Tesori d’arte
da Cognac ad oceano www.poitou-charentes-vacances.com
Poitou Charentes
dalla via del Cognac all’oceano dalla strada del romanico alle isole : incanti di una regione tutta da scoprire
La Costa atlantica Altre isole
Poitiers Futuroscope
Le paludi del Poitou
©Ile d'Oléron
Cognac La Rochelle Valle della Charente Ile de Ré
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AMSTERDAM
PARIS NANTES
PoitouCharentes BORDEAUX
Poitou-Charentes
I nostri tesori
incanti di una regione tutta da scoprire
PAGINE
Le nostre destinazioni
Iniziamo dall’ambiente naturale e dalla Costa Atlantica, con il suo clima dolce e soleggiato, uno dei punti di forza della regione. Magnifici sono i paesaggi, dove a falesie severe, come scolpite nella roccia, si alternano spiagge sabbiose, di cui non si vede la fine, simili a mezzelune dorate. Di fronte, isole piene di carattere, ognuna con la propria peculiare personalità, sono accomunate dalla dolcezza del vivere, dalla quiete e dalla bellezza mozzafiato, derivata dal loro stretto interagire con l’oceano. L’estuario della Gironda è uno spettacolo natural e selvaggio di rara suggestione, i marais salants, dalla tradizione ostrearia, saturi di colori e profumi, sono una pagina che non può non affascinare. La Charente, snodandosi con i suoi meandri pigri, tra Angoulême e l’Oceano, attraversa valli verdissime, zone di pascoli e il paese del Cognac, un paesaggio che ricorda la Toscana per le colline ondulate, ammantate di vigneti, da cui si ricava l’acquavite, poi distillata e invecchiata nelle cantine lungo il fiume. Altri corsi d’acqua, come il Thouet, il Gartempe e l’Anglin, danno il loro nome a valli pittoresche, fra colline, boschetti, distese verdeggianti di campi. Le ampie paludi del Poitou, Il Marais potevin, si rivelano un mondo a parte, con l’intrico di corsi d’acqua, da percorrere in barca per inoltrarsi in angoli solitari e misteriosi, osservare una flora ed una fauna piene di sorprese e d’incanto. E’ questa una delle più belle e
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vaste zone umide della Francia, che nella sua punta orientale viene definita “La Venezia verde”. Nel Poitou-Charentes troviamo dunque una successione fantastica di paesaggi, ma non solo questo: qui monumenti preziosi raccontano e testimoniano secoli di storia, da quella movimentata e guerriera delle coste, la Saintonge e l’Aunis, punteggiate da poderose fortezze, alla spirituale epoca del Romanico che, sulla via del pellegrinaggio di Santiago de Compostela, ha lasciato tracce di architettura, scultura e pittura senza pari. Pensiamo alle superbe facciate scolpite della cattedrale di Saint-Pierre di Angoulême e della chiesa Notre-Damela-Grande di Poitiers, ai capitelli fantastici, conservatisi a Chauvigny nella chiesa di Saint-Pierre, al ciclo di pitture dell’abbazia di SaintSavin –sur-Gartempe, una fantastica Cappella Sistina romanica. Le città d’arte, Angoulême, Poitiers, Saintes, possiedono ognuna un volto inconfondibile, il fascino di un patrimonio ricchissimo e preservato, ma esprimono anche il desiderio di essere protagoniste del presente e di guardare al futuro. Non a caso, tra i must del Poitou-Charentes ci sono manifestazioni d’attualità, come quella del Festival Internazionale del Fumetto, grande appuntamento annuale ad Angoulême, ed uno straordinario parco tecnologico di divertimenti in continuo divenire, il Futuroscope di Poitiers .
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Cognac - Valle della Charente
Edito
Poitou-Charentes - un nome un po’ misterioso, che forse non permette di mettere subito a fuoco e di localizzare una delle regioni più affascinanti e varie della Francia. Ma se ad esso aggiungiamo Poitiers e Angoulême, Cognac e La Rochelle, îles de Ré e d’Oléron, subito si presentano alla mente tante immagini di bellezze artistiche e naturali, insieme ad evocazioni di sapori e profumi, risvegliando associazioni e ricordi legati alla storia e all’arte, al mare e allo sport, alle specialità gastronomiche. Perché questa terra, estesa nella parte occidentale dell’Esagono, lambita dall’Oceano Atlantico, che le conferisce un carattere tutto speciale, è un autentico scrigno, da cui si possono estrarre sempre nuovi tesori. Risulta difficile trovare mete così ricche di spunti diversi, tanto articolate e generose nella loro offerta turistica, da soddisfare i gusti più esigenti.
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La Rochelle - Ile de Ré
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La Costa atlantica - Altre isole
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Poitiers - Futuroscope
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Le paludi del Poitou
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Le nostre visite e scoperte
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Patrimonio
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Benessere
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Divertirsi in famiglia
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Loisirs nature
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Immersi nella natura
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Cognac - Valle della Charente
Paese del Cognac e valle della Charente
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Valle Della Charente La valle della Charente si stende fra Angouleme e l’Oceano Atlantico, lungo le antiche provincie di Angoumois e Saintonge. Il corso d’acqua è stato di vitale importanza per la vita e il lavoro di queste terre, come testimoniano i mulini e le chiuse disseminati sul suo sinuoso percorso. Oggi la Charente ha perso il ruolo di arteria indispensabile per i trasporti e gli spostamenti, ma è ancora piena di vita, grazie ai battelli che ne solcano le acque, offrendo ad appassionati di navigazione e turisti magnifiche, riposanti vacanze in seno alla natura. Il fiume, che nasce nel Limousin, ed ha una lunghezza di 370 km, attraversa la Vienne e bagna centri importanti, quali Angoulême, punto dove, allargandosi, comincia ad essere veramente navigabile, e poi Jarnac, Saintes e Rochefort, prima di gettarsi nell’Atlantico tra Rochefort e Port-des-Barques. Fantastica è la storia di questo corso d’acqua, grazie al quale la romana Saintes diventa punto di contatto tra litorale atlantico e le province dell’interno, un fiume che già nel IX secolo i Normanni risalivano per saccheggiare le abbazie e i borghi sorti sulle sue fertili rive. Molti sono i porti fluviali, quali Cognac e Jarnac sviluppatisi sin dal Medioevo; a trasportare le merci erano le gabarre, i tipici barconi a fondo piatto, che navigavano a vela o manovrati da animali da tiro, ed oggi divenute un’attrazione turistica. Arrivate cariche di sale, proveniente dalle coste, di carbone e foraggio, le imbarcazioni ripartivano con altre merci di pregio, legname, vino e, più tardi, ad inizio XVII secolo, carta, prodotta ad Angoulême, tessuti,
acquavite di Cognac. Comprensibile, dunque, che Enrico IV definisse la Charente “il più bel fiume del mio regno”; ma con la nuova linea ferroviaria Angoulême-Rochefort esso, alla fine del XIX secolo, deve rinunciare al proprio ruolo nei trasporti e nelle comunicazioni, al punto che le sue quindici chiuse vengono messe fuori servizio. I tempi cambiano, ed è così che gli anni ’60 segnano una rinascita di questo corso d’acqua che sembrava assopito, grazie al ripristino della navigazione e all’inizio del turismo fluviale. Per la maggior parte dell’anno, infatti, è possibile percorrere la Charente su battelli molto semplici da manovrare, risalendo e discendendo il fiume nella maniera più libera, seguendo il proprio ritmo e quello della natura, per godere un paesaggio pervaso di bellezza e poesia, scoprire chiesette nascoste fra la vegetazione, antiche ville nobiliari, graziosi villaggi, fare acquisti ai mercati, dove si trovano ottimi prodotti locali, visitare tenute vinicole di piccoli produttori, dove un antico savoir-faire produce il cognac, l’elisir di queste terre. Anche in auto il ritmo di visita della Valle della Charente non cambia: strade tranquille e panoramiche si insinuano fra colline dolcissime , costeggiano i grandiosi e pigri meandri del fiume, permettono di vedere da vicino lo spettacolo delle distese di vigneti che, con il mutare delle stagioni, da verdi si fanno ambrati e poi fiammeggianti, in bel contrasto con la sfumatura dorata del terreno calcareo.
Turismo Fluvial Navigabile per 147 km, da Angoulême fino all’oceano, la Charente è un fiume ideale per gradevoli, tranquille crociere in famiglia. Varie compagnie affittano per un weekend, una settimana o anche più, battelli fluviali facili da manovrare, senza bisogno di patenti nautiche. Le barche, che possono ospitare da 4 a 12 persone, hanno cucine attrezzate e cuccette, per un soggiorno comodo e rilassante. Si naviga sul fiume tra paesaggi verdissimi e ombrosi, con aristocratici castelli e borghesi dimore di produttori di cognac, che si affacciano sulle sue rive; incontrando piccole spiagge sabbiose; si può sostare in piena libertà dove si vuole, magari per una nuotata e un picnic. Tutto risulta facile e senza stress perché per la navigazione non esistono né orari né chiuse. Un’altra possibilità è quella di effettuare una gradevole crociera di una o due ore, a bordo delle tre gabarre, le caratteristiche barche a fondo piatto, un tempo adibite al trasporto merci, ora adibite a servizio turistico a Saintes, Cognac e St-Simon. Quest’ultimo pittoresco villaggio, a metà strada fra Angoulême e Cognac, era il porto delle gabarre, dove le barche venivano anche costruite e riparate, come mostra l’esposizione nel locale museo. Acquistando il biglietto si ha diritto ad una gita sul fiume della durata di 90 minuti. Su una gabarre, naturalmente!
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Cognac - Valle della Charente
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Da non perdere
Cognac e Pineau
Il prodotto d’eccellenza della regione rimane senza dubbio il cognac e non esiste indirizzo migliore per fare i propri acquisti della Cognathèque di Cognac, il più fornito negozio di Francia, tre piani e 450 tipi di pregiati cognac, comprendenti le grandi case e i piccoli produttori di nicchia, insieme a 50 tipi di pineau des Charentes.
Cognac
fra esperienze reali e tracce angeliche xxx Un nome, poche lettere che raccontano la realtà di Cognac, la cui fama è legata all’acquavite, di cui è il maggiore centro di produzione e vendita. La posizione è stata fondamentale per il suo sviluppo: sorta sulla Charente la cittadina di Cognac prospera soprattutto sulla fabbricazione, il commercio e il trasporto della bevanda, definita da Victor Hugo “Il liquore degli dei”. Grandi case di produzione quali Martell, Otard, Hennessy, Camus, Rémy-Martin, hanno qui le loro sedi di produzione ed organizzano interessantissime visite guidate alle cantine. L’impronta del cognac si trova persino sui muri delle case di pietra bianca, anneriti da un microscopico fungo, nutrito dall’evaporazione dell’alcool, quella che viene poeticamente chiamata “la parte degli angeli”. Le intricate vie della città vecchia, sulla riva sinistra del fiume, offrono non pochi motivi d’interesse, a cominciare
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dalla medievale Porte Saint-Jacques con le due torri, per continuare con il Castello dei Valois dove, nel 1494, nacque il futuro re Francesco I (a cui è dedicata la piazza centrale con il monumento equestre), superbo edificio, che dalla fine del XVIII secolo accoglie le cantine Otard. Fra le belle sale rinascimentali, ci sono quelle “au Casque” e “des Gardes”. Intorno si conservano antiche case a graticcio, mentre in un hotel neoclassico ha trovato posto il Musée d’Art et d’Histoire, comprendente reperti archeologici, ed una ricca collezione di vetri di Gallé. L’interessante Musée des Arts du Cognac è dedicato a questa acquavite, e l’Espace découverte en pays du Cognac, permette di conoscere in maniera gradevole ed interattiva tutti i segreti della zona e la sua storia.
… Fra cognac e pineau un’esperienza da degustare La grande estensione di vigneti della Charente (80000 ha, secondi solo a quelli di Bordeaux) è consacrata quasi esclusivamente alla produzione della pregiata acquavite, che prende il nome di Cognac, ed ha fatto la fama mondiale della regione. Un terreno calcareo ed un microclima, che permette la lenta maturazione dell’uva sono fondamentali per ottenere la materia prima ideale. I vitigni, l’ Ugni bianco, di origine italiana, ed in percentuale minore, il Folle bianco e il Colombari, danno un’uva bianca a maturazione tardiva in ottobre, a basso contenuto alcolico e forte acidità. Sei sono i crus ufficiali, cinque dei quali si trovano nella zona della Grande Champagne, la migliore. Il cognac viene realizzato attraverso due distillazioni, che si effettuano tra novembre e marzo in alambicchi speciali. Il primo riscaldamento (chauffe) permette di ottenere il ”brouillis”, a circa 30°, con il secondo, detto “bonne chauffe”, si ottengono le “têtes”, l’acquavite incolore, di gradazione fino ad 80°.
E’ da questo secondo distillato che, gradualmente, deriva il “cuore”, che permette di elaborare il cognac: esso viene messo ad invecchiare in botti di quercia nuove, ricche di tannino, da cui derivano profumi e colore caratteristici. Il Pineau des Charentes si ottiene, invece, bloccando la fermentazione del succo d’uva con l’aggiunta di cognac vecchio, di almeno 80°. Devono passare 2-3 anni di invecchiamento in botti di quercia perché il delizioso aperitivo, altro punto di forza della regione, sia pronto da degustare.
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Cognac - Valle della Charente
Jarnac
Saintes
nella Champagne charentaise i migliori cognac
alla scoperta dei resti gallo-romani e dell’arte romanica
La Champagne charentaise è una terra fascinosa, ricoperta dai vigneti della Grande e della Petite Champagne. Jarnac, il maggiore centro per il commercio delle acquaviti dopo Cognac, sorge proprio nel cuore di questo territorio, sulla riva destra della Charente. Il fiume e il cognac sono i due punti forti della città natale di François Mitterrand, che le ha lasciato un’importante donazione; sistemate negli edifici di antiche cantine, oggi adibiti a museo, ci sono infatti molte opere d’arte, doni fatti al presidente durante i suoi due mandati (19811988), esposte insieme a modellini della grandi opere architettoniche da lui realizzate, soprattutto a Parigi. Nelle vicinanze si visita anche la sua casa natale, con un’interessante mostra di documenti e fotografie.
Deriva dai Santons, una tribù di Galli, il nome di Saintes, fondata nella valle della Charente dai Romani sotto il regno di Augusto, con il nome di Mediolanum. I superbi resti monumentali testimoniano la grandezza di quella che era la capitale politica della grande provincia d’Aquitania, con una popolazione di circa 15000 abitanti alla fine del I° secolo. Verso il III secolo arriva il declino e la città si rinchiude all’interno dei bastioni, con una fisionomia che la contraddistingue fino alla Rivoluzione. Cristianizzata molto presto, Saintes nel Medioevo vede sorgere, fuori dal centro, grandi santuari, il più importante dei quali, sulla strada del pellegrinaggio per San Giacomo di Compostela, è dedicato a Saint Eutrope, apostolo dei Santons e primo vescovo della città.
Sul lungofiume della Charente si susseguono belle dimore, legate soprattutto al commercio del cognac. Fra queste la Maison Courvoisier, composta da un padiglione Luigi XIII, le cui cantine si possono visitare, insieme al piccolo Musée Napoléon I (Courvoisier era fornitore imperiale), dov’è in mostra una ricostruzione del campo di Austerlitz. Vale a pena di dare un’occhiata anche ad altri chais, come quelli di Louis Royer (solo in estate) e di Thomas Hine & Co.
Sulla riva sinistra del fiume si stende la città medievale, una magnifica veduta della quale appare dalla terrazza del vecchio Ospedale. A suo centro svetta la cattedrale gotica di Saint-Pierre, sorta su un edificio romano, caratterizzata soprattutto dal campanile di 72 m, cinto da contrafforti, e dalle belle sculture di angeli, santi e profeti della facciata occidentale. Il quartiere dell’Echevinage, cuore economico fin dal Medioevo, è estremamente animato ed ancora oggi nelle sue vie fervono i commerci. Qui troviamo l’abside della Sala capitolare, dalla magnifica vetrata fiammeggiante, eleganti hotels particuliers e, in uno di questi, il Présidial, il Musée des Beaux-Arts. A ovest della città vecchia due monumenti-simbolo di Saintes, appartenenti a due epoche d’oro: la Basilica di St-Eutrope e l’Anfiteatro romano. La chiesa, tempio funerario del santo, venne costruita dai monaci benedettini a partire dal 1081 per volere di Guglielmo VIII, duca di Aquitania, e malgrado le mutilazioni rimane, con la suggestiva cripta, un capolavoro dell’arte romanica. Il tempio si sviluppa su tre livelli, che accoglievano i monaci ed i pellegrini, venuti a pregare sulla tomba del Santo.
L’anfiteatro, in una valle calma e verdeggiante, è la vestigia più importante della città antica, di cui sono andati distrutti quasi tutti gli edifici. Terminato verso il 40 d. C, è uno dei più antichi della Gallia e fra i meglio conservati, anche se, essendo stato a lungo utilizzato come cava di pietra, ha subìto non pochi danni. Qui combattevano all’ultimo sangue i gladiatori e la cavea si trova addossata ad un vallone, su cui appoggiano direttamente i gradini. L’altro monumento romano superstite, l’Arco di Germanico, si erge sulla riva destra, zona sviluppatasi soprattutto nel XIX secolo, e dove lungo il decumanus romano si stendeva il quartiere Saint-Pallais. L’arco (18-19 a.C.) venne salvato dalla distruzione da Prosper Merimée, che era ispettore generale dei Monumenti storici. Nel 1843, quando fu abbattuto il ponte romano, la stessa sorte attendeva infatti quest’ arco, dall’architettura sobria, lungo 16 m ed alto 15, ma lo scrittore riuscì a farlo spostare sull’altra riva, nell’attuale posizione. I vecchi macelli ospitano invece il Musée Archéologique, con vestigia della civiltà gallo-romana. Un po’ isolata, in un tranquillo quartiere residenziale, troviamo l’Abbaye-aux-Dames, grandioso complesso monastico fondato da Agnès de Bourgogne e dal suo secondo marito, conte di Anjou, un’abbazia benedettina consacrata nel 1047 con dedica alla Vergine. Se gli eventi storici nei secoli ne hanno in parte danneggiato l’architettura, essa conserva comunque la più grande facciata decorata della Saintonge, testimonianza di un secolo di scultura romanica, ed autentica bibbia scolpita.
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Honneur à Hugo Pratt Oggi la città è famosa nel mondo soprattutto per il “Festival Internazionale del Fumetto”, che sin dal 1974, attira nell’ultimo weekend di gennaio quasi duecentomila visitatori e 500 autori. Nella prima edizione il manifesto venne firmato da un grande artista italiano, Hugo Pratt, l’autore di Corto Maltese. La fama del Festival si è consolidata di anno in anno, con la partecipazione dei principali disegnatori francesi e stranieri, e ha dato un’impronta particolare alla città, dove i muri della case si animano di scene e personaggi, che portano la firma di nomi famosi. In questo allegro, originale percorso artistico, che vivacizza i vecchi quartieri, anche le targhe delle strade hanno la forma di “nuvolette”, come nei fumetti.
Il Festival ha anche orientato Angouleme verso la tecnologia dell’immagine, imprimendole un impulso, nuovo, più al passo con i tempi. Nel 1989 è stato inaugurato il Centro nazionale del Fumetto e dell’Immagine, che ha oggi sede nella parte bassa della città, in un suggestivo sito industriale, riconvertito in spazio polifunzionale.
Angoulême La sorprendente città dei fumetti Tesoro della Cittá vecchia La Charente scorre ai piedi di una delle città più fascinose della regione, Angouleme, arroccata su uno sperone di roccia, a metà strada tra Poitiers e Bordeaux. Sul cosiddetto “Plateau” si sviluppano gli antichi quartieri di un centro fortificato dalle antichissime origini, risalenti ai Celti e ai Romani, e dove le case in pietra, su cui svettano campanili e cupole di chiese, hanno tetti di tegole rosse, un po’ alla maniera del sud. Forse per questo lo
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scrittore Théophile Gautier trovava in Angouleme una “falsa aria italiana”. La storia di questo centro che, sin dal tardo Medioevo, diventa famoso per la produzione della carta, fabbricata grazie all’acqua del fiume e ai mulini che lo costeggiano, è illuminata da personaggi come Giovanni di Valois, il “conte buono”, padre del futuro Francesco I, e di sua figlia Margherita, fra le più significative figure dell’umanesimo in Francia.
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Da non perdere
Cioccolato: “Marguerites d’Angouleme” L’antica Chocolaterie Letuffe di Angoulême è famosa per le marguerites, cioccolatini a forma di fiore, fondenti con scorze d’arancia, bianchi alle mandorle, al latte con nocciole. Sono invece aromatizzati al Pineau des Charentes i fragranti macarons della Biscuiterie Lolmède, altro indirizzo tradizionale della città.
Qualcuno ha scritto che uno dei primi esempi di fumetto si trova ad Angouleme, in uno dei suoi principali monumenti, la Cattedrale Saint-Pierre. La magnifica facciata romanica, scolpita nello stile del Poitou, rappresenta infatti, in “strisce”
sovrapposte, la vita terrena, con le sue lotte, i vizi e le virtù e, andando verso l’alto, continua con le immagini degli apostoli e della Vergine, che assistono all’ascensione di Cristo , rappresentato in mandorla nell’ultima “striscia”, al livello superiore.
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La Rochelle - Ile de Ré
La Rochelle
marinare arte ecologia
Atmosfere
Ha un fascino particolare La Rochelle, città marinara dalla storia antica, ma all’avanguardia per l’ecologia urbana; protesa sull’Oceano Atlantico con le bianche torri, sentinelle silenziose del Vieux-Port, racconta secoli di vicende, in cui si intrecciano desiderio di indipendenza, lotte di religione, floridi commerci lungo rotte esotiche.
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Da non perdere
Cozze Nei dintorni di La Rochelle, gli estesi allevamenti di mitili invitano a degustare questi molluschi. L’indirizzo giusto è Châtelaillon–Plage: nell quartiere sud il villaggio des Boucheleurs, con le capanne in legno colorato, la lunga spiaggia e le distese di “bouchots”, offre parecchie possibilità di provare cozze appena pescate presso i produttori.
Una rete infinita di piste ciclabili E’ una città militare e mercantile a rivelarsi al visitatore, che la scopre a piedi, o in sella alle famose “piccole biciclette gialle” (300 per 106 km di piste ciclabili), antesignane, fin dal 1976, di una tendenza ecologica ormai diffusa. Nel 1975 qui fu tracciata la prima zona pedonale in Francia, mentre già si effettuava l’analisi regolare della qualità dell’aria ed esisteva un “centro storico protetto”. Negli anni novanta inizia la sperimentazione delle macchine elettriche (ora ne circolano 120) e del primo battello a propulsione elettrica per il trasporto pubblico. Nel 1997 La Rochelle lancia la “giornata senza auto” ed oggi dispone di un tram e di navette elettriche, per i collegamenti con i parcheggi esterni, di biciclette in uso agli utenti, di un “passeur”, un battello elettrico di collegamento tra il Vecchio Porto e la mediateca per accedere all’Acquario, e “bus marino” elettro-solare, che unisce sempre il Vecchio Porto a quello turistico delle Minimes, il più grande d’Europa sul fronte atlantico, con una capacità di 3500 posti.
Una vacazione marittima Le migliori soluzioni moderne permettono di apprezzare e vivere al meglio una città, nata nel X secolo nelle paludi salate, i marais, consolidatasi come porto, rivelando una tempra indipendente, che la aiuta ad affrancarsi dalle tutele feudali. Privilegi e ricchezze vengono conquistati in un abile gioco di equilibrio, che sfrutta le rivalità tra i regni di Francia e Inghilterra. Con quest’ultima e con le Fiandre prospera il commerci di vino e sale, e fino al XV secolo questo è il più importante porto francese sull’oceano, un centro cosmopolita, aperto al nuovo, che accoglie la Riforma protestante. Nel 1568 un colpo di stato fa entrare La Rochelle nel campo dei Riformati: con alterne vicende vi rimane fino al 1627, quando soccombe all’assedio Fascino dell’Oveste Francia
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francese di oltre un anno, voluto da Luigi XIII e diretto da Richelieu. La “città sulla roccia”, però, non si perde d’animo: il commercio marittimo è la sua ancora di salvezza, anche grazie alle nuove rotte verso la Nouvelle France, l’attuale Canada, e le Antille. La Rivoluzione, insieme alle guerre napoleoniche, si rivela quasi fatale alle sue attività economiche, fino a quando, nel 1857, non si inaugura la prima linea ferroviaria e, poi, non viene creato un porto commerciale nelle acque profonde di La Pallice. Arriva anche il turismo, incrementato dalla creazione del porto per 3500 barche e dal collegamento ferroviario del TGV. Fascino dell’Oveste Francia
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La Rochelle - Ile de Ré
Richezza del patrimonio marittimo Il cuore di La Rochelle batte al Vieux Port, bello come una cartolina: le torri, la trecentesca Tour St. Nicolas e la vicina Tour de la Chaîne, insieme alla Tour de la Lanterne, dalla svettante guglia ottagonale, rimangon il simbolo di una città potente e fiera. Il quai Duperré, con le i déhor dei locali sempre affollati, ne è il fronte, pieno di vita e movimento fino a tarda notte, ombreggiato da un viale di ultracentenari olmi. L’ingresso al centro storico attravers la gotica Porte de la GrosseHorloge, fa subito comprendere la forte vocazione commerciale cittadina, che traspare dalla struttura urbana, nelle antiche case a graticcio e in ardesia, appartenute a ricchi commercianti, nelle via porticate des Merciers, du Minage, de l’Escale, dove venivano esposte e vendute le merci. Nel XVI e nel XVII secolo il successo si ostentava con dimore in pietra bianco-dorata, scolpita con figure mitologiche, ma soprattutto con simboli marini, delfini e prue di navi. Nel centro storico, a strade affollate, tutte un succedersi di negozi, se ne alternano altre silenziose e quiete, in cui regnano atmosfere alla Simenon, che a La Rochelle e al Café de la Paix ambientò “I fantasmi del cappellaio”. In questi quartieri eleganti e signorili troviamo la cinquecentesca Maison Henri II, dalla facciata come un monumentale sipario, e la Maison Venette, adorna di ritratti di medici dell’antichità. Il settecentesco Hôtel de la Bourse ha un bellissimo cortile, dove la rosa dei venti ed altri motivi rendono omaggio al traffico marittimo. In pieno centro, superbo simbolo dell’indipendenza cittadina si erge il Municipio, con feritoie e torrette: le iniziali di Enrico IV si rincorrono allacciate a quelle di Maria de Medici, sul soffitto della galleria. Un angolo vivace ed autentico rimane quello della Place du Marché, con il mercato coperto ottocentesco, dove le ostriche fanno la parte del leone; tutt’intorno, caffè e locali, frequentati dalla gente del posto, per sentire l’atmosfera, che respira ogni giorno chi ha il privilegio di vivere in un’ oasi felice come La Rochelle.
L’oceano e l’acquario – Il regno di Nettuno
L’arte di vivere a La Rochelle, fra musei curiosi ed esplorazione di sapori Interessanti pagine della vita culturale di La Rochelle si sfogliano nei suoi musei. Nel Musée d’Histoire Naturelle si dispiegano collezioni naturalistiche ed etnologiche, provenienti dal mondo intero, al Musée du Nouveau Monde, in un magnifico hotel particulier, vengono raccontate le relazioni tra Francia e America, fin dal XV secolo. Situato in un altro edificio di pregio, il Musée D’Orbigny-Bernon, oltre ad avere una ricchissima collezione di porcellane, narra la complessa storia cittadina, mentre il Musée des Beaux Arts, nell’ex palazzo episcopale, è una pregevole rassegna di pittur dal XV al XX secolo. Davvero originale è poi il Musée des Automates et des Modèles réduits (degli automi e dei modelli in scala ridotta), per tornare un po’ bambini.
Aspetto importante dell’art de vivre è quello gastronomico, ben rappresentato da uno dei suoi più famosi esponenti, il giovane chef Grégory Coutanceau. Nei suoi tre ristoranti egli esprime al meglio l’”esplorazione di sapori”, tipica di un centro marittimo come La Rochelle. Cucina di mare, a base dei meravigliosi prodotti dell’Oceano, e delle vicine isole d’Oléron e di Ré, specialità esotiche, memori dei rapporti con le terre più lontane, “ritorno alle origini”, con piatti della nonna, strettamente legati al territorio: questa è la filosofia di Coutanceau, che a vent’anni rinunciò agli studi di medicina per diventare chef e, a 22, aprì il suo primo ristorante “Les Flots”, all’ombra protettrice e familiare della Tour de la Chaine.
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L’oceano dà l’impronta a La Rochelle, ma si vive da vicino soprattutto nei pressi del Vieux Port, nell’ex Bassin des Chalutiers, il “bacino dei pescherecci”, e in quella che era chiamata La Ville-en-Bois, ”la città di legno”, per le casette di legno che servivano da officine di riparazione e magazzini. Qui il Musée Maritime Neptunea e l’Aquarium ci immergono nell’affascinante regno di Nettuno. Nel primo percorriamo la vita del mare in tutti i suoi settori, dalla navigazione, alla vela, alla pesca, fino alle avventure dei sottomarini. Navi famose, come la fregata France I, la stazione metereologica oceanica, in servizio fino al 1985, e il peschereccio Angoumois (1969), entrambi visitabili, costituiscono la flotta del museo, davanti al quale sono attraccate. Un vascello in vetro, contenente oltre 10000 animali marini dell’Atlantico, del Mediterraneo e dei Tropici: è questo lo spettacolare Aquarium, fra i più grandi d’Europa. Oltre a 65 vasche, dove sono stati ricreati i diversi fondali, con i loro multicolori, esotici abitanti, l’acquario di La Rochelle comprende una serra tropicale, un tunnel di meduse, la sala degli squali, il tutto con un sistema interattivo, che piace a grandi e piccini.
Nei dintorni di La Rochelle a tu per tu con l’oceano Anche i dintorni della città vivono con l’Oceano Atlantico un’autentica storia d’amore, e le coste con le pittoresche falesie, i villaggi caratteristici, offrono non pochi motivi di interesse. Dall’alto del campanile gotico della chiesa di St- Pierre a Marsilly, 5 km a nord, si apre un ampio panorama della Baia dell’Aiguillon e dell’Ile de Ré. Nella direzione del Marais Poitevin, 10 km a nord della città, a Esnandes, la chiesa medievale fortificata, dalla facciata romanica, è ricca di exvoto e di modellini di navi. Qui, alla Casa della Miticoltura, si può conoscere la storia dei “moules à bouchot”, allevamento su pali di quercia, a metà immersi nell’acqua, introdotto dagli Irlandesi nella baia d’Aiguillon nel XIII secolo. Verso sud-est, a La Jarne, troviamo il bel castello di Buzay, settecentesco, appartenuto ad un armatore
di La Rochelle, mentre Châtelaillon-Plage, animata stazione balneare con centro di talassoterapia Thalazur, ha una spiaggia di circa tre km, con centro acquatico. Da qui si può partire per la visita di parchi ostreari, nientemeno che su un carro agricolo, per poi degustare le ostriche, o per una gita in bicicletta alla Riserva naturale del Marais d’Yves, dove fare birdwatching intorno ad una vasta laguna. Si ammira invece il Marais poitevin dalla stanza panoramica del campanile di vetro della chiesa fortificata di Marans, un porto turistico lungo la Sèvre Niortaise. A Surgères, dove si vedono un castello del XVII secolo e la chiesa romanica di Notre-Dame, dalla facciata come un libro scolpito, è d’obbligo assaggiare il delizioso burro, per cui la cittadina è famosa.
Esnandes
Charron
Aytré
Châtelaillon
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Ile de Ré
vacanze d’atmosfera sull’isola bianca L’Ile de Ré è “l’isola bianca”: per la sua luminosità, che il pittore Eugène Fromentin paragonava allo splendore dell’Oriente, per il colore delle case, sul quale spiccano, intensi, il blu e il verde degli infissi. Sono anche le saline, grandi scacchiere contornate da tamerici, dove il mare viene imprigionato quando arriva l’alta marea, a costituire una candida distesa, con l’allineamento geometrico dei loro coni di sale.
Se, alla fine degli anni ‘80 lo scenografico viadotto di 3 km ha facilitato i collegamenti con la terraferma, creando quasi una penisola, non per questo l’Ile de Ré ha sacrificato la sua insularità: “approdando” al villaggio di Rivedoux-Plage, con le tranquille spiagge e i pescherecci, già si respira l’aria di un piccolo Eden di natura preservata, dove il mare, offrendo con generosità tutti i suoi tesori, si insinua in lagune, saline e “chiuse per la pesca”, strette fra le rocce e risalenti ai tempi di Eleonora d’Aquitania. Sommerse dall’alta marea, esse intrappolano i pesci quando il mare si ritira. La Corrente del Golfo favorisce lo sviluppo di una flora esuberante e la coltivazione dei vigneti, come quelli che circondano Le Bois-Plage-en-Ré, una delle principali stazioni balneari, il che conferisce a Ré un’aria mediterranea, accentuata dal candore delle linde casette. All’inizio, quattro erano le isole che, in seguito ad alluvioni, ad argini e briglie costruiti dall’uomo, nel Medio Evo si sono fuse a formare quella attuale. Situata di fronte a La Rochelle, questa lingua di terra, lunga 25 km, ne ha condiviso la storia, traendo anch’essa la sua ricchezza dal sale e dal vino, aderendo alla chiesa Riformata per subire, poi, le conseguenze delle guerre di religione, dimostrandosi e capace, nel 1627, di respingere con eroismo l’assedio inglese. La straordinaria cittadella di Vauban a Saint-Martin-de-Ré, autentico capolavoro di arte militare, diviene, dal 1873 al 1938, luogo di detenzione per i condannati in partenza per la Caienna e la Nuova Caledonia: fra loro ci sono personaggi famosi come Dreyfus e Henri Charrière, noto come Papillon. Terminata tale parentesi, le acque dell’isola sono state solcate soltanto da pescherecci, vele, barche tipiche, fatte per navigare nel Fier d’Ars. In questa pittoresca e ben protetta baia, nel Medioevo rifugio dei pirati, si disegnano gli allevamenti di ostriche, les parcs à huîtres, che troviamo anche nella Fosse de Loix.
A Ré l’uomo è intervenuto molto sulla natura, a cominciare dalle saline, create nel XVI secolo, su terreni sottratti al mare, dove i salinai hanno costruito una rete di bacini poco profondi, perfettamente geometrici, per catturare l’acqua ed ottenere per evaporazione il prezioso prodotto. Se oggi molte di queste sono state abbandonate o riconvertite in allevamenti di ostriche, a Loix, dove la Maison du Marais salant ne racconta la storia, si produce ancora il fior di sale,l’ ”oro bianco”, considerato tra i migliori al mondo. A caratterizzare il paesaggio insulare non possono mancare i fari, i “guardiani del mare” che dovevano impedire ai naviganti di smarrirsi ed incagliarsi tra le insidiose rocce del pertuis, lo stretto d’Antioche, rendendo più sicuro il commercio con La Rochelle e le altre isole. Autentica meraviglia è il Faro delle Balene, uno dei tre più antichi delle coste francesi: una superba scala elicoidale conduce alla terrazza, da cui si ammira un panorama da togliere il fiato. Non lontano, si apre la Conche des Baleines, grande baia rinchiusa tra le dune, e spiaggia più bella dell’isola dove, all’epoca dei Romani, si arenavano centinaia di balene. A Ré, anche gli svettanti campanili possono servire di orientamento, come quello, spettacolare, della chiesa di Saint-Etienne di Ars-en-Ré, dipinto in bianco e nero come inusuale segnale per le navi. L’altro incanto di quest’isola, che ne ha fatto uno dei luoghi più amati da personaggi famosi delle arti e dello spettacolo, a cominciare da Mistinguett, personaggi dai quali è stata eletta a buon ritiro estivo, sono la riservatezza, la grazia e la vivibilità dei suoi villaggi, affacciati su porticcioli turistici o di pesca, ricchi di locali di tendenza, con vie in cui, al biancore delle case dall’architettura tradizionale, fanno da allegro contrasto cespugli di malvarosa, il fiore antico e delicato, divenuto il simbolo dell’Ile de Ré.
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In bicicletta tra mare e vigneti La bicicletta e l’ile de Ré, isola pianeggiante il cui punto più alto raggiunge i 19 m., sono un binomio imprescindibile: quasi 100 km di piste ciclabili segnalate, punti di noleggio e di riparazione. Le due ruote sono il mezzo ideale per entrare a stretto contatto con la sua natura preservata. A L’Ile de Ré ci si può avventurare, anche con i bambini, in riposanti gite attraverso vigneti e saline, radure boscose, a due passi da interminabili spiagge dorate di sabbia; volendo, si percorre il viadotto che la collega alla terraferma, per provare l’ebbrezza di una passeggiata a due ruote sul mare. Anche chi ama camminare, e trovarsi a stretto contatto con la natura, sull’Ile de Ré non rimane deluso: molti sentieri sono segnalati e permettono di scoprire una ambiente incontaminato e ricco di biodiversità. Ad Ars-en-Ré, ad esempio, troviamo il sentiero della costa selvaggia e quello del “Fier” e delle saline, a Sainte-Marie-de-Ré, il sentiero di Boschi e campi e il circuito delle sabbie, a La Couarde-sur-mer un suggestivo itinerario collega i due stretti di Antioche e Breton. Nella riserva naturale di Lilleau des Niges, vicino al Fier d’Ars, baia protetta, situata sulla rotta di migrazione degli uccelli dall’Europa del nord, e luogo ideale di nidificazione, si può fare birdwatching con visite guidate: oche colombacce, spatole, pivieri argentati, alzavole, chiurli, a seconda della stagione sono ospiti di questo ambiente selvaggio ed incontaminato.
Niente noia all’ile de Ré: solo l’imbarazzo della scelta tra mille attività divertenti, sportive e culturali, anche per i più piccoli La pesca a piedi è uno dei divertimenti dell’isola: grandi e piccoli possono andare sulle belle spiagge, muniti di paletta e secchiello, per pescare, con le dovute attenzioni e il rispetto per l’ambiente, crostacei e conchiglie sotto le pietre e nella sabbia. Le tranquille distese di sabbia dorata sono poi ideali per vacanze in famiglia, perché spesso attrezzate con giochi e trampolini. La talassoterapia è un altro must dell’Ile de Ré: con quattro centri di cura perfettamente attrezzati, a Sainte-Marie-de-Ré, La Flotte-en-Ré, Ars-en-Ré, Saint-Clément-desBaleines, ci si rimette in forma grazie ai benefici dell’acqua marina e delle alghe, dello iodio e del plancton. Per gli sportivi c’è solo l’imbarazzo della scelta, vela, windsurf, kayak marino, sport nautici, kitesurf, funboard. E, ancora, per i bambini, un poney club ed una passeggiata a dorso del simpatico asino del Poitou, il cosiddetto “aneen-culotte”, a cui facevano indossare i tipici pantaloni in tessuto a strisce, per proteggerlo dalle punture degli insetti. Gli appassionati di equitazione trovano sull’isola due centri equestri. In luglio e agosto le serate sono musicali: si susseguono infatti festival prestigiosi, come quello Internazionale della chitarra a La Flotte-enRé, e il Ré Jazz Festival a Saint-Martin-de-Ré.
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L’ile de Ré non è solo una meta naturalistica e sportiva: sul suo territorio sono sparsi tesori storici ed architettonici, a cominciare da quelli legati al genio militare di Vauban, a cui si deve il complesso fortificato di Saint-Martin-de-Ré, una “stella di pietra” che cinge la città. Non manca neppure un patrimonio religioso, conservato nelle belle
chiese, come quelle di Saint-Martin-de-Ré (dove il Museo Ernest-Cognac racconta l’economia e le tradizioni dell’isola), di Sainte-Catherine de La Flotte, di Saint–Eutrope des Portes. Estremamente suggestive, su una falesia,che domina il mare, si stagliano le rovine dell’Abbazia di Notre-Damedes-Châteliers.
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Da non perdere
Fleur de sel Non si può lasciare l’Ile de Ré senza portare con sé il suo prodotto più noto, il fleur de sel, dal caratteristico, lieve gusto di violetta. Lo si acquista, anche aromatizzato con erbe provenzali ed altri sapori, all’Ecomusée du Marais salant di Loix, dove si scoprono anche la sua storia e la tecnica di produzione. Un’altra autentica delizia di cui fare scorta, sono le morbide caramelle, sempre “à la fleur de sel”.
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Ile d’Aix
la mezzaluna sull’oceano L’Ile d’Aix pare una mezzaluna posata sull’oceano, tra Ré e Oléron. Solo 130 ha di superficie, raggiungibile in battello dalla penisola di Fouras in venti minuti, quest’isola lunga 3 km e larga al massimo 700 m, si rivela un’oasi di pace dove le auto non hanno accesso. E’ facile e piacevole percorrerla a piedi, o in bicicletta, incontrando una grande varietà di paesaggi, falesie, insenature, parchi di mitili, lagune salate e boschi, per poi raggiungere le sue belle spiagge, quella “Aux coquillages”, ”delle conchiglie” nell’anse du Saillant, e la Grand Plage, ad ovest. A vederla dall’alto, Aix si presenta segnata da fossati e bastioni e con un piccolo villaggio dalle linee regolari, come quelle di un accampamento, il tutto immerso nel verde. Come dimostrano le fortificazioni anche questo lembo di terra nel corso dei secoli ha ricoperto un ruolo militare e difensivo, avendo subito varie invasioni, fra cui quelle di Normanni ed Inglesi. Proprio questi ultimi distrussero parzialmente, nel 1757, le fortificazioni volute da Luigi XIV e da Vauban. Fu
Napoleone Bonaparte a ricostruire il Fort de la Rade, all’estremità sud dell’isola, a protezione del borgo, dove le case dei pescatori, dai tetti color ocra, sono basse per proteggersi dal vento e dalle cannonate. Sempre l’imperatore, il 15 luglio 1815, fece involontariamente entrare l’île d’Aix nella storia: sconfitto a Waterloo, prima di consegnarsi agli Inglesi e raggiungere Sant’Elena, egli trascorse infatti gli ultimi tre giorni di libertà in quella che ora è diventata “la casa dell’imperatore”, il suo museo sulla piccola isola d’Aix. Lo allestì nel 1928 il barone Gourgaud, discendente dell’aiutante di campo che aveva accompagnato Napoleone in esilio: nell’edificio di fronte egli organizzò anche un Museo africano, con le collezioni etnografiche e zoologiche da lui riunite. Nella Maison de l’Empereur, in cui tutte le pendole segnano l’ora della sua morte e dove si vedono cimeli funerari giunti da Sant’Elena, insieme alla spada di Napoleone, la stanza più ricca di pathos è quella dove egli dormì e scrisse la lettera di resa agli Inglesi.
Litorale,
altre isole, altre spiagge
Ile Madame
la dell’alta marea
Zee, zon en zand De meer dan 400 kilometer lange kustlijn van de Poitou-Charentes en het zachte, oceanische klimaat maken van deze Atlantische stranden een heerlijk ontspannende bestemming. Zo zijn er de lange zandstranden met een mooie groene kraag van zeedennenbossen, waar het heerlijk toeven is voor wie het zand te heet onder de voeten wordt. Op deze stranden is nog volop ruimte en het ondiepe water in de baaien die beschermd liggen tegen de woeste golven van de oceaan, zijn een gedroomde plaats voor een onvergetelijke strandvakantie met het gezin. Fascino dell’Oveste Francia
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De Atlantische Oceaan verwent ook de watersportliefhebbers: surfers, zeilers, kitesurfers, iedereen wordt hier verwend door de Atlantische bries en de stevige golven: hier wordt watersport pas een echte sensatie!
Quando c’è la bassa marea l’île Madame, un fazzoletto di terra lungo un chilometro e largo 6 m, la meno conosciuta fra le isole della Charente, si può raggiungere a piedi (e volendo anche in auto), percorrendo “la Passe aux Boeufs”. Pare un luogo in capo al mondo quest’isoletta calcarea, ma qui sono sparse alcune case, una fattoria, ed è possibile praticare sia la pesca a piedi sia quella con il bilancino (conosciuta sin dal XVIII secolo), come testimoniano i tipici pontili, quasi sentinelle di fronte all’oceano, installati sulla riva, dove si frange l’onda. Se nel Medioevo l’isola apparteneva
all’Abbaye- aux-Dames di Saintes, da cui il suo nome, Madame, titolo della badessa del monastero, durante la Rivoluzione essa divenne la Citoyenne. A quel periodo risale un episodio drammatico della storia di questo luogo quieto e appartato: 254 sacerdoti, cosiddetti “refrattari”, morti per non avere voluto prestare giuramento alla costituzione civile, riposano qui, all’ombra di una semplice croce. In loro ricordo si perpetua l’usanza di un pellegrinaggio annuale, che in agosto attraversa “la Passe aux Boeufs” per raggiungere il desolato luogo della sepoltura.
Of je nu een hippe badplaats zoekt met een boeiend nachtleven, een wijds strand bij een gezellig Frans dorpje met een haventje, dan wel oneindig veel ruimte en natuur, hier is er voor elke vakantieganger een plaatsje onder de zon.
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Alla scoperta dell'isola Sono molte le letture offerte da Oléron, isola delle dune per le distese sabbiose, ma anche e soprattutto isola delle ostriche, con la “route des huitres”, che corre lungo la costa orientale, partendo da Le Château-d’Oléron verso il nord, ed offrendo una magnifica panoramica delle claires e dei canali, che collegano gli allevamenti. Gli antichi marais, dove una volta biancheggiavano le saline, sono ora divenuti il regno dei pregiati molluschi. Luogo di grandi emozioni è il Marais aux oiseaux, vicino a Dolus-d’Oléron, 30 ha di bosco e marais, un circuito alla scoperta della ricchezza ornitologica dell’isola, dove ammirare uccelli europei delle zone umide e dell’Oceano, come oche nane, pesciaiole colorate, aironi rosa.
Ile d’Oléron
la profumata e la sportiva Anche se collegata sin dal 1966 alla terraferma, alla pointe de Chapus, da uno scenografico viadotto lungo 3000m, sorretto da 45 piloni, l’isola di Oléron non ha tradito la propria vocazione e rimane uno dei luoghi più autentici, dove la natura risplende in tutta la propria selvaggia bellezza. Come superficie Oléron è la seconda isola di Francia dopo la Corsica: a forma di losanga irregolare, si allunga da nord a sud per 30 km; fra le mete turistiche più amate, si può visitare anche fuori stagione, quando si riesce a coglierne l’anima più autentica.
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L’Oceano, con le sue maree segna il ritmo della vita di Oléron: un esempio affascinante viene dalla “écluses à poissons”, le “chiuse per la pesca”: alcuni tratti di costa sono delimitati da muretti di pietre secche, con aperture, dotate di griglie. Con la bassa marea l’acqua esce, mentre pesci e crostacei vi rimangono imprigionati. Oggi rimangono soltanto 14 di tali ingegnose “trappole”, una volta numerosissime, concentrate al nord dell’isola, e dove solo i proprietari del terreno hanno il diritto di pescare. Un altro tratto caratteristico, anche questo in via di estinzione, sono i mulini a vento, autentici punti di riferimento per la navigazione, in un territorio quasi piatto.
Ile d’Oléron Nel regno delle ostriche Il bacino di Marennes-Oléron, compreso tra la Charente e la foce della Gironda, è il primo bacino di ostricoltura in Europa: commercializza infatti da 45000 a 60000 tonnellate di ostriche concave all’anno. La sua particolarità è il passaggio nelle claires, o bacini d’ingrassamento. Ad Oléron sono riservati a questa redditizia attività, la principale dell’isola, il litorale orientale e le “terres basses” tra il canale di St-Trojan-les-Bains e Boyardville, lungo il quale “la strada delle ostriche” si snoda tra canali e bacini, in un labirinto punteggiato da cabanes multicolori. Nell’antichità qui viveva l’ostrica piatta, come la belon bretone, molto reputata, e per la quale vennero creati i primi parchi, ma che poi fu colpita da una malattia. Le più resistenti ostriche concave, grosse e carnose, arrivarono per caso nel 1868, quando, a causa di una tempesta, una nave proveniente dal Portogallo dovette scaricare in mare il suo carico di questi molluschi. Dopo un’altra malattia, scoppiata negli anni ‘70, ora ad avere la meglio è l’ostrica giapponese. L’allevamento è molto laborioso: in estate le larve si fissano su dei supporti, che possono essere paletti di legno, lastre d’ardesia o altro, subito sistemati in un vivaio. Dopo 2-3 anni si effettua il détroquage, vale a dire le ostriche vengono staccate e messe in sacche poste su delle tavole, quindi spostate in un secondo vivaio. Qui rimangono da 1 a 2 anni, prima di passare nei claires. Dal periodo di permanenza nei bacini dipende la classificazione e la qualità delle ostriche. Oléron è dunque il posto ideale per gustare questi pregiati molluschi, che vengono serviti, naturalmente freschissimi, nei tanti ristoranti, crudi, o preparati secondo le stuzzicanti ricette locali.
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Villaggi, spiagge e storia Ma Oléron, detta l’isola profumata, per le sontuose fioriture, e che è in parte ricoperta di vigneti, porta anche significative tracce della sua storia nelle fortificazioni e nei villaggi dalla case basse e bianche, che allo scrittore Pierre Loti, sepolto nel giardino della casa di famiglia a Saint-Pierre-d’Oléron, ricordavano le casbah algerine. Già nota nell’antichità per il commercio del sale, Oléron viene fortificata dai Plantageneti e sono attribuiti ad Eleonora d’Aquitania i famosi “Rôles d’Oléron” (1199), le prime norme di un codice marittimo, a cui ci si attenne per circa quattro secoli. Molto imponente è la cittadella a forma di stella di Le Château-d’Oléron, voluta da Richelieu, terminata da Vauban, dalle possenti cortine di pietra sospese sul mare. La bianca cittadina si è sviluppata all’interno dei bastioni secondo una struttura militare: vie rettilinee ed una grande piazza, dove ora c’è il mercato. Sembra emergere dall’oceano un’altra fortezza, il Fort Boyard, edificata su un banco di sabbia fra Aix e Oléron; iniziata sotto Napoleone I e terminata da Napoleone III, non venne mai utilizzata come protezione all’ingresso della Charente, ma fu prigione ed ora è un centro di produzione cinematografica. Questo forte è all’origine della nascita di Boyardville, dalla grande spiaggia sabbiosa, con un porto peschereccio ed uno turistico. A SaintGeorges-d’Oléron si conserva la più bella chiesa romanica dell’isola, mentre dopo la stazione balneare di Saint-Denis-d’Oléron, alla punta di Chassiron, definita “la fine del mondo”, si innalza orgoglioso il faro ottocentesco, alto oltre 30 m., da cui ammirare un panorama strepitoso. La capitale, Saint-Pierre d’Oléron,è al centro dell’isola e, oltre al campanile bianco, alto 40 m, vanta una pregevole Lanterne des morts, una guglia ottagonale del XII secolo, sormontata da un lucernaio, dove un tempo una lampada ardeva in ricordo dei defunti. Al centro della Cote Sauvage, La Cotinière è un pittoresco porto di pesca (merluzzo, scampi, sogliole, gamberetti, calamari e branzini), che conta circa 100 pescherecci. Saint-Trojan-les-Bains, alla punta sud dell’isola, ha la più estesa foresta dell’isola, 2000 ha di pini marittimi e querce da sughero, alberi piantati per contrastare l’avanzare delle sabbie, inframmezzati da profumatissime mimose. Di fronte alle belle spiagge e dune si allineano ville tipiche dell’architettura balneare di fine XIX secolo, mentre sul porto-canale le cabanes degli ostricoltori sono tutte un susseguirsi di vivaci colori.
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Rochefort l'arsenale del Re Sole
E’ particolarmente fascinosa Rochefort, città marittima anche se non direttamente affacciata sull’oceano, di cui si respirano comunque gli odori, città-arsenale austera e rigorosa, ma dai sentori di esotismo. La storia di Rochefort, oggi stretta tra il fiume Charente e i marais, ha qualcosa di epico e straordinario:villaggio di pescatori, protetto da una delle ultime anse del fiume, il suo destino cambia radicalmente nel XVII secolo, quando Colbert, ministro di Luigi XIV, decide di installarvi il grande arsenale, di cui il regno del re Sole ha bisogno. Si può dire che l’ odierna Rochefort sia veramente sorta, tessera per tessera, intorno a tale grandioso progetto, realizzato da Albert de Terron e Nicolas de Clerville. Fascino dell’Oveste Francia
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La vocazione marittima La posizione, a 24 km dal mare, grazie alla profondità del fiume, alle isole d’Oléron, Ré ed Aix, come difese naturali, all’entroterra ricco di boschi e di legname, rendeva il luogo ideale per costruire le navi del re, e per farne il porto da cui sarebbero partiti i rifornimenti per le colonie francesi d’oltremare. Nell’ambito dell’Arsenale sorge poi l’immensa Corderia, all’epoca una delle maggiori d’Europa, oggi rinata in tutta la sua bellezza. Intorno al maestoso complesso si sviluppa la città: se all’inizio erano solo baracche, è l’intendente Michel Begon (lo stesso che introdusse la bella pianta esotica, chiamata Begonia in suo onore) a fare tracciare la struttura regolare delle vie di Rochefort, con case e palazzi, che non devono superare i due piani. Facciate neoclassiche e barocche si alternano nel centro, dove tutte le strade sembrano portare all’Arsenale, il vero cuore del luogo. E proprio la chiusura di questo, nel 1927 (26?), mette fine alla prosperità di
Dal brigantino Hermione alle avventure esotiche di Pierre Loti Rochefort, una delle città più vivaci del dipartimento, dove tutto ruota intorno a tale attività. Anche la guerra porta un duro colpo, con l’occupazione tedesca e la parziale distruzione dell’Arsenale. Dopo anni oscuri, però, nel 1963 inizia la riabilitazione della Corderia e del patrimonio architettonico cittadino. Nel 2002, anno in cui la Marina lascia definitivamente Rochefort, diventa quasi una sfida iniziare la ricostruzione (dalla decennale durata) della fregata Hermione, con la quale il generale La Fayette raggiunse Boston nel 1780, per annunciare a Washington l’imminente arrivo di altri rinforzi, e divenuta così il simbolo dell’amicizia franco-americana. Oggi la vocazione di Rochefort, che ha saputo conservare e riabilitare in modo brillante coraggioso il proprio patrimonio storico, è quella del turismo, sempre più sviluppato e vivace.
A Rochefort si visita innanzitutto il Musée de la Marine, con magnifici modellini di navi, considerato il più bello di Francia dopo quello di Parigi, e situato nell’Hôtel de Cheusses, vicino alla monumentale Porte du Soleil. A forma di arco di trionfo, questa è l’ingresso principale all’Arsenale, il cui cuore autentico è senza dubbio il lungo edificio delle Corderie reali (374 m), affacciato sulla Charente (magnifico lo spettacolo del fiume e dei marais al tramonto!), dove venivano fabbricate le corde per le navi da guerra. Oggi, dopo i restauri, esso ospita nel padiglione sud il Centre International de la Mer, con l’esposizione permanente “Cordes et cordages”, ed altre mostre temporanee, legate
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all’Oceano. Negli antichi bacini di carenaggio, utilizzati per riparare de navi, è ora in piena attività l’emozionante cantiere di ricostruzione dell’Hermione, dove i visitatori possono seguire le varie fasi dei lavori, che riporteranno in vita la storica nave, costruita nell’Arsenale nel 1799. Amava il mare ed i lunghi viaggi anche Pierre Loti, nato nel 1850 a Rochefort, ufficiale di marina, autore di tanti romanzi di viaggio e d’esotismo. La sua casa natale è un fantastico museo della sua vita, dall’austera infanzia ugonotta fino al salone turco e alla moschea, impregnati dai profumi dell’amato Oriente.
Da non perdere
A sud di Rochefort, fra i marais, a tre chilometri dall’oceano, sorge l’epica e solitaria visione di Brouage, antico porto del sale, magnifica cittadella, un tempo porto rivale di La Rochelle e punto strategico di difesa. Lo dimostra il possente complesso di bastioni e garitte, bella testimonianza di architettura militare antecedente a Vauban.
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Royan
dalle belle spiagge
e un estuario tutto da scoprire
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Faro di Cordouan
Già il nome «Côte de Beauté», «Costa di bellezza» fa comprendere il fascino della cornice naturale, in cui sorge Royan, stazione balneare famosissima negli anni della Bella Epoque, immortalata da magnifici scatti in bianco e nero di Jacques-Henri Lartigue. Del resto, fin dal 1820, la CharenteMaritime conobbe il fenomeno del turismo balneare. Purtroppo durante la II Guerra Mondiale bombardamenti alleati distrussero all’80% il centro città, ricostruito con criteri moderni e divenuto un luogo di sperimentazione urbanistica fin dagli anni ’50. Simbolo della moderna Royan ed autentico capolavoro di architettura è la chiesa Notre-Dame, sorta tra il 1955 e il 1958, silhouette futuristica in cui il campanile nasce dalle vele del coro, che si innalzano fino ad un’altezza di 56 m. Niente pilastri all’interno della navata, dove le volte raggiungono l’altezza di quelle di Notre-Dame a Parigi, ma solo cemento armato, con cavi metallici a sostenerlo. Il tutto inondato dalla luce di 500 m² di vetrate nei colori dominanti rosso, giallo e verde. Anche il mercato coperto, ricostruito in stile modernista, tipico dell’architettura di Royan, è un’ interessante struttura in cemento armato, la cui forma può ricordare simbolicamente un paracadute e, dunque, la liberazione. Il fascino di questa località è soprattutto quello del suo lungomare e della spiaggia, la Grande Conche, mezzaluna sabbiosa lunga due chilometri. Vicino al porto turistico, ce accoglie oltre mille barche, c’è quello da pesca, fiero di una solida flottiglia di barche. Il casino municipale di Royan era il più grande di Francia e venne costruito, su progetto di Garnier, nel 1887. Alcuni interessanti edifici del passato balneare di Royan, chalet e castelletti fra il verde delle querce, risparmiati dalla guerra, rimangono nell’elegante quartiere di Pontaillac e lungo il Boulevard Garnier, dove troviamo alcune ville di ispirazione Art Nouveau.
A segnalare l’estuario della Gironda è lo scenografico faro di Cordouan, sorto nel XVI secolo non solo per motivi utilitaristici, ma anche come un simbolico monumento alla gloria del regno. Decorato esternamente con motivi classici, questo particolarissimo monumento, progettato da Louis de Foix, doveva anche servire da fortezza, residenza reale e chiesa. La sua originaria altezza di 20 m è passata a 60 m nel XVIII secolo, con l’aggiunta di tre piani.
Marché de Royan
Saint-Georges-de-Didonne
L’estuario della Gironda, fra i più vasti d’Europa, si addentra per circa 70 km fino alla confluenza della Garonne e della Dordogne, di cui riversa le acque nell’Atlantico. Estremamente pittoresco per la sua cornice, dove dolci colline verdeggianti di vigneti dominano i marais e porticcioli da pesca, l’estuario unisce l’aspetto marittimo a quello rurale e alla viticoltura, ed è uno degli ultimi grandi estuari selvaggi d’Europa. Qui si verifica il passaggio di pesci (cefali, storione, dal nome locale di crea, che dal 1982 è proibito pescare, anguille, le cui ceche lo risalgono da novembre ad aprile, per poi trascorrere, da adulte 5-10 anni nel fiume) e si osserva un’intensa migrazione di uccelli. Tra questi troviamo vari tipi di anatra, come il codone, l’alzavola, la marzaiola, e poi ancora l’oca cinerina e il fiaschettone, che in inverno vive fra le canne. Lungo la costa frastagliata dell’estuario, punteggiata da falesie, alcune delle quali vengono dette “morte”, perché sono lambite dalle onde solo pochi giorni all’anno, quando tira il vento o c’è alta marea, si susseguono i bilancini, le strutture utilizzate per la cosiddetta “pêche au carrelet”, utilizzata per pesci quali il branzino, il muggine e la sardina. Lungo
l’estuario si inanellano luoghi pittoreschi, in cui l’opera dall’uomo interagisce con la natura. Una spiaggia sabbiosa di oltre 3 km si stende a SaintGeorges-de-Didonne, oggi capitale regionale del windsurf da terra, un tempo tappa sul cammino di San Giacomo di Compostela. Se a Meschers, a strapiombo sull’estuario, le cavità naturali delle falesie divennero un villaggio trogloditico, Talmont-surGironde, fra i più bei villaggi di Francia è, vista la sua posizione su un promontorio roccioso, la “sentinella” dell’estuario, dominato dalla chiesa romanica di Sainte-Radegonde. Un’altra piazzaforte medievale, in straordinaria posizione panoramica su una falesia morta, a circa 1 km dall’acqua, è il borgo di Mortagne-sur-Gironde. Ai suoi piedi, tra i marais, si trova il grazioso porto da pesca. Nella parte meridionale dell’estuario il Castello di Beaulon, risalente al XV-XI sec., oltre ad avere un bel parco, dove si trovano le Fontaines Bleues, le sorgenti, il cui colore blu intenso deriva da una microscopica alga, è anche circondato da una tenuta viticola di 150 ha, dove si producono gli immancabili cognac e Pineau di Charentes.
Talmont-sur-Gironde
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Poitiers - Futuroscope
Futuroscope
un emozionante viaggio nel futuro Futuroscope è come una città del futuro, distesa sulla pianura a Jaunay-Clan, solo pochi km da Poitiers. Già da lontano compare un universo, che pare uscito da un film di fantascienza, il cui simbolo è una gigantesca sfera posta su un piano di vetro, simboleggiante il sorgere del sole, di cui riflette i raggi dorati, seguendo l’evoluzione della luce. Ma tanti altri sono i fantastici padiglioni – a forma di cristalli, cubi translucidi di metallo e di vetro, sfere opache - di questo parco, nato nel 1987, per presentare attrazioni, dove la più moderna tecnologia offre un’inusuale esperienza, unendo divertimento e conoscenza.
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Futuroscope è “un gigantesco orecchio all’ascolto delle pulsazioni dell’universo”, secondo il suo architetto Denis Laming, che ha utilizzato dei volumi geometrici essenziali, ma dalla forte carica simbolica. Dunque, il primo “viaggio” in questo sito di 60 ha, che ogni anno richiama circa 2 milioni di visitatori, può avvenire attraverso le architetture, che racchiudono spazi, dove si assiste e si partecipa in modo interattivo agli spettacoli più incredibili e futuristici, emozionanti e coinvolgenti. Alcuni di questi sono ormai tradizionali e popolarissimi, come il divertente, “La Vienne dinamica, che effetti!”, un viaggio in 4D a velocità supersonica nella pittoresca provincia del Poitou-Charentes, dove anche le poltrone sono animate per creare effetti speciali, o come “Sotto i mari del mondo”, universo in 3D, protetto da un’immensa cupola di 900 m², dove ci si immerge nelle profondità
marine con i loro fantastici abitanti. E poi vengono “Gli occhi chiusi-percorso nel nero”, itinerario ludico nell’oscurità, attraverso vari ambienti, a partire da materiali, odori e suoni. Sempre grande successo riscuotono “Danza con i robot”, un impressionante balletto di 10 giganteschi robot in un’immensa sala da ballo, al ritmo di valzer, musica da discoteca e rock’n’roll, e “Dinosauri”, in cui un famoso paleontologo invita gli spettatori a seguirlo nella Patagonia di 80 milioni di anni fa. Su uno schermo emisferico, grazie ad uno straordinario mix di immagini di sintesi e reali, compaiono animali estinti e favolosi. Ogni anno Futuroscope propone nuove attrazioni come, nel 2009, “Choc cosmici”, dalle immagini scientifiche di altissima qualità, prodotte dai satelliti della NASA, e l’affascinante spettacolo notturno su una scena acquatica di 7000 m², “Il mistero della nota blu”.
Nel 2010 promette di fare furore “Arthur, l’avventura 4D”, con il mondo fiabesco dei Minimoys dei film di Luc Besson, mentre “Io, Van Gogh”, presenta lo straordinario universo del pittore su uno schermo alto come un edificio di 7 piani. Molte attrazioni sono riservate ai bambini, ad esempio “Gli assi del cielo”, circuito aereo a bordo di una navicella con paracadute, che dà l’impressione di essere
sospesi in aria, o “Astromosche”, tenera avventura in 3D sulla navicella Apollo 11. Oltre venti attività ludiche e gratuite vengono proposte fino a 12 anni nello spazio “Il mondo dei bambini”, dove anche gli accompagnatori possono condividere il divertimento di giochi “della nuova generazione”, e di attività fisiche all’aria aperta.
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Servizzi
Nel cuore del parco si trovano ristoranti, negozi e, appena fuori, eleganti e confortevoli hotel, collegati con comode navette.
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Poitiers - Futuroscope
L'arte romanica per eccellenza Il suo monumento-simbolo rimane la chiesa di Notre-Dame-laGrande, al centro del quartiere medievale, dove si conservano antiche case a graticcio. Risalente al 1140, e malgrado le dimensioni non troppo imponenti, così chiamata per distinguerla da altre chiese dedicate alla Vergine, essa possiede una delle più belle e celebri facciate romaniche. La pietra calcarea finemente scolpita narra la venuta di Cristo e del popolo cristiano che, guidato dagli apostoli e dai vescovi, segue i suoi insegnamenti, mostrando, all’ultimo livello, il Salvatore in gloria. Fantastici sono i motivi vegetali ed animali, che si intrecciano fra le scene, trasformando la facciata in una sorta di libro miniato in rilievo. Dalla piazza della chiesa, dove si svolge anche un vivace mercato e spesso si tengono concerti, hanno inizio tre itinerari alla scoperta degli innumerevoli monumenti cittadini. Di particolare interesse è il quartiere episcopale, con la cattedrale di Saint-Pierre, primo edificio gotico cittadino, dalle bellissime vetrate, fra cui quella della Crocifissione, la chiesa di Sainte-Radegonde, con il portale in stile gotico fiammeggiante, il Battistero di Saint-Jean, del IV secolo, la cui architettura romanica è esaltata, all’interno, da colonnine, arcatelle, resti di affreschi. Un po’ decentrata, nel quartiere Saint-Hilaire, la Chiesa di Saint-Hilaire-le-Grand, iniziata nell’XI secolo, domina la valle della Boivre: è una grandiosa costruzione a sette navate, che conserva tracce di affreschi dell’Apocalisse e ,nella cripta, le reliquie del primo vescovo di Poitiers.
Poitiers città-ponte tra passato e futuro
E’ una città giovane, Poitiers, dove all’incirca un abitante su quattro è uno studente, e questo le conferisce un’atmosfera particolarmente vivace. La dinamica capitale del Poitou-Charentes, che troneggia su un promontorio roccioso, fra le valli del Clain e della Boivre, ha una storia di oltre 2000 anni e conserva un patrimonio architettonico di grande rilievo, formatosi nel corso dei secoli. La città porta, nel suo cuore storico, una precisa impronta medievale, ed è costellata da numerose chiese romaniche, sorte all’epoca dello sviluppo del Fascino dell’Oveste Francia
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pellegrinaggio verso Santiago di Compostela. Situata in una posizione strategica, Poitiers, che nel III e IV secolo fu, con il vescovo Sant’Ilario, il centro del Cristianesimo in Gallia, attraversa vicende storiche turbolente, legando il suo nome a battaglie come quella del 732, vinta da Carlo Martello contro gli Arabi, e l’altra del 1536, durante la Guerra dei Cent’anni, quando il re di Francia Giovanni il Buono viene duramente sconfitto dagli Inglesi; nel 1360 Poitiers insieme al Poitou e alla Saintonge passa così sotto il dominio dell’Inghilterra.
Tour Maubergeon
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Da non perdere
Macarons di Montmorillon Nel centro di Poitiers è d’obbligo acquistare alla pasticceria Rannou-Metivier i deliziosi macarons, amaretti, specialità di Montmorillon. A base di mandorle, questi pasticcini si declinano anche nei sapori e profumi di stagione, rosa-fior d’arancio, pistacchio, frutto della passione.
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Le paludi del Poitou
Il fascino di una zona paludosa Un paesaggio unico, dalla particolare vegetazione palustre, si stende tra Vendée, Aunis e Poitou, nel quale si declinano i diversi volti del Marais: quello umido, dalla superficie di circa 15000 ha, quello prosciugato, e il marittimo. Di solito l’emozionante viaggio in questo incantevole spazio naturale inizia dal Marais umido, situato al fondo del golfo scomparso, e corrispondente alla cosiddetta “Venise Verte”, la Venezia verde, com’è stata soprannominata per il suo fascino la zona paludosa, che si allunga su entrambe le rive della Sèvre Niortaise. Potremmo definirlo il regno delle acque e della vegetazione, dagli infiniti meandri da percorrere in barca, in un itinerario silenzioso e riposante, scandito solo dal rumore del corto remo, detto pelle,
o di una lunga pertica, la pigouille. Qualcuno ha scritto ancora, che inoltrarsi in un viaggio su queste acque, dove fioriscono ninfee e ranuncoli acquatici e prolifera la lenticchia verde, un’alga che forma come un tappeto sui canali, all’ombra di salici e pioppi, olmi e frassini, è come trovarsi in una fresca cattedrale dalle frondose volte, attraverso le quali giocano i raggi del sole. Quanto contraddistingue il Marais poitevin è l’avere conservato un raro equilibrio tra la natura, e la presenza dell’uomo: per questo oggi possiamo incantarci di fronte ad una flora ed una fauna estremamente ricche, fra cui uccelli migratori, che fanno sosta in questo paradiso verde.
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Da non perdere
Tourteau fromager Angelica Il Tourteau fromager è una sorta di dolce tradizionale dalla crosticina nera, a base di pasta brisé e con un cuore di formaggio di capra fresco. Lo si può trovare in tutti i mercati locali. L’angelica, pianta dalla mille virtù, anche medicinali, che cresce nel Marais Poitevin , è protagonista alla Chocolaterie Huvelin, dove viene proposta candita, in confettura, come liquore e in vari altri modi. Da provare anche i cioccolatini, Mojhettes du Marais, dalla forma degli squisiti fagioli, da cui prendono il nome.
Marais Poitevin
La Venezia verde
C’era una volta, e parliamo di molti millenni fa, un vasto golfo marino, il Golfe des Pictons, o du Poitou, corrispondente all’estuario della Sèvre Niortaise, che arrivava ad una decina di chilometri dall’attuale città di Niort, ed era disseminato di isole calcaree. Alla fine del neolitico il mare cominciò a ritirarsi dall’area ora occupata da uno dei territori più intriganti del Poitou-Charentes, il Marais poitevin, uno spazio in cui terra ed oceano si incontrano e si fondono creando un paesaggio di inconsueta varietà e bellezza. La regione, che con la Camargue è la più vasta zona umida della Francia, estesa su 183000 ha, porta,però, a differenza di quest’ultima, il segno dell’attività umana, intervenuta in vari modi su Fascino dell’Oveste Francia
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questo particolare territorio, trasformandolo nei secoli nell’immenso labirinto da canali, bracci d‘acqua, sentieri, dighe, sulle quali corrono le strade. I lavori di bonifica e di prosciugamento risalgono al XIII secolo, quando monaci benedettini e cistercensi delle abbazie di Saint Michel-en-l’Herm, Maillezais, Moreilles e Charron, effettuarono scavi per contenere l’oceano, canalizzare i fiumi dell’immenso bacino, e raccogliere le acque dei marais inondabili. Con varie interruzioni l’impresa continua, soprattutto durante il regno di Enrico IV, e tra il XVI e il XIX secolo vengono sottratti al mare dei terreni bonificati, i polder, intorno alla baia di Aiguillon.
Niort Alle porte del Marais poitevin, non si può mancare una visita a Niort, interessante città, sorta nel cuore di una regione pianeggiante, bagnata dai molti bracci della Sèvre. Simbolo di Niort, considerata la capitale della lavorazione dell’angelica, pianta utilizzata in pasticceria, è il Mastio, unica vestigia di un possente castello, fatto costruire dagli Inglesi nel XII secolo per controllare il porto e la navigazione sulla Sèvre. La città, infatti, rivestiva un importante ruolo commerciale e prosperava grazie alle sue fiere e al suo mercato; sulle rive del fiume si era poi sviluppata l’industria della lavorazione del cuoio (guanti e abiti in camoscio), che in epoca moderna ne fa la ricchezza. Altro importante monumento cittadino è l’Hôtel du Pilori, ex municipio voluto dal Duca du Berry e terminato in epoca rinascimentale. La sua forma è curiosa, trapezoidale con torri semicircolari e un coronamento di merli. Lo skyline cittadino è però dominato dall’alto, elegante campanile della chiesa Notre-Dame, alto 76 m, risalente al XV sec. Nel portale nord trionfa lo stile gotico fiammeggiante, mentre all’interno si ammirano varie opere d’arte. Il legame con il Marais poitevin si coglie in particolare sui lungofiumi della Sèvre, gradevoli e ombrose passeggiate, lungo le quali si trovano gli antichi edifici delle pelletterie. Fascino dell’Oveste Francia
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Le paludi del Poitou
Su due ruote nel fantastico labirinto del Marais poitevin Se la barca è il mezzo naturale per inoltrarsi nell’intreccio di canali e vie d’acqua del marais, la bicicletta è un’alternativa (oppure un complemento) gradevole e divertente. La zona, pianeggiante, si presta bene a delle gite per tutta la famiglia, da effettuare in maniera dolce, ecologica e non inquinante, portando così il proprio contributo alla preservazione di un ambiente naturale unico e dall’equilibrio estremamente delicato. Mancanza di rilievi non significa paesaggi monotoni, ed 800 km di percorsi, con vari circuiti tematici ben segnalati permettono di viaggiare su due ruote, al ritmo che più si desidera, in una regione dai tanti volti: si va dal Marais Bagnato e dalla Venezia verde fino all’oceano, alla baia d’Aiguillon, passando per il Marais prosciugato e per le sue distese a coltivo e i pré-salé, dove pascola quieto il bestiame. La bicicletta permette di entrare nel cuore dei villaggi, di attraversare ponticelli di legno, che fanno scoprire angoli poetici, di costeggiare i canali e i porticcioli, di vivere davvero da vicino, in maniera autentica il Marais poitevin. Formule speciali abbinano poi, in una giornata di grande relax,la passeggiata su due ruote ad una gita in barca, con degustazione di prodotti tipici. La Venezia verde inizia invece a Coulon, che immerge subito nell’atmosfera dei luoghi: disposto lungo la Sièvre Niortaise, le sue tipiche casette bianche, dalle persiane verdi o blu, si affacciano sull’acqua, dove sono ormeggiate le caratteristiche plates, vale a dire imbarcazioni dal fondo piatto. Oltre alla chiesa de la Sainte-Trinité, interessante contaminazione fra stile romanico e gotico, vale la pena di visitare la Maison del Marais Poitevin, un ecomuseo all’interno di un edificio signorile del XVI e XVII secolo, che rappresenta un’ottima introduzione a quanto si avrà occasione di vedere. A pochi km da Coulon il porticciolo di La Garette appare estremamente pittoresco, con la sua unica via, bordata dall’acqua. La vicina Arçais, è un intreccio di 40 km di canali navigabili, su una superficie di 1000 ha: il porto (un tempo commerciale, ora turistico) e il castello cinquecentesco, dalle linee sobrie, affiancato da due torri rettangolari di metà Ottocento, ne fanno un angolo molto speciale. Tipico è il quartiere de la Garenne, con le case che danno sul marais, bordato di imbarcaderi, e sulla strada. A Saint-Hilaire-LaPalud il Parco ornitologico “Les oiseaux du Marais Poitevin”, esteso su 7 ha, permette di entrare a contatto con 70 specie di uccelli della zona, fa cui la pavoncella dal ciuffo nero, il piviere dorato, l’albanella dei roseti. Il circuito conduce poi sulla strada delle isole, che un tempo emergevano dal Golfe des Pictons, e dove i villaggi sorgono su antichi rilevi calcarei. Un luogo imprescindibile, dalle profonde radici storiche, è Maillezais, famoso per i resti di una delle 15 abbazie, sorte nel Medioevo sulla riva e sulle isole del golfo ora interrato. Ed è a Maillezais, fondata prima dell’anno 1000, che nel 1217 i monaci di cinque grandi monasteri della zona decisero di unirsi per
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realizzare grandi lavori di drenaggio e poter così coltivare parte delle distese paludose. Il risultato fu la realizzazione del Canal des Cinq-Abbés (1241) a nord-ovest di Marans, ancora oggi nodo importante del sistema di drenaggio di questa zona paludosa. Maillezais, un tempo fra i più potenti monasteri del Poitou, che accolse fra le sue mura anche François Rabelais, ispirandogli belle pagine, venne danneggiata nel corso delle guerre di religione e poi, definitivamente, dalla Rivoluzione. Oggi le sue impressionanti rovine, un muro romanico ed un arco gotico, si possono ammirare anche dal canale. Ci si avventura ora nel Marais prosciugato, fra dighe e canali, con una terra nera intensamente coltivata a cereali, grano, mais, orzo e fagioli, e dove nei pré-salé, i pascoli periodicamente allagati dal mare, vengono allevati soprattutto gli ovini. I giganteschi polders furono creati grazie al lavoro di ingegneri olandesi, chiamati da Enrico IV, opera proseguita fino al XVIII secolo. Marans, al centro del marais, già porto attivissimo anche per i commerci con il Canada, è stato riempito dal mare, ed ora è collegato alla baia d’Aiguillon da un canale lungo 5 km. La capitale del Marais prosciugato è Chaillé-les-Marais e dal belvedere sulla piazza della chiesa l’occhio può spaziare su tale inconsueto paesaggio. La Baia d’Aiguillon è un altro tassello dell’equilibrio del Marais poitevin: qui la corrente del litorale, durante le alluvioni porta ogni anno moltissimi detriti e fa allungare le dune, restringendo lo sbocco della Sièvre Niortaise. Con la bassa marea appaiono le vasières, i parchi dove si allevano i mitili. Il 90% delle cozze “de bouchot”, cioè cresciute sui pali semisommersi, vengono da Charron, un tempo isoletta del golfo, come lo era Saint-Michel-en-l’Herm, vicino alla baia d’Aiguillon.
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Interview
“Hotel le Central” à Coulon Nascosto nel marais un hotel di charme con una tavola golosa Nei meandri della Sèvre Niortaise, in pieno Marais “bagnato”, si nasconde il romantico villaggio di Coulon, sorto intorno ad una bella chiesa dell’XI secolo, e al centro del quale un hotel di grande tradizione come Le Central, ha oggi una veste nuova, fresca e piena di fascino. Il proprietario Jean-Paul Guenanten è fiero di farci conoscere un albergo speciale in un luogo speciale. Quando è stato aperto Le Central? Nel 1963, dai miei nonni, venuti dalla regione parigina in tempo di guerra. A loro, nel 1975, subentrarono i miei genitori, mentre mia moglie Hermine ed io siamo qui dal 1997. Immagino che, al vostro arrivo, abbiate rinnovato l’hotel? Certo, lo abbiamo ristrutturato completamente: c’erano soltanto 5 camere, dunque abbiamo acquistato un immobile adiacente per avere la possibilità di ingrandirci, ed ora le stanze sono 13. Come vi siete rapportati alla decorazione, all’atmosfera del Central? Siamo un hotel de charme, dunque abbiamo voluto creare camere particolari, più con lo spirito di una casa che di un albergo. Nelle stanze non ci sono mobili d’hotel tradizionali, ma pezzi, oggetti, cercati e trovati in vari negozi e mercatini, le testate dei letti sono tutte diverse, come anche le sedie. Insomma, ogni camera ha la propria identità.
Fra terra e acqua le delizie gastronomiche del Marais I mercati del Marais poitevin mettono in mostra i magnifici prodotti di questa zona: particolarmente forniti sono quelli di Niort, Coulon, Mauzé-sur-leMignon e Maillezais. I numerosi ristoranti preparano piatti tipici con i prodotti locali, cominciando, com’è naturale, da pesci e molluschi. L’anguilla, molto diffusa e a apprezzata, si cucina alla griglia, in fricassea con aglio e prezzemolo, oppure en boulliture,vale a dire con una salsa di cipolline, funghi, burro e vino rosso, al profumo di timo, alloro, aglio e prezzemolo. I gamberi vengono preparati in insalata o bisque, i muscoli di bouchot, specialità della baia di Aiguillon e di Charron in particolare, si mangiano al naturale, alla marinara oppure alla charentaise, un’appetitosa ricetta
chiamata mouclade. Si tratta di farli cuocere al forno, in una salsa a base di pineau o vino bianco, di uova e panna fresca. I mojettes sono ottimi fagioli bianchi del marais, che accompagnano spesso il prosciutto vandeano alla griglia, oppure l’agneau de pré-sale, la cui carne è particolarmente saporita. Deliziose sono le lumache (cagouilles), farcite, stufate o grigliate; stuzzicanti anche le loro uova, sorta di caviale da gustare con le tartine. Cosce di rana in fricassea è un altro piatto tipico del Marais poitevin, dove si produce anche il formaggio mizotte. La grande specialità locale rimane, però, il farci poitevin, sorta di torta a base di verdura ed erbe aromatiche (cavolo verde, cipolla, acetosella prezzemolo), lardo, uova e panna.
Uno degli atout dell’hotel è anche l’ottimo ristorante. Sì, il nostro ristorante gode di una buona reputazione, che risale ancora a quando c’erano i miei nonni; siamo citati su tutte le grandi guide, perché si tratta di una cucina riconosciuta per il suo rapporto qualità-prezzo. In menu abbiamo molte specialità locali, la nostra cucina più che essere gastronomica ha una base tradizionale. Ad esempio, serviamo spesso l’anguilla, un pesce molto diffuso nei canali del Marais: la presentiamo in vari modi, affumicata con foie gras, o sotto forma di gratin, cotta al forno con vino bianco, una deliziosa ricetta locale. In stagione non mancano neppure le lumache, dette “petit gris”, cucinate magari alla “forestière”, con i funghi ed una delicata crema all’aglio. Chi soggiorna a Le Central ha la possibilità di fare interessanti escursioni turistiche? Naturalmente, innanzitutto noi ci troviamo in un luogo molto bello e suggestivo, chiamato “Venezia verde” perché, in un certo periodo i canali erano completamente ricoperti dalle “lentilles”, una pianta che li trasformava davvero in arterie di colore verde. Partendo da Le Central che, come dice il nome, è situato al centro di Coulon a 100 m dal fiume, si possono fare passeggiate nel Marais, sia in barca tradizionale, sia in bicicletta, con dei circuiti segnalati molto sviluppati ed interessanti. Presto si potrà addirittura arrivare su due ruote fino al mare. Inoltre, siamo a 80 km da Futuroscope, 100 km dal Puy du Fou, e a 50 km da La Rochelle: chi viene da noi fa il cosiddetto “trittico”, tre attività turistiche d’eccezione, a cui si aggiunge la rilassante passeggiata nel Marais, favorita da un microclima molto dolce, che è la ricchezza e la particolarità di questa zona .
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Patrimonio
Un patrimonio
Aulnay-de-Saintonge
St-Jouin-de-Marnes
Lusignan
Plassac-Rouffiac
Lichères
Celles-sur-Belle
St-Jean-d'Angély
Angles-sur-l'Anglin
Paesaggi, villaggi e città d’arte raccontano la storia di una regione
culturale e artistico d’eccezione, arte di vivere, una vacanza tutta da scoprire … Difficile annoiarsi in Poitou-Charentes , tanto grande è la varietà di paesaggi e di opere d’arte, fa cui emergono meravigliose chiese romaniche, autentico patrimonio dell’umanità. Se la costa oceanica, l’Estuario della Gironda e le isole rappresentano un ambiente preservato e mutevole, che respira al ritmo delle maree,quale quadro più incantevole e magico del Marais poitevin, un universo naturale unico al mondo! Lo si scopre con meraviglia, attraversando canali, vie d’acqua, ombreggiate da Fascino dell’Oveste Francia
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pioppi e frassini, tra prati e villaggi dalle casette colorate. La dolcezza di vivere, accompagnata da deliziosi sapori, si gusta, magari a bordo di una gabarre, navigando sulla quieta Charente. Fra dolci paesaggi di colline e vigneti,dove nascono cognac e pineau, in riva al fiume si annidano città di carattere, come Cognac e Jarnac, ed altre ricche di vestigia galloromane, quali l’affascinante Saintes. Angouleme e Poitiers, dall’alto delle loro panoramiche posizioni, oltre a possedere un patrimonio storico e culturale di non comune ricchezza, hanno saputo reinventarsi, grazie a nuove espressioni artistiche e tecnologiche, basti pensare al Festival Internazionale del Fumetto di Angouleme e all’avveniristico parco Futuroscope di Poitiers.
Aubeterre-sur-Dronne
La Roche-Courbon
Les Bouchauds
St-Germain-de-Confolens
Oiron
Nouaillé-Maupertuis
Dampierre-sur-Boutonne
Parthenay
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Patrimonio
Sulla strada per Santiago de Compostela fiorisce
l’arte romanica con le sue meraviglie, L’arte romanica rappresenta una pagina importante della cultura artistica della regione, dove ha lasciato circa 400 straordinari esempi, sparsi nel Poitou, nell’Angoumois e nella Saintonge, magnifiche chiese, le cui decorazioni scultoree e pittoriche sono ispirate a varie fonti, l’antichità romana, le arti celtiche e barbare, il Vecchio e Nuovo Testamento. Esempi celebri sono, a Chauvigny, la chiesa di Saint-Pierre, dai magnifici capitelli policromi, con episodi della vita delle Vergine e di Cristo, accompagnati da uno straordinario bestiario, e l’abbazia di Saint-Savin, a Saint-Savin-sur-Gartempe. Parte del Patrimonio Universale dell’Umanità, la sua chiesa conserva il più grande insieme di pitture romaniche in Francia, un’emozionante viaggio nella storia sacra, declinato nei colori caldi delle terre, nel bianco e nel blu lapislazzuli. Caratteristico del romanico della regione è il sistema di copertura, a ”fila di cupole”, che coronano la navata con effetti grandiosi, simbolizzando la volta celeste. La straordinaria fioritura di arte romanica religiosa si lega all’epoca d’oro del pellegrinaggio a Santiago di Compostela quando, dopo l’anno Mille, con la scoperta della tomba di San Giacomo Maggiore, esso diventa uno dei più importanti della cristianità. In
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questa regione i pellegrini che, per raggiungere la Spagna, seguivano la grande via di Parigi o vie secondarie, facevano tappa in molti luoghi sacri e cinque chiese, a cui si aggiunge l’ospedale di Pons, sono classificate al Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco: Saint-Hilaire-le-Grand a Poitiers, Saint-Hilaire a Melle, Saint-Pierre a Aulnay, l’Abbaye Royale di Saint-Jean d’Angély, Saint-Eutrope di Saintes.
Fortezze e fari
vegliano sull’Oceano Un altro aspetto peculiare della Charente Maritime è il significativo patrimonio marittimo che, oltre al magnifico complesso del porto di La Rochelle, al grandioso Arsenale e alla Corderie Royale di Rochefort, dispiega, fra le altre fortificazioni, la cinta muraria di Saint-Martin-deRé, il forte Liedot sull’isola d’Aix, la cittadella di Le Chateau d’Oléron e il celebre Fort Boyard. Senza dimenticare i fari, audaci, romantiche torri che punteggiano le coste frastagliate di falesie del litorale oceanico, e quelle delle isole di Ré e di Oléron.
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Niente di scontato
anche in maniera più originale, attraverso appassionanti scoperte olfattive, nei corsi tenuti, a Cognac e Segonzac, da Véronique Lemoine, l’entusiasta ideatrice dell’Ecole des Cognacs. O, magari, in un ristorante come La Ribaudière, nel romantico villaggio fluviale di Bourg-Charente, dove il famoso chef Thierry Verrat propone un menu speciale di “Sapori” , abbinato a cinque diversi tipi di cognac. Altro must regionale, che merita la più grande attenzione , è il pineau,
liquore ideale come aperitivo o per accompagnare il foie gras. La gastronomia del Poitou-Charentes è caratterizzata da ottimi, freschissimi prodotti, formaggi di capra come il celebre chabichou, lumache , ostriche e mitili, insaporiti dal pregiato “fior di sale”, squisitezze di mare e di terra, preparate con le ricette tradizionali, che si tramandano nel tempo.
in Poitou-Charentes degustazioni e “scuola di cognac”, sogni d’oro in un mulino L’arte di vivere trova la sua ideale espressione nel Poitou-Charentes, dove una vacanza può essere dedicata alla gastronomia, allo shopping e al più piacevole relax. Nella terra dove nasce il pregiato cognac, è bello andare alla scoperta delle grandi maison, Otard, Martell, Hennessy, Rémy Martin, Hine, Louis Royer, ma anche di piccoli produttori di nicchia, disposti ad aprirvi le porte e a svelarvi i loro segreti. In entrambi i casi ci sono visite organizzate delle cantine, con degustazioni guidate e possibilità di acquisti. Perché non si può lasciare il Pays du Cognac a mani vuote, senza portare con sé una buona bottiglia! Per i più curiosi, la conoscenza di questa acquavite, famosa nel mondo intero, avviene
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Patrimonio Alcune proposte sono davvero speciali come , in mezzo a una verdissima campagna, il Logis de Puygaty di Chadurie, una fattoria fortificata quattrocentesca, dalle raffinatissime chambres d’hotes, il Domaine des Etangs a Massignac, “hotel diffuso” in una magnifica proprietà , costellata di stagni e di fattorie ottocentesche, o il Couvent des Cordeliers a Verteuil, monastero del XV secolo, in riva alla Charente , che offre tutti i comfort e sei camere “storiche”, legate ad altrettanti personaggi famosi. In Poitou-Charentes qualsiasi ambiente può ospitare un affascinante hotel o delle insolite chambres d’hotes, magari un mulino come il Moulin du Val de Seugne, nel cuore del paese del Cognac, a Mosnac, divenuto un “logis d’exception”, o addirittura un granaio ristrutturato, Les Petites Beauries, vicino ad Aubeterre–sur-Dronne, che offre un confortevole alloggio, piscina e balneoterapie comprese.
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Interview
“Le Couvent des Cordeliers” à Verteuil chambres d’hotes al convento A Verteuil, villaggio medievale, ben conosciuto per il castello dei La Rochefaucauld, dove soggiornarono molti re di Francia ed anche Carlo V, sorge il Convento dei Cordeliers, fondato nel 1471 per dare sepoltura a Jean, il signore dei luoghi, e alla sua famiglia. Oggi delle magnifiche chambres d’hôtes, realizzate da Alain e Danièle Barbou, perpetuano ed accentuano il fascino dello storico luogo. E’ la signora Danièle a raccontarci la storia del “suo” “Couvent des Cordeliers” Come siete arrivati ad aprire delle chambres d’hôtes a Verteuil ? E’ stato qualcosa di inconsueto, perché all’inizio mio marito ed io, entrambi originari della Charente, avevamo un’attività professionale nella regione di Parigi. Cercando una casa per sostituire quella di famiglia, venduta dai genitori, abbiamo trovato il convento dei Cordeliers e ce ne siamo innamorati. C’era, però, un problema: una parte dell’edificio era abitabile, mentre l’altra aveva bisogno di un restauro completo. Pensando a questi importanti lavori, ci è venuta l’idea delle chambres d’hôtes , che potevano occupare una parte dello spazio. Quanto avete aperto? Nel 2005, ma visto che c’era solo una conchiglia vuota, il tetto, i muri e dei buchi alle finestre, i restauri sono durati circa tre anni. Oltre alla pregevole architettura degli edifici, sono rimaste altre tracce storico-artistiche? Ci sono affreschi originali, trovati duranti i lavori, nell’ex refettorio dei monaci, delle tracce di pitture, risalenti al 1540-50, che abbiamo fatto restaurare. Ora sono visibili nella sala da pranzo. Per quanto riguarda i muri a graticcio, che si trovano in alcune stanze, abbiamo effettuato dei restauri, cercando di ridare al luogo la sua anima, utilizzando materiali d’epoca e quelli qui recuperati.
O dimore storiche L’accoglienza è un’arte in questa regione, dove c’è solo l’imbarazzo della scelta tra le molte e variate sistemazioni: a dominare non è il lusso, ma lo charme.
Come avete arredato le sei camere, che portano tutte nomi di personaggi legati al convento, come François VI de La Rochefoucauld o sua moglie Andrée de Vivonne? La decorazione è opera mia, molti mobili sono di famiglia, gli altri provengono da mercatini ed antiquari, dove li abbiamo acquistati ancora nel periodo dei lavori. Dovunque andavamo cercavamo tessuti, accessori: non sapendo ancora dove li avremmo sistemati, sentivamo che erano perfetti per questo luogo speciale. Servite solo la prima colazione o avete anche un ristorante? La sera facciamo table d’hôtes su prenotazione: io e mio marito, perché a volte è lui a mettersi ai fornelli, prediligiamo i prodotti locali, le specialità della Charente e della Charente Maritime, che non è lontana. Già al mattino, ad esempio, a colazione serviamo delle tradizionali galettes charentaises, poi fra i nostri piatti c’è la grande specialità della Charente interna, vale a dire le lumache, come pure i deliziosi fagioli, detti mojettes. Avendo un ottimo mercato del pesce, che arriva da Royan, prepariamo spesso prodotti del mare, come i gamberi giganti. Che cosa c’è di davvero speciale al Couvent des Cordeliers? Io penso che valga la pena venirci perché è un luogo pieno di storia e charme, ma in un contesto di grande confort, e poi la nostra casa non assomiglia a nessun’ altra. Chi soggiorna da noi arriva come un ospite e riparte come un amico, perché facciamo veramente il massimo per riceverlo al meglio, ed anche per noi questa è un’esperienza umana di grande ricchezza.
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Benessere
Il benessere viene dal mare
Il benessere è una voce importante nella vita di ciascuno, di cui si tiene sempre più conto, nell’organizzare le vacanze. La Charente-Maritime, con la sua costa oceanica e le isole che la fronteggiano, è particolarmente propizia al riposo, al relax benefico. In questi luoghi, benedetti da un clima dolce tutto l’anno, si può approfittare della talassoterapia legata alla ricchezza e alle tante, benefiche risorse dell’ambiente marino.
Coccole e massaggi in riva al mare Sulle isole della CharenteMaritime esistono tutte le condizioni ideali per la talassoterapia, l’utilizzazione combinata, sotto controllo medico , a scopo preventivo o curativo, dei benefici del mare; oltre al clima mite, l’acqua, i fanghi, le alghe, la sabbia ed altre sostanze da esso derivate costituiscono la base di questo tipo di “remise en forme”, sempre più richiesta. L’ile de Ré e l’ile d’Oléron con la loro natura e l’ambiente preservato, acqua pulita, aria pura e ricca di iodio, sole per la gran parte dell’anno, risultano dunque i luoghi giusti dove concedersi una talassoterapia davvero efficace e rilassante.
Adresses Relais Thalasso Île de Ré
Port Notre Dame 17740 Sainte-Marie-de-Ré Tel : 05 46 30 21 22 www.thalasso.net
Le Richelieu
44, avenue de la Plage 17630 La Flotte-en-Ré Tel : 05 46 09 60 70 www.hotel-le-richelieu.com
Ars-en-Ré Thalacap Pointe de Grignon 17590 Ars-en-Ré Tel : 05 46 29 10 00 www.thalacap.fr
Per ottenere reali benefici, non sono però sufficienti le condizioni naturali, ma i centri devono utilizzare tecniche innovative, sempre all’avanguardia, garantendo la presenza di figure professionali come medici, osteopati, massaggiatori e idroterapeuti. Questo ventaglio di cure comprende, di solito, ginnastica in piscina, bagni alle alghe o agli oli essenziali, massaggi con getto, bagni di fango, sauna e hammam. Ai trattamenti tradizionali spesso se ne aggiungono altri, più esotici e di origine orientale, quali i massaggi ayurvedici, il relax coreano, la cura tibetana, le cure di bellezza al bambù, Het Echte Frankrijk Fascino binnen handbereik dell’Oveste Francia
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le cure egiziane al loofa, un frutto asiatico, la cui fibra dall’ effetto esfoliante è usata fin dall’antichità, la riflessologia plantare, lo yoga, il tai-chi e lo shiatsu. La talassoterapia offre in tal modo indubbi benefici, non solo dal punto di vista fisico, rigenerando e rendendo il corpo tonico e la mente più vitale. Molti si rivolgono ad essa per ritrovare la linea perfetta, e a tale scopo si prevedono programmi speciali a base di diete bilanciate ad hoc, bagni con idromassaggio, impacchi dimagranti di alghe, gommage del corpo, drenaggio linfatico. Ad una dieta specifica si aggiunge l’esercizio fisico in piscina ed in palestra.
Thalasso La Rochelle sud
17340 Chatelaillon-plage Tel : 05 46 56 17 17 www.thalasso-larochellesud.fr
Thalasso Oléron
Plage de Gatseau 17370 Saint-Trojan-les-Bains Tel : 05 46 76 02 46 www.thalasso-oleron.info
Thalazur Royan Fort du Chay 17200 Royan Tel : 05 46 39 96 96 www.thalazur.fr
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Benessere Sull’ile de Ré, situato su una bella spiaggia di Ars-en-Ré, luogo preservato e tranquillo, Thalacap dispone di uno “spazio marino” con piscina riscaldata, sauna, hammam, e propone anche trattamenti particolari, come il Sensitive Gestalt Modelage, una tecnica che aumenta la coscienza del proprio corpo, permette di abbandonare le tensioni, e armonizza la circolazione energetica. Non manca lo shiatsu, il tradizionale massaggio giapponese con il quale, grazie alla pressione delle dita nei punti dell’agopuntura, viene stimolata la forza vitale. A Sainte-Marie-de-Ré il Relais Thalasso Ile de Ré, situato di fronte all’orizzonte marino, è un ambiente dalla decorazione zen, soft e rilassante, con legni pregiati, toni caldi, futon tibetani. Si può scegliere tra molti trattamenti, come quello a base di alghe, oppure la doccia a getto,la riflessologia plantare, la cura di bellezza al bambù, la stone terapia. Si trova a La Flotte-en-Ré, proprio in riva al mare il Centro di talassoterapia dell’hotel Le Richelieu, dove godere degli effetti idromarini di iodio e plancton. Particolarmente efficaci sono i drenaggi linfatici e venosi, molto piacevoli la cromoterapia e l’aromaterapia, il modellaggio con le pietre calde o con la candela. In un ambiente zen, pervaso dai profumi inebrianti degli oli essenziali, si può approfittare della riflessologia cinese, del lifting giapponese, dei massaggi shiatsu ed ayurvedici, del Power plate, che stimola i recettori di muscoli, tendini ed articolazioni.
A pochi chilometri da La Rochelle, a Châtelaillon-Plage, in una baia che fronteggia le isole di Ré, d’Aix e di Oléron , si trova, affacciato sull’oceano, l’Istituto Thalasso La Rochelle Sud. Offrendo 4 trattamenti in mezza giornata, al mattino o al pomeriggio, il centro dà poi la possibilità di accedere a piscina con acqua di mare, hammam, jacuzzi, corsi di ginnastica e di aquagym.
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Interview
Hotel le Normandoux à Tercé benessere , mobili indiani , ecologia musica e spettacolo dell’america latina in un’antica cava di pietra - le inedite atmosfere dell’hotel le normandoux La storia dell’Hotel Le Normandoux a Tercé è legata ad una cava, una delle tante, sparse intorno a Poitiers, la cui pietra calcarea è stata il materiale da costruzione di innumerevoli monumenti in Francia. Quella di cui parliamo, attiva per 150 anni e chiusa nel 1995, ha iniziata una nuova vita nel 2003, quando l’architetto parigino François Pin, a cui si deve fra l’altro il restauro dell’ala dell’“Arte Mediterranea”al Louvre, e il suo amico Maxime Rinaldi, specializzato nella riabilitazione di monumenti storici, hanno scoperto questo luogo magico, dove la natura stava riprendendo il sopravvento. E’ Pierre Goubault, dal 2007 responsabile commerciale e per la comunicazione ?? dell’hotel Le Normandoux, a rivelarcene la bella storia..
L’ile d’Oléron è un altro luogo perfetto per cure talassoterapiche, che vengono dispensate all’ Accor Thalassa Oléron. Ben 2000 ha di foresta circondano l’istituto, situato in una cornice incantevole, sulla punta sud dell’isola, a picco sulla spiaggia di Gatseau, a St-Trojanles-Bains. Già l’aria e il clima mediterranei sono benefici, e il luogo invita a gradevoli passeggiate nel verde. A questo si aggiunge una serie di trattamenti, proposti in vari pacchetti, che hanno il nome di “Armonia vitale”, “Salute” “Dimagrire con il mare”, concepiti per soggiorni lunghi o più brevi, come ad esempio la “Pausa zen”. Fra le novità ci sono il gommage all’acqua di mare e la spa jet.
Sorge sulle alture di Fort du Chay, sulla Cote de Beauté, l’Istituto Thalazur Royan. In un ambiente di spirito zen, dove predominano pietra naturale e legno, si possono effettuare trattamenti personalizzati di talassoterapia, secondo varie formule, ed approfittare dello spazio ludico con piscina polifunzionale, jacuzzi, geyser, idromassaggio a getti, sauna, hammam. Non mancano massaggi shiatsu, tailandesi e balinesi. La Charente-Maritime non delude neppure chi è alla ricerca di belle spiagge. Royan, fra estuario della Gironda e oceano, è una stazione balneare famosa, con distese di sabbia, che costeggiano la città. Quella di Foncillion si stende di fronte al Palazzo dei Congressi ed è comodissima da raggiungere, anche per un bagno veloce, mentre la Grande Conche, a circa 300 m dalla Stazione ferroviaria, è una lunga, magnifica spiaggia di sabbia dorata, protetta dal vento e molto indicata per i bambini. Più tranquille e segrete, nascoste negli anfratti della falesia, appaiono le piccole spiagge, o conches du Chay e du Pigeonnier, situate tra il Palazzo dei Congressi ed il Casinò; ha invece come sfondo le eleganti ville della Bella Epoque la spiaggia di Pontaillac, dove respirare davvero la salutare aria dell’oceano. Châtelaillon, altra stazione balneare molto rinomata vicino a La Rochelle, è bordata da una spiaggia sabbiosa, lunga tre chilometri.
Come sono arrivati a Le Normandoux François Pin e Maxime Rinaldi? Entrambi avevano un progetto, volevano differenziare le loro attività , e la società Rocamat, con cui erano in contatto, li ha condotti in questo luogo vicino a Poitiers, sul cui sito si trova un bel castello del XIV sec. A colpirli furono soprattutto le vicine, maestose cave di pietra abbandonate, dove stavano ricrescendo gli alberi e l’acqua, verdissima, cominciava ad invadere lo spazio, formando un lago. Dopo avere riflettuto sul da farsi, è nata l’idea di costruire una grande sala per spettacoli sull’acqua, e l’hotel nel castello è nato per finanziare tale progetto. Quali sono le particolarità di questo hotel - residenza di turismo, dove gli ospiti hanno a disposizione 25 suites, 17 casette, ed anche un’attrezzata spa ? Un aspetto davvero speciale sono i mobili, tutti costruiti in Argentina dagli indiani Wichi. L’architetto Pin ama molto quel paese, dove un giorno ha incontrato la tribù di Amerindi, che vivevano in condizioni molto difficili, creando oggetti di artigianato. Anche per aiutarli è nata l’idea di disegnare i mobili, da fare loro realizzare in legno non trattato, senza colla, con un sistema di incastri. I clienti dell’albergo, se lo desiderano, possono anche acquistarli. Partendo da questo, abbiamo inoltre deciso di mettere in luce al Normandoux l’America Latina e l’Argentina in particolare: così se nel parco vivono dei lama, al ristorante serviamo vini argentini e, a colazione, succo d’arancia, proveniente da quel paese. Al Normandoux siete molto attenti all’ecologia? Certamente, innanzitutto abbiamo riabilitato un sito industriale, le vecchie cave, dove è stata costruita una sala, per ricevimenti e convegni, e in quel meraviglioso anfiteatro naturale si tiene ogni anno in luglio-agosto il festival “Soirs d’été”, “Sere d’estate”, rivolto ad un pubblico molto vario, con spettacoli di musica, danza, teatro, circo, proiezioni di film sulle pareti di roccia. Il filo rosso è sempre quello dell’America Latina, ed ogni venerdì è dedicato a musiche latino-americane. Noi recuperiamo poi l’acqua piovana per innaffiare il parco, abbiamo una caldaia a legna, usiamo lampadine a risparmio energetico: lo sviluppo equo-sostenibile risulta davvero una nostra priorità. Nell’insieme, direi che il nostro è un progetto molto particolare, un’ autentica sfida, da cui è nato qualcosa di eccezionale ed unico. Oltre alla bellezza e alla pace di un luogo, situato ad 1,30 h da Parigi, che cosa trovano i vostri clienti al Normandoux? Noi proponiamo varie formule, perché i turisti possano approfittare al massimo dei quanto offriamo ed anche di quanto ci circonda. Particolarmente richiesta è la “Détente”, che comprende un pernottamento ed un trattamento alla SPA, ma la scelta è vasta. Inoltre, siamo molto vicini a Poitiers, al Futuroscope, e a molti luoghi turistici della Vienne.
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Divertirsi Divertirsi in famiglia
in famiglia
Il Poitou –Charentes è il luogo ideale per vacanze in famiglia, divertenti ed istruttive: l’ambiente vario, tra mare e terra, fra spiaggia e campagna, dove scorrono fiumi tranquilli o si stendono laghi verdeggianti, offre infinite possibilità. Senza parlare, poi, dei tanti musei e delle visite, in grado di attrarre grandi e piccini. Per questi ci sono vari siti, adattati alle loro esigenze, in modo da fare scoprire, attraverso il divertimento e le attività ludiche, i segreti di una magnifica e accogliente regione.
Scoprire in famiglia i musei del mare, i segreti dei suoi abitanti ed altro ancora Cominciando dalla Charente-Maritime, perché non percorrere la via dei fari: Phares des Baleines all’Ile de Ré, di Chassiron sull’Ile d’Oléron, di Cordouan, vicino a Royan? Queste torri, che con la loro altezza vertiginosa sembrano sfidare l’oceano, suggeriscono storie avventurose di navi e naufragi e sono circondate come da un’aura magica. A La Rochelle, il Museo del Nuovo Mondo attrae per le collezioni di oggetti etnografici delle tribù indiane del Canada, e il Museo Marittimo, con navi come Météo France 1, fa comprendere la vita a bordo. L’Acquario è un luogo incantato dove, incontrando ben 12000 animali marini, si impara a conoscere da vicino e ad amare il mare, con i suoi misteriosi abissi. La visita del cantiere della nave Hermione, una fregata del XVIII secolo, la cui costruzione sarà presto portata a termine a Rochefort, permette anche di vedere all’opera carpentieri, falegnami e fabbri, abilissimi nei loro antichi mestieri. Un altro itinerario curioso è quello dei mulini, a vento, ad acqua, o funzionanti con le maree, dove si osserva la trasformazione del frumento in farina o dei noccioli in olio di noce; fra i più interessanti ci sono il Moulin des Loges a SaintJust-Luzac, l’ultimo che utilizza le maree, i Mulini a vento di Chez Bret e di Cluzelet a Jonzac. Passando al tema “natura”, l’Ecomusée du Marais salant sull’Ile de Ré, e Le Port des Salines sull’Ile d’Oléron, presentano la storia del sale, e tutti gli uccelli che, o vivono in questo particolare habitat, o vi fanno sosta durante l’inverno. Sempre a Ré, alla Maison du Fier ci sono esposizioni sulla fauna e la flora, mentre l’ostricoltura si conosce, divertendosi, a La cité de l’huître di Marennes. Si può vedere da vicino il simpatico asino, tipico di questa regione, all’Asinerie du Baudet du Poitou, che si trova a Dampierre-surBoutonne, dove vengono allevati anche il cavallo da tiro e il mulo del Poitou. E, per finire, perché non concedersi un’insolita gita in campagna a Massac, organizzata dalla fattoria Les Percherons de la Pierre Blanche? Il rustico mezzo di trasporto per tutta la famiglia è un carro, tirato dai cavalli della famosa razza percheron!
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Le musée maritime
Aquarium La Rochelle
Les Géants du Ciel
La Planète des Crocodiles
Mouton-Village
L'Asinerie du Baudet du Poitou
Port des Salines
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Sport e
Divertirsi in famiglia
Camminare fra gli alberi Il Parc du Gravion a SaintBenoit, verdissimo sito fra le valli del Clain e del Moisson, propone lo stimolante Gravion Aventure , con percorsi acrobatici sugli alberi. Ce ne sono ben cinque, di diversa difficoltà, e da effettuare con “filet”, “ponti di scimmia”, “tyroliennes”. Per i bambini i tracciati sono adattati e resi sicuri: in particolare il “percorso verde” è quello di scoperta e iniziazione, mentre il “rosso” viene riservato agli sportivi in cerca di emozioni. L’Isle nature a Saint Fraigne, un villaggio sull’acqua dei marais, tra i fiumi Osme e Couture, affluenti della Charente, oltre a dispiegare alcuni giardini effimeri, creati da artisti, mette a disposizione graziosi, esotici tipì di vimini per i giochi dei bambini. Un’ecologica barca elettrica offre la possibilità di scoprire l’affascinante ambiente acquatico, con la fauna, la flora, i profumi, la torba: una passeggiata divertente e magica.
Loisirs nature
divertimento solo in bicicletta si conosce veramente la natura
adatti a bambini di 3 anni. Qui si pratica anche il maxi jump. Non lontano, il parco zoologico La Palmyre appare come un’inattesa giungla nel cuore della Charente-Maritime dove, su 18 ha, vivono 1600 animali di diversi continenti.
Un sito, che contribuisce alla protezione delle specie minacciate, è la Vallée des Singes di Romagne, nella valle del Clain/Vonne, che ospita 350 scimmie in libertà. Si impara a comprendere la vita e le abitudini di cervi e
caprioli alla Ferme de La Vallée des Cerfs di Luchapt, dove ne vengono allevati circa 200, insieme ad asini, cavalli, pony, volatili da cortile. Qui è anche possibile degustare i prodotti della fattoria , fare giri in carriola e passeggiate a cavallo, con un divertimento assicurato.
E’ideale per chi predilige le acrobazie fra gli alberi il Parc indian forest, a Les Mathes, con 10 percorsi, alcuni specifici e
Nessun altro mezzo di trasporto permette, come la bicicletta, di godere da vicino, in maniera ecologica e piacevole, lontana da ogni stress, le bellezze ed i paesaggi del Poitou-Charentes. Nella regione la rete di piste ciclabili e
gli itinerari da percorrere su due ruote in completa sicurezza sono davvero numerosi, in grado di soddisfare ciclisti ed appassionati di cicloturismo di ogni età, ed anche gli sportivi, che prediligono la mountain bike.
Questo tipo di vacanza è inoltre particolarmente indicato per le famiglie e può essere inserito all’interno di un viaggio in macchina, affittando la bicicletta e scegliendo itinerari e tracciati anche brevi, di cui in loco è facile trovare una completa documentazione.
Il Poitou –Charentes riulta inoltre ideale per chi sceglie la mountain bike, avendo due basi della Federazione Francese di Cicloturismo e 6 siti da questa organizzati, che offrono tutta l’assistenza possibile per intraprendere circuiti adatti. Citiamo quelli dei laghi della Haute–Charente, Lavaud – Mas-Chaban, di Confolens in CharenteLimousine, il circuito che va da Lavallette alla Vallée de l’Echelle, un verde territorio collinoso tra Charente e Dordogne, dove si trovano molte tracce dei pellegrini di Santiago di Compostela. Non dimentichiamo, poi, quello, da non perdere assolutamente, del Pays Royannais, tra paesaggi mozzafiato, spiagge bordate di falesie, coste rocciose, foreste, estuario e vigneti, un vero concentrato della natura del Poitou-Charentes.
Laghi e fiumi per sport acquatici L’acqua è l’elemento principe della regione e riserva non poche possibilità per vacanze divertenti e sportive, ma anche rilassanti, gradite a tutta la famiglia. Nel cuore della Charente- Limousine, a Lavaud e Mas Chaban, due laghi vicini formano una magnifica distesa acquea di 350 ha: in una verde, incontaminata cornice si possono praticare tutti gli sport, dal nuoto al pedalò, dal canottaggio al catamarano, dalla vela alla tavola. Se intorno a Lavaud si stendono spiagge di sabbia finissima, ideali per nuotate e bagni di sole in tutto relax, in entrambi i laghi, ricchi di pesci, si può praticare fruttuosamente la pesca. Sempre le gioie acquatiche fanno la parte del leone alla Base de Loisirs Exo Active Park di Moncontour, dove il lac du Gué du Magne, di 10 ha, permette di nuotare, di divertirsi con lo scivolo acquatico, e di pescare. Qui, oltre ad approfittare di campi da volley, da tennis, da bocce, si pratica anche il teléski nautico, sistema innovatore molto silenzioso e senza barca di traino, dove la corda è tirata da un cavo a varie velocità, adattabili alle diverse esigenze. Chi preferisce il fiume, sulla Vienne, a Montbron, o ad Aubeterre–surDronne può cimentarsi nel “radelage”, una sorta di rafting, e, ancora, a Jarnac, imbarcarsi sul “canobus”, un’imbarcazione per nove persone e un timoniere. Senza dimenticare le houseboat, i battelli abitabili che solcano la Charente, e possono essere affittati per un giorno o una settimana, con partenza da Fléac, Jarnac e Sireuil. Insomma, ce n’è proprio per tutti i gusti!
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Loisirs nature
Littoral
Se La Rochelle è tradizionalmente legata alle due ruote, grazie alle famose biciclette gialle, nel suo agglomerato urbano esistono 180 km di piste ciclabili e l’ultimo, affascinante itinerario conduce da La Rochelle a Esnandes, lungo le falesie, passando per Lagord, Nieul-sur-Mer, Marsilly. Come dimostrano le centinaia di km di strade ciclabili perfettamente attrezzate e segnalate, che attraversano boschi, marais, vigneti e riserve naturali, l’Ile de Ré è davvero il paradiso per chi ama questo sport. Le passeggiate sono adatte anche ai meno allenati, visto che, sull’”isola bianca” il territorio raggiunge l’altezza massima di 19 m! A ridosso dell’estuario della Charente, il Pays Rochefortais invita a fare l‘esperienza di attraversare il fiume sul lungo ponte, di scoprire le riserve naturali con gite organizzate, arrivando fino al superbo Arsenale di Rochefort, o a Fouras, con il magnifico Fort Vauban. Con un traghetto si può raggiungere tutto l’anno l’isola di Aix, dove le auto sono bandite. La natura allo stato puro è quella dell’isola
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di Oléron, di cui la bicicletta permette di apprezzare la varietà, addentrandosi fra i marais, sulle spiagge di sabbia finissima, lungo solitarie strade nel bosco. E’ anche possibile effettuare un circuito in mountain bike “Avventura ostrearia”, dedicato al prodotto più famoso dell’isola. Nel Pays Royannais, attraverso la foresta demaniale di La Coubre, le piste ciclabili di decine di km conducono a villaggi e spiagge. Dalla penisola d’Arvert fino all’estuario della Gironda, si snodano inoltre oltre 600 km di circuiti segnalati per mountain bike e city bike.
Charente
Ogni angolo della regione offre un ventaglio di possibilità diverse per chi ama pedalare in libertà. I paesaggi della Charente sono attraversati da 500 km di strade ciclabili, con 37 circuiti, ognuno dei quali comprendente 3 itinerari di diversa lunghezza e difficoltà, indirizzati alle famiglie, alla “scoperta” e all’ “esplorazione”. Questi ultimi, particolarmente
impegnativi, interessano i più sportivi ed avventurosi. Molto bello è, ad esempio, pedalare intorno a Cognac, scoprendo i vigneti della piccola Toscana del Poitou-Charentes, ma anche città come Châteauneuf-surCharente, Jarnac, Rouillac, Segonzac, insieme a quieti, caratteristici villaggi e a solitarie fattorie. Si godono bellissime vedute percorrendo il circuito la “Passeggiata in città” intorno ad Angoulême, che per 20 km costeggia il fiume, seguendo la città da nord a sud.
Vienne
Sono soprattutto gli appassionati di mountain bike ad apprezzar le gite nei dintorni di Poitiers, dove viene proposto il circuito “Città-Natura”, che si sviluppa su 400 km di sentieri, comprendenti 20 itinerari collegati fra loro. I 40 km tra Châtellerault e Loudun, dove un tempo passava la ferrovia, sono ora diventati una strada verde, ideale per una magnifica gita in famiglia, visto che è attrezzata con spazi picnic e pannelli informativi sulla botanica,
la storia e il patrimonio dei luoghi e delle città attraversate. Un’altra possibilità è di seguire, per 17 km, le pittoresche rive della Vienne, dal piccolo porto di Cenon-sur-Vienne fino a Bonneuil-Matours, una gita alquanto distensiva.
Deux-Sèvres
Nulla di meglio della bicicletta per penetrare nel misterioso universo verde del Marais Poitevin, costeggiando i canali, attraversando i piccoli ponti, in una scoperta continua, fatta in piena tranquillità. 313 km di vie ciclabili si snodano tra villaggi e marais nelle DeuxSèvres, ed itinerari sempre nuovi si sviluppano fra Niort e l’Oceano, mentre 132 km di vie ciclabili tagliano le vaste distese dell’Aunis. Lungo la valle del fiume Thouet la bicicletta, con il suo ritmo calmo, aiuta a scoprire non solo bellissimi paesaggi, ma anche opere d’arte e architetture poco conosciute, ponti romani, mulini, chiese romaniche, castelli, in un itinerario che va da Saumur fino alle sorgenti del Thouet a Le Beugnon, nelle Deux-Sèvres.
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Immersi nella natura
‘Pôles Nature’ imparare e divertirsi con gli animali e la natura Cambiando paesaggio ci avviciniamo al mare e al Parco dell’Estuario, lungo l’estuario della Gironda, un paesaggio straordinario, che si declina in falesie vive e morte, in marais. In una villa degli anni ’50 si può prendere contatto con la vita dell’estuario nei vari elementi, compresa l’attività umana. La Charente-Maritime è ricca di parchi naturali. Sull’Ile de Ré, a Les Portes-en-Ré, durante le migrazioni e il periodo invernale è bello osservare gli uccelli, come bernacce e baccacce, che transitano dalla riserva di Lilleau des Niges. Nei pressi di Rochefort la riserva naturale di Moëze, dove avocette, fischioni, spatole bianche, giungono per nutrirsi, è ideale per osservare i piccoli trampolieri e le anatre: per i ciclisti una pista collega questo sito a Brouage.
Immersi nella natura La natura del Poitou-Charentes, che si distingue per la sua ricchezza e diversità, viene preservata con cura. Chi desidera entrare davvero a contatto con essa, apprezzare da vicino le particolarità della flora e della fauna, senza arrecare danno all’ambiente, ma aiutando a preservarlo, può scegliere tra le numerose riserve naturali.
Molti sono poi gli ecomusei, i poli naturali, che attraverso un’accattivante presentazione e documentazione, aiutano a comprendere meglio tutte le particolarità e sfaccettature della natura di questa regione e la maniera in cui l’uomo ha interagito e continua ad interagire con questa.
Dalle foreste all’ estuario un itinerario ecologico fra i parchi naturali Cominciamo una breve escursione fra le principali riserve naturali della regione. Nel dipartimento della Vienne, nella zona di Châtelleraut, a Vouneuil-sur-Vienne si trova quella di Pinail, nella quale sono sparse ben 3000 “mares”, vale a dire antiche fosse d’estrazione della pietra molare. La fauna e la flora, da scoprire anche con visite tematiche organizzate, presenta specie di grande interesse quali l’albanella minore, ben 48 tipi di libellule, e la genziana pneumonanthe. Del tutto vergine è la foresta demaniale di Moulière, a Montamisé, dalla superficie di 4174 ha, situata tra le valli della Vienne e del Clain. Si trova a ridosso della città di Lusignan la Foresta comunale del Grand Parc, 160 ha di fitto bosco, circondato da mura, sotto il Fascino dell’Oveste Francia
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quale scorrono i meandri del fiume Vienne. E’ un piacere percorrerne i ripidi sentieri, molti dei quali segnalati, come quello botanico, che fa scoprire la ricca flora locale. La Foresta di Saint-Sauvant, nella località omonima, è invece un querceto di 800 ha, comprendente 4 sentieri pedestri segnalati, uno dei quali costeggia il “Fort à l’Anglais”, un campo gallo-romaano, riutilizzato durante la guerra dei 100 anni. Nella foresta non manca un bel percorso equestre, insieme ad un’area attrezzata, con tavole per picnic e campo di bocce. Particolarmente interessante è la vegetazione del massiccio forestale della Foresta di Scévolles, che, partendo dallo stagno di Guesnes, si estende su circa 4000 ha. Fra querce e noccioli, robinie e pini,
vivono cervi e caprioli, cinghiali, volpi, faine e tassi: con un po’ di fortuna si possono fare incontri interessanti. Attraverso la Foresta demaniale di St-Hilaire a Vouillé (1500 ha), fra roveri, faggi e pini, si percorrono sentieri pedestri o per mountain bike. Per conoscere il bosco e le sue attività in maniera piacevole e approfondita, c’è la Maison de la Forêt, la casa della Foresta di Montlieu-la-Garde, situata nel cuore dei 30000 ha della foresta della Haute-Saintonge. Grazie ad un sentiero ludico, per conoscere fauna, flora, erbe aromatiche, al villaggio e alle capanne tipiche del luogo , a mostre tematiche, la vita della foresta si dispiega in tutte le sue sfaccettature.
Molto affollata di uccelli palustri è la riserva naturale del Marais d’Yves, fra le più prime di tale tipo, antica laguna costiera, le cui dune sono popolate da piccoli e grandi trampolieri. La natura del Poitou-Charentes si può conoscere anche nei cosiddetti ”Pôles Nature”, luoghi dedicati ad argomenti specifici della flora e della fauna locali. Tra i più accattivanti troviamo a Dampierre-sur-Boutonne l’Asinerie du Baudet du Poitou, dove vengono allevati e preservati asini di questo nome, molto robusti e che servivano soprattutto da riproduzione, con delle giumente da tiro del Poitou. I muli nati da tale unione risultavano molto robusti ed erano impiegati in montagna. Bella è la visita in primavera al momento della nascita degli asinelli. A Taugon, il Pôle-Nature du Marais Poitevin racconta in maniera ludica come uomo e natura, in particolare l’acqua, hanno creato insieme il marais. Lo spazi museografico di 150 m² comprende maquette tattili, proiezioni panoramiche, da cui viene tracciata la storia del marais, prima attraverso i paesaggi, poi con l’ingegnosità degli abitanti e del loro lavoro, infine attraverso l’incontro con la fauna. All’esterno, naturalmente, si può andare alla diretta scoperta di questo mondo, sospeso tra terra ed acqua. La Casa della Mitilicoltura a Esnandes, è interamente dedicata al mitile,il cui allevamento costituisce la ricchezza locale. Il viaggio avviene in maniera interattiva, e lo segue dalla nascita a quando arriva sulle tavole. Si conoscono così le varie tecniche di allevamento nella Baia di Aiguillon, la crescita sui “bouchot”, i pali, il suo habitat ideale, la nutrizione. Di tutt’altro genere è l’area dedicata alla pietra di Crazannes, raggiungibile con l’Autoroute des oiseaux. Con questa pietra bianca sono stati costruiti la cattedrale di Colonia e, non lontano da qui, il Fort Boyard, per citare solo due insigni monumenti. Il prezioso materiale veniva trasportato a bordo delle gabarre sulla Charente, ma dopo la Seconda Guerra Mondiale, materiali nuovi lo hanno soppiantato. Per questo oggi il sito di estrazione è diventato selvaggio ed estremamente affascinante, con una vegetazione sontuosa, comprendente felci, clematide selvaggia, ginestra europea. Un sentiero speciale permette di scoprire tutto l’anno la storia di questa pietra, godendo del meraviglioso paesaggio, mentre un atelier offre la possibilità di cimentarsi con la scultura.
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Legenda della cartina LÉGENDES
Arrivare a Poitou-Charentes
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LOCHES
Ste-Maurede-Touraine
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I N D R E - E T- L O I R E
Chiesa romanica, monumento funerario Monument roman, église ou lanterne des morts Museo Musée
- Da Parigi : Mediante l’autostrada A10 e la strada statale 10, la regione Poitou-Charentes se trova a sole tre ore: Futuroscope - Poitiers 332 km, Niort-Marais Poitevin 401 km, La Rochelle- île de Ré 438 km, Royan 515 km e Angoulême – Cognac 440 km, - Dal Sud Oveste e dalla partita sudoccidentale della Francia : Con l’autostrada A10 e la strada statale 10 o, da Bordeaux, le strade D 730 per Royan, Rochefort, La Rochelle e D 137 per Saintes poi autostrada A 837 per Rochefort e La Rochelle ; Bordeaux si trova sole a una ora della regione Poitou-Charentes con Angoulême e Saintes. - Dalla Valle della Loira : la regione Poitou-Charentes se trova a un’ ora – due ore dei castelli della Loira e delle città de Tours, Chinon, Orléans, Bourges. - Dalla Loira Atlantica : Nantes, Saumur, Angers, Le Mans sono a un’ ora – due ore del Poitou-Charentes
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Vestigia Vestige romane romain
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Le Puy du Fou Les Herbiers
Vestigia Vestige preistoriche préhistorique Stazione termale Station thermale
Pouzauges
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Station vacanze verte de vacances Località verdi
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Plan d’eau Distesa d’acqua
Spiaggia Plage
Moussais-la-Bataille
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Porticciolo / porto/ di ormeggio Port de plaisance Mouillage
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La Châtaigneraie
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FONTENAY-LECOMTE
Aeroporto Aéroport
Non esistono collegamenti diretti tra le città del Poitou-Charentes e l’Italia. A Parigi o a Bordeaux e Toulouse prendere uno dei numerosi treni giornali. - Con partenza da Parigi Montparnasse, Quotidianamente i TGV Atlantique Paris – Bordeaux (treni ad alta velocità) collegano Parigi con la stazione del Futuroscope (1,20 h), Poitiers (1,30 h), Angoulême (2,50 h) ; Esiste anche una linea Parigi-La Rochelle (2h51) che tocca le stazione di Châtellerault, Poitiers, Saint-Maixent, Niort (2,12 h) e Surgères. - Per Cognac, Saintes e Royan si prendono le coincidenze da Angoulême; - Con partenza da Bordeaux, collegamenti diretti per Poitiers (1,30 h), Angoulême (52 min) sulla linea Bordeaux <> Parigi; per Saintes, Rochefort e La Rochelle, sulla linea Bordeaux <> Nantes.
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In aereo
I maggiori aeroporti italiani sono collegati a Parigi. Poi, dall’aeroporto Charles de Gaulle raggiungere la gare Montparnasse o prendere un treno Lille-Bordeaux che tocca a Poitiers e Angoulême. Voli diretti con Nantes e Bordeaux raggiungono giornalmente l’Italia in poco più di un’ora.
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© Photos CRTPC/ Michel Garnier, Pascal Baudry, Gérald Buthaud, Jacques Villégier, Sébastien Laval, Patrick Bonneau, P. Bertrand, Scope, Maud Pidérit, Jean-Michel Nossant, Jean-Michel Rieupeyrout, J.M. Boulesteix, Frédéric Lelan, Xavier Léoty, Thomas Hytte, A.Danvers, B. Ecav. © Tous droits réservés. Page 7 © Aquarium La Rochelle,Page 14 Ile d’Oléron © MdT Marennes Oléron, S. Roussillon, Page 17 CDT/17/A. Birard, Page 18 Fregat Hermione © Wannes Van de Velde, Page 18 © Corderie Royale de Rochefort, Page 21 © Zoo de La Palmyre/Florence Perroux, Page 21 Casino et marché de Royan © Philippe SOUCHARD- PHOTO ART, Page 25 Chais Magelis ©Ph. Métifet, Page 25 ©A. Vignet Commune de Saint Amant de Boixe, Page 27 Musée de Cognac ©J. Palut, Pages 34-35 © Parc du Futuroscope/Manuel Wimenet, ©Kuka / Digital Vision, Sébastien LAVAL - POITOUFuturoscope_Création / nWave Pictures, © Digital Vision / Jupiterimages / CHARENTES Kane Skennar - Getty Images / F. Juille - Futuroscope_ Création, © Une production ECA2, Réalisateur Yves Pépin / S LAVAL - M VIMENET - Futuroscope_Création, Caroline Schiff/Blend Images/Getty Brantôme Images - harmonie57 & philpictore/Fotolia.com - O CHAVAROT - F Juille / Parc du Futuroscope, © 2009 EuropaCorp / TF1 Films Production / Apipoulaï Prod / Avalanche Productions - Images et Effets 3D : BUF, ©Futuroscope, S LAVAL / D LAMING, Architecte, ©F. Juille - Futuroscope_Création/ ©The Future is Wild Limited/Pictural Charts Educational Trust/Studio Ludo/ Artefacto/Getty Images (Michael & Patricia Fogden-Minden Pictures / Georgette Douwma-Photographer's Choice RR / Terry Donnell-The Image Bank), Page 36-37 ©D. Proux/Mairie de Poitiers et Cave du Haut-Poitou, Page 43 CDT16©S. Laval, Page 47 Abbaye de Saint-Savin © Rémy Berthon, Page 49 Fort Louvois © Eom’Air, Page 51 ©Couvent des Cordeliers, Page 52 Les Nuits Romanes © Conseil Régional–F. Roch, Page 54 ©P. Allan/Camping Séquoia Parc, Page 55 ©Zoo de La Palmyre/Florence PERROUX,©Aquarium La Rochelle, ©Géants du Ciel, ©La Planète des Crocodiles, ©Zoodyssée, ©L’île aux Serpents, ©La Vallée des Singes, Page 56 Futuroscope/ ©S. Laval, ©Association Château de St Mesmin, Enfants ©Mouton Village, Page 57 ©CDT79/V. Morin, Page 59 ©PH. Wall/CG79, Page 60 ©CDT16/S. Laval, Page 61 ©Centre de plein air du Chambon et CG79/Ph. Wall, Page 64 ©CDT16/S. Laval, Page 65 Parc de la Belle, P. Allan.
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Document réalisé par le Comité Régional du Tourisme de Poitou-Charentes Photo de couverture : G. Buthaud, Textes : xxxxx, Prépresse : CRTPC/VP, Cartographie : IGS CP Angoulême. Soucieux de la préservation de l’environnement, le Comité Régional du Tourisme de Poitou-Charentes sélectionne des fournisseurs engagés dans une démarche environnementale. Ce document est imprimé dans le respect des normes environnementales sur du papier certifié PEFC avec des encres végétales par un imprimeur labellisé Imprim’Vert et certifié PEFC et ayant fait son bilan carbone pour ses actions de production : Ouest Impression à Bressuire.
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