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Marinai d’acqua dolce

La Petite Saône è un fiume tranquillo e

Al chilometro 329 superiamo la chiusa e svoltiamo bruscamente a babordo per poi continuare a scivolare sul fiume che disegna ampi meandri nel paesaggio. Solitari aironi grigi alzano la testa, sorpresi dal nostro passaggio. Tutto il giorno è caduta una leggera pioggia, ma quando attracchiamo al pontile di Soing il sole rispunta fra le nuvole che si dissipano lentamente. Allacciamo il cavo alla presa elettrica della banchina e scendiamo a terra per esplorare il posto. Il che è presto fatto; oltre all’attrazione principale, la replica in scala 1:20 della Torre Eiffel non c’è granché da visitare. Ne approfittiamo per comprare provviste in un negozietto di alimentari.

Nonostante qualche timore iniziale, siamo subito entrati in sintonia con la vita da battellieri. Siamo salpati due giorni fa dal porto di Scey-surSaône con la «Cuisery», che abbiamo affittato per le ferie sul fiume. Al pensiero di pilotare da soli la barca lunga 12 metri e larga 4, abbiamo tutti sentito un nodo alla gola. Ma dopo l’introduzione dell’addetto dell’agenzia, dalla timoniera alle tre cabine, ed esserci fatti spiegare il funzionamento del generatore d’energia, ci siamo fatti coraggio. Durante l’uscita di prova abbiamo poi preso confidenza con la Pénichette tipo 1180 FB e ottenuto preziosi consigli sull’attracco e le manovre alle chiuse. L’houseboat ha l’elica di spinta a prua che la rende più facile da gestire anche per novelli barcaioli come noi.

Spirito di squadra

La prima notte dormiamo tutti come ghiri, stanchi ma felici di essercela cavata senza intoppi ad arrivare fino a Soing: abbiamo passato cinque chiuse, senza custode ma per fortuna automatiche, nonché il «tunnel-canal» Saint-Albin, lungo 680 metri. È bene informarsi in anticipo sulle regole di navigazione più importanti e studiare accuratamente la guida dei canali della regione Bourgogne Franche-Comté.

Comunque avendo superato con successo i primi sbarramenti, l’equipaggio familiare si lascia andare, trovando senza fatica l’affiatamento indispensabile per questo tipo di viaggio: i due membri più giovani aiutano con le cime di ormeggio, la grande si occupa delle chiuse, la madre maneggia il mezzomarinaio e il sottoscritto s’incarica di timone e motore. Dopo un po’ ci scambiamo i ruoli come capita. Andiamo ad una velocità massima di 12 km/h, ammirando lo scenario che sfila davanti ai nostri occhi: di tanto in tanto un uccello si alza in volo, piccoli branchi di cerbiatti nuotano nervosi a poca distanza, talora dobbiamo scacciare i cigni, che si raggruppano in mezzo al fiume, suonando il corno da nebbia.

Che bello gettar la lenza dalla barca! Per queste acque è richiesta la licenza di pesca.

E dire che già il primo giorno i nostri piani rischiano di andare in fumo: alla chiusa Cubry-lèsSoing troviamo il segnale che autorizza il transito, entriamo nella camera e solleviamo la barra blu per chiudere la serratura che però rimane aperta, mentre una spia rossa si mette a lampeggiare all’impazzata. Chiamiamo il posto di controllo per telefono. Un’ora dopo arriva l’uomo di servizio che sblocca il meccanismo. Durante la settimana di crociera viaggeremo al massimo sei ore al giorno perché vogliamo scoprire le tante meraviglie lungo la Petite Saône. L’itinerario: da Soing scenderemo a valle con tappe a Gray e Mantoche, quindi invertiremo la rotta di 180 gradi, risaliremo a Conflandey ed infine torneremo al punto di partenza a Scey-sur-Saône.

Giornata di riposo

La mattina presto ci lasciamo alle spalle Soing, il ponte di Ray-sur-Saône, bypassiamo Ferrières, attraversiamo l’insolito canale sotterraneo di Savoyeux e sull’imbrunire ormeggiamo la barca al molo di Gray. La città non invoglia a fermarci, per cui l’indomani appena svegli ripartiamo alla volta di Mantoche, dove «parcheggiamo» ai piedi del castello. Facciamo un giro della zona, un po’ di pesca e ci divertiamo con giochi di società.

Castello con vista

Al mattino, una fitta nebbia avvolge il fiume, impensabile staccarci dalla riva. Quando la visibilità lo permette, verso mezzogiorno, togliamo gli ormeggi al grido di «Avanti tutta!» navighiamo a monte fino a Ray-sur-Saône, che si raggiunge attraverso un tratto stretto e poco profondo. Il grazioso villaggio è sovrastato dal castello dal quale si gode una magnifica vista sulla valle della Saona. Da visitare anche l’antico lavatoio a portici coperto, risalente al 19° secolo. Queste fontane sono presenti in quasi tutti i villaggi del Dipartimento. Servivano a portare l’acqua dalle sorgenti alla popolazione e migliorarne l’igiene.

Il penultimo giorno facciamo tutta una tirata fino a Port-sur-Saône. Trovando i ristoranti chiusi, non ci resta che cucinare nella cambusa. L’indomani deviamo verso l’isola di Conflandey e il suo castello. Al ritorno accostiamo di fronte a quello di Chemilly per una pausa pranzo. Proviamo a pescare, ma i pesci si rifiutano di abboccare. Infine puntiamo, con un filo di malinconia, sulla nostra base a Scey-sur-Saône. La vacanza in barca è un’esperienza che unisce, e una crociera fluviale una forma di turismo lento all’insegna del relax e dell’avventura. tcs.ch/battelli

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