IL PERIODICO ON LINE PER GLI AMANTI DELLA PALLA A SPICCHI D’OLTRE OCEANO
E ora si fa sul serio
Chi prenderà il posto dei Celtics... N C A A Il resoconto e le immagini dell’atto finale più seguito nella storia del torneo
L a ‘ n o t t e m a g i c a ’ d e i Ta r H e e l s
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Vittoria schiacciante in finale contro gli Spartans per i Tar Heels, che festeggiano il quinto titolo nazionale. Williams: «Contento specialmente per Hansbrough»
Under a Blue Carolina Sky Non una semplice vittoria, non un semplice titolo nazionale Ncaa, ma il tutto è costellato e ornato dalla parola record. Record come il numero degli spettatori presenti alla Ford Field Arena di Detroit (oltre 74.000 con l’ultimo exploit datato fine anni ’80 con circa 68.000 ‘attenders’), record per i Tar Heels per il
numero di titoli vinti nella loro storia a quota 5 successi finali e quinto College ogni epoca e speciale classifica diretta e capeggiata da UCLA con 11. Record come le otto palle rubate da Ty Lawson e commentatori della CBS costretti ad una battuta su una sorta di CSI Detroit per cercare di fermare l’Arsenio Lupine sul rettangolo da gioco (e menzione anche nell’apposita cerchia di giocatori che durante il torneo delle Final Four hanno messo assieme dieci palle rubate, ma soprattutto quinto giocatore dal 1997 ad aver realizzato almeno 100 punti, 30 rimbalzi e 20 assist in tutto il torneo Ncaa). Non proprio record, ma un qualcosa che ci va molto vicino, il 60% abbondante di primo tempo che ha effettivamente messo la parola fine alla partita prima ancora che il countdown definitivo avesse segnato il triplo zero (00.0 ndr). Record lo sono
Kevin Durant, da stella di Texas a quella di Oklahoma
invece i 55 punti segnati in un solo tempo con North Carolina che si pone in vetta alla classifica di questa speciale categoria. ‘Cosa vuoi di più dalla vita?’ recitava un famoso spot di amaro italiano, la risposta in questo caso ci porta direttamente all’ultimo capitoletto di una storia che porta il nome di North Carolina in vetta agli ambienti cestistici a stelle e strisce prima che tutta l’attenzione si sposti sui playoff Nba: il titolo di Mvp assegnato ad Wayne Ellington che chiude la sua personale serata magica con 19 punti e una sfilza di tiri da tre punti che hanno spezzato in due il cuore e l’anima degli Spartans. Già poi c’è stata anche una partita, quella che dopo nemmeno 9’ minuti di gioco era già nettamente nelle mani dei Tar Heels (11:24) che ci hanno messo davvero poco per far capire alla truppa di coach Izzo che quella in questione non era ancora la loro serata. Una sentenza della Corte di Cassazione passata in giudicato (e per quelli che masticano poco linguaggio giuridico vuol dire senza nessuna possibilità di essere cambiata a meno di sovversioni o eliminazione materiale dell’istituto giuridico ) i primi venti minuti di North Carolina che sommergono gli avversari con un Wayne Ellington in grande spolvero. Lawson ringhia, tanto per usare un eufemismo, sulle caviglie di Lucas e in generale su tutti gli esterni di Michigan State, arrivano palle recuperate a profusione industriale e contripiedi imicidiali. Gli Spartans non riescono a reagire e porre un freno all’e-
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morragia ed allora ecco che arriva il primo record di serata: 55 punti in solo tempo e record Ncaa (34:55). Ad evitare venti minuti di puro ‘garbage time’ ci pensa Suton che preso da un raptus di orgoglio prova nei primi minuti di secondo tempo di mettere in piedi la più disperate delle rimonte. Non è la serata giusta. Le triple del lungo di MSU sono una voce nel deserto. Lucas stenta a stargli dietro (14 ma 7/20 al tiro), Summers altrettanto (4/10), mentre Morgan non ci riesce (4 con soli due tiri in 20 minuti di gioco) e allora ecco che i Tar Heels all’ultimo giro di bolina alzano lo spennaker e veleggiano a gonfie vele vero il loro secondo titolo negli ultimi cinque anni, cosi come il secondo titolo del coach di NCU Roy Williams in sette apparizioni alle Final Four con tre squadre differenti. Ora è entrato nella leggenda del college basketball. Non tanto per lo spot televisivo in
Stars ‘N’ Stripes ideato da: Domenico Pezzella scritto da: Alessandro delli Paoli Leandra Ricciardi Tommaso Staro Nicolò Fiumi
info, contatti e collaborazioni:
domenicopezzella@hotmail.it
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puro stile ‘March Madness’ in cui compare insieme agli altri grandi Mike Kryzewski di Duke, l’ingelatinato Rick Pitino, sempre più somigliante ad Al Pacino e coach Bobby Knight, in cui, in mutande, giocano a guitar hero, quanto piuttosto per aver vinto il titolo dei record. UNC vince il suo quinto campionato NCCA, raggiungendo Indiana University, su di loro solo Kentucky a quota 7 e l’irraggiungibile UCLA a 11. I 55 punti a metà tempo e i 21 punti di margine nel corso del match rappresentano un altro record difficilmente battibile. 100-14 tra vinte e perse per i Tar Heels nelle ultime tre stagioni, la striscia di risultati mai raggiunta da nessun altro college in tre anni di partite. DIETRO LE QUINTE . Il secondo titolo per Roy Williams in sette apparizioni alle Final Four. Il terzo se si considera quello da assistant coach di Dean Smith nel 1982 con Worthy e
Perkins in campo e Michael Jordan ad infilare il tiro della vittoria contro Gerorgetown. Quello che non aveva vinto sulla panchina di Kansas, se l’è ripreso nella sua ‘alma mater’. Nel 2005 furono Sean May, Raymond Felton e Rashard McCants a concedergli la felicità di tagliare la retina. Oggi Ty Lawson, folletto incredibile che in finale piazza il record di palle rubate con 8, Tyler Hansbroug, MVP dello scorso campionato e Wayne Ellington che con 19 punti è l’MVP della finale. E proprio a Psycho T, il coach riserva parole dolcissime: «Desideravo questa vittoria per tutti, ma la cercavo disperatamente per Hansbrough, per quel giovane uomo e per la sua disciplina avuta in questo campionato. Sono fatto cosi, quando un giocatore mi dimostra quel livello d'impegno sono il primo a sperare per i suoi futuri successi». Chapeau Mr. Williams.
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di
D OMENICO P EZZELLA
Nba Hot Spots: Kevin Martin La pietra miliare per eccdellenza e dalla quale i Kings ripartiranno per un futuro che si spera possa essere almeno praganobile al passato e ai vecchi Sacramento Lo si era inteso e capito già tanto tempo, fa, ma con le mosse degli ultimi tempi, la scelta del front office facente capo e al portafoglio dei Maloof è stata chiara e tonda: la pietra miliare, quella da cui i Kings dovranno assolutamente ripartire porta il nome di Kevin Martin. Sarà lui la stella del nuovo corso del club della capitale della California, sarà lui l’uomo attorno al quale costruire la squadra per cercare di arrivare almeno ad un fasto simile a quello vissuto nel passato. Un fasto e momenti storici che fino a questo momento, però, sono stati molto più dei fantasmi, delle ombre che delle luci ispiratrici per chi quella maglia l’ha indossata dopo la stagione del 2002 o meglio dopo quella maledetta gara7 persa contro i Lakers. Da quel momento in poi i Kings non hanno fatto altro che vivere nel passato, non hanno fatto altro che vivere nel ricordo dei tempi che sono stati, nella speranza che il dopo Webber, il dopo Bibby, il dopo Divac, Stojakovic e compagnia cantante, non sarebbe mai stato come quello che invece, inevitabilmente, è accaduto negli ultimi sette anni di Nba. Sette anni in cui sono andati e venuti tanti giocatori, andati e venuti anche delle stelle con l’idea di rendere il tutto meno amaro o magari pensare che a quella fase di rinascita Sacramento non doveva proprio arrivarci. Ed invece, prima o poi è una fase che tutte le squadre toccheranno che tutte le squadre dovranno assaggiare volenti o nolenti. Il tutto è come una ruota che gira, prima o poi il tuo numero uscirà sempre. Quello dei californiani è uscito già qualche stagione, fa ma la decisione fianle è arrivata proprio quest’anno o meglio a metà corso quando nella stanza dei bottoni dei Kings si è deciso finalmente di mettere assieme la mossa che tutti aspettavano: smantellare tutto quello che potesse essere legato ai vecchi Kings e ricominciare. ‘Ricomincio da tre’
il nome di un noto film di Massimo Troisi, ‘Ricomincio da tre’ anche il motto principale di Sacramento che decide di puntare tutto su Spancer Hawes, Thompson e Kevin Martin, senza contare il contorno arrivato dalle trade come per esempio Andres Nocioni. Non proprio un brutto ripartire, se poi si pensa che dopo questa stagione fallimentare il numero di palline all’interno dell’urna per la prossima prima scelta (Blake Griffin) sono addirittura aumentare a dismisura. Prima scelta o non prima scelta, la stella, però, resterà almeno per un po’ sempre la stessa: Kevin Martin. Il prodotto locale di Western California (quarto anno da professionista ndr) è tra primi dieci quanto a punti segnati e quindi merita senza ombra di dubbio la nostra citazione all’interno di Hot Spots. Un giocatore che può fare tante cose e bene, con un repertorio non certo statico e monotono. Cero ci sono delle zone fredde anche per lui e che sono oggetto delle scrivanie e delle cartacce dei giemme o degli scout Nba delle squadre avversarie, ma in generale un conto che fa del 23 in magli Kings uno dei migliori giocatori della Lega. Sinistra. Questo il lato che sul taccuini di tutti gli allenatori avversari dei Kings hanno sulle proprie indicazioni come da evitare. Un lato sinistro, specialmente da dietro la linea dei tre punti, in cui Martin riesce a dare il meglio di se e delle sue doti. Meglio se poi il tutto parte dal mezzo angolo a sinistra e tutta la fascia che costeggia la linea laterale del campo da dove ‘spara’ con il 42,6% e 52/122 nel mezzo angolo, e addirittura il 52,7% con 29/55 nell’angolo sullo stesso lato per una sorta di tiro che vale quanto una sentenza della Corte di Cassazione. Dovesse riuscire il piano della difesa, il mezzo angolo dall’altra parte del campo non rappresenta un problema minore, visto che la percentuale è del 41% con 16/39. Più bassa, ma non meno efficacia anche perché tolta la possibilità del tiro dalla lunga distanza nella parte sinistra, Martin una volta che si trova a cambiare idea, passando per il centro (che rappresenta uno dei posti ‘cold’ con 21% e 7/33, non fa meglio sempre la centro ma da due punti con 11/35 e 31,4% cosi come da due ma nel mezzo angolo destro dove il tutto scende ancora con 28,1% e 9/32 ), preferisce prendere velocità ed attaccare il ferro sperando e puntando tutto su di un tiro ad alta percentuale di difficoltà (50% e 99/198). Per la restante parte della metà campo offensiva degli avversari dei Kings, i numeri oscillano di gara in gara alternando a prestazioni superbe ad altre anonime, facendo finire il tutto all’interno della categoria del ‘limbo’ delle statistiche dove più che alla certezza e ai dati difesa e allenatori devono affidarsi alla vena realizzativa e agli Dei del Basket per tentare di contenerlo (appena dentro la lunetta con il più classico degli arresto e tiro, la percentuale migliore con 46,7% e 14/30 dal campo. Di 36,8% quella più bassa nell’angolo sinistro, ma da due punti: 25/68 e 36,8%).
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Al via la missione ‘anello’ di LeBron, i Pistons il primo ostacolo da superare Sab Aprile 18 Mar Aprile 21 Ven Aprile 24 Dom Aprile 26 Mer Aprile 29 Ven Maggio 1 Dom Maggio 3 *Se necessaria
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Le mine vaganti: Atlanta ha una grande occasione, Miami niente da perdere Dom Aprile 19 Mer Aprile 22 Sab Aprile 25 Lun Aprile 27 Mer Aprile 29 Ven Maggio 1 Dom Maggio 3 *Se necessaria
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Magic, attenzione ai giovani di Phila. Sixers, qualcuno vi salvi da Superman Dom Aprile 19 GARA1 PHILADELPHIA ad ORLANDO Mer Aprile 22 GARA2 PHILADELPHIA ad ORLANDO Ven Aprile 24 GARA3 ORLANDO a PHILADELPHIA Dom Aprile 26 GARA4 ORLANDO a PHILADELPHIA Mar Aprile 28 GARA5 PHILADELPHIA ad ORLANDO* Gio Aprile 30 GARA6 ORLANDO a PHILADELPHIA* Sab Maggio 2 GARA7 PHILADELPHIA ad ORLANDO* *Se necessaria
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Celtics, che mondo sarebbe senza KG? Ai Bulls la prima sentenza Sab Aprile 18 Lun Aprile 20 Gio Aprile 23 Dom Aprile 26 Mar Aprile 28 Gio Aprile 30 Sab Maggio 2 *Se necessaria
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CHICAGO a BOSTON CHICAGO a BOSTON BOSTON a CHICAGO BOSTON a CHICAGO CHICAGO a BOSTON* BOSTON a CHICAGO* CHICAGO a BOSTON*
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La perfetta macchina Lakers con un Bynum in più. Utah prova il colpaccio Dom Aprile 19 Mar Aprile 21 Gio Aprile 23 Sab Aprile 25 Lun Aprile 27 Gio Aprile 30 Sab Maggio 2 *Se necessaria
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UTAH a LA UTAH a LA LAKERS a UTAH LAKERS a UTAH UTAH a LA* LAKERS a UTAH* UTAH a LA*
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Portland, e se le sorprese non fossero finite? Houston, stà a vedere che senza T-Mac... Sab Aprile 18 Mar Aprile 21 Ven Aprile 24 Dom Aprile 26 Mar Aprile 28 Gio Aprile 30 Sab Maggio 2 *Se necessaria
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HOUSTON a PORTLAND HOUSTON a PORTLAND PORTLAND a HOUSTON PORTLAND a HOUSTON HOUSTON a PORTLAND* PORTLAND a HOUSTON* HOUSTON a PORTLAND*
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Per gli Spurs senza Ginobili è dura... I Mavs vogliono travestirsi da Warriors Sab Aprile 18 Lun Aprile 20 Gio Aprile 23 Sab Aprile 25 Mar Aprile 28 Ven Maggio 1 Dom Maggio 3 *Se necessaria
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Denver per cambiare il destino e sognare, New Orleans nelle mani di CP3 Dom Aprile 19 Mer Aprile 22 Sab Aprile 25 Lun Aprile 27 Mer Aprile 29 Ven Maggio 1 Dom Maggio 3 *Se necessaria
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NEW ORLEANS a DENVER NEW ORLEANS a DENVER DENVER a NEW ORLEANS DENVER a NEW ORLEANS NEW ORLEANS a DENVER* DENVER a NEW ORLEANS* NEW ORLEANS a DENVER*
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