TrentinoMese Aprile 2012

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euro 2,00 www.trentinomese.it

aprile 2012

Il DATO è tratto e il Trentino è servito Si nasce e si vive di più, quindi si muore di meno.

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Trento. Contiene i.p.

anno XX n. 242

9 771724 550829

ISSN 1724-5508

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appuntamenti, incontri e attualità trentina

grazie dei fior Si materializzano nei ristoranti, nei bar o semplicemente lungo la strada.

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29 aprile 2012 referendum comunità di valle Sergio Divina

Mauro Gilmozzi

senatore perché ci si dovrebbe impegnare per abolire le comunità di valle?

L’

esperienza dei Comprensori si è conclusa con un giudizio negativo espresso in modo unanime dalle forze sociali e politiche. Si arrivò così nell’anno 2000 alla loro soppressione. L’apparato consumava il 90% delle risorse assegnategli solo per autosostenersi. La mancanza di poltrone di sottogoverno si è però fatta subito sentire, al punto che nel 2006, il Presidente Dellai “volle” e fece approvare la legge provinciale che istituiva le Comunità di Valle. Non si capisce perché questa nuova istituzione, dotata pressocchè delle stesse funzioni dei defunti Comprensori, dovrebbe funzionare, vista l’esperienza della gestione sovra comunale deficitaria appena conclusa. Chi oggi le sostiene usa gli stessi paroloni ed argomenti del tempo dei Comprensori: “serve maggiore integrazione territoriale”, “va gestito in modo associato lo sviluppo territoriale”, “va data maggiore autonomia ai territori”..... e via con le frasi che (in astratto condivisibili) dicono in realtà poco o nulla, anzi, sul banco di prova poi si traducono in fallimenti e sprechi annunciati. Chi ci credeva, nelle Comunità, era così convinto che ha atteso 4 anni prima di farle partire. Oggi, a distanza di 6 anni dalla loro istituzione, nessuna Comunità ha ancora prodotto nulla, salvo aver speso una montagna di denaro. Sono stati stanziati, infatti, 7,6 Milioni di € per i servizi applicativi delle nuove realtà; 7,0 Milioni di € per i servizi di governo; 1,5 Milioni di € per attività di studio (?), e da calcoli precisi risulta che spenderanno 7,5 Milioni di € per ogni legislatura per le indennità dei Presidenti, Assessori e Consiglieri. Chi dice che il referendum costerà circa due milioni di €, probabilmente dice il vero, ma omette di dire quanto si risparmierebbe, invece, se le Comunità venissero abrogate. Non è più tempo di sprechi. A livello nazionale si sono abrogate le province e la Lombardia (10 milioni di abitanti) gestirà tutto fra Regione e Comuni. Possiamo pensare noi Trentini (500.000 abitanti) di poterci mantenere Regione, Provincia, Comuni ed ora anche la Comunità di Valle? Meglio andare a votare e tracciare un segno marcato sul “SI”.

assessore perché ci si dovrebbe impegnare a favore delle comunità di valle?

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erché è il modo con cui esercitare anche in futuro l’autonomia che abbiamo conquistato nei secoli e che da secoli richiede, infatti, un livello di governo intermedio tra una Provincia che agisce con i poteri di un piccolo Stato e 217 Comuni. La Comunità di Valle costa meno del Comprensorio ed ha più competenze che le sono state riconosciute con la riforma istituzionale e che, in precedenza, erano esercitate dalla Provincia Autonoma. Essa è il riferimento per i Comuni nella gestione associata di alcune funzioni, attraverso le quali si assicura ai nostri cittadini servizi migliori a minor costo. Quindi, da un lato più autonomia e meno dipendenza delle valli da Trento e, dall’altro, più specializzazione e meno costi nella Pubblica Amministrazione. E’ questo il modo con il quale si può vivere ed amministrare il Trentino perché l’autonomia è, prima di tutto, garantire lavoro e qualità della vita su tutto il territorio. Viceversa, affrontando l’argomento con motivazioni da “Pianura Padana”, dove le valli sono a servizio della città e dove le montagne sono state svuotate dalla popolazione, il ragionamento non può che portare a dire che per 530 mila persone potrebbe bastare un’amministratore di condominio. Il referendum del 29 aprile, in quanto di carattere abrogativo, propone un intervento meramente “distruttivo” e strumentale. Avrei capito se la Lega avesse proposto questo referendum alla data di approvazione della legge, ma farlo dopo che le Comunità di Valle sono state avviate e dopo aver partecipato alle elezioni di Comunità, è veramente, come dice Calderoli, “una porcata”. Infatti, nel caso di esito positivo della consultazione si determinerebbe un vuoto normativo difficilmente colmabile con conseguenze paralizzanti su tutte le attività in materia socio-assistenziale (a favore di anziani, giovani, adulti), di diritto allo studio e di edilizia agevolata. Se non stiamo attenti, poi toccherà ai Comuni, ai pompieri, alle scuole, agli ospedali di periferia… Io non andrò a votare.

vota

vota

SI

no

per abolire

per mantenere

le comunità di valle

le comunità di valle

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ring

ring

di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi È la val dei mocheni, ma sembra la periferia di milano

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uristicamente parlando il miglior biglietto da visita per un territorio non sono tanto gli spot patinati o le invitanti location ammiccanti paradisi inesistenti, quanto la sua “presentabilità”. Entrare in un luogo ove le dimensioni delle cose – di persone, case, palazzi, chiese, campi, boschi, torrenti, ecc. – sono organiche tra loro, armoniche tra il mondo di sotto e quello di sopra, esteticamente avvincenti, fa sì che lo spirito di chi frequenta quel luogo riesca ad entrare in sintonia con l’anima di quella terra. La formula di tutto questo potrebbe essere molto semplice: armonia esemplare fra la natura e l’uomo, ovvero una cultura del paesaggio naturale e di quello umano. Le nostre valli sono contraddistinte da un paesaggio rurale antropizzato che non sempre ha saputo mantenere o conservare la propria tipicità. Talvolta basta poco per incrinare l’armonia: una rete di plastica rossa che si affaccia nel bosco, una colata di cemento che deturpa un antico rudere, una casa sproporzionata rispetto al contesto, un angolo di giardino invaso da immondizia, una persona che urla, che bestemmia, che getta la sigaretta per terra. Quando il paesaggio antropizzato è il risultato di un atteggiamento riguardoso verso la natura, ci appare particolarmente bello e in sintonia con noi: riposante, accattivante, solidale, ecc. La Val dei Mòcheni, la tedesca Fersental, la mòchena Bersntol, è una valle incredibilmente bella, fortunatamente poco toccata dal turismo sfacciato e rapinatore. Per dirla con Robert Musil, è questa una valle incantata. Terra arcaica, terra di minatori, di nani, folletti e streghe. Le terre alte delle ultime propaggini del Lagorai nascondono scorci paesaggistici eccezionali

per l’arco alpino. Non ci sono Dolomiti che tengano al confronto delle rocce porfiriche rosso sangue, figlie delle colate laviche di millenari vulcani. Quando il sole sorge o tramonta, il rosso si staglia contro il cielo, offrendoci spettacoli percettivi da far invidia a qualsiasi spettrogramma. Le acque che scendono dalle valli portano con sé, fino a confluire nella Fersina, i resti d’argento di tesori nati da saghe e leggende. Acque minerali, classificate arsenicali ferruginose. Si narra che una persona ammalata provò a bagnarsi in una pozza appositamente scavata, in Val Pegàra, e riempita con l’acqua di un rivo proveniente da una vecchia galleria scavata dai canopi, i medioevali minatori. Stranamente, miracolosamente, guarì. Ben presto si pensò di sfruttare le capacità guaritrice dell’acqua. Ottima idea, poteva essere un investimento economico-turistico di lunga prospettiva, che poteva cogliere le crescenti aspettative di una società sempre più wellness. Così alcuni abitanti per lavorare non avrebbero più dovuto fare i pendolari, scendere ogni mattino a Pergine o a Trento. Lo stabilimento bagni fu inaugurato, a Sant’Orsola, il 18 luglio 1904: la benedizione del Signore siaci auspicio di futuri eventi si scrisse per l’occasione. Nel tempo l’impianto fu modificato, allargato. In realtà abbruttito, reso uguale a tanti palazzi che noi incontriamo nelle periferie urbane delle grandi città. Il cemento, i mattoni, erano uguali al cemento e ai mattoni della speculazione edilizia di Trento negli anni Sessanta e Settanta. L’estetica del corpo faceva a pugni con l’estetica architettonica. Probabilmente le varie Frauen Seligen o Frauen Heilige che abitano le acque della Val dei Mòcheni, novelle ninfe e ondine, si sono vendicate verso chi ha rapinato il loro tesoro. La maledizione gettata sui Bagni si vede ancor oggi. Salendo verso Palai/Palù, dopo aver superato Sant’Orsola, improvvisamente il nostro sguardo sbatte contro un mostro bianco decrepito fatto di cemento, ferro, ruderi, invaso dalle erbe. Sono le Terme. Abbandonate. Ottimo biglietto da visita. Sono lì ormai da decenni e ogni volta che qualcuno sale per andare a toccare il cielo, prima tocca con mano l’ignoranza dell’uomo, la speculazione politica ed economica, il depauperamento del territorio. 11

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ring

ring di Pino Loperfido

di Carlo Martinelli

perfidie

alla carlona SEI INDECISO TRA LA VERSIONE NUMERO UNO E DUE? PROVA CON LA TRE, ALLORA...

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ermate il mondo (delle novità elettroniche digitali computerizzate telefoniche telematiche e chi più ne ha più ne aggiunga), voglio scendere. Non avete anche voi la chiara sensazione che ci stanno prendendo per i fondelli? Meglio, che ci prendono per il portafoglio, lasciandoci spesso e volentieri a secco e con la tutt’altro che piacevole sensazione di essere pedine un po’ fessacchiotte di un gioco tutt’altro che pulito. Ci fu un tempo – preistoria, d’accordo, ma molti ci sono passati – nel quale gli acquisti importanti (radio, bicicletta, televisore, registratore, impianto stereo, lavatrice, per non dire delle motociclette e delle automobili) erano talmente importanti da richiedere adeguata preparazione, tempi non affrettati, ponderate scelte. Che diamine: il piacere di entrare in possesso di un oggetto a lungo desiderato, quando non sognato, oltre che costoso, valeva bene quell’avvicinarsi lento, a volte guardingo, sempre alla caccia dell’informazione decisiva, del consiglio azzeccato, del parere dei più esperti. Oggidì non fai in tempo a portarti a casa la versione uno del marchingegno più esclusivo e più aggiornato ed ecco, zacchete, tu sei là che scarti la confezione ed arriva l’annuncio che è disponibile la versione numero due. Rifletti sulla cosa e ti chiedi il senso di questa fretta e inizi appena a considerare l’ipotesi di verificare se davvero la versione due è decisamente migliore alla uno. Ma hai tergiversato troppo nella riflessione: mentre ti affanni a considerare i pro e i contro (e sei quasi arrivato alla conclusione che puoi tranquillamente tenerti la uno, per intanto) gli amici ti guardano con evidente sufficienza, perché nei negozi è adesso disponibile, con gran grancassa di stampa e tivù, la versione numero tre. Sì, voglio scendere. E mi tengo la uno, comunque...

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Gioco di stato: roviniamoci responsabilmente

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uò capitare anche da queste parti, insomma, di entrare in un bar e di notare in un angolo sufficientemente appartato una sorta di allegoria uomo-macchina che tanto sarebbe piaciuta a drammaturghi visionari come Samuel Beckett o Tadeusz Kantor. Esseri accasciati su tasti colorati che smanacciando azionano numeri, frutti e simboli con l’entusiasmo e la partecipazione che un operaio può mettere nella sua catena di montaggio. È strano, in costoro non vi è traccia di sentimenti quali speranza e curiosità, di solito fondamentali laddove sia il gioco il protagonista. Sono invece cuscini spelacchiati che infilano monete in una fessura e attendono stancamente dalla macchina notizie riguardanti il proprio immediato futuro. Il vaticinio è costoso e avaro di buone nuove, compiuto rigorosamente all’insaputa di mogli e di mariti, rinforzato da discrete dosi di schiava o merlot di quarta schiera. Certo non desta più nemmeno tanta meraviglia cogliere in azione simili complementi d’arredo di bar, pub e wine bar alla luce dell’infame pedagogia di Stato legata a lotto, superenalotto, gratta e vinci, schedine. Manifesti, spot televisivi, pubblicità su giornali e sul web. Da ultimo, sono perfino scesi in campo alcuni gentleman della cultura italica (Cutugno, Buffon, Miccoli, ecc.) per reclamizzare la sana pratica di giocarsi mezzo stipendio tutti i mesi, beninteso giocando “responsabilmente”. In dieci anni la spesa degli italiani nel gioco d’azzardo legalizzato è salita del 2000% (duemila per cento). Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, il gioco d’azzardo patologico (GAP) coinvolge circa un milione e mezzo di italiani. Ma anche il Trentino Alto Adige non se la passa benissimo. Forse l’Assessore alle politiche giovanili non se n’è ancora accorto, ma a Trento, uno di questi suk dell’autofottimento è stato aperto a pochi metri da una delle più frequentate scuole della città. (Dice: con chi la vuoi fare la pedagogia, con i vecchi?) Recentemente una mamma altoatesina ha abbandonato a casa due figli piccoli per stare davanti a un video poker. Curioso in definitiva questo nostro Paese, in cui se hai un’Audi o una Mercedes e non dichiari almeno centomila euro l’anno sei quasi certamente un farabutto, se invece decidi di scialacquare denaro accoppiandoti a una macchinetta mangiasoldi o inseguendo il terno sulla ruota di Napoli sei il benvenuto. Banco e Agenzia delle Entrate, felicemente complici, sentitamente ringraziano.



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ring di Tiziana Tomasini

a mali estremi quando il piccolo vuol fare scherma (“come zorro”)

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io figlio piccolo – cinquenne – decide di voler fare scherma. Non so su quale favolistica invenzione, anche se sospetto che il recente e carnevalesco costume da Zorro abbia la sua buona parte di responsabilità. Lo assecondo, è il terzo e qualcosa deve pur fare … Certo, DEVE FARE, quale bambino del terzo millennio non fa almeno una o due attività sportive e non? L’informatissimo fanciullo rincalza e affonda il colpo, riportando tutti gli sport di tutti i compagni della scuola materna: “Non lo sai? L’A. fa rugby, la B. fa ginnastica artistica, il L. fa nuoto … “ “Ok, certo, ho capito!” Avevo ingenuamente sottovalutato le confidenze scambiate nel luogo di confessioni della scuola materna, la “casetta”. Affacciati alle finestrelle, girando padelline, imbracciando draghi di gomma e spogliando bambolotti i bambini “grandi” si raccontano di TUTTO: “Mio fratello fa scoppiare petardi lunghi così e ha l’accendino”, “Le femmine hanno la patatina, i maschi hanno il pisello”, “Io so contare in spagnolo: un, dos, tres”. Come non vantarsi in questo luogo di sogni asileschi delle attività pomeridiane extrascolastiche? In zona armadietto, al momento del ritiro dei bambini, affronto l’argomento con le mamme. Voglio conferme reali, voglio sapere se davvero tutti fanno tutte quelle cose. Tra una pantofola e un grembiulino il quadro appare chiaro: è tutto vero, tutti fanno quelle cose. Ma come diavolo fanno? Due o tre attività a testa è un massacro, specie se hai altri figli con i quali devi fare altrettanto! I risultati si vedono. Non tanti sugli infanti, quanto sui genitori: sempre di corsa, con in mano uno o due zainetti, pronti e stressati, per potenziare le inclinazioni da potenziare negli anni a venire. “E il tuo cosa fa?” mi chiedono di rimbalzo. “Ah, beh, cioè, adesso vediamo … stiamo studiando le giornate non troppo dense di impegni … ma sì, sì qualcosa … certo … “ rispondo spiazzata. Inevitabilmente e ineluttabilmente, mi informo sulla scherma. La palestra è a Trento Nord; noi abitiamo a Trento centro, verso Sud. Rapido calcolo chilometrico … uhm, venti minuti di traffico ad andare, venti a tornare, tempo effettivo di allenamento a cui si aggiunge la classica mezz’ora di spogliatoio. Praticamente un pomeriggio. Provo a spiegargli che è lontano, che ci penseremo, che anche il nuoto è un ottimo sport (“No, l’ho già fatto l’anno scorso e poi a fare dorso mi fanno male le braccia”replica secco) … Il figlio non molla, 14

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ring insiste, vuole vedere la palestra. Prima di incorrere in una infantile crisi isterica, lo porto in loco. L’allenatore è simpatico e disponibile; il piccoletto già s’informa se userà la spada o la sciabola (la differenza è per me enigma mai risolto e irrisolvibile) e un brivido corre lungo la schiena della sottoscritta, qui in veste di mamma/casalinga (quest’ultimo termine da leggere come persona che tiene all’integrità della propria casa). Vedo già le mura domestiche colme di Zeta, occhi sfiorati, pance mirate e tende passate da parte a parte, quasi a segnare il territorio dell’atleta. Sì, perché ci pensano poi i fratelli a fare il resto e complicare la situazione: simulazione di partite di hockey sul corridoio, letti e pavimenti usati come tatami per il judo. Ci mancava la spada o la sciabola o quel diavolo che è. Però il biondino è l’ultimo, come fare a dirgli NO quando agli altri ho detto Sì? Sorretta dal santo protettore, invoco clemenza. Fingo spudoratamente di essere dispiaciuta quando l’allenatore – pur apprezzando la stazza fisica dell’asilotto – ci parla di avviamento alla scherma solo a partire dall’età scolare. “Ne riparliamo a settembre, ti aspetto biondo!” Lui, il bimbo biondo, si consola subito con un “sano” pacchetto di patatine piccanti, che non riesco a togliergli di mano. Dai, concediamoglielo, per oggi mi arrendo alla schifezza alimentare, mentre assaporo ancora qualche mese di dolce “non corso”. Sulla strada del ritorno, il cinquenne mi fulmina con l’ultima trovata: “… Potrei andare a musica!” “Beh, vediamo… e quale strumento ti piacerebbe suonare?” chiedo cauta e speranzosa. “La batteria!”


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sommario aprile2012

In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher Hanno collaborato a questo numero: Alessia Acampora, Alessio Bertolli, Paolo Chiesa, Giorgio Dal Bosco, Antonia Dalpiaz, Lara Deflorian, Fabio De Santi, Alberto Folgheraiter, Renzo Francescotti, Carlo Martinelli, Francesca Negri, Tiziana Tomasini, Tina Ziglio

6 commenti

Attualità

16 Dino pedrotti

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Bolzano - Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 Fax 0471.930743 Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Alcione - Trento Registrazione Tribunale di Trento n. 536 - 4 aprile 1987

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il dato è tratto

24 Grazie dei fior 27 Venditori della trento che fu 28 le “collezioni” di Giovanni ricci 32 Finalmente tintoretto! 34 Museo archeologico dell’alto adige

Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170

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Ring

Grafica: Fabio Monauni

Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 - 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150

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naturalmente trentino

40 Ironia e spirito della terra 42 fbk: chi ricerca trova 48 pompieri trentini a new york 50 una visita a casa di alcide 56 trentino solidale

Panorama

58 samuele bersani 63 giovanni allevi 64 groppi d’amore nella scuraglia 66 L’amore di ofelia 66 Marco paolini a rovereto 70 la Danza in trentino 72 teatro valle dei laghi 73 Filmfestival della montagna

Giorno per giorno

76 Mostre 80 appuntamenti del mese

Scoop&news 91 92 94 95 96

un piatto per fiemme 2013 premi ferrari a milano la storia su History lab un piedibus a villagarina museo delle palafitte

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trentinoincontri di Francesca Negri

un caffè a casa di...

Dino pedrotti il “sindacalista” dei neonati BANDO AL DIVORZIO, ALLA FECONDAZIONE ASSISTITA, AL LATTE ARTIFICIALE. IL NEONATOLOGO DEI TRENTINI, DINO PEDROTTI, NON HA DUBBI: «SOLO UN MONDO A MISURA DI BAMBINO CI Può SALVARE»

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a vita di Dino Pedrotti un po’ ricorda quella de “Il Dottor T e le donne”, dove Richard Gere interpreta un ricco ginecologo immerso in un mondo fatto di donne e bambini. Il nostro dottor P è neonatologo e pediatra, oggi ha 80 anni tondi tondi e ancora esercita – come consulente – all’ospedale S. Camillo di Trento. Si dice che nel corso della sua carriera abbia visitato in fasce più di 50mila trentini, ma per lui non è tanto questo quello che conta. «L’importante – spiega – è che si comprenda che i bambini sono le persone più deboli della società e, pertanto, quelle con maggiori diritti. I genitori devono sapere che il figlio non è una proprietà, ma un nuovo essere che ha diritto a crescere sano e felice». Tutta la sua filosofia è racchiusa in tre volumi: l’ultimo, “Parola di bambino. Il vocabolario della scuola dei bambini” (Ed. Ancora), è stato dato alle stampe da qualche mese; il primo, “Bambini sani e felici”, ha visto la luce nel 1981 e da allora è stato ristampato 14 volte, per un totale di 80mila copie. Ogni settimana, il prof. Pedrotti è impegnato in conferenze, incontri con i genitori o futuri tali, è parte attiva in associazioni che operano anche a livello internazionale: insomma, Dino Pedrotti è instancabile e non pare avere nessuna voglia di ritirarsi a vita privata. Laureatosi nel 1960 in medicina e nel 1962 in pediatria a Pavia – dove ha conosciuto la moglie cremonese Lorvena con la quale è sposato da 51 anni, un matrimonio felice e lungo praticamente come il suo impegno lavorativo, che quest’anno fa il cinquantenario –, Dino Pedrotti è l’ideatore del centro di neonatologia 18

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trentinoincontri

Il libro che sta leggendo in questo momento? P a o l o C re p et , “L’autorità perduta”. Il suo film preferito? Il primo che mi viene in mente è “Via col vento”. Il suo piatto preferito? Il baccalà. La sua paura più grande? Sono molto ottimista, ma la complicazione delle cose semplici mi preoccupa molto. Solo un mondo a misura di bambino ci può salvare. Il suo sogno ricorrente? Sogno spesso di discutere con i colleghi di neonatologia o, comunque, situazioni di lavoro in generale.

di Trento ancora quando l’ospedale cittadino si trovava in via S. Croce. A lui si deve il trasferimento dell’Ospedalino all’interno dell’ospedale S.Chiara, ma anche la nascita della banca del latte e l’assistenza di molti ospedali in Paesi in via di sviluppo. Professor Pedrotti, è sicuro nascere in Trentino? Direi proprio di sì. Quest’anno, in Trentino, è stato stabilito il record mondiale positivo per quel che riguarda la mortalità infantile: in altre parole, la provincia di Trento ha il tasso più basso del mondo. È dal 1990 che abbiamo questo record. Per il primo anno di vita del bambino, in Alto Adige hanno un tasso doppio rispetto al nostro. Da cosa dipende la mortalità infantile entro i primi 12 mesi? La mortalità è data da malformazioni, nascita prematura, non certo per malasani-

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tà. È da 40 anni che lavoriamo sulla neonatologia e abbiamo intrapreso una strada di livello alto: con poche risorse abbiamo ottenuto risultati svedesi, ma questo non interessa all’azienda sanitaria, che è più preoccupata dei budget e dell’immagine. A proposito, in Trentino c’è anche il record di allattamento materno… Come mai da noi si allatta di più che nel resto d’Italia? In Trentino il 60% delle mamme allatta il proprio figlio fino ai 6 mesi di vita, il 2530% anche dopo l’anno. L’allattamento è tutta una questione di cultura. Nel 1973 fondai la banca del latte materno, per tutti i bambini prematuri: in sostanza, le mamme dei bambini prematuri donano il latte per i bambini prematuri che nasceranno. Da quest’anno la banca del latte di Trento sta fornendo il latte alla provincia di Bolzano e già ci sono dei buoni risultati. C’è davvero così tanta differenza tra usare il latte materno e quello surrogato in polvere? I vantaggi per la salute del bambino sono tanti, e usare il latte materno è anche risparmio. Tra il 2003 e il 2004 ho fatto una ricerca sul latte in polvere. In Italia a quel tempo avevamo 20 marche di latte in polvere (rispetto ai 3 o 4 che si trovano all’estero) che costavano quattro volte di più rispetto ad altri Paesi, in cui si acquista al supermercato anziché in farmacia, come in Italia. Ma lo stesso vale per l’acqua (per i bimbi va bene anche quella di rubinetto) e per i pannolini (perché mai non utilizzare quelli ecologici riutilizzabili?). Anche il nome di un bambino ha la sua importanza. Lei ha qualche consiglio da dare su come sceglierlo? Nei corsi pre-parto, cerco di spiegare come si diventa genitori. Ebbene, una delle prime tappe è proprio la scelta del nome. Un tempo il nome del nascituro era imposto dall’alto, veniva deciso dai nonni. Oggi ci si lascia volentieri influenzare da cantanti, film, fiction, ecc. La scelta, invece, dovrebbe essere fatta soprattutto pensando al bambino, per-

La fecondazione assistita costituisce un mercato enorme, assieme a tutto quanto ci ruota attorno. Ad esempio, il discorso di conservare il cordone ombelicale del nascituro: una pratica più costosa che realmente utile.

ché il nome è come un vestito e pertanto deve essere pratico e non deve creare problemi alla personalità o imbarazzi in età adulta. Il nome più strano che ha visto dare a un bambino o a una bambina? Ce ne sono tanti, ma uno di quelli che mi fa più specie è Maicol, scritto come si pronuncia… È un dato di fatto che le neo mamme vadano sempre più in crisi post parto. Come mai, secondo lei? In effetti c’è più psicosi di un tempo, forse perché una volta le famiglie erano più unite di oggi e ci si sentiva meno soli. Sempre più donne, ma anche sempre più uomini, decidono di non avere bambini. Come mai secondo lei? Il 30% dei giovani non mette in conto di avere un figlio perché “costa”, limita la libertà, e poi ci sono tutti i rischi di oggi (droga, pedofilia, etc). Un tempo i figli si facevano per tradizione e per convinzione religiosa. Nel mondo liquido di oggi spesso si percepiscono i bimbi come una sorta di proprietà, un accessorio estetico che fa immagine. Però, per fortuna, mi pare che le cose stiano cambiando… In che senso? Mi pare che si stia iniziando a capire che i bambini sono importanti e che sono soprattutto soggetti con dei propri diritti. Non un business su cui ruotano molti segmenti di mercato. Un po’ quello che accade con la fecondazione assistita… Quindi lei non è d’accordo con la fecondazione assistita? 19

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Nel mondo liquido di oggi spesso si percepiscono i bimbi come una sorta di proprietà, un accessorio estetico che fa immagine.

La fecondazione assistita costituisce un mercato enorme, assieme a tutto quanto ci ruota attorno. Ad esempio, il discorso di conservare il cordone ombelicale del nascituro: una pratica più costosa che realmente utile. Ambedue credo siano la nuova moda per chi vuole avere un figlio e non fare un figlio. Dal punto di vista del bambino è difficile concepire la fecondazione assistita. Una mamma troppo in là con gli anni non va bene. Io capisco che la sterilità sia un dramma per tutti, ma per far fronte a questo problema c’è l’adozione, perfetta per rispondere al desiderio di essere genitore. Non sono contrario alla fecondazione assistita, ma mi preme che si sappia che i bambini nati con questo metodo corrono statisticamente un rischio maggiore di morte. Che dire, poi, degli aborti facili? La convinzione abominevole che si possa abortire se il feto ha qualche problema... La verità è che non esiste mai il diritto di abortire, esiste la possibilità di farlo, ma non il diritto. E si badi, il mio è un discorso squisitamente laico: non ha a che fare con la religione, ma con la realtà scientifica. Pensi che in Olanda siamo addirittura arrivati alla facoltà per i genitori di sopprimere i bambini down alla nascita... Cosa ne pensa del congedo obbligatorio per i neo padri? Il ruolo del padre è di capitale importanza, tanto che ci tengo molto a lavorare con i futuri papà, perché oggi i maschi li vedo sempre più deboli e fanno fatica ad assolvere il loro ruolo. Molto spesso 20

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il dialogo e l’autorevolezza – che è ben diversa dall’autorità – latitano nel rapporto padre-figlio. I tagli cesarei sono sempre più in aumento. Anche questa è moda? Capriccio delle donne che non sono più tanto disposte a sopportare le sofferenze del parto? In Trentino c’è un 25% di donne che chiedono di partorire con taglio cesareo e di queste il 20% è giustificato da motivazioni cliniche. L’Italia, invece, in effetti è il Paese al mondo dove si fanno più cesarei e in Campania c’è il record, con il 60% delle nascite. Come si è evoluto il mestiere di medico in questi anni in Trentino? Quanto c’è di manageriale in questa professione? Sono in pensione da 15 anni e durante il mio ultimo anno di lavoro è arrivata l’azienda sanitaria di Trento. Io ho presentato i nostri dati, già allora da record, fatti con il 50% di pediatri e infermiere in meno rispetto all’Alto Adige. I dati lusinghieri non sono stati nemmeno presi in considerazione, ci hanno semplicemente chiesto di lavorare come volevano loro, tagliando ancora il budget del 10%. Credo che l’azienda sanitaria sia fatta di

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burocrati e che oramai comandi tutto. Hanno addirittura messo le ostetriche a curare i neonati, anche se non è il loro lavoro. Vede, non è difficile vivere a questo mondo, basta saper semplificare le poche cose complicate che ci sono e non complicare le tante cose semplici. Mi pare che tutta la burocrazia dell’azienda sanitaria di Trento non vada in questa direzione… Una delle cose che l’ha resa più nota è stata la sua “crociata” anti Ospedalino. Perché era così contrario? Non era pratico e sono contento di essere riuscito nel mio intento di farlo chiudere, nel 1991. Senta dr. Pedrotti, ma se è in pensione da 15 anni, come mai ancora esercita? Mi hanno chiesto di seguire i neonati del San Camillo, di cui sono consulente e non dipendo dall’azienda sanitaria. Come potevo rifiutare? E poi devo seguire l’associazione “Amici della neonatologia trentina”, che ho fondato 25 anni fa e che si occupa dell’aiuto delle mamme dei bambini ricoverati, ma anche di aiutare ospedali in Paesi in via di sviluppo. Oggi siamo in una ventina di ospedali nel Sudest asiatico, nei quali facciamo formazione del personale, controlliamo che le attrezzature siano tutte adeguate, insegnamo le pratiche base, come il far lavare le mani a chi fa nascere bambini: solo con questo abbiamo dimezzato la mortalità dei bambini per infezioni. Curioso che S. Chiara e San Camillo facciano pubblicità per invogliare a far nascere i figli nell’una o nell’altra struttura. Non è uno spreco di denaro? L’idea di divulgare pubblicitariamente la maternità all’ospedale Santa Chiara è

Credo che l’azienda sanitaria sia fatta di burocrati e che oramai comandi tutto. Hanno addirittura messo le ostetriche a curare i neonati, anche se non è il loro lavoro


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stata del nuovo primario, il dottor Taddeo, e ovviamente il San Camillo non poteva non “rispondere”. La verità è che ambedue gli ospedali di Trento sono sicurissimi; se c’è qualche rischio in più lo si trova negli ospedali della provincia più lontani dal capoluogo. Oggi al S.

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miglia vera, e poi giochi, coccole, ecc. Ognuno deve però rispettare il proprio ruolo. I più forti, ovvero in questo caso i genitori, hanno più responsabilità, non più diritti. I bambini che comandano – atteggiamento che poi spesso sfocia nel bullismo – sono una delle conseguenze

Le coppie che hanno deciso di fare un figlio e poi si separano sono, come minimo e a mio avviso, degli irresponsabili. Se due guide alpine decidessero di abbandonare uno scalatore inesperto a metà strada, chi non griderebbe al crimine?

Chiara nascono 1700 bambini all’anno e tra questi la priorità la hanno quelli con problemi, mentre al San Camillo ne nascono 700 e solitamente sono tutti casi normali, per cui forse le mamme riescono a essere seguite meglio dai medici o comunque vivono una situazione con forse più tranquillità. Oggi i bambini sembrano, però, aver preso il sopravvento sui genitori, non le sembra? Il bambino ha diritto ad avere una fa-

di quanto dicevo prima: il bambino visto come oggetto di piacere, un vezzo dell’apparire; per questo i genitori hanno atteggiamenti troppo permissivi. Il bambino non ha diritto di fare ed avere tutto. Il problema sono i genitori deboli. E cosa ne pensa del progetto “Family in Trentino”? Sono andato a vedere di cosa si trattava in qualche struttura di Andalo. I bambini mangiano con un tovaglietta dove colorare o fare le parole crociate, hanno un

menu ad hoc con nomi da cartone animato, ci sono gli animatori che li fanno divertire... Mi sembra una cosa assurda. È il momento delle vacanze, i padri hanno la possibilità di stare con i loro figli, perché, quindi, lasciarli invece con degli estranei? E perché, in generale, si pensa che i bambini debbano mangiare cibi diversi dai genitori? L’importante è che il cibo sia genuino: il momento conviviale deve essere un momento di dialogo. Poi ci sono i figli dei divorziati, che sono la vera new generation. Qual è la sua posizione in merito? I genitori devono essere a servizio dei bambini, quindi la famiglia non deve stare assieme per la religione, ma per i bambini stessi. I bambini sono contrari al divorzio e io pure, perché faccio il sindacalista al servizio dei bambini. Ovviamente, penso che la separazione sia giusta in certi casi critici, ma tutte le coppie che hanno deciso di fare un figlio e poi si separano sono, come minimo e a mio avviso, degli irresponsabili. Se due guide alpine decidessero di abbandonare uno scalatore inesperto a metà strada, chi non griderebbe al crimine? Crede che sia poi tanto diverso il caso di un figlio di divorziati? A questo punto Lorvena ci prepara il caffè e ci racconta dei quattro nipoti, tutti figli di Anna, anche lei neonatologa al Santa Chiara e consigliere comunale. «Pensi che ha fatto la maratona di New York e quest’anno va con tutta la famiglia sul Kilimangiaro». Lorvena è stupita della capacità di Anna di essere madre, ma anche donna che lavora con molto impegno e coltiva i suoi interessi tutt’altro che “tranquilli”: lei, infatti, una volta sposato Dino e avuto le loro due belle bambine, ha dovuto ripiegare sul fare l’insegnante. «Altrimenti avrei fatto la farmacista, cosa per cui avevo studiato…», racconta con un briciolo di malinconia. Il caffè è delizioso, la compagnia dei coniugi Pedrotti pure, la conversazione stuzzicante. Tant’è che la sera, una volta rientrata a casa, ho avuto di che discutere sull’argomento con le mie amiche. Il dottor P non ci ha fatto venire più voglia di prima di fare un figlio, ma abbiamo concluso che oggi più che mai un uomo e una donna responsabili e capaci di amare hanno gli strumenti, che mai prima d’ora hanno avuto, per fare un figlio con la più alta responsabilità e la consapevolezza necessaria per garantire il benessere e la felicità che merita. E che meritano anche i genitori. ■ 21

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trentinoattualità di Alberto Folgheraiter

Il DATO è tratto e il Trentino è servito Si nasce e si vive di più, quindi si muore di meno Matrimoni religiosi e civili si equivalgono, raddoppiano le separazioni e i divorzi. Crollano i suicidi

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trentinoattualità

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i conosceranno soltanto fra qualche mese i dati del 15° censimento generale della popolazione che si è chiuso il 29 febbraio scorso. Ma ogni anno il servizio Statistica della Provincia autonoma di Trento fornisce i dati relativi al Trentino. E’ un volume (on line) denso di cifre e di raffronti. Una carta di identità che riporta i tratti somatici della popolazione, delle attività produttive, del territorio. A metà anno dovrebbe uscire il volume riferito al 2011. Intanto accontentiamoci della statistica del 2010, talora riferita al 2009 quando non al 2008. Un primo dato balza all’occhio. In un solo anno la popolazione trentina è cresciuta di quasi cinquemila unità, quanto cioè, sul finire del secolo scorso (tra il 1981 e il 1991), accadeva in dieci anni. Negli anni dal 1920 al 1930 la popolazione aveva subito un progressivo decremento (tant’è che nel 1936 in Trentino c’erano 371 mila residenti), dovuto alla crisi post bellica e all’emigrazione. A partire dal 1961, coincidente peraltro con il boom economico, si è registrata un decisa inversione di rotta che aveva portato la popolazione a 443 mila unità nel 1981. Poi negli anni Ottanta la crescita della popolazione ha subito una battuta d’arresto. POPOLAZIONE - Negli ultimi due decenni del secolo, l’incremento della popolazione è stato del 6% (tra il 1991 e il 2011) e dell’11% dal 2001 al 2011. E’ fin troppo evidente che a questo risultato hanno concorso due fattori: l’immigrazione e il saldo naturale (ovvero il rapporto fra numero dei nati e numero dei morti). Negli anni Sessanta, in Trentino, si avevano circa settemila nati l’anno (8.079 nel 1964). Progressivamente, dal baby-

boom si è passati a un dimezzamento delle cicogne con poco più di quattromila nati a metà degli anni Ottanta. La ripresa, coincisa con la maggiore fertilità delle donne immigrate (soprattutto extracomunitarie), ha portato ai cinquemila e cinquecento nati degli anni recenti. Se il tasso di natalità (il rapporto tra il numero dei nati e la popolazione in un dato anno per mille) tra i residenti con cittadinanza italiana era (2009) di 9,3, fra i residenti con cittadinanza straniera era più del doppio, vale a dire 20,2. Per contro, e nonostante l’aumento della popolazione (che, al 1 gennaio 2011, era di 529.457 persone con un aumento in termini assoluti di 4.631 unità in un solo anno), la mortalità si è mantenuta costantemente fra 4.400 e 4.600 unità annue (a parte due picchi di 5.025 morti nel 1969 e 1976). Negli ultimi cinque anni, il tasso di mortalità non ha mai superato il 9‰. Insomma, aumenta la popolazione e si muore di meno. Ma si muore, hainoi! MORTALITà - Tra cause di morte la “falce d’oro” spetta alle malattie del sistema circolatorio (1.800 morti l’anno). Seguono i tumori (1.506 vittime nel 2006) con una costante di poco più di 1.400 morti l’anno. Nonostante le apparenze, pertanto, la mortalità per neoplasie (tumori) non sarebbe aumentata. Negli ultimi trent’anni si è drasticamente ridotto il tasso di mortalità infantile: da 9,5 (1980) a 5,2 (1990) a 1,3 (2009). Intanto, la speranza di vita alla nascita, vale a dire la vita media, dal 1982 è cresciuta di nove anni per i maschi e di sette per le femmine. Attualmente, gli uomini hanno una speranza di vita media di 79 anni; le donne di 85. Il miglioramento progressivo delle condizioni igienico-sanitarie porterà, tra vent’anni,

a una vita media di 83 anni per i maschi e di 88 per le femmine. Si avrà un aumento raddoppiato, rispetto ai giovani, dei “grandi anziani” (gli ultraottantenni) con l’invecchiamento generale della popolazione e conseguenti problemi di ordine sociale (case di riposo, “badanti”, assistenza domiciliare). Aumenteranno anche le patologie legate all’anzianità (sordità, problemi di deambulazione, morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson). Quanto alla popolazione anziana, il maggior numero percentuale si rileva nella comunità degli Altopiani cimbri (38,1%). L’IMMIGRAZIONE - Si tenga conto, inoltre, che l’evoluzione della popolazione è legata anche alle iscrizioni e cancellazioni dall’anagrafe dei comuni. Calata drasticamente l’emigrazione, anche interna, dagli anni Novanta si è assistito all’immigrazione di migliaia di persone (da dodicimila all’anno, fino al 1999, a ventimila in anni recenti). Detratte le cancellazioni (da ottomila a tredicimila l’anno), il saldo sociale è risultato positivo ogni anno e tale fe-

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trentinoattualità nomeno ha contribuito in maniera determinante all’incremento demografico nel Trentino. Basti dire che da 2.715 del 1990, gli stranieri residenti in provincia di Trento, nel 2009 erano 46.044, pari al 8,8% della popolazione. In Valle dell’Adige e nella piana Rotaliana si è raggiunto il 10,4%. Secondo i demografi, è il 7% la soglia oltre la quale la presenza di stranieri comincia a creare problemi di convivenza con la popolazione autoctona. Complessivamente, il 51,5% degli stranieri è donna. Tale fenomeno, piuttosto recente, va ascritto soprattutto alla presenza delle cosiddette “badanti”, le immigrate dei Paesi dell’Est Europa giunte fin qui per accudire gli anziani. Sono più di cinquemila le donne addette alla cura delle persone anziane. Le nazioni di provenienza degli stranieri in Trentino: Romania (7.800, pari al 16,8% degli stranieri); Albania (6.900, ovvero il 14,9%); Marocco (4.900); Macedonia (3.100); Moldova (2.200); Ucraina (2.150); Pakistan e Serbia (1.900). Le zone con il minor numero di immigrati stranieri (meno del 4%) nel 2009 erano il Primiero e l’altopiano dei Cimbri (Luserna, Lavarone e Folgaria). COMUNI e MATRIMONI - Nel 1931, i comuni con meno di 500 abitanti erano 41 (su 223); nel 2009 erano 44 su 217. Quelli da 501 a mille abitanti nel 1931 erano 79; nel 2009 erano 63. Per quanto riguarda le famiglie, nel 2009 erano più di 220 mila. Rilevante il dato statistico dei matrimoni e delle separazioni. Nel 1980, a fronte di 2.590 matrimoni (321 dei quali con rito civile) si erano avute 229 separazioni personali e 59 divorzi. Il calo dei matrimoni religiosi è risultato esponenziale: dai 2.125 del 1990 agli 845 del 2009. Contestualmente si è registrata una crescita dei matrimoni con rito civile: da 555 del 1990 a 813 del 2009 (49%). Ma è l’istituto del matrimonio nel suo complesso che ha registrato un calo rilevante: da 2.680 del 1990 a 1.658 del 2009. Per contrasto, da 579 fra separazioni e divorzi (1990) si è raggiunta la cifra di 1.100 (2009). Negli anni Settanta ci si sposava a vent’anni. Nel Duemila, l’età media del primo matrimonio per lo sposo è passata da 30,9 anni a 34 e per la sposa da 29,4 a 32,3. Qualche altro dato. Nel 1990, in Trentino, vi furono 30 suicidi e 16 tentativi di suicidio. Il picco dei suicidi si ebbe 24

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7.821 ragazzi; l’istruzione tecnica da 7.533 allievi. Quanto al tasso di scolarità della secondaria superiore: 99,9% per Trento; 92,7% per il resto d’Italia. Ancora bassa la percentuale dei giovani che raggiungono la laurea o un diploma universitario: 7% (nel 1981 erano il 2,4%; nel 1951 lo 0,8%). Quanto alle scelte, la palma spetta all’area umanistica (4.378 su 14.920 iscritti a tutte le facoltà). A seguire l’area dell’ingegneria (2.583). Quasi settemila anziani o persone con tempo disponibile figuravano iscritte lo scorso anno all’Università della Terza età. Di queste, 5882 le femmine, 1098 i maschi. Il Trentino vanta 86 biblioteche pubbliche e 37 punti di lettura con 347 addetti. Il patrimonio librario è di oltre tremilioni di volumi; i prestiti, nel 209, ha raggiunto quasi il milione e quattrocentomila titoli. nel 1995 (39) mentre per i tentativi di suicidio l’anno più nero fu il 2008 (33). Dopo il 2006 (21) le persone che si sono tolte la vita sono drasticamente calate: 7 (2007) e 9 (2008 e 2009). In Provincia di Trento i medici di base sono 476, le farmacie 141. L’ISTRUZIONE - Dall’asilo alla scuola professionale, passando per elementari, medie e superiori, nell’anno scolastico 2009/2010 gli studenti trentini erano 86.130. Di questi, 21.534 nelle scuole medie superiori, 4.771 nella formazione professionale. L’istruzione classica, scientifica e linguistica era scelta da

L’ECONOMIA - Nel 2009 le importazioni sono state pari a 1.500 milioni di euro, vale a dire come accadeva negli anni tra il 1995 e il 2000; le esportazioni hanno raggiunto un valore di 2.384 milioni di euro, riportando il livello della bilancia commerciale al 2003. I consumi delle famiglie, altro indicatore, segnalano un crollo con una retrocessione di parecchi anni. Nel 2009 per alimentari e bevande si è consumato come nel 2002, per abbigliamento e calzature si è speso come prima del Duemila, per arredamento e servizi per la casa come nel 2003, combustibili ed energia poco più che nel 2005, per i


trentinoattualità servizi sanitari i consumi vanno riportati al 2004, per trasporti e comunicazioni a prima del 1997, per i pasti consumati fuori casa si ritorna agli anni fra il 2000 e 2005. La spesa media mensile delle famiglie ha subito un calo a 2.279 euro, com’era prima del 2000 (quando la moneta era la lira). Basti dire che nel 2005 si consumava mensilmente per un valore di 2.628 euro. IL LAVORO - Nel 1951, in Trentino, c’erano 63.500 occupati in agricoltura (40%), 52 mila nell’industria (33%), 43 mila nei servizi (27%) per un totale di 158 mila occupati. Nel 2009 gli occupati complessivi erano 229 mila. In agricoltura risultavano impegnate solo 8.400 persone (3,7%) mentre nei servizi erano impiegate 158 mila unità (69%). Nel 1990 gli occupati nel settore pubblico erano 39.470; vent’anni dopo quasi ottomila in più (47.226). L’amministrazione dello Stato ha subito una drastica cura: si è passati da 10.758 impiegati a 4.078. Gli enti locali e l’Azienda per i servizi sanitari hanno avuto nel contempo un incremento di diecimila unità raggiungendo quota 44 mila addetti. In dieci anni sono calati gli infortuni sul lavoro: da 11.650 (del 2000) a 8.800 (del 2009). AGRICOLTURA - Raddoppiata (18.700 quintali) nel 2009 la produzione delle ciliegie rispetto all’anno precedente; cresce la coltivazione delle fragole (45 mila quintali a fronte dei 5.700 del 1980), cala la produzione del ribes (4.510 quintali

contro i 5.120 del 2008), stabili le more e i mirtilli e le pesche che dal 1990 sono scese a un quarto della produzione, appena 480 quintali. La fattoria degli animali (complessivamente 90.734 capi), in Trentino, annovera 46.034 bovini (dato 2009), 25.550 ovini; 8.900 caprini; 3.250 equini e 7.000 suini. IL TURISMO - Dal 1985 al 2009, in Trentino, gli esercizi alberghieri hanno subito una contrazione, passando da 1.847 a 1.553; per converso sono aumentati i posti letto: da 81 mila a 94 mila. Tanto per la statistica, il numero più elevato di alberghi si ha in val di Fassa (289) e Valli Giudicarie (207), Garda e Ledro

(185), Val di Sole (147), Altopiano della Paganella (125), Fiemme (97), Primiero (90). Fanalini di coda: la Val di Cembra (11) e la Valle dei Laghi (9). Se a questi si sommano anche i letti negli esercizi complementari (ostelli, campeggi, colonie, agritur, rifugi alpini, case per ferie) si raggiunge la cifra di 165 mila posti letto. Le seconde case sono passate da 29 mila del 1985 a 45 mila. Sommate agli alloggi privati messi a disposizione dei turisti fanno altri 314 mila posti letto. Tra il 1985 e il 2009, i turisti sono raddoppiati, da 1.545.000 a 3.145.000, ma le presenze non hanno seguito lo stesso andamento: da 9.665.000 a 15.235.000. Sono calati anche gli impianti di risalita, da 327 a 231 ma è aumentata la portata oraria, da 253 mila a 332 mila. Dal 1985 al 2009 sono stati trasportati in quota quasi 80 milioni di persone. L’INDUSTRIA - Radicalmente modificato il settore industriale, dal 1981 al 2008, in provincia di Trento dove si è passati da 186 a 88 imprese nel settore estrattivo, da 615 a 345 nel settore degli alimentari, bevande e tabacco; da 464 a 176 nel tessile e nelle calzature; da 1.226 a 712 nel settore del legno; da 217 a 418 nella lavorazione dei minerali; da 41 a 58 imprese nel settore dell’energia, del gas e dell’acqua. Il comparto delle costruzioni ha avuto un’impennata passando da 3.939 aziende a 6.857. Gli addetti nei vari settori dell’industria sono aumentati da 55.432 a 59.564. Ma era il 2008, prima della crisi. Tanto, ■ tanto tempo fa. 25

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trentinoattualità

e i z a r G ei Fior d

Sono tanti e silenziosi. Si materializzano nei ristoranti, nei bar o semplicemente lungo la strada. Offrono – per pochi euro – boccioli di rosa. La loro tattica è quella dell’insistenza silente. Ma qual è la loro vita? Da dove arrivano i fiori? Quanto guadagnano? Chi c’è alle loro spalle, l’ombra di un’organizzazione? Cosa ne pensano i ristoratori del centro storico?

di Tiziana Tomasini

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egli anni Novanta erano sbarcati in città gli extracomunitari. Generalmente africani, con le cassettine colme di varia oggettistica più o meno utile (dagli accendini agli improbabili occhiali con la montatura a luce intermittente) che proponevano, itineranti, nelle vie del centro. Ora gli stessi – alcuni inevitabilmente incanutiti – prediligono le postazioni fisse, come l’ entrata/uscita dei supermercati. A girare a piedi la città, da qualche tempo, con qualche cosa da vendere, ci sono loro. Noi li chiamiamo “indiani”, in realtà il bacino di provenienza riguarda tutta l’area del subcontinente che occupa la parte centro – meridionale dell’Asia, con sentita maggioranza di bengalesi e pachistani. 26

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trentinoattualità Il mestiere di ambulante di fiori Sono tipi strani, questi “indiani” coi fiori in braccio. Compaiono come fantasmi, si materializzano sbucando fuori da chissà dove … ed eccoli comparire, come per magia, ai tavolini dei bar, nei ristoranti, ovunque si possa definire luogo pubblico. Si caratterizzano per la loro insistenza, a volte imbarazzante. Un’insistenza silenziosa, ancor più incisiva e pregnante dell’insistenza verbale. Si piazzano lì, accanto a voi, con una rosa in mano. Non importa se state litigando selvaggiamente, se state per compiere un passo importante, se state parlando di un importantissimo argomento di lavoro. L’importante è che acquistiate una rosa. Una, o più di una, naturalmente. Ad essere prese di mira non sono soltanto le classiche coppie uomo/donna. Tutti sono potenziali compratori di rose, tutti (anche colleghi di lavoro, amiche, conoscenti…) potrebbero avere un buon motivo per comprare un fiore. Questa è la loro filosofia. E non c’è verso di fargli capire che a voi non importa nulla di un fiore mentre state discutendo delle udienze del vostro figlio maggiore, mentre state per concludere più o meno felicemente un incontro, mentre state per mandare al diavolo chi volevate mandare da molto tempo … Loro si piazzano là. E non si muovono. Che fare? C’è chi se ne libera subito accettando il bocciolo, c’è chi fa finta di niente, c’è chi ringrazia gentilmente ma fa cenno di NO, c’è chi per galanteria verso la donna seduta al tavolo accetta suo malgrado per non fare la figura del tirchio …

UNO SU MILLE CE LA FA

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alle testimonianze raccolte “on the road”, pare assodato che i venditori ambulanti di fiori di origine indiana (che noi continuiamo a definire “indiani” per motivi comodamente semplicistici) non sono geneticamente e istintivamente portati – vuoi per indole, per cultura, per tradizione anche religiosa - ad accrescere la propria posizione sociale. Diversamente dalla nostra mentalità occidentale, più spiccatamente imprenditoriale e comunque alimentata dal desiderio di migliorare e di avanzare dal punto di vista sociale ed economico, gli “indiani” pare che accettino il loro destino e proseguano senza sobbalzi nello svolgimento di quelle attività che il fato ha loro assegnato. Alla luce di queste considerazioni social – antropologiche, forse appare meno strano che omoni grandi e grossi, che ben figurerebbero in un cantiere piuttosto che in altri impieghi di natura più fisica, o uomini con qualifiche nettamente superiori (si dice che uno di questi ambulanti sia un medico con tanto di laurea) girino semplicemente con i fiori in braccio. Fiori che consentono loro, in ogni caso, di sbarcare il lunario. Con una eccezione. Uno di questi “indiani” silenti ha aperto un negozio di generi alimentari tipici della zona geografica di origine nel quartiere di San Martino. Cambiare, allora, è possibile, anche se questo caso costituisce una straordinaria eccezione tra chi gira ormai da anni tra i tavolini di bar e ristoranti, imbracciando rose. Una gamma infinita di delicate situazioni, in cui loro sono comunque presenti. Prendiamone atto, è una realtà. Curiosando sulla grande rete, scopriamo un gruppo di Facebook dalla denominazione “quelli che non ne possono più degli indiani che vendono rose per strada”. I simpatizzanti dell’argomento si scambiano opinioni e si raccontano esperienze, alcune delle quali veramente spassose e divertenti. Annotiamo anche tutta una serie di espedienti e consigli per non incorrere nell’acquisto, tra cui spicca anche il dichiararsi gay (ma chi l’ha detto che anche un gay non gradisca l’omaggio?). Piovono anche proverbi più o meno improvvisati, quali “rosa d’ambulante, pericolo costante” o nuove definizioni occupazionali, come “rosivendolo” o appellativi più o meno gentili, come “scassazebedei”. Divertentissimo l’espediente di una signora in coppia col marito che, per dribblare l’acquisto, dichiara di acquistare solo orchidee… Chiaro che, dopo cinque minuti, la suddetta coppia vede tornare l’indiano con l’orchidea in mano. Non mancano purtroppo episodi violenti, come il recente fatto increscioso (novembre 2011) di un ambulante del Bangladesh colpito nelle degenerazioni della movida di Lecce.

la moglie con le due figlie è rimasta al paese natìo. Facile riconoscerlo: denti sporgenti, tanto che gli è valso il soprannome di “dentone”, applica una tecnica oramai consolidata. Si slancia verso i potenziali clienti, almeno quelli che lui ritiene clienti, e allunga la mano sfoggiando, appunto, il suo sorriso migliore. Lo incontriamo al Caffè Città, all’esterno perché all’interno sa che non può entrare se non per una brevissi-

CHI SONO Siddiqi Pakistano, 52 anni, sposato con tre figli. Vive con un figlio vicino al Top Center, 27

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ma comparsata, subito sollecitato ad uscire dai titolari. Parla e comprende il minimo indispensabile per promuovere la sua “attività” che, dice, gli rende 15-20 Euro nei giorni feriali e 40-50 nei prefestivi e festivi. Giura che le rose le acquista a Trento al mercato del giovedì, da altri pakistani. Ritorna periodicamente in Pakistan, dalla famiglia, che sopravvive con le sue rimesse. Dall’ultimo viaggio in Pakistan ha riportato, per quelli che lui considera oramai i suoi clienti abituali, graziosi braccialetti artigianali che, orgogliosamente, ha voluto regalare.

Prvet Lo conoscono tutti in città. Pakistano, di bassa statura, rotondetto, pelle scura. L’abbiamo incontrato in piazza Fiera, sul far del mezzogiorno. Il fascio di rose rivolto verso il basso. Ne scegliamo una, gialla. “Tre euro” – dice. “Tre euro?” – chiediamo perplessi. Ci pare troppo, rispetto ad altre offerte del genere floreale. Un momento di esitazione, poi rilancia. “Cinque euro tre rose”. Accettiamo. Intanto proviamo a chiedergli qualcosa di lui, ma si scusa, “No italiano, poco”. Dice che le rose arrivano da Milano. Ci informiamo. Nella capitale lombarda esistono i mercati generali, al mattino si spuntano prezzi molto bassi, anche in proporzione alle quantità acquistate. Da quanto risulta, una rosa si paga circa 0,70 euro. Facciamo velocemente il conto: con una media di tre euro a rosa, il guadagno per fiore è di 2,30 euro. Moltiplicato per il numero delle rose vendute, non è male. Si può arrivare anche ad una cinquantina di euro a giornata. Prvet intasca i soldi e via, di gran fretta, di buon passo verso il centro città. Drakkar Lo incontriamo all’angolo di Via Veneto. Ha un bel sorriso. Difficile dire quanti anni abbia: potrebbe averne venti come quaranta. Praticamente impossibile definirne l’età. Guardiamo i fiori, chiediamo i colori, dice che a casa ha tante altre rose. Drakkar viene dal Pakistan, vive con altri connazionali e si mostra molto elastico nei prezzi dei boccioli, alcuni freschissimi, altri decisamente più appassiti. Quando chiediamo quanto costa una rosa, risponde “Quanto vuoi tu”. Stupiti dal prezzo a proposta, lanciamo “un euro”. Ne prendiamo tre. Affare fatto. Drakkar non parla italiano, noi non parliamo la sua lingua. La nostra conversazione non va oltre l’argomento floreale. Peccato. Non sembra ombroso e schivo quanto gli altri ambulanti, non corre via frettoloso. Resta là, fermo. Con le rose in mano. E aspetta. Loro e gli altri C’è chi sospetta l’ombra di un’organizzazione dietro la vendita delle rose. Una sorta di caporalato, una rete che detta le regole di questo commercio. C’è chi dice che facciano solo molto gruppo, molto unione etnica, che si aiutino reciprocamente. Questa probabilmente è la verità. Alcuni di loro svolgono

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contemporaneamente un altro lavoro, alcuni sono riusciti ad avviare un’attività (come i negozi di prodotti tipici, specie alimentari), alcuni vivono solo di fiori. Molti cambiano periodicamente città, si spostano da Trento ad altre località vicine. Spostamenti dettati dagli avvenimenti, dai periodi, dalle ipotetiche ed ormai sperimentate possibilità di maggior guadagno. Cosa ne pensano i ristoratori del centro Tanti i pareri. Tre, in linea generale, le modalità di comportamento nei loro confronti. C’è chi li tratta con gentilezza e li fa tranquillamente entrare e circolare tra i tavoli. C’è chi proprio non ne vuole sapere e li allontana. C’è, infine, chi limita l’ingresso a tre ambulanti per sera, dando loro la possibilità di vendere senza infastidire troppo gli avventori con continue offerte di acquisto. In media stat virtus. In questi giorni di ricerca, abbiamo raccolto un bel mazzo di rose. Rose dai tanti colori, boccioli a testa in giù, da far seccare e far durare anche due settimane. Senza spine, senza profumo. Un po’ come loro, come gli “indiani”. Uomini che arrivano da lontano per fare questo semplice lavoro. Un lavoro che a noi però pare inevitabilmente di rimedio ed ha il sapore un po’ amaro dell’incompletezza, della scarsa realizzazione, della remota possibilità di costruirsi un futuro. Come una rosa privata delle sue foglie ■ e delle sue spine.


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di Giorgio Dal Bosco

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h, che tempi! Ah, che mondo!”, si lamentava a ogni piè sospinto un noto personaggio dei fumetti. Non ho mai capito se la sua fosse nostalgia del tempo passato o fastidio per il tempo presente. Mettetela come volete, certo è che vien spontaneo tirare anche noi quel sospiro “bipartisan”. Vien spontaneo al ricordo dei “nostri” venditori di fiori sulle pubbliche strade e cantoni della città negli anni Sessanta, Settanta e primissimi anni Ottanta. Ve la ricordate Paolina di Fornace, quella amabile vecchietta dai capelli bianchi come la neve raggomitolati dietro la nuca, il grembiulone azzurro a fiorellini, le scarpe grosse maschili, tanto timida che, al massimo della sua “spavalderia”, davanti al passante, muta, allungava di una spanna la mano che stringeva il mazzetto di fiori di campo o di erica dentro un foglio di carta gialla da macellaio imbevuta d’acqua? Erano fiori che lei stessa aveva raccolto sui prati della sua angusta valle o al limitare dei boschi, fiori che, messi nel vaso a casa, duravano un bel po’, non come le rose fasciate dal cellophan che, spogliate d’esso, piegano il capo morte. Erano fiori veri e mani della Paolina erano incallite dalla fatica dei campi e degli orti. I vigili urbani la controllavano limitandole il campo di vendita alla via del Suffragio. Paolina non ha mai violato le consegne anche se decisamente rigide. Stava ai patti. Soprattutto non era invadente e insistente, anzi. Solo quando il passante aveva un impermeabile di nylon trasparente sopra vestiti dai colori sgargianti con il cappuccio in testa anche quando non pioveva, portava i sandali con i calzini e in mano teneva la

Venditori della trento che fu un ricordo dei “nostri” ambulanti negli anni Sessanta, Settanta e primissimi anni Ottanta. Da Paolina Valler di Fornace alla “postazione commerciale” di piazza Italia. Ecco come siamo divenuti orfani di una vera identità macchina fotografica, allora e solo allora, trattandosi di un turista tedesco, Paolina Valler si lanciava nel suo maccheronico tedesco. Tutto qui. Quando era riuscita a vendere un mazzolino, dal cesto che teneva ai piedi ne coglieva un altro e così via. Niente scontrini, niente blitz della finanza. Era amata e si faceva amare. Quanto fosse davvero povera fino al punto di fare quotidianamente questo umile commercio, – lei garantiva che al mattino presto da Fornace scendeva a piedi – non lo si è mai saputo. Erano gli anni Sessanta e Settanta e chi scrive ha l’orgoglio di essere stato l’unico giornalista ad intervistarla, l’unico ad essere convinto che un giorno quella vecchietta e quelle foto, scattate da Bernardinatti, avrebbero avuto un forte sapore agrodolce cittadino.

Flavio Faganello. Purtroppo, essendo scomparso, non ho potuto rintracciare quella foto. Di incredibile, la vicenda di questo venditore ambulante di fiori, è che un facoltoso trentino con grossi interessi economici a Verona ha giurato che quell’uomo così dimesso solitamente appoggiato alla cantonata del bar Zurigo, bene, quell’uomo era diventato ricco sfondato. Vero? Falso? Chissà. Certo è che questi personaggi della nostra città, talvolta fiabeschi o leggendari che dir si voglia, non esistono più. Purtroppo non sono stati sostituiti da nessuno, noi trentini siamo orfani di una vera identità che invece, un tempo, avevamo incollata addosso e di cui eravamo

fieri. Colpa dei tempi (“ah che tempi, ah che mondo”) colpa della globalizzazione, colpa di chi vuoi, ma Trento non è più la stessa. Gli attuali venditori di rose ti passano davanti come furetti, ti si accostano al bar se siedi con una signora. Sembrano tutti uguali come le rose che ti offrono. Eppure non sono mai i medesimi. Cambiano in continuazione. Li accettiamo perché ne abbiamo il dovere civile e la bontà, ma non ci piacciono. Sembra che dietro di loro non abbiano un vissuto come l’avevano i “nostri” venditori. E invece ce l’hanno, ma noi, avvezzi ormai al mondo intero etnicamente e socialmente variopinto, non ce ne accorgiamo e non ci in■ teressa.

Altra storia con tutt’altri risvolti, perfino positivamente incredibili e sempre legata ai fiori, è quella di un altro venditore che come “postazione commerciale” aveva quasi sempre piazza Italia. Nessuno mai l’ha intervistato e chi, invece, ha intuito che quel personaggio sarebbe diventato un’icona della vecchia Trento è stato 29

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Il “collezionista”

di Carlo Martinelli

STORIA ATTREZZATA Da anni Giovanni Ricci raccoglie le cose “di una volta”. Dai calamai agli accendini, dagli aratri alle pentole, dai giocattoli agli staròli. Le sue regole: non acquistare, non vendere e far conoscere la cultura contadina e popolare di un tempo…

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l viaggio nell’universo dei collezionisti non smette di riservare sorprese. Soprattutto, conferma che la tipologia di coloro che decidono di essere posseduti dal sacro fuoco della raccolta, della catalogazione, dell’accumulo, della ricerca di quello che ancora non hanno, è tipologia pressoché infinita. Il protagonista di questa nuova puntata – tanto per cominciare – ha una regola precisa. Non compra e non vende. Raccoglie, svuota cantine e solai, accetta quel che gli regalano, ben sapendo che con lui niente andrà perduto, bensì sistemato, stipato, messo da qualche parte, riproposto in qualche 30

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mostra, in qualche esposizione, ad una fiera piuttosto che ad una sagra, o ad una delle tante rievocazioni storiche alle quali non manca mai. Dunque, con Giovanni Ricci – trentanove anni passati alla guida di un camion e ora in strameritata pensione, personaggio che dire conosciuto, nella zona di Cadine e Sopramonte, la sua “patria”, è dire poco – andiamo alla scoperta di un altro modo di essere collezionista. Anche perché, tanto per cominciare, risulta assai difficile, per non dire impossibile, definire cosa diavolo collezioni questo vulcanico e simpatico personaggio.

Potremmo cavarcela facilmente e dire che Giovanni Ricci colleziona di tutto. In realtà una specializzazione ce l’ha ed è figlia di una passione vera ed autentica - poi lodevolmente messa a disposizione degli altri, gratuitamente, e non è poca cosa - per tutto quel che riguarda in particolare la civiltà contadina. La sua cantina e il suo vòlt sono letteralmente stipati di vecchi oggetti, antichi utensili, attrezzi carichi di storia e di fatica. Così


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NEL NOME DELLA NOBILDONNA

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ci accoglie, tanto per cominciare, mostrandoci orgoglioso un aratro di metà Ottocento, proveniente dalla valle di Fiemme. E prosegue trascinando in strada, dove la luce del sole vince sull’oscurità (e sull’incredibile affastellarsi di centinaia di oggetti) delle cantine, una sega assai originale: la tenevano vicino al focolare e al camino. attaccata a quattro robusti ferri, cosicché era la legna che andava mossa, su e giù, per essere tagliata, facendo leva sui capaci denti dell’attrezzo. Ed ecco anche una raccolta di tagliole per la cacciagione seguite da un attrezzo usato anche - in guerra - in funzione anti uomo. Altamente sconsigliato finire nei paraggi di tale “utensile”: non a caso lo

iovanni Ricci è socio onorario dell’Associazione culturale Giulia Turcati di Sopramonte che è nata nell’estate del 2005 con lo scopo di dar vita a manifestazioni, a ricerche storiche, a spettacoli e mostre da svilupparsi e prodursi nell’ambito del sobborgo di Trento. Giulia Turcati era una nobildonna vissuta nel diciannovesimo secolo (1848 - 1912) che diede vita, nella sua villa di Sopramonte, ad un circolo culturale frequentato da importanti personaggi della cultura italiana. Lei stessa avviò una lunga attività di scrittrice, con lo pseudonimo di Jacopo Turco, ed animatrice di cultura. L’Associazione ha voluto fregiarsi del nome della nobildonna come esempio di grande cultura vissuto a Sopramonte per poter dare, anche con semplicità ed umiltà, luce e spazio sia alla storia del passato che a tutto ciò che riguarda il mondo della letteratura e dell’arte. Il fiore all’occhiello è l’organizzazione e la riproposta della rievocazione storica delle Rimanìe che affonda le sue radici agli albori del dodicesimo secolo quando, per la zona del Supramonte che comprendeva i paesi di Oveno, Cadine, Vigolo e Baselga esisteva un’unica entità amministrativa per la gestione dei beni che si identificava nella pieve. Il Pievano, il Sindico e il Degano rappresentavano rispettivamente i vertici del potere religioso, politico e burocratico. Oggi l’Associazione conta su una cinquantina di associati – le loro rievocazioni in costume sono assai apprezzate – e anche su una pagina Facebook. Dimenticavamo: sulla pergamena dell’Associazione Giulia Turcati che tiene in bella mostra, c’è scritto che “Giovanni Ricci è socio onorario per la preziosa consulenza e cessione degli oggetti e utensili d’epoca”. Avevate dubbi?

si chiamava “trancia gambe”. Si perdono invece nella notte dei tempi (medievali) gli alari usati per i focolari che il Nostro mostra con orgoglio. Ma che se ne fa di tutte queste cose, direte? Semplice. Diventano l’indispensabile arredo storico - racconta - per le mostre e le rievocazioni cui partecipa anche l’Associazione Giulia Turcati (vedi box, ndr): “la fiera di Vigo Cavedine; la festa dei portoni di Fraveggio con i

giocattoli d’epoca; le feste madruzziane di Calavino; la festa dell’Addolorata di Bolognano; il presepe vivente di Calavino ed anche Corte Trapp a Caldonazzo”. Ma Giovanni Ricci ha dato una mano ad allestire anche rievocazioni storiche nelle scuole, con la riproposta della “classe di una volta”. È bastato tirare fuori dalle sue raccolte vecchi banchi di fine Ottocento, pennini ed inchiostro, quaderni del primo Novecento, pagelle ancora intatte, un grembiule di quelli

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COLLEZIONI DA COLLOCARE

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nche la vicenda – appassionata e generosa – di Giovanni Ricci ripropone, inevitabilmente, una domanda. Collezioni così ricche, ancorché magari disordinate, possono aspirare a trovare una collocazione tale da renderle godibili (si dovrebbe dire usufruibili, termine di rara bruttezza) al pubblico? È quel che il vulcanico Giovanni ha cercato di appurare in questi ultimi anni. “A me basterebbe che il Comune mettesse a disposizione uno spazio dove collocare gli attrezzi, gli oggetti e i documenti raccolti in tutti questi anni. Non chiedo certo soldi, penserei io a gestire quello che potrebbe essere un piccolo museo della vita quotidiana di un tempo”. Ovvio: non è certo facile – in un territorio dove i musei già abbondano – ipotizzare ulteriori spazi. Però almeno sedersi attorno ad un tavolo, per vedere cosa è possibile realisticamente fare… O no?

neri con il fiocco azzurro per i bambini e rosa per le bambine. Lui ha tutto. Volete sapere come le ha chiamate, due di queste mostre allestite negli ultimi anni? “Le cose dei nonni” e “Robe de ‘sti ani”. Digressione storica. Nella notte dei tempi, mese di ottobre, al termine del raccolto, arrivava da Trento il Gastaldo per la raccolta delle imposte che in quell’epoca erano le Rimanìe, un termine che indicava l’insieme di beni in natura, prodotti della terra, caseari, carne macellata, legname. Per ogni Rimanìa, venivano consegnati quattro staròli (unità di misura dell’epoca) di frumento e quattro di segala, otto staròli di sorgo ed un’orna di vino, una pecora ed un formaggio, una gallina e un fascio di fieno. La miseria, le pestilenze, le malattie, la mancanza di braccia da lavoro era la realtà nella quale i paesi attorno a Supramonte – Sopramonte – vivevano e, quindi, non tutti

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erano in grado di consegnare il dovuto: molti erano gli artigiani o i contadini che in cambio delle Rimanìe dovevano prestare la loro opera nei palazzi vescovili, ad evitare l’arresto e la prigione. Bene, potevano mancare, tra le cento e cento cose di casa Ricci, gli staròli? Non potevano. Eccoli: c’è l’unità di misura da mezzo chilo, quella da chilo e avanti, fino a quella da venti chili, con tanto di marchi dazieri, fine Settecento. Ma il viaggio tra quelle che qualcuno potrebbe chiamare cianfrusaglie – e sono invece preziosi testimoni della nostra storia, sono la nostra memoria, e senza un passato condiviso e conosciuto non c’è futuro vissuto e di comunità – lascia a bocca aperta. E trova l’approvazione e la collaborazione di tutta la famiglia Ricci: dalla moglie Brunetta ai figli Loris (ha seguito le orme paterne, è anch’egli camionista) e Antonella. Proviamo dunque a stilare un elenco, per quanto parziale, di quello che “el Giovanni” ha raccolto in questi anni. Millecinquecento accendini, di tutti i materiali, delle fogge più strane, con le più bizzarre sponsorizzazioni. Utensili da cucina in quantità industriale, dagli

scolapasta alle pentole, dai macinini del caffè ai bicchieri. Un orologio da tavolo appartenuto ad Ida Dalser, la sfortunata moglie del duce Mussolini, finita in manicomio. Venti (avete letto bene: 20) moto d’epoca. Apparecchi radio (d’epoca, ovviamente) in serie. Una bottiglia di spumante Ferrari con 70 anni di vita, una di quelle del fondatore, Giulio: “non verrà mai aperta”, garantisce Giovanni, che ha subito anche il corteggiamento dei Lunelli affinché la cedesse loro, ma niente da fare. Ancora: ecco finimenti per i cavalli, ferri da stiro, campanacci delle mucche, tenaglie, scaldini, orologi da polso e da muro, astucci in legno usati dagli scolari tra la prima e la seconda Guerra mondiale, un calamaio dell’Ottocento, banconote dei più svariati Paesi, comprese le corone austriache usate in Trentino fino al 1918. No, se qualche buontempone volesse etichettare tutto questo come cianfrusaglie, dedicategli una sonora pernacchia. Tutto questo è memoria del nostro tempo – lungo i secoli – e dei nostri luoghi. E ad uno come Giovanni Ricci, che a queste cose vuole bene, bisogna solo voler bene. ■


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ROMA

Finalmente tintoretto!

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oma Caput Mundi. Che bello tornarci di tanto in tanto e scoprire che non è solo il caos di politica e affari che ci racconta la tv. Scoprirne scorci inediti, una trattoria indimenticabile e magari una mostra grandiosa come quella che ci accingiamo a raccontarvi. Alle Scuderie del Quirinale c’è sempre cibo per i nostri occhi. Questa volta ci andiamo ad ammirare Jacopo Robusti (o Canal) detto il Tintoretto (1519- 1594). Artista rivoluzionario, è tra i principali interpreti della pittura italiana del Cin-

quecento a non aver avuto in Italia una mostra monografica significativa. Se si esclude quella tematica dedicata ai Ritratti tenutasi a Venezia nel 1994, l’ultima mostra sul maestro veneto risale al 1937, anche per l’obiettiva impossibilità di spostare i grandi teleri veneziani. La mostra delle Scuderie del Quirinale si prefigge, quindi, di illustrare compiutamente la sua opera presentando i tre principali generi della pittura del grande maestro veneto: il tema religioso, il tema mitologico e il ritratto. Una sezione curata da Vittorio Sgarbi, arricchisce la mostra

Jacopo Robusti (o Canal) detto il Tintoretto era rimasto l’unico tra i grandi della pittura italiana del Cinquecento a non aver avuto fino ad ora, in Italia, una mostra monografica significativa

INFO Tintoretto A cura di Vittorio Sgarbi Roma, Scuderie del Quirinale Fino al 10 giugno

“Gesù tra i dottori”, 1542 34

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Orari: Da domenica a giovedì dalle 10 alle 20, venerdì e sabato dalle 10 alle 22.30. Ingresso: Intero € 10, ridotto € 8,50 Info: tel. 06.39967500 info.sdq@palaexpo.it


trentinofuoriporta Dove mangiare Antica Trattoria Tritone Via dei Maroniti, 1 Tel. 06.6798181 www.trattoriatritone.com Sempre aperto

“Trafugamento del corpo di S. Marco”, 1562/66

con le opere degli artisti che intorno a Tintoretto si muovevano: da Tiziano a Bonifacio Veronese, a Giovanni Demio, a Lambert Sustris, al Parmigianino, a El Greco, allo Schiavone e Paolo Veronese. Un’esposizione sorprendente, dunque, che si apre e si conclude presentando i due più famosi autoritratti: quello giovanile, lieve e spavaldo, del Victoria & Albert Museum di Londra e quello senile, grave e magnetico, del Louvre di Parigi. Nel mezzo, tutta una vita, e un’arte, tumultuosa e appassionata. Melania In mostra, inoltre, anche Mazzucco gli straordinari teleri, dallo spettacolare Miracolo dello schiavo, dipinto nel 1548 per la Scuola Grande di San Marco, al Trafugamento del corpo di San Marco, oggi entrambi conservati alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, che lo imposero

In un quartiere storico della vecchia Roma a due passi da piazza di Spagna nasce la Trattoria Tritone. Un locale dell’800, dove si mantiene intatta la tradizione culinaria romana e si possono riscoprire i sapori perduti di una volta. Immersi in un ambiente che ricorda la vecchia città, riporta alla memoria un passato ormai lontano.

prepotentemente nello scenario artistico veneziano per quasi mezzo secolo, fino alla dolente Deposizione nel sepolcro (1594) del Monastero di San Giorgio Maggiore, forse l’ultima opera in cui è possibile riconoscere la mano del maestro. E ancora molte opere celebrate e famose: da quella che viene considerata una delle sue prime riconosciute, Gesù tra i dottori (1542), concessa dal Museo diocesano del Duomo di Milano, a celebri capolavori come la Madonna dei Tesorieri e la Creazione degli animali, ambedue dalle Gallerie dell’Accademia, la Santa Maria Egiziaca e la Santa Maria Maddalena della Scuola Grande di San Rocco, oltre un inedito e strepitoso confronto tra l’Ultima Cena della veneziana chiesa di San Trovaso con

“Miracolo dello schiavo”, 1548

quella, di cinque anni più tarda, della chiesa di San Polo restaurata proprio in occasione della mostra delle Scuderie. Accanto ai grandi teleri di impatto drammatico e dalla stesura fulminea e densa di tensione, si presentano al visitatore le opere di soggetto storico o mitologico, come, ad esempio, due dei 14 ottagoni, raffiguranti Apollo e Dafne e Deucalione e Pirra, ora nella Galleria Estense di Modena, realizzati nel 1541 per il soffitto di Casa Pisani o la splendida Susanna fra i vecchioni dal Kunsthistorisches di Vienna. Ad accompagnare i visitatori, passo dopo passo e sala dopo sala, ci sono infine le parole di Melania G. Mazzucco, la scrittrice che ha dedicato a Tintoretto e allo studio del suo ambiente numerosi romanzi e pagine indimenticabili. Infine il catalogo, edito da Skira, raccoglie gli interventi inediti dei maggiori studiosi internazionali sul percorso e sull’ambiente artistico di Tintoretto, definito anche grande inventore di favole drammatiche da svolgersi entro coreografie di ombre vibranti... Uno spettacolo continuo. ■

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trentinoaltoadige la seconda casa di ötzi ci offre l’occasione per un viaggio infinito tra il passato e il presente

di Fiorenzo Degasperi

il museo archeologico dell’altoadige

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icuramente Ötzi, l’uomo venuto dal ghiaccio, emerso alcuni anni fa nei pressi del Tisenjoch (m 3210), sulla cresta di confine tra la Val Senales e la Ötztal, non poteva immaginare che il suo corpo sarebbe ridisceso a valle. L’incredibile fatica di questo cacciatore che visse probabilmente tra i 4000 e i 5000 anni a.C., che partendo dalla località Kompatsch, 36

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riparo di Neurätl, nella bassa Val Venosta, finì per approdare vicino al cielo e alla morte, è stata ripagata con l’immortalità e la fama in tutto il mondo. Attorno al suo corpo istoriato di segni e simboli, ai suoi strumenti, agli indumenti fatti di pelle di capra, il Museo Archeologico dell’Alto Adige, con sede a Bolzano, ha allestito un vero e proprio


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cenotafio commemorativo. Al punto che la mummia di Ötzi, racchiusa in una camera iperbarica che mantiene la temperatura costante, fa da catalizzatrice di decine di eventi a carattere archeologico-antropologico. Qui, nei

tre piani di cui è composto il Museo, s’incontrano ricercatori, scienziati, appassionati, studenti, famiglie. È un continuo andirivieni tra una vetrina e uno schermo interattivo, tra l’osservazione e l’ammirazione per una fare-

tra e la comparazione con strumenti similari di altre culture. Le esposizioni che si sono succedute nel tempo hanno scandagliato il sapere che questo uomo portava su di sé. I molteplici linguaggi comunicativi permettono al

grande pubblico di rimanere affascinato al cospetto di una delle mummie più antiche e meglio conservate del mondo, da cui traspaiono l’ingegno dell’esperienza, la funzionalità delle armi che possedeva, la grande adatta-

info museo Il Museo Archeologico dell’Alto Adige si trova a 15 minuti a piedi dalla stazione ferroviaria e da quella dei bus. Quasi tutti gli autobus urbani che partono dalla stazione ferroviaria fermano nelle vicinanze del museo in via Cassa di Risparmio. Il pregevole edificio che lo accoglie è ubicato in Via Museo 43, al termine della suggestiva e tardogotica Via dei Portici, a pochi passi dal torrente Talvera. E’ aperto dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18, ultimo ingresso ore 17.30. Per le scolaresche e l’attività didattica l’apertura è alle ore 9. Chiuso il lunedì, eccetto festivi. Nei mesi estivi di luglio, agosto e quello invernale di dicembre il museo rimane aperto anche il lunedì. Il 1° gennaio, il 1° maggio ed il 25 dicembre il museo rimane chiuso. La biblioteca è aperta da lunedì al venerdì dalle 10 alle 12.30 e dalle 14 alle 17.30. Il museo è privo di barriere architettoniche. Prezzi: adulti euro 9, bambini fino a 6 anni gratis, scolari studenti, anziani, disabili euro 7. Utenti muniti di Museumcard o museummobil card entrata gratis. Facilitazioni per famiglie, scolaresche e gruppi. Info: www.iceman.it, tel. 0471 320100, email: museo@ iceman.it, oppure www.musei-altoadige.it. 37

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trentinoaltoadige bilità dell’abbigliamento atto a preservarlo dall’ambiente. Tutti elementi che però non lo hanno difeso dalla falce della grande Dama Nera che lo ha colto nel punto più vicino al cielo, al suo Signore degli Animali a cui, di sicuro, Ötzi dirigeva le sue preghiere, le invocazioni, i canti melismatici. La preistoria ha così invaso ogni recesso di questo severo edificio con i suoi elementi neobarocchi e liberty, progettato da Rudolf Eisler nei primi anni del Novecento per accogliere la nuova filiale della Banca Austro-Ungarica. Dopo la fine della I guerra mondiale subentrò la Banca d’Italia fino a quando, negli anni ’80, l’edificio è stato acquistato dalla Provincia di Bolzano e il 28 marzo 1998 le porte che danno su Via Museo si sono aperte su parte del ricchissimo patrimonio archeologico del Sudtirolo. Da quel giorno i visitatori che hanno calpestato le pavimentazioni originali nell’atrio e nelle scale, per impossessarsi dello spirito e dell’anima del passato, non si contano. Perché prima di Ötzi e dell’attuale mostra temporanea, curata dallo svizzero Beat Gugger, che racconta i 20 anni di avvenimenti legati al suo ritrovamento – venne ritrovato infatti il 19 settembre 1991 – il Museo esponeva veri e propri capolavori dell’arte del passato, a partire dall’età mesolitica fino ad arrivare al primo medioevo. Un filo d’Arianna che collegava le esperienze nate in un territorio da sempre crocevia e cerniera tra nord e sud, tra oriente ed occidente. Vale per tutti il lacerto lapideo dedicato al dio Mitra ritrovato a Mules, in alta Val d’Isarco, e qui collocato. Ma anche le decine di manufatti istoriati, scolpiti, lavorati, che ci aprono molteplici finestre su mondi e culture di una ricchezza tale che noi non possiamo che rimanere meravigliati e at38

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il direttore

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d Angelica Fleckinger, classe 1970, esperta di storia, preistoria, storia dell’arte e archeologia classica, dal 2005 direttrice del Museo Archeologico dell’Alto Adige, autrice di molteplici libri su Ötzi e l’età neolitica, abbiamo posto alcune domande sul rapporto Museo-territorio. Ötzi, il museo, la città di Bolzano, il turismo. Cosa ha voluto dire per la città la presenza della “mummia del ghiaccio”? si può parlare di “turismo intelligente” grazie all’archeologia? Da quando, nel 1998, a Bolzano è stato aperto il museo, il profilo degli ospiti che visitano la città è cambiato. Sono numerosi coloro che arrivano da molto lontano per vedere il celebre Uomo venuto dal ghiaccio e che, per l’occasione, naturalmente scoprono anche Bolzano e l’Alto Adige. Questo pubblico internazionale conferisce alla città un profilo peculiare e variegato, se è vero che nel 2011 hanno visitato il museo 265.000 persone. A mio parere, un turismo intelligente è legato a contenuti sostanziosi, e in questo senso Ötzi è uno dei temi più forti della nostra terra, accanto alla sua eccezionale bellezza naturalistica ed alla qualità della vita di cui possono godere anche gli ospiti. Non solo Ötzi. L’Alto Adige è terra ricca di ritrovamenti archeologici di tutte le epoche. In un futuro recente ci sarà spazio per testimoniare la memoria del territorio? Attualmente l’intero museo è dedicato all’Uomo venuto dal ghiaccio, anche perché, in occasione del ventennale dal suo ritrovamento, avvenuto nel 1991, volevamo affrontare il tema Ötzi da molteplici prospettive esplorando i fenomeni che sono sorti intorno alla sua figura. A partire dal prossimo anno, comunque, un’area del museo sarà di nuovo dedicata all’archeologia dell’Alto Adige, in modo non solo da venire incontro alle esigenze dei visitatori che vengono da fuori, in particolare quelli stranieri, ma di fungere anche da punto di riferimento per la popolazione locale. Museo e didattica: affinché il mistero diventi sapere. Quali sono i rapporti con la scuola? Le nostre offerte didattiche si fondano su otto idee-chiave: la persona posta al centro, i contenuti, il museo come luogo di apprendimento, la flessibilità, il lavoro a lungo termine, il contatto tra i visitatori, la lentezza e la massima libertà. Sulla scorta di questi principi, il Museo Archeologico dell’Alto Adige ha elaborato a partire dalla sua nascita numerosi programmi di mediazione per i destinatari più diversi. Parlo, ad esempio, di proposte per famiglie, anziani, turisti, residenti ecc., e non solo per le scuole, benché esse rappresentino ovviamente un target molto importante con 30.500 scolari e studenti che ci visitano ogni anno.

toniti. Pensiamo soltanto al mistero delle coppelle, delle incisioni di cui non conosciamo ancora il vero significato e che hanno trasformato le sale del Museo in vero e proprio laboratorio di idee, di confronto, di scambi. Le conferenze non si contano, i congressi sono stati, e sono, innumerevoli. La direttrice, Angelika Fleckinger, autrice di diverse pubblicazioni su Ötzi, sul suo mondo e sul neolitico (edite da Folio Editore), conduce con intelligenza e sapienza un ricco staff di operatori che hanno portato, in pochi anni,


trentinoaltoadige

265.000 visitatori nel 2011

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a quando il museo della mummia è stato aperto, ovvero da quando Ötzi dalle candide nevi dell’alta val Senales è approdato nel vecchio cuore mercantile della città di Bolzano, i visitatori sono stati ben oltre i 3 milioni. Il museo è stato aperto al pubblico il 28 marzo 1998 è da quel giorno le file non si contano. Ovviamente per permettere ai visitatori di ammirare la mummia, ma anche gli elementi di corredo che lo hanno accompagnato nell’ultimo viaggio verso l’empireo dove presiede il Signore e la Signora degli Animali, c’è bisogno di spazio. In questo edificio la mummia è stretta anche perché il Museo possiede un vasto e articolato patrimonio archeologico che narra la storia di questa terra. Ed è un peccato che la memoria storica deve rimanere impacchettata in qualche scantinato. Spazi nuovi per nuove idee, per valorizzare Ötzi ma anche per dare dignità alla storia del territorio, da sempre importante cerniera tra nord e sud, tra oriente ed occidente.

questo museo di “periferia” al vertice degli spazi pubblici dedicati al passato, specializzandosi nella conoscenza dei “labili confini”, di ciò che nasce quando le diverse culture s’incontrano, nella consapevolezza che i confini sono uno spazio immenso, segnano l’esperienza, il linguaggio, lo spazio dell’abitare e il pensiero con le sue mappe dell’ordine. Da questa concezione museale nascono le innumerevoli passeggiate archeologiche attraverso il territorio, la nascita di una rivista che accompagna per mano non solo gli amanti di un passato

ricco e fantasioso, ma anche intere scolaresche che qui trovano la motivazione del loro stesso esistere. Il museo archeologico offre per i gruppi scolastici delle guide tematiche, percorsi pedagogici e laboratori. Alle informazioni si aggiungono l’esperienza sensoriale e l’approccio pratico e diretto ai materiali. Gli studenti trovano così una porta spalancata sulla scienza ma anche sulla fantasia e sull’immaginario, linfa vitale affinché la motivazione del conoscere affondi le proprie radici in modo che neppure la tempesta possa poi disturbarle. ■ 39

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trentinoincontri

di Alessio Bertolli

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l Trentino è un territorio tanto piccolo quanto straordinario. Lo rendono tale la varietà di culture e tradizioni, la moltitudine di paesaggi e ambienti, e la quantità e la qualità del suo patrimonio naturalistico, tanto che la peculiarità più autentica del Trentino sta forse proprio in questo, nella sua diversità di scenari, di luoghi, di valori e risorse, concentrati in uno spazio che di per sé è modesto. Si tratta certamente di un patrimonio di cultura e di natura di cui andare fieri e su cui poter basare un modello dell’“abitare”, del “progettare” e dell’“agire” che dovrebbe essere il più possibile condiviso, coerente e compatibile. Del resto, conoscere i caratLo splendido volume di 640 pagine sarà in libreria dal 14 aprile (Euro 45,00)

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naturalmente trentino Un LIBRO fortemente voluto dalla Società degli Alpinisti Tridentini (SAT) e dalla sua Commissione Tutela Ambiente Montano (TAM) per ricordare nel migliore dei modi i 140 anni di vita del Sodalizio e per celebrare la vera natura del Trentino teri identitari e distintivi del territorio significa attribuire specificità e valore aggiunto ai luoghi, significa opporsi all’omologazione e alla bana-

lizzazione degli spazi, significa non arrendersi a quella “tristezza dell’uniformità” che Aldo Gorfer – nei suoi tanti scritti – spesso denunciò. Significa anche creare identificazione, generare un senso di condivisa appartenenza ai luoghi, diffondere la cultura del paesaggio e della bellezza: unici, veri, essenziali strumenti per gestire e preservare – generazione dopo generazione – questo grande patrimonio. In un tale contesto si colloca il nuovo volume “Naturalmente Trentino: i paesaggi, la natura, i luoghi”, fortemente voluto dalla Società

degli Alpinisti Tridentini (SAT) e dalla sua Commissione Tutela Ambiente Montano (TAM) per ricordare nel migliore dei modi i 140 anni di vita del Sodalizio e per celebrare la vera natura del Trentino. Quest’opera, che a qualcuno farà venire in mente i primi annuari della SAT, è stata scritta, come in un


trentinoincontri

Lo straordinario paesaggio di Fuchiade. (Foto Alessio Bertolli)

abbraccio fraterno, da satini, da appassionati, da liberi professionisti e da alcuni ricercatori dei due principali musei naturalistici trentini (Museo Civico di Rovereto e Museo delle Scienze di Trento). Le edizioni Curcu & Genovese hanno saputo cogliere la forte innovazione insita nel volume e hanno quindi entusiasticamente e mirabilmente partecipato a questo innovativo e ambizioso progetto che colma un vuoto nella produzione editoriale trentina. L’intero territorio provinciale è infatti descritto sotto vari punti di vista: geografia, geologia, vegetazione, flora e fauna. I testi generali sono arricchiti dalla descrizione di 44 luoghi particolarmente significativi, da 80 mappe, 12 disegni, 29 box

di approfondimento e da 622 immagini corredate da ampie didascalie. Il lettore, già dalle prime pagine, viene trascinato in un affascinante viaggio alla scoperta di un Trentino, forse insolito per i turisti dei grandi parchi di divertimento estivi ed invernali, ma autentico per la gente locale che vuole tramandare ai posteri le bellezze paesaggistiche, naturalistiche e culturali. L’obiettivo principale del lavoro, iniziato due anni fa, è quello di far conoscere i valori naturalistici più autentici e profondi del territorio trentino, talvolta sconosciuti anche agli stessi residenti. Un volume che vuole essere per tutti e alla portata di tutti, dall’amministratore della cosa pubblica all’appassionato di natura, dall’escursio-

Salendo dal Passo dei Lasteati verso il Monte Cengello, si incontrano decine di piccoli laghetti, incastonati in un mosaico di praterie e placche rocciose. (Foto Giorgio Perazza)

Il martin pescatore sorprende per la varietà dei colori, che lo rendono inconfondibile dalle altre specie che vivono a bordo dei laghi e lungo i fiumi. (Foto Luca Longo)

nista di montagna al lettore semplicemente curioso, dal turista più “esotico” al più “radicato” dei valligiani, chiunque potrà “avvicinarsi” a questo libro anche soltanto per soffermarsi sulle parti o sui luoghi che più lo interessano, o sulle immagini che più lo incuriosiscono. Si è cercato, quindi, di usare un linguaggio chiaro e semplice, ma preciso, per rendere accessibili i contenuti ad un pubblico vasto ed eterogeneo senza tuttavia dar spa-

zio a banalità ed equivoci. L’augurio è che questo libro contribuisca a far conoscere le peculiarità dei luoghi, a far scoprire (o riscoprire) le tante identità del Trentino, a svelare la ricchezza e la bellezza del nostro territorio e a consolidare l’amore per lo stesso, con la speranza che si possa sempre più innescare quel circuito virtuoso in cui i valori territoriali generano spirito identitario e lo spirito identitario genera valori ter■ ritoriali. 41

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trentinobottegad’artista

di Renzo Francescotti

La raccoglitrice di castagne

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uo padre Severino, cantoniere, con sua madre Maria (“Mariota”), tuttora vivente, entrambi di Segonzano ( il paese degli “Òmeni de Segonzan”, ovvero delle piramidi di terra) fecero sette figli. Lui, Egidio Petri, uno dei sette, è nato a Trento nel 1955, ma è sempre vissuto nel suo paese di Segonzano. Egidio abita nella frazione Stedro, nella casa paterna ristrutturata, arrampicata nella parte alta del paese: ci arrivi

Mistero svelato, 2010 42

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L’ironia e Lo spirito della terra Egidio petri non disdice il lavoro artigianale perché, come diceva remo wolf, “l’opera d’arte è almeno al 90 per cento frutto di artigianalità”. Da segonzano, le sue bellissime opere invadono il mondo intero per strade strette come vicoli. Incoraggiato dal padre Egidio frequentò l’Istituto d’Arte di Pozza di Fassa, diplomandosi nel ’76, a 21 anni. A 28 anni si è sposato – come suo padre – con una ragazza del paese, Ivana, giovane maestra elementare. Nacquero due maschietti, Francesco (1991) e Alessandro (1995). Dalla madre, che suona il flauto traverso, i ragazzi hanno ereditato la passione per la musica; il più grande suona il clarinetto e studia al Conservatorio di Riva del Garda; il secondo studia al Liceo “da Vinci” di Trento, suona i timpani e contemporaneamente studia al Conservatorio di Bolzano. Madre e figli suonano assieme nella banda di Albiano, una banda definita “splendida”. Ma torniamo al nostro Egidio che ha partecipato al suo primo simposio di scultura in legno a Cortina d’Ampezzo, nel 1981, a 26 anni; l’anno dopo c’è la sua prima personale nella Sala Consigliare del suo paese: un successo. Da allora le sue partecipazioni a Simposi e mostre sono state innumerevoli (si sono rarefatte solo negli ultimi an-

ni, a causa delle numerose committenze a cui Egidio deve lavorare). In questi oltre trent’anni, Petri ha esposto in concorsi in Italia e all’estero: a Kemijarvi (Finlandia); a Norimberga, Wurzburg, St. Blasien (Germania); a Cracovia (Polonia). Ha realizzato sculture in neve e ghiaccio in Francia, Stati Uniti, Russia, Canada, Inghilterra. Ha vinto numerosi premi; tra l’altro primi premi a Cortina d’Ampezzo, Belluno e in Usa a Milwaukee (nel 1989 ne1

1996). Ha tenuto corsi di scultura lignea a Cembra, Piné, Civezzano, Cles, Trento… Petri è un artista professionista che non si “vergogna” di realizzare opere artigianali. Del resto nessuno può tracciare un confine tra l’artista e l’artigiano (il grande Remo Wolf mi confidava che per lui l’opera d’arte è almeno al 90 per cento frutto di artigianalità). Egidio è una artista eclettico, che passa dalla scultura sacra a quella profana; che sa

Monumento alla pace – Grumes, Val di Cembra – 2000


trentinobottegad’artista

mutare sorprendentemente di stile; che è padrone di un mestiere sicuro quanto duttile; che sa servirsi dei materiali più diversi (legno, marmo, pietra, scarti di porfido,ferro, rame, bronzo…); che ha realizzato sculture naturalistiche ma anche sculture astratte:

Cristo in croce, 2008

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come Tensione lenta (1988), Italia 90 (1989) entrambi in legno di cirmolo, all’insegna della torsione, del dinamismo; e altre di grandi dimensioni, con altri materiali a distanza d’anni (primi anni 2000), come il Monumento alla Pace a Grumes ( Val di Cembra) e la scultura Le quattro stagioni. Il primo è un monumento in cui appare una sfera spaccata inquadrata in una sorta di portale; la seconda, in cirmolo e ferro, è una scultura alta due metri e mezzo che scolpisce magistralmente quelli che potrebbero sembrar indumenti in cui sono infitti strumenti originali a contraddistinguere le stagioni (come la “piàntola” per battere la falce). Si capta in quest’ultima opera lo spirito della terra, il “genius loci”, ovvero l’humus valligiano, trentino, alpino da cui questo artigiano-artista trae linfa. È sotto questo segno che Egidio ha creato quella che per me è una delle sue sculture più originali, più sorprendenti: quella Raccoglitrice di castagne, una scultura assemblata con scarti di porfido. È ubicata ad Albiano (terra di cave di porfido) in un parco di castagni in località Spiazzi. Guardi questa figura femminile piegata (una figura senza età, dalla lunga gonna) e capisci che non poteva essere fatta che con quel materiale, scaturita dalla terra. E mi piace concludere con una scultura recente (2010) che definirei “new dada”. È una scultura in cirmolo dal titolo Mistero svelato: sullo sfondo di un paesaggio in cui figurano le piramidi di Segonzano, una Gioconda, che fa onore al suo nome, ammiccante, fa sbocciare dalle sue mani un calice di vino. Una scultura all’insegna della fantasia, dell’ironia. È finita in un’azienda vinicola di Salerno; se arrivate lì, fate con “Mona Lisa” un brindisi alla straordinaria vocazione scultorea di Egidio Petri. ■

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trentinoattualitĂ

FBK di Tiziana Tomasini

Chi RICERCA trova In una sigla sono sintetizzati una fondazione, un nome ed un cognome. Un doveroso omaggio a Bruno Kessler, a colui cioè che ha gettato le basi per lo sviluppo culturale del Trentino. ne parliamo, nella sede di via S. Croce a Trento, con il Presidente della fondazione FBK, massimo Egidi

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trentinoattualità

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ici “ricerca” e immagini bunker sotterranei, alambicchi fumanti, apparecchiature da film fantascientifici, formule segrete, camici bianchi e pass indecifrabili. In realtà il mondo della ricerca è anche questo, ma solo in parte. Si tratta di un mondo ben più complesso, che va oltre le immaginarie rappresentazioni; è un mondo, quello della ricerca, articolato in settori specifici, che abbracciano varie branche delle conoscenze umane, attivato da un motore organizzativo che racchiude una molteplicità di fattori che riguardano varie fasce del sapere. Ed è proprio questa la parola chiave che ha il potere di racchiudere tutti gli aspetti che riguardano l’universo della ricerca. Il sapere inteso non come conoscenza fine a se stessa, punto di arrivo e insieme di dati acquisiti, ma processo in continua trasformazione, punto di partenza per sviluppare altre conoscenze, processo dinamico in grado

di sviluppare progresso culturale, attraverso tutti i canali odierni di informazione. In Trentino ricerca si legge in sigla, FBK. Una sigla che racchiude la storia degli studi in campo scientifico e tecnologico e nel campo delle scienze umane. Una sigla che rende omaggio al politico trentino che ha sostenuto e realizzato il grande progetto di un Istituto Trentino di Cultura, base fondamentale per la nascita dell’Università a Trento. La Fondazione Bruno Kessler, ente di ricerca della Provincia Autonoma di Trento, è significativamente presente sul territorio, svolge oggi attività in forte espansione, è strutturata in numerosi centri ed istituti ed accoglie un alto numero di ricercatori. Parliamo della Fondazione nella sede di via S. Croce a Trento, con il Presidente Egidi.

Breve storia della Fondazione, sulla base di quali esigenze è sorta ed i rapporti con la Provincia. La Fondazione nasce nel 2007; trova la sua origine nella trasformazione dell’Istituto Trentino di Cultura nato nel 1962 a Trento, su volontà di Bruno Kessler. Il suo obiettivo era la formazione di una classe dirigente nel Trentino, desiderio motivato da quella conquistata autonomia, da subito riconosciuta di grande importanza, da sostenere con la formazione culturale. Dieci anni dopo, la nascita dell’Università e la progressiva e maturata esigenza dell’ ITC di avere un ruolo di maggior

autonomia, fino alla nascita della Fondazione. Fondazione che, per definizione, è un’istituzione privata, che gode di maggior elasticità nell’organizzazione e nella progettazione di piani di sviluppo, che si autofinanzia con i fondi europei e con gli accordi stabiliti con la Provincia di Trento. Come si articola la Fondazione? La Fondazione racchiude un grande settore tecnologico ed uno umanistico. Nell’ambito delle scienze, spiccano la semantica, l’analisi dei dati intelligenti, la ricerca efficace,

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trentinoattualità

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i motori di ricerca; di grande rilevanza l’ambito della tecnologia dei materiali [settore nel quale si contano più di 100 ricercatori] con la produzione di strumenti avanzatissimi, come i sensori di alta qualità e di ridottissime dimensioni. Nell’ ambito umanistico si distinguono varie attività in un unico dipartimento; da citare l’importanza delle scienze religiose e gli studi storici, con l’analisi politica dei conflitti e con la valutazione delle politiche pubbliche. Qual è il ruolo del Presidente? Si tratta di un ruolo diverso da quello di un “normale” presidente: le competenze non si riassumono esclusivamente nel “presiedere”, come ci deriva direttamente dal termine. Il presidente è anche amministratore delegato, assume un ruolo più strategico, anche in termini di operatività e in tema di finanziamenti. Come si colloca la Fondazione Kessler nel panorama europeo? In ambito europeo è piuttosto competitiva, si consideri che abbiamo 350 persone tra ricercatori e studiosi: un dato considerevole, che ci consente di essere competitivi in Europa. La Fondazione ha intrecciato una buona rete di rapporti, specialmente con Germania e Francia. Con la grave crisi occupazionale in corso, perché ha ancora senso fare ricerca? Terminata la fase di riequilibrio dei conti, il bisogno è essenzialmente quello di crescita; tale bisogno non si costruisce solo sulla domanda della spesa pubblica, si deve fondare su un cambiamento tecnologico importante per progredire. Nel panorama mondiale, l’Europa deve ancora recuperare, guadagnare terreno rispetto agli USA ed alla Cina, paesi nei quali la ricerca è vicina alla realizzazione pratica. La ricerca diventa essenziale; solo attraverso la ricerca si incide sulla capacità

Massimo Egidi

di innovazione del sistema produttivo, economico, sociale. Ha senso fare ricerca per far nascere l’innovazione. Ricercatori che restano, ricercatori che spiccano il volo … La mobilità è importante, gli studiosi arrivano laddove trovano qualcosa di valido. Si tratta fondamentalmente di questo, trattenere i validi. E per la nostra situazione territoriale e geografica, questa è la difficoltà maggiore. Siamo un’area marginale, è più facile per un ricercatore lanciarsi nelle grandi metropoli – Roma in primis - ; i nostri sforzi sono proprio finalizzati a mantenere alto il livello, a creare competitività, per creare le condizioni ideali per lo sviluppo della ricerca. FBK PRESS L’esigenza di evolvere, di promuovere, di realizzare concretamente attraverso i più immediati e diretti canali di comunicazione e di divulgazione, sono principi insiti alla ricerca stessa. Potenziare e diffondere, da dentro a fuori, come in processo osmotico. I ricercatori scrivono, si sa. Scrivono su riviste specializ-


trentinoattualità zate, pubblicano libri, diffondono il loro sapere. Da qui l’esigenza per la Fondazione di diventare anche editore, per offrire la possibilità a chi fa ricerca di diffondere la conoscenza. Una diffusione che non trova come unici interlocutori i fruitori stessi della ricerca, ma allarga gli orizzonti anche i non addetti ai lavori. Un’informazione che si propone quindi di parlare di determinate tematiche al territorio, primo interlocutore. Con tutti i linguaggi della nostra epoca. Accanto alla produzione cartacea, le versioni digitali, a segnare l’avanzamento della tecnologia e l’allargamento delle conoscenze. La “Il territorio trentino nella storia europea” diviene simbolo ed elemento rappresentativo della FBK PRESS: una lettura di questa terra marginale, con confini fragili in determinate epoche storiche, sospesa tra l’affermazione della propria identi-

I numeri La Fondazione abbraccia oltre 350 tra ricercatori, dottorandi, studenti post dottorato, visiting professor. A questi vanno aggiunte altre 100 persone di supporto all’attività di ricerca. Le attività si svolgono in 5 centri di ricerca, 7 laboratori, 2 biblioteche specializzate ed una “Clean Room” (Camera Pulita) nella sede di Povo. Si tratta di un laboratorio di microtecnologie nel quale lavorano 18 tra ricercatori e tecnici, con l’obiettivo di razionalizzare e ottimizzare le procedure di produzione di microchip (dispositivi elettronici ad alta tecnologia), realizzare esperimenti di fisica, produrre pannelli solari innovativi, sensori per un generale miglioramento ambientale e industriale.

tà e le comunicazioni con il Nord. Una lettura della terra di confine non tanto come frontiera, quanto come cerniera, con tutte le implicazioni storiche, geografiche, antropologiche che ne derivano.

Nuovi arrivi PRIMAVERA - ESTATE 2012

19 marzo 2012: l’FBK ricorda Bruno Kessler L’evento in un piovoso lunedì 19 marzo, nell’Aula Grande della Fondazione. Ci sono proprio tutti, a raccontare non solo il personaggio, ma a definire ed a raccogliere l’opera di un uomo che ha tracciato un disegno nitido della cultura, del Trentino, del Trentino nella cultura. Massimo Egidi, presidente della Fondazione Bruno Kessler, parla del ruolo rilevante della Fondazione nel processo di modernizzazione del Trentino, che svolge un ruolo predominante e costituisce area di riferimento per la cultura di questa terra. Il professor Paolo Pombeni, direttore del centro di Studi storici italo-germanici, ripercorre il percorso umano e politico di Kessler, nel panorama storico della politica trentina. Fa una cronistoria dell’università di Trento, riporta alcune citazioni testuali del nostro conterraneo, che non si stancava di ribadire le sue umili origini ed il “dovere sacrosanto di migliorare la nostra gente”. Attesissimo l’intervento dell’onorevole Virgilio Rognoni, ex ministro della ReBruno Kessler

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trentinoattualità

polo tecnologico e polo umanistico Le radici della Fondazione trovano origine nel 1962, con la nascita dell’Istituto Trentino di Cultura (ITC) che nel tempo si articola nel Centro per gli Studi Storici Italo-Germanici (1973), il Centro per le Scienze Religiose (1975) e il Centro per la Ricerca Scientifica e Tecnologica (1976). La Fondazione Bruno Kessler nasce ufficialmente il primo marzo 2007, nel quadro del processo di riordino del “sistema trentino della ricerca”, disegnato dalla Legge provinciale n.14 del 2 agosto 2005. Il rapporto con la Provincia Autonoma di Trento, socio fondatore, è regolato dall’Accordo quinquennale di programma. Il governo della Fondazione è garantito dal Consiglio di Amministrazione a cui si affianca il Collegio dei Soci Fondatori e Sostenitori ed il Comitato Scientifico. L’attività si sviluppa intorno ai due poli di ricerca scientifico tecnologico e umanistico, ed è organizzata in Centri di ricerca: Tecnologia dell’Informazione, Materiali e Microsistemi, Centro Internazionale per la ricerca Matematica, Centro Europeo di Fisica Teorica, Studi storici italo-germanici, Scienze Religiose, Studi sulla pace, la guerra e il mutamento internazionale, Ricerca Valutativa sulle politiche pubbliche. Nell’ambito della ricerca scientifica vanno citate Future Internet, Embedded Intelligence, le micro e nanotecnologie; nel campo delle scienze umane e sociali, lo sviluppo di tematiche forti, come il dialogo interreligioso, l’etica, gli effetti delle politiche pubbliche, la pace e la guerra. Le attività sono sostenute economicamente dalla Provincia autonoma di Trento, dai finanziamenti europei (un terzo sul totale dell’autofinanziamento, circa 4 milioni di euro) e da finanziamenti privati.

energia e quanto la storia di oggi abbia bisogno di nuovi Kessler. Nella seconda parte della mattinata, si parla di cosa è stato e di cosa potrà essere il progetto Kessler. Le voci di due studiosi ne tracciano le linee: Enzo Rutigliano parla, citando Nietzsche, di “uomo postumo”, dell’uomo

che passava le serate con i “suoi” studenti di sociologia (“dai putei, bevè!”), degli anni difficili delle occupazioni, del ritrovarsi tutti in piazza Duomo alla cerimonia di commemorazione, segnale che nella vita quelle che rimangono sono le esperienze essenziali. Gabriele Anzellotti precisa di non aver conosciuto Kessler, ma racconta da dentro la ricerca e la didattica del polo scientifico, la voglia di stare tutti insieme, studiare, mangiare, giocare a calcio, battersi per la biblioteca sempre aperta. Tante idee, realizzabili, questo è l’aspetto positivo di Trento: laddove c’era una buona idea, ci si poteva lavorare, si poteva fare. Le conclusioni del presidente Dellai, vanno a delineare le valenze dell’opera di questo personaggio illuminato, interpretabili come la capacità di immettere coscienza dell’autonomia, la grande organizzazione urbanistica sul territorio e l’intera filiera della conoscenza come base per l’istruzione, la ricerca, l’università e la cultura in generale. Concetti mai banali, spendibili e leggibili nell’interpretazione del Trentino di ■ oggi.

Tra i riconoscimenti, perfino uno di google

T

pubblica. Toccanti e piacevoli le sue parole di ricordo di questo leader naturale, che non era intimorito da nessuno, fiero delle sue origini. Si incontravano talvolta a Vermiglio, nella sua Val di 48

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Sole, e ne ricorda la facilità e l’immediatezza a comunicare ora con i valligiani, ora con gli intellettuali, indistintamente e con la stessa forza di carattere. Ribadisce le sue capacità comunicative, la sua

ra i riconoscimenti recenti, Cesare Furlanello è, secondo la top list del Daily Wired, uno dei 50 uomini che contribuiranno a cambiare il mondo; Carlo Strapparava ha ricevuto il premio Google per aver creato un sistema software che riconosce le emozioni nei testi; Paolo Tonella ha ricevuto il premio MIP per la ricerca scientifica nel settore software engineering; Alessandro Cimatti, Iman Narasamdya, Marco Roveri hanno ottenuto il premio “Best Paper” per il miglior lavoro scientifico; Giorgio Speranza è stato riconosciuto come “Top reviewer 2009”; un team di ricercatori FBK è stato premiato per il miglior articolo scientifico di FMCAD. Carlo Strapparava



trentinoattualità

di Paolo Chiesa

Pompieri trentini a new york da PERGINE valsugana Agli states. i vigili del fuoco volontari di pergine sono andati a conoscere i loro colleghi americani: i famosi “Firefighter”, con un regalo molto, ma molto speciale

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uesto è il racconto di due passioni e di un viaggio. Le passioni: quella che anima i vigili del fuoco volontari di Pergine per l’attività che compiono e quella per la costruzione di giocattoli di legno che uno di loro costruisce. Il viaggio è quello che li ha recentemente

L’arrivo a New York (con il pacco...) 50

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portati a New York a conoscere i loro colleghi metropolitani: i “Firefighter”. Per parlarne ho incontrato il vigile del fuoco Michele Lorenzi, 30 anni, operatore del 118 con la passione di lavorare il legno e Giorgio Fuoli, 61 anni, educatore in pensione ed ex comandante dei pompieri di Pergine. Iniziamo dagli Stati Uniti: Michele racconta come è nata l’idea di questa trasferta: “Nel 2009, mentre ero a New York in viaggio di nozze, ho scattato una foto a un’autoscala dei pompieri cittadini: la Ladder 10 della caserma Ten House. Allora non sapevo che era il mezzo speciale, realizzato appositamente per ricordare quello rimasto schiacciato durante il crollo delle Twin Towers”. E qui entra in ballo la sua passione per il legno. Si fa mandare i progetti tecnici dell’autoscala dalla Seagrave, la ditta che l’ha costruita e inizia a riprodurla in

miniatura durante i mercatini di Natale di Pergine, dove ha allestito un laboratorio di falegnameria. Si tratta di una copia perfetta anche nel funzionamento: lunga 1 metro e 30 centimetri, larga 35 e alta 40. E durante il periodo natalizio la gente che lo vede all’opera spesso gli chiede se una volta ultimata, ha intenzione di regalare l’autoscala ai pompieri di New York. Michele ne parla all’ispettore distrettuale dei vigili del fuoco Roberto Fontanari e si sente rispondere: “Perché no? Gliela portiamo!”. È qui che nasce il progetto del viaggio. La moglie americana di un vigile viene subito nominata interprete della trasferta. Un altro pompiere ha un cugino che fa parte dei “Fireman” della Grande Mela; Michele lo contatta tramite Facebook e lo fa diventare il gancio americano del progetto. E ce n’è bisogno, perché dalle 4 o 5 persone che sembrava dovessero partire inizialmente si passa a 43 partecipanti. L’addetto alle pubbliche relazioni è Giorgio Fuoli che cura la redazione e la stampa in cinque copie di un libro fotografico sul corpo dei vigili di Pergine e contatta Comune, Comunità di Valle, Provincia e Federazione dei vigili del fuoco volontari che mettono a disposizione targhe e lettere accom-


trentinoattualità pagnatorie. Vengono inoltre realizzati dei giubbotti commemorativi con la data del viaggio. Le spese della trasferta sono rigorosamente a carico dei partecipanti. Ma come è andata a New York? Sentiamo Michele: “Il clou è stata la visita alla caserma numero 10, la Ten House, che era la più vicina al World Trade Center e di conseguenza la prima a intervenire dopo il crollo delle torri gemelle”. E qui il ricordo va ai 12 vigili del fuoco che quel maledetto 11 settembre erano di turno e che sono morti nella tragedia. “La caserma è diventata un luogo di pellegrinaggio”, dice Giorgio, “e per questo vengono tenute le saracinesche abbassate per evitare il via vai di persone che per fare una foto o chiedere un gagliardetto ostacolerebbero il normale svolgimento delle attività dei vigili”. E probabilmente anche per questo inizialmente c’è stata un po’ di diffidenza verso i trentini. Ma quando

La torri gemelle in fiamme. È l’11 settembre 2001

si è capito che le motivazioni del viaggio non erano legate alla semplice curiosità ma alla solidarietà tra colleghi, la cautela è diventata accoglienza, fino a trasformarsi in partecipazione nel momento in cui è stato scartato il pacco che conteneva il modello in legno dell’autoscala. Sono stati momenti di commozione e di vicinanza, perché il ricordo degli eroi di Ground Zero era presente sotto le mentite spoglie della lamiera dell’autoscala originale appesa all’interno della caserma. L’incontro è servito anche per condividere e confrontare i modi di gestire le emergenze e di intervenire in caso di necessità. Il giorno successivo, il comandante della caserma newyorchese ha contattato l’organizzatrice americana della trasferta per scusarsi dello scetticismo dimostrato inizialmente nei confronti della comitiva trentina. Sosta d’obbligo, per i perginesi, nella Grande Mela, al Museo storico del pompiere e alla chiesa di Saint Paul, rimasta incredibilmente intatta nonostante fose a ridosso delle due torri, che è diventata una sorta di totem per i pompieri di tutto il mondo. Ma se Giorgio e Michele sono stati stregati anche dalle altre peculiarità di New York, figuriamoci quanto lo sono stati quei componenti della trasferta che sono saliti per la prima volta su un aereo e si sono trovati a volare sopra l’oceano per

Da sinistra, Fiorenzo, Marco e Giorgio

poi atterrare nella Grande Mela. Provate, ad esempio, a chiederlo agli over 70, Fiorenzo e Marco. “A New York colpiscono la grandiosità dei grattacieli e degli spazi, ma anche la bellezza dei palazzi in stile vittoriano, oltre alla multiculturalità che si percepisce per strada e nelle metropolitane”, dice Giorgio. Mentre per Michele “una cosa bellissima è stata la disponibilità incontrata. E la solidarietà e la gioia di chi, nel vedere i nostri giubbotti con la scritta Trentino, ricordava le origini dei loro padri emigrati dall’Italia nei secoli scorsi”. In caserma, a Pergine, già c’è chi parla di ripetere il viaggio l’anno prossimo. “Sempre che non decidiamo di andare a trovare i nostri colleghi canadesi”, dice Michele con un sorriso che lascia pochi dubbi sui suoi desideri. Chissà cosa ha in mente di costruire questa volta… ■

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di Paolo Chiesa

una visita a casa di alcide Il museo di Pieve tesino è nato con l’intento di conservare la memoria dell’opera degasperiana, ma anche di trasmetterne l’esperienza alle nuove e alle future generazioni

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ieve Tesino è un paese della Bassa Valsugana di circa 700 abitanti e da Trento ci si arriva in un’ora. Ma questo paese, così decentrato anche se immerso nella bellissima conca del Tesino, è sede di un museo che ha pochi uguali in Europa. Si tratta del Museo Casa De Gasperi, intitolato allo statista italiano che insieme a pochi altri ha dato lustro alla storia della nostra nazione. Il museo è stato realizzato nella casa natale di De Gasperi e fa parte della rete europea dei musei che ricordano quelli che per gran parte della storiografia e dell’immaginario popolare sono stati gli altri tre padri dell’unità europea. Stiamo parlando delle francesi Maison Schuman di Scy-Chazelles, dove nacque il premier francese Robert Schuman (1886-1963), Maison Monnet di Houjarray, casa natale del politico 52

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transalpino Jean Monnet (1888-1979) e della tedesca Stiftung Adenauer di Bad Honnef-Rhöndorf, casa natale del cancelliere tedesco Konrad Adenauer (1876-1967). I musei dei padri fondatori d’Europa costituiscono oggi una rete che alimenta le idee e le visioni di queste personalità, incoraggiando l’incontro dialettico e la comprensione tra i popoli. L’intento è che essi diventino anche dei luoghi di incontro, non solo per lo studio e l’approfondimento del profilo di quattro grandi uomini europei, ma an-

Info

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l Museo Casa De Gasperi si trova a Pieve Tesino in via Alcide De Gasperi 1. Dal 1 giugno al 30 settembre è aperto dal martedì al venerdì dalle 15 alle 18; il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. Dal 1 ottobre al 31 maggio è aperto il venerdì dalle 15 alle 18, il sabato dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18 e la domenica dalle 15 alle 18. I contatti sono i numeri telefonici 0461/594382 o 334/6452867 e l’email museo.fdg@degasperitn.it


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Il Giardino d’Europa di Pieve Tesino

che per offrire un luogo di discussione sui problemi attuali dell’Europa e sulle sfide del domani. Il museo De Gasperi, inaugurato nel 2006, è nato grazie all’impegno assunto dall’Istituto Sturzo di Roma e all’aiuto finanziario della Provincia autonoma di Trento; è gestito dalla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi. Si tratta di un piccolo museo che offre però al visitatore un modello

espositivo di nuovissima concezione, abbinando all’esposizione di oggetti e documenti storici legati alla vita di De Gasperi, anche l’uso multimediale di suoni, immagini e video che incuriosiscono e stimolano il visitatore come di rado succede in strutture di questo tipo. È nato con l’intento non solo di conservare la memoria dell’opera degasperiana, ma di trasmetterne l’esperienza,

i valori e il messaggio da una generazione all’altra. Rappresenta inoltre un documento e una testimonianza delle radici e del legame, mai cessato, dello statista con l’amata Valsugana. Appena entrato, il visitatore si trova nella sala d’aspetto di una stazione ferroviaria, accolto da una statua dello Statista. Inizia qui un coinvolgente viaggio in un secolo di storia. Il punto di partenza è la storia del Tesino che fin dal 1690 fu caratterizzato dal commercio delle stampe: capaci venditori riuscivano nei loro viaggi ad accedere agli spazi delle Accademie, delle Università, dei teatri e dei palazzo nobiliari dell’Europa e delle Americhe. Archetipi culturali che mediante l’esposizione di altri oggetti e testimonianze del tempo suggeriscono al visitatore l’idea di un clima culturale aperto, bilingue, in pratica europeo ante litteram. Salendo i quattro piani del museo, si possono vivere le fondamentali fasi di snodo della vita di Alcide De Gasperi e della storia d’Italia: dalla vita ai tempi dell’Impero asburgico alla fase della sua dissoluzione, dalla crisi dello Stato liberale all’avvento del fascismo, dalla tragedia della prima e della seconda Guerra Mondiale alla difficile opera di ricostruzione con l’avvio della moder-

IL GIARDINO D’EUROPA

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el 2011 la Fondazione trentina Alcide De Gasperi ha realizzato, a poche centinaia di metri dal Museo, il Giardino d’Europa, un parco fiorito di circa mille metri quadrati che con la sua forma ad anfiteatro ricorda il parlamento. Si tratta di un omaggio ad Alcide De Gasperi e alla sua frase: “Le voci di tutte le epoche si armonizzano nel concerto europeo. Esse si fondano in una tradizione le cui radici sono classiche, ma che si estendono in ramificazioni lussureggianti e folte, una tradizione che ci ispira unendoci”. Il giardino è quindi un altro simbolo dell’Europa unita ed è accessibile da tutti in qualunque stagione, diventando un punto di riferimento per la comunità, come spazio da vivere, teatro di eventi sociali e culturali e luogo di meditazione. Il Giardino si affianca a quelli della tedesca Adenauer-Haus e delle francesi Maison Monnet e Maison Schuman, che insieme al Museo Casa De Gasperi formano la rete delle Case dei Padri fondatori d’Europa. Il centro della composizione del giardino è costituito da un grande spiazzo erboso delimitato da due aiuole a semicerchio, dove le fioriture di piante perenni rappresentano i colori della bandiera europea con l’azzurro-blu e il giallo. Grazie all’assortimento delle specie presenti, sono valorizzate alcune ricorrenze storiche: il giardino mostrerà le sue migliori peculiarità, con i colori rosa, giallo e blu, nella prima decade di maggio (il 9 per la festa dell’Europa) e nella seconda metà di agosto (il 19 è l’anniversario della morte di De Gasperi). Il giardino è un punto d’attrazione anche fuori stagione: d’autunno con i suoi frutti, sotto la neve con le strutture appena emergenti, all’inizio della primavera con le prime fioriture delle bulbose. Tutt’intorno, il prato rustico dell’arboreto, che delimita i confini del Giardino e che allo stesso tempo ne è parte integrante.

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artefice della ricostruzione

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lcide De Gasperi nacque il 3 Aprile 1881 a Pieve Tesino, quando il territorio trentino apparteneva ancora all’Impero austro-ungarico. Fu per questo che la sua carriera iniziò nella vita politica austriaca. Nel 1905 entrò nella redazione de “La Voce Cattolica” che diventò poi “Il Trentino” e diventatone direttore, appoggiò il movimento che auspicava la riannessione del Sud Tirolo all’Italia, dopo la quale continuò l’attività politica nel Partito Italiano Popolare di don Luigi Sturzo, del quale diventò presidente. De Gasperi fu un deciso avversario del fascismo non accettando accordi col regime pur essendo stato favorevole alla partecipazione del suo partito al primo gabinetto Mussolini nel 1922. Dopo l’omicidio di Matteotti, la sua opposizione al regime diventò ancora più marcata e per questo venne imprigionato nel 1927, venendo graziato più di un anno dopo. A seguito dello scioglimento del Partito e del suo ritiro dalla vita politica, lo Statista venne assunto nella biblioteca vaticana. Durante la seconda guerra mondiale, contribuì alla fondazione della Democrazia Cristiana della quale diventò poi segretario. Dopo il crollo della dittatura fascista venne nominato ministro degli Affari Esteri del nuovo governo e poi presidente del consiglio, carica che mantenne fino al luglio del 1953. Con i suoi governi De Gasperi favorì l’uscita dell’Italia dall’isolamento internazionale, favorendone l’adesione al Patto Atlantico della NATO e partecipando alle prime consultazioni che avrebbero condotto all’unificazione economica dell’Europa. Il grande uomo politico morì a Sella Valsugana il 19 agosto 1954, solo un anno dopo l’abbandono della guida del governo.

nizzazione economica, politica e istituzionale dell’Italia nel dopoguerra, fino all’idea di un’Europa unita. Oggetti e testimonianze dell’epoca si combinano all’uso di moderne tecnologie e contenuti interattivi: il cinegiornale d’epoca, il libro, la riproduzione del documento 54

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manoscritto, la fotografia, la registrazione sonora, sono parte di una articolata narrazione che si presta a più livelli di approfondimento. Una piccola biblioteca con annessa cineteca, un moderno laboratorio didattico e una sala riunioni sono a disposizione dei visitatori e degli studiosi dell’opera degasperiana. Lo spazio accoglie anche alcune postazioni con computer per permettere a chiunque lo volesse di navigare all’interno del museo. In questa sezione è esposto anche un quadro di Renato Guttuso, dono del senatore Giulio Andreotti al museo. La visita si conclude all’ultimo piano, nella vera e propria stanza natale di De Gasperi, dove lo spazio è animato dal passaggio di un’ombra femminile che culla un bambino e alcune proiezioni, su pareti e pavimento, riproducono filmati d’epoca e lettere dello statista alla moglie, oltre a un commento sonoro che riproduce frammenti di una ninna nanna in dialetto. Di sera, la casa prende vita, ha le finestre illuminate

come se fosse abitata: il museo, che si trova in centro paese, non vuole essere una parte a sé stante, ma vivere con il paese stesso. Una fondazione per valorizzarne e perpetrarne la memoria La Fondazione Trentina Alcide De Gasperi, presieduta dal professor Giuseppe Tognon, è nata nel 2007. Ne sono soci fondatori la Provincia autonoma di Trento e l’Istituto Luigi Sturzo di Roma, mentre soci partecipanti di diritto sono le altre Case Museo dei padri fondatori dell’Europa, oltre alla Fondazione Bruno Kessler e alla Fondazione Museo Storico del Trentino, all’Università di Trento e all’Università della Tuscia di Viterbo. Varie amministrazioni pubbliche e cooperative fanno parte dei soci sostenitori. La Fondazione ha nella sua missione statutaria quattro punti. La gestione e la valorizzazione del Museo Casa De Gasperi di Pieve Tesino, casa natale dello statista trentino. L’approfondimento della figura e dell’opera di De Gasperi, con una particolare attenzione al periodo precedente a quello più conosciuto. La valorizzazione dei temi dell’autonomia e dell’identità politica, storica e culturale trentine (tra gli altri la tutela delle minoranze, l’accordo De Gasperi-Gruber, lo statuto di autonomia). La promozione della conoscenza delle istituzioni internazionali e comunitarie con particolare riferimento agli Stati a struttura regionalistica, federale e confederale e alla conseguente possibilità di interscambi e relazioni a vario livello, anche coinvolgendo istituti universitari,


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etti una sera a cena, a lume di candela, nella nicchia di un antico castello, in una sala rinascimentale con la stufa maiolica nell’angolo e i mobili d’epoca… È la magica atmosfera che si respira al Castello di Pergine, il maniero che dalla sommità del Tegazzo domina la Valsugana con la sua imponenza e medievale bellezza. Un tempo fortezza dei capitani del Tirolo e successivamente residenza dei principi vescovi tridentini, oggi il castello ospita un raffinato ristorante. Aperto dal 5 aprile fino alle festività dei Santi, Castel Pergine propone la tipica cucina trentina ma con un tocco di fantasia e creatività che la rende particolarmente seducente. Una cucina raffinata che privilegia le cotture leggere, le paste fatte in casa o l’olio d’oliva. In questo periodo primaverile Verena Neff e Theo Schneider che gestiscono il ristorante da parecchi anni propongono un menu di Pasqua con delle polpette di trota ai due colori su insalatine primaverili, una crema di carciofi con cannolo di pane alla ricotta di pecora, dei ravioli di coniglio con polentina morbida tostata e carpaccio di puntarelle, un cartoccio di capretto al limone con luganega e olive nere e per finire una millefoglie croccante con mousse di zabaione e di fragole con scaglie di asparagi. Il tutto costa € 36,00 senza vini e € 47,00 con i vini abbinati. I tempI dI IerI e dI oggI sI fondono

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astel Pergine vuol anche dire l’incontro tra arte antica e arte moderna, un progetto che Theo e Verena portano avanti dal ’93. Nel 2012 sono collocati una ventina di opere di Riccardo Cordero, artista torinese, nel parco selvaggio entro le due cinte murarie e nel giardino interno del maniero. Nelle sale del castello si trovano altre opere. Tutto questo, con un tocco di originalità, fa rivivere il fascino di ieri nel tempo di oggi.

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trentinoattualità di ricerca e culturali di vario tipo. Quello che colpisce di questa giovane Fondazione è il come sta intrepretando questo tipo di attività. Non limitandosi a dei convegni e a delle tavole rotonde, o meglio, non solo con questo tipo di modalità. Infatti la Fondazione ha un approccio moderno e poco cattedratico verso l’esterno, visto che ha curato e sta progettando iniziative che escono dalla consueta tipologia di divulgazione. Non solo progetti editoriali come la ristampa della “Lectiones degasperiane” o realizzazioni di DVD come quello del documentario su De Gasperi “La grande storia”, o innovazioni come la digitalizzazione dei quotidiani fondati e diretti da De Gasperi “La Voce cattolica”, “Il Trentino” e “Il Nuovo Trentino”. Ma anche i video con Alcide De Gasperi protagonista che l’anno scorso venivano proiettati sulle pareti dei palazzi pubblici di vari comuni trentini al passaggio dei pedoni. O la realizzazione, in collaborazione con il Museo storico del Trentino, di diciotto voci bio-bibliografiche dei principali protagonisti del popolarismo e cooperativismo trentino nel primo novecento. Composizioni che sono state realizzate da giovani studiosi solitamente esclusi da incarichi del genere. Una menzione merita anche la “Scuola politica Alcide Degasperi”, indirizzata ad una quarantina tra amministratori pubblici (con una particolare attenzione verso quelli giovani della Valsugana), giovani dottorandi e ricercatori. O gli incontri avuti con le scuole trentine sia nei plessi scolastici che presso il museo De Gasperi di Pieve Tesino. O le annuali “Lectio degasperiane” tenute da relatori di spicco che hanno la peculiarità di essere aperte anche a figure critiche verso l’opera degasperiana, basti pensare alle polemiche seguite alla “Lectio” tenuta da Beppe Vacca nel 2011 che aveva per tema “De Gasperi visto dal Partito Comunista italiano”. O a quella che forse si è rivelata forse la più “moderna” delle iniziative della Fondazione e cioè la collaborazione avuta nell’ambito della rassegna “I Suoni delle Dolomiti” per il concerto di Goran Bregovic, tenuto l’anno scorso presso l’arboreto del Tesino, che ha visto la presenza di seimila giovani entusiasti. Che direbbe Alcide De Gasperi di queste iniziative? Un personaggio come lui, che aveva nella visione del futuro una delle sue migliori qualità, ne approverebbe senz’altro lo spirito e la ■ molteplicità dei linguaggi. 56

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il DIRETTORE ZORZI: “Non un santino, ma una memoria viva”

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ra le domande che mi ero scritto sull’agenda prima di incontrare il direttore della Fondazione Trentina Alcide Degasperi, avevo quella relativa al come si può calare la figura di Alcide De Gasperi nell’attualità di un mondo che dal 1954, data della sua morte, è evoluto e cambiato e non si sa quanto per il meglio. E devo dire che è stata la domanda che ha avuto la risposta più esaustiva. Infatti, il direttore Giuseppe Zorzi, insegnante di Storia e Filosofia al Liceo Classico “Prati” di Trento, nel raccontarmi le iniziative della Fondazione, riesce a trasmettere l’idea di una realtà che, pur occupandosi di un mondo antico come quello degasperiano, sappia farlo in maniera curiosa, accattivante e soprattutto moderna. “Il nostro impegno è quello di fare memoria non solo nella forma classica” dice Zorzi “perché il rischio è quello di fare diventare De Gasperi un santino lontano e distante dalle generazioni attuali”. E bisogna dire che la strada imboccata dalla Fondazione sembra sia quella giusta. Il professor Zorzi mi parla di video, di supporti multimediali, di incarichi affidati a giovani studiosi e non ai soliti noti delle consulenze pubbliche, di pranzi concettuali. “La figura e i luoghi degasperiani possono diventare meta di turismo politico, anche nel circuito delle altre case museo dei padri dell’Europa con le quali stiamo collaborando intensamente. Per non parlare della necessità che la visione di De Gasperi possa raggiungere i giovani e non rimanere una vaga informazione sbiadita dal tempo”. Zorzi si dice fiducioso di questo e nel farlo mi riporta uno scambio di opinioni che ha avuto recentemente con un ragazzo delle scuole medie. Zorzi stava parlando della capacità di analisi non retorica, della sobrietà e del realismo spietato dello statista trentino e il ragazzo li ha paragonati a quelli di Machiavelli. Il pensiero dei giovani è ricorrente nelle parole del direttore perché sono i giovani che possono recepire efficacemente l’idea di impegno sia politico che sociale di De Gasperi e la sua visione di una società che lui, cattolico, vedeva anche come laica. Ma giovani sono anche quelli che collaborano con la Fondazione. “Sono giovani e bravi. In una logica di “squadra” dove ognuno ci mette qualcosa e non guarda l’orologio. Con i giovani bisogna essere rigorosi ma anche dare loro una chance quando hanno voglia di esporsi e di crescere. Sono il primo patrimonio di questa “speciale” terra tra le montagne”. Una bella sfida per una Fondazione che è anche lei stessa giovane. “Noi siamo piccoli. A maggior ragione dovremo usare la testa e il cuore insieme. Ci piace pensare al tempo stesso a un forte investimento in quella bellissima terra rappresentata dal Tesino e dalla Bassa Valsugana, a una crescente interazione con tutti i territori del Trentino e, infine, a una intelligente visione euro-regionale e mitteleuropea senza la quale non si può comprendere la nostra storia, né passata né futura”.


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ue mani bianche e blu su campo bianco nell’atto di intrecciarsi, di raccogliere, di ricevere. La “forza della solidarietà” di Trentino Solidale è molto chiara anche graficamente. Come molto chiare sono le solide convinzioni del team direttivo che ci accoglie nella sede operativa, nell’ultimo tratto percorribile lungo il torrente Fersina, a Trento. Tra furgoni in arrivo ed in partenza ed un costante movimento di volontari, facciamo conoscenza con l’ambiente. Prima ancora delle parole, si aprono davanti a noi in regolare successione i magazzini, l’area refrigerata, la zona della sanificazione. (È incredibile come vedere subito persone all’opera valga più di tante dettagliate descrizioni.) In estrema sintesi, la rete organizzata da Trentino Solidale si occupa ogni giorno di svolgere tre azioni fondamentali: la raccolta di generi alimentari dai supermercati, il deposito e la cernita di tale merce nel magazzino, la distribuzione a chi ne ha bisogno. Un vero ponte operativo tra negozio e chi non ha di che vivere. Il fattore tempo naturalmente è determinante; l’organizzazione sul territorio

La forza della solidarietà la rete di Trentino Solidale si occupa ogni giorno di svolgere tre azioni fondamentali: la raccolta di generi alimentari dai supermercati, il deposito e la cernita nel magazzino, la distribuzione a chi non ne ha... deve essere efficace, rapida e mirata. Il primo anello della catena è il punto vendita di cibo (grande distribuzione, panetterie, ecc.). La merce che va doverosamente eliminata perché in fase di scadenza o deperibile (pasta fresca, dolci e pizzette, ad esempio, non possono essere messi in vendita il giorno successivo) viene prontamente caricata dai volontari. Giorgio Casagranda, vicepresidente di Trentino Solidale, parla di “legge del buon samaritano”, con un ritorno vantaggioso per tutti: i rivenditori, che andrebbero ad ingrossare i contenitori dei

Altruisti dal 1999

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rentino Solidale nasce nel 1999. Il progetto numero 117, “Raccolta pasti perché non finiscano nei cassonetti”, è stato potenziato nel tempo. Dai pochi chilogrammi degli inizi, ai 15-20 quintali di cibo raccolto e distribuito giornalmente. Dall’unico veicolo furgonato ai sette mezzi attuali (e la speranza di altre donazioni per la mobilità, sempre più necessaria e caricata di costi). Si parte alle 6.45 e si percorrono le vie principali del Trentino: città, collina, Valsugana, Rovereto e Vallagarina, Lavis, Arco e Riva; recentemente anche la Val di Non. I volontari sono riconoscibili per l’abbigliamento, che qualifica senza possibilità di equivoci: casacca e tesserino. I volontari sono assicurati secondo legge e tutelati anche dal punto di vista sanitario. I volontari non sono vincolati da orari prescrittivi, fatta eccezione per gli autisti dei mezzi.

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info Trentino Solidale onlus Trento via Esterle 7 Tel. Ufficio 0461 231529, tel. Fax 0461 982131 cell. 3351805211. info@trentinosolidale.it www.trentinosolidale.it

rifiuti organici (non potendo lasciare in vendita merce scaduta o deperibile anche da un solo giorno) si “liberano” dell’invenduto, e contemporaneamente fanno del bene. Il secondo momento logistico è la raccolta: puntuale e capillare, in città, in collina, nei sobborghi, nelle valli. Una raccolta che si è progressivamente estesa anche alle mense universitarie: tutto ciò che avanza dalle cucine arriva, ancora caldo, agli affamati. Chi sono i beneficiari? I poveri del territorio, assistiti da gruppi e associazioni – Caritas, circoscrizioni, Bonomelli, Briamasco, casa della Giovane, Centro di Aiuto alla Vita, padri Venturini… – Quello che avanza, viene distribuito direttamente alle famiglie bisognose. E il panorama dei bisognosi di oggi si è progressivamente allargato, per effetto

della crisi. Non solo nomadi ed extracomunitari. Francesca Ferrari – presidente di Trentino Solidale – parla dei nostri nuovi poveri, quelli “in giacca e cravatta”, senza lavoro, con il mutuo da pagare e una famiglia da mantenere. Chi sono i volontari? Premesso che i volontari lavorano a titolo gratuito, (fattore che non incide minimamente sul grande entusiasmo di chi partecipa) le figure che rendono possibile tutto questo sono per la maggior parte professionisti in pensione: avvocati, medici, insegnanti. Mentre scriviamo, arriva un furgone. Scende rapidissimo Bruno Masè, noto professionista a riposo (ma quale riposo? Scarica, porta, racconta e poi riparte) definito “guru” del progetto. Oltre a questa tipologia di volontario, interviene attivamente il servizio LASU, alla lettera “lavoratori socialmente utili”; quelli che trasformano l’ammenda in ore di lavoro, utili alla società. Tra questi, molti giovani incappati nell’etilometro. Parliamo di volontari, ma anche di volontarie, la parte femminile – oggi consistente – dell’azione benefica; gli occhi attenti ed esperti di una donna nelle delicate operazioni di cernita del cibo che arriva sono, ad esempio, elemento prezioso. I volontari lavorano d’amore e d’accordo, sebbene alcune volte si accendano sane discussioni: inevitabili quando si è in tanti. Un buon esercizio anche per la tolleranza verso il prossimo, anche quello più vicino a noi. Intanto i furgoni continuano ad andare e venire, si sale e si scende, si scarica, si porta, si riparte. E ci si saluta sempre: due parole con tutti, con la costante consapevolezza di fare molto per gli altri. Fino a sera, quando gli scaffali sono ormai vuoti e si organizza il lavoro del giorno dopo. ■

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scorrere l’elenco dei singoli che Samuele Bersani ha portato al successo dal 1992, quando nelle radio si incominciavano a sentire i primi passaggi de “Il mostro”, ad oggi si comprende bene come questo cantautore non solo abbia scritto dei pezzi secondo noi davvero bellissimi, ma sia stato capace anche di conquistare un pubblico decisamente trasversale. Chi ama una certa musica italiana che guarda anche al gusto della scrittura lo ha subito apprezzato, infatti, nelle rime di “Chicco e spillo”, “Freak”, “Cosa vuoi da me”, “Spaccacuore“ e “Coccodrilli”. Una platea più ampia lo segue anche oggi per l’immediatezza, meditata però, di canzoni quali “Giudizi universali”, “Replay”, “Che vita“ e “Lo scrutatore non votante”. Canzoni che si ascolteranno molto probabilmente nello show che Samuele Bersani proporrà giovedì 5 aprile all’Auditorium di Trento.

Samuele bersani Giudizi universali”, “Replay”, “Che vita“ e “Lo scrutatore non votante”: tutte Canzoni che si ascolteranno nello show che proporrà giovedì 5 aprile a Trento L’artista romagnolo si ripropone infatti nei teatri italiani con il suo “Psycho in Tour”, che si lega al successo ottenuto sul palco dell’Ariston per l’ultimo Festival di Sanremo dove, con il brano “Un pallone”, ha vinto il premio della critica. Quella di Trento sarà, fra l’altro, anche una delle prima date del tour che prenderà il titolo proprio dal cd di “Psyco, 20 anni di canzoni”: un’antologia di 28 brani, selezionati e “restaurati” dallo stesso Bersani, e impreziosita da due veri gioielli, gli inediti “Psyco”

e, appunto, la sanremese “Un pallone”. Bersani da oltre tre anni non si presenta on stage e ha annunciato per questi live nuovi arrangiamenti con cui rivestirà i brani presi a prestito dal suo cassettone di composizioni e ricordi sonori. Un percorso musicale lungo vent’anni che, dai tempi di “Chicco e Spillo” al terzo millennio, gli è valso il ruolo di assoluto protagonista tra coloro che sanno trasformare in arte l’osservazione della realtà circostante e dei sentimenti interiori, servendosi di un linguaggio sempre

moderno e suggestivo, in bilico costante tra poesia e invettiva, tra il ricorso al paradosso e l’ironia. Tornando ai due pezzi nuovi della sua produzione, quelli che alla fine ci incuriosiscono di più in un ottica live, “Un pallone” descrive le acrobazie di un italiano di oggi attraverso le disavventure di un pallone che si sente smarrito. “Psyco”, invece, ha un taglio intimista e introspettivo nel testo, ma è anche spiazzante e moderno nelle sonorità nel raccontare le peripezie di un’anima tormentata. ■

“4 VILLE IN FIORE”, ecco la 37a edizione

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a “Quattro Ville in Fiore” è molto più di una gara podistica! È un immergersi nei colori, nei profumi e nella storia della Val di Non. Di qua e di là delle stradine e dei viottoli fanno cortina i profumatissimi meli in fiore. E poi, d’improvviso, dopo un’erta ecco apparire il borgo di Pavillo con la sua arcaica canonica dal portico a logge e dalla torretta romanica. Dopo si va a passo spedito verso Castel Nanno: antico maniero con una minacciosa torre di guardia la cui vista accompagna a lungo. E poi giù sino a Tassullo fiancheggiando la chiesetta quattrocentesca di San Vigilio, per giungere nella piazza dove si possono ammirare palazzo Pilati e la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta del 1100. Si sale verso Castel Valer, splendida roccaforte che domina con la sua alta torre ottagonale la villa di Tassullo. Si gira verso Sanzenone dalla suggestiva chiesetta e via, verso il traguardo a Rallo con la parrocchiale dedicata a S. Antonio. Organizza la Pro Loco di Tassullo. Il tempo massimo di percorrenza è di 3 ore e trenta. Servizio ristoro al termine

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della corsa. Iscrizioni: su www.prolocotassullo.it. Quota d’iscrizione: 7,00 euro entro il 29 aprile alle ore 18.00. Oltre tale data e alla partenza euro 8,00. Per informazioni: Pro loco Tassullo cell. 339.2496495; Fax 0463.450577 | e-mail: info@prolocotassullo.it



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ranquilli. C’è “Imperial Point”. Siete ancora in tempo a dimagrire, anche e soprattutto in vista della famigerata prova bikini. Basta programmare le sedute e lasciarsi guidare negli avanzatissimi percorsi – unici in Regione – studiati per garantire risultati veramente sorprendenti… La primavera è annunciata dalle prime giacche leggere e dal sole lungo e tiepido. Ritorna con sferzate di energia e voglia di rinnovarsi, con tutta una serie di necessità umane. Come una perfetta forma fisica, ad esempio, intesa non solo in senso corporeo, ma considerata come completamento a 360 gradi del nostro benessere anche psicologico, causa ed effetto del nostro totale stare bene, con noi stessi e con gli altri. E allora, altro che “specchio delle mie brame”, altro che “chi bella vuole apparire deve soffrire”… Accantonate i luoghi comuni e lanciatevi nel futuro, quel futuro che è già tra di voi, tutto da sperimentare. All’avanguardia nelle direzioni più innovative e tecnologiche del settore dimagrimento, il centro “Imperial center” propone un sistema di intervento che trova le ragioni del suo successo in un protocollo collaudato, a garanzia di risultati visibili, palpabili, assolutamente concreti. Di cosa si tratta? Sei macchinari che associano l’attività fisica all’e-

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gno – ormai alle soglie. Infine, parliamo di risolvere problemi di sovrappeso anche importanti. Sovrappeso e cellulite potranno divenire lontani ricordi, lasciando spazio alla tonicità ed al rimodellamento delle parti critiche. In questo centro “del futuro”, chi vi accoglie non è nato ieri. Ha praticato sport a livello agonistico ed ha esperienza e professionalità nel settore, è sempre alla ricerca di nuove visioni tecnologiche per essere sempre aperti ai desideri del cliente. E il cliente – uomo o donna, il target è eterogeneo – è seguito e controllato in ogni fase del percorso programmato: con apparecchiature che leggono e controllano il vostro cuore, con l’organizzazione – a cadenza costante e regolare

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di Fabio De Santi

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lien è il disco più dolce, impetuoso e passionale che sia mai uscito dalle mie dita. Ho permesso alla mia musica di fluire senza alcuna limitazione, verso una costruzione complessa, dove la tecnica compositiva è sempre a servizio dell’espressività». Sono queste le parole che Giovanni Allevi ha scelto per delineare i contorni del suo ultimo disco, “Alien”, un cd che ha permesso al pianista e compositore di far crescere la sua fama a livello nazionale ed internazionale. Giovanni Allevi ha avuto infatti il merito di riportare al centro dell’attenzione del grande pubblico lo strumento del pianoforte che va oltre una dimensione classica, per mescolarsi ed intrecciarsi con il pop. In attesa di dedicarsi alla composizioni del suo nuovo disco (i rumors lo danno in uscita per la fine del 2012), Allevi ha deciso di riproporsi in concerto con una nuova tranche del suo “Alien World Tour” che prenderà il via proprio dalla nostra regione: sabato 14 aprile a Bolzano e domenica 15 all’Auditorium di Trento; due show organizzati dalla Showtime. Dopo aver con-

Giovanni Allevi sabato 14 aprile a Bolzano e domenica 15 all’Auditorium di Trento: due show per uno dei pianoforti più famosi in italia e nel mondo. In attesa del nuovo album... quistato nel corso dell’ultimo anno i teatri d’Europa, Allevi torna ad esibirsi dunque nei teatri italiani con un live in cui esegue, oltre ai successi che hanno segnato la sua fortuna, anche gli undici brani di “Alien”. Per chi segue dall’inizio Giovanni Allevi si tratta del la sua opera più complessa lontana dalle richieste del mercato e dalle esigenze discografiche, ma composta e suonata per chi vuole, e riesce, a vedere oltre la realtà, e per questo appunto cosi “alieno”. Basta ascoltare brani come “Secret love”, “Tokyo sta-

tion”, “Memory” o “Abbracciami” per afferrare l’idea di musica di questo giovane artista. Una carriera la sua costellata da successi di pubblico e discografici (sono oltre 500mila le copie vendute dal 2005 a oggi). Dopo i due dischi di pianoforte solo – “No concept” e “Joy”, tre volte disco di platino –, Allevi ha proposto l’album registrato con orchestra sinfonica “Evolution”. A completare queste pubblicazioni il disco registrato dal vivo durante il tour 2007 “Allevilive” che celebra i dieci anni di carriera discografica e il dvd live “Joy tour 2007” re-

gistrato all’Arena Sferisterio di Macerata e il CD/DVD del grande concerto all’Arena di Verona del 1 settembre 2009 con la All Stars Orchestra. Dimostrando anche doti di eclettismo, l’artista ha inoltre pubblicato due libri, bestseller capaci di vendere oltre centomila copie: “La musica in testa” e “In viaggio con la strega”, entrambi editi da Rizzoli. Come dire che Giovanni Allevi è un vero e proprio fenomeno che va ben oltre le sette note per diventare un volto simbolo non solo della musica ma anche del costu■ me italiano.

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di Alessia Acampora

Tiziano Scarpa

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no spettacolo da non perdere anche per chi, oltre al teatro, ama i libri e la letteratura. Si tratta di “Groppi d’amore nella scuraglia” (20 aprile, teatro Portland, ore 21) tratto dall’omonimo libri di Tiziano Scarpa: un racconto in versi che, attraverso una lingua inventata che richiama i dialetti del centro-sud, descrive un percorso di rinascita e, in qualche modo, di redenzione. Il linguaggio poetico di Scarpa deforma il nostro immaginario e i corpi dei protagonisti divengono archetipi grotteschi di un mondo in sfacelo; immagini che richiamano l’immaginario di Bosch. Pochi elementi in scena per rappresentare una storia ricca di elementi narrativi che non manca mai di sorprendere, anche per l’originalità

Groppi d’amore nella scuraglia Tratto dal libro omonimo di Tiziano scarpa, lo spettacolo sarà a Trento il 20 aprile. In scena la compagnia dei carichi sospesi, per la Regia di Marco Caldiron delle soluzioni messe in atto. Lo spettatore si trova così immerso in un mondo composto da suoni antichi, ma pur sempre riconoscibili; da immagini, musiche che richiamano un mondo naif tracciato con pennellate severe. Ecco, dunque, la saga comica e poetica di Scatorchio che, per fare dispetto al suo rivale in amore, aiuta il sindaco a trasformare il paese in una discarica di rifiuti. Una storia originale, commovente, scritta in una lingua sapientemente primitiva che dà voce allo scacco creaturale di fronte ai guasti dell’universo. Racconto (ed è infine prima

di tutto in versi che hanno raccontato gli uomini) e insieme bestiario, sperimentazione linguistica e filologia dell’archetipo, la Scuraglia narra, in una lingua inventata che allude ai timbri dei vernacoli meridionali, mescolati sapientemente con quelli trecenteschi delle Origini, la storia di Scatorchio e del suo amore per Sirocchia, sullo sfondo della vicenda che coinvolge il loro paese, che – come detto – accetta, in cambio di un ripetitore TV, di diventare sede di una discarica di immondizia. A intervallare la narrazione stanno poi dei siparietti dedicati a un bestiario d’animali e creature, ognuno, beninteso,

con il suo personale cahier de doléances, a testimoniare, leopardianamente, la comunanza del dolore: dal surcio pantecano, al cane canaglio, al bombo muscario. Messa in scena dalla Compagnia dei Carichi sospesi (Regia di Marco Caldiron), La Scuraglia è un’opera romanica, che, con un mesto sorriso (un riso indebolito, avrebbe detto Bachtin), esplora la nuova geografia di un mondo che, quando scopre di essere per la prima volta realmente contemporaneo, fa poi esperienza del terribile melting, dello tsunami di mescolanza tra antico e futuro che è ormai il nostro ■ orizzonte comune.

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di Antonia Dalpiaz

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olo uno spettacolo, in aprile, per la Stagione di prosa di Trento, che chiuderà i battenti in attesa dell’attività estiva e della nuova programmazione 20122013. A salutare il pubblico sarà la rassegna TrentOOltre promossa da Portland, che quest’anno ha visto calare sensibilmente il suo pubblico, sebbene molti degli spettacoli avrebbero meritato maggiore affluenza. Mercoledì 4 aprile al Teatro Cuminetti la Compagnia Il Balletto Civile presenta “L’amore segreto di Ofelia” di Steven Berkoff (versione di Adele D’Arcangelo). Ideazione, messa in scena ed interpretazione di Michela Lucenti e Maurizio Camilli. Il lavoro ricostruisce un segreto ed ipotetico rapporto epistolare fra Amleto ed Ofelia. È un epistolario “erotico” plasmato in movimenti coreografici

l’amore di Ofelia un lavoro teatrale che ricostruisce un segreto ed ipotetico rapporto epistolare fra Amleto ed Ofelia. In scena a trento il 4 aprile che diventa pretesto per scavare all’interno di quest’opera, cercando di interpretarne i silenzi ed il non detto. La parola, in scena, si traduce in linguaggio carnale, capace di rivelare i desideri e le premonizioni dell’imminente tragedia. Le luci e lo spazio scenico diventeranno, in questo allestimento, espressioni

poetiche di un rapporto che vive di passione e di morte. Il testo di Berkoff ricostruisce un segreto e ipotetico rapporto epistolare tra Amleto e Ofelia. Questa visione della messa in scena è applicata alle trentanove lettere che compongono il testo di Berkoff, brevi monologhi che, come in un inesorabile conto

alla rovescia, esplorano gli intimi segreti della relazione fra i due personaggi che Shakespeare sembra solo accennare. Con la scrittura fisica di Michela Lucenti, in scena insieme a Maurizio Camilli, l’epistolario “erotico” di Amleto e Ofelia diventa un pretesto per scandagliare i silenzi e le domande senza risposta di questo grande testo. Con un linguaggio carnale che intreccia immagini di desiderio sessuale e premonizioni della futura tragedia, le parole si fanno corporee, costruendo una drammaturgia fisica figlia dello stato interiore dei due amanti. ■

Marco Paolini racconta galileo galilei

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ercoledì 11 aprile, è di scena, al Teatro alla Cartiera di Rovereto, per la rassegna Altro Palco, “Dies Irae”: cinque episodi intorno alla fine della specie. Lo spettacolo (premio speciale Ubu 2009) è proposto dalla Compagnia Teatro Sotterraneo. Un lavoro che pone interrogativi sul giorno del giudizio e, soprattutto, su come verrà affrontato dall’umanità. Cinque episodi che lavorano sul linguaggio espressivo del gesto, elemento fondamentale per creare coscienza. Un viaggio al centro del mondo per vedere quale è la consistenza dell’evoluzione e scoprire se esiste un elemento che lega questa evoluzione alla nostra. Venerdì 20 e sabato 21 (fuori abbonamento), arriva il grande Marco Paolini, autore – assieme a Francesco Niccolini – di “Itis Galileo”. Un monologo dedicato a Galileo Galilei, la cui mente rimase aperta al dubbio, fino alla fine. La sua genialità diventa stimolo

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per sollevare interrogativi sul presente ed approfondire la discussione fra fede, ragione e superstizione. L’obiettivo dell’artista è quello di coinvolgere anche il pubblico in un percorso che solleciti la voglia di capire e di indagare. Chiude il sipario della Stagione di Rovereto, venerdì 27 aprile, per Altro palco, “The concept of... (here and now)”, ideazione e regia di Klaus Obermaier. Uno spettacolo coreografico esaminato da un punto di vista completamente diverso: non quello dello spettatore o del coreografo, ma quello delle telecamere sparse sulla scena. La trasmissione del corpo e del linguaggio informatico, restituita sul palco come video e suoni, rivelerà la tensione fra realtà e rappresentazione. Tre le danzatrici sul p alc osc enic o: B a r b a r a Autiero, Sara De Santis e Teresa Marcaida per interpretare il lavoro di Obermaier, considerato “una pietra miliare nella storia dell’arte digitale”.


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i fa un gran parlare di tablet e di smartphone, dei cambiamenti culturali a cui starebbe conducendo l’era digitale che stiamo vivendo. Eppure ci sono prodotti che, proprio di questi tempi stanno vivendo una nuova sorprendente giovinezza. Parliamo ad esempio delle penne. A sfera, stilografiche, eleganti, sportive, sbarazzine, seriose. Ce ne sono di tutti i tipi nel catalogo della “Ottone Tamanini - Idee Promozionali”. Certo dimeniticavamo di fare una premessa importante. Non parliamo di penne qualsiasi, ma delle penne per antonomasia: le Bic. Il nome dell’azienda transalpina è diventato oramai da tempo un vero e proprio sinonimo dello strumento di scrittura al quale è legata l’esistenza di ogni essere umano. Si comincia a usarla nei primi anni di vita, facendo scarabocchi, quindi a scuola, dove si apprendono i segreti della scrittura, poi nell’età adulta, in una infinita possibilità di utilizzi (dalla firma di un documento alla dedica su biglietto d’auguri, dalla lista della spesa alla cartolina dalle vacanze). L’agenzia “Ottone Tamanini Idee Promozionali” di Trento è specializzata nella gestione del P.T.O. (pubblicità tramite l’oggetto). Cosa vuole dire? In pratica che le sue penne e le sue matite Bic Graphic sono a disposizione per veicolare il nome di un’azienda,

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Si scrive ma si legge penna “Ottone Tamanini Idee Promozionali”, partner della storica azienda francese, ne ha di tutti i tipi nel suo catalogo. Un prodotto che sta vivendo una nuova giovinezza. Sempre più aziende e istituzioni le scelgono come proprio gadget ufficiale

di una banca, una compagnia assicurativa, un’istituzione, oppure – perché no? – nome e cognome di chi vuol farsi ricordare dai clienti, dai fornitori, dagli ammiratori nel caso in cui si tratti, ad esempio, di un artista. E il bello è che la penna è il mezzo promozionale più agile, ma soprattutto più economico che ci sia. E poi, come se non bastasse, ha un’efficacia e una penetrazione tra il pubblico di dimensioni clamorose. Ha una visibilità continua proprio perché si tratta di uno strumento indispensabile nella vita di tutti giorni: corsi, fiere, eventi, meeting, conferenze stampa, ecc. Se poi la penna o la matita sono una Bic Graphic allora in aggiunta a tutto abbiamo anche una qualità e un’affi-

dabilità assolute. Una gamma d’offerta ampissima: le penne Bic Graphic presentano una forchetta di prezzo che va dai 30 centesimi delle classiche usa e getta ai cinquecento delle stilografiche concepite con oro e titanio. Grazie alla sua continua ricerca sui mercati nazionali ed esteri ed al rapporto diretto con i produttori “Ottone Tamanini Idee Promozionali” è solidamen-

te partner di Bic Graphic. I prodotti dell’azienda fondata da Marcel Bich e Edouard Buffard nel 1945 si rivelano un ottimo gadget promozionale da usare in ogni evenienza: per il regalino d’emblée o per il gadget speciale, realizzato per eventi particolari, come ad esempio il lancio di un nuovo prodotto o di un nuovo marchio. Per cui se state pensando che regalare un tablet costi un po' troppo, provate a immaginare centinaia di penne Bic personalizzate con il nome della vostra azienda inciso sopra: tutto un altro effetto, vero? ■

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di Lara Deflorian

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ome di consueto anche quest’anno si concluderà nel mese di aprile la stagione di InDanza che ha visto protagonisti in scena, soprattutto nella prima parte della programmazione, i grandi classici della danza rivisitati mentre, nella parte finale, abbiamo assistito alla rappresentazione contemporanea dell’ensemble francese Compagnia Granade e, per concludere, il 17 aprile da oltreoceano arriverà la compagnia statunitense DanceWorks Chicago (DWC), impegnata in alcune pérformance che promettono un finale “frizzante”. Fondata nel 2007 con l’intento di sviluppare la crescita artistica di danzatori e coreografi, attraverso collaborazioni che incrementano lo sviluppo della carriera degli artisti coinvolti, questa

DANCEWORKS IIL MOVIMENTO di CHICAGO, tra esplorazione delle capacità fisiche die ballerini e curiosità artistica. Il 17 aprile saranno a trento compagnia è diretta da Julie Nakagawa la quale, oltre ad essere tra i cofondatori della stessa DWC, ha danzato nella compagnia di Twyla Tharp, nota coreografa che ritroviamo anche tra i firmatari del repertorio del gruppo statunitense. Un tempo

cosa rara, ora un po’ meno, l’elemento caratterizzante dei DanceWorks Chicago è l’investimento sul singolo artista, messo al centro dell’attenzione come creatore individuale, differendo così dal criterio delle compagnie tradizionali il cui ob-

biettivo è mettere in scena un repertorio senza lasciar spazio all’interpretazione dei singoli. Da ciò deriva il fatto che la compagnia non ha al suo interno un unico coreografo, bensì nella sua ricerca tra stili differenti si fa interprete di più creatori.

TRENTINO INDANZA: D’amore e guerra

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n questo mese riprenderà la programmazione del circuito provinciale della danza che propone tre spettacoli made in Italy realizzati da giovani compagnie impegnate in un loro personale percorso di ricerca. Ritroveremo il 13 aprile la proposta della maratona di danza contemporanea con intervalli enogastronomici, sempre particolarmente graditi dal pubblico, che vedrà in scena la compagnia Arte3 con il progetto D’amore e guerra, un viaggio con coreografia e regia di Marcella Galbusera, fatto di affetto, solitudine, disperazione, rinascita, rappresentati seconda una poetica contemporanea “che diviene accessibile espressione di sentimenti quotidiani”. Nella seconda parte della serata il Gruppo di Ricerca Teatrodanza Samotracia proporrà Elogio all’ombra, un lavoro dinamico di Max Cuccaro che incarna, nei testi centrati su situazioni

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difficile come il terremoto, la lotta per la vita con la sofferenza e il dolore che ne provoca, “il cambiamento in ognuno di noi”. Le altre due proposte, programmate entrambe al Teatro Valle dei Laghi di Vezzano (ne parliamo anche in un’altra sezione della rivista), vedranno il 14 aprile l’Associazione E-motion Gruppo Phoenix protagonista di una creazione di Francesca La Cava che si rifà alle atmosfere del libro di Lewis Carroll Alice oltre lo specchio in cui viene ricreata, attraverso una gestualità teatrale espressiva, un’ambientazione irreale, noir, al limite dell’assurdo, e in cui Alice è donna e bambina allo stesso tempo. Joseph Albano e Marcello Algeri sono infine gli autori di Opera ballet rock people – Think different, interpretato dai dieci danzatori dell’Ariston Proballet di Sanremo, in scena il 28 aprile al teatro di Vezzano. Questo nuovo spettacolo della Compagnia rappresenta un “modo differente di pensare”, come esplicitato nello stesso titolo, un’esplosione di energia supportata da una musica pop-rock, in cui le persone trovano la capacità di unirsi riscoprendo i valori, la forza e i sentimenti. (l.d.)


movimento”, e rappresenta anche il marchio di fabbrica della stessa Compagnia L’aspettativa è di assistere quindi ad uno spettacolo vario e dinamico attraverso una proposta che si articola in cinque diverse coreografie realizzate da altrettanti artisti. S’inizierà con Sada di Edgar Zendejas, per proseguire con un pezzo di Gina Patterson dal titolo My Witness, “La mia testimonianza”, una dedica “a Pam Crutrchfield, che ispira tanti con la sua danza di rara bellezza …e…a coloro che hanno camminato al nostro fianco…”. Il programma prevede poi Beat in the Box, una coreografia Brian Enos, Die Blume una brevissima creazione di Christian Spuck, coreografo residente del Balletto di Stoccarda e, per concludere, Blues for Ann, un pezzo di Harrison McEldowney. ■

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Cappellaccio di ricotta di montagna con fiori di tarassaco Orzotto perlato mantecato alle punte di asparagi e bruscandoli

SECONDI

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I danzatori sono quindi costantemente incoraggiati ad esplorare le proprie capacità fisiche e la propria curiosità artistica in un approccio individuale e profondamente personale, allo scopo di far crescere artisti appassionati e completi, capaci di dare un contributo ricco interpretativo a questa forma d’arte. Dal punto di vista coreografico, la ricerca si rivolge alla scoperta di nuovi linguaggi attraverso un viaggio esplorativo nelle diverse influenze che spaziano dal balletto all’hip-hop fino all’improvvisazione, abbracciando contemporaneamente l’opportunità di entrare in contatto con coreografi affermati che possano offrire tutorato e nuove prospettive per tutti i coinvolti. Il titolo della serata in programma il 17 aprile al teatro Sociale di Trento è “Always moving”, ovvero “sempre in

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d aprile cala il sipario sulla stagione 2011/2012 del Teatro Valle dei Laghi con tre nuovi e imperdibili appuntamenti in programma per la rassegna di danza, organizzata da Fondazione Aida in collaborazione con il Centro Servizi Santa Chiara ed inserita nel Circuito provinciale per la danza denominato Trentino Indanza. Sabato 14 aprile alle 20.30, andrà in scena Alice oltre lo specchio, il nuovo intenso lavoro coreografico con cui il gruppo abruzzese e-MOTION urla la sua verità e il desiderio di esserci nonostante

le difficoltà dopo il sisma che ha devastato L’Aquila. Quella della coreografa Francesca La Cava è un’Alice ispirata al testo di Lewis Carroll ma con un forte richiamo alla nostra contemporaneità. Forzata dagli eventi, Alice si trova davanti ad uno specchio: la devastazione, la distruzione che la circondano, la obbligano a guardare ad affrontare i fantasmi della sua infanzia nei luoghi che non ci sono più, che il terremoto ha spazzato via in pochi istanti. Alice improvvisamente viene sbalzata in un nuovo spaziotempo dove pupazzi e strani 74

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come Pulcinella cala il sipario sulla stagione 2011/12 del Teatro Valle dei Laghi con tre imperdibili appuntamenti in programma per la rassegna di danza, organizzata da Fondazione Aida animali la trascinano in una dimensione senza senso con atmosfere noir, ovattate e irreali e che le infonderanno il coraggio di oltrepassare quello specchio e di uscire da quello stato di shock per ritrovare la strada di ricostruzione del dentro e del fuori di sé. Pulcinella e Tiepolo, Stravinsky e Venezia sono le coordinate entro le quali la Compagnia Fabula Saltica gioca le proprie carte per l’allestimento di Pulcinella, il balletto, su musiche di Igor Fëdorovic Stravinskij, coreografato il 15 maggio 1920 all’Opéra di Parigi da Léonide Massine. Lo spettacolo andrà in scena sabato 21 aprile alle ore 20.30. Il Pulcinella firmato dal coreografo Claudio Ronda conserva intatta la partitura firmata

da Stravinskij. Invariati sono anche l’intreccio originale, derivato dai canovacci della Commedia dell’Arte, e i personaggi dell’azione: Pulcinella, l’amata Pimpinella, le giovani Rosetta e Prudenza, con i fidanzati Coviello, Florindo e l’amico Furbo. Unica modifica è nel luogo del racconto, da Napoli trasferito a Venezia: la scelta è motivata da un preciso riferimento estetico e culturale costituito dal grande ciclo di disegni e affreschi dedicati a Pulcinella realizzati dal grandissimo pittore veneziano Giandomenico Tiepolo. Nel denso spessore umano di quelle caricature emergono in chiave grottesca i guasti della società del tempo: il lungo cappello, la maschera e la casacca bianca di Pulcinella

simboleggiano la sincerità e l’immediatezza del popolo veneziano, che contempla, fra ironia e amarezza, la rovina della Repubblica. Chiude sabato 28 aprile (ore 20.30) l’Opera Ballet Rock People. Il nuovo spettacolo della compagnia Ariston Proballet (per la regia di Marcello Algeri) è un’escalation di ritmo, energia e piacere, in un’amalgama fra classico e moderno, fra chiaro e scuro, fra tradizione e innovazione. È un’esplosione di energia supportata da una musica pop-rock che travolge con il suo ritmo incalzante e con la sua espressione di linguaggio tipicamente moderno e giovane. Una musica ed una coreografia nuove che portano all’interno della danza il “Ballet Rock”, genere che racchiude in sé vari linguaggi coreutici come la danza classica, la danza moderna-contemporanea, la danza jazz, la danza popolare e sfocia in un genere di movimento che si proietta nel terzo millennio unendo tutta la forza universale e la tecnica del balletto ai più moderni e giovani mezzi di comunicazione e di espressione. ■


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arà il grande cinema a celebrare i 60 anni del Trento Filmfestival in una edizione, quella del 2012, che si annuncia particolarmente ricca di lungometraggi di ambientazione strettamente montana. “Mai come questa volta abbiamo avuto l’imbarazzo della scelta tra tante pellicole di fiction ambientate in alta quota – sottolinea Sergio Fant, curatore del programma cinematografico del Trento Filmfestival. Molti di questi film porteranno il pubblico del festival verso Oriente, partendo dalla Russia più selvaggia e sperduta (alla quale è dedicata una sezione speciale) verso opere di autori cinesi, indiani, giapponesi, di Taiwan e Hong Kong. A partire dall’evento speciale Romancing in Thin Air, presentato in collaborazione con il Far East Film Festival di Udine: uscito a inizio febbraio nelle sale di Cina e Hong Kong, è l’opera più recente del maestro del noir Johnnie To, protagonista della new wave del cinema d’autore asiatico e fondatore della celebre casa di produzione Milky Way, che questa volta

60 volte filmfestival uno dei più antichi festival di cinema in Europa partirà ufficialmente giovedì 26 aprile, per concludersi domenica 6 maggio

dirige un’inconsueta commedia romantica, ambientata tra le montagne e i boschi della provincia dello Yunnan. Dal Giappone ecco lo spettacolare Gaku di Osamu Katayama, titolo internazionale Peak: The Rescuers, tratto da un famoso manga di argomento alpinistico di Shinichi Ishizuka. La superstar Shun

Oguri interpreta un esperto alpinista, volontario in un gruppo di soccorso. In Italia la serie manga Gaku è pubblicata dalla De Agostini. Per i 60 anni del Filmfestival la serata di apertura del 28 aprile in Auditorium sarà un omaggio in musica alle montagne con l’esecuzione di Eine Alpen symphonie di

Richard Strauss. L’esecuzione sarà affidata all’Orchestra Regionale Haydn di Bolzano e Trento e all’Orchestra Filarmonica “Arturo Toscanini” di Parma dirette dal Maestro Gustav Kuhn. L’apertura ufficiale sarà preceduta venerdì 27 aprile dalla proiezione all’Auditorium S. Chiara di un documento eccezionale da poco restaurato: The Great White Silence, il documentario sulla tragica spedizione al Polo Sud del Capitano Robert Scott realizzato nel 1924. Domenica 29 aprile sarà ricordata la nascita del Soccorso Alpino del Trentino: una serata evento dal titolo “Aspettando l’alba - 60 anni con il Soccorso alpino del Trentino” che riproporrà storie e testimonianze di soccorsi e soccorritori.

torna la mostra dell’editoria trentina

S

tand espositivi degli editori trentini, incontri, proposte letterarie e tantissime presentazioni. Questo il ricco carnet proposto dall’Associazione degli Editori Trentini che dal 3 al 6 maggio torna a proporre, nella splendida cornice di Piazza Battisti a Trento, la Mostra dell’Editoria Trentina. Un evento di cui parleremo più ampiamente nel prossimo numero di TrentinoMese. Queste le case editrici presenti: Gruppo Editoriale Tangram, Edizioni31, Publistampa, La Finestra Editrice, Casa Editrice Panorama, Curcu & Genovese, Artimedia, Fondazione Museo Storico Del Trentino, Fbk, Zandonai, Temi, Erredieci, Nitida Immagine.

Un’occasione per un’associazione che, dopo un periodo di inattività, si è rimessa in moto con grande determinazione per ritrovare quell’unità rappresentativa indispensabile per poter proporre e sollecitare iniziative, sia culturali che economiche, per la promozione del libro trentino (ove per trentino s’intende pubblicato da editori operanti sul territorio della nostra provincia, ma non certo limitato culturalmente al Trentino).

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C

on la primavera aprono le Terme di Levico. I mesi primaverili sono particolarmente indicati per una cura termale, con le affermate terapie inalatorie (inalazioni, aerosol ionico e sonico, docce e irrigazioni nasali), la fango balneoterapia, le irrigazioni vaginali e la balneoterapia. Trattamenti termali che sfruttano le proprietà scientificamente provate dell’acqua arsenicale ferruginosa di Levico. Scoperta nel Medioevo durante scavi minerari di ferro e rame presso Vetriolo, località montana situata sopra Levico, a 1.500 metri di altezza (il più alto centro termale d’Europa!), l’Acqua Forte di Levico rappresenta non solo un rimedio naturale ai problemi artroreumatici, della pelle e delle vie respiratorie, ma ha efficacia anche nell’affrontare stati di astenia e stress. Per il sesto anno consecutivo, le Terme di Levico riproporranno la campagna “Obiettivo prevenzione - Prenditi cura delle sue vie respiratorie”, rivolta a tutti, in particolare a bambini e ragazzi fino ai 14 anni. Si articolerà su due cicli di cure, uno in primavera e il secondo in autunno, per prevenire al meglio i malanni di stagione. Il centro termale di Levico ha

Star bene È bello TERME DI LEVICO E VETRIOLO. UNA CENTENARIA STORIA DI SALUTE E BENESSERE. La stagione termale ufficialmente al via il 26 aprile prossimo, con tante novità e molte conferme

info Apertura Terme di Levico: 26 aprile Apertura Terme di Vetriolo: 25 giugno Per ulteriori informazioni e prenotazioni: tel. 0461 706077 info@termedilevico.it www.termedilevico.it

e la tonificazione. Dopo il primo anno di apertura, verrà riproposto al pubblico il percorso Kneipp con zona relax e angolo tisane; l’offerta fisioterapica – anche in acqua – sarà affiancata dalle novità Postural Pilates, BAZ e Aquawalk. Per quanto riguarda le modalità di accesso alle prestazioni, le Terme di Levico e Vetriolo sono convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale. Tale convenzione prevede l’erogazione di un ciclo di cure gratuite o con pagamento del ticket, a

seguito della presentazione da parte della persona della prescrizione medica rilasciata dal medico di base o dallo ■ specialista.

Un convegno il 14 aprile ampliato la propria offerta di trattamenti per la persona e il suo benessere, affiancando alle classiche ed efficaci terapie termali una serie di attività che si rivolgono ad altri aspetti della salute, quali la circolazione, la mobilità

La gestione delle Terme si caratterizza per la ricerca del più efficace uso delle acque termali. L’originalità e l’efficacia dell’acqua di Levico è testimoniata da numerose pubblicazioni scientifiche e, tra le altre iniziative, dal convegno medico previsto per il 14 aprile – riservato ai professionisti della salute - dal titolo “Vie aeree. L’attuale visione unitaria pneumologica e otorinolaringoiatrica. Evidenze scientifiche”. Il convegno, la partecipazione al quale è riconosciuta con sei crediti ecm, vedrà alternarsi gli interventi di docenti universitari e direttori di Unità Operative dei Settori Otorinolaringoiatrico, Pneumologico e Termale. “Le malattie respiratorie sono in costante aumento – dice il dr. Stefano Calabro, Presidente del convegno –. Il fumo rappresenta la prima causa di malattia, ma sono presenti anche altri fattori di rischio: importante è l’influenza dell’inquinamento atmosferico e l’esposizione professionale a sostanze chimiche, polveri e fumi.” . Per maggiori informazioni sul congresso: KBS ITALIA tel. 02.4562404 segreteria@kbsitalia.it

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trentinomostre

arte per scuotere l’anima e le coscienze

C

i sono ancora mostre che possono scuotere la pelle e l’anima delle persone? Esiste ancora un’arte che possa riflettere sui propri metodi

comunicativi e diventare spada di fuoco scagliata con forza nelle dinamiche sociali e umane? Sì. Fortunatamente

esiste anche se per cercarla bisogna avere il lanternino e soprattutto bisogna avere una grande capacità di cogliere e assorbire gli stimoli più diversificati, aggressivi, violenti, non conformisti. Tutto questo ce lo dimostrano un gruppo di artisti che da anni perseguono una strada personale, avulsa dalle grida e dagli starnazzamenti del quotidiano ed esenti dalle servitù di tutti i poteri, compreso quello artistico. Parliamo di Fulvio De Pellegrin, Paolo Dolzan, Piermario Dorigatti, Adriano Eccel Paolo Facchinelli, Capitan Giduglia. Ovvero pittori, fotografi, installatori, scultori, catturatori degli stati d’animo e rocciatori

Arte e disabilità

I

n occasione del 25° anniversario del gemellaggio tra le città di Kempten e Trento, si inaugurerà il 27 aprile a Kempten la mostra d’arte “Sogno, il mio corpo vola”, ospitata nelle prestigiose sale della Kunsthalle della città tedesca, che sarà presentata dagli stu-denti del laboratorio Montessori del Liceo A. Rosmini ai colleghi della Agnes Wyssach Schule di Kempten alla presenza delle massime autorità. Per Trento saranno presenti il Sindaco Alessandro Andreatta, l’Assessore al Decentramento, Servizi demografici e Bi-blioteche Renato Tomasi, delegato per i gemellaggi, per Kempten il Sindaco di Kempten Ulrich Netzer. Gli obiettivi della mostra sono volti alla promozione di una cultura incentrata sui diritti di cittadinanza, di inclusione e di rispetto della persona, qualunque sia la sua condizione psico-fisica. Artisti presenti: Ainhauser Felix Josef, Arman Marco, Bassetti Gelsomina, Baumann Andrea, Berlanda Marco, Bonato Maurizio, Bortolotti Amadeus, Bruch Martin, Conta Livio, De Simoni Lasta Mirta, Gelmi Annamaria, Girardi Carlo, Gruber Giangiorgio, Knoll Amalia, Lunardelli Clara, Luttinger I.C.A., Nepo Stieldorf Gabriela, Pancheri Aldo, Paulmichl Georg, Praxmarer Ernst, Prinot Helmut, Rossi Zen Annamaria, Schauer Martin, Solkner Pruenster Eva, Stofella Fendros Maria, Tscherni Martina, Tumpfer Anna Maria, Varesco Andrea, Verdini Pietro. Curatori: Giangiorgio Gruber e Gabriela Nepo Stieldorf.

seriali proiettati dentro le fessure e gli interstizi che la nostra società “malata” lascia dietro

L’esposizione si propone di investigare dal punto di

di se. E negli interstizi

vista multidisciplinare, il rapporto tra arte e malattia.

gli artisti imparano a

L’arte intesa storicamente come pratica terapeutica che

scavare, ad estrarre quella linfa vitale che può ancora far

consente all’artista di esorcizzare il male di vivere e di

fare uno scatto d’orgoglio all’arte e all’artista.

diagnosticare i mali della società; ma anche l’arte che

Questi artisti si sono messi assieme per offrirci una mostra,

diviene essa stessa “malattia” (e necessità fisiologica)

del tutto particolare. Lontana dalle elegie zuccherose di

che esaspera, anziché risolvere, le affezioni e le turbe,

cui oggi siamo sommersi, hanno pensato bene di incidere

rivelandole nella pratica all’artista, come parti costitutive

i bubboni della quotidianità viaggiando con lo scatto e il

e identitarie. L’intento degli artisti è anche quello di

pennello all’interno di Sanatorium. L’esposizione che si tiene presso le sale di Palazzo fino al 14 aprile. 78

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Trentini

sottolineare, in maniera provocatoria, i mali di cui soffre il sistema dell’arte contemporanea, fagocitato ormai da una logica sempre più mercificante e che ha preso, nell’ambito


trentinomostre della sperimentazione, una via in cui i processi culturali,

ENRICO FERRARI

maturati nell’incontro delle differenti individualità, vengono sacrificati a vantaggio di un verticalismo dettato dalle logiche istituzionali. L’iniziativa, curata da Tommaso Decarli e Paolo Dolzan, avrà un suo epilogo sabato 14 aprile con la presentazione

MONTAGNE

di un catalogo che, oltre ad offrire una serie di contributi scritti a commento dell’iniziativa, illustrerà i diversi momenti dell’allestimento delle opere all’interno degli Arco

spazi espositivi. Rimanendo in campo di esposizioni che sollecitano la nostra fantasia e che ci tengono occupati visivamente consigliamo la visita alla Galleria Il Castello dove, fino al 22 maggio due artiste, Elena

Brazzale (vive e Zecchini (lavora a

lavora a Fara Vicentino) e Aura

Peschiera del Garda), presentano il loro viaggio all’interno della natura, seguendo la grande e ricca tradizione della natura morta.. La prima con la costruzione pittorica di un erbario, la seconda di un’insettario. Ma non solo esplicita figurazione, anche simbolo e metafora possono essere le chiavi di lettura di questi due percorsi così originali e fecondi. Forme e cromie si effondono dalla fragrante/organolettica pittura delle due artiste, le quali sembrano attingere ai segreti scrigni della natura. Se com’è vero la natura aiuta a capire meglio la realtà in cui l’uomo vive, è altresì possibile riconoscere in essa ambiguità e latenze umane; allo stesso modo in cui Zecchini fa corrispondere le sue diafane figurazioni ai vizi capitali (“Superbia” e “Invidia” sono i nomi di alcuni suoi quadri, mentre un’intera serie di opere su carta reca il nome di “Accidia”), ecco che Brazzale implementa le specie botaniche con antropici ammennicoli, creando una commistione tra Dioscoride e Galeno, ossia tra la botanica e l’anatomia. Poiché la natura è indissolubilmente legata all’uomo, ai suoi cambiamenti, alle sue scelte, le due artiste riconsiderano la concezione antropocentrica – che non è soltanto unità di misura per tutto ciò che esiste, ma rappresenta viepiù un universo fatto a nostra immagine e somiglianza – alla maniera di Henri-Frédéric Amiel, perché «noi siamo tutti visionari e ciò che vediamo è la nostra anima nelle cose».

Mostre ROBERTO FLOREANI COMPOSIZIONI ASTRATTE Apertura: da venerdì 3 febbraio a domenica 10 giugno. Palazzo dei Panni - Via Segantini, 9. Mostra a cura di Giovanna Nicoletti. Orario: 10-18. Lunedì chiuso. Info: www. museoaltogarda.it.

Borgo Valsugana Mostre ENRICO FERRARI MONTAGNE Apertura: da venerdì 23 marzo a domenica 15 aprile. Spazio Klien. Orario: dal martedì al sabato 10-12 e 16-19. Domenica 10-12. Lunedì chiuso. Domenica 8 aprile chiuso.

Caldonazzo Fiere FESTA DEI MELI IN FIORE Apertura: da domenica 29 aprile a martedì 1 maggio. Presso le vie del paese. Bancarelle, musica, esposizioni, mostra di ricamo, concorso di pittura. Info: www.comune. caldonazzo.tn.it.

Cavalese Mostre CARLO ORSI: immagini d’autore dal Trentino e dal Mondo Apertura: da martedì 27 dicembre 2011 a domenica 8 aprile 2012. Centro Arte Contemporanea. P.tta Rizzoli, 1. Mostra a cura di Elio Vanzo e Claudio Delvai. Fino all’8 gennaio 2011 e dal 31.03 all’08.04.2012 aperto tutti i giorni. il restante periodo aperto sabato e domenica. Orario: 15.30-19. Chiuso il lunedì. Info: www.artecavalese.it.

Cles Mostre LA RICCHEZZA DEL SOTTOSUOLO. CON MENO ENERGIA VIVERE MEGLIO 12 giovedì. Palazzo Assessorile. La mostra descrive la ricchezza del sottosuolo ed i vantaggi ambientali e tecnologici, di una sua riscoperta e di un suo utilizzo, attraverso un percorso che tocca aspetti storici, antropologici, iconografici, tecnici, geologici, ambientali ed energetici. Il filo conduttore

fra questi temi è costituito da una serie di opere d’arte sia pittorica che cinematografica, in prestito da enti pubblici e privati, che con la forza dei propri colori e della figurazione collaborano a ricreare le atmosfere ed il mito della vita nel sottosuolo. Info: Ufficio Cultura Comune di Cles - tel. 0463.662091. Info: www.visitvaldinon.it.

Levico Terme Fiere ORTINPARCO 2012 Apertura: da sabato 21 aprile a martedì 1 maggio. L’Orto, la cultura di uno spazio verde coltivato che perdura nei tempi. Tema dell’edizione di quest’anno sarà “Rifiuto risORTO”, ovvero come riuscire a creare un piccolo orto domestico utilizzando oggetti e manufatti riciclati, dando spazio a fantasia e creatività. Info: Tel. 0461.706824 0461.496123 - parco.levico@provincia.tn.it - www.naturabiente. provincia.tn.it.

Pergine Valsugana Mostre RICCARDO CORDERO Macromondi spezzati Apertura: da sabato 21 aprile a domenica 4 novembre. Castello. Mostra in ricordo di Franco Batacchi e verrà allestita negli spazi aperti tra le due cinta murarie e nei saloni del Castello. Info: www. castelpergine.it.

Riva del Garda Mostre GRAMODAYA - Per vivere in armonia Apertura: fino a giovedì 31 maggio. Villino Campi. Mostra itinerante sulla sostenibilità ambientale. Info: Ingarda Trentino 0464.554444. Mostre Pinacoteca: Testimonianze figurative tra il XIV e il XIX secolo Apertura: da venerdì 23 marzo a giovedì 1 novembre. Museo “La Rocca” - Archeologia dell’Alto Garda. Storia: il lago, gli uomini, i tempi.

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trentinomostre Mostre VIAGGIO AL LAGO DI GARDA - LE VEDUTE FOTOGRAFICHE DEI LOTZE 1860-1880 Apertura: da venerdì 30 marzo a domenica 10 giugno. Museo. Info: www.museoaltogarda.it. Mostre Expo RIVA CACCIA PESCA AMBIENTE Apertura: da sabato 31 marzo a domenica 1 aprile. Quartiere fieristico. Appuntamento per gli amanti della pesca mosca e spinning e per gli appassionati della caccia alpina e di selezione. Info: Ingarda Trentino 0464.554444. Mostre ENERGIE - SEGNI, FORME E COLORI Apertura: da sabato 31 marzo a domenica 15 aprile. Galleria Craffonara. Mostra collettiva. Info: Ingarda Trentino 0464.554444. Mostre Soltanto in sogno Apertura: da sabato 21 aprile a domenica 13 maggio. Sala Civica “G. Craffonara”. Consonanze tra l’opera di Antonia Pozzi e i dipinti di Giovanni Segantini. Orario: venerdì, sabato e domenica 10-12; 14-16.30.

Rovereto Mostre la guerra dI Libia 1911-1930 Apertura: fino a sabato 30 giugno 2012. Castello. Il museo storico Italiano della guerra, ricorda i cento anni dall’inizio della guerra italoturca (1911-12) per il controllo della Libia con una mostra di fotografie, materiali e cartoline di propaganda. La mostra ripercorre le vicende del conflitto e illustra l’immaginario coloniale popolare attraverso l’iconografia riprodotta nelle cartoline illustrate e con altri materiali. Orari: tutto l’anno da martedì a domenica 10-18. Info: Museo Sorico Italiano della Guerra; Tel. 0464 438100; www.museodellaguerra.it. Mostre ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE Apertura: da sabato 25 febbraio a domenica 3 giugno. Mart. Progetto di: Christoph Benjamin Schulz e Peter Gorschlüter. A cura di: Christoph Benjamin Schulz e Gavin Delahunty, con la collaborazione di Eleanor Clayton. Mostra realizzata da Tate Liverpool in collaborazione con Mart di Rovereto e Kunsthalle Hamburg. Una mostra racconta la piccola Alice e le sue avventure nel leggendario Paese delle Meraviglie. Questo affascinante percorso espositivo prende avvio dal manoscritto originale di Lewis Carroll, composto nel 1864 come regalo per una bambina di dieci anni, Alice Liddell. Attraverso disegni, dipinti, fotografie, poster e oggetti della quotidianità,

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la mostra racconta un’epoca, una società e il lungo lavoro di Carroll dedicato ad Alice, ma soprattutto le numerose influenze che questa celebre opera e le sue immagini hanno avuto nella cultura artistica moderna e contemporanea, dai dipinti dei surrealisti, agli artisti della pop fino ai protagonisti dell’arte contemporanea da Sigmar Polke a Kiki Smith. Info: n.verde 800 397 760; info@mart.trento.it. Mostre POSTMODERNISMO. STILE E SOVVERSIONE 1970-1990 Apertura: da sabato 25 febbraio a domenica 3 giugno. Mart. Dopo il successo della grande mostra realizzata nel 2009 Cold War- La Guerra Fredda 1945-1970, continua la prestigiosa collaborazione tra il Mart e il Victoria and Albert Museum di Londra, con un nuovo progetto espositivo. In continuità con l’evento precedente, la mostra intende esplorare il concetto di Postmodernismo, emerso prepotentemente in un primo momento nella cultura architettonica internazionale, e poi diffuso ai più vasti ambiti culturali, a partire dagli anni Settanta. L’esposizione è così l’occasione per ricostruire la cultura di quegli anni attraverso le trasformazioni avvenute nell’architettura e nel design, ma anche con le suggestioni delle immagini cinematografiche, le testimonianze nel mondo della moda e le grandi rivoluzioni che coinvolsero la musica e la cultura giovanile. Info: n. verde 800 397 760; info@mart.trento.it. Mostre ARMANDO LULAJ No More Feelings Apertura: da sabato 25 febbraio a domenica 20 maggio. Paolo Maria Deanesi Gallery. A cura di Francesca Referza.

San Michele a/Adige Mostre LA GENERAZIONE DEI GIGANTI. GESUITI MISSIONARI E SCIENZIATI IN CINA SULLE ORME DI MATTEO RICCI Apertura: da martedì 24 gennaio a domenica 1 aprile. Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina San Michele all’Adige. La mostra, curata dal Centro Studi Martino Martini, realizzata in occasione dei trecentocinquant’anni dalla morte del trentino Martino Martini, mette in luce la sua poliedrica personalità di scienziato, geografo, storico, linguista, missionario e il ruolo da lui svolto come mediatore tra due mondi e due culture, quella cinese e quella europea. L’esposizione si basa su un’attenta ricognizione delle fonti: iconografiche (dipinti raffiguranti Martini, i luoghi dove studiò e visse dopo essere diventato missionario, da Roma a Genova, a Lisbona e poi da Goa a Macao, a Hangzhou), documentarie (atto di battesimo), bibliografiche (copie delle opere da lui pubblicate al suo ritorno in Europa, dal Novus Atlas Sinensis al De Bello Tartarico, dalla Sinicae Historiae Decas Prima alla Grammatica Sinica), di cultura materiale (paramenti sacri, suppellettili domestiche, numerosi e rari strumenti scientifici). Il percorso è completato con una serie di pannelli illustrativi, opere d’arte e altro materiale, provenienti da vari musei, archivi e biblioteche, straordinarie testimonianze della presenza cristiana in Cina. Orario: 9-12.30/14.30-18. Chiuso il lunedì. Info: www.museosanmichele.it; www.centromartini.it.

Tione di Trento

Mostre GINA PANE (1939 - 1990) “È per amore vostro: l’altro” Apertura: da sabato 17 marzo a domenica 8 luglio. Mart. Prima mostra antologica dedicata a Gina Pane (1939-1990), una delle figure più importanti e significative della Body Art internazionale. Info: www.mart.trento.it.

Mostre ART&COVER Apertura: da lunedì 2 a giovedì 12 aprile. Centro Studi Judicaria. Sale Expo. Viale Dante, 46. “La forma visibile della musica rock” di Alessandro Togni e Tiberio Salvaterra. Orario di apertura: tutti i giorni dalle 16 alle 19.

Mostre AFRO IL PERIODO AMERICANO Apertura: da sabato 17 marzo a domenica 8 luglio. Mart. Mostra a cura di Gabriella Belli con Margherita de Pilati e la Fondazione Archivio Afro. Comprende 39 opere provenienti da collezioni pubbliche americane, canadesi e brasiliane. Nel catalogo, edito da Electa, sono presenti i saggi di Raffaele Bedarida, Gabriella Belli, Adrian R. Duran e Rosemary Stewart Ramsey le schede a cura di Davide Colombo e Ana Gonçalves Magalhães, e apparati a cura dell’Archivio Afro di Roma. Info: www.mart.trento.it.

Fiere Mostra mercato degli artigiani del vino Apertura: da sabato 21 a domenica 22 aprile. Trento Fiere, Via Briamasco, 2. I Vignaioli del Trentino si presentano per raccontare le loro storie, la loro passione, i loro vini. Il pubblico potrà degustare e acquistare direttamente i vini ai banchi d’assaggio. Nell’area ristorante il pubblico potrà gustare gli originali piatti preparati “a sei mani” dagli Chef trentini della Val di Fiemme e Val di Fassa. Orario: sabato ore 14-19.30; domenica ore 10-19.30. Info: Tel. 0461.911957; info@vignaiolideltrentino.it; www. vignaiolideltrentino.it.

Trento

Mostre DiVinNosiola a TRENTO Apertura: dal 29 marzo al 6 maggio (esclusi i lunedì). Le Gallerie a Trento - Piedicastello. Mostre DESERTI E MONTAGNE A EST E OVEST DEL MONDO Apertura: da giovedì 9 febbraio a domenica 15 aprile. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas. Piazza Cesare Battisti. Premio “Insieme per la pace” dedicato a Gianluigi Bettiol, progetto didattico realizzato dagli studenti dell’Istituto delle Arti Vittoria di Trento e dalle studentesse della Fondazione Kala Raksha di Ahmedabad - India, con la collaborazione dei Residenti della Casa di Riposo A.P.S.P. S. Spirito - Fondazione Montel di Pergine Valsugana. Ingresso libero. Orario: 9-13 / 14-17.30. Info: www.trentinocultura.net/archeologia.asp. Mostre La Torre di piazza Funzioni simboli immagini Apertura: da venerdì 24 febbraio a lunedì 9 aprile. Museo Diocesano Tridentino. Lungo il percorso espositivo, il pubblico troverà alcuni dei documenti che hanno permesso di ricomporre la storia del manufatto, fornendo dati e riferimenti cronologici certi. Le fonti scritte, messe in luce da una paziente ricerca d’archivio, saranno accompagnate da interessanti e talvolta curiose testimonianze iconografiche: dipinti, incisioni, vecchie fotografie, cartoline. Orario: 9.30-12.30 / 14-17.30. Chiuso tutti i martedì. Info: tel. 0461.234419; info@museodiocesanotridentino.it. Mostre Pio pio .. pulcini al museo Apertura: da venerdì 9 marzo a lunedì 9 aprile. Museo delle Scienze. Dal martedì al venerdì, dalle 15 alle 18, e il sabato e la domenica (+ 4, 5, 6 e 9 aprile) dalle 10 alle 18, i visitatori potranno far visita ai pulcini, seguirne passo a passo la crescita e, con un po’ di fortuna, assistere “in diretta” all’emozionante momento della schiusa delle uova. La presenza costante di uno zoologo condurrà i partecipanti alla scoperta delle particolarità e delle abitudini di questi piccoli animali. Info: www.mtsn.tn.it.


trentinomostre Mostre Sanatorium Apertura: fino a sabato 14 aprile. Palazzo Trentini. Mostra collettiva di sei artisti, professionalmente attivi nei settori della pittura, dell’installazione, della scultura e della fotografia: Fulvio De Pellegrin, Paolo Dolzan, Piermario Dorigatti, Adriano Eccel, Paolo Facchinelli, Capitan Giduglia.

Mostre L’IMPRESSIONE DEL COLORE. MONTANE IN FOTOCROMIA 1890-1910 Apertura: da venerdì 30 marzo a domenica 6 maggio. P. Roccabruna.

Mostre New Pollution - LAURINA PAPERINA Apertura: da giovedì 15 marzo a giovedì 31 maggio. Studio d’Arte Raffaelli. La personale di Laurina Paperina sarà una nuova travolgente ondata di spamming di paperate. Info: studioraffaelli@tin.it. Mostre Le esplorazioni polari di Julius Payer Palazzo Trentini. FilmFestival della Montagna. Dal 26 aprile al 19 maggio. Info: 0461.986120. Mostre Geological Landscape Paesaggi geologici Museo delle Scienze. FilmFestival della Montagna. A cura di Matteo Visintainer e Riccardo Tomasoni. Dal 27 aprile al 12 maggio. Info: 0461.986120. Mostre Dancalia, l’emozione diventa silenzio Torre Mirana. FilmFestival della Montagna. Fotografie di Paolo Ronc. Dal 27 aprile al 12 maggio. Info: 0461.986120. Mostre Un inedito Comici Fondazione Galleria Civica. FilmFestival della Montagna. Fotografie inedite dello scalatore Emilio Comici. Dal 28 aprile al 6 maggio. Info: 0461.986120. Mostre “I LAOGAI” CAMPI DI LAVORO IN CINA... DALLA VOCE DI HARRY WU Apertura: fino a sabato 14 aprile. Sala Circoscrizionale Oltrefersina. Via Clarina, 2/1. Percorso e mostra fotografica. Mostre Naturalia & Mirabilia Apertura: da sabato 24 marzo a martedì 22 maggio. Galleria d’arte il Castello. Via degli Orbi 25. Mostra di Elena Brazzale & Aura Zecchini, a cura di Alberto Zanchetta. Orari: 10-12.30/16-19.30. Domenica e lunedì mattina su appuntamento. Info: www.galleriailcastello.it. Mostre Gli acquerelli di Roberta Ballista Apertura: da martedì 27 marzo a martedì 3 aprile. Società “Dante Alighieri”, via Dordi, 8. Giorgio Ragucci Brugger presenterà la mostra. Orario: 10-12 / 16-19. Ore 16.45. Info: tel. 0461-239994.

astrazioni 7

Matteo Boato - Silvio Cattani - Roberto Codroico Claudio Foradori - Alessandro Goio - Lome - Paolo Tomio

COMUNE DI TRENTO

Torre Mirana - Trento via Manci 2 - via Belenzani 3 Inaugurazione 5 aprile ore 18.00 dal 5 al 22 aprile 2012 - tutti i giorni 10-12 / 16-19

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

Mostre ASTRAZIONE 7 Apertura: da giovedì 5 a domenica 22 aprile. Torre Mirana. Mostra con la partecipazione di partecipano sette artisti della FIDA-Trento: Matteo Boato, Silvio Cattani, Roberto Codroico, Claudio Foradori, Alessandro Goio, Lorenzo Menguzzato (Lome) e Paolo Tomio; rappresenta il tentativo per una riflessione sul linguaggio astratto nel nostro territorio e per riscoprire i legami sotterranei con le esperienze culturali e artistiche trentine. Orario: tutti i giorni 10-12 / 16-19. Info: www.fida-trento.com. Mostre Luigi Tamanini - Un trentino a Firenze Apertura: da lunedì 23 aprile a sabato 5 maggio. Via Gazzoletti. Palazzo Regione. Mostre Chiara Tagliazucchi - Non credo sia una questione di punti di vista Apertura: da mercoledì 25 aprile a martedì 29 maggio. Galleria Arte Boccanera. Orario: dal martedì al sabato 10-13/16-19. Info: tel. 0461.984206; info@arteboccanera.com; www.arteboccanera.com.

Vallagarina Mostre PIERMARIO DORIGATTI PITTORE, IRRIMEDIABILMENTE PITTORE Apertura: da domenica 25 marzo a sabato 5 maggio. Palazzo Libera. Orario: entrata libera, lunedì/martedì chiuso. Mercoledì, giovedì e venerdì 14-18; sabato, domenica 10-12.30/14-18. Info: 0464.414966; 0464.494200; tonico52@yahoo.it.

da vedere a eventart

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l Centro Eventart è in piena attività, le due mostre di marzo sono state un successo di pubblico e hanno suscitato commenti positivi per le valide presenze artistiche e anche per le coinvolgenti serate. In particolare quella dell’8 marzo, dedicata alla donna, con musica e parole/ poesia ha coinvolto gli stessi intervenuti con p e r fo r m a n c e s fuori programma, e veramente si è potuto, respirare un’atmosfera di Arte a 360°. Fino al 12 aprile ci sarà la mostra d’arte internazionale intitolata Europa, con la presentazione di Franco Lancetti e una serata speciale il giorno 9 alle 20. TERRA MADRE La vita dell’Uomo è fino ad oggi trascorsa sulla Terra, egli ha già messo piede sulla luna, è a quanto sembra sbarcato su Marte con le sue macchine, ha superato il sistema solare con il Voyager e presto altri strumenti indagatori andranno oltre, verso le stelle più lontane. Alla ricerca di quell’Altro. Ma noi non saremo presenti, i nostri eredi forse? E la Terra sta a guardare! Noi la pestiamo nel termine più brutale che possiamo usare, la violiamo continuamente e qualcuno pensa che lei ci renda” pan per focaccia”, ma non è così. È la nostra arroganza che rimbalza su di essa e ci ammonisce: Cosa stiamo facendo a questa Terra che è Madre? I risultati sono sotto gli occhi chiusi di un’umanità distratta. Ancora una volta gli artisti nello Spazio-EventArt di via Petrarca 36 a Pergine Valsugana, riuniti da Claudio Cavalieri & C, sanno svegliare l’attenzione verso l’Arte, verso questa Terra che come Madre ha accolto tutte le angherie dell’uomo, da molti millenni a questa parte. L’Uomo antico vedeva la Terra come dea e la rappresentava sotto varie forme: abbondanza, fertilità, profumo primaverile del risveglio, arcobaleno riconciliatore fra Terra e Cielo. Quante simbologie, quante illusioni di un colloquio che nel passato pareva quotidiano. Oggi non si parla più con la Terra, neppure si parla con il suo aspetta di Madre, perché? Semplice e tremenda la risposta: la Terra non ha il cellulare a la Madre è dimenticata alla casa di riposo... Franco Lancetti

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trentinoappuntamenti

aprile dedicato alla montagna

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al 26 aprile al 6 maggio, Trento ospiterà per la sessantesima volta

TrentoFilmfestival, la rassegna

cinematografica internazionale dedicata alla montagna. Dopo i grandi numeri della scorsa edizione, quella del sessantesimo si annuncia ancora più ricca di eventi, celebrazioni e protagonisti. Ultimi spettacoli invece per il teatro al chiuso, sia per quanto riguarda la musica che per il teatro.

Da non perdere il concerto di Samuele

Bersani: Giudizi universali”, “Replay”, “Che vita“ e “Lo scrutatore non votante”: tutte canzoni che si ascolteranno nello show che proporrà giovedì 5 aprile a Trento. Ma c’è anche spazio per Giovanni

Allevi, sabato 14 aprile a Bolzano e domenica 15

all’Auditorium di Trento: due show per uno dei pianoforti più famosi in italia e nel mondo. In attesa del nuovo album...

L’arte scenica propone “Groppi

d’amore nella scuraglia”, tratto dal libro omonimo di Tiziano Scarpa, lo spettacolo sarà a Trento il 20 aprile. In scena la compagnia dei Carichi

Tiziano scarpa

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iziano Scarpa (Venezia, 16 maggio 1963) è un romanziere, drammaturgo e poeta italiano. Svolge un’intensa attività di lettore scenico delle opere sue e altrui, a teatro e non solo. Con il suo romanzo Stabat Mater ha vinto il Premio Strega 2009[1] e il Premio SuperMondello 2009. I suoi libri sono tradotti in numerose lingue, cinese compreso[2]. Collabora alla rivista-sito “Il primo amore” (pubblicata anche su carta dalle edizioni Effigie) di cui è uno dei fondatori. Nel 2002 è tra i fondatori del blog collettivo Nazione Indiana, da cui fuoriesce nel 2005 per fondare il sito-rivista Il primo amore. Si è speso firmando articoli, interviste, inchieste e appelli per sensibilizzare l’opinione pubblica su casi molto controversi, fra cui la riapertura del processo Pasolini, il diritto dei figli adottati a conoscere le proprie origini, l’estradizione di Cesare Battisti, la demonizzazione dei Rom, il “razzismo istituzionale” di alcuni sindaci e amministratori locali veneti, contro il quale ha organizzato una manifestazione a Treviso con altri autori del Nordest. Ha scritto i testi del libretto per l’opera lirica Fuori dai denti di Stefano Bassanese (1999). Ha collaborato ai testi dell’album di Massimo Giacon Nella città ideale (Fridge records, 2003), dove canta il brano Funky God. Il gruppo musicale Banda Osiris ha musicato il testo della sua poesia La favola dell’amore inventato, inserita nell’album Banda 25 (2006). Il cantante e autore Ugo Ferrari ha musicato Lu bombo muscario e La gattarina, tratti da Groppi d’amore nella scuraglia, inserendoli nell’album Popular greggio del gruppo Humus. La poetessa Francesca Tuscano ha tratto dal romanzo Occhi sulla graticola il libretto dell’opera Incontro, musicato da Fausto Toscano.

Sospesi, per la Regia di Marco Caldiron. Il 4 aprile, sempre nel capoluogo, va in scena un lavoro teatrale che ricostruisce un segreto ed ipotetico rapporto

epistolare fra Amleto

ed Ofelia.

Siamo ad aprile e come tutti gli anni cala il

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Fondazione Aida, con tre imperdibili appuntamenti in programma per la rassegna di danza. Venerdì 20 e sabato 2, a Rovereto, arriva il grande

Marco Paolini, autore – assieme a Francesco Niccolini – di “Itis Galileo”. Un monologo dedicato a Galileo Galilei, la cui mente rimase aperta al dubbio, fino alla fine.

Ancora danza, con Danceworks proposto dal

sipario sulla stagione

cosiddetto “Movimento di Chicago”, tra esplorazione

del Teatro Valle dei

delle capacità fisiche die ballerini e curiosità artistica. Il

Laghi, organizzata da

17 aprile saranno a Trento.


trentinoappuntamenti 1 domenica Cabaret PUNTO.CABARET 2012 Trento. Ore 20. Ventuno.Uno, via Ventuno 1 - “Punto.Cabaret”: Antonio Ornano da Zelig (Canale 5). Stagione che ospiterà e vedrà esibirsi comici e cabarettisti emergenti, provenienti da fuori regione. Info: www.itonimarci.it. Cultura Conferenza Zambana vecchia. Dalle ore 10 alle 13, incontri di gruppo “Genitori si diventa: tanti modi per migliorare il rapporto con i figli”. Conduce la Dott.ssa Rosanna Rossetti psicologa e psicoterapeuta. Info e iscrizioni: 333.2520975; www. rosannarossetti.com. Folklore LA PASSIONE DI CRISTO NARRATA DA SUA MADRE Cloz. Ore 16. Piazzale Scuole Elementari. Una rappresentazione sacra, animata da più di 100 figuranti in costume storico provenienti da tutta la Val di Non che rievocheranno quelle che furono le ultime ore di Cristo, attraverso il racconto di Maria sua Madre. Info: Amici di Castelfondo tel. 346.1095700. Info: www.visitvaldinon.it. Teatro La resistibile ascesa di Arturo Ui Trento. Ore 16. Teatro Auditorium. Di Bertold Brecht. Traduzione Mario Carpitella. Regia Claudio Longho. Con Umberto Orsini, Nicola Bortolotti, Simone Francia, Olimpia Greco, Lino Guanciale, Diana Manea, Luca Micheletti, Michele Nani, Ivan Olivieri, Giorgio Sangati e Antonio Tintis. Bertolt Brecht scrisse questo testo quando ormai la seconda guerra mondiale si stava combattendo da due anni, scegliendo di tornare alle origini di uno sfacelo politico che stava costando il peggio a milioni di esseri umani. È un’indagine dal registro grottesco sui meccanismi perversi del potere e della demagogia che sfocia in un allucinato e macabro affresco sull’avvento del nazismo nella Germania dei tardi anni Venti e dei primi anni Trenta. Ambientato non già in Europa, teatro reale del disastro, ma oltreoceano in una fantastica Chicago, ripercorre attraverso un caustico parallelo, con sapiente dosaggio di tratti ora parodistici ora tragici, le fasi della costruzione del consenso per Adolf Hitler sulla falsariga di quelle dell’ascesa criminale di Al Capone. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952; www.centrosantachiara.it. Teatro Il Tabarro Rovereto. Ore 16. Auditorium Fausto Melotti. Opera lirica in un atto, musica di Giacomo Puccini. Info: www.comune.rovereto.tn.it.

Teatro Cavalleria Rusticana Rovereto. Ore 16. Auditorium Fausto Melotti. Opera lirica in un atto, musica di Pietro Mascagni. Info: www.comune.rovereto.tn.it. Teatro L’USEL DEL MARESCIAL Trento. Ore 16. Teatro “Cuminetti”. Commedia di Loredana Cont. Con la Compagnia Teatrale “Anima Trentina” di Nova Trento (Brasile). Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

2 lunedì Cultura il novecento tra crisi e speranza Trento. Ore 14.30. Liceo Galilei. Percorso in preparazione all’esame di maturità. “Come costruire una tesina” con la prof. Cristina Conci, insegnante.

3 martedì Cultura poesie Trento. Ore 16.45. Società “Dante Alighieri”, via Dordi, 8. “Il ruvido mistero” - Poesie di Nadia Scappini. Presentazione di Paolo Ghezzi. Info: tel. 0461-239994. Cultura CONFERENZA CON PROIEZIONE Riva del Garda. Ore 20.30. Museo Civico “Craffonara”.Conferenza su Bruno Colorio Francescotti. Ingresso libero. Cultura il mondo di ieri Borgo Valsugana. Ore 15.30. Azienda Pubblica di Servizi alla Persona - Via per Telve, 7 - piano terra. La poesia dialettale in Valsugana Letture di poesie di Arcadio Borgogno, Ferruccio Gasperetti, Marco Pola. Info: Biblioteca Comunale tel. 0461.754052. Danza IL MINOTAURO Trento. Ore 14.30. Teatro Cuminetti. L’Alterità nasce ogni volta che l’uomo, incontrando se stesso, non si riconosce. Dentro questa definizione ritroviamo il Minotauro immaginato da Dürrenmatt che lo va a trovare dentro il labirinto nei primi giorni della sua prigionia. A questa situazione già drammatica, si aggiunge un altro elemento inquietante; le pareti del labirinto sono specchi il cui il ˝mostro˝ si riflette in continuazione. È specchiandosi ogni giorno che il ˝mostro˝ acquisisce coscienza personale e sociale. Arriva a pensare a sè come individuo dotato di autostima e in grado di avere relazioni di affetto. Dentro questo ˝labirinto˝ di relazioni con l’altro se stesso, si sprigiona l’impossibilità della comunicazione con gli altri. La regia di Viganò si fonde con la coreografia di Julie Stan-

Chiara Tagliazucchi

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al 20 aprile al 29 maggio, la galleria Arte Boccanera presenterà la nuova mostra personale con opere inedite della giovane artista modenese Chiara Tagliazucchi. Accanto ad una serie di inediti monocromi ispirati al lavoro di Vittorio Sella, celebre alpinista e fotografo di montagna vissuto nella prima metà del Novecento, saranno esposte opere cromatiche dedicate alle imprese alpinistiche moderne relative alle più recenti spedizioni sulle vette oltre i 7000 metri. In mostra alcuni disegni su carta che riprodurranno, con la precisione del tratto tipica della grafite, i volti dei principali protagonisti delle spedizioni novecentesche. Un suggestivo percorso alpinistico in forma d’arte nel quale la giovane artista dà prova ancora una volta di un formidabile senso d’empatia con il mondo naturale. Chiara Tagliazucchi ci rende partecipi del fascino dell’ignoto esercitato dalla natura incontaminata e ci fa riflettere su come il pericolo sembri determinare una forte spinta morale nell’animo umano. Le sue tele restituiscono allo spettatore il risultato di una sensibilissima attività di ascolto delle vette e degli scenari che ci circondano e soprattutto degli stati d’animo dell’uomo, come un’avventura possibile, entusiasmante, unica, per un pubblico sempre più vasto. Prendendo spunto dalle immagini fotografiche di Sella e dai ricordi (sia scritti che visivi) di altri grandi alpinisti, Chiara Tagliazucchi di fatto propone una ricerca attuale attorno al concetto del sublime gia` indagato dai romantici ottocenteschi. Il catalogo che accompagnerà la personale di Tagliazucchi sarà arricchito di scritti di Jonah Lynch, famoso sacerdote americano, scrittore e filosofo, che attualmente vive a Roma ed è vicedirettore della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo e di Paola Giacomoni, docente di Storia della Filosofia presso l’Università di Trento e già curatrice, insieme ad Anna Ottani Cavina, della mostra “Montagna. Arte, scienza e mito” presso il Mart di Rovereto nel 2003.

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trentinoappuntamenti

Scopri i migliori vini del Trentino ogni giovedì e sabato dalle 17.00 alle 21.00

CALENDARIO DEGLI APPUNTAMENTI

I GIOVEDÌ DELL’ ENOTECA Ogni giovedì alle 18.30 un incontro dedicato ai prodotti trentini. Consumazione: 5,00 €

Giovedì 5 aprile “LE VETTE DELLE ALPI TRENTINE: VERTICALE DI TRENTINGRANA” A cura di Onaf Trentino-A.A.

Giovedì 12 aprile “ESCLUSIVO DELLA VALLE DEI LAGHI: TRENTINO DOC VINO SANTO”

Giovedì 19 aprile “PINOT NERO: LE RISERVE”

Giovedì 26 aprile “UNA MONTAGNA DI BOLLICINE - IL TRENTODOC”

IL SABATO CON IL PRODUTTORE Ogni sabato alle 18.30 un appuntamento con i produttori trentini.

Sabato 7 aprile

zak, coreografa, danzatrice storica del Tanz Theater di Wuppertal, nel giocare con le coordinate spaziali, l’alto, il basso, movimenti lineari e circolari, che tracciano sulla scena un labirinto invisibile, e ruota attorno ad un piano inclinato, su cui si arrampicano e si lasciano scivolare i personaggi mentre il pavimento viene cosparso di terra. Età consigliata: dai 10 anni. Per la rassegna “Scappo a Danza”. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952; www.centrosantachiara.it.

“UNA NUOVA GENERAZIONE” Azienda: Brugnara (Trento)

Sabato 21 aprile “ENANTIO IN VERTICALE” Azienda: Viticoltori in Avio (Avio – TN)

EVENTI 12 - 15 aprile

Passito è Passione. Il Trentino Doc Vino Santo a Palazzo Roccabruna Quattro giorni dedicati alla scoperta della perla della Valle dei Laghi con tanti gustosi abbinamenti. Con la partecipazione di Paolo Massobrio.

28 aprile – 5 maggio

Il TrentoFilmFestival & Palazzo Roccabruna Una settimana di eventi all’insegna dell’esplorazione, dell’avventura… e del gusto

4 mercoledì

MOSTRA 30 marzo - 6 maggio

L’impressione del colore Montagne in fotocromia 1890 -1910 Un viaggio straordinario attraverso le Alpi e le montagne del mondo, riprese con lastre in bianco e nero, restituite in stampe a colori con la speciale tecnica della fotocromia. Cento soggetti appartenenti al Museomontagna di Torino. Per scoprire le altre iniziative dell’Enoteca: www.enotecadeltrentino.it Palazzo Roccabruna: Via SS. Trinità, 24 - 38100 Trento - tel. 0461/887101

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Musica MUSICA PER LA PACE IN TERRA SANTA Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Recital Pianistico con Anna Kravtchemko su musiche di BachBusoni, Schuman, Tchaikovsky, Rachmaninov.

Cultura IRIDOLOGIA Faver. Ore 20.30. Molin de Portegnach. Serata informativa sull’iridologia in compagnia della naturopata e iridologa Mary Andreis. Ingresso libero. Info: Sorgente ‘90 328.1344805, info@sorgente90.it, www.sorgente90.it. Musica «Orchestra Haydn» Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Daniel Kawka, direttore; Alessio Allegrini, corno. Marcello Filotei Haydn in my mind (prima

27/03/12 09.36

esecuzione assoluta - Opera commissionata dall’Orchestra Haydn), Richard Strauss Concerto per corno e orchestra n. 1 in mi bemolle maggiore; Antonín Dvo ák Sinfonia n. 7 in re minore, op. 70, B 141. Info: www.haydn.it, info@haydn. it; n. verde 800-086890. Danza L’AMORE SEGRETO DI OFELIA Trento. Ore 21. Teatro Cuminetti. Il testo di Berkoff ricostruisce un segreto e ipotetico rapporto epistolare tra Amleto e Ofelia. Trentanove lettere, brevi monologhi che come in un inesorabile conto alla rovescia esplorano i meandri della relazione fra i due personaggi. Un linguaggio carnale temperato con la tenerezza e l’ironia che si svolge fra immagini di amore cortese, desiderio sessuale e premonizioni della futura tragedia. Due creature, due universi sotto un microscopio emotivo. La tensione verso l’altro, la tensione uomo donna, tutta svolta dentro di se. Due pensieri solitari e inquieti, tradotti in fiumi di parole densi come lava, i loro contatti solo pochi attimi e sotto gli occhi dei padri. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952; www.centrosantachiara.it. Teatro AMOR E BATICOR Mezzolombardo. Ore 21. Teatro “S. Pietro”. Commedia di Loredana Cont. Con l’Associazione Culturale “Le voci di dentro” di Mezzolombardo. Per la Rassegna Teatrale Amatoriale “Comedie a Mezombart”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

5 giovedì Cultura Hdemia 2012 Sant’Orsola Terme. Ore 20. Corso di nuova medicina germanica (gruppo di condivisione)


trentinoappuntamenti

Musica SAMUELE BERSANI IN CONCERTO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952; www.centrosantachiara.it. Musica GIOVANNI ALLEVI in concerto Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952; www.centrosantachiara.it. Teatro AMOR E BATICOR Mezzolombardo. Ore 21. Teatro “S. Pietro”. Commedia di Loredana Cont. Con l’Associazione Culturale “Le voci di dentro” di Mezzolombardo. Per la Rassegna Teatrale Amatoriale “Comedie a Mezombart”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

6 venerdì Cultura Hdemia 2012 Valsugana. Ore 20.30. Da definire. Corso “AFT e Logosintesi” con Manuela Brugnara. Info: tel. 348.5226209.

7 sabato Cultura Hdemia 2012 Valsugana. Da definire. (Ore 9 e 11) “Anatomia e fisiologia del corpo umano” con Giorgio Fedel. (Ore 14.30) “Il sesto chakra” con Luciano Stella e Claudio Caliari. (Ore 17.30) “Meditazione di Osho” con Carlo Pallaoro. Info: tel. 348.5226209.

8 domenica Cabaret PUNTO.CABARET 2012 Trento. Ore 20. Ventuno.Uno, via Ventuno 1 - “Punto.Cabaret”: I Toni Marci. Stagione che ospiterà e vedrà esibirsi comici e cabarettisti emergenti, provenienti da fuori regione. Info: www.itonimarci.it. Teatro FARSISSIMA SPRINT! Romeno. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia con la Filodrammatica “Amicizia” di Romeno. Per la Rassegna “A Teatro in Amicizia” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Tradizione SANTA MESSA DI PASQUA Trento. Ore 18. Chiesa Santa Maria del Suffragio. Con la Corale città di Trento (direttore: Roberto Gianotti), Associazione labirinti ar-

monici (violino principale: Andrea Ferroni). W.A.Mozart, missa brevis KV49 in sol maggiore.

9 lunedì Folklore PASQUA DE NA VOLTA Caldonazzo. Piazza Vecchia. Info: www.comune.caldonazzo.tn.it. Teatro FARSISSIMA SPRINT! Romeno. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia con la Filodrammatica “Amicizia” di Romeno. Per la Rassegna “A Teatro in Amicizia” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

11 mercoledì Teatro Dies irae Rovereto. Teatro alla Cartiera. 5 episodi intorno alla fine della specie. Con Sara Bonaventura, Jacopo Braca, Matteo Ceccarelli, Claudio Cirri. Creazione collettiva Teatro Sotterraneo. Produzione Teatro Sotterraneo - Fies Factory one. Info: www.comune.rovereto.tn.it.

12 giovedì Teatro ARIE BorgoValsugana. Ore 20.45. Teatro del Centro Scolastico. Commedia di Lella Costa, Giorgio Gallione, Massimo Cirri. Con Irma Spettacoli. Info: Biblioteca Comunale Tel. 0461.754052.

13 venerdì Cultura Conferenza Baselga di Piné. Ore 20.30. Centro Congressi Piné 1000. “Edilizia sostenibile e incentivi provinciali”, all’interno di “Piné Incontri 2012, dalla crisi al cambiamento” incontro sull’edilizia in compagnia Mattia Giovannini, ingegnere LEED Green Associate e l’architetto Giacomo Carlino, dirigente dell’Agenzia Provinciale per l’Energia. Info: 0461.559223. Musica CONCERTO DI APERTURA FLICORNO D’ORO Riva del Garda. Ore 21.30. Auditorium chiesa S. Giuseppe.. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino.it - www.gardatrentino.it.

14 sabato Cultura Hdemia 2012 Trento. Ore 20. Banca del Tempo. Laboratorio di Arte dell’Autobiografia con Silvana Visintainer. Info: tel. 348.5226209. Cultura Presentazione libro Arco. Ore 20.45. Palazzo Panni. “I giorni di Arco. Maria Rilke: lettera

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Teatro LA FADIGA DE CAPIRSE Dro. Ore 20.45. Teatro Oratorio. Commedia di Antonia Dalpiaz, con la Filodrammatica “La Scena” di Arco. Per la 5ª Edizione di “Primavera a Teatro” 2012 di Dro. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro INDOVINA CHI VIENE A CENA? Coredo. Ore 21. Teatro “Dolomiti”. Commedia di David Conati. Con la Compagnia dei Giovani di Trento. Per la rassegna teatrale “4 Risate a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Cultura Presentazione libro Trento. Ore 17.30. Palazzo Geremia. Sala Falconetto - Via Belenzani. Presentazione del libro: “Naturalmente Trentino - I paesaggi, la natura, i luoghi” SAT, (Curcu&Genovese) edito nell’ambito delle celebrazioni del 140° Anniversario SAT. Danza ALICE OLTRE LO SPECCHIO Vezzano. Ore 20.30. Teatro Valle dei Laghi. Con la Compagnia EMOTION. QuIspirato al racconto di Lewis Carrol, lo spettacolo ne mantiene le ambientazioni al limite dell’assurdo, i giochi di parole, i personaggi folli e i numerosi nonsense... Alice, diventata donna ma rimasta bambina... affronta e denuncia con ironia alcuni dei mali sociali. Info: info@teatrovalledeilaghi.it; www.teatrovalledeilaghi.it.

Teatro ALOR MI VAGO AL GRANDE FRATELLO Romeno. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia con la Filodrammatica di Ton. Per la Rassegna “A Teatro in Amicizia” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro METI, NA SUOCERA EN CASA Riva del Garda. Ore 20.30. Teatro di S. Alessandro. Commedia di Franco Roberto. Con l’Associazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo in Banale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ULISSE PRINOT FARMACISTA DE NOT Mezzocorona. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Amendola e Corbucci. Con la Filo “Toblino” di Sarche. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Musica MASSIMO STANGHERLIN BAND & SILVIA BOMBARDA Faver. Ore 21.30. Molin de Portegnach. Serata di musica dal vivo con cover in compagnia della Massimo Stangherlin Band e della vincitrice del concorso TrentoIncanta Silvia Bombarda. Ore: 21.30. Info: Sorgente ‘90 328.1344805, info@sorgente90.it, www.sorgente90.it.

Teatro Piazza sorelle d’Italia - La storia nelle storie delle donne Rovereto. Ore 20.30. Teatro ex Cartiera. Testo di Luisa Pachera. Regia di Francesca Aprone. Musica composta ed eseguita dal vivo da Antonio Maria Fracchetti. Per la rassegna Sipario d’oro 2012.

Musica TRILOGIA PER ORGANO, STRUMENTI E VOCI Mattarello. Ore 21. Parrocchia di S. Leonardo. Organo: Franz Comploi.

Cultura Conferenza Zambana vecchia. Ore 10.30. S.A.C.R.A. (Suoni Armonici con Cristalli per la Riconnessione dell’Anima) con Loredana Cassan

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16 lunedì Cultura Conferenza Caldonazzo. Ore 20.30. Sala Marchesoni in Casa Boghi. “Da Platone alla globalizzazione: il pensiero politico nella storia della filosofia con Giorgio Ragucci. VI incontro: Il Novecento. Info: www.comune. caldonazzo.tn.it.

17 martedì Cultura Conferenza Trento. Ore 16.45. Società “Dante Alighieri”, via Dordi, 8. “Paesaggi colorati di parole”.Opere di Stefano Borile, poeta e regista, presentato dal “Cenacolo Valsugana” con Luciano De Carli e Nadia Martinelli. Info: tel. 0461-239994. Cultura Conferenza Riva del Garda. Ore 16. Conservatorio Bonporti. “Incontri di analisi e composizioni” Le analisi con Giovanni Giannini. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino.it www.gardatrentino.it. Danza ALWAYS MOVING Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Il titolo della serata è anche il loro motto: ˝movimento sempre!˝ È questa la forza del giovane gruppo americano DanceWorks Chicago fondato nel 2007 e guidato da Julie Nakagawa. Un gruppo che nasce con l’intento di valorizzare i singoli interpreti e di costruire un repertorio originale in grado di spaziare dalla danza classica all’hip hop, all’improvvisazione. Ne è testimonianza il frizzante programma a più titoli, stili e ˝mani˝ proposto in chiusura di stagione dove alla celebre Die Blume, breve coreografia di Christian Spuck (coreografo residente del Balletto di Stoccarda), si affiancano lavori di Brian Enos,

Edgar Zendejas e Harrison McEldowney. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952; www.centrosantachiara.it. Musica TRIBUTO A GIL EVANS Trento. Ore 21. Teatro Cuminetti. Il concerto della Big Band di Jazz del Conservatorio Bonporti torna a proporre la collaborazione tra l’Istituzione musicale trentina e gli Itinerari Jazz, che negli anni passati portò ad esperienze di grande valore didattico e artistico. Quest’anno il discorso riprende, coinvolgendo una compagine nata nell’ambito dei Corsi di Musica d’Insieme al Conservatorio, legati alla Classe Jazz di Roberto Cipelli. La coproduzione realizzatata insieme agli Itinerari Jazz prevede un ambizioso progetto, affidato alla direzione di Bruno Tommaso e dedicato a Gil Evans, pianista e direttore d’orchestra del quale quest’anno ricorre il centenario della nascita. Tra gli innovatori più geniali del jazz contemporaneo, Evans creò nuovi colori e nuove formule per l’orchestra jazz. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952; www.centrosantachiara.it.

18 mercoledì Cultura Hdemia 2012 Sant’Orsola Terme. Ore 20. Corso di nuova medicina germanica (gruppo di condivisione) con Eleonora Manfroni. Info: tel. 348.5226209.

15 domenica Sala riunioni - Sala Banchetti TRENTO Via Pomeranos, 2 Loc. Mattarello Tel. 0461/944545 www.adigehotel.it


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Scena tratta da “Itis Galileo”. Mezzolombardo. Ore 21. Cultura Conferenza Trento. Ore 17.30. Sede FBK di Via S. Croce. Seminario: “La storia in prima pagina”. Ospiti Simonetta Fiori (La Repubblica) e Alberto Sinigaglia (La Stampa). Info: hisig.fbk. eu/it/Storia_prima_pagina. Cultura Convegno Riva del Garda. Palacongressi. “Robocup Jr. Italia & Discovery on film”. Info: Tel. 0464 554444 info@gardatrentino.it - www.gardatrentino.it. Musica «Orchestra Haydn» Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. José Serebrier, direttore; Flavio Baruzzi, fagotto. Camille Saint-Saëns, Samson et Dalila: Bacchanale, Carl Maria von Weber, Concerto per fagotto e orchestra in fa maggiore, op. 75, Jean Sibelius, Sinfonia n. 1 in mi minore, op. 39. Info: www.haydn.it, info@haydn. it; n. verde 800-086890. Teatro ITIS GALILEO Mezzolombardo. Ore 21. Teatro S. Pietro. Di Francesco Niccolini e Marco Paolini. Consulenza scientifica di Stefano Gattei - consulenza storica di Giovanni De Martis. Con Jolefilm srl. Info: Biblioteca Comunale Tel. 0461.602648.

19 giovedì Cultura Hdemia 2012 Caldonazzo. Ore 20.30 e 22. Via Stazione, 1 - sopra la Biblioteca. Corso di trattamenti Reiki rilassanti antistress con Adriana Bertoldi e altri 4 terapeuti. Info: tel. 348.5226209. Cultura il novecento tra crisi e speranza Trento. Ore 14.30. Liceo Galilei. Percorso in preparazione all’esame di maturità. “Fatti e personaggi del secondo Novecento” con il prof. Armando Vadagnini, storico.

Teatro ITIS GALILEO Cavalese. Ore 21. Teatro Comunale. Di Francesco Niccolini e Marco Paolini. Consulenza scientifica di Stefano Gattei - consulenza storica di Giovanni De Martis. Con Jolefilm srl. Info: Azienda Municipalizzata Tel. 0462.231036.

20 venerdì Cultura Hdemia 2012 Valsugana. Ore 20.30. Da definire. Corso “Un andare diversamente lento: camminare a passo d’asino” evento aperto a tutti, con Valentina Musmeci. Info: tel. 348.5226209. Cultura Conferenza Baselga di Piné. Ore 20.30. Centro Congressi Piné 1000. “Internet e imprenditoria. Quale futuro?”, all’interno di “Piné Incontri 2012, dalla crisi al cambiamento” incontro sul mondo del web con relazione a cura dell’ingegner Diego Calzà, direttore di e-Tour s.r.l., Atelier di progettazione partecipata dell’innovazione. Info: 0461.559223. Teatro ITIS GALILEO Rovereto. Ore 20.45. Auditorium Fausto Melotti. Di Francesco Niccolini e Marco Paolini. Consulenza scientifica di Stefano Gattei - consulenza storica di Giovanni De Martis. Con Jolefilm srl. Info: Ufficio dell’Assessorato comunale alla promozione culturale in Corso Bettini, 43 Tel. 0464.452253-56. Teatro STORIE DA CONTAR Predazzo. Ore 20.45. Auditorium Casa della Gioventù. Cinque leggende tradizionali della Valle di Fiemme. Con la Filodrammatica “Romano Dellagiacoma” di Predazzo - Coro Arcipretale - Corale “In dulci jubilo” - Orchestra “Amici della Musica”. Per la 15ª Rassegna “Chi è di scena? - Teatro e Musica”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

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DiVinNosiola quando il vino si fa santo Valle dei Laghi - Trento

Dal 29 marzo al 6 maggio 2012 la Valle dei Laghi mette in mostra i suoi gioielli: l’ eccellenza dei suoi vini, ma anche le sue tradizioni, la sua cultura, il suo patrimonio naturale e paesaggistico, la storia della sua gente.

MOSTRA DiVinNosiola

Dal 29.03 al 06.05 (esclusi i lunedì) presso Le Gallerie a Trento - Piedicastello

NOVITA’: gli Orafi dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese della Provincia di Trento omaggiano i vini in mostra con la creazione di gioielli in oro, argento e pietre preziose. DEGUSTAZIONI: sabato dalle 15.00 alle 18.00 - domenica e festivi dalle 11.00 alle 18.00

Rito della SPREMITURA

Mercoledì 4 aprile - ore 18.00 presso Cantina Pedrotti - Lago di Cavedine

Inizio ufficiale della Spremitura delle uve appassite di Nosiola data dal Gran Maestro della Confraternita della Vite e del Vino di Trento, con la regia dell’ass. Vignaioli del Vino Santo Trentino DOC

TREKKING DiVinNosiola

Sabato 31 marzo - Sabato 14 aprile - Sabato 28 aprile - ore 14.00

Costo € 12,00 a persona La quota comprende: trekking guidato, rappresentazione sacra, navetta da/per cantina, degustazione finale in cantina.

CONCERTO jazz

Domenica 22 aprile - ore 16.00 presso Az. agr. e distilleria F.lli Pisoni - Pergolese

ore 16.00: conferenza e presentazione concerto. ore 17.00: concerto N.P. Monk Collective - Prog. SPHERE

Convegno ORA ET LABORA

Sabato 28 aprile - ore 9.00 presso Cantina Toblino - Sarche di Calavino

DAL TEMPO DELLA MEDITAZIONE AL VENTO DELL’INNOVAZIONE. La Valle dei Laghi e il suo genius loci. Identità e cambiamenti, tradizione ed innovazione. Testimonianze e contributi per una nuova idea di sviluppo e di territorio.

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Per informazioni e prenotazioni: Azienda per il Turismo Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi tel. 0461.216000 - informazioni@apt.trento.it - vezzano.apt.trento.it Comitato per la promozione culturale, sociale ed economica della Valle dei Laghi tel. 0461.864400 - info@valledeilaghiturismo.it

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Con la Filodrammatica “S. Ermete” di Calceranica. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Scena tratta da “Pulcinella”. Vezzano. Ore 20.30.

21 sabato Cultura Hdemia 2012 Valsugana. Da definire. (ore 9 e 11) Corso “Anatomia e fisiologia del corpo umano” con Giorgio Fedel. (ore 14.30 e 16.30) “Massaggio emolinfatico di base” con Nicole Baldo. Info: tel. 348.5226209. Cultura INCANTO - TRA PIANOFORTE E VOCE Caldonazzo. Ore 20.30. Ex Caseificio. La serata è un mix di eleganza e raffinatezza. Claudio Baglioni per l’occasione è interpretato da Ivan Dorigatti che canta le sue più belle e anche meno famose canzoni. Il pianista che accompagna il cantante è Emanuele Cavallini, volto noto della musica d’autore in Trentino. Info: www.comune. caldonazzo.tn.it. Cultura MASI IN...VISIBILI: SELEZIONE ATTRICI Faver. Dalle ore 14 alle 18. Molin de Portegnach. Per la realizzazione dello spettacolo “Voglio parlare con Aldo Moro” che verrà realizzato anche quest’anno all’interno del festival estivo Masi in... visibili selezione di 4 attrici. Chi fosse interessato al casting deve portare con sé un curriculum con le precedenti esperienze teatrali. Info: Sorgente ‘90 328.1344805, info@sorgente90.it, www.sorgente90.it. Cultura LETTURE PER BAMBINI NagoTorbole. Ore 10. Bibilioteca. “Piccoli bruchi mai sazi di storie”. Letture per bambini di Elisabetta Parisi. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino.it - www.gardatrentino.it. Danza PULCINELLA Vezzano. Ore 20.30. Teatro Valle dei Laghi. Pulcinella e Tiepolo, Stravinsky e Venezia sono le coordinate entro le quali la Compagnia Fabula Saltica gioca le proprie carte per l’allestimento di Pulcinella, il balletto, su musiche di Igor

Fëdorovi Stravinskij, coreografato il 15 maggio 1920 all’Opéra di Parigi da Léonide Massine. Info: info@teatrovalledeilaghi.it; www. teatrovalledeilaghi.it. Musica CONCERTO DELL’ORCHESTRA HAYDN Cles. Ore 17. Auditorium Polo Scolastico. Direttore e oboe solista: Hansjrörg Schellenberger. Programma: R. Strauss: Serenade op. 7. A. Dvorak: Serenade op. 44. W. A. Mozart: Gran partita. Info: Pro Loco Cles - tel. 0463 421376. Musica CANTO D’APRILE Sarnonico. Ore 21. Sala Polivalente c/o Centro Sportivo. Rassegna di canti popolari con il “Coro Roen”, il coro “I Cardellini del Monte Amiata” (Grosseto) e il “Coro Cima Tosa” (Valli Giudicarie); ingresso libero. Info: Inama Giovanni cell. 348.9121778. Teatro Itis Galileo Rovereto. Auditorium Fausto Melotti. Con Marco Paolini. Di Francesco Niccolini e Marco Paolini. Produzione Michela Signori, Jolefilm. Info: www.comune.rovereto.tn.it. Teatro LE ME TOCCA TUTTE Dro. Ore 20.45. Teatro Oratorio. Commedia di Loredana Cont.

Teatro TRENTINI & TRENTONI Levico Terme. Ore 21. Teatro “Mons. Caproni”. Commedia di e con Andrea Castelli. Per la 10ª Rassegna “Franco & Daniela”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ROBE DA NO CREDER Coredo. Ore 21. Teatro “Dolomiti”. Commedia di Emilio Luigi Motta. Con la Compagnia Teatrale “S. Siro” di Lasino. Per la rassegna teatrale “4 Risate a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro STANZE COMUNICANTI Martignano. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Alan Ayckbourn. Con la Filodrammatica “La Baraca” di Martignano. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EL CONGRESSO DE LE SUOCERE Tenno. Ore 21. Teatro Don Bosco. Commedia di Guido Chiesa. Info: Ingarda Trentino 0464.554444.

gratuito al Museo Retico. Alle ore 14.30 e alle ore 16 visite guidate gratuite “I Reti e le antiche genti della Val di Non”. Info: Museo Retico- tel. 0463.434125. Cultura comodaMENTEinMUSEO Vigo di Ton. Ore 11. Castel Thun. Aperitivi d’arte, le presenze boeme a Castel Thun. Costo: € 2,00 a persona. Info: Servizi Educativi - Tel. 0461.492811. Cultura Presentazione libro Valle di Cembra. Ore 21. Presentazione del libro: “Voglio parlare con Aldo Moro”.La Fondazione Caritro ha finanziato la pubblicazione del libro che raccoglie il racconto, le immagini e le riflessioni intorno allo spettacolo prodotto nella scorsa edizione del festival Masi in...visibili. In occasione della presentazione del libro sarà presente la figlia di Aldo Moro. Il luogo della presentazione verrà comunicato sul sito www.masiinvisibili.com. Ingresso libero. Info: Sorgente ‘90 328.1344805, info@sorgente90.it, www.sorgente90.it, www.masiinvisibili.com.

22 domenica Cultura XIV SETTIMANA DELLA CULTURA - INGRESSO GRAUITO AL MUSEO RETICO Sanzeno. Dalle 14 alle 18. Museo Retico. In occasione della XIV Settimana della Cultura ingresso Musica DIVINNOSIOLA Il concerto jazz Azienda agricola e Distilleria F.lli Pisoni - Pergolese. Ore 16. Conferenza di Roberto Spadoni su Thelonious Sphere Monk e presentazione del concerto. Ore 17. Concerto N.P. Monk Collective Progetto Sphere. Info: www.divinnosiola.it. Teatro STORIE DA CONTAR Predazzo. Ore 20.45. Auditorium Casa della Gioventù. Cinque leggende tradizionali della Valle di Fiemme. Con la Filodrammatica “Romano Dellagiacoma” di Pre-

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trentinoappuntamenti dazzo - Coro Arcipretale - Corale “In dulci jubilo” - Orchestra “Amici della Musica”. Per la 15ª Rassegna “Chi è di scena? - Teatro e Musica”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL VOLPONE ovvero l’avaro Trento. Ore 16. Teatro S. Marco. Commedia di Carlo Goldoni e opere varie. Con la Compagnia “Kalambur Teatro” di Venezia. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro Piazza sorelle d’Italia - La storia nelle storie delle donne Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Testo di Luisa Pachera. Regia di Francesca Aprone. Musica composta ed eseguita dal vivo da Antonio Maria Fracchetti. Per la rassegna Sipario d’oro 2012.

23 lunedì Musica Musica a Palazzo Ala. Ore 20.30. Teatro G. Sartori. Concerto delle orchestre giovanili della Scuola Musicale OperaPrima e Orchestra SMS indirizzo musicale Rosa Bianca di Saluzzo (CN). Info: Operaprima - Scuola musicale dei Quattro Vicariati; www. operaprima.org; Tel. 0464.680000.

24 martedì Musica CONCERTO ORGANISTICO Trento. Ore 20.30. Chiesa Parrocchiale di Cristo Re. Concerto d’organo su musiche di Pietro Alessandro Yon, American Rhapsody. L’ingresso è libero e gratuito. Teatro ORA VEGLIA IL SILENZIO E LA NEVE Grigno. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di Susanna Gabos. Con Chiara Benedetti, Monica Garavello, Andreapietro Anselmi,

Denis Fontanari, Daniele Gattano, Christian Renzicchi. Regia di Nicola Benussi. Con la Compagnia AriaTeatro - Compagnia Teatro Blu. Info: Biblioteca Comunale di Grigno Tel. 0461.765414.

25 mercoledì Teatro ORA VEGLIA IL SILENZIO E LA NEVE Aldeno. Ore 20.45. Teatro Comunale. Commedia di Susanna Gabos. Con Chiara Benedetti, Monica Garavello, Andreapietro Anselmi, Denis Fontanari, Daniele Gattano, Christian Renzicchi. Regia di Nicola Benussi. Con la Compagnia AriaTeatro - Compagnia Teatro Blu. Info: Biblioteca Comunale Tel. 0461.842816.

28 sabato Cultura presentazione libro Borgo Valsugana. “5 Minuti sul Lettone”. Testi di Chiara Lombardo e illustrazioni di Matteo Boato. Cultura DIVINNOSIOLA - CONVEGNO Cantina Toblino - Via Longa, 1 Sarche di Calavino. Ore 9/12.30. Ora et labora dal tempo della meditazione al vento dell’innovazione. La Valle dei Laghi ed il suo genius loci. Identità e cambiamenti, tradizione ed innovazione. Testimonianze e contributi per una nuova idea di sviluppo e di territorio. Info: www.divinnosiola.it.

Folklore SAN VIDAL EN MEZ A ROMAL Romallo. Dalle ore 19 alle 01. P.zza G. Agosti/M. Pellegrina. Tradizionale festa dei portoni con la possibilità di degustare i prodotti tipici della Val di Non all’interno delle antiche cantine e degli avvolti di un tempo. Saranno presenti mercatini di artigianato locale. Info: Pro Loco Romallo - tel. 0463.432200. Musica CONCERTO PER ORGANO E ORCHESTRA Smarano. Ore 20.45. Chiesa di S. Maria Assunta. “L’ensemble la Divina Armonia” - Organo e direzione: Lorenzo Ghielmi. Bach, Haendel, Boyce; in collaborazione con il Festival Regionale di Musica Sacra. Info: Accademia Organistica di Smarano - tel. 0463.536573.

26 giovedì Cultura il novecento tra crisi e speranza Trento. Ore 14.30. Liceo Galilei. Percorso in preparazione all’esame di maturità. “Da Wall Street allo spread: cosa insegna la crisi al nostro cammino umano” con il prof. Giuseppe Folloni, economista.

27 venerdì Teatro the concept of... (here and now) Rovereto. Teatro alla Cartiera. Ideazione, direzione artistica, programmazione Klaus Obermaier. Danzatrici Barbara Autiero, Sara De Santis,Teresa Marcaida. Coreografia Klaus Obermaier. In collaborazione con Accademia Nazionale di Danza di Roma, University IUAV di Venezia, faculty of arts and design, Italy. Figurentheaterfestival Erlangen, Institute for Theater and Media Sciences, Friedrich-Alexander-University Erlangen-Nuernberg, Germany. Info: www.comune.rovereto.tn.it.

danza popolare e sfocia in un genere di movimento che si proietta nel terzo millennio unendo tutta la forza universale e la tecnica del balletto ai più moderni e giovani mezzi di comunicazione e di espressione. Info: info@teatrovalledeilaghi.it; www.teatrovalledeilaghi.it.

Danza Opera Ballet Rock People Vezzano. Ore 20.30. Teatro Valle dei Laghi. Il nuovo spettacolo della compagnia Ariston Proballet (per la regia di Marcello Algeri) è un’escalation di ritmo, energia e piacere, in un’amalgama fra classico e moderno, fra chiaro e scuro, fra tradizione e innovazione. Una musica ed una coreografia nuove che portano all’interno della danza il ballet rock, genere che racchiude in sé vari linguaggi coreutici come la danza classica, la danza moderna-contemporanea, la danza jazz, la

Teatro BENIAMINO CIOPETA APALTATOR Mezzocorona. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Artemio Giovagnoni - trad. dialetto trentino di Carlo Giacomoni. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

29 domenica Folklore SAN VIDAL EN MEZ A ROMAL Romallo. Dalle ore 19 alle 01. P.zza G. Agosti/M. Pellegrina. Tradizionale festa dei portoni con la possibilità di degustare i prodotti tipici della Val di Non all’interno delle antiche cantine e degli avvolti di un tempo. Saranno presenti mercatini di artigianato locale. Info: Pro Loco Romallo - tel. 0463.432200.

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L’invito al benessere del “Consiglio Donne” fiemme 2013: Il Mondiale di sci È nel piatto Confcommercio Trentino ha presentato il “piatto dei mondiali” dedicato all’atteso evento

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nteprima ufficiale, il 15 marzo, nella sede di Confcommercio Trentino, per il “Piatto dei Mondiali”, l’iniziativa dell’associazione per portare nei ristoranti degli associati lo spirito della manifestazione sportiva che porterà alla ribalta internazionale, l’anno prossimo, la Val di Fiemme e tutto il Trentino. Il “piatto” si inserisce in un programma molto più ampio di iniziative rivolte agli associati della valle per caratterizzare la propria attività con l’atmosfera dei Mondiali: già da mesi sono stati distribuiti i grembiuli ufficiali per baristi, ristoratori e albergatori, le vetrofanie per gli esercizi commerciali e altri gadget. La conferenza stampa, coordinata dal direttore di Confcommercio Giovanni Profumo, ha svelato il design ufficiale del piatto, scelto tra decine di elaborati provenienti dalle scuole di arte grafica del Trentino. Tutti i partecipanti alla conferenza hanno concordato sul valore dell’evento dei Mondiali per tutto il Trentino, e non solo per la Val di Fiemme: “Tant’è vero – ha detto il direttore del comitato organizzatore Pietro De Godenz – che la cerimonia inaugurale verrà fatta a Trento”. “Si tratta di un progetto – spiega Danilo Moresco, presidente dell’Associazione Ristoratori - a cui crediamo molto. Il piatto è qualitativamente molto bello, esito di una scelta non facile tra molti lavori di qualità elevata. Abbiamo deciso di realizzarlo in due versioni con due tecniche di stampa differenti: una per l’uso alimentare, l’altra per un uso decorativo. I nostri soci potranno decidere di utilizzarlo come piatto da portata oppure offrirlo alla propria clientela come ricordo”. Ad illustrare le valutazioni tecniche che hanno portato la giuria del bando a convergere sull’elaborato vincitore ci ha pensato l’architetto Pio Nainer, già ideatore del logo dei Mondiali del 1991. Alla conferenza stampa erano presenti anche i direttori dell’Apt di Trento, Monte Bondone e Valle dei Laghi, Elda Verones, e dell’Apt della Val di Fiemme, Bruno Felicetti,

un Partecipato incontro lo scorso 22 marzo a Trento

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olto apprezzato dal folto pubblico l’incontro tenuto a Trento, il 22 marzo scorso, su Salute Serenità Sicurezza per le Donne. Tra le relatrici, Paola Maccani, dirigente Asl, Daniela Cazzolli, chirurga oncologia ricostruttiva, M.Giulia Prévost Rusca, istruttrice di fitness e personal trainer, Alessandra Nadalini, Consulente sicurezza nel lavoro, e A. Maria Maggio, primo dirigente Polizia di stato. In prima fila, il Questore, la Consigliera di parità, la Vice Comandante della Polizia Municipale, poi membri del Consiglio delle Donne, della Commissione Provinciale Pari Opportunità, tante signore giovani ed un po’ meno giovani, un apprezzabile numero di accompagnatori che si sono ritrovati a Palazzo Geremia per ascoltare cinque relatrici che parlavano di Salute, Serenità e Sicurezza per le donne. È stato il Consiglio delle Donne a organizzare l’incontro, all’interno degli eventi “rosa” di marzo. Se Maccani ha parlato di Medicina di genere e Cazzolli di chirurgia oncologica ricostruttiva, Prévost Rusca – condividendo il concetto che Salute non è uguale ad assenza di malattia – ha analizzato problemi posturali sottolineando la necessità del movimento. Di sicurezza hanno poi parlato Nadalini e Maggio: in ambito familiare e nel mondo del lavoro essa è essenziale per la conquista della Serenità ed il mantenimento della Salute. Ha coordinato l’incontro, protrattosi fino a tarda sera con un pubblico folto ed attento, Luciana Grillo, Presidente del Consiglio delle Donne del Comune di Trento.

con i dirigenti degli istituti scolastici che hanno partecipato al progetto e con tutta la classe 5a dell’istituto PavonianoArtigianelli del vincitore, l’allievo Filippo Menolli. Da oggi i ristoratori trentini potranno ordinare la quantità di piatti che desiderano offrire ai propri avventori. Ciascun esercizio potrà decidere come associare il piatto al proprio menu: dedicandovi una ricetta particolare oppure inserendolo nella propria carta. A fine pasto, il ristoratore potrà decidere di omaggiare il proprio cliente del piatto oppure potrà scegliere di metterlo in vendita. 93

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Asta: donati 1000 euro ai circoli anziani Consegnati a milano i Premi Ferrari al Sole 24 Ore il Titolo dell’Anno e a l’Espresso la Copertina

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l Sole 24 Ore e L’Espresso si aggiudicano la quinta edizione dei Premi Ferrari “Titolo e Copertina dell’Anno”, indetti dalla cantina trentina per valorizzare la creatività di quotidiani e periodici. A entrambe le redazioni andranno mille bottiglie di Ferrari. Il Sole ha vinto con “FATE PRESTO”, titolo scelto dai giurati con questa motivazione: “Due parole a caratteri cubitali, riprese dal Mattino di Napoli all’indomani del terremoto dell’Irpinia, per fare capire la drammaticità della situazione nella quale, il 10 novembre 2011, versava l’Italia. Votato, per la prima volta, all’unanimità, è un titolo che è entrato nella storia e che è stato citato da molti dei grandi quotidiani del mondo”. L’Espresso ha invece conquistato il premio Ferrari con la copertina “Re Giorgio”, dedicata al Presidente Napolitano, con la seguente motivazione: “Una copertina profetica. Apparsa nel luglio 2011, quando nessuno immaginava la svolta Monti, dipingeva il ruolo

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Un’iniziativa di radio dolomiti

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l 21 marzo, a palazzo Geremia, il presidente del Coordinamento provinciale dei Circoli anziani, Giuseppe Marocchi, ha ricevuto dalle mani del direttore di Radio Dolomiti, Corrado Tononi, il ricavato dell’asta di beneficenza che l’emittente trentina ha organizzato lo scorso Natale. Si tratta dei mille Francesca Bartoletti, Giuseppe Marocchi e quarantuno euro, e Corrado Tononi raccolti in due ore di diretta la mattina del 25 dicembre dai conduttori-banditori Francesca Bartoletti e Gabriele Biancardi. “Sarà il direttivo dei circoli a decidere come spendere la somma – ha spiegato Marocchi, ringraziando – Certo, i circoli stanno bene, sia dal punto di vista della salute che dal punto di vista finanziario. Dunque, con questi soldi cercheremo di aiutare chi non ce la fa”. Quest’anno, l’ormai tradizionale asta natalizia della radio è avvenuta con modalità del tutto nuove: sono stati infatti gli ascoltatori a mettere in palio bottiglie di vino, formaggi, buoni per andare in pizzeria, ma anche oggetti più insoliti come un tappeto o un soffione per doccia. Poi, ancora gli ascoltatori, hanno fatto le offerte al rialzo sulla base d’asta. Risultato finale, i mille e quarantuno euro che, come era già stato preannunciato durante la diretta, sono stati donati ai circoli anziani della provincia.

di interprete della moral suasion che il presidente della Repubblica sembrava voler assumere e che poi, in effetti, assunse”. La proclamazione è avvenuta la sera di giovedì 15 marzo alla Triennale di Milano, nel corso di un talk show condotto da Camila Raznovich, di fronte a una platea ricca di grandi nomi del giornalismo, della cultura e dell’imprenditoria. A premiare i vincitori, Roberto Napoletano, direttore del Sole 24 Ore, e Bruno Manfellotto, direttore dell’Espresso, sono stati Camilla Lunelli, neo presidente del premio Ferrari, e Matteo Lunelli, presidente della casa trentina. Quest’ultimo ha annunciato un terzo premio giornalistico, che si affiancherà ai due esistenti a partire dall’edizione del 2013: il Premio Ferrari “L’arte di vivere italiana”, riservato ai giornali stranieri che valorizzeranno in chiave originale il made in Italy e lo stile di vita italiano. 1. Antonella Boralevi, Camilla Lunelli, Cesare Verona di Aurora e Fabio Gnocchi di Brunello Cucinelli. 2. Giulio Anselmi, Roberto Napoletano, Emilio Carelli e Gino Lunelli. 3. Gino Lunelli, Anna Kanakis, Ottavio Missoni. 4. Roberto Napoletano, Mauro Lunelli e Bruno Manfellotto.


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dal palcoscenico al video. e alla memoria A sostegno dei più deboli e dei piccoli Dorigatti all’APPM: “soldi spesi bene all’insegna dell’accoglienza”

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ono felice di notare come le risorse per il contrasto al disagio sociale siano ben spese”: queste le parole di Bruno Dorigatti dopo aver visitato il centro di pronta accoglienza di Gardolo e il centro diurno di Lavis dell’APPM, Associazione provinciale per i minori. Accompagnato dal Presidente e dal Direttore Paolo Cavagnoli e Paolo Romito, Dorigatti ha avuto l’opportunità di visitare due delle 27 strutture di cui si compone la rete dell’Associazione, attiva sul territorio trentino da 36 anni. 160 dipendenti e 80 volontari, compongono l’organico dei centri d’accoglienza il cui obiettivo, ha precisato il responsabile del diurno di Lavis, Luca Bellin “agisce quale intervento complementare con le altre risorse sul territorio”, al fine di garantire l’inserimento dei minori in famiglia o nella comunità, con una percentuale di successo dell’80% dei casi trattati. “Se un tempo l’obiettivo era riempire la pancia, oggi la fame si sente più a livello dell’anima e del cuore” ha detto Cavagnoli, chiarendo l’obiettivo principalmente “educativo” dell’associazione. Attualmente sono in carico dell’Associazione 175 minori tra gli 11 e i 18 anni, 80 dei quali ospitati presso le strutture residenziali, con un 40% di incidenza di soggetti stranieri, 24 dei quali “non accompagnati”. Centri residenziali, centri di pronta accoglienza, centri diurni, centri di aggregazione e di promozione giovanile: sono diverse le proposte di accoglienza offerte ai minori in diffi96

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“IL TEATRO SIAMO NOI”: in onda su History Lab, Dal 4 aprile

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o produzione teatrale nel Trentino Alto Adige ha spesso incrociato negli anni le vicende storiche del territorio, portando in scena importanti frammenti di memorie locali. Passando dalla Prima Guerra Mondiale alla Resistenza, dall’emigrazione all’industrializzazione, fino alla contemporanea tragedia del Cermis, numerose compagnie teatrali si sono cimentate nella ricerca e restituzione di fatti storici rappresentativi della comunità. “Il teatro siamo noi” è un programma televisivo in cui il teatro si pone quale “voce narrante” protagonista della storia del Trentino Alto Adige. Attraverso la messa in onda di alcuni significativi stralci di spettacoli teatrali e le interviste agli artisti e agli storici/ esperti, Il teatro siamo noi va alla scoperta di importanti eventi che hanno coinvolto la comunità, visti con lo sguardo e raccontati con il linguaggio del teatro. Proposto in dieci puntate che affrontano la storia locale del Ventesimo Secolo attraverso la lettura di dieci spettacoli teatrali, il format televisivo, ideato e realizzato da Claudia Gelmi (foto in alto), è prodotto e trasmesso dal canale tematico History Lab (canale 602 del digitale terrestre) della Fondazione Museo storico del Trentino. “Il teatro siamo noi” andrà in onda il mercoledì alle 21 (e in replica il sabato alle 21), a partire da mercoledì 4 aprile pv, su “History Lab”, canale 602 del digitale terrestre. La prima delle dieci puntate che andranno in onda sarà “Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis” (tratto dal libro omonimo di Pino Loperfido, edito da Curcu & Genovese)

coltà, perlopiù segnalati dai servizi sociali o dal Tribunale dei minori, in un contesto che mira alla soluzione di un fenomeno complesso e delicato, preso a carico dal Trentino in maniera esemplare in Italia. “I bisogni sono diversi e per farvi fronte è fondamentale una buona dose di flessibilità” ha osservato Paolo Romito, che ha descritto la recente sperimentazione dell’”autonomia guidata”, un progetto articolato che prevede una parziale autonomia dei soggetti più maturi, con un presidio volontario e la possibilità di abbattere i costi fino al 32% rispetto alla residenzialità tradizionale. Naturalmente a ciascun problema c’è una soluzione diversa, studiata caso per caso a seconda dei bisogni che emergono.


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COn il piedibus sono tutti più sicuri Giuseppina cita atenagora e fa festa

A Villa lagarina un nuovo servizio sperimentale

Dalla bergamasca “la Giasera” all’Hotel Exedra di Roma

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rmonia e spensieratezza non sono mancate alla festa con Giuseppina in quel di Gorlago (BG), alla locanda “La Giasera” e mentre si gozzovigliava tutti in allegria, il titolare della locanda precisava che Giásera (ghiacciaia), era una grande sala sotterranea in cui si conservavano le provviste della comunità del paese. Il party dell’amicizia tenuto nell’Hotel Exedra a Roma è stato, invece, di una eleganza suprema, e il clima di serenità e gioia è stato accompagnato dalle varie delizie che Nico e Maria hanno preparato per gli ospiti... Infine, Giuseppina, prima di salutare tutti ha ricordato le parole di Atenagora, patriarca di Costantinopoli, che recitavano così: “L’amicizia è la grande e unica forza che penetra e muove tutte le cose”.

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l 16 gennaio ha preso il via a Villa Lagarina, in forma sperimentale, il Piedibus. Si tratta di un progetto promosso dall’Amministrazione comunale, in particolare dall’assessorato all’Istruzione, in collaborazione con la Consulta dei genitori e con l’Istituto Comprensivo di Villa Lagarina. Come spiega l’assessore Serena Giordani, l’iniziativa, rivolta agli alunni della scuola primaria Paride Lodron, ha lo scopo di sollecitare nuovi modelli di mobilità alternativa al fine di ridurre l’eccessivo utilizzo dell’auto privata, soprattutto negli spostamenti casascuola. Questa soluzione si è resa necessaria poiché nell’area antistante la scuola, nell’orario che coincide con l’inizio e con la conclusione delle lezioni, si verifica un aumento del traffico tale da rendere la zona pericolosa per i pedoni e soprattutto per i bambini. Per questo si è voluto mettere in campo un servizio che permettesse di ridurre il rischio, che privilegiasse la sicurezza dell’accesso e riducesse al minimo il tempo di permanenza degli alunni all’esterno dell’edificio.

1. Mara, Giuseppina, Alberto, Franca e Antonia. 2. Giuseppina con la modella Tania. 3. Maria, Giuseppina, Monica, Irene, Maria Elena all’Hotel Exedra. 4. Claudio, Antonietta, Giuseppina, Monica, Maria, Atlas, Maria con bimbo, Rosaria e Marilena all’Hotel Exedra. 5. La Giasera: Cornelia,Giuseppe, Concetta, Rita, Maria, Giorgio, Paola, Eleonora e Giuseppina con Claudio. 97

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VITICOLTURA+ENOLOGIA: nove NUOVI LAUREATI gli Straordinari reperti del Trentino preistorico

Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige

IL 14 APRILE APRE IL NUOVO MUSEO DELLE PALAFITTE DI FIAVÉ

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appuntamento per tutti gli appassionati di archeologia, ma non solo, è sabato 14 aprile a Fiavé, dove verrà inaugurato il nuovo Museo delle Palafitte, una delle 111 località che costituiscono il sito dedicato alle palafitte preistoriche dell’arco alpino entrate a far parte della lista del Patrimonio mondiale dell’UNESCO. Il museo, curato dalla Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento, racconta le vicende dei diversi abitati palafitticoli succedutisi lungo le sponde del lago Carera, bacino di origine glaciale, tra tardo Neolitico ed età del Bronzo. Gli scavi hanno portato alla luce resti di capanne costruite sulla sponda lacustre (3800 - 3600 a.C), ma anche secondo il classico modello della palafitta in elevato sull’acqua (1800 - 1500 a.C. circa). Un’evoluzione di questa tipologia sono le capanne su pali ancorati ad una complessa struttura a reticolo adagiata lungo la sponda e sul fondo del lago (1500 - 1300 a.C.). Negli ultimi secoli del II millennio a.C. l’abitato si sposta sul vicino Dos Gustinaci, dove sono state rinvenute abitazioni con fondazioni in pietra. L’eccezionale stato di conservazione non solo dei pali, ma anche di molti altri materiali organici, rende queste palafitte particolarmente affascinanti, consentendo di penetrare in 98

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agli spumanti ottenuti col metodo della rifermentazione in bottiglia al confronto di alcune selezioni di Pinot bianco, dall’efficacia dei fungicidi microbiologici nei confronti della botrite allo studio della maturazione delle uve come metodo per la zonazione del territorio viticolo. Sono alcuni temi trattati nelle tesi dei nove studenti che si sono laureati il 19 marzo, presso la sala del Capitolo della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, in viticoltura ed enologia. Il corso di laurea è attivato dal consorzio interuniversitario comprendente la Fondazione Edmund Mach, l’Università di Trento (Facoltà di Ingegneria), l’Università di Udine (Facoltà di Agraria) e la Fachhochschule di Wiesbaden, sede di Geisenheim. I nove dottori che si sono laureati sono: Alberto Andreasi, Daniele Barchetti, Paolo Barillari, Stefano Bolognani, Paolo Bonardi, Georg Kager, Stefano Nones, Alberto Saiani e – unica donna – Sabine Zublasing.

aspetti della vita delle comunità preistoriche generalmente sconosciuti alla ricerca archeologica. Il museo espone una selezione degli straordinari oggetti, rinvenuti dagli archeologi nel corso delle ricerche, che suscitano stupore per la loro modernità. Sono migliaia i materiali caduti in acqua, accidentalmente o gettati al tempo delle palafitte, preziose testimonianze di notevoli conoscenze tecniche e costruttive e di abilità artigiana. Si tratta di vasi in ceramica, ma anche di monili in bronzo e – rarissimi all’epoca – in ambra baltica e in oro. Una collezione unica in Europa è quella costituita dai circa 300 esemplari di oggetti in legno: stoviglie e utensili da cucina, fra i quali tazze, mestoli, vassoi, strumenti da lavoro come secchi, mazze, falcetti, trapani, manici per ascia, oltre ad un arco e alcune frecce. Le particolari condizioni ambientali dei depositi lacustri hanno restituito persino derrate alimentari come spighe di grano, corniole, nocciole, mele, pere. Un intero piano del museo, situato nell’antica Casa Carli


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Luigi Tamanini un trentino a Firenze Una Mostra dal 23 aprile al 5 maggio al Palazzo della Regione di trento

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nel centro di Fiavé, è dedicato alla ricostruzione della vita quotidiana al tempo delle palafitte: un’esperienza unica che permette di immergersi nell’atmosfera del villaggio palafitticolo di 3500 anni fa. Oltre al grande plastico che ricostruisce il villaggio “Fiavé 6”, diversi ambienti svelano di volta in volta il lavoro di contadini e pastori, la vita attorno al focolare domestico, la cucina, la moda, i segreti dei metallurghi e cacciatori. Di particolare suggestione sono anche gli elementi scenografici che richiamano i pali di supporto delle palafitte, i modellini ricostruttivi e i filmati. Una sezione del museo è dedicata all’unicità del biotopo Fiavé-Carera, riserva naturale provinciale e sito di importanza comunitaria. Questa area protetta è infatti una delle torbiere più estese del Trentino, ricca di vegetazione, luogo di riproduzione di molte specie di rettili e anfibi e punto di sosta per uccelli migratori. Dal 15 al 22 aprile in occasione della Settimana della Cultura il Museo è visitabile dalle ore 10 alle 18 con ingresso gratuito. Nel corso della settimana sono inoltre previsti visite guidate al museo, al sito archeologico e al biotopo Carera, attività di archeologia sperimentale, iniziative per bambini per conoscere divertendosi l’antica storia delle palafitte di Fiavé.

uigi Tamanini è nato nel 1946 a Trento, vive e lavora a Firenze da anni. Esporrà le sue opere a Trento, al Palazzo della Regione, dal 23 aprile al 5 maggio. Protagonista delle sue tele, il colore, anche vistoso, che è il mezzo espressivo e la fonte della costruzione delle forme dell’intera opera di Tamanini. All’inaugurazione interverranno, oltre ai rappresentanti del Consiglio regionale della Toscana, i critici d’arte Domenico Viggiano e Federico Napoli. Alla pittura Tamanini si è dedicato dopo la laurea in architettura frequentando, proprio a Firenze, prima l’atelier della pittrice Joke Frima, e poi la Scuola di disegno e pittura dal vero della mestra Nerina Simi. Molte le mostre personali e collettive alle quali ha partecipato dagli anni Settanta ad oggi. Negli ultimi anni ha esposto a Crotone, Pistoia, Prato e Firenze. Nel 2001 ha vinto il “Fiorino d’oro” nella sezione grafica. Numerose le sue mostre personali e collettive a cui partecipa dagli anni Settanta ad oggi. Da segnalare, la personale alla Galleria Fogolino di Trento del 1997, dove aveva già esposto nel 1975,e la collettiva “Mani Mario” presso il Chiostro degli Ammannati a Firenze. Altri eventi sono legati al “Gruppo Donatello” e all’”Antica Compagnia del Paiolo”, di cui è socio. Nel 2001 vince il premio ‘’Fiorino d’oro’’, nella sezione ‘’Grafica’’, assegnato nel Palazzo Vecchio a Firenze. Espone negli ultimi anni a Crotone, Pistoia, Prato, Milano. Realizza le copertine dei libri “Graffiti” di Gino Giuseppe Silvatici (2002), “Io Chi” di Gabriella Bertini (2002), “L’identità negata, il secondo Calvino e l’utopia del tempo perso” di Nicola Turi (2003) e “Il raggio della lettura - Proust ritocca Balzac” di Lucette Finas (2007).

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a kunStart 12 l’arte contemporanea emergente Oltre 80 gallerie in rappresentanza di dieci diversi paesi hanno occupato gli stand della kermesse altoatesina

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nche quest’anno i riflettori del grande evento “kunStart 12”, la Biennale Art Fair for Emergine Contemporary Art (Fiera biennale per l’arte contemporanea emergente) che si è svolta a Bolzano, dal 16 al 18 marzo, nei padiglioni della Fiera, si sono spenti. Senza non prima annotare il grande successo di pubblico e di critica. Questo appuntamento cade in un mese, quello di marzo, che dà il là all’avvento della primavera, del caldo, del rinnovo della natura, della rigenerazione. Ed è questo un po’ il tema e il nocciolo di questa avventura altoatesina nel mondo dell’arte contemporanea e, soprattutto, un viaggio nelle gallerie che si occupano del magmatico universo dell’arte “nuova”. Oltre 80 gallerie in rappresentanza di 10 paesi diversi hanno occupato gli stand per gettare il loro carico pesante sul tavolo del grande gioco della visualità. Per rendere ancora più appetibile il piatto, oltre al tavolo si sono organizzati diversi incontri e seminari, giocando un po’ a scacchi sul territorio, poiché sono stati organizzati in collaborazione con altre istituzioni e associazioni culturali, disseminati in varie parti della città bolzanina in modo di “occupare” fisicamente e mentalmente il tessuto urbano. La stessa formula è stata innovata: l’organizzazione è stata direttamente gestita da Fiera Bolzano Spa, l’evento è diventato biennale per permettere una maggiore preparazione e qualità nella scelta degli avvenimenti. Inoltre, si è pensato bene di specializzarsi nel mercato dell’arte contemporanea emergente in modo di non sovrapporsi con altri eventi similari che avvengono nelle varie città europee. E poi il ponte. Come nelle altre edizioni – questa è l’ottava – anche questa volta si è voluto gettare un ponte tra il qui della cultura sudtirolese e lo scandagliare esperienze 5 lontane e diverse, nella prospettiva di un’apertura

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internazionale: South Tyrol vs. South Korea. Questa volta, è stato il turno appunto della Sud Corea – Focus Korea – di essere invitata a presentare la sua produzione artistica, in una sorta di panoramica riassuntiva che ci ha fatto entrare delicatamente, grazie alla presenza di una decina di gallerie coordinate da Chris H. Cheon, presidente dell’associazione di scambi culturali franco-coreani Nez-a-Nez, in ciò che succede nella terra che si affaccia sul non tanto tranquillo oceano Pacifico. Portabandiera di questo paese le personali di Jeong Min Suh, a cura della a&b Gallery, e di Hyon Soo Kim, artisti presentati da Valerio Dehò, e della bella mostra delle opere di Nam June Paik, uno dei maggiori esponenti del gruppo Fluxus, lavori provenienti dalla collezione dell’archivio Pari e Dispari di Rosanna Chiessi. La festa d’inaugurazione di questa Biennale, Start Opening Party, è stata proprio l’occasione per affinare la conoscenza reciproca. Il successo dell’evento è da attribuire anche ad un gemellaggio tra due settori apparentemente diversi, in realtà profondamente contaminati. Infatti, dopo il buon risultato dell’edizione del 2010, anche quest’anno kunStart si è abbinata alla fiera di interior design “Arredo”, per accogliere un pubblico sempre più ampio e favorire l’interesse nel settore “affordable”, ovvero l’arte a prezzi accessibili. Per non smentire questa asserzione, in fiera ci sono opere in vendita che non superano i 5000 euro. All’interno dell’evento si è attivato, per la terza edizione, il premio “The Glocal Rookie of the Year”, rivolto agli artisti under 35, con l’obiettivo di sostenere la carriera di giovani talenti che sappiano interpretare la dimensione “glocal” e ideato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano e da kunStart. Infine, è stata allestita un’asta, il Countown Design Show 2012, dedicata alla nuova tendenza dell’upcycling, ovvero la rigenerazione di materiali usati per creare nuovi prodotti. Per qualche giorno Bolzano è diventata così il centro della ricerca sperimentale portata avanti dai giovani e sostenuta da gallerie d’arte che hanno scommesso su di loro. Cosa assai rara oggi. Fiorenzo Degasperi


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MARZATICO alL’ISTITUTO ITALIANO DI PREISTORIA “Adesso vi raccontiamo i formaggi di malga” Claudia Morandini e Lucio Gardin su rai regione, direTtamente da palazzo roccabruna. E poi tanti altri servizi interessantissimi

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rriva la primavera e con il bel tempo ritorna la simpatia di Claudia Morandini e Lucio Gardin, i due conduttori di “Andata e Ritorno”, la trasmissione di Palazzo Roccabruna e della sede RAI di Trento dedicata ai prodotti trentini. Dopo la grappa, la mela, le bollicine del Trentodoc e tante altre specialità, l’1 aprile alle 9.45 su RAI 3 troveremo i nostri divertenti conduttori alle prese con i formaggi di malga. Una vera leccornia in cui si concentrano tutti i sapori e i profumi dei nostri pascoli. Con loro ci saranno esperti e protagonisti della vita in malga: Silvia Schiavon dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, il direttore del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, Giovanni Kezich, e due giovani casari che hanno scelto per passione la vita sui pascoli: Luca Alessandri e Katia Valentini. Non mancherà una semplice, ma gustosissima ricetta proposta da Maurizio Tait del Costa Salici di Cavalese. La puntata di “Terra di Montagna”, lo speciale Rai regione in onda il primo aprile alle 9.45 su Rai3, offrirà anche uno speciale sull’interessante e stimolante mostra sul Postmodernismo, esposizione presente al Mart di Rovereto. Nella seconda puntata, quella del 15 aprile, riflettori sulla seconda edizione del Festival Nazionale del Cabaret, ideato e condotto da Lucio Gardin, si è svolta con alcune interessanti novità. È cambiata la sede, che si è spostata nel teatro Valle dei Laghi di Vezzano nell’ambito della rassegna “Il mese della Montagna”, ed è cambiata anche la formula con un maggiore coinvolgimento del pubblico, al quale spetta la scelta del vincitore attraverso l’intensità degli applausi. Rimangono invece otto i semifinalisti usciti

Prestigioso riconoscimento per l’archeologo trentino

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archeologo trentino Franco Marzatico, direttore del Castello del Buonconsiglio di Trento, è stato eletto nel consiglio direttivo dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, il più importante organismo che si occupa di archeologia in Italia, con sede a Firenze. Nella prima riunione operativa Marzatico, che tra i candidati al consiglio direttivo ha ottenuto il maggior numero di consensi (81 voti) è stato eletto alla vicepresidenza. Il consiglio è composto, oltre che dalla presidente Maria Bernabò Brea e dal vice presidente Franco Marzatico, dai consiglieri Daniela Cocchi, Raffaele de Marinis, Clarissa Belardelli, Giovanni Leonardi, Monica Miari, Lucia Sarti e Isabella Damiani. L’assemblea è composta da 431 soci con diritto di voto, ripartiti in Istituti culturali e Accademie, Musei (Civici, provinciali, statali), Istituti – Dipartimenti universitari, soprintendenze e studiosi. L’elezione di Marzatico è il riconoscimento al lavoro svolto dall’archeologo trentino in oltre trent’anni di carriera, ma sarà anche un’occasione importante per dar voce alle numerose iniziative di studio, ricerca tutela e valorizzazione che si realizzano nel territorio trentino da parte dei vari soggetti che operano nel settore, dal Castello del Buonconsiglio, alla Soprintendenza, all’Università, al Muse e ai musei civici di Riva e Rovereto. Marzatico, nel suo intervento programmatico, ha prospettato la necessità di coinvolgere il mondo giovanile, radicando ulteriormente il ruolo dell’Istituto a livello regionale, con collaborazioni strategiche e intensificando i rapporti di collaborazione internazionale.

dalle due tappe di selezione, con una consistente partecipazione al femminile e dal sud, da Napoli in particolare. Il 29 aprile, “Il Kit di Icaro”. A Mattarello, c’è un istruttore di volo che è riuscito a costruirsi, in scatola di montaggio, un proprio aereo; arrivato in un container dagli Stati Uniti, dopo un lungo lavoro, durato circa 4 anni, Luca Perazzolli ha realizzato il suo sogno: un vero e proprio velivolo che raggiunge la velocità di oltre 400 km/ora. 101

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Il libro del mese “EL GRIL E L’UNIVERSO” di SILVANO FORTI PRESENTATO alla pro cultura di trento. prefazione di Alberto Folgheraiter e illustrazioni di Lia Cinà Bezzi

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a “Pro Cultura” di Trento, nella sala del Centro “Rosmini”, ha presentato l’ultimo libro di versi di Silvano Forti “El gril e l’universo”. Forti ha da poco compiuto 85 anni, ma nonostante l’età continua fortunatamente ad essere in salute fisica e poetica, così da concepire questo libro di poesia che raccoglie 88 testi lirici, con la prefazione di Alberto Folgheraiter e i disegni di Lia Cinà Bezzi. È questa la sua settima raccolta di poesie in dialetto trentino, a cui va aggiunto un libro di racconti in dialetto, Storie de paesi lontani (1993). Il suo primo libro di versi è del 1968, Fiori ‘n del formént (1968) con la presentazione di Franco Bertoldi, a cui seguì sette anni dopo I dì dela merla, con la prefazione di Renzo Francescotti, vincitore dell’importante premio quinquennale a “Aque slosse”. Nella serata organizzata dalla “Pro cultura” hanno parlato di Forti Luisa Gretter Adamoli, poetessa e narratrice, e Renzo Francescotti, poeta, scrittore e critico. La Gretter Adamoli ha raccontato come Forti, con questi suoi nuovi versi, sappia andare dalla natura all’astratto, dal concreto alla meditazione, dal microcosmo al macrocosmo. Difficile farlo in dialetto, ma Forti ci è riuscito, senza ripetersi, avvalendosi anche della ricerca di parole nuove. Dal canto suo, Renzo Francescotti ha ribadito come Forti sia da considerarsi l’ultimo poeta trentino cantore della civiltà agromontanara, ma che (a differenza ad esempio di Giuseppe Caprara e di Italo Varner) sa mettere un piede anche nella civiltà industriale, mettendone in luce le drammatiche condizioni e contraddizioni. L’interessante e partecipata serata si è chiusa in bellezza con l’applaudita lettura di una serie di liriche affidata alle prestigiose voci di Arrigo Dalfovo, del Gruppo ”Neruda”, e di Antonia Dalpiaz, del “Cenacolo.” 102

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una storia che riunisce i fili della memoria: di una famiglia, ma anche di un’intera nazione. il nuovo romanzo di carmine abate è una boccata d’ossigeno nel presente asfittico dei 140 caratteri di un tweet

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i sono storie buone come può esserlo una pagnotta appena sfornata, al mattino presto. Storie in cui è bello perdersi, sfogliando le pagine con la curiosità e quel pizzico di paura che si possono provare svoltando l’angolo in una città sconosciuta, la prima volta che ci mettiamo piede. Capita così di ritrovarsi a cavalcare un secolo intero di storia d’Italia e di fare la piacevole scoperta di ritrovarla più unita di come ce l’eravamo immaginata fino ad ora. Capita anche di emozionarsi per i fatti della vita (nascite, morti, partenze, arrivi, ecc.), per il mito della civiltà antica, ma anche per i sapori, i profumi, per le carezze del vento, per la bellezza perduta di una terra meravigliosa. Il merito è tutto di Carmine Abate e del suo ultimo romanzo intitolato proprio “La collina del vento”. Con i numerosi libri precedenti, lo scrittore di Carfizzi, che abita e lavora in Trentino, ci ha abituati a sorprese di questo tipo, ci ha viziati in un certo senso. Tant’è che ogni suo romanzo oramai è atteso come un’epifania benevola, una boccata d’ossigeno nel presente asfittico e superficiale dei 140 caratteri di un tweet; un vademecum per l’attraversamento indolore di un presente che tutto omologa e tutto appiattisce. E molto fa dimenticare. “La collina del vento” è soprattutto la storia della famiglia Arcuri, che tanto assomiglia a quella di Abate stesso (“A mio padre, come promesso” rivela la dedica di inizio libro). Tre generazioni che si ritrovano a fare i conti con un secolo crudele, gonfio di guerre, uccisioni, soprusi, umiliazioni, all’ombra di una collina affacciata sullo Jonio, il Rossarco, che non si limita certo a fare da mero scenario all’avvincente saga degli Arcuri. Anzi. Una storia che si apre con un presagio e con un auspicio. La primissima scena è infatti quella di tre ragazzini spensierati che si imbattono in due cadaveri. Angelo,


trentinolibreria Sandra Frizzera Il calicanto sotto la neve Edizioni 31

David Fauquemberg Mal tiempo Keller

A cura di Gerardine Parisi Monte Bondone Curcu & Genovese

Calicanto vuol dire fiore dell’inverno. Sboccia fra gennaio e febbraio, nella stagione più cruda, piccolo, giallo, con il cuore bianco, attaccato ai lunghi rami grigi dell’arbusto, diffonde il suo profumo inebriante e dona felicità a chi lo scorge. Gli occhi si spalancano, la fronte si appiana, il sorriso nasce spontaneo, il respiro resta sospeso come succede davanti ai grandi spettacoli della natura. È un fiore che ha fretta di sbocciare – zia Marisa ricorda le parole della sua mamma – e che fa dimenticare il grigio del cielo, ma anche il grigiore che può essere nel cuore. [...] Speranza. Amore. Famiglia, intesa come approdo e isola di comprensione per crescere, forza del cuore, coraggio per affrontare e sopportare il dolore. Sandra tratta con la consueta delicatezza e sensibilità anche varie tematiche attuali attraverso ingegnosi interventi di “storia nella storia”.

Un pugile stanco, sulla via del tramonto è deciso ad appendere i guantoni al chiodo. Vuole lasciare tutto perché sa che la sua avventura sul ring è finita ma l’amico e maestro Rouslan Karelin gli chiede un ultimo favore: aiutarlo a portare la squadra dei giovani pugili della palestra a Cuba, terra di contrasti, dove la nobile arte, a livello amatoriale, rimane l’arte suprema. Lì, sul suo cammino incontra Yoangel Corto, un colosso misterioso, un prodigio, il campione dei campioni. Yoangel, solo ventenne, lavora duro ma non ascolta nessuno. Conduce la sua battaglia, solo lui sa contro che cosa. Non è solo un pugile, è un eroe tragico che si batte contro i propri demoni, contro se stesso e contro la cosa che sa fare meglio: boxare. Il romanzo è stato premiato da un grande successo di critica che ha sovente chiamato in causa nomi come Hemingway, Conrad e altri grandi della letteratura.

Il Monte Bondone spesso viene chiamato la “montagna dei trentini”, ad indicare l’affetto ed il legame che c’è fra la montagna e gli abitanti della città di Trento. Per molti è il luogo dei ricordi d’infanzia, della giovinezza, delle prime escursioni o delle prime sciate. Il Bondone però è qualcosa di più. È una montagna complessa, dal destino controverso, che racchiude in sé un insieme di microcosmi che la rendono unica e ricca di sorprese. Dalle piste da sci si passa alla verde conca delle Viòte, dai paesi posti sulle sue pendici alla quiete del Lago di Lagolo, dalle feste e gli aperitivi sulle piste da sci agli angoli più nascosti, dalle fortificazioni austro ungariche alle passeggiate nei prati delle malghe. Il Bondone è una montagna dalle mille facce che può accontentare le esigenze più diverse.

Arturo e Michele – i figli di Alberto Arcuri, il capostipite – sono troppo piccoli e ingenui per afferrare in quale tragedia si tradurrà quel ritrovamento qualche anno più tardi. Quindi l’auspicio. Il famoso archeologo trentino Paolo Orsi si imbatte in Alberto proprio sulla collina del Rossarco. È alla ricerca dell’antica città perduta di Krimisa, secondo la leggenda fondata dall’eroe greco Filottete. Alberto gli punta addosso il fucile. Per lui la collina è tutto, la sua vita, la sua speranza vera. E poi non sa che farsene – mente sapendo di mentire – della cultura. È il lavoro quello che conta nella vita. Null’altro. Ecco che, improvvisamente, ai due appare una piccola e preziosa rondinella albina. Solo che l’uomo non ha fatto i conti con due aspetti della vicenda che lo attende: la caparbia dell’archeologo e l’invidia dei compaesani. Vede tutto il nipote, Michelangelo, che diverrà il custode del Rossarco, in un certo senso il garante del sogno di Alberto. Ma cosa nasconde quella collina? Questa sorta di Olimpo di Calabria? E cosa nascondono gli Arcuri a Paolo Orsi, al suo assistente Umberto Zanotti-Bianco, ai paesani, ai nazisti, ai soldati inglesi in ritirata, uno dei quali verrà “adottato” dalla famiglia? Il bello dei romanzi è che non si possono raccontare: bisogna leggerli. Bisogna dunque avventurarsi nella cronaca che Rino, figlio di Michelangelo, l’ultimo degli Arcuri, alter ego di Abate, tirerà fuori da questa straordinaria storia familiare, prendendola in consegna all’inizio del Novecento e regalandola al lettore quasi ai giorni nostri,

dagli eccidi della Prima guerra mondiale agli eccidi della speculazione edilizia che, purtroppo, ben conosciamo. Si confondono le epoche, si mescolano realtà e fantasia, ma i sentimenti e il desiderio di felicità degli esseri umani restano gli stessi. Così verso la fine del romanzo, può capitare di scorgere tra gli immigrati marocchini che abitano abusivamente il Rossarco, il fantasma di Filottete che veglia sulla sua meravigliosa città, nell’avello della Magna Grecia. E poi, infine, come già accennato all’inizio, non ci sono confini ne “La collina del vento”. Ed è un vero paradosso considerato che la collina del Rossarco ha un perimetro ben definito. Trentino, Calabria, Torino, Inghilterra, addirittura. I luoghi sono solo delle ipotesi. Per dirne una, Rino Arcuri viaggia sovente tra il Trentino, sua patria adottiva, e la Calabria. Novello Garibaldi motorizzato, riunisce i destini di un Paese usando come collante i suoi di destini, passato e presente, cavalcando l’autostrada, sfiorando gli autogrill. Fino a che, un bel giorno, a due passi dalla collina del vento, anche a lui appare quella rondinella albina. E il cerchio, finalmente, si chiude. (p.l.)

Carmine Abate La collina del vento Romanzo

Mondadori (Euro 17,50 pagine 260)

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trentinoricette

LE PASTE ARTIGIANALI LE PAPPARDELLE CASERECCE, SALTATE CON CODE DI SCAMPI, POMODORINI DATTERINI, FALDE DI CIPOLLE DI TROPEA E TACCOLE Ingredienti per 4 persone: • Pasta alimentare gr.280 • Code di scampi gr. 100 • Pomodorini ciliegia gr.90 • Falde di cipolle di Tropea candite gr.60 • Taccole gr.60 • Bisque di scampi gr.70 • Erba cipollina gr.5 • Olio “Uliva” Frantoio di Riva del Garda q.b • sale e pepe di macinino q.b. Per prima cosa impastare la pasta alimentate e lasciarla riposare per almeno due ore prima di iniziarla a lavorare, trascorso il tempo stenderla ad uno spessore sottile e tagliarla creando delle pappardelle. A parte lavare e pulire le taccole, pulire gli scampi e togliere la code, con le restanti carcasse fare una

bisque facendo tostare le carcasse degli scampi con un po’ di cipolla, sedano e carote. Sfumare con del brandy, aggiungere pochissimo concentrato, diluire con dell’acqua e cuocere per almeno 40 minuti. Il tempo sarà variabile dalla quantità di bisque che verrà fatta. A fine cottura insaporire con sale e pepe di macinino e filtrare con un colino. Tagliare a losanghe le taccole e cuocerle in acqua abbondante salata, lasciarle belle al dente e scolarle. In un saltiere preriscaldato posizionarvi un filo di olio, aggiungervi le code di gamberi e i pomodorini tagliati a metà, insaporire con sale e pepe di macinino, aggiungere le taccole e le falde di cipolle candite. Cuocere le nostre pappardelle in abbondante acqua salata, scolarle e metterle nel saltiere, aggiungervi per ultimo la bisque e l’erba cipollina tagliata

a piccoli anelli e un filo di olio d’Uliva, saltare così da amalgamare bene la pasta e disporla nel piatto prescelto, guarnire con due filini di erba cipollina. Ricetta del Maestro Pastaio Pietro Gamboni (Pastificio le Delizie)

LE MEZZELUNE RIPIENE CON SPINACINI NOVELLI E RICOTTA PRIMO FIORE, SPADELLATI CON POMODORINI CILIEGIA, OLIVE TAGGIASCHE E CAPPERI ingredienti per 4 persone: • Pasta alimentare gr.140 • Spinacini novelli gr.170 • Ricotta primo fiore gr.140 • pomodorini ciliegia gr.80 • Trentingrana gr.70 • Olive Taggiasche gr.30 • Scalogno gr.20 • Capperi gr.20 • Origano fresco gr.5 • Olio “Uliva” Frantoio di Riva d/G q.b • Sale e pepe di macinino q.b. Per prima cosa impastare la pasta alimentate e lasciarla riposare per almeno due ore prima di iniziarla a lavorare, trascorso il tempo, stenderla ad uno spessore sottile e poi copparla con l’apposito coppapasta, con l’apposito sacco da pasticceria mettervi il ripieno preparato in

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precedenza (lavando accuratamente gli spinaci e spadellarli in un saltiere caldo con un filo di olio d’Uliva e insaporiti con una grattatina di limone e del sale e pepe di macinino, lasciarli raffreddare e la metà degli spinaci tagliarli a coltello abbastanza fini, aggiungervi la ricotta e il Trentingrana grattugiato, insaporire con del pepe di macinino), pennellare i bordi con un pò di acqua e chiudere le mezzelune pressando bene sui bordi. Riscaldare il saltiere, aggiungervi un filo d’olio, lo scalogno tritato e farlo soffriggere, a questo punto aggiungere i pomodorini ciliegia tagliati a metà, le olive Taggiasche e i capperi e qualche fogliolina di origano fresco e cuocere per un paio di minuti. Cuocere le nostre mezzelune in abbondante acqua salata, scolarle e posizionarle nel saltiere, quindi saltarle

aggiungendo un filo d’olio d’Uliva, posizionare nel piatto prescelto gli spinaci caldi spadellati in precedenza creando una striscia, posizionarvi sopra le mezzelune e il condimento, guarnire con un ramettino di origano fresco. Ricetta del Maestro Pastaio Mauro Pisoni (Pastificio le Delizie)


trentinoenogastronomia

ristoranti

in ogni numero trentinomese vi propone due ristoranti provati per voi I ristoranti presentati in questa rubrica sono una libera scelta redazionale. Il nostro giudizio anche se critico, è espresso in “cuori” perchè, comunque, il difficile lavoro del ristoratore merita rispetto.

Segnalazioni e commenti: redazione@trentinomese.it

LOCANDA MARGON

Ritterhof

ALLA LOCANDA MARGON PER IL GIOCO DELLA TAVOLA

IL PESCE IN CANTINA

Locanda Margon negli ultimi sei anni ha trovato un equilibrio in cucina davvero interessante. E i risultati sono davvero convincenti. Se a questo aggiungete il fatto, come credo, che il menu del “Salotto Gourmet” (il locale è diviso in due, una proposta stellata e una più semplice, che si chiama “Veranda”) sia stato ripensato anche nei prezzi, ritoccati lievemente all’ingiù, credo che sia un posto dove tutti prima o poi dovrebbero passare per fare un’esperienza culinaria fuori dal comune. Lo chef, Alfio Ghezzi, è stato per lungo tempo braccio destro di Andrea Berton del Trussardi alla Scala di Milano e ha fatto un bel po’ di esperienza alla corte di grandi cuochi, su tutti Gualtiero Marchesi. Ma veniamo alla mia cena. L’orto di montagna, fatto con tronco di cavolfiore, radici, erbe, cortecce, è un antipasto vegetariano che non fa rimpiangere ingredienti più golosi e calorici, colorato e gioioso. Il fegato grasso d’anatra con capperi canditi e carciofi è morbido e vellutato, gustosissimo. Interessanti, anche se non strabilianti, i ravioli di patate e midollo affumicato, con ricotta, cedro candito e cacao, che abbinano con bell’equilibrio un mix di sapori tutt’altro che scontati (il cedro in questo momento è l’ingrediente di moda tra gli chef di alta cucina di tutta Italia). Sorpresa con la sogliola cotta al vapore e accompagnata da piselli e salsa olandese: sorpresa perché polposa e spessa, cosa inusuale per le sogliole a cui siamo abituati comunemente. Motivo? Oltre alla lavorazione, Ghezzi usa il la specie proveniente da Dover, spiega, molto più grande di quelle che si pescano nel Mediterraneo. Se vi capita di trovarlo in carta e siete amanti del quinto quarto, ovvero delle interiora, non fatevi sfuggire il rognone con riduzione di Vino Santo, uno dei piatti più ben riusciti dello chef che dal 2010 è ai fornelli del locale di proprietà della famiglia Lunelli. Tra i suoi cavalli di battaglia c’è anche il piatto “riso e bollicine”, da provare. Gioco puro sui dessert, dove Ghezzi dà il meglio di sé trasformando ingredienti salati in dolci. Quanto ai prezzi, antipasti dai 16 ai 30 euro, primi dai 16 ai 18 euro, secondi dai 26 ai 32 euro, dolci a 12 euro. Menu degustazione a 60 e 75 euro. Certo, ho visto stellati anche su piazze come Roma con prezzi inferiori e qualità altissima, ma se si opta per il menu degustazione l’esperienza alla Locanda Margon diventa più “sostenibile”. Altrimenti c’è sempre la proposta Veranda, dove i piatti vanno dai 6 ai 15 euro (e a pranzo c’è il “Menu a due portate più il dessert a 28 euro in 52 minuti”).

Alessandro Brusadin e Vito Leone non hanno vita facile in quel di Caldaro: proporre pesce di mare un po’ fuori dalla consuetudine altoatesina (come le capelonghe oppure i fasolari) non è un’impresa semplice. Brusadin e Leone, il primo in sala il secondo in cucina, sono i gestori del ristorante collocato all’interno della cantina Ritterhof e il “verbo” del pesce a partire da febbraio hanno deciso di predicarlo soprattutto il giovedì, giorno in cui la proposta del pescato si amplia e ci si può divertire addirittura con otto antipasti, magari da condividere con gli amici. E allora

LOCANDA MARGON – SALOTTO GOURMET Via Margone di Ravina, 15 38123 TRENTO cibo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ Tel. 0461 349401 ambiente ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ Chiuso la domenica sera prezzo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ e il martedì tutto il giorno

eccomi qui, un giovedì sera di marzo, a provare questa nuova, coraggiosa, iniziativa. Scelgo quattro antipasti di pesce: le capesante gratinate sono davvero buone e ben fatte, i polipetti non mi conquistano, la frittura è discreta ma senza lode, le capelonge arrivano in tavola appena tiepide. Molto buono, invece, il Gabilo, merluzzo nordico dalla polpa carnosa, che il Ritterhof offre con asparagi e uova poche: convincente. L’impegno dei due giovani gestori è quello di cercare di fare tutte le preparazioni in casa: affumicano i salmoni, fanno la pasta (sia quella ripiena che quella trafilata), tutti i brodi e i sughi sono fatti senza uso di preparati, secondo – insomma – i sacri crismi. Un impegno che potrà portare, speriamo, ancora a migliori risultati per il futuro. Il locale è un po’ freddino e l’ingresso abbastanza spoglio, mentre la carta dei vini è, a mio avviso, da estendere con più proposte soprattutto locali. I prezzi? Decisamente interessanti: gli antipasti vanno dai 4 ai 13 euro, i primi dagli 8 ai 12 euro, i secondi dai 16 ai 25 euro e ci troverete anche la Mora Romagnola, deliziosa quanto antica razza suina ancora oggi allevata all’aperto. RISTORANTE RITTERHOF Strada del Vino 1A 39052, caldaro (bz) Tel. 0471 963330 Chiuso il lunedì tutto il giorno e il martedì a pranzo

cibo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ ambiente ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ prezzo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥

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trentinofotoromanzo di Carlo Martinelli

DAL CONFESSIONALE 1X2 AL CHECCO MONDIALE

È

capitato più di una volta, in un tempo recente, di sentire la domanda quasi sospesa, aleggiare e poi non trovare risposta certa. Il Totocalcio, esiste ancora? Lo confessiamo: non lo sappiamo e neppure ci importa appurarlo. Di certo appartiene alla storia del costume di questo nostro Paese, a partire dal 5 maggio 1946: la prima schedina quel giorno aveva dodici partite (sarebbero diventate tredici due anni dopo) alle quali assegnare il pronostico – 1X2 – e due partite di riserva. Sorpresa: la prima di queste partite di riserva era Trento-Verona. La giocata di una colonna costava 30 lire e il primo vincitore fu Emilio Biasotti, un milanese originario di Roma, che indovinando la combinazione esatta di quel concorso si aggiudicò 426.826 lire. Per mezzo secolo almeno “fare tredici” sarebbe stato il sogno di molti. Abbiamo voluto documentare quel tempo ormai lontano, spazzato via dalle scommesse, dal bingo, dalle slot machines, dalle estrazioni dei numeri del lotto ogni ora, con una immagine romantica, quasi ingenua. Quella sorta di confessionale in legno entro il quale ci si ritirava per compilare la schedina in santa pace e in dovuta meditazione, stava in un bar di Mezzocorona. L’abbiamo

scovato in una pubblicazione di foto tratte dall’archivio storico di Ernesto Pitscheider. E, giacché – in sintonia con lo spirito di questa rubrica – abbiamo voglia di indugiare nella memoria popolare e nello sport (archivio formidabile di storie e di emozioni) ecco spuntare un’altra immagine, questa volta a colori, a segnare una minor distanza dall’oggi. Siamo nel 1977, una manciata di giorni dopo quel 4 settembre nel quale, a San Cristobal, in Venezuela, Francesco Moser conquista il titolo mondiale su strada. La festa – grande, popolare, verrebbe da dire paesana e ruspante – gliela organizza il suo paese, Palù di Giovo, in valle di Cembra, la sua “patria”. Questo racconta la foto dove tutto – dalla macchina che porta in trionfo il “Checco” mondiale all’abbigliamento dei tifosi che gli fanno ala – parla di quegli anni Settanta che in Trentino, sul versante sportivo, sono per sempre segnati da quel ragazzone, ennesimo rampollo di una famiglia di ciclisti, che sui pedali filava come un treno.

La memoria restituisce persone e cose che pensavamo dimenticate per sempre o delle quali neppure sospettavamo l’esistenza. Questo è FOTOromanzo. Una immagine che ritorna. Dentro la memoria delle storie.

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STUDIO BI QUATTRO

Abbiamo tutti 5 sensi. Chi è buon esempio per i più piccoli ne ha uno in più.

Se hai senso civico, 6 una forza per tutta la società.

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

Più senso civico, più comunità.


3-4-5 maggio 2012 Mas dela Fam Ravina Dalle 18 alle 24

Terza edizione

3 chef stellati vi faranno gustare le loro creazioni

20 cantine con oltre 90 prodotti. Degustazione di vini guidate con l’assistenza del sommelier Marco Larentis. Per prenotazioni: info@buonvinotrentino.com Andrea Bassetti 339.2264214 Luca Boscheri 348.3504497

Con il sostegno di:

In collaborazione con: appuntamenti, incontri e attualitĂ trentina

Per informazioni: www.buonvinotrentino.com Mas dela Fam - Ravina (TN) Via Stella, 18 tel. 0461.349114


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