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Anteprima della serie su Verdone di Irene Sofi

Vita da Carlo Verdone Story

n n n di Irene Sofi

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I primi quattro episodi presentati in anteprima assoluta come Evento Speciale alla Festa del Cinema di Roma. La serie è disponibile in esclusiva su Prime Video dal 5 novembre

In alto: Carlo Verdone. Sotto, da sinistra: Verdone con Max Tortora, Anita Caprioli, Antonello Venditti in Vita da Carlo Regista, sceneggiatore e attore, Carlo Verdone attraversa la storia del cinema italiano dal 1979, anno del suo esordio con Un sacco bello, commedia da lui scritta, diretta e interpretata. A quel flm epocale ne sono seguiti altri ventisei, compreso l’ultimo, Si vive una volta sola, da lui interpretato con Anna Foglietta, Rocco Papaleo e Max Tortora. Quest’ultimo compare anche in Vita da Carlo, la serie Amazon Original prodotta da Filmauro di Aurelio e Luigi De Laurentiis, disponibile su Prime Video dal 5 novembre, i cui primi quattro episodi sono stati presentati in anteprima come Evento Speciale alla Festa di Roma.

Diretta dallo stesso Verdone con Arnaldo Catinari, su suoi soggetto e sceneggiatura, frmati anche da Nicola Guaglianone, Menotti, Pasquale Plastino, Ciro Zecca e Luca Mastrogiovanni, la serie è interpretata, oltre che dall’attore e regista e da Tortora, anche da Anita Caprioli, Monica Guerritore, Antonio Bannò, Caterina De Angelis, Filippo Contri, Giada Benedetti, Maria Paiato, Claudia Potenza e Andrea Pennacchi.

In dieci episodi di trenta minuti ciascuno, vediamo l’immagine pubblica di Carlo, cioè quella di un uomo generoso e sempre disponibile. A chi gli chiede selfe, autograf, lui non si nega. Il prezzo di questa ribalta è una vita privata semplice, scandita da ritmi sempre uguali, quasi come una prigione. O una commedia.

In Vita da Carlo Verdone mostra la sua sfera intima, composta da una cerchia ristretta di conoscenti, uno più bizzarro dell’altro. E c’è anche l’amore per una farmacista, sbocciato, naturalmente, nella farmacia del quartiere. Ma quando arriva la proposta di candidarsi a sindaco di Roma, la vita di Carlo ha dei risvolti comici e imprevedibili. n n n

ZEROCALCARE Strappare lungo i bordi Infanzia e maturità di un fumettista

In anteprima alla Festa di Roma la serie animata di Michele Rech che debutta su Netflix il 17 novembre n n n di Andrea Carli

La serie animata Strappare lungo i bordi, scritta e diretta da Zerocalcare, al secolo Michele Rech, prima del debutto in streaming su Netfix del 17 novembre, è stata presentata alla Festa del Cinema di Roma con la proiezione in anteprima mondiale dei primi due episodi.

Prodotta da Movimenti Production in collaborazione con BAO Publishing, è composta da sei episodi di quindici minuti. Si tratta della prima serie d’animazione di Zerocalcare ed è ambientata nel singolare universo narrativo dell’autore.

In un racconto ricco di fashback e di divertenti aneddoti che spaziano dalla sua infanzia ai giorni nostri, Zerocalcare percorre un viaggio in treno assieme a Sarah e Secco, i suoi fedeli amici di sempre. I tre sono diretti verso qualcosa di molto diffcile da fare. Ogni momento, dai ricordi degli anni della scuola alle elucubrazioni esistenziali circa la propria incompiutezza e inadeguatezza, è narrato dallo stesso Zerocalcare, che presta la voce anche a tutti i personaggi che compaiono nella

Tre sequenze di Strappare lungo i bordi, serie animata scritta e diretta da Zerocalcare

serie, fatta eccezione per il saggio armadillo, doppiato da Valerio Mastandrea.

Ogni capitolo della storia mette insieme un tassello dietro l’altro di un mondo fatto di pochissime certezze, di tanti dubbi esistenziali, ma anche di amicizie forti e durature. Quando nel fnale tutti i pezzi del mosaico saranno al loro posto, il risultato sarà una sorpresa per lo spettatore, ma anche per il protagonista. n n n

Paola Lavini Versatilità e naturalezza

L’attrice, che presto vedremo nei panni di Maria Callas in Carla, figura nel cast di Anima bella, uno dei film più interessanti di Alice e della Festa del Cinema n n n di Luigi Aversa

Paola Lavini non si ferma. Parafrasando il titolo del flm corale (e sperimentale) Il cinema non si ferma – diretto da Marco Serafni e da lei girato assieme a un’altra dozzina di attori, da remoto con telefonini e webcam, durante il primo lockdown – la versatile attrice emiliana, nell’ultimo anno, nonostante tutto, ha preso parte a diversi progetti, tra questi l’opera seconda di Dario Albertini, Anima bella. Applauditissima all’Auditorium Conciliazione di Roma, la pellicola è stata presentata nell’ambito di Alice nella Città, la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema.

Dopo averla vista l’anno scorso in Volevo nascondermi di Giorgio Diritti e di recente in School of Mafa di Alessandro Pondi, presto ritroveremo Paola anche in Io e mio fratello di Luca Lucini e soprattutto nel flm tv Carla, in cui interpreta un’intensa Maria Callas. «È un ruolo che amo. La Callas è sempre stata un mio pallino, sia umano che professionale. La porterò anche a teatro. Il flm, invece, è nelle sale 8, 9 e 10 novembre, poi andrà su Raiuno il 4 dicembre. Il personaggio compare nel flm tv sulla Fracci, interpretata dalla Mastronardi. ma non è un omaggio alla grande étoile, è un biopic, lei stessa ha partecipato alla sceneggiatura, è venuta pure sul set e purtroppo di lì a poco se n’è andata...».

In quanto ad Anima bella è un flm che abbiamo trovato autentico e commovente. Ab-

In apertura: Paola Lavini. Più in basso: l’attrice è Maria Callas in una scena di Carla. Qui sopra: in Anima bella

biamo sentito che ha già una distribuzione italiana (Cineteca di Bologna) e una internazionale (Le Pacte)...

Ora è in giro per festival. A Montpellier ha vinto il Premio del pubblico. Questo tipo di flm, come quelli che ho fatto con Alice Rohrwacher e Francesco Munzi, meritano di viaggiare per festival. Sono lavori d’autore, fatti con poco budget ma con molta sostanza e tante idee.

Da quello che si vede in Anima bella, anche molto armoniosi. C’era la stessa armonia anche durante le riprese?

Pure più profonda. Mi sono trovata benissimo con Albertini, è un regista che fa squadra. Tutti gli attori sono riusciti a rendere quel che voleva lui. La forza di un attore è anche quella di saper interagire con i non professionisti. Per arrivare a quella naturalezza ci si deve coordinare in armonia, registrarsi sullo stesso spessore di voce, di sensibilità, specie quando si ha a che fare con attori alle prime armi. In scena, per esempio, io ero la “madre putativa” di Gioia, la protagonista, ma lo ero anche fuori dal set di Madalina.

Sorprendente, la ragazza.

Albertini ha fatto tanti casting, poi ha trovato lei che lavorava in un ristorante, proprio nella zona in cui è ambientato il flm. Ha visto una faccia, ci ha lavorato un po’ e il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Eccellente, direi. Dove è ambientato esattamente il flm, dagli accenti dei personaggi sembrebbe vicino Roma, è così?

Sì, nella zona di Civitavecchia, Tarquinia, Montalto di Castro, più o meno la Maremma laziale. Anch’io ho cercato come sempre di dare quell’accento vicino al romano, ma non proprio. Come sai sono appassionata di dialetti e la cadenza aiuta a essere veri. Era importante per sottolineare il distacco fra mondo rurale e urbano.

Si è trattato della tua ennesima ricerca linguistica, dopo il calabrese, il marchigiano, il sardo, il campano e tanti altri. Come fai ad allinearti sempre al dialetto, alla cadenza locale del territorio in cui sono ambientati i flm?

Con lo studio, non parlo i dialetti per un dono della natura. Ovviamente sono predisposta, ma si tratta di una ricerca che faccio come attrice. In questo caso mi interessava far sentire la differenza fra la cadenza della campagna romana e quella della città di Roma.

Qunado hai girato Anime nere di Francesco Munzi, tutti pensavano fossi calabrese.

Molti lo pensano, ma la mia è sì una predisposizione per lingue e dialetti, però dietro c’è un’attenta osservazione delle persone. Ascolto come parlano, in questo modo riesco a riprodurre un po’ tutti i dialetti. L’importante è cercare di essere naturali. Quando mi dicono sei naturale è il complimento più grosso che possano farmi, meglio che dirmi brava. Signifca che sei arrivato con naturalezza la pubblico.

Un’altra tua caratteristica

Alice nella città

Un’Anima bellache va dritta al cuore

Gioia (Madalina Maria Jekal, nella foto, premio RB Casting ad Alice nella città) è una diciottenne che vive in un borgo del Centro Italia. Fa un lavoro che ama ed è benvoluta da tutti, ma la persona a lei più cara, la costringerà a stravolgere la sua vita. Le stagioni personali di Gioia non compiranno il loro ciclo naturale, ma cadranno in sacrificio per amore. Quello per suo padre.

è quella di essere abbonata al cinema d’autore, però l’estate scorsa hai girato la commedia Io e mio fratello.

Mi piace fare tutto, il cinema d’autore è solo un’etichetta. I nostri grandi, dalla Vitti a Tognazzi a Gassman, hanno spaziato in tutti i generi. Io e mio fratello è una commedia molto ben scritta, fa ridere e rifettere.

Ora so che stai girando La California, di Cinzia Bomoll.

In Emilia. È un ritorno a casa,

Come per Volevo nascondermi?

No, qui proprio casa, mio papà è di Modena. In Volevo nascondermi eravamo a Gualtieri, il paese di Antonio Ligabue, fra Reggio e Mantova.

Che mi dici de L’isola del perdono, il flm girato in Tunisia?

È fermo, non so quando uscirà.

Tu invece non ti fermi.

Effettivamente non mi sono mai fermata. Ho fatto anche Gli anni belli di Lorenzo d’Amico de Carvalho, altra commedia in cui si ride e si pensa. È pronto, ma per adesso è in stand by. n n n

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