www.trantran.net | n. 27 mensile | 6 Marzo 2012 | Distribuzione gratuita
con il patrocinio di:
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Riflessioni: la colpa di essere donne
Animali: aiutiamo i cani ex combattenti a dimenticare
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Musica: The Nuv, Giops, Nuti.
Natura: la primavera del Parco Valle Lambro
EUGENIO FINARDI
Impossibile dire di no a Morandi... CLARA MORONI
LA brava bambina DI VAsCO
Marzo - 2012
sommario EDITORIALE L’8 Marzo ma anche il 10 giugno e pure il 30 dicembre
SPECIALE SANREMO Perchè Sanremo è Sanremo
THE NUV The Nuv in New York Gli Americani? Troppo educati!
IN CUCCIA Ex-Combattenti: dimenticare l’orrore del passato
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SPUNTI DI VISTA La colpa di essere Donna
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ALTROVE Maldive: Prospettiva blu
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VERDISSIMO aria di Primavera: è ora di Piantarla!
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I SEGRETI DELLO CHEF L’officina del gusto
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RACCONTIAMOCI avrei voluto essere padre
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I SEGRETI DELLO CHeF
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NON SOLO MONZA nati per correre
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BRIGANTIA tra storia e natura alla scoperta del parco
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PSICOLOGIA OGGI gestione dello stress e del panico
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BIS andrea giops: io non sono giusepper Verdi
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BIS giovanni nuti Vivere senza malinconia
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SPORTIVAMENTE
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PENDOLARE
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DALLA PROVINCIA
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COSA SUCCEDE IN CITTà
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LE SCIURE E IL BEVERINO
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DOVE TROVARE LA RIVISTA
Fondatori Marta Migliardi, elena gorla, adriana Colombo, guido bertoni Direttore alfredo rossi
EUGENIO FINARDI: impossibile dire di no a Morandi... Pag. 8
CLARA MORONI: La brava bambina di Vasco Pag. 11 si ringraziano per questo numero Valentina rigano per il suo delizioso intervento, il Parco Valle Lambro per la gentile collaborazione, andy e Faber e tim per l’ospitalità al Fluon, Maryon Pessina, il Maresciallo gaetano galbiati per la sua gentilezza e professionalità, il Presidente Dario allevi, alice ( bella e brava), asia e Dominga, totò e spispi. ringraziamo come sempre umberto grasso. un ringraziamento doveroso e particolare a tutta l’enpa sez. Monza e brianza e un grazie anche a osso per l’ispirazione!
anno iii - numero 27 - 6 Marzo 2012 editore: trantran editore s.r.l. sede: Vica Cesare battisti 121 Vedano al Lambro C.F./P.i./riMb 06774520966 rea Mb 1864900 reg. trib. di Monza n.1995 del 29/06/2010
Capo Redattore Marta Migliardi
Grafica e Fotografi Ufficiali alberto zanardo e Francesca Fawn Masperi
Foto di Copertina eugenio Finardi di Francesca Fawn Masperi
Per Contattarci direzione@trantran.net redazione@trantran.net trantran@trantran.net segreteria@trantran.net
Redazione Juri Casati, guido Caimmi, gabry, gaber (utgaber), niccolo rossi, alberto zanardo, Francesca Fawn Masperi e il misterioso redo alfossi
stampa reggiani s.p.a. 20126 gavirate (Va)
Vice Capo Redattore elena gorla Inviata speciale adriana Colombo
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Raccolta Pubblicitaria
Direttore Commerciale Paola scappatura paola.scappatura@trantran.net commerciale@trantran.net trantran editore s.r.l. sede Via Cesare battisti 121 Vedano al Lambro (Mb) trantran@trantran.net
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EDITORIALE
IL DIRETTORE ALFREDO ROSSI Marzo - 2012
MONZA, SIGLATA INTESA CON LE ASSOCIAZIONI CONSUMATORI Monza, gennaio 2012 il gruppo acsm agam ha sottoscritto con le associazioni dei consumatori del territorio un accordo sulla conciliazione, una formula che consente di risolvere in fretta e in modo semplice le eventuali controversie. L’intesa è stata siglata dalla capogruppo (teleriscaldamento) anche per conto di enerxenia (vendita gas ed energia elettrica) e di enercalor (gestione calore). i documenti – il protocollo con le linee guida e il regolamento che ne disciplina l’applicazione - sono stati firmati da adiconsum Cisl, adoc uil, Confconsumatori, Federconsumatori Cgil. identica iniziativa è stata messa a punto a Como, l’altro storico ambito di riferimento di acsm agam. La conciliazione è uno strumento previsto dalla legge. Consente di risolvere rapidamente i contenziosi in sede non giudiziaria. il cliente vi può ricorrere dopo che non sia andato a buon fine il reclamo diretto con l’azienda (anch’esso stabilito dalle norme), appoggiandosi appunto ad una delle associazioni che hanno aderito alla procedura. “Acsm Agam – hanno sottolineato il presidente Umberto D’Alessandro e il vicepresidente Roberto Colombo - è un punto di riferimento nel campo dei servizi per decine di migliaia di persone anche in forza del tradizionale radi-
L’8 marzo, ma anche il 10 giugno e pure il 30 dicembre
ALFREDO ROSSI Foto di gabriele benini
camento. Il tratto distintivo delle nostre società è il rapporto diretto e trasparente con il cliente. La conciliazione offre una garanzia ulteriore, si tratta di uno strumento tanto semplice quanto efficace, in grado di risolvere piccole controversie senza sfociare in onerosi e complessi contenziosi legali”. “Nel settore della vendita gas – ha sottolineato Enrico Grigesi, amministratore delegato di acsm agam e di enerxenia - purtroppo continuano a registrarsi casi di concorrenza sleale, se non veri e propri raggiri. A beneficio dei nostri clienti, e più in generale di tutti i cittadini, vogliamo mettere a disposizione tutte le opportunità che consentano di garantire la massima correttezza e soddisfazione del rapporto con noi. La procedura di conciliazione è un primo risultato del dialogo instaurato con le associazioni dei consumatori con cui intendiamo condividere anche un apposito manuale per il settore gas e la carta dei servizi per il comparto idrico”. “Dal nostro punto di vista – ha eviden-
ziato Carmine Villani – presidente di ADOC Monza e Brianza – il protocollo sottoscritto con Acsm Agam rappresenta un modello di relazioni tra azienda ed associazioni di consumatori che ci ha molto soddisfatto. E’ la prova che quando esiste tra le parti la buona volontà e l’assenza di pregiudiziali, si possono raggiungere accordi come quello dell’odierna conciliazione capaci di coniugare al meglio le esigenze aziendali e la difesa dei diritti degli utenti”. Verificheremo poi nell’applicazione concreta di quanto concordato l’effettiva bontà e positività dell’azione conciliativa, ma sicuramente tutto nasce sotto i migliori auspici.”
E’ da poco uscita la nuova edizione del vocabolario Zingarelli (edito da Zanichelli). I miei ricordi legati al dizionario? In cartella ne avevo uno di italiano e uno di latino tutti incerottati con la colla e lo scotch, perché ero il terzo figlio e prima di me l’avevano usato i miei due fratelli maggiori: a dire il vero, quello di latino era stato un lascito di uno zio e quindi era stato strausato. L’altro ricordo è che li mettevo in cartella anche per poter distribuire delle cartellate più pesanti quando, fuori dalla scuola, si faceva un po’ di… guerra, usando appunto la cartella come “arma”. E se dentro c’era un vocabolario, l’arma diventava più offensiva. Un altro ricordo è legato al Vaticano, dove sono stato per due anni, mentre frequentavo le medie. Avevo conosciuto Antonio Bacci, un cardinale, grande latinista: la sua biblioteca era zeppa di volumi antichi, preziosissimi. Il suo lavoro consisteva soprattutto nel tradurre in latino (la lingua ufficiale della chiesa cattolica, allora utilizzata anche per le encicliche papali, che oggi sono molto più prosaicamente in italiano, inglese ecc) i termini moderni necessari per scrivere nella lingua che fu di Cicerone gli argomenti relativi alla scienza e alla tecnica del XX secolo. Insomma cercava di rendere viva una lingua che è considerata, quasi per definizione, morta. Ma torniamo al nuovo Zingarelli. Il dizionario, questo e gli altri (che oggi sono anche on line e hanno applicazioni per iPad, iPhone e i Pod), sono libri che si consultano per scoprire il significato delle parole, quando siamo in dubbio sulla pronuncia esatta di un termine o quando siamo alla disperata ricerca di un sinonimo. Ma a dire il vero il dizionario, quando esce in una nuova versione, è anche lo specchio di come stia cambiando il nostro Paese. Per esempio nello Zanichelli 2012 sono entrate 1500 nuove parole, che vanno da celodurismo a milleproroghe (prese dal mondo della politica), da biotestamento a ecoauto (dal mondo ambientalista), da websurfing a tecnostress (dal mondo della tecnologia), per finire con sirenetto (preso dal mondo del gossip e imposto da Novella 2000 e affini). Ma c’è un termine che non cambia mai, soprattutto nella testa della gente. Ed è la parola donna. La definizione di donna, da dizionario, è: «persona femminile della specie umana o, collettivamente, il sesso complementare e opposto all’uomo». Ma quello che c’è nella testa della gente, ancora di troppa gente, è un altro. Qualche esempio, preso dalla cronaca. Il comandante Schettino porta la Costa Concordia contro uno scoglio? Appena si scopre che accanto a lui c’è una donna, la moldava Domnica Cermortan, lei diventa praticamente la causa scatenante del disastro. E perché? Se a Pordenone, due ragazzi di 15 anni si rendono protagonisti di fare sesso nei bagni della scuola, a lui viene dato un giorno di sospensione, a lei tre. E perché? E, tornando indietro, se Eva invita Adamo a mangiare la mela proibita, senza costringerlo con una pistola o con un bastone nodoso, perché lui non le dice no? Invece se la pappano allegramente insieme: ma lei diventa “porca Eva” e lui resta Adamo. E perché? Allora, visto che è la festa della donna, cerchiamo di toglierci definitivamente dalla testa, T UT T I MA PROPRIO T UT T I, che donna non è una parola, in qualche modo, negativa o con un peccato originale in più.
Alfredo Rossi
alla conferenza stampa di Monza hanno preso parte il presidente, il vicepresidente e l’amministratore delegato di acsm agam (nell’ordine: umberto D’alessandro, roberto Colombo, enrico grigesi) e le associazioni che l’hanno compartecipato: sergio Colombo (adiconsum Cisl), giuseppe Landi (adoc uil), Domenico Codispoti (Federconsumatori Cgil), raul goffo (Confconsumatori).
Acsm-Agam SpA Sede legale: Via A. Canova 3 – 20900 Monza (MB) – Italia – tel. +39.039.23851 – fax+39.039.380356 Sede amministrativa:
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SPUNTI DI VISTA
L’INNOCENZA DEL PRINCIPIO RELATIVO
SPUNTI DI VISTA
L’INNOCENZA DEL PRINCIPIO RELATIVO
LA COLPA DI ESSERE DONNA Di Valentina rigano
“D
ietro ogni grande uomo, c’è sempre una grande donna”, così recita il famoso proverbio. L’ho imparato presto. Lo diceva mia nonna, lo dice mia madre, la mia amica nevrotica e pure io. stiamo per festeggiare il “mimosa day”, non posso che domandarmi: che succede invece, se la donna sta a fianco o, peggio ancora, un passo avanti all’uomo? occhi sgranati. silenzio. Le donne si fanno gomitino l’un l’altra, mentre i maschietti fingono di leggere la pagina sportiva, abbozzano il più sornione dei sorrisi e bofonchiano “non c’è problema, anzi, magari”. balle. il problema c’è, eccome. e per quanto si cerchi di sviscerarlo e, ancor più diligentemente, risolverlo, la soluzione sembra non arrivare mai. essere donne è una colpa? Forse. Le donne hanno colpe? Certo, come gli uomini. si parla dell’evoluzione femminile da quando la “Festa della Donna” sancisce la nostra presa di posizione rispetto alla disparità con il maschio, eppure, più avanti andiamo, più sembriamo regredire verso un modello obsoleto anche per i Flintstones. Pare che in pochi si siano accorti di quanto, oggi più che mai, sia in atto una battaglia tra sessi senza precedenti. sleale, infima, spesso combattuta a colpi di cazzotti, lame e pistole, se a colpire sono i maschi. Quando invece sono le femmine a sferrare gli attacchi, arrivano “botte” inferte con altre “armi”. Quando va davvero bene, si arriva ad una sorta di tregua. Lui e lei camminano fianco a fianco per un periodo, poi lei fa qualche passo indietro e lascia a lui la prima fila. Quando lei non lascia la prima fila o, peggio, spinge indietro lui, solitamente si finisce dall’avvocato. Come ci siamo arenate in un pantano senza apparente via d’uscita? Le nostre nonne leggevano di nascosto famose scrittrici che per far carriera si firmavano con un nome da uomo
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(vedi george sand), credendo di essere state le ultime a dover obbedire ad un padre e marito padrone. Le nostre mamme, prima di incontrare i nostri padri, hanno infilato una margherita fra i capelli ed hanno attraversato con falcate decise le piazze, pestato i piedini infilati in stivali di pelle rossa da cow-girls, solo per affermare la propria identità. adesso toccherebbe a noi. Mi piace pensare all’anno 2000 come uno spartiacque, con un prima ed un dopo. un “giubileo della iolanda”, per dirla alla Litizzetto, dove la donna si è resa davvero indipendente, soprattutto mentalmente. noi, coloro che oggi hanno tra i 20 ed i 40 anni, avremmo dovuto essere il prodotto delle loro battaglie, il trofeo da poter esibire nella nuova era post g.i. (giubileo.
iolanda). Ma non vedo la fila di 60enni pronte a lanciare coriandoli. ahimè, forse non ci sono poi molti motivi per festeggiare. L’unica cosa che si è realmente liberalizzata è la iolanda. svenduta, non rispettata, pretesa. Diciamocelo, in parte abbiamo gettato via il lavoro delle nostre madri, in parte quello che a fatica le nostre genitrici hanno fatto con noi, non è stato fatto ad opera delle loro coetanee sull’altra metà del cielo. anzi. Molte di loro hanno sfornato un modello difettato, un uomo fantoccio straviziato che sembra essersi diffuso come una pandemia. Molte donne, come nella teoria evoluzionistica di Darwin, paiono essersi adeguate. La popolazione di oggi è quindi costituita da specie variegate e in lotta tra loro, tutte però coinvolte nella più grande ed antica delle battaglie: quella tra sessi. e mentre a fatica coloro che non hanno perso la bussola continuano a battersi per la vera parità, arriva “Dama di Compagnia” di turno che, con un colpo di natica, si guadagna una poltrona nella stanza dei bottoni. a questo punto possiamo anche andare a gettare il grembiale di nonna amelia, la margherita e gli stivali rossi nel wc, vomitarci sopra e tirare l’acqua (giusto per educazione). attenzione, la D.d.c. non sta dietro, a fianco, o un passo avanti all’uomo. Ci sta sotto. tutt’al più di fronte, un po’ più in “basso”. io non le condanno, le “sotto-scrivania”, ma le compatisco. Hanno imparato dagli uomini che, in mancanza di sostanza, la corruzione è la soluzione più veloce. Loro non pagano in mazzette di denaro, ma in iolande. alle altre categorie di donne, cosa resta da fare? Chi è dotata di molta sostanza e molta carrozzeria, solitamente tende a nascondere la prima. il binomio finirebbe per isolarla, allontanata da donne invidiose e uomini spaventevoli.
La categoria più numerosa, rappresentata da donne di discreta sostanza e discreta carrozzeria (a concentrazione variabile, come nelle formule chimiche) è quella chiamata in trincea. sono le amazzoni della iolanda media, ad avere la missione di cambiare le cose. bisogna insegnare ai gentleman a sfruttare la sensibilità di cui sono inconsciamente dotati, a riscoprire il coraggio, a non temere l’essere femminile e soprattutto a rispettarlo. Mamme, ve ne prego, insegnate ai vostri figli maschi il rifiuto! Così, forse, la triste lista di donne uccise da ex “innamorati”, smetterà di essere così lunga. ancora voi, mamme, spiegate ai vostri figli che l’intimità è una cosa personale. non fate come la mamma di P., che ha cresciuto un imbecille. sapete cosa ha fatto P.? appena maggiorenne ha avuto un rapporto sessuale con e., minorenne. Lei, infatuata, gli ha mandato un video della sua “iolanda”. P., nel pieno di una crisi di originalità, ha inviato il video ad amici e conoscenti, che via via lo hanno spedito fin ad alcune tribù
dell’amazzonia. e. si è beccata i peggiori insulti sulla pubblica piazza virtuale. Lolita avventata, mia cara e., ma perché a P. nessuno dice nulla? io lo condannerei a diffondere una foto del suo “Walter”, ma credo che dotare l’intero pianeta di potente microscopio, sia decisamente troppo costoso per le casse pubbliche. riassumendo, se facciamo le Lolite, ci trattano da prostitute, se siamo timide, ci preferiscono le prostitute. se denotiamo troppa intelligenza, fanno di tutto per farci passare per matte. noi, arrabbiate e indipendenti, finiamo per lasciare campo libero alle s.C., considerando le unioni da “proposta in ginocchio” una bugia dorata, che solo quella paraculo di Cenerentola è brava a raccontare. Mentre continuiamo a combattere la nostra guerra, troppe donne cadono sotto i colpi di coltelli che altre di noi hanno armato con la complicità di padri assenti, mentre troppe giovanissime non dimenticheranno mai le notti in cui sono state rovinate da uno stupro, abbiamo smesso di pensare al futuro. Di
sperarci. Donne, uomini, fermiamoci. Che sia un dono o una condanna, essere donne e uomini degni di questa definizione, è sempre stato e sempre resterà una grande prova di coraggio. Dobbiamo ritrovare la consapevolezza perduta e con essa valori e principi, etica e morale. il vero nemico sono coloro che non vogliono cambiare. La guerra da vincere, è contro chi non vuole ammettere che sia la vera unione a fare la forza, perché sa di non essere all’altezza. La vittoria ci sarà quando chi corrompe, tradisce, uccide, chi non rispetta e chi non valorizza il merito, non troverà più complici e terreno fertile. Che si tratti d’amore, di lavoro o uguaglianza fra persone. TT
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CLOCHART
INTERVISTE A VOLTI NOTI IN GIRO PER LA BRIANZA
EUGENIO FINARDI: SESSANTA SONO uN muSICISTA ChE VIVE SEmPRE NEL GuADO
Di - Adriana Colombo
Foto di - Francesca Fawn Masperi
«splendido, a loro do anche il merito di avermi dato una spinta in più per fare questo lavoro che ho deciso di intraprendere. Mi sono reso conto in quest’ultimo anno, suonando con una band di ragazzi molto giovani (ndr. Paolo Gambino, piano elettrico, Marco Lamagna , basso, Claudio Arfinengo, batteria, Giovanni “Giuvazza” Maggiore, chitarra elettrica), che veniva fuori un suono veramente interessante, un suono che riconduceva alla storia, e lo posso ben dire io che a luglio compirò 60 anni, ma che allo stesso tempo proiettava nel futuro».
e intelligenti come lui, è sempre più fruttifero, e ne è uscito un brano che sarà depositato in siae come una canzone sola e che è, in realtà, quello che io ho definito il seme, cioè quel pezzo che apre il disco nella versione che noi abbiamo mandato a lui perché avesse qualcosa su cui lavorare. e’ rimasta all’inizio in questa versione, ma chiude il disco in quella elaborata, anche nel testo, da Max» .
nei cinque inediti che Finardi ci regala nel suo disco ci sono collaborazioni molto prestigiose: da Max Casacci (ndr. leader dei Subsonica), ai maestri Filippo Del Corno (ndr. Presidente della Fondazione Scuole civiche di Milano, compositore di musica classica moderna e docente al Conservatorio di Milano, nonché cofondatore insieme a Angelo Miotto e Carlo Boccadoro di Sentieri Selvaggi, gruppo dedicato all’esecuzione e alla diffusione della “nuova musica”) e Carlo Boccadoro (ndr. pianista, compositore e musicologo italiano). nel presentare Filippo Del Corno e Carlo boccadoro Finardi ricorda il lavoro da loro fatto insieme nel 2008 il cantante al microfono , registrato con l’ensemble classico i sentieri selvaggi e con il quale vinse il Premio tenco.
«immaginatevi la mia gioia nel ricevere una mail col testo di eugenio Finardi. il primo concerto a cui andai a 13 anni era di Finardi, di lui conosco molti testi a memoria, la mia prima canzone cantata dal vivo fu Musica Ribelle, quindi, questa collaborazione è stata davvero fantastica! e’ stata proprio una doppia scrittura, io ho mantenuto tutto l’impianto degli strumenti originali della presa diretta, ho riscritto la parte di basso, ho incorniciato il tutto con un’armonia diversa, cercando le radici di Finardi». Prosegue eugenio: «Per un altro degli inediti di questo album, Maya, scritto con Joe Colombo, un giovane e straordinario bluesman ticinese, avevo un’idea di testo intrigante perché mia figlia ha paura che il mondo finisca alla fine dell’anno, e quindi, ho scritto questo testo che voleva rassicurarla: un testo molto intimo, semplice con un inciso che però faceva veramente schifo. Ho mandato un sms, credo la notte di Capodanno, a Max, in cui gli dicevo: aiuto sono nella merda con un testo. gliel’ho mandato e poi la musica, lo ha sviluppato con dei temi spettacolari, tra l’altro riuscendo anche a citare gli area, facendo veramente uno straordinario lavoro nel ricreare Finardi: insomma lui, e tutti quelli che hanno lavorato con me, mi hanno regalato a 60 anni il Finardi dei 20 anni».
Cosa di questi “mostri sacri” ha colpito di più i tuoi giovani componenti della band?
F
inardi, prima di andare a sanremo, ha presentato il suo nuovo album a Milano. noi di Trantran eravamo lì ed ecco come ha risposto a chi gli ha chiesto: Perché andare al festival, Eugenio? «E tu lo chiami Dio è un brano la cui musica non è mia, ma di Roberta Termoli, di cui sono editore, e in questo senso è già una vittoria essere riuscito a entrare nella rosa dei 14, quasi miracoloso per un piccolo editore come me. roberta è una ragazza di cui ho subito intuito le qualità compositive interessanti tant’è che ho prodotto ed edito il suo primo album. Come editore ho proposto questa sua canzone a vari cantanti tra cui anche Gianni Morandi che poi appunto mi ha detto: “ Ma perché non la canti te!”. siccome è impossibile dire di no a Morandi l’ho fatto». Ma aldilà di questo, cosa hai cercato di
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portare al Festival? «Ho cercato che questa partecipazione al festival fosse, permettetemi la parola, la più alta possibile, dato anche il tema che affronta la canzone: il tema del sacro vissuto da un non credente come me, ma un non credente convinto che la spiritualità, la trascendenza, la grazia, siano proprie dell’uomo, siano vere necessità che uniscono tutti gli uomini. invece in questo periodo queste aspirazioni alte sembrano essere sempre di più un fattore di divisione mentre dovrebbero essere aspirazioni che uniscono. Ho voluto dare al mio passaggio a san remo dei valori di apertura e di unità fra le anime dell’uomo. in questo senso va interpretato sia l’invito a Noa sia quello ai bambini che studiano fin da piccoli la musica seria e che sanno qual è la caratteristica che ha la musica: usare parole di unione di pace, di armonia».
su etichetta Cramps), un triplo cd dove sono raccolti alcuni dei brani più rappresentativi del grande cantautore (che è stato insignito nello scorso dicembre del prestigioso ambrogino d’oro del Comune di Milano) e 5 inediti tra cui E tu lo chiami Dio, il brano scritto da roberta termoli e con cui per un soffio non ha vinto il premio della critica a sanremo. Finardi nel presentare alla stampa il suo nuovo lavoro ci tiene a fare conoscere anche tutti quegli artisti che con lui hanno collaborato a questo progetto e inizia spiegando perché ha voluto fare questo disco.
il nuovo album di eugenio Finardi Sessanta (produzione esecutiva EFsounds per Edel Italia
Il rapporto con la tua band com’è?
«un buon lavoro è quello che, ben radicato nel passato, affronta il presente e si proietta verso il futuro. Frase che non è mia ma di un insegnante d’arte di uno dei giovani componenti della mia band».
CLOCHART
INTERVISTE A VOLTI NOTI IN GIRO PER LA BRIANZA
«sono rimasti esterrefatti dalla capacità musicale di boccadoro. nel brano Passerà suona di tutto, dallo xilofono alla batteria giocattolo, dimostrando tutta la sua straordinaria musicalità, perché un direttore, un compositore del suo livello si divertiva a suonare qualunque cosa e il bello è che era sempre “buona la prima” e comunque riascoltandole hanno un senso musicale profondo e compiuto». interviene anche Del Corno: «sono nato nel ‘70 e, quindi, quando sono usciti i dischi di eugenio io avevo 5 o 6 anni, però avevo due fratelli maggiori di me, uno di 10 e l’altro di 7, che ovviamente li ascoltavano in continuazione. Quindi io dico sempre che mentre i miei compagni di classe sono cresciuti a pane e nutella o pane marmellata io sono cresciuto a pane e Finardi…. Per spiegarvi che quando poi ho avuto l’occasione di lavorare con lui per me è stato come lavorare con un mito come l’uomo ragno». scherza Finardi: «un po’ meno agile...». Dicci qualcosa della collaborazione con Max Casacci. «era da quasi un anno che era nell’aria una collaborazione con lui. Quando mi sono trovato con in mano il brano Nuovo Umanesimo ho capito che era il pezzo giusto su cui coinvolgere Max…io amo scrivere con qualcuno, non ho mai amato il ruolo di cantautore solitario … certo si scrivono anche canzoni da soli, però il confronto, soprattutto quando è con persone stimolanti
Max, adesso qualcosa…
dicci
di musica classica contemporanea, con quei due pazzi visionari di boccadoro e Del Corno: e abbiamo vinto il tenco… Poi altro passo: La storia del piccolo sarto che è una cosa proprio di nicchia e con quella ci siamo ritrovati sul palco della scala… adesso sanremo. in realtà penso che sarà un passaggio e tornerò a fare le collaborazioni per la mia musica: con Joe per rinnovare il mio blues, con Max, che fa parte
tu
eugenio Finardi, da quel maestro schivo e modesto qual è, ci lascia con un’immagine molto caratteristica di quella che è per lui la sua carriera degli ultimi anni: «…io visualizzo un po’ questi ultimi anni come un guado di un fiume che poi durerà per sempre, di sasso in sasso… cominci a fare un passo e dici toh il sasso non è sprofondato, non sono morto anche se non ho cantato mai quel genere…faccio la musica sacra, me la sono cavata anche se non sono credente… il blues non l’ha voluto nessuno, ho dovuto fondare la mia etichetta perché non lo voleva proprio nessuno. Ma poi sono arrivate 130 date di un tour emozionante…da lì il progetto
di un collettivo di produttori, se mi vorrà, per fare della ricerca sonora, ho assolutamente intenzione di continuare a rompere le scatole a Carlo e Filippo, che ormai considero tra i miei migliori amici». insomma eugenio Finardi non si fermerà… e continuerà nel suo guado artistico, per somma gioia di tutti noi. TT
??
COsA C’ENTRA CON LA BRIANZA:
“io ho vissuto in brianza, precisamente a Carimate, per dieci anni della mia vita. La conosco intimamente, profondamente. Perché la brianza è profonda, davvero.” (Finardi in un’intervista su Trantran del 30 giugno 2010)
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SPECIALE SANREMO
PERCHè SANREMO è SANREMO Di - Alfredo Rossi
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he dire che non è già stato detto, radiografato, spezzato, tritato in ore e ore della diretta televisiva condotta da Morandi? e se non bastasse, il Festival di sanremo è stato riradiografato, ritritato, rispezzato in ore e ore di dirette o approfondimenti (?) in decine e decine di trasmissioni televisive o radiofoniche. Più i chilometri e chilometri di parole che ci hanno aggiunto i quotidiani o le riviste (sia in carta sia online) per radiografare, tritare, eccetera il Festival. a quindici giorni dalla proclamazione della vittoria di emma Marrone (con a fianco arisa e noemi), cosa ci resta? Ci sono diverse canzoni da ascoltare alla radio e da canticchiare (ma non credo che nessuna di loro, pur carina, passerà alla storia: lo dico perché tanto, anche se succedesse, io non ci sarò e non potrete rinfacciarmelo), resta la convinzione che i talent siano una fabbrica di cantanti che passino dalla trasmissione che li ha lanciati al palcoscenico del festival, alla vittoria, come se tutto facesse parte della stessa programmazione: la tv che alimenta se stessa (bruciando, lungo la strada, qualcuno). Comunque dal minestrone variegato del festival (dal predicatore molleggiato ai comici che sparano parolacce per far ridere, dalla/o sportiva/o che ti domandi perché siano lì ai cantanti stranieri che ancora non hanno assorbito il jet leg) che gianni Morandi ha già detto di voler
lasciare, qualcosa di buono è uscito. no, non una novità assoluta, ma una conferma davvero clamorosa: Geppi Cucciari. e’ stata, nel suo intervento, bravissima, ha fatto ridere, pensare con grande intelligenza. insomma qualcuno ha già detto che potrebbe essere lei la conduttrice del prossimo festival della canzone italiana, magari in coppia con l’attore napoletano alessandro siani. Forse sua la battuta più bella dell’intera kermesse, eccola: «sono trent’anni che a napoli stanno lavorando per la metropolitana. un giorno un vecchietto si avvicina al capocantiere e gli domanda: scusate, ma questa metropolitana, voi (e qui ci vuole una pausa teatrale di almeno tre secondi) la state scavando o la state cercando?”. ecco, forse per risparmiare un po’ di soldi (la
rai ha speso troppo han detto tutti), bisognerebbe trasformare sanremo in un mix fatto di canzoni e comici. Le canzoni interpretate da vecchi e solidi professionisti e dal drappello provenienti dai talent (a proposito sanremogiovani è stato vinto da alessandro Casillo, proveniente dal talent io canto presentato da gerry scotti e già si candida alla vittoria della prossima edizione…) e i comici scelti tra quelli che per far ridere non usino solo volgarità dozzinali, togliendo tutto il resto, o quasi. Pia illusione. sanremo piace così com’è (15.000.000 milioni di italiani -più o menol’hanno seguito per 5 giorni filati), con predicatore da polemica annunciata compreso, con la farfalla di belén in bella vista, con la giuria che non può votare per un guasto tecnico, così da dare materiale su cui ricamare a programmi televisivi, radiofonici, carta stampata o web. Perché in fin dei conti ha ragione rocco Papaleo, spalla (anche se il termine è un po’ riduttivo) di Morandi, che ha detto al proposito. «non stiamo scoprendo un nuovo pianeta o trovando la cura giusta per una malattia, cambiando la storia dell’uomo. sanremo, con tutto il rispetto, è solo uno spettacolo». TT
Intervista a
CLARA MORONI:
l a B r a v a B a m b i n a c h e c a n t a c o n Va s c o .
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Di - Marta Migliardi
ietro un grande uomo c’è sempre una grande donna. Vale per la storia e vale anche per la musica. stiamo parlando del più grande rocker italiano, che piaccia o meno, polemica più o polemica meno: Vasco Rossi. Lei è Clara Moroni, che lo accompagna, oramai dal lontano 1996, in tutti i tour e arricchisce la sua voce, la segue, la armonizza davanti a migliaia e migliaia di persone. Vasco la chiama “la Ferrari del rock”, perché Clara vive a Monza. La incontriamo
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Foto di - Alberto Zanardo
presso lo studio d’arte Fluon, dove lavora Andy, ex bluvertigo e artista di fama mondiale (da poco di nuovo protagonista della musica con il progetto Fluon), che ospita gentilmente il nostro set fotografico tra i suoi quadri fluorescenti e la sua oggettistica pop. abbiamo fatto un bel miscuglio: quadri e opere di andy e l’animo punk rock di Clara che, dopo l’uscita nel 2010 dell’album Bambina Brava, è in prossimità di realizzare il nuovo video e molti altri progetti. INTERVISTE A VOLTI NOTI IN GIRO PER LA BRIANZA
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INTERVISTE A VOLTI NOTI IN GIRO PER LA BRIANZA
Tu calchi da molti anni le scene con il più grande rocker italiano. Ad un certo punto si sente la voglia di indipendenza, di non stare sempre dietro?
E’ vero che hai iniziato a cantare a 13 anni dopo aver ascoltato i Sex Pistols? «La mia formazione, sin da piccola, parte con la musica straniera. Ho scoperto la musica italiana solo in un secondo momento. ero ispirata da musiche e testi inglesi anche perché, per quel che mi riguarda, scrivere in italiano è più difficile! Lentamente, dopo molte prove, credo di essere riuscita ad esprimermi bene anche in italiano, e questo ultimo album, Bambina Brava, ne è la prova, ma è stata una conquista!» Bambina Brava (2010) è il tuo ultimo album (con la sua band i 2HOT4). Come anticipavi, i testi sono scritti da te, sia in italiano che in inglese. Che differenza c’è tra inglese e italiano? «innanzitutto è una questione tecnica, perché l’italiano ha un suono molto particolare, anche la voce ha un suono diverso cantando in italiano o cantando in inglese. in inglese puoi descrivere le cose in maniera anche un po’ più distaccata, in italiano, invece, devi essere molto più accurato nella scelta delle parole, l’inglese è più un suono». Nel 1995 hai fondato l’etichetta discografica Delta, successivamente D.M.I., riscuotendo immediatamente un grosso successo sul mercato estero, particolarmente in Giappone dove sei tutt’ora attiva e conosciuta? Cosa ti affascina della cultura giapponese? «Ho avuto le fortuna di aprire questa etichetta con altri due produttori, anche se io, per precisione, sono distribuita emi. a parte il mio catalogo però io faccio anche cose completamente diverse come techno, eurobeat (ndr. in Giappone il termine viene ad indicare fin dalla metà degli anni ’80 gran parte della musica dance di origine europea)…cose così. Questa esperienza mi ha permesso di andare spessissimo in giappone. La prima volta che ho mangiato giapponese non l’ho fatto qui in italia ma direttamente in giappone! io mi sono innamorata molto della cultura giapponese in tutto e per tutto. Mi dispiace molto del difficile momento sociale ed economico che stanno vivendo, forse ancora peggiore del nostro…» Per Bambina Brava hai creato prima il live e poi il registrato, perché? «secondo me i dischi rock devono essere fatti così. non credo più alla formula della pre produzione ovvero che arriva prima il batterista e fa la sua pista, poi il bassista, poi il chitarrista, ecc…
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Per certe fasi del lavoro, quello tastieristico, quello canoro e per il mixaggio, la pre produzione può essere utile, ma secondo me il taglio del suono lo si da suonando insieme. Viene fuori meglio quella che è la vitalità e l’animo di un brano. La prima volta che questo è stato fatto a livello di discografia mondiale è stato con un album degli u2, Achtung Baby. Questo capolavoro è stato realizzato in un castello dove tutti suonavano tutti i giorni insieme e registravano i pezzi insieme: il risultato è, secondo me, l’album più bello degli u2». Hai una carriera molto variegata e creativa o, come la autodefinisci tu ironicamente “schizofrenica”, come reputi i nuovi meccanismi della discografia che tende ad uno sfruttamento molto fulmineo dei “prodotti” che escono dai talent? «io credo che per chi esce dai talent show alla fine non sia neanche la casa discografica a dettare legge: in realtà sono i meccanismi televisivi che imperano. non sono dei progetti discografici, ma sono dei progetti di marketing televisivo. non è neanche importante, infatti che questi artisti abbiano la possibilità di esibirsi dal vivo o abbiano un seguito “reale” di pubblico. e’ come se fossero proposti su un catalogo per fare soldi ma non attraverso il sistema dei fan bensì riproponendosi in termini televisivi. La discografia, un po’ per colpa sua e un po’ a causa della pirateria e di altri fattori, è forse l’impresa che ha iniziato a soffrire per prima ed oggi mi sembra semi distrutta. una volta si diceva che la colpa era sempre dei discografici, oggi, francamente, non mi sento di dare giudizi in merito e credo che anche loro stessi siano stati travolti da altri meccanismi dove c’è quasi sempre di mezzo il mezzo televisivo».
«Quando ho accettato di fare la vocalist di Vasco ho accettato anche questo rischio, ci ho pensato, 5 minuti… (ndr. ride) Comunque posso tranquillamente conciliare le cose, i miei progetti personali e Vasco, perché Vasco non fa dei tour così intensi da non lasciarti tempo per fare altro! anzi io sarei stata molto più propensa a fare tour più lunghi: ad esempio avrei triplicato le date dell’ european tour indoor che abbiamo fatto all’estero! suonare all’estero, da berlino a bruxelles, è sempre bello. io, comunque, sono l’artefice di tutte le mie fortune e di tutte le mie disgrazie. Faccio i miei dischi quando ne ho voglia, quando ho della bella musica da proporre e quando me la sento. sono un po’ particolare in questo senso, non riesco a scrivere delle canzoni a comando. io devo viverle, specialmente per quanto riguarda i testi, devo scrivere di cose che vivo…ho bisogno di tempo per vivere abbastanza per scrivere i pezzi nuovi! ». Te lo avranno già domandato molte volte ma non possiamo esimerci: com’è Vasco? «Lui è come lo vedi, come scrive su facebook, come parla nelle interviste. non c’è un filtro: è tutto ed il contrario di tutto. e’ sicuramente un uomo con una personalità fortissima, con un’incredibile capacità di comunicare. Ha una capacità di sintesi delle emozioni attraverso le parole davvero unica. e’ molto schivo, molto solo ma al contempo simpaticissimo. Durante il tour è più difficile stare con lui perché ci si vede più o meno solo prima di salire sul palco per il nostro piccolo brifing pre concerto. i momenti di maggiore intimità con lui sono quelli durante le prove…e li mi fa morire dalle risate perché è davvero simpaticissimo. a me manca moltissimo, spero torni presto davanti al suo pubblico… ma l’importante è che stia bene!» A livello emotivo cosa vuol dire cantare davanti a 100.000 persone? «e’ sempre una grande botta di adrenalina. in realtà è più facile cantare davanti a 100.000 mila persone che davanti a 100. Perché l’energia che viene dal pubblico è talmente tanta che alla fine ti investe! e’ un po’ come se lo spettacolo lo facessero loro. Centomila persone entusiaste che cantano e si sfogano, posi-
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tivamente, durante le due ore di show sono di per sé uno spettacolo. Delle volte mi sono chiesta se non fosse una scusa loro per trovarsi, perché sembrava che qualsiasi cosa si facesse sul palco fosse ininfluente: sembrava che la gente fosse lì comunque, per “esplodere”, per stare bene…»
ma Rock’n Roll Show. Per ora abbiamo fatto tre date teatrali, una al bellissimo teatro di asti, e devo dire che è stata una bella esperienza: non avevo mai suonato in teatro. adesso usciranno altre date, vi faremo sapere…» Vasco ti chiama affettuosamente “la Ferrari del rock”, per le tue origini monzesi…
Parlaci del progetto Custodie Cautelari?
va di andare fuori dal centro, in provincia…era un luogo a me non conosciuto. adesso, invece, non tornerei mai più a vivere a Milano. anzi, ti dirò che sto vendendo casa perché voglio addentrarmi ancora di più nella brianza! Monza è ora un luogo che amo, ho molte amicizie e mi piace moltissimo e poi, a discapito di quello che si pensa, ci sono tantissimi artisti qui a Monza». TT
«e’ una band in cui suono con Maurizio Solieri, che ripropone i pezzi scritti da solieri con Vasco e dei pezzi di Massimo Riva. e’ anche un’occasione per fare anche pezzi che magari Vasco non fa più dal vivo ma che a me piacciono molto. inoltre suoniamo anche pezzi miei e non solo: lo spettacolo, infatti, si chia-
«in realtà io sono di Milano, sono quasi una milanese pura. Mia nonna materna era di Monza, mentre mio nonno di sesto san giovanni. io però sono nata a Milano, proprio in centro e li ho vissuto fino a sei/sette anni, poi mi sono spostata a sesto e, infine, mi sono trasferita a Monza. all’inizio non ero molto contenta di venire a Monza perché mi sembra-
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COsA C’ENTRA CON LA BRIANZA:
La Ferrari del rock, come la chiama anche Vasco vive a Monza!
CONOSCIAMO MEGLIO CLARA MORONI: dieci domande al volo
Un pregiudizio che non sopporti…. «Quando qualcuno mi dice “che una donna non lo può fare” ».
Esiste l’amore eterno? «amore come amare qualcuno sì, amore come coppia no».
Il più bel complimento che possano farti…. «sei molto simpatica».
Hai una bacchetta magica, esprimi un desiderio…. «Vedere l’italia funzionare, almeno al 40%...»
Se potessi scegliere un’epoca diversa da questa in cui vivere? «L’antica roma».
Canzone di Vasco che preferisci? «Liberi Liberi».
Dolce o salato? «salato».
Beatles o Rolling Stone? «beatles».
Un tuo mito… «David bowie».
L’ultimo sogno che ricordi? «non era bello. Quindi ti dico il penultimo: ero in una casa che forse poteva essere un’anticipazione di questa intervista, sembrava un mondo circense, con nani, ballerine, elefanti. C’era della musica e un pianoforte: forse ho davvero sognato il Fluon…».
Un tuo nemico… «La gravità (ndr. ride) ».
IL PRIMO SINGOLO DEI FLUON DISPONIBILE SU ITUNES
Da martedì 21 febbraio, sarà in rotazione radiofonica e disponibile su Itunes “Naked”, primo brano dei Fluon, il nuovo gruppo formato dall’unione del talento creativo di Andy (voce, sax, synth), il pulsante sound electro di Faber (synth, programmazione) e la bruciante chitarra elettrica di Fabio Mittino. Dopo l’esperienza Bluvertigo, Andy è ora il frontman di un trio affiatato che incarna l’estetica, il suono e lo spirito dell’omonimo laboratorio d’arte, fabbrica di idee, dipinti e musica. “Naked” (il cui video sarà online su Youtube a partire dal 21 febbraio) è il punto di partenza di questo progetto, nel quale si fondono in maniera efficace le caratteristiche di ciascun componente del trio, supportato alla ritmica da Pat Mastellotto (Mister Mister, King Crimson).
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INTERVISTE A VOLTI NOTI IN GIRO PER LA BRIANZA
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The Nuv in New York: gli americani? Troppo educati! ANDATA E RITORNO DELLA BAND BRIANZOLA DAL CONTINENTE AmERICANO Di - Marta Migliardi Quindi si può dire che una volta andati alla scoperta dell’ America ve ne siete tornati felicemente in Europa… «Più che dell’america, che è molto grande parlerei di new York e boston. Ci hanno detto che nella parte ovest e nel sud i ritmi sono completamente diversi e più blandi. e’ stata dura confrontarsi con una città come new York dove ci sono dei ritmi serrati. noi siamo abbastanza tranquilli nei ritmi…» Vi ha accompagnato anche il vostro produttore, Gaber ( Gabriele D’Amora, Soerba)… «Lui è stato quello che ha lavorato di più a new York! Probabilmente se lui non ci fosse stato ci saremmo persi in qualche posto…lasciati morire lì, di stenti al primo incrocio ( ndr ride) ». Avete girato a New York il vostro ultimo video, Luche Libre. Avete anche contribuito all’idea e alla sceneggiatura del video? «Per quanto riguarda la realizzazione del video noi non abbiamo dato alcun contributo se non quello di presenziare cantando in play back! e’ tutto un’idea del regista, Filippo Conz coadiuvato da gaber. il video è molto figo! girato in due session: la prima con noi, la seconda in un altro momento, ad ottobre, con dei wrestler professionisti. i tempi si sono dilatati un po’ perché è stato difficile far combaciare gli impegni di tutti: dalla nostra presenza, al noleggio del ring… Per noi, alla fine, è stata una sorpresa e ci siamo visti il prodotto finito, impacchettato e preciso! ».
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el Maggio 2010 avevamo intervistato questa anticonformista band brianzola composta da Andrea Caristo, Leonardo Sergun, Stefano Tangorra, e Demis Tripodi. abbiamo rincontrato l’irriverente Demis, sguardo da furbo e animo gentile, che ci ha raccontato la loro esperienza americana. Ci fa capire, senza tanti fronzoli, che l’america è bella, ma l’europa di più. Ci fa capire che, senza tanti fronzoli, ognuno fa il suo mestiere e i loro video sono fatti da creativi ed empatici professionisti ( come il loro ultimo, Luche Libre, realizzato proprio a new York per la regia di Filippo Conz, che conta già più di 10.000 visite su you tube). Ci fa capire che della tv, dei talent show e di quella roba lì non gli frega proprio niente, ma con rispetto per la musica
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commerciale. Ma c’è qualcosa, qualcosa che non gli ho domandato, di cui lui voleva dar risposta: quanto conta lo spread nella nostra vita? Avevate detto che volevate andare alla conquista dell’America, e così è stato. Com’è stata, allora, questa esperienza americana? «e’ stata molto divertente ed utile a livello di crescita all’interno del gruppo. Come esperienza è stato bello confrontarsi con una realtà, quella newyorkese, che è molto distante sia dalla nostra idea della stessa che dal nostro mondo. sono tutti molto educati a new York, forse anche troppo… a noi piacciono di più le situazioni un po’ più rancide, che abbiamo trovato nel nostro percorso europeo. a new York sono tutti simpatici e
disponibili, ma il massimo che fanno durante i live è scuotere la testa. e’ stato bello comunque confrontasi con i gruppi americani che suonano da paura». Com’è stata la reazione del pubblico newyorkese alla musica dei The Nuv? «Certamente positivo, anche se spesso rimanevano stupiti dal fatto che un gruppo di italiani suonasse musica simile alla loro. Là ci sono dei ritmi molto frenetici, le band suonano anche in due o tre posti diversi ogni sera..è un po’ una catena di montaggio della musica, quindi non sempre abbiamo avuto modo di scambiare opinioni con le altre band. Questa è forse la cosa che ci è piaciuta meno».
Parlaci un po’ del pezzo Luche Libre «Parla della lotta tra il bene e il male, ma non nella sua eccezione più astratta bensì a livello pratico. Parla di come si può reagire a certe situazioni con cose che ci sembrano farci bene ma poi non necessariamente lo fanno, al contrario fanno male…la frase del ritornello, per intenderci dice: M’ama non m’ama in questo caso fumerò marjuana! ». I vostri video hanno sempre immagini forti, è una scelta stilistica del gruppo o per attirare l’attenzione?
che hanno un loro valore. Loro ricercano musica commerciale e anche nella musica commerciale ci sono delle belle canzoni. il problema è trovare una certa qualità anche nel prodotto commerciale. Per i nuv non vedo però alcun altro percorso rispetto a quello che stiamo facendo. noi non siamo adatti a quelle cose, ne sappiamo fare altre, quindi non ci lamentiamo che a X Factor non diano spazio a band alternative, noi ci lamentiamo ( ma ce ne freghiamo anche) del fatto che non ci siano altri canali per poter mettersi in mostra. una cosa non esclude l’altra». Programmi futuri…..
«Per attirare l’attenzione servono molti soldi, di cui noi non disponiamo! tutti i nostri video sono stati fatti low budget. Le scelte sono sempre state fatte dai registi, anche nel video precedente Jennifer è stata una idea di Fabrizio trigali, io ho contribuito, quella volta, solo nella costruzione del set a livello pratico, proprio come artigiano… La cosa che ci fa piacere che le idee per i video siano scaturite dalla mente dei registri dopo aver ascoltato la nostra musica e conoscendoci come persone. non c’è nulla di premeditato e niente è fatto per scioccare … il fatto che Jennifer sia una suora non è stato fatto con nessun secondo fine di denuncia o altri sotterfugi: semplicemente le suore sono esseri umani.. »
«avremo una serie di date in zona in preparazione al tour europeo in belgio germania e olanda a Maggio, a settembre forse saremo ancora in germania…il tutto è un po’ spezzettato perché dobbiamo venire incontro alle esigenze di lavoro di tutti: non riusciamo ancora a campare di sola musica! o meglio viviamo di musica ma non nel senso monetario! »
Attualità: appena finito Sanremo, vinto da (2 su 3 ) cantanti lanciati dai talent show… cosa ne pensi di questo sistema, saresti disposto a fare i talent o preferisci continuare la strada del live e della gavetta?
«non me ne fotte un cazzo…»
«X Factor è bello, non lo farei mai, ma sono cose
C’è una domanda che non ti ho fatto a cui avresti voluto rispondere? «umm..cosa ne pensi dello spread? ». Cosa ne pensi dello spread? TT
Per contattare i Nuv: - www.thenuv.com - www.myspace.com/thenuvspace - facebook: the nuv (l’url è improponibile) - disco disponibile su iTunes
Franceschini Andrea salumeria, macelleria e gastronomia via pergolesi 8, 20900 Monza tel 039 2912913 | fax 039/384864
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ALTROVE
RACCONTI E CONSIGLI DI VIAGGIO
MALDIVE: P R O S P E T T I VA Di - Marta Migliardi
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lle Maldive si possono ammirare tutte le var ietà di blu possibili ed immaginabili, dal più scuro ed intenso al celeste che diviene quasi bianco. Macchie di verde o di bianche sabbie come piccole perle sparse nel mare, le Maldive sono composte da circa 1190 isole coralline, 26 atolli, ognuno for mato da piccole medie e grandi isolette, alcune prevalentemente sabbiose, altre con una vegetazione lussureggiante: solo 202 di queste sono abitate e la metà è, ad oggi, adibita a villaggi tur istici. a circa dieci ore di volo dall’italia, si apre questo scenar io le cui leggi naturali e le cui modalità logistiche di vita rendono unico ed incomparabile. il punto più alto registrato alle Maldive è di 8 metr i sopra il livello del mare, motivo per cui la natura difende queste isole dal vento e dall’azione delle onde con strutture coralline, gli atolli a for ma di anello, che si stagliano con le loro barr iere verso il profondo oceano indiano. gli stupendi e variegati fondali hanno reso le Maldive una delle destinazioni per subacquei e snor-
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kelisti più famosa al mondo nonché meta da sogno per tutti gli amanti del mare, il cui solo nome evoca immagini onir iche di relax. La vita mar ina fra la barr iera corallina, dalla superficie dell’oceano agli abissi più profondi, è, infatti, fra le più var iegate: pesci chirurgo, balestra, farfalla, pagliaccio, fino allo squalo balena lungo 14 metr i, e ai per icolosi pesci scor pioni. gli squali li potete incontrare lungo le pass oceaniche, cioè fra i canali che mettono in comunicazione la laguna con l’atollo. grazie a questa r icchezza di flora e fauna mar ina ( motivo per cui le Maldive vengono anche chiamate l’acquario di Allah), vi sono migliaia di siti di immersione, di diversa difficoltà e profondità, e anche per i meno esperti è spesso possibile osservare tantissimi pesci e coralli colorati indossando semplicemente una maschera a pochi metr i dalle spiagge dei resort. ogni albergo, comunque, dispone di centr i diving ed esperte guide. il surf è uno sport che, specialmente negli ultimi anni, sta prendendo sempre più
piede negli atolli maldiviani e oggi è lo sport acquatico più rapida crescita nel paese, specialmente nella stagione che va da apr ile ad ottobre. Due importanti date hanno segnato il destino di questo paese: il 1153, data in cui avvenne la conversione all’islam e il 1972 quando, a seguito della costituzione della seconda repubblica, venne creato il pr imo resort e con esso arr ivarono i pr imi tur isti che furono, per la precisione, 22 italiani. George Corbin, un viaggiatore italo-inglese, dopo aver sentito tessere le lodi di queste isole inesplorate durante un suo viaggio in sr i Lanka, decise di organizzare il 16 febbraio del 1972, un viaggio di dodici gior ni per questi fortunati pionier i italiani, prevalentemente fotografi e gior nalisti che, infine, rapiti dalla bellezza del luogo, scr issero e r itrassero queste isole con incanto e stupore, divulgandone, tramite articoli e reportage, la loro bellezza in tutto il mondo. a ben pensarci il tur ismo è affare piuttosto recente, ma,
ALTROVE
RACCONTI E CONSIGLI DI VIAGGIO
come si evince dai racconti di chi è stato alle Maldive negli anni 80, in continua evoluzione: pare propr io che oggi vi siano tutte le comodità che all’inizio mancavano e rendevano la vacanza più spartana. oggi, non per niente, il tur ismo è l’attività pr incipale del paese, seguito dalla pesca. Malè è la capitale delle Maldive e, l’isola più popolata, che offre molte attrazioni: il Palazzo del Sultano,con il museo Nazionale, la Grande e l’Antica Moschea del Venerdì e i tipici mercatini della frutta e del pesce, non mancano anche tipici bar e r istoranti, r icordando sempre la tradizione islamica da r ispettare. Facendo un passo indietro nella nostra virtuale esplorazione di queste terre circondate dalle acque, ci si accorge dell’unicità del luogo sin dal finestr ino dell’oblò dell’aereo dove i color i e le isole ci appaiono in tutta la loro magnificenza, per non parlare dell’atterraggio dove sembra di planare direttamente sulle acque, salvo poi accorgersi che, miracolosamente, ci si è fer mati al limite della pista. Per arr ivare nei vostr i resort potrete muovervi con piccoli aerei ( per gli atolli più lontani)o speed boat ( motoscafi piuttosto veloci). in ogni caso noterete che la terra non è più l’elemento pr incipale: l’acqua è ovunque. Calma e placida negli atolli, più agitata nell’oceano, il blu vi circonderà ovunque, lasciandovi spesso immersi in r iflessioni profonde e spesso dimenticate: laddove la natura esulta, che sia il mare, l’oceano o una vasta giungla, non possiamo che inchinarci al nostro essere semplici e piccoli uomini. non possiamo far altro che arrenderci al fatto che non possiamo sempre avere il controllo di tutto. Personalmente mi ha lasciato questo sentimento di r idimensionamento il mio soggior no di sei mesi alle Maldive: ero solo un uomo, come tanti, in mezzo alla potenza delle acque, alla meraviglia della natura. anche il tempo si dilegua nelle calme notti, nei tramonti dai color i ac-
cesi. se da un lato il mio universo, dovendo vivere su un isola di 700 metr i, si era r istretto come un maglione infeltr ito, dall’altro i miei pensier i potevano navigare in ster minate acque. Chi, come me, ha lavorato in questi luoghi, avrà senz’altro avuto la fortuna di avere un contatto profondo anche con la popolazione maldiviana, educata, gentile, sensibile. i loro occhi guardano sempre lontano. Mi chiamavano “quella dell’altro mondo”, in realtà noi siamo tutti dell’altro mondo per loro, un mondo, il nostro che, per fortuna o meno male, la maggior parte di loro non visiterà mai. accadeva spesso di comunicare solo con gli sguardi e nient’altro. L’isola che sembrava quasi deserta, eccezion fatta dei tur isti che si godevano i loro meravigliosi bungalow sopra il mare, in realtà godeva di una seconda vita: quella di chi ci lavora, quella dall’altra parte del muro, quella composta da camer ier i, cuochi, receptionist. un altro mondo nel mondo degli altr i, scatole cinesi, di tenerezza e crudeltà, come la natura insegna, laddove la natura impera. io le ho vissute così, queste isole. Le ho r ispettate, amate, ho desiderato andar-
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mene e tor narvi. Ho fatto lunghi bagni e preso il sole, come il più nor male dei tur isti, ma mi sono sentita di r iflettere sul relativismo di questa prospettiva blu. TT
Cur iosità: per divorziare, i maldiviani, non devono ricorrere a lunghe e costose pratiche burocratiche ne avvalersi di avvocati: basta pronunciare tre volte di fila la frase Ti ripudio, e notificarla alle autorità, senza che vi siano successive indagini. Quasi quasi…
MALDIVE - Atollo di Male Sud
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VERDISSIMO
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A R I A D I P R I M AV E R A : è ora di piantarla!
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a primavera sta finalmente arrivando, le giornate si allungano ed il clima si fa progressivamente più mite: stare all’aperto ad occuparci dei nostri giardini e dei nostri balconi, superato il freddo pungente, comincia ad essere un grande piacere che ci regalerà impagabili attimi di relax quotidiano. ecco, dunque, come organizzare i lavori primaverili in armonia con lo svolgersi delle stagioni. L’inizio di marzo è l’ultimo momento utile per potare le piante del giardino ed il momento perfetto per ripulire aiuole e terrazzi dalle foglie e dalle erbacce secche in modo da preparare il terreno ed i vasi ad accogliere le nuove fioriture. Verso metà mese i pericoli di gelate sono oramai superati anche nella nostra zona, si può,
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quindi, iniziare anche con semine in piena ter- agli influssi della luna che, come prescrive la ra e trapianti, per godere di allegre e profumate tradizione contadina, influenza la crescita sana fioriture il prima possibile. Questo è anche il e vigorosa dei nostri germogli: per le piante di momento giusto, per chi ha la fortuna di avere cui si consuma la parte al di sopra del terreno, un giardino, di procedere ad infoltire il prato. come per i fiori, la luna deve essere crescente alcune piante si possono già seminare in pie- mentre per le piante di cui si consumano tuna terra, per altre è il caso di fornirsi di semen- beri o radici, la luna deve essere calante. zai, da tenere in luogo luminoso, in modo da insomma, è facile: frutti che crescono verso il creare un ambiente tiepido ed umido idoneo cielo luna crescente, frutti che calano verso la al loro sviluppo. Le nuove piantine andranno terra, luna calante! poi, a seconda dei casi, rinvasate in contenitori singoli oppure poste subito a dimora. se quanto detto è sicuramente prezioso per il giardiniere che abbia a che fare con un giardino, altrettanto utile può essere per chi voglia abbellire balconi e davanzali, magari senza rinunciare al piacere di un piccolo orto in vaso: per chi abita in condominio un vano scala luminoso e non riscalda- Semine (luna calante: dal 9 al Semine (luna crescente: dall’1 to può essere un luogo 21 marzo) al 7 marzo e dal 23 al 31) perfetto per ospitare il a dimora all’aperto: a dimora all’aperto: vostro semenzaio. aglio, cipolla bianca, patata, topiacetosa, bietola da orto, carota, non resta dunque che nambur. in semenzaio all’aperto: pisello, prezzemolo, ravanello, piantare i semini pres- cavolo cappuccio, cipolla colorata, santoreggia. cavolo cappuccio, celti, siano essi di fiori lattuga cappuccio cipolla colorata, lattuga cappuccio o di piante da orto ma in semenzaio in serra: sempre con occhio atanguria, basilico, cetriolo, tento al calendario e melanzane, melone, peperone,
Per vivere il benessere di 3 giorni di mare basta trascorrere 30 minuti in un piccolo ambiente dai grandi benefici
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pomodoro, zucca e zucchina.
www.clinicadelsalemonza.it
RACCONTIAMOCI
LIBRI, RACCONTI, SCRITTuRA E POESIA
RACCONTIAMOCI
LIBRI, RACCONTI, SCRITTuRA E POESIA
AVREI VOLUTE ESSERE PADRE Di - Adriana Colombo
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n questo numero incontriamo un’autrice monzese, Laura Marinaro, autrice di avrei voluto essere padre (editrice nuovi autori, settembre/ novembre 2011), libro che, nelle intenzioni dell’autrice, che vuole essere un monito, uno strumento di prevenzione ed educazione rispetto a un tema che sta diventando sempre di più di triste attualità. un tema che non sale alla ribalta delle cronache e che, talvolta, sembra non esistere mentre, in realtà, è alla base della nascita di un esercito di nuovi poveri che dallo stato e dalle istituzioni non vengono riconosciuti come tali: stiamo parlando dei padri separati. statistiche alla mano quasi l’80% de i padri separati, in numeri circa 3 milioni, non riesce ad arrivare a fine mese con quello che resta del proprio stipendio, tolti assegno di mantenimento e mutuo, che spesso continuano a pagare pur non vivendo più in quella casa (Fonte: eurispes). secondo la Caritas, il 25% degli ospiti delle mense dei poveri sono proprio dei padri separati o divorziati. Ma oltre al dramma economico in cui spesso vertono, quello che più li affligge è il dramma emotivo perché, in molti casi, il loro ruolo si riduce a quello di “papà-bancomat” (ndr. Questa la definizione che dà tiberio timperi in un’intervista riportata nella prefazione a questo libro realizzata da Claudio Pollastri) in quanto, di fatto, vengono esclusi dalla vita dei propri figli. Da qui il titolo del libro: avrei voluto essere padre. Questo libro racconta cinque storie di vita reale, ovviamente romanzate per questioni di privacy, tra cui anche quella dell’autrice, che si mette a nudo e in gioco fino in fondo per questa causa in cui si impegna dal 2006 facendo come volontaria l’addetta stampa per l’associazione Figli Liberi. Figli Liberi è un’associazione fondata proprio da uno dei protagonisti delle storie del libro che già nel nome vuole sottolineare la centralità riconosciuta ai figli, le prime vittime nelle separazioni, troppo spesso messi da parte
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dei papà separati! Poi ho pensato di farne un libro, ho scelto alcune storie secondo me rappresentative ma, questa decisione è maturata anche grazie agli input che alcuni di loro mi hanno dato, nel senso che sono stati proprio loro a chiedermi di scriverlo, in qualità, diciamo così di portavoce. Poi, man mano che lo scrivevo è maturata in me l’idea di scrivere anche la mia di storia, perché ho avuto un percorso di riavvicinamento alla figura paterna e, anche grazie a quanto ho visto, sono stata in grado di rielaborare il rapporto padre-figlia».
in vortici di ripicche e vendette tra coniugi. i bambini hanno l’insindacabile diritto di avere e poter vivere l’amore di due genitori, anche quando questi non si amano più. incontriamo Laura Marinaro per conoscere più a fondo il suo lavoro e quello di questa associazione. Da cosa nasce la tua collaborazione con Figli Liberi? «È nata proprio attraverso il mio lavoro (ndr. Laura è giornalista collabora con il giornale e Libero), ho conosciuto questa associazione nel 2006 a Monza ed ho iniziato a scriverne. Ho visto subito che era un tema interessante e di cui non si è mai parlato abbastanza e ho capito che era importante parlarne un po’ di più. nel 2008 sono andata a roma al Daddy’s Pride e lì è emerso anche il tema della povertà
Prima di avvicinarti a questo mondo, anche per lavoro, avresti mai pensato da donna che potessero esistere situazioni di questo tipo? «no! sinceramente no, perché, diciamocela tutta, la cultura dagli anni ’70 in poi ha portato a fare emergere il problema della donna: violentata, maltrattata, ecc. non è che non sia vero che le donne si possano trovare in queste situazioni ma è altrettanto vero che mediaticamente l’uomo non ha avuto le medesime attenzioni. in famiglia cosa è successo? La donna spesso, non potendo conquistare posizioni di potere nella società lo ha fatto in famiglia: così in famiglia la figura del padre è cambiata. Poi ci sono anche situazioni limite che, purtroppo, non sono poco. in aggiunta mettiamoci anche l’aspetto economico, ti faccio un esempio parlando di me: se io, che sono precaria, dovessi separarmi, mi assicurerei uno stipendio fisso! e’ il tribunale che mi permetterebbe di averlo anche se la legge 54/2006 sull’affidamento condiviso parla di “mantenimento diretto” il che vorrebbe dire: quando il bambino è con me pago io, quando è con te paghi tu. La sussistenza dell’assegno di mantenimento sta creando sempre nuovi poveri e, soprattutto, un bambino non costa 500 euro al mese! i tribunali, non voglio dire che siano mammocentrici, ma in italia, purtroppo, tendono a dare quasi sempre ragione alle
donne anche per una questione culturale». raccontaci delle tue associazioni? «Quelle che seguo io sono due ma ne esistono tantissime, io seguo: Figli Liberi e Papà separati Lombardia ma, non ne fanno parte solo padri, ci sono anche delle madri, nonni e le compagne dei papà separati. Come spiego in una delle storie uno dei protagonisti è il fondatore di una di queste associazioni. Lui racconta come sia riemerso dal dolore grazie anche all’associazionismo: prima c’è stata la fase del dolore totale e poi la fase della fattività, del fare qualcosa. Le associazioni funzionano, in primis, come centro di ascolto, di autoaiuto, per un papà che si ritrova nel turbinio della separazione. Le statistiche dicono che nel 75% dei casi sono le donne che decidono di separarsi e quasi sempre sono anche le prime a rifarsi una vita, l’associazione può essere un modo per farlo sentire meno solo, fargli capire cosa sta succedendo, cosa potrebbe succedere, come tamponare al meglio le possibili situazioni di conflitto. Con noi collaborano gratuitamente avvocati e psicologi. Le associazioni servono anche per farsi sentire, per esempio: abbiamo organizzato un convegno sul tema della casa una casa per papà, perché spesso dopo la separazione i papà restano senza ma non possono accedere alle case popolari, non rientrano nelle categorie isee. al convegno era presente un dirigente dell’aler Lombardia che ha, poi, comunicato la notizia che l’aler ha messo a disposizione delle case anche ai genitori separati facendoli rientrare tra gli aventi diritto». Perché il tema della casa è così fondamentale? «Perché la casa non è la casa per il papà ma la casa per il bambino, come dice la legge 54/2006 sull’affido condiviso: il bambino deve avere un luogo dove potere ricostruire l’affetto anche con il genitore non collocatario: un luogo degno! basta con i papà costretti a portare i figli in giro al freddo e al gelo o per ristoranti». TT
Inviata dal nostro lettore Carletto Bianchi. se non sapete il dialetto la traduzione su: www.trantran.net
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DONN LUMBARD
Èmm fa propi bèn Tino e mì, amis tò da bagaj, a scriv ‘na quej poesia pej nost bèj tusanètt ed i donn fort Lumbard, che urguglius viagian in bicicleta, … gònn prufümàa ai arj e camisett leger, pienn de belèza. - Vann sui stradett di strad sperdü in di prà ed in periferia … per nà in di fœù no tropp luntan de cà, vütà i parènt paysan ... … segund quel che gh’è in tera de sumenà, piantà, régœj d’està, fin a l’autœùn … d’üga e patati. - Opür pedalan pian ‘n di vii del Centro, di part de Via Lurèt invéra sera, tœu ‘l lat de cà , divertìss e pasegià , o fa la spesa del lunedì al Mercà. … E resten Vera ... anca senza i “ poètta “ che a l’umbra di murón, o suta i portich … … s’inventan …o dentar i Cafè. - Luur cüran ‘n di cûrt bagaj e vècc … senza badante, ma fra visén de cà … - O viagian svelt avantindré di Fabrich, quand che l’è l’ura ... ed i sirèn d’avìs, ‘n quart d’ura prima, visén ai caminòn fischian ‘n di àrj, vüna divers de l’altra e ciamen al laurà ... … cumè i campan de Gésa sègnan la Messa o l’Angelus ‘n di prà ... … chè … al mè Paes Brianza gh’è mè dü Religion : - Vüüna l’è quela del noster Bón Signur - l’ Altra l’è invece laurà in propri in butega, opür suta padron …
Süi punt, in di campagn, de fianch di strad, tra i cà scùran in fila indiana i finestritt di treni inlüminàa . … in Quej che la matina viagian indurmentà per nà prest a Milan da tütt la Lombardia a laurà e stüdià. Però in di uur … che gemò ciar l’è ‘l dì , sül trenu in galeria Munza – Lisôn - poichè pizzan no i ciar per risparmià tra i murusìtt de scola un quej basén de sfróos ghé scapa e de fresca passion . Opür ciàpan quel tram ciamà “ Gibuti “ che bianch el viagia tra Seregn e Munscia : … scrizzan i rœud süi cürvi, rudètt di perteghètt perden ul fil … ma ‘l Cuntrulur el salta in strada giù dal tram , e cun destrezza el tira la curdeta e la rimètt al pass . Ma quand se slarga i arj al mes de Magg, - l’è ‘l mes de la Madona la sera dopu scèna per miracul, tusan e tusanett vann tütt in Gesa … e in di viètt, apèna vegnì foeura, se sparg inturnu prufüm de primavera : ... murùs, quasi murùs … se parlen un pó de nascundòn di Sò de cà. Sì … èmm fa propi bèn Tino, “ poeti de l’Istant “, Ti mort a cinquant’an e mì rivà ai setanta, a regurdas di nost donn e i tusann che amò sbarlüscen de gioia e de belèza ... giovinezza de coeur .
Carletto Bianchi - Lissone I fest dì donn
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I SEGRETI DELLO CHEF
RICETTE E TRuCChI IN CuCINA
NON SOLO MONZA
PAESI, PAESINI, CITTà DI mONZA E BRIANZA
N AT I P E R C O R R E R E :
è iniziato il conto alla rovescia verso la Cento Chilometri di Seregno 2012
PESCHERIA IL PORTO DEL MARE Pes ce fres co , p ia tti p ro n ti e fr i gg i to r ia
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a bella stagione, finalmente, si avvicina. Molti di noi, come sempre accade, avranno accumulato qualche chilo in più durante il rigido inverno. e’ tempo di rimettersi in forma, senza però rinunciare al gusto della buona tavola e della buona cucina ma prediligendo piatti a base di pesce. il pesce, infatti, è un alimento leggero ma gustoso e salutare. senza rinunciare al sapore, ci si può sbizzarrire in svariate ricette, sfiziose e di facile preparazione. ogni giorno, rocco e giovanni, scelgono il miglior pescato per voi al Mercato ittico di Milano, che, come tutti voi ben saprete, è il mercato ittico più grande in italia sia come quantità
(circa 25.000 tonnellate/anno) sia come qualità e freschezza dei prodotti commercializzati. Quindi qui, in Lombardia e in particolare al
Calamari ripieni alle olive. Lavate e sbollentate i pomodori, eliminate la pelle, i semi e l’acqua di vegetazione, quindi tagliateli a pezzetti. sbucciate, lavate e tritate aglio, cipolla e capperi e snocciolate e tritate le olive. tritate anche il prezzemolo. una volta staccati i tentacoli dei calamari, tritateli e raccoglieteli in una terrina con il pangrattato, poco prezzemolo, aglio, olive, capperi sale e pepe.
Farcite i calamari con il composto e richiudeteli con uno stecchino. in un tegame con olio e cipolla, cuocete i pomodorini per 10 minuti a recipiente coperto. salate e pepate e poi unite i calamari e continuate la cottura per 20 minuti. a cottura ultimata cospargete la preparazione con il prezzemolo rimasto e servite i calamari con il loro sugo. buon appetito!
Porto di Mare di Monza, grazie all’esperienza e alla cura nella scelta del pesce potrete sempre godere del sapore e della freschezza del miglior pesce d’italia. oggi, rocco e giovanni, i titolari della Pescheria il Porto del Mare, in via Cavallotti, 91 ci propongono la ricetta dei calamari ripieni alle olive. ricordiamoci anche che, se non abbiamo tempo, la Pescheria il Porto del Mare offre una vasta gamma di gastronomia marinara già cotta e che, previa prenotazione, è anche possibile farsi recapitare a domicilio e su prenotazione i vostri piatti preferiti a base di pesce: direttamente a casa vostra all’ora di cena! Pescheria Il Porto del Mare via F. Cavallotti, 91 angolo via Cengio, Monza (MB) Per prenotazioni prodotti ittici crudi o cotti: 039-2720443 Servizio di consegna GRATUITO a domicilio in Monza e comuni limitrofi. Cercaci anche su facebook Il Porto del Mare Pescheria & Friggitoria !
Ingredienti per 4 persone 600gr di calamari 50gr di olive nere 300gr di pomodori 10gr di pangrattato 1 spicchio d’aglio 1 cucchiaio di capperi 1 cipolla 1 ciuffo di prezzemolo 4 cucchiai di olio d’oliva extravergine Sale e pepe a piacimento
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PRESEnTa qUESTo CoUPon aLLa CaSSa: aVRaI DIRITTo aL 10% DI SConTo SULLa TUa SPESa!* * Sconto valido per un minimo di spesa di € 30,00
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Quel giorno, non so proprio perché decisi di andare a correre un po’, perciò corsi fino alla fine della strada, e una volta lì pensai di correre fino la fine della città, e una volta lì pensai di correre attraverso la contea di Greenbow. Poi mi dissi, visto che sono arrivato fino a qui tanto vale correre attraverso il bellissimo stato dell’ Alabama, e cosi feci. Corsi attraverso tutta l’Alabama, e non so perché continuai ad andare. Corsi fino all’oceano e, una volta lì mi dissi, visto che sono arrivato fino a qui tanto vale girarmi e continuare a correre. (Forrest Gump)
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uando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare, anzi a correre, e il comune di seregno neanche quest’anno si tirerà indietro. La cittadina brianzola sarà, infatti, protagonista della Cento Chilometri che il prossimo 22 aprile assegnerà i titoli individuali e a squadre per nazioni di campione del mondo ed europeo di ultramaratona . il count down è ufficialmente in occasione della convocazione degli stati generali del turismo della provincia di Monza-brianza presso la Villa reale di Monza svoltasi a metà febbraio. La prossima edizione dell’ultramaratona è così stata annunciata direttamente dal sindaco di seregno giacinto Mariani: «La cento chilometri in brianza è un’esperienza straordinaria – ha dichiarato nel suo intervento a Monza - capace di unire, in un mix inedito, sport e cultura: la presenza di centinaia di atleti provenienti da oltre quaranta nazioni potrà, infatti, essere un importante traino per lo sviluppo del nostro territorio, per far conoscere da vicino a squadre e spettatori le strade e i luoghi della nostra terra in un percorso che si snoda tra il verde e alcuni centri cittadini».
A.S.D. Marciacaratesi e con il patronato di IAU -International Association of Ultrarunners-, IAAF Athletics -International Association of Athletics Federations-, WMA -World Masters Athletics-, CONI – Comitato Regionale Lombardia, FIDAL -Federazione Italiana di Atletica Leggerae IUTA -Associazione Italiana Ultramaratona & Trail-) si svolgerà lungo un circuito stradale di venti chilometri da percorrere cinque volte che attraverserà le vie del centro di Seregno e i territori dei comuni di Cabiate, Carate Brianza, Verano Brianza e Giussano.
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”
La Cento Chilometri di Seregno (organizzata da Comune di Seregno in collaborazione con
30 gennaio 2012 10.27.48
saranno, tuttavia, i podisti non professionisti i veri protagonisti della corsa del 22 aprile. si prevede che gli iscritti alla mezza maratona, che partirà alle ore 9.00 per un percorso di 21,097 saranno circa 800. Ma il 22 aprile non mancherà anche uno spazio dedicato alle famiglie con la Straseregno mondiale, una camminata non competitiva di sei o dodici chilometri che si svolgerà sul territorio di seregno con partenza subito dopo le gare mondiali. TT
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BRIGANTIA
STORIA ED ESCuRSIONI NEL NOSTRO TERRITORIO
STORIA ED ESCuRSIONI NEL NOSTRO TERRITORIO
«Altro obiettivo – prosegue Matteo Vitali, consigliere delegato all’Educazione ambientale – è promuovere un reale riavvicinamento tra uomo e natura, finalizzato alla riscoperta e alla fruizione delle bellezze del nostro territorio».
ambientali, come l’antico mulino di baggero, il lago di alserio e il bosco della buerga. 2. interessante è anche il percorso tra Inverigo, Lurago e Lambrugo. C’è il santuario di santa Maria della noce, il lido di Moiana e la camminata a lago attorno a Pusiano.
Tre nuovi percorsi lungo le vie del Parco In questo numero Trantran, approfittando dell’arrivo della primavera, si è messa in contatto con gli uffici del Parco Regionale della Valle del Lambro, per mettervi al corrente delle varie novità che riguardano sia le manifestazioni che i percorsi. Tutte informazioni utili per poter organizzare le vostre giornate primaverili, all’insegna della natura ma anche dell’arte e della storia.
T RA S T O R I A E NAT U RA ALLA SCOPERTA DEL PARCO A
partire dal 18 marzo al via la tradizionale manifestazione che permette di conoscere i punti più suggestivi della Valle del Lambro
triuggio - sarà il «re della notte» il protagonista della nuova edizione di Dentro il Parco. al pipistrello, scelto dall’Onu come animale simbolo del 2012, in primavera sarà dedicata un’intera mostra. sarà questo il momento simbolicamente più importante della manifestazione, inventata dal Parco Regionale della Valle del Lambro, per avvicinare le famiglie, i bambini e i giovani ai gioielli, naturali e storici, del suo patrimonio culturale. natura - tra gli appuntamenti naturalistici più amati ci sono senza dubbio le serate con le lucciole e quelle di ascolto delle voci dei rapaci notturni. non di rado i bambini hanno per la prima volta in questa occasione la possibilità di scoprire queste creature tanto affascinanti. numerosi sono poi gli itinerari dedicati alle oasi naturalistiche più pregiate
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del Parco, come la Valle del rio Pegorino, il bosco della buerga, il bosco del Chignolo e il lago di Pusiano.
“La natura
non fa nulla di inutile Aristotele
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(384-322 a.C.), filosofo greco. Arte e storia - Da qualche anno uno spazio sempre maggiore hanno anche gli itinerari dedicati più specificamente al patrimonio ar-
Viaggiare «cullati» dal web per gli spazi naturali del Parco regionale del Lambro sarà sempre più facile. e l’esperienza sempre più ricca. ora www.levidedelparco.it - il sito di e-touring dell’ente - si arricchisce di tre nuovi percorsi. tre itinerari inediti che – come per gli altri sei già installati nei mesi scorsi – sarà possibile utilizzare in modo multimediale. stampando gli itinerari e utilizzandoli come una classica cartina, oppure scaricandoli e installandoli nel proprio navigatore satellitare, montato sulla mountain bike.
BRIGANTIA
Le tre nuove tappe – i tre nuovi percorsi accompagnano il turista lungo tre mete tra le più attraenti del Parco naturale. 1. Costa Masnaga-Bevera-MoianaRogeno – si potrà visitare due parchi comunali, quello di brenno e quello della bevera, dai quali si diramano idealmente quattro percorsi: a nord verso il Lago di Pusiano, a sud ovest verso il Lambro e nord est verso la superstrada. si tratta di luoghi costellati di tesori d’arte e
3. L’ultima novità – nella brianza monzese - è l’itinerario delle nobili dimore, che permette di incrociare ville di grande valenza storico-architettonica come di Villa borromeo d’adda, Villa san Martino, Villa Mirabello. Per ogni percorso viene indicato un itinerario e i mezzi più opportuni per giungere in loco e poi per spostarsi. e’ anche offerto un sintetico profilo di ogni singolo monumento o attrazione ambientale. C’è infine un corredo fotografico con indicazioni sulle difficoltà del percorso. TT
tistico. Da segnalare in particolare il classico appuntamento con la basilica e il battistero di agliate e le cascine del Parco di Monza. Di particolare impatto sono poi, a inverigo, la rotonda, il santuario di santa Maria del noce e il castello Crivelli. Sotto l’ala delle Gev - Come sempre a guidare, passo dopo passo, i visitatori saranno le guardie ecologiche Volontarie, che porteranno, insieme alle loro divise verdi, anche il loro bagaglio di passione e di esperienza. Per maggiori informazioni è possibile contattare l’ufficio educazione ambientale (telefono: 0362-970961-2 e-mail: michela.zanonepoma@parcovallelambro. it). si veda il programma completo su www.parcovallelambro.it «Lo scopo di questa iniziativa – spiega il presidente del Parco Regionale della Valle del Lambro, Alfredo Viganò – è quello di diffondere a un pubblico sempre più vasto i valori del Parco. In particolare, la tutela del patrimonio verde».
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PSICOLOGIA OGGI
LA NOSTRA ESPERTA RISPONDE
Gestione dello stress e del panico:
il nuovo metodo computer izzato che aiuta ad affrontare i sintomi
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REALITY
VENTI DOmANDE PER VEDERE LA BRIANZA CON GLI OCChI DEI BRIANZOLI
Nome: Simone Età: 28 Dove sei nato? Monza
Nome: Alessandra Età: 37 Dove sei nato? Besana in Brianza
Come possiamo gestire queste emozioni che entilissima dott.ssa Convertino, mi Dove vivi? Dove vivi? si ripercuotono sul nostro corpo e scatenano chiamo Giovanni, ho 46 anni e circa Monza Renate l’attacco di panico? un mese e mezzo fa ho cominciato ad avere Vivi da solo o con la famiglia? Vivi da solo o con la famiglia? attacchi di ansia improvvisi. La prima Famiglia Vivo con il mio compagno e due ognuno di noi può trovarsi in situazioni volta è successo durante la notte: faticavo gatte ed ambienti che inviano stimoli e richieste a prendere sonno e all’improvviso il cuore percepiti come eccessivi, e a cui spesso ha cominciato a battermi all’impazzata, Destra o sinistra? Destra o sinistra? abbiamo difficoltà a dire di no. L’ansia, lo stress non riuscivo a respirare, sudavo e mi Tutti a casa Sinistra e gli attacchi di panico possono rappresentare sentivo molto debole, come se non avessi Che lavoro fai? Che lavoro fai? un segnale di questo bisogno più profondo più il controllo del mio corpo. Dopo Barista Lavoro in un bar-tabacchi dove mi occupo anche di lotto e e vanno per questo immediatamente presi questo episodio ho fatto diversi controlli superenalotto. in considerazione, rivolgendosi ad uno medici (pressione, elettrocardiogramma) specialista che, attraverso un percorso di dai quali però non è risultata alcuna Cosa ti piace di Monza e della Brianza? Cosa ti piace di Monza e della Brianza? diagnosi e conoscenza, può portare ad anomalia. Così, informandomi e Monza è molto tranquilla, però quasi morta. A ricordare gli anni pasTrovo che sia una isoletta con ancora un po’ di verde e identificare con precisione la sintomatologia, parlandone con amici, i quali avevano Psicologa psicoterapeuta, da 26 anni tratta sati sembra quasi che si sta estinguendo la vita…dove sono i giovani?? tranquillità dalla quale puoi raggiungere in poco tempo mare, monti, disturbi d’ansia, depressione e attacchi di panico individuare le fonti di stress interne ed esterne vissuto situazioni analoghe, ho capito che La Brianza? Se ci vado è per mangiare e basta laghi o grandi città... ad essa legate, riconoscere e sviluppare le poteva essersi trattato di un attacco di Associazione di idee. se ti dico verde... Associazione di idee. se ti dico verde... proprie risorse interne, scardinare i processi panico, probabilmente dovuto al forte Prato, calcio, vita Prato automatici negativi attuali e favorire stress del momento. Infatti, sono in crisi c’è qualcosa che non va. Che cosa Gentilissima dott.ssa Convertino, indicazioni per trasformare questi l’emergere ed il rafforzamento di processi con mia moglie e stiamo pensando alla cena cena accade? Ognuno di noi Abbuffata. vive inPoi….caffé un blocchi. positivi ed adattivi. separazione, il lavoro richiede sempre sono Debora, ho 32 anni e scrivo per Buon cibo e buona compagnia una tecnica certo molto ambiente all’avanguardia,ed è bombardato da più tempo e sforzi, ed essendo spesso chiedere aiuto. Da qualche mese ho Diagnosi significa identificare con Tu vai qualche volta al parco? Tu vai qualche volta al parco? integrata al percorso diagnostico, è un lontano da casa non mi sento un padre Quando posso sempre numerosi stimoli e richieste. Può una forte difficoltà ad uscire di casa, precisione i sintomi e i motivi del Purtroppo non spesso metodo computerizzato che consiste in un presente per i miei due figli. A distanza apparecchio di feedback, in grado di fornire di un mese dal primo attacco di panico ad andare al lavoro, mi sento sempre accadere che il nostro Io non abbia a disagio, attraverso un percorso di Chi è Dario Allevi? Chi è Dario Allevi? informazioni per gestire le emozioni che se ne è ripresentato un secondo e poi un Una persona Il Presidente della Provincia di Monza e Brianza disposizione delle strategie idonee stanca e mi manca la voglia di fare conoscenza. generano stress a livello corporeo. Questa terzo proprio stanotte. Ho la sensazione far fronte a queste richieste degli qualsiasi attività. Nonostante cerchi Dai un voto a Monza e alla brianza tecnologia miraper a favorire lo sviluppo di stare per soffocare, paura di morire, Dai un voto a Monza e alla brianza 6 1/2 Nel complesso direi sufficiente dell’equilibrio personale, dell’energia e del ho forte mal di stomaco e vomito. Adesso di riposare ho spesso sonno e perdo altri, della famiglia, del lavoro. A Come si può uscire dai blocchi benessere generale e si basa sul concetto ho il terrore che possa ricapitare da Trasporti Trasporti questo punto nostro corpo reagisce concentrazione facilmente, die coherence breakthrough: negativi e guarire? coerenzail tra un momento all’altro, anche fuorila 6 1/2 Insufficiente. Si è obbligati a spostarsi in auto perchè i mezzi corpo-mente-sistema autonomo, casa. Come posso affrontare questaquesto rende difficile svolgere le mie e nervoso sviluppa dei sintomi. Una Ognuno di noi si può trovare a gestire pubblici non sono efficienti che porta benefici a livello mentale, situazione? situazione di questo genere, normali attività quotidiane. aver situazioni complesse e può Commercio emotivo e fisico. attraverso esercizi di E cosa fare nel momento in cui si verifica Commercio Troppi…tanta prolungata nel tempo, può creare scelta, i poco guadagno Al lavoro sono sottoposta ad orari bisogno di intraprendere un percorso Parlano di ‘operosa’ Brianza... vale anche per il commercio? respirazione consapevole si produce l’attacco per cercare di tranquillizzarmi? un effetto di rilassamento e benessere Per favore mi aiuti, voglio liberarmi dapesanti e ritmi frenetici, e il clima presupposti per una depressione. Nella vita è se non a Monza e Brianza dove vorresti vivere? se non a Monza e Brianza dovedi vorrestipsicoterapia. vivere? immediato, favorendo una maggiore quest’ansia e temo che, se non intervengo Più vicino possibile ai miei amici,importante genitori e cuore… darsi Isoletta greca Laprofonda depressione chestordimento, si respira all’interno l’opportunità di nell’individuo. e l’ansia spesso sudorazione, senso di dell’ufficio vertigini, coerenza e sicurezza al più presto, la mia situazione possa La coerenza è fondamentale per il nostro dispnea, tremori, paura ulteriormente peggiorare. determinano comportamenti è pianto, competitivo. Tuttadi perdere questa intraprendere un percorso per capire Esprimi un desiderio.
PSICOLOGIA OGGI
La nostra esperta risponde
Sentirsi depressi: esiste un metodo
per trasformare i sintomi in opportunità?
“
Raggiungere l’equilibrio personale attraverso il nuovo metodo computerizzato, che permette di accumulare energie positive per affrontare la vita quotidiana e sentirsi sicuri di sè
“
Esprimi un desiderio.
il controllo e di morire. tutti questi sintomi benessere perché aumenta l’energia vitale, Luciano Ligabue canta “...per un desiderio che esprimi te ne Stare bene e vivere senza pensieri.come Avere unasuperare figlia, un figlioi dalla mia automatici negativi, come evitare situazione mi crea spesso ansia e mi propri blocchi e sono dei segnali che dicono aLt! Fermati, c’è e lo sviluppo intenzionale della coerenza, rimangono fuori altri cento...” Distinti saluti. G. principessa (magari tra un po’)! ambienti ritrovo a chepiangere per nulla. Ogni sperimentare nuove strategie, allo o non riuscire più attraverso un sistema efficace o di persone, esercizi, qualcosa non va. Metropolitana a Monza: favorevole o contrario? Metropolitana a Monza: favorevole o contrario? infatti lei sento sta vivendo un familiare e permette giorno diambiente peggiorare e di condurre uno stile di vita sereno e favorevole favorevolissimo gentile giovanni, ha fatto molto bene a di lavoro composto di stimoli estremamente soddisfacente. Le consiglio, gentile giovanni, aumenta dentro di me il senso di scrivermi per conoscere meglio cosa le sta stressanti, e a volte ognuno di noi può voler di intervenire il prima possibile affidandosi Dimmi un proverbio ad un esperto, in modo da eliminare i suoi gestire leesituazioni emotivedi spontaneamente. succedendo. sfiducia mancanza autostima. Mi Mio nonno, dopo aver snocciolato un sacco di proverbi Dimmi un proverbio Dalla descrizione dei suoi sintomi è possibile Ma non sempre questo modo è efficace, sintomi e potenziare tutte le sue risorse, concludevasempre con: “Ma ricordati che quand la Grigna la gh’ha ‘l sento costantemente inadeguata ed Nella botte piccola c’è il vino buono cappell, ò ‘l fa brutt ò ‘l fa bell” parlare di attacchi di panico, che si presentano in quanto le emozioni possono prendere il trovando così un nuovo equilibrio nella vita e inferiore agli altri. nelle relazioni. sopravvento. come condizione di paura e disagio intensi, Dì qualcosa ai nostri lettori con molteplici manifestazioni: palpitazioni, Ho perso anche molto peso a causa Vorrei fare un’altra citazione, questa volta da una canzone dei Dì qualcosa ai nostri lettori Mercanti di Liquore “Paese significa storia e storia significa lingua, di uno scarso appetito e le persone Non aspettate domani, agite adesso! impara la tua direzione da gente che non ti somiglia...” che mi vogliono bene incominciano a scopo di affrontare, in maniera a svolgere attività quotidiane, oppure Per chi volesse contattare la dottoressa Ornella Convertino: mostrare segni di preoccupazione. efficace e con uno spirito emotivo ridurre i contatti e le relazioni SEDE: Monza-Lissone | Tel: 039.2301179 | ornella.convertino@libero.it | www.studio-convertino-pellegrini.it 27 Da una parte sento che la speranza positivo, le relazioni affettive e amicali, così da sentirsi sempre più
“Tutti possiedono le RISORSE per
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migliorare e sciogliere i propri blocchi.”
IN CUCCIA
DuE ChIACChIERE A QuATTRO ZAmPE
EX- CO M BAT T E N T I :
D I M E N T I CA R E L’ O R RO R E D E L PASSATO Di Gabriella in collaborazione con ENPA sez. Monza e Brianza
La piaga dei combattimenti tra cani è un orrore che dilaga, un giro d’affari vertiginoso collegato alle scommesse clandestine che arricchisce mafie e malavitosi. Allevati nella violenza per la violenza, torturati nella mente e nel fisico, drogati e infine scatenati l’uno contro l’altro a sbranarsi, migliaia di cani muoiono così. Vengono scelti tra le razze con caratteristiche particolari e maggior potenza mascellare: pit bull, rottweiler, dogo argentini, ma anche incroci prodotti ad hoc, addestrati nelle maniere più crudeli: lasciati senza cibo al buio, sospesi nel vuoto appesi a un pneumatico…. Ne fanno le spese anche i cani non fisicamente idonei al combattimento, più piccoli e deboli, rubati ai proprietari e usati per allenare i campioni. Sono pochi i cani che riescono a uscire dall’inferno dei combattimenti: tanti, quando non servono più, vengono eliminati, altri vengono gettati come rifiuti. Un cane da combattimento può “cambiare vita”? È bene precisare che non esistono “razze killer”, è solo il violento addestramento cui è sottoposto che trasforma un cane in un animale capace di lottare con un altro con feroce determinazione. un cane da combattimento rappresenta nell’immaginario collettivo il peggio del peggio, un animale assetato di sangue e quindi assolutamente pericoloso per l’uomo. in realtà nel caso dei cani combattenti, l’aggressività viene canalizzata nei confronti dei propri simili, non dell’uomo. Proprio per questo un cane ex-combattente può essere riabilitato, con un percorso difficile ma non impossibile, e una terapia comportamentale condotta solo da persone veramente esperte. alcune associazioni, come l’ENPA (ente nazionale Protezione animali) e la LAV (Lega anti Vivisezione), hanno programmi per la riabilitazione di cani da combattimento sequestrati dalle forze dell’ordine.
Il progetto ENPA Il Centro Comunicazione e Sviluppo dell’enPa promuove un progetto di rieducazione per pitbull ex combattenti, finanziato interamente dall’adozione a distanza. Lo scopo è di
rendere questi cani idonei a un loro inserimento nella vita sociale e relazionale all’interno di una famiglia e comunque migliorarne le condizioni di benessere presso il rifugio. nella foto vedete Enrichetta, cane ex combattente, insieme alla rieducatrice Giusy. e’ un obiettivo raggiungibile, grazie a uno staff professionalmente qualificato che lavora presso il centro di riabilitazione in Piemonte. un aiuto fatto di amore, ma anche di studio e ricerca, perché ridare una vita a un cane diventi sempre più realizzabile e sicuro. Dal 2002 a oggi sono parecchi i cani che, dopo aver terminato un positivo ciclo di rieducazione, sono stati affidati a famiglie selezionate tra le numerose che avevano dato disponibilità ad accoglierli, e con le quali ENPA mantiene i contatti nel tempo. Per tutte le informazioni sul progetto, consultate il sito www.comunicazionesviluppoenpa.org > Adozioni a distanza. TT
Per ogni criminale che trasforma i cani in belve da combattimento, ci sono persone che le fanno tornare cani.
SALVATE DAL MOTORE DI UN’AUTO, EMILIA E FLAMINIA ORA CERCANO CASA
«Siamo due sorelline e siamo così paurose e riservate che non volevamo nemmeno rilasciare questa nostra breve presentazione. È stata Milena ad insistere, la nostra “mamma adottiva” che, oltre ad ospitarci a casa sua (si chiama “Asilo dei Cuccioli”), è anche la volontaria ENPA che quella notte di ottobre si è mezza congelata pur di non abbandonarci a un destino sicuramente crudele se non ci avesse estratto, dopo due ore di tenta tenta-
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tivi sempre più disperati, dal motore di un’auto a Gessate dove ci eravamo infilate e incastrate per bene, cercando un po’ di calduccio nelle prime notti in cui iniziava a fare freddo. Ora siamo due splendide micette di cinque mesi, sane, vaccinate (a breve sterilizzate) che però della dura legge della strada hanno conservato l’istinto ad essere schive e diffidenti e a nascondersi piuttosto che a cercare il contatto con le persone. Anche se la sera, sul letto e in tutta tranquillità, ci lasciamo andare e sappiamo fare tante di quelle fusa in cambio di un po’ di coccole che non potete immaginare… A casa di Milena (dove non possiamo restare per sempre, in quanto ci sono già tanti altri mici, ma soprattutto per poter lasciare posto a nuovi piccoli ospiti, la cui sopravvivenza è legata proprio
alla possibilità di trovare accoglienza temporanea in famiglia e in casa, piuttosto che in gabbia in Gattile) ci siamo inserite e ambientate, grazie alla pazienza, alla delicatezza e dolcezza che ci hanno riservato. E sono queste le “doti” richieste a chi rimarrà colpito dalla nostra storia e vorrà conoscerci meglio e magari adottarci (insieme, mi raccomando, perché separate ci sentiremmo davvero smarrite)». Info: per ulteriori informazioni su Emilia e Flaminia e altri nostri ospiti e indicazioni più precise sul carattere e sulla tipologia di adozione che per loro consideriamo ideale, vai sul sito www.enpamonza.it > Animali da adottare > Gatti > Gatti in gattile TT
IN CUCCIA
DuE ChIACChIERE A QuATTRO ZAmPE
IL CIGNO REALE SFRATTATO DALLA VILLA REALE! Di Gabriella in collaborazione con ENPA sez. Monza e Brianza
Tra i numerosi uccelli vittime del clima ostile di questo inverno polare c’è anche un bellissimo cigno reale. Il 30 gennaio, in seguito a una segnalazione giunta all’ENPA di Monza e Brianza tramite il comando dei Vigili del comune di Biassono, due volontari della Protezione Animali si sono recati in un campo situato a Biassono, in via Madonna delle Nevi, non lontano dal parco di Monza, dove fin dalla mattina era stata segnalata la presenza del cigno reale. L’animale, un giovane esemplare maschio, se ne stava accovacciato in mezzo al campo e all’avvicinarsi dei volontari ha cominciato lentamente a muoversi, ma è apparso subito in cattive condizioni, incapace di spiccare il volo e di tentare di sottrarsi alla cattura. i volontari dell’enPa lo hanno avvolto in una coperta e portato nell’idonea struttura situata sul retro del canile intercomunale di Monza dove, come ormai è noto, sono ospitati non solo cani e gatti ma una variegata tipologia di animali soccorsi sul territorio.
Durante il ricovero nella struttura di Vanzago, in attesa di rimettersi in forza, enPa ha cercato attraverso tutti i canali possibili di individuare il luogo di provenienza dell’animale, al fine di poterlo “riportare a casa” e rilasciarlo nel suo habitat di origine dove, presumibilmente, lo aspettava la sua compagna. Dopo varie segnalazioni di posti in cui vi-
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ORE
Teatro
vono dei cigni, ma dai quali nessuno segnalava la sparizione di uno di essi, è arrivata la telefonata che aspettavamo. una ragazza ci ha spiegato che da poco era sparito un giovane cigno dal laghetto della Villa reale, all’interno del parco di Monza. si trattava di un esemplare comparso qualche tempo prima e che il maschio dominante del laghetto respingeva continuamente. Con ogni probabilità (in assenza di anello o altro segno identificativo) si tratta dello stesso cigno trovato a biassono che alla fine si è dovuto al-
lontanare dal territorio dell’altro maschio. non riuscendo a trovare un altro posto dove vivere e nutrirsi, è finito stremato e affamato in quel campo dove per sua fortuna è stato soccorso dall’enPa di Monza. appena si sarà ripreso completamente, il Cras di Vanzago lo libererà in un lago più ampio dove possa trovare un proprio territorio e, magari, pure una compagna. noi glielo auguriamo….
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di Cabaret
ideato da
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Sabato 1012 20 o z r Ma 21,00
Messo al caldo e rifocillato, il giorno successivo il cigno è stato trasferito presso il Centro Recupero Animali selvatici (Cras) di Vanzago (Mi), gestito dal WWF. i responsabili del centro hanno riscontrato una certa magrezza nell’animale il quale, molto probabilmente, a causa del freddo intenso, non è riuscito ad alimentarsi a sufficienza. Un lieto fine dolce-amaro
Spettacolo
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TEATRO, muSICA ED EVENTI
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TEATRO, muSICA ED EVENTI
ANDREA GIOPS: IO NON SONO GIUSEPPE VERDI
Di - Elena Gorla
Foto di - Francesca Fawn Masperi con la mia famiglia, un luogo, dunque che mi evoca ricordi. in quel brano ho ritrovato raccontato con incanto il gusto ed il sapore di quei luoghi. naturalmente mi piacerebbe tantissimo cantarla con Lucio Dalla che ne è l’autore!». Parliamo di reality, esperienza televisiva e canora attraverso la quale tu sei passato. Pro e contro? «sicuramente positivo il fatto che in quel contesto ho avuto modo di conoscere e lavorare con Morgan. Quanto ai contro sicuramente c’è il fatto che il pubblico si abituata a vederti collegato ad un determinato format e, appena ne esci, perdi immediatamente la tua riconoscibilità. Ciò che proponi nella tua individualità artistica non viene più a corrispondere con le aspettative di quel determinato pubblico ed il fragore mediatico viene meno. tuttavia anche questo mi ha aiutato a capire la necessità e l’importanza di focalizzarsi sempre più sulla musica, per scrivere e proporre sempre più buona musica e belle canzoni, lavorando tanto, collaborando con altri, arrangiando. Purtroppo ho visto molte persone deprimersi sentendosi passare “dalle stelle alle stalle”, ma bisogna invece capire che ciò è dato solo dal venire meno della
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o non sono Giuseppe Verdi, è questo il titolo dell’album d’esordio di Andrea Giops. L’ex concorrente del talent show X Factor è ora al suo debutto discografico con un disco prodotto dall’etichetta Nuvole Production diretta da Dori Ghezzi e voluta da Fabrizio De André. un album d’esordio composto da 10 brani inediti, alcuni dal sapore più ironico ed amaro ed altri in cui la riflessione si fa più profonda e insieme sommessa. Lo abbiamo incontrato alla Fnac di Milano, in occasione dello show case di presentazione del suo disco, per fare quattro chiacchiere con lui partendo da X Factors, passando per Morgan fino al traguardo di casa De andrè. «Parlami del tuo album d’esordio, Io non sono Giuseppe Verdi, com’è nato questo lavoro e, ancor prima, com’è nato l’incontro con l’etichetta Nuvole Production e, dunque, con Dori Ghezzi? «io ho conosciuto Dori ghezzi grazie a Morgan che me l’ha presentata quando mi trovavo ad X Factor. Lei subito mi ha detto che aveva dei brani di un autore, Felice Facile Simone, che era un amico di vecchia data di Fabrizio De Andrè e che a suo
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avviso avevano il taglio giusto per me. Quando ho sentito quei pezzi ho subito deciso di lavorarci, perché erano molto belli con dei testi davvero interessanti. ero davvero entusiasta e dopo una settimana mi sono presentato da Dori con i provini. Fortunatamente è stata entusiasta anche lei!». Come avete definito il filo conduttore dei brani che compongono il disco? «Per questo mio primo lavoro ho preferito presentarmi principalmente in una veste di interprete, anche se poi ho lavorato molto agli arrangiamenti proprio nell’intento di dare un filo conduttore all’album. nel disco sono presenti brani dalle impostazioni musicali anche molto diverse fra loro ma che fanno comunque tutte parte del mio percorso musicale: io sono partito dal funk dei red Hot Chili Peppers, un disco che mi ha aperto la mente è stato Blood Sugar Sex Magik, quello è l’inizio del mio percorso musicale ma poi sono passato anche attraverso generi molto differenti, il reggae in primis ma anche tanto altro, quasi di tutto. io sono anche un collezionista di musica e da collezionista e patito ho raccolto e ascoltato davvero ogni cosa! io miei modelli, però, sono quasi tutti
cassa di risonanza televisiva, la musica è altro. il reality è stato uno stimolo in più, un occasione per conoscere anche un’altra faccia della realtà di questo mestiere. in quel momento mi sono sentito di partecipare perché stavo sperimentando varie strade, oggi che ho trovato una casa discografica che crede in me non tornerei a fare parte di quel meccanismo, è stata una fase della mia vita e come tale posso dire che mi è servita per crescere». Secondo te per quale motivo i reality sono spesso criticati dai musicisti? «Per diverse ragioni: qualcuno li critica perché è invidioso e vorrebbe partecipare ma resta escluso, qualcuno li critica perché il fulcro dell’attenzione viene spostato dalla musica alla spettacolarizzazione televisiva e questo crea ulteriori difficoltà per chi si impegna genuinamente in campo musicale, poi se ne parla male perché molti sostengono che facciano male alla musica ma credo che sia il fatto che non si vendono più dischi a fare male alla musica! in fondo i reality, come lo stesso sanremo, sono un’ancora di salvezza per le discografiche. Questo perché oggi è molto difficile arrivare alle persone, le radio ad esempio sono uno strumento davvero per pochi, spesso e volentieri
sempre per gli stessi! Dove è preclusa la vetrina radiofonica è normale ricercare quella televisiva. un altro percorso possibile, è quello dei live ma anche sotto questo aspetto le opportunità, oggi come oggi, sono sempre più rare e limitate: è un peccato perché la musica dal vivo dovrebbe essere la prima cosa!». Cosa ti aspetti da questo album? «Mi aspetto di farne un altro! Perché questo album è davvero un buon lavoro, è molto ricco, anche grazie ai tanti autori che hanno collaborato con me, come Felice simeone, Fabio Cinti e niccolò agliardi». TT
www.andreagiops.com
COsA C’ENTRA CON
?? LA BRIANZA:
scoperto e sostenuto nell’edizione del 2009 di X Factor, dal giudice Morgan (Marco Castoldi) nato in brianza a Muggiò e ora monzese doc
prevalentemente esteri, di musica italiana ne ho ascoltata sempre poca ma mi rendo conto che questo è sicuramente stato per me un limite. Mi sono aperto alla musica italiana relativamente tardi e, per onestà, per merito di Morgan che mi ha spinto in questa direzione e ad abbandonare i miei preconcetti ed approfondirne la conoscenza. grazie a lui ho scoperto cantautori come bruno Lauzi, Lucio Dalla, renato zero e tanti altri. in questo modo, partendo dalla musica degli anni ’60, sono arrivato a scoprire e riconoscermi in moltissimi autori italiani». Nel panorama italiano, quindi, con chi ti piacerebbe collaborare? «in verità se devo pensare a possibili collaborazioni non saprei cosa rispondere, sono moltissimi gli artisti con cui mi piacerebbe fare qualcosa! sicuramente, però, posso dirti che mi piacerebbe moltissimo cantare una particolare canzone…è un bellissimo brano, ma poco conosciuto, scritto da Lucio Dalla per bruno Lauzi che si intitola angeli. e’ un brano che parla della svizzera, del Canton ticino, un luogo a cui sono molto legato perché quando ero piccolo ero solito andarci in campeggio
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TEATRO, muSICA ED EVENTI
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TEATRO, muSICA ED EVENTI
G iovanni Nuti, Viv e re se nza malinco nia:
U N I N V I T O A L L A G I O I A A T E m P O D I Sw I N G Di - Elena Gorla
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tto musicisti ed un interprete d’eccezione, canto, ballo e poesia: ecco gli ingredienti magici di questo spettacolo coinvolgente, capace di far “spettinare” anche lo spettatore più composto. Lo swing incalza, libera, incita al ballo ed il teatro si anima, si infiamma. immagini di un’italia lontana, parole di un tempo che fu, capaci di raccontarci chi siamo con un sguardo divertito seppur ammantato dalla nostalgia della distanza. e’ Giovanni Nuti, impegnato in questa travolgente tourné teatrale, in cui appunto propone i brani estratti dal suo ultimo disco, Vivere senza malinconia, a parlarci di questo suo ultimo lavoro, tutto dedicato ai brani del repertorio italiano degli anni ’30 e ’40 ma con in più due perle di pura poesia. Vivere senza malinconia, un titolo decisamente dicotomico per un disco che ripropone brani degli anni 30 e 40…come nasce? L’idea nacque da un invito che mi fece un festival jazz di Milano, il Summer Night Festival. in quell’occasione, dovendo pensare a un repertorio particolare mi vennero in mente le canzoni degli anni ’30 e ’40 anche perché la mia musa ispiratrice, alda Merini, con la quale ho avuto un rapporto artistico durato sedici anni, aveva l’abitudine di cantarmi questi brani al telefono. Ho quindi pensato di reinterpretarli in chiave jazz e quella serata fu un grandissimo successo, del tutto inaspettato anche perché era la prima volta che io cantavo brani non miei ma di altri. Mi sono scoperto interprete e la cosa mi è piaciuta: mi ha arricchito e sorpreso perché anche il pubblico più giovane si è davvero divertito ma anche incuriosito. Ho quindi pensato che fare un disco che rivisitasse questi brani potesse essere un’occasione di recupero storico e culturale, importante soprattutto in un’epoca storica come quella attuale in cui uno sguardo al passato, nella fattispecie ad anni difficili del nostro paese come quelli in cui furono scritti
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di arte e di vita. Quale la genesi di questi lavori? Mentre facevamo le prove dei brani dei ’30 e ’40 provai ad intonare due brani del canzoniere di alda Merini e subito fu evidente che sembravano nati per essere ammantati di questa veste. Quali cambiamenti ha avvertito nel suo lavoro compositivo, ma anche nel suo atteggiamento mentale, dopo la scomparsa della poetessa?
questi brani. Quali paralleli ha letto fra la società italiana di quegli anni e l’attuale e, ancor di più, quali differenze? uno dei motivi che mi hanno spinto a realizzare questo album è proprio che gli anni ’30 e ’40 per l’italia sono stati davvero un epoca molto difficile, di incertezze, di dolori ma nonostante, o forse a causa, le difficoltà reali che il paese viveva gli italiani sentivano una grande necessità di leggerezza, di evasione, di vivere senza malinconia. spesso quando l’uomo si trova davanti alle difficoltà trova la capacità di attingere alla propria parte positiva, ottimista. Questa capacità di ricercare comunque la gioia deve essere trasferita ai giorni nostri: stiamo vivendo un’epoca difficile, non solo sotto il profilo economico ma anche e soprattutto sotto quello morale. in questo contesto brani di evasione, ma nel contempo brani che affondano le proprie radici nel nostro passato, possono essere per certi versi “terapeutici” perché più ci si sofferma su situazioni negative intrisi di animo negativo più si rimane fermi e intrappolati nella negatività. Nell’album anche due inediti, i due brani dedicati ad Alda Merini, sua musa ispiratrice
non posso dire di avere avvertito un vero e proprio cambiamento ma di sicuro mi manca molto la sua presenza fisica, la sua compagnia, perché la sua presenza spirituale è costantemente con me, la sento sempre presente. anche in questo periodo in cui sono in sala di registrazione al lavoro con il prossimo album, incentrato sui testi che alda merini mi ha lasciato affinché li musicassi, devo riconoscere che tutto succede come quando lei era in vita, con la stessa facilità e spontaneità. io quindi ritengo che lei ci sia, che mi segua. Qual è la più grande eredità che Alda Merini le ha lasciato? La gioia! nonostante lei abbia attraversato senza sconti il tunnel della sofferenza è sempre andata oltre a tutto. Lei era solita dire “io non mi sono fatta mancare nulla!” perché, effettivamente era una donna capace di divorare ed assimilare tutto, anche il dolore. Mi ha insegnato la necessità di guardare in faccia a qualsiasi realtà, anche alla più dure, e guardare tutto con gli occhi della poesia, unico mezzo per trasformare ogni cosa. Qual è il rapporto fra la depressione e la produzione artistica? io sono passato sia attraverso il dolore che attraverso la gioia e credo che a livello creativo siano importanti entrambe. spesso si sente circolare il pregiudizio secondo cui quando uno soffre riversa nella creatività maggiore intensità, ma
credo questo non sia sempre vero, quantomeno non è un paradigma assoluto. Personalmente quando io sono nella gioia sono più connesso alla mia fonte creativa. Tornando a Vivere senza malinconia, cosa ha significato lavorare con un gruppo di ben otto musicisti lavorando in presa diretta? e’ stata un’esperienza molto bella! abbiamo realizzato davvero tutto in presa diretta, non ho ricantato nessuna frase, e questo mi ha portato proprio a lavorare come se si trattasse di un live e questo lavoro si è svolto davvero in grande armonia. sono dell’idea che quando le cose funzionano, funzionano fin da subito! in questo caso c’è stata immediatamente una grande sintonia pur unendo il lavoro di musicisti di “estrazione
classica” con quello di musicisti provenienti dall’ambito della musica jazz. C’è stato da subito un feeling raro, per cui non è stato nemmeno necessario fare moltissime prove! Questo feeling, questa energia viene immancabilmente fuori anche durante lo spettacolo live ed io me ne accorgo soprattutto osservando la reazione del pubblico: perché il pubblico non riesce a stare fermo anche se è seduto in poltrona, lo swing lo travolge! io, poi, devo dire che durante lo spettacolo mi diverto moltissimo, anche giocando con l’abbigliamento. La moda di quegli anni è molto elegante, sia per quanto riguarda l’abbigliamento che per gli arredi delle abitazioni: mi piace rendere sul palco il gusto, l’atmosfera di quell’epoca, inserendo anche dei piccoli dettagli, una lampada sul pianoforte,
una pianta, un elemento decorativo che richiami esplicitamente quegli anni. Per tutti le info sulle date del tour.: www.giovanninuti.com TT
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COsA C’ENTRA CON LA BRIANZA:
il disco al parco dei silenzi (disco d’esordio 1989) contiene la sua prima collaborazione illustre: enrico ruggeri è autore del testo del brano notti di miele . roberto Vecchioni lo fa esibire come ospite nel suo tour teatrale del’91: 2 brianzoli doc (dal sito ufficiale di giovanni nuti)
Dal 1992 il tempio della musica latino americana & dance. Ritmo, allegria e divertimento assicurato! Locale climatizzato con due ampie sale di 1500 mq e 400 posti a sedere. Aperto: Mercoledì, Giovedì, Venerdì e Sabato. Tutte le sere, entro le ore 23.00 INGRESSO GRATUITO CON MINIMA CONSUMAZIONE € 3,00 OGNI MERCOLEDI’: dalle 21.30 alle 22.30 CORSO GRATUITO PASSI BASE DI BAChATA & SALSA (corso aperto a tutti senza iscrizione). A seguire… si balla! Sala 1: salsa & bachata OGNI GIOVEDì: Sala 1: bachata e salsa a 360° OGNI VENERDì E SABATO: Sala latina: salsa & bachata Sala loca: happy dance, house commerciale, reggaeton, revival ‘90/2000. S.S. 36 Nuova Valassina, 346 - 20851 – Lissone (MB) (SUPERSTRADA Milano-Lecco / USCITA Seregno Sud)
Info e prenotazione tavoli: 347 4635947 – 335 463361 www.lelebahia.com - www.facebook.com/lelebahia - info@lelebahia.com
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SPECIALE SALUTE
D e n t a l Ce n t e r M o n z e s e ,
CONFART IG I ANATO L AN C I A L A SCU O L A PER T ECN ICI DEL M OTO RSPO RT
p r o fess i o n a l i t à e r i s p a r m i o s u m i s u ra .
A MARZO SI CHIUDE IL PRIMO ANNO E ALCUNI ALLIEVI SONO GIÀ ASSUNTI
È
la prima e unica scuola italiana per tecnici da corsa. si chiama Mts - Motorsport technical school e risponde alla necessità delle squadre da corsa di contare su tecnici altamente specializzati senza dover investire risorse e tempo in formazione.
primi interessati a un’opportunità che mira a qualificarli ulteriormente – spiega all’unisono Giovanni Barzaghi, Presidente di aPa – spesso il meccanico di auto da corsa lavora tutta la settimana nella sua officina e dedica il week end alla passione per la pista».
il progetto vede la collaborazione di Confartigianato Motori con eugenia Capanna, ex pilota e team Manager nel Motorsport e ha sede presso l’autodromo di Monza.
Mts si propone come un centro d’eccellenza formativa per gli appassionati e per le persone che desiderano specializzarsi nel mondo delle competizioni.
«Rappresentiamo da sempre il mondo motoristico - aggiunge Antonio Mariani, responsabile di Confartigianato Motori con questa scuola vogliamo contribuire a potenziare il settore formando una nuova figura professionale». «Confartigianato si è offerto come partner di questa iniziativa perché gli artigiani sono i
il primo corso è dedicato ai meccanici e si compone di 150 ore di lezioni teoriche e pratiche su auto da corsa, sia a ruote scoperte (Formula) che coperte (gt – turismo), alle quali segue una stagione agonistica di tirocinio presso team di rilievo.a marzo si concluderà il primo anno di corso per meccanici con la consegna dei diplomi e saranno aperte da
agosto le iscrizioni per la seconda edizione. «In Italia non esistevano fino ad ora scuole specializzate, eppure siamo nella patria della Ferrari e la sensibilità per le auto da corsa è notevole – dichiara Eugenia Capanna, ideatrice di Mts - L’esigenza delle squadre è tanto forte che alcuni dei nostri ragazzi sono stati assunti dai team ancor prima di finire il corso».tra le novità 2012 ci sarà un corso per meccanici di moto nel mondo delle corse guidato da giuliano sartoni, ex pilota che ha corso il mondiale superbike. il corso prenderà il via il prossimo novembre e tratterà molteplici tematiche di rilievo che verranno affrontate, dalla meccanica all’elettronica passando per la ciclistica e lo studio di assetti e sospensioni. È in progettazione anche un percorso ad hoc per ingegneri di Pista e per team Manager. TT
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SI è R I ACC ESA LA FI A M MA Di - Luca Vanni
Tornando alla Fiammamonza, lei pensa che questo sia l’inizio di un nuovo ciclo vittorioso? «Me lo auguro! Lavoro per questa società da oltre vent’anni e ho partecipato alla lunga cavalcata culminata con la vittoria dello scudetto. spero vivamente si possa tornare a quei livelli il più velocemente possibile anche perché la nostra è sempre stata una società seria e affidabile e merita quei palcoscenici. oltre alla prima squadra vantiamo un settore giovanile di tutto rispetto con 140 atlete divise in tutte le categorie fino alle categorie esordienti e pulcini. Le ragazzine di queste due categorie giocano contro i maschi perché siamo l’unica società femminile che vanta queste squadre. tra l’altro voglio fare un plauso ai pulcini che hanno vinto il campionato la passata stagione».
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a un progetto importante: vuole tornare alla ribalta del calcio nazionale e internazionale come lo era fino a qualche stagione fa. stiamo parlando della A.S.D Fiammamonza.
La società monzese di calcio femminile, fondata dal professore Reno Ceraso nel 1970, vanta 29 anni in serie a, 1 scudetto vinto nel 2006, 1 supercoppa italiana nel 2007 e 1 presenza nella uefa Women Cup corrispettivo della Champions League maschile. Dopo un paio di stagioni avare di soddisfazioni, culminate con la retrocessione in serie a2 nel 2010, sta ritornando agli onori della cronaca grazie a un’ottima stagione. Le ragazze allenate da antonio Cincotta, già allenatore del settore giovane maschile dell’ atalanta e del Milan, occupano attualmente il secondo posto del proprio girone a una sola lunghezza dalla vetta e da quella serie a che è passata da Monza per quasi un trentennio.
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Crede che si possa raggiungere la massima serie? «Dopo la passata stagione il nostro obbiettivo era la salvezza», esordisce Gaetano Galbiati, vicepresidente del sodalizio monzese. «il nostro progetto era quello di tornare in serie a nell’arco di tre stagioni e non si pensava che potessero arrivare fin da subito questi importanti risultati, grazie alle ragazze e all’allenatore antonio Cincotta. Vantiamo la rosa più giovane d’italia con un’età media di 18 anni! Di certo ora che siamo a un passo dalla vetta ci proveremo fino alla fine e se non riusciremo quest’anno ci proveremo sicuramente la prossima stagione. Ma già essere arrivati a poter lottare per la promozione è stato per noi un traguardo, ma soprattutto uno stimolo per fare meglio». Siete passati da essere Campioni d’Italia nel 2006, con buoni risultati tra il 2007 e 2009, fino a una retrocessione nel 2010 e la salvezza, un po’ sofferta, in A2 nella passata stagione. Come mai questa parabola di-
scendente in pochi anni? «Purtroppo abbiamo subito un calo genera-zionale che unito a qualche cessione illustre e al rinforzo delle altre compagini ci ha fatto scendere di categoria. ora però con l’avvento in presidenza di Davide Erba (31 enne imprenditore monzese, amministratore unico della stonex srl) vogliamo ritornare al top del calcio italiano nell’arco di poche stagioni. Davide Erba è diventato il nostro presidente da pochi mesi, è un ragazzo giovane ma molto serio e ha in mente un progetto importante».
Pensa che questa squadra abbia qualche futura campionessa? «Personalmente penso che ci siano diverse ragazze molto talentuose che potrebbero fare molto bene nei prossimi anni. sicuramente penso a Viola Brambilla che ha solo 14 anni e gioca già in a2 e al nostro capitano Cecilia Re, 17 anni, che è stata da poco convocata nella nazionale under 20». TT
sintetiCo È MegLio La Fiammamonza gioca le partite interne allo stadio comunale g.a. sada. Da tre anni ormai il terreno di gioco non è più con erba naturale ma con erba sintetica di quarta generazione. Questo tipo di terreno è molto usato nelle nazioni dove l’inverno è decisamente rigido come nell’ex unione sovietica. Da qualche anno però, sta spopolando anche in altre nazioni europee e molto probabilmente il futuro del calcio sarà questo. non si vedranno più terreni ghiacciati, innevati, gibbosi con zolle di diversi tipi ma campi sempre perfetti e omogenei. Gaetano Galbiati dice al proposito: «i giocatori e le giocatrici non abituati al sintetico faticano a trovare i giusti movimenti, perché il pallone rimbalza in modo leggermente differente che su un campo normale però una volta che ci si abitua diventa tutto più semplice. Per una società il sintetico è un grosso vantaggio: dopo la spesa per l’installazione ci sono dei costi di gestione che servono per tenere il campo “perfetto”. ogni settimana vengono effettuate delle tecniche di spazzolatura e pet-
tinatura che servono per allineare l’ “erba” schiacciata e riportare in superficie i pallini di gomma. sicuramente nulla in confronto a dover rifare ogni mese parte del manto erboso come succede a san siro e nei principali stadi italiani».
Si è parlato anche di un possibile interessamento di Erba per “salvare” l’ Ac MonzaBrianza, la squadra di calcio maschile che non naviga in buone acque: tutto vero? «sì, erba ha avuto un paio di incontri con gli attuali dirigenti del Monza, ma penso che per il presente e l’immediato futuro non dovrebbero esserci investimenti da parte sua per quella società».
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PENDOLARE
IL VIAGGIO QuOTIDIANO è PER mE uNA VOCAZIONE
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO L’ANGOLO dEL PENdOLARE È NATA COME uNA RubRICA dI SERvIZIO E dI RIFLESSIONE. ACCOGLIAMO vOLENTIERI IL CONTRIbuTO ChE uN LETTORE hA vOLuTO INvIARCI. Di - Juri Casati
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gr. sig. Juri Casati, ho letto il suo articolo in merito al bonus dovuto dalle ferrovie per i ritardi dei treni. Le società di trasporto ferroviario non hanno certo bisogno di un difensore d’ufficio, tuttavia, anche da pendolare occasionale come sono e per puro senso di obiettività, ritengo giusto fare alcune contro osservazioni sull’oggetto principale della sua lamentela: il mancato riconoscimento ai monzesi del bonus per i ritardi. Peraltro, lei stesso nel suo articolo ha spiegato il motivo per cui a noi di Monza, diretti a sesto o a una delle stazioni di Milano, non spetta il rimborso: per “l’alta frequenza garantita”. Cosa assolutamente vera. io quando devo andare a Milano, negli orari classici degli uffici, non mi preoccupo di consultare l’orario. Verso le otto vado in stazione e prendo il primo treno che arriva. Qualche volta ho persino l’imbarazzo della scelta, perché ne arrivano due assieme! nei giorni di neve, gelo o altri particolari, alle 8 prendo quello che, in ritardo di 30 o più minuti, giunge in stazione alle 8. e come me tutti gli altri che hanno bisogno un treno verso le 8. Quindi il ritardo a noi monzesi non ci danneggia minimamente. Diverso è per chi deve prendere il treno dopo il bivio di Monza. Per questi viaggiatori i ritardi possono effettivamente causare loro problemi, fermo restando le difficoltà oggettive delle ferrovie in talune circostanze e un minimo di previdenza dei viaggiatori. se poi, nonostante l’alta frequenza, c’è qualcuno che non può arrivare in ritardo al lavoro, ben sapendo che un viaggio, anche in città e con qualsiasi mezzo, non può avere una du-
rata assoluta prestabilita, beh, si alzi un po’ prima! un’ultima osservazione su una lamentela abituale dei viaggiatori e luogo comune per riempire le pagine o i tempi dei media: la sporcizia sui treni. se un treno è sporco vuol dire che qualcuno lo ha sporcato. Certo ben pochi sporcano i treni, ma ne basta uno per sporcare in modo anche irreparabile. Certamente sono gli stessi che distruggono i giochi dei parchi cittadini e l’arredo urbano in genere. oppure i famigerati writers che, sono certo, non deturpano allo stesso modo le cose proprie. Frequentando i treni non mi pare che la pulizia di routine sia particolarmente scarsa. inoltre mi chiedo in qual modo un viaggiatore normalmente educato possa o debba sporcare, in quanto le stazioni sono piene di raccoglitori di rifiuti, anche differenziati. Vi sono invece spesso sedili squarciati o sporchi di unto o di bevande o di chissà cos’altro, sui quali fa schifo
sedersi. una mostra di questi “capolavori” è stata allestita pochi mesi fa alla stazione di Porta garibaldi. È colpa della società ferroviaria? ecco sig. Casati, i motivi per cui le società di gestione ferroviaria possono migliorare il servizio, peraltro svolto da persone, il cui comportamento in certi casi determina la qualità del servizio, ma dire “governo ladro” non è il giusto modo di rivolgersi dalle colonne di una rivista, se non si vuole semplicemente “sporcare” (siamo in tema) della carta. Molto cordialmente. alfonso Ferrario Non ho problemi a divulgare la Sua riflessione critica (ho fatto alcuni tagli non significativi solo per motivi di spazio), anche perché altri lettori hanno scritto dichiarandosi d’accordo con il mancato riconoscimento del bonus ai pendolari monzesi. Preciso solo un paio di cose, peraltro facilmente verificabili. Innanzitutto Lei pare deplorare la mostra dei writers che si è tenuta a Porta Garibaldi, tanto che retoricamente si chiede: « È colpa della società ferroviaria?». Le rispondo che - ahimè - sì: l’allestimento è stato proprio organizzato da una società del Gruppo FS. Ma, a parte gli scherzi, ciò che davvero mi preme segnalarLe è che se ha la pazienza di andare sul nostro sito (www.trantarn.net ) e di leggersi tutti i circa 50 articoli che ho scritto (in questa e nelle altre rubriche di Trantran) non troverà mai affermazioni come «Governo ladro» o simili che sembra rimproverarmi. E non le troverà perché non ci sono. (Juri Casati) TT
L E T T E R A A P E RTA D E L P R E S I D E N T E D A R I O A L L E V I
“ U n B r i a n z a -l a b p e r p r o m u o v e r e la r ipresa economica”
Fare squadra per tornare ad essere competitivi, anzi, per meglio dire, per rimanere competitivi visto che stiamo parlando di una delle aree più sviluppate d’Europa. Questo non è uno slogan ma un metodo di lavoro nel quale credo fermamente e che più volte si è dimostrato lo strumento giusto per affrontare situazioni difficili e complesse come quella che abbiamo di fronte. Da quando sono diventato Presidente della Provincia – nel giugno 2009 – ho aperto le porte del mio ufficio a decine e decine di imprenditori in crisi, a delegazioni sindacali, ad associazioni di categoria: con fatica e con mediazioni a volte per nulla facili abbiamo cercato tutti insieme soluzioni utili per salvare i posti di lavoro e per avviare possibili nuovi piani industriali. Ci siamo riusciti, talvolta: penso alla Polifibra di Agrate, alla Cassina di Meda o alla Feg salvarani di Giussano; in altre occasioni, come nel caso della Carlo Colombo o della Yamaha non sempre tutto è andato come avremmo voluto ma il nostro impegno non è mai venuto meno, anzi. Ci sono state poi altre azioni messe in campo per le imprese ed i lavoratori, come gli sportelli Help-Lavoro e gli interventi riservati alle fasce più deboli attraverso il Piano Provinciale per l’occupazione dei disabili. Oggi ulteriori problematiche sono fonte di grande preoccupazione: salvare la nostra sylicon Valley sta diventando un’impresa titanica e i 400 licenziamenti annunciati all’Alcatel-Lucent si aggiungono alla drammatica situazione della Ex-Celestica, dove sono in discussione più di 500 posti di lavoro. Per questo serve un salto di qualità, un colpo di reni che la Provincia promuove scommettendo sulle grandi potenzialità della Brianza, sulla sua capacità di fare e di fare bene, sulla possibilità di ripartire dalle eccellenze storiche per arrivare alla capacità di innovare. Propongo un “Brianza-lab” a quanti ci credono come me e vogliono cavalcare la tigre: per questo ho convocato per martedì 21 febbraio alle ore 16.00 il primo Tavolo per lo sviluppo della Brianza: c’erano il Prefetto, il Presidente del Tribunale, il Presidente dell’Assemblea dei sindaci, ANCI, Camera di Commercio, Confindustria, Assolombarda, Confartigianato, Unione Artigiani, Confcommercio, Confapi, Confcooperative, Compagnia delle Opere, Assimpredil Ance, Fondazione Comunità MB, Distretto Green & Hi Tech, i rappresentanti delle Organizzazioni sindacali CGIL- CIsL- UIL. Al tavolo anche le Banche: il Credito Cooperativo di Lesmo, Carate Brianza, Triuggio, Barlassina e Popolare di Bergamo, Popolare di Lodi, Intesa san Paolo e Credito Bergamasco. C’eravamo tutti, insomma, per valutare insieme come mettere in campo strategie concrete per aiutare il nostro sistema economico a reagire. Da parte nostra ce la stiamo mettendo tutta: ci abbiamo investito risorse importanti ed energie nuove. Ora, però, ciascuno deve fare la propria parte senza perdere altro tempo, Governo e Regione in primis. E’ una chiamata all’impegno. E’ un appello alla responsabilità, al coraggio e alla fiducia perché insieme ce la possiamo fare.
Dario Allevi 40
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COSA SUCCEDE IN CITTÀ
EVENTI IN GIRO PER LA BRIANZA
COMO
relazioni con i valori culturali ed economici sedimentati nei territori italiani.
CO CO CO COMO CONTEMPORARY CONTEST il concorso è aperto ad artisti di età compresa tra i 18 e i 35 anni, che parteciperanno con un’opera che rientri nell’ambito delle arti visive, senza vincoli di genere o tecnica, spaziando dalla pittura alla scultura, dalla fotografia all’installazione e alla video arte, inviando la documentazione richiesta entro il 2 aprile 2012. una giuria di esperti selezionerà 20 artisti e tra questi il vincitore che, oltre a ricevere un premio di 2.000 euro, realizzerà una mostra personale nella struttura espositiva comasca di s. Pietro in atrio nell’autunno 2012. La partecipazione al concorso è gratuita.
LISSONE Museo d’Arte Contemporanea sabato 24 marzo, ore 18.00- inaugurazione mostra Michelangelo Pistoletto e Cittadellarte-Fondazione Pistoletto presentano attraverso opere storiche e recenti la ricerca sul design a partire dall’assunto di Pistoletto “ogni prodotto assume responsabilità sociale”. Michelangelo Pistoletto, autore dei Quadri specchianti (1961-1962), che includono direttamente nell’opera la presenza dello spettatore; degli Oggetti in meno (1965-1966), considerati basilari per la nascita dell’arte Povera, movimento artistico di cui Pistoletto è animatore e MILANO Taste of Milano giunto già alla sua 3°edizione, taste oF MiLano è una Festa internazionale che vede protagonista Milano. Dal 17 al 20 Maggio 2012, l’ippodromo di san siro si trasformerà in un prelibato parco giochi dove mondo del Food e mondo del Fun si incontreranno per far spettacolo ed intrattenerti, per parlarti di innovazione
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MONZA ARENGARIO, LE IMMAGINI DELLA FANTASIA
protagonista. al secondo piano del museo viene creato uno spazio per gli incontri pubblici che presenta il tavolo Love Difference, i Mediterranei - sedie Love Difference create da Pistoletto & sandoval per alias. Love Difference è una associazione no profit fondata nel giugno del 2002, promossa da Cittadellarte-Fondazione Pistoletto in collaborazione con istituzioni internazionali, centri culturali, ricercatori, curatori e artisti. L’obiettivo di Love Difference è quello di sviluppare progetti creativi al fine di stimolare il dialogo tra le persone e di costruire una solida rete fra soggetti che intendono confrontarsi e risolvere questioni sociali attraverso l’arte, il design e la creatività. Cittadellarte presenta alcune realizzazioni che risultano dalla contaminazione dell’arte nel mondo del design, volte a trasformare i prodotti in veicoli vivi di messaggi e modelli, come nel caso delle collaborazioni con Furla e illy, o in progetti che esplorano il mondo dell’artigianato nelle sue
e tradizione, per mostrarti il meglio della Cultura Contemporanea della “socialità”. in inglese taste significa assaggio, L’intento è di offrire un assaggio del capoluogo Lombardo, una prelibata degustazione dell’enogastronomia di lusso presente in città, dei ristoranti e degli Chef più quotati nonché dei locali di tendenza che animano la “Milano da bere”. al Festival potrai assaporare le ricette dei migliori ristoranti di Milano e scoprirne le tradizioni cu-
Continua, fino al 18 Marzo la 29a edizione de Le Immagini della Fantasia. L’esposizione comprende: una selezione di 36 artisti che presentano le loro più recenti pubblicazioni; due sezioni speciali: una dedicata ad un ospite d’onore, Linda Wolfsgruber; l’altra dedicata alla sezione fiabe dal mondo “Il Grande Albero delle Rinascite, fiabe delle Terre d’India”, con opere realizzate da 50 illustratori e 50 allievi della scuola internazionale d’illustrazione di sàrmede.
MONZA TEATRO MANZONI: PROGRAMMA MARZO 2012 venerdì 9 marzo ore 21.00 STAGIONE DI PROSA FUORI ABBONAMENTO Maurizio Colombi in CaVeMan l’uomo delle caverne autore rob becker, regia teo teocoli domenica 11 marzo ore 11.00 CON APERITIVO A SEGUIRE DOMENICA MATTINA IN CONCERTO linarie, assistere a show-cooking, giocare ed imparare con i corsi di cucina, rilassarti nelle aree lounge ed assaggiare ottimi vini. taste oF MiLano. Puro goDiMento. DaL 17 -20 Maggio – iPPoDroMo DeL gaLoPPo Di san siro-MiLano. Per maggiori informazioni ed acquistare il tuo biglietto vai su www.tasteofmilano.it
COSA SUCCEDE IN CITTÀ
EVENTI IN GIRO PER LA BRIANZA
ingresso libero suela Mullaj (orchestra ueCo) DOMENICA MATTINA IN CONCERTO brani di bach, Paganini, isaie
bando, pena l’esclusione dell’intero gruppo. La partecipazione al bando è gratuita.
domenica 11 marzo ore 16.00 STAGIONE FUORI ABBONAMENTO HeiDi il musical con giorgia urrico e rino silveri, regia Maurizio Colombi
MILANO
BIASSONO Mostra numismatica.- Prorogata fino al 30/6/2012 Sulle rive del Po tra Bizantini e Longobardi (VI sec. d.C.) il grande tesoro di piccole monete di Brescello (RE) il ripostiglio di monete di brescello, fortunosamente ritrovato al Museo di biassono, composto da 254 monete di rame di piccolo diametro (9 – 10 mm.). Le immagini che troviamo su queste monete sono rozze, realizzate con conii tagliati da mani inesperte. a volte si intuisce appena la forma e il significato dell’immagine impressa. siamo, infatti, nell’italia del Vio secolo d.C., in quegli anni la Chiesa fu l’unico riferimento per il popolo. Per mantenere l’uso della moneta, ormai scomparsa per mancanza di una zecca ufficiale, alcune autorità locali, forse i Vescovi, coniarono piccoli nummi di emergenza, una sorta di moneta di necessità, cercando di imitare o contraffare la vecchia moneta romana. Queste monetine, di valore infimo, erano le uniche che il popolo poteva ancora utilizzare per i suoi pochi e poveri scambi commerciali, forse quasi unicamente destinati all’alimentazione.
DESIO Villa Tittoni Traversi- Kernel Festival Iscrizioni al conncorso fino al 30/04/12 il festival nella sua prima edizione, ha coinvolto più di 90 artisti e professionisti provenienti da ogni parte del mondo offrendosi come spazio di confronto e occasione di visibilità per giovani artisti impegnati nella ricerca tecnologica applicata all’arte contemporanea. Con gli stessi presupposti, lancia nuovamente una open call con lo scopo di selezionare giovani artisti under 35 che propongano proposte artistiche innovative legate agli ambiti del festival, ai quali dare spazio e visibilità accanto ad artisti di fama internazionale. La presentazione delle candidature avviene esclusivamente online, tramite l’apposita form, specifica per ogni sezione (vedi menù). i concorrenti devono compilare correttamente tutti i campi richiesti dalla form entro e non oltre il 30/04/12. il concorso è riservato ad artisti di ogni nazionalità, di età compresa tra i 18 ed i 35 anni alla data di chiusura del bando. È ammessa la partecipazione di gruppi, indicando un capogruppo rappresentante. almeno il 50% del gruppo non deve aver superato i 35 anni di età alla data di scadenza del
info e iscrizioni: www.kernelfestival.net
A teatro per ascoltare lo spettacolo, in podcast per vedere le parole: Cinque autori italiani d’eccezione guidati dal sapiente arrangiamento e dalla regia di Sergio Ferrentino donano nuova veste alla magia del radiodramma che abbandona la radio, passa in teatro ed esce sul web. Carlo Lucarelli, Pino Corrias, Sandrone Dazieri, Andrea Bajani e Massimo Carlotto, sono i cinque autori che hanno prestato la loro creatività alla realizzazione di cinque storie inedite che confluiranno nel progetto Autorevole prodotto da Fonderia Mercury: cinque storie appositamente concepite per l’oralità adattate alla forma del radiodramma. spiega il regista sergio Ferrentino: «Ognuno di loro scriverà, quindi, una storia originale che verrà adattato in audiodramma, ma nessuna di queste storie verrà trasmessa per radio: diventerà una registrazione, un podcast. Un complesso sonoro organizzato acquistabile e scaricabile da internet. La registrazione dell’audiodramma avverrà al teatro Elfo Puccini di Milano, trasformato per una sera in una radio. Gli spettatori, dotati di cuffie, vedranno gli attori muoversi in funzione del microfono e della parola, sentiranno sbattere porte che nessuno ha chiuso e ascolteranno musiche che nessuno sta suonando. Il pubblico potrà assistere a scene in apparenza contraddittorie, come un personaggio che saluta tutti e poi non se ne va. Basterà chiudere gli occhi per accorgersi che quel personaggio non parla più al microfono da tempo. È come se fosse andato via. Insomma, quanto avverrà sul palcoscenico sarà al servizio di un’unica dimensione, quella dell’ascolto. Per il pubblico sarà come entrare in uno studio radiofonico mentre è accesa la lucina rossa della registrazione. Orson Welles diceva che la radio è il contrario del cinema muto: sentire ma non vedere: nella sala Bausch dell’Elfo Puccini, per cinque serate, la radio si potrà anche vedere». Prossimi appuntamenti all’Elfo Puccini: 24 marzo il Contabile e le Murene di Pino Corrias 28 aprile Le madri atroci di sandrone Dazieri Per info biglietti www.elfo.org sul sito www .fonderiamercury.it è già possibile acquistare il primo audiodramma registrato il 25 febbraio presso il teatro elfo Puccini: radiogiallo di Carlo Lucarelli.
LIONS CLUB MONZA CORONA FERREA Tre eventi per il 35° di costituzione
ben tre eventi hanno segnato un intenso mese lionistico per il “Corona Ferrea”a cavallo tra gennaio e febbraio: un incontro con lo stilista Lorenzo riva, la Charter night e un grande torneo di burraco disputato con finalità benefiche. il primo appuntamento ha visto quale ospite d’onore lo stilista Lorenzo riva, che apportato un contributo della sua lunga e prestigiosa attività anche attraverso una inedita presentazione multimediale di un defilèe.La conviviale è risultata particolarmente accattivante perché riva ha rivisitato la sua carriera aggiungendo spunti e riflessioni sul costume e la società monzese visti dal punto di vista privilegiato di chi ha girato il mondo. aneddoti di lavoro, di vita personale e di curiosità dal mondo della moda hanno tratteggiato una personalità d’eccezione, arguta, con un vivo senso di solidarietà. il secondo appuntamento ricalca l’annuale (il 35° di costituzione) del Club Monza Corona Ferrea, festeggiato in “famiglia” nella consueta Charter night. ospite gianfranco beretta di brianza news che ha illustrato alcune tematiche della comunicazione relative al mondo del volontariato e dei club di servizio. ben tre i soci premiati con le chevron, ambito riconoscimento per la partecipazione e lo spirito di servizio dimostrato nel corso dell’appartenenza al mondo lionistico: ernesto gandini (25 anni), Carlo Mainardi (40 anni!), Franco Medina (25 anni) e Domenico ravesi (10 anni). il presidente del club, edoardo Cavallè, ha quindi ripercorso i service attuati nel corso dello scorso anno sociale e quanto in previsione per il 2012: in collaborazione con altri realtà si prevede infatti di dare corso a vari progetti in ambito sanitarioprevidenziale, ambientale, culturale. il terzo appuntamento, sempre presso lo sporting Club di Monza, è stato invece dedicato al Cer, il Centro riabilitazione equestre, e storico service del Corona Ferrea. il Cer attivo presso il maneggio santa Maria alle selve è la finalità per cui si è organizzato il torneo di burraco, che già lo scorso anno aveva registrato un’ampia partecipazione e ha creato le condizioni per una sua riproposizione.
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SPECIALE NEGOZI STORICI DELLA BRIANZA
I l s e g r e to d e l s u ccesso ? CO RT E S I A P R I M A D I T U T TO
G
iuly Pelletter ia è un’elegante boutique, nata ben 32 anni fa, nel marzo del 1980 e da allora sempre gestita con cura e professionalità dalla titolare, Giuliana e dal marito Fiorenzo, oggi affiancati anche dalla figlia Stefania. il negozio è, infatti, molto ampio, organizzato su due piani e ospita, oltre ad una vasta scelta di borse da giorno e da sera e articoli da regalo (portachiavi, cinture, guanti, sciarpe, ombrelli) un ricchissimo reparto di valigeria dedicato al viaggio e al tempo libero, con trolley e beauty case delle firme più prestigiose, ma anche a chi non vuole rinunciare all’eleganza sul lavoro: valigette portadocumenti, borse da medico, cartelle, ecc. un luogo in cui la cortesia e la passione per quest’attività sono palpabili fin dal primo ingresso, doti che si accompagnano all’alta qualità dei prodotti e in cui risiede, come ci spiegano i titolari, il segreto del loro successo. «Ci siamo buttati in questa attività alla cieca», ricorda sorridendo Fiorenzo «eravamo giovani, pieni di entusiasmo e matti quanto basta per rinunciare di punto in bianco a due impieghi sicuri e ben retribuiti da dipendenti e lanciarci in questa avventura. Perché, come tutti gli inizi, questa è stata un’avventura! ripensandoci oggi, con il senno di poi e, soprattutto, con trent’anni di esperienza nel settore mi accorgo che è stato davvero un avvio mirabolante: eravamo completamente inesperti, non solo rispetto a questo settore ma in termini di commercio in generale ed una mattina, avevo venticinque anni, sono rimasto a
LE SCIURE
LA REDAZIONE RISPONDE
casa dal lavoro ed abbiamo acquistato un’attività. L’attività che avevamo rilevato era già un negozio storico di Lissone, aperto da moltissimi anni, ma era molto diverso da noi, dal negozio che noi avevamo in mente: vendeva borse e cappelli ma era completamente privo dei marchi rinomati della pelletteria quindi sapevamo che il salto di qualità verso prodotti di alto livello sarebbe dipeso tutto da noi! Passo dopo passo abbiamo, quindi, iniziato a studiare il settore, cercando di crearci una vera e propria cultura del prodotto, nella sua storia e nelle sue trasformazioni. abbiamo iniziato a frequentare fiere, a conoscere rappresentanti, facendoci “le ossa sul campo”, con tutti gli errori legati all’inesperienza e anche con tutti i successi dovuti all’impegno e alla passione per il nostro lavoro. in questi anni giuly è stata il cuore e la mente di questa attività anche perché io, che tanto avevo voluto creare quest’attività e darle un’impronta così definita, per una strana ironia della sorte, sono stato costretto da motivi di salute ad essere spesso assente: avevo, infatti, sviluppato un’allergia al cuoio e giuly è stata capace di sopperire anche alla mia mancanza forzata. nel corso degli anni la nostra attività si è più volte rinnovata completamente mantenendo però come principale costante un’immagine impeccabile, un’alta qualità dei prodotti, e cosa per noi fondamentale una grande cura ed attenzione al cliente: siamo convinti che la cortesia ed il sorriso siano cose che, nel tempo, fanno la differenza!». TT
Pelletteria Piazza Giovanni XII, 5 - 20851 Lissone Tel/Fax 039.462272
LE SCIURE L E VO ST R E L ET T E R E
gentili sciure, sono un vostro lettore sin dal lontano 2009, e mi piace davvero molto la vostra rivista la trovo fresca, giovane, interessante, leggera in molti casi, cosa fondamentale per accompagnarmi fino al luogo di lavoro ma, non mancano spunti di riflessione anche impegnativi o momenti di, passatemi la definizione, “alta cultura”, ricordo ancora come lessi stupito il pezzo su tersite e la bellezza e lo considerai di nicchia ma davvero molto bello. Quindi, spero non prendiate questo mio piccolo appunto come una critica ma, è davvero una curiosità: come mai avete deciso di mettere, di nuovo, i Litfiba in copertina? Cosa c’entrano loro con la brianza?...non che non mi piacciano, anzi sono da sempre un loro fan e tra i più felici della reunion. Con immenso affetto gianluca b.
Caro Gianluca, questa tua obiezione ci ha dato lo spunto per effettuare un’aggiunta alla nostra rivista, Già da questo numero potrete, infatti, trovare dei piccoli box dove vi spiegheremo, talvolta con un po’ di sana ironia, il legame tra un personaggio (che magari apparentemente non c’entra nulla) con la nostra amata Brianza. Come sai uno dei nostri slogan è: dalla Brianza una finestra sul mondo! Una sorta di teoria dei sei gradi di separazione nostrano (Ndr. questa teoria fu proposta per la prima volta nel 1929 dallo scrittore ungherese Frigyes Karinthy ed ipotizza che qualunque persona può essere collegata a qualunque altra persona attraverso una catena di conoscenze con non più di 5 intermediari.)! Per quanto riguarda i Litfiba, il legame è abbastanza facile, infatti, la loro ultima esibizione live prima della lunga separazione fu proprio il concerto che tennero al Monza Rock Festival nel 1999. Grazie alla tua osservazione, ora ci sbizzarriremo alla ricerca dei più bizzari e dei più semplici link alla nostra Brianza. Un abbraccio Le Sciure.
I L B EV E R I N O CO NS I G L I A : I GT T E R R E L A R I A N E A R I STO EX P O 2 0 1 2 Di - Marco Riva Proprio a qualche settimana fa, risale la mia seconda visita all’ az. agr. La Costa di sirtori(LC), diretta tra gli altri da Claudia Crippa, presidente del Consorzio terre Lariane appunto. incuriosito dall’ eccellente lavoro di recupero dell’area e di promozione territoriale fatto negli ultimi anni in brianza, decido di partecipare alla degustazione organizzata durante la manifestazione erbese del 21 febbraio. L’evento viene promosso come una possibilità di incontro tra produttori, appassionati e professionisti del settore, per assaggiare i vini(e di cibi come il salame di pecora brianzola ed il prosciutto crudo di Marco D’oggiono, di cui consiglio l’eccezionale pancetta cotta) del territorio IGT Terre Lariane ed approfondirne le caratteristiche. Due sono le province interessate da questo marchio, quelle di Lecco e di Como, al quale interno si trovano ben 150 ettari vitati, che si estendono principalmente in due zone, le Colline di Montevecchia e la Valle del Curone (70%) ed il restante trenta lungo le sponde del Lario occidentale e Ceresio, ai confini con la svizzera. i terrazzamenti, raggiungono spesso elevate pendenze, dal 30 al 47 % e variano generalmente altitudine tra i 300 ed i 500 metri. importante ragionare sulla composizione dei terreni che, anche se in aree distanti tra loro, sono accomunati da caratteristiche simili cioè la ricchezza di minerali, che “nel bicchiere” si esprime con note sapide. C’è una forte biodiversità nei luoghi di coltivazione delle vite, forti escursioni termiche che favoriscono le profumazione delle uve, ed una buona insolazione generale. il Consorzio conta attualmente 12 soci e nasce con l’intento di promuovere appunto, tutti i viticoltori di quest’area, che arrivano ad essere ben 130. Vengono organizzati corsi di viticultura mirati a portare il semplice appassionato in vigna ed in cantina, per fare coglierne al meglio, le
sfaccettature e le difficoltà, di un lavoro dal fascino unico. Le varietà coltivate nel territorio sono riesling (italico e renano), Chardonnay, sauvignon, Verdesa e Viogner per i bianchi e Merlot, Cabernet sauvignon, Pinot, syrah e Marzemino per i rossi. Personalmente, ritengo che il territorio si esprima attualmente meglio con i primi, i vini bianchi ma questa è un’opinione personale e, non comprende alcune eccezioni. una riserva particolare ad esempio, fatta una sola volta fino ad ora come “esperimento” da Cantine angelinetta di Domaso (Co), presente come ultimo vino in degustazione. Prodotto metà con uve Marzemino e metà con Merlot(passito sui graticci), si presenta di grande fascino e personalità. un vino rosso davvero intrigante. altra dimostrazione di ottimo rosso brianzolo, sicuramente il Pinot nero de La Costa, un gran bel vino, tra l’altro fatto con un uva difficile da coltivare. Per quanto riguarda i bianchi fino ad ora assaggiati, da menzionare il solesta sempre dell’ultima azienda citata, riesling renano e Chardonnay per il 30 per cento, percentuale che andrà sempre a diminuire fino ad arrivare, a produrlo in purezza. bella espressione. Come anche il blend “Le Calderine” dell’azienda domasina, fresco ma non scontato. Diciamo per concludere che anche qui come in tante altre zone del nostro paese, quando un vino raggiunge l’espressività territoriale senza essere troppo costretto “all’internazionalizzazione del gusto” (quindi ad un approccio troppo facile ed a volte poco espressivo), si riesce a trasmettere ciò che solo il meglio dei luoghi, unito alla bravura dei vigneron, ci possono dare. Questo mi sembra l’indirizzo che sta seguendo il gruppo di igt terre Lariane che, fin a quando promuoverà la qualità, sarà un’ ottima iniziativa ed una valida proposta alternativa. Buon Vino!
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D O V E T R O VA R E L A R I V I S TA Viene distribuita tramite hostess la mattina dell’uscita nelle stazioni ferroviarie di Monza, Lissone, arcore, Desio, Meda , seregno, seveso e presso la fermata MM di Cologno Monzese/brugherio nelle 13 sedi presenti sul territorio provinciale di APA Monza e Brianza - Confartigianato Imprese
Monza via gb stucchi, 46 Carate Brianza via Matteotti, 19 Cesano Maderno via Matteotti, 16 Desio via garibaldi, 258 Giussano Largo europa, 7 Lissone via san rocco, 97 Meda viale Francia, 15 Muggiò via i° Maggio ang. via san rocco Nova Milanese via berlinguer, 2 Seregno via rismondo, 28
Seveso via solferino, 16 Triuggio viale rimembranze, 3 Vimercate via ronchi, 12 Bar La Piazzetta via san bernardo, 5 - Carate brianza EXPO Cafè via e. toti, 41- Carate brianza Vista Caffè via John Kennedy, 2 - Correzzana Tennis Concorezzo via Libertà, 1 - Concorezzo Enoteca Brambilla via C. Cattaneo, 57- Lissone Buffetti c.so Milano, 38 - Monza Edicola Siria via solferino (davanti ospedale Vecchio)- Monza Info Point Comune di Monza Piazza roma Monza Speedy Bar via appiani, 22 - Monza Tabacchi Ambrosini piazza Carducci, 2 - Monza Turné trattoria e bistrot via bergamo, 3 - Monza Baby College-Oxford Group via Verdi, 83 - seregno Edicola Enrico via Cavour, 12 - seregno Osteria dei Vitelloni via garibaldi, 25 - seregno
Pescheria Satalino c.so del Popolo, 94 - seregno Studiofluido via Leonardo da Vinci, 30 - seregno Tambourine via C. tenca, 16 - seregno Bar Boulevard viale C. battisti, 121 - Vedano al Lambro Ottica Mottadelli via Preda, 13 - Verano brianza Panetteria Duca via iV novembre, 33 zoccorino (besana) in tutte le biblioteche Comunali di Monza e in tutte le biblioteche locali della rete provinciale Brianza Biblioteche. all’interno della Galleria Auchan di via Lario a Monza, collocate in appositi espositori, a disposizione dei numerosi clienti che vi transitano.
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… e inoltre presso principali bar, parrucchieri, studi medici di base dei comuni di Monza, Vedano al Lambro, Lissone, Desio, seregno, brugherio
I L P ROSS I M O N U M E RO U SC I R à I L 3 A P RI L E C
NUMERI UTILI Carabinieri | 112
guasti enel | 800 023421
Centro antiveleni (ospedale niguarda) 02 66101029
Polizia di stato | 039 24101
Croce rossa italiana | 039 322384-32365 emergenza sanitaria | 118 guardia medica | 840 500092 ente nazionale Protezione anumali (sezione Monza e brianza) 039 388304 guasti acqua e gas | 800 388088
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PER La PUBBLICITà
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Polizia stradale arcore | 039 617333
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Polizia stradale seregno | 0362 239077
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Protezione civile | 039 28161
Vigili del fuoco | 115
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guasti illuminazione strade | 800 901050 SCRIVETECI: direzione@trantran.net | redazione@trantran.net | trantran@trantran.net | segreteria@trantran.net
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Polizia municipale di Monza | 039 28161
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