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1.10-13 TUR
Una guida semplice e rigorosa per visitare le città d’arte, i centri minori, i parchi naturali e le aree archeologiche Carta generale della Toscana
TOSCANA
18 piante di città
GUIDA TURISTICA
www.turismo.intoscana.it VOGLIO VIVERE COSÌ
STORIA, ARTE, AMBIENTE
Regione Toscana
Distribuzione gratuita
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25-11-2013
Regione Toscana Giunta Regionale Prima edizione 1995 in collaborazione con Regione Toscana - Giunta Regionale Ristampa 2013 in collaborazione con Toscana Promozione - Agenzia di Promozione Economica della Toscana
Edizione promossa dal Settore Iniziative Speciali di Touring Editore Direttore: Luciano Mornacchi Corso Italia 10 - 20122 Milano Tel. 028526509 Fax 028526503 Mail: iniziative.speciali@touringclub.com
Questa guida è stata realizzata dalla Direzione Editoriale di Touring Editore Cartografia: Servizio Cartografico di Touring Editore Redazione: Studio Angelo Ramella, Novara Copertina e impaginazione: Studio Queens srl, Milano Foto di copertina: Piazza del Campo, Siena Perseo (particolare) di Benvenuto Cellini (Firenze, Loggia dei Lanzi) Archivio fotografico Toscana Promozione Stampa: Giunti Industrie Grafiche, Iolo (Prato) © 2013 Touring Editore (Milano) Codice H1886A Finito di stampare Dicembre 2013 Touring Club Italiano è un marchio registrato del Touring Club Italiano (corso Italia 10, Milano, www.touringclub.it) e concesso in licenza da Touring Servizi srl a Touring Editore srl.
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Presentazione La Toscana sembra riconfermare quella vocazione all’equilibrio che è alla base delle sue consolidate fortune anche nel rapporto fra superficie territoriale e popolazione. Lo stesso accade nell’economia, se si considera che il cosiddetto ‘modello toscano di sviluppo’ è da tempo fra le realtà positive più riconosciute nel quadro non solo italiano ma internazionale. Equilibrio, dunque, che si manifesta con evidenza anche maggiore nella gestione di quella che rimane la grande e più conosciuta risorsa della regione: il turismo. È qui, infatti, che intelligenze e capacità devono dare il meglio, giacché il problema con cui si misurano è di importanza tale da valicare i confini regionali. Firenze, Siena, Pisa, Lucca (per non citare che alcune delle tanto celebrate città toscane), e poi quei centri ‘minori’ così preziosi che sono San Gimignano e Volterra, Pienza e Montepulciano, Cortona e Massa Marittima e altri ancora, appartengono infatti alla cultura del mondo, così come vi appartiene quel paesaggio che tanto ha contribuito a creare il mito forte della Toscana. Il problema, allora, è quello di tutelare un patrimonio storico-artistico e ambientale unico al mondo. È evidente che qui, più che altrove, occorre esercitare il massimo dell’attenzione, per salvaguardare quel carattere culturale che ha sempre contrassegnato il turismo in Toscana. Questa guida, frutto della collaborazione tra la Regione Toscana e il Touring Club Italiano, è nata per dare un piccolo ma significativo contributo a questo obiettivo. Questa nuova edizione, è stata accuratamente aggiornata e ampliata rispetto alla precedente con la collaborazione di Toscana Promozione. Si presenta come uno strumento semplice, rigoroso e attendibile, che della Toscana propone una visita né eccessivamente approfondita né troppo svelta e superficiale. Una visita sotto il segno, appunto, dell’equilibrio.
* All’interno della guida, le opere e i luoghi di grande interesse sono segnalati da un asterisco.
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Toscana 1 : 1 300 000 (1 cm = 13 km)
Piante di città Arezzo Carrara Colle di Val d’Elsa Cortona Fièsole Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Massa Marittima Pisa Pistoia Prato San Gimignano Sansepolcro Siena Volterra
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Segni convenzionali a pag. 64
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30 km
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Introduzione La Toscana è la quinta regione italiana per estensione. Occupa una parte dell’Italia centrale e confina con la Liguria e l’Emilia-Romagna a nord, le Marche e l’Umbria a est, il Lazio a sud. Il lungo litorale affaccia a ovest sul Mar Tirreno. L’immagine letteraria di una regione prevalentemente agricola, confermata dall’iconografia classica fornita dagli sfondi della pittura medievale e rinascimentale, è parzialmente smentita dalla realtà moderna. È vero che l’agricoltura gode di secolari bonifiche e di prestigiose aree specializzate (si pensi ai vigneti del Chianti e di Montepulciano, agli oliveti della Lucchesìa, ai vivai del Pistoiese) e che quasi il 40% della superficie è coperta da boschi. Ma è pur vero che ‘il modello toscano di sviluppo’ ha visto il proliferare di piccole e medie imprese – con localizzazioni tradizionali, ambientali e culturali fortemente caratterizzate –, accanto a poli industriali di notevoli dimensioni, come gli impianti siderurgici a Piombino, quelli petrolchimici a Livorno, quelli meccanici e del vetro nel Valdarno Inferiore. L’artigianato, inoltre, è tra i più qualificati e prestigiosi del mondo, con la produzione artistico-decorativa e le argenterie a Firenze, le oreficerie ad Arezzo, gli alabastri a Volterra, i ferri battuti a Siena e Pienza. Altre importanti voci dell’economia della regione sono l’attività portuale (Livorno è il quinto porto d’Italia per flusso di merci), la moda (si pensi a nomi come Gucci e Ferragamo, per citare solo due esempi) e il settore enogastronomico, nonché l’industria del turismo, tra le più importanti del paese. Capoluogo della regione è Firenze; gli altri nove capoluoghi di provincia sono Arezzo, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa-Carrara, Pisa, Pistoia, Prato, Siena.
Cenni storici Cuore della civiltà etrusca, la Toscana offriva «un quadro di bellezza stupenda» (Plinio il Giovane). La potenza degli etruschi va dall’VIII al IV-III secolo a.C., quando anche la Toscana viene romanizzata. Il secondo momento storico importante, fondamentale nella trasformazione anche fisica della regione, è, a partire dal Mille, l’età comunale. La capacità produttiva, l’audacia degli scambi, la creatività culturale e artistica, il dinamismo sociale fanno della Toscana uno dei motori della rinascita italiana ed europea. Le città toscane, spesso in conflitto tra loro, dominano i mercati di mezzo mondo e i banchieri prestano denaro a tutte le teste coronate d’Europa. Il prevalere di Firenze è stato lento e contrastato e, a partire dal ’300, quando la città era già potenza economica di dimensioni europee, ha condotto dopo le ‘guerre d’Italia’ alla formazione, nel 1569, del granducato di Toscana sotto i Medici. Ma la Toscana è ormai una periferia dell’Europa delle nazioni, anche se l’arte e la cultura continueranno a farne una regione di grande prestigio internazionale. Nel 1737 si estingue la dinastia dei Medici e il granducato passa ai duchi di Lorena. Dallo stato regionale restano escluse Lucca (fino al 1847), MassaCarrara, signoria dei Cybo Malaspina poi passata agli Este, e altri brandelli. L’800 vede le grandi trasformazioni seguite alle guerre napoleoniche (Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella di Napoleone, diventa granduchessa di Toscana), la restaurazione dei Lorena, la partecipazione alla nascita dello Stato italiano con il plebiscito e l’annessione al regno d’Italia nel 1860.
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L’arte Testimonianze etrusche sono diffuse in tutta la regione: a Fièsole, Cortona, Chiusi, Volterra, Populonia, Vetulonia, Sovana, porte, templi, mura e soprattutto necropoli sono valorizzate da numerosi parchi e musei archeologici. Di grande interesse sono anche le tracce della romanizzazione: le aree archeologiche di Roselle, di Cosa e di Massaciùccoli; ruderi di terme a Pisa; anfiteatri a Lucca e ad Arezzo; teatro e terme a Volterra; tempio, teatro e terme a Fièsole, tra i centri di maggiore interesse archeologico; ville costiere o di campagna nelle isole e nell’entroterra maremmano; ville schiavili nella Toscana tirrenica. A questi importanti documenti dell’antichità si sommano alcune scoperte di eccezionale valore come quelle del porto urbano di Pisa con le sue navi e del centro etrusco di Gonfienti presso Prato. L’arte toscana nasce intorno al Mille e dal XIV al XVI secolo creerà nei campi della pittura, scultura, architettura una delle più straordinarie stagioni artistiche di tutto il mondo e di tutti i tempi. All’inizio è l’architettura romanica, presente in tutta la regione, ma particolarmente a Firenze (S. Miniato) e Pisa (Duomo). Il gusto pisano, che sarà arricchito da Lucca, toccherà Pistoia, Prato, Volterra, Carrara. Gli edifici religiosi che sorgono a Firenze e Lucca nel ’200 sono, del gotico, l’espressione più elegante e sobria. Sono i secoli che cambiano il volto della regione e in particolare di Pistoia, Pisa, San Gimignano, Volterra, Cortona. Giovanni e Nicola Pisano operano un rinnovamento nella scultura che coinvolgerà i maestri fiorentini Arnolfo di Cambio, Andrea Pisano, Andrea Orcagna e, a Siena, Tino da Camaino. In pittura, si rinnova la rivalità tra Firenze, con Cimabue e Giotto, e Siena, con Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, i fratelli Lorenzetti. Nel ’400 Firenze prevale nell’arte come in politica: il rinascimento, non è esagerato affermarlo, è creazione fiorentina. Ricordiamo qui solo i tre maestri che secondo tutti i manuali d’arte diedero «nuova forma» (Vasari) all’arte: Filippo Brunelleschi, Masaccio e Donatello. Ma anche la provincia offre un panorama di artisti eccezionale: di Siena sono Jacopo della Quercia, Francesco di Giorgio, Baldassarre Peruzzi; di Sansepolcro, Piero della Francesca; di Cortona, Luca Signorelli; di Lucca, Matteo Civitali. Gli scambi tra Firenze e la regione sono dinamici e fecondi e creano quell’impronta rinascimentale, pur tra diversissime modulazioni, così potentemente unitaria. Nascono così le creazioni del pieno rinascimento per le quali dobbiamo qui citare almeno Bernardo Rossellino, che progettò Pienza, Michelozzo, Antonio da Sangallo, Benedetto da Maiano e poi Filippo Lippi, Benozzo Gozzoli e, infine, i più grandi: Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti. Il XVI secolo vede Firenze passare lo scettro a Roma, ma la Toscana rimane un grande serbatoio di talenti e di movimenti: nel ’500 operano i manieristi Rosso Fiorentino, Pontormo e Benvenuto Cellini, Beccafumi; dopo il manierismo nasce il misurato nitore neoclassico; nell’800 abbiamo i macchiaioli (Fattori, Lega) e per finire, nel XX secolo, i maestri dell’arte moderna Amedeo Modigliani, Gino Severini, Lorenzo Viani, Ottone Rosai.
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6 ABBADIA SAN SALVATORE (Siena) Centro principale del Monte Amiata (vedi), di cui costituisce uno dei più gradevoli luoghi di villeggiatura, ha un recente passato minerario che è testimoniato nel Parco Museo minerario. È sorto intorno all’abbazia di S. Salvatore, documentata dal 762, in epoca longobarda, e divenuta nel medioevo una delle più potenti della Toscana, prima benedettina, poi cistercense. La chiesa romanica costruita nel 1036, rimaneggiata nel ’500, ha una cripta dell’VIII secolo, su 36 colonne, con capitelli scolpiti. Notevole, nei pressi dell’abbazia, il borgo medievale* con case gotiche e rinascimentali.
ABETONE (Pistoia) Prende il nome dal colossale abete abbattuto nel XVIII secolo per la costruzione della strada transappenninica voluta dagli Este e dai Lorena. È il centro più importante dell’Appennino per gli sport invernali. Nella foresta dell’Abetone* (3700 ettari da quota m 950 a 1930) ricca di faggi, abeti, larici e aceri si trova l’Orto botanico-forestale, con flora tipica dell’Appennino.
AMIATA (MONTE) (Grosseto e Siena) È la cima più alta della Toscana (m 1738) a sud dell’Arno, caratterizzata da ulivi, vigne e grano; più in alto è ricoperta di castagneti densissimi e di faggete. Il giro del Monte Amiata tocca Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio, Santa Fiora, Arcidosso e Castel del Piano. La vetta si raggiunge facilmente a piedi da Pianello (m 1669) distante 13.5 km da Abbadia San Salvatore (vedi).
ANGHIARI (Arezzo) Centro agricolo e industriale dell’alta Val Tiberina, con un nucleo antico racchiuso entro mura e caratterizzato da case medievali e palazzi rinascimentali. È celebre per la battaglia che nel 1440 vide i fiorentini prevalere sul duca di Milano, Filippo Maria Visconti. Notevoli la settecentesca parrocchiale di S. Maria delle Grazie e l’antichissima chiesa di Badia, dal singolare interno asimmetrico. Nel rinascimentale palazzo Taglieschi ha sede il Museo statale di Palazzo Taglieschi, con opere d’arte provenienti dalla Val Tiberina. Al margine dell’abitato sorge la chiesetta di S. Stefano, con strutture altomedievali (sec. VII - VIII ) di tipo bizantino. Nei dintorni si trova (2 km a sud-ovest) la roma-
nica pieve di Sovara (sec. IX-X), e, presso la frazione San Leo, la chiesa di S. Maria a Corsano (sec. XIII). A Monterchi (c. 10 km), uno spazio espositivo è dedicato al celebre e bellissimo affresco della Madonna del Parto* di Piero della Francesca (c. 1455).
ANSEDONIA (Grosseto) Località turistica sul Tirreno vicina all’Argentario, si estende in prossimità delle rovine di Cosa*, colonia romana dal 273 a.C. decaduta nel IV secolo. In un suggestivo contesto ambientale, comprende le possenti mura urbiche, l’acropoli con il Capitolium a tre celle su alto podio, il foro e il quartiere abitativo. I reperti più significativi sono esposti nel Museo incluso nell’area archeologica. Alla base del promontorio si trovava il Portus Cosanus (porto dell’antica colonia) di cui è riconoscibile, presso i resti di una villa di età imperiale, la cosiddetta Tagliata, opera idraulica d’età romana scavata nella roccia per impedirne l’insabbiamento. Nei dintorni, la Riserva naturale del lago di Burano (c. 410 ettari), la prima delle oasi Wwf, e, a 18 km, la medievale Capalbio.
APUANE (ALPI) (Lucca e Massa-Carrara) Michelangelo vi veniva a «cavar marmi» (Vasari), ma anche il Giambologna, Canova e molti altri utilizzarono queste ‘montagne di marmo’, materiale di cui sono il centro estrattivo più importante del mondo. Fanno parte dell’Appennino settentrionale, ma per la loro natura geologica (in prevalenza calcari a cristallizzazione finissima) hanno un profilo ‘alpino’. Prendono il nome – usato per la prima volta da Boccaccio – da un popolo di stirpe ligure, gli apuani. Il Parco regionale delle Alpi Apuane, istituito nel 1985 ed esteso su 20 598 ettari, ne tutela la flora e la fauna ricca di specie endemiche.
AREZZO Si trova alla confluenza delle quattro vallate che ne compongono la provincia: il Valdarno, la Valdichiana, la Val Tiberina e il Casentino. Proprio per questa sua situazione geografica è stato punto d’incontro di civiltà e culture diverse. Arretium, di cui si hanno notizie dal IV secolo a.C., fu forse una delle 12 potenti lucumonie etrusche. Divenne presidio romano e si affermò in età augustea. Nel I secolo a.C. si sviluppò l’industria della ‘terra sigillata’, che decadde col declino della città all’inizio del II secolo. La rinascita economica e
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7 urbana ha inizio nel XII secolo con il periodo comunale. Nel 1289, con la sconfitta di Campaldino di dantesca memoria, entra nell’orbita d’influenza di Firenze, a cui viene venduta una prima volta nel 1337 e definitivamemte nel 1384, quando inizia una decadenza che ne pregiudica l’autonomia artistica e culturale. Un nuovo impulso allo sviluppo si ebbe con l’Unità d’Italia e soprattutto con la costruzione della ferrovia Firenze-Roma (1862-66). La visita inizia da piazza S. Francesco (B2), caratterizzata dalla chiesa gotica di S. Francesco, di fondazione duecentesca e rifatta nel 1318-77 nelle forme del gotico umbro-toscano. Ha facciata incompiuta e campanile del ’500. Nel grandioso e nudo interno gotico, con edicole trecentesche e rinascimentali, spiccano i resti di affreschi
alle pareti eseguiti nel XIV e XV secolo; in controfacciata, un rosone con bella vetrata di Guillaume de Marcillat. Il coro conserva uno dei massimi capolavori del rinascimento italiano: il ciclo di affreschi della Leggenda della Vera Croce*, eseguito da Piero della Francesca nel 145366 ispirandosi alla Legenda Aurea del beato Jacopo da Varagine. L’ultimo restauro ha evidenziato la straordinaria ricchezza degli effetti cromatici e di luce raggiunti da Piero grazie all’impiego di differenti tecniche e la carica profondamente innovativa della sua concezione spaziale e prospettica. Sospeso nel coro, un grande Crocifisso con S. Francesco* del Maestro di S. Francesco (sec. XIII). Notevoli anche la cappella Guasconi affrescata da Spinello Aretino (c. 1400), la cappella Tarlati, con opere del-
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Pietro Lorenzetti, scomparto centrale del polittico della pieve di S. Maria (Arezzo)
lo stesso Spinello e di Neri di Bicci, e la bella Annunciazione attribuita a Luca Signorelli o a Bartolomeo della Gatta. La chiesa di Badia (B2), eretta dai benedettini nel XIII secolo e ampliata alla metà del ’500 da Giorgio Vasari (il campanile è del 1650), conserva un Crocifisso* di Segna di Bonaventura e un monumentale altare di Vasari. Nell’ex monastero a destra della chiesa si trova un elegante chiostro quattrocentesco. In corso Italia (B-C1-2), da sempre la principale strada cittadina con antichi edifici ed eleganti negozi, sorgono la duecentesca chiesa di S. Michele con campanile del ’300, i palazzi Bacci e Altucci, una casa-torre del XIII secolo e il trecentesco palazzo Camaiani-Albergotti affiancato dalla cosiddetta torre della Bigazza, del 1351, alterata durante il fascismo per fungere da ‘torre del littorio’. Di fronte alla casa-torre spicca uno dei più notevoli esempi di romanico in Toscana, la pieve di S. Maria*, costruita a partire dal 1140 con inserimenti gotici fino ai primi decenni del ’300, manomessa da Vasari nel ’500 e radicalmente restaurata a fine ’800. La bellissima facciata* è romanica con influenze pisano-lucchesi (sec. XIII), col portale centrale ornato da una raffigurazione dei Mesi* e la poderosa torre campanaria (1330) detta, per la struttura a bifore, delle ‘cento buche’. Nel grandioso interno, fonte battesimale di Giovanni di Agostino e polittico* di Pietro Lorenzetti (1320-24). La piazza Grande (B2-3), detta anche piazza Vasari, è una delle più scenografiche d’Italia ed è sede, in giugno e settembre, della Giostra del Saracino e, mensilmente, del notissimo Mercato dell’antiquariato. Si caratterizza per la cinquecentesca fontana pubblica, il palazzo del Tribunale, l’elegante palazzo della Fraternita dei Lai-
ci*, gotico nel piano inferiore e rinascimentale in quello superiore, e il palazzo delle Logge progettato da Vasari nel 1537. In via dei Pileati (B2), continuazione di corso Italia, prospettano il monumentale Palazzo pretorio (sec. XIV-XV) e la supposta casa del Petrarca, sede dell’Accademia Petrarca di Lettere Arti e Scienze. Costeggiando il passeggio del Prato (B2-3), con la degradata fortezza Medicea, si giunge al Duomo (B2), iniziato nel XIII secolo e terminato nei primi del ’500. Nell’interno, la gotica arca di S. Donato, la Maddalena, affresco di Piero della Francesca, e il cenotafio del vescovo Guido Tarlati (1330). Nel Museo diocesano (B2), tre Crocifissi* lignei del ’200, straordinario S. Girolamo nel deserto* di Bartolomeo della Gatta e preziose oreficerie. Vicino, in un’appartata piazzetta alberata, la chiesa di S. Domenico* (A2) al cui interno si trova un grandioso Crocifisso*, opera giovanile di Cimabue. Un bell’esempio del gusto del manierismo toscano è la casa Vasari* (A2), abitazione aretina di Giorgio Vasari progettata dallo stesso (1540-48). Da qui, passando dalla chiesa dell’XI-XII secolo di S. Maria in Gradi (ricostruita nel 1592 dall’Ammannati), si giunge al Museo d’Arte medievale e moderna* (A1-2) nel rinascimentale palazzo BruniCiocchi o della Dogana (sec. XV), in un monumentale incrocio completato da palazzi trecenteschi e rinascimentali. Nato dalla fusione delle collezioni municipali e dalle collezioni confluite nella Fraternita dei Laici, offre un’esauriente rassegna della pittura aretina e toscana dal ’300 all’800. Vi si trovano opere di Giorgio Vasari, Margarito d’Arezzo, Spinello Aretino, Luca Signorelli, Bartolomeo della Gatta, Ludovico Carracci, una Madonna della Misericordia di Parri di Spinello e inoltre dipinti dal ’600 (Grechetto, Pietro Benvenuti) all’800 con i macchiaioli Giovanni Fattori e Telemaco Signorini. Vi trovano spazio inoltre oreficerie, bronzetti, maioliche* (una delle collezioni più importanti d’Italia), armi, monete e medaglie. Sull’antica ‘via Sacra’ che cingeva a semicerchio la città medievale, la chiesa della Ss. Annunziata (B1) è un edificio rinascimentale con facciata incompiuta e un’elegante trifora cinquecentesca; all’interno, una venerata immagine in terracotta della Madonna col Bambino di Michele da Firenze (c. 1430). Il Museo archeologico nazionale «Mecenate»* (C2) occupa l’ex monastero di S. Bernardo, impostato in parte sui ruderi dell’anfitreato romano (117-138 d.C.). Comprende pezzi provenienti da colle-
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9 zioni private del XVIII-XIX secolo e da ritrovamenti di recenti scavi. Oltre alla sezione etrusca ed ellenistica si trovano reperti dell’agro aretino (cratere a volute di Euphronios*), della Valdichiana (anfora* attica) e del Casentino. Nella sezione romana spiccano i cosiddetti vasi corallini* (o ‘terre sigillate’), vasellame da mensa aretino in ceramica coperta di vernice rossa; e inoltre la coppa attica di Douris, vetri e preziosi (ritratto virile in crisografia), numismatica, bronzi etruschi e romani e le sezioni di preistoria e di paleontologia. All’esterno dell’impianto cittadino sul sito dell’antica Fons Tecta sorge la chiesa di S. Maria delle Grazie (C2, f.p.), eretta nel 1435-44. Di sobrie forme gotiche, è preceduta da un elegante portico ad arcate di Benedetto da Maiano. Nell’interno si ammirano un altare maggiore in marmo e una terracotta invetriata di Andrea della Robbia che racchiude un affresco di Parri di Spinello. Oltre l’alpe di Poti si trova (18.5 km a est) la badia di S. Veriano, chiesa romanica dell’XI secolo.
ASCIANO (Siena) È un borgo dall’aspetto medievale, cinto da mura costruite dai senesi nel ’300, nell’alta Valle dell’Ombrone. Nella piazza centrale è la chiesa di S. Agata, basilica romanica dell’XI secolo, poi restaurata. L’antico palazzo Corboli, in corso Matteotti, ospita il Museo civico archeologico e d’Arte sacra, che annovera importanti dipinti* di artisti senesi del ’300’400 e gli interessanti materiali provenienti dalla necropoli di Poggio Pinci, dalla stipe votiva di Campo Muri e dal tumulo gentilizio del Molinello. Il Museo «Cassioli» conserva opere del macchiaiolo Amos Cassioli e del figlio Giuseppe. Fuori le mura sorge la chiesa romanico-gotica di S. Francesco. Da visitare nei dintorni le collinette argillose dette Le Crete e la graziosa località termale Rapolano Terme.
BAGNI DI LUCCA (Lucca) Località costituita da frazioni sparse tra castagni, abeti, viali di platani e cipressi. Celebre per le sue acque già dall’XI secolo. Da visitare il Casinò municipale, edificio del 1840 e primo casinò d’Europa, e, poco distante, le località Bagni Caldi e La Villa con ville di interesse storico.
BARGA (Lucca) Città della Garfagnana dall’impianto medievale rigorosamente conser-
vato, caratterizzata da palazzi rinascimentali e vicoli gradinati chiamati ‘carraie’. Nel suggestivo piazzale erboso detto l’Arringo, con uno splendido panorama sulle Apuane e sull’Appennino, si erge il Duomo*, complessa costruzione dei secoli IX-XIV con un ambone a rilievi del XII secolo. Da visitare anche il Palazzo pretorio, sede del Museo civico in cui si trova un’interessante sezione archeologica. Nei dintorni, Castelvecchio Pascoli, con la casa e la tomba di Giovanni Pascoli. A Coreglia Antelminelli sono da visitare la chiesa di S. Michele, con resti duecenteschi, la chiesa romanica di S. Martino (sec. IX) e il Museo dell’Emigrazione e della Figurina di gesso. Nella valle del torrente Tùrrite di Gallicano, da vedere la grotta del Vento che penetra nel monte per oltre 4 km.
BIBBIENA (Arezzo) È il centro maggiore del Casentino (vedi). Da visitare la chiesa di S. Lorenzo del ’400 con bell’interno rinascimentale e la chiesa dei Ss. Ippolito e Donato, risalente al XII secolo ma più volte rimaneggiata con, all’interno, Madonna e angeli di Arcangelo di Cola. Altre pregevoli emergenze sono il palazzo Dovizi del ’500 e l’oratorio di S. Francesco (1580). Nei dintorni, il rinascimentale santuario di S. Maria del Sasso. Il Museo archeologico in frazione Pàrtina è compreso nel sistema dell’Ecomuseo del Casentino.
BORGO SAN LORENZO (Firenze) Fondato dai romani e antico mercato agricolo, è il maggiore centro del Mugello (vedi). All’interno della romanica pieve di S. Lorenzo (1263), terrecotte e dipinti del ’300-’600 e il frammento di una pala d’altare riferibile al primo Giotto. Importanti i dintorni: a Grezzano sono da visitare la chiesa di S. Stefano (sec. XI) e il Museo della Civiltà contadina. A San Piero a Sieve sono interessanti la Parrocchiale, antica pieve (sec. XI) trasformata nel ’700, e la fortezza di S. Martino, dominante il borgo. A breve distanza, il convento di S. Bonaventura al Bosco ai Frati, che ospita un piccolo Museo d’Arte sacra con Crocifisso* ligneo attribuito a Donatello. A Scarperìa sono notevoli il trecentesco palazzo dei Vicari, sede del Museo dei Ferri taglienti, e la cappella della Madonna di Piazza. A est di Scarperìa si trova l’Autodromo Internazionale del Mugello. A Sant’Agata, la Pieve* romanica (sec. X) è tra le più importanti del Mugello. A est si trova Vicchio, patria del Beato Angelico,
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10 cui è dedicato il Museo d’Arte sacra. In frazione Vespignano si può vedere la presunta casa natale di Giotto.
BUONCONVENTO (Siena) Borgo agricolo sulla Via Cassia, è racchiuso in parte da mura senesi del ’300. L’impianto del centro storico è tipicamente medievale. Da visitare la parrocchiale dei Ss. Pietro e Paolo (sec. XII), rifatta nel 1705, e il Museo d’Arte sacra della Val d’Arbia, con opere di Duccio di Buoninsegna, Pietro Lorenzetti e Sano di Pietro.
CALCI (Pisa) Situato in una conca di ulivi della Valgraziosa, è segnato dal campanile della pieve dei Ss. Giovanni ed Ermolao*, costruita tra i secoli XI e XII, con facciata in marmi policromi. Poco distante dal paese è la certosa di Pisa*, complesso monastico del 1366, ricostruito tra il XVII e il XVIII secolo, sede del Museo di Storia naturale dell’Università di Pisa.
CAMAIORE (Lucca) Piccola città della Versilia (vedi), circondata da colli tra le Apuane e il Tirreno. La Collegiata (1278) di forme romaniche ha un campanile del 1365. Il Museo d’Arte sacra ospita una piccola raccolta ricca di pezzi di pregio. Ai margini dell’abitato, la pieve dei Ss. Giovanni Battista e Stefano, eretta nel XII secolo, ha un fonte battesimale ricavato da un sarcofago romano del II secolo. Tra le pinete, affacciato su una larga spiaggia, si stende Lido di Camaiore.
CAMÀLDOLI (Arezzo) Località all’interno di una grandiosa foresta* dell’Appennino casentinese. Il conte Maldolo di Arezzo regalò questo territorio al monaco Romualdo, che vi fondò il monastero dei Camaldolesi. Ricostruito nel XIII secolo e ingrandito in seguito, consta di parti di varia epoca: la foresteria con cortile porticato dell’XI secolo e chiostrino del ’400; la chiesa barocca (sec. XVIII) con l’adiacente chiostro del 1543; la farmacia (1543) e il refettorio (1606). All’interno della foresta, a 1104 m, sorge l’Eremo*, prima sede dell’ordine camaldolese, costituitosi nel 1012. Nei viali adiacenti si allineano 20 celle (sec. XI-XVII), abitate dagli eremiti. Nei dintorni si stende per oltre 36 000 ettari il Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, istituito nel 1993.
CAMPIGLIA MARITTIMA (Livorno) Cittadina della Maremma (vedi) di aspetto medievale. Fuori porta, nel cimitero, è la pieve di S. Giovanni, chiesa romanica del XII secolo. Poco distante, Rocca San Silvestro*, villaggio minerario abbandonato nel XIV secolo, uno dei più grandi scavi di archeologia medievale del Mediterraneo incluso nel sistema dei Parchi della Val di Cornia. Da visitare nei dintorni anche le Terme di Caldana e il borgo, parzialmente cinto di mura, di Suvereto.
CAPRAIA (ISOLA DI) (Livorno) Isola del Tirreno prevalentemente montuosa. L’unico centro abitato è Capraia Isola, dominato dalla fortezza di S. Giorgio dell’inizio del ’400. Dalla vetta del monte Arpagna (m 410) vista sull’arcipelago e la Corsica. Colonia penale dal 1873 al 1989, ha preservato preziose caratteristiche florofaunistiche tutelate nell’ambito del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano (insieme alle isole Elba, Pianosa, Giglio, Montecristo, Giannutri e Gorgona).
CAPRESE MICHELANGELO (Arezzo) Arroccato su un colle che domina la valle del Singerna, è il paese natale di Michelangelo (6 marzo 1475). Il Castello eretto nel ’300, adibito a Museo michelangiolesco, comprende la casa natale del maestro.
CARRARA (Massa-Carrara) È la capitale mondiale del marmo. Circondata da ulivi sullo sfondo delle nude Apuane, produce marmo di otto tipologie: statuario, bardiglio, paonazzo, fior di pesco, cipollino, apuano, breccia violetta, mediceo. Sede di un’industria bimillenaria, la città è menzionata la prima volta nel 963; per 3 secoli (14421741) costituì con Massa il piccolo stato dei Malaspina, poi Cybo Malaspina. Costruzione romanico-gotica (sec. XI-XIV), il Duomo* (A-B2) è in marmo a bande bianche e grigie, con facciata di tipo pisano, cinta da arcature del XII secolo, ornata di un portale romanico scolpito, d’una loggetta e di un rosone gotico. Sul fianco destro si apre un portale romanico; notevoli il campanile a polifore e l’abside. Il severo interno conserva marmi, affreschi dal ’300 al ’500 e pregevoli statue in marmo. L’Accademia di Belle Arti (B2) si trova all’interno del cinquecentesco palazzo Cybo Malaspina, appoggiato al maschio del castello medievale. Conserva sculture e cip-
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pi romani e, in particolare, l’ara romana conosciuta come edicola dei Fantiscritti. Nel 1982 è stato creato il Museo civico del Marmo (C1, f.p.) che documenta la cultura e la fortuna dell’attività di estrazione del marmo. Alle cave di marmo di Colonnata (m 523), collegate da una galleria alla Cava Museo dei Fantiscritti*, si possono ammirare imponenti complessi marmiferi. Nel 1985 è stato istituito il Parco regionale delle Alpi Apuane, esteso su 20 598 ettari.
CASCIANA TERME (Pisa) Il sito, tra le colline a sud di Pontedera (vedi), divenne di moda nel ’700, ma già i romani ne conoscevano le proprietà delle acque e un primo ‘stabilimento termale’ fu costruito dai pisani nel 1311. Da visitare nei dintorni Lari, con la fortezza Medicea e la chiesa di S. Maria Assunta, e Créspina, con la chiesa di S. Michele (tavola* di Bernardo Daddi) e il settecentesco oratorio della villa Belvedere.
CASENTINO (Arezzo) Subregione caratterizzata da borghi arroccati sui colli, castelli, mura, torri (o loro vestigia) e paesaggi ricchi di
storia e suggestioni letterarie. Il piano di Campaldino, nei pressi di Poppi (vedi), vide nel 1289 i guelfi fiorentini, nelle cui fila si batteva il giovane Dante, prevalere sui ghibellini aretini: fu l’episodio che segnò la prevalenza di Firenze su tutta la regione. Il Casentino è la conca dell’alto corso dell’Arno (che nasce a m 1358 sul fianco del monte Falterona). È racchiusa a ponente dalla montagna del Pratomagno, a levante dai rilievi appenninici che culminano all’alpe di Serra e all’alpe di Catenaia, oltre la quale si apre la Valle Tiberina. Sul fondovalle alluvionale si dipanano i campi di grano, gli orti, la vigna, l’ulivo; sui monti, il castagno, il pascolo e imponenti abeti, come alla Verna o a Camàldoli, dove si ritrovavano Lorenzo il Magnifico, Leon Battista Alberti e altri umanisti. Le principali località del Casentino sono Bibbiena, Camàldoli, La Verna, Poppi e Stia (vedi alle singole voci).
CÀSOLE D’ELSA (Siena) Disteso su un colle, conserva mura medievali fortemente danneggiate. Nel centro, la Collegiata dedicata a S. Maria (sec. XII) custodisce il cenotafio di Beltramo Aringhieri* di Marco Romano (sec. XIV).
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12 L’antica canonica accoglie il Museo archeologico e della Collegiata. Nei dintorni, da visitare le suggestive cittadine medievali di Mensano e Pievescola, con pieve fondata nell’XI secolo.
CASTELFIORENTINO (Firenze) Capoluogo della Valdelsa, è un importante centro industriale che consta di una parte moderna e, su un ripido sperone, di un insediamento antico. La chiesa di S. Verdiana (sec. XVIII) è uno dei maggiori esempi in Toscana di integrazione tra architettura e pittura barocche del primo ’700. Il BeGo (Museo «Benozzo Gozzoli») espone le sinopie e gli affreschi del tabernacolo della Madonna della tosse e del tabernacolo della Visitazione.
CASTELLO DI BROLIO (Siena) Il complesso, costruito intorno al Mille, è proprietà dei Ricasoli dal XII secolo e fu lungamente conteso da fiorentini e senesi. Nell’800 il barone Bettino Ricasoli lo fece ricostruire in forme goticheggianti, facendone la sede di una delle più importanti fattorie del Chianti. All’interno, nella cappella di S. Jacopo, si trovano due polittici del ’400 di scuola senese e fiorentina.
CASTELLO DI MELETO (Siena) È un esempio di fattoria fortificata le cui origini risalgono al XII secolo. Sulla cima di un colle tra alti cipressi, è caratterizzata da due poderosi torrioni circolari. All’interno vi sono saloni affrescati, logge, cortili e un grazioso teatrino del ’700.
CASTELLO DI ROMENA (Arezzo) Sulla sommità di un colle del Casentino, il castello fu edificato intorno al Mille dai conti Guidi. Presenta, delle 14 iniziali, tre torri e il cassero delle tre cinta di mura. In alcuni locali è stato allestito un Museo archeologico e delle Armi. La vicina pieve di S. Pietro di Romena* (1152, sui resti di una chiesa del IX secolo) è una delle più suggestive testimonianze di arte romanica del Casentino.
CASTELNUOVO DI GARFAGNANA (Lucca) Gli Este di Ferrara ne fecero il capoluogo della Garfagnana (vedi) e nella sua Rocca, del XII secolo, ampliata successivamente, abitò Ludovico Ariosto, che fu governatore. Nell’edificio ha sede la Mostra permanente archeologica «I Liguri apuani nel-
l’alta valle del Serchio», che testimonia la presenza di questo popolo nell’antica Garfagnana. Il Duomo, che ospita una terracotta robbiana, fu rifatto nel ’500. Da visitare, a nord-est, Castiglione di Garfagnana con le chiese di S. Michele (sec. XV) e S. Pietro, con facciata duecentesca. A San Pellegrino in Alpe vi sono il santuario di S. Pellegrino, fondato – secondo la tradizione – dal santo nel VII secolo, e il Museo etnografico «don L. Pellegrini». Dal santuario si raggiunge in breve la foce delle Radici, valico sulla displuviale appenninica (panorama). A nord il Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano che comprende, nel versante toscano, le tre riserve naturali statali di Lamarossa, della Pania di Corfino e dell’Orecchiella. A nordovest, a Camporgiano, vi è la rocca con il Museo civico; proseguendo, si giunge alla foce dei Carpinelli, sulla dorsale che unisce Apuane e Appennino (panorama).
CASTIGLIONCELLO (Livorno) Località balneare di elegante tradizione adagiata tra pini e lecci su un promontorio affacciato sul Tirreno, in vicinanza dell’Aurelia. Da visitare anche il Museo civico archeologico del vicino borgo di Rosignano Marittimo.
CASTIGLIONE DELLA PESCAIA (Grosseto) Rinomato centro balneare della Maremma (vedi). Il porto è dominato dalla rocca aragonese (sec. XIV-XV) sul culmine del poggio e della cinta di mura e torri. Sono da visitare Castiglione Castello, detto borgo medievale, le cui mura turrite si saldano alla rocca, e la pineta del Tòmbolo, che si estende sul litorale per circa 10 km. Nei dintorni, le rinomate località balneari Riva del Sole e Punta Ala.
CASTIGLIONE D’ORCIA (Siena) Sulle pendici del monte Amiata, conserva le caratteristiche di antico castello dominato dai ruderi della rocca degli Aldobrandeschi. Meritano attenzione la bella piazza del Vecchietta e la pieve dei Ss. Stefano e Degna, di origine medievale. Nei dintorni, da vedere il borgo medievale di Rocca d’Orcia con la rocca a Tentennano*.
CASTIGLION FIORENTINO (Arezzo) Borgo medievale della Valdichiana (vedi) e già fiorente centro etrusco, è caratteristico per le mura e le torri che cingono il centro storico. La collegiata di S.
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13 Giuliano, sorta nel 1853 su resti di oratori precedenti, conserva notevoli opere d’arte (Bartolomeo della Gatta, Lorenzo di Credi, Segna di Bonaventura). Da qui si accede alla Vecchia Pieve (1451), con un affresco di Luca Signorelli. Sull’antica piazza del Mercato, oggi piazza del Municipio, prospettano il Loggiato Vasariano e il Palazzo Comunale. Nel luogo dell’acropoli antica si leva il Cassero, fortificazione dei secoli XI-XII potenziata nel ’300, dove è allestita l’interessante Esposizione archeologica, imperniata sul santuario etrusco* qui rinvenuto insieme alle rare decorazioni architettoniche dei secoli V-IV a.C. Il complesso ingloba la chiesa di S. Angelo, sede della Pinacoteca comunale, ricca di importanti dipinti dal ’200 al ’400 (Bartolomeo della Gatta, Giovanni di Paolo, Taddeo Gaddi) e di oreficerie* medievali. Nella chiesa di S. Francesco (sec. XIII ) vi è un grande Crocifisso del Giambologna. Nei dintorni, notevole (ma non visitabile) il medievale castello di Montecchio Vesponi, con le sue vaste mura turrite.
CÈCINA (Livorno) Moderno centro turistico e commerciale sulla Via Aurelia, sorto dopo la bonifica della Maremma (vedi). Presso Marina di Cècina, a San Vincenzino il Parco archeologico comunale conserva i resti di una grande villa romana di età imperiale dotata di suggestiva cisterna a volta. Nella vicina frazione di San Pietro in Palazzi, la villa La Cinquantina ospita il Museo civico archeologico, con interessanti reperti. Nei dintorni, i luoghi di Giosuè Carducci, con l’oratorio di S. Guido, da cui si diparte il famoso viale dei cipressi* che conduce a Bolgheri. A Castagneto Carducci, la casa che il poeta abitò e il castello della Gherardesca di dantesca memoria.
CERTALDO (Firenze) Cittadina della Valdelsa di origine etrusco-romana, presenta un nucleo alto (Certaldo Alto o Castello), più antico, e una parte in piano (Certaldo Basso o Borgo). Il rione Castello, di chiara impronta medievale, conserva notevoli edifici. La casa del Boccaccio è il luogo dove si ritiene sia morto il grande novelliere (1375). Notevoli la chiesa dei Ss. Jacopo e Filippo (sec. XIII) e il Palazzo Pretorio, edificato sui resti dell’antico castello. Nella vicina ex chiesa dei Ss. Tommaso e Prospero, importante ciclo di affreschi* di Benozzo Gozzoli (1466-67).
CHIANCIANO TERME (Siena) È una delle più importanti stazioni termali d’Europa. L’acqua di Sillene è menzionata già nel 1005 e certamente era conosciuta da etruschi e romani, come documenta l’interessante Museo civico archeologico delle Acque, ricco di importanti reperti provenienti dal territorio. La zona termale, sviluppatasi tra il 1915 e il 1929, è ricca di alberghi, stabilimenti e ville sparsi tra giardini e parchi: notevoli il parco delle Fonti e il parco dei Fùcoli. Nel centro storico, nel settecentesco palazzo dell’Arcipretura è allestito il Museo della Collegiata, con opere di scuola fiorentina e senese del ’300 e ’400. Da visitare anche la collegiata di S. Giovanni Battista, di costruzione duecentesca, con portale romanico, e il palazzo del Podestà, pure del ’200, con stemmi del ’400 e del ’500. Nei dintorni, Sarteano è una località termale, il cui centro storico è sovrastato dal Castello (sec. XV-XVI); notevole la Collegiata rinascimentale (1576). Il Museo civico archeologico di palazzo Gabrielli (da notare la serie di canopi) organizza visite nelle vicine necropoli etrusche. Cetona, arroccata sul monte omonimo, è un antico borgo di origine etrusca, con resti di mura; nella Collegiata del XIII secolo sono conservati affreschi quattrocenteschi. Nel Museo civico per la Preistoria del monte Cetona si trova una ricca documentazione archeo-logica dal Paleolitico all’età del Bronzo. Da visitare anche il Parco archeologico-naturalistico di Belverde.
CHIANTI (Firenze e Siena) Zona di produzione di uno dei più celebri vini del mondo, caratterizzata da dolci colline, campi coltivati, boschi, alti cipressi, viti e ulivi in un paesaggio da pittura senese del ’400. I vigneti di sangiovese, canaiolo, malvasia e trebbiano – le uve che, mescolate, danno origine al Chianti – si alternano, in filari ben ordinati, a case coloniche, ville, castelli e paesi turriti, presenti dal tempo dei granduchi. La zona assunse il nome attuale nel XIII secolo.
CHIUSI (Siena) L’etrusca Chamars di Porsenna, che sconfisse i romani, si stende tra fitti oliveti al margine meridionale della Valdichiana (vedi). Città di architetture medievali e rinascimentali, ha impianto etrusco-romano. Con la bonifica della valle, rifiorì alla fine dell’800. Il Duomo, ro-
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manico, del VI secolo e rifatto nel XII, fu radicalmente restaurato nel 1887-94. A fianco sorge il Museo della Cattedrale, che conserva una preziosa collezione di libri corali* proveniente dall’abbazia di Monte Oliveto Maggiore e un pavimento* a mosaico del V secolo. L’annesso Labirinto di Porsenna* è un emozionante percorso archeologico nei cunicoli sottostanti. Il Museo archeologico nazionale* comprende notevoli raccolte di reperti* etruschi e greci; dal museo si organizzano visite alle catacombe. La necropoli etrusca* comprende tombe (sec. VI-V a.C.) scavate nella roccia e in parte dipinte.
COLLE DI VAL D’ELSA (Siena) Antico e dinamico centro manifatturiero caratterizzato, a Colle Bassa, da un ingegnoso sistema di canalizzazione, le Gore, risalente all’anno Mille che ha favorito lo sviluppo di filande, cartiere e successivamente vetrerie. Attualmente è un famoso centro di produzione del cristallo. In piano, a Colle Bassa, è da visitare la chiesa di S. Agostino (B4), con facciata duecentesca e interno rinascimentale. A Colle Alta*, di grande interesse la via del Castello (A-B2-3), che attraversa l’antico castello di Piticciano. Vi si accede da un’arcata aperta nel palazzo Campana (B2), splendido e incompiuto esempio di architettura manierista (1539). Accanto al Duomo (sec. XVII ), il trecentesco Palazzo Pretorio (A-B3) ospita il Museo archeologico «Bianchi Bandinelli», con eccezionali reperti* etruschi. Nell’antico palazzo dei Priori (A-B3) è il Museo civico e d’Arte sacra. Al termine della via si trova la casatorre di Arnolfo di Cambio (sec. XIII; A3), dove la tradizione vuole sia nato il celebre scultore e architetto.
COLLODI (Pistoia) Sito in Val di Nièvole, è noto soprattutto per avere dato lo pseudonimo a Carlo Lorenzini, l’autore del celeberrimo romanzo Le avventure di Pinocchio. L’antico borgo sorge a ridosso della villa Garzoni, eretta nel 1633-62, circondata da uno scenografico giardino* della metà del XVII secolo, uno dei più belli d’Italia. Oltre il torrente Pescia c’è il Parco di Pinocchio.
CORTONA (Arezzo) In posizione panoramica sui contrafforti dell’Alta di Sant’Egidio, celebrata da Virgilio, fu lucumonia etrusca, città romana, importante comune medievale; nel 1411 passò ai fiorentini, di cui seguì le sorti. Vi lavorò il Beato Angelico e vi nacquero Luca Signorelli, Pietro da Cortona e il pittore futurista Gino Severini. La città, nel complesso, mantiene una forte atmosfera medievale: nelle mura, negli edifici, nel tessuto cittadino, nei vicoli dai nomi pittoreschi. Cuore della città è piazza della Repubblica (B1), dominata dal duecentesco Palazzo Comunale, ingrandito nel ’500; di fronte il palazzo del Capitano del Popolo. A fianco, in piazza Signorelli (A1), il palazzo Casali, rifatto nel ’600, ma con un fianco originale del XIII secolo ricoperto di stemmi, ospita il Museo dell’Accademia etrusca e della Città di Cortona (MAEC)*, fondato nel 1727 come emanazione dell’Accademia etrusca. Piccolo e originale, il museo vanta opere etrusche di grande interesse (grande lampadario* in bronzo del sec. IV a.C.), reperti egizi, monete*, opere del ’200 e del rinascimento toscano e una sala dedicata a Gino Severini. Il Duomo (A1) fu ricostruito nel XV- XVI secolo su
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15 primo ’800), dalla quale ha inizio una panoramica passeggiata lungo il viale Giardini Pubblici. Poco distante dall’abitato si trova la chiesa della Madonna del Calcinaio* (1483-1513; B2, f.p.), uno dei più begli esempi di santuario rinascimentale, con vetrate di Guillaume de Marcillat (sec. XVI) e una venerata immagine della Madonna. Nei pressi, la Tanella di Pitagora, un ipogeo etrusco del II secolo a.C. Sempre fuori le mura sono da visitare la chiesa di S. Maria Nuova (A2, f.p.), iniziata nel 1550, ma modificata dal Vasari; in un luogo suggestivo, il convento delle Celle (A2, f.p.), fondato da S. Francesco tra il 1211 e il 1221; infine, in località Sodo, i ‘Meloni’ (A1, f.p.), ipogei etruschi probabilmente dei secoli VI-III a.C. una pieve romanica: notevole sotto il portico cinquecentesco è il portale di Cristofanello. Di fronte, il Museo diocesiano*, con opere di Pietro Lorenzetti, Luca Signorelli, Bartolomeo della Gatta, Giusto da Firenze e la celeberrima Annunciazione* del Beato Angelico. Iniziata nel 1245 da frate Elia Coppi, la chiesa di S. Francesco (A-B2), rimaneggiata nel ’600, conserva il reliquario della Croce Santa, teca bizantina del X secolo. La via Berrettini, una delle più belle e caratteristiche di Cortona, conduce alla quattrocentesca chiesa di S. Nicolò (A2), con il notevole stendardo e opere di Luca Signorelli. In una suggestiva spianata si erge il neogotico santuario di S. Margherita (A3); poco sopra, la fortezza Medicea (1566), con stupendo panorama. Fuori le mura si incontra la tardogotica chiesa di S. Domenico (B2; restaurata nel
CUTIGLIANO (Pistoia) Circondato dai boschi della valle della Lima, il paese conserva l’assetto più antico dell’Appennino pistoiese. Nella piazza si trova il Palazzo Pretorio o del Capitano del Popolo del ’300 (rimaneggiato); nella vicina Parrocchiale, dipinti dei secoli XVI-XVII. Nei dintorni sono da visitare Rivoreta e il Museo della Gente dell’Appennino pistoiese; la località sciistica Doganaccia, raggiungibile anche in funivia, dalla quale si giunge a piedi al rifugio Duca degli Abruzzi; Pian di Novello, località di sport invernali immersa nei boschi.
ELBA (ISOLA D’) (Livorno) Fa parte dell’Arcipelago Toscano, tra l’Italia e la Corsica, formato dalle isole Gorgona, Capraia (vedi), Pianosa, Giglio (vedi), Montecristo, Giannutri e altri iso-
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16 lotti, testimonianza, si pensa, di un’area continentale sommersa. È la più grande delle isole minori italiane (223.5 km2), con coste molto frastagliate, intercalate da insenature di brevi spiagge; il monte Capanne (m 1018) è la vetta più alta. Il sottosuolo è ricco di minerali dai quali si estrae il ferro da 3000 anni; la vegetazione è tipicamente mediterranea con ulivi, cactus, corbezzoli, castagni e vigneti, che danno vini generosi come l’Aleatico e il Moscato. I primi ad abitarla furono probabilmente i liguri. Gli etruschi lavorarono il ferro nelle fornaci di Populonia, i romani ne fecero una base navale; per le sue ricchezze e per la posizione subì le interferenze di Pisa, Genova, Lucca; appartenne al ducato di Piombino (degli Appiani), fu saccheggiata dai turchi e poi fu occupata da Spagna, Francia, Inghilterra. Nel 1815 fu unita al granducato di Toscana. Dopo l’abdicazione di Fontainebleau, vi fu confinato Napoleone (3 maggio 1814 26 febbraio 1815). A soli 13 km dall’Elba vi è l’isola di Pianosa, dall’ambiente naturale intatto. Vi si visitano l’ex penitenziario e i resti della villa romana detta del Bagno di Agrippa, residenza principesca sulla costa orientale. L’isola di Montecristo (39 km dall’Elba) è un’unica massa granitica disabitata e inaccessibile. La fauna e la fitta macchia mediterranea sono protette dal Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano (vedi Capraia).
ÉMPOLI (Firenze) Adagiata nella pianura del Valdarno (vedi), è un importante mercato e centro industriale (abbigliamento, vetri). Nella centrale piazza Farinata degli Uberti (che difese «a viso aperto» Firenze dopo la vittoria dei ghibellini a Montaperti) sorge la collegiata di S. Andrea, eretta nel 1093 in forme romaniche e rimaneggiata nel ’700. Il Museo della Collegiata ospita dipinti di Masolino da Panicale, un fonte battesimale di Bernardo Rossellino e notevoli opere toscane dei secoli XIVXVII . La chiesa di S. Stefano, del ’300 ma radicalmente ristrutturata nel ’500, ospita affreschi di Masolino da Panicale e un’Annunciazione, scultura di Bernardo Rossellino. Nei dintorni sono da visitare la scenografica villa medicea di Cerreto Guidi e Montelupo Fiorentino, che nel trecentesco palazzo del Podestà ospita il Museo archeologico e della Ceramica*, produzione per la quale la cittadina è rinomata da secoli.
FIÈSOLE (Firenze) Situata sul colle che sovrasta le valli dell’Arno e del Mugnone, domina la città di Firenze, della quale offre il più spettacolare panorama; ma è gita obbligata anche per la bellezza del paesaggio, le vestigia archeologiche, il patrimonio d’arte. Di origine etrusca, la romana Faesulae era il centro di tutta la regione. Fortificata nel 1325, nel ’400 fu località prediletta dei Medici, e nei secoli XVIII e XIX si arricchì di ville e giardini che ne fecero uno dei soggiorni preferiti dai visitatori stranieri. Nella piazza Mino da Fièsole (A2), luogo dell’antico Foro, prospettano il trecentesco Palazzo Pretorio, affiancato dall’antico oratorio di S. Maria Primerana, il Seminario, il Palazzo Vescovile e il Duomo, costruzione romanica ampliata nel ’200 e nel ’300, con facciata ricostruita nell’800 e caratteristico campanile del 1213, rifatto tra ’700 e ’800. All’interno, oltre a opere di Giovanni della Robbia, Bicci di Lorenzo, Mino da Fiesole, da vedere la cappella Salutati* con affreschi di Cosimo Rosselli (sec. XV). L’area archeologica* (A2) è particolarmente affascinante per l’ambiente e il paesaggio in cui sono immerse le rovine. Il teatro romano, di età imperiale, conserva la cavea, capace di 3000 posti. Fanno parte del complesso anche le terme, un tempio romano e un tratto di mura etrusche*. Il Museo archeologico comprende materiali provenienti dagli scavi urbani databili dall’età del Ferro a quelle etrusco-romana (bronzi, bronzetti votivi, terrecotte architettoniche) e longobarda, oltre a notevoli collezioni di ceramiche greche, magnogreche ed etrusche. Il Museo «Bandini» (A2) raccoglie la collezione dell’erudito settecentesco Angelo Maria Bandini, costituita da opere su tavola di scuola toscana dei secoli XIII-XV. Sulla sommità del colle, dov’era l’antica acropoli, sorge la chiesa di S. Francesco (A2), eretta nel ’300 ma più volte modificata; accanto a un grazioso chiostrino quattrocentesco è il Museo etnografico missionario. A pochi chilometri sono la Badia Fiesolana (B1), cattedrale di Fièsole sino al 1028, ricostruita nel 1456 con interno* brunelleschiano (1461-64), e il convento di S. Domenico (B1), con affreschi del Beato Angelico.
FIGLINE VALDARNO (Firenze) Si stende sulla riva sinistra dell’Arno e dal punto di vista urbanistico è uno dei centri più interessanti del territorio di Firenze; oggi è un importante
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17 centro industriale. La piazza Marsilio Ficino, porticata, è una tipica piazza mercantile del ’200, ove prospettano l’ex ospedale Serristori e, sul lato opposto, la collegiata di S. Maria (sec. XII), trasformata nel 1439 e rimaneggiata nel ’600-’700. Nell’edificio annesso è allestito il Museo della Collegiata. Uscendo dalla piazza si nota il trecentesco Palazzo Pretorio. Da visitare anche la chiesa di S. Francesco, di origine romanica, rifatta nel ’400 e successivamente rinnovata, e la villa di S. Cerbone, trasformata nei secoli XVIXVII e dal 1890 sede dell’ospedale Serristori, nella cui farmacia* è conservata una raccolta di vasi in maiolica. Nei dintorni, a Gaville, è da visitare la pieve di S. Romolo (sec. XII-XIII), nella cui canonica è ospitato il Museo della Civiltà contadina; a Incisa in Val d’Arno, la torre del Castellano e nella parte alta, detta Castello, la casa dove visse Petrarca fanciullo.
FIRENZE Capoluogo della regione, Firenze è una delle città d’arte più importanti d’Italia, se non del mondo. È qui che si manifesta prepotente quel fenomeno artistico che coincide con la rinascita dell’Europa: e la potenza di Firenze e dei Medici coincide col periodo artistico più fecondo e influente di tutto il millennio. Adagiata sulle sponde dell’Arno, oltre al patrimonio artistico e culturale, Firenze gode di un fascino, un’atmosfera, una magia che, dai primi viaggiatori nordeuropei a Stendhal, a Ruskin, a Berenson fino
alle folle di visitatori di oggi, non si finisce mai di apprezzare. Modesto vico dell’etrusca Fièsole, Florentia, come città, nasce romana. Ancora marginale nell’alto medioevo (era Lucca la sede della marca di Tuscia), la città inizia a ripopolarsi e a crescere verso il Mille: ne sono testimonianza il romanico Battistero e le chiese di S. Miniato e dei Ss. Apostoli. Dopo la morte della grande contessa Matilde nel 1115, i cittadini riescono a darsi una propria autonomia col primo reggimento comunale dei dodici consoli. Inizia così l’espansione: prima ai danni di Fièsole e poi, con l’alleanza con Lucca, ai danni di Siena, Arezzo, Pistoia e Pisa. Quest’ultima sarà l’avversaria naturale nella costante ricerca di uno sbocco al mare. Dal 1193, un podestà straniero, nella speranza di meglio amministrare le contese tra popolo e nobiltà, regge la città. Dall’inizio del XIII secolo, le rivendicazioni politiche e territoriali si identificano con le lotte tra guelfi (che si appoggiano al papato e agli Angioini) e ghibellini (che parteggiano per l’impero e gli Svevi). L’avvento di Federico II farà prevalere, per poco, i ghibellini. Il popolo infatti caccia i nobili e istituisce il Capitano del Popolo. La sconfitta di Montaperti (1260) sarà un episodio isolato: la scelta degli Angioini (Carlo d’Angiò è podestà per dieci anni) da parte dei guelfi si rivela vincente. La città, ormai in mano alle Arti dei Mercanti e degli Artigiani, sconfigge Siena a Colle di Val d’Elsa nel 1269 e Arezzo a Campaldino nel 1289. Intanto,
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18 Pisa soccombe ai genovesi nella battaglia della Meloria (1284). Questo predominio si riflette nei primi grandiosi edifici gotici: palazzo del Podestà (del Bargello), S. Maria Novella, S. Croce, S. Maria del Fiore, Palazzo Vecchio, il Campanile di Giotto, Orsanmichele. In città lavorano Giotto, Cimabue, Arnolfo di Cambio, Andrea Pisano. Vengono costruite mura che saranno sufficienti a contenere la città per i successivi cinque secoli. La ripresa ghibellina, guidata all’inizio del ’300 da Castruccio Castracani ed Enrico VII, è effimera. Firenze domina gran parte della Toscana, nonostante la crisi bancaria del 1342-45, la peste del 1348, lo scontro tra popolo grasso e popolo minuto, che sfocia nel tumulto dei Ciompi (1378). Nel ’400 la Repubblica fiorentina, retta da un’oligarchia, si trasforma in una signoria di fatto. Nel 1434 Cosimo de’ Medici (Cosimo il Vecchio), esiliato come cittadino, rientra in città da signore, mantenendo in vita solo formalmente le istituzioni repubblicane. Il nipote Lorenzo il Magnifico ne continuerà l’opera nel suo governo dal 1469 al 1492. Il suo spirito, che coincide con quello del pieno rinascimento, sarà espresso da Brunelleschi, Leon Battista Alberti, Michelozzo, Benedetto da Maiano, Masaccio, Beato Angelico, Andrea del Castagno, Paolo Uccello, Botticelli, il Ghirlandaio, Benozzo Gozzoli, Donatello, Verrocchio, il Pollaiolo, Luca della Robbia, Ghiberti… La morte di Lorenzo coincide con la fine di un’era: l’edificio mediceo non regge all’urto di Carlo VIII. L’esilio dei Medici si interromperà per due brevi periodi (1494-1512 e 1527-30) con l’illusione di restaurare la repubblica. Ma nel 1531, al seguito degli imperiali, Alessandro de’ Medici entra in città come primo duca di Firenze. Nel 1569 Cosimo I diventa granduca, e con lui si conclude la grande stagione fiorentina. La città continuerà ad abbellirsi, ma Leonardo opera a Milano e in Francia, e Michelangelo, nel 1534, lascia definitivamente Firenze. I secoli XVII e XVIII vedono il declino economico della città e la fine della dinastia dei Medici (1737). Seguono i Lorena e, con Pietro Leopoldo (il futuro imperatore Leopoldo II), si assiste a una parziale ripresa. Napoleone, fuggiti i Lorena, insedia Ludovico di Borbone Parma col titolo di re d’Etruria. Nel 1807 Firenze è annessa all’impero francese. Dal 1815 al 1860 tornano i Lorena. Col plebiscito del 1860 Firenze, con tutta la Toscana, entra a far parte del regno
d’Italia, di cui sarà capitale tra il 1865 e il 1871. È l’epoca dell’espansione e della molto discussa ristrutturazione della città ottocentesca. Nel ’900 la ripresa economica e demografica porta all’incorporazione dei centri di Rifredi, Galluzzo e Rovezzano. Dopo i gravi danni dell’ultima guerra e la drammatica alluvione del 1966, la città ha continuato a espandersi, e oggi i 200 000 abitanti d’inizio ’900 sono quasi raddoppiati. Il centro religioso. Al centro dell’attuale struttura, piazza del Duomo (C4-5), con la chiesa di S. Maria del Fiore, e piazza S. Giovanni, con il Battistero, costituiscono il centro spirituale della città. In pochi metri si affollano capolavori di Giotto, Brunelleschi, Ghiberti, Donatello, Andrea della Robbia, Benozzo Gozzoli, Michelangelo… Il Battistero di S. Giovanni* (C4), fulcro religioso della città, è uno dei più antichi edifici di Firenze. Caratterizzato dal paramento in marmo verde e bianco, ha pianta ottagonale; un attico del XIII secolo regge la piramide ottagona. Nei tre portali sono le celebri porte* in bronzo, disposte secondo i punti cardinali, che raffigurano una sorta di gigantesca Bibbia. La porta a sud* è di Andrea Pisano (1330), la porta a nord*, in stile ancora tardogotico, è di Lorenzo Ghiberti (1403-24), mentre la porta a est, di fronte al Duomo, la celebre porta del Paradiso*, come la definì Michelangelo, è una copia del capolavoro – ormai pienamente rinascimentale – di Lorenzo Ghiberti (1425-52): alcune formelle originali, danneggiate dagli agenti atmosferici e dall’alluvione del 1966, sono ora esposte, restaurate, al Museo dell’Opera del Duomo. L’interno, a pianta centrale, è coperto da una cupola a spicchi splendente di mosaici* bizantineggianti, del ’200, opera di artisti veneziani e fiorentini, tra i quali, forse, Cimabue. Il pavimento* è a tarsie marmoree. Nell’abside, altri mosaici* bizantineggianti di Jacopo da Torrita. La tomba dell’antipapa Giovanni XXIII è attribuita a Donatello e Michelozzo. Di fronte alla porta sud sorge la loggia del Bigallo (1352-58; C4), dove venivano esposti i bimbi abbandonati. All’interno, nell’omonino museo, in un affresco del 1342 si ammira la più antica veduta di Firenze. Isolato a destra della cattedrale, si erge lo snello ed elegante Campanile di Giotto*(C4). Iniziato nel 1334 da Giotto e Andrea Pisano, fu terminato da Francesco Talenti nel 1359. Il basamento è ornato da copie di bassorilievi di Andrea Pisano e del-
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19 la sua scuola, di Luca della Robbia e di Alberto Arnoldi. Al di sopra, copie delle statue di Andrea Pisano, Donatello e Nanni di Bartolo; gli originali si trovano al Museo dell’Opera del Duomo. Una scala di 414 scalini conduce a una terrazza dalla quale si gode un ampio panorama* sulla città. Il Duomo* o basilica di S. Maria del Fiore (C4-5) offre al primo, emozionante sguardo un’immagine unitaria, ma è in realtà il risultato di successivi interventi. Fu iniziato da Arnolfo di Cambio nel 1296 per sostituire la vecchia cattedrale di S. Reparata; fu poi ripreso da Francesco Talenti tra il 1331 e il 1357; la parte absidale fu completata nel 1421 e, tra il 1420 e il 1436, fu realizzata la cupola di Brunelleschi, coronata nel 1468 dalla lanterna di Andrea del Verrocchio. La facciata, che sostituisce l’originaria di Arnolfo di Cambio, abbattuta nel 1587, è un’opera tardottocentesca. L’interno, di severa maestosità, ospita numerosi capolavori tra i quali vanno segnalati le vetrate della controfacciata di Lorenzo Ghiberti, un’immagine di Giotto di Benedetto da Maiano, gli affreschi di Vasari e di Federico Zuccari che decorano l’immensa cupola* di Brunelleschi (m 91), le vetrate negli occhi del tamburo su cartoni di Donatello, Ghiberti, Paolo Uccello e Andrea del Castagno; il Crocifisso ligneo di Benedetto da Maiano dell’altare maggiore e inoltre le opere di Luca della Robbia, un’arca con le reliquie di S. Zenobi, capolavoro di Ghiberti e i monumenti equestri a Giovanni Acuto* e Niccolò da Tolentino, rispettivamente di Paolo Uccello e Andrea del Castagno. Sempre all’interno, gli scavi del 1966 hanno riportato alla luce i resti dell’antica cattedrale di S. Reparata, abbattuta nel 1375. Il Museo dell’Opera del Duomo (C5) raccoglie importanti sculture del ’300 e ’400 fiorentino, tra cui numerosi originali del Battistero, del Duomo e del Campanile di Giotto (formelle* di Ghiberti e di Andrea Pisano). Vanno poi menzionate la Pietà* di Michelangelo, rimasta incompiuta, e due cantorie*, rispettivamente di Donatello e Luca della Robbia. Per la graziosa via de’ Martelli (B-C4), fiancheggiata dalla chiesa di S. Giovannino degli Scolopi, si giunge a uno dei più notevoli esempi di architettura del primo rinascimento: il palazzo Medici-Riccardi* (B4), eretto a partire dal 1444 da Michelozzo per Cosimo il Vecchio, e che fu dimora dei Medici fino a Cosimo I. Nell’interno, un bel cortile* conduce alla cappella dei Magi*, capolavoro di Michelozzo, affre-
scato da Benozzo Gozzoli, e alla Galleria, affrescata da Luca Giordano. Piazza San Lorenzo (B4), sulla quale prospettano palazzi gentilizi del ’400 e ’500 e il monumento a Giovanni dalle Bande Nere, è dominata dalla facciata della chiesa di S. Lorenzo*, capolavoro dell’architettura religiosa del primo rinascimento e indissolubilmente legata alla memoria dei Medici. Costruita da Brunelleschi nel 1442-46 e ultimata da Antonio Manetti nel 1461, presenta un interno di straordinaria armonia con opere di Rosso Fiorentino, Desiderio da Settignano e Filippo Lippi. Dal transetto sinistro si passa alla sagrestia Vecchia*, gioiello rinascimentale brunelleschiano, decorato da Donatello. Dal primo chiostro* della basilica si accede alla Biblioteca Medicea Laurenziana*, fondata da Cosimo il Vecchio; è sistemata in un edificio progettato da Michelangelo che, oltre il vestibolo e la scalinata, che anticipano il barocco, disegnò anche il soffitto, i leggii e le sedie. Nella parte absidale della basilica sono le cappelle Medicee*, che comprendono la barocca cappella dei Principi*, che custodisce monumentali sarcofagi dei granduchi di Toscana, e la sagrestia Nuova*, progettata e avviata da Michelangelo (1521-24) e conclusa da Vasari e da Bartolomeo Ammannati, prototipo riconosciuto dell’architettura manierista. Vi si trovano i due straordinari sepolcri che Michelangelo scolpì dal 1524 al 1533: il monumento a Lorenzo duca d’Urbino* e il monumento a Giuliano duca di Nemours*; opera del maestro è anche la Madonna col Bambino*. Piazza della Signoria e gli Uffizi. Questa area, da sempre il cuore pulsante della città, riflette i difficili rapporti tra l’arte e il potere, segnata com’è da monumenti in cui le ‘Arti’, la repubblica e la signoria espressero i loro gusti e le diverse concezioni di governo. A collegare il Duomo con piazza della Signoria è via dei Calzaiuoli (C-D4), fiancheggiata da eleganti negozi e dalla gotica chiesa trecentesca di S. Carlo dei Lombardi, sulla quale prospetta l’imponente edificio di Orsanmichele* (D4), una delle più interessanti fabbriche del ’300. Eretto come loggia-mercato nel 1337, fu trasformato in chiesa-granaio alla fine del ’300. All’esterno, i tabernacoli* con le statue dei santi patroni delle Arti, eseguite dai maggiori artisti della città: Lorenzo Ghiberti, Andrea del Verrocchio,
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22 Donatello, Brunelleschi. All’interno è conservato il celebre tabernacolo* di Andrea Orcagna, uno dei più incantevoli esempi di gotico fiorentino. Nell’omonima via, il palazzo dell’Arte della Lana (D4) del 1308 era sede di una delle più potenti Arti maggiori; oggi ospita la Società Dantesca e il Museo di Orsanmichele. La vasta e solenne piazza della Signoria* (D4) è una delle più note e belle d’Italia, e dall’età comunale è il centro del potere e della vita civile. Dominata da Palazzo Vecchio, le fanno da sfondo le gotiche arcate della loggia della Signoria* (o dei Lanzi, 1376-82): originariamente sede di assemblee e cerimonie pubbliche, diventò poi laboratorio e galleria d’arte all’aperto. Nella piazza prospettano il trecentesco Tribunale di Mercatanzia, il palazzo Uguccioni (sec. XVI), preceduti dalla statua di Cosimo I del Giambologna e dalla grandiosa fonte di Piazza di Bartolomeo Ammannati. Sulla gradinata di Palazzo Vecchio, copia del Marzocco (originale al Museo del Bargello), il leone simbolo di Firenze, la Giuditta e Oloferne di Donatello (originale a Palazzo Vecchio), il celebre David di Michelangelo (originale alla Galleria dell’Accademia), il discusso Ercole e Caco* di Baccio Bandinelli. Sotto la loggia della Signoria, il Perseo*, capolavoro di Benvenuto Cellini, e il Ratto delle Sabine* del Giambologna. Palazzo Vecchio* è uno dei più bei palazzi medievali d’Italia. Progettato nel 1299 come palazzo dei Priori da Arnolfo di Cambio, nel XV secolo divenne palazzo della Signoria e fu residenza dei Medici dal 1540 al 1565. Tra il 1865 e il 1871 fu sede della Camera dei Deputati del regno d’Italia. Dal compatto corpo bugnato, coronato da un alto ballatoio merlato, si slancia la torre* del 1310 (m 94), detta d’Arnolfo. All’interno, il grandioso salone dei Cinquecento*, costruito da Antonio da Sangallo (149596) per le riunioni generali del popolo, divenne con Cosimo I la sala delle udienze; ospita il Genio della Vittoria*, gruppo marmoreo di Michelangelo. Notevoli poi lo studiolo di Francesco I, la cappella di Eleonora, dipinta dal Bronzino, la sala dell’Udienza, con soffitto di Giuliano da Maiano, la sala dei Gigli, nella quale è il gruppo bronzeo di Giuditta e Oloferne* di Donatello. Sono inoltre da menzionare la donazione Loeser, che comprende opere di scuola toscana dei secoli XIV- XVI , e il Museo dei Ragazzi. Presso il Belvedere è in deposito la Raccolta d’Arte contemporanea «Alberto
Della Ragione», con 250 opere di artisti del ’900, dal futurismo fino agli anni ’60. Il suggestivo piazzale degli Uffizi* (E4), che si allunga da piazza della Signoria, è circondato dal geniale e maestoso palazzo degli Uffizi, progettato dal Vasari (156080) come sede degli uffici amministrativi del ducato, che ospita la celebre Galleria. In fondo al piazzale ci si affaccia all’Arno, su Ponte Vecchio e la collina di S. Miniato. La Galleria degli Uffizi* è una delle più famose e importanti raccolte di pittura italiana ed europea dal XII al XVIII secolo e il più antico museo dell’Europa moderna. Fondamentali sono le opere toscane fino al ’500, quelle venete, quelle nordiche e la raccolta di autoritratti; notevole la collezione di antichità (gruppo dei Niobìdi*). Nata sul finire del ’500 per accogliere le collezioni del granduca Francesco I, la raccolta si ampliò costantemente grazie all’interessamento dei Medici. In un primo tempo era una sorta di galleria d’arte moderna fiorentina («moderni» definiva il Vasari gli artisti del ’500); in seguito fu allargata con oggetti d’interesse scientifico e con opere di artisti veneti e fiamminghi. Le donazioni dei Lorena e lo scorporo della collezione scientifica suffragarono definitivamente il carattere di museo delle arti visive. Tuttavia solo dai primi del ’900, con l’ampliamento delle sezioni dedicate al ’300 e al ’400, la Galleria si avviò a diventare la più importante collezione della grande pittura italiana del mondo. Circa 2000 le opere esposte, ma altre 1800 attualmente in deposito sono in attesa di collocazione: dal 2006 infatti sono in corso lavori di radicale riorganizzazione e ampliamento degli spazi espositivi, da cui nasceranno i ‘Nuovi Uffizi’. Se è impossibile in questa sede dare ragione dell’immensa collezione, non si possono tacere gli artisti presenti, che hanno fatto la storia dell’arte: a partire dalle opere del ’200-’300 toscano di Duccio di Buoninsegna, Cimabue, Giotto, Simone Martini, Ambrogio e Pietro Lorenzetti, Bernardo Daddi, Taddeo Gaddi; per approdare al rinascimento del ’400 e ’500 con Lorenzo Monaco, Gentile da Fabriano, Masaccio e Masolino, Beato Angelico, Paolo Uccello, Domenico Veneziano, Andrea del Castagno (Uomini illustri*), Piero della Francesca, Alessio Baldovinetti, Filippo Lippi, Filippino Lippi, Antonio Pollaiolo, Piero Pollaiolo, Sandro Botticelli (Nascita di Venere e Primavera), Leonardo (Adorazione dei Magi), Verrocchio, Perugino, Luca Signorelli, Piero di Cosimo, Raffaello
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23 (Madonna del Cardellino), Michelangelo (Tondo Doni), Giovanni Bellini, Bartolomeo Vivarini, Cima da Conegliano, Giorgione, Vittore Carpaccio, Andrea Mantegna, Tiziano (Venere di Urbino), Andrea del Sarto, Pontormo, Bronzino, Parmigianino, Palma il Vecchio, Dosso Dossi, Lorenzo Lotto, Jacopo Bassano, Correggio, Paolo Veronese, Tintoretto, El Greco. Tra i capolavori dell’Europa del nord, le opere di Albrecht Dürer, Jan Brueghel il Vecchio, Lucas Cranach il Giovane, Albrecht Altdorfer, Hans Holbein. Nella sezione dedicata al ’600 e ’700 vi sono opere di Rubens, Van Dyck, Sustermans, Caravaggio, Annibale Carracci, Rembrandt, Giuseppe Maria Crespi, Canaletto, Francesco Guardi. Il corridoio Vasariano* (1565), realizzato per congiungere gli Uffizi a palazzo Pitti attraverso Ponte Vecchio, ospita importantissime opere italiane e straniere dei secoli XVII e XVIII. In via Lambertesca, la Collezione Contini-Bonacossi* (E4) annovera opere di importanti artisti italiani e stranieri dal ’200 al ’700 (Cimabue, Andrea del Castagno, Bellini, Bernini, El Greco, Velásquez). A palazzo Castellani (E4) è ospitato il Museo di Storia della Scienza*, che riunisce la collezione avviata da Cosimo il Vecchio, esposta fino al ’700 agli Uffizi, e la raccolta lorenese di strumenti e apparati didattici. L’Oltrarno. Già nel 1172 la cerchia delle mura andava oltre l’Arno, quando l’unico ponte era quello che oggi si chiama Ponte Vecchio e che da piazza della Repubblica conduce sulla riva dove si trovano il palazzo Pitti, la chiesa di S. Spirito e la chiesa di S. Maria del Carmine. Piazza della Repubblica (C-D4) fu ricavata nell’800 dalla rovinosa demolizione del vecchio mercato medievale; vi hanno sede i caffè più frequentati della città. Nelle adiacenze è palazzo Davanzati* (D3), un severo edificio del ’300 con grande loggia cinquecentesca; vi ha sede il Museo della Casa fiorentina antica, con begli esempi delle arti decorative dei secoli XIV-XVIII. La loggia del Mercato Nuovo (D4), eretta nel ’500 per la vendita di tessuti pregiati, oggi vivace mercato d’artigianato, è di fronte alla fontana detta del Porcellino (in realtà un cinghiale), replica di un originale ellenistico conservato agli Uffizi. Dietro la loggia del Mercato Nuovo vi è il trecentesco palazzo dei Capitani di Parte Guelfa (D4), ampliato poi da Brunelleschi e Vasari, al cui interno si ammira un magnifico salone di Brunelleschi con una lu-
netta di Luca della Robbia e soffitto del Vasari. Via Por S. Maria (E4), che al suo termine presenta due case-torri dei secoli XI e XIII , conduce al più antico e celebre ponte di Firenze, il Ponte Vecchio* (E3-4), costruito nel 1345 su un precedente ponte noto già nel 996. L’unico risparmiato dai tedeschi durante la ritirata del 1944, è fiancheggiato da botteghe un tempo di macellai e verdurai, oggi di oreficeria. Sopra di esse corre il Corridoio Vasariano. Il ponte porta a via de’ Guicciardini (E-F3), che si apre in una piazzetta dominata dalla chiesa di S. Felicita. Da qui si giunge al più monumentale dei palazzi della città, palazzo Pitti* (F2-3), fatto erigere dai banchieri e mercanti Pitti nella metà del ’400; ingrandito nel 1558, assunse la forma attuale con l’aggiunta delle due ali dette ‘rondò’ nel 1764 e nel 1839. Di forme semplici e grandiose, l’edificio ospita, con altre costruzioni dell’annesso giardino di Bòboli, alcuni dei più importanti musei fiorentini. La Galleria Palatina* ospita, nelle splendide sale affrescate specialmente da Pietro da Cortona e Ciro Ferri, opere soprattutto del XVI-XVII secolo. Da citare almeno Le tre età dell’uomo del Giorgione, la Madonna della Seggiola e la Madonna del Granduca di Raffaello, il Ritratto di Giulio II di Tiziano e la Venere italica di Giovanni Canova, oltre a capolavori di Botticelli, Filippo Lippi, Luca Signorelli, Beccafumi, Rosso Fiorentino, Andrea del Sarto, Dosso Dossi, Tintoretto, Veronese, Rubens, Van Dyck, Murillo, Perugino, Sustermans, Caravaggio, Salvator Rosa. Gli appartamenti reali, un com-
Raffaello, Madonna del Granduca (Firenze, Palazzo Pitti)
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24 plesso di sale riccamente ornate, furono residenza dei Medici, dei Lorena e dei Savoia. La Galleria d’Arte moderna offre un panorama esauriente della pittura italiana dal neoclassicismo al ’900. Nelle 30 sale si ammirano opere, tra gli altri, di Francesco Hayez, Giovanni Fattori, Gaetano Previati, Silvestro Lega, Medardo Rosso, Federico Zandomeneghi. Il Museo degli Argenti* conserva una ricca collezione di oggetti in metalli preziosi e pietre dure, cristalli e avori. Particolarmente notevole la collezione di Lorenzo il Magnifico. Il Museo delle carrozze raccoglie esemplari delle corti di Lorena e di Savoia. Il Giardino di Bòboli* (F3), esteso su 45 000 m2, è uno dei più eleganti e grandiosi giardini all’italiana; progettato a metà del ’500, deve l’aspetto attuale a rifacimenti e aggiunte del ’700-’800. Gli elementi più conosciuti sono l’anfiteatro, la fontana del Carciofo, la grotta del Buontalenti, il vivaio di Nettuno, il giardino del Cavaliere e il piazzale dell’Isolotto*, dove sorge la fontana dell’Oceano del Giambologna. Il Museo delle Porcellane* ospita porcellane della Ginori di Doccia, di Sèvres, Chantilly, Vienna, Berlino, Meissen e di altre manifatture. Nella neoclassica palazzina della Meridiana è sistemata la Gal-leria del Costume, che documenta l’evolversi del costume dal ’700 al ’900. Uscendo da palazzo Pitti, prima di visitare la bella via Maggio (E-F2-3), affiancata da palazzi del ’300 e ’400, sono da visitare la chiesa di S. Felice in Piazza (F2) e il Museo zoologico «La Specola» ((F2), nel palazzo Torrigiani, sezione del Museo di Storia Naturale dell’Università, con ricchissime collezioni tra cui una raccolta di preparati anatomici in cera* del ’700-’800. In piazza S. Spirito (F2), sistemata a giardino e cinta da case quattrocentesche tra cui spicca il rinascimentale palazzo Guadagni, preceduta da un sagrato vi è la chiesa di S. Spirito* (E2): con S. Lorenzo è uno dei più begli esempi dell’architettura del primo rinascimento. Progettata da Brunelleschi nel 1444, finita nel 1488, ha un interno elegante e raffinato che ospita opere di Bernardo Rossellino, Andrea Sansovino, Filippino Lippi; notevoli il vestibolo e la sagrestia. All’esterno della chiesa, un bel campanile; a sinistra, il cenacolo di S. Spirito con un grandioso affresco di Andrea Orcagna. Si giunge così alla chiesa di S. Maria del Carmine* (E1), di origine medievale, rifatta nel 1771, universalmente nota per la cappella Brancacci, che si raggiunge attraverso un chiostro seicentesco.
Vi si trova il ciclo di affreschi* di Masaccio e Masolino compiuto da Filippino Lippi, un episodio cruciale della storia dell’arte. Nella vicina sagrestia, d’impianto gotico, si ammirano dipinti del ’300 e del ‘400. S. Trìnita e S. Maria Novella. Inoltriamoci adesso nel quartiere di ponente che parte da via de’ Tornabuoni, estremo limite della città romana e della prima cerchia medievale. Dalla gotica chiesa di S. Maria Maggiore (C3-4) e per piazza degli Antinori (C3), con il quattrocentesco palazzo Antinori e la barocca chiesa di S. Gaetano, si giunge in via de’ Tornabuoni* (C-D3), una delle più eleganti della città, fiancheggiata da importanti palazzi dei secoli XV-XIX, tra i quali spicca il palazzo Strozzi* (D3), che con palazzo Medici-Riccardi è il più notevole esempio di edificio rinascimentale fiorentino; iniziato nel 1489 da Benedetto da Maiano e continuato dal Cronaca, rimase incompiuto per un lato e parte del cornicione. Nella vicina ex chiesa di S. Pancrazio (C-D3) è ospitato il Museo «Marino Marini», con un importante nucleo delle opere dell’artista pistoiese. Adiacente è la cappella Rucellai, struttura trecentesca che racchiude il tempietto del S. Sepolcro, elegante opera di L.B. Alberti. Preceduto dalla bella loggia Rucellai, il palazzo Rucellai* (D3), capolavoro del primo rinascimento eretto nella seconda metà del ’400 su disegno di L.B. Alberti. Su piazza S. Trìnita (D3), al cui centro spicca la colonna della Giustizia, proveniente dalle terme di Caracalla, prospettano il palazzo Bartolini-Salimbeni, il palazzo Spini-Feroni e la chiesa di S. Trìnita*, una delle più antiche di Firenze (sec. XI), ricostruita in stile gotico nel ’300, con facciata barocca (1594). Il severo interno è uno dei primi esempi di architettura gotica in Firenze. Ospita opere di Lorenzo Monaco, Domenico Ghirlandaio, Luca della Robbia e Desiderio da Settignano. La chiesa dei Ss. Apostoli (sec. XI), sulla raccolta piazza del Limbo, fiancheggia il borgo Ss. Apostoli (D-E3), caratteristica strada medievale con case e torri del ’200, tra cui il palazzo Rosselli del Turco di Baccio d’Agnolo. Il ponte S. Trìnita* (E3) scavalca maestosamente l’Arno con tre arcate; capolavoro di Bartolomeo Ammannati (1608), distrutto nel 1944, è stato ricostruito nelle forme originarie. Su lungarno Corsini prospetta il palazzo Corsini (D2-3), uno dei migliori esempi di barocco fiorentino. La Galleria Corsini è tra le più belle colle-
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25 zioni private d’Italia, con dipinti del ’400 e ‘500 fiorentino e opere di artisti italiani e stranieri del ’600 e ’700. Nell’omonima piazza sorge la chiesa di Ognissanti (C1-2), fondata nel 1251 e successivamente rimaneggiata, con facciata barocca. All’interno si ammirano affreschi di Domenico Ghirlandaio, Sandro Botticelli e Taddeo Gaddi; annesso è il refettorio con affreschi di Domenico Ghirlandaio. Piazza S. Maria Novella* (C2-3) è uno dei luoghi incantati della città. Dal lato opposto alla chiesa, la quattrocentesca loggia di S. Paolo, a dieci eleganti arcate e, tra gli archi, nove medaglioni di Andrea della Robbia, autore della lunetta sotto il portico. Al centro della piazza, due obelischi marmorei segnavano le mete del palio dei Cocchi. La chiesa di S. Maria Novella* (B2-3) è un capolavoro dell’arte gotica, costruita da architetti domenicani a partire dal 1278. La facciata* trecentesca fu riconfigurata da L.B. Alberti. Nell’interno di armoniosa, slanciata bellezza, tra le belle opere di Nino Pisano, Nardo di Cione, dei Rossellino, Desiderio da Settignano, Ghiberti, Filippino Lippi, Giambologna, un Crocifisso* di Giotto, il celebre ciclo di affreschi* di Domenico Ghirlandaio, un affresco* di Masaccio, un prezioso Crocifisso* di Brunelleschi. A sinistra della chiesa, il Museo di S. Maria Novella* occupa una parte dei chiostri del convento. La Stazione centrale di S. Maria Novella (A-B2), in piazza della Stazione, è un bell’esempio di architettura razionalista. Non lontano, l’ex convento delle monache di Foligno (A3) custodisce un affresco di collaboratori del Perugino e altri, staccati, di Bicci di Lorenzo. Le zone di S. Marco e della Ss. Annunziata. È l’area a nord del Duomo, i cui punti focali sono piazza S. Marco, con la Galleria dell’Accademia e il convento dove visse il Beato Angelico, e piazza dell’Annunziata, con i vicini Ospedale degli Innocenti e Museo archeologico. Il Cenacolo di S. Apollonia* (A4-5), refettorio dell’antico monastero delle monache benedettine di S. Apollonia, è decorato da importanti affreschi* di Andrea del Castagno. Dal monastero è visibile il quattrocentesco chiostro grande, di pertinenza dell’Università, che affaccia sulla spaziosa e alberata piazza S. Marco. Sulla piazza prospetta la chiesa di S. Marco (A5), risalente al ’300, rifatta da Michelozzo (1437-43) e più volte rimaneggiata, con facciata barocca. A destra della chiesa, il
Museo di S. Marco* (A5) occupa i suggestivi ambienti del convento domenicano, che nel ’400 fu un notevole centro di cultura. Il museo è di eccezionale interesse per la raccolta di opere del Beato Angelico, che qui visse e operò. Tra i molti dipinti, spiccano una Deposizione di Cristo*, il tabernacolo dei Linaiuoli*, una Crocifissione* e un’Annunciazione*. Il chiostro dello Scalzo è un piccolo cortile a portico affrescato a monocromo da Andrea del Sarto insieme a Franciabigio. Il Museo di Storia naturale (A5-6) si compone di tre sezioni: Museo di Mineralogia e Litologia; Museo di Geologia e Paleontologia e Museo Botanico, al quale è annesso l’Orto botanico, l’antico Giardino dei Semplici, fondato nel 1550. La Galleria dell’Accademia* (A5) deve la sua fama al gruppo di sculture dei Prigioni*, all’incompiuto S. Matteo, e soprattutto al David* di Michelangelo. La Galleria custodisce anche dipinti di scuola fiorentina dal ’200 al ’500. Il Museo dell’Opificio delle Pietre dure è annesso all’istituto, fondato nel 1588, che svolge importante attività di restauro di opere d’arte italiane. La piazza dell’Annunziata (B6) è un elegante impianto cinto da portici; al centro si ammirano la statua di Ferdinando I, del Giambologna, e due fontane barocche; a sinistra, il loggiato dei Serviti. A destra della basilica, l’Ospedale degli Innocenti* è uno dei più significativi esempi della civiltà umanistica fiorentina e una delle più leggiadre testimonianze del rinascimento. Si affaccia sulla piazza con un porticato* a nove arcate con otto tondi di Andrea della Robbia. È sede di una Pinacoteca, che ospita un piccolo nucleo di opere di altissimo livello. La basilica della Ss. Annunziata* (A6) custodisce la venerata immagine della Madonna Annunziata: eretta nel 1250 dai servi di Maria, rifatta nel ’400 e più volte rimaneggiata, è preceduta da un portico seicentesco dal quale si entra nel chiostrino dei Voti; alle pareti vi sono alcuni degli affreschi* più notevoli della storia dell’arte fiorentina tra ’400 e ’500, opera di Rosso Fiorentino, Jacopo Pontormo, Franciabigio, Andrea del Sarto; tra di essi un bassorilievo di Michelozzo. Nell’interno barocco, da vedere la cappella dell’Annunziata, al cui altare si trova l’affresco trecentesco dell’Annunciazione, molto venerato dai fiorentini. Attiguo al transetto è il chiostro dei Morti. Il Museo archeologico* (A-B6) ha sede nel palazzo della Crocetta; è uno dei più importanti d’Italia, in particolare per le civiltà
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26 etrusca ed egizia. La sezione di plastica estrusca* annovera capolavori della scultura chiusina (Mater Matuta, sarcofago di Larthia Seianti) e una celebre raccolta di bronzi (Chimera d’Arezzo, l’Arringatore). Di straordinario valore anche la collezione di ceramiche attiche* di produzione ateniese, dove spicca il vaso François a figure nere. Tra i bronzi romani, l’Idolino di Pesaro. Nel Museo Egizio*, secondo in Italia solo a quello di Torino, sono di particolare pregio il ritratto femminile del Fayyum, il rilievo con gli scribi, il carro da guerra o da caccia e le stoffe copte. L’Arcispedale di S.Maria Nuova (C5-6), il più antico di Firenze, fu fondato nel 1288 da Folco Portinari e ristrutturato nel ’500 da Buontalenti. Il Museo fiorentino di Preistoria (C5), che conserva preziose collezioni preistoriche, ha sede nell’ex convento delle Oblate, dove è pure ospitato il Museo Firenze com’era, che illustra la trasformazione della città e custodisce le dodici celebri Vedute delle ville medicee di Giusto Utens. Preceduta da un bel chiostro a portico, la chiesa di S. Maria Maddalena de’ Pazzi (1257, ma ricostruita a partire del 1479) custodisce una Crocifissione*, affresco del Perugino. Il quartiere di S. Croce. È la zona della chiesa di S. Croce, affrescata da Giotto, dove sono sepolte le «itale glorie», e del Bargello, il museo in cui sono conservate alcune tra le più belle sculture di Donatello e Michelangelo. Ma tutto il quartiere è ricco di emergenze artistiche e storiche. In via del Proconsolo (C-D5), una delle più antiche della città, il palazzo Nonfinito ospita il Museo nazionale di Antropologia ed Etnologia, fondato da Paolo Mantegazza nel 1869. A sinistra, su borgo degli Albizi* prospettano il palazzo Ramirez de Montalvo, il palazzo Altoviti e la casa e il palazzo degli Albizi. Ancora su via Proconsolo, il quattrocentesco palazzo Pazzi* (D5), detto «della Congiura». In via Santa Margherita il Museo Casa di Dante (D5) ospita documentazione sul sommo poeta. La Badia Fiorentina* (D5) è un’antica chiesa del ’200, ampliata da Arnolfo di Cambio e rimaneggiata nel ’400 e nel ’600. Il campanile esagonale a cuspide è del ’300. Nell’austero palazzo del Podestà è allestito il Museo del Bargello* (D5), uno dei più importanti al mondo per le raccolte di sculture e oggetti d’arte, specie del rinascimento, e per gli avori francesi medievali. Vi si conservano opere di Michelangelo (David Apollo*, busto di Bru-
to*), Donatello (Davide*, S. Giorgio*), Brunelleschi, Michelozzo, Luca della Robbia, Giovanni e Andrea della Robbia, Verrocchio, Francesco Laurana, Giambologna, Cellini, oltre a oggetti d’arte decorativa di tutto il bacino del Mediterraneo. Sulla piazza omonima, fronteggiato da palazzo Gondi* (D5), una delle più belle dimore signorili del ’400, si ammira il palazzo di S. Firenze (D5), interessante testimonianza del tardo barocco fiorentino. Casa Buonarroti (D6) sorge sul sito di tre case abitate da Michelangelo; fu fatta edificare dal nipote Michelangelo il Giovane, che realizzò così un’insigne testimonianza del ’600; notevoli la galleria e lo studiolo, che ospita le collezioni della famiglia, tra cui alcune opere di Michelangelo. Luogo di adunanze popolari nel ’300 e nel rinascimento, nonché campo di gioco del ‘calcio fiorentino’, piazza di S. Croce (E6) è contornata, oltre che dalla basilica, da caratteristici palazzi fiorentini, tra cui palazzo Cocchi Serristori e palazzo dell’Antella. La basilica di S. Croce* (E6), capolavoro dell’architettura gotica, è il pantheon degli italiani illustri. È opera di Arnolfo di Cambio (1295), completata alla fine del ’300; la facciata e il campanile sono ottocenteschi. L’interno è semplice e grandioso e ospita, oltre ai capolavori di Benedetto da Maiano, Agnolo Daddi, Giovanni da Milano, Donatello, e uno straordinario ciclo di affreschi di Giotto, le tombe di Leonardo Bruni (capolavoro del Rossellino), Michelangelo, Niccolò Machiavelli, Ugo Foscolo, il sepolcro di Gioacchino Rossini, i monumenti a Vittorio Alfieri e Antonio Canova e il cenotafio di Dante. Il Museo dell’Opera di S. Croce è allestito negli ambienti del convento annessi alla chiesa e comprende la celebre cappella Pazzi*, capolavoro di Filippo Brunelleschi. Dal chiostro si accede al refettorio, dov’è il celeberrimo Crocifisso* di Cimabue e il S. Ludovico* di Donatello. L’elegante secondo chiostro, al quale si accede per un ricco portale, è probabilmente opera di Bernardo Rossellino. In via Magliabechi si trova la Biblioteca Nazionale Centrale (E6), la più importante d’Italia. In via de’ Benci, il Museo della Fondazione Horne (E5), un’importante raccolta di dipinti, sculture, maioliche, vetri e monete dei secoli XIV-XVI. Attraverso il Ponte alle Grazie, ricostruito nel 1957, si giunge al Museo «Bardini»* (F5), che raccoglie la bella collezione di dipinti, mobili e ceramiche donata nel 1922 al comune dal collezionista Stefano Bardini. La collina e i quartieri esterni. Non può
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27 dirsi completa una visita di Firenze che non comprenda la verdissima collina, i quartieri oltre la cintura dei viali e, naturalmente, i dintorni. Il viale dei Colli è la più bella passeggiata della città. Prosecuzione dei viali oltr’Arno, conduce a piazzale Michelangelo*, dal quale si gode un suggestivo panorama su Firenze. Da qui, alla fine di una scalinata, si giunge alla chiesa di S. Salvatore al Monte (1499). In cima alla collina sorge S. Miniato al Monte*, capolavoro dell’architettura romanica, eretto tra il 1018 e il 1207. L’interno, dal bellissimo pavimento marmoreo*, custodisce opere di Michelozzo, Agnolo Gaddi, Taddeo Gaddi, Luca della Robbia, Antonio Rossellino, Alessio Baldovinetti. A destra della chiesa si ammira il trecentesco palazzo dei Vescovi. Per via S. Leonardo, subito prima di porta S. Giorgio, si giunge al Forte di Belvedere* (1590-95), raccordato alle mura della città, che aveva funzioni di roccaforte e residenza suburbana. Collegato a Palazzo Vecchio attraverso Boboli, palazzo Pitti e il Corridoio Vasariano, è dominato dall’elegante palazzina di Belvedere, sede di mostre temporanee. L’ultimo tratto del viale dei Colli è viale Machiavelli, che termina a porta Romana, massiccio torrione con battenti in legno originali. Sulla riva destra dell’Arno, a ovest della città, si sviluppa il parco delle Cascine*, polmone verde di Firenze e passeggiata prediletta dei fiorentini. Nei quartieri a nord ha sede il Museo Stibbert*, uno dei più importanti al mondo per la collezione di armi antiche e per la straordinaria raccolta di oggetti d’arte applicata di ogni epoca e paese. Presso la chiesa di S. Michele a Salvi è allestito il Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto: il cenacolo, affrescato da Andrea del Sarto nel 1526-27, è un capolavoro della pittura del ’500. Il Museo del Tempio israelitico custodisce antichi codici, pergamene e oggetti di culto ebraici. Nei dintorni, oltre a Fièsole (vedi), sono da visitare Sieci, con l’antica pieve di S. Giovanni Battista a Rèmole, e Castello con la villa medicea di Castello*, sede dell’Accademia della Crusca. Poco lontano vi sono la villa medicea della Petraia*, con bel giardino, e la villa Corsini, che ospita le collezioni di scultura ed epigrafia antica del Museo archeologico nazionale. A Pratolino, da vedere l’immenso parco della cinquecentesca villa Demidoff con l’imponente fontana dell’Appennino del Giambologna. Infine, su un colle tra ulivi e cipressi sor-
ge la certosa del Galluzzo*, preceduta dal palazzo gotico degli Studi, che ospita una Pinacoteca; fondata nel 1342 da Niccolò Acciaioli, comprende la chiesa di S. Lorenzo, il monastero, il chiostrino dei Monaci, il chiostro grande, con 66 busti robbiani in terracotta, il refettorio e il quattrocentesco chiostrino dei Conversi.
FIVIZZANO (Massa-Carrara) Borgo commerciale della Lunigiana (vedi), è circondato dalle mura erette dai fiorentini nel ’500. Di notevole effetto la piazza Medicea, con grande fontana seicentesca, palazzi rinascimentali e la chiesa dei Ss. Jacopo e Antonio del 1377, ampliata nel ’500. Nelle vicinanze, l’imponente castello della Verrùcola, rifatto nel ’300. In direzione Càsola in Lunigiana, ove sorge il Museo del Territorio dell’Alta Valle Aulella, la protoromanica pieve di Codiponte conserva sculture longobardo-carolinge. Da visitare anche la località termale di Equi Terme e le grotte di Equi.
FOIANO DELLA CHIANA (Arezzo) Il borgo, sulla sommità di una collina, domina la Chiana e il torrente Esse. Notevoli la collegiata di S. Martino (15121796) e la chiesa di S. Michele Arcangelo, detta S. Domenico. La chiesa di S. Maria della Fraternita, della fine del ’500, ospita il Museo civico. Ai margini del paese, nella chiesa di S. Francesco si conserva una grande pala d’altare di Andrea della Robbia. Oltrepassata la Chiana, l’abbazia di Farneta, del secolo IX o X, di cui rimangono la chiesa e la cripta, ospita un Antiquarium.
FOLLÒNICA (Grosseto) Centro industriale e balneare della Maremma (vedi), poco più che un borgo nel XIX secolo, si popolò in seguito alla bonifica e allo sfruttamento della fonderia (già attiva nel ’500). Da visitare il Museo del Ferro e della Ghisa e la Pinacoteca Modigliani. Curiosa è la chiesa di S. Leopoldo, singolare esempio di ‘archeologia industriale sacra’, costruita con largo impiego di ghisa. Da vedere nei dintorni, a Scarlino, la pieve, i resti del Castello da cui provengono i materiali del Centro di Documentazione del territorio e le miniere di Gavorrano.
FORTE DEI MARMI (Lucca) Il forte, voluto da Leopoldo I nel 1788, è al centro della piazza. Era il por-
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28 to per i marmi che giungevano dalle Alpi Apuane, che si profilano dietro le pinete. Scoperta da artisti e intellettuali nell’800, la cittadina è caratterizzata dalle ville che ne fanno una delle stazioni balneari più eleganti e frequentate della Versilia (vedi).
ricostruita in forme neoclassiche; all’interno, trittico di Bicci di Lorenzo. La vicina Montefioralle conserva tratti di mura e torri dell’antico Castello. Non lontano, la grandiosa villa Corsini, risalente al ’500.
FOSDINOVO
Capoluogo della Maremma (vedi) e fiorente mercato agricolo, fu fondata nel 935 dai superstiti di Roselle – già etrusca – dalla devastazione saracena. Appartenne ai senesi dal 1336 e ai Medici dal 1559. Le sue fortune seguirono l’alterno prevalere della bonifica e della malaria, definitivamente sconfitta nel ’900. Il centro della città moderna è piazza Fratelli Rosselli (B2), dove prospettano il neoclassico palazzo del Governo e il modernista palazzo delle Poste (1930). Poco oltre, porta Nuova dà accesso al centro storico, chiuso nell’esagono verde delle mura* medicee (156493), trasformate nell’800 in passeggiata. Il Duomo (C2-3), costruito tra il 1294 e il 1302 sul primitivo edificio del XII secolo, fu più volte restaurato; la facciata biancorosata è un rifacimento neoromanico del 1840-45. Nell’interno, fonte battesimale di Antonio Ghini (1470) e una tavola* del XV secolo di Matteo di Giovanni. Il Museo archeologico e d’Arte della Maremma* (C2-3) è una raccolta di grande rilievo (fondata nel 1865 e rinnovata nel 1999) che ricostruisce il succedersi delle diverse culture del territorio maremmano, dai reperti archeologici e preistorici alle preziose raccolte dell’ex Museo diocesano. La raccolta spazia dai reperti di Roselle (cicli statuari* romani, celebre alfabetario etrusco in avorio) alle opere d’arte sacra di Guido da Siena, Segna di Bonaventura, Sassetta. La chiesa di S. Francesco (B3) custodisce un Crocifisso* attribuito al primo periodo di Duccio di Buoninsegna. Nei dintorni, Marina di Grosseto offre una bella spiaggia nella pineta del Tòmbolo, che si stende a sud fino a Principina a Mare, da cui prende inizio il Parco naturale della Maremma*. Istituito nel 1975, il parco comprende la zona paludosa della foce dell’Ombrone, i monti dell’Uccellina e la zona costiera che a nord giunge fino alla spiaggia del Paludetto. Si entra da Alberese o da Talamone (vedi). Lungo la costa si vedono le torri dell’antico sistema di vigilanza. Nei pressi della torre dell’Uccellina, i ruderi dell’antica abbazia di S. Rabano (sec. XI). Vicino a Nomadelfia, sede dell’istituzione solidaristica fondata da don Zeno Saltini, sono visibili le rovine di Roselle*, città etrusca e
(Massa-Carrara) Paese di sapore antico adagiato su un colle, estrema propaggine delle Alpi Apuane, è dominato dal Castello trecentesco dove avrebbe soggiornato Dante nel 1306. Nella Parrocchiale, il sepolcro marmoreo di Galeotto Malaspina è databile agli anni ’70 o ’80 del XIV secolo.
GARFAGNANA (Lucca) I confini attuali della Garfagnana sono piuttosto labili. Si può considerare con questo nome la zona intorno a Castelnuovo dominata storicamente dagli Este, che per ben due volte ne affidarono il governo a uomini di lettere, Ludovico Ariosto (1522-25) e il verseggiatore barocco Fulvio Testi (1640-42). È delimitata a nord dalle Apuane e dagli Appennini: aspre e rocciose le prime, dolci e verdeggianti i secondi. Anche il fiume che la bagna, il Serchio, ha un’origine apuana, il Serchio di Gramolazzo, e una appenninica, il Serchio di Soraggio. La peculiarità di terra di confine montano e la lontananza dalle grandi reti di comunicazione la rendono, dal linguaggio all’alimentazione, un crogiolo di tratti culturali particolare.
GIGLIO (ISOLA DEL) (Grosseto) La seconda delle isole dell’Arcipelago Toscano, completamente montuosa e con tipica macchia mediterranea, vive della rivalità fra i due centri di Giglio Porto, che si stringe intorno al porto, e Giglio Castello, chiuso da mura medievali e dominato dalla Rocca. L’altro paese, Campese, si adagia su una splendida spiaggia. A poche miglia si stende l’isola privata di Giannutri, che fa parte del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano (vedi Capraia).
GREVE IN CHIANTI (Firenze) Posto tra l’antica via Chiantigiana e il Valdarno Superiore, è il più importante centro del Chianti. Nella caratteristica piazza Giovanni da Verrazzano*, dove ogni anno ha sede un’importante fiera-mercato agricola, si ammira la parrocchiale di S. Croce,
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poi romana, di cui rimangono i ruderi* della cinta muraria. Gli scavi hanno messo in luce i resti della città romana e l’impianto urbano di età tardoarcaica.
IMPRUNETA (Firenze) Qui, in pruinetis, cioè fra i rovi, alcuni profughi cristiani ripararono con un’icona di Maria dipinta da san Luca. A que-
sto culto, e alla basilica sorta successivamente, è legata la storia del paese. La basilica di S. Maria dell’Impruneta*, nella piazza centrale, è una pieve romanica (1060), rinnovata nel ’400, con portico seicentesco e torre campanaria del XIII secolo. Nell’interno rinascimentale, restaurato dopo i bombardamenti dell’ultima guerra, nella cappella della Madonna* è conservata la venerata immagine, probabilmente medie-
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31 vale ma ridipinta nel 1758. Il Museo del Tesoro conserva argenti, codici miniati e un bassorilievo raffigurante Il ritrovamento dell’immagine della Madonna, attribuito a Michelozzo o a Filarete o a Luca della Robbia.
LARDERELLO (Pisa) Nel 1818 il francese De Larderel cominciò l’estrazione dell’acido borico dai ‘lagoni’ di Montecerboli, e nel 1846 il primo stabilimento fu chiamato Larderello. Oggi è un centro di produzione di energia elettrica. Sono da visitare la chiesa tardorinascimentale della Madonna di Montenero e, nello stabilimento Enel, il Museo della Geotermia, che comprende il lagone coperto e la sorgente termale. Presso Castelnuovo di Val di Cècina, il borgo di Sasso Pisano presenta una zona medievale, una rinascimentale e una moderna. Scavi archeologici hanno rivelato edifici termali etruschi (sec. III-I a.C.). A Pomarance, borgo di aspetto medievale, la Parrocchiale conserva un presepe in terracotta policroma del XVI secolo. Tra la Maremma (vedi) e l’interno si stendono le Colline Metallifere, monti vulcanici in cui si manifestano i ‘soffioni’, getti di vapore acqueo ad alta temperatura.
LA VERNA (Arezzo) Singolare vetta calcarea nel Casentino (vedi) tra il Tevere e l’Arno, fu donata dal conte Orlando Cattani da Chiusi a Francesco d’Assisi, che con pochi compagni vi costruì alcune capanne. Nel settembre 1224 il santo vi ricevette le stimmate e da allora il luogo è un importante santuario. Il convento della Verna sorge poco sotto la sommità del monte: comprende la chiesetta di S. Maria degli Angeli, la chiesa Maggiore o Basilica del XIV-XV secolo, con terrecotte di Andrea della Robbia, e la cappella delle Stimmate, che risale al 1263, nel cui pavimento una pietra indica il luogo in cui il santo ricevette le stimmate. Da visitare anche la grotta che fu di san Francesco e il Sasso Spicco, un’enorme roccia sporgente che appoggia per soli due metri su un altro masso. Attraverso un’antica foresta di faggi e abeti maestosi si giunge al monte Penna, dal quale si gode uno stupendo panorama sulle valli del Tevere e dell’Arno.
LIVORNO ‘Città ideale’ del tardo rinascimento, fu fondata dal granduca Francesco I de’ Medici; oltre che dalle funzioni portuali, lo
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32 sviluppo fu caratterizzato dalla ‘costituzione’ del 1593 che incentivava l’immigrazione proteggendo la libertà dei nuovi arrivati, favorendo così l’insediamento di diverse comunità. Nella città si notano due poli distinti: la ‘città ideale’ voluta dai Medici e l’espansione ottocentesca impressa dai Lorena. Anche se i bombardamenti dell’ultima guerra hanno sconvolto la città, son ben visibili le tracce dell’impianto che il Buontalenti disegnò alla fondazione della città. Piazza Grande (B2), cinta di palazzi a portici, è il centro della città. Il Duomo è un rifacimento dell’edificio tardogotico devastato dai bombardamenti. Piazza della Repubblica (B2) copre un tratto del fosso Reale, antico fossato costruito a difesa della città. Sui lati minori, due grandi statue raffigurano Ferdinando III e Leopoldo II. Oltre il fosso si leva la fortezza Nuova (A-B2), disegnata da Bernardo Buontalenti. Alle spalle, il quartiere popolare di Venezia Nuova*, costruito da maestranze veneziane, mantiene le caratteristiche del progetto originario con una fitta rete di canali, ponti, strette strade e magazzini. Vi sorge la chiesa di S. Caterina, a pianta ottagonale. I Bottini dell’Olio furono edificati nel 1705 come magazzini per la conservazione dell’olio. Poco distante, la barocca chiesa di S. Ferdinando. La fortezza Vecchia (B1), un imponente complesso fortificato eretto nel 1521-34 su progetto di Antonio da Sangallo il Vecchio, ingloba il mastio della contessa Matilde, massiccio torrione del IX secolo, circondato da una rocca del 1377. Nell’antistante piazza Micheli si nota il celebre monumento ai quattro Mori* (B2), eretto al granduca Ferdinando I; deve il nome alle figure in bronzo realizzate da Pietro Tacca nel 1626. La piazza si affaccia sulla vecchia Darsena, oltre la quale si stende il porto Mediceo. Da via Grande (B2), la principale della città, si giunge a piazza Grande, oltre la quale sorgono, una vicina all’altra, la chiesa della Ss. Annunziata o dei Greci Uniti (1601), la chiesa della Madonna (1607) e la facciata della chiesa di S. Gregorio degli Armeni. Al termine della via si trova il neoclassico Cisternino, edificato nel 1837-42 per la distribuzione dell’acqua. Da qui si giunge a piazza del Cisternone (B3), che prende il nome dal grande serbatoio costruito nella prima metà dell’800. Attraverso via De Larderel si giunge all’imponente palazzo De Larderel, edificio neoclassico ottocentesco. L’espansione otto-novecentesca è caratterizzata da ville signorili e antichi al-
berghi, testimonianza di un boom turistico che raggiunse la massima espansione a cavallo tra ’800 e ’900. Nell’alberata piazza della Vittoria (C2-3), nel 1835, alla fine di un’epidemia di colera, fu eretta la chiesa di S. Maria del Soccorso. Villa Maria (C3), circondata da un parco secolare, è sede del Centro di Documentazione e Ricerca visiva, che raccoglie testimonianze della storia cittadina. Il vicino Castelletto, ottocentesco, ospita il Museo Mascagnano. Nella villa Fabbricotti (D3), del XVII secolo, si trova la Biblioteca Labronica, seconda della Toscana per importanza. Nella villa Mimbelli (D2), del XIX secolo, è allestito il Museo civico «G. Fattori», con opere* del pittore livornese e tele dei macchiaioli e post-macchiaioli. La villa Henderson (D2) ospita il Museo di Storia naturale del Mediterraneo. La bella passeggiata a mare si snoda lungo viale Italia* (B-F1-2), che dai Cantieri Navali Orlando conduce alla terrazza Mascagni, protesa sul mare, dove ha sede l’Acquario comunale «D. Cestoni». Poco oltre la chiesa di S. Jacopo in Acquaviva si trova l’ingresso della celebre Accademia Navale (E2). Attorno a un gruppo di palazzine neoclassiche, oltre l’ippodromo, sorge il nucleo residenziale Ardenza (F3). Nei dintorni, su un ampio piazzale panoramico*, si impone il santuario di Montenero, edificato nel XIV secolo; ricostruito e ampliato nel 1575 e 1721, conserva una preziosa raccolta di ex voto.
LORO CIUFFENNA (Arezzo) Caratteristica località del Pratomagno (vedi) sul fiume Ciuffenna, nella chiesa di S. Maria Assunta conserva un trittico di Lorenzo di Bicci e altre opere del XVI secolo. Nei dintorni, a Gròpina, è da vedere la pieve romanica di S. Pietro*, con originali capitelli e scavi archeologici sotto la chiesa. A Castelfranco di Sopra, cinto da mura turrite, degni di nota la chiesa di S. Tommaso dell’XI secolo e il Palazzo Comunale del XIV e, nei pressi dell’abitato, l’ex badia di Soffena. A Pian di Sco, una Parrocchiale romanica dei secoli XII-XIII.
LUCCA Città romana sorta su un insediamento ligure, occupata da goti e bizantini, fu sede di un ducato longobardo per diventare poi la capitale della Tuscia. Intorno al Mille, in seguito a un forte rigoglio economico e demografico, costruisce una nuova cinta muraria. La fortuna economica era determina-
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33 ta dall’attività bancaria e dalla lavorazione della seta, ma anche dalla scelta di affiancare l’imperatore nella lotta delle investiture, circostanza che favorì l’apertura dei mercati europei. I contrasti con Pisa e le gravi lotte civili del ’300 determinarono l’affermarsi di signorie come quelle di Castruccio Castracani e Uguccione della Faggiuola. Nel 1369 Lucca recupera l’indipendenza e, con la parentesi della signoria di Paolo Guinigi (1400-30), costituirà una sorta di città-stato in forma di repubblica oligarchica. Alla metà del ’500, Lucca, stato autonomo ma soffocato dai domini estensi e medicei, si dota di una terza cerchia di mura, mai usate per difesa e trasformate nell’800 in ombrosa passeggiata. Dopo la breve parentesi della repubblica democratica del 1799, diventa principato sotto la sorella di Napoleone, Elisa. Alla restaurazione diventa ducato sotto Maria Luigia di Borbone e verrà ceduta dal figlio di questa, Carlo Lodovico, a Leopoldo II di Lorena (1847). È questo un periodo di importanti trasformazioni urbanistiche: la creazione di piazza Napoleone, il riassetto della piazza del Mercato, la realizzazione della passeggiata delle mura e la costruzione della stazione ferroviaria. Dopo l’Unità non si verificano trasformazioni di rilevo, ma i lucchesi, per dirla con lo scrittore Mario Tobino, «hanno fatto la cosa più straordinaria che sia capitata in Italia, hanno conservato la loro città. Lucca è sempre lei». Contemporaneamente alla realizzazione dei viali alberati sui bastioni fu aperta la vasta e ombreggiata piazza Napoleone (C2), ornata dal monumento neoclassico a Maria Luigia di Borbone; a occidente è delimitata dal palazzo della Provincia, già della Signoria, iniziato dall’Ammannati nel 1578 e ampliato nel ’700-’800. La splendida chiesa dei Ss. Giovanni e Reparata* (C3), edificata nel XII secolo e parzialmente rifatta nel ’600, conserva l’originario portale del 1187. Adiacente è il Battistero a pianta quadrata con bella cupola gotica del 1393. L’area archeologica* sottostante racchiude i primitivi impianti (paleocristiano e altomedievale) dell’antica cattedrale di S. Reparata e del Battistero, oltre a stratificazioni romane e tardoantiche. Un suggestivo scenario medievale è offerto da piazza Antelminelli (C3) e dall’attigua piazza di S. Martino, su cui prospetta palazzo Bernardi, opera dell’Ammannati. L’area è dominata dal Duomo*, eretto in forme romaniche nei secoli XI-XII, ma rifatto nel ’400-’500. La facciata, asimmetrica, è del
1204, con un portico sotto il quale vi sono rilievi* del 1233 e una Deposizione attribuita a Nicola Pisano. Nell’interno, il venerato Volto Santo (crocifisso ligneo d’arte orientale), il celeberrimo monumento funebre a Ilaria del Carretto* di Jacopo della Quercia e S. Martino a cavallo e il mendico*, capolavoro della scultura del ’200. Il Museo della Cattedrale, ospitato in un complesso dei secoli XIII-XIV, raccoglie preziosi arredi sacri e opere d’arte. Via Guinigi* (B-C3) è una delle più suggestive della città; vi si affacciano le case dei Guinigi*, nucleo di palazzi e torri trecentesche; da una di queste, chiomata di lecci, si gode un bellissimo panorama. Sempre su via Guinigi prospetta la duecentesca chiesa dei Ss. Simone e Giuda, e su via S. Andrea la chiesa di S. Andrea (sec. XII) e la tardotrecentesca casa Gentili, poi Caselli, tipico esempio di casa mercantile lucchese. In piazza del Salvatore (B2), ornata dalla fontana neoclassica di Lorenzo Nottolini, sorgono la medievale torre del Veglio e la chiesa del Salvatore o della Misericordia. Su piazza S. Michele* (C2), animato e caratteristico centro della vita cittadina, prospettano il palazzo del Podestà o Pretorio, del 1492, ampliato nel ’500, e la chiesa di S. Michele in Foro*, uno degli esempi più tipici dell’architettura pisano-lucchese. La facciata è coronata da quattro ordini di loggette riccamente decorate, alla cui sommità si trova una colossale statua di S. Michele Arcangelo di fattura romanica; bellissimo è il fianco destro a vigorose arcature e loggetta trecentesca, in fondo al quale sorge il campanile. All’interno, una terracotta smaltata di Andrea della Robbia e una tavola di Filippino Lippi. L’unico esempio a Lucca di architettura rinascimentale è la chiesa di S. Paolino (C2), innalzata nel 1522 sull’area di un vasto edificio romano. Palazzo Mansi* (B2), edificio seicentesco, sede della Pinacoteca nazionale, conserva parte degli arredi originali: notevoli il salone della Musica e una sontuosa sala dell’Alcova*. La Pinacoteca custodisce dipinti dal rinascimento alla prima metà del ’700: l’importante raccolta è costituita, nella parte più antica, dalla donazione fatta nel 1847 da Leopoldo II. S. Romano (C2) è una chiesa domenicana ricostruita nel ’200 sui resti di un primitivo oratorio. Notevole esempio di architettura romanica primitiva è la chiesa di S. Alessandro (sec. XI-XII; C2), con una sobria facciata in marmo e, nell’interno, colonne con capitelli del III-IV secolo.
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Da S. Giusto (C2), edificio romanico del XII secolo, per la suggestiva via del Battistero, si giunge in via Fillungo* (B-C3), principale asse del centro storico, fiancheggiata da antiche case e torri, su cui prospettano palazzo Cenami, degli inizi del ’500, la chiesa di S. Cristoforo (C3), gotico-pisana, la duecentesca casa Barletti Baroni e la torre delle Ore, dotata dal 1471 di un orologio meccanico. Per la tortuosa e suggestiva via C. Battisti (B2-3), fiancheggiata da bei palazzi del ’600-’700, tra i quali palazzo Controni-Pfanner, si giunge alla chiesa di S. Frediano* (B3), eretta nel 1112-47 e modificata nel ’200. La facciata, semplice e nobilissima, ha una loggetta architravata sormontata da un mosaico bizantineggiante. Nell’interno, una fontana lustrale* romanica, un pavimento a
mosaico cosmatesco e la cappella dei Trenta, che custodisce rilievi* di Jacopo della Quercia. Accanto alla chiesa vi sono i resti del cimitero di S. Caterina. Tangente a via Fillungo, nell’area dell’anfiteatro romano, fu aperta nel 1830 piazza Anfiteatro* (B3): una serie di costruzioni sovrapposte all’antico teatro chiudono la piazza ad anello, creando un suggestivo quadro architettonico. Nella quattrocentesca villa Guinigi* (B45) ha sede il Museo nazionale, che accoglie opere prodotte per la città da artisti locali e stranieri e consente di ripercorrere la storia artistica di Lucca attraverso i secoli. Comprende un settore archeologico e opere che spaziano dal medioevo alla metà del ’700. In via del Fosso (A-C4), che deve il nome al fossa-
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35 ora Pecci-Blunt, con un bel parco, la tardocinquecentesca villa Mansi e la seicentesca villa Torrigiani. Da visitare anche la romanica pieve di Bràncoli* e Borgo a Mozzano, con la parrocchiale di S. Jacopo e l’oratorio del Crocifisso.
LUCIGNANO (Arezzo) Sorge su un’altura della Valdichiana (vedi), singolare esempio di urbanistica a pianta ellittica, con al centro la collegiata di S. Michele. Il Museo civico raccoglie opere del ’300 e ’400 senese, una Madonna di Luca Signorelli e un reliquario di rame dorato, iniziato nel 1350 e terminato nel 1471, l’Albero d’oro*, che è il simbolo della città. A destra del Palazzo comunale è la chiesa di S. Francesco del XIII secolo con portale gotico. Fuori porta S. Giusto, la cinquecentesca fortezza Medicea e il santuario della Madonna delle Querce, ricostruito nel 1564 su progetto del Vasari.
LUNIGIANA
to che proteggeva le mura duecentesche, sorge la villa Buonvisi, con un bel giardino e il Giardino botanico, istituito nel 1820. S. Maria Forisportam (C3-4), chiesa romanica di tipo pisano (sec. XIII) prospetta sull’omonima piazza, dove si trova un’antica colonna romana in granito, meta delle corse al palio. Nel tratto centrale di via S. Croce (C3-4), tra case medievali e nobili palazzi, sorge palazzo Bernardini. In piazza del Suffragio, la seicentesca chiesa del Suffragio e l’oratorio di S. Giulia (sec. XIII-XIV). Le mura* cinquecentesche, adibite a passeggio, sono tra le più significative opere militari della Toscana. Nei dintorni, tra le numerosissime ville lucchesi sorte dopo il rinascimento, sono da segnalare l’ex villa Reale*,
(Massa-Carrara ) Estremo lembo della Toscana incuneato tra Liguria ed Emilia, prende il nome dall’antica Luni, oggi sito archeologico, e coincide con il bacino del fiume Magra. Terra di transito per eccellenza, con funzione di cerniera tra la pianura padana e l’Italia centrale, è caratterizzata da castelli (ne sono stati contati 160), borghi fortificati, ospizi per viandanti. È dominata dal grigio della pietra arenaria; i gradoni e i terrazzamenti, che consentono lo sfruttamento dei pendii più ripidi, danno al territorio un aspetto che non ha riscontri nella collina toscana. Patrimonio linguistico e tradizioni ne fanno per molti aspetti un’isola nella regione: una terra varia con un’identità assai pronunciata. Ha una parte ligure che giunge fino a Sarzana; per la parte toscana i centri più importanti sono Pontrèmoli, Fosdinovo, Fivizzano (vedi).
MAGLIANO IN TOSCANA (Grosseto) Sito sul luogo dell’etrusca Heba (più tardi romana), il borgo conserva tra le mura vestigia del ’400 e ricordi degli Aldobrandeschi di S. Fiora. Da visitare, la chiesa di S. Giovanni Battista, la chiesa romanico-gotica di S. Martino e, lungo corso Garibaldi, il palazzo dei Priori e il tardogotico palazzo di Checco il Bello. Le mura* quattrocentesche hanno un tratto di epoca aldobrandesca (sec. XIII). Vicino, i ruderi scenografici della chiesa di S. Bruzio, iniziata intorno al Mille.
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MARINA DI PIETRASANTA
(Livorno) Località dell’isola d’Elba (vedi), circondata da castagni e dominata dalle rovine quattrocentesche della fortezza degli Appiani. Il Museo archeologico raccoglie manufatti preistorici, etruschi e romani. Un sentiero conduce in 40 minuti al santuario della Madonna del Monte, con un romitorio nel quale soggiornò Napoleone. Una cabinovia porta ai grandi massi granitici del monte Capanne, punto panoramico privilegiato sull’Arcipelago Toscano. A Marciana Marina, porto turistico, si innalza una torre del XII secolo.
(Lucca) Vivace cittadina della Versilia (vedi) con, sullo sfondo, le cime delle Apuane. Lungo la spiaggia tra Forte dei Marmi e Lido di Camaiore (vedi), saldate tra loro, le località turistiche di Fiumetto, Tònfano, Motrone, Focette.
MAREMMA (Livorno e Grosseto) Si stende lungo il Tirreno dalla foce del Cècina fin oltre Tarquinia. Una costa prevalentemente piatta, interrotta dal promontorio di Piombino, da Punta Ala, dai monti dell’Uccellina e dell’Argentario e dalle Colline Metallifere. Il ristagno dei fiumi, per l’alzarsi dei ‘tòmboli’ (cordoni di sabbia costieri), provocò l’impaludamento e lo spopolamento della regione; cosicché, dopo un fiorente periodo etrusco e romano, l’area assunse un’importanza più militare che economica, di cui sono testimonianza le roccaforti costruite dagli spagnoli nel ’500 e che costituirono lo Stato dei Presidi. All’inizio del ’900, la bonifica e la sconfitta della malaria hanno ridato vigore economico alla regione, che ha oggi nell’industria turistica la sua fonte di reddito più importante. La parte toscana si suddivide tra la Maremma pisana a nord di Piombino (ma già provincia di Livorno) e la più vasta Maremma grossetana. Si vedano anche Ansedonia, Campiglia Marittima, Castiglione della Pescaia, Cècina, Follònica, Grosseto, Larderello, Magliano in Toscana, Massa Marittima, Monte Argentario, Orbetello, Piombino, Populonia, Talamone e Vetulonia.
MARINA DI CAMPO (Livorno) Animata località balneare in un promontorio del golfo di Campo, sulla riva meridionale dell’isola d’Elba (vedi), è dominata dalla medicea torre della Marina. Nei dintorni si trovano le spiagge di Càvoli, Fetovaia e Lacona, il paesino di Pomonte, tra i valloni del monte Capanne, e il borgo di origine romana di San Piero in Campo, con la chiesa romanica di S. Nicolò.
MASSA Capitale dello stato dei Malaspina – poi Cybo Malaspina – dal 1442 al 1741, fu in seguito unita al ducato di Modena; nel 1806, Massa e Carrara vengono aggregate al principato di Lucca e nel 1859 unite al regno di Sardegna. La città ha un nucleo medievale, sul quale si erge la rocca malaspiniana, e una parte cinquecentesca. La parte moderna tende a saldarsi alla costa. Il centro della città antica è piazza degli Aranci (A-B2), sulla quale domina la bella facciata di palazzo Cybo Malaspina, dei secoli XVI-XVII, con cortile a loggiati. Il Duomo (A2), del 1389 ma più volte modificato, ha una facciata del 1936 in marmo di Carrara. Nell’interno, il sepolcreto Cybo Malaspina e dei Vescovi, un affresco del Pinturicchio, un trittico attribuito a Filippo Lippi e 6 candelabri in bronzo di Pietro Tacca. Nell’ex Palazzo Vescovile si trova la nuova sede del Museo diocesano. Sull’alto colle sorge la Rocca* (B-C3), che comprende un nucleo medievale e un palazzo rinascimentale. All’interno, il Museo del Castello conserva materiale archeologico. Il Museo etnologico delle Apuane (A1, f.p.) è uno dei più completi del suo genere e raccoglie testimonianze della vita contadina. Nei dintorni si trovano la località termale San Carlo Terme, Pasquilio, nei prati sotto il monte Càrchio, Antona, di cui è da visitare la Parrocchiale e, nel Parco naturale delle Alpi Apuane, Pian della Fioba con l’Orto botanico «Pietro Pellegrini».
MASSA MARITTIMA (Grosseto) La ‘città vecchia’ raccolta intorno al Duomo ha un intenso sapore medievale e un altissimo valore artistico; la ‘città nuova’ è un’espansione progettata nel 1228. A pochi chilometri dal mare, Massa prende nome da Maritima Regio, come si chiama la zona costiera dal IX secolo. Fino al ’300 erano sfruttate le miniere di argento e rame; il declino economico, determinato dalla malaria, debellata soltanto con la bonifica, ha paradossalmente contribuito a preservare i suggestivi scorci dell’immagine ur-
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bana. Centro monumentale della ‘città vecchia’ è piazza Garibaldi* (B-C1), chiusa da un podio a gradone su cui spicca il Duomo. A sinistra, oltre il Palazzo Vescovile, spicca il duecentesco edificio della fonte dell’Abbondanza (C1-2). Sempre sulla piazza prospettano il Palazzo Pretorio, la duecentesca casa dei conti di Biserno, la torre dei Biserno e il Palazzo Comunale*, edificio d’impronta romanica dei secoli XIII-XIV. Di fronte, ricostruite nell’800, le logge del Comune; alle spalle, il medievale palazzetto della Zecca. Il Duomo* (C1) è un capolavoro dell’architettura romanico-gotica pisana; iniziato nell’XI secolo, fu ampliato tra il 1287 e il 1304. Il campanile fu ri-
costruito intorno al 1920. Nel luminoso interno si conservano, tra l’altro, un fonte battesimale del 1267, la Madonna delle Grazie, attribuita a Duccio di Buoninsegna, e l’arca di S. Cerbone* – cui la chiesa è dedicata –, capolavoro del senese Goro di Gregorio. Di fronte al Duomo, il Palazzo Pretorio (B-C1), residenza dei podestà, è sede dei Musei civici, che comprendono il Museo archeologico, con materiali dell’età neolitica ed etruschi, e la Pinacoteca, con opere di Sano di Pietro, Sassetta, Ambrogio Lorenzetti e Sebastiano Folli. Sotto la ‘città vecchia’ un complesso di gallerie, usato come rifugio durante la seconda
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guerra mondiale, è stato trasformato nel Museo della Miniera, in cui si documentano le tecnologie di scavo e sfruttamento minerario. Oltre porta alle Silici si apre la ‘città nuova’ con piazza Matteotti* (B2), al centro della quale svetta la torre del Candeliere o dell’Orologio. La piazza è attorniata da case antiche e dalle cortine della grandiosa fortezza dei Senesi. Nel rinascimentale palazzo delle Armi ha sede il Museo di Storia e Arte delle Miniere, che raccoglie minerali, attrezzi e una documentazione cartografica (famoso il Codice minerario massetano). In piazza Beccucci è allestita la mostra permanente di cultura contadina; nella vicina via Populonia si conserva un antico frantoio del XVIII secolo. S. Agostino (B2) è una chiesa gotica con un grandioso portale sulla facciata nuda e un’abside poligonale del 1348. Nelle vicinanze si trova l’interessante Parco archeologico del lago dell’Accesa.
MONSUMMANO TERME (Pistoia) Località termale della Valdinièvole, che diede i natali a Giuseppe Giusti. Si formò nel ’600 aggregandosi attorno al
santuario di Maria Ss. di Fontenuova. Nell’annesso Museo è conservato un Crocifisso in avorio attribuito al Giambologna. Casa Giusti, dove nacque il poeta nel 1809, ospita il Museo di Casa Giusti. Dallo stabilimento termale, sul cui piazzale è allestito un piccolo museo geologico, si accede alla grotta Giusti: divisa in vani detti Paradiso, Purgatorio e Inferno, saturi di vapore acqueo, offre una salutare sauna naturale. La grotta Parlanti è una caverna artificiale con stabilimento neoclassico. Nei dintorni si visita Monsummano Alto, piccolo borgo medievale cinto di mura, nel quale si trova la pieve romanica di S. Nicolao, del XII secolo.
MONTALCINO (Siena) Il paese è adagiato su un colle coperto da oliveti e dai vigneti che danno il famoso Brunello, tra le valli dell’Ombrone e dell’Asso. Nel 1555, quando Siena si arrese agli imperiali, 650 famiglie si rifugiarono nella rocca di Montalcino (costruita nel 1361), resistendo fino al 1559. Eretto nei secoli XIII-XIV, di chiara impronta senese, il Palazzo Comunale ha un ampio
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39 portico, al cui fondo si nota la cinquecentesca statua di Cosimo I de’ Medici, e un’alta torre. Di fronte, una loggia dei secoli XIV-XV. Dietro il palazzo si incontra la chiesa di S. Egidio, spoglia costruzione d’impianto romanico-gotico. Nell’ex convento accanto alla chiesa di S. Agostino (sec. XIV), il Museo civico e diocesano d’Arte sacra raccoglie importanti opere di maestri senesi dei secoli XIV e XV. Nella farmacia dello Spedale di S. Maria si ammirano affreschi di Vincenzo Tamagni. La Rocca* domina l’abitato con la sua poderosa mole pentagonale; all’interno ha sede un’enoteca di vini locali.
MONTE ARGENTARIO (Grosseto) È un promontorio (forse un’antica isola) unito alla riva dai ‘tòmboli’ di sabbia che racchiudono la laguna di Orbetello. Deriva il nome forse dall’attività di banchieri dei romani Domizi, che ne erano proprietari. Dal 1555 fu parte dello Stato dei Presidi spagnoli, e dal 1815 appartenne al granducato di Toscana. Porto Santo Stefano, antico luogo di pescatori e oggi nota località balneare, conserva una fortezza spagnola. Da qui partono i traghetti per l’isola del Giglio. Altro borgo di pescatori era Porto Ercole, dominato da una rocca e da tre forti spagnoli. Sulla spiaggia morì il Caravaggio, inseguito dai sicari dei Cavalieri di Malta. Nei dintorni si consiglia la passeggiata al monte Telegrafo, la cima più alta del promontorio, da cui si gode il panorama* sull’Arcipelago Toscano e la Maremma (vedi).
MONTECATINI TERME (Pistoia) La nascita della città, nella Valdinièvole, è legata all’iniziativa di Pietro Leopoldo I (1765-90) di ammodernare gli impianti che già dal XV secolo sfruttavano le acque minerali. Oggi è una ville d’eaux tra le più attrezzate ed eleganti d’Europa. Nel centro, il grande parco delle Terme* racchiude gli stabilimenti termali: il Tettuccio (1927), l’Excelsior (1915), in forme liberty con aggiunte moderne, e le Terme Leopoldine (1775), rinnovate nel 1927. Nella sede dell’Accademia «Dino Scalabrino», il Museo d’Arte contemporanea raccoglie opere di artisti italiani e stranieri da fine ‘800 a oggi. A monte del parco delle Terme si estende il parco delle Panteraie, da cui si gode un ampio panorama. Il vicino Montecatini Alto, che si raggiunge anche con una funicolare o su una strada panoramica che passa accanto alla grotta
Maona, conserva i resti della rocca medievale, la Prepositurale con un museo e una piccola cappella con affresco trecentesco. Nei dintorni, tra i boschi, vi sono piacevoli luoghi di villeggiatura : Marliana, che conserva una porta castellana, resti di mura e la chiesa di S. Niccolò; Panicàgliora; Sierra Pistoiese, con la romanica pieve di S. Leonardo e i resti di un Castello, e Femminamorta, su un verde pianoro ondulato.
MONTE OLIVETO MAGGIORE (ABBAZIA DI) (Siena) Questo insigne monumento d’arte su un’altura solitaria densa di cipressi – con le crete, la valle dell’Ombrone e il monte Amiata sullo sfondo – fu fondato dal senese Bernardo Tolomei nel 1313. L’abbazia consta di un complesso di edifici dei secoli XIV-XVIII preceduto da un palazzotto medievale edificato nel 1393. Da un viale si raggiunge il monastero, affiancato dalla chiesa abbaziale col campanile gotico. Attraverso un atrio si entra nel chiostro grande, sulle cui pareti si ammira uno dei capolavori dell’arte rinascimentale, il ciclo di affreschi della Vita di S. Benedetto* di Luca Signorelli e del Sodoma. All’interno della chiesa, uno splendido coro* ligneo di fra’ Giovanni da Verona (1503). Il complesso di clausura comprende il chiostro di mezzo, il refettorio, il chiostro piccolo, la biblioteca*, ricca di 40 000 volumi, il definitorio, l’antica farmacia e un importante laboratorio di restauro di pergamene e libri antichi.
MONTEPULCIANO (Siena) Città di altissimo valore architettonico rinascimentale, che domina la Valdichiana (vedi), vide tra i suoi costruttori Michelozzo, Antonio da Sangallo il Vecchio, Baldassarre Peruzzi, il Vignola. Diede i natali ad Agnolo Ambrogini, il Poliziano (il luogo nel medioevo era noto come «Mons Politianus»). Preceduto dall’ottocentesco giardino di Poggiofanti, l’ingresso al centro storico è la porta al Prato, appartenente alla cinta muraria della metà del XIII secolo e restaurata nel ’500. La via di Gracciano nel Corso*, asse del ‘borgo’ di Gracciano, è fiancheggiata da palazzi del ’500: palazzo Avignonesi, che ha di fronte la copia ottocentesca della colonna del Marzocco; palazzo Tarugi; palazzo Cocconi, attribuito ad Antonio da Sangallo il Vecchio; palazzo Bucelli; la quattrocentesca chiesa di S. Agostino, con facciata di Michelozzo, al cui interno sono con-
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40 servati un Crocifisso in legno dipinto di Antonio da Sangallo il Vecchio e opere di Giovanni di Paolo, del Pollaiolo e di Lorenzo di Credi. Di fronte, la torre di Pulcinella (1524), coronata da un automa in legno rivestito di lamiera raffigurante Pulcinella che batte le ore; oltre palazzo Venturi e l’arco della Cavina si giunge a piazza delle Erbe, di fronte alle arcate della tardocinquecentesca loggia del Grano, attribuita al Vignola. Il secondo tratto del ‘corso’ è la via di Voltaia nel Corso, anch’essa fiancheggiata da palazzi cinquecenteschi: palazzo Cervini*, palazzo Bruschi, che ospita l’ottocentesco caffè Poliziano, palazzo Gagnoni Grugni, seguito dal seicentesco collegio dei Gesuiti e dalla barocca chiesa del Gesù. Segmento terminale del ‘corso’ è via dell’Opio nel Corso, che prosegue in via del Poliziano, con la casa natale del poeta; in via del Teatro, il settecentesco teatro Poliziano, modificato nel 1881. Piazza Grande* è il centro monumentale della città, ove affacciano palazzo NobiliTarugi, attribuito ad Antonio da Sangallo il Vecchio, affiancato dal cinquecentesco pozzo de’ Grifi e de’ Leoni, il palazzo del Capitano del Popolo e il rinascimentale palazzo Contucci. Il Palazzo Comunale*, edificato tra ’300 e ’400, ha facciata di Michelozzo e ricorda il palazzo della Signoria di Firenze. Il Duomo* è una vasta costruzione rinascimentale con facciata incompiuta e campanile quattrocentesco. Nel grandioso interno si ammirano la statua di Bartolomeo Aragazzi di Michelozzo, il trittico dell’Assunzione di Taddeo di Bartolo e una Madonna col Bambino di Sano di Pietro. In via Ricci, negli ambienti del gotico palazzo Neri-Orselli, ha sede il Museo civico Pinacoteca «Crociani», con opere di Margarito d’Arezzo, Bicci di Lorenzo, del Maestro di Badia a Isola, Girolamo di Benvenuto, Andrea della Robbia e altri. Oltre via del Poggiolo – fiancheggiata, come via Ricci, da edifici medievali e rinascimentali – vi è la chiesa di S. Lucia, edificio che coniuga il manierismo con il primo barocco; all’interno conserva una Madonna della Misericordia di Luca Signorelli. Negli immediati dintorni vanno segnalate la chiesa di S. Biagio*, significativa creazione del rinascimento, capolavoro di Antonio da Sangallo il Vecchio, la chiesa di S. Maria dei Servi (sec. XIV ) con una Madonna* attribuita a Duccio di Buoninsegna e la chiesa di S. Maria delle Grazie, dalla bella facciata manieristica, che ospita un raro organo rinascimentale e una terracotta di Andrea della Robbia.
MONTERIGGIONI (Siena) Il borgo, nel dolce paesaggio dei colli senesi, è un raro esempio di architettura militare medievale conservato pressoché come Dante lo vide: «Monte Reggion di torri si corona». Le mura*, infatti, costruite tra il 1212-19 e il 1260-70, sono munite di 14 torri quadrilatere. La pieve di S. Giovanni Battista è un esempio del passaggio tra romanico e gotico. Nei pressi è da vedere Abbadia Isola, piccolo villaggio sorto intorno all’abbazia di S. Salvatore, dell’XI secolo.
MONTE SAN SAVINO (Arezzo) Il colle su cui sorge, ricco di ulivi, sovrasta la valle dell’Esse. Il borgo, ricco di suggestioni medievali e rinascimentali, diede i natali ad Andrea Contucci, il Sansovino, cui è attribuita la loggia dei Mercanti*; di fronte si ammira il Palazzo Comunale di Antonio da Sangallo il Vecchio. La trecentesca chiesa di S. Agostino, ampliata nel ’500 forse da Sansovino e poi nel ’700, ha un portale gotico e un bel chiostro. In piazza Jalta vi sono il Cassero (1383) e la seicentesca chiesetta di S. Chiara. Nei dintorni, notevole il santuario di S. Maria delle Vertighe, fondato nel XII secolo; all’interno, una cappella della Madonna, che la leggenda vuole traslata da Asciano nel 1100; nel convento vi è un prezioso trittico di Margarito d’Arezzo. In direzione di Siena, il minuscolo borgo castellano di Gargonza, ora centro vacanze e convegni, ospitò Dante all’inizio del suo esilio.
MONTEVARCHI (Arezzo) Città del Valdarno superiore, è un importante mercato alimentare e vinicolo, oltre che centro di industria tessile. È punteggiata da interessanti villini ed edifici in stile liberty e decò. Il Museo d’Arte sacra, accanto alla collegiata di S. Lorenzo, raccoglie opere dei secoli XIV e XV e una collezione robbiana, tra cui un tempietto. Il Museo paleontologico, nell’ex convento di S. Ludovico, ove ha sede anche l’Accademia Valdarnese del Poggio, raccoglie fossili del Pliocene. Nei dintorni, Cennina* è un interessante borgo medievale con case quattrocentesche e resti del Cassero.
MUGELLO (Firenze) È una conca verde tra colli e monti dove scorre la Sieve. Il fondovalle è fitto di coltivazioni, vigne e frutteti immersi in un paesaggio assai vario, con vallette e
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41 torrenti. Nel medioevo era un passaggio strategico verso la Romagna. Nell’alto medioevo venne dominato dalla potente famiglia degli Ubaldini, che vi costruì numerosi castelli, di cui resta poco, a cui si affiancarono pievi e abbazie, meglio conservate. Quando fu conquistata da Firenze, vi si costruirono le cosidette ‘terre murate’ – Firenzuola, Vicchio, Scarperìa – che dovevano garantire i commerci con la valle padana. Accanto a questi, sorsero centri commerciali come San Piero a Sieve e Borgo San Lorenzo (vedi). A sud-est si stende l’ampio territorio del Pratomagno (vedi), coperto di boschi secolari, ove sorge la famosa abbazia di Vallombrosa (vedi). A Mugello Cimabue incontrò il giovane Giotto; a Vicchio nacque il Beato Angelico e, vicino a Dicomano, lungo la Sieve, sorge il paesello – oggi chiamato Castagno di Andrea – dove nacque Andrea del Castagno. Lungo la strada da Firenze al passo della Futa sorgono due tra le più suggestive opere di Michelozzo, realizzate per Cosimo il Vecchio de’ Medici: il castello di Trebbio e la villa di Cafaggiolo, che sarebbe diventato uno dei luoghi prediletti di Lorenzo il Magnifico.
ORBETELLO (Grosseto) Tra la costa maremmana e il monte Argentario due bassi cordoni di sabbia, i ‘tòmboli’, delimitano la laguna di Orbetello. La città, antichissima, fu poi dominio bizantino, longobardo, aldobrandesco, ursineo, senese, ma è la confluenza nello Stato dei Presidi, voluto dagli spagnoli nel ’500 e di cui era capitale, che ne caratterizzò l’architettura: per esempio, le imponenti mura che ne circondano il centro storico, con le notevoli porta a terra, porta Medina Coeli, porta del Soccorso e la polveriera Guzman. Il Duomo (1376, rifatto nel XVII secolo) ha una graziosa facciata gotica e conserva un paliotto preromanico. L’ex convento delle Orsoline ospita la Biblioteca ed espone il frontone del tempio di Talamone*, opera etrusca di epoca ellenistica.
PESCIA (Pistoia) Capoluogo della Valdinièvole (vedi), Pescia è una città medievale – i cui rioni sono detti ‘quinti’ – oggi nota per la floricultura e i vivai. Il Duomo, rifatto nel 1693, ha un robusto campanile del 1306. Nella Biblioteca capitolare, sculture e opere dei secoli XV e XVI. Nella chiesa d’origine gotica di S. Francesco si trovano una cappella attribuita ad Andrea Cavalcanti
e affreschi attribuiti a Bicci di Lorenzo. Nella vicina chiesa di S. Antonio Abate, trecentesca, affreschi forse di Bicci di Lorenzo e un gruppo ligneo del ’200. Centro della vita civile è la caratteristica piazza Mazzini, su cui affacciano l’oratorio della Madonna di Piè di Piazza, di forme brunelleschiane, e il palazzo del Vicario (sec. XIII-XIV). Il Museo civico ospita opere di scuola toscana dal ’300 al ’500; nel duecentesco palazzo del Podestà si trova la Gipsoteca dello scultore Libero Andreotti. La storia del territorio è illustrata dal Museo civico di Scienze naturali e Archeologia della Valdinièvole. Nei dintorni sono da segnalare il paesetto di Uzzano, la pieve di Castelvecchio (sec. XI-XII), restaurata nell’800, Montecarlo, ove si produce il pregiato vino omonimo, e Altopascio, con un notevole centro storico, sorto intorno a un Ospedale di Carità e al relativo ordine cavalleresco.
PIENZA (Siena) In cima a un colle sorge solitaria questa città, tentativo di ‘città ideale’ rinascimentale voluta da un papa colto e umanista, Pio II – al secolo Enea Silvio Piccolomini –, e pianificata da Bernardo Rossellino, che trasformarono la città natale del pontefice, Corsignano. La morte del papa e dell’architetto, nel 1464, lasciò l’opera incompiuta. Sul punto più alto del colle si trova il capolavoro del progetto, piazza Pio II*, di forma trapezoidale, ispirata ai principi architettonici di Leon Battista Alberti. Vi si affacciano alcuni edifici notevoli: il Palazzo Vescovile, già Borgia, il Palazzo Pubblico, palazzo Ammannati e la Cattedrale*, il cui luminoso interno è ispirato alle chiese a sala tedesche; custodisce un coro* ligneo del 1462, oltre a opere di Vecchietta, Sano di Pietro, Matteo di Giovanni e un fonte battesimale* del Rossellino. A destra della cattedrale, preceduto da un pozzo, vi è il grandioso palazzo Piccolomini*, anch’esso disegnato dal Rossellino, di rigorose forme rinascimentali ispirate a palazzo Rucellai di Firenze. Restaurato negli anni ’30 del ’900, racchiude un elegante cortile da cui si accede a un giardino pensile*, sul quale prospetta la celebre loggia*. Il Museo diocesano* contiene arredi, oreficerie, paramenti sacri (piviale di Pio II*) e dipinti di scuola senese. Asse principale del borgo è corso Rossellino, ove prospettano la gotica chiesa di S. Francesco e palazzo Jouffroy, costruito, come quelli Borgia, Ammannati e Gonzaga, su sollecitazione di Pio II. Il Museo della Città e del Territorio, nell’ex conservatorio di S. Carlo Borromeo, anno-
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42 vera ceramiche neolitiche e l’importante collezione etrusca Landi Newton. Nelle vicinanze sorge la pieve di S. Vito, che risale ai secoli XI-XII. Nei dintorni, al monastero olivetano di S. Anna in Camprena, affreschi* del Sodoma; a Castelmuzio si trova la pieve di S. Stefano in Cennano, d’origine paleocristiana, e nell’oratorio della Confraternita della SS. Trinità e S. Bernardino è sistemato un piccolo Museo d’Arte sacra. Il borgo medievale di Monticchiello è noto per l’annuale rassegna del Teatro Povero.
PIETRASANTA (Lucca) Città della Versilia (vedi), fondata nel 1255, sulla Via Francigena. La sua fortuna è oggi legata all’attività di scultori e artigiani del marmo, cui si affianca l’attività delle fonderie che forniscono sculture per le gallerie di tutto il mondo. Il Duomo* è della metà del ’200, ingrandito nel 1330. La facciata presenta tre portali con rilievi di scuola pisana e un rosone di Lorenzo Riccomanni (sec. XV). Il campanile del ’400-’500 è incompiuto; vicino si trova il Battistero, restaurato nel ’700. Il Museo archeologico Versiliese (chiuso per restauri; la sede provvisoria è in via Marconi 5) documenta le civiltà preistorica, etrusca, ligure, romana. Il Museo dei Bozzetti raccoglie calchi di scultori contemporanei. La chiesa di S. Agostino (sec. XIV) ospita all’interno l’altare dell’Annunziata, attribuito a Stagio Stagi. Nei dintorni, passando per la pieve dei Ss. Giovanni e Felicita (sec. XIII-XV), si giunge a Valdicastello Carducci, ove è la casa natale di Giosuè Carducci (1835-1907).
PIOMBINO (Livorno) Sull’estremità dell’omonimo promontorio, Piombino è un importante centro portuale e siderurgico. Al centro del nucleo vecchio sorge la parrocchiale di S. Antimo, trecentesca, con a fianco un chiostro rinascimentale. In fondo a corso Vittorio Emanuele II, sul quale prospetta il Palazzo Comunale restaurato in forme quattrocentesche, si apre piazza Verdi, dominata dal quattrocentesco rivellino collegato a un torrione del 1213. Nella piazza della Cittadella, fortificata nel 1465-70, sorge il Museo archeologico del Territorio di Populonia*, con manufatti preistorici, corredi tombali* dalle necropoli etrusche di Populonia e materiali di epoca romana e tardoantica (pezzo eccezionale è l’anfora argentea di Baratti*). L’Istituto di Biologia ed Ecologia marina ha un interessante Acquario mediterraneo.
PISA Adagiata su un’ansa del fiume Arno, Pisa dista attualmente una decina di chilometri dal mare, benché sia stato il mare a determinare lo splendore e il declino della sua storia. Città fiorente al tempo dei romani, sviluppò l’attività marinara già in epoca gotica, longobarda e carolingia. Nell’XI secolo la flotta è abbastanza potente per snidare, con i genovesi, gli arabi dalla Sardegna e per appoggiare i normanni nella presa di Palermo. Il grande secolo della repubblica marinara è il XII, con l’appoggio alla prima crociata, la guerra contro i saraceni nelle Baleari, la sconfitta di Amalfi. Dal Barbarossa ottiene la Sardegna in feudo e il possesso della costa tirrenica da Portovenere a Civitavecchia. Sono gli anni del grande splendore artistico: accanto al Duomo si costruiscono il Battistero e la celebre Torre. Ma la ghibellina Pisa comincia a suscitare la rivalità di molti: dei lucchesi, dei fiorentini e dei genovesi. Dopo le vittorie su Genova (1241 e 1258) e su Firenze a Montaperti (1260), Pisa finisce però col seguire il destino delle città ghibelline dopo la fine degli Svevi: viene sconfitta da lucchesi e fiorentini e, alla Meloria nel 1284, la flotta è distrutta dai genovesi. Nel XIV secolo inizia il declino e anche l’impero coloniale si dissolve. Ma l’arte è ancora splendida, si compie il Camposanto, l’Università risorge e si costruisce sul Lungarno la chiesa di S. Maria della Spina. Nel 1406 Pisa cade definitivamente sotto il dominio fiorentino; il porto si ostruisce, la zona si impaluda: la popolazione scende a 8000 abitanti. Col ducato e poi granducato mediceo arrivano giorni migliori, si potenzia l’Università, con la fondazione del primo Orto botanico d’Europa, e Cosimo I istituisce l’Ordine dei Cavalieri di S. Stefano, che ridà prestigio marinaro alla città, facendole assumere sempre più quell’aspetto granducale mediceo che la caratterizza tuttora. L’antico centro della città repubblicana fu trasformato in epoca medicea in piazza dei Cavalieri* (B4) per ospitarvi il palazzo dei Cavalieri* o palazzo della Carovana, rifacimento vasariano del medievale palazzo degli Anziani, sede dell’Ordine dei Cavalieri di S. Stefano. Oggi ospita la Scuola Normale Superiore, istituita nel 1810 da Napoleone sul modello delle università d’oltralpe. Di fronte vi sono la statua di Cosimo I e una fontana del 1596. Chiudono la piazza la chiesa di S. Stefano dei Cavalieri* e il palazzo dell’Orologio, anch’esso adattamento vasariano di più
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43 antichi edifici. In Borgo Stretto (C4), una delle principali vie della città, si trova la chiesa di S. Michele in Borgo* (C4-5), con facciata romanico-gotica. In via Corsica la romanica chiesa di S. Sisto (sec. XI; B4). In via S. Maria (B-C3), forse la più caratteristica della città, su cui affacciano edifici del XVII e XVIII secolo, vi sono la Domus Galilaeana, la casa di Antonio Pacinotti, una casa-torre del ’200 e, accanto alla chiesa di S. Giorgio dei Tedeschi, il quattrocentesco ospizio dei Trovatelli. In via Ghini si trova l’ingresso dell’Orto botanico. Piazza del Duomo* (A3), detta Campo dei Miracoli, accoglie in una scenografica distesa erbosa i più alti esempi dell’arte romanica pisana: il Campanile*, detto Torre pendente, è una delle torri più belle e famose del mondo; iniziato nel 1173 e interrotto per il cedimento del terreno – cui si deve la pendenza –, fu ripreso nel 1275 e compiuto nel ’300; alla sommità della torre (m 54) Galileo compì gli esperimenti sulla gravità; il Duomo*, iniziato nel 1064 e concluso nel XII secolo, ha all’interno uno dei massimi capolavori dell’arte gotica italiana: il pulpito* marmoreo di Giovanni Pisano; il Battistero* è un maestoso edificio romanico a pianta circolare, al cui interno si trova un pregevole pulpito* di Nicola Pisano; successivo è il Camposanto*, iniziato nel 1277, edificio rettangolare ad arcate cieche con un bellissimo porticato; dal XV secolo in poi vi si collocarono i monumenti funebri, tra cui una raccolta di sarcofagi romani*. Durante i restauri, cominciati dopo i gravi danneggiamenti della seconda guerra mondiale, furono messe in luce importanti sinopie, che oggi trovano posto nel Museo delle Sinopie* (A3), negli ambienti dello Spedale Nuovo o della Misericordia. Il Museo dell’Opera del Duomo* (A3-4) raccoglie materiali antichi e opere d’arte provenienti dal Campo dei Miracoli, soprattutto sculture dei secoli XI-XVI. In piazza dell’Arcivescovado (AB4) si affaccia il Palazzo arcivescovile, opera fiorentina del ’400. La chiesa di S. Caterina* (B5) fu eretta dai domenicani tra il 1251 e l’inizio del ’300; accanto vi è un campanile in cotto, ornato di scodelle ceramicate. La chiesa di S. Francesco* (BC5), iniziata nel 1211 e conclusa nella prima metà del XIV secolo, ha una bella facciata del 1603; all’interno, affreschi di Taddeo Gaddi. Poco distanti sono la chiesetta romanica di S. Cecilia (C5) e la chiesa di S. Paolo all’Orto. Altra chiesa romanica è S. Pierino (C5), che ha all’interno un mosaico pavimentale del XIII secolo.
Il Museo nazionale di S. Matteo* (D5-6) ha sede in una parte del convento delle benedettine di S. Matteo. Spiccano tra le collezioni le preziose raccolte di scultura pisana, ceramiche* medievali pisane e islamiche e opere di scuola toscana dei secoli XII - XV , tra le quali vanno almeno segnalate un busto* di Donatello e un polittico* di Simone Martini. Sul lungarno Mediceo affacciano palazzo dei Medici (D5) e il cinquecentesco palazzo Toscanelli (D5). Da lungarno Pacinotti (C3-4), su cui prospettano palazzo Agostini e palazzo Upezzinghi, detto ‘Alla giornata’ per il motto inciso sul portale, si giunge a Palazzo Reale (C3), iniziato per Cosimo I de’ Medici nel 1559 e successivamente ampliato. Il Museo nazionale di Palazzo Reale comprende opere d’arte provenienti dalle collezioni Medici, Lorena e Savoia. Alle spalle di Palazzo Reale vi è l’originale chiesa di S. Nicola (sec. XIII; C3). Il Museo delle Navi* (D2), negli ex Arsenali dei Cavalieri di S. Stefano in lungarno Simonelli, esporrà i relitti delle navi e gli altri materiali recuperati, tra il 1998 e il 2000, nel porto antico di Pisa, la cui scoperta ha rappresentato uno degli episodi più importanti dell’archeologia italiana di fine ’900. Questi reperti sono di eccezionale valore non solo per il loro stato di conservazione, ma anche per la formidabile rilevanza ai fini della ricostruzione dei traffici mediterranei dal V secolo a.C. al V secolo dell’era cristiana. Dall’altro lato dell’Arno si trova un gioiello di arte romanico-gotica, la chiesa di S. Maria della Spina* (D3), il cui luminoso interno accoglie alcune statue di Tommaso Pisano. Proseguendo per lungarno Sonnino si giunge a S. Paolo a Ripa d’Arno* (D3), bella costruzione romanico-pisana dei secoli XI-XII. All’interno, alle spalle dell’abside, la cappella di S. Agata*, piccola costruzione ottagonale del XII secolo. Nell’omonima piazza sorge la chiesa di S. Antonio (E4), alla cui sinistra si trova la Domus Mazziniana, che ospita una biblioteca specializzata in storia del Risorgimento. Corso Italia (D-E4) è un’animata strada pedonale sulla quale prospettano la piccola chiesa di S. Domenico e la chiesa di S. Maria del Carmine; al termine le seicentesche logge di Banchi. Sul lungarno Galilei sorge la singolare chiesa di S. Sepolcro* (D5), a pianta ottagonale. Da qui, per via S. Martino, si giunge al Bastione Sangallo (E5), unico resto della cosiddetta Cittadella Nuova, eretta dai fiorentini nel 1468. Adiacente è il grande giardino Scotto, oggi parco pubblico.
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46 Nei dintorni, verso Marina di Pisa, si trova la chiesa di S. Piero a Grado*, basilica romanica con all’interno un ciclo di affreschi del ’300; vicino, i resti di una basilica paleocristiana. San Giuliano Terme è una località termale ai piedi del monte Pisano. Lungo la fascia costiera, tra Viareggio e Livorno (vedi), si stende il Parco naturale di Migliarino, S. Rossore, Massaciùccoli, istituito nel 1979. All’interno si trova la tenuta di S. Rossore*, già possesso imperiale, passato nell’XI secolo alla Primaziale, poi ai Medici, ai Lorena, ai Savoia e ora alla Presidenza della Repubblica.
PISTOIA La romana Pistoria, probabile avamposto di collegamento con gli Appennini e nodo di raccordo tra nord e centro, fu anche importante città longobarda ai confini con l’Italia bizantina. Costituitasi in comune, raggiunge l’apice nel ’200, quando i banchieri pistoiesi prestavano denaro a re e principi francesi. Nel 1306 fu sconfitta da Lucca e Firenze alleate e nel 1329 cadde definitivamente sotto l’egemonia fiorentina. Comincia così un lento e inesorabile declino, scosso, alla fine del ’700, dal vento riformatore del vescovo giansenista Scipione de’ Ricci. Solo dalla metà dell’800 lo sviluppo industriale, artigianale e agricolo ha determinato l’espansione della città oltre le mura trecentesche. Centro storico e artistico della città è piazza del Duomo* (B4), che riunisce in un suggestivo scenario i monumenti del potere religioso, civile e giudiziario. Il Duomo* è un edificio romanico di tipo pisano eretto tra il XII e il XIII secolo; alla metà del ’300 fu aggiunto un porticato marmoreo; all’interno è conservato il dossale di S. Jacopo*, monumentale opera di orafi senesi, fiorentini e pistoiesi, iniziato nel 1287 e terminato nel XIV secolo. Accanto si innalza il poderoso campanile, uno dei più belli d’Italia, con logge di tipo pisano e cuspide rinascimentale. Il Battistero* (133859) è una snella architettura gotica di forma ottagonale. Il palazzo dei Vescovi, importante edificio medievale, ospita il Museo capitolare, con pregevoli arredi sacri, collegato al suggestivo Percorso archeologico attrezzato nei sotterranei, che documenta l’assetto della città a partire dall’età romana. Nel palazzo del Podestà, severo edificio trecentesco, ampliato alla metà dell’800, si trova il ‘sedile dei giudici’, restaurato nel 1507, con tavolo di giustizia e banco degli accusati. Il palazzo del Comune* è una maestosa costruzio-
ne del 1294, ripresa e ampliata nel 1334-85; ospita il Museo civico, che espone opere dal ’200 al ’900. Una sezione è dedicata alla collezione Puccini, che raccoglie dipinti antichi e neoclassici, mobili e oggetti del XIX secolo. La basilica della Madonna dell’Umiltà* (B3) è un’importante testimonianza del rinascimento (1492-1522). All’interno, una bella cupola vasariana. La chiesa di S. Francesco (B3), trecentesca ma con manomissioni e aggiunte d’epoca barocca, custodisce notevoli affreschi del ’300 pistoiese. La chiesa di S. Andrea* (sec. XII; A3), con facciata romanica, custodisce uno dei capolavori della scultura gotica: un pulpito* di Giovanni Pisano, ripreso da quello del padre Nicola a Pisa. Fondato nel XIII o XIV secolo, l’ospedale del Ceppo* (A-B4), così chiamato per il tronco d’albero nel quale si raccoglievano le elemosine, è preceduto da un portico
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47 fiorentino ornato da un bel fregio* in terracotta policroma di Giovanni della Robbia e Santi Buglioni (1525-26). Altri edifici notevoli sono la romanica chiesa di S. Bartolomeo in Pantano (B4-5), con all’interno un pulpito* di Guido da Como (1250); palazzo Rospigliosi (B4), che ospita il Museo «Clemente Rospigliosi» e il Museo diocesano; la fortezza di S. Barbara (C5), notevole esempio di architettura militare del secolo XVI. Raro esempio di architettura medievale in pietra forte è la chiesa di S. Antonio del Tau (B4), così chiamata per il «tau» (t greca) di smalto celeste che i suoi frati portavano sul mantello. All’interno si ammira una ricca e ininterrotta decorazione* a fresco dei secoli XIV e XV, opera di diversi artisti. La Fondazione «Marino Marini» è ospitata nell’ex convento dell’ordine ospedaliero di S. Antonio, restaurato nel 1987. La chiesa di S. Giovanni Fuorcivitas*
(B4), una delle maggiori della città, fu eretta in forme pisane nel XII secolo e terminata nel XIV secolo da maestri comacini. All’interno, un pulpito* di fra’ Guglielmo da Pisa, un polittico* di Taddeo Gaddi e un gruppo in terracotta* invetriata di scuola robbiana.
PITIGLIANO (Grosseto) Per secoli contea degli Orsini, è un borgo medievale con inserti di epoca rinascimentale. Sulla piazza principale, cui si accede fiancheggiando le arcate dell’acquedotto cinquecentesco, si affaccia palazzo Orsini, di origine trecentesca, ingrandito e modificato nei due secoli successivi. Il Museo di Palazzo Orsini raccoglie arredi sacri e opere d’arte; il Museo civico archeologico, accolto nello stesso edificio, espone corredi funerari dalle necropoli etrusche del territorio. Oltre il Duomo, ba-
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48 rocco, si estende il borgo medievale*, in cui si trova la chiesetta di S. Maria, cinquecentesca. Sullo strapiombo delle rocce di tufo si affaccia la settecentesca sinagoga.
POGGIBONSI
sorge la cinquecentesca fortezza della Brunella, che ospita il Museo di Storia naturale della Lunigiana.
POPPI
(Siena) È il maggiore centro industriale e commerciale della Valdelsa. La chiesa di S. Lorenzo, del ’300, ricostruita nel dopoguerra, conserva un Crocifisso ligneo trecentesco. Passando dalla cosiddetta fonte delle Fate (sec. XIII) si giunge al convento di S. Lucchese, che comprende la chiesa del ’200, la sagrestia e un refettorio. Barberino Val d’Elsa è un borgo medievale cinto di mura. Castellina in Chianti è un borgo rinascimentale; nei dintorni, numerose case coloniche di età granducale. Staggia, borgo con resti di fortificazioni trecentesche, ha un piccolo museo con oggetti sacri e dipinti, tra cui l’Assunzione di santa Maria Maddalena di Antonio Pollaiolo.
(Arezzo) Borgo nel cuore del Casentino (vedi), sulla cima di un colle, è cintato di mura e torri. Il castello dei conti Guidi*, duecentesco, ospita la Biblioteca comunale Rilliana, che custodisce oltre 800 incunaboli; notevole la cappella affrescata da Taddeo Gaddi. Nella porticata via Cavour si trova la chiesa duecentesca di S. Fedele, ripristinata all’inizio del ’900, il cui campanile fu adattato su un torrione delle mura. Vicino, presso Ponte a Poppi, sorge la romanica chiesa di Certomondo, costruita nel 1262 a ricordo della vittoria ghibellina di Montaperti. Poco oltre, nel Piano di Campaldino, una colonna commemora la battaglia del 1289 tra aretini e fiorentini, nelle cui fila militava Dante.
PONTEDERA
POPULONIA
(Pisa) Città industriale nella piana agricola dove l’Era confluisce nell’Arno. Dagli stabilimenti della Piaggio (con piccolo museo) uscirono le prime mitiche ‘Vespa’. È da visitare la chiesa dei Ss. Jacopo e Filippo, seicentesca con resti romanici.
(Livorno) Questo affascinate borgo maremmano nacque come porto e centro commerciale e metallurgico di primaria importanza nell’Etruria settentrionale. Il nucleo medievale è dominato dalla Rocca, sotto la quale si stende l’antica acropoli cinta di mura. Il paese ospita il Museo archeologico «Gasparri», con reperti etruschi. Le necropoli e le strutture industriali dell’etrusca Populonia, affacciate sul golfo di Baratti, si visitano entro il Parco archeologico di Baratti e Populonia*, organizzato in tre percorsi attrezzati: le necropoli di S. Cerbone e del Casone*, la via del Ferro, la via delle Cave*. Da visitare, nei dintorni, il Parco costiero di Rimigliano e San Vincenzo, centro balneare con torre trecentesca.
PONTRÈMOLI (Massa-Carrara) ‘Capitale’ della Lunigiana (vedi), era considerata da Federico II «porta e chiave unica» nel passaggio dal nord al sud (da qui inizia la salita del valico della Cisa). È città commerciale con vocazione mercantile, di cui è eredità l’attività dei librai ambulanti che occupa molti pontremolesi per tutta Italia: naturale pertanto che Pontrèmoli sia sede del prestigioso premio Bancarella. Conserva un notevole patrimonio edilizio, tra cui la Cattedrale, barocca, con facciata neoclassica; la chiesa di S. Francesco, con campanile romanico e, all’interno, un’opera di Agostino di Duccio (sec. XV); l’oratorio della Madonna del Ponte o di Nostra Donna, raro esempio di architettura rococò. Il Museo delle statue-stele della Lunigiana*, nel suggestivo castello del Piagnaro, raccoglie le enigmatiche stele in arenaria e altro materiale archeologico. Poco fuori dall’abitato sorge la notevole chiesa della Ss. Annunziata, con all’interno un tempietto del ’500. A fianco, nell’ex convento degli Agostiniani, due chiostri quattrocenteschi. Nei dintorni si trova Villafranca in Lunigiana con i resti del castello Malaspina e il Museo etnografico della Lunigiana. Ad Aulla
PORTO AZZURRO (Livorno) Centro balneare dell’isola d’Elba (vedi), è dominato dalla fortezza stellare, oggi penitenziario, che Filippo II fece costruire come risposta spagnola alla fortificazione medicea di Portoferraio. Sulla strada per Rio nell’Elba sorge il santuario della Madonna di Monserrato. A Rio Marina, nel Palazzo comunale, ha sede il Museo del Parco minerario. Da Capoliveri, su un poggio terrazzato, si gode un bel panorama.
PORTOFERRAIO (Livorno) Capoluogo dell’isola d’Elba (vedi), già nota in epoca romana, fu trasformata da Cosimo I de’ Medici, che ne volle fare
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49 una città fortificata, chiamata Cosmopolis (città di Cosimo, ma anche città dell’armonia). La città è dominata dal cinquecentesco forte del Falcone, da dove si giunge nella casa di Napoleone, che qui visse in esilio nel 1814-15. In un salone della palazzina si trova un teatro del XVII secolo, ove recitò Paolina Bonaparte. Altre roccaforti sono forte Stella e forte de Laugier, che ospita la Pinacoteca Foresiana, con dipinti dal ’500 all’800. La chiesa della Misericordia conserva cimeli napoleonici. Il Museo civico archeologico, nella fortezza della Linguella, contiene reperti etruschi e relitti marini. Accanto, la villa romana della Linguella. Nei dintorni, la villa Napoleone, residenza estiva dell’imperatore. A Procchio si erge una torre del XII secolo, detta Medicea o Saracena. In direzione del Volterraio, rocca pisana costruita su una necropoli etrusca, si incontrano le Terme di San Giovanni e, in località Le Grotte, i resti di una villa romana di epoca imperiale.
PRATO A pochi chilometri da Firenze, è una città di straordinaria operosità, in cui arte ed economia storicamente si intrecciano in modo unico. Dal 1992 è capoluogo di provincia. Sorta su di un centro etrusco scoperto di recente, si sviluppa in epoca longobarda intorno al Borgo al Cornio e alla pieve di S. Stefano (l’attuale Duomo); nell’attigua località di Prato gli Alberti, feudatari della zona, si costruiscono il loro maniero sul quale Federico II erigerà il castello. Attorno a questo, sorge un abitato che finirà per inglobare il primo. Costituitosi in libero Comune nel XII secolo, finirà nell’orbita di Firenze alla metà del ’300. Città importante nel medioevo per il commercio, soprattutto delle stoffe, dopo un periodo di decadenza seguito alla perdita dell’indipendenza, comincerà a rinascere alla fine del ’700, sempre principalmente grazie all’industria tessile, tuttora in grande espansione. Il Duomo* (B2) dall’originaria pieve del X secolo fu ricostruito nei secoli XII-XIII in forme romaniche. La facciata in marmo a strisce bianche e verdi presenta una lunetta invetriata di Andrea della Robbia e, sull’angolo destro, il bel pergamo del Sacro Cingolo* di Michelozzo e Donatello. Sempre a destra è il campanile gotico (sec. XII-XIV). Nell’interno sono opere di Michelozzo, Mino da Fièsole, importanti affreschi* di Filippo Lippi (abside), Agnolo Gaddi (cappella del Sacro Cingolo) e Paolo Uccello, e una statua* trecentesca attribuita a Giovanni Pi-
sano. Il Museo dell’Opera del Duomo* (B2) conserva, nel Palazzo vescovile (sec. XIIXVII), preziosi rilievi con la Danza dei putti* di Donatello, dipinti, oreficerie e paramenti sacri. Da qui si accede alle volte, costruzioni gotiche del Duomo, affrescate nel ’300-’400. In via Garibaldi (B2-3), di fronte alle torri dei Buonconti, è l’oratorio della Madonna del Buon Consiglio (B3), di struttura quattrocentesca. La via sbocca nella vasta piazza Mercatale (B-C3), tradizionale luogo del mercato con, nei pressi, la porta Mercatale (B3) e la chiesa di S. Bartolomeo (C3). Su piazza del Comune (B2), nel cuore del centro storico, prospetta il Palazzo comunale con la Quadreria comunale. Il Museo del Tessuto, con preziose stoffe dal XV secolo a oggi è attualmente ospitato all’interno di un’ex fabbrica ottocentesca in via S. Chiara. Il medievale Palazzo pretorio è sede dell’importante Museo civico*, in riordino. Parte delle opere di questo e del Museo dell’Opera del Duomo sono esposte temporaneamente nel Museo di Pittura murale* presso S. Domenico (B2), complesso gotico rinnovato in età barocca: capolavori dell’arte toscana sono i dipinti di Paolo Uccello, Agnolo Gaddi, Bernardo Daddi, Giovanni da Milano, Lorenzo Monaco, Filippo e Filippino Lippi, Luca Signorelli. Prezioso esempio di architettura rinascimentale è la chiesa di S. Maria delle Carceri*, di Giuliano da Sangallo; nell’interno di forme brunelleschiane, una decorazione in terracotta invetriata di Andrea della Robbia. Il castello dell’Imperatore* (C2-3), o fortezza di S. Barbara, eretto da Federico II sul modello dei castelli svevi siciliani e pugliesi, conserva possenti mura merlate e torri esterne. Nella vicina piazza S. Marco (C3), una scultura di Henry Moore. La duecentesca chiesa di S. Francesco (C2), completata da un timpano rinascimentale, ha un chiostro quattrocentesco dal quale si accede alla sala capitolare, decorata da affreschi di Nicolò di Pietro Gerini (1395 c.). Palazzo Datini (B2) è un singolare esempio di dimora prerinascimentale; conserva l’Archivio di Stato. Palazzo Alberti (B2) ospita la Galleria di palazzo Alberti (chiusa). Presso l’imponente complesso settecentesco del convitto Cicognini (C1-2) si trova la chiesa dello Spirito Santo (C2). La chiesa di S. Agostino (A2), del ’200 e rifatta nei secoli XIV-XV, conserva all’interno opere dal ’400 al ’600. Alla periferia è il Museo d’Arte contemporanea «Luigi Pecci» (D5, f.p.), ospitato in un grande complesso concepito come punto di riferimento e riflessione per l’arte dell’ultimo decennio.
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Nei dintorni, a Poggio a Caiano, da vedere la villa Medicea* fatta costruire da Lorenzo il Magnifico su progetto di Giuliano da Sangallo; ha nel salone centrale un ciclo di affreschi cinquecenteschi celebrativo delle glorie medicee; intorno vi è un grande parco ottocentesco. A Comeana è la tomba etrusca di Montefortini* e, poco lontano, la Ferdinanda*, villa medicea eretta da Buontalenti, che ospita il Museo archeologico comunale, con reperti dalle necropoli tra cui un incensiere* con iscrizione in alfabeto etrusco. Nel medievale borgo di Artimino sorge la romanica pieve di S. Leonardo* con, all’interno, statue lignee del ’300 e ’400.
PRATOMAGNO (Arezzo e Firenze) Il Pratomagno è un gruppo montuoso che si staglia massiccio su Loro Ciuffenna, con forme tondeggianti ricoperte di prati e boschi. Sul versante del Casentino (vedi) si estendono grandiosi castagneti, quello del Valdarno (vedi) è ricoperto di oliveti e vigneti. Il punto più alto è la Croce di Pratomagno (m 1591).
PUNTA ALA (Grosseto) Elegante località balneare, immersa nella vegetazione mediterranea, che chiude a sud il golfo di Follònica.
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51 Nei dintorni, la località termale di Bagni San Filippo. Nei pressi, l’antica stazione termale di San Casciano dei Bagni, cittadina cinta da mura, in cui sorgono un Palazzo comunale di epoca rinascimentale e la cinquecentesca chiesa della Ss. Concezione, con un dipinto del Pomarancio.
SAN CASCIANO IN VAL DI PESA (Firenze) È uno dei centri del Chianti (vedi) più importanti per la produzione vitivinicola. Nella chiesa di S. Maria del Prato ha sede il Museo della Misericordia, che conserva un ricco patrimonio d’arte tra cui un pergamo* di Giovanni di Balduccio e un Crocifisso* su tavola di Simone Martini. Il Museo d’Arte sacra conserva opere fiorentine del ’200 e ’300, tra cui una Madonna col Bambino* di Ambrogio Lorenzetti. Nei dintorni, da vedere la pieve di S. Andrea a Luiano, chiesetta romanica del XII secolo; la pieve di S. Stefano a Càmpoli, nota dal 903 e restaurata nel ’600, e la pieve di S. Giovanni in Sugana, tardoromanica, rimaneggiata nel ’500, con chiostro del XVI secolo.
S. GALGANO (ABBAZIA DI)
RADICÒFANI (Siena) Caratteristica città sotto un fortilizio fatto costruire da papa Adriano IV; fu base delle imprese di Ghino di Tacco, come si narra nel Decamerone di Boccaccio. Al centro dell’abitato sorge la chiesa romanica di S. Pietro, restaurata nel dopoguerra, con terrecotte robbiane. Di fronte, la chiesa di S. Agata, del ’400. Presso l’abitato si trova il palazzo La Posta, villa medicea di gusto manieristico in cui sostarono Chateaubriand, Montaigne, Dickens. La rocca risale al ’200, ma fu ricostruita nel 1565 e nel 1929; conserva il mastio e parte delle mura; panorama circolare.
(Siena) Avvolta dal silenzio della campagna senese e in gran parte diruta, l’abbazia fu fondata in onore di S. Galgano. Vive il massimo splendore nel ’200; nel ’400 comincia il declino e nel secolo successivo l’inarrestabile rovina. La chiesa abbaziale* è una vasta costruzione gotica, rinnovata nel ’500. Il grandioso interno, scoperchiato, è particolarmente suggestivo. Dell’annesso monastero restano la sala capitolare, la sala dei monaci e un chiostro. Sul vicino Poggio di monte Siepi si trova la chiesetta romanica di S. Galgano all’Eremo di monte Siepi*. Sotto la volta si trova il masso in cui Galgano Guidotti avrebbe conficcato la spada (visibile) come segno di rinuncia alla vita secolare. Nella cappella, affreschi* di Ambrogio Lorenzetti.
SAN GIMIGNANO (Siena) Edificata su un colle che domina la Valdelsa, in una zona certamente abitata in epoca etrusca, costituisce un’eccezionale testimonianza dell’urbanistica medievale toscana. Era un importante mercato già nel X secolo, all’incrocio di importanti assi stradali. Nel ’200 si contavano 9 hospitatores per i mercanti stranieri, mentre le 72 torri che vi sorgevano erano espressione della ricchezza della città. Il nuovo tracciato della Via Francigena e
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52 il conseguente sviluppo di Poggibonsi e Colle ne determinarono il declino economico, circostanza che ha favorito la conservazione di un’immagine intatta del medioevo comunale toscano. Si attraversa la cinta muraria* medievale, che tuttora circonda la città, dalla duecentesca porta S. Giovanni (C2), che si apre con un caratteristico arco ribassato senese. Su via S. Giovanni (B-C2) prospettano numerosi edifici del ’200 e ’300, tra cui i resti della facciata della chiesa di S. Francesco (C2). Palazzo Pratellesi (B2) ospita la Biblioteca comunale, che vanta un patrimonio di oltre 10 000 manoscritti. Più avanti si trovano la torre Cugnanesi e l’arco dei Becci (B2), affiancato dalla duecentesca torre dei Becci. In via Quercecchio (B1-2), nell’oratorio di S. Francesco, il Museo ornitologico. Una serie di scalinate conduce alla rocca di Montestaffoli (B1), del 1353, smantellata da Cosimo I nel 1558; dall’unica torre superstite si gode un bel panorama sulle torri cittadine. Piazza della Cisterna* (B2) è collegata da un passaggio a piazza del Duomo, con la quale dal ’200 costituisce il centro del borgo. Vi si affacciano casa Razzi, casa Salvestrini, il trecentesco palazzo Tortoli-Treccani, palazzo dei Cortesi con l’alta torre ‘del Diavolo’; nel passaggio verso piazza del Duomo, le gemelle torri Ardinghelli si addossano alla loggia del palazzo del Popolo. Su piazza del Duomo* (B2) prospetta il palazzo del Podestà*, dominato dalla possente torre della Rognosa; a fianco, la torre Chigi e le gemelle torri dei Salvucci. Su un’alta gradinata, la Collegiata* è un edificio romanico del XII secolo; nell’interno, opere di Taddeo di Bartolo, Benozzo Gozzoli, Jacopo della Quercia, Bartolo di Fredi; nella cappella di S. Fina*, una delle più significative creazioni del rinascimento, un dossale* di Benedetto da Maiano e affreschi di Domenico del Ghirlandaio; a sinistra, il chiostrino di S. Giovanni del XIV secolo. Il Museo d’Arte sacra (B2), allestito nel palazzo della Prepositura, espone dipinti, corali miniati e oggetti d’arredo liturgico. A sinistra della Collegiata si incontra il palazzo del Popolo*, sovrastato dalla torre Grossa*, che ospita il Museo civico*, con dipinti di scuola toscana dei secoli XIII XV e una collezione di ceramiche; nella grandiosa stanza di Dante, una Maestà* di Lippo Memmi. Dalla sommita si gode un panorama che nelle giornate più limpide spazia fino alle montagne pistoiesi e alle Alpi Apuane. Nel cortile
trecentesco, una cisterna del 1361; sotto il loggiato, un affresco del Sodoma. Via S. Matteo (A-B1-2) – tratto settentrionale della Via Francigena – è fiancheggiata da case e palazzi medievali: il palazzo e la torre Pettini, l’arco e il palazzo della Cancelleria, la chiesa di S. Bartolo, la casa-torre Pesciolini, casa Francardelli, palazzo Tinacci, palazzo Bonaccorsi e, al termine, porta S. Matteo. Nella piazza S. Agostino (A1-2), oltre la romanica chiesetta di S. Pietro, domina la chiesa di S. Agostino*, imponente costruzione romanico-gotica del 1280-98. Nell’interno, Incoronazione di Maria*, capolavoro di Piero del Pollaiolo, e un ciclo di affreschi sulla vita di S. Agostino*, capolavoro di Benozzo Gozzoli. In via Folgore da S. Gimignano (A2-3), l’ex convento di S. Chiara (divenuto in seguito conservatorio) è sede museale: il Museo archeologico ha reperti etruschi e romani; la Spezieria di S. Fina conserva la collezione di vasi e ceramiche della Farmacia, attiva dal 1253; la Galleria di Arte moderna e contemporanea comprende opere di Raffaele De Grada e di altri maestri dell’800-’900. Nei dintorni è notevole la pieve di Cèllole, un’isolata costruzione romanica. Il convento di S. Vivaldo (sec. XIV- XVI ) comprende una chiesetta e 18 cappelle sparse nel bosco.
SAN GIOVANNI VALDARNO (Arezzo) Distesa sulla pianura accanto al corso del fiume, fu la più importante delle ‘terre nuove’ costruite dai fiorentini nel ’200. Forse progettata da Arnolfo di Cambio, è il luogo natale di Masaccio. Centro della città è piazza Masaccio, sulla quale prospettano la chiesa di S. Lorenzo, originaria del ’300, il cosiddetto Palazzaccio, edificio tardorinascimentale, e la basilica di S. Maria delle Grazie del XV secolo, con facciata neoclassica (1840). Il Museo della Basilica conserva importanti opere soprattutto del ’400 fiorentino, tra cui un’Annunciazione* del Beato Angelico. Il Palazzo pretorio o palazzo d’Arnolfo, d’impianto medievale, ha sulla facciata stemmi dei secoli XV e XVI. Nei dintorni, il convento di Montecarlo è un solitario complesso rinascimentale con un grande chiostro. L’annessa chiesa di S. Francesco sarebbe stata fondata da S. Bernardino da Siena nel 1424. A pochi chilometri, il Parco naturale di Cavriglia si estende su 600 ettari ed è popolato da numerosi animali, tra cui daini, caprioli e mufloni.
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SAN MARCELLO PISTOIESE (Pistoia) Tra Pistoia e l’Abetone (vedi), è una frequentata località dell’Appennino. A pochi chilometri si trova il ponte sospeso, passerella in ferro lunga m 220 sul torrente Lima. A Gavinana, nota per la difesa contro gli imperiali opposta dalle milizie della repubblica di Firenze guidate da Francesco Ferrucci, che qui morì (3 agosto 1530), si trovano il Museo Ferrucciano e la Parrocchiale con bassorilievi di Luca della Robbia. Maresca è una località di villeggiatura ai margini della foresta del Teso.
SAN MINIATO (Pisa) Città di atmosfera medievale, domina la piana su cui scorre l’Arno tra Firenze e Pisa (vedi). Uno dei maggiori centri imperiali della Toscana, raggiunse la massima espansione nel ’300, per fini-
re poi sotto il potere fiorentino. È oggi un fiorente centro industriale, importante per la produzione del cuoio. In piazza del Popolo sorge la chiesa di S. Domenico, eretta nel 1330, con facciata incompiuta e, all’interno, dipinti e affreschi di scuola fiorentina. Il Duomo, del XIII secolo, più volte rimaneggiato, ha un massiccio campanile, detto ‘torre di Matilde’. L’adiacente Museo diocesano d’Arte sacra conserva opere dei secoli XVI-XIX di Filippo Lippi, Neri di Bicci, Andrea del Verrocchio e altri. Il trecentesco palazzo del Municipio incorpora il piccolo oratorio della Madonna di Loreto, detto Loretino.
SAN QUÌRICO D’ORCIA (Siena) Antico centro tra l’Amiata e la Valdichiana (vedi), è ricco di testimonianze medievali. Nel nucleo antico sor-
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54 ge la bellissima Collegiata* romanica, con due portali, uno del 1080, l’altro duecentesco; all’interno, trittico* di Sano di Pietro. Accanto alla medievale porta Nuova, da vedere gli Horti Leonini, cinquecentesco giardino all’italiana. Nei dintorni, Bagno Vignoni è un’affascinante località termale con una curiosa piazza-vasca. Il regista Andrei Tarkovsky la scelse come location per il suo famoso film Nostalghia.
SANSEPOLCRO (Arezzo) Piccola e affascinante città d’arte ricca di edifici rinascimentali, in cui Cosimo I fece costruire una fortezza. È famosa per aver dato i natali a Piero della Francesca. Nel centro, piazza Torre di Berta (A2) ricorda nel nome la torre distrutta durante l’ultima guerra; vi prospettano antichi palazzi, tra cui il pregevole palazzo Pichi. Il Duomo (A2) presenta una complessa architettura romanico-gotica, più volte restaurata; all’interno conserva, tra l’altro, il Volto Santo*, crocifisso ligneo del X secolo prototipo di quello di Lucca. Il Museo civico* (A2) è importante soprattutto per le preziose opere di Piero della Francesca, tra cui il capolavoro della maturità, la Risurrezione*; inoltre conserva lavori di Santi di Tito, Luca Signorelli, Pontormo e altri. La chie-
sa di S. Francesco (A2), della fine del ’200, ha un bel chiostro con portale gotico. Di fronte si trova la chiesetta della Madonna delle Grazie del ’500. La casa di Piero della Francesca (A2) è un bell’edificio rinascimentale alla cui progettazione forse partecipò l’artista stesso. La fortezza Medicea (A3) è un esempio di architettura militare cinquecentesca. La chiesa sconsacrata di S. Lorenzo (1556; A2) ospita, all’altare maggiore, una stupenda Deposizione* del Rosso Fiorentino. Nei dintorni, per il passo di Viamaggio si giunge alla località di villeggiatura di Badia Tedalda.
SANTA FIORA (Grosseto) Sul versante meridionale dell’Amiata (vedi), fu antico feudo degli Aldobrandeschi e degli Sforza. L’antica pieve delle Ss. Fiora e Lucilla conserva un complesso di opere robbiane. Nei pressi si trova l’ingresso del parco con la settecentesca Peschiera da cui sgorga il fiume Fiora. Nei dintorni sono da vedere la località termale di Bàgnore; Arcidosso, dominato dalla rocca degli Aldobrandeschi; nella Biblioteca ha sede il Centro studi «Davide Lazzaretti», il ‘profeta dell’Amiata’, e poco lontano si trova la pieve ad Lamulas, del XII secolo; Castel del Piano, con la frazione Prato delle Macinaie, un pianoro
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55 frequentato per gli sport invernali. Nel Parco faunistico del monte Amiata si possono osservare in libertà caprioli, camosci, cervi, mufloni; un’apposita area è riservata al lupo appenninico e all’asinello ‘sorcino crociato’.
S. ÀNTIMO (ABBAZIA DI) (Siena) Fondata, secondo la leggenda, da Carlo Magno, fu una potente abbazia benedettina, che decadde a partire dal XIV secolo; restaurata all’inizio del ’900, ospita nuovamente una comunità religiosa. La chiesa abbaziale* è uno dei più interessanti esempi di architettura monastica romanica. Nell’interno si ammirano affreschi monocromi del XV secolo. A destra della chiesa si trovano i resti di un monastero in parte ricostruito.
SATURNIA (Grosseto) Considerata dagli antichi la prima città edificata nella penisola, è un borgo nella valle dell’Albegna. Le mura furono costruite dai senesi nel XIV secolo sui resti, ancora visibili, di quelle etrusche. Poco distante si trova la località termale Terme di Saturnia. A Montemerano, cinto di mura quattrocentesche, da vedere la chiesa di S. Giorgio dei secoli XIV-XV. A Manciano, cittadina in parte medievale con una rocca quattrocentesca, è allestito il Museo di Preistoria e Protostoria della Valle del Fiora.
SESTO FIORENTINO (Firenze) Città industriale tra Firenze e Prato (vedi). Nella tenuta di Doccia, nel 1737, il marchese Ginori fece iniziare la produzione di porcellana dura, sull’esempio di Meissen; il Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia ne documenta l’attività. In località Quinto si trova la tomba della Montagnola*, un superbo monumento sepolcrale etrusco del VII secolo a.C. Nei pressi, la tomba della Mula, anch’essa etrusca, è stata trasformata in cantina dell’omonima villa. Nei dintorni, a Calenzano sono da visitare la pieve di S. Niccolò con campanile trecentesco e il Museo del Soldatino e della Figurina storica.
SIENA «L’unico modello vivente di città medievale», come l’ha definita l’archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli, è la più organica delle città toscane; le sue forme
attuali sono pressoché identiche a quelle sviluppatesi nel ’300, il grande secolo in cui la sua arte e la sua economia erano alternative – e concorrenti – a quelle fiorentine. Di origine etrusca e colonia romana, Siena inizia a fiorire in epoca longobarda, quando la Via Francigena diventa alternativa alle vie consolari facendo crescere nella zona commerci e traffici. Le istituzioni comunali cominciano ad affermarsi all’inizio del XII secolo e la città inizia a espandersi entrando inevitabilmente in conflitto con Firenze che, nel 1145, dominava già Poggibonsi e Montepulciano. Siena diventa uno dei centri del ghibellinismo italiano. Nel 1260, nella battaglia di Montaperti, sconfigge Firenze, ma è un trionfo di breve durata: solo nove anni dopo, a Colle di Val d’Elsa, Carlo d’Angiò e i fiorentini la sconfiggono duramente. Nasce così il governo dei Nove, guelfo e alleato di Firenze, che regge la città fino al 1355. È il periodo d’oro dei commerci, in cui Siena assume l’aspetto attuale con la costruzione della torre del Mangia, del Duomo – interrotta nel 1339 per costruire il Duomo Nuovo –, del Battistero, delle chiese di S. Domenico e S. Francesco. Ma la peste del 1348 infliggerà un duro colpo alla città, dimezzandone quasi la popolazione; nel 1399 Siena si consegna ai Visconti. Alla morte del duca Gian Galeazzo riprendono le lotte intestine. Nel 1487 si impadronisce del potere Pandolfo Petrucci, che governerà fino alla morte (1512). Siena cade sotto la tutela imperiale e, nel 1531, viene occupata dagli spagnoli; un’insurrezione contro questi ultimi dà a Cosimo I de’ Medici l’occasione per attaccare e assediare la città. Ridotta allo stremo, il 17 aprile 1555 Siena capitola. Ha inizio un declino inarrestabile, che soltanto con i Lorena conoscerà una ripresa. Oggi Siena è una città fiorente e un prestigioso centro universitario e culturale. Il Campo e il ‘terzo’ di S. Martino. La città si dirama su tre dorsali di colli, detti ‘terzi’, a loro volta divisi in contrade. Il ‘terzo’ di S. Martino da piazza del Campo si estende verso oriente. Straordinario esempio di architettura medievale e fulcro della città, il Campo* (D3), dalla caratteristica forma a valva di conchiglia, è sede del celeberrimo Palio. Al centro è la fonte Gaia, opera di Jacopo della Quercia (1419); ma già dal 1342 le acque vi confluivano grazie a una formidabile rete di canali sotterranei. Alla de-
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57 stra spicca il settecentesco palazzo Sansedoni; sulla sinistra, palazzo d’Elci, che conserva l’aspetto medievale. Il Palazzo Pubblico*, simbolo dell’indipendenza e del potere economico dell’oligarchia senese, è uno dei più significativi esempi di architettura civile gotica italiana; fu eretto tra il 1284 e il 1310 e ampliato nel 1680. Nell’ala sinistra si erge la torre del Mangia* (1325-48), con ai piedi la cappella di Piazza, edificata per adempiere a un voto fatto durante la pestilenza del 1348. La parte superiore è in forme rinascimentali. Il Museo civico* ha sede nel Palazzo Pubblico e ospita un importante complesso di dipinti dei secoli XIV-XVIII. Si devono segnalare almeno la Maestà* di Simone Martini, l’Assedio del castello di Montemassi da parte di Guidoriccio da Fogliano*, tradizionalmente attribuito a Simone Martini, e l’Allegoria del buono e cattivo Governo* di Ambrogio Lorenzetti. Nell’ex convento di S. Vigilio (D3) è l’Università degli Studi, una delle più antiche d’Europa. In via S. Vigilio, il castellare degli Ugurgieri (D3), caratteristica casa-fortezza medievale; alle spalle si trovano i rinascimentali palazzi della famiglia Bandini Piccolomini. Esempio del rinascimento fiorentino maturo, palazzo Piccolomini* (D3) ospita l’Archivio di Stato e il Museo dell’Archivio di Stato*, ove spicca la collezione delle Biccherne*, 103 tavolette di legno dipinto realizzate dai grandi artisti del tempo, tra il 1258 e il 1682; fungevano da copertine dei libri dei conti della magistratura. Alla destra delle logge del Papa, di eleganti forme rinascimentali, si nota la chiesa di S. Martino (D3), una delle più antiche della città, da cui prende nome il ‘terzo’. La basilica dei Servi* (E4) ha facciata quattrocentesca incompiuta e campanile trecentesco; all’interno sono conservate opere di Coppo di Marcovaldo, Pietro Lorenzetti, Taddeo di Bartolo e altri. Alle spalle, l’oratorio della SS. Trinità (E45), sorto nel ’300 e trasformato in forme manieristiche nel ’500. Nella sagrestia della chiesa del Santuccio (E5), due ambienti accolgono il Museo della Società di Esecutori di pie disposizioni, con dipinti di pittori senesi dei secoli XIV-XV. Oltre porta Romana* (F5), la più grande della cerchia trecentesca, da vedere la chiesa quattrocentesca di S. Maria degli Angeli in Valli. La rinascimentale chiesa di S. Spirito (D4) è nell’omonima piazza, in cui spicca la fontana cinquecentesca, detta ‘dei Pìspini’; nei presi, la chiesa di S. Giorgio (D4), di origi-
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58 ne medievale ma rifatta nel ’700, nel cui interno conserva preziosi stucchi monocromi. In contrada del Leocorno è la chiesa di S. Giovannino della Staffa (D3), duecentesca, ma ricostruita nel 1563. Il terzo di città. Segnato dalla cupola del Duomo e dal campanile, il ‘terzo’ di città è il più antico di Siena. Nell’antico Triventum, l’attuale Croce del Travaglio, punto d’incontro tra le strade che costituiscono il cardine dell’impianto urbano, sorge la loggia della Mercanzia* (D3), elegante costruzione gotico-rinascimentale. Sulla via di Città*, asse principale di questo settore, di carattere medievale, affaccia palazzo Chigi-Saracini* (E3), sede della prestigiosa Accademia musicale Chigiana, che ospita una collezione d’arte, tra le più importanti raccolte private italiane. Di fronte sorge palazzo Piccolomini* o delle Papesse e, più avanti, il quattrocentesco palazzo Marsili. La medievale casa-torre Forteguerri domina piazza Postierla (E2), sulla quale prospettano palazzo Chigi Piccolomini alla Postierla e il palazzo del Capitano del Popolo; al centro della piazza spicca una colonna quattrocentesca. Sulla piazza del Duomo* (E2) affacciano il Palazzo arcivescovile, eretto in forme gotiche nel ’700, il palazzo del Governatore dei Medici e il Duomo* (D-E2), una delle più belle creazioni dell’arte romanico-gotica italiana. La facciata è in gran parte di Giovanni Pisano, con un bassorilievo di Donatello nella lunetta della porta del Perdono (originale al Museo dell’Opera); il campanile*, di struttura romanica, è a fitte fasce bianche e nere, con sei ordini di finestre. Nell’interno, il bellissimo pavimento* a commessi marmorei a colori e a sgraffio è suddiviso in 56 riquadri con sce-
ne sacre e profane realizzate nel ’300. Nel transetto destro spiccano la barocca cappella del Voto, attribuita a G.L. Bernini – cui si devono due statue* ai lati dell’ingresso –, e inoltre opere di Mattia Preti, Vecchietta, Beccafumi. Nel transetto sinistro è il pulpito* di Nicola Pisano, capolavoro della scultura gotica italiana, e inoltre opere di Donatello, Tino da Camaino, Francesco Vanni. All’estremità della navata sinistra si apre l’ingresso alla libreria Piccolomini*, creazione rinascimentale con affreschi del Pinturicchio. Sempre su piazza del Duomo affaccia lo Spedale di S. Maria della Scala*, vasto complesso assistenziale medievale, con il celebre Pellegrinaio* affrescato nel ’400. Vi è allestito il Museo archeologico nazionale, che raccoglie materiali del periodo preistorico, etrusco e romano; notevoli in particolare le splendide terrecotte architettoniche* dal complesso principesco di Murlo. Il Museo dell’Opera metropolitana* (E2) ha sede in un edificio ricavato già nel XV secolo in quella che avrebbe dovuto essere la navata destra del Duomo Nuovo, e raccoglie opere provenienti dall’apparato decorativo del Duomo. Da segnalare la Maestà* di Duccio di Buoninsegna e, tra le altre, opere di Pietro Lorenzetti, Domenico Beccafumi, Jacopo della Quercia, Donatello, Giovanni Pisano. La chiesa di S. Giovanni Battista (D2) è in pratica il Battistero di Siena, con bel portale* trecentesco; all’interno, fonte battesimale*, capolavoro rinascimentale attribuito a Jacopo della Quercia, con statue di Donatello, Turino di Sano, Giovanni di Turino, Lorenzo Ghiberti. Sempre su piazza S. Giovanni prospetta il palazzo del Magnifico (D2), che prende il nome da Pandolfo Petrucci, signore di Siena dal 1487
Duccio, Maestà (Siena, Museo dell’Opera Metropolitana)
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59 al 1512. La Pinacoteca Nazionale* (E3), che occupa palazzo Buonsignori e palazzo Brigidi, costituisce un punto di riferimento fondamentale per la comprensione dello sviluppo della pittura senese dal ’300 al ’600. Oltre a capolavori di Duccio, Niccolò Segna, Ambrogio e Pietro Lorenzetti, Domenico Beccafumi, il Sassetta, il Sodoma e molti altri, il museo ospita la collezione Spannocchi, con dipinti dell’Italia settentrionale e dell’Europa centrale (Dürer, Lotto, Quentin Massys). Sul Prato S. Agostino, da vedere la duecentesca chiesa di S. Agostino (E3), rinnovata dal Vanvitelli, con opere di Perugino, Ambrogio Lorenzetti, il Sodoma. Di fronte, nell’ex convento dei Camaldolesi, ha sede l’Accademia dei Fisiocritici (F3), prestigiosa istituzione consacrata alle scienze, che comprende l’interessante Museo di Storia naturale; all’esterno si trova l’Orto botanico. Sul piano dei Mantellini affaccia la chiesa di S. Niccolò al Carmine (F2); all’interno si ammirano una grande tavola* del Beccafumi e un’Ascensione*, capolavoro di Girolamo del Pacchia. Il ‘terzo’ di Camollìa e S. Domenico. Nel settore settentrionale, segnato da contaminazioni otto-novecentesche, si incontra la memoria dei due grandi santi senesi: S. Bernardino e S. Caterina. Cardine del ‘terzo’ di Camollìa è la via Banchi di Sopra (D3), con piazza Tolomei, su cui prospetta l’omonimo palazzo del ’200. Di fronte è la chiesa di S. Cristoforo, da cui si accede a un chiostrino del 1100. Una delle prime realizzazioni successive alla conquista medicea è la maestosa basilica di S. Maria di Provenzano (C-D3), eretta tra il 1595 e il 1604. All’angolo, notevole la chiesa di S. Pietro a Ovile. Nell’ampia piazza S. Francesco spicca la grande basilica di S. Francesco (C3), di origine trecentesca, con facciata neogotica. All’interno sono conservate opere* del Sassetta, di Pietro e Ambrogio Lorenzetti e Lippo Vanni. L’attiguo convento di S. Francesco, oggi in gran parte sede di facoltà universitarie, racchiude un vasto chiostro rinascimentale da cui si accede alla cripta di S. Francesco. A fianco si trova l’oratorio di S. Bernardino* (C3), eretto nel ’400, dove il santo era solito predicare. Comprende l’oratorio inferiore, con un delicato rilievo* di Giovanni di Agostino, e l’oratorio superiore, cuore del Museo diocesano d’Arte sacra, con opere dal XIII al XVII secolo di artisti senesi, tra cui Sano di Pietro, il Maestro dell’Osservanza, Jacopo
della Quercia, il Vecchietta, Pietro e Ambrogio Lorenzetti, Domenico Beccafumi, il Sodoma. Da S. Francesco si raggiunge la duecentesca porta Ovile (C3), che conduce alla fonte d’Ovile (C3) e all’oratorio di S. Rocco, con opere di maestri senesi dei secoli XIV-XVI. Alle spalle si ammira la fonte nuova d’Ovile, uno dei più significativi esempi di sintesi medievale tra funzioni pratiche e armonia artistica. Più avanti, la chiesa di S. Michele al Monte di S. Donato (C3) custodisce una Pietà lignea del Vecchietta. Sull’ottocentesca piazza Salimbeni (C2-3) affacciano palazzo Salimbeni e palazzo Spannocchia. S. Maria delle Nevi (C2) è un piccolo oratorio eretto nel 1471, che conserva nell’interno una pala* di Matteo di Giovanni. In via della Sapienza, nella ‘Casa della Sapienza’ – il nucleo originario dello Studio senese –, è ospitata la prestigiosa Biblioteca comunale degli Intronati (D2), che dispone di oltre 550 000 volumi, tra cui numerosi codici miniati dai maggiori artisti senesi dei secoli XIII e XVI. Dal portico dei Comuni d’Italia (1941) si accede al santuario della Casa di S. Caterina (D2), sorto intorno all’abitazione natale di Caterina Benincasa – nota come Caterina da Siena – canonizzata nel 1461 e proclamata compatrona d’Italia nel 1939. Un atrio a loggia conduce alla chiesa del Crocifisso, che conserva il duecentesco Crocifisso davanti al quale la santa avrebbe ricevuto le stimmate. Il santuario comprende inoltre l’oratorio Superiore con tavola* di Bernardino Fungai, l’oratorio della Camera e l’oratorio di S. Caterina in Fontebranda, che all’interno custodisce la statua della santa di Neroccio di Bartolomeo. Al termine di via S. Caterina si trova la più celebre delle fontane senesi, la fonte Branda*, sovrastata dalla mole della chiesa di S. Domenico* (D2), imponente basilica d’impronta gotica eretta dai domenicani tra il 1226 e il 1262-65. Priva di facciata, è affiancata da un campanile quattrocentesco; nell’interno è la cappella di S. Caterina con affreschi* del Sodoma; il tabernacolo conserva il reliquario con la testa di S. Caterina. La fortezza di S. Barbara o Medicea (C1) fu edificata da Cosimo I de’ Medici; all’interno ha sede l’Enoteca Italiana. Attigui sono i giardini della Lizza. La porta di Camollìa (B1), ricostruzione seicentesca dell’antica porta del ’300, reca un’iscrizione in onore dell’entrata in città di Ferdinando I de’ Medici, divenuta simbolo dell’ospitalità senese: «Cor magis tibi Sena pandit» (Siena t’apre un cuore più grande di questa porta).
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60 Nei dintorni, il convento dell’Osservanza*, fondato da S. Bernardino, sorge sul colle della Capriola, da cui si gode un vastissimo panorama* sulla città. Semidistrutto dal bombardamento aereo del 23 gennaio 1944, è stato ricostruito utilizzando i materiali superstiti. La chiesa (1476-90) custodisce opere di Sano di Pietro, Andrea della Robbia, Giacomo Cozzarelli e altri. Attiguo è il piccolo Museo Aurelio Castelli, che raccoglie opere provenienti dal convento. L’eremo di Lecceto, di origine antichissima, conserva l’aspetto fortificato quattrocentesco; all’interno, un chiostro del ’200 e uno del ’400. La località termale di Bagni di Petriolo è cinta da mura quattrocentesche. Murlo è un borgo medievale in cui è l’Antiquarium di Poggio Civitate*, che raccoglie i materiali provenienti dall’area archeologica etrusca di Poggio Civitate, tra cui le eccezionali figure umane sedute* di terracotta.
SIGNA (Firenze) La parte alta, detta Castello, sorge su un colle incorniciato dai resti delle antiche mura; la parte bassa si stende sulla riva dell’Arno. La chiesa di S. Giovanni Battista, o pieve della Beata, conserva una vasca battesimale del 1480. In piazza Cavour, un antiquarium con reperti etruschi e romani. Nell’oratorio di S. Lorenzo, risalente al IX secolo ma rifatto nel XII, affreschi trecenteschi e bel pulpito* del XII secolo. Nei dintorni, Lastra a Signa è un borgo che conserva la struttura e le mura costruite dalla Repubblica Fiorentina nel 1377.
SINALUNGA (Siena) Città di tradizioni agricole e ora anche industriali, si stende su un’altura che domina la pianura della Valdichiana (vedi). Da visitare la Collegiata, che racchiude opere di Girolamo del Pacchia, Benvenuto di Giovanni e del Sodoma. Ai margini dell’abitato è la chiesa di S. Bernardino, di origine quattrocentesca.
SOVANA (Grosseto) È un suggestivo paese solitario in parte abbandonato in cui si intrecciano memorie etrusche, romane, medievali. È la Soana patria di Ildebrando, poi papa Gregorio VII. L’appartata cattedrale dei Ss. Pietro e Paolo*, di costruzione romanica, fu rinnovata nel XIV secolo; la cupola è di ascendenza longobarda del X secolo. In piazza Pretorio*, dove prospettano il Palazzo Pretorio, il palazzo dell’Archivio
e il rinascimentale palazzo Bourbon del Monte, la trecentesca chiesa di S. Maria conserva uno splendido ciborio preromanico (sec. VII-IX). Nei dintorni, il Parco archeologico Città del Tufo* ha come fulcro la straordinaria necropoli etrusca con la celebre tomba Ildebranda*. Da visitare anche Sorano*, borgo medievale dominato dalla quattrocentesca fortezza Orsini, sede del Museo del Medioevo e del Rinascimento.
STIA (Arezzo) Nell’alto Casentino (vedi), ai piedi del monte Falterona, questo borgo di sapore medievale è importante per l’industria della lana, di cui rimane memoria nel Museo dell’Arte della Lana. Nella medievale piazza Tanucci sorge la chiesa di S. Maria Assunta, che conserva opere della scuola di Cimabue, di Bicci di Lorenzo e di Andrea della Robbia. Nel Palagio Fiorentino, medievaleggiante palazzo degli inizi del ’900, ha sede il Museo civico d’Arte contemporanea. Nei dintorni, a Pratovecchio, da vedere il seicentesco palazzo Vigiani. Poco lontano, il castello di Romena (vedi), eretto intorno al Mille. Vicina è la pieve di Romena* del XII secolo. Dal passo La Calla si giunge alla foresta di Campigna*.
TALAMONE (Grosseto) Vivace borgo su un promontorio all’estremità dei monti dell’Uccellina nella bassa Maremma (vedi), è sovrastato da un’imponente Rocca. Di interesse naturalistico e l’Acquario della Laguna di Orbetello, dedicato all’ecosistema dell’area. Su un colle vicino sono visibili i resti di un tempio romano dove è stato ritrovato un importante frontone greco-romano, ora esposto a Orbetello (vedi).
TIRRENIA (Pisa) Località balneare in una pineta sul litorale tra la foce dell’Arno e Livorno (vedi). Nei dintorni, la tenuta di Tòmbolo fa parte del Parco naturale di Migliarino, San Rossore, Massaciùccoli (vedi Pisa). Nell’attigua tenuta di Coltano, una villa medicea è adibita a Centro Visitatori del Parco.
VALDARNO (Firenze) La valle dell’Arno, nel suo corso medio, si divide in quattro zone: a monte di Firenze, il Valdarno Superiore (alla destra del fiume) e il Pian di Rìpoli, che
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61 occupa il territorio tra il fiume e le colline del Chianti; a valle del capoluogo, la pianura fiorentina, che è divisa dal Valdarno Inferiore dalla gola della Golfolina. È questo il territorio in cui i fiorentini, nei secoli XIII e XIV , fondarono una serie di «terre murate», borghi fortificati a difesa delle vie di traffico dell’epoca: Figline, Signa, Lastra a Signa, Montelupo, Émpoli, Fucecchio (vedi). Nell’800, soprattutto nel Valdarno Superiore, precedentemente riserva agricola del Comune di Firenze, iniziano a moltiplicarsi insediamenti industriali che alterano profondamente l’aspetto della zona. Il fascino dell’antico equilibrio si conserva oggi soprattutto sulle colline circostanti.
VALDICHIANA (Arezzo e Siena) È una zona verdissima, ben coltivata, che si estende da Arezzo fino a Chiusi, circondata da colli e monti inargentati dagli oliveti. Nei primi anni del XVI secolo Leonardo da Vinci ne tracciò una carta che ci mostra come fosse occupata da un grande lago, di cui restano ora il lago di Chiusi e il più piccolo lago di Montepulciano. Tutta la storia dell’area è segnata dalle grandi opere di idraulica che furono iniziate dai romani. La carta vinciana ci mostra un primo tentativo di sistemazione idraulica dopo il deterioramento subito dalla zona durante il medioevo. L’opera di bonifica e l’acquisizione di nuovi terreni agricoli è continuata fino al nostro secolo. Dai pendii e dai crinali si affacciano città d’arte e storia splendide e celebrate, spesso rimaste pressoché intatte. Si vedano Castiglion Fiorentino, Chianciano Terme, Chiusi, Cortona, Foiano della Chiana, Lucignano, Montepulciano, Monte San Savino, Sinalunga.
VALDINIÈVOLE (Pistoia) Piccola valle lungo il bacino del torrente Nièvole, tra Pistoia e la Lucchesìa. È zona agricola e industriale (soprattutto calzaturiera e tessile). I centri principali sono Collodi, Montecatini Terme, Monsummano Terme, Pescia (vedi). Ai margini si estende la Riserva naturale del Padule di Fucecchio, zona umida di grande interesse.
VALLOMBROSA (Firenze) Località del Pratomagno (vedi), ai margini dell’antica foresta di abeti dove nel 1051 S. Giovanni Gualberto fondò la congregazione vallombrosana, in cui al
cenobitismo benedettino si fondeva l’ideale dell’eremitismo. L’abbazia* subì notevoli variazioni e l’aspetto attuale è un rifacimento del ’600. La chiesa, anch’essa rifatta nel XVII secolo, ha un campanile del ’200. A piedi, attraverso i boschi, si toccano alcune cappelle e si giunge all’eremo delle Celle, detto il Paradisino, da cui si gode un bel panorama. Intorno all’abbazia si estende la Riserva naturale biogenetica di Vallombrosa: 1270 ettari di abeti piantati dai monaci dell’abbazia.
VERSILIA (Lucca) Si distende lungo il litorale tra Forte dei Marmi e Viareggio (vedi), tra uno degli arenili più estesi dell’intera costa italiana e la catena delle Alpi Apuane: come scriveva Mario Tobino, il fascino di questa terra è nella «vicinanza di due opposte potenze, il mare e la montagna». In Versilia si trovano città che sono note a tutti per essere tra le più frequentate ed eleganti località turistiche d’Italia: Camaiore, Forte dei Marmi, Pietrasanta, Viareggio (vedi).
VETULONIA (Grosseto) Il borgo medievale, nella Maremma (vedi), sorge sul luogo dell’acropoli di quella che fu una tra le più importanti città dell’Etruria. Dell’antica Vetulonia si visitano la necropoli etrusca* di via dei Sepolcri (da vedere le tombe della Pietrera, del Diavolino II e della Fibula d’Oro), i cospicui resti dell’abitato etrusco-romano e, in paese, le mura dell’Arce (sec. VI a.C.). Il Museo civico archeologico «Isidoro Falchi» illustra attraverso numerosi reperti la storia dell’abitato etrusco.
VIAREGGIO (Lucca) Centro principale della riviera versiliana, scalo marittimo già nel XII secolo e poi città di pescatori, marinai e calafati, fin dall’800 diventa, sull’onda della moda europea, centro turistico. Dalla metà del ’900 è divenuta una delle località balneari più note e frequentate d’Italia, grazie anche alle sfilate dei carri per il carnevale e al premio letterario Viareggio. Il lungomare, fiancheggiato da un bel viale fiorito, è delimitato da due pinete. Nella villa appartenuta a Paolina Borghese Bonaparte hanno sede i Musei civici, con una Sezione di Archeologia preistorica e l’importante Pinacoteca «Lorenzo Viani» di arte contemporanea. Verso l’interno merita una visita il lago di Massaciùccoli, presso il qua-
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62 le si trova il Museo Villa Puccini, con la tomba del compositore. Nell’area archeologica di Massaciùccoli si vedono i resti di una grande villa romana da cui proviene il mosaico* pavimentale esposto nell’Antiquarium.
VICOPISANO (Pisa) Posto tra il monte Pisano e il canale Imperiale, è un borgo medievale con torri e resti di fortificazioni, restaurate da Brunelleschi. Il nucleo abitato è caratterizzato dalla torre delle Quattro Porte* e dal Palazzo Pretorio. Fuori dall’abitato sono interessanti la pieve romanico-pisana (sec. XI-XII), che conserva sculture lignee dei secoli XII-XIV, e le due chiese romaniche di S. Jacopo a Lupeta e di S. Andrea a Lupeta.
VINCI (Firenze) Si sviluppò tra i vigneti e gli oliveti alle pendici del monte Albano, intorno al castello dei conti Guidi. È il comune in cui nacque Leonardo. All’interno del castello, del XIII secolo, ha sede il Museo Leonardiano, che raccoglie modelli e meccanismi ispirati ai disegni di Leonardo. Il Museo ideale Leonardo da Vinci espone originali antichi, incisioni e manufatti ispirati al maestro. Nella vicina frazione di Anchiano si trova la casa natale di Leonardo.
VOLTERRA (Pisa) Di fondazione etrusca, domina un ripido colle sulle valli del Cècina e dell’Era. Una delle dodici lucumonie etrusche, Velathri, circondata da mura ciclopiche di cui rimangono notevoli resti, dominava sull’Elba e la Corsica, e con i suoi 25 000 abitanti era un fiorente centro per il commercio dei metalli e per la produzione di legname, grano, alabastro. La romana Volaterrae decade rapidamente per l’apertura della strada transappenninica Pisa-Tortona. Nel V secolo è sede di un vescovo e un conte; il potere vescovile, dopo il Mille, diverrà appannaggio della famiglia dei Pannocchieschi ma, dal XIII secolo, verrà soppiantato dal Comune. Nel 1361 entra nell’orbita di Firenze, alla quale si ribellerà ai tempi di Lorenzo il Magnifico: la ‘guerra di Volterra’ e il successivo saccheggio ne determineranno il definitivo declino. Oggi è centro industriale, agricolo e turistico, oltre a essere importante per la lavorazione dell’alabastro. Tra le più interessanti piazze medievali d’Italia, sede di mercato già dal IX secolo, piazza dei Priori* (B2) è cinta da severi edifici: il Palazzo Vescovile, il Palazzo Pretorio, che incorpora la torre del Podestà, l’abside del Duomo e, a fianco, il palazzo dei Priori* (B2), eretto nel 120854. Nell’interno, da vedere la sala del Consiglio con affresco del XIV secolo e la
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63 sala della Giunta. Il Duomo* (B1) è una costruzione romanica dei secoli XII-XIII. A sinistra, il fianco della cappella dell’Addolorata, cui si addossa un campanile quattrocentesco. All’interno, un pulpito*, ricomposto nel ’500 con sculture del ’200; un gruppo ligneo* policromo del ’200; un ciborio* di Mino da Fiesole; un affresco* di Benozzo Gozzoli. Di fronte si trova il Battistero (sec. XIII), con fonte battesimale* di Andrea Sansovino. Il Museo diocesano di Arte sacra (B1) raccoglie sculture provenienti dal Duomo e dipinti (Madonna e santi* del Rosso Fiorentino). Sul quadrivio dei Buonparenti* (A-B1), di chiara impronta medievale, si affacciano tipiche case-torri duecentesche, tra cui la casa-torre Buonparenti, collegata da un cavalcavia alla torre Buonaguidi. Su piazza Inghirami prospetta la chiesa di S. Francesco (A1), del XIII secolo; all’interno, notevole la cappella della Croce di Giorno, aula gotica rivestita dagli affreschi di Cenni di Francesco di Cenni (1410). Nel restaurato palazzo Solaini hanno sede la Pinacoteca* e il Museo civico (A2): vi sono raccolte opere di artisti fiorentini, senesi e volterrani dal ’300 al ’600, tra cui Domenico Ghirlandaio, Luca Signorelli, il Rosso Fiorentino (Deposizione*). Il cinquecentesco palazzo Incontri-Viti (A2) custodisce notevoli raccolte di porcellane, oggetti orientali e alabastri* volterrani. Nella piazzetta di S. Michele Arcangelo,
dominata dalla casa-torre Toscano, da vedere la chiesa di S. Michele Arcangelo (A2), con bella facciata romanica di tipo pisano. L’area archeologica di Vallebuona (A1-2) comprende i resti del Teatro* romano di età augustea e quelli di un edificio termale del IV secolo. All’estremità dei bastioni occidentali della Fortezza* (B2-3), oggi penitenziario, si stende il Parco archeologico «Enrico Fiumi», con resti dell’acropoli etrusco-romana. Il Museo etrusco «Mario Guarnacci»* (B23) raccoglie materiali archeologici dalla preistoria all’età imperiale romana, sculture (Ombra della sera, bronzetto votivo etrusco del III secolo a.C.), una vasta collezione* di urne funerarie etrusche in tufo, alabastro e terracotta, tra cui la straordinaria urna degli sposi* (I sec. a.C.), e una collezione numismatica*. La caratteristica via Matteotti* (B2) e la successiva via Porta dell’Arco, dove affacciano numerose botteghe di alabastrai, conducono alla porta dell’Arco* (B1), già parte della cinta etrusca del IV-III secolo a.C. Nei dintorni sono da visitare le balze*, impressionante scoscendimento a calanchi, dovuto a frane; nelle vicinanze sorge una Badia, fondata nel 1030 dai camal-dolesi. A pochi chilometri si trova il borgo medievale di Montecatini Val di Cècina, con una torre del 1100, unico resto di una rocca, il Palazzo Pretorio e la Parrocchiale romanico-gotica.
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Segni convenzionali Autostrada, arteria di attraversamento
Via principale
Altre vie
Rampa pedonale
Ferrovia e stazione
Funivia
Funicolare
Zona pedonale
Monumento di grandissimo interesse
Monumento molto interessante
Monumento interessante
Chiesa
Ufficio pubblico
Ospedale
Ufficio informazioni turistiche
Parcheggi principali Giardino, parco
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1.10-13 TUR
Una guida semplice e rigorosa per visitare le città d’arte, i centri minori, i parchi naturali e le aree archeologiche Carta generale della Toscana
TOSCANA
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