9 minute read
SignificatostoricodellabattagliadiLepanto
Dossier Lepanto
Il significato storico della battaglia di Lepanto: Cristianità, Occidente e Islam
Advertisement
diMassimodeLeonardis
QualèstatoilsignificatodellabattagliadiLepantoperlaChiesa,perl’Europae perlastoria?Lospiegailprof.MassimodeLeonardis,giàdirettoredel DipartimentodiScienzepolitichedell’UniversitàCattolicadelSacroCuorediMilano.
LabattaglianavalediLepantoèunodegli eventi più importanti della storia, il cui significatotrascendeilsempliceaspetto militare ed è ricco di insegnamenti anche religiosi. La rivoluzione ecclesiale generata dal Concilio VaticanoIIhaperògettatounvelodiobliosuunavvenimento che costituisce una delle glorie del papato, innomediunpacifismoassolutoincontrastoconil MagisterodellaChiesa,cheancheneidocumentipiù recentihariaffermatolaliceitàdella“guerragiusta” .
Pacificatricenonpacifista
Infatti,il Catechismo della Chiesa cattolica (1) elencandolecondizionidiuna«legittimadifesacon laforzamilitare»,osserva: «questi sono gli elementi tradizionali elencati nella dottrina detta della “ guerra giusta ” » (n. 2309). «La legittima difesa è un dovere grave per chi ha la responsabilità della vita altrui o del bene comune» (n.2321).Ilconcetto è integralmente ripreso nel successivo Compendio della dottrina sociale della Chiesa: «Le esigenze della legittima difesa giustificano l’ esistenza, negli Stati, delle forze armate, la cui azione deve essere posta al servizio della pace: coloro i quali presidiano con tale spirito la sicurezza e la libertà di un Paese danno un autentico contributo alla pace» (2), ammettendo altresì «un ’ azione bellica preventiva, lanciata senza prove evidenti che un ’ aggressione stia per essere sferrata», «sulla base di rigorosi accertamenti e di fondate motivazioni, […] identificando determinate situazioni come una minaccia alla pace e autorizzando un ’ingerenza nella sfera del dominio riservato di uno Stato» (3).
LaChiesadunqueèpacificatrice,marespingeil pacifismo.IlVenerabilePioXIIaffermavanel1952: «La Chiesa deve tener conto delle potenze oscure che hanno sempre operato nella storia. Questo è anche il motivo per cui essa diffida di ogni propaganda pacifista nella quale si abusa della parola di pace per dissimulare scopi inconfessati» (4). Il pacifismo assolutoèpiùchemaiunapericolosautopia,comepiù volteriaffermòilCardinaleJosephRatzinger.
NeldiscorsopronunciatoinNormandiail4giugno2004allecelebrazionidel60°anniversariodello
Marcantonio Bragadin, Rettore della città di Famagosta, martirizzato dai musulmani il 17 agosto 1571. Fu torturato selvaggiamente e poi scuoiato vivo in piazza pubblica. Le sue ultime parole furono: “Dio, crea in me un cuor puro”
sbarco alleato, egli affermò: «Se mai si è verificato nella storia un bellum justum è qui che lo troviamo, nell’impegno degli Alleati, perché il loro intervento operava nei suoi esiti anche per il bene di coloro contro il cui Paese era condotta la guerra. Questa constatazione […] mostra, sulla base di un evento storico, l’insostenibilità di un pacifismo assoluto» (5). In una lettera al Presidente del Senato Marcello Pera,ilCardinaleRatzingersostennepoi: «Sul fatto che un pacifismo che non conosce più valori degni di essere difesi e assegna a ogni cosa lo stesso valore sia da rifiutare come non cristiano siamo d’ accordo: un modo di “ essere per la pace ” così fondato, in realtà, significa anarchia; e nell’ anarchia i fondamenti della libertà si sono persi» (6).
Tale concetto fu ribadito e precisato in un discorsopronunciatoil1°aprile2005,pochesettimane primadell’elezioneaSommoPontefice: «La pace e il diritto, la pace e la giustizia sono inseparabilmente interconnessi. […] Certamente la difesa del diritto può e deve, in alcune circostanze, far ricorso a una forza commisurata. Un pacifismo assoluto, che neghi al diritto l’ uso di qualunque mezzo coercitivo, si risolverebbe in una capitolazione davanti all’iniquità, ne sanzionerebbe la presa del potere e abbandonerebbe il mondo al diktat della violenza. […] Negli ultimi decenni abbiamo visto ampiamente nelle nostre strade e sulle nostre piazze come il pacifismo possa deviare verso un anarchismo distruttivo e verso il terrorismo».
Asceso al soglio pontificio, Benedetto XVI in piùoccasionisièoccupatospecificamentedeltema della pace e della guerra ribadendo questi concetti. Nel messaggio (7) per la consueta Giornata della Pacedel1°gennaio2006,ilPapa,affermòche «il riconoscimento della piena verità di Dio è condizione previa e indispensabile per il consolidamento della verità della pace».
In nome di un irenismo e di un ecumenismo spinti all’eccesso, molti hanno voluto negare il carattere intrinsecamente bellicoso dell’Islam, richiamatoinvecedalSantoPadrenelmirabilediscorsodi Ratisbona del settembre 2006: «Manuele II Paleologo, forse durante i quartieri d’inverno del 1391 presso Ankara, ebbe [un dialogo] con un persiano colto su cristianesimo e islam e sulla verità di ambedue. “Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava ” » (8). Maometto è in realtà l’ unico fondatore di una religionechefuancheuncapoguerriero;findall’inizio l’Islamsiespanseconlaviolenzaela“guerrasanta” èunodeiprecettifondamentalidelladottrinaedella prassimusulmana.
Unaguerradifensiva
Altrihannopropostounaletturaassolutamente parziale dei rapporti tra Islam e Cristianesimo, evidenziandoimomentididialogoequasicancellando secolidiaggressivitàmusulmana.InunademitizzazioneesasperatadipaginegloriosenellastoriamilitaredellaCristianità,cisièspintianegaresiavalore strategico sia legittimità religiosa a battaglie come quellediPoitiersediLepanto.Èdunqueopportuno a rileggere il giudizio autorevole di Fernand Braudel: «Se, anziché badare soltanto a ciò che seguì a Lepanto, si pensasse alla situazione precedente, la vittoria apparirebbe come la fine di una miseria, la fine di un reale complesso d’inferiorità della Cristianità, la fine di un ’ altrettanto reale supremazia della flotta turca [...] Prima di far dell’ironia su Le-
Dossier Lepanto
panto, seguendo le orme di Voltaire, è forse ragionevole considerare il significato immediato della vittoria. Esso fu enorme» (9).
Un maestro della storia militare, il britannico John Keegan, elenca Lepanto tra le quindici battaglienavalidecisivedellastoria,daSalaminatragreci epersianinel480a.C.,alGolfodiLeytetraamericani e giapponesi nel 1944; ove per decisiva s’intende «d’importanza duratura e non puramente locale». Lepanto segna la fine del potere navale ottomano ed «arresta l’ avanzata musulmana nel Mediterraneo occidentale»,chedaallorafusalvodalla minacciastrategicadell’espansioneturca,cosìcome l’assedio di Vienna del 1683 ne bloccò l’avanzata terrestre(10).L’insignestoricoAngeloTamborraafferma che «con Lepanto», anche se non ebbe «immediate conseguenze strategiche», «prende fine [...] stabilmente, quello stato d’ animo di rassegnazione e quasi di paura ossessiva che aveva prostrato l’Occidente, preso dal “ mito ” della invincibilità del Turco» ed afferma che con tale battaglia si ebbe il «definitivo declino della talassocrazia turca del Mediterraneo». Poche righe prima, lo stesso autore scrive che «la Cristianità, già frammentata in nazioni in lotta di predominio le une contro le altre – taluna delle quali non aveva esitato a ricercare il compromesso o addirittura l’ alleanza con il Turco –aveva visto ricomporsi, per un momento e almeno in parte, la sua unità contro il nemico comune» (11).
Va rilevato l’ uso di due termini diversi per definire la civiltà europea: “Cristianità” ed “Occidente” . Lepanto fu una battaglia navale; ma fu soprattutto uno scontro tra la Croce e la mezzaluna, tra Cristianità ed Islam. Una Cristianità divisa, perché Lepanto si colloca pressoché a metà di quel secolo e mezzo che dalla fine del ‘400 alla pace di Westfalia del 1648 vide la laicizzazione delle relazioniinternazionali;alla Respublica Christiana medievalesisostituìl’Europadegliequilibri.Nonsolo lariformaprotestantespezzòdefinitivamentel’ unità religiosa dell’Europa, ma l’interesse nazionale prevaleva talora sulle motivazioni religiose anche per gliStaticattolici.IRecristianissimidiFranciastrinserointeseconilturcoinfunzioneantiasburgicaele loronavinonfuronopresentiaLepanto.Iveneziani, che pure a Lepanto furono in prima fila, rimproveratiinun’occasioneperilloroscarsoentusiasmoper l’idea di crociata, risposero: «siamo veneziani, poi cristiani».VaancheperòricordatochelaReginaElisabettaId’Inghilterra,scismatica,alcunianniprima, avevaindettopreghierediringraziamentoperlafine dell’assedio turco a Malta, eroicamente difesa dai CavalieriGerosolimitani.
IlruolodiS.PioV
TantopiùgrandiosoapparequindiilruolodiS. Pio V nel radunare gran parte di una Cristianità divisaperunabattagliad’importanzamilitare,civilee religiosa. Il Papa fu l’artefice della coalizione che vinse a Lepanto. Inviò Nunzi ai Principi italiani, al Doge di Venezia, ai Re di Polonia e di Francia. Per finanziarelosforzobellico,dopoaverautorizzatoLa Vallette,GranMaestrodell’OrdinediMalta,adipotecare,per50.000scudid’oro,lecommendediFrancia e di Spagna, il Papa impose la decima sulle renditedeimonasteri,tredecimealcleronapoletano, riscosse dagli impiegati della corte papale 40.000 scudid’oroinpenadelleloromalversazionienericavòaltri13.000dallavenditadipietrepreziose,ac-
Müezzinzade Alì Pascià, commandante della flotta ottomana a Lepanto
Lepanto segna il definitivo declino della talassocrazia turca nel Mediterraneo
Alcuni degli eroi della battaglia di Lepanto. Da sin., Don Giovanni d’Austria, commandante capo della flotta; Marcantonio Colonna, commandante della flotta pontificia; SebastianoVenier, commandante della flotta veneta; Álvaro de Bazán, commandante della flotta spagnola
cordòaivenezianilafacoltàditogliere100.000scudi sullerenditeecclesiasticheerinnovòinfavoredegli spagnoliilprivilegiodella Cruzada.
Come scrive un maestro della storiografia, NicolòRodolico: «Al di sopra di interessi materiali, di ambizioni, di possessi e di ricchezze, vi era un Crociato che chiamava a raccolta la Cristianità: Pio V. Non era Cipro dei Veneziani in pericolo, ma la Croce di Cristo nell’Europa era minacciata. La parola commossa del Papa riuscì a conciliare Veneziani e Spagnoli» (12). Fu firmata a Roma il 20 maggio 1571 una Lega, cui aderirono il Papa, il Re di Spagna,laRepubblicadiVenezia,laRepubblicadiGenova, il Granduca di Toscana, il Duca di Savoia, l’Ordine di Malta, la Repubblica di Lucca, il MarchesediMantova,ilDucadiFerraraeilDucadiUrbino. «Le differenze che possono insorgere tra i contraenti – prevedeva il trattato di alleanza – saranno risolte dal Papa. Nessuna delle parti alleate potrà conchiudere pace o tregua da sé o per mezzo di intermediari, senza il consenso o la partecipazione delle altre».Accantoall’azionediplomatica,ilPapa ordinò solenni preghiere, in particolare la recita del SantoRosario,eprocessionidipenitenza,allequali presepartepersonalmente.IlSultanoebbeadesclamare: «Temo più le preghiere di questo Papa, che tutte le milizie dell’imperatore».
Labattagliaelesueconseguenze
Il mattino del 7 ottobre 1571 iniziò lo scontro traleflottecristianaemusulmanaallargodiLepanto (oggiNafpaktos),allosboccodelgolfodiCorintoed a nord di quello di Patrasso. La flotta cristiana era sotto il comando supremo di Don Giovanni d’Austria,figlionaturaledeldefuntoImperatoreCarloV, aicuiordinistavanoivenezianiSebastianoVeniero ed Agostino Barbarigo, il romano Marcantonio Colonna, il genovese Gian Andrea Doria, ed era composta in totale da circa 280 bastimenti, sui quali trovavanoposto1.800pezzid’artiglieria,34.000soldati, 13.000 marinai e 43.000 vogatori. La flotta turca,alcomandodell’ammiraglioAlì-MouezzinPascià,contavacirca230galeeeunasessantinadibastimentiminori,peruntotaledicirca290legni,750 cannoni,34.000soldati,13.000marinaie41.000rematori (in buona parte schiavi cristiani, per lo più greci). La vittoria cristiana fu netta. Gli alleati della Legacontaronocirca7.500morti,uccisioannegati, in gran parte soldati, e circa 20.000 feriti e persero 12 galee. I turchi ebbero 30.000 morti e 10.000 prigionieri, circa 100 navi bruciate o affondate e 130 catturate;15.000schiavicristianifuronoliberati.
S. Pio V attribuì il trionfo di Lepanto all’intercessione della Vergine: volle che nelle Litanie Lauretane si aggiungesse l’invocazione “Auxilium Christianorum, ora pro nobis ” , e fissò al 7 ottobre lafestainonoredinostraSignoradellaVittoria.Pio VI fissò infine il 24 maggio la festa di Maria Ausiliatrice,inmemoriadellabattagliadiLepantoedella proprialiberazioneaSavona.
QuelladelsecoloXVIeraun’Europadivisasul pianopolitico-diplomaticoereligioso.Percertiversi eraperòpiùspiritualmentesaldadiquelladioggi.In
Dossier Lepanto
essapersisteva,ancoranotevole,anchealivellopopolare,lospiritodicrociata.IlRediFranciatrattava col Sultano in termini diplomatici, ma non pensava certo che il suo Dio fosse lo stesso dei musulmani, non costruiva moschee, anzi, con le capitolazioni i sovrani francesi si preoccupavano di tutelare i cristianinell’Imperoottomano;lepocheapostasieafavore dell’Islam erano esecrate. La Chiesa cattolica conlaRiformaTridentinaerapiùchemaisaldanella dottrina e nella disciplina. Nel ‘500 l’aggressione islamicaerasolomilitare;fuaffrontataconunaforza militare,saldamentefondatasullafedeeconfiducia nell’aiuto soprannaturale. Oggi la sfida islamica è moltopiùcomplessaenonpuòesserevintasolocon mezzimilitari,controunavversario“nonclausewitziano” ,cheusalaviolenzainmodolontanodallanostrarazionalità.Lastoriadimostrachel’Islamavanza quando la Chiesa vacilla ed i cristiani si abbandonano agli errori ed al lassismo spirituale. Se l’Occidente non ritorna ad essere Cristianità l’esito del confrontoèincerto.IlgestodiPaoloVInel1967di restituireallaTurchiaunabandieraconquistataaLepanto è stato ripagato nel 2020 convertendo nuovamenteinmoschealabasilicadiSantaSofia.
Unvolumecheripercorre1.400annidiscontri militaritraCristianitàedIslam.ricordandolefigure di condottieri, difensori dell’Europa cristiana dall’Islam, come d’Aviano, Giovanni Hunyadi ed il francescano San Giovanni da Capistrano commenta giustamente: «Nati in un ’ età di ferro, la loro vita avventurosa e tormentata può forse scandalizzare la maggior parte dei cristiani contemporanei, sicuramente più mansueti e pacifici: eppure la pace e la libertà che permettono questa mitezza sono conseguenza diretta di quelle battaglie» (13).
1. Catechismo della Chiesa cattolica. Testo integrale e commento teologico,acuradiMons.R.Fisichella,CasaleMonferrato,1993, pp.426-27. 2.Ibi,n.502. 3.Ibi,n.501. 4. Pio XII, Allocuzione al Movimento «Pax Christi», 15-9-52, in Insegnamenti pontifici, a cura dei Monaci di Solesmes, vol. V, La pace internazionale,parteprima, La guerra moderna,Roma,1958, p.561. 5.Latraduzionedalfrancesedeldiscorsoconiltitolo L’Occidente, l’islam e i fondamenti della pace in Vita e Pensiero,n.5(settembreottobre)2004. 6. J. Ratzinger, Lettera a Marcello Pera, in M. Pera-J. Ratzinger, Senza radici. Europa, relativismo, Cristianesimo, Islam, Milano, 2004,pp.97-98. 7. http://www.vatican.va/holy_ father/benedict _ xvi/messages /peace/documents/hf _ ben-xvi _ mes _ 20051213 _ xxxix-world-daypeace _ it.html. 8.BenedettoXVI, Fede, ragione e università. Ricordi e riflessioni, 12 settembre 2006, in https://w2.vatican.va/content/benedictxvi/it/speeches/2006/september/documents/hf _ benxvi _ spe _ 20060912 _ university-regensburg.html. 9.F.Braudel, Civiltà e Imperi del Mediterraneo nell’ età di Filippo II,tr.it.,Torino,1999,vol.II,p.1182. 10. J. Keegan, La grande storia della guerra. Dalla preistoria ai giorni nostri,tr.it.,Milano,1994,pp.67,69-70,338-39. 11. A. Tamborra, Gli Stati italiani, l’Europa e il problema turco dopo Lepanto,Firenze,1961. 12. N. Rodolico, Storia degli italiani. Dall’Italia del mille all’Italia del Piave,Firenze,1964,p.319. 13.A.Leoni, La Croce e la mezzaluna,Milano,2002,p.152.