Quindicinale - 22 Dicembre 2009 - Nr. 3 Anno 1 - DISTRIBUZIONE GRATUITA
col patrocinio di
Vinci il Kenya:
Concorso Fotografico Intervista
Nina Zilli Viaggi
Bormio Parla la trans queen
Giusy Russo
Tour Operator
info@blufly.it Tel: +39 039 2495134
Editoriale Meglio che niente del direttore Alfredo Rossi Anno I numero 3 - 22 Dicembre 2009 Distribuzione gratuita - Editore: Trantran Editore S.r.l. Viale Cesare Battisti 121 Vedano al Lambro C.F./P.I./RIMB 06774520966 REA MB1864900 Stampa: Ciemme SpA Cinisello Balsamo (MI)
Fondatrici Marta Migliardi, Adriana Colombo, Elena Gorla Direttore Alfredo Rossi Redazione Marta, Elena, Adriana, Gabry, Claudio, Fabio, Guido, Costa, Niccolò Progetto grafico Alessandro Maianti Si ringraziano per questo numero Omar Zanellati, Comunità Montana Alta Valtellina, Dario Redaelli, Juri Casati, Maria Freda Per contattarci direzione@trantran.net redazione@trantran.net trantran@trantran.net raccontiamoci@trantran.net Per la pubblicità amministrazione@trantran.net mipaol@alice.it
Sabato pomeriggio: sto tornando a casa dopo la passeggiata con la mia amata Bimba, un cocker spaniel inglese di cinque anni. Amata? Oggi sì, molto, ma quando mia moglie e i miei figli hanno cominciato a chiedermi di avere un cane, solo l’idea mi faceva… girare le scatole. Alla fine mi sono lasciato convincere da questa frase: “Pensiamo a tutto noi, lo portiamo a spasso noi, lo puliamo noi”. In realtà quel noi è diventato un io più mia moglie. Avviso a voi che state per cedere alla richiesta dei figli di avere un cucciolo in regalo per Natale: sappiate che il cane sarà vostro e che deve scendere, se abitate in un appartamento, almeno tre volte al giorno. Con il sole e con l’acqua. Di lunedì, ma anche di domenica. Se ne avete voglia oppure no. Sappiate che è così che finisce. Ma questa è un’altra storia… Sto tornando a casa con Bimba, quando noto un ragazzo e una ragazza che passeggiano poche decine di metri davanti a me: lui, un tipo sui 20 anni, alto attorno ai due metri, giubbotto aperto (col freddo che c’è!) tiene al guinzaglio un cane lupo. Che a un certo punto si inoltra, per la lunghezza consentitagli dal guinzaglio, nel prato a fianco e lì lascia il suo… ricordo. Io osservo da lontano: il tipo con il giubbotto e la ragazza si sono fermati ad
aspettare che finisse e tutto il loro daffare, nel frattempo, è consistito nell’accendersi scambievolmente una sigaretta. Io allungo il passo, li supero e, come se fosse un caso, lascio cadere a terra un guanto di plastica, uno di quelli che normalmente si usano al supermercato per scegliere i prodotti al bancone della frutta e verdura e che io utilizzo per raccogliere i… regali di Bimba. I due fingono di non vedere. Certo, potrei dire qualcosa, fare un richiamo all’educazione civica, ma forse otterrei solo di irritarli, di prendermi qualche “Si faccia gli affari suoi” magari con l’aggiunta di qualche epiteto. Con il rischio, se decido di controbattere, di trasformare il tutto in rissa. Fare finta di niente? Potrebbe essere una soluzione. Invece mi infilo il guanto, raccolgo il regalo del cane lupo e, con quello in mano, superandoli nuovamente, vado a buttarlo nel portarifiuti. Ho fatto in tempo a sentire la ragazza che diceva al tipo con il cane al guinzaglio. “Potevi farlo tu. Ogni tanto te lo dico…”. Be’, ero contento, per una volta, di aver messo le mani nella cacca. Certo, non mi illudo di aver fatto chissà che, ma potrebbe capitare che quel tipo col giubbotto il regalo se lo raccoglierà lui, soprattutto se uscirà ancora con quella ragazza. E’ poco? No, è pochissimo, ma è meglio che niente. E se tutti facciamo pochissimo per rendere la nostra Monza migliore e più vivibile, si trasformerà in un molto. Quindi, niente paura e niente eroismi: ma mettiamo le mani nella cacca. Con il guanto, ovviamente.
Sommario 3 4 6 8 11 14 17 18 19 20 22 24 25 28 31 32 35 37
Editoriale - Meglio che niente Dalla Provincia Clochart - Intervista a Nina Zilli Clochart/2 - Intervista a Giusy Russo Altrove - Bormio Bis! - Le note alternative del Natale Bacheca Verdissimo - Vischio NonsoloMonza - Besana in Brianza I segreti dello chef - Crepe Suzette Brigantia - Natale a Monza Reality Raccontiamoci - La tenuta L’angolo del pendolare In cuccia - Natale con l’ENPA Di tutto un po’ - Texas Hold’em Dal Comune Le sciure
Foto di copertina Albero di Natale allestito a Biassono Foto di Giuseppe Carlini
3
Dalla Provincia... Al via “l’Era Giazada”: un progetto per i giovani a Monza e Lissone promosso dalla Provincia MB. Monza, 3 dicembre 2009. Prenderà il via sabato 5 dicembre a Monza, e lunedì 7 dicembre a Lissone il progetto “L’ERA GIAZADA”, promosso da Alberto Grisi, Assessore alle Politiche Giovanili della Provincia MB, in collaborazione con il Comune di Lissone e il Comune di Monza. Il progetto, rivolto ai giovani dai 14 ai 30 anni, ha l’obiettivo di informare e sensibilizzare adolescenti e giovani adulti sull’istituzione della “provincia nuova” e di renderli protagonisti attivi indagando su quali sono le loro aspettative e i loro bisogni. L’Era Giazada, inoltre, intende fornire ai ragazzi e alle ragazze del territorio le informazioni utili in termini di servizi e opportunità, distribuendo presso le “Baita della Provincia” depliant informativi e questionari. “Abbiamo scelto di aprire le porte della Provincia e scendere in piazza come occasione preziosa di ascolto e di partecipazione - spiega il Presidente Dario Allevi - Sono convinto, infatti, che momenti di incontro e di dialogo con i cittadini e con i ragazzi in particolare, siano uno strumento di comunicazione essenziale per la nostra Provincia nuova”. “L’iniziativa è rivolta principalmente ai giovani dai 14 ai 30 – aggiunge l’Assessore Alberto Grisi - sono le vere risorse del territorio e dobbiamo puntare su di loro, comprendendone i bisogni, per costruire la Provincia di oggi e di domani”. Il progetto prevede la realizzazione di una pista del ghiaccio a Lissone in P.zza della Libertà e un calendario di attività e animazioni proposte per i ragazzi e le ragazze, ma anche per i più piccoli e per le famiglie. Per i ragazzi e le ragazze delle scuole superiori di secondo grado saranno proposte attività di sensibilizzazione durante gli orari scolastici e momenti di interazione e animazione durante i giorni festivi. “Un’occasione di sport e di svago – spiega Ambrogio Fossati, Sindaco di Lissone - per tanti cittadini di Lissone, soprattutto per i più giovani con le loro famiglie: il Comune di Lissone con la Provincia offre così a tutti la possibilità di avvicinarsi al pattinaggio, con momenti di serenità e di gioia, tanto più importanti in questo periodo di particolare difficoltà economica. Una iniziativa che conferma la priorità essenziale che la nostra Amministrazione Comunale vuole esprimere a favore dei giovani, in un più ampio programma di lavoro condiviso con gli altri Comuni”. La Baita della Provincia con le attività previste di distribuzione di materiali informativi e di raccolta di questionari sarà inoltre presente a Monza in Piazza Trento e Trieste in collaborazione con l’Assessorato Politiche Giovanili del Comune di Monza. “Informare, accompagnare, sostenere i giovani nel loro percorso di crescita è uno degli obiettivi prioritari del mio assessorato - aggiunge Martina Sassoli, Assessore alle politiche giovanili del Comune di Monza - Il 19 dicembre la nostra presenza presso “La Baita della Provincia” in Piazza Trento e Trieste, vuole dare la possibilità a tutti i giovani di conoscere ed essere aggiornati su tutte le opportunità a loro riservate, in particolare sullo sviluppo delle cinque azioni del progetto Hub Young. La nostra partecipazione accanto alla Provincia di Monza e della Brianza è solo l’inizio di quella che auspichiamo possa essere una proficua collaborazione”.
4
Ricevitoria e bar
BOULEVARD
SU DI TONO INSTALLAZIONE ANTENNE TERRESTRI E SATELLITARI
ADEGUAMENTO IMPIANTI PER TV DIGITALE TERRESTRE RIPARAZIONE ELETTRODOMESTICI MULTI MARCA
V.le Cesare Battisti, 117 Vedano al Lambro (MB)
VERANO BRIANZA, P.ZZA LIBERAZIONE, 2 TEL. 0362 9903048
per la tua pubblicità
MPE SERVIZI
Via Bindellera, 25 - Brugherio (MB) Tel. 039 870482 - Cell. 347 7252194 E-mail: mipaol@alice.it
Clochart
interviste a volti noti in giro per la Brianza
Indovina chi viene a cena? Intervista a Nina Zilli
di Elena Gorla
L’occasione, si sa, fa l’uomo ladro e noi di Trantran non facciamo eccezione: non ce ne lasciamo scappare una. Se poi quell’una non è una qualsiasi ma una bella e brava cantautrice, che nel giro di pochi mesi dall’uscita del suo omonimo album d’esordio è riuscita ad imporsi nel panorama musicale nazionale, allora l’occasione è proprio ghiotta…visto che poi è anche una cara amica (“Ciao Nina, brasato al barolo e intervista? Ti aspetto per le otto!”) come non chiederle di raccontarsi per noi e di tirare le somme di questo che, per lei, è stato senza dubbio un anno ricco di sorprese? Nina Zilli, piacentina di origine, ma giramondo per vocazione… Non posso negarlo. Prima l’Irlanda, poi gli Stati Uniti: Chicago e New York Ora vivi alle porte di Milano Mi viene quasi da ridere: la casa dove vivo è proprio in linea d’aria con il segnale stradale che indica la “ fine di Milano” (e l’nizio di Novate).
Passiamo ad altro. Come nasce il tuo rapporto con Monza, visto che hai bazzicato parecchio i locali e le scene live della zona? Per una ragione molto semplice. Pur non essendo di origine monzese o brianzola ho un rapporto con questa città che dura davvero da moltissimi anni perchè uno dei miei migliori amici, ma proprio degli amici di cui non puoi fare a meno, ha tutti gli amici più cari a Monza: per questo motivo nel corso di una vita l’ho frequentata proprio tanto. Inoltre è una città davvero molto carina, nella quale ho anche avuto
6
Live al Patchanca - Radio Popolare - Foto di Marco Nolli, I Wonder Studio occasione di suonare spesso con Chiara e cosa: la musica per alcuni può essere un Gliscuri che è ancora il mio gruppo rock- hobby, uno splendido svago oppure può steady. Insomma questi monzesi mi stanno essere una scelta di maggiore impegno olproprio simpatici: ho trascorso un sacco di tre che un amore senza il quale non si può belle serate e giornate nel parco del Lam- proprio stare. bro a fare scorpacciate di costine con il mio E proprio il modo di vivere la musica porta cane Oreste, un bulldog inglese a cui sono poi a sviluppare percorsi diversi. Io sono davvero affezionata. Lo si vede anche nel convinta sia necessario fare esperienza a video de L’Inferno. E’ vecchio come matu- 360 gradi, essere immersi in questo amsalemme, ma anche lui si è sempre divertito biente costantemente, giorno dopo giorno, ad Agliate e dintorni. anno dopo anno. E scrivere i pezzi, scrivere anche cose che riviste nel tempo ti fanno La tua esperienza artistica è davvero dire, se solo hai un po’di autocritica, “ma molto positiva anche perché sembra indi- questa roba fa cagare!”. Magari è vero, ma care che con il talento e la perseveranza è questo ti permette di provare e riprovare, di ancora possibile farsi strada, raggiungere trovare una tua strada precisa, di imparare a un obiettivo, anche senza il “percorso ob- fare sempre meglio. Insomma, di crescere! bligato” dei talent show televisivi. Oggi invece l’impostazione della tv è molto Tutto dipende da come uno affronta la più veloce e ci provano un po’ tutti, anche
quelli non preparati. Ma la cosa in sé può anche funzionare, in qualche caso. Il vero problema è che alcuni di questi ragazzi, che magari non hanno basi solide, vengono dal nulla sbattuti sotto i riflettori di grandi palcoscenici: per un anno sono sulla vetta e l’anno dopo, magari, non riescono a trovare lavoro; vengono lanciati e poi in modo altrettanto veloce vengono lasciati a se stessi. Insomma come percorso è anche un po’ un arma a doppio taglio. Poi, per fortuna c’è anche chi con quel percorso riesce a impostare una bella carriera. Solo che questa non è una strada che fa per me: io sono un po’ testarda e non mi piace farmi imporre le cose. E in un talent show ti dicono che cosa cantare, come cantarlo, come vestire. No, non fa per me: per questo ho preferito un’altra strada. Di cosa hai gioito davvero e cosa andresti a cambiare in ciò che hai vissuto negli ultimi mesi, quelli che hanno visto l’uscita del tuo singolo (50 mila) e poi dell’Ep E’ stato un periodo intenso, impegnativo e bello. I momenti di gioia sono stati parecchi. Una delle cose più belle in assoluto è l’incredibile sviluppo dei singoli brani. E’ davvero fantastico. Da quando scrivi il pezzo, voce e chitarra, ed è appena nato, a quando poi si sviluppa e lo senti crescere: ci sono persino gli archi e un sacco di fiati, le percussioni... Mi sono sentita madre di una creatura che ho visto nascere e crescere! Poi, va beh, ci sono stati anche un sacco di problemi, di scleri legati alle tempistiche e ad altre cose pratiche. Tutte quelle cose “fastidiose” che quando si lavora non mancano mai. Ma è normale, fanno parte del gioco, sono parte dell’emozione di ogni inizio. Come scrivi? Prima il testo e poi la musica, viceversa, oppure dipende da brano a brano? Boh, dipende! Talvolta mi capita di pensare una frase, ma anche di sentire qualcuno che dice una frase che mi dà da riflettere, che mi rimane in testa. E da là tutto inizia a nascere; oppure, altre volte, annoto un po’di note, quasi a caso…Insomma non c’è proprio una regola… Visto che parliamo dei tuoi testi voglio chiederti di Penelope, una canzone che dipinge un personaggio femminile a cui non si può non voler bene. Questa donna sotto un’apparenza dimessa, pare quella che in un angolo fa la calzetta e aspetta, quella che non agisce: in realtà è padrona del suo destino e con la sua calma e astuzia riesce a tenere a bada una “Banda di Proci” (ride)e già il loro nome la dice lunga! Questo pezzo presenta un’idea
di donna che vuole opporsi a quell’immagine femminile che oggi sembra avere permeato la società: un’immagine passiva e sottomessa che svilisce la donna a mera apparenza. Oggi sembra normale fare di bellezza, moda e compiacenza il solo modo possibile di essere. Questa canzone vuole spronare, vuole ricordare che le donne, anche se bistrattate, nei secoli hanno pur sempre avuto le capacità per fare la storia, per farsi valere per il loro gran potenziale, non per la loro semplice esteriorità. Le donne non devono piegarsi a questo sistema, magari dando a se stesse la giustificazione dell’affermare:“Io lo so che è così, sono consapevole” - come se la consapevolezza in questo caso fosse una giustificazione e non una colpa ancor più grave – “io sto nel sistema per combatterlo dall’interno!”. A me questo dirsi intenzionate a combattere dall’interno, in realtà , sembra solo voler giustificare la scelta della strada più facile e più veloce. Quindi non è più un alibi accettabile. Non sto tessendo un elogio della trascuratezza, per carità: adoro la femminilità e tutta l’estetica legata all’immaginario femminile. Molto più semplicemente sostengo di usare un po’più spesso la testa!
Le Date Del Club Tour 2009/2010 26 Dicembre 2009
Campobasso – Move
8 Gennaio 2010
Retorbido (Pv) – Carlito’S Way Pub
16 Gennaio 2010
Rovato (Bs) – Korto Cirkuito
22 Gennaio 2010
Carpi (Mo) – Kalinka
23 Gennaio 2010
Marghera (Ve) – Fucina Controvento Cosa mi dici delle tue esperienze live? Beh sono contenta: i live sono partiti a Novembre e ho date fino a Gennaio. La band che mi accompagna è una band (con le “contro palle”, dice Nina) di storici del reggae e anche del soul. Ci sono parte dei Reggae National Ticket, degli Smoke, dei Franziska, alcuni musicisti di Neffa, degli Soul Spinner, quindi una band che va alla grandissima! Sono quasi tutti i musicisti che hanno registrato il disco con me, tranne un bassista e un chitarrista che purtroppo non hanno potuto essere nel tour. Comunque sono davvero contenta di come si presentano gli spettacoli live: ci sono i fiati, non sei come nel disco ma due ci sono, non ci sono gli archi ma comunque abbiamo davvero una grande band. Mi diverto e vedo che chi partecipa si diverte! Gli appuntamenti qui in zona sono stati principalmente all’inizio del tour, infatti, dopo la performance all’auditorium di Radio Popolare e l’apertura del
Nina Zilli, foto di repertorio concerto di Giuliano coi Bluebeaters all’Alcatraz di Milano, la vera e propria serata di “inaugurazione” del tour è stata quella qui in Brianza, al Bloom di Mezzago. Ora le date in programma sono un po’ più distanti, ma qualcuna è facilmente raggiungibile. Insomma vi aspetto tutti. Intanto venite a trovarmi su My Space alla pagina www.myspace.com/ninazilli e poi su Facebook. Progetti per il futuro, quindi, ancora tanti… Intanto è‚ uscito il video del secondo brano tratto dal disco, L’Inferno. Poi ancora il brano L’Amore Verrà, cover di You Can’t Hurry Love delle Supremes. E poi, soprattutto, la cosa più entusiasmante è che sono già tornata al lavoro in studio. Sto preparando un nuovo disco non so dirti di preciso quando uscirà, dipende da una serie di fattori, non tutti sotto il mio controllo. Per ora so solo che fra i live ancora in programma e il disco nuovo sarò di certo già molto indaffarata, poi, chissà gli impegni possono sempre aumentare… Scusa, Nina, non è che stai pensando di fare una “puntatina” in Liguria nei prossimi mesi? Insomma, vorrai mica prendere un po’ di tintarella sotto.. i riflettori della Riviera dei Fiori? Intendi forse Sanremo? Mah, chi lo sa! A parte gli scherzi oggi è davvero ancora troppo presto per sapere se parteciperò al festival. Certo sarebbe bello, molto impegnativo. Aspettiamo e vediamo gli eventi… per ora ne ho di cose da fare: quanto basta per non pensare troppo a quel che sarà ! In ogni caso sono certa che si preannuncia un inizio anno di quelli “di fuoco”, denso di impegni, so che mi aspettano dei mesi frenetici. Di quelli, per dirla usando un esempio da incubo per noi donne, dove non hai neanche il tempo di farti una ceretta!
7
Clochart
interviste a volti noti in giro per la Brianza
Natale quand’ero bambino Intervista alla trans queen Giusy Russo di Marta e Adriana Incontriamo oggi Giusy Russo, trans queen impegnata in questo periodo nel Drag Queen’s Show, spettacolo di arte varia, trasformismo, danza e teatro. Lo spettacolo, si muove per la Brianza in un teatro tenda, preso in prestito dalla famiglia circense Niemen. Per ottenere i permessi per il loro show, la compagnia ha incontrato molti ostacoli legati essenzialmente ai pregiudizi che, soprattutto in questo periodo (anche a causa dello scandalo Marrazzo), accompagnano il mondo dei trans e delle drag queens. Giusy ci accoglie, invece, nella sua casa e ci racconta con sensibilità e accortezza, il suo mondo, spesso boicottato e giudicato in base alle poche e faziose notizie che ci arrivano dai telegiornali. Andiamo oltre alle apparenze e scopriamo un delicato modo di essere e la forza di chi, per farsi accettare e capire , deve vivere sempre sull’attenti, e scontrarsi con pressappochisti pregiudizi. Sfatiamo il binomio trans/prostituta. Diamo voce a una persona. Giusy Russo in questo momento è in giro per la Brianza a fare spettacoli in un teatro tenda. E la prima domanda che viene in mente è: come hai iniziato a fare questo lavoro di trasformista o come piace a te autodefinirti di “trans queen”? E’ nato tutto per caso. Nel 1980 vivevo in una pensione a Milano, Pensione Paradiso, e stavo giocando “a fare la star” con una mia amica, facendo pezzi di Giuni Russo e Loredana Berté. Lei mi ha vista e mi ha detto: vieni con me! Così mi ha portato al Nuova Idea International , locale che adesso è chiuso. E da lì è partito tutto.
8
tempo. Tra qualche settimana, nelle altre piazze, andremo in scena con Grasso è bello e lì mi dovrò scegliere una parte. La nostra compagnia è formata da due ragazzi gay, tre ragazze che fanno parte del Circo dei fratelli Niemen, che sarebbero poi i proprietari del teatro Tenda, Simon Ravizza e Mashia, che sono due drag queen. E poi ci sono io che sono una trans queen. Siamo tutti artisti .
La trans queen Giusy Russo Oltre che artista hai una bella manualità: cuci, disegni degli splendidi abiti.I costumi ve li confezioniate voi? Ovvio. In primo luogo perché si risparmia! E poi perché il vestito che vuoi è proprio nella tua testa, nei negozi non puoi trovarlo, se non per un caso fortuito! Ma il vestito che voglio deve essere fatto dalle mie mani o disegnato dalle mie mani, perché so io quello che voglio! I collaboratori siamo tutti noi della compagnia! Ognuno di noi da un’idea; c’è ovviamente il direttore artistico che è Mashia, ma noi ci conosciamo da più di quindici anni e lavoriamo insieme da molto
Dicevi che hai iniziato a Milano, cosa ti ha portato poi in Brianza? Mashia m’ha portata in Brianza. La mia venuta in Brianza nasce da una brutta storia. Dopo diciannove anni di fidanzamento mi ero appena lasciata col mio ex era un bruttissimo periodo. Abitavo a Sesto e mi era anche arrivato lo sfratto. In quel momento ho anche conosciuto un’altra nostra amica che abitava a Barlassina, lì mi sono spostata e da allora non ho più abbandonato la Brianza. Mi trovo bene per quanto riguarda la tranquillità. Negli anni ho conosciuto tantissimi amici. Ho cambiato molti paesini: Barlassina, Seregno, Desio, Calzo ora Giussano e spero di essermi fermata. Almeno per otto anni, sempre che non mi alzino l’affitto. In questo periodo, tutto può succedere. A proposito, nel vostro lavoro si sente la crisi? Diciamo che la crisi la sentono i locali, che ci chiamano molto di meno. Anche perché un nostro spettacolo ha anche dei costi base
molto alti, tra costumi, trucchi e materiali vari. Nel ‘90 un capodanno in due, in due locali, tre ore a locale erano cinquemilioni! Ora a capodanno per mezz’ora sono duecentocinquanta euro, che è pochissimo, considerato gli spostamenti e i costumi nuovi! Nel Teatro Tenda Drag Queen la crisi c’è. Ma più perché ci stanno boicottando! La crisi c’è perché la gente vede una locandina: uomini che si truccano e associa immediatamente a quello che sentono in giro! Ti faccio un esempio: proprio a Vedano, l’altro giorno c’erano la nostra locandina e vicino quella del circo russo e due signore, commentandole, casualmente, di fronte ad un’altra delle nostre artiste, che sulla locandina non c’è, hanno esclamato, anche con non poco disgusto: questo è un circo, intendendo quello russo, non quest’altro! Qualcuno è arrivato a chiederci se fosse vero che facciamo cose porno: questo per me è veramente allucinante e deprimente! Per togliere questo dubbio a coloro che possano avere dei preconcetti, che in questo periodo possono essere anche acuiti da un fatto di attualità, spieghiamo bene chi è un trasformista, perché il tuo lavoro principalmente consiste proprio nel trasformismo! I più lo conoscono principalmente come drag queen, ma le drag queen tendono ad esasperare i personaggi, mentre i trasformisti cercano di restare il più possibile fedeli al personaggio in sé e per sé: nelle movenze, nel trucco, nei vestiti! Quello che confonde la gente spesso e volentieri sono i media, soprattutto in quest’ultimo periodo, che, in molte trasmissioni passano drag queen per transessuale, o transessuali che esasperano o che altro non fanno che le prostitute: è normale che la gente associ la drag queen, o la trans queen alla prostituzione! A noi non resta che abbassare la testa e non ti nego che a me vedere in televisione certe cose e certi personaggi mi fa vergognare. Diciamo che i media, cavalcando il momento di attualità, stanno creando molta confusione sul nostro mondo, confondendo ulteriormente le idee a quella gente che è già piena di preconcetti! Eppure Platinette è un personaggio che piace molto al pubblico e che rappresenta bene un certo modo di fare spettacolo… Lo conobbi mentre stavamo facendo un video, rimasto inedito, ed è arrivato portando il cibo da casa. Mi ha fatto morire dal ridere perché raccontò che solo una volta l’hanno fregato non facendolo mangiare e da allora va a lavorare attrezzato
di cibo! Ma se mi chiedi chi potrei dire che mi rappresenta come trans, bé ti dico che io mi sento orgogliosa ogni volta che vedo Eva Robbins e penso che è una di noi!
Locandina del Drag Queen’s Show Vita privata e vita sul palcoscenico: per te sono un tutt’uno? Io tendo sempre molto a separare i due ambiti: professionale e privato. Anche far venire te, in casa mia per quest’intervista, è stata una decisione molto sofferta. Io sono un vero leone, animali che intorno a loro tendono a creare un’area protetta dove decidono loro chi fare entrare: o per sbranarlo o per leccarlo! Io faccio come loro. Anche perché la mia vita professionale è molto incasinata, ho degli orari assurdi e difficilmente una persona calma o con un lavoro normale, come è il mio attuale fidanzato, potrebbe starmi dietro.. Poi, citando Alba Parietti, che ho sentito l’altro giorno in tv ed in cui mi rispecchio molto (secondo me in un’altra vita era una trans) nel mio letto non riesco a dormire con un uomo perché quello è il momento in cui mi piace stare da sola. Visto che siamo sotto Natale, qual’ è il tuo rapporto con questa festività? Per anni l’ho odiato. Poi per incanto un po’ di anni fa ho conosciuto il mio attuale fidanzato e ho visto il Natale con occhi nuovi. È bello sapere che arrivi a Natale ed hai qualcuno a cui vuoi bene con cui condividerlo. A parte la famiglia, quella è scontata, anche se anche lì potrei tirar giù un papiro. Però il Natale per quanto riguarda le trans è molto triste, a volte perché ci sono transessuali che vengono messe fuori di
casa fin dai quindici sedici anni e quindi vivono il Natale in modo differente. Vai in strada e vedi le famigliole felici ed è normale che ti venga un po’ di senso di solitudine. Pensa che tutt’ora io al momento dei botti di capodanno resto chiusa in camerino. Io non ricordo cenoni di Natale, ricordo solo liti, oppure lavoro. Io vengo dalla Puglia e sono molto legata alle tradizioni ed è straordinariamente vero come ci sono dei profumi che ti fanno sentire il Natale strano: il mandarino, il torrone, il Panettone la roba messa sulla brace. I natali da bambina? Diciamo che all’epoca ero un bambino. Voglio smentire una frase che molti dicono: sono in un corpo che non mi piace, che non è il mio. È mio il corpo e ne vado fiera, mi piaccio, non ho mai odiato il mio corpo, se non quando ingrasso. Il mio corpo lo raffiguro benissimo al femminile e non al maschile. E ti dirò di più, mi piaccio molto più nuda che vestita. Un’altra cosa che non mi piace è quando mi chiedono se mi sento donna. Io sono una trans e non sono assolutamente una donna. In tutta franchezza i problemi che avete voi donne sono tanti e non li vorrei avere io, perché è già complicata così la mia vita, figuriamoci se mi devo tenere pure: il ciclo, il partorire, il dolore, l’essere umiliate da un uomo, perché non c’è cosa peggiore che essere umiliate da un uomo che ti lascia per un altro uomo o scopri chi ti fa le corna con un trans. Sono cose che da donna fanno male. Io ho molte più amiche femmine che trans e quando sento parlare loro io mi rendo conto che sono fortunata perché mi sono resa conto che le donne non hanno una vita facile. In questa società ancora maschilista sono orgogliosa di essere trans, perché non ci sarà nessun uomo che mi potrà comandare. Con che messaggio vuoi salutare i nostri lettori? Quando vi fermate davanti alla nostra locandina del Teatro Tenda Drag Queen’s show non fermatevi solo all’apparenza, dateci una chance, siate curiosi e ricordatevi che anche noi abbiamo un’anima e dei valori. Come tutti, diventiamo cattivi, arroganti, scostanti perché abbiamo di fronte persone che non ci vogliono capire! In una mail a Striscia la notizia perché ci sono alcuni comuni che ci stanno boicottando col teatro tenda, ho scritto una frase: “ se si aspettano di sbattermi sul marciapiede, avranno vita dura”. E aggiungo un’altra cosa: soprattutto a Natale ricordatevi di chi sta male. Trans e non trans che siano.
9
������������������� ��������� �������������������������������������������� ������� ���!�"!� #$�%&�����'%��(�
Altrove
racconti e consigli di viaggio
Bormio, neve e non solo... di Elena Gorla
L
o scorso inverno in Valtellina, dopo anni di indecisione climatica, si sono finalmente registrate eccezionali precipitazioni nevose per la gioia di tutti gli appassionati di sport invernali: dal ponte dell’Immacolata, tradizionale data di apertura della stagione sciistica lombarda, fino ai primi di aprile un candido e soffice manto ha ricoperto Bormio e tutta l’Alta Valtellina. Quattro mesi di divertimento sulla neve, tra rifugi e ristoranti, bar e griffati negozi del centro paese. Per gli altri: io sono stata costretta a sbirciare il tutto solo via webcam. Verificavo settimanalmente le previsioni meteo di tutto il comprensorio sciistico: da Bormio a Santa Caterina in Valfurva fino a Livigno e alla frontiera. Sognavo le lunghe discese e le saporite soste nei rifugi di Bormio 3000, (il punto più alto toccato dagli impianti di risalita sul versante bormiese) fino al Ciuck, la zona degli insediamenti più a valle. Mi deliziavo al ricordo di quando, sul calare del giorno, infreddolita e stanca, mi dirigevo “via neve”, sci ai piedi, sino ai primi bar del paese per rinfrancare corpo e spirito con un bombardino (quel delizioso mix di panna, vov e brandy) bollente o con una Stelvio ghiacciata, la birra cruda di produzione locale, accompagnata da qualche fetta di slinzega (il taglio più pregiato della bresaola). uale Natale sarebbe stato senza la tradizionale vacanza sulla neve? Come avrei superato i lunghi mesi invernali senza qualche break sciistico, mi domandavo mentre la neve, più che mai generosa, faceva capolino anche in Brianza? Guardavo il mio bambino che aveva deciso di nascere proprio in concomitanza dell’apertura della stagione sciistica. Guardavo il suo papà che con ostinazione aveva voluto trasferire le tavole da snowboard dalla cantina alla veranda di casa per rimirarle, seduto sul divano, mugugnando: “Ma neanche se lo copriamo bene?...” “Se vuoi ti cucino i pizzoccheri e li annaffiamo di Inferno…” era tutto ciò che potevo rispondergli. Così, una sera nevosa, abbiamo approntato una dettagliata messinscena: abbiamo trasferito le sue tavole da snowboard dalla veranda all’ingresso di casa, assieme ai miei sci, agli scarponi alle giacche a vento e ai guanti; abbiamo acceso il camino e spostato il tavolo da pranzo davanti alla porta
Q
I Bagni Vecchi, foto di Roby TRAB - http://www.bormio.eu
finestra per vedere i riflessi del fuoco specchiarsi sulla neve in cortile; abbiamo stappato un corposo Sforzato e fritto gli sciatt, le deliziose frittelle di grano saraceno dal cuore di formaggio fuso. è trascorso, oramai, oltre un anno e, giorno dopo giorno, il Natale è già qui: attraverseremo pranzi e cene con parenti e amici e poi via verso la tanto attesa meta nevosa! Bormio è già tutto pronto: la legna da ardere è già stata consegnata verso l’inizio dell’autunno; la vicina di casa bormiese ci farà la cortesia di accendere il riscaldamento il giorno precedente il nostro arrivo in modo da godere da subito del tepore trattenuto dalle pareti rivestite di legno e la nonna, facente le veci di una so-
A
lerte baby sitter, è entusiasta all’idea di una vacanza con il nipotino. ià mi vedo salutarli di buon mattino elargendo baci e le solite raccomandazioni per scappare con mio marito, come due fidanzati, verso la funivia che ci porterà, dopo un anno di attesa, alla base dei 2000, il cuore da cui tutte le arterie sciistiche si diramano. Lì inforcherò gli sci e mi andrò a collocare proprio nel punto che per un intero inverno ho osservato via webcam dallo schermo del mio pc, indosserò gli occhiali da sole, guarderò in camera e sorriderò a tutti coloro che dai loro computer mi staranno guardando con invidia: un bacio a tutti, la vita è una ruota che gira, il sole si sta alzan-
G
11
do sulla montagna… buon lavoro, io devo andare. Poco più tardi, scendendo senza fretta dalla vetta verso i 2000 ascolterò il rumore del vento che si insinua nel cappuccio della giacca a vento e penserò che è ancora troppo presto per sciare, la neve è ancora un po’ troppo dura, tra una mezz’ora il sole sarà alto e scalderà la montagna, giusto il tempo per una fetta di torta e un caffè, e opterò per una sosta a I Laghetti.: questo rifugio è, infatti, il primo a essere baciato dal sole del mattino e, dettaglio non di poco conto, qui servono una torta ai mirtilli davvero eccellente. Poi, appesa ad un filo, le gambe pendule nel vuoto e seduta al fianco di qualche sconosciuto mentre il vento gelido mi percuote le orecchie, osservando la soffice distesa bianca sotto di me e la vetta sempre più vicina godrò finalmente della conquistata solitudine. assù, a 3000 mt sopra il livello del mare, mi fermerò ancora per qualche secondo, giusto per assaporare ancora un po’ il freddo d’alta montagna: rigido e pungente, completamente diverso dal freddo umido e appiccicoso a cui siamo abituati, è un gelo duro a tal punto da sembrare rimbalzarti addosso anziché penetrarti nelle ossa. Poi partirò: 220 chilometri di piste cariche di neve si offrono ai miei sci scalpitanti, ma anche a quelli di coloro che vengono qui a sciare, da Monza e da tutta la Brianza (e non solo…). Anche quest’anno è andata bene, già per il ponte di Sant’Ambrogio erano caduti oltre due metri di neve persino in paese, con quella che arrivata dopo… quassù è davvero una pacchia!
L
M
Panoramica Bormio, foto di Roby TRAB - http://www.bormio.eu
olti chilometri dopo, nel primo pomeriggio, affamata come un lupo mi ricongiungerò al mio consorte e insieme partiremo alla ricerca di un panino con salsiccia in uno dei tanti rifugi disseminati fra le piste che data l’ora tarda iniziano a essere un poco meno affollati. Una volta ristorati, sorseggiando un liquorino alla taneda che maledirò appena calzati nuovamente gli sci, discuteremo su cosa fare. Io vorrò senza dubbio terminare all’insegna del relax quella giornata cominciata da fidanzati senza figli, concedendomi una serata alle Terme. Arroccati sul monte Reit, all’imbocco della valle del Braulio, i Bagni Vecchi si trovano a circa 3 km da Bormio, sulla strada che conduce al passo dello Stelvio. Guardare la luna riflessa sulla neve e il vapore che sale dall’acqua calda, quasi neanche consapevoli del freddo che lambisce appena la punta delle orecchie mentre si nuota nella
piscina all’aperto, è un’esperienza suggestiva, romantica e anche tonificante, perfetto coronamento di una giornata sulla neve. Mi marito, invece, sarà certamente preda del fervore sportivo e mi costringerà a promettere che il 29 dicembre saremo tutti quanti, io, lui e il piccolo, in prima linea fra i tifosi accalcati a valle della storica pista Stelvio ad acclamare gli sciatori della discesa libera maschile della Coppa del Mondo di Sci Alpino, altro appuntamento immancabile di Bormio. Ovviamente prometterò: certamente non mancheremo. osì come so già che, visto che il papà è uno snowborder convinto, dovrò portarlo allo snowpark (www.snowparkbormio.com). Il pupo si divertirà come un pazzo guardando i suoi salti e sentendo la musica! Dai, facciamo le valigie e buon Bormio a tutti!
C
GARODA RESORT WATAMU
LA SPIAGGIA PIÙ BELLA IN ASSOLUTO DI TUTTO IL KENYA
96 STANZE, 2 RISTORANTI, 2 PISCINE, DISCOTECA, GRANDE SALA CONVEGNI, 3 BAR, SALA DA GIOCO, INTERNET POINT, CENTRO BENESSERE E BAZAR, KITE SURF, DIVING CENTRE.
12
KENIANHOUSE MALINDI
BOUTIQUE RESORT
LUSSO E RELAX IN PERFETTA ARMONIA
7 CAMERE, PISCINA PRIVATA, SPIAGGIA CONVENZIONATA A 10MINUTI. NAVETTA A DISPOSIZIONE TUTTO IL GIORNO
Blu Fly Tour Operator Per informazioni e prenotazioni Tel: 039 2495134 Email: info@blufly.it
AFRICANHOUSE MALINDI
BOUTIQUE RESORT
LUSSO E RELAX IN PERFETTA ARMONIA
7 CAMERE, PISCINA PRIVATA, SPIAGGIA CONVENZIONATA A 2 MINUTI, NAVETTA A DISPOSIZIONE TUTTO IL GIORNO
Bis!
teatro, musica ed eventi a Monza & Brianza
Le note alternative del Natale...
S
ono molti gli eventi che tutte le città e i locali della Brianza stanno preparando per Natale: cori, gospel e spettacoli teatrali, specialmente in questo periodo dell’anno, allietano le nostre giornate. Noi abbiamo scelto di proporvi una serata di Natale un po’ diversa, all’insegna della musica del cantautore emergente Giuseppe Peveri, in arte Dente, che esprime in musica e parole la sua fertile vena cantautorale, riuscendo in un’impresa assai ardua: non annoiare. Il suo terzo e ultimo album. L’amore non è bello è riuscito a superare la
retorica del pop/melodico italiano, spesso ancorato al binomio cuore/amore, con testi originali, che sono il vero tratto distintivo del cantautore di Fidenza che, non a caso, da molti è considerato il successore di Battisti. Il concerto di natale di Dente, oltretutto, si svolge in una delle location più godibili che la Brianza offre: il Bloom di Mezzago. Bloom è un centro multiculturale nato nel 1987 nel cuore della Brianza, che si è sempre distinto per la ricca programmazione musicale, cinematografica, artistica e per tutti i tipi di iniziative non propriamente
omologate. Questa realtà dimostra concretamente che è possibile vivere in questa società senza arrendersi né alle logiche del consumismo e delle multinazionali né all’atrofia culturale. Il Bloom è senz’altro diventato un punto di riferimento per la musica alternativa e non solo e continua ancora oggi a promuovere, produrre, lanciare artisti che da qui hanno iniziato la loro ascesa. Alcuni nomi? Nirvana, Bluvertigo, Aftherhours, Subsonica, La Crus, Cristina Donà, Green Day, Casino Royale e Nina Zilli, che abbiamo intervistato in questo numero (vedi Clochart).
Rocker House: la Brianza Rock’n’ Roll a cura di Fabio Paolo Costanza
Il “Rocker House” e’ un mega event che si tiene ogni anno presso il Palaporada di Seregno (MB), in collaborazione con il Tambourine Live Club, l’associazione culturale Jialma ‘99, e il Comune di Seregno. Giunti alla decima edizione, (nel 2008 con artisti del calibro di Hormonauts e Teatro Degli Orrori), si è voluto persino realizzare un DVD live dell’ultimo Rocker, con lo scopo di promuovere l’evento e gli artisti che hanno regalato la loro indimenticabile performance. E quest’anno? A solcare il palco del Rocker l’11 dicembre sono arrivati i Punkreas: nati nel 1989 a Parabiago (MI), possono essere considerati a buon diritto la punk band più famosa d’Italia e sono giunti a Seregno per festeggiare i 20 anni di carriera. Arrivati a questo traguardo dopo molti anni di gavetta, va sottolineato anche come la line up abbia subito un solo cambio in 20 anni di presenza sui palchi, a conferma della solidità granitica della band. Attualmente la formazione è composta da Cippa (voce), Flaco (chitarra), Paletta (basso), Noyse (chitarra) e Gagno (batteria), che da Falso, l’ultimo album, ha sostituito Mastino. Musicalmente, la band cerca sonorità grezze e furenti che rivelano peraltro una tecnica eccellente ed una creatività - soprattutto nei testi - fuori dal comune. In apertura il meglio dei progetti musicali emergenti, più marcatamente legati al territorio brianzolo (Veda, ITQQ e l’Annina, The Leeches), ma anche dal respiro più nazionale (Grenouille, Eva Mon Amour). 22 Dicembre ore 22.30 - ingresso 5 euro IORI’S EYES + SPECIAL GUEST + DJ KETTY (Radio Pop)
Programma Bloom
31 Dicembre dalle ore 22.30 sino all’alba ingresso 10 euro con consumazione (sino alle 00.00) 23 Dicembre ore 22.30 - ingresso libero CAPODANNO 2009 - LIFE IS A BEAT ACROBATIQUE’ 4: FUCKING 25 Dicembre ore 22.30 - ingresso 10 euro BEACH CHRISTMAS DENTE Per tutti voi che vivete con la testa ai tropici, voi che nelle notti piovose bevete 26 Dicembre ore 22.00 - ingresso libero 24 Dicembre ore 22.30 - ingresso libero tequila per scaldarvi il cuore e che se a STEFANO VERGANI E CALIFORNICATION.......THE Novembre spunta ancora il sole vi cambia ORCHESTRINA ACAPULCO SUNNY CHRISTMAS PARTY l’umore..... L’occasione migliore per trovarsi per Si balla dance, funky, soul, rock, indie, panettone, scambio regali e auguri. Sul 27 Dicembre ore 18.30 - ingresso libero reggae e cha cha cha con i migliori palco uno show unico ed irripetibile. THE SUNDAY AFTER. DJ’s di BLOOM. Preparato apposta per voi. L’APERITIVO ATTIVO DEL BLOOM
14
Punkreas I 20 anni del Punk Italiano
In occasione del Rocker House al Palaporada di Seregno, incontriamo i Punkreas. Nati nel 1989 a Parabiago (MI), possono essere considerati a buon diritto la punk band più famosa d’Italia (si veda riquadro a pagina 14). Siete sulla scena punk oramai da 20 anni e avete deciso di festeggiare con un tour nel quale presentate solo canzoni tratte dai vostri primi 3 dischi. Perché? Paletta: La scelta è stata proprio dettata dai festeggiamenti per i nostri 20 anni e noi abbiamo deciso di fare un regalo ai nostri fan (perché è grazie a loro se siamo arrivati a questo traguardo) che spesso ci richiedono durante i concerti di fare pezzi tratti dai primi tre album e che noi per una fattore legato alla durata dei concerti, quindi per problemi di scaletta, non riusciamo mai a fare. Parliamo degli albori dei Punkreas. Come vi siete conosciuti e perché avete scelto proprio il punk? Quali erano i vostri miti personali? Noyse: Io sono con loro grazie a Lemmi, un personaggio si San Lorenzo di Parabiago, ( nostro paese di origine alle porte di Milano)che mi ha introdotto e mi sono ritrovato a suonare con questi ragazzi che ora sono anche i miei amici. Poi quanto a miti, a parte ovviamente i Clash, a me piace molto, anche se col punk non centra niente, Nick Cave. Cippa: Io, invece, sono più legato all’inizio del punk, Sex Pistols e Ramones. Comunque abbiamo sposato il punk perché quando abbiamo iniziato a suonare l’abbiamo fatto per protesta. Siamo sempre stati
contestatori, anche al di fuori della musica, a scuola e ovunque…quindi metterci a suonare il punk è stata una scelta naturale. Volevamo rompere e stravolgere, muovere un po’ le acque, anche perché arrivavamo dagli anni ’80 dove con gruppi come i Duran Duran e altri la musica era diventata un po’ da “fighetti”. E poi che cosa è cambiato secondo voi nella scena punk dall’89 al 2009? I ragazzi sono sempre gli stessi? Paletta: E’ cambiato che prima venivano a vederci determinate persone e ora ci vengono a vedere i figli di quelle persone. Ci vengono a vedere i figli dei ragazzi di 20 anni fa curiosi di vedere che cosa facciamo e le stesse persone di una volta che sanno che cosa facciamo ma che sono curiose di vedere che cosa fanno i figli! La nostra è una rivista free press dedicata alla vita in Brianza. Che rapporto avete con questo territorio e coi ragazzi che ci vivono? Noyse: Ho un ottimo rapporto perché la mia compagna è brianzola, mia figlia è nata a Merate. Quindi un rapporto migliore di questo non potevo neanche sognarmelo! E poi, c’è il Bloom di Mezzago, un locale con cui abbiamo collaborato un sacco di volte e dove andiamo spesso, e ci sono moltissimi gruppi che sono anche grandi amici…dirli tutti è impossibile, ne conosciamo proprio tanti della Brianza. E’ una zona molto viva per quanto riguarda il punk e il rock. Si mangia bene…ci sono delle belle ragazze! Nel ‘99 avete suonato sullo stesso palco di Joe Strummer, il leader dei Clash.
Avete qualche aneddoto da raccontare in proposito? Noyse: Certamente, ci sono una serie di aneddoti! Te ne racconto due. In quell’occasione l’abbiamo conosciuto e Joe Strummer si è dimostrato una persona meravigliosa! Abbiamo passato tutta la giornata con lui, abbiamo bevuto con lui, scherzato con lui e mi ha autografato la chitarra che da allora si chiama “la reliquia”(ride). Dopo i concerti organizziamo sempre la gita al museo per vedere la mia chitarra con la firma di Joe Strummer. L’altro aneddoto, il più bello, è che quando è toccato a Joe Strummer salire sul palco noi stavamo salendo sul palco con lui. Ma la security di allora non permetteva agli spettatori di salire sul palco a vedere il concerto e ci hanno bloccato tutti: hanno fermato anche Joe Strummer che era con noi! Quello della sicurezza non l’aveva riconosciuto e non ci faceva passare. Quando l’organizzatore del concerto ha visto la scena e si è accorto di cosa stava succedendo è letteralmente rabbrividito: gli si sono rizzati i capelli! Dopo abbiamo fatto il concerto. Joe Strummer quella sera ci ha anche ringraziati durante la sua performance! Gran serata e gran persona! Come vedete il futuro dei Punkreas.? Cippa: Stando a come sta andando questo tour lo vedo molto bene! Stiamo proponendo canzoni che abbiamo scritto vent’anni fa e vediamo che sono attuali ancora oggi. Quindi credo che anche le prossime che scriveremo saranno attuali fra altri vent’anni! Dunque penso e spero in una carriera ancora molto lunga.
15
Art Decor
Art-Decor
sede centrale e show room via Indipendenza 167 20036 Meda (Milano - Italy) tel.0362/70194-5 fax 70196 web: www.art-decor.it e-mail: info@art-decor.it
Bacheca vendo, cerco, offro VENDO
Bambola originale americana in porcellana della mitica Marilyn Monroe (realizzata negli Anni 90 da Franklin Mint, il “mago” statunitense in materia di bambole). Altezza circa 60 centimetri, in scatola originale di cartone (la scatola un po’ scassata). Ottima idea regalo per chi ama il cinema o le... bionde. Richiesta € 200 – 039 380605 (dalle ore 9 fino alle 21, chiedere di Tinì) Cassetta Vin Arte con: 1 Sassicaia 2001-Bolgheri 1 Sassicaia 2002-Bolgheri ancora avvolte nella carta originale. € 250 – Matteo 3347184777 Set completo ferri golf donna marca Yonex + driver e put + sacca € 200 – agnimot@yahoo.it
Bilancia professionale tipo ortolano anni ’50. Perfettamente funzionante. € 50 - elenagorla@hotmail.com
N° 2 applique in legno dorato. € 100 – Roberto ra.roby@ymail.com
Piatto fondo Capodimonte Diametro 29 cm, decorato con putti € 40 – 333 6359540
Servizio Whisky da 8 Bellissimo cristallo completo secchiello ghiaccio in cristallo € 40 – valenoso@libero.it
Servizio caffè 12 persone Completo bricco latte e zuccheriera fine porcellana con decoro oro zecchino € 30 – 0332 747484
Servizio 12 piatti porcellana Decorati fiore blu completo di piatti frutta, due piatti portata, insalatiera e zuppiera € 25 – 0332 747484
Seggiolino auto Chicco con omologazione € 50,00 trattabili Per tutti e 3 gli annunci rivolgersi a Sonia allo 349/7137887
CERCO
Mobile fine 800 da restaurare parzialmente. Con specchio e vetrina. € 400 – viperotta33@libero.it Alzatina Limoges Con basamento in metallo dorato, decorato con oro zecchino e cobalto perfettamente integra € 30 – valenoso@libero.it
Seggiolone Foppapedretti € 75,00 Amplificatore GM-1000A Pioneer più pianale Fiat Punto, Majestic 250 Watt € 250,00 trattabili
Cerchiamo batterista Per gruppo ska Zona Monza Info valenoso@libero.it Amante animali cerco per adozione boxer femmina anche adulta (io ho già un maschio). 0362/239900 o info@pescheriasatalino.it
Per i vostri annunci gratuiti scrivete a: trantran@trantran.net
La redazione di trantran non si ritiene responsabile degli annunci ricevuti e pubblicati.
17
Verdissimo Vischio Nome scientifico Viscum album Famiglia Viscaceae Origine È diffuso nelle regioni boschive d’Europa e d’America. Il vischio è un arbusto sempreverde con aspetto cespuglioso. È una pianta parassita di numerosi alberi di latifoglie. I fusti hanno colore verde giallastro. Le foglie sono poste a due a due lungo i rami, di colore verde e di forma oblungalanceolata, il colore verde indica la presenza di clorofilla. I fiori sono piccoli e di colore giallo verdognolo. I frutti sono delle bacche sferiche bianche o giallastre traslucide con polpa gelatinosa e collosa, al cui interno si trova un unico seme verde. Queste bacche, tossiche per l’uomo, trasportate dagli uccelli si insediano nelle intercapedini di un ramo di una pianta ospite e iniziano a germogliare. Se, invece, le bacche cadono al suolo, muoiono senza germogliare. Alcune leggende Balder, dio della luce, figlio di Odino e Frigg, ogni notte sognava la propria morte.
18
curiosità, proprietà e usi delle piante intorno a noi
Il padre Odino, si recò nello Hel, la terra dei morti, dove ebbe conferma dell’imminente morte del figlio. Ritornato tra gli dei, Odino informò la moglie, che allora convocò a sé ogni cosa esistente al mondo ed impose a tutti di giurare di non fare mai del male a Balder. Solo la pianticella del vischio non giurò. Frigg, infatti, l’aveva ritenuta troppo debole e innocua. Da allora gli dei cominciarono un gioco, si disponevano intorno a Balder e gli tiravano sassi e frecce, lo trafiggevano con le lance, lo colpivano con le spade... ma nulla poteva ferire il giovane. Ma a Loki, dio della distruzione, questo gioco non piaceva. Così, con l’inganno, si fece svelare da Frigg il punto debole del figlio. Allora andò nel bosco, prese un ramo di vischio quindi si recò all’assemblea degli dei che, come al solito, erano impegnati nel gioco di colpire Balder.. Loki, allora, mise in mano il vischio ad Hoder, fratello cieco di Balder e lo guidò nel lancio. Il vischio uccise Balder. La leggenda vuole che Balder cadde su un cespuglio di agrifoglio, spruzzandolo di sangue. e che alla morte del figlio le lacrime di Frigg che cadevano sul vischio si trasformassero in perle bianche. Già ai tempi dei Celti il Vischio, chiamato oloaiacet, era considerato una pianta sacra, e vi era una vera e propria cerimonia di raccolta. I druidi, per raccoglierlo, usavano un falcetto d’oro e lo facevano cadere diretta-
mente in pezze di stoffa bianca. Si pensava che se avesse toccato terra la pianta avrebbe perso i suoi poteri. I Celti erano convinti che l’infuso di vischio curasse la sterilità. Per i nordici, era una pianta di origine divina, visto che non aveva radici in terra, si pensava che nascesse direttamente da una caduta di un fulmine, rappresentazione della discesa di una divinità sulla terra. Proprietà Il vischio è una pianta definibile magica fin da prima dell’avvento del Natale cristiano. Si dice che i Galli lo chiamassero con un nome che significava “quello che tutto guarisce”. Del vischio si utilizzano le foglie. Le caratteristiche medicinali del vischio erano conosciute già ai tempi di Ippocrate e Plinio. Ultimamente si stanno svolgendo degli studi sulle sue proprietà antitumorali: - come infuso, vino o macerato si usa come ipotensivo, antispasmodico, sedativo; - in impacchi o nella vasca da bagno allevia i dolori reumatici ed è molto efficace per sciatica e lombaggine. Curiosità Le bacche spremute venivano usate per preparare colle per l’uccellagione. Da qui alcuni modi di dire: come vischioso intendendo apiccicaticcio e invischiarsi riferito a situazioni poco piacevoli.
NonsoloMonza... Besana in Brianza
B
esana in Brianza è uno dei Comuni più settentrionali della Provincia di Milano prima ed ora di Monza e della Brianza. Confina infatti per circa la metà con la Provincia di Lecco. E’ posto nel cuore del territorio brianteo, appena oltre il Lambro, ed il suo territorio è costituito dalle prime colline moreniche frutto delle glaciazioni che hanno lasciato un segno tangibile con il notevole masso erratico, il più meridionale della Lombardia, proveniente dalla Valle Camonica ed protetto dalla Regione, che si trova in località Valle Guidino. l territorio, ancora verdeggiante per almeno il 70 per cento e attraversato da numerosi corsi d’acqua, alcuni affluenti del Lambro, raggiunge quasi i 16 chilometri quadrati, con un’altitudine massima di 350 metri sul livello del mare. Comprende sette frazioni, Besana, Montesiro, Valle Guidino, Cazzano, Villa Raverio, Vergo Zoccorino e Calò, che fino al 1869, anno in cui fu istituito forzosamente il nuovo Comune, costituivano comuni a sé. Oggi le frazioni, corrispondenti ad altrettante parrocchie, sono riconosciute a livello amministrativo e culturalmente sono ancora ben distinte l’una dall’altro da un forte senso di appartenenza. Il territorio besanese fu abitato dagli uomini preistorici, a giudicare da recenti ritrovamenti di punte di frecce e altri frammenti di selce lavorata, ma le prime notizie certe sono relative alle presenza romana, con ritrovamenti di un notevole numero di cocci di anfore e vasellame che fa supporre la pre-
I
di Dario Redaelli
senza di una fornace, di monete romane, di un coperchio di tomba in serizzo e, soprattutto di alcune are votive, a Valle Guidino, risalenti al 69 d. C. una delle quali di Pilade, saltuarius di Lucio Virginio Rufo, generale romano vincitore nelle Gallie, che fa supporre la presenza di un luogo di culto. el periodo delle invasioni barbariche il territorio di Besana cadde nell’incuria fino a che le comunità non si riformarono in seguito all’avvento del Feudalesimo, periodo in cui giunse sul territorio la nobile famiglia milanese dei Besana, che vi costruì un castello, governando per tre secoli il territorio della Pieve di Agliate oltre il Lambro. In questo periodo la famiglia diede i natali all’arcivescovo Gariberto da Besana che resse la diocesi milanese per circa tre anni. In epoca comunale la famiglia ritornò a Milano lasciando il campo alla famiglia Riboldi. otevole in epoca medievale fu anche l’influenza del Monastero benedettino femminile di Brugora, fondato dalla famiglia Casati nel 1100, protetto dalla Sana Sede, che fu soppresso in epoca napoleonica. Nel frattempo la diffusione del cristianesimo favorì la costruzione di alcune chiese, attorno alle quali si formarono le comunità autonome di Besana, Montesiro, Valle, Cazzano, Villa Raverio, Vergo Zoccorino e Calò che rimasero tali fino all’avvento degli Asburgo, sotto il cui governo furono organizzati in Comuni., delineando così le attuali frazioni Nel 1600 il territorio fu occupato degli spagnoli che si stanziarono soprattutto a
N
N
La Chiesa in Piazza Umberto I a Besana in Brianza
Montesiro, mentre nell’800 sul territorio furono costruite oltre 30 dimore patrizie, meta del soggiorno delle antiche famiglie dell’aristocrazia milanese, di cui furono testimoni Greppi e Stendhal. Queste famiglie contribuirono, pagando le tasse, a portare a Besana diversi servizi pubblici. L’11 febbraio 1869, riunita l’Italia, venne istituito il Comune di Besana in Brianza dall’accorpamento delle vecchie frazioni, così come si presenta oggi. a vita sociale oggi è caratterizzata da una notevole presenza del volontariato in tutti i settori e quindi di una fitta rete associativa con manifestazioni pubbliche nel corso dell’anno. Il mercoledì si tiene il mercato settimanale, il 25 novembre la centenaria fiera di Santa Caterina, nella zona della quattrocentesca chiesetta dedicata alla santa. Ad anni alterni si tengono due importanti manifestazioni musicali: il festival bandistico internazionale, organizzata dal Corpo Musicale S.Cecilia e Musarte, un contenitore culturale basato sulla musica ma aperto ad altre iniziative artistiche curato dall’amministrazione comunale insieme ai gruppi locali di volontariato culturale. Per questo motivo Besana in Bianza è stata definita in ambito provinciale “città della musica”.
L
CONCERTO DI NATALE GOSPEL E SPIRITUALS con
“The New Millennium Gospel Singer”
Domenica 27 Dicembre ore 21 Basilica Romana Minore Besana in Brianza
19
I segreti degli Chef I Fiamme di seduzione: le crepe suzette
n occasione delle feste natalizie abbiamo scelto di presentare ai lettori della scuola di cucina di Trantran la preparazione di un dolce che oltre ad essere sempre molto apprezzato è anche altamente scenografico, perfetto per stupire e divertire i commensali più esigenti : la crepe suzette flambè. Siamo ancora una volta ospiti dell’Istituto Alberghiero del Collegio Ballerini dove è il maitre Cristina Valtorta ad illustrarci i trucchi di questa classica preparazione “di sala” (nei ristoranti, infatti, le preparazioni flambè, non vengono effettuate in cucina dallo chef ma in sala dal maitre, servendosi di un carrello collocato presso il tavolo degli ospiti e di un apposito fornello a gas detto “lampada”). Per la realizzazione di questo piatto le crepe neutre(cioè preparate senza aggiunta né di sale né di zucchero) vengono preparate in precedenza. Servendoci di una padella di rame stagnato, che anche alle basse temperature diffonde uniformemente il calore (assolutamente non usare padelle anti aderenti, piuttosto sostituire con una classica padella in acciaio), facciamo rosolare una noce di burro ed aggiungiamo un cucchiaio colmo di zucchero che lasceremo caramellare. Aggiungiamo, quindi, le scorzette di arancia e limone tagliate a julienne (cioè a listarelle sottilissime). Facciamo sempre attenzione, durante la preparazione delle scorze di agrumi, a levare accuratamente tutta la parte bianca, che è molto amara, in modo da non trasferire quel tono amaro anche al nostro piatto. Allunghiamo questa base con del succo di arancia che contribuirà ad idratare ed ammorbidire le nostre crepe e attendiamo che questo fondo riprenda temperatura prima di aggiungere le crespelle. Quando anche le crespelle si saranno ammorbidite e riscaldate procederemo con il piegarle a ventaglio e, quindi, andremo a flambare (se provate la ricetta a casa attenzione a non fare il flambè sotto la cappa della cucina!) con un distillato importante: io, ad esempio, utilizzo del cognac. Per fare un bel flambè bisogna inclinare un po’ la padella, in modo che le crepe e il liquido si “appoggino” sul bordo inferiore della padella stessa e che la parte superiore si scaldi molto. A questo
punto, quando la padella è davvero rovente, bagnamo con il distillato: lo spettacolo è garantito. Se poi l’ambientazione lo consente, cioè se le luci sono molto basse come nei ristoranti dall’atmosfera più romantica, è anche possibile, mentre il distillato brucia, spolverizzare con dello zucchero, per produrre un effetto di crepitio e scintillio. Impiattiamo e …buon appetito! Guarda la video ricetta sul sito www.trantran.net
Ingredienti per 4 crespelle ( una porzione) 1 uovo 30 gr. di latte
10 gr di farina 5 gr. di burro
Ingredienti per le crepe suzette flambè una noce di burro scorzette di arancia e limone a julienne due cucchiai di zucchero
succo d’arancia q.b. cognac a piacere
PRODUZIONE E VENDITA AL DETTAGLIO
BIRRA ARTIGIANALE CRUDA IDEE REGALO
CARATE BRIANZA, P.ZZA RISORGIMENTO 1. TEL. 0362 900345 info@birrificiomenaresta.com
20
ALIMENTARI RASELLI
QUALITÀ • CORTESIA • SERVIZIO Via E. da Monza, 18 • Monza • Tel. 039.324766
Brigantia Natale a Monza
P
erché passare un weekend diverso dal solito? Perché non tramortirsi sul divano a vedere tutte le partite di calcio possibili e immaginabili, o annoiarsi con il solito giretto in un centro commerciale? Semplicemente perché Monza, sotto Natale, si trasforma nel palcoscenico ideale per soddisfare al meglio ogni voglia di novità. La cittadina lombarda diventa un gioiello fatto di luminarie e decorazioni che si fa apprezzare. E allora immaginiamo il fine settimana che potremmo passare a Monza cercando di non trascurare nessuna delle molte proposte che ci vengono offerte.
D
storia, leggende ed escursioni nella nostra verde terra
di Guido Caimmi
a dove vogliamo partire? Ma da Monza on Ice. Questa manifestazione, giunta alla sua seconda edizione, ci offre la possibilità di sfruttare fino 10 Gennaio, tutti i giorni, dalle 10.00 alle 24.00, una splendida pista di pattinaggio sul ghiaccio allestita in Piazza Trento e Trieste, finalmente godibile dopo la fine dei lavori (lunghissimi!). Io sono già stato a vedere la pista ed è stato proprio un bello spettacolo. Ho chiesto a un po’ di persone cosa ne pensassero di Piazza Trento e Trieste così rinnovata e addobbata per le festività. Cito il signor Giuseppe Monguzzi che ha portato a pattinare la sua bambina, Greta. “ Finalmente la nostra splendida città si dà il tono che
merita. Camminare per le vie del centro è bellissimo e poi, a pattinare con Greta, mi sono davvero divertito. Quanti bambini, poi!”. Aveva un’aria effettivamente molto soddisfatta. Penso che una pattinata la consiglierebbe volentieri a tutti. E la sera di Natale sui pattini ci andrà pure Babbo Natale che distribuirà dolciumi a chiunque si presenti. Ogni giorno, inoltre, la pista sarà vivacizzata da qualche evento particolare: musica, balli, eccetera. questo punto possiamo abbandonare la pista di ghiaccio e dirigerci verso Piazza San Paolo. Qui c’è un particolarissimo mercatino che offre prodotti tipici della Brianza e non solo. Dai più classici alimen-
A
tari, ai prodotti per la casa, fino all’abbigliamento e anche al folclore con i giocattoli e i gadget più impensabili. Qui, oltretutto, utilizzando una ventina di euro potremo metterci già in tasca tre o quattro simpatici regali di Natale a cui mancherà soltanto un bigliettino. Ma dovremo spostarci anche da qui. Non si può certamente evitare di farsi un paio di “vasche” in via Italia che ci abbaglierà con le sue vetrine sempre molto ben curate. Non dovremo negarci anche un giretto verso il Ponte dei Leoni, dove avremo la possibilità di trovare un banchetto che distribuisce ottime caldarroste e crepes alla
22
nutella per una pausa ristoratrice. E volete sapere cosa è capitato a me e a qualche amico durante la nostra pausa? Allora, giunto il nostro turno per ordinare una frittella, il mio amico Mattia ha chiesto: “Una bella frittellona!” e la signora che ci serviva ha risposto: “Grossa come me (troverete una signora abbastanza in carne), o come mio marito (anche lui un signore dalla stazza molto imponente)?”. Ridendo, abbiamo chiacchierato anche con questa signora che ci ha rivelato che questo è il periodo dell’anno in cui il centro di Monza è davvero pienissimo di gente e, a parte gli affari, che vanno bene, è bello vedere tutto questo movimento. Tra l’altro la frittella era ottima, oltre che enorme. on dimentichiamoci poi che, per tutti i fine settimana di Dicembre, il centro sarà animato anche dal trenino di Natale, un’alternativa alla passeggiata a piedi. Il trenino parte e arriva a Piazza Roma. Per finire il nostro giro, potremmo anche regalarci
un momento culturale e a Monza le opportunità non mancano. Tra tutti i monumenti, sceglierei quello principale, il Duomo, dove è anche possibile visitare il museo Serpero con soli 8 euro e avere modo di ammirare la meravigliosa Corona Ferrea che ancora oggi è simbolo del capoluogo della Brianza (a proposito, quanti di voi sono andati a vederla, almeno una volta?).
Il 24 sera, tutti in Piazza Duomo, dove gli alpini allestiranno una gratuita distribuzione di vin brulè, ideale per dei calorosi auguri. Foto di Niccolò Rossi A sinistra: Centro di Monza Al centro: Piazza Trento e Triste, la pista di pattinaggio sul ghiaccio A destra: Piazza Duomo, Monza
N
23
Reality
venti domande per vedere la brianza con gli occhi dei brianzoli
Nome Antonella
Ai trasporti in Brianza… 6
Età 22
Al commercio… 7
Dove sei nata? A Milano.
Se non vivessi in Brianza dove ti piacerebbe vivere? A New York, per i grattacieli, la vita notturna….
E dove vivi? A Brugherio.
Esprimi un desiderio… Incontrare il principe azzurro, sincero, fedele, e soprattutto bello!
Vivi sola o con la tua famiglia? Con la mia famiglia. Destra o sinistra? Nessuna delle due. Cosa ti piace di Monza e della Brianza? Il Parco, i negozi…i ragazzi! E cosa invece non ti piace? Un po’ di persone con la puzzetta sotto il naso. Quante volte vai al parco durante la settimana? Mai, lavoro troppo… Associazione d’idee. Se ti dico verde… Parco.
24
Liceo Artistico! Sei più favorevole al matrimonio o alla convivenza? Convivenza, perché se mi stufo di lui lo mollo in tronco. Chi è Dario Allevi? Non so chi sia… Dai un voto da 1 a 10 alla Brianza… 8
Favorevole o contraria alla metropolitana che arrivi fino a Monza? Favorevole, almeno quando finisco di lavorare arrivo a Milano in cinque minuti direttamente da Vedano al Lambro. Dimmi un proverbio… Occhio per occhio dente per dente. Dì qualcosa ai nostri lettori… Comportatevi bene… fate l’amore e non la guerra!
Raccontiamoci LA TENUTA di Juri Casati
I
o pensavo di essere una persona razionale, una persona che non si fa condizionare dalle storie e dalle leggende. Tuttavia certi fatti mostrarono con chiarezza quanto questa mia opinione fosse sbagliata. Era la fine di dicembre di qualche anno fa. Erano quei giorni tra Natale e Capodanno in cui le persone non lavorano e, se non sono andate fuori città, rimangono in casa a riposarsi. In quei giorni a poche persone può venire in mente di andare a fare una corsa al Parco di Monza. Soprattutto alla mattina presto. Soprattutto se nevica incessantemente da quarantotto ore. Invece la mia idea fu proprio quella. e strade interne al Parco erano coperte da una spessa coltre di neve, così come i sentieri e i prati. Soprattutto per chi intendesse correre – come piaceva fare a me - nelle zone più desolate del Parco: le stalle abbandonate e semidistrutte della cascina Fontana, la curva parabolica, il laghetto della Valle dei Sospiri, il tempietto della Villa Reale, le macerie del vecchio ippodromo lasciate dall’incendio che lo distrusse. Io mi trovavo in un luogo di questo tipo. Sorgeva solitario, vicino a una certa boscaglia, un grande cancello di ferro battuto picchiettato di ruggine e ben chiuso. I cardini di questo austero cancello erano agganciati a vecchie colonne di pietra seminascoste dall’edera. Non erano rimaste né recinzioni che rendessero possibile capire l’estensione di quella tenuta né stemmi che rendessero possibile identificare a quale famiglia appartenesse. Il cancello era semplicemente rimasto là, a dispetto di tutti i cambiamenti urbanistici e catastali intervenuti nei decenni, così come in certe città si trovano ancor oggi antiche porte romane, vestigia di un impero sepolto da secoli. ro proprio arrivato davanti ai battenti serrati di quel cancello che mi successe quello che ora mi accingo a raccontarvi. Ormai avevo smesso di correre da parecchi minuti. Mi ero accorto che era troppo faticoso e assolutamente improduttivo correre in mezzo alla neve farinosa dal momento che essa frenava ogni mio movimento. Avevo deciso di camminare. Ma anche camminare costava fatica. A contatto con quella natura che la neve aveva reso primordiale e incontaminata provavo la sensazione, del tutto inventata da parte del mio cervello, di
L
E
essere il primo uomo nella storia a mettere piede in quella sperduta landa. Il cervello viaggiava per conto suo e questo fatto contribuì parecchio a creare quello che seguì. La mia fervida immaginazione passò dal creare l’impressione di essere un esploratore a creare l’impressione di essere un esploratore disperso, anzi no: ero un esploratore disperso nella tormenta di neve durante una spedizione scientifica alla ricerca di una leggendaria città perduta del nord. Ero l’ultimo esploratore rimasto in vita di quella spedizione. Avvertivo una sensazione di eroismo suggeritami dalla fatica, dalle condizioni atmosferiche e dalla solitudine, ma frutto anche di un evidente fenomeno di autosuggestione. Quel cancello avvolto nelle folate fredde di vento misto a neve era forse la porta d’ingresso di quell’antica città? Non potendolo varcare - i battenti erano serrati - decisi di aggirarlo. u allora che vidi delle orme. Qualcuno mi aveva preceduto. Strano non avere visto questa persona dal momento che il Parco era pressoché deserto. Erano orme profonde, ben piantate, nitidissime. Un uomo, sbucato da chissà dove, era passato da lì. L’istinto mi spinse a seguire quelle impron-
F
scrittura creativa
sponde del Lambro e lo costeggiavano per un lungo tratto. Io le seguii e mi trovai ad un certo punto al cospetto di una piccola capanna apparentemente disabitata. In realtà alcune umili suppellettili lasciavano intendere che essa fosse il misero ricovero di quell’uomo. Anche la visione di quella capanna seminascosta sul fiume mi fece venire alla mente antichi ricordi, questa volta più nitidi. olti anni fa io e altri bambini raccontavamo di un individuo che viveva nel Parco. Alcuni avevano trovato i suoi bivacchi e qualcuno aveva trovato le sue capanne di fortuna. Nessuno gli aveva mai parlato. Nessuno di noi lo aveva realmente visto. Nei pressi della capanna trovai anche una singolare costruzione. Decine di sassi di grandezza regolare erano stati messi uno di fianco all’altro e uno sopra l’altro per creare un parallelepipedo. Sopra di esso giacevano resti di animali, alcuni freschi, altri invece dovevano essere lì da settimane. Ne conclusi che quella costruzione non poteva che essere un altare. Noi bambini raccontavamo che quella figura vagasse continuamente nel Parco e che spiasse le persone. Si parlava anche – ma
M
“... La mia fervida immaginazione passò dal creare l’impressione di essere un esploratore a creare l’impressione di essere un esploratore disperso, anzi no: ero un esploratore disperso nella tormenta di neve durante una spedizione scientifica...” te regolari che si stagliavano avanti a me. A giudicare dalla lunghezza del passo dovevano appartenere ad una persona altissima e a giudicare dalla profondità doveva essere una persona assai robusta. e orme mi condussero per qualche centinaio di metri per quello che doveva essere un sentiero. Poi svoltarono nel fitto della boscaglia. Le seguii finché non giunsi al punto in cui si potevano chiaramente vedere le tracce di un fuoco ormai spento che doveva essere stato il bivacco dello sconosciuto. Fu quella scena che mi fece tornare alla mente - seppur in modo confuso - alcuni vecchi ricordi. Il fuoco spento di un bivacco in mezzo alla boscaglia era qualcosa di cui avevo già sentito parlare. Le impronte proseguivano ancora fino alle
L
non ricordavo bene i termini della questione – di zampe di gallina. entre proseguivo nell’esplorazione del terreno vicino alla capanna mi accorsi che una figura si avvicinava all’altare. Io mi nascosi dietro un albero. Non poteva essere l’uomo delle impronte dal momento che era una figura assai minuta: una donna. Una donna anziana. Si muoveva a fatica nelle neve e non riusciva nemmeno a bilanciarsi bene utilizzando le braccia dal momento che portava con entrambe le mani un fagottino che evidentemente doveva essere preziosissimo. Lo appoggiò sull’altare, lo scartò e si fermo in raccoglimento per alcuni minuti. Poi si allontanò con la stessa fatica con cui era giunta.
M
25
Speedy Pub Monza Speedy Pub via Appiani 22/a 20052 Monza - MB Tel. 039 321663 Apertura: da lunedĂŹ a sabato dalle 11.00 alle 2.00 Giorno di chiusura: domenica www.speedypub.it
Raccontiamoci S
i parlava all’epoca tra noi bambini di furti nei casolari, di profanazioni, di ombre lunghe create dai lampioni che seguivano i passanti nella notte, di incendi. Mi tornò anche alla mente che all’epoca, e per un certo periodo, i nostri genitori non ci fecero uscire più di casa se non per andare a scuola e anche in quella circostanza eravamo sempre attentamente sorvegliati. Evidentemente non eravamo noi bambini ad esserci inventati quelle storie, ma rielaboravamo ciò che sentivamo confusamente a casa. Qualcuno doveva essere temuto. E questo qualcuno doveva essere nel Parco. Mi riavvicinai all’altare. Tra i resti del sacrificio, per lo più frattaglie di animali, spiccavano delle zampe di gallina. Notai anche qualcos’altro che prima non avevo osservato. Incastrati tra i sassi che costituivano quell’altare improvvisato c’erano molti foglietti spiegazzati. Ne aprii diversi.
Angolo poesie 1995 di G.M. Notte... Silenzio... Parole come magiche lucciole volano intorno e si posano piano su un cuscino nel cassetto su una lampada accesa ai piedi del letto o nella mia mano, che stringe la tua
scrittura creativa
Alcuni erano ormai illeggibili: l’acqua aveva cancellato l’inchiostro. Altri si leggevano ancora bene: erano invocazioni di aiuto e richieste di grazia per malattie, per trovare un lavoro, per trovare marito, per vincere alla lotteria. C’erano anche ringraziamenti per una grazia ricevuta, promesse di fioretti, voti, ma c’erano anche maledizioni nei confronti dei vicini. d un tratto mi parve che qualcuno mi osservasse e sentii il rumore di un ramo spezzarsi. Fuggii via barcollando nella neve a dispetto dell’ideale di eroe solitario ottocentesco che la mia fantasia aveva evocato poco prima. Si parlava in casa e poi tra noi bambini a scuola di una specie di patto che era stato siglato con quell’uomo. Una specie di accomodamento che avrebbe messo fine ai furti nei casolari, alle profanazioni, alle ombre lunghe create dai lampioni che seguivano i
passanti nella notte, agli incendi. Non se ne sarebbe parlato più. ei giorni seguenti mi recai di nuovo in quei luoghi e vi accompagnai diverse persone, ma non riuscii mai più a ritrovare il fuoco spento del bivacco, la capanna in riva al fiume, l’altare con i resti dei sacrifici, i foglietti. E nemmeno le impronte. Cercai nelle annate dei quotidiani locali informazioni circa quello che successe in quegli anni lontani, ma non trovai informazioni utili. Chiesi anche ai miei genitori e ai miei vecchi amici dell’epoca se non ricordassero anche loro certi fatti, ma nessuno sembrava ricordare alcunché. Tuttavia tutti mi sembrarono alquanto reticenti. La neve aveva cancellato tutto. Sul vellutato manto di neve spiccavano effettivamente delle impronte là dove c’era stato l’altare fatto di sassi. Ma non erano tracce umane. Erano zampe di gallina.
Senza titolo di G.M.
Senza titolo di G.M.
Spensieratezza, mutismo sonno, stanchezza e voci insistenti che parlano di niente e di tutto Ruotare di suoni di gente incolore che muove in questo cammino pedine spezzate, rubate rotonde o quadrate. Non conta la forma è il colore che importa
Il giorno passato rimane scuro a guardarti e gira con fretta una pagina della tua vita Un altro domani ci aspetta di tutto di niente di piccole cose di grandi cose di gioie e dolori Né nuvole, né pioggia né sole abbagliante ma solo sereno gli chiedo per te
A
N
27
L’angolo del pendolare Trenitalia e i paradossi dello spazio tempo di Juri Casati
N
ella Berna del 1905 un giovane impiegato dell’Ufficio Brevetti si trovava a bordo di un tram che doveva percorrere un lungo viale lasciandosi alle spalle la torre dell’orologio. Quell’impiegato immaginò che il suo tram si lasciasse alle spalle la torre dell’orologio alla velocità della luce. Ebbe un’intuizione: l’immagine del movimento delle lancette dell’orologio della torre - viaggiando alla velocità della luce e cioè alla stessa velocità a cui stava viaggiando (ipoteticamente) il tram - non avrebbe mai potuto raggiungerlo. Le lancette della torre dell’orologio pertanto sarebbero sembrate ferme ai pendolari sul tram, mentre le lancette degli orologi nei taschini delle loro giacche avrebbero continuato a muoversi regolarmente. Quell’impiegato concluse che viaggiare alla velocità della luce faceva perdere significato alla nozione di tempo del senso comune. Quell’impiegato si chiamava Albert Einstein e quel giorno sul tram intuì quella che fu poi nota come teoria della relatività ristretta.
Questa fortunata intuizione fu possibile a un impiegato su di un mezzo pubblico nella Berna del 1905. Ma ciò sarebbe stato possibile anche in Brianza - non dico nella Brianza del 1905 - ma in quella attuale? Facciamo una premessa: evidentemente Einstein a Berna viaggiava seduto comodamente per potersi abbandonare a riflessioni sui massimi sistemi. Qui da noi è un po’ diverso: stare in piedi e pigiati come sardine tra Monza e Porta Garibaldi inibisce (diciamo così…) la possibilità di una riflessione ponderata. Tuttavia appare comunque improbabile che gli sarebbe mai potuto venire in mente che qui un mezzo pubblico – per esempio un treno - possa muoversi, anche solo ipoteticamente, alla velocità della luce dal momento che la velocità media è intorno ai 20 Km/h. noltre il nostro Einstein non sarebbe stato costretto ad escogitare un esperimento mentale così complesso - come è quello di viaggiare alla velocità della luce - solo per vedere fermarsi le lancette di un orologio. Gli sarebbe bastato guardarsi
I
attorno: le lancette degli orologi nelle stazioni sono già ferme, quando ci sono, per scarsa manutenzione. a non disperiamo: il grande scienziato era un uomo curioso e la sua attenzione sarebbe stata sicuramente catturata da certi fenomeni che noi ben conosciamo, ma di cui non conosciamo ancora una spiegazione. Einstein sarebbe per esempio rimasto basito di fronte alle singolari modalità di rilevazione del tempo nell’universo ferroviario. Infatti avrebbe appreso che il ritardo di un treno non viene calcolato fermando la misurazione quando si aprono le porte del treno, ma quando – sembra, ma non è accertato – il treno ha l’ok ad entrare in stazione. Ciò ha singolari conseguenze: un viaggiatore può percepire ritardi che Trenitalia invece non registra. Ma si possono produrre anche veri e propri paradossi temporali: se la puntualità di un treno viene misurata quando questo ha l’ok prima di entrare in stazione ne consegue forse che un treno arrivato in orario per i passeggeri sia arrivato in anticipo per Trenitalia?
M
SPORTPARK
Vedano al Lambro (MI)
Vedano al Lambro (MI) via V.Alfieri, 32 - Tel. 039.24.94.581 Calcio a 5 - Calcio a 7 - Tennis - Minicar Minigolf coperto - Ping Pong coperto www.sportparkonline.com 28
A
ltra chicca: se la puntualità o il ritardo di un treno vengono misurati prima del loro arrivo in stazione, perché i passeggeri ottengono questa informazione solo all’effettivo arrivo del treno. In altre parole: perché per sapere se un treno è in ritardo di 10 minuti il povero Albert deve attendere l’arrivo del treno dieci minuti dopo l’orario stabilito. Non glielo potrebbero dire prima? Nella Berna del 1905 si viaggiava sicuramente meglio. e i paradossi temporali creati da Trenitalia sono infiniti, non meno grandi sono i paradossi spaziali esistenti. Ne cito uno: il nostro Einstein rimarrebbe allibito se vedesse binari liberi alla sua destra, binari liberi alla sua sinistra, ma il suo treno fosse FERMO sul suo binario. Egli, pur esperto in curvatura dello spazio, si chiederebbe: ma allora a che cazzo servono tutti ‘sti binari? Tuttavia se infine il nostro Einstein, stremato dalla calca, avesse voluto scendere dal treno a Monza per prendere un altro treno e tornarsene in Svizzera avrebbe rischiato seriamente di essere costretto a rimanere a bordo a causa delle porte guaste che impediscono la discesa e la salita dei passeggeri. Ovviamente Trenitalia avrebbe commentato il fatto dicendo di aver impedito la fuga di cervelli dall’Italia e in particolare di aver conseguito un risultato storico: aver portato Einstein fino alla fermata di Greco Pirelli, sede dell’Università Bicocca.
S
IL PENDOLARE SPERANZOSO Scritta da Maria Freda Il pendolare speranzoso Si alza all’alba attivo e grintoso Stamane ha un appuntamento Di cui non è granché contento Un importante cliente potrà Comprare tutta la società Il capo gli ha raccomandato: “Puntualità e abbigliamento adeguato” Lui col suo fare ben educato In fretta l’ha rassicurato Dopo la barba la doccia si fa E decide il treno che prenderà Anche se attento l’ha prescelto pensa al binario che han divelto Comunicato al telegiornale “nessun passeggero s’è fatto male” Una bravata nella nottata Di certo la cosa sarà sistemata E fiducioso accelera e va Alla stazione in centro città Sette e quaranta treno perfetto Ultimo sguardo nello specchietto “arrivo presto andiamo al baretto C’è tempo pure per un cornetto” Dice al collega al cellulare Mentre si accinge a parcheggiare Sale le scale in tutta fretta Le sette e trenta l’ora è perfetta Ma a un tratto sente uno strano rumore Sembran le porte di un vagone “ma che succede? Come? Perché? Treni a quest’ora non ce n’è!” Gli passa proprio sotto il naso Chiede a qualcuno s’informa sul caso
.
“È quello prima in ritardo di un’ora” Riprende fiato e si consola Sette e cinquanta clima impaziente Gran mormorio in mezzo alla gente Le otto e un quarto è disarmante Nessun annuncio all’altoparlante “Ci sarà un guasto al locomotore?” Si fanno ipotesi e congetture A un certo punto qualcosa si sente Ma è indecifrabile non serve a niente!! Chi si lamenta chi si dispera C’è chi s’infuria e si dimena Qualcuno rinuncia e se ne va Tra sé borbotta “Ma come si fa?!!” Il pendolare che ha molta costanza Perde pian piano la pazienza Chiama in ufficio ma tanto lo sa Che lì nessuno gli crederà Poi finalmente una voce fulminea “Blocco totale su tutta la linea Il guasto non è da noi dipeso E ci scusiamo per il disagio” “Sono le nove per carità! La mia riunione comincerà!!” E’ ben visibile l’emozione Rabbia impotenza desolazione E senza un filo di speranza S’arrende affranto all’evidenza Ora davvero preoccupato Pensa all’accordo che avran siglato Sicuramente il nuovo acquirente Farà cambiamenti in tutto l’ambiente Dovrà contenere il costo aziendale E’ una politica generale Ed un’ipotesi sconvolgente Gli resta fissa nella mente “Se ci son tagli al personale Faranno fuori il PENDOLARE!!”
.
via leonardo da vinci, 30 - 20038 seregno (mb) - info@ilfluido.it
Ogni occasione è buona per farsi contaminare dal : non solo recupero creativo ma una reale filosofia di lavoro e di vita
29
La selvaggina ringrazia per la concessione di questo spazio. Per realizzare questa pagina non sono stati utilizzati veri animali.
Ogilvy&Mather
In cuccia
Natale con l’Enpa... a cura di Gabriella
due chiacchiere a quattro zampe
ADOZIONE A DISTANZA: L’UNICO MODO DI REGALARE UN ANIMALE L’errore più grave che si può commettere a Natale è quello di regalare animali, perché saranno loro a pagare le conseguenze. Ogni anno ripetiamo la solita massima: “Facili doni, facili abbandoni”. E ogni anno, passate le feste, arrivano persone in canile per cedere un animale, regalato con troppa leggerezza, dicendoci “Io non avrei mai preso un cane/gatto, ma me l’hanno regalato …” Piuttosto che un cane o gatto in carne e ossa, perché non regalare (o regalarsi) un’adozione a distanza? E’ un modo originale per fare un dono doppiamente generoso: verso la persona a cui volete bene ma anche verso il bisognoso amico a quattro zampe che riceverà il vostro aiuto. E non solo per il Natale, ma anche per tantissime altre occasioni: matrimoni, battesimi, compleanni, anniversari, San Valentino, ecc.! Grazie al nostro Progetto Famiglia a Distanza (PFD), con un contributo di 90 euro per un periodo di sei mesi, si può adottare a distanza un cane, un’intera banda di gatti, o ancora i topini salvati dagli esperimenti di laboratorio, tutti presenti nel canile/gattile di Monza. Si riceverà l’attestato d’adozione, e poi mensilmente aggiornamenti e foto dell’amico scelto. Per chi sceglie di regalare un’adozione a distanza, la persona riceverà un attestato speciale. Avrete inoltre la possibilità di venirli a trovare e, nel caso dei cani più coccoloni, anche la possibilità di portarli in passeggiata su appuntamento nell’area cintata adiacente al canile. Gli amici attualmente protagonisti del PFD ci sono i cani Churga, Tigre (l’amico con gli occhi tristi nella foto a destra), Alfio, Randa, Leon (il rottweiller a sinistra) e Kiro; i gatti dell’Oasi (tutti insieme appassionatamente), e infine i topolini ritirati dai laboratori di ricerca. Prossimamente ci sarà un settimo cane, in arrivo da un altro canile, che potrà essere adottato a distanza anche lui. Per avere ulteriori informazioni sulle adozioni a distanza e sui protagonisti del progetto, vai alla pagina Progetto Famiglia a Distanza sul nostro sito (in home page a destra in basso). Oppure (specie nel caso di cani appena affidati e non ancora tolti dalla pagina PFD e sostituiti da altri), basta andare alla sezione dei cani in canile per leggere le loro schede CALENPARIO 2010: IN VENDITA IL CALENDARIO DELL’ENPA MONZESE Per il quarto anno consecutivo, la sezione ENPA di Monza e Brianza ha realizzato il proprio calendario dedicato agli ospiti del canile/gattile di Monza. Ormai divenuto irrinunciabile, il calENPArio 2010 è disponibile in due differenti versioni, con foto e grafiche completamente diverse, tutte a colori. Potete scegliere tra la comoda versione da scrivania (21 cm x 14 cm, €5) e quella da parete (30 cm x 42 cm, €8), o - perché no - prenderli entrambi, o ancora acquistarne tanti da regalare agli amici, parenti e colleghi! Il calENPArio 2010 è disponibile: presso la nostra sede di via Lecco 164 da lunedì a venerdì dalle 14,30 alle 17,30, o martedì e giovedì sera dopo le 21,15; presso il canile in via Buonarroti tutti i pomeriggi, eccetto mercoledì e domenica, dalle 14,30 alle 17,30; ai banchi natalizi ENPA in via Italia a Monza, tutti i sabato e domenica di dicembre dalle 9,30 alle 18,30. LIETO FINE PER SCOSSA, LA MICIA SALVATA DAL TERREMOTO Qualche settimana fa abbiamo dato notizia dell’adozione dell’ultimo dei cani “abruzzesi”, ossia i cani portati in Brianza dai volontari ENPA al termine delle nostre due missioni nelle zone colpite dal terremoto del 6 aprile scorso. Ora siamo felici di annunciare anche l’affido di Scossa, l’ultima rimasta dei mici domestici recuperati all’Aquila dai nostri volontari. Dopo aver perso il suo padrone nel sisma, Scossa ha trovato rifugio presso il Gattile di Monza. Ma nonostante il carattere dolce ed affettuoso, non trovava mai la sua nuova anima gemella. Poi finalmente è arrivato il suo turno: Monica di Olgiate Molgora ha visto la sua scheda e foto sul nostro sito, se n’è innamorata, e il 19 novembre è venuta ad adottarla. A distanza di pochi giorni ci ha scritto con qualche aggiornamento e foto. Ecco due stralci della sua mail: “Scossa ha un nuovo nome... si chiama Shady e si sta ambientando molto bene. Non si schioda da me, mi segue sempre ovunque! Ero tentata di chiamarla Chiquita - ti si appiccica tipo bollino! Ormai divano e lettone sono suoi - vedi foto! (...) E’ davvero adorabile - molto più espansiva e tenera di quello che pensavo o che mi aspettavo.”
Ambulatorio Veterinario Verano Dir. San. Dott.ssa S. Bombana
via N. Sauro 20/D Verano Brianza (MI) Tel./Fax 0362 903 554 Cell. 339 22 64 855 Orario: Lun-Ven 10.30-13.00 / 16.00-19.00 Sab 10.00-13.00
31
Di tutto un po’
svago giochi curiosità
Texas hold’em: la nuova mania
È
tempo di feste, di grandi pranzi e suntuose cene per godere della compagnia di parenti e amici. Ma con le feste c’è anche il tempo di permettersi un po’ di svago per trascorrere piacevolmente la pausa tra tanta attività gastronomica. Regina del gioco per tutta la famiglia forse sarà ancora la tombola, che ha ben resistito all’attacco dello statalizzato Bingo e continua a dispensare divertimento a grandi e piccoli. Ma se parliamo di giochi per i più grandi non c’è bingo, tombola, briscola o sette e mezzo che tenga – a dispetto forse di una sbandierata italianità di una nota birra- davanti al Poker, il gioco a carte probabilmente più diffuso e giocato in tutto il mondo nelle sue diverse varianti. Il Poker infatti più che un semplice gioco è una famiglia di giochi che hanno in comune un sistema di combinazioni formate con le carte di ciascun giocatore, e da un meccanismo di puntate successive. La variante tradizionalmente giocata in Italia è conosciuta nel mondo come 5 card draw ed è solo una delle tante esistenti. Ci sono infatti tre grandi tipologie di Poker: il Draw Poker (di cui fa parte appunto il nostro Poker tradizionale), in cui ogni giocatore riceve cinque o più carte coperte e può successivamente cambiarne una o più per una o più volte; lo Stud Poker in cui ogni giocatore riceve un certo numero di carte alla volta, alcune coperte e altre scoperte, ma non è mai possibile cambiare le proprie carte; e il Community Card Poker. La variante più nota di quest’ultima tipologia di gioco è il Texas Hold’em, ed è di questa variante di cui vogliamo parlare oggi. È divenuta molto
famosa e diffusa anche in Italia in seguito alla massiccia spinta mediatica dovuta alla legalizzazione del gioco cosiddetto ‘sportivo online’, che si definisce tale poiché organizzato in tornei nei quali ogni giocatore acquista la propria quota, o buy-in, e riceve un determinato numero di fiches o chips con le quali gioca. Chi perde tutte le proprie chips viene eliminato, gli ultimi ad essere eliminati si classificano nelle prime posizioni e si dividono il montepremi, costituito dalla somma dei buy-in. aratteristica peculiare dei Community Card Poker è la presenza sul tavolo da gioco di un certo numero di carte scoperte (board) utilizzabili da ciascun giocatore per comporre il proprio punto insieme alle proprie carte coperte. Nel Texas Hold’em ogni giocatore riceve due carte coperte, e il board è formato da cinque carte che verrano scoperte in tre fasi: il flop (tre carte), il turn e successivamente il river (una carta ciascuno). Come in ogni variante di Poker le carte vengono distribuite in senso orario partendo a sinistra del mazziere (o dealer). Tale posizione, che gira anch’essa di mano in mano in senso orario, viene generalmente contrassegnata dalla presenza di un bottone, che farà da riferimento per l’ordine delle puntate. Prima ancora di distribuire le carte però i due giocatori a sinistra del dealer dovranno pagare una quota predeterminata alla cieca, o ‘al buio’, al fine di rendere già interessante il ‘piatto’. Nello specifico il primo giocatore pagherà il cosiddetto buio (o piccolo buio dall’inglese small blind) e il secondo pagherà il doppio del buio, il controbuio (o big blind) e che andrà a costituire
C
La saggezza di nonna Elena: “L’importante non è arrivare, ma andarsene al momento giusto!” 32
I punti nel poker la quota minima per le puntate e i rilanci in ogni scommessa successiva. Quindi dopo che ogni giocatore ha ricevuto una alla volta le proprie due carte coperte inizia il giro di puntate partendo dal giocatore a sinistra del controbuio, che come ogni giocatore successivo avrà a disposizione le seguenti azioni: ‘vedere’ o ‘call’, ovvero ‘chiamare’ pareggiando la puntata precedente (per il primo giocatore il minimo, cioè il controbuio pagato dal secondo giocatore dopo il dealer); ‘rilanciare’ o ‘raise’, ovvero puntare scommettendo più del giocatore precedente (almeno il doppio della differenza tra il controbuio ed un eventuale rilancio successivo, per il primo almeno il doppio del controbuio); ‘passare’ o ‘fold’ ovvero lasciare la mano senza scommetere nulla. Nel caso ci sia almeno un call e nessun rilancio il giocatore nella posizione di controbuio oltre all’opzione del rilancio avrà anche la possibilità di fare un semplice check, cioè avendo già pagato la quota della scommessa, far parlare il giocatore successivo, ovvero in questo caso (essendo l’ultimo a parlare) passare alla fase di gioco successiva: il flop. A questo punto viene scartata (in gergo ‘bruciata’) una carta e scoperte le prime tre carte comuni sul board, il flop appunto. Partendo dalla prima posizione ancora in gioco a sinistra del dealer comincia il giro di scommesse e ogni giocatore ha a disposizione le azioni sopra elencate, oltre naturalmente alla ‘puntata’ o ‘bet’, per il primo giocatore che decide di scommetere. È in questo momento che si cominciano a delineare in modo più definito le probabilità di vincita di ciascuna mano, in quanto dalla combinazione delle tre carte scoperte comuni e delle due carte coperte di ciascun giocatore è già possibile comporre punti complessi come scala o colore, o progetti (draw) degli stessi. Per questo motivo un giocatore che prima del flop ha in mano due carte alte (come AK, asso re - in inglese Ace King) o addirittura una coppia formata, ritenendo di essere più avvantaggiato dalle probabilità tenderà a rilanciare il
piatto in modo da escludere giocatori con mani marginali che però potrebbero essere inaspettatamente vincenti in combinazione con le carte sul board. Nel caso in cui due o più giocatori pareggino la puntata si procede bruciando una carta e scoprendo la successiva, il turn. Si procede quindi con lo stesso meccanismo di puntate per eventualmente giungere a scoprire la quinta carta, il river, ripetere un giro di scommesse con lo stesso meccanismo e infine arrivare (possibilità abbastanza rara) allo showdown, dove i giocatori mostrano le proprie carte e confrontano i punteggi ottenuti dalla combinazione di cinque tra le sette carte a disposizione (2 personali + 5 comuni). Ovviamente vince chi mostra il punteggio più alto. È fondamentale ricordare che giocandosi con l’intero mazzo di 52 carte, per le diverse probabilità che ne derivano, a differenza del nostro poker tradizionale, nel
5 4
2
1 6 7 8 4
7 3 6 5
7 4 3 2 9
9
2
Texas Hold’em il colore viene battuto dal full e non viceversa (vedi riquadro). Abbiamo detto di quanto sia improbabile in una mano con giocatori esperti giungere allo showdown; questo perché nel poker, che pur rimane un gioco d’azzardo, l’abilità del giocatore riveste un’importanza fondamentale, e difficilmente un giocatore esperto si butta in una mano con scarse probabilità di vincita. Ovviamente la fortuna è determinante nelle singole mani, ma il calcolo delle probabilità, l’osservazione del comportamento degli altri giocatori, l’abilità di interpretare i bluff degli avversari e di eseguirli invece a propria volta fanno la differenza nell’arco di una partitae soprattutto di un torneo, ed è per questo motivo che esistono giocatori professionisti. Abbiamo avuto la fortuna di incontrarne uno fra i più stimati e noti in Italia. Luca Pagano infatti non solo è il detentore del record di
9 7 3 4
1
presenza a premi nel più prestigioso evento europeo di poker sportivo, l’European Poker Tour – EPT, ma è anche commentatore di una nota trasmissione, naturalmente sul poker. Da una breve chiacchierata con il campione alcuni piccoli consigli per i neofiti: “È importante prestare attenzione al gioco dei nostri avversari al tavolo” è improbabile infatti che se un giocatore rilancia quasi tutte le mani abbia sempre delle buone carte, e a proposito del bluff “è un arma che sconsiglio a chi ha poca esperienza, bisogna sapere quando e contro chi utilizzarla e soprattuto in quale momento” ma ancora più importante “non bisogna mai partire con l’idea di fare un bluff, ma al contrario capire quando ci sono le condizioni per farlo, e sfruttarle”. A questo punto cos’altro aggiungere se non gli auguri di buone feste a tutti i lettori di Trantran, e buon divertimento sul tavolo da gioco.
non è questo che intendevo con vivere la vita con spirito!
5
6
filati per aguglieria, merceria, hobby & craft Via Montello 221/223 - 20038 Seregno (mb) - ITALY www.ornaghi.it - info@ornaghi.it 33
CADOM
Centro Aiuto Donne Maltrattate
NON ESISTE CHI PICCHIA PER AMORE
C.A.DO.M. Monza e Brianza via Mentana, 43 - 20052 MONZA Tel. 039/2840006 - Fax 039/2844515
Dal comune...
Comprar casa senza rischi Consulenze per acquistare casa in sicurezza: anche a Monza l’iniziativa del Consiglio notarile di Milano
“Comprar casa senza rischi”: consulenza specializzata e gratuita dei notai ai cittadini in tema di acquisto casa e mutuo presso il Comune di Monza. Anche a Monza, dopo l’esperienza di Milano che ha riscosso un notevole successo, viene proposta l’iniziativa del Consiglio notarile di Milano, Busto Arsizio, Lodi, Monza e Varese e dell’Associazione Sindacale dei Notai della Lombardia, in collaborazione con il Comune di Monza e per la quale è stato chiesto il patrocinio della Provincia di Monza e della Camera di Commercio di Monza e Brianza. Fino al mese di giugno 2010, una sala dell’Urban Center del Comune di Monza in via Turati n. 6 ospiterà gli incontri con i notai che offriranno gratuitamente consulenza preventiva in materia giuridico - notarile. “Il Comune di Monza - afferma l’Assessore all’Edilizia Privata Cesare Boneschi - si allinea a questa importante iniziativa che vede impegnato il Consiglio notarile a fianco dei cittadini che, in un momento di particolare difficoltà dell’economia nazionale richiedono maggior tutela nell’ambito delle transazioni relative all’acquisto della casa. Siamo felici di appoggiare quest’iniziativa contribuendo con la messa a disposizione degli spazi, affinché il risultato sia più proficuo possibile e per il quale utilizzeremo tutti i canali di comunicazione in nostro possesso per arrivare direttamente a tutti gli interessati”. “I notai sono tradizionalmente al fianco dei cittadini in alcuni momenti fondamentali della loro vita - aggiunge Domenico de Stefano, Presidente del Consiglio Notarile di Milano -. Fra questi l’acquisto della casa è senz’altro uno dei più delicati. E’ importante che i cittadini sappiano di poter ricevere dal notaio una consulenza specializzata e gratuita che li garantisce nel loro acquisto. Si possono così evitare le trappole più comuni e quindi risparmiare tempo e denaro. L’aiuto può essere offerto già all’inizio della trattativa, quando viene pagata una prima parte del prezzo e firmato il compromesso, garantendo così un acquisto “senza rischi”. L’assistenza per tutto il cammino della contrattazione è già ricompresa nel costo dell’atto notarile”. L’evento rientra nell’ambito dell’iniziativa “Comprar casa senza rischi” nata nel 2007 che permette anche quest’anno di prenotare online al sito www.comprarcasasenzarischi.it oltre 1.000 appuntamenti di consulenza gratuita messi a disposizione dai notai di Milano, Busto Arsizio, Lodi, Monza e Varese. Dal sito del Comune di Monza (www.comune.monza.it) si potrà accedere attraverso un link allo stesso sito www. comprarcasasenzarischi.it a cui i cittadini possono rivolgersi per avere risposte ai propri quesiti, per consultare materiale e per calcolare le imposte e l’onorario notarile di una vendita. COMPRAR CASA SENZA RISCHI Oltre 1.000 appuntamenti negli studi notarili di Milano, Monza, Lodi, Varese e Busto Arsizio Per prenotare: www.comprarcasasenzarischi.it Sportello Unico del Cittadino: 039.2372257 Fino a giugno 2010 Colloqui di consulenza gratuita con i notai all’Urban Center del Comune di Monza in via Turati n. 6 Per informazioni Ilaria Contestabile Consiglio Notarile di Milano Tel. 02 6692965
35
a
i l i c i S a l , o t t i g E ci il Kenya, l’
Vin
i m e r p a o c i f a r g o t o f o s r o c n Co onza & Brianza con il
rno a M
... Into n a tr n a r T ta is iv r a dell
rizione su
da d’isc Leggi il regolamento e scarica la sche
t e n . n a r t n a www.tr
la descrizione Vedi sul nostro sito www.trantran.net binate alle rubriche della rivista. delle quattro categorie in concorso ab
I vincitori si aggiudicheranno viaggi a Watamu-Kenya, Marsa Alam- Egitto, Sharm el SheikEgitto, Torre Xiare- Trapani Il concorso è riservato ai residenti o domiciliati nella provincia di Monza &
Brianza.
Le sciure
la redazione risponde
Care Sciure, sono una ragazza di 23 anni appassionata di viaggi e spero, col tempo (ora sto studiando), di poter fare di questa mia passione una professione. Ho letto con enorme piacere il vostro articolo sul Kenia anche perché l’Africa è davvero un posto magico ma soprattutto perché presentate uno spaccato del paese un po’ diverso dai soliti depliant e sembra proprio che lì ci abbiate soggiornato davvero, e per un bel po’ di tempo (forse per lavoro?). Sto programmando per il mio compleanno (fra un paio di mesi) un viaggio in Messico: mi piacerebbe potermi avvalere anche dei vostri consigli. Credete sarà possibile? Lucia Ciao Lucia, non c’è che dire: ti sei scelta davvero una passione affascinante. I lavori legati al turismo sono molti e tutti molto impegnativi perché ti porteranno a lavorare sempre mentre gli altri si rilassano e si divertono, ma danno la ripetuta e bellissima opportunità di viaggiare e conoscere il mondo, e questo è impagabile. Effettivamente, come tu hai intuito, una di noi sciure è una viaggiatrice esperta che ha effettivamente lavorato per anni in giro per i cinque continenti e tutto l’amore per i luoghi che ha visto traspare dalle pagine della nostra rubrica Altrove. Per quanto riguarda il Messico, invece, ti posso anticipare che è una meta che avevamo già pensato di inse-
rire in uno dei prossimi numeri. Non posso ancora dirti con precisione quando ma ci sarà, e presto. Care Sciure, vi scrivo per farvi i miei complimenti perché la vostra rivista è davvero ben fatta e completa. Io non sono un grande lettore ma principalmente perché non ho molto tempo, neanche per andare in edicola. Le ragazze del Trantran, invece, mi colgono nell’unico momento buono: quando sto per salire sul treno. Anche lì sono sempre di corsa e in ritardo ma loro con un bel sorriso mi allungano al volo il giornale. Complimenti anche a loro: a quell’ora non è facile essere così carine! Carlone82 Grazie mille Carlo (perché immagino sia questo il tuo nome), i complimenti ci fanno sempre piacere e le ragazze del Trantran, in effetti, sono proprio dei gioiellini. Della tua lettera, però, ci fa soprattutto felici vedere che siamo riuscite nel nostro intento: offrire una compagnia piacevole per gli spostamenti mattutini di tanti brianzoli. Care Sciure, mi chiamo Luca e vi scrivo perché ho visto che siete piuttosto dirette ed efficaci nelle vostre risposte in merito ai problemi di cuore. Vorrei, infatti, un vostro consiglio su un mio problema.
Dalla scorsa primavera sto con una ragazza (lei ha 22 anni, io 26) la amo e la rispetto: lei però non ci crede. E’ sempre diffidente, pensa sempre che io le stia mentendo e, soprattutto, è gelosa in un modo asfissiante. Ora che si avvicina il Natale sta diventando un incubo perché dovrà partire con i sui genitori per andare a trovare i nonni in Puglia e non si fida di sapermi a casa fuori dal suo controllo. Cosa posso fare per farla cambiare o almeno per farle capire che di me si può fidare? Carissimo Luca, mi sembri un ragazzo sincero e sensibile, doti rare e preziose. Dato che mi scrivi immagino che tu le abbia già parlato più e più volte dei sentimenti di amore e rispetto che nutri per lei, ma invano. Io purtroppo non posso esserti di grande aiuto perché non conosco una formula magica per calmare le insicurezze del suo cuore. Credo stia a te cercare di capire se questa sua gelosia derivi davvero da qualche insicurezza, che potrà, forse, placarsi nel tempo grazie alla costanza del tuo amore e della tua (parola un po’ arcaica ma corretta) devozione o se sia solo la conseguenza di una sua malafede che la porta a temere negli altri quel “marcio” che vede in sé. Purtroppo, in questo caso, non posso proprio essere diretta e sono costretta a lasciarti in balia di questo profondo dilemma: puoi trovare la risposta solo nel tuo cuore. Un abbraccio.
ADAMI GIORGIO & C. s.n.c INSTALLAZIONE MANUTENZIONE ASSISTENZA BRUCIATORI-CALDAIE-AUTOCLAVI-IDRAULICA TRASFORMAZIONI A GAS-IMPIANTI ELETTRICI CONDIZIONAMENTO- TRATTAMENTO ACQUE CENTRO ASSISTENZA AUTORIZZATO
20032 CORMANO (MI)- VIA L.CADORNA 40/42- TELEFONO 02 6102389 FAX 02 66503767
37
Ci vediamo presto!
Il prossimo numero uscirà martedì 26 Gennaio 2010. Buone feste! NUMERI UTILI
SCRIVETECI A:
redazione@trantran.net direzione@trantran.net trantran@trantran.net raccontiamoci@trantran.net
Carabinieri Centro antiveleni (Ospedale Niguarda) Croce Rossa Italiana Emergenza sanitaria Guardia medica Guardia Igienico Veterinaria Guasti acqua e gas Guasti illuminazione strade Guasti ENEL Polizia di Stato Polizia Municipale Monza Polizia stradale Protezione civile Soccorso stradale Vigili del fuoco
112 02 66101029 039 322384-32365 118 840 500092 039 2323501 039 23851 800 901050 800 023421 039 24101 039 28161 Arcore: 039 617333 Seregno: 0362 239077 039 28161 116 115
www.trantran.net Trantran è anche su Facebook e MySpace
DOVE TROVARE LA RIVISTA Stazione di Monza Stazione di Seregno Stazione di Desio Stazione di Seveso Stazione di Meda Stazione di Lissone MM Cologno Monzese/Brugherio
..nelle stazioni la distribuzione avverrà la mattina del giorno d’uscita tramite hostess
Edicola Sira, via Solferino, davanti all’Ospedale Vecchio, Monza Edicola Canzi, via Vittorio veneto angolo cavallotti, Monza Bar Boulevard viale Cesare Battisti 121, Vedano al Lambro Ottica Mottadelli, via Preda 13, Verano Brianza Bar Zapin, via IV Novembre, Vergo Zoccorino (Besana Brianza) Tennis Concorezzo, via Libertà 1, Concorezzo Tamburine, via Carlo Tenca 16, Seregno Comune di Vedano al Lambro (info point) Comune di Monza (info point) Enoteca Brambilla, via Cattaneo 57, Lissone Tennis di Vedano al Lambro, Via Alfieri 32, Vedano al Lambro Flu-on laboratorio, S. Rocco Monza
38
Speedy Bar,Via Appiani 22 Monza Studiofluido, via Leonardo da Vinci 30, Seregno Osteria dei Vitelloni, via Garibaldi n.25, Seregno Bloom di Mezzago Bar Tabacchi Ambrosini, Monza Baby College - Oxford Group, via Verdi 83, Seregno Biblioteche comunali di Monza Biblioteca di Lissone Biblioteca di Carate Biblioteca di Muggiò Biblioteca di Seregno Biblioteca di Albiate Biblioteca di Biassono Biblioteca di Villasanta Biblioteca di Desio Biblioteca di Giussano Biblioteca di Verano Brianza Biblioteca di Triuggio Bar la Piazzetta, via S.Bernardo, Carate Brianza Pescheria Satalino, Corso del Popolo 94, Seregno Lista in fase di aggiornamento...
L’Associazione Tennis Concorezzo e’ in via Libertà, 1 a Concorezzo (MI). Per informazioni potete chiamare il numero 039-6040594 (fax 039-6886938 oppure 039-6907029) ai seguenti orari: dal lunedi al venerdi dalle ore 9 alle ore 23, il sabato e la domenica dalle ore 9 alle ore 19. In alternativa scriveteci all’indirizzo email info@associazionetennisconcorezzo.it. Il Maestro Federale Pier Andrea Migliardi organizza corsi collettivi per adulti e ragazzi, lezioni individuali e video analisi. Possibilità di utilizzare moderne apparecchiature, macchina lancia palle e radar per misurare la velocità.
ASSOCIAZIONE TENNIS CONCOREZZO