Quindicinale - 24 Novembre 2009 - Nr. 1 Anno 1 - Distribuzione gratuita
col patrocinio di
Intervista
Dalla Provincia... Dal comune...
Andy dei Bluvertigo Escursioni
La fontana del Guercio
Reality
La Brianza con gli occhi dei brianzoli
Animali
Viaggi
Cani, soli a casa
Destinazione Marsa Alam
Tour Operator
info@blufly.it Tel: +39 039 2495134
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Anno I numero 1 - 24 novembre 2009 Distribuzione gratuita - Editore: Trantran Editore S.r.l. Viale Cesare Battisti 121 Vedano al Lambro C.F./P.I./RIMB 06774520966 REA MB1864900 Stampa: Ciemme SpA Cinisello Balsamo (MI)
Fondatrici Marta Migliardi, Adriana Colombo, Elena Gorla Direttore Alfredo Rossi Redazione Marta, Elena, Adriana, Gabry, Claudio Si ringraziano per questo numero Alessandro Maianti, Valentina Rigano Omar Zanellati, Corrado Beretta Paolo Ornaghi Per contattarci direzione@trantran.net redazione@trantran.net trantran@trantran.net raccontiamoci@trantran.net Per la pubblicità amministrazione@trantran.net mipaol@alice.it
Editoriale
Buon contagio a tutti! È da questa estate che a fasi alterne ci terrorizzano e poi ci rassicurano, e poi ci terrorizzano ancora, sul contagio da influenza A, detta anche H1N1 o, peggio ancora, febbre suina. Qualcuno ha parlato di pandemia che farà milioni di morti in tutto il mondo, buttando benzina sul fuoco. Qualcun altro, invece, sul fuoco ci ha versato l’acqua, cercando di rendere meno ansiosamente drammatica l’attesa dell’evento. Gravissimo o meno che sia, quel che è certo è che di un contagio simile ne faremmo tutti a meno. E molto volentieri. Ma c’è un contagio, che spero abbia già trasmesso i primi sintomi a tutti voi che avete tra le mani questo numero di trantran, un contagio che vi auguro di prendere e che spero non vi abbandoni mai. Così che anche voi ne diventiate dei portatori e, perché no?, anche diffusori. Consenzienti e partecipi. Perché non esistono solo i contagi cattivi, quelli da evitare accuratamente. Quello di trantran, ve lo assicuro, è del ceppo buono. Ed è il contagio dell’entusiasmo, della vo-
glia di fare, del gusto di essere protagonisti positivi, mettendo in gioco prima di tutto se stessi. Questa febbre è partita dalle tre fondatrici che hanno deciso di mettere in campo tutto il proprio tempo, le proprie energie, la propria creatività e anche la propria capacità di mettere insieme i quattrini che ci vogliono per un’operazione del genere per dar vita a trantran. Un giornale free press, che a Monza e nella Brianza tutta si può tradurre con l’espressione, in italiano errata ma perfetta in dialetto, “a gratis”. Sì, un giornale gratuito che vuole parlare agli abitanti di Monza e della sua giovane provincia per far riscoprire, o addirittura scoprire, l’orgoglio di essere cittadini di questo pezzo d’Italia. Senza grandi proclami, senza strombazzare obiettivi grandiosi, ma guardandosi attorno alla ricerca di angoli, persone, panorami che possono rendere la nostra vita un pochino migliore. Buon contagio a tutti, allora! Il direttore Alfredo Rossi
Sommario
Via Mario Preda 13 - Tel. 0362.904203
VERANO BRIANZA
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Editoriale - Buon contagio a tutti Dalla Provincia Clochart - Intervista a Andy Altrove - Marsa Alam NonsoloMonza - Vedano al Lambro Verdissimo - Alloro Bacheca Bis! I segreti dello chef Brigantia - La fontana del Guercio Raccontiamoci - Il regalo L’angolo del pendolare In cuccia Di tutto un po’ Reality Dal Comune... Le sciure
Foto di copertina Lo Scrittore: scultura di Giancarlo Neri collocata nel parco di Monza vicino all’ex Fagianaia Reale
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Dalla Provincia...
Monza e Brianza: cresce la Provincia nuova
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La sede istituzionale delle Provincia, via Tommaso Grossi 9 a Monza
Dario Allevi, il Presidente della Provincia
i sta completando il periodo di rodaggio della nuova Provincia MB che, nata lo scorso giugno 2009, si conquista in questi mesi la propria autonomia sul campo, passo dopo passo. Nelle sedi istituzionali, distribuite tra Monza e Limbiate, ha trovato collocazione il personale trasferito dalla Provincia di Milano, che sta lavorando ai primi traguardi amministrativi che spettano al nuovo Ente. Le risorse: un tesoretto da 6 milioni di euro per il 2009 Le risorse finanziarie a disposizione della Provincia MB ammontano a 6,686 milioni di Euro, disponibili per le spese correnti. Di questi fondi, ben 480.000 Euro sono destinati alla Cultura “perché la cultura traina il turismo e, quindi, l’economia” precisa il Presidente Allevi. I fondi, dunque, saranno destinati a promuovere le diverse iniziative in corso, mentre concorrono a fare la parte del leone i fondi destinati a patrimonio ed edilizia scolastica. Circa 470.000 Euro sono destinati ad integrare manutenzioni di opere pubbliche e interventi sulla rete stradale. Il Piano triennale delle opere pubbliche: scuole e strade le priorità. La giunta Provinciale ha approvato nelle scorse settimane il primo Piano Triennale delle opere pubbliche per la Brianza, che comprende investimenti per 140 milioni di Euro. Fra il 2010 e il 2012 la Provincia investirà 115 milioni per interventi nelle scuole superiori e sul patrimonio: “A giorni inizieremo i lavori per il nuovo centro scolastico di Brugherio – spiega il Presidente Dario Allevi - sarà, questa, la prima pietra posata dalla Provincia nuova. Un segnale forte che dimostra la sensibilità della Giunta in un settore così importante e delicato come l’edilizia scolastica che, al contrario, nelle altre amministrazioni, raccoglie solo le bri-
Le cifre 22 milioni 115 milioni 6,686 milioni Una delle sedi operative della Provincia in Piazza Diaz 1 a Monza
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ciole degli investimenti. In Brianza percorriamo un’altra strada”. In particolare 9 milioni saranno destinati all’ITAS Castiglioni di Limbiate, 2,150 al Porta di Monza, 4,7 al nuovo centro scolastico di Brugherio, 2 milioni per le facciate del Liceo Frisi di Monza, altri 2 per quella dell’Ipia di Monza e altrettanti per le manutenzioni esterne del centro scolastico di Seregno, più 700.000 Euro per il liceo Zucchi di Monza e 1,7 milioni per l’adeguamento normativo dell’Iti Fermi di Desio. Altri 2,5 milioni sono stati previsti per le manutenzioni di edifici scolastici in genere. 22 milioni saranno destinati alle strade e 3 milioni al settore ambiente, parchi agricoltura, caccia e pesca.
Monza e Brianza in pillole Territorio e società 50 363,82 783.749 2154,2 320.721
Comuni Kmq di superficie Abitanti Abitanti per kmq Famiglie
Territorio ed economia
60.525 Imprese 1 Impresa ogni 13 abitanti 21.721 Imprese artigiane 12.116 Imprese femminili 20.771 Titolari di imprese storiche
Investimenti per la viabilità Destinati a sede, scuole, patrimonio Disponibili per le spese correnti 2009
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Clochart
interviste a volti noti in giro per la Brianza
Andy, il gentiluomo che pattina di notte di Marta Migliardi Arriviamo alle 10,30 del mattino a Monza, presso il Flu-on, laboratorio di arte varia di Andy (Bluvertigo), e lui ci accoglie con la sua bizzarra semplicità, e ci fa sentire subito ben accette. Lo studio Flu-on ci sorprende con i suoi colori, gli oggetti sparsi, foto, giornali, scarpe, opere d’arte, strumenti elettronici e computer: è un miscuglio eterogeneo che sprizza vita e creatività da tutti i pori. Ma la cosa che mi sorprende di più è l’essere naturalmente gentile di Andy. Un galantuomo d’altri tempi, che sembra non invecchiare mai. Ci sediamo su un divano rosso, e cominciamo questa conversazione surreale. A giugno 2009 è stata allestita una tua mostra a Monza. Innanzitutto volevamo sapere che effetto ti fa esporre nella tua città ? Che rapporto hai con questo luogo? Consideri Monza in qualche modo “casa”? Non posso che considerarla casa perché vivo a Monza e sono nato qui. Diciamo che dopo un giro di boa, dato da tutti questi anni di ricerca per portare i miei dipinti in giro per l’Italia e anche all’estero, è un traguardo quello di tornare nella mia città. Sono quindi contento e fierissimo di questa mostra a Monza, uno spazio galleristico che presenta un altro genere di pittura, non quella tradizionale o quella di gente morta, che viene celebrata, che so, a cent’anni dalla morte. Per cui considero questa esposizione il primo step di contatto, anzi, di ricontatto e di riconoscimento della propria città.
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Io so che insegnavi pattinaggio a Monza. Come ti relazioni allo sport in questo momento? Precedentemente all’insegnamento io ho pattinato a fatto pattinaggio artistico a livello agonistico per diversi anni, almeno dieci, per cui, nella sede invernale della palestra di via Ardigò o nella sede estiva di via Boccaccio all’entrata della Villa Reale, ho passato dieci anni della mia vita. Come potrebbe dire Eros Ramazzotti “è stata la mia palestra la mia maestra, la strada che va” (ride). Scusa la citazione ma per uno che vive a Inverigo come Eros…possono nascergli queste idee pazzesche. A parte gli scherzi, sono stati anni di relazione tra quella che è la disciplina e l’applicazione tramite la costanza. Tutte quelle giornate passate ad allenarsi mi hanno dato un’impostazione abbastanza disciplinare. Mi ha dato delle basi creative molto forti, perché sono stato un pattinatore molto anomalo, cercavo di portare nel pattinaggio artistico un po’ di break dance, di Depeche Mode, per capirci. Per il resto riesco a pattinare qualche notte ma non faccio molto sport…mi devo dare una regolata! Parlaci un po’ del tuo laboratorio, del Flu-on. Come è nata questa idea? Cosa combinate qua dentro?… e poi, prendendo spunto da alcune cose che ho letto di te, ci spieghi il tuo concetto di RESET?
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Il laboratorio Flu-on è un capannone industriale, mi piace molto l’idea di rigenerare uno spazio, decontestualizzarlo…un po’ come facevano a New York quando è nato uno dei fermenti artistici tra i miei preferiti, che era la pop-art della seconda metà degli anni settanta. A me serviva spazio, una stanza dei giocattoli, dove poter creare musica, dove poter creare i miei dipinti, dove avere la possibilità di movimento… a parte adesso che c’è un casino porco....poterci anche andare in giro coi pattini: tanto spazio! Serve spazio, serve un laboratorio creativo, quindi qui! Insomma… sono passate delle band per la produzione dei loro dischi, sono passati i Bluvertigo per le prove del tour, ci sono stati la preparazione delle mostre, i laboratori, le feste…ho fatto un capodanno clamoroso qui… È uno spazio in cui ospitare le idee, e per me è molto bello poterlo fare in un posto nato per altro: una ex fabbrica tessile. Inoltre qui, nella zona di San Rocco, si sta creando un bel polo, perché c’è un altro studio di artisti, ci sono le sale prove, lo studio frequenze, l’altro studio di Max Faggioni, c’è una realtà dove si può fare creatività, dove gli spazi industriali vengono trasformati per fare qualcosa di diverso dal solito, fondamentalmente l’intenzione era quella di incentrare tutto in un luogo, un polo creativo. Ah, il concetto di reset… A me accade anche nella vita e nel lavoro: posso passare da un contesto come una mostra d’arte e poi partire la notte pe fare un dj set: da una galleria ti ritrovi in una discoteca. Ti spegni e ti riaccendi in quel luogo e quindi ti rigeneri a seconda dei contesti. Questo per me è il reset. A. Il sax di Andy In questa pagina Andy in una foto di repertorio
Tornando un po’ indietro nel tempo, chiaramente, bisogna parlare del capitolo Bluvertigo. La prima domanda, tuttavia, ci riporta al presente… Nel senso: rapporto ancora congelato o fuori dal freezer? C’è comunque una progettualità per i Bluvertigo? A prescindere dai “morganismi” o dalle terminologie inventate per circostanza, penso che ci sia più una cancrena creativa che un congelamento. Mi sarebbe piaciuto molto scongelare il progetto, l’abbiamo fatto l’anno scorso… come direbbe Lando Buzzanca una sveltina con una tournée estiva…però non ci sono le basi per poter riprendere concretamente e seriamente, cosa che mi piacerebbe molto fare. Proprio non ci sono proprio le basi per poter rimettere insieme il progetto e farlo sul serio. Vorrei fare un passo ancora più indietro, anche perché noi ci conosciamo dai tempi degli Smocking Cooks e dei Golden Age, quindi mi fa molto piacere parlarne. Due band monzesi, alla fine degli anni ‘80 inizi ’90, che già ai tempi, dapprima a livello scolastico con gli Smocking Cooks poi già su un piano professionale con i Golden Age, riuscivano a trascinare parecchia gente… Oggi c’è il Grande Fratello a quei tempi c’era Dj Television. Per cui da giovinastri si viveva il sogno di immedesimazione con quei personaggi, spesso inglesi o americani, comunque stranieri…io seguivo meno la musica italiana. Ma se è vero che un sogno di immedesimazione, a diciassette anni, c’era, questo ha tuttavia fatto sì che
energicamente si diffondesse una vera voglia di fare… quindi la nostra proiezione di pop star ha fatto sì che si creasse uno staff di persone: gli amici si inventavano di diventare uno il tecnico luci, uno il manager, uno di fare quello che ruota intorno alle videocassette dei nostri paladini... Ricordo che stampavamo le cassette… e ne vendevamo tante: per cui grazie ai soldi della vendita delle cassette potevamo organizzare il concerto e pagare la SIAE. Era un concetto di autogestione che, se l’avessimo portato avanti, sarebbe stato un’ottima ottica di riferimento. I Golden Age, poi, sono stati uno step successivo, l’ingresso del mondo discografico: il grande calcio in culo, che prima ti capita meglio è... Secondo te è vero che, come diceva Basquiat (pittore e writer statunitense), “quando si ha successo è la gente intorno a te che cambia atteggiamento non sei tu a cambiare atteggiamento verso gli altri”? A Basquiat è capitato un macigno sulla testa! Nel senso che, quando Andy Warhol decise di buttarlo nel jet set, lo ha fatto perché era nero e perché era una manovra assolutamente controcorrente…e Warhol era un grande manipolatore di questi meccanismi, Basquiat si è trovato come a fare un frontale contro un Tir! Infatti, morto Warhol, anche lui dopo un anno ci ha rimesso le penne. Penso che ogni individuo a seconda del proprio carattere, della propria intelligenza e del proprio percorso esistenziale reagisca in modo diverso. Io sono sempre rimasto colpito quando le persone che mi dicevano: ”quando diventerai famoso non mi saluterai più”. Sono convinto che queste persone che mi dicevano così sono quelle che si sarebbero comportate in quel modo. Io mi pongo nello stesso modo con il presidente della Sony e con il portiere dell’albergo che mi apre la porta alle quattro del mattino quando torno da un dj set.
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Non credo nella stratificazione sociale, nella differenziazione per cui l’artista debba essere irraggiungibile, penso non sia più il tempo per quel tipo di personaggi. Ti faccio una domanda un po’ strana... Da Empedocle passando per Socrate e Platone è stato toccato l’argomento della “melanconia”, malattia mentale già nota ai greci, oggi detta molto più semplicemente “depressione” o “forma depressiva della psiche umana”. Aristotele diceva che i melanconici sono persone eccezionali, non per malattia, ma per natura. Cioè non è la malattia che li fa grandi, ma la loro grandezza è tale da superare la malattia con la creatività. Il tema è, quindi, il legame tra creatività e depressione. Il mio tipo di forma mentis, sia celebrale che spirituale, porta ad una depressione statica e passiva: io sono un depresso stanco. Quando per due volte nella mia vita ho vissuto il pozzo della depressione sono diventato inattivo e improduttivo. Mi si intoppa il cervello e di conseguenza il fisico. Nel mio caso, quando mi è capitato di essere depresso, la creatività si è spenta in una stanza buia. Magari il mio cervello sta elaborando delle cose, il mio spirito sta elaborando tante idee ma, finché sono tappato in questa stanza buia, non produco niente. Non sono uno di quegli artisti che riesce, toccando il fondo, a trovare quelle parole o quelle musiche o quei quadri così intensi. Non sono come Francis Bacon nei riguardi della pittura; musicalmente non sono come Nick Cave. Ti parlo “di fresco” perché fino a marzo sono stato in un pozzo e da marzo in poi mi è ripartita una botta creativa… di messa a fuoco, quindi oggi assaporo i benefici dell’uscita dal buio… Cambiamo nettamente argomento: uno dei brani più famosi dei Bluvertigo
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Un momento della nostra intervista nello studio Flu-on di Monza è “Altre forme di vita”…tu credi negli extraterrestri? Io credo fermamente negli extraterrestri: nel 1990 ho visto il primo UFO e ultimamente, proprio fuori dal laboratorio Fluon, ne è stato avvistato un altro. Penso sia un periodo di contatto di massa ma, a causa del Vaticano, è impossibile fare arrivare davvero le informazioni. Nel resto del mondo, invece, si sta sviluppando un movimento molto esteso. È un periodo, proprio storicamente,… cosmicamente strano. Siamo in un’epoca di transizione: da qui fino al 2012 si annuncia un periodo di trasformazioni profonde. Credo sinceramente in un contatto di massa… Ultima domanda ma non per importanza: appuntamenti in programma? Progetti futuri? Iniziative? Quadri a go go… Sto dipingendo tantissimo. Ho in programma parecchie mostre che mi porteranno anche all’estero: a Novem-
bre sarò ad Hong Kong. Su www.fluon.it si possono trovare tutte le informazioni costantemente aggiornate. Da tanto tempo sto lavorando anche al mio disco solista… per un periodo l’ho disconosciuto ma adesso l’ho riconosciuto! Partiranno delle tracce separatamente…non sarà un disco confezionato: voglio approdare al mondo del digital download con una canzone alla volta, un video clip per volta. Quindi più che discograficamente indipendente sarà discograficamente autonomo: alla ricerca di persone davvero appassionate… non come capita spesso di comprare una canzone per assuefazione… perché te la fanno ascoltare talmente tante volte che finisci per fartela piacere! Credo sia un periodo veramente interessante per provare questo nuovo sistema di auto-bancarella- musicale- tecnologica! Saluta i tuoi concittadini… Grazie caro munsciasch… sa vedem prest!
Altrove
racconti e consigli di viaggio
Destinazione Marsa Alam, Egitto
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otto il profilo turistico la destinazione Egitto è oramai una realtà indiscussa che è entrata nell’immaginario degli italiani per la sua storia (i tesori dei faraoni e i prodigi architettonici dell’antico Egitto non cessano di esercitare, attraverso i millenni, il proprio fascino e la propria attrattiva), la natura (la rigogliosa barriera corallina e le multiformi varietà di pesci e coralli, il deserto sabbioso e roccioso, ecc..) e il clima secco e sempre soleggiato. Queste attrattive, unite al fatto che: - si può raggiungere da qualsiasi aeroporto italiano con meno di 4 ore di volo - è servito da molti voli charter (Air One, Blue Panorama, Livingston, ecc..) - il clima è caldo e secco 365 giorni l’anno e le precipitazioni sono pressoché nulle - vi è un ottimo rapporto qualità /prezzo (non a caso “Spendi di più se stai a casa” è lo slogan prescelto dal Ministero del Turismo Egiziano per la famosa campagna promozionale) hanno fatto sì che l’Egitto sia uno dei paesi extraeuropei più visitati dagli italiani e dagli europei in generale, una meta ideale non solo per giovani escursionisti, sportivi, amanti del mare o persone in cerca di caldo e relax, ma anche per famiglie con bambini piccoli e anziani. Tuttavia spesso viene identificata la destinazione Egitto essenzialmente con la località di Sharm el Sheik. Vorrei invece, dopo questa breve introduzione, accompagnarvi alla scoperta di una località egiziana meno nota, ma altrettanto affascinante: Marsa Alam. arsa Alam è un area geografica che si affaccia sul Mar Rosso, nella parte sud est dell’Egitto, all’altezza del Tropico del Cancro, a circa 300 km dal confine sudanese. Questa zona ha il suo centro nel piccolo paese di pescatori, Marsa Alam, situato a circa 120 km a sud dalla cittadina di El Quseir. Già al momento dell’atterraggio sarete sbalorditi dal paesaggio che si presenterà ai vostri occhi. I colori predominanti sono il giallo della sabbia granitica del deserto, e l’azzurro del mare. Un paesaggio quasi lunare, ancora incontaminato, dove gli alberghi e il cemento non hanno ancora preso definitivamente il sopravvento. Rispetto alla penisola del Sinai, questa zona del Mar Rosso preserva la sua natura incontaminata, sia nell’entroterra (il cui deserto
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roccioso è parte di un’area protetta, così come i numerosi parchi di mangrovie) sia per quanto concerne il mare, dove si può ancora ammirare una barriera corallina rigogliosa e rari animali marini (dugongo) e dove vi sono parchi acquatici e riserve marine protette, come il Wadi el Gemal National Park o la più famosa Baia dei Delfini.
“... i colori predominanti sono il giallo della sabbia granitica del deserto, e l’azzurro del mare. Un paesaggio quasi lunare, ancora incontaminato...” Il clima è caldo e secco, le precipitazioni sono pressoché inesistenti (l’ultima precipitazione risale al 1996). Nei mesi estivi la temperatura durante il giorno è molto elevata e può superare i 40°. Grazie alle sue caratteristiche biomarine, Marsa Alam nasce innanzitutto come destinazione per i diver, ma negli ultimi 5 anni il turismo a Marsa Alam è cresciuto e ora offre possibilità di soggiorno più tradizionali, adatte anche a non sportivi e alle famiglie. roprio per l’assenza di svaghi al di fuori delle strutture alberghiere è molto importante la scelta. Un hotel/villaggio consigliabile è il Blue Lagoon che ha una caratteristica davvero
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invidiabile: sorge infatti su di un’area direttamente affacciata sulla splendida laguna prospiciente il Samadai Reef. La laguna, situata al km 20 a sud di Marsa Alam, rappresenta, nel panorama della zona, una location unica, non solo per la sua bellezza ma anche per una serie di vantaggi intrinseci alla sua particolare morfologia: - a differenza delle altre zone costiere, infatti, la laguna non risente dei disagi legati alle secche dovute al sopraggiungere della bassa marea. Qui, le acque intrappolate fra la terra ed il reef, consentono nuotare ed ammirare i pesci lì raccoltisi, ogni giorno, ed in ogni momento della giornata - la piscina naturale offerta dalla laguna, inoltre, costituisce un occasione quasi unica, anche per i nuotatori più inesperti, di bagnarsi nelle acque del Mar Rosso ed avvicinarsi alle variopinte specie marine lì ampiamente presenti. Le acque della laguna, meno esposte alle correnti, presentano una temperatura di cinque gradi centigradi superiore rispetto a quelle degli altri accessi al mare presenti a Marsa Alam. Per chi invece ama ambienti più internazionali consiglio vivamente l’ Iberotel Coraya Beach, un Resort dotato di tutti i comfort e molto curato. l programma escursionistico è molto ricco e interessante. In primis Luxor, l’antica Tebe, dove potrete dedicarvi alla scoper-
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visitare El Shalateen, il più grande mercato tribale di tutto l’Egitto del sud, nonché punto di incontro di differenti culture, trovandosi al confine con il Sudan. Consiglio questa escursione soprattutto ai fotografi e a tutti coloro che non vivono legati al sensazionalismo di luoghi artificiali e artificiosi. iamo giunti alla fine di questo piccolo viaggio. Il resto spero lo vediate con i vostri occhi. Il tempo si ferma a Marsa Alam. Il tempo per pensare è differente, tutto si dilata e si amalgama con la natura, il buio e la luce, i tramonti infuocati, gli sguardi e gli occhi di questo bellissimo popolo. Nella speranza che il turista torni a essere un miglior viaggiatore, che si riesca a comprendere uno spazio tanto diverso da quello in cui siamo abituati a vivere, a stressarci, a muoverci come insetti. Forse non è molto, non è abbastanza, ma spero che in questa dimensione lunare riusciate, come me, a ritrovare un po’ di calma e serenità, la vecchia saggezza di chi forse ha ancora tante cose da insegnarci.
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ta dei misteri dell’Egitto faraonico. Divisa dal Nilo in due parti, la zona est, terra dei vivi, e la zona ovest, quella dei morti, Luxor non ha niente da invidiare alle più famose piramidi di Ghiza; la Valle dei Re, il tempio di Karnak e il meraviglioso tempio di Luxor sono davvero impedibili, e vale la pena sopportare il viaggio di circa cinque ore, tempo che servirà per raggiungere Luxor da Marsa Alam. Consiglio questa escursione a tutti, con qualche eccezione per i bambini troppo piccoli e gli anziani, soprattutto d’estate, quando la temperatura è molto alta. Molto suggestiva e alla portata di tutti è la cittadina di El Quseir. Niente a che vedere con la oramai attrezzatissima Naama Bay di Sharm el Sheik. El Quseir è una tipica località dell’alto Egitto, la scoperta della vita quotidiana di questo splendido popolo,
“Il tempo si ferma a Marsa Alam. Il tempo per pensare è differente, tutto si dilata e si amalgama con la natura, il buio e la luce, i tramonti infuocati, gli sguardi e gli occhi di questo bellissimo popolo”
Buon viaggio! Marta Migliardi
uno spaccato di umanità e semplicità che vi proietterà fuori dal tempo. Potrete, inoltre, acquistare vari souvenir e prodotti tipici locali nel mercatino della città dove iniziano a intravedersi i primi segni di intraprendenza commerciale. Trattate sempre sul prezzo: è un a forma di contatto che diverte sia il compratore che il venditore. I più avventurosi e curiosi non esitino a
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NonsoloMonza... Vedano al Lambro
chetti di Milano, fece edificare in stile anglosassone Tudor l’attuale villa e in seguito creò il parco e il giardino. Per la Villa lo stile gotico anglosassone segue la versione di moda nel XVII secolo. Tutt’oggi Vedano al Lambro è rimasta una graziosissima località, molto comoda da raggiungere con vari mezzi di trasporto e ben collegata all’adiacente Monza. Foto: da una cartolina di Alfredo Viganò su www.arengario.net/help/cartp26.html
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aese con 7.776 abitanti (31/12/2008) situato a 3 Km. a nord di Monza e posto lungo la riva destra del Lambro in posizione sopraelevata. Confina con Biassono, Lissone, Monza e il parco di Monza. È stato un “vicus” di origine romana come testimoniano i ritrovamenti nel 1880 dei resti di una strada, di un sepolcreto e di altri piccoli reperti archeologici. Se il nome non deriva da un gentilizio latino, alcuni ritengono tragga origine dalle dee Vedanie che pare qui avessero il loro culto. Vedano fu anticamente in buona parte proprietà dell’Arcivescovo Asperto di Milano che lo cita nel suo testamento dell’11 dicembre 1879. All’epoca dei Comuni era munito di un castello e quindi risentì delle lotte tra Guelfi e Ghibellini. Venne poi aggregato al Comune di Milano, passando successivamente al Contado della Martesana appartenente alla Pieve e al fondo di Desio, del quale seguì le vicende fino al 1729, anno in cui,
alla morte del conte G. B. Scotti, passò alla Real Camera. Fu sede di due Case di Umiliati. Nell’800 il paese si estendeva per buona parte del suo territorio nell’attuale Parco di Monza e comprendeva le importanti ville del Mirabello e del Mirabellino, il mulino del Cantone, la Fagianaia Reale, la Cascina Fontana, l’Autodromo e l’Ippodromo. Nel 1928 questa parte del territorio venne assegnata al Comune di Monza. Nell’anno 1730 Vedano al Lambro divenne proprietà dei Marchesi Gallarati Scotti. All’inizio del 1800, sull’area Villa Litta, esisteva ancora una dimora gentilizia di modeste proporzioni, unita a case coloniche di proprietà dei Gallarati Scotti. Nel 1811 la proprietà venne acquistata dal conte Alberto Litta, membro della prima Deputazione Comunale di Vedano. Alla sua morte, nel 1832, la proprietà passava al nipote duca Giulio Litta Visconti Arese che a metà del secolo ricostruì completamente il precedente edificio. Su progetto dell’architetto Luigi Chieri-
Il mercato si svolge il sabato, nella strada davanti al municipio. Il centro di Vedano al Lambro, che confina con l’ingresso al Parco di Monza, ha mantenuto caratteristiche davvero invidiabili, in armonia con il verde e gli alberi che lo circondano. Molte anche le iniziative culturali, che potete trovare aggiornate sul sito del comune www.vedanolambro.it
Lissone Vedano al Lambro
Monza
Per rimanere aggiornati su tutti gli appuntamenti vedanesi vai su www.vedanolambro.it 12
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Verdissimo Alloro
LAURUS NOBILIS Famiglia: Lauraceae Specie: Laurus nobilis Altri nomi comuni: lauròn, albero dei poeti, lauro, dafne
È
curiosità, proprietà e usi delle piante intorno a noi
una pianta perenne sempreverde. Le sue dimensioni variano da piccolo arbusto fino a un albero che può diventare alto anche 10 metri. Ha una corteccia quasi liscia, dapprima verde nei rami giovani, poi più scura nel tronco e nei rami più grandi. Le foglie lanceolate e coriacee hanno il bordo leggermente ondulato. La pagina superiore è lucida e di colore verde intenso, mentre quella inferiore è opaca e di colore più chiaro. Arrivano fino ad una lunghezza di 10 cm e sono molto ricche di ghiandole resinose. I fiori, di colore giallo, sono riuniti in piccoli gruppi all’ascella delle foglie. I fiori sono di due tipi: maschili, con 8-12 stami, e femminili con un ovario. Compaiono a primavera. Il frutto è una drupa di colore blu - nerastro che contiene un solo seme. Matura tra ottobre e novembre. L’ORIGINE DEL NOME Si pensa che LAURUS possa derivare dal latino LAUDO, io lodo; in virtù delle tante proprietà curative, già note anche agli antichi. O anche dalla radice celtica LAUR, verde. Il nome della specie NOBILIS sta per illustre, importante. I greci chiamavano questa pianta DAPHNE in onore della ninfa che la leggenda vuole fosse stata trasformata in alloro dagli dei per sfuggire
ad Apollo perdutamente innamorato di lei. Apollo allora dichiarò l’alloro pianta sacra e se ne fece una corona. Da allora le ghirlande di alloro divennero simbolo di gloria, ed erano concesse solo a insigni poeti ed eroi. Nell’antica Roma, l’alloro fu simbolo riservato ai sommi poeti prima, poi usato anche come segno d’onore e gloria nelle accademie e nelle università, da qui il termine laureato che si usa ancora oggi. Tra i personaggi famosi rappresentati con la corona d’alloro ricordiamo Giulio Cesare, Dante Alighieri, Napoleone Bonaparte. PROPRIETÀ L’alloro ha diverse proprietà terapeutiche: tonico-stimolanti, digestive, aperitive, espettoranti e diuretiche. Stimolanti e deodoranti in bagni e pediluvi. Il medico Galeno considerava le foglie e le bacche di alloro benefiche per l’artrite. Le foglie di alloro si possono raccogliere tutto l’anno, le bacche a completa maturazione in ottobrenovembre. L’alloro è utile contro i dolori reumatici, si usa come carminativo e sudorifero, per favorire la digestione e anche come rimedio per i dolori mestruali. Le foglie pestate di alloro erano utilizzate sulle punture di api e di vespe. L’alloro, inoltre è un ottimo repellente per gli scarafaggi e le tarme dagli armadi.
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ALCUNI CONSIGLI Per i reumatismi e contusioni: mettere 20 gr di bacche in 100 ml di olio e lasciare al macero per 5 giorni. Frizionare la parte con un cotone imbevuto di questa tintura oleosa. • Come digestivo: mettete un cucchiaio di foglie di alloro essiccate in 1 tazza d’acqua bollente, lasciate in infusione 10 minuti e poi filtrate. Bevete l’infuso a sorsi durante la giornata. Facilita la digestione, l’espulsione dei gas intestinali, vince la stanchezza e l’insonnia, l’influenza e i raffreddori. • Una manciata di foglie nel pediluvio combatte la sudorazione eccessiva. • Se ne mettete una manciata nell’acqua della vasca farete un bagno non solo, gradevolmente profumato ma, anche deodorante, stimolante, efficace contro eventuali arrossamenti.
...E ORA A TAVOLA! L’alloro si può utilizzare in cucina per insaporire arrosti di carne e cacciagione, stufati e sughi. Si usa nelle marinate poiché le sue proprietà antisettiche aiutano la conservazione. È tra gli ingredienti dell’aceto aromatico. Vodka all’alloro Lasciate in infusione 10 gr di foglie di alloro in 1 dl di acqua bollente per 10 minuti. Filtratelo e ancora caldo unitelo a 1 dl di succo di limone e 1 dl di vodka. Lasciate riposare per almeno un’ora, poi bevetelo, aggiungendo due cucchiaini di zucchero. Filetto con lardo e alloro Pepate e ricoprite con fettine di lardo una bella porzione di filetto, sul lardo fate aderire delle foglie di alloro e legate con spago da arrosti. Quindi mettete in padella con
olio già caldo. Fate cuocere a fuoco vivo. Preparate un trito di alloro, rosmarino, salvia che aggiungerete solo a fine cottura. Aggiungete un dito di Brandy e sfiammeggiate. Il filetto è pronto. Infuso digestivo 40 gr. di foglie d’alloro 20 gr. di foglie di malva 20 gr. di fiori di camomilla 20 gr. di semi di anice Versare un cucchiaio per tazza. Essendo un infuso che favorisce la digestione si consiglia di berlo dopo i pasti. Bagno anti-stress 5 o 6 grosse manciate di foglie d’alloro Fare un decotto lasciando bollire per 1/4 d’ora in 2 litri d’acqua, mettere nella vasca e rimanervi per 1/4 d’ora. Dopo rimanere 10 minuti sul letto.
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Italia-Germania 3 a 1: correvano gli anni 80… di Elena Gorla
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li anni bistrattati delle ragazzine che sognavano di sposare Simon Le Bon, dei capelli cotonati e delle spalline imbottite in stile Goldrake, delle maniche a pipistrello, dei guanti di pizzo e dei collant a rete strappati, del punk e del pop. Gli anni del rampantismo reaganiano, gli anni ferrei della Thatcher, gli anni opulenti di Craxi, gli anni del riflusso , del ripiegamento verso il sé e la sfera privata dopo l’impegno politico che caratterizzò il decennio precedente. Anni amati e odiati ma, senza dubbio, anni che hanno cambiato il mondo ed il nostro modo di percepirlo. Un periodo, dopo la caduta del muro di Berlino, in cui le posizioni idealmente antagoniste si sono spostate verso i due poli. La ricchezza e la povertà, la forza e la debolezza di un paese hanno mutato le proprie fondamenta, in quel decennio, infatti, l’acciaio cede podio e potere al più immateriale e di rapido consumo dei prodotti: la comunicazione. Negli anni ottanta il mondo diventa più piccolo e veloce, diventa,
passo dopo passo, globale. Dietro la festa e la leggerezza della musica elettronica si annuncia la rivoluzione: nelle case arrivano i Commodore 64, l’Amiga, l’Atari. L’Italia, in questi anni, come anche l’arte testimonia e racconta, si impone nello scenario mondiale come modello, riferimento estetico e culturale. I giovani artisti italiani, per primi sembrano cogliere la trasformazione profonda e violenta che stava investendo tutti gli ambiti non solo della società ma della realtà stessa: abbandonano il mito del progresso che caratterizzò le avanguardie e tornarono a scoprire il piacere per la pittura come esplosione di forma e colore, come espressione estrema di un vivere estremo che si caratterizzava sempre più come il vivere contemporaneo. Negli anni ottanta l’Italia dettò al mondo il proprio punto di vista e quell’Italia influente, e dunque il mondo, fu degli artisti e delle arti visive: pittura, certo, ma anche design e, soprattutto, moda. Emblematica la scelta dell’opera raffigurata sulla locandina della mostra: un satiro dai
tanti occhi che fa bella mostra di sé e che tutti osserva mentre, con posa modaiola, sorseggia un cocktail. Sintesi perfetta e quasi preveggente di ciò che il nostro paese e la sua capitale economica, la Milano da bere di quegli anni, era e sempre più marcatamente stava diventando, fino ai giorni nostri.
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osa resterà, allora, di questi anni ottanta? La voglia un po’ kitsch di parlare per citazioni canore, il ricordo nostalgico dei pomeriggi in discoteca scanditi dalle note delle inconfondibili tastierine pop, una mostra, un percorso scandito anche dalle parole e dai racconti dei protagonisti di quegli anni (consigliamo, infatti, vivamente di richiedere, all’ingresso del percorso espositivo ospitato presso il Serrone della Villa Reale, l’audio guida della mostra: piacevole, dinamico e sincero strumento per calarsi nelle atmosfere dell’epoca) fra le contraddizioni e le violente emozioni della nostra giovinezza.
Gli anni 80
Il trionfo della pittura da Schifano a Basquiat La mostra, articolata nei due poli espositivi del Serrone della Villa Reale e dell’Arengario racconta un’arte che involve ed evolve dal sociale verso il soggettivo in una tendenza che colpisce trasversalmente tutti i paesi del “nord del mondo” nel suo carattere già globale ma che, tuttavia, mantiene forti ed evidenti le sue connotazioni territoriali ed i richiami alle singole realtà nazionali. •Presso il Serrone della Villa Reale sono esposte le opere dei pittori italiani, tedeschi, spagnoli, portoghesi e dell’ intero panorama europeo continentale. •Presso l’Arengario sono visibili le opere degli artisti anglosassoni. Dal 17 ottobre 2009 al 14 febbraio 2010 Da martedì a domenica dalle 10 alle 18 www.glianni80.it
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I segreti degli Chef L La regina d’inverno: la Casoeula
a scuola di cucina di Trantran… intorno a Monza e Brianza apre i battenti con un classico della tradizione, la casoeula appunto, scelta quasi obbligata anche in considerazione dell’inverno alle porte e delle gelate già abbondantemente sopraggiunte. Per l’occasione il nostro insegnate è lo chef Luca, titolare del ristorante gestito della sua famiglia oramai da generazioni, il Birot di Verano Brianza. In quest’antica trattoria affacciata sulla riva occidentale del Lambro questo classico piatto della gastronomia brianzola si cucina (e si mangia) da più di 50 anni. Scopriamo, allora, con Luca come preparale una casoeula come tradizione comanda: “Come prima cosa ci serviranno una pentolona molto capiente (sembra che il nome di questo piatto derivi proprio dalle grosse casseruole che venivano lasciate cuocere a fuoco lento sulle braci dei camini) ed un grosso cucchiaio di legno. Copriamo il fondo della pentola con un po’ di olio nel quale fare imbiondire la cipolla, aggiungiamo, quindi, il sedano e la carota a tocchetti e li lasciamo prendere calore. Aggiungiamo le cotenne, già ben pulite, fiammeggiate e tagliate a striscioline. Le aggiungiamo per prime perché andranno a rilasciare il loro grasso e faranno in modo che le costine non attacchino.
Una volta aggiunte anche le costine, dopo averle fatte rosolare un po’, aggiungo gli odori…chiodi di garofano, salvia e un po’ di cannella…il concentrato di pomodoro per dare un po’ di colore ed insaporisco con sale e pepe. Mescolo vigorosamente ed inizio ad inserire le verze. Ci vuole un po’ di pazienza perché sono voluminose e devono avere il tempo di appassire. Non aggiungo altri liquidi proprio perché già le verze fanno molta acqua…se poi hanno preso una bella gelata rendono anche meglio! Incorporate le verze copro e lascio cuocere a fuoco moderato per almeno un paio d’ore… Servire sempre ben calda, accompagnata da polenta e, come vuole la tradizione, preceduta da un grappino che, si dice, ne favorisce la digestione… Guarda la preparazione dello chef nella video ricetta sul sito www.trantran.net Sei uno chef ? Vuoi proporci una ricetta? Scrivi a trantran@trantran.net Ingredienti* per 8/10 persone: 1 kg di cavolo verza 1 grossa cipolla 4 coste di sedano 4 carote
600 gr di costine di maiale 150 gr di cotenna di maiale 3 cucchiaini ci concentrato di pomodoro 5 foglie di erba salvia
3 chiodi di garofano 2 pizzichi di cannella Olio d’oliva per il soffritto Sale e pepe quanto basta
*A seconda dei gusti si possono inserire anche musetto o piedino di maiale e salamini “verzini”
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Brigantia
storia, leggende ed escursioni nella nostra verde terra
La Fontana del Guercio: “Piccola Avalon” in Brianza
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oglio presentarvi uno dei luoghi più magici della Brianza, la “Fontana del Guercio” di Carugo, a soli 18 km da Monza. È il luogo ideale dove andare a fare una passeggiata da soli, con gli amici o, magari, con il proprio cane. Se quella che vi spinge è una curiosità naturalistica, sarete soddisfatti: infatti, da questo punto di vista è un’area meravigliosa, caratterizzata da un folto bosco di Ontano nero e da un bell’affioramento della “Formazione del Ceppo”. Strada facendo troverete dettagliati tabelloni esplicativi, che vi accompagneranno lungo il cammino. Io preferisco parlarvi dell’aspetto storicomitologico che la lega a miti e leggende che si possono far risalire ai Celti e ai Germani. Nell’antichità i luoghi sacri erano ambienti naturali, non contaminati dall’uomo e dai suoi insediamenti: boschi, rupi, rocce, foreste; in particolare l’acqua è sempre stata messa in relazione con la fertilità, il passaggio, la purificazione. La Dea madre dei Druidi si manifestava in prossimità dell’acqua, dove la sacralità della magia dei doni della natura era più forte e percepibile; molti templi pagani prima, sostituiti in seguito da chiese cristiane, erano costruiti su sorgenti. L’area della fontana del Guercio raccoglie in sé tutte queste caratteristiche,
A compresa quella di non avere al suo interno insediamenti umani, malgrado la ricchezza d’acqua e la posizione riparata. Iniziamo con la vera e propria “Funtana del Guercc” da cui prende il nome tutta l’area che, nell’ultima visita, mi ha accolto con una ghirlanda di foglie! Il termine dialettale “Guercc” può avere due significati: guercio, oppure potrebbe derivare da sguercc: storpio.
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Nel primo caso, se si pensa al “guercio”, è immediato il collegamento con il dio Odino dei Germani, che si narra avesse gettato un proprio occhio nella fonte di Mimir per avere in cambio il dono della preveggenza e della magia; Odino veniva chiamato in svariati modi, tra cui anche “Bileygr” (= guercio); inoltre, nella mitologia germanica, era colui che guidava i morti in battaglia nel Walhalla(il loro paradiso); i riti di passaggio, e quello del culto dei morti è sicuramente uno di questi, erano anticamente legati all’acqua. Un po’ meno immediato è il collegamento con il dio Lug dei Celti d’Irlanda: anch’egli aveva perso un occhio, che gli era stato poi risanato, ed era un esperto di magia e d’incantesimi che lanciava con un solo occhio aperto; anche lui, come Odino, era stato impiccato all’albero cosmico per imparare l’arte della divinazione. Si narra che il dio Lug, prima della battaglia di Mag Tured, abbia lanciato incantesimi chiudendo l’occhio e zoppicando. Sguercc” potrebbe indicare qualcuno che cammina storto: a questo proposito è utile ricordare che spesso Odino viene rappresentato “come il dio viandante che, con un cappellaccio in testa e un mantello sulle spalle, spesso appoggiandosi alla sua lancia (oggetto che accompagna sempre anche Lug) a mo’ di bastone, cammina per le vie del mondo. Anche chi entra in trance cammina storto, e Odino era, appunto,
BRIANZA-BRIGANTIA derivante dal termine celtico “ briga”: altura, letteralmente “luogo delle alture”. Ma “Briga” è anche il nome di una Dea celtica associata al gregge e al bestiame.
il dio della magia, della divinazione, della “trance”. La tradizione vuole che le coppie di sposini passassero la loro prima notte di nozze nei pressi della Fontana del Guercio, perché propiziava la fertilità. Spesso questa fonte ci regala sassi che ricordano la forma del cuore. Sulla destra della fontana e a sinistra del sentiero vi sono delle rocce disposte a semicerchio: a me piace credere che delimitassero l’area dei riti.
È
difficile dire dove finisce la realtà e dove inizia la fantasia, ma provate ad andare alla fonte di mattina presto, quando è ancora circondata dalla nebbiolina mattutina, e vedrete la nostra “Piccola Avalon”, o almeno ciò che a me piace chiamare così: vi sentirete pervasi dal senso di unione con la natura, e da una calma irreale, se usate un po’ di fantasia, potreste anche vedere intorno qualche vecchio druido che onora l’acqua. Buona gita! Adriana Colombo
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A. Pietre disposte a semicerchio B. Ghirlanda di foglie nella fontana C. La Fontana del Guercio D. VEDUTA del laghetto creato dalla Fontana del Guercio
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Raccontiamoci Il regalo di Marta Migliardi
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a filodiffusione del supermercato aveva di certo qualcosa che non andava. La voce di Lucia, che leggeva le offerte natalizie con l’enfasi di un becchino , echeggiava tra gli scaffali gonfi di cioccolata e panettoni, con un certo scricchiolio che la rendeva metallica, distante, estranea alla festa. Era quasi Natale. “Prendi un pandoro e riceverai in omaggio lo sbuccia patate elettrico, aggiungendo solo un euro ”. Lucia era decisamente ingrassata. Di carriera ne aveva fatta. Dal reparto salumeria, passando per le casse, finendo poi per diventare la voce. La voce delle patatine, dei 4 salti in padella, del macinato sottile e delle promozioni dell’olio d’oliva. Entrava dalla porta di servizio, alle 8 e 45, per essere vomitata fuori alle 18 e 30, sempre dalla porta di servizio. Il supermercato sembrava un’astronave, atterrata chissà quando e chissà perché, nella piazza principale del paese, per portare luce e amore nelle dimore. Il supermercato aveva ingoiato i piccoli negozi e semplicemente stava lì, a farsi penetrare e saccheggiare dalla gente e ad incamerare soldi. La luce al neon rendeva tutto ancora più difficile. Non vi era vezzo o bellezza che potesse sopravvivere alla luce al neon. Lucia lo sapeva bene. Aveva anche rinunciato a truccarsi e a portarsi lo specchietto. Ed era ingrassata. Come se tutto quello che invitava a comprare, con la sua voce in filodiffusione, si trasferisse direttamente nel suo stomaco, tra la pelle e le ossa, sotto forma di grasso. Salvatore, il macellaio esperito, che tranciava carni dall’altra parte della vetrata, pareva però apprezzare la rigogliosità di Lucia e soprattutto pareva non notare l’effetto devastante delle luci al neon. Salvatore era felice del salto di qualità. Dalla macelleria del padre, dove lavorava dietro le quinte, alla vetrata del più grande ipermercato del paese. Lì la gente lo poteva vedere. Lo guardava mentre spappolava cervella e incideva filetti. La gente gli domandava consigli su come cuocere e condire le carni e lui, non con poca galanteria, era sempre pronto a conversare, al di là del vetro, senza mai smettere di tagliare e tritare. Solo una cosa lo distraeva, la voce di Lucia, che imperava tutto il giorno, a distanza regolare, con cadenza regolare e scandiva le ore della
sua giornata. Gli annunci di Lucia erano le poesie più belle che lui avesse mai sentito. Di certo, pensava Salvatore, Lucia avrà studiato tanto, è così disinvolta al microfono. Quando lavoravano insieme al reparto macelleria lui non l’aveva neanche notata, ma poi, la voce, quella voce, lo aveva fatto capitolare sin dal primo annuncio. Se lo ricordava ancora, Salvatore, quell’annuncio: “ Per ogni 50 euro di spesa, l’ipermercato Getty oggi vi darà in omaggio un gustosissimo preparato per risotti, ritiralo alla cassa!”. E l’amore era sbocciato. Quel giorno, il mercoledì prima di Natale, Salvatore aveva deciso che si sarebbe dichiarato. Non avrebbe passato un altro Natale senza una fidanzata. Aveva, del resto, quasi 28 anni. Aveva anche un contratto a tempo indeterminato.
“... quel giorno, il mercoledì prima di Natale, Salvatore aveva deciso che si sarebbe dichiarato. Non avrebbe passato un altro Natale senza una fidanzata...” Avrebbe aspettato l’orario di chiusura e sarebbe andato nel gabbiotto della filodiffusione con un regalo. Un regalo per Lucia. Le avrebbe dichiarato il suo amore, e all’occorrenza, lo avrebbe urlato anche con il microfono accesso: già si immaginava la commozione della gente, ipersensibile nel periodo natalizio a scene strappalacrime, e sarebbe uscito da quel gabbiotto tenendo la mano di Lucia. “Il Cd dei Pooh in omaggio per chi acquista i cavoletti in scatola della del Monte”. Mercoledì la giornata lavorativa di Lucia era cominciata così. Lucia aveva bevuto, la sera prima, davanti alla tv del suo monolocale. Si era fatta ingenuamente coinvolgere dall’ultimo episodio della sua telenovela preferita. Non aveva gradito il finale, dove la protagonista veniva miseramente abbandonata dal piacione di turno. Avrebbe preferito un lieto fine, qualcosa di più rassicurante. Non contenta, si era concessa qualche bicchiere di vino di troppo, mentre si riprometteva che,
scrittura creativa
il giorno dopo, avrebbe dato un’occhiata al reparto casalinghi per risolvere una volta per tutte la questione “regali di Natale”. Doveva assolutamente farlo l’indomani perché sapeva che poi sarebbero state ritirate le offerte e lei doveva rimanere in linea con la sua possibilità di spesa: 20 euro per mamma, 10 euro per la sorella, 10 per l’amica Silvia. Per fortuna suo padre era morto a Settembre e suo cugino Annibale era stato arrestato per aver investito una vecchietta guidando in stato di ubriachezza: “ Quest’anno ho due regali in meno da fare, magari, per la mamma posso spendere anche 25 euro” rimuginava Lucia mentre pian piano l’alcool la faceva sprofondare nel divano, dove avrebbe poi dormito tutta la notte, senza riuscire a raggiungere il letto sul soppalco. on era proprio di ottimo umore Lucia, mercoledì mattina. La testa le faceva male e si era un po’ pentita di aver barattato la morte del padre e le disgrazie del cugino per meno di 30 euro. La luce al neon le diede il colpo finale, perché moltiplicava per mille il suo già fastidiosissimo mal di testa. Salvatore la vide passare mentre scuoiava un agnello per la signora Damiani, che, del resto, da 10 anni a quella parte, ogni mercoledì mattina comprava l’agnello. La signora Damiani si indispettì subito dell’attenzione che l’entrata in scena di Lucia le tolse. Vide Salvatore togliere lo sguardo dal povero agnello e dalla sua sempre più profonda scollatura, per volgerlo verso quella ragazzetta cicciotella e sciatta. Non capiva più come girava il mondo, la signora Damiani e, forse, il mercoledì successivo non avrebbe neanche comprato l’agnello. ucia entrò nel gabbiotto, dove già l’attendeva una lista molto lunga di annunci. Il microfono scricchiolava più del solito e quel sibilo le entrava nel cervello come un coltello appuntito. Cercava di ammorbidire la voce, per evitare quel suono, ma il solo risultato che ottenne fu quello di sembrare una operatrice di linee erotiche. Arrossì per la vergogna di aver pensato che, forse, sarebbe stato più stimolante provocare orgasmi che promuovere il pandoro con canditi. In quel momento entrò Salvatore, il macellaio. Lucia notò subito che aveva un pacchetto colorato in mano e pregò silen-
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Raccontiamoci Il regalo di Marta Migliardi ziosamente che non fosse per lei, perché se no avrebbe dovuto in qualche modo contraccambiare e spendere altri soldi. Lui la guardò senza riuscire a proferire parola, e, come d’istinto, si pulì le mani imbrattate di sangue sull’ormai lurido grembiule. “ Buon Natale Lucia, c’è anche il bigliettino”. Fu tutto quello che Salvatore le disse, prima di tornare di corsa, dietro la sua vetrina. “Forse potrò riciclarlo per mamma, così i conti tornano!”, pensò Lucia accantonando il pacchetto che, se pur piccolo, pareva avere un certo peso. “Oggi l’ipermercato Getty surgela i prezzi dei surgelati!”, continuò la voce di Lucia, mentre il pensiero rimaneva concentrato sul pacchetto. Aveva deciso che l’avrebbe aperto la sera stessa. In effetti erano tanti mesi che non riceveva un regalo da un uomo. Da quando aveva dovuto rinunciare al corso di recitazione perché, suo padre, le aveva trovato un impiego fisso all’ipermercato. Un’occasione da non perdere, le aveva detto. iunta a casa Lucia accese il riscaldamento. Sentiva nella borsa il peso del pacchetto e, dopo aver tirato fuori le mani dalle maniche allungate del suo maglione, decise di aprirlo con cautela, per non sciupare la carta. Lo aprì. Accese il forno, a 200 gradi. Prese l’arrostino che spuntava ancora dal pacchetto e, dopo aver messo un po’ d’olio nella terrina, infornò il tutto. Salvatore le aveva regalato un arrostino farcito. La farcitura, dopo averlo tagliato, aveva una strana forma che ricordava un
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cuore. Ma Lucia non si accorse di questa sottigliezza. Semplicemente lo mangiò e pensò che forse era avanzato dalla macelleria e Salvatore, per non buttarlo via, glielo aveva portato. O forse era uno scherzo. Del resto perché mai avrebbe dovuto farle un regalo di Natale, un regalo vero? Neanche si conoscevano bene. “Meglio così, pensò, non dovrò contraccambiare”.
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alvatore, sul motorino, tornando a casa, era molto soddisfatto. Di certo il regalo avrebbe sortito il suo effetto e lui, cascasse il mondo, quel Natale, avrebbe portato a casa una fidanzata. Era stato ore ed ore a confezionare l’arrostino e, per rendere a forma di cuore la farcitura di uova e asparagi, aveva chiesto l’aiuto del pasticcere, che, ad onor di vero, gli aveva anche suggerito un paio di frasi ad effetto da scrivere sul bigliettino. Ed era così perfetta quella vita, con il contratto a tempo indeterminato, la vetrina e la sua futura moglie. Sarebbe stato un bellissimo Natale.
scrittura creativa
“... Vide Salvatore togliere lo sguardo dal povero agnello e dalla sua sempre più profonda scollatura, per volgerlo verso quella ragazzetta cicciotella e sciatta. Non capiva più come girava il mondo, la signora Damiani...”
Del bigliettino Lucia si era completamente dimenticata.
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L’angolo del pendolare
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yyn brianzolo effettua mediamente 2,78 spostamenti al giorno, più di un residente in Provincia di Milano che fa 2,55 spostamenti quotidiani, e anche più di un lombardo che ne effettua mediamente 2,65. E i pendolari rappresentano in Brianza il 26,5% della mobilità giornaliera, contro il 29% lombardo. In particolare in Brianza gli spostamenti casa-lavoro dei pendolari rappresentano l’8,2% degli spostamenti generati e attratti in Lombardia e il dato sale se si considerano anche gli spostamenti non- sistematici per i quali la provincia di Monza e Brianza genera e attrae il 14,3% degli spostamenti regionali. E più di un brianzolo su due (55,7%) lavora fuori dal comune dove risiede e impiega circa un quarto d’ora per raggiungere il luogo di lavoro. La maggioranza dei brianzoli (tra il 70% e l’80%) predilige l’uso del mezzo privato per andare e tornare dal lavoro. E se si considerano tutti gli spostamenti giornalieri, l’uso del trasporto pubblico interessa il 7,8%. I dati emergono dalla ricerca “Per un indice di accessibilità”, realizzata dalla Camera di commercio di Monza e Brianza in collaborazione con Regione Lombardia (fonte Portale Camera del Commercio d’Italia 19/05/09.) parte questi doverosi numeri, abbiamo deciso di dedicare questo spazio della nostra rivista al pendolarismo perché ci rivolgiamo anche a voi, donne e uomini, lavoratori e studenti dello spostamento quotidiano. A voi che tutti i santi giorni contribuite ad aumentare le percentuali di mobilità giornaliera e, spesso, dello stress psicologico personale e collettivo. Da giovane, io e le mie amichette, chiamavamo i treni e gli autobus del mattino, quelli con cui ci recavamo all’università nella fervida Milano, carri buoi.
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Caldo torrido d’estate, freddo pungente d’inverno, macchinette che non obliterano, biglietterie chiuse, porte rotte e, spesso, per tutta la durata del viaggio ci ritrovavamo in piedi, accalcate come sardine sott’olio, schiacciate e immobili, immerse nell’umanità e nella disumanità altrui: sudori acidi, alitosi, il profumo delle camicie inamidate e il rumore dei cellulari che squillano e ti fanno sentire parte di un Casinò di Las Vegas. Giornali abbandonati, conversazioni rubate, tutto questo e molto di più accade nel tragitto che divide la nostra casa dal luogo di studio o di lavoro. Noi, pendolari, abbiamo visto cose che voi umani neanche immaginate. Sui mezzi di trasporto così come nelle lunghe ore di colonna, in macchina: 1 ora e anche di più per compiere quei 12 km che separano Monza e la Brianza dal capoluogo lombardo. Ore di radio, di telefonate, di imprechi e sorrisi di arresa complicità con gli altri appartenenti a questa sorta di girone infernale, che è la tangenziale est alle 7 del mattino. Ma non accadono solo cose spiacevoli nelle ore di sfrenato pendolarismo: ho visto gente innamorarsi, fare amicizia, conversare e creare gruppi di auto sostentamento. Ecco, signori, questo spazio è tutto vostro: per le vostre lamentele o esperienze positive e non che avete vissuto o a cui siete sopravvissuti. Scriveteci a: trantran@trantran.net
Che bello!... Che bello essere pendolare Che bello alzarsi tutte le mattine alle 6:00 Che bello trovare ogni giorno un bel trenino che ti aspetta Che bello vederlo sempre lucido, splendete e profumato Che bello sapere che anche oggi sarà puntuale Che bello tornare a casa dalla propria famiglia alle 23:15; “c’è stato un problemino sulla linea...” Che bello sentir caldo l’estate e freddo l’inverno Che bello viaggiare in piedi Che bello vedere così tante persone accanto a te, ma proprio tante. Non ci sente mai soli... Che bello sentire ogni giorno un diverso profumo, un diverso aroma, si diventa esperti in materia Che bello il bagno del mio trenino Che bello impiegare 1h e 40 min per fare circa 50 Km Che bello viaggiare alle 23:00 su un vagone senza luci ed illuminare il libro con un cellulare Che bello vedersi aumentare l’abbonamento del 10% Che bello sapere che domani il mio trenino sarà sempre lì ad aspettarmi Che bello essere pendolare.
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L’unico modo di indossare una pelliccia
In cuccia
due chiacchiere a quattro zampe
Fuori i padroni, i cani non ballano a cura di Gabriella
O
ggi non è giornata! Sono finite le vacanze e mi aspetta, con il ritorno al lavoro e alla scuola, il mio solito tran tran quotidiano. La giornata inizia più o meno così: sveglia ore 7, colazione, giretto veloce intorno all’isolato e rientro a casa. Mi apposto davanti all’ingresso, sperando nell’interesse di qualcuno, ma hanno tutti premura di correre verso le loro attività. Escono, chiudono la porta e io rimango lì con la consapevolezza di restare solo per parecchio tempo. Con le orecchie abbassate e gli occhi tristi faccio un giretto in casa, annuso i miei croccantini, cerco un giochino…quest’ansia da separazione mi attanaglia! Stai calmo: forse è solo noia. Cosa fare? Mi trastullo un po’ con il contenitore di gomma preferito, è un passatempo piacevole, potrei anche riuscire a divertirmi. Sento un rumore alla porta drizzo le orecchie: è il mio dog sitter. Bene, almeno uscirò a fare due passi. Io ho due dog sitter: un ragazzo taciturno e una biondina niente male. Oggi mi tocca uscire con lui che, diligentemente ma senza entusiasmi, mi mette il guinzaglio e mi accompagna verso il giardinetto. In quel luogo destinatomi dalla sorte io vorrei distrarmi un po’ con i miei amici, ma il tempo a disposizione è breve e allora, dietrofront: si torna a casa! Con la biondina niente male è diverso. Lei è sempre sorridente, quando arriva mi saluta con gioia e mi accarezza, mi chiede come va e io, scodinzolando, condivido la sua conversazione. Prima di lasciarmi nuovamente, dopo il giretto, mi saluta amorevolmente e mi dà un biscottino: questo mi tranquillizza molto e io posso anche accettare di aspettare il rientro dei miei cari: non dovrebbe mancare molto! Quando arriveranno, so che mi daranno
attenzione, anche se sono stanchi e che mi coccoleranno un po’. Fino a che ci addormenteremo tutti davanti alla televisione. Felicità è una piccola cosa. Consigli utili per chi, purtroppo, deve lasciare per molto tempo il cane solo in casa: - Disporre una cuccia comoda e accogliente - Prima di uscire fargli fare i bisognini - Ciotola d’acqua sempre piena (eventualmente qualche croccantino) - Giochi vari a disposizione (pallina o meglio, un vecchio peluche) - Per non enfatizzare l’ansia da separazione del proprio animale è bene, quando uscite da casa, non adularlo troppo, ma, con scioltezza, uscire come se fosse una cosa normale. Anche se credete di fare del bene, coccolandolo esageratamente prima di uscire, non farete altro che amplificare la sua ansia. - Anche quando rientrate, dategli sì attenzioni e gratificazioni, ma senza esagerare con toni eccessivamente “da festa”: così facendo il cane amplificherà ancora di più il senso di abbandono quando, la mattina dopo, dovrete di nuovo uscire. Invece deve imparare a viverla come una routine, senza esagerati sbalzi emotivi.
Contatti utili: www.enpamonza.it Per raccontarci le vostre avventure con gli amici a 4 zampe, scrivete a: trantran@trantran.net
Questa settimana l’ENPA ci segnala:
ALFIO ETA’: nato 2001 SESSO: maschio sterilizzato TAGLIA: media IN CANILE DA: 25 novembre 2004... GENERALITÀ: incrocio Pit Bull, pelo raso nero lucido, petto e punta zampe bianche puntate di nero. Striscia bianca sul muso. Microchippato e sterilizzato dal canile. CARATTERE: Il piccolo Alfio dolcissimo con la sua pallina sempre in bocca è splendido! E’ un cane intelligente che ha fatto tantissimi progressi grazie all’amore dei volontari. Non è un cane facilissimo, ma è per coloro che hanno voglia di una cane con cui interagire e lavorare o semplicemente vogliono salvare un caso non facile: primo perché è pit bull (mai morso nessuno...) secondo perché ci vuole pazienza. ADOZIONE IDEALE: ideale per chi vuole un cane da guardia, il fatto che non si fidi facilmente delle persone è un vantaggio in questo contesto. Non ha mai morso nessuno, ma va seguito con pazienza. Il loro presente rimane il box del canile, il loro futuro è un’incognita. La vita del canile purtroppo rovina questi cani ed è triste pensare che giorno dopo giorno ci si addormenta e ci si sveglia sempre nello stesso triste e squallido posto. Ma per quanto dovrà durare ancora? PER INFO CONTATTARE: aiutiamo Alfio, anche con le adozioni a distanza, per info Silvia adozioni@enpamonza.it o Stefano per un affido vero.
Ambulatorio Veterinario Verano Dir. San. Dott.ssa S. Bombana
via N. Sauro 20/D Verano Brianza (MI) Tel./Fax 0362 903 554 Cell. 339 22 64 855 Orario: Lun-Ven 10.30-13.00 / 16.00-19.00 Sab 10.00-13.00
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Di tutto un po’ 6
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Le perle di Omar: “Detesto le persone che arrivano solo quando è pronto in tavola”
Matteo Riva montaggio arredi piccoli traslochi 20045 Besana Brianza MI via IV Novembre, 29 matteoriva1973@libero.it Tel. 3347184777 P.IVA 06054970964 C.F. RVIMTT73T12F704I
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svago giochi curiosità
Reality Cosa non ti piace? Non ci sono tante attività serali. E mancano i divertimenti ma, fortunatamente, Milano è vicina. Anche culturalmente si potrebbe fare di più.
Nome Michela. Età 35 anni.
Quante volte vai al parco in una settimana? Ci vado tutti i giorni, ho il cane.
Dove sei nata? A Monza. Dove vivi? Lissone. Che lavoro fai? Faccio la precaria. Vivi sola o in famiglia? Convivo con il mio ragazzo. Destra o sinistra? Oddio… in questo momento nessuno dei due, ma tendo a sinistra. Cosa ti piace di Monza e Brianza? Il Parco, il verde, l’odore di aglio selvatico in primavera. E anche il fatto che, in poco tempo, la sera, si possa raggiungere Milano. Monza e Lissone sono città a misura d’uomo, vicino a una grande metropoli.
Associazione d’idee, se ti dico: Verde Bicicletta. Liceo Ah, lo Zucchi e la vecchia preside, la signora Galbiati: indimenticabile. Autodromo Traffico: nei giorni del Gran Premio non trovo parcheggio neanche a Lissone! Matrimonio o convivenza? Convivenza tutta la vita! Chi è Dario Allevi? Un senatore? Dai un voto alla vita in Brianza… 7 e ½, dai 8!
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venti domande per vedere la brianza con gli occhi dei brianzoli …ai trasporti in Brianza... 5/6 …nelle ore di punta muoversi è un incubo! … al commercio in Brianza 10 e lode! In quanto a negozi non manca niente, un po’ cara però la vita da queste parti. Se non vivessi in Brianza dove ti piacerebbe vivere? In Toscana. Esprimi un desiderio… Trovare un lavoro stabile e comprare una casa col giardino. Favorevole o contraria alla metropolitana che arrivi fino a Monza? Contraria… da un lato sarebbe comoda, ma temo per la criminalità che aumenterebbe. Dì una parola o un proverbio in brianzolo… Mia nonna mi diceva sempre: Chi fa tant ghe manca al pan, chi fa pocch ghe n’ha anca tropp (a chi fa tanto manca il pane, chi fa poco ne ha fin troppo).
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via leonardo da vinci, 30 - 20038 seregno (mb) - info@ilfluido.it
Ogni occasione è buona per farsi contaminare dal : non solo recupero creativo ma una reale filosofia di lavoro e di vita 33
CADOM
Centro Aiuto Donne Maltrattate
NON ESISTE CHI PICCHIA PER AMORE
C.A.DO.M. Monza e Brianza via Mentana, 43 - 20052 MONZA Tel. 039/2840006 - Fax 039/2844515
Dal comune...
Prevenzione: secondo ciclo di conferenze La Commissione Università, Ricerca Scientifica e Salute e l’Assessorato alla Salute , organizzano una serie di serate rivolte alla popolazione sul tema della prevenzione. Le serate, con cadenza mensile, si svolgeranno: la 1° presso la Sala Convegni del teatrino della Villa Reale e le altre all’ Urban Center, in via Filippo Turati 6. Programma delle serate e argomenti trattati Il lungo cammino della medicina: dal passato le risposte alla sfida del furuto
Mercoledì 11 Novembre 2009 ore 21.00 Moderatore: Prof. Marco Baldoni Relatore: Prof. Vittorio Alessandro Sironi
Le malattie neurologiche di grande impatto sociale: possiamo prevenirle o curarle?
Martedì 19 Gennaio 2010 ore 21.00 Moderatore: Prof. Carlo Ferrarese “L’ictus cerebrale: come prevenirlo e curarlo” relatore Dott.ssa Patrizia Santoro “Disturbi della memoria e demenza: cosa fare” relatore Dott.ssa Valeria Isella
Il decalogo per la salute dei figli tratto da “Enciclopedia del genitore” (Mondadori) di Italo Farnetani
Il disagio psichico: dove finisce la normalità ed inizia la malattia mentale
Martedì 23 Febbraio 2010 ore 21.00 Moderatore: Prof. Marco Baldoni Relatori: Prof. Italo Farnetani, Dott. Cesare Ghitti
Martedì 23 Marzo 2010 ore 21.00 Moderatore: Dott. Giorgio Francesco Fumagalli Relatori: Prof. Massimo Clerici, Prof. Carlo Albino Pruneri
Sconfiggere la cefalea: dai farmaci all’analisi posturale
L’osteoporosi femminile e maschile: prevenzione, diagnosi e terapia
Martedì 20 Aprile 2010 ore 21.00 Moderatore: Prof. Carlo Ferrarese Relatori: Dott. Lorenzo Fumagalli, Dott. Maurizio Stefano Giacomello
Martedì 18 Maggio 2010 ore 21.00 Moderatore: Dott. Marco Mariani Relatori: Prof. Bruno D’Orso, Prof. Giovanni Zatti
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Le sciure
la redazione risponde
Care Sciure, ieri l’ho rifatto: ieri il mio dito è stato, come al solito, più veloce del mio cervello...sigh! Era tardi, avevo bevuto un po’ e così VIA! Il messaggio (al mio ex fidanzato) è partito prima ancora che me ne rendessi conto. Stamattina, l’ho trovato lì, ad aspettarmi, mi guardava sornione dal display, quasi si prendesse gioco di me! E così ho deciso: non esco più di casa o, forse, ESPATRIO! Come posso fare a controllare le mie pulsioni autolesionistiche? Temo sia arrivato il momento del fatidico promemoria...” alcune delle svariate motivazioni per NON avere il cellulare con se quando si è ubriachi”. Hai provato quelli al cocco, quelli alle mandorle, all’arancio, alle vitamine, alla salsiccia sarda e si, finalmente, l’assuefazione da cioccolatini durata settimane ha dato i suoi frutti e tu, oggi, hai smesso di sperare che quel qualcuno ti chiami o ti mandi uno stramaledetto sms. Vestita di tutto punto quindi, esci e guidi piena di orgoglio verso un fantastico aperitivo con gli amici ma, appena arrivata, ti rendi conto che, essendo domenica, sei praticamente l’unica single...A quel punto vorresti gettarti con doppio carpiato sul buffet delle focaccine, ma la
tua semestrale dipendenza dal cioccolato te lo impedisce, per preservarti dal fare concorrenza all’orca “Sandy “ all’acquarium di Riccione. Così, sfoderando sorrisi a destra e manca, ordini un moijito, ammiccando al barman che afferra al volo e ci butta doppia dose d’alcol. A metà serata…seduta sul divanetto…Dopo aver pensato per ore ed ore alle tue settimane trascorse con “ma” e “perchè”, senza accorgerti che l’infido mojito si sia ormai fatto strada fin nel più piccolo dei tuoi neurotrasmettitori, sfili il cellulare dalla pochette convinta sia venuta l’ora di farti giustizia, che sia il momento di svuotare il sacco, perché le persone di polso non si tengono tutto dentro! Componi alla velocità della luce un sms lungo quanto un tuo diario segreto in seconda media, premi invio e ti senti sollevata…felice e, quando svieni nel letto, qualche ora più tardi, non hai la minima idea di cosa tu abbia combinato. Al tuo risveglio, il giorno seguente, rileggendo quel messaggino, ti accorgerai che non solo assomiglia ad un papiro egiziano per la lunghezza, ma che tu stessa farai fatica a comprenderne il senso, data la totale sgrammaticità dei periodi e l’assenza di punteggiatura. Peggio ancora se quell’sms tu lo abbia inviato al capo
che ti ha negato la promozione, dato che in questo caso le sole parole che riuscirai a comprendere, saranno la sequela di insulti a lui indirizzati. Che fare? Inutile cercare di rimediare…Ancor più inutile attendersi una risposta che mai arriverà se non per chiedere a quale setta satanica hai deciso di votarti o quale tipo di malessere recondito ti abbia assalito alla nascita….L’unica cosa che resta da fare è liberarsi del telefonino, compreso di sim e memoria, nel più breve tempo possibile. Scagliarlo lontano può essere terapeutico e profondamente liberatorio ma…Mi raccomando, non dai cavalcavia in autostrada…Sono convinta che tra chi, grazie al cielo, non ha colpito nessuna auto, ci sia stato qualcuno che invece dei sassi, ha lanciato telefonini. Ma, se proprio non vuoi arrivare a questo estremo, perché necessiti della rubrica, cancella il messaggio appena inviato, almeno il giorno dopo non ricorderai più cosa hai scritto esattamente e potrai tranquillamente dimenticare e mentire a te stessa. Occhio non vede e cuore non duole!
Per questa risposta si ringrazia Valentina Rigano
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Ci vediamo fra 15 giorni! Il prossimo numero uscirà martedì 8 dicembre 2009
NUMERI UTILI
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Carabinieri Centro antiveleni (Ospedale Niguarda) Croce Rossa Italiana Emergenza sanitaria Guardia medica Guardia Igienico Veterinaria Guasti acqua e gas Guasti illuminazione strade Guasti ENEL Polizia di Stato Polizia Municipale Monza Polizia stradale Protezione civile Soccorso stradale Vigili del fuoco
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DOVE TROVARE LA RIVISTA Stazione di Monza Stazione di Seregno Stazione di Desio Stazione di Carugo- Giussano Stazione di Seveso Stazione di Meda MM Cologno Monzese/Brugherio Vimercate convoglio autobus ..nelle stazioni la distribuzione avverrà la mattina del giorno d’uscita tramite hostess
Edicola Sira (Via Solferino, davanti all’Ospedale Vecchio) Monza Edicola Canzi, via Vittorio veneto angolo cavallotti, Monza Bar Boulevard Viale Cesare Battisti 121, Vedano al Lambro Ottica Mottadelli, via Preda 13, Verano Brianza Bar Zapin, via IV Novembre, Vergo Zoccorino (Besana Brianza) Tennis Concorezzo
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Tamburine, via Carlo Tenca 16, Seregno Comune di Vedano al Lambro (info point) Comune di Monza (info point) Biblioteche comunali di Monza Tennis di Vedano al Lambro Flu-on laboratorio, S. Rocco Monza Pier Caffè Via ballerini 6, Seregno Speedy Bar,Via Appiani 22 Monza Studiofluido via Leonardo da Vinci 30, Seregno Osteria dei Vitelloni, via Garibaldi n.25, Seregno Bar Tabacchi Ambrosini, Monza Oxford Group, Seregno Edicola Biassono zona mercato Bar L’Angelica, Carate Brianza Lissone ( edicola in fase di definizione) Bar la Piazzetta, via S.Bernardo, Carate Brianza Lista in fase di aggiornamento...
L’Associazione Tennis Concorezzo e’ in via Libertà, 1 a Concorezzo (MI). Per informazioni potete chiamare il numero 039-6040594 (fax 039-6886938 oppure 039-6907029) ai seguenti orari: dal lunedi al venerdi dalle ore 9 alle ore 23, il sabato e la domenica dalle ore 9 alle ore 19. In alternativa scriveteci all’indirizzo email info@associazionetennisconcorezzo.it. Il Maestro Federale Pier Andrea Migliardi organizza corsi collettivi per adulti e ragazzi, lezioni individuali e video analisi. Possibilità di utilizzare moderne apparecchiature, macchina lancia palle e radar per misurare la velocità.
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