Maggio2012

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anno XX n. 243

euro 2,00 www.trentinomese.it

maggio 2012 9 771724 550829

ISSN 1724-5508

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appuntamenti, incontri e attualità trentina

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Trento. Contiene i.p.

annamaria clementi la signora del franciacorta

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di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi Se un ferro arrugginito tenta di spiegarci la natura

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ono i nuovi abitatori dei boschi, dei torrenti, dei rivi. Hanno sostituito le ninfe, le aguane, le norne e le fate. Quando le nebbie scendono basse e fitte, non si vedono, non si sentono, non si mostrano. Poi, con l’improvvisa schiarita, te li ritrovi davanti. Tralicci di ferro arrugginiti, scritte consumate dal sole e dalle intemperie, monoliti urbani conficcati come una spada nel corpo della natura. Robot silenziosi destinati all’estinzione. Perfino gli animali li evitano. Li vivono come corpi estranei, non subiscono l’inclemenza della segnatura del territorio. Sono troppo alieni, troppo “altri” perché il consesso degli uccelli decida che lì si potrebbe creare un posatoio o che potrebbero servire come torretta d’avvistamento. Ci provano le intemperie a distruggerli, a ricacciarli là dove sono stati pensati, creati, fatti: nella terra degli uomini, tra pareti artificiali e sale urbane. Soprattutto la potenza del vento di tramontana che soffia dal crinale – lo si può intuire dall’eccessiva inclinazione di qualche abete striminzito all’estremità del prato – cerca inutilmente di combattere una guerra persa, novello don Chisciotte. Lui sì, grazie alla sapienza millenaria, sa che ogni invasione che proviene dal fondovalle porta con sé sempre un’alterazione del senso della vita, crea una frattura nello scorrere della tradizione e del morire per rinascere. Certe volte il vento delega alle valanghe l’ultima difesa per abbattere questi nuovi “alberi”, spuntati come funghi. Ma non sempre la coltre bianca ci riesce e allora, per non ammettere la sconfitta, per alcuni mesi copre queste inopportune presenze con un dolce manto candido. Consapevole che poi, con il primo sole, riappariranno. Come gli zombies. Parliamo dei “cartelli didattici” che stanno imperversando nei nostri boschi, lungo i torrenti, i prati. Presenze maligne fatte di acciaio, peggio ancora di plastica. Dopo pochi mesi sono corrosi dal tempo, piegati dalla natura o dal vandalismo di qualche persona di passaggio, le parole stampate sono cotte dal sole e quindi molte volte illeggibili. La nuova ondata di didatticizzazione della natura nasce dalla stessa ottica dell’urbanizzazione della natura stessa – ci immetti materiali e forme inusuali –, della prolificazione di cartelli segnaletici che ci stanno sommergendo, di parapetti in acciaio lucente che incrementano il desiderio di correre invece che di far rallentare il tempo e la vita. È la nuova “falsa” didattica. Invece che offrire strumenti per 8

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capire veramente il territorio, installi tanti “video” che s’inerpicano per luoghi incantevoli, incontaminati. Dopo due passi lo spettatore ha già dimenticato le cose perché, come tutte le didattiche, se non le si sperimentano in prima persona – toccando, annusando, ascoltando, vedendo, sognando – lasciano il tempo che trovano. La vera didattica è quella fatta in famiglia attraverso gli esempi e l’educazione, continuata nelle aule della scuola con lo studio e la conoscenza a 360 gradi del proprio territorio – quasi più nessun giovane conosce i sentieri che circondano il proprio paese –, nelle uscite per disegnare “dal vero” le cose, cercando in tal modo di catturare l’anima oltre che la forma dell’oggetto. Bisognerebbe invece attivare una didattica non invasiva, non spettacolare, non videotelevisiva. Soprattutto non urbanizzare continuamente ciò che sta fuori di noi, non rendere artificiale anche quegli sparuti luoghi dove la resistenza della natura cerca di mantenere delicati equilibri per offrirci un’armonia e una continua lezione su come si dovrebbe vivere, pensare, costruire, mangiare, divertirsi. Agli ospiti la didattica del territorio dovrebbe essere fatta tra le arcaiche case dei nostri villaggi, al cospetto degli affreschi, della strutturazione dei sentieri, del parlare con gli anziani, categoria di cui oggi ci si vergogna. Insegnare a vedere, ecco cosa manca. Insegnare ad essere curiosi, insegnare ad approfondire. Quando un ospite arriva nella nostra terra trova chiese alpestri, palazzi antichi, la maggior parte dei castelli, tutto rigorosamente chiuso. Le Apt hanno centinaia di depliant hollywoodiani ma non trovi una guida che ti spieghi la vita degli animali, degli alberi, di chi ha formato quel territorio, degli usi, costumi, delle leggende, delle storie sussurrate e mai scritte. Le chiese non offrono nessun libretto informativo – a differenza del vicino Sudtirolo in cui ogni chiesa, per quanto isolata, ha la sua storia scritta e illustrata a portata di tutti –, i castelli privati, restaurati in passato con i soldi pubblici, sono rigorosamente chiusi.



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valdastico autostrada a31 nord

Il dettaglio dell’ultimo progetto

trento-vicenza via bassano

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a prima progettazione dell’Autostrada Valdastico A31, con tracciato che collegava Trento, Vicenza e Rovigo, risale al 1966. L'ultimo progetto, di cui possiamo vedere il rendering qui sotto, prevede l'uscita dell'Autostrada in loc. Murazzi, in una zona lontana dai centri abitati di Besenello e di Calliano. Per la precisione, siamo laddove la ferrovia imbocca la galleria a sud. A un veloce raffronto, il nuovo percorso permetterebbe di raggiungere Vicenza da Trento in circa 30 minuti. ll tracciato ha una lunghezza complessiva di 39,1 km e si sviluppa in territorio del Veneto (Provincia di Vicenza) per 24 km e in Provincia di Trento per 15,1 km. Nel Trentino, in particolare, il tracciato è previsto quasi interamente in galleria con solo 700 m all’aperto. La sezione stradale adottata è quella prevista per la categoria del Codice della Strada “A - Autostrade” con due corsie di transito e corsia di emergenza per ogni senso di marcia e larghezza complessiva di 25,10 metri. Il progetto comprende aree di servizio ubicate in prossimità dei due caselli, un centro di manutenzione presso il casello di Valle dell’Astico e un punto logistico presso l’interconnessione con l’A22. Il progetto preliminare, anche sulla scorta degli esiti dello studio di impatto ambientale, definisce opere di mitigazione quali barriere antirumore, interventi di inserimento paesaggistico e sistemi di trattamento delle acque di prima pioggia. È previsto, inoltre, un innovativo sistema di depurazione dell’aria per la galleria di Valico. Il quadro economico prevede lavori per € 1.722.247.000,00 e somme a disposizione per € 201.139.000,00, per un valore complessivo di € 1.923.386.000,00. Il finanziamento è previsto interamente a carico di Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova.

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trento-vicenza via verona


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valdastico autostrada a31 nord Alberto Pacher

Giovanni Bort

assessore perché No alla ValdaStico

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ome ribadito in numerosi miei interventi, esistono tre buone ragioni per non essere favorevoli a quest’opera: la prima deriva certamente dalla considerazione che la previsione di una nuova tratta autostradale all’interno dell’arco alpino è in conflitto con tutti i documenti programmatici e di intenti sottoscritti dalla Provincia negli ultimi vent’anni. Un chiaro esempio ne è la Convenzione delle Alpi che indica nel trasporto ferroviario e nella limitazione dell’uso del territorio per nuove arterie stradali il corretto sviluppo sostenibile del territorio alpino. Va sottolineato inoltre che la Val d’Adige e il Passo del Brennero sono inseriti nel progetto del Corridoio 1 quale asse strategico della rete del trasporto europeo, che prevede lo spostamento delle merci dalla gomma al ferro con un ruolo centrale assegnato al nodo intermodale di Verona, ruolo chiaramente sminuito da un eventuale asse autostradale che si innesta sul Corridoio 60 km a nord. La seconda motivazione è di tipo ambientale; lo sbocco della galleria previsto dal nuovo progetto andrebbe ad insistere sull’Alta Vallagarina, territorio dove già sono presenti numerose barriere infrastrutturali viabilistiche e naturali, come il fiume Adige, rischiando di compromettere ulteriormente la qualità ambientale della zona. Inoltre, come spesso erroneamente dichiarato, questa nuova autostrada non risolverebbe o limiterebbe i problemi relativi al traffico della Valsugana, poiché il traffico su questa arteria e sulla Valdastico è indubbiamente proveniente da territori diversi come risulta dai dati di svariate simulazioni effettuate tanto dalla Provincia di Trento quanto dalla Regione Veneto. Proprio per uscire da una logica di confronto del tutto frammentata e condizionata da fattori “esterni”, quale il rinnovo della concessione autostradale alla Serenissima – come noto legato alla progettazione della Valdastico nord –, Provincia di Trento e Regione Veneto sottoscriveranno a breve un protocollo per l’avvio di un tavolo di confronto sistematico sul tema della mobilità e dei collegamenti tra le due aree.

presidente

perché Sì alla ValdaStico

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on si tratta di essere favorevoli o contrari alla Valdastico, ma ad un progetto di ammodernamento e sviluppo delle infrastrutture che collegano il Trentino con l’esterno. Tra di esse, la Valdastico rappresenta un nodo la cui importanza è evidente. Praticamente tutte le categorie economiche, come da tempo anche l’Unione, si sono espresse a favore del completamento del ramo autostradale; il che significa che il mondo delle imprese sente come urgente il problema dell’isolamento del Trentino. Un problema che, con il tempo, rischia di farci diventare sempre più marginali. È certamente sensato porsi problemi di viabilità alternativa ma, in un momento in cui, in Italia, l’80% del trasporto avviene ancora su gomma, è necessario anche prevedere migliorie e sviluppo delle infrastrutture tradizionali. La Valdastico potrebbe diventare un eccezionale strumento per implementare la nostra offerta turistica: il mare e la città di Venezia diventerebbero più facilmente accessibili, consentendo la promozione di un’offerta integrata probabilmente unica in tutta Europa: dalle Dolomiti al mar Adriatico, dalle città d’arte ai musei. Con la realizzazione della Valdastico, inoltre, si risolverebbero anche alcuni altri problemi di viabilità interna, a prescindere che il casello di uscita venga realizzato in prossimità di Rovereto Sud o tra Calliano e Besenello. Il comprensorio turistico degli Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna si vedrebbe sensibilmente migliorate le proprie vie d’accesso, sia dal versante trentino che da quello veneto. Presidente Confcommercio Trentino

Vice Presidente e Assessore ai lavori pubblici, ambiente e trasporti della Provincia Autonoma di Trento

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ring di Carlo Martinelli

alla carlona PIAZZA VITTORIA LIBERATA VIA PILATI PARCO GIOCHI UNIVERSITà A SENSO UNICO

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volte anche la cara vecchia Trento riserva sorprese che non ti aspetti. Succede così che – per lavori sul cui approdo finale, lo confessiamo, nulla sappiamo – Piazza Vittoria, nel cuore del centro, proprio in fronte a quel Palazzo delle Poste del quale, anche su questo giornale, si è giustamente già scritto per un suo recupero, per un suo rilancio, per una sua valorizzazione, succede, insomma, che le casette verdi del mercato di frutta verdura funghi kebab e fiori & co., siano state spostate nella vicina piazza Lodron. Succede che all’occhio del passante curioso si dispieghi così un angolo di città che si offre con una visuale completamente nuova. Immediata la considerazione. Com’è bella, così vuota, così raccolta, così europea, Piazza Vittoria. Immediata la considerazione seguente. Teniamocela sempre così, questa piazza. Con la statua dello scultore (massì, Alessandro Vittoria) nel bel mezzo a lanciare il suo sguardo, con la fontanella, con i ciottoli, con qualche panchina, con una illuminazione acconcia. Chi l’ha detto che tutto deve essere immutabile, che si debba sempre fare in un modo, perché così si è sempre fatto? È un vezzo, questo, che a tratti appare tipicamente trentino (trentone, direbbe un saggio maestro di trentinità sparsa qual è Andrea Castelli…) e che merita talvolta di essere confutato. Ovviamente non siamo così stolti da non prevedere la legittima obiezione: e gli operatori del mercatino di frutta verdura & co., e le loro casette verdi? Imprescindibili, per una città che voglia dare di sé una immagine mitteleuopea, sorridente, turistica, all’insegna del buon gusto e della qualità. E allora: 1) casette nuove, di legno, colorate il giusto: quelle oggi collocate in piazza Lodron, francamente, sono quanto di più respingente si possa pensare 2) perché non

ring restare in piazza Lodron? Non ci si venga a dire che lì devono tornare i giochi per i bambini. Che sono giusti, necessari, indispensabili ma che possono trovare diverse e nuove collocazioni. Magari vicino anche ad un filo d’erba. A noi piace immaginare, pianificare con la fantasia. Cosa di meglio, allora, di un bello spazio verde, attrezzato il giusto, ad esempio in via Pilati? Sarebbe grande dieci volte lo spazio di piazza Lodron e i bambini si divertirebbero come non mai. Potrebbe essere un (nuovo) giardino da far schiattare molti d’invidia. Avete già capito dove potrebbe sorgere. Giacché si è (giustamente) deciso di radere al suolo l’edificio che ha tristemente ospitato per anni il carcere, cosa di meglio di sostuituire mura e mattoni – e sbarre – con una spianata di erbe, giochi colorati, e panchine? Spazio di apertura e libertà, simbolico contraltare. Così una città cambia, si cambia e cambia chi la abita. Così si allarga lo sguardo, si amplifica il respiro. Come dovrà succedere attorno alla nuova facoltà di Lettere, per dirne un’altra. Ormai è bell’e pronta. Là il respiro e lo spazio, in un altro cuore cuore della città, è andato un po’ a farsi benedire. Vetro, cemento e legno universitario – di ottima fattura, belli, va da sé – sono un po’ (tanto) costretti in un dedalo di strade strette, tra via Zanella, via Tomaso Gar e via Santa Margherita. Dei problemi sempiterni di parcheggio, specie di chi abita in zona, si è già abbondantemente parlato. Ma una prima considerazione appare quanto mai elementare. È logico infatti supporre che a breve tutta la circolazione, in quella zona, diventerà a senso unico per quanto riguarda il traffico veicolare. Per far sì che la nuova sede universitaria, tutto vetro cemento e legno, non venga maledetta da chi, in auto moto bici, si troverà ad aggirarsi in zona. Nel dubbio, attendiamo conferma: a quando il senso unico generalizzato, colà? Sempre per favorire lo sguardo e il respiro della cara vecchia Trento. Ovvio.

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ring di Francesca Negri

colpo di tacco UNA NUOVA MODA DESTINATA A DIVENTARE UN TREND MONDIALE: PROVARE GLI ABITI è “OUT”

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a notizia è finita un po’ su tutti i giornali e i Tg ed è una delle novità hi-tech più chiacchierate del momento. Una società californiana ha inventato un camerino virtuale per negozi di abbigliamento e accessori di moda. Alla base di Swivel, l’invenzione di FaceCake Marketing Technologies per provare abiti senza spogliarsi, c’è il Microsoft Kinect, la tecnologia che trasforma i movimenti del corpo umano in comandi per un dispositivo elettronico. Con l’aggiunta di una webcam e di uno schermo a grandezza umana che funziona da specchio, ecco che il camerino reale e virtuale è bello che pronto: funziona

alla perfezione con abiti, scarpe, borse, cinture, collane, sciarpe, e ogni oggetto indossato segue i movimenti della persona reale anche quando si muove o si gira. Ma se questa è l’ultima innovazione che probabilmente rivoluzionerà il commercio al dettaglio e molti altri settori (ci sono già tentativi di simulazioni simili con gli ambienti casalinghi per l’arredamento, in 3D), a Trento siamo molto più avanti. Da noi i camerini virtuali ci fanno un baffo, perché non ci servono e quindi non ci sono. Cosa diavolo sto scrivendo? Provate a entrare in quel negozio aperto da qualche mese, affacciato su Largo Carducci ma con la maggior parte delle vetrine nella galleria-passaggio che da lì porta in via Roggia Grande (dove c’è, per intenderci, anche il ristorante pizzeria La Posada). Il negozio vende quasi esclusivamente T-Shirt e maglie, e qualche accessorio. Era da un po’ che volevo farci un salto e così una mattina, in anticipo a un appuntamento, sono entrata. «Vorrei provare questa maglietta», ho detto alla signora che stava dietro la cassa. «No, mi spiace, non è possibile, non abbiamo camerini», mi ha risposto. 14

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ring «Come, scusi?», ho chiesto ancora, pensando di aver capito male. «Non può provare la maglietta, signorina. Siamo un negozio di accessori e non abbiamo previsto di avere camerini», è stata la replica che mi è arrivata come da un altro pianeta. A parte che maglie e magliette non mi risulta siano ascrivibili nella categoria accessori, come è possibile pensare che una persona acquisti un capo di abbigliamento senza provarlo? Una cosa impensabile, tanto che si sono attrezzati anche i venditori ambulanti: il loro furgone è diventato uno spogliatoio confortevole per i clienti, con tanto di riscaldamento invernale e refrigeramento estivo. In quel negozio modernissimo in pieno centro a Trento, tutto vetrine, spazi bianchi e design essenziale, invece, il camerino non è un problema. Quello virtuale, poi, è roba da preistorici! Nossignori, lì, in quel negozio senza camerino, siamo già nel 2050, quando tutti acquisteranno tutto su internet e così anche la maglietta se la proveranno comodamente a casa e se non gli piacerà, basterà un clic per restituirla e vedersi

riaccreditato direttamente sul proprio conto corrente l’importo speso (tutte cose che esistono già oggi e sono in crescita esponenziale). In effetti, così basta appena un dito per fare clic e comprare, il camerino non serve. E nemmeno i negozi. Sicuri che questa sia la strada giusta da seguire?


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ring di Paolo Chiesa

di Tiziana Tomasini

civiltà trentina

a mali estremi care mamme, la gravidanza non è una malattia

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osa posso fare adesso che aspetto un bambino?” “Si può fare tutto, ma con moderazione”. Diplomatica la ginecologa. La moderazione è un concetto variamente interpretabile. Per me può voler dire andare in deltaplano solo due volte in settimana, per un’altra donna può significare l’inizio di un periodo da trascorrere blindata in casa, assalita da mille paure. Ma la gravidanza non è una malattia. Se tutto procede bene perché non fare quello che si ha voglia di fare? Le nostre nonne figliavano con estrema facilità, ma non si risparmiavano. Andavano nei campi e svolgevano le consuete mansioni casalinghe, peraltro molto pesanti rispetto ad oggi. Magari qualche figlio lo perdevano pure, ma l’atteggiamento di assoluta normalità non cambiava. Oggi che i figli si programmano dopo i trenta – anche suonati – le attenzioni sono amplificate. Come a dire: ne faccio uno, non toccatemi. Molte rinunciano anche al lavoro, anche senza motivati fattori concreti di rischio. Sarò atipica ed anormale, scavezzacollo ed irresponsabile ma nelle mie gravidanze ho fatto veramente di tutto: sciato, camminato in montagna, nuotato fino a poche ore prima del parto. Immaginavo che il piccolo potesse provare i piaceri che provavo io, come le carezze del sole estivo, l’acqua sentita come elemento primo, l’aria frizzante delle piste innevate. Tutte sensazioni che oggi i miei figli sperimentano di persona, traendone grandi soddisfazioni. Perché camuffarsi dietro camicioni informi e nascondere questa bellissima esperienza di vita restando in standby e azzerando tutto quello che ci caratterizza in quanto donne? Da quando ho partorito per l’ultima volta, quasi sei anni fa, la “gravidanza evento” è sostenuta da innovazioni e studi che rendono questo naturale periodo della donna una pseudopatologia, con tanto di avanzatissimi monitoraggi ed esagerazioni multimediali. Attraverso l’ecografia in 3D la famiglia si struttura ancor prima della nascita. Le motivazioni di questa futuristica neonatologia sono finalizzate a sollevarci dalla nostra normalissima inadeguatezza dei primi tempi con in casa un neonato, quella cosa che non sai neanche da che parte girare. Ma è normale che sia così, e poi dopo due giorni ci fai la mano. Anche con il famigerato pannolino. 16

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DEIEZIONI CANINE E MALEDUCAZIONE UMANA

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vero: non si tratta del più grande problema del mondo, ma i marciapiedi pieni di cacche di cane sono proprio una cosa fastidiosa. Non puoi fare una passeggiata senza dover fare lo slalom tra i bisognini che i quattrozampe disseminano ovunque. Intendiamoci: non ce l’ho con gli animali che quando gli scappa gli scappa e hanno ragione a liberarsi della zavorra. Mi risultano invece particolarmente odiosi (si tratta di un eufemismo) i signori padroni che: 1) portano a spasso il cane e non raccolgono i relativi prodotti con sacchetti/fazzoletti/fogli di giornale; 2) fanno scendere il cane sotto casa senza accompagnarlo, fregandosene se e dove l’animale farà i suoi bisogni. Lasciamo perdere i ragionamenti etico morali (“ma a questa gente non importerà del decoro e del rispetto civile?”) e anche quelli più pratici (“ma a questa gente non darà fastidio quando gli capita di pestare qualche cacca di cane?”). Lasciamoli perdere perché non si adattano a gente né furba né rispettosa. Per queste persone bisogna andare su un altro piano: quello sanzionatorio. Il regolamento di pulizia urbana del Comune di Trento prevede al comma 1 che: “chiunque conduca un animale su aree pubbliche o aperte al pubblico nei centri abitati porti con sé sacchetti e paletta adeguati alle dimensioni degli animali per la rimozione delle loro feci. L’attrezzatura è mostrata a richiesta degli organi di vigilanza”. In pratica, chi porta a spasso il cane e non ha con sé qualcosa con cui poterne raccogliere le cacche “è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da € 15,00 ad € 90,00”. Lo stesso regolamento prevede, al comma 2, che: “I detentori di animali rimuovano le feci prodotte dai medesimi con le attrezzature di cui al comma precedente”. Più chiaro di così: per chi non raccoglie le deiezioni dei propri animali “è prevista invece una sanzione amministrativa con pagamento di una somma da € 54,00 a € 324,00”. Insomma: gli strumenti ci sono: basta applicarli. Che si tratti dei sacchetti per i proprietari dei cani, o dei blocchetti delle contravvenzioni per i vigili fa lo stesso. Anche perché, se è vero che per l’acquisto dei sacchetti per le deiezioni canine il Comune di Trento nel 2011 ha speso 70mila euro, che almeno si inizi a recuperarli da chi non ne fa uso. Buona passeggiata a tutti.



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di Pino Loperfido

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I mille volti del pedone sulle strisce pedonali

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ai voglia a dire che te ne vai in macchina per i fatti tuoi... Ci sono alcuni checkpoint in cui l’automobilista è costretto giocoforza a confrontarsi con il prossimo suo. Stiamo parlando di quei luoghi stravaganti che rispondono al nome di strisce pedonali. I Beatles ci hanno dedicato una mitica copertina, ma in realtà trattasi di un loffio teatrino quotidiano in cui a recitare sono in due: l’automobilista e il pedone. Un copione che prevede lo stesso scenario, ma un canovaccio ogni volta differente, a seconda di diversi fattori: l’ora, il tempo, la velocità del mezzo, il giorno della settimana, ecc. Vediamone alcuni... 1) Automobilista distratto. L’auto arriva a velocità sostenuta, il pedone se ne accorge e decide di fargliela pagare a quello screanzato; allora mette il piedino, ma così, per finta, tanto per “risvegliare” quel gaurlo al volante che quasi gli prende un colpo. Scherzetto. 2) Pedone distratto. Pur avendo tutte le precedenze di questo mondo, il pedone scatta sulle strisce col piglio del centometrista. L’auto inchioda brutalmente. È una situazione strana... Tutti e due hanno rispettato le regole, ma allo stesso tempo le hanno trasgredite. Paradossale. 3) Pedone grato. Ecco un fenomeno tutto italiano: l’auto si ferma diligentemente e il pedone ringrazia, abbozzando un sorriso e magari alzando la manina, quindi sgambetta dall’altra parte. Grazie di che? Di non avermi asfaltato? Mah!

4) Pedone indignato. Lo sguardo del pedone in attesa ha qualcosa di elettrico; l’automobilista comincia a sentire le scossette quando mancano ancora centinaia di metri al rendez-vous. L’espressione di chi deve attraversare è truce. “Tu prova a non fermarti, canaglia, e io ti rovino” pare voglia dire. Inquietante. 5) Automobilista indeciso. Sulle prime pensa di arrivare con largo anticipo rispetto al pedone. Di fermarsi dunque non se ne parla. Tuttavia quello ha una falcata record e in un battibaleno è già sulla prima striscia... Rischioso. 6) Pedone immobile. Assomiglia al suo omonimo degli scacchi. Se ne sta a bordo strada fermo, come se i piedi gli si fossero rimasti impigliati sul marciapiede. L’automobilista si ferma e resta in attesa di un segnale, ma quello non batte ciglio. Impagliato. 7) Pedone generoso. Pur avendo il diritto di precedenza, concede all’auto l’onore di passare per prima. La persona al volante mima un “ci mancherebbe” grande quanto una casa, ma quello insiste. Inspiegabile. 7bis) Pedone diffidente. Lascia passare il mezzo e, con l’aria schifata, rimane lì in attesa di valutare l’affidabilità dell’automobilista successivo. (Si racconta di alcuni gnampi passati sulle strisce solo dopo attenta valutazione di qualcosa come venticinque automobili). Ascetico. 8) Pedone kamikaze. Ha sprezzo del pericolo, si tuffa sul manto stradale senza degnare di uno sguardo la carreggiata. Confida nella buona stella e nella correttezza dell’automobilista. Adrenalinico. 9) Automobilista frettoloso. Semplicemente – strisce o non strisce – l’auto non si ferma. Il pedone se la cava con più o meno spavento, ma se la cava. Da oggi ha una ragione in più per dire che il mondo fa schifo e gli esseri umani sono delle bestie. Vaffangiro.

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Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ]

sommario MAGGIO2012

In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher Hanno collaborato a questo numero: Alessia Acampora, Paolo Chiesa, Lara Deflorian, Fabio De Santi, Alberto Folgheraiter, Diamante Irti Renzo Francescotti, Carlo Martinelli, Francesca Negri, Tiziana Tomasini Grafica: Fabio Monauni Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170 Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 - 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. Trento - Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 Fax 0461.935706 Direzione pubblicità: Rosario Genovese Bolzano - Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 Fax 0471.930743 Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Alcione - Trento Registrazione Tribunale di Trento n. 536 - 4 aprile 1987

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(un anno, 12 numeri a Euro 20,00) BOLLETTINO POSTALE c/c N. 11492386 Curcu & Genovese Associati - TM Via Ghiaie, 15 - 38122 TRENTO BONIFICO BANCARIO CASSA RURALE DI TRENTO IBAN IT15 E083 0401 8040 0000 3080 485 CARTA DI CREDITO Telefonando allo 0461.362122 DIRETTAMENTE PRESSO L’UFFICIO ABBONAMENTI Via Ghiaie 15 - Trento Tel. 0461.362107 ufficioabbonamenti@trentinomese.it I Suoi dati saranno trattati per dar corso al suo abbonamento; il conferimento dei dati è necessario per perseguire la finalità del trattamento; i Suoi dati saranno trattati con modalità manuali, informatiche e/o telematiche e non saranno diffusi. Lei potrà rivolgersi (anche telefonicamente) al Servizio Privacy presso il titolare del trattamento per esercitare i diritti previsti dall’art. 7 del D.lgs 196/03. Titolare del trattamento dei dati è la CURCU & GENOVESE ASSOCIATI S.r.l., Via Ghiaie, 15 – 38122 Trento - Tel 0461.362122 AVVISO AI LETTORI La scelta degli appuntamenti è a cura della redazione. La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti delle programmazioni annunciate.

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Ring

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Attualità 20 La Movida under 30

24 Silvia Frangipane 28 La signora del franciacorta 34 Renato villotti 36 piera detassis 40 La torre civica di trento

44 Le piramidi di segonzano 48 il turiseum di merano 52 Brueghel a villa olmo di como 54 madrid, capitale del divertimento 58 silvio cattani 60 Filmfestival della montagna 62 geological landscape 65 Speciale benessere 74 un aiuto di cuore

Panorama

78 fiorella mannoia 78 Arisa 80 Biagio antonacci 82 L’estate sul monte 85 primavera in vigolana 88 festival dell’economia 89 opera ballet 90 cembramusica

Giorno per giorno

94 Mostre 100 appuntamenti del mese

Scoop&news

111 4 stagioni di tremalzo 112 I matrimoni del mese 116 ChoColike 119 Argentario day 120 il rito della spremitura

Rubriche

126 Libri e librerie 128 Fotoromanzo 129 enogastronomia 104 Fotoromanzo info@trentinomese.it www.trentinomese.it


trentinoattualità di Francesca Negri

ECCO DOV’è LA MOVIDA UNDER 30

Sono gli studenti ad animare il centro storico di Trento e i locali che li hanno saputi conquistare con proposte ad hoc. Quali sono? TrentinoMese li ha “monitorati” per voi nel primo servizio dedicato alla movida notturna del Trentino 22

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fficina Gabrinus e Picaro. Sono questi i due locali più cool del momento per i giovani studenti di Trento e dintorni. Basta fare quattro passi in centro, durante la settimana, per accorgersi di come sia cambiata la movida cittadina e di come – nonostante le proteste di chi abita in centro storico,

talvolta talmente insistenti da far gettare la spugna ai gestori di alcuni locali (un esempio su tutti il Vino e Sensi di via degli Orbi) – i ragazzi prendano d’assalto non solo alcuni esercizi pubblici, ma intere vie. L’esempio più eclatante è il Picaro (in via Segantini 36 a Trento), che quando chi scrive faceva l’università - ov-

QUANTO è SOCIAL L’HAPPY HOUR

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Happy hour è la moda che negli ultimi anni ha preso piede anche in Italia attingendo da una consuetudine tipicamente anglosassone, cioè l’usanza di ritrovarsi prima della cena (o del pranzo) per consumare stuzzichini e cocktail. L’appuntamento con i primi drink inizia nel tardo pomeriggio o, meglio ancora, nella prima parte della serata. La scelta dei drink è molto ampia e varia a seconda della fascia di età e alla stagione: si va dal classico Negroni per gli uomini, al più esotico mojito estivo o al Martini bianco, esclusivamente femminile. Non è sparito il culto per il vino e lo Spritz, ma la carta delle bevande alcoliche disponibili è talmente vasta che soddisfa davvero tutti i gusti. Quello che conta è il simbolo sociale dell’Happy hour, con cui i giovani vivono e riscoprono la possibilità di riappropriarsi delle strade, con un ritorno alla piazza della propria cittadina come luogo, anche nella notte, di incontro, di discussione e di condivisione. Una forma di nuova socialità di strada che non tiene conto delle stagioni e si perpetua, di fatto, d’estate tanto quanto d’inverno.

vero alla fine degli anni Novanta, inizi del Duemila -, era un baretto frequentato da gente molto, ma molto alternativa: oggi, invece, è un must per tutti, per i ragazzi delle superiori come per gli universitari. Ci si va per fare l’aperitivo a partire dalle 18, dove tutti i giorni è proposto un happy hour con birra a 2 euro. Il risultato? Centinaia di persone fuori dal locale, crocchi di studenti assiepati fino in piazza Santa Maria Maggiore, che arrivano persino a sedersi per terra a due passi dalle scalinate della chiesa. Si sta assiepati uno contro l’altro a bere birre medie nei bicchieri di plastica e a chiacchierare, delle lezioni universitarie, degli esami imminenti, dei compiti a casa o in classe, ovviamente tenendo d’occhio il ragazzo o la ragazza che ci piace. Gli “alternativi” che qui prima regnavano sovrano si confondono tra la folla e ora se vogliono fare gruppo a parte se ne vanno allo Spazio Off (via Venezia 5, Trento)o al Circolo Wallenda (via San Martino 45, Trento). Arrivate le 22, gli studenti delle superiori se ne vanno a casa, mentre gli universitari proseguono la loro serata, spostandosi dal Picaro al bar Accademia, proprio a due passi da lì. Si va per fare il bicchiere della staffa se il giorno dopo ci si deve alzare presto per andare in Facoltà oppure per tirare tardi con altre birre, del

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trentinoattualità

I GIOVANI E IL DIVERTIMENTO AD “ALTA GRADAZIONE”

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i beve con moderazione e, soprattutto, in compagnia. È questo l’identikit disegnato dalla ricerca “I giovani, il consumo di bevande alcoliche e lo stile mediterraneo”, realizzata nelle scorse settimane da Nielsen per Federvini, la Federazione degli industriali del settore enologico. La ricerca, condotta su un campione di 9mila famiglie (e oltre 25mila persone) mette a fuoco il modello dì consumo di bevande alcoliche da parte degli italiani, che per i più giovani è legato al consumo “sociale”, vale a dire nei pub, nei bar e nelle discoteche (superiore a quello al ristorante o in casa), il che spiega come le bevande più consumate siano i cocktail alcolici (21%, soprattutto gin-tonic, vodka-lemon, mojito e coca-rum), seguiti da birra (16%), vino (14%) e spumanti champagne (8%). Il primo bicchiere? In media a 15 anni, quasi sempre per un’occasione speciale e in contesti tradizionali e controllati (il 36% per una ricorrenza, il 22% in una festa in casa, il 14% a casa con genitori o parenti). In generale, rispetto al passato, nel Belpaese si beve meno e meglio: il consumo pro capite continua la sua discesa storica, toccando, nel 2011, secondo Assoenologi, i 40 litri a testa (erano 120 degli anni Settanta). E il 36% degli intervistati è consapevole di seguire, nel bere, uno “stile mediterraneo” caratterizzato dal consumo misurato, all’insegna della convivialità e del buon vivere: uno stile di consumo responsabile, la cui conoscenza, come dimostra la ricerca Nielsen per Federvini, è certamente più diffusa nelle fasce di età più mature e in contesti socio-economici più elevati, ma conta anche su una discreta conoscenza da parte dei più giovani. Non a caso, l’Italia registra una frequenza minore del fenomeno del binge drinking, lo sballo del sabato sera (fonte Oms), rispetto ad altri Paesi europei.

vino o qualche grappa, se invece il giorno dopo si può restare a letto un po’ di più. Di giorno, e anche un po’ di sera, i bar di via Verdi sono l’ombelico del mondo degli universitari in pausa caffè o in pausa pranzo: il Bar Duomo è il punto di ritrovo di chi frequenta Economia e Giurisprudenza, mentre al Caffè Mozart ci si trova per lo più quelli di Sociologia. I futuri giuristi “fighetti” li potete trovare tutti anche al Caffè Verdi il venerdì sera dalle 19 alle 22 per un pre-serata in

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vista di una movida notturna in qualche discoteca fino all’alba. Dove? Se non si va fuori provincia, il locale del momento è l’Officina Gambrinus (a Lamar di Gardolo, in via Alto Adige 164), dove oltre a trovare una cucina variegata – da piatti bavaresi a carne piemontese – il venerdì e il sabato si trasforma in un vero e proprio disco-pub con musica suonata da deejay o dal vivo. La domenica, invece, c’è il “Quizzone”, passatempo molto in voga negli ultimi mesi in Trentino, perché

per i vincitori ci sono in palio lauti premi che vanno dai viaggi ai motorini. Per chi ama trascorrere le sue serate scatenandosi ai ritmi dance ci sono anche la Cantinota (in via San Marco 22-24, Trento) e il 21.1 (in via Ventuno 1, Trento): il primo è stato un locale mitico degli anni 60/70 made in Trentino, capace di richiamare addirittura la bella vita milanese e conosciuto per i suoi risotti e carbonare servite fino a notte inoltrata, dal grande Gianni Procura, locale che oggi si è riconvertito in discoteca per i più giovani; il secondo, invece, ha conosciuto il suo massimo splendore ai tempi in cui era chiamato Bollicine e gestito dal mitico Ruggero Pisetta e aggregava la “meglio gioventù” di Trento. La Cantinotta, che offre anche un servizio ristorante e quest’anno compie 60 anni di attività (l’anno di fondazione è il 1952), è aperta il mercoledì, il venerdì e il sabato fino alle 4 del mattino, proponendo piano bar o musica disco. Al 21.1, invece, oltre ai deejay si alternano anche gruppi live e cabarettisti e l’offerta musicale va dall’elettronica al latino-americano, passando attraverso il rock, il rithm’n’blues, il revival e il jazz. A questo si affianca anche una piccola proposta di cucina,


trentinoattualità fatta di panini, bruschette, finger food e tapas, il tutto accompagnato da un’ampia scelta di vini e di cocktail (ma l’aperitivo, al 21.1, si fa con il franciacortino Ca’ del Bosco). Il giorno prediletto dagli universitari che frequentano questi due locali è il mercoledì. Infine, ultimo ma non per ultimo, altro punto di ritrovo per gli aperitivi “giovani” a Trento è il Bar Rosa, in via Piave, frequentato da gente variegata, dai 23 anni in su. Quanto spendono gli studenti trentini per una serata tipo? Considerando che si va dai 2 euro a bicchiere durante l’happy hour ai 6 euro a cocktail nei locali in generale, la media è di circa 10 euro a testa. Per almeno tre volte in settimana, esce una somma da non sottovalutare. Gli over 30, invece, dove vanno? Scopritelo sul numero di giugno di TrentinoMese. ■

Foto Tommaso Casagrande

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trentinoincontri di Francesca Negri e Paolo Curcu

un caffè a casa di...

Silvia Frangipane: LA Più AMATA DELLA F1 OGGI è LA PR DELLA VODAFONE MCLAREN MERCEDES E DA 15 ANNI LAVORA GOMITO A GOMITO CON I PILOTI DELLE QUATTRO RUOTE, TRA PADDOCK, ALBERGHI, AEREI ED EVENTI. ECCO COME UN’ASPIRANTE ARCHITETTO è FINITA PER DIVENTARE UNA DELLE PROTAGONISTE DI UNO DEGLI AMBIENTI Più SOGNATI DEL MONDO

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uò sembrare strano, ma di donne, in Formula Uno, ce ne sono tante, soprattutto che ricoprono ruoli come il suo. Ma non sono molte le italiane e soprattutto non sono in tante a vantare addirittura una fan page in facebook, titolata “Silvia Frangipane Hoffer is the hottest thing in F1” (tradotto, Silvia Frangipane Hoffer è la cosa più hot della Formula 1). Figlia del noto giornalista RAI, Etto26

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re Frangipane, Silvia dal 1997 è entrata prepotentemente nel mondo dei motori, prima con la Ducati e poi con la Minardi, la Williams e, negli ultimi tre anni, con la Vodafone McLaren Mercedes. Viaggia 140 giorni all’anno e gli altri 225 li passa riprendendosi dal jet lag, lavorando dal suo studio di casa, a Riva del Garda, e facendo la mamma di Veronica, 11 anni, e la moglie di Stefano Hoffer, maestro di sci a

Madonna di Campiglio. Tradotto. Quando Silvia è in pit stop in attesa che riparta il GP, suo marito è a Madonna di Campiglio per la stagione invernale e quando lui toglie gli sci dai piedi, lei parte a tutta birra per seguire la sua McLaren. «Quando ci vediamo, Stefano e io? Pochissimo, sarà per questo che è il marito più felice del mondo?», dice ridendo Silvia, che di humor e appeal non scarseggia di certo.


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Libro che sta leggendo in questo momento? Sto leggendo Il signor Billionaire, biografia non autorizzata di Flavio Briatore, scritta da Andrea Sceresini, Maria Elena Scandaliato e Nicola Palma. Non è il massimo, ma mi serve per lavoro… Film preferito? A me piacciono le storie d’amore, che ti fanno piangere, che ti struggono, in generale. Piatto preferito? La pizza. Riuscirei a mangiarla anche in Corea. Se non avesse fatto quello che ha fatto… L’architetto, sicuramente. Paura più grande. Perdere le persone a cui voglio bene. Sogno ricorrente Quelli che mi ricordo sono i brutti sogni. Perdere l’aereo è sicuramente il mio incubo ricorrente. Come è capitato che un’aspirante architetto, laureata al Politecnico di Milano, finisse nella Formula 1? Assolutamente per caso. Quando ancora studiavo architettura fui assunta dal Centro Stile del gruppo Artioli, a Bolzano al tempo proprietari della Bugatti. Era il 1989 e lì ci si occupava della progettazione di tutta quella linea di lusso di prodotti “Ettore Bugatti”, come porcellane di Limoges, cristalli, pelletteria, abbigliamento trendy, penne e così via. Gli Artioli, per un certo periodo, furono anche proprietari della Lotus, altra casa automobilistica. Rimasi con loro fino

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al 1996, un periodo in cui ho imparato moltissimo, facendo esperienza in mille settori, finché, da un giorno all’altro, la Bugatti chiuse i battenti e io mi ritrovai improvvisamente senza lavoro. Per poco, però, perché fui quasi subito contattata dall’importatore russo della Bugatti, che stava facendo un negozio all’interno di un grand hotel a Mosca. Con lui, feci un anno nella moda; seguivo marchi, sfilate. Progettai anche l’ufficio della società russa in via Montenapoleone a Milano: si trattava di un ambiente ricchissimo, ma anche ambiguo. Pensi che a Mosca giravamo con l’auto blindata... Un’esperienza quasi surreale? Quasi, sì. Ma dopo un anno lessi per caso un annuncio su un giornale: la Ducati di Bologna offriva un posto di lavoro come Pr Manager. Pensai che fosse un posto più sicuro rispetto a quello russo e così decisi di mandare il mio curriculum. Dopo tre colloqui, mi assunsero. Quindi il suo vero debutto nell’ambiente delle competizioni dei motori è stato con Ducati. Proprio così. Lavorai per loro come Pr Manager di prodotto, non di gara, nel 1997, periodo in cui Ducati era solo in superbike, non in MotoGP, e vinceva tutto. Il nostro pilota era Carl Fogarty.

Frank Williams voleva che lavorassi per lui come addetta stampa (...) serviva qualcuno che parlasse tedesco, una lingua che conosco bene essendo di Bolzano. Così, Imola del 1999 fu il mio primo GP con la Williams, con Zanardi e Ralf Schumacher...

Con Lewis Hamilton, Ungheria, 2010

Dopo due anni, però, passa alle quattro ruote con Minardi, che non era esattamente una squadra che vinceva tutto come Ducati… Infatti, inizialmente rifiutai, perché non volevo andare a fare l’ultima della Forumula 1 quando ero la prima in superbike. Ma loro insistettero e così decisi di provare. Grazie alla Minardi iniziai a partecipare a tutti i Gran Premi e dopo un anno e un mese, me lo ricordo come fosse ieri, arrivò al nostro box in Australia la capo ufficio stampa della Williams, dicendomi che mi voleva parlare. Mi disse che Frank Williams in persona voleva incontrarmi. Frank adorava parlare con me in italiano, lingua che parla perfettamente (come anche il francese, l’inglese, un po’ meno il tedesco…) Comunque, Frank Williams voleva che lavorassi per lui come addetta stampa perché quell’anno aveva Alessandro Zanardi e in più già sapevano che, l’anno dopo, avrebbero avuto come partner per i motori la BMW e serviva qualcuno che parlasse tedesco, una lingua che 27

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Con Alex Zanardi, al suo primo anno in Formula Uno con la Williams, nel 1999

conosco abbastanza bene essendo nata a Bolzano. Così, Imola del 1999 fu il mio primo GP con la Williams, con Zanardi e Ralf Schumacher. In Williams è rimasta undici anni. E poi? Sono stati anni pieni di momenti intensi e di emozioni: inizialmente facevo avanti e indietro dall’Italia, poi mi sono trasferita in Inghilterra, ma a giugno 2001 sono rientrata perché nel frattempo mi ero sposata e stava per nascere mia figlia, Veronica, che oggi ha 10 anni. Poi, sempre per i casi della vita, il responsabile della comunicazione della McLaren mi scrisse un’email in cui mi chiedeva una chiacchierata. Gli telefonai pensando che volesse parlarmi come di solito si fa tra colleghi, invece voleva offrirmi un lavoro. Ci incontrammo subito a Londra, in segreto. Da tre anni sono con loro. Come funziona la sua vita, adesso? Abito a Riva del Garda e vado e vengo dall’Inghilterra e da tutti i GP. Con McLaren in pista siamo in tre: il capo della comunicazione Matt Bishop, io e Steve Cooper, che segue prevalentemente Lewis Hamilton. Io oggi seguo esclusivamente Jenson Button. Ai GP arriviamo il mercoledì, giorno solitamente dedicato agli eventi con gli sponsor. Il giovedì, invece, è la giornata dedicata ai media, in cui si fanno conferenze, interviste, shooting fotografici. Attualmente il mio ruolo è di PR Officer, ovvero curo le pubbliche relazioni con la stampa internazionale. A proposito di sponsor, che voi chiamate “partner”, la banca Santander sponsorizza sia voi che Ferrari o sbaglio? No, non sbaglia, ed è uno dei pochi marchi che coesistono su due squadre. In effetti, non capita di frequente. Ci sono tante donne in F1? 28

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Ci sono parecchie donne nel mio ruolo, direi con un rapporto 50 a 50. Probabilmente anche perché il 90% dei giornalisti è di sesso maschile e quindi per gestirli funziona meglio un’interfaccia femminile… Quanto sta via da casa in un anno? In totale circa 140 giorni. Cosa dicono suo marito e sua figlia? Stefano è il marito più contento del mondo. Quale marito non metterebbe la firma per avere la moglie fuori dalle scatole per tutti quei giorni, o no? La verità è che ho sposato il marito perfetto perché lui è un maestro di sci, quindi lavora d’inverno, a Madonna di Campiglio, dove si trasferisce per tutta la stagione invernale; io lo raggiungo nei fine settimana con nostra figlia. E quando lui finisce la sua stagione lavorativa, inizia la mia… A parte marzo e un po’ di aprile. Allora mia madre da Bolzano transuma e viene a vivere a Riva del Garda, da sola con Veronica, finché non rientra Stefano. Sì, lo so, siamo una famiglia movimentata … A sentirla raccontarsi, Silvia Frangipane sembra la protagonista perfetta del film “Ma come fa a fare tutto?”, tranne che per una cosa. Il caffè. «Abito sopra un bar, per questo non ho nemmeno una moka in casa, come lo volete il caffè?». E nel men che non si dica è già fuori dalla porta per scendere a prendere tre espressi. Qual è la cosa più bella del suo lavoro? Il fatto che mi fa viaggiare ovunque, in posti dove non sarei mai andata in una vita, il conoscere persone di tantissime culture e lo stare in mezzo a mille situazioni. Ogni nazionalità è fatta a modo suo. È interessantissimo. A ogni tappa del GP abbiamo un po’ di tempo libero per girare così, ogni anno, anche se torni sempre negli stessi posti, vai a vedere qualcosa di nuovo. Visto da fuori quello della Formula 1 è un mondo mitizzato, ma da dentro com’è? C’è il pilota gentile carino educato, come

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Sinceramente, penso che sia più difficile per un italiano essere addetto stampa della McLaren che della Ferrari.

Jenson Button, e c’è quello arrogante, maleducato, come Juan Pablo Montoya, che ho avuto per quattro anni in Williams. Anche Ralf Schumacher ha un ego mica da ridere… Per me questo mondo è diventato qualcosa di normale, dopo 15 anni diventa tutto routine; anche avere Lenny Kravitz nel box, come mi è capitato durante l’ultimo GP in Australia. Tutto questo viaggiare non la stanca? Beh, arrivi all’ultimo GP che non vedi l’ora di fermarti e andare in vacanza, ma credo che sia un po’ come per tutti i lavori… Va comunque considerato che noi viaggiamo solitamente molto bene, in business class per i viaggi extraeuropei, mentre solo in Europa voliamo in economica. Quanto guadagna? Meno di quello che si possa pensare. Credo di guadagnare come un normale addetto stampa e, infatti, come vedete non abito a Versailles… Una definizione per Bernie Ecclesto-

Da mio padre Ettore, credo di aver preso la passione per questo lavoro che è comunque giornalistico. Di lui ricordo tutti i viaggi per i reportage giornalistici in giroper il mondo, come quando tornava a casa dopo essere a stato a qualche Olimpiade chissà dove…


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Con Jenson Button, Bahrein, 2010

ne, una per Jenson Button e una per Lewis Hamilton? Ecclestone è un bravissimo burattinaio perché sa esattamente come muovere le cose. Button è un gentleman, di lui non si può dire altro. Hamilton… è un personaggio interessante e particolare, il nostro lavoro consiste anche nel renderlo simpatico, soprattutto nei Paesi in cui hanno interessi i nostri partner, come l’Italia, che è un mercato importante per aziende come Vodafone e Hugo Boss. Quanto costa sponsorizzare un team di Formula 1? Non lo so. Giuro. Qual è la cosa più difficile del suo lavoro? L’incubo di tutti gli uffici stampa è l’incidente. Noi abbiamo una crisis policy, ovvero uno schema definito da adottare quando il pilota non riesce a uscire da

Con Nico Rosberg, 2009

solo dall’abitacolo. Siamo sempre preparati per questa evenienza, ma è la cosa peggiore in assoluto. Mi è capitato con Ralf Schumacher a Indianapolis: durante la gara rimase in pista immobile col casco semiaperto ed era svenuto. Come ha reagito in quel frangente? Non sono entrata in panico, ma emotivamente ci si sente sempre coinvolti. In quei momenti, però, sai che è lì che devi fare del tuo meglio sul lavoro, devi soprattutto rassicurare i media. E la crisis policy ti aiuta perché definisce quali parole usare, quali no, chi deve parlare, chi non deve farlo. La sua è una carriera importante. Ha ancora qualche sogno nel cassetto? Io vado dove mi porta il vento. Non ho mai cercato un lavoro, in qualche modo è sempre stato il lavoro che mi è arrivato addosso. Per il momento sto bene dove sono, mi piace, mi diverto e non lo cambierei. Per me il lavoro ti deve piacere, deve divertirti e darti degli stimoli. Se non è così, forse è ora di cambiare, ma non è il mio caso. Quindi davvero non sogna di entrare in Ferrari? Sinceramente, penso che sia più difficile per un italiano essere addetto stampa della McLaren che della Ferrari. Alla fine, volente o nolente, ha seguito le orme di suo padre… Da lui, credo di aver preso la passione per questo lavoro che è comunque giornalistico: in effetti probabilmente è nel mio Dna. Ci tengo a dire, però, che tutto quello che mi è arrivato non è stato

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Arrivi all’ultimo GP che non vedi l’ora di fermarti e andare in vacanza, ma credo che sia un po’ come per tutti i lavori…

tramite mio padre, non ho mai lavorato perché ero “figlia di” e sono molto orgogliosa di avercela fatta da sola. Mio padre Ettore oggi lo vedo poco, ma di lui ricordo tutti i viaggi per i reportage giornalistici in giro per il mondo, come quando tornava a casa dopo essere stato a qualche Olimpiade chissà dove… In tutti i giornalisti internazionali con cui oggi mi relaziono vedo un po’ di lui. Considerata la nostra situazione politica ed economica, ha mai percepito di avere scarsa considerazione per via del fatto di essere italiana? No, anzi, direi il contrario. Ho sempre avuto più considerazione proprio perché italiana. Lo stesso vale per il fatto ■ di essere donna. 29

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trentinoincontri di Francesca Negri e Paolo Curcu

NEL BUEN RITIRO DELLA SIGNORA DEL FRANCIACORTA Dà il nome all’etichetta di punta di una delle maison franciacortine più famose d’italia, “ca’ del Bosco”. Abbiamo incontrato Annamaria Clementi nella sua casa di ossana, val di sole. Con lei, il figlio, maurizio zanella, presidente dell’istituto di tutela del franciacorta

Maurizio Zanella e Annamaria Clementi

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gni appassionato di vino, probabilmente, ne ha bevuto almeno una bottiglia. Perché l’Annamaria Clementi è l’etichetta di punta di una delle maison franciacortine più famose d’Italia, Ca’ del Bosco, nonché la bollicina made in Italy più costosa in assoluto: la versione Brut costa circa 90 euro in enoteca, quella Rosé 150 euro. Prezzi da champagne blasonati, insomma. 30

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I wine lover e tutti i sommelier sanno che Annamaria Clementi è il nome della madre del fondatore di Ca’ del Bosco, Maurizio Zanella (oggi anche presidente dell’Istituto di tutela del Franciacorta), e spesso credono sia un etichetta dedicata alla sua memoria. Ma non è così. Perché lei, Annamaria Clementi, nata a Bormio il 17 aprile del 1928, ha da poco spento 84 candeline ed è in grandissima forma,

nonostante qualche acciacco dell’età. Da un bel po’ di anni questa radiosa signora âge dal piglio da ventenne si è ritirata nella casa costruita dal marito Albano a Ossana, in Val di Sole, suo paese natio. Una casa in stile alpino, arredata con gusto, che Annamaria ama definire «il mio eremo» e che da cui proprio non ne vuole sapere di allontanarsi, cocciuta come un ariete (il suo segno zodiacale),


trentinoincontri anche se i figli e i nipoti, tutti stanziati in Franciacorta, non aspettano altro che averla con loro. «Non se ne parla, io sto bene qui, nella tranquillità di Ossana, tra le mie amate montagne», risponde Annamaria mentre con un gesto della mano motiva la sua scelta indicando il paesaggio che regalano le ampie vetrate di casa sua: la valle, i pendii, il giardino delimitato dagli steccati in legno, i boschi dove un tempo andava sempre per funghi con Albano, scomparso ormai 13 anni fa. Nella cantina di Annamaria Clementi si trovano tutti i numero 1 delle annate del Franciacorta che porta il suo nome, anche se lei – sorpresa – di vino ne beve pochissimo e praticamente solo il Maurizio Zanella, ovvero un uvaggio rosso di gran classe. Fatto sta, che le radici di una delle bollicine più note d’Italia e acerrime concorrenti dei TrentoDoc di casa nostra vengono ancora dal Trentino. Una storia che vale la pena ripercorrere, proprio in compagnia di Annamaria Clementi (AMC) e di suo figlio, monsieur Maurizio Zanella (MZ). Signora Annamaria, ci racconta la sua storia? AMC. Sono nata a Bormio, seconda di tre figli, due femmine e, l’ultimo, un maschio. Ho perso mio padre molto presto, ho assistito alla guerra e per fortuna mia madre era una donna molto forte, capace di tenere testa a tutti, persino ai militari tedeschi…. Fino alla IV elementare ho vissuto a Bormio, poi sono stata mandata alle Marcelline di Bolzano: stavo lì tutto l’anno, tornavo a casa solo per le feste di Natale e le vacanze estive. Mia madre aveva un albergo e noi fratelli, quando non eravamo a scuola, la aiutavamo nella sua attività. È stato a Bolzano che ho conosciuto mio marito Albano Zanella, che a quel tempo faceva lo spedizioniere. Tre mesi dopo il nostro primo incontro eravamo già sposati. E poi? AMC. Dopo due anni ci siamo trasferiti a Milano in cerca di fortuna. Maurizio aveva due anni. Eravamo talmente al verde, che quando è nata mia figlia Emanuela mio marito dovette chiedere all’amministratore del condominio dove abitavamo di usare la caparra dell’affitto per togliermi dalla clinica… A Milano Albano iniziò a vendere elettrodi per saldature e poi, con degli amici che lavoravano con lui – uno era di Bolzano – decise di fondare una ditta di trasporti internazionali, la

Sitam. I primi soldi che guadagnò, me lo ricordo come fosse ieri, li usò per un investimento immobiliare. Albano aveva la mania del mattone e il caso volle che sul Corriere della Sera ci fosse un annuncio di vendita di un piccolo appezzamento di 2 ettari a Erbusco. Decidemmo di andare a vederlo. Che anno era? AMC. Il 1962. Oltre al terreno c’era una cascina soprannominata Ca’ del Bosc e il mezzadro era disposto a vendere per 3 milioni di lire. Andammo a vedere il posto con i nostri figli, Emanuela era molto piccola e io chiesi alla contadina un po’ di acqua per dissetarla: la vidi scendere in una botola nel pavimento per poi uscirne con una bottiglia di vino riempita dell’acqua piovana raccolta da vasche con dentro di tutto – rane, lucertole, insetti – e poi filtrata con panni di lino e bollita. Era così che ottenevano l’acqua potabile a Ca’ del Bosc, perché a quei tempi non c’era né pozzo, né elettricità, né una strada per raggiungere la proprietà… Come mai decideste di acquistare un luogo così? AMC. Mio marito, infatti, inorridì. Fui io che me ne innamorai immediatamente: non so, era un luogo che aveva un fascino tutto suo... Così, la comprammo e la prima cosa che fece Albano fu costruire

il pozzo, che costò più di quello che avevamo pagato la proprietà! Quella doveva essere la vostra casa per i fine settimana? AMC. In teoria, sì. Ma nel frattempo capitò un’occasione nella bergamasca, a Costa di Mezzate: vendevano un terreno abbastanza esteso coltivato a grano, anche lì con una cascina. Era tutta pianura e io credevo di morire, abituata alle montagne. Albano ristrutturò la casa e fece gestire l’appezzamento a una famiglia, con 12 figli, che fece trasferire dal Trentino. Sapeva che avevano problemi economici, così diede loro una casa e un lavoro. Una persona di gran cuore. AMC. Albano era molto dolce con me, aveva un gran cuore è vero, ma è anche sempre stato molto duro, rigido sul lavoro. Quindi Costa di Mezzate divenne la vostra seconda casa? AMC. Sì, lì ci andavamo il sabato e la domenica. Ca’ del Bosc in quel periodo fu abbandonata e mio marito voleva venderla: ma sulla collina dove oggi c’è la cantina io avevo deciso di fare la mia casa e gli vietai di vendere. Così, da Costa di Mezzate decidemmo di stabilirci a Erbusco. Ca’ del Bosc veniva gestita dalla famiglia Gandossi e noi tutti i sabati prendevamo il treno dalla stazione 31

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trentinoincontri centrale di Milano e andavamo in Franciacorta. Maria Rosa Gandossi, figlia del fattore, oggi lavora in Ca’ del Bosco… Ma la tenuta, però, era appena di due ettari. Come andarono le cose? AMC. Mio marito aveva delle vedute molto ampie e decise di dare carta bianca al fattore, affidandogli un carnet di assegni, per comprare altra terra attorno a Ca’ del Bosc. Erano quasi tutti terreni a bosco, incolti o tenuti male, e spesso compravamo veramente a poche lire… Il sogno iniziale di Albano era quello di creare ad Erbusco una fattoria, dove si sarebbe prodotto frutta e allevato cavalli, vitelli, maiali. MZ. Era pazzesco. Da un cavallo mio padre ne acquistava dieci, venti; da qualche vitello, poco dopo spuntava una mandria intera. Lui era così… Niente vino? AMC. Ma sì, anche un po’ di vino, ma certo non pensavamo che potesse essere il centro della nostra attività. Io sono praticamente astemia e mio marito beveva pochissimo. Anche mio figlio Maurizio non beve molto… Maurizio Zanella annuisce condiscendente. E interviene. «Raggiunti i 10-15 ettari i miei genitori iniziarono a sistemare il terreno per piantare il frutteto e realizzare la fattoria. Fu allora, nel che venne piantata anche la prima vigna a Ca’ del Bosc, per mano di Franco Ziliani, il patron delle cantine Guido Berlucchi». Come mai? MZ. I regali che mio padre faceva a Natale per i suoi clienti erano acquistati da Berlucchi. Per questo gli venne naturale chiedere a Ziliani se per quell’ettaro scarso che aveva intenzione di coltivare a vigneto, si potesse occupare lui di piantargli un po’ di Pinot Bianco, di Pinot Nero e di Pinot Grigio, che a quel tempo era la quinta Doc d’Italia e si chiamava Franciacorta Pinot. Come passate dall’idea della fattoria a quella di cantina? AMC. Era il 1968 e Maurizio iniziava a manifestare, diciamo così, qualche problemino scolastico, vero Maurizio? – ammonisce con un sorriso il figlio. Pensi che una volta gli diedi persino una zoccolata in faccia perché non studiava e per fare in modo che mio marito non si accorgesse del segno che gli avevo lasciato, lo vestii da cowboy… MZ. Mamma che male, me lo ricordo ancora… Comunque nel 1968 e 1969 Milano era il fulcro della partecipazione 32

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attiva degli studenti. Quando frequentavo le scuole private ero di Lotta continua, poi, quando ero iscritto al Liceo Volta diventai comunista. Ma la scuola l’ho finita a Iseo, dove mi sono diplomato in Ragioneria, perché al Volta mi bocciarono due volte… AMC. E ti abbiamo mandato anche in Inghilterra a lavorare, per punizione! Insomma, lei Maurizio se ne stava tutto solo a Iseo a frequentare Ragioneria, in attesa che arrivassero i suoi genitori nel week end? MZ. Neanche per idea. Io stavo benissimo da solo e il fine settimana tornavo dalla fidanzatina a Milano, quindi praticamente non ci vedevamo mai la mia famiglia ed io. Ma quando nacque l’amore per il vino? MZ. A 17 anni, per puro caso. AMC. Le istituzioni bresciane, mi pare l’assessorato all’Agricoltura, avevano organizzato un viaggio-istruzione, a sfondo enologico, in Francia. Mio marito e io decidemmo di mandarci Maurizio. Cosa andaste a visitare in Francia? MZ. La prima cantina che visitammo fu Romanée Conti, in Borgogna (oggi è considerata la più prestigiosa cantina del mondo e quella con i vini più costosi di tutto il globo, ndr). L’età media del gruppo con cui viaggiavo era 60 anni, tutti viticoltori e proprietari di cantine in Lombardia. Arrivati davanti a Romanée Conti, ricordo che non volevo scendere: erano le 11 del mattino e io pensavo che

questi erano pazzi a voler bere vino a quell’ora. Ovviamente, dovetti sempre scendere dal pullman e fare le degustazioni e per tutto il viaggio mi accorsi che i vignaioli lombardi continuavano a criticare: c’erano delle vecchine che facevano gli innesti a mano e loro invece – dicevano – erano più furbi perché li compravano in vivaio e costavano meno; in Francia avevano questi vigneti con le piante fitte fitte (circa 10mila a ettaro), cosa che costringeva a una vendemmia fatta tutta a mano, mentre in Lombardia si raccoglieva l’uva con il trattore; i francesi usavano le botti piccole, le barrique da 250 litri, mentre in Lombardia c’erano le vasche in cemento, vuoi mettere? Ecco, per tutto il viaggio sentii queste cose e, a un certo punto, mi si accese una lampadina. Ovvero? MZ. In Romanée Conti degustammo sei vini rossi e poi il loro bianco, il Montrachet, uno Chardonnay superiore, in termini degustativi, a tutti i loro vini rossi. E i miei compagni viticoltori criticarono anche questo. Io non capivo nulla di vino e ascoltavo, ma fui l’unico a chiedere di poter acquistare qualche bottiglia come souvenir. I signori della cantina mi dissero che avevano solo tre bottiglie da vendermi, e di seconda scelta: costavano, in termini attuali, circa 500 euro, e io in tasca avevo il corrispondente di oggi di 480 euro. Così mi rivolsi a uno dei miei compagni di viaggio per chiedere un prestito e poter comperare quelle bot-


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CA’ DEL BOSCO OGGI

C

a’ del Bosco oggi conta su 180 ettari di vigna, non tutti in proprietà, e una produzione di 1,3 milioni di bottiglie l’anno, che nel 2015 dovrebbe arrivare a quota 1,7 milioni. Il fatturato è di circa 25 milioni di euro. «Tra tre anni – spiega Maurizio Zanella – raggiungeremo il massimo della nostra capacità produttiva, perché crediamo nella viticoltura diretta come segreto del vino di qualità. Ciò significa che una produzione maggiore non saremmo in grado di seguirla direttamente e non rientra nella nostra filosofia». I vigneti di Ca’ del Bosco sono oggi in conversione biologica: «Ci tengo a precisare che per noi non è una questione di marketing come per molti altri in Italia», sottolinea Zanella. La cantina, a due passi dal casello di Rovato, è un giardino vitato – pieno di sculture, opere d’arte e con tanto di eliporto – che merita la visita. Il core business di Ca’ del Bosco sono le bollicine metodo classico Franciacorta, a cui affianca una piccola produzione di vini fermi.

tiglie. Me li diede, senza sapere a cosa mi servissero, e una volta in pullman mi chiese spiegazioni. Tutti insorsero dandomi del pazzo e dicendomi che con qui soldi avrei comperato 300 delle loro bottiglie. E capii. Comprese che era meglio produrre meno e vendere il vino a prezzi maggiori che viceversa. MZ. Esatto. Il nostro viaggio proseguì anche in Champagne, visitammo molte cose interessanti e una volta tornato a casa andai a parlare con mio padre. AMC. Tuo padre vide in te, per la prima volta, un’intuizione interessante… MZ. Eh sì, mamma, del resto fino a quel momento avevo pensato solo ad andare in moto e a cazzeggiare… Vede, la mia fortuna, in quel viaggio in Francia, è stato essere vergine, non venire da una famiglia contadina e quindi non avere preconcetti o tradizioni che potessero influenzarmi. Del resto, in Lombardia si era

figli di un’agricoltura di massa, dove prevaleva il risparmio a favore della quantità: la campagna doveva rendere, questo era il must e, d’altro canto, la disgrazia di un’agricoltura piccola e rurale come quella lombarda, che invece avrebbe dovuto puntare tutto sulla massima qualità. In Italia l’estensione media di un’azienda agricola mi pare sia di 1,8 ettari, come si può pensare di fare quantità? Ancora oggi c’è questa mentalità, non si è capito che è la strada sbagliata… Quindi, torna a casa dal viaggio in Francia, parla con suo padre e cosa succede? MZ. Mio padre disse che se quella era la mia idea, allora, per realizzarla, dovevo chiedere un po’ di soldi in banca. Pensi, mi fece credere che andavo in banca con mia madre ad accendere un mutuo di 160 milioni di lire: voleva che io pensassi che i soldi fossero della banca, che me li prestava per costruire la cantina, invece

erano, ovviamente, quelli di mio padre. Quando abbiamo fatto la cantina non è che si è imposto su come sarebbe dovuta essere, mi ha sempre fatto sentire attore unico di questa cosa, anche se in realtà lui da dietro manovrava. Mi faceva sentire totalmente immerso in questa cosa, mi sentivo l’attore unico: è stato così che mi sono innamorato totalmente di questo progetto e, in termini di passione, ero una locomotiva, che lui ha sempre saputo valorizzare e fomentare. E il diploma di Ragioneria? AMC. Senta, senta cosa ha combinato… MZ. Cosa ho combinato? Semplicemente, quando feci l’orale mi trovai di fronte dei professori appassionati di agricoltura e così li ho portati a parlare di vino, mettendomi a spiegare loro come si faceva il metodo champenoise, quindi tutto il procedimento dal remuage fino alla sboccatura. Questo è stato il mio esame di Ragioneria. Insomma, Ca’ del Bosco è nata da un’intuizione di un ragazzino… MZ. Sì, ma soprattutto grazie alla non pianificazione apparente di un business, come fa, in un certo senso, un artista. Ca’ del Bosco è nata così: con un pazzo scatenato come me che andava al di là dei numeri e con mio padre, invece, che faceva quadrare i conti. Lui non capiva, da commerciale, tutto quel lavoro lungo anni prima di mettere in commercio delle bottiglie, infatti quando Ca’ del Bosco per prima in Italia decise di fare il Novello mio padre era felicissimo: finalmente un prodotto industriale, da fare e vendere poco dopo. Sono stato il primo a fare il Novello e il primo a smettere di farlo. E ovviamente mio padre si arrabbiò moltissimo quando smettemmo col Novello… Ma, insomma, suo padre Albano credeva in Ca’ del Bosco o no? MZ. Sì, ma continuava a dirmi che il mio era un lavoro del cavolo, perché ero sempre a contatto con camerieri e osti, mai con commercialisti, avvocati, notai…. Comunque fu lui, poi, ad avere il merito di un’altra operazione fondamentale. Quale? MZ. Quella di far entrare in società una realtà importante come Santa Margherita (gruppo vinicolo che nel 2011 ha fatturato 91,3 milioni di euro e in cui rientrano alcune realtà del Trentino Alto Adige, tra cui la cantina Kettmeier, ndr). Era il 1994 e ci trovammo di fronte a una scelta: restare con i nostri 60 ettari e una produzione di 500mila bottiglie senza poter andare avanti nel nostro progetto qualitativo, oppure trovare qualcuno che 33

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trentinoincontri investisse per far continuare a crescere Ca’ del Bosco. La mia famiglia, del resto, non se la sentiva di continuare a investire nei miei “capricci”. Per cui nel 1994 mio padre trovò la soluzione, sofferta, ma posteriori io dico per fortuna, di trovare un partner serio come la famiglia Marzotto con Santa Margherita, entrata al 60% nel business di Ca’ del Bosco, non nel patrimonio immobiliare, tanto che la cantina paga l’affitto alla famiglia Zanella per l’uso degli immobili. AMC. L’accordo con Santa Margherita si è svolto qui a Ossana, in gran segreto, seduti a questo tavolo dove siamo noi ora. Ricordo che c’era un’atmosfera austera: quando mio marito lavorava, del resto, era proibito disturbare o parlare. Non doveva volare una mosca. E quando si arrabbiava, parlava in trentino. Quindi il maggiore azionista di Ca’ del Bosco, oggi, è Santa Margherita? MZ. Esatto, ma in termini decisionali c’è sempre un raffronto – spesso dibattuto – tra me e Santa Margherita. Negli ultimi 18 anni abbiamo investito 50 milioni di euro, la famiglia Zanella per il 40%, i Marzotto per il 60%: i risultati in termini produttivi sono stati eccellenti e unici. Santa Margherita è fondamentale per gli aspetti finanziari, economici e assicurativi, mentre la parte produttiva e di pubbliche relazioni la seguiamo noi, così come la rete commerciale Italia. All’estero, invece, ci pensa Santa Margherita, che ha 8 persone stanziate all’estero per l’export. Mi pare che lo sposalizio tra i Zanella e i Marzotto sia andato bene, o sbaglio? MZ. È stato un matrimonio molto bello soprattutto perché è stata salvaguardata l’identità di Ca’ del Bosco, che rappresenta un patrimonio enologico nazionale indiscutibile. Per questo motivo sono molto soddisfatto e felice: senza Santa Margherita non avremmo potuto fare tutto quello che abbiamo fatto. Certi investimenti qualitativi che ci hanno visti impegnati in questi anni sono unici al mondo... Ma qual è stato il ruolo di Annamaria Clementi in tutto questo? AMC. Guardi, io ho sempre cercato di supportare la mia famiglia. Albano usciva la mattina presto e rientrava la sera tardi e a me bastava vederlo anche solo per mezzora, perché sapevo che lavorava per noi ed ero innamoratissima di lui, come lo sono tuttora. MZ. Mia madre mi ha sempre protetto dall’ira funesta di mio padre, che spes34

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so mi avrebbe voluto sotterrare! Per lui Ca’ del Bosco era un progetto folle. Annamaria è sempre stata la mamma che protegge il figlio viziato: ha sempre coperto tutte le mie marachelle, come quella volta che ho distrutto una Range Rover nuova di zecca e sono andato a comperarne una identica perché mio padre non si accorgesse di nulla… Mi ha sempre sostenuto anche sul lavoro, anche quando mi sono messo in testa di far fare il cancello d’ingresso ad Arnaldo Pomodoro, oppure quando ho deciso di fare un libro chiamando fotografi famosissimi a fare degli scatti che raccontassero Ca’ del Bosco. Helmut Newton, ad esempio, sono riuscito a convincerlo tramite un ristoratore di Los Angeles suo amico. La parte economica era stata una follia, mi pare circa 80 milioni di lire del 1989, per fare una settimana di shooting fotografico con modelle, parrucchieri, il suo compenso, i suoi assistenti. Mio

padre non capiva tutte queste cose… Oggi, però, uno di quegli scatti, una stampa, l’ho venduta a 200mila euro da Christie’s.… La verità è che se non ci fosse stata mia mamma non ci sarebbe stata questa Ca’ del Bosco, sarebbe stata una cantina più concreta, più umile, sarebbe diventata una cosa più commerciale. Forse avremmo guadagnato di più, ma non saremmo andati verso queste “visioni”. Anna Maria, è orgogliosa di suo figlio? AMC. Certo. E lo sarebbe anche mio marito. Maurizio sorride e ringrazia con un bacio la madre. Poi aggiunge: «E’ per questo che è stata dedicata a lei l’etichetta di bollicine più importante d’Italia». È ora di pranzo e tutti assieme andiamo a festeggiare, con un giorno di anticipo, il compleanno di Annamaria al ristorante Antica Osteria di Ossana: il giorno dopo avrebbe tagliato il traguardo di 84 anni di vita caparbia, sempre alle prese con uomini indomabili, iperattivi, geniali. Che l’hanno amata e adorata per la sua capacità di amplificare le loro capacità ed essere d’aiuto nel tirare fuori sempre il meglio, da tutto e da tutti. Una grande donna che ha fatto grandi i suoi uomini, Albano e Maurizio, e che oggi si prende i suoi spazi nel suo “eremo” di Ossana, dove le porte sono sempre aperte per i suoi «gioielli», come ama definirli, ovvero i quattro nipoti per cui ama cucinare canederli e tortel de patate, i suoi cavalli di battaglia assieme alle lasagne. ■



trentinogented’impresa

renato villotti Dalla concessionaria Olivetti del 1974 all’attuale azienda dove, con il socio Paolo Parmesan e 15 collaboratori, distribuisce stampanti e prodotti digitali Ricoh. Ma non solo: anche l’arredo e la progettazione di spazi di lavoro sono un importante e qualificante settore di questa moderna azienda trentina.

Le caratteristiche di un imprenditore? Lungimiranza, positività, attenzione anche alle piccole cose Cosa pensa dell’art. 18? Beh, i cambiamenti possono spaventare ma chi non cambia non avanza!

art.

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Una canzone, un film, un libro “Volare” “Hysteria” “Il Barone Rosso ”di Joachin Castan

Cosa pensa dell'attuale Governo Monti? Necessario, anzi, indispensabile. Se vogliamo uscire da questa disastrosa situazione economica generale, dovremo fare, tutti, sottolineo tutti, grandi sacrifici.

Nato a: Trento Nato il: 05-09-1949 Residente a: Tavernaro Stato civile: Sposato con Giovanna Scalfi Figli: Marco (30), Simone (33) 36

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trentinogented’impresa Un piatto, un ristorante, un luogo Un piatto: Il brasato al teroldego con purè Un ristorante: “Cristallo” a Porto Torres Un luogo: Stintino

Il momento più importante della sua vita? Quando sono diventato imprenditore.

Famiglia e lavoro o lavoro e famiglia? Famiglia e lavoro, sempre!

La sua azienda tra 5 anni? Bella domanda: stiamo investendo su giovani collaboratori e sui nostri figli per dare continuità visto che il futuro sarà fortemente condizionato dallo sviluppo tecnologico.

Il mio tempo libero? Bicicletta, sci, camminate, qualche viaggio con gli amici.

La sua giornata lavorativa in dieci righe Sveglia alle 6.30, colazione e poi in ufficio, sempre prima delle 8 (qualche anno fa molto prima delle 8!) Al lavoro fino alle 12.30 – 13 e poi, due o tre volte in settimana in palestra dalle 13 alle 14 (pilates, bicicletta, macchine, ma anche momento di incontro con gli amici con i quali pranziamo poi assieme) e poi ancora al lavoro fino a sera, ufficio, clienti, rapporti con i fornitori e i collaboratori più giovani che “vedono” molto più avanti in tecnologie e sviluppo di software e mi stimolano a fare ancora nuovi progetti di sviluppo che io colgo volentieri

Meglio l’originale o la fotocopia? Dipende! A volte la copia può essere anche milgiore dell’originale! La prima automobile posseduta? Simca 1000 Coupé Il suo progetto o sogno nel cassetto? Viaggiare, girare il mondo!

Una citazione che vorrebbe far sua Non fare domani quello che puoi fare oggi, “qui ed ora”… 37

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trentinoincontri di Gianfranco Gramola

Piera detassis: Ciak, si ricorda! Dopo aver accennato alle recenti polemiche legate al festival del cinema di roma, la direttrice della più importante rivista di cinema si racconta, svelando alcuni curiosi retroscena...

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a giornalista, saggista e critica cinematografica Piera Detassis è nata a Trento il 9 dicembre del 1953. Laureata nel 1973 in storia e critica del cinema, si è specializzata a Parigi. È stata a lungo assistente presso le cattedre di Storia del Cinema e di Estetica dell’Università di Verona e Padova. Come giornalista ha debuttato agli inizi degli anni ottanta collaborando alle pagine culturali e spettacolo di L’Arena, L’Unità e il Manifesto. Dal gennaio del 1997 è direttrice di Ciak, mensile di cinema del gruppo Mondadori, con il quale collaborava già da diversi anni. Nel 2007 ha diretto la sezione “Premiere” della seconda edizione del Festival Internazionale del Film di Roma e ha curato il coordinamento artistico delle successive edizioni. La incontriamo all’indomani della grandi polemiche seguite al cambio della guardia proprio dell’Istituzione romana. Signora Detassis, com’è andata a finire con le polemiche scatenate sui giornali sulla nomina del nuovo direttore del Festival del cinema di Roma e sulle dimissioni del Presidente, Gian Luigi Rondi? È chiaro che ogni direzione ha una scadenza; io non ho nulla da dire su questo. Ho molto da dire, invece, sui metodi utilizzati perché la notizia è stata fatta uscire sulla stampa. Il direttore in pectore (Marco Müller, ndr), non ancora nominato tutt’oggi, ha rilasciato dichiarazioni e interviste prima ancora della mia scadenza, come se fosse il direttore. Ma quello che io ho trovato veramente irrituale e fuori da ogni logica, è il fatto che sia stata scavalcata l’autonomia di un presidente qual era Gian Luigi Rondi, 38

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che aveva espresso una sua opinione e anche una sua indicazione di voto e di nomina. Sono state schiacciate tutte le regole possibili e immaginabili e il risultato è che a tutt’oggi non c’è ancora un contratto firmato, il Festival è completamente bloccato, la squadra non lavora e non c’è ancora l’alternativa reale. Quindi mi sembra che alla fine hanno creato solo un grande caos. Detto questo, dal mio punto di vista io ho reagito a modo mio, appellandomi alle regole e nient’altro. Capisco bene che i direttori scadono, sono abituata perché faccio questo di mestiere, però l’invadenza della politica sulle regole e sulle autonomie culturali crea solo un grandissimo danno. Cambiamo decisamente argomento. Che ricordi ha della sua infanzia trentina? Ne ho tantissimi, dall’asilo con le suore fino alle scuole Crispi. Poi le processioni a cui mia mamma mi portava (e mio papà che non voleva...): la mia era una famiglia in perenne conflitto, tipo Peppone e don Camillo. Mi ricordo che alle Crispi, avevamo il vescovo di fronte e ogni tanto ci buttava le caramelle dal poggiolo all’intervallo e noi uscivamo per andare a raccoglierle. Ho nella mente anche le montagne che io, però, non amo parti-

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Il Festival del cinema di Roma è completamente bloccato, la squadra non lavora e non c’è ancora l’alternativa reale. Quindi mi sembra che alla fine hanno creato solo un grande caos. (...) l’invadenza della politica sulle regole e sulle autonomie culturali crea solo un grandissimo danno


trentinoincontri colarmente; se bene che non è carino da dire a Trento, ma il mio è stato un problema di montagnite, mi portavano continuamente in queste gite sul Bondone, con la Sosat, cime e vette fino a non poterne più. L’estate la passavo a Candriai, perché avevamo un vagone ferroviario adibito a casetta, tipo roulotte e chiaramente con le ruote bloccate. Un vagone ferroviario? Era nel pascolo vicino alla malga e si sentivano i meravigliosi profumi della malga e del fieno. Avevamo questo vagone postato lì chi sa da quando, penso fatto portare lì dopo la guerra da mio zio o mio papà. Era meraviglioso perché era stato trasformato proprio come una casetta e dentro c’erano i letti a castello. Il tetto era in lamiera: quando pioveva si sentivano le gocce picchiare forte sul tetto. Oltre Candriai, le mie vacanze erano sul lago di Garda. Non che fossimo benestanti, anzi, mio papà faceva l’imbianchino. Però questi ricordi vivono dentro me. Molta montagna, fin troppa e c’erano queste castagnate autunnali sempre in compagnia. Ricordo anche che mi piaceva molto pattinare, però a 9 anni mi sono buttata in piscina e ho incominciato a fare agonismo con la Rari Nantes Trento. All’epoca c’era il futuro campione Klaus Dibiasi che si allenava. Io ho fatto quella piccola carriera da nuotatrice, ma poi ho smesso perché amavo molto studiare ed era totalmente in conflitto con gli studi perché mi allenavo tantissime ore al giorno nella piscina coperta, vicino all’ospedale santa Chiara. Poi è arrivata la passione per il cinema e il giornalismo, giusto? La passione del cinema l’ho avuta molto presto e devo dire che la città di Trento ha molto contribuito. In città c’era il bellissimo cineforum S. Pietro che era gestito credo dal fratello di Francesco Casetti. Per chi non lo conosce, Casetti è uno dei più grossi studiosi del cinema italiano, è di Trento ed è un teorico di fama mondiale. Suo fratello faceva il cineforum, e io lì ho visto i primi film. Eravamo verso la fine degli anni ’60, facevo le magistrali. Mi sono appassionata di cinema come arte alternativa, come arte sovversiva, soprattutto Bellocchio, la Nouvelle Vague e il cinema impegnato che si vedeva all’epoca con il famoso dibattito a seguire. Ho cominciato così. In quegli anni avevo dei professori straordinari, che erano più contestatori di noi, con una tempra molto forte e vivace. Ed erano degli insegnanti che mi hanno aperta al mondo e l’insegnan-

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Ho nella mente anche le montagne che io, però, non amo particolarmente; se bene che non è carino da dire a Trento, ma il mio è stato un problema di “montagnite”, mi portavano continuamente in queste gite sul Bondone, con la Sosat, cime e vette fino a non poterne più

te di filosofia ci aveva dato un tema su un film che ci era piaciuto molto. Io ho fatto questo tema che era su un film di Richard Lester, il titolo originale era The Knack. Confesso che la prima cosa che ho scritto di cinema era proprio su questo film. Poi ho studiato e mi sono laureata in cinematografia, specializzandomi in Francia. Ho avuto la fortuna di avere dei grandi maestri, i migliori. Mi sono laureata con Giampiero Brunetta, lo storico che ha innovato la storiografia del cinema in Italia, giovanissimo fra l’altro, il più giovane cattedratico italiano. Poi ho studiato con un maestro del cinema in Francia, a mie spese. Questo ci tengo a dirlo perché i miei non potevano permetterselo di pagarmi gli studi. Ho anche litigato e in famiglia c’era molto contrasto. Approfitto per ringraziare papà Giulio e mamma Clotilde, che non ci sono più, perché comunque mi hanno dato quella educazione trentina che, nel mio caso, ha fatto veramente la differenza. Non sono campanilista, tanto meno leghista, però ho sempre avuto la convinzione che Trento e il Trentino non siano mai diventate veramente italiane; non so come dire, ci sono una diversità e una peculiarità di questi luoghi... Passiamo alla sua rivista. Com’è cam-

biato il mensile “Ciak” nel corso degli anni? A dire il vero a cambiare è stato il mondo intero. Prima c’era solo la stampa di carta e noi eravamo super competitivi in Italia: eravamo solo noi ed eravamo i più forti in tutto. Quando ho assunto la direzione, il web cominciava a diffondersi lentamente. Se penso all’accelerazione che ha subito internet negli ultimi anni... Poi oggi ci sono i social network, facebook, twitter: tutti strumenti che usiamo quotidianamente. Siamo bombardati dalle informazioni, soprattutto visive. È per questo che per un giornale di carta come il nostro diventa complicato tenere la concorrenza sul digitale. Abbiamo cercato di correre ai ripari, puntando sulle firme, sull’autorevolezza, sulle esclusive e quindi naturalmente sempre più difficile proprio per i giornali, siamo riusciti ad ottenere anche allargando, perché abbiamo rafforzato molto il brand, il marchio. Abbiamo iniziato a vendere i Dvd con il marchio Ciak e quello ci ha permesso di diventare leader nel settore. Cerchiamo di mettere il marchio Ciak su ogni attività che riguarda il cinema in Italia. Tu ti svegli la mattina e hai già tutto sul telefonino: mi pare chiaro che una rivista

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debba offrire altro. Dobbiamo confrontarci con un mondo in cui la sala ha perso potere rispetto alla visione casalinga. Poi c’è la questione pirateria: un grosso problema per il cinema, come lo è per la musica. La gente ormai tende a scaricare di tutto e illegalmente. Nel caso del cinema evidentemente bisognerà indirizzare il fenomeno verso il legal download. Insomma bisogna confrontarsi con un mondo che è mutato in maniera radicale. Qual è la situazione attuale del nostro cinema? Il primo problema del cinema italiano è che non ha un mercato internazionale, ma solo locale. È molto centrato sulla commedia come unico genere da botteghino, che peraltro ha moltissimi talenti. È degerata anche una certa idea di cinema “dedicati”, le sale che un tempo si 40

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dedicavano a un genere. La costruzione di tutti questi multiplex ha mutato un po’ il punto di vista dello spettatore. È molto più difficile la penetrazione di un certo tipo di prodotto, come la commedia all’italiana. Solo ultimamente si intravede un certo cambio di tendenza; stanno uscendo molti film impegnati che raccontano la storia, anche tragica, l’Italia, come ad esempio il film di Marco Tullio Giordana “Romanzo di una strage”. Nonostante ciò, non è sicuramente un momento non facile per il cinema italiano. Attraverso quali canali si tiene aggiornata sul mondo del cinema mondiale? Sono in stretto contatto con i nostri corrispondenti americani e questo è fondamentale per il mio lavoro. Ma da sempre io leggo tutto, ogni cosa. Ho la fortuna di leggere in più lingue e questo è molto

importante e non lo dico per tirarmela, ma soprattutto pensando ai ragazzi di oggi che smanettano su internet, ma conoscono poco le lingue. Diciamo che la mia fortuna in quell’epoca lì è stata quella di aver studiato fuori dall’Italia e quindi di aver sempre letto la stampa straniera, tenendomi sempre aggiornata (quanfdo il web era solo un’ipotesi); il tutto per una passione e un accanimento mio personale. Sono sempre stata una divoratrice di giornali, di ogni forma, colore, tipo e spessore. Adesso indubbiamente mi tengo aggiornata attraverso i siti, ma anche con Twitter che mi aggiorna minuto per minuto. Nel mio lavoro è importante – come si dice in gergo – avere un po’ di antenne. Il talento è un po’ anche quello, cioè riuscire, captare e capire quello che sta succedendo, quello che andrà, quello che funzionerà e quello verso cui si dirigerà la gente. E non devono mancare dei collaboratori validi. A me piace molto lavorare in squadra e credo di avere un po’ il talento di riuscire a coordinare e a dirigere le persone. Ad una certa età questo lavoro lo puoi fare solo se hai molte antenne giovani che si muovono e in qualche modo ti portano informazioni, notizie, mood (umori), tendenze, sensazioni che si stanno costruendo. Quali sono gli ingredienti per un buon film, al giorno d’oggi? Ci vogliono sicuramente idee nuove. Bisogna che un film contenga non solo una storia importante, ma che comunque affascini e crei una forte corrente di empatia con lo spettatore. Ci sono film bellissimi dove capisci subito che non avranno un rapporto con il pubblico, perché raccontano una storia che non è nelle corde del pubblico in quel momento. Magari è raccontata meravigliosamente però non ha la forza e la contemporaneità di arrivare. Penso al Titanic in 3D che è uscito adesso che comunque funziona ancora, perché tira la gente: non per niente è primo in classifica da noi. È l’esempio di come un plot vincente può fondersi con una storia universale. Titanic è un microcosmo che racconta la vita: la prima classe e la terza classe, la povertà e la ricchezza, l’amore, la passione, l’incidente, la lotta per la sopravvivenza, la morte, la perdita, la sconfitta. Racconta un grande universo in un unico luogo. Quello è sicuramente un prototipo di una storia che rende in qualche modo immortale ed eterno il cinema. Quello che a me piace raccontare. ■


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trentinoattualità di Tiziana Tomasini

LA TORRE CIVICA Trento. Cronaca di un’ascesa verticale, alla scoperta di uno dei monumenti simbolo della città. Chi l’ha costruita? Quali le sue funzioni nel corso dei secoli?

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a Torre Civica riappare ai Trentini in tutto il suo splendore architettonico, storico ed artistico. Il recente restauro è stato celebrato con l’allestimento di una mostra al Museo Diocesano per svelare funzioni, simboli, immagini di questo importante edificio. Noi abbiamo ascoltato la storia della Torre e siamo saliti in alto, ad osservare la città … La visita alla Mostra La collaborazione tra Comu42

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ne di Trento, Società di Studi Trentini di Scienze Storiche e Museo Diocesano Tridentino ha reso possibile una ricostruzione storica ed artistica per rispondere a tutti quegli interrogativi che il recente restauro ha fatto nascere spontaneamente: quando è stata realizzata la Torre e da chi? Chi era il proprietario? Quali le funzioni della Torre nel corso della storia? Nostra guida nell’illustrare il percorso museale, la dott. ssa Lorenza Liandru afferma che la Mostra storico-docu-

mentaria cerca di rispondere nello specifico a questi ed altri quesiti, grazie all’apporto delle fonti raccolte con paziente lavoro di ricerca dagli studiosi. Su grandi pannelli di notevole impatto visivo, il pubblico può percorrere la storia della Torre attraverso le testimonianze scritte. Dai documenti del XII secolo che testimoniano la presenza dell’edificio ancora in stretta relazione con il palazzo vescovile (“in camera domini episcopi apud turrim”), alle più ampie descrizioni – risa-


trentinoattualità sa in prestito dalla Soprintendenza per i Beni storico artistici della Provincia Autonoma di Trento, che lo ha da poco acquisito. Attraverso quindi scritti e immagini, la Mostra svela anche le funzioni della Torre nel tempo. La sua storia ha inizio nel XII secolo, quando sui resti dell’antica Porta Veronensis viene eretta la Torre. L’alto edificio - pertinenza del palazzo vescovile - apparteneva al principe ed era alta circa 23 metri fuori terra, con uno spessore murario di due metri. Tra il XII e il XIII secolo si compie la prima elevazione, fino a raggiungere i 30 metri di altezza; nel XIV secolo – periodo in cui si accerta l’amministrazione comunale della Torre, con la manutenzione e la gestione laica di orologio e campane – viene ulteriormente sopraelevata, raggiungendo gli attuali 45 metri. La funzione di difesa è ben testimoniata dalla costruzione – nella parte sommitale – di un “apparato a sporgere” per effettuare il “tiro piombante”. Ma sono testimoniate funzioni non solo difensive; nel corso dei secoli la Torre viene utilizzata per scopi amministrativi e per ospitare le carceri cittadine. Accertato fin dal XIV secolo, l’uso carcerario si distingue nelle carceri dei debiti (dette “della fermaiola”) ed in quelle femminili. Alcuni dei graffiti e delle iscrizioni realizzate dai carcerati nei periodi di reclusione si sono rivelate di particolare interesse storico-pittorico. L’elemento che permette di riconoscere ed individuare la Torre come punto importante di riferimento per la vita cittadina è sicuramente la presenza dell’orologio. Oltre al tempo civile e laico – contrapposto ai rintocchi religiosi del Duomo – la Torre chiamava a raccolta i cittadini e segnalava situazioni di pericolo con le

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lenti all’anno 1673 – di Michelangelo Mariani. Nel descrivere la piazza, Mariani parla della torre e riporta gli elementi che la caratterizzano significativamente: “la pietra viva e statura quadra e forte”, l’orologio “dove nell’alto dimostrano, e batton l’Hore”, il “fondo per li Prigioni”, il “mercato dei Commestibili” che si tiene ai piedi della Torre, “ogni dì, di Sabbato in particolare”. Accanto alle fonti scritte, nei luoghi della Mostra trovano ampio spazio interessanti e curiose immagini: dipinti, incisioni, vecchie fotografie, cartoline. Tali immagini permettono di ricostruire visivamente l’edificazione ed i relativi mutamenti architettonici dell’edificio lungo il corso dei secoli. Di particolare rilievo la veduta di Piazza Duomo di Giuseppe Canella, presentata in queste sale per la prima volta al pubblico e conces-

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due campane (“della renga” e “della rason”). La storia delle campane e dell’orologio merita un capitolo a parte. Dal XIII secolo giunge testimonianza di una campana che suonava per convocare il consiglio generale della città e per avvisare dell’inizio delle sedute del giudice cittadino; la campana grande accertata dal XV secolo – quella detta “della renga” – venne rinnovata nel 1499 e rifusa nel 1789. Al fianco di quella grande, era in funzione una campana minore – detta “della rason” – che scandiva i tempi delle funzioni giudiziarie celebrate a Palazzo Pretorio e che avvertiva i cittadini in caso di incendio (altro che i moderni rilevatori elettronici…): rinnovata anch’essa nel 1499, si trova tutt’ora sulla Torre, con in rilievo l’immagine del Simonino. Dal 1448 sulla Torre è attestata la presenza di un orologio: si trattava di un sistema meccanico medioevale, che consentiva la battuta delle ore sulla campana grande della Torre. Nel Cinquecento la prima sostituzione, con uno dotato di quadrante e di indice delle ore. In fase di abbellimento generale della città per il Concilio di Trento, la Torre viene affrescata con le immagini di San Vigilio e di Santa Massenza; le razze dell’orologio vengono indorate. L’orologio successivo risale allo stesso periodo conciliare e rimane in funzione fino alla sostitu-

zione con il meccanismo del 1859, realizzato da Carlo Zanoni. Del 1960 e del 1970 le più recenti sostituzioni. Accanto ai dipinti, ai carteggi, alle vedute panoramiche, alle testimonianze storiche e pittoriche sono presenti nella Mostra due importanti contributi multimediali: un video che racconta la storia della Torre ed un viaggio virtuale che, attraverso il mouse, permette di esplorare a 360 gradi tutti gli ambienti della Torre. A tutti quindi – anche a chi è impossibilitato fisicamente ad intraprendere la salita e la discesa della Torre – viene offerta l’opportunità di godere delle eccezionali angolazioni e delle suggestive panoramiche dell’edificio. La visita alla Torre Accompagnati dal dott. Andrea Pagnin dell’Ufficio Cultura del Comune di Trento, abbiamo il piacere e l’onore di entrare nella Torre. Pregustando la salita, pensiamo che per ogni essere umano andare verso l’alto – sia in senso fisico


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come figurato – è sempre una sensazione unica, da raccontare. Possiamo già emozionarci, dunque, alla vista della chiave e del primo portoncino di accesso. Un tuffo indietro nel tempo, se non fosse per la moderna illuminazione che – pur discreta e diffusa in modo tale da non essere vistosa – riporta irrimediabilmente al terzo millennio. Nella prima sala – la Torre è costruita su dodici livelli - risaltano le scritte sui muri, l’immagine ridicolizzata di un vescovo, i frammenti di città che si intravedono dalle finestre. L’antica funzione di carcere è quella che forse colpisce di più: un’altra idea di prigionia dall’attuale concezione di reclusione, l’atipicità di

un luogo di coercizione nella piazza centrale di Trento. Le motivazioni storiche di questo uso della Torre sono di ordine “tecnico”: l’adiacente Palazzo Pretorio era sede dei tribunali cittadini ed il passaggio diretto nella Torre garantiva l’immediato trasferimento del condannato; proprio per questo motivo la Torre non ha mai avuto un ingresso autonomo. Nel salire ai livelli superiori, colpisce la diposizione degli spazi interni, sprovvisti di alcun tipo di arredo. Osservando la Torre da fuori è difficile immaginare cosa possa esserci all’interno: le nostre capacità percettive colgono essenzialmente la verticalità dell’edificio. Ogni piano e

pianerottolo è invece costituito da brevi e stretti corridoi, con più punti di osservazione verso l’esterno. Legno nuovo e legno antico – travi grosse, scure, massicce – convivono e testimoniano la sottile ricerca di un restauro poco impattante e decisamente rispettoso degli elementi originari. L’ascesa ai piani è lenta, in certi punti impegnativa. Ci si abbassa, si salgono scale e scalette, si aprono porte. Arriviamo alla stanza dell’orologio, esattamente dietro l’enorme quadrante che si impone sulla piazza; un orologio composto di fili, ingranaggi e catene, a scandire il tempo che scorre inesorabile anche da quassù. Di tanto in tanto

IL Restauro

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l restauro della Torre civica si è concluso nel novembre 2011, dopo due anni di lavori (dei costi non abbiamo notizia). Gli interventi hanno riguardato il consolidamento ed il restauro delle strutture murarie, dei solai, dei pavimenti lignei, dei portoncini; l’integrazione di nuovi elementi ha interessato in particolare i collegamenti verticali, quali scale e scalette. L’opera di restyling è stata condotta dal Servizio Edilizia pubblica del Comune di Trento – arch. Giorgia Gentilini – ed ha consentito di approfondire la storia di questo importante edificio della città. Il consenso generale per la Mostra e per le visite alla Torre – effettuate solo nei fine settimana tra febbraio e i primi di aprile, solo su prenotazione e organizzate in gruppi numericamente ridotti per le oggettive difficoltà di salita e di discesa – si traduce in cifre: tanti i visitatori, tantissime ancora le richieste. Questo diffuso interesse dei trentini e dei turisti ha portato alla decisione di prorogare la Mostra fino alla fine del mese di maggio; motivi logistici e di sicurezza, come si accennava sopra, non rendono invece possibili in questo periodo ulteriori ingressi alla Torre. Un altro aspetto del successo di pubblico sono gli apporti della cittadinanza: tanti i trentini che hanno portato spontaneamente testimonianze della Torre. Allora è nata l’idea. Perché non coinvolgere ufficialmente quanti hanno qualcosa da riportare? Ecco quindi foto, disegni, incisioni, testi, poesie e ricordi legati alla Torre. I contributi inviati saranno pubblicati sul sito internet e sulla pagina face book del Museo Diocesano.

commentiamo, tocchiamo, fotografiamo. La sommità è annunciata dai pioli sempre più verticali, in un attimo siamo già al decimo livello. Siamo nella cella campanaria. La vista è veramente difficile da raccontare. Il Duomo, la fontana del Nettuno, le persone in miniatura, i tavolini dei bar, la vita del cuore della città in un solo sguardo. Le campane sono maestose nella loro imponenza; legate e issate alle travi occupano gran parte dello spazio. “Ma suonano ancor oggi?” chiediamo curiosi. “Certo, sì, dovrebbero suonare allo scoccare dell’ora” risponde il dott. Pagnin. Istintivamente guardiamo i nostri orologi: uno segna le 15.00, l’altro le 15.02. Un attimo di attesa. Niente. Decidiamo di cominciare la discesa. All’ultimo scalino del nono piano, ecco che arriva un “don” pieno, completo, avvolgente, assordante come solo una campana di enormi dimensioni può fare. Un sobbalzo, poi la risata e la conferma: “Sì, suona!” Peccato, dobbiamo scendere. L’ultima porta carceraria, la chiave come quella delle fiabe; doppio giro e via. L’ultimo scatto da sotto, a vedere dove eravamo. Dove eravamo a dominare con lo sguardo la città, a scorgere le altre torri di Tridentum, a individuare abbaini e mansarde da favola, inimmaginabili dal piano strada. Un’altra vista della stessa città. ■ 45

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trentinoattualitĂ

di Alberto Folgheraiter

Quei pinnacoli millenari nella terra di Segonzano Sembrano gnomi e folletti, funghi chiodini e fiabe che la natura ha raccontato agli uomini nel corso dei millenni. Sono erosioni moreniche, non uniche ma di sicuro richiamo turistico. Sorgono nella valle del Regnana sulle erte pendici meridionali del dosso di Segonzano

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trentinoattualità

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Segonzano ne vanno orgogliosi ma, quasi per pudore, evitano di menarne vanto. Eppure, le piramidi di terra che svettano nella valle del rio Regnana, affluente di sinistra nella media valle dell’Avisio, rappresentano un fenomeno geologico davvero singolare. Non unico, certo, anche perché sull’altipiano di Renon, a Bolzano, analoga erosione vanta ancor oggi gruppi di pinnacoli ben più consistenti di quelli segonzanesi. Tuttavia, in Trentino, quelli che un tempo (non gli abitanti della zona) chiamavano “i òmeni de Segonzan” costituiscono da molti anni un richiamo per geologi e visitatori. L’altipiano di Piné, dalla cui sommità si possono (in parte) osservare le piramidi di terra, ne mena vanto come fosse territorio proprio. In tempi passati, la Val di Cembra, tranne sporadiche manifestazioni di attenzione, ha dato l’impressione di non curarsene troppo.

Solo in anni recenti, e con il contributo provinciale, l’amministrazione comunale di Segonzano ha provveduto a un ripristino del sentiero di accesso ad alcuni punti osservazione privilegiati. Il percorso, tracciato negli anni Settanta del secolo scorso, fu lasciato pian piano franare nel disinteresse generale. Forse perché già prima le piramidi erano, in parte, franate. A metà del XIX secolo, infatti, l’intera sponda destra del Regnana, dall’abitato di Luch al villaggio di Quaràs, era ricoperta di pinnacoli. Poi le alluvioni, il tiro al bersaglio durante la prima guerra mondiale, per finire col terremoto del Friuli del 6 maggio 1976 (che qui fu avvertito come del quinto grado della scala Mercalli), contribuirono a ridurre in quattro gruppi una vasta area che si estendeva lungo tutta la parte mediana del fianco meridionale del Dosso di Segonzano. La mancata pulizia del bosco, con la crescita incontrollata di cespugli e latifoglie (in particolare la robinia) e di aghifoglie (il pino silvestre), ha fatto il resto. Eppure, quei pinnacoli, in perenne pre-

Dove sono le (altre) piramidi

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e piramidi di terra sono un fenomeno diffuso in tutta la regione. Oltre a Segonzano (una è in formazione nella valle del rio Gaggio, tra Segonzano e Sover), in Alto Adige sono celebri le piramidi di Renon (Monte di Mezzo, Soprabolzano, Auna di Sotto). Sorgono nella valle del rio Rivellone e nella valletta del rio Fosco che separa gli abitati di Longomoso e Monte di Mezzo. Le piramidi di Auna di Sotto costellano l’incisione formata dal rio di Castero. A differenza delle altre, che sono rossastre per via delle crete, queste ultime formazioni sono di colore grigio-cenere. In Val Pusteria sorgono piramidi di terra a Terento e Plata. Nel Tirolo Orientale a Iselsberg-Stronach.

cario equilibrio sul ripido costone della montagna, sono l’impronta geologica più interessante della val di Cembra, peraltro caratterizzata dallo sfruttamento intensivo (ora in “cassa integrazione”) del porfido. Tutto cominciò molto, ma molto, tempo fa. In principio fu il ghiaccio. Copriva la val di Cembra e l’intero bacino dell’Avisio (Fiemme e Fassa). Una coltre immensa di ghiaccio che, in taluni punti, raggiungeva i mille metri di altezza. Dieci-dodicimila anni fa, la glaciazione Würmiana (che era cominciata da 75mila anni e raggiunse il suo apice cinquantamila anni dopo) lasciò il posto a temperature più miti, i ghiacciai cominciarono a ritirarsi. Trascinarono a valle detriti rocciosi che si accumularono sui fianchi dei monti. Questi detriti sono detti “morene”. Ebbene, tali depositi di terra (argilla, sabbia, limo e ciottoli) frammisti a massi anche di proporzioni gigantesche, dopo lo scioglimento e lo scivolamento dei ghiacciai verso la pianura padana, cominciarono a essere “intaccati” dalle acque piovane. Nel corso dei secoli, la sponda destra del rio Regnana, che scende dalla valle di Piné ed è affluente di sinistra dell’Avisio, cominciò a essere interessata da questo particolare fenomeno di dilavamento da parte dell’acqua. Una piramide non si forma dall’oggi al domani. Sul pendio della morena, l’acqua piovana scava un ruscelletto, gira attorno a un masso che, a sua volta, comprime il deposito sottostante. Poi il vento, la neve, il ghiaccio, tutto concorre a scavare, modellare, affilare quei piccoli funghi di 47

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Dürer weg

SENTIERO DEL DÜRER – VALLE DI CEMBRA

2 GIUGNO 2012

Castello di Segonzano Va l l e d i C e m b r a – T N – I TA L I A

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INFO: A.p.T. Piné Cembra tel. 0461 683110 infocembra@visitpinecembra.it

Grafica A.p.T. Piné Cembra. Foto: Archivio A.p.T.: A. Enrici; G. Panfili

PIERLUIGI COLANTONI IN CONCERTO


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Dal ponte sul rio a quota 875 metri

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na visita completa alle piramidi di Segonzano dura circa 2 ore e 45 minuti. Da qualche tempo, per utilizzare il sentiero attrezzato, si deve pagare un ticket istituito dal comune di Segonzano (3 euro per adulti, 1 euro per giovani e scolaresche, gratuito per bambini fino a sei anni e per i residenti). Tale contributo dovrebbe servire per i lavori di mantenimento del sentiero anche se taluni ritengono sarà più oneroso pagare l’addetto alla riscossione di quanto incamerato dalle pubbliche casse... Ad ogni buon conto, si parte dal ponte sul rio Regnana, a 604 m di quota per raggiungere gli 875 m, con un dislivello complessivo di 271 m. Escursioni guidate su prenotazione: Associazione accompagnatori di territorio del Trentino: info@accompagnatoriditerritorio.it www.accompagnatoriditerritorio.it. Ulteriori informazioni: APT Piné Cembra: tel. 0461 683110 e sito www.visitpinecembra.it, mail infocembra@visitpinecembra. it e Comune di Segonzano tel.0461 686103 e sito www.comune.segonzano.tn.it

Menù di maggio:

terra che hanno sulla sommità un cappello formato proprio da una pietra. Spesso si tratta di un masso “sulle ventitré”, vale a dire piegato e con la parte inferiore a spigolo. Insomma un cappello che ha mantenuto “vive” e conservato per secoli le piramidi. Infatti, quei pinnacoli che, malauguratamente, hanno perduto il “cappello”, in pochi decenni si sono ridotti a lame di terra sghembe, via via sempre più sottili e destinate alla scomparsa. Accadde durante la prima guerra mondiale, quando la zona delle piramidi divenne poligono di tiro al bersaglio da parte dei militari austriaci che erano stati dislocati in Val di Cembra. In precedenza c’erano state le alluvioni (1882, 1885, 1912), che avevano sconvolto valli, devastato le montagne e che alle piramidi di terra non avevano certo fatto un gran bene. Proprio negli anni seguiti alla “brentàna” del 1882, il Capitanato di Trento aveva chiesto al comune di Segonzano di “concorrere al mantenimento delle opere

di riparazione delle piramidi”. Era il 5 marzo 1893 e l’amministrazione comunale aveva respinto la richiesta “visto il nessun vantaggio che ne ridonda al paese dall’esistenza di quelle piramidi”. C’erano ben altri problemi, infatti, in quel periodo: la crisi dell’agricoltura, la moria del baco da seta, la filossera della vite. Tutti fenomeni che, sommati alla devastazione operata dall’alluvione, avevano avviato verso l’emigrazione decine di uomini anche di queste contrade. Pochi eruditi erano a conoscenza del fatto che proprio quel fenomeno geologico nella valle del Regnana aveva attirato l’attenzione di un illustre viaggiatore del tardo medioevo. Il massimo pittore del rinascimento tedesco, Albrecht Dürer pennellò un cenno di piramide nell’acquarello “Monti italiani”, fissato nel suo viaggio a Venezia del 1495. Anche l’ignoto pittore di un celebre ex voto della “battaglia di Segonzano” del 2 novembre 1796 tra napoleonici e tirolesi, fissò sulla tela il profilo delle piramidi. Sul finire dell’Ottocento, con lo sviluppo

Trancio di salmerino in crosta di patate con crema di asparagi e pesto di crescione *** Gnocchi di patate alle verdure primaverili con ricotta di capra e schiuma di rose

Castel Pergine

dell’arte fotografica, Giovanni Battista Unterveger e G. Pavanello di Cles non mancarono di riprendere su lastra di vetro quella singolare “eruzione cutanea” sulla “pelle” della valle laterale dell’Avisio. Da quelle immagini si evince che la zona delle piramidi era ampia e punteggiata da mille torri. L’ultimo secolo ha visto il ridimensionamento dell’area, il rimboschimento di alcune vallette e la riduzione a quattro gruppi principali. Il primo, nella parte meridionale, è dominato da una lama a forma di anfiteatro; il secondo gruppo è detto delle “canne d’organo” e si sviluppa lungo una valletta in gran parte coperta di pini e di larici. Il terzo gruppo, verso l’alta valle del rio Regnana, è il più imponente. Infine, il quarto gruppo, presenta una serie di pinnacoli in via di formazione. Oltre che dal basso (un sentiero attrezzato parte dal ponte sulla provinciale Fersina-Avisio, poco prima dell’abitato di Scancio di Segonzano), le piramidi si possono osservare agevolmente da due punti di osservazione ricavati lungo la strada comunale che da Luch conduce a Quaràs. Il percorso asfaltato, tagliando il ripido costone del Dosso di Segonzano (1542 m), forma una sorta di linea di confine tra il bosco e le sottostanti formazioni geologiche. Ai bambini di Segonzano, un tempo, raccontavano la favola che le piramidi erano abitate dagli gnomi e che, all’interno di quella foresta di funghi pietrificati viveva un orco spaventoso. In effetti c’è ancora la “tana del Blemo”, una piccola caverna nella quale trovò rifugio, durante la prima guerra mondiale, un militare boemo. Il disertore è morto e i bambini di Segonzano sono diventati adulti. ■ Quelli sì, “òmeni de Segonzan”.

Petto di faraona al fior di sambuco con sformato di patate al lardo nostrano *** Semifreddo al croccante di papavero e crema caramellata al pino mugo Prezzo del menù con i vini esclusi: Euro 34,00 Euro 45,00 con i vini abbinati

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trentinoaltoadige di Fiorenzo Degasperi

Il Turiseum a Merano: per raccontare il turismo

Il museo, innovativo nella forma e nei contenuti, offre uno sguardo privilegiato sull’ospite, la sua storia, il territorio sudtirolese 50

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alendo le meandriche scale del neogotico Castel Trauttmansdorff, tra il 1870 e il 1889 dimora meranese di villeggiatura dell’imperatrice Elisabetta d’Austria, detta “Sissi”, ci

si imbatte in una vasta sala lignea dove troviamo un grande flipper di legno. Il gioco riproduce il territorio sudtirolese con i suoi elementi caratteristici, i pantaloni di cuoio, le funivie, le mucche

al pascolo, il trattore, i masi, le rotatorie, le galline, i pullman accatastati, le pecore, i suonatori di corni, malghe, ecc. Ognuno di noi non può fare a meno di tirare le leve di legno e far scattare la biglia

d’acciaio – quella siamo noi, è il turista – che incomincia a percorrere le tortuose strade montane colpendo le varie icone del turismo di questo territorio. Noi possiamo scegliere il percorso, sciare o

info museo Il Touriseum, sito in Via San Valentino, 51a, si raggiunge uscendo dalla superstrada a Merano sud, seguendo le indicazioni per Scena/Castel Trauttmansdorff. Dal centro di Merano invece con le linee 4 e 1B, ogni 20-30 minuti, fino al capolinea. Munirsi di biglietto presso le rivendite autorizzate o i distributori automatici. Il Touriseum è aperto dal 1 aprile al 31 ottobre, dalle 9 alle 19 (ultimo ingresso ore 18) e dall’1 novembre al 15 novembre fino alle 17 (ultimo ingresso ore 16). Nei mesi di giugno, luglio e agosto ci sono i “venerdì lunghi”, ovvero l’apertura è dalle 9 alle 23. Nessun giorno di riposo. Il biglietto d’ingresso permette anche la visita ai “Giardini di Castel Trauttmansdorff”, un vasto orto botanico tra i più famosi d’Europa. Biglietto singolo € 10.80, per famiglie (2 adulti con bambini sotto i 14 anni) € 22, bambini sotto i 6 anni entrata gratis. Gruppi di almeno 15 persone (ogni 15 persone una ha diritto all’ingresso gratuito) € 8.30, scolaresche (per alunno, solo su prenotazione) € 3.30. Presso la reception del Touriseum si possono acquistare souvenir e le numerose pubblicazioni della casa. Al centro dei giardini si trova il ristorante Schlossgarten con 150 posti a sedere nelle sale interne. La terrazza soleggiata dispone di 120 posti ed offre uno splendido panorama sulla valle dell’Adige e le montagne circostanti. Info museo: tel. 0473270172, www. touriseum.it oppure www.musei-altoadige.it. 51

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trentinoaltoadige arrampicare, effettuare una passeggiata o partecipare ad un Törggelen. Il messaggio è chiaro e semplice: il Paese offre un’ampia possibilità di scelta al turismo ma è anche vero che non deve appiattirsi alle sue esigenze. Il gioco dell’Alto Adige, ovvero il grande flipper di legno sul tema del turismo, è il miglior biglietto da visita del neonato Touriseum, ovvero il Museo Provinciale del Turismo che si è inaugurato nel 2003, che si dipana nei quattro piani del Castel Trauttmansdorff a Merano, immerso nel grande e ampio orto botanico famoso in tutta Europa. Il Touriseum è il primo e finora unico museo dell’arco alpino dedicato al turismo nei suoi vari aspetti, storici, sociologici, economici, di costume, di folklore. Una filosofia questa da attribuire alla vulcanica intraprendenza del direttore, Paul Rösch, e del suo giovane e vivace staff, affrontata con un piglio ironico, curioso, stimolante, intrigante. Infatti, l’intenzione esplicita è quella di incuriosire e stupire il visitatore, evitando l’effetto stancante e noioso di tanti musei. E qui, sicuramente, non c’è da addormentarsi. Accompagnati dallo spirito della principessa Sissi che si è aggirata per queste scale durante le lunghe notti insonni, cercando conferme alla sua ossessione per il

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il direttore Paul Rösch

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aul Rösch, affabile narratore di un Sudtirolo turistico dalle mille sorprese, è il direttore del Museo Provinciale del Turismo Castel Trauttmandsdorff, nonché timoniere di un piccolo ma esperto e solerte staff di operatori. A lui le domande di rito. Il Sudtirolo è il regno del turismo. Questo museo ne racconta la storia con ironia e spirito fanciullesco. Qual è il filo d’Arianna? Attraverso umorismo e divertimento cerchiamo di spiegare ai visitatori la storia del turismo. Ciò che vorremmo sottolineare è che il turismo è un fatto culturale, che ci riguarda tutti. Perché oggigiorno viaggiamo tutti, siamo tutti turisti e nello stesso tempo siamo “Bereiste”, cioè la gente “occupa”, per un certo periodo, il nostro territorio. Il turismo funziona in modo uguale in tutto il mondo, i meccanismi sono quelli, identici. Noi prendiamo come esempio la nostra regione, cerchiamo di analizzare le situazioni, la storia, la cronaca, gli echi, convinti che “nel cucchiaino si rispecchia il mondo”. L’esposizione lavora molto sui simboli e le metafore, sulle suggestioni e le emozioni. Un museo che incuriosisce, che sollecita domande più che risposte? Il museo cerca soprattutto di fornire delle risposte alle seguenti domande: - Com’è giunta la nostra regione alla sua realtà turistica odierna? - Come agisco io in qualità di viaggiatore e come mi comporto invece quale abitante di una regione turistica? - Com’è strutturato il settore turistico? Il Touriseum può diventare un argine, o comunque un momento di riflessione, affinché il turismo di massa non si trasformi in distruzione del territorio? Quando mi rendo conto perché ho bisogno di ferie e quali sono le mie nostalgie vere, quelle più autentiche, da questo momento comincerò a rispettare l’ambiente e la gente che ci vive. culto della propria bellezza, anoressica ante litteram, turista del corpo e malata per costrizione, la visita si dipana partendo da una stretta gola rocciosa, come ce ne sono tante in Sudtirolo. Oltrepassarla è come superare una soglia che ci proietta in un altro mondo e dimensione. Attraverso esposizioni permanenti e temporanee, il nostro


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spirito si trova a confrontarsi con suoni, memorie visive e sonore, interviste a personaggi storici che hanno fatto il turismo in questa terra, come Max Staffler dell’Hotel Grifone, Bolzano, Anton Schwingshackl dell’Hotel Braies, Emma Heiss Brunner dell’Hotel Elefante, Bressanone; postazioni multimediali, oggetti come la mitica Vespa anni Sessanta, scenografie, ricostruzione di alberghi, sale da bagno – i famosi Bäder –, cartoline illustrate, souvenirs e, autoironia, una torretta delle vignette sul tema del turismo. Una serie di modellini illustra la trasformazione, attraverso i decenni, di una piccola casa contadina, prima

in modesta pensione e poi via via in grande albergo ed in resort superlusso. Settemila oggetti, in continuo aumento grazie a donazioni, prestiti e acquisti, ci aiutano a capire, assieme a 15 figure lignee di grandezza naturale che osservano e meditano al nostro fianco, questa terra che, romanticamente ma anche produttivamente, ha saputo e sa ancor oggi gestire il suo patrimonio naturale e culturale in maniera esemplare. E ci fanno capire come, in molti casi, il turismo per molti abitanti degli hof, dei masi di montagna, sia stato anche una presa di coscienza di come era il mondo “al di fuori” della propria recinzione, oltre

Un museo per tutti

la Wetterkreuze, al di là dei sassi che schiacciano il tetto. Così, molte donne hanno conosciuto la cultura paritaria, la gente di montagna ha capito che gli italiani non erano quelli che molte volte venivano raffigurati dalla stampa tedesca o nazionalista, che la cucina contaminata tra sud e nord è la migliore del mondo. Il Touriseum, attraverso convegni, conferenze, mostre temporanee, pubblicazioni – preziosa la collana di reprint delle guide storiche – s’interroga continuamente. Ed è questa la sua forza, il suo essere motore di idee e di situazioni. D’altronde, il turismo in Sudtirolo è passato dalle 800.000 presenze del 1954 agli oltre

24 milioni di passaggi annuali di oggi. Tutto questo qualche cosa vorrà ben dire in termini di cultura, economia, cronaca, strutture, impatto ambientale, cambiamenti del territorio, variazione di idee, ecc. Allora il Touriseum non è una mera presenza collocata in questo castello neogotico, su cui alita il vento romantico di Sissi e dei fantasmi che abitarono, un tempo, quella che era una piccola rocca chiamata, nel 1300, Neuberg. Il Touriseum è una filosofia, un modo di vedere le cose, ci aiuta a comprendere, capire, meditare. È un museo pieno di fascino che coniuga levità e approfondimento, informa■ zione e divertimento.

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l Touriseum fa parte del circuito “turismo senza barriere” della Provincia di Bolzano. Infatti è stato pensato anche per le persone con ridotta capacità motoria, le quali possono accedere a tutte le sale dei quattro piani del castello grazie ai quattro ascensori. Ogni scala interna è munita di piattaforma mobile. Ad ogni piano si trova un bagno attrezzato e accessibile. Per il futuro sono previste speciali visite guidate per non vedenti e non udenti. Il Touriseum per un turismo sostenibile e alla portata di tutti, questa è la filosofia che soggiace a questa giovane istituzione e che traspare dall’organizzazione e dalla visitabilità delle mostre temporanee e di quelle permanenti. Inoltre il museo, in febbraio e marzo, apre i battenti in esclusiva per le scuole. Castel Trauttmansdorff si trasforma in un’aula didattica del tutto particolare. “In viaggio” si chiama l’iniziativa grazie alla quale scolari e studenti potranno scoprire, grazie a diverse offerte didattiche, in modo ludico il museo ed i suoi contenuti. 53

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trentinoattualità trentinofuoriporta

brueghel: Quattro generazioni di artisti Ci sono passati Napoleone, Ugo Foscolo e Giuseppe Garibaldi. oggi VilLa olmo a como ospita una grande mostra dedicata alla più importante stirpe di artisti fiamminghi attivi tra il XVI e il XVII secolo

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ulla riva occidentale del primo bacino del Lago di Como si affaccia Villa Olmo, un imponente edificio neoclassico realizzato alla fine del 1700 dall’architetto Simone Cantoni, su commissione del marchese Innocenzo Odescalchi. L’edificio, nato come residenza estiva, è anticipato da un ampio giardino che si affaccia direttamente sul lago. Villa Olmo si è contraddistinta nella storia per la frequentazione di nomi celebri:

tra i viali che percorrono i parco e il giardino della Villa passeggiarono personaggi del calibro di Napoleone Bonaparte, Ugo Foscolo e Giuseppe Garibaldi. La tradizione continua tutt’oggi, grazie agli eventi di alto respiro internazionale contrassegnati come Le Grandi Mostre di Villa Olmo che annualmente ospitano alcune delle più belle collezioni d’arte al mondo: da Mirò a Picasso, da Magritte a Rubens, sino a Boldini, le cui opere so-

no state ospiti delle meravigliose sale della Villa settecentesca, permettendo ai visitatori di godere non solo dell’arte figurativa presentata, bensì di accedere a un luogo unico ed esclusivo per bellezza ed eleganza. Il nono appuntamento delle Grandi Mostre di Villa Olmo, curato dall’Assessore alla Cultura di Como Sergio Gaddi e da Doron J. Lurie, conservatore dei Dipinti Antichi al Tel Aviv Museum of Art, ripercorre la storia della più importante stirpe di artisti fiamminghi attivi tra il XVI e il XVII secolo. La mostra è un grande progetto internazionale, mai realizzato prima d’ora in Italia, che presenta in modo organico e strutturato le

INFO La Dinastia Brueghel A cura di Sergio Gaddi e Doron J. Lurie Como, Villa Olmo Fino al 29 luglio Orari: da martedì a giovedì: 9-20; da venerdì a domenica: 9 -22. Lunedì chiuso. Ingresso: Intero € 10, ridotto € 8,00 Info: tel. 031 571979

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trentinofuoriporta

Pieter Brueghel il Giovane, L’Adulatore, 1592 ca.,

relazioni e il percorso pittorico di quattro generazioni di artisti attraverso cento opere straordinarie. La vita a tratti misteriosa e la scarsità di notizie certe sulla biografia del capostipite Pieter Bruegel il Vecchio, che cambia la grafia del cognome cancellando la “h” forse per nascondere la relazione con la cittadina di provenienza, sono i presupposti narrativi della mostra. Ma non si può cogliere nel dettaglio il percorso artistico del maestro senza partire da Hieronymus Bosch, del quale la mostra di Como presenta in assoluta anteprima il capolavoro I sette peccati capitali.

Dove mangiare

il navigatore

Ristorante Villa Olmo Via Cantoni 1 Como Tel. 031 572321 info@ristorantevillaolmo.it

Distanza: 284 km Tempo: 2 ore e 45 minuti ca.

Un pranzo o una cena all’interno dei giardini di Villa Olmo offrono il piacere di un’esperienza unica e originale, lontana dal rumore del quotidiano, immersi in una realtà dalla bellezza senza tempo, sulle rive di uno dei laghi deputati tra i più belli al mondo. La relazione tra i due artisti è fondamentale, tanto che il Guicciardini arriva a definire Pieter Bruegel come il “secondo Girolamo Bosco”. Ed è proprio questo un altro presupposto storico della mostra, che presenta le visioni allegoriche, moralistiche e fantastiche prima d’ora inimmaginabili, ma paradossalmente diventate concrete anche grazie alle conquiste della pittura del cinquecento. Bruegel sente molto l’influenza di Bosch e ne incarna la capacità di osservazione e di rappresentazione, non limitandosi all’insegnamento morale, ma riuscendo a tratteggiare un vasto universo di tipologie umane. I registri del comico e del grottesco assumono una valenza educativa che Pieter riesce a trasmettere ai due figli

maschi, Pieter il Giovane e Jan il Vecchio. La dinastia, quindi, comincia ad articolarsi e la mostra ne trasmette fedelmente la corrispondenza tra le vicende familiari, - nel frattempo secondo numerosi studiosi i figli di Pieter rimettono la “h” nel cognome - e l’evoluzione pittorica dei protagonisti. La genealogia prosegue e si ramifica con i figli dei figli del capostipite, in una complicata rete di relazioni che la mostra presenta con precisione e rigore, fino agli undici figli di Jan, cinque dei quali anch’essi pittori. Tra le opere celeberrime di Pieter Brueghel il Giovane spiccano la Festa di matrimonio all’aperto e due straordinarie versioni del Paesaggio invernale con cacciatori sulla neve. Il percorso si chiude idealmente con David Teniers il Giovane, legato alla dinastia dei Brueghel per aver sposato Anna, figlia di Ambrosius. Una mostra e una location davvero da ■ non perdere.

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trentinoattualità

di Diamante Irti

MADRID, CAPITALE DI STORIA, PASSIONE E DIVERTIMENTo La grande piazza del Palazzo Reale

Sarà il carattere della gente, saranno i ritmi e la dimensione di generale allegria, ma appena si entra in contatto con questa metropoli il clima è quello tipicamente festaiolo

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i respira un’aria del tutto particolare, appena sbarcati dal volo a Madrid. Sarà il carattere della gente, saranno i ritmi e la dimensione di generale allegria che la Spagna in genere riesce sempre a regalare ma, come detto, non appena si entra in contatto con questa metropoli il clima è quello tipicamente festaiolo. L’aeroporto, nuovo e funzionale, rappresenta il primo biglietto da visita di un’organizzazione dei servizi pubblici puntuale ed efficiente. In metropolitana, in una manciata di minuti si raggiunge il centro che vi consigliamo di visitare per almeno un fine settimana. Madrid è estremamente estesa. Una grande città con aree di vario genere, da quelle storiche, a zone nuove, di futuristica concezione che legano un passato di storia e tradizioni 56

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ad un domani in fortissima evoluzione Non potrete quindi perdervi la sontuosità di Palazzo Reale, residenza ufficiale dei reali di Spagna. Il palazzo che oggi possiamo ammirare, è stato ricostruito da Felipe V nel 1734 dopo un incendio che aveva completamente distrutto la precedente struttura. Disegnato dall’architetto Filippo Juvarra, e completato da Juan Bautista Sachetti, è stato og-

Info utili

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e volete risparmiare, acquistate la Madrid Card. È una tessera chip che offre tutta l’offerta culturale della città in modo integrato, affinché si possa godere pienamente Madrid, ad un costo di euro 46,55 per 48 h: avrete l’ingresso gratuito in oltre 50 musei, monumenti ed attrazioni, oltre numerosi sconti. (www.madridcard. com). Tutte le informazioni utili, anche sugli eventi, per organizzare un weekend o una vacanza a Madrid si possono trovare su www.esmadrid.com


trentinoattualità

mostre e eventi

Parco del Retiro

La paella, imperdibile piatto tipico

getto nel corso degli anni di modifiche e aggiunte decorative, secondo il gusto dei regnanti che lo hanno abitato. Da visitare le varie stanze, tra cui quella del Trono con il soffitto dipinto dal Tiepolo, e la Cappella Reale, sede di una collezione permanente di strumenti di Stradivari. Tante sono le cattedrali e le chiese da visitare, così come i musei che spaziano dall’arte moderna alla storia dell’arte più

nota. Due sono i musei assolutamente da non perdere: Il Museo Nazionale Reina Sofia, dove si trovano i lavori di Dalì, Mirò, Picasso e una retrospettiva sulla storia dell’arte spagnola, ed il famosissimo Museo del Prado. Questo è forse uno dei più prestigiosi musei al mondo, e al suo interno vi sono custodite collezioni permanenti con 8mila capolavori dal medioevo al XIX secolo, e allestimenti di mostre temporanee ed esclusive, che variano nel corso dell’anno, ma tutte sempre di grande rilevanza e imperdibili per chi visita Madrid. Utilizzando il metro o l’efficientissima rete di autobus urbani si può poi raggiungere il nuovo terminal di Madrid, a Plaza Castilla, vero e proprio esempio di razionalizzazione degli snodi di traffico urbano unito ad una serie di palazzi disegnati e realizzati dai migliori architetti operanti in Europa. Arte, cultura, storia e futuro si intrec-

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arc Chagall, fino al 20 maggio al Caja Madrid Foundation e Thyssen-Bornemisza Museum. ciano a Madrid, alternati da grandiosi e curati spazi verdi, vere e proprie isole di benessere al riparo dal traffico sempre caotico e rumoroso, tipico di una grande città. Una pausa ristoratrice in questo senso è d’obbligo al Parco del Retiro, dove oltre a prati, boschi e migliaia di piante, vi si trova un lago meta per gite in barca a remi o attività sportive come la canoa. Fra le molte cose da non perdere, un giro alla stazione di Atocha, un edificio industriale totalmente ristrutturato con all’interno un giardino botanico di imponenti dimensioni che, in attesa di prendere un treno, vi farà scordare di trovarvi in un terminal ferroviario. Ma la vera essenza della città si coglie

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trentinoattualità Escorial

Dove dormire

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a proposta alberghiera è estremamente variegata, con una fittissima serie di strutture economiche ma di buon livello, per salire ad hotel di ottimo standard. Per vivere nel cuore della città ad un ottimo rapporto qualità-prezzo, consigliamo l’Hotel NH Nacional Paseo del Prado.

girovagando, anche senza una meta precisa, per le strade, stradine, vicoli e piazze del centro storico. Madrid ed i suoi abitanti abbracciano la vita durante l’intera giornata fino a notte tarda. Ricco di fascino, ad ogni ora, il cuore di Madrid: Plaza Mayor, sede storica del commercio cittadino e dove ancora oggi si alternano eventi, spettacoli ed iniziative di natura commerciale. Proprio la notte si respira la vita dei madrileni, con decine, centianaia di locali dove gustare le specialità e i prodotti tipici spagnoli. Vere e proprie icone rappresentative di questo spirito sono le “Tapas”, locali

dai più sofisticati ai più rustici, dove si possono gustare in tanti piccoli assaggi i più tipici sapori spagnoli, accompagnati da ottimi vini o l’immancabile “cerveza” (birra). Da non perdere il prosciutto iberico, il pesce cucinato in ogni modo, il lesso servito nelle tradizionali pentole in coccio con verdure e decine di altri piatti adatti ad ogni gusto ed esigenza. Le serate sono una garanzia di incontri, vivacità e gioia di stare tra la gente. Spettacoli nelle strade ed una folla allegra, però sempre ordinata, faranno da cornice ovunque voi siate nella rete di strade della città.

Festa grande per San Isidro

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i avvicina il 15 maggio e a Madrid sale l’attesa per gli eventi legati alle celebrazioni di San Isidro, santo patrono della capitale spagnola. Dal 15 maggio, e per quasi un mese, la città è in festa, richiamando migliaia di turisti da tutto il mondo. I festeggiamenti prendono il via con la visita alla cattedrale dedicata a San Isidro nei pressi del fiume Manzanares e proseguono nelle strade di Madrid, dove è possibile ammirare tantissimi madrileni con indosso il tipico Castizo, ballare il Chiotis, tradizionale danza folkloristica. A partire dal giorno in cui si festeggia San Isidro, la città di Madrid si trasforma in un grande circo all’aria aperta, con eventi, concerti e degustazioni delle pietanze tipiche madrilene.

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Madrid è anche considerata la capitale del Flamenco, un’arte che vi lascerà senza fiato, per la passionalità dei suoi movimenti. Potrete vivere questa esperienza dai più grandi spettacoli nei teatri fino alle esibizioni nei piccoli ristoranti e locali, dove verrete coinvolti assieme agli altri avventori, ai camerieri ed agli artisti. Il più tradizionale “tapas bar”, che realizza ogni sera dopo le 23 questo tipo di spettacolo, è il “El Rincon de Jerez”, nel quartiere di Salamanca. Sarete letteralmente travolti da un’ondata di ritmo e passione. Vi colpirà anche la sicurezza che si percepisce nel vivere Madrid: una forte, ma discreta presenza di numerose pattuglie di polizia vigilano infatti sullo scorrere delle ore, ovunque. Per gli amanti dello shopping, la capitale spagnola propone proprio di tutto. Dalle grandi firme della moda internazionale concentrate lungo la Gran Via, ai mercatini dell’usato, passando attraverso una rete di proposte commerciali che vi stupirà, vi faranno vivere in una girandola di situazioni per ogni gusto e disponibilità economiche. Il più simbolico dei “mercati” all’aperto di Madrid, è certamente il Rastro, localizzato in Plaza de Cascorro e nelle strade limitrofe. Qui potrete trovare di tutto, dagli oggetti dell’artigianato tipico alle più svariate proposte attuali. È un vero e proprio passaggio obbligato per cogliere l’essenza di Madrid e dei suoi ■ abitanti.


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di Renzo Francescotti

Musica del futuro, 2006

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ra il fatidico 1968 quando Silvio Cattani esordiva a Trento (dove era nato 21 anni prima), con il padre, Umberto Cattani, di origini nonese, funzionario di banca e poeta dialettale trentino tra i più conosciuti, in una collettiva dal titolo “Uno + Sei” tenuta a Palazzo Pretorio. Lo stesso anno esponeva a Venezia in una collettiva alla Fondazione Bevilacqua la Masa e in una personale alla Galleria “Il Traghetto”. Venezia era la città in cui, dopo essersi diplomato in litografia a Urbino, aveva studiato con Lucio Andrich, Fabrizio Plessi e il grande Emilio Vedova, diplomandosi all’accademia di Belle Arti. In seguito, dal

Serie Percorso, 2012

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Cromìe narrano storie SILVIO CATTANI e i suoi Quadri concepiti come se volessero raccontarci delle storie. molto preparato e multidisciplinare: incisioni, carte, tecniche miste, tele, vetri, mosaici, acciai sono il suo pane 1976, avrebbe insegnato all’Istituto d’Arte di Trento, che dirigerà nel 1984; mentre nel 1987 fondò l’Istituto “Fortunato Depero” di Rovereto, che dirige tuttora. Molte le sue esposizioni individuali e collettive, in Italia (Trento, Rovereto, Bolzano, Faenza, Catania, Spoleto, Venezia, Milano, Roma, Napoli) e all’estero (Costa Rica, Lisbona, Bangkok, New Bangkok, New York, Lussemburgo, Austria e Germania). In terra teutonica, Cattani ha esordito alla Galleria Jesse di Bielenfeld (1988), tornandovi per altre tre volte (1991, 2000, 2007). Dal 3 maggio, è aperta alla LEE galerie BERLIN la mo-

stra “Steps do Dream”. Importante, in particolar modo, l’esposizione dal titolo “Blaue Meditationen”, organizzata dal Direttore del Museum am Ostwalla di Dortmund, Ingo Bartsch, un critico che aveva studiato in Italia, parlava perfettamente la nostra lingua, purtroppo scomparso prematuramente. Nell’introduzione al catalogo, Bartsch scriveva dei quadri di Cattani “concepiti come se volessero raccontarci delle storie”; parlava delle sue forme semplici, primitive nel senso di primordiali, forme le cui radici affondano lontano nel tempo e sembrano aver origine in modelli di pensiero, arcaici anch’essi, ma che comunque non hanno

niente a che vedere con le nostre macchine del mondo civilizzato, a cui non obbediscono.” Silvio è un artista tecnicamente molto preparato e multidisciplinare: incisioni, carte, tecniche miste, tele, vetri, mosaici, acciai ecc. sono il suo pane. Nel decennio degli anni ’80, Cattani ha sviluppato un notevole interesse per materiali come il vetro e le ceramiche: ha lavorato a Murano – immergendosi in una tradizione, in un filone di conoscenze professionali secolari – nella vetreria Nason, misurandosi con i segreti della lavorazione del vetro. Nella ceramica ha lavorato nei laboratori ce-


trentinobottegad’artista

Nel castello di nuvole, 2007

ramici di Faenza, capitale mondiale della ceramica artistica, là dove c’è il più grande museo di ceramiche artistiche del mondo, in cui sono esposti i capolavori ceramici di famosi artisti contemporanei. Lavorare gomito a gomito con i più esperti artigiani gli ha permesso di sviluppare tecniche innovative. Inoltre

Celeste Tiepolo 2, 2009

sperimenta tecniche di tessitura e collages tessili con la creazione di arazzi realizzati dalla moglie Anna, riprendendo in qualche modo l’idea deperiana di applicar la pittura agli “arazzi” (in Depero, tarsie di panno Lenci), guarda caso realizzati dalla moglie di Depero, Rosetta. Queste esperienze, tra l’altro, gli hanno permesso di vincere concorsi per opere pubbliche (scatenando puntualmente invidie e polemiche): come alla Scuola d’Infanzia di Revò, alla Casa di soggiorno di Avio, e Mezzocorona, alla Facoltà di Ingegneria a Trento, al Centro Sportivo di Albiano. Importante soprattutto quest’ultima opera in cui ha utilizzato il materiale del luogo, ovvero il porfido (per la parete destinata a ospitare l’intera opera) assieme a larghe campiture musive e all’acciaio cor-ten (che sembra alludere al ferro arrugginito dal tempo). Singolari sono le sagome cromatiche di Cattani, che alludono a figure umane, simboleggiano in archetipi oggetti, case, grattacieli, città… Tutte depositarie di storie che recitano per noi, un’esplosione di forme e colori liricamente impaginati. Sul fatto che Cattani sia un pittore lirico, a mio avviso, non ci piove; così come non è un caso che sia un frequentatore della poesia, soprattutto tedesca (nessuno, che io sappia, ha mai osservato che i titoli di certe sue opere come Dove una stella devota si smarrisce (2007), Mi sono impigliato in un rosso uccello (2006), L’oscuro significato dei voli (2007) siano dei perfetti endecasillabi. È un lirismo tutto mediterraneo, impastato di colori e luminosità che vanno a fondersi e confondersi con la temperie espressionista-astratta di tutta la sua poetica pittorica. Così, tra l’altro, si capisce perché i tedeschi guardino con attenzione ed emozione ad opere come queste di Cattani. ■

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martedì 1 maggio READING CON ANDREA CASTELLI Il racconto di una terra, di un viaggio, delle genti dell’Africa nella parole di Andrea Semplici, accompagnate dalle fotografie di Paolo Ronc. Ore 21.

60 volte filmfestival Continua in maggio la lunga cavalcata “alpina” del Trento Filmfestival, in una edizione storica, quella del sessantesimo anniversario... SERATA ALPINISTICA: REINHOLD MESSNER Una personalità di punta per ogni decennio di Festival, a cominciare da chi era all’avanguardia nel 1952 per arrivare a uno dei tanti, forti giovani di oggi. Ore 21.

RACCONTARE L’AVVENTURA - PANEL PUBBLICO Pitching forum finale del workshop di scrittura di progetti di documentario, organizzato in collaborazione con Trentino Film Commission e ZeLIG, Scuola di documentario televisione e nuovi media - Ore 15. Giovedì 3 maggio LIBERTÀ IN ALPINISMO Una discussione aperta sul tema della “libertà” nell’alpinismo e nell’arrampicata e sui tentativi di limitarla da parte dei legislatori e degli amministratori locali. Ore 15. STEVE HOUSE IN “NANGA PARBAT AND BEYOND” L’ascensione sul versante Rupal del Nanga Parbat: quindici anni di ricerca per Steve House e una pietra miliare nell’alpinismo. Poi un grave incidente e una nuova prospettiva che si apre. Ore 21. Venerdì 4 maggio L’APPRENDISTA STREGONE A seguire la proiezione del film The Wizard’s Apprentice di Petr Pavlícek, (Italia/Rep. Ceca, 2011) Ore 17. 62

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Sabato 5 maggio SPETTACOLO “SCRITTO A MATITA SU UN LIBRO IN VETTA” DI MASSIMILIANO FINAZZER FLORY Nella serata finale di premiazione, l’attore Massimiliano F. Flory interpreta le più belle pagine di Dino Buzzati dedicate alla montagna. Ore 21. Domenica 6 maggio PROIEZIONI FILM PREMIATI A partire dalle ore 15.00 su tutte e tre le sale; ultima proiezione ad ore 21.30 Multisala G. Modena EIGER NORD A cinquant’anni dalla prima salita italiana, l’imperdibile serata con i protagonisti di ieri e di oggi. Filmati, racconti e

sorprese dal mondo ombroso dell’Eigerwand. Conduce Marco Albino Ferrari. Ore 21.

VIVA OSTANA! OSTANA VIVA UN PAESE OLTRE IL MONDO DEI VINTI

QUO CLIMBis? – TAVOLA ROTONDA SULL’ALPINISMO Preservare l’alta montagna, anche come ultimo spazio di avventura, o continuare a sfruttarla sempre di più a fini turistici e sportivi? Dalle 14.

GEOLOGICAL LANDSCAPE Un viaggio alla scoperta del paesaggio geologico del Trentino. Fotografie panoramiche in grande formato e alta definizione a cura di Matteo Visintainer e Riccardo Tomasoni

Mostre

OSSESSIONE DELLA VERTICALE Una serie di scatti inediti dedicati al grande alpinista triestino, Emilio Comici uscito dagli archivi di un grande regista e sceneggiatore televisivo, Vittorio Cottafavi.

DALLE ALPI ALL’ARTICO. LE ESPLORAZIONI DI JULIUS PAYER DAL TRENTINO ALLA TERRA DI FRANCESCO GIUSEPPE Dedicata al 140° della prima Spedizione polare austro-ungarica (1872-74), che scoprì nell’Artico la Terra di Francesco Giuseppe e alla quale partecipò in qualità di comandante delle operazioni a terra Julius Payer, tenente dell’esercito austroungarico. THE MOUNTAINEERS FOTO DI MANUEL FERRIGATO IMS- International Mountain Summit di Bressanone presenta questa serie di ritratti di alpinisti famosi accanto a immagini di paesaggi astratti, immortalati in un dialogo diretto.

VIDEOINSTALLAZIONE EVOKE PROVOKE (THE BORDER) L’artista Stefano Cagol ha realizzato l’opera video durante una spedizione in solitaria a oltre 300 chilometri a nord del Circolo Polare Artico, a Kirkenes in Norvegia. MONTAGNE IN FOTOCROMIA Un viaggio sulle Alpi e le montagne del Nord America, India e Nuova Zelanda, viste attraverso le immagini a colori dalle fotocromie conservate dal Museomontagna.

60 ANNI IN PRIMA PAGINA DANCALIA, L’EMOZIONE DIVENTA SILENZIO Le immagini di Paolo Ronc, fotografo trentino innamorato dell’Africa e dei suoi deserti.

MONTAGNALIBRI Giunge alla sua 26° edizione la rassegna che espone oltre 800 volumi e un centinaio di periodici specializzati provenienti da tutto il mondo.


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di Matteo Visintainer

Geological Landscape Un viaggio alla scoperta del paesaggio geologico del Trentino

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egli ultimi anni le Scienze della Terra godono di un rinnovato interesse che si accompagna a un’accresciuta consapevolezza riguardo l’importanza e la vulnerabilità del patrimonio geologico e geomorfologico. Iniziative come l’Anno Internazionale del Pianeta Terra (IYPE) proclamato nel triennio 20072009 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la nomina del Parco Naturale Adamello Brenta quale componente della Rete Europea e Mondiale UNESCO dei Geoparchi nel 2008 e il riconoscimento delle Dolomiti Pa64

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trimonio Mondiale UNESCO nel 2009, hanno contribuito a riaccendere i riflettori sulla componente abiotica e in particolare sulla stretta relazione tra conformazione geologicogeomorfologica e dimensione estetico-paesaggistica del Trentino. La complessa struttura geologica della nostra regione è infatti all’origine della grande varietà di scenari naturali che ne contraddistinguono i monti e le vallate; nel volgere di pochi chilometri è possibile incontrare paesaggi molto diversi, eredità di una lunga storia cominciata oltre 300 milioni di anni fa. Il profilo

del rilievo di una montagna, ad esempio, o i colori delle sue pareti rocciose, la forma di un solco vallivo, riflettono la natura delle rocce in cui sono modellati e rivelano la successione di eventi geologici che hanno portato alla loro attuale conformazione. Da questi presupposti nasce l’idea che anima Geological Landscape: geologia e paesaggio non sono le facce di una stessa medaglia, ma piuttosto la trama e l’ordito di un’unica straordinaria stoffa. Geological Landscape è una mostra costituita da fotografie panoramiche ad alta risoluzione e da immagini immer-

IL LIBRO

Matteo Visintainer Riccardo Tomasoni Geological Landscape Curcu & Genovese pag. 80, Euro 18


trentinoattualità

È stata inaugurata al Museo delle Scienze, la mostra Geological Landscape - Paesaggio geologico trentino, a cura del fotografo naturalista Matteo Visintainer e del geologo Riccardo Tomasoni. L’esposizione conduce i visitatori alla scoperta del paesaggio geologico del Trentino attraverso fotografie panoramiche in grande formato, accompagnate da approfondimenti e spunti interpretativi che raccontano l’anima geologica e geomorfologica del nostro territorio sive, che ritraggono ambienti di elevata valenza geologica e geomorfologica nonché paesaggistica. Gli autori si servono di questa particolare forma di comunicazione per svelare al visitatore la stretta relazione che intercorre tra i motivi morfologici ed estetici propri del paesaggio naturale e la struttura geologica che lo contraddistingue. Questo nella convinzione che la bellezza paesaggistica delle montagne può essere apprezzata compiutamente e in modo nuovo se gli aspetti puramente estetici vengono riconosciuti come il risultato dell’antichissima e incessan-

te dinamica della storia del pianeta Terra. Geological Landscape è una rappresentazione del “paesaggio geologico” del Trentino, attraverso una fotografia di dimensioni scenografiche e di elevata qualità tecnica accompagnata da approfondimenti e da spunti interpretativi, che raccontano l’anima geologica e geomorfologica del nostro territorio. Per realizzare Geological Landscape i punti di vista sono stati scelti allo scopo di documentare scenari naturali affascinanti, paleoambienti lontani nel tempo, fenomeni sviluppati lungo un esteso

orizzonte cronologico, morfologie che testimoniano in modo eloquente la presenza di motivi strutturali. Scorrendo con lo sguardo le panoramiche di Geological Landscape all’osservatore capiterà forse di rivedere cime note e passi già valicati con gli scarponi ai piedi; la prospettiva in cui vengono mostrati li propone in una veste inedita. Paesaggi a volte famigliari, ma al contempo nuovi perché arricchiti di una storia immemorabile che ci precede e oggi, come voltandoci per la prima volta, ci sorprende. Postazioni video interattive permettono inoltre di muo-

versi liberamente nel paesaggio montano e di osservare con grande dettaglio le mille sfaccettature che lo caratterizzano. La veste grafica dell’esposizione è stata curata dall’illustratrice Federica Bordoni. La mostra è realizzata in collaborazione con TrentoFilmfestival e Museo delle Scienze, con la partecipazione dell’Associazione accompagnatori di territorio del Trentino e di Informatica Trentina. Il catalogo della mostra edito da Curcu & Genovese sarà disponibile nelle librerie e presso il bookshop del Museo delle Scienze di Trento. ■ 65

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WELLNESS, FITNESS E DERIVATI: IN UNA PAROLA

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trentinospecialebenessere

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na soddisfazione che deriva dall’accrescimento e dall’approfondimento di una crescita individuale; un percorso profondo, variegato ed a “rilascio graduale”, volto a potenziare principalmente noi stessi e, di conseguenza, anche chi ci sta intorno, chi fa parte del nostro mondo. Il benessere è un concetto amplificato a tante espressioni dell’esistenza, ed investe varie sfere della personalità. Per parlare di come stare bene, possiamo mettere in gioco la mente, le implicazioni psicologiche, la pura fisicità e la ricerca dell’estetica. Qualunque sia la nostra meta, l’importante è mettersi in gioco e tentare. Oggi scienza e ricerca danno un forte contributo a inseguire questi obiettivi, che hanno l’obiettivo di farci stare bene, qualunque sia la nostra finalità: fisica, psicologica o semplicemente entrambe, per il raggiungimento della sicurezza interiore e del ben – essere. Desiderare di stare bene è

direttamente proporzionale alla vita incessante e stressante che quotidianamente ci coinvolge, senza tregua. Più siamo pressati dagli impegni e dalle responsabilità, più è forte il desiderio di ritagliare tempo per noi stessi, per riappropriarci di quelle piacevoli sensazioni che la cura per il proprio corpo e la propria mente regala. In questo mese che apre le sue porte all’estate, la spinta propulsiva verso la riconciliazione con il nostro corpo e con la nostra anima assume valenze significative … per riallacciare i contatti, esploriamo quanto di piacevole ci può fare soprattutto BENE. Per vivere meglio. L’attività fisica all’aperto Metti una bella giornata di sole, mediamente ventosa e tersa. La voglia di fare sport all’aperto diventa quasi una necessità per gli amanti dell’attività fisica. Servono – ma solo marginalmente – i recenti studi sui benefici che il nostro fisico trae dall’atti-

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trentinospecialebenessere vità aerobica in un contesto naturale, a contatto con l’esplosione della natura. Ce ne rendiamo conto da soli, ne sono consapevoli i trainer che propongono uscite outdoor affiancate al consueto lavoro indoor. Una combinazione piacevole, anzi di più. Spingersi fuori dai tradizionali schemi di allenamento per ampliare e potenziare la preparazione, giova al fisico ed all’umore. Una sana attività fisica all’aperto è un’ottima combinazione con le nostre consuetudini sportive: si bruciano calorie, si accresce il benessere, si socializza fuori dai contesti usuali – ufficio, casa, supermercato – e si allargano gli orizzonti, anche visivi. Le diete per ritrovare la perfetta forma fisica Il libro/ricettario è ormai un best – seller, la filosofia del dietologo francese è universalmente nota, come del resto la rigidità di alcune sue indicazioni alimentari. Ciò non toglie che la dieta Dukan sia

principale argomento nelle discussioni che riguardano i chili di troppo, il sovrappeso e soprattutto la garanzia del mantenimento una volta concluso il percorso prescrittivo. Si schierano da una parte i sostenitori – motivati dall’indiscutibile soddisfazione dell’assumere quantità illimitate di proteine – dall’altra i critici e gli scettici, che parlano di carichi eccessivi delle stesse sostanze, con danni agli organi coinvolti nel processo digestivo, come ad esempio il fegato. Motivate o immotivate, le critiche (si sa) amplificano i fenomeni. Tutti ne parlano, raramente qualcuno afferma di averla seguita, pochi la stanno facendo. Ma tant’è. A riportarla ciclicamente in auge, il nome di qualche star o presunta star che segue le indicazioni del famoso medico. Forse.

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persona, regalando attimi intensi. La seduta in un salone di bellezza, un nuovo taglio o un diverso colore di capelli, un’epilazione perfetta e duratura, l’ appassionante e coinvolgente atmosfera dei centri wellness hanno lo strano potere di ricreare, far rinascere a vita nuova, ridare fiducia in se stessi per affrontare meglio il mondo. La cura delle mani, la raffinata eleganza di una manicure personalizzata e duratura appartiene ad una di queste sensazioni. Palpabili, concrete, sempre sotto lo sguardo nostro e altrui. Una ricerca preziosa volta ad individuare le nostre più intime tendenze, le nostre inclinazioni, i nostri desideri estetici. Non è il particolare a caratterizzare l’unitarietà dell’individuo; ma è comunque un particolare che conta, nell’aspetto complessivo della persona. Obiettivo: attacco alla cellulite I nemici dichiarati sono essenzialmente sedentarietà, dieta carica di carboidrati e cattive abitudini. La contromossa si traduce nella pratica di un’attività fisica costante (praticata almeno tre volte in settimana) e in un regime alimentare che preveda una sensibile riduzione del glutine (che, simile alla colla, gonfia i tessuti ostacolando la microcircolazione); fondamentale anche ridurre quei comportamenti quotidiani che, a lungo andare, si trasformano in consuetudini errate, dannose per il nostro fisico e soprattutto per quell’odioso problema tipicamente femminile, meglio noto come “buccia d’arancia”. La postura dietro la scrivania, l’uso di tacchi troppo alti per molte ore al giorno e l’assunzione di scarse quantità di acqua certamente non aiutano. Anzi. Per migliorare, conviene ripensare alle nostre giornate ed ottimizzare il tempo libero, concedendosi massaggi, sedute rivitalizzan-

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Le pratiche dolci Se non siete amanti degli sforzi estremi, delle sinergie impattanti e dello sport duro, tranquilli. La soluzione si traduce semplicemente nel perseguire quelle discipline più soft, volte al raggiungimento della sensazione di relax. Parliamo delle discipline orientali, delle pratiche dolci, delle attività che sono finalizzate al coinvolgimento prima di tutto psicologico. Luci soffuse, ambienti naturali, movimenti lenti, delicati percorsi motori e mentali ci riconciliano con il caotico mondo quotidiano. Le posizioni richiamano forza, calma, equilibrio, lentezza, libertà, leggerezza. Si tratta di esercizi che – una volta acquisiti ed interiorizzati - si possono svolgere in totale autonomia, per ritro-

vare il piacere di ascoltare il proprio corpo. Sono momenti preziosi, che ci preparano alla nuova stagione con una consapevolezza tutta da scoprire, autenticamente leggera e sottilmente percepibile ai sensi. Il guardaroba – ed oltre - per la bella stagione Avete provato anche lo shopping virtuale – anche se il conto è ugualmente salato e più che reale - ma non siete totalmente soddisfatti. Certo, il lato migliore delle pulizie di primavera comincia proprio dall’armadio. Via questo, via quello e vai. Fuori a rinnovare il guardaroba stagionale. La malizia degli abbinamenti sta nell’accostare colori e stile personale ai dettami della moda: un mix di sperimentato e di nuovo, con fresche ventate di sfumature, di intriganti commistioni. Pochi pezzi intercambiabili, adattabili alle diverse situazioni, alle se-


rate formali come ai momenti più allegramente liberi. E, come la storia della moda insegna, nessun vestito è completo senza un profumo: romantico, fresco, classico, intenso e adatto per l’estate. Una fragranza che ci veste quanto un vestito, un vestito da indossare per esaltare la femminilità. L’estate è alle porte, possiamo cominciare a pensarci seriamente. Possiamo pensare un po’ di più al nostro benessere.

I vizi … forse irrinunciabili Se proprio non riusciamo a fare a meno delle abitudini viziose, alleggeriamole almeno dai contenuti tossici. Se deve essere aperitivo, aperitivo sia … ma più leggero, profumato di aromi e dai sapori fruttati e depurativi. Limitiamo i caffè e scegliamoli energizzanti al ginseng o composti da miscele ai cereali. E se il binomio caffè – sigaretta è per voi irrinunciabile, scegliete quella elettronica.


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tologo, sono appuntamenti da fissare nero su bianco; se regolarmente calendarizzati – oltre a non sovrapporsi tra loro in termini di tempi e luoghi e nell’evitare di concedere scusanti alle anime più pigre – possono offrirci una panoramica di quanto stiamo facendo per noi stessi. Una sorta di motivazione in più. Oltre ad assolvere alle funzioni finalizzate a risaltare la bellezza, il calendario è fruibile anche sul fronte dello spirito: perché non appuntare – giorno dopo giorno - i programmi imperdibili come mostre, spettacoli, eventi letterari, concerti? Del resto il benessere a 360° investe tutti gli aspetti della vita umana, a cominciare dalle sensazioni più congeniali ai nostri interessi, da coltivare con la nostra anima e con il nostro corpo. In un insieme sempre più unitario, per un risultato ■ sorprendente.


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li slogan racchiudono spesso tutta l’anima di un’associazione; con un semplice gioco di parole, si arriva esattamente là dove si voleva arrivare. Diretti al cuore. Con una duplice interpretazione: il cuore inteso come organo vitale posto nella cavità toracica; il cuore inteso come sentimento, come disponibilità a dare e fare. La storia di questa Onlus ha inizio ventitré anni fa a Rovereto e porta il nome di Sergio Monopoli, primo trapiantato del Trentino, sopravvissuto per vent’anni a quell’importante intervento. L’attuale presidente Marco Zeni parla di un’associazione che si è evoluta nel tempo, che ha apportato modifiche allo statuto, che si aggiorna periodicamente in tutte le sue parti per offrire e dare garanzie. Garanzie finalizzate a sostenere un crescente sviluppo territoriale del mondo della cardiologia. E non solo. L’associazione opera su più fronti, con precisi obiettivi sociali. Il primo punto di intervento attivo è quello della prevenzione: si organizzano regolarmente incontri – anche periferici e con la presenza di esperti del settore – sul

un aiuto di CUORE Una onlus nata a rovereto ventitré anni fa che si occupa dell’organo più importante dell’essere umano. porta il nome di Sergio Monopoli, primo trapiantato del Trentino, e propugna la Lotta alle Malattie Cardiovascolari, dalla prevenzione all’assistenza tema delle cardiopatie, per distribuire capillarmente l’informazione. I destinatari di questi momenti divulgativi sono anche gli studenti delle scuole superiori – in molti giovani sono state riscontrate cardiopatie per abusi di sostanze stupefacenti ed alcool – per corsi intensivi di informazione sanitaria condotti da medici del settore cardiochirurgia e da cardiochirurghi. La seconda modalità riguarda tutte quelle iniziative che si riassumono nel corretto stile di vita suggerito al cardiopatico: dalle camminate soft alla ginnastica leggera, in sintesi

I NUMERI DEL CUORE

L’

Associazione O.n.l.u.s. “Sergio Monopoli” per la Lotta alle Malattie Cardiovascolari (in sigla A.L.MA.C.) è presente ed opera in provincia di Trento, su base territoriale diffusa. Le attività che si organizzano spaziano da convegni cardiologici a presenze costanti e periodiche nei presidi ospedalieri del territorio provinciale, da corsi di ginnastica dolce a giornate di informazione e sensibilizzazione. Non mancano iniziative volte a soddisfare l’aspetto ricreativo, quali visite a mostre, gite, cene, biciclettate e camminate. Importanti i raccordi con le altre associazioni di volontariato, che si traducono in sinergiche relazioni con diabetici, nefropatici e rappresentanti di gruppi della lega per la lotta ai tumori. A Rovereto l’associazione si occupa dell’aiuto alimentare a chi viene segnalato dai Servizi assistenziali pubblici e dalla Caritas di Rovereto e della Vallagarina, con la distribuzione di cibo. Per info, contatti ed adesioni: Sede centrale: via Savioli 10, 38068 Rovereto Tel e fax. 0464 415055 Sede di Trento: via Sighele 5, 38100 Trento Tel. 3480925629 Delegazione di Cles: Tel. 3490652042 Delegazione di Mezzolombardo: via Roma 13, 38017 Mezzolombardo www.almaconlus.it

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L’Associazione O.n.l.u.s. “Sergio Monopoli” Sede centrale di Rovereto via Savioli 10 (tel e fax 0464 415055) sede di Trento via Sighele 5 (tel 348 0925629)

tutte quelle attività motorie che integrano la più specifica attività sanitaria e le riabilitazioni dei centri specifici diffusi sul territorio. Non c’è niente di scontato: è cosa nota l’umana propensione ad abbandonare gli stili di vita corretti per sconfinare in quelli che poi possono diventare fattori di rischio per l’insorgere di malattie del cuore, come obesità, stress, vita sedentaria, fumo, etilismo, droga. Seguono poi gli interventi presso il mondo della sanità, per monitorare in maniera diretta ed in loco le esigenze di chi vive in prima persona la cardiopatia. L’associazione ha anche uno sportello nei principali centri sanitari della provincia (come ad esempio due volte al mese all’Ospedale S. Chiara di Trento) per ascoltare, appianare ostacoli, fornire informazioni, rendere possibili contatti tra persone. Ultimo in ordine di scansione logica ma non di importanza, l’attivazione di proposte culturali per soci e non soci, per guidare in modo organizzato ed informato tutto quello

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che il Trentino offre in merito a mostre e rassegne. Ma perché un’attenzione così particolare alla cardiopatia? I dati rispondono ed inducono alla riflessione. Ogni anno l’infarto è responsabile di un alto numero di decessi, anche e soprattutto perché vengono sottovalutati i fattori di rischio. È importante ad esempio il piano farmaci: ogni farmaco da somministrare va controllato con severità. E di assoluta importanza è anche e soprattutto il “dopo”: il soggetto cardiopatico che ha subito interventi va sostenuto ed incoraggiato nel mantenimento di uno stile di vita che deve necessariamente tener conto delle corrette abitudini e dei fattori di rischio sempre correlati alle patologie cardiache; va sostenuto nei momenti di sconforto che alle volte possono sfociare in deviazioni depressive. Va ricordato che questo tipo di malattie si distingue per la cronicità: chi è malato di cuore lo rimane per tutta la vita. Il sostegno alla malattia si traduce e si converte in un’altra importante attività, volta a soddisfare un bisogno primario: la fame. Un nutrito gruppo di volontari – essi stessi colpiti da cardiopatie, loro familiari ed amici sensibilizzati all’argomento – coordina anche l’attività di aiuto alimentare, con la distribuzione di alimenti a chi si trova in difficoltà. Da difficoltà a difficoltà: dal cuore al pane, da una malattia ad una necessità, da uno stato di salute ad un aiuto concreto ad altri che stanno male, anche se con modalità diverse. Un feedback positivo, di alto grado umano e umanitario. ■

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di Alessia Acampora

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enerdì 13 aprile l’Orchestra da Camera di Trento “Ensemble Zandonai” ha inaugurato la Stagione Concertistica 2012, con il sostegno di ITAS Assicurazioni, e grazie alla collaborazione con la Società Filarmonica di Trento, col Mart e con Euritmus. Il repertorio presentato nei concerti di quest’anno si caratterizza come sempre per la grande varietà e vivacità; esso spazia dal ‘800 sino all’eMargherita Guarino ra moderna in quel c amp o della musica d’insieme che va dalla piccola orchestra a formazioni più cameristiche, privilegiando opere di raro ascolto. In occasione del primo concerto, “La Montagna Incantata”, che ha avuto luogo venerdì 13 aprile

ENsemble zandonai Il 23 maggio, in Sala Filarmonica a Trento, un doveroso omaggio alla musica del grande Debussy nel Foyer del Museo Mart a Rovereto, l’Ensemble, in versione orchestrale, e sotto la direzione di Giancarlo Guarino, ha offerto al pubblico un programma di grande impatto con l’esecuzione di pagine tardoromantiche del mondo nordico e anglossassone. Martedì 24 aprile, nella splendida cornice della Sala Filarmonica di via Verdi a Trento, L’Ensemble, questa volta in veste cameristica, e con un doppio turno concertistico, ha offerto al suo pubblico un gustoso programma dedicato

alla canzone popolare degli anni ’30 e ’40. Protagonisti della serata sono stati la vocalità della soprano Margherita Guarino e le prodezze solistiche dell’agile fisarmonica dell’eccezionale talento di Bruno Rattini. Mercoledì 23 maggio, sempre in Sala Filarmonica a Trento, il programma presenterà in prima battuta un doveroso omaggio alla musica francese del grande Achille Claude Debussy, di cui ricorre quest’anno il 150° anniversario dalla nascita, con l’esecuzione

delle Sonate per violoncello e pianoforte, e per violino e pianoforte. Nel concerto vi sarà la graditissima presenza di due acclamati musicisti del panorama musicale internazionale: il violinista Aldo Campagnari (“Quartetto Prometeo”) ed il pianista Corrado Greco (“International Piano Competition di Palm Beach” USA); insieme ai Solisti dell’Ensemble Zandonai (Luca Martini alla viola e Stefano Guarino al violoncello) eseguiranno quindi due importanti opere per trio d’archi e pianoforte, legate per motivi compositivi e cronologici, ai “dintorni” debussyani: la bellissima e tardoromantica “Phantasie” di Frank Bridge, ed il Quartetto in la minore op.67 di Joaquin Turina. ■

Concorso la madonnina

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l concorso, nato da un’idea del Maestro Franco Benassi, vuole dare vita ad un percorso di accrescimento culturale del tessuto sociale. Intende divulgare la conoscenza del territorio e stimolare l’attenzione degli artisti per la nostra realtà territoriale. Organizzato dal Consorzio Turistico della Vigolana e dall’amministrazione comunale di Centa San Nicolo, il concorso nazionale a tema libero “La Madonnina” è aperto a tutti gli artisti italiani. Un avvenimento oramai consolidato, atteso e vissuto, che rappresenta motivo di coinvolgimento per tutte le associazioni e le amministrazioni locali nella promozione della storia, dei costumi, dei valori, delle abitudini, delle tradizioni, degli ideali della gente vigolana. Il Concorso si suddivide in tre fasi: preselezione delle opere, mostra delle opere ammesse e premiazione dei vincitori. Una prestigiosa giuria composta da cinque membri selezionerà le opere da ammettere al concorso (massimo 35 opere) e designerà tutti i premi formulando giudizi critici sulle prime tre opere premiate. Le opere selezionate parteciperanno anche alla mostra e saranno presenti sul catalogo. La giuria è così composta: Renzo Francescotti, Presidente, scrittore e critico, Annamaria Rossi Zen, pittrice, Tullia

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“Lula” Fontana, pittrice, Andrea Slomp, pittore e incisore, Adriano Martinelli, assessore alla cultura del Comune di Centa San Nicolò. Durante l’apertura della mostra, il pubblico sceglierà l’opera preferita che riceverà il Premio Speciale del Pubblico. Tutti gli artisti interessati a partecipare al concorso dovranno fare pervenire la Scheda di Richiesta compilata in ogni sua parte e la foto dell’opera (su formato analogico o digitale) entro giovedì 31 maggio alla Biblioteca di Vigolo Vattaro. Per ricevere la scheda e per altre informazioni: Tel. 0461.848350, fax 0461.848050, info@vigolana.com


MOSTRA VINI DEL TRENTINO Trento, Castello del Buonconsiglio Palazzo Roccabruna

18路19路20路21 maggio duemiladodici w w w. v i s i t t r e n t i n o . i t / m o s t r a v i n i w w w. pa l a z z o r o c c a b r u n a . i t Bere in maniera responsaBile fa apprezzare di pi霉 i vini e le grappe trentine


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di Fabio De Santi

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o maturato l’idea di questo disco dopo aver letto il libro di Pino Aprile “Terroni”; è stato talmente scioccante constatare che quello che avevamo letto nei libri di scuola era lontano da quello che realmente era successo intorno all’unità d’Italia, che nel mio piccolo sentivo di voler fare qualcosa per contribuire a ridare al Sud un po’ della dignità che le era stata tolta”. Così Fiorella Mannoia ha delineato le motivazioni che l’hanno spinta a registrare un disco di inediti come “Sud” pubblicato lo scorso gennaio. Un lavoro che sarà al centro del concerto del 14 maggio all’Auditorium di Trento per il penultimo evento della Stagione di Musica d’Autore che si concluderà il 28 maggio con lo show di Samuele Bersani. Come le capita spesso Fiorella Mannoia ha scelto di calarsi nelle vesti di interprete

E Adesso canto il sud... Torna in trentino la voce affascinante di fiorella mannoia che il 14 maggio presenta l’album intitolato “sud”. Si recupera anche la data di samuele bersani, il 28 maggio tenendo sempre lontano da lei ogni retorica o che magari l’idea che questo lavoro possa cambiare lo stato delle cose. Vuole essere, invece, solo un piccolo contributo al Sud cercando, attraverso la musica, di rappresentarne l’allegria, la disperazione, la malinconia, la nostalgia e naturalmente la migrazione che tutto il Sud del mondo si porta dietro. Fra i brani

più belli del disco, che ci auguriamo di ascoltare in questo concerto, c’è “Quando l’angelo vola” dedicato a Thomas Sankara, presidente del Burkina Faso dal 1984 al 1987, capace di sfidare le grandi potenze rifiutandosi di pagare un debito che non gli apparteneva. Morì assassinato il 15 ottobre 1987, all’età di 38 anni, ma le sue idee gli sopravvivono.

“Io non ho paura” è un grido di speranza e di coraggio, mentre “Se solo mi guardassi”, con la musica dell’amico Ivano Fossati, racconta il punto di vista degli “invisibili” stranieri che vivono intorno a noi, ai quali non chiediamo mai nulla delle loro vite e che avrebbero in realtà tanto da raccontarci se solo avessimo voglia di ascoltarli. ■

Arisa: cantante, attrice, scrittrice

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rano in molti a scommettere che dopo il tormentone di “Felicità” di lei non si sarebbe sentito più parlare. E invece Arisa ha smentito un po’ tutti; vuoi per la sua simpatia vuoi, soprattutto, per le doti canore, ha saputo imporsi come uno dei volti nuovi della musica in rosa tricolore. Adesso, dopo aver stregato le serate sanremesi con una canzone tra le più apprezzate in assoluto, la nuova Arisa, classificatasi al secondo posto al Festival con il singolo “La notte” e vincitrice del Premio Sala Stampa Radio-Tv, porta in tour nei teatri il suo nuovo album di inediti “Amami”, pubblicato da Warner Music. Un tour che toccherà anche il Trentino con lo show dell’8 maggio al Centro Congressi di Riva del Garda, durante il quale si ascolteranno gli undici brani del nuovo album che si apre e si chiude con due pezzi – Amami e Missiva d’amore – scritti dalla stessa Arisa.

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Arrangiato e prodotto artisticamente da Mauro Pagani, “Amami” è il disco della maturità che ha permesso alla cantante di uscirne rafforzata sia come donna che come artista. Sembrano già cosi lontani gli esordi, era il 2009, quando con quella faccina un po’ così Arisa, al secolo Rosalba Pippa, vinse con “Sincerità” la sezione giovani del Festival di Sanremo. Da allora, come cantante, attrice, scrittrice, personaggio televisivo il percorso artistico di Arisa ha avuto davvero molteplici diramazioni. Il 2012 si apre, infatti, con una nuova avventura artistica: il 24 gennaio viene pubblicato il suo primo romanzo Il Paradiso non è granché (Storia di un motivetto orecchiabile), edito da Mondadori; un racconto dove Arisa utilizza come alter ego Marisa, il personaggio protagonista del libro, per raccontare l’essenza del vissuto di questi ultimi anni della sua vita.



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di Fabio De Santi

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e c’è un cantautore che ha saputo unire il pop ad un rock, melodico certo, ma pur sempre rock, e farlo arrivare al grande pubblico insieme a due mostri sacri come Vasco e Ligabue , quello è proprio Biagio Antonacci. Una formula che negli anni ha permesso all’artista milanese di conquistare una platea sempre più vasta con i fans che accorrono sempre più puntuali ai suoi concerti come accadrà, c’è da scommetterci, anche il 23 maggio al Palatrento nell’evento organizzato dalla

Largo a biagio BIAGIO ANTONACCI arriva il 23 maggio al Palatrento, con Una formula che negli anni ha permesso all’artista milanese di conquistare una platea sempre più vasta, con fans che accorrono sempre numerosi ai suoi concerti proprio, anche “Con infinito onore”, “Qui “ e “Dimenticarti è poco”: singoli conditi da una serie di videoclip registrati direttamente in studio. La speranza del pubblico trentino sarà quella di ascoltare il miglior Biagio Antonacci, interprete ed autore emozio-

nato ed ispirato, quell’artista capace di trasmettere l’anima profonda dei brani più famosi del suo lungo repertorio: da “Iris” ad “Inaspettata”, da “Sognami” a “Se fosse per sempre”, “Pazzo di lei” e “Buongiorno bell’anima”, passando per “Se è

vero che ci sei”, “Vivimi” e “Quanto tempo”. La curiosità, però, è tutta per verificare la presa on stage delle nuove composizioni e per capire come questo musicista, classe 1963, affronterà questa nuova, importante sfida con ■ il palco.

i Planet Funk a “NOTTI DI MAGGIO”

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Showtime. Al centro del live ci saranno le canzoni del suo nuovo album “Sapessi dire no”, uscito il 17 aprile e arricchito da una copertina che raffigura un disegno appositamente creato per l’occasione dal grande maestro del fumetto Milo Manara. Il primo singolo del disco è stato annunciato alcune settimane fa “Ti dedico tutto”, ma in una sorta di conto alla rovescia il cantautore ha deciso di lanciare altre canzoni negli store digitali come iTunes. Una strategia precisa, calibrata nel segno dei tempi, difficili per chi prova e a vendere dischi, quella di Antonacci che ha proposto così, prima dell’album vero e 82

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ono i Planet Funk, una delle band italiane più apprezzate da chi ama l’incrocio fra electro dance e rock style, i protagonisti, con le canzoni del loro nuovo disco “The Great Shake”, della tredicesima edizione della kermesse “Notti di Maggio”. Torna anche quest’anno la kermesse più importante della primavera giovane trentina che si svolgerà, con tre giorni di musica, concerti, dj session, dal 4 al 6 maggio a Coredo in Val di Non presso i Teatri Tenda allestiti al Campo Sportivo, in Loc. Dossi. Venerdì 4 è la serata dedicata alla musica live con il sound rock che prevede dj set, l’esbizione come supporter del gruppo “Le Origini della Specie”, gruppo trentino fra più apprezzati sull’onda rock e recenti vincitori delle selezioni regionali di “Italia Wave”. Poi on stage i Planet Funk una formazione che ha costellato il suo percorso musicale con una lunghissima serie di successi radiofonici. Il gruppo si rivela dieci anni fa con l’album “Non Zero Sumness” pieno zeppo di hit single come “Inside All The People” (dagli inebrianti profumi new wave style), “Who Said,” “Chase The Sun” e “The Switch”. Per i Planet Funk è un vero e proprio trionfo: il cd raggiunge il successo, coronato dagli Italian Music Awards e dall’assegnazione del disco d’oro per le vendite dell’album. La notte di sabato 5 per “Notti di Maggio” propone la finalissima della “Viva Dj Competition”, sfida ufficiale per dj emergenti proposta da Radio Vivafm: in gara sei dj, decretati vincitori dall’emittente tra coloro che hanno partecipato alle gare di selezione nei migliori locali del nord Italia.


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hi ama la montagna non ha bisogno di tante cose, un paio di scarpe comode sono l’unico accessorio indispensabile per camminare senza impedimenti. In Trentino non mancano di certo posti dove immergersi nella natura, stando in compagnia o anche da soli, per staccarsi dal quotidiano e ristabilire la propria dimensione interiore; non occorre cimentarsi in imprese esagerate per raggiungere questo scopo, né avventurarsi in posti inesplorati e difficili da raggiungere. A volte, il proprio “piccolo angolo di paradiso” è sotto casa o poco più in là. Molti già lo sanno e altri aspettano solo che qualcuno consigli loro dove andare, a questi ultimi farà sicuramente piacere sapere che a Mezzocorona ci sono tutti i presupposti per passare delle giornate piacevoli in montagna. Basta raggiungere il centro del paese ed

nel cuore della natura Il monte di mezzocorona, un’oasi di tranquillità. Punto di partenza per vivere gli eventi proposti dalla locale pro loco, molto attiva arrivare alla funivia che porta al Monte di Mezzocorona, quindi scegliere se arrivare in tre minuti a bordo di una cabina o fare una camminata di circa un’ora lungo il sentiero che porta al Monte. In ogni caso, l’esperienza sarà piacevole e ogni sforzo sarà ripagato da un ambiente accogliente e servito da strutture; si può inoltre pro-

seguire l’itinerario andando verso Malga Kraun, lungo un sentiero digradante che porta al rifugio. Giunti quasi alla fine del tragitto, è d’obbligo imboccare il vecchio sentiero per non perdere la collezione di opere intagliate nel legno intitolata “La Magia del Bosco” e realizzata da dieci artisti nazionali ed internazionali, fino a giunge-

re al “Candelabro”, un abete bianco plurisecolare le cui fattezze rispecchiano in modo inequivocabile il nome che porta. Qui la natura dimostra quanto possa essere creativa sposandosi perfettamente con le opere ricavate dal legno, in un teatro animato da sculture eterogenee e di sicuro impatto. Arrivati poi a Malga Kraun è possibile mangiare piatti tipici trentini e ristorarsi sdraiandosi sui prati che la circondano in un ambiente ravvivato dalla presenza di animali al pascolo. A partire dalla primavera, il Monte di Mezzocorona ospita eventi per chiunque abbia voglia di vivere la montagna

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lontano dalle solite abitudini. È il caso della “Marcia di Primavera” che si terrà il 13 maggio, durante la quale i partecipanti iscritti partiranno dalla piazza centrale del paese per arrivare a piedi fino a Malga Kraun, dove si terranno le premiazioni e i concorrenti potranno mangiare in compagnia dei loro amici e parenti. A luglio, “I Suoni delle Dolomiti” saranno l’evento più atteso, che come gli anni precedenti offriranno l’occasione per ascoltare musica d’autore comodamente seduti sui prati di Malga Kraun. Nel corso delle edizioni ospitate fino ad ora, l’affluenza è stata consistente ed ogni volta si è potuto apprezzare lo spettacolo circondati dal silenzio e dai colori della natura. Il 10 agosto è la data consueta dedicata alla serata del “San Lorenzo al Monte”, una festa sul Monte di Mezzocorona in cui si possono

mangiare le tipiche “patate e sardele” con la compagnia di un grande falò e di musica, nell’attesa di poter scorgere qualche stella cadente. Settembre è il mese in cui gli animali da pascolo rientrano dagli alpeggi per tornare alle loro stalle in pianura e ad essi è dedicata una giornata in cui si può stare all’aperto e godersi l’ultimo sole della stagione estiva. Il 30 settembre infatti il Monte di Mezzocorona ospiterà “La Desmontegada da Malga Kraun” durante la quale transiteranno gli animali per fare una sosta e dirigersi successivamente a Maso Oliva. Sarà un’ottima occasione per portare i propri bambini e far conoscere loro gli animali. La giornata verrà inoltre allietata da musica con l’opportunità di pranzare all’aperto. L’ultimo impegno dell’anno è quello delle “Scintille di Natale”, il 21 dicembre: una serata dedicata agli auguri di Buone Feste da scambiarsi sul Monte di Mezzocorona con il sottofondo di canti natalizi. Si brinderà al Natale ed al Nuovo Anno gustando dolci e bevendo vin brulè e tè caldo. La Pro Loco di Mezzocorona è dunque lieta di accogliere tutti coloro che vorranno partecipare agli eventi organizzati presso il Monte e di dare qualsiasi informazione attraverso il sito www.pianarotaliana.com o e-mail mezzocorona@pianarotaliana.it ■

I grandi eventi di primavera 2012 4 - 5 maggio

6 maggio 19 - 20 maggio 27 maggio

La rievocazione storica della Calcara accesa Vigolana Camina e Magna Anniversario di S.Paolina Vigolana in Movimento Benessere in Movimento

12 - 13 maggio, 2 - 3 giugno, 9 - 10 giugno, 16 - 17 giugno In mountainbike all’alba e al tramonto, Passeggiate nel bosco di notte, Emozione cammino, A cavallo, In treno!

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antissimi appuntamenti in Vigolana, a partire dalla la riaccensione della suggestiva Calcara per l’antica cottura della calce. Per l’occasione saranno proposte uscite guidate a piedi e in mtb venerdì 4 e sabato 5 maggio. La Calcara faceva parte della vita quotidiana dei nostri nonni, per noi è un ricordo lontano o una tradizione sconosciuta che possiamo rivivere con questa eccezionale accensione. Il weekend culminerà poi nella Vigolana Camina e Magna, domenica 6 maggio, una passeggiata gastronomica nella piana della Vigolana. L’Associazione Solidarietà Vigolana propone anche quest’anno la camminata gastronomica a tappe nella piana della Vigolana con degustazioni di piatti tipici e prodotti locali. 14 km tra Bosen-

Primavera in Vigolana Anche quest’anno l’Altopiano si apre al risveglio della primavera, una stagione da vivere all’aria aperta, gustando il territorio in tutte le sue forme tino e Vigolo Vattaro, immersi nella natura, passeggiando tra gli antichi borghi, per finire con la mostra mercato di lavori artigianali in legno e di prodotti gastronomici del territorio. Si celebrano anche i 10 anni di canonizzazione di Madre Paolina Visintainer, prima trentina ad essere proclamata santa. Sabato 19 e domenica 20 maggio, Vigolo Vattaro

vuole ricordare l’anniversario della sua canonizzazione dedicandole due giorni intrisi di spiritualità. E per riattivare corpo e mente la Vigolana in Movimento, domenica 27 maggio, per provare assieme a tutta la famiglia vari tipi di giochi e scoprire come sport e attività del movimento possano portare un benessere generale. Bambini e adulti potranno

provare liberamente varie discipline del movimento, giochi, animazioni. La Primavera proseguirà con quattro fine settimana legati alla scoperta del territorio e dei suoi sapori. Cinque tipi di passeggiate diverse nei fine settimana 12 e 13 maggio, 2 e 3 giugno, 9 e 10 giugno, 16 e 17 giugno: in mountain bike, a piedi nel bosco di notte, emozioni a non finire... ■

A trento, L’annuario dElla videoarte italiana

S

abato 19 maggio 2012 dalle ore 20.30 presso la galleria Arte Boccanera avrà luogo una nuova serata interamente dedicata alla videoarte. Dopo il grande successo di pubblico riscontrato in occasione del primo appuntamento di ON VIDEOS for hours and hours con le proiezioni realizzate in collaborazione con VisualContainer di Milano, Arte Boccanera ospita il progetto “Videoart Yearbook - L’annuario della videoarte italiana”, un programma di studio e divulgazione del Dipartimento di Arti Visive dell’Università di Bologna avviato nel 2006 da un gruppo di ricerca formato da Renato Barilli, Alessandra Borgogelli, Paolo Granata, Silvia Grandi, Fabiola Naldi e Paola Sega. L’intento di questi curatori è quello di far comprendere il fenomeno in cui l’evoluzione dell’immagine in movimento e l’avanzare delle più sofisticate tecniche di manipolazione video impongono oggi una riflessione sistematica sulle modalità con cui questo complesso insieme di fattori influenza le forme espressive della sperimentazione artistica contemporanea. Videoart Yearbook si offre come un’attenta ricognizione della videoarte contemporanea; una

campionatura ragionata che raccoglie le ultime e più avanzate produzioni video realizzate nel panorama artistico italiano. Ogni anno nella prima metà di luglio Videoart Yearbook organizza un Festival durante il quale sono presentati e proiettati i video selezionati nel Chiostro di Santa Cristina a Bologna. La Rassegna, unica in Italia nel suo genere, indaga nello specifico le forme espressive della videoarte e della manipolazione dell’immagine, due settori in continua e costante espansione nella sperimentazione artistica odierna, anche grazie all’applicazione delle più recenti tecnologie digitali, ormai assimilate nell’ambito dell’arte ed essenziali a molta della produzione più attuale. A Trento Renato Barilli, Alessandra Borgogelli e Silvia Grandi presenteranno la selezione video dei seguenti artisti: Bianco-Valente, Botto&Bruno, Barbara Brugola, Anita Calà, Silvia Camporesi, Rita Casdia, Gabriella Ciancimino, Raffaella Crispino, Riccardo Giacconi, Marco Morandi, Virginia Mori, Massimiliano Nazzi, Christian Niccoli, Michele Putortì, Giovanna Ricotta, RivolaStanovic, Natalia Saurin, Devis Venturelli, Diego Zuelli.

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IL BIO IN TRENTINO: LA SITUAZIONE PRESENTE E LE PROSPETTIVE FUTURE

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Ore 09.00-17.30 Le Gallerie - Piedicastello, Trento Quanto bio si sentono i trentini? In una tavola rotonda ci si confronterà e si discuterà sulle prospettive del Bio in Trentino. Nel pomeriggio, con il Segretario Assobio Roberto Pinton, si parlerà di mense Bio in Italia: normative, prodotti e costi. Confronto con le esperienze trentine. inFo: segreteria organizzativa: 100% srl - 100x100srl@gmail.com

Sabato 19 e Domenica 20 Mostra Mercato

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Sabato ore 10.30-21.00 > Domenica ore 10.30-18.00 Quartiere di Piedicastello Mercato di prodotti biologici locali, laboratori didattici per adulti e bambini, momenti informativi e di confronto con i produttori, presenza di animali della fattoria, intrattenimento serale, bancarelle, ristorazione a base di prodotti biologici e ...tanto altro. inFo: trentino CiPa.at servizi srl - Confederazione italiana agricoltori del trentino www.cia.tn.it - tcsformazione@cia.tn.it

Sabato 26 Convegno aperto a tutti

OBIETTIVO BIO: VITICOLTURA, ALIMENTAZIONE E…

Ore 9.00-18.00 > Lavis, Palazzo de Maffei Le esperienze viticole maturate in altre regioni italiane, la realtà trentina, i pericoli della coltivazione tradizionale, i vantaggi e le opportunità offerte dalla coltivazione biologica. La sicurezza del bio. Seguirà la presentazione del GAS Lavis e dei produttori biologici. inFo: Comune di Lavis - www.comunelavis.it - urp@comunelavis.it Cerca il programma del progetto sul sito www.trentinoagricoltura.it o richiedilo nei punti informativi bio Partner del progetto:

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er gli amanti della danza, potremo assistere l’11 maggio a Tione ad uno spettacolo dinamico che racchiude già nel suo stesso titolo un’anima scatenata. Stiamo parlando di Opera ballet rock people - Think different, interpretato dai dieci danzatori dell’Ariston Proballet di Sanremo. Realizzato da Joseph Albano e Marcello Algeri, questo nuovo spettacolo dell’ensemble sanremese rappresenta un “modo differente di pensare”, come esplicitato anche nella sua denominazione, e un’esplosione di energia supportata da una musica pop-rock, in cui le persone trovano la capacità di unirsi riscoprendo i valori, la forza e i sentimenti. L’ultimo appuntamento vedrà invece in scena un lavoro firmato dalla Compagnia trentina Abbondanza/Bertoni. Al Palacongressi di Riva del Garda il 25 maggio è imper-

opera ballet i dieci danzatori dell’Ariston Proballet di Sanremo saranno a tione l’11 maggio. A riva, il 25 maggio, abbondanza bertoni danzano la disabilità dibile l’occasione di assistere all’emozionante rappresentazione di Le fumatrici di pecore. “Da sempre affascinati dalle forme e dal multiforme – scrive Michele Abbondanza – iniziamo a collaborare con interpreti straordinari, ovvero fuori dall’ordinario. Ognuno di loro è portatore sano di un handicap e ognuno di noi portatore malato della nostra salute: proveremo a scambiarci le rispettive portate”. Il titolo bizzarro di questo lavoro sott’intende una grot-

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tesca complice follia, che pone l’interrogativo sul tema dell’alterità, su cosa è normale e cosa non lo è. È il frutto di un progetto di Antonella Bertoni la quale, con la regia di Michele Abbondanza, è presente in scena assieme a Patrizia Birolo per raccontare e interpretare, “senza veli addosso” e attraverso il linguaggio del teatro-danza, un rapporto osmotico che si sviluppa in una sorta di viaggio fatto di gesti e d’infinite traiettorie rivelatrici, profondi

cammini interiori. La critica, a proposito della creazione, si è esposta in questi termini: “Patrizia e Antonella, danzano e dialogano il diverso nel quotidiano alla ricerca del meraviglioso, fatto di abbracci che allontanano dolori, parole che rassicurano.” E ancora: “Le due donne hanno scardinato i luoghi comuni della limitatezza legata alla fisicità ed all’individualità, per affermare un’identità fatta di gesti che diventano sentimenti. I limiti fisici e mentali sono sbarre che è possibile abbattere.” Le fumatrici di pecore rappresenta quindi un invito ad accettare la vita nella sua complessità e contraddittorietà, ma anche nei suoi valori più autentici, nella sua dignità, nobiltà e responsabilità. ■

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è tempo fino al 30 giugno per iscriversi a Cembramusica, stage residenziale di musica corale giunto alla sua decima edizione e che si svolgerà nei primi dieci giorni di luglio a Cembra. Un evento che si rinnova, anno dopo anno, sempre instancabilmente alla ricerca di nuove proposte nel vasto panorama musicale: dallo spiritual al gospel, alla musica minimalista, all’improvvisazione jazz... Il vario repertorio contemporaneo porterà quest’anno a inconStephen Leek

Suoni dal tempo Cembramusica, stage residenziale di musica corale giunto alla sua decima edizione e che si svolgerà nei primi dieci giorni di luglio. A dirigere, il compositore Stephen Leek concerti di chiusura. Nato a Sydney nel 1959, Leek opera come libero compositore, direttore ed educatore musicale e ricopre attualmente la carica di vice-presidente dell’International Federation of Choral Music. Già docente di composizione e improvvisazione presso il Queensland Conservatorium della Griffith

University, è considerato oggi un pioniere della nuova scuola compositiva australiana e collabora con gruppi e associazioni musicali in tutto il mondo. Nel 2003 Stephen Leek riceve il Robert Edler International Prize for Choral Music per l’importante contributo nei confronti di tutto il movimento corale internazio-

nale, sia come compositore che come direttore. Grazie alla grande diffusione delle sue opere, anche e soprattutto tra i cori amatoriali, Stephen Leek è oggi uno tra i compositori più eseguiti in tutto il mondo. Per informazioni: Tel. 0461.683110, infocembra@ visitpinecembra.it, oppure 338.5602035. ■

“ORIZZONTI NELLE MANI”, il 18 MAGGIO trare l’eccezionale interprete di un mondo lontano e affascinante. Il direttore e compositore Stephen Leek rappresenta stupendamente, con la sua “naturalistica” ricerca armonica e melodica, le sonorità più intime e profonde del vasto e suggestivo continente australiano. Egli è senza dubbio uno tra i più innovativi e geniali interpreti contemporanei e la sua musica viene oggi eseguita in ogni parte del mondo. Durante la settimana corale vengono affrontati brani appartenenti al repertorio dello stesso Leek, ma anche spiritual, gospel, musiche da luoghi e tempi diversi, per rendere vario e accattivante il programma di un ormai collaudato laboratorio. A coronamento del lavoro svolto, si terranno due 92

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“O

rizzonti nelle mani” è il titolo di uno spettacolo multidisciplinare scritto e diretto da Paolo Fanini che debutterà venerdì 18 maggio alle 20.45 presso l’Auditorium S. Chiara di Trento. Una messa in scena che affronta temi relativi alle difficoltà che oggi i giovani incontrano nel progettare il loro futuro professionale e nel confrontarsi con un mondo del lavoro oggi sempre più complicato. Ne risulta uno spettacolo coinvolgente che offre uno spaccato di vita di due giovani ragazzi come tanti, attraverso la storia del loro rapporto e dei loro pensieri scambiati al computer. Assieme riflettono sull’importanza di coltivare e far crescere la fiducia in se stessi e la responsabilità sociale nell’intraprendere qualsiasi tipo di attività lavorativa e, un po’ per volta, si addentrano nelle tante e svariate possibilità che uno specifico settore produttivo, quale quello dell’artigianato, può ancora offrire ai giovani d’oggi. Suggestioni e metafore poetiche catturano i due ragazzi e catturano anche lo spettatore, in una trama dove musica e danza, dialoghi e immagini, accompagnano dentro un percorso che è un po’ concerto, un po’ film, un po’ teatro, e che riesce a darci, attraverso gli occhi e i pensieri dei due protagonisti, una suggestiva rappresentazione del mondo dell’ artigianato, da cui prende spunto la loro storia. Una sessantina le persone che si alternano sul palco in una messa in scena di notevole spessore artistico e con musicisti di grande valore quali, tra gli altri, Elisa Amistadi, Stefano Pisetta, Michele Bazzanella, Luca Tocco, Gilson Silveira, che creeranno dal vivo la colonna sonora di tutta la messa in scena. Per le parti di danza le coreografie sono state create da Nicola Pedrini, Simone Valer, Elisa Colla, Solo Diedhiou, Giulia Primon e Fabrizio Bernardini. Di grande impatto anche i video, tutti girati appositamente e realizzati, insieme allo stesso regista di quest’opera multidisciplinare, da Francesco Ghilardi e Luigi Zoner.


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ino al secolo scorso l’Adige, privo di argini e sovralimentato dal Noce, era soggetto a continue inondazioni e proprio la loro frequenza costringeva il viaggiatore a prendere la via alternativa, la storica Via Claudia Augusta, per evitare gli impaludamenti e raggiungere Verona o Venezia. Nel 1494 il pittore tedesco Albrecht Dürer fece il suo primo viaggio in Italia per recarsi a Venezia. In seguito alla documentata alluvione, dopo aver probabilmente sostato al “Klösterle” di San Floriano presso Egna dalla piazza di Laghetti, deviò lungo il sentiero per Pochi. Superata la forra del rio Lauco attraversò il ponte detto “romano” salì fino al passo del Sauch, proseguì per il lago Santo e scese a Cembra, Faver, al Castello di Segonzano fino ad arrivare alle Piramidi di Segonzano. Questo percorso storico, conosciuto oggi come “Dürerweg-Sentiero del Dürer” fa rivivere, a chi lo percorre, le emozionanti scoperte paesaggistiche dei viandanti di un tempo. Oggi come allora, i luoghi ritratti dal Duerer, conservano il loro fascino. Con l’intento di promuovere il sentiero e di trasmettere alle nuove generazioni un prodotto culturale di grandissima levatura che si integra perfettamente con la valorizzazione del territorio, dell’ambiente e del paesaggio culturale della Valle di Cembra, ecco questo Trekking culturale. Prenderà il via il 2 giugno, alle 14, dal Lago Santo di Cembra ma la partenza potrà avvenire anche dalla Bassa Atesina. Sarà guidato dagli Accompagnatori di Territorio del Trentino. Lungo il tracciato sono previste soste per degustare i prodotti tipici locali e per

sulle tracce di Dürer Il 2 GIUGNO in Val di Cembra: un trekking lungo il DüreRweg, Sulle orme del più grande pittore del Rinascimento gustare inediti scorci. Fulcro dell’evento sarà il Castello di Segonzano che per l’occasione sarà addobbato a festa, con la messa a dimora delle originali Albrecht Duerer Rose. L’arrivo al maniero, dopo aver attraversato lo storico Ponte di Cantilaga sull’Avisio, sarà accolto dagli arcieri e dai falconieri

in costume d’epoca che si esibiranno per il pubblico e sarà successivamente celebrato con la cena rustica presso la residenza dei baroni a Prato di Segonzano curata dai produttori della Strada del Vino e dei Sapori delle Colline Avisiane, Faedo, Valle di Cembra. In chiusura sarà di scena lo spettacolo

finale dell’anteprima di Masi invisibili, con il cantautore Pierluigi Colantoni che presenterà il suo concept-album Soluzioni Co Abitative. Il rientro al Lago Santo o ai punti di partenza sarà possibile per gli escursionisti grazie ad una navetta messa a disposizione del Comitato Organizzatore oppure si potrà soggiornare per una notte (a prezzi convenzionati) rifacendo il percorso, il giorno dopo, con alcune interessanti varianti che saremo lieti di suggerire. Info ed iscrizioni: A.p.T. Piné Cembra T. 0461.683110 ■

TRE TRENTINI AL PREMIO TERNA 04

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nrico Fait, Andrea Viviani e Stefano Raffaelli hanno già presentato la propria candidatura al concorso nazionale per l’arte contemporanea Hanno superato quota 340 gli iscritti al Premio Terna 04, il concorso per l’arte contemporanea promosso da Terna, il gestore della rete elettrica nazionale. Al momento sono tre gli artisti trentini iscritti, tutti appartenenti alla categoria Megawatt (over 35). Viene da Rovereto ed è nato nel 1964 Enrico Fait, che propone l’opera “Carie”. Opera a Pinzolo Andrea Viviani, classe 1970, che al Premio Terna per l’arte contemporanea presenta l’opera “Prosecco”. Si chiama “Movie series – Ladri di biciclette/V.De Sica – 1948” l’opera in concorso di Stefano Raffaelli, eclettico artista di Nogaredo nato nel 1963. Tutti gli artisti interessati a partecipare al concorso potranno iscriversi tramite il sito internet dedicato, www.premioterna. it, entro le ore 18 del primo ottobre. I sostenitori dei singoli artisti potranno votare l’artista preferito sullo stesso sito internet nel periodo che va dal 5 al 12 ottobre 2012. Il tema della quarta edizione del Premio

Terna è “Dentro e Fuori Luogo. Senza Rete. Il Territorio per l’Arte”. Il Premio, che nelle passate stagioni ha raccolto la partecipazione di oltre 9mila artisti da tutta Italia e dall’estero, si presenta nel 2012 con molte novità: una nuova terna curatoriale, interventi sul territorio con un progetto site specific su tralicci, apertura del bando anche alle installazioni, un premio per il più giovane tra i talenti under 23, la connessione con Mosca per la chiusura dell’anno della cultura italiana in Russia, la scelta di una partnership con la musica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

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trentinomostre

immagini di un lago di garda d’altri tempi

I

l Mag, il Museo dell’Alto Garda, prosegue le sue

molteplici attività, affiancando sapientemente la ricerca sull’arte contemporanea con la memoria storica,

l’indagine sul territorio con il recupero di personaggi – artisti, letterati, fotografi, architetti, ecc. – hanno saputo cantare le lodi di questa terra baciata dal sole, scossa dal vento. Una terra che non si fa fatica a dirlo sembra un lembo di mediterraneo (lo avevano già scoperto i viaggiatori romantici tedeschi e prima ancora, nel lontano medioevo, i popoli cosiddetti “barbari”) incastrato tra le montagne alpine. In quest’ottica è stata inaugurata recentemente la mostra dei fotografi tedeschi: i Lotze. Siamo verso la metà dell’Ottocento quando da Monaco il capostipite, Mortz Lotze, pittore di corte del Duca di Sassonia, assieme all’amico Franz Hanfstaengl, sperimentatore e celebre fotografo tedesco, approdarono a Verona, portandovi la nuova e suggestiva

i macromondi spezzati di Cordero

I

l 21 aprile è stata inaugurata la 20ma edizione dell’ormai storico appuntamento con la scultura contemporanea di grandi dimensioni nel suggestivo scenario di Castel Pergine, in Valsugana, sede che anche negli anni passati ha visto nomi di grande pregio quali Plessi, Toni Benetton, Somaini, Lorenzetti, Staccioli, Castagna, Habicher, Gelmi, Abate, Zavagno, Ciussi, Pompili ed altri. L’esposizione di quest’anno, che come di consueto si può visitare per sette mesi, vedrà protagonista l’artista italiano Riccardo Cordero che esporrà numerose opere in metallo. Si tratta di volumi possenti che si oppongono o interagiscono con l’ambiente. Ancora una volta, una mostra stimolante e spettacolare in un rapporto diretto con il castello, come Luciano Caramel sottolinea nel testo in catalogo: ...Quel che prima e più di tutto conta ora in Cordero è il dar forma a strutture interferenti con lo spazio in un reciproco fertile coinvolgimento... Gli organizzatori Theo Schneider e Verena Neff si attendono un’affluenza di visitatori che mantenga il trend di costante incremento verificatosi nelle precedenti diciannove edizioni della rassegna. La mostra si potrà visitare tutti i giorni con ingresso libero fino al 4 novembre (lunedì dalle 17 alle 22).

tecnica fotografica al collodio. In pochi anni lo Studio

Lotze diviene non

col tragico epilogo del suicidio, il 17 aprile del 1909. Da Verona partivano per le loro escursioni fotografiche alla

solo il più ricercato

volta del lago e nei più suggestivi luoghi del Trentino e del

della città ma uno dei

Sudtirolo. Nel corso degli anni accumularono un patrimonio

principali del Nord Italia. I privati si contendono i suoi ritratti,

fotografico e documentario tra i più interessanti a livello

l’esercito gli commissiona le campagne di documentazione

europeo.

delle imponenti fortificazioni militari e il Governo la

Il curatore, Alberto Prandi ha selezionato 120 fotografie,

documentazione delle grandi opere che modernizzano il

adesso in mostra al Museo della Rocca di Rocca

nord-est: ferrovie, acquedotti, canali irrigui. A Moritz, che

di Riva del Garda (chiude il 10 giugno), con il titolo

pittura, si affiancheranno i figli: Emil e Richard. Il primo

“Viaggio al lago di Garda. Le vedute fotografiche dei Lotze 1860-1880”.

attivo prevalentemente in Sudtirolo, il secondo impegnato

Sono immagini datate tra il 1860, quando sul lago svettava

nello studio veronese. A quest’ultimo arride minor fortuna,

ancora la bandiera austriaca e il 1880 e le Dolomiti che

nonostante l’attività fotografica non abbandonerà mai la

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trentinomostre ancora non avevano incontrato fotografi. Hanno un enorme valore documentario, anche per la qualità e l’ineguagliabile abilità compositiva che contraddistingueva il lavoro dei Lotze, e per la loro rarità. Raccontano la trasformazione dei paesaggi del lago, dal dominio spaziale e fisico delle imponenti fortezze asburgiche preunitarie, all’appropriazione identitaria dovuta all’insediamento delle nuove ville con grandi giardini panoramici voluti dalle aristocrazie italiane post-unitarie. Paesaggi, atmosfere e la vita d’un lago che, via via, il turismo internazionale lo ha conosciuto e fatto conoscere. Sono stati i Lotze, con le loro immagini all’albumina, a far conoscere e diffondere il mito del “grande lago blu”, il Garda. Rimanendo in tema di paesaggi alpini o comunque di cultura di montagna la Galleria Arte Boccanera, in concomitanza con il Festival della Montagna “Città di Trento”, ha allestito presso le sue sale di Via Milano 128 a Trento, la mostra personale di Chiara

Tagliazucchi dal titolo “Non

credo sia una questione di punti di vista”, curata da Paola

Arco Mercati Arcofiori - XIV mostra mercato del florovivaismo e dei prodotti locali Apertura: da venerdì 4 a domenica 6 maggio. Casinò Municipale e Viale delle Palme. Mercato contadino e Villaggio dei Sapori Trentini: prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento trentini. Villaggio del Gusto Trentino: punti di ristorazione che propongono i piatti tipici della regione. Villaggio dei bambini: giochi gonfiabili per un divertimento gratuito e assicurato dei più piccoli. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino.it www.gardatrentino.it. Mercati MERCATINO DELLE PULCI 19 sabato. Centro storico. Mostra del piccolo antiquariato, usato, collezionismo e curiosità. Dalle ore 9 alle 18. Info: tel. 0464-452253. Mostre ROBERTO FLOREANI COMPOSIZIONI ASTRATTE Apertura: da venerdì 3 febbraio a domenica 10 giugno. Palazzo dei Panni - Via Segantini, 9. Mostra a cura di Giovanna Nicoletti. Orario: 10-18. Lunedì chiuso. Info: www. museoaltogarda.it. Mostre 43° Premio Segantini di pittura all’aperto 27 domenica. Via Stranforio. Galleria dedicata all’arte e alla pittura. Dalle ore 8 alle 18. Info: tel. 0464-452253.

Borgo Valsugana

Giacomoni e Jonah Lynch (chiude il 29 maggio). I soggetti dei suoi lavori sono dipinti ad olio, disegni e schizzi che formano un corpus atto alla riflessione e alla meditazione che l’artista compie sul mondo mondo naturale. Le sue pennellate ci fanno partecipi del fascino dell’ignoto esercitato dall’universo naturale non contaminato più di tanto (d’altronde quale montagna, cima o versante è “vergine” nei confronti dell’onnipotenza egoistica dell’uomo occidentale?). La stessa artista ci pone il problema, morale, del pericolo che corre la natura ormai sempre più sfruttata e calpestata. I paesaggi polari, le alte vette, i ghiacciai trasmettono un senso di purezza e nello stesso tempo, per le caratteristiche intrinseche della neve e dei ghiacci, rendono possibile la percezione dell’ignoto e dell’inesplorato, concetti la cui esistenza non sembrerebbe più possibile nella nostra epoca.

Mostre Quarant’anni a colori Apertura: da domenica 29 aprile a domenica 20 maggio. Spazio Klien Piazza Degasperi 20. Orario: dal martedì al sabato 10-12. 16-19. Domenica 10-12. Lunedì chiuso. 1 maggio chiuso. Mostre LUCI ED OMBRE DEL LEGNO... UNA MOSTRA CHE VIAGGIA Apertura: da venerdì 25 maggio a sabato 9 giugno. Spazio Erika Klien, Piazza Degasperi, 20. Simone Turra, Isabella Corni, Paolo Moro, Fulvio Borgogno, quattro artisti che, pure diversi nelle origini e nella crescita, raccontano di un’arte antica che non si è mai perduta, che, nella tipicità delle vallate alpine, vive ancora con grande forza e vivacità, in un rapporto intenso e vissuto con il proprio territorio. In tutto 20 opere. Originali e suggestive, per alimentare il desiderio di scoperta e soddisfare la curiosità di ricerca. La mostra vuole rappresentare l’espressione artistica legata ad uno dei prodotti che più squisitamente caratteriz-

zano la regione, quale è appunto il legno. Vuole essere un invito a scoprire un territorio attraverso le suggestioni e gli odori rimasti impressi nell’opera d’arte, resa contemplabile, densa di significati ed emozioni. Info: APT Valsugana tel. 0461.727740; borgovalsugana@ valsugana.info.

Caldonazzo Fiere FESTA DEI MELI IN FIORE Apertura: da domenica 29 aprile a martedì 1 maggio. Presso le vie del paese. Bancarelle, musica, esposizioni, mostra di ricamo, concorso di pittura... Info: www. comune.caldonazzo.tn.it.

Cles Mostre 16° MOSTRA MERCATO DELL’AGRICOLTURA MAGGIO A CLES Apertura: da martedì 1 a mercoledì 2 maggio. Centro dello Sport e del Tempo Libero di Cles. In mostra attrezzature agricole, piante, fiori, animali e prodotti dell’agricoltura. Gli ampi spazi disponibili consentono a produttori e venditori di esporre in modo ottimale i loro prodotti ed ai visitatori di raccogliere preziose informazioni per effettuare i loro acquisti in modo razionale ed oculato. Info: Comune di Cles - tel. 0463.662000; info@ comune.cles.tn.it.

drena Mostre FUTURO INCERTO Opere su Carta Castello. Apertura: da domenica 6 maggio a domenica 17 giugno. Mostra di Franco Chiarani. Opere inedite realizzate su carta (foglio o carta incollata su tavola), per la prima volta in mostra.Il tema della mostra è dato proprio dalla presenza di elementi di un paesaggio allo stesso tempo astratto e molto reale, a volte perfino riconoscibile, che inglobano, nascondono (protezione o sopraffazione?), generano le figure umane, come parti di un insieme composto e articolato. Info: ass-andromeda@libero. it; 349.5224292.

GRIGNO Mostre da terra a cielo mostra di pittura Apertura: da sabato 6 maggio a sabato 19 maggio. Espongono: Rosalba Trentini, Narciso Mores, Elio Roberti, Cristina Zanella, Maria Ida Osti, Rita Furlan. Orario: da martedì a sabato ore 10-12 / 16-18. Info: Biblioteca Comunale “Orlando Gasperini” Tel. 0461.765414; grigno@biblio.infotn.it

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trentinomostre LEVICO TERME

Fiere ORTINPARCO 2012 Apertura: da sabato 21 aprile a martedì 1 maggio. L’Orto, la cultura di uno spazio verde coltivato che perdura nei tempi. Tema dell’edizione di quest’anno sarà “Rifiuto risORTO”, ovvero come riuscire a creare un piccolo orto domestico utilizzando oggetti e manufatti riciclati, dando spazio a fantasia e creatività. Info: Tel. 0461.706824 0461.496123 - parco.levico@provincia.tn.it - www.naturambiente. provincia.tn.it.

Luserna Mostre GALIZIA 1914 - I SOLDATI TIROLESI TRENTINI NELLA GRANDE GUERRA Apertura: fino a domenica 4 novembre. Centro Documentazione. Orario: 10-12.30 / 14-18. Info: Tel. 0464.789638; info@lusern.it; www.lusern.it.

Mezzocorona Fiere FIERA DEL CIOCCOLATO Apertura: da venerdì 25 a domenica 27 maggio. Expò. Gli appassionati del gusto avranno a disposizione un calendario degustativo su differenti tipologie di cioccolato, da assaporare da solo o in abbinamento a vini, spiriti e prodotti tipici. Area giochi per bambini con più di 300mq di giochi e animazione. Possibilità di visita guidata gratuita alle cantine. Ingresso libero. Info: www.mezzocoronaexpo.com. Mercati EXPO’ MEZZOCORONA 2012 - F5 LAB Apertura: da martedì 8 a domenica 20 maggio. F5LAB si trasferisce all’Expò 2012. Info: www. f5lab.it; www.facebook.com/effecinquelab.

Nago Torbole Mostre CARLO COLLODI PINOCCHIO Apertura: fino a giovedì 10 maggio. Casa degli Artisti “G. Vittone”. Illustrato da Massimiliano Frezzato. Info: Tel. 0464 554444 - info@ gardatrentino.it - www.gardatrentino.it.

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Mostre nel giardino segreto Apertura: da mercoledì 2 a martedì 15 maggio. Forte Alto. Mostra bibliografica per giovani lettori. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino.it - www.gardatrentino.it. Mostre Approdi incerti Apertura: da domenica 20 maggio a domenica 17 giugno. Mostra collettiva con giovani artisti trentini. Info: Tel. 0464 554444 info@gardatrentino.it - www.gardatrentino.it.

Pergine Valsugana Mostre RICCARDO CORDERO Macromondi spezzati Apertura: da sabato 21 aprile a domenica 4 novembre. Castello. Mostra in ricordo di Franco Batacchi e verrà allestita negli spazi aperti tra le due cinta murarie e nei saloni del Castello. Info: www. castelpergine.it. Fiere XIV Fiera del disco usato e da collezione Apertura: da sabato 12 a domenica 13 maggio. Piazza Serra presso la Sala Maier. Info:fiera@orizzontisonori.it; www.orizzontisonori. it. Dalle ore 9 alle 19. Orario continuato.

Riva del Garda Mostre GRAMODAYA - Per vivere in armonia Apertura: fino a giovedì 31 maggio. Villino Campi. Mostra itinerante sulla sostenibilità ambientale. Info: Ingarda Trentino 0464.554444. Mostre Pinacoteca: Testimonianze figurative tra il XIV e il XIX secolo Apertura: da venerdì 23 marzo a giovedì 1 novembre. Museo “La Rocca” - Archeologia dell’Alto Garda. Storia: il lago, gli uomini, i tempi. Mostre VIAGGIO AL LAGO DI GARDA - LE VEDUTE FOTOGRAFICHE DEI LOTZE 1860-1880 Apertura: da venerdì 30 marzo a domenica 10 giugno. Museo. Info: www.museoaltogarda.it. Mostre aforismi cromatici Milo&Rossetti Apertura: fino a venerdì 25 maggio. Astoria Park Hotel. Info: Ingarda Trentino 0464.554444. Mostre ANTONIA POZZI - Soltanto in sogno Apertura: da sabato 21 aprile a domenica 13 maggio. Sala Civica “G. Craffonara”. Consonanze tra

LUCI ED OMBRE DEL LEGNO

C

he un provincia defilata come il Trentino, in un quadro di feroce concorrenza, riesca ad esportare arte e cultura appare del tutto eccezionale. Eppure è quello che avviene con la mostra itinerante di sculture “Luci e ombre del legno” giunta alla sua sesta edizione. Ideato 11 anni fa da Remo Tomasetti, nasceva a Castello Tesino il Simposio di scultura in legno. Nel giro di alcuni anni è divenuto quello che viene definito il più bel Simposio di scultura in legno d’Italia, allargandosi ai Comuni limitrofi a Castello, Pieve, Cinte e Bieno, con una partecipazione internazionale estesa sino a otto Paesi e una trentina di artisti (un record italiano). Una prestigiosa giuria in cui, tra gli altri, figurano lo scrittore e critico Renzo Francescotti (presidente), l’organizzatore Remo Tomasetti, gli artisti Lorenzo Menguzzato (Lome) e Carlo Scantamburlo ha premiato tre scultori i quali, ognuno con cinque opere, partecipano alla mostra itinerante. Ad essi si aggiunge un padrino, ovvero uno scultore in legno affermato, anch’egli con cinque opere, ad accompagnare i giovani scultori premiati. Quest’anno il “padrino” è stato Simone Turra, di Primiero. I tre artisti premiati sono stati, due scultori piemontesi, Isabella Corni e Fulvio Borgogno, e il bellunese Paolo Moro. Un elegante catalogo (il Simposio prevede ben due cataloghi, uno che scheda gli artisti selezionati da varie nazioni, l’altro che illustra i tre premiati e il Maestro che li accompagna) è curato da Renzo Francescotti, che traccia anche la storia della prestigiosa rassegna di scultura in legno. La mostra itinerante delle venti sculture è già stata visitata nei mesi scorsi da migliaia di visitatori nelle tappe di Bagnara di Romagna; Dozza (Bologna); Ponte San Giovanni (Perugia) e Ferrara. In maggio approderà a Treia (Macerata), Dal 29 maggio al 9 giugno arriverà in Trentino, allo Spazio Klien di Borgo Valsugana. Per concludersi a Grigno, nell’antica Pieve dei SS. Giacomo e Cristoforo dall’1 al 30 luglio.


trentinomostre l’opera di Antonia Pozzi e i dipinti di Giovanni Segantini. Orario: venerdì, sabato e domenica 10-12; 14-16.30. Info: Ingarda Trentino 0464.554444. Mostre STUDIO D’ARTE ANDROMEDA Apertura: da sabato 19 maggio a domenica 3 giugno. Mostra collettiva. Info: Ingarda Trentino 0464.554444. Mostre Azzurro Apertura: da sabato 19 maggio a sabato 2 giugno. Galleria Il Transito. Sculture in pietra di Claudia Endres. Info: Tel. 0464 554444 info@gardatrentino.it - www.gardatrentino.it. Mostre attimi in jazz... Apertura: da domenica 27 maggio a venerdì 27 luglio. Mostra personale dell’artista Vigilio Forelli. Info: Ingarda Trentino 0464.554444.

Rovereto Mostre la guerra dI Libia 1911-1930 Apertura: fino a sabato 30 giugno 2012. Castello. Il museo storico Italiano della guerra, ricorda i cento anni dall’inizio della guerra italoturca (1911-12) per il controllo della Libia con una mostra di fotografie, materiali e cartoline di propaganda. La mostra ripercorre le vicende del conflitto e illustra l’immaginario coloniale popolare attraverso l’iconografia riprodotta nelle cartoline illustrate e con altri materiali. Orari: tutto l’anno da martedì a domenica 10-18. Info: Museo Sorico Italiano della Guerra; Tel. 0464 438100; www.museodellaguerra.it. Mostre ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE Apertura: da sabato 25 febbraio a domenica 3 giugno. Mart. Progetto di: Christoph Benjamin Schulz e Peter Gorschlüter. A cura di: Christoph Benjamin Schulz e Gavin Delahunty, con la collaborazione di Eleanor Clayton. Mostra realizzata da Tate Liverpool in collaborazione con Mart di Rovereto e Kunsthalle Hamburg. Una mostra racconta la piccola Alice e le sue avventure nel leggendario Paese delle Meraviglie. Questo affascinante percorso espositivo prende avvio dal manoscritto originale di Lewis Carroll, composto nel 1864 come regalo per una bambina di dieci anni, Alice Liddell. Attraverso disegni, dipinti, fotografie, poster e oggetti della quotidianità, la mostra racconta un’epoca, una società e il lungo lavoro di Carroll dedicato ad Alice, ma soprattutto le numerose influenze che questa celebre opera e le sue immagini hanno avuto nella cultura artistica moderna e

contemporanea, dai dipinti dei surrealisti, agli artisti della pop fino ai protagonisti dell’arte contemporanea da Sigmar Polke a Kiki Smith. Info: n.verde 800 397 760; info@ mart.trento.it. Mostre POSTMODERNISMO. STILE E SOVVERSIONE 1970-1990 Apertura: da sabato 25 febbraio a domenica 3 giugno. Mart. Dopo il successo della grande mostra realizzata nel 2009 Cold War- La Guerra Fredda 1945-1970, continua la prestigiosa collaborazione tra il Mart e il Victoria and Albert Museum di Londra, con un nuovo progetto espositivo. In continuità con l’evento precedente, la mostra intende esplorare il concetto di Postmodernismo, emerso prepotentemente in un primo momento nella cultura architettonica internazionale, e poi diffuso ai più vasti ambiti culturali, a partire dagli anni Settanta. L’esposizione è così l’occasione per ricostruire la cultura di quegli anni attraverso le trasformazioni avvenute nell’architettura e nel design, ma anche con le suggestioni delle immagini cinematografiche, le testimonianze nel mondo della moda e le grandi rivoluzioni che coinvolsero la musica e la cultura giovanile. Info: n. verde 800 397 760; info@mart.trento.it.

Spazio EventArt - Pergine Valsugana

EXTRALARGE

L

e dimensioni di un’opera d’arte sono importanti, ma non indispensabili! Infatti, alcuni artisti nel passato remoto o recente hanno dimostrato che erano le opere a creare la monumentalità, sia per la perfetta riuscita del tema, che per la qualità dell’opera. Quando nelle illustrazioni si vedono opere d’arte, senza conoscerne le dimensioni, il nostro cervello costruisce una ipotesi, molto spesso smentita nel momento in cui l’opera è vista dal vero. Alle volte si creano delusioni ed altre volte ci si compiace delle reali dimensioni che hanno confermato le aspettative. Esempi innumerevoli potrebbero costituire una voluminosa bibliografia sul tema, ma non è questo che si vuole mettere in evidenza.

Mostre ARMANDO LULAJ No More Feelings Apertura: da sabato 25 febbraio a domenica 20 maggio. Paolo Maria Deanesi Gallery. A cura di Francesca Referza. Mostre GINA PANE (1939 - 1990) “È per amore vostro: l’altro” Apertura: da sabato 17 marzo a domenica 8 luglio. Mart. Prima mostra antologica dedicata a Gina Pane (1939-1990), una delle figure più importanti e significative della Body Art internazionale. Info: www.mart.trento.it. Mostre AFRO IL PERIODO AMERICANO Apertura: da sabato 17 marzo a domenica 8 luglio. Mart. Mostra a cura di Gabriella Belli con Margherita de Pilati e la Fondazione Archivio Afro. Comprende 39 opere provenienti da collezioni pubbliche americane, canadesi e brasiliane. Nel catalogo, edito da Electa, sono presenti i saggi di Raffaele Bedarida, Gabriella Belli, Adrian R. Duran e Rosemary Stewart Ramsey le schede a cura di Davide Colombo e Ana Gonçalves Magalhães, e apparati a cura dell’Archivio Afro di Roma. Info: www.mart.trento.it.

La scelta di Spazio Event Art e dei curatori della mostra EXTRALARGE, punta alle grandi dimensioni delle opere sì, ma anche alle grandi dimensioni che le idee devono prendere. Non necessariamente corrispondenti alle reali dimensioni dell’opera, ma giuste interpreti dell’evoluzione del pensiero artistico dell’autore. In sintesi possiamo affermare che l’opera extra large abbraccia la fantasia ed è realizzata anche per stupire, ma nel sottofondo dimostra che l’artista sa reggere il confronto con lo spazio, sia esso la tela, il pannello o il muro. Una bella idea può reggere ogni dimensione, adattandosi di volta in volta allo spazio d’apertura a disposizione. Una mente piccola non avrà mai grandi idee, mentre una mente aperta avrà sempre spazio per nuove grandi idee: in una parola idee EXTRALARGE! Gli artisti sanno dimostrare il loro valore in ogni opera e la sfida di questa expo è realizzare un confronto che qualifichi anche il nome del luogo, Abbiamo bisogno dell’ARTE e EXTRALARGE, con le sue grandi idee, ci “sbatte in faccia” le dimensioni, per attirare l’attenzione ad un mondo che non vuole vedere. Apri gli occhi UOMO! Forse sei ancora in tempo! Franco A. Lancetti

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trentinomostre Mostre DEPERO 1912. Il Touring Club Italiano tra futurismo e irredentismo Apertura: fino a domenica 2 settembre. Mart, Casa D’Arte Futurista Depero. A cura di Nicoletta Boschiero. Un album con fotografie della Val di Fiemme, decorate da Depero nel 1912 ritrovato per caso e finora inedito, è il punto di partenza per un’affascinante viaggio alla scoperta di un giovanissimo Fortunato Depero non ancora futurista. Orario: martedì - domenica 10-18. Lunedì chiuso. Info: Tel. 0464.431813; n.verde 800.397760; www.mart.trento.it.

Mostre Naturalia & Mirabilia Apertura: da sabato 24 marzo a martedì 22 maggio. Galleria d’arte il Castello. Via degli Orbi 25. Mostra di Elena Brazzale & Aura Zecchini, a cura di Alberto Zanchetta. Orari: 10-12.30/16-19.30. Domenica e lunedì mattina su appuntamento. Info: www.galleriailcastello.it. Mostre DIVINNOSIOLA Apertura: fino a domenica 6 maggio. Gallerie di Piedicastello. Novità: gli orafi dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese della Provincia di Trento omaggiano i vini in nostra con la creazione di gioielli in oro, argento e pietre preziose. Degustazioni: sabato dalle 15 alle 18. Domenica e festivi dalle 11 alle 18. Info: www.apt.trento.it; www.divinnosiola.it. Mostre L’IMPRESSIONE DEL COLORE. MONTANE IN FOTOCROMIA 1890-1910 Apertura: da venerdì 30 marzo a domenica 6 maggio. Palazzo Roccabruna..

Mostre MATTEO BOATO - LE CASE DANZANTI Apertura: da giovedì 3 a domenica 13 maggio. Biblioteca del Mart. Orario: da lunedì a sabato 9-22. Domenica 9-13.

Trento Mercati MOSTRA MERCATO LEZIONI SULLE ORTENSIE Apertura: da domenica 29 aprile a domenica 6 maggio. Via Giuseppe Grazioli, 102. Orario: martedìsabato 9/12 / 15-19. Domenica ore 9/12. Lunedì chiuso. Info: tel. 0461.1593742; cell. 339.4350534; www.f5lab.it; www.facebook. com/effecinquelab. Mercati MOSTRA MERCATO LEZIONE SULLE ROSE Apertura: da martedì 8 a domenica 20 maggio. Via Giuseppe Grazioli, 102. Orario: martedì-sabato 9/12 / 15-19. Domenica ore 9/12. Lunedì chiuso. Info: tel. 0461.1593742; cell. 339.4350534; www.f5lab. it; www.facebook.com/effecinquelab. Mostre New Pollution - LAURINA PAPERINA Apertura: da giovedì 15 marzo a giovedì 31 maggio. Studio d’Arte Raffaelli. La personale di Laurina Paperina sarà una nuova travolgente ondata di spamming di paperate. Info: studioraffaelli@tin.it.

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Mostre Luigi Tamanini Un trentino a Firenze Apertura: da lunedì 23 aprile a sabato 5 maggio. Via Gazzoletti. Palazzo Regione. Mostre MEDITA - MOSTRA DELL’EDITORIA TRENTINA Apertura: da venerdì 4 maggio a domenica 6 maggio. Piazza Cesare Battisti. Orario: 10-20. Un’occasione per incontrare e conoscere di persona chi sceglie, segue e cura i libri pubblicati in Provincia di Trento. Ingresso libero. Mostre RITA MARIZZA - VOLARTE Apertura: da martedì 24 aprile a sabato 12 maggio. Sale espositive del Barycentro - Piazza Venezia 38. Info: Tel. 0461.262802; www. barycentro.coop. Mostre VUOTO DI MEMORIA - La riscoperta del quartiere del Sas di Trento. Apertura: da martedì 24 aprile a domenica 28 ottobre. Spazio archeologico sotterraneo del Sas. Fonti e documenti d’archivio vengono esplorati dallo spettatore attraverso un percorso immersivo. Le installazioni multimediali rivelano immagini, intrecciano voci e documenti d’archivio che raccontano il quartiere perduto. Orario: 9-13/14-17.30. Ingresso libero. Mostre L’ODORE DELLA GUERRA Apertura: da martedì 24 aprile a domenica 10 giugno. Gallerie di Piedicastello. Mostra fotografica di Fabio Bucciarelli che racconta

la guerra in Libia, dall’inizio delle ostilità alla morte di Muammar Gheddafi, approda alle Gallerie di Piedicastello dove sarà disponibile dal 24 aprile al 10 maggio. Info: www.legallerie.tn.it La mostra è organizzata dall’Associazione geografica 46° Parallelo, dall’Associazione ZonaF. 33 fotografie in bianco e nero per raccontare gli otto mesi che hanno cambiato la storia della Libia attraverso l’obiettivo di Fabio Bucciarelli, l’unico fotografo ad aver immortalato il cadavere di Muammar Gheddafi nella casa di un ribelle a Misurata. Mostre FESTIVAL ECONOMIA 2012 Cicli di vita e rapporti tra generazioni. Apertura: dal 31 maggio al 3 giugno. Info: www.festivaleconomia.it Mostre Chiara Tagliazucchi - Non credo sia una questione di punti di vista Apertura: da mercoledì 25 aprile a martedì 29 maggio. Galleria Arte Boccanera. Orario: dal martedì al sabato 10-13/16-19. Info: tel. 0461.984206; info@arteboccanera.com; www.arteboccanera.com. Mostre La montagna. Terra, luce, vita - Opere dalle collezioni Mart a Cappella Vantini Apertura: da mercoledì 25 aprile a sabato 30 giugno. Cappella Vantini di Palazzo Thun, via delle Orne 1. Bartolomeo Bezzi, Eugenio Prati, Umberto Moggioli, Luigi Bonazza e Paolo Vallorz: cinque opere per cinque artisti trentini tra fine Ottocento e i giorni nostri, per dare valore e far conoscere, attraverso l’arte, l’identità del nostro territorio. Orario: martedì - domenica 10-12 / 15-19. Ingresso libero. Info: www.trentocultura.it; n. verde 800017615.

Museo delle Scienze, via Calepina 14 - Trento. Un percorso didattico sulla deforestazione e le sue conseguenze composto da quindici tele realizzate con tecnica Tingatinga. La mostra è stata ideata e curata dall’associazione Nadir Onlus e realizzata con il Museo delle Scienze di Trento nell’ambito del progetto co-finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento, Assessorato alla Solidarietà Internazionale e alla Convivenza: “Realizzazione di un centro sociale multifunzionale e di un programma per l’introduzione di tecnologie alternative per la produzione di legno combustibile ed il risparmio energetico nella città di Ifakara - Tanzania”. Info: www. mtsn.tn.it Mostre DANCALIA, L’EMOZIONE DIVENTA SILENZIO Apertura: da venerdì 27 aprile a sabato 12 maggio. Torre Mirana. FilmFestival della Montagna. Fotografie di Paolo Ronc. Info: 0461.986120.

Mostre Geological Landscape. Paesaggio geologico trentino Apertura: da venerdì 27 aprile a domenica 10 giugno. Museo delle Scienze, Via Calepina 14. Orario: 10-18. Chiuso lunedì. Durante la settimana del TrentoFilmfestival l’ingresso è gratuito previa presentazione di coupon disponibile nei punti info del festival. A cura di Matteo Visintainer e Riccardo Tomasoni. Info: 0461.986120. Mostre UN INEDITO COMICI Apertura: da sabato 28 aprile a domenica 6 maggio. Fondazione Galleria Civica. FilmFestival della Montagna. Fotografie inedite dello scalatore Emilio Comici. Info: 0461.986120.

Vallagarina

Mostre La legna e i falò Apertura: da giovedì 26 aprile a domenica 10 giugno. Cortile del

Mostre PIERMARIO DORIGATTI - PITTORE, IRRIMEDIABILMENTE PITTORE Apertura: da domenica 25 marzo a sabato 5 maggio. Palazzo Libera. Orario: entrata libera, lunedì/martedì chiuso. Mercoledì, giovedì e venerdì 14-18; sabato, domenica 10-12.30/14-18. Info: 0464.414966; 0464.494200; tonico52@yahoo.it.



trentinoappuntamenti

con maggio, le prime avvisaglie d’estate

A

rrivano i primi caldi, la natura si riveglia. Il monte di Mezzocorona, un’oasi di tranquillità, diventa punto di partenza per vivere gli eventi

proposti dalla locale pro loco, molto attiva. Ma c’è anche l’Altopiano della Vigolana che si apre al risveglio

della primavera, una stagione da vivere all’aria aperta, gustando il territorio in tutte le sue forme. Continua il grande appuntamento con il cinema di

Montagna a Trento. Fino al 6 maggio, Il Trento

Film Festival, la più antica rassegna del genere in Europa proporrà incontri con alpinisti e scrittori, ricreando una magica e irresistibile atmosfera “alpina” in città. Per la musica,

Arisa

N

ome d’arte di Rosalba Pippa (Genova, 20 agosto 1982), Arisa ha raggiunto il successo partecipando al 59º Festival di Sanremo nel 2009 con la canzone Sincerità, che ha vinto la categoria “Nuove Proposte” e ha riscosso gran successo nella primavera dello stesso anno. Contemporaneamente è stato pubblicato anche il suo album d’esordio, intitolato anch’esso Sincerità, che ha riscosso un buon successo in Italia. Nel 2010 è tornata al Festival di Sanremo nella categoria “Artisti” con la canzone Malamorenò, che ha accompagnato l’uscita dell’omonimo album. Successivamente ha sperimentato nuovi ruoli sia in televisione, come presenza fissa del programma di La7 Victor Victoria e come giudice dell’edizione italiana del talent show X Factor, sia al cinema, debuttando come attrice. Nel 2012 è tornata al Festival di Sanremo con il brano La notte, classificandosi seconda. Nata a Genova e cresciuta a Pignola, piccolo centro a pochi chilometri da Potenza, il nome d’arte Arisa è l’acronimo dei nomi di tutti i componenti del suo nucleo familiare: Antonio (il padre), Rosalba (lei), Isabella e Sabrina (le sorelle), Assunta (la madre). Diplomata al liceo pedagogico, ha svolto diversi mestieri come cameriera, cantante di piano bar, baby sitter, parrucchiera, donna delle pulizie ed estetista. I primi passi di Arisa nel mondo musicale risalgono al 1998 quale vincitrice del concorso canoro “Pino D’oro” di Pignola.

attesissimo il ritorno

trentino di Biagio

Antonacci che

la kermesse più importante della primavera giovane

arriva il 23 maggio al Palatrento, con una formula che

trentina che si svolgerà, con tre giorni di musica,

negli anni ha permesso all’artista milanese di conquistare

concerti, dj session, dal 4 al 6 maggio a Coredo in Val

una platea sempre più vasta, con fans che accorrono

di Non.

sempre numerosi ai suoi concerti.

Danzamania in regione: i dieci danzatori dell’Ariston

Spazio anche a due grandi interpreti femminili della canzione italiana. Fiorella

Mannoia – oramai

aficionada del Trentino – il 14 maggio presenterà l’album intitolato “Sud”. Si recupera anche la data di

Samuele Bersani, il 28 maggio. Ma c’è anche l’istrionica Arisa con lo show dell’8 maggio al

Centro Congressi di Riva del Garda, durante il quale si

Proballet di Sanremo saranno a Tione l’11 maggio. A Riva del Garda, il 25 maggio, la Compagnia

Abbondanza Bertoni danza la disabilità.

Il 23 maggio, in Sala Filarmonica a Trento, un doveroso omaggio alla musica del grande Debussy dell’Ensemble

Zandonai.

Infine una chicca: sabato 19 maggio, dalle 20.30,

ascolteranno gli undici brani del nuovo album che si apre

presso la galleria Arte Boccanera avrà luogo una nuova

e si chiude con due pezzi – Amami e Missiva d’amore –

serata interamente dedicata alla videoarte e intitolata

scritti dalla stessa Arisa.

Torna anche quest’anno “Notti 102

tmmaggio

di Maggio”,

“Videoart

Yearbook - L’annuario della

videoarte italiana”.


trentinoappuntamenti 1 martedì Enogastronomia Sagra asparago bianco a Zambana Zambana. Dalle 10 alle 18. Piazza. La festa dell’Asparago bianco e Patronale di Zambana. Quale occasione per non perdersi una piacevole degustazione di piatti a base di asparagi bianchi come: asparagi con uova e/o con gorgonzola, carne salada con insalata di punte d’asparago fresco ed infine risotto con asparagi bianchi. Ci saranno inoltre le tradizionali pietanze delle feste di paese e tanta bella musica per tutti i gusti!. Info: www. comune.zambana.tn.it.

Folklore LA DISFIDA DI CASTEL BESENO Castel Beseno. Rievocazione storica con una gara di arceria valida come campionato nazionale L.A.M. (Lega Arcieri Medievali).

2 mercoledì Cultura il novecento tra crisi e speranza Trento. Ore 14.30. Liceo Galilei. Percorso in preparazione all’esame di maturità. “Tratti distintivi della poesia del Novecento” con il prof. Paolo Campoccia, scrittore.

Enogastronomia 16A MAGNALONGA DELLA VALLE DEI LAGHI Valle dei Laghi. Una passeggiata in compagnia, senza competizione, per il semplice piacere di trascorrere qualche ora in una zona che consente un viaggio a ritroso nel tempo e, contemporaneamente, soddisfare piccole esigenze golose. In pratica, consumare un piatto tipico della cucina contadina, assaggiando a tappe le varie proposte lungo il percorso. Consorzio Pro Loco Valle dei Laghi Trento e Monte Bondone tel. 0461.864400 - www.valledeilaghiturismo.it - info@valledeilaghiturismo.it.

Cultura Conversazione Rovereto. Ore 18. BluLibri. Filmdocumentario “La bocca del lupo” di Pietro Marcello raccontato dalla viva voce dell’attore Massimo Sannelli nell’imprevisto ruolo dell’Angelo dei diseredati. Il film girato nei carruggi di Genova ed i cui protagonisti sono quelli veri delle vicende e della vita narrata, classificato come miglior film al 60° Festival di Berlino e a Torino Film Festival 2009 e vincitore nel 2010 di numerosi altri premi e riconoscimenti, è un compendio di poesia e forza di verità, un tuffo nell’esistenza insieme ai suoi protagonisti Enzo e Mery ed alla gente piccola che ha potuto dire qualcosa di sé.

Famiglia ALLA SCOPERTA DEL CIELO Cembra. Ore 19. Località Le Cave. Osservazione guidata del cielo e degli astri presso l’Osservatorio di Cembra. Ingresso libero. Info: Sergio Dalla Porta 0461.683465.

PER COMUNICARE MEGLIO.

IL TEMPO È PREZIOSO.

Musica Concerto della Banda sociale di Dro e Ceniga Dro. Ore 20.30. Centro Culturale. Info: Tel. 0464 554444 - info@ gardatrentino.it - www.gardatrentino.it. Folklore Calendimaggio Nogaredo. Centro storico. Festa di primavera nel “borgo dele strie”. Il calendimaggio è un rito che si ripete ogni anno per annunciare la rinascita della natura dopo i rigori dell’inverno, è l’auspicio di un buon raccolto, è la vittoria della luce sul buio, della magia buona sulle stregonerie malefiche. Info: Comune di Nogaredo 0464.410257.

PER UNA MAGGIORE SICUREZZA.

Marco Mandolini Musica «Orchestra Haydn» Malé. Ore 20.30. Teatro Comunale. Marco Mandolini, maestro concertatore e violino solista; Alessandro Visintini, ottavino; Gli Archi dell’Orchestra Haydn su musiche di Antonio Vivaldi: Concerto per ottavino e archi in do maggiore, F. vi n. 4, Le quattro stagioni da

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CALENDARIO DEGLI APPUNTAMENTI

I GIOVEDÌ DELL’ ENOTECA Ogni giovedì alle 18.30 un incontro dedicato ai prodotti trentini. Consumazione: 5,00 €

Giovedì 3 maggio “CAPRETTE E CAPRETTI: I CAPRINI TRENTINI” A cura di Onaf Trentino-A.A.

Il cimento dell’armonia e dell’invenzione, op. 8 n. 1-4. Info: www. haydn.it, info@haydn.it; n. verde 800-086890.

Giovedì 10 maggio “DISTILLA INSTILLA: LE GRAPPE AROMATIZZATE IN TRENTINO” In collaborazione con il Museo delle Scienze di Trento

Musica PRIMAVERA OPERISTICA Rovereto. Ore 20.30. Sala conferenze Caritro piazza Rosmini. Andrea Chenier (Milano 1896). Musica di Umberto Giordano. Salotto lirico con Carlo Todeschi. Info: cultura@comune.rovereto. tn.it - www.comune.rovereto.tn.it.

Giovedì 24 maggio “SALUMI: SPECIALITÀ D’ALTA QUOTA”

Giovedì 31 maggio “ROSATI TRENTINI: COLORI D’ESTATE”

IL SABATO CON IL PRODUTTORE Ogni sabato alle 18.30 un appuntamento con i produttori trentini.

Sabato 12 maggio “(PASSIONE X VOCAZIONE) : DIFFICOLTÀ = ECCELLENZA” Azienda: Bosco Maggio (Cimone – TN)

Sabato 26 maggio “CANTINA LA VIS” Azienda: Cantina La Vis (Lavis – TN)

EVENTI 18 - 21 maggio

3 giovedì

76^ Mostra Vini del Trentino La grande rassegna enologica del territorio

MOSTRE 30 marzo - 6 maggio

L’impressione del colore Montagne in fotocromia 1890 -1910 Un viaggio straordinario attraverso le Alpi e le montagne del mondo, riprese con lastre in bianco e nero, restituite in stampe a colori con la speciale tecnica della fotocromia. Cento soggetti appartenenti al Museomontagna di Torino.

17 maggio - 1 luglio

UOMINI E PIETRA - II edizione Un viaggio alla scoperta del mondo lapideo trentino in collaborazione con il Distretto del porfido e delle pietre trentine Per scoprire le altre iniziative dell’Enoteca: www.enotecadeltrentino.it Palazzo Roccabruna: Via SS. Trinità, 24 - 38100 Trento - tel. 0461/887101

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Musica Festival di musica corale Trento. Ore 21. Auditorium del Conservatorio “Bonporti” - via S. Maria Maddalena, 1. Coro del Triennio del Lice Musicale “Bonporti”; direttore principale Lorenzo Donati; per l’occasione il coro sarà diretto anche dagli allievi di direzione di coro Chansons. Il programma prevede l’esecuzione di canzoni di musica leggera arrangiate per coro.

Cultura SCRIVERE A MANO. Parole e immagini dal Medioevo all’età moderna Trento. Dalle ore 17.30 alle 19. Aula didattica del Museo Diocesano Tridentino, Sottoportico del Pievano, 8. Come si costruiva un libro nel Medioevo: la preparazione del supporto; la scelta della scrittura, il ductus e il modulo, l’impostazione della pagina; gli strumenti dell’amanuense; la decorazione e la fabbricazione dei colori, la legatura. Info: Tel. 0461 234419; info@museodiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it. Cultura Conferenza Trento. Ore 18.30. Casa Lamar. “Riflessioni a lume di candela” Happy Hour con Pierpaolo Patrizi (Psicologo-psicoterapeuta). Info: Centro Trentino di Solidarietà

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onlus; info@citiesse.org; www. citiesse.org. Cultura LA VAL DI SOLE, ITINERARIO NELLA PITTURA ‘400-’500 Trento. Ore 17. Associazione Culturale “Antonio Rosmini” - Via Dordi, 8. Relatrice: Prof.ssa Elisabetta Doniselli. Info: info@assrosmini.191.it; www.associazrosminitrento.it. Enogastronomia buon vino trentino 3° edizione Ravina. Dalle 11 alle 24. Mas dela Fam - 3 chef stellati vi faranno gustare le loro creazioni e sarano presenti 20 cantine trentine con oltre 90 prodotti. Degustazione di vini guidate con l’assistenza del sommelier Marco Larentis. Info e prenotazioni: www.buonvinotrentino.com; prenotazioni@ masdelafam.it. Musica «Orchestra Haydn» Tione diTrento. Ore 20.30. Chiesa Parrocchiale. Hansjörg Schellenberger, direttore e oboista; I Fiati dell’Orchestra Haydn su musiche di Richard Strauss: Serenata op. 7, Suite in si bemolle maggiore, op. 4; Wolfgang Amadeus Mozart: Serenata in si bemolle maggiore «Gran Partita» K 361. Info: www. haydn.it, info@haydn.it; n. verde 800-086890. Musica «Orchestra Haydn» Rovereto. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Stefano Ferrario, direttore e violino solo; Bruna Pulini, pianoforte; Gli Archi dell’Orchestra Haydn su musiche di Felix Mendelssohn-Bartholdy: Concerto per violino, pianoforte e archi in re minore; Ottorino Respighi: Antiche danze e arie - III Suite; Pietro Mascagni: Cavalleria rusticana: Intermezzo; Nino Rota: Concerto per archi. Info: www.haydn.it, info@haydn.it; n. verde 800-086890.


trentinoappuntamenti 4 venerdì Cultura Hdemia 2012 Valsugana. Da definire. “Reich e l’energia orgonica” evento aperto a tutti con Lino Tamanini. Info: tel. 348.5226209. Cultura reading letterario Trento. Ore 18.30. Sala Conferenze della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto Via Garibaldi, 33. Reading letterario “Ti scrivo da Sella...”. Con Antonella Lattanzi, Davide Longo e alcuni tra gli autori dei testi dell’antologia In collaborazione con Arte Sella, Scuola Holden e Silvy editore. Nell’ambito del 60° TrentoFilmFestival. Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Trento. Ore 17. Sala degli affreschi. “L’Europa di Ernesto Sestan” Presentazione del volume Ernesto Sestan, Scritti vari - V vol.: Storia moderna, a cura di Renato Pasta Ed. Le Lettere, 2011. Intervengono Serena Luzzi, Marco Bellabarba, Renato Pasta. Modera Renato Mazzolini. Enogastronomia buon vino trentino 3° edizione Ravina. Dalle 11 alle 24. Mas dela Fam - 3 chef stellati vi faranno gustare le loro creazioni e sarano presenti 20 cantine trentine con oltre 90 prodotti. Degustazione di vini guidate con l’assistenza del sommelier Marco Larentis. Info e prenotazioni: www.buon-

vinotrentino.com; prenotazioni@ masdelafam.it. Musica ROCKY ROCK CONTEST Segonzano. Ore 22. Dürer Pub a Sevignano. Ultimo appuntamento con il concorso musicale Rocky Rock Contest. Tre gruppi si esibiranno per un’ora ciascuno e presenteranno almeno tre brani originali. Durante la serata sarà presente una giuria di due elementi, che con il pubblico, decreterà il vincitori della serata. La finale del concorso avrà luogo a Cembra il 7 luglio all’interno dell’ottava edizione della manifestazione Rocky Rock. Al gruppo vincitore verrà attribuito un buono di € 700 da spendere in un negozio musicale o presso uno studio di registrazione. Info: Associazione Culturale Rocky Rock www.rockyrock.it. Musica NOTTI DI MAGGIO Coredo. Teatro tenda, Campo Sportivo Loc. Dossi. Fabio Dj, Le origini della specie, Planet Funk. Info line: 338.1610480. Teatro Itis Galileo Rovereto. Ore 20.45. Auditorium Fausto Melotti. Con Marco Paolini. Di Francesco Niccolini e Marco Paolini. Produzione Michela Signori, Jolefilm. Info: www.comune. rovereto.tn.it. Cultura XXVII Arcobonsai Apertura: da venerdì 4 a domenica 6 maggio. Arco. Casinò Municipale. Convegno su scienza, tecnica e mostra mercato di bonsai. Info:Tel.

0464 554444 - info@gardatrentino. it - www.gardatrentino.it.

5 sabato Cultura Hdemia 2012 Valsugana. Da definire. (Ore 14.30) corso “Il settimo chakra” con Luciano Stella e Claudio Caliari. (Ore 9 e 11) “Camera e cuscino orgonici (laboratorio) con Lino Tamanini, Linda Baldin e Alessandro Veneri. (Ore 17.30) “Percorsi di consapevolezza - il vangelo di Tommaso” con Claudio Detassis. Info: tel. 348.5226209. Cultura Conferenza Trento. Ore 11. Sala degli affreschi. “La guerra parallela del tenente Musil”.Introduce Paola Maria Filippi. Intervengono: Alessandro Fontanari, Massimo Libardi e Daniela Nelva. Evento organizzato da “Biblioteca austriaca” e Centro Studi sulla Storia dell’Europa orientale. Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Trento. Piazza Cesare Battisti. Ore 17. Per la Mostra dell’editoria trentina Curcu&Genovese presen-

ta: “Buono e facile con Adriana” di Adriana Bertoldi. Golose ricette vegetariane dolci e salate. Conduce Francesca Negri. L’Autrice stuzzicherà il pubblico con dolci sorprese.

Enogastronomia buon vino trentino 3° edizione Ravina. Dalle 11 alle 24. Mas dela Fam - 3 chef stellati vi faranno gustare le loro creazioni e sarano presenti 20 cantine trentine con oltre 90 prodotti. Degustazione di vini guidate con l’assistenza del sommelier Marco Larentis. Info e prenotazioni: www.buonvinotrentino. com; prenotazioni@masdelafam.it.

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Sala per banchetti e cerimonie Trento c/o Aeroporto “G. Caproni” tel. 0461/944999 Musica TRILOGIA PER ORGANO, STRUMENTI E VOCI Mattarello. Ore 21. Parrocchia di S. Leonardo. Organo: Roberto Bonetto. Clarinetto: Paolo Fiorini.

Novaline). Info: Ufficio Turismo tel. 0461.884133 (0461/884133 per prenotazioni scuole); ufficio_turismo@comune.trento.it; www.trentocultura.it; n. verde 800017615.

Musica NOTTI DI MAGGIO Coredo. Teatro tenda, Campo Sportivo Loc. Dossi. Viva Dj Competition. Info line: 338.1610480.

Cultura Conferenza Trento. Ore 17.30. Sala degli affreschi. Incontro con Dario Piccoti e Alvaro Torchio, autori di Marx & Engels, investigatori. Il filo rosso del delitt, Ed. Stampa Alternativa, 2012 presentazione, Giuseppe Colangelo.

Teatro Itis Galileo Rovereto. Ore 20.45. Auditorium Fausto Melotti. Con Marco Paolini. Di Francesco Niccolini e Marco Paolini. Produzione Michela Signori, Jolefilm. Info: www.comune. rovereto.tn.it.

6 domenica

Musica NOTTI DI MAGGIO Coredo. Teatro tenda, Campo Sportivo Loc. Dossi. Goodbye Notti di Maggio. Info line: 338.1610480.

7 lunedì Cultura Dimore e giardini fuori le mura Povo. Ore 16.30. Palazzi Aperti - Villa Melchiori Ceschi. Info: Ufficio Turismo tel. 0461.884133 (0461/884133 per prenotazioni scuole); ufficio_turismo@comune.trento.it; www.trentocultura. it; n. verde 800017615.

8 martedì Cultura Dimore e giardini fuori le mura Mattarello. Ore 16.30. Villa Gentilotti e Villa Scotoni (loc.

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Cultura Dimore e giardini fuori le mura Villazzano. Ore 10. Villa Salvetti Bazzani e Villa S. Carlo. Info: Ufficio Turismo tel. 0461.884133 (0461/884133 per prenotazioni scuole); ufficio_turismo@comune.trento.it; www.trentocultura. it; n. verde 800017615. Musica «Orchestra Haydn» Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. György G. Ráth, direttore; Gianluca Littera, armonica su musiche di Graham Whettam: Concerto n. 2 per armonica e orchestra, Robert Farnon. Prelude and Dance per armonica e orchestra, Ernö von Dohnányi, Sinfonia n. 1 in fa maggiore. Info: www. haydn.it, info@haydn.it; n. verde 800-086890.

10 giovedì

Cultura Hdemia 2012 Valsugana. Da definire. “Camera e cuscino orgonici (laboratorio) con Lino Tamanini, Linda Baldin e Alessandro Veneri. Info: tel. 348.5226209. Cultura MASI IN...VISIBILI Valle di Cembra. Incontro sul territorio del festival per anticipare i temi della prossima edizione ed incontrare il pubblico. L’orario, il luogo e il tema dell’incontro verranno indicati sul sito www.masiinvisibili.com. Info: Sorgente ‘90 cell. 328.1344805, info@sorgente90.it, www.sorgente90.it.

Cultura il novecento tra crisi e speranza Trento. Ore 14.30. Liceo Galilei. Percorso in preparazione all’esame di maturità. “Ricerche, corrispondenze, inquietudini nell’arte del Novecento”.

Musica ARISA TOUR Riva del Garda. Centro Congressi di Riva. “Amami Tour”, il nuovo tour teatrale di Arisa farà tappa il prossimo 8 maggio (per l’unica data regionale) a Riva del Garda nella particolare cornice della Sala dei Mille del Centro Congressi: un appuntamento importante che arricchisce l’offerta del Trentino nel magico mondo della “musica d’autore” e che propone una fra le più interessanti scoperte musicali degli ultimi anni come è la giovane Arisa con quel suo infrenabile spirito creativo e quella sua freschezza disarmante. Info: www.sonoramusica.it

Cultura SCRIVERE A MANO. Parole e immagini dal Medioevo all’età moderna Trento. Dalle ore 17.30 alle 19. Aula didattica del Museo Diocesano Tridentino, Sottoportico del Pievano, 8. Laboratorio di scrittura: per capire meglio quale fosse l’esperienza di un amanuense medievale, si propone un incontrolaboratorio durante il quale verrà impostata una pagina “alla maniera degli antichi” e sperimentata, con l’uso della penna d’oca, la cosiddetta scrittura quattrocentesca detta ‘umanistica’. Info: Tel. 0461 234419; info@museodiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it.

Cultura Conferenza Arco. Ore 20. Palazzo Panni. Ciclo conferenze: “Vivere in armonia”.Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino.it - www.gardatrentino.it. Cultura LA VAL DI NON, NON SOLO BASCHENIS Trento. Ore 17. Associazione Culturale “Antonio Rosmini” - Via Dordi, 8. RelatricI: Prof.ssa Elisabetta Doniselli E dott.ssa Lorenza Endrizzi. Info: info@assrosmini.191. it; www.associazrosminitrento.it. Cultura Dimore e giardini fuori le mura Trento. Ore 10.30. Casa abbaziale di S. Apollinare e Cimitero. Info: Ufficio Turismo tel. 0461.884133 (0461/884133 per prenotazioni scuole); ufficio_turismo@comune.trento.it; www.trentocultura. it; n. verde 800017615. Cultura Conferenza Trento. Ore 17.30. Sala degli affreschi. Incontro con Tersite Rossi, autori di Sinistri Ed. E/O, 2012; presentazione, Carlo Martinelli.

11 venerdì Cultura Dimore e giardini fuori le mura Mattarello. Ore 16.30. Villa Gentilotti e Villa Scotoni (loc. Novaline). Info: Ufficio Turismo tel. 0461.884133 (0461/884133 per prenotazioni scuole); ufficio_turismo@comune.trento.it; www.trentocultura.it; n. verde 800017615. Cultura Dimore e giardini fuori le mura Tavernaro. Ore 16. Villa Spath Julg ora Villa Poli. Al termine della visita piccolo intrattenimento musicale. Info: Ufficio Turismo tel. 0461.884133 (0461/884133 per prenotazioni scuole); uffi-

9 mercoledì Cultura Conferenza Trento. Ore 17.30. Sede FBK di Via S. Croce. Seminario: “La storia in prima pagina”. Appuntamento di chiusura con i direttori dei quotidiani Trentino, L’Adige e Corriere del Trentino, Alberto Faustini, Pierangelo Giovanetti ed Enrico Franco. Info: hisig.fbk.eu/it/Storia_prima_pagina.

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trentinoappuntamenti

Cultura Dimore e giardini fuori le mura Trento. Ore 16.30. Oltre le mura vanghiane: gli angoli di piazza Fiera. Info: Ufficio Turismo tel. 0461.884133 (0461/884133 per prenotazioni scuole); ufficio_turismo@comune.trento.it; www.trentocultura.it; n. verde 800017615. Danza Opera Ballet Rock People Tione di Trento. Ore 20.30. Il nuovo spettacolo della compagnia Ariston Proballet (per la regia di Marcello Algeri) è un’escalation di ritmo, energia e piacere, in un’amalgama fra classico e moderno, fra chiaro e scuro, fra tradizione e innovazione. Una musica ed una coreografia nuove che portano all’interno della danza il ballet rock, genere che racchiude in sé vari linguaggi coreutici come la danza classica, la danza moderna-contemporanea, la danza jazz, la danza popolare e sfocia in un genere di movimento che si proietta nel terzo millennio unendo tutta la forza universale e la tecnica del balletto ai più moderni e giovani mezzi di comunicazione e di espressione. Musica WONDER IN MART - LA VOCE DELLE MERAVIGLIE Rovereto. Ore 16.30. Mart. Con Lydia Kavina, theremin e Trio Broz. Melodie del repertorio classico eseguite al theremin con accompagnamento di archi. Info: www. comune.rovereto.tn.it. Teatro ragazzi l’arcobalena Pinzolo. Ore 20. Scuola elementare. Con gli alunni delle classi I e II elementare di Pinzolo. Info: www.burattini.it; tel. 0461.960905.

12 sabato Cultura Parco letterario Robert Musil Palù del Fersina. Inaugurazione del Parco letterario Robert Musil, che invita alla scoperta dei luoghi citati dal grande scrittore austriaco, e che da maggio fino a gennaio 2013 si presenterà al pubblico con la mostra Musil en Bersntol. Info: Istituto Culturale Mòcheno, tel. 0461.550073, 0461.551440; kultur@pec.kib.it. Cultura palazzi aperti 2012 Arco e Riva. Visite guidate gratuite a luoghi significativi. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino. it - www.gardatrentino.it.

Cultura Dimore e giardini fuori le mura Povo. Ore 16.30. Palazzi Aperti - Villa Melchiori Ceschi. Info: Ufficio Turismo tel. 0461.884133 (0461/884133 per prenotazioni scuole); ufficio_turismo@comune.trento.it; www.trentocultura. it; n. verde 800017615. Cultura Dimore e giardini fuori le mura Villazzano. Ore 10. Villa Salvetti Bazzani e Villa S. Carlo. Info: Ufficio Turismo tel. 0461.884133 (0461/884133 per prenotazioni scuole); ufficio_turismo@comune.trento.it; www.trentocultura. it; n. verde 800017615. Cultura Dimore e giardini fuori le mura Trento. Ore 10.30. Casa abbaziale di S. Apollinare e Cimitero. Info: Ufficio Turismo tel. 0461.884133 (0461/884133 per prenotazioni scuole); ufficio_turismo@comune.trento.it; www.trentocultura. it; n. verde 800017615. Cultura Dimore e giardini fuori le mura Tavernaro. Ore 16. Villa Spath Julg ora Villa Poli. Al termine della visita piccolo intrattenimento musicale. Info: Ufficio Turismo tel. 0461.884133 (0461/884133 per prenotazioni scuole); ufficio_turismo@comune.trento.it; www.trentocultura.it; n. verde 800017615. Cultura Dimore e giardini fuori le mura Trento. Ore 9.30. Trento fuori le mura: da Porta Nuova al convento di S. Bernardino. Info: Ufficio Turismo tel. 0461.884133 (0461/884133 per prenotazioni scuole); ufficio_turismo@comune.trento.it; www.trentocultura. it; n. verde 800017615. Cultura Dimore e giardini fuori le mura Trento. Dalle ore 14.30 alle 17. Edificio Rurale e Palazzetto (XV sec.). Intrattenimento a cura del quartetto sax del Corpo musicale Città di Trento. Info: Ufficio Turismo tel. 0461.884133 (0461/884133 per prenotazioni scuole); ufficio_turismo@comune.trento.it; www.trentocultura.it; n. verde 800017615. Musica Concerto Riva del Garda. Ore 20.30. Chiesa di S. Giuseppe. Concerto Banda di Riva: “Provo e suono gli strumenti musicali”. Info: Tel. 0464 554444 info@gardatrentino.it - www.gardatrentino.it.

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trentinoappuntamenti Musica PRIMAVERA IN POESIA Zambana vecchia. Ore 15. Ass.ne “Mana”.Il Cantico dei Cantici con un commentatore: Italo Bonassi e tre lettori: Giuliana Raffelli, Alberto Sighele e Rosa Yourchenko; Matteo Fiorentini alla chitarra. Performance libere con la partecipazione di alcuni componenti del Gruppo letterario In Pagina. Info: Mana Tel. e fax. 0461.242187; carla.casetti@alice.it.

13 domenica Cultura COSTELLAZ-oli Dro. Sala del Centro Eco Prisma & Salute Dro - 1 piano. Percorso introspettivo dedicato agli oli essenziali - con Marzio Sommavilla. Orario 10/13 - 14.30/17.30. Info ed iscrizioni: ass-andromeda@libero. it; 349.5224292; 338.3253316. Cultura palazzi aperti 2012 Arco e Riva. Visite guidate gratuite a luoghi significativi. Info: Tel. 0464 554444 - info@gardatrentino. it - www.gardatrentino.it. Cultura Dimore e giardini fuori le mura Trento. Ogni ora dalle 10 alle 16. Castello del Buonconsiglio. Passaggi nascosti tra Medioevo e Rinascimento. Info: UfficioTurismo tel. 0461.884133 (0461/884133 per prenotazioni scuole); ufficio_turismo@comune.trento.it; www.trentocultura.it; n. verde 800017615. Famiglia giornata della bicicletta e bimbinbici Riva del Garda. Piazza della Mimosa. Percorso in bici per bambini sotto gli 11 anni. Info: tel. 0464-452253.

14 lunedì Famiglia ALLA SCOPERTA DEL CIELO Cembra. Ore 19. Località Le Cave. Osservazione guidata del cielo e degli astri presso l’Osservatorio di Cembra. Ingresso libero. Info: Sergio Dalla Porta 0461.683465. Musica FIORELLA MANNOIA Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Info: www.centrosantachiara.it. Tradizione FESTA DELLA I^ APPARIZIONE Baselga di Piné. Dalle ore 9.30. Montagnaga. Processione dal Santuario di Montagnaga alla Comparsa in occasione della festa della 1^ apparizione della Madonna a Domenica Targa.Programma: alle ore 9.30 partenza della processione dal piazzale del Santuario e alle ore 10.00 Santa Messa alla Comparsa. Info: Reverendo Rettore di Montagnaga 0461.557701.

15 martedì Cultura AGRICOLTURA E PAESAGGIO NELL’ARCO ALPINO Baselga di Piné. Dalle ore 9.30. Centro Congressi Piné 1000. Convegno che esplora le relazioni tra agricoltura, paesaggio e governo del territorio e con la presentazione di testimonianze utili per riflettere sulle strategie per lo sviluppo dell’agricoltura. Programma: Dalle ore 9.30 alle 13.00 prima parte dal titolo “Agricoltura, paesaggio e governo del territorio con interventi di Mauro Agnoletti, Paolo Castelnovi, Annibale Salsa e Viviana Ferraio. A seguire pranzo a buffet con i prodotti della Strada del Vino e dei Sapori Colline Avisiane, Faedo e Valle di Cemra. Dalle ore 14.30 alle 17.30 seconda parte del convegno dal titolo “Paesaggi rurali nell’arco alpino”. Interverranno Barbara Stoinschek, Tiziano Tempesta, Luca Baroni, Stefano Lunardi e Furio Sembianti. Il convegno

sarà moderato da Paola Matonti. A conclusione della giornata apertivi con i prodotti della Strada del Vino e dei Sapori Colline Avisiane, Faedo e Valle di Cembra. Partecipazione gratuita previa iscrizione sul sito www.tsm.tn.it. Info: TSM 0461.020060, step@tsm.tn.it. Cultura Conferenza Trento. Ore 17.30. Sala degli affreschi. Incontro con Alberto Cavanna, autore di “L’uomo che non contava i giorni” Ed. Mondadori, 2012. Presentazione, Paolo D. Malvinni con il Gruppo di lettura. Teatro ragazzi FIABE E LEGGENDE San Michele all’Adige. Ore 10. Museo. Info: www.burattini.it; tel. 0461.960905.

17 giovedì Cultura Hdemia 2012 Caldonazzo. Ore 20.30 e 22. Via Stazione, 1 - sopra la Biblioteca. Corso di trattamenti Reiki rilassanti antistress con Adriana Bertoldi e altri 4 terapeuti. Info: tel. 348.5226209. Cultura SCRIVERE A MANO. Parole e immagini dal Medioevo all’età moderna Trento. Dalle ore 17.30 alle 19. Aula didattica del Museo Diocesano Tridentino, Sottoportico del Pievano, 8. Il fondo di manoscritti del Museo Diocesano Tridentino. Analisi dei preziosi manoscritti di epoca medievale e moderna esposti e conservati presso il museo; sarà l’occasione per osservare da vicino il prezioso Sacramentario dell’XI secolo, la Bibbia atlantica (terzo quarto del secolo XII), il Lezionario e l’Ordo missae pontificalis di Federico Vanga, il Libro d’Ore (seconda metà del XV secolo), la Biblia Sacra, appartenuta al canonico Giovanni Anhang. Info: Tel. 0461 234419; info@museodiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it.

Teatro nonostante tutto Trento. Teatro S.Marco. Info: cell. 346.3075663; www.lanudacompagnia.it; info@lanudacompagnia.it.

18 venerdì Cultura Hdemia 2012 Valsugana. Ore 20.30. Da definire. “Preparazioni fito-flori gemmoterapiche (teoria)” con Antonella Tomasi e Massimo Zaninelli. Info: tel. 348.5226209. Cultura Conferenza Sopramonte. Ore 20.45. Sala della Associazioni - Via di Vegiara, 14. Conferenza aperta a tutti relativa alla Bio-Psicosomatica: “L’equilibrio dell’essere umano nel suo ambiente” con Sabrina Patelli. Organizza: Centro formazione discipline bio-logiche e Sinergioia. Info: www.evoluzioneincorso.com. Teatro orizzonti nelle mani Trento. Ore 20.45. Auditorium S. Chiara. Spettacolo multidisciplinare scritto e diretto da Paolo Fanini. Evento proposto con una messa in scena che affronta temi relativi alle difficoltà che oggi i giovani incontrano nel progettare il loro futuro professionale e nel confrontarsi con un mondo del lavoro oggi sempre più complicato. Info: www.centrosantachiara.it.

19 sabato Cultura Hdemia 2012 Valsugana. Da definire. (Ore 9 e 11) “Pulizia olistiche del corpo” con Rosi Zanetti e Massimo Zaninelli. (Ore 14.30 e 16.30) “Massaggio emolinfatico di base” con Nicole Baldo. Info: tel. 348.5226209. Cultura HUMANITAS - ritratti e ritrattisti Trento. Ore 17.30. Grand Hotel Trento - Sala Depero. Conferen-

TRENTO - Via Matteotti, 3 Tel. e Fax 0461.910788 - Cell. 348.9320138 info@promoevent.it - www.promoevent.it Biglietteria circuiti GETICKET - PRIMI ALLA PRIMA - VIVATICKET

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trentinoappuntamenti za stampa di presentazione degli eventi Nonsolars 2012 con intrattenimento musicale del pianista e compositore prof. Claudio Santoni. Cultura Conferenza Trento. Ore 20.30. Galleria Arte Boccanera. Via Milano 128/130. Serata interamente dedicata alla videoarte: “On videos for hours and hours II”. Info: 0461.984206; cell. 340.5747013; info@arteboccanera.com; www.arteboccanera.com. Cultura Presentazione libro Trento. Ore 20.30. Museo Diocesano Tridentino. Letture interpretative del/dal libro di Antonella Bragagna: “La morte ci colse vivi: Antologia del Leno” (Curcu&Genovese 2011) ritratti ispirati al Libro dei Morti della Chiesa Arcipretale di San Marco; letture di Antonella Bragagna e Roberto Antolini; intervento musicale: duo di flauti Giovanna Gasperotti e Robin Fox. Musica CONCERTO DI PRIMAVERA Civezzano. Ore 20.30. Piazza. Tradizionale concerto di primavera con la Banda Sociale di Civezzano. Info: A.p.T. 0461.557028. Per i più piccoli PICCOLI BRUCHI MAI SAZI DI STORIE NagoTorbole. Ore 10. Biblioteca. Letture per bambini di Elisabetta Parisi. Info: tel. 0464-452253. Folklore viva riva - riva viva Riva del Garda. Piazza della Costituzione. Festa folkloristica e culturale. Info: tel. 0464-452253.

20 domenica Cultura Massaggio Breuss Dro. Sala del Centro Eco Prisma & Salute di Dro - 1 piano. Con Marzio Sommavilla. Trattamento dedicato interamente alla colonna vertebrale. Prende il nome dal suo creatore Rudolf Breuss, naturopata austriaco. Orario 10/13 - 14.30/17.30. Info ed iscrizioni: ass-andromeda@libero.it; 349.5224292; 338.3253316. Cultura MASI IN...VISIBILI Valle di Cembra. Incontro sul territorio del festival per anticipare i temi della prossima edizione ed incontrare il pubblico. L’orario, il luogo e il tema dell’incontro verranno indicati sul sito www.masiinvisibili.com. Info: Sorgente ‘90 cell. 328.1344805, info@sorgente90.it, www.sorgente90.it. Musica CUM LAUDE Tenno. Ore 20. Chiesa di San Lorenzo. Concerto di musica sacra. Info: tel. 0464-452253.

Musica concerto J-Ax Rovereto. Centro Sportivo Baldresca. J-Axe la sua produzione hanno scelto Rovereto per l’allestimento e la “data zero” della sua tournée estiva targata 2012. Fino al 25 maggio.

22 martedì Cultura il mondo alato dei rapaci Drena. Ore 20. Sala polivalente. Conferenza sulle risorse ambientali. Info: tel. 0464-452253. Cultura Conferenza Trento. Ore 17.30. Sala degli affreschi. Incontro con Silvia Vernaccini, autrice di Trento e dintorni. Le più belle gite (con Calisio, Marzola, Vigolana e Bondone) 40 itinerari con cartine. Gite per ogni età, da comode passeggiate ad escursioni più impegnative, tutte raggiungibili con il trasporto pubblico, Ed. Athesia, 2012. Presenta l’architetto Giuseppe Gorfer, presidente dell’Ecomuseo dell’Argentario intervengono lo storico Lorenzo Baratter e il cartografo Augusto Cavazzani. Musica CONCERTO ORGANISTICO Trento. Ore 21. Chiesa Parrocchiale di Cristo Re. Concerto d’organo su musiche di Thierry Escaich, Evocation II. L’ingresso è libero e gratuito.

23 mercoledì Musica DEBUSSY e dintorni, nel 150° anniversario dalla nascita Trento. Ore 20.45. Sala della Filarmonica, via Verdi 30. Omaggio alla musica francese del grande Achille Claude Debussy, di cui ricorre quest’anno il 150° anniversario dalla nascita, con l’esecuzione delle straordinarie Sonate per violoncello e pianoforte, e per violino e pianoforte. Musica BIAGIO ANTONACCI Trento. Ore 21. Palatrento. Info: www.centrosantachiara.it. Teatro ragazzi FIABE E LEGGENDE San Michele all’Adige. Ore 14.30. Museo. Info: www.burattini.it; tel. 0461.960905. Teatro ragazzi il ratto dal serraglio Rovereto. Ore 21. Sala della Filarmonica. Con le III della scuola elementare R. Elena di Rovereto. Info: www.burattini.it; tel. 0461.960905.

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trentinoappuntamenti www.stradadelvinoedeisapori.it, A.p.T. 0461.557028.

24 giovedì Cultura Conferenza Trento. Ore 17.30. Sala Manzoni per la rassegna “Incroci di pagine”: “Prospettive di creatività”, incontro con Vladimir Luxuria. Si parla del libro “Splendori e miserie del cervello. L’amore, la creatività e la ricerca della felicità” di Semir Zeki, Ed. Codice.

25 venerdì Danza LE FUMATRICI di pecore Riva del Garda. Palazzo dei Congressi. Con la Compagnia Abbondanza/Bertoni. Info: www.gardatrentino.it.

26 sabato Cultura presentazione libro Pergine Valsugana. “5 Minuti sul Lettone”.Testi di Chiara Lombardo e illustrazioni di Matteo Boato. Cultura MASI IN...VISIBILI Valle di Cembra. Incontro sul territorio del festival per anticipare i temi della prossima edizione ed incontrare il pubblico. L’orario, il luogo e il tema dell’incontro verranno indicati sul sito www.masiinvisibili.com. Info: Sorgente ‘90 cell. 328.1344805, info@sorgente90.it, www.sorgente90.it. Enogastronomia CANTINE APERTE Valle di Cembra. La Strada del Vino e dei Sapori della Valle di Cembra con i suoi produttori propongono degustazioni guidate delle eccellenza enogastronomiche che caratterizzano il territorio. Info: Strada del Vino 345.7054561,

Famiglia Speciale giornata Parco Aperto Dambel. Parco Fluviale Novella. Entra nel canyon senza bisogno di prenotazione né di visita guidata! Per te la possibilità di rimanere nel Parco per tutto il tempo che vuoi! Il biglietto d’ingresso ti permette di raggiungere l’ingresso del Parco e percorrere liberamente l’intero tracciato in forra (oltre 3 Km di cammino totali) scegliendo in piena autonomia come vivere il parco, quanto tempo dedicare alla scoperta del suo patrimonio e l’itinerario della tua escursione. Lungo i punti più caratteristici del percorso sarà comunque facile incontrare il personale del “Parco Fluviale Novella” ben lieto di fornire spiegazioni, illustrare le caratteristiche dell’area e accompagnare gli escursionisti per un tratto di cammino. Si ricorda che l’ingresso al Parco è vietato ai minori di 3 anni. Info: Parco Fluviale Novella, tel. 0463.432064; cell. 329.8366160; www.parcofluvialenovella.it. Musica TRIBUTO AI FIORI SCARAFAGGI & REGINE Tremalzo. Ore 16. Dai Beatles ai Queen. Gruppo Caronte: Gianfranco Cerreto voce; Alberto Martinelli violino; Gabriele Miglioli violoncello; Elena Trovato arpa; Luigi Signori pianoforte. Info: Ricky Perlotti; tel. 348 2257382; www.gruppocaronte.org. Teatro Chi dice donna... cossa diselo? Borgo Sacco. Ore 21.30. Oratorio. Commedia di e con Loreda-

na Cont. Con la Parrocchia e Associazione Noi Oratorio di Borgo Sacco. All’interno della festa della Comunità.

27 domenica Famiglia Speciale giornata Parco Aperto Dambel. Parco Fluviale Novella. Entra nel canyon senza bisogno di prenotazione né di visita guidata! Per te la possibilità di rimanere nel Parco per tutto il tempo che vuoi! Il biglietto d’ingresso ti permette di raggiungere l’ingresso del Parco e percorrere liberamente l’intero tracciato in forra (oltre 3 Km di cammino totali) scegliendo in piena autonomia come vivere il parco, quanto tempo dedicare alla scoperta del suo patrimonio e l’itinerario della tua escursione. Lungo i punti più caratteristici del percorso sarà comunque facile incontrare il personale del “Parco Fluviale Novella” ben lieto di fornire spiegazioni, illustrare le caratteristiche dell’area e accompagnare gli escursionisti per un tratto di cammino. Si ricorda che l’ingresso al Parco è vietato ai minori di 3 anni. Info: Parco Fluviale Novella, tel. 0463.432064; cell. 329.8366160; www.parcofluvialenovella.it. Musica CUM LAUDE Arco. Ore 20.45. Chiesa di Bolognano. Concerto di musica sacra. Info: tel. 0464-452253. Teatro ragazzi il principe di pietra Trento. Ore 14.30. Villaggio SOS. Info: www.burattini.it; tel. 0461.960905.

Buono e Facile

Teatro ragazzi Per fortuna c’è Pinocchio Borgo Sacco. Ore 16 e 16.45. Oratorio. Spettacolo teatrale per bambini con I Giullari del borgo e Parrocchia e Associazione Noi Oratorio di Borgo Sacco. All’interno della festa della Comunità.

28 lunedì Musica SAMUELE BERSANI IN CONCERTO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952; www.centrosantachiara.it. Musica XVIII Concorso internazionale per giovani cantanti lirici Riccardo Zandonai Riva del Garda. Info: tel. 0464452253.

31 giovedì Cultura SCRIVERE A MANO. Parole e immagini dal Medioevo all’età moderna Trento. Dalle ore 17.30 alle 19. Aula didattica del Museo Diocesano Tridentino, Sottoportico del Pievano, 8. Dal libro manoscritto all’incunabolo. L’invenzione della stampa e l’uso della scrittura in epoca moderna. La stampa a Trento: il vescovo Hinderbach e l’impiego della nuova invenzione nel caso del Simonino. Cambiamenti di forme e modi di scrivere nei manoscritti di epoca moderna. Info: Tel. 0461 234419; info@museodiocesanotridentino.it; www. museodiocesanotridentino.it.

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IL FESTIVAL DELLA CANZONE EUROPEA DEI BAMBINI

le 4Stagioni di Tremalzo: arte, ambiente e...

le piccole colonne IN ONDA SU RAI YOYO, con una classe di faver

Quattro appuntamenti in un anno. Il prossimo, il 26 maggio

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abato 11 Febbraio, a Ledro, in località Tremalzo, fra la neve ha avuto inizio il primo evento delle Quattro stagioni, manifestazione artistica, ambientale. “Le 4 stagioni di Tremalzo” nascono con l’intento di poter permettere alla gente di poter vivere la montagna ledrense anche sotto il profilo culturale. Tremalzo, nota al mondo per i propri endemismi floristici e per la bellezza dei paesaggi, merita di essere nuovamente vissuta dalla gente anche con modalità diverse, mettendosi in un contatto armonico con la natura e con le peculiarità di quel luogo. Punto focale di questo evento, suddiviso in quattro, è il Centro Visitatori Mons. Ferrari. Una vecchia malga (di Tiarno di Sotto) che, grazie ad un bando europeo, è stata ristrutturata e pensata come centro di interpretazione naturalistica. Inaugurato nel 2011, il Centro Visitatori e Area Didattica “Monsignor Mario Ferrari”, è situato a circa 1600 m di quota, nella conca di Tremalzo in Valle di Ledro, e ricavato dalla ristrutturazione della ex malga di Tiarno di Sotto. Pensato per valorizzare e conoscere il Sito di Importanza Comunitaria Tremalzo-Tombea, mediante spazi dedicati a centro didattico ed espositivo, è composto di tre ambienti, con diverse funzioni: un’area espositiva permanente di circa 120 metri quadri che, mediante un percorso scandito dal succedersi delle stagioni, permette di scoprire l’ambiente di Tremalzo e le sue peculiarità; una sala multifunzionale per attività divulgative, riunioni e conferenze e infine una sala didattica. Il progetto propone un percorso in grado di suggerire una visione complessiva della zona naturalistica di Tremalzo, abbracciandone i diversi aspetti, dall’orografia alla geologia alla paleoglaciologia, dalla flora alla fauna locale e alpina, dalla storia agli usi e costumi di valle. Il tutto, basando la narrazione sul succedersi delle stagioni. All’interno del Centro è presente un bell’allestimento curato dal Museo delle Scienze; esso affronta i temi naturalistici della montagna (flora e fauna), i temi delle attività antropiche storiche (alpeggio, apicoltura, raccolta

reatività, divertimento ed impegno e ancora gioia, allegria e spontaneità: ecco gli elementi del Festival della Canzone europea dei Bambini! Protagoniste del Festival le dieci classi vincitrici il concorso Un Testo per noi che invitava le classi delle scuole primarie alla stesura di un testo che, se selezionato, sarebbe stato musicato. Così, dal PalaLevico di Levico Terme ecco in onda dieci nuove canzoni con testi creati da classi delle scuole primarie, musiche di grandi autori della musica leggera italiana ed interpretazione affidata al Coro Piccole Colonne diretto da Adalberta Brunelli. Ma non solo! Le classi autrici dei testi sono anche parte attiva dello spettacolo: con splendidi costumi arricchiscono l’esecuzione del brano con allegre e spiritose coreografie. L’evento è andato in onda, in tre parti, su Rai YoYo, il canale della Direzione RAI Ragazzi dedicato ai bambini (canale 43 digitale terrestre), tra il 13 e il 15 aprile. Presentatori d’eccezione Armando Traverso ed i suoi allegri pupazzi Lallo il cavallo, Orazio il tigrotto dello spazio, Martina la talpina, Gigetto il coniglietto, Peppone il talpone e Gigliolina la chiocciolina. Il Festival della Canzone europea dei Bambini, giunto all’undicesima edizione, è organizzato dal Coro Piccole Colonne di Trento in collaborazione con l’Azienda per il turismo Valsugana, il Comune di Levico Terme e Rai YoYo.

di essenze ed erbe) legate a Tremalzo e ai monti di Ledro. Il tutto nello scorrere delle quattro stagioni che portano ad apprezzare colori e sapori diversi, pur in un fascino che resta intatto durante tutto lo scorrere del tempo. Quattro, dunque, gli eventi annuali: un mix di musiche e sapori, realizzati in concerto tra Amministrazione comunale, Consorzio Pro Loco e Gruppo Caronte (curatore della parte musicale). Il prossimo, sabato 26 maggio (ore 16): Primavera - “Tributo ai fiori”. Quindi seguirà, sabato 11 agosto, Estate – “Quando le stelle vanno a dormire”. Infine, sabato 10 novembre, Autunno – “Impronte in tecnicolor” Info: tel. 348 2257382 www.gruppocaronte.org 113

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trentinomatrimoni questo mese due matrimoni sulla rubrica dedicata ai fiori d’arancio

i matrimoni del mese

il matrimonio di claudia e paolo

Lei Nome: Claudia Anni: 37 Nata a: Trento Residente a: Bologna Occupazione: Impiegata Vestito di: Claraluna Spose - Milano Scarpe di: Claraluna Spose - Milano Parrucchiere: HLC di Rovereto Estetista: Fornita da Revolution Make-Up Levico Terme (TN)

Lui Nome: Paolo Anni: 35 Nato a: Verona Residente a: Bologna Occupazione: Ingegnere Vestito di: Corneliani - Mantova Scarpe di: Bruno Magli - Bologna Barbiere: Contini - Bologna

Servizio fotografico a cura di: Lucio Tonina, Trento 114

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Matrimonio: Civile Data: 17 settembre 2011 Luogo: Sala Falconetto, Palazzo Geremia - Trento Fiori: Fioreria Morena – Levico Terme (TN) Lista di nozze: Pomodoro Viaggi - Bologna Anello per lei/lui: Zironi - Bologna Invitati: 120 Ricevimento: Locanda del Bel Sorriso – Mattarello (TN) Bomboniere: Emergency Viaggio: Stati Uniti Durata: 3 settimane Vivranno a: Bologna


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trentinomatrimoni il matrimonio di FEDERICA e MATTEO

Lei Nome: Federica Anni: 26 Nata a: Trento Residente a: Pergine Valsugana Vestito di: Look Sposa Scarpe di: Dolce & Gabbana (Clan - Trento) Parrucchiere: Lorenza Grisenti Estetista: Lorenza Grisenti

Lui Nome: Matteo Anni: 30 Nato a: Trento Residente a: Lavis Occupazione: Libero Professionista Perito industriale in Informatica Vestito di: Baratto Scarpe di: Corneliani

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vuoi vedere il tuo matrimonio pubblicato in questo spazio? scrivi a redazione@trentinomese.it

Servizio fotografico a cura di: Lucio Tonina, Trento

Matrimonio: Religioso Data: 15 aprile 2012 Luogo: Duomo di Trento Fiori: Pradart Invitati: 250 Ricevimento: Grand Hotel Imperial Levico Terme Bomboniere: Nuova Coral - Trento Catering e pasticceria: Panificio Grisenti Catering: Men첫 Service Intrattenimenti: Gianluca Grieco Cabaret Viaggio: USA, California, Washington, NY City Durata: 17 giorni Vivranno a: Pergine Valsugana 117

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“Chocolike, mi piace il cioccolato” La guida del cavaliere per il 60° dell’ordine

Il cibo degli dei protagonista a Mezzocorona Expo 2012 dal 25 al 27 Maggio

Presentato la guida Unci alla presenza delle autorità

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i è tenuta a Trento il 31 marzo scorso, nell aprestigiosa “Sala Rosa” del palazzo della Regione Trentino Alto Adige, la presentazione alla stampa della “Guida del Cavaliere”, curata dal socio Renato Trinco. A dare particolarmente rilievo a tale iniziativa della presidenza nazionale Unci è intervenuto da Roma il rappresentante del Ministero degli Esteri, Faniele G. Sfregola. Tra i relatori è intervenuto, oltre all’autore dell’opuscolo, anche l’on. Alberto Lembo, presidente della Commissione di studio sulle onorificienze, che ha definito la pubblicazione un vero e proprio vademecum. Numerose e qualificate le autorità presenti che, attraverso i loro interventi, hanno evidenziato l’importanza di questo lavoro come agile strumento di consultazione. In particolare va sottolineata la partecipazione del Commissario del Governo, Francesco Squarcina, che ha presieduto i lavori, dell’assessore provinciale alla Cultura, Franco Panizza e, in rappresentanza del Comune di Trento, dell’assessore Fabiano Condini. L’Unci è stata rappresentata dal presidente nazionale gr. uff. Ennio Radici, dal segretario generale Renato Accili, dai consiglieri nazionali e dalla presenza di alcune delegazioni a nome di altrettante Sezioni provinciali, oltre a numerosi giornalisti. Per la sezione di Trento è intervenuto l’intero Consiglio, con il vice-presidente uff. Giorgio De Bertol, che ha sostenuto l’iniziativa editoriale. 118

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i sarà anche il cioccolato tra le eccellenze italiane presenti quest’anno a Mezzocorona Expo, la fiera campionaria in programma dal 25 al 27 maggio alla Cittadella del Vino (Cantina Rotari), grazie alla recente collaborazione con Eurochocolate che, per l’occasione, presenta un evento tutto nuovo, Chocolike: Mi piace il cioccolato! Gli appassionati del gusto avranno a disposizione un calendario degustativo su differenti tipologie di cioccolato, da assaporare da solo o in abbinamento a vini, spiriti e prodotti tipici. La ChocoTaster ufficiale di Eurochocolate, Monica Meschini, condurrà i visitatori della fiera campionaria in un gustoso viaggio alla scoperta del Cibo degli dei, attraverso sessioni di degustazione guidata di cioccolato, Venerdì 25 maggio alle 19, mentre nel week end alle 11 e alle 14.30. A Mezzocorona Expo aprirà i battenti anche una ricca area commerciale, grazie alla partnership con Eurochocolate, dove si potranno trovare i migliori cioccolati della produzione italiana e internazionale. Imperdibile la sosta allo stand Costruttori di Dolcezze, con i suoi prodotti al cioccolato innovativi, di qualità e dal packaging originale, come la Choco-Cornice, il portaritratti interamente in cioccolato fondente, in cui è possibile inserire la propria foto preferita per un dolce ricordo, la ChocoLamp, la lampada che simula una vuluttuosa cascata di cioccolato, oggetto d’arredo curioso e adatto a qualsiasi ambiente o Dolci Bugie, reinterpretazione cioccolatosa della favola di Pinocchio, in cui il burattino bugiardo dice “Non mi piace il cioccolato!”, ma ha accanto a sé ghiotte monete di cioccolato al latte, tutte da scartare e mangiare... E per chi il cioccolato non si limita a mangiarlo, ecco la linea gadget iChoc firmata da Costruttori di Dolcezze, che unisce alla passione per la tecnologia la bontà del cioccolato e che si va ad aggiungere a tutti gli altri oggetti “cioccolatosi” come i ChocoTime, gli orologi cioccolatosi, gli accessori per il lavoro e lo studio come le Choco-usb, la Chococalcolatrice e i Choc-eat, i post-it dalle forme golose; quelli per la casa e la borsetta, come i Dolci asciugamani, le t-shirt, il Choco-specchio e il Choco- Umbrella. Sarà davvero impossibile non dire “Chocolike: Mi piace il cioccolato!”



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IL NUOVO PROCURATORE GENERALE a Trento CONGRESSO ACLI: NUOVO MUTUALISMO e ECONOMIA CIVILE Il decalogo aclista per superare la crisi e rilanciare la politica

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i fronte alla crisi dell’economia e della politica le Acli non lanciano anatemi all’esterno, ma scelgono la strada dell’autoriforma interna. Ripartire dall’azione sociale, dal volontariato e dall’associazionismo per creare nuovi servizi, nuove forme di rappresentanza della società e riformare la politica. Nella sua relazione Arrigo Dalfovo, presidente uscente del movimento, si è soffermato sul concetto del limite come punto di partenza per le riforme. È necessario, ha affermato Dalfovo, fermare questa corsa al consumismo sfrenato e all’illusione della crescita e rimettere i cittadini al centro delle scelte sui beni comuni. Le persone possono fare molto rispetto alla crisi mettendo in campo forme di solidarietà e mutuo aiuto, sviluppando comportamenti virtuosi riferiti al risparmio energetico e alla mobilità alternativa. Sul versante dell’autoriforma interna, il movimento ha lanciato una serie di proposte che riguardano la tutela e la rappresentanza dei lavoratori precari rafforzando strutture interne, quali la Casa sociale e del lavoro, l’esperien za della formazione delle assistenti famigliari con Acli Care, lo sportello lavoro del Patronato. Atre proposte riguardano lo sviluppo di azioni innovative attraverso l’Enaip (alta formazio120

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IL SINDACO Alessandro ANDREATTA SALUTA GIUSEPPE AMATO

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a 52 anni, viene da una famiglia di magistrati il nuovo Procuratore generale della Repubblica, Giuseppe Amato. Il padre Niccolò ha guidato a lungo il Dap, il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. La sorella è pubblico ministero a Milano, mentre la moglie è giudice di Cassazione. Il nuovo procuratore è un grande esperto di reati legati agli stupefacenti. È autore di saggi, pubblicazioni e articoli sulle riviste specializzate, oltre che a numerose note a sentenza. Ha vinto giovanissimo il concorso per entrare in magistratura e come primo incarico è stato assegnato alla Procura di Roma. È diventato procuratore a 47 anni, a Pinerolo. In occasione dell’incontro ufficiale al Comune di Trento del 13 aprile, Amato ha ricordato la sua esperienza piemontese come impegnativa e piena di soddisfazioni in un territorio comunque vario e non facile. Amato è stato citato anche dalla pubblicazione «Non siamo fannulloni», su funzionari pubblici che hanno dato ottima prova di sé.

ne sul risparmio energetico e fonti alternative, alta cucina ed edilizia sostenibile) e la Scuola di Comunità (formazione dei giovani e della nuova classe dirigente). Dalfovo si è poi detto contrario all’abolizione delle Comunità di valle in quanto è comunque necessario rafforzare il ruolo degli enti intermedi garantendo una visione territoriale in materia urbanistica e sociale. Attraverso la mozione finale, il movimento ha parlato della necessità di “abbandonare i miti dello sviluppo ad ogni costo e del consumo sfrenato” e per questo parole come senso del limite, decrescita, riciclo, ridistribuzione, attenta e consapevole gestione delle risorse umane devono diventare parte integrante del nuovo lessico aclista. Termini che indicano la precisa volontà delle Acli di diventare un soggetto attivo all’interno dell’economia civile e dell’impresa sociale di comunità. Per questi motivi il congresso ha assunto l’impegno precipuo di “lasciare spazio ai giovani” ricercando le più opportune forme di coinvolgimento e servizio a partire dal ruolo, essenziale, della formazione e della neo nata Scuola di Comunità. Fra le richieste delle Acli c’è anche la riduzione dei costi della politica ed un fermo no all’acquisto dei 131 aerei F35 da parte del governo per un costo di ben 16 miliardi di euro.


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Giornalisti da quarant’anni La collina di trento rimessa a nuovo

Premiati il 31 marzo dall’ordine del trentino alto adige

All’argentario day quattrocento i volontari all’opera

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abato 31 marzo si è svolta la seconda edizione dell’Argentario day. Alle otto del mattino si sono ritrovati in 500 nelle sette piazze della Circoscrizione per portare a termine più di ottanta azioni, molte delle quali complesse e articolate Tra le 23 azioni programmate a Martignano ricordiamo la tinteggiatura del punto di prestito libri, dei centocinquanta metri di staccionata lungo il parco di Martignano e della chiesetta del cimitero; recuperata l’area esterna del Rifugio Calisio; decine di disegni floreali offerti dagli artisti locali nelle nicchie appositamente predisposte lungo il muro di sassi cha dal CRM porta al parco di Martignano. A Cognola le azioni programmate sono state addirittura 32. Tra di esse spiccano per particolarità (non per importanza) la bonifica di un’ampia area abbandonata tra il Centro Civico e il campo Marnighe, la tinteggiatura di vari luoghi tra cui il vecchio acquedotto, il teatro, la sala polivalente, il vano di accesso al parcheggio interrato, le strutture del campo da bocce e le decine di cassette elettriche imbrattate dai soliti noti. A Montevaccino sono state 14 le azioni pianificate; ricordiamo le quattro azioni destinate al ripristino delle strade del Marez, della Vallarghe e di loc. Pramorghen e il significativo riordino del punto di prestito. Otto azioni sono state programmate a Villamontagna tra cui risalta il tentativo di riportare alla luce una antica fontana interrata. Altre 10 azioni sono state poi programmate tra San Donà, Tavernaro e Laste. Sono stati quattrocento i volontari che hanno partecipato ai pranzi comunitari preparati e offerti dai circoli anziani e comunitari nei rispettivi sobborghi. E poi svernicianti e spazzole d’acciaio per eliminare i graffiti, spruzzi d’argento per colorare le cacche di cane a sostegno della campagna: “non tutto ciò che luccica è argento”, le oltre 40 azioni dedicate alla cura delle aiuole

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l 31 marzo scorso a Trento sono stati premiati i giornalisti del Trentino Alto Adige che hanno raggiunto i quarant’anni di attività. Eccoli nella bella foto di Piero Cavagna, da sinistra, Antonio Scaglia, Toni Visentini, Carlo Giordani, Alberto Folgheraiter, Maurizio Struffi, Carlo Andreotti, Enrico Bortolamedi, Udo Perkmann, Franco De Battaglia, Alberto Tafner, Giuseppe Filippi, Hartmuth Staffler. A tutti loro, l’Ordine ha consegnato una bellissima spilla d’oro realizzata per l’occasione da Mastro 7. e alla pulizia di bacheche, piazze, vetri e tutto ciò che sta a cuore ai cittadini, senza dimenticare la sistemazione dei sentieri. E nemmeno vanno dimenticate le attività destinate al sociale, tra cui l’intrattenimento degli anziani, degli utenti di Casa Serena, l’infopoint per le neomamme, le istruzioni infermieristiche e molto altro ancora. Tutte queste azioni, compresa la più semplice, narrano una straordinaria disponibilità a farsi carico del bene Comune. Infine ricordiamo le trenta ore di riprese video e le 2000 foto scattate per testimoniare questa straordinaria giornata, nonché le decine di interviste raccolte per capire le motivazioni che spingono un cittadino ad occuparsi del bene comune. Tutto ciò è potuto succedere anche grazie all’Assessorato ai lavori pubblici che ha sostenuto attivamente l’iniziativa fornendo il materiale a supporto delle numerose attività, ma anche grazie a Dolomiti Energia che ha equipaggiato i volontari di scope, guanti, sacchetti e pattumiere nonchè piccoli container dove depositare il materiale recuperato durante la giornata. L’Argentario Day ha assunto l’aspetto di una grande festa popolare tutta protesa a conservare il bene comune e la coesione sociale, centrata attorno ai valori della cittadinanza attiva e della responsabilità collettiva, dimostrando che l’Autonomia, intesa come attaccamento alla Comunità e capacità diffusa di farsi carico del bene comune, è parte del dna trentino. 121

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“L’eterno presente” in tre concerti Si rinnova il rito della spremitura

L’Associazione Lucilla May chiude in maggio la nuova stagione

All’azienda agricola GINO Pedrotti di Cavedine Nell’ambito della kermesse Divin nosiola

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a cerimonia del rito della Spremitura delle uve appassite di Nosiola ha avuto luogo il 4 aprile scorso, alla Cantina Gino Pedrotti di Cavedine, nell’ambito della kermesse DiVinNosiola. La serata è cominciata con gli interventi del giornalista Walter Nicoletti e della direttrice dell’APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi, Elda Verones. La parola è poi passata al padrone di casa, Giuseppe Pedrotti, che ha ringraziato i presenti, gli organizzatori e ha raccontato la storia di questo antico rito così radicato nella tradizione locale. Significative anche le parole di Elio Pisoni, Presidente della Cassa Rurale della Valle dei Laghi, sull’importanza di riuscire a sostenere eventi che rimandano alla cultura e alla tradizione di un popolo, nonostante i tempi di crisi attuali, e di Walter Garzetti, presidente di categoria della sezione Orafi dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese della Provincia

di Trento. Alla cerimonia, infatti, erano presenti anche tre modelle che hanno indossato a turno i nove gioielli creati dagli orafi dell’Associazione Artigiani che erano in mostra, insieme ai vini, presso la Mostra DiVinNosiola allestita alle Gallerie a Trento. Un omaggio dell’arte al vino, del connubio agricoltura e artigianato che in questo contesto si è espresso nella sua forma più creativa. Arte e vino, bellezza e gusto, tradizione e innovazione, sono i binomi alla base di questa collaborazione. Il Gran Maestro della Confraternita della Vite e del Vino di Trento, Enzo Merz, insieme agli altri confratelli, ha poi proseguito eseguendo il rito della Spremitura delle uve appassite di Nosiola, spiegando tecnicamente cosa avviene nel momento in cui le uve vengono spremute. Regia dell’evento i produttori dell’Associazione Vignaioli del Vino Santo Trentino DOC. 122

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Associazione Lucilla May presenta la nuova stagione “L’eterno presente”, breve rassegna di tre concerti di musica antica, che si sviluppa sulle parole di un celebre passo di Sant’Agostino: “Se poi il presente fosse sempre presente e non trascorresse nel passato non sarebbe più presente ma eternità. La prima serata prende il titolo dalle prime parole del passo agostiniano ed è stata proposta sabato 14 aprile presso la Sala degli Arazzi del Museo Diocesano di Trento. Il programma, era affidato al Quartetto degli Affetti che ha riproposto una serie di danze di autori barocchi affiancate all’esecuzione di una prima assoluta commissionata dal Quartetto stesso al compositore genovese Marcello Fera. In maggio, il Quartetto degli Affetti si riproporrà in versione allargata costituendo quindi l’Orchestra degli Affetti affiancata al Coro In dulcis jubilo diretto da Tarcisio Battisti, nella serata di domenica 13 maggio alle ore 20.30 presso la Chiesa di San Francesco Saverio a Trento. Il programma musicale dell’ultimo appuntamento intende riconoscere la costante attualità della musica antica per poter legittimamente concludere il passo di Sant’Agostino, intitolandosi così “...non sarebbe più presente ma eternità”. La stagione dell’Associazione Lucilla May si propone di avvicinare il pubblico alla musica del periodo barocco attraverso l’uso degli strumenti antichi e la ricerca di un programma variegato che possa abbattere le barriere temporali a favore di una costante attualità dei tempi passati. Durante le serate, l’attore Alessio Kogoj si proporrà come guida per l’ascoltatore accompagnando ai programmi musicali la lettura di alcuni passi tratti dalle opere di Sant’Agostino, motore intellettuale dell’intera stagione.


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Dal fazzoletto di carta all’albero DOP ULIVA “veste” meglio di tutti L’extravergine di Agraria Riva del Garda Miglior Packaging “Ercole Olivario” 2012

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graria Riva del Garda ha vinto il Premio Speciale Amphora Olearia per la miglior confezione, all’interno del Concorso Nazionale per l’olio extravergine d’oliva di qualità Ercole Olivario 2012, che si tiene annualmente nella provincia di Perugia, giunto ormai alla sua XX edizione. Il Premio come miglior packaging è stato assegnato ad Uliva, olio extravergine d’oliva DOP Garda Trentino di Agraria Riva del Garda, da una giuria di esperti sulla base di criteri quali completezza, chiarezza e contenuto, design e funzionalità della bottiglia, materiali innovativi impiegati per la confezione che valorizzano la qualità e l’origine del prodotto. “Solo le aziende che hanno superato le selezioni regionali e che concorrono successivamente alla fase finale del premio Ercole Olivario, possono partecipare a questa competizione collaterale” afferma il direttore di Agraria Massimo Fia. “Partecipiamo a questo concorso dal 2006 con i nostri extravergini DOP, arrivando sempre tra i finalisti: ora, finalmente, abbiamo ottenuto anche una vittoria. Quest’anno, inoltre, siamo stati invitati, insieme alle altre aziende vincitrici, ad intervenire in diretta alla trasmissione “Occhio alla spesa” in onda venerdì 13 aprile su Rai1, dalle 11 alle 12, puntata interamente dedicata ad Ercole Olivario: ci saremo anche noi con i nostri oli”. Con questo premio Uliva Dop arricchisce il suo palmares di successi nei più importanti concorsi: dopo il Sol d’Oro nel 2009 e la Sirena di bronzo nel 2010, si conferma campione di innovazione con un progetto vincente e lungimirante, che rompe in qualche modo gli schemi nel mondo degli extravergini a livello di packaging e design, distinguendosi in modo assoluto tra i principali competitori a livello nazionale. Frutto del lavoro di squadra, che vede impegnate differenti professionalità interne ed esterne all’azienda, tutte trentine, il progetto Uliva nasce in primis dall’elevata qualità del prodotto, a cui si affianca la strategia di marketing messa a punto da Oficina d’impresa e la creatività grafica di Michael Dall’Agnol – O2design.

Cartiere Villa Lagarina ottiene le certificazioni forestali

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n nuovo passo verso una maggiore tutela dell’ambiente da parte di Cartiere Villa Lagarina. La più innovativa cartiera d’Italia, in prima fila nella riduzione dell’impatto ambientale e dei suoi consumi energetici, può produrre ora carte vergini tissue e riciclate per ondulatore certificate secondo gli standard internazionali di custodia forestale FSC e PEFC. Si tratta di due importanti certificazioni che si aggiungono alle altre già acquisite della cartiera (Qualità - ISO 9001, Sicurezza - Ohsas 18001 e Ambiente - ISO 14001) e che sottolineano ancor più l’attenzione che il Gruppo Pro-gest pone non solo alla qualità e alla commerciabilità dei prodotti, ma anche al rispetto dei migliori standard internazionali per la salvaguardia dell’ambiente. “Poter vantare la certificazione FSC e PEFC – spiega Francesco Zago, direttore della Cartiera di Villa Lagarina – significa che noi siamo in grado di monitorare ogni fase della filiera: dal lotto di carta prodotta è possibile risalire fino a quale albero è stato tagliato e secondo quale autorizzazione per la carta vergine, e fino a che macero è stato utilizzato per quella riciclata, per garantire che la carta da noi prodotta non provenga da foreste protette o fonti controverse. Questo per noi è solo un primo passo: è nostra intenzione estendere queste certificazioni anche a tutte le altre aziende del gruppo”.

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Il futuro dell’economia, le strategie di Mediocredito Se ne è parlato in un convegno organizzato a merano. Nadio Delai: le banche sostengano l’economia reale. Leopoldo Scarpa: il credito deve favorire lo sviluppo delle imprese. Franco Senesi: l’integrazione con il credito cooperativo diventa strategica

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egli ultimi anni l’Italia ha perso competitività. Fino al 2008 eravamo il secondo Paese del mondo per produzione industriale, oggi siamo quarti. Abbiamo una economia reale che negli anni recenti è peggiorata. E le banche in questo periodo hanno continuato ad aumentare gli impieghi: il credito è cresciuto in maniera molto più intensa dell’economia reale, ed il finanziamento delle nostre imprese è fatto principalmente dalle banche. Ne consegue che imprese troppo indebitate non fanno bene né all’economia, né alle stesse banche che le finanziano. Anzi, proprio le banche stanno consumando nelle sofferenze oltre la metà del loro cash-flow, la provvista è molto più difficile e molto più cara. E cala lo spread tra provvista ed impieghi: nel 2003 era del 3,6%, adesso del 2,2%, con il Roe delle maggiori banche ormai prossimo allo zero. Il quadro appare problematico, ma è la fotografia reale scattata da Leopoldo Scarpa, direttore generale di Mediocredito del Trentino Alto Adige, che su questi temi si è interrogato in un convegno a Merano – presso il Kursaal – dal titolo eloquente: “La crisi, le banche, il futuro”. Il circuito virtuoso del debito che si sosteneva su Stato, banche ed economia reale non regge più. “Quando dall’estero non hanno più comprato titoli delle banche italiane, l’incantesimo si è rotto”, ha detto il responsabile della Finanza Giorgio Franch. “Intervenire oggi a puntellare

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una economia basata sull’obbligo di crescita senza aumento di competitività non è un antidoto alla crisi, ma piuttosto un antidolorifico che non cura il male, ma ne attenua solo gli effetti”. Per Nadio Delai, sociologo dallo sguardo lungo sulle imprese, intervenuto a Merano per individuare una terapia possibile, si assiste oggi al ritorno all’economia reale. “Dopo il postmoderno si va al neorealismo, perché le cose hanno un valore in sé. Oggi si torna all’economia reale come esigenza oggettiva”. E poi c’è un altro (gradito) ritorno, quello del sociale. Quello stesso sociale che era stato espulso dalle grandi banche, oggi rientra in economia. “Perché – è la conclusione di Delai - se non c’è crescita e coesione sociale, non c’è nemmeno sviluppo. Il sociale non è più un optional per spiriti caritatevoli, ma un movente integrante dell’economia”. Ieri era sufficiente essere imprenditori robusti, oggi non più. Occorre innovare i prodotti, e mettersi in relazione con il territorio, stringere alleanze. Le esperienze nelle filiali di Mediocredito – i particolare i casi di Brescia e Trento portati al convegno – insegnano. La crisi è anche una buona occasione per ripensarsi. Le banche devono saper riconoscere questi segnali, e sostenere l’economia reale favorendo un rimbalzo positivo verso l’innovazione. Un futuro probabile? Per Leopoldo Scarpa “dobbiamo stringere i denti, e imparare a volare. Il nuovo modello d’impresa non può più confrontarsi sulla competizione di prezzo, serve innovare il prodotto, fare investimenti, sviluppare i mercati ed il brand. Nel prossimo futuro la provvista resterà scarsa e costosa, il credito va indirizzato allo sviluppo. Dobbiamo aumentare i servizi per la crescita, capire le imprese. Le sfide che dobbiamo affrontare sono lo sviluppo di sinergie, il rafforzamento delle alleanze, il rapporto con i nostri soci”. Per Mediocredito questo significa rafforzare la sinergia con il credito cooperativo, che è chiamato ad ulteriori responsabilità. Lo ha detto in maniera chiara il presidente Franco Senesi: “Vogliamo costruire una banca che possa interpretare le esigenze di tutto il mondo delle imprese che si presenta da noi. Il disegno è far crescere una banca corporate che possa recitare un ruolo importante nella nostra regione e in quelle limitrofe. L’integrazione con il credito cooperativo (sul fronte creditizio le attività sono passate nell’ultimo anno dal 30 al 35%) dovrà crescere ancora perché strategica: solo se siamo capaci di fare rete autentica ad affrontare le sfide possiamo avere successo”.


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La squadra azzurra in val di non Attenti a noi due: la saga di Cont e gardin

Ice Sledge Hockey: la nazionale al palasmeraldo di fondo

nel PALINSESTO RADIOFONICO di rai regione tanti altri programmi, tra cultura, tradizione e curiosità

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a programmazione radiofonica a diffusione regionale su Radio2 della Struttura Programmi della Sede RAI di Trento si protrarrà fino alla fine del mese di giugno. Tra i programmi, il martedì pomeriggio, alle 15, “Non solo ricerca”, a cura di Tiziana Raffaelli che invita gli scienziati della Fondazione Bruno Kessler a raccontare, in toni divulgativi ma rigorosi, i contenuti dei loro studi e delle loro possibili applicazioni. Alle 15.15, curato da Maria Serena Tait, va in onda “Il carattere della scrittura. L’invenzione della stampa da Gutenberg agli eBook”. Il programma propone la storia della stampa con particolare attenzione ai risvolti locali. Segue “Tradizioni popolari trentine”: il programma, curato da Ugo Slomp, è dedicato alle tradizioni popolari del Trentino. Il martedì si conclude con “Rodo-dentro”, a cura di Maria Serena Tait, dove Mario Cagol, autore e attore versatile, affronta i piccoli temi quotidiani ricavandone spunti di rara ilarità. Il mercoledì, alle 15, a settimane alterne, va in onda “Kontiki”, contenitore radiofonico di attualità culturale in diretta, condotto in studio da Maria Serena Tait. Si parla di editoria, mostre, cinema, teatro, musica, spettacoli, convegni, festival, salute e vita all’aria aperta. “Kontiki” si alterna con “Di coro in coro” dove Maria Serena Tait recupera i cori di montagna e presenta le loro ultime produzioni. Alle 15.30 si propone “La vita meravigliosa: le Alpi tra scienza ed ecologia”,a cura di Tiziana Raffaelli, vi trovano spazio narrazioni sull’ecosistema alpino. Naturalisti, etologi, genetisti, botanici raccontano quanto sta facendo la ricerca trentina per salvaguardare la biodiversità. Conclude le trasmissioni del mercoledì “Pianeta trentino della musica rock” a cura di Daniele Torresan. La vita musicale trentina dei generi “leggeri”

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i è svolto in aprile il ritiro della squadra azzurra di Ice Sledge Hockey, in val di Non, in vista della trasferta in terra norvegese, ad Hamar, per i campionati mondiali di gruppo A. I ragazzi di Massimo Darin, ospiti dell’US Ronzone Sportinsieme –nel programma “lo sport per l’handicap” che giunge alla sua ventiseiesima edizione – hanno rifinito sul ghiaccio del Palasmeraldo di Fondo la preparazione agonistica in vista appunto dell’impegno del campionato iridato, al quale sono stati ammessi dopo aver conquistato lo corso anno in Svezia il titolo continentale nella finale con la rappresentativa della Repubblica Ceca. E così la cenerentola di Torino 2006 delle Paralimpiadi, con la maglia di campione d’Europa, è tornata in Val di Non sul “ghiaccio amico” di Fondo che per due volte in precedenza l’aveva vista all’opera nei confronti con Germania, Polonia e Repubblica Ceca. Il ritiro degli azzurri è stato favorito dalla disponibilità e collaborazione del Comune di Fondo, della Cooperativa Smeraldo e in modo speciale dell’Hockey Club Fondo. È stato veramente di buon auspicio il soggiorno noneso degli hockeisti azzurri, per i quali era in palio non solo il prestigio nei confronti dei mostri sacri di questa disciplina, ma anche la permanenza nel gruppo mondiale. Cosa riuscita, dunque, perché a fronte delle sconfitte con Canada e Corea, i ragazzi di Darin sono riusciti a prevalere su Norvegia e su Estonia, assicurandosi la partecipazione ai prossimi giochi paralimpici di Sochi.

è raccontata con le storie dei gruppi musicali e dei singoli artisti. Il venerdì pomeriggio, seguito da Giorgio Balducci, ritorna “Attenti a noi due”, programma comico-satirico di Lucio Gardin e Loredana Cont. Alle 15.30 va in onda “Fryderyk Chopin: vita in musica di uno spirito romantico”. Ugo Slomp propone una biografia musicale che parla del passato ricostruendo aspetti sociali, politici, filosofici, per rendere appieno la storia di un musicista nella sua umanità. Il venerdì si chiude con “Enrosadira: i colori delle dolomiti” programma, curato da Giorgio Balducci, che si occupa di cultura, sport, sci ed ambiente alpino. 127

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Il libro del mese IL FIUME CHE NON C’È, tra libri e gastronomia Il 5 MAGGIo, torna la FESTA DEL BORGO DI SAN MARTINO a trento

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orna per il quarto anno consecutivo la festa “Il fiume che non c’è” dedicata al borgo di San Martino e ai suoi abitanti, prevista per sabato 5 maggio ed eventualmente rinviata a sabato 12 maggio in caso di maltempo. “Il fiume che non c’è” 2012 prende spunto dalla presunta leggenda legata all’antico borgo fluviale di San Martino, la quale narra di un isolotto che affiorava dal fiume Adige proprio nelle vicinanze. Nasce così il tema intorno a cui si snoda l’edizione di quest’anno, le isole, intese come sponde immaginarie o come aree architettoniche e urbanistiche, angoli da scoprire e intrecci che si creano. Anche lo stesso quartiere di San Martino può considerasi una piccola isola della città di Trento, strutturata in modo da porsi fra il centro e la periferia mantenendo comunque una propria peculiarità che la contraddistingue. Considerando l’intenzione di coinvolgere il quartiere, la festa diventa quindi un’occasione originale per far conoscere aspetti inediti del borgo, favorendo al contempo la creazione di nuove sinergie nella comunità a partire da chi abita l’isola di San Martino. “Il fiume che non c’è” infatti è organizzata da Barycentro, di Delfino S.C.S. grazie alla collaborazione con diverse realtà del territorio, collaborazione che è il cuore stesso del progetto, costituita da un tavolo che ragiona sul quartiere con l’obiettivo che questo possa diventare un tavolo/ laboratorio e che la festa rappresenti la restituzione alla città di questo lavoro di rete. La giornata del 5 maggio sarà costellata da eventi, giochi per tutta la famiglia, musica e molto altro. A dare il via alle 10 sarà la terza edizione del concorso artistico a partecipazione gratuita che si svolgerà al Parco della Predara durante l’arco dell’intera giornata. Anch’esso è dedicato alla tematica delle isole, che ogni partecipante potrà interpretare liberamente secondo la sua particolare sensibilità e creatività. In contemporanea, molte sono le attività e le occasioni di festa in programma per l’intera giornata. Per maggiori informazioni: Barycentro, P.zza Venezia 38, tel. 0461.262802, cell. 340.8890793, barycentro@delfino.coop 128

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L’invito del quotidiano Alto Adige ad inviare la foto della propria naia si trasforma in un libro. Foto ingiallite, con i bordi mancanti, a volte macchiate. Oppure perfette, come fossero state scattate poche ore prima...

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amma mia, quante foto: perché non ci fate un libro?” “In effetti, ci stiamo pensando...” C’era stato il precedente delle scuole, qualche anno prima. Era andata così: a Bolzano si discuteva animatamente dell’abbattimento di un complesso scolastico storico; per questo, l’Alto Adige aveva proposto ai suoi lettori di spedire le proprie foto di classe. Ne erano arrivate moltissime, ma il punto è un altro: quell’invito, esplicitamente rivolto solo agli ex alunni di quella scuola, si era trasformato – a furore di popolo, oserei dire – in una sorta di campagna collettiva della memoria. In poche settimane, eravamo sommersi dalle vecchie foto, praticamente di ogni istituto dell’Alto Adige. Così era nato l’Amarcord delle scuole, una pagina fissa settimanale che è andata avanti per oltre quattro mesi. Senza saperlo, avevamo creato un “format”: tanto che l’Amarcord venne poi adottato anche dal “Trentino”, con altrettanto successo. Per l’adunata nazionale degli alpini a Bolzano volevamo fare qualcosa di più importante, e complesso. Risvegliare la memoria della naia (o naja? dibattito aperto) non è stato affatto difficile. Ma il passo decisivo è stato creare un modello multimediale spinto, su più livelli, con l’entusiastica supervisione del direttore Alberto Faustini e l’appoggio imprescindibile (tecnico e ideativo) della redazione web della Finegil. Siamo partiti dedicando una sezione ad hoc sul nostro sito www. altoadige.it, contenente tutte le news sull’adunata. Poi abbiamo iniziato a raccogliere le foto. Molte, quasi tutte originali, sono state consegnate presso la nostra redazione a Bolzano. Staccate dagli album, tirate fuori dalle cantine, racchiuse dentro vecchie scatole di scarpe oppure (è capitato anche questo) dentro valigette, tante ne erano state conservate. Foto ingiallite, con i bordi mancanti,


trentinolibreria Gianluca Daffi e Cristina Prandolini Mio figlio è un bullo? Erickson

Angelica Overath Giorni vicini Keller

Brunetto Salvarani - Odoardo Semellini Dio, tu e le rose Il Margine

Sono numerosi i testi che affrontano il fenomeno del bullismo e che si focalizzano sull’importanza di rilevare tempestivamente i comportamenti di prevaricazione più nascosti, sostenere le vittime, coinvolgere le diverse agenzie educative in progetti di intervento ampi e integrati. Questo volume muove da una prospettiva differente, ponendosi dal punto di vista di quei genitori che sono chiamati a confrontarsi con il dubbio/sospetto che sia il proprio figlio a essere un bullo. Le relazioni tra i partner, lo stile educativo utilizzato con i figli e le risposte messe in atto dal nucleo familiare rivestono un ruolo determinante rispetto alla gestione di situazioni potenzialmente a rischio. Distinguere tra episodi scherzosi o manifestazioni di antipatia da altri riconducibili all’ambito del bullismo permette di identificare le situazioni realmente problematiche.

Un romanzo provocatorio, un viaggio nell’intimità segreta del rapporto tra madre e figlia reso con compassione e durezza, stupore e splendore. Johanna ha appena perso la madre, proprio in quella camera di ospedale dove già da settimane si recava quotidianamente a farle visita. Una morte annunciata, eppure di fronte all’immobilità di quel corpo la protagonista combatte con la sensazione che respiri ancora. Non si concede una lacrima, neanche un ultimo abbraccio. Esce dalla stanza e si dirige a casa dei genitori. Comincia così l’inventario di un’intera infanzia riordinato allo stesso modo in cui la protagonista riordina l’appartamento della madre. Gesti quotidiani che si mescolano a immagini di vita di un lontano passato, alle parole dimenticate, alle esperienze, così come al destino di un popolo, quello dei Sudeti, che riemerge lieve assieme al ricordo della madre e dei nonni.

Solo il premiato duo pop-teologico Salvarani-Semellini, autori della più completa biografia gucciniana (Di questa cosa che chiami vita) e della riscoperta dei Giganti anti-mafia (Terra in bocca) – due successi della casa editrice Il Margine –, potevano avventurarsi nell’impresa titanica di catalogare il tema religioso nelle canzoni italiane della seconda metà del Novecento e del primo decennio del Duemila. Ed ecco, suddivisi in capitoli decennali e poi catalogati in un prezioso, mai visto dizionario finale, i protagonisti della musica popolare italiana riletti con la lente delle loro parole religiose: tracce di ricerca, di domande, di dubbi, più che di certezze. Com’è giusto che l’arte sia… Celentano, Guccini, De André, De Gregori, Battiato, dal Compagno Dio di Freak Antoni (Skiantos) fino alla ricerca di Vinicio Capossela e dei Baustelle.

a volte macchiate. Oppure perfette, come fossero state scattate poche ore prima. Immagini che coprono un arco temporale vastissimo: dalla fine degli anni Venti del secolo scorso fino al 2005. Molte altre centinaia di immagini ci sono state spedite via posta elettronica dai veci (niente “ex”, perché si è alpini per sempre), dalle loro mogli, spessissimo dai loro (orgogliosi) figli. In molti casi, veri e propri omaggi familiari a chi era “andato avanti”. Stuoli di figli o nipoti ci hanno chiesto di omaggiare i loro parenti. Con messaggi come questo: “Mio padre è una fiera penna nera e venerdì compie 94 anni, è ancora lucido e sarebbe un bellissimo regalo, pubblicare una sua fotografia sul giornale”. Posta tradizionale, e-mail ma anche Internet: abbiamo allora creato il gruppo Facebook “Alpini, ricordi di naia: io c’ero!” dove altre centinaia di persone (tra cui diverse donne) hanno dato vita a una splendida comunità virtuale. Inserendovi le proprie foto, condividendo ricordi, cercando informazioni, scambiandosi aneddoti. Ma ancora ci sembrava poco: così, sono nati – sempre su Internet – un blog contenente tutte le notizie sull’adunata (le nostre, ma anche quelle dell’ANA e del Comitato ufficiale) e soprattutto un archivio fotografico interattivo, con sedici diverse opzioni di ricerca. Pazientemente, per mesi, la nostra tipografia ha inserito nel database le foto inviateci. Ciò che è nato è il più vasto archivio interattivo di foto di naia alpina: grazie al motore di ricerca interno, si possono selezionare le immagini di una determinata caserma, di un plotone, di una compagnia. Cercare i commilitoni digitando i loro nomi, o

riguardare tutte le foto dei campi invernali. Intanto, sul giornale, proseguiva l’appuntamento fisso con la pagina fotografica della domenica, esteso anche al “Trentino”, diffuso in una provincia dove l’ANA conta una delle sue sezioni più robuste. Dopo tutto questo, poteva mancare un libro fotografico? No, ci siamo detti. E così, eccoci qui. Grazie alla Provincia e all’editore Curcu&Genovese. La Biblioteca provinciale in lingua italiana “Claudiana” ha catalogato centinaia di foto originali per i propri archivi storici, il Comune di Bolzano ha deciso di realizzare – con le immagini raccolte dal giornale – decine di poster con cui “addobbare” le proprie sedi istituzionali, le Circoscrizioni e le vetrine dei negozi “amici degli alpini” nei giorni dell’adunata. Tornando a questo libro, realizzarlo non è stato affatto semplice. Difficile scegliere le foto, complicato decidere come suddividerle, impegnativo revisionare le informazioni, spesso incomplete. Comunque sia, alla fine sono nati questi undici capitoli. Non manca l’iconografia ufficiale, dai giuramenti ai gruppi dei CAR. Ma sono le immagini private, a raccontare davvero la naia che fu. Immagini che, più di ogni parola, dicono davvero cosa sono gli Alpini e cosa è stato il servizio di leva. Paolo Cagnan

A cura di Paolo Cagnan Ricordi di Naia alpina

Curcu & Genovese (Euro 14, pagine 160)

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trentinofotoromanzo di Carlo Martinelli

NELLA TERRA DEI CAMPIONI A PEDALI

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n giorno qualcuno proverà a raccontare – non potrà essere un cronista sportivo, nemmeno un sociologo, forse ci riuscirà un poeta – come è successo che una terra di mezzo milione di abitanti, piccola ed abbarbicata tra le montagne, abbia prodotto campioni in serie. Di che si parla? Del Trentino e del ciclismo. Lo si fa alla vigilia – succederà dal 15 al 24 di giugno – di quella Settimana tricolore che in Valsugana vedrà assegnarsi tutti i titoli italiani di uno sport cui riesce difficile smettere (e qualche motivo ci sarebbe) di voler bene. Lo si fa alla vigilia – succederà dal 15 al 17 di giugno, a Caldonazzo – della seconda edizione del Trentino Book Festival dove, guardacaso, verrà presentato il libro “Io sto qui e aspetto Bartali”. Già. Dopo l’esperimento dell’anno scorso con l’antologia calcistica “Inter nos”, quelli di em bycicleta, il presidio di fabulazione sportiva - presente da anni con un blog letterario, “Quasi Rete”, nel sito della Gazzetta dello sport – tornano con un altro esperimen-

to collettivo (edizioni Curcu & Genovese) fatto di una serie di racconti dedicati a “passaggi, salite, volate e traguardi”. Scorreranno, in pagine cariche di passione e di memoria per uno sport comunque amato, comunque epico, vicende e ciclisti che hanno scritto - anche e soprattutto lungo i tornanti delle Dolomiti - pagine indimenticabili. Bartali, Coppi, Aldo e Francesco Moser, Simoni, Michelotto, Taccone, Bugno, Pantani, Hinault e tanti altri... Tra loro, e siamo al FOTOromanzo, anche Maurizio Fondriest, il ciclista di Cles che regalò all’Italia un indimenticabile campionato del mondo su strada. Era il 28 agosto del 1988, a Renaix, in Belgio. Il noneso schiantò in volata il francese Gayant e lo spagnolo Martin, dopo una caduta che tolse di mezzo uno dei favoriti, il transalpino Criquelion. Quel giorno e quella gara la ricordiamo con la copertina del numero di settembre 1988 di Miroir du Cyclisme, storico mensile francese. E con una foto, tratta dal numero del mese seguente: Maurizio Fondriest è ritratto tra i meleti della sua valle, dove gli inviati del giornale lo raggiunsero. Quando vinse i francesi parlarono, nel titolo, di “sorpresa iridata”. Trenta giorni dopo il titolo, sempre in copertina, parlava della “volontà di convincere”. Ci sarebbe riuscito benissimo, il nostro. E gli echi di una carriera straordinaria sono quanto mai vivi e presenti nella memoria sportiva dei trentini. Parlano di un campione capace di portarsi a casa, anche, una Milano – Sanremo nel 1993. E capace di dedicarsi, una volta appesa la bicicletta al chiodo, anche a lodevoli iniziative legate al volontariato e all’impegno per i meno fortunati.

La memoria restituisce persone e cose che pensavamo dimenticate per sempre o delle quali neppure sospettavamo l’esistenza. Questo è FOTOromanzo. Una immagine che ritorna. Dentro la memoria delle storie.

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ristoranti

in ogni numero trentinomese vi propone due ristoranti provati per voi I ristoranti presentati in questa rubrica sono una libera scelta redazionale. Il nostro giudizio anche se critico, è espresso in “cuori” perchè, comunque, il difficile lavoro del ristoratore merita rispetto.

Segnalazioni e commenti: redazione@trentinomese.it

Al volto

DUE MORI

UN INDIRIZZO A RONCEGNO

APPRODO TRANQUILLO PER I SUNDAY LUNCH A TRENTO

Roncegno d’inverno è come un film in bianco e nero nell’era del 3D. In altre parole, va bene per i nostalgici e per i lupi solitari, più che per chi è a caccia di un po’ di vita e vivacità. Ma ci può essere qualcosa di affascinante nel passeggiare tra le vie deserte di un paesino silenzioso, sul fare della notte. A meno che non siate un gruppo di amiche ancora vestite in tailleur e tacco 12 perché non siete nemmeno riuscite a togliervi gli abiti da ufficio prima di farvi trascinare lì da quella del gruppo che al ristorante, oltre che per piacere, ci va anche per lavoro. In quel caso, le poche anime vaganti per il paese vi guarderanno un po’ come se foste delle aliene, ma probabilmente ci sarete abituate e non ci farete molto caso. Lo scopo della “missione”, quella sera, era provare il ristorante Al Volto. Qualcuno aveva segnalato alla redazione che si trattava di un locale interessante, di nuova gestione. Nel raccontarvelo, partirò dal menu. Tra gli antipasti (circa 9 euro a piatto), discreta la polenta con soppressa e radicchio, non molto convincente la carne salada con crema di fagioli, molto unti i bocconcini di salmerino in tempura di mais, buona la carne di puledro e cipolle dolci; tra i primi (circa 10 euro l’uno), ho provato solo i ravioli di farina cotta con verza di ragù di coniglio (discreti), ma in carta ci sono anche tagliatelle ai carciofi, strangolapreti di porro alla crema di Parmigiano, gnocchetti di patate al radicchio e risotto al radicchio; tra i secondi (dai 14 ai 16 euro, costata di puledro a 4,50 euro all’etto) la Piumetta in crosta di sale – un formaggio della zona sciolto all’interno di uno scrigno di farina e sale – è stato il più apprezzato e gustoso, buona anche la coscetta di coniglio ai carciofi, meno interessante il guanciale di maiale arrosto. Buona la presentazione dei piatti, dove però c’è ancora da lavorare, a mio avviso, forse un po’ sulla materia prima e forse un po’ sulle ricette. In sostanza, se siete in zona questo ristorante è sicuramente una meta da preferire, ma andarci apposta da Trento, solo per una cena Al Volto, mi pare esagerato. L’esperienza, comunque, sarà con ogni probabilità divertente o, almeno, così è capitato a me, soprattutto nel momento in cui ho iniziato a ordinare il vino. Il giovane, volenteroso e gentilissimo cameriere, infatti, ha sudato sette camice con noi che ordinavamo vini che erano finiti, oppure c’erano, ma erano di cantine diverse da quelle indicate in carta. Giunti a un dunque con un bianco Kerner, serviva un secchiello con il ghiaccio per tenerlo al fresco, cosa che credo abbia gettato non poco scompiglio dietro il bancone del bar, stando almeno a quello che è arrivato in tavola: un secchiello con appena una decina di cubetti di ghiaccio su cui poggiava il fondo della bottiglia, avvolta a mò di fish&chips o baguette – fate voi – nel tovagliolo che, usualmente, viene riposto sopra il secchiello perché serve a non far gocciolare la bottiglia immersa nel ghiaccio (non era il nostro caso, ahimè) ogni volta che ci si vuole servire un po’ di vino. Cin cin, comunque.

Chi frequenta Trento lo sa bene. Uscire a pranzo la domenica in città è peggio che andare di notte. A Trento e in Trentino, infatti, la domenica la stragrande maggioranza dei ristoranti sono chiusi. Se non siete trentini vi domanderete come è possibile, perché il giorno di festa in teoria è quello in cui più degli altri si predilige uscire a mangiare con la famiglia o gli amici. Ma a Trento, probabilmente, si cerca di spronare la gente a restare a casa e ad accendere i fornelli domestici. Se, però, la domenica di cucinare proprio non se ne parla, le chance non sono molte per il centro città – con buona pace dei turisti, che infatti, tra bar e ristoranti chiusi non sanno mai dove sbattere la testa e vagano disperati chiedendoti dove possono approdare anche solo per un bicchiere d’acqua - e una di queste è il ristorante Antica Trattoria Due Mori, locale storico di Trento che fa parte del club Osteria tipica trentina. Un ristorante “onesto”, dove mangiare cose semplici e una proposta che cerca di essere il più possibile trentina seppur non in grado di presentare l’eccellenza del territorio e delle nostre tradizioni culinarie. Tra gli antipasti, buono il carpaccio di noce salmistrata con ricotta affumicata e rucola e il lardo accompagnato a un po’ di miele, decisamente da rivedere il risotto del giorno allo zafferano, discreti la polenta con formaggio di malga e porcini (buoni), il nodino di vitello alla griglia e la tagliata di Angus. Da rivedere lo strudel di mele tiepido (fatto non con la sfoglia ma con la pasta “matta”) con gelato alla vaniglia, discreta la Sacher. Servizio simpatico (anche se un po’ troppo disinvolto), ambiente accogliente, semplice e non ricercato o particolarmente curato, carta dei vini buona ed equa in termini di prezzi. Si spendono circa 35 euro a testa, per un pasto tranquillo, senza sussulti emozionali, positivi o negativi che siano. In estate, il locale – che normalmente si sviluppa sul piano terra e su un piano interrato – offre anche un piccolo ma piacevole dehors.

RISTORANTE AL VOLTO VIA CAPRARO 9 RONCEGNO TERME TEL 0461.773377 Chiuso il giovedì e il venerdì a mezzogiorno

cibo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ ambiente ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ prezzo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥

ANTICA TRATTORIA DUE MORI Via San Marco, 11 TRENTO 0461.984251 chiuso il lunedì

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