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www.trantran.net | n. 31 mensile | 18 Settembre 2012 | Distribuzione gratuita

con il patrocinio di:

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16 Altrove: la mia casa è il mondo

Libri: Golf, Sesso e Bugie

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Animali: no allo sfruttamento

Pattinaggio: Michela Cima

Davide Van De Sfroos Intervista esclusiva Danza La classifica di Raffaele Paganini


OTTOBRE - 2012

Sommario

RAFFAELE PAGANINI PRIMO CLASSIFICATO: RAFFAELE PAGANINI Pag.10

van de sfroos SENZA MEMORIA SAREMMO ORFANI Pag. 7

otosonica 14,85x21 TRANTRAN tr.ai

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Altrove Il mondo è casa mia: Viaggio alla scoperta delle abitazioni più creative del nostro pianeta

BRIGANTIA Arosio e il mondo delle Uova ecco come la casa di nessuno è diventata la casa di tutti

IN CUCCIA Viaggio verso una nuova vita in Emilia Romagna

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5 editoriale L’Italia è la tua quando la rispetti

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spunti di vista L’eco in casa

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TEATRO MANZONI Novembre al teatro Manzoni

29 reality

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SPECIALE BELLEZZA

31 PENDOLARE Ulisse torna a casa e...

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i segreti dello chef

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VERDISSIMO

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C

CLOCHART Il Marchese: El Buitre Carnivoro

RACCONTIAMOCI Fabio Cinti

speciale bellezza miss italia Il salone di Giada

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psicologia oggi

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comune di Monza

39 L’impero del lupo

32 Sportivamente Miche!a Cima

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non solo monza

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cosa succede in città

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l’architetto risponde

Le Ville della Brianza sono infinite

Il momento dei funghi di Pianura

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SU LA TESTA

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il commercialista risponde

BIS

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REALITY

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LE SCIURE

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LA PROviNCIA

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CM

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La Brianza va a teatro

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BIS Montreal

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Fondatori Marta Migliardi, Elena Gorla, Adriana Colombo, Guido Bertoni

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Direttore Alfredo Rossi

Anno III - Numero 32 - 16 Ottobre 2012 Editore: Trantran Editore S.r.l. Sede: Via Cesare Battisti 121 Vedano al Lambro C.F./P.I./RIMB 06774520966 REA MB 1864900 Reg. Trib. di Monza n.1995 del 29/06/2010

Capo Redattore Marta Migliardi

Per Contattarci direzione@trantran.net redazione@trantran.net segreteria@trantran.net

Redazione Juri Casati, Guido Caimmi, Gabry, Gaber (UTGaber), Niccolo Rossi, Alberto Zanardo, Francesca Fawn Masperi, Jacopo Rossi, Luca Vanni e il misterioso Redo Alfossi.

Vice Capo Redattore Elena Gorla Inviata Speciale Adriana Colombo Grafica e Fotografi Ufficiali Alberto Zanardo e Francesca Fawn Masperi

Si ringraziano per questo numero: Si ringraziano per questo numero: Marco Fumagalli e Davide Van De Sfroos per la loro gentilezza e disponibilità, Letizia Schiavello, Manuela Frontino, ringraziamo i cittadini di Lambrugo per aver organizzato il meraviglioso concerto al campo sportivo. Ringraziamo tutti gli amici che non vediamo mai perché siamo sempre al lavoro. Ringraziamo la nostra tenacia. Alice, bella brava e importante, Asia e Dominga e il piccolo Rocco. Ringraziamo Giorgio Riva e l’Enpa di Monza e Brianza per tutto quello che ci insegnano. Ringraziamo tutta la redazione e il calzolaio: Trantran porta fortuna! Foto di Copertina

Raccolta Pubblicitaria

Stampa REGGIANI S.p.A. 20126 Gavirate (VA) Tiratura 26.000 Copie

Sede Via Cesare Battisti 121 Vedano al Lambro (MB) direzione@trantran.net

Davide Van De Sfroos in concerto a Lambrugo foto di Alberto Zanardo

Direttore Commerciale Paola Scappatura paola.scappatura@trantran.net commerciale@trantran.net Trantran Editore s.r.l.

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EDITORIALE

IL DIRETTORE ALFREDO ROSSI OTTOBRE - 2012

Con voi

L'Italia è tu a qu ando la rispetti

ALFREDO ROSSI Foto di Gabriele Benini

Gli italiani, da sempre, sono un popolo legato al fatto di avere una casa di proprieta’: è sempre stata l’aspirazione di tutti, tanto che in Europa deteniamo il record di numero di proprietari della casa di abitazione. Ma a far capire che le cose in Italia non stanno andando benissimo, negli ultimi due anni questo numero non e’ aumentato e non si vede come possa aumentare, visto che anche i mutui sono diventati un bene difficile da farsi assegnare. La crisi si vede anche da questo. Ma, a parte l’abitazione, c’e’ un altro tipo di casa che e’ di tutti noi: l’Italia. E anche qui non e’ che le cose vadano bene e non e’ solo per colpa della crisi economica. Un esempio banale, altrimenti non ci capiamo. Abito, forse l’ho gia’ scritto, nel quartiere Cazzaniga. Da un po’ di anni a questa parte, nel quartiere, i cani sono aumentati in maniera esponenziale. Recentemente, in tutto il quartiere (forse per richiamare all’ordine qualche proprietario che non pulisce dove il suo cane sporca) hanno riempito tutte le vie e i parchetti di cartelli che invitano a “Portare i cani al guinzaglio e pulire dove sporcano”. Giusto: anzi, come proprietario di cane, mi piacerebbe sapere quante multe sono state date a Monza a persone che non hanno fatto questa doverosa raccolta, che poi e’ un modo per far capire che si rispetta la casa di tutti. Sempre in uno dei parchi

del quartiere, c’e’ un campetto di calcio molto frequentato da ragazzi che vanno, a occhio, alle scuole medie. Siccome e’ stata ed e’ ancora una stagione calda, quasi tutti si portano da casa una bottiglia d’acqua per dissetarsi. Be’, anche se il cestino portarifiuti e’ a 12 passi (li ho misurati io) dal campo di calcio, le bottiglie, una volta svuotate, vengono lasciate in giro. Oppure buttate aldila’ delle rete che circonda il campo di gioco. Sono arrivato a contarne, l’altro ieri, fino a 42, poi ho smesso, perche’ attirato da una scenetta, questa: un ragazzo con la pelle scura, finita la sua bottiglia, l’ha schiacciata e ha cominciato ad andare verso il portarifiuti. “Dai, Amhed, muoviti che ricominciamo a giocare”, gli ha urlato un amico mentre buttava la sua aldila’ della rete. Amhed ha affrettato il passo, ha buttato la sua bottiglia vuota, commentando: “Cavolo, Filippo, potresti mettere anche la tua qui dentro!” Domanda: chi dei due ha piu’ rispetto per la casa di tutti? P.S. Nello scorso numero la rubrica “Su la testa” e’ uscita firmata da me. Invece e’ stata scritta da Attimo, come quella di questo numero. Il fatto e’ che mi piace cosi’ tanto lavorare per TranTran che lo firmerei tutto dalla prima all’ultima pagina!

Alfredo Rossi TT

Per voi Per la nostra città. ACSM AGAM in modo

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SPUNTI DI VISTA

L’INNOCENZA DEL PRINCIPIO RELATIVO

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INTERVISTE A VOLTI NOTI IN GIRO PER LA BRIANZA

L’ECO IN CASA Di - Juri Casati

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ttobre è il mese in cui si assegnano i premi Nobel. Non sono in grado di dirvi se, nel momento in cui leggerete queste righe, il premio Nobel per la Letteratura sarà già stato assegnato oppure non ancora, perché – al contrario di quanto accade per le date in cui vengono assegnati i premi Nobel per la Chimica, la Fisica, la Medicina e la Pace, che sono stabilite con largo anticipo – la data in cui viene assegnato il premio Nobel per la Letteratura, in base ad una tradizione di cui non saprei spiegare l’origine, viene annunciata solo con un breve preavviso. Chi sarà (oppure chi è stato) il fortunato vincitore di quest’anno? Forse il grande scrittore americano Philip Roth? Forse il favorito dai bookmaker, e cioè il giapponese Murakami Haruki? Forse ancora l’outsider Bob Dylan? Io non saprei proprio che dire. D’altronde il premio Nobel viene assegnato anche tenendo presenti certe convenienze politiche, certe mode culturali e perfino certe tradizioni che non rendono facilmente pronosticabile l’esito della battaglia. Una di queste tradizioni non scritte vuole per esempio che, ogni 15/20 anni circa, l’Italia venga omaggiata con un premio Nobel per la Letteratura (solo in un caso non è successo), assegnato spesso più per commemorare il ruolo che anticamente la letteratura italiana ha giocato nel contesto della letteratura mondiale che per l’effettiva qualità degli autori premiati. Poiché l’ultimo italiano insignito del Nobel per la Letteratura è stato Dario Fo nel 1997, siamo molto vicini – uno, due, cinque anni ancora al massimo, ma ormai ci siamo – all’assegnazione del premio Nobel per la Letteratura ad un altro italiano. Sempre secondo i bookmaker, uno dei nostri connazionali più quotati sarebbe Umberto

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Eco, celebre romanziere e fine saggista che – anche grazie ai suoi ottanta anni giusti giusti compiuti proprio quest’anno – potrebbe dunque avere proprio quest’anno qualche chance di vittoria in più. Per essere in lizza per la vittoria del premio Nobel, un autore – al di là delle convenienze, mode, tradizioni che citavo prima – deve essere in ogni caso un grande interprete della società in cui vive. Pensiamo per esempio a A passo di gambero (edito da Bompiani nel 2006), un saggio dove Eco ha osservato e

analizzato con la sua consueta arguzia uno dei fenomeni caratteristici della società contemporanea – fenomeno di cui tutti ci rendiamo in qualche modo conto –, e cioè che stiamo tornando indietro in tante cose: nelle nostre case sono tornate le serve di colore come ai tempi di Via col Vento; siamo tornati a combattere una guerra calda in Afganistan dopo che ci eravamo abituati ad una guerra fredda; si è riattivato lo scontro tra Islam e Cristianità; è ritornato in auge il pericolo giallo; sono riemersi ottocenteschi fermenti antidarwiniani; alchimia, Templari, kamikaze e antisemitismo completano il quadro. Insomma: il vecchio che avanza. Tutti, seguendo l’intuizione di Eco, possiamo adesso provare a cercare intorno a noi altre

tracce lasciate dal gambero. Avrete per esempio senz’altro notato che negli ultimi decenni si è registrata una crescita dei prezzi degli immobili molto superiore rispetto al modesto incremento medio che hanno avuto gli stipendi nel medesimo periodo, tanto che oggi per comprare un metro quadro di una casa (uno solo) ci possono volere due, tre e anche più mensilità lavorative, a seconda della qualità dell’immobile da acquistare e del livello retributivo dell’acquirente. Lo spread tra stipendi e costi delle abitazioni è cresciuto a tal punto che la «generazione 1.000 euro» è in netta difficoltà, e per risolvere il problema d e l l ’a c q u i s t o della casa devono sempre più spesso intervenire i genitori con generosi contributi o garanzie alle banche che altrimenti non fornirebbero i prestiti necessari all’acquisto. Ed è proprio qui – nel valore spropositato che hanno raggiunto gli immobili e nel ruolo dei genitori nella fase d’acquisto – che possiamo riconoscere il passo del gambero perché questa situazione, fatte le debite proporzioni, ricorda il valore che la proprietà immobiliare aveva in un lontanissimo passato, quando divenne tanto preziosa da non poter più essere acquistata da nessuno. Addirittura ad un certo punto essa poteva essere solo ereditata, e da uno soltanto dei figli, il primogenito, per non disperderne il valore con le generazioni. È forse quello che stiamo per vedere accadere ancora una volta? Dietro l’angolo ci aspetta un nuovo medioevo in cui la casa sarà un valore solo ereditario? Marciamo dunque con il passo del gambero verso un nuovo diritto ereditario basato sulla primogenitura? Al futuro la risposta. TT

Davide Van de Sfroos

senza memoria saremmo orfani Intervista sot to il sole d’Ot tobre Di- Marta Migliardi

Foto di - Alberto Zanardo e Niccolò Rossi

U

na calda giornata di ottobre ci rechiamo a Como per incontrare niente meno che lui, il Re del Lago e indiscusso protagonista della musica italiana e brianzola: Davide Van de Sfroos. La nostra piccola armata Brancaleone, composta da due intervistatrici, un fotografo e dai colleghi di TMB (Tele Monza Brianza) comincia a preparare il set e tra auto, motorini e furgoni, ci ricaviamo un angolo di mondo. E’ un mondo fatto di parole attente e gentili, un mondo a tratti surreale dove scopriamo la natura più poetica di quest’artista che, ricordiamo, ha scritto anche libri come Le parole sognate dai pesci e Il mio Nome è Herbert Fanucci i cui soli titoli ci danno l’idea di associazioni poliedriche e di sottile intelligenza tra realtà, fantasia e tradizione. E proprio disquisendo di onomatopeici linguaggi musicali e scritti, taccuini e i primi temi delle elementari ci perdiamo in un flusso di parole che, come lui stesso dirà, si tramutano in energia.

avergli chiesto perché canta in dialetto. Non era più così importante. Qual è la differenza tra l’esibirsi in paesi più piccoli o nelle grandi piazze?

Incantata dai suoi concetti, quasi filosofici, devo rileggere i miei appunti per riprendere il filo di questa intervista sotto il sole di Ottobre e tornare a parlare di musica. Van De Sfroos mi cita quanto di più bello esista, per me, al mondo: i taccuini e i quaderni, il passato, irremovibile, e la paura di dimenticare scongiurata con la scrittura. Credo di essere stata l’unica intervistatrice a non

«La differenza c’è dal punto di vista strutturale e logistico. Chiaro che se affronti un concerto teatrale puoi permetterti determinate cose che non metteresti in atto in una piazza per la festa della birra o in un palazzetto, dove la gente desidera saltare e ballare. Ma dal punto di vista emotivo si può rimanere, spesso sorpresi: anche in un paesino ti porti a casa delle emozioni straordinarie pur, magari, essendoti esibito davanti a cento persone. Non è sempre direttamente proporzionale: è ovvio che se c’è tanta gente vieni investito da una botta energetica, ma anche un concerto più “intimo” regala sempre grandi sensazioni. L’altra differenza fondamentale è il tipo di approccio OTTOBRE 2012, trantran 7


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che hai per il concerto che hai in programma, un open air, all’aperto o un forum, sono molto rock n’roll, c’è energia, la gente vuole saltare, ballare, dimenticherà i propri problemi e vorrà fare il coro. Se vai in teatro puoi invece recitare, mormorare, tirare fuori quelle canzoni più criptiche, più personali e la gente ti guarda come se tu fossi un film, e ti puoi concedere altre cose; non è che sia meglio uno più dell’altro, sono due volti della stessa medaglia e tutti e due molto importanti». A proposito dell’altro lato della medaglia, io sono rimasta molto colpita dai tuoi libri, molto belli, quasi surreali; ci parli di questa tua passione per la scrittura? «Io ricordo di aver più o meno sempre scritto, sin dalla prima elementare. In un modo e nell’altro ho sempre scritto per paura di dimenticarmi i nomi, i personaggi, le cose che vedevo. Il momento in cui la maestra diceva “cronaca di ieri, scrivete”, io mi sentivo molto a mio agio, scrivevo molto volentieri e spesso riguardavo questi miei quaderni per ricordarmi i giorni che avevo vissuto e che mi sarei dimenticato se non li avessi scritti. Lì ho imparato la forza del volere trattenere le cose anche se sono passate. Non bisogna guardare solo al passato ne vivere solo di ricordi, ma è anche vero che senza un passato, senza memoria saremmo orfani di qualche cosa. Noi, di fatto, non veniamo dal futuro, così come neanche dal presente: siamo quelli che siamo perché abbiamo avuto un passato. Io scrivo abitualmente taccuini, note, poesie: sono tutte cose che io inconsciamente vorrei diventassero libri…poi diventano sempre canzoni. Mi trovo più spesso a dover scrivere canzoni, anche perché sono più veloci, ma ciò non toglie che ho una mia esigenza di scrivere prosa, dei libri. Non sempre riesco a scrivere con il ritmo con cui mi vengono in mente le cose. Anche perche scrivere significa fermarsi, sottrarsi a un certo modo di vivere sia famigliare sia professionale. Quindi mi ritrovo con montagne di quaderni, libri e ne prendo in ogni luogo vada, prima o poi mi rovinerò per questo motivo; ne inizio mille e qualcuno riesco anche a finirlo. Da questi taccuini la voglia costante di dover ricordare, scrivere e 8 trantran, OTTOBRE 2012

INTERVISTE A VOLTI NOTI IN GIRO PER LA BRIANZA

trasformare le parole in un’energia futura. Ho provato anche con la tecnologia il computer, il tablet ma poi sono ritornato sempre al taccuino. Le foto sono importanti, quelle sì. Laddove prima scrivevo determinate cose per descrivere quello che vedevo, adesso, con una semplice foto, magari già taroccata in presa diretta, riesco esattamente a ricordarmi, anche in un modo onirico, un’emozione di quel luogo, di quella giornata e di quella situazione». Uno dei tuoi libri s’intitola Il mio nome è Herbert Fanucci. Ho letto lo incipit molto

cardinali. Il suono di una macchina, può essere trasferito in un fumetto con “vroom vroom” che rappresenta il suono reale, ma tu puoi dare un altro suono nel momento che vuoi definire un clangore, un disturbo: le parole hanno un grande potere! Lo sanno i poeti, i cantanti così come le persone che parlano al bar. Il nome poi delle persone, dei luoghi, dei miti è ancora un’altra cartella. Da sempre ho voluto sapere il nome esatto, perfino degli dei che il mondo prega o ha pregato; Odino che in realtà si chiamava “Uotan”, un Gesù che si chiamava “Jeshua”, qual è il vero nome, che suono ha la cosa? Il suono e la parola sono molto importanti». Torniamo alla musica, nel 2010 siamo stati al MOA, questa bellissima manifestazione musicale di cui tu eri il direttore artistico, esperienza davvero significativa e impegnativa con molti artisti; pensi che in futuro si possa organizzare ancora qualcosa del genere?

interessante di quest’uomo che si assegna questo nome abbastanza improbabile. Che importanza ha il nome delle cose? «Tu hai scelto il titolo meno lisergico tra tutti i miei libri. L’importanza dei nomi e delle cose per me è fondamentale, lo è stata sempre tanto che sono arrivato a coniare una lingua e a dare dei suoni a tutto quello che vedevo, che non fossero delle traduzioni di una cosa reale ma un impianto glottologico, laddove io avevo esigenza di dare un significato più vasto a una situazione e non soltanto a una cosa. Per farti un esempio sin da bambino guardando il Nord dicevo che quello era “hinaver”, guardando l’Est che quello era “codrom”, che c’era “lichshad” e “wututanar”, che non fanno parte di nessuna lingua ma che nella mia testa identificavano i quattro punti

«Esperienze come il MOA o anche come IDEM - IDENTITA’ E MUSICA che abbiamo fatto all’Arcimboldi di Milano, invitando nomi conosciuti ma anche totalmente sconosciuti, seppur validi, facevano parte di un tentativo di consapevolizzare le persone che la musica scorre in giro, esiste e che gli artisti che conosci in realtà fanno anche altre cose. Al momento non è più stato fatto né l’uno né l’altro, anche perché sono cambiati i climi politici, ci sono stati probabilmente dei dietro front dal punto di vista organizzativo, ed io non sono andato a fondo delle cose. Però, mentre lo stavo facendo per me è stata un’esperienza fondamentale anche per arrivare a conoscere nuovi gruppi che non avrei mai incontrato. Mentre preparavamo Identità e musica, ricordo che avevo a disposizione centinaia di dischi, anche di ragazzini molto giovani, e lì ho trovato delle cose eccezionali».

INTERVISTE A VOLTI NOTI IN GIRO PER LA BRIANZA

riescono ancora a fare un buon lavoro, tanti altri, invece, cadono nel calderone della strega e si fanno portare dagli eventi. Sappiamo che oggi incidere un disco è costosissimo, il supporto che sembra fatto di niente, ha un costo altissimo per un ragazzo che non lavora, per un universitario, per qualcuno che ha problemi ad arrivare alla fine del mese; d’altre parte esistono tanti “Eldorado” dove tu puoi scaricare gratis o pagando meno la musica che vuoi ascoltare, e ovviamente non tutti sono Crociati della discografia, per cui tanti si devono appoggiare e come biasimarli da un certo punto di vista? Sicuramente lavorare su prodotti di qualità, dare un prezzo accessibile a un supporto che probabilmente è più bello e reale, che avere semplicemente un mp3 vale qualcosa. Oggi per esempio stanno tornando in voga i vinili che sembravano sepolti, e che costano di più dei cd; quindi non è del tutto caduta la fisicità della musica, l’oggetto, il regalo,il simbolo, l’icona. E’ chiaro che quando ti piace il tal disco, generalmente lo vai a prendere fisicamente, lo vuoi e lo regali anche ad altre persone, questo è quello che accade anche con i nostri dischi». E dei talent show, che cosa ne pensi? «Persone di talento in giro per la penisola ce ne sono tante e tante ne ho incontrate. Che ci sia un contenitore in grado di mostrare in modo credibile che certe persone hanno un talento, può essere un vantaggio; un po’ meno trasformare la trasmissione in un “trita sogni” per dei ragazzi molto giovani che hanno buttato tutto per una passione che magari non è nemmeno quella più adatta a loro, e che poi, loro malgrado, devono diventare dei personaggi di una sorta di telenovela annunciata. Magari per

le tipologie emotive più vulnerabili può essere un problema o un qualcosa che non so fino a che punto faccia bene. A volte hanno dimostrato di essere forti come marines, qualcuno ha vinto ed è ancora in giro a fare dischi e lo conosciamo; in tanti altri talent show ho visto gente vincere dopo mesi e mesi di dura lotta, e scomparire perché la sua personalità, il suo personaggio era già stato tritato durante la trasmissione, e non c’era più nessun altro sbocco». In questo numero, il tema portante della rivista è la casa, che cosa è per Davide Van de Sfroos la casa? «La casa è il punto base, il punto di forza, di energia tu fondi un qualcosa. Casa vuol dire riparo, covo, protezione, allineamento di tutto quello che mi appartiene; però vuole anche dire tribù, famiglia e tutto quello che ne consegue. Quindi l’idea di casa, di tetto è molto più

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importante che semplicemente dell’edificio. Questa per me è casa». Sappiamo che adesso incomincia il tuo tour invernale nei teatri, hai altri progetti in vista per il futuro, un altro Sanremo? «Al momento sto concludendo il tour estivo e so che farò anche qualche data al coperto, in qualche teatro, ma al momento progetti eclatanti per il futuro non ne ho e continuo a procedere passo per passo come ho sempre fatto». TT

?? COSA C’ENTRA CON LA BRIANZA: Le foto di Niccolò Rossi e la foto di copertina di Alberto Zanardo sono state fatte al concerto di sabato 6 ottobre tenutosi presso il campo sportivo di Lambrugo (CO)

Hai parlato appunto di cambiamenti, di clima organizzativo e politico che sta attraversando il nostro Paese; in tutto questo come si sta comportando la discografia, la musica? «Io credo che ci siano onde, particelle, cose che si muovono e che tante persone ci credono e OTTOBRE 2012, trantran 9


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INTERVISTE A VOLTI NOTI IN GIRO PER LA BRIANZA

Se dovesse fare un podio, chi salirebbe sui primi tre gradini tra le ballerine con cui ha collaborato? «Fare un podio è difficile. Quando lavori con una ballerina per mettere in piedi un’esibizione vivi con lei, fianco a fianco, per almeno un paio di mesi. È un periodo che ti permette di legarti molto a una persona se la vivi intensamente e per questo in classifica mi sentirei di fare davvero molti nomi. Ma se proprio devo indicare un podio lo comporrei così: 1° Alessandra Ferri 2° Carla Fracci 3° Margareth Hilman Alessandra in cima perché con lei ho cominciato al Teatro dell’Opera di Roma. Non abbiamo fatto molto insieme, ma quel poco che è stato lo ricordo come davvero prezioso. Carla è stata emozionante. Quando ho lavorato con lei la prima volta ero giovane, avevo 21 anni, e lei era una ballerina assolutamente già affermata. È stata una maestra oltre che un esempio per me. Di Margareth invece posso solo dire che era una ballerina favolosa». E se le chiedessi di darmi il podio anche dei suoi principali concorrenti?

PRIMO CLASSIFICATO: RAFFAELE PAGANINI Di - Guido Caimmi

I

Foto di - Francesca Fawn Masperi

l termine étoile -letteralmente stella- nel linguaggio del mondo dello spettacolo sta a indicare il primo ballerino. La più importante étoile del nostro paese negli anni ’80/’90 è stato Raffaele Paganini, maggiore rappresentante della danza classica italiana nel mondo. Nato a Roma il 28 settembre del 1958, inizia a studiare danza a 14 anni presso la Scuola di ballo del Teatro dell’Opera della quale diventa primo ballerino dopo soli 4 anni. Complici numerose apparizioni in programmi televisivi come Fantastico 2, Il cappello sulle 23, Europa Europa, diventa estremamente popolare a livello nazionale. Segue poi il successo anche all’estero dove lavora come étoile nelle più importanti compagnie teatrali quali il London Festival Ballet, il Ballet Theatre Français di Nancy, e l’Opera di Zurigo. Diventa, per un certo periodo, primo ballerino della Scala di Milano. Danza al fianco di stelle del calibro di Carla Fracci. Si è confrontato nell’arco della sua carriera con artisti come Baryshnikov, Nureyev e Vassiliev. Con lui abbiamo cercato di stilare un “classifica” delle sue esperienze artistiche e di vita per cercare di capire come nasce un’étoile.

10 trantran, OTTOBRE 2012

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INTERVISTE A VOLTI NOTI IN GIRO PER LA BRIANZA

«Parliamo di concorrenti e va bene. Ma parliamo anche di amici e di persone con cui ho condiviso grandi momenti. Con le étoile di altri paesi ci siamo davvero spartiti il mondo della danza classica per anni. Li ricordo tutti con stima e affetto. In ogni caso metterei: 1° Fernando Bujones 2° Peter Shaufuss 3° Julio Bocca Sarei tentato di metterli a pari merito. Con tutti e tre abbiamo lottato tanto per guadagnarci i teatri e gli spettacoli più prestigiosi del mondo». E quali sono i teatri più belli del mondo? «1° Albert Hall di Londra. Primo con enorme distacco dagli altri. Un luogo carico di una storia e di una tradizione da far rabbrividire. Ho vissuto a Londra per due anni e poi ho lavorato lì per

svariate altre volte. Non ricordo una sola occasione in cui non mi sia emozionato. 2° San Carlo di Napoli, Teatro dell’Opera di Roma, Scala di Milano. Ex aequo. Anche se l’ordine in cui li ho detti non è del tutto casuale. Infatti nonostante sia cresciuto artisticamente a Roma nutro una particolare simpatia per il San Carlo di Napoli. E naturalmente La Scala è La Scala».

bello dell’Isola è che mostra situazioni estreme e reali. Vivere per giorni coi nervi a fior di pelle è un’esperienza che segna e il vero vincitore è chi riesce a mantenere il controllo di sé. Le vittorie però vanno sempre a chi strilla di più. In ogni caso ben vengano i reality show “spazzatura”. È anche grazie a loro che la gente trova il coraggio di spegnere la televisione e tornare a teatro…».

Quindi l’Italia, la terra delle origini, ha lasciato un segno profondo anche se al primo posto c’è l’Inghilterra?

Per restare su un argomento piccante. Diamo un voto a Roberto Bolle, attualmente il più grande ballerino italiano, che lei aveva “criticato” dichiarando che oltre a essere bravo è anche fortunato perché è nato in un periodo di scarsa concorrenza.

«Assolutamente sì. E soprattutto l’Italia è il paese dove ho accresciuto esponenzialmente la mia popolarità e dove sono riuscito in uno dei miei intenti che era quello di portare la danza classica nelle piazze. Gli spettacoli che ho fatto nelle piazze d’Italia sono stati impareggiabili . Sono riuscito a richiamare attorno al mondo del balletto classico migliaia di persone e l’impresa non è riuscita altrettanto bene in nessun’altra parte del mondo. E poi la televisione italiana ha contribuito un sacco a creare il mio personaggio. Se la gente che mi incontra mi saluta e mi chiama “maestro” è solo grazie alla televisione che ha dato un volto all’étoile del La Scala e del Teatro dell’Opera. Senza Tv sarei rimasto bravo, ma non sarei diventato popolare. Alcuni colleghi mi hanno criticato per il mio esibirmi in televisione. Lo consideravano un commercializzarsi non adatto a un artista del mio calibro. Ma poi hanno capito che il mio era solo un modo per portare la danza laddove ancora non era fruita sufficientemente». A proposito di televisione. Diamo un voto alla sua ultima esperienza sullo schermo. L’edizione 2011 del L’ Isola dei Famosi. «Voto 7 Buon voto perché è stata una buona pubblicità per il personaggio Raffaele Paganini. Lo ha mostrato al pubblico nella sua naturalezza e credo che il riscontro sia stato positivo. In realtà il voto andrebbe ridimensionato se dovessi dire veramente quello che penso dei reality show, ma il

«Voto 11 Viva Roberto Bolle, talento eccezionale. Dobbiamo esserne fieri. E dobbiamo essere amareggiati per il fatto di essercelo fatto sfuggire. Adesso lui lavora prevalentemente in America, ma io lo avrei voluto qui perché è un vero e proprio patrimonio per il nostro paese. Avremmo dovuto impedirgli di abbandonare La Scala di Milano. Oggi è senza dubbio il miglior ballerino Italiano. Sono fiero di lui e quello che ho detto circa la sua fortuna è stato sicuramente mal interpretato». Chiudiamo. Lei è una stella di livello mondiale. Ma Monza e Brianza le dice qualcosa? «Come no. Teatro Manzoni. Ci ho passato un capodanno meraviglioso. Alla fine di uno spettacolo scesi tra il pubblico e brindammo tutti assieme. Una platea meravigliosa, silenziosa concentrata e attenta. Io non mi fermo mai molto dopo gli spettacoli. Torno subito a casa dalla mia famiglia. Ma quella volta ci eravamo trovati così bene che ci sentimmo in dovere di ricompensare il pubblico. Voto 10 e lode. A Monza e al suo pubblico». TT

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INTERVISTE A VOLTI NOTI IN GIRO PER LA BRIANZA

NOVEMBRE AL TEATRO MANZONI tacolo lo spet ai r e p n avr upo esto co IRELLA con qu ELLA VAMP contati CINDER 2 biglietti s o 5,00€ a diritto € + 1 Bambin , 5 o t 00 1 Adul

All’interno della STAGIONE FUORI ABBONAMENTO GIOVEDì 1 NOVEMBRE ore 16.00 Spettacolo per le famiglie / Età consigliata: 4-10 anni TEATRO PIRATA in “CINDERELLA VAMPIRELLA” BIGLIETTI posto unico per tutti i settori: INTERO € 7,00

All’interno della STAGIONE TEATRO COMICO IN ABBONAMENTO VENERDì 2 NOVEMBRE ore 21.00 FICARRA & PICONE in “APRITI CIELO” BIGLIETTI posto unico per tutti i settori: INTERO € 20,00 + 2,00 prevendita RIDOTTO € 18,00 + € 1,00 prevendita

All’interno della STAGIONE FUORI ABBONAMENTO DOMENICA 4 NOVEMBRE ore 16.00 Spettacolo per le famiglie / Età consigliata: 5-10 anni ORCHESTRA ORER in “FACCIAMOLA A PEZZI”

il MARCHESE

INGRESSO LIBERO fino a esaurimento posti. E’ vivamente consigliata la prenotazione: tel. 039 386500

El Buitre Carnivoro

All’interno della STAGIONE FUORI ABBONAMENTO e della Rassegna Musica Antica a Villa Reale GIOVEDì 8 NOVEMBRE ore 21.00 “THE SWINGLE SINGERS” CLASSICAL REINVENTIONS

Di - Niccolò Rossi

BIGLIETTI da € 15,00 a € 25,00 in base ai settori

All’interno della STAGIONE ABBONAMENTO DI PROSA DA VENERDì 16 A LUNEDì 19 NOVEMBRE ore 21.00 (domenica anche ore 16.00)

LUCA LAZZARESCHI e LUCA BASTIANELLO in “RAIN MAN” BIGLIETTI da € 11,00 a € 25,00 + prevendita RIDUZIONI per convenzionati, disabili e under 18 All’interno della STAGIONE FUORI ABBONAMENTO e della Rassegna Musica Antica a Villa Reale SABATO 24 NOVEMBRE ore 21.00

All’interno della STAGIONE FUORI ABBONAMENTO

All’interno della STAGIONE ABBONAMENTO DI PROSA

DOMENICA 25 NOVEMBRE ore 16.00

DA GIOVEDì 29/11 A DOMENICA 2/12 ore 21.00 (domenica anche ore 16.00)

Spettacolo per le famiglie Età consigliata: 3-8 anni

ENRICO PIERANUNZI al pianoforte in “1685 - PIERANUNZI PLAYS BACH, HÄNDEL, SCARLATTI”

TEATRO DEL VENTO in “NATALE AL CALDUCCIO”

BIGLIETTI posto unico per tutti i settori: intero € 20,00 - ridotto € 18,00

BIGLIETTI posto unico in Sala Emanuele Banterle: INTERO € 7,00 e RIDOTTO € 5,00

ROBERTO VALERIO, VALENTINA SPERLì, PIETRO BONTEMPO in “UN MARITO IDEALE” di O. Wilde BIGLIETTI da € 11,00 a € 25,00 + prevendita / RIDUZIONI per convenzionati, disabili e under 18

I

l Marchese è un gruppo rock della scena milanese che viene fondato nel 2005. Il nucleo originale è formato da Dario, Tommy e Ivan rispettivamente voce, chitarra e basso ai quali si aggiunge Nicolò, in arte Fenta, alle batterie. Inizialmente il progetto voleva solo divertire e scuotere la gente proponendo live energici e d’impatto, puramente stile anni novanta, ricordando di tanto in tanto I Ritmo Tribale e i primi Afterhours, e il periodo sembrava azzeccato dato che intorno nascevano realtà parallele quali Il Teatro degli Orrori e Ministri. Spinti dai buoni riscontri che hanno col pubblico, nei primi mesi del 2006 danno alla luce un primissimo demo di cinque tracce registrato live sul palco della vecchia sede del Live Club di Trezzo. Verso la fine del 2006 segue un’altra incisione, stavolta di dieci tracce presso il Clockwork Studio di Cernusco Lombardone registrati da Pedro Flamingo e Matteo Agosti (Zerouno) con la supervisione di Gabriele D’Amora (Soerba); è in

questo periodo che Sergio Arioli, prende il posto di Fenta, trasferitosi per lavoro all’estero. Nell’ottobre del 2008 esce il loro primo album Effetto Bukowsky, lavoro co-prodotto da Il Marchese e il prezioso contributo di Fulvio de Rosa del LiveClub e Paolo Loscalzo delle Officine Libra. aprono numerosi concerti, come quello di Piero Pelù, dei Punkreas e dei Verdena e acquistano sempre più fama nella scena milanese e non. Nel 2011 c’è l’ennesimo cambio alla batteria ed entra nella band Filippo Biondi. Il 7 settembre di quest’anno è uscito il loro secondo album Carnivoro, più vario e articolato rispetto al loro primo pur mantenendo la stessa linea della band di forte impatto! Ma, facciamoci raccontare un po’ di più di loro da Davide. Come nasce il vostro gruppo Il Marchese? Perché l’uso di questo nome? «Il gruppo nasce nel 2005. Tommy ed

io vivevamo nello stesso appartamento e condividevamo entrambi una grande passione per la musica. Fondammo così la band con Ivan, nostro compagno di scuola. Il nome Il Marchese è venuto in mente a Tommy, un po’ per scherzo, ma ci è subito piaciuto, approvato da tutti noi». Dario, sei la voce del gruppo. Da quanto tempo canti? «Canto da nove anni, mosso solo dalla mia passione per la musica, senza seguire nessun tipo di lezione o corso. Inizialmente facevo parte di un’altra band, in cui vi era, oltre a me, un altro cantante. Esperienza che durò circa due anni». Dal 2005 a oggi avete cambiato tre batteristi. Come ha reagito il gruppo a questi cambiamenti? «Il batterista è il perno fondamentale del gruppo, è colui che dà il ritmo e che OTTOBRE 2012, trantran 13


CLOCHART

speciale bellezza

INTERVISTE A VOLTI NOTI IN GIRO PER LA BRIANZA

SALONE DI GIADA:

INIZIA L’ANNO DEL COLORE. tiene insieme tutta la canzone. Siamo stati sempre fortunati nel trovare persone molto valide, con le quali si è riuscito a trovare ogni volta il feeling giusto in poco tempo. Non rimpiango nulla, infatti, ora con Pippo ci troviamo molto bene. L’unica cosa che posso rimpiangere è il tempo perso, perché cambiare batterista vuol dire un po’ ricominciare da capo. Ma come ho detto prima, siamo sempre riusciti a cavarcela!». Il sette settembre è uscito il vostro secondo album Carnivoro. Di cosa parla? Che cosa volete esprimere? «Il nome è stato preso da un’opera di Francisco Goya, El Buitre Carnivoro, copertina tra l’altro dell’album stesso. In un mondo dove non si parla d’altro che guerre e si continua a distruggere tutto e tutti, Carnivoro è parso subito il titolo più azzeccato per dare un’idea del momento difficile in cui stiamo vivendo». TT

14 trantran, OTTOBRE 2012

L

’autunno è, da sempre e tradizionalmente, periodo di cambiamenti e di grandi novità sia nella vita di tutti noi che qui a Il Salone di Giada. «Quest’anno è l’anno del colore», ci spiega Luigi Trabucco (uno dei titolari con Antonio Gallotta) «e noi, pertanto, abbiamo preparato un lavoro tutto in base ai colori. Ad agosto è uscito un nuovo prodotto della Wella, Illumina Color, immesso sul mercato dopo più di venti anni di ricerca che hanno portato alla rivoluzionaria tecnologia MICROLIGHT® che isola i milioni di ioni rame rimasti sui capelli, preservando la fibra capillare anche dopo molte colorazioni i». Ci spiega ancora lo stylist Luigi: « ... questo prodotto ha una concezione completamente nuova che lavora senza intaccare i metalli lasciando quindi il capello di una lucentezza incredibile. Non rimane ossidato, dura nel tempo, e questa “traslucenza” specifica permane sia sui

castani sia sui rossi e i biondi. I rossi che vanno per la maggiore quest’anno, hanno una tendenza leggermente sul rosato, quindi non sono mai molto spiccati, anzi, sono dei rossi leggermente cipriati, con questo effetto di lucido che viene dall’interno. Secondo il colore scelto si decide anche la lunghezza della chioma così, quest’anno per le biondissime ci saranno tagli corti, per le castane più sul lungo…. Un’altra cosa molto importante, quando si lavora con i colori, è che bisogna sempre pensare ai colori complementari perché la pelle cambia, ma il colore degli occhi resta sempre il medesimo», prosegue Luigi, «quindi per i cambiamenti bisogna sempre, come prima cosa, trovare il colore complementare agli occhi». Per rendere meglio l’idea di questi colori ci affidiamo alle splendide foto e, ancora meglio, v’invitiamo ad andare al Salone

Giada! Questo nuovo prodotto è un vero e proprio trattamento di bellezza dalle straordinarie proprietà condizionanti e trattanti. Colore dopo colore la fibra del capello sarà sempre rispettata e protetta, garantendo un risultato di brillantezza e morbidezza che dura nel tempo. TT

Dove trovarci: Via San Giovanni Bosco, 6 20900 Monza (MB) Tel. 039 2300431 - 039 322552 info@salonegiada.it www.salonegiada.it

OTTOBRE 2012, trantran 15


ALTROVE

RACCONTI E CONSIGLI DI VIAGGIO

Il mondo è la mia casa:

ALTROVE

RACCONTI E CONSIGLI DI VIAGGIO

segnaliamo Il Giardino dei Semplici, splendido bed & breakfast immerso nel dolce panorama delle Langhe, che alle splendide stanze dell’antica casa ha affiancato un incantevole rifugio sugli alberi: il prezzo decisamente accessibile e la distanza ridotta fanno di quest’offerta un’esperienza da concedersi senza indugi, magari per festeggiare una ricorrenza speciale (www.giardinodeisemplici.eu). Se siete, invece, amanti dei boschi ma preferite mantenere i piedi ben piantati per terra l’esperienza della woodland home è ciò che fa per voi! Simon Dale è l’ideatore di queste case a basso impatto ambientale e a bassissimo costo di realizzazione, in perfetto stile hobbit. Sul suo sito è possibile apprendere le tecniche della costruzione

ma anche iscriversi, magari sfruttando un periodo di vacanza, a corsi o a gruppi di auto costruzione per fare pratica di queste tecniche costruendo la casa di altri ed entrando a fare parte di un gruppo che sicuramente saprà darvi supporto teorico e pratico qualora decideste di auto costruirvi la vostra abitazione (www.simondale. com). Se il vostro sogno è invece quello di un’abitazione isolata in riva al mare, potete iniziare col capire se la cosa realmente fa per voi soggiornando in un faro. Una delle esperienze più estreme è sicuramente quella presso il faro di Svinoy, in Norvegia, incastonato fra gli scogli della piccola omonima isoletta. Il costo è elevato,

soprattutto perché il luogo è raggiungibile solo in elicottero, ma il paesaggio è davvero selvaggio e il faro è unicamente circondato dal mare e dal rumore delle onde che s’infrangono con violenza sugli scogli appuntiti (www.62.no). Un’alternativa decisamente meno difficoltosa ma di grande charm è il faro di Harlingen, in Olanda che offe un’unica suite, affacciata sul mare a 24 Mt di altezza, dotata di tutti i comfort. Anche in Scozia, Irlanda e Inghilterra le possibilità di soggiornare nei fari sono molteplici mentre in Italia la sola possibilità è in Sardegna, in provincia di Cagliari, presso il Faro di Capo Spartivento, dove, a picco sul mare, è stata realizzata una luxury guest house molto esclusiva. TT

viaggio alla scoperta delle abitazioni più creative del nostro pianeta Di - Elena Gorla

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a sempre la casa è per l’uomo il fulcro della vita: luogo in cui cresce, luogo in cui tornare, trovare conforto e riparo dai pericoli e dalle asperità della vita. La casa è per chi la vive il proprio regno, organizzato e governato a propria immagine e somiglianza. Tale è l’importanza che viene da sempre e in ogni luogo attribuita all’abitazione che dalla semplice osservazione delle case in diversi paesi è possibile apprendere moltissimo circa gli usi e le abitudini di una determinata cultura. Tanto è importante la dimora per un individuo che visitando l’abitazione di qualcuno è sempre possibile comprenderne molti aspetti caratteriali: passioni, sogni e paure. Anche quando non si ha in programma un acquisto immobiliare molto spesso si consultano annunci, si sfogliano riviste di arredamento, ci s’informa sulle nuove soluzioni tecnologiche per l’abitare… tutto per il solo piacere di sognare la realizzazione del nostro “luogo perfetto”. Poco importa se poi uno desideri un super attico metropolitano o un’isolata casetta fra i boschi, la pulsione che muove ciascuno è la medesima: la ricerca del nido perfetto in cui vivere una vita come l’abbiamo sempre sognata. Anche viaggiare può essere un modo per rincorrere il “sogno del nido”, alla ricerca di nuove o antiche soluzioni o solamente per persuadersi una volta di più che tutto è possibile, già realizzato dall’umana creatività sorretta dal bisogno. Ecco una breve carrellata di abitazioni che vuole essere un piccolo giro del mondo

16 trantran, OTTOBRE 2012

alla scoperta delle case più particolari, dei modi di vita più sorprendenti e dei sogni concretizzati dall’umanità in tema di abitare. Uno dei desideri più diffusi durante l’infanzia (ma come vedremo non solo) è quello di possedere un rifugio su di un albero, un luogo protetto dagli sguardi del mondo sottostante, vicino alle nuvole, un luogo in cui liberare la fantasia del tutto indisturbati. Per molti questo sogno d’infanzia resta un’esigenza anche nell’età adulta, tant’è che negli ultimi anni le case sugli alberi sono diventate realtà piuttosto diffuse. Addirittura sui Monti Pelati, in Piemonte, si è insediata la prima comunità di “arboricoli”, una quindicina di persone (oggi si è aggiunto anche un bambino “nato sugli alberi”) che hanno scelto di insediare e costruire le proprie abitazioni nei boschi, in un luogo ben isolato dai centri abitati tradizionali. Qui la comunità ha costruito le proprie abitazioni, sospese sugli alberi e collegate fra loro da una serie di passerelle sospese sul vuoto. Non immaginate, però, un gruppo di “primitivi” decisi a vivere in condizioni al limite della sopravvivenza, tutt’altro! La comunità è composta da professionisti e lavoratori e le abitazioni, all’interno, sono dotate di ogni comfort e modernità: il tutto, ovviamente, nel massimo rispetto della sostenibilità ambientale e del risparmio energetico. Se il rifugio sugli alberi è il vostro sogno mai sopito, potete concedervi il piacere di un piccolo assaggio di questa realtà: non visitando il villaggio degli arboricoli, che

per ovvie questioni di privacy è ubicato in un luogo tenuto segreto, ma cominciando con il soggiorno, magari per un breve week end, in un hotel o agriturismo che offrono questa possibilità. Le offerte sono varie, sia in Italia che all’estero: nelle imponenti foreste svedesi potrete vivere la suggestiva esperienza di un soggiorno presso il Tree Hotel (www.treehotel.se) sarete alloggiati in spettacolari camere isolate le une dalle altre e sospese fra le fronde di alberi secolari. Potrete scegliere fra diverse tipologie di camera, tutte molto romantiche e dotate di grande charm. Dall’avveniristica astronave sospesa fra le nebbie del bosco, alla camaleontica Mirror Cube, un cubo di specchi capace di mimetizzarsi riflettendo il panorama circostante, fino alla panoramicissima Cabin, una cabina formata da grandi vetrate per godere appieno della vertiginosa altezza. Per le famiglie con bambini c’è, invece il Kulturinse Einsiedel (www.kulturinsel. de) hotel situato non distante da Berlino, composto da otto casette sugli alberi e da parco tematico per vivere un soggiorno in perfetto stile mago Merlino. In Francia segnaliamo il romantico hotel Château Gauthié, a Perigord, in Dorgogna, che oltre alle camere tradizionali situate nell’affascinate castello, offre la possibilità di soggiornare nelle “capanne appollaiate sugli alberi” ma dotate di bagno privato e di ogni comfort (www.chateaugauthie. com). In Italia, in provincia di Cuneo,

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BRIGANTIA

STORIA ED ESCURSIONI NEL NOSTRO TERRITORIO

modo da poter provvedere alle spese da affrontare per rendere l’ambiente sempre più accogliente e utilizzabile acquistando gli strumenti necessari. Per l’organizzazione interna abbiamo invece un vero e proprio Statuto secondo il quale ognuno è libero di riunirsi per discutere di problemi o tematiche da affrontare. I firmatari al momento sono 7 tra cui io stessa. Non esistendo una vera e propria gerarchia all’interno della nostra associazione non ricopriamo ruoli più importanti rispetto agli altri tesserati, semplicemente abbiamo noi le chiavi per aprire e chiudere l’associazione, che ad ogni evenienza però possiamo prestarci l’un l’altro».

Arosio e il Mondo delle Uova Ecco come la casa di nessuno è diventata la casa di tutti Di - Giulia Larocca

A

rosio, è un comune lombardo in provincia di Como, che ospita più di 4900 abitanti. La storia di questo paese è antichissima infatti sembra che, ai tempi della regina Teodolinda, esso si sviluppò come corte del Monastero Maggiore di Milano. Ad oggi Arosio può quindi vantare una perfetta coesistenza tra storia e modernità, visibile dalla presenza della Chiesa parrocchiale di San Michele o dal museo Al Castello, affiancata ad una scrupolosa e moderna attenzione per la salvaguardia della natura, ne è un esempio il ricco e complesso osservatorio Ornitologico di Arosio. In mezzo a questo clima che spazia dall’antico al nuovo, i giovani di Arosio sono incentivati alla creazione di associazioni culturali o sportive, in modo da dare spazio a cittadini e non e di mettere alla prova la propria creatività e capacità di condivisione. Spesso sentiamo parlare di giovani nullafacenti, giovani fannulloni, giovani

18 trantran, OTTOBRE 2012

foto di Niccolò Rossi passivi, talmente spesso che quando questi aggettivi si discostano dalla loro personalità ecco che incominciamo a stupirci come se fossimo abituati a considerare la classe dei giovani una classe estranea alla vita di tutti i giorni. Abbiamo intervistato Benedetta Rubino, una firmataria dell’associazione culturale Il mondo delle uova di Arosio, che ci ha spiegato come l’aspetto comunitario assuma in questo tipo di associazioni un punto focale nella vita di chi ne prende parte: “Questo luogo di ritrovo per noi è fondamentale, ormai è diventato una seconda casa”. Com’è nata questa associazione? «L’associazione è nata nel 1999 e inizialmente era nota come Atelier, vi si sono succedute ben 3 generazioni ed oggi conta più di 130 tesserati» Come mai il nome Il mondo delle uova? «Ci sono varie leggende su questo nome diciamo che quella più credibile riguarda il fatto che, essendo questa casa utilizzata

come sala di registrazioni e di prove, tempo fa per insonorizzare le pareti si usavano proprio i cartoni delle uova e da qui si è deciso di denominarla Il mondo delle uova » Quali sono le attività che svolgete oggi? Com’è cambiato rispetto a prima? «Abbiamo preservato un po’ le stesse attività di sempre: ancora oggi questa associazione viene usata da moltissimi giovani come sala prove o registrazioni. Ovviamente con il passare degli anni si è cercato di dare un’impronta sempre più moderna cercando di non lasciare in secondo piano l’aspetto del divertimento».

BRIGANTIA

STORIA ED ESCURSIONI NEL NOSTRO TERRITORIO

Organizzate anche eventi al di fuori dell’associazione? «Sì, quando riusciamo organizziamo feste ed eventi che hanno come oggetto o un concerto o la presentazione di un CD magari accompagnati da un panino con la salamella e un buon bicchiere di birra». Fate tutto da soli? «No, in zona ci sono moltissime altre associazioni che hanno lo stesso carattere della nostra a esempio Erbattiva o Tricheco o ancora il muretto, e spesso, cercando di collaborare l’una con l’altra, ci si divide un po’ i compiti : all’ultima festa per esempio noi ci siamo occupati della cucina! » Qual è per voi l’importanza di questa associazione? «Per noi questa associazione è diventata una sorta di seconda casa, infatti quando dobbiamo studiare o vogliamo un momento di svago sappiamo sempre a chi rivolgerci basta uno squillo di telefono. All’interno dell’associazione ci sono una sala tv, una sala pc e una stazione playstation, dove poter guardare film o partite qualsiasi volta lo desideriamo».

Come vedono i vostri “ vicini” l’associazione? «Abbiamo dei rapporti buoni con tutti qui in paese questo perché siamo molto fiscali: l’associazione è aperta dalle 20.00 alle 24.00 tutti i giorni e l’accesso è libero. Dopo una certa ora il volume della musica si abbassa ma per ora tutto funziona alla perfezione forse grazie al forte equilibrio interno che c’è». A chi appartiene questa casa? «La casa appartiene a un signore del luogo che gentilmente ce la affitta regolarmente: era una casa disabitata prima, l’abbiamo pulita e ri-arredata. Tutti sono molto partecipativi anche i genitori dei giovani ragazzi tesserati e pensa che spesso vengono a trovarci anche vecchi tesserati a farci conoscere i loro piccoli bimbi! » Come vi vedete in futuro? «Cerchiamo di non pensarci: ognuno va avanti con la propria carriera scolastica o lavorativa cosciente del fatto che ha sempre un posto in cui poter andare in qualsiasi momento. Ci basiamo più che altro sul presente e ad oggi ti dico che siamo fieri di aver fatto di tutto per poter trasformare la casa di nessuno nella casa di tutti. In un momento di crisi che più che economica sembra essere di valori, riscoprire la voglia di sapersi ancora appassionare a qualcosa è straordinario. Forse aveva ragione chi diceva che il futuro

è nelle mani dei giovani…un futuro che senza prendersi in giro promette ben poco, un futuro che a quanto pare ha tolto la voglia di fare solo a chi non poteva permetterselo. Siamo stati chiamati da svariati politici e figure di spicco della nostra povera Italia “fannulloni”, ecco io penso che forse un buon modo per togliersi questo appellativo è iniziare a impegnarsi in associazioni come questa, associazioni che hanno scampato la grande influenza del dio-denaro. Riscoprire la gioia di poter condividere, vedere qualcosa che ti appartiene crescere e migliorare a vista d’occhio è sicuramente utile sia a livello personale che educativo e ancor meglio se unito ad amici e divertimento. Il numero di associazioni che vanta queste caratteristiche sta crescendo sempre più rapidamente nel territorio brianzolo: oltre ad essere molteplici esse riescono anche ad unirsi e creare eventi e serate aperti a tutti che offrono un momento di svago “low cost”. Da non dimenticare è inoltre l’attenzione riservata alla musica, un fattore, forse l’unico, che sembra unire oggi milioni di giovani in tutta Italia. Avere un’associazione culturale gestita da giovani, non significa certo tornare a Woodstock significa solo condividere un interesse e una passione, significa per i giovanissimi sapere di potere evadere almeno per un pomeriggio o una serata da giornate noiose, significa muovere i primi passi per imparare a stare al mondo. Personalmente ci auguriamo che associazioni come Il mondo delle uova continuino a svolgere la loro attività per molte altre generazioni, continuino a diffondere l’immagine di una casa aperta a tutti in qualsiasi momento e soprattutto l’immagine di una Brianza al passo coi tempi. I primi passi sono stati fatti ora c’è da chiedersi : siete pronti anche voi a trasformare la “casa di nessuno nella casa di tutti”? » TT

Parlando dell’aspetto più tecnico dell’associazione: come siete organizzati tra di voi? E come gestite le spese? «Il mondo delle uova è un’associazione riconosciuta a tutti gli effetti e per questo registrata (in Italia il diritto di associazione è infatti riconosciuto dalla Costituzione stessa all’art.18 ndr.) per questo si chiede a ogni tesserato il versamento di 5 euro in OTTOBRE 2012, trantran 19


I SEGRETI DELLO CHEF

RICETTE E TRUCCHI IN CUCINA

VERDISSIMO

CURIOSITà, proprietà e usi delle piante intorno a noi

Sciué Sciué

IL PIACERE DI MANGIARE SEMPLICE

I

n questo numero vogliamo iniziare a presentarvi la Pizzeria – Trattoria Sciué Sciué che ha appena aperto i battenti proprio nel centro storico di Monza. E’ infatti situata al primo piano della galleria di P.zza San Paolo (ndr. P.zza San Paolo, 5 –ex Cinema Centrale). Sciué Sciué porta a Monza un pezzetto di Campania e si caratterizza per una cucina tipica partenopea che si basa sull’uso di prodotti che arrivano freschi tutti i giorni da quella splendida e generosa terra. Inoltre se volete gustare la vera pizza napoletana da forno a legna la potrete trovare qui in tutta la sua genuina bontà. Incontriamo il titolare Saverio Picone che ci spiega come anche la loro fornitissima cantina sia formata in larga parte da vini provenienti dalla Campania e che da Sciué Sciué, potrete anche mangiare deliziosi dolci tipici come ad esempio i Babà, la Pastiera o la Caprese fatte direttamente da loro. Entrando da Sciué Sciué si resta colpiti dalla cortesia e professionalità dello staff e dall’ambiente accogliente. Spiccano alle pareti immagini di personaggi cinematografici che ben rappresentano la Campania e le sue tradizione ma, uscendo da questo locale quello che più vi resterà impresso è la bontà delle pietanze che mangerete: una cucina genuina e tradizionale che, proprio grazie alla sua semplicità, diventa straordinaria. Vi consigliamo di andare e provare personalmente, non resterete delusi… Noi prossimamente vi sveleremo altre chicche di Sciué Sciué e cercheremo di carpire alcuni segreti delle loro fantastiche ricette: come tutte le cose belle ( e buone) va scoperto un po’ alla volta.

Il momento dei funghi di pianura.

F

TT

Menu’ pranzo

LIGHT PRIMO O SECONDO + MACEDONIA + CAFFE’

€ 8,00

LIGHT PRIMO + SECONDO + MACEDONIA + CAFFE’

€ 8,00

Menu’ DELLA DOMENICA antipasto + primo + secondo+ dolce

di carne € 25,00

di pesce € 35,00

MONZA Piazza San Paolo 5 1° piano | 039.9730063 pranzo e cena sempre aperti 20 trantran, OTTOBRE 2012

unghi sono molto importanti per l’ecosistema e per la salute dei boschi, infatti, quello che comunemente tutti chiamiamo “fungo” non è in realtà che il frutto del fungo, che dissemina le spore necessarie per la riproduzione. Il fungo vero e proprio è sviluppato sotto terra e si chiama micelio. Il micelio è un insieme di filamenti che si legano strettamente alle radici delle piante con le quali attuano uno scambio di nutrienti: la pianta dona al fungo, che non può produrre nutrienti tramite fotosintesi, gli elementi necessari alla sua sussistenza e il fungo cede alla pianta sostanze a cui diversamente la pianta non potrebbe attingere e che rendono la stessa più sana e forte. Se in montagna è l’estate e sulle alture la fine dell’estate il momento migliore per la raccolta, in pianura è l’arrivo dell’autunno, che segna per un ricercatore l’avvio della stagione! Questo momento ha sempre coinciso con il periodo della vendemmia: il momento in cui le foglie della vite iniziano ad acquistare le sfumature del rosso e del giallo, segna il momento perfetto per cimentarsi nella ricerca di funghi. Questo è, infatti, il periodo ottimale per la nascita dei primi pioppini (o piopparelli), chiodini, prataioli, coprini... Quando la stagione di raccolta sembra finita la ricerca dei funghi in pianura offre itinerari molto particolari capaci di trasformare il piacere della ricerca in un viaggio alla scoperta di luoghi e tradizioni. Il paesaggio

che d’autunno si presenta in pianura a un ricercatore di funghi, non offre gli scorci suggestivi di abeti, faggi o castagni né luminose prospettive di vallate di montagna o collina, ma, spesso, fitte nebbie che si alzano dalla terra al mattino presto ed in poco tempo, come per magia, avvolgono ogni cosa. Il cercatore si ritrova così immerso in un ambiente pieno di fascino surreale. Che siano in aperta campagna o a ridosso della città, bisogna conoscere habitat e piante che ne favoriscono la crescita. Dalle

nostre parti, nei boschi e nei parchi sono diffuse robinie, noccioli, sambuchi, tutte piante perfette per lo sviluppo di funghi, provate a cimentarvi nel riconoscimento delle specie che crescono vicino alle vostre case, spesso potrete incorrere in gradite sorprese ma ricordate: prima di consumare i funghi raccolti è necessario avere grande esperienza in materia o verificare il proprio raccolto presso i punti indicati dalle Asl di zona!

Tagliatelle coi funghi piopparelli

poi fateli soffriggere in una padella con il burro. Sbucciate la cipolla rossa e tagliatela a spicchietti sottili. Unite al soffritto gli spicchietti di cipolla, fateli imbiondire, aggiungete i funghi e fateli insaporire per 5 minuti. Profumate con il porto e lasciatelo sfumare. Abbassate la fiamma e cuocete per 30 minuti. Mescolate in una terrina la farina con mezzo cucchiaio di olio, 1 dl di acqua fredda e l’albume montato a neve densa con un po’ di sale. Immergete nella pastella le foglie di salvia, prima lavate e asciugate, e friggetele nel restante olio bollente. Lessate la pasta in acqua bollente salata, scolatela al dente, rovesciatela nel tegame dei funghi, padellate tutto per qualche istante, poi servitela caldissima, cosparsa con le foglie di salvia fritte.

Ingredienti per 4 persone 320 gr di tagliatelle all’uovo fresche 400 gg di funghi piopparelli 1 cipolla rossa 1 carota 1 costola di sedano 1 scalogno mezzo bicchiere di porto 12 foglie di salvia 60 g di farina 1 albume 50 g di burro mezzo bicchiere di olio, sale e pepe q.b. Preparazione Pulite i funghi, privandoli della parte terrosa, poi lavateli e asciugateli. Mondate la carota, il sedano e lo scalogno, tritateli grossolanamente,

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TEATRO, MUSICA ED EVENTI

LA BRIANZA VA A TEATRO: breve excursus della prossima stagione teatrale in Monza e Brianza Di - Marta Migliardi

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nche se il sole accompagna ancora le nostre giornate, anche se non siamo ancora costretti a cappotti pesanti e sciarponi, l’autunno è arrivato. Con lui diciamo addio, fino alla prossima primavera, al mare, ai concerti all’aperto, alle feste di paese e alle scampagnate al parco. Ma quando una porta si chiude, si apre un portone e in questo caso è quello dei Teatri che ricominciano le loro stagioni di musica, spettacoli, cabaret. Il Teatro, questo è innegabile, ci riporta in epoche signorili, il teatro ha un suo odore, un suo carattere: il teatro è un luogo dove realmente ci possiamo ritirare dal resto del mondo e dove si respira la magia dell’arte. Non basta spingere un tasto del telecomando. Bisogna arrivarci in teatro. Ci vuole la volontà, ed oggi non è poco. Il palco non è una proiezione, ma è pregno delle energie degli attori e dei personaggi che interpretano o delle note che risuonano in uno spazio acusticamente progettato per risaltare i suoni. Lo spettatore non è inerme. Perché è presente in un luogo, è attento alla rappresentazione e incontra altra gente. Spesso ci lasciamo tormentare dalle burocrazie quotidiane e ci appesantiamo sui nostri divani, ma se ci sforzassimo di superare la soglia dell’immobilismo intellettuale che questa società ci invita ad assumere, forse scopriremmo che questa antica e nobile forma d’intrattenimento che è sia un luogo sia un’arte, potrebbe davvero migliorare la qualità della nostra vita. Ma parliamo dei nostri teatri. Il Teatro Manzoni (Via Manzoni, 23, Tel. 039.386500 Fax 039.2300966) apre i battenti della stagione in abbonamento il 2 Novembre con Apriti Cielo, di e con Ficarra e Picone. I due comici, prendendo spunto dalla vita di tutti i giorni, piena di cronaca nera, politica, religione e tanto altro, ci offrono 22 trantran, OTTOBRE 2012

con la leggerezza che li contraddistingue, una riflessione divertente sulla nostra società e sulla nostra nazione, regalandoci uno spettacolo dai colori forti. Tutte le informazioni sugli abbonamenti le trovate qui: www.teatromanzonimonza.it/abbonamenti ma ricordatevi anche di andare a vedere il ricchissimo programma fuori abbonamento e gli spettacoli per bambini di tutte le età sempre sul sito www.teatromanzonimonza. it! Il Teatro Binario 7 (sempre a Monza in via Turati 8, Piazza Castello Tel 039 9191180) presenterà 5 stagioni: la stagione di prosa Teatro+ Tempo Presente (a cura di Corrado Accordino in collaborazione con Elio de Capitani); Terra. La musica al Binario 7, sotto la direzione di Alberto N.A.Turra; Teatro+Tempo Ragazzi, Radio+Tempo Teatro e Passa in biblioteca, l’iniziativa promossa dalla Provincia di Monza e Brianza. Per approfondire www.teatrobinario7.it! Diamo un’occhiata anche a Seregno all’Associazione Culturale Teatrando (info@teatrando.net, www.teatrando.net; presso Teatro Sant’AmbrogioViale Edison 54/D Seregno). Il 27 ottobre va in scena Silvano Ilardo con Donne di Santorini. Le Donne di Santorini è una rivisitazione del famoso capolavoro di Garcia Lorca, La casa

di Bernarda Alba. Questo spettacolo, tutto al femminile, racconta le tensioni tra una madre dispotica che, alla morte del secondo marito, impone alle figlie il rispetto assoluto del lutto, trasformando così la propria casa in una prigione. Le figlie invece desiderano la libertà, fare esperienze, innamorarsi, aprirsi alla vita e questo desiderio così drammaticamente represso le incattivisce, rendendole invidiose e gelose l’una dell’altra fino al tragico epilogo, la morte della più giovane. Una vera tragedia greca dove l’uomo, in questo caso una donna che dell’uomo ha assunto il potere in tutta la sua asprezza, è cantato come la creatura più meravigliosa dell’intero mondo e, nello stesso tempo, come la più terribile, capace di trascinare nel baratro le figlie che diventano a loro volta vittime e carnefici. Da qui l’ispirazione di trasferire la rappresentazione in un contesto apparentemente distante qual è un’isola greca quella di Santorini, raccontando attraverso i “segni” della cultura mediterranea le donne e la loro voglia di libertà. Segnaliamo anche la ricchissima stagione del Teatro Excelsior (info@excelsiorcesano. it 0362 541028) che potrete visionare su www.excelsiorcesano.it . Come vedete ce n’è per tutti i gusti e per tutte le età! Noi continueremo, anche nei prossimi numeri a parlarvi di Teatro e cercheremo di incuriosirvi con interviste e recensione. Adesso basta alzarsi dal divano! Si aprano i sipari! “Il teatro è una forma di felicità interrotta dall’esistenza.” Pino Caruso, Ho dei pensieri che non condivido, 2009 TT

BIS

TEATRO, MUSICA ED EVENTI

Questo numero è davvero ricco di musica e di novità. Per non togliere spazio a nessuno, abbiamo deciso di pubblicare qui l’incipit di tutte le interviste che potrete ovviamente approfondire e leggere integralmente su www.trantran.net a partire dal 17 ottobre! Stay Connected!

Astenia Sono al telefono con Fabio Blando, chitarrista degli Astenia, progetto musicale nato a Roma nel’inverno del 2005. La band capitolina è composta inoltre da Gianluca Gabrieli (voce e chitarra), Edoardo Siliquini (basso e synth) e Riccardo Acanfora (batteria). Nel corso degli anni pubblicano diverse demo, partecipano a importanti festival e aprono grandi concerti come quello di Max Gazzè, Il Teatro Degli Orrori (intervistati da Trantran nel numero precedente) o dei Ministri. Nell’aprile 2012 esce il loro primo EP “Fa che sia tutto diverso”, contenente quattro brani realizzati in co-produzione artistica con i Velvet. Sentiamo cos’ha da dirci Fabio... Com’è nato il progetto Astenia e da dove deriva il nome ?

continua su www.trantran.net Di - Niccolò Rossi

“Astenia” sostanzialmente è stato ideato dai due fondatori della band Gianluca ed Edoardo , (rispettivamente voce-chitarra e basso-synth), che si sono incontrati circa sette anni fa dopo varie esperienze personali con altri gruppi. In medicina l’astenìa –con l’accento sulla i- è una sindrome che comporta la mancanza di forza e di stimoli e che ti fa vivere con un continuo senso di debolezza e fatica. La nostra musica è… tutto il contrario. (...) davide DI CHIO Davide Di Chio è un jazzista barese, già all’età di cinque anni, inizia lo studio del pianoforte classico, successivamente comincia lo studio della chitarra seguendo i corsi della scuola musicale “Il Pentagramma”, fondata e diretta dal chitarrista Guido Di Leone, dove approfondisce lo studio della chitarra jazz, del solfeggio e dell’ear training, studiando, oltre che con lo stesso Di Leone, con Davide Santorsola, Vito Di Modugno, Leopoldo Sebastiani, nel 2007 pubblica il suo disco di esordio Fratello mare lontano (ndr. edito dalla DODICILUNE RECORDS). Davide è uscito a Settembre con il suo ultimo lavoro Aprile; album, promosso con il sostegno del P.O. FESR PUGLIA 2007/2013 ASSE IV) - PUGLIA SOUNDS (ndr. Programma Operativo Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. Asse IV valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività e lo sviluppo). Aprile propone 11 brani inediti dal sound mediterraneo e dal gusto armonico raffinato. Conosciamo meglio Davide e il suo ultimo lavoro.

continua su www.trantran.net Di - Acriana Colombo

Ci parli di Aprile, che tu hai definito: un disco molto italiano, legato alla tua Terra, che è la Puglia e, con un’aspirazione ad essere un prodotto internazionale? «Tra le fonti di ispirazione di Aprile c’è sicuramente la mia terra, la Puglia, che è una terra bellissima...

MAURO GROSSI Sta squillando il telefono. Dall’altra parte della cornetta c’è un grande della musica italiana, Mauro Grossi, compositore, pianista e arrangiatore, specializzato nella musica jazz, nato a Livorno nel ’59. Dopo essersi diplomato in pianoforte nell’istituto Mascagni di Livorno (dove ora detiene la cattedra come insegnante) e in jazz presso il conservatorio Puccini a La Spezia, comincia a collaborare e a suonare con musicisti e jazzisti di grande fama e bravura , acquisendo sempre più buon gusto e tecnica, riuscendo così a produrre brani dai tratti particolari e innovativi.. Perché hai cominciato a studiare pianoforte? Quando nasce questa tua grande passione?

continua su www.trantran.net Di - Niccolò Rossi

«Ho iniziato all’età di sette anni puramente per caso. E’ apparso un giorno un pianoforte in casa mia, non ricordo bene da dove arrivasse sinceramente ma da subito ho capito che era quello che volevo fare. I primi anni sono stati da autodidatta, in cui ho appreso affinità con questo tipo di strumento e con la musica in generale, poi dall’età di dieci anni ho iniziato a seguire delle lezioni di piano vere e proprie». Si è esibito con importanti musicisti come Jay Clayton, Peter King, Ray Mentila, Tony Scott, Bobby Watson, (…) OTTOBRE 2012, trantran 23


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TEATRO, MUSICA ED EVENTI

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situazioni momentanee di panico

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Di - Francesca Fawn Masperi

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eri, da una parte d’Italia, qualcuno sta parlando con me. Oggi, da qualche altra parta d’Italia, qualcuno sta leggendo questa conversazione. Il nostro interlocutore è Gianluca Marchionne, la voce dei Montreal. Il gruppo romano è nato nel 2008 e dal dicembre scorso ha cominciato una collaborazione con i Velvet sfociata nella produzione del loro EP Situazioni momentanee di panico. Il 28 giugno erano di scena nella tappa romana del Sisley Indipendent Tour: concerti proposti da Sisley che portano nelle piazze italiane il meglio del panorama indie rock emergente. Il progetto Montreal è nato da te e Matteo Bassan (chitarra) nel 2008. Poi l’avete fatto crescere insieme a Gianluca Filaci (synth/ piano) e Alessio Sellitri (batteria) finché, il novembre dell’anno scorso, avete trovato Matteo Bassani (basso) e avete cominciato a incidere. Cosa vi ha fatto capire che eravate pronti, che eravate voi? «Abbiamo cambiato otto bassisti in quattro anni, c’è un rapporto un po’ travagliato con questo strumento! Pensa che Matteo è il nono e in questo momento è a New York per uno stage d’ingegneria del suono. Però con lui abbiamo capito di aver chiuso il cerchio, quindi non vogliamo farcelo scappare». A dicembre è iniziata la collaborazione con i Velvet, a loro avete affidato la produzione artistica del vostro primo EP Situazioni Momentanee di Panico uscito il 6 luglio 2012… «Si! E’ bello perché è nato tutto in modo semplice, non ci aspettavamo nemmeno di arrivare a lavorare all’EP! C siamo conosciuti in un circolo di artisti, abbiamo avvicinato Pier (voce) parlandogli un po’ di quello che abbiamo in testa, della nostra musica; da lì abbiamo avuto modo di fargli sentire i pezzi ed è venuta la proposta di lavorare insieme in studio. E’ un’esperienza che ci sta insegnando molto, ora stiamo continuando a lavorare con loro su altri brani sia per quanto riguarda le situazioni live sia per le altre esperienze in studio».

24 trantran, OTTOBRE 2012

è strano, tipo Ti farà piacere è nata con il titolo e la prima frase. Per Montecristo, ovviamente riferimento è all’omonimo libro di Dumas, avevamo questa musica da due anni e quando è stato il momento è nata. Parla di un eroe contemporaneo che è metafora del superamento di questa situazione di crisi, della possibilità di uscire da questa situazione momentanea di panico che può diventare lo spunto per migliorare qualcosa».

E invece a livello di video state producendo altro oltre al primo Ti farà piacere? «Forse si! Con il nostro regista Marco D’Amelio (sua la regia di Ti farà piacere) stiamo pensando anche a questo! Per ora stiamo lavorando su un’idea che potrebbe rivelarsi interessante! E’ ancora presto per parlarne, sei la prima a cui lo dico!» Dal canto mio spero che sia Montecristo, è una canzone molto perturbante. Le sue espressioni “situazioni momentanee di panico”, “emozione semplice”, ” il vento ti colora d’inquietudine”s ono frasi che sembrano leggere ma allo stesso tempo hanno un impatto molto forte. Sono espressioni che sembrano innocue, ma poi qualcosa ti dice che non lo sono… «Mi fa piacere che si colga quest’aspetto. C’è un contrasto tra le nostre musiche leggere e i testi più crudi. Dopo il primo ascolto più orecchiabile ti approcci anche al testo e ti accorgi che non è così tenero come sembra. Immaginati una risata ma con lo sguardo serio, la sensazione è la stessa. Mi viene in mente sempre il finale de Il laureato, si guardano, ridono, tornano seri. Da ridere c’è ben poco». E com’è nata questa canzone? «Per prima cosa noi creiamo insieme le musiche, ognuno ci mette del suo, poi una volta che ho chiara la melodia in testa nasce il testo. A volte poi

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Con “Occhio al fantasma” i fantasmi non fanno paura ma divertono un sacco! Metti il proiettore in una stanza buia ed ecco che cominceranno ad apparire i fantasmi! Devi essere veloce ad eliminarli con la pistola: chi prende più fantasmi vince!

Se ripensi a quello che eri quattro anni fa, a quello che era la musica che avevate in testa tu e Matteo, cosa è rimasto e cosa è cambiato? «E’ rimasta di sicuro la passione. E poi è tutto un evolversi, abbiamo conosciuto nuove persone, nuovi ambienti e contesti differenti. Ora i Montreal siamo io, Matteo Bassani e Matteo Bassan, Gianluca che ha portato la sua nuova elettronica e Alessio che è la nostra parte rock, jazz e black. Ci stiamo davvero arricchendo di esperienze, abbiamo fatto bene quattro anni fa a focalizzare le nostre energie su questo progetto. Quando ci guardiamo indietro siamo contenti, vediamo i primi scalini che stiamo facendo e abbiamo voglia di buttarci su tutto quello che vogliamo ancora fare».

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E quali saranno i prossimi scalini? «Da ottobre a dicembre faremo live nella capitale con la voglia di suonare davanti a più gente possibile. Poi siamo alla ricerca di spazi nuovi anche sempre più fuori, ora abbiamo in progetto collaborazioni con Milano e Torino. E poi è fondamentale per noi continuare a crescere e costruirci».

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Quando passate da Milano una visita a Monza non sarebbe male! E poi Trantran si occupa anche di eventi musicali e non, quindi chi sa mai che… …però, intanto, su iTunes e digital store si può trovare Situazioni momentanee di panico e su internet gira il video Ti farà piacere. Buon ascolto!

TT

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RACCONTIAMOCI

LIBRI, RACCONTI, SCRITTURA E POESIA

Golf, sesso e bugie di Massimo Gregori Grgič Di - Marta Migliardi

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olf, sesso e bugie è un romanzo che coniuga tante anime, frutto di visioni differenti dello stesso intreccio narrativo. Merito di un autore che incarna egli stesso punti di vista alternativi e che sa mettere in pratica un “sapere” e un “saper fare” che afferisce a sfere dell’esperienza diverse tra loro. C’è quella dell’appassionato golfista, che conosce a menadito le regole dello sport amato e le sa usare come principi di vita e, mai visto prima, di scrittura. C’è quella del progettista di barche, che mette la sua sapienza costruttiva al servizio di un naufragio che rievoca un altro naufragio, ancora più grave e drammatico poiché reale. C’è, ancora, in questo libro, la sapienza del consumato narratore di storie che intreccia i personaggi, le vicende e i luoghi con la padronanza invisibile di chi il mestiere dello scrivere lo possiede da tempo. Gregori scrive della tragedia della Costa Concordia prima che i fatti abbiano luogo, così come in opere precedenti ci porta con il suo stile agile ma tagliente ad interrogarci su scenari fanta-apocalittici che di fantasioso hanno poco e di reale, purtroppo, potrebbero avere parecchio. Ma bando alla malinconia, anche questa ultima fatica è marchiata a fuoco con la cifra stilistica dell’ironia e della leggerezza. Il libro esce in versione ebook «perché afferma l’autore - lo scopo di uno scrittore è condividere la storia narrata nel romanzo con quante più persone possibile. Il libro elettronico è a portata di mouse, di un solo click: eccolo, è già sullo schermo, non resta che aprirlo e leggerlo».

Gregori mi stupisce di primo impatto per l’uso “inconsueto” che fa del Golf. Lo accosta al sesso e alle bugie e apre ogni capitolo con una regola di questo sport, come un dettame di vita, come lo specchio di quelle che dovrebbero essere anche le leggi sociali e morali. Mi incuriosisce questa penna bizzarra e ironica quindi non posso accontentarmi del comunicato stampa, ma chiedo di poter parlare con l’autore. Scopro con orgoglio che ha vissuto a Monza per moltissimi anni prima di trasferirsi nella natura toscana e che, un po’ profeticamente, era stato anche definito dall’allora insegnante del Frisi Enrica Galbiati “la voce della campagna”. 26 trantran, OTTOBRE 2012

bisogno di regole». Nel suo libro vi è un intreccio tra realtà e fantasia dove però, purtroppo le cose più drammatiche richiamano proprio la realtà… «La realtà supera sempre la fantasia più perversa di qualsiasi scrittore. Lei forse è troppo giovane per ricordarsi l’affondamento della Moby Prince di fronte al porto di Livorno, ma se digita su google questo nome e va a leggere si accorgerà che il mio libro è quasi un libro da educande perché la realtà è sempre più cruda e anche più romanzesca del romanzo stesso ». Nato a Firenze, vissuto a Monza, tornato in Toscana. Perché è venuto a Monza e perché se n’è andato via?

Come nasce questa strana combinazione tra lo sport del golf ( che non è propriamente il rock n’ roll) il sesso e le bugie? «La trama del romanzo comprende questi tre elementi nel senso che si svolge attraverso alcuni campi di golf perché i due protagonisti ( ma anche quello che ha scritto il libro) sono appassionati di questo sport. Il protagonista maschile, almeno nella prima metà del libro, cerca disperatamente di portare a letto la protagonista femminile e ci riesce solo dopo molti sforzi. Le bugie entrano in campo perché tutto è basato su un equivoco di base…» Ogni capitolo inizia con una regola del golf che sembra diventare un po’ una regola di vita… «Ogni incipit ha una regola del golf che in qualche modo viene ripreso in quel capitolo o con riferimenti diretti o con un gioco di parole. Le ho messe non solo perché mi piacevano ma anche perché il golf sta diventando uno sport sempre più popolare e mano a mano che più persone giocano a golf, sempre meno seguono le regole. Il golf è uno sport inglese di regole, di conseguenza mi piaceva anche fare un po’ di didattica su queste. Non voglio fare il profeta ma credo oltresì che oggi ci sia davvero

«A Monza sono stato portato dai miei genitori quando avevo due anni e li ho vissuto per 55 anni! Ho fatto il liceo, ho avuto il mio studio professionale, ho molti amici… Diversi anni fa abbiamo acquistato questa bellissima azienda agricola in Toscana dalla quale le sto parlando e, avendo una famiglia abbastanza numerosa con tre figli adulti che stavano tutti in casa insieme a noi, io e mia moglie abbiamo approfittato dell’occasione e abbiamo lasciato la casa ai figliuoli. Qui in Toscana indubbiamente viviamo bene, in maniera agreste. Forse dal punto di vista socio-culturale stavamo meglio a Monza, ma per quanto concerne la qualità della vita preferiamo qui. Pro e contro come sempre…» TT

Trantran Editore presenterà prossimamente il suo primo libro della collana narrativa. In uscita il 30 Novembre:

Un anno d’amor(gan) di Fabio Cinti a cura di Giulio Mereu. Immagine di copertina di Francesca Fawn Masperi. Per info: direzione@trantran.net


IN CUCCIA

DUE CHIACCHIERE A QUATTRO ZAMPE

La loro sofferenza per la tua vanità

VIAGGIO VERSO UNA NUOVA VITA IN EMILIA ROMAGNA Di Gabriella in collaborazione con ENPA sez. Monza e Brianza

guarda negli occhi chi indossi

Sono tante le storie, belle e brutte, che hanno per protagonisti gli animali accolti o soccorsi dai volontari e operatori dell’ENPA di Monza e Brianza. Eccone una a lieto fine….

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ra le molte centinaia di affidi che avvengono ogni anno presso l’ENPA monzese, non tutti riguardano cani e gatti. Il 21 settembre un folto gruppo di “altri” animali, ospiti da tempo del canile di Monza - tutti trovatelli o provenienti da maltrattamenti o sequestri - hanno finalmente trovato famiglia. Si tratta di una capretta tibetana di nome Lesta, sei ibridi di germano reale, sette anatre, cinque galli, tre galline, la coniglia taglia XL Aurora, e infine Lux, una colomba pavoncella, per un totale di 24 animali! Marica (responsabile del settore selvatici dell’ENPA monzese) coadiuvata da Juliet (volontaria gattofila che si è prestata a questa nuova “sfida”) li hanno consegnati direttamente ai loro nuovi

proprietari nelle province di Modena e di Ferrara. Non è stato facile: alle 8,30 di mattina è iniziato il recupero degli animali e la sistemazione in apposite gabbie e kennel sul Kangoo dell’ENPA, operazione che si è conclusa solo a mezzogiorno. Evidentemente gli animali non gradivano l’idea di lasciare la loro abitazione provvisoria in via Buonarroti 52. Arrivati alle rispettive destinazioni, gli animali, nonostante il disagio del trasferimento, si sono subito ambientati nel nuovo territorio. Lesta è corsa verso le sue nuove compagne, altre quattro caprette, che l’hanno accettata immediatamente. La colomba Lux (maschio), è andata a vivere con un suo

simile (femmina) e hanno fatto subito coppia. Anche la coniglia Aurora, dopo aver terminato la cura per una lieve infezione alle orecchie, avrà degli amici e un grande spazio all’aperto, oltre a una comoda tana. Anatre, germani, galli e galline avranno tutti un grande giardino e laghetto a disposizione e tanti compagni - come il giovane micio nella foto, trovato qualche mese fa nel cassonetto della spazzatura. L’azione delle due famiglie che hanno adottato questi animali è doppiamente encomiabile, in quanto loro stesse si stanno ancora riprendendo dagli effetti devastanti del terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna lo scorso maggio. TT

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IN CUCCIA

DUE CHIACCHIERE A QUATTRO ZAMPE

APPUNTAMENTO CON ENPA CONTRO LO SFRUTTAMENTO DEGLI ANIMALI, SABATO 10 NOVEMBRE

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determinano un malessere sia fisico che psicologico.

Sabato 10 novembre i volontari dell’ENPA monzese allestiranno un banco contro ogni forma di sfruttamento animale, con moltissime informazioni e consigli. Lo scopo è di far passare un messaggio animalista rivolto sia ai grandi che ai più piccoli, che magari si entusiasmano a vedere tigri ed elefanti in un circo, senza capire che dietro quegli esercizi si

Al gazebo, presente in via Italia a Monza dalle ore 9 alle 18,30, si potrà inoltre acquistare il “calENPArio 2013” della sezione brianzola dell’ENPA, oltre a un’ampia selezione di gadget e idee regalo, tutti a tema animale.

ai circhi agli zoo, dagli allevamenti intensivi alle pellicce, dalla caccia alla sperimentazione: sono tanti i campi in cui gli animali sono considerati esclusivamente in funzione del profitto che se ne può ricavare. E pazienza se per trarre questo profitto se ne calpesta la dignità, li si maltratta o li si sottopone a esercizi contrari alla loro natura.

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nasconde un addestramento spesso crudele e coercitivo. Ballare, saltare attraverso un cerchio infuocato, giocare con un pallone sono, infatti, comportamenti innaturali che

Sono quattro le cavie attualmente accudite dai volontari: due coppie di razza peruviana dal pelo semi-lungo. Papavera e Papera (mamma e figlia, nella foto), sono state trovate in una scatola davanti al sagrato della chiesa

di San Rocco a Monza lo scorso maggio. Janet e Krissy sono state abbandonate in una torrida giornata di metà agosto davanti a una clinica veterinaria. Saranno affidate in coppia poiché sono animali molto sociali che soffrono la solitudine. Neve e Paceco sono una coppia inseparabile di conigli, maschio e femmina, sterilizzati e vaccinati. Si trovano ancora presso i proprietari che li devono cedere per motivi famigliari. Molto dolci e socievoli, sono abituati a razzolare sul balcone. Ricordiamo che né le cavie né i conigli sono da considerarsi un’alternativa “facile” ai quattrozampe più conosciuti. Mangiano fieno, erba e diverse verdure e poca frutta, integrate con pellet solo di buona qualità; le

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L’Impero del Lupo

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CAVIE E CONIGLI IN CERCA DI CASA

iù piccoli dei cani e dei gatti, più silenziosi pure, ma non meno impegnativi. All’ENPA di Monza ci sono anche loro e cercano casa!

PAPAVERA E PAPERA

Per quanto riguarda le pellicce, l’attenzione da qualche tempo non è più rivolta solo ai visoni e agli zibellini di signore indifferenti a vestirsi di cadaveri, ma anche a chi ignora che anche il pelo che borda un cappuccio o un paio di guanti comporta l’uccisione di un animale, spesso ottenuta nei modi più disumani.

cavie inoltre devono assumere ogni giorno una dose cospicua di vitamina C (contenuta nei peperoni rossi, ad esempio). Hanno bisogno di compagnia e di movimento. I conigli sono molto attivi ed è essenziale lasciarli liberi di scorazzare per qualche ora ogni giorno in un locale sicuro: impensabile tenerli sempre chiusi in gabbia o nella conigliera. Le cavie, se hanno una gabbia molto spaziosa dove muoversi, hanno invece meno esigenze di uscire. TT

Per info: www.enpamonza.it > Adozioni > Animali da adottare > Altri animali, o contattare Roberta, responsabile conigli e roditori: roberta.resnati@enpamonza.it.

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a sede dell’Associazione CLC RESCUE, nasce tra l’incanto delle colline banine immerse, tra vigne e boschi, dove vivono cinque cani lupi cecoslovacchi, che sono il simbolo della casa gialla e rossa conosciuta come Casata Impero del lupo, inserita in mezzo a questo contesto rurale viene anche descritta “come il posto che non c’è” perché da qui parte la vita pulsante di un’associazione senza scopo di lucro che si estende in maniera capillare, ma invisibile per tutta Italia. Il nostro lavoro non si svolge in una struttura, dove troverete clc(cane lupo cecoslovacco) da adottare ma da volontari che dedicano anima e cuore a trovare casa e ad aiutare i padroni in difficoltà’ in ogni angolo dello stivale tra privati, canili e altre associazioni. Undici cavalieri (Presidente Francesca Asmonti, Vice presidente Ivano Vottero, segretaria Elisabetta Morosini, Consiglieri Francesca Tagliavini, Massimo Pezone, ,Giuseppe Casoni, Ornella Lozza ,Carlo Secci, Alessandra Griziotti, Katia Antonelli, Mari Costa ) hanno realizzato questo sogno, occupandosi ognuno di un particolare settore, che ci aiuta a far pulsare il cuore che porta fondi e crea ritrovi per tutti coloro che già conoscono la razza o che vogliono avvicinarvisi. Nostro sostentamento è la vendita di gadget, donazioni e creazioni di eventi destinati alla razza. Il mondo del cane lupo cecoslovacco è un mondo magico sono cani che ricordano a prima vista il lupo e, quindi l’amore e la paura ancestrale per quest’animale, sono sicuramente anime

impegnative, spesso distruttori ,fugaioli ,con un alto predatorio e soprattutto i maschi ,cani che mettono in discussione il proprio ruolo all’interno del brancofamiglia, insomma cani non per tutti. Animali estremamente intelligenti, ma che necessitano di una costanza ,di una coerenza e di una pazienza continua. Innamorarsi di loro è molto facile ,viverci può essere una sfida quotidiana ed è per questo che il CLC RESCUE si premura, attraverso la sua azione di informare e di aiutare anche con supporti di professionisti esterni sulle caratteristiche affascinanti ,ma anche sui problemi che potrebbero sorgere. Sul nostro sito ,ma anche sulla nostra pagina fb CLCRESCUE ADOZIONI CANE LUPO CECOSLOVACCO ( https://www.facebook.com/ groups/209912655767924/) potrete trovare tutti i nostri cani da adottare ,ma anche le storie a lieto fine ,nonché aiuto da parte degli amministratori per chiarire ogni vostro dubbio o solo per scambiare esperienze personali. Ultimo arrivato nella nostra grande famiglia la nostra mascotte KARMA ,cucciolo che durante la nascita ha subito l’amputazione di un pezzo di zampetta posteriore e di metà coda, quando tutta l’allegra banda del Rescue l’ha visto in adozione, non ha potuto che farlo diventare nostro simbolo di rinascita e cosi’ nella casa dell’Impero del lupo tra altri 10 cani ,un pony e 5 gatti si è aggiunta anche questa forza della natura

che ci regala ogni giorno la sua grande voglia di superare le difficoltà ,presto per lui arriverà il momento di mettere una protesi e per lui tutti i nostri sostenitori daranno certamente un aiuto concreto. Tra le varie attività abbiamo formato anche un ‘altra pagina su fb chiamata L’ARTE DELLL’IMPERO, (https://www.facebook. com/groups/457236517630574/) dove io in prima persona metto in vendita i miei quadri per donare parte del ricavato all’associazione, cosi’ come tanti altri variegati artisti ci omaggiano delle loro opere per sostenere i cani che abbiamo in stallo insomma L’ ARTE PER I CLC . I ragazzi del CLC RESCUE vi aspettano a braccia aperte e farete parte di un grande e bellissimo branco! TT

Chiunque volesse contribuire o farsi socio puo’ scrivere presso la segreteria alla Signora Elisabetta Morosini elisabetta. morosini@clc-rescue.it Riceverete i moduli e tutte le indicazioni per donazioni: CLC RESCUE - ADOZIONI CANI LUPO CECOSLOVACCO IBAN : IT47I0521650680000000003252 BPCVIT2S BANCA : Credito Valtellinese ag. di Cocquio Trevisago - VA – Francesca Asmonti Presidente CLC RESCUE OTTOBRE 2012, trantran 31


SPORTIVAMENTE

MONZA E BRIANZA IN MOVIMENTO

SPORTIVAMENTE

MONZA E BRIANZA IN MOVIMENTO

e combinata)».

Guardi mai la tv? Cosa ti piace di più? «Di solito guardo la tv di sera, prima di dormire. Adoro le fiction e i telefilm polizieschi».

Una volta appesi i pattini al chiodo, tra… mille anni, cosa ti piacerebbe fare? «Quando smetterò di pattinare vorrei lavorare con i bambini, come maestra d’asilo».

Oltre al pattinaggio ti piacciono altri sport (come spettatrice)? Li segui? «A me piacciono tutti gli sport individuali; sia i più conosciuti che gli sport minori. Quando trasmettono gare importanti alla televisione, come è stato quest’estate con le Olimpiadi, mi piace guardare ogni gara e immedesimarmi negli atleti che gareggiano».

Michela Cima: la campionessa europea di pattinaggio Made in Monza. Di - Jacopo Rossi

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onzese, 15 anni, studentessa, Michela Cima, monzese di 15 anni, è la nuova campionessa europea di pattinaggio artistico a rotelle per la categoria cadetti. Ai campionati europei che si sono svolti a fine settembre a Grandola in Portogallo, la giovane pattinatrice monzese si è aggiudicata ben 3 medaglie: due d’oro rispettivamente nel libero e nella combinata e una di bronzo nella specialità degli obbligatori, gara quest’ultima molto difficile e impietosa al minimo errore, in cui Michela ha retto un confronto molto serrato, finendo dietro alla connazionale Mattei e alla tedesca Wiethoff, atlete specialiste che disputano solo questa disciplina. Ma è nel libero, sia nel programma corto che nel lungo, che Michela si è distinta mettendo in mostra tutte le sue qualità tecniche. Doppi axel, combinazioni di 5 salti doppi, trottole di alto livello il tutto senza la minima sbavatura e con la sua consueta velocità e scorrevolezza che l’hanno ampiamente staccata dalle ventotto agguerrite concorrenti europee dove l’argento è andato alla slovacca Cerne e il bronzo alla francese Malle. “E’ stata un’emozione incredibile”, ha

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detto Michela al termine della gara ancora con il fiatone e il viso tirato dalla stanchezza. “Non avevo mai pattinato in un palazzetto così gremito, qui il tifo è davvero molto caloroso ed è raro vedere così tanta gente ad una gara di pattinaggio. Ho dedicato le mie vittorie alla mia famiglia, a mamma Debora e a papà Paolo”. Anche il suo allenatore Michele Terruzzi, che allena il Roller Club di Cornate d’Adda di cui la Cima fa parte e che è anche uno degli allenatori della nazionale azzurra, si è detto soddisfattissimo: “Michela è stata davvero brava: in questo sport nulla si improvvisa, bisogna lavorare sodo tutto l’anno… lei l’ha fatto e i risultati lo dimostrano: lo scorso anno in Germania ha vinto un oro e un argento, quest’anno si è ulteriormente migliorata. Ed è pronta a migliorarsi ancora”. Abbiamo parlato con Michela Cima, ecco il testo dell’intervista. Michela, a che età hai cominciato a pattinare? «A 8 anni». Come hai scoperto questo sport?

«Da piccolina avevo iniziato a fare ginnastica artistica a livello agonistico, poi ho smesso e ho cercato uno sport che non mi impegnasse come il precedente. E così ho iniziato a pattinare per gioco». Qualche tuo compagno di quando hai iniziato continua ancora a gareggiare? «Sì, parecchi; ma non ad alti livelli». Che scuola frequenti? «La seconda superiore al liceo delle scienze umane Carlo Porta di Monza». Quante volte alla settimana ti alleni? «Normalmente mi alleno sei giorni alla settimana per 3-4 ore al giorno, quando preparo gare importanti arrivo fino a 8 ore giornaliere». Che musica ti piace? «Mi piace la musica pop e la disco music». Vai al cinema? Attori preferiti? «Non mi piace molto andare al cinema, preferisco vedere i film a casa. I miei attori preferiti sono Raul Bova e Lino Banfi».

Hai del tempo libero, tra scuola e allenamenti? Cosa fai durante quel tempo? «Solitamente non ho molto tempo libero perché dopo la scuola vado agli allenamenti e, quando torno a casa di sera, studio e faccio i compiti. Sono libera di domenica e, di mattina, ne approfitto per dormire un po’ di più del solito e, di pomeriggio, esco con i miei genitori o con gli amici». A volte si pensa, almeno dall’esterno, che uno debba rinunciare a molte cose per fare l’atleta e per poter emergere: tu pensi di rinunciare a qualcosa? «Vero, molte persone mi chiedono come faccio a rinunciare a un pomeriggio

Hai qualche rito scaramantico o qualche oggetto portafortuna che porti sempre con te per le gare? «Il mio oggetto portafortuna sono un paio di copri-pattini, che indosso ad ogni gara. Ce li ho dal campionato italiano 2010, quando per la prima volta sono salita su un podio importante». Vacanze: mare o montagna? «Mare, perché è più divertente». con gli amici per gli allenamenti. Io rispondo che lo sport è la mia vita. Io lo faccio perché mi piace. Si fa fatica per raggiungere dei risultati, però, quando si arriva all’obiettivo, si hanno soddisfazioni che non si raggiungono, se non con lo sport». Qual è il tuo obiettivo più alto in campo sportivo? «Vorrei poter andare alle Olimpiadi, ma il pattinaggio è considerato uno sport minore e non è sport olimpico. Il mio sogno è di vincere un Mondiale Senior in tutte e tre le specialità (libero, obbligatori

Com’è il tuo guardaroba? «Jeans, t-shirt e felpe». Hai qualche hobby o fai qualche collezione? «Nessuna collezione, ma vorrei fare quella di… medaglie ai mondiali senior!». Hai fratelli o sorelle? «Due fratelli più piccoli: Tommaso, 14 anni, e Alessandro di 8». TT


su’ la testa

venti domande per vedere la brianza con gli occhi dei brianzoli

LA LUNA: LA NOSTRA VICINA DI CASA

O

sservando la volta celeste nottetempo, te teniamo su la testa, qual è l’oggetto più bello, luminoso, affascinante che attira e colpisce la nostra attenzione?… Senza ombra di dubbio, la LUNA. La vediamo crescere lentamente simile ad una falce con la sua caratteristica gobba a ponente, per poi, dopo sette giorni, apparirci tondeggiante come un pallone da football. Questa è la fase di luna piena. Nel giro di un’altra settimana rivediamo la falce con la gobba al contrario, verso levante, per poi scomparire totalmente: è la fase di luna nuova E’ passato quasi un mese dalla prima fase ed il ciclo, tra le due successive lune nuove di 29 giorni, 12 ore e 44 minuti, riprende immutabile senza soluzione di continuità. E’ la legge della gravitazione universale, enunciata nel 1687 da Isaac Newton, che tiene la luna “agganciata” al nostro pianeta. Pensate alla capacità di osservazione, associazione e sintesi di questo grande scienziato: da una mela che lo colpisce in testa, alla formulazione matematica di una delle leggi più importanti di meccanica celeste! Ora è tempo però che ci occupiamo di alcuni dettagli del nostro satellite naturale: come è nata la luna, prima o dopo la terra? Questa è una domanda di basilare importanza che richiede immediata risposta. Gli scienziati dopo decenni di profondi studi in merito sono arrivati alla seguente conclusione. Circa 4,5 miliardi di anni fa, la terra fu colpita da un asteroide dalle dimensioni

paragonabili a quelle di Marte. Nell’urto un getto di materiale vaporizzato ad altissima temperatura sarebbe scaturito dal mantello terrestre e dal corpo impattante, condensandosi e addensandosi sino a formare un corpo unico inserito in un’orbitaattorno alla nostra terra. Da quanto sopra premesso, sembrerebbe che la luna sia più giovane della terra di una cinquantina di milioni di anni. Bazzecole, su scala cosmica: praticamente sono quasi coetanee. E perché la sua superficie è tutta “butterata” di crateri? La risposta è altrettanto semplice: Sulla luna non vi è traccia di atmosfera come sul nostro pianeta. e pertanto qualsiasi oggetto, asteroide o meteorite che sia, lascia segni indelebili al suo impatto sulla superficie lunare. I crateri lunari non sono vulcanici come i nostri, ma dovuti, come dicevamo, all’impatto di corpi rocciosi più o meno grossi, provenienti da altre parti del nostro sistema solare. Anche sulla terra ne abbiamo di questi crateri , ma l’atmosfera, l’alternarsi delle

Nome: Danilo (in arte Dan Crow)

stagioni e la vegetazione li hanno nascosti, quasi tutti, ai nostri occhi. I crateri della Luna sono stati tutti classificati con nomi di illustri scienziati , quali Tyco, Eratostene, Platone, Herodoto, Cassini, Copernico ecc. All’impatto di grossi asteroidi, il magma nel sottosuolo fuoriusciva in superficie riempiendo e livellando precedenti crateri. Sono i cosiddetti “mari” dal colore grigio scuro ben visibili con qualsiasi telescopio. Ne cito alcuni quali Mare Serenitatis, Mare Imbrium, Mare Insularum e Mare Tranquillitatis. A proposito di quest’ultimo, la capsula Apollo 11 nella notte tra il 20 e il 21 Luglio 1969, “allunava” sul nostro satellite proprio nel Mare della Tranquillità. A bordo, ricordiamo c’erano gli astronauti americani Armstrong e Aldring, i primi a calpestare il suolo lunare passeggiando e “saltellando” grazie alla bassa forza di gravità (un sesto della nostra) per due ore e 31 minuti. Questa prima missione fu poi seguita da altre sino al 1979. Perché questo interesse, questa smania di visitare il nostro satellite naturale? La prima sicuramente perché è l’oggetto celeste più vicino a noi e quindi alla portata dei nostri mezzi tecnologici, la seconda per la ricerca e lo sfruttamento dei minerali del sottosuolo lunare e la terza, e non l’ultima, la possibile futura colonizzazione di insediamenti umani. Quindi una fattibile alternativa alla nostra prima casa, la terra, nel frattempo divenuta sempre più stretta. Attimo TT

Età: 21 Dove sei nata? Monza Dove vivi? Muggiò Vivi da solo o con la famiglia? Con la mia famiglia Che lavoro fai? Impiegato e dj Cosa ti piace di Monza e della Brianza? Il parco, ideale per “staccare la spina” e rilassarsi, distaccati dal ritmo caotico della città. Associazione di idee. Se ti dico verde... Felicità, positività e ovviamente al parco di Monza. Tu vai qualche volta al parco? Certo Chi è Dario Allevi? Un Pianista

Dai un voto a Monza e alla Brianza 7 Trasporti? Li uso raramente Commercio? 7 Se non a Monza e Brianza dove vorresti vivere? A Berlino, per la stravaganza della gente, per la musica e per l’atmosfera magica in cui si vive. Esprimi un desiderio. Spero un giorno che la mia musica sia in grado di far star bene le persone che la ascoltano, facendole riflettere, divertirsi e rilassarsi allo stesso tempo

Metropolitana a Monza: favorevole o contrario? Favorevole Dimmi un proverbio Meglio una festa che 100 festicciole! Dì qualcosa ai nostri lettori Fate nella vita ciò che desiderate, senza imporvi alcun limite.

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REALITY

Nome: Luca Età: 20 Dove sei nato? Monza Dove vivi? Lissone Vivi da solo o con la famiglia? Con la famiglia Che lavoro fai? P izzaiolo allo Z ioP izza di L issone Cosa ti piace di Monza e della Brianza? Il nuovo centro di Lissone e l’autodromo Associazione di idee. Se ti dico verde... Irlanda, speranza Tu vai qualche volta al parco? Sì, molto spesso a correre Chi è Dario Allevi? Un Golfista Dai un voto a Monza e alla brianza 8 Trasporti 6 Commercio 7 Se non a Monza e Brianza dove vorresti vivere? A Barcellona, per l’allegria delle persone, i colori e la loro cultura.

Esprimi un desiderio. Non ho nessun sogno o desiderio in particolare, o forse ne ho talmente tanti da non riuscire a decidere quale sia il più importante o meno. Diciamo che sono un grande appassionato di cinema e ho studiato e studio verso questa direzione. Spero quindi di avere in futuro un buon lavoro legato a questa mia grande passione Metropolitana a Monza: favorevole o contrario? Favorevole Dimmi un proverbio Chi la fa l’aspetti. Dì qualcosa ai nostri lettori Se siete giù di morale concedetevi una bella passeggiata nel parco, magari con l’ultimo numero di Trantran sotto il braccio! OTTOBRE 2012, trantran 35


PSICOLOGIA OGGI

LA NOSTRA ESPERTA RISPONDE

La Provincia consegna il premio “Beato Talamoni” la massima benemerenza a:

“NIENTE PAURA! Paura e panico nell’adolescenza: come risolvere il problema”

Paolo Nespoli, Arianna Errigo, Luigi Rovati e Comitato Provinciale MB della Croce Rossa

al Sen. Cesarino Monti il riconoscimento alla memoria

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i è tenuta presso il Teatrino di Corte della Villa Reale di Monza la cerimonia di consegna del Premio “Beato Talamoni”, la massima benemerenza provinciale istituita nel giorno dell’anniversario del Santo Patrono della Brianza Luigi Talamoni. Il prestigioso riconoscimento è annualmente conferito a cinque eccellenze del territorio che si sono distinte nel mondo dell’impresa, della cultura, dell’arte,del sociale, dello sport o in altri settori. Quest’anno - alla presenza dei Sindaci della Brianza e delle autorità - il Presidente Dario Allevi ha consegnato le cinque medaglie d’oro a Paolo Nespoli, Arianna Errigo, Luigi Rovati al Comitato Provinciale MB della Croce Rossa e infine alla memoria del Sen. Cesarino Monti.

Il primo a salire sul palco è stato Paolo Nespoli, protagonista delle più significative missioni spaziali internazionali degli ultimi anni. Cresciuto in Brianza, Nespoli è uno degli astronauti più attivi nel campo dell’addestramento e della formazione e ha contribuito ai maggiori programmi di studio e di sperimentazione mondiale promossi dalla NASA e dall’Agenzia Spaziale Europea ed Italiana. E’ stato il primo europeo a comunicare 36 trantran, OTTOBRE 2012

dalla navicella con i suoi tweet, inaugurando una nuova e suggestiva modalità di rappresentazione della terra dallo spazio. Un premio per la tenacia, la dedizione, il talento e la capacità del gioco di squadra è stato assegnato ad Arianna Errigo, l’atleta brianzola che ha raggiunto traguardi prestigiosi, scrivendo alcune delle pagine più memorabili della recente storia del fioretto. Il trionfo alle Olimpiadi di Londra 2012, con la medaglia d’oro nella gara a squadre e con quella d’argento nella gara individuale, l’ha consacrata a livello internazionale e portata al primo posto nel ranking mondiale. A Luigi Rovati, mecenate della Brianza e Fondatore di una delle migliori eccellenze farmaceutiche del Paese con sede a Monza, è stato riconosciuto l’impegno nella vita pubblica, unito all’amore autentico per la cultura, capace di promuovere il sapere e la promozione sociale nel territorio. La Brianza è la terra del volontariato e quest’anno tra le tante eccellenze è emerso il lavoro della Croce Rossa – Comitato provinciale di Monza e Brianza quotidianamente in prima linea per portare assistenza e soccorso ai più deboli e ai bisognosi: un’espressione autentica e vera del donarsi agli altri.

Dalle piccole alle grandi emergenze di ogni giorno, dal servizio di pronto soccorso all’assistenza alle categorie più fragili, i volontari della Croce Rossa di Monza e Brianza hanno contribuito a dare lustro alla nostra Provincia e nel corso del 2012 si sono ulteriormente distinti per il prezioso aiuto prestato in occasione del sisma che ha colpito l’Emilia Romagna e la Lombardia. Infine il premio alla memoria è stato consegnato alla famiglia del Senatore Cesarino Monti, protagonista e figura di primo piano della scena politica locale e nazionale, scomparso nello scorso mese di luglio. Sindaco per oltre dieci anni della “sua” Lazzate e Senatore per due legislature, si è dedicato all’attività politica con grande passione, energia e tenacia L’Amministrazione Provinciale riconosce in Cesarino Monti uno dei padri dell’autonomia brianzola ed uno strenuo difensore della Provincia sin dagli anni ’90, con l’avvio dell’iter parlamentare che ha portato alla nascita del nuovo Ente, fino ad arrivare all’aggregazione di altri cinque Comuni nel 2009. Il suo impegno schietto e diretto lo rendono, anche oggi, un esempio riconosciuto di uomo politico concreto, fortemente ancorato al suo territorio e alla sua gente. TT

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entilissima dott.ssa Convertino, mi chiamo Vincenzo, sono padre di due figli, di 8 e 14 anni. Proprio con quest’ultimo, da alcuni mesi a questa parte, si verificano conflitti costanti, discussioni accese, e nulla di ciò che io e mia moglie facciamo sembra andare bene. È da quando è iniziata la scuola qualche settimana fa però, che il comportamento di Matteo è cambiato: dice di sentirsi spesso molto agitato, impaurito, di avere la sensazione di svenire o soffocare, e tutto questo lo porta ad avere difficoltà ad andare a scuola e a svolgere le normali attività quotidiane. Matteo ha anche ridotto le uscite pomeridiane con gli amici e non se la sente di riprendere a giocare a calcio, sport che ha sempre fatto da quando ha 9 anni. Io e mia moglie abbiamo cercato di capire quale potesse essere il problema, cosa può essere accaduto tanto da spaventarlo o metterlo in crisi, ma lui con noi non si sbottona e rimane per la maggior parte del tempo chiuso in camera, davanti al computer o al cellulare. Dottoressa la prego, ci dia qualche consiglio su come poter affrontare la situazione, e soprattutto come stare vicini a nostro figlio ed aiutarlo nel modo migliore. La ringrazio molto,

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sua lettera e per il problema che espone, condiviso, molto probabilmente da numerosi genitori. Da quanto lei racconta, suo figlio Matteo presenta alcuni dei sintomi tipici degli attacchi di panico: tachicardia, agitazione, paura di svenire, soffocare, difficoltà di concentrazione e, conseguentemente, limitazione nelle

“Capire il mistero dei sintomi per sciogliere i blocchi emotivi”

trasformare, imparando nuove strategie, elaborando nuovi pensieri simbolici e rivisitando gli eventi della propria storia. Tutti vogliono uscire dalla sofferenza, e a volte è necessario intraprendere un percorso preciso: la psicoterapia o il potenziamento personale. In alcuni momenti della vita a tutti può capitare di trovarsi in situazioni difficili e di sentire blocchi emotivi, affettivi e comportamentali. Intraprendere un percorso diagnostico significa identificare, con precisione, i sintomi e i motivi del disagio, attraverso l’utilizzo del colloquio clinico e della somministrazione di test e questionari scientificamente validati. Superare le situazioni difficili è dunque possibile con una comprensione approfondita di sé e delle dinamiche relazionali: tutti possiedono RISORSE per migliorare e sciogliere i propri blocchi.

ragazzo, in cui si affrontano cambiamenti radicali: il corpo che si trasforma, la mente che sviluppa nuove abilità, il cuore che vive sentimenti forti e coinvolgenti, e la creazione di nuovi valori e punti di riferimento. Tutto questo spesso provoca un carico emotivo che l’adolescente può non essere in grado di gestire e investire in maniera produttiva. Il ruolo dei genitori in questo momento è complesso, in quanto devono cercare di comprendere e leggere i segnali provenienti dai figli e trovare strategie comunicative per aiutarli a sviluppare le loro qualità. In questo quadro il sintomo diventa allora un segnale, che indica che è necessario fermarsi e comprendere i comportamenti e le relazioni con gli altri. La sofferenza spesso determina comportamenti automatici negativi, portando in un circolo che crea situazioni difficili; ma i sintomi si possono

Psicologa psicoterapeuta esperta da 26 anni della coppia e della famiglia

attività in precedenza svolte senza problemi. Vista l’età di suo figlio, è importante tenere in considerazione che Matteo si trova nei primi anni dell’adolescenza. Questo è un periodo molto delicato nella vita di un

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Per chi volesse contattare la dott.ssa Ornella Convertino:

SEDE: Monza-Lissone | Tel: 039.2301179 | ornella.convertino@libero.it | www.studio-convertino-pellegrini.it

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IL VIAGGIO QUOTIDIANO è PER ME UNA VOCAZIONE

PENDOLARE

ULISSE TORNA A CASA E… PRIMA BIENNALE D’ARTE CONTEMPORANEA ITALIA - CINA REGGIA DI MONZA 20 OTTOBRE - 16 DICEMBRE 2012 “Un confronto Globale tra i due più ricchi patrimoni culturali del mondo d’oggi”

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l primo straordinario contenitore culturale che mette due mondi a confronto. Sarà Villa Reale – Reggia di Monza a ospitare la prima “Biennale Italia-Cina”, evento straordinario che riguarderà artisti cinesi e italiani contemporanei, chiamati a esporre per la prima volta, insieme opere riconosciute di alto valore artistico nel panorama internazionale. La prima edizione di Biennale Italia-Cina, si terrà – dal 20 ottobre al 16 dicembre 2012 – nella straordinaria Reggia di Monza, facilmente raggiungibile sia dal Nord sia dal Centro Italia e dalla Svizzera, con il parco recintato più grande d’Europa. Oggi il mondo occidentale volge lo sguardo sulle economie emergenti anche nel panorama dell’arte con un occhio a quella che si può definire la nuova superpotenza mondiale. Si parte dall’arte contemporanea come elemento di dialogo su cui sviluppare altri fronti e confronti tra la nostra società e il mondo. A Villa Reale esporranno 120 artisti, tra cui Fabrizio Plessi, Marco Gastini, Gorgio Griffa, Lucio Pozzi, Arcangelo, Giuseppe Maraniello per gli italiani, Lv Peng. LI Vei, Feng Zhengjie, Chang Xin, per i cinesi. “Biennale Italia-Cina” è la prima biennale d’arte che apre sistematicamente le frontiere all’oriente, sarà un contenitore a tutto tondo con aperture serali, momenti d’incontri e confronti, per assaporare oggi quello che altri occhi e altre dimensioni culturali stanno esportando. “NaturaLmente” è il tema identificato

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TT

perché il progresso dell’uomo rende sporadico il contatto con la Natura, fonte d’ispirazione e maestra di valori alti. Una sfida sull’insieme delle opportunità e dei bisogni che un rispettoso dialogo con la natura, sommo patrimonio della vita umana, può offrire. La Biennale Italia Cina è un progetto promosso da AIKAL (Associazione Internazionale non-profit per la promozione e lo sviluppo di Progetti e Programmi culturali e solidali inerenti gli Obiettivi di EXPO 2015) e organizzato da EBLAND, con il supporto del Consorzio della Reggia Reale di Monza. L’ideazione generale è di Paolo Mozzo, la direzione artistica di Sandro Orlandi, con la collaborazione di Ivan Quaroni, Wang Chunchen e Mian Bu.

Potete trovare tutte le informazioni su: Info: www.biennaleitaliacina.org

Di - Juri Casati

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a sgradevolissima storiaccia di cui si è molto parlato, e cioè quella festa in costume che si è tenuta dalle parti del Foro Italico di Roma e che è stata innaffiata da ettolitri di champagne gentilmente offerti dalle tasche dei contribuenti, ha finito purtroppo per tirare in ballo anche la nobile figura di Ulisse, il quale si è visto impropriamente citare nella festa incriminata che appunto si intitolava: Ulisse torna a casa e sfida i nemici. È necessario dunque ripristinare la verità storico/letteraria, soprattutto per evitare che tali appropriazioni indebite quanto inopportune si sedimentino nella cultura collettiva. È dunque opportuno ripercorrere per sommi capi la vicenda del «periglioso» – come si usava dire un tempo – viaggio di ritorno di Ulisse verso Itaca e del combattimento contro i Proci, aggiornando certamente gli eventi alle condizioni odierne. La partenza, cioè uscire dal porto, può essere già un problema, soprattutto se al mattino sei già arrivato in ritardo per i noti motivi che ti fanno arrivare in ritardo tutte le mattine e che fanno sbuffare il tuo capo. I soliti motivi che quindi poi ti obbligano a startene buono buono in ufficio fino a sera senza dare nell’occhio, per poi uscire un po’ dopo il solito, quantomeno per far capire che ti è dispiaciuto essere arrivato in ritardo; che non è stata colpa tua; che i mezzi pubblici non sono più quelli di una volta; che però tu vuoi rimediare lavorando oltre il normale orario di lavoro, magari fino all’arrivo di quelli delle pulizie o del custode notturno. Ammettiamo pure che ancora una volta ti credano. E vabbè, hai ottenuto solo il via libera dalle autorità portuali e puoi lasciare

il porto. Il peggio deve ancora venire. Per uscire dal porto e prendere il mare aperto, in teoria basterebbe mettere i remi in acqua e spiegare le vele. Non è così nella realtà. Il vero marinaio esperto, l’Ulisse dei nostri tempi, prima di prendere il mare aperto guarda bene se all’orizzonte sono visibili nubi che minaccino tempesta: la nube più temuta è lo sciopero dei mezzi, in particolare lo sciopero del venerdì sera. Dentro di te è ancora ben vivo il ricordo di quella volta che dovevi per forza prendere il metrò, ma c’era sciopero e tu sei rimasto intrappolato in città senza possibilità di scappare. Però l’esperienza ti è servita, e molto, perché ti ha fatto diventare un marinaio talmente esperto da riconoscere – finezza non da tutti – il tipo di vento che arriva dal suo odore. Cioè adesso riesci a stimare la percentuale di partecipazione allo sciopero semplicemente controllando gli orari in cui è programmato e la sigla sindacale che lo indice. C’è addirittura una sigla sindacale che si chiama come una costellazione, Orsa, e ciò corrobora la tua convinzione che stelle, navigazione e pendolarismo facciano tutti parte di un medesimo disegno.

Anche se non ci sono nuvole scioperanti all’orizzonte, tuttavia potresti incontrare le nuvole durante il viaggio. In particolare sai che una pioggia, e nemmeno troppo forte, potrebbe strapparti di mano e rovesciarti l’ombrellino portatile che hai comprato all’angolo per tre euro da un individuo che non rivedrai mai più. Ogni volta ti penti di aver comprato l’ombrellino un attimo dopo averlo fatto e, per non pensarci più, ogni volta passi subito a chiederti cosa fa quel tipo quando c’è il sole e come ha fatto ad arrivare all’angolo un secondo prima che cadesse la prima goccia d’acqua. Alla fine arrivi perfino a congetturare che, se quell’individuo venisse catturato, potrebbe essere studiato dai metereologi come i sismologi studiano certi animali che presagiscono l’arrivo di un terremoto. Insomma: alla fine bene o male viaggi. Sì, forse più male che bene: pigiato come sottocoperta su un bastimento di profughi e sudato così come si può sudare solo su di un treno in inverno; con l’odore di gomma bruciata che certe sere ti riempie le narici, e che a volte diventa così acre che ti viene da pensare che prima o poi andrà a fuoco tutto, e che ti fa guardare con apprensione verso terra con la speranza di non veder filtrare dal pavimento del fumo perché – pensi tu –, se ciò succedesse nella galleria di Garibaldi, sarebbe la fine per tutti quanti i passeggeri. Infine, tra un singhiozzo, una fermata, una ripartenza e un rallentamento, in qualche modo arrivi alla stazione di destinazione e, poco dopo, arrivi a casa. Sei distrutto. Hai la forza solo per mangiare, e ti addormenti guardando la televisione. I Proci hanno vinto.

Orari d’apertura: Lunedì - 14.00/19.00 Martedì e giovedì Domenica– 10.00/19.00 Mercoledì (serate aperitivo) – 14.00/22.00 Venerdì e sabato – 10.00/24.00 Domenica 10.00 alle 19.00 Prezzi dei biglietti: € 9,00 - Intero € 7,00 - Ridotto (gruppi di adulti) € 5,00 - Ridotto speciale (gruppi di studenti delle scolaresche e convenzioni)

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NONSOLOMONZA

PAESI, PAESINI, CITTà DI MONZA E BRIANZA

Le ville della Brianza sono infinite: breve escursione a Monticello di Antonello Radice

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n una giornata splendida di questo Settembre 2012 mi sono ritrovato a pranzare in una zona della Brianza spettacolare e caratteristica, che mi ricordava le colline della Toscana con la loro quiete e bucolica atmosfera così spesso decantata e illustrata in molti romanzi. Questo piccolo paese è Monticello Brianza, in provincia di Lecco confinante con quella di Monza e Brianza, situato in posizione elevata, contornato dalle colline di Montevecchia e dall’ondulata valle del Lambro e racchiuso, alle sue spalle, dalla catena delle cime Prealpine della Valsassina che dominano l’alta Brianza e i suoi laghi. Il nome prende origine proprio dalla posizione in cima al colle e compare, per la prima volta, in uno scritto del X secolo. Monticello ha attraversato i decenni della seconda metà del ‘900 caratterizzati dalla spesso caotica espansione urbanistica riuscendo a mantenere tale sviluppo in limiti accettabili e con una politica di salvaguardia del suo territorio. Infatti, la maggior parte del suo territorio è ancora prevalentemente costituita da terreni

agricoli, da giardini di pregio ambientale e paesistico e da zone residenziali a verde. Lungo tutta la cresta collinare si affacciano diverse ville signorili, tra le quali spiccano, per imponenza e bellezza di linee la neoclassica Villa Nava, costruita su disegno di Luigi Canonica agli inizi del 1800. I particolari di maggiore interesse possono essere identificati nell’abside dove alloggia un catino affrescato con i ritratti dei conti, e la “posta” dove i cavalli potevano sostare e rifocillarsi. La bellissima Villa Greppi, ha una forma classica ad “U”, consta di un piano interrato e di un piano terreno originariamente destinati, ad eccezione dell’ingresso e della cappella, a zone di servizio. Il primo piano fungeva da luogo di rappresentanza, composto da saloni riccamente arredati e decorati e dalla biblioteca con l’archivio di famiglia, mentre il piano secondo forniva le camere per i familiari e per gli ospiti. Un cenno particolare merita il parco composto da un giardino all’italiana e da un giardino paesistico all’inglese con pregevoli

composizioni di architettura vegetale e maestosi esemplari isolati. Oggi Villa Greppi (www.villagreppi.it) è sede di lodevoli eventi e iniziative culturali e naturalistiche e il Consorzio Brianteo Villa Greppi è nato con lo scopo di recuperare il patrimonio immobiliare per farne luogo di formazione, produzione e diffusione di cultura, arte e spettacolo Infine la Villa detta Bocconi, costruita nel 1700, ora adibita a Casa di Riposo comunale, dove soleva soggiornare Stendhal nei suoi viaggi milanesi, e che ispirò le seguenti parole nel suo “Voyage dans la Brianza”, in appendice al “Voyage d’Italie” (1818) scrive: <<Monticello: ammirevole panorama… Non ho mai visto niente di simile; all’orizzonte si scorge il duomo di Milano e sullo sfondo una linea azzurra disegnata dalle montagne di Parma e di Bologna>> Interesse meritano alcune vecchie cascine a corte, resti di quello che fu un diverso modo di vivere, di produrre e di concepire la vita stessa. TT

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cosa succede in città MONZA MONZA-il pozzo della monaca di monza Venerdì 19 Ottobre, La visita è dedicata a uno dei personaggi più noti della città, suor Virginia, la monaca resa celebre dal racconto che ne ha fatto Manzoni nei Promessi Sposi. Il percorso condurrà nelle cantine di un edificio del centro storico, che conserva alcune strutture appartenenti al convento in cui visse la ‘signora di Monza’. ritrovo: ore 16.00 in via Azzone Visconti, 43 (davanti al portone - Meregalli)durata: 1 ora e mezza circa costo: € 7,00 visita guidata

MONZA-le ville nobiliari Sabato 20 Ottobre, Con la costruzione della Villa Reale, progettata da Giuseppe Piermarini, Monza diventa un importante centro di diffusione dello stile neoclassico. L’itinerario conduce i visitatori alla scoperta delle altre ville neoclassiche edificate in città, abitate dalla nobiltà locale fra ‘700 e ‘800: la villa Melzi-Keller, il contesto architettonico di piazza Citterio, la villa Archinto Pennati e la villa Carminati (visita solo ESTERNI) ritrovo: ore 15.00 in piazza Carducci (sotto portici Comune - ufficio IAT) durata: 1 ora e mezza circa costo: € 7,00 visita guidata

alice in the sky

MOSTRA - dal 20 al 28 ottobre La mostra coinvolgerà i visitatori in un’ esperienza di pura fantasia, stimolando l’immaginazione di ogni visitatore. I giovani artisti propongono le loro opere con l’occhio semplice e senza pregiudizi del bambino. Il ricavato della vendita delle opere sosterrà l progetto benefico.

festa della vendemmia: LOS LOPEZ - RELEASE PARTY Giovedì 25 Ottobre, Vino, tanto vino, pane e salame e rock n’roll!Prima tappa etilica di un intero weekend itinerante, dove il trio loslopico andrà a zonzo per portarvi tutti i fiori della loro nuova creazione, Pandora’s Pot. Rock n Roll!

VIMERCATE Domenica 21 ottobre Must Museo del territorio vimercatese in collaborazione con il Civico Corpo Musicale di Vimercate MUSICA AL MUSEO Aperitivo musicale a cura dei Maestri del Civico Corpo Musicale: Matteo Dossena al fagotto e Marco Regazzi al pianoforte. Musiche di Saint-Saens,Camille, N. Rimsky-Korsakow, Tiziano Bedetti Ore 11.15 | Must, via Vittorio Emanuele 53 Il concerto è riservato ai visitatori del museo con biglietto d’ingresso Info: 0396659488 – www.museomust.it

Sab 27 e Dom 28 IL RICICLONE via Aldo Motta 18 - Info: 039666428

DESIO

SPETTACOLO - giovedì 25 ottobre La fantasia è come un foglio bianco quando un pittore comincia a disegnare, tutto è possibilie. Lo spettacolo coinvolgerà grandi e bambini, alternando momenti frenetici ad attimi di malinconia e dolcezza.

LIONS CLUB MONZA CORONA FERREA: Apertura d’anno con nuovo presidente e ... un cerimoniere in rosa

MEZZAGO

Sab 27 e Dom 28 MERCATINO TIPICO SARDO Piazzale Marconi

TEATRO BINARIO 7, via Turati 8 Monza Nasce dalla creatività di un gruppo di ragazzi, studenti di varie arti, riuniti dall’ associazione MedPeople di Monza . Il ricavato sarà devoluto alla ricerca oncologica pediatrica e alle famiglie che si trovano a gestire un piccolo malato.

eventi in giro per la brianza

Martedì 23 ottobre ore 20 Collegio Arcivescovile Pio XI - Aula Magna - via Due Palme, 2 INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA DI DOCUMENTI, IMMAGINI SCRITTI LO SPAZIO TRA LE PAROLE Incontro SPAZIO AI TESTIMONI Dal nuovo libro di poesia “Casa di vetro” di Corrado Bagnoli alle testimonianze su uomini che hanno cambiato il destino dell’arte a Milano e nel mondo con interventi di: Stefano Crespi, giornalista e critico de Il sole 24ore Alessandro Savelli, pittore, preside del Liceo artistico Collegio Arcivesvile Pio XI Don Gianni Giarolo, rettore del Santuario Maria Ausiliatrice di Seregno Pierantonio Verga, pittore Info: info@ collegiopioxi.it

Giovedì 20 il Lions Club Monza Corona Ferra ha segnato un’altra importante tappa del suo più che trentennale cammino: con la consueta conviviale di settembre presso il salone dello “Sporting” di Monza s’è infatti aperta la nuova stagione sociale alla presenza di due tra le massime autorità cittadine, il sindaco Roberto Scannagatti e il presidente del Tribunale Anna Di Oreste. In questa circostanza, sempre come da tradizione, è avvenuto l’esordio del nuovo presidente, Ernesto Gandini e del nuovo cerimoniere, Concetta Formosa. Accanto al ringraziamento verso il past president Edoardo Cavallè, l’architetto Gandini ha presentato ai soci un nutrito calendario e sono stati riassunti tutti gli impegni che attendono il club sino alla primavera del 2013: anzitutto la riconferma il sostengo dei “services storici”, quali Centro Equestre di Rieducazione, sostegno al progetto di educazione sanitaria e prevenzione “Martina”, cani guida e scambi giovanili; poi maggiore attenzione all’ambiente e alle nuove povertà, soprattutto in ambito cittadino; quindi un auspicabile consolidamento del vincolo di amicizia tra i soci, che passa anche attraverso la proposta di escursioni e gite tematiche.Il sindaco, introdotto dal presidente, ha sottolineato l’importante ruolo del club nell’ambito della vita sociale della città ed espresso parole di compiacimento per quanto fatto dal Corona Ferrea, confermando il sostegno della sua amministrazione e la volontà di proseguire nel rapporto di collaborazione. Il Lions Ernesto Damiani Franzetti di Vergada, a nome del presidente del Centro Equestre Giancludio Piermattei, ha di ribadito la validità dell’offerta del Centro, mentre il Socio Mario Venturini ha sottolineato il valore delle attività di scambio giovanili, sostenuto anche dal Socio Domenico Ravesi. Altro risultato importante è stato raggiunto con il torneo benefico di burraco, organizzato dal Socio Pino Sala e dalla consorte Mari. Tra le novità della serata si colloca anche la nomina dell’avvocato Formosa: essa costituisce una singolare innovazione nelle tradizioni di questo club, da sempre prevalentemente maschile (unica eccezione in trenta e passa anni di storia la presenza di sole ..tre donne), e il suo esordio in questa carica è stato salutato da tutti con un vivo plauso di incoraggiamento. di Paolo Paleari

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L’ARCHITETTO RISPONDE

CASA, DESIGN, ARREDAMENTO

APPUNTAMENTO DAL COMMERCIALISTA

IL COMMERCIALISTA INFORMA

la certificazione energetica B

uongiorno a tutti i lettori!

Questo mese parliamo del mondo energetico ed in particolar modo del tema della certificazione energetica degli edifici, aspetti normativi ed applicazioni pratiche. Come primo punto bisogna capire che cos’è l’attestato di certificazione energetica di un edificio (ACE) ed a cosa serve. Sempre più di frequente ci capita di sentir parlare di certificazione energetica degli edifici o di vedere cartelli policromi che ci indicano una classe energetica attraverso lettere alfabetiche, su elettrodomestici e case in vendita o in affitto. Chi di noi ha recentemente acquistato un elettrodomestico ha già in parte compreso il significato di queste tabelle policrome e delle lettere corrispondenti alla cromia. Ma che cosa vuol dire classe energetica di un edificio o un immobile ma, ancor meglio, qual è il valore aggiunto corrispondente alla classe più alta? La classe energetica di un edificio dipende da quanto le sue due macro componenti, ovvero la scatola edificio (pareti, solaio, tetto, finestre..) e le componenti impiantistiche (produzione, distribuzione ed emissione di riscaldamento e acqua calda sanitaria) sono efficienti nel risparmiare e trattenere energia: La scatola edificio deve essere in grado di isolare gli ambienti interni. In inverno si traduce nella capacità dell’edificio di trattenere il calore, anche con caldaia spenta, e di non fare entrare il freddo, viceversa, in estate, si traduce nella capacità di trattenere il fresco, eventualmente prodotto da in impianto di condizionamento, e di non fare entrare il caldo. Mentre per gli impianti il grado di efficienza

deve essere tale da produrre calore e acqua calda sanitaria ( ovvero freddo in estate ) senza particolare dispendio di energia e produzione di grandi quantità di anidride carbonica nell’aria. Il risultato è un confort abitativo totalmente diverso da quello a cui siamo abituati, oltre a un sensibile risparmio di costi di gestione ed un minore impatto sull’ambiente naturale. Infatti con il continuo aumentare del prezzo del gas naturale e dell’energia elettrica diventa sempre più importante realizzare un edificio non “energivoro” come gli edifici classici. Questo aspetto è il valore aggiunto che hanno i nuovi edifici in classe A e B Si pensi che non solo gli edifici più vecchi ma anche quelli più recenti, fino addirittura agli anni 2000, rientrano generalmente tra le classi più basse al pari degli edifici cosiddetti energivori degli anni ’60. L’ATTESTATO DI CERTIFICAZIONE ENERGETICA (ACE) nei riferimenti normativi L’attestato di certificazione energetica (ACE) è previsto dalla Direttiva europea 2002/91/ CE ed è un documento sintetico che attesta i risultati delle verifiche energetiche sull’edificio considerato. I contenuti dell’ACE: La principale informazione riportata sull’ACE è il fabbisogno di energia primaria per il riscaldamento o la climatizzazione invernale, il famoso “EPH”, l’indicatore che, in base alle caratteristiche costruttive dell’involucro e alle tipologie impiantistiche installate, determina la classe energetica dell’edificio. La scala cromatica dei consumi, composta da otto caselle colorate dal verde (basso fabbisogno energetico) fino al rosso (alto fabbisogno), esemlifica in modo intuitivo se un edificio

consuma molta o poca energia. L’ACE è idoneo se redatto e asseverato da un Soggetto certificatore, e registrato nel catasto energetico. Il modello è quello contenuto nella Deliberazione n° IX / 1811. L’attestato di certificazione energetica ha una validità massima di 10 anni a partire dalla data di registrazione della pratica nel catasto energetico e dev’essere aggiornato se intervengono dei cambiamenti di un certo rilievo nel sistema edificio impianto . Ma che cosa bisogna fare se non si intende cambiare casa? Le soluzioni sono molteplici e tutte portano a un effettivo risparmio sui consumi delle nostre case. L’importante è rivolgersi a tecnici seri, formati sul tema e accreditati presso gli enti preposti. Dobbiamo anche considerare gli obblighi di acquisizione dell’ACE previsti dalle vigenti leggi, ossia nei seguenti casi: compravendita di edifici o di parti di immobili esistenti; affitto di edifici o di parti di immobili esistenti; ampliamenti e ristrutturazioni pesanti di immobili; posizionamento di pannelli fotovoltaici per il conto energia

uon giorno a Voi tutti.

Cari lettori, ci siamo lasciati meno di un mese fà e purtroppo nulla cambiato. Anche Il Presidente della repubblica, Napolitano, finalmente, ha invitato tutti a maggiore moralità! Passiamo subito ad analizzare le recenti novità. Grazie al D.L. 83/2012 vi è maggiore facilità di detrarre le perdite sui crediti di modesta entità. Visto che affrontiamo una grave crisi di liquidità, capita spesso, purtroppo, di avere insoluti . Ma su quegli insoluti, lo stato vuole imposte ed IVA! Decorsi 6 mesi dalla scadenza del credito, questo può essere portato a perdita, se di entità fino ad € 2.500,00, senza più particolari procedure. Altra novità dello stesso decreto è l’IVA per cassa. Chi emette una fattura, anche se non la incassa, è tenuto al versamento dell’IVA. Con questa novità, in attesa di decreti attuativi, dunque oggi non ancora in vigore, si può pagare l’IVA al momento dell’incasso, senza doverla anticipare

allo Stato. Per aiutare il comparto edile, uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi, vi è stato un cambiamento nell’applicazione dell’IVA, che agevola “ leggermente ” il settore. Hanno diminuito le esenzioni che comportavano aggravio di costi alle imprese ed hanno modificato l’art. 17 relativo al REVERSE CHARGE. Questa è un’informazione di carattere generale, perché la relativa spiegazione sarebbe troppo tecnica, e dunque ai più incomprensibile. Invito a chi del settore a richiedere specifici chiarimenti. Attenzione agli appalti ed ai subappalti, ora vige la responsabilità solidale. L’appaltatore deve verificare il versamento dell’IVA e delle ritenute sui dipendenti del subappaltatore, perché è con questo solidale verso lo Stato. Prima di affidare un lavoro, verificate sempre che l’azienda sia “ a posto ” ed in “ ordine ”. Fate le stesse verifiche anche prima di effettuare qualsiasi pagamento così da obbligare tutti ad essere in regola.

spostata al 31/03/2013. E’ tutt’ora possibile, regolarizzare lavoratori stranieri, sia per le aziende, sia per i privati, come colf e badanti. In ottobre vi sono le seguenti principali scadenze: 16/10 Iva mensile Ritenute d’acconto Contributi dipendenti Rateizzazione Imposta dell’Unico Nella speranza di farvi sempre cosa gradita, Cordialmente Vi Saluto. Umberto Grasso TT

La Comunicazione dei Beni in godimento ai Soci delle società, prevista per il 15/10, è stata

LE SCIURE

LA REDAZIONE RISPONDE

Il prossimo mese approfondiremo l ’a r g o m e n t o soprattutto per quanto riguarda gli incentivi previsti e le possibilità di risparmi energetici.

L E SCI U R E LE VOSTRE LETTERE

TT

Vuoi una consulenza privata per ristrutturazioni o soluzioni di arredi? Fate le domande e risponderemo in forma privata entro 60 giorni. Inviate piante dell’appartamento o di singole stanze in scala 1:100 o 1:50 con eventuali foto e breve testo spiegando le esigenze od i quesiti. La E.mail di corrispondenza è la seguente: segreteria@trantran.net Il costo è di € 65,00 per il primo locale e di € 45,00 per ogni locale in più Ai lettori di TranTran lo studio Monza Progetti, sulle consulenze e/o pratiche tecniche e amministrative, riserva uno sconto del 10% sull’onorario.

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B

Gentile Direttore, trovo TRANTRAN più interessante di altre riviste, anch’esse distribuite gratuitamente. Se però lascio passare qualche giorno, è tardi per trovarla. So “dove trovare la rivista” a Monza, ma dovrei fare il giro della città. A proposito, quando viene distribuita? A inizio mese, a metà mese? La Tabaccheria del Corso, via Vittorio Emanuele, è disponibile a riceverla. Io abito in via San Gerardo, di fronte alla chiesa. Il custode dello stabile mi ha detto che tempo fa ha ricevuto alcune copie, però solo una volta. Siamo circa cento famiglie. Cambiamo argomento: L’editoriale a pag. 5 è scritto in caratteri (tipo e dimensioni) per me quasi illeggibili. Devo precisare che ho “una certa età”. Altro argomento: Nelle SCIURE di settembre avete pubblicato

una poesiola di Bruno Zanacca. Nelle Pagine Bianche non risulta, a Besana. Io sono un cultore di cose dialettali, e mi piacerebbe mettermi in contatto. Mi potete aiutare? Saluti e “su la testa” Nando Mosconi

Gentile Nando, grazie mille per la sua mail. Provvederemo a far arrivare Trantran presso il suo condominio tutti i mesi. Trantran è un mensile, usciamo il terzo martedì del mese e se talvolta (causa feste o festività) variamo la data lo segnaliamo sempre sin dal numero prima, nell’ultima pagina dove vi è anche scritto dove trovare la rivista. Il giorno d’uscita siamo distribuiti

massicciamente in tutte le stazioni principali della Brianza la mattina e nei punti fissi riportati sul giornale e nelle vie centrali di Monza, Lissone, Desio, Seregno, Vedano e Carate. A rotazione abbiamo anche un servizio di incasellamento a Monza e anche nelle altre città che vedono protagonista la nostra rivista. Però, è vero andiamo a ruba! Per quanto concerne il carattere dell’editoriale provvediamo subito a riferirlo ai nostri grafici, vedrà che già in questo numero sarà tutto più leggibile. Le manderemo in privato, dopo aver chiesto il permesso, la mail del nostro amato Bruno Zanacca. Buona giornata! La redazione

OTTOBRE 2012, trantran 45


CI VEDIAMO PRESTO

INFO E CONTATTI

Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l’orologio per risparmiare tempo

presenta

(Henry Ford, imprenditore statunitense)

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Trantran è anche su facebook e su myspace …dalla Brianza una finestra sul mondo!

D O V E T R O VA R E L A R I V I S TA Viene distribuita tramite hostess la mattina dell’uscita nelle stazioni ferroviarie di Monza, Lissone, Arcore, Desio, Meda , Seregno, Seveso e presso la fermata MM di Cologno Monzese/Brugherio Nelle 13 sedi presenti sul territorio provinciale di APA Monza e Brianza Confartigianato Imprese

Monza via GB Stucchi, 46 Carate Brianza via Matteotti, 19 Cesano Maderno via Matteotti, 16 Desio via Garibaldi, 258 Giussano Largo Europa, 7 Lissone via San Rocco, 97 Meda viale Francia, 15 Muggiò via I° Maggio ang. via San Rocco Nova Milanese via Berlinguer, 2 Seregno via Rismondo, 28 Seveso via Solferino, 16 Triuggio viale Rimembranze, 3 Vimercate via Ronchi, 12 Bar La Piazzetta via San Bernardo, 5 - Carate

Brianza EXPO Cafè via E. Toti, 41- Carate Brianza Vista Caffè via John Kennedy, 2 - Correzzana Tennis Concorezzo via Libertà, 1 Concorezzo Enoteca Brambilla via C. Cattaneo, 57Lissone Bar Borgo Caffè via Bergamo, 9 - Monza Buffetti c.so Milano, 38 - Monza Edicola Siria via Solferino (davanti Ospedale Vecchio)- Monza Info Point Comune di Monza Piazza Roma - Monza Speedy Bar via Appiani, 22 - Monza Tabacchi Ambrosini piazza Carducci, 2 Monza Turné trattoria e bistrot via Bergamo, 3 Monza Baby College-Oxford Group via Verdi, 83 Seregno Edicola Enrico via Cavour, 12 - Seregno Osteria dei Vitelloni via Garibaldi, 25 Seregno Panificio Corti via Garibaldi - Seregno Studiofluido via Leonardo da Vinci, 30 Seregno

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Tambourine via C. Tenca, 16 - Seregno Bar Boulevard viale C. Battisti, 121 - Vedano al Lambro Ottica Mottadelli via Preda, 13 - Verano Brianza Panetteria Duca via IV Novembre, 33 Zoccorino (Besana) Cosval via Porta D’Arnolfo, 87/89, Biassono Edicola Di Enrico Giannone, via Monte Amiata, Monza ( zona Triante) Piscina comunale di Desio Clinica del sale, via Sempione 13/g, Monza. In tutte le biblioteche Comunali di Monza e in tutte le biblioteche locali della rete provinciale Brianza Biblioteche.All’interno della Galleria Auchan di via Lario a Monza, collocate in appositi espositori, a disposizione dei numerosi clienti che vi transitano. … e inoltre presso principali bar, parrucchieri, studi medici di base dei comuni di Monza, Vedano al Lambro, Lissone, Desio, Seregno, Brugherio

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OTTOBRE 2012, trantran 47



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