TrentinoMese Luglio 2011

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appuntamenti, incontri e attualità trentina

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Trento. Contiene i.p.

viaggio intorno all’oro blu

Rosanna Cavallini La casa dove parlano gli oggetti Palazzo delle Miniere A Fiera di Primiero

LA CONTESSA ADRIANA MARZANI APRE LE PORTE DEL SUO PALAZZO

2011 luglio

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Da dove viene l’acqua che scorre dai rubinetti? La mappatura informatica, la rete, le pompe, il laboratorio analisi, ma soprattutto lui. Il tubo. La storia dell’acqua, dall’acqua piovana al rubinetto: In Trentino funziona così...

SE IL PADRONE è IN VACANZA… non c’è che l’imbarazzo della scelta, sia per partire in loro compagnia, sia per lasciarli a casa, affidati alle cure di strutture qualificate



IN VAL DI NON… Eventi per tutti!

Bimbi & Famiglia

Antiche Tradizioni

1,2,3… STORIE! Festival dei Libri e Narrazioni per bambini Cles, 15 e 16 luglio Le storie incantano i bambini che le ascoltano con gli occhi sbarrati. Due giorni di storie che escono dalle pagine dei libri e animano piazze, strade, parchi e palazzi diventando giochi, voci e passi di danza come d'incanto...

FEN & FIORI L'antica arte della falciatura riprende vita Ronzone, dal 2 luglio al 20 agosto La falce e gli attrezzi per la falciatura in mostra. Venerdì 15 luglio: incanti e magia con la luna piena in anteprima al “Parco delle Rose”. Sabato 30 e Domenica 31 luglio: Campionato e dimostrazioni di Falciatura.

Spettacolo & Folklore

Estate Giovane

TRENTINO MONDIAL FOLK Festival Internazionale del Folklore Coredo, dal 14 al 25 luglio Cultura a 360 gradi! Storie, canti, costumi, musiche, colori e danze … un'opportunità per ammirare, conoscere, e confrontare Culture di ogni parte del Mondo. Sabato 16 luglio, ore 15.00 - Salone Imperiale del Passo Mendola: “Mondial Folk in Sfilata” con i gruppi della Russia, Taiwan e Ecuador.

DRAGONONESA 2011 Dragon boat e Beach Party Lago di S. Giustina, domenica 31 luglio L'evento giovane della Val di Non: i migliori equipaggi di dragon boat del Nord Italia in una combattuta regata incorniciata dalle trascinanti note del Beach Party di Radio Viva Fm sulle sponde del lago di S. Giustina.

Info: Azienda per il Turismo Val di Non | Tel. 0463 830133 | info@visitvaldinon.it | www.visitvaldinon.it


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Compagnie Thor (B) - To the Ones I Love Dife Kako / Chantal Loïal (F) - On t’appelle Venus movingtheatre.de (D) - Daedalus//Dreams Compagnia Abbondanza/Bertoni + Alps Move (I) - bll Cie Heddy Maalem (F) - Mais le diable marche à nos côtés Henrik Kaalund / Catherine Jodoin - DreaMe Teatro la Ribalta (I) - Minotauro (Studio/Studie) Gauthier Dance (D) - Poppea // Poppea Les Slovaks Dance Collective (B) - Journey Home Cie Alexandra n’Possee (F) - NOs LIMITes

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Provincia autonoma di Trento

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Trento Castello del Buonconsiglio 1 luglio - 13 novembre 2011

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ring di Francesca Negri

colpo di tacco SE LE feste VIGILIANE FOSSERO A VERONA, O A ROMA, O A PARIGI…

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ra gli ultimi dati resi pubblici dalla Provincia autonoma di Trento ci sono anche quelli dei redditi di noi cittadini nel 2010. La media parla di una dichiarazione (730 o 740) di circa 29mila euro per gli uomini e di 17mila euro per le donne. Non sono cifre astronomiche, ma non ci si può nemmeno lamentare. E, soprattutto, probabilmente ai trentini va bene così. Lo dico perché per l’ennesima volta credo di averne avuto conferma da alcuni episodi che mi sono capitati. Prendiamo, ad esempio, il fine settimana del 18 e 19 giugno. Feste Vigiliane in corso, con le vie del centro storico di Trento più animate del solito, anche la sera. Adoro le Vigiliane per questo e per molti altri motivi, le adoro perché sono l’unico evento che riesce a rivitalizzare l’encefalogramma piatto dei trentini, che alle sette di sera sono già chiusi in casa, anche d’estate. O forse vanno da qualche altra parte, certo non in centro, ma non ho ancora capito dove. Comunque, in quel week-end Trento era bella popolata. Io, che avevo da fare qualche commissione, decido di fare un giro al Sass il sabato pomeriggio scoprendo che alcuni negozi (come, ad esempio, l’erboristeria Santoni) avevano già

ring attivato l’orario estivo con conseguente apertura solo il sabato mattina. Possibile? Ovunque, in qualsiasi altro posto d’Italia e anche oltre, con una kermesse imponente come le Feste Vigiliane i negozi e tutti gli esercizi pubblici sarebbero stati aperti non stop, fino a tarda sera e fino alla fine della manifestazione. Ma non a Trento. Tant’è che anche il giorno dopo, domenica 19, per uscire a cena è stato un calvario (e le saracinesche dei negozi erano ovviamente abbassate). Persino quei locali che indicavano l’apertura serale da ottobre a giugno (per non fare nomi, il Niky’s di San Pio X) erano invece chiusi, senza mettere avvisi, in primis sul sito web, che ormai si sa è il primo ad essere consultato da chi è a caccia del posto giusto dove andare a mangiare. Ma tant’è. Così, dopo mille telefonate, scopro che di aperto nei dintorni di Trento ci potevano essere il Pedavena in piazza Fiera, La Gnoccata a Ponte Alto o il Boivin a Levico Terme e poco altro. E i turisti a impazzire per le vie del centro per cercare di capire dove poter avere un piatto caldo. La domenica è sacra, d’accordo, e il reddito medio indicato dallo studio della Pat evidentemente già soddisfa, ma ci sarebbe anche un senso turisticocommerciale e di servizio pubblico da considerare e che proprio ancora non vedo qui da noi: un’assenza che indubbiamente preclude a Trento la possibilità di diventare realmente la città turistica che non è mai stata e che potrebbe essere a pieni voti. Ma siamo in Trentino, bellezza, e qui la città studiata su tutti i libri di storia del mondo per il suo Concilio ha sempre fatto la timida, nascondendosi dietro un ventaglio di autonomia che le ha negato una fama globale di cui pochi altri potrebbero godere.

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ring

ring di Tiziana Tomasini

di Paolo Chiesa

a mali estremi stilisti italiani Made in china: ossimori dello shopping

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a passione per lo shopping coglie così, all’improvviso. Nei ritagli di tempo libero esplode senza limiti. La voglia di fare spese colpisce anche l’universo maschile ma, ammettiamolo, soprattutto quello femminile. Basta poco a soddisfarla. Qualche ora a disposizione, un giro in centro città, un po’ di buon gusto, il giusto senso estetico e una discreta conoscenza dei dettami della moda. E, naturalmente, carte di credito o contante. Delusa dal guardaroba casalingo e desiderosa di novità, in una giornata che non offre niente di più di qualche acquazzone a intermittenza, muovo speranzosa verso le nostre più famose vie cittadine, alla ricerca del capo esclusivo e dell’affare della vita. Già, il massimo sarebbe trovare il capo firmato a prezzo contenuto. Missione praticamente impossibile, si sa. L’offerta cittadina spazia dai ”negozi in” ai bazar cinesi, con la sola via di mezzo delle grandi catene, che propongono in serie i medesimi articoli. Vanno forte anche gli “outlet”, potrebbero essere un giusto compromesso tra qualità e prezzo. La tentazione è forte… Tuttavia i cartellini dei prezzi lasciano spazio a qualche dubbio. Ad almeno due, e ragionevoli. Se per un paio di pantaloni di un noto stilista italiano risulta difficile andare sotto i 200 euro, quanto costavano a prezzo pieno? Mediamente ”salati”. Conviene comunque verificare. Dopo la caccia alla taglia giusta, la prova in camerino. Belli, indubbiamente. Taglio perfetto, vero “italian style” , molto fashion, il tocco inconfondibile delle grandi griffes. Segni particolari, il taglio, la morbidezza del tessuto e tutto il simbolo del marchio italiano. Tutta l’intensità del made in Italy. Ma alla luce fredda del faretto, l’occhio scappa furtivo sull’etichetta. Sotto il famosissimo nome e cognome del creatore, la provenienza: China. Made in China? Impossibile. Riguardo stupefatta. Conferma e sottile delusione. Certo, c’è una parola che spiega tutto. Anche la commessa, interpellata, non può che pronunciarla. Globalizzazione. Gli straordinari giri della produzione mondiale non hanno ormai né limiti né confini. Chissà come avrebbe commentato Becky, la protagonista del celeberrimo romanzo ideato proprio sulla passione patologica per lo shopping. Mentre rifletto con il sacchetto griffato in mano, ripensando a Becky nei magazzini Harrods, lo sguardo al bazar cinese, subito dietro l’angolo. Sventolano appesi pantaloni a 20 euro. Che tentazione… 12

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civiltà trentina Persi nelle code, in attesa di risposte agognate

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uando si è in coda, in un ufficio ad esempio, qual è la cosa che dà più fastidio? A parte lo stare in coda, ovviamente. Ancora più seccante è lo stare in coda dopo avere preso un appuntamento parecchio tempo prima. Ma d’altronde non è che ci si possa fare molto. O almeno, poteva farci qualcosa chi ha fissato l’appuntamento magari per più persone alla stessa ora. Ecco: dà più fastidio avere l’appuntamento per le 11 e accorgerti che ce l’hanno anche altre due persone. E dà più fastidio anche dovere litigare con entrambi per decidere a chi tocca per primo. Battibeccare poi con l’impiegato, sentendosi dire che il calendario degli appuntamenti non lo redige lui, ma il collega. Che è in ferie. Altre variabili possono aggravare la già grave sensazione di fastidio: l’alitosi di quello che sta dietro di te; la logorrea di quello che sta davanti a te; alitosi e logorrea combinate. Ma, pensandoci bene, la cosa che più secca quando si affronta una coda è che, non appena guadagnato il bancone, l’impiegato quasi sempre dice: “Dica”. Tu stai per chiedere quell’informazione maledetta e… suona il telefono sul bancone. L’impiegato ti dice: “Attenda un attimo” (perché si sa che quando il telefono suona ha la precedenza su tutto e su tutti) e risponde. Dalla faccia di costui, dall’espressione, dai gesti, lo capirebbe anche un bambino che sta fornendo via cavo la stessa informazione che stai per chiedere tu. E te lo immagini, quello dall’altra parte del telefono, mentre sta seduto al tavolino del bar, in questa splendida giornata, mentre tu sei in coda; un cameriere gli sta servendo uno spritz e lui, pagando, dice all’impiegato che ti sta facendo attendere: “Attendi un attimo”. E dopo avere appoggiato il cellulare sul tavolino e messo via il resto, riprende la comunicazione e si fa dire quello che ora – dunque – sai anche tu. Il bello viene quando l’impiegato ha riagganciato: ti tocca fare finta di non avere sentito la risposta. Rifai la domanda, ascolti la risposta, ringrazi, saluti e te ne vai.


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ring di Pino Loperfido

di Carlo Martinelli

perfidie

il culto del “ponte“, novello simbolo di libertà

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acciamo che le barriere di ieri diventino i ponti di domani”. Forse quando, nel settembre 1945, Degasperi e Gruber pronunciarono questa frase non stavano pensando esattamente a questo, ma la citazione rende in maniera irresistibile il segno dei tempi. Stiamo parlando di quei curiosi scherzi del calendario che ficcano giorni festivi a ridosso del fine settimana, incitando alla diserzione sociale. Quando il venerdì o il lunedì (ma anche il giovedì o il martedì) sono segnati in rosso (Festa della Repubblica, santo questo e santo quest'altro...) una frenesia prende il cittadino normale: quella di partire. Fa niente che le autostrade sono intasate, che la benzina costa più del vino, che siamo stanchi morti per il lavoro dei giorni precedenti, che i piccoli si lamentano per la levataccia... Quando il ponte – lungo o corto che sia – chiama, a noi tocca rispondere. Va bene che – per dirla con il buon Neruda – “lentamente muore chi non viaggia”, ma così è davvero troppo. È come se il ponte fosse una specie di cataclisma che costringe chiunque ad abbandonare la nave, sgomitando per accaparrarsi una scialuppa di salvataggio. È diventato un vero status symbol di libertà... Oddio, una libertà molto immaginata, ma la libertà è sempre la libertà. E la meta? Beh, a dire il vero, è la cosa che conta meno: Alto Adige, Tirolo, Versilia, costa romagnola, Toscana, la baita del zio. Chi se ne frega della meta, ciò che conta è sparire e procurarsi qualcosa di simpatico da raccontare al proprio ritorno. Naturalmente il contagio è diffuso a tutti i livelli. Dal disoccupato (che in alcuni casi è disposto anche a chiedere un piccolo finanziamento alle Poste pur di non rinunciare al sollazzo) all’impiegato comunale (che trionfante appone il cartello chiuso per ponte sulla porta dell'ufficio anagrafe). Per fortuna qualche volta le festività cadono di domenica o di sabato, con grande dispiacere dei ponte-dipendenti che in tal caso masticano amaro. Ma c'è anche chi di ponte campa tutto l’anno, avendogli la sorte riservato di poter terminare il lavoro al venerdì a mezzogiorno. Poco male, dirà qualcuno. Sono solo quattro ore. Se non fosse che il venerdì mattina viene di fatto risucchiato, come per osmosi, nel vortice vacanziero e utilizzato per espletare i preparativi del weekend. E in tempi recenti, il fenomeno ha contagiato anche il giovedì pomeriggio tanto che tentandovi un approccio con un qualsiasi ufficio pubblico può capitare di sentirsi rispondere: “Mi spiace, oramai andiamo alla settimana prossima...”

alla carlona belen testimonial “trentinA“: l’abbiamo sfangata, va là...

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li è che l’orso Yoghi la sua location – scusate per l’uso di qualche parola inglese, a tanto la perversione globalizzata ci porta: rinunciare ad una delle lingue più belle del mondo per inseguire trend, manager, digital divide, account e schifezze annesse – ce l’ha già. E non a caso il film appena uscito, che celebra le gesta di uno dei plantigradi più famosi al mondo, è ovviamente ambientato a Yellowstone, casa sua. Ché, altrimenti, lui sarebbe il testimonial (rieccoci, scusate) ideale per il Trentino, usando il potente mezzo del cinema. Lo sapete. È una delle nuove frontiere: far conoscere e ancor più far volere bene ad un posto, ad una località, ad un territorio, piazzandolo quale scenario, fondale, ambientazione, quinta, paesaggio, sfondo (in una parola, orribile come poche: location) in un film o in uno sceneggiato televisivo. Va da sè: funziona. C’è gente che va a Parigi e che a Montmartre passa più tempo nel bar dove sono state girate le scene de ”Il favoloso mondo di Amelie” che non attorno alla basilica del Sacro Cuore. Tant'è. Anche il Trentino si dà da fare, giustamente. Accettando persino di essere messo in ridicola competizione con l’Alto Adige per via di una certo non irresistibile fiction (sì, storia a puntate, fumettone televisivo) con Terence Hill protagonista. Non bastano i numeri a far volere bene ad un territorio. L‘immaginario della gente si nutre di cose ben diverse dagli ascolti televisivi. Per questo Yoghi è ancora tra noi mentre di Terence Hill tra un po’ di mesi non parlerà più nessuno. Per questo al Trentino è andata bene. Sembra che tale Belen Rodriguez, destinata ad una fiction (ultimo insulto inglese per questa volta, promesso...) da girarsi in Trentino, non sarà della partita. Bene. Benissimo. Perché far volere bene ad un territorio usando una che usava frequentare tale Fabrizio Corona, per dirne uno, non c’azzeccava affatto. Si troverà di meglio, garantito. 13

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Ciampedie, il “Campo di Dio”, una balconata panoramica sulla Val di Fassa e sulle Dolomiti raggiungibile in funivia da Vigo di Fassa o con le seggiovie da Pera di Fassa. Qui le possibilità di escursione spaziano dalla comoda passeggiata percorribile anche spingendo il passeggino fino alle vie attrezzate e scalate in parete. Tutta l’area è servita da sentieri e percorsi ben segnalati. Nella zona vi sono oltre 20 rifugi alpini e in alcuni è possibile anche il pernottamento. La zona del Ciampedie è particolarmente indicata per la famiglia grazie al grande parco giochi per i bambini con servizio di permanenza giornaliera. Qui i piccoli possono essere affidati a personale esperto per concedersi al totale relax! La funivia Vigo-Ciampedie è ora accessibile con una comoda scala mobile dal centro di Vigo di Fassa. APERTURA IMPIANTI: Funivia Vigo - Ciampedie dal 12 giugno al 9 ottobre 2011 Seggiovie da Pera di Fassa dal 26 giugno al 4 settembre 2011

Info: Catinaccio Impianti a Fune - Vigo di Fassa - tel. 0462.763242 www.catinacciodolomiti.it

Un museo a cielo aperto Dall’arrivo della seggiovia Costabella si entra in un territorio interessante per la storia e la natura. Le creste di Costabella e dei Monzoni furono teatro, durante la prima guerra mondiale (1915-1918), di battaglie d’alta quota fra l’esercito italiano e le truppe austriache e le testimonianze della presenza dei due eserciti sono numerose e ben conservate. È inoltre un territorio prezioso dal punto di vista naturalistico. I Monzoni sono stati definiti il museo geologico e mineralogico più interessante d’Europa. Da non trascurare l’aspetto faunistico per la ricca presenza di marmotte, camosci e stambecchi. Alcuni percorsi: Costabella-Passo delle Selle (facile). Alta Via Bepi Zac (via attrezzata). Alta Via Federspiel (via attrezzata), Costabella-Fuchiade (facile).

Seggiovia aperta dal 26 giugno all’11 settembre 2011

Info: Catinaccio Impianti a Fune S.p.A. - tel. 0462.573016 – 0462.763242 www.catinacciodolomiti.it

Novità

Il Sentiero della Foresta Percorso illustrativo nella foresta con punti informativi sulla natura di alta montagna Lungo il sentiero N. 540 Ciampedie/Gardeccia, percorso facile adatto a tutti.

project | Area Grafica

Centro Escursioni Catinaccio Un viaggio in mezzo alla natura


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ring di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi Povere chiese e cappelle, assediate da auto e clacson

C’

è una parola diventata desueta di pari passo con il degrado paesaggistico e monumentale: “aura”. Una parola che ricorre spesso nei diari dei viaggiatori del passato, equivalente in un certo senso alla sindrome di Stendhal, detta anche sindrome di Firenze. Quest’ultima provoca capogiro, vertigine, confusione quando ci si trova al cospetto di opere d’arte di straordinaria bellezza. L’aura, invece, è la capacità di un luogo o di un monumento di creare attorno a sé uno spazio “altro”: entrare in contatto con questo spazio è percepire che lì c’è qualche cosa di speciale, il quale va meditato e contemplato. I Romani la usavano quando parlavano di luoghi particolari e altrettanto facevano i Greci quando dicevano “demònici”. Fascino, stupore, ammirazione, malìa. Ecco quello che proviamo quando ci troviamo davanti ad una chiesa antica – per “antica”, per le sue valenze simboliche, poniamo il limite alla metà dell’Ottocento –, dove lo sguardo si perde nella ricerca di elementi che ci rimandano via via a simboli e metafore universali. Oggi è difficile farci cogliere da questi spazi altri, l’aura è diventata una parola desueta, e ciò è avvenuto repentinamente, poiché ci si è accorti che oggi si vive fra persone e cose in serie, che per antonomasia non irradiano nulla; sottili mortificazioni, inesorabili appiattimenti spengono i luoghi e la gente. Quale ricordo gioioso quando dai ruderi solitari ma anche dai giardini e palazzi sprigionavano antichissime auree, saturnie o gioviali, mercuriali, veneree, faunesche. Oggi palazzi e chiese, così come certe montagne, sono sommersi da cartelli segnaletici che ne offuscano la grandezza, ne tarpano le ali, riducendoli a mero muro. E non si capisce perché si permetta alle auto di parcheggiarvi addosso, togliendo visibilità, rovinando l’aura che emanano. In tal modo anche la più bella chiesa viene svilita tra portiere che sbattono e clacson che suonano impertinenti. L’occhio – anche quello fotografico – non può coglierne la pienezza perché c’è sempre un elemento che disturba, rovina, mercifica, riduce. In Trentino a moltissime chiese antiche è stata tolta l’aura, gettandole nell’urbano, desacralizzandole e riducendo il loro spirito a mero paracarro. La potenza e la suggestione della chiesa di S. Nicola a Meida, Pozza di Fassa, orgogliosamente edificata nel 1447, con il suo oculo divino che ci guarda, il turrito campanile a trifora, le forme che si accavallano come un tempio polinesiano, sono circondate, assalite, da auto parcheggiate, cartelli stradali, strisce colorate che servono a delimitare

ring l’intelligenza oltre che i mezzi meccanici. Non parliamo poi della chiesa di Santa Maria Assunta a Malè, Val di Sole: un enorme parcheggio spezza il sacro sagrato, l’aria è ammorbata dai tubi di scarico e la contemplazione estasiata è soltanto un mero ricordo. Cara Chiesa, cari Sindaci, gli umani possono anche fare pochi metri in più a piedi e certa segnaletica non è proprio indispensabile appiccicarla ai muri sacri. I Valori sono importanti ma sono incorporati nello sguardo del bello e dell’infinito. I valori che trasmette il degrado sono quelli della povertà mentale e spirituale.

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r o i l g i M a n g a p Cam a i d e M New 2010 onsumi

Salumi&C Awards


Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ]

sommario luglio2011

In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher Hanno collaborato a questo numero: Paolo Chiesa, Lara Deflorian, Fiorenzo Degasperi, Fabio De Santi, Alberto Folgheraiter, Renzo Francescotti, Gianfranco Gramola, Carlo Martinelli, Francesca Negri, Tiziana Tomasini, Silvia Trentini.

9 commenti

Attualità 18 viaggio intorno all’oro blu

23 Il signor “Acqua” 26 La luna nel pozzo 28 Una caffè a palazzo marzani 32 nella casa dove gli oggetti parlano 36 Là dove osano i turisti 40 Animali e vacanze 44 amicizie a misura di oblò 46 il palazzo delle miniere

Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170 Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 - 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150

Bolzano - Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 Fax 0471.930743 Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Alcione - Trento Registrazione Tribunale di Trento n. 536 - 4 aprile 1987

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Ring

Grafica: Fabio Monauni

Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. Trento - Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 Fax 0461.935706 Direzione pubblicità: Rosario Genovese

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Torino si riscopre capitale

54 il talento di tania caroli 57 miriam: La miss globale 60 Dennis forti 62 Roberto codroico 64 cdm: saranno famosi

Panorama 68 drodesera 2011

70 pinè musica 73 Ala città di velluto 74 dieci anni di risate 84 garda jazz festival

Giorno per giorno COME ABBONARSI:

(un anno, 12 numeri a Euro 20,00) BOLLETTINO POSTALE c/c N. 11492386 Curcu & Genovese Associati - TM Via Ghiaie, 15 - 38122 TRENTO BONIFICO BANCARIO CASSA RURALE DI TRENTO IBAN IT15 E083 0401 8040 0000 3080 485 CARTA DI CREDITO Telefonando allo 0461.362122 DIRETTAMENTE PRESSO L’UFFICIO ABBONAMENTI Via Ghiaie 15 - Trento Tel. 0461.362107 ufficioabbonamenti@trentinomese.it I Suoi dati saranno trattati per dar corso al suo abbonamento; il conferimento dei dati è necessario per perseguire la finalità del trattamento; i Suoi dati saranno trattati con modalità manuali, informatiche e/o telematiche e non saranno diffusi. Lei potrà rivolgersi (anche telefonicamente) al Servizio Privacy presso il titolare del trattamento per esercitare i diritti previsti dall’art. 7 del D.lgs 196/03. Titolare del trattamento dei dati è la CURCU & GENOVESE ASSOCIATI S.r.l., Via Ghiaie, 15 – 38122 Trento - Tel 0461.362122 AVVISO AI LETTORI La scelta degli appuntamenti è a cura della redazione. La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti delle programmazioni annunciate.

88 Mostre 92 appuntamenti del mese

Scoop&news

106 il matrimonio del mese 109 Giovanni kezich poeta 110 Vola il trentino booK festival 114 Il costume del volk 116 Diego rigotti miglior chef trentino

Rubriche

118 Libri e librerie 120 Fotoromanzo 121 enogastronomia 122 Ricette trentine

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o i g viag o n r o int u l b o r o ’ all

trentinoattualità

di Tiziana Tomasini

Da dove viene l’acqua che scorre dai rubinetti? La mappatura informatica, la rete, le pompe, il laboratorio analisi, ma soprattutto lui. Il tubo. La storia dell’acqua, dall’acqua piovana al rubinetto: In trentino funZiona così...

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trentinoattualità

A

rgomento scottante quello dell’acqua. Argomento dibattuto e trattato, con varie sfaccettature, da tutti i mezzi di comunicazione. Con l’adeguata serietà nel momento degli interrogativi referendari, con la leggerezza e la volatilità nelle opinioni quotidiane. Certo è che ogni essere umano si sente giustamente chiamato in causa, sente di poter dire comunque qualcosa. Perché l’acqua è un elemento indispensabile per l’esistenza

dell’uomo. Il corpo umano è costituito per il 90% da acqua, ne dobbiamo bere a litri per il nostro benessere, è fondamentale per l’igiene personale. Conosciamo le zone della Terra storicamente povere o addirittura prive di acqua, ed i dati mondiali sul progressivo riscaldamento del pianeta invitano ad una doverosa riflessione su questa risorsa primaria. Lo studio del passato ci presenta le grandi civiltà consapevoli di questa ricchezza naturale.

Da sfruttare, da rispettare, da temere. Intorno all’acqua, il mondo. O un mondo di acqua, water world. A scuola l’acqua è la regina del “cqu” e scorre trascinando con sé l’acquazzone, l’acquario, l’acquitrino, l’acquerugiola, l’acquolina, il subacqueo ed altri vocaboli ancora. E le sintesi grafiche del ciclo dell’acqua sono ferme nella nostra memoria di studenti. Le precipitazioni, l’evaporazione, la condensazione. Il mestiere di idraulico pare

sia, nell’ambito artigianale, uno dei maggiormente remunerativi. L’acqua pervade costante anche le nostre vacanze ed il nostro tempo libero. Dove andiamo? Al lago, al mare, alle terme, in piscina. Andiamo dove c’è l’acqua. Apriamo l’antologia della letteratura italiana e troviamo Petrarca con il verso più semplicemente poetico della poesia trecentesca: “Chiare, fresche e dolci acque”. Oltre ai voli storici, scientifici, professionali, grammaticali e 21

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trentinoattualità letterari subentra pragmatico il concreto. Da dove viene l’acqua che scorre dai casalinghi rubinetti? Bella domanda. In caso di dubbi o perplessità sulla risposta, noi vogliamo raccontarvi la storia dell’acqua, dalle sorgenti al miscelatore. L’etimologia latina non lascia dubbi. Acquae - Ductus significa letteralmente “conduttura di acqua”, ossia un canale in pietra, muratura o altro materiale costruito per portare l’acqua da un luogo all’altro. L’ing. Matteo Frisinghelli, responsabile del servizio idrico acquedotti e fognature per Dolomiti Reti, spiega che nell’immaginario comune per acquedotto si identifica erroneamente la sorgente alla quale si va ad attingere l’acqua. L’acquedotto ha in realtà un’accezione più completa. Non un’opera, quanto una serie di opere che portano l’acqua dalla sorgente al rubinetto; quindi un processo ben più complesso. Nell’ufficio di Rovereto, a fianco di una ve-

trata panoramica sulle morbide rotondità del paesaggio lagarino, il portatile dell’ingegnere svela l’intricata rete di tubazioni per Trento, Rovereto, Borgo. Chilometri di tubi, un apparente groviglio grafico che allo zoom diventa maggiormente districabile. È incredibile, l’immagine si può allargare tanto da riconoscere le unità abitative. Con i relativi tubi. Il monitoraggio telematico visualizzabile su schermo è finalizzato alla manutenzione. Sensori di livello indicano la pressio-

ne, rilevano anomalie qualitative (torbidità) e anomalie strutturali (perdite). In questo settore l’azienda vanta un prestigioso premio a livello nazionale sulla simulazione di rete; attraverso il sofisticato programma è possibile simulare impatti, prevedere carichi eccessivi ed in generale verificare il buon funzionamento dell’intero percorso. Con un occhio al risparmio, in funzione di investimenti mirati e quasi “chirurgici”. E i consumi? Tendiamo a consumare molto perché

L’ing, Matteo Frisinghelli, responsabile del servizio idrico acquedotti e fognature per Dolomiti Reti

c’è disponibilità. La nostra è una situazione ottimale, c’è abbondanza e c’è qualità; va considerato che in certe zone d’Italia l’acqua non è nemmeno potabile. La città di Rovereto riceve l’acqua dalla sorgente di Spino, a 600 metri di quota. Andiamo sul posto per almeno tre motivi: la storia, la geografia e la sete. Giun-

La cascata di riflusso a monte della fonte Spino, sopra Rovereto 22

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trentinoattualità

mille chilometri di tubi

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e cifre ci orientano nel lungo labirinto della canalizzazione. A Trento la rete di tubazioni si materializza in 800 km di tubi; a Rovereto i km sono circa 250, a Borgo Valsugana 50/60. Il comune di Trento eroga giornalmente 50mila metri cubi di acqua. I sette pozzi di Spini forniscono 300 litri di acqua al secondo. Le altre fonti idriche di Trento sono disseminate lungo il territorio comunale; tra quelle di maggior rilievo i pozzi di via Fersina, di Ravina, di Acquaviva. Gli esperti ricordano che le frazioni – anche le più piccole, comunali ed extracomunali – sono nate a ridosso di sorgenti e che i movimenti migratori hanno spesso avuto come motivazione principale l’approvvigionamento idrico. Per la zona di Rovereto, va precisato che il monte Pasubio, di formazione carsica, può contenere al suo interno 30 milioni di metri cubi di acqua; il corrispettivo di 15 dighe nella montagna. La galleria che dalla sorgente di Spino viene canalizzata nella più recente galleria (fine anni ottanta) ha una portata di 300 litri al secondo. ti in loco ed oltrepassati gli sbarramenti di sicurezza, la capacità sensoriale è concentrata esclusivamente sull’udito. Lo scrosciare rumoreggia indiscutibilmente sulle nostre parole, ed i commenti non sono necessari. Nel periodo del disgelo l’abbondanza genera un riflusso a monte, con l’effetto spettacolare di “cascata torrentizia”. La sorgente di Spino, anticamente usata per un mulino di cui resta qualche mola nel verde prato, era stata notata dagli asburgici, convogliata in un serbatoio (1845) e incanalata

verso la città. Fonte perenne e giusta pendenza. Una situazione più che ottimale anche oggi, considerato che tale fonte fornisce acqua per due volte e mezzo al fabbisogno della città. Per questo motivo è in atto un progetto di interconnessione di fondovalle. Ma da dove trae origine la sorgente? Partiamo dall’alto. Piove sul monte Pasubio; la roccia, di origine calcarea, raccoglie l’acqua piovana. Dobbiamo immaginare una montagna bucherellata, serbatoio naturale del no-

stro primo elemento. Dalla montagna sgorga la sorgente Spino. Dalla sorgente Spino, l’acqua si canalizza nella prima canaletta austriaca e nella più recente galleria serbatoio. Assaggiamo, assetati, dalla fontanella, fresca e chiara, buona. Entriamo nella costruzione in muratura, curiosi di vedere cosa effettivamente porta l’acqua a valle. Nell’odore di umido, lo vediamo. Un grosso tubo nero con qualche grande rubinetto azzurro. E ci viene da sorridere quando non possiamo che esclamare sorpresi “Ma è un tubo!” Dannatamente scontato e semplice, dalla pioggia al tubo. Unitamente a tutte le complessità gestionali sopra indicate. Gran parte della città di Trento riceve l’acqua da sette pozzi siti a Spini di Gardolo. L’acqua viene pompata fino all’acquedotto, che si trova a Meano di Trento. Andiamo sul posto e

notiamo questo enorme rettangolo verde con la costruzione sopra. Sotto, scorre la città. Dentro la costruzione, le vasche con l’acqua in movimento, le tubazioni, le leve, le aperture e le chiusure. Da certe angolazioni, sembra di essere in un centro natatorio o ad un soggiorno termale. Il profumo del cloro alimenta l’impressione. Un piccolo tubicino ne istilla con regolarità qualche goccia. Più che

Acquedotto di Spino. La galleria di più recente costruzione porta l’acqua dalla fonte alla città

Acquedotto di Spino. Semplicemente, "il tubo"

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trentinoattualità

Occhio all’arsenico!

Dolomiti Energia

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n regione sono presenti due fonti che presentano valori di arsenico di origine geologica, naturale. Si tratta di due fonti importanti per l’approvvigionamento idrico di Trento. Una è l’opera di Ponte Alto (50 litri di acqua al secondo) , che preleva l’acqua dal sub alveo del torrente Fersina; l’altra è la fonte di Cantanghel (80 litri al secondo) che trae origine dal Lagorai. Le suddette fonti presentano valori di arsenico con valori medi compresi tra 11 e 15 microgrammi per litro. Alla luce della nuova normativa europea, sono stati realizzati in prossimità delle due fonti in questione due impianti di dearsenificazione. Uno si trova a San Donà e tratta l’acqua proveniente da Ponte Alto. È in funzione da più di un anno ed ha portato i valori di arsenico ben al di sotto dei limiti di legge. L’altro impianto si trova alle Laste e tratta l’acqua proveniente da Cantanghel. È in servizio da qualche mese. Tali impianti riducono la quantità di arsenico presente nell’acqua, che arriva a valori di 7/8 microgrammi per litro, e quindi al di sotto dei 10 microgrammi per litro stabiliti dall’Unione Europea. I dati relativi alla qualità dell’acqua distribuita da Dolomiti Reti, arsenico compreso, sono visionabili sul sito www.dolomitireti.it, nella specifica sezione “L’acqua che beviamo”.

d oggi l'unico caso di società di gestione dell'acqua in Trentino nella quale è presente anche una quota di privati è Dolomiti Energia. La società, controllata dai Comuni di Trento, Rovereto e indirettamente dalla Provincia, gestisce il servizio idrico delle due principali città del Trentino e di 16 altri comuni: Ala, Albiano, Aldeno, Borgo, Brentonico, Calliano, Civezzano, Fornace, Grigno, Lavis, Mori, Nave S.Rocco, Nomi, Roveré della Luna, Volano e Zambana. Del capoluogo, Dolomiti Energia è proprietaria anche della rete dell'acquedotto. Gli attuali principali soci di Dolomiti Energia SpA sono: FinDolomiti Energia.................................................................47,8% Ft Energia.......................................................................................... 11,8% A2A............................................................................................................ 7,9% Fondazione Caritro..................................................................... 5,3% Comune di Trento........................................................................ 5,8% Comune di Rovereto.................................................................. 4,3% ISA............................................................................................................... 4,1% Sul sito di Dolomiti Energia (www.dolomitienergia.it), sono disponibili i dati più significativi relativi alle zone con caratteristiche idriche mediamente omogenee. Per ogni zona sono evidenziati i punti di prelievo (fontane/ utenze) che regolarmente sono controllati dal Laboratorio di Dolomiti Energia.

per purificare, per rilevare la presenza di batteri. Il laboratorio analisi di Dolomiti Reti effettua regolari prelievi a monte ed a valle, rilevando concentrazioni più o meno alte dell’elemento chimico, indice di possibili contaminazioni batteriche in acqua. Si

Acquedotto di Meano (Trento). On - off, semplicemente “i rubinetti” 24

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tratta della cosiddetta “protezione attiva”, prescritta dalla normativa. Questa volta non beviamo, ma rimane il desiderio, condiviso dai presenti, di bel tuffo nel blu cobalto delle due vasche principali. Poi il fresco troppo umido ci ■ riporta alla realtà.

Terme? Wellness? No, uno dei due serbatoi dell'acquedotto di Meano (Trento)


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di Giorgio Dal Bosco

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uell’uomo alto ed eretto che scende tutte le mattine da via Cervara, dove abita, con passo cadenzato e sicuro, con i capelli bianchi ancora abbastanza folti e pettinati a spazzola come usava una volta, è l’ingegner Arrigo Pedrolli che ha 89 anni. Compera il Sole 24Ore all’edicola di Port’Aquila e poi si incammina verso la città per un caffè. Gli occhi azzurri e vivi testimoniano di una rara lucidità che nei ragionamenti dimostra attraverso proposizioni principali, secondarie, incisi e parentesi, tutte precise e circoscritte senza mai perdere il filo del discorso. Abita da oltre cinquant’anni in una casa da cui domina il

Il signor “acqua“ l’ingegner Arrigo Pedrolli, oggi 89enne, ha contribuito a portare l’oro blu nelle case dei trentini, prima come giovin ingegnere (1949), quindi come responsabile della Sit Castello del Buonconsiglio e giù giù con l’occhio tutta la “sua” città”. Sua? Anche “sua”. certo, perché se è vero che l’acqua è, secondo san Francesco, “sor’ Acqua la quale è multo utile et humile” è anche vero che è la regina della vita. Ebbene, lui, l’acqua, nella nostra

città, ha contribuito a portarla ininterrottamente, prima come giovin ingegnere (1949) e poi su su fino a massimo responsabile della Sit, ovvero la Società Industriale Trentina. “Quelli della Sit – mormora –, erano tempi d’oro anche quando, nel novembre 1966, l’alluvione avrebbe potuto

mettere in ginocchio l’acquedotto. Ci furono invece soltanto brevissime pause nell’erogazione dell’acqua. Neanche nei lunghi periodi di siccità l’acqua nelle nostre case è mai venuta meno. E con l’acqua non è mai venuto meno neanche il gas, altro servizio gestito dalla Sit. Me-

Da destra verso sinistra: Arrigo de Rizzoli, il sindaco di Trento, Piccoli, e Arrigo Pedrolli

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quel caffè del 1966

piccola Cronistoria

I

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l più bel ricordo professionale di Arrigo Pedrolli non è una soddisfazione scientifica o manageriale. È’ umana. Siamo in pieno marasma della tremenda alluvione del novembre del 1966 e tutti i dipendenti della Sit stanno lavorando notte e giorno per riparare guasti e per evitare che se ne creino di ulteriori. Sul campo c’è anche lui che sovrintende e suggerisce le soluzioni. In centro, in particolare, si lavora freneticamente e in poche ore l’acqua torna regolarmente pulita nei rubinetti di casa. Qui scatta la miglior dote della trentinità. Per i trentini il poter riavere l’acqua subito in casi eccezionali e sciagurati come questo non è un diritto, ma è – deve essere – il frutto dell’operosità di tutti. È a questo punto che nel bel mezzo dei lavori, poco dopo che è stata riattivata l’erogazione dell’acqua nelle case, una vecchietta si avvicina al drappello dei lavoratori della Sit che sta confabulando con l’ingegner Arrigo. “Ecco – fa l’anziana signora porgendo loro una grossa thermos di caffè fumante. La prima cosa che ho fatto con l’acqua che mi è tornata in casa è questo caffè per voi... Ne avrete sicuramente bisogno dopo tanto lavoro. Grazie mille”. E l’anziana donna è tornata in casa.

desima cosa con l’elettricità, almeno fino a quando con il primo governo nazionale di centrosinistra (1962) l’elettricità fu nazionalizzata e alla Sit subentrò l’Enel.” Arrigo Pedrolli, laureatosi subito dopo la guerra ingegnere idraulico e assunto alla Sit (una spa di cui il Comune di Trento deteneva il 99% delle azioni) ha scalato, passo dopo passo, tutti i gradini della “piramide” venendo nominato dapprima (dal ’77 all’86) direttore generale e nell’ultimo quinquennio prima della pensione (1987-1991) amministratore delegato. Ha un ricordo perfino commosso per ciò che tutta la Sit, dal direttore all’ultimo de26

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gli operai, ha saputo sempre fare: operai molto motivati che “rubavano” i segreti del mestiere ai loro preposti e i preposti che li incitavano a ciò. Dice di aver avuto una decina fra sindaci e direttori di cui non vuole e non può fare una classifica di merito. Forse, come vedremo, soltanto per uno di essi deroga a questa sua visione. Ribadisce: “Nessuno alla Sit è mai stato un lavativo. Nessuno dei dipendenti, a ch’io ricordi, ha mai demeritato.” Tesse gli elogi dei dipendenti che mai hanno mugugnato se di domenica o nei giorni festivi sono stati chiamati per un’emergenza. Su tutti i compagni di questa sua

a Sit (società industriale trentina) nasce nell’aprile del 1927 con un capitale sociale di 60 milioni di lire, avendo come maggior azionista e dunque come controllo il Comune di Trento. Già nei primi anni potenzia i suoi prodotti, in particolare l’energia elettrica e gli acquedotti. Migliorati gli impianti idroelettrici di Dro e Toblino, si costruiscono gli impianti di Carzano, Grigno e Costabrunella. La produzione di energia elettrica sul finire degli anni ’40 è di 1280 milioni di kWh. Nel 1952 comincia l’espansione della politica industriale della Sit che partecipa come maggiore azionista alla società “Avisio” (lavori a San Floriano). In quegli anni la rete idrica (i tubi entro cui scorre l’acqua dai serbatoi fino ai nostri rubinetti di casa) della città è meno di 100 chilometri. Nel 1986 sarà di quasi 500 chilometri. La Sit gestiva anche l’acquedotto di acqua non potabile per alimentare l’industria. E’ acqua prelevata dal fiume Fersina. Lo sviluppo della società proseguirà fino al 1962 quando il Governo nazionale espropria il settore elettrico pagandolo in dieci anni circa otto miliardi. I soldi incassati dalla Sit vengono impiegati solo in parte per migliorare ulteriormente il servizio acqua, gas e, quindi, per creare le basi per la distribuzione del metano. Ma non solo. La società acquista soprattutto compartecipazioni in molte industrie locali (l’elenco sarebbe assai lungo) che negli anni ‘70 erano in gravi difficoltà. L’immissione di danaro fresco in quelle industrie serve soprattutto a mantenere l’occupazione che diversamente sarebbe andata, in taluni casi, a picco. Sul finire del secolo la politica comunale amplia gli orizzonti dei servizi e la Sit “muore” per scelta politica comunale e provinciale perché nascono altre società di servizi come Dolomiti Energia, Trenta ed altre che in un clima di liberalizzazione la sostituiscono.

Al centro, Arrigo Pedrolli


trentinoattualità

Quella volta che Mattei...

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unque – siamo agli inizi degli anni Cinquanta – il suo direttore generale Arrigo de Rizzoli sta viaggiando in treno verso Roma e incontra Enrico Mattei, il presidente dell’Eni, l’intrepido combattente contro lo strapotere delle “Sette Sorelle”, le più grandi società petrolifere del mondo. Enrico Mattei è un manager cinico e spietato che per raggiungere gli obiettivi del bene pubblico che si è prefissato (senza mai intascare di suo neanche una lira) non usa mezzucci, corrompendo, se necessario, tutti i partiti. Leggendaria la sua frase: “Uso i partiti come un taxi. Mi faccio portare con le leggi dove voglio io, pago e scendo salendo sul taxi successivo che più mi serve alla mia causa. Pago e scendo una seconda volta”. È inviso alla Destra che attraverso Indro Montanelli e il Corriere della Sera gli fa una guerra spietata. Si sa che nella pianura padana è stato (sarebbe stato) scoperto un grande giacimento di metano che va sfruttato. La valle dell’Adige, suggerisce Mattei a de Rizzoli, potrebbe essere uno dei primi ambiti geografici a goderne. La Sit dovrebbe però progettare e porre in opera il metanodotto, collegante i campi di estrazione del gas con Trento. Le condizioni di fornitura del metano sarebbero state particolarmente favorevoli e avrebbero avuto una validità di almeno 15 anni. L’opera avrebbe dovuto soprattutto consentire la costruzione di una grande centrale termoelettrica che poteva risultare competitiva o integrativa con quella idraulica sul torrente Avisio, già in fase di avanzata programmazione. Erano evidenti le gravi alternative che si ponevano al sistema di produzione e di distribuzione di energia elettrica della Sit. L’ingegner Arrigo de Rizzoli aveva una lunga esperienza nel settore idroelettrico e perciò non era molto convinto e affascinato dalla proposta: comunque, scrupoloso e responsabile, chiamò il giovine Arrigo e gli diede l’incarico di studiare in linea di massima il progetto per la costruzione del metanodotto. Tutto doveva rimanere molto riservato. L’opera, per allora – correvano gli anni ’50 – era grandiosa e tecnicamente molto rischiosa per vari motivi (pressione del metano, attraversamento fiumi, strade, ecc.). Era anche un po’ fuori dalle normali competenze e degli studi di Arrigo Pedrolli che, però, si mise di impegno riuscendo ad elaborare un progetto di massima, servendosi del supporto di studi italiani e soprattutto statunitensi. Il preventivo di spesa del metanodotto risultò molto pesante e non compatibile con le riserve disponibili e con le prospettive del sistema energetico aziendale. L’ingegner de Rizzoli, confortato anche del parere di illustri consulenti, ritenne infine superato e non realizzabile, almeno per allora, la proposta Mattei. Si chiuse così “l’intermezzo” metano e venne rilanciata con determinazione l’iniziativa “Avisio”. Soltanto con gli anni 70 il progetto del metano (ricordate lo slogan: “Il metano ti dà una mano”?) diventerà esecutivo e non con il metano della pianura Padana che si rivelerà essere ben poca cosa. Il regista complessivo dell’arrivo del metano sarà sempre della Sit e quindi dell’ingegner Arrigo Pedrolli.

Dipendenti SIT

bella avventura professionale ha commenti di enorme stima (ecco, è questa l’unica eccezione che si concede) per quel galantuomo di direttore generale, l’ingegner Arrigo de Rizzoli protagonista di una vicenda – che racconta a Trentino Mese per la prima volta, pubblicamente – che ai più giovani lettori dirà poco, ma che, riportata agli anni in cui avvenne, sarebbe stata un autentico scoop (vedi il box a parte). I numeri della Sit dell’ultima metà del secolo scorso possono anche dire poco, ma l’aumento della popolazione, il cambiamento degli stili di vita, la nascita delle diverse esigenze è stato vertiginoso. Basti dire che subito dopo la seconda guerra mondiale, ben poche famiglie avevano in casa la vasca da bagno. Si è passati da una disponibilità complessiva di 100 litri al secondo nel 1950 a oltre mille dell’inizio degli

anni ’90 e “la Sit – dice ancora l’ingegner Arrigo – è sempre riuscita a far fronte a queste crescenti esigenze, anzi, talvolta, si è attrezzata con largo anticipo ai prevedibili aumenti di consumo”. “L’acqua era e deve continuare ad essere un bene pubblico – sospira – e con essa la Sit non ha mai fatto una sola lira di guadagno. Non ci ha mai lucrato sopra. Ha solo tentato di pareggiare il bilancio di costi e ricavi come deve fare una sana amministrazione pubblica”. L’ingegner Arrigo ha tantissimi ricordi. A casa, tra l’altro, ha una mezza biblioteca con suoi studi su acquedotti, strategia del gas, falde freatiche del Trentino, pozzi, torrenti, loro capacità di portata, impianti idroelettrici e via di questo passo. Sulla situazione attuale non fa nemmeno un cenno. Certo è che abbia una grandissima nostalgia di questa società di “proprietà” del Comune. ■ 27

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di Alberto Folgheraiter

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l recente referendum sull’acqua pubblica, nel borgo di Vezzano sono andati al seggio 1.188 su 1706 aventi diritto. Il 69,5% degli elettori. La frazione di Ranzo ha votato in massa, forse perché quella popolazione, più di altre, sa che cosa vuol dire la carenza di acqua potabile. Lo sa da secoli. Per centinaia di anni, infatti, si è dovuta accontentare di una sorgente misera e bizzosa. D’estate, quando l’acqua serviva maggiormente, la falda si seccava. E con essa si… seccavano pure gli abitanti di Ranzo. Al punto che, domenica 4 marzo 1976, stanchi di avere l’acqua a singhiozzo, i giovanotti di Ranzo scesero in massa a Vezzano per radersi la barba alla fontana. Fu una protesta clamorosa che ebbe risonanza pure sulla stampa nazionale. Servì, naturalmente, a smuovere le… acque del comune. Ma qui siamo quasi all’epilogo. Converrà cominciare dal principio.

La luna nel pozzo QUANDO A RANZO DI VEZZANO SI PATIVA LA SETE. LA PRIMA ACQUA PUBBLICA (1954) FU ACCOLTA COL SUONO DELLE CAMPANE. Ma non finì qui... L’acqua, da queste parti, è sempre arrivata col contagocce. Tant’è che il primo zampillo, sia pure per mezzo di un tubo volante, il 10 aprile 1954 fu accolto dal suono delle campane. Erano le 20.20 di un sabato di primavera. Scrisse Ettore Parisi: “Fra l’incredulità dei più anziani e l’entusiasmo dei giovani, sgorga la prima acqua. Molti intingono la mano nell’acqua e si fanno il segno di croce. Poi tutti in chiesa a cantare il Te Deum di ringraziamento”. In verità, l’acqua è sempre stata accompagnata dal suo-

Le fotografie a corredo dell'articolo sono tolte dal volume di Ettore Parisi "I 110 anni della famiglia cooperativa a Ranzo", 2004.

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no della campana. Un’unica sorgente alimentava la “fontanella”. D’estate, tuttavia, essendo il flusso ridotto al minimo, la fontanella era chiusa a chiave dal capocomune. Alle undici del mattino i rintocchi dal campanile annunciavano alla popolazione che si apriva il rubinetto quel tanto da poterne distribuire due secchi per famiglia. Diversamente, le donne del paese dovevano raggiungere la fontana delle Màsere, lontana dal paese una ventina di minuti. Vi si macerava la canapa ma serviva pure da lavatoio. Lunghe file di donne, con due secchi (ciléti o crazidèi) sostenuti da un legno ricurvo, chiamato “brentòla”, attendevano pazientemente il loro turno. Nei periodi di siccità, la fontana delle Ma-

sere diventava insufficiente. A quel punto gli assetati abitanti di Ranzo erano costretti a scendere alla sorgente del Tuf, lungo un impervio sentiero a strapiombo sulla gola del Limarò. Quaranta minuti a scendere, più di un’ora per il ritorno verso casa. Era davvero il “terzo mondo” trentino. Né erano valsi, alla fine dell’Ottocento, i timidi tentativi di un prete, Alfonso Amistadi, di dotare il villaggio di un acquedotto. La prima guerra mondiale aveva allontanato qualsiasi prospettiva di autosufficienza idrica. Fu un altro prete, un religioso di qui, l’indomani della seconda guerra mondiale, a perdere la pazienza, a prendere carta e penna. Ezio Sommadossi, missionario della Con-


trentinoattualità solata, scrisse direttamente al presidente del consiglio dei ministri, Alcide Degasperi. Il capo del Governo telefonò al presidente della Provincia. Questi convocò a Trento il capo-frazione di Ranzo. Pochi giorni dopo la Giunta provinciale deliberò lo stanziamento di 500mila lire. Il 28 settembre 1953 fu avviato il “cantiere scuola” per la costruzione di un acquedotto lungo sei chilometri: dalla sorgente, sopra la sponda occidentale del lago di Nembia, fino a Ranzo. Vi lavorarono 99 operai. La sera del 10 aprile 1954 si fece festa grande. Suonarono, appunto, le campane e si bevve acqua a volontà. I bambini cominciarono a essere lavati tutti i giorni, gli animali a essere abbeverati con acqua pulita e non con quella riciclata dopo le abluzioni in famiglia. Forse si cantò il Te Deum troppo in fretta perché ci si accorse ben presto che quell’acqua tanto sudata non era potabile. Si cercò altrove. Tre anni dopo (1957) le tubazioni dell’acquedotto

furono dirottate verso Molveno dove il comune di Vezzano aveva ottenuto in concessione l’acqua “potabile” della sorgente di Ceda. Durò poco anche questa. Progetti sbagliati e una frana caduta sulle condotte idriche nel corso dei lavori, mai finiti, per la costruzione della strada Ranzo-Molveno, privarono nuovamente la comunità di acqua corrente. Fu cercata una nuova sorgente, alle pendici del Brenta, sopra Molveno. Furono rifatte le condotte. Fu costruito un nuovo serbatoio sopra il paese. Negli anni Ottanta del XX secolo la popolazione di Ranzo ebbe, finalmente, acqua a volontà. Ma quanto tempo, quanti anni c’erano voluti per avere un servizio che, lo si capisce in Africa, fa la differenza tra il Terzo mondo e il nord del mondo. Del resto, Ranzo, sulla montagna della valle dei laghi, fu probabilmente l’ultimo paese del Trentino ad avere un acquedotto. Chiedevano soltanto acqua, ■ non la luna nel pozzo.

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trentinoincontri di Francesca Negri

un caffè a casa di...

PALAZZO MARZANI E LE DIMORE STORICHE TRENTINE LA CONTESSA ADRIANA MARZANI APRE LE PORTE DEL SUO PALAZZO E PRESENTA LA SEZIONE REGIONALE DELL’ASSOCIAZIONE DIMORE STORICHE ITALIANE

S

ulla parte occidentale di Piazza Riolfatti, a Villa Lagarina, si trova Palazzo Marzani, costruito dalla famiglia dei conti Marzani di Steinhof e Neuhaus, bella testimonianza di palazzo nobiliare caratterizzato, al suo interno, da un’elegante corte a doppio loggiato, giardino privato e numerose stanze signorili. La contessa Adriana Marzani apre l’antico portone con tre canne di bambù in mano e un diavolo per capello: «Scusatemi, ma sono preoccupatissima, il tetto del palazzo con l’acqua di questi 30

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giorni mi sta dando un po’ di problemi». Lei, che ama definirsi «di una pigrizia aristocraticamente decadente», non è avvezza ad obiettivi e interviste: per questo, con un pizzico di vanità e molta timidezza, ripeterà per tutto il nostro incontro di sentirsi come Sofia Loren, sempre assediata da flash di fotografi e incalzanti domande dei giornalisti. Con un gesto risoluto ferma per un attimo l’obiettivo di Paolo Curcu e ci fa strada all’interno della dimora. Sopra il portone campeggia l’emblema della sua famiglia, costituito da tre stelle sovrastanti una

sirena che sorregge una croce a Tau (cioè a forma di T). Una volta entrati, si scopre una composizione su due lati di archi e di colonne in stile tuscanico (dorico-romano) che poggiano su ampie arcate in muratura che delimitano lo spazio del cortile.
Un doppio poggiolo scorre sul lato del cortile retrostante la facciata sulla piazza, decorato da una ricca balaustra, da pilastrini e colonnine modanate in forme concave e convesse, di stile tipicamente barocco.
La contessa ci invita al secondo piano, dove si trovano le sale nobili del palazzo, e inizia


trentinoincontri

Il libro che sta leggendo in questo momento? Ne sto leggendo molti in contemporanea. Il piatto preferito? Io sono una buona forchetta, mangio qualsiasi cosa. Il film preferito? Ahimé, vado pochissimo al cinema. Se non avesse fatto quello che ha fatto, cosa avrebbe voluto fare? L’architetto urbanista. La cosa che le fa più paura? La separazione, da qualsiasi cosa. Il suo sogno ricorrente? La mia casa natale. a raccontare la storia della sua famiglia. Contessa Adriana, da dove vengono i Marzani? La famiglia Marzani è arrivata in Vallagarina forse alla metà del Quattrocento, ma ancora oggi non siamo certi da dove venissimo. A casa nostra c’erano molte fantasie, sogni, desideri, dicerie che noi venissimo dall’Italia meridionale, ma mi pare più probabile un’origine veneta visto che vicino a Verona c’era un paese che si chiama Marzana. Nel ‘400 e ‘500 eravamo dei funzionari che lavoravano per i Castel Barco, ma col tempo ci siamo fatti anche noi i nostri campi e le nostre case. Dal 1636 abitiamo al numero 16 di piazza Riolfatti. Ma Palazzo Marzani non è al numero 16… Questo palazzo, infatti, è stato costruito dalla famiglia Priami nel ‘500, alla fine del ‘600 passò nelle mani della famiglia Madernini e poi ancora, a inizio ‘800, della nostra famiglia. I Marzani ottennero la proprietà di questo palazzo in modo assai particolare. Ci racconti. Nel ‘700 Lorenzo Marzani aveva ben otto figli, quattro maschi e quattro femmine. Due dei figli maschi, Agostino e Lorenzo, sposarono due ragazze che provenivano dalla famiglia Madernini: Rosa, che era figlia dell’ultimo Madernini della famiglia proprietaria dell’attuale Palazzo Marzani (sposa di Agostino), e Maria Guglielmina Montalbano, cugina di Rosa e figlia di una sorella di Adamo Madernini e di un ufficiale di Napoleone, Giorgio Montalbano. Quando io ero bambina al numero 16 di Piazza Riolfatti

continuava a vivere la discendenza dei Marzani, mentre qua a palazzo è andata avanti la discendenza di Lorenzo Marzani fino agli anni ‘60 o ’70, quando i figli del conte Giorgio Marzani - Lori, Sissi e Max - hanno venduto dividendo la casa in varie unità abitative di proprietari differenti. In quell’epoca, io che stavo qua di fronte, mi sono innamorata di questo edificio, anche sospinta da mia madre, a cui piaceva molto, e un po’ anche perché noi conserviamo un sacco

di lettere antiche di questa famiglia… Mio padre era contrario all’acquisto di questa casa, così con l’aiuto delle mie sorelle, soprattutto di Carla, nel 1995 sono riuscita a comperare una parte di questa casa, che ancora oggi voglio riportare agli antichi splendori. Il padre architetto, Pietro Marzani («mio padre ha fondato la Società filarmonica di Rovereto, il mio trisavolo quella di Trento») aveva trasmesso alla contessa

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trentinoincontri

Adriana e ai suoi fratelli l’ importanza «dell’estetica, del senso di responsabilità per l’ambiente e il paesaggio, senso della storia, fantasia». Alla madre, invece, nata nel 1903, Adriana deve sicuramente la caparbietà: «Aveva un bel carattere. Pensi che si era imposta, aveva voluto studiare e non fare solo la signorina di buona famiglia. Non era una cosa comune per quell’epoca». Così, nel 1995 Adriana e la sorella Carla acquistano una parte di Palazzo Malfatti: «Quasi tutto il piano terra, poi lo scalone, la sala grande e i salotti al primo piano, una camera da letto e un appartamen-

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to. Durante questi anni non sono stati fatti molti lavori, però ho cercato di dare un’anima a questo posto». Cosa si prova a possedere un palazzo come questo? Queste case sono meravigliose, ma problematiche ed i loro proprietari sono sempre combattuti se dare loro un altro uso o mantenerle, per quanto possibile, nel loro stato originale. Questa è una casa signorile, semplice, senza tante pretese. Cerco di farci venire tanta gente. La uso per i concerti e le conferenze dell’associazione che presiedo. Lei, infatti, è presidente della sezione del Trentino Alto Adige dell’Associazione dimore storiche italiane. Ci spieghi di cosa si tratta. Nel nostro Paese, accreditato spesso del 60% dei beni culturali mondiali, il patrimonio storico-artistico architettonico, costituisce parte essenziale della propria identità culturale. La conservazione di questo patrimonio, vera e propria memoria del passato, richiede che esso venga tramandato alle generazioni future attraverso la conservazione degli edifici e dei giardini storici, preservandoli dal degrado e dalla distruzione. Le dimore storiche non sono sempre

dei musei e conservarle significa anche mantenerle in qualche modo vive, attraverso destinazioni compatibili con la vocazione degli edifici stessi. Nel 1977 un gruppo di persone attente a questi problemi, sull'esempio di analoghe associazioni operanti in altri paesi europei, ha costituito l’Associazione dimore stori-


trentinoincontri

che italiane. Questa associazione non ha scopi di lucro e si propone di agevolare la conservazione, la valorizzazione e la gestione delle dimore storiche di proprietà privata, contribuendo in tal modo alla tutela di un patrimonio culturale, la cui conservazione e conoscenza sono di interesse pubblico. Quanti sono i soci a livello nazionale e trentino? In regione siamo in 120 soci, con una predominanza di trentini rispetto agli altoatesini. Membri dell’associazione sono, ad esempio, i Lunelli con Villa Margon, i Guerrieri Gonzaga, i Bossi Fedrigotti, Marangoni con Villa Bortolazzi e molti altri. Collaboriamo con Italia Nostra, Fai e altre associazioni e in tutta Italia gli aderenti sono circa 4.500, ma potrebbero essere di più. Quali sono le cose più importanti da vedere di Palazzo Marzani? Mah, questa è una casa iniziata nel ‘500, ma sicuramente costruita su qualcosa di antecedente, come tante case nei nostri centri storici. Nel 1703 è stata bruciata durante il passaggio per la valle del generale Vendome. La stanza più d’atmosfera è sicuramente il salotto, mentre al piano terra c’è un importante camino del ‘500. Villa Lagarina è piena di palazzi nobiliari. Una zona molto frequentata dalla nobiltà per qualche motivo in particolare? Non è che qui ci sia una concentrazione maggiore rispetto ad altre parti. In Vallagarina e a Villa Lagarina forse ci ricordiamo di più forse delle nostre origini, abitiamo ancora i nostri palazzi, mentre

da molte altre parti i nobili proprietari se ne sono andati, come Palazzo Libera, abbandonato mi pare alla fine degli anni Ottanta. In Francia molte di queste dimore storiche sono state adibite a bed & breakfast. Succede lo stesso in Italia? Sì, forse non come in Francia ma abbastanza da indurre la nostra associazione (Adsi) a dedicare un sito a questo, www.dimorestoricheitaliane.it. Anch’io forse trasformerò Palazzo Marzani in un b&b… Forse la mia pigrizia e il mio decadentismo aristocratico mi portano a farmi cadere in testa la casa, ma prima o poi potrei farlo, in futuro. La contessa Adriana si perde nel passato. «Rifuggo i cubi senza memoria, le case dove non sei nato… Se non ci fosse stata la crisi dei bachi da seta io vivrei a Trento, dove mio nonno aveva un magnifico palazzo». Invece, dopo aver frequentato il liceo classico a Rovereto ha frequentato la Facoltà di Lettere classiche a Firenze e poi a Milano, dove, una volta laureata, ha subito iniziato la sua carriera di insegnante di italiano e storia. Quindi ha vissuto a Milano fino a poco tempo fa? Sì, ma ho sempre mantenuto la residenza a Villa Lagarina. Io mi sento molto italiana, ho molto senso dell’appartenenza. È più bella Milano o Trento? Tutte e due sono state delle città romane e io delle città guardo molto l’aspetto. Sono entrambe belle, certo che Trento secondo me è riuscita a rimanere bella

nel centro storico, mentre non ha saputo conservarsi un viale liberty e ora anche il Palazzo delle Albere sta per essere circondato dal cemento… L’urbanistica è una scienza e un’arte che si sono dimenticati tutti, ma se uno Milano si abitua a vederla come una torta a strati allora vede tante cose belle, da Sant’Ambrogio alla chiesa delle Grazie, dalle costruzioni della seconda metà dell’800 alla seconda guerra mondiale. Viali e viali bellissimi, che mi piacciono molto. Per quanto riguarda gli abitanti, Milano ormai è un porto di mare… In Trentino, invece, nessuno si lascia contaminare, piuttosto contamina… In che senso, scusi? Credo che i trentini abbiano una notevole capacità di insegnare i loro difetti a chi viene da fuori. Io sono un’anti-trentina, perché la nostra gente è chiusa, egoista, autoreferenziale. E perché l’autonomia non la capisco… Io sono ben fiera di avere per capitale Roma e non capisco perché in Trentino dobbiamo farci passare per Mitteleuropa per sentirci civili. Senza Greci e Romani non ci sarebbe questa tanto chiacchierata Mitteleuropa… Ci muoviamo tra le stanze del palazzo assieme alla contessa che ci mostra cataste di libri e di oggetti antichi, mentre la pioggia, fuori, tintinna sui vetri e sulle grondaie del tetto, che fa preoccupare la nobildonna a causa di alcune infiltrazioni. Palazzo Marzani, in fondo, è una vecchia signora con tanti acciacchi del tempo, ma pieno di storie da raccontare a chiunque abbia un po' di tempo per ■ ascoltarle. 33

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trentinoattualità di Carlo Martinelli

Il collezionista

nelLA CASA degli oggetti che parlano A Olle Valsugana, dalla passione collezionistica al “femminile” di Rosanna Cavallini è nato un museo assai particolare, tutto da vedere. Tra ricami, merletti, santini devozionali, scritture, abiti da festa e da lavoro, ecco un viaggio nella cultura e nella fatica delle donne di montagna

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i sono collezioni – e collezionisti – che rimangono appartati, discreti, quasi nascosti. Ci sono collezioni e collezionisti – che scelgono di trasferire la loro passione, la loro storia di ricerca, di caccia agli oggetti più disparati, ad un pubblico più vasto. La storia che qui raccontiamo appartiene a quest’ultima tipologia. Perché vent’anni e passa di appassionata ricerca sono ora diventati un piccolo, affascinante museo. Perché Rosanna Cavallini, artista che non ha bisogno di presentazioni, ha fortemente voluto – e fortunatamente ha trovato chi l’ha assecondata – che il suo viaggio attraverso la cultura popolare femminile 34

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diventasse occasione pubblica, partecipata, socializzata. Così, segnatevi questo nome e questa località, e andateci, perché merita. Segnatevi che ad Olle Valsugana, là dove inizia la salita ad un altro luogo che è affascinante incontro di arte, storia e natura – massì, Arte Sella – c’è Casa Andriollo, ovvero “Soggetto Montagna Donna”, ovvero una casa museo che ospita appunto l’esposizione permanente dedicata alle donne di montagna e realizzata da Rosanna Cavallini. Non vi spaventi quell’SMD. Non vi è nulla di ideologico, né di pedante, né di pesante nei tre livelli sfalsati di quella che fu, a

partire dal 1860, una tipica casa contadina di benestanti. No. Vi è la vita vera di un tempo, vi sono la fatica e la dedizione e la cura di generazioni di uomini e – soprattutto – di donne. Vi si ritrovano cadenzati gli appuntamenti di quella che era una vita quotidiana tutt’altro che facile, vi si ritrovano i segni di una fede dai tratti mistici quasi, di una educazione intesa come dovere, di una dignità e di un decoro oggi forse assai più difficili da scovare. È un omaggio alle donne che hanno fatto la storia della cultura alpina, anche. E tutto questo grazie alla passione collezionistica di Rosanna Cavallini, poi capace di dare una sistemazione culturale, un


trentinoattualità

parola (e opera) di architetto

È

Nicola Chiavarelli, l’architetto che ha saputo valorizzare al meglio i tanti oggetti e le tante suggestioni raccolte da Rosanna Cavallini. Vestiti, ricami, quaderni, i bauli da dote con i santini devozionali incollati all’interno, le ricordanze funebri, i gioielli, i lavori fatti su carta a restituirci manufatti oggi impensabili in un tempo di produzione seriale, tutto trova, dentro Casa Andriollo, il suo posto naturale. Ed è Nicola Chiavarelli a raccontare la storia, antica e nuova, di Casa Andriollo. E ci ricorda che è un tradizionale edificio di “bacani” (possidenti agricoli) che si sviluppa, sopra la cantina ad avvolti, su tre livelli sfalsati serviti da una scala in calcare locale con una tipologia riconducibile tra quelle più diffuse in area urbano-alpina. Vissuta senza cedere il passo alla modernità, è stata acquistata dall’amministrazione di Borgo Valsugana da Camillo Andriollo donatore poi egli stesso, in morte, dell’annessa stalla. Poi sono stati utilizzati tecniche bioedili e materiali naturali, con isolanti in fibra di canapa, contropareti in argilla cruda. Consolidato con setti in pozzolanico, salvata la pelle (intonaco) dell’edificio, s’è scelto di marcare l’ingresso con una sovrastruttura in legno di larice al naturale, per garantire la visibilità alla nuova destinazione etnomuseale. I mobili per le collezioni hanno finiture in cartone e legno, materiali poveri per valorizzare la preziosità delle minuterie che ospitano. La progettazione è partita nel novembre 2002, grazie anche ai finanziamenti della Provincia e a quelli europei. Tutto si è concluso nell’autunno 2007. Cinque anni – ricorda l’architetto – per “condividere, pensare e realizzare questo progetto/soggetto assieme all’ideatrice, curatrice ed artista Rosanna Cavallini, alla pacata supervisione del bibliotecario Massimo Libardi e al necessario, inesauribile, rincalzo dell’allora assessore Emanuele Montibeller in una fortunata collaborazione che ci ha uniti sin dall’inizio con entusiasmo, concordando sul forte senso di “negata testimonianza” che avremmo dovuto trasmettere”. Sì, Alice - così presente ancora oggi in questa sua casa ora museo -, andrebbe orgogliosa di come nella sua Olle Valsugana sono riusciti a raccontare il mondo delle donne. A partire dalle mille cose che passavano per le loro mani. Mani sapienti. ordine anche questo tutto femminile, ad una miriade di oggetti che, tutti, riescono in una impresa a suo modo straordinaria: raccontano. Nel silenzio ovattato di Casa Andriollo questo capita a chi apre gli occhi e un po’ – anche –, il cuore. Capita di sentire gli oggetti parlare. E in quel racconto rivivono le donne, le nonne, le bambine, le contadine che hanno tessuto la storia delle nostre valli. Provare per credere. Il resto del racconto per una volta diventa ancora più facile. Perché si affida – lo si sappia – ai testi che accompagnano chi visita Casa Andriollo. Perché racconta

anche di un luogo che è più che mai aperto a nuove scoperte, a nuovi contributi. È la stessa Valsugana, sono i paesi vicini, adesso, a far sì che vecchie foto scovate nei cassetti o manufatti nascosti negli armadi, prendano la strada di Olle, dove mostre temporanee, esposizioni a tema ampliano ancora più il racconto, già affascinante, della Casa. Iniziamo, dunque. Affidandoci al racconto scritto di Rosanna Cavallini e dell’architetto Nicola Chiavarelli, un primierotto che ha saputo dare un’anima di legno, ecologica, calda, a queste mura. Casa Andriollo prende il nome dalla famiglia proprietaria, contadini benestanti che hanno abitato la casa dal XIX secolo, con la sola interruzione della prima guerra mondiale e con la lacerazione, a molti comune, di una lunga separazione: il padre in guerra con l’esercito asburgico, il resto della famiglia sfollato in Italia. In seguito i fratelli maschi celibi hanno lasciato la casa per nuove abitazioni. Così l’unica ed ultima ospite della casa di famiglia è stata Alice Andriollo, la sorella nubile che ha sempre badato alla famiglia e alla casa anche dopo l’uscita dei fratelli. E chi

percorre le scale e la stanze di questa casa ora museo, non potrà che farlo in compagnia di questa donna, presenza continua e discreta, anche a distanza di decenni. Per questo nel piano mezzanino, abitato da Alice e per questa ragione denominato “le stanze di Alice”, si è mantenuto con un accurato e attento lavoro di restauro la memoria di un vissuto da consegnare alle nuove generazioni. Con l’eccezione delle stanze di Alice, gli altri spazi di Casa Andriollo (il seminterrato, il primo e il secondo piano) ospitano 35

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trentinoattualità documenti e manufatti del vissuto femminile, soprattutto di ambito domestico. Lo scopo che Rosanna Cavallini ha inseguito è quello di valorizzare qualità e saperi delle donne che, proprio come Alice, hanno vissuto in “silente modestia” una condizione di insufficiente considerazione. Il percorso mostra così aspetti intimi del vissuto femminile e mette in risalto i frutti di una creatività svolta nell’anonimato. Ecco dunque la dimensione della salute del corpo e dell’anima attraverso le applicazioni di pratiche curative di tradizione popolare, pseudoreligiose e religiose. Non manca un richiamo alla trasformazione storica della donna erbaiola e guaritrice in strega, a causa del suo sapere concorrenziale con il potere ufficiale. Al primo piano si snoda l’intero arco dell’esistenza femminile attraverso le fasi comuni della vita (dalla nascita all’in-

DOVE, QUANDO E COME

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l Museo Casa Andriollo si trova in Piazza della Chiesa, 2 a Olle Valsugana. È aperto il mercoledì dalle 10 alle 12, il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18.30. È possibile prenotare visite guidate contattando il numero 0461 751215, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12. L'ingresso costa 3 euro a persona, in convenzione con Arte Sella 2 euro, per gruppi superiori a dieci, 2 euro a persona. Per bambini fino ai dieci anni e per persone diversamente abili, ingresso gratuito. Visite guidate, 20 euro.

fanzia, dal matrimonio alla maternità, dall’età avanzata alla morte) e si dà risalto al corpo femminile, ai cambiamenti cui è soggetto e ai capi di abbigliamento popolare in cui è riscontrabile il senso della parsimonia e l’abitudine al recupero. Il percorso prosegue nella stanza dedicata ai principali saperi femminili del cucito e del ricamo (i merletti ad ago, i merletti a tombolo, i lavori ai ferri e all’uncinetto) dove i manufatti delle trentine sorelle Marconi e delle roveretane sorelle Folgheraiter testimoniano le abilità manuali raggiunte quando alla vita erano concessi ritmi e tempi. L’ultima stanza al secondo piano racconta la luce della conoscenza raggiunta nella spiritualità dei monasteri femminili. La denominazione stessa di ordine monastico esplica con la parola “ordine” una valenza positiva che si contrappone a quella negativa iniziata nel seminterrato (là dove il male e la malattia venivano affrontati con erbe e pozioni). Le produzioni conventuali – con manufatti espressione della faticosa tensione spirituale vissuta come preghiera –, risultano, agli occhi della modernità, frutto di una irripetibile dimensione di febbrile follia esecutiva. La scrittura con cui le madri giustificano al maestro le assenze dei propri figli e le dediche scritte dalle alunne sui libri dei ricordi concludono il viaggio nell’universo femminile con gli esempi di una scrittura scolarizzata, primo e ingenuo formulare di pensieri scritti con linguaggio semplice e teneramente affettuoso. La visita a Casa Andriollo è in salita, dal seminterrato ai piani alti, per 36

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mezzo della scala originale. In questo modo si è inteso comparare simbolicamente l’atto del salire al faticoso cammino femminile verso l’emancipazione. Lo si ripeta: nulla di ideologico, nulla di un femminismo urlante. Qui la dimensione è intima, partecipata, silenziosa, rispettosa. E ci accompagnano nella visita, come sottofondo sentimentale, i commenti poetici – il termine è più che mai azzeccato – di Bruna Maria Dal Lago. Il viaggio è finito. A Rosanna Cavallini, che ha voluto e creduto in questa intrapresa assolutamente ragguardevole, il saluto va dato citando uno dei tanti lavori femminili esposti. Uno dei tanti “saperi classici” qui dispiegati. Un ricamo, al solito capace di rivelare abilità manuali oggi forse impensabili, che su un cuscinetto destinato al dono, ha tracciato questa scritta: “Grata vi sia l’opera mia”. Appunto. ■


Ristorante con apertura serale, ampi spazi in una moderna concezione di design, ambiente informale, adatto a riunioni di famiglia, incontri con gli amici, cene aziendali.

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TRENTO - Via Ragazzi del ‘99, 32 Tel. 0461.1734471 - laltro@risto3.it


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di Paolo Chiesa

Là Dove osano i turisti Partiamo in un giorno di giugno piovoso e freddo che si potrebbe chiamare ottobre o novembre e arriviamo al passo San Pellegrino. Quindi, dopo una sortita al “Fuciade” discesa verso falcade. Il veneto è grigio e la sua gente è nascosta. Oppure non vuole farsi fotografare. COme il “soldato”

Il cippo che segna il confine

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avalese, Predazzo, Moena, Canazei, Valli di Fiemme e Fassa. La cartina propone i nomi di luoghi che conosco già sia per sentito dire ma anche per esserci stato in passato, ma che faccio fatica a mettere in sequenza. Questa disconoscenza della geografia trentina mi viene ricordata spesso dal mio amico Ettore: posso tranquillamente riconoscere che ha ragione passando sopra al mio orgoglio, anche perché non legge quello che scrivo e probabilmente non lo saprà mai. Oggi il mio obiettivo è il Passo San Pellegrino che collega la Val di Fassa trentina con la Val Biois bellunese. Per accompagnarmi in questo mio quinto viaggio ai confini dell’Impero scelgo la musica ipnotica di “Wish You Were Here” dei Pink Floyd. Parto in un giorno di giugno piovoso e freddo che si potrebbe chiamare tranquillamente ottobre o novembre. Mi auguro che in luglio, quando questo articolo ver-

rà letto, il sole sia così caldo da fare ingiallire le pagine di Trentinomese. Dopo l’uscita per Civezzano sulla Statale 47, prendo il nuovo svincolo che collega la Provinciale 83 per Pinè e la 71 Fersina Avisio e dopo Torchio entro nella “zona del porfido”. A Lona Lases butto un’occhiata al campo di calcio abbandonato e pieno di erbacce che nei lontani anni Ottanta fu teatro di una delle tante batoste prese in trasferta dalla mia amata squadra di calcio del Novaledo. A Segonzano una matrona bionda con Suv mi rimane appiccicata al paraurti dimostrando di essere interessata molto di più ai suoi capelli che continua a controllare nello specchietto retrovisore, che alla distanza di sicurezza. Dall’altra parte dell’Avisio, Valda, Grumes e Grauno sembrano dei presepi arroccati alla montagna della Val di Cembra. A Sover, mi ritrovo dietro un altro Suv (ma ce l’hanno tutti da queste parti?). Stavolta Il signore che lo guida dimostra


trentinoattualità

IL FONDO BRANCHER

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Martino Rossi del Rifugio Fuciade

di rispettare la distanza di sicurezza, salvo dopo un po’ superarmi perché non ce la fa ad adeguarsi alla mia guida lenta da inviato/osservatore del paesaggio. Passo la Valfloriana con i suoi cubi di rete metallica pieni di scarto di porfido che tengono su le rampe al posto del cemento armato. Inizia la Val di Fiemme: ecco il bivio per il passo Manghen e la Valsugana. A Molina di Fiemme un Avisio gonfio d’acqua costeggia la strada. Oltre Cavalese un altro bivio indica l’Alpe di Pampeago, luogo di mie antiche sciate e le nuvole danno d’intendere che lassù potrebbe anche nevicare. A Predazzo, vicino ai trampolini per il salto con gli sci, un cartello ricorda che nel 2013 in Val di Fiemme si terranno i mondiali di sci nordico. (Ma quando non ci sono i mondiali, li usano questi trampolini a mille metri di altitudine?) Seguo per Moena e qui iniziano le indicazioni per Belluno, Falcade e il Passo San Pellegrino. Si sale e si costeggia un Rio San Pellegrino molto impetuoso. Ed eccolo il Passo. I dati del Servizio gestione strade della Provincia autonoma di Trento riportano che qui il traffico medio giornaliero nel 2009 è stato di 1963 veicoli (4055 nel mese di agosto), al secondo posto nella Valle di Fassa per passaggi dopo il Passo Costalunga. Mentre ci transito io, la giornata nebbio-

sa rende tutto un po’ “nord Europa” e le macchine che si incontrano sono poche. A piedi non si vede un’anima. Il posto è bello ma la stagione estiva non ancora iniziata ammanta tutto di una patina di dismissione, tanto da farmi venire il dubbio che certi bar e ristoranti siano proprio fuori servizio. Vado alla ricerca dell’ultimo locale sul suolo trentino: il rifugio Fuciade, ma l’accesso alla strada è chiuso da una stanga, allora scavallo il Passo e scendo verso il Veneto. Dopo un po’ un bivio mi promette un altro accesso al rifugio. Lo prendo e salgo fino ad arrivare a una splendida valletta dove ci sono i tabià, le stalle-fienili tipici delle Dolomiti: alcuni di essi ora sono diventati delle splendide baite. Anche il rifugio Fuciade è molto bello. Il titolare, Sergio Rossi, non c’è e faccio due chiacchiere con il figlio Martino che è impegnatissimo in cucina perché, mi dice, siamo alla vigilia dell’apertura stagionale. Tutto è pronto per accogliere i primi buongustai dell’estate 2011. Solitamente qui arrivano turisti sia dal Trentino che dall’ormai vicinissimo Veneto, attratti magari dai buonissimi tortelli di pasta integrale di segale fatta in casa, burro di papavero e cannella e ripieni delle “clozegn”. Queste sono le pere selvatiche che un tempo le donne della zona raccoglievano durante il

l 2011 potrebbe essere un anno fondamentale per il Comune di Falcade, come d’altronde per gli altri Comuni di Veneto e Lombardia che confinano con le Province di Trento e Bolzano. È infatti entrato da poco in funzione, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, il cosiddetto Fondo Brancher. Questo fondo, contenuto all’interno della legge finanziaria, è nato dalla necessità di contenere il divario che attualmente esiste tra le Province autonome di Trento e di Bolzano, per loro natura in possesso di competenze e possibilità economiche molto più alte rispetto alle Province confinanti. In pratica ognuna delle due Province dovrebbe versare 40 milioni di euro all’anno in questo Fondo. A beneficiare di questi soldi dovrebbero essere i Comuni di confine per, come recita la legge, “il conseguimento di obiettivi di perequazione e di solidarietà attraverso il finanziamento di progetti, di durata anche pluriennale, per la valorizzazione, lo sviluppo economico e sociale, l’integrazione e la coesione dei territori”. Da queste parti attendono sviluppi.

BELL’ITALIA 1 & 2

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e Dolomiti venete non hanno niente da invidiare a quelle del Trentino Alto Adige o a quelle del Friuli, però nell’immaginario collettivo è facile che siano identificate solo come montagne trentine. Probabilmente a causa delle maggiori possibilità del marketing trentino rispetto a quello delle altre Regioni. E uno di queste parti magari si rassegna. Però poi, come mi fa notare il sindaco di Falcade, Murer, quando un giornale come Bell’Italia che si occupa di turismo, nel numero di dicembre 2009 parla delle montagne dell’Agordino come del “lato B delle dolomiti” e nel numero di giugno 2011 mette in copertina una foto di Falcade e nell’articolo interno parla del Trentino, da queste parti, giustamente, gli girano.

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“la valle dell’Agordino si sta spopolando“

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l sindaco di Falcade, Stefano Murer, dimostra una certa tranquillità parlando della vicinanza e della diversità tra il Veneto e il Trentino Alto Adige o meglio tra la Provincia di Belluno e quella di Trento: “Bisogna conoscere la realtà dei fatti perché è vero che la Provincia autonoma di Trento ha più risorse, ma è anche vero che ha maggiori competenze: legislative, erariali, ecc.”. Però subito dopo mi fa un esempio che meglio di qualunque Statuto di Autonomia fa capire quanto la differenza tra le due realtà sia evidente: “A Falcade c’è stata la data zero del tour di Dolcenera. Per una settimana abbiamo ospitato in valle tutto il personale che girava intorno al concerto: musicisti, tecnici etc. In cambio siamo riusciti a spuntare i biglietti a 23 euro. Noi l’abbiamo considerato un successo però ci sono stati 150 spettatori su 700 posti disponibili. Roberto Vecchioni quando è andato al rifugio Fuciade in Val di Fassa per i “Suoni delle Dolomiti” era gratis”. Come si fa a non dargli ragione quando aggiunge che il sindaco di Moena se deve parlare con un assessore della Provincia di Trento (530 mila abitanti) va a Trento facendo un’ottantina di chilometri mentre quando

quello di Falcade deve parlare con un assessore della Regione Veneto (4 milioni e 900 mila abitanti) deve andare a Venezia facendo 162 chilometri traghetto compreso? Tutto sommato, comunque, qui le cose sembra vadano bene. È vero che la valle dell’Agordino (21 mila abitanti) si sta spopolando e che l’agricoltura e i lavori correlati al turismo Il Sindaco perdono risorse, ma è vero anche che la predi Falcade, senza della Luxottica ad Agordo, dove lavora Stefano Murer in media un componente di ogni famiglia, fa in modo che il tasso di disoccupazione sia contenuto. Il fatto che uno dei motivi dell’emigrazione possa essere proprio la “fabbrica” degli occhiali, da queste parti è però spesso oggetto di discussione. E con la vicina Moena come va? Il sindaco dice che per quanto riguarda le problematiche di confine i rapporti sono di eccezionale collaborazione. “Certo è“, mi dice il sindaco prima di salutarci “che quando passo per la val di Fiemme e vedo cinque operai che rientrano nel progetto dei Lavori socialmente utili che tagliano l’erba sulla ciclabile e io ho la possibilità di farne lavorare solo uno grazie al fondo istituito da una banca, un po’ di invidia mi viene”.

viaggio che facevano per andare in Alto Adige a lavorare e che venivano messe a essiccare per l’inverno. Martino ha fatto la scuola alberghiera a Falcade e conosce quindi le due realtà di confine, per le quali mi dice esiste, il problema dello spopolamento, in verità molto più alto oltre il Passo. Gli chiedo dei locali chiusi che ho incontrato, ma Martino mi rassicura dicendo che siamo solo nella fase pre apertura estiva. Sarà, ma

king. Per la stagione in corso di vedrà. Dopo un caffè energetico riparto, ridiscendo sulla provinciale e passo il confine. In località Zingari Bassi, vicino a un laghetto artificiale dell’Enel c’è il primo ristorante veneto, il “Fior di Roccia”, che il titolare Ivan Rossoni e la moglie Gabriella hanno in gestione da gennaio e dove si può mangiare un’ottima cucina regionale con la pasta fresca, i risotti e gli umidi (brasati, faraone e ossibuchi),

Lo stabilimento Luxottica di Agordo (Bl)

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mentre parliamo, anche il Fuciade è in fase pre apertura estiva, però stanno correndo come matti perché tutto sia pronto. (Lo stesso non si può dire di un paio di locali con le erbacce sugli scalini dell’entrata che ho visto venendo qui). In Val di Fiemme la stagione invernale 2010/2011 ha registrato una flessione delle presenze, mentre quella estiva dello scorso anno ha visto i turisti in aumento: sarà che sciare costa di più di fare trek-

oltre ai dolci fatti in casa. Ivan e Gabriella sono originari di Crema e precedentemente avevano un locale a Salò sul lago di Garda. Per Ivan è stato un cambiamento che gli ha migliorato due volte la vita. La prima perché sul Garda sponda bresciana non c’è la pianificazione turistica che c’è sulla sponda trentina: “Lavoravo bene, però lì giovani non se ne vedevano molti: da Salò a Desenzano ci sono tredici supermercati

Ivan Rossoni del Ristorante Fior Di Roccia, tra il Passo e Falcade


trentinoattualità e due McDonald’s, ma nessuna discoteca”. Il secondo miglioramento è stato venire a vivere vicino a boschi e prati dove si trova benissimo. Gli chiedo se prima di arrivare lì, ha tentato la sorte in Trentino e lui mi risponde che non ci ha nemmeno provato perché, nel regno di Lorenzo III, la cifra sarebbe stata triplicata. Riprendo il viaggio e scendo i tornanti che portano a Falcade. Sta piovendo in maniera “chirurgica“, giusto per rendere la vita difficile a un giornalista che ha dimenticato l’ombrello a casa. Dopo avere visto il primo locale in territorio bellunese, mi piacerebbe fare due chiacchiere con i primi residenti oltre confine, ma le strade sono deserte. Mi fermo in località Fratte, un gruppetto di case vicino alla strada e attaccato al bosco. Tento una sortita verso una delle abitazioni e sotto la pioggia che mi entra nel colletto della camicia, (pensare che a casa ho un ombrello che aperto avrà due metri di diametro), incontro un soldato. Non ho le visioni, e l’ultimo notiziario alla radio non ha parlato di guerre in corso. Si tratta di un pacifico ragazzo che mi dice di essere solo un appassionato della vita militare e al quale piace vestirsi in divisa, anfibi compresi. Il soldato mi scorta a Il Rifugio Fuciade

casa del suo “barba”, come da queste parti chiamano lo zio. Mi accoglie Mario, che non si scompone per la visita fuori programma e anche se preferisce non farsi fotografare accetta volentieri di parlare con me. Gli chiedo come si vive qui e lui mi dice che la differenza con l’oltre confine c’è, ma che alla fine è una questione di campanilismo perché uno può vivere bene dove sta. La crisi del lavoro esiste, ma secondo lui, che lavora nell’edilizia, adesso anche le imprese trentine vengono da questa parte del confine ad aprire cantieri. In Trentino ci ha lavorato anche lui; adesso è in una ditta del bellunese e che alla fine gli va bene così. In questa parte del Veneto lavoro vuole dire Luxottica, la “fabbrica” leader mondiale nella produzione di occhiali, che conta sul pianeta sessantamila dipendenti. Ad Agordo (BL) c’è una delle sue sedi che dà lavoro a quattromila persone, tra le quali anche la moglie di Mario. Le due figlie studiano all’università: una a Trento e una a Feltre (università di Padova) e mi dice che si trovano bene entrambe. La gatta di casa è irrequieta e si fa le unghie sul divano dove sono seduto io. Forse vuole che l’intruso che rompe con le sue domande se ne vada. Mario mi accompa-

Cristian Massarenti e Rosanna Pescosta del Consorzio Turistico Valbiois

gna all’uscita e la pioggia mi accompagna alla macchina. Riprendo la discesa verso Falcade, che è circondato da alcune tra le più importanti vette dolomitiche. La parte alta del paese è stato il primo agglomerato urbano e vi si trovano fienili e costruzioni tipici di questo ambiente alpino. Più in basso, la parte più moderna del paese è adagiata nella vallata ed è cresciuta ai lati della strada provinciale. Arrivo a quello che è il centro amministrativo e turistico di Falcade, dove gli uffici si alternano agli alberghi. L’ufficio turistico è chiuso, mentre è aperto quello del Consorzio turistico Valbiois, che raggruppa oltre cento operatori del turismo di Falcade e della vallata. Cristian Massarenti, del Consiglio di Amministrazione e Rosanna Pescosta dell’amministrazione, mi spiegano che le difficoltà dovute alla crisi economica, ma anche la necessità di farsi conoscere vicino al più “visibile” Trentino, fanno sì che il Consorzio non si occupi solo di promuovere le strutture, ma anche di tenere corsi e fornire servizi. Oltre a inventare e organizzare le iniziative da proporre ai turisti in collaborazione con le Pro loco del territorio: dalle passeggiate, alle visite guidate, alle sagre. Un impegno a tutto campo che è necessario per fronteggiare la concorrenza delle corazzate di promozione turistica del vicino Trentino. Sì, perché il prodotto è lo stesso: le Dolomiti, lo sci, l’enogastronomia, ma il marketing non prevede i

finanziamenti che ci sono oltre confine. E meno male che Falcade condivide con il Trentino il consorzio impianti a fune Tre Valli (Falcade, San Pellegrino, Moena-Lusia) del Dolomiti Superski. E i giovani di queste parti che combinano? I pochi che ho incontrato e che hanno sfidato la pioggia facendo un giro in paese, mi dicono che a Falcade c’è il cinema e che le alternative sono il pub con la musica o la sagra dove fare un gran “ciufui”, cioè un gran casino. Niente di diverso da quello che fanno i ragazzi in Trentino. È quasi sera e a questo punto la strada più comoda per tornare a casa sarebbe quella che scendendo fino a Feltre e poi a Primolano porta alla Statale 47 e alla Valsugana. Ma qui sono vicino ai miei luoghi d’infanzia. E il richiamo è forte: scendo per la Regionale 203 e invece di prendere il bivio per Feltre giro per Agordo, dove sono nato, e passando vicino alla colossale sede della Luxottica salgo per la Provinciale 347 e arrivo a Frassenè Agordino dove mio papà era carabiniere e dove ho vissuto fino ai sei anni. Faccio una tappa piena di ricordi e proseguo, constatando che anche qui l’emigrazione ha svuotato case ed esercizi pubblici. Salgo oltre Forcella Aurina e Gosaldo e attraversando il Passo Cereda arrivo nel Primiero. Ora sono nel ricco Trentino e da qui la discesa è facile fino alla Statale 47 e, quindi, ■ verso casa. 41

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di Francesca Negri

SE IL PADRONE è IN VACANZA…

FERIE IN VISTA CON GLI AMICI A QUATTRO ZAMPE? NON C’è CHE L’IMBARAZZO DELLA SCELTA, SIA PER PARTIRE IN LORO COMPAGNIA, SIA PER LASCIARLI A CASA, AFFIDATI ALLE CURE DI STRUTTURE QUALIFICATE E NELLE MANI DI ESPERTI

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enete duro, stanno per arrivare le sospirate vacanze. E dovrebbero essere tali anche per i vostri amici a quattro zampe. Invece, purtroppo, questo periodo dell’anno è uno dei più terribili per cani e gatti, spesso abbandonati nei modi più deplorevoli e nei posti più pericolosi da padroni in crisi. Un animale non è facile da portare in vacanza, ma fortunatamente, anno dopo anno, si moltiplicano i posti “pet friendly”, località e strutture turistiche che accolgono e creano servizi per chi decide di fare le ferie con Fido o con Micio. Per questo meravigliano i laghi trentini di Caldonazzo e Levico (e ora anche Molveno), dove per i cani vige il divieto di balneazione e in alcune zone anche di accesso. Tornando alla vostra vacanza

con i vostri animali pelosi, se preferite non portarli con voi l’alternativa è assoldare un dog sitter o trovare una pensione per animali: con una quindicina di euro al giorno troverete chi si prenderà cura del vostro compagno di giochi e voi ve ne potrete stare in panciolle sotto l’ombrellone senza pensieri. Insomma, ci sono molte alternative per non abbandonare i vostri amici animali: ecco una mini guida di dove andare, a chi lasciarli e le cose da sapere se li porterete con voi. DOG SITTER E PENSIONI Il relax è relax e voi in vacanza con il vostro cane o gatto proprio non avete voglia di andarci. Per lo più amici e parenti si sono dileguati: chi per ferie come voi, chi per lavoro, non è rimasto nessuno in città che possa accudi-


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Per viaggiare nell’UE: il passaporto europeo

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l Regolamento CE n. 998/2003 (e successiva modifica del 30 marzo 2004) dell'Unione europea stabilisce infatti che cani, gatti e furetti che viaggiano nei paesi dell'Unione europea devono avere un passaporto. Il documento identificativo, rilasciato dalle Asl, è obbligatorio dal primo ottobre 2004. Per verificare che il passaporto appartiene a quel determinato cane o gatto, le ASL, prima di rilasciarlo, dovranno verificare che sia presente il "microchip indicativo" che viene "iniettato" sotto la cute dell'animale dai veterinari autorizzati, in una parte del corpo che verrà poi specificata sul passaporto (esempio: spalla destra, sinistra collo etc.) insieme al numero del microchip. Il passaporto è necessario per tutelarsi dai rischi sanitari e deve contenere i dati anagrafici del proprietario dell'animale, deve certificare le eventuali vaccinazioni effettuate all'animale e obbligatoriamente la vaccinazione antirabbica effettuata almeno ventuno giorni prima della partenza. Nel caso di Gran Bretagna, Irlanda e Svezia, sarà necessario anche un test immunologico di verifica degli anticorpi della rabbia da effettuare nei tempi richiesti da ciascun Paese. Ventiquattro ore prima della partenza il veterinario certificherà, apponendo un timbro sul passaporto, che l'animale è in condizioni di salute idonee per il viaggio. re il vostro amico a quattro zampe. Che fare? No panic. Anche in Trentino ci sono le cosiddette pensioni per cani. Una struttura ad hoc è il Centro cinofilo Del Tridentum, a Novaledo, che offre diete personalizzate e ampi spazi verdi. Lo stesso garantisce Casa Libardi, a Barco di Levico, che oltre ad allevamento è anche pensione per cani. Poi ci sono il Paradise di Mori, frazione Loppio, e poco più in là c’è anche il nuovissimo Maso Valluce a Pannone di Mori, che accoglie sia cani che gatti. Il centro più preparato, però, forse si trova a Torri del Benaco, in località Spinetta, e si chiama CaninaMente (http://caninamente.jimdo.com): si occupa di educazione comportamentale, villeggiatura a cinque stelle per cani e gatti, asilo e pet service.Una vera oasi, dove gli ospiti non stanno nei classici box, ma vivono in casa, in giardino e in un bosco recintato. E se non avete tempo di portare il vo-

stro animale nella pensione, niente paura: CaninaMente offre addirittura un servizio di autotrasporto, anche sanitario e su lunga distanza, per cani e gatti, attivo nelle zone di Verona, Vicenza, Padova, Brescia, Trento e Mantova. Se invece preferite un dog sitter, allora ne potete cercare uno tra le colonne del settimanale di annunci Bazar oppure sul sito web www.dogsitter.it. Tra i più conosciuti, il Centro cinofilo dei bulli, località Lochere di Caldonazzo, dove troverete un educatore-rieducatore comportamentale che potrà

anche dare qualche “raddrizzata” a Fido (se mai ce ne fosse bisogno) e Moira Tovazzi, a San Rocco di Villazzano, educatrice riconosciuta Apnec e C.s.a.a
- giudice work C.s.a.a., qualificata in rieducazione di base, specializzata in “puppy sensibile” e in pet therapy e, ovviamente, dog sitter. IN VACANZA CON FIDO E MICIO Al mare e in montagna non c’è che l’imbarazzo della scelta. Dal Lago di Garda alla Sardegna, dalla Riviera Romagnola alla Versilia, le località più vip on the beach dell’estate italiana e quelle più incontaminate non si tirano indietro al senso civico di accogliere anche i turisti a quattro zampe. L’elenco completo si può trovare sul sito attivato dal ministro al Turismo Michela Vittoria Bram-

billa, www.turistia4zampe.it: dagli hotel ai fast food, dalle case in affitto alle pizzerie, dai villaggi vacanze agli agriturismo e l’elenco completo delle spiagge dove Fido e Micio sono i clienti preferiti. Altro sito utile dove poter trovare molte informazioni per viaggiare a quattro zampe e www.dogwelcome.it. Ultima new entry tra le dog beach è a due passi da Trento, precisamente a Peschiera, sulla sponda veronese del Lago di Garda: mille metri quadrati di spiaggia delimitata, che si trova a San Benedetto, tra i quartieri Fornaci e Bergamini. Si chiama “Bau Beach” ed è stata progettata per animali domestici, ma dovrebbe anche consentire ai loro proprietari un piacevole soggiorno. È dotata di accesso diretto alla spiaggia, docce, servizi igienici e spazi per le esigenze dei cani, vasi d’acqua, zone

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trentinoattualità d’ombra, ombrelloni e giubbotti di salvataggio. La costa tra Fornaci e Bergamini invita con la sua bellissima vegetazione a rilassanti passeggiate: da qui, infatti, si può camminare in un percorso lungo tre chilometri immerso tra canneti, fiori e alberi sulla riva del lago. IN AEREO Fare un viaggio aereo con i vostri animali certo non è una cosa semplicissima. Di certo, non è facile viaggiare low cost. Ryanair e Easyjet, ad esempio, non accettano animali. Ma non è per tutti così. La compagnia low cost Sterling, ad esempio, garantisce un trattamento privilegiato a chi vola con un animale, addirittura prevedendo zone d’attesa riscaldate o refrigerate, a seconda della stagione, per garantire il comfort ottimale al vostro cane o al vostro gatto. Trattamenti ad hoc anche per le compagnie Tam, Delta, Air France, Air Canada, Alitalia, Lufthansa e tutte le altre principali compagnie aeree. IN TRENO Viaggiare sui treni italiani è peggio che andare in aereo. l trasporto dei cani di media e di grossa taglia, nonché dei cani di piccola taglia fuo-

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Norme generali dettate dalla IATA (Associazione Internazionale Trasporto Aereo) per il trasporto aereo di animali domestici • Per qualsiasi animale domestico è necessaria la relativa prenotazione. • Il passeggero è tenuto a fornire il cibo di cui avrà bisogno l'animale durante il viaggio [sconsigliamo di dare cibo, per evitare mal d'aria e relativa nausea] • È permessa la presenza di un solo trasportino per ogni tratto di cabina divisa da paratia fissa o mobile. Potrebbero esservi deroghe eccezionali. [in effetti sappiamo di più animali nei propri trasportini che hanno viaggiato nella stessa sezione di cabina] • Qualora più animali venissero trasportati nello stesso trasportino, la quantità non dovrà superare le 5 unità, nonchè il peso di 8 kg, compreso il trasportino. • Le dimensioni massime dei trasportini non devono superare queste dimensioni: 46x25x31 cm • Gli animali che superano gli 8 kg di peso (compreso trasportino) dovranno essere trasportati nella stiva. • L'animale non deve emanare odore sgradevole e deve permanere per tutta la durata del viaggio nel trasportino. • Qualora durante il volo le norme non vengano rispettate, o qualora l'animale arrechi fastidio ai passeggeri, il comandante ha la facoltà di fare trasferire l'animale nella stiva, oppure di sbarcarlo al primo scalo. I cani guida possono essere imbarcati in cabina senza il trasportino, ma sono tassativi museruola e guinzaglio.

ri degli appositi contenitori non è più consentito. 
Rimane confermato tuttavia, su tutti i treni, il trasporto gratuito dei cani guida per ciechi.
Viene confermato il trasporto gratuito di cani di piccola taglia (di peso non superiore a 6 kg), di gatti ed altri piccoli animali domestici negli appositi contenitori (di dimensioni non superiori a 32x32x50 da sistemare negli appositi spazi tra i sedili nel caso di ETR 460, 480 e 500 e di dimensioni non superiori a 70x50x30 per gli altri treni). Il trasporto è escluso sugli ETR 450. Viene abolito l’obbligo della prenotazione per il viaggiatore che conduce con sé il piccolo animale. Nel caso di trasporto nelle vetture cuccette (ordinarie e comfort) e VL è obbligatorio l’uso esclusivo del compartimento. Obbligo di certificazione sanitaria.
Su indicazio-

ne dell’Istituto Superiore di Sanità viene previsto per il trasporto degli animali (escluso quello dei piccoli pesci), l’obbligo di viaggiare muniti di certificazione veterinaria di data non antecedente ad un mese, attestante che l’animale è esente da infestazioni o patologie trasmissibili, da esibire al personale di bordo. Tale obbligo è previsto anche per i cani guida per ciechi. In

mancanza del certificato o in caso di esibizione di certificazione scaduta di validità il viaggiatore sarà assoggettato ad una penalità di 100,00 euro a titolo di disinfestazione del compartimento. All’estero le cose sono meno complicate in quasi tutti gli Stati europei: tutte le condizioni di ogni compagnia di trasporti estera si possono trovare su www.dogwelcome.it. IN NAVE Corsica e Sardinia Ferries (collegamenti Savona-Bastia, Savona-Calvi, LivornoBastia per Corsica Ferries, e Civitavecchia-Golfo Aranci, Livorno-Golfo Aranci per Sardinia Ferries) sono tra le più ospitali, consentendo cani e gatti in cabina e accesso in qualsiasi posto della nave, tranne che al ristorante. Più severa Moby Lines, per la quale i cani devono portare la museruola, essere tenuti al guinzaglio e sono ammessi solo sui ponti esterni della nave o, dove disponibili, negli idonei ricoveri; stessa musica anche per Tirrenia, le cui navi dispongono di canili di bordo, pare non estremamente confortevoli. ■



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di Tiziana Tomasini

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ine settimana di aprile estivo. Il cesto della biancheria da lavare non è più riconoscibile, sepolto da una quantità di indumenti. Occorre agire in fretta e porre rimedio prima che la montagna diventi invalicabile. Ma… amara sorpresa. La lavatrice incrocia le braccia, si ribella ai ritmi familiari vorticosi e decide inaspettatamente, così, senza preavviso, uno stop. Di domenica. Con grembiuli di scuola, felpe preferite, accappatoi per i corsi di nuoto fermi lì, in attesa di sviluppi. Fuori ci sono 30 gradi, come minimo, ma un brivido scuote la coscienza della massaia. Come fare? La soluzione è una, unicamente una. Una di quelle lavanderie automatiche a gettoni. Aperte fino a tarda notte. Forse ce la possiamo fare. Nonostante il genere di negozio faccia molto America – l’America di film e celebri spot – scopriamo che anche a Trento le lavatrici self service ci sono. Eccome. Distribuite da nord a sud. La loro comparsa sul territorio ha seguito proporzionalmente i nuovi flussi migratori, l’evoluzione della crescita demogra-

amicizie a misura di oblò un giorno nello STORE WASHING MACHINES, IL NEGOZIO DELLE LAVATRICI AUTOMATICHE a Trento. Incontri insoliti con single, studenti e militari fica, la presenza multietnica nella città. Ed in molti casi i gestori delle lavanderie automatiche sono proprio stranieri, per incontrare le esigenze dei connazionali. Ma non sono solo loro i fruitori di tale servizio. C’è tutto il popolo degli studenti universitari, ci sono i militari e ci sono gli avventori occasionali. Quelli cioè che possiedono una lavatrice ma per disgrazia ce l’hanno fuori uso per tempi indefiniti, variabili a seconda dei tempi tecnici di intervento o, nel peggiore dei casi, di inevitabile sostituzione. Ma anche di quanti approfittano della notevole capacità di

lavaggio e portata dei macchinari per i cambi stagionali dell’abbigliamento. Nelle lavanderie a gettone tutto è automatico ed automatizzato. I dispenser del detersivo e dell’ammorbidente, i distributori di sacchi per il trasporto degli indumenti e perfino la possibilità di bere una bibita o un caffè. Immancabile il televisore che qualcuno guarda distrattamente. Nell’attesa tecnica del ciclo di lavaggio, è più facile scambiare invece qualche parola. È interessante notare come in questi casi l’essere umano, accomunato da uno stesso problema, sia naturalmente spinto alla ricer-

ca del suo simile, per condividere, per confrontarsi o semplicemente per passare il tempo. E di come da un argomento ne nascano altri in modo spontaneo. Si parte dai 60° del programma A – a

LAVANDERIA SELF-SERVICE

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trentinoattualità

detta di tutti il più efficace contro ogni tipo di macchia e di bucato – al tempo atmosferico, e a tanto altro. Terminate le incombenze, ci si saluta. Arrivederci o a mai più. Dipende dalla durata media di una lavatrice casalinga. Dalla durata degli studi o del soggiorno in Italia. O dalla durata del servizio militare. Fine settimana di aprile estivo. La città ricorda vagamente il ferragosto, mai così climaticamente vicino. Sole, vento e molti a passeggio

con gelati e infradito. Giornata ideale per… fare il bucato. Nella lavanderia self service siamo in tre. I due in attesa sono giovani militari che si incontrano qui per la prima volta. E tra una mimetica e innumerevoli magliette, se la raccontano volentieri. Uno è delle Marche, l’altro è siciliano. Di Taormina. E solo da come pronuncia il nome della località, si intuisce tutto il vissuto che il ragazzo porta con sé. In quel nome vede scorrere davanti agli occhi il mare,

sente i profumi, intravede gli sguardi. Si trova bene nella caserma di Trento, certo la città… non è proprio una metropoli. L’altro conferma a cenni e sorride, dice che non è male, la giri in poco tempo. Nelle loro parole la consapevolezza di essere di passaggio, la speranza di tornare nei luoghi natii. Ma nelle loro parole anche la maturità – sebbene poco oltre i vent’anni – nell’affermare che questo è il lavoro che hanno scelto, la carriera che, con ogni

probabilità, garantirà loro un futuro. Parlano di domande e di concorsi, della buona organizzazione del loro specifico settore e del grande vantaggio di avere tutto vicino, in una città a misura d’uomo. Certo per le amicizie è tutto un po’ più complesso. Finito il turno, non rimane molto da fare. Solo una volta, ricorda il primo, la conoscenza con due siciliane aveva trasformato la serata. L’altro ricorda di essere passato anche da Salorno. Bellissima caserma, la migliore della breve carriera, ma per il resto… È decisamente meglio Trento. E omette il commento sul borgo appena oltreconfine, facilmente intuibile. Entrambi sono comunque positivi, sorridenti, come conviene alla loro giovane età. Intercalano con battute ed episodi di caserma, decisamente divertenti. Ecco, il ciclo di lavaggio è finito. Asciugatura compresa. Tutto ben piegato nei borsoni verdi. Tutto pronto per il prossimo turno. Salutano educati, occhiali da sole e anfibi. Arrivederci o a mai più, buona fortuna. ■

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di Fiorenzo Degasperi

Palazzo delle miniere A Fiera di Primiero un Palazzo apre le sue sale documentando secoli di vita economica, sociale e culturale

L’

imponente e turrito Palazzo delle Miniere, chiamato altresì Palazzo del Dazio o della Giustizia, si staglia sulla piccola spianata prativa posta a monte del paese di Fiera di Primiero. Divide lo spazio con l’arcaica chiesa romanica di San Martino e la svettante Pieve gotica dedicata a Santa Maria Assunta. Un triangolo che oscilla tra sacro e profano, che racchiude il senso stesso del potere che per secoli si è esteso in questo lembo orientale del Trentino, in primis quello degli Asburgo, contaminato profondamente con le vicine contee di Belluno e di Feltre e l’imperialismo della Serenissima. Potere dovuto innanzitutto alle miniere – sfruttate soprattutto 48

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tra il XIV e il XVI secolo –, di cui erano proprietari i potenti Welsperg, poi all’immenso patrimonio forestale: il legname veniva fluitato fino a Venezia sfruttando le acque del Cismon e quindi quelle del Brenta. Inoltre l’impervia valle dello Schener, che permette il passaggio tra la pianura e le valli di Fiemme, l’Agordino e le altre valli doloCono sumerico della Mostra Ligabue

mitiche, ha visto il passaggio millenario di pellegrini, mercanti, soldati, banditi. Una storia complessa quindi quella del Primiero, ben documentata all’interno del Palazzo delle Miniere, recentemente restaurato, sede un tempo del giudice minerario, il Bergrichter. Mentre il grande ambiente sottotetto è a

disposizione di mostre d’arte contemporanea temporanee e il cortile vede la presenza di concerti e rappresentazioni folkloristiche e teatrali, i primi due piani sono occupati da un museo di cultura locale. Il visitatore troverà gli attrezzi di una vecchia fucina, del falegname, del sellaio, del seggiolaio ambulante, la


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documentazione su attività quali la filatura la tessitura, la fienagione, la lavorazione del latte e, significativa, l’attività estrattiva in Primiero; due sale sono infine dedicate alla figura e all’opera di Luigi Negrelli. Noto soprattutto come l’ideatore del canale di Suez, sta da alcuni anni emergendo da anacronistiche letture nazionalistiche. Originario di Fiera di Primiero, muore a Vienna nel 1858 senza aver potuto assistere agli scavi per il collegamento tra il Mediterraneo e l’Ocea-

no Indiano, avviati un anno dopo, e senza poter ricevere il dovuto riconoscimento. Aggirarsi quindi per le stanze è un modo per risalire la corrente della storia, per immergersi nella memoria e nel ricordo, accompagnati da pregevoli dipinti murali del 1568, i quali fanno intuire tutto lo splendore cromatico delle stanze nel periodo d’oro del Palazzo. Inoltre il Palazzo fu dotato, dai Welsperg, di un cinta muraria per salvaguardare il Capitano distrettuale da

info museo Il Palazzo delle Miniere, o del Dazio, è raggiungibile in pochi minuti a piedi dal centro del paese di Fiera di Primiero. Sorge a fianco della suggestiva pieve di Santa Maria Assunta, a su volta ricostruita con i soldi e le mani dei minatori. Il Palazzo è aperto da giugno a settembre. Orario: 10.3012.30 e 16.30-19.30. In luglio ed agosto è attivato un orario serale che va dalle 20.30 alle 22.30. Info: Biblioteca Fiera di Primiero 0439 62515, Azienda di Promozione Turistica 0439 62407. È possibile anche visitare, presso il pianterreno della Canonèga vècia della Pieve, affrescata sulla facciata con splendidi affreschi di inizio Cinquecento, un esempio di “casa primierotta”, ovvero una ricostruzione di un’abitazione tradizionale della valle. La stanza da letto è arredata con una stube antica in legno di cirmolo, un fornèl a musàt (la stufa in muratura), mobili d’epoca, e tutta una serie di oggetti (dall'acquasantiera al corredo per il neonato) che erano presenti in ogni stanza da letto. La cucina si caratterizza per il grande arìn (il fuoco aperto usato per cucinare, riscaldare ed affumicare alimenti). La visita è possibile solo su richiesta, rivolgendosi presso la portineria del Palazzo delle Miniere.

eventuali scoppi d’ira popolana. Infatti dal vicario minerale e supremo delle selve dipendevano diversi uffici fra i quali il capitano della Bastia dello Schenèr, una difesa eretta dai Primierotti ai confini con i domini veneziani, nella stretta e terrificante, ancor oggi, gola dello Schenèr, uguale a quella che un tempo chiudeva il valico di Cereda. Il segnale che il

Palazzo doveva mandare era chiaro e preciso: qui dentro si amministra la giustizia e solo Dio può valutarne il giudizio. Che la potenza della famiglia Welsperg dovesse risplendere pubblicamente lo si vede anche dalla serie di stemmi, ben quaranta, affrescati non solo nella vicina pieve ma anche sopra la bifora ogivale del Palazzo, in modo che chi entrava doveva per forza vederli: ci sono l’Aquila degli Asburgo, stemmi di proprietari di miniere e altri stemmi che indicano i paesi tedeschi da cui provenivano i minatori. Lo stemma dei Welsperg, datato MDLXVIII, anno in cui fu rinnovato il palazzo, è posto in maniera centrale sopra la porta ogivale. Tanto potere aveva gettato la popolazione in una sorta di rassegnazione e accettazione dell’evolversi della vita, come testimonia lo stesso detto primierotto El prim se 49

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Erwin Filippi Gilli Come da rito abbiamo posto alcune domande ad uno dei responsabili del Palazzo delle Miniere, Erwin Filippi Gilli, Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Fiera ma soprattutto storico della valle. Il Palazzo delle Miniere è una delle dimore storiche più importanti del Primiero. Inoltre è diventato uno scrigno della memoria storica del territorio grazie alle mostre etnografiche permanenti e a quelle legate all’arte. Il Palazzo delle Miniere è uno degli edifici storici più belli della Valle di Primiero ed è ricco di storia: è detto anche Palazzo del Dazio o del Capitanato in quanto in periodi storici diversi è stato sede sia del Distretto Minerario che dell’autorità politica rappresentata dal Capitano Distrettuale e, fino non moltissimi anni fa, dell’Ufficio Imposte. Il Palazzo è stato soggetto ad importanti interventi di restauro la cui ultima parte verrà completata nei prossimi mesi (e di questo è doveroso ringraziare la Provincia che ha messo a disposizione una parte importante del denaro necessario). All’interno di questo palazzo fortificato avvengono numerosi eventi culturali tra cui mostre permanenti temporanee. Le mostre permanenti sono tre e riguardano la prima le arti ed i mestieri (sono conservati attrezzi antichi dei minatori, una fucina, un telaio per tessere, solo per citare alcuni degli innumerevoli pezzi presenti); la seconda è dedicata al più illustre personaggio di Primiero, ovvero l’ingegnere Luigi Negrelli; una terza, ospitata in alcune sale, è la raccolta Ligabue, ovvero una serie importante di reperti che vanno dai fossili di dinosauro a manufatti sumerici ed il cui titolo è Dalle meteoriti all’uomo. Tra le mostre temporanee il palazzo ha ospitato una eterogeneità di proposte: si è passati dalle opere di Adolf Vallazza, a quelle di artisti locali come il fotografo Lallo Gadenz, il pittore Davide Orler, gli scultori Giuliano Orsingher e Max Gaudenzi, a mostre storiche come quelle sulla Torre Civica, sull’alluvione del 1966, sulla grande frana del Rebrut in Valle del Vanoi; importante è pure la collaborazione con la Biblioteca e con il Parco Paneveggio – Pale di San Martino il quale annualmente mette a disposizione importanti esposizioni quali quella sulla fluitazione del legname o quella sul Cervo. Attualmente l'apertura, per problemi di costi, è soltanto estiva e quindi legata al turismo. Potrebbe diventare un importante punto di riferimento nelle altre stagioni per la scuola e per un cultura del territorio? Come lei scrive l’apertura del Palazzo si concentra nel periodo estivo chiaramente a fini turistici ma, e soprattutto, per problemi di costi del personale (che viene fornito dal progetto Azione 10); l’apertura si prolunga comunque anche nelle stagioni primaverile ed autunnale grazie ad alcune mostre organizzate in collaborazione tra l’Amministrazione Comunale, la Bottega dell’Arte e le Scuole (mostre sulla matematica, sui disegni dei bambini, ecc.). Nello scorso inverno, grazie all’appoggio del gruppo filatelico locale e delle scuole elementari di tutta la valle, il Palazzo è stato sede di una mostra filatelica con tema il Natale e di una sugli gnomi di legno dipinti dai bambini. Come vede stiamo cercando in tutti i modi si allargare sempre più il periodo d’apertura per poter far vivere il Palazzo tutto l’anno ed in quest’ottica Le segnalo anche l’annuale incontro primaverile tra astrofisici di fama mondiale che espressamente ci richiedono il palazzo. Non solo museo. Quali sono le attività che vi si svolgono nel periodo estivo? Oltre alle mostre citate il palazzo è sede di incontri culturali: quest’anno in aggiunta al convegno del 9-10 settembre dal titolo “Dolomiti: dalla storia geologica alla storia umana”, ci saranno quattro incontri dedicati alla montagna (che spazieranno tra meditazione-spiritualità, arti-mestieri, profumi-sapori, cultura-tradizione). Oltre a questi eventi nel giardino, come ogni estate, si terranno concerti di tipo vario (dalla musica classica al Rock) e rivivrà il villaggio minerario dei minatori ricreato dai volontari del Comitato Storico Rievocativo. Ritengo che lo sforzo compiuto dall’Amministrazione e dai numerosi enti ed associazioni che collaborano alla realizzazione del ricco programma sia estremamente importante e, anche grazie ad iniziative come quella del Suo giornale, possa essere valorizzato e fatto conoscere anche ai non addetti ai lavori. l’vol, el secondo se l’tol, el terzo el vien de sol. Per questo il palazzo gotico, costruzione quattrocentesca, ha tutta la forma di una fortezza dal chiaro stampo tedesco, soprattutto brissinese, 50

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nonostante che nell’Ottocento siano state levate le inferriate dalle finestre. Soprattutto al terzo piano si nota l’aspetto difensivo: sotto la gronda si possono notare diverse feritoie che sono

in asse con altre che terminano in basso con un’apertura triangolare su uno scivolo interno alla muratura e, al primo piano, ci imbattiamo in una porta di ferro, vero e proprio capolavoro artigianale,

similare a quella che chiude l’accesso al campanile nella vicina pieve arcipretale. Le strette feritoie di cui il Palazzo è ricco non servivano soltanto a riparare gli archibugeri che dall’interno difendevano il potere dalle rivolte contadine o dalle incursioni ladresche più che dagli eserciti che transitavano. Riuscivano a tener fuori le Smàre, sorta di spiriti che potevano assumere le sembianze di donne alte, magre magre, che s’aggiravano velate di nero. Parevano la rappresentazione della Morte. E infatti a questa erano collegate e se qualcuno, di notte, tossiva o aveva difficoltà a respirare o aveva un incubo dava subito la colpa ad una Smàra, gridando è venuta a trovarmi … voleva soffocarmi … mi è salita sul petto e pesava, pesava … quasi non respiravo più. Ma bastava un segno della croce per scacciarla via. Mentre non è bastato un segno della croce per aiutare le donne malcapitate che qui dentro furono giudicate e probabilmente giustiziate come streghe. Tra il 1647 e il 1651 si svolsero diversi processi alle streghe, di cui però non conosciamo l’esito finale, anche se non è difficile immaginare quale potrebbe essere stato, visto che le dolorose torture subite portavano inevitabilmente a confessare atti di stregoneria, in realtà mai compiuti. ■


11 0 2 . 7 31.0 Il 31 luglio torna la Leggendaria Charly Gaul, la Granfondo d’estate sul Monte Bondone.

Le iscrizioni resteranno aperte fino al 27 luglio, la quota è di 33 € (6 € di sconto per partecipanti all’edizione del 2010). Maggiori info su: www.laleggendariacharlygaul.it

IL MONTE BONDONE DAY, SPORT PER TUTTI! Il 31 luglio torna anche il Monte Bondone Day, il grande happening all’insegna della vacanza attiva con protagonisti tutti gli sportivi, d’ogni età, ed il Monte Bondone, montagna da raggiungere in modo diverso da più versanti. Si potrà scegliere la disciplina sportiva preferita fra trekking, mountain bike e, novità assoluta, bici da corsa lungo il percorso corto de La Leggendaria Charly Gaul 2011. L’iscrizione è aperta a tutti (necessario il certificato medico sportivo solamente per chi sceglie la bici da corsa). Quota: 5 € per mtb e trekking, 33 € per bici da corsa. Maggiori info su: www.bondoneday.it Per info ed iscrizioni: ApT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi Ufficio Trento: Via Manci, 2 - 38122 Trento - tel. 0461.216000 - charlygaul@apt.trento.it

Archivio ApT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi: foto di D. Mosna, Newspower Canon, R. Kiaulehn

Salita, leggenda, passione, storia del ciclismo. Ecco alcuni degli ingredienti principali della Leggendaria Charly Gaul – Trento Monte Bondone, la gara ciclistica che il prossimo 31 luglio servirà la sua 6.a edizione sulle strade del Trentino. Cicloamatori e cicloturisti sono chiamati a sfidare la montagna che nel 1956 portò in trionfo Charly Gaul, in una delle tappe più famose del Giro d’Italia. Tre nuovi percorsi: lungo da 144 km, medio da 75 km, corto da 58 km.


trentinoattualità

di Miriana Detti

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orino, una città alla quale generalmente si associa la sua lunga ed importante tradizione industriale. Un ragionamento giusto, visto che il capoluogo piemontese ospita industrie, aziende, centri di produzione che nel corso dei decenni l’hanno incoronata a capitale industriale del nostro paese. Ma limitarsi a questa visione è un errore. Sì perché Torino racchiude una storia, un patrimonio culturale, palazzi, musei ed un centro storico di altissimo valore capaci di catturare l’attenzione di turisti provenienti da ogni parte del mondo. Una città facile, da raggiungere con ogni mezzo e soprattutto da vivere, che si è trasformata completamente nel corso degli ultimi anni sullo slancio delle Olimpiadi del 2006, in un vero e proprio salotto e in una città improntata al turismo. Si tratta di una metropoli, ma la parte più storica fa provare a chi la visita quelle emozioni tipiche delle

Torino si riscopre Capitale una città che racchiude una storia, un patrimonio culturale, palazzi, musei e... cittadine. Si respira un’aria di grande centro ma in un clima di borgo che rassicura. D’altro canto la storia che le vie del centro storico raccontano è una storia di quelle che contano. La ricorrenza della fondazione della nostra Repubblica, della quale Torino fu la prima Capitale ha aiutato a ritrovare la memoria collettiva. A Torino ogni cosa ricorda il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, dalle migliaia di bandiere italiane su ogni balcone, vetrina, finestra a tutti i negozi del centro addobbati

Galleria Subalpina

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in tricolore. I torinesi vivono profondamente questo senso di appartenenza all’Italia, e di conseguenza anche i turisti lo percepiscono fortemente. Ed allora, se tenete alle origini del tricolore o se volete solamente riscoprire una testimone d’eccezione della nostra storia italica concedetevi un fine settimana a Torino. Elegante ed aristocratica, la città si offre però in maniera giovane ed attuale ai visitatori. I percorsi turistici da effettuare sono molteplici. D’obbligo dedicare un giornata ai Musei: si va dal patrimonio inestimabile del museo egizio alla inossidabile passione per il mondo delle 4 ruote, che a Torino rappresentano un vero pezzo di storia del mondo dell’Automobile. Ma non perdete il museo del cinema, dopo una vista mozzafiato sull’intera città e sul panorama che la circonda dalla sommità della Mole Antoneliana e per non parlare del Museo del Risorgimento, da poco riaperto, e le OGR, officine grandi riparazioni con allestimenti tematici sulla storia nazionale. Per vedere Torino si può poi utilizzare il bus scoperto, City Sightseeing, che grazie a diverse alternative vi farà scoprire questa città in ogni sua più importante parte. Si può

salire e scendere a discrezione fermandosi dove la curiosità vi porterà ad indugiare. E poi i caffè, i negozi di prodotti tipici, la cioccolata, luoghi dove è impossibile non fermarsi per assaporare gusti antichi destinati ad essere attuali per sempre. Vie straripanti di persone, manifestazioni, concerti e tanta animazione compongo un quadro permanente e colorato di Torino che saprà stupirvi per una vivacità inaspettata. A fine giornata...altre sorprese, dedicate al palato. Una cucina sana, raffinata che coinvolge i prodotti del territorio uniti a moderne concezioni di chef raffinati vi attende nei tantissimi ristoranti. L’imbarazzo sarà nella scelta, sia del menu sia dei vini che il Piemonte esprime in un crescendo di qualità a tutto tondo. Un fine settimana di certo non basta per godere di questa città, e di tutte le proposte culturali, eno-gastronomiche, storiche e artistiche che offre. Il “tour” che vi propongo è ovviamente “concentrato” in due giorni, e quindi non consente di aver il tempo per vedere con la giusta attenzione tutto, ma intendo fornire un’idea di quei luoghi che non potete perdervi e che almeno una “sbirciatina” la necessitano. Certo sarebbero necessari molti più giorni per dedicarsi a Torino e alla sua provincia, ma il consiglio è di cercare di avere almeno 3 giorni pieni.


trentinoattualità Partendo da Trento in macchina si arriva facilmente a Torino, in circa 4 ore. Per chi invece preferisse il Treno, ci sono comodi treni veloci che collegano in circa 5 ore. Munitevi al vostro arrivo della “Torino + Piemonte Card” che vi consentirà l’ingresso in 180 siti culturali e l’accesso ai mezzi pubblici di superficie gratuito, oltre che agevolazioni su visite guidate e sui biglietti del City Sightseeing bus. La card è per 2, 3, 4, 5 o 7 giorni, e vale per 1 adulto ed un minore di 12 anni. Per 2 giorni costa 22 euro, per 3 giorni 27 euro. Da qui capirete già che Torino non è una città cara, anzi, è davvero alla portata di tutti. Primo giorno TORINO CENTRO E I SUOI MUSEI Ore 9. Fate partire il vostro tour della città dal suo cuore. Piazza Castello assieme a Piazza San Carlo, chiamata quest’ultima il salotto Barocco su quale troverete molti caffè storici. Un giro di queste piazze, i portici i locali e la bellezze architettonica delle costruzioni e dei monumenti saranno il primo benvenuto della città. Ore 9.30. Piazza Castello entrate a Palazzo Madama sede del Senato del regno di Sardegna e poi del regno d’Italia sino al 1864. Oggi ospita la sede del Museo Civico d’Arte antica e nell’occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia è stata ricostruita la Sala del Senato con il giardino medioevale. Rivivrete così la sensazione di ritrovarvi in quell’epoca. Ore 10. a fianco di Palazzo Madama si trova Palazzo Reale cuore della corte Sabauda e centro del potere politico. Da visitare i quattro piani della reggia dove tra l’altro si possono ammirare molti oggetti appartenuti al primo Re d’Italia. Ore 10.30. Percorrete la via pedonale Lagrange, fino a

Piazza Carignano, lungo la quale vi sono il Museo del Risorgimento ed il Museo Egizio. Il Museo Egizio è il più importante museo nel mondo, dopo quello del Cairo, dedicato alla materia di antichità egizia. Quindi per chi volesse scoprire gli oltre 7.000 capolavori egizi, dalle tombe agli utensili passando dalle mummie, questa è di certo una meta da considerare, adatta anche ai più piccoli. Il Museo Nazionale del Risorgimento, a Palazzo Carignano, edificio natale di re Vittorio Emanuele II e di Carlo Alberto, è della seconda metà del ‘600. Nel breve periodo in cui Torino è stata Capitale d’Italia, questa è stata la sede del Parlamento. 2.400 i cimeli più significativi della collezione e visibili dal pubblico e che raccontano meravigliosamente il Risorgimento Italiano ed Europeo, in un palazzo che da solo vale la visita. Ore 13. pronti per il pranzo. Se lo volete gustare in un ambiente veramente caratterizzato dalla storia, qui Cavour aveva sempre un tavolo prenotato, dovrete sedervi al

Una delle sale del suggestivo Museo Egizio

ristorante “Del Cambio”. Al centro di Piazza Carignano, dove si erge il monumento a Vincenzo Gioberti, una delle figure di spicco del risorgimento italiano. 0re 14. Nel pomeriggio da non perdere la mostra su Cavour genio seduttore e Gourmet, allestita a Palazzo Cavour nell’omonima via. Meraviglioso esempio di architettura barocca piemontese del settecento, ospita abiti d’epoca arredi lettere delle donne che lo amarono ed i menu conviviali. Un modo per conoscere questo personaggio non sotto il profilo politico e storico ma umano.

Ore 15. Mole Antoneliana e Museo del Cinema. Forse farete la coda per riuscire a salire con l’ascensore in cima alla Mole Antoneliana, ma lo spettacolo e la vista completa della città che si gode da qui è impareggiabile. E poi all’interno il Museo del Cinema, il posto giusto per tutta la famiglia. Il Museo è ospitato nella Mole dal 2000, rivelandosi il luogo perfetto per questo Museo pensato come un viaggio-percorso su più piani che ripercorre la storia del cinema dalle sue origini con una collezione di macchine ottiche precinematografi-

Piazza Castello

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trentinoattualità che e lanterne magiche, fino alla spiegazione delle diverse fasi di realizzazione di un film. Ore 17.30. Non potete perdervi una pausa golosa e ristoratrice con il tradizionale “Bicerin”, accompagnato da paste di meliga ai canestrelli, torcetti savoiardi o ottimi gelati che racchiudono le abitudini reali nei periodi più caldi dell’anno, quando venivano offerti alla corte su base di cioccolata fredda o in alternativa sorbetti al limone o pesca o ancora gelati al fior di latte o dolci da cucchiaio come Coppa Torino, Dolce Torino, turinois o Coppa Reale. Questa pausa vi farà rivivere la merenda reale proposta da Torino Turismo e provincia. Il Bicerin infatti, dal 1840 era un vero e proprio peccato di gola dopo la messa, in un primo tempo riservato solo agli uomini poi aperto anche al gentil sesso. La vera Merenda Reale però viene riproposta nella sua forma originale ogni week end fino al 10 luglio e poi dal domenica 4 settembre a sabato 31 dicembre. Prima di cena, un giro dedicato allo shopping e alla scoperta di attività commerciali “made in Torino”, che probabilmente non vi aspettereste mai di trovare. Uniche, per la loro creatività e originalità. Per gli appassionati di fiori, piante e decorazioni floreali molto particolari e uniche, entrate da

L'automobile, uno dei simboli di Torino 54

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Marco Segantin, in Galleria Subalpina, un luogo magico dove scoprirete composizioni assolutamente inedite fatte con fiori, piante, foglie. Per gli appassionati di moda, Kristina T., stilista torinese ormai famosa nel mondo, ha il suo atelier proprio a Torino in via Maria Vittoria 18, con creazioni di moda femminile, delicate, romantiche e leggerissime. Se invece volete scoprire uno stilista originale, moderno, che realizza per voi gli abiti dei vostri sogni, e dove troverete solo modelli unici, andate all’atelier di Walter Dang, in via Maria Vittoria 47. Sarà difficile resistere all’acquisto di uno degli splendidi vestiti o dei completi che sembrano scolpiti nella stoffa, tutta italiana, scelta con cura da questo stilista che cuce personalmente molte delle sue creazioni. Concedetevi poi un assaggio di Cioccolato, nel “tempio” del cioccolato Guido Gobino Via Lagrange 1, dove i cioccolatini sono resi mignon e sono piccole opere d’arte del gusto. Fate incetta di prodotti tipici torinesi e piemontesi nel negozio storico Paissa in centro a Torino, piazza san Carlo 196. Ammirate le vetrine allestite con la ricostruzione esatta delle “tavole delle cene reali” con le porcellane, i servizi di piatti dell’epoca nella vetrina dello storico negozio Prochet in via Pietro

Il tradizionale Bicerin

Micca 6, che festeggia i suoi 150 anni proprio quest’anno e sorseggiate il miglior caffè di Torino da Caffè Beccuti, antica torrefazione torinese, dove il caffè è un’arte antica dal 1896, in via Pietro Micca 10, accomodatevi nei tavolini esterni, e sorseggiate un caffè appena macinato. Ore 21. Cena.Trascorrete una serata nel clima più tipico e con i piatti migliori del territorio di Torino e piemontese in genere. Se volete restare nel centro di Torino vi consigliamo il ristorante il Porto di Savona, in un ambiente anche esteticamente tipico offre un menu con le più classiche proposte della zona. SECONDO GIORNO TORINO e REGGIA DI VENARIA REALE Ore 9. Iniziate subito la giornata con un tour con il CitySighseeing bus. Ci sono due percorsi tra i quali scegliere, prendete quello “Torino inedita” e scendete per visitare il Museo dell’Automobile www.museoauto.it . Il Museo ripercorre con allestimenti davvero geniali la storia dell’automobile, con più di 200 vetture, modelli, stampe e installazioni tecnologiche e se poi dovete riuscire a fare uno stop anche in uno dei luoghi simbolo dei festeggiamenti dell’Unità d’Italia: le OGR (Officine Grandi Riparazioni), con le mostre Fare gli Italiani, Stazione Futuro e

Artieri domani www.italia150. it/Officine-Grandi-Riparazioni. Ore 14.30 non vi resta che prendere l’auto o il mezzo pubblico e visitare la Reggia di Venaria, alle porte di Torino, con la mostra “La bella Italia”. Raggiungere la Reggia è semplice grazie ad un servizio di navetta dal centro città. Meravigliosi gli interni ed i giardini del parco della Reggia. Qui potrete rilassarvi, far giocare i vostri bambini, nel punto del parco dove sono stati allestiti giochi di abilità per bambini molto particolari. La Reggia, realizzata nel 1658 dopo anni di abbandono è stata completamente restaurata, riaperta nel 2007, è considerata uno dei 5 maggiori esempi del barocco internazionale. Ore 20. Cenate al Nuovo Carretto a Ciriè in via Biaune 4, non lontano dalla Reggia di Venaria. www.ilnuovocarretto.it Lo chef e titolare Francesco Eblovi vi farà assaporare il meglio della cucina piemontese. Magnifiche la pasta fresca, fatta in casa, i tajarin, la salsiccia di Chivasso, la tartare di fassona piemontese, ed una carta dei vini eccellente. Il locale è piccolo, per cui prenotate, ma se il tempo è bello, cenate a lume di candela nella piccola corte esterna, davvero un luogo romantico. Un ristorante che sposa in modo perfetto la tradizione alla creatività, mantenendo sapori autentici con un tocco di innovazione. Se avete la possibilità di fermarvi un giorno di più per scoprire dei luoghi davvero vicinissimi a Torino, ma che vi faranno sentire parte della storia e della cultura, vi consiglio vivamente di visitare quelli che rappresentano i luoghi simbolo del Piemonte. Da Torino, basta spostarsi di pochi km verso l’imbocco della Val di Susa, all’inizio della via Francigena, per trovare la famosa Sacra di San Michele, un’abbazia che si erge in cima al monte Pirchiriano


trentinoattualità

La bella Rosina

962 m. (e la cima del monte è esattamente nel centro dell’Abazia, segnata con una targa). L’Abazia, dell’anno Mille è dovuta alla magnanimità e alla fede di Ugo di Montboissier. Abazia benedettina dedicata a San Michele arcangelo e retta dai padri Rosminiani. Difficile descrivere la bellezza dei trittici olio su legno del Defendente Ferrari del 1500, degli affreschi interni, della veduta che si gode dalla terrazza, della Torre della Bella Alta e dal fascino della costruzione stessa avvinghiata alle pietre del monte. Scendendo dal monte, passando dal Lago Grande di Avigliana, fermatevi all’Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso, luogo poco frequentato dai turisti, poco conosciuto ma di una bellezza strabiliante.

La Reggia di Venaria

Concludete la vostra “gita fuori Torino” (considerando che non ci metterete più di mezzora dal centro città per venire a visitare questi luoghi), con il Castello di Rivoli, costruzione che risale al 1159 e che è stato più volte oggetto di interventi negli anni, ed è stato residenza sabauda. Oggi è sede del Museo di Arte Contemporanea. Per il pernottamento, c’è solo l’imbarazzo della scelta. I miei consigli: Per restare al centro di Torino: Grand Hotel Sitea, hotel 4 stelle, in via Carlo Alberto, www.grandhotelsitea.it Albergo di grande tradizione familiare, che concilia gusto moderno e stampo antico. Pietra miliare dell’hôtellerie subalpina e punto di riferimento nella topografia del lusso torinese del ‘900, il Grand Hotel Sitea ha festeggiato nel 2010 il suo 85° anniversario di attività, mentre nel 2001 ha ottenuto il prestigioso riconoscimento di “Locale storico d‘Italia”. Le camere ricordano lo stile ed i fasti del novecento riadattati e resi modernissimi con servizi di alta qualità. Sarete nel cuore della città a due passi dai musei. Se invece volete uscire dal centro storico (soprattutto

La Sacra di San Michele

se desiderate visitare anche i luoghi circostanti sopra descritti), il luogo ideale è il Relais Bella Rosina, a Fiano, Venaria Reale. In una ventina di minuti dal centro di Torino, vi troverete immersi in un luogo di pace, tranquillità dove relax, quiete e natura sono le parole d’ordine. Trascorrere qui solo una notte è davvero poco. Vi innamorerete dell’atmosfera dolce e rilassante, del silenzio che regna in questa che fu la tenuta di caccia di Re Vittorio Emanuele II e dove il re viveva i suoi incontri con Rosa Vercellana chiamata dai torinesi affettuasamente la bela Rosin. Nemmeno il sito internet del relais, www. bellarosina.it, aperto da due anni, in seguito ad un attento recupero del casolare del XVIII sec. nell’assoluto rispet-

to dell’integrità e della sostenibilità ambientale, riescono a rendere l’idea esatta del luogo. Il relais, quattro stelle, è inserito in venticinque ettari del Parco Naturale La Mandria, a Venaria Reale, una tenuta con accesso riservato e sorvegliato, ispirata ai princìpi dell’eco-turismo (ha ottenuto il marchio Eco label Europeo). Le stanze, 21 in tutto, disposte su due piani, sono raffinate, con colori tenui, solari, dotate di ogni confort e variano per arredamento ed ampiezza. Rilassatevi a bordo della piscina esterna o fatevi coccolare dalle sapienti cure del centro benessere che offre vari tipi di massaggio e di zona umida. A tutto il resto provvederà con grande professionalità e cortesia il personale del relais. Oppure fate lunghe passeggiate nel parco naturale alla scoperta degli animali o se siete giocatori di golf, proprio a fianco trovate uno dei migliori campi da golf d’Italia. Al relais potete anche cenare, il ristorante, che si affaccia sulla piscina, offre numerosi piatti “a km zero”, con prodotti di stagione e di produzione della tenuta agricola. Per ogni informazione: www. turismotorino.org, e per gli eventi www.italia150.it. Per tutto il resto, da una visita guiddata in città o nei dintorni sino ad una personal shopper così come per prenotare hotel o weekend con visite a tema, vi consiglio il sito www.piemontehotelbooking.com. ■ 55

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trentinoattualità

di Pino Loperfido

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mbientare un romanzo nel quinto secolo avanti Cristo non è propriamente un’attività divulgativa; richiede preparazione, precisione e tanta passione. Qualità che a Tania Caroli di certo non mancano. Il romanzo a cui facciamo riferimento si intitola “A due passi dall’Olimpo” (Metauro Edizioni, 2005) e narra della Grecia di Policleto, uno dei più celebri scultori dell'epoca, nativo di Argo, contemporaneo di Fidia e di Mirone. Nel libro, storia e finzione vengono dosati sapientemente, raggiungendo un equilibrio ideale. Una fiction ambientata tra i templi, al tempo di Pericle. Una storia d’amore, costellata da dispute sui canoni della scultura e dell’architettura, che si svolge nell’Atene periclea e si muove con un intreccio di accadimenti, dai risvolti imprevisti, alla ricerca dell’amore, anche sensuale, a due passi dall’Olimpo, appunto. Nata a Trento, laureata in lettere moderne e in Forme e Tecniche dello spettacolo, Tania Caroli è esperta in scrittura cinematografica. Insegna italiano e storia all'Istituto “Martini” di Mezzolombardo. Quest’anno ha

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A cavallo di due passioni Tania Caroli ama il cinema e la letteratura. E ambedue ama insegnarle. Ma tra i suoi amori vi è anche l’antichità nella quale ha ambientato il suo primo romanzo. Adesso, propone un secondo libro. Molto cinematografico

Edward Hopper, ”Mattina a Cape Cod”

dato alle stampe un secondo libro, “Fuori campo” (Bonobo, 2011), ricamato attorno a due indimenticabili quadri di Edward Hopper (“Scompartimento C, Carrozza 193“ e “Mattina a Cape Cod”), qui veri e propri strumenti a disposizione della scrittura in una collana editoriale molto originale e stimolante. Ma che la Caroli avesse talento lo si era già capito quando un suo racconto (“Jack Kerouac nella mia vita”) era stato premiato ed inserito in un’antologia curata nientemeno che dall’indimenti-

cabile Giuseppe Pontiggia. “Esistono molti modi di raccontare le storie” dice Tania. “La scrittura può risucchiare il mondo reale, far convogliare esperienze, viaggi sulla pagina”. E poi dare vita a personaggi credibili, impegnati in vicende sempre in divenire. La scrittura per la Caroli è a completa disposizione del lettore e del suo senso critico; una sorta di lego fatto di parole pronto da smontare e da analizzare. Ci troviamo di fronte, insomma, ad un’artista ani-

mata dall’immancabile ansia creativa che la porta ad essere più vulnerabile, a mostrare il proprio lato più debole. E che ci dice, Tania Caroli insegnante delle nuove generazioni? “Leggono molto poco, però il libro per loro non è più un nemico, come lo poteva essere qualche lustro fa”. Naturalmente dietro deve esserci lo stimolo costante dei genitori che, come un pungolo, possono esortare i ragazzi a prendere un libro in mano e a lasciarsi conquistare dalla magia della letteratura. La scrittura di quest'autrice è – nemmeno a dirlo – cinematografica, procede per sottrazione e ricorda, a chi scrive, il migliore Raymond Carver. Tania ama spostarsi sulle pagine, scrivendo (lo fa a mano) e spostandosi come con una macchina da presa. Il rapporto tra finzione e realtà sta alla base di tutto, tutto ispira e tutto contribuisce a formare. Concetti che si intuiscono scorrendo le pagine di “Fuori Campo”; nelle vicende di Miriam, di Mario e degli altri personaggi si intravede cioè quella “opaca illusione” che l’arte talvolta regala a chi si avventura tra le sue ■ strette vie.


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trentinoattualità

di Francesca Negri

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elle nocciola, capelli riccioli color ebano, labbra carnose e occhi da gatta: sono questi gli ingredienti di Miriam Dadi, il cui fascino esotico è riuscito a fare breccia il 22 giugno nell’arena di Piazza Fiera, dove la bellezza alla Tina Turner ha conquistato il titolo di Miss Trento 2011. Una ventenne trentina doc simbolo del mondo che cambia e della globalizzazione: la madre, infatti, è di Pieve Tesino, mentre il padre è della Costa d’Avorio, ex colonia francese dell’Africa occidentale. Un miscuglio alchemico che si è tradotto nell’esotica e cosmopolita bellezza di Miriam e in quella di sua sorella Letizia, 18 anni. Fidanzata con Osman, diciannovenne di origini albanesi, la nuova Miss Trento sorride smagliante, accenna qualche passo di reggae ed hip hop (i balli che ha studiato anche a scuola di danza) e si stupisce: «Non me l’aspettavo di vincere questa fascia così importante», ammette.

la miss globale GLOBALIZZAZIONE ED ESOTISMO NELLA NUOVA MISS TRENTO. SI CHIAMA MIRIAM DADI, TRENTINA DOC SUA MADRE è DI PIEVE TESINO E IL PADRE DELLA COSTA D’AVORIO Perché sei sorpresa della vittoria? «In primis perché ero bassa rispetto alle altre concorrenti. Sono appena 172 centimentri…». Ora che con questo titolo ti sei aggiudicata l’accesso diretto alle semifinali nazionali di Miss Italia, che si svolgeranno il 23 e 24 agosto a Montecatini, quali armi affilerai per arrivare in Toscana agguerrita? «Mah, non so… Tutte quelle che ho, perché sono seriamente intenzionata a mettermi alla prova e a dare il meglio

di me. Spero che in questo mi aiuterà anche la responsabile regionale del concorso, Sonia Leonardi». Miss Italia è un bel trampolino di lancio per il mondo dello spettacolo. È il tuo sogno nel cassetto? «Sì. Da sempre sogno di lavorare e avere successo in televisione, ma mi piacerebbe anche fare la fotomodella. So, però, che devo tenere i piedi per terra e quindi ora i miei obiettivi, oltre che superare le semifinali a Montecatini, sono finire il Liceo socio-psicopedagogico che ancora fre-

quento, mentre quest’estate lavorerò come segretaria». Ora che hai la coroncina in testa, puoi esprimere un desiderio… «Essere sempre felice». ■

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trentinoattualità

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n ibrido tra l'intero e il bikini, il trikini è il costume must have della prossima estate. Perfetto per la sera (non rovina l'abbronzatura!), non può mancare nella valigia di ogni Cosmogirl. In previsione dei party estivi e degli aperitivi a bordo piscina, non resta che lasciarsi ispirare dai modelli più trendy. Ma non manca nemmeno l’intero castigato oppure quello curvy oriented, per non parlare dei bikini microscopici. Insomma, il mare è servito, in tutte le salse. E se vi siete stufate delle orrende luci dei camerini di prova, che sembrano essere messe lì apposta per far saltar fuori tutte le imperfezioni che avete, dalla minima parvenza di cellulite a quell’impercettibile ruchetta sotto gli occhi, non vi resta che fare shopping di

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di Gianfranco Gramola

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i chiama Dennis Forti, è nato a Trento il 26 ottobre 1976, ma da sempre abita a Romagnano. Ha frequentato tutte le scuole a Trento, tranne l’ultimo triennio delle superiori che ha fatto a Rovereto. È perito in elettronica e telecomunicazioni applicate all’informatica. Lo incontro nello studio della sua agenzia di spettacolo, la “Need it Solutions”, di via Caneppele, a Roncafort, in un ufficio pieno di souvenir americani e non, di poster e un intero mobiletto dedicato ai Blues Brothers. “Sono malato dei Blues Brothers – ammette candidamente Dennis - in ufficio ho una bacheca piena di souvenir, statuine e altri oggetti che ricordano il mitico gruppo americano”. Com’è nata l’idea di fare il produttore di eventi? Ho iniziato come deejay radiofonico, a radio Rovereto stereo, che adesso non esiste più. In quella radio c’era un amico che faceva una trasmissione e a scuola ci divertivamo e andavamo molto d’accordo. È stato lui a chiedermi se volevo andare in radio con lui. Ho accettato. Facevo l’ospite, esibendomi in imitazioni. Le imitazioni? Si! Imitavo i vari dialetti italiani, dal veneto al bolognese e mi riuscivano molto bene. La trasmissione era divertente, la gente telefonava in diretta a farci i complimenti, arrivavano lettere, ecc… Poi il mio amico ha avuto delle discussioni con la titolare della radio e sono andato avanti da solo. Ho condotto la trasmissione alla grande. Dopo sono passato con Italia Network e poi in una radio nazionale. Intanto iniziavo a strimpellare il basso elettrico e a suonare nel gruppo dei Double Puz62

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dennis forti Un manager dello spettacolo che ha fatto di una passione il suo lavoro e che ama rilassarsi sulla sua barca ancorata sul lago di Garda. Di se stesso dice che sarebbe un ottimo Robinson Crusoe zle. Abbiamo chiuso l’attività dopo quattro anni, con una media di 60 concerti l’anno, che per un gruppo amatoriale erano tanti. Poi è successo che nello stesso sabato mi chiamavano in un locale per fare il dj e in un altro locale per suonare. Non potevo dire di sì a tutti e due, chiaramente. Allora vedendo i proprietari dei locali disperati, gli mandavo qualche gruppo musicale che conoscevo. Qualche proprietario ha cominciato a chiedermi di preparargli un programma di serate, promettendomi una mancia. Uno mi dava 200mila lire, l’altro 300mila e alla fine ho fatto due conti e ho pensato:”Metto insieme una quindicina di locali e posso fare l’organizzatore come lavoro”. Allora ho aperto la partita Iva e all’inizio tenevo due lavori. Lavoravo alla Olympus, quella delle macchine fotografiche, e la sera organizzavo eventi, finché il lavoro di organizzatore è diventato talmente preponderante da spazzare via tutto il resto. Una sera ho conosciuto Andrew Basso, un’artista in cui ho creduto da subito. Lui aveva 16 anni; è stata con lui la mia prima esperienza come produttore, in cui ho investito anche dei soldini... Alla fine devo dire che ho fatto centro.

Dennis mostra un numero della nostra rivista

È diventato famoso per “Una serata perfetta” su TCA. Com’è nato questo format? La Tv regionale mi ha conosciuto come Agenzia perché avevo collaborato con una loro trasmissione. Il capo mi ha spiegato l’idea, però mi voleva solo come conduttore. Io ho risposto che se c’è una trasmissione da fare, me la disegno, me la scrivo, mi faccio la regia e me la conduco dall’inizio alla fine. Alla fine mi hanno dato carta bianca ed è stato un successone. Lei frequenta tanti artisti. Qualcuno che le è rimasto nel cuore? Sicuramente Alessia Marcuzzi. Nel 2000 per un breve periodo ho fatto la guardia

del corpo di Nek, Piero Pelù, la Marcuzzi, ecc… È stato simpatico e mi ha fatto piacere che Alessia, dopo dieci anni, si ricordasse ancora di me, dicendomi: ”Festivalbar 2000, tu eri la mia guardia del corpo”. Forse è perché ho una barba fatta strana, forse la stazza, la simpatia, la mia chiacchiera… boh! Un altro aneddoto carino che riguarda qualche personaggio famoso? Un volta abbiamo fatto da complici a Nek. Il manager lo teneva a stecchetto perché in quel periodo era ingrassato e allora l’aveva messo a dieta. Quando siamo andati a prenderlo, a Sassuolo, ci ha pregato in ginocchio di portarlo a mangiare qualcosa,


trentinoincontri infischiandosene dei divieti del manager. Dopo qualche insistenza, l’abbiamo portato in una trattoria e abbiamo fatto un pranzetto da leccarsi i baffi. Quando siamo arrivati in albergo, c’era pronto il catering dietetico per Nek, con la verdurina e lui ha detto che non si sentiva molto bene e si è ritirato nella sua camera. Un personaggio con cui ha lavorato e che ammira molto? Giancarlo Magalli. Quando l’ho conosciuto, non mi interessavano la foto e l’autografo, ma vedere come lavorava e imparare il mestiere, perché lui vive in Tv, ci abita in via Teulada, è un grande professionista. Ha il camerino personale che è allestito come una camera di casa sua e lui la mattina fa il programma “Affari tuoi” e la sera fa gli speciali. Magalli porta avanti tutto con una professionalità e pacatezza che vengono da anni di esperienza. È vero che lavora con Francesco Facchinetti? Francesco è mio socio e tante volte lo seguo e l’aiuto a lavorare sui copioni, in certe sue trasmissioni. In tutte le edizioni di X Factor, sono stato costantemente nel suo camerino, aiutandolo e supportandolo in certe situazioni. Lui ha fatto una maturazione incredibile, è un professionista pazzesco. Con Francesco siamo molto amici e a casa sua ci dormo, quando sono a Milano. Uno si immagina Francesco con il maggiordomo, la mega villa, ecc… Non è così. Lui ha un bell’appartamento, niente di inarrivabile, la sera a cena ci siamo ordinati la pizza a domicilio... Beneficenza, volontariato, solidarietà? Dal momento in cui diventi un personaggio pubblico iniziano ad arrivarti una marea di richieste. Però non posso andare a fare 30 date tutte solo per beneficenza. Le proposte vanno valutate. Quando io le trovo interes-

santi, devolvo in beneficenza il 50% del cachet. L’ho fatto in svariate occasioni. Mi sono mosso anche quando nel mio paese, Romagnano, c’è stata la frana, proprio nel luogo in cui avrebbe dovuto sorgere l’oratorio. Io per tre anni, nella sagra del paese, ho dato i miei artisti, a titolo gratuito. Un suo pregio e un suo difetto? Il mio pregio è vedere sempre tutto al positivo. Se un mese noto un calo di lavoro, so comunque che sono sulla strada giusta e che il mese successivo ci sarà un aumento di lavoro. Un difetto? Sono un tipo che aspetta che “l’acqua la tochia el cul”, a dirla in buon trentino. E poi sono un ritardatario cronico. I miei dieci minuti me li prendo sempre. Quando vuole staccare la spina, qual è il suo rifugio trentino? Negli ultimi anni mi sono regalato una barca che ho sul lago di Garda. Quella è una mia grande passione, unita a quella della moto: si tratta di passioni esclusivamente estive. Il sabato sera, finisco di lavorare alle due di notte e vado direttamente in barca, dormo in barca, mi sveglio la domenica mattina e sto fuori tutto il giorno in mezzo al lago. L’inverno invece sto a casa mia e mi godo un’altra mia grande passione che è il cinema. Ho una televisione gigante, da 50 pollici, mega attrezzata, e mi faccio ogni volta una scorpacciata di film. Chi o cosa porterebbe con lei su un’isola deserta? Sul “chi” ho una certezza: quella di essere una persona che si adatta molto bene a vivere da solo. Sul “cosa” direi alcuni dei film e cd della mia collezione, di cui non riuscirei a fare a meno. Non sono un gran amante della lettura, sebbene mi diverta molto a leggere le biografie. In definitiva, penso che sarei un ottimo Robinson Cru■ soe.

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di Renzo Francescotti

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a casa di Roberto Codroico è in Via San Giovanni a Trento, nel quartiere della Portèla, a due passi dalla chiesa di S. Maria Maggiore. Si affaccia sulla “Piazzetta 2 settembre”che ricorda la distruzione del quartiere col primo bombardamento su Trento il 2 settembre del 1943. È una delle pochissime non rase al suolo in quel bombardamento: una piccola casa, ma su quattro piani ( al primo il “pensatoio” di Roberto; al secondo il suo laboratorio; negli altri due l’abitazione). Ci abita con la moglie Rosaria, i figli Andrea e Giacomo. Lui è nato in Germania nel 1945, in provincia di Kassel: padre italiano, madre tedesca, avi friulani probabilmente originari di Codroipo. Aveva otto anni quando la famiglia si trasferì a Padova. Rober-

L’ordine di forme e spazio nella confusione del consumismo egli cerca di mettere ordine attraverso l’essenzialità, la purezza della linea. Roberto Codroico compone forme e spazi, rapporti e contrasti, ma soprattutto rivela sensazioni e emozioni to si laureò in architettura a Venezia e – conseguita l’abilitazione per l’insegnamento di Storia dell’Arte e Disegno – ha insegnato. Vinto un concorso, è arrivato a Trento nel 1977 a svolgere l’attività di architetto per i Beni Culturali della Provincia, sino alla pensione nel 2004. Ha al suo attivo innumerevoli restauri pubblici e altrettante pubblicazioni sul restauro e la storia dell’arte. Ma è sulla sua attività di pittore, di artista ci vogliamo focalizzare. I primi suoi lavori pittorici significativi sono del 1968, quando Roberto Codroico aveva 23 anni. Sorprendentemente non ci sono tracce nei suoi quadri delle tensioni

di quell’anno fatidico: prevale la linea curva, morbida; certi profili femminili sono di suggestione picassiana. Poi, fondamentale, l’incontro con il grande artista tedesco Hans Richter, uno dei fondatori del movimento Dada, pioniere del cinema astratto. Al Dada hanno guardato gli artisti 64

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americani della pop art, così come, negli anni ’60, gli europei e i francesi del noveau rèalisme (Arman, Klein, Spoerri, Tiguely, ecc.) concependo l’opera d’arte come identica all’oggetto quotidiano, eseguendo interventi artistici limitati come l’accumulazione, la compressione.


trentinobottegad’artista

Su questo versante nascono i “boxes”, le “scatole” che Roberto Codroico realizza prima in cartone e poi in legno. Il loro contenuto si annuncia già nel coperchio: sono piccoli oggetti (Codroipo fa l’operazione opposta di un Oldemburg che dilata il tubo di dentifricio in un gigantesco “monumento”), quali viti, rondelle, forchette, piccoli oggetto d’uso, che l’artista fissa con un monocromatico collante dentro e fuori la “scatola”. Queste opere d’arte si palesano come bauletti di bric-à-brac in cui investigare, scoprire piccoli oggetti ognuno con la loro funzione, la loro storia, teatrini della memoria. Vi abita il senso della precarietà nostra e degli oggetti

che abbiamo manipolato, usato, amato, dimenticato, gettato. Mini-oggetti- reliquia che l’artista tenta (disperatamente?) di salvare. A mio avviso ci gioca anche una componente ludica, fanciullesca. E mi risulta strano che i (seppur pochi) critici che si sono occupati di Codroico ( Luigi Serravalli, Franco De Faveri, Fiorenzo Degasperi, Alessandro Togni…) non l’abbiano còlta, non l’abbiano sottolineata. Codroico ha cominciato a realizzare le sue scatole sin dal 1970 e ha continuato a farlo, alternando questa produzione di tipo new dada con una pittura in cui il colore segnico e soprattutto la linea la fanno da padroni. Sulla linea, il nostro artista ha scritto un volumetto – dedicato a sua moglie –, in cui confessa che nella confusione del consumismo egli cerca di mettere ordine attraverso l’essenzialità, la purezza della linea, che scivolando silenziosa sul foglio, armonicamente o bruscamente, “compone forme e spazi, rapporti e contrasti, ma soprattutto rivela sensazioni e emozioni”. E della sua pittura in generale dice che “è fatta di visioni reali che provengono da inesplorati spazi della mente, sono ricordi delle esperienze vissute, emozioni, desideri e anche ciò che deve ancora accadere”. Pur non svestendo mai gli abiti di artista, Codroico, è stato a lungo impegnato nel suo lavoro di architetto. Una volta liberato si è presentato in Germania con tre mostre tra il 2007 e il 2009, a Meerbisch, Mindelheim, Kempten. In precedenza, da noi la sua mostra più importante, con un bel catalogo, è stata quella del 1994, organizzata dal Circolo Trentino per l’Architettura Contemporanea nel chiostro del convento dei Cappuccini a Trento. Un suggestivo artista ancora in gran parte da scoprire, soprattutto dal pubblico, il nostro Roberto. ■

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nelle Viaggio nza di da scuole no - 4 ti del tren

di Lara Deflorian

Saranno famosi il Centro Didattico MusicaTeatroDanza di Rovereto, più semplicemente noto come Cdm, vanta sedici anni di esperienza d’insegnamento nei diversi ambiti delle discipline artistiche

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nico sul territorio trentino per l’articolata offerta formativa, il Centro Didattico MusicaTeatroDanza di Rovereto, più semplicemente noto come Cdm, vanta 16 anni di esperienza d’insegnamento nei diversi ambiti delle discipline artistiche. Con la presidenza di Paolo Gabriele Sfredda, al suo interno il settore danza, sotto la responsabilità di Sabina Micheli, ha iniziato e sviluppato la sua attività dal 1996. “Non solo ballerine con il loro tutu rosa – spiegano i refe66

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renti – qui si possono trovare anche aspiranti attori, scrivere le pagine del racconto che hai sempre immaginato, sperimentare il sound della batteria e assemblare gli strumenti per realizzare un video professionale. Queste sono solo alcune delle cose che si possono incontrare, conoscere e imparare al Cdm. Oltre all’attività didattica classica, durante tutto l’anno il Centro propone un numero considerevole di stage, workshop, attività nelle scuole e laboratori aperti a tutti. L’impegno del Cdm non si esaurisce

dal tango all’hip hop Denominazione: Centro Didattico MusicaTeatroDanza Anno d’inizio attività: 1995 Numero iscritti: 270 Generi e livelli d’insegnamento: due corsi di propedeutica, sei corsi di danza classica, un corso di danza creativa, due corsi di danza contemporanea e quattro di modern contemporaneo, quattro corsi di hip hop e due di break dance, due corsi di danza afro tradizionale e uno di afro contemporanea, due corsi di flamenco, 5 di tango argentino. Insegnanti: Sabina Micheli, Veronica Tranquillini, Eleonora Manica, Gloria Potrich, Mattia Festi, Fabrizio Bernardini, Giuio Bedin, Samba Foula Sagna, Cristina Fait. Contatti: Via Maioliche 53, Rovereto; gli uffici sono aperti dal lunedì al venerdì con orario 9.00-12.30 e 14.0019.30; tel: 0464 422655; email: info@cdmrovereto.it; web: www.cdmrovereto.it


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Javier Baron, Belen Maya. Dopo essere entrata nella compagnia di flamenco Luna Nueva come danzatrice, inizia lo studio del tango argentino in Italia e successivamente a Buenos Aires con Gustavo Naveira, Chicho Frumboli, Alequandro Aquino, Graciela Gonzalez, Julio Balmaceda, Federico Moreno e Catherine Barbessau. Da otto anni studia, insegna e si esibisce assieme a Giulio Bedin nel trio Nuevo tango di Fausto Beccalossi e collabora, sempre al fianco di Bedin, con il quartetto Madrugada e il trio parigino El Contempo. Ha lavorato inoltre per due anni come danzatrice e coreografa per lo Studio Festi in Italia e all’estero. Al Cdm Sabina Micheli, oltre ad essere la responsabile di settore, insegna danza classica e tango argentino. In quanto centro didattico multidisciplinare, la danza è uno dei pilastri artistici fondamentali che contraddistingue l’essenza stessa di Cdm. Vie-

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solamente nel contributo formativo, ma va ben oltre. L’associazione è promotrice di eventi artistici finalizzati ad arricchire e mantenere alto lo spessore culturale del territorio. I più importanti sono Fuoriorario, rassegna di musica jazz e Summer Sessions, il festival di musica elettronica che quest’anno giungerà alla sua decima edizione.” Sin al 1997, anno di fondazione di Trentino Danza, il Cdm si associa alla Federazione contribuendo alla diffusione dell’arte tersicorea. La sua referente, Sabina Micheli, dopo essersi diplomata come Associated teacher alla Society of Russian Style Ballet School di Londra, si perfeziona nell’insegnamento con Maria Prina del balletto alla Scala di Milano. Segue poi i maestri della scuola Mudra di Bejart in svariati corsi di perfezionamento. Nel 1990 si avvicina allo studio del flamenco a Siviglia e a Madrid con professionisti come Timo, La Tati, Manolo Marin,

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ne proposta come disciplina artistica a fianco di musica, teatro e scrittura e, accanto all’esperienza come danzatrice professionista e insegnante di alto livello, Sabina Micheli, inevitabile guida del settore danza, l’offerta didattica si amplia notevolmente verso l’apertura a nuovi e diversi generi. In seguito a questo, altri insegnanti integrano e completano lo staff del Centro. Troviamo Veronica Tranquillini, docente di propedeutica alla danza classica per i più piccini e di danza classica per bambini e adulti, Eleonora Manica che, dopo aver avuto la possibilità di formarsi professionalmente a Madrid presso l’Accademia L’Amor de Dios, insegna flamenco. Gloria Potrich approfondisce lo studio della danza africana a Mali, in Guinea Conacry e a Cuba, e quindi insegna espressione africana; Mattia Festi, formatosi all’interno dello stesso Cdm, è docente di breack dance. Fabrizio Bernardini, studioso e praticante dei diversi generi della danza, insegna modern contemporaneo, hip hop e musical; Giuio Bedin, in seguito all’approfondimento dello studio del tango argentino a Buenos Aires con i migliori maestri, al Cdm inizia ad insegnare questa disciplina. Samba Foula Sagna, ballerino professionista senegalese di etnia mandinga, è docente di espressione africana; Cristina Fait, dopo essersi formata al Cdm ed essersi 68

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perfezionata nella tecnica hip hop conseguendo l’attendance certificate e il diploma di MC Hip Hop Dancer, ha iniziato ad insegnare hip hop. A completare l’offerta formativa che si svolge nel corso dell’anno scolastico, il Cdm ha organizzato fino ad ora stage di tango argentino con Federico Moreno e Catherine Berbessou, Gabriel Glagowski, Ismael Ludman e Maria Mondino; stage di danza afro con Francesca Pedullà; stage di danza classica con Antonella Di Lecce e stage di modern jazz con Mauro Astolfi. “Una volta affermato il carattere danzerino del Cdm - specificano ancora i responsabili del Centro - l’elevata professionalità degli insegnanti e il talento degli allievi hanno permesso di realizzare tre produzioni artistiche, arricchite da interventi di musica e di teatro, come Le strade della terra creato nel 1999, Segni del tempo allestito nel 2003, ed Excogita realizzato tre anni fa. In questo modo il Cdm è riuscito ad affermarsi come centro multidisciplinare in cui professionalità e continuità guidano didattica e garantiscono divertimento. Il Centro si prende cura dei sogni, del talento e del futuro dei suoi allievi, mettendo loro a disposizione gli insegnanti preparati, con una preparazione d’alto livello in ciascuna disciplina.” A tal proposito il Cdm ha contribuito a formare danzatori

professionisti impegnati a lavorare in importanti realtà di settore. Questo è il caso di Giacomo Todeschi, ballerino della Spellbound Dance Company di Mauro Astolfi, Eleonora Manica, danzatrice professionista vincitrice, nell’agosto 2010, della borsa di studio Oro presso la più famosa accademia di flamenco, el Centro de Arte Flamenco y Danza Española Amor de Dios di Madrid. E ancora Veronica Tranquillini che, oltre ad essere attualmente insegnante al Cdm, è danzatrice nella Compagnia di Sisina Augusta. Inoltre tutti gli insegnanti del Centro di Rovereto svolgono l’attività di danzatori con proprie compagnie o presso altre realtà.

Per quanto concerne i rapporti con altre realtà trentine, il Cdm ha collaborato con il Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento per alcune produzioni di danza, ha realizzato pérformance per la rassegna Happy Dance organizzata nell’ambito di Oriente Occidente, con il quale il Centro ha anche prestato la sua collaborazione nell’organizzazione di specifici corsi intensivi. Ha inoltre lavorato con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Rovereto e per il Mart ha allestito delle milonga in cafeteria, ovvero pérformance di danza all’interno dello spazio espositivo, create in occasione dell’esposizione dedicata ■ a Degas.



di Lara Deflorian

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on l’edizione di quest’anno Drodesera supera i trent’anni di vita e lo fa ponendo uno sguardo attento verso la realtà attuale e futura, attraverso la proposta, concretizzata nei luoghi ameni della Centrale idroelettrica di Fies collocata nel mezzo di una riserva naturale trentina, di un’articolata programmazione che dal 22 al 30 luglio prossimo coinvolgerà il pubblico in una carrellata di rappresentazioni all’insegna di una contemporaneità teatrale, musicale, di

movimento e performativa in generale. Per quanto concerne il filo conduttore di questa trentunesima edizione gli organizzatori scrivono: “Caraca-

È sempre Drodesera

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La manifestazione, giunta alla 31a edizione, dal 22 al 30 luglio coinvolgerà il pubblico in una carrellata di rappresentazioni all’insegna di una contemporaneità teatrale e musicale... tastrofe è il titolo scelto per questo nuovo appuntamento del 2011, come proseguimento ideale della passata edizione avere trent’anni. Dopo aver esplorato le incertezze e le paure di una generazione, è tempo di provare a capire assieme cosa verrà dopo, di parlare del mondo in cui viviamo. La catastrofe è allora quella naturale dalla quale ripararsi, ma anche quella sociale nella quale siamo immersi, una sorta di apocalisse continua, una eterna adolescenza e insieme un nuovo possibile sistema di segni per leggere il reale. La catastrofe come la nostra identità attuale, quella del cambiamento

Pianeta Terra

lento e in crescita o repentino che sia, quella della svolta, dell’azzerare per poi ripartire, ricostruire.” Il ricco carnet del Festival si struttura attorno ad alcuni nomi conosciuti a livello internazionale come Ricci/Forte (23-24-25/7), che propone un primo studio per Drodesera e Grimmless; l’Accademia degli Artefatti (23-24-25/7), che presenta Gli orazi e i curazi e la produzione My arm; i Motus (27-28-29-30/7) impegnati in una sorta di retrospettiva, sono protagonisti di quattro creazioni. Dall’Europa saranno inoltre a Drodersera il gruppo belga Ontroerend Goed (22/7), con la prima

nazionale di Teenage riot; la coreografa e danzatrice danese Mette Ingvartsen (27/7) che presenta Evaporated landscape, una creazione in cui i movimenti “galleggiano e si dissolvono nello spazio” creando una sorta di “paesaggi evaporati”; l’ungherese Edit Kaldor (30/7), che da anni

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vive e lavora ad Amsterdan, propone C’est du chinois, un lavoro teatrale sulla comunicazione; dalla Francia in prima nazionale Groupe entorse (26/7) sarà interprete di Accidens (ce qui arrive) in cui un danzatore, sui suoni e sulla musica eseguita dal vivo, si trasforma in una massa organica. Per tutte le serate del Festival l’austriaca Barbara Ungeplegt sarà protagonista della sua pérformance sui diversi “stati d’emergenza”, che prevede la costruzione di un rifugio in legno allestito nel

parco della Centrale, al cui interno si potrà anche cenare e dormire. Ritroviamo alla centrale anche quest’anno la crew di Fies Factory, il progetto che investe sul lavoro e sulla relativa circuitazione dei più giovani come Teatro Sotterraneo (22-23/7), Pathosformel (27-29-30/7), Dewey Dell (23-24-25/7), Francesca Grilli (28-2930/7), Anagoor (22-28-29/7) e Codice Ivan (24-25/7). Sono inoltre protagoniste a Drodesera anche quelle realtà che hanno

trovato negli ultimi anni alla Centrale, un luogo ideale per lavorare e per promuovere i frutti del loro lavoro. Parliamo di Gruppo Nanou (29/7), Garten (27/7), Alessandro Sciarroni (26 e delle giovanissime Androgynous (26-27/7). Numericamente parlando, la prossima edizione di Drodesera prevede quindi la presenza di 26 artisti, impegnati in 27 spettacoli, di cui 5 prime nazionali, 6 prime assolute e 3 studi realizzati appositamente da

tre delle più innovative compagnie italiane. Il tutto per un F estival centrato sulla mescolanza dei linguaggi del contemporaneo, attraverso la proposta di pérformance, teatro, danza ma anche arti plastiche e video, alle quali anche quest’anno sarà dedicata, a partire dal 21 luglio, un’esclusiva temporary gallery nella quale poter vedere Alterazioni Video, Armida Gandini, Ron Oliver, Willy Verginer, Orso&Toro, Alessandro Sala, Areabombing ■ e Linda Molenaar.

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inè Musica si presenta con i suoi tradizionali diversi percorsi musicali che la caratterizzano da tempo: dal 2 al 20 luglio il Festival pianistico ”Le Tastiere Raccontano”, festival nel festival, che si realizza, ormai da otto anni, grazie alla felice collaborazione con l’Accademia Pianistica di Imola; ad agosto e settembre i Concerti del Sagrato nelle belle Chiese dell’Altipiano e i Concerti al Centro Congressi. Cuore della programma sarà il bicentenario della nascita di Franz Liszt. Ma saranno ricordati anche il 1911 e l’esordio a Parigi dei Ballet Russes di Diaghilev e il 1711 e la presentazione al mondo del nuovo Fortepiano di Bartolomeo Cristofori. Ospiti di grande prestigio saranno ospiti presso il Centro Congressi di Baselga di Pinè con uno straordinario appuntamento al Castello del Buonconsiglio a Trento (13/7). Dopo l’anteprima del 2 luglio con Stefano Guarino nella duplice veste di pianista e violoncellista, l’inaugurazione dei corsi e del Festival è affidata a Boris Petrushansky, illustre concertista da mol-

Piné musica Un festival che ha una sua storia da raccontare e che proporrà quest’anno una edizione ricca di eventi per festeggiare il suo ventennale ti anni assente dalle scene trentine (7 luglio). Concerto lisztiano il 13/7 con Mariangela Vacatello, omaggio al Settecento italiano con Andrea Bacchetti (16/7) e chiusura con Sofya Gulyak, I Premio Leeds 2009 (19/7) Come è caratteristica del Festival accanto alla musica con concerti a cadenza giornaliera, saranno proposte accattivanti conversazioni intorno al pianoforte rivolte ad appassionati e curiosi. Questa edizione il personaggio che si cercherà di indagare e svelare sarà ancora Franz

Liszt , la sua opera e la sua personalità. La proposta di agosto sarà invece focalizzata sul patrimonio musicale di Italia e America, declinando in musica il 1861 Unità d’Italia ma anche Guerra di Secessione Americana, 1961 cinquantesimo anno della nascita del WWF, 2001 decimo anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle che verrà ricordato con il concerto conclusivo del 3 settembre. Questa edizione speciale si vuole rivolgere al più ampio pubblico possibile con

Boris Petrushansky

appuntamenti che spaziano dalla lirica verdiana proposta dall’orchestra regionale Haydn (20/8) ad un videoconcerto per l’Unità d’Italia con immagini tratte dal Gattopardo di Luchino Visconti e musica rielaborata dall’ensemble di Sonata Island (27/8) , passando per uno speciale appuntamento per i bambini in collaborazione con il Conservatorio Bonporti e il Wwf (30/7) e un trekking musicale di un’intera giornata tra le Chiese dell’altipiano, musica per archi e relax golosi (10/8) . Pinè Musica si avvarrà come sempre di proficue collaborazioni con numerose realtà culturali di produzione e formazione operanti in Provincia di Trento come l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento e il Conservatorio Bonporti di ■ Trento.

Si scrive Oltrasuoni, ma si legge rock a volontà

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i scrive Oltrasuoni, ma si legge rock a volontà e voglia di diventare sempre più il principale festival rock dell’estate trentina. E per questa sua ottava edizione il Festival Oltrasuoni di Dro che si terrà al Centro Sportivo di Oltra venerdì 8 e sabato 9 luglio ha puntato su una serie di artisti per lo più stranieri. Una scelta meditata ed importante per gli organizzatori dell'associazione Sonà che propongono quattro band straniere fra i cinque gruppi che saranno on stage durante un Festival che si vuole proporre in una veste sempre più ambiziosa. VenDave Rave gono così direttamente da Aarhus

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in Danimarca infatti i Powersolo che apriranno le danze venerdì 8 luglio dopo il dj set rock’n’soul dalle 21 a cura del resident dj Sonà Marsuel Papel. Dopo di loro, salirà sul palco il combo franco-statunitense dei Parlor Snakes. La serata di sabato verrà aperta da un potente dj set rock'n'roll già verso le 20,30, per dare spazio poi a tre pezzi da novanta: in apertura saranno i giovani Forty Winks di Bologna. A seguire, l'alfiere del punk rock canadese Dave Rave a scaldare gli animi. L’ex chitarrista dei Teenage Head ha deciso recentemente di riportare il punk di una volta agli antichi fasti.



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Duo Taglieri - Genitoni

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ata dall'entusiasmo e dalla progettualità di due giovani pianisti di Trento, la rassegna di concerti intitolata “...più piano” diventa un appuntamento fisso dell'estate in regione, presentandosi nella sua quarta edizione come Festival concertistico regionale. L'idea nasce attorno al pianoforte e per questo motivo prende il titolo giocoso di “...più piano”, presentando una decina di appuntamenti tra recital e cameristica dove la tastiera rimane il filo rosso della stagione. Il calendario dei concerti si svolge dal 25 luglio al 12 agosto in alcune zone turistiche del Trentino – dalla Val di Fiemme alla Val Rendena, dal Garda alla Val di Sole, passando per Trento e Roncegno – con una puntatina allo splendido lago di Caldaro in Alto-Adige. Ospite importante della stagione è il pianista e compositore abruzzese Remo Vinciguerra con il suo quartetto jazz (1° agosto). Didatta riconosciuto a livello internazionale e autore per l’Editore Curci di Milano da più di vent’anni, presenterà una serata di sue composizioni. Ancora jazz con il Trio Garnerama per l'inaugurazione della stagione a Cavalese e in replica a San Bernardo di Rabbi (27 luglio). Si torna al tradizionale con74

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torna il Festival concertistico regionale, dal 25 luglio al 12 agosto, dieci appuntamenti tra recital pianistici e bella musica da camera certo classico con la pianista polacca Joanna Trzeciak (8 agosto, Cavalese; 9 agosto, Pinzolo) e con il tedesco Martin Münch, che regalerà un inusuale Wünschkonzert, ossia una serata in cui sarà il pubblico a decidere il programma (10 agosto, Trento; 11 agosto, Arco). Il duo pianistico piemontese Alessandra Taglieri e Roberto Genitoni

eseguirà un programma tra '800 e '900 terminando con l'entusiasmante Rapsodia in Blu di Gershwin. Un altro duo pianistico, Chiara Nicora e Ferdinando Baroffio dalla Lombardia, presenterà invece un'emozionante serata alla scoperta della storia d'amore tra Robert e Clara Schumann, coaudiuvati dagli attori Silvia Sartorio e

Andrea Chiodi. Il festival si conclude il 12 agosto a Caldaro con l'incredibile storia di Joseph Boulogne Chevalier de Saint-Georges, compositore settecentesco dalla pelle mulatta, massone e famoso spadaccino. Verrà infatti riproposta la serata che ha affascinato il pubblico della scorsa edizione, grazie alla collaborazione dell'associazione fiorentina Musica Ricercata fondata dall’eclettico violinista tedesco Michael Stüve. Le serate sono tutte ad ingresso libero, con inizio alle 21, e sono precedute da una’introduzione, così da condurre per mano l’ascoltatore attraverso un’ora di musica. ■

ITINERARI FOLK: musica dei popoli

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n festival nel segno delle diaspore e delle contaminazioni, anche sonore, che ne derivano e sono fondamentali per affrontare le sfide del nostro presente. Parte da questo presupposto l’edizione 2011, la ventiquattresima di Itinerari Folk che quest’anno plasma il suo calendario su due mesi, luglio e agosto, attraverso tredici concerti. Ad ospitare il set di artisti internazionali e italiani sarà, con la consueta formula ad ingresso libero, il Giardino del Centro S.Chiara (ore 21). Si inizia martedì 5 con il concerto dei “Bregda Berard”, la nuova formazione acustica di Sergio Berardo, carismatico leader dei “Lou Dalfin”, esponente di primo piano della cultura, non solo musicale, occitana. Giovedì 7 i suoni saranno quelli dei “Kroke” trio polacco (Kroke è l’antico nome Yiddish della città polacca di Cracovia) di superbi musicisti folgorati dalla tradizione ebraica e balcanica. Lunedì 11 spazio a Baba Sissoko & The Mailan Tamani Revolution con uno spettacolo realizzato con i fratelli, i nipoti e altri amici musicisti interamente dedicato al tama, il tamburo parlante, mentre il 13 uno degli eventi maggiori di Itinerari Folk con Susana Baca “L’anima del Perù Negro”. Susana Baca è da anni la più prestigiosa ambasciatrice della musica peruviana nel mondo e senza dubbio una delle voci più belle della tradizione sudamericana. Ci si sposta in Svezia, martedì 19, con i “Vasen” mentre il 22 spazio al bandoneon con l’”Ariel Ramirez Tango Quartet“, mentre il 26 si esibiranno i catalani “Kaulakau” con i brani del loro secondo cd “In fabula” proclamato miglior disco folk catalano del 2010 dalla rivista “Sons del la Mediterrania”. A chiudere il mese di luglio di Itinerari Folk, venerdì 29, la performance dei danesi “Himmerland” un nuovo quintetto danese fondato da Eskil Romme (sax soprano),musicista originario dell’isola di Funen.

Nella foto Daniele Faziani

dal 25 luglio “più piano”


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itorna “Città di Velluto”, suggestiva manifestazione lagarina che da tanti anni anima l’estate della città di Ala e dei suoi dintorni. Dall’8 al 10 luglio, per non dimenticare la propria storia, aver cura per i segni, le tracce ancor vive di quel passato. C’è anche questo, e fin dalla prima edizione, nel nucleo ispiratore di “Città di Velluto”. Il tutto naturalmente animato e insaporito da un tocco di sano orgoglio. L’orgoglio di rilanciare la memoria di un passato prestigioso e di raccontarlo agli altri, di offrire allo sguardo curioso e ammirato di molti ciò che di bello e di caratteristico quella storia ci ha lasciato: i palazzi barocchi, le corti, le piazzette, gli scorci che evocano le vicende e le atmosfere del borgo animato e industrioso del tempo dei vellutai. Riproporre “Città di Velluto” dopo una pausa segnata da qualche incertezza, non ha

Ala città di velluto Dall’8 al 10 luglio, per non dimenticare la propria storia, aver cura per i segni, le tracce ancor vive di quel passato illustre e mai dimenticato voluto essere solo un’operazione di marketing turistico, giocata su un marchio che ha mantenuto la sua attrattiva, ma anche un modo per solleticare quel pizzico di orgoglio, per rinverdire, attraverso la messa in scena della propria storia e la valorizzazione dei propri luoghi, i tratti di una identità culturale e sociale. E così questa è un’edizione un po’ “fatta in casa” e che un po’ ritorna all’antico, dando

molto spazio al volontariato, al protagonismo e al coinvolgimento di associazioni e concittadini. Un’edizione nel segno della tradizione e attenta quindi a non sacrificare all’ansia della spettacolarizzazione e dell’evento, un riferimento, per quanto possibile rigoroso, alla storia e una valorizzazione rispettosa dell’ambiente urbano. E questo negli spettacoli, alcuni dei quali ideati e costruiti

appositamente in riferimento all’epoca dei velluti, negli allestimenti, nello stesso “tema guida” della manifestazione, quello dell’acqua. Tema attualissimo, di grande rilevanza sociale e politica oltreché economica, ma al tempo stesso riferimento storico puntuale a quella “roggia”, alimento e motore di quell’industria del velluto di seta che per due secoli ha segnato la fortuna di Ala, l’ha animata anche culturalmente e ne ha disegnato la configurazione urbanistica e architettonica. “Città di Velluto”: un riannodare i fili di una storia locale, piccola ma significativamente inserita nell’alveo di una storia più grande. ■

“la Caretera” gara per veicoli senza motore

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izzarre macchinine, prototipi da gara aerodinamici e affusolati, macchine sgargianti, originali e starvaganti si sfideranno in Vallarsa, il 17 luglio, ne “la Caretera”, gara per veicoli senza motore. Due sole caratteristiche accomunano le macchinine in competizione: nessun motore e tanti freni. I kart artigianali - monoposto e biposto – realizzati con le tecniche e i materiali più diversi, secondo le abilità ingegneristiche e la fantasia dei costruttori, si sfideranno lungo la discesa, resa ancora più complicata da un percorso ad ostacoli, che unisce gli abitati di Bruni e Riva, sulla sponda sinistra del Leno. I piloti dovranno lanciarsi a bordo dei loro veicoli e cercare di arrivare nel minore tempo possibile al traguardo evitando i birilli sistemati lungo il percorso, lungo 800 metri. Verranno premiati i bolidi più veloci, ma anche i più originali. Si comincia la mattina

con le prove libere per poi passare alle diverse manches. Il divertimento è assicurato. “La Caretera”, organizzata dal Ferrari Club di Vallarsa, quest’anno alla sua terza edizione è la quinta gara del campionato “Soap Box” per veicoli la cui unica propulsione è la forza di gravità. Sarà anche la seconda competizione del “Trentino race cup”, 4° trofeo provinciale per bolidi senza motore. Per iscrizioni e informazioni www.circololamber.it.

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Dieci ANNI DI RISATE Giulio Piccolroaz

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on trascorse ben dieci edizioni da quel lontano luglio 2002 che vide nascere, un po’ per scommessa un po’ per lucida scelta, “Rovereto Cabaret”, la rassegna che ha portato nella città della Quercia i maggiori volti noti della comicità televisiva nazionale e regalando tanto divertimento alle persone e ai turisti presenti in città. Dal 2003 la rassegna è entrata a pieno nel cartellone estivo dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Rovereto. Abbiamo rintracciato Giulio Piccolroaz (Roaz Eventi), fondatore e organizzatore di questo appuntamento fisso dell’estate roveretana, per avere un ideale bilancio del passato e qualche anticipazione sul futuro. “Pensare di essere alla decima edizione e rendersi conto che il successo di Rovereto Cabaret non è affatto incrinato dal passare del tempo fa sicuramente un certo effetto; certamente bisogna ringraziare l’Amministrazione che ha voluto sostenere e valorizzare quest’iniziativa, tutti i comici, davvero tanti, che si sono avvicendati in questi anni e con i quali si sono sviluppate relazioni artistiche importanti; non ultimo il pubblico che anno dopo anno quasi automaticamente 76

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Per l’edizione 2011 di Rovereto Cabaret, cartellone di primissimo piano: Duo Idea, giorgio Verduci e Gran finale con Paolo Cevoli ha riempito Piazza Malfatti (location della rassegna già dal 2004) con un calore, un affetto ed una dedizione impagabili. Ruolo primario l’ha giocato anche l’ospitalità e lo splendido territorio della Vallagarina, tanto che spesso alcuni artisti sono tornati o hanno prolungato la loro permanenza professionale insieme alle famiglie per godersi qualche

giorno di relax. Infine la formula di Rovereto Cabaret ha trovato ulteriori sbocchi, per esempio alimentando altre rassegne parallele, autonome nell’identità, dove le Amministrazioni locali hanno saputo fare gioco di squadra ottimizzando le risorse economiche e valorizzando il territorio; un esempio fra tutti è AltaVallagarina Cabaret nata nell’estate 2008 (quest’anno alla

quarta edizione) per iniziativa del sindaco di Volano, Francesco Mattè, che ha voluto poi condividerla con i comuni di Besenello e Calliano. Per l’edizione 2011 di Rovereto Cabaret cartellone di primissimo piano: si parte Sabato 23 Luglio (ore 21) in formazione mista, Duo Idea, direttamente da Zelig, e l’ottimo Giorgio Verduci (quello della mazza da baseball…) di Colorado. Gran finale il sabato successivo, 31 Luglio, con Paolo Cevoli, l’assessore più famoso d’Italia: assolutamente da non perdere. Tanti auguri dunque a Rovereto Cabaret e come si dice… cento di queste edizioni. ■

Camminagrestana

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a Camminagrestana si colloca all’interno del filone delle passeggiate enogastronomiche. A partire dall’edizione del 2011 i soggetti che partecipano alla sua realizzazione (Comune di Mori, Comune di Ronzo-Chienis, Comitato Mostra Mercato e Pro Loco Mori Val di Gresta) hanno programmato un rilancio dell’evento attraverso una maggior cura delle proposte enogastronomiche, rigidamente legate ai prodotti dell’agricoltura della Val di Gresta. Uno sforzo che vede coinvolti, oltre ai soggetti organizzatori, anche le numerose associazioni dei Comuni di Mori e di Ronzo-Chienis. La data è fissata per il 31 luglio con un ricco programma che parte dalle 8 alle 22. Troveremo il miele e le marmellate per dare il via, proseguiremo poi con la degustazione delle carote bio della Val di Gresta, yogurt e frutta, frittata con zucchine e apertivo realizzato per l'evento, antipasto, strangolapreti con le ortiche, degustazione di formaggi trentini accompagnata da mostarda, porchetta, tosella, polenta e verdure grestane ed infine caffè d'orzo e torte rigorosamente fatte in casa. La partenza e l'arrivo sono in Località Doss Alt (Pannone) e il percorso toccherà oltre che Ronzo Chienis anche alcune località famose per la loro spettacolare vista sul lago di Garda (Loc. Gole e Loc. Naranch). Il percorso sarà arricchito da intrattenimenti musicali, culturali e narrativi per allietare e rendere più piacevole la passeggiata in mezzo alla natura. Info: www.camminagrestana.it


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www.lacoccinella.coop

N

arratori ed editori, artisti ed illustratori, ballerini e attori si incontreranno a Cles il 15 e 16 luglio nella manifestazione ideata e promossa da La Coccinella per raccontare le storie ai bambini con i diversi linguaggi dell'arte. Il programma si aprirà venerdì 15 luglio alle 16 con "Piccoli animali nascosti in città" una caccia al tesoro proposta dall'associazione Hamelin, costruita intorno alla mostra della grande illustratrice Delphine Chedru. Tra i diversi appuntamenti del pomeriggio l'incontro con Emanuela Bussolati illustratrice e curatrice di collane per case editrici francesi, inglesi e italiane. Alle 20,30 al Cinema-teatro lo spettacolo "Romanzo d’infanzia" della compagnia Abbondanza/Bertoni che con un linguaggio adatto anche ai più piccoli parlerà del disagio

1,2,3 STORIE! a cles, una due giorni dedicata ai più piccoli e alle loro famiglie con laboratori, spettacoli, incontri e artisti infantile, della violenza fisica e psicologica sui bambini a casa o nelle istituzioni. Sabato 16 luglio alle 10 sarà inaugurata la mostra di Jela Mari artista di fama internazionale che si è dedicata al mondo dell’infanzia e i cui libri sono diventati veri e propri classici venduti in tutta Europa e in Giappone. La mostra, costruita sulle tavole originali del libro L’albero, racconta una

storia semplice, ma di grande forza narrativa. La mattinata proseguirà con le letture a cura de La Coccinella e il laboratorio "Bosco Tattile" proposto dalla Casa editrice ArteBambini. Il pomeriggio alle 16,00 incontro con Francesca Archinto che nel 1999 ha fondato Babalibri, un progetto di coedizione con la casa editrice francese L’école de loisirs.

Alle 17,00 ancora laboratori con l'artista Rosario Fontanella che proporrà ai bambini dai 4 anni in su "Il mio primo libro, il mio primo viaggio" e con ArteBambini che realizzerà per gli adulti il laboratorio "Libri d’artista". La manifestazione si concluderà con lo spettacolo "Into the Wood" della compagnia Piqua su un soggetto di Nicola Sordo costruito raccogliendo per nove anni le memorie degli anziani di Castel Tesino. La manifestazione è realizzata in collaborazione con l'APT Val di Non, il Comune di Cles, la Strada della Mela e Banca ■ Popolare Volksbank.

La Rai regionale ci tiene compagnia

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on è un modo di dire, ma una realtà che vede il palinsesto disegnato in Via Perini protagonista e presente sia sulla radio che in televisione. Per quanto riguarda la programmazione a diffusione regionale su Radio2 il terzo trimestre 2011 prevede: il martedì pomeriggio, alle 15, “Cammina e scopri” (a cura di Tiziana Raffaelli), tredici itinerari estivi nella natura trentina. Alle 15.15 va in replica “Martino Martini. Un missionario in Cina”., una biografia romanzata del gesuita di origine trentina Martino Martini: storico, cartografo, studioso dei costumi cinesi del suo tempo e perfino consulente balistico dell’imperatore cinese. In chiusura “Fratelli d’Italia. Musica e risorgimento nella Venezia Tridentina”, curato da Ugo Slomp. Il mercoledì, alle 15, Claudia Morandini “Donne per l’unità d’Italia tra stoe Tiziana Raffaelli ria e memoria”, 13 puntate, curate da Maria Serena Tait, presentano schede storiche su donne italiane e trentine che hanno creduto e operato per l’unità d’Italia. Alle 15.30 va in onda “I suoni delle Dolomiti”. Giorgio Balducci ci fa conoscere quello che accadrà nel corso di tutta l'estate tra cime, rifugi, alpeggi. Alle 15.45 ”Jazz e rock

in Trentino. Il meglio della stagione musicale 2010/2011”, curato da Daniele Torresan. Il venerdì pomeriggio si propone “Camilla c’è”, programma, a cura di Tiziana Raffaelli, scritto e interpretato da Claudia Morandini, che tratta svariati temi: sport, vita, emozione, fuga, paura, viaggio, amore. Alle 15.30 va in onda “Enrosadira: i colori delle dolomiti”. Il venerdì si chiude con la replica di “Rododentro” a cura di Maria Serena Tait, dove Mario Cagol affronta i piccoli temi quotidiani ricavandone spunti di rara ilarità. Lo spazio della domenica pomeriggio sempre su Radio2 a diffusione regionale è occupato dalla replica di “Attenti a noi due”, con Lucio Gardin e Loredana Cont. Per il video, “Terra di montagna” andrà in onda domenica 24 luglio alle 10 circa su RAI3. Al suo interno, Chi cerca innova: “Ricerca e ICT”: Fondazione Kessler e Università di Trento, grazie alle ricerche d’eccellenza nel settore ICT, sono entrate nel più prestigioso ente europeo di innovazione tecnologia. Infine, ”Diario Della Guida Garibaldina Conte Martini Francesco”, in occasione dei 145 anni della battaglia di Bezzecca.

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www.sviluppoturistico.it

Alla ricerca del passato

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rumes, piccola comunità immersa gli ameni boschi dell’alta Valle di Cembra, in questi ultimi anni sta vivacemente riproponendo progetti per l’innovazione ed il rilancio economico e turistico. Filo conduttore costante del proporsi di Grumes è quello che lega il proprio territorio, le proprie origini, modalità d’essere e risorse al presente e tradurlo in opportunità di futuro. Ecco perché, dopo vari progetti attuati gli scorsi anni e riguardanti la sentieri-

A GRUMES, val di cembra, molte manifestazioni, ricordando I MESTIERI DI IERI E DI OGGI, GUARDANDO AL DOMANI stica locale legata all’Europa, il tema del bosco, scambi col mondo dell’emigrazione, ma anche il recupero del centro storico, il teleriscaldamento a biomassa, il recupero del patrimonio edilizio pubblico destinandolo ad attività turistiche e ricettive in stretta coerenza con i principi di svi-

luppo sostenibile, per il 2011 si è voluto proporre il tema dei mestieri, della manualità, come elementi fondanti della concretezza del sapere collettivo e dell’economia locale. Con la ricerca sui “vecchi mestieri”, sia quelli scomparsi, o che stanno scomparendo, sia quelli in via di

modernizzazione, si vuole ripercorrere la vita, il lavoro, le dinamiche economiche, sociali e culturali di una comunità e proporne valori e opportunità ai cittadini di oggi. Il tema verrà sviluppato lungo tutto il corso dell’estate e dell’autunno 2011. L’incipit del progetto sarà sabato 16 luglio (ore 18), con l’inaugurazione del “Sentiero dei vecchi mestieri”, struttura nata ancora negli anni ‘80 su iniziativa di Pio Rizzolli, Marco Cristofori e Marco Savoi, realizzata tra i comuni

RIDENDRO E SCHERZANDRO: largo alla comicità

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ono i Fichi d’India e Claudio Lauretta i due big della comicità italiana ospiti dell’edizione 2011 di “RidenDro & ScherzanDro 2011”. Per il sesto anno consecutivo, infatti, si ripropone a Dro "RidenDro & ScherzanDro", il festival nazionale di comicità che si terrà dal 14 al 17 luglio sul palco di Piazza Repubblica con alcuni fra i più importanti comici italiani. Come ogni anno, il programma prevede un concorso tra barzellettieri provenienti da tutte le regioni d'Italia, valutati e selezionati dal direttore artistico Lucio Gardin. I barzellettieri dilettanti si esibiranno durante la prima parte della serata - al termine della quale una giuria selezionerà i migliori che accederanno alla finalissima di domenica 17 luglio - per poi cedere la scena ai grandi maestri della comicità italiana. Si inizia giovedì 14, alle 20, con la sfida fra barzellettieri e intorno alle 22.30 lo show di Claudio Lauretta che concede il tris dopo essere stato già sul palco di Dro nel 2009 e nel 2010. Numerosissimi i personaggi dello spettacolo, della politica e della televisione italiana che Lauretta, perfetto nelle vesti di imita-

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tore, cantante e barzellettiere, imita in maniera sublime: da Umberto Bossi a Silvio Berlusconi, da Luca Giurato ad Emanuele Filiberto, da Renato Zero a Claudio Baglioni, passando per Morandi e Pupo. Ancora top secret l’ospite di venerdì mentre il sabato sera la piazza sarà attraversata dal grido di battaglia “Amici ahrarara!” marco di fabbrica dei Fichi d’India una delle coppie comiche più apprezzate della televisione italiana. Bruno Arena e Massimiliano Cavallari, ma il pubblico li conosce meglio con un nome d’arte che, se annunciato, in Italia scatena il tutto esaurito in piazze e teatri. Il repertorio dei Fichi d’India è variegato: dalle telepromozioni scandite al grido dell’indimenticabile tormentone “Amici, Ahrarara”, ai personaggi animati di Fiona e Shrek, dal gruppo Neri per Caso con i classici pezzi a ritmo di “Tichi Tic”, ai mitici personaggi dell’”Era glaciale”. Ad animare con il suo show la serata finale di domenica 17 saranno le battute di Lucio Gardin che seguirà la cerimonia di premiazione dei barzellettieri al top.


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di Grumes, Grauno, e Sover per esaltare i manufatti che in passato, sfruttando l’energia idraulica, hanno consentito alle comunità di montagna le lavorazioni primarie del legname, la macinazione delle granaglie di un’agricoltura di sussistenza, l’approntamento degli attrezzi funzionali alle attività di campagna e agli usi domestici. Il sentiero realizzato con l’apporto di enti diversi, viene ad essere un’attrattiva turistica da un lato, ma anche un laboratorio di conoscenza della vita del passato. L’inaugurazione vedrà la riproposizione del lavoro nella fucina, la costruzione di una carbonaia “poiàt” e il richiamo ai mestieri attraverso il canto del Coro Roen di Don e la poesia declamata da Chiara Turrini, sarà la premessa per una sua piena fruizione per gruppi, scolari, turisti, famiglie. Il sentiero è un susseguirsi di attrattive culturali, in uno svolgersi suggestivo fra mulino, segheria ad acqua, fucina, le antiche “calcàre” per la cottura dei sassi di Dolomia portati fin qui dal torrente Avisio, e l’incredibile serie di decine di resti di opifici di cui l’itinerario è disseminato, e che potranno far scoprire i mestieri e le tecnologie arcaiche della civiltà contadina. Il progetto di recupero di memoria e documentazione sui mestieri continuerà negli anfratti della vita sociale della comunità con una mappatura puntuale e relativa localizzazione sul territorio di Grumes,

in case e avvolti di un tempo, dei luoghi di lavoro di carpentieri, calzolai, rodari, sarti, macellai, mugnai, carradori, pittori, muratori, boscaioli, saltari. Il progetto sui mestieri vedrà nel corso dell’estate una propria descrizione attraverso diversi momenti espositivi presso la sala “Le Are”. La prima esposizione sarà “Sapere d’artigiano”, presente a Grumes dal 16 al 31 luglio, con immagini dell’artigianato di ieri e di oggi nel Trentino, fatte realizzare dall’Associazione Artigiani Provinciale. Le donne ed i mestieri saranno le protagoniste della seconda mostra “Perle di manualità femminile” dal 4 al 15 agosto, con la presenza nella sala “Le Are” di una decina di espositrici che, dalla ceramica, al tombolo, al ricamo e all’arte visiva, racconteranno i “mestieri” attraverso le mani e la creatività delle donne di paese, creando anche degli specifici e coinvolgenti laboratori nelle serate dei giorni festivi durante l’esposizione. La terza mostra “Grumestieri…do…mani: manualità creativa” vedrà coinvolti lavoratori del rame, modellisti, cestai ed altri che esporranno i loro lavori dal 18 al 28 agosto sempre alla Sala Le Are, Tutto rientra nella proposta di “turismo sostenibile” che Grumes sta promuovendo in maniera autonoma ed originale coinvolgendo tutte le dinamiche e le risorse locali ed attivando tutto quanto il territorio riesce ad esprimere. L’artigianato locale, una moderna agricoltura, le valenze storiche locali, la sentieristica e le risorse naturali, una capacità ricettiva diffusa ed inserita nel tessuto urbano e sociale, la promozione delle produzioni locali unite al fervore organizzativo e partecipativo delle associazioni stanno ponendo all’attenzione Grumes come una delle piccole comunità più dinamiche del Trentino. ■

2011

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APPUNTAMENTI DI LUGLIO

A GRUMES, VALLE DI CEMBRA

DOMENICA 3 LUGLIO

“IN..CANTO AL RIFUGIO: CONCERTO DEL CORO CASTEL SEZ. SAT DI ARCO” Grumes - Rifugio Potzmauer - ore 14.00

SABATO 9 LUGLIO

“3° TORNEO DI MORRA” Grumes - Centro Servizi “Le Fontanelle” - ore 20.30

DOMENICA 10 LUGLIO

“SAGRA DE LUI” Grumes - Piazzale Centro Servizi Le Fontanelle –dalle 11 alle 23.

SABATO 16 LUGLIO

“Grumestieri…oggi…domani: La via del Fuoco”. Grumes - Sentiero dei Vecchi Mestieri - Fucina Cristofori - ore 18.00 Inaugurazione del Sentiero dei Vecchi Mestieri con apertura e visita della “Fucina Cristofori”, canti del “Coro Roen” di Don (Tn), e poesie recitate da Chiara Turrini.

MOSTRA “SAPERE D’ARTIGIANO”

Fotografie di vecchi mestieri trentini Grumes – Sala Le Are Apertura mostra: DA SABATO 16 LUGLIO A DOMENICA 31 LUGLIO. Tutti i giorni 20-22 - Domeniche: 15-18 e 20-22.

SABATO 23 E DOMENICA 24 LUGLIO

“FESTA ALPINA” Grumes - Pian da ‘l Ost Grànt - Sabato dalle 18- Domenica dalle 11.

VENERDI’ 29 E SABATO 30 LUGLIO “RADUNO ROCK” Grumes - Pian da ‘l Ost Grànt – orario serale

SABATO 30 LUGLIO

“CONCORSO DI PITTURA: Grumestieri: I mestieri di ieri a Grumes” Grumes - centro storico - dalle ore 9.00 alle ore 19.00

INFO: Sviluppo Turistico Grumes tel. 0461.688003 info@sviluppoturistico.it

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ity Power fila via silenzioso e più di una persona si ferma stranita a guardare: com'è che non fa rumore? La gente chiede se cammina bene, quanto dura la carica, quanto costa... Girare con uno scooter elettrico a Trento risveglia interesse, anche se molti non sono ancora pronti a vincere la diffidenza verso questo tipo di veicoli. La preoccupazione maggiore, per gran parte dei potenziali clienti, è l’autonomia e probabilmente i vecchi veicoli presentati alla fine degli anni Novanta hanno contribuito molto ad accrescere la diffidenza in quanto erano alimentati con batterie al piombo che, oltre ad essere pesanti e difficili da smaltire, non permettevano di raggiungere autonomie accettabili e duravano poco. City Power è alimentato da batterie a ioni di litio molto più leggere, pesano circa un terzo di quelle al piombo e raggiungono un numero di scariche disponibili di circa tre volte superiore, ciò significa che, nelle peggiori condizioni di utilizzo, potremo fare almeno 30mila km prima di doverle sostituire. City Power ha una autonomia garantita di 40/45 chilometri testata durante svariate prove effettuate tra gennaio e maggio di questo anno in percorsi urbani che sono notevolmente più sfavorevoli per i consumi, ma in occasione di una prova effettuata su strade extraurbane sono stati raggiunti senza problemi i 65km nonostante i circa 300 metri di dislivello. Se si considera che il 60% degli utilizzatori europei percorre meno di 30 chilometri al giorno (fonte Sole 24ore del 16 maggio 2011) è abbastanza facile pensare che è venuto il momento di credere seriamente a questo tipo di

Lo scooter silenzioso Si chiama City Power, È prodotto dalla yamasaki. alimentato da batterie a ioni di litio molto più leggere, ha circa 60 chilometri di autonomia. e se non bastasse, ha percorso novecento chilometri con 6 Euro e 50 cents

veicolo. Ci sono inoltre diversi fattori che spingono per la trazione elettrica: i vantaggi ambientali sono notevoli, si circola a emissioni zero e si contribuisce alla riduzione dell'inquinamento atmosferico grazie all’elevata efficienza del motore elettrico tre volte più efficiente di quello a combustione interna. Poi ci sono i costi di gestione contenuti che sono ben cinque volte inferiori rispetto ai veicoli tradizionali. Molte istituzioni ed enti pubblici stanno valutando seriamente l'idea di promuovere questo tipo di veicolo, tra questi c’è la Provincia autonoma di Trento che sta installando sette punti di ricarica in città, molto stanno facendo diversi comuni del centro e centro nord. Le grandi città asiatiche hanno sostituito da tempo gli innumerevoli scooter a combustione interna con veicoli a trazione elettrica e il loro parco di mezzi elettrici è straordinario, quindi non c’è

motivo per cui questo non sia possibile anche da noi. Il governo tedesco ha in progetto di investire un miliardo di euro in ricerca e sviluppo in questo settore mentre le aziende tedesche intendono investirne 17 miliardi entro il 2020, grazie all'alleanza strategica con la Cina che sta diventando lo specialista nella progettazione e produzione in massa di batterie e cellule

d'energia per veicoli elettrici. Inoltre non è da dimenticare che City Power ha percorso 900 km con 6 Euro e 50 cents, anche questo dovrebbe essere un argomento che attira l'interesse degli utenti. Per informazioni e prove: Comintel s.r.l. Via Leopoldo Pergher, 16 Trento Tel. 0461.820526

incentivi e emissioni zero CITY POWER è lo scooter elettrico che ti permette di circolare liberamente unendo praticità, comodità e rispetto dell’ambiente. CITY POWER è a emissioni zero, è silenzioso e offre innumerevoli vantaggi: • completamente ecologico • esenzione dalla tassa di circolazione per i primi 5 anni • assicurazione più economica • possibilità di accedere alle Zone a Traffico Limitato (centri storici) • incentivi all'acquisto per le province che lo prevedono (es. Trento 50% per un valore massimo di 2.500 €) • basso costo di esercizio (una ricarica che permette di fare più di 100km costa meno di 80 €/cents) Inoltre CITY POWER è dotato di batteria al litio che comporta ulteriori benefici: • durata doppia (circa 1000 cariche) rispetto a una normale batteria al piombo • peso 17 kg (la metà di quelle al piombo) • possibilità di estrarre la batteria per la ricarica in casa • tempo di ricarica più breve

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www.promoevent.it

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l Concorso “La Bella d’Italia”, nato nel 1981 da un’idea del patron signor Alfonso Cariello, grazie alla tenacia e alla forza d’animo da parte di tutto lo staff organizzativo, oggi risulta essere il Concorso più seguito e strutturato dopo Miss Italia. Anche qui nella nostra regione sta partendo la 30^ edizione del Concorso Nazionale LA BELLA D'ITALIA, che si svolgerà in diverse località del Trentino Alto Adige e del Veneto. Grande opportunità per tutte le ragazze che hanno voglia di trascorrere una serata in allegria con la possibilità di essere delle future protagoniste del mondo dello spettacolo e della moda. Le iscrizioni per le selezioni regionali della “Bella D’Italia” sia per il Trentino-Alto Adige che per il Veneto, sono già aperte, gratuite senza alcuna tassa di iscrizione da versare.

La più bella sei tu La trentesima EDIZIONE del Concorso Nazionale organizzato da promoevent. Da luglio le selezioni e le finali regionali in trentino

Le candidate devono avere un’età compresa tra i 14 ed i 25 anni e per iscriversi dovranno rivolgersi a Promoevent Service in via Matteotti 3 a Trento (tel.0461-910788, e-mail info@promoevent.it), società referente per il Trentino Alto Adige e il Veneto. Ribadiamo che l’iscrizione è gratuita ed aperta a tutte le ragazze che hanno voglia e piacere di vivere il mondo dello spettacolo e divertirsi. Un’ora e mezza di musica, allegria e sfilate, da molti anni attirano un numero sempre maggiore di spettatori e di ragazze che hanno voglia di passare una serata di diverti-

mento e di emozione, il tutto sarà animato da presentatore/ presentatrice che di sicuro non vi farà annoiare. Le concorrenti sfileranno con abito da sera, in costume da bagno fornito dallo sponsor Giada Marina e abbigliamento intimo mettendo in evidenza tutta la loro bellezza ed il loro fascino che renderà la serata ancora più magica. Le Belle verranno valutate da una giuria che sceglierà cinque ragazze in ogni serata di selezione, le quali di diritto prenderanno parte alla Finale regionale del concorso. Alle partecipanti verranno consegnati premi vari, quali costumi da bagno, gioielli, trucchi, magliette, t-shirt, gadget, in modo che rimanga loro un piacevole ricordo di un momento di spettacolo e bellezza. Le vincitrici dei titoli regionali rappresenteranno la Regione alla Finale nazionale, che si svolgerà in settembre a Scalea, in Calabria. Le Belle potranno diventare delle future protagoniste del mondo dello spettacolo e della moda, “La Bella D’Italia” infatti, è un piccolo trampolino di lancio e potrebbe essere solo l’inizio di una lunga e fruttuosa carriera, oltre che lavorare qui in Trentino come

hostess e modelle. Chi volesse ospitare una selezione del Concorso per vivere una serata diversa di spettacolo coniugando bellezza e divertimento, ma anche cultura, si può rivolgere a Promoevent Service, al numero 0461-910788 oppure 3489320138 (Massimo). Anche in Trentino l’apprezzamento per il Concorso è in continua crescita, speriamo quindi di poter ancora portare in regione altri titoli naziona■ li...

DATE: SELEZIONI: 5 Luglio ore 21.30 Caldonazzo, Terrazza Lake c/o New Spaghetti Club ss. 47 della Valsugana 8 luglio ore 21.30 Ravina di Trento, Mas dela Fam 14 Luglio ore 21.30 Bardolino, Ristorante Corte San Luca FINALI REGIONALI: 16 agosto ore 21.30 Caldonazzo, Terrazza Lake c/o New Spaghetti Club ss. 47 della Valsugana 28 agosto ore 17.00 Borgo Valsugana C.C. Le Valli Altre date sono in fase di definizione

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MUSICA E NATURA SI INCONTRANO IN QUOTA Dal 3 luglio al 27 agosto appuntamento con I Suoni delle Dolomiti

Fototeca Trentino S.p.A. - Foto di Studio Azzurro

Elio e le Storie Tese, Enrico Bertolino, Bollywood Brass Band, Davide Van de Sfroos, Max Gazzè, Arsene Duevi Quartetto, Salvatore Accardo, Francesco de Gregori e Goran Bregovic sono soltanto alcuni fra i grandi artisti protagonisti del festival che, per l'edizione di quest'anno, si arricchisce di una nuova sezione: “Il Racconto delle Dolomiti”

Per la 17ª volta, fra il 3 luglio e il 27 agosto, le montagne del Trentino, con le sue malghe, le rocce, i boschi e i laghi accoglieranno artisti di rilievo internazionale, ospiti di un festival unico al mondo: I Suoni delle Dolomiti. Musicisti, ma anche attori, scultori e alpinisti si incammineranno assieme al pubblico verso il luogo dove si esibiranno, di primo pomeriggio o di mattina, persino alle prime luci del giorno, ma sempre nel massimo rispetto dell’ambiente circostante. La musica – da quella classica alla world music, dal jazz alla canzone d’autore - come linguaggio universale, la montagna come spazio di libertà: è questo il pensiero forte attorno al quale ruota un festival che, anno dopo anno, vetta dopo vetta, è diventato uno degli eventi più attesi da chi ama abbinare l’arte e la montagna.

L'organizzazione come di consueto è curata dall’Assessorato provinciale all’agricoltura, foreste, turismo e promozione e da Trentino Marketing, in collaborazione con le Apt d’ambito, i Consorzi Pro loco e numerosi soggetti pubblici e privati del territorio, sotto la direzione artistica di Chiara Bassetti e Paolo Manfrini. L’edizione 2011 prenderà avvio con Dolomiti d’InCanto, evento dedicato alla montagna e alle sue tradizioni canore: la mattina di domenica 3 luglio 16 cori del Trentino renderanno omaggio alle montagne consacrate dall’Unesco Patrimonio Naturale dell’Umanità, esibendosi nei pressi di altrettanti rifugi. L’iniziativa vedrà la partecipazione di apprezzate formazioni, alcune delle quali affermate a livello internazionale e tutte depositarie di antiche tradizioni tramandate di generazione

in generazione. Alle 12 tutti i cori intoneranno simultaneamente “Le Dolomiti”, canzone diventata uno dei classici del repertorio corale trentino. A questo evento inaugurale dal particolare significato simbolico seguirà un trekking di tre giorni, all’insegna dello spirito più avventuroso: tra giovedì 7 e sabato 9 luglio il violoncellista Mario Brunello e l’alpinista Nives Meroi guideranno i partecipanti lungo l’itinerario dei Rifugi del Catinaccio e del Sassolungo, in Val di Fassa. Al termine del trekking, a Pian Frataces, freschi ricordi, emozioni, immagini indelebilmente impresse negli occhi si mescoleranno ai suoni del violoncello e della natura. Brunello, il cui amore per la montagna è pari a quello per la musica, sarà poi protagonista di altri due appuntamenti: giovedì 14 luglio, a Malga Costa in


Fototeca Trentino S.p.A. - Foto di Gianni Zotta

Valsugana, eseguirà brani di musica antica e contemporanea, insieme all’ensemble vocale e strumentale estone Hortus Musicus, fra le opere disseminate sul percorso di Arte Sella, autentico museo all’aria aperta. Domenica 31 luglio, a Malga Spora sull’Altopiano della Paganella, suonerà quindi musiche del compositore Giovanni Bonato con al suo fianco il vibrafonista e percussionista Saverio Tasca e il Coro della Sat. Questo progetto è frutto di una coproduzione con il TrentoFilmfestival. Fra profumi antichi e moderni sarà anche il concerto (venerdì 15 luglio a Lagusel, Val di Fassa) dello scozzese Martin Mayes e del giovane quartetto londinese Horns Aloud: una performance per corni di varia foggia, inclusi quelli di montagna in cui il suono si compenetrerà con il gesto.

Per la musica classica, I Suoni delle Dolomiti ospiteranno anche due violinisti d’eccezione: Salvatore Accardo, che il 1°agosto assieme all’Orchestra da Camera Italiana proporrà brani di Kreisler, Paganini e Britten nel Parco di Paneveggio (località Carigole), la leggendaria “foresta dei violini”, e la giovane tedesca Isabelle Faust, che mercoledì 24 agosto porterà Bach ai Laghi di Bombasèl (Alpe Cermis). Il jazz sarà degnamente rappresentato da due fuoriclasse francesi quali i clarinettisti Michel Portal e Louis Sclavis (martedì 26 luglio, Buse De Tresca, Val di Fiemme) e dal quartetto del fantasioso percussionista elvetico Pierre Favre (martedì 9 agosto, Passo di Lavazé, Val di Fiemme). Il concerto di quest’ultimo avrà un sapore speciale: fra i suoi numerosi strumenti spiccheranno le “sculture

sonore” di Pinuccio Sciola, costruite per l’occasione utilizzando la pregiata pietra trentina. Novità dell’edizione 2011 è invece il ciclo di incontri Il Racconto delle Dolomiti: nel cuore dei Monti Pallidi (in Val di Fassa, nel gruppo del Catinaccio), venerdì 22 luglio al Rifugio Roda di Vael Fausto De Stefani e venerdì 29 luglio al Rifugio Vajolet Reinhold Messner, racconteranno per la prima volta la storia, le caratteristiche e le tradizioni di queste rocce uniche al mondo. Lassù, in quota, dove i Suoni si diffondono nel cielo, le storie si fondono con i luoghi. Tutti gli appuntamenti sono in programma alle ore 14, ad eccezione di quelli del 3 luglio per Dolomiti d’InCanto (ore 11), del 14 luglio ad Arte Sella (ore 11 e 15) e del 23 e 30 luglio per L’Alba delle Dolomiti (ore 6) .


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opo la serie di concerti che si è aperta il 23 giugno prosegue fino al 10 luglio l’edizione 2011 del Garda Jazz Festival. Un progetto musicale realizzato da SMAG Scuola Musicale e Servizi Musicali Alto Garda - Arte Musica, Primo live di luglio, il 3 a Torbole Area S. Maria - 21.30, avrà come protagonista la Luca Donini Future orchestra, ensemble di musicisti professionisti, fondato nel 1989 da uno dei più noti jazzisti del Nord-Italia. Mercoledì 6 luglio. Riva del Garda, (Rocca - ore 21.30) concerto dei Bix Factor, mentre giovedì 7 il Festival torno a Torbole (Area S. Maria ore 21.30) con i “3 cani randagi - Ottolini Quartet” ovvero: fra ironia e tragedia nei suoni e colori del blues di inizio '900. " Venerdì 8 a Nago (Chiesa

GARDA JAZZ prosegue il Garda Jazz Festival. Primo live di luglio, il 3 a Torbole con la Luca Donini Future orchestra Ss.ma Trinità ore 21.30) spazio ai musicisti ungheresi Ferenc Snetberger e Josef Horvath, mentre sabato 9 a Torbole (Area S. Maria ore 21.30) Seamus Blake presenterà il suo progetto Electric Seamus, in cui il grande tenore sassofonista di New York, si avventura in un mondo di

sonorità e di ritmi metropolitani, attraverso un modus personale che ammalia, quasi ipnotizza l'ascoltatore per la tensione continua, incessante ed il quasi didascalico percorrere le notti caotiche della città. A chiudere il Garda Jazz Festival, domenica 10 al Palazzo Congressi di Riva

del Garda, sarà la Mike Stern Band, formazione guidata dal noto chitarrista americano. La musica di Mike Stern ha sempre preso spunto dalle più interessanti e vive parti della città un posto dove numerosi stili convergono per creare un suono innovativo che ha le radici nel jazz, ma è senza confini. Fin dalle sue prime incisioni, a fianco di grandi nomi come Miles Davis, Jaco Pastorius, Billy Cobham, ha permeato elementi di rock, blues, soul e altro alle sue solide basi jazzistiche. ■

rava e bollani al PRIMIERO DOLOMITI FESTIVAL BRASS

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i rinnova per il sesto anno consecutivo il fortunato connubio tra la musica per ottoni e le suggestive valli dolomitiche. L’edizione 2011 del “Primiero Dolomiti Festival Brass”, dal 4 al 9 luglio, coinvolgerà grandi nomi del panorama musicale internazionale, tra i quali spiccano quest’anno quelli di Enrico Rava, Stefano Bollani, Funk Off, Bozen Brass. Per la prima volta attivate anche due masterclass rivolte ai giovani musicisti. Attraverso la diversificazione delle location e delle tipologie di concerto, ognuna contrassegnata da uno specifico colore identificativo, il Primiero Dolomiti Festival Brass si conferma una manifestazione di grande appeal musicale e turistico, che garantisce spettacoli coinvolgenti e divertenti, oltre che di qualità. Fra gli appuntamenti serali più importanti quello di martedì 5 con il duo formato da Enrico Rava e Stefano Bollani che saranno all’Auditorium di Primiero a Transacqua dalle 21. Il duo è uno dei top live act del jazz odierno. Insieme, Rava e Bollani formano una coppia di altissimo livello interpretativo. Due sensibilità superiori, due poeti in musica, ognuno

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legato sentimentalmente ed indissolubilmente al proprio strumento. Richiestissimi in patria e all’estero, anche con le proprie formazioni, Rava e Bollani hanno trovato un terreno d’intesa dove il lirismo e l’esplosività, lo spirito d’avventura e la saggezza del trombettista triestino si incontrano con il talento pianistico senza pari del giovane jazzista milanese. Stefano Bollani il 14 dicembre 2007 ha ricevuto a Vienna l’ambitissimo premio “Europeran Prize”. Una giuria specializzata in rappresentanza di 23 paesi europei lo ha acclamato miglior musicista dell’anno 2007. Sempre a Transacqua, giovedi 7, concerto dei Funkoff, prima marchin’ band italiana con oltre dodici anni di attività alle spalle, i Funk Off hanno creato un genere di spettacolo che si pone a metà strada tra il groove della black music, il jazz puro e la melodia italiana, amalgamando il tutto con coreografie di grande impatto visivo ed emotivo. Le loro musiche, scritte e arrangiate da Dario Cecchini, fondatore e leader della band, sono uniche e inimitabili. Per ogni altro dettaglio sul ricco calendario di appuntamenti: www.primierodolomitifestival.it



M O U N TA I N M A G A Z I N E M A D E I N I TA LY


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www.ntbz.net

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a 27ª edizione del Festival Bolzano Danza, MYTHOS, esplora la polisemia della parola “mito” attraverso un cartellone spettacolare che ne declina le accezioni senza mai dimenticarne il significato primario, ossia quello di “racconto”, discorso. In programma dal 18 al 30 luglio nelle sale e nei meandri del Teatro Comunale, nelle vie di Bolzano, in alcuni luoghi simbolo della città e in alta quota, Bolzano Danza 2011 – nella sua duplice veste di cartellone spettacolare e corsi formativi (a cura di Südtiroler Kulturinstitut) – si presenta con una forza propulsiva nuova, forte di nuove collaborazioni e partnership. L’apertura del Festival è riservata alla compagnia belga Thor di Thierry Smits. (Sala Grande, 19 luglio). Secondo appuntamento è il nuovissimo solo di Chantal Loïal (apprezzata interprete

Il racconto della danza In programma dal 18 al 30 luglio nelle sale e nei meandri del Teatro Comunale, nelle vie di Bolzano, in alcuni luoghi simbolo della città della Compagnia MontalvoHervieu e Les Ballets C. de la B., nonché fondatrice di Difé Kako), coprodotto da Bolzano Danza: On t’appelle Vénus, questo il titolo dell’assolo, (Sottopalco, 21, 22 luglio). Gradito ritorno, dopo il successo ottenuto nella scorsa edizione del festival con lo spettacolo Site Specific sul tema delle barriere e della caduta del muro di Berlino, il gruppo tedesco MOVIN-

GTHEATRE.DE diretto da Emanuele Soavi, Massimo Gerardi e Achim Conrad propone in prima italiana Daedalus//Dreams, (Teatro Studio, 22, 23 luglio). La coppia di artisti Michele Abbondanza e Antonella Bertoni lavorerà all’ideazione di una performance sul tema del multilinguismo che si svolgerà all’interno della torre dell’EURAC. Il titolo del lavoro è bll (EURAC tower,

23 luglio, tre repliche). È un “bellissimo viaggio onirico nel cuore dell’umanità” – così Frédérique Meichler sul quotidiano L’Alsace – a proposito di Mais le diable marche à nos côtés del coreografo franco-algerino Heddy Maalem (Sala Grande, 25 luglio). Già applaudito al festival di tre anni fa in coppia con Egon Madsen nel frizzante Don Q, l’eclettico Eric Gauthier (danzatore, coreografo, musicista e direttore di compagnia) a cui Bolzano Danza 2011 dedica un focus (Sala grande, 27 luglio). Il programma completo di Mythos è disponibile sul sito internet www.ntbz.net. ■

Vart - il festival dell’arte. A mezzolombardo

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orna anche quest'anno Vart - il festival dell’arte: concorsi, workshop, artisti riuniti a Mezzolombardo, un appuntamento variegato in programma dal 20 al 26 luglio. Vart è uno spazio aperto a tutti coloro che vogliono "mostrare" la propria creatività. Vart, acronimo di “le vie dell’arte”, da sempre attento ai percorsi artistici dei giovani e degli artisti regionali, si pone, oggi, come orizzonte il mondo. Vart ha come obiettivo l’apertura di nuovi scenari che vedono il Trentino collocarsi, a pieno titolo, fra le “aree” dove si produce arte, comparando il proprio prodotto artistico con le produzioni artistiche mondiali. I numeri di Vart 2011 sono importanti: 7 giorni, 21 luoghi, spazi pubblici e privati, 6 vie/piazze, 87 eventi, concerti, spettacoli, mostre, esibizioni, installazioni, presentazioni, proiezioni, più di 200 artisti, 5 concorsi (teatro/performance, poesia/haiku, pittura, canto e fotografia) 6 caffè letterari, 6 aperitivi con..., 1 libro, 10 workshop. Le 13 arti rappresentate: le sette arti maggiori pittura, poesia, musica, architettura, scultura, dan-

za e cinema insieme a ceramica, fotografia, teatro, moda/ design, videoarte e letteratura. Tutto ciò rendono Vart manifestazione unica in Trentino e, con ogni probabilità, in tutta italia. Una grande occasione di confronto e sviluppo per le arti in dialogo fra loro. Una straordinaria fucina di creatività, una rappresentazione del nostro presente con obiettivo la crescita futura. Un luogo d'incontro fra la cultura umanistica e quella artistica, quale spazio di incontro fra riflessione teorica e pratica artistica, sviluppo di progetti di ricerca e progetti espositivi. Un programma espositivo trasversale attento all’interdisciplinarietà fra le arti. Un’occasione unica per il pubblico che potrà apprezzare percorsi artistici vari e diversi uno dall'altro, proposte artistiche che spaziano dal classico al contemporaneo e pubblico che ha la possibilità di partecipare attivamente alle diverse attività, esprimendo propri personali giudizi nei concorsi o iscrivendosi ad uno dei numerosi workshop. Vart vuole rappresentare la cultura che si avvicina alla gente con proposte artistiche varie adatte a tutte le fasce d’età ed a tutte le sensibilità.

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trentinomostre

Passato e presente, archeologia, architettura

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er chi sale l’arcaica collina del Tegazzo, una volta entrati dal portone di Castel Pergine, s’imbatte in una molteplicità di forme ottenute con i più

svariati materiali e dalle grandezze variabili. Ce ne sono di monumentali, in marmo, terracotta, in legno. Ma tutte questi lavori hanno in comune denominatore: rappresentano “case”. Per Graziano

Pompili,

istriano di nascita, la casa risulta essere un piccolo microcosmo, assimilabile all’uomo stesso perché è consapevole che quanto avviene nella casa avviene dentro di noi. Quindi le varie forme di casa che l’artista trae dalla materia nascono dal recupero di una storia passata, dall’incontrarsi della memoria con il ricordo, del dialogo della testimonianza storica con quello della cronaca. Passato e presente, archeologia, architettura, antropologia si mescolano allo stesso modo in cui la mano miscela la creta per innalzare verso l’alto forme essenziali ma dall’indubbio fascino primitivo. Il legno racchiude l’eco della nascita del mondo e il marmo, candido,

“MONTAGNA VISSUTA, MONTAGNA SOGNATA”

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al 16 luglio al 4 settembre il Centro d’Arte Contemporanea di Cavalese ospita nelle sale di Palazzo Firmian l’ evento “Montagna vissuta, Montagna sognata” progetto curato da Elio Vanzo. La mostra, con cui si conferma la collaborazione con il Mart, propone due protagonisti dell’ arte nostra contemporanea: il pittore Paolo Vallorz e il fotografo Gabriele Basilico. Il primo trentino, della Valle di Sole, con importanti momenti parigini; il secondo milanese, fotografo del mondo. Li accomuna l’amore per la natura, la montagna in particolare. Ed al centro della mostra-evento c’è proprio la Montagna: quella vissuta dalla gente che ne trae sostentamento e quella sognata dalla stessa gente e da chi la vede trasfigurata dall’arte pittorica e fotografica. Il Mart fornisce al Centro d’Arte Contemporanea le splendide fotografie di Gabriele Basilico, grattaceli e masi, piazze e valli fra le montagne e il CeAc ha ottenuto da Vallorz le opere più significative del suo rapporto con la natura. “ Sono ritornato alla vita, scrive Vallorz, alla natura, ai fiori, ai frutti nella loro naturalità vera”.

levigato come la luce oppure opaco e quindi apparentemente scabroso, si presenta tenace con pretese di eternità. Il risultato sono oggetti che

terra, specchio dell’anima. Tra lamiere, disegni su carta,

sembrano non finiti – d’altronde non

legni, terracotte, marmi, metalli, lo spettatore si può

è degli uomini creare cose perfette

far trascinare fuori dalla dimensione del qui e adesso

e immortali –, così come non sono

per viaggiare lungo le correnti che lo possono portare,

esaustive le case rifugio a cui l’artista

complice le forme archeologiche, al di fuori del tempo

si rifà. Le sale interne e i cortili esterni

per approdare lì, nei territori dell’assoluto dove i segni

del Castello di Pergine sono diventati

e i simboli si fondono per raccontare quei valori che

in questo modo nidi, case. Ospitano,

sono comuni a tutte le culture tradizionali. La mostra,

nel proprio cuore, queste sculture

accompagnata da un catalogo curato da Franco Batacchi,

nate negli ultimi dieci anni e il visitatore si trova a tu per

Theo Schneider e Verena Neff, chiuderà il 6 novembre.

tu con lavori che sono delle vere e proprie porte aperte

Allo Studio d’Arte Raffaelli troviamo invece le opere

sull’immaginario cosmico umano, riflesso del cielo sulla 90

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“conturbanti” di Nicola

Samorì, alla sua seconda


trentinomostre personale in quel di Trento. Da sempre pittore che ha usato la tela per raccontare, più nel male che nel bene, il corpo umano con questi ultimi lavori racchiusi sotto il titolo di “Scoriada” si è allargato nello spazio presentando una serie di opere disseminate nello spazio rese nel loro momento di vita/frammento e che, nonostante la distanza, si attraggono a distanza come una calamita. È un percorso di resistenze e di sferzate che staccano il dipinto dal suo sonno bidimensionale per farne un’estasi plastica, quasi una fuoriuscita da sé. In ogni lavoro l’interno è messo in comunicazione con l’esterno attraverso una rottura della superficie che, incisa col bisturi, si apre e mostra il rovescio, deposito di colori freschi e intensi come quelli che abitano il dentro del corpo. Domina la parete di fondo della sala maggiore di Palazzo Wolkenstein l’opera “Scoriada” (400 x 250 cm), che dà il titolo alla mostra; si tratta della scorticatura di uno scorticato, di un dare pelle alle ossa. Il suo impianto monumentale viene testato fino a un punto limite, l’istante in cui la forma rischia (e talvolta perde) la sua integrità. Anche i marmi – presentati per la prima volta ed eseguiti appositamente per questo progetto - si accartocciano, si tendono come pelli o inghiottono sassi quasi fossero materia molle. Altrove immagini antiche come affumicati dipinti barocchi schiudono a un cascame di colori espressionista, prove di un tempo invertito, come se la stratificazione delle epoche si fosse accumulata a rovescio. In alcune tavole la pittura sembra invece trasformarsi in un esperimento braille, interamente annerita nelle sue superfici e leggibile solo col tatto oppure oscillando lo sguardo davanti alla caligine che affoga la forma. In questi spessori la scultura torna a essere “lanterna della pittura”, esprimendo un’immagine che è a tutti gli effetti un bassorilievo, come lo sono le pitture scorticate nelle quali si manifesta una tensione innaturale a prendere le distanze dal supporto, cercando di inventare un corpo a una pellicola che spessore sembra non averne. In questo spasmo della forma nessun attributo può vantare stabilità, neppure l’aureola che scivola con la consistenza della cera sul viso Carlo Borromeo, il santo lombardo che chiuse la vita, pare, con una frase che attraversa tutto il repertorio d’immagini in mostra: “la candela per far luce deve consumarsi”. La mostra chiude il 30 settembre.

Arco Mostre La grande guerra sull’Altissimo Apertura: da domenica 7 novembre 2010 a lunedì 21 novembre 2011. Casinò Municipale - Mostra fotografica. Mostre Vivere altrove Apertura: da domenica 7 novembre 2010 a lunedì 21 novembre 2011. Casinò Municipale - Storie di migranti nel Basso Sarca Trentino. Mostra multimediale. Mostre Mostra Robert Gschwantner Apertura: da domenica 22 maggio a domenica 4 settembre. Palazzo Panni - Arte contemporanea. Info: Ingarda Trentino 0464.554444 .

Caldonazzo Mostre Luigi Prati Marzari Apertura: da venerdì 10 giugno a domenica 10 luglio. Centro d’Arte La Fonte - nell’ambito del Trentino Book Festival. Alla riscoperta di uno dei più importanti artisti trentini. Luigi Prati Marzari è parente da parte di madre dei più celebri Eugenio, Giulio Cesare, Romualdo Prati. Info: www.trentinobookfestival.it. Mostre Gabriella Osele Apertura: dal 20 al 27 luglio. Centro d’Arte La Fonte. Centro d'Arte La Fonte. Mostre Giulia Krizek Apertura: dal 30 luglio all'8 agosto. Centro d’Arte La Fonte. Centro d'Arte La Fonte.

Cavalese Mostre MONTAGNA VISSUTA, MONTAGNA SOGNATA! Apertura: da sabato 16 luglio a domenica 4 settembre. Centro Arte Contemporanea - Nella fotografia di Gabriele Basilico e nella pittura di Paolo Vallorz. A cura di Elio Vanzo. Entrata libera. Tutti i giorni, tranne il lunedì. Orari: 15:30-19:30.

Grumes Mostre “SAPERE D’ARTIGIANO” Apertura: da sabato 16 a domenica 31 luglio. Sala Le Are - Fotografie di vecchi mestieri trentini. Tutti i giorni 20 - 22. Domeniche: 15 18 e 20 - 22.

Lardaro Mostre Paesaggi di guerra Apertura: da domenica 26 giugno a domenica 10 luglio. Forte Larino - Il Trentino alla fine della

Prima Guerra Mondiale. Orario: 9-12.30 / 14-18. www.trentinograndeguerra.it. Mostre Paesaggi di guerra Apertura: da lunedì 25 luglio a domenica 14 agosto. Forte Larino - Il Trentino alla fine della Prima Guerra Mondiale. Orario: 9-12.30 / 1418. www.trentinograndeguerra.it. infotn.it - tel 0464.505181.

Pergine Valsugana Mostre GRAZIANO POMPILI “ORT” Apertura: fino a domenica 6 novembre. Castel Pergine, Trento. A cura di Franco Batacchi, Theo Schneider, Verena Neff. Inaugurazione: sabato 16 aprile, ore 17. Graziano Pompili è l’artista scelto per la mostra personale che dal 1991 il Castello di Pergine Valsugana (Trento) dedica ogni anno ad artisti di rilievo, che per tutta la stagione estiva hanno la possibilità di esporre le proprie opere negli spazi interni ed esterni al Castello. orari martedì - domenica: 10.30/22 lunedì: 17/22. tel. 051 269267 .

Riva del Garda Mostre Pinacoteca: Testimonianze figurative tra il XIV e il XIX secolo Apertura: da venerdì 25 marzo a martedì 1 novembre. Museo “La Rocca” - Archeologia dell’Alto Garda. Storia: il lago, gli uomini, i tempi. Mostre “Gramodaya” Apertura: da sabato 28 maggio a venerdì 28 ottobre. Villino Campi Mostra itinerante sulla sostenibilità ambientale India-Trentino. Info: Ingarda Trentino 0464.554444 . Mostre Alessandro Oppi Apertura: da venerdì 8 luglio a domenica 30 ottobre. Museo La Rocca - 1910 viaggio intorno al Garda. Info: Ingarda Trentino 0464.554444 . Mostre Mostra personale del pittore Enrico Meneghelli Apertura: da sabato 9 a domenica 31 luglio. Galleria Civica Craffonara. Info: Ingarda Trentino 0464.554444 .

Rovereto Mostre La rivoluzione dello sguardo. Capolavori delle collezioni del Musée d’Orsay Apertura: da venerdì 1 aprile a domenica 24 luglio. Mart corso Bettini 43 - a cura di Guy Cogeval, con la collaborazione di Isabelle Cahn.

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trentinomostre Direzione Scientifica di Gabriella Belli . Orari: lun-dom 10-18 ven 10-21. Numero verde 800 397760. Mostre Look today. Gli ultimi sessant’anni Apertura: da venerdì 1 aprile 2011 a domenica 12 febbraio 2012. Mart corso Bettini 43 - a cura di Gabriella Belli. Orari: mart-dom 10-18, ven 10-21. Numero verde 800 397760. Mostre Look today. Gli ultimi sessant’anni Apertura: da venerdì 1 aprile 2011 a domenica 12 febbraio 2012. Mart corso Bettini 43 - a cura di Gabriella Belli. Orari: mart-dom 10-18, ven 10-21. Numero verde 800 397760. Mostre Roberto Iras Baldessari Apertura: fino a domenica 30 ottobre. Casa d’Arte Fortunato depero, via Portici 38. Depositi e acquisizioni al Mart. Dalle 10 alle 18 (lun. chiuso). Mostre Rosa Barba Stage Archive Apertura: da venerdì 27 maggio a domenica 28 agosto. Mart corso Bettini 43. Info: 0464-452253, email: cultura@comune.rovereto. tn.it - www.comune.rovereto.tn.it.

Trento Mostre Le grandi vie delle civiltà Apertura: fino al 13 novembre. Castello del Buonconsiglio - Relazioni e scambi fra il Mediterraneo e il centro Europa della preistoria alla romanità. Tel +39 0461 233770 - email: info@buonconsiglio.it. Mostre CERAMICHE di Matteo boato Apertura: da venerdì 6 maggio a sabato 2 luglio. Maistri Interni - via V. Veneto, 148 - Partecipa la Cantina Pisoni. Mar-sab 9.3012.30 e 15-19. Maistri Interni - 0461.830075, matteoboato@ gmail.com - 348.5702306 Mostre IVAN ZANONI: OMAGGIO A TORRE AQUILA Apertura: da sabato 14 maggio a mercoledì 7 settembre. Galleria d’arte Il Castello, via degli Orbi 25 - Un’esposizione fortemente legata al territorio ed al suo patrimonio culturale. Lo scultore della Val di Sole Ivan Zanoni rende infatti omaggio al Castello del Buonconsiglio ed in particolare agli importanti affreschi che compongono il Ciclo dei Mesi di Torre Aquila, focalizzandosi sulla pullulante presenza faunistica che accompagna

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le scene di vita cortese e rurale rappresentate. Dalle 17. Mostre Linguaggi e territorio Fino al 29 luglio. Palazzo Trentini. A cura dell'Aspart, galleristi del Trentino.

Museo diocesano: Una Storia a Ricamo

Mostre A bordo della città di milano Dal 5 al 31 luglio. Le Gallerie di Piedicastello. L'impresa del dirigibile Italia di Umberto Nobile fotografata da Carlo Felice Garbini. Mostre Nicola Samorì Apertura: fino a venerdì 30 settembre. Studio d’Arte Raffaelli, Palazzo Wolkenstein Via Marchetti, 17- Scoriada, questo il titolo della mostra, mette in evidenza gli ultimi esiti della sua ricerca disseminando lo spazio di frammenti che si attraggono a distanza. Lunedì - sabato 10/13 - 16/19.30. Info: 0461 982595; studioraffaelli@tin. it; www.studioraffaelli.com. Mostre Non ancora Italia Apertura: da sabato 28 maggio a domenica 24 luglio. Torre Vanga - piazza della Portèla 1. Orario: 10.00 - 18.00 (chiuso il lunedì). Temi risorgimentali dell’arte in Trentino. La mostra si inserisce nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia ed è dedicata alla produzione artistica dell’epoca, ispirata in modo particolare ai fermenti risorgimentali che, come nel resto d’Italia, infiammarono il popolo Trentino. A cura della Soprintendenza per i Beni Storico-artistici in collaborazione con il Mart. Ingresso libero. Mostre Clemens von Wedemeyer Fino al 28 agosto. Fondazione Galleria Civica, Via Cavour. Orario: martedì-domenica, 10/18, chiuso lunedì.

Vigo di Fassa Mostre MEN IN FLOWER Apertura: da sabato 25 giugno a venerdì 30 settembre. Active Hotel Olympic - Gli spazi dell’hotel ospitano le opere e le installazioni di ANNAMARIA GELMI e WILLY VERGINER. Info:Tel. 0462 764225.

Villa Lagarina Mostre AL MURO, AL MURO!! di PAOLO TAIT Apertura: da sabato 2 luglio a domenica 7 agosto. Palazzo Libera - Mostra dedicata all’artista trentino Paolo Tait. Entrata libera. Ma-Me-Gi-Ve: 14-18, Sa-Do: 10-12.30/14-18. Lunedì chiuso. Info: 0464.414966 - 0464.494200 - tonico52@yahoo.it.

S

i intitola “Una Storia a Ricamo - La ricomposizione di un raro ciclo boemo di fine Trecento” la mostra che fino al 7 novembre sarà visitabile a Trento, al Museo Diocesano Tridentino di Piazza Duomo. Una mostra a cura di Domenica Primerano. La recente restituzione da parte del Museum of Fine Arts di Boston di un prezioso pannello a ricamo, realizzato intorno al 1390-1391, ha permesso al Museo Diocesano Tridentino di ricomporre il più esteso ciclo figurativo di ricami boemi di quest’epoca che ancora si conservi: quello raffigurante scene della vita di San Vigilio, patrono di Trento, che la città ha celebrato il 26 giugno scorso, portando in processione la preziosa urna con le reliquie. L’insieme, composto da una croce di pianeta e da “bruste” di dalmatica destinate a decorare un parato da messa solenne in velluto turchino, fu commissionato ad un laboratorio di Praga dal nobile moravo Giorgio Liechtenstein che si apprestava a divenire principe vescovo di Trento. In questi giorni è stato ultimato il restauro della “brusta” mancante: il museo può ora presentare al pubblico questo straordinario e raro corredo, finalmente reintegrato. E lo fa allestendo una mostra, di taglio fortemente didattico, incentrata sulla raffinata committenza di un presule di ampi e variegati orizzonti culturali. L’esposizione intende anzitutto raccontare una storia: quella che il Liechtenstein, partendo dalla Passio Sancti Vigilii, volle porre a decoro di quel parato solenne che avrebbe indossato durante la cerimonia della sua consacrazione episcopale. Attestando la protezione e benedizione di Vigilio sulla sua consacrazione episcopale, il Liechtenstein legittimava il proprio ruolo di guida spirituale della diocesi; al contempo, in quanto principe del Sacro Romano Impero, vassallo dell’imperatore, Giorgio intendeva affermare da subito e con forza la propria autorità sul Principato. In secondo luogo la mostra punterà l’attenzione su quella che potremmo definire una sorta di “pittura ad ago”: il ricamo, una tecnica di antichissima origine, a torto confinata nell’ambito delle cosiddette arti minori per il suo porsi a metà strada tra produzione artistica e artigianale.



trentinoappuntamenti

In estate si sale lassù, dove le note risuonano

A

rriva l'estate e, quasi per un riflesso incondizionato, l'intrattenimento in Trentino si

per "I

sposta verso l'alto, sulle bellissime montagne

Suoni delle Dolomiti", la

rassegna che anche quest'anno porterà la musica e la voce di grandi interpreti sulle alte quote. I nomi sono quelli altisonanti, tra gli altri, di Francesco De Gregori,

Max Gazzè, Elio... Una triade che da sola basta

a dare lustro al festival trentino. Ma l'estate è anche il momento dei ricchi calendari di eventi proposti dalle città di Trento e di Rovereto. Un'occasione per turisti e residenti di vivere questo caldo periodo dell'anno in maniera spassosa o creativa anche nell'ambito cittadino. Per la musica classica, l'Orchestra

"Haydn"

di Trento e Bolzano percorrer

max gazzè

F

in dai primi anni ‘80, innamoratosi del basso elettrico, Max Gazzè si è impegnato ad acquisire sempre maggior padronanza dello strumento, cimentandosi con stili diversi quali progressive rock, ska, new wave, jazz e soul. Nato a Roma nel 1967, Max ha trascorso diversi anni a Bruxelles dove ha studiato musica e intrapreso una carriera professionale esibendosi con vari gruppi. Per cinque anni ha fatto parte, come bassista, arrangiatore e coautore, dei 4 Play 4, formazione inglese di Northern Soul che effettuò escursioni pionieristiche nell’acid jazz. Con la band si è trasferito successivamente nel Sud della Francia dove ha lavorato anche come produttore artistico (Pyramid, Tiziana Kutich). I singoli “La favola di Adamo ed Eva” e “L’amore pensato” si imponevano tra i brani più programmati dalle emittenti radiofoniche negli ultimi mesi del ‘98 e i primi del ‘99. L’entusiasmo suscitato da “La favola di Adamo ed Eva” si rifletteva inoltre sugli ottimi posizionamenti ottenuti da Gazzè nei referendum indetti dalle riviste specializzate (sia tra i lettori che tra gli esperti). Proprio a qual periodo risalte l’invito a partecipare all’edizione 1998 del prestigioso Premio Tenco. Scelto come "Big" per il 50° Festival di Sanremo, si presenta con un brano come sempre originale - "Il timido ubriaco" - che se non raccoglie un largo consenso della giuria popolare, viene invece estremamente rivalutato dalla giuria tecnica. Pochi giorni dopo il Festival esce il suo terzo album, sempre su etichetta Virgin, che questa volta intitola semplicemente “Max Gazzè”.

in lungo e largo la regione in occasione della sua usuale tournée estiva, portando un pizzico di cultura alta e le note di immortali musicisti di secoli

musicale. Da citare anche Piné

fa anche nelle valli più lontane.

un festival che ha una sua storia da raccontare, e

Per il jazz, è il 3 luglio il promo appuntamento con il

Garda Jazz Festival: suona la Luca Donini

Musica,

Oltrasuoni, rock a volontà per i più giovani.

Torna quest'anno, dopo un anno di pausa di

Future Orchestra.

riflessione, "Ala

Luglio, voglia di stare al sole e di divertirsi. Due

al 10 luglio, per non dimenticare la propria storia e aver

le storiche

rassegne di cabaret che

porteranno il buonumore tra chi scegli di trascorrere i mesi estivi in Trentino. Stiano parlando di "Ridendro e

Città di Velluto", dall'8

cura per i segni, le tracce ancor vive, di un passato illustre e mai dimenticato.

Un nota su DOC, Denominazione

di

Scherzandro" e di "Rovereto Cabaret".

Origine Cinematografica. Dalle 20.

È arrivata alla trentunesima edizione, invece,

Cantina di Isera - Un nuovo modo di “bere e gustare”

Drodesera, che dal 22 al 30 luglio coinvolgerà

il cinema lungo le Strade del Vino. Presso gli spazi

il pubblico in una carrellata di rappresentazioni

della andranno in scena le degustazioni di vini e

all'insegna di una contemporaneità teatrale e

prodotti gastronomici e la proiezione di un film d'essai.

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trentinoappuntamenti 1 venerdì Folklore Pergine Spettacolo aperto Pergine Valsugana. Dalle 18 alle 24. Centro storico - Carnevalestate, la più folle festa . Info: 0461.530179; info@perginefestival.it; www. perginefestival.it. Musica Concerti e Musica Trento. Ore 21. Giardino S.Chiara - a Banda Larga tra musica e sapori del territorio. Info: 800.013952. Teatro Pergine Spettacolo aperto Pergine Valsugana. Ore 21.15. Piazza Municipio - “Bus Stop”, Five quartet trio. Info: 0461.530179; info@perginefestival.it; www. perginefestival.it.

2 sabato Folklore Concorso Nazionale Miss Italia Mori. Piazza Cal di Ponte. Folklore Pergine Spettacolo aperto Pergine Valsugana. Dalle 18 alle 24. Centro storico - Carnevalestate, la più folle festa . Info: 0461.530179; info@perginefestival.it; www. perginefestival.it. Musica Concerti e Musica Trento. Ore 20.30. Giardino S.Chiara - Associazione Is-land. Due note per i giovani. Info: 800.013952.

Menù di luglio:

Musica Festival Pianistico “Le tastiere Raccontano” Baselga di Pinè. Ore 21. Centro Congressi Pinè 1000 - Stefano Guarino Cello & Piano solo Cassadò-Liszt-Sollima-Gershwin. Info & Prevendita: APT Pinè Cembra 0461/ 557028; www.visitpinecembra.it; www.distrattamusa.it.

Teatro Pergine Spettacolo aperto Pergine Valsugana. Ore 21.15. Teatro Tenda - “Camus & Schmutz” Duo Full House. Info: 0461.530179; info@perginefestival.it; www. perginefestival.it. Folklore festa dela mortandela Caldonazzo. Tutto il giorno. Tradizionale festa organizzata dal Gruppo Folkloristico di Caldonazzo.

3 domenica Folklore Concorso Nazionale Miss Italia Pieve di Ledro. Pub Nido Verde. Musica Concerti e Musica Trento. Ore 21.30. Giardino S.Chiara - Leitmotiv, Vincitori Premio Pavanello 2008. Info: 800.013952. Musica natura(l)mente not(t)e Baselga di Piné. Dalle 20. Chiesa di S. Mauro - i concerti del coro Calicantus e... non solo si terranno in piccole chiese, autentici gioielli normalmente chiusi al pubblico. Accanto all’incanto delle musiche e dei paesaggi naturali sono previsti, prima dei concerti, dei percorsi di conoscenza e valorizzazione del territorio con guide ambientali della Rete trentina di educazione ambientale. Musica I SUONI DELLE DOLOMITI Alle 11. Rifugi del Trentino - Dolomiti d’incanto. Progetto speciale: i cori del Trentino rendono omaggio alle Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità Unesco. Info: www. isuonidelledolomiti.it. Teatro Pergine Spettacolo aperto Pergine Valsugana. Ore 21.15. Maso San Pietro - “Le fumatrici di pecore” Compagnia Abbondanza

Verdure dell’orto grigliate con caprino fresco tiepido e pesto di basilico fresco *** Pappardelle alla farina d’avena con ragù di cervo e rabarbaro candito ***

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Bertoni. Info: 0461.530179; info@ perginefestival.it; www. perginefestival.it. Folklore festa dela mortandela Caldonazzo. Tutto il giorno. Tradizionale festa organizzata dal Gruppo Folkloristico di Caldonazzo.

4 lunedì Musica Primiero dolomiti festival Fiera di Primiero. Centro pedonale - Bonporti Brass. Il Primiero Dolomiti Festival Brass è una tra le poche rassegne concertistiche in Italia dedicate alla musica per ottoni - trombe, corni, tromboni, tuba, flicorni, sassofoni - ed è organizzata dalla Scuola Musicale di Primiero. Come da tradizione, tutti i concerti dislocati per la valle avranno un proprio tema conduttore e un proprio colore identificativo. Info: Tel e fax 0439.64943; info@scuolamusicaleprimiero.it; www.scuolamusicaleprimiero.it. Musica BOZEN BRASS Mezzano di Primiero. Ore 21. Centro Storico “Arco dei Miceli” (in caso di maltempo presso il Centro Civico) - Nell’ambito del Primiero Dolomiti Festival. I Bozen Brass non sono una formazione legata ad una precisa e univoca tendenza stilistica. Il repertorio del gruppo spazia “dal Barocco al Blues”, per poter raggiungere un pubblico il più ampio possibile. Info: Tel e fax 0439.64943; info@ scuolamusicaleprimiero.it; www. scuolamusicaleprimiero.it. Teatro Pergine Spettacolo aperto Pergine Valsugana. Ore 21.15. Teatro Tenda - “Ai migranti” Collettivo 320 KG. Info: 0461.530179; info@perginefestival.it; www. perginefestival.it.

5 martedì Musica Itinerari Folk Trento. Ore 21.30. Giardino S.Chiara - Bregada Berard. Info: 800.013952. Musica ENRICO RAVA & STEFANO BOLLANI Fiera di Primiero. Ore 21. Transacqua, Auditorium di Primiero Nell’ambito del Primiero Dolomiti Festival. Sentirli suonare assieme è un’esperienza fantastica. Un’avventura sorprendente, un viaggio imprevedibile nella musica e nei suoni. Questo è quanto promette il concerto del duo Enrico Rava e Stefano Bollani. Prenotazione biglietti. Info: Tel e fax 0439.64943; info@scuolamusicaleprimiero.it; www.scuolamusicaleprimiero.it. Musica Primiero dolomiti festival Fiera di Primiero. Centro pedonale - Bonporti Brass. Il Primiero Dolomiti Festival Brass è una tra le poche rassegne concertistiche in Italia dedicate alla musica per ottoni - trombe, corni, tromboni, tuba, flicorni, sassofoni - ed è organizzata dalla Scuola Musicale di Primiero. Come da tradizione, tutti i concerti dislocati per la valle avranno un proprio tema conduttore e un proprio colore identificativo. Info: Tel e fax 0439.64943; info@scuolamusicaleprimiero.it; www.scuolamusicaleprimiero.it. Musica Pergine Spettacolo aperto Pergine Valsugana. Ore 21.15. Teatro Tenda - Vienna Vegetable Orchestra. Info: 0461.530179; info@perginefestival.it; www. perginefestival.it.

Guanciale di vitello stufato al sidro di mele e cannella Purea di patate al limone e verdurine *** Bavarese allo yogurt con lamponi di Sant’Orsola e salsa allo zenzero Prezzo del menù con i vini esclusi: Euro 34,00 Euro 45,00 con i vini abbinati

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Eleganti, versatili Per i più piccoli festa dei burattini in musica San Michele all’Adige. Ore 21.30. Museo degli usi e costumi della gente trentina - direttore artistico Luciano Gottardi. Ore 20.30 visita al museo.

e di rapida installazione. I prodotti TendSystem creano l’ambiente perfetto per i vostri eventi.

6 mercoledì Musica Contrada Larga Trento. Ore 21. Cortile Palazzo Thun - I Solisti Veneti (Auditorium in caso di pioggia). Info: 800.013952.

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Folklore BANDE IN VETRINA Caldonazzo. Ore 21. Rassegna 12^ Rassegna Bande In Vetrina - Sussex University Big Band (Brighton) banda inglese giovanile organizza: Corpo bandistico di Caldonazzo. Piazza Municipio. Folklore mezzolombardo lunare Mezzolombardo. Ore 21. Ballando sotto le stelle. Musica Pergine Spettacolo aperto Fiera di Primiero. Centro pedonale - Bonporti Brass. Il Primiero Dolomiti Festival Brass è una tra le poche rassegne concertistiche in Italia dedicate alla musica per ottoni - trombe, corni, tromboni, tuba, flicorni, sassofoni - ed è organizzata dalla Scuola Musicale di Primiero. Come da tradizione, tutti i concerti dislocati per la valle avranno un proprio tema conduttore e un proprio colore identificativo. Info: Tel e fax 0439.64943; info@scuolamusicaleprimiero.it; www.scuolamusicaleprimiero.it. Per i più piccoli Sulle ali delle fiabe Arco. Ore 14-19. Parco Arciducale - Letture di fiabe e giochi a tema. Info: Ingarda Trentino 0464.554444 . Per i più piccoli “Laboratorio del Mago” Nago. Ore 20.30. Casa della Comunità - Spettacolo per bambini. Info: Ingarda Trentino 0464.554444 . Teatro Pergine Spettacolo aperto PergineValsugana. Ore 21.15. Ex Ospedale Psichiatrico - Passeggiata teatrale “Poemi Umani” Teatro

a Canone. Info: 0461.530179; info@perginefestival.it; www. perginefestival.it.

7 giovedì Enogastronomia DOC, Denominazione di Origine Cinematografica Trento. Dalle 20. Palazzo Geremia - Un nuovo modo di “bere e gustare” il cinema lungo le Strade del Vino. Per concludere la serata il suggestivo documentario di Ermanno Olmi, Le Rupi del Vino, dedicato alla viticoltura eroica della Valtellina. Il prezzo di euro 15 è comprensivo di visita all’azienda, degustazione, proiezione e calice in vetro. Info: www. cinemaincantina.it; informazioni. doc@gmail.com; Prenotazioni: Tel: mart e merc 0461 395510; prenotazioni.doc@gmail.com; fax: 0461 910788. Folklore SPIRITUALS, GOSPEL E DINTORNI Caldonazzo. Ore 21. Rassegna "" - Xxi Edizione - Sing The Glory - Coro Gospel - Direttore Glauco Arlanch. Magnifica Corte Trapp. Escursionismo I SUONI DELLE DOLOMITI Val di Fassa. Rifugi del Catinaccio e del Sassolungo - Tre giorni di trekking con Mario Brunello e Nives Meroi. Progetto speciale: musica, montagna, avventura. Info: www.isuonidelledolomiti.it. Musica Itinerari Folk Trento. Ore 21.30. Giardino S.Chiara - Kroke. Info: 800.013952. Musica Concerto ROOTWEILERS Trento. Ore 20.30. Casa del Sole via Menguzzato 50- Concerto Rootweilers. Info: 800.013952. Musica FUNK OFF Fiera di Primiero. Ore 21. Transacqua, Auditorium di Primiero Nell’ambito del Primiero Dolomiti Festival. “Una banda così”, La più famosa ed instancabile marching band italiana con il suo irresistibile funk ha fatto vibrare e riempito di energia i più prestigiosi palchi sia in Italia che all’estero. Info: Tel e fax 0439.64943; info@scuolamusicaleprimiero.it; www.scuolamusicaleprimiero.it.


trentinoappuntamenti Musica Primiero dolomiti festival Fiera di Primiero. Centro pedonale - Bonporti Brass. Il Primiero Dolomiti Festival Brass è una tra le poche rassegne concertistiche in Italia dedicate alla musica per ottoni - trombe, corni, tromboni, tuba, flicorni, sassofoni - ed è organizzata dalla Scuola Musicale di Primiero. Come da tradizione, tutti i concerti dislocati per la valle avranno un proprio tema conduttore e un proprio colore identificativo. Info: Tel e fax 0439.64943; info@scuolamusicaleprimiero.it; www.scuolamusicaleprimiero.it. Musica Festival Pianistico “Le tastiere Raccontano” Baselga di Pinè. Ore 21. Centro Congressi Pinè 1000 - Boris Petrushansky pf ShostakovichStrawinsky. Info & Prevendita: APT Pinè Cembra 0461/ 557028; www.visitpinecembra.it; www. distrattamusa.it. Musica Concerto dei “Ivan Tibolla Trio” Riva. Ore 21.30. Museo La Rocca. Info: Ingarda Trentino 0464.554444 . Per i più piccoli festa dei burattini in musica San Michele all’Adige. Ore 21.30. Museo degli usi e costumi della gente trentina - direttore artistico Luciano Gottardi. Ore 20.30 visita al museo. Teatro Pergine Spettacolo aperto PergineValsugana. Ore 21.15. Ex Ospedale Psichiatrico - Passeggiata teatrale “Poemi Umani” Teatro a Canone. Info: 0461.530179; info@perginefestival.it; www. perginefestival.it.

Teatro Pergine Spettacolo aperto Pergine Valsugana. Ore 21.15. Maso San Pietro - “Wood!” Sordo, Viktora, Anderle. Info: 0461.530179; info@perginefestival.it; www. perginefestival.it.

8 venerdì Folklore città di velluto Ala. Centro storico e vie del paese - Il centro storico barocco di Ala, tra i più significativi e ben conservati del Trentino, si anima di attori, musicisti e guide in costume d’epoca; le vie, le corti e le piazze divengono palcoscenico per eventi e spettacoli, nelle locande si possono degustare vini e pietanze del passato. Tema della manifestazione quello dell’acqua. Musica Concerti e Musica Trento. Ore 21. Giardino S.Chiara - a Banda Larga tra musica e sapori del territorio. Info: 800.013952. Folklore BANDE IN VETRINA Caldonazzo. Ore 21. Rassegna 12^ Rassegna Bande In Vetrina - Banda Musicale Mezzocorona organizza: Corpo bandistico di Caldonazzo. Piazza Municipio. Musica Primiero dolomiti festival Fiera di Primiero. Centro pedonale - Bonporti Brass. Il Primiero Dolomiti Festival Brass è una tra le poche rassegne concertistiche in Italia dedicate alla musica per ottoni - trombe, corni, tromboni, tuba, flicorni, sassofoni - ed è organizzata dalla Scuola Musicale di Primiero. Come da tradizione, tutti i concerti dislocati per la valle avranno un proprio tema conduttore e un proprio colore identificativo. Info: Tel e fax 0439.64943;

info@scuolamusicaleprimiero.it; www.scuolamusicaleprimiero.it. Musica Oltrasuoni Dro. Dalle 21. Loc. Oltra - Otto anni di musica alternativa a 360° saranno festeggiati a tutto rock’n’roll style con artisti come i Powersolo dalla Danimarca e i Forty Winks di Bologna. Musica “Documenti, prego” Arco. Ore 21. Parco Arciducale - Parole e musica. Info: Ingarda Trentino 0464.554444 . Teatro Pergine Spettacolo aperto Pergine Valsugana. Ore 21.15. Maso San Pietro - “Clandestino (in casa)” Coop AttivaMente. Info: 0461.530179; info@perginefestival.it; www. perginefestival.it.

9 sabato Folklore Concorso Nazionale Miss Italia Folgaria. Piazza Scuole. Folklore città di velluto Ala. Centro storico e vie del paese - Il centro storico barocco di Ala, tra i più significativi e ben conservati del Trentino, si anima di attori, musicisti e guide in costume d’epoca; le vie, le corti e le piazze divengono palcoscenico per eventi e spettacoli, nelle locande si possono degustare vini e pietanze del passato. Tema della manifestazione quello dell’acqua. Musica Concerti e Musica Trento. Ore 21. Chiesa S. Francesco Saverio - Coro Novo Spiritu. Info: 800.013952.

Musica Primiero dolomiti festival Fiera di Primiero. Centro pedonale - Bonporti Brass. Il Primiero Dolomiti Festival Brass è una tra le poche rassegne concertistiche in Italia dedicate alla musica per ottoni - trombe, corni, tromboni, tuba, flicorni, sassofoni - ed è organizzata dalla Scuola Musicale di Primiero. Come da tradizione, tutti i concerti dislocati per la valle avranno un proprio tema conduttore e un proprio colore identificativo. Info: Tel e fax 0439.64943; info@scuolamusicaleprimiero.it; www.scuolamusicaleprimiero.it. Musica Oltrasuoni Dro. Dalle 20.30. Loc. Oltra - Otto anni di musica alternativa a 360° saranno festeggiati a tutto rock’n’roll style con artisti come i Powersolo dalla Danimarca e i Forty Winks di Bologna. Musica Festival Pianistico “Le tastiere Raccontano” Baselga di Pinè. Ore 21. Centro Congressi Pinè 1000 - Giovanni Gnocchi vcl Chiara Opalio pf Lisztmania. Info & Prevendita: APT Pinè Cembra 0461/ 557028; www.visitpinecembra.it; www. distrattamusa.it. Musica I SUONI DELLE DOLOMITI Val di Fassa. Ore 14. Pian Frataces - Mario Brunello e Nives Meroi. Progetto speciale: il racconto in parole e musica di un’esperienza vera. Info: www.isuonidelledolomiti.it. Per i più piccoli festa dei burattini in musica San Michele all’Adige. Ore 21.30. Museo degli usi e costumi della gente trentina - direttore artistico Luciano Gottardi. Ore 20.30 visita al museo.

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trentinoappuntamenti Teatro Il Buffo alla moda a Venezia Trento. Ore 21.30. Giardino S.Chiara - Associazione Labirinti Armonici-Complesso Corelli. Tra musica “seria” strumentale e “arie da battello”.Info: 800.013952. Teatro Pergine Spettacolo aperto Pergine Valsugana. Ore 21.15. Teatro Tenda - “7, 14, 21, 28” Antonio Rezza e Flavia Mastrella. Info: 0461.530179; info@perginefestival.it; www. perginefestival.it.

10 domenica Folklore città di velluto Ala. Centro storico e vie del paese - Il centro storico barocco di Ala, tra i più significativi e ben conservati del Trentino, si anima di attori, musicisti e guide in costume d’epoca; le vie, le corti e le piazze divengono palcoscenico per eventi e spettacoli, nelle locande si possono degustare vini e pietanze del passato. Tema della manifestazione quello dell’acqua. Musica Concerti e Musica Trento. Ore 18.30. Giardino S.Chiara - a Banda Larga tra musica e sapori del territorio. Info: 800.013952. Musica natura(l)mente not(t)e Serso di Pergine. Dalle 20. Chiesa di S. Giorgio - i concerti del coro Calicantus e... non solo si terranno in piccole chiese, autentici gioielli normalmente chiusi al pubblico. Accanto all’incanto delle musiche e dei paesaggi naturali sono previsti, prima dei concerti, dei percorsi di conoscenza e valorizzazione del territorio con guide ambientali della Rete trentina di educazione ambientale.

Musica Festival Pianistico “Le tastiere Raccontano” Baselga di Pinè. Ore 21. Centro Congressi Pinè 1000 - Liszt Maestro di Piano a cura di Anna Rastelli Andrè Gallo-Alessandro Tardino pf. Info & Prevendita: APT Pinè Cembra 0461/ 557028; www.visitpinecembra.it; www.distrattamusa.it. Teatro ragazzi Non aprite quella porta! Ovvero Il lupo e i sette capretti Villazzano. Ore 21. Parco Villa de Mersi - Sezione Aurea. Info: 800.013952. Musica MUSICA DI MEZZA ESTATE Caldonazzo. Ore 21. Serata XIV° Edizione Incontri Internazionali MUSICA DI MEZZA ESTATE 2011. Ljerka Ocic (organo) e Michael Flaskman e Jelena Ocic (violoncelli). In concomitanza con la Rassegna Antici Organi della Valsugana. Organizza:Il Comune di Caldonazzo-La Civica Società Musicale-Associazione Cultura in Musica Limes. Chiesa S.Sisto.

11 lunedì Musica Itinerari Folk Trento. Ore 21.30. Giardino S.Chiara - Baba Sissoko & The Malian Tamani Revolution. Info: 800.013952. Teatro ragazzi Non aprite quella porta! Ovvero Il lupo e i sette capretti Tr e n t o . O r e 2 1 . P a r c o S.Bartolomeo - Sezione Aurea. Info: 800.013952.

lo sport (i più praticati anche nel Garda Trentino). Più postazioni di proiezione nei luoghi più suggestivi del Centro. Info: Ingarda Trentino 0464.554444 .

Musica Itinerari Folk Trento. Ore 21.30. Giardino S.Chiara - Susana Baca. Info: 800.013952.

Per i più piccoli festa dei burattini in musica San Michele all’Adige. Ore 21.30. Museo degli usi e costumi della gente trentina - direttore artistico Luciano Gottardi. Ore 20.30 visita al museo. Info Museo: 0461.650314.

Musica Salvaunbimbo cantando Madonna di Campiglio. Ore 21. Palacongressi - Solidarietà in musica per i bambini Birmani. Info: Moses Onlus Italia: www.moses. it; info@moses.it; tel. 335 251669, 0465 442894.

Teatro ragazzi Dal paese dei Balocchi Sardagna. Ore 21. Piazza SS. Filippo e Giacomo - Compagnia Claudio e Consuelo. Info: 800.013952.

Musica Festival Pianistico “Le tastiere Raccontano” Ore 11. I Concerti del Sagrato Chiesa di San Mauro - Duo Satie Maurizio Baudino-Luca Squatrito chitarra. Ingresso libero. Info: APT Pinè Cembra 0461/ 557028; www.visitpinecembra.it; www. distrattamusa.it.

Cultura 100 anni della Parrocchia di S.Sisto Caldonazzo. Ore 20.30. Serata per i 100 anni della Parrocchia di S.Sisto. Presentazione storicoartistica della chiesa di San Sisto a cura delle dott.sse Maddalena Ferrari e Lorenza Liandru. Chiesa San Sisto.

13 mercoledì Cinema TORBOLE FILM FESTIVAL 2011 Nago Torbole. Programmazione di film in lingua originale, con particolare attenzione a film stranieri inediti e legati al mondo dello sport (i più praticati anche nel Garda Trentino). Più postazioni di proiezione nei luoghi più suggestivi del Centro. Info: Ingarda Trentino 0464.554444 .

Musica Festival Pianistico “Le tastiere Raccontano” Trento. Ore 21. Castello del Buonconsiglio - Mariangela Vacatello pf Liszt. Info & Prevendita: APT Pinè Cembra 0461/ 557028; www. visitpinecembra.it; www.distrattamusa.it. Folklore BANDE IN VETRINA Caldonazzo. Ore 21. Rassegna 12^ Rassegna Bande In Vetrina - Banda Musicale Cavedine organizza: Corpo bandistico di Caldonazzo. Piazza Municipio.

12 martedì Cinema TORBOLE FILM FESTIVAL 2011 Nago Torbole. Programmazione di film in lingua originale, con particolare attenzione a film stranieri inediti e legati al mondo del-

Manifestazioni estive 2011 Musicabanda: al martedì, dal 5 luglio a 30 agosto, piazza della chiesa Rassegna di Cori di Montagna: al mercoledì, dall'8 giugno al 14 settembre, via Dante (ex cinema) e piazza della Chiesa Serata dell'Ospite: al giovedì, dal 7 luglio al 25 agosto, lungo le vie del centro Vie del Suono: al venerdì, dal 15 luglio al 19 agosto, Via Marconi, Piazza della Chiesa, via Dante (ex cinema)

Sala riunioni - Sala Banchetti TRENTO Via Pomeranos, 2 Loc. Mattarello Tel. 0461/944545 www.adigehotel.it

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EstaLevico: al sabato, nei mesi di luglio ed agosto e inoltre le domeniche 17 e 24 luglio, piazza della Chiesa Mondialfolk: alle domeniche 17, 24 e 31 luglio, Piazza della Chiesa


trentinoappuntamenti Folklore mezzolombardo lunare Mezzolombardo. Ore 21. Sport & Benessere.

14 giovedì Cabaret RidenDro & ScherzanDro Dro. Con l’avvento dell’estate cresce l’attesa per la nuova edizione di RidenDro & ScherzanDro, festival nazionale di comicità e cabaret in programma fra tre settimane nella centralissima Piazza della Repubblica a Dro. www.ridendroescherzandro.it. Cinema TORBOLE FILM FESTIVAL 2011 Nago Torbole. Programmazione di film in lingua originale, con particolare attenzione a film stranieri inediti e legati al mondo dello sport (i più praticati anche nel Garda Trentino). Più postazioni di proiezione nei luoghi più suggestivi del Centro. Info: Ingarda Trentino 0464.554444 . Enogastronomia DOC, Denominazione di Origine Cinematografica Brentonico. Dalle 20. Palazzo Eccheli Baisi - Un nuovo modo di “bere e gustare” il cinema lungo le Strade del Vino. Qui non saranno pupitre o barriques le protagoniste della visita, ma bensì i profumi ed i colori (il verde su tutti) del Giardino dei Semplici ed il film d’animazione Fantastic Mr. Fox. Il prezzo di euro 15 è comprensivo di visita all’azienda, degustazione, proiezione e calice in vetro. Info: www.cinemaincantina.it; informazioni.doc@gmail.com; Prenotazioni: Tel: mart e merc 0461 395510; prenotazioni.doc@gmail.com; fax: 0461 910788. Musica Concerti e Musica Trento. Ore 21.30. Giardino S.Chiara - Trentino Mondial Folk, Folk Ensemble Zapis (Serbia). Info: 800.013952. Musica Festival Risonanze Armoniche Trento. Ore 20.45. Spazio archeologico sotterraneo del Sas - Romanticismo a tre. Info: 800.013952; www.trentinocultura.net/archeologia.asp. Musica Festival Pianistico “Le tastiere Raccontano” Baselga di Pinè. Ore 21. Centro Congressi Pinè 1000 - Liszt e l’Italia a cura di Giuseppe Calliari; Piero Gatto-Alessandro Marino pf. Info & Prevendita: APT Pinè Cembra 0461/ 557028; www.visitpinecembra.it; www.distrattamusa.it.

Musica I SUONI DELLE DOLOMITI Valsugana. Ore 11 e 15. Malga Costa - Mario Brunello e Hortus Musicus. Progetto speciale: da Stradella a Pärt fra sculture immerse nella natura. In collaborazione con Arte Sella. Info: www. isuonidelledolomiti.it.

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Teatro ragazzi Vanjuska Moj Trento. Ore 17.30. Giardino S.Chiara - Compagnia Nando e Maila. Info: 800.013952.

15 venerdì Cabaret RidenDro & ScherzanDro arrivano Pino e gli Anticorpi Dro. Con l’avvento dell’estate cresce l’attesa per la nuova edizione di RidenDro & ScherzanDro, festival nazionale di comicità e cabaret in programma fra tre settimane nella centralissima Piazza della Repubblica a Dro. Al ricco carnet di artisti annunciati nelle scorse settimane mancavano solo loro: direttamente dalla Sardegna arrivano Pino e gli Anticorpi, trio comico popolarissimo in Italia. www.ridendroescherzandro.it. Cinema TORBOLE FILM FESTIVAL 2011 Nago Torbole. Programmazione di film in lingua originale, con particolare attenzione a film stranieri inediti e legati al mondo dello sport (i più praticati anche nel Garda Trentino). Più postazioni di proiezione nei luoghi più suggestivi del Centro. Info: Ingarda Trentino 0464.554444 .

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i margini del bosco, a pochi passi dal lago di Serraia, la Stropaia, solo tra i prati dei Fovi, è un agriturismo

di nuova concezione. Offre tre stanze a tema per vacanze indimenticabili. Menu con prodotti di stagione, tradizionali e innovativi nelle presentazioni, serviti in una sala di grande suggestione, per rendere speciali gli eventi importanti o le serate più semplici. Dolci e torte casalinghe, con frutti di bosco di produzione propria.

Musica Concerti e Musica Trento. Ore 21. Giardino S.Chiara - a Banda Larga tra musica e sapori del territorio. Info: 800.013952. Musica vie del suono Levico. Dalle 20. Via Marconi, Piazza della Chiesa, via Dante. Musica Festival Pianistico “Le tastiere Raccontano” Vigo. Ore 11. I Concerti del Sagrato Chiesa di Vigo - Franco Bilotta chitarra, Castelnuovo -tedescoMerzt- Regondi. Ingresso libero. Info: APT Pinè Cembra 0461/ 557028; www.visitpinecembra.it; www.distrattamusa.it. Musica I SUONI DELLE DOLOMITI Val di Fassa. Ore 14. Lagusel - Martin Mayes & Horns Aloud. How to shout and blow horns. Suoni evocativi di corni alpini antichi e moderni. Info: www.isuonidelledolomiti.it.

Aperto venerdì e sabato a cena. Domenica a pranzo. In luglio e agosto, anche il sabato a pranzo e la domenica a cena su prenotazione.

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trentinoappuntamenti Opera lirica Pergine Spettacolo aperto Pergine Valsugana. Ore 20. Piazzale teatro tenda - “Karaoke lirico”. Info: 0461.530179; info@perginefestival.it; www. perginefestival.it. Opera lirica Pergine Spettacolo aperto Pergine Valsugana. Ore 21.15. Teatro Tenda - “Rigoletto” Giuseppe Verdi. Info: 0461.530179; info@ perginefestival.it; www. perginefestival.it. Per i più piccoli 1, 2, 3, storie! Cles. Dalle 16. Nelle piazze e nei palazzi - La prima manifestazione trentina sui libri e l’arte per bambini. Info: Coop la Coccinella 0463.600168. Teatro ragazzi Vanjuska Moj Vigolo Baselga. Ore 21. Parco ex asilo - Compagnia Nando e Maila. Info: 800.013952. Escursionismo Passeggiata al chiaror di Luna Caldonazzo. Ore 21. S.Valentino: Passeggiata panoramica con partenza dalla frazione di Brenta. Musica, cibo e tanta allegria. A cura del Comitato Turistico Locale.

16 sabato Cabaret RidenDro & ScherzanDro Dro. Con l’avvento dell’estate cresce l’attesa per la nuova edizione di RidenDro & ScherzanDro, festival nazionale di comicità e cabaret in programma fra tre settimane nella centralissima Piazza della Repubblica a Dro. www.ridendroescherzandro.it. Folklore Concorso Nazionale Miss Italia San Michele all’Adige. Mercatone Uno. Musica «Orchestra Haydn» Ala. Ore 21. Chiesa parrocchiale S. Maria Assunta - Fausto Corbo, direttore. Musica Festival Pianistico “Le tastiere Raccontano” Baselga di Pinè. Ore 21. Centro Congressi Pinè 1000 - Andrea Bacchetti pf Galuppi-Scarlatti-Paisiello - Rossini. Info & Prevendita: APT Pinè Cembra 0461/ 557028; www.visitpinecembra.it; www. distrattamusa.it. Sabato 30 luglio Cena con... ...spettacolo Burlesque Arte della Seduzione

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Musical UN PRETE A CAVALLO: PADRE EUSEBIO FRANCESCO CHINI DETTO KINO Bolbeno. Ore 21. Madonna del Lares - Lo spettacolo musicale tratta la figura di Padre Kino sotto molti aspetti. Il gesuita Eusebio Chini “ Kino”, a scavalco del Seicento e del Settecento, seppe percorrere con integrità e curiosità le vie della fede e quelle della scienza che lo condussero fin nel Messico. Opera lirica Pergine Spettacolo aperto Pergine Valsugana. Ore 21.15. Teatro Tenda - “Rigoletto” Giuseppe Verdi. Info: 0461.530179; info@ perginefestival.it; www. perginefestival.it. Opera lirica Pergine Spettacolo aperto Pergine Valsugana. Ore 10. Casa di riposo - Concerto lirico. Allievi del laboratorio lirico di Pergine Spettacolo Aperto. Info: 0461.530179; info@perginefestival.it; www. perginefestival.it. Per i più piccoli 1, 2, 3, storie! Cles. Dalle 10. Nelle piazze e nei palazzi - La prima manifestazione trentina sui libri e l’arte per bambini. Info: Coop la Coccinella 0463.600168. Teatro Avete mai provato ad essere donne? Trento. Ore 21.30. Giardino S.Chiara - PuntoGQuintet. Info: 800.013952. Teatro ragazzi Vanjuska Moj Trento. Ore 21. Parco Via Volta Compagnia Nando e Maila. Info: 800.013952.

17 domenica Cabaret RidenDro & ScherzanDro Dro. Con l’avvento dell’estate cresce l’attesa per la nuova edizione di RidenDro & ScherzanDro, festival nazionale di comicità e cabaret in programma fra tre settimane nella centralissima Piazza della Repubblica a Dro. www.ridendroescherzandro.it.

Danza “Nato tra quattro mura” Riva del Garda. Ore 21. Museo La Rocca - Spettacolo di danza. Info: Ingarda Trentino 0464.554444 .

Organizza:Il Comune di Caldonazzo-La Civica Società Musicale-Associazione Cultura in Musica Limes. Chiesa S.Sisto.

Folklore “la Caretera” Vallarsa. Gara per veicoli senza motore. Due sole caratteristiche accomunano le macchinine in competizione: nessun motore e tanti freni. I kart artigianali - monoposto e biposto - realizzati con le tecniche e i materiali più diversi. Per iscrizioni e informazioni: www.cirololamber.it; Andrea (3400629184) o Claudio (3470602672) o scrivere a sfcvallarsa@yahoo.it.

Musica Itinerari Folk Trento. Ore 21.30. Giardino S.Chiara - Vasen. Info: 800.013952.

Musica Concerti e Musica Trento. Ore 18.30. Giardino S.Chiara - a Banda Larga tra musica e sapori del territorio. Info: 800.013952. Musica mondialfolk Levico. Dalle 20. Piazza della Chiesa.

Musica Festival Pianistico “Le tastiere Raccontano” Baselga di Pinè. Ore 21. Centro Congressi Pinè 1000 - Sofya Gulyak pf I Premio Leeds 2009 Rachmaninoff-Franck-Ravel. Info & Prevendita: APT Pinè Cembra 0461/ 557028; www.visitpinecembra.it; www.distrattamusa.it.

Escursionismo Passeggiata al chiaror di Luna Caldonazzo: Passeggiata panoramica lungo il Sentiero della Pace sul Monte Cimone da Lavarone a Caldonazzo. A cura del Comune di Caldonazzo e del Gruppo Culturale-naturalistico Amici del Monte Cimone.

Cultura 100 anni della Parrocchia di S.Sisto Caldonazzo, Oratorio. Ore 20.30. Serata Presentazione del volume "Storia della Parrocchia di Caldonazzo riti, conflitti e identità tra XVIII e XX secolo" a cura dell'autore dott. Emanuele Curzel.

18 lunedì Musica Concerti e Musica Trento. Ore 21.30. Giardino S.Chiara - SMG Jazz Ensamble. Info: 800.013952. Cultura MUSICA DI MEZZA ESTATE Caldonazzo. Ore 21. Serata XIV° Edizione Incontri Internazionali MUSICA DI MEZZA ESTATE 2011 -ENSEMBLE NOVALIS.

19 martedì

Musica Festival Risonanze Armoniche Trento. Ore 20.45. Spazio archeologico sotterraneo del Sas - Da Mozart a Beethoven. Info: 800.013952; www.trentinocultura.net/archeologia.asp.

20 mercoledì Cabaret “Fratelli Al&Al” Nago. Ore 21. Casa della Comunità - Spettacolo di giocoleria comica. Info: Ingarda Trentino 0464.554444 . Folklore Concorso Nazionale Miss Italia Canazei. Teatro Gran Tobià.


trentinoappuntamenti

Musica I SUONI DELLE DOLOMITI Primiero Pale di San Martino. Ore 14. Val Canali, Villa Welsperg - Elio e le Storie Tese. Ironia e genialita’ ai piedi delle Pale di San Martino. Info: www.isuonidelledolomiti.it. Musica Pergine Spettacolo aperto Pergine Valsugana. Ore 21.15. Teatro Tenda - Leicestershire Wind Orchestra. Info: 0461.530179; info@perginefestival.it; www. perginefestival.it. Musica Serata di Musica Jazz Caldonazzo. Ore 21. Incontriamoci in Centro. Piazza Municipio. A cura del Consorzio Centriamo Caldonazzo. Folklore mezzolombardo lunare Mezzolombardo. Ore 21. Vart, le Vie dell'Arte.

21 giovedì Enogastronomia DOC, Denominazione di Origine Cinematografica Toblino. Dalle 20. Maso Toresella, fascinosa sede di rappresentanza della cantina CAVIT - Un nuovo modo di “bere e gustare” il cinema lungo le Strade del Vino. Sullo schermo la commedia brillante “I ragazzi stanno bene”. Il prezzo di euro 15 è comprensivo di visita all’azienda, degustazione, proiezione e calice in vetro. Info: www. cinemaincantina.it; informazioni. doc@gmail.com; Prenotazioni: Tel: mart e merc 0461 395510; prenotazioni.doc@gmail.com; fax: 0461 910788. Musica Concerti e Musica Romagnano. Ore 21. Parco - Festival UPLOAD, Sugar from Soul, Ferbegy?. Info: 800.013952. Musica MusicaRivaFestival Riva del Garda. Incontro internazionale di giovani musicisti. Tel.: 390464554073; info@musicarivafestival.com; www.musicarivafestival.com. Teatro Itinerari artistici nei borghi Tenno. Ore 21. Borgo di Pranzo - Uno straniero alla fortezza. Info: Ingarda Trentino 0464.554444 .

Teatro ragazzi Tutti in pista Trento. Ore 17.30. Giardino S.Chiara - Delikatessen Duo. Info: 800.013952.

22 venerdì Cultura trekking con l’autore Scurelle. Ore 20.30. Val Campelle Rifugio Carlettini - Un week end con Sveva Casati Modigliani. Un nuovo modo per scoprire la Valsugana e il Lagorai in compagnia di alcuni tra gli scrittori italiani più famosi e apprezzati. Cultura drodesera 2011 Dro. Turbina 1: ANAGOOR Rivelazione 50’ Tempesta 45’; turbina 2 ONTROEREND GOED Teenage riot 60’; mezzelune TEATRO SOTTERRANEO Homo ridens_Dro 40’; foyer ALTERAZIONI VIDEO Intervallo (video); parco BARBARA UNGEPFLEGT Notstand WOOG RIOTS in concert (dal 22 al 30). Tel: 0464 504700; info@centralefies.it; www.centralefies.it. Cultura I SUONI DELLE DOLOMITI Val di Fassa. Ore 14. Rifugio Roda di Vael - Il racconto delle Dolomiti. Fausto de Stefani, Un ambiente da rispettare, una solidarieta’ da costruire. Info: www.isuonidelledolomiti.it. Folklore Concorso Nazionale Miss Italia Arco. Piazza Segantini. Musica Itinerari Folk Trento. Ore 21.30. Giardino S.Chiara - Ariel Ramirez Tango Quartet. Info: 800.013952. Musica MusicaRivaFestival Riva del Garda. Incontro internazionale di giovani musicisti. Tel.: 390464554073; info@musicarivafestival.com; www.musicarivafestival.com. Teatro Gli Ingannati Cognola. Ore 21. Piazza Argentario - GAD TRENTO Gruppo Arte Drammatica città di Trento. Info: 800.013952. Teatro ragazzi Tutti in pista Meano. Ore 21. Cortile interno di Case Sardagna - Delikatessen Duo. Info: 800.013952. Teatro ragazzi Tutti in pista Baselga del Bondone. Ore 21. Parco Giochi - Delikatessen Duo. Info: 800.013952.

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Musica Contrada Larga Trento. Ore 21. Cortile Palazzo Thun - Gomalan Brass Quintet. Info: 800.013952; www.trentinocultura.net/archeologia.asp.

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trentinoappuntamenti Folklore concerto in Corte celeste Caldonazzo. Ore 21. Rassegna con il Corpo bandistico di Caldonazzo. Corte Celeste.

23 sabato Cabaret Rovereto Cabaret 2011 Rovereto . Ore 21. DUO IDEA direttamente da Zelig e l’ottimo Giorgio Verduci (quello della mazza da baseball...) di Colorado. Cultura trekking con l’autore Scurelle. Ore 20.30. Val Campelle Rifugio Carlettini - Un week end con Sveva Casati Modigliani. Un nuovo modo per scoprire la Valsugana e il Lagorai in compagnia di alcuni tra gli scrittori italiani più famosi e apprezzati. Cultura drodesera 2011 Dro. Turbina 1: ACCADEMIA DEGLI ARTEFATTI Orazi e Curiazi 120’; turbina 2: DAMASCO CORNER/ VIRGILIO SIENI Atlante del bianco 30’; mezzelune: TEATRO SOTTERRANEO Homo ridens_ Dro 40’; sala comando: RICCI/ FORTE Imitationofdeath (studio) 20’; forgia: DEWEY DELL Grave (studio) 20’; foyer: ALTERAZIONI VIDEO Intervallo (video); parco: djset. Tel: 0464 504700; info@centralefies.it; www.centralefies.it. Cultura I SUONI DELLE DOLOMITI Val di Fassa. Ore 6. Rifugio Roda di Vael - L’alba delle Dolomiti. Enrico Bertolino. Progetto speciale: la comicita’ saluta il sorgere del sole. Info: www.isuonidelledolomiti.it.

Gli approfondimenti dell’Enoteca sono sospesi nei mesi di luglio e agosto. Riprenderanno a settembre. Ogni giovedì e sabato dalle 17.00 alle 22.00 l’Enoteca sarà aperta per proporre vini e prodotti del territorio.

Per scoprire le altre iniziative dell’Enoteca: www.enotecadeltrentino.it Palazzo Roccabruna: Via SS. Trinità, 24 - 38122 Trento Per info e prenotazioni: tel. 0461/887101 in orario di ufficio

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Folklore Concorso Nazionale Miss Italia Tione. Piazza Municipio. Musica Salvaunbimbo cantando Madonna di Campiglio. Ore 21. Palacongressi - Solidarietà in musica per i bambini Birmani. Musica MusicaRivaFestival Riva del Garda. Incontro internazionale di giovani musicisti. Tel.: 390464554073; info@musicarivafestival.com; www.musicarivafestival.com. Musica Pergine Spettacolo aperto Pergine Valsugana. Ore 21.15. Teatro Tenda - “Il poema di Garibaldi” David Riondino. Info: 0461.530179; info@perginefestival.it; www. perginefestival.it. Teatro L’Attesa Trento. Ore 21.30. Giardino S.Chiara - Teatro Procopio. Info: 800.013952.

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Musica festa dell'ospite Caldonazzo. Ore 17. Incontriamoci in Centro. Piazza Municipio. A cura del Consorzio Centriamo Caldonazzo.

24 domenica Cultura drodesera 2011 Dro. Turbina 1: ACCADEMIA DEGLI ARTEFATTI Orazi e Curiazi 120’; turbina 2: CODICE IVAN GMGS_ What the hell is happiness? 60’; sala comando: RICCI/ FORTE Imitationofdeath (studio) 20’; forgia: DEWEY DELL Grave (studio) 20’; foyer: MESMER ARTISTIC ASSOCIATION / PIETRO BABINA eco; parco: djset. Tel: 0464 504700; info@centralefies. it; www.centralefies.it. Folklore Concorso Nazionale Miss Italia Sarnonico. Impianti sportivi. Musica Trento Incanta 5ª edizione Trento. Ore 21. Piazza Piedicastello - nell’ambito della Festa di S. Apollinare. La Finale. Info: 800.013952. Musica Trento Incanta 5ª edizione Trento. Ore 21.30. Giardino S.Chiara - Trentino Mondial Folk, Kathakali Dance Group (India). Info: 800.013952. Musica natura(l)mente not(t)e Fierozzo (Val dei Mocheni). Dalle 20. Chiesa di S. Francesco - i concerti del coro Calicantus e... non solo si terranno in piccole chiese, autentici gioielli normalmente chiusi al pubblico. Accanto all’incanto delle musiche e dei paesaggi naturali sono previsti, prima dei concerti, dei percorsi di conoscenza e valorizzazione del territorio con guide ambientali della Rete trentina di educazione ambientale. Musica mondialfolk Levico. Dalle 20. Piazza della Chiesa. Folklore SPIRITUALS, GOSPEL E DINTORNI Caldonazzo. Ore 21. Rassegna "" - Xxi Edizione - Jazz Meets Gospel Acoustic Jazz Quartet - Featuring Jane Franklin, New York. Magnifica Corte Trapp. Musica MusicaRivaFestival Riva del Garda. Incontro internazionale di giovani musicisti. Tel.: 390464554073; info@musicarivafestival.com; www.musicarivafestival.com.


trentinoappuntamenti Musica Spettacolo musicale di Marika Lombardi Drena. Ore 20.45. Castello. Info: Ingarda Trentino 0464.554444 .

25 lunedì Cultura drodesera 2011 Dro. Turbina 1: RICCI/FORTE Grimmless 80’; turbina 2: CODICE IVAN GMGS What the hell is happiness? 60’; mezzelune: ACCADEMIA DEGLI ARTEFATTI My arm 60’; atrio: ANDROGYNOUS Si sussurra riscossa 15’; forgia: DEWEY DELL Grave (studio) 20’; forgia: DEWEY DELL Grave (studio) 20’; foyer: MESMER ARTISTIC ASSOCIATION / PIETRO BABINA eco; parco: djset. Tel: 0464 504700; info@centralefies. it; www.centralefies.it. Musica Jazz... più piano Cavalese. Ore 21. Palacongressi - IV Festival concertistico regionale. Trio Garnerama: Edoardo Bruni, pianoforte; Giorgio Perini, batteria; Peter Lanziner, contrabbasso. Musica MusicaRivaFestival Riva del Garda. Incontro internazionale di giovani musicisti. Tel.: 390464554073; info@musicarivafestival.com; www.musicarivafestival.com. Musica Lunedì dei porteghi Caldonazzo. Ore 21. Incontriamoci in Centro. Piazza Municipio. A cura del Consorzio Centriamo Caldonazzo.

26 martedì Cultura drodesera 2011 Dro. Turbina 2: GROUPE ENTORSE Accidens (ce qui arrive) 45’; sala comando: ALESSANDRO SCIARRONI Joseph 25’; atrio: ANDROGYNOUS Si sussurra riscossa 15’; foyer: LTERAZIONI

VIDEO Intervallo (video); facciata : centrale COSMESI split ROTORVATOR Nero ep 50’; parco: djset. Tel: 0464 504700; info@centralefies.it; www.centralefies.it. Musica Itinerari Folk Trento. Ore 21.30. Giardino S.Chiara - Kaulakau. Info: 800.013952. Musica I SUONI DELLE DOLOMITI Val di Fiemme. Ore 14. Alpe di Pampeago Buse de Tresca - I concerti delle 14. Michel Portal, Louis Sclavis. Progetto speciale: dialogo tra due icone del jazz europeo. Info: www.isuonidelledolomiti.it. Musica MusicaRivaFestival Riva del Garda. Incontro internazionale di giovani musicisti. Tel.: 390464554073; info@musicarivafestival.com; www.musicarivafestival.com.

27 mercoledì Cultura drodesera 2011 Dro. Turbina 1: PATHOSFORMEL + PORT-ROYAL Alcune primavere cadono d’inverno 40’; mezzelune: METTE INGVARTSEN Evaporated landscapes 30’; forgia: GARTEN Mw (secondo studio) 20’; foyer: ALTERAZIONI VIDEO Intervallo (video); orti: MOTUS Let the sunshine in contest#1 50’; parco: djset. Tel: 0464 504700; info@centralefies.it; www.centralefies.it. Folklore Concorso Nazionale Miss Italia Cles. Piazza Granda. Musica Festival Risonanze Armoniche Trento. Ore 20.45. Spazio archeologico sotterraneo del Sas - Carte blanche a Francesco Venerucci. Info: 800.013952; www.trentinocultura.net/archeologia.asp.

Musica Contrada Larga Trento. Ore 21. Cortile Palazzo Thun - Orchestra Haydn. Info: 800.013952; www.trentinocultura.net/archeologia.asp. Musica Dots in concerto S. Cristoforo al Lago. Ore 21. Spiaggia - Il concorso musicale “... ricordando Angela, Erica e Matteo”, tenutosi a Vigolo Vattaro il 5 giugno 2011 li ha visti classificarsi al primo posto per “migliore canzone acustica, miglior cover, coinvolgimento del pubblico e tecnica”. Musica Jazz... più piano San Bernardo di Rabbi. Ore 21. Palestra - IV Festival concertistico regionale. Trio Garnerama: Edoardo Bruni, pianoforte; Giorgio Perini, batteria; Peter Lanziner, contrabbasso. Musica MusicaRivaFestival Riva del Garda. Incontro internazionale di giovani musicisti. Tel.: 390464554073; info@musicarivafestival.com; www.musicarivafestival.com. Musica serata caraibica Caldonazzo. Ore 21. Incontriamoci in Centro. Piazza Municipio. A cura del Consorzio Centriamo Caldonazzo. Folklore mezzolombardo lunare Mezzolombardo. Ore 21. Artisti di strada.

28 giovedì Cultura drodesera 2011 Dro. Turbina 2: ANAGOOR Fortuny 60’; mezzelune: MOTUS Toolate! contest#2 50’; sala comando: AR+JL La camera degli sposi 60’; forgia: FRANCESCA GRILLI Gold; foyer ALTERAZIONI VIDEO Intervallo (video); parco PORT- ROYAL in concert. Tel:

0464 504700; info@centralefies. it; www.centralefies.it. Enogastronomia DOC, Denominazione di Origine Cinematografica Isera. Dalle 20. Cantina di Isera - Un nuovo modo di “bere e gustare” il cinema lungo le Strade del Vino. Presso gli spazi della andranno in scena le degustazioni di vini e prodotti gastronomici ed il noir “The Town”. Il prezzo di euro 15 è comprensivo di visita all’azienda, degustazione, proiezione e calice in vetro. Info: www. cinemaincantina.it; informazioni. doc@gmail.com; Prenotazioni: Tel: mart e merc 0461 395510; prenotazioni.doc@gmail.com; fax: 0461 910788. Musica «Orchestra Haydn» Cavalese. Ore 21. Palazzo dei Congressi - György Györgivanyi Ráth, direttore. Musica I SUONI DELLE DOLOMITI Val di Sole, Presanella. Ore 14. Valpiana - I concerti delle 14. Beppe Servillo, Javier Girotto, Fabrizio Bosso, Mimmo Epifani, Rita Macotulli, Furio di Castri, Cristiano Calcagnile. Uomini in Frac, omaggio Domenico Modugno”Volare” in alta quota. Info: www.isuonidelledolomiti.it. Musica MusicaRivaFestival Riva del Garda. Incontro internazionale di giovani musicisti. Tel.: 390464554073; info@musicarivafestival.com; www.musicarivafestival.com. Musica Magie d’estate 2011 Arco. Ore 21.30. Viale delle Palme - Musica e gastronomia. Info: Ingarda Trentino 0464.554444 .

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trentinoappuntamenti Teatro ragazzi Gunteria street Show Trento. Ore 17.30. Giardino S.Chiara - Art Klamauk. Info: 800.013952. Per i più piccoli Caldonazzo a misura di bimbo Caldonazzo. Ore 21. Baby Dance e giocoleria con l'Associazione "Il Sogno". Piazza Municipio. A cura del Consorzio Centriamo Caldonazzo.

29 venerdì Cultura drodesera 2011 Dro. Turbina 1 GRUPPO NANOU Prima stanza 30’; Seconda stanza 40’Anticamera 30’; turbina 2 ANAGOOR Fortuny 60’; mezzelune PATHOSFORMEL An afternoon love (studio) 20’; sala comando MOTUS Iovadovia contest#3 50’; forgia FRANCESCA GRILLI Gold; foyer ALTERAZIONI VIDEO Intervallo (video); parco dj set BLACK FANFARE.Tel: 0464 504700; info@centralefies.it; www.centralefies.it. Cultura I SUONI DELLE DOLOMITI Val di Fassa, Dolomiti. Ore 14. Rifugio Vajolet - Il racconto delle Dolomiti. Reinhold Messner Georg Winkler, la sfida verticale. Info: www.isuonidelledolomiti.it. Musica Itinerari Folk Trento. Ore 21.30. Giardino S.Chiara - Himmerland. Info: 800.013952. Musica Piano... più piano Roncegno. Ore 21. Palace Hotel - IV Festival concertistico regionale. Duo Alessandra Taglieri e Roberto Genitoni, pianoforte a quattro mani. Musica MusicaRivaFestival Riva del Garda. Incontro internazionale di giovani musicisti. Tel.: 390464554073; info@musicarivafestival.com; www.musicarivafestival.com. Musica Magie d’estate 2011 Arco. Ore 21.30. Viale delle Palme - Musica e gastronomia. Info: Ingarda Trentino 0464.554444 . Teatro ragazzi Gunteria street Show Gardolo. Ore 21. Loc. Spini, Via del Loghet - Art Klamauk. Info: 800.013952. Folklore concerto in Via della villa Caldonazzo. Ore 21. Rassegna con il Corpo bandistico di Caldonazzo. Via della Villa.

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30 sabato Cultura drodesera 2011 Dro. Turbina 1 MOTUS Alexis. Una tragedia greca 70’; turbina 2 EDIT KALDOR C’est du chinois 60’; mezzelune PATHOSFORMEL An afternoon love (studio) 20’; sala comando MOTUS Iovadovia contest#3 50’; forgia FRANCESCA GRILLI Gold; foyer ALTERAZIONI VIDEO Intervallo (video); parco BLACK FANFARE + DEWEY DELL in concert. Tel: 0464 504700; info@ centralefies.it; www.centralefies.it. Cultura I SUONI DELLE DOLOMITI Val di Fassa, Dolomiti. Ore 6. Rifugio Vajolet - L’alba delle Dolomiti. Sonia Bergamasco, Rodolfo Rossi. Progetto speciale: La scimmia bianca dei miracoli. Testo di Maria Grazia Calandrone. Il racconto di una donna, all’alba, in cima alla montagna. Info: www.isuonidelledolomiti.it. Enogastronomia “Cena con Spettacolo Burlesque” Pergine Valsugana. Pub Bistrot - Arte della Seduzione. tel: 0461 533036. Musica MusicaRivaFestival Riva del Garda. Incontro internazionale di giovani musicisti. Tel.: 390464554073; info@musicarivafestival.com; www.musicarivafestival.com. Musica Magie d’estate 2011 Arco. Ore 21.30. Viale delle Palme - Musica e gastronomia. Info: Ingarda Trentino 0464.554444 . Musica Rock’n Roll Festival Riva del Garda. Dalle 15. Spiaggia Sabbioni. Info: Ingarda Trentino 0464.554444 . Teatro Cercasi Ulisse Disperatamente ...quando Penelope non tesseva la tela Trento. Ore 21.30. Giardino S.Chiara - Trento Spettacoli. Info: 800.013952. Teatro ragazzi Gunteria street Show Trento. Ore 21. Parco Braille - Art Klamauk. Info: 800.013952.

31 domenica Cabaret Rovereto Cabaret 2011 Rovereto . Ore 21. Gran finale con Paolo Cevoli, l’assessore più famoso d’Italia assolutamente da non perdere. Gastronomia Camminagrestana Castel Corno,Val di Gresta. Dalle 8 alle 22. Percorso in cui sarà possibile scoprire e degustare i


passeggiate letterarie sulle tracce della Grande Guerra in Lagorai Un nuovo modo per scoprire la Valsugana e il Lagorai in compagnia di alcuni tra gli scrittori italiani più famosi e apprezzati. I “trekking con l’autore”, lungo percorsi adatti a tutti, attraversano paesaggi suggestivi dominati dal gruppo del Lagorai, sulle tracce della Grande Guerra. Sono trekking in cui la memoria dei luoghi si mescola alle narrazioni degli autori contemporanei più letti in uno scambio di opinioni ed esperienze. Le escursioni, in programma il sabato, sono anticipate il venerdì sera da una presentazione dell’ultimo libro dell’autore in un ristorante o un rifugio della Valsugana. Al termine dell’escursione, invece, è possibile pranzare con prodotti tipici locali in compagnia dell’autore presso un rifugio o una malga nella località di arrivo del trekking. In caso di maltempo l’escursione viene sostituita da una visita, sempre in compagnia dello scrittore, al Museo degli Usi e Costumi di Telve o al Museo della Grande Guerra di Borgo Valsugana.

Azienda per il Turismo VALSUGANA Lagorai Terme Laghi Tel. 0461 727700 info@valsugana.info

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24 e 25 GIUGNO… UN WEEK-END CON

ISABELLA BOSSI FEDRIGOTTI Venerdì 24 giugno, ore 20.30 presentazione al Ristorante al Laghetto (Loc. Musiera – Telve) Sabato 25 giugno trekking con pranzo presso il Rifugio Passo Manghen (P.sso Manghen – Telve)

22 e 23 LUGLIO… UN WEEK-END CON

SVEVA CASATI MODIGNANI Venerdì 22 luglio, ore 20.30 Presentazione al Rifugio Carlettini (Val Campelle – Scurelle) Sabato 23 luglio trekking con pranzo presso l’Agriturismo Malga Caserina (Val Campelle – Scurelle)

5 AGOSTO… UNA SERATA CON

BEPPE SEVERGNINI

Venerdì 5 agosto, ore 20.30 presentazione all’Albergo La Ruscoletta (Loc. Musiera – Telve)

2 e 3 SETTEMBRE… UN WEEK-END CON

CARMINE ABATE

Venerdì 2 settembre, ore 20.30 presentazione all’Albergo La Ruscoletta (Loc. Musiera - Telve) Sabato 3 settembre trekking con pranzo presso Ristorante La Ruscoletta (Loc. Musiera Telve )

9 e 10 SETTEMBRE… UN WEEK-END CON

MAURO CORONA

Venerdì 9 settembre, ore 20.30 presentazione all’Hotel SAT Lagorai (Val Campelle – Scurelle) Sabato 10 settembre trekking con pranzo presso Rifugio Caldenave (Val Campelle – Scurelle)


trentinoappuntamenti Vuoi essere tu la prossima

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Potrai partecipare alle nostre bellissime sfilate vivendo da protagonista un'esperienza da sogno COMPILA E SPEDISCI SUBITO IL TAGLIANDO A: Soleo Show Srl via SS Trinita 1 38121 Trento

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prodotti tipici del territorio grestano accompgnati da spettacoli musicali. Partenza e arrivo in Località Doss Alt (Pannone). Il percorso toccherà Ronzo-Chienis e alcune località famose per la loro spettacolare vista sul lago di Garda (Loc. Gole e Loc. Naranch). Info: tel. 0464-802045. Musica Concerti e Musica Trento. Ore 18.30. Giardino S.Chiara - a Banda Larga tra musica e sapori del territorio. Info: 800.013952. Musica Concerti e Musica Sopramonte. Ore 21. Parco Sopramonte - Malakaton. Info: 800.013952. Musica mondialfolk Levico. Dalle 20. Piazza della Chiesa. Musica I SUONI DELLE DOLOMITI Altopiano della Paganella, Dolomiti di Brenta. Ore 6. Malga Spora - I concerti delle 14. Mario Brunello, Coro della Sat, Saverio Tasca. Progetto speciale: tradizione e contemporaneita’. Co-produzione con TrentoFilmfestival. Info: www.isuonidelledolomiti.it. Musica MusicaRivaFestival Riva del Garda. Incontro internazionale di giovani musicisti. Tel.: 390464554073; info@musicarivafestival.com; www.musicarivafestival.com. Folklore SPIRITUALS, GOSPEL E DINTORNI Caldonazzo. Ore 21. Rassegna "" - Xxi Edizione - Mnogaja Leta Quartet. Magnifica Corte Trapp.

Stefano Oss

cose da non credere Medium, extraterrestri, oroscopi, medicine alternative e altri argomenti discutibili

curcu & genovese

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Il premio “Bellisario” a Camilla lunelli BOLLICINE SULLA PELLE

Premiata con la mela d’oro disegnata da mastro 7

NASCE LA PRIMA CREMA MONDIALE ALLO SPUMANTE METODO CLASSICO ITALIANO. E A INVENTARLA è STATA UNA CANTINA TRENTINA…

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er una wine lover non è male l’idea di potersi tuffare in un bagno di bollicine. Ma se fare il bagno in una vasca intera riempita di TrentoDoc non è esattamente economico e, tanto meno, enologically correct, finalmente ora c’è un’alternativa. A pensarci è stata Madame Annalisa Furlani, faentina “importata” in Trentino per motivi matrimoniali dall’animo urban stayle, molto alla milanese. Una volta resasi conto che il Giro al Sass non era esattamente come Via della Spiga, la ragazza di San Babila ha deciso di rimboccarsi le maniche e studiare. Per diventare imprenditrice agricola, che pare essere una delle ultime tendenze tres chic per le cosmogirl. Del resto, il marito di Annalisa è Matteo Furlani, titolare dell’omonima cantina di vini e spumante di Vigolo Vattaro e dell’agriturismo Ponte Alto. Dai sei ettari vitati distribuiti tra le colline di Povo e le Pendici della Vigolana vengono prodotte 10mila bottiglie di spumante metodo classico, 1500 bottiglie di vino bianco e altre 1500 di rosso, mille di Teroldego Rosè. Quest’anno, poi, nascerà una nuova etichetta: il Poho Rosso, prodotto con antiche varietà di uve trentine. Ma la grande novità è una linea cosmetica al vino ideata dalla signora Furlani: nuova perché è la prima al mondo ad essere prodotta con spumante metodo classico italiano. Insomma, di creme e cremine al vino ce ne sono tante in giro, ma non fatte con le bollicine made in Italy. Complice la presenza sul territorio di un’azienda che produce cosmetici per Chicco e svariati altri marchi nazionali, il sogno di Annalisa si è realizzato e a settembre è previsto il lancio massiccio sul mercato italiano delle sue due linee “Gocce di spumante sulla pelle”, tutte totalmente naturali, anallergiche ed in edizione limitata. Una è dedicata alle spa e ai centri estetici e prevede un percorso

onsegnate il 17 giugno al Teatro delle Vittorie di Roma le Mele d’Oro della XXIII edizione Premio Marisa Bellisario. Premio speciale per il “Made in Italy” a Camilla Lunelli, responsabile comunicazione di Ferrari F.lli Lunelli, per aver valorizzato, con il suo operato, l’immagine dell’Italia anche all’estero. Nella foto al centro Camilla Lunelli, responsabile comunicazione di Ferrari F.lli Lunelli, sulla destra Massimiliano Ossini, presentatore del Premio Marisa Bellisario,sulla sinistra Luca Tamanini, responsabile pubbliche relazioni Mastro 7, creatore del Premio.

che parte dallo scrub viso, passa attraverso una maschera viso e corpo e finisce con un’idratazione profonda, il tutto sfruttando i benefici effetti dello spumante metodo classico, che, per chiudere in bellezza il trattamento, sarà offerto anche nel bicchiere, per ritemprare anche lo spirito, oltre che il corpo. Per il pubblico, invece, stessi prodotti tranne la maschera e per Natale probabilmente uscirà anche un cofanetto super glamour comprensivo di bottiglia di spumante Furlani e crema viso alle bollicine. Manuela Arcuri ne va già pazza. Se siete curiosi di provarla, cliccate su www.cantinafurlani.it e scoprirete dove trovarla. Francesca Negri 107

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trentinoattualità questo mese michela e giovanni torna la rubrica dedicata ai fiori d’arancio

iL matrimonio del mese

Lei Nome: Michela Anni: 30 Nata a: Trento Residente a: Volano Occupazione: impiegata Vestito di: Confezione privata Scarpe di: Pedrotti calzature Parrucchiere: Giovanna Lorenzon Stylist Estetista: Annalisa Manara

il matrimonio di michela e giovanni

Lui

“È stata una giornata fantastica, che ci ha riempito il cuore di gioia. Tutte le persone che ci sono state vicine in questo giorno, alcune venute da molto lontano, hanno creato un’atmosfera unica che porteremo per sempre nel cuore. Possiamo solo ringraziare, mandando un abbraccio speciale a tutti quelli che ci hanno supportato anche nei preparativi, soprattutto la fantastica mamma Lucia, meravigliosa wedding planner.”

Nome: Giovanni Anni: 31 Nato a: Palermo Residente a: Volano Occupazione: Militare Barbiere: (“Magari...”) Vestito di: Baratto Abbigliamento Scarpe di: Sisley

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trentinoattualità

Matrimonio: Religioso Data: 4 giugno 2011 Luogo: Sardagna (Trento) Fiori: Rose bianche, forniti da Ivonne e Anna Maria Anello per lui: Gioielleria Mignosi Palermo Anello per lei: Gioielleria Mignosi Palermo Lista di nozze: Agenzia viaggi Virgilio Palermo Invitati: 100 Ricevimento: “Piccolo Principe” Lagolo (Tn)

Servizio fotografico a cura di: Giovanni

Bomboniere: Nicolis Bomboniere Intrattenimenti: Jordan music Viaggio: Stati Uniti e Messico Durata: 14 gg Vivranno a: Volano

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Wuascaranza: Una Scuola per l’Abruzzo Giovanni Kezich poeta, premiato a Firenze

inaugurata il 21 maggio 2011 grazie al progetto della sat

Foto girovagando in trentino

il Direttore del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina al concorso “Ottottave”

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ran finale mercoledì 8 giugno scorso al Palazzo Giovane di Firenze per la IV edizione del concorso di composizione poetica in ottava rima “Ottottave” che, sotto la direzione artistica di David Riondino e il coordinamento di Matteo Marsan, ha lo scopo di promuovere e diffondere la cultura dell’improvvisazione poetica con spettacoli, stages, laboratori, incontri con poeti toscani, italiani ed internazionali. Il concorso è a tema e a rima obbligati (otto ottave legate, per cui ogni ottava deve rimare con il distico di chiusura della precedente, secondo lo schema ABABABCC CDCDCDEE). Quest’anno il tema era “L'Italia compie 150 anni: sempre più unita o sempre più divisa?” ed ha avuto un ottimo riscontro tra gli appassionati, con moltissimi componimenti arrivati da varie zone della penisola. Nonostante la parte del leone, come prevedibile, l’abbia fatta la Toscana dove questa tradizione è radicata più che altrove, il vincitore del primo premio è stato Giovanni Kezich, direttore del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele all’Adige. La serata di premiazione è stata condotta da David Riondino e Mauro Chechi, con l’assistenza della giuria composta dall’assessore alla Mobilità Massimo Mattei, dal musicista Mirko Guerrini, dalla cantante Francesca Breschi e dal poeta estemporaneo Marco Betti. Gli altri finalisti erano Mario Trapletti di Roma, Gianluca Brotini di Pistoia, Renato Simoni di Firenze, Pietro Perugi di Cantagallo (Prato) e Alfonso Mauro di Vietri sul Mare (Salerno).

È

una parola che non vuol dire assolutamente nulla, è nata dai giochi dei bimbi dell’Asilo Wuascaranza prima del 6 Aprile 2009 ed è ora tornata a farsi sentire nel nuovo Asilo, ricostruito grazie al progetto SAT “ Una scuola per l’Abruzzo”, inaugurato il 21 maggio 2011, dopo soli 9 mesi dall’inizio dei lavori. Dopo il tragico terremoto dell’Aprile 2009, la Sezione di Folgaria riesce ad organizzare una accoglienza meravigliosa per ottanta aquilani, coadiuvata anche dalle Sezioni di Mori, Besenello ed Arco. Nasce quindi, sotto la spinta propulsiva dell’allora Presidente della Sezione di Folgaria Giorgia Pernici, e approvato ed appoggiato dal Consiglio Centrale, il progetto “Una Scuola per l’Abruzzo”. Costruire o risistemare insieme al CAI Abruzzo una scuola od un asilo, ridare un punto di aggregazione alle nuove generazioni che saranno protagoniste del nuovo Abruzzo. Per dare comunque una forma consistente all’impegno richiesto sia alla Sede Centrale che alle Sezioni, vengono subito identificate tre figure nell’ambito SAT per la gestione esterna del progetto ed il relativo follow up ai Soci. Franco Giacomoni, Roberto Caliari e Giorgia Pernici sono quindi il referenti della SAT con il CAI e gli organismi competenti nell’ottica di gestire correttamente i fondi raccolti. E così Franco Giacomoni, nel bollettino SAT nr. 3 del 2010, comunicava ufficialmente il versamento della cifra di oltre 80.000 € per la realizzazione di una scuola nella periferia dell’Aquila. Il 21 maggio scorso l’asilo nido è stato inaugurato a Gignano, una realtà che ospiterà oltre 40 piccoli. La struttura è stata realizzata utilizzando materiali ad alta sostenibilità ambientale, con costi contenuti e certificata da Habitech Distretti Tecnologico Trentino secondo il protocollo “Progetto Case Legno Trentino”. L’uso prevalente del legno, sia per la struttura che per i tamponamenti, assicura il raggiungimento di questi obiettivi.

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Vola alto il primo trentino book festival A caldonazzo, Migliaia i visitatori. Già in cantiere l’edizione 2012.

“Il Cuoco di Mozart”

em bicycleta Andrea Castelli “dirige” il Corpo Bandistico di Caldonazzo

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Foto: Renzo Bortolini

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artiamo dal pubblico: tanto, entusiasta, appassionato e, soprattutto, ovunque. Durante i tre giorni del Trentino Book Festival chi fosse passato da Caldonazzo si sarebbe imbattuto in questa fiumana di varia umanità, spesso con un libro in mano, che consultava il programma alla ricerca dell’appuntamento successivo. E come dimenticare la libreria del Festival che non riesce a chiudere perché ancora affollata alle 22.45 di venerdì sera? Insomma, davvero una bella novità questo Festival letterario della Valsugana. Dal 17 al 19 giugno, si sono visti tantissimi nomi della letteratura, della comicità, dell’impegno. Mauro Corona, Eraldo Affinati, Isabella Bossi Fedrigotti, Carmine Abate, ma anche Andrea Castelli e Mario Cagol. Comune denominatore di tutti gli appuntamenti caldonazzesi, il libro. È quest’oggetto piccolo, ma grande che è stato celebrato in riva al Lago. Il contenitore di storie più amato nel mondo. A lui e a tutti i suoi estimatori appuntamento al 15, 16 e 17 giugno 2012! www.trentinobookfestival.it


mauro corona

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Carmine Abate

Isabella Bossi Fedrigotti

Renzo Francescotti

Roberta Deiana & Francesca Negri

Roberto Keller

Francesca Caprini

Giacomo Sartori

Giorgio Antoniacomi

Eraldo Affinati

Giancarlo Narciso Kurdo Baksi

Mario Cagol con il Coro La Tor

“Dormono tutti sulla collina�

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Ferrari Riserva 150°, una speciale edizione sanpellegrino, Asi e odcec: nomine e premi Tiziana Albanese, Enzo Siligardi e i migliori studenti

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l Gruppo Sanpellegrino, azienda leader in Italia nel mercato delle acque minerali e delle bevande non alcoliche, ha deciso di affidare dallo scorso 1° maggio la direzione dello stabilimento di Cogolo di Pejo a Tiziana Albanese, manager con una pluriennale esperienza all’interno dell’azienda. Nel sito produttivo trentino sono impiegate circa 45 persone e viene imbottigliata la famosa Acqua Pejo, l’oligominerale che, proveniente dalle sorgenti della Val di Pejo, favorisce la digestione grazie alla presenza di solfati e le proprietà diuretiche in virtù del suo basso contenuto di sodio. i è svolta nei giorni scorsi a Torino l’assemblea nazionale dell’ASI (Automotoclub Storico Italiano) chiamata al rinnovo delle cariche sociali per il prossimo quadriennio. Erano presenti all’Assemblea 194 Club dei 254 sodalizi Federati provenienti da tutta Italia che hanno confermato alla Presidenza della Federazione l’avvocato Roberto Loi che rimarrà in carica per il prossimo quadriennio. Fra i consiglieri riconfermati anche il presidente della Scuderia Trentina Storica di Trento Enzo Siligardi, al suo secondo mandato consecutivo, che sarà affiancato in Consiglio dai riconfermati Ariel Atzori, Benito Battilani, Renzo Cardini, Giuseppe Cannella, Giuseppe Di Mauro, Alfredo Liberati, Domenico Paterlini, Maurizio Speziali e dai nuovi eletti Paolo Peirone, Mario Sandrolini e Alberto Scuro.

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per le celebrazioni ufficiali dei 150 anni dell’Unità d’Italia,

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e bollicine italiane per eccellenza” è stato definito tante volte il Ferrari e tante volte ha avuto l’onore di essere il brindisi dei più significativi momenti istituzionali del nostro Paese. In linea con questa tradizione, le Cantine Ferrari hanno voluto celebrare il 150° anniversario dell’Unità dedicando all’importante ricorrenza una speciale Riserva, realizzata in edizione limitata di soli 1861 esemplari numerati. Ferrari Riserva 150°, questo è il suo nome, è un elegante metodo classico espressione della vendemmia 1999 che nasce da un’attenta selezione di uve chardonnay dei migliori vigneti di proprietà della famiglia Lunelli, alle pendici dei monti del Trentino. Questa speciale Riserva, non in commercio, si può fregiare del logo ufficiale per le celebrazioni del 150° anniversario: le tre bandiere tricolore che sventolano, a rappresentare i tre giubilei del 1911, 1961, 2011, in un collegamento ideale tra le generazioni. Il Ferrari Riserva 150° è il contributo ai festeggiamenti da parte di un’azienda che ha sempre creduto profondamente nel valore dell’italianità dei propri prodotti. Mille delle 1861 bottiglie, donate dalle Cantine Ferrari allo Stato Italiano, saranno proposte, come simbolo gioioso dell’Unità, nel corso del fitto calendario di celebrazioni ufficiali, a partire dagli eventi previsti al Quirinale per la Festa della Repubblica. Le rimanenti saranno omaggiate a personaggi che si sono distinti, in vari campi, per meriti nei confronti della Nazione o per la promozione del Made in Italy nel mondo.

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ono stati premiati gli studenti migliori del percorso di alta specializzazione professionale realizzato dall’ODCEC di Trento in collaborazione con l’ODCEC di Bolzano, il Gruppo 24 Ore, l’Università di Trento e in parte finanziato dalla Provincia di Trento. Presenti alla cerimonia il presidente del Consiglio Nazionale dei Commercialisti ed Esperti Contabili, Claudio Siciliotti, il presidente dell’ODCEC di Trento e Rovereto Maurizio Postal, il vicepresidente dell’ODCEC di Bolzano Claudio Zago, il preside della facoltà di Economia dell’Università di Trento professor Paolo Collini, l’assessore provinciale all’industria, artigianato e commercio Alessandro Olivi, il dirigente della Provincia di Trento Roberto Sandri responsabile dell’integrazione delle attività formative a supporto dello sviluppo, l’architetto Ivo Fadanelli presidente del Comitato Unitario Permanente degli Ordini e Collegi professionali della Provincia di Trento.


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Archèvitis premiato al Festival Uva e Vino Vince in Francia come ‘Miglior lungometraggio’ sulla storia della vite. Soddisfazione ad Isera. Il video parla delle origini del Marzemino

Le notti magiche del mas dela fam Inaugurata la stagione estiva del locale di ravina di trento

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on l'inaugurazione del 15 giugno è partita la stagione estiva al Mas dela Fam di Ravina di Trento. Musica, allegria e ottima enogastronomia sono gli ingredienti che hanno reso magica la serata, partecipatissima, allietata dalla musica di Paolo D e Paolo Perini e a seguire con lo staff di radio Viva FM con Francesco Nasty e Fabio Mec. L'animazione al Mas dela Fam continua tutti i mercoledì e i venerdì per tutta l'estate.

Il video sulla radici caucasiche del Marzemino s’impone al prestigioso festival di Arbois, nello Jura francese, come miglior lungometraggio sulla storia della vite. La comunicazione è giunta qualche giorno fa al Sindaco d’Isera, Enrica Rigotti, in quanto l’amministrazione comunale è il promotore del reportage in Georgia. Dove un’equipe di ampelografi e studiosi della vite hanno cercato le radici originarie del Marzemino. La regia è di Nereo Pederzolli, inviato della Rai, con la consulenza scientifica di Attilio Scienza e Osvaldo Failla, docenti di viticoltura all’Università Statale di Milano, autorevoli esperti di fama internazionale. Il Premio sarà consegnato a Parigi, il prossimo 8 settembre. Il video presenta aspetti inediti della lavorazione del vino in anfora, propone tecniche di vinificazione, apre a nuovi scenari e approcci culturali sul vino. Il vino come ai tempi di Noè, stimolo per interpretare il futuro sia della vite che di quanto s’ottiene da una naturale pigiatura. In Georgia hanno selezionato quasi 600 varietà di viti. Tra queste anche quella che ha generato il Marzemino. Il video – durata 32 minuti - è stato prodotto dalla Sirio Film di Trento, fotografia di Andrea Segatta, montaggio di Francesco Tabarelli e Marco Benvenuti.

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http://www.oenovideo.oeno.tm.fr/ 5

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1. Tanto divertimento. 2. Francesco Nasti e Andrea Widmann (DJ Radio Viva FM). 3. Christian, Glora, Mara ed Oscar. 4. Michele Bortolotti, il barman, serve gli ospiti. 5. Fabio Mec e Francesco Nasti con Chiara. 6. Claudio Corso, detto l'Indiano. 115

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Il costume del Volk. Vestirsi alla paesana nel Trentino di oggi interessante mostra al Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele

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gni valle, ogni paese trentino – come ogni altro paese del mondo –,ha il suo modo particolare di abbigliarsi, differenziando i giorni lavorativi da quelli festivi. Ogni “costume” forma un insieme di linguaggi visivi atti ad essere interpretati dalla comunità: le giovani ragazze da maritare vestivano – oggi purtroppo bisogna parlare al passato – in un modo, quelle sposate portavano ciondoli e talismani. Nonostante la società alpina sia una società rigidamente codificata dalle norme precise, elaborate nel tempo, fu sempre permeabile alle mode che venivano dalla “città” o dalle comunità circostanti oppure influenzate dall’emigrazione stagionale. Inoltre l’abbigliamento svolge il ruolo di rafforzamento della propria identità personale e del proprio gusto. Nello stesso tempo tali costumi svolsero una funzione anche etnoturistica: facevano parte della grande scenografia montanara che gli ospiti si aspettavano in una terra che, per quanto raggiungibili in poche ore dalle città, si auspicava ancora, romanticamente, composta da mucche al pascolo, covoni bruciati dal sole, donne con le gonne lunghe portatrici di valori solidi e immutabili. Il costume quindi ha sempre vissuto tra un’ideale cristalizzato, discosto dalla vita reale, influenzato dalle mode romantiche ed estetizzanti della cultura ottocentesca e un uso quotidiano reale riscontrabile soltanto in alcuni interstizi del quotidiano in paesi che meno hanno avuto 116

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rapporti con l’esterno. Il loro lento abbandono per le modificate condizioni di vita e di lavoro (e di mode) ha vissuto un lento ma inesorabile abbandono dell’abito tradizionale nella vita di tutti i giorni corrisposto ad un’esigenza sempre maggiore di rifacimento artificioso dei costumi che, indossati per spettacoli e coreografie, finiscono per allontanarsi sempre più dai valori che essi rivestivano nel passato. Oggi i costumi tradizionali trentini vivono un ulteriore revival: gruppi folk, bande, cori, compagnie di Schützen sfilano ognuno con il proprio costume che affonda le radici, più o meno, nella tradizione. Un po’ di realtà, un pizzico di sano e innocuo romanticismo scenografico, una strizzatina d’occhio all’abbigliamento dei vicini cugini sudtirolesi, hanno trasformato uomini, donne e fanciulli di questi ultimi anni in un ricco e variegato spettro cromatico. Un tema questo dei costumi che ha sollevato diverse polemiche politiche e culturali ma che in realtà non è mai stato affrontato con cognizione di causa. Ci prova oggi Christian Arnold, sociologo ed antropologo, curatore della mostra che si è inaugurata il 16 giugno, al Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele. Con il titolo ”Il costume del Volk. Vestirsi alla paesana … nel Trentino di oggi” (chiude il 2 ottobre), il curatore ha raccolto un’ottantina di costumi diversi, inserendoli in un allestimento di notevole impatto scenografico, cercando di mettere a fuoco i valori, i punti di riferimento, le intenzioni, le modalità attraverso i quali per mezzo del costume, si mette in scena nel Trentino di oggi, l’appartenenza a un territorio, caratterizzando e comunicando, allo stesso tempo, i segni della festa. La mostra è stata possibile grazie all’intervento dell’Assessorato alla Cultura della PAT e della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto. Fiorenzo Degasperi


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presentata la nuova scuderia “Pintarally” EDEN GYM tre volte sul podio ai nazionali

voluta fortemente dal pilota trentino Silvano Pintarelli

campionati nazionali G.P.T. di ginnastica artistica a Pesaro

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rande soddisfazione per l’Associazione Sportiva Dilettantistica Eden Gym di Rovereto ai campionati nazionali di ginnastica artistica maschile e femminile che si sono tenuti a Pesaro nei giorni scorsi e che hanno visto la presenza di numerose società sportive italiane iscritte alla Federazione Ginnastica d’Italia. Come in tutti gli sport quello che fa notizia sono le madaglie e l’Eden Gym può ritenersi ampiamente soddisfatta dei risultati ottenuti, in campo maschile infatti è riuscita a centrare due medaglie d’argento e un bronzo. Le gare nazionali non sono una passeggiata e richiedono un intenso periodo di preparazione per raggiungere un buon livello. Vediamo i risultati: nella categoria “3° livello – 1a fascia” il piccolo Lorenzo Holneider di soli 10 anni si è aggiudicato la medaglia d’argento alla sbarra, laureandosi così vicecampione nazionale di specialità. Buoni risultati anche al corpo libero 7° e alle parallele 10°. Pur giovanissimo il piccolo atleta pratica la ginnastica artistica da oltre 5 anni con ottimi risultati Sempre in campo maschile nella categoria “3° livello – 4a fascia” sul podio anche un atleta adulto, David Agostini di 23 anni, che si è aggiudicato la medaglia di bronzo al corpo libero piazzandosi così al 7° posto assoluto. Sempre nella stessa categoria menzione d’onore per Giorgio Manzana, classe 1963, già campione nazionale nel 2009, al quinto posto nella specialità della sbarra. Nella categoria “3° livello – 3° fascia” una bella medaglia d’argento anche per Giulio Marcadent nella difficilissima specialità del “fungo”. Buoni risultati anche dalla delegazione femminile che purtroppo quest’anno non è riuscita a portare sul podio nessun atleta. Sia le bambine che le ragazze hanno comunque dimostrato un’ottima preparazione fisica e atletica grazie al costante lavoro dell’insegnante Antonella Susman e all’organizzazione del presidente Carlo Mattuzzi che, con impegno e dedizione al volontariato, tiene viva questa bella realtà sportiva. Qualche atleta ambisce ad un futuro da Jury Chechi o Vanessa Ferrari? Chissà, forse un giorno…

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omenica 19 giugno è stata presentata la nuova scuderia “Pintarally Motosport” con 18 piloti e 2 navigatori tutti trentini, voluta fortemente dal pilota trentino Silvano Pintarelli che nell’occasione ha presentato anche la vettura con la quale farà da apripista alla prossima Trento-Bondone, una KTM, la sua rinnovata scuola di Guida sicura e non per ultimo la collaborazione con la fondazione trentina per l’autismo “Giovanni Coletti”. Nei programmi dei piloti della “Pintarally Motosport” vi è la partecipazione a gare in salita e rally con la Trento-Bondone a farla da padrona come impegno di prim’ordine per la maggior parte degli affiliati, mentre per alcuni driver di casa nostra è stato allestito un programma più articolato. L’impegno per la nascita della nuova scuderia e i postumi del grave incidente di un anno fa relegheranno invece Silvano Pintarelli al solo ruolo dell’apripista di lusso della Trento-Bondone. «Salirò con una KTM-XBOW spiega Pintarelli - un’originale vettura, unico esemplare in Italia, con motore Audi due litri, tutta in carbonio, con trazione posteriore e senza nessun controllo trazione e senza idroguida con una potenza di circa 240cv». I piloti del nuovo team: Silvano Pintarelli (KTM), Fulvio Bolfelli (Suzuki Swift Gr: N), Walter Begher (Suzuki Swift Gr: N), Alberto Bortolotti (navigatore), Gianluca Cainelli (Peugeot 306 Maxi), Federico Checcucci Lisi (Peugeot 206 Super 1600, Stefano Corradini (navigatore), Cornelio Gottardi (Suzuki Ignis Super 1600), Massimo Gracci (Reanult Clio Super 1600), Carlo Alberto Nardelli (Suzuki Swift Super 1600), Roberto Parisi (Reanult Clio Willims Gr.A), Maurizio Pilati (Renault Clio RS 2000 gr.N), Maurizio Pioner (Mitsubischi Evo IX Gr.N), Francesco Stringari, Daniele Tabarelli (Mitsubischi Evo IX Gr.N), Luca Tomaselli (Suzuki Swift Gr.N), Mauro Valentini (Suzuki Swift Gr.N), Michael Valentini (Reanult Clio Super 1600), Nicola Zancanella (Renault Clio Williams Gr.A), Daniele Zanella (Renault Clio Super 1600).

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trentinoscoop&news

Cinque studenti trentini a Istanbul DIEGO RIGOTTI È il “Miglior chef emergente del Trentino

Robotica, le Casse Rurali sostengono i finalisti ai mondiali in turchia

LA FINALE SI È DISPUTATA il 12 giugno A PALAZZO ROCCABRUNA

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opo due giorni di sfide all’ultima ricetta che hanno appassionato giuria e pubblico, il riconoscimento “Miglior chef emergente del Trentino” è stato attribuito a Diego Rigotti del ristorante Castel Toblino, premiato da Luigi Cremona, dal presidente della giuria Fausto Arrighi, direttore della Guida Michelin e dal presidente della CCIAA di Trento, Adriano Dalpez. “Cooking for wine”, la manifestazione itinerante di Luigi Cremona, popolare giornalista enogastronomico, membro della giuria de “La prova del cuoco” (RAI 1), lascia ora Trento per spostarsi prima a Pavia per un’altra manche e poi a Roma all’Open Colonna per la finale del 24 ottobre sotto l’Alto Patrocinio della Presidenza della Repubblica italiana che assegnerà il titolo di “Miglior chef emergente d’Italia”. Diego Rigotti ha vinto con un menù composto da “Insalata di frutti di bosco, cervo speziato, scorzone del Monte Baldo, cips di mela trentina”, “Riso Carnaroli mantecato al Trentingrana con rognone e aria di frutti rossi”, “Insalatina di frutti di bosco con polvere di liquirizia e tortini al formaggio”. Secondo Mattia Piffer del ristorante Scrigno del Duomo. Hanno ben Da sinistra: Fausto Arrighi, direttore Guida meritato anche gli altri Michelin, Diego Rigotti, Adriano Dalpez, protagonisti che si sono Presidente CCIAA di Trento distinti per creatività Luigi Cremona e Mauro Leveghi e fantasia: Alessandro Bellingeri de “El Molin”, Stefano Tait del “Costa Salici”, Akio Fujita della “Locanda Margon”, Stefano Rosi della “Casa del Vino”, Licia Marocchi dell’ “Osteria del Pettirosso”, Sara Sighel de “La Stropaia”. Oltre all’ospite d’onore Niko Romito, due stelle Michelin al ristorante Reale di Rivisondoli (L’Aquila), che ha stupito gli ospiti con un’originale interpretazione della cucina della propria terra, si sono esibiti anche i top chef trentini, 118

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l loro robot Ulisse ha già catturato la curiosità del grande pubblico, aggiudicandosi il terzo premio nel campionato italiano di robotica ‘RobocupJr Catania 2011’, riuscendo a muoversi autonomamente in un ambiente che simulava una catastrofe. Ha superato detriti, aggirato ostacoli, individuato oggetti, li ha prelevati e posizionati sopra un’apposita pedana, il tutto senza radiocomandi, valutando da solo il suo comportamento a seconda degli input esterni, attraverso dei sensori. A costruire Ulisse sono stati cinque ragazzi dell’Istituto Buonarroti di Trento, classe 2°E, selezionati per merito: Cristina Basso, Davide Berghi, Michele Brugnara, Luca Carlin e Stephan Rigos, insieme al loro prof Costantino Tomasi. Il riconoscimento nazionale ha ora aperto a Ulisse le porte dei mondiali di Istanbul, che si terranno dal 5 al 12 luglio. Una competizione a cui parteciperanno squadre provenienti da 33 stati dei Paesi più industrializzati composte da studenti delle superiori e delle università, a conferma dell’alto livello di tecnologia e innovazione della manifestazione. Sono state consegnate 5 carte prepagate oom+ del valore totale di 1.000 euro (nella foto gli studenti premiati dal responsabile Marketing di Cassa Centrale Banca Giuseppe Armani). cimentatisi in un’originale rivisitazione di alcune ricette tradizionali: Federico Parolari (Osteria a le due spade - TN), Alessandro Gilmozzi (El Molin - Cavalese - TN), Enrico Croatti (Chalet Dolce Vita - Madonna di Campiglio - TN), Stefano Bertoni (Castel Toblino - Sarche – TN), Alfio Ghezzi (Locanda Margon - Trento)." A cornice dell’evento non sono mancati i produttori che hanno proposto degustazioni di prodotti tradizionali (mela, luganega, speck trentino, olio extravergine del Garda trentino, formaggi di malga, piccoli frutti, pane, patate del Lomaso, verdure della Val di Gresta e pesce del Trentino).


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Il libro del mese

“Lettura e scrittura” a villa s. ignazio CONCLUSO CON SUCCESSO IL tredicesimo CORSO DI POESIA

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tredici! A Villa S. Ignazio, sulla collina delle Laste di Trento, si è concluso con successo il 13° Corso di Poesia “Lettura e scrittura”. Condotto come tutti gli altri da Renzo Francescotti, il corso ha visto 15 partecipanti che lo hanno felicemente concluso: Giuliana Bazzanella, Gabriella Bonvecchio Beber, Lia Brandolese, Giorgio Brentari, Flavio Conci, Fabrizio Costanzo, Flavio Dalla Torre, Clara Kaisermann, Diego Luchi, Laura Moser,Gianni Nicolini, Luisa Pallaoro, Alceo Pellegrini, Michela Rigotti, Riccardo Zandonini. Da febbraio a maggio sono stati 16 gli appuntamenti a Villa S.Ignazio dedicati alla poesia dei grandi romantici inglesi Byron e Shelley (sulla scia di Coleridge e Wordsworth indagati lo scorso anno); dell’antico poeta cinese Po Chu-I; di sei poetesse femministe americane; dei due poeti italiani Trilussa e Camillo Sbarbaro. Gli ultimi quattro dei 16 incontri sono stato dedicati a quelli che vengono chiamati “esercizi di versificazione”. In effetti, ne sono scaturiti testi poetici dignitosi e in alcuni casi decisamente belli. Il tema indagato poeticamente quest’anno è stato “Vento”. Su questo tema i partecipanti al corso hanno scritto un testo in italiano o dialetto (i due linguaggi sono sempre stati considerati sullo stesso piano). Alla fine ne è scaturito un libricino tirato in “30 copie numerate a mano”, impreziosito in copertina e nella quarta di copertina da due disegni sul tema del vento, opera delle pittrici Michela Rigotti e Gabriella Bonvecchio Beber, allieve del Corso di Poesia. Una simpatica festa ha concluso il Corso, con la lettura delle poesie dei corsisti ( alcuni dei quali hanno a loro attivo una o più raccolte di poesia). Era presente il “padrone di casa” P. Livio Passalacqua, che si è complimentato coi presenti, appassionati di poesia in un mondo impoetico come è questo in cui viviamo, citando la frase di Dostoevskji: “il mondo sarà salvato dai poeti”. 120

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Sono 23 (come i convocati in un mondiale di calcio), sono giornalisti e scrittori, si sono ritrovati al Trentino Book Festival di Caldonazzo e hanno presentato questo libro: inter nos

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etti insieme una squadra davvero nazionale: asse di centrocampo lombardo, tra Busto Arsizio (Brambilla) e Lodi (Maietti, Migliorini, Corsi), passando per Milano che, come fa da secoli, non sottilizza mai e accoglie intra muros eterogenei oriundi (Bertoli, parmigiano; Cervi, pavese; Savio, bresciano; Fregonese, de Pordenòn; Pavone, tarantino; l’unico “milanese milanese” è Randaccio, che aveva però una nonna polacca); difesa tra la Campania (Sica, salernitano), il Lazio (Prosperi), e la Toscana (Giusti, maremmano, e Parigi, mugellano); in porta un romagnolo, Benaglia, da Cesena; sulle ali due emiliani (Gavioli, da Modena, e Gherardi, da Carpi); il trequartista sta a Trento, Carlo Martinelli; ci si toglie pure il lusso di un paio di stranieri – il castigliano Duque García e l’inglese Vanda Wilcox – e un emigrante della cultura – Antonio Gurrado, gravinese di nascita, padano d’adozione e oxoniense pro tempore. Siamo in 23, come la rosa dei selezionati per un torneo. Il torneo, amichevole quanto mai, è il Trentino Book Festival, a Caldonazzo, il 17-19 giugno. La squadra ha un nome, em bycicleta – la rovesciata, in sudamericano - , e un cognome, più impegnativo: presidio di fabulazione sportiva (quasirete.gazzetta.it). In altre parole ce la contiamo su, di palloni e di pedali, di sport inteso, secondo etimologia, come diporto, piacere, distrazione, ma qualche volta anche come qualcosa di serio. Ci capita infatti di pensarla come Giovanni Giudici: “Tutto questo parlare di calcio / per non parlare di altro / - tutto questo per non guardare / l'essenziale del mondo: /soddisfatti per una sera / se vince - disfatti se perde / la squadra che altra spina è nel profondo / del quotidiano servire.” (da Viani e la sociologia del calcio, in La vita in versi, 1965). E di fare nostra la voce di Vittorio Sereni, convinti solo di una cosa, del non sapere cosa succederà domani: “A fine luglio quando / da sotto le pergole di un bar di San Siro / tra cancellate e fornici si intravede / un qualche spicchio dello stadio assolato / quando trasecola il gran catino vuoto / a specchio del tempo sperperato e pare / che proprio lì venga a morire un anno / e non si sa che altro un altro anno prepari” (da Altro compleanno, ultima poesia dell’ultima sua raccolta, Stella variabile, 1979). Em bycicleta è un gioco che non vogliamo smettere di giocare, nonostante tutt’intorno qualcuno faccia di tutto per guastarcelo, per sottrarlo alla inafferrabile gratuità che un gioco deve avere, per essere un gioco. Con questa valigia di sogni e parole, siamo


trentinolibreria Herta Müller Il re si inchina e uccide Keller Il premio Nobel per la letteratura 2009, Herta Müller, ci trasporta all’interno della propria sofferta e rigorosa vicenda personale con un libro in cui l’autobiografia incontra la Storia, in cui la lingua e la letteratura diventano non solo strumenti per raccontare il mondo e temi universali come l'infanzia, il rapporto con il potere, la libertà, le scelte etiche, ma anche un modo per resistere all’annientamento e cercare ancora una volta di far vincere la vita, le idee e gli ideali. Una battaglia contro lo sradicamento, una ricerca di identità che avviene in primo luogo attraverso la lingua che la ospita, straniera nel suo stesso Paese, una lingua tedesca in una terra romena dominata da un potere che non riconosce. “Il re si inchina e uccide” si compone di due scritti che stanno tra la memoria, l'autobiografia e la riflessione e una lingua piena di immagini, metafore e illuminazioni.

Beatrice Primerano Ernesta Bittanti e le leggi razziali del 1938 Fondazione Museo Storico del Trentino Il Diario di Ernesta Bittanti è una delle rare «cronache» della quotidiana infamia dell’applicazione delle leggi razziali del 1938, raccontata per di più non dalla voce di chi subiva quell’infamia come oggetto dell’odio razziale, ma dalla voce di chi, contro la sua volontà e coscienza, assisteva alla tragedia con la consapevolezza di veder crollare un intero ordine etico-giuridico, quello dei valori postrisorgimentali del progresso morale e sociale nella libertà e nell’eguaglianza, sotto le garanzie dello Stato di diritto. Il lettore troverà nel volume il senso di una viva e umana partecipazione, che sono il segno tangibile della sensibilità storica verso un documento che resta pur sempre la storia di un’anima (e di un’anima grande, quale fu quella di Ernesta Bittanti).

Foto Bortolini Renzo

arrivati a Caldonazzo, ospiti delle Balene di montagna di Pino Loperfido. E abbiamo giocato, e bene. Sarà stato il cielo traslucido della domenica, dopo il temporale; lo specchio del lago a ricordarci “il gran catino vuoto”; il calore degli amici ritrovati o scoperti per em bicycleta al Trentino Book Festival di Caldonazzo la prima volta. Il libro, la fabula, Inter nos. 23 racconti in nero e azzurro, è stato ancora una volta il pretesto. L’Inter, la montagna. L’editore trentino, adescato dalla nostra mezzala. Un libro dove si narra di Peppin Meazza che, quando voleva, accendeva il gioco come se girasse l’interruttore della luce. E di Alessandro Bianchi che giocava largo a destra, quasi preferisse non disturbare. C’è la sera in cui Tagnin s’incollò a Di Stéfano e quell’altra in cui Enrico Cucchi corse a testa alta sul prato del Bernabeu. E si racconta del gol segnato per sbaglio da Sandrino Mazzola; di Lisbona e di una finale di Coppa persa contro la Pro Patria, o una squadra che gli assomigliava; di

Carmine Abate Terre di andata il Maestrale È un procedere sostenuto, lungo gli anni e i luoghi di una storia di emigrazione da cui nasce una poesia di appartenenzedistanze, di nostalgie cercate e respinte, di incontri-scontri. Aggirato il monolite identitario, evitati il cosmopolitismo di maniera e la facile sublimazione del meticciato, la parola va a esplorare la faglia dove risiede la problematicità del vissuto migrante. La parola, per i sentieri salvifici che ogni poesia tenta, trova esito in potenti figurazioni simboliche e, spesso armata di ironia e autoironia, si distende in vere e proprie narrazioni (il diario, l’aneddoto, la favola, la lettera, il racconto surreale). Da qui anche una fisionomia stilistica frontaliera, apertamente formalizzata in quelle che l’autore chiama «proesie», ma camuffata con mutue contaminazioni di prosa e poesia, in gradazioni varie. Così la parola finisce per giocare con la differenza delle lingue, diviene parola rapportata, smontata, sfigurata, ri-significata.

un capomeccanico in panchina; e dell’inedita linea difensiva Anzolin Endrigo Facchetti. E di quando Boninsegna prese la forma del fulmine. C’è chi l’Inter se l’è portata in montagna: dentro a una radiolina, o sotto il sellino di una bici da corsa, tra Coppi e Skoglund, o sul Ventoux in compagnia di Francesco Petrarca, o in bilico su una cengia dolomitica. Detto tra noi - Inter nos, appunto – nella rosa dei ventitré embyciclisti sono pochi quelli che per fede “sacrificano” al nero e all’azzurro. Molti di più quelli che quei colori “sacramentano”, soprattutto negli ultimi anni. A lungo l’Inter è stata come Odisseo, “bella di fama e di sventura”; svelato che il fato aveva un nome e un cognome la “Beneamata” è uscita dai romanzi e ha cominciato a vincere, diventando, inevitabile sorte, “Moltodiata”. Ma il confine tra amore e odio, si sa, è sottile: lungo quella incerta linea di separazione nascono le nostre storie. Da fedeli praticanti o da ostinati avversari, abbiamo attinto a personali ricordi, inventato intrecci più o meno verosimili, seguito labili tracce di figurine di album ingialliti. Notte d’estate, notte trentina: le montagne disegnano il nero, il cielo trattiene ancora per qualche minuto l’azzurro. Accendete la lampada, aprite il libro. Buona lettura. Autori Vari

Inter nos - 23 storie in nero e azzuro

Curcu & Genovese (Euro 14, pagine 160)

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trentinofotoromanzo di Carlo Martinelli

GIULIA, FAUSTO E LA CAMERA D’OSPEDALE

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i sono personaggi che hanno segnato come pochi l’immaginario collettivo italiano. Non si va molto lontani dal vero nell’affermare che Fausto Coppi, ciclista, occupa un posto di primo, primissimo piano nella galleria di chi ha fatto la storia del Novecento italiano. La sua è una presenza continua, costante. E così, curiosamente, attorno ad un episodio apparentemente minore della sua vita – il ricovero all’ospedale Santa Chiara di Trento, allora nel cuore della città, il 2 giugno del 1950, venerdì – ecco un susseguirsi di ricordi e pubblicazioni. Un anno fa toccò al sottoscritto e a Giorgio Dal Bosco, giornalista che della memoria made in Trentino è alfiere e bandiera, ricordare quel giorno quando, dopo una rovinosa caduta a Primolano, durante la tappa del Giro d’Italia, Fausto Coppi finì in corsia. A trovarlo capitò anche Giulia Occhini, allora moglie di un medico. Si conoscevano appena, Giulia e Fausto, ma in quell’inizio giugno del 1950 quell’incontro fu preludio di un amore che avrebbe riempito per anni le cronache. E in queste settimane, a ribadire l’attualità di quella vicenda, una curiosa coincidenza. Paolo Domenico Malvinni, scrittore rivano, dedica una pagina di “Trento informa”, la pubblicazione del Comune di Trento, a quell’incontro. Nuova tappa della rivistazione del passaggio di

personaggi illustri in quel di Trento, cui Malvinni si dedica da anni, con risultati assai piacevoli. Non basta. E’ arrivato in libreria anche “Giulia e Fausto”, ovvero “la storia segreta dell’amore scandaloso che spaccò l’Italia” (Rizzoli). Lo ha scritto Alessandra De Stefano, la conduttrice del Processo alla Tappa, la trasmissione che va in onda dopo ogni tappa del Giro d’Italia. Pubblicando il prezioso epistolario inedito fra Coppi e la Dama Bianca, ricostruisce come in un romanzo appassionante, l’amore proibito che all’ospedale di Trento visse con ogni probabilità il suo “vero” inizio. Giulia Occhini, la Dama Bianca, è un personaggio scomodo e controverso. Una donna rifiutata e condannata dall’Italia bigotta del dopoguerra, che non le ha mai perdonato di aver abbandonato figli e marito per correre tra le braccia di un uomo sposato, il Campionissimo. Un’adultera (come tale processata, insieme con Coppi) che finirà i suoi giorni – dopo la morte di Fausto, il 2 gennaio del 1960 – in isolamento volontario a Villa Coppi a Novi Ligure. Il libro-verità racconta la forza dei sentimenti che legavano Giulia e Fausto. La vera, drammatica storia di un amore scandaloso. Nato in una camera d’ospedale, a Trento.

La memoria restituisce persone e cose che pensavamo dimenticate per sempre o delle quali neppure sospettavamo l’esistenza. Questo è FOTOromanzo. Una immagine che ritorna. Dentro la memoria delle storie.

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trentinoenogastronomia

ristoranti

in ogni numero trentinomese vi propone due ristoranti provati per voi I ristoranti presentati in questa rubrica sono una libera scelta redazionale. Il nostro giudizio anche se critico, è espresso in “cuori” perchè, comunque, il difficile lavoro del ristoratore merita rispetto.

Segnalazioni e commenti: redazione@trentinomese.it

Rifugio maranza

TrattoriA dolce spina

BUONA NOVITà IN QUOTA A DUE PASSI DA TRENTO

LE LASAGNETTE CROCCANTI DEL DOLCE SPINA

Il Rifugio Maranza ha riaperto i battenti con una nuova gestione, quella di Paolo Betti, nome noto nel panorama enogastronomico locale. Raggiungibile in auto seguendo la strada (tutta asfaltata anche se un po’ tortuosa e stretta) che da Povo si inerpica sulla Marzola fino al Rifugio, dall’ora di pranzo fino alla cena la cucina del Maranza è aperta non stop e sette giorni su sette, fino al 30 settembre: «Questo significa – spiega Betti – che si potrà pranzare con piatti caldi anche nel pomeriggio, per accontentare anche chi, impegnato in passeggiate di qualche ora, non ha voglia di guardare l’orologio per sedersi a tavola negli orari canonici». In tavola sfilano piatti della vera cucina casalinga trentina: dalla trippa alla polenta, dall’orzotto allo spezzatino. La materia prima utilizzata è più naturale e genuina possibile: cavoli cappucci, insalata, pomodori, erbe aromatiche ed erbette direttamente dall’orto di casa o da quello di qualche contadino del luogo; tutte le paste, i dolci, il pane fatti in casa; le farine macinate personalmente di giorno in giorno; salami home made ed altri salumi scovati da piccoli produttori artigianali. L’ambiente è un mountain chic che fa della semplicità curata e accogliente il suo punto di forza (con una magnifica terrazza dove poter mangiare all’aperto e magari avvistare i caprioli che di sera fanno capolino nei prati circostanti). Il caminetto acceso che si trova appena varcata la porta d’ingresso, invece, mette subito di buon umore ed accende i languorini culinari. Il mio assaggio, una sera piovosa di giugno in compagnia di un bel gruppetto di amici, è stato variegato. Il tagliere di salumi (speck, salame, carne salada, lardo) accompagnato da fettine di tortel de patate e pane fatto in casa si è meritato il bis e ha aperto la strada a un canederlotto al Graukaese (il formaggio grigio altoatesino) su letto di insalatina di cavolo cappuccio dal gusto discreto ma certamente migliorabile. Ottima e particolare, invece, la zuppa di sedano rapa con raviolini ripieni di olio extravergine d’oliva, convincente tanto quanto i canederli di bietoline dell’orto su fonduta al formaggio di malga. Come secondo, la mia scelta è ricaduta sull’assaggio di un maialino alle erbe aromatiche (troppo aromatizzato) e sulla coda alla vaccinara (molto gustosa). Da non perdere la torta alla farina di mais appena macinata, ripiena di pere cotte nel vino rosso. Per tutto questo, ho speso 28 euro, acqua, vino, caffè e amaro inclusi. Da ottobre a maggio, il locale resterà aperto solo nei fine settimana, con la possibilità però di pranzare o cenare in qualsiasi altro giorno se in gruppo e su prenotazione. Altro progetto, quello dei corsi di cucina, giornalieri e a tema. A disposizione, anche quattro camere in bed&breakfast (35 euro al giorno).

In questo periodo, nel menu del Dolce Spina di Mezzocorona ci sono due piatti che, da soli, meritano il viaggio (e sapete che non capita spesso di poter dire una cosa del genere): si tratta delle lasagnette croccanti con funghi trifolati e crema di grana Trentino e il cappuccino di Baileys, un dolce multistrato presentato in una tazzina trasparente, capace di sedurre anche i più ferrei non golosi. Situato nella centrale Piazza San Gottardo, la nuova gestione di Denis Stocchetti è iniziata a maggio del 2009 e dopo due anni il locale inizia ad essere sulla bocca dei gourmet. Certo l’ambiente, un po’ impersonale e poco accogliente, potrebbe essere migliorato, ma a sopperire questa carenza c’è una carta che mette di buon umore alla sola lettura e poi, una volta ordinato, non delude nemmeno quando i piatti arrivano in tavola. Si parte con il saluto della cucina (nel mio caso un riso freddo alle verdure e gamberi abbastanza gustoso) e piccoli panini caldi (che un panetterie prepara apposta per il Dolce Spina semicotti, in modo che al momento del servizio la cottura si ultimi e arrivino in tavola fragranti e golosissimi), e poi via con antipasti, primi e secondi. La mia scelta è ricaduta, come antipasto, su un buon prosciutto di cervo con finferli marinati all’aceto di vino e su un interessantissimo – per abbinamenti di sapori e risultato finale – pesce spada marinato alla soia e miele, sedano rapa e crema di peperone verde. Tra primi, invece, discreta la zuppa tiepida di porro con formaggio morbido alle erbette e spiedino di gamberi, mentre davvero eccezionale la lasagnetta croccante di cui sopra. Del capitolo secondi posso dire che mi ha un po’ deluso il filetto alla piastra: arrivato in tavola cotto a puntino al sangue come richiesto, ma avvolto con la pancetta, perdeva tutto il sapore della carne. La tagliata di tonno, avvolta nel sesamo, con crema al peperone rosso e cipolla croccante, invece, non era niente male. Dulcis in fundo, il delizioso cappuccino di Baileys e un calice di ciliegie al Teroldego con gelato alla cannella (buono, ma forse troppo forte di sapori). Antipasti e primi a 8 euro, secondi tra i 14 e i 17 euro, dolci intorno ai 7 euro. Curiosa la carta dei vini, con etichette locali e nazionali per tutte le tasche. Insomma, un locale dove trovare piatti tradizionali rivisitati con un pizzico di fantasia e ricette di pesce semplici e creative ben fatte e a prezzi friendly.

RIFUGIO MARANZA Via per Maranza, 23 Tel. 328.4811438 0461.1862998 Aperto: da giugno a fine settembre cibo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ aperto 7 giorni su 7, dalle 12 alle 24. ambiente ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ Da ottobre a maggio solo nei fine prezzo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ settimana o su prenotazione.

TRATTORIA DOLCE SPINA Piazza s.gottardo 4 MEZZOCORONA Tel 0461.601710 Chiusura: lunedì

cibo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ ambiente ♥ ♥ ♥ ♥ prezzo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥

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trentinoricette

o cervo e salmerin LI FRUTTI O C IC P I incontrano Il lombo di cervo in crosta di pane nero, accompagnato con canederlo pressato, piccoli frutti di bosco di Sant’Orsola e verdurine Grestane DOSE PER 4 PERSONE: Il lombo di cervo in crosta di pane nero 560 gr. filetto di salmerino 120 gr .pane nero in cassetta 90 gr. farcia di cervo 60 gr. frutti di bosco q.b. di sale fino e pepe di macinino Per prima cosa pulire bene il lombo di cervo togliendo tutte le pellicine argentate, salare, pepare e scottare il lombo in una padella calda con un filo di olio d'oliva. Con dei ritagli di carne e della mollica di pane imbevuta nella panna e dello scalogno soffritto e frullare il tutto e creare una farcia insaporendola con

del sale e del pepe, spalmare la farcia attorno al filetto e avvolgerlo nel pane nero precedentemente steso finemene con l'ausilio di un mattarello. Avvolgere il tutto con dell'alluminio per cucina e pressare dai lati dando una forma regolare, cuocere in forno per circa 14/16 minuti alla temperatura di 175°gradi, il tempo potrà variare dalla grandezza del vostro lombo e dal grado di cottura desiderato. A parte con le ossa fare il sugo di carne classico, una volta filtrato aggiungervi dei frutti di bosco e frullare il tutto. I contorni 280 gr. di verdure grestane n° 4 canederli pressati

Composizione del piatto Tagliare il lombo trasversalmente, posizionarlo a destra del piatto, mettere il canederlo pressato vicino e le verdure Grestane saltate al burro di malga, posizionarvi attorno dei piccoli frutti di bosco, guarnire con delle erbe aromatiche e per ultimo nappare con il sugo di carne. ricetta creata dallo Chef Michele Bavuso

La Tartare di salmerino e trota salmonata, con piccoli frutti, mele Golden e salsa allo yogurt e aneto DOSE PER 4 PERSONE: Tartare di salmerino e mele Golden 160 gr. filetto di salmerino 40 gr.di mele Golden 30 gr. di olio extra vergine d'oliva Agraria del Garda 20 gr. succo di limone 5 gr. erba cipollina q.b. di sale fino e pepe di macinino Tagliare a coltello il filetto di salmerino, condirlo con il succo di limone e l'olio, aggiungervi il sale, il pepe di macinino e l'erba cipollina, per ultimo la mela tagliata a piccolissimi cubetti fatti macerare per 5 minuti con del succo di limone così da non far ossidare. 124

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Tartare di trota salmonata e frutti di bosco di Sant'Orsola 160 gr. filetto di trota salmonata 40 gr.di frutti di bosco di Sant'Orsola 30 gr. di olio extra vergine d'oliva Agraria del Garda 20 gr. succo di limone 5 gr. aneto q.b. di sale fino e pepe di macinino Tagliare a coltello il filetto di trota salmonata, condirlo con il succo di limone e l'olio, aggiungervi il sale, il pepe di macinino e l'aneto, per ultimo i frutti di bosco tagliati a piccolissimi pezzi.. Composizione del piatto Al centro del piatto con l'ausilio di un copa pasta mettere le due tartare pres-

sandole leggermente, guarnire con dell'erba cipollina e degli spicchi di fragole, posizionarvi attorno dei petali di pane tostati, condire con una salsa allo yogurt aromatizzata all'aneto, attorno alla tartare mettere due spicchi di mela e dei piccoli frutti di bosco . ricetta creata dallo Chef Enrico Paccagnella


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