www.trantran.net | n. 31 mensile | 18 Settembre 2012 | Distribuzione gratuita
con il patrocinio di:
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20 Design: Il parere dell’architetto
Libri: Sbramami di Claudia Porta
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Animali: I cani di Green Hill liberi
Novità: la rubrica che ci fa alzare la testa
NON SOLO GP : INTERVISTA Ad ARIANNA ERRIGO ARGENTO ALLE OLIMPIADI DI LONDRA Speciale Osnago Il Teatro degli Orrori, Shandon Bebo Storti, Treves Blues Band
settembre - 2012
Sommario
Festa Democratica di Osnago all’insegna della buona musica popolare ed alternativa Pag.10
Il credo di Arianna dalla Brianza all’argento di Londra Pag. 7
otosonica 14,85x21 TRANTRAN tr.ai
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24/02/12
brigantia Ognuno tira l’acqua al suo mulino...
IN CUCCIA Agosto in canile: storie di ordinario (e straordinario) lavoro
SPORTIVAMENTE Alonso e la Ferrari nel GP di Monza Un terzo posto da dieci e lode
su la testa Un universo tutto da scoprire
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32
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14.51
5 editoriale Nonostante tutto, su la testa 6 16 17
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spunti di vista Storie di nessuno
M
altrove RepubblicaDominicana: Bahiajbe e la schiava Zaritè i segreti dello chef
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l’architetto RISPONDE
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non solo monza Curva Biassono
Y
CM
MY
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la veterinaria risponde
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pendolare Saluti dal Portogallo
Come affrontare al meglio il rientro dalle vacanze
Fratelli LaBufala: non solo pizza C
BIS
BIS I Finley
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psicologia oggi
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speciale monza
29 reality
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cosa succede in citta’
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speciale sposi
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su la testa
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speciale bellezza miss italia Il salone di Giada
speciale salute Dental Center
31 verdissimo Arriva l’autunno...Progettiamo la primavera!
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RACCONTIAMOCI
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new car
Il profondo e il crudele
45 IL COMMERCIALISTA RISPONDE 45
LE SCIURE
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Fondatori Marta Migliardi, Elena Gorla, Adriana Colombo, Guido Bertoni
CMY
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Direttore Alfredo Rossi
Anno III - Numero 30 - 26 Giugno 2012 Editore: Trantran Editore S.r.l. Sede: Via Cesare Battisti 121 Vedano al Lambro C.F./P.I./RIMB 06774520966 REA MB 1864900 Reg. Trib. di Monza n.1995 del 29/06/2010
Capo Redattore Marta Migliardi
Per Contattarci direzione@trantran.net redazione@trantran.net segreteria@trantran.net
Redazione Juri Casati, Guido Caimmi, Gabry, Gaber (UTGaber), Niccolo Rossi, Alberto Zanardo, Francesca Fawn Masperi, Jacopo Rossi, Luca Vanni e il misterioso Redo Alfossi.
Vice Capo Redattore Elena Gorla Inviata Speciale Adriana Colombo Grafica e Fotografi Ufficiali Alberto Zanardo e Francesca Fawn Masperi
Si ringraziano per questo numero: ringrazio il mio amato direttore per i suoi insegnamenti e per la sua grande umanità. Ringrazio mio padre e mia madre. Ringrazio la mia bella Alice e Rocco, Guido, Anton e anche Marco. Ringraziamo inoltre: Parole e D’Intorni, il nostro insostituibile Umberto Grasso, tutti i nostri lettori che ci sostengono (grazie, grazie, grazie!).Un ringraziamento particolare a Andy e Effe per la grande esperienza vissuta insieme e per la grande amicizia. Grazie anche ad Alby e Fra e al caro Juri per aver capito quanto tutto questo ci porterà lontani. Buona lettura e ben tornati! Foto di Copertina Arianna Errigo, medaglia d’argento a Londra per il fioretto individuale e oro a squadre
Stampa REGGIANI S.p.A. 20126 Gavirate (VA) Tiratura 26.000 Copie
Raccolta Pubblicitaria
Direttore Commerciale Paola Scappatura commerciale@trantran.net Trantran Editore s.r.l. Sede Via Cesare Battisti 121 Vedano al Lambro (MB) direzione@trantran.net
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EDITORIALE
IL DIRETTORE ALFREDO ROSSI SETTEMBRE - 2012
Con voi
Nonostante tutto,su la testa
ALFREDO ROSSI Foto di Gabriele Benini
Sono già un ricordo lontano le vacanze. Per chi, poi, le ha fatte, visto che le statistiche ci hanno detto, e chi ci è andato l’ha potuto constatare con i propri occhi, che quest’estate sono stati molti in meno quelli che hanno trascorso un periodo di ferie lontano dalla propria casa: vacanze nulle, o più brevi o comunque più risparmiose. Del resto, la situazione economica generale è quella che è: il lavoro scarseggia o manca e quindi è difficile essere ottimisti dando un’occhiata al futuro. E invece è il momento di darsi uno slogan: “Su la testa!”. Vero, le difficoltà, personali, di famiglia e del paese, ci sono, ma è in momenti come questi che bisogna avere la capacità (che parte prima di tutto dalla voglia) di non mollare, di continuare a pensare che le negatività si possono superare, magari con grande fatica, magari stringendo i denti, ma ci si può riuscire. Belle parole, dirà qualcuno tra voi, obiettando che non è certo con l’ottimismo “forzato” che la realtà diventa improvvisamente migliore. D’accordo, l’ottimismo non basta (troppi esempi, anche recenti, di ottimismo a tutti i costi ci hanno poi fatti trovare di fronte a situazioni catastrofiche o quasi). No, l’ottimismo non basta. Serve soprattutto impegno, voglia di arrivare a un obiettivo, consumando le scarpe e senza lasciarci abbattere se le cose non vanno subito come vorremmo. Un esempio? Prendiamo le ultime Olimpiadi, quelle che si sono svolte a Londra lo scorso luglio: gli atleti italiani, anche se abbiamo fama -nel mondo- di essere più caciaroni che atleti, hanno fatto un’ottima figura. E tra loro hanno fatto un figurone atleti brianzoli doc: la fiorettista Arianna Errigo, nata a Monza e residente a Muggiò, ha vinto la
medaglia d’argento individuale e quella d’oro a squadre; Marco Aurelio Fontana, di Giussano, ha vinto il bronzo nella mountain bike, anche se ha perso la sella e ha dovuto fare l’ultimo chilometro del percorso senza potersi sedere, facendo quindi una fatica tripla rispetto agli altri; Matteo Morandi, nato a Vimercate e che gareggia per la Ginnastica Meda, ha vinto il bronzo agli anelli. E lui ripete spesso, quando qualcuno gli fa notare che il suo è uno sport per pochi, eletti superuomini, che hanno i muscoli anche… fra le dita: “Nulla è impossibile. La prima cosa è divertirsi e poi tanto cuore e impegno per quello che si sta facendo! Vedrete che allora sarà meno difficile di come pensate!”. Insomma, su la testa e darci dentro, che qualcosa si porta a casa! Ma non è tutto. Un altro brianzolo d’adozione (è nato a Milano ma vive da sempre a Monza), Martino Minuto, il fiorettista di cui abbiamo parlato sulle pagine di TranTran qualche mese fa, pur non essendo andato alle Olimpiadi perché la federazione non lo ha convocato, può guardare al futuro (quelle di Rio tra quattro anni), tirando su la testa e continuando a impegnarsi: a Londra, nel fioretto, ha vinto l’oro il cinese Lei Sheng, da lui battuto nelle Universiadi dello scorso anno, e l’argento è andato all’egiziano Alaaeldin Abouelkassem, da lui battuto qualche mese fa in una gara di Coppa del mondo della sua specialità. E allora, “Su la testa!”, che è anche il titolo della rubrica di astronomia che parte da questo numero, perché guardare in alto ogni tanto fa bene. E leggetevi un’altra nuova rubrica: quella dedicata all’arredamento, una specialità della Brianza, un’eccellenza in cui dobbiamo continuare a brillare nel mondo. TT
Alfredo Rossi
Per voi Per la nostra città. ACSM AGAM in modo
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SPUNTI DI VISTA
L’INNOCENZA DEL PRINCIPIO RELATIVO
INTERVISTE A VOLTI NOTI IN GIRO PER LA BRIANZA
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STORIE DI NESSUNO Di - Juri Casati
E
state interessante, quella che abbiamo vissuto. È morto Neil Armstrong, il primo uomo che ha messo piede sulla Luna; la Nasa ha inviato su Marte la sonda Curiosity alla ricerca di acqua e di vita; è stata provata l’esistenza del bosone di Higgs, che molto poco sobriamente era stato definito come «la particella di Dio». Insomma, eventi di questo tipo non possono non far riflettere sul tema dei confini e su cosa ci sia al di là di questi confini, là dove nessuno è mai arrivato – le terre di nessuno – e là dove si intrecciano storie che non possono essere raccontate perché nessuno le conosce: le storie di nessuno. Riconosciamolo: i confini hanno perso gran parte del fascino che un tempo li circondava. Per esempio ancora un secolo fa a Londra, davanti ad un caminetto acceso in una stanza foderata di legno di un club esclusivo, c’erano nobili che, dopo aver sorseggiato un brandy invecchiato cinque anni, potevano puntare il dito su un quadrante di un mappamondo e dire «qui non c’è stato ancora nessuno», e poi organizzare una spedizione eccetera eccetera, per poi tornare e pubblicare resoconti che ci rivelavano ciò che dicevo prima: le storie di nessuno. Oggi niente di tutto ciò sarebbe possibile: tutti i confini geografici sono stati esplorati, tutte le montagne sono state scalate, tutte le tribù perdute nelle foreste sono state disturbate, fotografate, intervistate. Insomma: tutti i limiti sembrano raggiunti. Eppure ci deve essere una qualche pulsione interiore – qui forse uno psicologo potrebbe essere più preciso –
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che spinge gli uomini ad andare sempre e comunque verso i confini per oltrepassarli e per raccontarci cosa c’è dopo, un’innata tendenza al viaggio e alla narrazione. Infatti, man mano che sul nostro pianeta le terre di nessuno si restringevano e non c’erano più nuove storie da raccontare, qualcuno cominciò a levare lo sguardo verso il cielo, e a prendersi anche delle belle soddisfazioni: prima lo Spazio, poi la Luna, e poi Marte (anche se solo attraverso sonde). Grandi successi, non c’è che dire. Ma del vecchio romanticismo non era rimasta nemmeno l’ombra: niente più eroi solitari, brandy, caminetti, mappamondi e cannibali, ma riunioni ministeriali e calcoli di astrofisica, temperature e moduli da compilare. Le storie che arrivavano? Algide foto e qualche sasso. Altri ancora, forse alla ricerca del romanticismo perduto, tornarono a guardare a terra, sospettando che in realtà le vecchie terre fossero state esplorate solo superficialmente. Utilizzarono il microscopio atomico, e a volte dovettero spingersi ancora più in profondità rispetto alle possibilità garantite dal microscopio atomico, ma bisogna riconoscere che anche costoro si presero delle belle soddisfazioni, e il bosone ne è l’ultimo esempio. Le storie che arrivavano? Avvincenti storie di attrazioni e respingimenti tra elettroni, neutroni e protoni. Ad altri però neanche questo bastava, e pensarono che, per trovare qualcosa di inesplorato ma che consentisse anche di poter raccogliere storie coinvolgenti, non fosse opportuno cercare nella freddezza inanimata dei deserti marziani e tra
gli atomi di piombo, ma ci si dovesse rivolgere semplicemente a noi stessi. In effetti nell’uomo c’è qualcosa di più della materia: c’è il pensiero. Che dire dunque sui confini del pensiero? Un luogo comune vuole che, attraverso la razionalità umana, noi possiamo oltrepassare potenzialmente all’infinito i confini delle nostre conoscenze, alla scoperta di terre intellettuali che nessuno ha mai esplorato, là dove certamente si nasconde qualcosa di nuovo da poter raccontare. Ma è proprio così? In fondo oggi qualsiasi idea possiamo immaginare – anche la più stupida o la più aberrante – si trova già espressa su Internet. Forse dunque tutto è già stato detto su Internet e le storie di nessuno non esistono? È una tesi estrema, ma la questione dovrebbe essere anche analizzata da un altro punto di vista perché la tendenza che Internet ha di colmare tutti gli spazi vuoti e di colare in ogni interstizio per raccontare tutto, esiste davvero. Forse dovremmo pensare che Internet in fondo non è altro che un prodotto umano, come lo è il microscopio atomico e, come il microscopio atomico ha potenziato la facoltà visiva, così Internet ha potenziato quella pulsione che troviamo nell’uomo, quella pulsione innata che lo spinge costantemente ad andare verso i confini per raccontarci, raccontarci e raccontarci ancora cosa accade al di là di questi confini. E dire che c’è stato un tempo in cui la fantascienza era semplicemente andare sulla Luna. TT
Il credo di Arianna
dalla Brianza all’argento di Londra Di - Alfredo Rossi
“L
a notte del 29 luglio scorso l’ho passata camminando da sola per il villaggio olimpico. Avevo una gran rabbia da smaltire e stare fuori all’aria aperta era il modo migliore per stemperare la collera”. Arianna Errigo sorride, ma negli occhi si legge tutta la determinazione che gli ha valso il soprannome di “Tsunami”, visto che il suo modo di tirare di fioretto è esuberante, condotto sempre all’attacco, pieno di grinta e battagliero, “forse dovuto alle mie origini calabresi”, commenta la stessa Arianna. Ma non è la notte in cui a Londra hai vinto la medaglia d’argento nel fioretto individuale? «Appunto, l’argento. Ma io volevo vincere l’oro, ero andata a Londra per questo e invece mi aveva battuto la mia compagna di squadra Elisa
Di Francisca e non me la sentivo di restare in camera con le altre mie compagne, visto che abitavamo assieme nello stesso appartamento. Sì, siamo compagne, ma la scherma è soprattutto uno sport individuale ed essere arrivata seconda, allora, mi sembrava davvero insopportabile. Poi per fortuna è arrivato l’oro a squadre e le cose si sono messe a posto, com’è giusto che sia. Sono contenta dell’oro a squadre e dell’argento individuale, ma all’oro ci penso eccome: a Rio voglio esserci tra quattro anni e punterò di nuovo al gradino più alto del podio». In mezzo, però, ci sono quattro anni… «Vero, quattro anni di fatiche e di allenamenti, ma anche di competizioni. Sarà dura, ma adesso ho capito che la strada per arrivare in alto è fatta anche di sacrifici». Già, tu hai fama di essere una che non ama
troppo gli allenamenti… «Ma non è così. Se vuoi arrivare, ho capito che bisogna curare tutti i particolari: è vero, non sono una fanatica dell’esercizio fisico e un po’ mi rompe, ma ho capito che per restare in alto devi sudare, sudare e sudare». Com’è una tua giornata tipo? «Seduta atletica al mattino per due ore abbondanti, con pesi e lunghe corse. Per fortuna al pomeriggio vado in pedana per altre tre ore, ma qui si combatte e mi diverto molto di più. Perché io ho scelto la scherma proprio per divertirmi». A che età hai cominciato? E l’hai fatto per imitare Zorro che magari vedevi in tivù? «A dire il vero ho cominciato perché mamma Pina aveva visto una gara proprio in televisione e si era entusiasmata e quindi mi ha portato, a settembre 2012, trantran 7
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INTERVISTE A VOLTI NOTI IN GIRO PER LA BRIANZA
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INTERVISTE A VOLTI NOTI IN GIRO PER LA BRIANZA
Le medaglie
sei anni, alla palestra della Scherma Monza. A me è piaciuto subito moltissimo e sono andata avanti». Adesso sei nel gruppo sportivo dei Carabinieri. «Esatto, mi sono arruolata nell’Arma nel 2005, a 17 anni: mi trovo bene e devo dire che anche la divisa ha il suo fascino…» Di scherma in Italia si parla soprattutto per le Olimpiadi, visto le tante medaglie che procura… «Vero, ma da qualche anno a questa parte le cose vanno meglio. Anche grazie ad Aldo Montano e al suo modo di pubblicizzare la scherma, viene più gente a vederci e i praticanti sono cresciuti di numero. Perché, e questa è la cosa importante, la scherma è davvero uno sport affascinante, duro e pesante, ma che stimola». A proposito di Montano, ci andresti in Tv come ha fatto lui? «Perché no, se queste serve per far conoscere ancora di più il mio sport. Certo, non dovrebbe tenermi lontana dagli allenamenti. Però, a dirla tutta, la Tv non mi piace: mi mette ansia». Ti sei mai data un modello da imitare? «No, nella scherma no. Ho sempre voluto crescere con il mio stile, il mio modo di affrontare le avversarie. E poi non trovo giusto che se Valentina (la Vezzali, la fiorettista italiana che ha vinto di più ndr) vince tirando di scherma in un certo modo, tutti debbano copiarla. Meglio cambiare, trovare la propria via: ne guadagna lo spettacolo e ci si sente più realizzati». Ti piace leggere? «Sì, di tutto, soprattutto durante le lunghe trasferte aeree. Il libro che ultimamente mi ha colpito di più è Follia, di Patrick Mc Grath, che racconta una storia d’amore che si consuma e si sublima tra le mura di un manicomio. Davvero
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Le medaglie olimpiche di Londra 2012 sono state disegnate dal designer inglese David Watkins e sono le più grandi e pesanti mai assegnate in un’olimpiade. Infatti il peso delle medaglie è compreso tra i 375 e i 400 grammi, il loro diametro è di 85 millimetri e lo spessore di 7. Tutto ciò farebbe pensare che le medaglie d’oro abbiano un valore intrinseco altissimo, ma la realtà è diversa; infatti, mentre le medaglie di bronzo (rame al 97%) e quelle d’argento (92,5% del grigio metallo) sono “regolari”, quando si analizzano le medaglie d’oro c’è una sorpresa: esse contengono solo l’1,34% del prezioso metallo giallo e ben il 92,5% di argento. In pratica le medaglie assegnate ai vincitori non sono altro che medaglie d’argento placcate con una sottile lamina d’oro. Comunque il Coni ha corrisposto a ogni atleta 140mila euro per la vittoria della medaglia d’oro, 75mila per l’argento e 50mila per il bronzo. Cifra su cui bisogna poi pagare le tasse.
bello: se non l’avete letto, leggetelo». Musica? «Anche qua non ho gusti particolari. Ascolto di tutto, soprattutto musica italiana». Pratichi qualche altro sport? «Sì, ovviamente quando non sono sotto gare. Faccio spinning, pallavolo, pallanuoto. Appena posso vado a pattinare al parco di Monza con una mia amica. Pattinare mi dà grande energia e divertimento».
Matteo Morandi Matteo Morandi è nato a Vimercate l’8 ottobre 1981. Gareggia per la Ginnastica Meda e ha iniziato a praticare la ginnastica a 5 anni e nel 1998 agli Europei juniores di San Pietroburgo vince l’oro negli anelli. Da lì in poi si dedica a questa specialità. Ha vinto tante medaglie e ha avuto ottimi piazzamenti nei Mondiali e negli Europei, ma la medaglia di bronzo, vinta a Londra durante la partecipazione alla sua terza Olimpiade, è stata la più bella perché arrivata alla fine della carriera. E’ sposato e ha una bambina di pochi mesi.
Marco Aurelio Fontana
Sportivi, al di fuori della scherma, che ammiri? «Il primo che mi viene in mente è Valentino Rossi. Sono sicura che tornerà a vincere presto. E poi tifo per l’Inter. Grandi campioni se ne sono andati, ma qualcuno è rimasto e credo che la squadra possa tornare presto a dominare in Italia e in Europa».
Marco Aurelio Fontana è nato a Giussano il 12 ottobre 1984. Ha vinto la medaglia di bronzo nella specialità del cross country; sin dal primo giro Fontana si è inserito nel gruppo di testa, ma a metà del terzo e ultimo giro il ciclista italiano ha perso il sellino della mountain bike, proseguendo la gara senza di esso, ma riuscendo a non farsi riprendere dagli avversari che lo inseguivano, Fontana è il primo italiano a vincere una medaglia olimpica per la mountain bike in campo maschile (prima di lui solo Paola Pezzo aveva portato a casa delle medaglie olimpiche in questa specialità). Marco Aurelio Fontana ha iniziato la sua carriera da ciclista all’età di 11 anni nel ciclismo su strada con il Cesano Maderno. A 14 anni è passato alle specialità della mountain bike e del ciclocross.
Sei fidanzata? «Sì. Con Antonio, un ragazzo che ho conosciuto un anno fa ai Mondiali di scherma che si sono svolti a Catania. Lui però non fa lo schermidore, gioca a pallanuoto». Programmi futuri? «L’oro individuale a Rio tra quattro anni e poi comincerò a pensare di metter su famiglia. L’idea di avere dei figli mi solletica molto». Auguri, Arianna.
TT
?? COSA C’ENTRA CON LA BRIANZA: Arianna Errigo nata a Monza il 6 Giugno 1988
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INTERVISTE A VOLTI NOTI IN GIRO PER LA BRIANZA
INTERVISTE A VOLTI NOTI IN GIRO PER LA BRIANZA
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I l T e atro d e g l i O rror i : i n t e rvi sta a G i o nata M i r ai Di - Francesca Fawn Masperi
O
k. La mia prima intervista telefonica. Loro sono Il Teatro degli Orrori, coloro che mi fanno cantare a squarciagola in macchina con mio fratello La canzone di Tom. Sono un po’ tesa perché l’altra sera, a Osnago alla Festa democratica, hanno tenuto una tappa del loro tour estivo che si è conclusa il 15 settembre, e sono stati veramente grandi. Digito il numero, “Buongiorno, sono Francesca!” “Buongiorno!”. E si comincia. Il Mondo Nuovo è l’apice della vostra musica che dà voce alle storie del popolo, tanto che il primo titolo, poi scartato per ‘pudore’, doveva essere Storia di un immigrato, citando la celebre storia di un impiegato di De Andrè. Cos’è che vi spinge a parlare di questo? «Raccontiamo il mondo. Parliamo della vita delle persone avendo un occhio critico e costruttivo sulla realtà che ci circonda. Dovrebbe essere dovere di ogni persona, soprattutto di ogni artista, essere consapevole della realtà. E’ utile perche permette di cambiare le cose. Se l’arte è vissuta solo come intrattenimento va finire che si vive male, non capendo nemmeno il perché».
Foto di - Francesca Fawn Masperi e Alberto Zanardo
usare la voce (ndr mentre è sua quella del gruppo Super Elastic Bubble Plastic nato nel 2001) il tuo corpo parla attraverso la chitarra. Quando è nato questo rapporto? «Ho cominciato a suonare da piccolo, è la mia forma di espressione più congeniale da quando avevo 8 anni. E’ il mio modo di esprimermi» Il 19 maggio siete stati a L’Aquila per un concerto gratuito e a costo zero per l’amministrazione locale, progetto nato in collaborazione con gli Afterhours -con cui avete già partecipato all’album Il paese è reale (19 artisti per un paese migliore?) con il brano Refusenik del 2009- per riportare l’attenzione sul milione di euro ricavato dal brano Domani interamente destinato alla ricostruzione e che giace ancora in un cassetto (a luglio 2012 è stato annunciato che il fondo verrà utilizzato per la ristrutturazione del Teatro San Filippo Neri). Che tipo di esperienza è stata? «Un’esperienza che tutti dovrebbero fare per vedere cosa e com’è. E’ una realtà che sembra non esista ma che c’è. La gestione del territorio
post terremoto è spaventosa, e bisogna stare attenti perché in Emilia potrebbe ripetersi. Ci sono persone che non vivono più nelle loro case ma continuano a pagare mutui e tasse. E’ stato un bellissimo concerto, abbiamo riempito la piazza, gli aquilani hanno voglia di riappropriarsi della città ma hanno le mani legate». Con questo mi ricordate quello che fece il gallerista Lucio Amelio con il progetto Terrae Motus per aiutare l’Irpinia a rialzarsi. Anche quella volta ci furono oltre 70 artisti tra cui Warhol e Beuys che decisero che l’arte avrebbe potuto aiutare la gente e diedero il loro contributo. Ora siete in tour fino a metà settembre. Dove vi troviamo dopo? «Ci sarà una pausa di un mesetto, poi ci sarà l’ultima trance del tour che andrà da novembre fino a Natale. Poi vedremo, stiamo cominciando a pensarci…per ora cerchiamo di chiudere un cerchio che abbiamo aperto a marzo». E, prima che il cerchio si chiuda, chiunque voglia energia può entrare a farne parte. TT
Nella vita di tutti i giorni dell’uomo occidentale Dio è come se fosse stato dimenticato. Voi lo ricordate in molti testi. Cos’è il Dio di cui parlate?
Festa Democratica Della Provincia Di Lecco Monza E Brianza di Osnago Ogni anno all’insegna della buona musica popolare ed alternativa Come ogni anno la Festa Democratica Della Provincia Di Lecco Monza E Brianza di Osnago è stata ricca di musica, arte e teatro e, perché no, anche di un verace e ottimo servizio ristorativo. Un panorama musicale e attorale come sempre vario ed interessante e che merita essere nominato integralmente: Persiana Jones, il Teatro degli Orrori, Salmo, Bebo Storti, Rock targato Brianza (Verbal + Aim + Mexican Chilly Funeral Party + ElaflEin ), Nada & Criminal Jokers + Il Bancale, “Rockabilly Party” (Backseat Boogie + Rokin’ Monsters + Ale Leuci djset), Shandon nel loro ultimo concerto, Treves Blues Band + Paolo Bonfanti + Guitar Ray ed infine le “Canzoni che balzano attraverso i secoli” con Lorenzo Monguzzi (leader dei Mercanti di Liquore), Stefano Vergani e Diego Potron. Questa festa, ogni anno, dimostra sempre più di saper coniugare musica e intrattenimento in una miscela sempre varia, alternativa e di grande spessore. Noi di Trantran abbiamo intervistato per voi alcuni dei protagonisti delle varie serate: Teatro degli Orrori, Bebo Storti, Shandon e Treves Blues Band in esclusiva per voi. Al prossimo anno!
Servizio a cura di Marta Migliardi 10 trantran, settembre 2012
«La nostra è una cultura cristiana cattolica, siamo permeati dalle sue ‘tradizioni’ e dai suoi credo, anche se la cosa potrebbe non piacerci. L’insegnamento cristiano ha un’anima positiva, porta cambiamento e miglioramento nella vita delle persone. Che l’uomo poi abbia usato tutto questo in malo modo rovinandolo non è certo volere di Dio». Oltre che con le parole voi comunicate con l’energia con cui esplodete (assistere ad un loro live è un’esperienza caldamente consigliata, vi smuove dentro). Riuscite a trasmettere la stessa forza sia con i testi che con la voce e gli strumenti, che lasciate parlare spesso da soli. Cos’è che vi attiva? «Crediamo profondamente in quello che facciamo. Dal vivo si mette in moto tutto, quello che è il nostro pensiero diventa carne e sangue per cui noi diventiamo la musica che facciamo. Questo, unito all’amore per la gente che ci segue, crea delle situazioni in cui c’è uno scambio fortissimo tra noi e il pubblico perché ci si autoalimenta. E’ la nostra passione». Nel Teatro degli Orrori non potendo settembre 2012, trantran 11
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INTERVISTE A VOLTI NOTI IN GIRO PER LA BRIANZA
INTERVISTE A VOLTI NOTI IN GIRO PER LA BRIANZA
antiche non tengono conto del fatto che ci vada il formaggio perché se ci pensi ammazza tutti
Foto di - Francesca Fawn Masperi e Alberto Zanardo
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burro. È un piatto che se trovi chi lo fa poi, smetti di mangiare per una settimana».
Ci parli dello spettacolo con cui sei in scena stasera: Gioan Brera: l’inventore del centravanti.
«Nel mio essere lombardo c’è anche l’amore per la cucina lombarda che è una cucina spagnola, francese, araba, austriaca; la cassoela è la jotta, la cotoletta l’hanno inventata in Austria, l’osso buco col riso giallo è la paella né più né meno. Per cui noi, da lombardi che ci consideriamo puri di razza, abbiamo mutuato il nostro dialetto, la nostra cultura in realtà, da tutti quei popoli che ci hanno conquistato. Questa padanità,
ebo Storti protagonista della serata teatrale con lo spettacolo Gioan Brera: l’inventore del centravanti ci regala come sempre, la sua visione del mondo realistica e anche acuta, inanellata dalla sua comicità e ironia prorompente e ci spiega le evoluzioni del suo nuovo spettacolo…
«Questo testo è di Sabina Negri e, in corso d’opera, tagliuzzato e sistemato da me. Le musiche sono tutte di Enzo Jannacci è un omaggio al maestro. I musicisti sono Simone Spreafico e Luca Garleschelli. Mi è piaciuto questo progetto in primis perché ho avuto la riconferma di una cosa che già sapevo e cioè che Giovanni Brera è molto amato da un sacco di persone che lo hanno sempre considerato un grande scrittore, un grande giornalista. Ha scritto libri bellissimi, ma soprattutto ha rivoluzionato il modo di concepire la cronaca sportiva. La prima cosa che mi è venuta in mente è che io, in fondo, sono cresciuto con Brera e con Jannacci e, quindi il mio essere milanese, il mio amare il dialetto, il mio essere lombardo, il mio amare profondamente le tradizioni della mia regione, senza essere leghista o padano ma, per il semplice fatto di esserci nato, mi hanno fatto venire voglia di fare questo spettacolo dove c’è una specie di commistione cioè, da una parte, c’è Brera che racconta l’Italia in un certo modo dall’altra, ci sono io che intervengo parlando della mia vita minima, cazzeggiando. Lo spettacolo è ancora in evoluzione e, come diventerà da qui al 15 dicembre, quando debutteremo al Pier Lombardo è, praticamente impossibile saperlo! Per esempio quando l’altro giorno ci siamo trovati a casa di Sabina per fare una rilettura, a me è venuto in mente che quando lui parla del ragù d’oca io potrei parlare di quando mia zia Maria Tersa faceva il lusc e brusc che è un piatto milanese che non conosce nessuno che è l’anatra o l’oca o, comunque un volatile, cotta nell’aceto e con dentro gli amaretti e le prugne, lasciata a macerare e poi cotta in forno con belle spalmate di 12 trantran, settembre 2012
Parlaci un po’ di questo tuo essere lombardo.
Perché io voglio anche un po’ rivendicare il fatto di parlare il milanese, il lombardo, fare delle cose, raccontare delle cose, dire delle cose che, cose che dette o fatte da me, io sono Bebo Storti, nessuno potrà mai dire che sono fatte da leghista. Quindi da una parte, c’è questo tentativo da parte mia di dire: guardate che io, sono vicino a Brera, perché sono un ragazzo nato nel ’56, negli anni ’70 io ho conosciuto una certa Milano che abbandonava un tipo di criminalità per diventare un’altra città, si sono accorti adesso che c’è l’andrangheta in Lombardia? Ma io avevo a che fare con la mafia pugliese dietro Porta Romana quando avevo 13 anni, quindi nel ’69. Questo spettacolo è il tentativo, intanto, di fare conoscere di nuovo Brera, tanti ragazzi giovani che leggono oggi soprattutto Twitter (io ce l’ho Twitter) o, tutto su Skype ( ce l’ho Skype, ce l’ho) o, fb, (ce l’ho fb ce l’ho); però la vera cultura quella che nasce dalla lettura, a volte anche un po’ noiosa è quella, non è l’altra. Il fatto che una cosa che succede ora a Bucinasco, dopo 30 minuti si sappia a Tokio è fantastico, meraviglioso, però la cultura è un’altra cosa e, a noi stanno togliendo quella. Alla scuola pubblica stanno togliendo la cultura». Ci hai parlato della tua grande passione per la cucina lombarda, ci dai una ricetta milanese?
questa lombarditudine, questa indipendenza intellettuale, in realtà non ce l’abbiamo, come dice Brera: “Manzoni è risciacquato in Arno”. Ma, nessuno parla dei poeti lombardi e milanesi che hanno scritto grandi poesie, ne cito uno su tutti il Porta ma, il Porta non lo legge nessuno, nelle scuole non lo insegnano. Il fatto che non lo si insegni e che mio nonno, che non era un letterato, mi ha insegnato a leggerlo, è un cruccio per me.
«Riso in cagnone ed è la base del risotto lombardo. Fai il solito battuto di cipolla, sedano, carote, ci metti il burro, un goccino di latte, poi ci metti il riso, il riso già bollito. Era una ricetta pratica, tenevi il riso bollito, pronto (se no l’era lunga vent minù) poi lo mischi, ci metti un po’ di farina bianca e fai questa specie di amalgama intorno a questo riso che si sta indorando. Poi ci puoi mettere lo zafferano, la salsiccia, un goccio di vino bianco, ci puoi mettere il pesce, basta che non lo hai spolverato con la forma. Altro errore drammatico a Milano: il parmigiano reggiano e il grana padano in realtà non arrivano fino agli anni ’70; non era uso mettere la forma, a parte che costava, fino agli anni ’60 andare in macelleria e prendere un pezzo di grana per grattarlo, non era una cosa tanto normale. Quindi le ricette
nell’acqua tiepida, intanto fai il battuto poi ci butti il riso e due minuti il riso è pronto». TT
Fabio Treves: non metto mai limite alla provvidenza e al blues
BEBO STORTI: IL CRUCCIO DEL PORTA Di - Adriana Colombo
i sapori. Quindi per riassumere: tu tieni il riso bollito, anche in frigo, magari lo ributti un attimo
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Di - Adriana Colombo
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ui ad Osnago non potevamo farci sfuggire Fabio Treves fondatore della Treves Blues Band che da 40 anni rappresenta il blues italiano, un’avventura nata nel 1974 nel milanese e che li ha portati ad essere definiti, non a caso, la prima band blues italiana. Ci racconti i vostri esordi? «Molto volentieri! Siamo partiti in un momento in cui in Italia andavano di moda ben altri generi musicali: il rock progressivo, il Jazz d’avanguardia, il cantautorato politico. Io ero già innamorato del blues e mi venne questa pazza idea di fare una Blues Band. Ovviamente cominciammo con dei brani che non erano conosciuti, quindi all’inizio abbiamo fatto un po’ di fatica ma, poi, quando ho visto che la gente arrivava ai concerti, ballava sulle note che noi suonavamo, ho capito che il blues poteva diventare il sottofondo della mia vita; ho tenuto duro, non ho mai mollato questa passione e, devo dire che poi nel corso degli anni ho raccolto i frutti di questa mia passione che va avanti da tanti anni». Come è nato il nomignolo di Puma di Lambrate? «Me lo diede un giornalista tanti anni fa. Stava arrivando a Milano Jhon Mayall e il giornaliste scrisse: a Milano tra pochi giorni arriverà Jhon Mayall che è conosciuto come il Leone di Manchester però, io voglio ricordare che a Milano abbiamo Fabio Treves, il Puma di Lambrate. Questo simpatico nomignolo mi è rimasto e, forse mi ha portato anche fortuna perché per molti sono più il Puma di Lambrate che non Fabio Treves della Treves Blues Band». Nel 2011 avete realizzato un altro grande e ambizioso progetto lo spettacolo musicale
Blues in Teatro che, ha portato nelle sale oltre 4.000 persone, ci racconti come è nato? «È nato anche questo, da una mia voglia di confrontarmi con questa dimensione nuova che era il teatro, dopo anni e anni di concerti all’aperto, feste di piazza, università, carceri, scuole e quant’altro. Ho detto va bene, mi manca il teatro e abbiamo preparato uno spettacolo che voleva diventare un po’ una storia del blues. Volevamo prendere per mano lo spettatore e, accompagnarlo in questa magica camminata attraverso il blues dai canti di protesta allo spiritual, il gospel, il blues cittadino, il blues di Chicago e devo dire che è stata una scommessa vinta, una bella esperienza! Ne è nato poi un cd che è stato accolto con fortuna soprattutto dal nostro pubblico di fedelissimi, che ci segue e, devo dire che a questo punto non mi manca niente fatto il Teatro cos’altro potrebbe mancarmi?» Hai collaborato e ospitato nei tuoi dischi tantissimi grandi del mondo blues internazionale che citarli tutti sarebbe quasi impossibile ma, uno su tutti spicca: hai suonato sul palco, unico tra gli italiani con Frank Zappa, ci racconti un po’ dell’emozione…. «È l’esperienza più vivida che ho, dopo tanti anni, ne sono passati 24. Io Frank Zappa lo conoscevo da sempre però, avevo un sogno nel cassetto perché per me era qualcosa di più che il solito idolo, l’ho sempre considerato una persona avanti mille anni. Quindi in occasione del suo tour dell’88 andai a Monaco per conoscerlo. Ebbi anche la fortuna di assistere alle sue prove musicali. Quando arrivò in Italia, lo seguii dappertutto, passammo molto tempo insieme e,
lui, da grande personaggio, capì che io non ero soltanto il fan sfegatato ma, che ero qualcosa di diverso e di più e, quindi mi diede una opportunità. Mi disse: “…se ti chiamo stasera a suonare, ti può andare bene?” Io pensavo scherzasse, e invece mi chiamò a suonare sia a Milano che a Genova e per me questa rimane un’esperienza incredibile oltre che la testimonianza che nella musica, come nella vita può capitare di tutto; può capitare anche di coronare un sogno segreto, chiuso nel cassetto, come era per me quello di suonare, duettare con la mia armonica, sul palco con uno dei più grandi personaggi della storia musicale dell’intero ‘900. È anche un insegnamento per i giovani: se è capitato a me che, non sono nemmeno tanto bravo, può capitare a tanti altri. Non lo dico per modestia, lo dico sinceramente, io conosco dei giovanissimi musicisti che, escono dalle scuole di musica, che sono davvero a dei livelli stratosferici. Io l’armonica la suono con una passione particolare ma, tecnicamente non mi considero un maestro, davanti a me, se si può fare una classifica, anche se, le classifiche sono sempre antipatiche, ce ne sono tantissimi; anche questo è un altro insegnamento: nella musica quel che conta è la semplicità, la passione, il rispetto per il pubblico e per la propria professione, è questo che entusiasma, non tanto la tecnica. Nella vita troverai sempre qualcuno più tecnico, più bello, più simpatico, più trascinante quindi meglio andare coi piedi per terra». Suoni l’armonica come mai hai scelto questo strumento? «A essere sinceri è stata una scelta di ripiego perché la mia passione vera era l’organo poi, sono passato ad alcuni strumenti a fiato come il sax e la settembre 2012, trantran 13
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INTERVISTE A VOLTI NOTI IN GIRO PER LA BRIANZA
tromba, poi dopo i miei maestri mi hanno detto che ero veramente molto scarso e, allora, mi sono detto: “ scarso per scarso, mi scelgo lo strumento più semplice, più piccolo, più leggero che esista”. Poi ho scoperto che, invece, l’armonica non è così semplice da suonare o meglio, è semplice per fare le canzoncine di Natale ma è difficile se vuoi cimentarti in qualcosa di più profondo. Con gli anni sono stato molto gratificato dalle chiamate di alcuni musicisti, amici, che io conoscevo e che mi hanno detto: “Fabio, ti ringrazio di avere messo l’armonica in questo mio pezzo.” Quando dico amici parlo per esempio di Pierangelo
Bertoli, Angelo Branduardi, Eugenio Finardi e, tanti altri che mi hanno chiamato e, per me è stato un piacere, un piacere che sta anche a testimoniare che l’armonica non è adatta solo per il blues ma per qualsiasi genere di musica». Prossimi progetti? «Di progetti, nonostante l’età, ce ne sono tanti ma, ce ne è uno forse più affascinante di altri che è quello di andare a suonare con la band, di registrare un disco, là dove il blues è iniziato cioè, negli stati come Mississipi, Louisiana, Tenesse o, addirittura Chicago. Sono questi sogni
INTERVISTE A VOLTI NOTI IN GIRO PER LA BRIANZA
abbastanza impossibili da realizzare ma, io non metto mai limiti né alla provvidenza, né al blues. Chissà, magari per il prossimo anno per il 2013 un bel disco dal vivo nella patria del blues non sarebbe male».
si rifanno a dei film di Wenders o a Taxi driver, oppure a momenti anche duri, quale il problema ai polmoni che ha dovuto superare Olly tempo fa’, e che l’ha costretto a lasciare gli Shandon per un breve periodo, e lui ha sfogato questa sua frustrazione scrivendo un brano come TMX».
?? COSA C’ENTRA CON LA BRIANZA:
Vi sentite più vicini alla scena punk inglese o a quella ska core americana?
Sono tantissimi i Paesi dove il Puma di Lambrate e il blues è arrivato, e ci ha detto di conoscere perfettamente la Brianza!
«Assolutamente quella americana ska core, abbiamo preso molto dall’embrione dei Rancid, degli Operation Ivy, la prima vera ska core della scena musicale negli anni ’90 (con il loro album capolavoro Energy). Poi ti posso citare i Mighty Mighty Bosstones, Transex e poi i miei cari e amatissimi Sublime con il loro omonimo celebre album, che mi hanno ispirato per scrivere il mio primo libro anche questo intitolato Sublime».
TT
Recentemente Olly, il vostro cantante, ha collaborato al progetto Rezophonic, duettando con Cristina Scabbia dei Lacuna Coil. Avete individualmente altre collaborazioni in previsione dopo il vostro concerto d’addio? «Come ti ho detto i più attivi musicalmente sono Olly e Andrea. Olly sta registrando un disco soul e continuerà il progetto Rezophonic, e ha appena
finito di registrare il terzo disco dei Fire. Andrea sta seguendo due progetti, uno con i Figli di madre ignota e l’altro con i Pichos, un gruppo di musica mariachi. Marco continuerà con i suoi Corni Petar, e il nostro trombettista, che in questo tour ha sostituito Pedro, che ora vive in Irlanda, suonerà con i suoi mille altri gruppi: ognuno di noi proseguirà nella propria vocazione musicale». Come vi sentite circa la situazione economico sociale che stiamo vivendo in Italia in quest’ultimo periodo? Esistono dei parallelismi con la situazione di disagio che caratterizzava gli anni 70 in Inghilterra? Credete che possa nascere oggi un nuovo movimento musicale di ribellione simile al punk dei Clash ? «No. Scusa il nichilismo, sebbene il talento possa sempre emergere, profetizzare a priori che non possa arrivare nessuno è quanto mai stupido; però se devo proprio gettare il cuore oltre l’ostacolo, ti devo dire che la situazione è quanto mai diversa. L’esasperante regime di controllo che viene applicato a qualsiasi forma di attività non c’era in quel periodo. Se tu votavi e avevi una sorta di rabbia ulteriore, non eri monitorato, tracciato, indirizzato e instradato verso categorie economiche, anche consone. Se oggi hai delle
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pulsioni verso l’alto o verso qualsiasi nuova idea, il sistema ti priva dei soldi, ti priva di sbocchi, perché a livello di locali ormai è rimasto ben poco; e quando si riesce a esplorare qualcosa di nuovo, comunque tramite la rete riesci in qualche maniera a normalizzarti subito. Non è un caso che quando esce qualcosa di nuovo, ti trovi in brevissimo tempo sulla scena altre 150 band clone dell’originale; questo vale anche a livello di creatività in senso più ampio del termine». Come ultima domanda vorrei chiederti qual è il vostro legame con la Brianza… «Chi sta leggendo ora le mie parole mi odierà perche sono dell’oltre Adda, il cosiddetto popolo che abbaia, ovvero i Bergamaschi; ovviamente è una battuta. Olly, Andrea e Matteo, il batterista, sono profondamente radicati nella Brianza in quanto vivono in paesi limitrofi a Monza, direi in maniera devastante e quasi fastidiosa, altra battuta! (ndr ride). Ma devo dire che i nostri concerti grossi, quelli che definiamo epocali, sono partiti e si sono sviluppati in Brianza. Inoltre i primi 500 demo di Punkbillyskacore del 1995 sono stati mangiati, venduti alla scuola d’arte di Monza, quella nella Villa Reale, la stessa dove erano nati i Bluvertigo». TT
Come con la tua ex
intervista a Max degli Shandon Di - Antonello Radice
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ncontriamo Max Finacci, trombettista degli Shandon, una band punto di riferimento per la scena punk ska core italiana ormai da due decadi e che qui a Osnago ha suonato il suo ultimo concerto per far sì che ogni suo elemento potesse continuare, ognuno per la propria strada, a seguire il proprio impulso musicale. Quali i motivi che vi portano a prendere tale decisione? «Non abbiamo appeso gli strumenti al chiodo, ma nel momento in cui abbiamo deciso di fare la reunion, allo stesso modo si è deciso che non avremmo inciso un nuovo album, e quindi senza un disco nuovo non avremmo avuto gli stimoli per continuare oltre; anche perché dopo un po’ a rifare sempre le stesse canzoni, ci si annoia. È come una storia d’amore, se passi un anno a fare dei grandi incontri con la tua “ex”, ma non vuoi che diventi tua moglie e nemmeno lei lo vuole, a un certo punto è meglio tagliare. Sia l’istinto sia il cervello dicono la stessa cosa e personalmente ti dico che è stato un bellissimo anno, però è giusto così».
14 trantran, settembre 2012
Foto di - Emanuela Giurano
Avete già avuto un periodo di pausa tra il 2004 e il 2011. Che differenze avete notato al vostro rientro nella scena musicale italiana? «A essere sincero non è stato shock nella misura in cui Olly ha suonato con i Fire tutti questi anni e non sapendo quantificare posso dirti almeno un miliardo di date; Andrea, il bassista, ha suonato con i Figli di madre ignota soprattutto all’estero e cosi’ anche gli altri componenti hanno suonato con altri gruppi. Detto questo, abbiamo visto la scena cambiare nettamente negli anni, non tanto in termini di qualità della proposta, perché ci sono sempre gruppi meno buoni e più buoni che si fanno notare, ma certamente per i migliori c’è sempre meno possibilità di farlo, e questo è un dato di fatto. Noi siamo cresciuti negli ultimi anni 90 grazie ai centri sociali, eravamo più o meno dappertutto, e il fatto di esserci era un modo per farci conoscere. Questo ora non avviene più, non per l’indisponibilità delle band, ma semplicemente perché ora non esiste più niente, e soprattutto avere un proprio pubblico
che ti venga a vedere. Una volta avveniva anche attraverso il famoso demo o registrazioni live, anche se questa oggi è definita pirateria, noi abbiamo beneficiato di questi mezzi per creare un pubblico che aumentava e si rinnovava di concerto in concerto. Ora invece il movimento è più statico, non esistono più noi, non essendoci state così tante nuove leve, sono rimasti popolari anche tra i più giovani che sono venuti ai concerti perché la nostra musica è stati cosi filtrata, e questo è bello non solo per la scena, ma anche a livello personale». Chi scrive i vostri testi? E dove trovi l’ispirazione? Nella vita privata o attingi a esperienze esterne. «Olly, Andrea e il sottoscritto. Principalmente è Olly a scrivere i pezzi e, sebbene abbiamo anche pubblicato alcuni pezzi prendendo spunto da album concept come per esempio Monster, la maggior parte dei nostri brani trae ispirazione da esperienze di vita reale o considerazioni di carattere personale, come ad esempio brani che settembre 2012, trantran 15
ALTROVE
RACCONTI E CONSIGLI DI VIAGGIO
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I SEGRETI DELLO CHEF
Fratelli la Bufala: non solo pizza Alla scoperta dei sapori del mare partenopei a Monza Venite a scoprire la nuova gestione!
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Repubblica Dominicana: Bahiajbe e la schiava Zaritè Dal libro della Allende alla spiaggia di borotalco, alla ricerca della libertà Di - Marta Migliardi
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i sono viaggi un po’ magici, un po’ più di altri, intendo. Quelli dove, già al momento della partenza, si verificano strane e piacevoli coincidenze. Così è avvenuto a me, in procinto di imbarcarmi per Santo Domingo, mentre cercavo un libro da poter leggere durante il lungo volo aereo (circa 10 ore da Milano). Tra gli scaffali delle edicole dell’aeroporto mi sono imbattuta ne “L’isola sotto il mare” di Isabelle Allende. Sul retro vi è scritto che narra la storia di Zaritè, una schiava che ritroverà la sua libertà nella SaintDomingue della fine del XVIII secolo. Il mio viaggio è cominciato ancora prima di salire sull’aeromobile: alla prima pagina del libro mi sembrava già di sentire l’odore dei Caraibi e di vedere i colori accesi e brillanti dei quadri dei pittori locali e degli abiti delle donne, le donne come Zaritè. La metafora del mio viaggio si snoderà insieme a quelle della schiava del libro di Isabelle Allende tanto da sentirmi, al rientro, liberata sebbene non dalle catene della schiavitù, da quelle dello stress incessante e logorante della vita frenetica della mia città. Nonostante molti mi sconsigliassero di recarmi nel caribe nel mese di luglio, causa probabili e dense piogge, durante i miei dieci giorni di permanenza ho potuto godere di un clima soleggiato e leggermente ventilato, con passaggio di nuvole veloci che sembravano preludere tempeste enormi ma che, al contrario, così come giungevano minacciose, altrettanto velocemente si allontanavano per lasciare 16 trantran, settembre 2012
di nuovo posto ad un cielo azzurro da cartolina. Del colore del mare e della sabbia di luna credo abbiano già scritto e parlato in molti, eppure è davvero impossibile non farne cenno perché questa ricchezza naturale, che caratterizza specialmente la zona di Bahiajbe, dove ero alloggiata, lascia davvero senza fiato anche il più incallito viaggiatore. Le palme si allungano verso il mare e donano zone d’ombra a chi non volesse esagerare con il sole. Mentre da un lato mi godevo questo paradiso, dall’altro, continuando la lettura del mio provvidenziale libro, mi rendevo conto che, come la vita insegna, spesso dietro le apparenze, anche le più belle, si celano storie tristi e guerre crudeli. Oggi la Repubblica Dominicana è uno stato indipendente ma è stata la prima colonia spagnola, nonché punto di snodo verso il nuovo mondo e sfruttata sin dall’inizio per le sue ricchezze naturali. In questa fase gli indigeni venivano usati brutalmente come schiavi, tanto da portare molti di loro, per le impossibili condizioni di vita, al suicidio di massa. Da qui l’altrettanto triste deportazione di schiavi dal continente africano. Molto sangue è stato versato per l’indipendenza di questa repubblica da cui, ricordiamo, nel 1791 si staccò la colonia francese, oggi meglio conosciuta come Haiti e dopo molte vicissitudini, guerre di schiavi, dittature e cruenti lotte elettorali si è giunti alla democrazia odierna. La popolazione è quindi prevalentemente di origine africana, vi è poi qualche ceppo di origine europea (francesi e spagnoli)
e infine anche arabi. Questo excursus sicuramente approssimativo per me è indispensabile per capire questo luogo e non amo la superficialità di chi si ferma al colore del mare o al sedere delle ballerine. Credo che, con un po’ di etica del viaggio e di consapevolezza, si possano poi apprezzare tutti gli aspetti di un’isola come Santo Domingo e addirittura, nel contrasto, goderne ancora di più. Ma torniamo alla nostra realtà, della Bahiajbe di oggi che offre molte escursioni di mare, tra cui l’imperdibile giro in barca (veloce o a vela) verso l’Isola di Sanoa. Sull’isola paradisiaca di Sanoa, a solo pochi chilometri dalla punta sud dell’isola madre, si trova il più intatto ecosistema costiero di tutti i Carabi. L’isola fa parte del Parque Nacional del Este, parco protetto dal 1975. È uno dei più grandi parchi nazionali del paese ed è noto per la ricca presenza di volatili, per le spiagge dalla sabbia bianco borotalco e per la sua acqua cristallina. E sia, tra un bagno e l’altro io continuo a leggere e a liberarmi: la schiava Zaritè ha ottenuto la libertà, dopo mille avventure. E la Allende, nel commentare il suo libro, scrive: “I personaggi femminili dei miei libri assomigliano, chi più chi meno, a Zaritè. Sono tutte donne nate in periodi di oppressione o isolamento, che desiderano superarli grazie a sforzi enormi e con l’aiuto di altre donne…” Quanti insegnamenti in un viaggio. Il mio corpo era rilassato e ammaliato dalla natura, la mia mente libera, la mia dignità ritrovata. TT
l ristorante Fratelli la Bufala, in via Cartelonga 6 (tel 039 23119911) a Monza, è già rinomato per le sue buonissime pizze, in perfetto stile napoletano, ma adesso vi sono altre irresistibili novità. Innanzitutto una nuova gestione, capitanata dal Sig. Rosario, partenopeo doc, affiancato da uno staff di sala e di cucina rigorosamente campano. Questa nuova gestione oltre ad avere una grande accortezza nel servizio al cliente, che viene curato nei minimi dettagli con l’accoglienza, la cortesia e la disponibilità tipiche dello spirito napoletano, ha portato anche un’altra inimitabile bontà: la cucina di mare partenopea! Sarà, infatti, possibile gustare le appetitose specialità di mare campane, cucinate eccellentemente come vuole la vera tradizione inutile dirlo, da chef rigorosamente legati al Golfo di Napoli. Ma non finisce qui! Vi ricordiamo, infatti che tutti i giorni la mozzarella di bufala arriva fresca dalla campania. Ingredienti doc semplici e naturali, fantasia ed eccellenza nella preparazione, cordialità e gentilezza di un servizio impeccabile: a Monza è arrivato il vero sapore del mare partenopeo! TT
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BRIGANTIA
STORIA ED ESCURSIONI NEL NOSTRO TERRITORIO
Ognuno tira l’acqua al suo mulino… Di - Elena Gorla
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odo di dire molto in uso per indicare che ognuno, in fondo in fondo, non persegue che i propri interessi. Modo di dire di antichissime origini, tanto usato quanto realmente poco capito. Personalmente ho sempre usato questa metafora in modo corretto ma sicuramente superficiale, attenendomi al suo unico valore metaforico, senza mai fare lo sforzo mentale di risalire a ciò che concretamente la metafora cela. Un giorno, però, la forza e il valore di questa espressione si sono palesati ai miei occhi in modo del tutto spontaneo, importante e vitale oggi come mille anni fa. Osservavo il canale adduttore del mulino di Peregallo a Briosco, tristemente in secca (dopo i lavori al letto della roggia effettuati pochi anni prima dalla pubblica amministrazione in modo evidentemente non ottimale) e ridotto a un pantano colmo di vegetazione in cui agonizzavano i pochi pesci che avevano avuto la sventura di incapparvi, e l’importanza vitale ed economica di quel detto si è manifestata nella sua antica concretezza. Perché visto da lì il mulino per la prima volta mi è apparso per quello che è: non una pittoresca vestigia di una civiltà tramontata ma uno strumento di lavoro
18 trantran, settembre 2012
prezioso, ieri come oggi, una macchina capace di sfruttare l’energia dell’acqua in modo pulito ed efficace per produrre altra energia utile a muovere macine e lavorare materie prime…una macchina capace di usare l’acqua del fiume, senza alterarla, senza svilirla, restituendola poi al suo normale corso per produrre energia…la cosa più moderna ed attuale che potessi
scoprire! “Bisogna riportare l’acqua al mulino!”. In una frazione di secondo avevo compreso tutto ciò che negli anni avevo letto e studiato sull’importanza dei fiumi per lo sviluppo economico delle differenti aree urbane. Non che non lo avessi capito anche prima a livello teorico ma quelle nozioni di storia e di geografia in cui i dati ambientali vanno a influenzare taluni o talatri aspetti sociali ed economici, nella mia mente continuavano a mantenere la forma di astratte nozioni che non mi portavano a cogliere il legame profondo che s’instaura fra un luogo e chi lo vive, magari con fatica, ogni giorno della propria vita. Il mulino di Briosco aveva svelato il piccolo miracolo della sintonia profonda che può esistere fra l’uomo e il proprio ambiente. Per lunghi secoli i mugnai non hanno solo lavorato con il fiume, ci hanno convissuto: hanno sfruttato la forza delle sue acque ma se ne sono anche presi cura, hanno attinto da quelle acque il proprio reddito e in quelle acque hanno spesso perso quasi tutto ciò che avevano, sottratto dalla furia delle piene. Per questo i mulini mantengono comunque, anche abbandonati, diroccati, dimenticati e inghiottiti dalla rigogliosa vegetazione
STORIA ED ESCURSIONI NEL NOSTRO TERRITORIO
rivierasca, una grande e vitale energia: è l’energia dell’acqua in cui affondano le fondamenta delle proprie mura, mura umide ma vitali. Il Lambro, pur non essendo un fiume dall’eccezionale portata d’acqua, ha per secoli rivestito un ruolo primario nell’economia brianzola e monzese: mulini, torchi, magli, e, infine, filande. Per questo fin dai decreti legislativi del XVIII secolo veniva spesso ribadita l’importanza del lavoro dei campari (figure addette al controllo, alla manutenzione e alla pulizia di rogge e canali) per la cura del fiume, si richiamavano i mugnai all’onestà nel corretto sfruttamento delle acque e si avvisavano gli agricoltori sul divieto di deviare il corso dei fiumi a scopi irrigui senza una debita licenza. La legge prescriveva, infine, che qualora piante o massi fossero caduti accidentalmente nel fiume dovevano essere prontamente rimossi dai proprietari dei terreni lambiti dalle acque o dal camparo di zona e stabiliva sanzioni per coloro che fossero stati riconosciuti responsabili di avere gettato rottami lungo il corso del Lambro… cattive abitudini che, come spesso vediamo ancora oggi, faticano a scomparire! Il tutto perché le acque potessero scorrere regolarmente con vantaggio di tutti. Dei tanti mulini un tempo alimentati dalle acque del Lambro oggi non sopravvivono che pochi esemplari (circa una trentina) ma la maggior parte di essi versa in un triste stato di rovina o è stato trasformato in edifici residenziali che troppo poco hanno voluto conservare della natura originaria della costruzione. Di queste macchine ad acqua in Brianza sopravvivono, fortunatamente, alcuni esemplari molto antichi, complementi architettonici e paesaggistici di grande valore storico e culturale. Il più antico di tutti è probabilmente il Mulino d’Occhiate,
nel comune di Brugherio, di cui appare una prima notizia in un documento dell’856, e di cui sono ancora visibili due pale (una in ferro e una in legno) sulla roggia Molinara. Del Mulino Ronchi di Peregallo (Briosco) la prima menzione risale, invece, a un atto notarile del 1402 redatto dal notaio Giovannino Briosco. Quello di Briosco è il solo mulino, lungo tutto il tratto che da Monza arriva a Merone, ancora funzionante e capace di produrre farina, poiché conserva intatti sia gli apparati idraulici che il locale e le attrezzature per la molinatura. Molto antico anche il Molino Bassi, a Sovico, di cui si trova una citazione nel Rilevamento dei mulini sul fiume Lambro effettuato dall’ingegner Pietro Antonio Barca nel 1615. Altrettanto antico e censito dal Barca il Molino Resica a Verano che conserva integro il locale macine. Più recenti (XVIII secolo) ma ben conservati anche i Mulini di Baggero, di cui sono rimaste le paratie, le ruote idrauliche e un locale con frantoio. I mulini monzesi risalgono invece agli inizi del XIX secolo: in centro a Monza, perfettamente ristrutturato, c’è il Mulino
BRIGANTIA
Colombo, originariamente chiamato Mulino San Gerardino, di cui la signora Colombo ha donato, nel 1987, i locali del frantoio al Comune di Monza. Nel Parco di Monza, invece, si possono ancora ammirare i Mulini Asciutti con le tre macine di cui, però, solo una parzialmente funzionante, il Mulino della Cantone, composto di due blocchi, tra i quali scorrono la roggia derivata dal Lambro che però oggi non è più attiva e il Mulino S.Giorgio che è stato interessato da uno splendido restauro ma anche dalla stessa sorte d’inoperosità del Mulino del Cantone, nonostante il passaggio nei suoi pressi della roggia Molinara. TT
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L’ARCHITETTO RISPONDE
CASA, DESIGN, ARREDAMENTO
NONSOLOMONZA
PAESI, PAESINI, CITTà DI MONZA E BRIANZA
piacere di conoscervi!
B
uongiorno a tutti i lettori! Inizia da questo mese un nuovo appuntamento dove verranno affrontati temi tecnici, aspetti normativi e legislativi legati all’universo casa, e soluzioni ed applicazioni pratiche riguardanti il design e l’arredamento. La rubrica prevederà discussioni e spiegazioni sia in forma prettamente tecnica ma anche in forma discorsiva, in modo tale da far capire le problematiche anche ai non addetti ai lavori. I lettori stessi potranno essere coinvolti in prima persona, tramite corrispondenza via E.mail, con considerazioni e quesiti riguardanti il settore immobiliare e tecnico. I vari aspetti verranno trattati, analizzati e spiegati dal Team di Monza Progetti, studio professionale con sede in Monza.
Vediamo di seguito i punti che si andranno ad analizzare: - Aspetti urbanistici e di gestione del territorio - Ristrutturazioni di immobili con chiarimenti sugli aspetti normativi e sulle varie pratiche da presentare presso gli enti preposti - Aspetti catastali e relative imposte e tassazioni - Mondo energetico con relative certificazioni - Soluzioni tecniche e nuovi materiali - Normative legislative e considerazioni per le compravendite - Mondo arredamento - Verde e nuova cultura green - Design, street art ed applicazioni artistiche - Possibilità di accesso a contributi e sgravi fiscali. Arch. Giuseppe Rolla
Vuoi una consulenza privata per ristrutturazioni o soluzioni di arredi? Fate le domande e risponderemo in forma privata entro 60 giorni. Inviate piante dell’appartamento o di singole stanze in scala 1:100 o 1:50 con eventuali foto e breve testo spiegando le esigenze od i quesiti. La E.mail di corrispondenza è la seguente: segreteria@trantran.net Il costo è di € 65,00 per il primo locale e di € 45,00 per ogni locale in più
CURVA BIASSONO
Ai lettori di TranTran lo studio Monza Progetti, sulle consulenze e/o pratiche tecniche e amministrative, riserva uno sconto del 10% sull’onorario.
di Juri Casati
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ARCHITETTO GIUSEPPE ROLLA VIA MONS. TALAMONI, 3 - 20900 MONZA MB Tel. 039/5962775 Fax. 039/5962776 e-mail g.rolla@fastwebnet.it 20 trantran, settembre 2012
el 2012 cade il novantesimo anniversario dell’inaugurazione dell’Autodromo di Monza. In questi novant’anni il tracciato del circuito è stato disegnato e ridisegnato più volte, talvolta anche in modo radicale. Eppure, fin dall’inaugurazione dell’Autodromo, là dove il Parco di Monza confina con il Comune di Biassono, il tracciato ha sempre previsto una lunga curva a destra dal raggio molto ampio, circa 300 metri. In origine venne chiamata Curva Grande, per l’ampio raggio e per la sua lunghezza. Poi, nel 1927, venne ribattezzata Curva Biassono data la vicinanza con il Comune di Biassono. Negli anni seguenti però tutti continuavano a chiamarla Curva Grande o semplicemente Curvone, e solo di recente ha acquisito definitivamente la denominazione di Curva Biassono. Oggi la Curva Biassono si trova in fondo al rettilineo di partenza, poco dopo la «prima variante» o «variante del rettifilo» e poco prima della «seconda variante» o «variante della roggia», che conduce poi alla prima Curva di Lesmo. Le curve di un circuito, come le montagne, acquistano fama grazie agli incidenti che vi si verificano, soprattutto se gli incidenti diventano leggende. E, in tema di incidenti leggendari, la Curva Biassono non teme
confronti con nessun’altra curva di nessun altro circuito, dato che è stata teatro di uno degli incidenti più noti della storia del motociclismo. Era il 20 maggio del 1973: fra pochi mesi saranno 40 anni giusti giusti. Sulla griglia di partenza della gara della classe 250 c’erano trenta piloti. I cinque piloti in prima fila erano: Saarinen, Kanaya, Pasolini, Lansivuori e Braun. Ore 15.30: la gara prese il via senza che venisse fatto alcun giro di ricognizione. Ore 15.30 e 20 secondi: i piloti si presentarono alla prima curva, la Curva Biassono. Ci fu una carambola che coinvolse 14 moto: morirono l’amatissimo pilota trentacinquenne Renzo Pasolini (che guidava una Harley Davidson) e il ventottenne finlandese Jarno Saarinen, campione del mondo in carica (che guidava una Yamaha). Ancora oggi non si sa di preciso cosa abbia provocato l’incidente, forse una chiazza d’olio sull’asfalto. Altri misteri e leggende alleggiano però intorno alla Curva Biassono. Infatti per costruirla vennero abbattuti migliaia di alberi del Bosco Bello, una selva che un tempo era considerata infestata da presenze soprannaturali. Oggi i suoi alberi rimasti proiettano sull’asfalto le caratteristiche ombre scure per cui il
circuito di Monza è noto, ma più fonti storiche concordano nel narrare che, fino a tutto il Seicento, il Bosco Bello fosse un ricettacolo di folletti e un luogo di ritrovo per le streghe. In particolare è attestato anche il fatto che nel Bosco Bello avesse dimora una strega molto temuta dai suoi contemporanei, la matta Tapina, che di notte si recava a Monza con il suo carro a spargere superstizione e terrore. Il Bosco Bello inoltre, in quegli stessi anni, venne anche macchiato dal sangue del misterioso omicidio di Gian Guidotto de’ Lesmi e di Rosa de’ Peregalli, due veri e propri Romeo e Giulietta brianzoli che si erano sposati in segreto temendo la reazione delle rispettive famiglie, molto potenti e molto nemiche tra loro. L’urna sepolcrale dei due infelici amanti e una lapide di marmo vennero collocate a loro ricordo nel Bosco Bello, là dove erano stati uccisi. Di quell’urna e della lapide – che certamente esistevano ancora nel Settecento – oggi si sono perse le tracce. Probabilmente, dimenticate e avvinte dall’edera, sprofondarono lentamente nel terreno. È bello però pensare che forse oggi si trovano solo pochi metri sotto il tracciato della Curva Biassono, non lontane dal luogo della morte di Pasolini e Saarinen. TT
settembre 2012, trantran 21
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TEATRO, MUSICA ED EVENTI
BIS
TEATRO, MUSICA ED EVENTI
Questo numero è davvero ricco di musica e di novità. Per non togliere spazio a nessuno, abbiamo deciso di pubblicare qui l’incipit di tutte le interviste che potrete ovviamente approfondire e leggere integralmente su www.trantran.net a partire dal 20 Settembre! Stay Connected!
I FINLEy Di - Adriana Colombo
Andrea Romano è un artista bresciano, nasce come pilota di auto da rally crescendo
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edro (voce), Ka (chitarra), Dani (batteria), Ivan (basso). Qualcosa di più di quattro singoli ragazzi di Legnano, un gruppo: i Finley. La band nasce nel 2002, tra i banchi di scuola del Liceo Galileo Gailiei di Legnano, come naturale evoluzione del rapporto di amicizia che lega questi quattro ragazzi accomunati dalla passione per la musica. Il nuovo album Fuoco e Fiamme è il quarto della loro discografia e il primo autoprodotto con la loro nuova etichetta discografica, la Gruppo Randa. Incontriamo Pedro, che ci racconta il loro nuovo album e le loro recente “svolta” discografica. Come è nato il vostro amore per la musica e come vi scoprite tutti accomunati dalla stessa passione?
«Ti parlo di come nasce il mio, di amore per la musica. Io ho iniziato ad approcciarmi con la musica, quella vera, quella sincera durante i primi anni del liceo spostandomi dal mio piccolo centro in una città più grande, incontrando così anche nuove influenze musicali. Ripenso con affetto ai primi dischi comprati di band punk rock californiane o nostrane. Penso ai primi dischi comprati dei Pankreas, che hanno molto caratterizzato i miei primi anni del liceo e anche le mie serate. Perché poi, giravamo tra i vari locali che, proponevano, magari anche con band dal vivo, generi musicali che andavano dal punk al rock, allo ska. Diciamo che la scintilla per me è scoccata nei primi anni del liceo e si è alimentata negli anni fino a creare una band». Parliamo di Fuoco e Fiamme, e del brano Olympia che è stato scelto dalla federazione pugilistica italiana come inno della squadra azzurra, raccontaci che emozione avete provato? «È una cosa di cui siamo molto orgogliosi, perché con Olympia volevamo fare un omaggio agli atleti italiani che, avrebbero partecipato da lì a poco, all’evento più importante dell’anno e non solo, perché comunque, le olimpiadi, secondo noi, rappresentano lo sport vissuto ancora con le caratteristiche di un tempo: lo sport pulito, vero, senza bisogno dei riflettori tutto l’anno. Uno sport caratterizzato da principi sani, quelli che dovrebbero essere alla base di tutti gli sport. Cosa che non sempre accade ormai, in tutti gli sport… mi riferisco al calcio, per esempio, dove vista la quantità di denaro che gira, si è perso un po’ lo spirito vero che contraddistingue il gioco». 22 trantran, settembre 2012
poi come imprenditore, sempre nel ramo automobilistico. Un giorno, a trentasei anni, decide di sperimentare nuove strade e nuove esperienze. Impara a suonare il pianoforte, impara a cantare, per esprimere al meglio la sua creatività ha bisogno anche delle immagini e impara a dipingere. In sostanza sente che le emozioni, la semplicità, ma anche il pensiero orientale (che ha studiato per diversi anni) e la cultura che stazionano dentro di lui vanno espresse e condivise con gli altri. Quest’anno è uscito il suo ultimo album Disco Bianco e Disco Nero. Vediamo di conoscere meglio lui e la sua arte...
Parlaci della vostra scelta di fondare un’etichetta indipendente?
È da poco uscito Il meglio arriverà, altro video di Fuoco e Fiamme, dove compare anche Edoardo Bennato, ce ne parli? «Diciamo che non ci siamo fatti mancare nulla in questo disco e, lo abbiamo impreziosito con Edoardo Bennato, un artista che è la colonna portante della musica italiana, un artista rock, è stato forse uno dei primi ad accompagnare la musica italiana col rock. Avevamo già collaborato con lui nel 2010, riarrangiando il suo brano Rinnegato, un brano molto importante. il rapporto con lui poi, è sempre cresciuto, lo conosciamo dal 2008 e, siamo arrivati nel 2012 addirittura ad interpretare questo brano insieme a lui. Il meglio arriverà è una chiacchierata molto intima tra un padre e un figlio e, quale voce, se non la sua, per esprimere e completare al meglio i colori di una terra fantastica qual è la Campania?». Voi avete già sulle spalle una bella carriera…… «Mi fa molto specie quando si parla di carriera, anche se negli ultimi anni ci sono stati dei progetti musicali poco longevi. Noi abbiamo già fatto quattro dischi in soli sei anni, abbiamo già un repertorio molto nutrito, abbiamo realizzato tantissimi sogni; sogni perché quattro anni fa, quando eravamo sui banchi di scuola non avremmo mai immaginato di vincere il Best Italian Act agli MTV Europe Music Awards o, di conseguire 3 dischi di platino, di suonare davanti a tanta gente, o di condividere il palco con gente del calibro dei Depeche Mode. Abbiamo fatto tantissime cose, anche il quinto posto a Sanremo. Ogni traguardo che riusciamo a conseguire adesso, come l’essere al sesto posto nella prima settimana di debutto, e al primo posto tra gli indipendenti, vale doppio, perché l’abbiamo raggiunto da soli, avendo fondato la nostra etichetta indipendente».
«È un bel passo. Dopo sei anni che lavoravamo con Claudio Cecchetto e la EMI, sentivamo il bisogno di prenderci le nostre responsabilità. La nostra esperienza, ce l’eravamo fatta, siamo riusciti ad assorbire tanti segreti e abbiamo imparato tantissime cose lavorando con questi grandissimi professionisti. Volevamo, davvero, prendere in mano completamente quello che era il nostro progetto e dare la nostra impronta all’immagine del gruppo, alla comunicazione del gruppo tramite la cura diretta di ogni dettaglio, anche del più piccolo, e l’unico modo per poterlo fare, date le dinamiche del mondo discografico di oggi, era, appunto, creare un’etichetta indipendente».
Tu nasci come imprenditore e pilota di auto da rally, bel cambiamento fino ad arrivare artista a tuttotondo, ce lo racconti? Sì io ho fatto praticamente due vite. Prima pilota di rally, poi ho iniziato a fare il serio….. continua su www.trantran.net
Mama Marjas & Miss Mykela
E’ uscito a giugno We Ladies, nuovo album di Mama Marjas & Miss Mykela, album tutto al femminile delle due Ladies del reggae italiano. Raccontaci del vostro progetto We Ladies. Come nascono questa collaborazione e questo album tutto al femminile?
Tu, Pedro, in questi anni in cui siete diventati famosi, come sei cambiato, con la notorietà? « Ti dovrebbe rispondere una persona altra da me che mi vive. Da dentro è difficile valutare i cambiamenti. Di sicuro, quello che sono oggi è una persona di sicuro cambiata, spero cambiata in meglio; credo, più che altro guardo anche gli occhi dei ragazzi che sono qui accanto a me in questo momento, e credo che la luce che ci vedevo negli occhi quando suonavamo i primi anni non è molto cambiata, la fame è la stessa; c’è una consapevolezza maggiore di quello che siamo e della forza che abbiamo insieme, se remiamo tutti dalla stessa parte. Sono cambiato anche perché si cresce, non ho più 16 anni, ne ho 27, si cresce. Di sicuro questo successo cambia il quotidiano di una persona, perché è un forte scossone che ti ribalta e ti fa fare altro che i 360°. Però, lavorando e vivendo tutti i giorni insieme e, avendo mantenuto le amicizie che avevamo già prima di questo vortice, siamo riusciti quanto meno a mantenere l’equilibrio. Secondo me, siamo sempre stati bravi, a mantenere i piedi per terra e a recuperarci a vicenda; quando qualcuno perdeva un po’ il senso della realtà, c’erano gli altri a riprenderlo e a mantenerlo attaccato al cemento. Siamo stati bravi, secondo me, a non cullarci sugli allori ma, ad andare più a fondo, valutando come il boom era solo un punto di partenza».
Il progetto nasce da un’amicizia vera tra me e Miss Mykela. Un’amicizia che nasce grazie alla musica perché ci siamo conosciute in un contesto musicale. L’album che parla di donne e di quanto comunque sia difficile trovare donne che vanno d’accordo, donne che riescano ad affermarsi nel campo della musica. Che riescono a farne un lavoro, partendo dal sud dove è ancora più difficile, dove la donna è ricoperta da degli stereotipi attivi contro il mondo…. continua su www.trantran.net
Davide De Gregorio in arte DDG, è compositore e produttore
di origini campane che ha viaggiato e vissuto in diversi paesi del mondo da New Orleans a Londra, da New York all’Avana. Questi luoghi e, ovviamente, Napoli sono quelli che hanno maggiormente influito sul suo modo di essere artista. Nel suo lavoro si riconosce la ricerca di un linguaggio globale, un esperanto linguistico, musicale e ritmico che si distacca dai modi più convenzionali di fare musica. Raccontaci del DDG Project e di Chaos il tuo primo album. Chaos innanzi tutto è fatto tutto da me, scritto prodotto, pensato…. Ho iniziato a lavorarci più o meno dal 2007, in quell’anno poi, grazie ad alcuni incontri e alcune decisioni è partita la scrittura di questo album: viaggi, incontri e un insieme di altre cose. L’avevo già cominciato ma il punto di inizio che do della mescolanza e del coinvolgere ospiti che poi negli anni si sono consolidate alcune collobarazioni è il periodo che ho fatto a Londra, dove ho incontrato Josh Dunham e Cora Coleman (ndr. nell’ordine bassista e batterista di Prince…
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Fabio Milella. È uscito da poco L’estate sta finendo dei Righeira, il nuovo singolo che arriva dopo Che fico di Pippo Franco estratto da ElettrOttanta ultima fatica del cantautore e giornalista barese, Fabio Milella. In ElettrOttanta vengono rivisitati in chiave elettronica alcuni dei più grandi successi musicali italiani degli anni ’80 il disco contiene infatti anche: La notte vola di Lorella Cuccarini, Cicale di Heather Parisi, Balla di Umberto Balsamo, Se m’innamoro dei Ricchi e poveri, Ballo ballo ballo di Raffaella Carrà, Gianna di Rino Gaetano e Cacao meravigliao di Renzo Arbore oltre ad un brano inedito Dolce stella blu di Fabio Milella.
TT
Fabio parlaci di ElettrOttanta, la tua ultima fatica uscita a Giugno di quest’anno. In questo album rivisiti alcuni brani, che hanno fatto storia degli anni ’80. Come mai hai scelto proprio gli anni ’80? Come hai scelto le canzoni dell’album?
?? COSA C’ENTRA CON LA BRIANZA: Il produttore artistico di questo disco è il brianzolo Guido Style, perciò abbiamo registrato ad Erba.
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Gli anni ’80 li abbiamo scelti perché l’idea è nata dal volere fare qualcosa di divertente, allegro, ballabile, sanamente frivolo. Mi trovavo col mio produttore Riccardo Vitanza a Nairobi a gennaio quando tornando dall’Africa gli dissi: “ti ricordi Che fico di Pippo Franco?”, da lì si è aperto un mondo e abbiamo deciso di fare un disco così, ripeto, sanamente frivolo. Perché in un’epoca in cui tutto è pesante, ci sembrava fare qualcosa di leggero...... settembre 2012, trantran 23
IN CUCCIA
DUE CHIACCHIERE A QUATTRO ZAMPE
LIBERTA’! ENPA E I BEAGLE DI GREEN HILL Di Gabriella in collaborazione con ENPA sez. Monza e Brianza
TIPP
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Libero! Tippy, liberato dopo due anni a Green Hill dove non aveva neppure un nome, si gode una gita al lago con la nuova padrona Paola e compagna a quattro zampe Isi, provando per la prima volta la sensazione del sole sulla pelle e l’acqua e sotto le zampe.
C
ome ormai tutti sanno, grazie al lavoro prezioso delle associazioni animaliste che da molti anni sono impegnate per l’abolizione della vivisezione e la chiusura di Green Hill, il sequestro dell’allevamento è ormai una realtà e ora è finalmente possibile prendere in affidamento i beagle che erano destinati alla sperimentazione. Molti rifiugi in Italia hanno accolto, e accoglieranno, gli oltre 2.500 cani che si
24 trantran, settembre 2012
trovavano nella struttura di Green Hill, a Montichiari (BS). Il 3 agosto al canile di Monza sono arrivati i primi 13 beagle, tra cuccioli, adulti e femmine gravide. Gli arrivi sono continuati per tutto il mese: in totale, sinora, sono 54 i beagle giunti nel canile di via Buonarroti 52, e quelli non ancora adottati si contano ormai sulle dita di una mano. Tante le persone che, alla notizia dell’arrivo dei beagle nel canile di Monza, sono arrivate
per poterne adottare uno. I colloqui con i futuri adottanti sono stati mirati a far conoscere la razza con i propri pregi e difetti, ricordando inoltre che si tratta di animali particolari, cresciuti in spazi ristretti, con la luce artificiale e senza stimoli. Sono cani docili ma dal passato e presente determinanti sul loro carattere e sul loro comportamento. Essere selettivi ci ha però dato ragione: tutte le adozioni sono andate a buon fine! TT
settembre 2012, trantran 25
IN CUCCIA
la VETERINARIa RISPONDE
DUE CHIACCHIERE A QUATTRO ZAMPE
Come affrontare al meglio il rientro dalle vacanze
Emergenza gatti
SOPRA
SOPRA
Giorgio Riva, presidente dell’ENPA monzese, e Stefano Colombo, operatore responsabile del canile di Monza, ritirano alcuni beagle dall’allevamento Green Hill.
Le visite veterinarie eseguite su ogni cane prelevato dall’allevamento.
AGOSTO IN CANILE:
STORIE DI ORDINARIO (E STRAORDINARIO) LAVORO Quando la zoofila diventa malattia Acquisire e accumulare in modo compulsivo un elevato numero di animali è una patologia psichiatrica conosciuta con il termine inglese “animal hoarding”. Le persone affette dal disturbo non sono in grado di fornire adeguate cure in termini nutrizionali, ambientali, sociali/affettivi, igienici e/o clinici; anzi, sono fermamente convinte di fare il bene degli animali, opponendosi a qualsiasi tentativo di sottrarglieli. L’ENPA monzese è intervenuta negli ultimi due anni in altri tre casi di questo fenomeno: alla fine del 2010 gli operatori hanno recuperato ben 37 gatti tenuti in casa, al freddo e al buio, da un anziano signore di Monza, e a novembre del 2011 altri 24 gatti ammucchiati in un piccolo bagno cieco, sempre a Monza. A giugno di quest’anno è toccato a 13 gatti che vivevano in una casa a Biassono, sepolti da immondizia e rifiuti di ogni genere, con una donna che da tempo era stata lasciata a se stessa in uno stato di totale incapacità a qualsiasi personale accudimento. L’intervento non è stato eseguito solamente nei confronti dei gatti, ma anche della loro 26 trantran, settembre 2012
proprietaria che è stata ricoverata di urgenza in un’idonea struttura. Tutti mici domestici, alcuni sono stati già adottati, ma la maggior parte (Pandora, Triangolo, Esagono & Co) aspetta ancora un nuovo padrone degno del nome. Per vedere la loro scheda: www.enpamonza.it > Adozioni > Gatti in Gattile.
APPUNTAMENTO 6/7 OTTOBRE Torna l’imperdibile doppio appuntamento il weekend del 6 e 7 ottobre: in tutto il paese ENPA festeggia la Giornata degli Animali, e la sede brianzola non sarà di meno! Sabato 6 ottobre, dalle 9,30 alle 18,30, verrà allestito un ricco banco di informazioni e gadget in via Italia (centro Monza). Domenica 7 ottobre, dalle 14,00 alle 18,00, si terrà a Monza la grande manifestazione Benedizione degli Animali con concorso Cane e Gatto Fantasia. Tante le proposte come la mini fattoria didattica, truccabimbi e quest’anno anche uno stand dedicato a Trantran! Il luogo è ancora da confermare: sarà reso noto sul sito www. enpamonza.it, con tutti i dettagli, da metà settembre.
Agosto 2012 sarà ricordato per l’eccezionale ondata di caldo che ha messo a dura prova la resistenza di volontari e operatori ENPA, ma anche degli animali ospiti al canile/gattile di Monza. Ma mentre gli abbandoni estivi di cani sono da alcuni anni in calo, non è così per i felini. Anche quest’estate, infatti, il gattile ha fatto il pienone, con l’ingresso di quasi 200 felini di tutte le età, ma più spesso micini anche di pochi giorni abbandonati al loro destino. Pure i posti disponibili nel nostro Asilo dei Cuccioli, ovvero i gattini accuditi a casa da volontari e collaboratori, si sono esauriti con arrivi sempre nuovi e numerosi e, per contro, pochissime richieste di adozione. Solo a fine agosto, con il rientro dalle vacanze, gli affidi hanno ripreso un buon ritmo. Altra emergenza che ha messo a dura prova le risorse dei volontari è stato il ritiro di 23 gatti da una soffitta di Lissone. Durante la prolungata permanenza della proprietaria in ospedale, alcuni volontari ENPA si davano il cambio ogni giorno per prendersi cura dei felini, quasi tutti selvatici o semi-selvatici. All’inizio di agosto, la decisione di accoglierli in Gattile. Per poter attuare questa soluzione, è stata modificata la nostra cosiddetta Oasi felina, dividendola in due parti per tenere separati i 12 ospiti “storici” dai “gatti della soffitta”. I nuovi ospiti hanno inoltre accesso a un’area recintata esterna, una specie di patio attrezzato recentemente costruito dai volontari ENPA dove, per la prima volta in vita loro, possono respirare aria fresca e vedere il cielo e gli alberi, come potete vedere nella foto. Si stanno gradualmente ambientando e abituando alle operatrici e ai volontari che li accudiscono e alcuni di loro stanno diventando domestici. La nostra speranza è naturalmente quella di poter donare a ciascuno di loro una vera casa e le attenzioni di una famiglia adottiva.
Rubrica a cura della Dott.ssa Sciaula Gardini, Medico Veterinario
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olte famiglie quest’anno hanno deciso di portare i propri amici in vacanza scegliendo come mete mare o montagna. Altri invece hanno preferito far soggiornare il proprio animale presso pensioni, canili o rifugi. A vacanze ormai concluse tutto deve tornare alla normalità e per riprendere al meglio la solita routine è bene effettuare un controllo generale per valutare lo stato di salute del proprio animale. Per chi avesse portato con sé il proprio amico in vacanza sarà più semplice riferire al medico veterinario se, durante il soggiorno estivo, si siano verificati dei disturbi o dei comportamenti inusuali. Per chi invece ha affidato il proprio animale ad una struttura sarà utile controllare che le abitudini quotidiane vengano riprese normalmente. Modificazioni comportamentali, appetito capriccioso, variazioni di peso o aspetto del mantello scadente sono campanelli d’allarme che devono essere valutati con attenzione. Si consiglia, quindi, di eseguire alcuni controlli e trattamenti specifici. Trattamento antiparassitario, contro pulci, zecche e parassiti intestinali E’ indicato se il nostro cane o gatto è venuto in contatto o ha frequentato posti in cui erano presenti altri animali; in particolar modo se è stato ospite in pensione, in canile o in rifugio, dove il contatto ravvicinato con altri animali è più facile e quindi più alta è la possibilità di trasmissione. Test di controllo per Leishmaniosi e Filaria Va effettuato a tutti gli animali che hanno trascorso un periodo in zone endemiche. L’utilizzo preventivo degli antiparassitari esterni o dei repellenti non esclude la possibilità del contatto coi vettori (flebotomi e zanzare) che trasmettono queste malattie. Si consiglia di valutare con il vostro veterinario il
periodo migliore per eseguire questo test. Shampoo e toelettatura Durante le vacanze il mantello può essersi rovinato con l’acqua di mare, la sabbia o il sole. I bagni frequenti e la salsedine possono aver indebolito il pelo o irritato la cute. Rientrati a casa è possibile lavare il cane con uno shampoo curativo e ristrutturante. Esistono diversi prodotti in commercio ma è meglio affidarsi al consiglio del proprio veterinario per scegliere il prodotto più indicato. La toelettatura è indicata soprattutto per i cani dal pelo medio-lungo. Accorciare il pelo, eliminare i nodi e la sporcizia permette di ottenere un mantello curato e facilita le operazioni di pulizia. Anche per i gatti è importante mantenere il mantello pulito e in ordine. Spazzolare quotidianamente il proprio animale, scegliendo la spazzola o il pettine più indicati, è un’operazione che facilita il ricambio del pelo e agevola la prossima muta. Fin qui si è parlato dei trattamenti sanitari e curativi ma, al rientro dalle vacanze, si possono verificare anche dei problemi comportamentali. Dopo il tempo trascorso insieme il cane può non accettare di rimanere solo in casa o al contrario, per chi ha lasciato in affido il proprio animale, può riscontrare degli atteggiamenti di timore, di paura oppure
dei comportamenti dispettosi. Riprendere le abitudini quotidiane non è sempre facile. E’ necessario lasciare ai nostri animali un po’ di tempo e di tranquillità per riabituarsi ai ritmi cittadini. Qualora dovessero continuare con comportamenti inappropriati sarà il vostro medico veterinario a valutare quale terapia comportamentale sia meglio instaurare. Attenzione anche a non eccedere con l’alimentazione. Generalmente, con il caldo, i nostri animali tendono a mangiare un po’ meno. Per prepararsi ai primi freddi è possibile proporre una pappa un po’ più energetica che andrà somministrata gradualmente per non alterare il loro peso forma. Per chi in vacanza ha deciso di adottare un trovatello, è bene far eseguire un controllo accurato dal proprio veterinario per accertarne lo stato di salute e per ricevere le informazione necessarie per una corretta gestione e una buona convivenza nella nuova famiglia. TT
Lo Staff della Clinica Veterinaria Cinisello
Dott. ssa Sciaula Gardini Via Monte nevoso 16/18 20092 - Cinisello Balsamo (MI) Tel. 02.612.912.11 Orari: lun-ven 9-13 / 15-19,30 sab-dom 9-17 FESTIVI chiuso al pubblico info@clinicaveterinariacinisello.it www.clinicaveterinariacinisello.it
per info: gattile@enpamonza.it Il canile/gattile di Monza si trova in via Buonarroti 52 Orari di apertura al pubblico: tutti i giorni eccetto mercoledì e festivi dalle 14,30 alle 17,30 settembre 2012, trantran 27
speciale bellezza miss italia
venti domande per vedere la brianza con gli occhi dei brianzoli
REALITY
Il SALONE DI GIADA
A Monza con lo Stylist di Miss Italia
A
bbiamo l’onore di incontrare lo stilista Luigi Trabucco che, insieme al socio Antonio Gallotta, è il gestore del Salone di Giada, in Via San Giovanni Bosco, 6 20090 Monza MB (Tel. 039/2300431 039/322552 www.salonegiada.it ). Anche se i due e il Salone di Giada collaborano già da molti anni per la realizzazione delle acconciature delle nostre Miss, quando pensate a questo locale dovrete davvero liberare la vostra mente verso un concetto assai più ampio di bellezza, nel senso che qui lo staff specializzato, si prenderà cura di voi dalla testa ai piedi. E per testa non intendiamo solo il lato estetico, ma un vero e proprio approccio diverso verso il cliente, che tende a cercare la valorizzazione tramite il più totale relax e la conoscenza delle abitudini del cliente stesso per ottenere, oltre che qualcosa di bello, qualcosa che faccia sentire anche a proprio agio. La bellezza che parte dalla luminosità e dalla conoscenza, insomma. Gli ambienti curati e naturali fanno infine da cornice alla professionalità e alla cura del personale, sempre attento ad ogni dettaglio. La bellezza intesa come una propensione naturale, da scoprire, coccolare e valorizzare e che non può prescindere dallo stare bene con se stessi. Come riuscite a esaltare il fascino di ogni persona, a trovare la chiave di lettura per la valorizzazione? «Innanzitutto noi forniamo una consulenza, ovvero facciamo accomodare le nostre clienti davanti ad uno specchio da diva ( ne abbiamo alcuni a disposizione nel nostro salone) con luci naturali e la lasciamo tranquilla di modo che possa rilassarsi. A questo punto le poniamo alcune domande sulla sua vita, come si pettina normalmente e altre cose inerente agli aspetti quotidiani e da qui, pian pianino, costruiamo un’acconciatura che riesca a valorizzare la persona in tutti i suoi aspetti».
«Molto. Abbiamo scelto per il nostro salone colori tenui e naturali: dalla sabbia porpora al beige fino al nocciola : E’ un ambiente luminoso. Non vogliamo nascondere niente!» Non solo capelli, voi vi occupate di bellezza dalla testa ai piedi… «Abbiamo dei reparti di estetica sempre in linea con la nostra filosofia, in cui utilizziamo prodotti naturali. Vi sono anche tecnologie particolari ma siccome la pelle è naturale noi prediligiamo fare la maggior parte del lavoro a mano, con la manualità. Le ragazze che lavorano nei nostri reparti sono tutte altamente specializzate». Qual è, in sintesi la vostra filosofia di bellezza? «Star bene con se stessi e sentirsi a proprio agio. Oggi più che mai è un aspetto molto importante. Noi seguiamo la moda da trent’ anni ma sempre con un criterio di personalizzazione». Ha ottenuto, nella sua lunga e brillante carriera, importanti riconoscimenti e annovera tra le proprie esperienze rilevanti partecipazioni a trasmissioni televisive, tra le quali Notte sotto le stelle, Buona Domenica, Moda Mare, Festival di Sanremo, spettacoli teatrali e, dulcis in fundo la manifestazione Miss Italia, che segue da molti anni. Ce ne vuole parlare? «Seguiamo Miss Italia da 20 anni. La Wella è l’azienda sponsor e poi ci sono circa una ventina di saloni selezionati a seguire le Miss, e noi siamo tra questi. Ogni anno sono tre settimane di lavoro e collaborazione dove le acconciature vengono accuratamente scelte in base al viso e ai tratti somatici delle ragazze, anche in questo caso rispettando la bellezza nella maniera più naturale possibile». Torniamo al vostro rinomato Salone di Giada. Quanto è importante l’ambiente?
Novità per quest’anno? «Quest’anno la novità è Illumina, un nuovo tipo di colorazione naturale che dona al capello il 70% di lucentezza in più di qualsiasi altro prodotto che ci sia sul mercato. Biondi e rossi sul pastello con una lucentezza splendida fino al castano cipriato dal doppio o triplo riflesso» .
Nome: Anna Età: 29 Dove sei nata? Moldavia Dove vivi? Biassono Vivi da solo o con la famiglia? Sola Destra o sinistra? Niente Che lavoro fai? Cameriera
TT
Dove trovarci: Via San Giovanni Bosco, 6 20900 Monza (MB) Tel. 039 2300431 - 039 322552 info@salonegiada.it www.salonegiada.it
Cosa ti piace di Monza e della Brianza? Il Parco Associazione di idee. Se ti dico verde... Semaforo Cena Candela
Età: 31 Dove sei nato? Carate Dove vivi? Sovico Vivi da solo o con la famiglia? Solo Destra o sinistra? Nessuno dei due Che lavoro fai? Impiegato Cosa ti piace di Monza e della Brianza? Il Parco Associazione di idee. Se ti dico verde... Prato Tu vai qualche volta al parco? Sì
Tu vai qualche volta al parco? Sì Chi è Dario Allevi? Non lo so Dai un voto a Monza e alla Brianza 7 Trasporti? 7 Commercio? 6 Se non a Monza e Brianza dove vorresti vivere? Roma Esprimi un desiderio. Avere una mia attività in Italia Metropolitana a Monza: favorevole o contrario? Favorevole Dimmi un proverbio Non fare male, che dopo ritorna Dì qualcosa ai nostri lettori Auguro tanta felicità a tutti. Siate felici quanto lo sono io in questo momento
28 trantran, settembre 2012
Nome: Cristian
Chi è Dario Allevi? Il Presidente della Provincia di Monza e Brianza Dai un voto a Monza e alla brianza 6 e 1/2 Trasporti 7 Commercio 6 Se non a Monza e Brianza dove vorresti vivere?
Roma
Esprimi un desiderio. Soldi Metropolitana a Monza: favorevole o contrario? Favorevole Dimmi un proverbio Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Dì qualcosa ai nostri lettori Ciao settembre 2012, trantran 29
SPECIALE SALUTE
CURIOSITà, proprietà e usi delle piante intorno a noi
DENTAL CENTER MONZESE
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ental Center Monzese ti dà la sicurezza di trovare la più alta professionalità e qualità a prezzi molto bassi. Ti segue nella cura di te proponendoti la possibilità di finanziamenti in sede, la prima visita senza impegno e con, se necessario, radiografia endorale. Il centro si preoccupa costantemente di fornire ai propri pazienti preventivi precisi dopo una visita diretta dal Medico Odontoiatra, che consentirà di valutare precisamente la terapia dentale necessaria. Il medico sarà in grado quindi di fornire un preventivo reale e “tutto compreso”, senza costi aggiuntivi tipo “anestesia”, “presa impronta”, “denti su protesi”, etc. Tra i diversi servizi offerti vi sono: Cura dell’igiene Igiene e prevenzione: rimozione della placca, del tartaro e delle macchie dallo smalto Paradontologia: pulizia dentale per la prevenzione delle malattie delle gengive e del parodonto (tasche parodontali, piorrea); sedute di igiene, scaling e curettaggio e controllo periodico dello stato di denti,
certezza del risultato estetico e funzionale alle tariffe più convenienti del mercato senza ricorre a prodotti europei a basso costo. Ciò è possibile grazie al laboratorio interno diretto dal responsabile, affermato professionista del settore a partire dai primi anni ‘80. Terapia endodontica
gengive e protesi (terapia di mantenimento). Terapia conservativa: cura e prevenzione della carie. Implantologia L’implantologia è una terapia riabilitativa sicura ed affidabile, che consente di ricostruire fedelmente l’aspetto di un dente naturale. Gli impianti dentali possono sostituire denti singoli o gruppi di denti mancanti, permettendo di ripristinare il confort, l’estetica e la sicurezza perdute. Lo studio Dental Center realizza direttamente, sia per i propri pazienti che per diversi studi monzesi e brianzoli, le ceramiche che ricreano il dente (corone) garantendo la
Come la conservativa si occupa delle lesioni dei denti, ma a livello pulpare all’interno degli stessi, dove risiedono le terminazioni nervose. Il suo scopo principale è la prevenzione e la cura della parodontite periapicale. Agisce quindi sullo svuotamento dei “canali” dei denti, sulla disinfezione e sagomatura dei canali e sul loro successivo riempimento con materiali appositi. Lo scopo è rendere impossibile la riproduzione dei batteri nei canali stessi, fallendo il quale scopo il dente è predestinato ad un granuloma, che può complicarsi successivamente in un ascesso dentario. Una endodonzia (alias terapia canalare) è invece la terapia primaria per eliminare granulomi, e anche cisti, (rilevabili con lastrine radiografiche endorali). Se avete bisogno di loro, andate a trovarli!
VERDISSIMO
di Gabriella M.
Le giornate si accorciano, le temperature si abbassano e le vacanze estive sono oramai un ricordo lontano: la malinconia autunnale incombe. Esiste però anche in questo periodo che precede il riposo vegetativo, un’attività che saprà colorare le giornate anche dei giardinieri meno esperti riportando nell’animo l’allegria: l’inizio dell’autunno è, infatti, il periodo ottimale per programmare le fioriture delle bulbose primaverili. Con un po’ di attenzione sarà possibile godere dei primi fiori già all’inizio di marzo per poi assistere, nei mesi seguenti, a un trionfo di colori. I bulbi vanno interrati verso la fine di settembre, al più tardi fino alla metà di ottobre, in modo che le radici abbiano il tempo di svilupparsi in modo vigoroso prima dell’arrivo del gelo. In questo modo in primavera, quando già ci saremo dimenticati di loro, sapranno sorprenderci con fioriture variopinte ed emozionanti. La loro coltivazione è molto semplice,
basta seguire le indicazioni riportate sulla confezione di ogni varietà circa la profondità d’impianto e la distanza fra gli esemplari, ricoprire di terriccio e innaffiarli dopo la messa a dimora… poi faranno tutto da sé! Un altro grande vantaggio dei bulbi primaverili è che non richiedono grandi spazi e, per lo più, fioriscono anche all’ombra: sono, quindi, perfetti per rallegrare non solo piccoli balconi ma anche davanzali e ingressi poco soleggiati. Il loro impianto in vaso è un’operazione che diverte molto anche dai bambini e una buona occasione per trascorrere le ultime ore all’aria aperta. Se volete progettare un’aiuola o una grande fioriera di bulbose dovete solamente avere l’accortezza di accostare i colori delle fioriture in modo armonioso e di prestare attenzione alle altezze delle diverse specie: le specie più alte andranno, ovviamente, collocate dietro alle specie più basse, in modo da non nasconderne la vista. Prestate anche attenzione al mese di
fioritura in modo che ogni area del vostro progetto non rimanga mai sguarnita! Se disponete, invece, di un giardino, potete concentrarvi sulla piantumazione perenne (sono perfetti iris germanica, anemoni, crochi ma anche giacinti e tulipani) e a scopo d’inselvatichimento. Se volete trattare i bulbi come piante perenni, però, la prossima primavera dopo la fioritura non dovrete estrarre i bulbi dal terreno ma attendere che la parte verde secchi completamente (occorrono circa 30/45 giorni) in modo che il bulbo possa riassorbire le sostanze nutrienti presenti nelle foglie prima di mettersi a riposo. Alcune varietà (bucaneve, scilla, muscari, alcuni narcisi nani, leuconjum, ecc) sono perfetti anche essere lasciati liberi di riprodursi spontaneamente nel terreno anno dopo anno, fino ad arrivare a creare un vero e proprio tappeto colorato: in questo caso meglio, quindi, scegliere fioriture dai colori tenui come il bianco, il giallo pastello e il blu. TT
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SPORTIVAMENTE
MONZA E BRIANZA IN MOVIMENTO
Alonso e la Ferrari nel GP di Monza
Un terzo posto da dieci e lode Di - Jacopo Rossi
Foto di - Francesca Fawn Masperi
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uasi che avesse… letto il nostro editoriale, le prime parole di un felicissimo Fernando Alonso, dal podio che gli ha certificato la conquista del terzo posto nel Gran Premio di casa nostra, quello in cui si raggiungono le velocità più elevate di tutti gli altri in cui si esibiscono i bolidi della Formula Uno, sono state: “Noi della Ferrari non molliamo e andiamo avanti”. Qualcosa che assomiglia molto a “Su la testa!”, guardando al futuro senza paura non perché si ha la presunzione di essere i più forti, ma perché si ha la consapevolezza di fare tutto il possibile per stare davanti a tutti. E la garanzia di tutto questo è proprio lui, il pilota spagnolo che della Ferrari è diventato il portabandiera indiscusso. Fin dalla partenza, che era dalla quinta fila, visto che in prova aveva staccato soltanto il decimo tempo (per colpa di uno stupido guasto a una della sospensioni), Alonso ci ha dato dentro senza paura. E per un motivo molto semplice: voleva (e vuole) stare in testa al mondiale e voleva dare (e ha dato) una grande soddisfazione ai tifosi italiani della Ferrari, un pubblico che sa dargli la carica ed esaltarlo e che lui ama molto. Per questo il terzo posto è molto importante perché gli permette di stare davanti a tutti in classifica generale con un buon margine: non sufficiente a cantar vittoria, visto che mancano ancora sette Gran Premi alla fine della stagione, ma che comunque, permette di guardare al futuro con una certa dose di ottimismo. Oltretutto la gara di Monza ha mandato in secondo piano il pilota della Red Bull, il tedesco Webber, che si è ritirato. D’ora in poi la vera minaccia nella corsa al titolo dello spagnolo e della rossa Ferrari è il pilota della McLaren 32 trantran, settembre 2012
Lewis Hamilton, che ha vinto il GP di Monza restando davanti a tutti dall’inizio alla fine. Non c’è dubbio che adesso sia lui l’avversario più pericoloso nella corsa al titolo: ne vedremo delle belle nelle prossime gare, che sicuramente ci daranno dei grandi brividi, come quello che proprio a Monza ha fatto provare Alonso quando al ventiseiesimo giro, nel tentativo di superare Vettel, ha messo le ruote nell’erba sollevando un polverone che per qualche istante ha fatto temere il peggio. Ma Monza non è stato soltanto questo. Oltre alla bravura di Hamilton e alla grande affidabilità della sua vettura, oltre alla combattività di Fernando (a cui ha dato una buona mano anche Felipe Massa, che alla fine è arrivato quarto), tutti hanno potuto ammirare le grandi doti di Sergio Perez, il pilota messicano della Sauber che si è piazzato al secondo posto,
con una gara davvero magnifica, fatta di sorpassi e di grande capacità di tenere giù il piede senza paura. C’è già qualcuno che ha detto che il prossimo pilota della Ferrari, al posto di Felipe Massa, sarà proprio lui, Sergio Perez, che è il fratello minore di Antonio Perez, un pilota che è sempre tra i migliori nella serie Nascar negli Stati Uniti. A dire la verità, Sergio una Ferrari la… guida già, visto che la Sauber monta proprio un motore che viene fornito dalla scuderia del Cavallino rampante. Certo, visto che alla stagione mancano ancora troppe gare, nessuno alla Ferrari commenta queste voci, ma può essere davvero che nella prossima stagione il giovane messicano diventi la seconda guida della Ferrari. Lui ha già dichiarato, e non poteva essere altrimenti, che “guidare una Ferrari in pista è il sogno di ogni pilota quando comincia”. E quindi è stato anche il suo sogno, un sogno che potrebbe diventare realtà molto presto. Ma prima c’è da vedere come finirà questo campionato 2012 che si sta rivelando davvero combattuto e che regala emozioni e rovesciamenti di fronte a ogni gara. TT
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RACCONTIAMOCI
LIBRI, RACCONTI, SCRITTURA E POESIA
Il profondo ed il crudele
L’autrice Claudia Porta ci parla del suo primo libro Sbramami Di - Marta Migliardi
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laudia Porta, nata a Monza un anno prima della caduta del muro (come riportato anche nel retro del suo libro) è l’autrice di Sbramami, Edizioni la Gru (13,00 euro). Claudia rispecchia anche fisicamente la sua scrittura. E’ contemporaneamente eterea e terrena ed i suoi occhi brillano di una vivace intelligenza a dir poco rara, per non voler abusare come oggigiorno troppo spesso avviene, della parola geniale. Nella nostra intervista ci parla del suo libro e del suo mondo, del suo modo di scrivere e di vivere, in un confine delicato e avverso, fatto di orrore e gradevoli stupori. Fatto di piccole scene quotidiane incastonate ad un certo surrealismo, con corona e drappi di ironia che sfuggono a tratti in un sagace e, talvolta, cinico sarcasmo. L’ironia e l’immaginazione come armi di sopravvivenza, uno spirito d’osservazione poliedrico e caleidoscopico, che frammenta la realtà e la riporta come dipinta su una tela. Una realtà che non fugge mai dal corpo, dalle mutazioni di questo involucro umano, dicotomicamente scrutato dall’autrice come qualcosa di sé e qualcosa al di fuori di sé. Un corpo che, come il processo creativo, subisce gli effetti del vivere, non a caso il suo editore paragona la scrittura di Claudia all’essere catapultati in un quadro di Frida Kahalo. Sbramami ti rapisce violentemente dalla prima riga come a dimostrare che, oltre all’intuito e alla visione originale del mondo, vi è una reale capacità dell’autrice di saper raccontare una storia con arte, l’arte dello scrivere che deriva dall’amore viscerale per la lettura, che sin da
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giovanissima, l’ha portata, quasi d’istinto, a scrivere prima dei brevi racconti e poesie, fino alla stesura di questo romanzo. Mi saluta con una citazione che trovo rispecchi a dovere questa timida ma audace autrice, di cui sono certa, sentiremo ancora parlare:
abbiamo preferito qualcosa di breve e di immediato. Abbiamo, quindi, optato per questo gioco di parole tra amami e sbranami, che desse comunque l’idea del divorare o dell’amore cannibale, quindi mescolare due temi opposti come quello dell’amore e della distruzione, sempre Eros e Thanatos (ndr. il concetto greco di Amore e Morte) in qualche modo. Come è nata in te la passione dello scrivere? Sin da piccola mi piaceva molto leggere, quindi la scrittura è nata dall’amore per la lettura. Penso che non mi sarei messa a scrivere se non mi piacesse innanzitutto leggere ed informarmi o, per l’appunto, “divorare” i libri. Dalle poesie ho cominciato a fare brevi racconti e poi adesso ho messo insieme qualcosa di più lungo.
RACCONTIAMOCI
LIBRI, RACCONTI, SCRITTURA E POESIA
contrastanti, unire un certo lirismo, ovvero immagini di fiori e ragazze delicate o che richiamino l’immaginario infantile, con temi più scabrosi, più violenti…anche cattivi che richiamano, invece, la realtà. Penso che sia utile mettere insieme queste cose discordanti. La realtà è per me, contemporaneamente orrore e stupore. Ricordiamo che hai anche scritto, per il teatro, l’Ombelico di Alvise, che è stato anche rappresentato al Teatro Libero di Milano… Il teatro è una delle mie più grandi passioni perché unisce tante forma di arte. In questo senso posso mettere la scrittura al servizio del corpo. Io vivo la creatività come un processo anche del corpo, come l’amore, la maturità o, per esempio, l’anoressia che lasciano i loro effetti. Claudia mi avvince, infine, con un discorso sulla sua visione della realtà, sulla paura e l’orrore che, tramite la scrittura riesce ad esorcizzare e sviscerare. Una sorta di surrealismo che rende della stessa autrice una visione speculare. Definisce la maternità come un alchimia, “un processo senza controllo che avviene dentro di te”, l’arte come una forma d’amore e l’amore come una spinta che dona voglia di vivere
nonostante il male. E quando le chiedo tre motivi per i quali valga la pena vivere, ci pensa un istante, con i suoi occhi profondi e scrutatori, risponde: l’arte, il gelato e poi bisogna vivere per se stessi e per gli altri. Esce dalla redazione e mi lascia pensierosa, con strani orologi fusi, crocifissi e fiori eterei che aleggiano nell’aria. Il profondo ed il crudele di una personalità, letteraria e umana, destinata all’arte. Un estratto da Sbramami di Claudia Porta “Mi mettevo sul terrazzo a prendere il sole in bikini a bocca aperta, sfogliando riviste di giardinaggio. Prima d’allora non mi era mai interessata al regno di Flora; come futura madre di una pianta, però, mi sembrava giusto corteggiare la suocera. Ad ogni modo il padre era per me un illustre sconosciuto: non avevo mai avuto un ragazzo e, per quanto ricordassi, ero ancora vergine. Non riuscivo proprio a ricondurre la mia inseminazione a quel gelato mangiato una domenica pomeriggio sul lago: un enorme cono ai frutti di bosco!” TT
Dove trovare il libro Sbramami di Claudia Porta Edizioni La Gru (13,00 euro) A Monza da Libri e Libri Oppure dal sito della casa editrice www.edizionilagru.com (senza spese aggiunte). Ordinabile anche presse le librerie indipendenti.
Partendo dalla copertina colpisce molto anche l’immagine scelta…
La bellezza è un incontro casuale tra un ombrello e una macchina da cucire su un tavolo operatorio. (Lautréamont, Canti di Maldoror, canto VI) Come mai hai scelto questo titolo particolare per il tuo libro? Voleva essere una parola unica e incisiva. All’inizio avevamo pensato ad altre combinazioni poi, insieme all’editore,
La copertina è di un artista spagnolo, Roset, che è stato gentile a dare subito la disponibilità di questa sua figura che fa parte di una serie, Muses, quindi è una musa ispiratrice quella che c’è in copertina. Rappresenta una ragazza i cui capelli potrebbero ricordare anche la chioma di Berenice e poi ha questa sensualità d’impatto che corre come vena anche nel libro, come se cercasse di ammiccare il lettore. Nutro un grande amore per le immagini, infatti nei racconti è come se scrivessi per comporre dei quadri. Ogni elemento lo vedo come un tocco di colore che si deve accostare ad altri, scrivo quasi tono su tono e quindi, alla fine, deve piacermi il risultato cromatico oltre che linguistico. Poesia e immagini molto forti: giochi molto bene sulle contrapposizioni… A me piacciono molto gli elementi settembre 2012, trantran 37
NEWCAR LOCATELLI GROUP
IL VIAGGIO QUOTIDIANO è PER ME UNA VOCAZIONE
PENDOLARE
SALUTI DAL PORTOGALLO Di - Juri Casati
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l gruppo Autolocatelli, conosciuto e apprezzato Concessionario della provincia di Monza e Milano è nato nel 1975da un’iniziativa dei fratelli Tino, Franco e Alberto, attuali titolari di questa sempre più affermata realtà come polo di vendita di autovetture nuove e usate con una superficie di oltre 20.000mq. Fanno parte del gruppo: Autolocatelli – nata nel 1995 come Concessionaria Chrysler – Jeep – Dodge nelle sedi di Vedano al Lambro, Sesto San Giovanni e Cernusco S/Naviglio e nel 2011 come Concessionaria Fiat e Lancia nella sede di Cinisello balsamo. Nel 2012 nella sede di Cernusco s/Naviglio diventa concessionaria ufficiale Nissan; Newcar – nata nel 2004 come concessionaria Ssangyong e nel 2010 come Concessionaria Opel nella sede di Vedano al Lambro.
VEDANO AL LAMBRO Via Cesare Battisti, 143 Tel. 039.248061
Il gruppo conta sulla collaborazione di circa 80 dipendenti sempre al passo con la formazione, professionalità e cura del Cliente, uno staff qualificato e certificato, pronto a dare risposte rapide e concrete alle esigenze del Cliente e ad un mercato in continua evoluzione. Newcar Nel 2004 immediatamente dopo la nascita della Ssangyong Italia la nostra società Newcar viene nominata concessionaria esclusiva per la zona di Monza e Brianza incluso parte di Milano Sud-Est. Nel 2010 Newcar diventa concessionario per la zona di Monza e Brianza per il marchio Opel. Venite a trovarci senza impegno, avrete
modo di toccare con mano la qualità che il marchio offre. I nostri venditori sapranno consigliarvi nella scelta del prodotto e nella formula finanziaria più adatta alle vostre esigenze. Il nostro postvendita formato da tecnici qualificati e certificati dalla casa madre sapranno darvi tutta l’assistenza che il cliente Opel e Ssangyong si aspetta. Opel è molto attenta alle questioni ambientali e sostiene, a livello nazionale, l’Ente Nazionale Protezione Animali, infatti e ha appena realizzato una vettura pensata proprio per loro! Un etica attenta e la grande attenzione, cortesia e disponibilità verso il cliente fanno di questi marchi e del Gruppo Autolocatelli dei veri professionisti, sempre a passo con i tempi.
i hanno detto che i conti pubblici non sono in regola e che è necessario rimetterli in sesto, e ci hanno anche spiegato come si può centrare questo obiettivo. Innanzitutto bisogna ridurre il costo del mantenimento della cosa pubblica, a partire dagli sprechi, perché esso ha raggiunto livelli insostenibili. E, per farci ingoiare il rospo senza fiatare, hanno usato un’espressione anglosassone che ha preso subito piede: «spending review». Oltre a diminuire le «uscite», ci hanno detto che bisogna però anche agire sul fronte delle «entrate», alla ricerca di chi non contribuisce – o di chi contribuisce solo parzialmente – al mantenimento della cosa pubblica. In questo caso è nata proprio un’espressione tutta nuova: «stile Cortina», in riferimento alla città che è stata teatro della prima di una serie di operazioni in grande stile della Guardia di Finanza che si sono succedute un po’ in tutta Italia, godendo peraltro di una copertura giornalistica degna più di un’edizione delle Olimpiadi che di un’azione volta a contrastare l’evasione fiscale. A seguito dell’attacco sia sul fronte delle entrate sia sul fronte delle uscite, resosi necessario per rimettere in sesto i disastrati conti pubblici, si è verificato anche un interessante effetto a cascata sul settore che ci interessa più da vicino, quello cioè del trasporto pubblico locale. Infatti anche la spesa rappresentata dalle nostre aziende di trasporto pubblico locale è da tempo sottoposta ad un’opera di spending review – cioè di taglio – da parte di Regione, Provincia e Comuni. A loro volta le nostre aziende di trasporto pubblico locale, non potendo aumentare ancora una volta in modo significativo il costo del
biglietto e non potendo oggettivamente abbassare ancora di più la qualità del servizio offerto, hanno necessariamente dovuto impegnarsi per incrementare le entrate. E questa esigenza si è tradotta – almeno in parte – in una dichiarazione di guerra nei confronti di coloro che non pagano il biglietto, i cosiddetti portoghesi. Un paio di notizie, prese dai giornali dell’estate. In un futuro molto prossimo sulle linee del metrò di Milano, i biglietti e gli abbonamenti dovranno essere utilizzati non solo per entrare nelle stazioni, ma anche per uscirne. Per adesso è in corso una sperimentazione in alcune stazioni e in alcuni orari, ma la via ormai è tracciata. Entro pochi mesi – non appena saranno dismessi i vecchi biglietti cartacei (che poi valgono anche per il metrò) ancora utilizzati su alcune linee extraurbane – la novità verrà estesa a tutta la rete sotterranea. È un modo come un altro per complicare la vita agli «scavalcatori» e agli «intrufolatori» (cioè coloro che evadono totalmente il pagamento del biglietto) dato che essi avranno una barriera da scavalcare o da eludere anche all’uscita. C’è però anche un obiettivo più sofisticato,
e cioè impedire le piccole furbate come quella, per esempio, di comprare un biglietto valido fino a Loreto e poi scendere a Rho, il che vuol dire evadere parzialmente il pagamento del biglietto. Questo accade a Milano, ma anche a Monza c’è stata una piccola rivoluzione. I più attenti lo avranno già notato, ma da un po’ di tempo in qua sui mezzi di Brianza Trasporti, l’azienda di trasporto pubblico locale che gestisce le tratte di autobus, si entra solo dalla porta davanti. L’azienda, con un’apposita campagna informativa, ha chiesto agli utenti di prepararsi in fila alle fermate e poi di salire sui mezzi utilizzando la porta anteriore: chi ha l’abbonamento deve mostrarlo all’autista; chi ha il biglietto deve obliterarlo subito. Certo: le file alle fermate non sono proprio ordinate; ancora molti entrano da dietro; l’autista non è che fa storie se uno passa senza timbrare e senza fargli vedere niente eppure… eppure è bastato questo semplice accorgimento, unito ad un controllo un po’ più efficace dei mezzi da parte dei controllori, unito ancora al fatto che l’autista può vendere i biglietti e quindi le scuse sono finite, per moltiplicare – e dico moltiplicare! – il numero di biglietti venduti. Quelli che abbiamo visto sono tentativi lodevoli, ma non facciamoci troppe illusioni: l’incasso dei biglietti venduti copre solo in parte le entrate di un’azienda di trasporto pubblico locale che, per sua natura, vive in gran parte grazie al contributo pubblico. Pertanto, anche un incremento del numero di biglietti venduti non è detto che compensi i tagli subiti da pesanti, e magari ripetute, opere di spending review.
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PSICOLOGIA OGGI
LA NOSTRA ESPERTA RISPONDE
Un metodo efficace per trasformare le emozioni del tradimento e dare una nuova vita alla coppia
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entilissima dott.ssa Convertino, mi chiamo Sofia, ho 35 anni, sono sposata da 5 anni con L. e abbiamo un figlio di 2 anni. Io e mio marito ci siamo conosciuti ad una festa e ci siamo subito piaciuti. I primi mesi insieme sono stati fantastici: lui era premuroso, attento, dolce, sempre presente…poi improvvisamente ha cominciato ad essere schivo, distaccato, a trattarmi male ed essere prepotente, senza che io avessi fatto nulla. Mi rispondeva spesso con toni arrabbiati, criticandomi per essere troppo “appiccicosa” e pesante, per poi scusarsi e mostrarsi nuovamente affettuoso, e ricadere poi nuovamente nella distanza. È così che un giorno, guardando per caso il suo cellulare, ho trovato un messaggio di una collega, dai torni esageratamente dolci, e sono cominciati i miei dubbi sulla sua fedeltà. Il suo comportamento ha ripreso per un po’ ad essere premuroso, fino a che non ho trovato altri messaggi della stessa ragazza, che L. non ha saputo giustificare. Ora sono disperata: amo mio marito ma ho paura di stare con una persona di cui non posso fidarmi…cosa devo fare? È meglio che mi separi? Cambierà? Lui mi ha promesso che non sentirà più la collega e vuole veramente cambiare, devo credergli? La ringrazio per la sua risposta, S.
Gentile Sofia, innanzitutto grazie per avermi raccontato la sua storia. Un momento così delicato come il tradimento provoca spesso reazioni molto intense, emozioni di sorpresa, paura, dolore, disorientamento, rabbia, delusione, e conflitto interiore sul da farsi. Tuttavia il giusto atteggiamento mentale può aiutarci ad affrontare questo avvenimento nel modo migliore ed evitare alcuni errori. Il tradimento può essere vissuto come una profonda ferita nella propria autostima, determinando reazioni di tipo depressivo, ma spesso può far emergere problematiche che altrimenti non sarebbero venute fuori, ed essere così utile per rinnovare un progetto di coppia che vada oltre lo stato
attuale. All’inizio di una storia d’amore predominano emozioni forti, intense: passione, grandi aspettative nei confronti dell’altro, tutto sembra meraviglioso e perfetto. L’altro appaga i nostri bisogni e ci fa sentire speciali. Ma l’amore ha bisogno di crescere, maturare e si trasforma attraverso lo stare in coppia; con il tempo aumenta la consapevolezza di sé e la reciproca conoscenza.
“Un metodo efficace può trasformare le emozioni dolorose legate al tradimento e rivitalizzare la coppia” Il tradimento, quando avviene, è doloroso, ma è importante, cara Sofia, accogliere e vivere le possibili sensazioni di rabbia e di sconforto che può provare. Non bisogna mostrare una forza che in questo momento non si sente, o ostinarsi a tornare alla normalità al più presto. Dia tempo a se stessa e a suo marito per capire ciò che provate e cosa volete dall’altro. Può essere utile ritagliarsi degli spazi in cui concedersi qualche piccolo sfizio, regalarsi qualcosa che desiderava da tempo, e riprendere o mantenere amicizie solo sue, non condivise con il partner. Ciò aiuterà la mente a non chiudersi in pensieri sul tradimento e a rinnovare la percezione di sé. Questa situazione può diventare un’opportunità per accogliere il cambiamento dell’altro come una sfida a modificarsi profondamente e a mutare la relazione. Si tratta di un percorso difficile e complesso: il raggiungimento della meta dipende da quanto entrambi i partner di una
coppia desiderano mettersi in discussione e dalla capacità di entrambi di elaborare anche il negativo che c’è in un rapporto. E’ sempre importante parlare con il proprio partner, cercare una comunicazione chiara e sincera. Capita, a volte, che una serie di preoccupazioni e problemi (i figli, il lavoro, le famiglie) rendano più tiepido il desiderio, e creino una distanza dal partner. In questi casi è necessario comunicare all’altro lo stato d’animo del momento, rendendolo partecipe della propria difficoltà, del proprio disagio, chiarendo soprattutto che il malessere non deriva da una diminuzione del sentimento d’amore. È molto importante in questo momento così delicato riflettere e farsi aiutare anche da uno psicoterapeuta per analizzare con serietà e precisione le emozioni e le dinamiche della coppia: il metodo da noi utilizzato è un chiaro e sicuro modo per giungere a trasformare i punti critici in possibilità. Ciò risulta importante soprattutto quando si parla di famiglia e sono presenti dei figli, i quali possono subire dei traumi da decisioni prese in malo modo o sulla base dell’impulsività. TT
Novità: i tre finalisti suoneranno con l’orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi La XXII edizione ha per la prima volta l’adesione del Presidente della Repubblica
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ono 132 i giovani talenti del pianoforte iscritti alla 22esima edizione del Concorso Pianistico Internazionale “Rina Sala Gallo” in programma a Monza dal 28 settembre al 7 ottobre 2012 nella cornice del teatro Manzoni. L’evento di lunga e consolidata tradizione, è uno dei quattro concorsi pianistici italiani riconosciuti dalla Federazione Mondiale dei Concorsi Internazionali di Musica (FMCIM) di Ginevra, ed è ormai autorevolmente entrato fra le manifestazioni culturali di prestigio che (il territorio di Monza e Brianza) l’Italia sa offrire.
Il concorso è organizzato dal “Comitato Concorso Pianistico Internazionale Rina Sala Gallo” composto, oltre che dagli enti promotori (Associazione Musicale “Rina Sala Gallo” e Comune di Monza) anche dall’Associazione Amici dei Musei di Monza, dall’Associazione Promonza - IAT, dal Cenacolo dei Poeti di Monza e Brianza, da Confindustria Monza e Brianza, dalla Fondazione della Comunità di Monza e Brianza onlus, dai Rotary Club di Monza, Monza Est, Monza Ovest e dall’Università Popolare di Monza. Per la prima volta quest’anno il Concorso ha ottenuto l’adesione del Presidente della Repubblica. Un riconoscimento ulteriore ad una manifestazione che è ormai parte della storia musicale del nostro Paese.
Psicologa psicoterapeuta esperta da 26 anni della coppia e della famiglia
Per chi volesse contattare la dott.ssa Ornella Convertino: SEDE: Monza-Lissone | Tel: 039.2301179 | ornella.convertino@libero.it | www.studio-convertino-pellegrini.it
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MONZA, DA TUTTO IL MONDO PER IL CONCORSO PIANISTICO “RINA SALA GALLO”
Novità assoluta di quest’anno sarà la partecipazione alla prova finale (quarta prova) dell’orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi. Il 6 ottobre saranno in tre pianisti a sfidarsi. Il montepremi totale in palio è di euro 32.500. Al vincitore sarà consegnato il premio “Città di Monza” di 15 mila euro offerto dal Comune, al secondo sarà assegnato il premio “Credito Artigiano” di 7.500 euro e al terzo il premio “Rotary Club Monza Est e Rotary Club Monza Ovest” di 5 mila euro. Fra i riconoscimenti ci sono anche una borsa di studio consegnata dall’Associazione Musicale “Rina Sala Gallo” abbinata al
Premio Speciale del Pubblico e due premi speciali del valore totale di 3 mila euro, intitolati a Sirtori Bonetti e a Dandria D’Eredità. La qualità del Concorso Pianistico Internazionale “Rina Sala Gallo” è garantita dalla giuria che sarà presieduta da Bruno Canino, concertista e docente di fama internazionale, e composta da famosi esponenti del pianismo e concertismo internazionale: Rolf-Dieter Arens (Germania), Marcel Baudet (Olanda), Christian Debrus (Francia), Stefano Fiuzzi (Italia), John O’Conor (Irlanda) e Piercarlo Orizio (Italia). La direzione artistica è affidata dal 2008 al maestro Valerio Premuroso, concertista e docente del conservatorio di Milano. «Bisogna creare opportunità per presentare al pubblico la musica classica, ecco perché teniamo molto al concerto dei vincitori che si terrà domenica 7 ottobre alle ore 21», conclude il maestro Valerio Premuroso.
Un concorso che quest’anno si rinnova anche dal punto di vista della comunicazione con un nuovo logo e con la presenza nei social network più noti, Facebook e Twitter. Un modo nuovo, giovane, di dialogare a livello internazionale senza barriere. TT
Per il regolamento, vedere i concorrenti iscritti e il programma visitare il sito www.concorsosalagallo.it
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https://twitter.com/ziarina Per ulteriori informazioni Ufficio Stampa MBComunicazione Cell. 328.6796839 – 338.2517329
settembre 2012, trantran 41
cosa succede in città
speciale sposi
eventi in giro per la brianza
Il Giardino Incantato Adda Film Festival
prima edizione: premiazione dei vincitori Domenica 23 Settembre, dalle ore 18.00, presso il Museo della Centrale A. Bertini di Cornate d’Adda, verranno premiati i cortometraggi vincitori della prima edizione di Adda Film Festival, concorso internazionale dal tema “Un fiume in piena: tra storia e storie”, voluto dal Comune di Cornate d’Adda, partner la Città di Trezzo sull’Adda e il Comune di Brivio, realizzato in collaborazione con Bmovies, associazione no profit già organizzatrice di “BrianzaFilmCorto” e con il patrocinio di Regione Lombardia, Provincia di Monza e Brianza, Provincia di Lecco, Provincia di Bergamo, Parco Adda Nord e molti altri comuni.
LISSONE martedì, mercoledì e venerdì 15-19; giovedì 15-23; sabato e domenica 1012/15-19. Ingresso libero MOSTRE IN ESPOSIZIONE : Luigi Stradella. Per tema la luce Prorogata fino a domenica 30 settembre 2012. Mostra personale dell’artista del territorio Luigi Stradella (Monza, 1929). Collezione storica “Premio Lissone 1946-1967” Mostra di una selezione di opere partecipanti alla straordinaria avventura del Premio Lissone degli anni Cinquanta e Sessanta. Birolli, Vedova, Morlotti, Schifano, Dorazio, Tàpies, Appel sono solo alcuni dei maestri presenti in collezione.
VIGANO’ BRIANZA RE - CYCLER Inaugurazione:fino al 14 ottobre 2012 orari: da mercoledì a domenica ore 18.00/24.00. Domenica ore 11.30/14.00
Davide Tognali realizza opere d’arte dando una seconda vita ad oggetti recuperati. La passione per la montagna e la forte vena creativa lo portano a scoprire tracce di archeologia naturale e umana che nelle sue mani riscoprono l’identità in nuove storie, nuovi personaggi, nuovi paesaggi. Oggetti in legno e ferro, ravvivati al fuoco per svelarnele materiche striature fiammate,rivivono in opere d’arte con caratteri nuovi e fervida personalità. Insegna l’arte del riciclo anche ai bambini che grazie ai suoi laboratoriimparano a ricogliere l’essenzialedelle piccole “vecchie” cose dando libero sfogo alla creatività.
SAN DONATO MILANESE PNPV: La Prima Notte di PrimaVera Giovedì 20 settembre. Alle ore 21,15 presso il Cinema Teatro Troisi - P.zza Gen. Carlo Alberto dalla Chiesa - San Donato Milanese, “Orma Cultura” ha il piacere di presentare “PNPV: La Prima Notte di PrimaVera” uno spettacolo teatrale multimediale. Serata di Beneficenza – Entrata a Offerta Libera - a favore di: RETINA ITALIA Onlus – Federazione Italiana per la lotta alla Retinite Pigmentosa Progetto di ricerca: “Terapia antiapoptotica della Retinite Pigmentosa con miriocina” www.retinaitalia.org PNPV - Viaggio Subliminale in un Tempo che Tempo non ha, in un Luogo che Luogo non è ! Una “Storia d’Amore”, una magistrale Regia per un cocktail dolce ed esplosivo che, in una alternanza di moti interiori fuori da ogni percezione spazio-temporale, dischiuderà, tra i luoghi minimali di una Notte, le porte dell’Istante-Infinito.
Dieci anni di latino e greco al Circolo Numismatico Monzese
42 trantran, settembre 2012
Paolo Paleari Per ulteriori informazioni sui corsi e sull’attività: Circolo Numismatico Monzese, via Annoni 14 Monza. Aperto la domenica dalle ore 9 alle 12. Tel.: 039.2620189; 347.77207346; www.circolonumismaticomonzese.org
Opere di Davide Tognali. Presentazione e cura di Felice Terrabuio. Con la colaborazione di Giulia Meregalli. ONEOff Via XXIV maggio , n. 13 tel. 345 - 141.25.27 oneoff@pierinopenati.it
ché questa meritoria iniziativa, che non ha eguali in ambito nazionale, si appresta a tagliare il traguardo dei dieci anni di attività ininterrotta. Questo grazie alla passione dei soci del Circolo, tra cui alcuni professori di lettere classiche che da sempre offrono gratuitamente la propria competenza. Così come gli altri soci mettono a disposizione della città le conoscenze nel campo della numismatica, della paleografia e dell’archeologia classica, ben quattro insegnanti riescono a seguire una cinquantina di allievi che hanno deciso di riprendere oppure iniziano da principianti l’avventurosa conoscenza della lingua di Cicerone e di Demostene. E’ un viaggio che per ogni livello di corso si snoda attraverso due appuntamenti serali la settimana, dalle ore 20 alle 22 circa, in modo da non tralasciare di offrire una opportunità a chi lavora, e apprezzato da un pubblico eterogeneo che va dai 9 agli 85 anni, permeato spesso da un vivo spirito di curiosità. Accanto alle escursioni morfologiche e sintattiche e sui testi dei primi facili autori si collocano poi i viaggi veri e propri. Sono visite di istruzione: nei musei archeologici della Lombardia, del Veneto, a Roma, in Etruria, in Grecia e prossimamente in Libia. Ma non basta: le collaudate Lezioni di Storia e Archeologia si affiancano a quelle di Scienza e Tecnica nel mondo antico e medievale completando così l’offerta del sodalizio monzese. Che è costituito interamente da volontari e che per proseguire questa generosa attività necessita di un minimo di sostegno. Per esempio, si è dato avvio da poco al progetto “biblioteca classica virtuale”, con l’archiviazione sul computer del Circolo, vecchio di quasi dieci anni, dei primi 150 testi di numismatica e di antichità classiche in formato digitale, altrimenti difficilmente reperibili in versione originale. Il pc però è ormai saturo e anche la fotocopiatrice comincia a non funzionare più… Si attende quindi un riscontro di generosità pari a quello offerto dai soci di questo attivissimo sodalizio.
Il Circolo Numismatico Monzese dà il via al decimo corso di latino e greco per l’anno 2012. E’ un ambizioso appuntamento per-
Nella foto: logo del Circolo Numismatico Monzese che riproduce il “grosso” di Estore Visconti
S
olo il nome di questo negozio, Il Giardino Incantato, evoca in noi i più sorprendenti sogni. Per evitare, quindi, che il giorno più bello della vostra vita, quello delle nozze, si trasformi in un incubo stressante abbiamo incontrato per voi , Alessandra Poletto, la titolare del negozio nonché brillante wedding planner che, dopo svariati anni trascorsi come pubblicitaria e organizzatrice di eventi, ha iniziato a seguire nuove strade, specializzandosi in matrimoni e feste di ogni tipo. L’aver lavorato in precedenza nel campo della pubblicità, attività che continua nel suo laboratorio grafico, ha aiutato a mantenere alto il livello di creatività e originalità. Fondamentale nel suo lavoro è la ricerca di nuove idee oltre ad un aggiornamento continuo grazie a corsi, riviste specializzate italiane ed estere, per essere sempre al passo con le nuove tendenze e poter rendere ogni evento unico e speciale in ogni dettaglio. Al Giardino Incantato organizzare il proprio matrimonio diventa un momento divertente e di relax! Sarete accolti nella magica ed accogliente atmosfera del negozio e sarete subito messi a vostro agio. Tra un caffè e un pasticcino, Alessandra cercherà di conoscere le vostre esigenze e i vostri desideri per aiutarvi a realizzare il vostro sogno. Visitando Il Giardino Incantato potrete trovare un vasto assortimento di tutto ciò che occorre per il vostro giorno del sì. Già dal secondo incontro vi verrà presentata la prima bozza di progetto sulla quale poter lavorare per aggiustare il tiro ed iniziare ad occuparsi dei dettagli. Poi si passa alla conoscenza coi fornitori scelti. Il Giardino Incantato collabora con i migliori fornitori di ogni settore, per offrire solo il meglio, restando anche sempre molto
di voi e che avrà cura che ogni più piccolo particolare non venga tralasciato. Alessandra accompagna i suoi sposi anche il giorno delle nozze, in modo discreto ed efficiente affinché la loro unica preoccupazione sia dare spazio al divertimento e all’emozione. L’ultima novità? Una nuova proposta molto originale, ovvero la possibilità di noleggiare in esclusiva, una sala cinematografica per rivedere insieme a tutti gli amici e i parenti il filmino delle proprie nozze. Non a caso, il motto de Il Giardino Incantato? Una celeberrima citazione di Oscar Wilde: “Ho Gusti semplicissimi…mi accontento solo del meglio”. TT
attento al rapporto qualità prezzo. Il Giardino incantato nel pianificare gli appuntamenti verrà incontro alle vostre esigenze e disponibilità di tempo e, apre le porte anche dopo cena, nella pausa pranzo, la domenica e se preferite, per non farvi perdere tempo, vi raggiungerà anche a casa vostra! Avrete la possibilità di accedere a tutti i servizi che possono servire ad una coppia di futuri sposi: dalla pianificazione del budget all’organizzazione degli addii al celibato/ nubilato fino alle documentazioni e prenotazioni necessarie al viaggio di nozze. Insomma, se entrerete ne Il Giardino Incantato vi potrete ritrovare a fare un viaggio all’interno di quello che sarà il vostro matrimonio ed affidandovi alla professionalità e creatività di Alessandra potrete vivere questo viaggio con la consapevolezza di avere di fianco qualcuno che si occuperà
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Partecipazioni Tableau Mariage Segnatavolo Segnaposti Coni Riso Libretti Messa Bomboniere Ringraziamenti Cake Topper Libro Ospiti allestimenti floreali settembre 2012, trantran 43
su’ la testa APPUNTAMENTO DAL COMMERCIALISTA
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UN UNIVERSO TUTTO DA SCOPRIRE Di - Alfredo Rossi
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iamo stati tutti bambini e le favole che ci raccontavano i nostri genitori iniziavano sempre con “c’era una volta…”. Bene la storia che sto per raccontarvi non è un parto della mia fantasia bensì vera e reale e credo siamo ancora lontani dal dover dire “e tutti vissero felici e contenti”, vale a dire mettere la parola “fine”. Dobbiamo andare indietro al giugno 2003, quando uno sparuto gruppetto di appassionati di astronomia si riunirono per fondare il GAV, sigla che sta per Gruppo Astrofili Villasanta, associazione di volontariato avente come scopo la divulgazione dell’astronomia e l’aggregazione di tutti quanti sono interessati a questa materia considerata hobby e studio allo stesso tempo. Fu nominato primo Presidente Luciano Tinelli, esperto di fotografia astronomica. Per ben sei anni, sotto la sua guida, il GAV, forte di una sessantina di soci, si dotò di un Consiglio Direttivo formato da autorevoli soci dispostiti a collaborare sinergicamente con il presidente in carica. Da
tre anni il nuovo Presidente è Marco Saini, un esperto di vita, morte e… delle stelle del nostro firmamento. Premesso quanto sopra, penso sia giunto il momento di illustrare per sommi capi l’attività del nostro gruppo che spazia dalla divulgazione nelle scuole elementari e secondarie, ai corsi di astronomia in sede, alla fotografia planetaria e del profondo cielo, alle manifestazioni pubbliche e alle osservazioni notturne con l’ausilio di adeguati telescopi in grado di vedere l’”impossibile” malgrado il pesante inquinamento atmosferico e luminoso delle nostre città. Ultimamente il gruppo si è arricchito di una nuova sezione, i “variabilisti”, che svolge attività di studio e ricerca nel campo delle stelle variabili (cioè quelle stelle che cambiano la loro magnitudine -termine con il quale se ne indica la luminosità nel tempo), avvalendosi anche della collaborazione di un affermato astronomo dell’Osservatorio di Merate. Luciano Tinelli è il capo carismatico di questa sezione. A proposito di fotografia
astronomica, vorrei ricordare che cinque o sei anni fa la fotografia non era come oggi alla portata di tutti. Le difficoltà di allora erano tali da scoraggiare molti “apprendisti fotografi” che potevano dotarsi di tecnogie oggi considerate obsolete: visto che adesso con il digitale si può fare tutto o quasi. O venerdì sera ci ritroviamo in sede a Villasanta in Via Bestetti, 8. Soci esperti tengono regolarmente conferenze didattiche alla portata di tutti… neofiti e non. Non bisogna necessariamente essere soci per partecipare. Le nostre serate sono aperte a tutti, anche ai lettori di TranTran che vogliono partecipare. Sono certo che sarete affascinati da questa scienza le cui scoperte ci fanno oggi toccare con mano una realtà sino a ieri considerata pura fantascienza. Una volta al mese, Giove pluvio permettendo, ci trasferiamo in aperta campagna con i nostri telescopi per osservare i pianeti e le costellazioni visibili a seconda del periodo dell’anno. Insomma, “Su la testa!”, perché guardare in alto ogni tanto fa bene.
uon giorno a Voi tutti, Cari lettori, il rientro del periodo estivo, non è stato tra i più rosei. Siamo ancora in “balia” di questa crisi che non accenna ad allentare la morsa. Ricordiamoci, comunque, che viviamo in “Brianza” dove le aziende lottano duro per tenere aperta l’attività e dove un imprenditore su tre dichiara che non potrebbe lavorare altrove, manifestando il proprio radicamento al territorio. Ci sono anche i cosiddetti “ figli della crisi” , cioè imprese aperte magari da persone in cassa integrazione, mobilità, disoccupati, ecc. che devono essere sostenuti e messi nelle condizioni di crescere e consolidarsi per poter creare ricchezza e magari altri posti di lavoro. Certo, un ruolo importante lo hanno le banche, che invece, finora , hanno remato contro. C’è da dire che molti istituti di credito hanno avuto le semestrali negative, dunque, in teoria, ora dovrebbero allargare un po’ i rubinetti ed erogare maggiormente al fine di non chiudere l’anno in perdita. Una battuta: se vi dovessero negare un finanziamento, portategli il loro bilancio e fategli vedere che, probabilmente, è peggiore del vostro! Ora facciamo piccoli cenni di fiscalità in quanto
con il Decreto Sviluppo, il Decreto Crescita, il Decreto Lavoro, le novità sono tante ed andranno approfondite nel corso dei prossimi mesi. Viste le difficoltà di essere finanziati per l’acquisto di un immobile, sta’ prendendo sempre più piede il “Contratto d’affitto con riscatto”. In pratica tutto o parte del canone d’affitto verrà considerato in acconto prezzo sulla vendita futura. I vantaggi consistono nell’uso immediato dell’immobile, migliore possibilità di ottenere un mutuo, avendo già pagato buona parte del prezzo ed avendo dimostrato di pagare regolarmente l’affitto (che poi diverrà rata di mutuo), maggior tempo per vendere il proprio immobile. C’è da segnalare che dal 2013 aumenta la tassazione sugli affitti, riducendo la quota non dichiarata dal 15% al 5%. Ciò rende ancora più appetibile il contratto soggetto a “ Cedolare Secca”. Sempre dal 2013 viene ridotta la quota di deducibilità delle spese auto dal 40% al 27,50%. Anche le auto in uso ai dipendenti scontano la riduzione di deducibilità dal 90% al 70%. Nulla cambia per agenti e rappresentanti. Insomma, questo governo, punta ad uscire dalla crisi, aumentando la tassazione; probabilmente ciò avverrà presto, ma rimarremo tutti in “mutande”! E’ meglio affrontare la crisi vestiti, o
uscirne con solo le mutande! Non sarebbe il caso di cambiare “strategia”? Uno degli elementi positivi, è l’aumento delle detrazioni sulle ristrutturazioni, che passa dal 36% al 50% e da €48.000,00 ad € 96.000,00, ma fino al 30/06/2013. Per chi ha idea di ristrutturare casa, forse questo è il momento giusto. In settembre vi sono le seguenti principali scadenze: 16/09 Iva mensile Ritenute d’acconto Contributi dipendenti Rateizzazione imposte da Unico 20/09 Invio telematico modello 770 Semplificato ed Ordinario 30/09 Invio telematico modelli UNICI Nella speranza che l’autunno porti una ventata di “ aria fresca”, Cordialmente Vi Saluto. TT
Umberto Grasso
LE SCIURE
LA REDAZIONE RISPONDE
LE S C I URE LE VOSTRE LETTERE Bentornate care sciure! Sun chì La festa Omm e dunet su scali e scalet sui mur de la via pichen dent stachet sandalit de tacà per la festa duman i culur in sbiavì l’è ma noeuva la corda. La giurnada l’è bela i bagaj a pè biot Mez tuscan in sacocia e bianchit sot al nas in fila al bancon cupagn di murum regiù vestì de la festa paren sciurum. A la bas cun la banda ghe la prucesiom la mantelina di purtadur culur di magioster inscì che i sciloster sberlususen de rouss. La giustra la gira la fera l’è tanta al tirasegn scimiot de pezzoeù tusan piturà bagajot fan bucà. Adess che l’è sira tabascian a cà dent in l’usteria n’à vus furestera “Passata la festa gabbado lo santo!” .Cechin picaprea el ciarfoia incazzà “ No! Ul mè l’è de sass ul cò l’è franch e i sandalit stan su sensa stachet!” Bruno Zanacca Besana
44 trantran, settembre 2012
IL COMMERCIALISTA INFORMA
La festa Uomini e donne su scale e scalette/ sulle mura della via piantano chiodi/ per appendere i festoni per la festa domani/ sbiaditi i colori ma le corde son nuove/ la giornata è bella i ragazzi sono a piedi scalzi/mezzo toscano in tasca e un bianchino sotto il naso/in fila al bancone come filari di gelsi/vegliardi vestiti a festa che sembran ricconi/al pomeriggio cola banda c’è la processione/la mantella dei portatori color delle fragole/che i candelieri di rosso luccicano/la giostra gira e la confusione è tanta/al tirassegno scimmiette di pezza/ragazze dipinte abboccare fanno i ragazzotti/ora che è sera si trascinano a casa/dentro l’osteria una voce forestiera/ passata la festa gabbato lo santo/Francesco scalpellino con voce impastata e un poco adirata/no! il mio santo è di sasso e la testa è ben salda/ i festoni stan su senza chiodi! ( ancora adesso le ragnatele vengono chiamate “sandalit”) Bruno Zanacca Besana in Brianza Buona serata!
Con grande piacere ricominciamo, senza nulla togliere agli altri lettori cui daremo spazio nei prossimi numeri, con una poesia del nostro affezionato Bruno. Che sia di buon auspicio per il nuovo anno di Trantran, ricco di sorprese, libri, musica e natura. Grazie Bruno per il tuo grande sostegno. Con affetto Le Sciure Trantran Editore
settembre 2012, trantran 45
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Emergenza sanitaria | 118
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