© foto e testi di Giuliana Cavezzi & Antonio Corradetti
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ACADIA la casa dell'anima Citazioni da canzoni e poesie di Zachary Richard
Questa volta non vogliamo raccontare un classico viaggio o un luogo visitato. Si tratta di un itinerario del cuore. I fatti si svolgono in Canada e in Louisiana e risalgono a epoche lontane e questa è solo una piccola traccia per una grande storia, una specie di "viaggio nel giardino", in cui liberamente abbiamo immaginato di essere in altri posti e in altri tempi. E' il nostro piccolo, appassionato tributo all'Acadie e al popolo Cadien, una storia quasi dimenticata che noi abbiamo conosciuto partendo dalla musica di Zachary Richard. In una specie di collaborazione virtuale, a distanza, con molta libertà, abbiamo associato versi di sue canzoni e poesie, a foto da noi scattate in vari posti d'Europa, molto lontano dalla sua nativa Louisiana e dalle fredde terre del Quebec, dove tutto ha avuto inizio. Le immagini dunque non corrispondono realmente ai posti di cui si parla, ma hanno solo il compito di suggerire ed evocare situazioni e sentimenti. Se ci riusciranno, potranno comunicare il fatto che questa storia è un simbolo di tante altre storie e va oltre i suoi confini. La drammatica odissea del piccolo popolo acadiano che voleva solo avere il diritto di vivere in pace e libertà, può rappresentare la tragedia e il dolore di mille altre genti e si collega direttamente al dramma attuale dei migranti in cerca di asilo che giungono in Europa. Non solo, ma l'dea dell'Acadia, la terra perduta, e il viaggio verso una nuova patria, possono essere interpretate come una ricerca interiore, come un cammino spirituale di conoscenza. In questo nostro strano esperimento ogni foto si fonde con le parole, suscita un'emozione e disegna la tappa di un racconto, tracciando un esile sentiero che invita ad essere percorso fino in fondo.
"Durante il mio primo viaggio in Acadie, io fui talmente sconvolto, che non me ne sono mai più ripreso." Z.R. Zachary Richard è un compositore, cantante, poeta ed ecologista impegnato (ma più precisamente si può dire che egli lotti per difendere tutto ciò che ama) le cui radici affondano nella ricca cultura cajun della sua terra, la Louisiana. La sua opera musicale e poetica, pur basandosi su questo background, si evolve e trascende ogni etichetta e delimitazione, creando un mondo unico che abbraccia temi universali. Egli è anche autore di libri per bambini, produttore di documentari e sostenitore dei programmi di immersione per preservare il francese in Louisiana. La presa di coscienza della travagliata storia dell'Acadie, terra di origine dei suoi avi e di tutta la gente Cajun, è il punto di svolta della sua evoluzione artistica e la scintilla che lo ha portato ad essere uno dei maggiori testimoni e paladini di una cultura che sembrava ormai destinata all'oblio. Con la semplicità e la profondità della vera poesia, egli presta la sua voce dolente e appassionata a storie, animali e persone condannate a scomparire ed estinguersi, agli sconfitti,
agli eroi del quotidiano, a chi è
capace di resistere. Suo cavallo di battaglia l'uso della lingua francese dei suoi antenati acadiani, come atto di resistenza all'omologazione anglofona americana.
"Io abito in una capanna sull'altra riva dell'infinito dove gli spiriti degli animali vengono a grattare alla mia finestra" L'Acadia fu fondata da coloni francesi nel 1604 nella zona del Canada orientale, appena al disotto della penisola di Terranova, attualmente corrispondente a New Brunswick, Nuova Scozia, Isole Royal e Isola Saint Jean. Essi erano in fuga dalle guerre che imperversavano in Europa, alla ricerca di nuove opportunitĂ per un'esistenza tranquilla. Nel Nuovo Mondo trovarono condizioni di vita estremamente difficili in un territorio freddo e selvaggio. I primi pionieri vennero decimati a causa degli stenti e delle malattie. La comunitĂ riuscĂŹ a sopravvivere grazie all'aiuto delle popolazioni indigene Mi'qmacs e all'arrivo di nuove forze dalla Francia. Furono anni di duro lavoro per dissodare i campi, costruire abitazioni, arginare i fiumi e lottare contro l'ostilitĂ dell'ambiente.
"Io vengo dalla campagna, io abito nel fondo di un bosco" Questo piccolo popolo pacifico e lavoratore si ritrovò ben presto ad essere preda delle mire espansionistiche dei vicini Inglesi, sotto il cui dominio passò nel 1713. Nonostante la pressante e ripetuta richiesta di un atto di fedeltà alla Corona britannica, gli Acadiani riuscirono sempre a mantenere una posizione di neutralità. Essi rifiutarono di cedere su tre punti: il diritto di praticare la loro religione, la conferma della proprietà delle loro terre e l'esenzione dall'obbligo di portare armi, cosa che li avrebbe costretti, in caso di guerra, a combattere contro i francesi e i loro alleati, i nativi Mi'qmacs.
" Pagaiate, cari compagni, pagaiate. Ancora lontano dal finire la giornata. Io sono viaggiatore delle acque e corriere dei boschi, dal nord Manitoba all'Illinois, io conosco tutti i fiumi, tutti i ruscelli, dall'Ile d'Orleans fino alla Terra Alta." L'alleanza con la vicina popolazione indigena, consolidata da matrimoni misti, aiutò lo sviluppo della comunità acadiana e il controllo del territorio. Gli intrepidi " coureurs de bois" e "voyageurs", francesi e mezzosangue, attraverso fiumi e
si spingevano anche molto lontano,
foreste, fino a terre loro sconosciute e alle grandi pianure. Essi
commerciavano in pelli con varie tribĂš native con le quali stabilirono pacifici rapporti di solidarietĂ e diedero origine a una nuova etnia di discendenza mista.
"Ogni giorno mi sveglio presto e lavoro fino a che c'è luce" Superato il durissimo periodo dell'insediamento, l'Acadie conobbe un periodo di sviluppo e relativo benessere. La colonia, sotto la forte influenza dei padri gesuiti, si distingueva per
la profonda fede cristiana, la laboriositĂ , le abitudini pacifiche, e il legame di
sostegno e reciproca solidarietĂ tra i suoi abitanti, per cui, ad esempio, i bambini orfani non venivano abbandonati, come era consuetudine a quei tempi, ma allevati da altre famiglie, come figli propri. La donna inoltre ricopriva un ruolo di grande importanza, sia nella gestione della casa, sia in ambito economico e nel lavoro agricolo.
"Destatevi, destatevi, uomini acadiani, per salvare il villaggio, per salvare il retaggio, Destatevi, destatevi...." Le richieste degli Inglesi si facevano sempre piĂš pressanti. Fu offerta ai coloni francesi la scelta tra un giuramento di assoluta fedeltĂ alla Corona inglese, e l'abbandono immediato e definitivo delle loro proprietĂ . Gli Acadiani continuarono a rifiutare e restarono sulle loro terre. Nel settembre 1755 tutti gli uomini del paese Grand PrĂŠ vennero convocati dai Britannici. Non appena si radunarono nella chiesa di Saint Charles, i soldati sbarrarono le porte e diedero lettura dell'Ordine di Deportazione. Le Grand Derangement era iniziato.
"Ho visto la mia bella casa data alle fiamme, e io sono rimasto orfano, orfano dell'Acadie" Mentre gli uomini erano chiusi nella chiesa, altri soldati incendiarono le case e i raccolti e costrinsero donne e bambini a imbarcarsi su navi che li avrebbero dispersi in terre lontane.
L'operazione di pulizia etnica venne estesa a tutta la colonia. Tanti Acadien
vennero uccisi, molti rinchiusi per parecchi anni in campi di prigionia o nelle carceri in Inghilterra. Un buon numero venne deportato in varie colonie inglesi del Nuovo Mondo, o rimandati in Francia. Per tanti di essi iniziò un'odissea terribile. Alcuni fuggirono nelle foreste. Molti perirono di stenti, di freddo o malattie. Prima della Diaspora l'Acadia contava circa 18.000 anime, due anni dopo i sopravvissuti erano solo la metà . Se
gli Acadiani avessero potuto continuare la vita pacifica nella
propria terra, oggi, si stima che la persone.
loro popolazione sarebbe di oltre sette milioni di
"Ho cercato attraverso il mio inverno, accecato da questa grande luce, nel silenzio e nel ghiaccio, io ho cercato senza trovare una traccia" Queste parole ricordano l'angoscia e il dolore di chi si ritrovò vittima innocente di sopraffazione e ingiustizia, ridotto a vagare, solo, senza rifugio e senza mezzi, nel freddo inverno canadese.
" La luna è piena, questa sera ci uniremo a Beausoleil. Farà chiaro nel fondo della foresta. Gli uomini sono già stanchi. L'inverno passato non siamo riusciti a trovare un rifugio. Si parla sempre più della Louisiana. Non era altro che un sogno che chiamavamo Acadie" Joseph Broussard, detto Beausoleil, fu il più importante capo della resistenza acadiana durante il Grand Derangement. Conoscendo il territorio e rifugiandosi nei boschi, egli condusse una strenua guerriglia dal 1755 al 1760. Venne poi catturato e imprigionato in un carcere inglese e poi ad Halifax (Canada) insieme alla sua famiglia e a suo fratello che era stato prima deportato in Carolina del Sud. Nel 1763, con la fine della Guerra dei Sette Anni, i due fratelli e i loro parenti furono liberati e riuscirono a organizzare un trasporto via nave di 193 Acadiani in Louisiana. Grazie alla loro resistenza e al loro coraggio venne fondata una Nuova Acadia. Morirono entrambi ad Attakapas (Louisiana) a causa di una malattia tropicale.
"Che il vento soffi sotto le tue ali, un vento dal nord che ti conduca in Louisiana. Io ti resterò per sempre fedele e spero di rivederti un bel giorno." Durante i tragici eventi del Grand Derangement, molte furono le famiglie disperse. Alcuni non rividero mai piÚ i propri cari. Per molti iniziò una lunga serie di peripezie per rintracciarsi e potersi infine ricongiungere.
"Ho camminato, ho pregato, ho remato, ho pianto, contro i venti, contro le maree." Durante il Grand Derangement gli Acadiani cercarono in ogni modo di riunirsi ai propri cari e di ritornare alle terre perdute. Molti riuscirono a fuggire dai luoghi di deportazione e si misero in viaggio verso l'Acadia. Dalla Carolina del Sud un buon numero di persone si mise in cammino attraverso i boschi. Soltanto di due di loro si ha notizia che riuscirono ad arrivare in Pennsylvania. Dalla Georgia duecento Acadiani partirono verso nord a bordo di vecchie barche. Ne sopravvissero solo ottanta e, quando raggiunsero Boston, vennero arrestati.
"Ci allontaneremo, attraversando i fiumi della nostra follia, via via più lontano, senza mai tornare indietro, lasciando tracce sempre più impercettibili, fino a che nessuno potrà più vederle del tutto." Grand Derangement, deportazione, esodo, esilio, diaspora, pulizia etnica, espulsione, in qualsiasi modo lo si definisca, questo evento segnò indelebilmente l'identità di un popolo. Un punto di non ritorno da cui ebbe inizio un'epopea durissima che trovò risoluzione solo grazie alla forza d'animo e allo spirito di resistenza dei sopravvissuti.
"Quando il vento del Nord parla con la sua grande voce per dirmi di partire verso Sud" Il ricordo dell'Acadia era sempre vivo nel cuore degli esuli e quando si diffuse la notizia che in Louisiana sarebbe stato possibile far rinascere una Nuova Acadia, gli esiliati, come uccelli migratori, da varie parti dell'America, con ogni mezzo, via mare o via terra, si misero in viaggio per raggiungere questa terra lontana e iniziare una nuova vita.
"Da Chignectou al Bayou Teche. Da Grand PrĂŠ a Grand Mamou, io ho camminato, io ho pregato, e non ho mai dimenticato." Da paesi e luoghi dell'amata Acadie perduta, a nuovi posti sconosciuti della Louisiana, senza mai perdere la memoria.
"Inviatemi un bel vascello, dalle vele bianche con un capitano coraggioso. Per navigare tra le stelle fino al paese del mio amato" Anche gli Acadiani deportati in Francia, a distanza di trent'anni dal Grand Derangement, nonostante si fossero ormai ben sistemati e che molti esuli fossero ormai morti e nuovi figli nati sul suolo francese, decisero comunque di emigrare in massa (1592 persone), con sette navi, verso la Louisiana, pur di ricongiungersi agli altri Acadien e ridare vita alla comunitĂ .
"Come se tutto andasse bene, come se io ritornassi da un viaggio." Jean Baptiste Semer, uno dei tanti Acadiani esiliati, era stato deportato dall'Acadie a New York. Fuggito ad Haiti, si imbatté del gruppo di Beausoleil su un vascello in rotta per la Louisiana e si imbarcò con loro verso la nuova terra. Questo è un brano della lettera che scrisse ai genitori che erano stati deportati in Francia e che riuscì miracolosamente a contattare. Quindi vi dico, mio caro padre, sono arrivato qui il mese di febbraio 1765 insieme a 202 persone acadiane, tra cui Joseph Broussard detto Beausoleil e tutta la sua famiglia..... tutti provenivano da Halifax e avevano attraversato il Cap François. Beausoleil ha preso a bordo queste persone e ha pagato il passaggio a coloro che non avevano nulla. Dopo di noi sono arrivati ancora altri 105 in un altro vascello e poi 80, 40, 20 o 30, in tre o quattro altre barche. Penso che ora siamo circa 500-600 Acadiani, tra cui donne e bambini.
"La vita è effimera come i fiori della primavera. Meglio approfittare del tempo che ci è concesso." Narra la leggenda che la prima cosa che gli Acadiani fecero allo sbarco in Louisiana, fu di danzare una giga per la grande gioia di aver trovato una nuova patria. Già si delineano chiaramente i tratti tipici del carattere del popolo Cadien (Cajun): resistenza alle avversità, facilità di adattamento e capacità di rinascita (resilienza), amore per la musica e la danza, desiderio di sfruttare ogni occasione per fare festa; abbandono sfrenato ai momenti di gioia, anche nei periodi di grande difficoltà.
"Io non sono che un'ape perduta tra i tuoi fiori" Gli esiliati acadiani sono pronti a rinascere, a ricominciare con coraggio una vita nuova in un mondo nuovo e non certo facile. I territori dove hanno il permesso di insediarsi sono spesso paludosi, pericolosi e selvaggi, ma a loro sembrano un paradiso. Essi sono pronti ad ogni fatica pur di poter assaporare di nuovo tutto il miele della vita e poter dire ancora "questa terra è la mia terra" Ancora dalla lettera di J.B. Semer ai genitori: ....sette o otto uomini sono stati inviati per esplorare le terre e i posti al fine di trovare una buona sistemazione e ci
hanno riferito che ad Attakapas c'erano delle magnifiche
praterie con le piĂš belle terre del mondo.
"Verde è il colore della speranza che io vedo in fondo ai tuoi occhi, i tuoi begli occhi che brillano come il sole del mattino nella valle d'amore" E di nuovo nasce la speranza di una possibilità di vita serena e pacifica. Sempre dalla lettera di J.B. Semer, due frasi che interpretano molto bene i sentimenti e la natura del popolo acadiano all'arrivo in Louisiana: ...Concedono 6 acri alle persone sposate e 4 a 5 ai giovani, così abbiamo il vantaggio, mio caro padre, di essere sulla nostra terra, e di poter dire ho una casa mia. ...Quanto più si lavora più si guadagna, senza far torto a nessuno.
"Io prendo il mio violino e afferro il mio archetto e suono il mio vecchio valzer per far danzare i miei amici" Gli Acadiani nella loro nuova terra, ancora sotto shock per la tragedia vissuta, costituivano una comunitĂ molto diffidente e chiusa verso governanti e amministratori e molto aperta con altri profughi e diseredati, come loro in cerca di asilo. Mescolandosi con ex schiavi, neri, tedeschi e irlandesi, essi diedero vita a una popolazione creola, che venne chiamata Cajun (anglicismo per Cadien, pronuncia Cadjin, derivante da Acadien). Essi dimostrarono una capacitĂ unica nell'assimilare culture diverse, salvaguardando nello stesso tempo la propria ereditĂ culturale. Dovendo ricostruirsi in fretta una patria, essi si impegnarono in un lavoro massacrante che assorbiva tutte le loro giornate. Solo la sera trovavano conforto nella musica, nel canto e nei balli rurali. La musica li legava tra loro e alla bella Acadie perduta. Era la voce comune della loro nostalgia e della loro speranza.
"Fai la nanna piccolino, caldo caldo nel tuo lettino, sogna fino al mattino" Durante l'esodo gli Acadien non poterono portare con sÊ i loro strumenti musicali, a parte qualche violino. La loro musica riuscÏ a sopravvivere grazie ai canti tradizionali, agli inni e alle ninne nanne. Nel nuovo ambiente, vennero assimilate influenze musicali spagnole, tedesche, inglesi, nere e amerinde e vari strumenti come l'accordion, la chitarra, il washboard (strumento a percussione costituito da una tavola da bucato) e il triangolo entrarono a far parte della musica cadienne. Fais dodo è un'espressione tipica Cajun che significa fai la nanna. Il termine venne traslato nel significato di festa con ballo rurale, perchè in tali occasioni, quando gli adulti si riunivano nelle fattorie per divertirsi e danzare, i bambini venivano messi a dormire insieme in una stanza e cullati con ninne nanne.
"Essi erano vecchi e vivevano semplicemente, lavorando il loro campo. Non avevano bisogno di grandi cose poichÊ facevano raccolto. Si potrebbero chiamare raccoglitori della terra" Dopo il tragico strappo dalla propria patria, nell'animo Cadien si radicò con estrema forza l'attaccamento alla nuova terra e alla casa. Questo è un brano tratto da La ballade de Howard HÊbert che racconta la triste storia di Howard e sua sorella che, espropriati della loro antica casa di campagna e trapiantati in una nuova abitazione con tutti i comfort, morirono a breve distanza l'uno dall'altro. I fatti si svolgono ai giorni nostri e testimoniano come, sia pur a distanza di tanti anni, l'antico torto subito impedisca di tollerare e accettare qualsiasi altro tipo di sradicamento.
"Ho visto la mia terra sollevarsi, la mia famiglia fatta prigioniera. Ho sentito il bosco piangere, i ruscelli e i campi urlare." Un altro caso emblematico è la storia di Jackie Vautour, detto il ribelle di Kouchibouguac. I fatti risalgono al 1972, anno in cui 250 famiglie, per lo più di discendenza acadiana, in cambio di un piccolo indennizzo, vennero espropriate dalle loro terre nel nord-est del New Brunswick (Canada) per la creazione del parco nazionale di Kouchibouguac. Incredibilmente la storia bussò di nuovo alla porta degli Acadien, questa volta nelle vesti di uno sceriffo con un mandato di sfratto. Gli abitanti vennero sgombrati e le case spianate con i bulldozer. Jackie Vautour con la sua famiglia sfidò la legge e andò ad accamparsi dove era la sua casa. Altre otto famiglie seguirono il suo esempio e in breve Jackie divenne il capo della resistenza. Fecero seguito drammatici eventi, scontri con la polizia, lacrimogeni, condanne, carcere per Jackie e la sua famiglia, offerte di denaro, lunghi processi. Ma niente e nessuno fece desistere Jackie Vautour dal suo intento, neanche il freddo degli inverni canadesi riuscì a fiaccare la sua ferrea volontà di restare sulle terre dei suoi antenati.
"Io non sono che un lavoratore, non ho mai imparato a parlare bene. Guadagno la vita con le mie mani , ma questo non m'impedisce mai di pensare." Ma torniamo alla nostra storia. Le vaste pianure della Louisiana, anche se fertili e rigogliose, nascondevano molte insidie. Le terre assegnate agli Acadiani erano le pi첫 selvagge, malsane e vicine alle zone paludose (bayou). A prezzo di enormi fatiche fu necessario adattarsi rapidamente al clima torrido, agli uragani, alle paludi, alle febbri tropicali, alle nuove regole e istituzioni locali.
"Il ricco raccolto, la valle fiorita, il ceppo nel camino. Il villaggio tranquillo, i bambini che giocano al sole. La cenere degli alberi, le pietre della terra sono tutte addolorate. Non era altro che un sogno che chiamavamo libertĂ " La nostalgia per i bei villaggi natali dell'Acadia distrutti lacerava ogni cuore in esilio.
"Tuo padre e tua madre furono cacciati dall'Acadia, per il grande crimine di essere Cadien. Ma essi hanno trovato un bel paese, grazie buon Dio, per la Louisiana." Il ricordo ancora fresco dell'esodo forzato bruciava ancora, ma non c'era tempo per piangere e imprecare. Gli esuli acadiani ora erano i Cadien (o Cajun) della Louisiana e dovevano rinascere, ripartire da zero e cominciare un'altra vita.
"Dissemina il tuo amore come gli aironi nella palude. Come l'arcobaleno al sole, fai brillare il tuo amore. Invialo ovunque. Non farlo mai cadere. Dissemina il tuo amore." Nonostante fosse stato vittima di violenza e sopraffazione, il popolo Cadien non nutrì mai odio né rancore, né spirito di vendetta e riuscì a conservare la sua natura mite e pacifica. Salvo qualche eccezione, non esisteva schiavitù presso i Cadien e la gente di colore viveva liberamente insieme a loro.
"Caro bambino, quanto tempo dovrò attendere per trovare l'amore che mi farà danzare, tutta la notte, tutta la vita. Danzare, danzare, danzare" La gioia di vivere fu la luce che spazzò via le tenebre e portò al perdono. Quando il suono di un organetto o di un violino si alzava dai granai, dalle aie, dalle stanze delle fattorie e i passi di danza facevano scricchiolare i pavimenti di legno, o alzavano la polvere dei cortili, non c'era più dolore, non c'era più ghiaccio nei cuori, ma solo attimi di pura felicità e gratitudine. La musica era il grande antidoto, la chiave segreta che apriva la porta della casa in Acadia che ognuno conservava nell'anima.
"Vento d'estate, vieni a cacciare via tutti i miei guai" La propensione a godere dei momenti di festa, della musica e dei balli, fece sĂŹ che la societĂ americana considerasse i Cajun persone troppo gaudenti, assai rozze e prive di ambizione. Essi venivano trattati come una classe inferiore, molto arretrata. Nel 1916 fu emanata una legge che stabiliva l'obbligo di frequentare la scuola a partire dai sei anni di etĂ . I bambini Cajun subivano percosse e umiliazioni ogniqualvolta, invece dell'inglese, essi si esprimevano in francese, loro lingua madre. Di nuovo accadeva che un'operazione violenta di assimilazione anglofona arrivava a soffocare con prepotenza la vita del popolo dell'Acadie
"E sulla riva di un lago color d'ossigeno, tu laverai la mia piaga con acqua pura" Ogni dolore ha lasciato un segno, ogni ferita una cicatrice, ma, grazie alle persone che tengono viva la fiamma della memoria, il popolo Cajun continuerĂ a lottare per la sua cultura, per la sua lingua e per la libertĂ di essere se stesso. La sua canzone non potrĂ mai morire.
"Io resterò, resterò qui: Lascia soffiare il vento." Aver dovuto affrontare e superare tanti ostacoli nel corso della sua storia, ha temprato fortemente il carattere del popolo Cadien. La terra dell'accoglienza, la Louisiana, nonostante l'ospitalità, lo ha continuamente sottoposto a nuove durissime prove, come ad esempio i quattro terribili anni della Guerra di Secessione e le sue devastanti conseguenze. Ma le radici sono ormai profonde e salde. Nessuna inondazione, nessun catastrofico uragano, come Katrina nel 2005, nessun disastro ambientale, come la Marea nera del 2010, riuscirà mai a cacciarlo via da queste terre tormentate, e dunque ....laisse le vent souffler!
"Nel suo fogliame, dove i rami fanno i loro intrecci, le rondini ritornano ogni primavera" Temi ricorrenti: la migrazione, la partenza, la perdita, il ritorno, l'attaccamento al nido, la resistenza, il cuore fedele.
"Se io avessi le ali delle rondini, attraverserei le montagne e il mare, per posarmi accanto a te, mia bella, da dove non volerei mai piĂš via." Un cuore migratore sente dentro di sĂŠ una memoria antica, un'inquietudine inspiegabile, un richiamo segreto, un istinto a ricercare la sorgente della propria anima.
"In un cielo cosĂŹ chiaro, le stelle come dei fari mi invitano a navigare" Sentire di appartenere a due posti diversi e lontani, essere legato a due mondi, amare follemente le proprie molteplici radici e allo stesso tempo sentirsi per sempre senza radici.
"Siamo partiti tutti per lo stesso viaggio, ma ognuno segue la sua propria strada" Un viaggio di ricerca personale, un percorso spirituale in cui ogni uomo sceglie e segue il suo cammino. Prendere coscienza della storia dell'Acadie, per molti Cadien è un'avventura interiore, un viaggio per ritrovare se stessi.
"L'acqua era color verde smeraldo. Siamo partiti su una nave per mare" Ogni essere umano ha un' Acadia nel cuore, qualcosa che si è perduto o che è stato strappato. Forse essa può essere il simbolo della parte più vera e pura di noi stessi. Mettersi in viaggio per ritrovarla significa tornare davvero a casa.
"Voi sapete, miei cari amici, la vita è troppo breve per farsi dei problemi quindi danziamo questa sera." Ma al di sopra di tutto, oltre le tragedie e le perdite, al di là delle
difficoltĂ e delle
malinconie, la musica cajun, puramente tradizionale, declinata in Chanquis Chanque, mescolata con il blues nello Zydeco, o metabolizzata e rivisitata in chiave moderna, continua a risuonare sulle grasse, calde, umide terre della Louisiana. Laissez le bon temps rouler, lasciate scorrere il buon tempo, dicono i Cajun nella loro inesauribile joie de vivre. Amiamo la vita, prendiamoci ogni possibile attimo di felicitĂ e danziamo, cari amici, danziamo!
Indice delle foto Copertina : Fryksdal, Svezia pag 6: Fryksdal, Svezia
pag 42: Anversa, Belgio
pag 8: Latgale, Lettonia
pag 44: Maramures, Romania
pag 10: Wetzlar, Germania
pag 46: Campagna Picena, Italia
pag 12: Campagna Picena, Italia
pag 48: Campagna Picena, Italia
pag 14: Samogizia, Lituania
pag 50: Campagna Picena, Italia
pag 16: Campagna Picena, Italia
pag 52: Ginuciai, Lituania
pag 18: Campagna Picena, Italia
pag 54: Sankt Peter Ording, Germania
pag 20: Foresta di Perseigne, Francia
pag 56: Bristonas, Lituania
pag 22: Palanga, Lituania
pag 58: Alted Land, Germania
pag 24: Baia Jadebusen, Germania
pag 60: Fryksdal, Svezia
pag 26: Busum, Germania
pag 62: Dalarna, Svezia
pag 28: Isola di Roemo, Danimarca
pag 64: Piani di Castelluccio, Norcia, Italia
pag 30: Playa Vilar, Spagna
pag 66: Campagna Picena, Italia
pag 32 Baia di Kiel, Germania
pag 68: Campagna Picena, Italia
pag 34: Isola di Saaremaa, Estonia
pag 70: Ventspils, Lettonia
pag 36: Piani di Castelluccio, Norcia, Italia
pag 72: Baia di Jadebusen, Germania
pag 38: Piani di Castelluccio, Norcia, Italia
pag 74: Torekov, Svezia
pag 40: Campagna Picena, Italia
pag 76: Troyes, Francia
Ringraziamenti Un grazie commosso a Zachary Richard per l'ispirazione e le informazioni che abbiamo potuto raccogliere dal suo blog e dalle sue capsules d'histoire.
Altre fonti Il paese della musica felice - Louisiana: Jazz, voodoo, alligatori _ Vittorio Franchini Florida Louisiana _ Guide Routard Know LA _ Encyclopedia of Louisiana