anno XX n. 241
euro 2,00 www.trentinomese.it
marzo 2012 9 771724 550829
ISSN 1724-5508
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appuntamenti, incontri e attualità trentina
trento città fascista A novant'anni dalla "marcia" su Roma che cosa resta della Trento fascista? Viaggio tra i monumenti del Ventennio: dalla Stazione ferroviaria a Largo Porta Nuova, passando per le Poste centrali e piazza Cesare Battisti, già "piazza del Littorio"
Rolly marchi Il cow-boy del trentino A 91 anni racconta la sua vita da film
Che fine ha fatto Alessia merz? Nessuna fine, ma solo un inizio. Quello di una madre che ora “tiene famiglia”
Curcu&Genovese Associati S.r.l. - S端dtiroler Studio S.r.l. - Riproduzione vietata
...il verbo vestire
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STUDIO BI QUATTRO
I lavori, la cultura, le tradizioni che hanno segnato il nostro passato
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di Francesca Negri
colpo di tacco QUANDO LA DONNA è (SOPRAM)MOBILE: DAL PORNO-CIBO AL PORNO-FESTIVAL
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è chi la chiama “patatocrazia” e chi la chiama semplicemente volgarità. È una cosa vecchia come il mondo, ma che ultimamente ritengo stia sfuggendo di mano: che il corpo femminile sia abusato nelle pubblicità e sui giornali o in televisione è cosa nota, ma che questo venga usato con riferimenti esplicitamente sessuali e di bassissimo profilo per prodotti enogastronomici è una novità. Dico questo alla luce di alcuni casi esemplari balzati alla cronaca nelle ultime settimane. Se è vero che il cibo e il vino sono anche sensualità ed eros, lo spingersi verso doppi sensi di poco gusto e, a mio avviso, estremamente maschilisti, fa naufragare in lidi bui e tutt’altro che moderni. Ma vediamo di che si tratta. La cantina abruzzese Lepore ha deciso di comunicare il suo vino Passera delle Vigne con una campagna pubblicitaria di questo tipo: un disegno delinea il corpo femminile e reca al centro, proprio lì nel punto più intimo, un bicchiere colmo di bianco Passera, con lo slogan che esorta “Degustala!” (i signori di Lepore devono evidentemente pensare che questo vino lo bevano o gli uomini etero oppure le donne lesbo, altrimenti non si spiega…). La pubblicità è valsa alla cantina anche una menzione trash sul Corriere.it. Garedan Mobili di Pesaro, invece, propone un’immagine stile Quark di due insettini rossi intenti a riprodursi, ma dalla testa dell’insetto femmina esce questa vignetta: “Chissà se ora mi porterà a comprare la cucina alla Garedan Mobili?” (messaggio agli uomini – maschilisti – in ascolto: “Le donne te la danno sempre per un secondo fine (economico spesso) e, in un modo o nell’altro, per averle tu devi sempre pagarle”). Altro esempio da manuale
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è la pubblicità del salumificio calabrese Dodaro: nudo peloso maschile in primo piano ad altezza fondoschiena con mani di donna dagli artigli arcobaleno avvinghiati alle natiche, che non lascia adito a fraintendimenti (stiamo assistendo a una fellatio). Slogan: “Effects of Calabria. Italian effects”. Facendo uno sforzo d’immaginazione, credo di aver capito che qui si vorrebbe puntare sul piccante afrodisiaco di cui in Calabria si fa ampio uso (vedi ‘nduja e peperoncino di Soverato) e sulla sensualità dei salumi, specie quelli piccanti, appunto. E forse anche – leggi “italian effects” – sulle doti del maschio italiano che fanno impazzire le donne, luogo comune abbastanza popolare anche all’estero. Bene, ma secondo voi noi donne quando vediamo il vostro vigore impennato, pensiamo a un salame?! No, dico, parliamone… Se fosse vero che è arrivata l’era del porno-cibo, inizierei un digiuno di protesta. Un po’ come per il Festival della canzone italiana, che si è appena concluso, dove l’unica a tenere alta la bandiera delle donne normali e normalmente dotate di un’intelligenza media è stata la cabarettista Geppy Cucciari, “valletta” d’eccezione dell’ultima serata. Per il resto, tra nude look della baby Ivanka e aperture volontarie di spacchi inguinali (leggi Belén), risate da collegiali in gita scolastica (leggi Belén e una sempre più scialba Canalis) e competizioni su chi aveva il seno più grande (Ivanka vs Belén), ahimé l’Italia al femminile ha dato ben povera rappresentazione di sé in un programma trasmesso in mondovisione. Tanto da far aizzare Elsa Fornero, ministro del Lavoro e delle Pari Opportunità, e farle dire che qualche volta «si è sentita offesa» per l’esibizione del corpo femminile, troppo ostentato in tivù. La reazione? È arrivata solo da Patrizia Mirigliani, patrona di Miss Italia, che si è messa la mano sul cuore e ha annunciato che «le miss quest’anno sfileranno vestite». Le finaliste che vedremo in tivù a settembre, infatti, non indosseranno né il bikini né il costume intero. Men che meno la lingerie. Un piccolo passo su una lunga strada da tornare a ripercorre nel giusto senso: quello del savoir faire, della classe e dell’eleganza che sono sempre stati nel Dna degli italiani, ma che negli ultimi anni sono stati sbattuti in uno dei tanti tuguri proposti dalla società (e rappresentati dai media) e dimenticata lì. Altrimenti è inutile regalare mimose e inneggiare alle donne l’8 marzo.
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di Giorgio Dal Bosco
pietre miliari L’ultimo bilancio del dottor Frizzera
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94 anni, venerdì 10 febbraio, a casa sua a Trento Bruno Frizzera si è spento come una candela, illuminando con i suoi occhi azzurri fino all’ultimo istante il viso della moglie Dina e di Fiammetta, l’unica figlia che ha avuto. Bruno Frizzera aveva sempre sognato di avere un maschio che potesse proseguire nella sua ciclopica opera di commercialista, fiscalista, autore ed editore. La figlia, laureata in lingue e insegnante, aveva già fatto scelte diverse e lui, certamente, non si era opposto. Anzi. In una lunga intervista che mi aveva concesso quindici anni fa, lui stesso, prima ancora che gli rivolgessi la prima domanda, aveva esordito così: “Beato chi ha trovato il suo lavoro”. E a me che, perplesso, l’ho guardato interrogativamente, lui, altrettanto interrogativamente, ha aggiunto: “Non capisce? Questa doveva essere la mia professione e questa è stata. Io sono beato. Sono cinquant’anni che faccio questo lavoro e, come editore in proprio, da trentacinque. Soltanto il Padreterno mi farà smettere.” Sono passati, come detto, 16 anni e soltanto qualche mese fa il Padreterno gli ha detto “basta”. Gliel’ha detto però con “timidezza” lasciandogli tutta la lucidità mentale che ha sempre avuto, riducendogli, semmai, le forze fisiche. Non so se, burbero quanto lavoratore infaticabile come è sempre stato, stilando una sorta di bilancio con il Padreterno abbia convenuto con Lui che alla sua età era meglio chiudere la partita. Credo che Bruno Frizzera (chissà perché vien spontaneo non far precedere al nome ogni titolo onorifico ma chiamarlo solo per il verso anagrafico) apprezzi un po’ della mia goliardia. Ha chiuso la partita “Vita” con un bilancio che definirlo attivo è dire poco. Ha messo da parte un capitale di autorevolezza professionale (e non solo di autorevolezza) che nel suo campo e in tutto lo stivale ben pochi possono vantare. Non per nulla il Vangelo giornalistico italiano dell’economia e della finanza, “Il sole 24Ore”, lo aveva cercato affidandogli la responsabilità della sua redazione giuridico fiscale. A lui si sono rivolti per avere lumi fiscali personaggi nazionali del calibro di Locatelli, direttore del “Sole 24Ore, di Abete, industriale e presidente di Confindustria, il ministro Maccanico, di De Rita presidente del Censis, di Sergio Romano, ambasciatore ed editorialista di punta del Corriere della Sera.
Ciononostante, se a un trentino “medio” chiedevi e chiedi tuttora chi è e chi era Bruno Frizzera nella migliore delle ipotesi ti sentivi rispondere che quel nome non gli era del tutto nuovo. Ignoranza crassa del trentino medio? No, attitudine genetica di Bruno Frizzera che sì avrebbe desiderato un po’ di vetrina, ma che al momento buono si nascondeva sempre dietro il paravento dei grossi impegni professionali. Insomma, pur ambizioso, era uomo semplice e concreto. Le sue celebri guide fiscali sono state vendute a milioni, diconsi milioni, di copie “perché – ghignava sotto i baffi – più il legislatore arruffa le leggi e le disposizioni e più io ne sbroglio la matassa e chiarisco. È la forza delle mie guide cui, in un primo tempo, pochi editori credevano tanto che per molti anni ho dovuto editarle in proprio.” Bene, un editore-autore tanto efficace da sbaragliare in campo nazionale qualsiasi altro editore e autore (è stato primatista per molti anni e forse lo è tuttora) ha avuto l’umiltà e l’amore per la sua terra di prendersi sul gobbo anche la presidenza dell’Associazione degli Editori Trentini. Come a dire che da uomo trentino sentì il dovere di mettere a disposizione la sua esperienza e parte del suo tempo a favore di questa lodevole iniziativa. Bruno Frizzera, dunque, ci ha lasciato senza clamori. Chi gli è stato vicino in queste ultime settimane mi ha confidato che per la prima volta in vita sua si è rassegnato a decisioni altrui. Ma si è rassegnato soltanto perché quell’Altrui va scritto con la “a” maiuscola. 11
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ring di Paolo Chiesa
di Tiziana Tomasini
civiltà trentina
a mali estremi Le ninfee bianche di monet. Anzi, di monnezza
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arevano ninfee. Le ninfee bianche di Monet. Lì, materializzate all’improvviso, in quell’ansa placida del torrente Fersina, poco mossa dalla forza idraulica del perpetuo scorrere – inesorabile – verso Sud, verso l’Adige. Lungo la ciclabile pervasa di luce e ghiaccio, un punto fermo sull’acqua. Mi avvicino, mi sporgo per scattare qualche foto. No… come ho fatto a non capire! Che pensiero ingenuamente bucolico … Non sono le ninfee bianche di Monet. Sono quelle di Monnezza! Grandi dischi di schiuma. Spessa, compatta, corposa, solidificata dalle rigidissime temperature. Sono dischi biancastri che galleggiano e resistono a dispetto della biodegradabilità, dei bassi livelli di fosfati, degli impatti ambientali, delle cose giuste da fare, della sostenibilità, delle promesse e degli impegni presi, degli slanci ecologici. Per un attimo avevo immaginato gli scenari dell’Ottocento francese, con quelle tiepide primavere tutte da passeggiare intorno ai laghetti, con marsine, abiti lunghi ed ombrellini da sole. E gli artisti del pennello lì, a fermare quei particolari naturalistici. Quei particolari floreali che crescono ancora (forse?) in qualche luogo intatto della Terra. Per un attimo avevo immaginato la rivincita della natura, la caparbia tenacia del mondo vegetale, soprattutto lungo quel torrente dove stazionano – talvolta – anche gli statuari aironi cinerini, in attesa di spiccare altri voli. E allora – constatato l’errore – quel meandro nascosto, poco mosso dalle correnti, da inserto romantico si trasforma inevitabilmente in vergogna, nella parte da nascondere, nella schifezza da infilare sotto il verde tappeto del naturalissimo Trentino. La parte che non si può o non si vuole far sapere.
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ode aI GREGARI delle star culinarie della tv
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i siete accorti di quanto si parla di cucina ultimamente? Ogni canale televisivo ha dei programmi con delle Clericiparodi che insegnano a fare da mangiare o con dei poveri apprendisti cuochi strapazzati da qualche “Master Chef”, se non insultati dal “Diavolo in cucina” in persona. Inoltre non si contano i libri pubblicati su cibo e ricette. E la ricaduta sul quotidiano è evidente: tutti sono esperti di gastronomia, di vini, di dietetica, di addobbo tavoli e di quant’altro si possa compiere in cucina e in sala da pranzo. Ogni amico ti consiglia il negozio migliore, ogni conoscente la macelleria con i giusti tagli di carne, ogni collega la cantina e i vini più pregiati. In pratica, se non ti intendi di queste cose sei un cretino. Eppure esistono legioni di buone forchette e di amanti di un buon bicchiere che non sono né attratti dai fornelli né ossessionati dalle etichette. E vorrei anche rivalutare una figura che in questo mondo enogastroculinario se ne sta magari un po’ in disparte, svolgendo però un ruolo fondamentale per la buona riuscita di pranzi e cene. Si tratta di chi sta “dietro le quinte” del luccicante set sul quale recitano cuochi, gastronomi, sommelier, esperti di formaggi e di salumi, buongustai e addobbatori di tavole. Sto parlando di quei personaggi che “fanno la rotta” in mezzo al naturale scompiglio che viene a crearsi in cucina durante la preparazione di un pasto. Sono i riempitori-svuotatori di lavastoviglie, i grattatori di teglie, gli emissari del “per favore, puoi andare nell’orto a prendere due foglie di basilico?” e gli addetti alla macchina del pane. Questi gregari delle cucine non sono solo delle “Cenerentole” destinate alle mansioni meno nobili della gastronomia: anzi. Queste maestranze, che magari non sono così interessate al “far da mangiare” e anzi, spesso ragionano più sulla quantità del cibo che sulla sua qualità, sono indispensabili. Bardate di grembiule di ordinanza, mentre gli Chef creano manicaretti e gli enologi danno informazioni sui monovitigni, loro preparano gli Spritz, mettono in sottofondo la musica, riforniscono di legna e recuperano le sedie mancanti. E nella riuscita della festa, questi Lodetti del lavandino, questi Furino del riordino, questi De Napoli della differenziata, hanno lo stesso merito dei Rivera, dei Platinì e dei Maradona dei fornelli nella conquista della “Champions” delle tavole imbandite.
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di Fiorenzo Degasperi
scempi ed esempi salvate maso desiderio
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i sono luoghi dove, un tempo, è stata innalzata una pietra sopra l’altra fino a formare un edificio. E quell’edificio, per le sue caratteristiche strategiche, ha assunto nella memoria storica un ruolo fondamentale. Poi, la patina del tempo e l’usura della memoria e dei ricordi lo hanno cacciato nell’oblio. E la pietra, nonostante sia considerata, per la sua durezza e inalterabilità, collegata alle forze eterne, immutabili e divine, inizia la sua lenta e inesorabile usura. Chi ci vive dimentica, i vicini, non ricordando, erigono altre pietre, queste sì senza senso della storia ma prive anche del senso della cronaca estetica ed ambientale. Una strada ne sfiora gli angoli, accumulando polvere e rifiuti. Alcuni orti, per difendersi, innalzano teli di plastica e cartoni senza dignità. E quando ci troviamo di fronte ad una strada, immediatamente scatta la perversa mania di abbellirla con innumerevoli segnali che nessuno mai leggerà, ma che concorreranno a deturpare ancor di più, offendendo e sbeffeggiando, la nostra antica pietra. La velocità ci porta oltre, nessuno più si sofferma a contemplarla, questa solinga pietra da cui trasudano i fatti privati e pubblici del principato vescovile tridentino. Nessuno si accorge che lì, per terra, una pietra confinaria, incisa con la sacra presenza delle croci – un tempo benedette con tanto di processione e concorrenza di fedeli e soldati – garantiva l’inviolabilità e l’invalicabilità del luogo. Siamo in Valsugana, stiamo parlando di Maso Desiderio, credo l’unico maso longobardo – come il nome ben testimonia – esistente in Trentino. Porta il regale nome del re dei Longobardi e re d’Italia dal 756 al 774 d.C.: Desiderio, noto anche come Daufer, Dauferius, Didier in francese, Desiderius in latino, nato a
Brescia in un giorno di cui nessuno si ricorda più e morto a Liegi dopo il 774. D’altronde, sono diversi i toponimi d’origine longobarda, coniati dal “popolo dalle lunghe barbe”, che si riscontrano nel territorio. A parte i nomi ricorrenti nei documenti del tempo come Altigunda, Ermengarda, Rachi, Araucarda, Liubardus (probabile origine delle odierne famiglie levicensi “Libardi”, “Libardoni”), il nome di Guizza, che troviamo nelle terre alte della Panarotta e del Flavort, deriva dal longobardo wizza, ovvero pascoli. Quando nel 1027 fu istituito il principato vescovile di Trento, qui, in questo luogo, a metà proprio della pietra confinaria, l’imperatore Corrado II il Salico decise che sarebbe passato il confine tra la giurisdizione tridentina e quella vescovile di Feltre. Il documento dichiara che i possedimenti della chiesa feltrina hanno inizio dalla chiesa di San Desiderio in luogo chiamato Campolongo: a vantaggio dell’anima nostra, in conseguenza della nostra conferma, abbiamo unito alla chiesa di Feltre, entro i suoi confini, cioè della cappella di san Desiderio (ab Ecclesia S. Desideri) nel luogo chiamato Campolongo, sino al confine dello stesso vescovado. E forse non è un caso che si sia scelto proprio questo maso fortificato, la cui cappella longobarda, testimonianza assai rara nella nostra provincia, è stata col tempo trasformata in stalla e oggi in magazzino. Qui, a Campolongo, esisteva, secondo le leggende, una città pagana che la furia dei torrenti in piena avrebbe raso al suolo, castigandola dei riti blasfemi che vi si tenevano. Il maso si presenta nelle sue vesti di fortificazione altomedioevale. La chiesa, più elevata rispetto al maso merlato, presenta verso la strada una finestra a occhio sotto gronda e una finestra mediana. L’edificio, pur essendo privato, è stato restaurato dalla Provincia autonoma di Trento nel 1980, sotto la direzione dei lavori dell’architetto Codroico. Ma il tempo logora tutto. Sebbene sia un edificio privato non possiamo dimenticare che fa parte della storia della nostra terra. Non releghiamolo nella dimenticanza, anticamera della scomparsa. 13
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ring di Pino Loperfido
di Carlo Martinelli
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alla carlona ANORESSIA E DINTORNI GOCCE DI COLORE IN RETE PER AIUTARSI
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tare in una sezione che si chiama “Ring” - dove menar fendenti e parare colpi è la regola - ha fatto sì che finora queste righe alla carlona fossero più all’insegna del “contro” che del “per”. Per una volta, si cambia registro. Per dare spazio alla... pubblicità. Sissignori. Qui si parla di un sito internet, le solite tre w e poi goccedicolore punto info. Nel dubbio: www.goccedicolore.info. Perché? Perché con il desiderio di creare un luogo in cui chi lo desidera possa trovare una parola amica o condividere con gli altri le proprie esperienze ed emozioni è stato creato, da una ragazza di Trento che ha sofferto e soffre ancora di disturbi alimentari, un sito web. L’esperienza di questa ragazza – che ha anche scritto un libro, “Questa non sono io”, firmandolo Laura Bandoli (nome comprensibilmente non vero), pubblicato da Curcu & Genovese qualche anno fa – è quella di chi ha fatto un lungo percorso di cambiamento fino a giungere alla conquista di un prezioso equilibrio personale ed oggi vuole mettere a disposizione degli altri il proprio vissuto con la malattia. Lo fa nella speranza di essere d’aiuto a chi si trova a dover affrontare questi problemi, ogni giorno. Già. Inutile dire che i disturbi del comportamento alimentare sono oggi purtroppo sempre più frequenti. Malattie come l’anoressia e la bulimia non colpiscono solo la persona che ne soffre, ma l’intera sua famiglia e gli stessi amici, portando un dolore difficile da descrivere. Di fronte a queste malattie spesso ci si sente impotenti, e si aggiunge la sensazione di essere incompresi, diversi, giudicati dagli altri. Una sensazione che porta inevitabilmente ad alzare un muro tra sè e il mondo esterno. In questo contesto – dice la coraggiosa protagonista di questa intrapresa web, abbiamo attinto alle sue parole per questa pubblicità di cui non ci si vergogna affatto, anzi... – può essere utile confrontarsi sulle proprie esperienze e sui sentimenti che i disturbi del comportamento alimentare si portano appresso. Quelle gocce di colore in internet possono servire proprio a questo. 14
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Orrori per giovani genitori 2: la pizza del sabato sera
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meno che non abitiate nel Mulino Bianco o non siate i testimonial di una nota marca di merendine, il weekend è un momento di prova per la famigliola con i figli piccoli. Le tensioni arrivano alle stelle e provano il sistema nervoso dei componenti il nucleo. In più, si sa, sono tempi di crisi. Così, per alleggerire il clima e concedersi una microbotta di vita, ecco che mamma e papà, il sabato sera, al grido di “Si vive una volta sola!” varcano la soglia della pizzeria più vicina. Purtroppo per loro, senza fare i conti con i due o tre mocciosi compresi nello stato di famiglia, che hanno in serbo tante bellissime sorprese per la loro mamma, il loro papà e l’ignaro ristoratore. Inutile negarlo. Le aspettative di certe pizze del sabato sera sono sempre sovrastimate. Sì, insomma, ci si aspetta di divertirsi un mondo. E invece. Tanto per cominciare, tocca scoprire che i vicini di tavolo sono anche i vicini di casa. Il capofamiglia si domanda se non era il caso di fare qualche chilometro in più, fino al paese più vicino. Vabbè... Arriva il momento dell’ordinazione. Con sorrisi a trentasei denti mamma e papà chiedono ai piccoli le loro preferenze. E qui cominciano i guai. Arrivano cocacole e aranciate di cui i genitori realizzano da subito l’instabilità. (“Perché diavolo li faranno così stretti e alti ‘sti bicchieri?!) Si apre la ridda delle raccomandazioni (“Non bere troppo in fretta” “Attento che ti cade” “Non sarà troppo fredda?”) Il sorriso di mamma e papà comincia ad incrinarsi quando il tavolo si inonda di Fanta. Il cameriere è cordiale, ma si vede che già gli girano vorticosamente. Arrivano le pizze. Il primo dei tre figli, il più grande, non ha fame (“Come, non hai fame? E dirlo prima?! E adesso cosa ne facciamo di questa?! ecc.”), il secondo – lo schizzinoso del gruppo – pretende che gliela si tagli a tocchetti microscopici, il terzo continua a buttare la forchetta per terra, tra i piedi dei vicini di tavolo (e di casa) (“Smettila subito o ti porto a casa!”) La serata evolve in tutta la sua drammaticità nel momento in cui gli angioletti cominciano a “interagire” tra loro. Spinte, urla, pizzicotti, lanci vari, calci proibiti. Il papà tenta ancora di sorridere, di mostrarsi fiero della sua famigliola, ci tiene a far sapere a tutti i clienti della pizzeria, al personale, al titolare e al pizzaiolo di avere la situazione perfettamente sotto controllo. Ma in cotanto casino mi è diventato poco credibile. A conferma di ciò, una sugosa fettina di Margherita gli atterra sulla camicia. È la resa. Papà si prende la testa tra le mani e, fissando la consorte, le domanda sconsolato: “Me la dici una cosa? Ma perché diavolo non siamo rimasti a casa?”
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confermano i benefici effetti degli ambienti salini, con i seguenti *
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Il termine Halotherapy deriva dalla parola greca “halos”, che significa “sale”. Questo trattamento, che un tempo era possibile solo recandosi nelle ex miniere di sale, oggi è alla portata di tutti, grazie a Le Terne di Sale e al loro uso di salgemma, il prezioso e antico sale delle miniere - privo di iodio - e quindi adatto a tutti.
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di Gabrielli Angela
Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ]
sommario marzo2012
In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher Hanno collaborato a questo numero: Alessia Acampora, Paolo Chiesa, Giorgio Dal Bosco, Antonia Dalpiaz, Lara Deflorian, Fabio De Santi, Alberto Folgheraiter, Renzo Francescotti, Gianfranco Gramola, Carlo Martinelli, Francesca Negri, Nadia Nicoletti, Nicola Tomasi, Tiziana Tomasini, Tina Ziglio
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6 commenti
Attualità
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Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 - 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. Trento - Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 Fax 0461.935706 Direzione pubblicità: Rosario Genovese Bolzano - Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 Fax 0471.930743 Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Alcione - Trento Registrazione Tribunale di Trento n. 536 - 4 aprile 1987
COME ABBONARSI:
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Grafica: Fabio Monauni Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170
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Tiziano all’ombra del duomo
42 Gian paolo Margonari 45 Speciale verde 52 Museo di scienze dell’alto adige 56 museo della moto 58 Nella “rete” del bene 60 Michele tomasi 62 Matteo chincarini 66 Arriva “event art” 68 Sonia zaffoni
Panorama
72 Dolomiti jazz festival 74 Trio broz - Gianluca grignani 75 Viva la paella 76 Quartetto hagen 77 Angelo branduardi 78 teatro valle dei laghi 80 L’ascesa di arturo ui 83 Elio e le storie tese 84 Neve donna
Giorno per giorno
94 Mostre 98 appuntamenti del mese
Scoop&news
114 nani tedeschi 116 toti buratti 119 Expo valsugana 120 wine for mart 123 notizie alla brace
Rubriche
124 Libri e librerie 127 enogastronomia 128 Fotoromanzo info@trentinomese.it www.trentinomese.it
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trentinoattualitĂ 1934. Un bozzetto del progetto per ristrutturare Piazza del Littorio (oggi Piazza Battisti)
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di Alberto Folgheraiter
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he cosa rimane della Trento fascista a novant’anni dalla marcia su Roma? Il 4 ottobre del 1922 Starace e Farinacci avevano organizzato le prove generali con l’occupazione delle sedi del Governo a Bolzano e Trento, ma il regime impiegò qualche anno prima di entrare a… regime anche da queste parti. Nel 1926 furono ampliati i confini del comune con l’aggregazione di “vecchi comuni” quali Càdine, Cognola, Gàrdolo, Mattarello, Meano, Povo, Romagnano, Ravina, Sardagna, Sopramonte e Villazzano. Si parlò di “grande Trento” poiché l’intero territorio contava, allora, 58 mila abitanti. Il centralismo autoritario del fascismo sostituì i consigli comunali e i sindaci eletti con la nomina, da Roma, di commissari prefettizi e di podestà. Poi dette il via alle grandi opere che ne perpetuassero l’autorità e cancellassero, possibilmente, il ricordo della dominazione austriaca. “L’ultimo relitto di quell’Imperial regio stile aulico-provinciale, che a Trento ostentava ancora la sua decadente pretenziosità nell’edificio della stazione ferroviaria, è stato finalmente cancellato”. Così Giulio de Carli, sulla rivista “Trentino”, nell’anno XIII (1937) dell’Era Fascista. La nuova stazione ferroviaria di Trento era stata completata l’anno prima (1936) su disegno dell’architetto bolognese Angiolo Mazzoni (1894-1979). Lo stesso che, in precedenza (tra il 1932 e il 1934) aveva progettato e costruito
Ecco come si presentava l’attuale Piazza Battisti subito dopo l’abbattimento del rione del Sass, nel 1937.
il nuovo palazzo delle Poste a Trento. Anche in questo caso, il citato Guido de Carli, provvedeva solerte a sottolineare che “con opportuno provvedimento il Ministero delle Comunicazioni decideva di cancellare dalla moderna fisionomia architettonica di Trento l’ultima traccia dell’imperial regio stile aulico deliberando la ricostruzione del palazzo delle Poste cittadine”. Non era l’ultima traccia di architettura
mitteleuropea in una città che si era rapidamente adeguata ai nuovi conquistatori, ma che il palazzo delle Poste, edificio ottocentesco di Friedrich Setz, fosse indigesto alla “Trento Littoria” non era un mistero. Anche se i trentini, che avevano battezzato il mosaico sopra la galleria dei Legionari (già galleria Littoria) come “La donna dal flit”, non nascosero punto gli sghignazzi di fronte alle grandi aperture dell’edificio. Tanto che ancor oggi è leggenda metropolitana il supposto scambio di progetti per analoga struttura destinata alla Libia. Si osservava, infatti, che gli imponenti portali degli ingressi est-ovest erano destinati al passaggio dei cammelli più che dei fattorini delle Poste. Certo, rispetto al precedente manufatto asburgico, qui s’era operata una italia-
Uno dei progetti predisposti da Adalberto Libera (poi scartato) per la costruzione delle scuole elementari intitolate a Raffaello Sanzio. L’opera riuscì ad unire con un ponte moderno due antichi monumenti come Torre Verde e il castello del Buonconsiglio. Nella foto piccola, le scuole oggi. 20
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trentinoattualità nissima rivoluzione. In linea, peraltro, con il razionalismo che si era imposto come stile unico rispetto all’eclettismo che aveva caratterizzato la cultura architettonica ottocentesca. Costato tre milioni di lire, il palazzo di via Calepina fu inaugurato, assieme ad altre opere cittadine di un certo impegno, il 28 ottobre 1934, dodicesimo anno della Marcia su Roma e quindi dell’era Fascista. Il podestà di Trento, Mario Scotoni, fece suonare la Renga (la campana civica) per ben mezz’ora mentre, la sera, per la prima volta fu illuminato il monumento a Cesare Battisti realizzato sul doss Trento. Sui monti attorno alla città furono accesi grandi falò. Il mausoleo di Cesare Battisti, opera di Ettore Fagiuoli (1934) fu costruito sulla sommità del Doss Trento secondo lo stile “ufficiale-romano” tanto caro al regime che, proprio quell’anno, aveva voluto celebrare in città il terzo “congresso nazionale di arti e tradizioni popolari”. Sedici colonne di marmo “verdello”, alte quattordici metri, fanno da corona all’enorme basamento alto 4,60 metri e sostengono una trabeazione del diametro di oltre 26 metri. Giuseppe Gerola dettò la frase che corre all’interno della corona: “A Cesare Battisti che preparò a Trento l’unione alla Patria ed i nuovi destini”. Si compiva così – per dirla con Vittorio Carrara – “il progetto del Duce che non era riuscito a portare Battisti a Bolzano, costretto a ripiegare sul famigerato monumento alla Vittoria di Marcello Piacentini (1928). La traslazione
L’Opera Balilla venne progettata dall’architetto Segalla. Venne completata nel 1934 e costò 920mila lire.
della salma del martire, dal cimitero di Trento al Mausoleo, fu l’occasione per una processione solenne lungo la strada segnata dai fasci littori sormontati da aquile e cartigli coi nomi dei caduti trentini dell’esercito italiano. Il consenso di popolo al regime era all’apice, il nome e le spoglie dell’eroe erano stati innalzati, si andava preparando la campagna colonialista d’Etiopia”. Lo scultore trentino Eraldo Fozzer ebbe
l’incarico di predisporre il busto marmoreo di Cesare Battisti. Nel maggio del 1935 quello che i trentini chiamarono subito “el roccol del pòr Cesare” fu inaugurato in pompa magna con la partecipazione del re d’Italia Vittorio Emanuele III. Il roccolo è un impianto circolare, coperto da vegetazione, usato un tempo per la cattura degli uccelli. Anche il socialista Cesare Battisti era stato “catturato”
Casa Littoria di Trento, Giovanni Lorenzi, 1938. 21
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1934. Il cantiere del monumento a Cesare Battisti, sul Doss Trento. 22
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trentinoattualità dalla retorica fascista. Tutto serviva al regime per cercare il consenso e “illuminare la regione italianissima”, come ebbe a proclamare, alla fine di agosto del 1935, in piazza Duomo a Trento, il Duce del fascismo Benito Mussolini. Si raccontava che quel giorno, un ignoto buontempone avesse lasciato una grande cacca sulla soglia del mausoleo dell’irredentista trentino. Un biglietto, anonimo, declinava le intenzioni del “donatore”: “Qui la faccio e qui la lascio, mezza al Duce e mezza al fascio”. Tre giorni dopo il monumento era stato provvisto di illuminazione elettrica. L’indomani, altro pacco-dono, con un nuovo biglietto: “Or che han messo anche la luce, niente al Fascio, tutta la Duce”. Il suono prolungato della Renga, il 28 ottobre 1934, salutò pure l’inaugurazione delle scuole “R. Sanzio”, opera eccelsa dell’architetto Adalberto Libera con, all’interno, grandi composizioni affrescate da Gino Pancheri. Ma si era avuta anche la sistemazione delle vie Ferruccio, dei Ventuno, S. Trinità, Roccabruna, Vicolo del Liceo, e il prolungamento delle vie Sanseverino, Milano e Mantova. In quel periodo era stata compiuta pure l’elettrificazione della ferrovia Trento-Bolzano-Merano. Due anni dopo sarebbe stata completata la costruzione della nuova stazione ferroviaria, sempre su disegno del citato Angiolo Mazzoni. Avrebbe sostituito l’ottocentesca “fabbrica dei viaggiatori”, sorta nel 1858 su una spianata delle ischie dell’Adige dopo che il fiume era stato deviato con un’imponente opera di ingegneria idraulica. La tratta tra Verona e Trento era entrata in esercizio il 23 marzo 1859; quella fra Trento e Bolzano il 16 maggio. La durata del viaggio tra le due città della regione era di due ore. Nonostante l’Austria fosse in guerra con i franco-piemontesi (le ostilità erano cominciate il 26 aprile 1859), a Trento e Bolzano si tennero sfarzosi festeggiamenti. Ottant’anni dopo, la caduta dell’ultimo “relitto dell’Imperial regio stile aulico” fu salutata con celebrazioni di analoga, se non maggiore, intensità. Erano gli anni di quel “risanamento edilizio” che aveva portato fra il 1935 e il 1937 allo sventramento dell’antico rione del Sass, attraversato dai fossati di San Simonino, del Teatro e da varie rogge che bagnavano il Vicolo Santolini e l’Androna del Filatoio. Lo spazio reso disponibile dalla cancellazione dell’antico rione, compiuta dagli ingegneri Guido
Il mosaico di Pancheri, detto “La donna del flit”.
Segalla e Emilio Gaffuri, fu sostituito da un quadrilatero porticato, opera degli architetti Efrem Ferrari, Giovanni Lorenzi, Guido de Unterrichter, Renzo Masè. La piazza, chiamata del Littorio, dopo la seconda guerra mondiale divenne “Italia”, infine piazza Battisti. Alla piazza si accede, da est, attraverso la “galleria dei Legionari” che, all’esterno, è sovrastata da un imponente mosaico in riquadro raffigurante la Vittoria che regge il fascio (la “donna dal flit”), in parte deturpato dopo la caduta del fascismo. Opera di Gino Pancheri (maestro d’arte musiva Goffredo Gregorini)
ha un’iscrizione che rievoca la retorica di Benito Mussolini dopo la conquista armata dell’Etiopia e la proclamazione (1936) dell’Impero. Il mosaico, detto appunto “dell’impero”, fu inaugurato il 28 ottobre 1939 (anno XVII dell’Era Fascista). Nella parte porticata, verso piazza Battisti, due graffiti furono eseguiti da Luigi Bonazza. Lo stesso artista, sul retro del palazzo delle Poste dove un tempo sorgeva palazzo a Prato, dipinse in affresco (1933) la processione di apertura del concilio di Trento (1545). Sullo scalone interno altri affreschi di Gino Pancheri (1934) sul tema “La terra e le genti trentine”. In Largo Porta Nuova, tra le vie Calepina e Galilei, un palazzo di pietra bianca con torre quadrangolare è oggi la sede dell’autorità di bacino dell’Adige e dell’Avvocatura distrettuale dello Stato. Fu costruito (1934-1938) quale sede della “Federazione dei Fasci di combattimento del Trentino” con annesso “sacrario dei Caduti fascisti”, su disegno dell’ing. Giovanni Lorenzi e le pitture di Onchè Perzolli. Sostituì un imponente edificio tardottocentesco con cupolone centrale. Sulla facciata della torre, un gigantesco altorilievo di pietra (un uomo, a petto nudo, la destra alzata nel saluto romano, con la vanga e il fucile tenuto
“Il ricevimento dei tre cardinali nel Palazzo a Prato ai tempi del Concilio”, affresco realizzato negli anni Trenta da Luigi Bonazza.
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Il Palazzo delle Poste sfoggiava uno sgargiante “Blu Savoia”
in mano per la canna) si dice turbasse i sonni delle fanciulle ospiti nel vicino convitto delle suore Canossiane. Dieci anni prima, il regime aveva portato a termine la costruzione di un intero quartiere di case popolari, a sud della città. Sull’architrave di pietra, all’ingresso settentrionale dei cosiddetti “casoni” fu scolpita la massima “Nel sole la vita”. Quel complesso di abitazioni popolari, tra le vie Filzi, Bronzetti, Chiesa, Bezzi, Veneto e Giusti, divenne l’emblema di una città a misura di cittadino. Aria buona, spazio comune e soprattutto sole. Trento, insomma, poteva tranquilla-
mente dimenticare l’augusto imperatore d’Asburgo poiché un nuovo “provvido padre” avrebbe pensato a questa “italianissima” popolazione. Già alcuni grandi imprenditori, favoriti dal regime, avevano costruito i loro opifici attorno alla città: la bergamasca Italcementi costruì il proprio impianto nel popolare quartiere di Piedicastello, in riva all’Adige. Di qua dal fiume, a sud del Briamasco, nel 1927 trovò spazio la Michelin che in pochi anni arrivò a dare lavoro a un migliaio di operai. A nord della città furono insediate la Caproni (1938) azienda aeronautica di prima grandezza e, due anni dopo, la SLOI industria chimica per la fabbricazione del piombo tetraetile (additivo per la benzina) che occupò fin da subito oltre 24
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duecento lavoratori. Servivano nuovi alloggi, tanto che fra il 1938 e il 1941 fu ideato un nuovo quartiere popolare nella zona poi chiamata di “Cristo Re”. Scrive l’architetto Sergio Giovanazzi in “Trentino come soglia” (1997) che fra il 1930 e il 1940 “l’architettura ha prodotto in questo decennio numerose opere riferibili al razionalismo. Gli stessi maestri muratori hanno presto utilizzato i nuovi stilemi che si sono adattati con apparente facilità alle precedenti concezioni”. Il fascismo, insomma, non fu solo orbaci, parate, retorica e olio di ricino. Si racconta, inoltre, che i treni arrivassero in orario. Alberto Folgheraiter
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di Tiziana Tomasini e Pino Loperfido
Forse è l’ora di un restauro Muri scrostati, pezzi di intonaco penzolanti, sporcizia e degrado. La stazione ferroviaria di mazzoni e il palazzo delle poste di piazza vittoria mostrano più degli anni che hanno. E necessitano di un urgente maquillage
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a stazione ferroviaria, il Palazzo delle Poste e altri scorci architettonici di Trento hanno attraversato decenni di storia, dal Fascismo agli anni del boom economico, alla fine del secolo, giungendo fino a noi intatti. Oddio, intatti si fa per dire. La Stazione ha resistito, è vero, senza bisogno di eccessiva manutenzione per quasi 80 anni, ma a quanto pare – stando a quanto ci riferisce un compunto ufficio stampa – a breve verrà sottoposta ad un vigoroso maquillage (unito, speriamo, ad accurata pulizia). Destino diverso per il Palazzo delle Poste di piazza Vittoria che sta praticamente cadendo a pezzi, mentre la gente continua a fare la fila e a pagare bollettini nel suo – nonostante tutto – incantevole interno. 25
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Palazzo delle poste: Un pezzo di storia che non merita tanto degrado
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l Palazzo delle Poste si presenta chiazzato, a macchia di leopardo. Un felino in muratura pezzato dall’incuria e dal degrado. Qua e là tracce di umidità, erbacce e rifiuti (moltissime le bottiglie di birra, possiamo solo immaginare cosa accada sul retro del palazzo a certe ore della sera...) Certo, l’architetto Mazzoni non si sarebbe aspettato un simile trattamento perun sito architettonico che include tre storie in una sola. Intanto quella del rinscimentale palazzo a Prato che, durante il Concilio di Trento, ospitò i legati pontifici e divenne la “cabina di regia” dell’operazione Controriforma. Quindi l’Imperialregia privilegiata raffineria de’ Zuccari in Trento, costituita nel 1830. Fino a quando, al termine delle celebrazioni per i 300 anni del Concilio, il palazzo viene distrutto dalle fiamme. Siamo nel 1845. Seguono più di 40 anni di abbandono. Poi, nel 1888, su quelle rovine vengono realizzate le Poste Austro Ungariche. Il resto è storia del Novecento. La costruzione degli uffici postali è storicamente fondamentale per la nascita di uno Stato; con la loro edificazione viene sancito il rapporto cittadino-istituzione. Il concetto acquista rilevanza maggiore in quelle zone geografiche di frontiera, particolarmente sensibili alle influenze oltreconfine. Il senso della costruzione di un nuovo palazzo delle poste in una città come Trento, tra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta, è quindi ispirato – oltre alla funzionalità del servizio – a infondere italianità, a trasmettere appartenenza. Motivi pratici che si incrociano con motivi educativi; un edificio rappresentativo sul quale issare il Tricolore. L’architetto Mazzoni definisce il Palazzo delle Poste di Trento “Non un palazzo, ma un insieme di costruzioni fra loro unite”. Il progetto non è facile da attuare, perché le nuove idee del progettista devono necessariamente tener conto del preesistente. Un preesistente alquanto complesso e strut-
Intonaco scrostato, puzza e sporcizia Le grandi opere necessitano inevitabilmente di periodiche revisioni e di aggiustamenti che non sempre ritrovano il reale riferimento all’idea originaria. I buchi tappati talvolta si celano e si confondono magistralmente, talora spiccano in modo brutale, andando ad assolvere unicamente alla funzione strutturale senza considerare il fattore estetico. È vero che ogni grande opera in un certo qual modo evolve con la storia dell’umanità e porta i segni di tale evoluzione, ma la stazione di Trento in che stato si trova? Intonaco scrostato in più punti, aree esterne poco curate, angoli inequivocabilmente maleodo26
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turalmente articolato. Un passato in muratura che va da un ex zuccherificio, al palazzo di epoca rinascimentale della famiglia a Prato, distrutto – pare – in un incendio, nel 1845. Su questi resti, l’edificazione di un palazzo postale stile impero, ad opera dell’architetto austriaco Friedrich Setz, dipendente dell’Imperial Regio Ministero del Commercio di Vienna, e progettista di ben ventisei uffici postali, tra i quali Trento e Trieste, ancora una volta legate da un destino comune. Sulle ceneri del passato, Mazzoni realizza un “non originale”, pervaso dalla voglia di nuovo e di moderno ma contemporaneamente costretto a fare i conti strutturali con le opere precedenti. Le ventate di novità sono ben visibili all’occhio, a cominciare dai colori dei materiali utilizzati per i rivestimenti: il porfido ocra di Predazzo, il marmo giallo di Mori, il calcare bianco di Pila. Per non parlare della facciata esterna, trattata con un atipico blu cobalto, che alcuni storici riportano alla forza dell’azzurro sabaudo, ma che in realtà si rifà alla carta da zucchero con la quale si impacchettava il raffinato lì prodotto. In ogni caso, Savoia o zucchero, il blu creò non poche perplessità tra la
trentinoattualità popolazione trentina… (In merito ad una scelta così cromaticamente estrosa, giravano strane voci in città. Tra le più spiritose e divertenti, un possibile scambio di progetti tra Trento e Bengasi, o uno scambio di cartelle nello schedario tra Trento e Tripoli, complice la vicinanza alfabetica delle due città. Commenti che fanno sorridere, ma che testimoniano quanto la nuova costruzione – discostandosi in maniera considerevole dallo stile della città – non passò inosservata). Esplorando in questo edificio atipico, poco unitario e simbolo di aggregazione stilistica, si ritrovano pezzi di storia. Il portale del 1512 sul retro dell’edificio, lo stemma della famiglia a Prato (realizzato da Alcide Ticò) e alcune opere pittoriche di autori quali Luigi Bonazza e Gino Pancheri. Le sei vetrate policrome realizzate da Depero e Tato – destinate a separare la sala del dopolavoro con il cortile – sono invece andate perdute, si dice nei tempi di guerra o nelle abbondanti acque dell’alluvione del 1966. Il palazzo della posta pensato e realizzato da Mazzoni prevede la disposizione su due piani. Al piano terra i classici servizi postali di invio e ritiro, la sala scrittura e la sala del dopolavoro; al piano superiore il caveau, il servizio telegrafi e gli uffici amministrativi. L’architetto ama non solo curare gli arredi – come nel caso della stazione, secondo incarico di Mazzoni a Trento – studiandone funzionalità ed estetica, ma anche ideare e progettare la migliore dislocazione degli oggetti, sfruttando i punti luce delle grandi finestre, dando spazio alle esigenze di percorribilità e considerando le finalità strutturali degli ambienti. Sull’intervento di Depero e sui loro dissapori mascherati da cordiali rapporti, non si conosce molto … ma pare che il futurista – inizialmente escluso dai lavori – abbia fatto intervenire Marinetti presso il ministro Ciano per poter partecipare all’ambito decorativo del nuovo edificio postale. Tante menti, tante mani per un palazzo che oggi appare decisamente più scuro del blu cobalto. Un palazzo che merita di
essere valutato e rivalutato (ricordiamo la recente “Manifesta 7” dell’anno 2008, la Biennale Europea di Arte Contemporanea tenutasi proprio nel palazzo delle poste), in virtù della sua strana storia, in cui riposa qualche interessante capitolo della Trento antica. E per la città del presente e del futuro? Qual è lo stato attuale del palazzo delle Poste di Trento? Di chi è la proprietà e come gestisce lo stabile? Qual è lo “stato di salute” del palazzo, quali sono le condizioni strutturali odierne? Esistono progetti di ristrutturazione totale-parziale, sono in programma adeguamenti funzionali? Abbiamo provato a porre queste domande ai vertici di EGI (Europa Gestioni Immobiliari, società del Gruppo Poste Italiane che ha in carico l’immobile), ma al momento di andare in stampa non siamo riusciti ad avere alcuna risposta.
ranti, contrassegnati dalle scritte sui muri e dai rifiuti – bottigliette di plastica, avanzi di cibo, mozziconi di sigarette, fazzoletti, ecc. – che si commentano da soli. Ha resistito, è vero, ma adesso è allo stremo e non certo è bel vedere agli occhi di chi arriva – via ferrovia – a Trento, magari per la prima volta. Su e giù per le scale: i forzati della valigia Ascensori, montacarichi, facchini, autogru: tutte cose che passano per la mente al viaggiatore che, forse stremato dopo un lungo viaggio, si vede costretto a sollevare di peso il proprio mega bagaglio, nuovissimo, dotato di rotelle scorrevolissime; ma le scale so27
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Il progetto di recupEro? Del 2006... Un edificio storicamente moderno con tracce di maleducata attualità. Ma ci sono idee in merito alla rivalutazione strutturale della stazione? A tal proposito, abbiamo rivolto qualche domanda a Mirella Battista, responsabile dell’Ufficio Stampa di Centostazioni S.p.A. di Roma
Come testimoniano queste immagini, alla stazione di Trento i viaggiatori devono sollevare a forza di braccia i propri bagagli
no scale, non c’è niente da fare. Passi per il giovane aitante, che così si esercita i bicipiti, ma come la mettiamo con il nonnino o con la signora acciaccata? E i diversamente abili? I cardiopatici? A chi devono rivolgersi e quanto tempo va via prima che qualcuno aiuti i malcapitati ad attraversare il sottopasso per poter riveder le stelle in quel di piazza Dante? Mah... Il capolavoro di Mazzoni: una breve cronistoria La stazione è il simbolo di una città. Il suo biglietto da visita. L’aveva intuito, anzi lo sapeva bene l’architetto Angiolo Mazzoni. Del resto, lui era al servizio delle Ferrovie dello Stato dal 1921 ed apparteneva – guarda caso – al movimento futurista. Con il concetto di modernità in prima linea. Con Mazzoni assistiamo al superamento dell’antico concetto architettonico di stazione – che prevedeva una struttura unicamen28
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La stazione è il simbolo di una città … quali progetti ci sono per rivalutare la struttura? Cosa andrebbe rivisto e rimodernato secondo le più attuali esigenze del viaggiatore? Centostazioni (Ferrovie dello Stato Italiane – Archimede 1, Gruppo Save), proprio nella consapevolezza della funzione di “biglietto da visita” che la stazione di Trento ha per la città, ha elaborato nel 2005 un progetto di recupero e adeguamento funzionale dell’edificio del valore di circa 2,2 milioni di euro, cofinanziato da Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane), proprietaria dell’immobile. Il progetto, nella versione esecutiva, è stato approvato da RFI nel 2006. Tra gli interventi programmati, il recupero conservativo delle architetture originarie dell’edificio, risalente al 1936 (Architetto Angiolo Mazzoni) e pertanto di valore storico; la riorganizzazione dell’ampio atrio, con una migliore ripartizione dei flussi passeggeri verso i servizi, le biglietterie e i binari, al fine di rendere la stazione più confortevole e funzionale; l’inserimento di nuove attività e servizi commerciali per consentire ai viaggiatori, turisti e cittadini una sosta più gradevole e qualificata; interventi di manutenzione delle strutture; messa a norma degli impianti; potenziamento degli aspetti di sicurezza e accessibilità attraverso il progressivo abbattimento delle barriere architettoniche. Condiviso e sottoposto a vaglio degli enti competenti, il progetto non ha ricevuto – ad oggi – le necessarie approvazioni. Quali sono i punti di forza della stazione, allo stato attuale? Tra i punti di forza della stazione, la sua centralità a livello urbano e il pregio storico – architettonico dell’edificio progettato dall’architetto Mazzoni, con oltre 70 anni di vita – come si può notare dalla sala storica presente al suo interno, dai marmi e dalle insegne originali. Cosa si pensa di fare per quelle aree esterne di degrado (cattivi odori, rifiuti, scritte sui vetri)? Si evidenzia che la zona del parcheggio ubicata di fronte al fabbricato viaggiatori, lato Bolzano, è interessata dalla presenza di un cospicuo numero di senza fissa dimora che bivaccano in tale area lasciandovi sporco e rifiuti. Il degrado presente nell’area urbana circostante, di cui la stazione risente, è di non facile gestione essendo legato anche a temi di pubblica sicurezza, pertanto richiede un tavolo di interventi condivisi tra Rete Ferroviaria Italiana, Polfer ed enti locali. In particolare, si evidenzia che i graffiti a cui si fa riferimento sono stati realizzati da ignoti nella notte tra il 16 e il 17 gennaio e prontamente eliminati a seguito di intervento da parte della ditta incaricata delle pulizie e manutenzioni. Si stigmatizzano tali atti che, oltre ad arrecare un danno di immagine al patrimonio ferroviario, determinano anche un notevole danno economico. Che dire? Le risposte si commentano da sole. Il burocratese rappresenta in molti casi l’unica strada percorribile per chi, in pratica, non ha niente da dire. te funzionale allo scorrimento dei convogli – per arrivare alla considerazione anche estetica ed interpretativa delle esigenze dei fruitori della stazione, i passeggeri. L’elemento umano. In senso più ampio, una stazione progettata per identificare la città, per riconoscersi in essa, per darle importanza e valore, per riconoscerla, anche visivamente, tra le tante lungo la linea passante Verona – Innsbruck. Siamo negli anni Trenta. Siamo negli
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Non una stazione qualsiasi, quella di Trento. Una di quelle dove la Storia è passata e, in alcuni casi, si è fermata. Ecco come si presentava Piazza Dante prima di Angiolo Mazzoni
anni del Regime. Per omaggiare la popolazione trentina con una ventata di italianità, per sottolineare l’appartenenza di quel popolo prossimo al confine di una bandiera tricolore, lo stato interviene con la costruzione di opere
pubbliche fondamentali per la cittadinanza. E cosa c’è di meglio per una città di provincia se non la costruzione di una stazione moderna, funzionale, pensata per la nuova epoca industriale, per la voglia di nuovo e per le nuove necessità sociali. Siamo negli anni Trenta, ricordiamolo. Il treno non è un’alternativa al mezzo privato – l’automobile – il treno “è” il mezzo di trasporto. L’automobile c’è per alcuni, sicuramente non per tutti, la Fiat sforna veicoli da cinema muto. L’architetto Mazzoni pensa ad un edificio moderno, dalle linee essenziali; una struttura funzionale e attenta alle esigenze tecnico – organizzative degli
arrivi e delle partenze, una struttura ben visibile ma bassa e poco impattante, capace di lasciare ampie vedute panoramiche sullo sfondo naturale delle montagne. L’essenza della costruzione trova le sue materie prime sul territorio: i rivestimenti di porfido violaceo di Predazzo, il verdello dei Solteri, il giallo brecciato della Valle di Gresta… ed i voluti accostamenti del giallo degli ottoni con il blu rimandano direttamente, senza ripensamenti, ai colori della bandiera cittadina. Ma il tempo scorre. Implacabile. E si porta via pezzetti di vita, qualche ricordo, un frammento di intonaco, un vetro rotto da sostituire, una panchina sbiadita. ■
Sul perimetro che lascerà il posto al Palazzo delle Poste di via Calepina, vi era un palazzo dalle linee tipicamente mitteleuropee che ospitava le imperialregie Poste e Telegrafi.
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trentinoincontri di Francesca Negri e Paolo Curcu
un caffè a casa di...
Rolly marchi Il cow-boy del trentino Rolly Marchi, 91 anni il prossimo 31 maggio, racconta la sua vita da film e il suo rapporto con la sua terra d’origine
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ualcuno dei suoi anni lo descrive come «il simbolo del trentino di successo», ma non sono in molti. I più, invece, lo ricordano «passeggiare borioso in piazza Duomo, sempre con quel suo cappello da cow-boy in testa», «pieno di sé», «un po’ montato». Quando Rolly Marchi era nel pieno del suo successo – che in trentino si dice “sovraesposizione” – io non ero ancora nata, ma dopo averlo conosciuto oggi, all’alba dei 91 anni che compierà il prossimo 31 maggio, mi viene il sospetto che, come al solito, i commenti poco lusinghieri che molti suoi conterranei gli rivolgono siano più legati all’invidia che alla realtà. Del resto, la vita di Rolly Marchi potrebbe diventare tranquillamente la trama di una sceneggiatura di Hollywood: è uscito vivo per il rotto della cuffia da conflitti armati durante la seconda guerra mondiale, è riuscito a “sedurre” Walt Disney che lo voleva con lui negli Stati Uniti, ha sciato con due presidenti americani – Richard Nixon e Gerald Ford –, ha costruito la barca per la Coppa America di vela assieme a Gianni Agnelli, Luca Cordero di Montezemolo, l’Aga Kahn e Pietro Barilla, e nemmeno un camion, sbandato accidentalmente in una via a Bolzano, è riuscito a togliergli l’entusiasmo. Due terzi di vista e la mobilità alle gambe sono venute meno, ma non la sua voglia di fare e di vivere. Si può anche essere invidiosi di una vita così, oppure orgogliosi, come sarebbe più bello. La sua casa di Corso Garibaldi, in pieno centro a Milano, è piena zeppa di libri, riviste, ritagli di giornale, sculture, quadri (da Guttuso a Missoni) e mobili antichi: 30
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Il suo film preferito? Forse il Deserto dei tartari. Sono stato davvero molto amico di Dino Buzzati, sua moglie l’ha conosciuta durante i miei Campionati mondiali di sci dei giornalisti e veniva sempre a scalare con me, a Cortina. Il suo piatto preferito? Il risotto. La sua più grande paura? Penso che nella vita ci voglia fortuna e io l’ho avuta. Non ho paure particolari. Il suo sogno ricorrente? La mia vita è cambiata di notte con l’avanzare dell’età: adesso sono molto metodico, mi sveglio sempre verso le tre del mattino e magari penso alla persona con cui ho cenato la sera prima. Questa è la cosa che faccio ricorrentemente, di notte.
ognuno di essi ha una storia da raccontare, mentre Lola, il suo cane, cerca di attirare l’attenzione per rubare una carezza in più. La moglie Graziella, invece, è un tornado di vivacità e non potrebbe essere altrimenti visto che è accanto al vulcanico Rolly da 58 anni. La camera da letto di Marchi è la redazione de La buona neve, la rivista semestrale diretta ed editata da lui, giunta al 41mo e ultimo numero. «Ho de-
ciso di ultimare la pubblicazione de La buona neve perché mi pare di aver già fatto abbastanza in tutti questi anni. Ora è tempo che smetta di scrivere», spiega Rolly, motivando così anche il suo rifiuto di una proposta di un editore nazionale di una certa importanza, di scrivere un libro di almeno seicento pagine sulla sua vita e le sue mille avventure. E se anche Marchi non è convinto che seicento pagine bastino per raccontare tutto quello che s’è inventato nel corso di tutto questi anni, figurarsi quanto può essere facile riassumerla in un articolo di poche pagine. Ma vale la pena di provare. Rolando Marchi, diventato Rolly grazie al diminutivo affibbiatogli da un gruppo di sciatrici universitarie toscane di cui lui era allenatore nel 1942, è nato a Lavis nel 1921. «Sono nato in mezzo al vino, in Cantina La Vis, di cui mio padre era enologo e direttore. Era ovviamente una struttura diversa da oggi, ma io nacqui al secondo piano dell’edificio, nella stanza che oggi è, invece, l’ufficio della direzione», racconta Marchi. Il padre Cesare, oltre a intendersene di vino, era un irredentista amico di Cesare Battisti, mentre la mamma Emma faceva l’insegnante. Grande sportivo (atletica leggera, sci, alpinismo e ciclismo), conseguita la laurea in giurisprudenza a Bologna, Rolly partì per la guerra con i Granatieri di Sardegna, dove fu ferito e fatto prigioniero in Africa.
Quanto l’ha segnato la sua esperienza in guerra, Rolly? Sono esperienze forti, ma alla fine posso dire che la cosa che ho capito è il fatto che nella mia vita sono stato abbastanza fortunato. In guerra mi ha sparato un carro armato: fui colpito a un braccio e i medici volevano amputarmelo, invece, poi, è intervenuto un bravo dottore ame-
Rolly Marchi con la moglie Graziella e Lola 31
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ricano che mi ha evitato l’operazione. Ho avuto ferite aperte per sette anni, ma alla fine è andato tutto a posto. La seconda volta che ho rischiato la vita, e l’ho scampata per un pelo, è stato in cordata: un amico è volato per cinquanta metri, io invece mi ero assicurato bene e sono rimasto su… Nove vite come un gatto? Ma no – ride – però a pensarci bene mi sono salvato per miracolo anche a Bolzano. Ero parcheggiato regolarmente lungo una strada quando un camion mi ha investito, sbandando a forte velocità. Ho perso due terzi della vista e mi ha causato problemi motori, ma sono qui, pieno di vitalità per quanto possibile. Lei è l’unico ad aver seguito tutte le Olimpiadi invernali, dal 1948 a oggi. Cosa è cambiato nel corso di tutti questi anni? Nel 1956 ero speaker ufficiale delle Olimpiadi di Cortina: allora la gara era in mano al mio microfono, ero io che comunicavo i tempi e che facevo vivere la gara, non come oggi che con la televisione e la tecnologia tutto è cambiato. Allora erano Olimpiadi molto famigliari, non c’erano villaggi olimpici, le squadre stavano negli hotel e tu potevi stare gomito a gomito con i tuoi campioni quando volevi… Certo, questi sportivi mondiali, allora, non erano popolari come oggi, ma erano comunque dei miti. Ricordo che una volta era venuta a vederli anche Sofia Loren, tutta inguainata in un abito bianco bellissimo… Rolly Marchi è stato un giornalista di alto 32
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livello, ma la sua fama la deve soprattutto ad altre sue iniziative: da lui è nata la 3-Tre (gennaio 1950), la famosa gara di Coppa del mondo di sci che oggi si tiene a Madonna di Campiglio. Come nacque l’idea della 3-Tre? Era il 1949, l’anno in cui mi sono laureato, e l’intenzione era quella di creare una competizione sportiva che ruotasse attorno a Trento: 3 -Tre significa proprio tre gare in Trentino, discesa sulla Paganella, slalom a Serrada e slalom gigante sul Monte Bondone, dove nel 1945, finita la guerra, avevo fondato la Scuola di sci. In quell’anno mi venne anche un’altra idea, ovvero quella di proporre alle Forze Alleate di mandare ogni settimana un centinaio di militari convalescenti o bisognosi di riposo in vacanza lì. Fu un bel business per i pochi hotel che allora erano presenti in Bondone. Sempre nel 1945, però, fa anche un’altra cosa… Certo. Durante l’estate portai lo sci nautico sul Lago di Caldonazzo. Avevo scoperto questa pratica a Punta Ala, durante una pausa bellica in compagnia degli americani. A Caldonazzo sciai anche con l’attore statunitense Douglas Fairbanks (il protagonista del film “Segreto di Stato” girato a Trento nel 1956. n.d.r.). E poi se ne andò a Milano. Perché? Era il marzo del 1950 e io non sapevo ancora bene che lavoro avrei voluto fare. Il caso volle che ricevetti una proposta come giornalista, ma badi bene, io ho fatto la libertà… In che senso, scusi?
Sono sempre stato un tiratore libero, ho sempre scritto da free lance, per scelta non ho mai voluto che mi assumessero nella redazione di un giornale, che fosse il Corriere della Sera o Il Giorno o qualche altro. Il primo incarico me lo diede Gianni Brera, che mi aveva promesso che sarebbe venuto come giornalista al concorso del Sai (Sci Accademico italiano). Poi non venne, ma chiese a me di scrivere qualche pezzo per la Gazzetta dello Sport, cosa che feci, pagato anche bene. Il giorno che doveva uscire il mio pezzo lo cercai sfogliando il giornale. Non trovandolo, pensai che non lo avessero pubblicato: solo dopo mi accorsi che lo avevano messo in prima pagina! Così, poi, la Gazzetta mi mandò come inviato alle Olimpiadi di Oslo del 1952: per me non fu la prima volta perché ero già stato alle Olimpiadi del 1948 a Sankt Moritz. Arriviamo così al 1958, quando lei, stimolato da Mike Bongiorno, inventa il Trofeo Topolino, che in pochi anni diventa la gara per ragazzini più importante del mondo. Dopo la prima edizione svolta a Courmayer, la location della gara diventa il Monte Bondone e in programma c’erano anche altri progetti ambiziosi per la “montagna di Trento”… L’idea era quella di creare, sul Monte Bondone, Topolina. Walt Disney sarebbe entrato in società, lui era entusiasta del Trofeo Topolino. A dire il vero mi vole-
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va con sé, a lavorare per lui, negli Stati Uniti, ma allora fare la spola in aereo dall’America all’Italia non era facile come oggi e così fui costretto a rifiutare. Ma facemmo un patto. Che patto fece con Walt Disney? Lui mi promise che avrebbe portato in consiglio d’amministrazione della sua società l’idea di entrare in Topolinia con il 10% delle quote. Era il 4 settembre 1966, lo ricordo come se fosse ieri: facemmo colazione assieme, in un ristorante immerso negli ulivi a Los Angeles, parlammo di questo e poi io lo salutai per rientrare in Italia con la promessa che a dicembre sarebbe venuto in Trentino. Erano un paio di settimane che aveva un dolore alla schiena che non riusciva a farsi passare nemmeno con i medicinali. Chi lo avrebbe immaginato che era qualcosa di più di un semplice acciacco… E invece, cosa successe? Rientrai a Milano e mi misi a organizzare una grande festa per il suo arrivo, a dicembre. Affittai Castel Madruzzo e iniziai a organizzare tutto per una serata memorabile, uno show in grande stile, dove non sarebbero mancati nemmeno i fuochi d’artificio. Ma a dicembre Walt Disney morì per un tumore al midollo osseo… E così Topolinia andò in fumo, giusto? Esatto. Cosa pensa del Bondone di oggi? Pensi che fuori dal Trentino sono stato premiato addirittura come Decathleta della vita, un titolo che mi è piaciuto molto e che mi ha conferito il Comitato 34
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della Comunità Walser di Macugnaga nel 2002. A Trento, invece, nessuno mi ascolta, nessuna delle mie idee è mai stata presa in considerazione. Sul Bondone, il Norge doveva diventare un paese e fermarsi lì, perché la gente che viene in settimana bianca a sciare quando viene notte, dove va? Non prevedere un paese con ristoranti, punti di aggregazione, intrattenimenti extrasciistici, a mio avviso, è stato un grosso errore. Secondo lei, Trentino Marketing potrebbe fare di più? Il Trentino sta facendo una politica turistica intelligente? Il Trentino ha i soldi per fare una buona promozione: se li ha per darli alla Cantina La Vis, ce li ha anche per tutto il resto…
Con questo non voglio dire che Trento non sappia come investire i suo fondi, e in questi anni sono state fatte delle belle cose, ma certo i laghi, ad esempio, potrebbero essere valorizzati maggiormente. Ne ho parlato con il presidente della Provincia, Lorenzo Dellai, ma non so se l’ho convinto… Come mai ha preso casa a Cortina e non in Trentino? Io avrei voluto prendere casa a Madonna di Campiglio. Lì ci tenevano molto, peraltro, i proprietari del Des Alpes, che mi avevano addirittura offerto un terreno e la legna per costruirmi l’abitazione. Ma mia moglie Graziella non era molto convinta e così all’inizio ripiegai su Courmayeur, dove il conte Tito Giliberti
trentinoincontri mi offrì di soggiornare gratuitamente nei migliori hotel assieme alla mia famiglia, in cambio di un po’ di “buone idee”… Per questo il primo Trofeo Topolino è stato organizzato in Valle d’Aosta, ma quando poi ho visto che era una manifestazione che piaceva, e molto, ho pensato subito di trasferirla nel mio Trentino. Perché Trento e il Monte Bondone hanno mollato il Trofeo Topolino, secondo lei? Non l’ho capito bene nemmeno io… Forse all’ufficio turistico va bene così, lo fanno dove c’è un’Apt che paga, ma è ovvio che per i trentini non è più il Trofeo Topolino di una volta, con il binomio Trento e Monte Bondone. Cortina è meglio di Madonna di Campiglio? Beh, devo dire che una conca bella co-
me quella di Cortina non c’è al mondo... Ha ancora qualche sogno nel cassetto che vorrebbe realizzare? Guardi, pochi giorni fa mi ha chiamato un editore abbastanza importante e mi ha chiesto di scrivere la mia vita, un libro di seicento pagine. Non ne sono molto convinto, ormai penso di aver dato abbastanza e sono soddisfatto. Quindi nessun rimpianto? Direi proprio di no. Ho persino qualche settantenne che ancora mi fa il filo – chiosa ridendo e strizzando un occhio a Graziella. Alcune chiacchiere ancora, per raccontare che nel 2004 la Federazione internazionale dello sci lo ha indicato come personaggio d’onore dello sci mondiale, ma soprattutto per ricordare il suo impegno nel sociale, anche attraverso Ev-
K2-CNR, che ha sede a Bergamo. Poi il pensiero va ai figli, il giornalista Paolo e il dirigente Jacopo, e ai suoi quattro nipoti, Bianca, Viola, Alice e Brando. E alla moglie Graziella, conosciuta quando aveva 31 anni, grazie a Giovanni Sommariva di Cavalese, un carissimo amico scomparso da qualche settimana. Mentre ci stiamo per salutare, vedo appeso, poco distante dall’ingresso di casa, il suo mitico cappello. «Per molti anni fui chiamato il “cow-boy delle nevi” per via del cappellone nero che Walt Disney mi impose di portare durante i Giochi Olimpici di Squaw Valley del 1960», dice, poi sorride nostalgico e io pure, ma non per nostalgia, piuttosto per l’orgoglio nei confronti di un trentino che ha saputo conquistare vette insperate e, cosa ancora più importante, conquistare il cuore di molti e avere grandi amici. ■
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Il “collezionista”
MONDO CANARINO Con Fabio Solazzo alla scoperta del mondo dell’allevamento amatoriale. Una passione sconfinata, tra campionati italiani e del mondo, idromassaggi per gli amici pennuti, sale di posa fotografica e 300 razze riconosciute
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o si dica, subito, ad evitare fraintendimenti: non a caso - per questa volta - ci sono le virgolette attorno alla parola collezionista, lassù, nel titolo di questo articolo. Perché un conto è il collezionismo, un conto è - questo è il nostro caso - l’allevamento amatoriale di canarini. E nel nostro caso in particolare, ad essere precisi in un mondo che della precisione e della particolarità fa la sua bandiera, un allevamento amatoriale di canarini a fattore rosso mosaico intensi per concorso e riproduzione. Quelli di Fabio Solazzo, pugliese (di Cellino San Marco, il paese di Al Bano) trapiantato in Trentino, ora a Pergine Valsugana. Nella sua abitazione, una stanza – clima36
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tizzata, 17 gradi costanti – è diventata la sala di cova. Una passione, un hobby, quello dell’allevamento dei canarini e dei volatili più in generale, che Fabio condivide con una pattuglia quanto mai folta. In questo senso raccontare la sua storia – che è comunque quella di chi nel recente campionato italiano di Pordenone ha conquistato il primo posto nella sua categoria – vuole essere anche omaggio e riconoscimento ai tanti (anche in Trentino, si legga il box sui numeri della Associazione ornitologica trentina) che condividono questo amore grande per gli animali e per i piccoli, colorati canarini nel nostro caso. Aveva tredici anni Fabio quando, in Pu-
di Carlo Martinelli
www.canarinisolazzofabio.com
glia, mentre giocava a calcio, vide ai bordi del campo un canarino in difficoltà. Lo raccolse, lo portò a casa, lo curò. “Lì ho scoperto - scrive sul suo sito internet - che era una femmina. Mi sono subito comperato un maschio e dopo circa un mese sono nati i primi piccoli. Da quel giorno il mio interesse per l’ornitologia è solo aumentato”. Quel canarino fu il primo di una serie
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COSì CORRE LA A.O.T. 137
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A.O.T., Associazione Ornitologica Trentina, è nata a Trento nel 1969 ed è presente su tutto il territorio. Raggruppa a livello locale tutti gli appassionati amatori dell’allevamento di uccelli da gabbia e da voliera: nel 2012 i soci iscritti sono 137. Organizza tutti gli anni una mostra ornitologica interregionale alla quale partecipano circa un centinaio di allevatori amatoriali provenienti anche dalle regioni limitrofe. Organizza anche attività di formazione e divulgazione dell’ornicoltura (informazioni generali e consigli sulla cura e l’allevamento degli uccelli domestici) presso le scuole, esposizioni divulgative alla fiera di San Giuseppe, gite sociali alle maggiori mostre nazionali di Reggio Emilia e Campionato italiano e vari incontri nella sede di Canova di Gardolo nei quali vengono coinvolti esperti del settore (veterinari, ditte produttrici di alimenti e prodotti per l’ornitologia) e serate con giudici per approfondimenti tecnici e di formazione per i nuovi iscritti. Questo il direttivo: Maurizio Adami, presidente; Bruno Battisti, vicepresidente; Valentino Raffaeta, segretario; Bruno Nardelli, cassiere; Gianni Malossini, Pietro Demarchi, Fabio Delvai, consiglieri. www.aot-trento.com
che definire infinita non è forse esagerato. Succedeva vent’anni fa, il che dice anche quanti anni abbia oggi Fabio. Che in Trentino – dove lavora come montatore di infissi, l’allevamento dei canarini è, appunto, amatoriale: alla fine se si va a pari con le spese è già un buon risultato – ha messo su famiglia. La moglie Michela e i figli, Davide e Viola, convivono con la sua passione. E la accettano e as-
secondano perché vuol dire sapere che il marito / papà si alza tutte le mattine, alle cinque, per le tante incombenze e necessità che un allevamento del genere richiede. Racconta ancora: “È nel 2006 che è scattata di nuovo la scintilla. Ero arrivato in Trentino dove ho avuto il regalo più bello della vita: diventare papà. Poi uno zio di mia moglie alleva canarini. Deciso. Inizio con una coppia di agata mosaico su un piccolo balcone e poi passo a 15 coppie di canarini in un garage in affitto. Oggi mi ritengo fortunato: ho un locale cove di cinque metri per quattro, con due finestre e tanta luce naturale e non un box senz’aria per i miei amici. Sono anche riuscito a costruire un resort con
idromassaggio e centro benessere per i miei amici pennuti”. Avete letto bene. Un modo simpatico per dire che con Fabio i canarini hanno anche un bagnetto settimanale e tante tante cure. Un sogno nel cassetto, cui sta lavorando: “Sto cercando di creare il mio ceppo”. In particolare puntando ad una razza inglese, Stafford, non presente in Italia. L’altro sogno: vincere un titolo ai campionati mondiali. Quest’anno saranno in Belgio e Fabio è più che deciso. Vuole esserci anche lui tra chi – anche in Trentino – ha già conquistato un titolo mondiale. L’avete capito: “Di base deve esserci una grande passione per gli animali”, dice Fabio. Confermata dal fatto che in casa - a parte i canarini e si parla di 160 esemplari più nuovi arrivi, leggi riproduzione ché questa è la stagione della cova - ci sono anche due cani, un gatto, delle tartarughe, tre galline. E in casa, oltre alla sala cove c’è anche, per il periodo più caldo, terminato il perio-
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trentinoattualità do della cova che va appunto da gennaio a giugno, una grande voliera. Chi non frequenta o non conosce la realtà dell’allevamento amatoriale, non ne immagina i numeri, le curiosità, le regole, la passione, la fatica, le soddisfazioni e fors’anche qualche inevitabile delusione. Stupisce un dato, ad esempio. Ogni anno, a Reggio Emilia, c’è l’appuntamento ornitologico più importante, in Italia con migliaia di visitatori e ben 22mila le gabbie da esposizione. Diciamolo: non è facile districarsi, per il profano, in questo universo colorato. A proposito: nella passione calcistica di Fabio, tifosissimo del Lecce, c’è già un destino. La squadra indossa una sgargiante maglia gialla e rossa, i colori – guardacaso – che la fanno da padroni quando ci si riferisce ai canarini. Insomma: a Pordenone è diventato campione italiano con un canarino Bruno Topazio Rosso Mosaico. Ed è arrivato secondo nella categoria Satinà Rosso Avorio Intenso. Ma lui alleva, nell’ordine: Satiné Rosso Avorio Intenso e Brinato, Isabella Rosso Avorio Intenso e Brinato, Bruno Rosso Mosaico, Bruno Rosso Intenso e Brinato, Bruno Topazio Rosso Avorio Mosaico, Bruno Topazio Rosso Avorio Intenso e Brinato, Nero Topazio Rosso Avorio Mosaico, Nero Topazio Rosso Avorio Intenso e Brinato, Nero Rosso Mosaico, Norwich, Stafford, Crest, Border e Lancashire. Siete stupiti? Beh, considerate che sono
UN BEL BAGNETTO ALLA SETTIMANA
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no si chiede? Ma come sei arrivato a Fabio Solazzo e alla sua passione, che poi si scopre essere condivisa con una pattuglia folta, foltissima? È la rete che la fa da padrone, ormai. Spesso è internet che prende dalla carta stampata. Questa volta la carta stampata ha trovato un sito, lavalsugana.it, un magazine online più che dignitoso. Qui, nell’ottobre dello scorso anno, è comparsa una intervista di Silvia Fattore al nostro amico dei canarini. È nata in quel momento la curiosità che ci ha portato all’incontro e alle immagini che vedete. Ma già in quell’intervista c’erano informazioni che meritano di essere riproposte. Ad esempio, sapete quanto vive e di cosa ha bisogno un canarino? “Un canarino – spiegava Fabio – può arrivare anche a 10 anni circa e a volte anche di più. Ha bisogno di pulizia, mangime e di tanti tipi di frutta come arance, limoni, mele e verdura tipo zucchine, cipolla, patate lesse. E un bel bagnetto ogni settimana. Inoltre non deve essere esposto a giri d’aria”. Infine, alcuni consigli semplice per tenere bene il proprio canarino: “La pulizia della gabbia, acqua fresca il più spesso possibile, una volta l’anno somministrare delle semplici vitamine, e mangime senza coloranti, ogni tanto aggiungere all’acqua due gocce di aceto di mela e una volta alla settimana frutta e verdura in piccole quantità”.
circa 300 le razze riconosciute dei canarini di allevamento (Fabio ci racconta anche di quelli verdi, selvatici, delle Canarie, che hanno dato il nome all’intera specie) e ci spiega quali siano i criteri adottati dai giudici alle competizioni. La scheda con le valutazioni parla di categoria, impessione, piumaggio, forma e taglia, lipocromo, melanina. Scopri che ogni canarino di allevamento per partecipare alla competizioni deve avere un anello di riconoscimento ufficiale, fornito
AMICI DI COVA, PRECOVA E MUTA
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i diventa anche amici, uniti dalla comune passione ornitologica. Succede così che durante la nostra intervista con Fabio Solazzo, nel mentre scopri che riconosce uno per uno i suoi 160 canarini, che nutre con amore quasi filiale i piccoli appena nati (crescono a vista d’occhio, quello di due giorni è grande il doppio di quello nato il giorno dopo...), arrivi nella sala cova un altro allevatore. È Rodolfo Braito, di Mezzolombardo. Si scambiano consigli, pareri, impressioni nonché i sacchetti con gli alimenti. I canarini mangiano couscous, germogliati, canapa, lino, avena, scagliola, niger. E l’alimentazione va distribuita sulle quattro fasi: precove, cove, muta e riposo. D’obbligo la foto, insieme.
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dalla FOI, la Federazione Ornitologica Italiana. Per il 2012 il colore dell’anello è rosso, l’anno scorso era blu. A proposito di colori: è tutto nero l’interno della sala di posa per fotografare al meglio i canarini. Già. Non è facile riprenderli all’interno delle gabbie da cova o di quelle da esposizione. Fabio ha così creato una gabbia speciale, tutta nera, con un trespolo. Non basta: sta progettando di motorizzarla, cosicché anche se i canarini si girano e non sono mai a favore dell’obiettivo li si porta – prima o dopo – in posizione tale da essere immortalati al meglio. Per finire sulle riviste specializzate, sui siti internet, nelle foto ricordo. Colorati, col ciuffo, pettinati: nella loro esistenza i canarini da allevamento sanno essere anche dei divi. ■
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trentino trentinoattualità
di Gianfranco Gramola
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l mondo dello spettacolo, come lei stessa ha dichiarato, la faceva sentire “un’incompiuta” e da quando si è sposata con il calciatore Fabio Bazzani ed è diventata mamma di Niccolò e Martina, in televisione si vede molto poco. “Con il fatto che la piccola ha 3 anni e va all’asilo, preferisco fare la mamma” dice Alessia, nata a Trento il 29 settembre 1974. “Ogni tanto partecipo a qualche convention o qualche pubblicità di creme”. Ma è vero che la sua carriera è iniziata grazie alla Juventus? È stato esattamente così. Ero andata a vedere la mia Juve in ritiro e c’era un cameraman che riprendeva gli allenamenti e le amichevoli; allo stesso tempo faceva pubblicità e mi ha proposto di fare delle reclame. Mi sono ritrovata alla manifestazione annuale Vela d’oro di Riva del Garda e lì ho conosciuto Pino Insegno, che mi ha spinta a partecipare a “Non è la Rai”. Da lì è partito tutto. Il mondo dello spettacolo era come se lo immaginava o l’ha delusa? Quando ci entri vedi tutto grande, tutto bello, si diventa famosi, ti chiedono gli autografi, guadagni e pian piano ne rimani affascinata. Poi dopo un po’ riesci a cogliere anche i lati negativi, cioè il fatto di non avere molte amicizie e il fatto che se per un po’ non lavori, c’è la tendenza ad essere rimpiazzata. Un altro lato negativo è quello di non avere una tua vita privata perché sei sempre nel mirino dei paparazzi; poi ci sono i pettegolezzi e le cattiverie... Piccoli contro che tutto sommato ci possono stare. Come in tutti i lavori penso. Parto dall’idea che se uno fa un lavoro che 40
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La tele può attendere Che fine ha fatto Alessia merz? nessuna fine, ma solo un inizio. Quello di una madre che ora “tiene famiglia” ama, è gia fortunato e affronta quindi tutti i sacrifici in maniera diversa. La sua più grande soddisfazione artistica? Presentare Sanremo Giovani: l’emozione è stata enorme. A livello di divertimento, oltre a “Striscia”, se la spartiscono “Meteore” e “Candid Angels”. A proposito di quest’ultima trasmissione, non avrei mai pensato di riuscire a lavorare bene insieme con altre donne (Samantha De Grenet e Filippa Lagerback, ndr.), perché si sa che nel mondo dello spettacolo fra donne c’è molta invidia. Invece ci siamo divertite tantissimo. “Meteore”, poi, è stata un’esperienza bellissima. Come ricorda il periodo di “Striscia la notizia”, con Ezio Greggio ed Enzo Iacchetti? Divertentissimo. Ezio e Enzo mi presentavano come “La piccola Heidi che viene dai monti alla città”. Ero molto più consapevole e più smagata, dopo tre anni di “Non è la Rai”. Quindi avevo la fortuna di fare un programma di successo, dove si guadagnava molto bene, inoltre non ero oberata di lavoro, nel senso che ero impegnata dalle 18 alle 21, a parte i giorni in cui si facevano le telepromozioni e
qualche stacchetto più impegnativo. In quel programma era tutto al “Top”. Greggio e Iacchetti sono esattamente come li vediamo in televisione, sono sempre a farsi le battute e battibecchi esilaFoto di Angelo Gigli per “GENTE”
ranti. A proposito di scherzi, ricordo quando siamo andati a fare una promozione a Barcellona. Eravamo io, Cristina Quaranta, Iacchetti, Greggio e il Gabibbo, al quale ne hanno combinate di tutti i colori... In una intervista, ha dichiarato che ai tempi di Striscia “ha arricchito la Simmenthal e la Findus”. Cosa intendeva? È vero. A cucinare sono negata, però sono brava a man-
trentinoattualità giare. Ero bravissima a fare i “quattro salti in padella”. Adesso che sono sposata e ho due figli, almeno l’abc della cucina ho imparato a farlo. Ai miei bambini cucino sempre qualcosa di salutare. Però non vado al di là della pasta al pomodoro o della carne ai ferri. Le manca la cucina trentina? Mi manca molto, però fortunatamente la mia mamma sa cucinare bene e ogni tanto mi fa i canederli. L’altro giorno ho mangiato la polenta con i crauti. Come ricorda la sua infanzia? I momenti più belli della mia infanzia li ho passati dalle parti dell’ospedale S. Chiara, dove abitavo, e all’Oratorio della chiesa di S. Antonio. Era il mio punto di ritrovo, dove avevo tutte le mie amicizie, dove appena uscivo di scuola e avevo fatto i miei bei compiti, mi rifugiavo a spassarmela con gli amici. Giocavamo a pallavolo e facevamo i tornei di biliardino, dove io ero bravissima. Guardavamo tanti di quei film... All’epoca frequentavo gli scout: i miei divertimenti ed i miei hobby partivano tutti da lì. Tantissime le passeggiate al parco Gocciadoro. Torna ogni tanto a Trento? Sì, ogni tanto ci torno perché ci sono mio padre e qualche parente. Mia sorella Federica ci viene più spesso. D’altra parte, con due bimbi diventa tutto più complicato. Hai lasciato degli amici o qualche ex a Trento? Sia amici che ex fidanzati. I miei due amici del cuore, che sono venuti perfino alle mie nozze, si chiamano Roberto Bitante e Barbara Paoli. Non perdo mai occasione di rivederli ogni volta che torno in Trentino. Di Trento cosa le manca? Più che di Trento, la nostalgia è per il periodo dell’infanzia e dell’adolescenza. Ero più tranquilla e spensierata, pensavo solo a divertirmi, a
studiare. Invece adesso, per quanto sia bella la mia vita, ho molte più responsabilità. Penso con tenerezza anche al periodo in cui giocavo a pallavolo e sognavo di diventare una campionessa. Adesso vive a Bologna. Come si trova? Bene a livello di rapporti umani. Tuttavia per il mio lavoro sarebbe molto meglio abitare a Milano o a Roma: entrambe città che adoro. Frequenta qualche personaggio dello spettacolo? Sento spesso Samantha De Grenet, ma anche la concittadina Adriana Volpe. Con gli altri, quando capita, se ci incontriamo, ci si scambia qualche battuta, si beve qualcosa insieme. Vivendo a Bologna è difficile che trovi il tempo per frequentare i Vip di antica conoscenza. Hanno mai scritto cattiverie su di lei? Come no. Fidanzati presunti ma che non lo sono mai stati, cattiverie varie, invidie. Poi ci sono stati degli sgarri di alcuni colleghi. Non faccio nomi, per carità. Ad esempio, ricordo che avevo già firmato il contratto per girare alcuni film e poi mi hanno sostituita “miracolosamente”. Sempre con la stessa persona. Come vede il mondo dello spettacolo di oggi? Si punta molto – forse troppo – sui reality; alcuni sono fatti bene, altri lasciano a desiderare. In generale, non c’è una grande offerta in televisione, tanto è vero che io stessa ne guardo molto poca. Quasi sempre film. Quali sono attualmente i suoi progetti? Obbiettivi a breve scadenza? Le offerte le valuto sempre, ma al momento preferisco aspettare. Dovessi lavorare sarei costretta a spostare tutta la famiglia. Non so se ne vale la pena. Mi limito a qualche pubblicità e qualche comparsata a delle convention. Metto la famiglia al pri■ mo posto, insomma.
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tiziano all’ombra del duomo
Uno dei geni della pittura italiana in uno dei palazzi più belli del paese. da non perdere
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è chi a Milano ci va per lavoro, anche tutti i santi giorni, e chi, un weekend particolarmente ispirato, prende l’auto e si fionda a Palazzo Reale, a rischiare la sindrome di Stendhal davanti ai capolavori di Tiziano Vecellio. Palazzo Reale è uno dei punti di riferi-
mento dell’Arte a Milano. L’edificio ospita ciclicamente mostre dedicate a molteplici forme espressive, dalla pittura alla scultura, dalla fotografia alla videoarte. La storia del Palazzo è indissolubilmente legata a quella del capoluogo lombardo. Sede del governo della città già dal basso Medioevo, rivestì un ruolo politicamente strategico con l’avvento delle signorie dei Torriani, dei Visconti e degli Sforza. Verso la fine del Settecento, l’edificio venne trasformato secondo i canoni neoclassici dall’architetto Giuseppe Piermarini. Da allora fu palazzo di regnanti, da Maria Teresa d’Austria a Napoleone, da Ferdinando I ai Savoia. Illustri artisti celebrarono le glorie di sovrani e
imperatori e arricchirono il palazzo di opere d’arte, dipinti e arredi. La mostra Tiziano e la nascita del paesaggio moderno, nata da un progetto di Tekne International, raccoglie cinquanta opere che evidenziano la scoperta della nascita del paesaggio moderno nella pittura del Cinquecento e propone nelle sale di Palazzo Reale un selezionatissimo gruppo di straordinari dipinti dei grandi maestri. Per costruire un percorso espositivo capace di far vivere l’evoluzione del “paesaggio” Mauro Lucco, uno dei più
INFO
Tiziano e la nascita del paesaggio moderno Milano, Palazzo Reale Piazza Duomo, 12 16 febbraio - 20 maggio 2012 Orari: lunedì 14.30-19.30; martedì, merc., ven., dom. 9.30-19.30; giov. e sab. 9.30-22.30. Ingresso: Intero € 9, ridotto € 7,50
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Info: tel. 199 757 516
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Cima da Conegliano, Madonna col bambino, 1500
importanti conoscitori della pittura veneta del ‘500, ha selezionato una serie di capolavori, provenienti da alcuni dei maggiori musei americani – come il Museum of Fine Arts di Houston, l’Institute of Arts di Minneapolis, l’Art Museum of Princeton University – ed europei – come la National Gallery di Londra, la Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda, il Szépmüvészeti Múzeum di Budapest, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, la Galleria degli Uffizi di Firenze, complessivamente 37 diversi prestatori da tutto il mondo.
Dal 1988 il Primafila è il classico ristorante del dopo teatro dei milanesi. È a pochi passi dal Duomo, con una veranda aperta sul passaggio. Basta entrare per farsi sorprendere dalla calda atmosfera artistica e dalla cordialità tutta milanese dell’accoglienza. www.ristoranteprimafila.it
Il Cinquecento è stato, nella pittura veneta, il secolo di Tiziano. A partire dalla lezione di Bellini e Giorgione, Tiziano ha avuto il merito di elaborare una nuova idea dell’ambiente naturale che, evolvendosi attraverso varie fasi e significati, lo portò a definire nella lingua italiana il termine stesso di “paesaggio” nella sua accezione moderna. La parola “paesaggio” compare infatti per la prima volta nel
1552, in una celebre lettera dello stesso Tiziano all’imperatore Filippo II, dando prova della consapevolezza di una novità piena e clamorosa. La mostra è aperta da due capolavori – il Crocifisso con cimitero ebraico di Giovanni Bellini e La prova del fuoco di Mosè di Giorgione – che accompagnano un celebre dipinto giovanile di Tiziano, Madonna col Bambino tra i santi Caterina e Domenico, e il donatore (Sacra Conversazione). Seguendo il modificarsi della funzione del paesaggio, il percorso si sviluppa poi attraverso le sale, in cui le opere di Palma il Vecchio, Cima da Conegliano, Bonifacio Veronese, Jacopo Bassano – fino alla chiusura con lo straordinario Narciso di Tintoretto – sono accostate ad altri dipinti di Tiziano, chiaramente interpreti di questa novità, come Orfeo ed Euridice, la Nascita di Adone, Tobiolo e l’angelo, l’Adorazione dei pastori. Naturalmente, Milano ha molto da offrire anche al di là di Tiziano. Non c’è che l’imbarazzo della scelta, a partire dallo stesso Duomo, la Galleria, Brera, il ce■ nacolo, ecc. ecc.
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trentinoincontri L’inseparabile zaino
di Nicola Tomasi
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amminare e lavorare in banca sono due attività notoriamente antitetiche, di solito una esclude l’altra. Gian Paolo Margonari è riuscito a riunirle, trovando una sorta di compromesso. Erano gli anni Ottanta e il Nostro prestava la propria opera professionale alla Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto. Dimistichezza con numeri e valute, ma anche tanta, tantissima passione per la montagna e per le passeggiate all’aria aperta. Da ragazzo,
incurabile ViandantE Gian Paolo Margonari racconta la passionaccia che gli ha condizionato (in positivo) la vita. Dal camino di santiago alla via micaelica, passando per la francigena... aveva prediletto l’approccio guascone dell’alpinismo, fino a che uno sfortunato giorno non era rimasto incrodato assieme a un amico, nei pressi del rifugio Agostini. Quel giorno sancirà in lui un cambio di prospettiva importante: la montagna cesserà di mostrare in lui il suo aspetto “verticale”, lasciando il posto ad un più dolce e meno rischioso approccio orizzontale. A conquistare Gian Paolo, anche la lettura di un testo di Franco De Battaglia sul Gruppo di Brenta, da lui ritenuto fondamentale per la sua formazione di “camminatore”. La montagna non è solo una sfida o una prova di virilità, ma un territorio, una storia anche di fatica e
Chi è
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ian Paolo Margonari nato a San Lorenzo in Banale (Tn) ameno villaggio entrato nel Club de «I Borghi più belli d’Italia». Già insegnante, poi nel ramo credito, attualmente in pensione o, come taluno lo definisce, “diversamente attivo”, risiede e lavora a Trento. Frequentatore da tempo immemorabile dell’ambiente montano di cui apprezza in egual misura gli aspetti antropico-culturali e quelli naturalistico-botanici. Iscritto alla Società Alpinisti Tridentini (SAT) da 45 anni, accompagnatore titolato di escursionismo del Club Alpino Italiano (CAI), spesso viene coinvolto quale docente nei corsi di formazione di tali figure di volontariato professionale. Dal maggio 2006 al maggio 2009 Consigliere Centrale del CAI per conto dalla SAT. Per Curcu & Genovese, ha pubblicato: El Camino de Santiago de Compostela (2005) Un uomo a zonzo sulla Via Francigena (2007) Un viaggio a piedi tra due culture – Hofer Weg (2010) Via Francigena. La guida (2011) e-mail: margonauta@interfree.it
L’itinerario di Sigerico ossia la Via Francigena 44
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Margonari in posa, davanti alla Cattedrale di Canterbury
di lavoro. Il gruppo di bancari camminatori guidato da Margonari batte sentieri su sentieri, molti anni prima che il trekking diventi una specie di moda, con tanto di bastoncini e look d’ordinanza. Arriva la sospirata pensione. Gian Paolo evolve questa sua passione. Da camminatore mi diviene “viandante”. Comincia ad interessarsi di botanica, promuove il dialogo con se stesso quale componente essenziale del camminare. Così, arrivato a questo punto della sua vita, non può l’ex bancario non pensare alla “madre di tutte le camminate”: il Camino di Santiago. Il punto ideale di partenza, un’esperienza di 21 giorni che si rivela una scoperta continua. E da lì al libro il passo è breve. Con Curcu & Ge-
novese, Margonari pubblica la sua prima guida esperienziale, una sorta di diario approfondito e sentito, pieno di consigli e di curiosità; la rievocazione del viaggio è parte integrante del viaggio stesso. Seconda puntata editoriale è quella con la Via Francigena, che il Nostro affronta in due tappe. La prima – il tratto italiano – dal Passo del Gran San Bernardo a Roma. La seconda, verso nord, sulle orme del vescovo Sigerico che nel 990 affrontò il viaggio per andare di persona a ricevere il pallium di Arcivescovo di Canterbury da Papa Giovanni XV. Due quindi i nuovi libri, “Un uomo a zonzo sulla via Francigena (2007) e il recentissimo “Francigena, la guida” (2011). Ma cosa vuol dire, oggi, nel 2012, in questo anno colmo di crisi e di tensioni sociali, fare il camminatore? Margonari non ha dubbi: “Si tratta di una forma di igiene mentale, oltre che fisica. Una vera e propria terapia per liberarsi delle scorie del vivere moderno”. Leggeri di mente, di testa e di cuore, calzare le amate scarpe e aprirsi al mondo: ecco come si potrebbe tradurre la filosofia del camminare o trekking, per usare l’inglesismo più in voga. A proposito, Gian Paolo, ma la moglie cosa dice di questa sua passionaccia? Come le
Il suo ultimo libro Francigena - La guida [Col du Grand Saint-Bernard > Canterbury] pag. 208, 15 Euro
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a guida della Via Francigena da Col du Grand St. Bernard (Svizzera) a Canterbury (Inghilterra) è la descrizione di un viaggio camminato tra tre culture: svizzera, francese ed inglese. Questa guida illustra gli aspetti tecnici del camminare, cioè l’itinere e la tipologia del percorso, la succinta ed efficace descrizione dei luoghi attraversati, cioè il dialogo del via-andante con il territorio viaggiato. L’abbeced(i) ario sposa una delle modalità del viaggio che è anche dialogo con se stessi: breve diario delle tappe ed analisi dei pensieri, delle emozioni di un via-andante solitario. «Via Francigena» risulta essere un importante libretto per il suo tono sobrio, essenziale; è un breviario che suggerisce un via-andare esclusivo ma non precluso alle anime vitali. LA GUIDA contiene: elencazione delle 29 tappe con le località attraversate; parametri di sforzo delle 29 tappe: lunghezza, dislivelli e tempistica; itinere e tipologia della tappa; profili geo-altimetrici delle 29 tappe; 44 annotazioni e parole chiave; elenco delle carte topografiche utilizzate; elenco dei luoghi attraversati, con logistica, distanze, quote. L’ABBECED(I)ARIO contiene: diario dellla tappa; considerazioni meditate durante la Via Francigena relative a 64 micropensieri; 30 “note di viatico”; 171 fotografie a colori.
prendono, lei e i figli, questa sue lunghe trasferte? “Devo dire la verità” confessa, “ho una brava moglie. Certo, prima di un viaggio affronto un lungo lavoro di preparazione psicologica”. E poi c’è un fatto. Paradossale. Che quando si sta lontani il rapporto acquista un valore nuovo, temprandosi nella lontananza. Stando al telefono, lei a Trento, lui in qualche remoto hospitale d’oltralpe, i coniugi sono “costretti” a parlarsi, a comunicarsi l’affetto reciproco. Ecco un altro aspetto positivo di questa
esperienza. Ma basta parole. Margonari è già pronto per una nuova sortita camminatoria. A giugno imboccherà il ramo settentrionale della Via Micaelica: dalla Val di Susa, all’ombra della sontuosa Sacra di San Michele, all’incanto normanno di Mont Saint Michel. Il segmento italico della via, quello che parte da Monte Sant’Angelo, in Puglia, Gian Paolo l’ha già afforntato qualche anno fa. I viaggi sono come le ciliege: una tira l’altra. E non c’è pericolo alcuno di fare indigestione. ■ 45
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di Nadia Nicoletti
Il risveglio dell’orto
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Primi segnali di primavera Le giornate di marzo si fanno più calde, con temperature finalmente miti. La primavera è certamente alle porte e nelle belle giornate di sole viene voglia di incominciare i lavori nell’orto, nel giardino e sul balcone di casa. Iniziamo prima di tutto ripulendo l’orto e il giardino dalle foglie secche che si sono accumulate durante l’autunno e procediamo poi alla potatura di arbusti e rampicanti. Sul balcone controlliamo le piante nei vasi e procediamo a una pulizia sia delle piante piccole sia dei rampicanti. Attenzione però a non buttare nella pattumiera le foglie secche e i rami delle potature! Sono molto utili e se impariamo a riciclarli correttamente nel nostro compostaggio domestico ci torneranno sotto forma di soffice terriccio, molto utile sia nell’orto sia nel giardino perché ricco di sostanze nutrienti. Le foglie si possono mettere nel compost direttamente, mentre i rami delle potature andranno prima triturati con l’apposito attrezzo, oppure tagliati in pezzetti, per dar loro modo di decomporsi. Quella del compostaggio dovrebbe essere una pratica sempre più diffusa tra gli ortolani e i giardinieri che hanno a cuore l’ambiente,
perché fa sì che le sostanze nutritive possano in qualche modo “tornare” al terreno, per arricchirlo di nuovo. Un buon compostaggio si fa mescolando principalmente foglie, scarti dell’orto e del giardino, con scarti di cucina e cenere di legna. Consigli per coltivare un piccolo orto Per chi si appresta a coltivare un orto per la prima volta, consigliamo di scegliere preferibilmente un terreno fertile e morbido. È importante anche prestare attenzione all’esposizione dell’orto e vedere se è al sole, oppure all’ombra, perché un orto ha bisogno di qualche ora di sole al giorno e non è possibile coltivarlo in ombra totale. Sarà poi necessario avere nelle vicinanze l’acqua per irrigare o allestire un piccolo impianto d’irrigazione, preferibilmente a terra. Predisponiamo anche un angolo, dove allestire il compostaggio, in modo da poter buttare con facilità scarti dell’orto e della cucina per avere il nostro humus casereccio. Facciamo un disegno di come ci piacerebbe che fosse il nostro orto e non dimentichiamo che deve essere anche bello: pensiamo dunque a mettere fiori, piante aroma-
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Gli attrezzi giusti Per coltivare l’orto familiare è necessario disporre di un certo numero di attrezzi, come per esempio la vanga o le forbici, ed è utile averne anche altri, soprattutto per rendere
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meno faticoso il lavoro. Bisogna sempre scegliere attrezzi di qualità e se possibile leggeri e maneggevoli. In genere quelli qualitativamente migliori durano più a lungo e rendono anche più facile il lavoro. La vanga è indispensabile per lavorare il terreno: una buona vanga dovrebbe avere la lama in acciaio inossidabile, per essere più maneggevole nelle lavorazioni, e lo spigolo superiore appiattito per non rovinare le scarpe. Il forcone è utile per spostare rifiuti, lavorare terreni sciolti e sollevare gli ortaggi; i forco-
un annaffiatoio da 8-10 litri. Per annaffiare tutto l’orto sarà bene predisporre un tubo, da tenere sempre ben arrotolato, con in cima una lancia o una pistola a spruzzo regolabile, per il controllo del flusso dell’acqua. Annaffiare senza sprecare acqua Nell’orto è necessario annaffiare, in particolare in alcuni periodi caldi dell’estate e quando piove poco. Ci sono però alcuni segreti da imparare per non sprecare acqua. L’acqua infatti è un bene prezioso e va usata con intelligenza ed attenzione. Ecco alcune regole per usare al meglio l’acqua. Annaffiare sempre nelle ore più fresche della giornata (al mattino e alla sera). Cercare di bagnare sempre le piante vicino alle radici e di far scorrere l’acqua piano, in modo che entri lentamente nel terreno e non si disperda. Se è possibile cercare di non bagnare mai le foglie di alcune piante come ad esempio le dalie e le zucchine, perché
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tiche e qualche piccolo arbusto decorativo come ortensie e rose. Non esageriamo in grandezza! Un orto, per essere gradevole e un piacere per tutti non deve essere molto grande. Basta pensare che quattro piante di zucchine sono più che sufficienti a coprire l’esigenza di una famiglia media di quattro persone.
ni a denti piatti si usano per estrarre le patate e le carote. Il rastrello dovrebbe essere leggero, bilanciato e avere 10-14 denti. Si impiega per spianare il terreno e preparare le aiuole. La zappa serve per smuovere il terreno e per togliere le infestanti. Esistono vari tipi di zappa: a lama rettangolare, a lama triangolare e a doppia lama. Il piantatoio è molto utile per trapiantare le insalate e i cavoli. Si usa per fare un buco nel terreno dove mettere la piantina; è utile anche per compattare la terra, dopo il trapianto, intorno alle radici introducendolo a lato della piantina stessa. Le forbici sono molto utili, occorre tenerle affilate e non farle arrugginire. La carriola serve per effettuare spostamenti di terra o ramaglie; è meglio usare una carriola a una ruota perché è la più adatta a questi lavori. L’annaffiatoio è essenziale quando si trapianta o si deve bagnare al piede una determinata pianta, a questo scopo la misura ideale è
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trentinoattualità in presenza di umidità sulle foglie, possono ammalarsi. Quando si annaffia l’orto e il giardino l’acqua non dovrà mai essere fredda, perché le piante possono soffrire. L’orto sul balcone Se non c’è la possibilità di coltivare un orto vero e proprio si può pensare di coltivarlo sul balcone di casa, utilizzando vasi proporzionati alle verdure che vogliamo coltivare. Per i pomodori e per i cetrioli ci vorranno vasi piuttosto grandi e sceglieremo delle varietà a crescita ridotta. Si possono poi coltivare tutte le piante aromatiche (prezzemolo, basilico, rosmarino, salvia, timo ecc.) e anche lattughe e piccoli ravanelli. Utilizzando vasi grandi e profondi (almeno 4045 cm di altezza) è possibile coltivare anche le patate. Per scegliere al meglio le varietà di verdure più adatte alla coltivazione sul balcone è meglio rivolgersi ai negozi specializzati dove si possono trovare nuove varietà di sementi adatte alla coltivazione in vaso. Sono state infatti introdotte: nuove varietà
di carote a crescita rotonda, patate precoci a frutto medio, pomodorini rampicanti, lattughine precoci. Quali vasi usare? I vasi da usare per la coltivazione sul balcone saranno proporzionati alla grandezza delle piante che si vogliono piantare. I vasi di argilla (coccio) sono più belli, ma possono rompersi e sono piuttosto pesanti. I
vasi di plastica hanno il vantaggio di costare poco e di non rompersi. Quando si sposta una pianta da un vaso piccolo ad uno più grande, bisogna ricordarsi questa semplice regola: non serve un vaso grandissimo, basterà un vaso di una o due misure più grande di quello che si ha già. Quanto spazio occupano le radici?
Quando si pensa a quanto posto occupano le radici di una pianta bisognerebbe immaginare che occupano più o meno lo stesso spazio della chioma. Pensiamo ad una pianta riflessa in uno specchio e così immaginiamo lo spazio che occupano le radici che stanno sotto terra, piantiamo allora la pianta in contenitori adatti, in modo da poter dar loro
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La ricetta Miele di tarassaco Ingredienti: • 350 g di fiori di Tarassaco (calice e corolla), raccolti in un luogo lontano da strade polverose e frutteti • 1 litro di acqua • 3 limoni • 1,5 kg di zucchero Mettere in una pentola i fiori, l’acqua e tre limoni tagliati a pezzettini. Fare bollire e lasciate cuocere, a recipiente coperto, per mezz’ora. Colare schiacciando con un cucchiaio per far uscire tutto il succo. Mettere in una pentola il succo ottenuto e lo zucchero e mescolare bene. Cuocere adagio per circa mezz’ora. Mettere nei vasetti e chiudere bene. tutto lo spazio necessario alla crescita.
mancare il Rosmarino, l’Alloro, il Dragoncello.
Marzo: quali verdure seminare e trapiantare? In questo mese possiamo incominciare a seminare in serra: zucchine, peperoni, porri, sedano, cavoli estivi, indivia. Nell’orto è ancora presto, ma possiamo seminare: ravanelli, spinaci, prezzemolo, piselli, lattughe. Possiamo trapiantare le prime fragole, cipolle, rabarbaro, spinaci e biete.
L’Erba Luisa L’Erba Luisa è chiamata anche Cedrina o Limoncina ed è usata per preparare tisane profumate, bevande e liquori. Ha foglie lanceolate di un bel verde intenso e dal forte profumo di cedro. È una pianta di facile coltivazione che cresce bene anche in Trentino, se piantata in un posto protetto dal vento e riparato dal freddo. Sotto un muro esposto a sud, ad esempio, trova la sua sistemazione ottimale. È una pianta perenne che, dalla primavera all’autunno, ci regala foglie profumate da portare in cucina. Ottima anche come farcitura per gelati e sorbetti.
I profumi dell’orto Nell’orto della tradizione trentina troviamo tantissime piante aromatiche che vengono coltivate per insaporire i piatti tipici della regione, ma anche per preparare tisane curative. Il Timo, ad esempio, è usato sia nelle tisane sia come antibiotico naturale, ma anche, come sapore, nella preparazione di carni arrostite e brasati. Anche la Salvia ha questo doppio uso, sia in cucina sia come rimedio curativo e così per la Menta e la Melissa. Un’altra pianta aromatica molto diffusa e di facile coltivazione è l’Erba cipollina, usata nella preparazione dei Canederli. Ma non possono
Raccogliamo una pianta selvatica: il tarassaco A marzo nei prati possiamo raccogliere le piante di Tarassaco. Il Tarassaco è chiamato anche ”Dente di cane” o “Dente di leone” per la forma delle sue foglie che ricordano appunto i denti appuntiti di questi animali. Il Tarassaco è una pianta erbacea che cresce dappertutto. A primavera fiorisce con fiori gialli, a cui seguono, quando
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sfioriscono, i “soffioni” che contengono i semi. Del Tarassaco si mangiano sia le foglie, sia i fiori. Le foglie tenere si consumano crude quando la pianta è piccola. Invece, quando la pianta è più grande si mangiano cotte. I fiori si possono aggiungere alle frittate oppure possono venire cotti insieme alle foglie. Attenzione però ad eliminare lo stelo dei fiori che è fibroso e piuttosto duro. Come si usa in cucina il tarassaco Le foglie tenere e giovani del Tarassaco si raccolgono recidendo tutta la pianta. Si lavano molto bene e poi si consumano con insalate, magari accompagnate da uova sode. Le piante più grandi si raccolgono sempre a cespo intero. Si lavano, si cucinano in acqua salata per pochi minuti e poi si scolano. Si cucinano come qualsiasi altra erbetta e si prestano a tantissime preparazioni: frittate, torte salate, risotti, ecc. Con i fiori si prepara il “miele di Tarassaco” che non è vero e proprio miele, ma una gelatina dolce.
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Un campo di patate in vaso Coltivare le patate in vaso non è difficile e dà tantissima soddisfazione. A fine marzo si può già cominciare a seminarle. La patata, pianta da pieno campo, può essere coltivata anche in vaso. Non si ricaveranno grandi quantitativi da conservare poi per l’inverno, ma il piacere di raccogliere patate novelle con cui preparare qualche piatto genuino è assicurato. Il vaso dovrà essere sufficientemente capiente, all’incirca 25-40 centimetri di diametro e 40-45 cm di altezza. Sono necessarie non più di 2-3 patate, a seconda del contenitore scelto e meglio se di varietà precoci: “Premura”ad
esempio andrebbe molto bene, oppure “Spunta”, dalla pasta gialla e soda. La semina va effettuata adagiando sul fondo del vaso uno strato di argilla espansa per circa 5 centimetri. Poi si aggiunge del buon terriccio fertile, meglio se biologico e arricchito di compost maturo, per circa 8-10 centimetri, quindi, debitamente distanziate, si collocano le patate, preferibilmente pregermogliate. Patate che vanno poi ricoperte con altro terriccio, non meno di 5 cm di spessore. A questo punto si aspetta che le piantine crescano. A mano a mano che le piantine crescono, si aggiunge terriccio, fino ad arrivare a pochi centimetri dal bordo del vaso. Generalmente lo spessore della terra sopra le patate non deve superare i 25 cm. Per una buona riuscita della coltivazione è necessario irrigare regolarmente, meglio verso sera o la mattina presto, mai nelle ore calde della giornata, evitando di bagnare le foglie. La raccolta può avvenire appena le foglie sono essiccate, cioè nei mesi di luglio o agosto, a seconda della varietà scelta. Per raccogliere con più facilità tutti i tuberi sarà meglio procedere allo svuotamento del contenitore con ■ le mani.
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Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige Dove si raccontano le storie della terra, del fuoco, dell’acqua e dell’aria
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n tempo i viandanti e i carradori che entravano a Bolzano provenienti dalle fredde terre del nord dovevano forzatamente entrare dalla Porta Vintler, oggi scomparsa. All’entrata si imbattevano in un austero palazzo tardogotico, costruito nel 1500 per volontà dell’imperatore Massimiliano I. Era la sede amministrativa della città, ma altresì era la sede principesca di riscossione dei censi fondiari e dei diritti di dogana. Per questo non era ben visto. Oggi invece la gotica porta accoglie nel Palazzo, com-
pletamente ristrutturato al suo interno e reso funzionale, frotte di scolaresche e di visitatori: dal 1999 infatti è stato allestito il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige. Aggirandosi nelle sale dei tre piani si entra in contatto con quella che è la memoria naturalistica della terra sudtirolese. Ovvero come si è creato e formato nel corso dei millenni il paesaggio naturale, ma anche umano, che noi abbiamo di fronte ogni giorno, dalla Val Venosta alla Pusteria, dallo scrigno naturale ricco di minerali della Val Aurina e Val Ridanna/Fleres
fino alle ubertose terre palustri della valle atesina. O alle impervie distese glaciali delle terre alte, quelle dove soltanto gli dèi, sostituiti oggi dagli innumerevoli Santi protettori, vi pongono piede assieme agli alpinisti e agli studiosi e ricercatori. Non dimentichiamo che l’Alto Adige è ancora, dopo secoli, terra di agricoltura e di allevamento, e questi elementi hanno concorso a formare l’attuale paesaggio, offrendo un’armonia esemplare fra la natura e l’uomo. Il Museo ha saputo recepire ed amplificare
questo quadro, diventando non solo memoria storica del passato naturale ma anche vigile sentinella del presente, ricercatore attento delle sue mutazioni e trasformazioni. Sala dopo sala, lo sguardo viene catturato da innumerevoli plastici e diorami, da schermi interattivi e tabelle esplicative che ti prendono per mano e ti portano dentro i meccanismi di questa natura che ancor oggi riserva una miriade di sorprese. E non c’è grande o piccino che non rimanga incantato di fronte al minerale di quarzo che si fa fatica ad abbraccia-
info museo Il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige si trova in una delle vie più antiche e suggestive di Bolzano: Via Bottai, 1, la via degli artigiani che esercitavano qui fin dal 1200. Un tempo si chiamava Wagnergasse, Via dei Carrai a testimonianza dell’intensa attività commerciale della città. Il Museo è ospitato nel tardogotico palazzo utilizzato un tempo dall’imperatore Massimiliano I come residenza urbana quando veniva in Alto Adige per la caccia al cinghiale o per la vendemmia. Il Museo è in attesa di di ampliamento. Orari: aperto tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 10 alle 18 (per le scolaresche apertura ore 9). Chiuso il 1 gennaio, 1 maggio e 25 dicembre. Biglietti: intero 5 euro, bambini gratis fino a 6 anni, riduzione per scolari, studenti, apprendisti, militari in servizio di leva o servizio civile, disabili, anziani oltre 65 anni, euro 3.70 per comitive (min. 15 persone) e per persona Famiglia (max 2 adulti con bambini). Scolaresche 10 euro. Prenotazione obbligatoria per visite guidate, workshops e iniziative didattiche. Tel. 0471412964, www.museonatura.it. 55
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il direttore
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re, oppure alla ricostruzione dell’habitat palustre dove il martin pescatore, detto anche uccello di Santa Maria, con i suoi variopinti colori, si fa ammirare. Chissà quanti dei visitatori si chiedono se veramente questo uccello, originariamente grigio, sia diventato così colorato dopo il diluvio perché volle volare verso il cielo per scrutare le acque dall’alto e si avvicinò talmente al sole che il petto, scottato, si arrossò mentre il dorso assunse il colore celeste. Sta di fatto che per quanto scientifico sia il metodo di allestimento e di presentazione, realizzato da uno staff giovane e preparato, del regno animale, minerale, fossile, umano, la nostra mente non può sfuggire all’aspetto meraviglioso di questa natura che per quanto si possa ammirare nasconde al proprio interno, come al fondo
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l giovane e vulcanico Vito Zingerle, direttore del Museo di Scienze Naturali di Bolzano, biologo, premio per la ricerca della Österreichische Entomologische Gesellschaft, coordinatore di uno staff altresì giovane e dinamico, abbiamo posto alcune domande di rito. Chi sono i visitatori del Museo? I visitatori del Museo sono sopratutto persone del posto (ca. 70-80%) e tanti giovani (ca. 50%). Di questo fatto sono molto contento perché questo ci permette di avere un contatto molto stretto con la realtà locale e con i giovani. Una buona conoscenza delle scienze naturali, degli ecosistemi e delle peculiarità locali sono una base che ritengo molto importante soprattutto per i bambini e i giovani. Il Museo di Scienze è inoltre anche un obiettivo importate per turisti che visitano Bolzano. Museo e didattica. Un’equazione importantissima per ogni ente museale. Come perseguite questo scopo? È già dall’apertura del Museo nel 1997 che cerchiamo di coinvolgere molto le scuole. Ora siamo arrivati al limite della gestibilità, se si pensa che ci muoviamo in un edificio storico del 1500 con spazi comunque limitali. L’anno scorso abbiamo organizzato attività didattiche molto varie per quasi 1000 gruppi di bambini. Il Museo di Scienze vive delle mostre temporanee che sono numerose e che attirano molto. I punti forti del 2011 sono state le mostre sui colori “Color”, l’ormai famoso “Show dei Pulcini”, le mostre fotografiche “Light on the Rocks” e “Artisticamente Alpi”. Le mostre principali di quest’anno saranno ancora i dinosauri “Dino & Co.” fino ad aprile e a maggio la mostra con serpenti vivi velenosi. In autunno ci concentreremo sugli organismi del terreno con una mostra che si potrà visitare fino al 2013. Qual è oggi il ruolo di un museo di scienze naturali all’interno di una società in continua e profonda modificazione? Le conoscenze nel campo delle scienze naturali influenzano in modo particolare la nostra vita e l’ambiente alpino nel quale viviamo. In futuro ci dovremmo confrontare sempre di più con problematiche collegate al cambiamento climatico e all’influsso dell’uomo sulle risorse naturali. Inoltre, anche le nuove tecnologie come p.es. la genetica o le nanotecnologie diventeranno fattori sempre più importanti per la nostra vita con le quali tutti noi ci dovremmo misurare. Sarà perciò di fondamentale importanza sia conoscere la terra nella quale viviamo, come anche rapportarsi anzitempo con lo sviluppo della nostra società, con le nuove tecnologie e con il nostro ambiente in continuo cambiamento. Il Museo di Scienze Naturali si impegnerà anche in futuro a dare il suo contributo in questa direzione.
trentinoaltoadige di una spirale infinita, il senso della creazione stessa, dell’equilibrio e dell’armonia del Creato. D’altronde, la terra sudtirolese raccontata qui dentro è come se fosse un piccolo microcosmo in cui sono presenti tutte le leggi del macrocosmo e tutto quanto succede a livello universale. Così gli acquari, in primis la ricostruzione di un frammento di barriera corallina, ci introducono nel fantastico mondo acquatico, dove i colori dei pesci o la loro mimetizzazione assumono tratti di una furbizia inaspettata. La geologia si apre invece sul mondo sotterraneo delle innumerevoli miniere di cui, un tempo, era cosparso questo territorio, e che ha offerto una ricchezza di minerali che ci fa sognare ancor oggi tesori nascosti nelle viscere della Madre Terra. Le Dolomiti poi sono un forziere lasciato fortunatamente aperto: le stratificazioni e le fossilizzazioni
prossimamente
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anno 2011 si è chiuso con 105.355 visitatori, la metà dei quali giovani fino a 16 anni. A ciò hanno contribuito iniziative specifiche – sono state oltre 120 nel corso dell’anno scorso – come Una notte al museo, Carnevale al museo, le feste di compleanno al museo e il ciclo di conferenze e workshop per bambini e ragazzi KidScience. Logico quindi pensare e progettare il futuro cercando di soddisfare gli interessi sempre crescenti dell’affezionato pubblico. In previsione, nei mesi di aprile e giugno, la mostra temporanea Serpenti. Mito e realtà, ci condurrà nel mondo a metà strada tra scienza e simbologia. Infatti il serpente ricorre come essere ctonio, come antagonista dell’uomo ma anche come animale apotropaico, come custode di ambiti sacri oppure come animale delle anime, come simbolo sessuale e di costante energia rinnovatrice. Nei mesi di giugno-settembre le sale a pianterreno saranno occupate dall’esposizione dei fotonaturalisti altoatesini i quali racchiudono sotto il titolo Alto Adige Macro-Mega i loro scatti di appassionati amanti della natura. L’autunno, a partire da ottobre, sarà la volta della mostra dedicata agli esseri viventi del sottosuolo. Proprio loro, quelli che solitamente non vediamo mai, ma che concorrono a formare l’habitat su cui poggiamo i piedi e ci aiutano nella produzione agricola. Il 2012 vedrà anche la luce l’allestimento delle numerose collezioni scientifiche nel nuovo deposito sotterraneo ricavato sotto il palazzo, chiamato un tempo Amtsgebäude.
coralline si leggono come un libro aperto e dentro il cuore pulsante della cultura ladina ci stanno i gioielli di una cultura leggendaria di cui a noi è arrivato soltanto l’eco. Un’intensa attività viene svolta a diversi livelli. Da quello strettamente espositivo con esposizioni temporanee – oggi è allestita una mostra su Dino & Co. Sauri delle Dolomiti, dove veniamo accolti da una splendida riproduzione di un Velociraptor – alle sale dove la ricostruzione degli habitat offre ai visitatori e alle scolaresche la possibilità di capire il luogo in cui sono immersi quotidianamente, di apprezzarne gli abitanti, di rispettarne il mondo fatto anche di piccoli sassi, esili erbe, solitari funghi. Per aprire le porte magiche di questo universo sono moltissime le iniziative intraprese ogni giorno dallo staff del museo. Dal far passare una
notte ai piccoli esploratori dai 7 ai 10 anni sulle tracce di animali e minerali tra giochi e scoperte, cullati dal rumore delle onde della barriera corallina, fino alla ricostruzione, come dei veri paleontologi, dei nostri dinosauri, utilizzando materiale povero ma non per questo non ricco di stimoli. Tutto questo si alterna a conferenze, presentazioni di libri, visite d’istruzione, organizzazione di convegni e una ricca biblioteca, nonché l’offerta delle pubblicazioni edite dallo stesso museo, presenti in un ricco e variegato bookshop, che ci offrono la visione di un museo attivo e propulsore di idee e iniziative affinché l’oggi non dimentichi il proprio passato e lo rispetti, per comprendere come ci siamo formati e dove andremo. E, soprattutto, cosa fare per rimanere in armonia con la natura. ■ 57
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Moto mania di Paolo Chiesa
Valencia? Silverstone? Mugello? no, Il museo della moto si trova in trentino, alle lochere, tra Levico Terme e Caldonazzo. Duecento esemplari, cinquanta marche e alcune rarità...
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uando in redazione mi hanno chiesto di fare un articolo sul primo museo in Europa dedicato “a tutte le moto dagli anni ‘70 ai giorni nostri”, ho pensato di dovermi preparare per una trasferta al Mugello o magari a Valencia o a Silverstone. Quando poi ho saputo che nel museo era presente la più grande collezione di Kawasaki d’Europa mi sono augurato di non dovere andare fino a Tokyo. Niente di tutto questo: il museo della Moto o Garage Bike Museum, come viene conosciuto all’estero, si trova in località Lochere di Caldonazzo. Sorpresi? Anch’io lo sono stato ma quando ho iniziato la visita al museo, accompagnato da Stefano Lorenzini, mi sono accorto che questo è un luogo che non ha niente da invidiare a molti altri punti espositivi e non solo fra quelli per appassionati di moto. Sì, perché se è vero che il museo
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fa questo effetto a chi come me non è propriamente ferrato sul motociclismo, immagino come può godersi la visita un appassionato delle due ruote. Il museo, che si sostiene economicamente grazie a degli sponsor, è stato inaugurato ufficialmente nell’ottobre del 2011, anche se è già attivo da più di cinque anni, essendo nato nel 2006 all’interno del Motoclub Levico e dalla volontà del suo Presidente, Paolo Fraizingher, del vice Sergio Lorenzini (papà della mia guida Stefano) e di Ivan Eccher. La base di partenza è stata una collezione privata di moto degli anni ‘70, alla quale si sono aggiunti nel tempo altri pezzi fino ad arrivare agli altri 200 esemplari attuali. Cominciamo la visita dall’ufficio, che è già una piccola sala espositiva. Ci sono dei pezzi rari come alcune “saponette”, cioè le speciali ginocchiere che impediscono ai piloti di grattuggiarsi le rotule in curva. Le tre presenti sono originali e sono autografate da Colin Edwards, Troy Bayliss e Nariyuki Hage. Ma ci sono anche un orologio gigante costruito con pezzi di motore di auto, moto, trapani e altri aggeggi e il primo portatile della Apple: il mitico Macintosh portable, Nell’atrio, un Chopper costruito da un artigiano di
trentinoattualità
info
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l Museo della moto è aperto tutte le domeniche pomeriggio dalle 14 alle 19 ma può essere visitato inoltre su appuntamento telefonando allo 0461/706737 o al 333/7989559. Il sito del museo è www.garagebikemuseum.org
Brescia, con il quale si sono superati i 200 chilometri orari: un prototipo, con motore Moto Morini 350, che ha vinto il premio Radical alla fiera “Born out” di Bolzano dedicata alle moto costruite da zero partendo da un motore esistente. Ed eccoci nella prima sala: la “sala corse”, dedicata alle moto sportive e da competizione. Tra le altre, un esemplare unico al mondo della “Segale Kawasaki”, chiamata per la sua forma “il traliccio volante”, che nel 1980 ha vinto il campionato europeo e il muletto della Ducati 916 che ha corso il mondiale Superbike nel 1994. Tra le altre, la moto di Roberto Rolfo, pilota di Superbike, quella di Arturo Magni, capomeccanico della MV Agusta con la quale Giacomo Agostini ha vinto 17 mondiali e quella del conduttore televisivo ed ex pilota Nico Cereghini. A vigilare sulle moto esposte, un gigantesco robot assemblato con pezzi di motore, cavi elettrici e completo di luci, rumori e quant’altro. Ed eccoci nella “sala
collezione” nel piano interrato, dove c’è la famosa esposizione di Kawasaki oltre a un buon numero di Suzuki. Nel frattempo è arrivato anche Sergio Lorenzini, il papà di Stefano, accompagnato da alcuni visitatori che sono venuti fino a qui da Modena per vedere l’esposizione. Sergio mi spiega che negli anni ‘80 l’avvento delle moto giapponesi ha sconvolto il mercato europeo e in particolar modo quello italiano che era abituato a cilindrate basse e a meccaniche, diciamo così, “più tranquille”: fatto devastante anche per la cultura motociclistica nazionale. Continuiamo la visita con il reparto dedicato alle moto da cross, che sono state solo revisionate e ripulite, ma che portano ancora le ammaccature originali subite in gara e gli spazi dedicati al trial e all’enduro. Scopriamo anche alcune moto inglesi, tra le quali delle Bsa e delle Triumph, con una di queste ultime ricostruita totalmente con pezzi nuovi acquistati in tutto il mondo su internet. Fanno bella mostra anche modellini di automobili e un reparto dedicato al mondo delle biciclette intitolato al compianto Luciano Boccone, direttore sportivo del Pedale Levicense dove troviamo alcuni modelli che hanno corso il Giro d’Italia, una condotta da Felice Gimondi. Alla fine del percorso espositivo, la saletta delle “Vespe” che “hanno movimentato tutta l’Italia” come dicono da queste parti.
Il taglio del nastro, nell’ottobre del 2011
Il giro è finito, ma Stefano mi mette al corrente di alcune ulteriori curiosità presenti all’interno del museo; infatti, sono esposti 10 pezzi unici al mondo, oltre a 40 moto prodotte al massimo in 300 pezzi, tra le quali 4 delle 13 Segoni, le storiche moto degli anni ‘70 costruite dalla famosa ditta toscana. Tra le 50 marche di moto presenti si spazia dalla Benelli 125 Zanzani da corsa del 1966 alla MV Agusta F4 750S del 2000 (che è la moto di Stefano), dai 40 cc. delle minimoto ai 1300 della Kawasaki 6 cilindri. Prima di salutarci Sergio mi fa vedere i 5 mila metri quadrati adiacenti alla struttura (quelli per intenderci dove un tempo c’era il campo di pattinaggio delle Lochere) e mi dice che il Museo della moto li mette a disposizione di qualunque associazione ne avesse bisogno per organizzare ma■ nifestazioni o altro.
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trentinoattualità
di Tiziana Tomasini
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a Cooperativa Sociale “La Rete” – spiega con passione e determinazione Eleonora Damaggio, referente del volontariato e dell’ area educativa – ha tre grandi anime: la persona con disabilità, la sua famiglia (per la quale sono organizzate attività di supporto, di formazione, di mutuo aiuto, di attività ricreative) ed il volontariato. Tre anime legate indissolubilmente, tre elementi in simbiosi, tre parti che intrecciano finalità e obiettivi, a creare un’unica grande relazione. Il volontario è una figura di grande valore, in quanto costituisce un ponte relazionale col mondo, porta la sua esperienza, si arricchisce dall’esperienza con il disabile, in un continuo processo di feedback. Il volontario dona il suo tempo per gli altri; non conta tanto la quantità, ma la qualità dell’azione. Una qualità mossa da voglia e motivazione. Le attività molto differenziate consentono di non definire limiti: ogni persona interessata – compatibilmente agli impegni di studio, lavorativi o familiari – può costruire, diciamo “su misura”, il suo progetto di volontariato,
Nella rete del bene La Cooperativa Sociale “La Rete” si regge su tre perni: la persona con disabilità, la sua famiglia ed il volontariato garantendo un certo tipo di continuità. I tre criteri fondamentali sono essenzialmente la disponibilità di tempo, la predisposizione personale (il dono che il volontario fa all’altro) ed il bisogno concreto di intervento che la cooperativa richiede. Dalla combinazione di questi tre fattori, nasce l’opera del volontario. I due servizi principali offerti dalla Cooperativa raccolgono e costruiscono tutta una serie di attività, nelle quali il principio primo è sempre e comunque la relazione. Il pindarico, ma assolutamente concreto “prove di volo” consiste in periodi di semiresidenza presso un apparta-
Tutto su la rete
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a Cooperativa Sociale “La Rete” opera nel settore socio assistenziale ed ha sede legale e operativa a Trento, in via Taramelli 8. Dispone di una sede operativa a Gardolo per “Prove di volo”. Le persone con disabilità sono 138. I volontari attivi sono 280; hanno un’età compresa tra i 17 ed i 65 anni. Nel periodo ottobre-dicembre si tiene un corso di formazione per volontari; si precisa comunque che la frequenza di tale corso non costituisce condizione imprescindibile per chi ha desiderio di mettersi in gioco. L’attività di volontariato non prevede retribuzione, ma tutte le attività ed i soggiorni sono a carico della Cooperativa. Un dato significativo sono le 26mila ore di volontariato relative all’anno 2010. Contatti: Eleonora@cooplarete.org www.cooplarete.org È attiva la pagina su Facebook, con tante belle immagini delle attività. Tel. 0461.987269.
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mento di Gardolo; in questa circostanza si vive una temporanea esperienza di distacco dalla famiglia – quantificabile in qualche weekend, una o due settimane – in gruppi di cinque, sette persone. In “prove di volo” il volontario è impegnato nella fascia serale e preserale (18-22) ed eventualmente anche per la notte. Gli altri servizi sono definiti “diurni”, e si distinguono a seconda del periodo in cui si svolgono. Quelli da settembre a giugno sono attività propriamente definite di gruppo. Sono attivi ben 28 gruppi, distinti nell’area sportiva (ad esempio uscite in piscina), nell’area artistico-espressiva, nell’area dell’apprendimento (computer, cucina, abilità manuali), nel momento di confronto tra le persone (disabi-
lità fisica e intellettiva) e nei momenti ricreativi (il classico tempo libero). E non possiamo non citare le gite domenicali, sia quelle che coinvolgono anche le famiglie – di grande significato relazionale – sia quelle a cui partecipano disabili, educatori e volontari. Memorabile, tra queste, la camminata sulla neve in notturna nelle spettacolari scenografie dei dintorni di Predazzo. Nel periodo estivo, parte il “progetto estate”: per sette settimane, con rotazione dei luoghi, per provare sempre nuove esperienze. Da menzionare anche i soggiorni marini, mai uguali, indimenticabili per tutti, in normali campeggi. La peculiarità de “La Rete” sta proprio nello svolgimento di attività normali, non speciali. Si considerano tutte le proposte del territorio. Con l’obiettivo di vivere i luoghi, appunto, con normalità. E con l’obiettivo di vivere sempre e comunque relazioni positive. ■
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di Tiziana Tomasini
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emperature costantemente sotto lo zero, che novità. In questa fredda domenica mattina la valle di Cembra pare immobile dal gelo. Poca neve, puntinata qua e là, e la roccia rossa delle cave dura e indurita dall’inverno che ancora non perdona. Pochi movimenti umani intorno, praticamente inesistenti. Dall’abitato di Cembra si sale per il lago Santo. Un lago da paesaggio lunare, un lago che appare bianco, coperto di neve. Il cielo è chiuso, qualche fiocco di neve volteggia qua e là. “Fiochesina… “ dice qualcuno con il naso all’insù. Sulla superficie lacustre spiccano una grande tenda verde militare, una postazione microfono e tanta gente. Addetti ai lavori, sub, medici, volontari della croce rossa, vigili del fuoco, giornalisti, parenti, amici, simpatizzanti, appassionati, curiosi, valligiani, sportivi. Tutti che si muovono disinvolti su quella dura crosta glaciale. L’ingresso in acqua è un ampio rettangolo ritagliato nel ghiaccio; seguono – a distanza regolare – altre aperture a garantire le vie di fuga, fino al varco finale, che costitui-
Tutto d’un fiato Michele tomasi: Un uomo, un lago, un record mondiale. Tutto sotto la luce del sole, in apnea sotto il ghiaccio del lago santo
sce il punto di arrivo. Sì, ma lui dov’è? Dov’è l’uomo che tenterà il record di apnea sotto il ghiaccio? E’ nella tenda, si sente dire, in fase di preparazione fisica e psicologica, sotto controllo medico. Intanto i sommozzatori si calano in acqua per disseminare il percorso acquatico di simboli di riconoscimento. Foto e tanti sguardi per i primi coraggiosi. Dal microfono
il poliedrico dottor Martini – in veste di organizzatore, preparatore e, per ultimo, speaker dell’evento – dice che c’è una macchina da spostare, proprio di uno dei suddetti sub. Tra i presenti si ride allegramente, si stempra la tensione, e non appena il sub riemerge con il capo, il collega da fuori gli comunica: “Varda che te devi spostar la macchina!” Altra risata generale. Si capisce che il team è af-
fiatato, che stanno tutti lavorando con un obiettivo comune. Il record. In condizioni di completa sicurezza. Il dottor Martini è adesso alle prese con la corda metrica. Sappiamo che “il nostro uomo” tenterà i 130 metri. Ma forza, ci siamo. Tutti intorno alla tenda verde, eccolo. Michele Tomasi esce. “Quanta gente!” esclama guardandosi intorno stupito. È il suo momento, sta per giungere il suo momento. Il
“Dalla Turchia al Trentino”
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rima di domenica 12 febbraio il record di apnea era detenuto dalla turca Sahika Ercumen, che circa un anno fa, nelle acque del Waissensee austriaco, aveva percorso i 110 metri. Michele Tomasi – 47 anni e non sentirli – ha collezionato un medagliere da sogno: pluricampione mondiale, tanto per dirne una. Un’esperienza maturata fino dall’infanzia, che l’ha portato ad entrare nel mitico World Guinness Record. Lassù al lago erano proprio in tanti. Dall’organizzatore e coordinatore farmacista dottor Giorgio Martini, ai subacquei dell’Archeo Sub Trento; presenti i pompieri volontari di Cembra, i vigili del fuoco di Lavis, le Rane Nere di Trento; i cronometristi, la direttrice del catasto di Mezzolombardo Antonella Mosna, il giudice della Federazione Italiana pesca sportiva e attività subacquea Gabrio Principi ed il comandante della Polizia locale Marco De Giovanelli che hanno certificato la misura del record. E tanto pubblico, a riscaldare l’atmosfera gelata.
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buco nel ghiaccio è lì, fermo. Profondamente grigio, con sotto l’ignoto. Insapona apparentemente disinvolto la muta, infila, fa qualche battuta sotto gli scatti della stampa locale e nazionale. Si avvicina al punto d’ingresso. Si infila la mono pinna, il suo strumento primo insieme al fiato. Il dottor Martini racconta in telecronaca ai presenti questi ultimi momenti prima del tentativo, poi annuncia il silenzio richiesto qualche istante prima dell’immersione. Michele Tomasi chiede dell’acqua; un sorso d’acqua con l’acqua intorno. Siamo pronti. Noi ci spostiamo rapidi verso il punto in cui il nostro uomo d’acqua riemergerà. All’annuncio “Partito!” il gruppo numeroso dei presenti corre sul lago per non perdere l’attimo. L’immagine è da fermare, la folla accorre. Poi il silenzio. Sospeso nel cielo plumbeo, quel silenzio carico di significati. Lui adesso è sotto. Quell’uomo pesce sta nuotando sotto una spessa coltre di ghiaccio, sotto di noi. Una sfida alle paure, alle claustrofobie, al buio. Un
ribadire quanto la passione e la volontà determinano le nostre azioni, anche oltre i limiti. Il peso dei presenti si traduce in sinistri rumori del suolo gelato, gli uomini della sicurezza invitano ad allargarsi per evitare crepe. Qualche spiritoso suggerisce una rinfrescata di idee per qualche moglie … Poi ancora istanti di silenzio. Quelle attese brevi ma infinite, impossibili da definire quantitativamente. Annunciato da qualche bolla, Michele Tomasi riemerge. L’urlo liberatorio suo e dei presenti, via gli occhiali, un braccio in alto a segnare la vittoria. L’intervento dei medici per monitorare le funzioni vitali. Le foto in successione, le telecamere, il cartello del guinness, la foto con il figlio Marco, lo spumante magnum stappato in acqua. Tutto ancora in acqua. Ancora non la lascia, non la vuole lasciare quell’acqua gelida che segna la sua conquista, quell’acqua scura, grigio scuro, che lo avvolgeva in quei pochi minuti (per la precisione 2’, 15’’, 30 centesimi), quell’acqua ferma, in attesa. In attesa di essere attraversata. Poi, a bordo ghiaccio, i microfoni, le prime impressioni “a caldo”. “E’ stato bello – racconta – dopo il primo momento in cui c’è stata qualche difficoltà, è andata bene, mi sono divertito”. Ha un record mondiale in mano Michele Tomasi. Un concentrato di emozioni che si traduce in cifre, in numeri, in dati medici. E nel cuore il ricordo del buio sotto. Quel buio impossibile da raccontare e tradurre in parole, impensabile da condividere. Il buio ed il silenzio inquietante di un’altra dimensione. Tra tutta quella gente, un’esperienza di tutti, una sensazione solo sua. Un brivido estremo. Proprio tutto d’un ■ fiato.
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trentinoincontri di Tina Ziglio
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Profilo di un artista trentino con l’arte nel sangue: teatro, danza, moda, cinema, fotografia, regia… esperienze maturate in terra natia, proseguite nelle grandi città d’Italia. Un ragazzo con alto potenziale, una carriera in ascesa, Matteo chincarini lancia un monito ai trentini… e svela qualche solleticante indiscrezione sui vip che ha conosciuto… 64
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n trentino che arriva direttamente da Milano, la sua ultima città. Trolley al seguito, book sotto il braccio, occhiali scuri. E un bel sorriso, fresco, comunicativo. Si presenta così Matteo Chincarini. E se è vero il detto che bastano trenta secondi per farsi un’idea del tipo di persona che ci troviamo davanti, Matteo racconta con sincerità, a cuore aperto, la sua naturale propensione artistica. Un animale da palcoscenico, come si dice in gergo. Niente macchinine, ma recitare, solo e sempre recitare, anche da bambino. Naturale quindi il suo ingresso nella Compagnia filodrammatica del paese, nella quale ha tastato l’arte vera, costruita con la passione. In seguito, l’esperienza basilare maturata al Teatro San Marco, che l’ha portato a conoscere tecniche più professionali. Cita il metodo Stanislavskij, un allenamento al coinvolgimento emotivo da tradurre nel proprio vissuto, altamente significativo e incisivo nella formazione del carattere, che “porta in scena la vita dell’attore”. Dopo gli studi all’Istituto d’Arte “Vittoria”, decide di spiccare il volo. Un volo alto, direttamente nel cuore delle sue passioni. Roma. Una valigia e tante speranze. A soli diciotto anni parte per la capitale; in questa ampia dimensione urbana trova modo di esprimersi nelle più diverse sfaccettature: tango argentino, danza jazz, moda … riesce ad immergersi a tutto tondo nello spettacolo. E poi il cinema. “Roma è il cinema” chiarisce in modo deciso sorridendo entusiasta, si respira ovunque, impossibile non restarne contagiati … Eccolo quindi a girare – da comparsa ed anche in piccole parti – nelle mitiche pareti di Cinecittà. Ma la passione per il teatro torna prepotentemente a riemergere e lo porta a prendere ancora una volta il volo verso Verona, verso il Teatro Stabile. Instancabile professionalmente, a Verona balla, recita e cresce ancora. Adesso vive a Milano. Ha lavorato nella prestigiosa boutique degli stilisti “Dolce & Gabbana”, ha già assaporato la Milano che conta. Si capisce che Matteo adora questa città “stile Londra”, avvolta dalla nebbia, non una città grigia ma “grigio perla”. E l’equazione è semplice: se Roma rappresenta il cinema, Milano è il teatro. Assolutamente. Quel teatro che tanto lo appassiona. Moda, fotografia, teatro, cinema, danza … quale di queste espressioni artistiche è per te un hobby? Moda e fotografia perché sono mondi
trentinoincontri più leggeri, più “finti”, anche se non in senso negativo… Mi divertono, non vanno prese sul serio. Anche il teatro è finzione, ma lascia sempre qualcosa allo spettatore, è uno specchio di vita. Il cinema non è così coinvolgente come il teatro, poi vale sempre il detto: “Il cinema ti dà la paghetta, il teatro ti dà la caghetta” [ridiamo] nel senso che l’emozione del pubblico oltre il sipario, il pubblico che ti guarda, che respira davanti a te non si può emotivamente paragonare alla macchina da presa. La bellezza, oggi più che mai, è un business. Pro e contro? Io amo il bello, da sempre. Non nel senso della “gnocca” (leggi: bella donna) che passa per strada, ma la bellezza universale delle cose semplici. Bellezza non è lusso sfrenato… chi ricerca il lusso manifesta un disagio interiore. Parliamo del tuo look: come ti mantieni in forma? Allenamenti e diete o sei solo fortunato? Non frequento regolarmente la palestra, se non per esigenze teatrali [e cita l’esempio di addominali da esibire]; mi piace essere elegante e cerco di essere sempre al meglio, ma senza strafare. Per un attore è naturale la ricerca della perfezione; ad esempio, prima di uno spettacolo non sono agitato, di più! Sono letteralmente “incazz ….” Perché tutto deve essere perfetto. E questa ricerca di perfezione riguarda tutti gli aspetti di vita, perché il nostro non è un lavoro, è uno stile di vita. Descrivici una tua giornata tipo. Il bello di questo lavoro è che non c’è una giornata tipo. Si vive nell’imprevi-
sto, l’impegno maggiore è organizzare l’attività lavorativa. Amori? Uno, qualcuno, centomila … In questo lavoro è difficile avere una vita privata. Non voglio vicino qualcuno che frequenta il mio mondo, punto alla semplicità di un rapporto; è l’aspetto più tranquillo di cui parlavo prima, dell’altro lato del segno zodiacale dei Gemelli. D’altra parte, chi non frequenta il tuo mondo vede il tuo lavoro con senso di diffidenza. Fortunatamente pratico il buddismo, che mi porta ad essere sicuro di me stesso e nel contempo ad accettare le altre persone. E poi sono riuscito a tenere i contatti con gli amici anche da lontano; un modo per riconoscere le amicizie vere. Cosa non indosseresti mai? Che bella domanda! I tacchi, perché non sono capace, il colore giallo, perché non mi piace. Ma ho imparato che la moda gira, pantaloni a zampa di elefante che in un determinato periodo si dichiarano immettibili, poi in un altro si indossano con disinvoltura. Io sono molto classico, camicia e cravatta o jeans e t – shirt, ma amo la moda e le sue variazioni. Qualche pettegolezzo da backstage? Il personaggio famoso viene subito attorniato, assalito, tutti lo esaltano. Non è il mio caso. Preferisco un altro modo di avvicinare il grande personaggio, magari semplicemente parlando, condividendo esperienze. Nello shopping [ricordiamo che Matteo ha lavorato nella boutique milanese di Dolce & Gabbana] gli attori si mostrano tutti più morbosi ed insicuri; le più introverse ed ansiose sono Margherita Buy e Madonna. Valeria Marini
si atteggia da diva, ma in realtà è molto simpatica, è il classico tipo con la quale andare a mangiare un bel piatto di spaghetti insieme. Appagati dal caffè caldo e da questi respiri artistici e modaioli, usciamo dal bar. Piazza Duomo brilla di gelo al sole, nonostante il mezzogiorno imminente. Matteo adesso ha appuntamento con qualche amica di liceo, poi ne approfitta per una rimpatriata in famiglia e nel teatro di casa, in quel di Borgo. Poi il ritorno a Milano, dentro quel grigio perla in cui poter esprimere la propria personalità artistica. E poi ancora chissà dove, dove l’arte e la passione lo condurranno. Occhiali scuri e via, incontro al mondo. ■
Chi è
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atteo è nato a Riva del Garda nel 1988. La passione per l’arte lo spettacolo – trasmessa dalla famiglia – lo porta sul palcoscenico a 12 anni, nella commedia “I nipoti dolenti posero”. Dopo altre esperienze, il ruolo di “Don Silvestro” in “Aggiungi un posto a tavola”. Fiorita così la passione per la danza, si cimenta nello stile jazz e contemporaneo, e balla in due spettacoli, tra cui il Moulin Rouge. Nell’ambito teatrale, frequenta la scuola del S. Marco, dove apprende il metodo Stanislavskij, guida artistica nell’intero percorso professionale. Nel 2007 si diploma “Maestro d’arte” all’Istituto Vittoria di Trento e decide di partire per Roma, dove matura diverse esperienze: danza classica e tango argentino (nella scuola di Daniele Mazzanti), moda e portamento (presso John Casablancas), televisione, pubblicità e cinema (“Il giorno perfetto”, “Così vanno le cose”, ecc.). Si trasferisce a Verona per inseguire la passione per il teatro. Con lo Stabile sperimenta anche il teatro classico (“Antigone” di Sofocle). Si avvicina anche al ruolo di sceneggiatore e regista ( con il lungometraggio “Sciopero”). Nel 2010 si esibisce al “Che sera stasera show” e collabora a “Romeo in love”, un progetto dell’Università di Verona. Vive a Milano, dove ha lavorato per due anni alla boutique di Dolce&Gabbana.
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n’idea tutto sommato romantica, quella di una galleria d’arte. Ancora più romantico se pensiamo che ha inaugurato la sua attività proprio nel giorno degli innamorati, il 14 febbraio scorso, con la mostra nazionale Love&Art. A fare da padrini, il critico Maurizio Scudiero, entusiasta dell’iniziativa vista in una logica d’avanguardia artistica futurista, e Michele Maione del portale Archivio Monografico Italiano di Milano. Spazio EventArt prende forma dall’esigenza di colmare la mancanza di un luogo dell’arte mai visto ma sempre cercato. Soprattutto in una terra, come quella trentina, in cui il panorama artistico pecca troppo spesso di partigianeria e di corporativismi fuori dal tempo e dal buon senso. Si tratta di una formula nuova che, accanto alle classiche
La consigliera Marisa Fontanesi e la presidente onoraria di EventArt Elena Fia Fozzer
arriva “Event art” lo Spazio EventArt di pergine valsugana prende forma dall’esigenza di colmare la mancanza di un luogo dell’arte sempre cercato. Grande festa all’inaugurazione ufficiale esposizioni, prevede eventi e performance di generi diversi. Sedici soci, uno spazio espositivo di 180 metri e tanta passione che ha portato a collaborare tra loro molteplici professionalità, come ci racconta Claudio Cavalieri, uno dei fautori dell’iniziativa, presidente coordinatore (presidente onoraria è Elena Fia Fozzer). Per la prima volta si è pensato ad un posto che non abbia soltanto l’esclusiva impostazione di uno show room, ma di un vero punto di riferimento dove ogni espressione artistica possa avere la sua esaltazione e confrontarsi nella grande pluralità delle voci. Colori, suoni, poesia, installazioni,
Dove, quando e Chi Spazio Event Art Via Petrarca 36 38057 Pergine Valsugana www.spazioeventart.com Orario: dal mercoledì al sabato dalle 16 alle 19, lunedì, martedì e festivi chiuso. Lo Spazio si avvale della collaborazione di un comitato artistico di grande esperienza, composto dai critici Roberta Fiorini, Daniela Pronestì, Franco Lancetti e Valentina Cramerotti. Esposizioni di marzo: dal 2 al 14, “Donna&Donna”. Dal 16 al 29, “Terra Madre”.
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Maurizio Scudiero e Michele Maione
luci, rumori, qualsiasi idea creativa e innovativa troverà la sua collocazione. SpazioEventArt nasce da un gruppo di artisti ed è concepito per essere vissuto artisticamente a 360 gradi. Una realtà associativa che fa leva su una libertà creativa che intende vivere la contempora-
neità puntando al futuro. Qui si cerca il contatto e lo scambio con tutte le realtà artistiche e culturali poste in ambito regionale, nazionale ed internazionale. In tal senso, la sede di Pergine Valsugana sarà dunque anche vissuta come base di partenza per un dinamico movimento di artisti locali verso altre locations e luogo ideale per importare da lontano nuove idee e nuove personalità artistiche. Chi in Trentino ancora cercava un nido comodo per le proprie aspirazioni artistiche, in cui vengano garantiti un’adeguata di visibilità e numerosi contatti utili anche fuori provincia, può dire di averlo finalmente trovato. ■
trentinobottegad’artista
di Renzo Francescotti
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ata nel 1974 a Rovereto, ha vissuto a Noriglio, il paese dei suoi, lungo il Leno sulla sinistra della valle. Sonia Zaffoni in questi ultimi anni si è spostata sull’altro versante della Val Lagarina, a Castellano. E guarda giù Villa Lagarina, Rovereto e Nogaredo (il paese delle streghe, “sue sorelle”, come le definisce lei), come dal finestrino di un aereo. Perché le streghe sono sue sorelle? Aspettate. Se singolari lo sono in qualche modo tutti gli artisti, Sonia lo è particolarmente: autodidatta, solitaria, facendo l’analista contabile o la barista, lavori agli antipodi rispetto al mestiere di artista, gelosa della propria autonomia, allergica a far parte di gruppi (da poco è stata ammessa in due importanti associazioni di artisti, ma già medita di uscirne…). Aveva sedici anni, era al secondo anno della scuola di analisti contabili, quando, improvvisamente, inaspettatamente, dipinse un quadro: un bambino in lacrime.
Con il vento, 2010 70
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Sonia che Dipinge il vento Le tele di SONIA ZAFFONI sono spazi visionari in cui lei libera la sua immaginazione sensitiva, raccontandoci misteriose avventure. E tra i colori è possibile scorgere anche le streghe... Così, proprio come un neonato piangente, Sonia nacque alla pittura. Un lungo periodo di confusione, di tentativi inutili e incoerenti – come ha confessato – e poi, fortunatamente, l’incontro con Giuseppe Debiasi, l’artista alense che aveva uno studio a Brancolino: un maestro discreto, non invadente, a cui Sonia, si è sentita vicina per il comune atteggiamento visionario della realtà. Arriva così alla sua prima mostra, al palazzo Balista di Ro-
vereto nel 1998, a 24 anni, a cui seguiranno una quindicina di personali in Trentino e Veneto e pochissime collettive, a conferma della sua predilezione ad “arrampicare in solitaria”. Per quest’anno ha già programmato esposizioni personali a Riva del Garda (marzo-aprile); Rovereto (maggio); in Valpolicella (giugno); a Pergine Valsugana (agosto); e in una importante Galleria di Milano, in autunno. In questa giovane artista la sensibilità, l’ipersen-
Vento nei campi, 2005
sibilità, perfino la sensitività sembrano imporsi su tutte le altre componenti emotive. Facciamo qualche esempio: il suo paese, Noriglio, è una terra di vigneti. “Che vigne sono?” le ho chiesto. Ci è cresciuta assieme, ma non me l’ha saputo dire… Per lei le viti sono “anime sofferenti, ritorte, costrette”, come dice in un’intervista a Riccarda Turrina: “Amo le viti, quei filari ordinati che si stagliano sul verde. Quell’insieme di incroci che visti da lontano
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Il pianto del bosco, 2007
rappresentano per me dei punti di sutura. Simbolo di unione, un puzzle che via via si ricompone, si rivela in maniera sofferta, poiché le viti sono anime sofferenti, ritorte e costrette.” Vai verificare sul campo (è più che mai il caso di dirlo), come nell’acrilico su tavola ”Volo tra le viti”, e questa sofferenza vegetale la avverti: la vigna è percorsa da un vento che sembra torcere dolorosamente i tronchi e i tralci . Ma quello che ognuno capta (anche l’osservatore più disattento e meno attrezzato a interpretare, a riflettere) è il vento che scuote questa tavola dipinta, un vento di folate cromatiche che segna come un marchio tutte le opere della Zaffoni. Ma, a differenza di molti artisti che dipingono “sonnanbulicamente”, senza mai prendere coscienza in parte o del tutto di ciò che dipingono, Sonia sa perfettamente che cosa rappresenta per lei il vento: “Il vento è l’elemento che mi identifica – dice –, incessante e talvolta violento, graffiante e mi trascina. È il mezzo attraverso il quale esprimo energia, le paure, il fascino e il mistero dell’andare quotidiano”. Diciamo vento per dire le cose nel modo più immediato, più familiare. In effetti i venti sconvolgono le opere della Zaffoni, sono qualcosa di molto complesso, che l’artista rabdomanticamente
capta, ma che è in gran parte sfuggente, misterioso, inquietante anche per lei: sono snodi di energia (positivi o negativi), campi geomagnetici, elettromagnetici, geomantici. La Zaffoni, in una dimensione visionaria della realtà, intercetta tutte le cose avvolte, travolte da questo turbine di energie; e come una novella strega utilizza scope che sprizzano fasci energetici, scavalcando paesaggi, percorrendo tele per lasciarvi le impronte dei suoi venti cromatici in cui piante, animali, volti di uomini e donne sono travolti da un ininterrotto flusso. Si potrebbero cercare, individuare ascendenze nei raggisti russi, nel dinamismo futurista, in quello cromatico di un Delaunay, negli artisti di Fluxus. Ma sarebbe probabilmente tempo, spazio sprecati, perché i quadri di Sonia prescindono da quelle ricerche, non vengono da lì. Le sue tele sono spazi visionari in cui lei libera la sua immaginazione sensitiva raccontandoci misteriose avventure: quella, ad esempio del grande gatto de “Il custode del tempo” (2008), in cui siamo magnetizzati da tre colori: il nero-stregonesco del gatto, l’azzuro-cristallo della clessidra; il rosso-infernale dello sfondo. Rosso e nero gattesco-stregonesco infernali che ci investono anche ne “Il risveglio”(2010), in cui un gatto si dilata, esplode in frecce di energia spaventose. O in una delle ultime tele, in cui un corvo – uno dei volatili, assieme al merlo, al martin pescatore che Sonia dipinge di frequente – prigioniero di una tromba, viene letteralmente espulso dal suono, alla fine liberandosi. Con gli psicanalisti, gli psicoterapeuti, la Zaffoni farebbe fortuna (o viceversa): e in quadro così, immancabilmente ci troverebbero simboli erotici. Personalmente preferisco godermelo in tutta la sua irresistibile carica vitalistico-libertaria. ■
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al 10 al 18 marzo torna in pista il festival Dolomiti Ski Jazz diretto da Enrico Tommasini, con gli inimitabili ingredienti che lo rendono da sempre uno dei più originali appuntamenti musicali italiani: piste da sci e musicisti di fama internazionale, i paesaggi delle Dolomiti e le note del jazz più eccitante. I diciotto concerti della quindicesima edizione del Dolomiti Ski Jazz daranno vita a nove giorni di accattivante musica live da gustarsi
il Jazz, la neve, le dolomiti Dal 10 al 18 marzo torna in pista il festival, con gli ingredienti che lo rendono da sempre uno dei più originali appuntamenti musicali italiani: piste da sci e musicisti di fama a un incrocio internazionale di stelle del jazz, con il pianista spagnolo Jorge Rossy, il batterista statunitense Gregory Hutchinson e gli italiani Stefano D’Anna e Paolino Dalla Porta (Predazzo, Aula Magna, 15 marzo). Il trio del chitarrista statunitense John Abercrombie, una delle più intense personalità jazzistiche legate alla celeberrima etichetta discografica ECM,
direttamente in quel paradiso degli sport invernali che è la Val di Fiemme. Il programma del Dolomiti Ski Jazz sarà poi completato dai concerti serali nei teatri e nei pub della Val di Fiemme, dove si potranno ascoltare musicisti di grande notorietà. Particolarmente rilevante sarà la serata di apertura del festival, con l’esibizione di Patrizia Laquidara, impegnata con la sua band nel progetto “Il canto dell’Anguana”, che le ha fatto vincere la più recente edizione del premio Tenco (Cavalese, Teatro Comunale, 10 marzo). Un’altra serata sofisticata e poetica sarà quella con il trombettista Marco Tamburini, il cui gruppo Three Lower Colours sarà affiancato dagli archi del Vertere String Quartet (Tesero, il 13). Con il quartetto Soundscape saremo davanti 74
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sarà protagonista dell’ultimo appuntamento in teatro del festival (Castello, 17 marzo). Gli altri concerti di prima serata vedranno salire sul palco il Trentino Jazz Ensemble, un sestetto formato dai più affermati musicisti regionali impegnati in “Canti della Montagna Jazz Remix”, uno sbalorditivo amalgama di jazz, musica tradizionale e alta tecnologia (Moena,
Teatro Navalge, 11 marzo, in collaborazione con Trentino Jazz); il Miss Marple Quartet, con la voce di Alice Testa e il sostegno musicale di jazzisti di valore come il pianista Marcello Tonolo e il bassista Lorenzo Conte (Cavalese, il 16); gli assortimenti imprevedibili tipici delle Jam Session, nelle quali saranno coinvolti i numerosi musicisti ospiti del festival. ■
Corale Altreterre - viaggio dell’Utopia
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l Coro Altreterre di Vigo Meano (www.coralealtreterre.it) debutterà sabato 10 marzo ad ore 20.45 al teatro s. Marco di Trento con uno spettacolo corale-teatrale, per la regia e drammaturgia di Rocco Sestito, direzione musicale di Elena Rizzi, scenografie di Mauro Patton, Mauro Andreolli e Susanna Brambilla, progetto luci di Marco Pegoretti, contributo strumentale del gruppo Lacio Drom e degli strumentisti del Coro Altreterre, coordinati da Chiara Viganò. Il tema principale è la migrazione: si racconta un “viaggio della speranza” a bordo di un barcone (uno di quelli che ogni anno partono dall’Africa e approdano - nel migliore dei casi - a Lampedusa e sulle coste italiane). I coristi impersonano i migranti, un carico di disperati con i loro pochi averi. Un reporter italiano, interpretato da Giovanni Oieni, si imbarca assieme a loro a bordo della carretta del mare e si prende il compito di raccontare questo viaggio, con le aspettative e i ricordi di tutti... Per l’occasione i coristi Altreterre, oltre a cantare, reciteranno e si muoveranno sul palco come degli attori. Si tratterà dunque di uno spettacolo originale, ricco di spunti di riflessione, pervaso di emozioni (dalle esplosioni di gioia nei ricordi delle feste di villaggio ai momenti di cupa tensione nelle ore di mare in tempesta). Un tema di estrema attualità che il coro Altreterre spera di proporre senza retorica, con il consueto supporto di musiche e strumenti da tutto il mondo. La serata sarà ad offerta libera e l’incasso verrà devoluto all’Associazione APIBiMI che si occupa di dare sostegno all’infanzia bisognosa.
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quello di domenica 4, con l’evento battezzato “Contrabbasso, mon amour!” proposto dal duo formato da Laura di Paolo, pianoforte, e Massimiliano Rizzoli, contrabbasso, il primo appuntamento di marzo per la rassegna “I Concerti della Domenica” (Sala della Filarmonica, via Verdi 30, ore 10.30). Giunta alla sua ventinovesima edizione, la rassegna “I Concerti della Domenica” è dedicata alla memoria e alla grande passione per la musica classica di Giuseppe Mazzeo ed è promossa dal Servizio Cultura, turismo e politiche giovanili del Comune di Trento e realizzata in collaborazione con la Società Filarmonica. Nel programma del concerto “Contrabbasso, mon amour!” si ascolteranno brani di L. Berio, G. Bottesini, S. Kousevitzky, G. Bottesini e Nino Rota. Domenica 11 sul palco della Filarmonica ci saranno Ornella Gottardi, flauto-traver-
Trio broz Ultimi attesi concerti per la rassegna domenicale del comune di trento, diretta da riccardo Gadotti. Si parte con un delicato omaggio al contrabBasso... siere, e Marianna Bisacchi, clavicembalo nel concerto “Bach & Sons” con musiche di Johann Christian Bach, Wilhem Friedemann Bach e Carl Philipp Emanuel Bach. Ornella Gottardi si è diplomata in flauto presso il Conservatorio “F. A. Bonporti” di Trento, ha successivamente conseguito il diploma di Concertismo presso il Conservatorio di Winterthur. Svolge attività concertistica in varie formazioni cameristiche, ha collaborato con le Orchestre Haydn di Bolzano e Trento, Regionale Toscana, Teatro Olimpico di Vicenza e
prestigiose Accademie. La clavicembalista Marianna Bisacchi si è diplomata in pianoforte al Conservatorio di Firenze e successivamente si è perfezionata in musica da camera. Interessata alla prassi esecutiva barocca, ha frequentato la classe di clavicembalo del Conservatorio “F. A. Bonporti” di Trento. A chiudere l’edizione 2012 de “I Concerti della Domencia”, il 18 marzo, l’appuntamento con il Trio Broz che nel concerto “Serenata in Trio” ha in serbo alcue composizioni di Ludwig van Beethoven. Il Trio Broz, composto dai fra-
telli Barbara, Giada, Klaus, è una delle giovani formazioni cameristiche più interessanti a livello internazionale. Nato nel 1993 sotto la guida dei Maestri del Mozarteum di Salisburgo e poi perfezionatosi presso l’Accademia di Santa Cecilia di Roma e la Scuola di Musica di Fiesole, il Trio è vincitore di numerosi premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali e si esibisce in tutto il mondo con grande successo di pubblico e critica. È ospite di trasmissioni radiofoniche italiane, austriache, tedesche e inglesi. ■
GIANLUCA GRIGNANI di nuovo in trentino
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e guardiamo il percorso artistico di Gianluca Grignani, il suo primo disco “Destinazione paradiso” è uscito nel 1996, leggiamo una serie di cambiamenti che sono frutto di una sua inquietudine interiore ora specchiata anche nel successo a fasi alterne dei suoi dischi. Quel che conta però è che Grignani, in questo 2012, è ancora uno degli artisti più amati e seguiti del rock pop tricolore, come dimostra anche il successo del suo ultimo disco “Natura Umana”, uscito lo scorso anno. E Gianluca Grignani ha scelto proprio il Trentino per preparare in tutta tranquillità il nuovo tour nei club, sotto la sigla di “Enjoy Natura Umana” che debutterà al PalaLevico di Levico Terme il 10 marzo. Un concerto, fra l’altro ad ingresso libero ed organizzato dal management dell’artista insieme all’assessore Tommaso Acler del Co-
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mune di Levico Terme, che l’artista milanese preparerà dal cinque marzo proprio nel centro termale. Il Palalevico diventerà cosi il quartier generale per le prove del Tour in cui, insieme a Grignani e la sua band sarà impegnato uno staff di diciotto persone. Lo show “Enjoy Natura Umana Club Tour”, che inizierà da Napoli il 16 marzo, prevede oltre due ore e mezza di live con oltre ventiquattro canzoni in scaletta. “Porteremo dal vivo i nastri come una volta, sulle tastiere stile Anni ‘80. Il suono avrà un profilo profondo e liquido, distorto, frutto di una lunga ricerca sonora”, è quanto afferma Grignani, che già da settimane sta lavorando in studio con la sua affiatata band, composta da Diego Scaffidi (batteria), Andrea Tripodi (tastiere e programmazione), Matteo Cerboncini (chitarra) e Alessandro Parilli (basso).
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ltre la porta vetrata, scostata la tenda di raso giallo oro e rosso porpora, si apre la sala del locale. In un istante – a colpo d’occhio – ti avvolge la calda ambientazione iberica. I quadri tematici alle pareti, i colori caldi dei tessuti, la suadente tonalità degli accostamenti cromatici riportano naturalmente alla Spagna. Si presenta così il ristorante “La paella”, ce lo presenta così il titolare Makil. Si tratta dell’unico ristorante spagnolo in regione, non va dimenticato; l’unico ristorante spagnolo e con uno chef di Siviglia. Nel descrivere la struttura, l’organizzazione e le pietanze (“scriviamo tutto!” dice entusiasta del suo lavoro), Makil parte dall’ atmosfera, carica di amore ed amicizia, densa di significati.” I clienti, – spiega orgoglioso – prima ancora di parlare dei piatti, parlano della Spagna, dell’ultima vacanza, del prossimo viaggio, di un ricordo”. Si assapora così, ancor prima del cibo, la cultura di questo Paese. Ma è abbastanza
VIVA la paella Calde atmosfere iberiche per l’unico ristorante spagnolo in regione. Un nome che evoca scenari esotici e vacanzieri, tutti da gustare. Un sogno diventato realtà chiaro. Makil ha maturato un’esperienza di ben quindici anni di lavoro in Spagna, ed in Spagna ha assorbito non solo l’arte della cucina, ma anche e soprattutto le tradizioni, le usanze, il modo di lavorare… la lingua, che ancora risulta dalle sfumature di pronuncia del suo ottimo italiano. Un’idea naturale quella di aprire un locale di cucina spagnola, nel quale presentare le eccellenze del paese. A prezzi decisamente onesti. Non solo cibo, dicevamo. Un paio di volte al mese, le serate sono allietate dallo spettacolo a tema… serate di flamenco che conquistano e affascinano, accompa-
INFO Ristorante spagnolo “La paella” Brennero 260/L 38121 TRENTO Tel. 0461 421447. Dispone di 24 parcheggi e di 80 coperti. È aperto tutti i giorni (chiusura domenica pomeriggio) con i seguenti orari: 11.3014.30, 19.30-22.30. Nei fine settimana e nelle sere in cui è previsto lo spettacolo, è gradita la prenotazione.
gnamento graditissimo alla clientela. Naturalmente. Senza variazioni di prezzo. Makil ora sfoglia la lista dei menù. Non piatti tipici, solo piatti originali. Troviamo quelli di giornata – che cambiano ogni quindici giorni – ed i classici menù alla carta. I primi molto graditi anche agli avventori che lavorano in ufficio, per una pausa veloce e dinamica, che ben richiede il piatto unico. Sfila così in questa lista la paella in tutte le sue variazioni: alla carne, al pesce, mista, alle verdure; per non parlare di quella al nero di calamari e di quella dedicata al re Juan Carlos, tutta da gustare. Nelle proposte più tradizionali, vanno senz’al-
tro segnalati i salumi iberici, il branzino alla griglia con contorno, i calamari ripieni, il polipo alla gallega (piatto classico della Galizia), la cazuela di pescado (zuppa di pesce), la patanegra. La carne è – al pari del pesce – l’altra grande protagonista delle portate: entrana alla griglia, putaje canario, entrecote alla flamenca. Imperdibile la crema catalana, al dolce momento del dessert. Il sogno di Makil è partito da lontano, dall’assolata Spagna. Ha percorso valli e pianure e si è realizzato proprio qui. A Trento. Conviene assaporarlo tutto. È un sogno vero. E originale, non ■ tipico. 77
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di Fabio De Santi
È
il pianista Rafal Blechacz il protagonista del concerto di venerdì 2 marzo, con cui si apre un altro mese intenso della Stagione proposta dalla Società Filarmonica di Trento. In cartellone, con Rafal Blechacz, troviamo un altro giovane pianista già grande e famoso che approda a Trento, alla sala della Filarmonica. Rafal Blechacz nell’ottobre 2005 ha vinto il Concorso Internazionale Pianistico Chopin, con un secondo Premio non assegnato a rimarcare la distanza con gli altri concorrenti. Oggi è presente nei cartelloni dei festival e delle società più prestigiose al mondo, dal Royal Festival Hall alla Wigmore Hall di Londra, Philharmonie di Berlino e Tonhalle di Zurigo, Salle Pleyel di Parigi e Avery Fisher Hall di New York. Nel maggio 2006 BleRafal Blechacz
Quartetto hagen Tre appuntamenti di prestigio proposti a marzo dalla società filarmonica. Rafal Blechacz, luca scandali e il quartetto hagen: tra i migliori al mondo nel loro ambito quel Vegezzi Bossi restaurato Mascioni che vediamo ogni sera nella nostra sala e dal cui restauro sono passati già dieci anni”. Scandali, dopo essersi affermato fra i primissimi posti in diversi concorsi internazionali, nel 1998 ha vinto il Concorso Internazionale d’Organo “Hofhaimer” di Innsbruck,
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rio dalla fondazione. Per molti giovani quartetti, l’Hagen è l’esempio da seguire nella qualità del suono, ricchezza stilistica, lavoro d’assieme e rispetto assoluto delle opere e intenzioni dei compositori. I membri del Quartetto sono docenti presso il Mozarteum di Salisburgo e il Conserva■ torio di Basilea.
associazione AnDROmeda a marzo si parla di donne
L’
chacz ha firmato un contratto in esclusiva con la DGG, secondo artista polacco, dopo Krystian Zimerman. Mercoledì 14 marzo spazio all’organista Luca Scandali, presenza sottolineata da una nota della Filarmonica: “Non può mancare nella Stagione della Filarmonica un concerto per organo, per
assegnato solo quattro volte nella sua storia. Icona venerata del quartettismo internazionale, il Quartetto Hagen, in concerto il 26 marzo, ha già suonato a Trento nel 1987 e nel 1990, nei primi anni della sua folgorante carriera; ritorna quest’anno in Filarmonica festeggiando il 30° anniversa-
associazione AnDROmeda si propone di far riflettere su ogni aspetto dell’essenza del femminile, sulla storia e sull’evoluzione sociale che ha visto progredire il nostro mondo di pari passo con il riconoscimento di pari dignità per ogni soggetto che appartiene alla società civile. Si parla anche di relazione fra umanità e natura: il recupero di una dimensione di empatia profonda con la terra, con la condizione originaria ed il rispetto della condizione – tradizionalmente femminile – del prendersi cura degli altri e dell’ambiente circostante. In questo percorso si trovano quindi diverse forme di espressione – dalla scrittura, al teatro, alla danza, all’approfondimento scientifico e filosofico: in tutti questi ambiti si parla di donne, naturalmente, ma anche del lato femminile che si trova in ciascun essere umano e che è complementare ad un corrispondente “alter” maschile, che parimenti a tutti appartiene. Gli incontri proposti dall’associazione si terrano ogni sabato di marzo in diverse location di Dro, Arco, Drena e Ledro (vedi calendario appuntamenti per dettagli). Info: www.ass-andromeda.ea29.com
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di Alessia Acampora
C’
è stato un tempo, quasi un decennio fa ormai, in cui Angelo Branduardi era quasi diventato di casa a Trento. Il suo percorso artistico, per alcuni anni, si era intrecciato in maniera costante e frequente con quello delle varie Stagioni di Musica d’Autore del Centro S. Chiara. Una firma di prestigio la sua e una carriera, quella del menestrello della canzone italiana, che lo ha portato con le sue peculiari forme sonore fino ad oggi, fino ai tempi di un ritorno ad un disco di composizioni originali che, se non sbagliamo, mancava dal 2003. E il nome di Angelo Branduardi torna nel cartellone della Stagione con il concerto del 16 marzo all’Auditorium con i brani del cd “Così è se mi pare”. Per il suo il suo nuovo concerto, Branduardi ha scelto dunque alcuni brani storici della sua trentennale produzione, insieme ai brani tratti dal nuovo album fatto di sei brani, di cui quattro inediti e due riletture. All’Auditorium si ascolteranno cosi ˝Gira la testa (La veglia di San Gemolo)˝, ˝Barbriallen˝, ˝Il lungo addio˝, rivisitazione in italiano dell’originale ˝The Scarlet
Angelo branduardi il nome del “menestrello” torna nel cartellone della Stagione di trento con il concerto del 16 marzo all’Auditorium legato proprio ai brani del cd “Così è se mi pare”,
tide˝ di Elvis Costello (scritta con T-Bone Burnett per la colonna sonora del film “Cold mountain”) e Herry Burnett, ˝Una vigile stella˝. Ma in scaletta ci saranno anche ˝Favola di Natale a New York˝, cover di ˝Fairy Tale of New York˝ dei mitici Pogues di MacGowan e Fi-
ner (tutti brani che vedono la partecipazione della stesura di Luisa Zappa Branduardi) e ˝La ballata del tempo e dello spazio˝, scritta da Maurizio Fabrizio e Walter Tortoreto. A dimostrare la ritrovata creatività di Branduardi anche l’uscita di un nuovo singolo proprio il mese scorso scritto a quattro mani con Giorgio Faletti (autore del testo). “Il brano si intitola Rataplan; una canzone che ha un andamento tipico della danza popolare – così l’artista ha delineato questo brano – anzi si tratta quasi di un ballo tondo, con tanto di “Launeddas”, lo strumento più antico dell’area mediterranea (3000 a.C.), percussioni arcaiche ed esotiche (il Taiko giapponese), la chi-
tarra barocca e il violino in evidenza. Che dirvi di più? Visto che musica e danza sono sorelle, divertitevi e lasciate che il mondo esterno non vi tocchi”. Un’uscita questa legata al cd “Camminando Camminando 2”, una raccolta dei più grandi successi dal 1996 ad oggi, più appunto l’inedito “Rataplan”. Ad accompagnare Angelo Branduardi sul palco dell’Auditorium ci sarà una band di grande prestigio formata da Davide Ragazzoni (Batteria, Percussioni), Stefano Olivato (Contrabbasso, Basso, Armonica), Leonardo Pieri (Piano, Tastiere, Fisarmonica, Harmonium), Michele Ascolese (Chitarre elettriche, classica, Bouzouki). ■
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di Alessia Acampora
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riginariamente in cartellone l’11 febbraio, ma saltato a causa del maltempo, viene recuperato sabato 10 marzo (ore 20.45) l’appuntamento con Alessandro Bergonzoni, funambolico affabulatore e originale artista contemporaneo di origine bolognese, che sarà protagonista al teatro di Vezzano con “Urge”, il suo ultimo spettacolo. Bergonzoni ci mostra come a volte basti cambiare una consonante per trovarsi dentro un altro mondo, in altri significati e vedere le cose da
Massimo Barba
altre prospettive, arrivando a vedere anche quello che... non si vede! Proprio in questa dimensione, forse è nascosta la fantasia dell’attore, che ci ha da sempre abituati a fare con lui questi viaggi tra immagini e follie, vagando intorno a mondi paralleli. Allontanandosi dalla realtà la si guarda con occhi più critici e anche un po’ ironici, proprio come accade nello spettacolo. Secondo appuntamento con musica e arte, musica barocca e del Novecento in dialogo con installazioni video e performance creative. Questo accadrà il 16 marzo quando l’Ensemble di archi 80
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per ridere e per pensare a vezzano, viene recuperato sabato 10 marzo l’appuntamento con Alessandro Bergonzoni, funambolico affabulatore bolognese. Quindi, concerto degli archi di Massimo barba e “Appuntamento a Londra” con la villoresi diretti da Massimo Barba si contaminerà con la tecnologia. Evento realizzato grazie al dialogo tra design (installazioni scenografiche a cura dell’istituto Design Palladio di Verona) e la musica classica raffinata e colta degli Archibaldi. Gli Archibaldi sono professionalità diverse al servizio della musica. Con dinamiche uniche nel panorama della musica “colta”, medici, imprenditori, bancari e universitari, svestono i panni del lavoro quotidiano per tendere gli archi al servizio del pentagramma. Chiudono il programma
Alessandro Bergonzoni
di marzo, mercoledì 28, Pamela Villoresi e David Sebasti che presentano Appuntamento a Londra, una raffinata commedia scritta da Mario Vargas Llosa (premio Nobel 2010 per la letteratura), per la regia di Maurizio Panici, prodotta da Associazione Teatrale Pistoiese/Argot Produzioni in collaborazione con Spoleto 52 – Festival dei 2 Mondi. La storia che si racconta è un’acuta e profonda riflessione sul tema dell’identità e sulla vita segreta delle persone. Sulla scena si indaga sui valori dell’amicizia e dei
sentimenti, su quel sottile filo che ci lega come esseri umani, come attrazione profonda dell’uomo per l’altro da sé. Due amici d’infanzia e gioventù, entrambi peruviani, si ritrovano a Londra dopo molti anni durante i quali non avevano avuto più contatti. Nel loro incontro rivivono il passato, mescolando bei ricordi con brutte storie che credevano oramai sotterrate o delle quali, forse, ignoravano l’esistenza. Un teatro fortemente ispirato dalla letteratura in uno scambio fertile tra i diversi linguaggi espressivi. Sempre a Vezzano, per i ragazzi, si segnalano due nuovi appuntamenti della rassegna “Teatro Famiglie”. Lo spettacolo “Il volo delle rondini” (domenica 4 marzo), un’avventura tenera e surreale, comica e drammatica, piena di zig e di zag proprio come il percorso delle rondini nei cieli e come tutti i sentieri della vita. Infine, domenica 18, Fondazione Aida porta in scena la nuova produzione Hansel e Gretel, liberamente tratta dall’omonima fiaba dei fratelli Grimm nella versione di Beni Montresor. ■
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l 7 marzo al Teatro Cuminetti nuovo appuntamento con la rassegna TrentO Oltre: Andrea Cosentino sarà l’interprete di “Angelica” testo da lui scritto e di cui cura anche la regia. Una troupe sceglie di girare uno sceneggiato surreale televisivo in una casa di un quartiere popolare romano. E c’è un’attrice – Angelica, appunto– che continua a recitare la propria morte fino allo sfinimento. Una sorprendente telenovela serial-demenziale. Da giovedì 8 marzo a domenica 11 marzo all’Auditorium, Maurizio Micheli e Tullio Solenghi saranno i protagonisti de “L’apparenza inganna” di Francis Veber. I due attori continuano il sodalizio comico nato con “Italiani si nasce”. Tratto dall’omonimo film affronta temi quali il mobbing, la disoccupazione, la discriminazione sessuale, partendo dal personaggio di Francis Veber, uomo mite e senza qualità, alle prese con un mondo violento e volgare. Da martedì 12 a domenica 18 ritorna il musical dopo il
L’ascesa di arturo ui interpretato da Umberto Orsini. In marzo, anche maurizio Micheli e tullio solenghi in “L’apparenza inganna” e giuliana Lojodice che recita pirandello successo de “Il vizietto”. In scena al Sociale “Happy days” con la Compagnia della Rancia e la regia di Saverio Marconi. Ben 250 gli episodi televisi di questo celebre telefilm che ambienta le sue vicende nella Milwaukee degli anni ‘50. Protagonista una tipica famiglia borghese, ma non mancherà il “mitico” Fonzie meccanico rubacuori con l’immancabile giubbotto di pelle. Mercoledì 21 marzo al Cuminetti per la rassegna Tren-
tOOltre sarà in scena “The end” di Valeria Raimondi ed Enrico Castellani, anche interpreti assieme a Ilaria Dalle Donne e Luca Scotton di un allestimento che tratta il tema della morte legata alla paura della fine. Una paura che ci impedisce di parlarne con naturalezza e di affrontarla nel modo giusto. La Stagione di prosa continua dal 22 al 25 marzo con “Così è se vi pare” di Luigi Pirandello con Giuliana Lojodice, Pino Micol, Luciano Virgilio,
diretti da Michele Placido. Tratta dalla novella “La signora Frola ed il signor Ponza suo genero” fu rappresentata per la prima volta nel 1917. L’opera è incentrata su un tema molto caro a Pirandello: l’inconoscibilità del reale, di cui ognuno può dare la propria interpretazione. Il calendario degli spettacoli si conclude con l’atteso lavoro di Bertolt Brecht “La resistibile ascesa di Arturo Ui”, interpretato da Umberto Orsini per la regia di Claudio Longhi. In auditorium dal 29 marzo a domenica primo aprile, l’allestimento esamina i meccanismi perversi del potere e della demagogia a partire dall’avvento del nazismo fino ai primi anni Trenta e sarà ambientato, in un originale parallelismo, non in Germania ma in America, per l’esattezza a Chicago. ■
A rovereto, la “medea” di pamela villoresi
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ull’onda del successo dello scorso anno, riprendono in tutto il Trentino le repliche de “Avevo un bel pallone rosso” scritto da Angela Demattè che ne è anche protagonista assieme ad Andrea Castelli. Saranno in scena a Rovereto il 6 marzo per raccontare attraverso i dialoghi di un padre ed una figlia i fatti collegati a Margherita Cagol, moglie di Renato Curcio, morta in uno scontro a fuoco con i carabinieri nel 1975. Una intensa pagina di storia legata alle Brigate Rosse fotografata con realismo e poeticità. La regia è di Carmelo Rifici. Martedì 13 e mercoledì 14 marzo, la brava Elisabetta Pozzi sarà la protagonista di “Tutto su mia madre” di Samuel Adamson, basato sul film di Pedro Almodòvar. La regia è di Leo Muscato. Il testo viene rappresentato per la prima volta in Italia
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e racconta di un bellissimo rapporto fra madre e figlio, in un’ambientazione che ha come fine la ricerca di una propria identità. Un’altra grande attrice sarà sul palcoscenico del Teatro Melotti lunedì 19 marzo: Pamela Villoresi, diretta da Maurizio Panici in “Medea” di Euripide, tragedia messa in scena per la prima volta ad Atene nel 431 a.C. Medea, moglie di Giasone, uccide per vendetta i suoi figli dopo che il marito ha deciso di ripudiarla per sposare la figlia di Creonte. Medea è la prima donna che mette in discussione i rapporti tra uomo e donna, distruggendo se stessa e gli altri per un senso non legato al sentimento ma alla giustizia. Mercoledì 28 marzo sarà messo in scena il lavoro “Ora Veglia il silenzio e la neve”, drammatugia di Susanna Gabos, per la regia di Nicola Benussi. (a.d.)
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di Fabio De Santi
E
lio e Le Storie Tese hanno scelto un titolo come “Enlarge Your Penis Tour” – che rimanda a certi supposti miracolosi sistemi per aumentare la virilità –, per siglare il loro nuovo tour. Di questi tempi ormai non ci si scandalizza di nulla, basti pensare al fiume di parolacce cadute sull’ultimo Festival di Sanremo, men che meno per quell’ironia gustosissima, che da sempre caratterizza la brigata meneghina. Elio e le Storie Tese saranno in concerto con il loro nuovissimo live set teatrale anche a Trento, in programma il 6 marzo all’Auditorium Santa Chiara. Per questo show la band ha scelto una scaletta rigorosamente variabile di serate in serata, quindi di fatto sempre top secret, ma ciò che è certo è che non mancheranno le consuete sorprese a cui Elio e le Storie Tese ci hanno abituati, sempre in bilico tra musica, ironia e paradosso. Perché, come sicuramente saprà chi vi ha già preso parte, un loro concerto non è solo musica, ma anche un vero e proprio show. Elio (cantante, flautista), Rocco Tanica (pianola), Cesareo (chitarra alto), Faso (chitarra basso),
ELIO E LE STORIE TESE arrivano a trento, il 6 marzo, con l’esilarante “Enlarge Your Penis Tour” i goliardi più famosi della scena musicale italiana Christian Meyer (batteria), Jantoman (ulteriori pianole), Paola Folli (cantante) con l’aggiunta di Mangoni (artista a sé) proporranno comunque il meglio del loro repertorio, i successi che li hanno consacrati al grande pubblico insieme a diverse sorprese ispirate anche dall’attualità magmatica di questo travagliato periodo storico: “Una delle nostre fonti d’ispirazione per questo tour – ha spiegato proprio Elio – è il mondo del web, con gli spunti che arrivano dalla Rete; come dimostra anche il titolo dello spettacolo da noi scelto con estrema attenzione: Enlarge Your Penis è mutuato infatti dal meraviglioso mondo dello spamming in internet, che è davvero una miniera d’oro anche per noi artisti musicisti”. Quello di Elio e Storie Tese, attraverso brani, scritti dal
1980 ad oggi, come “La Terra dei Cachi” a “Mio Cuggino”, “La Visione”, “Abbecedario, “La vendetta del Fantasma Formaggino” (con un Mangoni narratore-ballerino versione Mago Merlino) e “Tapparella” giusto per citarne alcuni, è sempre un percorso sonoro imprevedibile in cui si intrecciano il pop e il rock, il blues e l’ethno sound, grazie anche all’abilità tecnica che, al di là dell’ironia, il gruppo sa sfoggiare. Ma oltre alla dimensione live, in questo periodo Elio e le Storie Tese
sono impegnati anche nelle loro scorribande catodiche nel nuovo programma di Serena Dandini “The Show Must Go Off” in onda su La7. Da segnalare anche “Car Wars” (il titolo richiama il gioco di combattimenti tra automobili armate e corazzate degli anni Ottanta), un’iniziativa sociale che vede Elio e compagni calati nelle vesti di inviati speciali sulle autostrade italiane, per conto di “Altroconsumo”. Lo scopo è realizzare un reportage online partecipativo che denuncerà i piccoli e i grandi problemi delle autostrade italiane, incontrati proprio tra una tappa e l’altra del tour. Disservizi, punti ristoro, caselli lenti, strade dissestate, aree di sosta ma, soprattutto, caro benzina e pedaggi e tutto troverà spazio sul sito dell’associazione dei consumatori. ■
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n programma a Cavalese, nella splendida Valle di Fiemme, territorio ricco di iniziative sociali e culturali, NeveDonna 2012 sarà davvero una ”Magnifica” edizione, l’evento rosa di eccellenza nel panorama dell’inverno, con un’offerta unica in termini di contenuti, sinergie e confronti tra donne, imprese, enti, associazioni, territori. Saranno tre giornate dedicate alle relazioni, alla crescita e all’informazione, ma anche al benessere e alla cultura, finalizzate alla valorizzazione femminile in tutti i campi, attraverso incontri e dibattiti, la formazione come crescita personale, sociale e professionale e soprattutto attraverso lo scambio di opinioni ed esperienze provenienti da varie realtà provinciali e nazionali nel settore amministrativo, sociale, professionale. Il tutto in un contesto naturale favorevole e rilassante che ben predispone all’ascolto e all’incontro. A NeveDonna sono invitate donne, circoli, associazioni, aziende e istituzioni. Un’opportunità unica per tutte da cogliere al volo in giornata o per più giorni con formule di pernottamento speciali. Un’occasione di incontro e
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nevedonna duemiladodici Nuova location per l’evento femminile di Networking, Formazione, Svago e Benessere. Dal 15 al 18 marzo, a Cavalese, un intero weekend di incontri e sinergie, eventi e relax scambio anche per il tessuto sociale femminile provinciale e della valle, che peraltro presenta già realtà molto attive, come l’Associazione Voce delle Donne, naturalmente presente all’evento a fare gli onori di casa. Da segnalare, nell’ambito di NeveDonna, venerdì 16/3 sera, al Convegno Donne, Lavoro, Impresa organizzato dal Consorzio Cavalese Emozione, l’intervento di Anna Ciech responsabile di Trentino Network Donna, la neonata rete femminile finalizzata al business e al benessere, esempio di network efficace, di “fare rete per crescere”, che in quest’occasione
si presenta sul territorio. La rete è partner attiva di NeveDonna. Ecco in sintesi il programma, la cui partecipazione è gratuita. Giovedì 15 marzo Benessere Donna pomeriggio: Incontri esperienziali e conferenze su Salute e Benessere: nuovi strumenti, trattamenti, consigli per stare bene. A cura di operatrici del benessere aderenti a Trentino Network Donna e di esperti del settore salute. Venerdì 16 marzo Donne inFormazione – mattino: Outdoor training, Brain walking. Pomeriggio: Team Building e incontri di Formazione, Informazione, Comunicazione, PNL con esperte di sviluppo personale, professionale, organizzativo; nuovi strumenti di crescita per individuali e aziende. Sabato 17 marzo Networking Day – Incontri e tavoli
di confronto interregionali: scambio di esperienze e buone prassi per la crescita e presenza femminile in tutti i settori. Con la partecipazione di donne impegnate in realtà associative, amministrative, politiche e imprenditoriali di varie realtà e regioni. Attesa anche la partecipazione di responsabili di social network, web e blog al femminile. In programma anche momenti di cultura e salotti come Cocktail Donna, Incontro presentazione di libri al femminile e serate a tema; spazio all’arte con esposizione di opere di artiste donne e momenti di intrattenimento e musica al femminile nell’ambito di Fiemme Jazz. È inoltre istituito un premio speciale “Premio NeveDonna 2012”. NeveDonna è un evento da non perdere, per residenti e ospiti in vacanza, ed è anzi un’ottima motivazione di vacanza, coniugando relax, svago e benessere alla formazione e allo scambio. L’evento è organizzato da Trentino Eventi&Turismo in collaborazione con APT Fiemme e Consorzio Impianti a Fune Fiemme Obereggen. www.nevedonna.it tel. 0464 720273 | 335 5374785. ■
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di Lara Deflorian
L’
appuntamento di marzo con la stagione InDanza si caratterizza per la peculiarità del gruppo francese fondato da Josette Baïz in un’ottica sociale multiculturale e multietnica, finalizzata al recupero e all’integrazione di ragazzini turchi, maghrebini, gitani, asiatici, malgasci, cambogiani e vietnamiti, che vivono realtà difficili e che, attraverso un percorso formativo, hanno poi la possibilità di entrare a fare parte di una compagnia Josette Baïz
Compagnia granata Il 4 marzo al teatro Sociale di Trento vedremo esibirsi quest’originale gruppo, nella prima nazionale della coreografia di Gare Centrale di danzatori. Il 4 marzo al teatro Sociale di Trento vedremo quindi esibirsi quest’originale gruppo, la Compagnia Granada, nella prima nazionale della coreografia di Gare Centrale. Josette Baïz, direttrice di quest’ensemble, presenta un curriculum importante in quanto dopo essersi formata con grandi maestri americani
come Alwin Nikolais e Merce Cunningham ed essersi distinta nella novelle danse francese, come danzatrice di Jean Cloude Gallotta, si trova a capo di un gruppo nato agli inizi degli anni Novanta in seguito ad una serie di corsi intensivi, tenuti nel territorio di Aix-en-Provence, che hanno contribuito a con-
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vertirla alle ragioni dell’aggregazione sociale nell’ambito di un progetto pilota propostole da Ministero della cultura francese. “Il gruppo è nato – racconta Josette Baïz in occasione della sua partecipazione nel 2006 al festival Oriente Occidente – quando mi sono trovata in quartieri difficili popolari come quelli di
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Marsiglia e di Aix-en-Provence, dove ho visto per strada gente danzare esprimendo una sorta di miscela culturale di grandissimo interesse. Per me è stato un vero e proprio colpo di fulmine. Una mescolanza di culture estremamente interessante con la convivenza di stili tra loro molto diversi. Sono rimasta soprattutto colpita dai bambini, dal loro calore e dalla loro danza carica di una grande intensità espressiva. Ho voluto iniziare a lavorare proprio con quei bambini che allora avevano dieci anni e che oggi formano la Compagnie Grenade. Oltre a questa sono poi riuscita a dar vita al Groupe Grenade che conta 70 componenti adolescenti, suddivisi in quattro gruppi impegnati a realizzare contemporaneamente spettacoli diversi.” A distanza di qualche anno il suo stile non contempla più solo le danze di strada, l’hip hop e le danze etniche, ma anche le varie modalità e tecniche espressive contemporanee. Josette Baïz si trova così oggi alla guida di artisti di tutte le età ripartiti tra il Groupe Grenade, bambini e adolescenti, e la Compagnie Grenade composta da una dozzina di adulti professionisti che vedremo in scena a Trento e che all’attivo vantano nove titoli in repertorio. Il continuo scambio tra l’esperienza e il rigore tecnico
della Baïz e l’effervescenza multietnica degli interpreti hanno permesso la conquista di uno stile personale in cui si intrecciano le danze asiatiche e arabe, l’hip hop e il classico, lasciando sempre grande spazio all’invenzione e alla creatività di ogni singolo danzatore. Per quanto concerne lo spettacolo del 4 marzo oltre a titolarsi Gare Centrale, traducibile con “Stazione Centrale”, possiamo dire che si basa su di un progetto centrato proprio sulla stazione ferroviaria. Questo luogo-stimolo racchiude in sé una miriade di input creativi in quanto “luogo di attesa, di incontri, di scambi, di vuoti e di pieni, di sovraffollamento e di solitudine, la stazione è una sorta di cristallizzazione di quello che noi siamo profondamente. Ed osservare quello che vi succede risulta sempre un’esperienza arricchente.” Una stazione immaginaria è quindi protagonista della creazione Gare Centrale, che si struttura in una danza astratta sulla musica architettonica di Johann Sebastian Bach rielaborata dal compositore francese Jean-Jacques Palix. Josette Baïz racconterà di persona la sua esperienza educativa e la sua evoluzione creativa, nell’incontro con il pubblico previsto sempre il 4 marzo alle 18.30 al teatro ■ Sociale di Trento. 91
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C’
è un appuntamento che la comunità di Lavis attende oramai come il succedersi delle stagioni. Un appuntamento che affonda le sue radici nella storia del borgo a nord di Trento. Parliamo della storica “Fiera della Lazzera”, la più antica fiera agricola del Trentino, ancor oggi un evento importante per il mondo economico dell’intero Trentino e in particolare per la filiera legata all’agricoltura. Ma soprattutto per la comunità di Lavis, che anche quest’anno, tra le centinaia di bancarelle allineate nelle vie del paese avrà a disposizione un’offerta merceologica molto ampia e capace di attirare l’interesse anche di molti “foresti”, dalla città di Trento e dai suoi sobborghi in particolare, ma anche dalla Rotaliana e, più su, anche dall’ Alto Adige. L’origine di questa fiera si deve andare a cercare nel nome del più antico nucleo di Lavis, quello di San Lazzaro appunto, dove
la fiera che fa primavera La “lazzera“, a lavis il 24 e il 25 marzo, una tradizione che si rinnova. E in più, expo lavis, affollata fiera campionaria in tempi oramai lontani in primavera si svolgeva la prima fiera agricola. La dimensione di grande festa di primavera che la Lazzera è andata assumendo negli ultimi anni, con l’affiancamento dell’Expo Lavis che quest’anno è arrivato alla 12ª edizione e dell’esposizione specializzata dei mezzi agricoli per viticoltura e giardinaggio presso la Cantina Sociale e il salone delle autovetture alle Scuole Medie, si è dimostrata vincente per gli organizzatori della
Welcome Lavis, confortata soprattutto da grandi numeri, da una sempre più massiccia partecipazione di pubblico. Alla Welcome Lavis sono da tempo al lavoro per organizzare la prossima edizione della Fiera della Lazzera che è prevista il 24 e 25 marzo. Sarà così rispettata la tradizione che vuole che questa fiera si tenga 15 giorni prima della domenica di Pasqua. Domenica 25 marzo, il cuore dell’abitato di Lavis sarà invaso, come da tradizione, dalle
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11° Expò 11° Expò Lavis Mostra delle macchine da giardinaggio e viticoltura presso la Cantina La-Vis
Mostra delle macchine da giardinaggio e viticoltura presso la Cantina La-Vis
circa 450 bancarelle con ogni tipo di prodotto merceologico e a cui si affiancheranno gli stand delle molte associazioni di volontariato presenti sul territorio di Lavis, che ospiteranno di volta in volta il vaso della fortuna, oppure angoli enogastronomici, e ancora punti informativi dove nell’atmosfera gioviale e di festa si potrà conoscere e apprezzare il grande valore aggiunto per tutta la comunità Mostra delle macchine da giardinaggio e viticoltura presso la Cantina La-Vis e dal dato da queste persone ■ loro impegno.
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viaggi, passioni, memorie e ricordi
I
grumi della vita, i pensieri e le fantasie, le drammatiche visioni dell’anima e le irrinunciabili realtà organiche che ci legano alla natura. Tutto questo può essere
ancora raccontato con la pittura, con il colore che declina le sfumature autunnali e serali e il segno che si stratifica diventando terra e mappa mentale. Forse ancor più della cinema e della fotografia, la pittura riesce a far nascer dal profondo le capacità dell’uomo di ricomporre il grande puzzle dell’immaginazione. La pittura suggerisce, indica, ti strappa dalla realtà e di conduce per mano lungo le impervie strade della fantasia per condurti, non sempre, nei lidi felici. Qualche altra volta la pittura ti conduce nei gironi infernali dei sentimenti e degli accadimenti quotidiani gettandoti nell’angoscia e nella disperazione. Specchio più reale dello specchio, i colori violenti s’illuminano al cospetto dell’affanno e della disperazione, ma riescono
Fabio Pedrotti
“C
hiare, fresche, et dolci acque…” Chi scrive si è lasciato trascinare dai ricordi scolastici e vi ha rifilato i primi versi della canzone che Petrarca dedicò alla sua donna del cuore, Laura. L’ha fatto perché, passando in rassegna le fotografie con le quali Fabio Pedrotti ha “costruito” la sua ultima mostra fotografica, immagini tutte dedicate alle fontane ed all’acqua, (“Fontane”, il titolo), la mente è corsa subito a quei versi. È la primavera con i fiori, e l’estate assetata, che gli scatti di Pedrotti ci mostrano. Ce ne sono di fontane pubbliche o private, in giro. Magari nascoste in un giardino segreto, o in bella mostra all’incrocio di qualche strada contadina, messe li apposta per dissetare il viandante. Imponenti, oppure aggraziate, essenziali, artistiche o pretenziose. Il ragazzino che segue, intento, il rivolo d’acqua che esce dalla botticella, richiama alla mente le famose figure di Vincenzo Gemito, l’Acquaiolo od il Pescatorello, anche se si mostra un po’ troppo vestito, rispetto alle opere d’arte dello scomparso scultore napoletano. Molte altre delle fontane immortalate dallo scatto di Pedrotti, meriterebbero una segnalazione particolare. Ma la visione diretta delle immagini esposte nella mostra, riusciranno meglio a far nascere nel visitatore , richiami personali e visioni collegate. Quello che il fotografo è riuscito a cogliere, sono le immagini vive delle fontane, come viva è l’acqua zampillante che ne esce. La mostra è aperta fino a metà marzo, al Centro culturale Le Mura, in via Dietro Le Mura B , al n, 4, all’interno del Salone Patton e Pedron. (Fabio Oss)
anche ad inchinarsi di fronte alla speranza e all’alba che getta i caldi raggi solari sull’uomo catapultato sull’orlo del baratro dell’incoscienza. Tutto questo lo si ritrova nelle tele di
Riccardo Badalà, catanese
Fino al 24 marzo i suoi lavori, racchiusi sotto il titolo di
“Anamnesi” sono presenti nelle asettiche sale della Galleria Numero Due Arte Contemporanea di Largo
di nascita (quindi d’impronta terrosa
Carducci a Trento.
e solare, odorosa e sanguigna),
La sua pittura nasce da sovrapposizioni di viaggi, passioni,
classe 1976, girovago tra l’Italia e la
memorie e ricordi. Si getta nella storia dell’arte e recupera
Spagna (altra terra di sangue e sapori,
ciò che è affine al suo pensiero, ne declina le forme e i
speziata come non mai come i suoi
contenuti. I suoi maestri sono Auerbach, Giacometti e
colori). L’autore stesso ricorda di
Bacon. I suoi spessori emotivi diventati grumi si ritrovano
essere cresciuto “all’interno di contrasti, il vulcano Etna e
in Forgiali, Vedova, Morlotti e De Kooning. Lui si getta con
il mare sempre vicini, la loro energia si mescola dentro di
accanimento sulla tela, nel disegno e una volta terminato,
me e con essa interpreto tutto ciò che mi circonda, con la
si gira per un ultimo sguardo al suo prodotto. Da quel
forza del fuoco e il ritmo del mare. Fin da piccolo sempre
momento in poi la sua pittura vive di vita propria, trova
in viaggio, prima in Italia, mia madre di Trento e mio padre
un’esistenza autonoma in questa realtà.
della provincia di Catania, poi la continua esplorazione del
Paolo Dolzan, artista e riflessivo uomo dell’arte, introduce
mondo attraverso viaggi all’estero”.
Riccardo Badalà così: “l’artista crea da sé stesso la propria
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trentinomostre Arco Mostre ROBERTO FLOREANI Apertura: da venerdì 3 febbraio a domenica 10 giugno. Palazzo dei Panni - Via Segantini, 9. Mostra a cura di Giovanna Nicoletti. Orario: 10-18. Lunedì chiuso. Info: www. museoaltogarda.it. Mostre FLAVIO FAVETTI Apertura: da sabato 25 febbraio a giovedì 8 marzo. Galleria Il transito. Via Segantini, 81. Orario: martedì-sabato 14.30-19. Info: 366.3421338; ticinia@hotmail.it.
Borgo Valsugana Mostre 1953:IL COBALTO A BORGO Apertura: da sabato 18 febbraio a sabato 31 marzo. Portici lungo Brenta Trieste. Mostra fotografica a cura di Monica Ropele.
immagine e questa, ciononostante, gli si presenta in forma di rivelazione. Da ciò ricaviamo il senso che Badalà ha voluto dare a questo ciclo di opere presentate in esposizione, raccogliendole sotto il titolo di anamnesi”. Presso le sale della Cassa Rurale di Rovereto (Via Canzoni, 7) sono esposte le opere di Maurizio
Giongo
che coprono il periodo 1990-2010. Opere pittoriche e scultoree dove sono riassunte le poetiche di questo artista che ha saputo imprimere un segno indelebile nell’arte trentina. Nella pittura prevale la cornice cromatica, lo stampo fatto di volumi, forme definite, dove il segno fa capolino discretamente, ma forte e irremovibile, lasciando agli ampi spazi colorati il senso di raccontare gli accadimenti del mondo, trattenendo per sé, per questo segno incisorio, la capacità di delineare le direzioni e gli incroci. Nelle sculture di ferro, forme monumentali, l’artista lascia andare il segno facendolo volare nello spazio in modo che la materia, il ferro, non si accorga di essere peso ma si ricordi di essere anche simbolo. Qui, è il tempo che viene messo in gioco, cercando di sconfiggere ciò che passa per soffermarsi sulla conservazione dell’istante. Il tempo è quello della storia, ed è anche la frazione di tempo racchiusa e catturata dagli equilibri delle forme. Ma la realtà non è solo tempo immoto, immobile. Questo stato lo avvicinerebbe molto alla quiete della morte, della non esistenza. Sono opere che filosofano sul tempo. Lo
Mostre DOMENICA FERRARI Apertura: da sabato 25 febbraio a domenica 18 marzo. Spazio Klien. Piazza Degasperi, 20. Mostra a cura di Riccarda Turrina. Orari: dal martedì al sabato 10-12 / 16-19; domenica 10-12. Lunedì chiuso.
Cavalese Mostre CARLO ORSI: immagini d’autore dal Trentino e dal Mondo Apertura: da martedì 27 dicembre 2011 a domenica 8 aprile 2012. Centro Arte Contemporanea. P.tta Rizzoli, 1. Mostra a cura di Elio Vanzo e Claudio Delvai. Fino all’8 gennaio 2011 e dal 31.03 all’08.04.2012 aperto tutti i giorni. il restante periodo aperto sabato e domenica. Orario: 15.30-19. Chiuso il lunedì. Info: www.artecavalese.it.
Isera Mostre Il Mondo di Nani Tedeschi Apertura: da venerdì 25 novembre 2011 a sabato 31 marzo 2012. Museo della Cartolina “S.Nuvoli”. Offre la possibilità di ammirare grafiche, manifesti e cartoline del famoso artista apprezzato in Italia e all’estero. Info: dal lunedì al sabato. Tel. 0464.420840.
Levico Terme
rinnovato nei volumi, nella sapiente messa in luce dei pieni
Mostre Bibliodonna Apertura: fino al 10 marzo. Biblioteca Comunale. Mostra di libri.
e dei vuoti, delle forze centripete e centrifughe. E, su tutto,
Pergine Valsugana
l’equilibrio. Il punto in cui gli opposti, il contrasto fra tempo
Mostre DONNA&DONNA Apertura: da venerdì 2 a mercoledì 14 marzo. Via Petrarca. Orario: 1619; chiuso lunedì, martedì e festivi.
fanno attraverso le forme scelte o date. Antico discorso
e non-tempo, trovano uno stato di quiete. È lì che Maurizio Giongo è riuscito a trascendere il tempo, a proporci una via d’uscita all’inquietante dilemma di vita e di morte.
Mostre TERRA MADRE Apertura: da venerdì 16 a giovedì 29 marzo. Via Petrarca, 36. Mostra a tema. Orario: 16-19; chiuso lunedì, martedì e festivi.
Riva del Garda Mostre ARTE&DESIGN Apertura: da venerdì 24 febbraio a domenica 11 marzo. Galleria Craffonara. Mostra di Luca Degara. Mostre Pinacoteca: Testimonianze figurative tra il XIV e il XIX secolo Apertura: da venerdì 23 marzo a giovedì 1 novembre. Museo “La Rocca” - Archeologia dell’Alto Garda. Storia: il lago, gli uomini, i tempi. Fiera Expo RIVA CACCIA PESCA AMBIENTE Apertura: da sabato 31 marzo a domenica 1 aprile. Quartiere fieristico. Appuntamento per gli amanti della pesca mosca e spinning e per gli appassionati della caccia alpina e di selezione. Info: Ingarda Trentino 0464.554444.
Rovereto Mostre la guerra dI Libia 1911-1930 Apertura: fino a sabato 30 giugno 2012. Castello. Il museo storico Italiano della guerra, ricorda i cento anni dall’inizio della guerra italoturca (1911-12) per il controllo della Libia con una mostra di fotografie, materiali e cartoline di propaganda. La mostra ripercorre le vicende del conflitto e illustra l’immaginario coloniale popolare attraverso l’iconografia riprodotta nelle cartoline illustrate e con altri materiali. Orari: tutto l’anno da martedì a domenica 10-18. Info: Museo Sorico Italiano della Guerra; Tel. 0464 438100; www.museodellaguerra.it. Mostre ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE Apertura: da sabato 25 febbraio a domenica 3 giugno. Mart. Progetto di: Christoph Benjamin Schulz e Peter Gorschlüter. A cura di: Christoph Benjamin Schulz e Gavin Delahunty, con la collaborazione di Eleanor Clayton. Mostra realizzata da Tate Liverpool in collaborazione con Mart di Rovereto e Kunsthalle Hamburg. Una mostra racconta la piccola Alice e le sue avventure nel leggendario Paese delle Meraviglie. Questo affascinante percorso espositivo prende avvio dal manoscritto originale di Lewis Carroll, composto nel 1864 come regalo per una bambina di dieci anni, Alice Liddell. Attraverso disegni, dipinti, fotografie,
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trentinomostre poster e oggetti della quotidianità, la mostra racconta un’epoca, una società e il lungo lavoro di Carroll dedicato ad Alice, ma soprattutto le numerose influenze che questa celebre opera e le sue immagini hanno avuto nella cultura artistica moderna e contemporanea, dai dipinti dei surrealisti, agli artisti della pop fino ai protagonisti dell’arte contemporanea da Sigmar Polke a Kiki Smith. Info: n.verde 800 397 760; info@mart.trento.it. Mostre POSTMODERNISMO. STILE E SOVVERSIONE 1970-1990 Apertura: da sabato 25 febbraio a domenica 3 giugno. Mart. Dopo il successo della grande mostra realizzata nel 2009 Cold War- La Guerra Fredda 1945-1970, continua la prestigiosa collaborazione tra il Mart e il Victoria and Albert Museum di Londra, con un nuovo progetto espositivo. In continuità con l’evento precedente, la mostra intende esplorare il concetto di Postmodernismo, emerso prepotentemente in un primo momento nella cultura architettonica internazionale, e poi diffuso ai più vasti ambiti culturali, a partire dagli anni Settanta. L’esposizione è così l’occasione per ricostruire la cultura di quegli anni attraverso le trasformazioni avvenute nell’architettura e nel design, ma anche con le suggestioni delle immagini cinematografiche, le testimonianze nel mondo della moda e le grandi rivoluzioni che coinvolsero la musica e la cultura giovanile. Info: n. verde 800 397 760; info@mart.trento.it. Mostre ARMANDO LULAJ - No More Feelings Apertura: da sabato 25 febbraio a domenica 20 maggio. Paolo Maria Deanesi Gallery. A cura di Francesca Referza. Mostre Maurizio Giongo Apertura: da giovedì 1 a sabato 31 marzo. Cassa Rurale Via Canzoni, 7. Opere pittoriche e scultoree dove sono riassunte le poetiche di questo artista che ha saputo imprimere un segno indelebile nell’arte trentina.
San Michele a/A Mostre LA GENERAZIONE DEI GIGANTI Apertura: da martedì 24 gennaio a domenica 1 aprile. Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina San Michele all’Adige. La mostra, curata dal Centro Studi Martino Martini, realizzata in occasione dei trecentocinquant’anni dalla morte del trentino Martino Martini, mette in luce la sua poliedrica personalità di scienziato, geografo, storico, linguista, missionario e il ruolo da lui svolto come mediatore tra due mondi e due culture, quella cinese e quella europea. Orario: 9-12.30/14.30-18. Chiuso il lunedì. Info: www.museosanmichele. it; www.centromartini.it.
Trento Fiere LA CASOLARA Apertura: da venerdì 2 a domenica 4 marzo. Piazza Fiera. Fiera delle migliori produzioni di formaggio. Orario: 10-19. Info: www.lacasolara.com. Info: tel. 0461-230264. Fiere 66esima MOSTRA DELL’AGRICOLTURA Apertura: 17 marzo 2012 - 18 marzo 2012. Rassegna di prodotti e servizi per l’agricoltura e il giardinaggio”: un classico della tradizione e della qualità per tutti i trentini. Orario: 8-19. Info: www.trentofiere.com. Info: tel. 0461-230264. Fiere DOMO 2012 - Edilizia, Risparmio energetico, nuove tecnologie Apertura: 17 marzo 2012 - 18 marzo 2012. Trento Fiere. Via Briamasco 2. Orario: 8-19. Info: www. trentofiere.com. Info: tel. 0461230264. Mostre VISITATE LE DOLOMITI! CENTO ANNI DI MANIFESTI Apertura: da mercoledì 23 novembre 2011 a domenica 4 marzo 2012. Palazzo Roccabruna. Un percorso attraverso un secolo di
grafica pubblicitaria. Orari: martven.: 10-12; 15-18; sab-dom: 1018. Lunedì chiuso. Ingresso libero. Info: www.palazzoroccabruna.it. Mostre Difesa e governo del Paese. Il Landlibell trentino-tirolese del 1511 Apertura: da sabato 17 dicembre 2011 a sabato 31 marzo 2012. Castello del Buonconsiglio. Nell’inverno 2011-2012 al Castello del Bonconsiglio di Trento si potrà ammirare la mostra dedicata al “Landlibell” che compie 500 anni. Questo “Libello del Paese” fu un patto sottoscritto dalla Dieta di Innsbruck il 23 giugno 1511. Con esso si prevedeva l’obbligo di leva della Contea del Tirolo (compreso il principato vescovile di Trento) durante le guerre d’Italia. Orario: 9.30-17.00. Lunedì chiuso. Info: tel. 0461 233770; www.buonconsiglio.it; info@buonconsiglio.it. Mostre NON SI VA MAI COSI’ LONTANO...” Apertura: da sabato 21 gennaio a sabato 31 marzo. Grand Hotel Trento - Sala Depero. Info: info@ fida-trento.com; www.fida-trento.com. Mostre 12a edizione premio architettura “Città di Oderzo” Apertura: da venerdì 17 febbraio a domenica 18 marzo. Galleria di Piedicastello. Info: www.ampstudiosite.com. Mostre DESERTI E MONTAGNE A EST E OVEST DEL MONDO Apertura: da giovedì 9 febbraio a domenica 15 aprile. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas. Piazza Cesare Battisti. Premio “Insieme per la pace” dedicato a Gianluigi Bettiol, progetto didattico realizzato dagli studenti dell’Istituto delle Arti Vittoria di Trento e dalle studentesse della Fondazione Kala Raksha di Ahmedabad - India, con la collaborazione dei Residenti della Casa di Riposo A.P.S.P. S. Spirito - Fondazione Montel di Pergine Valsugana. Ingresso libero. Orario: 9-13 / 14-17.30. Info: www.trentinocultura.net/archeologia.asp.
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Mostre RICCARDO BADALà ANAMNESI Apertura: da giovedì 23 febbraio a sabato 24 marzo. Numero due Arte Contemporanea. Largo Carducci 26/A. Orario: lun-sab 10-12 / 1619. Info: www.riccardobadala.it. Mostre La Torre di piazza Apertura: da venerdì 24 febbraio a lunedì 9 aprile. Museo Diocesano Tridentino. Il pubblico troverà alcuni dei documenti che hanno permesso di ricomporre la storia del manufatto, fornendo dati e riferimenti cronologici certi. Le fonti scritte, messe in luce da una paziente ricerca d’archivio, saranno accompagnate da interessanti testimonianze iconografiche: dipinti, incisioni, vecchie fotografie, cartoline. Orario: 9.30-12.30/14-17.30. Chiuso tutti i martedì. Info: tel. 0461.234419; info@museodiocesanotridentino.it. Mostre LUIGI PENASA - ATTESE Apertura: da sabato 25 febbraio a sabato 10 marzo. Studio d’Arte Andromeda - Via Malpaga, 17. Orario: 17-19. Domenica chiuso. Ingresso libero. Info: www.studioandromeda.net. Mostre FABIO PEDROTTI Apertura: da giovedì 1 a giovedì 15 marzo. Centro culturale Le Mura, in via Dietro Le Mura B, 4 all’interno del Salone Patton e Pedron. Ingresso libero, chiuso il lunedì e festivi. Mostre New Pollution LAURINA PAPERINA Apertura: da giovedì 15 marzo a giovedì 31 maggio. Studio d’Arte Raffaelli. La personale di Laurina Paperina sarà una nuova travolgente ondata di spamming di paperate. Info: studioraffaelli@tin.it. Mostre Paolo Dalponte Apertura: da sabato 17 a sabato 31 marzo. Studio d’Arte Andromeda, in via Malpaga 17. Una serie di 99 disegni a matita, dedicati a Renè Magritte. Orario: lun./sab. 17-19.30. Mostre Gli acquerelli di Roberta Ballista Dal 27 marzo al 3 aprile. Società “Dante Alighieri”,via Dordi, 8. Giorgio Ragucci Brugger presenterà la mostra. Orario: 10-12 / 16-19. Info: tel. 0461-239994.
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trentinoappuntamenti
La bella primavera del tempo libero
C
ominciamo dalla musica. Dal 10 al 18 marzo torna in pista il Dolomiti
Jazz
Festival, con gli ingredienti che lo rendono
da sempre uno dei più originali appuntamenti musicali italiani: piste da sci e musicisti di fama. Ultimi attesi concerti, invece, per la rassegna domenicale del comune di Trento, diretta da Riccardo Gadotti. Si parte con un delicato omaggio al contrabbasso, proposto dal duo formato da Laura di Paolo, pianoforte, e Massimiliano Rizzoli, contrabbasso. Tre appuntamenti di prestigio proposti a marzo dalla
Società Filarmonica di Trento. Rafal
Gianluca grignani
N
asce a Milano il 7 aprile 1972. Cresciuto nella periferia nord della metropoli lombarda, si trasferisce a Correzzana (in Brianza) all’età di 17 anni. Sin da giovanissimo inizia a scrivere canzoni (influenzato sia da gruppi come Beatles, Police e Nomadi, ma soprattutto il suo più grande mito fin dall’età di 6 anni, Elvis Presley sia da cantautori italiani come Battisti) e a suonare in piccoli locali della sua zona. Fondamentale per il suo percorso artistico è l’incontro con Massimo Luca, chitarrista e produttore (già chitarrista di Battisti, Concato ed altri), che lo propone alle più importanti case discografiche. Nel 1994 è la Polygram che decide di metterlo sotto contratto e presentarlo al pubblico di Sanremo Giovani con il singolo La mia storia tra le dita. Alcuni mesi dopo è la volta dell’esordio, nella categoria Nuove Proposte, al Festival di Sanremo con il brano Destinazione Paradiso, che immediatamente diventa un grandissimo successo. Sempre nel 1995 Gianluca incide il suo primo album, “Destinazione Paradiso”, che vende in un solo anno due milioni di copie e lo lancia anche nel mercato sudamericano, oltre a fargli vincere un Telegatto come artista rivelazione dell’anno. Dopo il dirompente successo e la conseguente intensa popolarità e presenza mediatica, scompare improvvisamente dalle scene e comincia a prendere piede una leggenda metropolitana secondo cui sarebbe addirittura morto di overdose. Notizia successivamente smentita...
Blechacz, Luca Scandali e il quartetto Hagen: tra i migliori al mondo nel loro ambito. Per il cantautorato, arrivano in Trentino due pezzi da novanta. Angelo
Branduardi che torna nel
siamo sempre a Trento –, anche Maurizio Micheli e
cartellone della Stagione di Trento con il concerto del 16
Tullio Solenghi in “L’apparenza inganna” e Giuliana
marzo all’Auditorium legato proprio ai brani del cd “Così è
Lojodice che recita Pirandello.
se mi pare”. Ma anche Gianluca
Grignani che
debutterà al PalaLevico di Levico Terme il 10 marzo. Ma soprattutto, marzo segna l’arrivo di Elio
e le
Storie Tese con l’esilarante “Enlarge Your Penis
Tour” i goliardi più famosi della scena musicale italiana. Per il teatro, a Vezzano, viene recuperato, sabato
10 marzo, l’appuntamento con Alessandro
Bergonzoni, funambolico affabulatore bolognese.
Quindi, concerto degli archi di Massimo Barba e “Appuntamento a Londra” con la brava Pamela Villoresi.
Nuova location per “Nevedonna”, l’evento femminile di Networking, Formazione, Svago e Benessere. Dal 15 al 18 marzo, a Cavalese, un intero weekend di incontri e sinergie, eventi e relax. Una segnalazione per la danza. Il 4 marzo al teatro
Sociale di Trento vedremo esibirsi la Compagnia Granata, nella prima nazionale della coreografia di Gare Centrale. Per chi, infine, è alla ricerca di occasioni di svago, torna come ogni anno la Fiera
della Lazzera. A
Ancora il palcoscenico protagonista con “L’ascesa di
Lavis il 24 e il 25 marzo, una tradizione che si rinnova.
Arturo Ui” interpretato da Umberto Orsini. In marzo –
E in più, Expo Lavis, affollata fiera campionaria.
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trentinoappuntamenti 1 giovedì Cultura Conferenza Caldonazzo. Ore 20.30. Ex Caseificio. “L’arte di crescere - progetto film/serate. Serata di discussione con il dott. Thierry Bonfanti sul film “Genitori e figli: Agitare bene prima dell’uso”. Info: www.comune. caldonazzo.tn.it. Cultura Conferenza Trento. Ore 17. Sala dell’Associazione Culturale “Antonio Rosmini”, Via Dordi, 8. “Filosofia e teologia del Novecento” con Marcello Farina. Teatro FuoriOrario Winter 2012 Isera. Locanda delle 3 Chiavi. Ore 21.30-22.30: “Gourmet teatrale”, gustosi assaggi da celebri monologhi, a cura del laboratorio di teatro adulti. Info: www.cdmrovereto.it. Teatro AVEVO UN BEL PALLONE ROSSO Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Il testo racconta, attraverso una serie di dialoghi tra padre e figlia che si svolgono dal 1965 al 1975, l’ultimo anno di università di Margherita Cagol alla facoltà di sociologia di Trento, l’incontro e il matrimonio con Renato Curcio, la presa di coscienza politica, il trasferimento a Milano nel 1969, l’entrata nella clandestinità e la fondazione delle Brigate Rosse, fino alla morte violenta della Cagol avvenuta in uno scontro a fuoco con i carabinieri il 5 giugno 1975. In scena due personaggi: Margherita e suo padre. I loro dialoghi, tra dialetto trentino e lingua italiana, raccontano la vicenda della fondatrice delle BR e, soprattutto, delineano il rapporto concreto e drammatico tra un padre e una figlia. Poi, inevitabilmente, salta fuori quella progressiva incomunicabilità tra generazioni che il ‘68 ha reso così evidente: perché le ragioni, gli ideali dei figli diventavano incomprensibili per i padri. Una frattura vissuta da tutti noi anche oggi, come figli o come padri. Regista dello spettacolo è Carmelo Rifici, uno dei più interessanti giovani registi italiani. Interpreti sono nel ruolo del padre il miglior attore trentino, Andrea Castelli e nel ruolo di Margherita Cagol la stessa Angela Dematté. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952.
2 venerdì Cultura EDUCARE ALLA VERITà Trento. Ore 20.30. Aula magna del Collegio Arcivescovile - Via Endrici. Incontro di riflessione per trasformare l’emergenza in opportunità. Con Alessandrio D’Avenia. Info: www.arcivescoviletrento.it.
Musica STAGIONE 2012 FILARMONICA DI TRENTO Trento. Sala Filarmonica. Rafal Blechacz, pianoforte su musiche di J.S. Bach Partita n. 3 in la min. BWV 827; L.v. Beethoven Sonata n. 7 op. 10 n. 3 in re magg.; F. Chopin Ballata n. 1 in sol min. op. 23; Polacca op. 26 n. 1 in do diesis min.; Polacca op. 26 n. 2 in mi bem. min.; K.M. Szymanowski Sonata in do min. op. 8 n. 1. Info: Società Filarmonica - Tel. 0461/985244. www.filarmonica-trento.it. Teatro DECAMERONE. AMORI E SGHIGNAZZI Tesero. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Ugo Chiti - da quattro novelle del Decameron di Giovanni Boccaccio. Con Giuliana Colzi,Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Teresa Fallai, Alessio Venturini. Con Arca Azzurra. Info: Biglietteria del Teatro Comunale Tel. 0462.815040 oppure 348.3200766. Cultura GANDHI E LA FORZA PIÙ POTENTE Trento. Ore 17.30. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas. Piazza Cesare Battisti. Massimiliano Pilati, rappresentante del movimento nonviolento. Ingresso libero. Info: www.trentinocultura.net. Teatro AMADEUS Rovereto. Ore 20.45. Auditorium “Fausto Melotti”. Commedia di Peter Shaffer. Con la Compagnia del Giullare di Salerno. Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro QUALCHEDUNI HA FAT I CORNI Brentonico. Ore 20.45. Teatro “Monte Baldo”. Commedia di Loredana Cont. Con la Filodrammatica “La Grinta” di Arco. Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
Sala per banchetti e cerimonie Trento c/o Aeroporto “G. Caproni” tel. 0461/944999 Teatro Casalinghe... le Casalingue Levico Terme. Ore 20.30. Teatro parrocchiale. Spettacolo che con leggerezza ed ironia descrive le varie sfacettature che si nascondono dietro un’apparente semplicità di idee della vita di tutti i giorni. Come afferma la stessa autrice ed interprete “Ma chi l’ha detto che le casalinghe devono per forza parlare solo di cucina, di detersivi, di faccende domestiche, di figlioli da accudire? Le casalinghe del terzo millennio sono aggiornate su tutto e possono parlare di tutto... e parlano, parlano, parlano! Le donne di questo spettacolo, più “casalingue” che casalinghe, raccontano le loro esperienze e le loro idee, convinte di “saperla più lunga” dei loro uomini. Ma sarà poi vero? Non sarà per caso che i mariti le lasciano parlare solo per quieto vivere?” Il linguaggio, le battute, le rapide trasformazioni dell’interprete per calarsi nei panni di quattro donne diverse, rendono lo spettacolo diversificato, con il chiaro intento di divertire gli spettatori... uomini.
3 sabato Cultura DONNE DI LIBRI Dro. Ore 17. Centro Culturale. Aperitivo fra le pagine. Presentazione del programma del mese di marzo e, a seguire, proposte di libri e letture per avvicinarsi al mondo femminile. Info: 349.5224292; ass-andromeda@libero.it; www. ass-andromeda.ea29.com.
Teatro AVEVO UN BEL PALLONE ROSSO Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Di Angela Dematté. Regia Carmelo Rifici. Scene Guido Buganza. Con Andrea Castelli, Angela Dematté. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800013952. Teatro FRANZELSTEIN Civezzano. Ore 20.45. Teatro Comunale “Luigi Pirandello”. Commedia di Massimo Gasper. Con la Filolevico di Levico Terme. Per la Rassegna Teatrale “Bruno Palaoro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro DA GIOVEDI’ A GIOVEDI’ Grumes. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Aldo de Benedetti. Con la Compagnia “Gustavo Modena” di Mori. Per la “Rassegna... tevi al meglio” 2011/2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TROPPA GRAZIA SANT’ANTONI Malé. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Edoardo Scarpetta adattam. dialettale di Riccardo Gottardi. Con la Filo “Doss Caslir” di Cembra. Per Teatrando 2012 - 20ª Rassegna di Teatro Amatoriale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
Teatro L’ERA MEIO NAR A RIMINI Volano. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Loredana Cont. Con la Compagnia Teatrale “La Nogara” di Cogollo di Tregnano. Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ULISSE PRINOT FARMACISTA DE NOT Vezzano. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Amendola e Corbucci. Con la Filo “Toblino” di Sarche. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
Sala riunioni - Sala Banchetti TRENTO Via Pomeranos, 2 Loc. Mattarello Tel. 0461/944545 www.adigehotel.it
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trentinoappuntamenti Teatro UN GIORNO LUNGO UN ANNO Lizzana. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di Claudio Morici. Con “Specchio Rovescio” di Roma. Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
luzioni che possono, in apparenza, accontentare tutti. Quello che lui considera invece sacro e intoccabile è l’onore della sua famiglia e a quello non è disposto a passare sopra per niente al mondo. È questo l’impianto della brillante trama dello spettacolo, una satira pungente dell’ambiente politico, ma in special modo della corruzione e dell’ambigua moralità che predica correttezza e onestà valide per gli altri ma non per se stessi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.
Teatro LA FABBRICA DEI SOLDI Serravalle. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Loredana Cont. Regia di Piergiorgio Lunelli. Con l’Associazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo in Banale. Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BEGHE, BASI E BACCALA Sabbionara d’Avio. Ore 20.45. Teatro. Da “L’eredità dela pora Sunta” di Loredana Cont - trad. in dialetto veronese di Igino Dalle Vedove. Con il Teatro dell’Attorchio di Cavaion Veronese. Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro FILUMENA MARTURANO Mori. Ore 20.45. Teatro “Sociale”. Commedia da Eduardo De Filippo. Con la Compagnia del Giullare di Salerno. Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EL BANDOL DE LA MATASSA Castellano. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Antonia Dalpiaz. Con la Filodrammatica di Sopramonte. Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro QUATRO CIACERE ‘N TEL SPIAZ Segonzano. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Camillo Vittici. Con la Filo “S. Rocco” di Nave S. Rocco. Per la Rassegna Teatrale 2012 a Segonzano. Info: Co.F.As.
Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ROBE DA NO CREDER Dro. Ore 20.45. Teatro Oratorio. Commedia di Emilio Luigi Motta. Con la Compagnia Teatrale “S. Siro” di Lasino. Per la 5ª Edizione di “Primavera a Teatro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro PARENTI SERPENTI Mezzolombardo. Ore 21. Teatro “S. Pietro”. Commedia di Carmine Amoroso. Con il Circolo Culturale Filodrammatico di Ischia. Per la Rassegna Teatrale Amatoriale “Comedie a Mezombart”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro POCHI MA BONI Coredo. Ore 21. Teatro “Dolomiti”. Commedia di Loredana Cont. Con la Filodrammatica “El Filò” di Taio. Per “4 Risate a Teatro” rassegna teatrale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA FADIGA DE CAPIRSE S. Lorenzo in Banale. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Antonia Dal-
Scena tratta da “Beghe, basi e baccalà”. 3 marzo. Sabbionara d’Avio ore 20.45.
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piaz. Con la Filodrammatica “La Scena” di Arco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro El congresso de le suocere Caldonazzo. Ore 20.30. Teatro. Rassegna Teatrale. Con la Filodrammatica “Segosta ‘90” di Bedollo.
4 domenica Cabaret PUNTO.CABARET 2012 Trento. Ore 20. Ventuno.Uno, via Ventuno 1 - “Punto.Cabaret”: I Provvisori dal Lab Zelig di Milano. Stagione che ospiterà e vedrà esibirsi comici e cabarettisti emergenti, provenienti da fuori regione. Info: www.itonimarci.it. Danza GARE CENTRALE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952. Musica I concerti della domenica Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica. Trento, via Verdi 30. “Contrabbasso, mon amour!”. Con Laura di Paolo, pianoforte; Massimiliano Rizzoli, contrabbasso. Info: Tel. 0461.985244; www. filarmonica-trento.it. Teatro IL SENATORE FOX Trento. Ore 16. Teatro S. Marco. Di Luigi Lunari. Con la Compagnia “GAD - Città di Trento”. Giorno di elezioni! L’intera vicenda si svolge nel patio che dà sul giardino di casa Fox. Il dott. Fox si presenta candidato al senato in un collegio che è ritenuto sicuro. A casa sua arrivano autorità e personaggi interessati a nuovi e futuri equilibri politici per discutere di programmi, clientele, iniziative pubbliche, affari, ecc. e Fox da politico navigato è disposto ad ascoltare cercando so-
Teatro ALTRI PERCORSI - AVEVO UN BEL PALLONE ROSSO Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Di Angela Dematté. Regia Carmelo Rifici. Questo bel testo della giovane autrice e attrice trentina Angela Demattè ha vinto nel giugno 2009 la cinquantesima edizione del Premio Riccione per il teatro, il più prestigioso concorso italiano di drammaturgia contemporanea. Info: www.centrosantachiara.it - n. verde 800 013952. Teatro ragazzi BRUTTINO Nago Torbole. Ore 16.30. Casa della Comunità. Teatro a gonfie vele. Info: Ingarda Trentino 0464.554444. Teatro ragazzi Il volo delle rondini Vezzano. Ore 16.30. Teatro. Un’avventura tenera e surreale, comica e drammatica, piena di zig e di zag proprio come il percorso delle rondini nei cieli e come tutti i sentieri della vita. Rappresentazione che rietra nella rassegna “Teatro Famiglie”. Info: info@teatrovalledeilaghi.it; www.teatrovalledeilaghi.it.
5 lunedì Cultura “La cultura delle donne, tradizione e contemporaneità: scrittrici, saggiste, poetesse, artiste” Calceranica al Lago. Ore 20.30. Bilioteca comunale. Incontro coordinato da Luciana Grillo con la partecipazione di due scrittrici, una poetessa e alcune artiste per aprire un dibattito sul perché si scrive, si elaborano poesie, si dipinge o si scolpisce. Ogni espressione può avere anche un valore terapeutico: parliamone. Cultura EDUCARE ALLA BELLEZZA Trento. Ore 20.30. Aula magna del Collegio Arcivescovile - Via Endrici. Incontro di riflessione per trasformare l’emergenza in opportunità. Con Mariapia Veladiano. Info: www.arcivescoviletrento.it.
trentinoappuntamenti Teatro AVEVO UN BEL PALLONE ROSSO Tione di Trento. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Angela Demattè. Con Andrea Castelli e Angela Demattè. Regia di Carmelo Rifici. Con il Teatro Stabile di Bolzano. Info: Comune di Tione Biblioteca Tel.0465.322018 e presso il Consorzio Turistico Giudicarie Centrali di Tione Tel. 0465.323090.
6 martedì
Cultura Letture Trento. Ore 16.45. Società “Dante Alighieri”, via Dordi, 8. “Le poesie di Roberto Marino” - Presentazione di Italo Bonassi e Silvano Demarchi - Letture di Giuliana Raffaelli - Accompagnamento musicale di Stefano Cattoni. Info: tel. 0461-239994. Cultura CONFERENZA CON PROIEZIONE Riva del Garda. Ore 20.30. Museo Civico “Craffonara”. Conferenza su Paul Gauguin con Renzo Francescotti. Ingresso libero. Cultura CONFERENZA Arco. Ore 20.30. Auditorium Palazzo Panni. “Storia di piccole grandi donne: Karen, Marta e Nassin” con Giovanna Sartori De Vigili. Info: Ingarda Trentino 0464.554444.
Musica ELIO E LE STORIE TESE in concerto Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Gli Elio e le Storie Tese (per usare la loro dizione) sono generalmente classificati come rock demenziale, definizione che loro stessi rifuggono proprio per evitare paragoni con gruppi come gli Skiantos. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952.
7 mercoledì Cultura CONFERENZA Arco. Ore 17.30. Centro giovani A.gio. Una finestra sul mondo. “La Chiesa Cattolica” con Stefano Ischia. Info: Ingarda Trentino 0464.554444. Cultura Conferenza Arco. Ore 15. Palazzo Panni. «Le grandi religioni di fronte alle sfide del nostro tempo»; si tratta dell’incontro con Giuseppe Zorzi, direttore della fondazione trentina «Alcide De Gasperi», relatore nell’incontro dal titolo «Il primo Alcide De Gasperi». Ingresso libero.
Cultura il mondo di ieri Borgo Valsugana. Ore 15.30. Azienda Pubblica di Servizi alla Persona - Via per Telve, 7 - piano terra. Racconti tratti da La valle più bella del mondo. Racconti dal vero, di Ezio Franceschini. Semplicemente un libro incantevole. Dalla penna di Franceschini escono racconti semplici e vivi, che scaturiscono nel lettore voglia di sorridere e, perché no, di vivere. Info: Biblioteca Comunale tel. 0461.754052 Teatro AVEVO UN BEL PALLONE ROSSO Rovereto. Ore 20.45. Auditorium Fausto Melotti. Commedia di Angela Demattè. Con Andrea Castelli e Angela Demattè. Regia di Carmelo Rifici. Con il Teatro Stabile di Bolzano. Info: Ufficio dell’Assessorato comunale alla promozione culturale in Corso Bettini, 43 Tel. 0464.452253-56.
Curcu & Genovese Associati S.r.l. - Südtiroler Studio S.r.l. - riproduzione vietata
Cultura Conversazione Trento. Ore 16.45. Società “Dante Alighieri”, via Dordi, 8. “La vita e le opere di Pierre Auguste Renoir” - Conversazione di Anna Maria Marchionne, storica dell’arte. Presentazione di Nadia Scappini. Info: tel. 0461-239994.
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800 726 116 Musica «Orchestra Haydn» Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Stefano Ranzani, direttore; Enrico Dindo, violoncello; Pëtr Il’ic Cajkovskij. Capriccio italiano, op. 45; Dmitrij ostakovic; Concerto per violoncello e orchestra n. 1 in mi bemolle maggiore, op. 107; Suite n. 2 per orchestra jazz. In-
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trentinoappuntamenti fo: www.haydn.it, info@haydn.it; n. verde 800-086890. Musica VOCI DI DONNA Riva del Garda. Ore 21. Auditorium Conservatorio. Spettacolo musicale con Cristina di Belgiojoso. Info: Ingarda Trentino 0464.554444. Teatro ANGELICA Trento. Ore 21. Teatro Cuminetti. Di e con Andrea Cosentino. Regia Andrea Virgilio Franceschi. Collaborazione alla drammaturgia e alla messa in scena Valentina Giacchetti. Comunque alla fine lei muore. Lo so. L’ho vista io. È morta a casa mia. Ma mica una volta. Tutto il pomeriggio fino a sera a morire a casa mia. Che la televisione è così, che uno muore e muore e muore, finchè il regista dice ˝buona, stop, è morta bene˝. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952.
Teatro CERCASI ULISSE DISPERATAMENTE... QUANDO PENELOPE NON TESSEVA LA TELA Vigo di Ton. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo tetral-musical cabarettistico vagamente ispirato all’Odissea ideato e diretto da Maura Pettorusso e Daniele Filosi. Esilarante rilettura umoristica delle avventure di Ulisse. Ingresso libero. Info: Wilma cell. 334.6956100.
8 giovedì Cultura Hdemia 2012 Sant’Orsola Terme. Ore 20. Corso di nuova medicina germanica (gruppo di condivisione) con Eleonora Manfroni. Info: tel. 348.5226209. Cultura Conferenza Arco. Ore 17. Auditorium Palazzo Panni. Dedicato alla donna. Lia Giovanazzi Beltrami presenta il progetto “Genere e salute” e a seguire la conferenza del dott. Maurizio del Greco “Cuore di donna”. Info: Ingarda Trentino 0464.554444. Cultura LES VIES EN ROSE... NON SOLO AMORE Arco. Ore 20.30. Casinò Municipale. Spettacolo teatrale dedicato alla donna. Info: Ingarda Trentino 0464.554444. Cultura Conferenza Trento. Ore 17. Sala dell’Associazione Culturale “Antonio Rosmini”, Via Dordi, 8. “Il caso svizzero: Karl Barth” con Andrea Aguti. Musica FuoriOrario Winter 2012 Isera. Locanda delle 3 Chiavi. Ore 21-23: laboratori musica d’insieme con Flavio Zanon. Info: www. cdmrovereto.it. Teatro DIGI DE YES Mezzolombardo. Ore 21. Teatro “S. Pietro”.Commedia di Loredana Cont. Con la Filodrammatica “La Revodana” di Revò. Per la Rassegna Teatrale Amatoriale “Comedie a Mezombart”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
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Teatro L’APPARENZA INGANNA Trento. Ore 20.30. Tratto dall’omonimo film, riporta in scena il personaggio di François Pignon, inventato all’inizio degli anni ‘70 da Francis Veber, non a torto considerato il Neil Simon francese. La versione teatrale che la coppia Solenghi - Micheli ha derivato dalla sceneggiatura, pur non tradendone le trame essenziali, adatta al contesto italiano ambienti e personaggi e restituisce al testo una efficace attualità affrontando temi quali discriminazione sessuale, omofobia, mobbing, disoccupazione, stalking. È la vicenda di un uomo mite e senza qualità, alle prese con un mondo violento e volgare, al quale però una serie di eventi fortuiti cambieranno totalmente la vita e perfino il carattere. Del taglio cinematografico, l’allestimento teatrale mantiene la frammentarietà del racconto, con scene che si susseguono a ritmo incalzante, fino all’immancabile ˝Happy End˝. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800013952.
Cultura SERATA LETTERARIA Faver. Ore 20.30. Molin de Portegnach. Serata letteraria in compagnia dell’autore Eros Olivotto. Ingresso libero. Info: Sorgente ‘90 328 1344805; info@sorgente90. it; www.sorgente90.it. Cultura SOTTO IL KHOKH MONG TENGHER Trento. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas. Piazza Cesare Battisti. Anna Maria Marras, archeologa. Ingresso libero. Info: www.trentinocultura.net/archeologia.asp. Ore 17. Teatro L’APPARENZA INGANNA Trento. Ore 20.30. Tratto dall’omonimo film, riporta in scena il personaggio di François Pignon, inventato all’inizio degli anni ‘70 da Francis Veber, non a torto considerato il Neil Simon francese. La versione teatrale che la coppia Solenghi - Micheli ha derivato dalla sceneggiatura, pur non tradendone le trame essenziali, adatta al contesto italiano ambienti e personaggi e restituisce al testo una efficace attualità affrontando temi quali discriminazione sessuale, omofobia, mobbing, disoccupazione, stalking. È la vicenda di un uomo mite e senza qualità, alle prese con un mondo violento e volgare, al quale però una serie di eventi fortuiti cambieranno totalmente la vita e perfino il carattere. Del taglio cinematografico, l’allestimento teatrale mantiene la frammentarietà del racconto, con scene che si susseguono a ritmo incalzante, fino all’immancabile ˝Happy End˝. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800013952. Teatro BUCHI NEL CUORE Rovereto. Ore 20.45. Auditorium “Fausto Melotti”. Commedia di Pietro Floridia e Angelica Zanardi. Con la Compagnia del Teatro dell’Argine e Crexida San Lazzo di Savena e Bologna. Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012.
Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EPPURE QUANTO AMORE CI HO MESSO! Ala. Ore 20.45. Teatro “Sartori”. Storie di eroine del teatro e della letteratura di tutti i tempi ispirate a Ovidio, Aristofane, Stendhal, Flaubert, Ibsen, Wedekind - di Roberto Marafante. Con la Compagnia di Lizzana. Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro CERCASI ULISSE DISPERATAMENTE Brentonico. Ore 20.45. Teatro “Monte Baldo”. Commedia di e con Maura Pettoruso. Con “TrentoSpettacoli” di Trento. Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL GIARDINO DELLA SIGNORINA P. Volano. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Jacopo Roccabruna, liberamente tratto da “La Signorina Papillon” di Stefano Benni. Con la Compagnia “GAD - Città di Trento”. Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
10 sabato Cabaret CABARET DI SUPERMARIO Sarnonico. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di e con Mario Cagol. Info: Ufficio cultura del Comune Tel. 0463.831263. Cultura Hdemia 2012 Valsugana. Da definire. (Ore 9 e 11) Corso “Catene lineari del corpo di Calligaris” con Iginio Deanesi. (Ore 14.30) “Il quinto chakra” con Luciano Stella e Claudio Caliari. (Ore 17.30) “Meditazione di Osho” con Caorlo Pallaoro. Info: tel. 348.5226209.
9 venerdì Cultura Hdemia 2012 Valsugana. Ore 20.30. Da definire. Corso “Energia e forma” evento aperto a tutti con Iginio Deanesi. Info: tel. 348.5226209.
Scena tratta da “Buchi nel cuore”. 9 marzo. Rovereto. ore 20.45.
trentinoappuntamenti Nazzaro,Marco Mirandola, Davide Magalini. Regia a cura di Estravagario Teatro. Info: Biblioteca Comunale Tel. 0464.395059.
Cultura DOLOMITI SKI JAZZ 2012 Cavalese. Ore 12: Rifugio Doss dei Laresi, Alpe Cermis (Cavalese): Daniele Malvisi Quartet. Ore 21: Teatro Comunale, Cavalese: Patrizia Laquidara “Il canto dell’Anguana con Patrizia Laquidara (voce), Maria Vicentini (violino), Giancarlo Bianchetti (chitarra), Thomas Sinigaglia (fisarmonica), Luca Nardon (percussioni), Nelide Bandello (batteria). Info: Apt Val di Fiemme tel. 0462.241111; www.dolomitiskijazz.com; info@ dolomitiskijazz.com. Danza LA DANZA DEL SÉ Dro. Ore 20.45. Centro Culturale. Spettacolo di danza di e con Michela Cimadom. Regia: Gabriele Nardelli, Paolo Pisetta e Nella Valentini. Info: 349.5224292; assandromeda@libero.it; www.assandromeda.ea29.com. Teatro ARIE BorgoValsugana. Ore 20.45. Teatro del Centro Scolastico. Commedia di Lella Costa, Giorgio Gallione, Massimo Cirri. Con Irma Spettacoli. Info: Biblioteca Comunale Tel. 0461.754052. Teatro INGANNO IN GONNA Brentonico. Ore 21. Teatro Monte Baldo. Commedia di Ken Ludwig. Con Andrea Di Clemente, Ermanno Regattieri, Emanuela Spada, Tiziano, Gelmetti, Fausto Tognato, Roberta Zocca, Cristina Stella, Filli
Teatro L’APPARENZA INGANNA Trento. Ore 20.30. Tratto dall’omonimo film, riporta in scena il personaggio di François Pignon, inventato all’inizio degli anni ‘70 da Francis Veber, non a torto considerato il Neil Simon francese. La versione teatrale che la coppia Solenghi Micheli ha derivato dalla sceneggiatura, pur non tradendone le trame essenziali, adatta al contesto italiano ambienti e personaggi e restituisce al testo una efficace attualità affrontando temi quali discriminazione sessuale, omofobia, mobbing, disoccupazione, stalking. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952. Teatro FINCHE’ MORTE NON CI SEPARI Olle. Ore 20.45. Teatro “San D. Savio”. Commedia di Sergio Marolla. Con la Compagnia “Piccolo Teatro Pineta” di Pineta di Laives. Per la Rassegna Teatrale 2012 organizzata dalla Filodrammatica di Olle. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro MARYLIN, 5 AGOSTO Mori. Ore 20.45. Teatro “Sociale”. Commedia di Gregorio Scalise. Con la Compagnia Teatrale “Trame Perdute” di San Lazzaro di Savena (BO). Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro EL CONGRESSO DE LE SUOCERE Trambileno. Ore 20.45. Auditorium Comunale Moscheri. Commedia di Guido Chiesa. Con la Filo “Segosta ‘90” di Bedollo. Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it.
Scena tratta da “El congresso dele suocere”. 10 marzo. Trambileno. Ore 20.45.
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Babla Casa
Complementi d’arredo. Articoli da regalo. Lista nozze. Via Garibaldi, 93 LEVICO TERME
Teatro GEMELLAGGIO CON LA LUGANEGA Lavis. Ore 21. Auditorium Comunale. Commedia di Loredana Cont. Con l’Associazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo in Banale. Per la 7ª Rassegna “Ricordando Nicola”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro MI CHIAMO ROBERTA, HO QUARANT’ANNI, GUADAGNO 250 EURO AL MESE Lizzana. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia dal libro di Aldo Nove, drammaturgia di Federica Fracassi, Renzo Martinelli e Aldo novembre Teatro “i” di Milano. Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LE DONNE A PARLAMENTO Avio. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Aristofane. Con la Compagnia Teatrale “Giorgio Totola” di Verona. Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EPPURE, QUANTO AMORE CI HO MESSO! Pedersano. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Roberto Marafante. Con la Compagnia di Lizzana. Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
Teatro EL BELO, EL BRUTO, EL CATIVO Levico Terme. Ore 21. Teatro “Mons. Caproni”. Commedia di Claudio Pasquini, Nicola Libardoni, Francesco Filippi e Riccardo Vettorazzi. Con la Filolevico di Levico Terme. Per la 10ª Rassegna “Franco & Daniela”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PAOLO, METETE LA VESTA Ton. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Loredana Cont. Con il Gruppo Filodrammatico “Coredano” di Coredo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro REFUGIUM PECCATORUM Cavizzana. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Gabriele Bernardi. Con la Filodrammatica “La Sortiva” di Denno. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro QUALCHEDUNI HA FAT I CORNI Ravina. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Loredana Cont. Con la Filodrammatica “La Grinta” di Arco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
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Teatro “Come ammazzare la moglie e perché - Come ammazzare il marito senza tanti perché” Caldonazzo. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Commedia con Alfonso Masi, Mariabruna Fait e le percussioni di Paul Sark. Il titolo del recital è tratto dai due libri scritti da Antonio Amurri, definiti scherzosamente dall’autore manuali di legittima difesa. Nel recital vengono scandagliati in modo comico i difetti del marito italiano (dal marito tifoso al marito casalingo, da quello geloso a quello rumoroso, dal marito cataplasma al marito cucciolone) e della moglie italiana (dalla moglie urlante alla moglie coccolosa, dalla moralistoide alla domenicale, dalla moglie antisuocera a quella pillolomane) in un continuo brillante dialogo-scontro fra lui e lei. Teatro Il viaggio dell’Utopia Trento. Ore 20.45. Teatro S. Marco. Spettacolo corale-teatrale, per la regia e drammaturgia di Rocco Sestito, direzione musicale di Elena Rizzi, scenografie di Mauro Patton, Mauro Andreolli e Susanna Brambilla, progetto luci di Marco Pegoretti, contributo strumentale del gruppo Lacio Drom e degli strumentisti del Coro Altreterre, coordinati da Chiara Viganò. Info: www.coralealtreterre.it.
Teatro PAREVA ‘NA BELA IDEA Cognola. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Loredana Cont. Con la Filo “Ce.Dro” di Dro. Per la Rassegna “Argentario 2012”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LE UOVA DELLE MONACHE Rallo. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia di Donato Bitetti. Con la Filodrammatica di Civezzano. Per la 2ª Edizione di “Teatrallo” rassegna teatrale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
nuovo testo dopo il pluripremiato “Nel”? Sicuramente segnalarci delle differenze che se trascurate possono realmente cambiare il senso delle cose, come quella tra sogno e bisogno. Ma anche dimostrare che la comicità è fatta di materiali non solo legati all’evidente o al rappresentato. E soprattutto mettere sotto i nostri occhi il suo “voto di vastità” un vero e proprio canone artistico che lo obbliga a non distogliere mai gli occhi dal tutto. Un tutto composto dall’enormità e dall’invisibile, onirico, sciamanico e rascendentale. E in questo tutto è essenziale quindi anche lo spazio scenico, firmato sempre da Bergonzoni, che firma anche la regia in collaborazione con Riccardo Rodolfi. “Urge” quindi verificare dalla platea questa ulteriore e necessaria scrittura comica di quello che senza dubbio è uno dei più originali artisti contemporanei. Info: info@teatrovalledeilaghi.it; www.teatrovalledeilaghi.it.
11 domenica Teatro Urge Vezzano. Ore 20.45. Teatro. Di e con Alessandro Bergonzoni.Un allestimento che già dal titolo vuole chiaramente segnalarci un’allerta, una necessità artistica senza sosta e senza indugi. Ma cosa “Urge” a Bergonzoni, che arriva a questo
Cabaret PUNTO.CABARET 2012 Trento. Ore 20. Ventuno.Uno, via Ventuno 1 - “Punto.Cabaret”: Salvo Spoto da Colorado Caffè (Italia 1). Stagione che ospiterà e vedrà esibirsi comici e cabarettisti emergenti, provenienti da fuori regione. Info: www.itonimarci.it.
Cultura DOLOMITI SKI JAZZ 2012 Moena. Ore 14: Platzl, Obereggen: Marzia Neri Quintet. Ore 21: Teatro Navalge, Moena: Trentino Jazz Ensemble “Canti della Montagna Jazz Remix” con Emilio Galante (flauto, ottavino, live electronics), Fiorenzo Zeni (sax tenore e soprano), Giuliano Cramerotti (chitarra elettrica), Enrico Merlin (chitara elettrica, laptop), Stefano Colpi (contrabbasso), Filip Milenkovic (batteria). Info: Apt Val di Fiemme tel. 0462.241111; www.dolomitiskijazz.com; info@ dolomitiskijazz.com. Musica I concerti della domenica Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica. Trento, via Verdi 30. “Bach & Sons”. Con Ornella Gottardi, flauto-traversiere; Marianna Bisacchi, clavicembalo. Info: Tel. 0461.985244; www.filarmonicatrento.it. Teatro L’APPARENZA INGANNA Trento. Ore 16. Tratto dall’omonimo film, riporta in scena il personaggio di François Pignon, inventato all’inizio degli anni ‘70 da Francis Veber, non a torto considerato il Neil Simon francese. La versione teatrale che la coppia Solenghi Micheli ha derivato dalla sceneggiatura, pur non tradendone le trame essenziali, adatta al contesto italiano ambienti e personaggi e restituisce al testo una efficace attualità affrontando temi quali discriminazione sessuale, omofobia, mobbing, disoccupazione, stalking. È la vicenda di un uomo mite e senza qualità, alle prese con un mondo violento e volgare, al quale però una serie di eventi fortuiti cambieranno totalmente la vita e perfino il carattere. Del taglio cinematografico, l’allestimento teatrale mantiene la frammentarietà del racconto, con scene che si susseguono a ritmo incalzante, fino all’immancabile ˝Happy End˝. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952.
ROVERETO
AUDITORIUM FAUSTO MELOTTI ORE 20.45
VENERDÌ 24 FEBBRAIO
VENERDÌ 16 MARZO
RUMORI FUORI SCENA
FROM MEDEA
Compagnia Step - Ancona
I Cattivi di Cuore - Imperia
di Michael Frayn
di Grazia Verasani
VENERDÌ 2 MARZO
VENERDÌ 23 MARZO
Compagnia del Giullare Salerno
AMADEUS
di Peter Shaffer
VENERDÌ 9 MARZO
Compagnia del Teatro dell’Argine e Crexida San Lazzaro di Savena e Bologna
FUORI CONCORSO SERATA DELLE PREMIAZIONI Compagnia di Lizzana Rovereto
I LOVE SHOPPING
LIZZANA
TEATRO SAN FLORIANO ORE 20.45
SABATO 25 FEBBRAIO
SABATO 10 MARZO
UN CURIOSO ACCIDENTE
MI CHIAMO ROBERTA, HO QUARANT’ANNI GUADAGNO 250 EURO AL MESE
Teatro dei Pazzi San Donà di Piave di Carlo Goldoni
SABATO 3 MARZO
Specchio Rovescio - Roma
UN GIORNO LUNGO UN ANNO di Claudio Morici
Teatro i - Milano
da Aldo Nove
SABATO 17 MARZO
Compagnia San Martino di Fornace - Fornace
UNA SPLENDIDA MANIA di Roberto Marafante
LIOLÀ
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
COMUNITÀ DELLA VALLAGARINA
da Luigi Pirandello
BUCHI NEL CUORE
di Pietro Floridia e Angelica Zanardi
Segreteria del Sipario d’Oro Corso Bettini 64 - Rovereto aperta tutti i giorni esclusa la domenica dall’1 febbraio al 23 marzo dalle ore 15 alle 18.30 0464 480686 teatro@compagniadilizzana.it www.sipariodoro.it
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO COMPAGNIA DI LIZZANA COFAS COMPAGNIE FILODRAMMATICHE ASSOCIATE UILT UNIONE ITALIANA LIBERO TEATRO
trentinoappuntamenti 12 lunedì
Scena tratta da “Happy Days”.
Cultura DOLOMITI SKI JAZZ 2012 Moena e Predazzo. Ore 12: Rifugio Passo Feudo, Ski Center Latemar (Predazzo): Romina Capitani “Isola Jazz Quartet”. Ore 21.30: La Grenz, Moena: Jam Session. Info: Apt Val di Fiemme tel. 0462.241111; www.dolomitiskijazz.com; info@dolomitiskijazz.com. Teatro IL VECCHIO E IL MARE Trento. Ore 14.30. Teatro Cuminetti. Commedia con Bruno Soriato, Robert McNeer, Salvatore Marci. Tratto da Il vecchio e il mare di Hemingway. Regia, scene e luci Michelangelo Campanale. Hemingway scrisse la storia di un vecchio pescatore dell’Havana che, dopo una lotta terribile di tre giorni, aveva catturato un pescespada enorme. Dirigendosi verso terra i pescecani avevano divorato a poco a poco tutto il pesce. Era ritornato soltanto con la testa e la lisca. Nasceva così ˝Il vecchio e il mare˝, romanzo che nel 1954 ottenne il Premio Nobel per la letteratura. Sulla scena tre personaggi, tre vissuti, tre età. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952.
13 martedì Cultura CONFERENZA CON PROIEZIONE Riva del Garda. Ore 20.30. Museo Civico “Craffonara”. Conferenza su Gustav Klimt con Renzo Francescotti. Ingresso libero. Cultura DOLOMITI SKI JAZZ 2012 Moena e Predazzo. Ore 12: Baita La Morea, Bellamonte: Francesco Mazzù “Jazzmood Trio”. Ore 21: Teatro Comunale, Tesero: Marco Tamburini “Three Lower Colours” + Vertere String Quartet “Contemporaneo Immaginario” con Marco Tamburini (tromba, flicorno, elettronica), Stefano Onorati (pianoforte, elettronica), Stefano Paolini (batteria, elettronica), Giuseppe Amatulli (violino), Rita Paglionico (violino), Domenico Mastro (viola), Giovanna Buccarella (violoncello). Info: Apt Val di Fiemme tel. 0462.241111; www. dolomitiskijazz.com; info@dolomitiskijazz.com. Cultura il mondo di ieri Borgo Valsugana. Ore 15.30. Azienda Pubblica di Servizi alla Persona - Via per Telve, 7 - piano terra. Letture da Stivor. Odissea della speranza, di Sandra Frizzera. Info: Biblioteca Comunale tel. 0461.754052.
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Cultura DOLOMITI SKI JAZZ 2012 Pampeago e Predazzo. Ore 12: Rifugio Zischgalm, Pampeago: Maurizio Bestetti Trio. Ore 21: B’art, Predazzo: Jam Session. Info: Apt Val di Fiemme tel. 0462.241111; www.dolomitiskijazz.com; info@dolomitiskijazz.com. Cultura VIAGGI@NDO: MYANMAR. L’ASIA PERDUTA Faver. Ore 20.30. Molin de Portegnach. Serata in compagnia di Mario Paolazzi alla scoperta del Myanmar. Ingresso libero. Info Sorgente ‘90 328 1344805; info@sorgente90.it; www.sorgente90.it.
Musical Happy Days Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Di Garry Marshall. Regia Saverio Marconi. È ispirato al celebre telefilm cult che ha accompagnato generazioni di spettatori per undici stagioni e oltre 250 episodi complessivi ambientati nella Milwaukee degli anni ‘50: gli anni dei jukebox, del rock’n’roll, della musica di Buddy Holly e di Elvis Presley. Racconta, attraverso un’atmosfera allegra e spensierata, le vicende quotidiane di una tipica famiglia borghese. Anche a teatro ci saranno Howard Cunningham, sua moglie Marion, casalinga perfetta, e i loro due figli Richie e Joanie ˝sottiletta˝. A completare il gruppo, amici, vicini di casa, fidanzate e, naturalmente, il mitico Fonzie, meccanico rubacuori con i capelli sempre impomatati e l’immancabile giubetto di pelle. Hey! Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952. Teatro TUTTO SU MIA MADRE Rovereto. Ore 20.45. Auditorium Fausto Melotti. Commedia di Samuel Adamson basato sul film di Pedro Almodóvar - traduzione di Giovanni Lombardo Radice. Con Elisabetta Pozzi, Alvia Reale, Eva Robin’s, Paola Di Meglio, Alberto Fasoli, Silvia Giulia Mendola, Giovanna Mangiù, Alberto Onofrietti. Regia di Leo Muscato. Con Fondazione Teatro Due - Teatro Stabile del Veneto. Info: Ufficio dell’Assessorato comunale alla promozione culturale in Corso Bettini, 43 Tel. 0464.452253-56.
14 mercoledì Cultura Hdemia 2012 Sant’Orsola Terme. Ore 20. Corso di nuova medicina germanica (gruppo di condivisione) con Eleonora Manfroni. Info: tel. 348.5226209.
Musica STAGIONE 2012 FILARMONICA DI TRENTO Trento. Sala Filarmonica. Luca Scandali, organo. Su musiche di J.S. Bach Preludio e Fuga in do magg. BWV 545; W.A. Mozart Andante in fa magg. KV 616; F. Mendelssohn Allegro in re min., Fuga in fa min.; A.G. Ritter Sonata n. 2 op. 19 in mi min. F. Liszt Preludio e Fuga dalla Cantata “Ich hatte viel Bekümmernis”; J. Reubke Sonata in do min. dal 94° Salmo. Info: Società Filarmonica - Tel. 0461/985244. www.filarmonica-trento.it. Teatro TUTTO SU MIA MADRE Rovereto. Ore 20.45. Auditorium Fausto Melotti. Commedia di Samuel Adamson basato sul film di Pedro Almodóvar - traduzione di Giovanni Lombardo Radice. Con Elisabetta Pozzi, Alvia Reale, Eva Robin’s, Paola Di Meglio, Alberto Fasoli, Silvia Giulia Mendola, Giovanna Mangiù, Alberto Onofrietti. Regia di Leo Muscato. Con Fondazione Teatro Due - Teatro Stabile del Veneto. Info: Ufficio dell’Assessorato comunale alla promozione culturale in Corso Bettini, 43 Tel. 0464.452253-56. Scena tratta da “Tutto su mia madre”.
Musical Happy Days Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Di Garry Marshall. Regia Saverio Marconi. È ispirato al celebre telefilm cult che ha accompagnato generazioni di spettatori per undici stagioni e oltre 250 episodi complessivi ambientati nella Milwaukee degli anni ‘50: gli anni dei jukebox, del rock’n’roll, della musica di Buddy Holly e di Elvis Presley. Racconta, attraverso un’atmosfera allegra e spensierata, le vicende quotidiane di una tipica famiglia borghese. Anche a teatro ci saranno Howard Cunningham, sua moglie Marion, casalinga perfetta, e i loro due figli Richie e Joanie ˝sottiletta˝. A completare il gruppo, amici, vicini di casa, fidanzate e, naturalmente, il mitico Fonzie, meccanico rubacuori con i capelli sempre impomatati e l’immancabile giubetto di pelle. Hey! Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952.
15 giovedì Cultura Hdemia 2012 Caldonazzo. Ore 20.30 e 22. Via Stazione, 1 - sopra la Biblioteca. Corso di trattamenti Reiki rilassanti antistress con Adriana Bertoldi e altri 4 terapeuti. Info: tel. 348.5226209. Cultura DOLOMITI SKI JAZZ 2012 Moena e Predazzo. Ore 12: Chalet Valbona, Alpe Lusia (Moena): Helga Plankensteiner “Revenge!”. Ore 21: Aula Magna, Predazzo: Soundscape Quartet con Stefano D’Anna (sax tenore), Jorge Rossy (pianoforte), Paolino Dalla Porta (contrabbasso), Gregory Hutchinson (batteria). Info: Apt Val di Fiemme tel. 0462.241111; www.dolomitiskijazz.com; info@ dolomitiskijazz.com. Cultura NEVE DONNA 2012 Cavalese. “Benessere donna”.Pomeriggio: Incontri esperienziali e conferenze su Salute e Benessere: nuovi strumenti, trattamenti, consigli e opportunità per stare bene. A cura di operatrici del benessere aderenti a Trentino Network Donna e di esperti del settore salute. Info: tel. 0464.720273; 335.5374785; www.nevedonna. it; info@nevedonna.it. Cultura Conferenza Trento. Ore 17. Sala dell’Associazione Culturale “Antonio Rosmini”, Via Dordi, 8. “Il caso tedesco: Martin Heidegger e la teologia” con Alberto Anelli. Musical Happy Days Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Di Garry Marshall. Regia Saverio
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trentinoappuntamenti Marconi. È ispirato al celebre telefilm cult che ha accompagnato generazioni di spettatori per undici stagioni e oltre 250 episodi complessivi ambientati nella Milwaukee degli anni ‘50: gli anni dei jukebox, del rock’n’roll, della musica di Buddy Holly e di Elvis Presley. Racconta, attraverso un’atmosfera allegra e spensierata, le vicende quotidiane di una tipica famiglia borghese. Anche a teatro ci saranno Howard Cunningham, sua moglie Marion, casalinga perfetta, e i loro due figli Richie e Joanie ˝sottiletta˝. A completare il gruppo, amici, vicini di casa, fidanzate e, naturalmente, il mitico Fonzie, meccanico rubacuori con i capelli sempre impomatati e l’immancabile giubetto di pelle. Hey! Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952. Teatro STORIE DI UOMINI UN ANNO SULL’ALTIPIANO Cavalese. Ore 21. Teatro Comunale. Da Emilio Lussu. Di e con Andrea Brunello. Regia di Michele Ciardulli. Con la Compagnia Arditodesìo. Info: Azienda Municipalizzata Tel. 0462.231036. Teatro CHE ORA È Mezzolombardo. Ore 21. Teatro S. Pietro. Commedia di Paola e Silvia Scola. Con Pino Quartullo, Clementino, Valentina Di Giovanni. Regia di Pino Quartullo. Con la Compagnia La Contemporanea. Info: Biblioteca Comunale Tel. 0461.602648.
16 venerdì Cultura Hdemia 2012 Trento. Ore 20. Banca del Tempo. Laboratorio di Arte dell’Autobiografia con Silvana Visintainer. Info: tel. 348.5226209. Cultura DOLOMITI SKI JAZZ 2012 Cavalese. Ore 10.30: nella Biblioteca Comunale di Cavalese per l’Istituto Comprensivo Rosa Bianca: Puccini Project Trio. Ore 12: Rifugio Ganischgeralm, Pampeago: El Porcino Organic. Ore 21.30: Wine Bar Hotel Bellavista, Cavalese: Miss Marple Quartet. Info: Apt Val di Fiemme tel. 0462.241111; www.dolomitiskijazz.com; info@ dolomitiskijazz.com. Cultura presentazione libro Nogaredo. Palazzo del Municipio. Sala Delle Vele. Ore 20.30: “La Morte ci colse vivi” (Curcu & Genovese) di Antonella Bragagna, con Roberto Antolini. Intervento musicale di Giovanna Gasperotti e Robin Sox. Cultura Conferenza Arco. Ore 20.30. Auditorium Palazzo Panni. Dedicato alla donna:
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Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LETTO MATRIMONIALE (LETO GRANDO) Brentonico. Ore 20.45. Teatro “Monte Baldo”.Commedia di Piergiorgio Piccoli e Aristide Genovese con il contributo drammaturgico di Antonella Vellar. Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.
Angelo Branduardi “Il corpo, il tempo e il desiderio” a seguire presentazione del progetto “Oltre lo specchio”.Info: Ingarda Trentino 0464.554444. Cultura NEVE DONNA 2012 Cavalese. “Donne inFormazione”. Mattino: Outdoor training, Brain walking. Pomeriggio: Team Building e incontri di Formazione, Informazione, Comunicazione, PNL con esperte di sviluppo personale, professionale, organizzativo; nuovi strumenti di crescita per individuali e aziende. Info: tel. 0464.720273; 335.5374785; www.nevedonna.it; info@nevedonna.it. Musica ANGELO BRANDUARDI Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Angelo Branduardi per il nuovo concerto ha scelto alcuni brani storici della sua trentennale produzione, insieme ai brani tratti dal nuovo album ˝Così è se mi pare˝: ˝Gira la testa (La veglia di San Gemolo)˝, ˝Barbriallen˝, ˝Il lungo addio˝, rivisitazione in italiano dell’originale ˝The Scarlet tide˝ di Elvis Costello e Herry Burnett, ˝Una vigile stella˝, ˝Favola di Natale a New York˝, cover di ˝Fairy Tale of New York˝ di MacGowan e Finer (tutti brani che vedono la partecipazione della stesura di Luisa Zappa Branduardi) e ˝La ballata del tempo e dello spazio˝, scritta da Maurizio Fabrizio e Walter Tortoreto. Una band di grande prestigio accompagnerà Branduardi sul palco di San Salvatore Telesino: Davide Ragazzoni (Batteria, Percussioni), Stefano Olivato (Contrabbasso, Basso, Armonica), Leonardo Pieri (Piano, Tastiere, Fisarmonica, Harmonium), Michele Ascolese (Chitarre elettriche, classica, Bouzouki). Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952. Musica ENSEMBLE DI ARCHI DIRETTA DA MASSIMO BARBA Ore 20.45. Musica e arte, musica barocca e del novecento in dialogo con installazioni video e performance creative. Evento realizzato grazie al dialogo tra design (installazioni scenografiche a cu-
ra dell’istituto Design Palladio di Verona) e la musica classica raffinata e colta degli Archibaldi. Info: info@teatrovalledeilaghi.it; www. teatrovalledeilaghi.it. Musical Happy Days Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Di Garry Marshall. Regia Saverio Marconi. È ispirato al celebre telefilm cult che ha accompagnato generazioni di spettatori per undici stagioni e oltre 250 episodi complessivi ambientati nella Milwaukee degli anni ‘50: gli anni dei jukebox, del rock’n’roll, della musica di Buddy Holly e di Elvis Presley. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952. Teatro FROM MEDEA Rovereto. Ore 20.45. Auditorium “Fausto Melotti”. Commedia di Grazia Verasani. Con “I Cattivi di Cuore” di Imperia. Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro PIAZZA SORELLE D’ITALIA Ala. Ore 20.45. Teatro “Sartori”. Commedia di Luisa Pachera. Regia di Francesca Aprone. Con l’Associazione Culturale “Grenzland Terra di Confine” di Avio. Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012.
Massimo Barba
Teatro EL CIACOLON IMPRUDENTE OVVERO IL CONTRATTEMPO Volano. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Carlo Goldoni. Con la “La Barcaccia” di Verona. Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro “Un viale da mezzanotte all’una” Tenna. Ore 20.30. Teatro parrocchiale. Di Pietro Laino, con Annalisa Morsella e l’accompagnamento musicale di Maria Devigili. Lo spettacolo è una riflessione sulla condizione della donna, le sue paure, i suoi disagi e la violenza spesso subita. È composto da tre monologhi che raccontano tre donne diverse tra loro - Gigliola donna manager, Lucia poliziotta in turno su una “volante”, Kadhj giovane e bella africana avviata alla prostituzione -, le cui storie si intrecciano e si sovrappongono: il filo che le lega è un viale di notte, buio e deserto, e una nebbiolina simile a perle di acqua che ancor più contribuisce a diminuirne la visibilità. I tre monologhi sono recitati da Annalisa Morsella, giovane attrice romano-trentina nota al pubblico per i numerosi spettacoli di cui è stata protagonista, e intervallati dalle canzoni di Maria Devigili, giovane ed affermata cantautrice trentina vincitrice del Premio Pavanello 2010.
17 sabato Cultura COLTIVARE L’ANIMA L’ANIMA FEMMINILE DEL GIARDINO FENG SHUI Riva del Garda. Ore 17. Frizzi Fioreria. Conferenza illustrativa sui principi dell’arte Feng Shui nell’organizzazione degli spazi vitali e nella realizzazione del giardino. Relatrice: Vittoria Vitale. Al termine, aperitivo in giardino. Info: 349.5224292; ass-andromeda@ libero.it; www.ass-andromeda. ea29.com. Cultura DOLOMITI SKI JAZZ 2012 Predazzo e Castello di Fiemme. Ore 12: Baita Gardonè, Ski Center Latemar (Predazzo): Valdarno Jazz Ensemble. Ore 21: Sala Polifunzionale, Castello di Fiemme: John Abercrombie Trio con John
trentinoappuntamenti Abercrombie (chitarra), Piero Leveratto (contrabbasso), Giancarlo Bianchetti (batteria). Info: Apt Val di Fiemme tel. 0462.241111; www.dolomitiskijazz.com; info@ dolomitiskijazz.com. Cultura otto donne...e... Tenno. Ore 20.30. Teatro Don Bosco. Commedia dialettale. Info: Ingarda Trentino 0464.554444. Cultura NEVE DONNA 2012 Cavalese. Networking day. Incontri e tavoli di confronto interregionali: scambio di esperienze e buone prassi per la crescita e presenza femminile in tutti i settori. Con la partecipazione di donne impegnate in realtà associative, amministrative, politiche e imprenditoriali di varie realtà e regioni. Attesa anche la partecipazione di responsabili di social network, web e blog al femminile, il nuovo mondo della comunicazione veloce. Info: tel. 0464.720273; 335.5374785; www.nevedonna.it; info@nevedonna.it. Musical Happy Days Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Di Garry Marshall. Regia Saverio Marconi. È ispirato al celebre telefilm cult che ha accompagnato generazioni di spettatori per undici stagioni e oltre 250 episodi complessivi ambientati nella Milwaukee degli anni ‘50: gli anni dei jukebox, del rock’n’roll, della musica di Buddy Holly e di Elvis Presley. Racconta, attraverso un’atmosfera allegra e spensierata, le vicende quotidiane di una tipica famiglia borghese. Anche a teatro ci saranno Howard Cunningham, sua moglie Marion, casalinga perfetta, e i loro due figli Richie e Joanie ˝sottiletta˝. A completare il gruppo, amici, vicini di casa, fidanzate e, naturalmente, il mitico Fonzie, meccanico rubacuori con i capelli sempre impomatati e l’immancabile giubetto di pelle. Hey! Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952. Teatro IL CAMPIELLO Aldeno. Ore 20.45. Teatro Comunale. Commedia di Carlo Goldoni. Con Olivia Lucchini Loredana Bouchet, Alice Parisi, Cristina Stella, Debora Lerin, Tiziana Leso, Alberto Bronzato, Luca Fioravanti, Tiziano Gelmetti. Regia di Alberto Bronzato. Con Estravagario Teatro. Info: Biblioteca Comunale Tel. 0461.842816. Teatro LA PALLA AL PIEDE Civezzano. Ore 20.45. Teatro Comunale. Commedia di Georges Feydeau - trad. Franco Di Leo. Con la Filodrammatica di Civezzano. Per la Rassegna Teatrale “Bruno Palaoro”. Info: Co.F.As.
Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
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Teatro LA DEDA CIATA Giustino. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Dorotea Masè. Con la Filodrammatica di Giustino. Per la 14ª Rassegna “Ensema a far filò”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
Teatro TROPPA GRAZIA SANT’ANTONI Segonzano. Ore 20.45. Teatro Comunale di Stedro. Commedia di Edoardo Scarpetta - trad. e adattam. in dialetto trentino di Riccardo Gottardi. Per la Rassegna Teatrale 2012 a Segonzano. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
Teatro QUATRO CIACERE EN TEL SPIAZ Coredo. Ore 21. Teatro “Dolomiti”. Commedia i Camillo Vittici - trad. dial. trentino di Giorgio Lunelli. Con la Filo “S. Rocco” di Nave S. Rocco. Per “4 Risate a Teatro” rassegna teatrale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
Teatro NON SPARATE SUL POSTINO Malé. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Derek Benfield. Con la Compagnia “Virtus in Arte” di Malè. Per Teatrando 2012 - 20ª Rassegna di Teatro Amatoriale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LIOLà Lizzana. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di Luigi Pirandello. Con la Filo “S. Martino” di Fornace. Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro AMLETO IN SALSA PICCANTE Avio. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Aldo Nicolaj. Con il Gruppo Teatrale “Gianni Corradini” di Villazzano. Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro FÖCH Mori. Ore 20.45. Teatro “Sociale”. Commedia di Alberto Salvi. Con Araucaìma Teater di Azzano San Paolo (BG). Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro PU DE QUA CHE DE LA Trambileno. Ore 20.45. Auditorium Comunale Moscheri. Commedia di Brunetto Binelli. Con la Filodrammatica “Tra ‘na roba e l’altra” di Cavrasto. Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro BENIAMINO CIOPETA APALTATOR Castellano. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Artemio Giovagnoni - trad. in dialetto trentino di Carlo Giacomoni. Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro CHI GRATA E CHI VINZE Cognola. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Silvana Carlin. Con la Filodrammatica “ACS Punto 3” di Canale di Pergine. Per la Rassegna “Argentario 2012”. Info: Co.F.As.
Teatro EL BANDOL DE LA MATASSA Dro. Ore 20.45. Teatro Oratorio. Commedia di Antonia Dalpiaz. Con la Filodrammatica di Sopramonte. Per la 5ª Edizione di “Primavera a Teatro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA VALIS DE CARTON Levico Terme. Ore 21. Teatro “Mons. Caproni”. Commedia di Antonia Dalpiaz. Con la Filo “Bastia” di Preore. Per la 10ª Rassegna “Franco & Daniela”. Info: Co.F.As.
Teatro IL SENATORE FOX S. Lorenzo in Banale. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Luigi Lunari. Con la Compagnia “GAD - Città di Trento”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro CHI DICE DONNA... COSSA DISELO? Ravina. Ore 20.45. Teatro. Commedia di e con Loredana Cont. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
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Il legno in gioco Gli oggetti, i giocattoli e le stampe pubblicati in questo libro provengono interamente da collezioni private trentine. Lo stimolo per i collezionisti ad intraprendere l’avventura editoriale, oltre la sensibilità dell’editore, è il desiderio di condividere l’emozione provata nell’osservare queste piccole meraviglie di ingegno e sapienza manuale. Se inizialmente l’emozione riguardava il piacere del ritrovamento, per Rosanna Cavallini, Paolo De Carli con la moglie Katia Pustilnicov, e per Laura Gasperi, la ricerca e la conoscenza per tappe successive di notizie riguardanti i creatori di giocattoli hanno svelato una storia sorprendente da condividere con bambini e adulti. Inoltre per gli autori l’immagine di uomini, donne e bambini chini al tavolo di lavoro nella "stua” del maso, intenti all’intaglio e alla coloritura dei giocattoli, possiede una straordinaria forza evocativa e morale. Una pubblicazione che riguardi i giocattoli di un tempo, oltre che affetto e curiosità, suscita in noi un momento di riflessione sul mondo del gioco infantile, su ciò che è e ciò che è stato.
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trentinoappuntamenti 18 domenica Cabaret PUNTO.CABARET 2012 Trento. Ore 20. Ventuno.Uno, via Ventuno 1 - “Punto.Cabaret”: Max Pieriboni da Colorado Caffè (Italia 1). Stagione che ospiterà e vedrà esibirsi comici e cabarettisti emergenti, provenienti da fuori regione. Info: www.itonimarci.it. Cultura Hdemia 2012 Catena del Lagorai. Ore 10. Come recuperare la lana (da utilizzare per la costruzione della camera orgonica di Reich) - escursione con pranzo al sacco, con Linda Baldin. Info: tel. 348.5226209. Cultura ...NON SOLO DI MARZO Drena. Ore 15.30. Castello. Lettura-spettacolo di e con Marzia Todero. Spettacolo non adatto ai bambini (richiesto silenzio). Prenotazione obbligatoria. Info: 349.5224292; ass-andromeda@libero.it; www. ass-andromeda.ea29.com. Musica I concerti della domenica Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica. Trento, via Verdi 30. “Serenata in Trio”. Con Trio Broz: Barbara, violino; Giada, violino e viola; Klaus, violoncello. Info: Tel. 0461.985244; www.filarmonicatrento.it. Musica DOLOMITI SKI JAZZ 2012 Daiano. Ore 14. Maso dello Speck. Gianmarco Scaglia “Originals”. Info: Apt Val di Fiemme tel. 0462.241111; www.dolomitiskijazz.com; info@dolomitiskijazz.com. Musical Happy Days Trento. Ore 16. Teatro Sociale. Di Garry Marshall. Regia Saverio Marconi. È ispirato al celebre telefilm cult che ha accompagnato generazioni di spettatori per undici stagioni e oltre 250 episodi complessivi ambientati nella Milwaukee degli anni ‘50: gli anni dei jukebox, del rock’n’roll, della musica di Buddy Holly e di Elvis Presley. Racconta, attraverso un’atmosfera allegra e spensierata, le vicende quotidiane di una tipica famiglia borghese. Anche a teatro ci saranno Howard Cunningham, sua moglie Marion, casalinga perfetta, e i loro due figli Richie e Joanie ˝sottiletta˝. A completare il gruppo, amici, vicini di casa, fidanzate e, naturalmente, il mitico Fonzie, meccanico rubacuori con i capelli sempre impomatati e l’immancabile giubetto di pelle. Hey! Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952. Teatro LA DEDA CIATA Giustino. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Dorotea
Masè. Con la Filodrammatica di Giustino. Per la 14ª Rassegna “Ensema a far filò”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi Hansel e Gretel Vezzano. Ore 16.30. Teatro. Fondazione Aida porta in scena la sua nuova produzione, liberamente tratto dall’omonima fiaba dei fratelli Grimm nella versione di Beni Montresor. nfo: info@teatrovalledeilaghi.it; www.teatrovalledeilaghi.it.
19 lunedì Cultura Conferenza Caldonazzo. Ore 20.30. Sala Marchesoni in Casa Boghi. “Da Platone alla globalizzazione: il pensiero politico nella storia della filosofia con Giorgio Ragucci”. V incontro: Il Romanticismo. Info: www.comune.caldonazzo.tn.it. Cultura Conferenza Caldonazzo. Ore 20.30. Ex Caseificio. “Genitori, figli e nuove tecnologie -potenzialità e pericoli: dipendenza da internet, videogiochi e cellulare. Incontro con Serena Valorzi, psicologa/psicoterapeuta. Info: www.comune. caldonazzo.tn.it. Teatro MEDEA Rovereto. Ore 20.45. Auditorium Fausto Melotti. Di Euripide - traduzione e adattamento di Michele Di Martino e Maurizio Panici. Con Pamela Villoresi, David Sebasti, Renato Campese, Silvia Budri Da Maren, Andrea Bacci, Evelina Meghnagi, Maurizio Panici. Con Argot Produzioni - Associazione Teatrale Pistoiese - Teatro dei Due Mari. Info: Ufficio dell’Assessorato comunale alla promozione culturale in Corso Bettini, 43 Tel. 0464.452253-56.
20 martedì Cultura Proposte culinarie Trento. Ore 16.45. Società “Dante Alighieri”, via Dordi, 8. “I segreti dello chef” - di Andrea Bassetti. Presentazione di Gianni Gentilini. Info: tel. 0461-239994. Cultura CONFERENZA CON PROIEZIONE Riva del Garda. Ore 20.30. Museo Civico “Craffonara”. Conferenza su Pablo Picasso con Renzo Francescotti. Ingresso libero. Cultura il mondo di ieri Borgo Valsugana. Ore 15.30. Azienda Pubblica di Servizi alla Persona - Via per Telve, 7 - piano terra. Letture da Le dàlbere de oro, di Vitaliano Modena. Info: Biblioteca Comunale tel. 0461.754052. Musica CONCERTO ORGANISTICO Trento. Ore 20.30. Chiesa Parrocchiale di Cristo Re. Concerto d’organo su musiche di Johann Sebastian Bach, Sonata in trio n. 5 in do maggiore BWV 529. L’ingresso è libero e gratuito.
21 mercoledì Cultura Conferenza Trento. Ore 17.30. Sede FBK di Via S. Croce. Seminario: “La storia in prima pagina”.Con la partecipazione di Armando Massarenti del Sole 24 Ore e Alessandro Barbarano de Il Messaggero. Info: hisig.fbk. eu/it/Storia_prima_pagina. Musica «Orchestra Haydn» Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Gustav Kuhn, direttore; Anett Fritsch, soprano; Konrad Jarnot, baritono. Coro Haydn Johannes Brahms; Un requiem tedesco, op. 45. Info: www.
haydn.it, info@haydn.it; n. verde 800-086890. Teatro THE END Trento. Ore 21. Teatro Cuminetti. Di Valeria Raimondi e Enrico Castellani. Con Valeria Raimondi, Enrico Castellani, Ilaria Dalle Donne, Luca Scotton. Collaborazione artistica Vincenzo Todesco. The end è un passo a due con la morte. È la nostra paura di vivere e la nostra paura di morire. È i nostri silenzi, le nostre ansie, le nostre censure. Oggi la morte non esiste. Non se ne parla. Non la si nomina. È l’ultimo tabù insieme alla masturbazione. Ci stiamo trasformandoin un mondo di Dorian Gray. Non abbiamo più tempo nè morire nè per nascere.Ma la regola continua a volerci mortali. Regola bruciante e scomoda con cui fare i conti. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952.
22 giovedì Cultura Conferenza Trento. Ore 17. Sala dell’Associazione Culturale “Antonio Rosmini”, Via Dordi, 8. “Il caso russo: Pavel Aleksandrovic Florenskij e la teologia” con Glauco Tiengo. Teatro COSì È SE VI PARE Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Di Luigi Pirandello. Regia Michele Placido. Costumi Sabrina Chiocchio. Scene Carmelo Giammello. È una sorta di satira filosofica, concepita in modo leggero e divertito, sul tema della verità. Una verità che tutti cercano, ma che sarà continuamente affermata e contraddetta in un intrecciarsi di ipotesi senza sbocco. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800013952.
23 venerdì Cultura Hdemia 2012 Valsugana. Ore 20.30. Da definire. Corso “Tecniche di liberazione emozionale” evento aperto a tutti con Massimo Zaninelli e Manuela Brugnara. Info: tel. 348.5226209. Cultura Conferenza Dro. Ore 20.30. Centro Culturale. Conferenza “Margherita la bella e l’eresia dolciniana nel Basso Sarca”. Relatore Graziano Riccadonna. Info: 349.5224292; assandromeda@libero.it; www.assandromeda.ea29.com.
Scena tratta da “Medea”.
Cultura SERATA LETTERARIA Faver. Ore 20.30. Molin de Portegnach. Serata letteraria in compagnia dell’autore Eros Olivotto. Ingresso libero. Info: Sorgente ‘90 328.1344805; info@sorgente90. it; www.sorgente90.it.
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trentinoappuntamenti Teatro COSì È SE VI PARE Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Di Luigi Pirandello. Regia Michele Placido. Costumi Sabrina Chiocchio. Scene Carmelo Giammello. È una sorta di satira filosofica, concepita in modo leggero e divertito, sul tema della verità. Una verità che tutti cercano, ma che sarà continuamente affermata e contraddetta in un intrecciarsi di ipotesi senza sbocco. Sviluppando la tesi che, a qualunque livello, qualunque verità risulta contraddittoria e non conoscibile, Pirandello porta in scena il gretto ambiente della provincia, la sua morbosa curiosità, il malsano desiderio di conoscere i fatti altrui. Emerge da questa che Pirandello definisce una ˝parabola in prosa˝, una evidente intenzione umoristica che raggiunge il suo effetto con estrema naturalezza, alla quale si contrappone però la pietà dell’autore per i drammi della follia e della solitudine. E l’attenzione degli spettatori è portata a convergere non tanto sullo svolgimento dei fatti, quanto sul fluttuare del giudizio degli uomini attorno ad essi. Mostrandoci la loro incapacità a cogliere con mano ferma la sostanza delle cose. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952. Teatro I LOVE SHOPPING - UNA SPLENDIDA MALATTIA Rovereto. Ore 20.45. Auditorium “Fausto Melotti”.Commedia di Roberto Marafante. Con la Compagnia di Lizzana. Per la 31ª edizione di “Sipario d’Oro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Cultura PICCOLE STORIE APPESE AD UN FILO Trento. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas. Piazza Cesare Battisti. Luisa Moser, Paolo Bellintani, Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento. Ingresso libero. Info: www.trentinocultura.net. Ore 17.30.
24 sabato Cultura Hdemia 2012 Valsugana. Da definire. (Ore 9 e 11) Corso “Anatomia e fisiologia del corpo umano” con Giorgio Fedel. (Ore 14.30 e 16.30) “Incontriamo il nostro respiro” con Claudio Detassis. Info: tel. 348.5226209. Musica PI@NO BorgoValsugana. Ore 20.45. Teatro del Centro Scolastico. Concerto al pianoforte con Patrick Trentini. Info: Biblioteca Comunale Tel. 0461.754052.
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Teatro LE CASALINGHE... LE CASALINGUE... Grigno. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale di Tezze. Di e con Loredana Cont. Regia di Mauro Calliari con la Filodrammatica I DiAlettanti. Info: Biblioteca Comunale di Grigno Tel. 0461.765414. Teatro COSì È SE VI PARE Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Di Luigi Pirandello. Regia Michele Placido. Costumi Sabrina Chiocchio. Scene Carmelo Giammello. È una sorta di satira filosofica, concepita in modo leggero e divertito, sul tema della verità. Una verità che tutti cercano, ma che sarà continuamente affermata e contraddetta in un intrecciarsi di ipotesi senza sbocco. Sviluppando la tesi che, a qualunque livello, qualunque verità risulta contraddittoria e non conoscibile, Pirandello porta in scena il gretto ambiente della provincia, la sua morbosa curiosità, il malsano desiderio di conoscere i fatti altrui. Emerge da questa che Pirandello definisce una ˝parabola in prosa˝, una evidente intenzione umoristica che raggiunge il suo effetto con estrema naturalezza, alla quale si contrappone però la pietà dell’autore per i drammi della follia e della solitudine. E l’attenzione degli spettatori è portata a convergere non tanto sullo svolgimento dei fatti, quanto sul fluttuare del giudizio degli uomini attorno ad essi. Mostrandoci la loro incapacità a cogliere con mano ferma la sostanza delle cose. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952. Teatro PARENTI SERPENTI Olle. Ore 20.45. Teatro “San D. Savio”. Commedia di Carmine Amoroso. Con il Circolo Culturale Filodrammatico di Ischia. Per la Rassegna Teatrale 2012 organizzata dalla Filodrammatica di Olle. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA DEDA CIATA Giustino. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Dorotea Masè. Con la Filodrammatica di Giustino. Per la 14ª Rassegna “Ensema a far filò”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NELLO SPAZIO... MA CHE STRAZIO! Cognola. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Marcello Voltolini. Con la Compagnia “Filogamar” di Cognola. Per la Rassegna “Argentario 2012”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro CHI DE FIORI FERIS... Rallo. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia di Alberto Maria Bet-
ta - tratto da “Due dozzine di rose scarlatte” di Aldo De Benedetti. Con la Compagnia “I Sarcaioli” dell’Alto Garda. Per la 2ª Edizione di “Teatrallo” rassegna teatrale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro QUATRO CIACERE ‘N TEL SPIAZ Levico Terme. Ore 21. Teatro “Mons. Caproni”. Commedia di Camillo Vittici - trad. in dialetto trentino di Giorgio Lunelli. Per la 10ª Rassegna “Franco & Daniela”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro GEMELLAGGIO CON LA CIUIGA Mezzocorona. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Loredana Cont. Con l’Associazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo in Banale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ULISSE PRINOT FARMACISTA DE NOT Calavino. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Amendola e Corbucci. Con la Filo “Toblino” di Sarche. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
25 domenica Cabaret PUNTO.CABARET 2012 Trento. Ore 20. Ventuno.Uno, via Ventuno 1 - “Punto.Cabaret”: Cristian Calabrese da Zelig Off (Canale 5). Stagione che ospiterà e vedrà esibirsi comici e cabarettisti emergenti, provenienti da fuori regione. Info: www.itonimarci.it. Teatro COSì È SE VI PARE Trento. Ore 16. Teatro Auditorium. Di Luigi Pirandello. Regia Michele Placido. Costumi Sabrina Chiocchio. Scene Carmelo Giammello. È una sorta di satira filosofica, concepita in modo leggero e divertito, sul tema della verità. Una verità che tutti cercano, ma che sarà continuamente affermata e contraddetta in un intrecciarsi di ipotesi senza sbocco. Sviluppando la tesi che, a qualunque livello, qualunque verità risulta contraddittoria e non conoscibile, Pirandello porta in scena il gretto ambiente della provincia, la sua morbosa curiosità, il malsano desiderio di conoscere i fatti altrui. Emerge da questa che Pirandello definisce una ˝parabola in prosa˝, una evidente intenzione umoristica che raggiunge il suo effetto con estrema naturalezza, alla quale si contrappone però la pietà dell’autore per i drammi della follia e della solitudine. E l’attenzione degli spettatori è portata a convergere non tanto sullo svolgimento dei fatti, quanto sul fluttuare del giudizio degli uomini attorno ad essi. Mostrandoci la loro incapacità a co-
gliere con mano ferma la sostanza delle cose. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952. Teatro LA DEDA CIATA Giustino. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Dorotea Masè. Con la Filodrammatica di Giustino. Per la 14ª Rassegna “Ensema a far filò”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NELLO SPAZIO... MA CHE STRAZIO! Cognola. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Marcello Voltolini. Con la Compagnia “Filogamar” di Cognola. Per la Rassegna “Argentario 2012”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
26 lunedì Cultura INCONTRO CON LA SCRITTRICE Ala. Biblioteca Comunale. Incontro con la scrittrice per ragazzi Maria Loretta Giraldo, autrice de “Il mistero della dama” nell’ambito di “Critici in erba 2012” e “Libri infiniti” . Info: Biblioteca Comunale tel. 0464.671120. Musica STAGIONE 2012 FILARMONICA DI TRENTO Trento. Sala Filarmonica. Quartetto Hagen. Veronica Hagen, viola; Clemens Hagen, cello; Lukas Hagen, violino; Rainer Schmidt, violino. Su musiche di G. Verdi - E. Muzio Luisa Miller, trascrizione per quartetto d’archi; L.v. Beethoven Quartetto op. 18 n. 6 in si bem. magg.; W.A. Mozart Quartetto in re magg. “Hoffmeister” KV 499. Info: Società Filarmonica - Tel. 0461/985244. www.filarmonicatrento.it. Teatro RIONDINO ACCOMPAGNA VERGASSOLA AD INCONTRARE FLAUBERT Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Don Bosco. Commedia di e con David Riondino e Dario Vergassola con la Compagnia Sosia & Pistoia. Info: Biblioteca comunale di Pergine - Tel. 0461.502390 www.comune.pergine.tn.it.
27 martedì Cultura poesie dialettali Trento. Ore 16.45. Società “Dante Alighieri”, via Dordi, 8. “Luse de utuno” - Poesie dialettali di Fabrizio da Trieste presentate dall’autore con Nadia Scappini e Annamaria Schlechter. Info: tel. 0461-239994. Cultura CONFERENZA CON PROIEZIONE Riva del Garda. Ore 20.30. Museo Civico “Craffonara”.Conferen-
trentinoappuntamenti za su Guido Polo con Renzo Francescotti. Ingresso libero. Cultura il mondo di ieri Borgo Valsugana. Ore 15.30. Azienda Pubblica di Servizi alla Persona - Via per Telve, 7 - piano terra. Letture da La valle dei giganti, di Giuseppe Sebesta. Info: Biblioteca Comunale tel. 0461.754052. Teatro IL SOL CI HA DATO ALLA TESTA Tesero. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Raffaello Tullo con la partecipazione del gruppo musicale Rimbamband. Con L’Albero dei Sogni - Gruppo Ideazione. Info: biglietteria del Teatro Comunale Tel. 0462.815040 oppure 348.3200766.
28 mercoledì Teatro SUGO FINTO Mezzolombardo. Ore 21. Teatro S. Pietro. Commedia di Gianni Clementi. Con Alessandra Costanzo, Paola Tiziana Cruciani. Regia di Ennio Coltorti. Con la Compagnia Razmataz srl. Info: Biblioteca Comunale Tel. 0461.602648. Teatro ORA VEGLIA IL SILENZIO E LA NEVE Rovereto. Ore 20.45. Auditorium Fausto Melotti. Commedia di Susanna Gabos. Con Chiara Benedetti, Monica Garavello, Andreapietro Anselmi, Denis Fontanari, Daniele Gattano, Christian Renzicchi. Regia di Nicola Benussi. Con la Compagnia AriaTeatro - Compagnia Teatro Blu. Info: Ufficio dell’Assessorato comunale alla promozione culturale in Corso Bettini, 43 Tel. 0464.452253-56. Cultura LA MUSICA DELLA BIBBIA, DEGLI EBREI E DELL’ANTICA TERRA DI PALESTINA Trento.. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas. Piazza Cesare Battisti. L’orizzonte sonoro del
mondo antico: incontri di archeologia musicale. Roberto Melini, Conservatorio “F.A. Bonporti” di Trento. Ingresso libero. Info: www. trentinocultura.net. Ore 17.30. Teatro Appuntamento a Londra Vezzano. Ore 20.45. Pamela Villoresi e David Sebasti che presentano una raffinata commedia scritta da Mario Vargas Llosa (premio Nobel 2010 per la letteratura), per la regia di Maurizio Panici, prodotta da Associazione Teatrale Pistoiese/Argot Produzioni in collaborazione con Spoleto 52 - Festival dei 2Mondi. Info: info@teatrovalledeilaghi.it; www.teatrovalledeilaghi.it.
29 giovedì Cultura Conferenza Trento. Ore 17. Sala dell’Associazione Culturale “Antonio Rosmini”, Via Dordi, 8. “Il caso francese: Michel Henry e Emmanuel Levinas” con Giuliano Sansonetti. Teatro La resistibile ascesa di Arturo Ui Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Di Bertold Brecht. Traduzione Mario Carpitella. Regia Claudio Longho. Con Umberto Orsini, Nicola Bortolotti, Simone Francia, Olimpia Greco, Lino Guanciale, Diana Manea, Luca Micheletti, Michele Nani, Ivan Olivieri, Giorgio Sangati e Antonio Tintis. Bertolt Brecht scrisse questo testo quando ormai la seconda guerra mondiale si stava combattendo da due anni, scegliendo di tornare alle origini di uno sfacelo politico che stava costando il peggio a milioni di esseri umani. È un’indagine dal registro grottesco sui meccanismi perversi del potere e della demagogia che sfocia in un allucinato e macabro affresco sull’avvento del nazismo nella Germania dei tardi anni Venti e dei primi anni Trenta. Ambientato non già in Europa, teatro reale del disastro, ma oltreoceano in una fantastica Chicago, ripercorre attraverso un caustico
Scena tratta da “Ora veglia - Il silenzio e la neve”.
parallelo, con sapiente dosaggio di tratti ora parodistici ora tragici, le fasi della costruzione del consenso per Adolf Hitler sulla falsariga di quelle dell’ascesa criminale di Al Capone. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952. Teatro ragazzi Storie di uomini un anno sull’Altipiano Ala. Ore 10.30. Teatro G. Sartori. Tratto dal libro di Emilio Lussu - drammaturgia e interpretazione di Andrea Brunello. Con la Compagnia Arditodesìo. Ingresso Euro 2,00. Info: Ufficio Attività Culturali del Comunale tel. 0464.674068.
30 venerdì Cultura PREISTORIA (al) FEMMINILE Ledro. Ore 20.45. Museo delle Palafitte di Ledro. La condizione femminile nelle diverse età della preistoria. Conferenza realizzata in collaborazione con il Museo delle Scienze di Trento. In conclusione, piccolo laboratorio di gioielleria preistorica. Info: 349.5224292; ass-andromeda@libero.it; www. ass-andromeda.ea29.com. Cultura DEDICATO ALLA DONNA ARCo. Ore 20.30. Auditorium Palazzo Panni. In occasione della giornata mondiale della poesia “Le api del sogno - Per Emily Dickinson una domanda sulla gioia”. Info: Ingarda Trentino 0464.554444. Teatro La resistibile ascesa di Arturo Ui Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Di Bertold Brecht. Traduzione Mario Carpitella. Regia Claudio Longho. Con Umberto Orsini, Nicola Bortolotti, Simone Francia, Olimpia Greco, Lino Guanciale, Diana Manea, Luca Micheletti, Michele Nani, Ivan Olivieri, Giorgio Sangati e Antonio Tintis. Bertolt Brecht scrisse questo testo quando ormai la seconda guerra mondiale si stava combattendo da due anni, scegliendo di tornare alle origini di uno sfacelo politico che stava costando il peggio a milioni di esseri umani. È un’indagine dal registro grottesco sui meccanismi perversi del potere e della demagogia che sfocia in un allucinato e macabro affresco sull’avvento del nazismo nella Germania dei tardi anni Venti e dei primi anni Trenta. Ambientato non già in Europa, teatro reale del disastro, ma oltreoceano in una fantastica Chicago, ripercorre attraverso un caustico parallelo, con sapiente dosaggio di tratti ora parodistici ora tragici, le fasi della costruzione del consenso per Adolf Hitler sulla falsariga di quelle dell’ascesa criminale di Al Capone. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952.
31 sabato Cultura Hdemia 2012 Trento. Ore 20. Banca del Tempo. Laboratorio di Arte dell’Autobiografia con Silvana Visintainer. Info: tel. 348.5226209. Teatro BEN HUR Spiazzo Rendena. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia di Gianni Clementi. Con Nicola Pistoia, Paolo Triestino, Elisabetta De Vito con La Compagnia Neraonda. Info: Comune di Spiazzo Tel. 0465.801074 e l’Ufficio Turistico di Spiazzo Tel. 0465.801544. Teatro La resistibile ascesa di Arturo Ui Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Di Bertold Brecht. Traduzione Mario Carpitella. Regia Claudio Longho. Con Umberto Orsini, Nicola Bortolotti, Simone Francia, Olimpia Greco, Lino Guanciale, Diana Manea, Luca Micheletti, Michele Nani, Ivan Olivieri, Giorgio Sangati e Antonio Tintis. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952. Teatro DELITI.... QUASI PERFETI! Segonzano. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Lina Lisciotto. Con la Filodrammatica “Nuova Ribalta” di Segonzano. Per la Rassegna Teatrale 2012 a Segonzano. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA VALIS DE CARTON Dro. Ore 20.45. Teatro Oratorio. Commedia di Antonia Dalpiaz. Con la Filo “Bastia” di Preore. Per la 5ª Edizione di “Primavera a Teatro” 2012. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA FADIGA DE CAPIRSE LevicoTerme. Ore 21. Teatro “Mons. Caproni”. Commedia di Antonia Dalpiaz. Con la Filolevico di Levico Terme. Per la 10ª Rassegna “Franco & Daniela”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro DIGI DE YES Coredo. Ore 21. Teatro “Dolomiti”. Commedia di Loredana Cont. Con la Filodrammatica “La Revodana” di Revò. Per “4 Risate a Teatro” rassegna teatrale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BENIAMINO CIOPETA APALTATOR Folgaria. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Artemio Giovagnoni - trad. dialetto trentino di Carlo Giacomoni. Con la Filo “Concordia ‘74” di Povo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
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trentinoscoop&news
L’Arte moderna spiegata in 5 incontri tutto “Il mondo di Nani Tedeschi” a isera Evento al museo della cartolina per il grande disegnatore
È
tornata ad Isera l’arte di Nani Tedeschi, dopo la bella mostra monografica allestita dal Comune nel 2006 a Palazzo de Probizer, con la collaborazione della Cassa Rurale, dedicata alle vicende di Don Chisciotte, a cui l’autore aveva lavorato su invito del Centro Culturale di Asunciòn in Spagna, per onorare il IV° centenario della pubblicazione dell’opera del famoso romanziere Cervantes. E vi è tornata in una cornice diversa, quella del Museo della Cartolina, grazie all’entusiasmo del suo responsabile, Carmelo Nuvoli, che ne ha curato l’allestimento ma anche e soprattutto all’appassionato interessamento di Giorgio Frapporti, sincero estimatore di Tedeschi con il quale intrattiene da anni un cordiale rapporto personale, che è riuscito a far arrivare ad Isera molti lavori interessanti. La mostra, dal titolo emblematico “Il mondo di Nani Tedeschi”, ha registrato sino ad oggi un buon numero di visitatori, molti venuti anche da fuori provincia. Di Nani Tedeschi e della sua straordinaria abilità di disegnatore, si è dunque detto di come l’artista utilizza sapientemente la linea, si sono spese parole di genuina ammirazione per le sue invenzioni coloristiche e grafiche ottenute con il collage (fotografie e carta da parati) cui ricorre di frequente accoppiandole, con molta naturalezza al disegno a matita , a china, al pastello. Da ultimo, Mario Cossali ha scritto di opere che “non ci danno solo la dimensione di una creatività che ha spaziato in ogni tecnica e che ha fatto delle proprie immagini la sorgente per una narrazione infinita ma sottolineano la partecipazione dell’artista agli avvenimenti e alle celebrazioni più significative del secondo dopoguerra”. 116
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RENZO FRANCESCOTTI ALLA GALLERIA CIVICA DI RIVA DEL GARDA
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o scrittore e critico d’arte trentino Renzo Francescotti è stato invitato a tenere a Riva del Garda cinque conferenze su altrettanti pittori moderni. Le conferenze sono state organizzate dagli “Amici dell’Arte” di Riva del Garda (una storica Associazione che annovera centoventi artisti Paul Gauguin iscritti ed è attiva da una sessantina d’anni) in collaborazione con il MAG (Museo Alto Garda). Le conferenze con proiezioni si svolgeranno nella sala del Museo Civico “Craffonara” (nei pressi della Spiaggia degli Olivi e della Rocca), tutti i martedì alle 20.30, a partire da martedì 6 marzo sino a martedì 3 aprile. Sono stati scelti tre artisti di fama mondiale come Gauguin, Klimt e Picasso e due famosi artisti trentini come Polo e Colorio, con l’ottica particolare che non si tratta di pittori identificabili in un’avanguardia, etichettabili in un “ismo” e proprio per questo più fertili, più imprevedibili. Si comincerà martedì 6 marzo con Paul Gauguin; a seguire il 13 marzo Gustav Klimt; il 20 Pablo Picasso; martedì 27 marzo sarà la volta di Guido Polo; per chiudere martedì 3 aprile con Bruno Colorio. Le conferenze con proiezione e discussione sono aperte a chiunque sia interessato all’arte moderna. Sono invitati tutti.
Nani Tedeschi è capace dunque di dare visibilità alle emozioni profonde con cui vive il suo tempo; non solo però quello che affonda le sue radici nella grande storia e nelle opere o imprese dei suoi protagonisti ma anche quello che si materializza nell’affascinante e variegato mondo della natura nella quale siamo distrattamente immersi. Ecco allora che Tedeschi traduce in immagini, rinnovandolo, l’entusiasmo che ha accompagnato l’Unità d’Italia di cui abbiamo da poco celebrato il 150° anniversario. Mira diritto al cuore riproponendoci la smorfia di dolore di Papa Wojtyla su un volto ormai trasfigurato dalla sofferenza. Rivisita, tra gli altri, rivelando uno studio attento e approfondito, alcuni dei dipinti più celebri di Antonio Allegri, detto il Correggio, e di Rembrandt, per poi ripercorrere invece, le vicende dell’avventura di Pinocchio. Esalta tutta la forza, la genialità e la passione che stanno dietro ad uno dei grandi miti “materiali” del nostro tempo: la Ferrari, del cui creatore era grande estimatore ed amico. Finestre che si aprono, una dopo l’altra, sul panorama infinito della nostra vita. Ma il suo sguardo attento, non scivola mai via veloce.
trentinoscoop&news
le frontiere del design a “Arredo 2012” Rinasce… la “rotonda sul mare” di Riva la spiaggia degli olivi, monumento simbolo della cittadina del garda
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l 30 gennaio scorso, taglio del nastro per la “rinata” Spiaggia degli Olivi, monumento simbolo della cittadina per la sua affascinante architettura maroniana in riva al lago e per la sua ricca storia, in particolare nel periodo della “Dolce Vita” quando divenne il centro di attrazione di un pubblico sempre più raffinato e mitteleuropeo. Presenti l’assessore Tiziano Mellarini, il presidente di Lido spa, Marco Tanas, il vicesindaco di Riva, Alberto Bertolini e il parroco Don Giovanni che ha benedetto, come da tradizione, la struttura. L’entusiasmo e la soddisfazione dei quattro giovani soci Christian Miorelli, Silvio Pisetta, Alfonso D’Ambrosio e Annalisa Facincani a cui è stato affidato l’incarico di gestione è chiaramente percepibile, come dimostra l’intervento del presidente Miorelli che, quasi commosso dichiara “La Spiaggia degli Olivi rappresenta un avvenire che dobbiamo creare, perché – consapevoli del valore del passato, soprattutto in un posto come questo, guardiamo avanti, al futuro”. Spiaggia Olivi si propone come locale leader dell’intrattenimento per il Garda e il Trentino, offrendo un ricco programma di eventi che spaziano dalla semplice cena con spettacolo di teatro o cabaret a aperitivi, caffè letterari, mostre di arte e fotografia che daranno spazio alle associazioni culturali presenti sul territorio fino a momenti speciali legati ai principali appuntamenti sportivi e alle regate veliche internazionali. Un locale poliedrico insomma, in grado di trasformarsi durante tutto l’arco della giornata con un’offerta ricettiva a 360°, dalla colazione artigianale al dopocena. L’atmosfera entrando è quella magica e “sospesa” delle opere di De Chirico, la luce entra dai grandi finestroni e avvolge ogni cosa, facendo brillare il rosso e il bianco, colori dominanti per l’arredo. Il primo ad indicare con il suo candore la “memoria storica” della tradizione.
A bolzano, in due weekend: dal 16 al 18 e dal 24 al 25 marzo
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l rapporto tra cibo e design indagato nelle sue molteplici declinazioni, culturali, sociali, progettuali, è un nuovo concetto di foodesign che prende corpo per la prima volta ad Arredo 2012 con un palco eventi dedicato a show di cucina con noti cuochi altoatesini. Inoltre, grazie ai numerosi partner della manifestazione, Arredo 2012 propone un programma informativo di alto livello formativo e culturale. La Fondazione Architettura Alto Adige invita ad un’interessante escursione nel mondo delle materie prime, delle tecniche di elaborazione, dei modi di composizione e degli schemi abitativi con l’iniziativa “accomodateVi!”, lo spazio espositivo è pensato come una “cucina dell’architetto”, nella quale si raccoglie e si “degusta” vari “ingredienti” per svilupparne “ricette” per “gustose” creazioni di interni. Con “Design Delikatessen”, si mettono in mostra una serie di oggetti per la tavola progettati da un gruppo di studenti dell’Atelier Prey e realizzati da Paola C., azienda milanese che si propone come editore di collezioni d’oggetti riservati principalmente alla cultura della tavola. Ad Arredo 2012, grazie degli Amici del Museion, si aprono una serie di riflessioni sul cibo attraverso un conglomerato di fotografia - design - scultura in cui il cibo e le sue suggestioni sono il legante principale. “halb 2” è invece l’esposizione delle migliori opere risultato della collaborazione tra falegnami e designer. Ma non solo i falegnami a farla da padroni, ad Arredo quest’anno c’è anche il vetro. Vetroricerca offre la possibilità ai visitatori di realizzare un tangram di vetro e inoltre creano direttamente nei padiglioni un laboratorio dimostrativo sulle tecniche di lavorazione a lume. Arredo 2012 propone inoltre, domenica 18 e domenica 25 marzo, kinderArt, dei laboratori concepiti coinvolgendo una serie di progettisti e designer, dedicati in modo specifico alla disciplina del design. Arredo si svolge dal 16 al 18 e dal 24 al 25 marzo, dalle 10 alle 18, nella sua formula di doppio week-end con chiusura infrasettimanale. Tutte le informazioni su www.arredo.fierabolzano.it
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Non perdiamo di vista la salute degli occhi Toti buratti invitata in turchia con bozzetto
irifor trentino: Nuova unità oftalmica consegnata a malè
all’inaugurazione del museo dell’umorismo “Joy and Cartoon”
Un momento dell’inaugurazione
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era anche il Trentino a Smirne, sul mar Nero, nella città di Izmir, all’inaugurazione del museo dell’umorismo chiamato “Joy and Cartoon”. Per l’occasione sono stati invitati in Turchia cinquanta disegnatori dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, dato che il tema della prima mostra era proprio “Mediterranean Joy”. A rappresentare il Trentino, dunque, la brava Toti Buratti, matita storica dell’altrettanto storico Studio d’Arte Andromeda. A farle compagnia, tra gli italiani, il mitico Bruno Bozzetto, e poi Lucio Trojano, Achille Superbi e Matteo Bertelli. Per la nostra disegnatrice si è trattato di un’esperienza esaltante, perdippiù in un evento organizzato con efficienza e buon gusto. Tra le curiosità, l’intera strada di Izmir allestita a festa. Tra gli altri partecipanti, i turchi Izel Rosental, Eray Özbek, Tan Oral, Piyale Madra, Semih Poroy, il greco Grigoris Georgiou, il francese Bernard Bouton, la spagnola Elena Ospina, il cipriota Musakayra e il bosniaco Midhat Ajanovic. 118
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a Cooperativa Sociale IRIFOR del Trentino Onlus è nata nel 2008 con lo scopo di realizzare un Centro Provinciale di prevenzione e riabilitazione destinato a persone cieche, ipovedenti e pluriminorate. Quello che era nato come un sogno ora è diventato realtà; il Centro di Prevenzione e Riabilitazione del Trentino opera in via della Malvasia n. 15 a Trento. La missione principale è la promozione e l’attuazione d’iniziative per la prevenzione della cecità, per il recupero visivo e per la riabilitazione funzionale e sociale dei minorati della vista; a questo scopo sono stati predisposti due ambulatori oculistici e due ambulatori ortottici, per consentire visite specialistiche e complete. Per rendere più capillare il servizio del Centro di Prevenzione e Riabilitazione, è stata attrezzata un’Unità Mobile Oftalmica (camper equipaggiato ad ambulatorio oculistico), che periodicamente effettuerà screening visivi gratuiti presso circoli anziani, case di riposo e scuole nella Provincia Autonoma di Trento. L’inaugurazione dell’Unità Mobile Oftalmica (UMO), alla presenza dell’assessore alla salute della Provincia Autonoma di Trento, dott. Ugo Rossi, del sindaco di Malè, Bruno Paganini e del primario del reparto oculistico Santa Chiara, dott. Mauro de Concini si è tenuta il 30 gennaio in Piazza Regina Elena a Malé.
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un nuovo presidente per i benzinaI SuL BONDONE TRIONFO PER DONZELLI E MORI
È Federico Corsi, gestore di un impianto a Volano
Freestyle e snowboard animano la montagna di trento
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arco Donzelli e Valentino Mori re per un giorno. Perché al Monte Bondone il “Bràulio Vertical Tour 2012” ha offerto al pubblico un’emozione in più rispetto alle prime due tappe stagionali, quella legata al primo Contest dell’anno che porterà verso la finale prevista per il 30 e 31 marzo prossimi a Livigno-Carosello 3000. I vincitori del 30 gennaio sono Marco Donzelli nello snowboard e Valentino Mori per il freestyle. Teatro della sfida, voluta e promossa dall’Azienda per il Turismo Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi, è stato lo Snowpark del Bondone, perfettamente allestito da Paolo Fazi e dal suo staff, tanto da essere letteralmente assalito dal pubblico degli appassionati sin da quando è stato aperto in questa stagione. La formula della gara è leggermente cambiata rispetto ai programmi della vigilia: tre rail in sequenza più in kicker per le evoluzioni, diventando così un vero e proprio esercizio di slopestyle. Battaglia d’altissimo livello quindi tra gli atleti, coordinati dal responsabile Luca Cassine. La classifica finale parla chiaro: con la tavola il migliore è stato Marco Donzelli, già vincitore qualche settimana fa del King of the Night a Bormio. Suo anche il Best trick di giornata, ossia il miglior gesto premiato dalla giuria. Alle spalle di Donzelli sono finiti Emil Goranov (fresco campione nel TTR 3 Stelle a Borno) e Markus Sitzmann.
i è svolta il 15 febbraio nella sede di Confesercenti del Trentino l’assemblea elettiva di Faib, la Federazione Autonoma Italiana Benzinai. Nel corso dell’assemblea è stato eletto il nuovo presidente, Federico Corsi, gestore di un impianto a Volano, e il nuovo consiglio direttivo composto da: Federico Corsi (presidente), Giuliano Scandolari e Luca Avi (vice presidenti), Marco Casagrande, Nicola Covi, Oscar Detone, Walter Micheli, Giuseppe Pellegrini, Oscar Dematté, Gherardo Zanotelli, Carlo Pallanch, Fabrizio Pavan (area sindacale) e Aldi Cekrezi (area sindacale). Ai lavori dell’assemblea ha preso parte anche il presidente della Faib nazionale Martino Landi, oltre al presidente di Confesercenti del Trentino Loris Lombardini e alla direttrice Gloria Bertagna Libera.
Battaglia anche sugli sci, con derby finale per la vittoria tra due rappresentanti della scuola di Moena: ha prevalso Valentino Mori su Denis Battisti mentre sul gradino più basso del podio è arrivato Emanuele Galli. Il Best trick è invece stato quello di Matthias Fabbro. Una trentina gli atleti al via, giudicati dagli esperti dello Snowpark del Bondone e da Lukas Schaefer. E grande risposta del pubblico che ha dimostrato di apprezzare i numeri di tutti gli atleti e ha presenziato in massa alla premiazione finale condotta con sapiente maestria da Dodi Nicolussi, volto noto a tutti gli spettatori di Sky Sport ed eccellente padrona di casa. Presenza doppiamente non casuale la sua, visto che le due giornate del “Bràulio Vertical Tour 2012” al Monte Bondone sono state immortalate dalle telecamere di Sky che trasmetterà il primo di quattro speciali all’interno della trasmissione “Icarus”. 119
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Riccardo Illy, dal caffè a montalcino EXPORIVA tutto su CACCIA PESCA e AMBIENTE
Lezione dell’imprenditore triestino alla Fondazione Mach di San Michele all’Adige
sabato 31 marzo e domenica primo aprile LA settima EDIZIONE
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el quartiere fieristico di Riva del Garda, sabato 31 marzo e domenica 1° aprile torna la 7a edizione di ExpoRiva Caccia Pesca Ambiente. Forte dello straordinario successo dello scorso anno – 225 espositori e 17mila visitatori – in uno scenario di festa, tradizioni e folklore, ExpoRiva Caccia Pesca Ambiente anche quest’anno sarà un evento di riferimento per cacciatori e pescatori del Nord-Centro Italia e appuntamento fisso per numerose famiglie. Per la caccia saranno presenti i maggiori produttori di armi, armerie, negozi di abbigliamento, calzature tecniche, aziende di ottiche, coltellinai ed agenzie di turismo venatorio. La pesca sarà invece rappresentata al meglio nel grande padiglione d’ingresso, con tutte le novità delle varie discipline; attrezzatura e abbigliamento per pesca mosca, spinning, carpfishing, pesca generica e pesca mare. A ExpoRiva Caccia Pesca Ambiente sono inoltre presenti, fin dalla prima edizione del 2006, tutte le Associazioni di Pescatori del Trentino, fondamentali per la diffusione della cultura legata alla pesca ed il Dipartimento Risorse Forestali e Montane della Provincia Autonoma di Trento con un importante spazio espositivo legato alla flora ed alla fauna del nostro Territorio. ExpoRiva Caccia Pesca Ambiente, offre al visitatore la possibilità 120
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ocente d’eccezione il 17 febbraio alla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige. Per parlare di vino agli studenti del corso enotecnici nell’ambito di un ciclo di lezioni dedicate alla scoperta delle più importanti zone vitivinicole italiane è intervenuto Riccardo Illy, presidente dell’omonimo gruppo che recentemente ha acquisito l’azienda agricola Mastrojanni a Montalcino. Agli studenti della quinta e sesta classe del corso “esse” seguiti dal docente Salvatore Maule, Riccardo Illy ha parlato della propria esperienza imprenditoriale, delle differenze tra mondo del caffè e del vino, illustrando storia e caratteristiche del vitigno Sangiovese e del vino Brunello di Montalcino, a cui è seguita una approfondita degustazione di Rosso di Montalcino 2009 e Brunello di Montalcino 2007. “Nel mondo del vino ho scoperto, rispetto alle imprese manifatturiere, l’importanza del territorio – spiega Illy. Il territorio è fondamentale per la bellezza del paesaggio, per la vocazione vitivinicola, per la sua storia e cultura. Quando si sposa con un vitigno – possibilmente autoctono e che si esprima al meglio in quella zona dando luogo a vini straordinari – produce una simbiosi dal valore inestimabile”.
di acquistare i prodotti esposti a prezzi particolarmente vantaggiosi rispetto a quelli praticati tutto il resto dell’anno nei negozi. La mostra-mercato rappresenta quindi una vera e propria “occasione in fiera”. Per gli incontri di tecnica e cultura venatoria tornano gli appuntamenti “Mezz’ora con l’esperto”, presentati dal celebre giornalista Bruno Modugno che, quest’anno saranno più numerosi offriranno all’appassionato un’occasione unica per avvicinare i più noti protagonisti del mondo venatorio italiano. Info fiera: tel +39 0464 570133. Email: info@exporivacacciapescambiente.it
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nuovo DIRETTIVO per LA “PRO CULTURA” un salto all’EXPO VALSUGANA LAGORAI dal 28 aprile al 1 maggio, al palalevico di levico terme
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ella splendida cornice del lago di Levico a di Levico Terme si svolgerà dal 28 aprile al 1 maggio ”Expo Valsugana Laghi Lagorai”, una fiera nata per valorizzare il territorio della Valsugana e del Trentino Orientale e alla quale si guarda con nuove prospettive e rinnovato entusiasmo, ricca di nuove proposte per gli operatori e per chi vorrà conoscere questo territorio. Cuore della fiera sarà il Palalevico, una struttura fieristico-congressuale che si trova a ridosso del lungo lago, adiacente ad un’area verde, dove saranno allestiti spazi e tensostrutture per oltre 4000 mq. utili di esposizione, mentre l’area complessiva sarà di 20mila mq. L’orario di apertura nei quattro giorni sarà dalle 10.00 alle 20. La rassegna rappresenterà un appuntamento importante per tutta l’economia del Trentino Orientale ed in particolare per tutta la Valsugana. Oltre ai settori fieristici tradizionali presenti, artigianato, industria, commercio, servizi, nuove tecnologie. All’interno della rassegna troveranno spazio espositori che si occupano di “Bio-edilizia e del risparmio energetico” dal fotovoltaico, ai serramenti alle isolazioni termiche, alle energie alternative. Molte le aziende locali che già hanno confermato la loro presenza, segno che molti credono in questa iniziativa, così come hanno dato la loro adesione a sostenere la rassegna le Casse Rurali dell’Alta Valsugana, il Bim del Brenta, le Comunità di Valle, il comune di Levico Terme, l’Azienda per il turismo Valsugana. Anche la formazione professionale sarà presente, così come l’Associazione artigiani della valle. In contemporanea sarà proposta la rassegna “Trentino cavalli“ giunta alla sesta edizione, per la manifestazione equina più importante
FRANCESCOTTI CONFERMATO PRESIDENTE, KaiSermann e costanzo, new entry
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a “Pro Cultura” di Trento, la storica Associazione culturale fondata da Cesare Battisti nell’anno 1900, si è riunita per fare il bilancio della sua attività, per progettare le prossime manifestazioni culturali e per rinnovare (come avviene ogni tre anni, il suo Direttivo). Dopo le relazioni sull’attività culturale del 2011 e su quelle prevista per quest’anno è seguita l’approvazione del bilancio, la discussione con i soci presenti all’Assemblea (una cinquantina tra i quasi Clara Kaisermann 150 iscritti) e infine la votazione per il rinnovo del Direttivo, con alcune importanti novità. Due i nuovi entrati nel Direttivo: Clara Kaisermann (che porta così a quasi metà la rappresentanza femminile nel Direttivo) e Fabrizio Costanzo, che hanno preso il posto lasciato libero (per ragioni anagrafiche o di salute) da Elio Fox e Lorenzo Cosso. Elio Fox è stato nominato presidente onorario dell’Associazione: al suo posto è stato nominato vicepresidente lo psicologo Renzo Luca Carrozzini. Confermati come segretaria la poetessa Lilia Slomp Ferrari e, come presidente, il poeta e scrittore Renzo Francescotti, al timone della “Pro Cultura” dal 1985. Confermati anche gli altri componenti della direzione: Antonella Bragagna, Giuseppe Calliari, Luisa Gretter Adamoli, Mauro Neri, Sandro Schmid. Il neo confermato presidente, Renzo Francescotti, ha concluso ringraziando Elio Fox e Lorenzo Cosso per la loro collaborazione, dicendosi sicuro che il loro apporto di esperienza continuerà a essere prezioso nella “Pro Cultura”.
della regione, saranno allestiti box e strutture per ospitare le varie iniziative, saranno presenti espositori e allevatori di varie regioni italiane, le razze più rappresentate saranno gli haflinger, i norici, gli arabi, ci sarà un settore riservato ai pony con possibilità per i bambini di fare un giro per l’arena. Sarà realizzata un’arena di 1500 metri quadrati con tribune per gli spettatori per ospitare spettacoli equestri, gare di varie discipline dal pool badding alla gara di gimkana per finire con una spettacolare sfilata di carrozze fino al centro di Levico. Hanno dato la loro adesione e saranno presenti gli allevatori della Valsugana con mucche, pecore, capre e altri animali. Sul sito internet www.bsifiere.com si potranno trovare altre informazioni e le indicazioni sulla rassegna. 121
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in nome della sicurezza sul lavoro WINE FOR MART IL MARZEMINO DE TARCZAL SCENDE IN CAMPO PER IL MUSEO DI ROVERETO: UN EURO PER OGNI BOTTIGLIA DI MARZEMINO VENDUTA ANDRà AL MART
gli studenti Martin Monsorno e Patrick Neuhauser premiati al convegno USEB di bolzano
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i chiama Wine for Art-Wine for Mart ed è il nuovo progetto che vede come protagonisti il museo di arte moderna di Rovereto e l’azienda agricola de Tarczal di Marano d’Isera, il cui Marzemino da oggi si vestirà di una nuova etichetta, dedicata al Mart e disegnata dai grafici del polo progettato dall’archistar Mario Botta. L’idea è semplice e al contempo pionieristica, oltre che generosa e coraggiosa: ogni bottiglia di Marzemino de Tarczal venduta – a un prezzo di 8,50 euro – la cantina devolverà un euro per sostenere le iniziative del Mart. A prendere parte a questa iniziativa, siglata con un accordo triennale, ci sono anche tutti i ristoratori del Trentino, i supermercati della cooperazione Sait, la rete vendita nazionale di de Tarczal e i suoi importatori all’estero, che da oggi saranno impegnati a vendere più bottiglie possibili di Marzemino Wine for Mart. Il museo, oggi diretto da Cristiana Collu, dal canto suo metterà a disposizione un corner per la vendita, ben visibile a fianco della biglietteria. La vendita di questa “special edition” di Marzemino – che uscirà con quattro etichette diverse per colore e annata, l’ultima color oro per festeggiare il compleanno del Mart, che il 15 dicembre compie dieci anni – sarà veicolata anche via e-commerce, tramite il sito www.trentinoshop.com. «Questo progetto è una cosa grande e ha l’obiettivo migliorare la partecipazione del territorio al Mart – spiega Ruggero Dell’Adami de Tarczal –, che è una fortuna per la Vallagarina ma ancora si stenta a comprenderlo. Amo molto questo territorio e spero così di dare il mio contributo affinché cresca». L’intenzione è soprattutto quella di «spronare tutti a far in modo che gli oltre 200mila visitatori del Mart si fermino sul territorio, 5 6 mentre oggi la loro presenza è mordi e fuggi». 122
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l giusto riconoscimento a due giovani preparati e volenterosi, resisi protagonisti di un’invenzione destinata potenzialmente a garantire l’incolumità di molti addetti ai lavori del settore agricolo. Potrebbe essere riassunta così la serata “Un esempio concreto di sicurezza sul lavoro”, appuntamento organizzato dall’USEB in partnership con la Banca di Trento e Bolzano e capace di non deludere la folta platea presente. Tramite la realizzazione di questa serata, che ha potuto contare sulla graditissimo intervento dell’assessore provinciale Roberto Bizzo, oltre che sulle presenze di alcuni personaggi illustri quali Christof Oberrauch (Presidente del Südtirolerwirtschaftsring), Oswald Lechner (Segretario Generale della Camera di Commercio) e Dario Rotondi (Questore di Bolzano), l’Unione Settori Economici della Provincia di Bolzano si proponeva un chiaro obiettivo: quello di premiare ed incentivare per il futuro due giovani studenti dell’Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato, Martin Monsorno e Patrick Neuhauser. I due alunni, poco più che maggiorenni ed impegnati nell’ultimo anno del loro percorso presso l’indirizzo “Tecnico delle industrie meccaniche”, hanno presentato alla platea il proprio sistema di antiribaltamento per trattori, progetto realizzato insieme al docente Rinaldo Larcher. Un’opera di indubbia importanza, idonea a racchiudere in sé innovazione e capacità di intervenire concretamente in favore della sicurezza sul lavoro, oltre che espressione delle doti possedute da due ragazzi che hanno potuto contare sulla formazione professionale di alta qualità fornita in Alto Adige.
Alberto Folgheraiter immagini di
Gianni Zotta
i villaggi dai camini spenti Viaggio nella periferia del Trentino del terzo millennio Curcu & Genovese
agine p 6 3 3 35,00 o r u E
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Bocuse d’Or Italia: vince Alfio Ghezzi “Le tre guerre di Folgaria” vanno in tv interessante Docufilm per la regia di Ugo Slomp
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ra le diverse rubriche di “Terra di Montagna”, dedicate all’artigianato, all’arte, alla musica e a molto altro ancora, spiccano ogni tanto storie dimenticate che è bello riscoprire. Domenica 18 marzo, ad esempio, Rai Regione propone “Le tre guerre di Folgaria”, un filmato per la regia di Ugo Slomp dedicato ai tre conflitti mondiale che interessarono il territorio di Folgaria, un coinvolgimento dovuto sia alla posizione strategica, sia alla conformazione orografica. Il primo vide la costruzione di fortezze austroungariche poste a difesa del Regno con sanguinosi combattimenti nel 1915, il secondo vide l’altopiano teatro di scontri di partigiani e rastrellamenti nazisti che culminarono nella strage di malga Zonta dove vennero trucidate 17 persone, e per questo Folgaria è tra le città decorate al Valor Militare per la Guerra di liberazione. Infine il suo territorio visse anche una guerra virtuale, per fortuna mai combattuta, la guerra fredda. Agli inizi degli anni 50 infatti, La Nato nei pressi di passo Coe realizzò una base missilistica chiamata base Tuono. Era inserita nel sistema di comando e controllo Nato per la difesa aerea integrata (dodici le basi dislocate nell’area Nord-Est), ed è stata attiva e operativa dal 1966 al 1977. All’interno erano dislocate tre aree di lancio di missili Nike-Hercules, per un totale di due dozzine di missili armati con testate convenzionali. La loro funzione era la distruzione di formazioni di bombardieri strategici del Patto di Varsavia che si fossero avvicinate
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all’Accademia del Gusto di bergamo, il 21 febbraio
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Alfio Ghezzi il vincitore della Selezione Italiana del Bocuse d’Or. Lo chef trentino ha gareggiato all’Accademia del Gusto e il 21 febbraio è stato proclamato portabandiera della cucina italiana alle Selezioni Europee del prestigioso concorso. Ghezzi è dal 2010 chef della Locanda Margon di Trento, il ristorante delle Cantine Ferrari, che in passato ha conquistato la prestigiosa Guida Michelin. Classe 1970, è stato commis di cucina e chef di partita in prestigiosi alberghi di rinomate località italiane. Dopo alcuni anni dedicati all’insegnamento, ritorna all’originale vocazione di chef e apprende l’arte da due grandi maestri quali Gualtiero Marchesi e Andrea Berton. I due piatti presentati sono stati: per la carne Pollo di Bresse tartufato, parfait di fegatini nocciole e corniole, raviolo di ricotta, fave e piccola finanziera “come una patata” profumata al limone, croccante fuori e morbida dentro” e per il pesce Sogliola al vapore e salsa olandese di uova di trota, gambero grigio, daikon, melanzana affumicata e polvere di olio al rosmarino, carciofi e alette di sogliola alla soja e rafano, fegato di salmerino, amaranto, carota e frutto della passione. ai confini nazionali. Ora il Comune ha attuato un piano di recupero della Base per inserirla in un più ampio progetto denominato Parco della Memoria. Nella stessa puntata, “Trento Ecocittà”, con i risultati di un’inchiesta condotta da Legambiente, e la collezione di opere d’arte della Regione Trentino Alto Adige. Facendo un passo indietro, domenica 4 marzo, il viaggio nell’artigianato trentino di qualità, porta la troupe televisiva della Rai in un laboratorio artistico orafo. Una piccola bottega, dove i preziosi vengono realizzati ripensando i gioielli ritrovati nelle tombe longobarde della nostra regione Inoltre, dal 25 febbraio al 3 giugno il Mart di Rovereto ospita: “Alice in Wonderland” ( Alice nel Paese delle Meraviglie), il favoloso mondo di Lewis Carroll e la sua enorme influenza nelle arti visive.La Struttura Programmi della Sede Rai di Trento, presente all’inaugurazione, ha seguito i lavori di allestimento della mostra facendosi guidare da alcuni dei curatori. Alla nuova Direttrice della prestigiosa istituzione trentina, Cristiana Collu, intervistata in quel contesto, è stato chiesto quali progetti culturali ha in serbo per il prossimo futuro.
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“Notizie alla brace” con la cont e gardin Una striscia quotidiana sull’emittente rttr
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na striscia quotidiana, tutta da ridere, con uno sguardo alla realtà della nostra regione senza dimenticare le disavventure del Belpaese. Tutto questo vuole essere “Notizie alla Brace”, il nuovo programma di Lucio Gardin in onda su Rttr quattro volte al giorno, prima dei principali telegiornali. 6.45 - 12.30 - 18.45 e prima del Tg della notte. “Notizie alla Brace” è realizzato da Gardin insieme a Loredana Cont, con la presenza fissa in studio di Elio Voltolini, a cui si aggiungono una serie di inviati speciali. In questa chiacchierata con il comico e autore roveretano vi riveliamo alcuni retroscena di una trasmissione che sta già lanciando alcuni tormentoni. Allora Lucio, da quali esigenze nasce questo tuo nuovo programma? “In una parola direi sperimentazione. Dopo sei anni di Megabait era arrivato il momento di cercare una nuova strada. Quel programma ci ha dato tantissime soddisfazioni, ma era diventato come guidare su una strada a 6 corsie a senso unico, troppo facile, senza ostacoli, senza imprevisti… insomma c’era il rischio di addormentarsi alla guida. E per la creatività non c’è niente di peggio che guidare addormentato. Beh, anche per l’automobile e per la salute in senso più esteso”. Al tuo fianco in conduzione l’ormai inseparabile Loredana Cont… “Sì, io e lei siamo praticamente una persona sola, abbiamo un feeling totale. Pensa che alle volte dopo che lei ha fatto l’amore con suo marito, viene sonno a me. Certo, con Notizie alla Brace abbiamo dovuto riaggiustare il nostro modo di stare in scena, perché nel Megabait recitavamo
per noi mentre una telecamera ci riprendeva, qui invece recitiamo direttamente per i telespettatori. È un modo diverso di porsi, e stiamo raggiungendo piano piano la sinergia anche qui”. Fra i tormentoni già lanciati a Notizie alla Brace c’è quello del nuovo partito “Pic & Badil” di cosa si tratta? “È stato il primo nostro primo scoop: il finto nuovo partito di Dellai! Un partito territoriale, che parte dalla terra insomma. In realtà l’idea è nata in collaborazione con quel piccolo genio che si occupa dei contributi video nel programma che è Mirco Orsingher. Si tratta di un partito che mette tutti d’accordo, e ha già nel nome è una buona ricetta contro la crisi occupazionale”. Quanto fa ridere la politica trentina che tu rappresenti anche con alcuni pupazzetti sulla scrivania? “La politica trentina non fa ridere più di altre cose. Voglio dire che tutto fa ridere, basta guardare il mondo con l’ottica positiva. Così come tutto fa piangere se guardato con occhi negativi. In fin dei conti come diceva Shopenhauer “i nostri pensieri sono il nostro destino”, se pensiamo male delle persone vedremo in giro solo persone brutte. Al contrario, io preferisco ridere di me e delle cose, forse sono fuori moda, ma sono certo di creare meno danni al prossimo facendo così”. Non manca però se non abbiamo visto male anche qualche volto altoatesino specie quello di Durnwalder… “Beh, Rttr ha un grande seguito anche in Alto Adige e non potevamo non tenerne conto. E poi Durnwalder si presta molto ad essere preso di mira: uno che guadagna più di Obama per governare 500mila persone ...ha capito tutto dalla vita. Guadagna così tanto che ogni due giorni, lo spread lo chiama a casa per sapersi regolare!” . Nelle tue intenzioni c’è anche il lancio di nuovi volti comici trentini? “Ho fatto una serie di casting e ho trovato alcuni ragazzi che vogliono provare a fare tv. Alcuni sono già stati inseriti nel programma, e altri entreranno più avanti. Sto mettendo nelle loro mani tutta la mia esperienza. Non so se diventeranno nuovi comici, ma comunque avranno la possibilità di allargare il loro punto di visione delle cose, e questo ha un grande valore a prescindere da Notizie alla Brace”. Quale scoop sogni, dopo che hai già scoperto appunto il nuovo super partito di Dellai e il nevedotto delle Dolomiti voluto da Mellarini con il Dubai? “Per i lettori di Trentinomese cito i primi che mi vengono in mente a partire da “L’isola dei zidiosi” dove per isola si intende il consiglio comunale e per zidiosi i suoi ospitati. Poi vedremo il backstage del film dei Vanzina “Vacanze di Natale a Cortina”, dove si sente fuori onda il cast parlare bene del Bondone. E mostreremo anche in esclusiva mondiale le immagini rubate dal set del prossimo film dei Vanzina: “Vacanze di Pasqua sul Bondone”. 125
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Il libro del mese
Gli editori trentini volano in belgio in occasione dell’annuale foire des livres di bruxelles. Si tratta della prima inziativa dell’a.e.t., dopo la sua ricostituzione avvenuta qualche Mese fa
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Italia sarà l’Ospite d’Onore della quarantaduesima edizione della Foire du Livre de Bruxelles, che si svolgerà dall’1 al 5 marzo al Tour & Taxis nel pieno centro della capitale d’Europa. Un’occasione importante visto che, per la prima volta, la Fiera del Libro belga ha deciso di collocare un Paese straniero al centro di questo grande evento editoriale. All’Italia saranno così dedicati un programma e spazi espositivi d’eccezione. Con il patrocinio e il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dell’Ambasciata d’Italia, dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, con la partecipazione dell’Associazione Italiana Editori e la collaborazione della Società Dante Alighieri, il Padiglione Italiano offrirà un ampio e aggiornato panorama della produzione editoriale del nostro Paese. È proprio nel Padiglione Italiano che l’Associazione Editori Trentini, con la collaborazione e il contributo dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Trento, sarà presente con un proprio spazio espositivo dedicato appunto alla produzione libraria degli editori trentini. Un’occasione imperdibile per un’associazione che, dopo un periodo di inattività, si è rimessa in moto con grande determinazione per ritrovare quell’unità rappresentativa indispensabile per poter proporre e sollecitare iniziative, sia culturali che economiche, per la promozione del libro trentino (ove per trentino s’intende pubblicato da editori operanti sul territorio della nostra provincia, ma non certo limitato culturalmente al Trentino). Quindici le Case Editrici presenti a Bruxelles: ARTIMEDIA CASA EDITRICE IL MARGINE CASA EDITRICE PANORAMA CENTRO DOCUMENTAZIONE LUSERNA CENTRO STUDI storia EUROPA ORIENTALE CURCU & GENOVESE EDIZIONI31 EMANUELA ZANDONAI EDITORE FONDAZIONE BRUNO KESSLER Fondazione Museo storico del Trentino GRUPPO EDITORIALE TANGRAM PUBLISTAMPA REVERDITO EDIZIONI SILVY EDIZIONI TIPOGRAFIA EDITRICE TEMI
Questa, dunque, una prima importante occasione per “mettere in mostra” la qualità e lo spessore culturale della produzione libraria del Trentino. 126
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Una storia semplice e toccante, quella scritta da stefano corsi. l’anno del professore tifoso elvio Caudano, tra i problemi dell’insegnamento e la sua passione (tradita) per l’atalanta
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on si può fare. Perché nella vita tutto si può cambiare, tranne la squadra del cuore. Però se ad un essere umano fosse concessa questa possibilità, si vorrebbe diventare atalantini. Perché? Perché ciò permetterebbe di condividere la stessa fede calcistica – pura, alta, onesta, intangibile - con il professor Elvio Caudano. Sì, dalla pattuglia scombiccherata di em bycicleta (quelli di “Inter nos” e “Un coro per il Vecio”, li si trova sul sito della Gazzetta, a Quasi Rete) è appena uscito un nuovo libro. Un romanzo lieve lieve, il racconto di un piccolo grande uomo nella tempesta, la storia di un professore – insegna italiano in un liceo di Jesi -, che vive con la mamma, ama il suo lavoro, ancora aspetta di vivere l’innamoramento che ti rapisce, stravede per l’Atalanta. E’ bergamasco l’autore de Il campionato del professor Caudano, si chiama Stefano Corsi, insegna in quel di Lodi ed è maestro nel suo poetico aggirarsi tra le scritture di sport e di vita quotidiana, fedele ai colori della Dea ma anche ad un decoro, esistenziale e civile, che dovrebbe essere la cifra dei brav’uomini. Ecco, il suo professor Caudano è una bella persona. Lo scoprirà chi dovesse – il consiglio è convinto – leggere il libro significativamente recensito anche sulle pagine de “La Lettura”, l’inserto culturale del Corriere della Sera. Dice bene il risvolto di copertina del romanzo: “Come i lettori del primo libro a lui dedicato ricorderanno, il professor Caudano è un mite e silenzioso insegnante di lettere di mezza età, pingue nel fisico e competente nelle sue discipline. Titolare di cattedra presso il liceo scientifico “Leonardo da Vinci” di Jesi, vive solo, fra molte letture e rare frequentazioni. Inopinatamente, è anche tifoso dell’Atalanta, squadra che segue da lontano ma con puntigliosa passione. Se si aggiungono le visite quotidiane alla madre, il chiuso orizzonte della sua esistenza è tutto descritto, e ben si intuisce come non possa assolutamente
trentinolibreria Mauro Marcantoni - Milena di Camillo Renato Ballardini Fondazione Museo Storico del Trentino
Maurizio Marchel Facili cime del Trentino Cierre - Tappeiner
Igor Salomone Con occhi di padre Erickson
«Ho avuto modo di conoscere Renato Ballardini nel vivo del non breve percorso parlamentare che abbiamo condiviso. La rilettura della vita politica e dell’attività istituzionale di Renato Ballardini ci riporta agli anni di grandi battaglie civili e cambiamenti sociali nel nostro Paese. Si può ben dire che egli appartiene alla schiera di coloro che alla politica assegnano la funzione primaria di servizio alla comunità. Dinanzi ai fermenti che percorrevano la società italiana, il Parlamento italiano seppe operare come arena di confronto civile, di composizione dei conflitti, di sintesi delle esigenze del Paese, di elaborazione di risposte meditate» (dalla prefazione di Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica italiana). Mauro Marcantoni, sociologo e giornalista, dal 1999 dirige l’Istituto per l’assistenza allo sviluppo aziendale (IASA) di Trento. Milena Di Camillo è giornalista professionista.
Con questa guida alle “Facili cime del Trentino” vorrei far conoscere, anche a chi non presenta grandi doti alpinistiche, alcune fra le più belle vette del nostro territorio. I sessanta itinerari qui proposti sono stati da me percorsi, cercando di ricavarne una relazione il più possibile dettagliata e precisa. Ciò nonostante è bene prestare sempre attenzione in prossimità di biforcazioni dei sentieri o in caso il tracciato degli stessi sia stato modificato causa naturali mutamenti ambientali. Le zone prese in esame comprendono gran parte delle aree montane provinciali, prediligendo i gruppi più vasti ed importanti. Particolarità di questa guida è la riscoperta dei laghi alpini, perle preziose di inestimabile valore! Proprio per questo, per quanto mi è stato possibile, ho cercato di selezionare le escursioni più belle il cui tracciato transitasse... (M.M.)
Un uomo alle prese con uno dei ruoli più difficili che possano toccare a un uomo oggi. Un professionista dell’educazione minacciato dai terremoti della vita. Una figlia «simpatica, testarda, buffa, insopportabile, bella e dolcissima». E disabile. Una storia tra un padre e una figlia che parla dell’esser padre di ogni figlio, quando i figli sono quello che sono e chiedono ai padri di inventarsi e diventare. Parole che parlano di padri ai padri. E alle madri, e ai figli, e agli uomini e alle donne che di padri vogliono sentir parlare. Un libro nato in forma di diario, divenuto sin dalla prima edizione un motore di incontri, dibattiti, letture, esperienze teatrali. Un’opera in crescita continua, grazie agli sguardi che ha incontrato e continua a incontrare, sostenendoli.
contare giornate avventurose. Tuttavia, qualcosa accade (o potrebbe accadere) anche a un umbratile professore della provincia italiana, sicché il semplice resoconto di un anno scolastico e di un campionato (quello di serie B 2010-2011, conclusosi con la promozione dell’Atalanta e insieme con l’esplosione dell’ennesimo scandalo legato alle scommesse illecite) finisce per offrire uno spaccato della nostra vita pubblica e di un piccolo rovello privato. Il professor Caudano attraversa l’una e l’altro con la l’umile pazienza dei solitari coscienziosi. Una tipologia umana oscura, ma, forse, tanto più preziosa in tempi di smarrimento”. Va letto, questo romanzo. Vi si ritrova l’Italia di oggi, con la sua scuola disastrata eppure ricca di risorse e di slanci, con i suoi tifosi comunque non rassegnati all’ineluttabilità della combine. E si scopre Géza Kertész, l’allenatore dell’Atalanta nel 1938. Stefano Corsi ha voluto che la sua effigie
comparisse nel retro di copertina, a ricordare chi finì la sua vita, dopo aver sfiorato la promozione in A con l’Atalanta, fucilato dai nazisti, a Budapest. Sì, Caudano è uno di noi. Uno dei capitoli più dolcemente cartavetrati del romanzo racconta proprio di Caudano che sotto la pioggia va allo stadio, a Bergamo, per un Atalanta – Foligno (!!!) di Coppa Italia. Il biglietto glielo regala un ultras, ruvido inizialmente, quasi commosso poi, allo scoprire che il mite professore conosce tutto, ma proprio tutto, della Dea. Così resta la possibilità di una immagine: la curva di Bergamo, nello stadio pavesato in nero ed azzurro che intona il canto, a mo’ di slogan: “Uno di noi, Caudano è uno di noi. Uno di noi, Caudano è uno di noi”. (c.ma.)
Stefano Corsi Il campionato del professor Caudano Romanzo Curcu & Genovese (Euro 12, pagine 160)
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trentinoscoop&news
UNA NUOVA BOLLICINA DI PERLAGE FIRMATA ARNALDO POMODORO La nuova cantina umbra della famiglia Lunelli debutterà il 16 giugno prossimo. All’insegna del legame con il Trentino. e dell’arte
U
na tartaruga (che richiama i ritmi lenti della natura e del vino), un’astronave (per le nuove conquiste?), un sole che sorge dai raggi fatti di filari di vigne (di Sagrantino, l’unico vitigno le cui foglie in autunno s’infiammano di colori rossi). E una bollicina di perlage rosè, per non dimenticare il legame indissolubile che da oggi lega il Trentino all’Umbria – disegnando possibili nuove vie per l’enoturismo – e che si potrà toccare con mano il 16 giugno, giorno dell’apertura ufficiale del carapace – ovvero il guscio della tartaruga – al grande pubblico mondiale. Di cosa stiamo parlando? Della nuova, attesissima cantinascultura di Arnaldo Pomodoro, realizzata per la famiglia Lunelli e in particolare da un’idea di Gino (oggi presidente onorario di Cantine Ferrari), legato a Pomodoro da un’amicizia trentennale. L’imponente opera dalla bellezza mozzafiato si trova in Umbria, a Bevagna, dove i Lunelli nel 2001 hanno acquistato una trentina di ettari vitati. La nuova realtà si chiama Tenuta Castelbuono ed è lì che Pomodoro ha avuto carta bianca per costruire quella che per il famoso scultore rappresenta il debutto – a 86 anni – nel mondo delle costruzioni: «Un’opera unica al mondo, che considero come un mio lascito, un omaggio – dice Gino Lunelli emozionandosi – per la chiusura della mia carriera lavorativa». A prendere parte alla realizzazione dell’imponente tartaruga 128
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ci sono molte realtà trentine: in primis l’architetto Giorgio Pedrotti, che si è occupato di tutta la progettazione strutturale, fino ad arrivare alla fondamentale opera di lattoneria, curata dalla perginese Eurocoperture. Il carapace, infatti, si staglia, in cima a una collina vitata, per nove metri di altezza e un diametro di 38 metri per 28: una calotta la cui copertura è realizzata interamente in lastre di rame su cui Pomodoro ha lasciato i suoi segni creativi. Sostenuta da una centinatura di archi in legno lamellare, il carapace da fuori ammalia, ma internamente lascia senza fiato: da un grande arco centrale che assume il peso di una spina dorsale, si diramano come costole le serie dei mezzi archi laterali che intessono un ambiente che esprime forza e morbide suggestioni al contempo. Uno ziggurat, racchiuso all’interno di una scala elicoidale, funge da sala degustazione e tutto il resto della cantina trova sviluppo nella parte interrata. Di qui usciranno, quando la produzione sarà a pieno regime, circa 500mila bottiglie di Sagrantino di Montefalco e di Rosso di Montefalco, già lanciate sul mercato a partire dal 2003 e frutto di «un importante lavoro sui vigneti, ora in conversione al biologico, con nuovi impianti e la valorizzazione di quelli esistenti tramite una selezione dei cloni condotta con l’Istituto agrario di San Michele all’Adige», fa sapere Marcello Lunelli, presidente di Tenuta Castelbuono, che sarà gestita dal cugino Alessandro, figlio minore dell’enologo Mauro e fratello di Camilla. Il carapace di Pomodoro è un’opera d’arte, a tutti gli effetti, unica perché è la prima al mondo dove «si vive e si lavora»: per questo si prevede che a visitare la nuova cantina accorreranno da tutto il mondo. Dal 16 giugno i visitatori non faranno fatica a trovare il già famoso carapace: per segnalarlo nel paesaggio, Pomodoro ha pensato bene di realizzare anche un dardo rosso fuoco, alto diversi metri. Come se il Nettuno di Piazza Duomo a Trento (su cui si affaccia la casa di Gino Lunelli) avesse scagliato una delle sue saette per rimarcare che lì inizia un nuovo e importante capitolo del Trentino del vino. Francesca Negri
trentinoenogastronomia
ristoranti
in ogni numero trentinomese vi propone due ristoranti provati per voi I ristoranti presentati in questa rubrica sono una libera scelta redazionale. Il nostro giudizio anche se critico, è espresso in “cuori” perchè, comunque, il difficile lavoro del ristoratore merita rispetto.
Segnalazioni e commenti: redazione@trentinomese.it
Ansitz Pillhof
Al GUSTO
UN LOCALE CHE VALE PER TRE
UNA PAUSA PRANZO con semplicità
Ansitz Pillhof è situato, a due passi da Bolzano, al di sopra della famosa Strada del vino che porta ad Appiano, in una suggestiva tenuta del 1400. Questo, unito alla formula del locale e agli ambienti caldi e accoglienti, crea un miscuglio alchemico di raro fascino. E anche la cucina non è da meno. Il menu cambia spesso e la sera di fine gennaio in cui sono stata io, assieme a degli amici, c’era veramente l’imbarazzo della scelta. Tra gli antipasti (dai 9 ai 12 euro): animelle saltate con funghi shitake e crema di cavolfiore; gamberi saltati su insalatina con noci e mostarda di peperoni; insalata, dressing allo yogurt e crostini di pane; bruschette miste della casa. Tra i primi (tutti a 12 euro): risotto allo zafferano con ossobuco di agnello; gnocchi di pane con ragù di gamberi e salsiccia; caserecci con cozze e broccoli. Tra i secondi (20 euro): sella di vitello su groestel di peperoni e capperi; filetto di branzino con verdure mediterranee e olive taggiasche; selezione di formaggi oppure formaggio erborinato Golden Gel con calice di Sautern (9euro). Dulcis in fundo (tra i 13 e i 6 euro), variazione di dessert oppure tiramisù al bicchiere. Eravamo in tre e abbiamo praticamente degustato quasi l’intero menu: tutti i piatti sono risultati davvero convincenti e quelli che hanno maggiormente lasciato il segno sono stati le animelle, il filetto di branzino, i formaggi accompagnati a delle mostarde e il tiramisù. Quanto al vino, la formula è davvero simpatica: essendo il Pillhof anche un wine bar e un’enoteca, anche seduti al ristorante viene portata la lista dei vini con i prezzi di vendita dell’enoteca, a cui poi va aggiunto semplicemente un diritto di stappo di 7,50 euro. Anche se solitamente il diritto di stappo è di 5 euro, i prezzi delle bottiglie anche al ristorante risultano particolarmente convenienti. Infine, servizio cortese e puntuale, piatti serviti in tavola con i giusti ritmi, luci calibrate tra illuminazione artificiale e candele, musica di sottofondo piacevole e gente “giusta”. Unica nota antipatica, il bagno, che si trova all’esterno del locale e quindi d’inverno non è esattamente una cosa piacevole. D’estate si pranza nello spazio esterno circondato dalle mura, allestito con botti e un bel verde, di grande effetto. Un posto dove poter andare sia per una serata romantica, sia per un’uscita con gli amici, a mio avviso unico nel suo genere e davvero una bella scoperta.
Ci sono almeno tre motivi per andare al ristorante: per piacere, per dovere (pranzi e cene di lavoro) oppure per necessità (il frigo è irrimediabilmente vuoto oppure voi non avete nessuna voglia di cucinare oppure, ancora, siete in giro, sempre per lavoro, e non potete tornare a casa a pranzo/cena). Se a muovervi sono le ultime due alternative, allora il ristorante Al Gusto potrebbe fare al caso vostro, mentre se è il piacere del palato o la voglia di ricercare piatti della tradizione eccellenti oppure emozioni nuove e ricette creative, cambiate indirizzo. Il locale, che ha preso il posto da un annetto della nota pizzeria Due Cuori in via Milano a Trento, cerca di fare il meglio: cambia menu frequentemente, ricerca la freschezza della materia prima e propone piatti semplici. Ma la semplicità può essere declinata in modo eccellente oppure no. Semplice la mia tagliata di struzzo (buona) accompagnata da carciofi che in menu erano definiti “croccanti”, ma che di croccante non avevano nulla e assomigliavano molto a quelli surgelati del supermercato (ma magari non è così). Semplice era il tortello di patate (discreto) accompagnato da quattro – di numero – pezzi di verdura sottolio e alcune fette di salame (e se non mangio salame?). Semplice era la torretta di polenta taragna – in Trentino abbiamo quella tanto buona di Storo… – con formaggio fuso, crauti e speck, assai semplice. Ma l’apice è arrivato con la pasta al pomodoro, che se uno chef la mette in carta deve essere matematicamente sicuro di saperla fare bene: positivamente sorpresa di trovare un piatto così famigliare nel menu, ho deciso di ordinare anche quello. Peccato che fosse completamente privo di gusto, tanto che ho lasciato la mia porzione praticamente intatta e gentilmente (non capita frequentemente) questo piatto non è stato inserito nel conto. Capitolo dolci, mediocre. A mio avviso, poi, tutto il menu è abbastanza confuso, o almeno io non ci ho trovato molta logica: c’è un miscuglio di piatti trentini, pugliesi, siciliani, internazionali, in un pout pourri che non mi ha dato la sensazione di fantasia, piuttosto mi ha fatto pensare a un’identità ancora in via di definizione. Ma questa è la mia personalissima sensazione. Infine, la scelta dei vini è risicatissima, anche se quella sera ho avuto occasione di assaggiare una nuova etichetta di Fattoria Le Pupille (quella del blasonatissimo Super Tuscan Saffredi) che mi ha davvero conquistato: il Pelofino, uvaggio di Sangiovese, Syrah, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, davvero intrigante. Insomma, l’esperienza Al Gusto è stata, per me, deludente, ma i prezzi sono “friendly”, il servizio cortese, il locale abbastanza accogliente.
PILLHOF via Bolzano 48 39010 Frangarto Appiano sulla strada del vino (BZ) Tel. 0471 633100 Chiuso la domenica
AL GUSTO Via Milano, 80 38122 TRENTO Tel. 0461 935052 Chiuso sabato tutto il giorno e domenica a pranzo
cibo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ ambiente ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ prezzo ♥ ♥ ♥ ♥ ♥
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trentinofotoromanzo di Carlo Martinelli
LA REGINA, IL PALAZZO, IL PRECIPIZIO
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ra non molto, di anni ne saranno passati cento. Beh, non può non fare un certo effetto scoprire una vecchia copia della mitica “Domenica del Corriere”. È datata 20-27 novembre 1921, costava 20 centesimi e all’occhio di un trentino attento non sfugge che quel palazzo raccontato tra plaudenti bandiere tricolori, nella copertina disegnata dell’altrettanto mitico Achille Beltrame, ha un che di familiare. Certo. Oggi quello è il civico numero 15 di piazza Dante, la sede della Provincia autonoma di Trento. Recitava così la disascalia di quell’immagine – il disegno era la televisione, il testo un twitter, la mettiamo così? -: “la Regina Madre a Trento. Chiamata al balcone dell’albergo degli applausi della folla, l’Augusta Donna è salutata con incredibile ovazione”. Lei era la Regina Elena, in viaggio nelle terre allora da poco “redente” (l’avrebbero raccontata così, per anni, prima che il soffio della storia non aprisse a riletture e rivisitazioni) con il re consorte, Vittorio Emanuele III. Il giorno dopo la tappa trentina, avrebbero raggiunto Bolzano.
Il viaggio a ritroso nel tempo permette di ricordare come il nucleo principale dell’attuale palazzo della Provincia sia costituito dall’Hotel Trento (poi Imperial), progettato e costruito dall’imprenditore Francesco Ranzi, industriale e studioso della storia antica di Trento, a partire dal 1875. Oggi il palazzo restituisce, nella segnaletica delle sale e degli uffici, i nomi di chi progettò i vari corpi di fabbrica che costituiscono l’imponente edificio. Così accanto all’ala Ranzi, l’ala Paor indica il corpo di fabbrica edificato verso la ferrovia con un piccolo giardino ed una terrazza panoramica, frutto del lavoro dell’ingegner Emilio Paor. Infine l’ala Mittempergher, costruita negli anni Venti del Novecento è l’ala posteriore che si innesta perpendicolarmente ai due corpi di fabbrica che si affacciano su piazza Dante. Prende il nome dal primo ingegnere dell’Ufficio tecnico della Provincia che si avvalse dell’opera di Giorgio Wenter Marini, architetto ed artista roveretano. Proprio nei giorni segnati dalla visita del re e della regina, Enrico Conci venne nominato primo presidente dell’Amministrazione provinciale straordinaria per il territorio di giurisdizione della Venezia Tridentina. Meno di un anno dopo, il 3 ottobre 1922, le camicie nere occuparono il palazzo: Conci venne spodestato e l’edificio divenne sede della prefettura. Durante la seconda guerra mondiale il palazzo fu sfiorato dalle bombe. Nel dopoguerra, raggiunta l’Autonomia, l’edificio tornò ad ospitare il governo della Provincia di Trento, il Consiglio provinciale e la prima sede della Regione Trentino Alto Adige. Il 13 dicembre 1948 il palazzo accolse la prima riunione del Consiglio regionale. La regina era già storia, lontana. Era invece ancora la cronaca, curiosamente, a riguardare il Trentino. Infatti quello stesso numero della “Domenica del Corriere” in ultima pagina ospitava ancora un disegno di Beltrame. Leggiamo il testo, al solito stringato, che l’accompagnava: “Una drammatica avventura sul lago di Garda. Mentre la loro automobile, spinta a grande velocità, piombava nelle acque da un’altezza di 120 metri, i meccanici Kasseroller e Neumeier riuscivano a gettarsi dal sedile e rimanevano aggrappati sull’orlo del precipizio”.
La memoria restituisce persone e cose che pensavamo dimenticate per sempre o delle quali neppure sospettavamo l’esistenza. Questo è FOTOromanzo. Una immagine che ritorna. Dentro la memoria delle storie.
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Edizioni Curcu & Genovese
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