ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI Onlus – Castel Sant’Angelo – Roma
FORTIFICAZIONI, PAESAGGIO, MEMORIA
Convegno scientifico in occasione dei cinquant'anni di attività dell’Istituto Italiano dei Castelli, 1964-2014
arch. PAOLO NEGRI socio Istituto Italiano dei Castelli - sezione LOMBARDIA
IL CASTELLO E LE FORTIFICAZIONI DI DOMODOSSOLA FRA XV E XVI SECOLO F. Ashton, Veduta di Domodossola nel secolo XVII
Immagine, ad oggi inedita, del borgo di Domodossola come descritto graficamente dall’ingegnere ducale Martino Dell’Acqua in allegato alla relazione di sopralluogo redatta a Domodossola nel 1534, in Archivio di Stato di Milano (ASMi), Mappe piane, MMDPA, cart. 8 (D), particolare.
La cinta muraria
Ancora alla fine del sec. XIII il borgo di Domodossola, oggi città collocata nella provincia piemontese di Verbania ai piedi delle Alpi Lepontine e in prossimità del Lago Maggiore, è descritto nei documenti “sine fortilitiis muri et fossati”, avente l’unica difesa affidata ad una palizzata lignea (palancato o fracta) e alla presenza, su di una collina vicina, dell’antico e sicuro castello di Mattarella. Dal 1303, a fronte dei pericoli di ripetute scorrerie vallesane, il Vescovo novarese Bartolomeo Quirini concede ai domesi di dotare l’abitato di una cortina muraria adeguata. Questa si concretizza, nel corso d’una ventina d’anni, in una cinta di forma pentagonale di mura scarpate e merlate a filo, alte una decina di metri e con camminamento di ronda, segnate agli angoli da torri quadrate sporgenti a gola aperta per il tiro di fiancheggiamento all’arma bianca. Queste sono dotate anche di difesa piombante con apparati di caditoie a sporgere sostenute da beccatelli a triplice mensola (Fig. 9). Una delle torri, sulla punta del pentagono è di forma tonda (Fig. 1). Solo recentemente, sul lato Nord, nella torre mediana è stata portata alla luce una bombardiera “alla francese” inserita in breccia nella muratura della torre nei primi anni del secolo XVI, appena sopra il redondone, per il tiro teso radente sulla cortina muraria (Fig. 12a). La cortina muraria è circondata da un fossato asciutto ed è dotata di tre torri portaie, con ponti levatoi e di cui due probabilmente già precedute da rivellini di protezione (Figg. 1-6-12a,b,c,d). Le mura si connettono al “palatium” vescovile a cui è affiancata, ab immemorabili, l’antica chiesa pievana dedicata ai Ss. Gervasio e Protasio.
Ricostruzione tridimensionale di Domodossola nel secolo XVII
Fig. 1
Fig. 2 Rilievo del castello di Domodossola ripreso dall’autore da: Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana di Milano, Fondo Belgioioso, Cart. 261, risalente al 1686
Fig. 5 In grigio la parte pertinente l’edificio del palazzo vescovile a cui è stata aggregata la parte viscontea sforzesca composta da: 1-Rivellino 2-Porta Castello D 3-Cortile d’armi 4-Torre delle polveri 2 5-Torre esistente (Fig.7) 6-Porta del Soccorso 7-Oratorio San Rocco 1 (scomparso)
Bibliografia: P. Negri, Note preliminari alla storia del castello di Domodossola, in corso di pubblicazione presso la Soprintendenza dei Beni Archeologici del Piemonte. P. Negri, L’arbergo Terminus e d’Espagne di Domodossola; prime note storiche, in “Oscellana”, n.1, 2014, Domodossola. paolonegri5@tin.it - https://independent.academia.edu/PNegri
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Le modifiche viscontee e sforzesche
Quando il limitrofo castello di Mattarella fu raso al suolo dagli svizzeri, nel 1415, le fortificazioni borghigiane iniziarono ad acquisire maggior importanza. Domodossola comincia a costituire, al pari di Locarno, Bellinzona e Como, un presidio militare di notevole importanza sul confine nord-occidentale del sorgente Ducato milanese (Fig. 5). Nell’ultima fase della dominazione viscontea di Filippo Maria e nei primi anni di quella sforzesca subisce l’unica importante modifica al suo sistema difensivo imperniato sul castello, posto lungo la cortina muraria meridionale e coincidente con il “palatium” vescovile, già oggetto di interesse di F. M. Visconti il quale decide l’abbattimento della limitrofa chiesa pievana e le sue prime modifiche strutturali difensive. É tuttavia solo a seguito della visita, nel 1460, dell’ingegnere militare bolognese Aristotele Fioravanti e poi sotto la supervisione di Bartolomeo Gadio che, tra il 1472 e il 1483, gli ingegneri ducali Pietro e Francesco da Lonate e Pietro da Lamone, attivi in loco, aggiunsero al nucleo centrale, costituito ancora oggi dall’antico “palatium”, due torri angolari collegate, tramite un cortile d’armi, alla porta meridionale d’accesso al borgo, protetta da un rivellino, forse modificato a forma appuntita, nei primi decenni del secolo XVI, sulla scorta delle indicazioni leonardesche già attuate per il castello di Milano e di Locarno (Figg. 2-3-4). La recente ristrutturazione dell’unità abitativa ha consentito di stabilirne le stratificazioni architettoniche. Risultano oggi ancora evidenti gli apparati di difesa piombante della cortina interna del castello oggi inglobate in superfetazioni ottocentesche (Fig. 8). Il passaggio alla difesa radente fu resa possibile tramite le due nuove torri, dotate di bombardiere per pezzi leggeri (Fig.10) e falconetti, citati negli inventari delle armi di primo Cinquecento. Rimane questo l’intervento più incisivo, pur condotto con difficoltà e lentamente in un periodo di note ristrettezze finanziare per la cassa ducale, sulle strutture difensive del borgo, in seguito impegnato con fatica, nel periodo della dominazione spagnola, nelle reiterate richieste di manutenzione della cortina muraria minacciata, più che da assalti armati, dalla ferocia distruttiva delle alluvioni del torrente Bogna che a più riprese, sino al secolo XVIII inoltrato, fecero temere la distruzione di tutto l’abitato.
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Fig. 6 Fig. 7 Fig. 5 - G. Valk, Parte Alpestre dello Stato di Milano Con il Lago Maggiore Di Lugano È Di Como / Amsterdam, Apud G. Valk et P. Schenk, 1670-1690. Domodossola Fig. 6 - Archivio di Stato di Torino, Catasto di Maria Teresa d’Austria. Comune di Domodossola, foglio 1, Sezioni Riunite, All. A, pf. 192, 1722, particolare del borgo. Fig. 7 - Mastio superstite del castello di Domodossola. Fig. 8 - Beccatelli e caditoie della cortina muraria del castello di Domodossola. A Fig. 9 - Torre angolare superstite della cinta muraria domese. B Fig. 10 - Bombardiera, di tipo quattrocentesco, con camera di manovra del pezzo trapezoidale, probabile scudatura a filo esterno e cielo a gradoni, foro di volata alla quota del suolo e feritoia di mira rettangolare per la difesa radente sulla cortina muraria esistente nella torre del castello di Domodossola. C Fig. 11 - Porta d’ingresso al borgo ancora esistente D nell’odierno Rist.Terminus.
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Fig. 3 Planimetria cumulativa delle stratificazioni architettoniche dell’isolato contenente il castello di Domodossola (in alto a destra); in verde le due torri ed il cortile d’armi aggregate nel periodo sforzesco al “palatium” vescovile. 1 - sec. X-XIV 2 - sec. XV modifiche d’età sforzesca 3 - fine sec. XVIII 4 - sec. XIX 5 - secolo XX. Rilievo dell’autore.
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Fig. 4 Ricostruzione grafica dell’autore del Castello di Domodossola e della porta urbica con antistante rivellino; in giallo le due torri, il cortile d’armi, la porta del soccorso ed il rivellino aggregati nel periodo sforzesco al “palatium” vescovile.
Fig. 12 - Tratti ancora esistenti della cinta muraria del borgo di Domodossola
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