Trekking italia_milano - gen-apr 2015

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#01 GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE

Associazione Amici del Trekking e della Natura


I CONTENUTI PAGINA 4 I RANDAGI DELLA VAL CODERA di Gianni Biondillo

PAGINA 8 I SOCI ACCOMPAGNATORI PAGINA 11 LE SERATE DEL TREKKING PAGINA 11 LE ICONE DEL TREKKING TREK E ERBE NORDIC WALKING TREK DELLE PENNE BIANCHE SENTIERI_METROPOLITANI PICCOLI PASSI

PAGINA 12 LA NOSTRA STORIA

PAGINA 14 S_M: SENTIERI METROPOLITANI

PAGINA 13 IL BILANCIO SOCIALE

PAGINA 22 PROGETTO TS: TREK SCUOLA

PAGINA 18 E PAGINA 22 1. CON I BAMBINI IN VAL CODERA BU MARZ: IL RISVEGLIO DEI PRATI 2. 100 ANNI DALLA GRANDE GUERRA LA LINEA CADORNA AL MONTE ORSA I SEGNI DI UNA GUERRA COMBATTUTA ALTROVE

PAGINA 20 I GRANDI TREK 2015

PAGINA 24 NORDIC WALKING

PLANNING DEI TREK DEL WE E GIORNALIERI GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE

PAGINA 31 CORSO DI TREKKING

PAGINA 26 LETTERE DEI SOCI

PAGINA 33 L’ORGANIZZAZIONE

PAGINA 34 CARTOLINE DAL MONDO

PAGINA 36 ASSOCIARSI

2 trekkingitalia.org


EDITORIALE

«Non c’è nulla di più sovversivo, di più alternativo al modo di pensare oggi dominante. Camminare è una modalità del pensiero. È un pensiero pratico. È un triplo movimento: non farci mettere fretta; accogliere il mondo; non dimenticarci di noi, strada facendo». Adriano Labbucci

30 anni fa la scintilla di questa “bella idea che cammina”. Un’intuizione nata sui sentieri, itinerando, con lo zaino in spalla, conversando tra amici. Solo in tale contesto (territorio, poche cose sulle spalle, amicizia) poteva nascere e irradiarsi. E solo camminando con il tempo a favore si poteva pianificare ciò che era necessario: una sede come luogo di incontro, il come organizzarsi per proporre delle iniziative con continuità. E se non bastava il tempo lungo il sentiero o in rifugio, aspettando che spiovesse, la conversazione riprendeva a breve su un altro sentiero. Il tempo è stato quindi il grande fautore della nostra nascita. E sarà la grande ricchezza da proporre in futuro ad un mondo poco attento a questa risorsa: il tempo, per noi. ....................................... 30 anni sono la piena maturità di un individuo. E l’Associazione, come un organismo vivente, è diventata matura scorrazzando per i sentieri del mondo utilizzando la dote primigenia di ognuno. La cosa più semplice e istintiva: camminare. Camminare verso... Quindi in principio un’attrazione fisica, con le braccia aperte verso il mondo. In pochi, in tanti, insieme. E raccontarsi e scambiarsi opinioni, coinvolgersi nel desiderio di ampliare questa bella idea, di sparpagliarla su tutto il territorio nazionale. E poi, col tempo, quando il fisico adulto l’ha permesso, l’attrazione ha compreso anche il piano concettuale: i temi del territorio e del paesaggio, la storia che in essi è trattenuta, le carte topografiche che li rintracciano. Un camminare semplice e al tempo stesso evoluto per incontrare con meraviglia un patrimonio di rilievi, valli, agglomerati, aneddoti. Una meraviglia che con il passo lento si sedimenta e si trasforma in paesaggio interiore e narrazione. .......................................

ASSEMBLEA DEI SOCI

Le altre “isoipse” del nostro cammino sono le infinite linee delle relazioni. Sentieri paralleli composti anch’essi di dislivelli in ascesa e discesa che con il tempo, la frequentazione, le sensibilità e la partecipazione, ci conducono nella cornice fluida, avvolgente della Comunità: quel “luogo” complesso in cui ci riconosciamo come partecipi dell’idea originaria. E ci riscopriamo con l’altro, in natura. La Promozione Sociale è e resta il nostro obiettivo principale: camminare per conoscere e conoscersi. ....................................... Fare un Bilancio? Dopo 30 anni di bilanci economici è il momento di farlo... ma Sociale! ....................................... Istruzioni per l’uso. Come noterete già dalla dimensione, il quadrimestrale della nostra sede esce rinnovato. Una veste grafica che speriamo faciliti la lettura degli interventi che scandagliano tutti gli ambiti associativi. Dalla scoperta del territorio limitrofo con Gianni Biondillo ai sentieri che attraversano le contaminazioni metropolitane. Dai progetti che si propongono di consolidare la nostrastoria@ al Bilancio Sociale. Un calendario che diventa cuore e strumento di ricerca sul quale passeremo il dito per la scelta del nostro trek settimanale. Le immancabili lettere dei Soci e... molto altro. ....................................... Buona lettura e camminiamo in Associazione. Scopriamo Trekking Italia! Gianluca

FA’ LA COSA GIUSTA!

Martedì 24 marzo, alle ore 20,30 presso la saletta di via Santa Croce 2

13-15 marzo Fieramilanocity

L’attività dell’Associazione: > bilancio sociale.0 > bilancio economico > elezione del Coordinamento di Sede: Coordinatore e Consiglio Direttivo Delegati all’Assemblea Nazionale 2015

Trekking Italia sarà presente con i Soci e con uno stand dedicato all’Associazione e al Camminare. Veniteci a trovare, vi aspettiamo!

Raccomandiamo la partecipazione dei soci trekkingitalia.org

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I RANDAGI DELLA VAL CODERA di Gianni Biondillo

Ad un certo punto la strada asfaltata termina in un parcheggio, non si può andare oltre. Siamo in un cul de sac, tocca tornare indietro. E invece parcheggiamo. Siamo arrivati?, chiedo, mentre i miei compagni si stanno già preparando per l’ascensione. Sembra proprio di sì, anche se, guardandomi attorno, non capisco da dove possa partire il sentiero. Dov’è la valle? Siamo in un posto anonimo, senza enfasi, un punto qualsiasi del mondo. Qualche giorno fa abbiamo deciso di punto in bianco di fare un’escursione in val Codera. Il mese scorso ero in Equador, ho superato i quattromila, camminato col cuore che picchiava in gola respirando l’aria rarefatta, ho incrociato paesaggi unici. E adesso, a neppure un’ora da Milano, con quattro amici, rieccomi con gli scarponi ai piedi. Sembra una soluzione di risulta, improvvisata all’ultimo minuto. Hai visto la cima del Pichincha stagliarsi oltre le nuvole al centro esatto del mondo terracqueo e ora te ne stai qui ai piedi di un lago nei pressi della Valtellina. Cosa può darti un paesaggio così prevedibile? L’esotico è, etimologicamente, ciò che sta fuori dal cerchio domestico. E qui, allacciati gli scarponi sull’asfalto di questo anonimo parcheggio, non ci trovo nulla di interessante, nulla di esotico, niente che possa farmi dire che sto viaggiando per terre sconosciute. Sono molti i teorici che affermano che ormai il mondo è già stato tutto scoperto, che non c’è più nulla da raccontare. Fra fuoristrada, voli low cost, internet, turismo di massa, sappiamo tutto, conosciamo tutto. Indolenti e disillusi, nulla può davvero stupirci, che senso ha scrivere ancora di viaggi, allora? O, peggio, che senso ha ancora viaggiare? Siamo pronti. Decido d’aggregarmi senza troppo discutere. La valle io non la vedo, mi sa che ci tocca tornare giù, verso il lago di Mezzola, per trovarla. E invece no. Gianluca sale qualche scalino di una rampa in cemento, una di quelle classiche che si possono incontrare nel retro di un capannone dismesso. Lo seguo, costeggiando una ringhiera di ferro arrugginita. Pochi passi e tutto cambia. Per sempre. L’idea di farci questa giornata fuori dal mondo è stata di Riccardo, amante appassionato della valle. Io, ammetto, neppure ne conoscevo l’esistenza. Sarà che sono un animale urbano, sarà che Milano è il mio paesaggio naturale, sarà che peso più di quanto il buon senso e il colesterolo ammetterebbero, ma che esistesse una valle con questo nome era a me sconosciuto più ancora del nome delle cime innevate del Nepal. La salita

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si fa subito ripida, poggiamo i piedi su lastre di granito e foglie bagnate. Ha piovuto per l’intera settimana, il fondo è fangoso. Siamo in cinque: Io, Max, Carmelo, Gianluca e Riccardo. Fra fotografi naturalistici, guide alpine, accompagnatori di mezza montagna, l’unico che non c’entra nulla con questo gruppo di randagi sono proprio io. Ma il passo non è agonistico. Se ho imparato a camminare lo devo a Gianluca, compagno d’avventure trentennali, che m’ha fatto uscire dal torpore urbano. È stato lui a insegnarmi che la logica del trekking non prevede primati. Non si va veloci come il primo della fila, indifferenti a chi resta indietro, ma al passo dell’ultimo. È una filosofia lontanissima dal machismo di un certo escursionismo eroico, ottocentesco, superomistico. Quello che conta non è mai la meta, la bandierina da fissare sulla cima, il record. Quello che interessa è il percorso, l’esperienza in mezzo alla natura. “Una volta ho risalito la valle con un amico che aveva portato con sé suo figlio” mi racconta Riccardo. “Un bel ragazzone di vent’anni, uno di quelli che va in palestra tutte le settimane. Sai come sono i ragazzi a quell’età... forse voleva prenderci in giro, forse voleva fare uno scherzo a noi vecchietti...” Ho quarantotto anni, penso. Sono un vecchietto anch’io? “Sta di fatto che continuava a spingere, a tirare, mi superava di continuo, come volesse farci mangiare la polvere. Camminare per sentieri non è una gara, gli dicevo. Ma lui niente.” E poi, gli chiedo, come è andata a finire? “Che aveva esagerato. A metà strada è scoppiato, non riusciva a fare più un passo. Io l’ho superato con calma, indicandogli la curva. Dai, gli ho detto. Manca poco, non vorrai mica farti superare da un vecchietto?” Chiara la lezione. Niente ansie da prestazione, camminiamo col passo del gruppo, non con quello del maschio alpha. O si arriva tutti assieme o non si arriva affatto. La democrazia partecipata messa in pratica. Il problema è che io tendo ad attardarmi. E non solo perché in effetti il salto di quota iniziale è molto pronunciato. È che mi fermo spesso a fotografare verso il lago. Max però mi dice di aspettare, che salendo il paesaggio si fa ancora più mozzafiato. A me basterebbe già questo, gli dico. Ma forse è solo un accontentarsi. È un cercare la cartolina, il panorama statico e pacificato, senza troppa fatica. Ma se abbiamo deciso di venire qui, in val Codera è perché la fatica faceva parte dell’esperienza stessa. E ora che ci siamo in mezzo, ora che la valle inizia ad avere una forma ben definita - un taglio fra i fianchi scoscesi, sullo sfondo i pizzi imbiancati e


nella gola il rumoreggiare del torrente – ora lo comprendo per davvero. La peculiarità della val Codera è che non esistono strade. Niente, neppure una sterrata. Non c’è modo di arrivare al paese con macchine, moto, biciclette. O a piedi o a piedi. È come se fossimo lontanissimi dalla metropoli, non in senso geografico, ma cronologico. Nello stesso mondo, nella stessa regione, ma in un altro tempo. Seguire il fianco della montagna, abbarbicarsi sulla mulattiera fatta di gradoni di granito, è come svolgere un rito processionale. Non a caso incontriamo, strada facendo, cappelle votive. Camminiamo nel mistero di una mobilità che abbiamo dimenticato. Qui, da sempre, l’uomo ha vissuto. Qui, non ostante i problemi, non ostante lo spopolamento, continua a viverci. Fuori dalla Storia, a pochi chilometri dai grattacieli del nuovo centro direzionale meneghino. O forse dentro a una Storia che non è quella imposta dai modelli stereotipati dei vincitori. Saliamo. Inizio a scoprire nelle gambe muscoli dei quali neppure sospettavo l’esistenza. Ho un corpo. Un corpaccione ben pasciuto abituato a muoversi per marciapiedi, strade asfaltate e metropolitane. Ora qui, in questo bosco di castagni abbandonato, è come se me ne rendessi conto per la prima volta. Cosa abbiamo dimenticato di saper fare con la nostra portentosa macchina anatomica? Salgo, mi fermo, prendo fiato. Fotografo di nuovo. Aveva ragione Max. Da qui lo sguardo si apre sull’inimmaginabile. Il paesaggio si conquista, insomma, passo dopo passo. Ce lo dobbiamo meritare, mica sorbircelo in pillole, liofilizzato, cartolinizzato. Fotografare, alla fine, diventa persino inutile. Come spieghi questa sensazione di fatica e allo stesso tempo di ebbrezza? Come spieghi l’aria pulita, il rumore dei ricci sotto i piedi, la pietra scabra delle cave abbandonate? Ci soffermiamo a osservare i tagli nella pietra. Residui archeologici di un’economia della valle scomparsa pochi anni fa. Mezza Milano ha i cordoli dei marciapiedi fatti con questo granito. Penso agli operai, scalpellini, tagliapietra, artigiani, penso alla fatica immane che doveva essere cavare una pietra così bella e così dura, fra le più dure del mondo, per trasportarla a valle, e poi giù, via lago, fino a Como, a Milano. Siamo poi così convinti che questo sia un posto fuori dal mondo, lontano dalla mia Storia? È come se ci fossero legami sommersi, carsici. È come se tutto si collegasse a tutto. Basta solo scoprire dove passa, sotterraneo, il flusso della memoria. Farsi rabdomanti.

Ecco una nuova cappella. Riccardo m’assicura che il salto di quota più pesante ormai è alle nostre spalle. Carmelo, siciliano di montagna, rosso malpelo dagli occhi chiarissimi, mi supera e saltella per la mulattiera come una capretta, quasi non accusasse fatica alcuna. Si apre davanti a noi un pianoro. Lì le capre ci sono per davvero. Anche qualche persona, in fondo, presa a falciare l’erba. Siamo nei pressi della frazione di Avedee. Poche case abbandonate in pietra, una chiesetta. E, cementata in un masso di granito, una croce di ferro coperta di fazzolettoni da scout di tutta Italia. Me ne aveva parlato Francesco, il mio assistente all’Accademia di Mendrisio, del legame storico di questa valle con lo scoutismo. Domani vado in val Codera, gli avevo detto via sms. E lui: “Un luogo mitico per noi scout. È dove svolgevano le loro attività clandestine le Aquile Randagie”, mi ha spiegato. Nel 1927 le leggi fascistissime avevano decretato lo scioglimento dei reparti scout, che avrebbero dovuto tutti convogliare nell’Opera Nazionale Balilla. Alcuni gruppi clandestini di Milano e Monza decisero di portare avanti una loro personale resistenza. Continuare a camminare nel nome dei loro valori. Scoprirono l’esistenza di questa valle impervia, senza strade, al confine con la Svizzera e decisero di farla diventare la base delle loro escursioni illegali. Camminare, persino camminare, può diventare atto politico, antitirannico. Gli abitanti della valle li adottarono. Non dissero nulla ai gerarchi del fondovalle. Niente dei campi estivi di questi ragazzi che s’erano inventati un linguaggio segreto per comunicare e sedi clandestine per organizzare le escursioni. A guidarli c’erano religiosi come Andrea Ghetti, ricercato vivo o morto dal regime, o laici cattolici come Giulio Cesare Uccellini. Erano gli anni, dopo l’8 Settembre, dove le Aquile Randagie organizzavano espatri clandestini per queste valli, verso la Svizzera, di ex prigionieri, di dissidenti, di ebrei perseguitati. Con loro c’era anche Giovanni Barbareschi, il giovane diacono che impartì la benedizione ai martiri di Piazzale Loreto, poi imprigionato dai nazisti mentre stava preparando la fuga di un gruppo di ebrei. Medaglia d’argento della Resistenza e Giusto tra le nazioni. La Storia. La Storia è passata di qui, la Storia della mia città, della mia nazione. La mia Storia. Scendiamo per un leggero declivio, poi passiamo sotto a una struttura in cemento armato, una sorta di loggia sul paesaggio che serve a difenderci dalla caduta massi. Se c’è una discesa poi c’è una salita, dico, lapatrekkingitalia.org

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lissiano. Ma certe ovvietà sono buon senso in montagna. Lo sto dicendo alle mie gambe. Non illudetevi. Se c’è una discesa poi ci sarà una salita. Ed infatti eccola. Entriamo di nuovo nel bosco e vediamo venirci incontro un cacciatore. Gli zampetta dietro un labrador dal muso stanco. Sembra quasi che andare a caccia non gli procuri alcun piacere. Sulla scarpata avvistiamo un fungo gigantesco, dalla cappella rossa e il gambo polposo. Mai visto niente del genere, se non nei cartoni animati. Ho un immaginario cresciuto davanti ad uno schermo televisivo, la natura per riconoscerla la devo comparare con la finzione, non il contrario. È da un po’ che vedo a mezza costa il borgo di Codera. Neppure una strada che lo raggiunga, come se spuntasse fuori dall’erba, dalla terra, come un fungo. È lì ma pare allontanarsi ad ogni passo. D’improvviso mi rendo conto che la mia meta non è nient’altro che l’inizio di un altro percorso, ancora più impervio nel cuore della fenditura della valle. Io mi fermerò lì, ma altri, da secoli, vanno avanti, superano il borgo, salgono, raggiungono passi alpini, scavallano il displuvio, giungono in Svizzera. Percorsi che sono trame leggere nel paesaggio, legami fra popoli alpini, commerci e leggende. Trame che cercano ancora di tenere assieme un paesaggio sempre più abbandonato. Fisicamente e simbolicamente. Un’altra croce. È d’uno scout ventenne probabilmente precipitato qui sotto, pochi anni fa. Sorge una discussione fra di noi. Ha senso portarsi dietro un gruppo di ragazzini in un posto così? Non li esponiamo al rischio? D’altronde tutte le civiltà hanno sempre inventato i loro riti di passaggio. Da adolescenti è inevitabile sporgersi sull’abisso, materiale e metaforico, a qualunque latitudine, siamo così certi di poterli proteggere per sempre? Ma, peggio, siamo sicuri che la nostra ossessione di evitare loro ogni pericolo sia la modalità migliore per farli maturare? “Ciò che fummo un dì / voi siete adesso” dice una scritta sull’intonaco di una cappella. “Chi si scorda di noi / scorda se stesso”. Siamo arrivati al cimitero. Ormai manca poco. Poche le lapidi nel recinto murato. La solita malinconia dei cimiteri cattolici di montagna: le lapidi, le tombe, persino le croci, ognuna di diversa fattura, come a cercare una specificità anche dopo la morte. Un individualismo lontano mille miglia dai cimiteri anglosassoni, democratici e al contempo massificanti. Noi restiamo noi, anche dopo la morte. Ancora vivi nel ricordo di chi ci piange. Questo è il patto fra le generazioni. Perché è ai vivi che parlano i sepolcri, come ci ricorda Foscolo, non ai morti. Torniamo a salire. Dopo poco, sulla sinistra, sbucano le prime case. Di colpo Codera, dopo aver giocato a nascondino col mio sguardo, appare tutta assieme. La chiesa, la torre campanaria, uno slargo erboso con al centro un monumentale albero. Andando oltre, verso il gruppo di edifici più denso, c’è una casa con la lapide dei morti della grande guerra. Inevitabile, come in ogni comune italiano. Altro che fuori dal mondo. La violenza della Storia non dimentica nessuno. Niente strade, ovviamente. Ci dirigiamo verso l’Osteria alpina, camminando sui prati. In cucina ci sta aspettando Elena, pronta a rifocillarci. Prima d’entrare nell’osteria noto una vecchia pubblicità del Ferrochina Bisleri arrugginire sulla facciata all’ingresso. Entro. Il tepore della stufa a legna è un toccasana. Sulle pareti vecchie fotografie, teste di cervo, poesie anonime di amanti del buon vino. Tutto è allo stesso tempo kitsch e autentico, folkloristico eppure necessario. Elena non è nata a Codera. Lei viene dalla Valtellina, qui dietro insomma, dove però le strade e le macchine ci sono, dove si può prendere un treno

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o girare in bicicletta. Poi un giorno ha scoperto la val Codera e se ne è innamorata. Ogni fine settimana scende a piedi giù, a Novate Mezzola (di cui Codera è, dal punto di vista amministrativo, una frazione), assieme a Deva, la sua bellissima cagnolona, un bovaro bernese che sembra l’incarnazione della bontà. Scendono, ma poi tornano. Ogni settimana, come se non potessero fare a meno di questo posto dimenticato da Dio e dagli uomini. Lei, e altri (persino un oncologo milanese ha casa qui), che dopo aver conosciuto il borgo ora stanno cercando di restituirgli la dignità e la visibilità che merita, attraverso la “Associazione amici della val Codera” (www.valcodera.com). Ci svacchiamo in quattro attorno al tavolo apparecchiato, mentre Riccardo accompagna in cucina Elena. La tavola si fa subito conviviale, le battutacce si sprecano. Sgranocchio qualche noce e sorseggio un goccio di rosso. Avrò buttato giù almeno mezzo chilo con questa scarpinata, penso, posso permettermelo. Poi arrivano i piatti. Un trionfo di pizzoccheri con le verze, le patate e il bitto fuso. Addio mezzo chilo, penso. Come faccio a resistere? Spazzolato il piatto, fosse per me, mi sdraierei su una panca a dormire al tepore della stufa, come un bimbo dopo la poppata. Invece sconfiggo la mia indolenza e rimetto in moto i miei arti (loro davvero dolenti). Elena ci fa visitare il piccolo museo etnografico e naturalistico. Un allestimento un po’ rustico che meriterebbe maggior attenzione pubblica. Fossimo in Francia probabilmente questo sarebbe un luogo di pellegrinaggio di scolaresche di mezzo paese. Fossimo in Francia. Ci spostiamo in un’altra casa di pietra. Saliamo per le scale in legno. Vedo qualche quaderno, un banco, una vecchia copia di Cuore di De Amicis, appesa al muro c’è una poesia dedicata alla polenta. “Qui una volta c’era la scuola” mi spiega Elena. C’erano bambini qui in paese, che facevano i compiti, che si inseguivano per i campi e si tiravano le palle di neve. M’immagino un maestro che ogni giorno saliva in paese e ogni sera tornava a valle, dedito al suo ruolo d’educatore di giovani virgulti. Chissà come si chiamava. Chi sa più niente di queste storie? Passeggiamo per il paese. Ad un primo sguardo sembra completamente disabitato. Poi m’accorgo di alcuni operai che stanno ristrutturando un fienile. Scopro che esiste una vecchia funicolare per il trasporto merci dalla valle. Passa una vecchina con un nodoso ramo e alcune fascine sotto il braccio. Elena me la presenta. Ha uno di quei bei nomi che non s’usano più, tipo Anastasia o Erminia, di quelli che diventano subito vezzeggiativi. Ci racconta che la legna è andata a prenderla dalle parti del cimitero. La guardo allibito. Già a sollevare quella roba non so come faccia, ma portarsela in giro da laggiù. Elena ride: “Devi sapere che suo marito portò il primo frigorifero in paese, negli anni Cinquanta. Dalla valle fin qui.” Con la teleferica?, chiedo. “No, macché. Sulle spalle!” Poi incontriamo Gino, sull’uscio di casa sua. Potrà aver al massimo settant’anni. Capisco che finge d’averci incontrato per caso, ma è evidente che cinque sconosciuti in un paese disabitato fanno subito notizia. Ora: lo so di sembrare trito e retorico ma ha un volto che sembra scolpito nella pietra. E due occhi di ghiaccio. Chiacchieriamo. Si lamenta, da buon italiano, di tutto: governo, regione, televisione, politica. Cerco di decantargli la bellezza del posto ma lui mi guarda come se osservasse un minus habens. “Ma ti rendi conto cosa significa vivere qui? Vorrei vedere te. Non ti do neppure una settimana che sei già scappato.” E tu perché ci resti?, gli chiedo. Farfuglia una risposta: le proprietà, i campi... sembra scocciato, forse non ha voglia di chiacchierare. Per toglierlo dagli impicci


gli dico che ormai è tardi e che devo tornare, ma che la prossima volta ci faremo un bicchiere assieme. Cambia d’improvviso espressione. “Ma allora beviamocelo subito questo bicchiere!” dice, quasi avesse paura di perdere l’occasione di farsi una chiacchiera con uno sconosciuto. Chiude giudizioso a chiave la porta ma poi lascia sul muretto il mazzo di chiavi a portata di mano del primo che passa. Se passa. Cinque minuti dopo siamo tutti attorno al tavolo, bicchiere in mano. Gino da montanaro irsuto s’è fatto un amichevole chiacchierone. Fosse per lui la strada la vorrebbe, eccome. Ma così la valle non avrebbe più la sua particolarità, provo a ribattere. “Ah no” dice lui. “La strada solo per i residenti. I turisti a piedi!” Ci racconta della sua vita, dei suoi viaggi da emigrante all’estero. “Facevo lo scalpellino” ci dice. Ci racconta di quanto fosse difficile sbozzare a mano una pietra così dura. Come trovare la vena, come dare il colpo giusto. Chissà quante martellate sulle mani, dice qualcuno. Lui ride e conferma. “Sai cosa dicevamo? Che inscì s’incarna el mestèe!”Poi ci racconta di quando nella cava qui sotto al paese lavoravano circa cinquecento persone. Fino a pochi anni fa. E poi? “E poi abbiamo iniziato a comprare il granito dalla Cina. E addio tutto.” Prometto a Gino che vincerò la scommessa. Vedrai che resisterò più di una settimana e ogni sera verremo qui in osteria a berci un bicchiere. “Ma devi anche lavorare i campi, altrimenti non vale” replica. M’ha fregato! Ci salutiamo. “Si lamenta, come tutti, ma non se ne va” mi dice Elena. “Anni fa c’era un progetto per una funivia. Gli abitanti del paese s’intestardirono. Della funivia non gliene fregava niente, volevano la strada. Volevano essere come tutti gli altri. Alla fine non hanno avuto né l’una né l’altra.” Oggi una strada sarebbe completamente antieconomica, le dico. E invece una funivia una vera attrazione turistica. Basterebbe un po’ di lungimiranza politica, un po’ di strategia territoriale. Tornare bisogna tornare. È autunno, il sole tramonta presto, a malincuore ci prepariamo per il rientro. Com’era la storia? Se c’è una salita poi c’è una discesa, quanto meno non avrò problemi col fiatone, mi dico per darmi la carica. Vana illusione, la discesa pare più dura ancora. I legamenti del ginocchio iniziano ad odiarmi. I muscoli lo facevano già da ore. Ci seguono anche Elena e Deva, come stessero facendo la passeggiata serale fuori dal cortile di casa. Il sole scende in fretta, l’umidità rende scivoloso il cammino, ci muoviamo in ordine sparso, perfetti randagi, chi

più avanti, chi più indietro. Io grondo di sudore, non ostante all’ombra inizi a fare freddo. Al pianoro dopo Avedee però non sono l’ultimo. Manca Max, che chissà dove s’è ficcato. Lo aspettiamo godendoci i primi raggi del tramonto. Deva pare inquieta, il suo istinto da cane pastore non si dà pace, si muove circospetta, come cercasse la pecora smarrita. Quando finalmente appare Max da dietro una casupola Deva saltella e guaisce felice. La guardo ammirato. Ci aveva contati, penso. Ora che il branco s’è finalmente ricomposto è ripartita scodinzolante verso la valle. Ci accodiamo come bravi scolaretti che seguono la maestra. Ora anche le cime dei pizzi innevati si colorano di rosa. Qualche decina di metri e il sole è pronto a sparire definitivamente. Da qui la visione sul lago è d’una bellezza che turba. La vedo col fiato, con le gambe, la vedo col naso, la vedo a fior di pelle. Infine con gli occhi. Cosa sarebbe questa esperienza se fossi salito in macchina? Il paesaggio bisogna conquistarselo, insisto. Ce lo dobbiamo meritare. Dobbiamo essere degni di questo atto di resistenza del territorio, questo non volersi omologare. Questo essere diverso, altro, antico. Pochi minuti dopo cala un buio improvviso. Il sole è emigrato oltre i confini, si trova in Ticino o più in là ancora, verso il golfo di Biscaglia, nel mezzo dell’oceano. Noi scendiamo, nel fitto del bosco, per i cordoli di granito, come in una notte senza luna. Non riesco neppure a vedere la fine del sentiero, la meta. I sensi s’allertano, atavici, mi muovo come un cacciatore raccoglitore, un nomade che batte per la prima volta un sentiero. Non so quanto manchi, non riesco ad orientarmi, non ostante Gianluca mi abbia procurato una pila elettrica, contributo della modernità alla lotta contro le nostre paure profonde. Sembriamo senza tempo e senza spazio, ricorsivi, giriamo sempre per la stessa curva, in tondo, senza fine. Poi come nulla fosse ci superano un paio di ragazzotti, saltellanti, apparsi chissà da dove. Scendono dinoccolati, come avessero preso una scorciatoia, quasi fossero in ritardo per la serata in pizzeria giù in paese. Dieci minuti dopo intravedo più in basso, nel fitto dei rami, i lampioni del parcheggio dove abbiamo lasciato la macchina. Sembra un taglio nel tessuto spazio temporale, sembra di stare al di qua di una realtà e vederne un’altra, aliena, oltre il mio sguardo. La scala di cemento, anonima e dimessa è quel portale che collega i due mondi. Quello prevedibile dove ho sempre vissuto e quello misterioso che sto per lasciare. Esotico. A neppure un’ora da casa mia. trekkingitalia.org

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SOCI ACCOMPAGNATORI Il socio accompagnatore è un volontario dell’Associazione ma può anche essere un professionista della montagna, una guida ambientale o un accompagnatore turistico che condivida i principi associativi: comunque un appassionato di trekking, disponibile a coordinare la vita del gruppo lungo l’itinerario e a condividere con gli altri il suo amore per il viaggio a

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piedi. È il punto d’incontro per le esigenze del gruppo ed il vettore del nostro progetto: agevolare le dinamiche positive che nasceranno durante il viaggio. Ecco di seguito alcuni dei nostri protagonisti sui sentieri:

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#4 “Scegli la strada in salita: è quella che ti porterà alla felicità”.

Alberto Del Re

Alfredo Dell’Agosto

Amedeo Guffi

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Antonio Airaghi

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Attraversare a piedi i luoghi me li fa restare attaccati addosso, così ogni luogo che attraverso in realtà attraversa me. Quando accompagno cerco di portare i luoghi dentro i miei compagni di viaggio.

Claudio Gochesano

Carmelo Vanadia #9

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Claudio Minola

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Claudio Piola #11

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Cammino con gli altri... il mio cuore me lo chiede.

Elena Cortellessa

Daniela Gnocchi

Enrico Ferrari

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Ettore Puppo

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Troverai sapienza nei boschi e nelle pietre... camminando.

Da tanti anni l’escursionismo è sempre nel mio cuore...

Felice Sarcinelli

Franco Tagliaferri

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Giacomo Pesenti

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#19 Grazie a T.I. ho avuto modo di conoscere persone “speciali” per la loro cultura. sensibilità e disponibilità. Piacevolmente, camminando nella natura.

Giancarlo Corbellini

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Gianluca Migliavacca

Giuly Rigamonti

Graziano Battistutta


Con noi gli altri soci accompagnatori protagonisti sui sentieri sono: Susani, Ida Ceruti, Max Franceschini, Michele Dell’Acqua, Pietro Della Augusto Aielli, Alessandra Gargiulo, Anna Pigoni, Carlo Botta, Cristina Ferrera, Pinuccia Grignaschi, Rita Mantovani, Roberto Razzaboni, Rossella Baratto, Cristina D’Auria, Egidio Vignati, Elisa Centemeri, Gabriele Fois. Prampolini, Gianni Biondillo, Giorgio Vanetti, Giuseppe Fontana, Giuseppe

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Laura Carraresi

Ivan Defendenti #25

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Loredana Comotti #26

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Loretta Dante

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Luca Scarazzati #28

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“Ho camminato in tutti i continenti, percorrendo inoltre più di 4.000 Km al di sopra del Circolo Polare Artico”.

Luca Temporelli

Luigi Sironi #29

Massimo Teruzzi

Luisa Mambretti #30

Maurizio Oglio #34

Pietro Gruppi

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Paola Zito

Cammino come antidoto all’imperativo dell’urgenza, del tutto e subito. Camminare anche per recuperare il concetto di pazienza, ormai riservato solo agli umili e ai vinti. Una “medicina” per pensare e, perché no, impostare con idee più chiare il futuro

Valentino Galbusera

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Roberto Monguzzi

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Virginio Grosso

Paolo Forti

Paolo Canova

Riccardo Cerastico

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da oltre 15 anni in Trekking Italia, un’esperienza importante di formazione e condivisione con i soci, percorrendo i sentieri del mondo con lo zaino in spalla, assaporando l’armonia della natura.

Maria Tirico

Umberto Scarpetta

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Walter Chiesa

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Camminare: la cosa più naturale che ci possa essere. Ci proviamo poco dopo essere nati, poi non ci si pensa più, diventa automatico. Accompagnare per conoscere persone e luoghi, per conoscersi, per passare agli altri le sensazioni provate, per viverne insieme di nuove.

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LE SERATE DI TREKKING ITALIA via Santa Croce 2 Giovedì 29 gennaio ore 19 “CAMMINA E LASCIATI RESPIRARE” Giovedì 19 marzo ore 19 “CAMMINA E APRITI ALLA PRIMAVERA”

SERATA Y TREK Pratica yoga di un’ora a cura dell’Associazione ASD Lasciati Respirare. È necessario prenotarsi (disponibilità 15 posti) e presentarsi puntuali dieci minuti prima dell’inizio in abbigliamento comodo e con un tappetino per la pratica.

Lunedì 23 marzo ore 19 “PRIMAVERA E RISVEGLIO DELLA NATURA” Alimentazione terapeutica con germogli di erbe selvatiche, introduzione alla gemmoterapia. Lunedì 13 aprile ore 19 “CURE DEPURATIVE PRIMAVERILI” Alimentazione terapeutica con le erbe selvatiche e utilizzo piante officinali disintossicanti e drenanti. SERATA TREK E ERBE Serate dedicate al riconoscimento, la raccolta e l’utilizzo delle erbe spontanee primaverili. Tutor Felice Sarcinelli - erborista

Tutor Daniela Gnocchi - maestra yoga

LE ICONE DI TREKKING ITALIA

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PICCOLI PASSI

WALKING

tilizzo dei inata con l’u fisica m m ca i d a Nuova tecnic r permettere un’attività la salute re bastoncini, pe ta a tutti, per migliora logie. at to ad pa e e a e et ti pl at m co mal re, prevenire e Cristiana. e il benesse ienza le istruttrici Rita er Tutor dell’esp

RE, CRESCERE PER CAMMINA RE CE ES CR R PE RE CAMMINA a 99 anni, con percorsi Sono trek per tutti, da 0 accessibili a tutti i piedi. sempre vari e diversi, a re insieme, imparando sce Esperienze per cre che o nd mo il re pri a sco camminare con gli altri, ieme il grande libro delci circonda, a leggere ins la Natura. al mondo del trekking. Ideali per chi si affaccia

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TREK DELLE PENNE BIANCHE

SE NTIE RI_M ETRO

POLITANI Questo simbolo rac cogli no dall’idea di rivalu e i progetti che nascotaz metropolitani, di un ione degli spazi aperti a loro visione innov ativa, di movimento di pens ier crescimento. Sono se o per un loro futuro acntieri_metropolitani ch e intendono occupare me ntalmente e collega re spazi che non hann o ancora raggiunto un gli a percezione codificata ne ll’immaginario cittad ino.

Quelli che... vogliono camminare ma non troppo... Quelli che pensano di non farcela... Quelli che vogliono conoscere e stare insieme ad altri... Quelli che desiderano attraversare luoghi e territori nuovi... Ecco è a questi che è indirizzato il programma delle camminate ‘Penne Bianche’.

TREK

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LA NOSTRA STORIA Max Franceschini lanostrastoria@trekkingitalia.org In questi trent’anni abbiamo fatto molta strada, scoperto territori. Tantissimi Soci si sono incontrati e conosciuti lungo i sentieri del mondo, scambiandosi passione e amicizia. Abbiamo camminato in natura e in città, con il sole, la pioggia, la neve. Condiviso giorni, notti, fatiche, esperienze. Tanti dei luoghi che abbiamo attraversato sono rimasti intatti, altri si sono profondamente trasformati.

scere e valorizzare i territori visitati e le storie delle genti che li abitano, di mostrarne la conservazione o, al contrario, la trasformazione.

Per i nostri trent’anni quindi abbiamo in mente questo ambizioso progetto: raccogliere le migliori immagini di questa bellissima storia, la nostra storia. Rivedere luoghi e paesaggi, rivivere momenti, ricordare chi non c’è più. Perché è bello, andando avanti, voltarsi ogni tanto indietro, e meravigliarci L’attività dei gruppi, i momenti di relazione, le esperienze vissute e con- di quanta strada abbiamo fatto insieme. divise sono impresse in moltissime fotografie realizzate in tre decenni di Portaci di persona o inviaci le tue fotografie. Non solo quelle recenti, fatattività dai Soci e dai Soci Accompagnatori. Di questo patrimonio prezioso, te in digitale, ma cerca in scatole e raccoglitori, cassetti e libri dei ricordi. tanto del passato che del presente (e del futuro), vogliamo impegnarci in Stampe, negativi, diapositive, le scansiremo con cura e te le restituiremo. un’attività strutturata di raccolta e valorizzazione. Insieme, ricostruiremo la nostra memoria collettiva. Realizzeremo mostre La creazione e la cura di un >Archivio della Memoria< dell’Associazione è e proiezioni. Ne faremo un libro. quindi l’occasione per un arricchimento culturale, di conoscenza, di divul- Ma attenzione... il nostro cammino continua e vogliamo avere cura anche gazione. Uno strumento che l’Associazione mette a disposizione della col- della memoria futura. D’ora in avanti, inviaci le fotografie dei momenti che lettività, motore per specifici progetti culturali che permettano di far cono- vivrai, i nostri ricordi si arricchiranno ad ogni nuovo passo.

INFO PRATICHE 1. Allega alle fotografie un file di testo con specificato: data e luogo dello scatto; il nome del trek; se possibile, i nomi delle persone ritratte; eventuali note riferite alle circostanze degli scatti. Numera le foto in modo da poterle identificare. 2. Invia le fotografie in formato digitale, fino a un massimo di 10, alla casella email insieme al file di testo con la descrizione. 3. Se invii più di 10 immagini, utilizza strumenti quali dropbox, wetranfer, ecc oppure contatta il re-

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ferente per una consegna a mano (su pendrive, cd, 6. Nel caso di originali analogici - diapositive, negadvd, hard disk...). tivi, stampe - prendi accordi con il referente per la consegna in sede. Gli originali ti saranno restituiti 4. Invia le fotografie digitali nel loro formato e nella dopo essere stati digitalizzati. loro risoluzione originale. 7. Invia solo le immagini che ritieni davvero signifi5. Non inviare immagini tecnicamente irrecuperabili cative, non è importante la quantità ma il loro valore (troppo sottoesposte, sovraesposte, sfocate, mos- narrativo e documentario. Se hai tanti scatti di un se) a meno che queste non abbiano caratteristiche particolare momento, invia solo quello/quelli che di unicità o siano particolarmente importanti dal meglio lo descrivono e tecnicamente meglio riusciti. punto di vista documentale. Se hai dubbi riguardo la scrivi per info e invia le tue foto a qualità tecnica delle tue foto, contatta il referente. lanostrastoria@trekkingitalia.org


BS.0 - VERSO IL PRIMO BILANCIO SOCIALE DELLA SEDE Fanny Gerli Tra le azioni che caratterizzeranno i nostri 30 anni vi è l’avvio del processo di rendicontazione di sostenibilità: il Bilancio Sociale. Crediamo che un’associazione come Trekking Italia debba intraprendere questo percorso per favorire la coesione e condivisione interna con i Soci, accompagnatori e non, e per implementare la comunicazione e lo scambio con tutti i portatori di interesse esterni. Cosa significa essere Associazione di Promozione Sociale? Qual è il nostro DNA? Cosa ci caratterizza e ci rende diversi dagli altri? Cosa significa essere SOCIO? Qual è il valore del nostro agire per la collettività? Il sentiero può essere strumento di nuova socialità? Il BS rappresenta allora il punto di partenza: l’inizio di un percorso che consentirà da subito la condivisione consapevole, in primis tra i Soci, del senso dell’agire di Trekking Italia e del suo portato sociale, concretamente misurabile.

In questa fase di profondo cambiamento nel tessuto sociale ed economico del nostro paese, il BS consentirà di approfondire concretamente le direzioni possibili dello sviluppo della nostra attività, le aree di miglioramento e gli strumenti necessari. La sua redazione fornirà un quadro esaustivo del cammino fatto finora e farà emergere le tantissime esperienze di vita che hanno caratterizzato Trekking Italia nel tempo: le persone sono da sempre l’aspetto più importante della nostra Associazione e sicuramente non sarebbe quella che è oggi senza l’apporto fondamentale dei suoi Soci. Una realtà partecipata che vede l’intreccio di generazioni, sensibilità e competenze diverse che si arricchiscono a vicenda. Non stiamo parlando di un’operazione di facciata: il BS innesca un processo di gestione della responsabilità sociale i cui presupposti sono l’insieme di valori, principi, modalità di azione che definiscono la dimensione etica dell’essere in associazione.

Proviamo a schematizzare il flusso:

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si parte dalla definizione, si definisce l’IDENTITÀ condivisione e comuDISTINTIVA di Trekking Italia, nicazione dei VALORI di e con essa la sua MISSION; riferimento (ovvero della cultura dell’Associazione) e dei relativi piani strategici e programmatici;

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si procede con un resoconto puntuale e sistematico dei RISULTATI raggiunti, con una comunicazione chiara, completa e fruibile a tutti, che deve dimostrare la coerenza delle proprie scelte con i valori condivisi e con i piani programmatici. I risultati devono quindi essere oggettivi e misurabili, monitorabili nel tempo, senza lasciare spazio ad interpretazioni multiple;

si introduce il BILANCIO ECONOMICO, “letto” attraverso la lente dell’insieme dei valori identitari distintivi e del relativo orientamento dato alle attività programmatiche;

si completa il percorso con la RELAZIONE SOCIALE: attraverso gli indicatori di gestione, prevalentemente di tipo non finanziario, si fornisce un resoconto puntuale ed esaustivo delle attività svolte nei confronti degli STAKEHOLDER (i portatori di interesse), facendo emergere, con chiarezza e semplicità, “valori” che il tradizionale bilancio dell’Associazione non riesce ad esprimere. La relazione sociale è la piena espressione del BS: una forma di rendicontazione che fonde elementi quantitativi ed elementi qualitativi che devono dialogare tra loro.

Siamo convinti che attraverso il BS si avvierebbe un circolo virtuoso con ricadute importanti su diversi aspetti: > sull’immagine e la reputazione di TI, attraverso la trasmissione alla collettività della solidità della propria responsabilità sociale; > nella gestione dei processi interni, grazie al maggior coinvolgimento emotivo dei soci, che aumenta la consapevolezza degli obiettivi, con conseguenti vantaggi sul loro raggiungimento; > sul piano della comunicazione, intesa come “messa in comune”, grazie al processo virtuoso di miglioramento che si avvia nella relazione con i portatori di interesse: > per gli stakeholder interni contribuisce alla comprensione del senso dell’agire dell’Associazione in tutti i suoi aspetti, visti nel loro insieme;

> per gli stakeholder esterni rappresenta spesso l’unico modo per conoscere, e poter quindi giudicare, anche nel merito, l’operato dell’asso ciazione, venendo nello stesso tempo coinvolti nei processi di miglioramento. Riteniamo che i destinatari del BS.0 debbano essere i Soci: saranno loro i portatori di interesse a cui il Bilancio Sociale vuole parlare; per cominciare vorremmo concentrare l’attenzione su un’area specifica di attività: i trek giornalieri. Siete pronti? Nessuno si senta escluso: Bilancio Sociale vuol dire coinvolgimento e partecipazione... avremo bisogno di voi!

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PROGETTO SENTIERI_METROPOLITANI Sonia Cipriani

MI-LU: le 8 tappe di Trekking Italia che collegano Milano a Lugano Ebbene sì, ce l’abbiamo fatta anche questa volta. In 8 tappe abbiamo raggiunto Lugano con decine di Soci. Un’esperienza che ha attraversato uno dei territori più urbanizzati del mondo, ha incontrato superluoghi, non luoghi: luoghi. Ecco le testimonianze di progetto e sul campo.

MI-LU: S_M DA MILANO A LUGANO IN 8 TAPPE Parigi, ottobre 2012 Antonietta (la nostra ex presidente), Gianluca e io stiamo pranzando in un baretto di un quartiere di Parigi. È l’ultimo giorno della nostra permanenza dopo il Sentiero_Metropolitano (S_M) nella capitale francese. Si chiacchiera e si parla di MI-LU. Con Gianluca, a dire la verità, se ne era già parlato in precedenza. Avevo scoperto che lui aveva questo progetto nel cassetto. Io, che abito vicino al fiume Olona, in provincia, dove MI-LU sarebbe passata di lì a poco, stavo già lavorando alla ricerca dei sentieri della mia zona, con in mente il concetto di “trek a km 0”. Gianluca e Roberto (Monguzzi) ancora oggi mi prendono in giro per questo: “Cos’è il trek dove non si cammina?...”. Allora, come oggi, pensavo che non è sempre necessario andare lontano per godere del piacere di camminare. Il mio punto di vista allora era molto meno profondo rispetto alla filosofia dei S_M che avrei abbracciato successivamente. Tornata da Parigi ho iniziato la mia ricerca per MI-LU. Da un lato la comprensione della filosofia dei S_M di cui il progetto faceva parte. Dall’altro la ricerca di un percorso possibile, delle Storie da raccontare, e delle relazioni sul territorio. E Storie da raccontare ce ne sono state molte su un territorio complesso, spaccato in due tra Milano e Varese. A sud la vocazione agricola, a nord quella manifatturiera. Perché a sud il fiume esonda nello spazio dei campi rendendoli fertili. A nord lo spazio di esondazione è ristretto tra le coste del paleo alveo, poco spazio per coltivare, ma non per produrre carta, filati, tessuti. Ma nonostante le differenze, il percorso di MI-LU si snoda su un territorio dove si riconosce un’unità, un forte legame che unisce le comunità rivierasche fin da tempi molto antichi. Dove il varesotto fa da trait d’union tra Milano e Lugano. E dove, in questo legame, Milano fungeva da importante centro di riferimento per la zona dell’alta valle Olona, che ha caratterizzato uno dei distretti economici più fiorenti di inizio ‘900. Tanto che l’agenzia di viaggi collocata nell’albergo diurno Venezia a Milano si chiamava proprio così: Olona. Oggi ci sogneremmo mai di chiamare così un’agenzia viaggi? Ma allora i viaggi attraverso la valle erano frequenti tant’è vero che nel 1904, e poi nel 1926, furono inaugurate le due tratte della ferrovia della Valmorea che conduceva a Mendrisio e poi, con le Ferrovie Nord, fino a Lugano. Lugano, 27 settembre 2014 Stanchi ma felici, abbiamo raggiunto la nostra meta. E nei giorni successivi mi sono ritrovata a ripensare a MI-LU. Come Gianluca e io abbiamo spesso sottolineato, MI-LU non è un percorso, MI-LU non esiste. O meglio, esiste perché noi ci passiamo e nel momento in cui ci passiamo. Ma non esiste un percorso in sé, codificato, tracciato. Il progetto ha implicato una continua scelta sul dove passare. Scelte che volevano essere

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guidate dalla filosofia dei S_M. Dunque il MI-LU, quello che noi abbiamo percorso, è solo uno dei percorsi possibili, delle soluzioni possibili. Forse ora, ripartendo daccapo, le scelte sarebbero differenti. Questi pensieri mi hanno fatto pensare a un’analogia con la differenza tra la cultura scritta e la tradizione orale. Un sentiero del Trentino è come un bel libro stampato, bello e immutabile. Camminando in Trentino non ci si può perdere. È tutto così ben segnato, organizzato. Tutto ben calcolato e previsto. E sicuramente bello. Nessuno può negare che le Dolomiti siano tra i posti più belli al mondo. Si mangia pure benissimo. Un bel libro, ben rilegato. Garanzia di certezze immutabili. MI-LU in verità è qualcosa di molto diverso. E intendo diverso: né meglio, né peggio. Semplicemente diverso. MI-LU è una sfida, è gettarsi nella mischia, è mettersi in gioco con tutta la disponibilità di sentimenti. Per conoscere, camminando, un territorio fin nelle viscere. Si passa di qui, ma anche di là. E allora ci si butta con le scelte. E quando si sceglie lo si fa non di fronte a un cartello segnaletico ma sulla base di una filosofia e di una conoscenza del territorio. Oppure per semplice incoscienza e curiosità. Perché no! MI-LU ha richiesto l’essere disposti a prendere tutto. Il bello e il meno bello. Perché il territorio di MI-LU è stato ricchezza e poi abbandono. È stato produttività, ma poi inquinamento, abbandono e ora oblio. MI-LU è come una poesia o una canzone che vengono tramandate da persona a persona. E nel tramandarle ognuno mette qualcosa di sé. Qualcosa si dimentica. Qualcosa si include. E ciò che viene inventato passa poi al vaglio del senso estetico della comunità. Ciò che viene accolto dai più rimane perché viene tramandato. Ciò che non viene accolto viene dimenticato. E così il tempo modifica e costruisce. MI-LU è così, punto l MI-LU che abbiamo percorso è stato il frutto delle scelte mie e di Gianluca. Per questo mi piace pensare che MI-LU venga riproposto. E mi piacerebbe pensare che chi lo ha percorso lo faccia proprio, magari facendo scelte differenti. Personalmente progettare e vedere realizzato MI-LU è stata una bellissima esperienza che porto nel mio cuore. E allora voglio ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alle varie tappe. In particolare coloro che hanno fatto parte di quel gruppetto di affezionati per cui si è creato quel piacere di ritrovarsi ogni volta, come se tra una tappa e l’altra ci fossero dei puntini di sospensione che portano con sé un bel legame e la voglia di ritrovarsi alla tappa successiva. Per me ritrovarvi ogni volta è stato davvero un regalo. Ovviamente non posso fare a meno di ringraziare Gianluca (anche se non vuole essere ringraziato). Da lui ho imparato moltissimo. E mi ha portato a meditare su molte cose per cui ora il mio sguardo mentre cammino è profondamente cambiato. Davvero grazie a tutti!


MI-LU DEI SOCI PARTECIPANTI Quando si va in vacanza si scelgono luoghi lontani o sconosciuti, non si pensa mai di esplorare luoghi vicini. Ma poi ci si iscrive a Trekking Italia e si comincia a camminare in Lombardia. All’inizio laghi, monti e parchi, poi anche trek urbani e tangenziali (Sentieri_Metropolitani) e così ci si ritrova a fare la Milano-Lugano, MI-LU, partendo da piazza Duomo in una freddissima mattina d’inverno, senza sapere cosa ci aspetta, un po’ curiosi e un po’ dubbiosi. Per la seconda tappa il ritrovo è alla Montagnetta, è primavera, pioggia battente. Ombrelli aperti e sgocciolanti, sotto alberi ancor più sgocciolanti. Gianluca sta fermo a illustrare il cammino della giornata, tranquillo come se non piovesse. E poi via verso Rho: passiamo l’Olona, gonfio d’acqua marrone che sta quasi per esondare verso un periferico quartiere di orribili villette anni ‘50/’60, con nanetti nei cortili. La pioggia non cessa mai e alcuni si arrendono. In pochi arriviamo alla stazione, passando per prati fradici di pioggia, vicino a una prostituta di colore che aspetta sotto un cavalcavia e sotto l’ombrello. La terza tappa ci premia con il sole e si va tra campi e vecchi mulini. Si ricomincia a camminare in autunno. I mesi passano e i luoghi e i ricordi si confondono, mentre si va a tappe verso Lugano. In un paesino l’Arch. Botta ha rifatto la facciata a una chiesa, con una pietra di un caldo colore rosso. Sembra un miraggio, mi ha ricordato la tomba di Agamennone a Micene. Seguendo l’Olona si incontrano piccole fabbriche dismesse da tempo. Da finestre con vetri rotti guardiamo l’interno di una cartiera, ci sono mac-

chinari e pacchi di carta abbandonati, come se all’improvviso l’umanità fosse scomparsa a causa di un’improbabile fine del mondo. Entriamo in grotte enormi dove scendono cascate d’acqua dal soffitto e sembra di essere in un film di fantascienza, invece sono cave di pietra molera, abbandonate. Camminiamo su sentieri dove non si incontra nessuno e su binari dove non passano più treni da anni. Così dopo più di un anno e sei tappe siamo arrivati al confine con la Svizzera, mancano solo due tappe a Lugano: oltre a Gianluca e Sonia ci accompagna l’Arch. Fabrizio Donadini che abita nel territorio di confine e ci guiderà verso la Svizzera. Si arriva a Mendrisio, piena di contrasti: antico centro storico e Foxtown, il paradiso dello shopping! E poi si sale verso Meride, piccolo borgo deserto e silenzioso. Perfetto! … ultima tappa, 27 settembre, una giornata piena di luce. Si riparte da Meride, si sale a Serpiano, sotto uno splendido panorama sul lago e immaginiamo Lugano, in lontananza. Ed eccoci: sul lungolago c’è gente elegante che passeggia, ma noi, zaino in spalla, stanchi e felici siamo in un’altra dimensione. Il pullman ci riporta a Milano, pochi chilometri, fatti in autostrada, ma che avventura fatti a piedi! Cari Sentieri_Metropolitani verso quale avventura ci condurrete la prossima volta? Buon cammino a tutti, Rosanna Aretusi

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BU MARZ Il Bu Marz è un rito antico col quale all’inizio della primavera i bambini e il loro genitori giravano per i campi attorno al paese con dei campanacci e col canto invitavano l’erba a germogliare per propiziare un buon raccolto. All’origine del rito c’era probabilmente il bisogno di sottolineare la fine dell’inverno e quindi il ritorno alla vita della primavera, quando i ritmi della terra riprendono il loro ciclo spingendo fuori dai loro gusci i germogli e le famiglie fuori dalle loro abitazioni dove si erano rifugiate per superare l’inverno.

Codera: nella valle senza strade L’espressione ormai famosa di “valle senza strade” viene dalla sua caratteristica di valle chiusa raggiungibile solo a piedi. L’ingresso alla valle richiede infatti l’imposizione di un “pedaggio” costituito dai circa 2.600 gradini dell’antica mulattiera, unica via d’accesso. Questa caratteristica ha protetto per secoli gli abitanti dalle alluvioni, dai lanzichenecchi, dalla peste e dalla guerra. A partire dal dopoguerra, con le famiglie stremate dal conflitto, dalla fatica, e spinte dal bisogno di affrancarsi dalla sussistenza, esplode il fenomeno dello spopolamento, tipico di molti comuni montani qui accentuato proprio dalla mancanza di un adeguato collegamento con il fondovalle.

San Fedelino: una pietra milanese Lungo questa valle c’è una costante che proviene dal sottosuolo: la pietra. Codera è un borgo costruito sul granito e con il granito. Le cave della Val Codera, da cui si estrae il san fedelino, hanno rappresentato per secoli l’economia della valle e hanno dato un importante contributo all’aspetto di molte città del nord Italia, prima fra tutte Milano. I “picàpedra” erano gli scalpellini che seduti sul grande blocco di granito con mazzetta e scalpello davano forme alla pietra. Per trasportare gli artefatti o i grossi blocchi sino alle imbarcazioni veniva utilizzata una solida slitta trainata da muli o asini, oppure una più piccola, il “carell”, trainata dai cavatori stessi.

Castagno: l’albero del pane La conquista di spazio per il sostentamento ha lasciato segni evidenti nel territorio, come i muretti a secco riempiti con terra fertile che servivano per creare terrazze spaziose per i castagneti. I frutti hanno un elevato potere nutritivo e hanno rappresentato una risorsa provvidenziale per le popolazioni più povere delle montagne tanto che il castagno è stato soprannominato “albero del pane”. Il rapporto tra l’uomo e la pianta era totale: le castagne venivano mangiate in molti modi, le foglie servivano per riempire i materassi e per fare lettiere per le bestie, i ricci bruciati a mucchi servivano per affumicare le castagne e i rami secchi per le stufe, i pochi rimasugli nutrivano i maiali.

La cupidigia di Valfùbia: una leggenda della Val Codera Si racconta che il valligiano Valfùbia per cupidigia aveva osato rubare ad una povera donna vedova con molti figli da mantenere, spostando nottetempo a proprio favore i tèrmen (cioè le pietre lunghe e sottili che segnalano il confine tra i due terreni vicini). Per scontare questa odiosa malvagità il nostro personaggio fu costretto per un tempo che forse non avrà fine a vagare durante la notte per la valle, sempre adirato per la pena subita, travestendosi nelle fogge più disparate. Eccolo allora comparire improvvisamente, dopo la mezzanotte, tutto vestito di bianco, in Val Ghera o alla Ganda di Ulanòcc (sulla strada per Codera, tra le due attuali gallerie paravalanghe), a chiedere tabacco o a trarne da un taschino invisibile. Raccontano anche che più spesso lo si ode correre lamentandosi spaventosamente, facendo rotolare sassi per il pendio, o lanciando noci ai malcapitati che si avventurano nella notte per la strada della valle. Attenti dunque al Valfùbia!

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I GRANDI TREK APRILE

sabato 28 Febbraio domenica 1 Marzo

LA LEGGENDA DEL SOLDATO PERDUTO Il Monte Orsa è stato da sempre la meta preferita per i giochi avventurosi dei bambini del paese. La strada che partiva dall’abitato si addentrava lentamente nel bosco, luogo perfetto in cui poter fantasticare per interi pomeriggi. Questa montagna aveva un forte richiamo per via delle sue gallerie e delle sue trincee mai usate, come uno scheletro disteso sul crinale, una carcassa di una guerra mai vista. Nel buio di quelle gallerie però i ragazzini non cercavano reperti bellici ma misteri e leggende. Venne fuori così questa inquietante storia che raccontava di un soldato solitario entrato nelle voragini della terra e mai più emerso. Aveva trascorso tutta la vita come una creatura lunare fino alla morte che lo trasformò in fantasma, uno scheletro in divisa e col moschetto in spalla e la baionetta innestata. La guerra che non c’è stata ha comunque creato le sue leggende.

MAGGIO ANTEPRIMA

I GRANDI TREK

CON I BAMBINI IN VAL CODERA BU MARZ: IL RISVEGLIO DEI PRATI

CODERA

FEBBRAIO

MARZO

lombardia

CIÌ

venerdì 3, 5 gg Toscana, SENTIERI DELLE ABBAZIE trek residenziale

sabato 2, 8 gg Grecia, ISOLE DI TINOS E MIKONOS trek residenziale

venerdì 3, 5 gg Toscana, SPOLETO, CASCIA, NORCIA trek residenziale.

mercoledì 13, 4 gg Inghilterra, LONDRA trek residenziale

venerdì 3, 4 gg Toscana, PARCHI DELLA VAL DI CORNIA E GOLFO DI BARATTI trek residenziale

sabato 16, 9 gg Sicilia, ISOLE EOLIE trek residenziale

venerdì 3, 4 gg Toscana, PARCO DELLA MAREMMA E MONTI DELL’UCCELLINA trek residenziale venerdì 3, 4 gg Francia, LES CALANQUES trek residenziale sabato 4, 9 gg Egitto, DAL DESERTO BIANCO A LUXOR viaggio & trek sabato 4, 8 gg Croazia, PASQUA ALL’ISOLA DI KRK trek residenziale sabato 4, 4 gg Liguria, LE TRE PERLE trek residenziale sabato 25, 9 gg Turchia, CAPPADOCIA E LICIA IN FIORE sabato 25, 8 gg Puglia, ORCHIDEE NEL GARGANO trek residenziale sabato 25, 8 gg Spagna, LA COSTA BRAVA trek con bagaglio trasportato

mercoledì 29, 5 gg Toscana, ISOLA D’ELBA, PARCO NAZIONALE ARCIPELAGO TOSCANO trek residenziale giovedì 30, 4 gg Francia, LES BALCONS DE LA COTE D’AZUR trek itinerante

Linea Cadorna, il fronte neutrale A partire dall’estate del 1915 fino alla primavera del 1918, in pieno conflitto mondiale, fu costruito un imponente sistema di fortificazioni lungo il confine italo-svizzero. Chilometri di trincee, camminamenti, strade e mulattiere, oltre alle postazioni per mitragliatrici e cannoni. Perché mai costruire un’imponente barriera al confine con uno stato neutrale? La guerra appena cominciata aveva insegnato una cosa, le regole stabilite non valevano più, così la Germania invade la Francia occupando il neutrale Belgio cogliendo tutti di sorpresa. L’Italia temeva che le truppe tedesche potessero attraversare la Svizzera come un corridoio per giungere in fretta al cuore produttivo dell’Italia.

giovedì 30, 4 gg Abruzzo, IL RITO DEI SERPENTARI trek residenziale

AVEDEE

COLA

giovedì 28, 8 gg Sicilia, LA DORSALE APPENNINICA, DAI NEBRODI E MADONIE trek con bagaglio trasportato venerdì 29, 5 gg Emilia-Romagna-Marche, MONTEFELTRO L’ELEGANZA DELLA STORIA trek residenziale

ITINERARIO SECONDO GIORNO Codera (m 850), Ciì (m 851), Avedee (m 798), Mezzolpiano (m 321), Novate Mezzola (m 212) media tappa 2 ore ascesa: 15metri - discesa: 650 metri

SAN GIORGIO

Valutazione: facile/medio Viaggio in treno Pernottamento in rifugio

NOVATE MEZZOLA

Guerra e processi produttivi La Linea Cadorna ebbe un costo di circa 104 milioni di lire ed impiegò all’incirca 20.000 operai. Sono cifre vertiginose se si pensa che un operaio specializzato guadagnava 4 lire al giorno fu quindi un’opera notevole che produsse effetti anche sul sistema economico della zona. Per la sua costruzione si provò ad abbattere i costi riattivando vecchi processi produttivi nei territori limitrofi come l’apertura di vecchie cave ricavate nei residui morenici, gli scavi negli alvei dei fiumi per ricavare la ghiaia, la riaccensione di vecchie fornaci per produrre calce. Per le esigenze belliche furono espropriati parecchi lotti di terreno agricolo, requisiti e subito occupati nel giro di poche settimane nonostante le rimostranze dei piccoli proprietari. Si riattivarono processi economici positivi ma furono stravolti anche certi equilibri legati alla proprietà terriera e alle attività economiche ad essa collegata.

sabato 30, 4 gg Francia, GRAND CANYON DU VERDON trek con bagaglio trasportato sabato 30, 4 gg Svizzera, SCHAFFHAUSEN, SENTIERI DEL RENO trek residenziale trekkingitalia.org

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venerdì 6, 11 gg Francia d’Oltremare, PICCOLE ANTILLE ISOLA DELLA MARTINICA trek residenziale

sabato 14, 4 gg Trentino-Alto Adige, SENTIERI INNEVATI PARCO DELLE ODLE PUEZ trek residenziale sabato 21, 8 gg Finlandia, BIANCA LAPPONIA trek residenziale

FACILE MEDIO

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ATTREZZATURA CONSIGLIATA A pag. 32 trovi i suggerimenti sul tipo di abbigliamento adatto.

sabato 14, 9 gg Marocco, TRA LE DUNE DELL’ERG CHEGAGA trek con bagaglio trasportato giovedì 19, 4 gg Trentino-Alto Adige, R. N. CON LE CIASPOLE IN VAL D’EGA trek residenziale

domenica 29, 8 gg Marocco, LE DUNE E L’ATLANTICO trek con bagaglio trasportato

NOVATE MEZZOLA

PRIMO GIORNO

giovedì 12, 4 gg Trentino-Alto Adige, R. N. CON LE CIASPOLE ALL’ALPE DI SIUSI trek residenziale

venerdì 27, 4 gg Francia, LIONE: LES TRAVERSÉES DE LIONE trek della scoperta

CODERA

NOVATE MEZZOLA

sabato 30, 5 gg Toscana, ISOLA DEL GIGLIO trek residenziale

giovedì 5, 4 gg Trentino-Alto Adige, R. N. DOLOMITI DI FANES trek residenziale

ITINERARIO PRIMO GIORNO Novate Mezzola (m 212), San Giorgio (m 748), Sentiero del Tracciolino, Codera (m 850) media tappa 3 ore ascesa: 650 metri - discesa: 15 metri

La trincea dei civili Con i soldati continuamente impegnati al fronte, a costruire questa imponente opera fu la popolazione che si fece strumento delle esigenze militari. Lo fece attraverso le maestranze specializzate non abili al combattimento, come cavatori, scalpellini, boscaioli. Un contributo fondamentale fu dato anche da bambini e donne: ai primi erano riservate le mansioni meno faticose come la guardia ai cantieri, le pulizie ed i lavori di manovalanza, mentre alle seconde venivano affidati incarichi da svolgersi tra i cantieri e le proprie abitazioni, così da favorire la doppia mansione di operaie e custodi del focolare. Così le donne conducevano i carri, raccoglievano la legna e preparavano il cibo per gli operai.

sabato 30, 8 gg Croazia, ISOLA DI RAB trek residenziale

mercoledì 4, 19 gg Cile, Argentina, PATAGONIA, LA FINE DEL MONDO viaggio & trek

Trek itinerante di 2 giorni

La guerra che non c’è stata ma che si vede Il temuto attacco nemico attraverso la Svizzera non avvenne mai, così la Linea Cadorna non è mai stata armata. La guerra non è mai arrivata su questa linea eppure ha lasciato tracce indelebili sul territorio. A segnare queste montagne è stata quindi la paura della guerra piuttosto che l’azione della guerra. Postazioni, camminamenti e trincee, costruite sfruttando le caratteristiche geomorfologiche, fanno ormai parte del paesaggio e raccontano una loro storia esattamente come fanno le rocce in cui sono sono incastrate.

venerdì 29, 5 gg Emilia-Romagna, Toscana, CAMMINO DEGLI ABATI, BOBBIO-PONTREMOLI giovedì 30, 4 gg Friuli-VeneziaGiulia, TRIESTE, IL CARSO E IL MARE trek itinerante trek residenziale sabato 30, 9 gg Portogallo, MADEIRA, L’ISOLA DEI FIORI giovedì 30, 4 gg trek residenziale Francia, ISOLE DI HYÈRES trek residenziale

Raggiungere un paese senza strade né macchine attraverso boschi, prati e silenzio per far rivivere un’antica tradizione: nei primi giorni di marzo le famiglie camminano insieme tra gli alpeggi e suonando i campanacci invitano la terra al risveglio, nella speranza che possa offrire tanto foraggio per gli animali. È un invito alla primavera. Un omaggio alla vita che ricomincia e una divertente notte in rifugio.

SECONDO GIORNO

212

WWW.TREKKINGITALIA.ORG se vuoi saperne di più. trekkingitalia.org

17

18 trekkingitalia.org


I GRANDI TREK APRILE

sabato 28 Febbraio domenica 1 Marzo

LA LEGGENDA DEL SOLDATO PERDUTO Il Monte Orsa è stato da sempre la meta preferita per i giochi avventurosi dei bambini del paese. La strada che partiva dall’abitato si addentrava lentamente nel bosco, luogo perfetto in cui poter fantasticare per interi pomeriggi. Questa montagna aveva un forte richiamo per via delle sue gallerie e delle sue trincee mai usate, come uno scheletro disteso sul crinale, una carcassa di una guerra mai vista. Nel buio di quelle gallerie però i ragazzini non cercavano reperti bellici ma misteri e leggende. Venne fuori così questa inquietante storia che raccontava di un soldato solitario entrato nelle voragini della terra e mai più emerso. Aveva trascorso tutta la vita come una creatura lunare fino alla morte che lo trasformò in fantasma, uno scheletro in divisa e col moschetto in spalla e la baionetta innestata. La guerra che non c’è stata ha comunque creato le sue leggende.

MAGGIO ANTEPRIMA

I GRANDI TREK

CON I BAMBINI IN VAL CODERA BU MARZ: IL RISVEGLIO DEI PRATI

CODERA

FEBBRAIO

MARZO

lombardia

CIÌ

venerdì 3, 5 gg Toscana, SENTIERI DELLE ABBAZIE trek residenziale

sabato 2, 8 gg Grecia, ISOLE DI TINOS E MIKONOS trek residenziale

venerdì 3, 5 gg Toscana, SPOLETO, CASCIA, NORCIA trek residenziale.

mercoledì 13, 4 gg Inghilterra, LONDRA trek residenziale

venerdì 3, 4 gg Toscana, PARCHI DELLA VAL DI CORNIA E GOLFO DI BARATTI trek residenziale

sabato 16, 9 gg Sicilia, ISOLE EOLIE trek residenziale

venerdì 3, 4 gg Toscana, PARCO DELLA MAREMMA E MONTI DELL’UCCELLINA trek residenziale venerdì 3, 4 gg Francia, LES CALANQUES trek residenziale sabato 4, 9 gg Egitto, DAL DESERTO BIANCO A LUXOR viaggio & trek sabato 4, 8 gg Croazia, PASQUA ALL’ISOLA DI KRK trek residenziale sabato 4, 4 gg Liguria, LE TRE PERLE trek residenziale sabato 25, 9 gg Turchia, CAPPADOCIA E LICIA IN FIORE sabato 25, 8 gg Puglia, ORCHIDEE NEL GARGANO trek residenziale sabato 25, 8 gg Spagna, LA COSTA BRAVA trek con bagaglio trasportato

mercoledì 29, 5 gg Toscana, ISOLA D’ELBA, PARCO NAZIONALE ARCIPELAGO TOSCANO trek residenziale giovedì 30, 4 gg Francia, LES BALCONS DE LA COTE D’AZUR trek itinerante

Linea Cadorna, il fronte neutrale A partire dall’estate del 1915 fino alla primavera del 1918, in pieno conflitto mondiale, fu costruito un imponente sistema di fortificazioni lungo il confine italo-svizzero. Chilometri di trincee, camminamenti, strade e mulattiere, oltre alle postazioni per mitragliatrici e cannoni. Perché mai costruire un’imponente barriera al confine con uno stato neutrale? La guerra appena cominciata aveva insegnato una cosa, le regole stabilite non valevano più, così la Germania invade la Francia occupando il neutrale Belgio cogliendo tutti di sorpresa. L’Italia temeva che le truppe tedesche potessero attraversare la Svizzera come un corridoio per giungere in fretta al cuore produttivo dell’Italia.

giovedì 30, 4 gg Abruzzo, IL RITO DEI SERPENTARI trek residenziale

AVEDEE

COLA

giovedì 28, 8 gg Sicilia, LA DORSALE APPENNINICA, DAI NEBRODI E MADONIE trek con bagaglio trasportato venerdì 29, 5 gg Emilia-Romagna-Marche, MONTEFELTRO L’ELEGANZA DELLA STORIA trek residenziale

ITINERARIO SECONDO GIORNO Codera (m 850), Ciì (m 851), Avedee (m 798), Mezzolpiano (m 321), Novate Mezzola (m 212) media tappa 2 ore ascesa: 15metri - discesa: 650 metri

SAN GIORGIO

Valutazione: facile/medio Viaggio in treno Pernottamento in rifugio

NOVATE MEZZOLA

Guerra e processi produttivi La Linea Cadorna ebbe un costo di circa 104 milioni di lire ed impiegò all’incirca 20.000 operai. Sono cifre vertiginose se si pensa che un operaio specializzato guadagnava 4 lire al giorno fu quindi un’opera notevole che produsse effetti anche sul sistema economico della zona. Per la sua costruzione si provò ad abbattere i costi riattivando vecchi processi produttivi nei territori limitrofi come l’apertura di vecchie cave ricavate nei residui morenici, gli scavi negli alvei dei fiumi per ricavare la ghiaia, la riaccensione di vecchie fornaci per produrre calce. Per le esigenze belliche furono espropriati parecchi lotti di terreno agricolo, requisiti e subito occupati nel giro di poche settimane nonostante le rimostranze dei piccoli proprietari. Si riattivarono processi economici positivi ma furono stravolti anche certi equilibri legati alla proprietà terriera e alle attività economiche ad essa collegata.

sabato 30, 4 gg Francia, GRAND CANYON DU VERDON trek con bagaglio trasportato sabato 30, 4 gg Svizzera, SCHAFFHAUSEN, SENTIERI DEL RENO trek residenziale trekkingitalia.org

19

20 trekkingitalia.org

venerdì 6, 11 gg Francia d’Oltremare, PICCOLE ANTILLE ISOLA DELLA MARTINICA trek residenziale

sabato 14, 4 gg Trentino-Alto Adige, SENTIERI INNEVATI PARCO DELLE ODLE PUEZ trek residenziale sabato 21, 8 gg Finlandia, BIANCA LAPPONIA trek residenziale

FACILE MEDIO

212

850

ATTREZZATURA CONSIGLIATA A pag. 32 trovi i suggerimenti sul tipo di abbigliamento adatto.

sabato 14, 9 gg Marocco, TRA LE DUNE DELL’ERG CHEGAGA trek con bagaglio trasportato giovedì 19, 4 gg Trentino-Alto Adige, R. N. CON LE CIASPOLE IN VAL D’EGA trek residenziale

domenica 29, 8 gg Marocco, LE DUNE E L’ATLANTICO trek con bagaglio trasportato

NOVATE MEZZOLA

PRIMO GIORNO

giovedì 12, 4 gg Trentino-Alto Adige, R. N. CON LE CIASPOLE ALL’ALPE DI SIUSI trek residenziale

venerdì 27, 4 gg Francia, LIONE: LES TRAVERSÉES DE LIONE trek della scoperta

CODERA

NOVATE MEZZOLA

sabato 30, 5 gg Toscana, ISOLA DEL GIGLIO trek residenziale

giovedì 5, 4 gg Trentino-Alto Adige, R. N. DOLOMITI DI FANES trek residenziale

ITINERARIO PRIMO GIORNO Novate Mezzola (m 212), San Giorgio (m 748), Sentiero del Tracciolino, Codera (m 850) media tappa 3 ore ascesa: 650 metri - discesa: 15 metri

La trincea dei civili Con i soldati continuamente impegnati al fronte, a costruire questa imponente opera fu la popolazione che si fece strumento delle esigenze militari. Lo fece attraverso le maestranze specializzate non abili al combattimento, come cavatori, scalpellini, boscaioli. Un contributo fondamentale fu dato anche da bambini e donne: ai primi erano riservate le mansioni meno faticose come la guardia ai cantieri, le pulizie ed i lavori di manovalanza, mentre alle seconde venivano affidati incarichi da svolgersi tra i cantieri e le proprie abitazioni, così da favorire la doppia mansione di operaie e custodi del focolare. Così le donne conducevano i carri, raccoglievano la legna e preparavano il cibo per gli operai.

sabato 30, 8 gg Croazia, ISOLA DI RAB trek residenziale

mercoledì 4, 19 gg Cile, Argentina, PATAGONIA, LA FINE DEL MONDO viaggio & trek

Trek itinerante di 2 giorni

La guerra che non c’è stata ma che si vede Il temuto attacco nemico attraverso la Svizzera non avvenne mai, così la Linea Cadorna non è mai stata armata. La guerra non è mai arrivata su questa linea eppure ha lasciato tracce indelebili sul territorio. A segnare queste montagne è stata quindi la paura della guerra piuttosto che l’azione della guerra. Postazioni, camminamenti e trincee, costruite sfruttando le caratteristiche geomorfologiche, fanno ormai parte del paesaggio e raccontano una loro storia esattamente come fanno le rocce in cui sono sono incastrate.

venerdì 29, 5 gg Emilia-Romagna, Toscana, CAMMINO DEGLI ABATI, BOBBIO-PONTREMOLI giovedì 30, 4 gg Friuli-VeneziaGiulia, TRIESTE, IL CARSO E IL MARE trek itinerante trek residenziale sabato 30, 9 gg Portogallo, MADEIRA, L’ISOLA DEI FIORI giovedì 30, 4 gg trek residenziale Francia, ISOLE DI HYÈRES trek residenziale

Raggiungere un paese senza strade né macchine attraverso boschi, prati e silenzio per far rivivere un’antica tradizione: nei primi giorni di marzo le famiglie camminano insieme tra gli alpeggi e suonando i campanacci invitano la terra al risveglio, nella speranza che possa offrire tanto foraggio per gli animali. È un invito alla primavera. Un omaggio alla vita che ricomincia e una divertente notte in rifugio.

SECONDO GIORNO

212

WWW.TREKKINGITALIA.ORG se vuoi saperne di più. trekkingitalia.org

17

18 trekkingitalia.org


I GRANDI TREK APRILE

sabato 28 Febbraio domenica 1 Marzo

LA LEGGENDA DEL SOLDATO PERDUTO Il Monte Orsa è stato da sempre la meta preferita per i giochi avventurosi dei bambini del paese. La strada che partiva dall’abitato si addentrava lentamente nel bosco, luogo perfetto in cui poter fantasticare per interi pomeriggi. Questa montagna aveva un forte richiamo per via delle sue gallerie e delle sue trincee mai usate, come uno scheletro disteso sul crinale, una carcassa di una guerra mai vista. Nel buio di quelle gallerie però i ragazzini non cercavano reperti bellici ma misteri e leggende. Venne fuori così questa inquietante storia che raccontava di un soldato solitario entrato nelle voragini della terra e mai più emerso. Aveva trascorso tutta la vita come una creatura lunare fino alla morte che lo trasformò in fantasma, uno scheletro in divisa e col moschetto in spalla e la baionetta innestata. La guerra che non c’è stata ha comunque creato le sue leggende.

MAGGIO ANTEPRIMA

I GRANDI TREK

CON I BAMBINI IN VAL CODERA BU MARZ: IL RISVEGLIO DEI PRATI

CODERA

FEBBRAIO

MARZO

lombardia

CIÌ

venerdì 3, 5 gg Toscana, SENTIERI DELLE ABBAZIE trek residenziale

sabato 2, 8 gg Grecia, ISOLE DI TINOS E MIKONOS trek residenziale

venerdì 3, 5 gg Toscana, SPOLETO, CASCIA, NORCIA trek residenziale.

mercoledì 13, 4 gg Inghilterra, LONDRA trek residenziale

venerdì 3, 4 gg Toscana, PARCHI DELLA VAL DI CORNIA E GOLFO DI BARATTI trek residenziale

sabato 16, 9 gg Sicilia, ISOLE EOLIE trek residenziale

venerdì 3, 4 gg Toscana, PARCO DELLA MAREMMA E MONTI DELL’UCCELLINA trek residenziale venerdì 3, 4 gg Francia, LES CALANQUES trek residenziale sabato 4, 9 gg Egitto, DAL DESERTO BIANCO A LUXOR viaggio & trek sabato 4, 8 gg Croazia, PASQUA ALL’ISOLA DI KRK trek residenziale sabato 4, 4 gg Liguria, LE TRE PERLE trek residenziale sabato 25, 9 gg Turchia, CAPPADOCIA E LICIA IN FIORE sabato 25, 8 gg Puglia, ORCHIDEE NEL GARGANO trek residenziale sabato 25, 8 gg Spagna, LA COSTA BRAVA trek con bagaglio trasportato

mercoledì 29, 5 gg Toscana, ISOLA D’ELBA, PARCO NAZIONALE ARCIPELAGO TOSCANO trek residenziale giovedì 30, 4 gg Francia, LES BALCONS DE LA COTE D’AZUR trek itinerante

Linea Cadorna, il fronte neutrale A partire dall’estate del 1915 fino alla primavera del 1918, in pieno conflitto mondiale, fu costruito un imponente sistema di fortificazioni lungo il confine italo-svizzero. Chilometri di trincee, camminamenti, strade e mulattiere, oltre alle postazioni per mitragliatrici e cannoni. Perché mai costruire un’imponente barriera al confine con uno stato neutrale? La guerra appena cominciata aveva insegnato una cosa, le regole stabilite non valevano più, così la Germania invade la Francia occupando il neutrale Belgio cogliendo tutti di sorpresa. L’Italia temeva che le truppe tedesche potessero attraversare la Svizzera come un corridoio per giungere in fretta al cuore produttivo dell’Italia.

giovedì 30, 4 gg Abruzzo, IL RITO DEI SERPENTARI trek residenziale

AVEDEE

COLA

giovedì 28, 8 gg Sicilia, LA DORSALE APPENNINICA, DAI NEBRODI E MADONIE trek con bagaglio trasportato venerdì 29, 5 gg Emilia-Romagna-Marche, MONTEFELTRO L’ELEGANZA DELLA STORIA trek residenziale

ITINERARIO SECONDO GIORNO Codera (m 850), Ciì (m 851), Avedee (m 798), Mezzolpiano (m 321), Novate Mezzola (m 212) media tappa 2 ore ascesa: 15metri - discesa: 650 metri

SAN GIORGIO

Valutazione: facile/medio Viaggio in treno Pernottamento in rifugio

NOVATE MEZZOLA

Guerra e processi produttivi La Linea Cadorna ebbe un costo di circa 104 milioni di lire ed impiegò all’incirca 20.000 operai. Sono cifre vertiginose se si pensa che un operaio specializzato guadagnava 4 lire al giorno fu quindi un’opera notevole che produsse effetti anche sul sistema economico della zona. Per la sua costruzione si provò ad abbattere i costi riattivando vecchi processi produttivi nei territori limitrofi come l’apertura di vecchie cave ricavate nei residui morenici, gli scavi negli alvei dei fiumi per ricavare la ghiaia, la riaccensione di vecchie fornaci per produrre calce. Per le esigenze belliche furono espropriati parecchi lotti di terreno agricolo, requisiti e subito occupati nel giro di poche settimane nonostante le rimostranze dei piccoli proprietari. Si riattivarono processi economici positivi ma furono stravolti anche certi equilibri legati alla proprietà terriera e alle attività economiche ad essa collegata.

sabato 30, 4 gg Francia, GRAND CANYON DU VERDON trek con bagaglio trasportato sabato 30, 4 gg Svizzera, SCHAFFHAUSEN, SENTIERI DEL RENO trek residenziale trekkingitalia.org

19

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venerdì 6, 11 gg Francia d’Oltremare, PICCOLE ANTILLE ISOLA DELLA MARTINICA trek residenziale

sabato 14, 4 gg Trentino-Alto Adige, SENTIERI INNEVATI PARCO DELLE ODLE PUEZ trek residenziale sabato 21, 8 gg Finlandia, BIANCA LAPPONIA trek residenziale

FACILE MEDIO

212

850

ATTREZZATURA CONSIGLIATA A pag. 32 trovi i suggerimenti sul tipo di abbigliamento adatto.

sabato 14, 9 gg Marocco, TRA LE DUNE DELL’ERG CHEGAGA trek con bagaglio trasportato giovedì 19, 4 gg Trentino-Alto Adige, R. N. CON LE CIASPOLE IN VAL D’EGA trek residenziale

domenica 29, 8 gg Marocco, LE DUNE E L’ATLANTICO trek con bagaglio trasportato

NOVATE MEZZOLA

PRIMO GIORNO

giovedì 12, 4 gg Trentino-Alto Adige, R. N. CON LE CIASPOLE ALL’ALPE DI SIUSI trek residenziale

venerdì 27, 4 gg Francia, LIONE: LES TRAVERSÉES DE LIONE trek della scoperta

CODERA

NOVATE MEZZOLA

sabato 30, 5 gg Toscana, ISOLA DEL GIGLIO trek residenziale

giovedì 5, 4 gg Trentino-Alto Adige, R. N. DOLOMITI DI FANES trek residenziale

ITINERARIO PRIMO GIORNO Novate Mezzola (m 212), San Giorgio (m 748), Sentiero del Tracciolino, Codera (m 850) media tappa 3 ore ascesa: 650 metri - discesa: 15 metri

La trincea dei civili Con i soldati continuamente impegnati al fronte, a costruire questa imponente opera fu la popolazione che si fece strumento delle esigenze militari. Lo fece attraverso le maestranze specializzate non abili al combattimento, come cavatori, scalpellini, boscaioli. Un contributo fondamentale fu dato anche da bambini e donne: ai primi erano riservate le mansioni meno faticose come la guardia ai cantieri, le pulizie ed i lavori di manovalanza, mentre alle seconde venivano affidati incarichi da svolgersi tra i cantieri e le proprie abitazioni, così da favorire la doppia mansione di operaie e custodi del focolare. Così le donne conducevano i carri, raccoglievano la legna e preparavano il cibo per gli operai.

sabato 30, 8 gg Croazia, ISOLA DI RAB trek residenziale

mercoledì 4, 19 gg Cile, Argentina, PATAGONIA, LA FINE DEL MONDO viaggio & trek

Trek itinerante di 2 giorni

La guerra che non c’è stata ma che si vede Il temuto attacco nemico attraverso la Svizzera non avvenne mai, così la Linea Cadorna non è mai stata armata. La guerra non è mai arrivata su questa linea eppure ha lasciato tracce indelebili sul territorio. A segnare queste montagne è stata quindi la paura della guerra piuttosto che l’azione della guerra. Postazioni, camminamenti e trincee, costruite sfruttando le caratteristiche geomorfologiche, fanno ormai parte del paesaggio e raccontano una loro storia esattamente come fanno le rocce in cui sono sono incastrate.

venerdì 29, 5 gg Emilia-Romagna, Toscana, CAMMINO DEGLI ABATI, BOBBIO-PONTREMOLI giovedì 30, 4 gg Friuli-VeneziaGiulia, TRIESTE, IL CARSO E IL MARE trek itinerante trek residenziale sabato 30, 9 gg Portogallo, MADEIRA, L’ISOLA DEI FIORI giovedì 30, 4 gg trek residenziale Francia, ISOLE DI HYÈRES trek residenziale

Raggiungere un paese senza strade né macchine attraverso boschi, prati e silenzio per far rivivere un’antica tradizione: nei primi giorni di marzo le famiglie camminano insieme tra gli alpeggi e suonando i campanacci invitano la terra al risveglio, nella speranza che possa offrire tanto foraggio per gli animali. È un invito alla primavera. Un omaggio alla vita che ricomincia e una divertente notte in rifugio.

SECONDO GIORNO

212

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I GRANDI TREK APRILE

sabato 28 Febbraio domenica 1 Marzo

LA LEGGENDA DEL SOLDATO PERDUTO Il Monte Orsa è stato da sempre la meta preferita per i giochi avventurosi dei bambini del paese. La strada che partiva dall’abitato si addentrava lentamente nel bosco, luogo perfetto in cui poter fantasticare per interi pomeriggi. Questa montagna aveva un forte richiamo per via delle sue gallerie e delle sue trincee mai usate, come uno scheletro disteso sul crinale, una carcassa di una guerra mai vista. Nel buio di quelle gallerie però i ragazzini non cercavano reperti bellici ma misteri e leggende. Venne fuori così questa inquietante storia che raccontava di un soldato solitario entrato nelle voragini della terra e mai più emerso. Aveva trascorso tutta la vita come una creatura lunare fino alla morte che lo trasformò in fantasma, uno scheletro in divisa e col moschetto in spalla e la baionetta innestata. La guerra che non c’è stata ha comunque creato le sue leggende.

MAGGIO ANTEPRIMA

I GRANDI TREK

CON I BAMBINI IN VAL CODERA BU MARZ: IL RISVEGLIO DEI PRATI

CODERA

FEBBRAIO

MARZO

lombardia

CIÌ

venerdì 3, 5 gg Toscana, SENTIERI DELLE ABBAZIE trek residenziale

sabato 2, 8 gg Grecia, ISOLE DI TINOS E MIKONOS trek residenziale

venerdì 3, 5 gg Toscana, SPOLETO, CASCIA, NORCIA trek residenziale.

mercoledì 13, 4 gg Inghilterra, LONDRA trek residenziale

venerdì 3, 4 gg Toscana, PARCHI DELLA VAL DI CORNIA E GOLFO DI BARATTI trek residenziale

sabato 16, 9 gg Sicilia, ISOLE EOLIE trek residenziale

venerdì 3, 4 gg Toscana, PARCO DELLA MAREMMA E MONTI DELL’UCCELLINA trek residenziale venerdì 3, 4 gg Francia, LES CALANQUES trek residenziale sabato 4, 9 gg Egitto, DAL DESERTO BIANCO A LUXOR viaggio & trek sabato 4, 8 gg Croazia, PASQUA ALL’ISOLA DI KRK trek residenziale sabato 4, 4 gg Liguria, LE TRE PERLE trek residenziale sabato 25, 9 gg Turchia, CAPPADOCIA E LICIA IN FIORE sabato 25, 8 gg Puglia, ORCHIDEE NEL GARGANO trek residenziale sabato 25, 8 gg Spagna, LA COSTA BRAVA trek con bagaglio trasportato

mercoledì 29, 5 gg Toscana, ISOLA D’ELBA, PARCO NAZIONALE ARCIPELAGO TOSCANO trek residenziale giovedì 30, 4 gg Francia, LES BALCONS DE LA COTE D’AZUR trek itinerante

Linea Cadorna, il fronte neutrale A partire dall’estate del 1915 fino alla primavera del 1918, in pieno conflitto mondiale, fu costruito un imponente sistema di fortificazioni lungo il confine italo-svizzero. Chilometri di trincee, camminamenti, strade e mulattiere, oltre alle postazioni per mitragliatrici e cannoni. Perché mai costruire un’imponente barriera al confine con uno stato neutrale? La guerra appena cominciata aveva insegnato una cosa, le regole stabilite non valevano più, così la Germania invade la Francia occupando il neutrale Belgio cogliendo tutti di sorpresa. L’Italia temeva che le truppe tedesche potessero attraversare la Svizzera come un corridoio per giungere in fretta al cuore produttivo dell’Italia.

giovedì 30, 4 gg Abruzzo, IL RITO DEI SERPENTARI trek residenziale

AVEDEE

COLA

giovedì 28, 8 gg Sicilia, LA DORSALE APPENNINICA, DAI NEBRODI E MADONIE trek con bagaglio trasportato venerdì 29, 5 gg Emilia-Romagna-Marche, MONTEFELTRO L’ELEGANZA DELLA STORIA trek residenziale

ITINERARIO SECONDO GIORNO Codera (m 850), Ciì (m 851), Avedee (m 798), Mezzolpiano (m 321), Novate Mezzola (m 212) media tappa 2 ore ascesa: 15metri - discesa: 650 metri

SAN GIORGIO

Valutazione: facile/medio Viaggio in treno Pernottamento in rifugio

NOVATE MEZZOLA

Guerra e processi produttivi La Linea Cadorna ebbe un costo di circa 104 milioni di lire ed impiegò all’incirca 20.000 operai. Sono cifre vertiginose se si pensa che un operaio specializzato guadagnava 4 lire al giorno fu quindi un’opera notevole che produsse effetti anche sul sistema economico della zona. Per la sua costruzione si provò ad abbattere i costi riattivando vecchi processi produttivi nei territori limitrofi come l’apertura di vecchie cave ricavate nei residui morenici, gli scavi negli alvei dei fiumi per ricavare la ghiaia, la riaccensione di vecchie fornaci per produrre calce. Per le esigenze belliche furono espropriati parecchi lotti di terreno agricolo, requisiti e subito occupati nel giro di poche settimane nonostante le rimostranze dei piccoli proprietari. Si riattivarono processi economici positivi ma furono stravolti anche certi equilibri legati alla proprietà terriera e alle attività economiche ad essa collegata.

sabato 30, 4 gg Francia, GRAND CANYON DU VERDON trek con bagaglio trasportato sabato 30, 4 gg Svizzera, SCHAFFHAUSEN, SENTIERI DEL RENO trek residenziale trekkingitalia.org

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venerdì 6, 11 gg Francia d’Oltremare, PICCOLE ANTILLE ISOLA DELLA MARTINICA trek residenziale

sabato 14, 4 gg Trentino-Alto Adige, SENTIERI INNEVATI PARCO DELLE ODLE PUEZ trek residenziale sabato 21, 8 gg Finlandia, BIANCA LAPPONIA trek residenziale

FACILE MEDIO

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sabato 14, 9 gg Marocco, TRA LE DUNE DELL’ERG CHEGAGA trek con bagaglio trasportato giovedì 19, 4 gg Trentino-Alto Adige, R. N. CON LE CIASPOLE IN VAL D’EGA trek residenziale

domenica 29, 8 gg Marocco, LE DUNE E L’ATLANTICO trek con bagaglio trasportato

NOVATE MEZZOLA

PRIMO GIORNO

giovedì 12, 4 gg Trentino-Alto Adige, R. N. CON LE CIASPOLE ALL’ALPE DI SIUSI trek residenziale

venerdì 27, 4 gg Francia, LIONE: LES TRAVERSÉES DE LIONE trek della scoperta

CODERA

NOVATE MEZZOLA

sabato 30, 5 gg Toscana, ISOLA DEL GIGLIO trek residenziale

giovedì 5, 4 gg Trentino-Alto Adige, R. N. DOLOMITI DI FANES trek residenziale

ITINERARIO PRIMO GIORNO Novate Mezzola (m 212), San Giorgio (m 748), Sentiero del Tracciolino, Codera (m 850) media tappa 3 ore ascesa: 650 metri - discesa: 15 metri

La trincea dei civili Con i soldati continuamente impegnati al fronte, a costruire questa imponente opera fu la popolazione che si fece strumento delle esigenze militari. Lo fece attraverso le maestranze specializzate non abili al combattimento, come cavatori, scalpellini, boscaioli. Un contributo fondamentale fu dato anche da bambini e donne: ai primi erano riservate le mansioni meno faticose come la guardia ai cantieri, le pulizie ed i lavori di manovalanza, mentre alle seconde venivano affidati incarichi da svolgersi tra i cantieri e le proprie abitazioni, così da favorire la doppia mansione di operaie e custodi del focolare. Così le donne conducevano i carri, raccoglievano la legna e preparavano il cibo per gli operai.

sabato 30, 8 gg Croazia, ISOLA DI RAB trek residenziale

mercoledì 4, 19 gg Cile, Argentina, PATAGONIA, LA FINE DEL MONDO viaggio & trek

Trek itinerante di 2 giorni

La guerra che non c’è stata ma che si vede Il temuto attacco nemico attraverso la Svizzera non avvenne mai, così la Linea Cadorna non è mai stata armata. La guerra non è mai arrivata su questa linea eppure ha lasciato tracce indelebili sul territorio. A segnare queste montagne è stata quindi la paura della guerra piuttosto che l’azione della guerra. Postazioni, camminamenti e trincee, costruite sfruttando le caratteristiche geomorfologiche, fanno ormai parte del paesaggio e raccontano una loro storia esattamente come fanno le rocce in cui sono sono incastrate.

venerdì 29, 5 gg Emilia-Romagna, Toscana, CAMMINO DEGLI ABATI, BOBBIO-PONTREMOLI giovedì 30, 4 gg Friuli-VeneziaGiulia, TRIESTE, IL CARSO E IL MARE trek itinerante trek residenziale sabato 30, 9 gg Portogallo, MADEIRA, L’ISOLA DEI FIORI giovedì 30, 4 gg trek residenziale Francia, ISOLE DI HYÈRES trek residenziale

Raggiungere un paese senza strade né macchine attraverso boschi, prati e silenzio per far rivivere un’antica tradizione: nei primi giorni di marzo le famiglie camminano insieme tra gli alpeggi e suonando i campanacci invitano la terra al risveglio, nella speranza che possa offrire tanto foraggio per gli animali. È un invito alla primavera. Un omaggio alla vita che ricomincia e una divertente notte in rifugio.

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domenica 11 Aprile 100 ANNI DALLA GRANDE GUERRA LA LINEA CADORNA AL MONTE ORSA, I SEGNI DI UNA GUERRA COMBATTUTA ALTROVE

lombardia

Le fortificazioni realizzate sulla cresta tra il Monte Orsa e il Monte Pravello sono una traccia fisica, permanente e ben conservata, del passaggio della Storia. Si tratta però di segni da interpretare sotto un punto di vista insolito. Attraversare a piedi un luogo in cui la guerra è stata solo temuta e mai combattuta ci offre la possibilità di riflettere, oltre che sulla condizione umana dei soldati, sul dolore e la distruzione della guerra, anche sull’humus culturale e sociale, sulle paure e sulla frenesia del Paese in quegli anni che portò strati significativi di popolazione ad appoggiare l’ingresso in guerra dell’Italia. Trek giornaliero ITINERARIO Viggiù (m 506), Monte Orsa (m 991), sentiero delle trincee, Monte Pravello (m 1016), Viggiù (m 506) media tappa 4 ore ascesa: 530 metri - discesa: 530 metri Valutazione: facile/medio Viaggio in treno FACILE MEDIO

VIGGIÙ MONTE PRAVELLO

VIGGIÙ 506

VIGGIÙ 1016

ATTREZZATURA CONSIGLIATA A pag. 32 trovi i suggerimenti sul tipo di abbigliamento adatto.

506

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APRILE


APRILE


PROGETTO TS: TREK SCUOLA DEL VIAGGIARE INUTILE E DEL VIAGGIARE CHE FA CRESCERE Luca Scarazzati

Spesso mi son trovato con la macchina fotografica piena di immagini, quasi mai davvero sazio di luoghi e di esperienza. Mi spostavo con la sensazione di essermi perso qualcosa. Ritrovavo nei racconti di viaggio di amici e conoscenti la stessa sensazione. Peggio ancora, ritrovavo questo vuoto nei giovani a cui facevo da guida e a cui pensavo di poter lasciare qualcosa di diverso. Non consideravo che buoni racconti e qualche interessante nozione non appresa tra i banchi di scuola non sarebbero stati sufficienti. Vedevo insegnanti soddisfatte dal bombardamento di informazioni e ragazzi vuoti quanto alla partenza. Si partiva, in gita, verso qualche città e si arrivava in esse con non chiare aspettative. Ho visto giovani inciampare nel Rinascimento, cadere nel Medioevo e rimbalzare, dopo un capitombolo, nell’età classica senza nemmeno essersi resi conto di dove fossero. Ci si spostava velocemente - spesso col pullman, qualche volta a piedi - da un monumento all’altro e li si inondava di parole e di informazioni tralasciando quello che potrei chiamare il “respiro” della città: la relazione tra monumenti, vie, luoghi e persone. I ragazzi attraversavano queste città e cercavano i loro luoghi e le loro immagini: certamente la foto del monumento da portare a casa ma soprattutto il negozio di grandi marche o il fast food dove fermarsi. Non coglievano il “respiro” e ancor meno le informazioni che cercavo di lasciargli. Poi via veloci sul pullman per andare a visitare il nuovo luogo. I pochi curiosi affacciati al finestrino e la maggior parte, come è giusto che sia, a far bisboccia. Erano passati, avevano guardato, ma non avevano visto nulla. Correndo e spostandosi freneticamente, visitandone il più possibile, non erano riusciti a cogliere il bello dei luoghi, a leggerne il paesaggio, la Storia. Li avevano semplicemente consumati. Non nuova conoscenza ma frammenti di conoscenze; esperienze senza vera crescita; non ricerca e neppure esplorazione; non incontro con l’altro, più che altro raccolta di immagini e di stimoli mal organizzati. In questi anni, dallo scambio di esperienze, dall’ascolto delle storie di altri, dallo studio, dalle letture, ho compreso che c’era un denominatore comune a chi come me cercava di dare senso al proprio viaggiare: il grande valore del Camminare. Camminare significa andare piano, andare al passo naturale del mondo. Camminare significa potersi guardare attorno e ascoltare. Camminare significa anche potersi fermare a osservare i luoghi e aspettare che essi raccontino o che ci vengano raccontati mentre li osserviamo. Camminare significa incontrare, e quindi confronto. Camminare talvolta significa fatica, mettersi alla prova, superare difficoltà e talvolta condividerle con chi cammina con te. Un vero viaggio, o Grand Tour, se vogliamo, che non necessita di grandi distanze, ma semplicemente di esser intrapreso. Camminare ci riconsegna tra le mani, passando dai piedi, la dignità e il senso del viaggiare nel suo modo così antico ma pure innovativo. Cominciata, così, la mia piccola rivoluzione di viaggio a piedi, ho voluto cercare un contesto dove poter mettere in pratica nel lavoro questo “nuovo” modello, e ridare al viaggio e ai luoghi attraversati la loro bellezza, il loro significato. Volevo verificare se davvero camminare fosse, come lo era stato per me, il modo attraverso cui la generazione travolta dal consumo di luoghi e immagini sarebbe stata in grado di cogliere e vivere il viaggio nei suoi diversi aspetti e sfaccettature. Ovviamente son finito dove chi del camminare fa da anni stile di vita...

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E lì, camminando camminando, e lavorando lavorando, ho visto questa nuova generazione, nonostante i limiti di quest’era, passo dopo passo riuscire a rallentare e a rendere una gita di pochi giorni un piccolo viaggio, in altri termini, un piccolo Grand Tour. Seguendo le vie dei pellegrini che si inoltrano tra le colline toscane - rigorosamente sempre a piedi dopo un primo spaesamento riuscire a cogliere il bello e l’armonia spesso smentendo le aspettative che l’immaginario aveva creato. Con i giusti tempi del camminare (e le sapienti indicazioni della guida, ovviamente...), “studiare” il paesaggio attraversato e decodificare i segni che narrano del millenario rapporto tra l’uomo e l’ambiente. “Assaporare”, nonostante qualche disagio da sopportare e con qualche inevitabile lamentela, le stesse fatiche dei pellegrini. Provare la medesima sensazione di sollievo all’arrivo all’abbazia o alla città, proprio come avveniva secoli addietro. Addentrarsi per le vie e scoprire i monumenti riuscendone a cogliere la relazione col territorio, il significato. Infine fare l’esperienza del confronto con l’Altro lungo il sentiero: l’incontro con i moderni pellegrini che tutt’oggi attraversano quei luoghi o con i monaci che lì ancora vivono, un po’ sospesi tra presente e passato. E poi ho constatato che camminare sulle orme di Renzo, e seguirle fino a casa di Lucia, rende un po’ più interessanti “I promessi sposi”, li rende concreti, li attualizza. Ricostruire la vicenda attraversando a piedi i luoghi del romanzo aggiunge al racconto il fascino del vissuto e stimola la voglia di conoscere. E ancora, seguire sul sentiero le tracce del gigante bianco che col caldo rimpicciolisce può diventare un’interessante esplorazione geografico-scientifica svolta direttamente sul territorio. L’ascolto della natura che sussurra i suoi segreti, stando in silenzio, diventa un momento sia di riflessione personale sia di sensibilizzazione all’ambiente e alla bellezza; tutto questo si trova solo nel ritmo lento del cammino e dei luoghi in cui solo il camminare ci può portare. La richiesta di ripetere l’esperienza è la conferma che qualcosa è cambiato, che il nostro obiettivo è stato raggiunto. Ho visto bambini diventare piccoli grandi scalatori condividendo con i compagni la fatica prima e la gioia della vetta poi, e una classe di venticinque individui trasformarsi in gruppo affiatato; questa, per una guida, è una delle esperienze più appaganti. Questo porta a costruire passo passo un atlante dei luoghi visitati. Un atlante costruito sulle conoscenze acquisite, ma anche secondo le linee impalpabili della geografia emozionale che corrono dentro ciascuno di noi quando siamo in viaggio. Così, in qualche modo, racchiudiamo il mondo nelle nostre mani: vivendolo, ascoltandolo e poi raccontandolo. Indagine e lezioni di Geografia certo, ma anche di Storia e spunti di Arte. Un po’ di Scienze, la condivisione, il gruppo. L’educazione alla bellezza artistica e naturale e il confronto con l’altro. L’allontanamento dall’immagine stereotipata e la ricerca, in qualche caso, di essa; il contatto coi luoghi, i suoi tempi e le sfaccettature. Il superamento delle piccole prove, da affrontare da soli o con il gruppo... Tutti ingredienti che dimostrano che il Viaggio esiste ancora e che la nuova generazione, camminando camminando, ha ancora la possibilità di fare, se vuole, un percorso che porta, inevitabilmente, al cambiamento e, quindi, alla crescita. trekkingitalia.org

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NORDIC WALKING Il nordic walking o camminata nordica è uno sport che si sta affermando in tutto il mondo. Consiste in una camminata con i bastoncini... attenzione però! Molti di noi hanno già camminato con i bastoncini ma questo modo di utilizzarli è diverso: il bastoncino nel nordic walking serve a spingere e non come appoggio. Non bisogna pensare che si vada più veloci o si faccia meno fatica, il principio fondamentale di questa nuova disciplina è infatti quello di coinvolgere il maggior numero possibile di muscoli e, di conseguenza, aumentare il dispendio energetico, a parità di velocità e di distanza percorsa, con l’obiettivo di migliorare la forma fisica. Pensiero comune è credere che camminare con i bastoncini sia cosa scontata e facile. Ma fin dai primi passi ci si rende conto che il movimento è diverso rispetto al trekking, più complesso, richiede e sviluppa una buona coordinazione dinamica generale ed oculo-manuale migliorando la postura e favorendo l’acquisizione di schemi motori trasferibili nella vita di tutti giorni .

Paesi europei ed extraeuropei (Giappone, Stati Uniti, Canada, Australia). La sede di Milano di Trekking Italia, grazie alla lungimiranza di Sergio Migliavacca e l’incontro con Rita istruttrice di nordic walking, ha introdotto già dal 2013 questa attività fra le proposte per i soci come sport propedeutico al trekking ma soprattutto come proposta di attività motoria adatta a tutti, praticabile da soli o con gli amici a “km zero”: nelle pause pranzo, all’uscita dall’ufficio, tutti i giorni sfruttando i parchi che anche in una città come Milano sono parecchi e spesso poco fruiti.

Il nordic walking nella sua forma attuale di attività fisica e ricreativa nasce in Finlandia negli anni ‘80 ed arriva in Italia verso la fine del 2003. Nel Paese in cui ha avuto origine questo sport viene praticato, almeno una volta alla settimana, da circa il 14% della popolazione con una leggera predominanza delle donne rispetto agli uomini .

Fra i punti di forza del nordic walking vi è quello di poter essere praticato ovunque: non solo nei parchi cittadini, ma anche sulla spiaggia, in pianura, in collina e in montagna su sentieri sterrati con pendenze variabili e non molto ripide, l’ideale è fra il 4% e l’ 8%, in modo da poter sfruttare al massimo l’ampiezza dei movimenti e la continuità del passo. Con pendenze superiori la rullata del piede perde la sua completezza e la spinta delle braccia si accorcia. In alcuni paesi come la Germania il servizio sanitario copre i costi dei corsi perché ne riconosce le caratteristiche di prevenzione primaria. In Italia per ora solo alcuni medici all’avanguardia lo prescrivono con ricettario ASL segnalando posologia e dosi (quante volte alla settimana, per quanto tempo, a quanti km orari) in patologie quali il diabete, l’obesità, il parkinson e in fase post operatoria nelle donne operate al seno.

Alla fine del 2007 la popolazione finlandese stimata praticante questo sport era di circa 8 milioni. Con walkers inizialmente concentrati nel nord alpino e nella zona di Roma ad oggi il nordic walking si sta diffondendo velocemente in tutta Italia, la stessa cosa sta accadendo anche negli altri

Fra questi medici anche la Dr.ssa Milena Colzani, diabetologa e nutrizionista, nordic walker convinta, è impegnata nella promozione di questa disciplina fra i suoi colleghi medici oltre che fra i propri pazienti ed alla quale abbiamo posto alcune domande:

CORSO AVANZATO 7-14-21-28 marzo / 11 aprile livello 1 ore 14-16 tecnica N.W. abbinata a basi per un corretto esercizio fisico (calcolo fc max, tecnica di respirazione in salita e discesa, propriocettività, alimentazione e abbigliamento ecc.) livello 2 ore 10-12 tecnica N.W. abbinata a basi per un corretto esercizio fisico (tecniche di respirazione, rilassamento, propriocettività, coordinazione oculo manuale ecc.) CORSI BASE & MANTENIMENTO corso base, ore 11 5 lezioni da 1,15 h quota 55 euro corso mantenimento, ore 11 5 lezioni da 1,15 h quota 50 euro corso del sabato, ore 11 31 gennaio, 7/14/28 febbraio e 7 marzo corso della domenica, ore 11 1/8/15 febbraio e 1/8 marzo gruppo minimo 9 - max 12

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NORDIC WALKING IN VAL DI FIEMME 20-21-22 febbraio Nella splendida cornice del paesaggio invernale della Val di Fiemme, emozioni e orienteering si alterneranno nelle tre giornate. Accompagnatore Pino Della Sega (International Coach di Nordic Walking, maestro sci di fondo, istruttore nazionale di orienteering, cartografo)


Perché consigliare una regolare attività fisica? “È ormai ampiamente dimostrato che la correzione delle abitudini di vita sedentarie (vedi uso di ascensori, mezzi di locomozione in genere oppure anche solo il telecomando) è in grado di prevenire lo sviluppo del diabete in persone geneticamente predisposte e sempre più numerose sono le pubblicazioni che dimostrano come l’attività fisica sia una cura per chi è già affetto da tale patologia “.

consumo di circa 1.000 cal/settimana, 4.500 cal/mese ovvero circa 9.000 calorie ogni due mesi. Ogni 9.000 calorie circa si perde un chilo di peso corporeo cioè 6 Kg in un anno! E se a questo aggiungiamo il fatto che questa attività aerobica mobilizza i grassi, se praticata in maniera continuativa, si arriva a concludere che alla fine dell’anno si è, quanto meno, rimodellato il nostro corpo in senso metabolicamente positivo (meno tessuto adiposo e più massa magra).

È sufficiente consigliare genericamente “fai attività fisica?” “Nei pazienti affetti da disturbi metabolici quali obesità, diabete, ipertensione arteriosa e dislipidemie, l’attività fisica ha la stessa valenza dei trattamenti farmacologici e, pertanto, deve essere prescritta alla stessa stregua di un farmaco specificando cosa fare, quanto fare e per quanto tempo (intensità, frequenza e durata)”.

Numerosi studi hanno dimostrato che la regolare pratica del nordic walking è efficace nella cura del diabete, la Scuola Italiana Nordic Walking (SINW), in collaborazione con diversi centri diabetologici, ha promosso il progetto “Nordic Walking Diab“ che si propone di diffondere la camminata sportiva tra le persone con il diabete”.

Come collocare in quest’ottica il “ nordic walking”? “Il grosso vantaggio di questa disciplina è quello di permettere un lavoro aerobico alattacido che favorisce le ossidazioni biologiche di carboidrati e grassi a livello dei muscoli. Molto utile la costituzione, ove possibile, di piccoli gruppi per favorire la possibilità di dialogare mentre si cammina per verificare di non essere in debito di ossigeno durante l’esercizio. È piacevole praticare un’attività condividendola con altri ma non si creda che questa sia una disciplina che non produca anche “un effetto dimagrante”. In effetti permette di consumare circa 400 cal/ora. Per cui, se praticata per solo 1/2 ora al giorno ci consente di consumare circa 200 cal/giorno che moltiplicato per 5 giorni alla settimana presuppone un

Questi molteplici riscontri positivi dell’applicazione del nordic walking in ambito di prevenzione e promozione della salute sono la spinta che ci ha portati alla ricerca di sinergie che promuovessero questa attività motoria. Dalla collaborazione fra Trekking Italia e gli istruttori della scuola certificata del Team Triangolo Lariano lago di Como ASD, nasce così ed è in evoluzione il settore nordic walking di Milano. Gli istruttori che seguono i corsi e organizzano le varie attività proposte appartengono tutti alla SINW, alcuni di loro sono anche istruttori FIDAL e tutti sono costantemente impegnati in una continua formazione ad ampio raggio che riguarda sia gli aspetti didattici che quelli di applicazione di questa tecnica a campi più complessi (nordic e diabete, nordic e oncologia, ecc).

APERINORDIC Sarà un momento di incontro tra “vecchi” e “nuovi” amici di Nordic Walking

migliora l’autostima

mercoledì 21 gennaio ore 19 breve lezione di prova al Parco delle Basiliche

migliora l’equilibrio psicofisico

tonifica i muscoli rinforza il sistema immunitario

migliora il sistema circolatorio

favorisce il contatto con la natura

aiuta a dimagrire

aiuta a gestire lo stress

sviluppa la creatività

aumenta la resistenza

diverte aiuta a socializzare

ore 20 aperitivo autogestito presso la sede di Trekking Italia, via Santa Croce 2

PER INFORMAZIONI Rita Mantovani nordic.walking@trekkingitalia.org PER ISCRIVERSI Trekking Italia milano@trekkingitalia.org tel. 02 8372838 - 02 8375825 NOTA per partecipare ai corsi e alle attività di N.W. occorre essere iscritti a Trekking Italia

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LE LETTERE DEI SOCI DOLOMITI DI CORTINA

LA MIA “MILITANZA” IN TREKKING ITALIA Per me camminare è viaggiare; un viaggio lento, immerso nel paesaggio, durante il quale è possibile fotografare tutto ciò che ti colpisce, ma anche chiacchierare piacevolmente e conoscere le persone con cui stai viaggiando. A volte ti mette un po’ alla prova, con qualche difficoltà inattesa, ma gli accompagnatori sono sempre lì, attenti e pronti a darti una mano se ne hai bisogno. È questo che trovo in Trekking Italia: il viaggio e la conoscenza, di bei luoghi e belle persone. È bello ed è per questo che da diversi anni viaggio con Trekking Italia. È bello anche perché non siamo clienti, siamo soci. Abbiamo la possibilità di dare consigli e idee, suggerire come organizzare meglio quel trek l’anno successivo, quali tappe aggiungere e quali cancellare, provare a organizzare insieme un nuovo trek, insomma essere parte di un gruppo. È per questo che a fine trek normalmente ci si ritrova tutti insieme: per decidere quale sarà il prossimo trek!

È il secondo anno che accompagno questo trek. Quest’anno il gruppo era costituito da soci provenienti da Bari, Firenze, Venezia e una coppia di inglesi. Il viaggio per Cortina tortuoso con il solito ritardo dei treni. Arrivati al rifugio Palmieri, tutto il gruppo riunito per la cena e un breve briefing per programmare il periplo della Croda da Lago. È da quel contesto che la vulcanica Stefania ha coniato per il gruppo: “E periplo fu!”. Da subito ho avuto il privilegio di avere un gruppo di soci meravigliosi, coeso, allegro. Abbiamo condiviso le emozioni di camminare in un meraviglioso territorio, guastato da giornate di pioggia, ma con il morale sempre buono! Al terzo giorno si parte per il rifugio 5 Torri e, da Averau, vetta del Nuvolau, ci si stringe la mano e lo sguardo spazia a 360° davanti a una corona di monti di immensa bellezza: il Cristallo sopra Cortina, il Sorapis, i Lastoi de Formin, il Lagazuoi, il Sas de Stria e l’imponente Tofana di Rozes. Sempre emozionante camminare ai piedi della Tofana di Rozes, un passaggio un po’ esposto, ma sicuro tenendoci per mano. Emozionarsi guardando uno scoiattolo che salta da un albero all’altro e stupirsi per un fiore, Scarpetta di Venere, Raponzolo di roccia e abbracciare un pino cembro. Al termine del nostro viaggio nella natura mi sento appagato di aver trascorso con i nuovi soci una magnifica avventura. Valentino Galbusera

Franca Marini

PAESAGGI D’OLANDA Olanda, questo è il mio secondo paese perché ho lavorato più di 20 anni nella fabbrica Philips di televisori. Quando 15 anni fa riuscii a convincere Sergio a mettere in catalogo un viaggio con le biciclette e lo facemmo, fu un successo: riempimmo noi di Trekking Italia un veliero. Si va lungo un pittoresco itinerario nel nord dell’Olanda, tra acque e terre su isole ancora integre, un tempo appartenenti ad un grande delta sul Mare del Nord. In questo tour abbiamo come albergo un veliero, capitanato da un simpatico skipper che rende il viaggio affascinante. In tempi di crisi economica nel nostro paese, l’Olanda ci mostra molto di come fa ad implementare il turismo: sono maestri! Dovremmo imparare a farlo così anche da noi. Raffaello Mosca

CANYON E FORESTE DELLA VALLE DI NON Mi sono chiesto che cosa mi attragga di questi luoghi. Quale sia il motivo che mi spinge periodicamente a risalire la valle dell’Adige per poi entrare nella strettoia che il torrente Noce si è aperto tra le rocce per scendere dal lago di Santa Giustina fino a Mezzocorona e poi cosa mi spinga più su, fino ai dolci pendii ricoperti di meleti e di pascoli, fino agli immensi boschi che chiudono la valle. Qui non ci sono gli appicchi fantastici delle Dolomiti classiche, né le nevi e i ghiacciai delle Alpi Occidentali. Questo è il lato gentile della montagna. È vero ci sono alcune forre paurose, i canyon impressionanti che i fiumi si sono aperti nel corso dei secoli, ma sono ben nascosti, come gemme preziose, in mezzo ai boschi. Questo è il posto del camminare lento, delle pendenze dolci, con i panorami ampi, i paesini raccolti intorno ai loro campanili, con lo sguardo che si perde su lontane vette. E poi ci sono le memorie di una civilizzazione storica, i santuari, gli eremi, le tracce di una devozione antica, i segni del passaggio dei pellegrini. È tutto questo che mi attira quassù: una vacanza rilassante, un albergo tranquillo sulle rive di un laghetto alpino con una cucina gustosa che sposa la tradizione con la modernità. Maurizio Oglio

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LE LETTERE DEI SOCI TOUR DU MONT BLANC La meta di un viaggio non conta. L’ho sentito dire mille volte. Per capire realmente cosa vuol dire questa frase, per afferrare il concetto con i piedi, sono andato a camminare insieme ad altre dieci persone intorno al Monte Bianco. È un trek di nove tappe che cuce una sciarpa intorno al padre di tutte le montagne. È un percorso ad anello: Courmayeur-Courmayeur. Appena prima di cominciare il viaggio, di fronte allo storico ufficio delle guide alpine, ci siamo messi in cerchio, ho chiesto di notare la distanza fisica tra i nostri corpi, di registrare linee e colori nei nostri volti, di pensare alle aspettative sul viaggio che stava per cominciare e su noi stessi, infine ho chiesto di guardare i nostri scarponi, belli, puliti e pronti. Poi siamo partiti e il viaggio, arrotolato su se stesso fino a quel momento, si è infine svolto. Quando, dopo circa 160 chilometri, siamo rientrati a Courmayeur, come chi avesse appena compiuto un viaggio talmente dentro al mondo da sembrare un viaggio fuori dal mondo, ancora di fronte all’ufficio delle guide ho ripetuto lo stesso rito. Ci siamo fermati lì, stesso posto, stesse persone, stesso cerchio. E quindi tutta questa fatica? Tutta quest’acqua presa? Tutta questa terra calpestata? Per poi essere esattamente dove eravamo quando siamo partiti? Prima di partire eravamo già arrivati, tanto valeva non camminare affatto. Quando la meta di un viaggio coincide con il punto d’arrivo, o hai perso molto tempo, o hai fatto un grande viaggio. A guardar bene, in realtà, niente era lo stesso. È stato molto più facile formare il cerchio che adesso era molto più stretto, non c’erano distanze tra i corpi, eravamo abbracciati senza più temere la fisicità dell’altro, senza timidezza. I nostri occhi erano più grandi e luminosi come accade a chi ha assorbito molta bellezza o a chi semplicemente ha visto cose più grandi di lui. La pelle del viso e le spalle avevano nuove forme, di chi ha superato diversi ostacoli. Il sorriso spontaneo di chi ha segretamente iniziato a creare incredibili ricordi, storie da narrare. I nostri scarponi erano sporchi, stanchi, orgogliosi, con le suole un po’ più lisce e la forma modellata sul nostro piede. Il viaggio ci aveva cambiati, non la meta. Il viaggio è la meta. Carmelo Vanadia

ALTA VIA 2 DELLA VALLE D’AOSTA Tre passi tra gli stambecchi. Fantastica fioritura quest’anno sui pascoli dell’Alta Via 2 in Valle d’Aosta: ovunque campanule, genziane, ranuncoli, semprevivi, arniche e margherite di tutti i colori, una tavolozza con tutte le sfumature dei gialli, dei rossi, dei verdi e dei blu. Partiamo da Cogne e saliamo al Rifugio Sella attraversando la bellissima Valnontey ai piedi del Gran Paradiso, ceniamo con i vecchi amici del rifugio e all’alba affrontiamo la salita al colle Lauson tra marmotte, camosci, stambecchi e branchi di gracchi che volano sopra di noi, poi giù, in Valsavarenche, dove ci attende una bella zuppa con la fontina. L’indomani ci alziamo presto e saliamo tra mucche e alpeggi fino al casino di caccia di Orvielles dove ci fermiamo a guardare gli scalatori che affrontano la vetta del Gran Paradiso. Pucciamo i piedi nel lago Djouan e via verso il colle dell’Entrelor dove dall’alto ci osservano curiosi i camosci, poi scolliniamo e scendiamo in val di Rhemes per un’ottima cena valdostana al Boule De Neige. Ci resta un ultimo sforzo per affrontare la ripida salita al Col Fenetre che ci porterà in Valgrisenche dove scendiamo tra boschi di larici secolari. Un simpatico gruppo con varie tipologie umane: dal solitario meditativo all’esuberante uomo di marketing ma tutti giramondo e buoni camminatori con la passione per la natura ed i viaggi. Già dalla prima sera i più estroversi hanno stimolato i timidi, il gruppo si è amalgamato, tutti sono entrati in sintonia e si è finito cantando. Paolo Canova

CORSICA, GR20 Ci si può domandare cosa spinga a fare un percorso di più giorni, faticoso, difficile, disagevole. La risposta che mi sento di dare è che è BELLISSIMO. Camminare giorni su terreni sconnessi senza mai vedere una strada asfaltata e una macchina è uno dei modi più intensi di viaggiare. Metti alla prova il tuo corpo, devi trovare forza e armonia, ti senti totalmente avvolto nella natura. Oggi il GR20 è stato addomesticato rispetto ad anni fa, nonostante ciò rimane uno dei percorsi simbolo di questa modalità di viaggio. È selvaggio, a volte inospitale, altre dolcissimo, nessun dislivello eccessivo, ha tratti tecnicamente impegnativi, si dorme, si mangia, ci si lava male. Ti rimane nella pelle e, al ritorno, senti di aver fatto una cosa speciale. Riccardo Cerastico trekkingitalia.org

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LE LETTERE DEI SOCI IRLANDA WESTERN WAY Da quando 8 anni fa mia figlia si è trasferita per lavoro a Dublino, ho fatto dell’Irlanda la mia seconda patria. Ci sono stato numerose volte e da qualche anno accompagno il trek sulle Wicklow, a sud di Dublino. Lo scorso anno sono stato invitato a scoprire le possibilità di un trek nel nord ovest, nelle contee di Mayo e Connemara, posti che avevo già visitato in auto. Ho scoperto un mondo fantastico e ho subito programmato un trek: il sentiero della Western Way, un sentiero che attraversa queste contee in un continuo mutare di panorami e sensazioni. Dalle desolate vallate, dove si ha la sensazione di camminare in quota, circondati da alte montagne, ma si è invece quasi al livello del mare e i monti sono alti non più di 800 metri. Dai fiordi marini, circondati da estese brughiere di erica fiorita, dalle numerose pecore, col loro musetto nero e le caratteristiche corna rivolte, dalle vedute panoramiche sulla baia di Crew, con le sue numerose isolette e le spiagge dal colore mediterraneo, dagli spazi ampi e aperti verso l’infinito, dalle foche che si sdraiano al sole in una caletta riparata, dal cielo d’Irlanda, che cambia in continuazione, rendendo il paesaggio una tavolozza di colore, che culmina con i suoi arcobaleni. Camminare su sentieri, piccole strade e a volte nella bagnata torba, per poi arrivare a fine tappa in un pub, bersi una pinta di Guinness, ascoltare i suoni a volte melodici a volte forti che ti circondano, rendono ogni giornata unica. In questa occasione, poi, eravamo accompagnati da un simpatico ragazzone irlandese che, con i suoi racconti veri e falsi, ha contribuito a farci entrare nello spirito di quelle contrade. Andare in Irlanda per un trek... proprio un’idea vincente. Enrico Ferrari

Caro Enrico, (e cari tutti, questa la rubo volentieri a Sergio). Un grazie speciale a te, per il tuo gran lavoro e per la scelta di Barry, che è stato eccezionale. Per quanto riguarda la nostra guida italiana (e qui premetto che Enrico mi ha pagato pochissimo, a cosa servono gli amici, se no?) ho ritrovato quello che già conoscevo: la capacità di star vicino a tutti, senza mai forzare niente, e quella di essere poi un fantastico compagno di silenzi e Guinness, sorrisi e Guinness, risatona e Guinness. In ogni momento, grazie a Barry, abbiamo avuto un po’ di leggende che camminavano con noi con due o tre giorni finali assolutamente magici, negli spostamenti da penisola ad isole, in un gran mare di luce. Luce che moltiplica luce. Grande cupola azzurrofumosa, che bacia la grande distesa azzurrosalina. La prima valle, Valle di Inagh, un grande corridoio verde muschio sempre guardato a vista dai nuvoloni muscolosi Barry che mi chiede se ho visto dei cani su quella collina, fughe pilotate di pecore testanera sui costoni morbidi, accidenti, perché non mi faccio controllare la vista? Nuovo silenzio di giacche a vento molto discrete, come sono le previsioni? Eddai, andiamo a vedere fin là, paesaggio di pastori, onde viola sul verde muschio, tutta erica di un bel lillà pallido, passo che sprofonda nel cuscino torboso e giovane asino goloso che vuole il bis di biscottini. Enrico, forse ti invierò un brano su questa falsariga un po’ delirante, come giusto commento alle sensazioni che il percorso, nel suo insieme, ci ha regalato... (il tipo di prosa folle non è una mia invenzione, ma è derivato da quelle forme, con risultati ben superiori, dei maestri di letteratura Joyce e Celine). Piero della Rovere

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Non solo il camminare piacevole, a volte insidioso fra le torbiere o, nel caso del Monte Sacro, sulla pietraia. Sono stato colpito dalla mescolanza di emozioni visive e oniriche. - Paesaggi infiniti, l’orizzonte non riusciva a chiudere la vista; appena lo spazio tentava di chiudersi, immediatamente arrivava lo spunto del luogo raccontato dalla guida irlandese Barry, storie vere o leggende che fossero, ma concrete dei luoghi (senza il finale anch’esse) - Magia dei luoghi, si percepisce l’energia degli eventi accaduti nei secoli - Pecore, tante, ma tante, ma tante di ogni razza - Erica compatta che con il suo colore purpureo trasforma le colline in giganteschi cuscini - Mare, laghi, stagni, differenze? Nessuna. L’acqua era specchio del cielo che ogni minuto cambia, difficile per la mente rimanere ancorata alla razionalità - Isole vicine e lontane sul mare, “sul” non è una espressione geodetica, ma legata ai paesaggi infiniti - Foche, “bottiglianti in acqua” - Pesca, a dir poco miracolosa, di astici e granchi giganti - Pesca del salmone, arte sopraffina - Abitanti e gestori dei B&B, disponibili? di più: amici da sempre ritrovati, chiacchiere, battute, racconti - Birra, salmone, speciali zuppe, colazioni, felicità alla vista, e non solo (un chilo in più in 7 giorni). Ritornarci? Una Guinness non è possibile rifiutarla. Pierettore Santagostino Anch’io voglio ringraziare di tutto cuore Enrico, anche per la felice scelta di Barry, è stata una vacanza veramente bella e molto particolare. Ringrazio anche tutti gli altri per la compagnia piacevole e per le chiacchierate che ci siamo fatte, anche se devo ammettere che a volte mi isolo un po’ troppo, ma che volete, una zitella incorreggibile come me... Margaretha Pupp


LE LETTERE DEI SOCI INGHILTERRA, VALLO DI ADRIANO

LA VIA DEL SALE: RICORDI La mitica via del sale, il trek che consente all’escursionista di raggiungere dalla Pianura Padana l’azzurro del Mar Ligure attraverso monti e valli rimaste disabitate, il trascorrere in quattro giorni dall’inverno del Monte Lesima all’estate di Recco e di assaporare la cucina di quattro regioni. Quante volte ho percorso questo itinerario: 26 o 27 volte ed altrettante volte lo rifarei. Però il pensiero va a tanti anni fa (forse 20) quando, per la prima volta, due sprovveduti lo hanno percorso. E, mentre un nodo si ferma in gola, il ricordo va a quando insieme all’amico Mario Panizza abbiamo scritto un opuscolo sulla Via del Sale... “C’era nello sguardo di quei due, seduti sulla panchina della stazione, l’irrequieta gioia di un’imminente novità. Saliti sul primo bus del mattino si sedettero tentando invano di addormentarsi, partiti nell’oscurità cercarono, attraverso i finestrini, tutte le luci note dei paesi della valle al cui termine era Varzi. Lesti scesero con agile rotazione del busto, si addossarono lo zaino dileguandosi rapidamente nel buio. Dopo un’ora di marcia si volsero per un ultimo sguardo a Varzi che l’alba disvelava, acciambellato, nella sua conca. Una malcelata fretta rendeva il passo veloce, passavano i piccoli borghi e le case sparse, i sentieri noti, per salire sempre più su verso itinerari sconosciuti, segnati frettolosamente a matita su una sgangherata cartina rimediata chissà dove. Giunti alle case del Brallo sostarono solo qualche minuto per bere un poco d’acqua e poi via: la mulattiera di Annibale li aspettava per condurli, in ripida e lunga salita, alle radure di Cima Colletta e al rifugio Nassano. Qui giunti, nel tardo pomeriggio, seduti su un tronco stettero ad osservare la vallata: la pianura lontana avvolta in una bruma sottile, il manto dei faggi dorati che diventava una potente massa scura nel versante di Cegni, già in ombra e, ancora una volta, volsero lo sguardo, lento, intorno, per inventariare, in successione, le cime, i colli ed i luoghi alti, chiamandoli con il loro toponimo come in uno scolastico appello. Il giorno seguente sarebbero ripartiti per il Monte Lesima, il sentiero del Giovà e Capannette di Pei e poi oltre, verso il Monte Carmo, verso il Monte Antola, verso sentieri ormai abbandonati, alla riscoperta dell’antico itinerario percorso dai contrabbandieri di sale, timorosi dell’incognito che li attendeva ma sospinti dalla passione per l’avventura e dal desiderio di portare a conoscenza di coloro che li seguiranno questa nuova via verso il mare”... Ettore Puppo

Dalle sponde del Mare del Nord alla sponda opposta del Mare d’Irlanda. Il Vallo di Adriano si snoda lungo i 138 chilometri, in prossimità del fiume Tyne, che marcano il confine tra la Scozia e l’Inghilterra all’altezza dell’istmo che le separa. L’imperatore romano lo fece costruire nel 122 d.C. per proteggere i territori conquistati dalle invasioni delle bellicose popolazioni del nord. Nel 1987 fu dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità e nel 2003 fu inaugurato il sentiero che lo affianca da Wallsen Segedunum, a est, fino a Bowness on Solway, a ovest. La sua struttura richiama la grande muraglia cinese, anche se in proporzioni più ridotte: il lunghissimo muro in pietra è inoltre inframmezzato da torri e piccoli castelli che lo rendono ancor più suggestivo e fanno rivivere quell’antico passato. Sono molti i punti di sosta per documentarsi sull’intera storia dell’impero romano con ampiezza di informazioni. È un itinerario molto rilassante e per lo più pianeggiante: dal livello del mare il punto più elevato raggiunge i 345 metri di altezza sopra uno spettacolare altopiano. Le tappe centrali del trek sono le più belle e selvagge. Tra ondulazioni di verdi tenui ed accesi e bruni promontori basaltici e rocciosi, l’occhio si perde all’orizzonte negli strati di bruma dai contorni indefiniti. Le tenui brezze, che trasportano il profumo intenso del timo selvatico, rallentano magicamente il trascorrere del tempo. Sul finire avanza la tipica campagna inglese con i perimetri di minute fattorie, le sue arature e le sue ordinate colture. Il trek, sperimentato questa estate per la prima volta, ha riscontrato una valutazione molto positiva tra tutti i soci partecipanti sia per la sua valenza storica che per gli aspetti ambientali e naturalistici che caratterizzano l’intero percorso. Il cammino si snoda a tratti lungo le testimonianze archeologiche del Vallo e induce ad un passo calmo e disteso proprio per l’assenza di asperità altimetriche. Ottima è risultata l’accoglienza negli alberghi e nei bed and breakfast insieme alla tipica e semplice cucina inglese dei ristorantini e pub sempre presenti anche nei piccoli villaggi dell’entroterra. Alberto del Re

SCOZIA, WEST HIGHLAND WAY Si pensa alla Scozia come a un luogo di leggende, di fate e di cavalieri, di antichi castelli e di laghi in cui Nessie, la creatura leggendaria, compare e scompare come per incanto. Abbiamo attraversato, per me è la seconda volta, le Terre Alte (Highland) ammirando la combinazione dei paesaggi collinosi, incontrando persone gentili e allegre, apprezzando l’ospitalità degli abitanti vestiti come nei tempi antichi con i tradizionali kilt colorati. Abbiamo percorso la West Highland Way che va da Milngavie a Fort Williams per 153 chilometri, in sette giorni di buon cammino lungo gli antichi sentieri costeggiando laghi e fiumi, superando colline e anche la Devil’s Staircase (la Scala del Diavolo), il punto più alto dell’intero percorso. Alla sera, nei pub, dove la musica è sempre briosa e allegra, mischiati agli avventori con i loro curiosi vestiti, abbiamo gustato volentieri una buona pinta di birra scura chiacchierando con i compagni e osservando i trofei, gli antichi spadoni appesi alle pareti con cui forse sono stati combattuti duelli e liberate principesse. Non c’é il due senza tre; ritornerò in Scozia! Paolo Forti trekkingitalia.org

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Quando si prepara l’impresa, si costruisce il successo

Kim. Tutto per l’avventura

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CORSO DI TREKKING Coordinatore del corso: Gianluca Migliavacca “La vraie liberté c’est le vagabondage” citava un bel poster che promuoveva i Pirenei... Ma vagabondare in libertà e in natura implica una serie di conoscenze non solo tecniche. Perché un Corso di Trekking? Trekking Italia, tramite validi tutor dell’Associazione e in serate dedicate a specifici temi, vuole condividere con i Soci le conoscenze acquisite in questi anni. Le finalità? Quelle di innalzare il livello di consapevolezza dei trekker verso il proprio benessere psico-fisico, la propria dote tecnica (di progressione sul sentiero, di equipaggiamento) e, non ultima, la ricerca e la crescita di futuri Soci Accompagnatori.

USCITE IN AMBIENTE sabato 21 marzo 2015 CORNI DI CANZO Prove pratiche di topografia sabato 28 marzo 2015 MONTE BARRO Prove pratiche di orientamento sabato 11 aprile 2015 PIANI D’ERNA Conduzione sul campo del trekking studiato sabato 9 e domenica 10 maggio 2015 CAPANNA MOGNONE, CH Uscita conclusiva in piena autogestione con prove di tecniche di progressione e accompagnamento, consegna degli attestati

1. PRESENTAZIONE DEL CORSO - GIOVEDÌ 26 FEBBRAIO finalità di Trekking Italia cosa è il trekking la scoperta della natura e la scoperta di noi stessi finalità del corso crescita della consapevolezza ricerca soci accompagnatori 2. SUPPORTI INFORMATICI - GIOVEDÌ 5 MARZO relativi al trekking relativi a Trekking Italia 3.ABBIGLIAMENTO E ATTREZZATURA PER L’ESCURSIONISMO - GIOVEDÌ 12 MARZO 4. CARTOGRAFIA & ORIENTAMENTO - GIOVEDÌ 19 MARZO dalle carte al gps uso degli strumenti bussola, gps la natura in aiuto... 5. METEOROLOGIA - GIOVEDÌ 26 MARZO introduzione alla meteo la meteo e il web vie di uscita 6. PRIMO SOCCORSO & ALIMENTAZIONE - GIOVEDÌ 9 APRILE 7. PREPARAZIONE DI UN’ESCURSIONE - GIOVEDÌ 16 APRILE dalle finalità dell’Associazione al territorio della scoperta le 5 fasi del protagonismo associativo ideazione metaprogetto e progetto organizzazione accompagnamento successo le 5 domande: dove, come, quando, perché, con chi 8. PREVENZIONE RISCHI E ASPETTI DI RESPONSABILITÀ E ASSICURAZIONE - GIOVEDÌ 23APRILE

INFORMAZIONI Sede del corso: presso la sede di Milano, dalle ore 20,30 alle ore 22,30 circa Posti disponibili: 20 Data termine iscrizioni: giovedì 19 febbraio Costo: euro80 (include una bussola, dispense, non include il costo delle uscite in ambiente) Iscrizioni: tramite e-mail (milano@trekkingitalia.org) o telefonando in sede (02 8372838) Modalità di pagamento: in contanti presso la sede, tramite Conto Corrente Bancario di Banca Prossima per le Imprese Sociali e le Comunità, IBAN: IT76B0335901600100000011868 indicando nella causale CORSO DI TREKKING Inviare la ricevuta dell’avvenuto bonifico tramite email o fax. Per partecipare è necessario essere Soci di trekking Italia trekkingitalia.org

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EQUIPAGGIAMENTO E VALUTAZIONE

Consigli utili su come scegliere e usare lo zaino: - spallacci larghi ed imbottiti - schienale ergonomico, rigido per aderire il più possibile alla schiena - scegliere i tipi con tasche laterali - dotato di cintura ventrale che scarichi il peso sul bacino.

lo zaino (30 litri per un giorno e 40 - 60 litri per i trek itineranti) va preparato limitandosi all’essenziale, alle cose strettamente utili al trek!; - riempirlo in modo omogeneo ed equilibrato: uno zaino ben caricato “sta in piedi da solo”; - mettere sul fondo e contro la schiena le cose pesanti e sopra quelle leggere

S B A GL IATO

CORRETTO

gli scarponi e le calze sono a volte snobbati, eppure sono le attrezzature che garantiscono maggiore sicurezza sui sentieri, minor affaticamento al cammino e cura dei nostri piedi. Particolare importante è allacciare le stringhe in modo che piede-scarpa siano corpo unico (l’inosservanza è spesso causa di slogature, lussazioni, cadute

Come va usato: - va indossato ed equilibrato su entrambe le spalle - regolare gli spallacci in modo che lo zaino non scenda sui glutei per evitare un effetto leva e gravare sulla zona lombare - allacciare sempre la cintura ventrale perché “scarica” il peso sul bacino e quindi sulle gambe, alleggerendo il carico della schiena.

l’abbigliamento corretto è a strati per assecondare le variazioni di temperatura, sia esterna che corporea. Consigliamo magliette tecniche traspiranti, pile, pantaloni comodi, giacca e pantaloni in materiale impermeabile e traspirante, mantellina impermeabile, borraccia, guanti, berretto, coltello milleusi, occhiali da sole

i bastoni telescopici li possiamo considerare come il prolungamento artificiale degli arti superiori. Rappresentano un valido supporto perché favoriscono il perfetto equilibrio, ed il bilanciamento del corpo, durante la camminata. Per una maggiore stabilità e l’uso corretto è bene utilizzare due bastoncini

La valutazione che può aiutare a comprendere l’itinerario e a valutare la propria preparazione fisica per affrontare il trek. FACILE

FACILEMEDIO

MEDIO

MEDIOIMPEGNATIVO

IMPEGNATIVO

DISTANZA PERCORSA

< 10 km

10/15 km

15/20 km

> 20 km

> 25 km

ORE DI CAMMINO

< 4 ore

< 5 ore

4/6 ore

5/7 ore

7 ore

DISLIVELLO IN SALITA

< 300 m

300/600 m

600/900 m

900/1200 m

1200 m

DISLIVELLO IN DISCESA

< 500 m

500/800 m

800/1000 m

1000/1500 m

> 1500 m

CARATTERISTICHE TERRENO

pianeggiante non sconnesso (strade bianche)

pianeggiante/sconnesso (mulattiere, sentieri ben battuti)

sconnesso (sentieri tracciati con gradoni e breccia libera)

diversi tipi di fondo: da sconnesso, sdrucciolevole, fangoso, con neve

sdrucciolevole, scivoloso, roccette, neve

ZAINO E LOGISTICA

zaino da giornata

zaino da giornata

zaino da 2/3 gg a stella

zaino grande itinerante

itinerante con zaino in spalla pernottamento in tenda o bivacco

per iniziare, buona salute

minimo, buona salute

“cammino regolarmente ho effettuato del dislivello”

“sono allenato e posso percorrere trek di più giorni/ dislivello”

“ho un buon allenamento, ho l’attrezzatura necessaria e sono disposto a condizioni impegnative”

ALLENAMENTO NECESSARIO AUTOVALUTAZIONE

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IMPEGNATIVO+

possibilità di: catene, corde, cenge, scale, passaggi su roccia

“non soffro di vertigini ne ho timore di passaggi più complicati”


ORGANIZZAZIONE Essere soci di Trekking Italia vuol dire essere in sintonia con i principi che lo statuto definisce ed essere soggetti che hanno intenzione di curiosare nella natura ed approfittare del trek per aprire, o ristabilire, rapporti di amicizia orientati alla creazione di socialità. Conviene ricordare che Trekking Italia non è un’agenzia viaggi e che gran parte dell’organizzazione poggia sul contributo responsabile di soci volontari; il suo obiettivo è quello di educare chi la frequenta a camminare sui sentieri del mondo, accentuando in loro la capacità di autorganizzarsi un viaggio a piedi. L’iscrizione all’Associazione permette, oltre che partecipare alle sue attività, di riceverne la programmazione attraverso il catalogo annuale Grandi Trek e il quadrimestrale Week End delle sedi. Le attività dell’Associazione vengono sviluppate solo ed esclusivamente per i propri iscritti. L’iscrizione è annuale, con apertura dei rinnovi dal 1° dicembre di ogni anno, ed include la copertura assicurativa. Trekking Italia è iscritta nel Registro Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale.

IL CARATTERE DEI NOSTRI TREK Alle definizioni statutarie, possiamo aggiungere che i nostri sono VIAGGI A PIEDI: puntano a creare un bagaglio di emozioni, percorrendo i sentieri del mondo, incoraggiando la curiosità, il desiderio di conoscere e di incontrarsi. Non è detto che questi siano solamente immersi nella natura e che il trek si svolga solo in montagna: la nostra avventura è un girovagare per la Terra nei suoi aspetti naturali, culturali e antropici e tra le sue contraddizioni. Questo lento viaggio è volto all’incremento della conoscenza, alla creazione di uno stile di vita che rispetti le risorse della Terra e le culture del mondo. È fondamentale, dunque, che i nostri soci si dimostrino aperti all’incontro e che si dispongano serenamente allo scambio delle idee e sensazioni che “l’andare a piedi” promuove e, nel momento in cui risultasse necessario, dimostrino capacità di affrontare costruttivamente i disagi che si potrebbero presentare in condizioni avverse o in paesi lontani, molto diversi dal nostro. Il nostro viaggio a piedi è quindi l’occasione per valutarsi in situazioni non domestiche, incrementando la propria autostima in condizioni d’impegno fisico e di autosufficienza. IL GRUPPO Tutti i nostri trek si svolgono in gruppo perché questa entità favorisce la circolazione delle idee, delle esperienze - quelle proprie della vita, quelle legate all’attività dell’Associazione ed ai viaggi intrapresi - il reciproco aiuto: in gruppo si crea amicizia e solidarietà utili alla ricostruzione/costruzione di una nuova cittadinanza. Ebbene sì! Il trekking è un’attività che, nella stragrande maggioranza, viene praticata da cittadini. E le sedi urbane, con le loro attività, oltre alle opportunità che indubbiamente forniscono rischiano tuttavia di orientare i rapporti verso aridità e solitudine. Il nostro gruppo, in cammino sui sentieri del mondo, è un antidoto a questa possibile tendenza, se in grado di reimportare, nelle relazioni della vita cittadina, la stessa tensione amicale e la stessa curiosità presenti durante l’esperienza del camminare nei diversi ambienti, naturali e culturali. Questa sintonia si fonda sulla disponibilità di ogni socio partecipante ad essere attore di tale progetto, ad accettare le limitazioni presentate dalle situazioni per l’armonia generale: entusiasmo e disponibilità sono le doti efficaci per il supera- mento delle difficoltà che l’individuo, da solo, raramente affronterebbe. DATE & ORARI DI EFFETTUAZIONE Ogni socio, o chiunque ne faccia richiesta, potrà verificare le date definitive tramite il sito o telefonando nelle sedi dell’Associazione. Gli orari dei tre-

ni, pullman (riservati o di linea) delle iniziative del week-end e giornalieri saranno riportati nei rispettivi programmi-trek e consultabili sul sito una settimana prima della partenza oppure richiesti in sede al momento dell’iscrizione. Per queste iniziative i Soci devono prenotarsi entro le ore 12 del venerdì prima della partenza, telefonando a: 02 8372838 o per email a: milano@trekkingitalia.org. Non sarà quindi possibile presentarsi direttamente alla partenza senza la preventiva iscrizione al trek e il Socio Accompagnatore non potrà accogliere chi non si è attenuto a questa indicazione. Confidiamo nella collaborazione dei Soci. Le date delle proposte, compresi i Grandi Trek, possono comunque variare a seguito della disponibilità dei vettori o eventi imprevedibili, ma vengono definite con il Programma Definitivo. L’Associazione si riserva la facoltà di non effettuare le escursioni, qualora non venga raggiunto il numero minimo di 6 / 8 partecipanti.

_pasti solitamente il trattamento è di mezza pensione con pasti e colazioni presso la struttura di pernottamento. Altre volte sono previsti pasti al di fuori della struttura; altri trek prevedono il solo trattamento di Bed & Breakfast; altri ancora non comprendono il trattamento di mezza pensione per motivi organizzativi o di trasferimento e questo viene risolto mediante l’utilizzo della Cassa Comune: ciò viene specificato nel Programma Definitivo. Durante i bivacchi l’attrezzatura per la cucina da campo e le stoviglie vengono fornite in loco; in alcuni itinerari è prevista una tenda refettorio, in altri no. L’Associazione può fornire le tende e i fornelletti.

LA QUOTA NON INCLUDE Tutti i servizi che non possono essere preventivati e comunque che non sono esplicitati nelle voci precedenti o non compresi nel Programma Definitivo. In linea indicativa possiamo così sintetizzarli: visti d’ingresso, contratti di assistenza sanitaria, asQUOTA DI PARTECIPAZIONE sicurazioni di viaggio integrative, estensione polizza Le proposte qui contenute non definiscono la quota assicurativa noleggio auto, i supplementi treni, delle di partecipazione per motivi legati all’impossibilità di cuccette e delle cabine, le camere singole e ogni tipo preventivare, con anticipo, la quantità dei trek propo- di bevande. sti. Ogni socio, o chiunque ne faccia richiesta, verrà aggiornato sulle quote di partecipazione tramite il ALTRE UTILI INFORMAZIONI sito dell’Associazione. Per la variegata proposta risulta molto difficile essePer quanto riguarda le iniziative del week-end e gior- re esaustivi: oltre alle informazioni sopra scritte e nalieri in caso di iscrizione e rinuncia alla partecipa- a quelle che seguiranno, chiediamo ai nostri soci di zione al trek, verranno addebitate al socio iscritto le contattare le sedi organizzatrici per integrare le lacuspese di viaggio e, se previsto, le spese del pernot- ne con i corretti ragguagli. tamento. Per quanto riguarda i Grandi Trek al momento dell’i- Assicurazione scrizione il socio provvederà a versare un acconto Tutti i soci dell’Associazione sono coperti da polizze pari al 25% della quota di partecipazione e il saldo per i casi di morte, invalidità permanente conseguenentro la data specificata prima della partenza. te ad infortunio occorso durante il trek. Le polizze La quota di partecipazione è stabilita per le partenze sono consultabili presso le diverse sedi. dalle località definite dal Programma Definitivo e può Per i soci partecipanti ai Grandi Trek all’estero, l’Assoincludere: ciazione prevede un’estensione assicurativa tramite _trasporti contratto di assistenza Allianz. Questo ulteriore sertreno in seconda classe, pullman turistici o pulmini vizio in genere è escluso dalla quota di partecipazioad uso esclusivo del gruppo o bus pubblici. Alcuni ne ed il suo costo varia a seconda della destinazione trek prevedono il noleggio di veicoli. e verrà versato, dal socio partecipante, al momento L’Associazione non è responsabile di eventuali ritardi dell’iscrizione al trek. L’assistenza decorre dal giorno o annullamenti da parte delle compagnie aeree; di partenza dall’Italia e termina il giorno di rientro in _pernottamenti Italia. Al momento della partenza verranno consegnase non precisato diversamente, i pernottamenti si in- te, a ciascun socio partecipante, le condizioni genetendono in alberghi, ostelli, rifugi o gîte d’étape, case rali e particolari dell’assistenza. locali, con sistemazioni variabili dalla camera doppia o tripla solitamente dotate di servizi, alla camerata Itinerari con più letti. In alcuni pernottamenti bisogna essere Gli itinerari dei trek possono essere modificati per dotati di sacco a pelo o sacco lenzuolo e di salviette avverse condizioni meteorologiche, per interruzioni personali. di sentieri o eventi non prevedibili.

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CARTOLINE DAL MONDO CILENTO foto di Giorgio

BRETAGNA MEDIOEVALE foto di Margherita

IRLANDA

BALCONATA CERVINO

foto di Walter

foto di Paolo

ALTA VIA N.1 foto di Riccardo

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DAL 1926 LA BOTTEGA DEGLI ALPINISTI MILANESI

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ASSOCIAZIONE

king Amici del Trek Associazione

e della Natura

Con la tessera associativa riceverai i programmi quadrimestrali ed annuali della Associazione, potrai iscriverti e partecipare a tutti i trek delle diverse sedi, avrai l’assicurazione infortuni durante la partecipazione ai trek, utilizzerai le nostre attrezzature nei trek con bivacco come tende e camping gas.

Contribuisci alla vita dell’Associazione, la quota ordinaria 2015 è di euro 20. Per iscriverti invia la quota associativa tramite: CCP n. 31777204 intestato a Trekking Italia oppure Banca Popolare Etica, IBAN IT38N0501801600000000111011 ATTENZIONE, per i soci over 80! Prima di iscriversi ad un trek contattate le sedi per gli aspetti assicurativi.

5 X MILLE Dona il tuo 5x1000 a Trekking Italia, trasforma la tua dichiarazione dei redditi in una azione a favore di un mondo che cammina! ECCO COME FARE: per devolvere il 5 per mille a Trekking Italia 1_ firma la dichiarazione dei redditi (CUD, 730 e Modello Unico) nell’apposito spazio (“Sostegno del volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle ASSOCIAZIONI DI PROMOZIONE SOCIALE, delle associazioni e fondazioni”) 2_ indica nella riga sottostante la partita IVA 09434450152 SEZIONE LOMBARDIA 20122 Milano via Santa Croce 2 tel. 02 8372838 - 8375825 fax 02 58103866 da lunedì a venerdì: 10 - 18,30 sabato: 10 - 12 milano@trekkingitalia.org www.trekkingitalia.org Ringraziamo tutti i soci che hanno contribuito alla stesura di questo catalogo e a donare i pensieri e le immagini delle loro esperienze sui sentieri.

Il marchio FSC® identifica i prodotti contenenti legno proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. Trekking Italia ha deciso di farne uso.


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