Numero 25 sfogliabile

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www.trantran.net | n. 25 mensile | 13 dicembre 2011 | Distribuzione gratuita


Anno III- numero 25 - 13 dicembre 2011 Editore: Trantran Editore S.r.l. Sede : via Cesare Battisti 121 Vedano al Lambro C.F./P.I./RIMB 06774520966 REA MB 1864900 Reg. Trib. Di Monza n. 1995 del 29/06/2010 Fondatori Marta Migliardi, Elena Gorla, Adriana Colombo, Guido Bertoni Direttore Alfredo Rossi Capo Redazione Marta Migliardi Vice Capo Redazione Elena Gorla Inviata Speciale Adriana Colombo Grafico e fotografo Stefano Ponti Redazione Juri Casati, Guido Caimmi, Gabry, Gaber (UTGaber), Niccolò Rossi, Alberto Zanardo e Francesca Fawn Masperi, il misterioso Redo Alfossi

SOMMARIO 5 Editoriale Tempo di feste, tempo di animali 6 Spunti di vista Liberazione animale IN QUESTO NUMERO

8 CLOCHART Giorgio riva (ENPA): la concretezza dell'amore 13 Marco Berry: io ci metto il cuore 16 Tiziano Ferro: la linea che non ho oltrepassato 18 ALTROVE Boavista 20 Verdissimo Bellezza e natura

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24 I SEGRETI DELLO CHEF L'Officina del Gusto 25 Bis Ex Wave: la musica che avvolge

Si ringraziano per questo numero Ringraziamenti: tutti gli amanti degli animali, la nostra mitica Paola, la casa redazione che ci ha accolte fino ad oggi, il Dott. Paolo Paleari, Umberto Grasso. Per una volta non faremo l’elenco dei nostri animali domestici: tutto il nostro amore va a quelli meno fortunati, a tutti gli animali che ci insegnano la dignità della vita.

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40 dal COMUNE 41 DALLA PROVINCIA

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42 cosa succede in città

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45 Le sciure e il beverino

44 reality

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editoriale il direttore alfredo rossi

Tempo di feste, tempo di animali Tempo di feste (ma quante luminarie in meno rispetto agli anni scorsi: la crisi si capisce anche da qui), tempo di regali (meno folla agli acquisti, come sopra), tempo di auguri: e qui, possiamo scialare, quindi auguri sinceri a ognuno di voi da tutti noi della redazione perché il nuovo anno sia davvero nuovo e ci porti tante novità. Tutte buone naturalmente. Ma il tempo delle feste è anche quello di una certa malinconia, che prende all'improvviso e si radica dentro di noi e non vuole andare via. Una malinconia, che porta ai ricordi dei natali di quando eravamo più piccoli e la festa era una un a festa vera, attesa con ansia, una festa in cui chi la faceva da padrone era il presepe. Si faceva il proprio e poi si andava a casa della zia Maria o del cugino Matteo a vedere quello che avevano realizzato loro. E si facevano i paragoni mentre si mangiava una fetta di panettone e si beveva un bicchiere di vino ("due dita ai bambini, ma di quello dolce!"). E il presepe era una cosa impegnativa. Anche a casa mia. Abitavo con mamma, papà, la nonna e quattro fratelli e il natale cominciava già a... settembre. Ognuno aveva un compito. Mio fratello Sandro, il maggiore, doveva procurare il muschio. E ne trovava a quintali. Una volta, alla fine di settembre, mentre eravamo in vacanza a Sesto Calende, ne raccolse così tanto che, per riuscire a portarlo a casa, buttò via calzini, mutande e magliette per stiparlo nella valigia! Romano, il secondo, era addetto alla raccolta della carta argentata che ricopriva le tavolette di cioccolato, con cui si sarebbero realizzati i laghetti e i fiumi (e così ci hanno messo in mente che la Palestina avesse un clima e un paesaggio come quello delle nostre Alpi). Chissà come mai Romano era sempre a corto di stagnola e si faceva comprare cioccolato a manetta (che, a dire il vero, dividevamo tra tutti). I due più piccoli, gemelli, in genere combinavano guai e quindi facevano gli spettatori. E io? Ne parliamo dopo. Mamma e papà sistemavano la carta per il cielo e i sassi come montagne. Sandro si occupava di mettere le casette e gli alberi finti. Romano, laghi, fiumi e gli altri partecipanti del presepe: il pescatore, il tipo con la gerla, addirittura uno che faceva le caldarroste, una signora bene in carne che lavava i panni in un mastello, i

foto di Gabriele Benini pastori eccetera. Io mi occupavo degli animali. Adoravo mettere il bue e l'asino al loro posto e pensavo che solo grazie a loro il bambino "venuto al mondo nudo in una mangiatoia" non sarebbe morto di freddo proprio grazie al loro fiato caldo. A dire la verità, anche Giuseppe, che si posizionava nel presepe, prima di metterci il bambino, mi sembrava allungare la mano destra verso il muso del bue per farsela riscaldare. E poi mettevo le pecore: a decine, di tutte le forme e dimensioni. E dico la verità, in mezzo a tutta quella confusione (chi faceva il bucato, chi le castagne arrosto, chi pescava nel laghetto), mi sembrava che gli unici attenti a quello che avveniva intorno a quel bambino fossero proprio loro, gli animali. Fedeli, sinceri, senza secondi fini. E così sono gli animali, anche fuori dal presepe della mia infanzia: per questo il numero che avete in mano è dedicato a loro. Buone feste!

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spunti di vista

l’innocenza del principio relativo

Lo specismo in realtà è soltanto un pregiudizio alimentato da una millenaria abitudine – economica ed alimentare – che ha instillato nell’uomo di oggi l a convinzione che la superiorità della specie umana su quella animale sia un fatto naturale

LIBERAZIONE ANIMALE

pevole che proposte così radicali non siano subito accettabili in toto, e pertanto propone soluzioni intermedie che preparino l’avvento di tempi migliori. Non a caso infatti, sull’onda di questo libro, nacquero e si rinforzarono molti movimenti animalisti in tutto il mondo che, con opportune pressioni politiche ed azioni di boicottaggio, riuscirono ad ottenere significativi miglioramenti nelle condizioni di vita degli animali usati per motivi alimentari, scientifici ed estetici, e riuscirono a ridurre drasticamente il loro utilizzo negli ultimi due campi citati. E, sempre non a caso, il titolo del libro intendeva ricollegarsi all’azione di altri «movimenti di liberazione» attivi

allora negli Stati Uniti come i movimenti di liberazione dei neri, delle donne, degli omosessuali e dei malati mentali. Attenzione però: non si può leggere Liberazione animale in modo integralista, secondo lo schema semplicistico di «lo accetto» o «non lo accetto», perché esso è piuttosto un serbatoio di idee affascinanti, argomentazioni stringenti, dati e riflessioni, con cui l’autore tenta razionalmente – cioè senza sentimentalismi – di incrinare le granitiche certezze della mentalità comune. Infatti è solo la mentalità comune – la mentalità comune che non riflette sui fondamenti dei propri comportamenti – che ci fa dare per

scontato il fatto che gli animali siano inferiori agli uomini, e che pertanto possano essere «utilizzati» dagli uomini. L’invito a riflettere sui fondamenti razionali dei nostri comportamenti, anche dei comportamenti che consideriamo più scontati, anche dei comportamenti che ci sono stati tramandati da generazioni e generazioni, e l’invito a tener sempre presenti i tempi in cui era la schiavitù umana ad essere considerata come un fatto «naturale», sono forse i regali più belli di Singer. Perfetti per il Natale.

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Natale, tempo di regali. E se… regalassimo un libro. Nel febbraio ’75, mentre Pier Paolo Pasolini osservava dalle colonne del Corriere della Sera che erano scomparse le lucciole, quei graziosi insetti luminosi, l’allora sconosciuto professore universitario Peter Singer pubblicava quella che sarebbe diventata la più importante riflessione etica sul mondo animale che sia mai stata scritta: Animal L iberation (ed. italiana: Peter Singer, Liberazione animale, il Saggiatore, 300 pp., 11,00 euro). Il libro, uno dei più importanti testi di filosofia scritti nel dopoguerra, è un attacco diretto nei confronti dello «specismo», cioè la convinzione secondo cui la specie umana sia superiore a quella animale. Lo specismo in realtà è soltanto un pregiudizio alimentato da una millenaria abitudine – economica ed alimentare – che ha instillato nell’uomo di oggi la convinzione che la superiorità della specie umana su quella animale sia un fatto naturale. In particolare esistono due aspetti dell’utilizzo della specie animale che sembrerebbero, a prima vista, uno moralmente accettabile e l’altro del tutto naturale: l’uso per ragioni scientifiche e l’uso per ragioni alimentari. Singer però smonta, o comunque riduce profondamente, la portata di convinzioni comuni circa l’utilità della sperimentazione animale a fini scientifici e circa la necessità di una dieta contenente carne, denunciando altresì il carattere meramente industriale ed economico dello sfruttamento animale. Singer, nei confronti dell’uomo che utilizza gli animali come nutrimento, strumento scientifico ed abbigliamento, rivendica invece la

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necessità di una uguale considerazione degli interessi di tutti gli individui, animali o umani che siano. In pratica Singer chiede – ed è il nocciolo del suo pensiero – di allargare l’ambito delle considerazioni etiche, estendendolo dai soli umani a tutti gli esseri che possono provare dolore, e includendo quindi anche gli animali. La contemporanea presenza nel testo di una documentata denuncia delle crudeltà perpetrate nei confronti degli animali (in termini di vivisezione e di allevamento intensivo); la presenza di accurate risposte alle classiche obiezioni rivolte nei confronti degli animalisti (perché non vi occupate dei bambini?) e la presenza di tematiche sociali e politiche (i vantaggi economici che i paesi più poveri avrebbero dall’adozione di una dieta vegetariana su scala mondiale), contribuirono all’immediato successo planetario di L iberazione animale che divenne in breve tempo il manifesto del movimento animalista ed esercitò un’influenza enorme sulla successiva produzione filosofica mondiale. È stato per esempio calcolato che nei quindici anni successivi alla sua pubblicazione furono scritti più del doppio di testi dedicati ai diritti degli animali di quanti ne fossero stati scritti dall’antichità fino al 1975. Singer, alla fine della sua possente riflessione etica, ha però il coraggio di trarre conclusioni radicali e concrete: è ipocrita o quantomeno incoerente – secondo lui – cercare la compagnia di un cane e poi mangiare un pollo: bisogna diventare vegetariani. Inoltre bisogna evitare la sperimentazione (anche delle medicine) sugli animali, e bisogna evitare di vestirsi con pelli e pellicce. Tuttavia Singer è anche consa-

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clochart

interviste a volti noti in giro per la brianza

…in qualunque associazione non puoi lasciare tutto al volontarismo puro. Bisogna prima creare delle strutture e in queste incanalare e organizzare i volontari e dare loro delle regole, perché altrimenti è il caos...

In una fredda giornata invernale mi reco a far visita all’Enpa sez. Monza e Brianza e incontro Giorgio Riva, Presidente della stessa dal 1974. L’appuntamento è presso la sede del canile di Monza, all’Ex Macello, in via Buonarroti. Un luogo che fu per molto tempo sinonimo di morte per gli animali, oggi ha ribaltato il suo karma. Quando dico canile non immaginatevi solo le gabbie con i cani. I volontari dell’Enpa sez Monza e Brianza e Giorgio Riva stesso, hanno a che fare con galline, oche, capre, pony, cavalli, cani, gatti e conigli. C’è grande fermento: i volontari che si aggirano veloci per dar da mangiare e curare tutti, i visitatori (perché qui non c’è niente da nascondere) che, magari, cercano un peloso da adottare: è un brulicare di voci, latrati, starnazzi, belati. Normalmente, quando mi è capitato di visitare altri canili (io stessa ho adottato la mia cagnolina in un’altra struttura ai limiti della sopravvivenza), ero persuasa immediatamente da un senso di dolorosa impotenza. Qui è stato diverso: impegno concreto e amore muovevano l’aria pungente trovando spazio nel caos ordinato di uomini e animali: c’è sempre tanto da fare! Intendiamoci, è comunque triste vedere animali in gabbia, tutti con le loro storie alle spalle, storie di abbandono, maltrattamento o semplice sfortuna, ma questa struttura, questa gente, sa ben coniugare la responsabilità e il dovere dell’organizzazione con il sincero affetto verso gli animali che, posso ben dirlo, nella loro infelice sorte sono senz’altro stati fortunati a capitare qui. Ghandi un giorno ha detto: "La civiltà di un popolo si misura nel modo in cui tratta i suoi animali". Gahndi amava molto anche gli uomini.

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Giorgio Riva

Presidente dell’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) sez. Monza e Brianza la concretezza dell’amore

di Marta Migliardi, foto e reportage di Alberto Zanardo e Francesca Fawn Masperi

Giorgio Riva, presidente dell’Enpa sez. Monza e Brianza, partiamo dalle origini: come nasce il lavoro dell’Enpa qui a Monza? «Io sono entrato nell’Enpa nel 1974, oramai è preistoria! C’era una sede dal 1940 creata da un prete, Monsignor Baraggia, che era un personaggio famoso cui Monza ha dedicato anche una strada. Un prete certamente fuori dagli schemi. Quindi, se l’Enpa in assoluto, è stata fondata da Giuseppe Garibaldi, che era un anticlericale incredibile, la sezione di Monza, nel 1940 è stata fondata da un prete: questa è una cosa un po’ strana, a ben pensarci… Nel 1940 l’associazione era in un momento di grave crisi, erano in poche persone: l’immagine dell’Enpa di Monza erano le vecchiette che davano da mangiare ai piccioni, ne ricordo una in particolare, la Marisa dei gatti, invalida civile con

la madre paralizzata, che tutti i giorni con la sua borsa con dentro la trita o il polmone trito (ai tempi non c’erano le crocchette) andava dietro il Duomo, che allora non era un posto così chic, a nutrire le colonie di gatti della città, in qualunque giorno e con qualsiasi condizione atmosferica. Questa Enpa era piena di buone intenzioni ma priva di ogni organizzazione…» Come sei, quindi subentrato? «Io ho avuto la fortuna di incontrare, per riavviare l’Enpa, una persona molto particolare, il Dott. Giancarlo Mannati che era l’allora direttore dell’allevamento dei cavalli da corsa del Parco di Monza. Il Dott. Mannati era italiano ma era cresciuto, sotto gli inglesi, in Kenya, e amministrava dal punto di vista veterinario, per conto degli inglesi, un’area grossa come la Lombardia.

Insieme a lui abbiamo riaperto la sede dell’Enpa di Monza. Io non sapevo niente e da lui ho imparato molte cose... innanzitutto l’importanza dell’organizzazione: ossia che in qualunque associazione tu non puoi lasciare tutto al volontarismo puro. Bisogna prima creare delle strutture e in queste incanalare e organizzare i volontari e dare loro delle regole, perché altrimenti è il caos. Ho visto tante associazioni ottime negli intenti, morire, esplodere o implodere, perché mancavano delle regole! » Come avete strutturato l’Enpa sez. Monza e Brianza? «Siamo partiti innanzitutto aprendo la sede, com’è ancora adesso, il giovedì sera. Ho poi cercato di mettere in maggior rilievo il contatto con il pubblico, senza paura di esporci: se fai e dimostri, secondo me poi la gente ti aiuta! Questa politica di apertura alla gente mi ha dato ragione… e oggi ancora non ci credo. Ti faccio un esempio: se lanciamo un appello sul nostro notiziario dicendo “ci serve una lavatrice”, dopo poco tempo arriva, perché c’è mobilitazione. La gente ci aiuta perché vede che tutto quello che é stato dato viene mes-

so concretamente a disposizione degli animali…» A proposito di concretezza, quanto conta in questo campo? «Io sono una persona assolutamente concreta, brianzolo da cinque generazioni. E la mia "brianzolità" l’ho messa al servizio dell’Enpa e degli animali. In più provengo da una famiglia di commercianti quindi ho messo a disposizione dell’Enpa anche questo aspetto. Infatti, io lo dico sempre, questo mestiere si fa con il cuore e con il cervello. E questa miscela deve essere giusta. Il cervello ci vuole per razionalizzare determinate scelte, spesso difficili. Il cuore per lo spirito di sacrificio che devi sempre mettere in conto». Davanti a certe crudeltà verso gli animali viene davvero voglia di voltare la faccia. Come fate voi a non chiudere gli occhi ? Dove trovate il coraggio? «No, non si possono chiudere gli occhi. La prima cosa che devi farti è una piccola corazza e razionalizzare le tue emozioni. Non devi avere paura del sangue, anche queste cose fanno parte dell’Enpa. L’Enpa è un’associazione dove i volon-

tari imparano a misurarsi con gli animali, quelli veri, non sono solo quelli “vitruali”, per quanto io abbia molta stima anche per tutte le associazioni che si occupano dei diritti degli animali a livello ideologico. Noi siamo un’associazione in prima linea: non bisogna avere paura di sporcarsi di cacca o, peggio, di sangue. Perché se non lo fai tu, non lo fa nessun altro. Ho ancora ben impressa la prima volta che ho dovuto aiutare una veterinaria a sopprimere un cane che aveva un tumore bruttissimo e non vi era scelta. La ricorderò sempre. Dopo ne ho visti tanti altri ma ho dovuto vincere la paura e il dolore perché se vuoi davvero aiutare gli animali non puoi permetterti di mettere la testa sotto la sabbia. Gli animali hanno bisogno di gente che stia con gli occhi belli aperti e che intervenga quando bisogna intervenire. Senza paura». Com’è cambiato il canile di Monza negli anni? «Riprendendo la nostra storia, nel 1974 mi sono trovato senza un canile. L’Enpa teneva 10/12 cani trovatelli in un canile a Lissone. Abbiamo tentato, in primis, di aprire un canile per conto nostro ma ci mancavano le risorse finanziarie. La grande svolta c’è stata nel 1983, quando i canili, che erano allora comunali e in cui spesso i cani venivano soppressi (a causa di vecchie leggi) dopo tre giorni, vennero messi sotto le USL. Il canile di Monza passa a otto Comuni ed io, a questo punto, mi sono presentato all’Usl di Monza chiedendolo in gestione. L’Enpa è stata la prima in Italia a credere in un accordo tra il pubblico e il privato: un’associazione animalista e un ente pubblico. Il canile ereditato era fatto di quattro box, in condizioni disastrose. Siamo cresciuti, il canile di oggi l’abbiamo costruito noi quasi interamente a nostre spese, anche se oggi, oramai. è superato e stiamo aspettando fiduciosi il nuovo canile che ci permetterebbe anche di lavorare in

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deludente, una noia mortale…poi per caso, ho trovato due cani nel giro di quindici giorni. Il primo l’ho portato a casa, il secondo mia madre si è un po’ preoccupata e mi ha detto (questa frase la ricordo bene): “ Il mio macellaio mi ha dato l’indirizzo di un signore della protezione animali…telefona che così porti lì il cane…”. Allora era un mondo diverso: la carne per gli animali si chiedeva ai macellai che ti davano gli scarti o le frattaglie, non c’erano scatoline, croccantini e scatolette… Ho chiamato la patrona Vincenzina Novi, che, sentendo che ero sensibile al problema, mi ha chiesto se volevo darle una mano. Da lì in avanti l’Enpa è diventata la mia vita. E ha condizionato, in bene, tutta la mia vita. Anche con mia moglie, prima di sposarmi, ho fatto subito patti chiari: guarda che io tutti i giovedì sera sono all’Enpa, anche i miei tre figli sono stati abituati così…»

Il compito più alto dell’uomo è sottrarre gli animali dalla crudeltà. (Emile Zolà) maniera più razionale». Ultimamente, purtroppo, anche in città, non si parla più solo di abbandoni di cani e di gatti ma c’è una varietà anche bizzarra di animali dettata delle mode… «Il canile è cresciuto anche seguendo le esigenze degli abbandoni. Gli abbandoni di cani sono diminuiti tantissimo qui da noi, ma sono aumentati quelli dei gatti e poi ci sono le esigenze di ricovero degli altri animali: chiamarlo canile, oggi, è davvero riduttivo! Questo di Monza è, in realtà, un centro di accoglienza di animali per tutte le problematiche del territorio. Se vedete abbiamo galline, papere, anatre, pecore e persino un pony…Questi animali sono stati trovati abbandonati sul territorio o messi sotto sequestro perché trovati in situazioni sotto sequestro illegittime. Di questi noi veniamo, poi, nominati, custodi giudiziari». Siamo vicini a Natale e spesso, con superficialità si regalano animali…

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«Io mi rifaccio proprio a uno dei nostri slogan: Facili doni, facili abbandoni. Non regalate animali con leggerezza! Regalare un animale, sotto Natale, può essere una stupidaggine da tanti punti di vista. Deve essere una scelta consapevole e voluta, non stiamo parlando di giocattoli. Specie se si vogliono accontentare i bambini, i genitori devono essere consapevoli dell’impegno che quest’animale porterà per tutta la vita. Inoltre non si dovrebbe andare nei negozi a comprare animali, perché si alimenta quel traffico davvero ignobile dai paesi dell’Est, in un periodo oltretutto sbagliatissimo per la crescita di un cucciolo, che non dovrebbe mai essere preso in inverno, è un principio opposto all’etologia». Conosciamo un po’ meglio anche la tua persona, come nasce in Giorgio Riva l’amore per gli animali? «Nasce da un momento di crisi a 28 anni, quando sentivo il bisogno di fare qualcosa nel sociale. Ho fatto una piccola esperienza politica molto

L’amore per gli animali l’hai trasmesso anche ai tuoi figli? «Io sono arrivato ad avere dieci cani, tre gatti e un cavallo a casa, avendo la fortuna di possedere un piccolo terreno. Mia moglie la devo tenere lontana dal canile perché è peggio di me: ogni volta si porterebbe a casa qualcuno! I miei figli, ovviamente, amano gli animali, ma nessuno viene a fare il volontario in canile, lo fanno per altre cose. Il volontariato, io lo dico sempre, è una cosa bella a prescindere da quale causa scegli, perché ti forma e ti fa stare bene. Per me è scattato per gli animali, i miei figli operano per l’oratorio o per i bambini malati in ospedale... lo scatto, la scintilla può nascere da qualunque cosa». Che cosa dici ai volontari durante il primo incontro? «Da trent’anni faccio il primo incontro con i futuri volontari e gli dico sempre che è un impegno. Lo spirito del volontario deve essere quello, poco o tanto tempo che voglia dedicarci, deve farlo con impegno. Abbiamo tra i 150 e 160 volontari…» Hai parlato spesso anche di persone diversamente abili che interagiscono con gli animali… «Io mi sono sempre ribellato e indignato al luogo comunque che vuole che chi ama gli animali non ama le persone. Io credo il contrario: chi ama gli animali è sensibile ai più deboli in generale. Garibaldi stesso, che è il nostro fondatore, era una persona comunque sensibile verso le minoranze e chi lottava per la libertà. Io ho aperto da qualche anno il canile a cooperative che si occupano di diversamente abili. Vengono con i loro accompagnatori e fanno una sorta di pet teraphy molto allargata. Noi mettiamo a disposizione il posto e alcuni animali particolarmente tranquilli. E questa è un’esperienza di arricchimento per noi e

… il cervello ci vuole per razionalizzare determinate scelte, spesso difficili. Il cuore per lo spirito di sacrificio che devi sempre mettere in conto... per loro: vedere la gioia di questi ragazzi che non hanno mai avuto un cane, vederli felici è una sensazione incredibile. Il mio sogno è proprio quello di avere, nel prossimo canile, delle aree dedicate a quest’attività. Dove siamo adesso, erano aree destinate a tutt’altro tipo di attività: un macello di carni suine, equine… queste stalle erano, un tempo, piene di animali destinati alla macellazione. . .è bello che adesso sia un luogo dove si fa del bene agli animali, un bel simbolo. Oggi si chiama, infatti, Ex Macello». Concludendo… «Io sono felice di vivere. Comincio ad accusare qualche segnalino di vecchiaia, qualche acciacco… (ndr. Ride).

Il volontariato mi ha dato dei valori per essere sempre motivato. Sono felice di vivere e accetto tutto quello che verrà con serenità. La cosa che desidero di più è che questo lavoro che ho fatto prosegua anche dopo di me….» Giorgio Riva mi saluta: “…devo andare a Muggiò a recuperare un sacco di mangime per i volatili”. Ecco l’uomo concreto, il presidente che si sporca le mani e fatica, come tutti. In prima linea. Ognuno sceglie la sua causa. Ed io ho la netta sensazione di avere incontrato un uomo di grande valore. Durante questo pomeriggio all’Enpa ho messo i tacchi nel fango, mi sono presa un’affettuosa cornata dal caprone William, che burbero ma gentile, voleva le attenzioni mie e di France-

sca, la fotografa. Alberto, l’altro reporter, ha perso le scarpe nell’erba gelata di rugiada nel tenere a bada Minnie, la cavallina abbandonata che, per farsi ripagare degli scatti, ha preteso di fare uno spuntino nel prato. Bisbetici ma fieri, nonostante l’abbandono o le loro mille tristi vicissitudini, ho trovato in questi animali, nei loro occhi, nei volontari indaffarati e sporchi di terra, tra queste mura dell’Ex Macello, due grandi cose: la dignità e l’amore. L’amore concreto. Si veda tutto il reportage fotografico su: www.trantran.net

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interviste a volti noti in giro per la brianza

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o confessiamo: noi della redazione siamo di parte, nel senso che Marco Berry ci piace. Ci piace il suo modo di fare i programmi televisivi, la sua voglia di non farsi fossilizzare in un cliché, il suo tentativo di realizzare programmi che, anche se leggeri, siano almeno sempre intelligenti, soprattutto non banali, e infine ci piace il suo modo di amare gli animali. Dice: “Gli animali si amano rispettandoli, rispettando il loro modo di essere. Tutti, quelli che ci piacciono e anche quelli che non ci piacciono. Sono essere viventi che godono e soffrono come noi. E a stare ben attenti sanno anche relazionarsi molto bene con noi”. Marco Berry abita, quando non è in giro per l’Italia per lavoro, in una cascina immersa nella campagna attorno a Torino, città dove è nato 48 anni fa. “A dire il vero più che una casa è una specie di Arca di Noè: ci sono cani, gatti, galline, conigli e per un po’ ci ha trovato posto pure un macaco, un bello scimmione simpatico. Le mie due figlie di 12 e 4 anni (Marco è separato n.d.r.) quando vengono a trovarmi sono felicissime di trovarsi in questa specie di piccolo zoo”.

Anna Cerantola, responsabile dei cani

Natale con l’Enpa sez. Monza e Brianza Anna con un piccolo ospite del canile persone e mettersi in relazione con la gente fa loro del bene e li aiuta a reinserirsi».

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nna Cerantola, responsabile dei cani del canile di Monza. Banchetti e attività dell’Enpa durante il periodo Natalizio? «Sono previsti dei banchi in centro a Monza, la postazione è davanti alla libreria Feltrinelli, tutti i sabati e tutte le domeniche di Dicembre. La cosa interessante è che ci sono tanti regali e gadget a tema “animaloso”, che possono essere delle belle idee per Natale, il cui contributo viene tutto a favore degli animali del canile dell’Enpa sez. Monza e Brianza. Ci sono anche i Calempari, i calendari realizzati con delle foto fatte da noi durante l’anno. Oltre ai banchi, anche qui in sede, sarà allestito un mercatino, il martedì e il giovedì sera alle ore 21.00. Da proporre come regalo c’è anche l’adozione a distanza, magari di cani un po’ più sfortunati: gli anziani o quelli con storie e caratteri particolari. Questa cosa aiuta molto anche i cani perché al di là del contributo, vedere

Di fronte a certe storie molto drammatiche, come bilanci l’aspetto emotivo con il coraggio e il pragmatismo che serve per questo lavoro? «Non è facile, per niente. Noi rispetto a certe situazioni che, purtroppo, ci sono al Sud, viviamo in un contesto “fortunato”. Ma anche nella nostra civilizzata Brianza non mancano casi di crudeltà inaudita: quest’estate, per esempio, un pastore maremmano è stato fatto morire di fame e di sete. Noi abbiamo anche un canile piccolo e tanti volontari che riescono a recuperare bene la gestione di cani anche molto spaventati. Invece, purtroppo, l’abbandono dei gatti sta aumentando vertiginosamente. Quest’anno, con il fatto che il caldo è durato un po’ di più, abbiamo accolto tantissime cucciolate. Noi puntiamo molto a sensibilizzare la gente sulla sterilizzazione». Ho letto su facebook la storia commuovente di Osso, un cane che finalmente ha trovato una famiglia grazie a voi, ma cui tu ti eri molto legata. Come vivi, emotivamente, questi distacchi? «Anche se, chiaramente sono felice per lui, è davvero straziante separarsi. Noi spesso, portiamo anche dei cani a casa, in quella formula che chiamiamo “di Asilo”. Sappiamo quindi, che

è una situazione provvisoria, ma al momento di salutarli fai davvero fatica. Ti senti, passami il termine, un gran “bastardo” perché non puoi spiegare al cane o al gatto che si è affezionato, che tu hai fatto tutto per lui e che lo stai lasciando per il suo bene, per fargli fare una bella e nuova vita». Che caratteristiche deve avere un volontario? «La prima cosa, ovvia, è che deve avere amore per gli animali ma anche un grande senso di responsabilità. Essere volontario è molto appagante però è un impegno. Noi chiediamo mezza giornata la settimana: oggi che c’è il sole, ma anche domani se piove o nevica…Bisogna sempre pensare che gli animali qui hanno bisogno di cure, non è che gli dai 10 euro e gli dici: vai a mangiarti un panino! Ci deve essere sempre qualcuno che li accudisca. Non è un gioco: ci vuole serietà anche in questo senso. Tra di noi poi si sono create anche delle amicizie, capita spesso che usciamo insieme… ma parliamo sempre di cani (ndr Ride). Questo per dire che, man mano, diventa sempre più coinvolgente anche per i bei rapporti umani che si creano sotto le ali della stessa passione: gli animali».

Parliamo un po’ di televisione? «Chiariamo subito una cosa. La Tv è un elettrodomestico, uno dei tanti che abbiamo in casa e oltretutto neppure indispensabile. Viene dopo la cucina a gas, il frigorifero, la lavatrice, la lavapiatti, eccetera eccetera. E’ sull’ultimo gradino della scala delle indispensabilità. Nonostante questo è importante, perché ormai è diventata compagna del viaggio di ogni giorno per milioni di persone».

Nb Ringrazio Giorgio Riva, Anna Cerantola e tutti i volontari dell’Enpa di Monza e Brianza. Un caro ringraziamento anche a Juliet Berry che ha reso possibile questa collaborazione.

Appunto. E allora perché tu non scegli una strada per diventare ancora più popolare di quello che sei? «E cosa dovrei fare?». Sceglierti un ruolo e un tipo di programma e continuare con quello, per esempio… «Sarebbe una pessima idea, almeno per quanto mi riguarda: io devo sempre essere me stesso a 360 gradi. La Tv tende, per sua natura, a darti un’etichetta anche se non lo

CI METTO CUORE E PANCIA E NON LA TESTA PER FARE TV di Alfredo Rossi

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…mi piace mettermi sempre in gioco, perché per vivere devi metterti in gioco, senza paura, ogni giorno. E se non lo fai non è una vita vissuta in pieno, almeno secondo me… vuoi, figurati se poi decidi di dartela tu! Ti si attacca come un tatuaggio e non te la levi più. E questo mi condizionerebbe. Perché io quando faccio un programma ci credo veramente: se rido è perché mi viene da ridere, se m’incazzo è perché m’incazzo per davvero, se mi emoziono idem, e via enumerando. Mi piace mettermi sempre in gioco, perché per vivere devi metterti in gioco, senza paura, ogni giorno. E se non lo fai non è una vita vissuta in pieno, almeno secondo me. E poi c’è un’altra ragione: questo lavoro è fatto da quelli che io definisco geni, da Bonolis a Fiorello tanto per citarne due, da raccomandati, che durano poco di solito, e da artigiani, categoria in cui mi ci metto anch'io. Un artigiano che ogni volta fa un pezzo che resta unico. Che viene bene, a volte benissimo, a volte un po’ meno bene, ma ogni volta in quello che faccio c’è tutto me stesso e posso sicuramente dire che l’ha fatto con grande onestà, mettendomi in gioco totalmente. Perché poi io sono quello che sta davanti alle telecamere e che appaio sui televisori, ma dietro un programma c’è tutto un gruppo che lavora. E io ascolto tutti, dagli autori a chi tiene pulita la scena, perché ognuno può darti il consiglio giusto al momento giusto. Insomma per farla breve sennò qui facciamo della filosofia, io uso più cuore e stomaco invece che mente per fare quello che faccio. E soprattutto mi lascio coinvolgere completamente».

così mi ritrovai in prima fila a vedere quello che faceva Silvan. Scoppiò il mio amore per l'illusionismo e poi per Houdini, che resta "il mago" per eccellenza nell'immaginario collettivo. Già a 11 anni facevo spettacolini per parenti e amici con la manipolazione delle carte e altre cose del genere». E alla Tv come ci arrivi? «Con Bim Bum Bam, una trasmissione per ragazzi in cui lavorava anche un certo Paolo Bonolis. Poi sono passato dietro le quinte e ho scritto i testi per La sai l'ultima?, Scherzi a parte e altre trasmissioni, poi nel 1987 sono arrivate Le iene e da lì ho cominciato stabilmente a metterti davanti alle telecamere». La "magia" e l'escapologia però restano il tuo gran divertimento: quando tornerai a esibirti in queste specialità?

«Se è solo per quello faccio anche paracadutismo acrobatico e immersione: ho anche il brevetto sub di cui vado molto fiero. Spero di fare un numero di escapologia davvero speciale quando potrò festeggiare a fine maggio il ritorno del Torino in serie A. Questo mi pare l'anno giusto, proprio perché il Toro è tornato a giocare da Toro: non molla mai, fino alla fine. Per quanto riguarda la Tv, vedremo quello che mi diranno pancia e cuore". E noi aspettiamo con ansia, non prima di aver ricordato che "quel matto di Marco Berry", oltre a fare centomila cose, è anche testimonial della campagna “Giù le mani dai bambini” contro la somministrazione disinvolta di psicofarmaci ai minori e che è a capo della onlus "Marco Berry Magic for Children" che organizza spettacoli, eventi e manifestazioni sportive per aiutare i bambini bisognosi di tutto il mondo».

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un quiz nello studio televisivo più piccolo del mondo: l'interno di un taxi di cui ero il conducente: il divertimento alo stato pure. Uno su tutti: peccato era un quiz divertente: io in un monitor e la gente di un centro commerciale che rispondeva alle mie domande. Ecco, forse mancava un po' di cuore, nel senso che ero lontano e io ho bisogno di essere vicino, di sorridere e ridere guardando uno negli occhi. Danger (si esibiva come escapologo, come Henry Houdini ndr). questo è il grande amore della mia vita. Quella trasmissione è stata per me come dare un giocattolo nuovo a un bambino. Quando ero piccolo l'illusionismo mi faceva sentire grande, adesso che sono grande mi fa sentire un bambino. Una goduria! Vivo per miracolo: su La7 raccontavo storie di uomini che avevano vissuto imprese al limite dell'incredibile. E per uno

che ama il paracadutismo acrobatico e le immersioni sub è stata una cavalcata tra "pazzi" divertente ed emozionante. Bau Boys: l'ultima in ordine di tempo, in cui facevo l'istruttore di un gruppo di ragazzi per aiutare gli animali in difficoltà. Educare i ragazzi al rispetto per gli animali, perché così possano istruire i propri genitori: era questa l'idea che mi ha spinto. Ed è stato estremamente utile e divertente». Grazie, Marco.

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Presentatore, illusionista, escapologo (sono quelli capaci di liberarsi da corde e catene ndr), giornalista: in quale di queste definizioni ti ritrovi di più? «Ma allora non hai capito niente! In tutte, mi ritrovo in tutte, perché io sono fatto così. Chiaro, adesso? ». Chiarissimo. Partiamo allora dall’escapologia, che rese celebre il mago Houdini alla fine dell'Ottocento. Come l'hai incontrata? «Da piccolo, avevo 8 anni. A dire il vero ho incontrato l'illusionismo del mago Silvan. A Torino registravano un pezzo di Sim Sala Bin, celeberrima trasmissione Tv degli anni 70. Io avevo un parente che si occupava di casting e

Un'ultima cosa: ci recensisci a modo tuo le trasmissioni che ti hanno visto protagonista? «Okay. Partiamo dalle Iene: è lì che ho imparato questo mestiere, a stare attento a come, quando e cosa dico, a non essere superficiale. Mistero: la curiosità per eccellenza. Io non credo agli Ufo alle sedute spiritiche, ma al più grande e insondabile dei misteri: l'uomo. Invisibili: quelle storie personali di vagabondi e senzatetto con cui ho passato intere giornate mi ha fatto considerare la vita anche da altre angolazioni. Invincibili: mi ha insegnato che a volte noi ci lamentiamo per niente. In quel programma ho incontrato gente colpita da traumi psicofisici che hanno deciso di continuare a lottare e a sorridere, senza piangersi addosso. Che lezione! Cash Taxi: mi sono divertito su Skyuno facendo

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clochart

interviste a volti noti in giro per la brianza

…credo che solo per pochi centimetri non abbia oltrepassato la linea che mi avrebbe fatto diventare, con il successo improvviso, un cretino. I discografici dovrebbero prendere i ragazzi che cominciano e tenerli per due mesi chiusi in uno sgabuzzino a insegnargli a parlare, l'italiano, l'inglese, a muoversi, a capire come comportarsi con i media…

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Tiziano Ferro

presenta il suo nuovo album L’amore è una cosa semplice

di Redo Alfossi Foto di Francesco Prandoni

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iziano Ferro da Latina, 31 anni appena compiuti di cui 10 di carriera come cantante che lo hanno imposto in Italia e in gran parte del resto del mondo, è uno che conosce bene sia i suoi punti di forza (di cui non parla per modestia) sia i i suoi punti deboli (ma già conoscerli è cominciare a tentare di renderli inoffensivi): per questo dice quello che pensa e soprattutto pensa quello che dice (forse anche per merito della sua analista: "una brava dottoressa", dice lui, "che mi costa 80 euro l'ora, ma ne vale la pena"). Dopo tre anni di lontananza, torna con un nuovo album, titolo L'amore è una cosa semplice, dopo aver girato il mondo e soprattutto dopo aver dato alle stampe i suoi diari, titolo Trent'anni e una chiacchierata con papà edito da Kowalski, con cui ha cominciato a esorcizzare i suoi fantasmi esistenziali , a cominciare dall'accettazione dell'omosessualità ("vissuta all'inizio", dice lui, "con un senso di colpa che mi ha segnato e non poco"). Ed è tornato anche a vivere in Italia, che aveva lasciato per stare fuori dalle pressioni. "Sono italiano e sto bene qui", dice, "Peccato che non possa andare a fare la spesa perché qualcuno mi riconosce e quindi questo fa diventare un po' complicate anche le cose semplici come appunto andare a fare la spesa, che io amo fare di persona". Parliamo del disco e partiamo proprio del titolo: ma l'amore è davvero una cosa semplice? «No, è addirittura semplicissima, un'esigenza naturale, come bere-mangiare-respirare. Poi siamo noi a peggiorare la situazione, complicandone le dinamiche, rendendo tutto meno lineare. Ma l'amore di per sé è semplice semplice». Quindi l'ispirazione non è figlia del dolore?

«Anche se qualcuno dice che più si soffre più si è bravi, io dico che non è vero. Bravura e felicità non si elidono. E quindi l'ispirazione non è solo figlia del dolore, ma anche della serenità e della tranquillità. E queste canzoni sono nate da sé, come le altre precedenti, ma non sono stato male mentre scrivevo: è stato come liberarmi dai fantasmi che mi danzavano attorno e che non mi terrorizzavano più. è vero, adesso sono più sereno di prima, più equilibrato, ma soffro, rido, piango come tutti gli altri esseri umani. E le canzoni di L'amore è una cosa semplice riflettono tutto questo». Tutto semplice, allora? «Inizialmente no. Prima di tutto ho dovuto uscire dalla bolla in cui mi ero chiuso e di cui ero carceriere e carcerato. Inoltre, dopo più di un anno che non cantavo ho risentito la mia voce e mi sembrava... quella di un altro. Per questo motivo sono andato dal logopedista per tenerla sotto controllo meglio, perché tornasse a... essere mia, sotto il mio totale controllo. D'altronde sono fatto così: voglio tenere tutto sotto controllo, soprattutto nel lavoro».

fine più te stesso». E dei reality che mi dici? «Che una volta usciti dai reality li chiuderei nello sgabuzzino di cui sopra per due mesi. Mazzate e ancora mazzate, senza neanche la... consolazione del televoto». Da aprile, esattamente il 10 da Torino, Tiziano Ferro darà vita al suo nuovo tour, in cui metterà in scaletta 25/26 brani, quelli del nuovo album e i suoi più famosi. «Sarà un tour teatrale, con una sua linea, ma sarà anche divertente. Per me e per chi verrà a sentirmi». Nb: L'amore è una cosa semplice, in 35 minuti dalla pubblicazione ha conquistato il n. 1 di iTunes. La differenza tra me e te già digital download di Platino e supera su youtube le 5.000.000 di views.

Se ti guardi indietro cosa vedi? «Vedo me stesso e mi faccio tenerezza, soprattutto nel lavoro. Avevo vent'anni e l'aria da “coglioncello”: Credo che solo per pochi centimetri non abbia oltrepassato la linea che mi avrebbe fatto diventare, con il successo improvviso, un cretino. I discografici dovrebbero prendere i ragazzi che cominciano e tenerli per due mesi chiusi in uno sgabuzzino a insegnargli a parlare, l'italiano, l'inglese, a muoversi, a capire come comportarsi con i media. Due mesi di dure mazzate che però ti rendono più forte, più deciso, alla

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altrove

racconti e consigli di viaggio

BoaVista a tutti! di Marta Migliardi

Per sempre me ne andrà per questi lidi, Tra la sabbia e la schiuma del mare. L’alta marea cancellerà le mie impronte, E il vento disperderà la schiuma. Ma il mare e la spiaggia dureranno In eterno. Gibran Kahlil (poeta e filosofo libanese), 1926

galesi. Come riportato nei suoi diari, Cristoforo Colombo sbarcò nelle isole e scrisse: "Hanno un nome ingannatore perché sono alquanto aride e io non vidi in esse alcunché di verde". Il navigatore aveva, parzialmente, ragione, in quanto le isole di Capo Verde sono di origine Vulcanica, ma ve ne sono alcune che godono di una vivace vegetazione, come Sao Antao che presenta valli verdissime e vecchi crateri spenti circondati da boschi di conifere. Boavista, al contrario, è costituita da paesaggi molto differenti, circondata da 55 km di spiaggia bianca, e distese di dune sabbiose che le conferiscono un aspetto quasi lunare. Boavista è l’isola meno popolata, ma proprio grazie allo splendore delle sue spiagge (una nota particolare alla bellissima Santa Monica, la terza più grande del mondo, Patrimonio dell’Unesco) e dei suoi fondali, sta attirando sempre di più l’attenzione dei tour operator,specie italiani, pur mantenendo intatta la sua anima selvaggia e naturale. I suoi orizzonti infiniti di spiagge e oceano la rendono estranea a qualsivoglia stereotipo o moda turistica. Siete comunque in Africa, su isole che furono a lungo deserte, soste di Pirati. Ed infatti, i fondali, sono ricchi oltre che di una gran varietà di fauna (grazie ai rigogliosi banchi corallini) anche di alcuni reperti sommersi: sono più di 40 i relitti custoditi dall’isola. Per questo ma anche per il clima ventilato, è ottima per gli sport: diving (queste acque sono, infatti, ricche di specie endemiche), kite surf, surf. Ma ci sono anche escursioni via terra che interessantissime, perfette per i turisti più tradizionalisti. Da visitare il capoluogo SalRei, una volta chiamato Porto Ingles. Di fronte alla cittadina si trova un isolotto con una fortezza Duque de Braganca costruita per contrastare gli attacchi dei pirati. Boavista è famosa per le sue bellissime spiagge, praticamente si può costeggiare tutta l’isola camminando lungo

il litorale sabbioso o usando i quad, in quanto la morfologia sabbiosa dell’isola ben si presta ad escursioni con questo tipo di mezzo di trasporto! Un altro luogo da visitare è il villaggio di Rabil dove vi è la Chiesa matrice di S.Roque, costruita nel 1801. Vi è inoltre una fabbrica di ceramica. Tra le spiagge più famose, Estoril e Chaves e la già citata Santa Monica. A Boavista ci si appropria di nuovo dello spazio e del tempo. Senza fretta. Perché, a parte la natura, il clima sempre temperato, le spiagge, le dune, gli orizzonti e il ritmo differente di vita e di pensieri, a rendere speciale quest’isola (il cui nome, ricordiamolo, deriva dal primo esploratore portoghese giunto qui che volle, con una sola esclamazione “Boavista”, bella vista, raccontare la bellezza dell’isola) è la gente: unica.

Gente che, magari, vive su queste piccole isole da sempre ma che proviene da tutto il mondo, le cui origini antiche sono un miscuglio di diversissime etnie, sia africane che europee, che si sono nei secoli completamente mescolate, creando un'etnia unica e del tutto a sé stante, che non ha eguali in Africa: la "Creolo" creola di Capo Verde. E questa unicità la troverete negli occhi e nei sorrisi.

Uno scorcio di Boavista

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Comincia a fare davvero freddo. Alle cinque del pomeriggio è buio. Il Natale e le luci che addobbano le nostre città non sempre servono come placebo per i nostri malumori. Anzi, spesso succede che, come dimostrano anche molti studi scientifici, proprio nel periodo delle feste rifiorisce la depressione: in chi è single perché sente acuita la sua solitudine; in chi ha famiglia perché accusa lo stress dei preparativi; in chi è semplicemente, come me, ha una natura malinconica. La voglia di andare lontano diventa irrefrenabile, lo cantava anche Baglioni: “…un poster che qualcuno ha

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Comincia a fare davvero freddo. Alle cinque del pomeriggio è buio. Il Natale e le luci che addobbano le nostre città non sempre servono come placebo per i nostri malumori. Anzi, spesso succede che, come dimostrano anche molti studi scientifici, proprio nel periodo delle feste rifiorisce la depressione: in chi è single perché sente acuita la sua solitudine; in chi ha famiglia perché accusa lo stress dei preparativi; in chi è semplicemente, come me, ha una natura malinconica. La voglia di andare lontano diventa irrefrenabile, lo cantava anche Baglioni: “…un poster che qualcuno ha già scarabocchiato dice

vieni in Tunisia c'e' un mare di velluto ed una palma e tu che sogni di fuggire via di andare lontano lontano andare lontano lontano…” Sono tanti i luoghi che allietano il nostro immaginario: Cuba, Messico, Brasile, Santo Domingo, Kenya, Maldive. Tutte bellissime destinazioni, se avete disponibilità di tempo (dato che sono tutti voli che superano le 9 ore). Ma c’è un arcipelago, ancora non invaso dalle masse, a circa 6 ore di volo da noi, un grappolo di isole che si accostano alla parte occidentale dell’Africa: Capo Verde (Cabo Verde in portoghese), le 10 isole di origine vulcanica, a 500 Km dalle coste Sene-

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curiosità, proprietà e usi delle piante intorno a noi

Quando la natura

incontra la bellezza…

di Gabriella

Top Nails: parlano di unghie? Parlano di noi... Incontriamo Luisa Fumagalli, uno dei titolari, ma sopratutto direttore tecnico e responsabile formazione della Top Nails di Monza, che ci spiega che Top Nails, oltre ad essere concessionario ufficiale di Professionails, Nail Tek, Magic Eyes per Milano, Lecco e Monza e Brianza, è principalmente un’Accademia: Il primo rimedio naturale di bellezza di cui ho ricordo, sono le fette di cetriolo che mia nonna, dopo una nottata in bianco o dopo aver pianto molto, mi suggeriva di tenere sugli occhi affinché si sgonfiassero. Sempre dalla saggezza tramandata di generazione in generazione deriva anche l’abitudine di mettere una fetta di patata sul viso per lenire le scottature. Sappiamo bene che l’uso delle erbe e di prodotti naturali e ben più antico e antecedente alle cure delle nostre nonne ma possiamo finalmente dire che, dopo un consumistico e più tecnologico approccio alla bellezza derivato dal boom economico degli anni 80, ora, forse anche perché in tempo di crisi, stiamo recuperando i rimedi naturali sia per curarci che per abbellirci. Anche nei negozi, nelle erboristerie e nei centri estetici questa tendenza è sempre più ricercata e apprezzata dalla clientela.

In fondo la Natura ha sempre ragione. Ma se, approfittando delle vacanze, avete un po’ di tempo in più da dedicare a voi stessi, ecco alcuni semplici rimedi naturali fai da te che verranno in aiuto alla vostra bellezza. Ecco, quindi, alcuni segreti casalinghi per prendervi cura di voi. Per il viso Scrub per il viso con farina d’avena e olio extravergine di oliva Mescolate un cucchiaio di farina d’avena e tre cucchiai di olio extravergine di oliva in un contenitore di piccole dimensioni. Applicate il composto su tutto il viso, avendo cura di evitare contorno occhi e labbra e stendendolo soprattutto su mento, naso e fronte (le zone nelle quali si concentrano maggiormente le impurità). Massaggiate per alcuni minuti, dopodiché risciacquate con acqua tiepida.

Scrub per il viso per pelle secca con zucchero e yogurt Particolarmente adatto per le pelli più secche, unite un cucchiaio e mezzo di zucchero, che esfolia con delicatezza la pelle e la nutre, e un cucchiaio di yogurt intero, dotato di azione purificante. Anche in questo caso è necessario procedere con un massaggio dolce per qualche minuto e poi risciacquare con acqua tiepida. Per i capelli stressati e con doppie punte: Per rinforzare i capelli e scoraggiare l’insorgenza delle doppie punte lasciando un gradevole profumo di pulito un vero toccasana è la polpa di mela. Prendete delle mele e frullatele, dopo di che applicate la poltiglia sui capelli come una maschera e lasciate riposare per qualche minuto prima di risciacquare.

«…insegniamo a fare ricostruzione delle unghie e tutte le tecniche collegate: insegniamo una professione». « La nostra forza», prosegue Luisa, «sono la professionalità e la serietà! Le allieve, anche quando hanno finito il corso, hanno la possibilità di partecipare alle lezioni per un anno e, cosa non da tutti, hanno assistenza tecnica disponibile sempre: tutte, infatti, hanno il mio numero di cellulare». E’ un vero e proprio mestiere che, in molti casi passa, per chi si appassiona e ci si dedica con serietà, da semplice hobby ad attività lavorativa primaria. E’ senz’altro una strada per creare nuove realtà lavorative. «Io ne sono l’esempio vivente», racconta Luisa, « avevo un centro estetico ad Usmate ed un giorno ho iniziato ad appassionarmi a questa tecnica e, quindi, ho deciso di fare un corso. Dopo aver appreso l’arte del mestiere ed essermi appassionata e specializzata ho iniziato ad esercitare a domicilio. Infine ho incontrato mio marito, Giovanni Bignone (direttore commerciale e marketing della Top Nails Monza), che mi ha spinta ad aprire la prima scuola…ed ora siamo qui!». Mentre parlo con Luisa la mia attenzione visiva è rapita dalle sue mani che stanno facendo da modelle ad un lavoro di Paola, una delle insegnanti, una vera e propria artista, nelle decorazioni e nella micro pittura. E’ sorprendente vederla creare, vedere come pian piano fa nascere su ogni singola unghia un “piccolo quadro”.

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L’aula di micropittura La Top Nails oltre ai corsi base di ricostruzione e utilizzo del gel e dell’acrilico, che sono i fondamentali, offre un’ampia gamma di corsi di perfezionamento e giornate di approfondimento di Nail Art. Alla fine di ogni corso di livello verrà rilasciato un attestato di partecipazione al corso frequentato. Tra le giornate a tema troverete quelle di Graffiti & Design, Fiori & Fantasy, Marbling & Animal Skin, Follie French e III D Gel. Una nota di merito va al fatto che tutti i prodotti che Top Nails utilizza e vende (anche le creme curative per mani e piedi) sono riconosciuti dal Ministero della Sanità, sono altamente professionali e di qualità e non danneggiano la salute.

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Brigantia

storia ed escursioni nel nostro territorio

Must

il primo museo interattivo e multimediale della Brianza. di Adriana Colombo

…perché il museo non è solo deposito di memorie passate, ma luogo di conoscenza reciproca e di confronto tra identità diverse. Non immaginativi vecchie teche impolverate, ma un vero e proprio universo multifunzionale: sala lettura, area di ristoro, nursery e una sala di documentazione di storia locale, archivi fotografici e anche filmati… e a ville di delizia brianzole. Tra le splendide proposte, segnaliamo l’itinerario Sotterranei e Fortezze medioevali,un viaggio nei luoghi più nascosti della città per rivivere atmosfere e suggestioni di altri tempi: da sotterranei ricchi di storia, ad antiche fortificazioni, fino ai resti di un misterioso castello. Dopo una breve visita al Must e alla sala del museo dedicata al Medioevo, l'itinerario prosegue tra le strade del borgo di Vimercate permettendo di visitare i principali monumenti di quel periodo: dalle torri difensive del Ponte di San Rocco (sec. III–XVI), alla pregevole Chiesa di Santo Stefano (sec. X-XIX) con la sua suggestiva cripta. I visitatori avranno, inoltre, l'opportunità di scendere nelle antiche cantine della Trattoria Basilio che conservano interessanti tracce dell'antico castello di Vimercate. Sempre su iniziativa del Must ricordiamo che il 17 Dicembre verrà riproposto il Mercato Contadino a Km 0, realizzato dalla COLDIRETTI di Milano, Lodi e Monza Brianza in collaborazione con l’Azienda Agricola Augusto Frigerio di Vimercate presso la corte d’onore

Nell’area del vimercatese, posto tra il fiume Lambro e l’Adda, compie un anno di vita il Must, museo interattivo dedicato alla storia, all’arte e alle tradizioni del territorio. Villa Sottocasa ospita, infatti, dal mese di novembre 2010 questo progetto ambizioso, che ha trasformato l'ala sud dello storico edificio di via Vittorio Emanuele non in una semplice esposizione permanente, ma in un vero e proprio centro di aggregazione, di promozione e di produzione culturale. Il Must è un museo che racconta la storia del territorio a partire dalle più antiche civiltà che lo hanno abitato fino a giungere alla società contemporanea.

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Il museo raccoglie (come scritto sul sito www. museomust.it), cataloga, conserva, espone testimonianze culturali - dai reperti archeologici ai beni storico-artistici, dai video alle tradizioni orali - per tessere attorno a questi oggetti una narrazione evocativa e scientificamente valida del nostro passato. Narrazione che diventa lo strumento di mediazione attraverso il quale contenuti complessi, come l'opera d'arte o il documento storico, vengono tradotti in un linguaggio divulgativo e attuale. Le grandi trasformazioni in corso, migrazioni e globalizzazione, spesso disorientano e sradicano l'individuo dai luoghi e dalle culture:

la narrazione si orienta allora sul presente e diventa dialogo tra culture che vivono sul nostro territorio. Perché il museo non è solo deposito di memorie passate, ma luogo di conoscenza reciproca e di confronto tra identità diverse. Non immaginativi vecchie teche impolverate, ma un vero e proprio universo multifunzionale: sala lettura, area di ristoro, nursery e una sala di documentazione di storia locale, archivi fotografici e anche filmati. Tra le varie iniziative, anche visite guidate e itinerari esterni (sempre guidati) come passeggiare in un borgo medioevale, visite a chiese che ospitano opere d’arte

di Villa Sottocasa (via Vittorio Emanuele, 53). Qui si potranno acquistare, direttamente da produttori locali, frutta e verdura di stagione, salumi, farina, riso, formaggi di capra e mucca, vino, miele e molto altro ancora. Questo per sottolineare nuovamente lo spirito interattivo del Must che vuole valorizzare anche l’attività agricola di cui è ricco il nostro territorio. Vi consigliamo vivamente di prendere visione di tutti gli itinerari e le sale presenti in questo museo made in Brianza che vi permetterà di conoscere in maniera innovativa e coinvolgente la storia e l’evoluzione di questa terra. Anche con creatività e buon gusto. Per informazioni e prenotazioni Tel. 039 6659488 | info@museomust.it

L'ingresso del MUST

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i segreti dello chef

bis

ricette e trucchi in cucina

teatro, musica ed eventi

Officina del Gusto i cinque sensi del sapore Già dal nome s’intuisce chiaramente che dietro questo ristorante vi è una vera e propria filosofia del gusto, ovvero quella di accogliere i clienti con un percorso culinario, atto a riscoprire i piaceri dei vari sapori, coinvolgendo il palato ma anche la mente, che può godere di un’atmosfera rustica ma raffinata, elegante e nel frattempo rilassante. Il piacere della gola si unisce a quello degli occhi: anche la vista ha la sua importanza quando si mangia! Il ristorante è, infatti, curato nei dettagli sia per quanto riguarda l’arredamento che l’illuminazione. «Il nostro chef, nella costruzione di un piatto, tende a creare un sapore e un gusto tramite le ricette tradizionali, riprendendo sopratutto quelle più semplici e genuine. C’è una grande ricerca e attenzione nello studio dell’area di origine del piatto», ci spiega Masha, la responsabile dell’Officina. «…stiamo molto attenti anche alle stagionalità, infatti, cambiamo i menù in base a quelle che sono la frutta e le verdure di stagione, e i prodotti che la terra offre nel periodo di riferimento. Quindi, per esempio, a Settembre e Ottobre abbiamo avuto varietà di piatti a base di porcini…». Un’altra punta di diamante dell’Officina del Gusto è la pizzeria poiché la pizza è cotta nel forno a legna e l’impasto è fatto quotidianamente, e vi è la ricerca anche da parte del pizzaiolo dei migliori ingredienti con cui condirla: ci sono pizze tradizionali,

come la diavola e la Napoli, e pizze un po’ più particolari, alcune, ad esempio, contengono i mirtilli o ingredienti che normalmente non si trovano su una pizza. La ricerca e la cura, insomma, valgono sia per quanto concerne la cucina che la pizzeria. Anche gli amanti del vino saranno accontentati. «Un’altra cosa cui noi teniamo molto, continua Mascia, è la carta dei vini che spazia da bottiglie di comune conoscenza a pezzi rari da intenditori, bottiglie singole visibili nella loro apposita libreria da esposizione, di modo che l’esperto possa scegliere. I nostri fornitori di vini sono principalmente italiani (toscani, veneti, piemontesi, ecc), arricchiti da una selezione particolare di vini sud Africani, importati da un’azienda locale che è la AfriWines. Questi vini, sia bianchi che rossi, sono molto apprezzati dalla nostra clientela, soprattutto in accompagnamento a piatti di carni particolari. Noi, infatti, abbiamo un’ampia scelta di piatti di carne e teniamo molto alla qualità della materia prima: filetti argentini, carni piemontesi, ecc. Carne cotta semplicemente alla griglia o proposta in altre vesti dal nostro chef, come, ad esempio, il filetto alla Wellington, una ricetta più complessa che però, per essere assaporata degnamente, merita un’attenta preparazione». Per gli amanti dei primi piatti o per la clientela vegetariana c’è anche una varia selezione di risotti e

via Carlo Forlanini, 71C- 20832 Desio (MB). Tel. 0362/1788512 | Cell. 335/8370539 | www.officinadelgusto.eu Menù di natale

Antipasti Involtini di salmone norvegese e caprino in salsa verde Capesante nostrane gratinate al burro Petto d'anatra affumicato e fiocchi di Culatello D.o.p Crostino con fonduta di formaggi nobili e scaglie di tartufo nero Primi Pappardelle ai funghi porcini e pomodorini al profumo di basilico Risotto Venere con ciuffi di calamari e mazzancolle Secondi Medaglioni di salmone norvegese all'arancia su un letto di insalatina di finocchio selvatico Sorbetto al mandarino Filetto di Maialino alle mele con contorno di salsa ai peperoni Dolce Panettone artigianale con crema, cioccolato e mirtilli tiepidi BEVERAGE ABBINATO AI MENù 1 bottiglia ogni 2 ospiti: Morellino di Scansano, Rosso di Toscana o Lugana Sauvignon blanc Calice di Moscato d'Asti – Prosecco

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Menù capodanno Antipasti Bignè di granchio e fonduta di formaggi nobili Carpaccio di pesce spada affumicato, su un letto di insalata di mele, rughetta selvatica e crema allo yogurt Prosciutto di cervo e salame felino D.o.p. Cornetto salato ripieno di crema di funghi porcini della Valtellina e prosciutto crudo di Parma Primi Gnocchi al nero di seppia con sugo di spigola fresca e zafferano Risottino ai funghi porcini e scaglie di tartufo nero Secondi Tagliata di tonno al pesto di menta su un letto di insalatina novella Sorbetto al limone affogato alla menta Filetto di scottona piemontese al rum, ricoperto di scaglie di cioccolato, e purea di avocado con bacon croccante Dolce Millefoglie ai frutti di bosco e crema chantilly Panettone artigianale con crema, cioccolato e mirtilli tiepidi

Pappardelle alla Stroganoff Ingredienti per 6 persone: 1 kg di pappardelle fresche all'uovo 900 gr di filetto di manzo dalla parte della coda 100 gr di burro 2 cipolle 2 dl di panna acida 1 limone 250 gr di funghi champignons Prezzemolo Olio extravergine di oliva Worcestershire Sauce Q.b mezzo cucchiaio di senape in polvere Brodo di pollo Sale e pepe Preparazione: Affettare sottilmente il filetto e ricavare delle striscioline di carne. Tritare le cipolle e affettare i funghi. Far rosolare in una padella le cipolle con olio e burro, quando saranno diventate trasparenti aggiungere i funghi e farli ammorbidire, con l’aiuto di un mestolo forato togliere funghi e cipolle dalla padella e tenere in caldo. Aggiungere del burro nella padella e farlo spumeggiare, far rosolare, a fiamma vivace, le striscioline di carne infarinate. Rimettere le cipolle e i funghi, aggiungere il brodo, terminare la cottura. Mescolare bene e unire la panna acida, la senape e la salsa Worcestershire. Far addensare, salare e pepare. Cuocere le pappardelle in abbondante acqua salata. Scolarle al giusto punto di cottura, condirle con una noce di burro e comporre il piatto adagiando sul fondo le pappardelle e sopra la carne con la sua salsa. Cospargere con prezzemolo tritato fresco e servire caldo

di pasta, anche fresca, come i paccheri di Gragnano e i tortelloni al tartufo. In questo momento, seguendo la stagionalità, il tartufo è il re di molte ricette, che sono solitamente abbinate a vini, come il Barbera, delle terre dove normalmente c’è maggior concentrazione del gustoso tubero. Anche i dolci sono di produzione artigianale e sono preparati un po’ come si fa a casa, con cacao, burro, farina… ingredienti semplici e naturali, assemblati con la cura tradizionale. «La cura del dettaglio giunge anche nel modo in cui il piatto è presentato al cliente, specifica Masha, ma tutto questo non deve essere scambiato per un oneroso esborso economico! Abbiamo prezzi di mercato e non irragionevoli: si può venire per una pizza e birra in compagnia di amici, o in famiglia, come per una cena a base di tartufo!». L’Officina del Gusto è disponibile anche per organizzazione di cerimonie, battesimi, cresime, comunioni, meeting aziendali, compleanni e tutte quelli che sono eventi di gruppo. In queste occasioni vengono creati dei menù in base alle esigenze di gusto e di spesa del cliente: a buffet o completamente impiattato. Sono anche riservate delle aree del ristorante divise tramite enolibrerie in modo da garantire la privacy dell’evento.

Lorenzo Materazzo e Luca D’Alberto sono gli Ex Wave. Plagiarsm (Bollettino/Sony Music), il loro secondo album dopo Apri gli occhi del 2009. Due artisti formatisi nelle più grandi scuole di musica (Teatro alla Scala di Milano, Mozarteum di Salisburgo, Royal Academy di Londra) accomunati dall’esigenza di dialogare con la modernità. In meno di due anni dalla loro formazione hanno già ottenuto importanti riconoscimenti: nel luglio 2008 hanno aperto le date milanesi dei concerti dei Deep Purple (di cui sono stati supporter anche quest’anno il 18 luglio all’Arena di Verona); nel giugno 2009 sono stati invitati a suonare al Palazzo Reale di Monaco di Baviera da George Michael che, dopo averli ascoltati, in un’intervista ha dichiarato: “La musica degli Ex.Wave è assolutamente nuova, fantastica. Avvolge e cattura dall'alto”. Inutile aggiungere parole a questo entusiastico ed autorevole giudizio, bisogna ascoltarli. Li incontriamo alla Salumeria della Musica di Milano dove stanno presentando, con uno spettacolo decisamente fuori dalle righe, un mix di suoni e visioni, l’anteprima del PLAGIARISM TOUR 2012 (per informazioni www.barleyarts.com). Parlateci un po’ di questo particolare show live, cosa deve aspettarsi il vostro pubblico da un vostro concerto? «Per preparare questo spettacolo c’è voluto davvero moltissimo tempo, quasi due mesi, non per definire i brani ma proprio per costruire assieme al regista la parte scenografica. E’ una scenografia molto particolare perché vuole introdurre quello che avviene nel disco…e dal disco si rimane abbastanza “storditi”…c’è tutto questo suono che ti avvolge in ogni direzione. Per questo tradurre il suono in un effetto scenografico è stato un gran lavoro, volevamo catapultare lo spettatore in una

EX WAVE

la musica che avvolge e cattura. di Elena Gorla Foto di Francesca Fawn Masperi

dimensione virtuale, in una dimensione onirica, in cui non si rendesse conto del confine fra il reale e la finzione, anche per quanto riguarda la musica: volevamo che lo spettatore non capisse se la musica che ascolta è completamente originale o se ci sono dei campionamenti, delle citazioni. Alla fine quindi, fra musica e immagini, lo spettacolo si risolve in un’arte unica che si ricrea e rigenera dall’inizio alla fine, senza confini definiti con lo scopo di rapire lo spettatore, di trascinarlo nel nostro mondo a scoprirne le molte sfaccettature». Molto curati e densi di immagini forti anche i video dei brani…come sono nati? Avete curato direttamente anche la loro ideazione e realizzazione? «L’aspetto visivo della nostra musica ci è stato suggerito dalla musica stessa, dalle note. Ci hanno sempre detto che è una musica molto cinematografica, molto visiva e noi ci siamo fatti spontaneamente condurre dal suono nell’evocazione dell’immagine. Per la parte video ci siamo affidati a Simone Petrini per la scenografia ed i video sul palco e Fabio Scacchioli, registi di grande talento ma abbiamo scelto di curare personalmente la parte relativa al montaggio, sulla base della nostra sensibilità musicale e delle nostre personalità. Per questo crediamo che la parte visiva dello spettacolo sia davvero un aspetto importantissimo, essenziale. Così nel live emerge questa doppia anima, reale e virtuale. La realtà e resa dalla fisicità dei nostri strumenti classici, la viola, il violino e il pianoforte, mentre la fluidità, l’oniricità dell’elettronica è commentata visivamente dalle immagini». Com’è nata in voi la necessità di svincolarvi dall’impostazione classica che ha caratterizzato i vostri studi e come avete identificato il percorso per fondere classico ed elettronico fino ad arrivare a ciò che è Plagiarism? «Ci piace dire che Plagiarism, oltre ad marcare un’evoluzione delle nostre persone è anche una sorta di esplosione: da ciò che eravamo verso quello che stiamo diventando. Noi veniamo da un mondo, quello della musica classica, in cui si vive sommersi dai vincoli. Siamo cresciuti per 15 anni con l’abitudine di studiare nella solitudine delle proprie quattro mura, salvo poi ritrovarsi padroni di un enorme bagaglio tecnico

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Bis

teatro, musica ed eventi a monza e brianza

che finisce con il ridurti a mero interprete di lavori di altri. Noi abbiamo avuto la fortuna di renderci conto che l’idea di musicista vero (ed è un’idea che arriva direttamente dal sette-ottocento, con Mozart, Beethoven e tanti altri grandi musicisti dell’epoca), non è quella di esecutore ma di artista globale, qualcuno che crea e innova mettendoci del suo. Per questo abbiamo pensato di metterci in gioco: il bagaglio tecnico c’è ed è una base acquisita, ma abbiamo scelto di spingerci oltre, aprendoci ai suoni, agli strumenti e all’elettronica. Una creazione che sia arte totale, inevitabile mete reca i segni del tempo in cui nasce, per questo oggi, non è possibile trascurare il versante visivo, anzi bisogna integrarlo e armonizzarlo». In questo lavoro la volontà di sperimentazione è davvero molto evidente, credete che in futuro questa voglia di innovazione vi porterà su vie ancora diverse rispetto a quelle che oggi state percorrendo? «In realtà, anche se questa è una presentazione del nuovo album, noi stiamo già lavorando al terzo…per ora stimo rafforzando le basi concettuali già presenti in Plagiarism e la nostra impostazione, la nostra firma, sta diventando sempre più leggibile. Con questo nuovo lavoro che stiamo affrontando ci stiamo rendendo conto che per noi, lo sforzo più impegnativo è quello di “lavorare di sottrazione”, nel senso che abbiamo un bagaglio così vasto dal punto di vista tecnico ma anche di ascolti, che tutto ciò che conosciamo e abbiamo fatto nostro tende a confluire nella nostra musica: ecco il nostro impegno attuale è togliere. Non vogliamo approfittare del barocchismo che la nostra impostazione accademica inevitabilmente ci palesa come la via per noi più facile. Togliere elementi, cercare l’essenza nella semplicità, togliere i virtuosismi fini a sé stessi. Vogliamo che la ricchezza di idee, di faccettature insite nella nostra musica e nei nostri modi di essere emergano in modo naturale, non forzato».

Nel disco sono presenti anche 2 cover di brani assai distanti fra loro: perché li avete scelti? Nella scelta è insita anche una volontà di aprirsi a quello che è il mercato discografico? «Intanto l’idea di cover già di per sé sposava l’idea di Plagiarism a meraviglia…poi volevamo dimostrare che talvolta una cover può essere non solo più bella dell’originale ma può essere anche “altro” dall’originale. Nel caso degli Arcade Fire, soprattutto la cosa è nata così…ascoltandoli abbiamo selezionato tutto ciò che non ci piaceva delle loro canzoni e abbiamo pensato di rifarne una (My Body is a Cage) e di farla diventare bella. Poi la cover può anche una mossa commerciale perché, indubbiamente, da molta visibilità, ma non è stato questo il motivo che ci ha spinti a realizzarle. Per noi le cover sono state una sfida, soprattutto quella di Poker Face di Lady Gaga: eravamo desiderosi di cimentarci con qualcosa di completamente diverso da noi da trasformare, riarrangiandolo in chiave completamente diversa, in chiave dark». Torniamo a Plagiarism: l’idea di plagio insita nel titolo è evidente. È una provocazione che volete lanciare al mercato italiano? «Innanzitutto dobbiamo dire che il mercato italiano, anche se nel suo complesso è molto distante dall’idea di Plagiarism, sta reagendo molto bene al disco, anche perché nella realtà il mercato è fatto da persone, e molte persone hanno voglia di cose nuove, di qualità non dei soliti prodotti. Il più grosso difetto del mercato italiano, anche a livello critico, è quello di cercare sempre di inglobarti, di classificarti. Quando non riesce a classificarti allora il giudizio è: un po’troppo vario… Se non riescono a definirti i critici impazziscono! Di fronte alla nostra musica il critico classico resta spiazzato, non può dire nulla di male perché tecnicamente ci trova impeccabili ma nel contempo non capiscono perché abbiamo scelto di staccarci da un percorso classico; i critici più rock, invece, quasi ci snobbano per la nostra impostazione classica…in-

somma se non catalogano non sanno come muoversi e danno origine a una querelle tra classico e moderno davvero senza senso, destinata a lasciare il tempo che trova. L’arte deve essere considerata sotto una prospettiva più ampia e globale, non settoriale e manieristica. Per fortuna le persone, il pubblico, almeno un certo pubblico, sfuggono alla logica del mercato e seguono il proprio gusto, la propria sensibilità e noi siamo un esempio concreto che anche in Italia si può fare qualcosa di qualità, qualcosa che vada oltre il solito pop, e si può farlo anche con il supporto di una major. Ci teniamo a dirlo ai tanti musicisti di valore che esistono nel nostro paese: non bisogna rinunciare, la buona musica si può fare». La copertina del disco è davvero molto bella, un mix di pop art e musica con i tanti volti di musicisti famosi di epoche diverse…chi l’ha ideata? Ci ha aiutati un nostro amico pittore e disegnatore, bravissimo, che l’ha realizzata a partire dalla nostra idea di una copertina che racchiudesse un po’tutto ciò che c’è all’interno del disco. La copertina rappresenta in modo immediato questa idea di “tante cose e di livello”: tutti i musicisti che vi sono raffigurati hanno a loro modo cambiato la storia della musica e hanno segnato le nostre vite e i nostri percorsi. Qualcuno è più semplice da riconoscere, qualcun altro un po’ meno, come Al'fred Šnitke (compositore russo, 1934-1998), che è addirittura raffigurato due volte, da giovane e da vecchio. Poi di solito notiamo una certa fatica nel riconoscere anche Shumman, (Ndr. compositore tedesco, 1810-1856), Ozzy Osbourne, che viene scambiato per Marilyn Manson, Arturo Benedetti Michelangeli (Ndr. pianista classico), Freddie Mercury, Madonna, che va cercata bene perché è un po’ nascosta… tanti altri: a voi la ricerca! ».

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Lega Anti Vivisezione (LAV)

una realtà attiva anche in Brianza Martina Miscioscia è la Responsabile della giovane sezione di Monza e Brianza della Lega Anti Vivisezione (LAV), ed è lei a raccontarci dell’impegno della sezione brianzola di LAV in difesa dei diritti degli animali. E’ intenzione di LAV arrivare ad avere una sezione in tutte le provincie italiane... Se nell’autunno del 2008 la neonata sezione di LAV di Monza e Brianza contava non più di pochi volontari, nel arco di soli tre anni questi sono sensibilmente cresciuti riuscendo a programmare molte utili iniziative su tutto il territorio provinciale: banchetti, ma anche incontri didattici presso le scuole elementari e medie, organizzate con la collaborazione di molti comuni del territorio. Questo perché, ci spiega Martina, è importante educare i ragazzi al rispetto degli animali e spiegare i molti modi attraverso cui, anche adottando comportamenti ed atteggiamenti quotidiani, è possibile tutelarne i diritti. In coordinazione con la sezione nazionale, vengono poi promosse importanti campagne informative e petizioni. BASTA PELLICCE. Per alcuni anni si è creduto che le pellicce stessero finalmente passando di moda, ma il mercato delle pelli ha risolto il calo delle vendite con un astuto escamotage: gli inserti in pelliccia. Con l’apprestarsi della stagione fredda, infatti, i capi che propongono inserti di pelliccia riempiono le vetrine dei negozi e, spesso, l’offerta di questi indumenti a prezzi davvero irrisori, unita ad un etichettatura sibillina ed ingannatrice, può indurre il consumatore anche a credere che si tratti di pellicce sintetiche. Attenzione! Spesso il basso costo è dato solo dall’utilizzo di pellicce di animali il cui pelo è ritenuto meno “pregiato” rispetto ai tradizionali visoni provenienti da allevamenti, o a volpi, foche ed alti animali vittime dei bracconieri. Molto diffuse, soprattutto fra i prodotti di provenienza cinese ma non solo, anche le pellicce di cane e gatto, reperibili in gran quantità e a basso costo! Per evitare di promuovere questo commercio è necessario prestare molta attenzione al momento dell’acquisto. Sul sito LAV tutte le indicazioni e i trucchi per distinguere con certezza una pelliccia sintetica da una grondante sangue. 8 HOURS.EU: Stop ai lunghi viaggi degli animali da macello. Nel 2002 il Comitato Scientifico della Commissione Europea ha pubblicato un rapporto sulla protezione degli animali durante il trasporto, che recita: “Come regola generale, i trasporti degli animali dovrebbero durare meno possibile”. Questa raccomandazione non è mai stata presa in considerazione. Ogni anno milioni di animali sono trasportati per migliaia di chilometri sulle strade europee in condizioni inaccettabili. La legislazione attuale con-

sente che i trasporti durino più giorni e per migliaia di chilometri, moltiplicando la sofferenza degli animali coinvolti. Dobbiamo mettere fine a questa inutile sofferenza: Gli animali vivi destinati al macello devono essere trasportati al massimo per 8 ore! La Commissione Europea sta rivedendo il regolamento, per questo è fondamentale agire ora: servono un milione di firme, firma e fai firmare ai tuoi amici la petizione che LAV promuove assieme a tante altre associazioni animaliste europee. Puoi aderire firmando online dal sito LAV nella sezione “le nostre campagne” o rivolgendoti ai banchi LAV organizzati nelle piazza briantee. STOP AI TEST COSMETICI condotti in laboratorio su animali. Non solo in campo farmaceutico e medico ma anche in campo cosmetico gli animali sono vittime della ricerca industriale: sfigurati dai rossetti, intossicati dai profumi, bruciati da creme e saponi. La maggioranza dei consumatori è contraria ai test su animali per i cosmetici ma si continuano comunque a produrre e commercializzare prodotti i cui ingredienti sono testati su animali. Una intensa campagna internazionale ha fatto sì che una direttiva europea vietasse il commercio di cosmetici testati su animali a partire dal 1998 …ma l’introduzione di quel divieto è stata posticipata più volte. I consumatori possono fare molto affinché il divieto venga finalmente reso esecutivo ed affinché il mercato capisca che la sperimentazione su animali è una scelta che non paga. Il modo è semplice, basta non acquistare prodotti testati su animali prediligendo aziende amiche degli animali. Qui a seguire l’elenco delle aziende che aderiscono allo standard e riportano sulla confezione la dicitura “Stop ai test su animali. Controllato da ICEA per LAV”. Per info visita il sito della LAV: www.lav.it

Puoi incontrare direttamente i volontari LAV di Monza e Brianza ai banchi che terranno nei giorni: Sabato 17, a Vimercate in piazza Roma Domenica 18, a Seregno in piazza Italia Per avere informazioni sulle attività organizzate dalla sezione monzese della LAV, per iscriversi o diventare attivisti LAV potete scrivere a: lav.monza@lav.it La sezione si riunisce ogni due settimane per discutere e programmare attività ed iniziative: PARTECIPA!

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SPECIALE animali

Clinica Veterinaria Cinisello due chiacchiere con un’amica degli animali…

Incontriamo la Dott.ssa Sciaula Gardini, titolare e direttore sanitario della Clinica Veterinaria Cinisello, per capire qualcosa di più in materia di salute ed assistenza sanitaria per i nostri animali. La Dott.ssa Sciaula Gardini con due pazienti.

Com’ è nata in lei la passione per gli animali e il desiderio di diventare medico veterinario? «La passione per gli animali mi accompagna fin da quando ero bambina ed anche la passione per questa professione: da piccola la figura del veterinario che seguiva i miei animali era per me un modello, un riferimento… e un’ideale che non mi ha abbandonata neanche crescendo e che ha sostenuto la mia voglia di intraprendere un percorso di studi così lungo e difficile. Anche i miei genitori mi hanno sostenuto e mi hanno dato la possibilità di studiare per tanti anni…anche perché è davvero un percorso di studi molto lungo ed oneroso, come tutte le facoltà di medicina. Ho fatto, poi, anni di tirocinio presso varie strutture e poi, finalmente, ho aperto questa mia clinica che nasce dalla voglia di fare un qualcosa di nuovo rispetto ai tanti ambulato ri già esistenti: non una struttura di base ma qualcosa di ben più specialistico». Come è organizzato, quindi, il suo studio? «C’è, innanzi tutto, il front-office dedicato all’accettazione: qui, al loro arrivo, i pazienti vengono registrati nel nostro sistema informatico che raccoglie tutte le informazioni che serviranno per la compilazione e gli aggiornamenti delle cartelle cliniche e che ci permette, inoltre, di avere una banca dati molto utile per effettuare studi di carattere epidemiologico sulle varie malattie. La struttura è organizzata in reparti: ambulatori visita; prechirugia e chirurgia; diagnostica per immagini , cioè ecografia, endoscopia, e radiologia digitale; laboratorio interno, che permette di avere delle analisi del sangue o altro, se occorre, in pochi minuti; 2 reparti di degenza; un servizio di pet corner, per agevolare l’inizio delle terapie veterinarie, anche di domenica o negli orari serali, in cui sarebbe improbabile trovare farmaci veterinari subito disponibili nelle

farmacie di turno la notte e nei festivi. Infine, desidero sottolineare che siamo un team in maggioranza donne (10 su 12), ognuno con un settore di maggiore competenza tra quelli elencati, ma ancor più importante è dire che il team vanta di colleghe esperte in “animali non convenzionali” (NAC), modo in cui vengono oggi definiti tutti gli animali che non sono i “classici” cane e gatto, per offrire anche a conigli, furetti, cincillà, criceti, gerbilli, cani della prateria e tutti i tipi di volatili, tartarughe, serpenti, iguane ecc. un servizio di assistenza e cure mediche specifiche. A tal fine abbiamo un ambulatorio all’interno della clinica dedicato proprio ai NAC, che in natura sono, per lo più, prede: ci teniamo a differenziare le sedi di visita di questi animali “prede” rispetto a cani e felini , predatori invece, perché altrimenti accuserebbero, già solo per il fatto di essere in un ambiente pregno degli odori dei propri predatori, un altissimo livello di stress , che può complicare la visita stessa. E questa è un’accortezza rara da trovare presso altre strutture veterinarie in cui si trattano anche animali non convenzionali. Inoltre, il problema di trovare medici realmente molto qualificati per i NAC è reale: gli specialisti sono pochi, anche perché nei corsi di laurea tradizionali questi animali non vengono quasi neanche considerati, quindi si rimanda per una preparazione specifica a corsi post laurea, costosi, lunghi, e per poter acquisire della pratica, bisogna seguire pochi altri colleghi già formati. Questo si sta rivelando un nostro punto di forza, dato anche che non c’è giorno della settimana che non vi sia in clinica un medico veterinario qualificato per i NAC». E dal punto di vista delle attrezzature? «Come descritto, abbiamo un laboratorio di analisi interno ed un’area dedicata al ricovero di pazienti che devono sostenere operazioni chirurgiche o che sono sottoposti a terapie per lungo tempo. In un’altra stanza c’è anche un ricovero dedicato esclusivamente alle patologie infettive, in modo da evitare completamente il rischio di contagio verso gli altri pazienti. Abbiamo, inoltre, un servizio di radiologia digitale, applicazione che in veterinaria è generalmente ancora poco diffusa, ed un servizio di ecografia ed endoscopia. Ciò ci

CLINICA VETERINARIA CINISELLO dir.san. Dott. Sciaula Gardini Via Monte Nevoso 16/18 20092 - Cinisello Balsamo (MI) tel/fax 0261291211

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consente, ove possibile, di effettuare alcuni tipi di interventi in modo molto meno invasivo, senza dover sottoporre il paziente ad un vero e proprio intervento chirurgico. Ciò significa che se un cane ha, ad esempio, ingoiato un sasso, sarà possibile estrarre il corpo estraneo, comunque in anestesia, ma entrando con una sonda dalla bocca. Ciò significa ottenere dei tempi di recupero e decorso post intervento molto inferiori e privi di forti dolori, diciamo che dopo un’ora il cane esce dalla clinica sulle proprie zampe e senza tagli nell’ addome. Un intervento meno invasivo, oltre ai tantissimi vantaggi clinici, ha anche dei costi minori e questo, ovviamente, non è un argomento di poco conto: ricordo, infatti, che per gli animali non esiste un servizio socio sanitario convenzionato e le spese mediche, per cure e prevenzione, sono interamente a carico delle famiglie. Fortunatamente iniziano ad esistere anche le polizze assicurative per infortuni riservate a cani e gatti, e con il mio lavoro mi accorgo davvero che talvolta possono essere molto utili». Cosa ne pensa dell’abitudine ancora diffusa di regalare animali, cuccioli, a Natale? «Generalmente gli animali vengono regalati ai bambini, dopo lunghe richieste…credo che per un bambino ricevere in dono un animale sia una cosa importantissima, un contatto fondamentale ma… ci sono molti ma… Io collaboro con le scuole primarie di Cinisello e vado nelle scuole ad insegnare ai bambini cosa significa avere un animale, prendersene cura. Cerco di spiegare loro che cosa significa avere un amico ma anche un impegno “per la vita”, perché se prendono un cane o un gatto in terza elementare molto probabilmente quello starà con loro fino a quando saranno maggiorenni. Un impegno ed una responsabilità da non sottovalutare oltre che una grande gioia! Questo discorso può sembrare contro i miei interessi, ma penso che regalare un’animale a Natale sia davvero una scelta di tutta la famiglia e molto accurata. La nostra società, esageratamente consumista, già tende a livellare sul piano dell’oggetto ogni realtà: regalare un animale nel momento in cui si regalano tonnellate di giocattoli, di oggetti, non aiuta il bambino a capire che quello che ha ricevuto non è una cosa, ma un essere vivente che ha proprie esigenze e sentimenti, non un gioco che potrà essere accantonato in un cesto quando avrà stancato e non si avrà più voglia di giocare con lui. Inoltre durante le festività le famiglie sono sempre ricche di impegni, pranzi, cene, viaggi, capodanno, mentre un animale appena arrivato in una nuova casa, soprattutto se è un cucciolo, ma anche se si tratta di un anziano preso in canile, si trova nel momento in cui ha bisogno di maggiori attenzioni e presenza. Un animale per un bambino può di certo essere anche il dono più bello, purché fatto nel momento giusto e da genitori consapevoli della responsabilità che si stanno assumendo: una responsabilità irrevocabile e destinata ad accompagnarli per anni, ma che certo lascerà un segno indelebile di cosa possa essere il rispetto e l’ amore incondizionati, che solo un peloso sa dare».

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due chiacchiere a quattro zampe

Remy storia di un’amicizia tra un ratto e un essere umano di Gabriella, in collaborazione con ENPA sez. Monza e Brianza

La Protezione Animali accoglie le più svariate razze e specie animali – non solo cani e gatti! Il 29 luglio un ragazzo ha portato in canile, sistemato in una scatolina, un animaletto minuscolo trovato nel suo giardino. Scopriamo con stupore che questa creatura indifesa e inetta, di appena sette grammi di peso e dieci centimetri di lunghezza, non è altro che un cucciolo di ratto comune (Rattus rattus) affamato, ancora con gli occhi chiusi, di soli cinque giorni di vita. Federica, l’operatrice del Gattile, lo sistema su una coperta con la boule dell’acqua calda. Parte un giro di chiamate e ecco che comincia la storia dell’amicizia tra una ragazza e un ratto… Marika Carioti, volontaria del gruppo selvatici dell’ENPA monzese, è abituata a soccorrere giovani uccelli caduti dal nido, ricci denutriti e persino pipistrelli in difficoltà. Ma è la prima volta che le viene affidato un cucciolo di ratto: solitamente, infatti, le persone sono più propense ad ucciderli che a salvarli. Il piccolo, battezzato Remy come il rattino protagonista del film d’animazione “Ratatouille”, beve con gusto dal biberon ogni trequattro ore il suo latte per cagnolini e, dopo la stimolazione per fare i bisogni, cade in un sonno profondo. Proprio il giorno prima, Marika aveva portato a casa quattro gattini di pochi giorni di vita, trovati abbandonati in un sacchetto di plastica; così, allatta loro, allatta

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2. lui. Nei giorni e settimane seguenti è stato un lavoro duro ma soddisfacente! Remy diventa “ometto” Il 3 agosto Remy apre gli occhietti e i dentini iniziano a farsi vedere. Cresce in fretta e dimostra ogni giorno una gran voglia di vivere. Già a una settimana dal suo arrivo inizia a camminare e mangiare da solo una pappetta preparata con latte in polvere, multicereali per neonati e omogeneizzato; presto imparerà anche a sbucciare i semini e a sgranocchiare qualche frutto. A un mese dal suo arrivo pesa 54 grammi ed è lungo 27 cm: ormai è un “ometto” e - senza che la sua mamma glielo abbia insegnato - sa già costruirsi una tana, usare la lettiera igienica per fare i bisogni, lavarsi, curiosare dappertutto, sbucciarsi i semi e scegliere gli alimenti che apprezza di più. Crescendo con Marika, Remy è diventato del tutto domestico e la considera il suo “ratto alfa”. Non si stacca mai da lei e, appena può, le sale in spalla e sta lì tranquillo mentre gira per casa. Non ha paura dell’uomo e dei possibili predatori e questo è un male per un animale selvatico. Per questo motivo, dopo aver

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sentito il parere di diversi esperti, Marika ha deciso di tenere con sé Remy. Se fosse stato liberato in natura, non sarebbe riuscito a cavarsela; ora, invece, potrà vivere sereno tutta la sua vita senza pericolo di essere avvelenato, predato, investito, di morire di fame o di freddo. Un ratto si adatta facilmente alla vita domestica e non ne risente come altre specie. Però questa storia è stato un caso e dovrebbe essere l’eccezione: ricordiamo che è assolutamente sconsigliato - oltre che proibito dalla legge - detenere a casa propria animali selvatici, e in caso di ritrovamento vanno immediatamente consegnati ad una struttura idonea. Oggi Remy è un bel ratto di 145 grammi, lungo 35 cm. A tempo debito verrà sterilizzato e Marika adotterà una bella Rattus norvegicus (ratto domestico) per fargli compagnia, poiché in natura avrebbe vissuto in una grande colonia di ratti. Ha la sua spaziosa gabbia in camera dove vive quando Marika è fuori e che viene aperta quando torna. Purtroppo i mici di famiglia lo considerano più come spuntino che come amico e quindi vivono rigorosamente “separati in casa”! L’affetto e l’intelligenza di Remy “Remy è davvero un amore - racconta Marika - mi dimostra ogni giorno il suo affetto, mi dà i baci, mi corre incontro, si fa spupazzare tutto, ama farsi fare i grattini e socchiude gli occhi, proprio come un micio, mentre lo si gratta. Ha imparato i nostri orari ed è sempre pronto a ricevere un pezzetto di noce, di mela, di castagna, di formaggio o un mirtillo e di portarseli nella sua tana, attraversando di corsa tutta la stanza per poi tornare ad elemosinarne un altro pezzetto. È estremamente

intelligente, educato e pulito - a differenza di quello che è il pensiero comune della gente. Affettuosissimo e simpatico da morire, mi ha insegnato ad apprezzare e amare questa specie così malvista, a capirla e rispettarla.” In fin dei conti questi animali fanno solo quello che cerchiamo di fare tutti noi: sopravvivere! Prima di ucciderne uno, di piazzare una trappola, di mettere giù del veleno o, ancora peggio, quella barbarie della colla topicida (dove l’animale rimane incollato terrorizzato per giorni prima di morire di stenti), pensate a Remy, a questa faccina bellissima e pensate che tutti i ratti e topi come lui sono intelligenti e molto più simili a noi umani di quello che crediamo.

NELLE FOTO: 1. Appena arrivato in canile il 29 luglio, nella scatolina in cui ce lo hanno portato 2. A 15 giorni comincia a mangiare da solo la pappetta speciale 3-4. Remy cresce e comincia a diventare un “ometto” 5. Remy mentre esplora la casa; in questa foto è salito su una sedia 6. Remy mentre mangia una frutta 7. Infine, Remy mentre si lascia fare le coccole da “mamma” Marika

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Il 6 Gennaio torna la Befana dell’Enpa! 5.

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Il primo appuntamento dell’ENPA di Monza e Brianza per il 2012 è la tradizionale Befana del Cane e del Gatto! Ad attendervi venerdì 6 gennaio nella zona pedonale di Via Italia in centro Monza, dalle 9.30 alle 19.00, alcune simpatiche befane con tanto di scopa e calzettone piena di caramelle per la gioia dei più piccoli, scortate da una scodinzolante rappresentanza del canile di Monza! Scopo principale della manifestazione è quello di raccogliere offerte, iscrizioni e provviste per i tantissimi animali di cui ci occupiamo ogni anno. Al nostro gazebo troverete, infatti, un Punto Raccolta dove potrete portare il materiale di consumo utilissimo per far fronte

alle quotidiane esigenze degli amici a quattro zampe che si trovano presso il canile di Monza. Sul sito HYPERLINK "http://www. enpamonza.it" www.enpamonza.it troverete, dalla fine di dicembre, un elenco di tutti i materiali che più servono. Al gazebo troverete inoltre numerosi simpatici gadget e bellissime idee regalo, compreso il calendario 2012 in versione da tavolo e da muro. Chi preferisce portare i propri “doni” direttamente agli ospiti del canile/gattile di Monza sarà accolto da un’altra sorridente Befana! La struttura di Via Buonarroti 52 rimarrà aperta dalle 14.30 alle 17.30, nonostante la giornata festiva.

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SoloMonza

paesi, paesini, città di MOnza e Brianza

Monza: tanto di cappello!

Normalmente, in questa rubrica, NonsoloMonza, raccontiamo qualcosa dei paesi e delle città che circondano il nostro capoluogo. A Natale però, è nostra consuetudine omaggiare Monza e parlare di lei, la regina della Brianza. Quello che succederà nel capoluogo brianzolo, lo trovate nel box qui sotto, oggi vogliamo accennarvi ad una grande tradizione monzese, che, specie in passato, ha fatto conoscere la città in tutto il mondo: l’arte di fare cappelli. A Monza, infatti, questa è un’arte che ha radici antiche e deriva direttamente dalla fiorente attività di produzione di feltri di lana qui assai radicata. Queste attività erano già fiorenti e sviluppate nel XVII secolo ma è nel XIX secolo che, sulla spinta del dilagante sviluppo industriale, molte botteghe artigiane si trasformano in vere e proprie fabbriche, la cui produzione veniva esportata su scala mondiale. Parliamo di aziende capaci di dare lavoro a migliaia di monzesi come i cappellifici Cambiaghi, Ricci, Valera. Il grande sviluppo dei cappellifici, dislocati lungo l’intero territorio cittadino con una maggiore preminenza lungo la direttrice per Milano, vicino alla stazione ferroviaria che rendeva più facile il trasporto delle merci, fece sì che già nel 1901 nacquero sia la prima federazione di lavoranti del settore che, per contro, la prima associazione di industriali. L’attività dei cappellifici si mantenne fiorente fino agli anni trenta del XX secolo, iniziò poi un epoca di irrimediabile declino dovuto dapprima al conflitto mondiale e, in seguito, al mutare della moda, soprattutto maschile. Il declino del settore portò, mano a mano, allo smantellamento dei cappellifici, eccezion fatta per quella che fu la sede dell’ex Cappellificio Monzese. L’edificio, risalente al 1880 e situato in Corso Milano, è oggi stato restaurato in quanto pregevole esempio di archeologia industriale ed attualmente ospita riutilizzata gli uffici centrali delle Poste Italiane. Nel 1991 cessò l’attività l’ultimo grande feltrificio storico monzese, Paleari & Ferrario. Oggi a Monza resta attiva nel settore solo una piccola azienda artigiana, la F.lli Vimercati, che continua a mantenere viva la tradizione cittadina del cappello di feltro di alta qualità Per saperne di più consigliamo la lettura del ricchissimo lavoro documentale di Giuseppe Maria Longoni: G.M. Longoni, L'eredità dei cappellai, memoria, mito e realtà di un'avventura del lavoro, Cinisello Balsamo, Silvana (2003).

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Le iniziative a Monza in occasione delle Festività natalizie ( www.comune.monza.it ) Fino all'8 gennaio 2012 in piazza San Paolo Pista di pattinaggio Dal 7 dicembre al 6 gennaio 2012 all'Arengario Mostra del presepe 13 e 20 dicembre Brianza Blues Festival - Christmas Session 13 dicembre Chiesa del Carmelo ore 21 Concerto di Natale

L’usato ha una sede nuova. 11.11.duemila11, Pirola apre la nuova sede dell’usato Audi Prima Scelta :plus a Monza in Viale Campania 65. Un’occasione per scoprire l’usato Audi forte della rigorosa verifica “110 punti” e le offerte Audi Financial :plus grazie alle quali potrete scegliere tra le migliori soluzioni finanziarie per l’acquisto della vostra auto. www.audi.it

17 e 18 dicembre in piazza Trento e Trieste Aspettando Natale con Babbo Natale 18 dicembre Natale on the road 19 dicembre in Duomo Concerto di Natale 24 dicembre piazza Duomo Vin brulè con gli Alpini Gli auguri dell’Amministrazione Comunale al termine della S. Messa di mezzanotte. Iniziativa a cura dell’ANA – Associazione Nazionale Alpini - sezione di Monza. 6 gennaio - dalle 9.00 alle 14.30 19a Motobefana benefica

Pirola Francesco & Figli S.p.A. Per chi sa scegliere - www.pirola.com

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Breve storia della tradizione monzese dei cappellifici


SPORTivamente

Monza e Brianza in movimento

Ecco da qui nascere l'evento per noi più importante durante l'anno: Natale On The Road, organizzato con il patrocinio e contributo del Comune di Monza. Come da più di dieci anni, anche quest'anno i Babbo Natale Bikers arriveranno in sella alle rombanti Harley-Davidson nel centro storico di Monza il prossimo 18 dicembre, per rendere felici tutti i bambini degli Istituti “Mamma Rita” e “Villa Eva”. Ogni anno, nel mese di novembre, gli Iron-Crown vestono i panni degli aiutanti di Babbo Natale, leggendo le letterine scritte dai bimbi degli istituti e cercando di accontentare le loro richieste, portando poi loro i pacchi-dono proprio nel giorno del Natale On the Road. Qui, oltre a ricevere l'atteso dono, i bambini vivono una gioiosa atmosfera natalizia, circondati da canti natalizi, palloncini, caramelle e tantissimi aiutanti dell'omone dalla barba bianca che porta sempre felicità nei cuori di tutti. I doni offerti ai bambini sono il frutto di mesi di raccolta benefica, grazie ad amici

e sostenitori di questa nostra annuale iniziativa che porta in quel di Monza un po' di calore e folclore. Per capire qualcosa di più del Motoclub Ironcrown Brianza e del Natale On the Road facciamo qualche domanda al Presidente del Motoclub stesso, Massimiliano Regonesi (Mige): Presidente, come mai un gruppo di appassionati di Harley-Davidson ha deciso di dedicarsi ad un evento come questo, che richiede numerosi mesi di impegno ed organizzazione? «Perché quello che ci rende felici sono i sorrisi e gli occhi gioiosi dei bambini che, nel periodo per loro più bello, il Natale, possono avere il calore e la gioia che tutti gli altri loro coetanei trovano nelle proprie famiglie. Questo per noi è abbastanza, per spronarci ogni anno a fare del nostro meglio per regalare loro questa magica atmosfera». Vi aspettate un grosso afflusso di presenti a questo evento?

«Come tutti gli anni, a questo evento benefico parteciperanno molti dei nostri amici bikers che sfideranno il clima freddo del periodo per partecipare con le loro moto. La gente per le strade sarà moltissima e, come ogni anno, cercheremo di ricambiare il loro affetto con cordiale accoglienza e con della buona musica dal vivo. In questo clima natalizio sarà naturale tornare un po' tutti bambini, regalando sorrisi e buon umore». Se qualche motociclista interessato alle attività del vostro Motoclub volesse contattarvi come può fare? «Chiunque si rispecchia nei valori e nello stile di vita bikers può contattarci presso il nostro sito www.iron-crown.it oppure venendoci a trovare di persona, tutti i mercoledì sera, presso la nostra sede, il Biraus Bikers pub di Missagliola (LC)».

Con le Harley al posto delle renne… di Daniela Pavan

Il gruppo Iron-Crown nasce nel Gennaio 2008 da un nutrito gruppo di Amici Bikers che, dopo una lunga esperienza maturata insieme sulle strade e raduni di tutta Europa, hanno deciso di condividere la passione per le moto Harley-Davidson ed i viaggi in moto. Nel 2010 il grande passo, esattamente il 24 febbraio, riceviamo l'affiliazione da parte della Federazione motociclistica italiana e diventiamo moto club, più esattamente il MOTO CLUB IRON-CROWN BRIANZA con sede

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presso il Biraus Bikers Pub a Missaglia (Lc), un grande traguardo che inorgoglisce ogni membro del gruppo perché è solo grazie al nostro grande impegno e alla nostra passione che tutto questo si è realizzato in soli due anni. Il Motoclub si fonda sui valori universali di amicizia, lealtà, e rispetto reciproco e su quelli peculiari del motociclismo biker di solidarietà e fratellanza tra motociclisti.

I nostri obbiettivi sono sempre gli stessi che hanno caratterizzato il passato di ognuno di noi; organizzare tanti viaggi, feste ed eventi; partecipare a run e raduni di ogni genere, ritrovarci regolarmente con tutti i soci e condividere emozioni, esperienze e tempo libero... In particolare ci impegniamo sempre nel sociale, arricchendo ogni nostro evento con fini benefici impegnandoci ad aiutare qualcuno meno fortunato di noi tramite la nostra grande passione!

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pendolare

SPECIALE corsi di lingue

il viaggio quotidiano è per me una vocazione

Centro Studi Modus: corsi di inglese 2012

Non perdere tempo…metti radici al tuo sapere! In occasione dell’apertura dei corsi di inglese per l’anno 2012, ci siamo recati presso il Centro Studi Modus, scuola all’avanguardia per l’insegnamento linguistico, ubicato nel centro di Monza, per capire assieme alla direttrice didattica, la Dott.ssa Francesca Ferrara, qual’ è l’offerta formativa della scuola e come sono articolati i corsi per il nuovo anno accademico.

Il nostro marchio è un alberello stilizzato, metafora della conoscenza e del sapere che hanno bisogno di radici forti e ben piantate per creare una chioma folta e ricca di colori!

VIAGGEREMO SU MONOROTAIA? di Juri Casati È noto che la variante al Piano di Governo del Territorio (Pgt) di Monza, recentemente approvata, preveda la possibilità di costruire un sistema di trasporto pubblico su monorotaia che attraversi Monza sull’asse est-ovest. È meno noto che una società immobiliare abbia commissionato uno studio di fattibilità per un progetto simile, anche se centrato sulla zona sud-ovest di Monza. Attenzione però: nulla è stato ancora deciso, e non è detto che alla fine si arrivi davvero all’effettiva costruzione di una monorotaia. Tuttavia, visto che ormai le ipotesi sono sul tappeto, tanto vale affrontare l’argomento. La variante al Pgt ipotizza l’adozione di un «Veicolo Automatico Leggero» senza conducente, simile al metrò di Torino e considerato molto sicuro, che scorra su una monorotaia di dodici km sull’asse est-ovest di Monza in parziale corrispondenza del tracciato del canale Villoresi. Nella parte est di Monza la linea si diramerebbe da una parte lungo viale Stucchi e dall’altra parte verso viale Sicilia. Invece lo studio di fattibilità commissionato dalla società immobiliare ipotizza la costruzione di un «Personal rapid Transit», cioè piccole cabine senza conducente simili ad un mezzo utilizzato in un aeroporto inglese, che scorrano su una monorotaia che colleghi Bettola – in corrispondenza del capolinea non ancora costruito della linea rossa della metropolitana milanese – alla stazione dei treni di Monza. Le fermate intermedie sarebbero 6, di cui 3 nel futuro quartiere della Cascinazza. Sembra che la stessa società immobiliare che ha commissionato lo studio di fattibilità sia anche disponibile a costruire la monorotaia, come parziale onere di urbanizzazione, qualora le venisse concesso il permesso di costruire nell’area della Cascinazza, di cui è proprietaria. A questo proposito è però sba-

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…attenzione però: nulla è stato ancora deciso, e non è detto che alla fine si arrivi davvero all’effettiva costruzione di una monorotaia. Tuttavia, visto che ormai le ipotesi sono sul tappeto, tanto vale affrontare l’argomento… gliato pensare che «siccome è un’opera che viene progettata e pagata da un privato, facciamogliela fare perché in qualsiasi caso è una cosa in più». Infatti bisogna considerare che le linee trasporto pubblico di persone, anche se private, godono comunque di un contributo pubblico, perché i costi dei biglietti non sono mai in grado di coprire i costi di gestione. Quindi un’opera di questo tipo – chiunque la paghi – genererà sicuramente costi per la collettività, ed è necessario capire fin d’ora se conviene sostenerli. È comunque inevitabile che ipotesi come quelle che abbiamo delineato prestino il fianco ad almeno due tipi di considerazioni critiche. In primo luogo in merito all’impatto ambientale, dato che si tratterebbe di costruire una sorta di piccolo viadotto che, in alcuni punti, potrebbe essere rialzato rispetto al terreno anche di 6 metri, e addirittura la variante al Pgt prevederebbe di seguire il corso del canale Villoresi con il rischio – ancora tutto da valutare – di incorrere in qualche vincolo paesaggistico. Un’altra perplessità, forse la maggiore, riguarda però i tracciati ipotizzati. Infatti la variante al Pgt predilige l’asse estovest, nonostante il flusso di traffico più grande attraversi Monza sull’asse nord-sud.

Invece l’ipotesi del privato, pur contenendo il pregevole tentativo di integrare la monorotaia con le linee MM ed FS esistenti o in costruzione, predilige il quadrante sud-ovest di Monza. È una soluzione che valorizzerebbe l’area della Cascinazza – aspirazione comprensibile del costruttore – dato che il quartiere ne ricaverebbe un comodo collegamento con le fermate MM e FS, ma è necessario valutare se tale progetto e i suoi costi futuri siano compatibili con gli interessi di Monza in tema di trasporti. Dobbiamo tuttavia anche ricordare che, qualora venisse effettivamente edificato un nuovo quartiere alla Cascinazza, esso poi dovrebbe essere comunque collegato al resto della città. In queste ipotesi ci sono però anche due aspetti positivi che è opportuno sottolineare: i tempi e i costi. I tempi realizzazione sarebbero oggettivamente inferiori rispetto a quelli del metrò tradizionale in galleria (che potrebbe arrivare a Monza-centro o a Monza-nord tra circa venti anni, se tutto va bene). I costi inoltre sarebbero dieci volte inferiori. Il dibattito è aperto.

C

os’è Modus? «Modus in latino significa “misura”, come su misura è il percorso offerto ad ogni singolo corsista. I nostri corsi sono, infatti, basati sul Metodo Modus attraverso un percorso che prevede l’impostazione rigorosa e metodica della grammatica della lingua nella sua interezza. Partiamo dal presupposto che conoscere bene una lingua significhi innanzitutto conoscerne le strutture morfologiche e sintattiche: solo dopo avere acquisito questi indispensabili strumenti è, infatti, possibile muoversi nella realtà linguistica ma anche culturale del paese straniero. Obiettivo dei corsi Modus è, dunque, quello di fornire una conoscenza davvero completa della lingua attraverso un percorso organizzato sulle esigenze del singolo corsista». Come avviene la formazione delle classi e lo smistamento degli iscritti nei differenti livelli didattici? «E’ sempre richiesto un test d’ ingresso seguito da un colloquio con un nostro insegnante con cui valutiamo sia il livello di partenza che la velocità di apprendimento e l’elasticità mentale del corsista. Queste informazioni sono indispensabili per creare dei gruppi che siano non solo omogenei al momento della partenza ma anche tali da seguire gli stessi ritmi didattici lungo tutto lo svolgimento del programma di corso. Chiediamo, inoltre, di compilare un brevissimo modulo per valutare la disponibilità di tempo da dedicare ai “compiti a casa”».

Qual è la formazione dei docenti? «I nostri docenti sono madre lingua o di pari titolo, appositamente formati per la didattica della lingua inglese».

FIRST CERTIFICATE ENGLISH

Come sono strutturati i corsi? «I nostri corsi di inglese hanno durata semestrale e presuppongono almeno una frequenza settimanale (1,5 ore/settimana). Sono suddivisi sostanzialmente in 3 grandi livelli: Principiante (Beginners), Intermedio (Intermediate) e Avanzato (Advanced). Le quattro abilità della lingua, ovvero la speaking, la writing, la reading e la listening vengono affrontate in tutti i livelli già a partire dal Beginners, in modo tale da impostare un metodo valido poi per unʼeventuale prosecuzione del percorso fino ai livelli più avanzati. Con il metodo Modus infatti anche chi comincia da zero, se motivato e costante nella frequenza e nello studio, può arrivare ad ottenere il livello di preparazione più alto! ».

Il First Certificate English è la prima vera certificazione Cambridge. Ottenere il First, certificazione di durata vitalizia, rilasciata dalla sede del British Council di Milano, significa non solo conoscere le strutture morfologiche e sintattiche della lingua, possedere un vocabolario abbastanza completo, ma soprattutto dare un valore aggiunto al proprio curriculum, per potersi presentare al mondo del lavoro con una carta in più!

Quali corsi è possibile frequentare? «Oltre ai classici corsi è possibile iscriversi ai corsi in preparazione al First (FCE), che presuppongono una preparazione iniziale del corsista almeno ad un livello Intermediate. La nostra offerta è completata dalla possibilità di richiedere delle lezioni di conversation, individuali o a piccoli gruppi e da percorsi personalizzati, studiati ad hoc sulle esigenze di ogni singolo corsista. La stessa personalizzazione del percorso è offerta anche alle aziende, a cui offriamo corsi nella nostra sede o direttamente nella sede di lavoro, negli orari e nei giorni più graditi. Nel panorama dei molteplici servizi offerti non mancano i corsi per ragazzi che hanno la possibilità di intraprendere un percorso verso lʼapprendimento della lingua inglese inseriti in un contesto di coetanei».

Promozioni Natale (fino al 24/12/11) regalare l’inglese è ancora più facile! Corsi Beginners e Intermediate: 6 mesi di corso € 300 Idea regalo mamma/papà: 3 mesi di corso a soli € 200 Promozione over 60: 3 mesi di corso € 200 Contattaci per informazioni su tutte le altre promozioni regalo!

Il candidato ideale per intraprendere un percorso di preparazione al First è ad un livello Intermedio ed è fortemente motivato. I nostri corsi in preparazione al First hanno durata semestrale e alla fine del corso, dopo un esame di valutazione del raggiungimento degli obiettivi, viene rilasciato un attestato di frequenza. Il costo complessivo è di Euro 700,00.

Centro Studi Modus Via Varisco, 1 20900 Monza (MB) Tel. 0392622480 info@centrostudimodus.it www.centrostudimodus.com


Raccontiamoci

libri, racconti, scrittura e poesia

Babbo Natale proseguì: “ E tu sei Lenza, se non sbaglio”. Il piccolo pesce annuì. “Ti conosco bene mio piccolo amico”. Lenza spalancò gli occhi mentre Babbo Natale continuava a raccogliere pacchi e riposizionarli sulla strana barca. “Come fai a conoscermi?” Chiese Lenza incuriosito. “Io conosco tutti ma voi non conoscete me, c'è una sorta di divieto per gli umani per quanto riguarda il fondo del mare”. Umani, dunque era così che si chiamavano. “E loro cosa sono?” chiese Lenza indicando gli strani esseri con le corna. “Loro sono Fulmine, Ballerina, Donnola, Freccia, Cometa, Cupido, Saltarello e Donato. Sono le mie renne, fanno parte del mondo animale ed ognuna di loro ha un compito spe-

Il racconto di Natele per i più piccoli

Lenza e il Natale sul fondo del mare di Maurizio Medici

Il piccolo Lenza era un pesciolino che scorrazzava nel mare blu. Lo chiamavano così perché ogniqualvolta dei pescatori buttavano le reti in mare, lui ci finiva sempre dentro, tant'è che i pescatori stessi lo avevano preso un po' come portafortuna, liberandolo ogni volta e donandogli quel soprannome. Era l'unico pesce che aveva avuto la possibilità di conoscere i due mondi: quello terrestre e quello marino. Dalla sua gente, Lenza non era ben visto. Un pesce che esce all'aria aperta per parlare con gli esseri senza pinne! Non si poteva certo dire che “l'Umano” fosse ben visto al di sotto dello specchio d'acqua: c'era da biasimarli? Erano soprannominati gli “spinnati”. Una notte Lenza stava scorrazzando per il fondale, quando ad un tratto sentì un suono sordo provenire dalla superficie dell'acqua. Incuriosito si avvicinò e quello che vide lo lasciò senza bolle:

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uno spinnato era appena caduto dal cielo! Vide degli strani esseri a quattro zampe con le corna che si agitavano tentando di liberarsi dal fondale sabbioso. Una strana barca senza timone era legata al loro dorso. E poi vide lo spinnato, ma era diverso dagli altri. Era tutto vestito di rosso, Lenza conosceva i colori perché si divertiva a giocare sulla barriera corallina ogni tanto. Lo spinnato lo guardò un po' sorpreso e imbarazzato: “Ciao mio piccolo amico” Disse mentre raccoglieva delle strane scatole tutte colorate dal fondale, poi proseguì: “Sto diventando vecchio per queste cose, e quest'acqua non aiuterà di certo i miei reumatismi”. Lenza, per niente impaurito si avvicinò: “ Ma tu chi sei?” Lo spinnato di tutta risposta esclamò : “Come chi sono? Io sono Babbo Natale oh oh oh!” Lenza, sentendo quella risata un po' goffa, ma rassicurante al tempo stesso, gli si avvicinò.

ciale ora ti spiego: Non solo fanno la slitta volare e in ciel galoppano senza cadere Ogni renna ha il suo compito speciale, per saper dove i doni portare Cometa chiede a ciascuna stella, dov’è questa casa o dov’è quella. Fulmine guarda di qui e di là per sapere se la neve verrà. Donnola segue del vento la scia schivando le nubi che sbarran la via. Freccia controlla il tempo scrupoloso ogni secondo che fugge è prezioso. Ballerina tiene il passo cadenzato, per far che ogni ritardo sia recuperato. Saltarello deve scalpitare, per dare il segnale di ripartire. Donato è poi la renna postino, porta le lettere d’ogni bambino. Cupido, quello dal cuore d’oro, sorveglia ogni dono come un tesoro. Quando vedete le renne volare Babbo Natale sta per arrivare.

Lenza danzava piroettando al suono di quelle parole, divertito. Babbo Natale aggiunse: “Ma stanotte abbiamo incrociato la scia di un aereo e abbiamo perso il controllo.” Lenza capiva bene di cosa parlava perché, spesso, sentiva i gabbiani e i pellicani lamentarsi degli uccelli di metallo pilotati dagli spinnati. “Ma quindi tu porti i regali a tutti i bambini?” “Si mio piccolo amico, ma solo a quelli buoni” Lenza si rattristò, essendo lui un bambino e non avendo ricevuto alcun dono pensò di non essere un bravo pesciolino. Babbo Natale vide che il suo piccolo amico era un po' triste e riprese subito: “Ma tu non sei un bravo bambino semplicemente

perché non sei uno “spinnato”, come dite voi. Ma so che sei un bravo pesciolino, e voglio proporti un patto”. Lenza scodinzolava le sue pinne sorridente. “D'ora in poi, con il tuo aiuto, porterò il Natale anche qui, sul fondo del mare”. Schioccò le dita e in un attimo comparvero otto rane pescatrici che sulla testa hanno una specie di lampadina. “Queste ti aiuteranno ad illuminarti la via”. Schioccò nuovamente le dita e comparve un enorme conchiglia. “Questa è per caricare i doni”: un altro schiocco rese Lenza tutto rosso e bianco e lo soprannominò Pinna del Natale. Babbo Natale, con l'aiuto di Lenza, rimise tutti i doni sulla slitta e fu di nuovo pronto a partire. “Addio mio piccolo

amico” Lenza, ora Pinna del Natale, salutò l'anziano spinnato. Da quel giorno, anche il fondo del mare conobbe il Natale. Era la notte del 24 dicembre, e ancora oggi, ogni notte di Natale, se passate in mare aperto noterete dei bagliori attorno allo scafo della barca. Alcuni lo chiamano plancton, in realtà è Pinna del Natale che sta distribuendo i doni ai pesciolini in fondo al mare. Molti pensano che Lenza non abbia avuto alcun dono, ma in realtà, non c'è miglior dono che donare felicità a qualcuno.

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BUSES AND TRAINS TO AUTODROME IF YOU ARRIVE BY TRAIN From Milano Centrale and Porta Garibaldi:

Friday 9 TO and AUTODROME Saturday 10: train to Monza + black line to the Autodrome; AND TRAINS 11 Sunday only from Milano Centrale train station to free up Biassono-LesmahagowRRIVEonly BY TRAIN

Circuit, in 30 minutes arrive at only 50 meters from the Lesmo curves (see train schedules).

ano Centrale and Porta Garibaldi: From Monza Railway Station (Gate Porta Castello): nd Saturday train to Monza blackSunday line to 11th: the Autodrome; Friday10: 9th, Saturday 10th+ and BLACK LINE free shuttle bus no-stop to unday only Milano Centrale train Gate station to free up Biassono-LesmahagowVialefrom Cavriga/RAI (Autodrome Vedano). 30 minutes arrive at only 50 meters from the Lesmo curves (see train schedules).

IF YOU ARRIVE BY CAR

za Railway Station (Gate Porta Castello): , Saturday 10th and Sunday 11th: BLACK LINE free shuttle bus no-stop to and ride. ga/RAIPark (Autodrome Gate Vedano).

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RRIVEParkings BY CAR or in external Parkings near Biassono. Friday 9th, Saturday 10th and Sunday

11th: from toll parkings leave free shuttle buses. The ticket of the shuttle bus is ride. 3 Euro if you haven’t the parking ticket: G: it’s not allowed to drive in the Monza park! Leave your car in P+Bus BLUE LINE: Park +near Shuttle 15 EuroFriday (only Shuttle 3 Euro round trip)Sunday or in external Parkings Biassono. 9th, Saturday 10th and P Monza leave Stadio-Shuttle-Park / Autodrome GateofMirabello m toll parkings free shuttle buses. The ticket the shuttle bus is GREENthe LINE*: Parkticket: + Shuttle 20 Euro (only Shuttle 3 Euro round trip) you haven’t parking P Monza Rondò-Shuttle-Park / Autodrome Gate Mirabello

on Friday E: Park*Not + Shuttle 15 Euro (only Shuttle 3 Euro round trip) Stadio-Shuttle-Park / Autodrome Gate Mirabello NE*: Park + Shuttle 20 Euro (only Shuttle 3 Euro round REQUIRED): trip) OTHER PUBLIC TRANSPORTATION (TICKET Rondò-Shuttle-Park / Autodrome Gate Mirabello

riday Bus Brianza Transports line z204 from Corso Milano in Monza to Vedano

UBLICBus TRANSPORTATION Brianza Transports(TICKET line z221REQUIRED): from Corso Milano in Monza to Carate (bus stop: Biassono Santa Maria delle Selve).

za Transports z204 from Corso Milano infrom Monza to Vedano Train toline Biassono-Lesmo-Autodrome Sesto S.G. railway and underground (MM1) station and Monza Station (Friday and Saturday only, Sunday it runs from Milan). za Transports line z221 from Corso Milano in Monza to Carate : Biassono Santa delle Selve). Metro link Maria MM2 Porta Garibaldi Station Milan Central Station.

Stanziati 340 mila euro per la manutenzione della segnaletica orizzontale e verticale nelle strade cittadine

assono-Lesmo-Autodrome from Sesto S.G. railway and underground (MM1) d Monza Station (Friday and Saturday only, Sunday it runs from Milan).

BUSSE UND ZUGE ZUM AUTODROME WENN SIE MIT DEM ZUG ANKJOMMEN

MM2 Porta Garibaldi Station Milan Central Station. Von Milano Centrale und der Porta Garibaldi:

UND ZUGE ZUM dem AUTODROME Am Freitag 9 und Samstag dem 10: Zug nach Monza + schwarze Linie auf der nur 11 Sonntag nur von Milano Centrale Bahnhof zum free Biassono-LesmoE MIT Autodrome; DEM ZUG ANKJOMMEN

Circuit, in 30 Minuten zu erreichen und nur 50 Meter von der LesmoKurven (siehe Fahrplan).

o Centrale und der Porta(Ausgang Garibaldi:Porta Castello): Ab Monza Bahnof g dem 9Ab und Samstag Zug nach + schwarzeLINIE Liniekostenlose auf der Busfahrt zum Freitag demdem 9 bis10: Sonntag demMonza 11: SCHWARZE e; nur 11 Sonntag nur von Milano Centrale Bahnhof zum free Biassono-LesmoCavriga/RAI (Vedano Tor vom Autodrome). 30 Minuten zu erreichen und nur 50 Meter von der LesmoKurven (siehe Fahrplan).

WENN SIE MIT DEM AUTO ANKOMMEN

Bahnof (Ausgang Porta Castello): dem 9 bis Sonntag dem 11: SCHWARZE LINIE kostenlose Busfahrt zum Paken AI (Vedano Torund vomlaufen. Autodrome). ACHTUNG: Im Park ist das Autofahren verboten! Parken Sie bitte Ihren Wagen den Parkplätzen P+Bus oder auf denen des Autodroms in Biassono. E MIT auf DEM AUTO ANKOMMEN Ab Freitag dem 9 bis Sonntag dem 11: fahren freie Busse von den Parkplätzen:

L

d laufen.BLAUE LINIE: Park + Busse 15 Euro (einzig Shuttle 3 Euro rundreise) : Im Park ist dasStadio Autofahren Parken Sie bitte P Monza Park /verboten! Autodrome Mirabello Tor Ihren Wagen arkplätzen P+BusLINIE*: oder auf denen des Autodroms in Biassono. GRUENE Park + Shuttle 20 Euro (einzig Shuttle 3 Euro rundreise) dem 9Pbis Sonntag demPark 11: /fahren freie Busse von Tor den Parkplätzen: Monza Rondò Autodrome Mirabello

’Assessorato alla Viabilità si prepara a dare il via al programma annuale di manutenzione ordinaria della segnaletica orizzontale e verticale nelle strade e nelle piazze cittadine.

*Nicht Freitag NIE: Park + Busse 15 Euro (einzig Shuttle 3 Euro rundreise) Stadio Park / Autodrome Mirabello Tor LINIE*:SIE ParkKÖNNEN + Shuttle AUCH 20 EuroMIT (einzig Shuttle 3 Euro rundreise) DEN GEWÖHNLICHEN ÖFFENTLICHEN Rondò Park / Autodrome Mirabello Tor

VERKEHRSMITTEL FAHREN (FAHRPREIS IST ZU ZAHLEN):

A fine novembre sono partiti i lavori per ripristinare la segnaletica orizzontale (strisce (auf der Haltestelle Biassono Santa Maria delle Selve aussteigen). pedonali, linee di stop e dare precedenza, lianza Verkehrsmittel linie z204 ab Corso Milano ab (Monza) Zug FS zum BiassonoLesmoAutodrome Sesto zum S.G. Vedano Bahnof MM1 und ab Monza Bahnof (nurdi Freitagmezzeria und Samstag - am Sonntag direkt ab Mailand nee e di margine, stalli di sosta) anza Verkehrsmittel linie z221 ab Corso Milano richtung Carate altestelle Biassono SantaPorta Maria delle Selve aussteigen). MM2 U-Bahnhof GaribaldiBahnhof nei punti in Milano cuiCentrale le Link. strisce sull’asfalto sono m BiassonoLesmoAutodrome ab Sesto S.G. Bahnof MM1 und ab hnof (nur Freitagscarsamente und Samstag - am Sonntag direkt ab Mailand o addirittura assenti. visibili ahnhof Porta GaribaldiBahnhof Milano Centrale Link. Si lavora anche per integrare la segnaletica verticale (cartelli e paline) laddove carente o danneggiata da maltempo o vandalismi. Per questo genere di intervento l’Assessorato alla Viabilità ha previsto uno stanziamento complessivo di 340 mila euro Iva compresa.

eitag

Busse Brianza Verkehrsmittel linie z204 ab Corso Milano (Monza) zum Vedano

NEN AUCH MIT DEN GEWÖHNLICHEN ÖFFENTLICHEN RSMITTEL (FAHRPREIS IST ZAHLEN): BusseFAHREN Brianza Verkehrsmittel linieZU z221 ab Corso Milano richtung Carate

“L’evidente fabbisogno manutentivo di segnaletica orizzontale e verticale in più punti della città ha fatto emergere, nostro malgrado, un’errata percezione di immobilismo e di poca attenzione da parte del Comune di Monza verso i problemi dell’utenza delle nostre strade. In realtà – spiega l’Assessore alla Viabilità Simone Villa - in questo settore, forse in

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maniera ancora più grave rispetto ad altri, il Comune ha subito le difficoltà legate ai vincoli del Patto di Stabilità che impongono un contenimento spesso assurdo di spese riferite a interventi urgenti e talvolta di assoluta necessità. Nel 2010 questa normativa ha reso impossibile, infatti, finanziare il programma di manutenzioni e, pertanto, si è accumulato un anno di ritardi che provvederemo a smaltire in 60 giorni lavorativi effettivi. Il programma dei lavori è stato organizzato su base circoscrizionale, quartiere per quartiere, al fine di effettuare interventi di manutenzione complessiva e contenere i disagi per l’utenza stradale. In particolare, nelle arterie di attraversamento principali, si eviteranno gli interventi in orari di punta e si concentreranno i lavori nelle ore di “morbida”. Sempre in quest’ottica, ci sarà particolare cura da parte dell’Uffi-

cio Viabilità nel verificare il rispetto del preavviso di 48 ore alla cittadinanza per tutti gli interventi che necessitino di divieto di sosta temporaneo. Altrettanta attenzione verrà riservata al controllo della qualità dei materiali utilizzati”.

Ufficio informazione/stampa piazza Trento e Trieste | 20052 Monza | Tel. 039.2372301 | Fax 039.2372281 email ufficiostampa@comune.monza.it Cell. 349.2972650 – 348.0808565 Sede Municipale: Piazza Trento e Trieste | 20052 Monza | Tel. +39.039.2372.111 | Fax +39.039.2372.558 email: protocollo@comune.monza.it | Codice Fiscale 02030880153 | Partita IVA 00728830969

Tutti coloro che all’ingresso della mostra esibiranno la tessera di BrianzaBiblioteche, del Sistema Bibliotecario del Vimercatese o della Biblioteca Civica di Brugherio, beneficeranno di una riduzione di € 3,00 sul costo del biglietto. Questo è possibile grazie all’accordo tra la Provincia di monza e della Brianza e la Fondazione DNArt.


cosa succede in città eventi in giro per la brianza

BEFANA AD AGLIATE (carate BRianza) 5 gennaio 2012, ore 18 Ponte di Agliate sul fiume Lambro E’ dal 1986 che il Comitato per il diritto al Mito/ Festa del Bambino, col sostegno della gente della Valle del Lambro, festeggia l’arrivo della Befana sul Lambro, ad Agliate, in un rito carico di suggestioni legate ad un tempo lontano. Anche quest’anno, come di consueto, la Befana si avvicina… Tema Befana 2012: Giravolte e raggiri per approdi di feste Rassegna Brianza Classica Nona edizione de I concerti svelati: musica, luoghi & "sapori" della Brianza. Direttore artistico: M° Giorgio Matteoli Quartetto Italiano di Clarinetti 18 dicembre 2011, ore 17.00 Correzzana: Sala Consiliare L’arte del mandolino: musica per quartetto a

Befana ad Agliate (Carate Brianza)

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29 gennaio 2012, ore 17.00 Villasanta: Sala Astrolabio Dal Classicismo alle soglie del Futurismo ‘800 Musica Ensemble (chitarra, violino e cello) MONZA

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plettro tra ‘800 e ‘900 Quartetto di mandolini “Estudiantina” 1 gennaio 2012, ore 17.00 Lomagna: Sala della Comunità Concerto di Capodanno Duo Bertagnin - Pagani (violino e pianoforte) 15 gennaio 2012, ore 17.00 Robbiate: Palazzo Brugnatelli Beethoven in...Trio Beaux Arts String Trio (violino, viola e violoncello) 22 gennaio 2012, ore 17.00 Monticello Brianza: Antico granaio di Villa Greppi La Sonata tra ‘600 e ‘700 Duo Maffizzoni - Favero (flauto e clavicembalo)

Monza e la Birmania Fino al 13-12-2011 Presso URBAN CENTER, via Turai, 6 In occasione del 63° anniversario della Dichiarazione dei Diritti Umani, la UPF Universal Peace Federation e l'Associazione per l'Amicizia Italia Birmania, in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Monza, presenta: Mostra fotografica: “Anima Birmensis” La mostra Anima Birmensis è un itinerario spirituale e sociale attraverso il Myanmar che mostra il volto più intimo del paese asiatico. Le fotografie illustrano la lotta, la sofferenza, ma anche la gioia del popolo birmano. Sono immagini scattate lontano dai circuiti turistici tradizionali, frutto di anni di frequentazione della nazione, che hanno permesso al fotografo di conoscere a fondo aspetti di vita sociale poco noti al grande pubblico. L'autore, il giornalista e fotografo Piergiorgio Pescali, è un profondo conoscitore dei Paesi Asiatici e della Birmania in particolare, ed ha intervistato più volte la leader democratica e Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi. La mostra, composta da 60 fotografie in grande formato, è stata esposta in numerose gallerie in Giappone, Canada, Stati Uniti e Thailandia. Presentazione libro C.a.i In occasione del centesimo anniversario della

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Cultura La regina Teodolinda, protagonista dell’ intermeeting dei Lion Club Corona Ferrea e Regina Teodolinda

Il presidente del “Corona Ferrea”, Edoardo Cavallè, e i numerosi ospiti intervenuti, tra cui l’assessore al Turismo e Sport Andrea Arbizzoni, il secondo vicegovernatore distrettuale Letizia Ongaro, i presidenti di “Regina Teodelina” e “Monza Host”, oltre a diversi officer distrettuali e al relatore, il professor Bonalumi Un ospite più illustre proprio non si poteva averlo: per l’ intermeeting di novembre, organizzato dal Lions Club Corona Ferrea con il L.C. Regina Teodolinda presso lo Sporting Club di Monza, al posto d’onore sedeva nientemeno che ..Teodelinda. Sì, proprio la principessa di stirpe germanica, poi divenuta regina della nazione longobarda, è stata al centro dell’attenzione di un riuscitissimo appuntamento con la storia. A rappresentare questa figura e darle uno spessore inedito ha contribuito il professor Felice Cesare Bonalumi, autore di diversi studi storici, tra cui una versione della Historia Langobardorum di Paolo Diacono, che costituisce praticamente l’unica fonte scritta sull’evoluzione di questo popolo. Teodolinda è anche il personaggio a cui la città di Monza si richiama più di ogni altro ed è parso giusto dedicare ora una considerazione più ampia, che va al di là della storiografia. Difatti, sulla sua figura gli studi si sono concentrati quasi unicamente in relazione alla fondazione della chiesa di San Giovanni Battista e al tesoro di cui è stata dotata; sulla vicenda umana e

sua inaugurazione, è disponibile per Natale il libro sulla Capanna Alpinisti Monzesi al Resegone di Felice Camesasca: "Allora... Ci Vediamo in Capanna" 148 pagine 16,00 euro (quadricromia). I ricordi dell'Autore, dall'infanzia ai giorni nostri, ci accompagnano in un libro ricco di fotografie e documenti d'epoca unici. Da non perdere! Regalando(vi) questo libro contribuirete attiva-

sullo spessore storico che questa donna ha rivestito in secoli difficili da penetrare, invece, le fonti soccorrono solo in parte e molto è lasciato alla leggenda. Fonti archivistiche e archeologiche non sono state certamente generose con lei. Molto di più lo si deve alla traditio e al rispetto di cui la zona della sua (seconda ?) sepoltura è stata oggetto: la Cappella absidale della navatella sinistra, nella basilica di san Giovanni Battista, poi detta di Teodolinda. Teodolinda è poi una delle poche donne del mondo tardo antico o alto medievale il cui nome si è legato a molte località: oltre a Monza ricordiamo ad esempio Lomello e Pavia, lasciandone però pochissime testimonianze materiali. Al nome di Teodolinda, il Lions Club Corona Ferrea lega molte delle sue iniziative passate, tra cui il sostegno dato alle analisi climatologiche della cappella della regina e la pubblicazione Munera Imperialia, che insiste tra l’altro, sull’analisi gemmologica della Corona Ferrea. Paolo Paleari

mente al mantenimento dei nostri (Vostri) Rifugi. Presso il LIBRACCIO e tutte le librerie di Monza Leggi la recensione su www.caimonza.it PER TUTTE LE INIZIATIVE NATALIZIE SI VEDA ANCHE SU QUESTO NUMERO LA RUBRICA SOLOMONZA

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Le sciure

Reality

la redazione risponde

venti domande per vedere la brianza con gli occhi dei brianzoli

Che lavoro fai? Faccio il papà e nel tempo libero il pizzaiolo! Cosa ti piace di Monza e Brianza? I paesini, i piccoli centri urbani, insomma le realtà a misura d’uomo in cui è ancora possibile andare dal panettiere a comprare il pane mentre i bambini giocano in cortile.

Nome Christian.

Associazione d’idee. Se ti dico verde… Natura.

Età Trentacinque.

Vai al parco? Vado con i bambini ad Agliate: mi piace perché è un parco vero, con in più i giochi, non il solito parchetto attrezzato.

Dove sei nato? A Caracas, Venezuela.

Chi è Dario Allevi? Il presidente della provincia.

Dove vivi? A Carate Brianza.

Dai un voto a Monza e Brianza Sette.

Vivi da solo o con la famiglia? Con la mia famiglia: mia moglie e i nostri tre figli.

Ai trasporti in Brianza? Cinque: dovrebbero aumentarli e rendere la rete più capillare ma anche chi li usa dovrebbe essere più rispettoso ed averne più cura!

Destra o Sinistra? Tutto purché onesto!

Al commercio in Brianza? Più che parlare di sola Brianza è a livello

Che lavoro fai? Il pizzaiolo. Cosa ti piace di Monza e Brianza? Gli spazi verdi.

Nome Stefano...ma tutti mi conoscono come Tex. Età Ventisei. Dove sei nato? A Carate Brianza. Dove vivi? A Carate Brianza. Vivi da solo o con la famiglia? Vivo con la mia fidanzata e il nostro cane. Destra o Sinistra? Apolitico.

nazionale che mi piacerebbe vedere maggiore tutela verso le piccole realtà commerciali: si sente parlare solamente dei problemi del comparto industriale e della grande distribuzione ma noi commercianti siamo tanti e siamo un importante motore per l’economia del paese. Inoltre siamo un po’ i garanti delle relazioni sociali dei nostri paesi perché è anche nei negozi che la gente si incontra e si ritrova, nonché siamo tutti direttamente portavoce della passione per i nostri mestieri.

Le sciure le vostre lettere L'annuncio di luisa

ANIMALI

Se non in Brianza dove vorresti vivere? In montagna…

Gentile redazione, in corso restiling domestico ho mi sono persuasa a cambiare alcuni pezzi del mio arredamento e, dunque, a liberarmi di altri…così ho pensato di scrivervi per chiedere di pubblicare l’annuncio che segue: Alzatina cristallo 4 piani, supporti in metallo cromato, modello Arflex. Vendo Euro 60,00 scrivere a: luisame@alice.it

Cara Redazione, apprezzo davvero tanto la vostra rubrica sugli animali. Ogni volta mi commuovo ed è comunque molto utile anche a mio figlio, per capire tante cose. Dopo le feste andremo a far visita al canile…chissà che sia la volta buona che, dopo la morte della nostra cagnolina Sally, ne portiamo a casa un’altra. Buon Natale Rosy

Esprimi un desiderio. Che la mia famiglia sia sempre serena. Metropolitana a Monza: favorevole o contrario? Favorevole. Dimmi un proverbio I soldi non fanno la felicità. Dì qualcosa ai nostri lettori. Vivere bene e felici è ancora possibile: basta volerlo.

Vi ringrazio per la gentile collaborazione Luisa Gentile Luisa, eccola accontentata!!! In principio il nostro giornale aveva una bacheca per annunci come il suo, poi per motivi organizzativi l’abbiamo tolta… dopo le Feste, dato che siete in molti a scriverci, valuteremo con il nostro amato Direttore il da farsi. Per ora speriamo di aver fatto cosa gradita pubblicando il suo annuncio così. Un caro saluto e ne approfittiamo per fare gli auguri a Lei e a tutti i nostri lettori! Buon Natale e Buon Anno Le Sciure.

Cara Rosy, questa mail capita a proposito, in questo numero che abbiamo voluto dedicare agli animali. Quindi non aggiungiamo altre parole: ne avrai da leggere in merito! Ci sentiamo di dirti che anche noi abbiamo subito la perdita di un animale, ed è un momento doloroso, ma crediamo che anche la tua Sally sarebbe felice di sapere che stai rendendo felice un altro cagnolino! Un abbraccio e buon Natale a te. Le Sciure Nota per i lettori: le lezioni di Poker di UTGABER riprenderanno nel numero di Gennaio!

una legge della regione Lombardia. di Marco Riva

Se non in Brianza dove vorresti vivere? In Giamaica!

Associazione d’idee. Se ti dico verde… Speranza.

Esprimi un desiderio. Che tutto proceda come in questo momento: mi ritengo fortunato!

Vai al parco? Vado sempre ad Agliate col cane, facciamo sempre il percorso vita: molto bello!

Metropolitana a Monza: favorevole o contrario? Favorevole.

Chi è Dario Allevi? Un pianista?

Dimmi un proverbio Rosso di sera bel tempo si spera.

Dai un voto a Monza e Brianza Sette.

Dì qualcosa ai nostri lettori. Una pizza al giorno leva il medico di torno!

Ai trasporti in Brianza? Zero: praticamente non esistono. I taxi, poi, non esistono del tutto! Al commercio in Brianza? Da commerciante posso dirti che trovo le leggi un po’ restrittive. Ad esempio avevamo richiesto di mettere dei tavolini all’aperto: sembrava tutto in regola, i vigili ci hanno dato l’ok…ma poi non abbiamo potuto a causa di

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Moscato d’ Asti docg Az. Agr. Criolin per natale L’azienda Agricola Criolin è situata a Castagnole Lanze, in una delle zone vitivinicole più rinomate della provincia di Asti ed a “due passi” dalle Langhe. I Canavero, con papà Angelo prima ( e le sue ultime opere di ammodernamento della struttura) e Claudio poi (a seguito del diploma alla scuola enologica di Alba), conducono questa realtà in modo familiare, gestendo e lavorando direttamente le vigne e vinificando l’uva in maniera tradizione. Claudio con il suo modus operandi, è riuscito a creare vini, dall’ ottimo rapporto qualità-prezzo. L’azienda produce due vini rossi da uve barbera e un bianco da chardonnay, entrambi fermi ed il Moscato d’ Asti Docg, storico prodotto dell’artigianato locale. Il moscato era già largamente diffuso al tempo dei greci e dei romani con il nome di Muscatellum (o vino greco)e pare, da alcuni approfondimenti, che sia stata la prima uva ad essere coltivata quindi “madre” di tutte le varietà sviluppate successivamente, anche se per ora non c’è nulla di certo. I vigneti di proprietà dell’ Azienda Criolin, dedicati a quest’ uva, hanno centro nel comune di Castiglione Tinella ed un’ altra piccola parte invece,

a Castagnole. L’età media delle piante è circa di 30 anni. Durante i trattamenti, non vengono usati concimi chimici e nemmeno diserbanti. Per incentivare ulteriormente la qualità, si “applica” un leggero diradamento in vigna, prima della vendemmia e sui ceppi più vigorosi, limitando la resa che per questo prodotto è di 90 q/ha. L’annata 2011, ad oggi, sembra essere caratterizzata da una maggior delicatezza nei profumi ed un acidità spiccata per la tipologia dolce in questione, che stimola la beva. Di colore giallo paglierino con riflessi verde chiaro pallido. E’ fresco, delicatamente floreale con un fruttato che ricorda gli aromi tipici del vitigno, non troppo complessi ma invitanti. In bocca è gustoso, vivace e supportato da una buona acidità che invoglia ad un altro sorso. Si beve facilmente in abbinamento con dolci a fine pasto e tipicità natalizie oppure, per i più curiosi, con una cucina piccante in stile etnico, come viene proposto negli Stati Uniti.

Az. Agr. Criòlin Via Rorisso, 13 (fraz. S. Grato) 0141. 877268 www.criolin.it criolin@yahoo.it

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ci vediamo presto

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direzione@trantran.net redazione@trantran.net trantran@trantran.net raccontiamoci@trantran.net

Viene distribuita tramite hostess la mattina dell’uscita nelle stazioni ferroviarie di Monza, Lissone, Arcore, Desio, Meda , Seregno, Seveso e presso la fermata MM di Cologno Monzese/Brugherio

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Nelle 13 sedi presenti sul territorio provinciale di APAMonza e Brianza - Confartigianato Imprese Monza via GB Stucchi, 46 Carate Brianza via Matteotti, 19 Cesano Maderno via Matteotti, 16 Desio via Garibaldi, 258 Giussano Largo Europa, 7 Lissone via San Rocco, 97 Meda viale Francia, 15 Muggiò via I° Maggio ang. via San Rocco Nova Milanese via Berlinguer, 2 Seregno via Rismondo, 28 Seveso via Solferino, 16 Triuggio viale Rimembranze, 3 Vimercate via Ronchi, 12 BarLaPiazzettaviaSanBernardo,5-CarateBrianza EXPO Cafè via E. Toti, 41- Carate Brianza Vista Caffè via John Kennedy, 2 - Correzzana Tennis Concorezzo via Libertà, 1 - Concorezzo Enoteca Brambilla via C. Cattaneo, 57- Lissone Buffetti c.so Milano, 38 - Monza Edicola Siria via Solferino

(davanti Ospedale Vecchio)- Monza InfoPointComunediMonzaPiazzaRoma-Monza Speedy Bar via Appiani, 22 - Monza Tabacchi Ambrosini piazza Carducci, 2 - Monza Turné trattoria e bistrot via Bergamo, 3 - Monza BabyCollege-OxfordGroupviaVerdi,83-Seregno Edicola Enrico via Cavour, 12 - Seregno Osteria dei Vitelloni via Garibaldi, 25 - Seregno Pescheria Satalino c.so del Popolo, 94 - Seregno Studiofluido via Leonardo da Vinci, 30 - Seregno Tambourine via C. Tenca, 16 - Seregno Bar Boulevard viale C. Battisti, 121 - Vedano al Lambro Ottica Mottadelli via Preda, 13 - Verano Brianza Panetteria Duca via IV Novembre, 33 Zoccorino (Besana) In tutte le biblioteche Comunali di Monza e in tutte le biblioteche locali della rete provinciale Brianza Biblioteche. All’interno della Galleria Auchan di via Lario a Monza, collocate in appositi espositori, a disposizione dei numerosi clienti che vi transitano. … e inoltre presso principali bar, parrucchieri, studi medici di base dei comuni di Monza, Vedano al Lambro, Lissone, Desio, Seregno, Brugherio

numeri utili Carabinieri | 112

Guasti enel | 800 023421

Centro antiveleni (ospedale Niguarda) 02 66101029

Polizia di stato | 039 24101

Croce Rossa Italiana | 039 322384-32365 Emergenza sanitaria | 118 Guardia medica | 840 500092

Il prossimo numero uscirà martedì 31 gennaio

Il nostro giornale si pregia di una nuova rubrica:

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“PSICOLOGIA OGGI” la nostra esperta risponde

L a do�.ssa Ornella Conver�no psicologa psicoterapeuta,

autrice di diversi libri, si dedica con passione da 25 anni “Donne Acrobate a sciogliere i blocchi della Allenamento per rendersi felici in coppia” personalità e a scoprire CEDI Edizioni Disponibile in libreria i segre� della mente …” ...psicoanalista e terapista della coppia e della famiglia, ha sviluppato una notevole esperienza nel tra�amento dei disturbi d’ansia, a�acco di panico, depressione e stress. Con questa nuova rubrica la do�oressa, esperta in diagnosi, psicologia clinica, riabilitazione psichiatrica, psicologia sperimentale e ricerca, ci aiuterà a capire i meccanismi lega� a queste sintomatologie molto diffuse che generano sofferenza e spesso ostacolano le a�vità quo�diane.

“Non voglio an�cipare molto, voglio invece porre tre domande: Come si può trasformare un sintomo in un punto di forza? Come posso capire meglio la mia personalità? Sen�rò ancora emozioni posi�ve, amore, coinvolgimento e felicità?”

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