www.trantran.net | n. 9 mensile | 29 giugno_2010 | Distribuzione gratuita
Con il Patrocinio di
[ Buon compleanno Provincia ] un’inusuale intervista al Presidente Dario Allevi
[ Interviste ] Eugenio Finardi
Mauro Ermanno Giovanardi (La Crus)
[ Reportage ]
Parola Cantata a Brugherio: da Nina Zilli a Vinicio Capossela
[ Viaggi ] Barcellona
[ Animali ]
Come difenderli dal caldo
[ Scrittori brianzoli ] A.G. Pinketts presenta Paolo Ornaghi
[ EDITORIALE ] Sommario Anno II numero 9 - 29 Giugno 2010 Distribuzione gratuita Editore: Trantran Editore s.r.l. Viale Cesare Battisti, 121 Vedano al Lambro C.F./P.I./RIMB 06774520966 REA MB1864900 Fondatori Marta Migliardi, Elena Gorla, Adriana Colombo, Guido Bertoni Direttore: Alfredo Rossi Capo Redazione: Marta Migliardi Redazione: Elena Gorla, Adriana Colombo, Juri Casati, Giulia Cavaliere, Gabry, Claudio, Fabio Paolo, Guido, Niccolò, Gaber, Lorenzo, Sara Tripaldi Si ringraziano per questo numero: Anna Longoni, Vincenzo Costantino “Chinaski”, Luca Bernini, Matteo Riva, Lele Battista Marco Brioschi, Maryon Pessina e Eugenio Finardi per la sua disponibilità. Foto di copertina Dario Allevi, foto di Marco Brioschi Per contattarci: direzione@trantran.net redazione@trantran.net trantran@trantran.net raccontiamoci@trantran.net Progetto grafico, impaginazione, raccolta pubblicitaria:
a socio unico Direttore Responsabile e Amministratore Unico: Genesio Ferrari Via Degani, 1 42124 Reggio Emilia (RE) Tel. 0522.232092 - 926424 Fax 0522.231833 info@eridania-editrice.it www.eridania-editrice.it Filiale: Via Betty Ambiveri, 11 24126 Bergamo Stampa: Grafiche2000 Cassinetta di Lug. (MI) Tiratura: 14.000 copie È vietata la riproduzione di testi, grafica, immagini e impostazione della guida e della cartina allegata. Eridania Editrice s.r.l. non si assume nessuna responsabilità diretta e indiretta sull’esattezza dei dati e dei nominativi contenuti nella presente pubblicazione, nonchè sul contenuto dei testi, degli slogan, sull’uso dei marchi e delle foto da parte degli inserzionisti.
Editoriale Buona vacanza a tutti..............................3 Spunti di vista I social network e il rapporto scritto tra le persone ..............................4
Buona vacanza a tutti
[ di ALFREDO ROSSI, il Direttore ] Se non avete provato ad attraversare Monza, utilizzando l’auto, tra le 18 e le 19,30 di un giorno non festivo, non potete avere idea di come la nostra città possa sembrare interminabile. Minuti e minuti in coda, avanzando a passo di lumaca. E se per caso con il cellulare avvertite che “Sono a casa in cinque minuti”, il rischio, reale, è che si debba richiamare dopo un quarto d’ora per annunciare candidamente: “Tra 20 minuti sono sicuramente a casa. Forse”. No, non è il solito lamento: so benissimo che tutti i lavori sparsi in Monza servono a migliorarci la vita (dal teleriscaldamento alla sistemazione del vialone con epicentro San Fruttuoso), ma il presente è a volte insopportabile. Perciò, prima delle vacanze, scegliete mezzi alternativi o armatevi di pazienza. Tanta pazienza: e pensate che il futuro sarà migliore. Speriamo... In uno di questi attraversamenti (per mia fortuna rari per quanto mi riguarda perché uso lo scooter per muovermi o la bicicletta), passando davanti alla Villa Reale ho notato, prima che le scuole chiudessero, frotte di ragazzini che andavano a visitarla. Bene, domani avremo dei cittadini che conosceranno meglio le perle della nostra città. E a proposito della Villa Reale e del suo utilizzo futuro, per un attimo ho pensato che sarebbe una buona idea affittarne una piccola ala a Emanuele Filiberto di Savoia, ormai diventato una star della nostra Tv. Canta, presenta, balla senza soluzione di continuità. E allora perché non farlo diventare cittadino onorario di Monza? Lui stesso ha dichiarato che entro cinque anni (le decisioni, evidentemente, lui le deve ponderare bene...) trasferirà la su residenza in Italia, a Torino. Be’, da noi potrebbe passarci i fine settimana, con uso del parco. In fin dei conti un principe è sempre un principe e potrebbe portare un buon indotto. Pessima idea, dite? Può essere, forse ho bisogno di un po’ di vacanza. Per fortuna, noi di Trantran ci stiamo per andare. Per questo il numero di fine luglio non uscirà. Ma ci rivedremo il 31 agosto, con le idee più chiare. Buona vacanza a tutti.
Clochart Chi è Dario Allevi? Ve lo diciamo noi........5 Eugenio Finardi: io, poeta per sbaglio.....7 Bis! Parola Cantata... Grazie a Mauro Ermanno Giovanardi e al Comune di Brugherio la Brianza VIVE!........................................................9 Mauro Ermanno Giovanardi: la mia seconda vita!...............................14 I vincitori di Fiorilegge............................15 Waiting for Memories: ne sentiremo parlare!.............................17 Altrove Barcellona: arte e libertà a portata di low cost..............................18 In cuccia Caldo killer Il “decalogo” dell’Enpa per proteggere gli animali......................21 Verdissimo Scuola Agraria del Parco di Monza.......24 Brigantia Gajum, il sentiero geologico Achermann in Val Ravella: quando la natura è magica...................26 NonsoloMonza Lissone..................................................29 I segreti dello chef Sandwich di tonno al profumo di zenzero............................30 Reality..................................................31 Raccontiamoci Poeti da bar...........................................32 L’angolo del pendolare Autobus: è vietato parlare all’autista......34 Di tutto un pò Texas Hold’em: affrontare un giocatore tight .................35 Dalla Provincia....................................37 Sportivamente Lo sport in un tubetto di dentifricio........38 Dal Comune Iniziative dell’Assessorato al Turismo e Spettacolo.........................39 Le sciure...........................................41
[ spunti di vista ]
La pagina di Facebook di Trantran
I social network
e il rapporto scritto tra le persone [ di Juri Casati ] È un’opinione comune che i social network stiano modificando i rapporti interpersonali. Tale opinione si basa su alcune evidenze: innanzitutto i social network hanno introdotto nei rapporti interpersonali una scala quantitativa che rende teoricamente possibile avere e mantenere migliaia di contatti. Inoltre i social network hanno eliminato le distanze spaziali tra persone. Inoltre ancora i social network hanno livellato le differenze economiche, culturali e di età dando l’impressione alla comunità dei loro utenti di essere tutti su di uno stesso piano. Tuttavia la ristrutturazione dei rapporti umani non è una conseguenza dovuta a qualche carattere specifico dei social network, ma è una conseguenza tipica dell’introduzione di ogni tecnologia. Già Marshall McLuhan aveva osservato molti anni fa che ogni nuova tecnologia – intesa come un’estensione o un potenziamento di facoltà umane – ristruttura la situazione interpersonale esistente imponendo ai propri utenti dei precisi vincoli, filtrando e ordinando le informazioni e suscitando determinati comportamenti, reazioni, aspettative, modi di pensare. In pratica ogni tecnologia creerebbe una determinata forma mentis. In questo senso è sbagliato considerare i rapporti interpersonali come una struttura data una volta per tutte: i rapporti umani sono una struttura che si è modificata in passato e si modificherà anche in futuro ad ogni innovazione tecnologica. Pertanto dobbiamo considerare che gli aspetti più importanti dei social network sono i criteri strutturali in base ai quali essi organizzano la comunicazione perché in realtà sono tali vincoli strutturali a plasmare l’interazione umana. Nel caso dei social network la comunicazione è attualmente veicolata da supporti come gli schermi dei pc e dei videofonini e quindi la
comunicazione utilizza prevalentemente il canale visivo e secondariamente quello uditivo, mentre non ci sono ancora social network a prevalenza olfattiva o tattile. Inoltre i social network dettano le regole del gioco organizzando le modalità attraverso cui gli utenti possono interagire fra loro e modulando il tema della privacy con la rigorosa definizione di chi può entrare in possesso di quali informazioni e come. I social network delimitano anche a priori gli spazi utilizzabili e talvolta il numero di battute disponibili nonché quel grado di casualità con cui si possono “fare incontri”. Il risultato finale esteriore tuttavia è quello che vediamo con evidenza: la possibilità di trasmissione veloce di una gran quantità di informazioni tra un gran numero di persone contemporaneamente. In realtà i social network – ed è un punto su cui non riflettiamo mai abbastanza – sono mezzi di comunicazione in larga parte basati su criteri strutturali visivi propri della scrittura. Infatti – al di là del fatto che parte dei contenuti sono veicolati sotto forma scritta - nei social network è comunque sempre la scrittura che vincola, filtra e ordina le informazioni tra gli utenti. Non è certo un caso che il social network più utilizzato del mondo – cioè Facebook - è anche quello che ha l’impostazione grafica più adatta ad esaltare questo ruolo centrale e plastico della scrittura. I rapporti interpersonali stanno quindi subendo una ristrutturazione basata su criteri strutturali visivi propri della scrittura. Sembra però che così facendo la comunicazione stia regredendo al tempo in cui i rapporti tra persone si regolavano con la penna e calamaio, ma è solo un’impressione. La struttura dei social network ha dato un
ruolo nuovo alla scrittura che non è più quella delle Ultime lettere di Jacopo Ortis (con rispetto parlando, s’intende), ma è diventata un principio organizzativo che integra e coordina i contributi video e sonori. In pratica i social network hanno fatto una sintesi originale di elementi preesistenti creando un’espressione letteraria di tipo nuovo. D’altronde l’espressione letteraria non è a sua volta una struttura immobile e data una volta per tutte, ma ha cambiato pelle più volte nei secoli aprendosi per esempio a generi, autori e fruitori impensabili ai tempi di Dante. Pertanto oggi la scrittura – al di là di quello che si sente dire in giro – non è in declino, ma gode di ottima salute. Anzi: non è mai stata così bene. Infatti non c’è mai stata una generazione che ha letto quanto questa e che soprattutto ha scritto quanto questa. Certo: oggi non è possibile stimare l’impatto che avrà l’espressione letteraria propria dei social network nel rapporto tra persone perché è dai tempi dell’invenzione della stampa che un’innovazione tecnologica non creava una nuova massa di lettori e soprattutto di autori così grande. In questo momento vediamo che il cambiamento si sta producendo e ne intuiamo la portata, ma non siamo in grado di dire quali saranno i suoi sbocchi. Una cosa sappiamo già: questa rivoluzione scatenerà gli irriducibili difensori dello status quo che – prepariamoci - per molti anni negheranno l’esistenza di un’espressione letteraria propria dei social network. A costoro ricordo che un critico letterario – per mettere in risalto il carattere non definitivo di ogni forma di scrittura – utilizzò l’espressione di Goethe “Muori e rinnovati”.
[ CLOCHART INTERVISTE A VOLTI NOTI IN GIRO PER LA BRIANZA ] Dario Allevi durante l’intervista a Trantran
Chi è Dario Allevi?
Ve lo diciamo noi... Per mesi vi abbiamo domandato, nella nostra rubrica Reality, chi fosse Dario Allevi. Alcuni di voi ci hanno dato le risposte più disparate: un attore, un musicista, l’amico di mia zia. Altri, ovviamente, sapevano che si trattava del Presidente della Provincia di Monza e Brianza. La Provincia ha compiuto da poco un anno di vita. A voi trarre le conclusioni sul suo operato. Noi di Trantran, infatti, vogliamo svelarvi la veste più umana del nostro Presidente. L’uomo e non il politico. Cosa mangia e cosa fa nel tempo libero, quali luoghi ama della Brianza, la musica che ascolta, ecc… Cominceremo proprio ponendogli le domande che normalmente facciamo a voi, cittadini di Monza e Brianza, nella nostra rubrica Reality. Lasciamo i comizi e le cravatte da parte e cerchiamo di cogliere aspetti della sua personalità meno diplomatici ma che, senz’altro, a chi saprà coglierne l’essenza, diranno molte più cose di lui di un qualsivoglia incontro istituzionale. Dal canto nostro, possiamo assicurarvi, a prescindere dalla vostra posizione politica, che quello che ci siamo trovati davanti è una persona gentile e disponibile, entusiasta del proprio lavoro che ha saputo subito metterci a nostro agio invitandoci a dargli del tu… ecco chi è Dario Allevi! Età? 45 a settembre Dove sei nato? A Roma. Dove vivi? A Monza. Vivi da solo o con la famiglia? Per ora da solo ma presto andrò a convivere. Che lavoro fai? Fino a due anni fa il trader finanziario, oggi il Presidente della Provincia di Monza e della
Brianza dopo un’esperienza da Vicesindaco della città di Monza. Cosa ti piace di Monza e Brianza? Tutto. Cosa non ti piace? Niente. Se non vivessi qui, dove ti piacerebbe vivere? Sicuramente al mare, io vivrei in costume. Quante volte vai al parco? Almeno una volta a settimana. Associazione di idee: se ti dico verde... Ambiente. Cena... Cotoletta alla milanese. Chi è Dario Allevi? Questo lo devono dire gli altri. Io non parlo mai volentieri di me stesso. Dai un voto a Monza e Brianza. È uno dei posti dove si vive meglio. Un bel 9. Ai trasporti di Monza e Brianza? È una delle criticità. Diciamo 6 e ½ tendente all’8 grazie alla Provincia. Al commercio in Brianza? Nei nostri centri storici ci sono dei gran bei negozi, quindi un bell’ 8. Esprimi un desiderio. Il desiderio è di continuare a fare ciò che faccio con lo stesso entusiasmo che ha sempre contraddistinto la mia vita Metropolitana a Monza: favorevole o contrario. Favorevolissimo. Un proverbio. Lo diciamo in brianzolo? Piuttost che nient l’è mej piuttost Un tuo pregio e un tuo difetto. Un mio pregio l’essere sempre ottimista. Un mio difetto l’essere un po’ troppo ordinato, un
po’ troppo pignolo. È vero, come diceva Basquiat, che quando si ha successo è la gente a cambiare atteggiamento verso chi è famoso e non viceversa? È abbastanza vero. Ed è altrettanto vero che il giorno dopo che non hai più successo ti dimenticano tutti. Credi negli extraterrestri? No Se non avessi fatto il politico che cosa avresti voluto fare? Io ai tempi del liceo avevo due sogni: o fare il magistrato o fare il giornalista sportivo. Hai mai avuto pulsioni artistiche? No. Sono stonato come una campana e disegno malissimo. Qual’ è il tuo piatto preferito? Oltre alla cotoletta alla milanese? La pizza. Come te la cavi ai fornelli? Malissimo, la mia salvezza sono i surgelati. Il tuo rapporto con la moda? Inesistente, vesto classico, non seguo le mode estemporanee. Gli uomini oggi dedicano alla cura di sé stessi lo stesso tempo, se non di più, rispetto alle donne. Tu come ti destreggi tra creme, profumi e lampade? Diciamo che non ho il tempo di pensare a queste cose, perché da quando sono diventato Presidente della Provincia davvero le giornate sono piene, 24 ore su 24. Femme fatale o jeans e maglietta? Dipende dal contesto. Ultimo libro che hai letto? La paura e la speranza di Giulio Tremonti. Autore preferito? A me piace molto leggere libri di storia contemporanea, per cui ho letto molte opere di Indro Montanelli Ultimo film visto? Robin Hood. Film e attore preferiti? Film: Nel nome del padre. Attore: Robert De Niro. Che musica ascolti? Italiana. La tua canzone? Una qualsiasi di Lucio Battisti. Che sport pratichi? Adesso il golf. Ho dovuto smettere di giocare a calcio perché dopo diversi infortuni ho dovuto appendere, come si suol dire, le scarpe al chiodo. Nadal vs Federer? Nadal. Uomini di potere e donne? Cosa ne pensi? Penso che gli uomini di potere debbano farsi un bell’esame di coscienza. Quando hai del tempo libero, magari una giornata, come ti piace trascorrerlo? Se avessi una intera giornata a disposizione? Sicuramente prendendo la mia sacca da golf
[ CLOCHART ] ed andando in qualche oasi verde in giro per la Brianza ma, purtroppo queste occasioni sono sempre più rare. Dario e i computer: strumenti amici o macchine infernali? Macchine indispensabili, ma infernali. Quando ho un problema, sia prima in banca che oggi in Provincia, mi attacco subito al telefono per chiedere aiuto. Che rapporto hai coi social network? Ottimo. Di solito gli ultimi cinque minuti della giornata, quando torno a casa stanco, fumando l’ultima sigaretta, accendo il PC e vado su Facebook per rispondere a tutti i miei amici che mi hanno scritto durante la giornata. Personaggio del mondo dello spettacolo che ami e personaggio che non ti piace? Il personaggio che amavo, che purtroppo è appena mancato, è Raimondo Vianello: per me era un mito. Era un uomo con un senso dello humor ed una classe che oggi è raro incontrare. Citerei anche Corrado: quel genere di ironia mi faceva diventare matto! Chi non mi piace? Sicuramente Sgarbi. Soerba, Garbo, Stardog o Etiopi? Posso rispondere che sono fermo a Battisti? Questo dimostra che sono un po’ vecchietto. Con chi andresti a cena: Santoro, Bersani o D’Alema? D’ Alema. L’uomo politico che stimi di più e quello che stimi di meno. L’uomo politico che stimo di più è sicuramente Berlusconi ma anche Obama devo dire che mi piace molto; sono persone che, secondo me, hanno cambiato il modo di fare politica. L’uomo che stimo di meno è sicuramente Antonio Di Pietro. Nato a Roma: cosa ti porti dietro della tua romanità? Poco o nulla. Io sono stato a Roma per tre giorni. Dalla clinica i miei, per motivi di lavoro del papà, mi hanno portato via. Ho a Roma tutti i parenti, non rinnego il mio luogo di nascita, le mie origini, però devo dire che ormai sono talmente brianzolo che quando mi hanno trasferito a Roma per motivi di lavoro, dopo sei mesi sono scappato. La Juventus: la tua grande passione… Juventus e Monza sono le mie due passioni calcistiche. La Juve ultimamente un po’ meno ma solo per motivi di tempo, nel senso che non riesco più ad andare allo stadio. Sono stato abbonato per 15 anni e tutte le domeniche andavo a Torino, adesso mi devo accontentare del divano, quando riesco. Però ho un telefonino che in qualsiasi parte della Brianza sia mi avvisa dei risultati, diciamo che sono in collegamento diretto con qualsiasi stadio in cui gioca la mia squadra. Il Monza, altra passione sin da bambino: ricordo ancora adesso uno dei giorni più tristi della mia vita, quando cioè sono andato
a Bologna a vedere lo spareggio per la serie A Monza-Pescara. Ero proprio piccolo, avevo 15 anni, abbiamo perso ed io ho finito le lacrime. Passione questa che vive tuttora, e che mi vede spesso presente allo stadio Brianteo. Mi divido fra due amori. Come ti appresti a guardare i mondiali? Ti sei già organizzato? (ndr. Dario cerca tra le mille carte di fronte a lui e con un sorriso solleva, soddisfatto, uno di quei tascabili che hanno il programma completo dei mondiali). Eccolo qua il mio vademecum dei mondiali, perché quando mi arrivano le richieste di appuntamento o di cerimonie istituzionali ho la possibilità di verificare subito se coincidono con qualche partita dell’Italia. Diciamo che in questi venti giorni i brianzoli troveranno un Presidente disponibile come sempre tranne quando sarà catturato dalle note dell’Inno di Mameli… (ndr ride) Trantran è appassionato di Texas holde’m, tu giochi? No. Quando ero ragazzino ogni tanto tra amici passavo le nottate a giocare a poker, ma questa abitudine si è persa negli anni.
Come tu ben sai Trantran collabora con l’Enpa sez. di Monza e Brianza, tu che rapporto hai con gli animali? Eccezionale. Durante il mio mandato da Vicesindaco ho conosciuto molti volontari dell’ENPA, devo dire che curano gli animali con grande passione ed impegno. Io amo tutti gli animali ma ho un debole per i cani ed i cavalli. Mi auguro che entro la fine dell’ Amministrazione Mariani si possa inaugurare il nuovo canile. L’assessore Mangone sta lavorando con grande caparbietà superando mille ostacoli; la volontà politica è quella di realizzare un canile moderno ed adeguato alla nostra città. Dario come Dylan Dog: fai un appello ai nostri lettori contro l’abbandono dei cani. Se abbandonate un cane le uniche bestie siete voi. Come sai noi nella rubrica Brigantia trattiamo di angoli della Brianza caratteristici per paesaggio, storia o solo per curiosità: tu che luogo consiglieresti per una gita fuoriporta? Ce ne sono talmente tanti che non vorrei dimenticarne alcuno. Ma visto che l’ultima visi-
ta è sempre quella che rimane maggiormente nella memoria, allora suggerisco di visitare una villa a Briosco dove vi è una collezione d’arte contemporanea straordinaria ed un paesaggio meraviglioso. Sto girando la Brianza in lungo ed in largo e mi rendo conto che esistono luoghi unici che meritano di essere frequentati. Favorevole o contrario alla liberalizzazione delle droghe leggere? Assolutamente contrario. Quando ero giovane ho visto tanti ragazzi passare dalle droghe leggere alle droghe pesanti. E’ un attimo rovinarsi la vita, se non addirittura perderla, soprattutto in un’età in cui non pensi alle conseguenze. Favorevole o contrario all’aborto? Sono contrario. È chiaro che è giusto prevedere questo intervento in casi drammatici, come ad esempio una violenza subita. Favorevole o contrario all’eutanasia? Altro argomento molto delicato... il diritto alla vita è sacro ma certo mi rendo conto che deve essere straziante vedere il proprio caro attaccato ad una macchina per anni. In Spagna ci sono sia locali per fumatori che per non fumatori. Tu cosa pensi del divieto totale di fumo in Italia? Sono assolutamente favorevole e lo dico da fumatore accanito perché, grazie a questo provvidenziale divieto, fumo molto meno. Ed è anche di grande sollievo per i non fumatori che prima erano costretti a frequentare, e a subire, ambienti malsani. Primo compleanno della Provincia, come è stato quest’ anno di lavoro, puoi dire che la “bambina” cresce forte e sana o ha bisogno di cure? (ndr. Il primo consiglio Provinciale fu convocato il 30 giugno 2009). Devo dire che è stato un anno straordinario. Io sono convinto che anche le persone più scettiche e più titubanti sull’utilità della Provincia abbiano cambiato idea. Con un pizzico d’orgoglio affermo, senza paura di essere smentito, che ha fatto più la Provincia di Monza e Brianza per il proprio territorio in pochi mesi, che la Provincia di Milano negli ultimi trent’anni. Il Gran premio da Monza a Roma? Cosa ne pensi? Sono pronto a tutto per difendere la nostra storia, la nostra tradizione, la nostra economia. Per noi il Gran Premio vuol dire tutto. Vuol dire essere riconosciuti in ogni parte del mondo, vuol dire avere 70 milioni di euro che ricadono sul territorio in tre giorni, e tante altre cose ancora. Se qualcuno la pensa diversamente, dovrà passare sul mio cadavere. L’ho già detto anche al Sindaco di Roma. Un saluto ai nostri lettori. Saluto tutti i lettori di Trantran e devo dire che, con grande soddisfazione, aumentano di numero in numero. E’ bello poter dire che anche in questo caso la Provincia ha avuto ragione credendo nella rivista appena nata.
[ CLOCHART
INTERVISTE A VOLTI NOTI IN GIRO PER LA BRIANZA ]
Eugenio Finardi durante l’intervista con la nostra inviata
[ di Adriana Colombo ]
: i d r a n i F o i … n o i e l g g a u b E s r e p eta io, po
E’ sabato sera e siamo a Brugherio nel back stage del Festival Parola Cantata (si veda lo speciale nella rubrica BIS), tra gli artisti che si esibiscono oggi c’è anche Eugenio Finardi, da sempre uno dei miei cantautori preferiti! Quando lo vedo scendere dal palco e passarmi davanti ho un attimo di battaglia interiore: da una parte la cronista che deve intervistarlo mantenendo il contegno dovuto all’occasione, dall’altra la fan che canticchia a seconda dei suoi periodi di vita l’una o l’altra canzone, immedesimandosi. Vince, a fatica, il lato professionale e quindi mi avvicino in modo serio e gli chiedo se può dedicarci due minuti, lui, gentilissimo dice subito di sì e si mette a nostra disposizione. Eugenio Finardi e la Brianza, sicuramente non è la prima volta che vieni, suonasti anche al Teatro Manzoni, come ti trovi in questa verde terra? Io ho vissuto in Brianza, precisamente a Carimate, per dieci anni della mia vita. La conosco intimamente, profondamente. Perché la Brianza è profonda, davvero. Io sono un milanese di padre bergamasco e madre americana; tra Milano e Bergamo c’è la Brianza quindi me la ricordo, sin da giovane, quando era il giardino di Milano e per certi versi mi manca il verde che c’era una volta. Adesso si è urbanizzata e questa è una cosa che un po’ mi dispiace.
Una domanda su una tua canzone che io amo in modo particolare, da cosa è nata: “L’amore non è nel cuore”? E’ proprio il racconto della mia prima volta, infatti, quando l’ho scritta, tutti mi dicevano: è ma tu mica puoi dirle quelle cose lì! Da cosa nascono le tue canzoni? Le mie canzoni in realtà nascono dalla vita, moltissime sono autobiografiche; io non ho pretese di essere un poeta, se mi capita è una fortuna, è per sbaglio. Col senno di poi ho tenuto un lungo diario in musica della crescita di un uomo, delle esperienze, delle cose che ti succedono: si sono tutte riflesse nella mia musica e ne ho parlato nella mie canzoni. Altri scrivono in maniera più mascherata, parlano di personaggi; io, in realtà, ho raccontato tutti noi. Io non credo che noi siamo tutti così diversi: le emozioni sono simili per tutti. Quindi, non so, quando la mia prima moglie mi ha lasciato ho scritto un disco, forzatamente col cuore infranto e di solito succede che mi scrive qualcuno dicendomi: guarda sono appena stato lasciato dalla persona che amo ed ho scoperto questo tuo album (ndr. Occhi.) Finisce per esserci un album per la nascita di un figlio, la canzone per un nuovo amore, la canzone per la fine di un amore, la canzone per una rabbia sociale: la storia di una vita, insomma.
Tu credi che esistano altre forme di vita? Crederci sì, che esistano da qualche parte è nella statistica: sarebbe altamente improbabile che non ce ne fossero, perché l’universo è veramente immenso. Il problema è la contemporaneità, cioè il livello culturale: noi in fondo siamo una specie molto giovane 180.000 anni e siamo arrivati a questo. Se ci fossero, per esempio, nell’universo vicino, altre razze che come noi usano la radio, il microonde e i cellulari, sarebbero estremamente luminose in quella gamma di frequenze e, invece, non ci sono; per cui o sono più evoluti di noi o, come credo io, sono molto distanti e non credo vengano da noi. Io sono una di quelle persone che ogni tanto, spesso, si chiede perché l’hanno abbandonata su questo pianeta: la tua canzone Extraterrestre può essere interpretata in questo senso: voglio tornare in un pianeta che abbia più i miei canoni? Sì, in principio era quello. All’origine era una canzone su quelli che volevano partire. Negli anni settanta c’era molto il desiderio della fuga, il mito del lontano: chi andava in India, chi partiva... C’era gente, in particolare due miei amici, uno di questi era Carlo Massarini (ndr conduttore e ideatore del programma cult di Rai 1 Mr Fantasy in onda dal 1981 al 1984), che poi è diventato Mister Fantasy, che sognavano di andare via. Vivevano in situazioni da assoluto pri-
[ CLOCHART ] Ancora Eugenio Finardi durante l’intervista
vilegio, in case bellissime; Carlo aveva un attico sopra Roma, bellissimo, meraviglioso e sognavano di essere ovunque, meno che nel posto in cui erano. Extraterrestre è un po’ una metafora su questo cercare sempre l’altrove, che alla fine è una fuga da se stessi. In realtà l’extraterrestre è il deus ex macchina dei nostri tempi. Ti trovi bene in questa società, in questo momento? In realtà no. Perché trovo che si sia molto impoverita; cioè penso che la ricchezza misurata solo in termini economici, di denaro, abbia in realtà impoverito le tante ricchezze che si potevano avere. Esiste una ricchezza morale, spirituale, etica, ma esiste anche una ricchezza, per esempio, del non essere soli, che invece è una caratteristica della nostra società. Forse un anziano si sentirebbe più ricco a non essere solo piuttosto che avere 300.000 euro in banca, va bene che lì si potrebbe prendere la badante, ma non è la stessa cosa che avere, magari, vicino i nipotini, i figli come si aveva una volta. Purtroppo la società moderna basata sulla competizione, la solitudine, la produttività rende soli, rende stressati. Ci stiamo rendendo conto in Pianura Padana di quanto sia una ricchezza avere l’aria pulita, per esempio, io che vivo a Milano lo vivo tangibilmente, è una tragedia, i nostri figli hanno sempre la bronchite, è una cosa che il denaro non può più sistemare anzi, bisognerebbe rinunciare ad un po’ di denaro per tornare ad avere l’aria pulita. Non lo so, sento che ad un certo punto anche i desideri di consumo passano, alla fine non compri altro che altra plastica, che poi ti riempie la casa e non sai più dove metterla. Texas holde’m? Non so giocare a poker. Il vizio del gioco è l’unico che non ho. Qualcosa in milanese o in brianzolo per i nostri lettori? Se go da ditt! Ofelè fa il to meste!
[ BIS! teatro, musica ed eventi a monza e brianza ]
Grazie a Mauro Ermanno Giovanardi e al Comune di Brugherio la Brianza VIVE! Trantran racconta, con tante immagini, i 3 giorni di happening dedicati alla musica d’autore.
[ di Migliardi, Gorla, Colombo, foto del reportage di Sara Tripaldi ]
Paola Maugeri e Mauro Ermanno Giovanardi
Era da molto tempo che in Brianza non si assisteva ad un evento musicale, ma anche culturale, di questa portata. E’ accaduto a Brugherio l’ 11, 12 e 13 Giugno ed è accaduto grazie a Mauro Ermanno Giovanardi (cofondatore e voce dei La Crus, brugheriese doc), direttore artistico dell’evento, e all’Assessore alla cultura di Brugherio Enzo Recalcati. Tre giornate dedicate alla musica, alla letteratura, allo scambio di idee e opinioni. Per una volta la cultura ha vinto, ha vinto sulle bandiere, sugli schieramenti politici e ce lo spiega, brevemente lo stesso assessore Recalcati dicendoci: “Io sono di destra, ma non sono solo un politico, ho fatto anche l’attore, e quindi la dimostrazione del fatto che la cultura vada oltre alla posizione politica è che quasi tutti i cantati che partecipano a queste serate della Parola Cantata a Brugherio sono di sinistra. La cultura
basta che sia fatta bene, quello che importa è la qualità. Perché la cultura è l’unico collante davvero efficace per una comunità. Io che ho fatto per 30anni teatro ero stufo di entrare nei comuni dove ancora prima di sapere che spettacolo volevamo rappresentare mi veniva chiesto se ero di destra o di sinistra”. Mauro Ermanno Giovanardi (si veda intervista a seguire), la mente creativa del festival, ha trasformato il centro di Brugherio in una vera e propria cittadella della cultura e della musica. Dalle sei del pomeriggio, con presentazioni di libri e spettacoli teatrali, fino a notte inoltrata con i dj set d’autore (Syria nella serata del venerdì ed Andy in quella del sabato) passando per i concerti sul grande palco allestito nel parco di Villa Fiorita. La trasformazione era palpabile: la sommessa cittadina della Brianza che lavora, sprigionava energie e vitalità, le strade brulicavano di persone di tutte le età, questo anche grazie alla varietà di artisti che hanno calcato le scene: dal soul trascinante di Nina Zilli, al commuovente Simone Cristicchi nell’inedita veste di attore, alla poetica irriverenza di “Chinaski” e Vinicio Capossela fino all’esuberanza popolare del canto dialettale. Finalmente la Brianza si libera dal complesso d’inferiorità e diventa polo d’ attrazione anche per la vicina metropoli milanese. La prima giornata è dedicata alle donne. Il Festival apre i battenti con la presentazione del libro autobiografico di Nada (Il mio cuore
Nada dopo la presentazione del suo libro
umano, edito da Fazi Editore, euro 15,00 ). La cantante e autrice parla con toni intimi ed evocativi della sua infanzia e del rapporto conflittuale con la madre, affetta da una forma grave di esaurimento nervoso. Sono questi temi forti e personali ad aprire le danze di questa giornata dedicata all’universo femminile. Universo mai banale ma, anzi, come la stessa Nada ci dimostra nella sua ecletticità di cantante e scrittrice, denso di trame complesse di sentimenti e razionalità. Temi personali che si riallacciano a problematiche universali, come quando l’autrice, parlando anche del difficile rapporto con il cibo, tema quanto mai attuale, dice: “ io ero una bambina con un pessimo rapporto con il cibo, non mangiavo mai, forse perché anche
[ BIS! ] mia mamma, quando stava male, mangiava pochissimo. Lei per questo se ne faceva una colpa, e mi vedeva sempre malata, anche quando non lo ero, non sapendo in quale altro modo volermi bene…”
Nada durante il concerto a Villa Fiorita
Non si può non citare la performance della cantautrice Roberta Carrieri, che si è esibita magistralmente in una sorprendente versione di jodel pugliese.
Nina Zilli & The Smoke Orchestra
Roberta Carrieri sul palco
Violante Placido dopo la conferenza, firma autografi ai suoi fan
Violante Placido, intervistata dalla nota conduttrice televisiva nonché esperta di musica Paola Maugeri, ci racconta altri aspetti della femminilità, ovvero della dicotomia tra il suo ruolo pubblico di attrice e figlia d’arte e la timidezza della sua persona. Aspetti che in lei hanno trovato una mediazione grazie alla musica. Violante dice, infatti, di trovarsi oramai a suo agio sia su un red carpet sia affiancando i gruppi musicali della scena underground indipendente. Ritroveremo la poliedrica Viola anche sul palco di Villa Fiorita in versione cantante, dove inaugurerà la serie dei duetti che vedranno il padrone di casa, Mauro Ermanno Giovanardi, affiancare gli ospiti della rassegna. Con l’anteprima della cover in italiano della canzone Bang Bang di Nancy Sinatra, che sarà inclusa nel nuovo album del cantautore di Brugherio. La sera, sul palco, ritroviamo anche Nada che presenta dai classici del suo repertorio, come Amore disperato, ai suoi ultimi brani.
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Il concerto del primo giorno si chiude con una vulcanica Nina Zilli, accompagnata dalla magistrale Smoke Orchestra, che con il suo soul contagioso, ha scatenato il pubblico di Villa Fiorita.
[ BIS! ]
Nina&SmokeOrchestra nel camerino, dopo il concerto
Emidio Clementi, Frankie Hi NRG e Niccolï Agliardi
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Simone Cristicchi: emozioni oltre la musica
Il secondo giorno, dedicato ai cantautori maschili, si apre con Simone Cristicchi nell’inedita veste d’attore, interpretando il toccante monologo Li Romani in Russia (si veda il focus dedicato alla performance). Il pomeriggio si conclude alla Casa Del Popolo con le conversazioni sulla scrittura di una canzone assieme agli autori Niccolò Agliardi, Emidio Clementi e Frankie Hi NRG.
Un bravo cantautore non è necessariamente anche un bravo attore; un interprete raffinato ed ironico abituato a tradurre in musica le strali della sua critica sociale può vacillare, e non poco, privato dell’accompagnamento musicale e abbandonato alla cruda nudità della prosa…ma questo non è il caso di Simone Cristicchi. La sua performance nello spettacolo teatrale Li romani in Russia, presentato al teatro San Giuseppe, è stata tale da spazzar via qualsiasi preconcetto sulla commistione fra arti. Solo, abbandonato su di un palco spoglio, come il soldato nella campagna di Russia, di cui ci racconta la drammatica odissea, il Cristicchi attore, per tutta la durata del lungo ed intenso monologo, catalizza l’attenzione dello spettatore attraverso rime in un romanesco popolare e palpitante. Uno spettacolo emozionante, forse per quel linguaggio dalle radici antiche ma traboccante vitalità; forse per la sconcertante attualità del dramma della guerra che colpisce i popoli per soddisfare la vanità delle nazioni; sicuramente anche per l’intensità dell’interpretazione. Certo è, e chi scrive non è avvezza alla facile commozione, che, sprofondata nella mia poltroncina, in più di un’occasione non sono riuscita a trattenere le lacrime. In particolar modo le figure femminili, madri o fidanzate, lontane ma fonti vive di coraggio per i cuori dei giovani soldati, erano tratteggiate con rara forza e sensibilità. In questo spettacolo emergono tutta la forza e la bellezza della verità.
Simone Cristicchi recita Li Romani in Russia
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[ BIS! ] Il concerto delle 21 viene aperto da Lele Battista (si veda focus dedicato all’artista), seguito da Eugenio Finardi, uno dei più significativi cantautori del panorama italiano, che ha preceduto l’esibizione di Niccolò Fabi.
Eugenio Finardi sul palco con il presentatore della serata Massimo Cotto
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Lele Battista torna con un nuovo album a settembre…
Siamo qui, dietro le quinte del Festival Parola Cantata di Brugherio, con Lele Battista (già leader dei La Sintesi ora cantautore solista). Come prima cosa, Lele, spiegaci come mai hai aderito a questa iniziativa stupenda… La storia è questa: nel 1994, quando è uscito il primo disco dei La Crus, mi è piaciuto tantissimo e mi aveva colpito molto. Dopo anni ho avuto modo di conoscere Giò (Mauro Ermanno Giovanardi) che addirittura, nel mio ultimo disco, ha fatto una partecipazione bellissima in cui ha cantato e recitato: una cosa molto bella, in un brano dal sapore molto dark. Per me è un grande onore essere stato invitato in questo Festival e presentare il mio nuovo album. Da Ho mangiato la mia ragazza (con cui come La Sintesi partecipò a Sanremo giovani nel 2003) a oggi, com’è cambiato Lele Battista? A me sembra di seguire un percorso abbastanza omogeneo, paradossalmente sono sempre stato talmente eterogeneo nella mia scrittura che ho trovato l’omogeneità proprio nella diversificazione. Per me, comunque, era già importante il potermi distaccare dalla canzone rock più classica. Quanto ha influito la tua collaborazione con Morgan nel tuo percorso artistico? Tantissimo, Morgan mi ha insegnato a muovere i primi passi in studio, ma è solo una delle tante, tantissime cose che mi ha insegnato. Anche il primo disco dei Soerba (dove Morgan era coinvolto come produttore) mi ha cambiato la vita. Quando è uscito questo disco Lele Battista e anche quando ho conosciuto i Bluvertigo ho scoperto un mondo assolutamente nuovo di cui mi sono innamorato, e che mi ha cambiato molto, e mi ha insegnato tanto sia a livello tecnico e di scrittura ma anche un modo diverso di osservare le cose e giocare con l’arte. Per andare sul concreto ho conosciuto Morgan a un concorso musicale in cui lui era giurato e lui, da subito, ci ha presi sotto la sua ala protettiva, in un momento dove eravamo davvero alle prime armi e inesperti nella produzione di un album e ci ha portati fino alla realizzazione del primo disco. Il tuo ultimo album ti vede però in veste da solista…. Sì, uscirà il 3 settembre e s’intitola Le Nuove Esperienze sul Vuoto, prodotto da me e da Giorgio Mastrocola, pubblicato dalla Mescal…oggi ne ho presentato un’anteprima, spero sia piaciuto!
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Lo show a Villa Fiorita si è concluso con la particolare performance di Vincenzo Costantino “Chinaski” (si veda focus) e Vinicio Capossela, impegnati nel reading tratto dal libro In clandestinità, scritto a quattro mani, ed uscito questa primavera tramite Feltrinelli. Vinicio Capossela
[ BIS! ] 3
Vincenzo Costantino “Chinaski” recita per Trantran una poesia di Totò….
Da milanese, per così dire nostro vicino di casa, Chinaski qual è il tuo rapporto con la Brianza? durante Con quella alcolica? (ndr ride) Essendo nato alla periferia di l’intervista Milano il mio rapporto con la Brianza è, se non di amore odio ma senza dubbio d’ignoranza. Nel senso che essendo nato alle porte di una città come Milano che a livello culturale e sociale offriva decisamente di più rispetto alla Brianza, non mi sono mai preoccupato di conoscere e frequentare questo territorio. Un uomo innamorato della vita, non corrisposto: questa tua definizione di te stesso da cosa nasce? Semplicemente è vera. Sono sempre stato innamorato della vita ma la vita, almeno fino a qualche anno fa, non mi ha mai restituito tutto l’amore che le ho dato! La vita è davvero come una bellissima donna: tu ti puoi innamorare perdutamente di lei ma, detto questo, non puoi pretendere che anche lei ti ami altrettanto. Io la vita l’ho sempre vissuta così: continuando a cercare di conquistarla, continuando a corteggiarla. Se arriverà il giorno in cui lei corrisponderà il mio amore, forse non sarò neanche più qui per goderne i frutti! Cito una frase dalla tua performance di questa sera “meglio essere un qualunquista che un uomo qualunque”, spiegaci meglio… Lo dice la parola stessa il qualunquista, per quanto lo si possa disprezzare, è comunque un uomo che ha una facoltà di pensiero, un uomo qualunque è quello che vota Forza Italia oggi! Credi negli extraterresti? Ci spero! E’ come per Dio, non riesco forse a credere ma ci spero vivamente. Loro o chi per loro! Sarebbe bello che qualcuno ci tirasse fuori dalle bassezze in cui ci siamo cacciati. E comunque, sulla terra, ci sono tanti segnali di un loro possibile passaggio in epoche remote: dalle piramidi all’isola di Pasqua, i segnali sono molti, ma spesso noi non li capiamo perché siamo un mondo di ignoranti! Io comunque spero che ritornino! E di tutto il parlare che si fa attorno al 2012? Il 2012 non sarà la fine, sarà un nuovo inizio, almeno stando alla profezia. Una cosa è certa: a me scade il contratto d’affitto per cui quanto a cambiamento io sono a posto! Durante la vostra performance di questa sera tu e Vinicio Capossela vi stavate realmente divertendo, la cosa era evidente, arrivava non filtrato che il vostro non era solo uno spettacolo ma realmente un dialogo fra due amici. Assolutamente vero! Noi ci divertiamo sempre lavorando assieme. Abbiamo scritto questo libro (In Clandestinità, Feltrinelli) divertendoci tantissimo, anche soffrendo tantissimo però perché ci siamo davvero esposti molto a livello sentimentale, intimo. E il dubbio era anche potesse non interessare la storia della nostra amicizia, non è mai detto finché non ci si confronta col giudizio di un pubblico. Raccontarsi così, l’uno attraverso l’altro, è stato il nostro modo di celebrare un’amicizia dopo tanti anni di conoscenza. Progetti in vista? A ottobre di quest’anno uscirà la mia nuova raccolta di poesie edita da Marcos y Marcos, che finalmente ha avuto il coraggio di pubblicarmi. Il libro sarà arricchito anche da una prefazione di Dan Fante, il figlio di John Fante. Io e Dan siamo diventati molto amici e lui è davvero entusiasta delle mie poesie…ed io in un certo senso non riesco a spiegarmi il perché! (ndr ride). Non lo dico per modestia, la realtà è che mi stupisce che un uomo di sessantasei anni che viene dagli USA possa capire così profondamente quello che sento e scrivo io che ne ho quarantasei e vivo in Italia. Comunque questo è il progetto più vicino, poi ci sono in ballo un po’di altre cose, teatro, cinema…la pentola sta bollendo, molto, ed io mi sento come uno spaghetto: io mi ci butto volentieri! Un saluto in dialetto per i nostri lettori… Io non parlo milanese! Facciamo che saluto con una poesia in un dialetto preso a prestito, il napoletano. Vi lascio con una poesia di Totò: ‘A Cunzegna ‘A sera quanno’o sole se nne trase. E da’ ‘a cunzegna a luna p’ ‘a nuttata Lle dice dinto ‘a recchia: “I’ vaco a’ casa: t’arraccumanno tutt’ ‘e nnammurate”.
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A chiudere la nottata il dj set curato dal poliedrico artista monzese Andy presso il Lounge Bar del ristorante Controluce.
Andy (Bluvertigo) nel back stage della manifestazione
Ricchissima la giornata conclusiva della domenica dedicata alla canzone dialettale. Iniziata presso il ristorante Controluce con l’iniziativa A pranzo con l’autore, dove, tra una portata e l’altra, il regista e attore Ascanio Celestini ha parlato in anteprima del suo nuovo film Pecora Nera. Alle 18 presso l’Auditorium Civico Roberto Brivio (membro de I Gufi, gruppo musicale e teatrale italiano dialettale e cabarettistico) si è esibito nello spettacolo di cabaret Milan Blues. Alle 19.30 l’ormai consueto appuntamento presso il cortile della Casa del Popolo, per una conversazione sulla canzone dialettale in compagnia di Davide Van de Sfroos, Luca Morino e Peppe Voltarelli. Il concerto serale ha visto protagonisti Syria e Pino Marino a rappresentare il dialetto romanesco, Kaballà e Mario Venuti quali esponenti del dialetto siciliano, il calabrese Peppe Voltarelli che ha reso omaggio alla sua terra e per concludere l’esibizione del lombardo Davide Van De Sfroos, che Trantran aveva già avuto il piacere di intervistare (vedi il nostro sito www.trantran.net nella categoria Clochart) Enrico Deregibus, Peppe Voltarelli, Davide Van De Sfroos e Luca Morino durante la conferenza
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[ BIS! ]
Mauro Ermanno Giovanardi: la mia seconda vita! Parla il direttore creativo dell’evento brugheriese
Bang Bang, duetto Giovanardi e Violante
[ di Elena Gorla ] Il cantautore brugheriese, ex voce dei La Crus, ora al suo secondo disco da solista dopo lo scioglimento del gruppo, al termine delle fatiche che lo hanno visto impegnato per l’organizzazione dell’happening Parola Cantata (tenutosi a Brugherio l’11, 12 e 13 giugno) nelle vesti di direttore artistico della manifestazione, racconta a Trantran il “suo” festival ma anche molto, molto altro ancora… Un evento ben riuscito, ricchissimo nei contenuti e curatissimo nei dettagli, c’era persino un rinfresco per il pubblico presente alle chiacchiere in musica presso la Casa del Popolo: non hai lasciato nulla al caso? Mi sono preoccupato tantissimo, soprattutto per quanto riguarda l’accoglienza degli artisti e dei giornalisti. Ho voluto organizzare tutto come avrei voluto essere ospitato io da artista in un festival. Quando suoni in un teatro o in un club ci sono i camerini mentre nel 95% dei festival estivi che mi è capitato di fare in questi anni ho sempre incontrato qualche piccola situazione di disagio: dalla mancanza dello specchio alla mancanza di qualche cosa da mangiare duran-
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te la giornata. Perché di solito gli artisti arrivano nel primo pomeriggio per il soundcheck e poi magari suonano alle undici di sera. Hanno tutta una giornata da trascorrere in loco e senza un camerino, senza qualche piccola comodità, diventa davvero pesante. Non si tratta di cose indispensabili forse ma alcuni piccoli accorgimenti aiutano ad arrivare sul palco con una predisposizione d’animo migliore…e se un artista sale sul palco con uno spirito positivo, ovviamente, tutto lo spettacolo ne guadagna. Anche la splendida cornice di villa Fiorita ha senza dubbio contribuito al successo della manifestazione… Sì, indubbiamente. Alcuni anni fa mi è capitato di entrare nel parco di Villa Fiorita dopo moltissimi anni che non vi mettevo piede, e subito ho pensato: “ Che bello sarebbe organizzare qua degli eventi!”, perché è davvero un contesto splendido, e per di più in centro a Brugherio. Per questo quando Enzo Recalcati (assessore alla cultura del comune di Brugherio) mi ha chiesto di occuparmi del festival io ho insistito molto per tenere il festival in quel parco, piuttosto che al parco di Increa, che è un altro bellissimo parco ma fuori Brugherio; per raggiungerlo è necessaria la macchina ed in tal modo sarebbe andata persa l’idea dell’happening. Sono,
invece, riuscito a fare in modo che tutto fosse vicino, il parco, la casa del popolo, il teatro…facendo cento metri a piedi ci si poteva spostare facilmente da una location all’altra. Anche chi veniva da fuori città poteva parcheggiare l’auto nel pomeriggio e non toccarla più fino a notte, godendosi davvero il festival senza stress. Ad un paio di giorni dalla chiusura del festival mi sembra che si possa dire senza alcun dubbio che è stato un bel successo, una fatica decisamente ripagata dai risultai… Si, infatti! E’ stata una bella soddisfazione, ho ricevuto anche molti complimenti, sia dagli artisti che anno partecipato alla manifestazione sia dalla gente che incontravo…i miei compaesani erano soddisfatti, contenti di vedere delle belle cose nella loro città, me lo hanno proprio detto e mi ha fatto molto piacere. La cosa per me più importante è stata il fatto che tutti, dagli artisti al pubblico, mi hanno invitato a proseguire quest’esperienza. Io, ovviamente, ci spero molto perché credo davvero che questo festival abbia un grandissimo potenziale…se già la prima edizione è stata così ricca ed ha saputo smuovere una così grande partecipazione credo davvero che si possa, negli anni, crescere tantissimo ed arrivare ad avere un festival della portata di
[ BIS! ] altri festival di richiamo nazionale, di cui il nostro territorio, ma forse tutta la Lombardia, fatta eccezione di Mantova per la letteratura, è un po’disadorno. Queste manifestazioni, infatti, se ben gestite, sono anche ottime opportunità di crescita per il territorio che le ospita. Spero che diventi un appuntamento annuale di ampio respiro! Le premesse, mi sembra, ci sono…Sono felice. Pensavo a questo festival già un anno fa ed ora posso dire che è proprio venuto così come lo sognavo! Concepire un progetto, svilupparlo, dargli un carattere preciso ed esserne partecipe sino alla fine è emozionante. Ho cercato di curare tutti gli aspetti ed è stato possibile anche grazie ai miei collaboratori che sono stati tutti fondamentali, così come i volontari di Incontra Giovani. Da perfetto padrone di casa ti abbiamo visto impegnato in moltissimi duetti, che hanno caratterizzato e dato continuità alle serate: quando vi siete preparati? In realtà il solo duetto che avessi previsto veramente era quello con Violante (ndr. Violante Placido), infatti ho chiesto alla band di preparare la versione di Bang Bang che comparirà sul mio disco, sempre in duetto con Viola… volevo che fosse la mia personale sorpresa per il festival... Gli altri duetti, invece, sono stati più improvvisati. Io e Niccolò (ndr. Niccolò Fabi) avevamo già cantato assieme Vento d’estate, ma non eravamo solo noi due, c’erano anche un’altra decina di persone a cantarla. Qunindi quando mi ha proposto di cantarla assieme mi ha fatto piacere, lo stesso vale per il pezzo con Peppe (ndr Peppe Voltarelli) e Cecilia (ndr Syria): avevamo suonato assieme in un concerto
in Calabria, immaginavo la possibilità di esibirci assieme ma la cosa non era stata concordata, ne abbiamo parlato solo in giornata. E lo stesso vale per l’esibizione con Davide (ndr Davide Van de Sfroos). Non avevo calcolato di esibirmi in così tanti pezzi, avevo pensato il mio ruolo più dietro le quinte. Hai dedicato un’ intera serata alla parola femminile, alle donne. Come mai? Credi che anche nella musica le donne soffrano di quella discriminazione che troppo spesso le colpisce in tanti altri settori professionali? Senz’altro. Già in un momento storico come questo, contrassegnato da evidenti difficoltà economiche, si fa fatica a trovare spazi in cui esibirsi, e per le donne le difficoltà sono ancora maggiori perché gli spazi sono ancora più risicati. Per questo, se sarà possibile pensare ad un’altra edizione, non solo dedicherò ancora una serata alle colleghe donne ma cercherò di ampliarne gli spazi, ad esempio portando in contesti come quello della Casa del Popolo, giovani artiste che si esibiscano, chitarra e voce, in due o tre pezzi…insomma, soprattutto nella giornata “femminile” mi piacerebbe dare più spazio all’aspetto del concerto piuttosto che alla chiacchiera. Qual è il tuo rapporto con la Brianza? In realtà, pur avendo avuto modo di girare tutta l’Italia e vedere molti posti fantastici, non ho mai desiderato di vivere altrove. Solo una volta, per la verità, nel momento in cui mi ero innamorato sia di Siracusa che di una siracusana…però, davvero, ho sempre detto che non ce la farei a spostarmi da qui. Ti confesso, però, che da qualche anno inizio a sentire più forte la necessità di diventare ancora più
Paola Maugeri e Mauro Ermanno Giovanardi
I vincitori di Fiorilegge Il concorso per giovani artisti Fiorilegge: la creatività detta le regole!, iniziativa promossa da Studiofluido in collaborazione con Hub Creativi e con il patrocinio del Comune di Seregno si è concluso con la vittoria della giovane artista Silvia Vismara e la sua lampada-fiore. Seconda classificata l’opera fotografica di Cristina Rombolà, articolata in ben tredici tavole esposte presso Studiofluido giovedì 17 giugno in occasione della mostra personale dell’artista tenutasi all’interno del ciclo Giovedì Sera in Mostra di Studiofluido. Terza classificata la pittrice Francesca Fawn Masperi, che ha tenuto la sua mostra personale giovedì 24 giugno. In mostra giovedì 1 luglio, dalle ore 19 alle 23 presso Studiofluido, via Leonardo da Vinci n° 30 –Seregno, Rachele Mauri, quarta classificata, con le sue opere in ceramica raku. Per vedere tutte le foto dell’evento vai sul sito www.ilfluido.it
La lampada fiore di Silvia Vismara
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[ BIS! ] Mauro Ermanno Giovanardi in duetto con Niccolò Fabi
brianzolo: di spostarmi da Brugherio per inol-
Brugherio Sportiva, che soprattutto verso la
Belle zone! Ed ora mi piacerebbe vivere in un
trarmi nella Brianza più verde. Senza andare
metà degli anni settanta era una squadra dav-
posto più silenzioso, verde e, magari, avere
lontanissimo, già Monticello, Besana, Sirtori…
vero forte. Andando sempre in bici quelle zone
anche un giardino da accudire…sento proprio
quelle parti lì. In realtà io quella zona la cono-
le conosco davvero bene…a lasciare andare la
la necessità di avere una qualità della vita un
sco a memoria perché, fino quasi ai miei diciot-
bicicletta oramai filava anche da sola sul colle
po’più alta. Oramai non ho più voglia di uscire
to anni, sono stato ciclista. Correvo nella S.C.
Brianza! (ndr. ride)
tutte le sere e fare le ore piccole: l’ho fatto dai
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[ BIS! ]
Cuore a nudo, il primo album di Giovanardi
20 ai 40 anni, ho già dato, non sono diventato più pigro ma sono i miei interessi ad essere cambiati. Adesso cerco altro, qualcosa di più che effimere relazioni sociali da aperitivo…piuttosto che uscire tanto per uscire preferisco una serata in casa con un buon libro! Quale genere di letture preferisci? Raccontaci i tuoi interessi… In realtà mi sento un po’ un archeologo mancato….(ndr. ride). Mi interessano tantissimo i saggi di argomento antropologico e geologico. Mi affascinano lo studio delle origini e dello sviluppo sia del pianeta che della civiltà umana. Credo che lo studio del passato sia importante per capire il percorso dell’uomo. Preferisco un bel documentario della BBC su History Channel piuttosto che andare ad un aperitivo fatto di chiacchiere trite e ri-trite. Mi interessa molto anche allo studio delle religioni, in primis del Cristianesimo. Pur essendo ateo e sostenitore dell’ illuminismo, mi sento comunque attratto dalla spiritualità che è uno degli aspetti dello studio delle religioni, ma non il solo. Ci sono, infatti, anche importanti aspetti politici che caratterizzano lo svilupparsi ed il diffondersi di un culto. Nel caso del Cristianesimo l’aspetto strumentale, lo sfruttamento da parte di Costantino di un culto per contrastare la disgregazione di un impero è lampante. Non meno sconcertanti sono le similitudini esistenti fra i simboli, i miti e le ricorrenze del culto di religioni diverse. Il cristianesimo ha attinto a piene mani dai culti pagani che lo anno preceduto: in questo modo è riuscito a fare presa su popoli sempre più vasti fungendo da collante culturale in un Impero Romano che poco a poco crollava sotto le invasioni di orde di barbari, la pax romana era defunta, serviva un nuovo ideale per l’unità dell’impero. Per conoscerti meglio…qualche domanda “botta e risposta”: favorevole o contrario alla liberalizzazione delle droghe leggere? Favorevole All’aborto? Favorevole
All’eutanasia? Favorevole, sono scelte individuali. Qual è la tua canzone preferita? Sicuramente ritengo Vedrai Vedrai di Luigi Tenco la canzone più importante che la musica italiana abbia prodotto: in assoluto! Poi scegliere la canzone preferita è difficile…te ne dico tre: What a Wonderful World, un qualsiasi pezzo del primo disco dei Doors, e Rosemary di Scott Walker. Ed invece…il tuo piatto preferito? L’erbazzone, una torta salata tipica della provincia di Reggio Emilia…e poi mi piace il pesce, in tantissime ricette. Sai cucinare? Si, e mi piace! Mi piace cucinare per gli amici ma anche per me. Infatti credo che l’alimentazione sia una cosa fondamentale nella vita. Una buona alimentazione è un requisito indispensabile alla qualità della vita. Non amo piatti troppo pesanti e fritti. Agli amici, per fare un figurone, potrei preparare una fantastica pasta alla sircusana… Prima di salutarti vorrei che tu ci raccontassi un po’ i tuoi progetti, a cosa stai lavorando, ti aspetta un’estate intensa? In realtà no perché ho già più o meno chiuso il mio disco. E’ il secondo, dopo Cuore a Nudo, come solista ed oramai mancano solo alcune cosine. Ho lavorato tanto nell’ultimo anno e mezzo e finalmente posso dire che ci sono. E’ un lavoro a cui tengo moltissimo e in cui credo molto. Essendo il disco in pratica pronto, quest’estate penso di dedicarla alla scrittura…voglio mettermi subito a scrivere dei pezzi nuovi e far proseguire il team con cui ho lavorato perché sono contentissimo della direzione che il lavoro ha preso, di come sono andate le cose, di come sono usciti i pezzi…insomma c’è una bella energia, sarebbe un peccato aspettare che si affievolisca! Questo per me è un momento importante, mi sembra di vivere una rinascita… dopo lo scioglimento dei La Crus, un progetto a cui ho dedicato una vita, è naturale che si viva una fase di smarrimento… ora finalmente lo smarrimento è scomparso, mi sento pronto, carico di energia, ora aspetto solo che il disco esca, spero che tutto sia pronto per la fine dell’estate! Un’ultima cosa: esprimi un desiderio… Vorrei un abbonamento da dieci viaggi con la macchina del tempo! Prima tappa Yucatan, IV secolo D.C. l’età d’oro della civiltà Maya! Ti confesso che, se credessi nella reincarnazione, scommetterei di essere stato, in una vita precedente un sacerdote Maya…(ndr. Ride)
WAITING FOR MEMORIES: ne sentiremo parlare! [ di Fabio Paolo Costanza ] Neanche 60 anni in tre, questi ragazzini (Luca Ferrari, 18 anni; Alex Prete, 19 anni; Luca Crippa, 20 anni) ma hanno già molto da raccontare e, a sentire come suonano, smentiscono le voci circa il nuovo “deserto generazionale” paventato dai più in campo musicale e non solo. I Waiting For Memories nascono nel 2006. Voce, chitarra, basso e batteria: crudi, sudati e potenti. Nello stesso anno registrano il loro primo demo intitolato Senseless Harmony? e appena dopo l’esordio i tre giovani ragazzini brianzoli aprono a gente come Il Teatro Degli Orrori, Hormonauts, Tre Allegri Ragazzi Morti. Nel 2007 registrano un singolo con il produttore Pietro Foresti e due anni dopo compongono con lo stesso il loro primo “vero” album: vero realmente, dato che per il disco è stata mantenuta la scelta di non usare editing ,triggers e sovraincisioni. Questo omonimo album dei Waiting For Memories è composto da 10 tracce in cui si possono sentire la potenza e la qualità strumentale di queste giovani promesse, oltre che le ispirazioni a gruppi americani come Foo Fighters, Thursday, Thrice e Underoath. www.myspace.com/waitingformemories
Waiting For Memories
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[ ALTROVE racconti e consigli di viaggio ]
BARCELLONA
Port Vell, Barcellona
Arte e libertà a portata di low cost [ di Marta Migliardi e Elena Gorla ] Il cambio di stagione, specie se repentino, specie se si passa in meno di quindici giorni da 9 a 28 gradi, si sa, può causare dei piccoli scompensi. Così, noi di Trantran, approfittando anche delle innumerevoli offerte di cui si può usufruire anche su internet (una tra tutte lastminute.com) ci siamo concesse una piccola trasferta a Barcellona, per potervi parlare a mente fresca di questa città meravigliosa che, come quasi tutti, avevamo già visitato quando eravamo molto più giovani e spensierate. Questo anche per sfatare il mito che la Spagna, ed in particolare Barcellona, con la sua movida e la sua nomea di città festaiola, sia adatta solo a 18enni con lo zaino in spalla pronti a vivere l’avventura giorno per giorno. Poco più di un’ora e mezza di volo, ed eccoci immerse nella città, con i suoi colori e odori inconfondibili. Cominciamo con una passeggiata sulla Rambla, la strada lunga circa 1,2 km più famosa di Barcellona. La cosa sorprendente è la libertà che si respira, una libertà anche estetica, dove si possono incontrare, camminando, i classici turisti con pantaloncini e cappellino e le più bizzarre forme di abbigliamento: vestiti sgargianti, scarpe tacco dodici alle 2 del pomeriggio, collant e calze pesanti come sandali da mare e infradito. Tutto il mondo è presente su questa via e nei suoi vicoli laterali, che si diramano sia verso il mare che verso il quartiere gotico, un insieme di viuzze brulicanti di vita e localini (nei quali spesso è ancora consentito fumare), sicuramente meno turistici e talvolta addirittura sconsigliati in quanto confinanti con zone meno sicure. Dalle dieci del mattino fino alle undici di sera circa sulla Rambla è presente un mercatino, ben allestito, forse un po’ turistico ma senz’altro affascinante. Gli uomini statua, sempre numerosi e sparsi ai lati della strada, ci ricordano anche l’animo eclettico, artistico e fantasioso di questa città. Di statue umane ce n’è per tutti i gusti: da Cristoforo Colombo, serio e altezzoso, a quella raffigurante un uomo seduto sul wc con tanto di giornale aperto. Al di là dello shopping e degli spettacoli di strada la redazione di Trantran ha ritenuto doveroso spendere un’intera giornata sulla Rambla anche per rendere il dovuto omaggio alla principale attrazione di questa
via: i bar di tapas. Forse in questo la Spagna ci è davvero superiore: se qui da noi l’ora dell’aperitivo è sacrosanta e amata, in Spagna quest’ora viene estesa all’intera giornata. Vero è che le tapas (piccoli piattini da ordinarsi con gli apertivi o la classica sangria) sono a pagamento ma il prezzo è sempre modico e l’offerta davvero varia: dalla classica fittata di patate alta e soffice (tortilla) agli champignon all’aglio (chmpignon ajo e pereijl), e ancora seppioline ripiene (chipirones elleno), cozze gratinate (mejillones gratinados), polipo alla paprika (pulpo a la gallega), prosciutto crudo tagliato al coltello (jamon serrano), salsa alioli (pestilenziale ma buonissima maionese all’aglio), ecc… Così trascorriamo l’intero pomeriggio tra una vongola e un rosso di Rioja, percorrendo la Rambla in lungo e in largo, soffermandoci anche sul mosaico di Mirò (vicino a Plaça del La Bloqueria) con una mattonella firmata dal grande artista. Questa è Barcellona: una sbronza alle quattro del pomeriggio con, sotto i piedi, un mosaico di Mirò. Questo ma non solo. Intanto ricordiamoci sempre che Barcellona è sul mare e quindi, per tutti coloro che lo desiderano, c’è anche la possibilità di trascorrere la giornata in spiaggia. Certo, una spiaggia urbana, dove oltre ai gabbiani sulle vostre teste voleranno anche i soliti piccioni, ma non per questo meno affascinante e comunque attrezzata con lettini e chiringuito per tutte le esigenze. Di notte, la zona costiera vicino al porto vecchio, si trasforma in una vera e propria festa. In una sola strada una moltitudine di locali, uno in fila all’altro, accontentano i gusti di tutti, dai 18 ai 60 anni: liscio, rock, tecno, jazz, latinoamericano, live band, hip hop e qualche streap club!
Un uomo statua si esibisce sulla Rambla a Barcellona 18
[ ALTROVE ] In questa babele di suoni e colori può trovarsi però perfettamente a proprio agio anche il più intransigente studioso di belle arti perché Barcellona è una città ricca di storia, arte e cultura. Non possiamo non cominciare dalla Sagrada Famillia, la grande basilica opera capolavoro di Antoni Gaudì, il più famoso architetto catalano dell’età moderna, che per oltre quarant’anni s’ingegnò nella ricerca di forme ed espedienti architettonici indubbiamente unici e tutt’oggi innovativi. Dopo centoventotto anni di cantiere, quest’anno, il 7 Novembre 2010 sarà finalmente inaugurata ufficialmente da Papa Benedetto XVI. La mano del celebre architetto è ben riconoscibile anche in due altre opere che caratterizzano la città: la casa Batllò e i giardini di Gaudì. Per gli amanti del calcio, poi, non si può non ricordare che la squadra di questa città è il fortissimo Arsenal… ora siamo in periodo di mondiali, ma se fate un salto da quelle parti nel prossimo autunno concedetevi un passaggio allo Stadio Olimpico. Ed eccoci infine sul molo del porto turistico, quello da cui partono le navi per le Baleari, per Formentera e Ibiza. Ci sediamo sul molo a riflettere sulla nostra breve avventura. E siamo tutte d’accordo nel dire che Barcellona è una città per tutti. Per chi vuole divertirsi, per chi vuole il mare e il sole, per chi vuole perdersi nelle opere d’arte e per chi vuole sognare e sentirsi libero, tra i vicoli delle Ramblas. Non c’è età per Barcellona. Non è sfrenata è goliardica. Non è solo un monumento è viva. Non è libertina, è libera. Perché le parole, così come le emozioni, hanno un significato preciso che si rispecchia nelle immagini, nei colori, nel suono caldo della lingua spagnola, negli orari meno rigidi e nell’espressione della gente, turisti e non, che la popolana. Davanti a noi sta per salpare una grossa nave per Ibiza. Ci guardiamo senza parlare, come dire: andiamo? Avremmo voluto saltare su quella nave e prolungare il nostro viaggio. Ma si parte sempre per poter tornare, e il dovere ci richiama alla realtà. Ibiza e Formentera ci aspetteranno…
mi giardini all’ingresso degli omoni La Salamandra di Gaudì
Barcellona
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[ IN CUCCIA
Due chiacchere a quattro zampe ]
Caldo killer Il “decalogo” dell’Enpa per proteggere gli animali [ rubrica a cura di GABRIELLA ] A soffrire le conseguenze dell’intensa ondata di calore, che in questi giorni sta interessando il Paese, non sono soltanto gli esseri umani, ma anche gli animali domestici. Ogni anno, durante il periodo estivo, l’Ente Nazionale Protezione Animali deve far fronte a numerosissime segnalazioni di animali sofferenti a causa delle altissime temperature, situazioni limite che purtroppo, nella maggioranza dei casi, sono provocate dagli stessi proprietari incuranti del problema. Seguono, in 10 punti chiave, alcuni consigli dell’ENPA di Monza e Brianza per preservare la salute dei pet nei giorni più caldi dell’estate - senza dimenticare gli ospiti selvatici che frequentano i nostri giardini!
strino. 3. Assicurarsi che gli animali abbiano sempre accesso all’ombra e acqua fresca in abbondanza. Questo è importante anche e soprattutto per i cani tenuti nelle ditte, negli orti o nei recinti (specie se a catena), e quindi meno controllati rispetto a quelli in appartamento. Evitare sempre l’esposizione al sole diretto, anche nel caso dell’animale che passa alcune ore da solo in casa, in giardino/cortile o in terrazza. In caso di colpo di calore (ipertermia) - se ha la pelle che scotta, barcolla o cade a terra, e ha difficoltà a respirare - è necessario abbassargli la temperatura mettendogli abbondante acqua fresca su tutto il corpo e contattare immediatamente il veterinario. 4. Non costringere i cani a sforzi eccessivi. Nei giorni più caldi portare il cane a passeggio di mattina e di sera per evitare che si bruci le zampe sul suolo caldo e per diminuire il rischio di ipertermia. A maggior ragione se si tratta di un animale anziano e/o con difficoltà respiratorie. Durante le passeggiate avere sempre a disposizione una bottiglietta di acqua e una ciotola. 5. Prevenire le scottature. Come le persone, anche gli animali possono scottarsi al sole! Per proteggerli, è sufficiente applicare una crema solare ad alta protezione alle estremità bianche (specie le punte delle orecchie) del cane o gatto prima di farlo uscire. 6. Tenere l’acquario fuori dal sole diretto. Cambiare l’acqua regolarmente e togliere le alghe che si formano. Il laghetto dev’essere riempito regolarmente per compensare l’acqua che evapora e sostituire l’ossigeno perso. 7. Non lasciare il canarino sul balcone al sole diretto. Assicurarsi che la gabbia dell’uccellino sia posizionata in un luogo fresco, arieggiato e ombreggiato. 8. Controllare per la presenza di parassiti esterni.
Con il caldo arrivano anche le pulci, le zecche e gli acari, quindi bisogna controllare regolarmente il pelo dei quattrozampe per verificare l’eventuale presenza di questi visitatori indesiderati. Tosare i cani a pelo lungo, o semi lungo, all’inizio della stagione aiuterà non solo ad individuare eventuali parassiti ma anche a prevenire i colpi di caldo. Applicare preventivamente un antiparassitario idoneo per la sua specie e taglia. Consultare sempre il veterinario di fiducia per avere indicazioni e suggerimenti al riguardo; alcuni antiparassitari per cani, ad esempio, sono letali per i gatti. 9. Controllare ogni giorno gli animali per l’eventuale presenza di uova di mosche. Le mosche possono depositare le proprie uova sul pelo sporco di feci o urina dei conigli, delle cavie, ma anche dei cani. E’ importante quindi ispezionare attentamente la zona anale (soprattutto nei cani molto anziani e con difficoltà a muoversi) e tenere ben pulito il luogo in cui sta, cambiando almeno una volta alla settimana la lettiera o fondo. Lo stesso discorso vale per eventuali lesioni cutanee, esposte anch’esse agli attacchi delle mosche. 10. Prima di iniziare lavori in giardino, pensare alla fauna selvatica che lo frequenta! Prestare particolare cautela quando si usano tosaerba o tagliabordi, poiché entrambi possono essere letali per animali che si muovono lentamente, e tenere fuori dalla portata degli animali i pesticidi. Infine, prima di accendere un falò, è consigliabile smuovere il materiale che si intende bruciare: le lucertole, i ricci, le rane e le bisce (animali assolutamente innocui, anzi molto utili) spesso si rintanano tra i mucchi di foglie o rifiuti da giardino.
The NUV (New Ultraviolet Vanish): pronti a spaccare gli USA
1. Non lasciare mai un animale incustodito in auto. Nei giorni di sole, la temperatura interna dell’abitacolo sale rapidamente, anche con i finestrini aperti, e l’auto si trasforma in un vero e proprio forno. Un animale lasciato in queste condizioni può morire in poco tempo; bastano anche solo 10 minuti – il tempo di fare una spesa veloce – per condannarlo a una morte orribile. 2. E se si vede un animale chiuso in auto al sole … Se sembra abbattuto, ha problemi nella respirazione, o ha la bava alla bocca, probabilmente è già in serio pericolo. Se non è reperibile il proprietario dell’auto, occorre chiamare immediatamente le forze dell’ordine - compresa la Polizia Locale del comune interessato - che interverranno in caso di comprovata emergenza. I numeri di telefono 112 (Carabinieri), 113 (Polizia di Stato), 115 (Vigili del Fuoco) e 1515 (Corpo Forestale) sono tutti utilizzabili anche per questi casi. Nel frattempo si deve cercare comunque di creare ombra con i mezzi disponibili (es. giornali sul parabrezza), di versare dell’acqua all’interno per bagnare l’animale o, se possibile, di farlo bere attraverso un’eventuale fessura del fine-
Ente Nazionale Protezione Animali sezione di Monza e Brianza www.enpamonza.it - info@enpamonza.it tel. 039-388304
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[ VERDISSIMO CURIOSITà, PROPRIETà E USI DELLE PIANTE INTORNO A NOI ]
La Scuola Agraria del Parco di Monza è un centro di formazione professionale specializzato in verde ornamentale. Fondata nel 1902, la Scuola ha sede dal 1956 nel cuore del Parco di Monza, presso la Cascina Frutteto, dove ogni anno studiano oltre duemila allievi che provengono da tutta Italia, e dove vengono programmati circa centosessanta corsi di varie tipologie, dal giardiniere professionista al progettista di spazi verdi, dall’operatore agrituristico a
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quello di fattoria didattica e sociale. Grazie all’esperienza e alla professionalità acquisite negli anni, la Scuola rivolge i suoi corsi a giovani e meno giovani che vogliono entrare in questo settore, ma anche a professionisti che già vi lavorano e che intendono migliorare e aumentare le proprie competenze. Aderendo alle richieste della Regione Lombardia, la Scuola offre percorsi formativi gratuiti per riqualificare persone disoccupate e in mobilità,
al fine di agevolare il loro reinserimento lavorativo. Viene offerta loro la possibilità di formarsi in un settore, quello del verde ornamentale, che, grazie alle sue diverse specializzazioni, sembra non conoscere crisi: enti pubblici, imprese di giardinaggio, garden di qualità, studi di progettazione sono gli ambienti professionali che più di altri richiedono la competenza che la Scuola è in grado di fornire. La Scuola Agraria del Parco di Monza, da sempre, sostiene che il verde curato, sia pubblico che privato, contribuisca a migliorare la qualità della nostra vita, e, pertanto, uno dei suoi scopi è quello di diffondere una corretta cultura del verde: lo fa preparando non solo ottimi professionisti, ma anche dedicando agli appassionati di giardinaggio e alle persone sensibili alle tematiche ambientali, un’ampia offerta di corsi che spaziano dalla cura del giardino, del balcone o dell’orto, alla composizione floreale, dall’ikebana e dalla cura delle orchidee alle tecniche della buona cucina. La Scuola Agraria del Parco di Monza si rivolge a tutti coloro che fanno del verde la loro professione e a coloro che, più semplicemente, vogliono coltivare la loro passione prendendo contatto con il mondo naturale che li circonda.
[ FOTOVOLTAICO ]
A Oreno c’è un grillo parlante [ di ALFREDO ROSSI ] A poche centinaia di metri dalla Tangenziale Est, Oreno, frazione di Vimercate, è un vero gioiellino naturale. Adagiato sulle prime alture a 194 metri sopra il livello del mare, tra lievissimi rigonfiamenti del terreno che annunciano l’elevarsi delle colline, mostra la prima visione del maestoso e incantevole panorama della Brianza. Alcuni scorci sono davvero impagabili: tra antichi monumenti, la Villa e il Casino di caccia dei Borromeo tanto per citarne due, ci si imbatte in bar ricavati all’interno delle antiche case che all’esterno non mostrano neanche l’insegna: vale davvero la pena di andarci a fare una passeggiata, a Oreno. Qui vive anche Piero Silvano, ingegnere elettronico oggi in pensione. Abita in un condominio formato da 16 villette. La particolarità è che la sua, e quella di altre tre famiglie, sul proprio tetto ha messo un impianto fotovoltaico, per la produzione di corrente elettrica, e anche il solare termico, per l’acqua calda. La prima domanda sorge spontanea. Lo rifarebbe, dottor Silvano? “Certo, anche domani mattina e ne spiego il perché. Ho cominciato dieci anni fa a interessarmi al fotovoltaico e prima di passare alla realizzazione pratica ho studiato bene il problema. Fino a 4/5 anni fa il rendimento dei pannelli era così basso che la spesa era realmente troppo elevata. Oggi non è così e per questo l’anno scorso mi sono deciso. Siccome le cose mi piace farle per bene, ho chiamato una decine di aziende a farmi il preventivo. E qui cominciano le note dolenti: a volte ero io che sapevo più di loro sull’argomento… E alcuni mi parevano del tutto impreparati sulla parte burocratica. Alla fine ho scelto la Solaris, che allora aveva sede a Monza e che si è da poco trasferita a Cinisello Balsamo, quella che per vicinanza e per competenza mi ha convinto di più”. Ma perché l’ha fatto? “Prima di tutto perché spero di lasciare ai miei figli ma soprattutto ai miei nipoti, anche se per
ora ne ho una sola, un mondo migliore, meno sfruttato e inquinato. Ma non è solo per amor di ecologia: alla fine questo investimento permette di avere anche un buon riscontro economico. Il mio esempio. Grazie ai pannelli e al mio inverter, produco più energia elettrica di quella che utilizzo e ho già ricevuto i primi soldi dal Gse, l’ente gestore dell’energia che per legge gestisce questa parte. Facciamo un esempio in soldoni? Se uno spende 15.000 euro per installare il proprio impianto, nel giro di venti anni come minimo raddoppia la cifra. Quindi è un investimento che rende molto, ma molto di più, e con meno rischi, delle azioni o dei Bot. Eppure…”. Già, perché il fotovoltaico in Italia non riesce a sfondare come per esempio succede in Germania? “Credo che i motivi siano diversi, ma il principale è la diffidenza che è connaturata nell’italiano verso tutto ciò che è statale: uno si aspetta la fregatura. Che invece non c’è, se le cose sono fatte bene a monte. E qui sta il secondo motivo. La parte burocratica non aiuta certo: è ancora troppo complessa. Per fortuna io sono pensionato e ho potuto dedicarci una bella fetta del mio tempo. Ma se uno lavora, o trova l’impiantista che conosce bene anche questa parte e lo aiuta e consiglia nella maniera giusta, oppure rischia che gli passi la voglia. Già, il sistema, ancora oggi, invece di darti una mano pare quasi ostacolarti e questo è un vero peccato”. Accanto all’ingegner Silvano siede la moglie Rosella che ho condiviso e continua a condividere tutte le scelte in materia ecologica del marito. Lui, a furia di studiare l’argomento, è diventato un vero esperto in materia. Sentite questa, per esempio… “Per motivi miei, volevo capire qual era il consumo esatto dei miei elettrodomestici e sentite cosa ho scoperto. Intendiamoci è una scoperta che hanno fatto tempo fa, ma io l’ho sperimentata personalmente. Se utilizzate la lavatrice,
diciamo per un paio d’ore, il contatore segnala che avete utilizzato mezzo kilowattore: be’, nelle restanti ventidue ore, PUR RESTANDO FERMA, la lavatrice ne consuma un altro mezzo kilowattore. Ecco perché bisognerebbe togliere sempre la spina o spegnere l’interruttore della linea di alimentazione di ogni singolo elettrodomestico. Il risparmio diventa subito visibile, e senza rinunciare a niente. Per non parlare del consumo dei televisori anche spenti…”. Ce ne sarebbero ancora di cose di cui parlare, ma è ora di pranzo ed è arrivato il momento che liberi casa Silvano della mia presenza. Prima di uscire gli chiedo però se vuol fare una foto. La risposta è netta e decisa: “Fotografi pure la casa da ogni angolo, ma io no, non ci tengo”. Idea da rispettare, ma è un peccato: così voi di Trantran non potete vedere la faccia di una persona decisa, che quando parla ti guarda negli occhi perché conosce quello che dice. Ha qualche capello bianco l’ingegner Silvano, ma porta due orecchini al lobo sinistro e ha il tatuaggio di un delfino su una mano: da giovane è stato un contestatore anche lui, com’è giusto che sia. Oggi è un saggio grillo parlante. Chi vuole ascoltarlo?
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[ BRIGANTIA STORIA, LEGGENDE ED ESCURSIONI NELLA NOSTRA VERDE TERRA ]
I sentieri
Gajum, il sentiero geologico Achermann in Val Ravella: quando la natura è magica [ di Marta Migliardi ] Questa è una gita classica per i milanesi e i brianzoli, tanto da risultare proponibile per un giorno festivo o qualsiasi giorno della settimana. Se avete voglia di staccare la spina e vivere una giornata in mezzo al verde e osservare non solo la natura ma anche paesaggi, scenari e fenomeni naturali di notevole interesse vi consigliamo una gita a Gajum. Lasciamo la Valassina e da Erba raggiungiamo il laghetto del Segrino, inserito tra montagne dense di boschi. Procediamo verso Canzo e, dopo aver in parte superato il paese, prendiamo la strada per Gajum fino al Ristorante “La Sorgente” e abbandoniamo finalmente l’auto per inerpicarci nei sentieri. Sono molti i sentieri percorribili, atti a soddisfare tutti: dalle famiglie con bambini agli escursionisti esperti. La loro sagoma è inconfondibile:
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tre cime rocciose, disposte da est a ovest, dall’aspetto arrotondato: i Corni di Canzo. “Una curiosa leggenda attribuisce l’origine dei corni ad una epica lotta tra arcangeli e diavoli. Il generale dei demoni, Canzio, essere gigantesco e terribile, fu, per così dire beffato da un furbo angioletto che, approfittando di un momento di debolezza dell’avversario, gli soffiò in faccia la polvere di elleboro, dal potere starnutatorio. Il diavolo non riuscì a reprimere un colossale starnuto, così potente che la sua testa andò a conficcarsi in terra e le sue enormi corna si staccarono di netto dalla fronte, dando così origine a queste montagne…* Noi abbiamo scelto il percorso geologico di Achermann, tra le cui manifestazioni geomorfiche si possono ricordare le rocce carbonatiche di origini marine, talora contenenti anche fossili come coralli. Questo tragitto può essere un’ot-
tima occasione d’interesse anche per i vostri bambini, in quanto, per tutta la strada troverete cartelli che vi spiegheranno l’origine delle rocce, ma anche la flora e la fauna che popolano
Il Corno
[ BRIGANTIA ]
Il masso segnato
Il sentiero geologico all’inizio
Alice nella piccola grotta del fiume Ravella
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[ BRIGANTIA ] il bosco. Il percorso geologico è, infatti, di difficoltà elementare mentre la salita alla cima dei Corni Occidentale e Centrale è invece consigliata a escursionisti esperti ed è da evitare dopo un periodo di piogge che rendono il terreno scivoloso. Il percorso geologico costeggia, in parte, il torrente Ravella. Il suono dell’acqua, infatti, è il primo elemento che ci parla della bellezza del posto, che sembra incantato: ci si aspetta, da un momento all’altro di vedere le fate i folletti e gli gnomi zampettare tra le rocce del fiume o nascondersi nelle frasche del bosco. Lungo la strada s’incontra anche il Santuario di San Miro al Monte, che risale al 1643, luogo in cui, secondo la tradizione, visse l’eremita San Miro Paredi. Da questo sentiero, passando per ponticelli che attraversano il Ravella, risalendo il fiume, si arriva infine, in circa un’ora e dieci minuti di cammino, al rifugio Terz’Alpe (792 m). Qui, a ora di pranzo ci si può rifocillare con una polenta e un buon bicchiere di vino o nell’ampio spazio erboso lo circonda, se vi siete attrezzati con un classico pranzo al sacco, riposarsi per affrontare il tragitto del ritorno. Io questa camminata amo farla durante la settimana, quando c’è meno gente, e portarci il mio cane, Alice, che ama fare il bagno nel fiume e scorazzare liberamente. Ogni tanto mi fermo a riposare su una roccia o sulle panchine che costeggiano il sentiero. Mi perdo nel verde e assorbo l’energia di questa natura spettacolare. Potrei ora farvi un elenco enciclopedico dei nomi delle rocce e delle piante. Potrei rendere questo breve racconto un excursus scientifico, ma credo sia meglio scopriate da voi le ricchezze storiche naturalistiche di questo luogo e, soprattutto, che a invogliarvi siano le immagini serene e rilassanti dell’acqua, del verde e delle rocce. Aria, acqua terra: i tre elementi naturali che giocano a fondersi in indimenticabili scorci e dettagli. Lasciatevi trasportare dalla magia, spegnete il cellulare, immaginatevi fate e folletti dispettosi seguirvi mentre camminate. Questa sensazione è impagabile. Questa è la natura della nostra terra, che entra ed esce, dagli occhi al cuore, passando per l’anima e regalandovi una rigenerante serenità. *Ringraziamo per queste informazioni l’Associazione di promozione turistica di Canzo (www.nonsoloturismo.net)
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Il sentiero e la montagna
Una cascatina del Ravella
[ NONSOLOMONZA... ]
Lissone: qui l’arte è di casa! La storia della città di Lissone inizia nel I secolo d.C. e nel tempo il piccolo villaggio si sviluppa fino ad ottenere la qualifica di “borgo” e a cingere l’abitato di mura e fossato (XII secolo). Una presenza che ha segnato profondamente la gente del luogo è stata senza dubbio l’insediamento sul territorio, tra XIII e XVI secolo, di ben cinque conventi degli Umiliati, frati e monache dedite alla lavorazione della lana e alla tessitura, che certamente avviarono i lissonesi a quel gusto del lavoro indipendente e soprattutto a quella cura artigianale dei prodotti, che essi avrebbero poi coltivato nel tempo e messo a frutto quando a fine Settecento aprirono le prime botteghe di falegnameria. Inaugurato nel 2000 e fiore all’occhiello della città di Lissone è il Museo d’Arte Contemporanea, nato dal progetto di riqualificazione della stazione ferroviaria Lissone-Muggiò, nel quale è ancora nettamente distinguibile l’avancorpo risalente ai primi del Novecento rispetto alla nuova costruzione retrostante. Quest’ultima è costituita da tre livelli fuori terra oltre ad un livello interrato ed è separata dall’avancorpo mediante una vetrata a tutta altezza. Al piano terreno il rapporto di continuità spaziale e visiva fra l’edificio e il contesto esterno viene garantito dalle ampie superfici vetrate apribili ai lati del museo che delineano un percorso espositivo che si dilata dall’ambiente interno verso gli spazi lastricati e alberati all’aperto. Il percorso è segnato da elementi che consentono momenti di sosta quali, in particolare, un sedile continuo che si snoda nello spazio alberato ed un cortiletto con pergolato. Un corpo scale aperto verso l’ambiente interno unifica visivamente i vari livelli espositivi e costituisce l’elemento cardine di distribuzione. Al termine del percorso di visita, al piano superiore, è possibile nuovamente uscire all’aperto su un terrazzo da cui si può percepire il sistema degli spazi pedonali. Una vetrata doppia altezza sporgente dalla facciata est costituisce un elemento di filtro per la luce e di attrazione per i passanti che dal viale alberato possono percepire le attività che si svolgono all’interno dell’edificio. Il Museo ha finalmente radunato in una sede appropriata le importanti opere acquisite nel corso degli anni in cui la città fu luogo signi-
ripresa ufficiale e dal 2006 si alterna annualmente con il Premio Lissone Design, rivolto ai giovani creativi nel campo del design, che fin dalla sua prima edizione è stato capace di raccogliere ben 238 progetti provenienti da 23 nazioni. In Mostra oggi • Heike Arndt Where is home? è il significativo titolo della mostra che il Museo d’arte contemporanea di Lissone dedica all’opera di Heike Arndt, artista tedesca nata nel 1963 nella parte della città di Berlino accorpata alla Germania dell’Est e da vent’anni cittadina danese. Inaugurata il 12 giugno proseguirà fino al 10 ottobre. Ingresso libero • Raccolta storica Mostra permanente delle opere raccolte durante gli anni 1946-1967, nel contesto del Premio Lissone
ficativo a livello internazionale per la documentazione della ricerca artistica europea. Tra il 1946 e il 1967, infatti, la città ospitò il Premio Lissone, iniziativa che coinvolse artisti emergenti, critici e storici d’arte fra i più qualificati d’Europa. Le opere acquisite in quegli anni costituiscono ora una prestigiosa collezione che vanta moltissime firme di rilievo: Adami, Appel, Birolli, Bellegarde, Bertrand, Boyle, Bruning, Buri, Damian, De Gregorio, Dufrêne, Crozier, Dorazio, Faesi, Feito, Francese, Guinovart, Hugues, Klasen, Marfaing, Moreni, Morlotti, Murtic, Nikos, Perilli, Pisani, Reggiani, Romiti, Ruggeri, Scanavino, Schifano, SchSONO Luciano ho 58 anni, occhi e capelli castani, sono dinamico e solare, sincero e sensibile. neider, Soffiantino, Amo ballare, e passeggiare nella pace di silenzi romantici. Vorrei condividere questo mio modo di Tapies, Vedova, Veessere con una donna sincera, dolce e solare, rhoog, Werner. guardo al futuro con ottimismo, e aspetto solo che all’orizzonte compaia la mia “dolce metà”! Il fermento di quegli Ciao! Sono Filippo, ho 40 anni, separato, un anni rimase un rilavoro interessante ed autonomo, sono molto estroverso e romantico, cerco una donna curiosa cordo indelebile nele sincera, simpatica affascinante. Amo fare e ricevere coccole, regali e sorrisi…non vedo l’ora la memoria dei lisdi condividere momenti indimenticabili con te! sonesi e fece sì che ANTONIO: 46 anni, analista programmatore, bella presenza, capelli brizzolati e occhi castani, serio contemporaneae romantico, amante dello sport e del ballo, cerca una compagna, dolce e sensibile con ancora mente alla nascita tanta voglia di credere nell’amore, per vivere momenti intensi e romantici. del nuovo Museo la NORMA: 61 anni, alta, elegante e raffinata, simcittà si preparasse patica e dai sani principi, cerca un uomo sincero, colto, e galante che possa farmi riscoprire la a riportare in vita il bellezza di essere in due! I & A celebre Premio LisSONO ERIKA, 57 anni, vedova, ho capelli biondi e occhi verdi, indipendente e colta, dolce e sone. Grazie alla allegra, desidero incontrare un uomo sicuro di sé, sincero e allegro, con cui condividere disponibilità della momenti importanti ed intensi, e chissà, che Famiglia Artistica sappia con il tempo, anche far di nuovo sorridere il mio cuore! Lissonese, depoMI CHIAMO Fabio, ho 67 anni, vedovo. Sono un sitaria del titolo, nel 2002 il Premio Lissone vide la sua
imprenditore, serio e rispettoso, curioso e dolce. Cerco una compagna per condividere i miei mille interessi, tra cui il golf e la montagna, vorrei una persona alta, elegante, ma soprattutto piena di dolcezza e sincerità. I & A Sono Riccardo, 52 anni, imprenditore, separato, bella presenza, capelli brizzolati e occhi castani, alto ed elegante, sono un uomo molto estroverso e coccolone. In una donna cerco soprattutto la femminilità, la dolcezza, e la bellezza di uno sguardo o di un sorriso. Ho voglia di vivere un futuro pieno di amore e sincerità. I & A MI CHIAMO Samanta, 29 anni, dolce e molto carina, con capelli ed occhi castani, timida e riservata, cerco un compagno anche più grande di me, che sappia conquistarmi e proteggermi. I&A Ciao, mi chiamo Morena, ho 37 anni, bella presenza, mora, occhi scuri ed intensi, sono indipendente e sincera. Ho voglia di incontrare un uomo sensibile, colto, e leale, che mi sappia sorprendere ed amare con passione e fiducia, e che mi possa donare l’immensità di un amore! I & A MI CHIAMO Francesca, ho 65 anni, mora, alta, raffinata, ma soprattutto sensibile e sincera, cerco un compagno colto, elegante e leale che mi regali le emozioni che solo una bella presenza nella vita può trasmettere.. Per tutelare la Vs. privacy, si riceve su appuntamento
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[ I SEGRETI DELLO CHEF ]
Sandwich di tonno al profumo di zenzero
Per l’ultimo appuntamento prima della pausa estiva con il video corso di cucina di Trantran siamo tornati alla trattoria Birot. Qui nella valle del Lambro, immersi nel verde e riparati dalla calura grazie al bosco che da Verano scende fino alle rive del fiume, è possibile godere di
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uno scorcio di Brianza d’altri tempi. La trattoria col suo lussureggiante pergolato si affaccia direttamente sulle sponde del fiume. Mentre attendo Luca, il titolare, mi concedo un caffè all’ombra del glicine secolare che ricopre la grande pergola, e nel silenzio irreale che avvolge questo piccolo angolo di vecchia Brianza ascolto lo scorrere dell’acqua ed osservo un maschio di germano reale alzarsi in volo. Quasi subito mi raggiunge Luca, lo chef, che m’invita a seguirlo in cucina. “ Per la bella stagione (dato che siamo aperti tutta l’estate, agosto compreso), oltre ai classici affettati caldi e freddi ed alle tipiche fritture di fiume, proponiamo un menù che si libera dal grosso carico calorico che caratterizza la cucina brianzola. Ve ne presento un assaggio con questa rapida e gustosa ricetta: il sandwich di tonno al profumo di zenzero. Per questa ricetta servono due fette di tonno ben pulite, private della pelle e dalle eventuali parti grasse, zenzero in polvere, lattughino, rucola, radicchio, un formaggino fresco tipo caprino, una barretta di surimi, un paio di sottilissime fettine di mela, olio e sale. In una padella antiaderente faccio scaldare l’olio con lo zenzero in polvere:
quando l’olio è in temperatura aggiungo le fette di tonno e lascio cuocere un minuto per lato. E’ importante che il tonno risulti dorato e croccante all’esterno e rosa e tenero all’interno: quindi attenzione che non cuocia troppo perché diventerebbe stopposo! A cottura ultimata procediamo con la composizione del piatto. Adagio nel centro del piatto di portata una fetta di tonno e sopra vi posiziono tre piccole fette di formaggio fresco. Sopra il formaggio, procedendo a strati proprio come per comporre un sandwich, appoggio la mela, poi le insalate miste (uno strato di lattuga, uno di rucola ed uno di radicchio), condisco questo strato con olio e sale e procedo con lo strato di surimi tagliato a listarelle. Chiudo con la restante fetta di tonno, proprio come se stessi ultimando un tramezzino, e fermo il tutto con un lungo stecchino di legno. Guarnisco il piatto spolverandolo con mentuccia tritata…ed il nostro sandwich di tonno al profumo di zenzero è pronto. Buon appetito!” Si veda la video ricetta su www.trantran.net
[ REALITY venti domande per vedere
la brianza con gli occhi dei brianzoli ] Intervista1
Chi è Dario Allevi? Credo un pianista…
Età Trentadue
Dai un voto a Monza e Brianza Un tre già per il motivo che non so cosa abbiano fatto…
Nome Lorenzo
Dove sei nato? Sono nato a Milano
Ai trasporti in Brianza? Non li uso, ma darei un cinque
Dove vivi? Vivo, e sono sempre vissuto, a Seregno
Al commercio in Brianza? Al commercio un bel sette
Vivi da solo o con la famiglia? Vivo con la mia morosa Destra o Sinistra? Anche nessuno dei due! Che lavoro fai? Lavoro con mio padre nell’azienda di famiglia Cosa ti piace di Monza e Brianza? Mi piace il verde e, in alcuni casi, la gente
Vai al Parco? Abbastanza… Se non in Brianza dove vorresti vivere? Bella domanda…o in Kenya o ad Hong Kong Esprimi un desiderio. Essere sereno Metropolitana a Monza: favorevole o contrario? Favorevole
Associazione d’idee. Se ti dico verde… Divertimento
Dimmi un proverbio Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino!
Cena… Fame
Dì qualcosa ai nostri lettori. Leggete Trantran!
Intervista2 Nome Maurizio
Chi è Dario Allevi? Un politico… il Presidente della Provincia
Età Sessantadue
Dai un voto a Monza e Brianza Otto
Dove sei nato? Sono nato a Milano
Ai trasporti in Brianza? Li uso poco
Dove vivi? A Seregno
Al commercio in Brianza? Otto
Vivi da solo o con la famiglia? Vivo con la mia famiglia
Vai al Parco? Lo attraverso sempre in bicicletta
Destra o Sinistra? Destra
Se non in Brianza dove vorresti vivere? Nelle Langhe
Che lavoro fai? Commerciante Cosa ti piace di Monza e Brianza? Il verde, gli amici e sessantatre anni di vita Associazione d’idee. Se ti dico verde… Sono al verde!!! Cena… Amici, barbeque…
Esprimi un desiderio. Vent’anni in meno Metropolitana a Monza: favorevole o contrario? Sì, favorevole Dimmi un proverbio Chi la fa l’aspetti Dì qualcosa ai nostri lettori. Lavorate di meno
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[ RACCONTIAMOCI ] Andrea G. Pinketts, Guido Catalano, Andra Cappi e Paolo Ornaghi (foto di Sara Tripaldi)
[ di Elena Gorla ]
Poeti da bar…
La circostanza è particolare: siamo a Milano e per di più all’interno di un ciclo di incontri da bar (volgarmente detti aperitivi) dedicati al mistero ed alla letteratura noir. I poeti sono il brianzolo Paolo Ornaghi ( Il vizio e le parole, ed. La Vita Felice) ed il torinese Guido Catalano (La donna che si baciava coi lupi, ed. Le Bolle Blu). I due giallisti sono Andrea G. Pinketts (l’istrionico narratore delle vicende di Lazzaro Santandrea, pluripremiato rappresentante del giallo meneghino), e Andrea Carlo Cappi (studioso e scrittore di noir - è di quest’anno la pubblicazione per l’editrice Vallardi di Le grandi spie-Storie vere di personaggi, intrighi e misteri dalla Belle Epoque ai giorni nostri - sceneggiatore di fumetti e traduttore). I due, insieme, hanno fondato M-Rivista del mistero e qui ospitano (e per di più ne presentano le opere) in una rassegna dedicata proprio al mistero (ma non di meno alla birra!) i due poeti: perché? Cosa lega il mistero e la poesia? …la parola ad Andrea G. Pinketts Innanzi tutto io e Paolo ci conosciamo da molti anni e di presentazioni di questo tipo ne abbiamo fatte davvero tante. Fin dai suoi primi esordi io sono stato una specie di suo nume tutelare, non tanto della sua poesia quanto del suo linguaggio! Abbiamo degli autori che ci accomunano, e cito Rimbaud che è uno dei suoi punti di riferimento poetico e poi ci accomuna una frequentazione dei vizi Baudelairiani
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o Boukowskiani…tutto ciò ha fatto sì che nascesse il sodalizio. In ogni caso siamo qui questa sera, come tante altre volte, perché, secondo me è importante portare la poesia, e la letteratura in senso lato, nei bar. Mentre il caffè letterario ha un che di asfittico (lo dico sempre e non mi stanco di ripeterlo), perché è un luogo nel quale i poeti leggono le proprie poesie ma non ascoltano mai quelle degli altri compiacendosi al solo suono della propria voce, il bar è un logo di aggregazione nel quale Paolo ancora ai tempi del Viandante ha spesso orchestrato interessanti e divertenti letture collettive, dove davvero ci si legge e ci si ascolta. Scrivere è un qualcosa che inevitabilmente ti allontana dagli altri, nel momento in cui si scrive da soli, è quindi necessario riportare poi la scrittura a livello aggregativo. E poi con anche la complicità di qualche pinta….che è sempre un valido aiuto per la socializzazione. Poi questo bar è il luogo perfetto per parlare di poesia perché già il suo nome evoca latitudini lontane e poco battute (siamo al Sud Dinner bar), proprio come è collocata la poesia rispetto alla letteratura commerciale: a sud, in spazi ancora poco esplorati che consentono, quindi, grandi margini di azione…la poesia mi ricorda certe località della Calabria, bellissime e selvagge, e dunque misteriose. Paolo raccontaci com’è nata questa tua opera e come si colloca nel panorama poetico brianzolo, che so essere molto “vivace”… Ultimamente nel panorama brianzolo e milane-
se c’è un certo fermento teso proprio a portare la letteratura fuori dalle biblioteche. Nascono quindi queste performance, reading ma talvolta dei veri e propri slam poetry, gare fra poeti in cui si possono vincere addirittura dei premi in denaro. Insomma la letteratura si sta un po’ affrancando dal ristretto ambito accademico e sta penetrando poco a poco in ambienti che non le erano propri ma in cui, in effetti attecchisce benissimo. Nell’ambito di Monza e Brianza sta facendo un ottimo lavoro in tal senso Domenico Bulfaro, con un’iniziativa chiamata Poesia Presente, oramai arrivata già alla sua quarta edizione. E’ un festival itinerante, che si sposta in più sedi in tutta la provincia, e richiama poeti di calibro internazionale. Anche il gruppo dei Canti dai Mobilifici di cui faccio tra l’altro parte, che sta di casa al Tambourine di Seregno è assai attivo con proposte, pubblicazioni, ricerche di fusioni tra canzone d’autore e poesia, collaborazioni e rassegne. Poi per capire come la letteratura, ed in particolar modo la poesia, si stiano allargando verso ambiti più di strada, è bene ricordare un testo, uscito da poco, che si intitola IncastrRiMetrici, che giocando proprio su gioco di rime affronta lo stretto legame fra poesia e musica rap ed hip hop. Insomma questa dimensione performativa, live, che passa attraverso la poesia recitata, detta, cantata, si sta sviluppando molto. Portare la poesia nei bar, nei teatri, nei centri sociali è un modo in più per dare voce a chi, come me, scrive da molto ma non ha grande visibilità. Ho avuto la fortuna, già molti
[ RACCONTIAMOCI ] Due poesie tratte da “Il vizio delle parole” di Paolo Ornaghi
Pinketts, Catalano, Ornaghi e Cappi sul palco durante il reading poetico(foto di Sara Tripaldi)
anni fa, di incontrare Andrea Pinketts, che in queste mie performance poetiche si è sempre prestato a fare da mecenate, supportandomi con le sue presentazioni ed ospitandomi negli incontri letterari da lui organizzati, oltre che, ovviamente, sbevazzando allegramente insieme. Insomma dal 1997, quando ho iniziato con l’esperienza del Viandante... si trattava di una rivista nata dall’unione di studenti universitari con i cassetti pieni di poesie e che volevano farsi leggere. Raccoglievamo le opere, fotocopiavamo, zanchettavamo e le distribuivamo…poi dal distribuire le poesie al recitarle il passo è stato breve…ed ora sono alla mia seconda pubblicazione. Questa raccolta poetica si chiama Il vizio e le parole, ed è edito da La vita felice, la casa editrice che ha editato anche la grande Alda Merini. Questa raccolta è divisa, come suggerisce il titolo stesso, in due sezioni, appunto vizio e parole. Uno più legato ad una poetica passata, più decadente e raimbaudiana e l’altro, più recente, in cui il versante maledetto è decisamente stemperato dall’incontro con la felicità e con l’armonia data dal vero amore. In quest’opera tento di coniugare questi due linguaggi in modo essenziale ed incisivo…proprio come il Pinketts del Il vizio dell’agnello e de Il senso della frase insegna! Torniamo ad Andrea Pinketts…nuovi progetti? Con Moni Ovadia attualmente sto lavorando al sequel di Altrimenti ci arrabbiamo… (sghignazza). In realtà mi riferisco ai miei problemi giudiziali (ri-sghignazza), ho in atto una querelle com Moni Ovadia che mi ha zanzato brutalmente il titolo di un romanzo… Il conto dell’ultima cena, che non è un titolo generico, né un titolo che non ha un suo peso, visto che è un romanzo che ha avuto dieci edizioni e due traduzioni…ed è anche stato citato in un film di Claude Chabrol! Il problema però è che l’editore di Moni Ovadia è Einaudi, che fa parte del gruppo Mondadori…Mondadori che è il mio editore… insomma è un inghippo perché io voglio che Mondadori continui a pubblicare il mio romanzo con la fascetta con scritto: “Quello vero!”, cosa che, per altro, ha fatto fino all’anno scorso. E quindi io ora sono bloccato: non è che non abbia nulla da pubblicare ma non posso
finché non si risolve questa querelle legale. Ho un romanzo bello pronto, che sarebbe dovuto uscire in aprile ed avrei dovuto presentarlo al festival del libro di Torino… ma per ora devo aspettare. Ovviamente non posso dirti il titolo, non lo faccio più, l’esperienza insegna, metti che poi legge Moni Ovadia… mi zanza anche questo! Possiamo avere almeno qualche anticipazione sulla trama? Sintetizzando si può dire che parla del rapporto fra la pelle ed il pelo: nasce da un esperienza drammatica, un condiloma che colpisce il protagonista. Il condiloma è una malattia che si trasmette per via sessuale e quindi Lazzaro inizia a domandarsi chi ha frequentato…anche perché è una patologia che colpisce prevalentemente chi ha rapporti anali…quindi Lazzaro è molto preoccupato, teme di avere fatto qualcosa che non ricorda in una sera da ubriaco… Andrea Carlo Cappi, …fra le tue tantissime attività cosa riservi per il futuro? Sono stato risucchiato in un vortice temporale per cui un lavoro che appartiene al passato, scritto un paio di anni fa e presentato perché fosse edito agli inizi di quest’anno, viene ora a proporsi come un opera del mio futuro. In poche parole a causa di un gorgo editoriale i tempi si sono dilatati ed uscirà a gennaio 2011. Poi ho per la testa un romanzo, lo devo scrivere, so già a grandi linee cosa succederà per cui devo solo trovare il tempo di scriverlo, ho in ballo un paio di progetti per due romanzi a quattro mani, ma devo vedere cosa stanno facendo le altre due paia di mani che, non essendo mie, non le gestisco molto bene…insomma in tutto questo turbine la sola cosa che esce nell’immediato, ai primi di luglio, in uno speciale estivo del Giallo Mondadori, una raccolta intitolata Sul filo del rasoio, ed è un romanzo breve: un romanzo strano, che è anche un po’giallo ma non solo, potrebbe essere definito un romanzo fanta-teologico….e contiene le più scottanti rivelazioni mai pubblicate sul conto di Dio dalla Bibbia ad oggi. Quindi sono un po’ preoccupato perché attendo le reazioni del Vaticano…o peggio temo che risolvano la questione dall’alto…mandandomi un bel fulmine che mi incenerisca all’istante!
KUORE Vuole danaro, petrolio, sesso e possesso L’amplesso. E l’ambiente si fotte E una nuova razza Si afferma e miscuglia Nella terra che è in guerra. E l’intellettuale non fa nulla e non combatte, pretende e finge fa finta di rider bevendo e spruzza salterio dal telefonino dotato di svizzeri amor. Brandendo sostanze lontane Rigurgita fiele dal fegato Provato da anni di danni Recupera credito ed esprime affanni. Il mondo si svuota di pene e diritti Altro che bale, l’economia va male! Le bombe sfracellan paesi lontani L’uranio e lo stagno fan nuovi deserti. Il mondo si fotte e noi stiamo zitti, magnamo e beviamo e non ci curiamo ciò che ci importa è che non ci tocchi e che non rompa i coglioni ai nostri rintocchi. Di notte ho sognato la pace perfetta, l’utopia idealista, la più diretta, si tratta di viver come le nostre parole per dare alla verità un’eterna prole e fare per sempre ciò che diciamo per gridare forte l’eterno richiamo. IL MODO Il modo in cui colori le mie tenebre di luci serene il modo in cui mi fai scordare tutte le mie pene il modo in cui i corpi si uniscono nell’estasi del seme questo è il modo in cui l’amore ci appartiene. Il modo in cui gemi sopita nel letto il modo in cui mi fai scoppiare il cuore in petto il modo in cui il fiume appartiene al mare questo è il modo in cui ti fai desiderare. Il modo in cui la luna condiziona le maree il modo in cui i disperati desiderano d’avere il modo in cui i sogni disegnano l’istinto questo è il modo in cui il tuo amore mi ha vinto. A volte la notte non riesco a dormire, ti tengo vicina e ti ascolto respirare e con le mie braccia, pur conscio dell’errore ti stringo e ti proteggo da tutto ‘sto terrore. Il modo in cui le sbarre delle cose ci tengon prigionieri il modo in cui il futuro sarà miglior di ieri il modo in cui l’inchiostro misura verità questo è il modo della nostra eternità.
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[ L’ANGOLO DEL PENDOLARE ]
Autobus: è vietato parlare all’autista [ rubrica a cura di Juri Casati ] Per una volta non parliamo dei nostri amati/ odiati treni. Infatti per andare a lavorare a Milano partendo dalla Brianza si può usare anche un altro mezzo pubblico: l’autobus, anche se l’autobus non è sicuramente il mezzo più idoneo per farlo. Tuttavia, per non abbandonare del tutto l’universo ferroviario, possiamo provare a tracciare un parallelismo tra questi due portentosi mezzi di trasporto pubblico. La velocità e la portata - siamo tutti d’accordo - non è nemmeno paragonabile. Il treno per velocità sulle tratte medie e in qualsiasi caso per portata di passeggeri non teme confronti con nessun altro mezzo pubblico, almeno sulla carta: figuriamoci con l’autobus. D’altronde non siamo in America dove i grandi autobus della Greyhound collegano con frequenza e velocità le città. In Brianza è diverso. Prima citavo il tragitto dalla Brianza fino a Milano: oggi con l’autobus non lo fa praticamente più nessuno. Anzi, a ben guardare, sono ormai poche le linee che, partendo da lontano, sono dirette dentro Milano (e anche volendo non riuscirebbero a farlo in tempi ragionevoli perché viale Fulvio Testi è impraticabile, soprattutto in questo periodo). Gli autobus si fermano poco fuori o poco dentro Milano: se uno vuole entrare in città deve per forza prendere un altro mezzo e cioè il treno o il metrò. E anche raggiungere la
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sua stazione del metrò di Sesto San Giovanni comincia a diventare difficoltoso dal momento che il tragitto nella tratta Monza Sesto San Giovanni è un susseguirsi di rotonde e centri commerciali, ma soprattutto è intasato da migliaia di macchine. L’autobus quindi perde il confronto con il treno per quanto riguarda la velocità e la portata media di passeggeri, tuttavia ha una presenza più capillare sul territorio. Infatti l’autobus può essere utilizzato anche per linee interne alla Brianza, cosa totalmente impossibile per i treni che si muovono seguendo l’asse che va da e verso Milano. Altro punto di vantaggio dell’autobus rispetto al treno è che i viaggiatori di una data linea si conoscono tutti fra loro, almeno di vista, e sentono di far parte di una specie di comunità, cosa sempre gradevole. Certo: un caso a parte sono gli studenti. Viaggiare con loro è sicuramente scomodo, ma può essere anche interessante perché, per esempio, si può dare una rinfrescata ad alcune lontane nozioni scolastiche quasi dimenticate che gli studenti ripassano ad alta voce tra loro a seconda delle interrogazioni che devono sostenere quel giorno. E comunque l’autobus è un po’ come i paesi di una volta: su ogni linea c’è lo “svitato” come c’era l’innocuo pazzo in ogni paese. Un altro aspetto che differenzia gli autobus dai treni è che gli autobus talvolta viaggiano in anticipo rispetto all’orario stabilito. In questi casi,
mentre ti stai recando alla fermata, te li vedi sfrecciare davanti lanciati alla massima velocità, ma vuoti. Ovviamente gli autobus successivi a quello vuoto sono in ritardo e sono strapieni dei viaggiatori di due corse. Chissà a cosa pensa il conducente di un autobus che viaggia vuoto. A proposito: dopo un po’ di tempo che si viaggia su una data tratta si cominciano a conoscere di vista anche gli autisti. E addirittura dopo un po’ di anni si impara a riconoscerli dallo stile di guida, cosa impossibile sul treno. I mezzi meccanici, infine. Quelli ferroviari sono costosissimi da comprare, vanno ordinati con anni di anticipo e richiedono una manutenzione complessa. Con gli autobus ovviamente va un po’ meglio. Anzi: un paio di anni fa un improvviso quanto inaspettato fondo messo a disposizione non si è mai capito bene da quale autorità ha portato ad un rinnovamento consistente del parco autobus pubblici delle nostre parti. Alcuni autobus sono stati comprati direttamente in Germania. Addirittura alcuni per sbaglio riportavano ancora le scritte in tedesco: è verboten parlare all’autista, è verboten gettare oggetti dal finestrino, è verboten sostare lì piuttosto che là. Ma avevano anche sedili imbottiti, autoradio e aria condizionata. Noi non eravamo certamente preparati a tutto ciò. Dal cuore ci è venuto un Deutschland über alles (ndr La Germania al di sopra di tutto, tratto dall’inno nazionale tedesco).
[ DI TUTTO UN PO’ SVAGO GIOCHI CURIOSITà ]
Texas Hold’em: affrontare un giocatore tight Continuando l’analisi delle strategie di gioco da adottare per fronteggiare i diversi tipi di giocatori che possiamo incontrare in un tavolo di Texas Hold’em, in questo appuntamento cercheremo di inquadrare uno stile di gioco che risulti vincente contro i giocatori più solidi e conservativi: il Nit e il TAG. Abbiamo già accennato come il Nit sia un giocatore estremamente conservativo, entra in gioco solo con mani fortissime (monster hands) ma lo fa in modo passivo. Raramente rilancia preflop e spesso anche dopo il flop si limita a chiamare le puntate altrui. In questo modo non sfrutta la possibilità di far salire il piatto e corre il rischio di far chiudere un progetto ad un avversario, ma non bisogna farsi ingannare e cadere nella trappola di crederci tanto forti da portare via il piatto con un grande rilancio. Se il giocatore Nit è veramente tale avrà facilmente una coppia di A o di K e sicuramente verrà a vedere il nostro rilancio anche con carte comuni potenzialmente pericolose – magari con un board doppiato (cioè con una coppia scoperta), possibili scale o colori. Per questo motivo è importante capire il tipo di giocatore che affrontiamo. Un call da UTG o da early position potrebbero essere sinonimo di grande forza in caso di giocatore tight, o al contrario un tentativo di giocata azzardata se questa mossa viene fatta da un giocatore loose. Quindi un call ad un forte rilancio post flop dovrebbe farci pensare ad una monster hand per un giocatore Nit, o un progetto (ma anche una doppia coppia improbabile) se la giocata viene da un giocatore meno solido. Tipicamente la posizione ideale in cui sedere rispetto a un un Nit è alla sua destra. Difficilmente questo tipo di giocatore difende i bui che potremo rubare più spesso sfruttando la nostra aggressività, ma bisogna ricordarsi di rispettare i (pochi) bet o raise che ci verranno piazzati da questo tipo di giocatore, perché rappresentano quasi sicuramente una mano fortissima. Tendenzialmente un Nit non ama rischiare ed è compiaciuto dalle proprie chips, pertanto può essere molto redditizio adot-
Sudoku
Mini Glossario Overcards Le carte in nostro possesso di valore superiore a quelle scoperte sul board (community cards). Over Pair Si ha una overpair quando avendo una coppia in mano questa è di valore superiore a qualsiasi carta sul board. Outplay Una giocata strana, inaspettata. Monster Hand Una starting hand fortissima, letteralmente una mano mostruosa.
tare uno stile aggressivo. Quindi anche se saremo portati a giocare più aggressivamente un range di mani maggiore e a tentare dei bluff più regolarmente di quanto faremmo con altri giocatori, per il successo che questo tipo di atteggiamento riscuote contro un Nit, dobbiamo anche essere pronti a foldare persino una top pair se le nostre puntate vengono viste o addirittura rilanciate da un giocatore che si è inquadrato come solido e conservativo. Tutt’altro discorso va invece fatto sul TAG. Il giocatore tight aggressive è uno dei più difficili avversari che si possano incontrare al tavolo e non per nulla questo stile di gioco viene spesso considerato come il più redditizio e vincente. La maggior parte dei professionisti del Texas Hold’em possono essere inquadrati in questa categoria, anche se la nuova leva di giocatori provenienti dal gioco online vede una considerevole presenza di loose aggressive. Anche il TAG come il Nit entra con un range di mani molto ristretto, e raramente fuori posizione, ma lo fa in modo decisamente più aggressivo rilanciando e controrilanciando preflop, ottenendo così il duplice vantaggio di imporre il fold ai giocatori più deboli e contemporaneamente massimizzare la vincita facendo salire la dimensione del piatto. Per questa ragione sarebbe bene entrare contro questo tipo di giocatori solo avendo in mano un’ottima starting hand. Non bisogna farsi spaventare eccessivamente da un raise o un reraise da parte di un TAG; non necessariamente significa che abbiano legato un punto fortissimo. Per un TAG la continuation bet è una mossa standard e tipicamente potrebbe puntare in semi bluff con un progetto aperto o anche solo due overcards, ma anche foldare una top pair se aggredito da un giocatore che si sia mostrato molto solido. Questo tipo di giocatore ama entrare solo in mani in cui si sente confortevole: raramente si infila in situazioni scomode e di difficile interpretazione, anche perché a differenza del LAG tende a giocare prevalentemente sulle proprie carte non essendo particolarmente abile nel leggere le mani altrui. Questo è uno dei motivi che lo induce a spingere preflop in modo da selezionare i giocatori in una mano, e sfruttare questo aspetto cercando di metterlo sotto pressione può essere un’ottima tattica per risultare vincenti contro un TAG. Giocare in modo fuorviante cambiando spesso lo schema di puntate, magari rilanciando con mani spazzatura o appoggiandosi al contrario con mani molto forti, può facilmente far perdere i riferimenti, e se riusciamo a mettere in crisi un TAG obbligandolo a prendere molte decisioni difficili riusciremo probabilmente a indurlo all’errore. Tendenzialmente un TAG è portato a foldare se viene aggredito, ma raramente
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[ DI TUTTO UN PO’ ] rischia il proprio all-in se non con un punto molto forte, e in un caso simile chiameremo solo avendo in mano la nut hand. Rimanere quindi in attesa dell’azione del nostro avversario, e limitarci magari al solo call avendo il punto più forte è una delle tattiche che possono farci pagare da un TAG. Se invece decidiamo di aggredire con un bluff consideriamo che facendolo al turn, magari con un possibile progetto ipoteticamente chiuso proprio con la quarta carta, potrebbe più facilmente indurre l’avversario al fold, tenendo presente che un TAG raramente entra con connectors o progetti a colore dalle prime posizioni, e al turn le probabilità di migliorare il proprio punto scendono sensibilmente. Sedere con un TAG alla propria destra non è drammatico anche se in linea di principio sarebbe meglio sedere alla sua destra, è comunque preferibile avere un TAG alla propria sinistra piuttosto che un LAG o un Maniac che sicuramente possono metterci in maggiore difficoltà da quella posizione. UTGaber
La saggezza di Nonna Elena: “Chi di libertà è privo, ha in odio di essere vivo”
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[ DALLA PROVINCIA... ]
R...Estate in Provincia! Nasce “Vacanze in Brianza”: La 1°guida agli eventi della Brianza - Estate 2010
vengono indicati i riferimenti per approfondire date, orari, luoghi, ecc. “Capita spesso, soprattutto in estate, di cercare opportunità di svago e divertimento – spiega il Presidente Dario Allevi - Anche il nostro territorio sa offrire eventi ed appuntamenti degni di interesse, attraverso la scoperta delle numerose ricchezze storiche, artistiche e culturali della nostra Brianza. Basta viverla un po’ di più e conoscerla meglio per apprezzarne le straordinarie bellezze”. “Il nostro auspicio è offrire ai cittadini non solo uno strumento utile per organizzare il tempo libero - ha aggiunto l’Assessore Andrea Monti ma anche e soprattutto l’occasione per incentivare la conoscenza della Brianza da parte di chi la abita, valorizzando in tal modo le risorse e le peculiarità che la contraddistinguono e promuovendo altresì la nascita di quel ‘turismo sotto casa’ che, grazie alla validità delle numerose e variegate iniziative in calendario, potrà fornire un impulso determinante al più generale sviluppo turistico del nostro territorio”. TURISMO IN BRIANZA, C’E’ TANTO DA SCOPRIRE! Puoi trovare la guida, realizzata in 75.000 copie, in tutte le sedi istituzionali della Provincia, le sedi municipali, e le biblioteche della Brianza. Info su: www.provincia.mb.it
La Provincia MB ha ideato la 1° guida VACANZE IN BRIANZA: un utile riferimento per conoscere tutti gli appuntamenti in calendario durante la stagione estiva targata MB. Sulle orme del Ciapìn - folletto della tradizione lombarda, che nell’occasione veste i panni di una mascotte speciale – VACANZE IN BRIANZA ci conduce giorno per giorno tra le centinaia di eventi che concorrono ad impreziosire la nostra estate, all’interno di un percorso itinerante che saprà fornire spunti ed idee sempre nuove, interessando tutte le realtà del nostro territorio. VACANZE IN BRIANZA presenta, infatti, oltre 200 eventi fra mostre, esposizioni, spettacoli musicali, teatrali, cinematografici, festival, concerti, sagre, feste, mercatini, rievocazioni storiche, rappresentazioni, manifestazioni sportive, raduni, conferenze, concorsi ed ogni altra occasione capace di animare la stagione estiva, cui si aggiungono più di 50 itinerari a carattere naturalistico, storico, artistico e culturale: il risultato è una copertura temporale e territoriale completa, per un totale di 108 giorni consecutivi, dal 15 giugno al 30 settembre 2010, durante i quali tutti i 55 Comuni MB sono interessati da almeno uno degli appuntamenti in calendario. Per ciascuno di essi,
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[ SPORTIVAMENTE ]
Lo sport in un tubetto di dentifricio
[ di Juri Casati ]
Il 12 e 13 Giugno si è tenuto all’Autodromo di Monza il 35° Festival dello Sport organizzato dall’U.S.S.M., Unione Società Sportive Monzesi, con lo scopo di promuovere la pratica sportiva e di far conoscere le società sportive brianzole. La manifestazione ha raccolto l’interesse di migliaia di partecipanti e ha coinvolto centinaia di atleti di decine di società diverse. Le discipline rappresentate sono state circa settanta: dagli sport più noti come la pallacanestro a quelli meno noti come la lotta senegalese o del tutto sconosciuti come il tchoukball fino ad arrivare a discipline di solito non classificate come sportive come il modellismo ferroviario. La presenza di queste ultime “discipline” unita alla presenza degli stand di una decina di associazioni - dal-
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l’ADMO alla Protezione Civile - hanno in realtà connotato il Festival come un evento non meramente sportivo, ma come una festa dell’associazionismo in genere. Il Festival dello Sport è stato aperto da un convegno intitolato “Sport: una grande opportunità”. Il saluto d’apertura è stato affidato a Dario Allevi, Presidente della Provincia di Monza e Brianza. Non è stato un caso perché uno degli aspetti di novità che gli organizzatori hanno voluto introdurre in questo Festival dello Sport rispetto ai precedenti è stato il passaggio da un ottica cittadina ad un’ottica provinciale. I relatori politici hanno sviluppato il tema dell’opportunità concesse dallo sport in due diverse direzioni. Andrea Arbizzoni, Assessore allo Sport del Comune di Monza, ha esplorato le potenzialità dello sport in ambito sociale. In particolare Arbizzoni ha ricordato che dal 28 giugno al 4 luglio Monza ospiterà la XXVI edizione dei Giochi Nazionali Estivi Special Olympics Italia (gare per persone con disabilità intellettiva) il cui villaggio olimpico verrà allestito proprio all’interno dell’Autodromo di Monza. Per l’occasione sono attesi 1.500 atleti, 500 accompagnatori e tecnici, 1.000 volontari e 2.000 familiari. Andrea Monti, Assessore al Turismo della Provincia di Monza e Brianza, ha esplorato le potenzialità economiche dello sport sviluppando il tema della possibile positiva ricaduta di immagine data dallo sport sull’area brianzola. In questo senso è stato
portato l’esempio della XXI edizione del Giro d’Italia Femminile che avrà la tappa finale a Monza l’11 luglio. L’intervento di Giuseppe Saronni, ex campione del Mondo di ciclismo e oggi team manager della Lampre-Farnese Vini, è stato improntato alle sue esperienze personali. Saronni ha elencato con grande lucidità le opportunità che lo sport gli ha concesso: l’aver fatto di una passione la propria professione, l’aver conosciuto persone importanti, l’aver visitato tanti luoghi, l’aver avuto un’indipendenza economica. Saronni ha intessuto il suo intervento di ricordi intimi ed esempi - per certi versi spiazzanti - che sarebbe sbagliato definire soltanto aneddoti. Ne citò due. Sentendolo parlare di indipendenza economica pensavamo che Saronni intendesse l’indipendenza economica datagli dal professionismo ad alto livello. Invece Saronni ha ricordato con affetto i primi soldi guadagnati, quelli vinti da ragazzo alle gare al Vigorelli, dal momento che essi costituirono la prima paghetta della sua vita. Un altro ricordo che Saronni ha voluto citare e sottolineare risale ai primi anni 70’ quando era un minorenne ad inizio carriera. Con la Nazionale andò a fare delle gare a Berlino Est e per andarci bisognava oltrepassare la frontiera cittadina, il famigerato muro di Berlino. Egli rimase fortemente colpito dai controlli fatti dalla polizia di frontiera ad una famiglia che doveva varcare la medesima frontiera: tali controlli erano talmente meticolosi che un tubetto di dentifricio di questa famiglia venne schiacciato per terra per svuotarlo completamente del suo contenuto. Singolare immagine - evocativa e potente quella scelta da Saronni per indicare un’opportunità che lo sport gli ha concesso: vedere un tubetto di dentifricio schiacciato implacabilmente ad una frontiera che correva all’interno di una città.
[ DAL COMUNE... ]
Iniziative dell’Assessorato al Turismo e Spettacolo MONZAESTATE 5-20 luglio Cortile antistante la Villa Reale Torna la rassegna dei grandi concerti di musica leggera nella splendida cornice della Villa Reale, con un programma dedicato come ogni anno a tutta la cittadinanza, arricchito da due grandi appuntamenti di livello internazionale. Inizio concerti ore 21.00. Programma: 5 luglio 2010 - FICHI D’INDIA 8 LUGLIO 2010 - LUDOVICO EINAUDI 12 LUGLIO 2010 - JETHRO TULL 13 LUGLIO 2010 - PAT METHENY GROUP concerto inserito nel Brianza Open Jazz Festival 15 LUGLIO 2010 - CRISTIANO DE ANDRE’ 20 LUGLIO 2010 - CARMEN CONSOLI Prevendite e informazioni: Ufficio IAT di Monza - Pro Monza Piazza Carducci (Portici Palazzo Comunale) 039.323222, tutti i giorni 9-12 15-18 chiuso festività civili e religiose pro.monza@tiscali.it Prevendite abituali: Internet: Circuiti Ticketone, Ticket.it, Vivaticket, Ticketweb, Greenticket Prenoticket: con carta di credito - 02.54271
BRIANZA OPEN JAZZ FESTIVAL 17 giugno - 14 luglio 2010 Comuni del Polo del Jazz di Monza e Brianza Decimo anniversario per la rassegna di concerti organizzati dal Polo del Jazz di Monza e Brianza nelle piazze, parchi e nei luoghi storici ed identificativi del territorio monzese e brianteo. Programma: Venerdì 2 luglio ROBERTO GATTO QUINTET THE MUSIC NEXT DOOR • MONZA - Cortile antistante la Villa Reale Venerdì 09 luglio TULLIO DE PISCOPO TRIBUTE TO GRAND MAX ROACH • MONZA - Cortile antistante la Villa Reale Martedì 13 luglio PAT METHENY GROUP “THE SONG BOOK TOUR - 2010” • LISSONE - Piazza Libertà in caso di maltempo Palazzo Terragni Mercoledì 14 luglio
TOMMASO STARACE QUARTET DON’T FORGET Tutti i concerti iniziano alle ore 21.00 e sono ad ingresso gratuito, ad eccezione di quello di Pat Metheny programmato il 13 luglio. Informazioni: Ufficio IAT di Monza Piazza Carducci (Portici Palazzo Comunale) 039.323222, tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00. pro.monza@tiscali.it www.brianzaopen.com
BRIANZA BLUES FESTIVAL 16 - 18 luglio 2010 Cortile antistante la Villa Reale Festival che si terrà dal 16 al 18 luglio 2010 nel Cortile antistante la Villa Reale, ideato e promosso da Blues For People, associazione no profit che ha come scopo la diffusione del blues come strumento di educazione della persona al Bello e al Vero, con il Patrocinio e il sostegno dell’Assessorato al Turismo e Spettacolo del Comune di Monza. Il Brianza Blues Festival ospiterà grandi interpreti del blues assieme a giovani band che apriranno i concerti delle tre serate. Apertura cancelli ore 17.00 - Inizio concerti ore 18.00 - Chiusura ore 24.00 Programma: - Venerdì 16 luglio Distretto 51 - Treves Blues Band Davide Van De Sfroos - Sabato 17 luglio Matt Oree - Blues Brothers Band Solomon Burke - Domenica 18 luglio Experience Hendrix Tour with: Mick Taylor - Billy Cox - Sonny Landreth Ingresso a pagamento Info biglietti: 392.4748659 Informazioni: www.brianzablues.it Ufficio IAT di Monza Piazza Carducci (Portici Palazzo Comunale) 039.323222, tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00. pro.monza@tiscali.it
CINEMA SOTTO LE STELLE 19 giugno - 8 settembre 2010
ad esclusione delle date dei concerti programmati nel Cortile antistante la Villa Reale
Cortile d’onore della Villa Reale
Viale Regina Margherita di Savoia Sabato 19 giugno si aprirà la nuova edizione del “Cinema sotto le stelle”, la rassegna cinematografica all’aperto promossa e organizzata dall’Assessorato al Turismo e Spettacolo, in collaborazione con SpazioCinema Monza, gestore delle sale cinematografiche cittadine. Dopo il successo delle ormai consolidate rassegne di qualità Al cinema con tè, A qualcuno piace al cinema, Sound & Motion Pictures, Rivediamoli, e la novità di quest’ultima primavera Sabato in Festa la rassegna di film per famiglie, torna anche l’offerta estiva cinematografica nella splendida cornice del cortile d’onore della Villa Reale con la proiezione di importanti anteprime e prime visioni, dall’attesissimo sequel SEX & THE CITY 2 il 21 giugno, direttamente dall’ultimo Festival di Cannes LA NOSTRA VITA di Daniele Luchetti e l’avventuroso ROBIN HOOD di Ridley Scott con Russel Crowe. Inoltre l’attesa anteprima di SHREK E VISSERO FELICI E CONTENTI, il 26 agosto. Saranno proposti più di 70 titoli, tra successi cinematografici della scorsa stagione e film di recentissima uscita, una programmazione di qualità con un occhio di riguardo alle produzioni nazionali: partendo da Shutter island, Il concerto, Basilicata coast to coast, Departures, E’ complicato, Il mio amico Eric, Agorà, Cado dalle nubi, Soul kitchen, Basta che funzioni, Happy family, Avatar, Bastardi senza gloria, Up, Green zone, Cosa voglio di più, Alice in wonderland, Gli abbracci spezzati, Baaria, Mine vaganti, Invictus, Sherlock Holmes, Matrimoni e altri disastri, Genitori e figli, Amabili resti, Lo spazio bianco, Crazy heart, Il riccio, La ragazza che giocava con il fuoco, La regina dei castelli di carta, e molti altri ancora. Nelle serate di programmazione sarà attivo il servizio interno di ristoro a disposizione degli spettatori dell’Arena estiva. Confermata anche la possibilità per la cittadinanza di partecipare gratuitamente, fino ad esaurimento posti, alla proiezione del film in programma la sera di ferragosto. Per informazioni: SpazioCinema - 02.43912769 int. 3 www.monzacinema.it Ufficio Turismo e Spettacolo Comune di Monza - 039.2372222 turismo@comune.monza.it www.comune.monza.it
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[ LE SCIURE ]
Le sciure... La redazione risponde [ MEGLIO PERDERLO CHE TROVALO… ]
Care Sciure, vi scrivo perché ho voglia di esporre al pubblico ludibrio il mio ex “quasi-fidanzato”. Il signor Coniglio ha scelto la sua cena di compleanno da me organizzata per dare sfogo alla sua recondita follia ed abissale insicurezza. Amareggiato dalla convivialità manifestata da me e dal nostro comune amico (colui che ci ha fatti conoscere), offeso dal fatto che si parlasse di lavoro (mentre lui è solito alzarsi dal letto non prima dell’ora di pranzo) ha, suppongo, favoleggiato una relazione segreta fra me e l’amico (ventennale) in questione e, dopo una sigaretta, mentre io tornavo al tavolo dicendogli le parole: “ora andiamo a casa e ti do il mio regalo (per questioni di date aveva già intuito che si trattava di un viaggetto romantico in un 5 stelle)” lui serafico mi risponde: “ti raggiungo, amore, vado un attimo alla toilette!”. Passano 5, poi 10 minuti ed a quel punto io e l’amico iniziamo a preoccuparci… Il nostro amico lo cerca, quindi, nel bagno degli uomini: scomparso. Colto da un dubbio assurdo, che inizia però a concretizzarsi, esce dal locale e si dirige verso il parcheggio: anche la sua automobile, con la quale eravamo arrivati in tre, era scomparsa. Strisciando come un verme se n’era proprio andato. Eravamo a piedi, a 15 km da casa. Ciliegina sulla torta? Il conto da pagare! Princy Cara Princy, quando abbiamo letto la tua mail siamo rimaste tutte e tre in silenzio per cinque minuti, guardandoci attonite ed immaginando la scena: sembrava una situazione da telenovela di quart’ordine; l’immagine del “ninja che fa le scale”, ma quello era per evitare la mamma. Io ti confesserò che di primo acchito ho pensato al “rigatino” di Amici Miei, solo che quello era fatto da Ugo Tognazzi e con sana goliardia. Certo che questo Mr Coniglio è riuscito ad allibirci e, ti garantisco, che anche noi nella
vita ne abbiamo viste tante! Ma una persona che senza proferir parola prende ed esce dalla porta del retro tipo imbucato ad una festa che viene scoperto, la sera della cena del suo compleanno mollando lì fidanzata e amico a piedi, col conto da pagare…mai nemmeno immaginato!!! Comunque, bando agli stupori, siamo tutte e tre concordi nel dire che il Coniglio narcolettico, ti ha fatto un regalo grandissimo in occasione del suo compleanno: buttarsi fuori dalla tua vita. Sicuramente lui si vergognerà della megafigura di palta a vita!!! Pensiamo anche che una persona che ha avuto una reazione così, silenziosa e codarda, senza una vera ragione, sia meglio perderla che trovarla: ai limiti della psicopatia, a nostro modesto parere. Un consiglio? Goditi alla sua faccia il cinque stelle, magari con un amico e, quando sarai via, fatti pure un bel brindisi alla tristezza della sua vita e allo splendore della tua! Noi brinderemo con te! Cin cin! Le sciure
Caro Tommaso, ci dispiace davvero tanto per te. Purtroppo spesso è solo l’esperienza che insegna che esaminare il vicinato è il primo fattore da valutare nella scelta di una casa. Quanti anni ha la simpatica nonnina?... possiamo solo augurarti buona fortuna!
[ I TAXI A MONZA? ]
Care Scuire, Possibile che in una città come Monza, ricco capoluogo di provincia, non debba esistere un servizio di taxi? L’altra sera, uscito alle ore 11 da un ristorante, la macchina ha deciso di non partire. Ho dovuto telefonare a mio padre per farmi soccorrere. Ma a voi sembra che questa sia una situazione accettabile per un paese civile? Loris Purtroppo hai fotografato una situazione di fatto, una carenza che non è opinabile!
[ QUANDO IL VICINO E’ UN FICCANASO ]
Care Sciure, ho appena comperato casa, ci ho messo molto a decidermi a fare il grande passo ma poi, approfittando dalla crisi che ha fatto scendere i prezzi di mercato e risoluto ad agire fintanto che ho un posto di lavoro fisso col quale chiedere un mutuo in banca, mi sono persuaso e mi sono lanciato. Prima di scegliere il mio nido ho maniacalmente visionato almeno una trentina di appartamenti. Ho meticolosamente ponderato e vagliato pro e contro di ogni soluzione propostami, ho ribaltato come un calzino cantine, solai ed annessi…infine ho scelto: sono diventato proprietario di un bellissimo bilocale con terrazzo. Tutto perfetto. Almeno credevo, poi ho conosciuto LEI, la sig. ra Caterina. La vicina di pianerottolo. Una vecchia maligna e ficcanaso. Come posso sopravvivere alle sue angherie? Come conquistare la tanto sospirata privacy ? Possibile che liberatomi dal tetto materno debba incappare in questa punizione divina? Tommaso R.
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