TrentinoMese febbraio 2012

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2012 febbraio

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ISSN 1724-5508

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appuntamenti, incontri e attualità trentina

mons. Luigi Bressan Il diplomatico di piazza Fiera Figlio di contadini, arcivescovo da 23 anni, mons. Luigi Bressan è stato a lungo “ambasciatore” del Vaticano nel sud-est asiatico. Designato vescovo di Trento tredici anni fa ha interrotto un cammino che lo avrebbe portato all’ONU. “Trentinomese” lo ha incontrato per un colloquio fuori dagli schemi e… per bere un caffè.

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ring di Carlo Martinelli

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alla carlona MACCHE’ INDIGNATI, TOCCA AGLI INGINOCCHIATI RIALZARE LA TESTA

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abbé, ci sono gli evasori fiscali, gli spacciatori di droga e gli invidiosi: brutta gente, da indicare al disprezzo e da disprezzare. Ma in questo caotico postmodernismo, là dove nuove povertà, illegalità eletta a sistema e menefreghismo di tanti vanno a sommarsi, capita ormai di fare i conti, tutti i giorni, con nuove figure e nuove situazioni. Una, in particolare, non può lasciarci indifferenti. Perché proliferano ed aumentano ad ogni angolo di strada: gli inginocchiati. No, non inginocchiati in senso metaforico e neppure nel senso religioso. Trattasi di chi chiede la carità, stando appunto a terra, lo sguardo basso. Uomini e donne, delle età più diverse, per la gran parte provenienti dagli ex paesi dell’Est comunista, par di capire. Capaci, appunto, di stare ore ed ore in ginocchio, a chiedere l’elemosina, chi munito di qualche biglietto che racconta di figli piccoli da sfamare, chi chiedendo, in un italiano più o meno stentato, almeno cinquanta centesimi da allungare nell’immancabile bicchiere di carta, collocato a mo’ di salvadanaio. Dunque: c’è qualcosa di più umiliante dello stare in ginocchio, di fronte a tutti, proprio tutti? In ginocchio per un giorno, più giorni, una settimana, dei mesi, probabilmente degli anni, magari una vita intera? Eppure succede nella nostra civile – si fa per dire –, Italia. Trentino compreso, eccome. E allora – in attesa che chi di dovere metta le mani non su questi poveri disgraziati, ma sulla mafia oscena che li sfrutta, organizza, ricatta e minaccia: e non dovrebbe essere difficile, basta seguirli, gli inginocchiati, quando a sera tornano dai loro basisti… – ecco l’invito, ovviamente inutile, agli inginocchiati stessi. Chè toccherà a loro, un bel giorno, alzare finalmente la voce – ed anche le mani, chi li sfrutta in cotale modo non merità pietà alcuna – e dire agli infami sfruttatori che chi costringe a stare inginocchiati, sempre, deve solo sparire dalla faccia della terra. Nell’attesa, niente elemosina. Mai. Guai ingrassare la mafia dei questuanti, quella che affama i poveri, costringendoli in ginocchio. A vita. 8

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colpo di tacco TRENTODOC “BISTRATTATO” ANCHE DALLE OSTERIE TIPICHE

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l nuovo disciplinare del marchio di prodotto Osteria Tipica Trentina, sfornato dalla giunta provinciale il 20 gennaio, ha fatto discutere per l’inserimento della possibilità delle strutture che fanno parte del circuito di riservare una parte del locale – seppur ben distinta – a pizzeria. La cosa che invece a me pare più singolare – e grave – riguarda piuttosto le indicazioni date dalle nuove disposizioni in merito alla carta dei vini. Si legge nel documento, al punto 1 “Prodotti”: “Ciascun esercizio deve prevedere l’offerta dei seguenti prodotti. Vini bianchi e rossi: complessivamente 10 tipologie diverse e 30 etichette di vino trentino. Nel caso di offerta di vino sfuso, lo stesso deve essere trentino. Vini da dessert: Vino Santo Trentino Doc, Moscato giallo e Moscato rosa. Spumanti: 5 etichette Trento Doc. Grappe: 6 tipologie diverse e 10 etichette”. Ricordo, per chi se lo fosse perso o dimenticato, che le indicazioni di Provincia, Trentino Marketing, Istituto di Tutela del TrentoDoc, saggi e commissioni per il nuovo Piano Vino, sono state ben precise: puntare tutto sulla promozione delle bollicine metodo classico di casa nostra nel mercato interno. Come è possibile, quindi, che nella carta dei vini di un’Osteria Tipica Trentina sia posto come obbligatorio avere trenta etichette di vini rossi e bianchi e dieci di Grappa e solo cinque etichette di TrentoDoc? Solo 5 etichette su un totale di 88. Dire pochino è un eufemismo. Anche perché le carte dei vini di solito funzionano così: ci sono le etichette stranote che non possono mancare e poi a seguire – se il ristoratore è un po’ appassionato – si possono trovare bottiglie meno blasonate, spesso con buon rapporto qualità prezzo. Se applichiamo questa regola alle cinque etichette che dovranno essere obbligatoriamente presenti in carta nelle Osterie Tipiche questo significa che sotto la voce TrentoDoc troveremo sempre Ferrari, Cavit e Rotari e poi altri due a scelta del ristoratore. Che probabilmente opterà per gli altri noti Methius e Abate Nero. A meno che lo stesso non decida di inserire un Ferrari Maximum Brut e un Ferrari Perlè, un Cavit Altemasi millesimato e un Cavit Altemasi Graal o Rosè, e un Rotari (così le cinque etichette sono belle che risolte comodamente, con appena tre fornitori). In un caso o nell’altro, lo spazio che si prefigura per tutti gli altri produttori eccellenti di TrentoDoc è talmente esiguo da mettere in dubbio l’annunciata promozione sul territorio del TrentoDoc. Non resta che fare affidamento sui ristoratori, sperando che non si limitino al “minimo sindacale” stabilito dal disciplinare e che, invece, allunghino la lista di metodo classico nostrano nella loro proposta enologica. Perché farebbe terra e territorio. Perché fa identità.


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ring

ring di Paolo Chiesa

di Pino Loperfido

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ditelo con una mail: quando l’italiano va a farsi un giro

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ra cinquant’anni, quando il mondo sarà molto diverso da com’è oggi, qualcuno – non avendo di meglio da fare – indagherà sulle origini della comunicazione digitale e probabilmente scoprirà che verbi come “dire” o “rispondere” erano riferiti alla parola in senso stretto e non alla parola digitale. Facciamoci caso. E facciamo un esempio: mettiamo che la nostra lei ci lasci, inviandoci una indimenticabile mail. Noi usciamo, ci sbronziamo (per la felicità) e al primo amico incontrato per strada raccontiamo concitatamente della novità: NEOSINGLE: “Me l’ha detto via mail, ti rendi conto?!” AMICO: “E tu che le hai risposto?” NEOSINGLE: “Le ho urlato: mi hai giusto fatto un favore a lasciarmi...” AMICO: “E lei?” NEOSINGLE: “Mi fa: chi se ne frega!” AMICO: Hai già girato la mail al tuo avvocato?” Ovvero: NEOSINGLE: “Me l’ha comunicato via mail, ti rendi conto?!” AMICO: “E tu che le hai scritto in risposta?” NEOSINGLE: “Le ho scritto a caratteri cubitali che mi ha giusto fatto un favore a lasciarmi...” AMICO: “E lei?” NEOSINGLE: “Mi scrive in risposta: chi se ne frega!” AMICO: Hai già trasmesso la mail al tuo avvocato?” La cosa curiosa, poi, è che chi riferisce di questi colloqui digitali tende a interpretare il tono delle mail. Prova, cioè, a imitare lo stato d’animo del mittente stimando la forma del messaggio: maiuscole, minuscole, punteggiatura, emoticons, eventuali allegati, neretti. Può così capitare di assistere a questi simpatici siparietti in cui una specie di attore riporta di cose dette e di mail girate a questo o a quell’altro nonostante nessuno abbia detto nulla e nulla abbia girato (a farsi un giro ci sarà andata solamente la lingua italiana). Chissà, forse tra cinquant’anni non parleremo nemmeno più in maniera tradizionale (con l’ugola e tutte quelle robe lì), ma solo pigiando un touchscreen. Sempre più convinti di dire qualcosa, quando in realtà lo avremo solo scritto. PS: Appena potete, girate questo articolo ai vostri amici, e ditegli di leggerlo con attenzione: mi raccomando! 10

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VERI BUONI PROPOSITI PER IL 2012: riappropriamoci del tempo

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iamo già a febbraio. Sembra ieri che festeggiavamo la fine del 2011 e brindando avevamo già in mente i buoni propositi da attuare nel corso del 2012. Ora è trascorso un mese dall’euforia delle feste e possiamo provare a farlo sul serio. Sì, perché sappiamo tutti come funziona: alzi la mano chi appena un mese fa non ha fatto almeno uno tra i seguenti buoni propositi: smetto di fumare, mi metto a dieta, vado in palestra due volte in settimana, mi iscrivo a un corso di inglese o di computer, telefono più spesso ad amici e parenti, non mi faccio prendere dalla frenesia delle cose da fare, etc., etc., etc. Ora alzi la mano chi è riuscito a tradurre in pratica quelle buone intenzioni. Ok, ci siamo capiti. La maggior parte non ha nemmeno iniziato e chi l’ha fatto o ha già smesso o lo sta per fare. Perfetto, partiamo da qui. Ci proviamo a fare qualche “vero” buon proposito per questo 2012? Magari relativo a quei comportamenti che vorremmo avessero gli altri ma che noi spesso ci guardiamo bene dall’adottare? Eccone alcuni: non suoniamo il clacson dopo un secondo quando quelli davanti a noi al semaforo non schizzano via appena diventa verde; se tagliamo una precedenza, alziamo la mano in segno di scuse verso chi abbiamo fatto frenare all’improvviso; non telefoniamo o usiamo l’autoradio mentre guidiamo; raccogliamo qualche informazione in più prima di giudicare qualcuno e non lasciamoci influenzare dalla prima impressione; siamo onesti in tema di calcio: se è rigore, lo è anche se viene fischiato verso la nostra squadra; ascoltiamo le altre persone mentre parlano; usiamo anche le parole “grazie”, “per favore” e scusa”: hanno un suono bellissimo; telefoniamo a quell’amico o a quel parente che non sentiamo da tempo; rispettiamo i colleghi di lavoro, anche quelli con cui non andiamo d’accordo; cerchiamo di avere più pazienza con i nostri figli; usciamo a cena con nostra moglie o nostro marito anche senza una ricorrenza particolare. E poi, ogni tanto: prendiamoci il tempo di non fare niente. Che non vuol dire guardare la televisione o giocare con la playstation. Sul divano o su una panchina, lasciamo in tasca il cellulare e stiamocene con i nostri pensieri. All’inizio potrà sembrare una situazione strana ma poi la sensazione di guardare dentro se stessi invece che su un display è veramente appagante. Anzi, ci si potrebbe anche fare l’abitudine.


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In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher Hanno collaborato a questo numero: Alessia Acampora, Paolo Chiesa, Antonia Dalpiaz, Lara Deflorian, Fabio De Santi, Alberto Folgheraiter, Renzo Francescotti, Gianfranco Gramola, Diamante Irti, Carlo Martinelli, Francesca Negri, Nicola Tomasi, Tiziana Tomasini

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6 commenti

Attualità 12

Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 - 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. Trento - Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 Fax 0461.935706 Direzione pubblicità: Rosario Genovese Bolzano - Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 Fax 0471.930743 Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Alcione - Trento Registrazione Tribunale di Trento n. 536 - 4 aprile 1987

Luigi Bressan

20 Rivivono i carnevali

26 Questioni d’etichetta 30 Abio: regalami un sorriso

Grafica: Fabio Monauni Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170

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L’uomo che parlava ai colori

34 Gianni Pellegrini 36 Speciale San Valentino 44 Cani perduti senza collare 48 la tenacia di Pio malfatti 50 Il carnevale di viareggio

Panorama

54 Da orwell a shakespeare 56 “novecento” di Alessandro baricco 58 Kremerata baltica 59 Concerti della domenica 60 Daniele silvestri 62 ivano fossati 64 Riondino incontra flaubert 65 La felicità in un click

Giorno per giorno

66 Mostre 70 appuntamenti del mese

COME ABBONARSI:

(un anno, 12 numeri a Euro 20,00) BOLLETTINO POSTALE c/c N. 11492386 Curcu & Genovese Associati - TM Via Ghiaie, 15 - 38122 TRENTO BONIFICO BANCARIO CASSA RURALE DI TRENTO IBAN IT15 E083 0401 8040 0000 3080 485 CARTA DI CREDITO Telefonando allo 0461.362122 DIRETTAMENTE PRESSO L’UFFICIO ABBONAMENTI Via Ghiaie 15 - Trento Tel. 0461.362107 ufficioabbonamenti@trentinomese.it I Suoi dati saranno trattati per dar corso al suo abbonamento; il conferimento dei dati è necessario per perseguire la finalità del trattamento; i Suoi dati saranno trattati con modalità manuali, informatiche e/o telematiche e non saranno diffusi. Lei potrà rivolgersi (anche telefonicamente) al Servizio Privacy presso il titolare del trattamento per esercitare i diritti previsti dall’art. 7 del D.lgs 196/03. Titolare del trattamento dei dati è la CURCU & GENOVESE ASSOCIATI S.r.l., Via Ghiaie, 15 – 38122 Trento - Tel 0461.362122 AVVISO AI LETTORI La scelta degli appuntamenti è a cura della redazione. La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti delle programmazioni annunciate.

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Scoop&news

86 Fondazione pezcoller 86 poeti a sant’ignazio 89 Indimenticabile “Wrooom” 90 La storia di Mario merelli 91 30 anni tra mele e pedali 92 leggere fa bene alla salute

Rubriche

92 Libri e librerie 95 enogastronomia 96 Fotoromanzo

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trentinoincontri di Alberto Folgheraiter e Paolo Curcu. Foto di Gianni Zotta

un caffè a casa di...

Luigi Bressan: Il diplomatico di piazza Fiera Figlio di contadini, arcivescovo da 23 anni, mons. Luigi Bressan è stato a lungo “ambasciatore” del Vaticano nel sud-est asiatico. Designato vescovo di Trento tredici anni fa ha interrotto un cammino che lo avrebbe portato all’ONU. “Trentinomese” lo ha incontrato per un colloquio fuori dagli schemi e… per bere un caffè

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Mons. Bressan, qual è l’ultimo libro che ha letto? “È un libro che afferma: non si nasce cristiani, lo si diventa”. E quello che sta leggendo adesso, quello che tiene sul comodino in camera da letto? “Una rivista su arte e storia trentina”. L’ultimo film che ha visto? “Francamente non ricordo, anche perché l’ultima volta che sono andato al cinema è stato molti anni fa”. Sogna mai la notte? “Si, qualche volta ricordo anche qualcosa. Uno degli ultimi sogni che ho fatto: mi trovavo in un ufficio postale, ero in coda, e a un certo punto è caduto un tavolo. E mi sono svegliato. Altre volte è il suono della sveglia che interrompe il sogno, ma generalmente non ricordo”. C’è un sogno ricorrente? “No, non ce l’ho”.

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l 9 febbraio compirà 72 anni. Luigi Bressan è arcivescovo di Trento da tredici anni. Fu nominato il 25 marzo 1999 e fece l’ingresso canonico il 30 maggio successivo. Nato al “Ghetto” delle Sarche (allora di Lasino ) nel 1940, figlio di un contadino della mensa vescovile è stato ordinato prete il 28 giugno 1964. Sulla cattedra di S. Vigilio, sedeva il veneziano Alessandro Maria Gottardi al quale, l’anno prima, in occasione del suo sfarzoso ingresso come arcivescovo di Trento e Bolzano, proprio il giovane Bressan aveva tenuto lo strascico come “chierico caudatario”. Una predestinazione? “No – risponde - era un umile servizio liturgico. Non mi era mai passata neanche per la testa l’idea di diventare vescovo e, poi, arcivescovo di Trento”.

al centro di notizie, commenti e polemiche attorno al patrimonio, agli impieghi, a supposte speculazioni finanziarie. Il “caffè in casa dell’Arcivescovo” offre anche la ghiotta opportunità per un’intervista a tutto campo, come si dice. Una sorta di bilancio dopo quasi un quarto di secolo di episcopato e tredici anni da titolare della diocesi di S. Vigilio. All’accoglienza cordiale dei collaboratori di “Trentinomese”, l’arcivescovo Bressan ha aggiunto la disponibilità totale alla richiesta del fotoreporter Gianni Zotta (un abitué, peraltro, dei “sacri palazzi”) per una ripresa fotografica inconsueta: la preparazione personale del caffè e il servizio agli ospiti in preziose tazzine di porcellana thailandese. Diplomatico di lungo corso, mons. Bressan ha cominciato l’attività internazionale quale “osservatore permanente della S. Sede” presso le Nazioni Unite di Ginevra e poi alla Comunità Europea a Strasburgo, per finire come “ambasciatore del Papa” in Estremo Oriente. Dieci anni prima di approdare sulla cattedra di S. Vigilio era stato eletto arcivescovo titolare di Severiana (un’antica sede episcopale, oggi soppressa, della provincia romana di Bizacena, nell’odierna Tunisia) e nominato pronunzio apostolico in Pakistan. Dopo l’ordinazione episcopale a Trento, nel 1989, dalle mani del cardinale Agostino Casaroli (segretario di Stato vaticano, il

“ministro degli esteri del Papa”) mons. Bressan era stato designato dal Papa quale Nunzio Apostolico in Thailandia, Cambogia, Singapore e Delegato Apostolico in Laos, Malesia, Brunei e Myanmar (Birmania). Una carriera che lo avrebbe portato, probabilmente, alla porpora cardinalizia.

Dunque, eccoci qui, in casa di mons. Bressan, di mattina presto, giovedì 12 gennaio 2012. Per bere un caffè, certo, ma soprattutto per chiedere all’arcivescovo chiarimenti e spiegazioni in merito a certe spinose questioni. Negli ultimi mesi, infatti, la diocesi di Trento (tutta la Chiesa italiana, in verità) è stata 15

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Pentito di aver accettato la nomina ad arcivescovo di Trento? “Per nulla. A parte che quanto succede nella vita nessuno lo può prevedere… Poteva subentrare anche una malattia che avrebbe bloccato tutto. Sono stati anni intensi. Sapevo che un cambio era nell’aria. Devo dire che pensavo a un’altra Sede, a un altro posto di lavoro, sempre nell’ambito del servizio alla Santa Sede. In verità, la mia scelta era stata quella di fare il prete per stare con la gente e non per le istituzioni”. Lei era il figlio di un contadino della

“Mensa vescovile” (i beni personali di sostentamento del vescovo), alle Sarche. Se non fosse intervenuto, nel 1984 il nuovo Concordato fra Stato italiano e Chiesa cattolica che ha cancellato le “Mense vescovili”, si sarebbe ritrovato nella singolare situazione di passare da famiglio a padrone… “Se fosse rimasta quella situazione non avrei potuto nemmeno accettare di diventare vescovo a Trento. Restava, comunque, nel paese la vecchia mentalità, ormai superata dalla Storia, di una

distanza molto elevata tra il devoto e il vescovo”. Situazione analoga, peraltro, a quella di mons. Joseph Gargitter, vescovo di Bolzano. “Infatti anche lui era figlio di un operaio della Mensa episcopale…”. Se non avesse fatto il prete (e poi il vescovo) che mestiere le sarebbe piaciuto? “Quando ero al liceo mi piaceva molto la ricerca, soprattutto nel campo della matematica e della fisica. Erano le materie nelle quali eccellevo…”.

LA VISITA DEL PAPA POLACCO

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iovanni Paolo II venne a Trento a sera del 29 aprile 1995. Era la prima visita ufficiale di un pontefice della Chiesa di Roma alla diocesi di S. Vigilio. (Nel 1782 vi era passato papa Pio VI, di ritorno da Vienna dove si era recato, inutilmente, per far desistere l’imperatore Giuseppe II dalle sue pesanti ingerenze in materia ecclesiastica. Il Papa sostò, brevemente, in S. Maria Maggiore, a Trento, ma andò a dormire a Rovereto). Tornando a Giovanni Paolo II, il “Papa venuto di lontano” aveva lambito più volte i confini del Trentino. Il 26 agosto del 1979, un anno dopo la sua elezioni al soglio di Pietro, Karol Wojtyla era salito sulla Marmolada, in territorio bellunese, per ricordare la figura del suo predecessore Albino Luciani, papa Giovanni Paolo I, che aveva “regnato” per soli 33 giorni. Nel 1984 e 1988 fu ospite al rifugio “Caduti dell’Adamello”, sulle Lobbie, gestito dal CAI di Brescia. La prima volta (17 luglio 1984), accompagnato dal presidente della Repubblica, Sandro Pertini, fu per sciare sul ghiacciaio; la seconda fu per celebrare una messa sull’altare di granito realizzato per ricordare la visita di quattro anni prima. L’indomani raggiunse il santuario mariano di Pietralba/Weissenstein e, nel pomeriggio, Tesero e la Val di Stava a tre anni dal disastroso crollo dei bacini di Prestavél che aveva causato la morte di 268 innocenti. La sera del 29 aprile 1995, Giovanni Paolo II fu ospitato nel palazzo di Piazza Fiera dove passò la notte e da dove, a tarda sera (foto di G. Zotta) si affacciò per salutare la folla che, da ore, lo acclamava nella piazza. L’indomani, 30 aprile, all’interporto di Trento nord, davanti a centomila persone proclamò “beato” Giovanni Nepomuceno de Tschiderer che fu vescovo-principe di Trento dal 1835 al 1860.

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Come stabilito da Paolo VI e previsto dal codice di diritto canonico approvato (1983) da Giovanni Paolo II, i vescovi sono tenuti a presentare le dimissioni dal governo pastorale della diocesi al compimento dei 75 anni. Pertanto, per quanto la riguarda, mons. Bressan, fra tre anni esatti. È già tempo di bilanci? “No, io continuo a lavorare e quando arriverà quel tempo presenterò certamente le mie dimissioni e il Santo Padre poi deciderà. Dipenderà anche dalla condizioni di salute. Non faccio bilanci, lascio semmai agli altri l’incombenza nel futuro”. A proposito di salute, come sta? “Mi sento bene, sono in piena forma”. Ma lei sarebbe favorevole, come da più parti del mondo cattolico si chiede, a una proroga sino ai 78 anni di età se non addirittura agli 80 anni com’era un tempo? “Non penso convenga elevare l’età. Poi ci sono casi particolari, ma c’è pure chi vorrebbe abbassare la soglia a settant’anni. Essere vescovo richiede, infatti, un’intensità di lavoro e un’elevata efficienza fisica e mentale per poter dare un servizio completo: contatto con le persone, approfondimento teologico, capacità di comunicazione, vita spirituale. Tutti aspetti che, talora, con l’età possono venire meno”. Lei ha completato la visita pastorale all’intera diocesi cominciata dal suo predecessore, mons. Sartori, ed ha avviato una seconda ricognizione. Che sensazioni e che situazioni sta 18

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riscontrando nel Trentino del terzo millennio? “È un Trentino dinamico con qualche chiusura. Talvolta si rischia di perdere la radice ma la vita per ora c’è. E io insisto che è necessario rinnovare le motivazioni di fondo, la fede; rinnovare le impostazioni di vita nelle sue basi. Tuttavia, c’è vitalità e ce n’è tanta”. La crisi della vocazioni tra il clero ha portato all’affidamento di più parrocchie ad un solo prete. Ce n’è uno che ne ha addirittura dieci. Che tipo di presenza pastorale ci può essere in tanta dispersione? “La pastorale non è più affidata solo al sacerdote. È affidata all’intera comunità e,

all’interno di essa, a persone che possano assumere qualche incarico specifico. Sempre di più il prete avrà il compito di animazione spirituale, di proposta dell’elemento strettamente religioso. E non perché la Chiesa si chiuda ma perché ci sia un contributo alla costruzione del regno di Dio e quindi alla costruzione della società civile. Sono convinto che entreremo nel Regno dei Cieli solo se saremo uomini (e donne) seri e solidali qui sulla Terra”. Dopo aver inviato missionari nei cinque continenti, oggi la diocesi di S. Vigilio deve affidare pecore e ovili a pastori venuti da fuori, persino stranieri. È un arricchimento o il segno di una sconfitta?


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“Sono pochissime unità. Non solo sono un arricchimento ma è pure giusto che la Chiesa sia universale, anche se resto convinto che le vocazioni al sacerdozio debbano venire dalle nostre famiglie”. A proposito di ricchezza, a quanto ammonta il patrimonio della diocesi di Trento?

IL LIBRO

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ultimo libro di Mons. Bressan è uscito lo scorso anno. Si tratta di Maria nella devozione e nella pittura dell’Islam (Jaca Book, pag. 232, Euro 34). Il libro è una ricerca approfondita e innovativa sulla presenza di Maria nella venerazione e nella pittura dei musulmani, con uno sguardo sinottico che esamina il loro approccio e quello cristiano secondo la Bibbia, il Corano, la tradizione e l’attualità.

“Quello materiale non l’ho mai quantificato, anche perché che cosa intendiamo per patrimonio? Le chiese, i quadri, le opere d’arte? Il resto è affidato a una società finanziaria che gode grande stima e alla quale collaborano anche altre Diocesi. È una presenza parziale perché la diocesi di Trento arriva al 40% della partecipazione azionaria in ISA (Istituto Atesino di Sviluppo). Poi ci sono altri enti, il Seminario vescovile, per esempio, e la Mutua del Clero che portano al 56% il totale della partecipazione di istituzioni ecclesiastiche”. L’Istituto per il sostentamento del Clero possiede 125 appartamenti, il seminario vescovile 180 immobili e il Capitolo dei canonici della cattedrale, 83 immobili. Su tutte queste proprietà, a parte i luoghi deputati al culto, la diocesi paga l’ICI. Dagli enti riconducibili alla diocesi, il solo Comune di Trento incassa 230 mila euro di ICI all’anno. Tuttavia, da più parti, nella Chiesa e anche nel mondo cattolico trentino, si invoca il ritorno alla povertà evangelica. È sbagliato? “Ciascuno di noi cerca di vivere povero. Poi ci vogliono i mezzi per poter

aiutare le persone, penso alla Caritas, per sostenere il Seminario, per assicurare un insegnamento e un alloggio. C’è sempre questo dilemma, tuttavia vorrei ricordare che anche gli Apostoli di Gesù tenevano una cassa. Non era ricca ma tale da poter vivere, senza alcun splendore”.

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La diocesi e la curia

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pesso si tende a fare confusione tra la diocesi (che è una porzione di territorio nel quale vive e opera una comunità cristiana affidata al governo pastorale di un vescovo) e la curia vescovile, vale a dire l’insieme delle persone e degli enti che collaborano con il vescovo nella gestione della diocesi. Non sarà disdicevole, pertanto, qualche noterella. Dal 1964 il territorio della diocesi di Trento coincide con quello amministrativo della Provincia autonoma di Trento. Non è sempre stato così, anzi. Un tempo si spingeva sino a Bolzano, mentre la Valsugana e il Primiero (sino alla fine del XVIII secolo) furono soggette al governo pastorale del vescovo-conte di Feltre. Questi aveva giurisdizione, nello spirituale, sino al rio Farinella (fra Pergine e Trento) e, nel temporale, sino a maso San Desiderio a Novaledo. A quel confine, infatti, arrivava la giurisdizione civile del vescovo-principe di Trento. Nel 1786, per volere dell’imperatore di Vienna, Giuseppe II, Valsugana e Primiero furono aggregati alla diocesi di Trento. Nel 1818 si aggiunsero anche Merano e la Val Venosta (fino a quel momento sotto la diocesi di Coira) e i decanati di Fassa, Chiusa e Castelrotto che appartenevano storicamente alla diocesi di Bressanone. Quell’anno, il Capitolo della Cattedrale di S. Vigilio perdette il diritto di nomina dei vescovi (che erano poi confermati dal Papa). Tale prerogativa passò alla corona di Vienna che nominò i vescovi tridentini del XIX secolo, compresa la designazione di Celestino Endrici (1904-1940). L’ultimo vescovo di Trento con il titolo di “Principe” (anche se il Principato vescovile era finito, di fatto, nel 1803) fu mons. Carlo de Ferrari, morto nel 1962. Per il XXV anniversario di elezione del vescovo Endrici (1929) alla diocesi di Trento era stato attribuito il titolo di “sede arcivescovile”. Dal 1964 è “metropolita”. Le cartine sono tratte dal volume di A. Costa, “La chiesa di Dio che vive in Trento”

Le partecipazioni nell’ISA e certi investimenti finanziari e immobiliari non le creano qualche imbarazzo? “Anch’io vorrei poter vivere solo nello spirituale. In realtà abbiamo bisogno anche dell’aiuto materiale. Non è la Diocesi di Trento a gestire direttamente i beni che possiede ma un ente nel quale sono presenti capitali e partecipazioni anche di istituzioni non ecclesiastiche”. Questi beni a che cosa servono? “Servono anzitutto a pagare i collaboratori e le collaboratrici della Curia. Sono più di cento i laici che lavorano nelle opere diocesane e vanno giustamente retribuiti. Un confratello vescovo che aveva pochi mezzi mi diceva: per pagare il personale io devo prendere l’otto per mille che ricevo dalla CEI (la conferenza episcopale italiana)”. Quanto riceve da Roma, dall’otto per mille, la diocesi di Trento? “Noi riceviamo un milione di euro per il culto, denaro è usato per aiutare le parrocchie, e mezzo milione di euro per 20

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la solidarietà e la carità. Tutto è sempre distribuito entro fine anno”. C’è una sorta di federalismo fiscale e solidale fra le 224 diocesi italiane? Dal Trentino cattolico vanno a Roma più soldi di quelli che tornano indietro? “Riceviamo molto di più. A Roma mandiamo dall’Istituto diocesano circa un milione di euro l’anno. Poi teniamo conto di quanto viene dato ai singoli sacerdoti e non sono stipendi di lusso: andiamo dai 900 ai 1.300 euro al mese”. Quanto guadagna un Arcivescovo? “Lo stipendio base è di 1.300 euro e, con un punteggio aggiuntivo, si arriva a 1.706 euro al mese”. Non pagando l’affitto si riesce a vivere, insomma. E le offerte di singoli, enti o privati? “Quelle sono trasmesse ai vari uffici secondo le intenzioni”. S’è detto e s’è scritto che la diocesi, tramite la sua finanziaria stava per entrare, nelle scorse settimane, nel

business della catena commerciale “compro oro”. Il ripensamento è stato sollecitato dal suo intervento personale? “L’ISA partecipa a varie società; una di queste partecipa, a sua volta, a un’altra impresa che fa parte di una terza società ed alla quale è stato proposto di entrare in questo affare. ISA parteciperebbe a tale operazione molto indirettamente. È stata fatta la proposta che a né noi né alla direzione ISA è sembrata opportuna ma è l’assemblea dei soci che dovrà decidere se la partecipata potrà scegliere quella opzione. Del resto c’è un Comitato etico”. Talune diocesi dagli Stati Uniti all’Irlanda, dall’Olanda all’Austria, sono state segnate dalla pedofilia tra il clero. A Trento il problema esiste? “Tendenze al male possono esserci dappertutto, tuttavia casi presenti o recenti non ce ne sono”. Lei è favorevole al sacerdozio femminile?


trentinoincontri

La “casa” dell’Arcivescovo

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ei primi secoli l’abitazione del vescovo di Trento si trovava presso la basilica di S. Maria Maggiore (IV-IX secolo). A cavallo del primo millennio, il vescovo si trasferì con la sua corte nel palazzo costruito fuori porta Veronese. Oggi è conosciuto come Palazzo Pretorio poiché divenne, più tardi, sede del Podestà che vi amministrava la giustizia. Accadde dopo il 1255, quando Egnone di Appiano trasferì la propria residenza sul colle del Buonconsiglio, nel castello che era stato costruito dal podestà di Trento, Sodegerio da Tito (1239-1255). Nel 1804, dopo che il governo austriaco aveva requisito e incamerato il castello del Buonconsiglio, il vescovo Emanuele Maria Thun fu costretto a vari traslochi. Dapprima nel palazzo di famiglia in via Belenzani; poi in casa Stanchina (largo Carducci); infine nel palazzo Wolkenstein (in via Marchetti, sul retro del parco di S. Marco). Nel 1824, il vescovo Saverio Luschin prese in affitto dal governo austriaco palazzo Calepini-Salvotti, in via Calepina, oggi sede dell’Istituto Fondiario Trentino-Alto Adige. Per dieci anni, fino al 1846, qui abitò pure il vescovo Nepomuceno de Tschiderer il quale trasferì poi la propria residenza nel palazzo de Taxis, (dove c’è oggi la sede della Banca d’Italia) che aveva acquistato dal governo austriaco. Infine, dopo aver venduto alla Banca Cooperativa Trentina il palazzo di piazza Vittoria (1922), il vescovo Celestino Endrici acquistò il palazzo di piazza Fiera, che era della famiglia Ceschi di S. Croce, e vi trasferì la propria residenza e gli uffici della Curia. Gran parte della documentazione storica sull’attuale sede arcivescovile, in piazza Fiera, è andata perduta per l’incuria di un prete il quale, negli anni Cinquanta del secolo scorso, bruciò varie carte e manoscritti da lui ritenuti di scarso valore. Si sa, peraltro, che la famiglia Peregrini vendette (1633) il terreno con annessa abitazione al principe vescovo Carlo Emanuele Madruzzo il quale, a sua volta, lo cedette alla famiglia Particella. La famiglia, cioè, dell’amata Claudia per la quale tentò invano (spese ben centomila fiorini del Reno) di ottenere da Roma l’annullamento degli ordini sacri (fu ordinato prete e consacrato vescovo nel giro di tre giorni, tra il 28 e il 31 ottobre 1627). Abitato dalla famiglia Particella per oltre un secolo e mezzo, l’edificio fu poi rifabbricato. In seguito a vari passaggi ereditari il palazzo finì nella disponibilità dell’Istituto dei Sordomuti (1864). Pochi anni dopo (1871) la proprietà fu venduta ai baroni Ceschi di Santa Croce i quali ricostruirono il palazzo nella forma attuale. Negli anni Sessanta del secolo scorso, le scuderie, le stalle e il fienile del palazzo Ceschi furono ristrutturati e trasformati nel “Centro culturale Bernardo Clesio” (1966).

“Non penso sia possibile teologicamente. Siamo legati a quanto il Signore ha scelto circa i sacramenti…”. A proposito di vocazioni, ritiene che il celibato dei preti possa essere superato in futuro? “Io sono convinto che sacerdoti celibi siano quanto mai indispensabili per una radicalità di impegno. E il fatto di accogliere persone con una famiglia non credo aumenterebbe di molto il numero dei preti perché l’esperienza protestante lo dimostra e complicherebbe di molto il servizio pastorale”. È stato difficile governare la diocesi in questi ultimi anni? “È stato difficile passare dal lavoro che svolgevo prima a questo più squisitamente pastorale. Però devo dire che ho degli ottimi collaboratori e poi parroci e laici…”. Che cosa le manca del precedente ministero? “Era una dimensione internazionale che, peraltro, continuo a seguire. Molta solidarietà con i missionari e, nell’ambito ecumenico, lo scorso anno abbiamo avuto incontri a Mosca con il patriarca di tutte le Russie e con il patriarca Bartolameos a Istanbul. Quest’anno ci incontreremo a Lisbona con gli ortodossi; è prevista un’altra riuinione con i leader religiosi a Belgrado e ci sono contatti pure con il mondo protestante. Il nostro ufficio per l’ecumenismo fa un bel lavoro, cura i contatti con le scuole. Al “Tavolo delle Religioni” di Trento poi guardano con ammirazione molte diocesi”. Mons. Bressan, che voto si dà come arcivescovo di Trento? “Non mi do voti, cerco di lavorare al massimo seguendo Cristo. Semmai, saranno gli storici a dare un giudizio… sempre variabile”. Da contemporanei, per quanto ci riguarda, possiamo solo apprezzare la disponibilità all’incontro; la risposta puntuale a tutte le domande, anche le più spinose; la semplicità nel dialogo. Al termine dell’incontro, il diplomatico diventato pastore ha regalato all’editore di “Trentinomese” un volume sulla figura della Madonna nella devozione dell’Islam. Quasi a ribadire che Trento è piccola e l’Arcivescovo non dimentica né il passato da “ambasciatore” né le relazioni internazionali. Quanto al caffè, ottimo. Del resto era Lavazza, quello del Padreterno. Tanto ■ per restare in famiglia. 21

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Valfloriana 2011. Foto Zotta

Tra il 18 e il 21 febbraio, tornano a “fiorire” i carnevali tradizionali nelle valli del Trentino. Tra roghi di pino e di fantocci di paglia si perpetuano riti dei secoli passati: da Valda a Grumes, da Valfloriana alla Val di Fassa, alla val dei Mocheni, la storia irride la cronaca dietro le maschere di legno e nelle movenze dei figuranti. Nonostante l’anno bisestile niente “Biagio dele Castelàre” nella valle del Tesino. I costi elevati fanno posticipare la manifestazione di due o tre anni 22

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Nel Trentino delle valli Tra roghi e processi rivivono i carnevali di Alberto Folgheraiter

Foto tratte dai libri “La Terra dei Padri” e “I Villaggi dai camini spenti”

“Evviva, evviva, evviva el carneval, l’è mort, l’è morto, l’è morto su ‘n tel pal”. Così cantavano (e forse cantano ancora), quelli di Valda, minuscolo comune della Val di Cembra, la sera del martedì grasso, dando alle fiamme il fantoccio del “carnevale”. Dal 1908 il pupazzo è legato alla colonna della fontana sulla via principale dell’abitato. Fu costruita per celebrare i sessant’anni di regno dell’imperatore d’Austria-Ungheria, Francesco Giuseppe d’Asburgo. Per tale ragione fu chiamata “la fontana del Giubileo”. Il fantoccio del carnevale (di solito con l’elmo da pompiere, tanto per esorcizzare gli incendi) è attaccato alla colonna della fontana la notte dell’Epifania. Un tempo teneva in mano una chiave, una lanterna e una pignatta che servivano poi per entrare nelle cantine del paese e bere a volontà. Il pupazzo, con una maschera di legno, restava appeso al “pubblico ludibrio” per tutto il carnevale. Il martedì grasso era portato al Croz, sopra il paese, e bruciato a cospetto della valle. Era questo il modo per espiare peccati e omissioni, eccessi e birbonate, epilogo di un tempo di vita dissoluta prima di rientrare nel tempo comune, con la Quaresima e la ripresa del lavoro nei campi. Adesso, prima del rogo, il fantoccio è sottoposto a processo. La sentenza è sempre la stessa: “Sia dato alle fiamme”! Un rogo chiude, di solito, l’ultima sera dei carnevali trentini. Il più noto, quello del pino di Grauno (altro villaggio della Val di Cembra, 147 abitanti appena) è finito su riviste nazionali e su volumi di etnografia. È una delle poche rappresen-

Valfloriana 2011. Foto Zotta

tazioni popolari superstiti e genuine in un panorama del folclore, anche trentino, ormai patinato e cellophanato per i “pacchetti di promozione turistica”. È rimasta un’azione spontanea. Viene dalle generazioni e alle generazioni è trasmessa. È soprattutto un’espressione della comunità. Con l’albero che brucia, la sera del carnevale che muore, Grauno diventa per qualche attimo l’ombelico del piccolo mondo valligiano. Quest’anno 2012 il pino, issato e adobbato sul dosso chiamato, appunto, “del carnevale”, sarà bruciato da Stefano Pedot il quale è andato a nozze già due anni fa. Tradizione vuole che sia l’ultimo uomo sposato del comune ad appiccare il fuoco all’albero del carnevale. In verità ci sarebbe Alessandro Pojer, il quale lo scorso settembre ha impalmato Eli-

sa Cristofori da Grauno. Tuttavia, pur abitando a Grauno, il giovane Pojer è originario di Grumes. Pertanto un “forestiero” all’occhio attento del comitato organizzatore della celebrazione. Se ne parlerà di certo, in piazza, la mattina del martedì grasso (21 febbraio) quando, dopo aver trascinato il pino lungo l’erta che scende dal monte, sarà allestita “la comèdia” e imbastito, anche qui, una sorta di processo. L’ultimo sposo del paese sarà “condannato a battezzare” il pino con una frasca intinta nel vin cotto. La “comèdia” è un atto unico scritto e recitato dai coscritti (quando ce ne sono) o dai componenti il comitato organizzatore. Una recita di pettegolezzi, lazzi e allusioni, con protagonisti gli abitanti di Grauno. 23

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trentinoattualità Tutto è cominciato la notte dell’Epifania quando, per tradizione, alla colonna delle quattro fontane sono stati fissati quattro pinàti, giovani pini tagliati nel bosco. È il via al carnevale che entra nel vivo la mattina del martedì grasso, con i riti che seguono un antico canovaccio. L’albero, gigantesco se posto a confronto con i pinàti dell’Epifania, colto pur esso nella selva di Grauno, è poi trascinato fin sul doss del Carneval e piantato in un’apposita buca. Va scavata entro mezzogiorno. Se il “comitato” fosse in ritardo, anche le campane dovrebbero aspettare per suonare il mezzodì del martedì grasso. Il pino di Gràuno che illumina la notte del carnevale cembrano è la metafora e il prologo dell’incipiente Quaresima. È il faro della speranza nel buio di vite lambicàde, là dove per lambicàr s’intende certo la distillazione della grappa (di contrabbando) ma anche e soprattutto menare una vita grama. Tant’è che si diceva: I Banderàl di Carano. Foto Cavagna 1998

En val de Cembra se lambìca de dì e de not (si fatica di giorno e si distilla la notte) Da molto tempo qui, come in altre contrade cembrane, l’ultimo di carnevale è ancora giorno di assoluto riposo. Pena un processo e una scontata condanna. Scriveva in proposito (1962) Giovanni Paolo Zanettin, appassionato ricercatore di tradizioni cembrane: “Una curiosa tradizione [a Grauno] prediceva guai a chi, vecchio o giovane, fosse stato trovato al lavoro l’ultimo giorno di carnevale. La gioventù del luogo girava per il paese e le campagne in traccia di qualcuno scoperto a lavorare; se trovato, lo si pigliava a viva forza e dopo averlo fatto ubriacare lo caricavano su una rozza carretta, lo portavano in giro per tutto il paese, soffermandosi in ogni osteria dove, con lui, bevevano tutti i presenti ricordandogli che l’ultimo giorno di carnevale, per antica consuetudine, non si doveva lavorare. Se il colpevole avesse reagito a questo cerimoniale, la gazzarra si protraeva fino al giorno delle Ceneri; allora, in omaggio al precetto di astinenza, gli ornavano il cappello con un’aringa (loc. peclìn) o una coda di stoccafisso e, seguito da tutta la marmaglia, si ripeteva la visita alle osterie del luogo; finalmente lo si metteva in libertà. Per amara conclusione, il malcapitato doveva, in giornata o nel giorno successivo, recarsi 24

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in tutte le osterie visitate e pagare i conti delle libagioni”. A Palù in valle dei Mòcheni, il carnevale è legato a tre maschere: il Bècio/ vecchio, la Bécia/vecchia, l’Oeartrogar/ il portatore di uova. L’elemento centrale del carnevale, che è messo in scena nell’alta valle, è costituito dal “testament”. Il lunedì grasso (detto dei magnóni) i koskrötn (coscritti) con i Béce e un suonatore, visitano i masi di Palù. Con la scusa di ordinare le torte che serviranno l’indomani per far festa e concludere il carnevale del martedì grasso, detto Bèciato (dei vecchi), i giovanotti raccolgono informazioni sugli amori in corso, sulle simpatie o le antipatie tra un maso e l’altro. Tutte notizie che serviranno poi per la stesura del “testament”, per mettere in piazza vizi e virtù dei compaesani. Al Bècio, che deve essere gobbo (e il gobbo era considerato portafortuna) viene imbottita la schiena con paglia o fieno. La Bècia è interpretata da un uomo vestito da donna. Il corteo compie la visita a tutte le frazioni del paese. Davanti a ogni abitazione, i Bèce spargono segatura per seminare, in tal modo, benessere, fecondità, prosperità. Il raccoglitore di uova, nel frattempo, passa a riscuotere l’offerta che può essere anche in denaro. Servirà per la cena di fine carnevale ma soprattutto per far

dire messe di suffragio per le anime dei “poveri morti” di Palù. L’allegria e la festa si confondono nel ricordo dei defunti, una sorta di pedaggio per avere “via libera” alla baldoria. Quasi un retaggio dei baccanali che, nella Grecia antica e poi a Roma, seguivano il funerale. L’epilogo va in scena nel bar del paese, con il Bècio che cade stecchito e la Bècia che scopre il testamento nelle tasche del “defunto”. Ne viene data pubblica lettura. Contiene la descrizione d’accoppiamenti burleschi, svela trame segrete, si dilunga in pettegolezzi e su quant’altro si è raccolto il giorno precedente nel giro di ricognizione tra i masi. Il Bècio a quel punto torna in vita e, per lo spavento, “muore” la Bècia. Nuova ricerca tra gli effetti personali ed ecco un secondo testamento, con nuove rivelazioni e colpi di scena. Quasi una “telenovela”. Conclusa la declamazione in versi dialettali trentino-mocheni, avviene la resurrezione finale che è suggellata dal ballo tra il Bècio e la Bècia e tra le persone accoppiate nei due testamenti. Tali accoppiamenti vanno rigorosamente rispettati. Dopo il ballo finale si brucia il fieno (o la paglia) servito per modellare la gobba del Bècio. Il falò è accompagnato dal suono dei campanacci. Si brucia anche un tronco al quale sono stati aggiunti paglia, frasche e rami secchi. È il rito


trentinoattualità che introduce la Quaresima, tempo d’astinenza e di digiuno. In Val dei Mocheni, il carnevale di Palù era l’avvenimento più atteso dell’anno, occasione d’incontro e d’accoppiamento per i giovanotti in procinto della leva militare. Pure in Val di Fassa sono i coscritti gli attori del carnevale tradizionale. Tocca a loro interpretare i ruoli del Bufón, dei Laché e dei Marascòns. Anche qui, sul cappello dei Marascòns figurano nastri colorati, donati dalle ragazze del paese, ma soprattutto le piume del gallo forcello. Rispetto alla Val dei Mocheni, a Penia s’indossano le facéres, maschere di legno intagliate dagli artigiani della valle. La prima uscita avviene il 17 gennaio, S. Antonio abate. Ma un tempo, già la vigilia, i ragazzi del paese correvano, mascherati, ad annunciare l’arrivo del carnevale. Non ci sono altre date fisse per la celebrazione del carnevale, esclusi il giovedì e il martedì grasso. Il Bufón corre di contrada in contrada e mette in scena le bufonèdes, lazzi e frizzi, e non risparmia offese ai passanti. Il lacchè fa invece l’ambasciatore. I marascòns, con campanacci legati attorno alla vita, piroettano e ballano partecipando alla farsa che, un tempo, era portata di casa in casa. A Campitello di Fassa, il carnevale si svolge sulla pubblica piazza a vantaggio soprattutto dei forestieri, meno spontaneo quindi e meno vero di quello di Penia che resta avvenimento culturale “interno alla comunità”. Come quello di Palù, ricco di sfumature e di sottintesi comprensibili soltanto ai compaesani. Nei carnevali tradizionali si brucia la “vecia” o si esorcizza la vecchiaia in vari modi. A Campitello è messo in funzione “el molin de la vèies”, il mulino delle vecchie, nel quale sono gettate le donne anziane. Vi escono trasformate in leggiadre fanciulle, pronte per il ballo con i “diavoli” che le avevano poco prima catapultate nel mulino. In questo carnevale, balzano all’occhio i sottintesi e gli inviti a trasgressioni di tipo sessuale. Lo stesso corteo degli sposi, talvolta è al centro del carnevale. Il Banderàl di Carano o i matòci di Valfloriana ne sono esempi dichiarati. In Val di Fassa i riti nuziali hanno ancora un corollario carnevalesco. La vigilia delle nozze si “fa fum”, e “fare

Il rogo del fantoccio del carnevale di Valda

fumo” assume il significato di disturbare gli ex fidanzati o l’ex fidanzata che sono presi di mira dai coscritti dei futuri sposi. Sotto la loro abitazione si fa fumo, vengono bruciate sostanze maleodoranti o che promanano un fumo intenso. In tal modo si cancellano e si purificano i trascorsi con chi il giorno seguente va a nozze. Si avvolge nelle nebbie e nel fumo di una sorta d’esorcismo un pezzo di vita passata. Se una ragazza va sposa fuori paese, in Val di Fassa si fa ancora la baschìa, con un pubblico processo allo sposo, colpevole di portar via “la perla del reame”. Per la sentenza ci si appella al “Re di Sobèna” perennemente ubriaco, portato sul proscenio “sotto la bèna”, il grande cesto di rami intrecciati che è utilizzato, di solito, per il trasporto del letame dalla stalla ai campi e sui prati. La conclusione è legata al pagamento di un pedaggio da parte dello sposo, che si traduce in una cena collettiva per gli attori della baschìa, i quali, in precedenza, avranno letto in pubblico un componimento in versi. Forse è superfluo, ma giova ricordarlo, tale componimento contiene fatti e misfatti degli sposi e delle relative famiglie. Nel comune di Valfloriana, tra la Val di Cembra e la Val di Fiemme, gli attori, tutta gente del paese, indossano maschere di legno, qui dette facére.

Anche qui i personaggi principali della rappresentazione sono i coscritti o i giovani scapoli della comunità. Vi sono i matòci, gli arlecchini, i sonadori, i sposi con la Bèla e i Paiàci, i pagliacci. Quando il matòcio arriva alle prime case del villaggio, viene fermato da alcuni paesani i quali lo sottopongono al contrèst, il contraddittorio, un interrogatorio di rito che serve per individuare, se possibile, l’identità dello stesso. Il matòcio, essendo abilmente mascherato, risponde con voce in falsetto per evitare di essere riconosciuto. La stessa maschera di legno di cirmolo, la facéra, consente di modificare le armoniche della voce. Dopo l’ultimo matòcio, giungono gli arlecchini. Costoro hanno il viso scoperto, mentre resta mascherata la Bèla (si tratta di un uomo vestito da sposa), così come lo spós (una donna mascherata da sposo), in un’inversione di ruoli e di situazioni tipiche del carnevale. Il corteo nuziale, formato da gente mascherata in vario modo, è chiuso dai paiàci, i quali devono “far ridere la gente”. Sulla piazza di Casatta di Valfloriana, il centro principale del Comune, avviene l’ultimo contrèst collettivo allorché il corteo si trova la strada sbarrata da un tronco d’albero posto di traverso. Vi si leggono in questo “rito” analogie con la stropaia o la chiudenda dei matrimoni 25

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trentinoattualità di un tempo. In passato, le mascherate itineranti tra le frazioni del comune di Valfloriana, si tenevano dall’Epifania al martedì grasso. L’andare in maschera offriva l’occasione per conoscere le ragazze da marito, per sondare disponibilità e umori al riparo dell’anonimato garantito dalla facèra, la maschera intagliata nel legno di cirmolo o di abete rosso. Anche ai matòci di Valfloriana era demandato l’intrattenimento degli sposi, quelli veri, nella cui abitazione si svolgeva il ballo, la sera delle nozze. Anche per questo motivo l’epoca scelta per il matrimonio coincideva, spesso, con il carnevale. Del resto, in tempo di Quaresima non si potevano celebrare matrimoni. Il carnevale dei matòci si svolge il sabato grasso. Quest’anno il 18 febbraio. Per l’occasione sarà presente, vestito da Dante, anche Angelo Chiaretti, fondatore e presidente del “Centro Dantesco S. Gregorio in Conca” di Mondaino, in provincia di Rimini. Con tale località Valfloriana ha avviato da tempo contatti cultural-culinari, non ultima la collocazione in “fossa” del formaggio. Da qualche anno, il martedì grasso, i matòci di Valfloriana vanno in trasferta a Grauno, sull’altra sponda della Val di Cembra. Nel Tesino, il Biagio delle Castelàre dovrebbe essere impiccato ogni quattro anni. Di solito in un anno bisestile (“an bisèst, an senèst”, anno bisestile, anno sinistro) a memoria di antiche disgrazie patite dai Tesini a causa del Biagio che qui chiamano familiarmente “el Biargio”. Sarebbe toccato quest’anno. Poiché la rappresentazione è andata in scena nell’inverno del 2010, si dovrà attendere il 2014 o il 2015 prima di una nuova edizione. Il costo della manifestazione, infatti, si aggira sugli ottantamila euro e il comitato organizzatore non è in grado di mantenere la scadenza quadriennale. La vicenda alla quale fa riferimento il “processo al Biargio” affonda nella storia del Trecento. Biagio II, figlio di Antonio che fu figlio di Biagio I, signore di Castelnuovo della famiglia di Caldonazzo, dinasta di Ivano e di Grigno, nel 1356 ottenne la giurisdizione di Tesino. Fu crudele e dispotico, tant’è che i Tesini cercarono di liberarsi più volte dal giogo. Vi riuscirono nove anni dopo (1365) quando il Biagio delle Castellare fu sconfitto da Francesco da Carrara, suo ex alleato. Costretto a fuggire, il 26

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Il Biagio in catene

Biagio fu inseguito pure dai Tesini i quali, non trovandolo, scaricarono rabbia e frustrazioni su un fantoccio di paglia, preso a modello del tiranno, condannato ed impiccato in effigie sulla pubblica piazza. La storia si mischia con la leggenda ed il carnevale ne ha perpetuato la memoria. Nella prima metà dell’Ottocento, il conte Biagio delle Castellare finiva giustiziato due volte. La prima a Pieve dove, dopo arguto processo, era decapitato sulla pubblica piazza, con tanto di schizzi di sangue sugli astanti. Il giorno seguente si celebrava un nuovo processo sulla piazza di Castello. Si concludeva con l’impiccagione davanti la chiesa di S. Giorgio. A Pieve, il frate che accompagnava il condannato, teneva un dotto sermone dentro una fontana, precedentemente prosciugata. Ammoniva il popolo a comportarsi bene, indicava il condannato come sentina di tutti i vizi. Conclusa la predica, un drappello di sgherri andava a cercare il carnefice il quale, tutto vestito di rosso, interrogava

i presenti sulla sentenza. Lasciamo la parola a un cronista di metà Ottocento: “Per farsi coraggio nella difficile esecuzione [il boia] beve un bicchiere di vino scelto, e poi getta in terra la tazza, con tal impeto che va in mille pezzi; fatto ciò ascende il palco, e con un forte colpo spicca la testa del poverello dal busto. Il sangue, che stava in una vescica legata intorno al collo, sgorga copioso a lordare il palco, ed a saziare il popolo che a tal vista parte dimenticandosi del Carnevale. La stessa funzione vien eseguita il giorno dopo a Castello, con la sola differenza che quelli di Castello vengono a Pieve a far il processo e tornano a Castello ad eseguir la sentenza. Il reo è condannato alla forca”. Impiccato o decapitato il “Biargio”, il popolo faceva festa. Adesso per taluni è festa tutti i giorni. Per altri, e sono la maggioranza, è Qua■ resima tutta la vita.



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Il collezionista

di Carlo Martinelli

QUESTIONI D’ETICHETTA Stella Feruli ha trasferito nel “suo” Feeling hotel Luise, a Riva del Garda, la passione per le carte colorate che raccontavano, sulle valigie dei turisti, gli alberghi (specie quelli di lusso) di mezzo mondo. Ma nella sua scelta vintage ci sono molte altre sorprese: a partire dagli anni Sessanta... 28

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a prima etichetta d’albergo di Stella Feruli è come il primo cent di zio Paperone: indimenticabile e un po’ portafortuna. E dunque gelosamente custodita sotto vetro, in compagnia peraltro delle centinaia che si sono poi aggiunte alla collezione che oggi è diventata uno dei (tanti) motivi che rendono assai particolare l’hotel di Riva del Garda – il Feeling Luise di viale Rovereto, quattro stelle – del quale la signora Stella è raffinata padrona di casa. Doverosa segnalazione: all’hotel di etichette ne trovate sì più di trecento, ma la collezione di Stella Feruli è ben più vasta: almeno 1.800 e tra queste, per dirne una, l’etichetta che Fortunato Depero realizzò negli anni Venti per il Grand Hotel Trento. Torniamo al primo cent, anzi alla prima etichetta. Stella Feruli, trentina con tracce di Romagna, è fresca di laurea in giurisprudenza quando decide, anni Ottanta, che la sua vita professionale

sarà – accanto al marito Alberto Bertolini e nel solco di una gloriosa tradizione che dal 1959, con Rino ed Eugenia Bertolini, aveva visto il Luise salire a meritata ribalta in particolare per la ristorazione assicurata dall’indimenticato “Girarrosto” – proprio nel settore alberghiero. Il che vuol dire, anche, conoscere le lingue. Va dunque ad Heidelberg, per un corso di tedesco. Qui, in una libreria,


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UNA STORIA DI GRANDE SPLENDORE

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e etichette di alberghi per valigia nascono verso la fine dell’Ottocento e dalla fine del 1910 alla fine degli anni Cinquanta hanno conosciuto un periodo di grande splendore. Stampate in cromolitografia addirittura a dodici o tredici colori, l’etichetta per valigia ha anticipato la pubblicità sui giornali e quella televisiva. Si comprende bene come, con l’applicazione delle etichette sui bagagli, gli albergatori realizzassero una pubblicità a buon mercato a carico della clientela che fungeva da “uomo sandwich”, mentre il cliente, da parte sua, proprio attraverso i bagagli, evidenziava le proprie possibilità economiche. Gradualmente, l’uso delle suggestive etichette di “carta” scomparve intorno al 1960. Nell’evoluzione grafica dell’etichetta di albergo ci si affida a tre componenti essenziali: il testo, l’ornato e l’illustrazione. Si possono classificare per continente, nazione, regione, città, con riferimento allo stile grafico ed anche per tema. Le tematiche sono diverse: per formato, grattacieli, ingresso alberghi, portieri e ragazzi d’albergo, luoghi di cura, zone montane, zone marine, hotel coloniali e Oriente, nonché alberghi di passaggio (locande, motels, aeroportuali).

è in vendita – dieci marchi – l’etichetta dell’Hotel Hopkins di San Francisco, primi del Novecento. Quel piccolo foglietto colorato che racconta di un altro turismo e di un altro tempo, l’affascina. E lo compra. Negli anni – prima attraverso il contatto con altri collezionisti, poi grazie all’avvento di internet – a quella prima etichetta se ne aggiungeranno appunto 1.799 (circa). A formare una collezione

che non può e non vuole avere caratteri esaustivi, ma che racconta l’amore per i viaggi, per altri Paesi e altre culture ed è anche – nel caso di Stella Feruli – diventato motivo di impreziosimento (ci si passi il termine antiestetico...) del suo hotel. Sì, perché oggi il Feeling Luise, proprio grazie alle passioni della sua proprietaria (non ci sono solo le etichette, tranquilli) fa in modo di proporsi come un luogo dove non solo è piacevole sostare – coccolati dalla brezza di un lago comunque superbo –, ma dove anche l’occhio vuole (e trova) la sua parte. Quello delle etichette d’albergo è un mondo colorato, che evoca il ricordo di un turismo allora esclusivo, d’elitè. La collezione di Stella Feruli annovera pezzi

da tutto il mondo. Già detto di Depero, occorre semmai segnalare l’etichetta di un esotico Hotel Tripoli di Desenzano, del quale oggi non v’è ovviamente traccia. O quelle dei giganteschi alberghi dell’Europa dell’Est, gli ultimi a sfornare etichette, prima che il crollo del comunismo si portasse via anche quei luoghi che sembravano fatti apposta per i viaggi organizzati delle delegazioni dei partiti “fratelli” o per qualche intrigo spionistico. E la sezione dedicata alle etichette, nella hall dell’hotel che negli anni è stato sapientemente ristrutturato (sono state tolte della camere, non aggiunte: a guadagnare spazio e a rimarcare una scelta

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trentinoattualità

FIRMATO GIORDANO POLONI

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imprenditoriale che fa del buon gusto e della raffinatezza la sua cifra preferita), fa un tutt’uno con l’omaggio agli anni Sessanta che è altra costante in Stella Feruli. “È l’immaginario positivo italia-

on torneremo certo a vederle incollate sui bagagli: farebbero ben misera fine dopo un’esperienza sui nastri trasportatori degli aeroporti d’oggi. Ma Stella Feruli coltiva, eccome, la sua passione per le etichette d’albergo al punto che – questo è il progetto – vorrebbe realizzarne una all’anno, in modo da creare una sorta di galleria d’autore, quasi “una etichetta del buon ricordo”. La prima è così diventata il biglietto d’augurio per il 2012, destinato ad amici e clientela affezionata del Feeling hotel Luise. A firmare questa etichetta un giovane illustratore milanese che va per la maggiore: quel Giordano Poloni che collabora con l’inserto culturale de “Il Sole 24 Ore” e che in queste settimane ha realizzato il manifesto di “Mi ami ancora”, festival della musica bella e delle carezze mostruose all’East End Studios della metropoli lombarda. no – dice – e mi piace orgogliosamente proporlo. Sapesse quanti turisti tedeschi entrano e mi chiedono se la Vespa del 1956 che teniamo praticamente in vetrina è in vendita. Invece è di un amico che ce l’ha prestata e noi la mostriamo come uno di quei simboli italiani che dovrebbero invogliarci all’ottimismo, alla fiducia. Non nostalgia, non un museo, ma la sorridente valorizzazione vintage di un gusto intramontabile”. Ribadito nel 2009, quando il Luise ha compiuto

ARRIVI E PARTENZE, UN RITO

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ella collezione di Luisa Feruli, in parte ospitata al Feeling hotel Luise di Riva del Garda, si è occupato anche Duccio Canestrini, antropologo appassionato al tema del viaggio e noto scrittore. Tra i suoi libri: “Turistario”, “Trofei di Viaggio”, “Andare a quel paese”. Ecco cosa scrive: “Bagagli numerosi: bauli, cappelliere, casse, valigie. Se ne occupava la servitù, li caricavano gli autisti, li portavano i ragazzi dell’albergo. E al momento di ripartire, un po’ per evitare confusioni, un po’ per giusto vanto, li si marcava con il nome dell’hotel. Ovvero, quando le valigie portavano memoria, sulla loro pelle. Le etichette da valigia sono al contempo icone di prestigio, testimonianza, reclame e credenziali. L’occhio esperto del portiere d’albergo capiva molte cose dei signori clienti osservando il numero, la qualità e persino la posizione di questi piccoli trofei incollati sui bagagli. Fra Ottocento e Novecento questi adesivi diventano raffinati logo, gioielli d’arte grafica, manifesti miniaturizzati. Raffigurano lo stemma e il nome dell’albergo, solerti portieri, paesaggi tipici, monumenti imperdibili e contrassegnati da asterischi nelle guide Baedeker. Esprimono insomma, se non il genius loci del Paese visitato, le sue più rinomate attrazioni con il meglio delle strutture ricettive, che hanno spesso denominazioni roboanti. Ecco perchè queste etichette hanno una storia da raccontare. Aldilà del colore e della grafica - specchio dello stile del grand hotel - è possibile cogliervi uno spaccato di storia dei viaggi. Poco prima dell’era della democratizzazione del viaggio e della sua conseguente standardizzazione. Non solo raffinate immaginette, dunque, ma segni antropologici del turismo e del suo immaginario. Perché, in verità, rinviano alla dimensione rituale di ogni arrivo e di ogni partenza. “

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50 anni e per l’occasione Stella Feruli si è inventata una pubblicazione, un piccolo dono che ha riproposto – con la grafica e i testi delle riviste popolari femminili di quegli anni – un viaggio tra ricette, consigli, giochi per bambini. Perché il Luise è nato, ricorda Stella, “nell’anno di Barbie, del detersivo Dash, dei biscotti Oro Saiwa. Icone del contemporaneo”.


trentinoattualità Con un omaggio al giornalismo, quello delle macchine da scrivere – gli iPad d’allora – collocate sopra il letto ed accompagnate da citazioni letterarie e da immagini d’epoca in bianco nero. Così nella stanze vintage del piano terra il cliente trova foto di surfisti, d’America e di un camion dei gelati made in Trentino nonché una riproduzione (ad evitare altre tentazioni furtive), indovinate un po’ di cosa? Sì, avete indovinato. Una etichetta d’albergo. Benché il tutto, nella vicenda e nelle passioni di Stella Feruli, sia tutt’altro che questione d’etichetta. ■ Ma occorreva dirlo?

E queste icone, così come le etichette, sono diventate, grazie ai progetti dello studio MI9 di architettura ed immagine (Andrea Miserocchi ed Eleonora Odorizzi i protagonisti) il filo conduttore di altre particolarità – in bilico tra vintage, creatività, sorridente freschezza inventiva – dell’hotel. Già. Oltre alle etichette, ai libri d’arte e di fotografia in visione per la clientela (qualche catalogo d’arte del Mart è sparito...), ai poster dei film di Sofia Loren e Gina Lollobrigida, ad un

meraviglioso calcetto d’epoca, un calcio balilla anni Quaranta della ditta Ruele di Rovereto (“aveva sede in via Tartarotti” ricorda la signora Stella, a sottolineare come la storia delle aziende fosse allora nel cuore delle città), alla Vespa del 1956, ad alcune valigie d’epoca (con etichette d’ordinanza comprese, che diamine...), ai dipinti e alle sculture di Eugenia Bertolini (“ricordo indimenticabile”), il Feeling hotel Luise si segnala per delle camere davvero speciali, personalizzate.

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di Tiziana Tomasini

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a loro divisa è una maglietta con l’orso. Francesca Genovese – presidente di Abio – la mostra con orgoglio, a rappresentare l’universo infantile. Con un sorriso racconta che, indossata quella maglietta, si stacca col mondo e si diventa solo ed unicamente volontari. Una libera scelta quella del volontariato, consapevolmente maturata su convinzioni forti, su solidi principi, su basi di altruismo. Sergio Revolti – responsabile di stampa e comunicazione – mostra tanto materiale informativo. Ma sappiamo già che per scrivere di Abio basterà la loro testimonianza, basterà la loro esperienza. Basteranno le loro parole. Tutta l’attività dell’Associazione parte dal cambiamento forte che investe il bambino al momento del ricovero in ospedale. Un momento traumatico, sia per il malessere e la sofferenza che definisce la malattia, sia per l’ingresso in un contesto sconosciuto, che racchiude al suo interno fantasmi di recondite paure, di dolore fisico

Regalami un sorriso ABIO È l’acronimo che sta per “Associazione per il Bambino in ospedale”, un’associazione attiva nei nosocomi di trento e di rovereto fin dal 2001 e di disinfettante che brucia … I volontari intervengono qui, in questo momento; intervengono subito, prima che queste paure si radichino e rendano ancora più difficoltosa la permanenza nella struttura. Si presentano con il sorriso ed un astuccio, un kit di accoglienza con le piccole cose utili, che profumano di sapone. Si presentano con un baule magico che contiene tante idee, tutte per loro. Come la bambola bianca, da decorare a piacere durante il ricovero e poi da portare a casa; come i progetti tematici, quali il percorso con la creta e quello di scienze. Di grande

Tutto su abio

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bio è presente dal 2001 presso i reparti di Medicina, Chirurgia Pediatrica e Pronto Soccorso dell’Ospedale S. Chiara di Trento, dal 2007 anche nel reparto pediatria nell’Ospedale di Rovereto. Gli aspiranti volontari devono seguire un corso base di venti ore, praticare sei mesi di tirocinio in reparto (affiancati da un tutor) ed amare i bambini. Che tradotto in azioni, significa essere allegri, disponibili a fare ed ascoltare, avere pazienza e voglia di giocare. L’impegno viene richiesto in modo continuativo per almeno un anno, per tre ore settimanali da concordare, compatibilmente agli altri impegni lavorativi. ABIO si può sostenere con quote associative, donazioni, servizi o devolvendo il 5 per mille (96063820227) nella dichiarazione dei redditi. ABIO Trento è una ONLUS e gode delle agevolazioni fiscali previste dallo normative statali. ABIO TRENTO ONLUS, cell. 348 1220623 www.abiotrento.org abio_trento@virgilio.it

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valore perché definibili come progetti ponte con l’esterno, la possibilità di prendere libri in prestito in reparto e restituirli poi in biblioteca a guarigione avvenuta, la collaborazione stretta con la scuola dell’ospedale, con la quale i volontari sono in totale sinergia di intenti e finalità. Naturalmente tutte le festività e le ricorrenze vengono organizzate e celebrate, nei modi e nei tempi possibili, nel rispetto degli spazi, delle diverse culture, delle preferenze espresse. È arrivata Santa Lucia, è arrivato Babbo Natale – “indovina chi era?” E subito lo sguardo va su Sergio Revolti, barba e occhiali, apparentemente perfetto per il ruolo –, ora si sta preparando il carnevale, sempre amato dai bambini. E la sera? Quando le ombre

nascondono la luce, la nostalgia di casa fa capolino… Ecco allora la lettura delle fiabe, dolce routine (con turni specifici pensati per questo delicato momento) che accompagna verso il riposo. E se l’obiettivo primo è rendere meno traumatico il ricovero, grande rilevanza ha anche l’affiancamento alle famiglie. In questo senso, Abio interviene e si rende disponibile per dare una mano anche a chi accompagna – spesso con fatica, timori e mille ansie – il piccolo paziente. Ad esempio fare compagnia al piccolo se il genitore deve recarsi in farmacia o a prendere un caffè; ma anche e soprattutto prestarsi all’ascolto. Che significa molto, in un contesto comunque difficile. Francesca precisa che il volontario non dispensa consigli, non si sostituisce assolutamente al personale medico e paramedico, ma è lì, disposto ad Ascoltare. Ed un sorriso, un incoraggiamento, una spalla all’occorrenza sono piccoli, grandi aiuti che aiutano a guarire meglio, in serenità. ■



trentinoattualità

di Nicola Tomasi

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i sono uomini che non si accontentano di vivere una vita soltanto, ma spingono, si sbracciano, tengono i gomiti larghi col Destino per poter trovare spazio. Spazio per l’arte, per l’ingegno e per l’intelligenza. Uno di questi uomini è sicuramente Giovanni Battista Daprà, detto “Tisti”. Definirlo soltanto pittore sarebbe sicuramente riduttivo, in quanto la sua personalità eclettica lo portò ad eccellere e a primeggiare in diversi campi, nell’artigianato come nella politica. Tuttavia, l’occasione che ci porta a scriverne e a raccontarne l’avvincente storia è la pubblicazione di un calendario curata dal nipote dell’artista, Gianpaolo Bortolotti, titolare dello studio di commercialisti Bortolotti & Conci Commercialisti Associati di Trento e Cavalese, che ha finanziato e promosso l’opera, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Castello-Molina di Fiemme. Non è certo un’infanzia facile quella di Giovanni Battista Daprà. Intanto, sin da subito, deve fare a meno della figura paterna, emigrata nel frattempo oltreoceano in cer-

L’uomo CHE parlava ai colori Giovanni Battista Daprà, detto “Tisti”, nasce a Molina nel 1899. Definirlo soltanto pittore sarebbe riduttivo. È politico, volontario e inventore. Un bel calendario lo celebra ca di lavoro. “Tisti” è figlio unico e spetta a lui farsi carico dello scomodo ruolo di “uomo” della famiglia. Ma tra una mansione e l’altra, inizia a manifestare una certa predilezione per il disegno. Non fa a tempo a metterla in pratica perché l’esercito Imperialregio lo reclama al fronte, a soli diciassette anni (è uno dei famosi “ragazzi del novantanove”). Finita la baraonda, nel 1921, “Tisti” si iscrive all’Istituto d’Arte di Pozza di Fassa dove, sotto la guida di Francesco Rizzi, perfeziona il suo stile e vince una borsa di studio per andare ad affinare il suo talento artistico in Inghilterra. Ma la perfida Albione deve

L’istantanea dell’inverno del 1942, ritrae un gruppo di abitanti di Molina in posa davanti ad una enorme statua di neve fatta dal Tisti (primo in piedi a destra della statua stessa). Salvatasi dall’incendio appiccato dai nazisti, la fotografia è frutto di un autoscatto operato dalla macchina costruita dal Daprà stesso.

IL calendario

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Molina di Fiemme, tempera su legno 34

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l calendario “Tisti 2012” è sorto grazie al contributo dello Studio Bortolotti & Conci Commercialisti Associati di Trento e Cavalese, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Castello-Molina di Fiemme su proposta dell’Assessore Loris Capovilla. Il calendario è stato distribuito in tutte le famiglie a testimonianza della sensibilità dell’Amministrazione Comunale per la promozione della cultura legata al territorio. Le opere riportate sono state gentilmente concesse dal figlio Marco e dai nipoti dell’artista. Vi ritroviamo motivi floreali, paesaggi e ritratti che vanno dagli anni Cinquanta al 1978. Da segnalare, il ritratto dei genitori, la tela che ricorda l’invaso di Stramentizzo che sommerge il vecchio borgo e un toccante ritratto della figlia.


trentinoattualità

1956: un Appello Per gli sfollati di Stramentizzo

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Ritratto dei genitori, olio su sacco

fare a meno di lui. Con grande dispiacere, Giovanni Battista deve rinunciare ad attraversare la Manica perché la famiglia ha nuovamente bisogno di lui. Le ristrettezze economiche e gli anni della Grande Depressione si fanno sentire. La pittura deve rimanere un hobby, per lui. Poco più di un passatempo praticato però con maniacale attenzione. Da autodidatta “Tisti” si confronta con le opere dei numerosi artisti che hanno fatto la storia dell’arte in Valle di Fiemme: Valentino Rovisi di Moena, allievo del Tiepolo, don Antonio Longo di Varena e molti altri. Il suo nome comincia a circolare. Anche fuori regione si inizia a parlare di questo Giovanni Battista Daprà che sa ritrarre le persone cogliendo alla perfezione non solo i tratti fisiognomici, ma anche Ritratto della figlia, olio su sacco

l’umanità e gli stati d’animo dei soggetti. Un artista che sa parlare ai colori. Anche quando si dedica all’affresco – tecnica che apprende molto velocemente – la sua ricerca dei colori più duraturi e affidabili è magistrale. Sceglie e prepara da sé le tinte, dimostrando anche in questo la sua particolare abilità manuale. Fra le pitture murali più conosciute si annovera il soffitto della chiesa parrocchiale di Molina e l’affresco sul lato nord di casa Tisti che raffigura il drammatico episodio della rappresaglia nazista di Stramentizzo e di Molina. Un evento che toccherà da vicino anche la famiglia del Daprà, la cui abitazione finirà distrutta dalle fiamme. Sarà lui a promuovere e a presiedere il Comitato per la ricostruzione. Passata la guerra, “Tisti” comincerà a dedicarsi

l 5 luglio 1956 venne sommerso dal lago artificiale il vecchio paese di Stramentizzo, frazione di Castello-Molina di Fiemme che venne ricostruito a monte del nuovo lago. Il 6 luglio fu demolito il cam6 luglio 1956, ore 11, la vecchia panile della chiesa dei chiesa viene fatta saltare Santi Angeli Custodi, poi ricostruita nel 1958. Giovanni Battista Daprà, in veste di assessore comunale, si battè fortemente di fronte al Commissariato del Governo di Trento per i diritti degli sfollati, che chiedevano di ricostruire la casa in zona Scales, nelle vicinanze cioè del vecchio centro abitato. “Non mi sembra giusto – scrisse Daprà il 9 aprile 1956 – che, per gli interessi di un potente gruppo finanziario si debba permettere un torto verso gente che da più anni attende una soluzione di vitale importanza. (...) Queste persone non restano qui per un futile puntiglio, come si vuol far credere, ma per necessità di vita...”

al volontariato e all’impegno nel pubblico. Sarà Assessore comunale, oltre che colonna del corpo dei Vigili del Fuoco del paese, fondato nel lontano 1624. A livello professionale, egli è cassiere nella locale Cassa Rurale. Ma, nel tempo libero, Daprà fu anche inventore. Novello Leonardo della Valle di Fiemme, egli, ad esempio, progettò e costruì un congegno da applicare alla macchina da cucire, mediante il quale si poteva filare la lana. Nel campo della fotografia, ideò una fotocamera multiformato,

con otturatore a tendina, esistente e funzionante ancora oggi. Giovani Battista morirà nel 1982, al termine di una vita lunga, tormentata e proficua dal punto di vista artistico, artigianale e umano. Tuttavia, quel che – ancora oggi – più viene ricordato di lui è la maestria con la quale sapeva spargere i colori autoprodotti sulla tela e sui muri. Ogni tinta al suo posto. Quasi che il “Tisti” davvero parlasse ai pigmenti e ordinasse loro il posto giusto nella scala dell’armonia e della bellezza. ■ 35

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trentinobottegad’artista

di Renzo Francescotti

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ra il 1967 quando il giapponese Nobuya Abe alla Galleria l’Argentario di Ines Fedrizzi presentò la sua mostra Illumination: fu una-illuminazioneuna, folgorazione per artisti come Aldo Schmid, Luigi Senesi, Mauro Cappelletti, Diego Mazzonelli che nel 1976, assieme a Wenter Marini e Gianni Pellegrini fonderanno “Astrazione oggettiva”, all’insegna di una ricerca programmata e rigorosa della luce-colore, della dimensione geometrica, del dinamismo minimalista. Gianni Pellegrini, nato a Riva del Garda nel 1953, aveva allora solo 14 anni; non vide quella mostra che fu uno snodo fondamentale per un gruppo di giovani artisti allora in pista di decollo. Tuttavia quando conobbe Schmid e gli altri, captò le vibrazioni che arrivavano da Abe, vide le riproduzioni delle opere dell’artista giapponese. E a distanza di oltre quarant’anni conserva le cartoline che riproducono i quadri di quella storica esposizione. Tutto cominciò con

Gianni Pellegrini Un artista che non ha mai dipinto paesaggi o vedute se non in senso mentale, astratto. lavora controcorrente, per chi ha ancora voglia di capire e di non lasciarsi travolgere l’incontro tra Gianni e Aldo Schmid, all’Istituto Industriale di Trento; Schmid era docente di educazione fisica e scoprì la vocazione artistica del Nostro, chiamandolo a far parte del Gruppo di “Astrazione oggettiva” che propugnava una ricerca programmata ed estremamente rigorosa sull’identità di colori, sul rapporto “puro” tra di loro, sull’incontro colore-luce, sulle geometrie ineludibili delle linee e dei segni. Conseguito il diploma, Pellegrini frequenta il Dams

Da sinistra, Cappelletti, Mazzonelli e Pellegrini nel 1976 36

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Oltre il segno, 1993

di Bologna, in anni ricchi di fermenti, purtroppo rapidamente esauriti. Dal 1986 è coordinatore delle attività del Museo di Riva del Garda, ora divenuto museo territoriale col nome di MAG (Museo Alto Garda), che sarà inaugurato ufficialmente nel 2013. La sua prima collettiva (nell’ambito di Astrazione Oggettiva) fu a Pergine Valsugana nel 1977; la sua prima personale a Bolzano nel 1981. Da allora, ha esposto in oltre una settantina di collettive e personali, in regione, a Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Bergamo, Mantova, Udine, Treviso, San Marino… E all’estero in Germania, Austria, Olanda. L’ultima sua mostra, dal titolo “Falesie”, si è potuta vedere a Trento nell’autunno 2011 e

sarà ora portata alla Galleria Civica di Bressanone proprio questo mese. Di lui hanno scritto critici come Paolo Fossati, Walter Guadagnini, Gabriella Belli, Danilo Eccher, Lorenzo Mango, Claudio Olivieri, Claudio Cerritelli. Pellegrini ama lavorare per cicli, documentandoli con esposizioni personali (per cui le sue personali sono state poche, una quindicina in tutto). I “Paesaggi” e le “Vedute” occupano la ricerca degli anni 1982-85. Ma cosa c’è del paesaggio gardesano, che già emozionò poeti come Goethe e Heine, scrittori come Kafka e Mann, che con

Traccia, 1988


trentinobottegad’artista

Cadute, 2001

la sua anima mediterranea ha ispirato pittori anche grandi, in un artista come Pellegrini, ovvero in un rivano doc? Gianni non ha mai dipinto paesaggi o vedute se non in senso mentale, astratto. Chi scrive ne ha così descritto lo stile nella monografia “Artisti trentini di fine Novecento”: “Utilizzando delle tecniche miste su tela, recuperando il gusto del colore abbandonando almeno temporalmente la monocromia, inserendo una grafica nervosa, stenografica nel tessuto cromatico, Pellegrini racconta di emozioni autobiografiche in cui non possono non interagire elementi suggestivi del paesaggio gardesano, interpretato soprattutto negli intrichi della

Ritmo, 1985

sua vegetazione, allusione di intrichi esistenziali”. Del biennio 1998/1990 sono le “Graffiture”. Scrive di esse Claudio Cerritelli, il critico che più si è occupato di Pellegrini: “Graffitura è un titolo inventato apposta, estensione arbitraria della parola graffito che indica una pittura con linee profonde incavate nell’intonaco bianco in modo da far apparire quanto stia di sotto, ciò che è necessario svelare per il senso dell’apparizione. Ebbene, a questo stato è pervenuto Pellegrini per inoltrasi nella sottile dialettica visibile/invisibile che è il margine stretto e ambiguo della sua investigazione”. Procedendo per investigazioni, il nostro Gianni dipinge altri cicli come “Adombrato” (1996), “Blu nero profondo” (1997), “Orientamenti” (1998/99), doppiando il secondo millennio con “Intermittenze del segno” e proseguendo con “cadute” ( 2001) e con le tappe delle ultime mostre. In tutti questi anni, in questo artista “ascetico” (come il giapponese Nubuya Abe concentrato nelle sua personale “ascesi”) il segno si è fatto sempre più impalpabile, più sottotraccia, più fantasmatico. Lui traccia i suoi segni elementari col carbone, li vela di un colore monocromatico, raschia il colore con larghe spatole rimediate in una cartiera (vive in un territorio di cartiere attive o dismesse) sino a disvelare il segno sottostante. I suoi segni non compongono come in altri artisti “scritture”: sono pallidi segni smarriti, sfuggenti, silenziosi in un mondo di sempre più intollerabili urla intossicanti, devastanti. Pellegrini lavora controcorrente, nel suo minimalismo, nel suo riduzionismo. E per chi ha ancora voglia di riflettere, di capire, di non lasciarsi travolgere, ci insegna a riconoscere i segni minimali, adombrati, che potremmo scoprire come illuminanti. ■ 37

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San Valent ino 14 febbraio

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mpossibile dimenticarsi di Lui. Anche quest’anno è arrivato il suo momento. Ritroviamo il suo nome così, TAC! A colpo d’occhio sui calendari, tra le giornate allungate di fine inverno, nei cuoricini delle vetrine … un’esplosione di LOVE non appena si intravedono i primi tepori di febbraio, tanti baci con stelline e rosso di passione quando si preannuncia il risveglio della stagione dei fiori

14 febbraio San Valentino

e degli amori. È fisiologico, è biologico, è chimicamente riconosciuto. Il Santo più amato dagli innamorati ritorna simbolicamente, sempre giovane, tra vecchio e nuovo, tra tradizione e tecnologia, tra classico e moderno. Forse per l’ultima volta, secondo le terrificanti profezie Maya? Non ci è dato saperlo, ma tanto vale festeggiarlo. E bene. Con tante novità, con tanti punti fermi. Uno a caso, l’amore.

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trentinomese Non importa se siete tra quelli che non amano particolarmente le ricorrenze, che non ricordano i compleanni e gli anniversari … tutto è tollerabile, tranne Lui. Se siete una coppia, San Valentino si festeggia. Punto. Gli innamorati in questo giorno pretendono – e ribadiamo PRETENDONO, anche se molti negheranno - un riconoscimento formale e concreto del sentimento più dolce. Piccolo, tenero, profumato, luccicante e soprattutto vero, sentito e partecipato. Ma attenzione a non scadere nella banalità … il rischio è altissimo e direttamente proporzionale all’età. Se, infatti, gli adolescenti alle prime esperienze amorose hanno facoltà di proporre e proporsi anche nelle versioni più semplici e spontanee – quali i cioccolatini, gli orsacchiotti ed i ciondoli –, gli innamorati con più esperienza devono escogitare nuove strategie di intervento … Come stupire allora l’altra metà? Semplice. Con l’effetto sorpresa. Che non si traduce necessariamente in un regalo (troppo) costoso … la sorpresa implica un uso adeguato della fantasia, per

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trentinomese trovare qualcosa di speciale, di veramente unico, di sorprendentemente esclusivo. Lasciamo perdere le frasi fatte, le citazioni e i “copia e incolla” dell’ultimo minuto: puzzano di bruciato, hanno il gusto amarognolo del rimedio e sono senza sale, mancano decisamente di slancio passionale. Includiamo decisi nella categoria degli impresentabili anche gli sms siglati – tvb, tvmb … - troppo aridi e sintetici per la ricorrenza. Decisamente insignificanti e che, comunque, richiedono un seguito, che dovrà anche includere le scuse del messaggio poco originale. Il primo ed unico capitolo di “Cercasi nuove idee disperatamente” per l’uomo (perché è da lui che ci aspetta di più…) è sicuramente la spontaneità. Intravedere un piccolo piacere da soddisfare, un desiderio espresso, un sogno realizzabile… Sono ricerche possibili, basta lasciar viaggiare istinto ed un pizzico di intuizione. Le idee più in voga sono i weekend romantici in montagna, la classica Parigi, un momento intimo e tranquillamente rilassante in una beauty farm. Uscite che sono quasi una fuga dalla routine, dal vedersi di fretta tra un impegno lavorativo e l’altro, un ritrovarsi – magari a cellulari spenti – per trascorrere una manciata di ore da favola. Se le valigie sono pronte e l’aereo sta per decollare (non dimenticate di avvisare la babysitter!) il vostro San Valentino sarà indimenticabile.

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Ma se il datore di lavoro non la pensa come voi, non ci pensa nemmeno a darvi due-tre giorni di ferie e vi vuole assolutamente in ufficio il 14 alle ore 8.00, il mazzo di fiori e l’invito a cena restano gli intramontabili assi nella manica, da sfoderare con disinvoltura e straordinaria originalità. E lei? Quali belle idee oltre al dopobarba? Le novità che fanno più piacere pare siano i corsi. Ad esempio, un corso di quello sport che lui non si decide mai a fare, potrebbe essere la volta buona… Oppure un corso di lingua straniera, per approfondire o rispolverare le nozioni scolastiche; per non parlare di tutte quelle diversificate offerte formative promosse un po’ ovunque: degustazione vini, teatro, chitarra elettrica… E un bel biglietto per il concerto del suo cantante o del suo gruppo preferito? Ipotesi da non sottovalutare, di grande effetto. E per i tradizionalisti? Non c’è che l’imbarazzo della scelta. La T – shirt colorata o a righe – pare di gran moda per la stagione primavera/estate 2012 –, la morbida sciarpa per le gite in moto o per la fresca passeggiata in città, gli accessori per lo sport praticato. E poi lei, immancabile in una ricorrenza come questa. Stiamo parlando della seduzione, è chiaro. Che comincia dal parrucchiere, passa dall’estetista, rispolvera il tacco 12 ed ha il suo culmine nella scelta dell’intimo … Sulle riviste del genere, ma anche solo nelle vetrine dei negozi specializzati, sfilano pizzi e coordinati veramente adatti all’occasione, decisamente da “sfilare”. Il seguito, lo sanno il cielo – e lo sa il Santo – cosa succederà. Forse tutto quello che vi aspettavate, forse l’imprevisto e l’imprevedibile, forse proprio quella novità che volevate sentirvi dire da molto tempo.


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PANE, AMORE E... FANTASIE

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il legame tra cibo e sentimento è strettissimo. Così la scelta del ristorante ideale dove trascorrere la serata di San Valentino si rivela fondamentale

S.Valentino martedì

N

17 venerdì

Serata al risparmio energetico con oltre 1000 candele accese

Curcu&Genovese Associati s.rl. - Südtiroler Studio s.r.l. - Riproduzione vietata

apoletano, cinese, thailandese o americano? O trentino perché no? Tipico, genuino, country, autentico, moderno, informale, classico o elegantissimo? No, non stiamo parlando dell’uomo ideale … stiamo parlando del ristorante ideale nel quale trascorrere la serata di San Valentino. Con l’uomo che può essere anche quello ideale. Sì, perché il legame tra cibo e amore è strettissimo. E se è vero ed appurato che i cibi afrodisiaci derivano etimologicamente da Afrodite – dea dell’amore –, è anche scientificamente provato che il rapporto con il cibo ed il rapporto (od i rapporti ) amorosi sono in stretta correlazione. Atmosfera, gusti, forme, sapori, profumi ed aromi… tutte caratteristiche riconducibili sia all’una sia all’altra categoria.

Ravina (TN) Via Stella 18 Tel. 0461 349114 www.masdelafam.it Ristorazione & Catering

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DUE CUORI, UN PIATTO. TROVATEVI UN COMPLICE, ED INFILATE LE MANI NEL PIATTO!

Menu di San Valentino 14 febbraio 2012 (ma anche il fine settimana 11- 12 febbraio) 1 flute di TrentoDoc e 2 giri di fingerfood (budino di pesce in pasta kataifi, code di gambero fritte, zuppetta di mela verde con salmerino marinato, caramella di melone e caprino fresco, hummus con pinzimonio, falafel e chutney di tamarindo) DUEpiccolo CUORI, UN PIATTO. TROVATEVI UN COMPLICE,

Canederlo di mareLEinMANI guazzetto di calamari, ED INFILATE NEL PIATTO! accompagnato da infusione di erbe aromatiche ed alghe nori

Risotto alla parmigiana con quaglie al tartufo nero Tagliata di Angus con fior di sale, chips di patate e radicchio di Treviso Macaron, semifreddo allo zenzero, brownies Il prezzo del menu, con acqua minerale e caffè inclusi è di 38,00 Euro Il menu, invece, a Euro 45,00 è accompagnato da TRENTODOC Brut Riserva - C.Soc. di Isera Rosato 2010 - Molino dei Lessi Merlot “Carestel” - 2010 Grigoletti Moscato Giallo - 2011 Battistotti

Dal 3 febbraio fino a tutto marzo, il ristorante è aperto solo da venerdi a domenica. Nelle altre sere la cucina del ristorante è riservata ai corsi di cucina, aperti a tutti gli appassionati. (Per info sui corsi: www.boivin.it oppure la pagina facebook "amici del boivin")

LEVICO TERME | VIA GARIBALDI, 9 Tel. 0461.701670 info@boivin.it | www.boivin.it

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In virtù di queste considerazioni, l’invito a cena nella ricorrenza del 14 febbraio acquista una sfumatura di accentuata sensualità, tutta da interpretare a seconda di come, dove, cosa e soprattutto chi. La location ha decisamente un’importanza fondamentale, e si presta ad immediate interpretazioni. Il rifugio da raggiungere con la motoslitta ancora all’imbrunire è al top delle scelte romantiche… All’interno vi aspettano la saletta in caldo legno tirolese, il caminetto acceso, le tovaglie a quadrettini, i vetri appannati sui quali disegnare cuori con il dito. E tutti i cibi della tradizione regionale, da assaporare nei tempi lenti della serata. Se la scelta è stata proprio la baita, tranquilli: il rischio di fallimento è praticamente pari a zero. Il ristorante asiatico riporta ad atmosfere lontane, al desiderio di evasione, ai voli della fantasia… sulle tavole accese da romantici lampioncini, piccoli bocconi dai tanti sapori, involtini dai nomi impronunciabili e tenere sorprese da scoprire poco a poco, a ritmi di ispirazione orientale. In questo contesto, la serata si trasforma magicamente in “quella” serata. Il ristorante ricercato ed elegante, dai menù ricercati ed eleganti, rappresenta il classico. Rappresenta cioè tutto quello che vi aspettate da una classica ricorrenza. Tavole finemente imbandite, tovaglioli arricciati, posateria scintillante, sottofondo musicale… Siamo in una situazione che sa leggermente di immobilismo, probabilmente ripetitiva, sulla quale meditare. Si tratta di una conferma anche amorosa – a quanto fatto negli anni passati o si tratta di una situazione che rischia di divenire noiosa e senza un po’ di pepe? In questo caso si richiede una ricerca delle motivazioni alla scelta del locale, per intravedere luci ed ombre del rapporto … Ottimi i ristoranti panoramici, con scenari naturali che fanno da sfondo alle pietanze. Simboleggiano la volontà di andare oltre alla cena, di guardare avanti e di progettare qualcosa insieme, con ampie vedute. Le terrazze naturali del Trentino sulle quali gustare cibo con chi ci piace sono tante, non resta che scegliere la più romantica: laghi, rocche, vette, altipiani, forti, castelli. Tante soluzioni, tante proposte, tanta voglia di passare una serata nel segno dell’amore. Ricordando la stretta correlazione tra cibo e amore. Ricordando che ogni luogo ha un significato, ogni amore ha il suo tempo, ogni età ha il suo amore, ogni cibo simboleggia la voglia di vivere. Come l’amore.


Buon

San Valentino

Lavis di Trento - Via Roma 27/33 - Tel. 0461 246577 - 0461 242040 info@obrelli.it - www.obrelli.it


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di Paolo Chiesa

cani perduti senza collare L’hanno definito “L’ultimo depositario della memoria della resistenza trentina”. L’impegno di giuseppe Sittoni affinché quel periodo della nostra storia non venga dimenticato

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Giuseppe Sittoni 46

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iuseppe Sittoni di Borgo Valsugana è “forse l’unico, ultimo, depositario della memoria della Resistenza trentina”, come l’ha definito Diego Leoni del Laboratorio di Storia di Rovereto. Ma Sittoni è stato anche insegnante di educazione fisica e sindacalista della CGIL scuola, oltre che consigliere comunale socialista a Borgo. Una vita di impegno la sua, ma ora, come dice lui con l’umorismo che lo contraddistingue e citando Gilbert Cesbron e Pier Paolo Pasolini: “Sono un cane perduto senza collare”. Lo incontro per conoscerlo meglio e per parlare di Resistenza, ma prima scambiamo due battute sulla scuola. E lui, che ha smesso di insegnare nel 1990,

I partigiani del Battaglione Gherlenda sulla tomba di Isidoro Giacomin “Fumo”

mi dice che farlo adesso sarebbe più impegnativo, non per i problemi attuali del Sistema Scuola, che comunque ci sono, ma perché “adesso i ragazzi hanno più ansie e più tensioni che, quando insegnavo io, non avevano”. E proprio a scuola, nel 1961, è nato il suo interesse per la storia, “che è maestra di vita, ma forse non abbastanza, visto che gli uomini continuano a commettere gli stessi errori”; e in particolare per la storia della Resistenza trentina. “Quell’anno ho conosciuto Alberto Ognibeni, preside dell’allora “avviamento commerciale” ed ex partigiano del “Gherlenda”, il battaglione di partigiani che agì in Trentino e nel Bellunese. È stato lui a trasmettermi questo interesse”. Un interesse che l’ha portato a scrivere e pubblicare nel 2005 l’importante “Uomini e fatti del Gherlenda. La Resistenza nella Valsugana orientale e nel Bellunese” e il più recente “Sudditi: Fedeli e Contro durante l’occupazione nazista”, oltre a curare l’apparato iconografico del libro con testo teatrale “Ora e Veglia. Il silenzio e la neve”.


trentinoattualità Ed è di Resistenza che parliamo ora, che per Sittoni non è solo una passione, ma anche e forse soprattutto un impegno volto a non permettere che questo periodo storico venga dimenticato o travisato. “Sì, perché il rischio è proprio questo. Quando pochi anni fa ho iniziato la mia ricerca sulla Resistenza, mi sono accorto che i libri su questo argomento erano pochi ed erano scritti in maniera romanzata, quando non contenevano degli errori di nomi e di date”. Sittoni si è basato su una pubblicazione di uno dei partigiani del Gherlenda: Gildo Gris (nome di battaglia Lupo). Un ciclostilato che riportava la sua ricerca sui partigiani della Compagnia che erano ancora vivi, anche quelli emigrati in Canada e in Sudamerica. “Li ho contattati tutti”,

dice Sittoni, “quando ho iniziato erano vivi in quattordici. Ora ne sono rimasti sei: uno in Tesino, uno a Lamon, due a Trento, uno a Padova e uno in Brasile”. Questo è solo l’inizio, perché Sittoni è un fiume in piena: racconta, mi fa vedere foto, testi e fotocopie di atti giudiziari. Si lamenta di non avere buona memoria ma intanto snocciola date, nomi e avvenimenti, tanto in fretta che ogni tanto devo interromperlo per farmi ripetere qualcosa. E i suoi racconti riportano a quello che successe in Trentino e nel Bellunese dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e alla conseguente nascita della Resistenza partigiana nella guerra di liberazione che si oppose al nazifascismo. Il racconto di Angelo Peruzzo, di Manlio Silvestri e di Armando Bortolotti, arrestati

IL BATTAGLIONE GHERLENDA

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a compagnia “Gherlenda”, intitolata a Giorgio Gherlenda, partigiano ucciso dai tedeschi, nacque nel giugno del 1944 come distaccamento della brigata partigiana “Antonio Gramsci”, che fu attiva sulle Vette Feltrine agli ordini di Paride Brunetti, il comandante “Bruno”. Il “Gherlenda” fu guidato inizialmente dall’ufficiale degli alpini Isidoro Giacomin “Fumo” e la sua sede fu in località “Costabrunella”, a quota 2.023 metri nel Lagorai. Il “Gherlenda” operò principalmente nella Valsugana orientale e nel Bellunese, diventando l’unica realtà che riuscì a impegnare e contrastare i nazisti in questa parte di territorio. Il suo compito principale era quello di controllare e sabotare la linea della Valsugana che insieme al Brennero e all’Alemagna era uno dei tre canali di comunicazione tedeschi usati anche per il trasporto di prigionieri verso i campi di concentramento. Il 14 settembre 1944 il “Gherlenda” divenne famoso anche al di fuori dei confini nazionali per aver conquistato la caserma del Corpo di Sicurezza Trentino di Castel Tesino, catturando 55 prigionieri. Dell’operazione parlò perfino Radio Londra. Durante la conseguente rappresaglia nazifascista perse la vita il comandante “Fumo” e la guida della compagnia venne presa da Gastone Velo “Nazzari”. Isidoro Giacomin “Fumo” L’8 ottobre 1944, durante un rastrellamento per opera di 500 tedeschi guidati dal famigerato Karl Julius Hegenbart del Comando SS di Roncegno, “Nazzari” fu catturato e giustiziato e la stessa sorte ebbe tra gli altri la partigiana Clorinda Menguzzato “Veglia”. Il 20 ottobre del 1944, dopo un altro rastrellamento, il battaglione si divise in due distaccamenti: l’“Isidoro Giacomin” e il “Trento” continuando comunque a tenere impegnati centinaia di nazisti e di membri del CST. Durante l’inverno i due reparti si disgregarono e in montagna rimasero i partigiani più conosciuti e “compromessi”: “Ora”, “Renata”, “Valasco”, “Tom”, “Achille”, “Tormenta” e “Menefrego”. Il 19 febbraio del 1945 un gruppo di tedeschi e CST guidati da Hegenbart, individuarono i sette partigiani, alcuni dei quali riuscirono a fuggire, a differenza di Ancilla Marighetto “Ora” che dopo molte torture venne giustiziata: aveva da poco compiuto 18 anni. Dopo questi fatti rimasero attivi solo cinque partigiani e il “Gherlenda” si ricostituì sotto la guida del fratello di “Ora”, Celestino Marighetto “Renata” ed entrò a Castel Tesino, “primo paese liberato del Trentino”, il 25 aprile 1945.

Da sinistra, Sandro Schmid (Anpi Trentino), Corrado Pontalti (Prua) e Gianni Faronato (Anpi Feltre) a Costabrunella

con l’accusa di collaborare con i partigiani e che dovevano essere scambiati con tre ufficiali tedeschi catturati nel Bellunese, ma che a causa della fuga e dell’uccisione di questi ultimi, vennero giustiziati. Il racconto di Albino Sordo che durante un interrogatorio si accorse che l’interruttore dell’elettricità con la quale lo stavano torturando era azionato da un suo compaesano arruolato dai tedeschi nel Corpo di Sicurezza Trentino. Il racconto di monsignor Girolamo Bortignon, vescovo di Belluno e di Feltre, unico prelato delle tre provincie di Belluno, Bolzano e Trento a visitare il Lager di via Resia a Bolzano, che faceva recapitare ai detenuti della sua diocesi dei sacchetti con pane, formaggio e una mela. Il racconto di monsignor Carlo de Ferrari vescovo di Trento che invece dichiarò “la sua fede piena di vescovo fascista”. Il racconto del capitano delle SS Karl Julius Hegenbart, comandante della gendarmeria e del secondo battaglione del CST a Roncegno e Strigno, che si vantava di avere ucciso 200 bambini in Russia. Il racconto delle 12 spie trentine sul libro paga delle SS, di sette delle quali è nota l’identità. Il racconto del comandante del “Gherlenda” (Isidoro Giacomin “Fumo”), ucciso mentre tentava di avvisare i compagni di ritirarsi durante l’assalto tedesco alla sede del comando a Costabrunella, sulle montagne del Tesino. Il racconto di “Ora” e “Veglia”, nomi di battaglia di Ancilla Marighetto e Clorinda Menguzzato di Castello Tesino, le due partigiane, torturate e giustiziate dopo la cattura, insignite della Medaglia d’Oro al valor militare. Il racconto di Celestino Marighetto “Renata” che il 25 aprile 1945, rivolgendosi a trenta tede47

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LA RESISTENZA IN TRENTINO

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Clorinda Mengizzato “Veglia”

opo l’8 settembre 1943 la provincia di Trento, insieme a quelle di Bolzano e di Belluno, fece parte dell’Alpenvorland, la “zona di operazione delle Prealpi” sotto il comando del Gauleiter Franz Hofer. In Trentino i nazisti, a differenza che nel bellunese, proibirono le organizzazioni fasciste e imposero il divieto alle milizie repubblichine di oltrepassare i confini della regione, nominando a capo dell’amministrazione civile l’avvocato Adolfo de Bertolini, esponente di un moderato antifascismo. Vennero inoltre mantenuti i fondamentali rifornimenti alimentari e ci fu l’istituzione della leva dei giovani trentini in un corpo di sicurezza (CST) che non fu inviato al fronte. Queste iniziative, oltre a garantire la sicurezza del Brennero come via di rifornimento al fronte, puntavano a porre i fondamenti politici e amministrativi di una futura annessione del Trentino al grande Reich. La cosa fu accolta favorevolmente dall’opinione pubblica perché i trentini avevano conosciuto l’Italia dopo la Prima guerra mondiale attraverso la tragica esperienza fascista, e le decisioni di Hofer apparvero come una chance verso la sospirata autonomia. Inoltre, con questa operazione politica, le autorità naziste riuscirono a rendere neutrale la maggioranza della popolazione che almeno fino al 28 giugno 1944 rimase indifferente, se non ostile alla Resistenza. Il tentativo era quello di fare diventare i partigiani un fenomeno minoritario nonostante gli arresti, gli internamenti, le fucilazioni e le torture di cui furono oggetto. Fu in questo contesto che operarono gli uomini del “Gherlenda”.

schi catturati, fece tradurre: “Di’ loro che mi hanno devastato la casa, incendiato il maso e trucidato la sorella (la partigiana Ora)”. E mentre ormai si aspettavano di venire fucilati per rappresaglia aggiunse: “Date loro la roba sequestrata, un salvacondotto e indicate loro la strada, basta che se ne vadano”. I nomi, i luoghi e le date si susseguono in questo pomeriggio e mi chiedo se riuscirò a riordinare senza errori tutte queste informazioni. Chiedo a Sittoni come avrebbe piacere di terminare questa intervista e lui mi confessa il suo timore: che il periodo della Resistenza venga tradito dal revisionismo storico che in certi casi cambia il sentire delle persone e modifica il senso delle cose. “Alcuni ancora oggi parlano dei partigiani come di ladri e delinquenti perché gli capitava di dovere requisire cibo e oggetti, dimenticando che al momento dei prelievi venivano rilasciate regolari ricevute che comprovavano il sequestro delle merci e le ragioni militari che avevano determinato il sequestro stesso”. Lo stesso non si può dire del migliaio di tedeschi per i quali a Borgo Valsugana veniva macellato un manzo al giorno. “Durante il rastrellamento del Grappa furono rubati quattromila capi di bestiame. Quando i tedeschi fuggirono da Borgo dimenticarono in uno scantinato due quintali di burro ormai rancido”. Va detto che l’onestà intellettuale di Sittoni lo ha portato a dare voce nei suoi libri anche a chi militò sul versante opposto 48

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materia da tribunale”. Ma la convinzione di Sittoni è comunque quella che “chi ha scatenato una guerra, con le tragedie immani che travolsero l’Europa e non solo, deve ascrivere a suo carico anche le atrocità e le rese dei conti che ne sono state la conseguenza”. Lascio Giuseppe Sittoni con un carico di libri, fotocopie, foto su carta e foto digitali: il suo materiale di consultazione per l’incontro-lezione sulla Resistenza in Valsugana avuto con i ragazzi che hanno viaggiato sul treno della memoria diretto ad Auschwitz-Birkenau in Polonia. Un viaggio in uno dei luoghi più terribili della Storia. Ma anche nel Trentino del ■ 1943 non si scherzava. Ancilla Marighetto “Ora”

a quello partigiano, come Corrado Pontalti “Prua”, che era originariamente un componente del CST prima di passare con i partigiani, ma anche come Gino Remondini, che nel CST militò fino alla fine e che ricorda nelle sue testimonianze l’uccisione di dodici bolzanini e di un sergente tedesco da parte dei partigiani. “Le atrocità si susseguirono anche dopo la resa, a guerra finita”, ricorda Sittoni. “In molti casi i civili, frustrati da una giustizia gestita per lunghi anni da giudici fascisti, ripiegarono sulla giustizia fai da te. E questi comportamenti si sa che sono

Giuseppe Sittoni a Castello Tesino con Dorino Isidoro Trevisan, nipote di “Fumo”



trentino trentinoattualità

di Gianfranco Gramola

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Abebe Bikila della piana Rotaliana, ossia un atleta dal talento naturale, che corre con il cuore, ma nel privato è un ragazzo molto semplice e umile “Sono nato a Mezzolombardo il 12 marzo del 1962” – spiega Pio Malfatti, che di mestiere fa l’imbianchino e ha una gran passione per le maratone e le ultramaratone. Nel suo palmares 3 medaglie d’Oro ai Mondiali a squadre (2003 Taiwan, 2004 in Olanda e 2008 a Tarquinia), 1 medaglia d’Oro nell’Europeo a squadre nella 100 km del Passatore (2005), 1 medaglia d’Oro nell’Europeo a squadre nella 50 km di Palermo (2006), 1 medaglia d’Argento mondiale individuale di categoria M 45 ai Mondiali 2008 in Olanda. Ha vestito la maglia azzurra per dieci volte. Quand’è nata la sua passione per la corsa? Fin da ragazzino, insieme al calcio, che però ad un certo punto ho lasciato perdere. Ho praticato anche l’arrampicata per un paio di anni e dopo, a 35 anni, ho ripreso a correre seriamente, con passione, disciplina e determinazione. Ho visto che “ghè ‘n vegnivo”, ottenendo dei tempi soddisfacenti. Quindi ho conosciuto Stefano Sartori di Pergine, un atleta che fa le ultramaratone, e mi sono affiancato a lui, facendo prima le maratone, poi quelle un po’ più lunghe. C’è qualche atleta che segue con interesse? In passato ho ammirato Gelindo Bordin, Francesco Panetta, Salvatore Antibo. A livello di paese ricordo con molto piacere il mitico Gino Endrizzi, classe 1924. Lo vedo spesso gironzolare ancora per il paese in bicicletta. Quante ore si allena in un giorno? 50

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la tenacia del maratoneta Pio Malfatti, di mestiere fa l’imbianchino, ma ha una gran passione per la corsa. dopo la maglia azzurra, A 50 anni suonati snocciola maratone come fossero passeggiate... Circa un’ora e mezza, tutti i giorni. Non ho itinerari predefiniti, li scelgo lì per lì, però prediligo le rive del Noce e un po’ tutta la zona della Piana Rotaliana. Ogni tanto “espatrio” e vado a fare il giro del lago di Molveno, anche per cambiare panorama. Sono convinto che il modo migliore per terminare la giornata sia facendo un po’ di sport. Anche se non si fanno gare, è tutta salute. Quali sono gli ingredienti indispensabili per un atleta? Oltre alle gambe, voglio dire... È molto importante la testa. Specialmente nelle gare di lunga durata. Perché fino ai 10 o 20 km ci arrivano tutti; è dopo i 30 km che serve molta concentrazione, oltre ad avere un buon fisico allenato, chiaramente. La testa serve molto per gestire e dosare le proprie forze. Qual è stata la sua prima gara ufficiale? Era “La 100 km del Passatore”, Firenze-Faenza. Un amico, Luciano Matuella, ha insistito perché lo accompagnassi alla gara e così mi sono iscritto. Il colmo è che lui si è ritirato, mentre io sono arrivato 80esimo. Essere arrivato al traguardo è stata una grande soddisfazione, perché

fare 100 km di corsa non è mica da ridere, e quella volta non ero preparato per una gara così lunga. I controlli medici sono obbligatori in tutte le gare o solo su certe distanze? Trent’anni fa non c’erano tutti gli obblighi del giorno d’oggi, bastava iscriversi. Adesso, ogni anno, bisogna fare una visita sportiva in cui ti rilasciano l’idoneità. Una gara che le ha dato molta soddisfazione? La maratona di New York, nel 2002. Quando ho attraversato Central Park, in mezzo a 40 mila persone, è stata molto bello ed emozionante. Anche la città è stupenda e dopo la gara ne ho approfittato per vi-

sitarla. Altra gara che ricordo con emozione è stata quella con indosso la maglia azzurra, ai mondiali di Taiwan. Bello anche quella volta a Tarquinia, nel 2008, quando da capitano della squadra, abbiamo vinto i mondiali. Quando corre ha una tattica particolare? Tanti atleti all’inizio partono in picchiata, però poi arrivano spompati e quasi sempre negli ultimi posti. Con l’esperienza impari a dosare le energie a disposizione. Di solito io parto tranquillo e leggero, poi gestisco le energie nel tragitto e mi sfogo nel finale spingendo e dando tutto. Quali sono le difficol-


trentinoattualità tà maggiori durante una corsa? Il clima non è da sottovalutare. Le condizioni atmosferiche possono tagliarti le gambe. Poi bisogna fare i conti anche con lo stress e gli eventuali cali di concentrazione. E il percorso? Conoscendolo, ti prepari e ti alleni. Se ci sono salite, ti alleni facendo salite, mentre se è lungo, fai chilometraggio. L’ultramaratoneta Dean Karna Zes, prima di una gara, beve litri di Club Soda e di acqua di cocco, oltre ad ingurgitare un intruglio di yogurt, salmone e uvetta durante la gara. Lei sul piano alimentare, come si prepara? L’alimentazione è fondamentale. Un atleta deve assumere carboidrati anche se c’è da dire che questo è anche un fatto soggettivo, però, se fai una gara, non è che la sera prima mangi polenta e crauti o fai “la bala”. Io di solito qualche giorno prima di una corsa faccio il pieno di carboidrati, cioè pasta, riso, carne, biscotti e frutta e la mattina una buona colazione abbondante. Nelle gare lunghe prendo gli integratori, tipo il Carbo Gel. Ha vinto parecchie medaglie. A chi ha dedicato questi premi? Li ho dedicati alla mia famiglia e agli amici. Nella mia borgata ci sono tante persone che mi apprezzano, mi fermano per strada e mi fanno i complimenti incoraggiandomi a proseguire e a non arrendermi. Quando faccio le gare in giro per l’Italia mi sento orgoglioso di portare i colori del mio paese. Amo molto Mezzolombardo, perché è un paese che con il tempo ha saputo trasformarsi, conservando la solidarietà fra paesani. L’unico rammarico è stata la chiusura dell’Ospedale San Giovanni. Com’è nata l’idea della Maratrenta? Discutendo fra amici, che mi chiedevano perché non facessi gare in giro per l’Italia. Lavo-

rando mi sembrava una cosa impossibile, però ho pensato che potevo toccare le regioni d’Italia facendo le maratone, che si fanno alla domenica, giorno in cui sono libero da impegni. Allora mi sono messo a progettare la “Maratrenta”, ossia 30 maratone tutte sotto le tre ore, un record. Circa 1266 km. Mi frenava un po’ l’idea della spesa. Così sono andato dall’assessore Roberto Guadagnini di Mezzolombardo e gli ho spiegato il progetto. Lui è rimasto entusiasta dell’idea e insieme abbiamo iniziato a mettere insieme le date delle maratone e cercare qualche sponsor. Inoltre, volevamo approfittare per celebrare in modo sportivo il 150° anno dell’Unità d’Italia con questo giro di maratone. Alla fine abbiamo convocato il Presidente dell’Atletica Rotaliana, Giancarlo Mazzalai, e abbiamo deciso che avrei corso con la maglia di Mezzolombardo, nonostante la mia società sia la Cavit di Trento. So che però il record è sfumato. Cos’è successo? Purtroppo, l’obiettivo delle 30 maratone non ho potuto realizzarlo a causa di un problema muscolare che ho avuto nei km finali della maratona di Palermo a fine novembre. Non sono riuscito a recuperare per poter fare le quattro maratone che mancavano per chiudere il progetto. Sono comunque contento perché ho corso 26 maratone di cui 24 sotto le 3 ore, eguagliando la prestazione del romano Giorgio Calcaterra, forte atleta nazionale della 100 km. Quali sono i tuoi obiettivi per il 2012? Quest’anno ritorno alle ultramaratone con l’obiettivo principale di partecipare al Campionato mondiale della 100 km, il 22 aprile a Seregno (Mi) con l’intenzione di cercare il podio nella mia categoria (M50) e partecipare poi alla 100 km del Passatore che assegna il titolo italiano. In bocca al lupo, allora! ■ 51

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trentinofuoriporta di Diamante Irti

impazza il carnevale Carri, maschere e personaggi di cartapesta: prende vita il mitico e inimitabile carnevale di Viareggio

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FOTO Archivio Fondazione Carnevale Viareggio


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iareggio, dove anche chi non ha la passione del Carnevale trova tante occasioni per trascorrere un fine settimana fra carri, balli, allegria e spettacolo. Spettacolo, forse è questo il vero segreto di un carnevale capace di attirare folle di spettatori di vario genere, magari anche solo per il piacere di assistere ad un vero e proprio evento, che si ripete ogni anno, ma è sempre diverso. Il carnevale di Viareggio è infatti una tradizione che si rinnova anno dopo anno. Unico al mondo per la grandezza e spettacolarità dei suoi carri e dei suoi personaggi e scenografie di cartapesta, ha preparato anche per l’edizione 2012 un calendario fitto di occasioni. Nei giorni 5, 12, 19, 21 e 26 febbraio e 3 marzo spazio alla fantasia ed al divertimento... formato puro! Spettacolo dunque, questa la parola d’ordine sotto ogni profilo grazie a veri e propri palcoscenici viaggianti, alti sino a 20 metri, lunghi 14 e larghi 10. Lo sfondo di questo teatro all’aperto non è una quinta artificiale, ma lo splendido lungomare di questa nota località della più glamour costa Toscana: la Versilia; Viareggio, che tra una folla di spettatori provenienti da ogni parte del mondo crea un percorso ad anello di circa tre chilometri lungo il quale avviene di tutto e di più, in una precisa dimensione... per l’appunto spettacolare. La mitica “passeggiata di Viareggio” ospita quindi il frutto del lavoro, fantasia, ingegno e volontà di decine di donne e uomini che fanno rivivere ogni anno questo evento. Creatività inimitabile, abilità scultorea e doti pittoriche fanno sì che la popolazione viareggina tuteli uno straordinario

patrimonio culturale consolidato e difeso nella città di Viareggio. In questo senso, anche la decisione di promuovere una richiesta ufficiale di riconoscimento di questo carnevale nella lista rappresentativa dei beni Immateriali dell’Unesco. Ma un fine settimana a Viareggio, proprio in questo periodo dell’anno, senza farsi “distrarre” dal mare, vi farà incontrare e scoprire anche tanta musica, ospitalità e gastronomia in grado, insomma, di regalarvi alcune giornate decisamente allegre e succulente. Certo, il carnevale la farà da padrone. Su tutte le maschere svetterà “Burlamacco” l’ultima ma-

La Bussola Trento - Viareggio Km. 380 Ore 3,30 Autostrade A22-A15

schera italiana della tradizione nata dalla fantasia di Umberto Bonetti e incoronata Maschera Ufficiale del Carnevale di Viareggio. Ma vediamo alcuni numeri: 10 carri di prima categoria, 6 di seconda, 10 mascherate in gruppo e 7 isolate rappresentano il quadro principale. Poi un’infinità di dettagli e temi che spaziano dall’attualità politica ai fenomeni di costume alla satira, da sempre elemento fondante del carnevale di Viareggio. Sui grandi carri in cartapesta potrete riconoscere l’ex Governatore Mario Draghi, il Presidente francese Sarkozy, il sindaco “rottamatore” di Firenze, Renzi, ma anche riferimenti al terribile Tsunami del Giappone e alle proteste di piazza di questo periodo storico Italiano. Tra i tanti carri anche uno dedicato “ai cervelli in fuga dall’Italia” studiato da Eleonora Francioni e rappresentato da Leonardo da Vinci in formato “Guinness dei primati”. Il suo volto alto cinque metri interpreta, secondo la sua autrice, il problema dei giovani che lasciano l’Italia, per lavorare all’estero. Liberi professionisti, brillanti laureati, autori di pubblicazioni che oggi se ne vanno dal nostro paese che non garantisce futuro e occasioni stabili... con il motto “saluti e baci”, dice l’autrice,, anche Leonardo, se vivesse ai giorni nostri in questa Italia, la lascerebbe. Ma il carnevale di Viareggio, che compie 139 anni, ha saputo nel tempo, pur mantenendo le sue origini con la tradizione rinnovarsi ed 53

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adattarsi ai tempi. Ecco quindi un programma di contorno per tutti i gusti. Si va da momenti teatrali, con commedie musicali e altro, ai corsi mascherati nei rioni, vere e proprie feste nelle strade e piazze della città dove ritrovarsi in un clima di felicità e spensieratezza. Ancora, veglioni in maschera,e feste a tema come quella organizzata dall’Accademia del Piccante: “La giarrettiera piccante”, una cena di gala dove tra una portata e l’altra rigorosamente al peperoncino, sarà valutata e premiata la giarrettiera più provocante. Viareggio offre ai suoi visitatori anche cultura, come ad esempio la Galleria d arte Moderna dove visitare una collezione permanente di oltre 3000 opere di artisti del XX secolo (info su www. gamc.it).

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Da non perdere, infine, il Museo del carnevale nella “Cittadella del Carnevale”: un grande parco urbano alle porte della città. Questa è un’area dove è possibile fare un vero e proprio viaggio attraverso laboratori, bozzetti, e tutto il materiale nella storia recente e passata del carnevale per capirne tradizione e meccanismi che lo hanno reso così celebre, e per vedere e provare i segreti della cartapesta. All’interno del Museo è presente anche uno stand didattico che illustra le diverse fasi della realizzazione di un’opera in cartapesta, mentre al piano terra dell’edificio museale sono allestiti laboratori didattici dove è possibile cimentarsi nella manipolazione della creta e della carta per fare esperienza di modellazione e lavorazione di un manufatto in cartapesta.

Non mancheranno ovviamente momenti dedicati al cibo, anche qui guardando al passato, tanto che si proporrà una ricetta del 1888, nella notte del giovedì grasso, scritta da Anto di Gambacorta, maniscalco e sedicente anarchico. Proprio durante le riunioni segrete degli anarchici, che si trasformavano in cene e banchetti, su un quaderno segreto in un codice altrettanto segreto venivano scritte delle ricette. Il carnevale le trasformerà in realtà grazie all’interpretazione di questi codici... ma il mistero è assicurato. Meno misterioso il ricavato della serata che andrà all’Associazione donatori midollo osseo. Divertirsi quindi facendo anche del bene. Ma sono questi solo piccoli esempi di un calendario fitto e divertente da scoprie su www. viareggio.ilcarnevale.com

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ebbraio si presenta come un mese denso di appuntamenti teatrali a partire da mercoledì 1 al Cuminetti con la rassegna Trento Oltre promossa da Portland. In scena “Postit”, creazione collettiva Teatro Sottorreaneo con Sara Bonaventura, Iacopo Braca, Matteo Ceccarelli e Claudio Cirri. L’allestimento che si basa sulla scrittura drammaturgica di Daniele Villa, è stato vincitore di Nuove Creatività, progetto sostenuto dall’Ente Teatrale Italiano. “Post-it” è un lavoro sulla Fine, vista come momento di esaurimento e scomparsa cui sono destinati tutti, cose ed essere viventi. Un cubo composto di teli diventa scenograficamente metafora del passaggio, del deperimento, della conclusione di tutto. Uno spettacolo sicuramente capace di attivare negli spettatori una serie di interrogativi sul senso del vivere. Da giovedì 2 a domenica 5 appuntamento con “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare. Un classico che non mancherà di attirare il vasto pubblico e che vedrà l’adattamento di Nicola Fano e Gioele Dix, quest’ulti-

Da orwell a shakespeare A Trento, scorpaCciata di testi teatrali. Ce n’è davvero per tutti i gusti. il “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare, ma anche la modernità visionaria di “2984” “Il vizietto”

mo regista della Compagnia del Teatro Stabile di Verona in scena all’Auditorium. A rendere particolare questo spettacolo, sarà la presenza di un gruppo di artisti di successo provenienti dal

“2984”

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cabaret, in particolare Zelig. Sarà proprio la compagnia dei comici artigiani a raccontare le vicende, calandosi di volta in volta nei vari ruoli. Per gli appassionati del musical, il teatro Sociale apre il sipario dal 7 al 12 febbraio su “Il vizietto” di Herman e Fierstein, per la regia di Massimo Romeo Piparo. Questa commedia è conosciuta dal pubblico italiano per l’interpretazione offerta da Ugo Tognazzi nell’omonimo film. Delicatezza ed intelligente ironia sono gli ingredienti perfetti per una storia ambientata nei locali delle drag queen, ricca di equivoci e colpi di scena. Da venerdì 10 a domenica 12 febbraio per la rassegna Altro teatro, la Compagnia Teatro della Tosse presenta “2984” di Enrico Remmert e Luca Ravagni tratto da “1984” di

George Orwell. La regia è di Emanuele Conte. Il lavoro, che proietta in avanti di mille anni il capolavoro di Orwell punta alla denuncia di tutti i totalitarismi. Altro appuntamento il 15 febbraio con Trentooltre al Cuminetti: in scena Roberto Abbiati nel testo da lui adattato “Lo stampatore Zollinger” tratto dal romanzo di Pablo D’Ors.La storia di August Zollinger che realizza il sogno della sua vita: quello di diventare stampatore. Al teatro Auditorium da l 16 al 19 febbraio, altro testo di Shakespeare: “Il racconto d’inverno” con la compagnia del Teatro dell’Elfo, regia di Ferdinando Bruni e Elio Capitani. Ripartita in due momenti, questa tragicommedia coniuga lirismo e solare comicità in un percorso di generazioni e cicli del tempo. Dopo il successo dello scorso anno ritorna a grande richiesta al Teatro Cuminetti per Altri Percorsi dal 28 febbraio al 4 marzo il lavoro “Avevo un bel pallone rosso” di Angela Demattè, anche interprete assieme ad Andrea Castelli; regia di Carmelo Rifici. È la vicenda umana e politica di Mara Cagol sullo sfondo di una Trento alle prese con i primi fermenti della contestazione giovanile. ■


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febbraio tre nuovi imperdibili appuntamenti della rassegna “Specchi Riflessi” al Teatro Valle dei Laghi di Vezzano (TN) . Tre nuovi e imperdibili appuntamenti della rassegna “Specchi Riflessi” andranno in scena al Teatro Valle dei Laghi durante il mese di febbraio. Loro sono Alfio Vitanza, Mauro Sposito, Massimo Gori e Guido Cinelli. Ma a chiuder gli occhi sembra di ascoltare Ringo, John, George e Paul: i mitici Beatles. Del gruppo di Liverpool hanno tutto: dai costumi, agli strumenti, dalla scaletta dei pezzi al modo di suonarli. I Beatbox in ogni Beatles Show riavvolgo il nastro del tempo e riportano il pubblico agli indimenticabili anni ’60. Il Beatles Show, in scena sabato 4 febbraio, è quindi molto più che un semplice tributo ai Beatles: lo show attraversa i ricordi e le scoperte di più generazioni, con esecuzioni fedeli a quelle originali. Sabato 11 febbraio, Alessan-

Novecento Il Monologo di Alessandro baricco verrà ripresentato in una nuova veste. In scena anche alessandro bergonzoni con “Urge” dro Bergonzoni, funambolico affabulatore e originale artista contemporaneo di origine bolognese, sarà protagonista a Vezzano con “Urge”, il suo ultimo spettacolo. Bergonzoni ci mostra come a volte basta cambiare una consonante per trovarsi dentro un altro mondo, in altri significati e vedere le cose da altre prospettive, arrivando a vedere anche quello che.... non si vede! Proprio in questa dimensione forse è nascosta la fantasia dell’attore, che ci ha da sempre abituati

a fare con lui questi viaggi tra immagini e follie, vagando intorno a mondi paralleli. Allontanandosi dalla realtà la si guarda con occhi più critici e anche un pò ironici, proprio come accade nello spettacolo, dove il protagonista diventa polemico con la sua di realtà. Infine, chi non ha visto il film o letto Novecento di Alessandro Baricco? La storia del pianista sull’oceano che non scende dal Virginia è un classico della letteratura mondiale. Sabato 18 febbraio andrà

in scena uno spettacolo costruito su questa fantastica storia, prodotto da Fondazione Aida con la regia di Fabio Mangolini che ha deciso di ripartire “dal piacere, dalla musica, dalle parole per poi rendere il corpo a quelle parole, a quella musica”. Per i ragazzi si segnalano due nuovi appuntamenti della rassegna “Famiglie a teatro”. Lo spettacolo “Giocagiocattolo”, un suggestivo viaggio teatrale per scoprire la dimensione del gioco e assieme la paura dell’abbandono che nasce dalla relazione tra un bambino e i suoi giocattoli, da appuntamento domenica 5 febbraio; mentre domenica 19 febbraio Fondazione Aida porta in scena La tribù del riciclo, spettacolo che promuove uno stile di vita rispettoso dell’ambiente. ■

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e bugie con le gambe lunghe” di Eduardo De Filippo è il primo spettacolo in scena a Rovereto nel mese di febbraio. Martedì 7 e mercoledì 8 febbraio Luca De Filippo è il protagonista di un testo scritto dal padre nel 1946 che racconta le vicende di Libero Incoronato, un uomo di mezza età circondato da amici e parenti che vivono di intrighi e menzogne. Venerdì 10 febbraio è in scena “Elektrika - opera techno” di Macelleria Ettore con Woody Neri e Maura Pettorruso, regia di Carmen Giordano. Un testo dove suono, parola, azione diventano un tutt’uno; un viaggio tragico e allo stesso tempo ironico dentro l’immaginario, partendo dal mito di Elettra. Venerdì 17 febbraio sarà la volta di “La commedia di Orlando”, liberamente tratto da “Orlando” di Virgina Woolf con Isabella

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Ragonese per la regia di Emanuela Giordano. La commedia racconta di una ragazza che dopo mille peripezie, dubbi ed incertezze riesce a farsi pubblicare il suo romanzo che racconta la storia fantastica di Orlando il quale attraversa quattro secoli di storia, fino a trasformarsi in donna e riscattare una vita che lo aveva sempre deluso, recuperando orgoglio e dignità. Spazio alla danza, sabato 25 febbraio con “Il ballo del Qua”, un progetto di Antonella Bertoni, che firma anche la regia e la coreografia assieme a Michele Abbondanza. Un lavoro maturato dopo un’esperienza artistica durata tre anni con i bambini, che ha portato ad un allestimento dove viene rappresentato, attraverso il linguaggio della danza, l’affasciante mondo dell’infanzia. Il gioco diventa percorso importante per avvicinare Isabella Ragonese l’adulto e svelare i propri bisogni.


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di Fabio De Santi Trio “Tutte le Direzioni”

kremerata baltica Tre imperdibili concerti nel mese di febbraio della società filarmonica di Trento: oltre all’ottimo ensemble baltico, il trio “tutte le direzioni” e il quartetto auryn

È

affidata alla Kremerata Baltica diretta da Gidon Kremer, mercoledì 8, l’apertura del mese di febbraio della Stagione della Filarmonica di Trento. Nel 1997, al Festival di Musica da Camera di Lockenhaus, si è assistito a una piccola rivoluzione quando il violinista Gidon Kremer ha presentato la Kremerata Baltica, un’orchestra nuova, composta da 27 giovani talenti provenienti da Lettonia, Lituania ed Estonia, esuberante e sprizzante di energia e piena di gioia di suonare. La Kremerata Baltica è stato il regalo che Kremer ha voluto farsi in occasione del suo cinquantesimo compleanno: un modo per trasmettere la sua esperienza ai giovani colleghi provenienti dall’area baltica, regione in cui è stato promotore e ispiratore della cultura musicale. Il gruppo di talentuosi studenti si è subito dimostrato un ensemble professionale di livello mondiale. L’orchestra, che ha la sua sede ufficiale a Riga, gode del patrocinio dei governi di Lettonia, Lituania ed Estonia. Mercoledì 15 protagonisti saranno i musicisti del Quartetto Auryn con un altro ritorno da non perdere alla Filarmonica con una 60

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formazione che ha scelto di coinvolgere una viola e un violoncello anch’essi di alta caratura, predisponendo con loro una serata raffinata. Con il Trio Tutte le Direzioni, formato da Mario Marzi, sassofoni, Simone Zanchini, fisarmonicae Paolo Zannini, pianoforte, venerdì 24, si ritrovano musicisti, già

apprezzati ultimamente in Filarmonica a Trento, che si uniscono per dare sfogo alla loro inventiva e creatività, portando emozioni ricercate e inconsuete. Il Trio “Tutte le direzioni” nasce dal desiderio di diffondere la musica di artisti che partendo dalle tradizioni sonore maturate in ambito popolare, sono

giunti alla definizione di un linguaggio universale, filtrando e sintetizzando esperienze personali in una scrittura più ricercata. Nell’Ensemble, la fusione - unione delle tre diverse esperienze musicali è diventata lo specchio ideale per far interagire emozionalità, istinto e ricerca persona■ le.

Un “festino” d’altri tempi

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omposto nel 1608 il Festino avanti Cena per la sera del giovedì grasso (Terzo Libro di madrigali pubblicato a Venezia nel 1608) del benedettino Adriano Tomaso Banchieri (Bologna 1568 – Bologna 1634), è una raccolta formata di venti componimenti vocali incentrati su argomenti buffi o su brevi racconti goliardici. Ad eseguirlo, domenica 19 febbraio, nel ridotto del Teatro Sociale di Trento (ore 17) l’ Ensemble vocale “IL CONTINUO” di Cremona e l’Ensemble strumentale “Labirinti Armonici” Complesso Corelli di Trento, composto dal violino e Maestro del Concerto, Andrea Ferroni, Simone Erre (Flauti dolci), Gioele Gusberti (Violoncello barocco) e Ugo Nastrucci (Liuto, Chitarra & Tiorba). Voce recitante sarà Sonia Rosset. Andrea Ferroni dal 1998 è violino concertatore e solista del “Complesso Corelli”, gruppo strumentale nato a Borgo Valsugana (Trento) nel 1966, col quale svolge un’ampia attività concertistica in Italia e all’estero. Dopo essersi diplomato al Conservatorio di Trento, ha frequentato il corso di alto perfezionamento indetto dalla Fondazione A.Toscanini di Parma collaborando con direttori e solisti di fama internazionale.


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di Alessia Acampora

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i è aperta lo scorso 22 gennaio, con un concerto dedicato a Mozart, la ventinovesima edizione de “I Concerti della Domenica”, la rassegna di musica classica intitolata alla memoria di Giuseppe Mazzeo, promossa dal Comune di Trento e realizzata in collaborazione della Società Filarmonica. Come da tradizione la rassegna, con un programma che spazia dai grandi classici alla musica contemporanea, proporrà una serie di eventi nella veste mattutina domenicale, con inizio alle 10.30, ospitati nella cornice della Società Filarmonica. L’orario mattutino, infatti, come ricorda Riccardo Gadotti, direttore artistico, intende anche favorire la partecipazione di famiglie con bambini, giovani e anziani che non sempre possono fruire dell’offerta musicale in orario serale. Ad aprire il mese di febbraio, domenica 5, “Scene d’un lirico amore” un concerto che avrà come protagonisti Maria Letizia Grosselli, soprano, Sebastiàn Ferrada, tenore, Roberta Ropa, pianoforte e Bruno Vanzo, voce narrante. In programma brani da “Tosca” di Giacomo

CONCERTI DELLA DOMENICA Ad aprire febbraio, il giorno 5, “Scene d’un lirico amore” un concerto con protagonistA Maria Letizia Grosselli

Puccini (Recondita armonia - tenore, Mario, Mario, Mario - duetto) e da Madama Butterfly (Bimba dagli occhi pieni di malia - duetto; Un bel dì vedremo - soprano e Addio fiorito asil - tenore) e composizioni da “La Traviata” di Giuseppe Verdi, “Carmen”

di Georges Bizet e dall’Aida di Giuseppe Verdi. Il tenore uruguaiano Sebastiàn Ferranda ha iniziato lo studio del canto nel suo paese natale proseguendo presso l’Accademia Internazionale della Musica e l’Accademia del Teatro alla Scala di Milano. Il 12 febbraio in cartellone “Uno x due…” concerto per musicista e due strumenti”, preludi e danze con Stefano Guarino, violoncello solo e pianoforte solo ed un programma di sala che prevede esecuzioni di Johann Sebastian Bach, Alexander Skryabin, Claude Debussy, Gaspar Cassadò e George Gershwin. Domenica 19 spazio a “La gioia di fare mu-

sica insieme”, proposto dai musicisti del “Dall’Abaco piano duo” con Valentina Fornari, pianoforte, Sergio Baietta, pianoforte, Márta Szabó, violino. Sara Cazzanelli, clarinetto e Sebastiano Evangelista, pianoforte. Il “Dall’Abaco piano duo” nasce dalla volontà dei due componenti di unire le loro importanti esperienze solistiche per diffondere brani inediti o poco eseguiti di compositori meno noti al grande pubblico. A chiudere il mese di febbraio il concerto “Da Venezia a Buenos Aires: viaggio musicale tra città di mare” con le musiche proposte dalla chitarra di Fabrizia Dalpiaz e dalla filarmonica di Roberto Caberlotto. In questa occasione si ascolteranno brani di Antonio Vivaldi, Roberto Caberlotto, Mauro Giuliani, Heitor Villa-Lobos e Astor Piazzolla. ■

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di Fabio De Santi

“M

a tu guarda se alla mia età mi devo emozionare così per un disco che esce! Ora, io mi rendo anche conto che il mondo ha ben altro di cui occuparsi, ben altri eventi su cui concentrarsi… figuriamoci. Però alla fine non posso neanche far finta di non tenerci tanto a questo figliolo che nasce oggi e che ora dovrà andare per la sua strada. Chissà quale sarà il suo destino”. Così Daniele Silvestri, con una certa ironia, ha descritto il suo stato d’animo legato – era la fine di marzo dello scorso anno –, all’uscita del suo ultimo disco “S.C.O.T.C.H.”, che verrà proposto on stage anche a Trento, nel concerto in programma il 13 febbraio all’Auditorium, per la Stagione di Musica d’Autore. Proprio in queste settimane la voce di Daniele Silvestri è tornata prepotentemente negli airplay radiofonici grazia al brano “Il viaggio (pochi grammi di coraggio)”, che fa parte della colonna sonora del film “Immaturi - Il Viaggio” di Paolo Genovese, uno dei successi maggiori ai botteghini in questo inizio 2012.

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DANIELE SILVESTRI A TRENTO del suo ultimo disco, S.C.O.T.C.H., ha detto tempo fa: “Ma tu guarda se alla mia età mi devo emozionare così per un disco...” verrà proposto on stage, nel concerto in programma il 13 febbraio all’Auditorium Dopo aver pubblicato a fine anno “S.C.O.T.C.H. Ultra Resistant Edition”, una versione speciale del suo ultimo progetto discografico, Silvestri, proprio a febbraio, riprenderà il suo tour in Italia con un doppio spettacolo prodotto da Cose di Musica: nei teatri, dove dividerà il palco con l’amico Pino Marino in un mix di teatro e canzone, e nei club con il proseguimento dell’ultimo S.C.O.T.C.H. Tour. Un disco, quello del cantautore capitolino, decisamente coraggioso registrato in presa diretta con la sua storica

band e ricco di inedite incursioni di amici musicisti e non. Oltre che con la sua la band dei Soliti Noti composta dagli immancabili Piero Monterisi (batteria), Maurizio Filardo (chitarre), Gianluca Misiti (tastiere), Gabriele Lazzarotti (basso), Josè Ramon Caraballo (tromba e percussioni) è lunghissima la lista di amici ospiti fra i quali Niccolò Fabi, Raiz, Peppe Servillo, Diego Mancino, Pino Marino, Valerio Mastandrea. Fra i pezzi della nuova “versione” del disco che si ascolteranno anche a Trento ci sono oltre a “ Il Viaggio (pochi grammi di coraggio)”, dal gusto sonoro decisamente retrò anche “Caro Architetto” e “Goccia a Goccia”. Nella scaletta del concerto ci saranno anche alcune delle composizioni più note che il cantautore romano, classe 1968, ha registrato in un percorso artistisco iniziato in una cover band ispirata ai mitici Duran Duran. Che il ragazzo ci sapesse fare lo si capisce fin dal suo omonimo disco d’esordio, uscito nel 1994, che ottiene il Premio Tenco come migliore opera prima dell’anno; fa il bis nel refe-

rendum della rivista “Musica & Dischi” (sempre come miglior esordio) e partecipa a “Sanremo giovani” con il brano “Voglia di gridare“, che lo porta sul palco del Teatro Ariston. Partecipa nella sezione “Giovani” del Festival di Sanremo 1995 con “L’uomo col megafono”: canta seduto su uno sgabello, mostrando alcuni cartelli colorati con le frasi più significative della canzone. Come spesso succede a Sanremo, l’ultimo posto in classifica, sarà sinonimo di successo discografico: il suo talento viene riconosciuto subito da una giuria di autori, che assegna il Premio Volare a “L’uomo col megafono”, come miglior testo letterario della gara sanremese. Il secondo album, “Prima di essere un uomo”, conquista il disco d’oro. Da allora Silvestri ha saputo sfornare hit su hit, con dischi come “Il dado”, “Sig. Dapatas” e “Il latitante”, mentre anche nel terzo millennio resiste nel top dei cantautori italiani più seguiti e apprezzati da un pubblico trasversale come le sue canzoni fra pop, ethno rock e musica d’autore. ■


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robabilmente quella del 22 febbraio all’Auditorium di Trento sarà l’ultima occasione per il pubblico trentino di assistere ad una performance live di Ivano Fossati. Il cantautore genovese ha infatti dichiarato che quello legato all’uscita del suo disco “Decadancing” sarà l’ultimo tour e questo l’ultimo cd della sua carriera. “In un altro album – ha dichiarato – non so se sarei in grado di metterci la stessa passione” ed ecco cosi questa ultima avventura sul palco prima di dedicarsi esclusivamente d altri progetti che non comporteranno in ogni caso alcun tour o una nuova produzione discografica. Una scelta capace di stupire molti, quella di Fossati, che evidentemente ha pensato di chiudere in questo modo, salvo ripensamenti, sempre possibili se non probabili, il suo percorso di musicista. Ma il presente è quello del “Decadancing Tour “ che si è aperto lo scorso novembre e che fino agli ultimi giorni di febbraio lo vedrà protagonista nei teatri italiani. Ad anticipare l’album, registrato fra Francia e Inghilterra, proprio il singolo “La Decadenza”, che Fossati ha delineato cosi: “In questo clima da tardo impero se la lingua che parliamo è in decadenza, se politica e morale sono già decadute, il lavoro manca e la cultura – la musica in particolare – ricopia se stessa fino allo sfinimento, i ragazzi guardano oltre le frontiere con speranza, e io non farei niente per trattenerli”. Un rhythm & blues graffiante su uno dei temi più attuali: la fuga dei giovani verso altri Paesi in cerca di opportunità migliori alla ricerca di 64

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L’ultima volta di Ivano? Il cantautore genovese ha infatti dichiarato che quello legato all’uscita di “Decadancing” sarà l’ultimo tour e questo l’ultimo cd della sua carriera. Concerto a Trento il 22 febbraio una prima o almeno di una seconda possibilità. Fossati tratta l’argomento con dura chiarezza ma anche con un tocco di giocosa ironia – che si riflette anche nella musica – e invita a guardare l’Europa come una possibile e legittima soluzione per il proprio futuro. Il concerto sarà come un immaginario sfogliare le pagine del libro scritto da Fossati “Tutto questo futuro. Storie di musica, parole e immagini”, pubblicato nel 2011 da Rizzoli e non mancherà di sorprendere ed emozionare, perché i brani in scaletta sono la sintesi della sua quarantennale carriera e del suo peculiare itinerario artistico. Ivano Fossati si presenterà a Trento accompagnato dalla band composta da Pietro Cantarelli (produzione artistica e arrangiamenti, pianoforte, tastiere, Hammond, chitarre elettriche), Claudio Fossati (batteria e percussioni), Riccardo Galardini (chitarre acustiche, nylon, elettriche, mandola), Fabrizio Barale (chitarre elettriche e acustiche, voce), Max Gelsi (basso elettrico e acustico) e Martina Marchiori (violoncello, fisar-

monica, organetto, tastiere, percussioni). Tornando sulle sue dichiarazioni che hanno accompagnato l’uscita del cd Fossati ha raccontato: “Ho compiuto 60 anni e ho sempre saputo che, raggiunta questa età, avrei voluto fare altro. Con questo disco intendo lasciare e non farò altri concerti. Credo sia l’ultimo tour, è una decisione serena di quelle che si prendono in tanto tempo”.

Una scelta difficile certo ma anche la dimostrazione di come si possa chiudere il sipario con dignità senza trascinarsi, come tanti, all’infinito sul palco e ancor più senza registrare dischi inutili e privi di ispirazione: “In un altro album non so se sarei stato in grado di metterci la stessa passione e di aggiungere qualcosa a quello, nel bene e nel male, ho già messo nei dischi finora”. ■


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uella proposta dal duo Riondino - Vergassola, a Trento il 27 febbraio, è considerata come una comicità fantasiosa e corrosiva già tastata da una lunga serie di collaborazioni fra questi due attori dall’anima comica che passa, in questa occasione, attraverso un esperimento di divulgazione della letteratura classica ottimamente riuscito che ci fa riscoprire un romanzo ancora vivo, attuale e provocatorio, grazie a un’idea dinamica, ma anche istruttiva. Lo spettacolo “Riondino accompagna Vergassola ad incontrare Flaubert”

riondino Incontra flaubert A TRENTO, il 27 FEBBRAIO, tutto da scoprire lo spettacolo “Riondino accompagna Vergassola ad incontrare Flaubert”. Più che una lezione... immagina uno scenario in bilico tra assurdo e ironia legato appunto all’ignoranza che permea anche il mondo degli attori di cabaret. Ecco cosi l’iniziativa ministeriale prevedere un interrogativo a sorpresa come punizione e la sorte estrae il nome di Dario Vergassola. Sarà lui a subire la pubblica tortura nell’interrogatorio-lezione su un classico dell’800: “Madame Bovary” di Flaubert. L’inquisitore, David Riondino, constaterà velocemente l’ignoranza del suo interlocutore, e lo costringerà ad

ascoltare e commentare la storia di Emma Bovary. Attraverso l’ironia più tagliente, il pubblico riscoprirà sotto nuova luce un testo che si rivela ancora oggi vivo, provocatorio, sconcertante. A fare da sfondo alla recitazione un palco vuoto, con solo due sedie rosse a fare da scenografia, e in sottofondo una canzone di Jane Birkin, la vedova di Serge Gainsbourg per una rappresentazione sulla quale si è scritto: “Riondino è un maestro preciso ed accattivante, a tratti lirico ed emozionato,

ma mai schiacciato nel frenare l'irriverente Vergassola nel ruolo di allievo svogliato. Madame Bovary non è che un pretesto per ricollegarsi, tramite gli interventi comici di Vergassola agli attuali fatti di politica (Berlusconi in primis) e di attualità. Vergassola apre digressioni sulla sua città e sui personaggi della sinistra operaia che bazzicavano un cinema porno. Irresistibile la contrapposizione tra la compostezza e precisione del narratore e l’irriverenza dell’interlocutore. ■

Rovereto: una spoon river in riva al leno

D

ue le presentazioni programmate a febbraio per il nuovo, intrigante libro di Antonella Bragagna, “La morte ci colse vivi - Antologia del Leno” (Curcu & Genovese, 2011). Sono ritratti ispirati al Libro dei Morti della Chiesa Arcipretale di San Marco in Rovereto. I due appuntamenti, saranno venerdì 3 febbraio a Borgo Valsugana (Biblioteca, ore 17.30) e venerdì 17 febbraio a Trento (“Centro Rosmini”, Via Dordi 8, ore 17.30). In ambedue le occasioni a presentare il volume sarà Roberto Antolini. I libri dei morti sono uno strumento anagrafico introdotto nella pratica ecclesiastica dalla controriforma: registrano giorno dopo giorno la sequenza dei decessi riguardanti gli abitanti della circoscrizione di riferimento. A 200 anni (da metà XVII a metà XIX sec.) del Libro dei morti della Chiesa Arcipretale di San Marco di Rovereto (TN) si ispira qui Antonella Bragagna per delineare 50 ritratti per teatro poetico, scritti per il gruppo teatrale La Compagnia dell’Attimo. La reinvenzione poetica di queste vite, che sfilano come in una processione nelle pagine del Libro della Arcipretale di S.Marco, ha una costante nella ricerca del “senso” dell’esistenza, ma mantiene anche uno stretto rapporto, seppur creativo, con le specificità storico-sociali originarie, organiche al contesto della Rovereto del tempo, città fiorente di attività manifatturiere paleoindustriali, di traffici internazionali, e di libera circolazione delle idee. Info: www.curcuegenovese.it

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trentinopanorama

di Lara Deflorian

T

ra le diverse proposte del Centro servizi culturali Santa Chiara di Trento s’inserisce anche la rassegna Scappo a teatro/ Scappo a danza, l’iniziativa rivolta ai ragazzi dagli 11 ai 16 anni nella fascia pomeridiana che si avvale della consulenza artistica di Giovanna Palmieri, di cui poco si scrive, ma che a volte propone delle vere e proprie chicche. Stiamo parlando dello spettacolo di teatro-danza La felicità in un click, in scena il 7 febbraio ad ore 14.30 al teatro Cuminetti, concepito e rappresentato dai due danzatori Natascia Belsito e Tommaso Monza, con la collaborazione artistica di Andrea Deanesi. “Dopo l’esperienza che abbiamo condiviso lavorando insieme con Michele Abbondanza e Antonella Bertoni – ci racconta Belsito – io e Tommaso (giovane bergamasco, laureatosi all’Accademia della Berti Arti, ndr) volevamo realizzare qualcosa insieme. In concomitanza c’era giunta anche la proposta di partecipare alla rassegna Danza Formato 6x8 organizzata da Rosa Tapia al teatro San Marco.” Questa è stata quindi l’occasione che ha portato i due artisti alla realizzazione di questo parti-

La felicità in un click in scena il 7 febbraio al teatro Cuminetti, concepito e rappresentato dai due danzatori Natascia Belsito e Tommaso Monza

colare e interessante studio prodotto dalla Compagnia Controra e da RadiceTimbrica Teatro, con il sostegno della Compagnia Abbondanza/ Bertoni. Il tema affrontato della “felicità” ha portato Natascia Belsito e Tommaso Monza ad intraprendere un percorso artistico volto a indagare molteplici forme di contentezza vagando tra ricordi, desideri, paure, speranze, fallimenti e improvvise rivelazioni. “Il tema l’ho proposto

io – spiega Belsito – e si può dire che sia legato a una situazione personale che rappresenta una sorta di continuità rispetto a Tu, il mio ultimo solo. Parlare e trovare le forme per esprimere un aspetto della felicità, una tematica ampia, piena e infinita, non è facile. Questo è un lavoro che rispecchia solo un momento, un singolo aspetto”. Possiamo quindi direi che la tematica scelta è fortemente ambiziosa, ma le emozioni provate nella visione dello spettacolo vi assicuriamo che sono reali. Ci si trova davanti a un qualche cosa che ti fa capire che non sono i grandi eventi a rendere felici e che le sfumature possono essere tante e, soprattutto, fugaci ed effimere come, appunto, lo è un “click”. “La nostra ricerca – scrivono Belsito e Monza – trova il

suo quasi compimento nella condivisione, tra danze, giochi e momenti inaspettati. Troviamo in questi la felicità perché completati dall’altro, e allora non serve molto per essere felici, forse si può anche stare fermi a respirare la stessa aria di chi è con noi sul palco e giù da esso”. Prima dello spettacolo i due interpreti incontreranno gli studenti del Liceo coreutico che saranno coinvolti, se possibile, nello spettacolo. “Ci piacerebbe riuscire a portare questa creazione un po’ in giro – conclude Natascia – e io vorrei iniziare a lavorare a un altro solo, poiché per necessità logistiche ed economiche è l’unica cosa possibile. Continuo comunque con molta soddisfazione anche a insegnare e a sperimentarmi nei laboratori che conduco al Centro Teatro di Trento”. ■

FREE STYLE

di Sara Condini

SALONE UNISEX

a r u c o m a i d n e r p i C dei tuoi capelli

Orario: 8.30-17 (mar/mer), 10-18.30 (gio), 8.30-17.30 (ven), 8-15 (sab)

Mattarello di Trento Via G. Poli, 55 - Tel. 0461.944122 67

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trentinomostre

Il dEsign: fratello della bellezza

C

i sono stati periodi storici in cui l’arte ha abbracciato l’architettura, sia essa d’interni che d’esterni, creando veri e propri capolavori. La contaminazione

tra i vari generi è sempre un propulsore d’idee, di segni e di forme. Basti guardare la fusione medioevale tra le arti – le chiese romaniche e quelle gotiche come summa filosoficoteologica –, le corti rinascimentali con la geometria che abbraccia la pittura partorendo realtà multiple, la modernità ottocentesca del gesto industriale e le avanguardie storiche che hanno saputo frequentare territori inediti dell’Io e delle molteplici realtà. Su questa linea si muove da anni un giovane artista e designer, Luca

Degara, ledrense, la cui fucina di

materiali si trova nelle arcaiche stanze di un vecchio mulino a Tiarno di Sotto. Sarà per l’atmosfera che lo circonda, sarà per il suo percorso personale che lo vede fuso con il legno

Rudolf Haas

U

na mostra intitolata “Altre dimensioni”, in programma alla Bookique di Parco della Predara (via Torre d’Augusto 29) a Trento. Le opere di Haas saranno visibili dal 4 al 27 febbraio. Sulla scorta dell’iconoclastia operata da Arnulf Reiner e degli occultamenti di Emilio Isgrò, Rudolf Haas ricerca nella cancellazione dell’immagine una possibilità percettiva “altra” rispetto alla consuetudine. Partendo da un dato di fatto estetico ovvero da una immagine o da uno scritto, Haas lavora per levare erodendone le fondamenta e creando un’opera nuova dall’inedito significato espressivo. L’immagine di partenza, quella formale che si crea nella fase di poiesi creativa, diviene per Haas pretesto per operare una sistematica distruzione che non risulta mai fine a se stessa bensì posta in essere per il gusto del ricostruire partendo dalle macerie. Le ossessioni e le inquietudini dell’uomo figlio del consumismo vengono tradotte da Haas in un espressionismo travolgente che nella sovrapposizione eversiva di segni occultivi portano l’immagine a perdere la valenza formale per divenire specchio di quei moti informi – informali – che governano il subconscio. I lavori di Haas diventano così occasioni di messa in discussione delle nostre consuetudini visive e di scambio vicendevole che mette in relazione empatica l’artista con il suo pubblico.

già da molti anni, sta di fatto che le sue opere vedono l’apparire sulla scena di legno,

Venerdì 24 febbraio, ad ore 18, presso la Galleria Civica Craffonara di Riva del Garda, all’interno del programma

vetro, acciaio,

“Officina Riva” l’artista presenta le sue opere,

ferro. Il risultato

permettendo quindi al pubblico amante degli utopici incroci

sono tavoli sculture

improbabili, di osservare la sensibilità di questo designer.

e installazioni,

“La loro cifra distintiva è di non essere ripetibili, unicità,

sculture per

che da vita a un connubio tanto felice quanto insolito tra

pranzare, sculture

elementi così diversi, quasi a renderne l’unione, dopo un

per dialogare,

iniziale stupore, scontato e naturale, in grado di trasmettere

sculture luminose. Opere solitamente in giro

non solo un messaggio ma anche emozioni”. All’interno della mostra e inerente al tema trattato, martedì

per il mondo ma che, nella sua terra, si sono viste ben

28 febbraio, ad ore 20.45, si terrà una conferenza dal titolo

poco. Ma comunque è arrivata l’occasione per gustare e

“Quando l’arte incontra il sogno. Esperienze di arte totale

assaporare questi lavori dove la fantasia ha saputo estrarre

dal medioevo ad oggi”.

dalla materia, complice la semplicità, opere accattivanti

Sabato 25 febbraio, ad ore 18, si inaugura invece a Trento,

e suggestive dove la funzione e il valore estetico sono

nelle suggestive sale di Torre Mirana, in Via Belenzani,

strettamente correlati.

un’esposizione che vede il dialogo di due artisti che

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trentinomostre utilizzano pratiche assai diverse ma che, all’orizzonte, trovano una declinazione di genere e di senso.

Il fotografo Mauro

Demattè, alla sua prima esposizione, incontra

il carnale Pietro Verdini. Il primo è alla sua prima prova pubblica

ma di certo non ha problemi di sorta. Le sue opere fotografiche, stampate su tela, totalmente esenti da qualsiasi rielaborazione, si occupano di deserti, di quelli africani. Però non sono paesaggi totali. Sono sguardi particolari, concentrazioni su parti e frammenti di territorio. L’uso sapiente del mezzo tecnico – come il piazzarla alla stessa altezza del vento turbinoso che stravolge la pelleterra per coglierne le sfumature e le caleidoscopiche fantasie cromatiche –, coniugato con il desiderio di cogliere la geometrizzazione del mondo naturale, sono i due elementi che lo contraddistinguono. A vedere le opere potrebbero essere confuse con dei veri e propri lavori astratti. In realtà sono talmente reali da superare sé stessi. Pietro Verdini è invece un fiume in piena come le acque che tanto ama e che riempiono le sue opere in blù e in nero. Colline e montagne come seni, castelli e case come delimitatori delle scorribande umane, sorgenti e fiumi della vita che nascono e si nascondono, angeli, uomini e donne Pietro Verdini

piegate verso la terra per assecondarne la storia e la fantasia ma con gli occhi rivolti al cielo per coglierne l’infinito e la ricchezza del sogno. Dietro la ripetizione continua di temi, gesti e segni, esemplificato dal fiume che circonda la terra come un anello, includendovi l’universo, o dall’estremità della corda di violoncello diventata

spirale/chiocciola, ci sta la volontà di trascendere il tempo, diventando ossessione. La mostra chiude l’11 marzo.

Arco Mercati MERCATINO DELLE PULCI 18 sabato. Via delle Palme. Mostra del piccolo antiquariato, usato, collezionismo e curiosità. Info: www.gardatrentino.it. Dalle ore 9 alle ore 17. Mostre MOMENTI D’ARTE Apertura: fino a sabato 25 febbraio 2012. Casinò Municipale. Mostra fotografica di Luciano Bonacini. Info: www.gardatrentino.it. Mostre ROBERTO FLOREANI COMPOSIZIONI ASTRATTE Apertura: da venerdì 3 febbraio a domenica 10 giugno. Palazzo dei Panni - Via Segantini, 9. Mostra a cura di Giovanna Nicoletti. Orario: 10-18. Lunedì chiuso. Info: www. museoaltogarda.it.

Borgo Valsugana Mostre Omaggio a Luigi Gay Apertura: da sabato 21 gennaio a domenica 12 febbraio. Spazio Klien Piazza Degasperi 20. Mostra a cura di Vittorio Fabris. Orario: dal martedì al sabato 10-12 / 16-19. Domenica 10-12. Lunedì chiuso.

Cavalese Mostre CARLO ORSI: immagini d’autore dal Trentino e dal Mondo Apertura: da martedì 27 dicembre 2011 a domenica 8 aprile 2012. Centro Arte Contemporanea. P.tta Rizzoli, 1. Mostra a cura di Elio Vanzo e Claudio Delvai. Fino all’8 gennaio 2011 e dal 31.03 all’08.04.2012 aperto tutti i giorni. il restante periodo aperto sabato e domenica. Orario: 15.30-19. Chiuso il lunedì. Info: www.artecavalese.it.

Dro Mostre GRAMODAYA - Per vivere in armonia Apertura: da lunedì 6 a domenica 26 febbraio. Piazza Repubblica. Sede della Scuola primaria, soppalco palestra. Mostra itinerante sulla sostenibilità ambientale dall’India al Trentino. Orario: sabato e domenica dalle 14 alle 18. Info: www.ass-andromeda.ea29.com.

Isera Mostre Il Mondo di Nani Tedeschi Apertura: da venerdì 25 novembre 2011 a sabato 31 marzo 2012. Museo della Cartolina “S.Nuvoli”. Offre la possibilità di ammirare grafiche, manifesti e cartoline del famoso artista apprezzato in Italia e all’estero. Info: da lunedì a venerdì 9-12 / 14.30-17.30; chiusa il

24 e 31 dicembre e il 6 gennaio. Tel. 0464.420840.

Nago Torbole Mostre CAMMINO D’UN APOSTOLO Apertura: da sabato 28 gennaio a sabato 18 febbraio. Forte Superiore. Mostra fotografica. La Cina all’inizio del 1900. Info: www.gardatrentino.it.

Riva del Garda Mostre Apertura: da venerdì 24 a mercoledì 29 febbraio. Galleria Civica Craffonara. All’interno del programma “Officina Riva” l’artista presenta le sue opere, permettendo quindi al pubblico amante degli utopici incroci improbabili, di osservare la sensibilità del designer Luca Degara.

Rovereto Mostre Look today. Gli ultimi sessant’anni Apertura: da venerdì 1 aprile 2011 a domenica 12 febbraio 2012. Mart corso Bettini 43 - a cura di Gabriella Belli. Orari: mart-dom 10-18, ven 10-21. Numero verde 800 397760. Mostre la guerra dI Libia 1911-1930 Apertura: fino a sabato 30 giugno 2012. Castello. Il museo storico Italiano della guerra, ricorda i cento anni dall’inizio della guerra italoturca (1911-12) per il controllo della Libia con una mostra di fotografie, materiali e cartoline di propaganda. La mostra ripercorre le vicende del conflitto e illustra l’immaginario coloniale popolare attraverso l’iconografia riprodotta nelle cartoline illustrate e con altri materiali. Orari: tutto l’anno da martedì a domenica 10-18. Info: Museo Sorico Italiano della Guerra; Tel. 0464 438100; www.museodellaguerra.it. Mostre CARLO VALSECCHI SAN LUIS Apertura: da sabato 19 novembre 2011 a domenica 26 febbraio 2012. Mart. Negli scatti dell’artistafotografo italiano, una ricognizione “al limite del visibile” degli spazi sconfinati delle pianure argentine. E una riflessione di grande attualità sul rapporto tra uomo e natura. Il progetto comprende 36 grandi opere fotografiche realizzate tra il 2007 e il 2008 in alcuni dei luoghi più sperduti dell’Argentina. A cura di Gabriella Belli. Orari: mardom 10-18 ven 10-21. Info: Tel. 0464.454154-108, education@ mart.trento.it, www.mart.trento.it. Mostre Diango Hernández. Living Rooms, a Survey Apertura: da sabato 19 novembre 2011 a domenica 26 febbra-

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trentinomostre io 2012. Mart. A cura di Yilmaz Dziewior. Prima retrospettiva mondiale dedicata all’artista cubano Diango Hernández. Nelle sue installazioni una fusione inedita di riflessioni socio-politiche e indagine interiore. Info: Numero verde 800397760, tel 0464.438887, info@mart.trento.it. Mostre Luciano Civettini. Nessun bosco è immobile Apertura: da venerdì 25 novembre 2011 a sabato 25 febbraio 2012. Studio 53 Arte. A cura di Francesca Piersanti. È una mostra in cui i lavori dell’artista (tele, tavole resinate e i famosi libri della serie Blur), sono accompagnati da disegni e vinilici colorati a parete che trasformano lo spazio espositivo in pagine di una narrazione fantasticache presenta gli ultimi tre anni dell’attività artistica di Luciano Civettini. Orario: giovedì-sabato 16-19. Info: Tel. 0464.480547; www.53arte.it. Mostre ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE Apertura: da sabato 25 febbraio a domenica 3 giugno. Mart. Progetto di: Christoph Benjamin Schulz e Peter Gorschlüter. A cura di: Christoph Benjamin Schulz e Gavin Delahunty, con la collaborazione di Eleanor Clayton. Mostra realizzata da Tate Liverpool in collaborazione con Mart di Rovereto e Kunsthalle Hamburg. Una mostra racconta la piccola Alice e le sue avventure nel leggendario Paese delle Meraviglie. Questo affascinante percorso espositivo prende avvio dal manoscritto originale di Lewis Carroll, composto nel 1864 come regalo per una bambina di dieci anni, Alice Liddell. Attraverso disegni, dipinti, fotografie, poster e oggetti della quotidianità, la mostra racconta un’epoca, una società e il lungo lavoro di Carroll dedicato ad Alice, ma soprattutto le numerose influenze che questa celebre opera e le sue immagini hanno avuto nella cultura artistica moderna e contemporanea, dai dipinti dei surrealisti, agli artisti della pop fino ai protagonisti dell’arte contemporanea da Sigmar Polke a Kiki Smith. Info: n.verde 800 397 760; info@mart.trento.it. Mostre POSTMODERNISMO. STILE E SOVVERSIONE 1970-1990 Apertura: da sabato 25 febbraio a domenica 3 giugno. Mart. Dopo il successo della grande mostra realizzata nel 2009 Cold War- La Guerra Fredda 1945-1970, continua la prestigiosa collaborazione tra il Mart e il Victoria and Albert Museum di Londra, con un nuovo progetto espositivo. In continuità con l’evento precedente, la mostra intende esplorare il concetto di Postmodernismo, emerso prepotentemente in un

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primo momento nella cultura architettonica internazionale, e poi diffuso ai più vasti ambiti culturali, a partire dagli anni Settanta. L’esposizione è così l’occasione per ricostruire la cultura di quegli anni attraverso le trasformazioni avvenute nell’architettura e nel design, ma anche con le suggestioni delle immagini cinematografiche, le testimonianze nel mondo della moda e le grandi rivoluzioni che coinvolsero la musica e la cultura giovanile. Info: n. verde 800 397 760; info@mart.trento.it.

San Michele a.a. Mostre LA GENERAZIONE DEI GIGANTI. GESUITI MISSIONARI E SCIENZIATI IN CINA SULLE ORME DI MATTEO RICCI Apertura: da martedì 24 gennaio a domenica 1 aprile. Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina San Michele all’Adige. La mostra, curata dal Centro Studi Martino Martini, realizzata in occasione dei trecentocinquant’anni dalla morte del trentino Martino Martini, mette in luce la sua poliedrica personalità di scienziato, geografo, storico, linguista, missionario e il ruolo da lui svolto come mediatore tra due mondi e due culture, quella cinese e quella europea. L’esposizione si basa su un’attenta ricognizione delle fonti: iconografiche (dipinti raffiguranti Martini, i luoghi dove studiò e visse dopo essere diventato missionario, da Roma a Genova, a Lisbona e poi da Goa a Macao, a Hangzhou), documentarie (atto di battesimo), bibliografiche (copie delle opere da lui pubblicate al suo ritorno in Europa, dal Novus Atlas Sinensis al De Bello Tartarico, dalla Sinicae Historiae Decas Prima alla Grammatica Sinica), di cultura materiale (paramenti sacri, suppellettili domestiche, numerosi e rari strumenti scientifici). Il percorso è completato con una serie di pannelli illustrativi, opere d’arte e altro materiale, provenienti da vari musei, archivi e biblioteche, straordinarie testimonianze della presenza cristiana in Cina. Orario: 9-12.30/14.30-18. Chiuso il lunedì. Info: www.museosanmichele.it; www.centromartini.it.

Federico Bernard

I

n tanti anni di attività, l’Associazione culturale LE MURA di Trento ha ospitato pittori, disegnatori, fotografi, collezionisti di oggetti curiosi, ceramisti. In questi giorni ha aperto le porte ad un giovanissimo scultore in legno, Federico Bernard, nato nel 1990 a Trento, e residente a Cognola. Le opere esposte, altorilievi e bassorilievi in legno di cirmolo, sono una decina, e tutti hanno una loro radice comune, la nostra terra e le Dolomiti. Sono rappresentati il Campanil Basso, le Tre Cime di Lavaredo, le Torri del Vajolet ed altri soggetti simili. L’esecuzione, affidata allo scalpello ed alla sgorbia, manovrati con abilità e decisione, sono riuscite a creare un effetto di potenza e solidità, come si conviene ai soggetti trattati, le rocce dolomitiche. In alcune rappresentazioni fanno da contraltare, in primo piano, figure femminili e fiori alpestri. L’impegno e la bravura dell’artista, che ha frequentato l’Istituto d’arte del legno Soraperra in Val di Fassa ed è attualmente iscritto al 3° anno dell’Accademia di Belle Arti “G.B.Cignaroli” di Verona, risultano confermati. Giovane e promettente, Federico Bernard è stato premiato, fin dai primi giorni, da un notevole afflusso di visitatori. La mostra chiuderà a metà febbraio. L’orario di apertura dell’Associazione Culturale Le Mura, in via Dietro Le Mura B, n.4, all’interno del Salone Patton e Pedron, è dal martedì al sabato. Ingresso libero. Fabio Oss

Trento Mostre Nedko Solakov Apertura: da venerdì 7 ottobre 2011 a domenica 5 febbraio 2012. Fondazione Galleria Civica Trento, via Cavour 19 - mostra a cura di Andrea Viliani. All in (My) Order, with Exceptions. Orari: mar-dom 1018. Lun chiuso. Ingresso gratuito. Tel: 0461 985511. Mostre BEST WISHES 2012 Apertura: da mercoledì 7 dicembre 2011 a mercoledì 29 febbraio 2012.

Galleria Arte Boccanera, Via Milano, 128/130. Mostra collettiva. Arte Boccanera si trasformerà in una vera Wunderkammer nella quale troveranno posto le diverse personalità di una famiglia artistica eclettica nelle tecniche e nelle poetiche: Stefano Abbiati, Alessandro Bazan, Corrado Bonomi, Juan Carlos Ceci, Pierluca Cetera, Gianni Dova, Neboisa Despotovic, Tatiana Festi, Giovanni Frangi, Annamaria Gelmi, Michele Lombardelli, Valentina Miorandi, Elena Monzo, Johann Nortje,

Chiara Tagliazucchi, Maria Lucrezia Schiavarelli, Willy Verginer, Nicola Vinci, ma anche special guests internazionali, tra le quali ChiehJen Chen, Douglas Gordon, Avish Khebrehzadeh, Mario Merz, Giuseppe Penone, Gregor Schneider. Durante il periodo dell’esposizione saranno organizzate proiezioni serali di cinema d’artista e videoarte. Orari: martedì-sabato 10-13/16-19; domenica e lunedì su appuntamento. Info: info@arteboccanera.com; www.arteboccanera.com.


trentinomostre Mostre VISITATE LE DOLOMITI! CENTO ANNI DI MANIFESTI Apertura: da mercoledì 23 novembre 2011 a domenica 4 marzo 2012. Palazzo Roccabruna. Un percorso attraverso un secolo di grafica pubblicitaria. Orari: martven.: 10-12; 15-18; sab-dom: 1018. Lunedì chiuso. Ingresso libero. Info: www.palazzoroccabruna.it. Mostre Pierluigi Pusole “Figli dei monti” + Sara Conforti “Herbarium” Apertura: da giovedì 15 dicembre 2011 a mercoledì 29 febbraio 2012. Palazzo Wolkenstein. I lavori esposti, una trentina di acquerelli e acrilici su carta, fanno parte di due cicli realizzati dall’artista nel corso del 2011. Info: www.studioraffaelli.com. Mostre Difesa e governo del Paese. Il Landlibell trentino-tirolese del 1511 Apertura: da sabato 17 dicembre 2011 a sabato 31 marzo 2012. Castello del Buonconsiglio. Nell’inverno 2011-2012 al Castello del Bonconsiglio di Trento si potrà ammirare la mostra dedicata al “Landlibell” che compie 500 anni. Questo “Libello del Paese” fu un patto sottoscritto dalla Dieta di Innsbruck il 23 giugno 1511. Con esso si prevedeva l’obbligo di leva della Contea del Tirolo (compreso il principato vescovile di Trento) durante le guerre d’Italia. Orario: 9.30-17.00. Lunedì chiuso. Info: tel. 0461 233770; www.buonconsiglio.it; info@buonconsiglio.it. Mostre Federico Bernard Apertura: fino a mercoledì 15 febbraio. Associazione Culturale Le Mura, in via Dietro Le Mura B, n.4, all’interno del Salone Patton e Pedron. Le opere esposte, altorilievi e bassorilievi in legno di cirmolo, sono una decina, e tutti hanno una loro radice comune, la nostra terra e le Dolomiti. Sono rappresentati il Campanil Basso, le Tre Cime di Lavaredo, le Torri del Vajolet ed altri soggetti simili. Orario: dal martedì al sabato. Ingresso libero.. Mostre NON SIVA MAI COSì lONTANO...” Apertura: da sabato 21 gennaio a sabato 31 marzo. Grand Hotel Trento - Sala Depero. Info: info@ fida-trento.com; www.fida-trento.com. Mostre VOLTI E MANI DI MARCO MORELLI Apertura: da venerdì 3 a giovedì 16 febbraio. Associazione culturale “Antonio Rosmini”, Via Dordi, 8. Mostra di sculture - Bronzi marmi terrecotte con intervento di don Marcello Farina. Orario: da lunedì a venerdì ore 10-12 / 15-17.

Info: Tel. 0461.239994; www.associazrosminitrento.it. Mostre Altre dimensioni Apertura: da sabato 4 a lunedì 27 febbraio. Bookique. Parco della Predara, via Torre d’Augusto 29 Trento. Sulla scorta dell’iconoclastia operata da Arnulf Reiner e degli occultamenti di Emilio Isgrò, Rudolf Haas ricerca nella cancellazione dell’immagine una possibilità percettiva “altra” rispetto alla consuetudine. Partendo da un dato di fatto estetico ovvero da una immagine o da uno scritto, Haas lavora per levare erodendone le fondamenta e creando un’opera nuova dall’inedito significato espressivo. L’immagine di partenza, quella formale che si crea nella fase di poiesi creativa, diviene per Haas pretesto per operare una sistematica distruzione che non risulta mai fine a se stessa bensì posta in essere per il gusto del ricostruire partendo dalle macerie. Le ossessioni e le inquietudini dell’uomo figlio del consumismo vengono tradotte da Haas in un espressionismo travolgente che nella sovrapposizione eversiva di segni occultivi portano l’immagine a perdere la valenza formale per divenire specchio di quei moti informi - informali - che governano il subconscio. I lavori di Haas diventano così occasioni di messa in discussione delle nostre consuetudini visive e di scambio vicendevole che mette in relazione empatica l’artista con il suo pubblico.

FEBBRAIO Mese del carrello dei bolliti tutti i giovedì a pranzo e cena e i venerdì a pranzo

Mostre DESERTI E MONTAGNE A EST E OVEST DEL MONDO Apertura: da giovedì 9 febbraio a domenica 15 aprile. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas. Piazza Cesare Battisti. Premio “Insieme per la pace” dedicato a Gianluigi Bettiol, progetto didattico realizzato dagli studenti dell’Istituto delle Arti Vittoria di Trento e dalle studentesse della Fondazione Kala Raksha di Ahmedabad - India, con la collaborazione dei Residenti della Casa di Riposo A.P.S.P. S. Spirito - Fondazione Montel di Pergine Valsugana. Ingresso libero. Info: www.trentinocultura.net/ archeologia.asp. Mostre MAURO DEMATTé E PIETRO VERDINI 25 sabato. Torre Mirana, Via Belenzani. Esposizione che vede il dialogo di due artisti che utilizzano pratiche assai diverse ma che, all’orizzonte, trovano una declinazione di genere e di senso. Mostre Oli ed acquerelli recenti Apertura: da sabato 1 dicembre a mercoledì 15 febbraio. Sala Thun. Torre Mirana Via Belenzani. Mostra di Diego Bridi. Orario: 10-12 / 16-19.

MASO FINISTERRE TRENTO - Via SS Cosma e Damiano, 6 Tel. 0461 825752 www.masofinisterre.it È gradita la prenotazione.

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tmfebbraio


trentinoappuntamenti

Evviva il carnevale, (ma anche il resto...)

C’

è il carnevale a colorare e a ravvivare il freddissimo mese di febbraio. Tra tradizione e modernità, l’appuntamento è da non

perdere, per grandi e piccini, magari prima di rifugiarsi in un caldo e comodo teatro dove assistere a un concerto o ad una piéce teatrale. A Trento, scorpacciata di testi teatrali. Ce n’è davvero per tutti i gusti. Il “Sogno

di una notte di mezza estate” di

Shakespeare, ma anche la modernità visionaria di “2984” ispirato

all’omologo “1984” di George Orwell. Ricca anche la proposta della Fondazione Aida al Teatro Valle dei Laghi di Vezzano. Sabato

Equilibrista della parola

D

opo aver frequentato l’Accademia Antoniana e dopo essersi laureato in giurisprudenza, Alessandro Bergonzoni comincia la sua collaborazione artistica con Claudio Calabrò. Già dai suoi primi lavori teatrali, Bergonzoni sviluppa i temi comici che lo caratterizzeranno nella sua figura di artista: l’assurdo comico, il rifiuto del reale come riferimento artistico e la capacità di “giocare” col linguaggio per creare situazioni surreali paradossali. Il suo debutto avviene a soli 24 anni con lo spettacolo teatrale Scemeggiata (1982). Nel 1986 partecipa al programma televisivo, trasmesso da Rai Uno e condotto da Loretta Goggi, Il bello della diretta. È solo dal 1987 però che Bergonzoni ottiene i primi riconoscimenti, sia da parte della critica, con la menzione speciale del premio I.D.I. 1988 per lo spettacolo Non è morto né Flic né Floc, che da parte del grande pubblico. Viene scoperto “televisivamente” da Maurizio Costanzo, e tra il 1988 e il 1989 aumenta le sue partecipazioni ai programmi radio-televisivi. Sempre nello stesso periodo inizia una serie di incontri con studenti universitari e liceali sui temi della comicità, incontri che durano tutt’oggi. Collabora con l’edizione dell’Emilia-Romagna de La Repubblica curando una rubrica settimanale dal titolo il s’abato di Alessandro Bergonzoni.

18 febbraio, sarà la volta di

“Novecento”, il monologo di Alessandro Baricco che qui verrà ripresentato in una nuova veste. In scena anche Alessandro

Bergonzoni con il suo

ultimo spettacolo, intitolato “Urge” (11 febbraio).

programma il 13 febbraio all’Auditorium del capoluogo.

Ad aprire il febbraio de

Il grande cantautore genovese, invece, ha dichiarato

“I Concerti della

Domenica”, il giorno 5, “Scene d’un lirico amore”,

che quello legato all’uscita di “Decadancing” sarà

un concerto con protagonista Maria Letizia Grosselli. A

l’ultimo tour e questo l’ultimo cd della sua carriera.

chiudere, il concerto “Da Venezia a Buenos Aires: viaggio

Concerto a Trento il 22 febbraio. Sarà vero che non lo

musicale tra città di mare” con le musiche proposte dalla

vedremo più calcare un palcoscenico?

chitarra di Fabrizia Dalpiaz e dalla filarmonica di Roberto Caberlotto. Due grandi cantautori italiani portano le loro poetiche

creazioni in musica in Trentino. Si tratta di Daniele

Silvestri e di Ivano Fossati. Del suo ultimo disco, S.C.O.T.C.H., Silvestri ha detto tempo fa: “Ma

Sempre a Trento, il 27 febbraio, David

Riondino, tutto da scoprire con lo spettacolo “Riondino accompagna Vergassola ad incontrare Flaubert”. Più che una lezione di letteratura. Per la danza, in scena il 7 febbraio al teatro Cuminetti, lo spettacolo “La

felicità in un click”,

tu guarda se alla mia età mi devo emozionare così per

concepito e rappresentato dai due danzatori Natascia

un disco...” verrà proposto on stage, nel concerto in

Belsito e Tommaso Monza.

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trentinoappuntamenti 1 mercoledì Cabaret POST-IT Trento. Ore 21. Teatro Cuminetti. Creazione collettiva Teatro Sotterraneo. Con Sara Bonaventura, Iacopo Braca, Matteo Ceccarelli, Claudio Cirri. Post-it si apre su un cubo nero composto da una guaina di teli che si aprono al passaggio dei corpi accogliendo una serie di azioni e oggetti, una ritmica di pieni e vuoti che porta in sé il senso stesso del fatto e del suo passaggio, del corpo e del suo deperimento, delle cose e del loro consumo. Tutto riempie ma il tutto finisce per esaurirsi ed essere svuotato. Ciclicamente. Post-it tocca la Fine in un cumulo di frattaglie, in una coreografia eseguita interamente al buio e in un funerale che fallisce i propri rituali. Post-it è un lavoro sulla Fine, intesa come momento di esaurimento e scomparsa cui sono destinate le cose tutte, esseri viventi inclusi. Info: www.centrosantachiara.it n. verde 800 013952. Cultura EICHMANN. UN CRIMINALE MODERNO Trento. Ore 17.30. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas. Piazza Cesare Battisti. Lettura-spettacolo tratta da “La banalità del male” di Hannah Arendt, scritta e diretta da Maura Pettorruso con le voci di Alessio Dalla Costa, Claudia Cristoforetti, Federica Marzili e Stefano Detassis. Ingresso libero. Info: www.trentinocultura.net/ archeologia.asp. Musica «Orchestra Haydn» Trento. Ore 20.30. Auditorium. Si esibirà con l’Orchestra regionale Sergej Krylov. Sotto la direzione di Daniele Rustioni, Krylov si farà interprete del Concerto n. 2 per violino e orchestra di S. Prokof’ev, partitura che si colloca fra le opere della maturità del musicista russo. Info: www.haydn.it.

Teatro SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Commedia di William Shakespeare. Traduzione e adattamento Giole Dix e Nicola Fano. In un gioco teatrale e poetico ricco di equivoci, sberleffi, allusioni e colpi di scena, Shakespeare intreccia i destini dei suoi personaggi per dare vita a uno scenario fantastico di ineguagliabile potenza evocativa. Gioele Dix ne affronta la regia chiamando a raccolta un gruppo di giovani comici di successo, tutti provenienti dal mondo del cabaret e, in particolare, dall’esperienza televisiva di Zelig. In questa versione del Sogno, le tradizionali gerarchie fra i personaggi vengono sovvertite. Sarà la compagnia dei comici artigiani a dominare la scena, a impadronirsi a sorpresa di tutti i ruoli e a diventare il perno essenziale attorno a cui ruota l’intera vicenda. Uno spettacolo che, pur senza tradimenti al testo shakespeariano, alle sue preziose ambiguità e alla sua fantasiosa comicità, ne reinventa il linguaggio e lo smarca dal rischio della convenzione. Info: www.centrosantachiara.it n. verde 800 013952.

2 giovedì Cultura Conferenza Trento. Ore 17. Associazione Culturale “Antonio Rosmini” - Via Dordi, 8. “Sistemi finanziario e investimenti locali”.Relatore: Dott. Michael Atzwanger - Membro del Consiglio di Gestione di Alpenbank, Bolzano. Info: Tel. 0461.239994; www.associazrosminitrento.it. Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Trento. Ore 17.30. Fondazione Bruno Kessler, Aula Grande - Via S. Croce, 77. Presentazione del libro: “Sono soldi ben spesi? Perché e come valutare l’efficacia delle poli-

Sala per banchetti e cerimonie Trento c/o Aeroporto “G. Caproni” tel. 0461/944999 tiche pubbliche” di Alberto Martini e Ugo Trivellato. Musica FuoriOrario Winter 2012 Isera. Ore 21. Locanda delle 3 Chiavi. Laboratori musica d’insieme con Walter Civettini e Stefano Raffaelli. Info: www.cdmrovereto.it. Teatro LE ATTESE = MOODS FOR LOVE Tione di Trento. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Alma Daddario con Valeria Ciangottini, Lorenzo Costa, Federica Ruggero. Regia di Lorenzo Costa e con il Teatro Garage. Teatro SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Commedia di William Shakespeare - traduzione e adattamento di Gioele Dix e Nicola Fano. Con Alessandro Betti,Maria Di Biase, Katia Follesa,Maurizio Lastrico, Corrado Nuzzo, Marco Silvestri,Marta Zoboli, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti. Regia di Gioele Dix. Con la Compagnia del Teatro Stabile di Verona - Bananas s.r.l.. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara Tel. 0461.213834; n. verde 800013952; www.centrosantachiara.it.

3 venerdì Cultura Hdemia 2012 Caldonazzo. Ore 20.30. Palestra della scuola primaria. Corso di in-

troduzione allo Shin Tai (evento aperto a tutti) con Angelo Formicola. Info: tel. 348.5226209. Cultura Conferenza Dro. Ore 20.30. Centro Culturale. “Esperienze del vissuto personale”. In collaborazione con Associazione Prisma di Arco e il Gruppo “Oltre le vette” di Arco. Una serata dedicata al racconto delle esperienze personali da parte di persone che vivono quotidianamente con la cecità. Info: ass-andromeda@libero.it; www.ass-andromeda@ea29.com; 349.5224292. Cultura Presentazione libro Borgo Valsugana. Ore 17.30. In collaborazione con il Gruppo di Lettura, presentazione del libro di Antonella Bragagna “La morte ci colse vivi, Antologia del Leno”, edito da Curcu&Genovese. Introduzione di Roberto Antolini. Letture di Bragagna e Antolini. Danza TANGO ARGENTINO Trento. L’Associazione BoedoTango riprende le lezioni di Tango Argentino per tutti i livelli, con i maestri italo-argentini Lucía & Antonio. Massimo 8 coppie per livello. Condizioni speciali per studenti. Info: info@boedotango.com; www.boedotango.com; cell. 329.4072500 - 320.7781389. Teatro SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Commedia di William Shakespeare - traduzione e adat-

Sergej Krylov

Sala riunioni - Sala Banchetti TRENTO Via Pomeranos, 2 Loc. Mattarello Tel. 0461/944545 www.adigehotel.it

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trentinoappuntamenti Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

tamento di Gioele Dix e Nicola Fano. Con Alessandro Betti,Maria Di Biase, Katia Follesa,Maurizio Lastrico, Corrado Nuzzo, Marco Silvestri,Marta Zoboli, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti. Regia di Gioele Dix. Con la Compagnia del Teatro Stabile di Verona - Bananas s.r.l.. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara Tel. 0461.213834; n. verde 800013952; www.centrosantachiara.it. Teatro ...È COSÌ ANCHE TUA SUOCERA? Nago. Ore 21. Teatro Casa della Comunità. Commedia di Diane Grant. Con Arianna Grossi, Elisa Da Costa,Melissa Boni,Matteo Cortelletti. Regia di Gabriella Pedrai. Con la Compagnia dell’Attimo. Info: Biblioteca di Nago-Torbole Tel. 0464.505181. Teatro DO(N)NE Faver. Ore 21. Molin de Portegnach. Spettacolo teatrale di e con Loredana Cont. Info: Sorgente ‘90 328.1344805; info@sorgente90.it; www.sorgente90.it.

4 sabato Cultura Hdemia 2012 Caldonazzo. Ore 9-11-14.3016.30. Palestra della scuola primaria. Corso di introduzione allo Shin Tai (evento aperto a tutti) con Angelo Formicola. Info: tel. 348.5226209. Musica Beatles Show Vezzano. Teatro. Più che un semplice tributo ai Beatles: lo show attraversa i ricordi e le scoperte di più generazioni, con esecuzioni fedeli a quelle originali. Info: info@ teatrovalledeilaghi.it; www.teatrovalledeilaghi.it. Teatro SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Commedia di William Shakespeare - traduzione e adattamento di Gioele Dix e Nicola Fano. Con Alessandro Betti,Maria Di Biase, Katia Follesa,Maurizio Lastrico, Corrado Nuzzo, Marco Silvestri,Marta Zoboli, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti. Regia di Gioele Dix. Con la Compagnia del Teatro Stabile di Verona - Bananas s.r.l.. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara Tel. 0461.213834; n. verde 800013952; www.centrosantachiara.it. Teatro “DOLORI, DOLORI, DOLORI” Civezzano. Ore 20.45. Teatro Comunale “Luigi Pirandello”.Commedia di Gabriele Bernardi. Con la Filo “Nino Berti” di Rovereto. Per la Rassegna Teatrale “Bruno Palaoro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

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Teatro ragazzi ROSSO POP! (CAPPUCCETTO) Borgo Valsugana. Ore 16.30. Teatro di Olle. Con la Ditta Gioco Fiaba. Commedia di Paolo Bignamini. Con Emiliano Brioschi, Andrea Cereda,Massimiliano Zanellati. Regia di Luca Ciancia. Info: Biblioteca Comunale Tel. 0461.754052.

5 domenica

Teatro “FINCHE’ MORTE NON CI SEPARI” Povo. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia di Sergio Marolla. Con il Piccolo Teatro Pineta di Laives”. Per la XXIV Rassegna Teatrale “Isidoro Trentin”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro “IL GIARDINO DELLA SIGNORINA P.” Preore. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Jacopo Roccabruna (da “La Signorina Papillon” di Stefano Benni). Con la Compagnia “GAD Città di Trento” - Gruppo Giovani. Per la 7ª RassegnaTeatrale “Preore a Teatro” 2011-2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro “DOMANDA DI MATRIMONIO” e “L’ORSO” Cognola. Ore 20.45. Teatro. Due scherzi di Anton Checov. Con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la Rassegna Teatrale “Teatroincollina”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro “QUATTRO ATTORI IN CERCA D’AUTORE” Grumes. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Michele Pandini. Con la Compagnia di Lizzana. Per la “Rassegna... tevi al meglio” 2011/2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro “AMLETO IN SALSA PICCANTE” Giustino. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia dii Aldo Nicolaj. Con il Gruppo Teatrale “Gianni Corradini” di Villazzano. Per la 14ª Rassegna “Ensema a far filò”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Teatro “ULISSE PRINOT FARMACISTA DE NOT” Malé. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Amendola e Corbucci - adattam. dialettale a cura della Filodrammatica. Con la Filo “Toblino” di Sarche. Per Teatrando 2012 - 20ª Rassegna di Teatro Amatoriale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro “BENIAMINO CIOPETA APALTATOR” S. Lorenzo Banale. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Artemio Giovagnoni - trad. e adatt. in dialetto trentino di Carlo Giacomoni. Con la Filo “Concordia ‘74” di Povo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro “EL TESTAMENT DE LA PORA SUNTA” Sfruz. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Loredana Cont. Con il Gruppo Filodrammatico “Coredano” di Coredo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro “METI, NA SUOCERA EN CASA” Nanno. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Franco Roberto. Con l’Associazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo in Banale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro El congresso de le suocere Nago Torbole. Ore 21. Teatro Casa della Comunità. Rassegna Teatrale Bruno Cattoi. Con la Filodrammatica “Segosta ‘90” di Bedollo. Info: www.gardatrentino.it. Teatro LE SMANIE PER LA VILLEGGIATURA Tuenno. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Di Carlo Goldoni. Con la Filodrammatica “Italo Varner” di Lavis.

Cabaret PUNTO.CABARET 2012 Trento. Ore 20. Ventuno.Uno, via Ventuno 1 - “Punto.Cabaret”: “Alberto Patrucco da Zelig (Canale 5)”. Stagione che ospiterà e vedrà esibirsi comici e cabarettisti emergenti, provenienti da fuori regione. Info: www.itonimarci.it. Cultura Confrontiamoci Dro. Ore 10/12.30 e 14/17.30. Centro Eco Prisma & Salute - Via Gardesana Occidentale, 15/c. Seminario per donne condotto dalla dr.ssa Emanuela Zambotti. Conoscere per conoscersi, ascoltare per ascoltarsi, osservare per rispecchiarsi, uscire da se per tornarci mutate ed attuare un cambiamento reale. Iscrizione obbligatoria entro il 2 febbraio 2012. Info: ass-andromeda@libero.it; www.ass-andromeda@ea29. com; 349.5224292. Cultura Hdemia 2012 Caldonazzo. Ore 9-11-14.3016.30. Palestra della scuola primaria. Corso di introduzione allo Shin Tai (evento aperto a tutti) con Angelo Formicola.. Info: tel. 348.5226209. Musica I concerti della domenica Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica. Trento, via Verdi 30. “Scene d’un lirico amore”. Con Maria Letizia Grosselli, soprano; Sebastiàn Ferrada, tenore; Roberta Ropa, pianoforte; Bruno Vanzo, voce narrante. Info: Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it. Teatro SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Commedia di William Shakespeare - traduzione e adattamento di Gioele Dix e Nicola Fano. Con Alessandro Betti,Maria Di Biase, Katia Follesa,Maurizio Lastrico, Corrado Nuzzo, Marco Silvestri,Marta Zoboli, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti. Regia di Gioele Dix. Con la Compagnia del Teatro Stabile di Verona - Bananas s.r.l.. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara Tel. 0461.213834; n. verde 800013952; www.centrosantachiara.it.


trentinoappuntamenti

Teatro SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE Trento. Ore 16. Teatro Auditorium. Commedia di William Shakespeare. Traduzione e adattamento Giole Dix e Nicola Fano. Info: www. centrosantachiara.it - n. verde 800 013952. Teatro Le Zitèle Dallapè Caldonazzo. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Rassegna teatrale con la Filodrammatica Nicola Perrotta di Lavis. Info: www.comune. caldonazzo.tn.it. Teatro ragazzi PIK BADALUK - UNA FAVOLA IN MUSICA Trento. Ore 15.30 e 17.30. Teatro Auditorium. Età consigliata: dai 3 anni. Nel libro ˝La storia di Pik Badaluk˝ (Grete Meuche - Lipsia - 1922) si racconta una storia molto semplice, la storia del bambino Pik che apre il cancello del recinto, scappa dall’orto di casa e si trova in mezzo ai pericoli della foresta. Viene inseguito dal leone e si rifugia... sopra un albero di mele! Si tratta quindi di un’Africa di fantasia, molto ingenua, più immaginata che conosciuta. Il racconto ha il fascino delle piccole storie che aprono grandi orizzonti: sembra tutto giocato tra l’orto e la casa, ma ecco che improvvisamente dalla finestra della cucina lo sguardo si allarga verso i profumi ed i misteri delle foreste africane. È uno sguardo ingenuo sull’Africa per riscoprire lo stupore verso un popolo ed un paese lontano ed assai differente, ma in realtà pronto ad essere esplorato e conosciuto

Giocagiocattolo

dietro le finestre delle nostre cucine. Info: www.centrosantachiara. it - n. verde 800 013952. Teatro ragazzi GIOCAGIOCATTOLO. QUANDO I BAMBINI DORMONO...I GIOCATTOLI GIOCANO Vezzano. Ore 16.30. Teatro. Dai 3 anni. I protagonisti dello spettacolo sono i giocattoli: il pagliaccio, l’orsacchiotto, una bambola arrivata per sbaglio e usata pochissimo e l’amico immaginario. Loro, i giocattoli, sono sempre pronti a soddisfare ogni desiderio del bambino, ma quando lui non c’è giocano davvero, scherzano e sognano. E poi un giorno il bambino confida al suo amico immaginario la sua paura per l’arrivo di una sorellina. Per fargli passare lo spavento mamma e papà gli regalano un giocattolo nuovo. Adesso sono i giocattoli ad avere paura di finire dimenticati in una soffitta, in un vecchio scatolone e poi alla discarica! Info: info@teatrovalledeilaghi.it; www. teatrovalledeilaghi.it. Teatro ragazzi Secondo Pinocchio Dro. Ore 16.30. Teatro Oratorio. Rappresentazione per bambini. Info: www.gardatrentino.it.

6 lunedì Teatro OBLIVION SHOW 2.0 - IL SUSSIDIARIO Mezzolombardo. Ore 21. Teatro S. Pietro. Di Davide Calabrese e Lorenzo Scuda. Con Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli. Regia di Gioele Dix. Con Il Rossetti - Teatro Stabile Friuli Venezia Giulia e Malguion srl. Info: Biblioteca Comunale Tel. 0461.602648. Teatro SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE Trento. Ore 16. Teatro Auditorium. Commedia di William Shakespeare - traduzione e adattamento di Gioele Dix e Nicola Fano. Con Alessandro Betti,Maria Di Biase, Katia Follesa,Maurizio Lastrico, Corra-

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Teatro EL BANDOL DE LA MATASSA Trento. Ore 16. Teatro S. Marco. Di Antonia Dalpiaz. Con la Filodrammatica di Sopramonte. Una normale famiglia decide di assoldare un investigatore privato per risolvere un mistero. Questa decisione però crea un po’ di scompiglio e fa vacillare i rapporti familiari che sembravano stabili e inattaccabili. Alla fine però... Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

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trentinoappuntamenti do Nuzzo, Marco Silvestri,Marta Zoboli, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti. Regia di Gioele Dix. Con la Compagnia del Teatro Stabile di Verona - Bananas s.r.l.. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara Tel. 0461.213834; n. verde 800013952; www.centrosantachiara.it.

7 martedì Cultura Conferenza Trento. Ore 16.45. Società “Dante Alighieri”, via Dordi, 8. “Ma chi era il nemico?” - Un soldato trentino nella campagna di Russia - Racconto di Giovanni Armani. Presentazione di Giovanna Sartori De Vigili e Paolo Toniolatti. Letture di Graziella Zeni. Info: tel. 0461-239994. Cultura Conferenza Dro. Ore 20.30. Piazza Repubblica. Sede della Scuola primaria, soppalco palestra. “Il significato psicologico e spiriturale del mandala”. Con Claudia Wellnitz del Centro di Meditazione Kushi Ling - Laghel di Arco. Il mandala è diventato un simbolo quasi universale per la psiche sana e per una vita in armonia con tutto l’universo Approfondiamo l’origine dei mandala nelle culture asiatiche quale crescita interiore. Info: www.assandromeda.ea29.com. Cultura ALLA SCOPERTA DEL CIELO Cembra. Ore 19. Località Le Cave. Osservazione guidata del cielo e degli astri presso l’Osservatorio di Cembra. Ingresso libero. Info: Sergio Dalla Porta 0461 683465. Danza CLICK, LA RICERCA DELLA FELICITA’ Trento. Ore 14.30. Teatro Cuminetti. Di e con Natasha Belsito e Tommaso Monza. Età consigliata: dai 10 anni. Indecisi se poter essere felici abbiamo iniziato a cercare la nostra felicità come qualunque essere umano. Cercandola siamo caduti nella paura di non esserlo e questa ci ha spinto ad una ricerca forzata e qualche volta ossessiva. Che colore ha la felicità? Dove si trova? Come si chiama? Noi l’abbiamo chiamata qualche volta Ricordo o Condivisione, è un attimo pellegrino che subito si fa riconoscere, un attimo in cui si può essere toccati così in profondo nell’animo da venirne colpiti, è un click che ti può cambiare la giornata o la vita... La nostra ricerca trova il suo quasi compimento nella condivisione, tra danze, giochi e momenti inaspettati. Troviamo in questi la felicità perché completati dall’altro, e allora non serve molto per essere felici, forse si può anche stare fermi a respirare la stessa aria di chi è con noi sul palco e giù da esso. Info: www.centrosantachiara.it n. verde 800 013952.

Musical La cage aux folles Il vizietto Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Di Jerry Herman e Harvey Fierstein. Da ‘””l Vizietto” di Jean Poiret. Regia e adattamento Massimo Romeo Piparo. Un arguto divertissement che, nella sfavillante scenografia della vita notturna di Saint Tropez e dei suoi locali animati da ambigue drag queen, ritrae con amabilità un particolare modo di essere omosessuali. Senza cadere nel ridicolo o nella forzatura gratuita. Una lunga serie di equivoci movimenta la vicenda fino alla conclusione a sorpresa. Fra i brani musicali più conosciuti ˝I am what i am˝, portato al successo vero la metà degli anni ‘80 da Gloria Gaynor in versione disco. Info: www.centrosantachiara.it - n. verde 800 013952. Teatro LO ZOO DI VETRO Cavalese. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di TennesseeWilliams - traduzione di Gerardo Guerrieri. Con Jurij Ferrini,Alessandra Frabetti,Aurora Peres. Regia di Jurij Ferrini. Progetto U.R.T. Info: Azienda Municipalizzata Tel. 0462.231036. Teatro LE BUGIE CON LE GAMBE LUNGHE Rovereto. Ore 20.45. Auditorium Fausto Melotti. Commedia di Eduardo De Filippo. Con Luca De Filippo, Nicola Di Pinto,Anna Fiorelli, Fulvia Carotenuto, Carolina Rosi, Massimo De Matteo, Giuseppe Rispoli, Gioia Miale,Antonio D’Avino, Chiara De Crescenzo, Alessandra D’Ambrosio, Carmen Annibale. Regia di Luca De Filippo. Con la Compagnia Luca De Filippo. Info: Ufficio dell’Assessorato comunale alla promozione culturale in Corso Bettini, 43 Tel. 0464.452253-56.

8 mercoledì Cultura CENAFORUM: IL PASSAGGIO DELLA LINEA Faver. Ore 19.30. Molin de Portegnach. Per la rassegna che abbina il cinema alla cucina, cena con un piatto della tradizione italiana ed un dolce e proiezione del documentario del 2007 di Pietro Marcello. Alla serata parteciperà anche il regista. Ingresso proiezione: € 4,00 per i tesserati, € 5,00 per i non tesserati. Costo della cena: € 9,00. Per la cena prenotazione obbligatoria. Info e prenotazioni: Sorgente ‘90: 328.1344805; info@sorgente90.it; www.sorgente90.it. Musica Società filarmonica stagione 2012 Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Kremerata Baltica; Gidon Kremer, direttore. Info: Tel.

La cage aux folles - Il vizietto

0461.985244 - www.filarmonicatrento.it. Musical La cage aux folles Il vizietto Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Di Jerry Herman e Harvey Fierstein. Da ”l Vizietto” di Jean Poiret. Regia e adattamento Massimo Romeo Piparo. Un arguto divertissement che, nella sfavillante scenografia della vita notturna di Saint Tropez e dei suoi locali animati da ambigue drag queen, ritrae con amabilità un particolare modo di essere omosessuali. Senza cadere nel ridicolo o nella forzatura gratuita. Una lunga serie di equivoci movimenta la vicenda fino alla conclusione a sorpresa. Fra i brani musicali più conosciuti ˝I am what i am˝, portato al successo vero la metà degli anni ‘80 da Gloria Gaynor in versione disco. Info: www.centrosantachiara.it - n. verde 800 013952. Teatro LE BUGIE CON LE GAMBE LUNGHE Rovereto. Ore 20.45. Auditorium Fausto Melotti. Commedia di Eduardo De Filippo. Con Luca De Filippo, Nicola Di Pinto,Anna Fiorelli, Fulvia Carotenuto, Carolina Rosi, Massimo De Matteo, Giuseppe Rispoli, Gioia Miale,Antonio D’Avino, Chiara De Crescenzo, Alessandra D’Ambrosio, Carmen Annibale. Regia di Luca De Filippo. Con la Compagnia Luca De Filippo. Info: Ufficio dell’Assessorato comunale alla promozione culturale in Corso Bettini, 43 Tel. 0464.452253-56.

9 giovedì Cultura Conferenza Dro. Ore 20.30. Cassa Rurale Altogarda - Filiare di Dro. “Edilizia sostenibile - esempi trentini ed incentivi”. Con Giacomo Carlino, architetto, dirigente Servizio Pianificazione energetica ed incentivi dell’Agenzia provinciale per l’energia. Seguirà visita guidata alla mostra Gramodaya a cura di Fio-

renza Tisi, Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente. Info: www.ass-andromeda.ea29.com. Cultura Conferenza Trento. Ore 17. Associazione Culturale “Antonio Rosmini” - Via Dordi, 8. “La crisi: quanto e come ne usciremo”. Relatore: Dott. Lucio Chiricozzi, Già Direttore generale della Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto e Vice Direttore generale dell’UniCredit Banca - Trieste. Info: Tel. 0461.239994; www.associazrosminitrento.it. Danza FuoriOrario Winter 2012 Isera. Locanda delle 3 Chiavi. Ore 20-21: pratica guidata gratuita di tango argentino con Sabina Micheli e Giulio Bedin; ore 21-24: milonga - musicalizador Giuseppe Speccher. Info: www.cdmrovereto.it. Musical La cage aux folles- Il vizietto Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Di Jerry Herman e Harvey Fierstein. Da ‘””l Vizietto” di Jean Poiret. Regia e adattamento Massimo Romeo Piparo. Un arguto divertissement che, nella sfavillante scenografia della vita notturna di Saint Tropez e dei suoi locali animati da ambigue drag queen, ritrae con amabilità un particolare modo di essere omosessuali. Senza cadere nel ridicolo o nella forzatura gratuita. Una lunga serie di equivoci movimenta la vicenda fino alla conclusione a sorpresa. Fra i brani musicali più conosciuti ˝I am what i am˝, portato al successo vero la metà degli anni ‘80 da Gloria Gaynor in versione disco. Info: www.centrosantachiara.it - n. verde 800 013952. Teatro IO FÒ BUCHI NELLA SABBIA Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Don Bosco. Commedia di Enrico Vaime e Massimo Bagliani. Con Massimo Bagliani e Isabella Robotti. Regia di Enrico Vaime con la Compagnia Associazione Arte & Tecnica. Info: Biblioteca comuna-

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trentinoappuntamenti le di Pergine - Tel. 0461.502390 www.comune.pergine.tn.it. Teatro BIBLIOTOUR: INCONTRO DI LETTURA TEATRALIZZATA IN BIBLIOTECA Caldonazzo. Ore 17. Biblioteca Comunale. Letture teatralizzate con gli attori della Compagnia del Teatro dell’Uovo de L’Aquila nell’ambito. Info: www.comune. caldonazzo.tn.it.

10 venerdì Cultura Hdemia 2012 Valsugana. Ore 20.30. Da definire. Il mondo sottile nelle nostre mani. Prana e meditazione per il benessere (evento aperto a tutti) con Luisa Piccolroaz. Info: tel. 348.5226209. Cultura COSTRUIRE MEMORIA Trento. Ore 17.30. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas. Piazza Cesare Battisti. Judy Frater, presidente Fondazione Kala Raksha, Ahmedabad - India. Ingresso libero. Info: www.trentinocultura.net/ archeologia.asp. Cultura conferenza Trento. Ore 17. Sala dell’Associazione Culturale “Antonio Rosmini”, Via Dordi, 8. Giuseppe Osti “Attraverso la regione trentino-tirolese nel Cinquecento”.Intervento introduttivo della Prof.ssa Paola Filippi. Musical La cage aux folles- Il vizietto Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Di Jerry Herman e Harvey Fierstein. Da ”l Vizietto” di Jean Poiret. Regia e adattamento Massimo Romeo Piparo. Un arguto divertissement che, nella sfavillante scenografia della vita notturna di Saint Tropez e dei suoi locali animati da ambigue drag queen, ritrae con amabilità un particolare modo di essere omosessuali. Senza cadere nel ridicolo o nella forzatura gratuita. Una lunga serie di equivoci movimenta la vicenda

fino alla conclusione a sorpresa. Fra i brani musicali più conosciuti ˝I am what i am˝, portato al successo vero la metà degli anni ‘80 da Gloria Gaynor in versione disco. Info: www.centrosantachiara.it - n. verde 800 013952. Teatro IO FÒ BUCHI NELLA SABBIA Sarnonico. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Enrico Vaime e Massimo Bagliani con Massimo Bagliani e Isabella Robotti. Regia di Enrico Vaime. Con l’Associazione Parole e Musica. Info: Ufficio cultura del ComuneTel. 0463.831263. Teatro EL CIACOLON IMPRUDENTE Ovvero il contrattempo Brentonico. Ore 21. Teatro Monte Baldo. Commedia di Carlo Goldoni. Con Laura Benassù,Kety Mazzi,Roberto Puliero, Alessandra Ionta Michele Matrella, Michela Zanetti, Davide Valieri, Franco Cappa,Marco Consolati. Regia di Roberto Puliero. Con La Barcaccia Compagnia Teatrale. Info: Biblioteca Comunale Tel. 0464.395059. Teatro ORA VEGLIA - IL SILENZIO E LA NEVE Riva del Garda. Ore 21. Palazzo dei Congressi. Commedia di Susanna Gabos con Chiara Benedetti, Monica Garavello, Andreapietro Anselmi, Denis Fontanari, Daniele Gattano, Christian Renzicchi. Regia di Nicola Benussi. Con la Compagnia AriaTeatro - Compagnia Teatro Blu. Info: Servizio Attività Culturali Intercomunale di Arco e Riva del Garda - Sede di Riva del Garda Tel. 0464.573916. Teatro ragazzi PIK BADALUK - UNA FAVOLA IN MUSICA Trento. Ore 15.30 e 17.30. Teatro Auditorium. Età consigliata: dai 3 anni. Nel libro ˝La storia di Pik Badaluk˝ (Grete Meuche - Lipsia - 1922) si racconta una storia molto semplice, la storia del bambino Pik che apre il cancello del recinto, scappa dall’orto di casa e si trova in mezzo ai pericoli della foresta. Viene inseguito dal leone e si ri-

Pik Badaluk

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trentinoappuntamenti

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fugia... sopra un albero di mele! Si tratta quindi di un’Africa di fantasia, molto ingenua, più immaginata che conosciuta. Il racconto ha il fascino delle piccole storie che aprono grandi orizzonti: sembra tutto giocato tra l’orto e la casa, ma ecco che improvvisamente dalla finestra della cucina lo sguardo si allarga verso i profumi ed i misteri delle foreste africane. È uno sguardo ingenuo sull’Africa per riscoprire lo stupore verso un popolo ed un paese lontano ed assai differente, ma in realtà pronto ad essere esplorato e conosciuto dietro le finestre delle nostre cucine. Info: www.centrosantachiara. it - n. verde 800 013952. Teatro ALTRI PERCORSI - 2984 Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Di Enrico Remmert e Luca Ragagni tratto da 1984 di George Orwell. Regia Emanuele Conte Gli autori proiettano in avanti di mille anni «1984», il capolavoro di Orwell, puntando a cogliere ciò che nel libro è classico e a farlo convivere con la realtà di oggi. Alla denuncia di tutti i totalitarismi, fulcro della cosiddetta ˝distopia orwelliana˝, si aggiunge un’analisi sinistra del mondo occidentale moderno, dove il continuo ricorso alla paura e alla propaganda limita sempre più la libertà di scelta. Info: www.centrosantachiara.it - n. verde 800 013952.

11 sabato Cabaret SUPERMARIO: RI-RITORNO AL MOLIN Faver. Ore 21. Molin de Portegnach. Spettacolo di e con Mario Cagol. Ingresso ai singoli spettacoli: € 8,00 per i tesserati, € 10,00 per i non tesserati. Info: Sorgente ‘90: 328.1344805; info@sorgente90.it; www.sorgente90.it. Cultura Hdemia 2012 Valsugana. Da definire. (Ore 9) “Il mondo sottile nelle nostre mani. Prana e meditazione per il benessere” (evento aperto a tutti) con Luisa Piccolroaz. (Ore 11) “Metodi di rieducazione alla vista” (condivisione) con Alessandro Veneri e Massimo Zaninelli. (Ore 14.30) “Il quarto chakra” con Luciano Stella e Claudio Caliari. (Ore 17.30) “Meditazione di Osho” con Carlo Pallaoro. Info: tel. 348.5226209.

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Cultura Spettacolo di Prosa Poesia e Musica Povo. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Con il Gruppo “POE.MUS.” di Cognola (seguono le premiazioni). Per la XXIV Rassegna Teatrale “Isidoro Trentin”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Musical La cage aux folles- Il vizietto Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Di Jerry Herman e Harvey Fierstein. Da ”l Vizietto” di Jean Poiret. Regia e adattamento Massimo Romeo Piparo. Un arguto divertissement che, nella sfavillante scenografia della vita notturna di Saint Tropez e dei suoi locali animati da ambigue drag queen, ritrae con amabilità un particolare modo di essere omosessuali. Senza cadere nel ridicolo o nella forzatura gratuita. Una lunga serie di equivoci movimenta la vicenda fino alla conclusione a sorpresa. Fra i brani musicali più conosciuti ˝I am what i am˝, portato al successo vero la metà degli anni ‘80 da Gloria Gaynor in versione disco. Info: www.centrosantachiara.it - n. verde 800 013952. Per i più piccoli IL CARNEVALE DEGLI ANIMALI Trento. Ore 17.30. Sala Filarmonica. Un leone, una tigre, degli asini... che cosa ci sarà in questa strana “Fantasia zoologica” in forma di concerto? Il compositore Camille Saint Saens desiderava abbinare le sue divertenti e belle melodie a degli animali particolari! Sarà proprio uno strano carnevale, questo! Chissà se riuscirete tutti insieme ad immaginare i personaggi del concerto! Voce recitante: Tiziano Chiogna. Orchestra degli Insegnanti della Scuola di Musica “I Minipolifonici”. Info: Società Filarmonica - Tel. 0461/985244. www.filarmonica-trento.it. Teatro IO FÒ BUCHI NELLA SABBIA Grigno. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale Tezze di Grigno. Commedia di Enrico Vaime e Massimo Bagliani con Massimo Bagliani e Isabella Robotti. Regia di Enrico Vaime. Con l’Associazione Parole e Musica. Info: Biblioteca Comunale di Grigno Tel. 0461.765414.

Teatro Trentini&Trentoni Ledro. Ore 21. Centro Culturale Locca di Concei. Monologo brillante di e con Andrea Castelli con la Compagnia Deda, L’Uovo Teatro Stabile di Innovazione. Info: Comun Tel. 0464.592711 oppure 0464.592722. Teatro RIONDINO ACCOMPAGNA VERGASSOLA AD INCONTRARE FLAUBERT Taio. Ore 21. Teatro Cinema Comunale. Commedia di e con David Riondino e Dario Vergassola. Con la Compagnia Sosia & Pistoia. Info: Biblioteca di Taio Tel. 0463.467189. Teatro ALTRI PERCORSI - 2984 Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Di Enrico Remmert e Luca Ragagni tratto da 1984 di George Orwell. Regia Emanuele Conte Gli autori proiettano in avanti di mille anni «1984», il capolavoro di Orwell, puntando a cogliere ciò che nel libro è classico e a farlo convivere con la realtà di oggi. Alla denuncia di tutti i totalitarismi, fulcro della cosiddetta ˝distopia orwelliana˝, si aggiunge un’analisi sinistra del mondo occidentale moderno, dove il continuo ricorso alla paura e alla propaganda limita sempre più la libertà di scelta. Info: www.centrosantachiara.it - n. verde 800 013952. Teatro “L’ERA DE MAGIO, SE DAVERZEVA LA STAGION DEI FIORI” Bedollo. Ore 20.45. Teatro Nuovo. Commedia di Elio Fox. Con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la 4ª Rassegna Teatrale “Foje de Bedol”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro “LIOLA’” Gardolo. Ore 20.45. Sala Teatro Comunale. Commedia di Luigi Pirandello - trad. in dialetto trentino di Camillo Caresia. Con la Filodrammatica “S. Martino” di Fornace. Per la 25ª Edizione della Rassegna “Alegra Ribalta”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro “ULISSE PRINOT FARMACISTA DE NOT” Sopramonte. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia di Amendola e Corbucci - adattamento dialettale della compagnia. Con la Filo “Toblino” di Sarche. Per la 21ª Rassegna Teatrale a Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro “ROBE DA NO CREDER” Olle. Ore 20.45. Teatro “San D. Savio”. Commedia di Emilio Luigi Motta. Con la Compagnia Teatrale

“S. Siro” di Lasino. Per la Rassegna Teatrale 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro “TROPPA GRAZIA SANT’ANTONI” Lavis. Ore 21. Auditorium Comunale. Commedia di Eduardo Scarpetta - adattamento dialettale di Riccardo Gottardi. Con la Filodrammatica “Doss Caslir” di Cembra. Per la 7ª Rassegna “Ricordando Nicola”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro “CHI GRATTA E CHI VINCE” Trambileno. Ore 20.45. Auditorium Comunale Moscheri. Commedia Silvana Carlin. Con la Filodrammatica “ACS - Punto3” di Canale di Pergine. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro “LA SCUOLA DELLE MOGLI” Pedersano. Ore 20.45. Teatro. Di Moliere. Con il Gruppo “T.N.T. - Teatro Nossa Trent” di Trento. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro “QUALCHEDUNI HA FAT I CORNI” Tassullo. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia di Loredana Cont. Con la Filodrammatica di Fondo. Per la 2ª Edizione di “Teatrallo”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro “REFUGIUM PECCATORUM” Lardaro. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Gabriele Bernardi. Con l’Associazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo in Banale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro “QUALCHEDUNI HA FAT I CORNI” Caldonazzo. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Loredana Cont. Con la Filodrammatica “La Grinta” di Arco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro “TOMBOLA E TOMBOLON” Mezzocorona. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Antonia Dalpiaz. Con la Filodrammatica di Viarago. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro Urge Vezzano. Ore 20.45. Teatro. Di e con Alessandro Bergonzoni.Un allestimento che già dal titolo vuole chiaramente segnalarci un’allerta, una necessità artistica senza sosta e senza indugi. Ma cosa “Urge” a Bergonzoni, che arriva a questo


trentinoappuntamenti nuovo testo dopo il pluripremiato “Nel”? Sicuramente segnalarci delle differenze che se trascurate possono realmente cambiare il senso delle cose, come quella tra sogno e bisogno. Ma anche dimostrare che la comicità è fatta di materiali non solo legati all’evidente o al rappresentato. E soprattutto mettere sotto i nostri occhi il suo “voto di vastità” un vero e proprio canone artistico che lo obbliga a non distogliere mai gli occhi dal tutto. Un tutto composto dall’enormità e dall’invisibile, onirico, sciamanico e rascendentale. E in questo tutto è essenziale quindi anche lo spazio scenico, firmato sempre da Bergonzoni, che firma anche la regia in collaborazione con Riccardo Rodolfi. “Urge” quindi verificare dalla platea questa ulteriore e necessaria scrittura comica di quello che senza dubbio è uno dei più originali artisti contemporanei. Info: info@ teatrovalledeilaghi.it; www.teatrovalledeilaghi.it. Teatro “Quattro ciacere ‘n tel spiaz” (ovvero: se no’ ghe n’è dentro...!!”) Nago Torbole. Ore 21. Teatro Casa della Comunità. Rassegna Teatrale Bruno Cattoi. Con la Filodrammatica “San Rocco”. Info: www.gardatrentino.it.

12 domenica Cabaret PUNTO.CABARET 2012 Trento. Ore 20. Ventuno.Uno, via Ventuno 1 - “Punto.Cabaret”: Carletto Bianchessi dal Derby Club. Stagione che ospiterà e vedrà esibirsi comici e cabarettisti emergenti, provenienti da fuori regione. Info: www.itonimarci.it. Cabaret SUPERMARIO: RI-RITORNO AL MOLIN Faver. Ore 21. Molin de Portegnach. Spettacolo di e con Mario Cagol. Ingresso ai singoli spettacoli: € 8,00 per i tesserati, € 10,00 per i non tesserati. Info: Sorgente ‘90: 328.1344805; info@sorgente90.it; www.sorgente90.it. Folklore CARNEVALARCO 2012 Arco. Ore 14. Circuito dei giardini centrali. Sfilata dei carri allegorici e animazione musicale itinerante. Info: www.gardatrentino.it. Folklore CARNEVALARCO 2012 Arco. Ore 21. Casinò di Arco. Ballo mascherato. Info: www.gardatrentino.it. Musica I concerti della domenica Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica. Trento, via Verdi 30. “Uno x due... concerto per musicista e due strumenti”. Preludi e danze.

Con Stefano Guarino, violoncello solo e pianoforte solo. Info: Tel. 0461.985244; www.filarmonicatrento.it. Musical La cage aux folles Il vizietto Trento. Ore 16. Teatro Sociale. Di Jerry Herman e Harvey Fierstein. Da “Il Vizietto” di Jean Poiret. Regia e adattamento Massimo Romeo Piparo. Un arguto divertissement che, nella sfavillante scenografia della vita notturna di Saint Tropez e dei suoi locali animati da ambigue drag queen, ritrae con amabilità un particolare modo di essere omosessuali. Senza cadere nel ridicolo o nella forzatura gratuita. Una lunga serie di equivoci movimenta la vicenda fino alla conclusione a sorpresa. Fra i brani musicali più conosciuti ˝I am what i am˝, portato al successo vero la metà degli anni ‘80 da Gloria Gaynor in versione disco. Info: www.centrosantachiara.it - n. verde 800 013952. Teatro LE SMANIE PER LA VILLEGGIATURA Trento. Ore 16. Teatro S. Marco. Di Carlo Goldoni. Con la Filodrammatica “Italo Varner” di Lavis. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ALTRI PERCORSI - 2984 Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Di Enrico Remmert e Luca Ragagni tratto da 1984 di George Orwell. Regia Emanuele Conte Gli autori proiettano in avanti di mille anni «1984», il capolavoro di Orwell, puntando a cogliere ciò che nel libro è classico e a farlo convivere con la realtà di oggi. Alla denuncia di tutti i totalitarismi, fulcro della cosiddetta ˝distopia orwelliana˝, si aggiunge un’analisi sinistra del mondo occidentale moderno, dove il continuo ricorso alla paura e alla propaganda limita sempre più la libertà di scelta. Info: www.centrosantachiara.it - n. verde 800 013952. Teatro Chi Gratta e Chi Vince Caldonazzo. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Rassegna teatrale. Con ACS Punto Tre di Canale di Pergine. Info: www.comune.caldonazzo.tn.it. Teatro L’ARCA PARTE ALLE OTTO Civezzano. Ore 16. Teatro comunale Luigi Pirandello. All’interno della rassegna teatrale per ragazzi “Il Grillo Parlante” spettacolo teatrale della compagnia Tearticolo - Theater mit Figuren di Klotten. Ingresso: adulti € 4,00, ragazzi € 3,00. Info: Compagnia Filodrammatica Civezzano filocivezzano@ libero.it; www.filocivezzano.altervista.org.

Teatro ragazzi IL BRUTTO ANATROCCOLO ovvero ...che importa se si nasce in un pollaio quando si esce da un uovo di cigno? Fondo. Ore 16. Cinema Teatro Parrocchiale. Commedia con Guido D’Ascenzo. Testo e regia di Maria Cristina Giambruno con la Compagnia L’Uovo Teatro Stabile di Innovazione. Info: Cooperativa Smeraldo di Fondo Tel. 0463.850000.

13 lunedì Cabaret BELLA DENTRO (FUORI NON CE L’HO FATTA) Madonna di Campiglio. Ore 21. Teatro Palacampiglio. Spettacolo comico di e con Grazia Scuccimarra. Con la Compagnia Teatrale il Graffio. Info: Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio, Pinzolo,Val Rendena - Ufficio Turistico Tel. 0465.447501. Cultura Meditazione Dro. Ore 20.45. Centro Eco Prisma & Salute. “Meditazione - mandala”.Con Marzio Sommavilla. “La mente è un mandala, un cerchio. Se lo osservi, realizzi quanto sia vizioso, però, il cerchio della mente. Ripete sempre le stesse emozioni, le stesse rabbie, le stesse paure, le stesse pretese, lo stesso

ego. E tu ne sei solo una vittima. Diventando consapevoli del funzionamento della mente, tu puoi rompere il cerchio e non identificarti più con essa”.-Osho. Prenotazione obbligatoria - partecipazione ad offerta libera. Info: www.assandromeda.ea29.com. Musica DANIELE SILVESTRI IN CONCERTO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Un grande tavolo, alcune sedie, molti strumenti. E un sipario che quando si chiude lo spettacolo ha inizio. Fantasia e coraggio, trovate e imprevisti, un’alternanza di momenti intensi a scene esilaranti, immersi in una musica sempre ricca e coinvolgente: una miscela geniale di teatro e canzone. Daniele Silvestri e Pino Marino ci trascinano dentro uno spettacolo unico e irripetibile, mostrandocene prima di tutto la rocambolesca preparazione. Info: www.centrosantachiara.it - n. verde 800 013952.

14 martedì Cultura Conversazione Trento. Ore 16.45. Società “Dante Alighieri”, via Dordi, 8. “Scrittrici, poetesse, pittrici, donne a confronto” - Conversazione di Luciana Grillo Laino. Presentazione di Mario Caparelli. Info: tel. 0461-239994.

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trentinoappuntamenti Cultura IL LINGUAGGIO RICORDA Trento. Ore 17. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas. Piazza Cesare Battisti. Serenella Baggio, docente di Storia della Lingua italiana all’Università di Trento. Ingresso libero. Info: www.trentinocultura.net/archeologia.asp.

Stravalaci, Federico Vanni. Regia di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani. Con la Compagnia del Teatro dell’Elfo - Puccini Teatridithalia. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara Tel. 0461.213834 o n. verde 800013952; www.centrosantachiara.it.

Racconto d’inverno

Teatro IL SOL CI HA DATO ALLA TESTA Riva del Garda. Ore 21. Palazzo dei Congressi. Commedia di Raffaello Tullo con la partecipazione del gruppo musicale Rimbamband con L’Albero dei Sogni - Gruppo Ideazione. Info: Servizio Attività Culturali Intercomunale di Arco e Riva del Garda - Sede di Riva del Garda Tel. 0464.573916.

15 mercoledì Cultura Hdemia 2012 Sant’Orsola Terme. Ore 20. Corso di nuova medicina germanica (gruppo di condivisione) con Eleonora Manfroni. Info: tel. 348.5226209. Musica Società filarmonica stagione 2012 Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Quartetto Auryn. Eaton Stewart, viola - Andreas Arndt, violoncello; Volker Jacobsen, viola; Wen-Sinn Yang, violoncello; Matthias Lingenfelder, violino. Info: Tel. 0461.985244 - www.filarmonica-trento.it. Teatro LO STAMPATORE ZOLLINGER Trento. Ore 21. Teatro Cuminetti. Di Roberto Abbiati. Dal romanzo di Pablo d’Ors. Con Roberto Abbiati, Marino Zerbin, Matteo Rubagotti. Il giovane August Zollinger, abbandonato il paese natale, prova tanti mestieri, e come impiegato della ferrovia su una linea sperduta si innamora dell’impiegata che ogni mattina al telefono gli dice “pronto?˝ e sulle variazioni minime di quel “pronto...son pronto”, si svolge tutta una storia d’amore, evanescente e appassionata, come mai in un libro si è letta. Così per sette lunghissimi anni il giovane Zollinger va in cerca del suo destino: fa con scrupolo il timbratore di carte in un ufficio comunale, fa il calzolaio, vive solitario nei boschi trovando conforto nella compagnia degli alberi, fino al miracolo, alla rivelazione. E divenendo infine stampatore, lo stampatore Zollinger, come aveva sognato fin da bambino. Info: www.centrosantachiara.it - n. verde 800 013952.

Quartetto Auryn

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16 giovedì Cultura Hdemia 2012 Caldonazzo. Ore 20.30 e 22. Via Stazione, 1 - sopra la Biblioteca. Corso di trattamenti Reiki rilassanti antistress con Adriana Bertoldi e altri 4 terapeuti. Info: tel. 348.5226209. Musica FuoriOrario Winter 2012 Isera. Locanda delle 3 Chiavi. Ore 21-23: Orgy’n Rhythm Jazz: Carlo Canevali (batteria), Angel Ballester (sax), Nicola Paissan (chitarra/basso). Info: www.cdmrovereto.it. Teatro IL RACCONTO D’INVERNO Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Commedia di William Shakespeare.Regia Ferdinando Bruni e Elio De Capitani. Una favola shakespeariana che, come tutte ultime opere dell’autore (le cosiddette commedie romanzesche) è ambientata in luoghi dal sapore esotico e snoda una trama ricca di colpi di scena, tra viaggi avventurosi, tempeste e ritrovamenti insperati. Ripartita in due momenti profondamente diversi, questa tragicommedia si apre in un clima cupo e di grande tensione emotiva, per trasportarci poi in un mondo agreste, dove il lirismo e la dolcezza si mescolano ad una solare comicità che sfocia in un finale carico di lirica dolcezza che riconcilia con la vita. Come in un ˝Romeo e Giulietta˝ a lieto fine, qui sono i figli lo stru-

mento di riconciliazione dei padri e i protagonisti di un percorso di trasformazione che attraversa le generazioni e il ciclo del tempo. Info: www.centrosantachiara.it n. verde 800 013952.

17 venerdì Cultura Hdemia 2012 Trento. Ore 20. Banca del Tempo. Laboratorio di Arte dell’Autobiografia con Silvana Visintainer. Info: tel. 348.5226209. Cultura Conferenza Dro. Ore 20.30. Scuola primaria di Dro (soppalco palestra). “Cibo e benessere”. A cura di Dinamar Salimbergo. Esperta in alimentazione naturale, intolleranze ed allergie alimentari. Ha lavorato presso l’Ospedale Civile di Padova in qualità di dietista specializzata nella cura del cancro esofageo, in malattie dell’intestino e obesità. Info: www.ass-andromeda.ea29.com. Cultura Presentazione libro Trento. Ore 17.30. Centro Rosmini - Via Dordi 8. La Pro Cultura presenta il libro di Antonella Bragagna “La morte ci colse vivi, Antologia del Leno”, edito da Curcu&Genovese. Introduzione di Roberto Antolini. Letture di Bragagna e Antolini. Folklore CARNEVALE DI GRAUNO 2012 Grauno. Teatro tenda, loc. La Pozza. Carnevale tra i più longevi del Trentino, caratterizzato dal rituale del rogo del pino, considerato rito di propiziazione e fecondità. Programma: Alle ore 20 cena di pesce e serata con musica e ballo. Info: Pro Loco di Grauno 0461.685002. Teatro IL RACCONTO D’INVERNO Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Commedia di William Shakespeare. Con Ferdinando Bruni, Cristina Crippa, Elena Russo Arman, Corinna Agustoni, Luca Toracca, Cristian Giammarini, Nicola

Teatro LA COMMEDIA DI ORLANDO Rovereto. Ore 20.45. Auditorium Fausto Melotti. Commedia liberamente tratto da Orlando di Virginia Woolf. Con Isabella Ragonese, Erika Blanc, Guglielmo Favilla, Andrea Gambuzza, Claudia Gusmano, Fabrizio Odetto, Laura Rovetti. Regia di Emanuela Giordano. Con la Compagnia Enfi Teatro. Info: Ufficio dell’Assessorato comunale alla promozione culturale in Corso Bettini, 43 Tel. 0464.452253-56.

18 sabato Cultura Conferenza Dro. Dalle ore 14.30 alle ore 17.30. Centro Eco Prisma & Salute. “Cibo e benessere”. Condotto da Dinamar Salimbergo. Alcune informazioni e accorgimenti su come dobbiamo comportarci con gli alimenti. Il più delle volte il cibo è collegato ad un concetto di limite, di impedimento o di timore che non ci consente di cogliere il piacere che esso ci può dare. Prenotazione obbligatoria - costo euro 20,00 per associati e 25,00 per non associati. Info: www.assandromeda.ea29.com. Folklore CARNEVALE DI GRAUNO 2012 Grauno. Teatro tenda, loc. La Pozza. Carnevale tra i più longevi del Trentino, caratterizzato dal rituale del rogo del pino, considerato rito di propiziazione e fecondità. Programma: Inizio della manifestazione alle ore 18 con la cena. Dalle ore 20 musica, ballo e animazione per grandi e piccini. Info: Pro Loco di Grauno 0461.685002. Folklore CARNEVALARCO 2012 Arco. Viale della Palme. Ore 14: concorso mascherato a premi. Direttamente da Gardaland Prezzemolo e i suoi amici. Ore 17 Casinò Arco: premiazione della migliore mascherina. Info: www. gardatrentino.it.


trentinoappuntamenti Teatro IL RACCONTO D’INVERNO Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Commedia di William Shakespeare. Con Ferdinando Bruni, Cristina Crippa, Elena Russo Arman, Corinna Agustoni, Luca Toracca, Cristian Giammarini, Nicola Stravalaci, Federico Vanni. Regia di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani. Con la Compagnia del Teatro dell’Elfo - Puccini Teatridithalia. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara Tel. 0461.213834 o n. verde 800013952; www.centrosantachiara.it. Teatro “LIOLà’” Civezzano. Ore 20.45. Teatro Comunale “Luigi Pirandello”.Commedia di Luigi Pirandello - traduzione in dialetto trentino di Camillo Caresia. Con la Filo “S. Martino” di Fornace. Per la Rassegna Teatrale “Bruno Palaoro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro “GLI INGANNATI - gli Accademici Intronati di Siena” Malé. Ore 21. Teatro Comunale. Adattamento di Luigi Lunari. Con la Compagnia “GAD - Città di Trento”. Per Teatrando 2012 - 20ª Rassegna di Teatro Amatoriale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Teatro NOVECENTO Vezzano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo spettacolo prodotto da Fondazione Aida con la regia di Fabio Mangolini che ha deciso di ripartire “dal piacere, dalla musica, dalle parole per poi rendere il corpo a quelle parole, a quella musica”.Sulla scena si rivivrà quindi la storia incredibile, fantastica, quasi irreale di un’amicizia, quella tra il trombettista Tim Tooney

e Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, un pianista, anzi “il più grande pianista che l’oceano abbia mai conosciuto”. Info: info@ teatrovalledeilaghi.it. Teatro LA FADIGA DE CAPIRSE Tenno. Ore 20.30. Teatro Don Bosco. Commedia teatrale di Antonia Dalpiaz. Info: www.gardatrentino.it.

Teatro per mi... se ride anca dopo Tenno. Ore 21. Teatro Casa della Comunità. Per la rassegna teatrale Bruno Cattoi. Con la Filodrammatica “Arca di Noè” di Mattarello. Info: www.gardatrentino.it. Musica BOMBORASKLAT CARNIVAL Paoli Hotel, Lochere di Caldonazzo. Il reggae Latino Emiliano per eccel-

Fiorenzo Degasperi

i vecchi dei nostri vecchi erano

pastori i veies de nesc veies i era pèstres

Teatro “COSSA ‘M FENTE DEL NONO” Castellano. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Adriana Zardini. Con la Filodrammatica “I Rusteghi” di Avio. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro “QUALCHEDUNI HA FAT I CORNI” Segonzano. Ore 20.45. Teatro Comunale. Commedia di Loredana Cont. Con la Filodrammatica “La Grinta” di Arco. Per la Rassegna Teatrale a Segonzano. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro “REFUGIUM PECCATORUM” Tuenno. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Gabriele Bernardi. Con l’Associazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo in Banale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro “GLI INGANNATI” Malé. Ore 20.30. Teatro. Degli Accademici Intronati di Siena adattamento Luigi Lunari. Con la Compagnia “GAD - Città di Trento”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

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trentinoappuntamenti lenza. Feat. EL-V & THE GARDENHOUSE… Special Guest: VOLFANGO outta Babamandub + JAH LOVE… Live Reggae Band from Pavia. Warm Up & After Show: MIKE T Selecta Dj set Mc STEVE GIANT by Rastasnob. Durante la serata sarà presente la truccatrice Cristiana Falconcini, artista di face-painting, a disposizione di chiunque voglia dare un tocco di originalità alla propria maschera di Carnevale.

19 domenica Cabaret PUNTO.CABARET 2012 Trento. Ore 20. Ventuno.Uno, via Ventuno 1 - “Punto.Cabaret”: Peppe e Ciccio da Zelig Off (Canale 5). Stagione che ospiterà e vedrà esibirsi comici e cabarettisti emergenti, provenienti da fuori regione. Info: www.itonimarci.it. Folklore CARNEVALE DI GRAUNO Grauno. Teatro tenda, loc. La Pozza. Carnevale tra i più longevi del Trentino, caratterizzato dal rituale del rogo del pino, considerato rito di propiziazione e fecondità. Programma: Inizio della festa alle ore 12 con il pranzo. Nel pomeriggio intrattenimento per grandi e piccini con musica e ballo. A seguire cena e serata con musica e ballo per tutti. Info: Pro Loco di Grauno 0461.685002. Folklore CARNEVAL EN PIAZA A FORNAS Fornace. Dalle ore 13.30 alle 17. Piazza. Tradizionale festa di carnevale del paese di Fornace. Ore 13.30 sfilata delle maschere e a seguire distribuzione di pastasciutta per tutti. Info: Fabio Scarpa 348.9260295. Folklore FESTA DI CARNEVALE Lisignago. Dalle ore 14. Piazza centrale. Tradizionale festa di Carnevale di Lisignago con sfilata di mascherine per le vie del paese e a seguire maccheronata e animazione per grandi e piccini in piazza. Infor: Circolo Culturale Lisignago Iniziative: circoloculturalelisignago@hotmail.it. Folklore CARNEVALARCO 2012 Arco. Ore 14. Circuito dei giardini centrali. Sfilata dei carri allegorici. Info: www.gardatrentino.it. Musica concerti della domenica Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica. Trento, via Verdi 30. “La gioia di fare musica insieme”. Dall’Abaco piano duo: Valentina Fornari, pianoforte; Sergio Baietta, pianoforte; Márta Szabó, violino; Sara Cazzanelli, clarinetto; Sebastiano Evangelista, pianoforte. Info: Tel. 0461.985244; www. filarmonica-trento.it.

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Musica Concerto Trento. Ore 17. Teatro Sociale. Festino nella sera del giovedì grasso avanti cena di Adriano Banchieri. Con l’Ensemble vocale “Il Continuo” di Cremona e l’Ensemble strumentale “Labirinti Armonici” Complesso Corelli di Trento. Teatro IL RACCONTO D’INVERNO Trento. Ore 16. Teatro Auditorium. Commedia di William Shakespeare. Con Ferdinando Bruni, Cristina Crippa, Elena Russo Arman, Corinna Agustoni, Luca Toracca, Cristian Giammarini, Nicola Stravalaci, Federico Vanni. Regia di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani. Con la Compagnia del Teatro dell’Elfo - Puccini Teatridithalia. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara Tel. 0461.213834 o n. verde 800013952; www.centrosantachiara.it. Info: tel. 0461-420788. Teatro EL CONGRESSO DE LE SUOCERE Trento. Ore 16. Teatro S. Marco. Di Guido Chiesa. Con la Filo “Segosta ‘90” di Bedollo. Grande fermento in casa di Clara Andreolli per l’organizzazione del “Congresso delle Suocere” che prevede anche la partecipazione della delegata nazionale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro Il giornalino di Giamburrasca Caldonazzo. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Rassegna teatrale con la ezione giovani della filodrammatica di Caldonazzo. Info: www.comune.caldonazzo.tn.it. Teatro ragazzi LA TRIBU’ DEL RICICLO Vezzano. Ore 16.30. Teatro. Età consigliata: dagli 8 anni. La missione è ambiziosa: liberare l’ambiente dai rifiuti “che tanti irresponsabili abbandonano per terra, invece di differenziarli e riciclarli. Il protagonista Max calcia con indifferenza una lattina abbandonata: subito si scatena l’intervento dell’ispettore Closet, questa volta alle prese con il desolante caso dei rifiuti abbandonati. I rifiuti possono essere recuperati e avere una seconda vita. Basta non abbandonarli, ma raccoglierli e separarli. Allora pronti, attenti, viaaa ! Si parte per il viaggio schizzaspazio, alla scoperta del fantastico mondo del riciclo. Info: info@teatrovalledeilaghi.it; www. teatrovalledeilaghi.it.

21 martedì Cultura ALLA SCOPERTA DEL CIELO Cembra. Ore 19. Località Le Cave. Osservazione guidata del cielo e degli astri presso l’Osservatorio di Cembra. Ingresso libero. Info: Sergio Dalla Porta 0461 683465.

Folklore CARNEVALE DI GRAUNO Grauno. Teatro tenda, loc. La Pozza. Carnevale tra i più longevi del Trentino, caratterizzato dal rituale del rogo del pino, considerato rito di propiziazione e fecondità. Programma: ore 9: trascinamento del pino di Grauno in piazza Bociat. Ore 9.30 rappresentazione teatrale all’aperto, cerimoniale del battesimo ed innalzamento del pino nella “Busa del Carneval”. Ore 12: pranzo a base di prodotti tipici trentini e specialità locali. Ore 13: allestimento del pino. Ore 14.30 pomeriggio in compagnia con musica, ballo ed animazione per grandi e piccini. Ore 19: sfilata lungo le vie del centro e rogo del pino, momento clou della manifestazione. Info: Pro Loco di Grauno 0461.685002. Folklore CARNEVALE 2012 Civezzano. Dalle ore 14 alle 18. Piazzale Baita Alpina. Tradizionale festa di Carnevale del gruppo Alpini di Civezzano e dell’Associazione Nazionale Carabinieri in congedo di Civezzano e Fornace con sfilata delle mascherine da piazza S. Maria fino alla Baita Alpina in compagnia della musica della Banda Sociale di Civezzano. A seguire distribuzione di polenta, lucaniche, formaggio, vino caldo e freddo e bibite per tutti e per i più piccoli distribuzione di caramelle. Info: Gruppo Alpini Civezzano: www. anacivezzano.com.

22 mercoledì Teatro IVANO FOSSATI IN CONCERTO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Info: www.centrosantachiara.it - n. verde 800 013952.

23 giovedì Cultura Conferenza Dro. Ore 20.30. Scuola Primaria di Dro. “Vivere in armonia con la natura - microorganismi effettivi”. Relatrice Emanuela Seber. I mi-

Binge Drinking

crorganismi sono esseri unicellulari visibili solo al microscopio, e costituiscono la base dell’origine della vita sulla Terra. Essi si distinguono in patogeni, ovvero che generano malattie e benefici, che invece svolgono funzioni rigenerative ed antiossidanti. Info: www.ass-andromeda.ea29.com. Danza FuoriOrario Winter 2012 Isera. Locanda delle 3 Chiavi. Ore 21-24: milonga - musicalizador Giuseppe Speccher. Info: www. cdmrovereto.it. Teatro RADICE DI 2 Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Don Bosco. Commedia di Adriano Bennicelli. Con Edy Angelillo e Michele La Ginestra. Regia di Enrico Maria Lamanna con la Compagnia Politeama srl e Associazione Culturale MLG. Info: Biblioteca comunale di Pergine Tel. 0461.502390 - www.comune. pergine.tn.it. Teatro L’UOMO, LA BESTIA E LA VIRTÙ Tesero. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Luigi Pirandello. Con Enzo Vetrano, Ester Cucinotti, Giovanni Moschella, Stefano Randisi. Con il Teatro de Gli Incamminati / Diablogues. Info: biglietteria del Teatro Comunale Tel. 0462.815040 oppure 348.3200766. Teatro BINGE DRINKING Trento. Ore 14.30. Teatro Cuminetti. Testo di Renata Coluccini e Mario Bianchi. Tutto comincia sempre in un luogo e in una famiglia, qualsiasi essa sia. La vita di tre ragazzi è messa a nudo nella sua ritmata frammentarietà per descrivere una settimana consumata nell’attesa dello sballo del sabato sera. Gli episodi di vita familiare e scolastica si intersecano con momenti di relazione tra amici; alle loro voci si mescolano quelle degli insegnanti, dei genitori e del ˝barista˝ in un loop di finta comunicazione. I pensieri veri, quelli spesso nascosti, si rivelano


CORSI DI CUCINA EDIZIONE 2012 GLI APPUNTAMENTI: Ripartono i corsi di cucina del Boivin, tanto attesi non solo da chi vuole conoscerci meglio ed imparare i “segreti” della nostra cucina, ma anche da chi ha apprezzato e vuole ritrovare l’atmosfera conviviale che magicamente si crea attorno alla tavola dei corsi. Questi incontri saranno un’occasione per condividere esperienze, scambiarsi ricette ed idee e passare una serata in allegria e creatività. A partire dal 31 gennaio, fino al 31 marzo, ogni serata inizia alle 18:30 e si conclude con la cena: così da poter anche gustare i piatti preparati, in abbinamento con vini ed oli regionali. Il costo di ogni serata è di Euro 40. È previsto un pacchetto di 4 serate per il Corso di Base a Euro 140. Per il corso di cucina indiana di Avinash Ganesh il costo della singola serata è di Euro 50, mentre il pacchetto di 3 serate è di Euro 130. Sarà possibile invitare degli ospiti a cena (verso le 22:30) al prezzo di Euro 25, comunicandone il numero all’atto della prenotazione. Le prenotazioni vanno fatte tramite e-mail all’indirizzo info@ boivin.it mettendo in oggetto “Corsi 2012”, indicando il proprio recapito telefonico e le serate a cui si intende partecipare. Una volta ricevuta la conferma di disponibilità, viene richiesto il pagamento anticipato tramite bonifico bancario o con carta di credito. La nostra garanzia è “soddisfatti o rimborsarti”. Vi aspetto numerosi, Riccardo Bosco con la collaborazione di Mattia Dell’Orsola, Friederike Oursin ed Eleonora Preve Informiamo che per i partecipanti al corso che vogliono fermarsi a dormire a Levico, l’Hotel Romanda fa una super-offerta: 30 euro il pernottamento in camera doppia, 40 euro in singola.

31 Gennaio ~ Finger Food 1 Come allestire un piccolo buffet di Finger Food 1 Febbraio ~ Menu degustazione Pesce Lavarello in carpione, canederli di pesce, farce di pesce per ravioli e terrine, treccia di branzino al forno. 2 Febbraio ~ La carne 1: il manzo, il vitello ed il maiale Una tartare, un ragu, un brasato ed un arrosto. Variazioni di crudo, pasta col vedel, puntine arrosto alla nostra maniera. 21 Febbraio ~ Finger Food 2 Come allestire un piccolo buffet di Finger Food 22 Febbraio ~ Le verdure di stagione Di cotte e di crude, sole o accompagnate, in composte, chutney e giardiniere. 23 Febbraio ~ Il pesce 1 Pulire e sfilettare, marinature e cotture. 28 Febbraio ~ Corso di Base 1 Un po’ di francese: roux, brunoise, mirepoix, demi-glace, tanto per ridere. 29 Febbraio ~ La carne: pollame e frattaglie Coscia di faraona ripiena alla frutta secca, il patè di fegatini e altre golosità. 1 Marzo ~ I dolci Assortimento di dolci della casa preparati assieme alla nostra pasticcera Friederike Oursin. 6 Marzo ~ Corso di Base 2 Le paste: l’arte di condire e creare il piatto al salto. Curiosità tra i piatti di pasta il dolce/salato. La pasta in bianco e quella al pomodoro. 7 Marzo ~ Il pesce 2 Baccalà, stoccafisso, merluzzo e nasello. 8 Marzo ~ Il fritto All’italiana, all’indiana e la tempura. 13 Marzo ~ Corso di Base 3 Il riso ed i risotti. Le uova. 14 Marzo ~ Laboratorio di pasta fresca Pasta fresca all’uovo, di grano duro e colorata. Paste semplici e ripiene. 15 Marzo ~ Menu degustazione Sicilia Caponata, insalata di finocchi e arance, cuscus con pesce. 20 Marzo ~ Corso di Base 4 Le zuppe: vegetariane, di carne e di pesce. 21 Marzo ~ Menu degustazione Pesce 2 Insalata di polpo, sarde a beccafico, involtini di spada. 22 Marzo ~ I Macarons Macarons in tutte le varianti: la nostra pasticcera Friederike Oursin ha imparato a padroneggiare la tecnica in modo impeccabile e condividerà con voi la sua esperienza.

INFO: LEVICO TERME | VIA GARIBALDI, 9 Tel. 0461.701670 info@boivin.it | www.boivin.it


trentinoappuntamenti solo al pubblico con cui i personaggi entrano in una relazione di confidenza. Lo spettacolo affronta un disagio interiore che spinge i giovani ˝normali˝, in maniera assolutamente trasversale rispetto alla società, a compiere scelte comportamentali spesso estreme che li portano all’abuso e in alcuni casi alla dipendenza dall’alcol. Info: www.centrosantachiara.it - n. verde 800 013952.

24 venerdì Cultura Hdemia 2012 Trento. Ore 20.30. Banca del Tempo. Oriente-Occidente (evento aperto a tutti) con Giorno Ragucci. Info: tel. 348.5226209. Cultura Conferenza Dro. Ore 20.30. Centro Culturale. Conferenza con proiezioni e ascolto di musiche - la storia del Trentino attraverso le canzoni. “Battaglie Nazionali in Musica” a cura di Michele Liboni e Graziano Riccadonna. Info: ass-andromeda@ libero.it; www.ass-andromeda@ ea29.com; 349.5224292. Cultura SERATA LETTERARIA Faver. Ore 20.30. Molin de Portegnach. Serata letteraria in compagnia dell’autore Eros Olivotto. Ingresso libero. Info: Sorgente ‘90: 328.1344805; info@sorgente90. it; www.sorgente90.it. Cultura Presentazione libro Borgo Valsugana. Ore 17.30. Biblioteca. “Il legno in gioco - Storia dei giocattoli in legno delle produzioni alpine dal XVIII al XX secolo” di Rosanna Cavallini, Paolo De Carli e Laura Gasperi. Presenta Massimo Libardi, edito da Curcu&Genovese. Musica Società filarmonica stagione 2012 Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Trio Tutte le Direzioni. Paolo Zannini, pianoforte; Simone Zanchini, fisarmonica; Mario Marzi, sassofoni. Info: Tel. 0461.985244 - www.filarmonica-trento.it. Teatro CANZONI IN CORSO Ala. Ore 21. Teatro Giacomo Sartori. Commedia di Stefano Nosei e Roberto Alinghieri. Con la Compagnia Sosia & Pistoia. Info: Teatro Giacomo Sartori Tel. 0464.671633. Teatro EL CIACOLON IMPRUDENTE... ovvero il contrattempo Sarnonico. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Carlo Goldoni. Con Laura Benassù, Kety Mazzi, Roberto Puliero, Alessandra Ionta,Michele Matrella, Michela Zanetti, Davide Valieri, Franco

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Cappa,Marco Consolati. Regia di Roberto Puliero. Con la Compagnia La Barcaccia. Info: Ufficio cultura del Comune Tel. 0463.831263. Teatro “RUMORI FUORI SCENA” Rovereto. Ore 20.45. Auditorium “Fausto Melotti”. Commedia di Michael Frayn. Con la Compagnia “Step” di Ancona. Per “Sipario d’Oro” 2012 - 31 ª edizione. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro “LA NONNA” Brentonico. Ore 20.45. Teatro “Monte Baldo”. Commedia di Roberto Cossa. Con il Teatro “Armathan” di Verona. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro “CENA DI FAMIGLIA (COGNATE)” Volano. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Eric Assous. Con Nautilus Cantiere Teatrale di Vicenza. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

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Filo S.Martino di Fornace. Regia di Camillo Caresia. Info: Biblioteca Comunale Tel. 0461.842816. Teatro CERCASI ULISSE DISPERATAMENTE... QUANDO PENELOPE NON TESSEVA LA TELA Nago Torbole. Ore 21. Trento Spettacoli. Teatro Casa della Comunità. Spettacolo teatral-musical-cabarettistico vagamente ispirato all’”Odissea”. Ideato e diretto da Maura Pettorruso. Con Maura Pettorruso e Daniele Filosi. Info: Biblioteca di Nago-Torbole Tel. 0464.505181. Teatro IL BALLO DEL QUA Rovereto. Ore 20.45. Auditorium Fausto Melotti. Un progetto di Antonella Bertoni con Tobia Abbondanza, Jacopo Bertoldini, Naima Fiumara, Matilde Laezza, Emily Manica, Federico Petrolli, Francesco Petrolli. Regia e coreografia di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni. Con la Compagnia Abbondanza - Bertoni. Info:

Per i più piccoli A SPASSO COL MOSTRO Trento. Ore 17.30. Sala Filarmonica. Spesso i più piccolini sembrano i più indifesi... Non sempre è così! Di sicuro non per il topolino protagonista della nostra storia. A volte la realtà supera la fantasia... Voce recitante, Mario Cagol. Percussioni, Cristiana Torri. Pianoforte, Stefano Chicco. Info: Società Filarmonica - Tel. 0461/985244. www.filarmonica-trento.it. Teatro L’AMOR COMANDA Borgo Valsugana. Ore 20.45. Teatro del Centro Scolastico. Spettacolo di Commedia dell’Arte. Con Stefano Rota,Manuela Massimi, Michele Casarin, Davide Dolores. Regia di Michele Modesto Casarin. Con Pantakin da Venezia - Commedia Circo Teatro Eventi. Info: Biblioteca Comunale Tel. 0461.754052. Teatro LIOLÀ Aldeno. Ore 20.45. Teatro Comunale. Commedia di Luigi Pirandello. Con Camillo Caresia, Clarissa Caresia, gli attori della

Teatro ...È COSÌ ANCHE TUA SUOCERA? Spiazzo Rendena. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia di Diane Grant. Con Arianna Grossi, Elisa Da Costa, Melissa Boni, Matteo Cortelletti. Regia di Gabriella Pedrai. Con la Compagnia dell’Attimo. Info: Comune di Spiazzo Tel. 0465.801074 e l’Ufficio Turistico di Spiazzo Tel. 0465.801544. Teatro “LE ME TOCCA TUTTE” Bedollo. Ore 20.45. Teatro Nuovo. Commedia di Loredana Cont. Con la Filodrammatica “Sant’Ermete” di Calceranica. Per la 4ª Rassegna Teatrale “Foje de Bedol”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

in libreria o sul sito www.curcuegenovese.it

Cultura Hdemia 2012 Valsugana. Ore 9, 11, 14.30 e 16.30. Da definire. “Diadi e lavoro sul Chi sono Io” con Diego Tava. Info: tel. 348.5226209. Cultura STORIE DI STOFFA Trento. Ore 17.30. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas. Piazza Cesare Battisti. Elena Chiodarelli, esperta di cultura indiana. Ingresso libero. Info: www.trentinocultura. net/archeologia.asp.

Ufficio dell’Assessorato comunale alla promozione culturale in Corso Bettini, 43 Tel. 0464.452253-56.

Rosanna Cavallini Paolo De Carli Laura Gasperi

Il legno in gioco Storia dei giocattoli in legno delle produzioni alpine dal XVIII al XX secolo pagine 128 formato 28x28 cm. Euro 29,00

Il legno in gioco Gli oggetti, i giocattoli e le stampe pubblicati in questo libro provengono interamente da collezioni private trentine. Lo stimolo per i collezionisti ad intraprendere l’avventura editoriale, oltre la sensibilità dell’editore, è il desiderio di condividere l’emozione provata nell’osservare queste piccole meraviglie di ingegno e sapienza manuale. Se inizialmente l’emozione riguardava il piacere del ritrovamento, per Rosanna Cavallini, Paolo De Carli con la moglie Katia Pustilnicov, e per Laura Gasperi, la ricerca e la conoscenza per tappe successive di notizie riguardanti i creatori di giocattoli hanno svelato una storia sorprendente da condividere con bambini e adulti. Inoltre per gli autori l’immagine di uomini, donne e bambini chini al tavolo di lavoro nella "stua” del maso, intenti all’intaglio e alla coloritura dei giocattoli, possiede una straordinaria forza evocativa e morale. Una pubblicazione che riguardi i giocattoli di un tempo, oltre che affetto e curiosità, suscita in noi un momento di riflessione sul mondo del gioco infantile, su ciò che è e ciò che è stato.


trentinoappuntamenti Teatro “I LOVE SHOPPING: CHE SPLENDIDA MALATTIA” Gardolo. Ore 20.45. Sala Teatro Comunale. Commedia di Roberto Malafante. Con la Compagnia di Lizzana. Per la 25ª Edizione della Rassegna “Alegra Ribalta”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro “L’ERA DE MAGIO, SE DAVERZEVA LA STAGION DEI FIORI” Sopramonte. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia di Elio Fox. Con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la 21ª Rassegna Teatrale a Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro “PAREVA ‘NA BELA IDEA” Lavis. Ore 21. Auditorium Comunale. Commedia di Loredana Cont. Con la Filo “Ce.Dro” di Dro. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro “UN CURIOSO ACCIDENTE” Lizzana. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di Carlo Goldoni. Con il Teatro dei Pazzi di San Donà di Piave. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro “AGENZIA NLG (NON LAVORIAMO GRATIS)” Serravalle. Ore 20.45. Teatro. Commedia di David Conati e Massimo Meneghini. Con l’Associazione Culturale “Libero Teatro” di Grumes. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro “POCHI MA BONI” Sabbionara d’Avio. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Loredana Cont. Con la Filodrammatica “El Filò” di Taio. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro “IL ROMANZO DELLA ROSA” - OVVERO LA RIDICOLOSA COMMEDIA DEL NOME Mori. Ore 20.45. Teatro “Sociale”. Commedia di Andrea Brugnera. Con il Teatroimmagine di Venezia. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro “BENIAMINO CIOPETA APALTATOR” Trambileno. Ore 20.45. Auditorium Comunale Moscheri. Commedia di Artemio Giovagnoni trad. in dialetto trentino di Carlo Giacomoni. Con la Filo “Concordia ‘74” di Povo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro “I SEGRETI NEL COR” Pedersano. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Alberto Maria Betta. Con la Compagnia “I Sarcaioli” dell’Alto Garda. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro OTTO DONNE E... Trento. Ore 16. Teatro S. Marco. Di Robert Thomas. Traduzione di Roberto Cortese. Con laFilo “Arcobaleno” di Arco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro “MA VARDA TI CHE ROBE!” Cognola. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Autori Vari. Con il Gruppo “Poe.Mus” di Cognola. Per la Rassegna “Argentario 2012”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Teatro L’era de magio se daverzeva la stagion dei fiori Caldonazzo. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Rassegna teatrale con la Compagnia Argento Vivo Cognola. Info: www.comune.caldonazzo.tn.it.

Teatro “REFUGIUM PECCATORUM” Rallo. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia di Gabriele Bernardi. Con l’Associazione Culturale “La Sortiva” di Denno. Per la 2ª Edizione di “Teatrallo”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro “PU DE LA’ CHE DE QUA’” Ravina. Ore 20.45. Teatro “Claudio Demattè” . Commedia di Brunetto e Lucio Bitetti. Con la Filodrammatica “Tra ‘na roba e l’altra” di Cavrasto. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi BIANCANEVE Borgo Valsugana. Ore 16.30. Teatro di Olle. Spettacolo di pupazzi e attori di Massimo Lazzeri. Con Cristina Nadrah e Adele Pardi. Musiche e regia di Massimo Lazzeri. Con il Teatro delle Quisquilie. Info: Biblioteca Comunale Tel. 0461.754052.

Teatro ragazzi IL GATTO CON GLI STIVALI Romeno. Ore 16. Teatro Parrocchiale. Commedia di Carlo Presotto e Titino Carrara - tratto da Charles Perrault. Con Eva Rossella Biolo, Matteo Cremon, Beatrice Niero. Regia di Carlo Presotto e Marco Artusi. Con La Piccionaia I Carrara - Teatro Stabile di Innovazione. Info: Biblioteca Comunale Tel. 0463.876054. Teatro ragazzi ROSSO POP! (CAPPUCCETTO) Tesero. Ore 16. Teatro Comunale. Con la Ditta Gioco Fiaba. Commedia di Paolo Bignamini. Con Emiliano Brioschi, Andrea Cereda, Massimiliano Zanellati. Regia di Luca Ciancia. Info: biglietteria del Teatro Comunale Tel. 0462.815040 oppure 348.3200766.

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Folklore L’ALLORO E IL BAMBù - FESTA DI ADDIO AL CARNEVALE Arco. Romarzollo. Info: www.gardatrentino.it.

Cabaret CABARET AMORE MIO Trento. Ore 21. Auditorium, via S. Croce, Trento. Chiusura della rassegna che viene affidata alla comicità fantasiosa e corrosiva di David Riondino e Dario Vergassola, duo irresistibile e “collaudato” amato da un pubblico trasversale. Lo spettacolo “Riondino accompagna Vergassola ad incontrare Flaubert” immagina uno scenario in bilico tra assurdo e ironia: davanti all’analfabetismo di ritorno che affligge l’Italia, il Ministero della Cultura lancia una campagna nei teatri, affidata ad attivisti organizzati nelle minacciose Brigate Culturali, con l’obiettivo di alzare il livello medio degli attori di cabaret.

Musica I concerti della domenica Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica. Trento, via Verdi 30. “Da Venezia a Buenos Aires: viaggio musicale tra città di mare”. Con Fabrizia Dalpiaz, chitarra; Roberto Caberlotto, fisarmonica. Info: Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it.

Teatro RIONDINO ACCOMPAGNA VERGASSOLA AD INCONTRARE FLAUBERT Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Commedia di e con David Riondino e Dario Vergassola con la Compagnia Sosia & Pistoia. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara Tel. 0461.213834; n. verde 800013952; www.centrosantachiara.it.

26 domenica Cabaret PUNTO.CABARET 2012 Trento. Ore 20. Ventuno.Uno, via Ventuno 1 - “Punto.Cabaret”: Beppe Altissimi dal Derby Club. Stagione che ospiterà e vedrà esibirsi comici e cabarettisti emergenti, provenienti da fuori regione. Info: www.itonimarci.it.

28 martedì Cultura Conferenza Trento. Ore 16.45. Società “Dante Alighieri”, via Dordi, 8. “Depressione, il male del secolo” - Con il dottor Claudio Boninsegna, neurologo. Presentazione di Franco Marognoli. Info: tel. 0461-239994. Musica CONCERTO ORGANISTICO Trento. Ore 20.30. Chiesa Parrocchiale di Cristo Re. Concerto d’organo su musiche di Johann Sebastian Bach, Preludio e Fuga in mi min. BWV 548. L’ingresso è libero e gratuito. Teatro ALTRI PERCORSI - AVEVO UN BEL PALLONE ROSSO Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Di Angela Dematté. Regia Carmelo Rifici. Questo bel testo della giovane autrice e attrice trentina Angela Demattè ha vinto nel giugno 2009 la cinquantesima edizione del Premio Riccione per il teatro, il più prestigioso concorso italiano di drammaturgia contemporanea. Info: www.centrosantachiara.it - n. verde 800 013952.

29 mercoledì Cultura L’ASSEDIO DI NUMANZIA Trento. Ore 17.30. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas. Piazza Cesare Battisti. L’orizzonte sonoro del mondo antico: incontri di archeologia musicale. Raquel Jiménez Pasalodos, Università di Valladolid. Ingresso libero. Info: www.trentinocultura.net/archeologia.asp. Musica «Orchestra Haydn» Trento. Ore 20.30. Auditorium. Daniele Giorgi ed Emanuela Piemonti, pianoforte. Joseph Haydn: sinfonia n. 95 in do minore; Alessandro Solbiati: Fons per pianoforte e orchestra; Franz Schubert: Gran Duo in do maggiore per pianoforte e quattro mani, D 812 (Orch. Joseph Joachim). Info: www.haydn.it. Teatro ALTRI PERCORSI - AVEVO UN BEL PALLONE ROSSO Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Di Angela Dematté. Regia Carmelo Rifici. Questo bel testo della giovane autrice e attrice trentina Angela Demattè ha vinto nel giugno 2009 la cinquantesima edizione del Premio Riccione per il teatro, il più prestigioso concorso italiano di drammaturgia contemporanea. Info: www.centrosantachiara.it - n. verde 800 013952.

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Poeti si diventa a villa sant’ignazio La fondazione che sforna premi nobel Il presidente bassi, annuncia anche il vincitore deL premio annuale

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er il 2012 il Premio Pezcoller è stato assegnato al ricercatore del MIT di Boston, Robert A. Weinberg, scelto fra quarantaquattro candidati. Ma non è questa l’unica notizia data durante la conferenza stampa del 16 gennaio scorso. Il neo presidente della Fondazione, Davide Bassi, rettore dell’Università di Trento ha ricordato che ben quattro ricercatori, premiati dalla Fondazione Pezcoller, poi hanno anche vinto un premio Nobel. “Una buona statistica” – ha detto Bassi, compiaciuto. La Fondazione ha presentato, presso la Fondazione Cassa di Risparmio di Trento, il bilancio delle numerose e prestigiose iniziative di finanziamento della ricerca contro il cancro e anche di divulgazione, su scala internazionale. Ogni anno la Fondazione impiega circa seicentomila euro di fondi per supportare ricercatori affermati e giovani nei laboratori e nella partecipazione Gios Bernardi e Davide Bassi a convegni e simposi, per favorire la diffusione delle competenze. Quattrocentomila euro derivano dagli investimenti del capitale e altri duecentomila provengono dalle casse della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto. 88

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Trento: APERTE LE ISCRIZIONI AL 14° CORSO DI POESIA

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ono aperte le iscrizioni al Corso di poesia - Lettura e scrittura, giunto al suo 14° anno. Si tratta di un’iniziativa unica nel suo genere nella nostra regione, che si è negli anni fatta conoscere e consolidata, e si svolge a Villa S. Ignazio sulle collina delle Laste a Trento. Il corso è aperto a tutti gli appassionati di poesia, neofiti o esperti, e si propone due principali obbiettivi: imparare a “leggere” la poesia, vale a dire a capirla, riconoscerla, penetrarla, metabolizzarla. In seconda battuta, – dato che in ciascuno di noi esiste un nucleo di sensibilità poetica – riuscire ad esplicitarlo, Akiko Yosano a concretizzarlo provando a scrivere in poesia. Si dà il caso che (anche se questo non è il principale obbiettivo), in questi ultimi anni sei frequentanti i corsi abbiano pubblicato il loro primo libro di versi, e abbiano anche raddoppiato con il secondo: l’ultima Clara Kaisermann che ha pubblicato recentemente il suo “Voci d’amore da una locanda”, accolto con molto favore da critica e pubblico. Sedici gli appuntamenti previsti che si susseguiranno a Villa S. Ignazio ogni lunedì, dal febbraio al maggio, dalle 20.30 alle 22, iniziando Lunedì 6 febbraio. Come sempre il conduttore degli incontri sarà Renzo Francescotti, poeta con al suo attivo oltre venti raccolte (in italiano e dialetto), quattro delle quali tradotte all’estero. Sei i poeti “invitati” (come amano dire i corsisti), ovvero quelli su cui ci si concentrerà, dedicando a ognuno due incontri: l’antico poeta cinese Li Po e la poetessa giapponese moderna Akiko Yosano; due poeti di lingua anglosassone, l’inglese John Keats Giovanni Raboni e l’americano Edgar Lee Masters; due poeti italiani, il dialettale Biagio Marin e Giovanni Raboni. Il corso si concluderà a fine maggio con il recital delle poesie a tema unico composte dai corsisti, pubblicate in una “plaquette” in “25 copie numerate a mano”. Il corso è gratuito, ma con il numero chiuso limitato a 20 iscritti. Poiché le richieste di iscrizione al corso sono di norma superiori all’offerta si consiglia di iscriversi tempestivamente, rivolgendosi a Villa S. Ignazio (tel. 0461.238720), lasciando il proprio recapito telefonico.


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Monte bondone: di sera è più bello Ciaspolada: un pettorale d’artista Per ricordare i 120 anni dalla nascita di fortunato depero

Raddoppia il successo per le serate “Happy Snow by Night”

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PT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi, Trento Funivie S.p.a. e Associazione Operatori Monte Bondone hanno dato vita alle serate dello sci notturno sul Monte Bondone. Il 19 gennaio scorso il grande successo della seconda serata “Happy Snow” sul Monte Bondone. Già ad inizio serata erano oltre 1.000 gli appassionati sciatori che hanno raggiunto le piste del Monte Bondone per una serata all’insegna del divertimento con sci ai piedi a suon di musica. Sono stati registrati circa 4.500 passaggi ai tornelli della Seggiovia Montesel, con oltre 500 Skipass serali venduti, che vanno ad aggiungersi ai possessori dello skipass stagionale e dei plurigiornalieri degli ospiti degli hotel del Monte Bondone. Tantissimi i giovani, ma anche gente di ogni età, bambini compresi. Insieme al numeroso popolo dello sci da discesa non è mancato quello dello sci alpinismo e i ragazzi del freestyle e dello snowboard. Ben accolti anche i non

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ra le manifestazioni che hanno fatto da cornice all’ultima edizione della “ciaspolada” della Val di Non, da segnalare, ancora in atto, una mostra di opere di Fortunato Depero allestita nelle sale del Centro Civico di Malosco. Una rassegna che è un doveroso omaggio al futurista “noneso”, già coinvolto in quella che è giustamente considerata la più prestigiosa espressione dello sport delle ciaspole su scala internazionale, dal momento che gli oltre 5mila partecipanti alla 39esima edizione del 6 gennaio scorso hanno indossato un originale pettorale con la riproduzione di un’opera di Depero intitolata “le sciatrici”. La mostra di Malosco è stata voluta anche dalla Podistica Novella per ricordare i 120 anni dalla nascita dell’artista nato a Fondo nel 1892, che ha beneficiato del sostegno organizzativo di Nicoletta Boschiero, responsabile del Mart di Rovereto. La rassegna spazia su una trentina di opere ed è presentata col titolo “Depero Diabolicus” preso in prestito da un suo autoritratto nel quale si identifica come uomo di montagna, ma anche simbolo di arte e di cultura, quindi capace di una trasformazione “diabolica” del proprio destino. La mostra di Malosco rimane aperta fino al 30 marzo, giorno della nascita dell’artista, mentre la sua apertura è avvenuta il 29 novembre, giorno della sua morte a Rovereto nel 1960. Ideatrice del pettorale griffato è stata Laura Schütz. (c.r.)

sciatori che hanno avuto l’opportunità di pattinare sul ghiaccio o riunirsi con gli amici nei ristoranti, pizzerie e skibar, aperti per l’occasione con offerte speciali. Grande soddisfazione per la Direttrice APT, Elda Verones: “L’interesse dimostrato dai partecipanti giovedì scorso in occasione dell’inaugurazione delle serate “Happy Snow” ci ha fatto ben sperare e infatti si è rivelata un gran successo anche la seconda e la terza serata proposte. Una grande partecipazione ai corsi di sci in notturna per adulti e per i tesserati Unisport, iniziati proprio ieri sera a partire dalle ore 20.00. Tutto questo dimostra che le persone sono in cerca di novità anche per il dopocena e la vicinanza del Monte Bondone con la città di Trento è stata sicuramente un fattore determinante per la riuscita dell’iniziativa.

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Il Sindaco in posta. Alle 7 del mattino presentare un libro vuol dire far festa

Per salutare cinque postini in pensione dal primo gennaio

Giuseppina al grand hotel trento con la scrittrice Maura marchiori

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essuna meraviglia e tantomeno stupore nel vedere tanti amici alla classica e consolidata festa di Natale, organizzata da Giuseppina, nel magico Grand Hotel Trento, grazie agli invitati solo e sempre persone vere, ed il risultato è indubbiamente fantastico. Nell’occasione è stato presentato il libro “Zon! Zoniamo!” della cardiologa Maura Marchiori, appassionata di sport e, in passato, prima donna italiana a fregiarsi del titolo di campionessa nazionale di marcia dei cinquanta chilometri (tra l’altro alla matura età di 39 anni). Maura è anche l’ideatrice e coordinatrice del progetto di promozione alla salute “In salute camminando”, infatti il

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Da sinistra a destra: Roberto Decarli, Mario Claus, Ezio Furlani, Mario Malfer, e Lorenzo Piffer

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n un’ora non certo usuale, le 7 del mattino, il 10 genaio il sindaco Alessandro Andreatta accompagnato dall’assessore Renato Tomasi si è recato al centro di smistamento della Posta a Spini di Gardolo. Spunto della visita portare il suo saluto e quello della città a cinque storici portalettere che dal primo gennaio sono andati in pensione, Roberto Decarli, Mario Claus, Ezio Furlani, Mario Malfer, e Lorenzo Piffer. La visita è stata anche l’occasione per conoscere da vicino la realtà di questa particolare tipologia dei lavoratori, i postini, un po’ simbolo di questa attività, ma anche spesso bersaglio immeritato di critiche, comunque persone che vivono il loro lavoro a contatto strettissimo con la comunità, di cui spesso imparano a conoscere abitudini ed esigenze. In allegato una foto con il sindaco, l’assessore Tomasi e gli ormai cinque ex postini.

suo prezioso libro è un vero e proprio inno alla salute. Come ogni anno, per la gioia di tutti è arrivato anche Babbo Natale con piccolissimi doni, precendentemente fatti benedire da un sacerdote in maniera da bilanciare saggiamente religione e fortuna. Infine, in attesa del prossimo carnevale, un piccolo gruppo ha voluto seguire Giuseppina all’Hotel Rovereto, per magnificare ed esaltare la bravura della titolare dell’Hotel nei suoi dipinti, esposti appunto nella sala dove tutti hanno gustato il “bollito”, suo piatto prelibato. 1. Con Mariantonia e Sara 2. Ristorante Hotel Rovereto, la titolare e i suoi quadri 3. Goliardia per Halloween 4. Paola, Barbara, Maria, Veronica, Magdalena, Fernando, Samuel e Kilian 5. Aida, Giuseppina, Babbo Natale e Gabriele 6. Maura, la scrittrice, prende la parola


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Borse di studio per tamanini e anzellotti un’indimenticabile 22ª edizione di wrooom

La Fondazione Cassa Rurale di Trento premia i giovani di talento

Alonso, rossi, massa, Hayden: tanti campioni a campiglio

Da sinistra, il Presidente Fracalossi e i due premiati

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er il 22° anno consecutivo, nella seconda settimana di gennaio, Madonna di Campiglio ha ospitato Wrooom, il F1 e MotoGp Press Ski Meeting che ad ogni edizione richiama nella “Perla delle Dolomiti” i più grandi campioni del mondo dei motori, gli staff tecnici delle scuderie Ferrari e Ducati, i giornalisti sportivi dei media più importanti. L’edizione svoltasi tra l’8 e il 15 gennaio, è stata l’edizione del ritrovato Valentino Rossi che si è presentato sulle nevi di Madonna di Campiglio con la voglia di portare la Ducati alla vittoria, dopo un’annata deludente. Freme con il piede sull’acceleratore anche Fernando Alonso per il quale la Ferrari sta preparando una nuova auto in grado di condurre il campione spagnolo al titolo piloti. Per Felipe Massa, il 2012 sarà invece l’anno della verità. La scuderia di Maranello gli ha rinnovato la propria fiducia, ma il possibile nuovo contratto del brasiliano dipenderà dai risultati della prima parte della stagione. Infine, per Nicky Hayden la settimana campigliana sulla neve è stata un toccasana per riprendersi da un infortunio. Ancora una volta, il laghetto ghiacciato di Madonna di Campiglio è stato il palcoscenico ideale per la spettacolare chiusura di Wrooom. Valentino Rossi, Fernando Alonso, Felipe Massa, Giancarlo Fisichella e Marc Genè sono stati i protagonisti delle gare di kart e Fiat 500 che

l tuo sogno diventa realtà”. È lo slogan scelto dalla Fondazione Cassa Rurale di Trento per il concorso borse di studio rivolto ai giovani laureati impegnati in percorsi di alta formazione in Italia e all’estero. Nel biennio 2010-2011 il sogno è diventato realtà per quattro studenti trentini, ognuno dei quali si è aggiudicato una borsa di studio del valore di 15mila euro. Tre le aree individuate per i riconoscimenti: tecnico-scientifica, economico-giuridica, umanistico-letteraria. La selezione delle domande è stata curata da un comitato scientifico composto da Diego Schelfi, presidente della Cooperazione Trentina, dai docenti universitari Maria Gemma Pompei e Carlo Borzaga e dal giornalista Alberto Faustini, direttore dei quotidiani Trentino e Alto Adige. Le borse di studio dell’edizione 2011 sono state assegnate a Marica Tamanini e Stefano Anzellotti. Marica Tamanini, 23 anni, dopo la laurea in scienze internazionali e diplomatiche all’Università di Trieste, ha iniziato a frequentare un corso di specializzazione in diritto internazionale criminale e di guerra all’Università di Edimburgo. Indirizzo tecnologico, invece, per l’attività di ricerca di Stefano Anzellotti che, con il supporto della Fondazione Cassa Rurale di Trento, sta frequentando alla prestigiosa Harward University di Cambridge nel Massachussets un dottorato sui meccanismi neurali del riconoscimento degli oggetti. hanno entusiasmato il pubblico accorso in gran numero per salutare i piloti di Ducati e Ferrari. Nicky Hayden, convalescente da un infortunio, ha ceduto il volante a “Uccio” Salucci, amico e collaboratore del campione di Tavullia. Valentino ha vinto la gara di kart ed è arrivato secondo in quella delle auto alle spalle di Felipe Massa e davanti a Fernando Alonso. Dopo sette di anni di assenza, il circo bianco della World Cup farà nuovamente tappa nella “Perla delle Dolomiti”. Sul celebre Canalone Miramonti si riaccenderanno i riflettori e i grandi campioni dello sci alpino torneranno ad animare con le loro imprese sportive l’inverno nella località turistica. 91

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la storia infinita di mario merelli a trento si parla di Determinismo Cosmico il libro di iannuzzi proposto dal Club Trento Castello Inner Wheel

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l Club Trento Castello Inner Wheel e le Mafalda Associazione Donne Trento hanno avuto il piacere di presentare nelle scorse settimane un relatore d’eccezione: Vincenzo Iannuzzi, che ha presentato il suo saggio: “L’Uomo e il Determinismo Cosmico”, in occasione della serata dell’Associazione Mafalda. La Presidente del Club Trento Castello IW, Marina Cesarini Sforza e la Presidente delle Mafalda Associazione Donne Trento, Maddalena Matarazzo, hanno ringraziato con grande affetto Iannuzzi per la sua presenza. Il relatore ha poi illustrato il suo saggio, con dovizia di particolari, ma con parole semplici e comprensibili, nonostante la complessità dell’argomento, al numeroso pubblico presente in sala, tre socie Innerine, Mafalda, Rotariani ed amici. Era presente anche la Presidente del Club Trento IW, Daniela Sardi, accompagnata dal marito e dalla socia Mara Molinari. Una congrua parte del ricavato delle vendita dei libri, per volere del prof. Iannuzzi, è andato ai poveri, seguiti con pazienza ed amore da Don Luigi della Congregazione di Gesù Sacerdote, di Trento, che era stato invitato all’evento. Durante la cena delle Mafalda, alla quale hanno partecipato le Socie del Club Trento Castello e varie autorità, è stata effettuata una piccola raccolta fondi, allo scopo di poter sostenere, anche se in piccola parte, i bisognosi di Don Luigi, al fine di far trascorrere loro le festività con un pò più di gioia ed un sorriso in più. Essere tutte unite per fare del bene questo è lo scopo del Club Trento Castello IW e delle Mafalda Associazione Donne Trento. 92

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la rai ne propone Un ricordo a pochi giorni dalla scomparsa

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u “Terra di Montagna”, in onda domenica 5 febbraio su RAI3, si parlerà di Mario Merelli, scomparso il 18 gennaio scorso. Aveva scalato ben dieci ottomila, aveva partecipato a diciotto spedizioni in Himalaya, era salito due volte sulla cima dell’Everest, ma Mario Merelli verrà ricordato anche per le sue qualità morali, la cordialità, la schiettezza, la generosità , il senso innato dell’amicizia, quella vera, che è anche rinuncia e dedizione di sé agli altri. Per “Uscio e Bottega”, un viaggio nell’artigianato trentino di qualità porterà la troupe della RAI in un laboratorio artistico orafo. Una piccola bottega, dove i preziosi vengono realizzati ripensando i gioielli ritrovati nelle tombe longobarde della nostra regione. Roberta Carlini (voce) e Lorenza Anderle (pianoforte) saranno invece protagoniste di un recital in cui hanno scelto di interpretare brani di celebri cantautori italiani e stranieri, dove il contenuto poetico dei testi ben si armonizza con le poesie scelte e interpretate da Chiara Turrini. La regia è di Maria Serena Tait. Domenica 19 febbraio, tornano i protagonisti di “Bianco & Nero”, Claudia Morandini, Cristian Zorzi e Kristian Ghedina in compagnia di Fulvio Valbusa, torna sul Monte Bondone per una giornata dedicata in prima battuta allo sci di fondo, nella ridente località trentina, che offre ben 35 chilometri di piste per tecnica libera e classica, tracciate lungo la soleggiata Conca delle Viote a 1.565 metri di altezza. Per la serie “Musicisti trentini” a cura di Ugo Slomp, va in onda un ritratto di Margit Spirk, una delle colonne della vita musicale trentina. Premiata in prestigiosi Concorsi quale il Paganini di Genova, dall’età di 26 anni diventa una colonna della didattica musicale trentina, portando al diploma una sessantina di studenti. Da violinista ha affrontato un ampio repertorio, sia come solista, sia con il pianoforte, con gruppi da camera, con orchestra, fino all’esperienza del Quintetto italiano e con incisioni discografiche. Per i suoi meriti, nel 1977, la Città di Trento le ha conferito il drappo di San Vigilio. Questo “video portrait” rivela ancora il suo temperamento instancabile, marcato da una forte e passionale vivacità.


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CAMPING trentino PREMIATO AD UTRECHT Trent’anni di storia tra mele e pedali

il «LAGO DI LEVICO E JOLLY» vince il prestigioso Alan Rogers Progress Award

Un volume per celebrare il Trofeo Melinda, la manifestazione che ha fatto conoscere la Val di Non

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a 30 anni, Melinda e le Valli del Noce sono tra i protagonisti del ciclismo nazionale e internazionale. Si è svolta infatti lo scorso agosto la 20ma edizione del Trofeo Melinda, una classica del ciclismo che si svolge sulle strade della Val di Sole e Val di Non, organizzata dal GS Melinda che iniziò la propria attività negli anni 80 con l’organizzazione del Circuito degli Assi (1980-1991), trasformatosi poi in Trofeo Melinda. Per celebrare questo trentennale, tre memorie storiche della gara ciclistica trentina hanno raccolto le loro testimonianze in un volume “Trent’anni di storia tra mele e pedali”, che è stato presentato venerdì 27 gennaio, a Palazzo Roccabruna a Trento. Gli autori, Marco Brentari (l’organizzatore), Franco A. Lancetti (appassionato di ciclismo nonché collaboratore del GS Melinda) e il Senatore Giacomo Santini (un tempo giornalista radiotelevisivo e oggi importante personalità politica), hanno ripercorso la storia del ciclismo trentino di questi trent’anni attraverso una selezione dei ricordi e delle esperienze personali, facendo sintesi di una mole considerevole di documenti, ordini di arrivo, fotografie, articoli di giornale e registrazioni video. Il volume è la testimonianza diretta del successo che il Trofeo Melinda (una delle poche manifestazioni sportive che nel calendario internazionale contiene il nome dell’azienda sponsor, che in questo caso rappresenta anche la principale realtà economica del territorio di riferimento) ha saputo costruirsi nel corso degli anni proponendo gare di alto profilo tecnico, percorsi spettacolari ed un’organizzazione di livello. Tutti gli anni, infatti, il percorso mantiene le caratteristiche di spettacolarità e selettività, importante test nell’avvicinamento al Campionato del Mondo. “Se le valli del Noce oggi sono conosciute per il loro frutti – sottolineano gli Autori – non lo sono di meno nel mondo sportivo e ciclistico in particolare. Nel tempo il Trofeo Melinda è diventato un rituale di fine estate, una corsa definita classica che porta alto e con orgoglio il saper costruire delle genti del territorio trentino”.

n prestigioso riconoscimento internazionale è stato assegnato al camping «Lago di Levico e Jolly», dove si possono scoprire le bellezze di una natura incontaminata come quella del Trentino. A Utrecht, in Olanda, la struttura di Andrea Antoniolli ha ricevuto il premio Alan Rogers Progress Award, ovvero il riconoscimento riservato a quella distintasi per le innovazioni apportate nell’ultimo anno. La nota e qualificata guida campeggi Alan Rogers, infatti, mette in palio ogni anno dieci premi destinati a varie categorie e il successo di una struttura del Trentino fa intendere come il nostro territorio si dimostri sempre più competitivo anche in questo settore ricettivo. A scegliere i migliori campeggi sono i turisti stessi, che hanno voluto testimoniare con il proprio voto la perfetta accoglienza ricevuta sul Lago di Levico. Diversi i motivi che hanno permesso alla struttura valsuganotta di sbaragliare la concorrenza degli altri camping europei. Nel 2011 «Lago di Levico e Jolly», che fa parte del club Trentino O u t d o o r, c re ato p e r valorizzare le strutture più Andrea Antoniolli premiato qualificate della provincia, è stato interessato dalla prima fase di un progetto di riqualificazione, che durerà circa quattro anni. Finora, le attenzioni di Antoniolli sono state riservate alla nuova area reception ed informazioni, per creare un rapporto più diretto con gli ospiti, al nuovo ingresso, alla nuova area sosta camper con ampie postazioni dotate di ogni comfort e utilizzabile anche quando la struttura è chiusa, alle grandi piazzole di ben 120 metri quadrati con bagno privato, oltre che a un ciclo di formazione personalizzata per i dipendenti del camping. Una serie di accorgimenti che hanno fatto lievitare la soddisfazione dell’ospite e che hanno portato in riva al Lago di Levico il premio Alan Rogers Progress Award. A ritirare il riconoscimento a Utrecht si sono così recati il titolare del campeggio Andrea Antoniolli, accompagnato in Olanda dal presidente di Faita Federcamping Trentino Fabio Poletti e dai rappresentanti di Trentino Marketing. Questo, è il caso di ricordarlo, è solo l’ultimo dei premi ricevuti dalla rete di strutture trentine per l’outdoor negli ultimi anni, a dimostrazione dell’attenzione che il nostro territorio presta per questo tipo di ricettività e della buona considerazione internazionale di cui gode.

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trentinolibreria

Il libro del mese

leggere fa bene alla salute un Concorso per la promozione della lettura lanciato dall’associazione Il Gioco degli Specchi, Presidio del Libro di Trento

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eggere fa bene alla salute. Con la volontà di promuovere la lettura e mantenendo questa convinzione, Il Gioco degli Specchi indice il concorso “Libri a tutto gas”. Il concorso è libero e aperto ai residenti in provincia e alle persone detenute nel carcere di Trento. Possono parteciparvi singole persone (divise secondo l’età: bambini, ragazzi e giovani, adulti), ma anche scuole o gruppi informali. Ai singoli lettori si chiede di proporre i loro consigli di lettura attraverso delle recensioni letterarie (massimo 2.000 caratteri); alle scuole e ai gruppi si chiede invece un resoconto del lavoro svolto a partire da uno o più libri (massimo 10.000 caratteri). I testi possono trattare qualunque argomento, ma devono essere legati al lavoro culturale dell’associazione Il Gioco degli Specchi che si occupa di emigrazione italiana e immigrazione. La scelta degli autori cade quindi sugli scrittori emigrati, immigrati o loro figli, su quanti nel mondo hanno vissuto questa esperienza di sradicamento e di appartenenza a più paesi, su scrittori che fanno conoscere realtà lontane con cui la società italiana è venuta a contatto. Molti i premi previsti, ovviamente in libri. I vincitori potranno partecipare ad un programma radio di promozione della lettura presso Radio Trentino in Blu e vi sarà contestuale segnalazione su Vita Trentina. Le opere vanno consegnate o spedite entro il 15 marzo al seguente indirizzo: Il Gioco degli Specchi, via S. Pio X 48, 38122 Trento o via mail a info@ilgiocodeglispecchi.org. L’iniziativa è attuata con il sostegno della Fondazione Cassa di risparmio di Trento e Rovereto e della Risto3. Alessia Acampora

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Dopo “Il gambero di fiume” un nuovo tuffo nel medioevo per l’autore rendenese Enrico Gasperi. Il suo ultimo romanzo si intitola “il legno storto” e afFrOnta l’eterno dissidio tra bene e male, tra religione e superstizione

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artendo dall’autore, alcune note nel risvolto di copertina ed altre informazioni raccolte sul suo sito ci dicono che è trentino e fa il manager. Ha alle spalle una laurea in economia e una buona formazione liceale. Le sue qualità di narratore - dotato di particolare curiosità, di una buona conoscenza dell’ambiente naturale, delle persone che lo abitano e della loro storia, oltre che di una notevole capacità di introspezione, di penetrare nell’anima degli uomini, di capirne le esigenze più profonde e di intenderne i comportamenti, cui va aggiunta una sapiente maestria nel comporre trame così da suscitare interesse e mantenere in continua tensione il lettore – vengono scoperte e riconosciute nel 1999, quando si aggiudica il premio Papaleoni con “Il Gambero di fiume” (romanzo che lo fa conoscere ed apprezzare, giunto ormai alla sua terza edizione). Nel romanzo si passa dalla brutalità laica degli sgherri alla perfidia clericale degli inquisitori, dalla semplicità del mondo contadino, sempre uguale a se stesso, con le occupazioni ritmate dalla necessità e dalle stagioni, all’attività frenetica del porto e dei mercanti di Venezia, dal chiuso di un castello al mare Oceano, aperto verso l’ignoto e l’incommensurabile. Vi si respira l’aria frizzante, ristoratrice dell’alta montagna, di Madonna di Campiglio, insieme al tanfo delle carceri negli interrati del maniero di Stenico; si gode la gioia di una alba luminosa e si patiscono le tenebre di notti foriere di malanni; si ascolta il soffiare del vento, che ci accompagna durante tutta la storia come un basso continuo, una specie di trait d’union tra episodio ed episodio che dà voce ad umori e sentimenti nella diversità del suo proporsi. Un ruolo importante vi svolge il paesaggio, che fa da sfondo alle vicende, ma che partecipa attivamente alla vita dei personaggi entro il quale vengono proiettati per aiutarci a capirne meglio i pensieri e i comportamenti, le preoccupazioni, le aspettative e i turbamenti. “Gli stava tornando un eccezionale buonumore. Fuori dal paese vennero accolti


trentinolibreria Zygmunt Bauman - Riccardo Mazzeo Conversazioni sull’educazione Erickson Qual è il ruolo dell’educazione in un tempo che ha smarrito una chiara visione del futuro e in cui l’idea di un modello unico e condiviso di umanità sembra essere il residuo di un’era ormai conclusa? Quale ruolo dovrebbero rivestire gli educatori ora che i giovani vivono una profonda incertezza rispetto al loro futuro, i progetti a lungo termine sono diventati più difficili, le norme tradizionali sono meno autorevoli e flussi sempre più cospicui di persone hanno creato comunità variegate in cui culture differenti si ritrovano a vivere fianco a fianco senza più essere unite dalla convinzione che l’altro verrà prima o poi assimilato alla «nostra» cultura? In questo breve libro Zygmunt Bauman – il più grande teorico sociale della nostra contemporaneità, qui in conversazione con Riccardo Mazzeo, un intellettuale suo amico – riflette sulla situazione delle ragazze e dei ragazzi di oggi e sul ruolo dell’educazione e degli educatori.

Emanuele Curzel Storia della parrocchia di Caldonazzo Il Margine

Enrico Tavernini - Martina Benoni JUMA, il tamburo magico e la leggenda della terra secca Lineadaria Biella

Perché un villaggio chiede di avere una chiesa, un prete stabile, la celebrazione delle feste e dei sacramenti? Cosa succede quando tutto questo è prerogativa del paese vicino, e non del proprio? Quali dinamiche si scatenano, attraverso quali mezzi si agisce? Un percorso che affonda le radici nel medioevo e che arriva fino al XX secolo. Nelle vicende di Caldonazzo e Calceranica, paesi della Valsugana, si riflettono questioni di ben più ampio respiro: il rapporto tra la comunità civile e quella ecclesiale, tra lo Stato e la Chiesa, tra il diritto canonico e la prassi pastorale, tra l’ambizione personale e il senso di responsabilità, tra l’orgoglio di campanile e le diverse possibilità di definire la propria identità. Vicende che ci appaiono lontane solo perché non ci riflettiamo abbastanza.

Una storia sospesa tra realtà e magia, pensata per un pubblico a partire dagli otto anni. Affronta il tema dell’acqua come diritto alla vita e come bene comune, ed è l’avventura di una bambina coraggiosa e dei suoi amici, nella quale si mescolano culture e tradizioni del mondo: dall’Africa, all’India, dal Sud America alla cultura Alpina. Una storia avvincente e piena di poesia, nella quale riverberano gli influssi di culture antiche, legate alla ricerca dell’armonia con la natura. Nata da un laboratorio teatrale all’interno della scuola pubblica, la storia è prima diventata uno spettacolo teatrale fatto con i bambini, poi uno spettacolo di narrazione, e solo ora un libro. È ambientato in un luogo immaginario: un piccolo villaggio poverissimo, che potrebbe situarsi in India come in Africa. Racconta il coraggio e la forza di una bambina, che senza volerlo si trova ad essere investita di un ruolo che non ha cercato...

dagli odori della primavera inoltrata, un composito di umido, di profumo di fiori di campo azzurri e gialli, di letame caldo nelle concimaie, trasportati dalla bava di vento che saliva da meridione”. Paesaggio che però viene anche usato magistralmente dall’autore come elemento capace di interrompere una situazione arrivata al culmine, di spostarne abilmente l’attenzione dirottando lo sguardo altrove così da consentire al lettore una pausa di respiro, della quale approfittare per introdurre argomenti nuovi per deviare la narrazione su filoni diversi, su altre vicende. Il romanzo inizia in modo insolito. Pagina 5 porta direttamente in medias res. Vi si descrive un episodio, il pretesto da cui prenderà il via tutto il resto del romanzo: una moria colpisce tutte le mucche di un piccolo paese della val Rendena. Il pretesto perché l’Inquisizione possa irrompere nella storia e iniziare a colpire. Non alla cieca, bensì attraverso schemi, ipotesi e delazioni. La trama è diversificata, anzi più trame si intrecciano in un avvicendarsi continuo, ininterrotto, pieno di suspense e di tensione. Alla maniera dei thriller. In fondo “Il legno storto” può trovar posto a buon diritto nella letteratura gialla. Anche se ambientato nel XVI secolo, del quale offre uno spaccato estremamente documentato, con dovizia di particolari, che ci consente di respirarne le atmosfere e di viverne intensamente, partecipandovi, le contraddizioni e gli aspetti più drammatici, persino tragici: l’eterno dissidio tra bene e male, tra religione e superstizione, tra potere e sudditanza, l’ineluttabilità del fato, del destino, cornice entro la quale Gasperi muove i

suoi personaggi. Attraverso i quali ci parla e ci espone le sue idee. Ci racconta la miseria e la grandezza dell’uomo, nelle sue debolezze e nella potenzialità del suo intelletto. Sono poveri e ricchi, uomini e donne, laici e religiosi, militari e preti, contadini e artigiani, mercanti e navigatori, bianchi e neri, cattolici e musulmani. Vi vengono affrontati molti temi, dall’integrazione razziale, alla parità tra uomo e donna, all’omosessualità, dall’amore alla bestialità creata dalla paura, dalla cattiveria e dall’invidia, per finire nella positività, che nasce dalla conoscenza, fonte di benessere, di comprensione e di tolleranza. Splendide le riflessioni di Lena, la protagonista femminile, sul come ci si deve comportare nella vita quando parla delle proprietà delle erbe dopo il miracoloso risveglio di una bambina data per morta. Molta attenzione è data alla storia e alla sua veridicità, così come anche la scelta dei nomi dei personaggi. Che sono quelli del tempo, ricavati dalla Bibbia, suggeriti dai pievani quando non riportavano il nome dei nonni e dei parenti (Serafino, Cristoforo, Zuàn, Taddeo, Simone, Tomaso, Ezechiele, Maddalena, Cesira...) Giuseppe Ciaghi

Enrico Gasperi

Il legno storto Romanzo

Curcu & Genovese (Euro 18, pagine 456)

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trentinoenogastronomia trentinoricette

DA Trentino

DEL GAR E RGIN E V A R T X E IO L’OL

I GNOCCHETTI DI MOLCHE E PATATE MONTAGNINE, SERVITI CON COULIS DI POMODORO RAMATO AROMATIZZATO CON EXTRAVERGINE 46° PARALLEGO CASALIVA AGRARIA RIVA DEL GARDA, E CIALDA DI TRENTINGRANA Ingredienti per 4 persone: gr. 300 di patate Montagnine del Lomaso gr. 150 di molche gr. 150 farina bianca n. 3 uova intere gr. 40 di scalogno gr. 150 pomodori ramati n. 4 cialde di Trentingrana q.b. basilico q.b. olio extravergine 46° Parallelo “Casaliva” Agraria Riva del Garda q.b. sale e pepe di macinino Cuocere le patate con la pelle o a vapore o in immersione, appena cotte scolarle e pelarle. Schiacciarle con uno schiacciapatate

e lasciarle raffreddare, a questo punto impastarle con le molche, le uova e la farina bianca, insaporire con sale e pepe e lavorare fino che risulterà un impasto omogeneo. Dare la forma dei classici gnocchi e cuocerli in abbondante acqua salata. A parte confezionare il coulis di pomodoro, tritando lo scalogno, posizionarlo in una pentolina e fare appassire per bene con l’aggiunta di un filo di olio e del sale, aggiungervi il basilico, i pomodori ramati precedentemente lavati, svuotati e tagliati a pezzettoni. A fine cottura aggiustare di sapore, togliere dalla fonte di calore ed emulsionare con dell’olio extravergine 46° parallelo “Casaliva”.

Posizionare nel piatto prescelto posizionando il coulis, la cialda di Trentingrana e versare i gnocchetti, guarnire con un filo di olio extravergine. Ricetta dello chef Valentino Morandi

LA CREMA DI PATATE VIOLA DELLA VALLE DI LEDRO ALLA VANIGLIA, EMULSIONATA CON OLIO “ULIVA” DEL GARDA, SERVITA CON FILETTO DI SALMERINO ALPINO ingredienti per 4 persone: 3 patate di media grandezza per persona 1/2 cipolla 1 spicchi d’aglio 1/2 baccello di vaniglia olio extra vergine “Uliva” Agraria Riva del Garda sale salfiore di romagna e di salicornia saline di Cervia pepe di macinino 1 salmerino crudo timo Incidere la vaniglia e raschiarla per estrarne i semi. Affettare la cipolla e tritarla quindi metterla a soffriggere in olio evo con la buccia del baccello di vaniglia ed i semi e l’aglio in camicia. Aggiungere fin da subito un poco d’acqua e

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di sale. Fare appassire bene. Nel mentre sbucciare le patate viola, sciacquarle e tagliarle a pezzi regolari. Togliere l’aglio dal soffritto ed aggiungere le patate. Rosolare brevemente quindi coprire d’acqua e portare a cottura regolando di sale. Lasciare la crema a ripigmentare il colore viola prima di procedere oltre. (alcune ore in frigo). Frullare il tutto, eventualmente aggiungendo dell’acqua non calda se troppo denso e dell’olio “Uliva” ed emulsionare il tutto. Sfilettare il salmerino ricavando i due filetti e da questi le quattro parti più regolari detti anche lingotti. A parte in una padella calda cuocere velocemente i lingotti di salmerino si tutti i lati in olio “Uliva” e timo. Togliere dall’olio e farla riposare su carta assorbente salandolo con

sale alla salicornia delle saline di Cervia. Portare a temperatura la crema non a fiamma diretta. Versare in una fondina la crema quindi adagiarvi il salmerino e finire il piatto con un filo di olio “Uliva” e di pepe macinato fresco. Ricetta dello chef Claudio Pregl


trentinoenogastronomia

ristoranti

in ogni numero trentinomese vi propone due ristoranti provati per voi I ristoranti presentati in questa rubrica sono una libera scelta redazionale. Il nostro giudizio anche se critico, è espresso in “cuori” perchè, comunque, il difficile lavoro del ristoratore merita rispetto.

Segnalazioni e commenti: redazione@trentinomese.it

AGRITUR LA POLENTERA

JOHNSON & DIPOLI

LA POLENTA HA UN AMBASCIATORE IN Più

IL GLAMOUR GOURMET CHE NON CONVINCE

Un ex stalla e fienile recuperato dopo un anno e mezzo di lavori e che oggi si presenta, affacciata sulla statale che da Storo va a Madonna di Campiglio, tutta agghindata di rosse pannocchie del nostrano di Storo, il mais che deve il suo “risorgimento” ad Agri ’90, l’azienda guidata da Vigilio Giovannelli. E da Agri ’90 il nuovo agriturismo inaugurato a fine novembre del 2011 disterà circa cento metri. Il nome, La Polentera, è ovviamente omaggio al prodotto principe di questa terra, la farina gialla e la polenta, mentre a condurre l’attività c’è la famiglia Armanini. L’edificio, un tempo appartenuto al casato condinese dei Pizzini, aveva ed ha mantenuto - attraverso l’accurata progettazione dello studio Giovanelli le sue caratteristiche originali: tanto legno e anche una parete con “volt” in pietra. Al piano terra il ristorantino, a quello superiore quattro camere accoglienti e curate, e non manca nemmeno la fattoria didattica e 26mila mq di spazio esterno. Ma veniamo al menu, che propone piatti tipici, carne ai ferri e molta produzione legata al territorio, formaggi, insaccati e naturalmente polenta a go go. Nel mio menu parto subito a dire che c’è un bonus per una delle cose più golose mangiate negli ultimi tempi: delle cipolline sott’olio dello chef, una delizia rara da trovare. Buoni i taglieri di affettati del produttore locale Brenta Salumi (ma la luganega è prodotta dalla famiglia Armanini) e il burro di malga, accompagnato da ottimo pane. Dopo veraci canederli in brodo è stato il momento della polenta: molto buono il tris (che comprende anche la polenta di patate) e lo spezzatino di cinghiale con polenta di Storo. E che dire del dolce? Una specie di torta margherita costellata di gocce di cioccolato fatta, ça va sans dire, con la farina gialla. Solo quella sarebbe bastata a saziare la fame e la golosità. Buona la selezione dei vini, servizio accogliente e sorridente, ambiente caldo e intimo. Menu a 30 euro circa.

Del ristorante wine bar Johnson&Dipoli di Egna (BZ) ho sempre sentito dire che è un posto frequentato “molto bene”. Vari gruppi di glamour-gourmet mi hanno nel tempo invitato a cena – «perché assolutamente devi testarne la cucina, che merita», dicevano – ma i vari impegni non me lo hanno mai consentito. Così, dopo anni che sentivo parlare di questo locale, finalmente un lunedì sera di gennaio sono riuscita ad andarci. Il locale sotto i portici di Egna è grazioso, l’atmosfera richiama le brasserie francesi ed è immerso in morbide tonalità panna, mentre è il menu a deludere, in primis per la ristrettezza della proposta, sia gastronomica che enologica. Accomodata al tavolo attorno alle 20.15, ordinato attorno alle 20.30, la mia cena era già finita alle 21.45 (caffè compreso). Una velocità di servizio, insomma, disarmante, che ci ha lasciato la sensazione che volessero mandarci a casa prima possibile visto che fino alle 21.30 eravamo gli unici clienti del locale, a cui poi si è aggiunto un tavolo da tre. Ma veniamo ai piatti. La testina di vitello ordinata come antipasto era discreta, ma non entusiasmante (14 euro), mentre i ravioli con ripieno di formaggio caprino e caponatina di zucchine (15 euro) risultavano un po’ troppo acidi. Tra i secondi la scelta era sparuta: rombo o tagliata di manzo al modo dello chef, oppure ancora agnello ma solo se a ordinarlo erano minimo due persone. Ho optato quindi per assaggiare un altro antipasto di coniglio (buono, 16 euro) e la tagliata, che ci ha lasciati di stucco: circa 200 grammi di carne adagiati sopra quattro patatine arrosto e un po’ di insalatina a 29 euro… A questo aggiungete che gran parte dei piatti erano carichi di aglio e ho pensato a tutti quelli che non sopportano il sapore e l’odore di questo bulbo: visto che nessuno mi ha avvisato della presenza di aglio nei piatti, come avrebbe reagito una persona che invece ha intolleranze? La mia cena si è poi conclusa con un piattino di formaggi francesi (assolutamente non memorabili, 9 euro) e caffé. Guardando la ricevuta, mi saltano all’occhio anche i 4,50 euro per 0.75 lt di San Pellegrino.

Agriturismo La Polentera Via del Sorino, 44 38089 Storo Tel. 0465 297111 Aperto tutti i giorni

JOHNSON & DIPOLI Andreas-Hofer-Strasse, 3 39044 EGNA Tel 0471 820323 Chiuso sabato e domenica

cibo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ ambiente ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ prezzo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥

cibo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ ambiente ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ prezzo ♥ ♥ ♥ ♥

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trentinofotoromanzo di Carlo Martinelli

Quei suoi primi quarant’anni

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ebbraio 1948, lo Statuto di Autonomia del Trentino Alto Adige diventa legge dello Stato. Quarant’anni dopo – e le immagini di questa pagina lo documentano – la celebrazione, in quel di Trento, all’Auditorium S. Chiara, dove non c’è un posto libero, è di quelle che contano. Con quel drappo rosso sullo sfondo che fa tanto realismo socialista. Ma, signori miei, badate alla data: 1988. Il muro di Berlino è ancora bell’eretto e quel giorno è la Prima Repubblica (sí, quella che, visto quel che ci è capitato di vedere dopo, è da taluni rimpianta) a scendere in campo. Racconta tante storie quel giorno di febbraio del 1988. Per cominciare ci ricorda come sia mutato lo spirito del tempo, a fronte della fatica (ma anche dell’orgoglio, v’è da credere, che lo si tirerà fuori, o no?) che oggi si mette in campo per sostenere le ragioni di una Autonomia che è appunto definita per Statuto, mica per un ghiribizzo di chissà chi. Ma queste immagini ci raccontano anche della parabola breve di un uomo politico che pure un motivo per essere ricordato ce l’ha. C’era Giovanni Goria, quel giorno, a celebrare nel trionfo del drappo rosso (ma forse è solo il colore istituzionale della cara vecchia Provincia autonoma...) i primi 40 anni dell’Autonomia, che adesso va per i 70... Sí, c’era l’allora presidente del Consiglio, il più giovane che l’Italia abbia mai avuto. Fu premier dal 28 luglio 1987 al 13 aprile 1988. Poiché era nato nel 1943, il conto è presto fatto. Il destino non sarebbe stato accomodante

Il Presidente del Consiglio, Giovanni Goria, a colloquio con Bruno Kessler, all’epoca senatore

con Giovanni Goria, stroncato da un tumore ai polmoni nel maggio del 1994. Con lui, quel giorno, l’allora presidente della Provincia, Pierluigi Angeli, l’allora sindaco di Trento, Adriano Goio. Ma anche, come sempre le foto si incaricano di raccontare, quel Bruno Kessler che del Trentino fu presidente per tredici anni, a partire dal 1960 e che della Autonomia, se mai si dovesse cercare un padre nobile – lasciamo stare Alcide De Gasperi: è fuori gara, su un altro pianeta – fu, appunto, padre nobile.

La memoria restituisce persone e cose che pensavamo dimenticate per sempre o delle quali neppure sospettavamo l’esistenza. Questo è FOTOromanzo. Una immagine che ritorna. Dentro la memoria delle storie.

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Edizioni Curcu & Genovese

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