in alto senza lunghi di peso o se vogliamo senza quei albatross d’area di cui tutte le squadre ad Ovest sempre si sono dovute attrezzare per poter pensare di arrivare fino alla fine. Molto probabile che di under size i Jazz ne siano la più nitida dimostra-

zione con Boozer a fare da guardiano dei cristalli e Okur che addirittura preferisce girare a largo e vista la mano è anche un bel preferire. Alla truppa di coach Jerry Sloan, mancherà, però la duttilità, la versatilità e la mano di Andrei ‘AK47’ Kirilenko che non prenderà parte alla serie per motivi fisici, dal momento che il suo nome è finito all’interno della lista infortunati poco prima dell’inizio della serie. Ed allora tutto sarà posto, come al solito, sulle spalle del più classico degli attacchi del gioco della pallacanestro: il pick and roll. Quello che ha reso famosi John Stockton e Karl Malone nei tempi che furono e quello che ha reso famosi il nuovo duo di Salte Lake City, Williams-Boozer. Quello stesso piccando roll dal quale possono arrivare decine di varianti di conclusioni: penetrazione fino al ferro di D-Will, roll puro di Boozer e palla al bacio sempre dell’ex

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DI

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Utah Jaz z

D OMENICO P EZZELLA

Illinois, pick and pop con tiro dalla media distanza dell’ex Duke University o ancora giocarlo e rigiocarlo per qualche secondo prima che la difesa avversaria faccia quella mezza rotazione in più per permettere ai tiratori negli angoli o dietro la linea da tra punti di fare fuoco (lo stesso tipo di gioco che ha reso famoso, con il tiro allo scadere, l’ex canturino Gaines ndr). Il punto debole potrebbe essere la difesa. Troppo poco fisica per poter pensare di mantenere a lungo con i Nuggets, poco attrezzata per fermare, soprattutto, Carmelo Anthony. L’ex Syracuse, infatti, sarà il vero oggetto di studio di questo primo turno di playoff. La sua scalata ed il suo exploit della passata stagione lo pongono in una situazione delicata, quella di chi deve dimostrare di potersi ripeter ad altissimo livello per più di una stagione. Un termini di paragone, che tra l’atro Melo ha dimo-

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#5

Power Ranking

strato di poter tenere anche in regular season dove solo gli infortuni e un ritmo spezzato dagli stop forzati, gli hanno impedito di concorrere fino in fondo al trono di miglior realizzatore della Lega insieme a Bryant e Durant. Sfruttare l’assenza di Kirilenko, uno dei pochi che aveva tra le proprie corde la possibilità di marcarlo, grazie anche alle lunghe leve che il russo ha a disposizione, sarà un punto cruciale della sfida, sfruttare il fatto che per un momento il capitolo lunghi non sarà segnato in rosso sulla lavagna personale di Karl, le risposte immediate di Billups al dirimpettaio Williams, la condizione e la tenuta della caviglia di Martin, le stoppate di Anderson ed il talento di Nene, saranno gli argomenti principali per i Nuggets per poter tornare ad insidiare il trono dei Lakers, anche se questa volta il tutto potrebbe avvenire nella semi finale e non in finale di Conference cosi come lo scorso anno.

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#3

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Phoenix Suns

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E chi lo avrebbe mai detto? I Phoenix Suns, fuori dai playoff la scorsa stagione, destinati a perdere Amar’è Stoudemire a Febbraio, sponda Miami, erano candidati seriamente a rimanere fuori dalla postseason per l’ennesimo anno e invece la mancata trade e uno sprint superbo dopo l’AllStar Game hanno reso possibile l’impossibile: complice il calo di altre realtà della Western Conference, i Suns hanno concluso la Regular Season al terzo spot della griglia per i playoff: ad attenderli un’ altra vera sorpresa di questa stagione, ossia i Portland Trail Blazers di coach Nate McMillan: ai nastri di partenza, a onor del vero, erano in numerosi a reputare la franchigia dell’Oregon come la più completa e accreditata rivale dei Lakers per l’Ovest : i continui infortuni di Brandon

Roy e l’ennesimo crack di Greg Oden, oltre agli acciacchi di vari elementi del roster (Przybilla soprattutto, la cui assenza ha lasciato totalmente scoperto lo spot di centro e ha indotto il management a puntare sul sempreverde Marcus Camby) hanno interrotto bruscamente la crescita di questa franchigia, giovane ma con una solidità, almeno sulla carta, di rilievo: impossibile dunque pretendere qualcosa in più del sesto posto conseguito dai rossoneri. La serie presenta numerosi spunti di interesse: in primo luogo le condizioni di Brandon Roy, sicuramente out per gara 1 e in forte dubbio per le restanti partite: probabilmente una delle migliori 3 guardie della Lega, incisivo come i migliori Bryant e James nelle giornate di grazia, letale nel clutch time come solo i nomi poc’anzi citati; è chia-

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Por tland Trailblazers

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G UGLIELMO B IFULCO

ro che l’esistenza di una serie passa per le condizioni fisiche di BR, ma un ruolo di rilievo lo avranno da parte dei Blazers la difesa che questi opporranno a Steve Nash ( Miller potrebbe non tenerlo, Bayless può essere l’asso nella manica) e Amar’è, al quale la frontline opposta dovrà impedire soprattutto il gioco in transizione e le esecuzioni dai 4-5 metri, dai quali l’ex highschooler è oramai diventato una discreta minaccia. Ovvio che è impossibile prevedere l’andamento globale di una serie, vista l’intensità radicalmente opposta alle soporifere esecuzioni della regular season, la possibilità di infortuni o la crescita di livello di qualunque tipo di giocatore outsider ( Hill, Barbosa, Dragic da un lato, Miller, lo stesso Bayless e Rudy Fernandez dall’altra tanto per fare alcuni nomi). Grande

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#6

Power Ranking

importanza potrà averla, ancora, il fattore campo, visto che i Suns sono caduti nel suolo amico solo 9 volte in stagione contro le 15 dei rivali. In definitiva sembra che la bilancia penda nettamente sul versante Phoenix, visto il fattore campo, gli infortuni, e lo stato attuale di forma: da tenere a mente, tuttavia, che il gioco “run’n gun” dei Suns di Nash ha sempre reso, a fine stagione, al di sotto delle proprie possibilità, e se esiste un sistema di gioco idoneo per mantenere intatta quasta tradizione, quello sembra proprio il sistema di Portland. Potrà non bastare, ma se Roy dovesse presentarsi in condizioni accettabili, gli atavici problemi difensivi dei Suns potrebbero fare la differenza, quantomeno nel tenere la serie più aperta di quanto non dicano i vari parametri analizzati.

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#2

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Dallas Mavericks NBA PLAYOFF

Do you believe in miracles? Per molti, ma non per tutti Dallas-San Antonio è una serie dall’esito scontato. Seconda contro settima: un derby texano in tono minore: Dallas ha cambiato passo dopo l’All Star Game ed è squadra rigenerata dalla trade che ha portato Caron Butler e Brendan Haywood alla corte di coach Rick Carlisle. San Antonio è invece squadra alla perenne ricerca dell’attimo fuggente, quello dove Duncan, Ginobili e Parker, liberi da problemi fisici possano tornare ad incantare. Le premesse portano a considerare Nowitzki e soci, i naturali favoriti, quelli che duelleranno sino alla fine con i Lakers. Eppure, come si dice dall’altra parte dell’oceano, mai sottovalutare il cuore dei campioni. E di campioni che vestono la canotta nero-argento ce ne sono eccome. Analizziamo dunque la serie più attesa nel primo turno di playoff dell’Ovest. I Dallas Mavericks. Un record di 55-27 vale il secondo posto nella Western. I Mavs hanno cambiato volto a stagione in corso. La trade

con Washingoton ha portato in Texas il talento di Caron Butler e la solidità nel pitturato di Haywood. Dallas ha una panchina lunghissima dalla quale escono Jason Terry, Erick Dampier e JJ Barea. Illuminati dal genio di Kidd, sorretti dalla versatilità di Marion, i loro destini saranno come sempre decisi dalle mani dell’uomo di Wurzburg, al secolo Dirk Nowitzki. I San Antonio Spurs. Con un finale in crescendo gli uomini di Popovich sono riusciti a strappare la settima in piazza (50-32) nella feroce lotta che impazzava nella Western Conference. Limitati dagli infortuni (leggi Ginobili all’inizio e Parker alla fine) gli Spurs hanno faticato a trovare la formula giusta. L’inserimento di Richard Jefferson è stato difficoltoso e giocatori come Bogans e Mason non hanno fatto lo step che ci si attendeva. Nonostante tutto hanno chiuso la stagione con 50 vittorie. Merito dei big three, dell’esperienza di McDyess, dell’esplosione del play al secondo anno George Hill e

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San Antonio Spurs

DI

V INCENZO D I G UIDA

della matricola DeJuan Blair (27 punti e 23 rimbalzi nell’ultima uscita stagionale contro Dallas). Le chiavi. La serie sarà decisa dal duello Nowitzki-Duncan. Una sfida tutta da gustare, sulla quale non è ancora scritta l’ultima parola. Il tedesco proverà a portare il caraibico lontano da canestro per saggiare la mobilità laterale di Tim, che non è più quella di una volta. Per questo Popovich potrebbe in certi frangenti dirottare Jefferson in marcatura su Dirk, schierando un quintetto piccolo e dinamico. Dallas a sua volta proverà a tenere alto il ritmo, aprendo il campo con i suoi tiratori. Il piano partita di Popovich, mirerà a concedere il minimo a Nowitzki, negandogli i viaggi in lunetta con i quali il tedescone diventa infermabile. Dall’altra parte Duncan, in uno degli ultimi viaggi playoff della sua grandiosa carriera proverà a regalare agli Spurs un altro biglietto per la storia. Le variabili. Per Dallas si chiama Caron Butler. Il percorso d’inseri-

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#7

Power Ranking

mento dell’ex Wizard non è ancora terminato. Il talento è immenso, la cattiveria agonistica e la voglia di dimostrare d’essere un All Star pure. Da non sottovalutare l’impatto della panchina. Accanto al finto panchinaro Jason Terry, ci sono i vari Beaubois, Barea e Najera, che dovranno salire assolutamente di livello. Per San Antonio le variabili sono tante forse troppe. Da valutare le condizioni fisiche di Tony Parker e la tenuta mentale nei playoff dei vari Hill e Blair. Manu Ginobili nell’ultimo mese e mezzo di regular season è stato l’Mvp della lega. E’ l’argentino l’uomo che può cambiare le sorti dei neroargento, come sempre e ancora una volta. Magari con aiutino da quel Richard Jefferson sul quale Popovich ha riposto tante speranze in estate. Gli Mvp. Nowitzki per Dallas, Ginobili-Duncan per San Antonio. Pronostico. La logica dice 4-2 Dallas, ma se Ginobili fa il Ginobili

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#1

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Cleveland Cavs

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E' arrivata l'ora della verità per i Cleveland Cavaliers, desiderosi di riscatto dopo la clamorosa eliminazione nella finale di Conference dello scorso anno per mano degli Orlando Magic. Tanto per mettere in chiaro le loro ambizioni, i Cavs hanno dominato la regular season, chiudendo con 61 vittorie e 21 sconfitte, miglior record in stagione, e in tutto questo si aspetta la riconferma di Lebron James come MVP stagionale. Dall'altro lato, troviamo dei Chicago Bulls arrivati al gran ballo dei playoffs sul filo di lana, dopo un testa a testa finale con i Toronto Raptors, risoltosi favorevolmente per la franchigia dell'Illinois con tanto di vittoria nello scontro diretto.

La situazione negli scontri tra Cleveland e Chicago in regular season è pari, con 2 vittorie a testa, anche se nell'ultimo incontro i Cavs, senza James, sembra abbiano giocato senza voler forzare. Le due squadre, ovviamente, arrivano ai playoffs con obiettivi diversi: i Cavaliers sono una squadra in missione, un anello potrebbe convincere Lebron James a restare in Ohio ancora per qualche anno e permetterebbe a Shaquille O'Neal di salutare il basket con un'altro titolo. I Bulls, al contrario, vengono da una stagione non esattamente all'altezza delle aspettative, e sperano di poter compiere l'impresa solo sfiorata lo scorso anno contro Boston. Difficile, se non impossibile, trovare dei mismatch che

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Chicago Bulls

B ENEDETTO G IARDINA

almeno sulla carta siano favorevoli a Chicago, forse il solo Rose potrà tentare di cambiare il destino dei Bulls, ma il roster di Cleveland è abbastanza completo da poter limitare anche il giovane playmaker ex Memphis. Il compitò più difficile, ovvero la marcatura di Lebron James, verrà affidata inizialmente a Luol Deng, ma sicuramente coach Del Negro opterà per il raddoppio sistematico sulla stella dei Cavs, e qui dovrebbe entrare in gioco Antawn Jamison per Cleveland. L'ex Wizards, arrivato a febbraio nella trade deadline, è stato preferito ad altri obiettivi di mercato anche per la sua pericolosità lontano dal canestro, e questa sua caratteristica

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#8

Power Ranking

potrebbe renderlo letale sugli eventuali scarichi di James. Sotto canestro, la coppia Jamison-O'Neal farebbe intimidire qualsiasi avversario, figurarsi se in panchina troviamo gente del calibro di Ilgauskas e Varejao, oltre al giovane Hickson. Per la coppia Miller-Noah si prospetta una serie molto dura e, se Rose gioca al massimo delle sue possibilità, un eventuale miracolo dipende dal loro lavoro sporco sotto le plance. Per il resto, difficile pronosticare una serie che vada oltre le 5 partite, sia perchè Cleveland non abbasserà minimamente la concentrazione, sia perchè i Bulls, se continuano a giocare come nell'ultimo mese, non possono essere nient'altro che uno sparring partner per i Cavs.

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#4

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Boston Celtics

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La sfida tra Boston Celtics e Miami Heat mette di fronte la quarta e la quinta forza della Eastern Conference, serie al via sabato notte con il fattore campo dalla parte dei Celtics che nel corso della stagione hanno completato lo sweep, imponendosi - con scarti ridotti, sempre compresi tra 5 e 7 punti - nei tre incontri contro Miami, tutti disputati però ben prima dell'All Star Game. Nonostante il 3-0 Celtics in regular season la serie sembra allora essere sulla carta una delle più equilibrate del tabellone: da quando coach Spoelstra ha convinto Miami a difendere forte il team ha cambiato volto ed ha smesso di essere solo un contenitore per gli show di

Dwyane Wade (33.7 punti e 8.7 assist per gara). Per contro le maggiori difficoltà dei Celtics sono arrivate, dopo il record di 23-5 d'inizio stagione, proprio dal crollo verticale del rendimento difensivo e nella capacità di dominare sotto le plance. Le chiavi della sfida sembrano essere piuttosto definite: Wade principale portatore di palla ed opzione offensiva per gli Heat, secondariamente cercare Jermaine O'Neal (qualche dubbio sulle sue condizioni fisiche) nel pitturato o Beasley in isolamento; Celtics nelle mani di Rajon Rondo (20 punti e 11 assist a partita) per le transizioni, innescare il catch-and-shoot di Allen e Pierce e tentare di recuperare più palloni pos-

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Miami Heat

S TEFANO C OLAVECCHIA

sibili, l'arma in più di Boston potrebbe essere però il gioco in post basso di Garnett e Rasheed Wallace che può mettere in grossa difficoltà Beasley. Altro fattore decisivo per Miami sarà il supporto che Quentin Richardson e Michael Beasley sapranno portare in aiuto a Wade, per i Celtics si tratta di ritrovare la capacità di difendere sotto canestro (pessime le cifre a rimbalzo, solo 40.1 a partita) di inizio stagione e di confidare nella provata capacità della squadra di trasformarsi in clima playoff: l'anno scorso una squadra mutilata di Kevin Garnett diede vita ad una serie epica con i Chicago Bulls e rischiò di estromettere i finalisti

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#5

Power Ranking

Orlando Magic in semifinale di Conference. La tendenza del finale di regular season presenta i Miami Heat come un team in convincente ascesa, mentre i Boston Celtics sembrano essere in deciso calo, con l'età che inizia a farsi sentire sui suoi Big, in più l'ambiente è scosso da continui rumours che danno per probabile l'addio di Rivers alla panchina biancoverde a playoff finiti. Nonostante questa tendenza Boston è una squadra migliore e con più opzioni di gioco, il mio pronostico personale, che sarà ovviamente smentito, è un successo Celtics per 4-2.

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#3

Power Ranking

Atlanta Hawks

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Atlanta si presenta con tutti i favori del pronostico all’inizio di questa serie. Infatti oltre a una superiorità atletica e fisica nei confronti dei Bucks, pesa l’assenza di Andrew Bogut in casa di questi ultimi. Il centro australiano stava giocando il suo miglior basket da quando era sbarcato nei pro, con la scelta numero uno nel draft del 2005 dopo 4 anni passati alla University of Utah. Le sue cifre parlano infatti di 15.9 punti e 10.2 rimbalzi a partita, con ben 2.5 stoppate che lo piazzano al 2° posto nella speciale graduatoria di questa regular season, dietro al solo Dwight Howard. A Milwaukee mancheranno non solo i punti in attacco di Bogut, ma anche e soprattutto l’intimidazione e la difesa che poteva dare. Sarà compito di Kurt Thomas sostituire il lungo australiano, in attacco non sarà

certamente lo stesso, ma sappiamo quanto il buon Kurt sia eccelso nella fase difensiva. Thomas, insieme a Mbah-a-Mute (6.2 punti e 5.5 rimbalzi di media) e Ilyasova (10.4 e 6.4) si troveranno a sfidare i lunghi di Altlanta, in una lotta apparentemente impari. Atlanta infatti annovera sotto le plance il bicampione NCAA con Florida (compagno tra gli altri di Joachim Noah) Al Horford, quest’anno alla sua prima convocazione per l’All Star Game, che sta producendo 14.2 ppg e 9.9 rpg, ambedue career-high. Inoltre ad affiancare Horford, troviamo una coppia di ali molto versatile, formata da Josh Smith (18 punti, 8.7 rimbalzi, 4.2 assist a cui aggiunge pure 2 stoppate di media) e da Marvin Williams (10 punti e 5 rimbalzi), e in più dalla panchi-

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Milwaukee Bucks

R AFFAELE VALENTINO

na escono 2 lunghi di esperienza come Pachulia e Joe Smith. Diversa si presenta invece la situazione per quanto riguarda il reparto esterni. Vi è infatti una sostanziale parità. Da un lato Milwaukee è forte di gente come il rookie Brandon Jennings, 10a scelta assoluta nell’ultimo draft, autore di un’ottima stagione regolare chiusa con 15.5 punti e 5.7 assist di media, ma anche di John Salmons, arrivato a febbraio da Chicago nello scambio con Warrick, capocannoniere della squadra con 20 punti ad allacciata di scarpe e infine l’ex fortitudino Carlos Delfino, rinato sotto la guida di coach Skiles, che ha prodotto 11 punti e 5 rimbalzi di media partendo quasi sempre in quintetto. Mentre dalla panchina escono giocatori in grado di cambiare

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#6

Power Ranking

il ritmo della partita (Ridnour) e di esperienza (Stackhouse). Dall’altra parte Atlanta risponde con Mike Bibby (assai deludente il suo rendimento quest’anno, solo 9.1 punti e 4 assist di media) e Joe Johnson, autore della solita splendida stagione (21.3 punti e quasi 5 assist e 5 rimbalzi di media). Ma è dalla panchina che esce il vero go-to-guy della squadra. Infatti il probabile sesto uomo dell’anno Jamal Crawford sarà il vero ago della bilancia per quanto riguarda questa serie. La sua incredibile energia, unita alla sua produttività (18 punti di media quest’anno) saranno davvero una brutta gatta da pelare per i ragazzi di coach Skiles. Per quanto mi riguarda il pronostico è 4-2 in favore degli Hawks. Troppo più forti sotto canestro e con molta più esperienza di Milwaukee.

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#2

Power Ranking

Orlando Magic

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Una carambola impazzita come una macchina di formula 1 in testacoda, questa è la serie tra i Magic e i Bobcats. Due squadre diverse, contrapposte tra il tiro da tre di Orlando a cui si aggiunge il valore aggiunto Dwight Howard, e la grande presenza sotto i tabelloni e la sonora difesa di Larry Brown, che vanta tanta esperienza nei playoff, tanto lavoro e che ha in Gerlad Wallace un campione di tutto rispetto.Una serie tra la "certezza" dell'est e la mina vagante arancione, una sfida davvero equilibrata e che potrà riservarci molte sorprese. Capitolo playmaking. Sarà molto bello il duello tra Jameer Nelson e Ray Felton, due play di sicuro avvenire, che stanno ancora facendo le ossa nella post season, visto che per il giocatore uscito da st Joseph's saranno le prime gare da protagonista, dopo che l'anno scorso un banale infortunio nel finale di stagione gli fece saltare i primi turni e spianò la strada ad Alston. Per Felton, così come per tutta la squadra arancione, saranno i primi playoff di sempre e quindi un'occasione irripetibile per costruire un progetto che vuole arrivare in alto. Nelson viaggia a 12 punti e 6 assist di media a serata, e rappresenta l'uomo che deve ricercare i compagni migliori quando la palla scotta. Ha dimostrato spesso di soffrire il back to back e di andare in apnea in situazioni critiche, ma dalla panchina potrà contare sull'esperienza e sui tanti minuti di qualità che ""White

cioccolate" Jason Williams potrà dargli. Felton, che ha le stesse identiche media del pari ruolo della Florida (12 e 6) è forse più completo e più pronto al ruolo che avrà nelle gerarchie di Charlotte. Spesso, infatti, ha infatti risolto lui la gara con soluzioni individuali anche di pregevole fattura e da non dimenticare c'è anche che il suo pedigree è comunque North Carolina, quindi il ragazzo col numero 20 può veramente imporsi come fattore nella serie. Dalla panchina può sempre entrare Dj Augustine a far cambiare la musica ma poco di più. Shooting Guard hot spot. Carter vs Wallace, Wallace vs Carter, i due go to guy che avranno nelle loro mani, e che soprattutto vorranno avere nelle loro mani le palle pesanti e decisive e tutti i buzzer beater che si dovessero presentare. Vincredible si presenta in una condizione fisica eccellente, con ben 75 partite all'attivo per lui quest'anno, giocate con 17 di media a serata, ma con buone percentuali. Se l'altro prodotto di North Carolina deciderà di mettersi anche tosto in difesa e cercare di limitare l'avversario di turno, Orlando ha alte probabilità di chiudere la serie presto e con scioltezza, ma sul versante opposto Gerald Wallace ha tantissimo talento e grande possibilità di chiudere l'azione con classe e con forza, nonostante non sia un lungo scrive una doppia doppia da 18 e 10 rimbalzi a serata e proprio l'attitudine e afre sempre qualcosa in più

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Charlotte Bobcats

DI

D OMENICO L ANDOLFO

del compitino di shooting guarda potrebbe portare a vedere gli arancioni strappare qualche sorriso. Forward series. Orlando ha numeri tre atipici, i vari Rashard Lewis, Matt Barnes e "air france" Pietrus, sono giocatori che lasciano il segno e che hanno diverse caratteristiche. Tutti interessantissimi e con un compito specifico, sanno portare il loro contributo in una zona del campo. Lewis garantisce mano salda e visione di gioco e tra le stelle della serie è forse la più sottovalutata, anche se l'età inciderà e non poco sull'ex Sonics Rashard. Barnes non è più il run and gun di Golden State ma ha visto i suoi orizzonti aprirsi anche a rimbalzo, Pietrus è l'uomo che guida la difesa e che sarà tenuto a cambiare sui tanti pick and roll che Brown ha intenzione di creare. Charlotte risponde con Stephen Jackson uomo estroso se ce ne è uno che col suo tiro "cattivo" può punire qualche passaggio a vuoto della difesa in blu. Viaggia a oltre 20 di media e con ottime percentuali e sa fare la cosa giusta al momento giusto, sarà uno delle correnti di pensiero dominanti di questa serie. Boris Diaw è pronto a battersi laconicamente sul campo in una squadra dove ha una leadership sottobanco non indifferente. E' in gran forma in questo momento e ha sfiorato la tripla doppia nelle ultime giornate. Certo gli avversari nel suo ruolo non sono novellini e hanno un livello elevato, ma il buon francese sa tirar fuori gli

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#7

Power Ranking

artigli e spingere il doppio pivot di Van Gundy molto lontano dal canestro, dove può creare qualche grattacapo. Colonne portanti al centro. Non neghiamolo, Howard è il faro dei magic, ma stavolta superman avrà cabine più strette in cui cambiarsi. Se qualcuno leggesse le statistiche di Charlotte, noterebbe che non ha lunghi che raccolgono dieci rimbalzi a gara e quindi tenderebbe a svalutare il pacchetto interno dei Bobcats, ma invece esso è competente e lungo. Tyson Chandler, Tyrus Thomas, Theo Ratliff e anche Desagana Diop, quanto centri puri che fanno venire i brividi al tiro ma che a chili e centimetri non hanno da invidiare a nessuno. Panchine. Per Orlando, JWilliams a parte, di cui già si è detto, ci sono il volenteroso Reddick che con le sue triple si conquista minuti e addirittura chiude a 12.6 di media, e attenzione a Bass e Gortat che di fiato e voglia ne hanno da vendere, che poi ci sia anche Ryan Anderson, giocatore ondivago se ce ne è uno, sarà problema più per i Magic dargli una collocazione stabile, dato che gli arancioni hanno giocatori molto duttili. La panchina di Charlotte, a parte per l'abbondante o meglio sovrabbondante settore lunghi, ha poco, con il solo Hughes a tirare la carretta e a offrire contributo solido e stabile dalla bench position. Chiudiamo qui dicendo che tra le tante serie, questa è l'unica che può riservarci qualche sorpresa.

‘FIVE MAN ROTATION’

LA ‘SHOOTING SELECTION’ DEI BOBCATS


S T A R S ‘ N ’ S T RI P E S

24

NBA STANDING ATLANTICDIVISION

SOUTHWEST DIVISION

CENTRAL DIVISION

NORTHWEST DIVISION

SOUTHEAST DIVISION

PACIFIC DIVISION


S T A R S ‘ N ’ S T RI P E S

25

EASTERN CONFERENCE

PLAYER

WESTERN CONFERENCE

NBA STATS

SCORES

PG PLAYER

REBOUNDS

REBOUNDS

PLAYER

ASSISTS

ASSIST


Nel prossimo numero

L’analisi, serie per serie, di tutto il primo turno dei playoff

Italians Do It Better: ‘Il Canto del Gallo’, ‘Tutti i numeri del Mago e ‘ L o S Ta l l o n e Italiano’


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