TrentinoMese novembre

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anno XX n. 249

euro 2,00 www.trentinomese.it

novembre 2012 9 771724 550829

ISSN 1724-5508

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appuntamenti, incontri e attualità trentina

Amico inseparabile, lo infiliamo sotto il braccio ogni mattina e lo sfogliamo curiosi in ogni luogo – lungo la strada, su una panchina, al bar, in ufficio o comodamente a casa – per conoscere le “ultimissime” nazionali, regionali e ultra locali… il giornale è con noi ogni giorno. Ma chi fa in modo che si trovi, fin dalle prime ore del mattino, nell’edicola sotto casa?

cinem a

C’era una volta il

I 125 anni dei salesiani in trentino Si chiama pole dance, si svolge attorno ad un palo… Un’espressione ginnico-artistica che sposa arte e sport, lasciando libere emozioni e sensualità…

Appese a un palo

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Trento. Contiene i.p.

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ring di Pino Loperfido

di Tiziana Tomasini

perfidie

a mali estremi le nostre vite appese ai distributori automatici

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mperativo implacabile quello delle modernissime macchinette che erogano bibite e sfornano cibo (o derivati). Non che siano invenzioni recenti, sia chiaro; ma ultimamente sono diventate super tecnologiche e si sono evolute a tal punto da prendere in taluni casi il posto di quei piccoli punti bar presenti nei più noti luoghi pubblici del capoluogo. Conviene, così dicono. Troppi ed elevati i costi del personale. Ed allora, ai nostalgici del classico bancone che prima o dopo l’ora di palestra o a seguire l’allenamento in piscina dei figli, gradivano sorseggiare un caffè o pranzare con una variopinta insalatona (magari insaporita da quattro chiacchiere con i compagni di corso, con altri genitori o col personale) non resta che rassegnarsi e cavar fuori di tasca la manciata di monetine per “nutrire” le macchinette. E se ormai il diminutivo in questione appare fuori luogo – bisognerebbe chiamarle “macchinone”, questi mastodontici giganti pronti ad ingoiare euro e restituire sostanze più o meno commestibili – le luci sfavillanti ed i colori degli incarti tentano di ingolosire ogni palato, anche il più scettico: non solo patatine ed affini, ma anche pallidi sandwich farciti (di che? Meglio non pensarci…) e perfino primizie da aperitivo, come la fetta di pane rustico con olio e grana a parte, da spargere al momento. Ampia gamma di dolci e dolcetti industriali, a soddisfare i capricci dei bambini illuminati dalla visione di tanta bontà in un sol colpo. E chi glielo spiega ai famelici che tra mezz’ora si cena e che la barretta energetica da centinaia di calorie toglie l’appetito per almeno 10 ore? Giunti o meno al compromesso, viene giocoforza selezionata la cibaria sul display; il prescelto spuntino atterra dolce nel cassetto sottostante, pronto ad essere ritirato al penetrante segnale acustico. Vago sapore di plastica o è solo un’idea, illuminata dal neon? Mentre i figli rosicchiano incessantemente come se fossero a digiuno da settimane, costretti anche dalle rigide imposizioni materne (“Non si sale in macchina con le patatine, eh, che l’ho appena fatta lavare!”) punto lo sguardo alla macchinetta per il caffè. Dire caffè è comunque riduttivo: l’apparecchiatura presenta tutte le varianti del settore, degne – almeno sulla carta – di quanto viene offerto dalle più rinomate caffetterie. Ma cosa scegliere? Sì, lo ammetto, non sono ancora pronta per le macchinette super tecnologiche. Preferivo il bar. E poi quando serve non ho mai moneta. Anche se (quasi) tutte danno il resto. 8

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Io speriamo che m’involvo. Meglio essere umani che pseudoartisti

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no si alza al mattino e si collega al mondo: telefono, tablet, computer (il caro, vecchio televisore, ormai, serve solo per sorbirsi l’abbronzatura di Carlo Conti all’ora di cena). Davanti a schermi e schermetti vari cosa vediamo? Una proliferazione incontrollata di informazioni, dalla più impegnata (“Ma il bosone di Higgs conferma la fede cristiana o la contraddice?”) alla più inutile (“Il tiramisù mi è rimasto sullo stomaco”), alla più assurda (“Sono il pulcino pio-pio-pio”). Ordunque, restiamo sommersi dal chiacchiericcio, da video di questo e di quello, da titoli di libri, di film, foto delle vacanze, canzoni, tutto solo, esclusivamente, on line. (Per dirne una, ogni giorno nel mondo escono seimila libri. Duecentocinquanta all’ora. E parliamo di oggetti di carta che richiedono del tempo per impaginazione, confezionamento, ecc. Se volgiamo lo sguardo all’immensa factory digitale di cui sopra i numeri possiamo solo lontanamente immaginarli.) La prima conseguenza di tutto ciò è che siamo diventati tutti artisti. Mi spiego. Il semplice fatto di essere in grado di tenere in mano una fotocamera ci ha trasformati automaticamente in grandi fotografi; la discreta velocità con cui mettiamo assieme parole digitando sul touchscreen ha fatto di noi promettenti scrittori o, al peggio, poeti; commentare più o meno saccentemente l’opera d’arte o il film ci ha calati definitivamente nei panni del critico di turno. Siamo tutti scrittori, tutti registi, tutti fotografi, tutti artisti, tutti qualcosa in più della massa. Tutti apparentemente dotati della briciola di talento necessaria per emergere dal pantano dei disgraziati a cui la prospettiva artistica non passa nemmeno per l’anticamera. Tutti, ma proprio tutti, anche nella mansione più normale e umana (pensiamo all’artigianato, alla cucina...) hanno la velata pretesa di essere, almeno un poco, artisti con lo sconcertante conseguenza che, allo stato attuale, artista non lo è più nessuno. O meglio. Il vero artista sta diventando colui o colei che insegue la normalità. Come? Tanto per cominciare, tirandosi fuori dal blob della Rete Globale, cancellando i vari account e rinnegando gli “amici” di Facebook. Ma l’involuzione digitale può sfociare in un’evoluzione analogica della felicità? Non lo sappiamo. La cosa certa è un’altra: è questa l’unica strada rimasta per tornare ad essere noiosissimi uomini che non scrivono romanzi, non espongono opere, non divulgano opinioni, ma conoscono e sanno apprezzare davvero il valore degli affetti e del mondo che ci sta attorno.


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di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi Quando la parola (scritta) diventa ignoranza

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l muro, per la sua verticalità, richiama immancabilmente accostamenti scolastici con la lavagna. Ovvero una tavola su cui la nostra mano ha trascorso anni tracciando segni sotto comando – i compiti dettati/richiesti dall’insegnante – oppure segni lasciati scorrere liberamente inseguendo immagini e parole in libertà. Il processo che ci porta a distinguere un muro da una lavagna è il frutto di percorsi di apprendimento individuali, di rapporti con il contesto che ci circonda, con il sonoro ceffone di uno dei nostri genitori quando ci ha colti a trasformare il muro di casa in una potenziale lavagna. Oserei dire, ma i pedagogisti mi perdoneranno, che la separazione tra i due concetti avviene quando uno “è” proprietario di quel muro e allora scatta il meccanismo dell’esteticità dello stesso e ogni “segno/graffio/immagine” tracciato su quello diventa un insulto alla propria privacy, un’invasione territoriale. E noi, come i pettirossi (famosi per la loro testarda e caparbia difesa della territorialità) ci arrabbiamo. Giustamente. Ma ci infuriamo ancor di più quando i segni invadono la memoria di un luogo, ne intaccano la sua integrità,

frammentano un ricordo: il muro di un’antica chiesa (ma anche se fosse moderna il concetto non cambia), le arcaiche pietre di un castello, la compattezza cromatica di un palazzo, ecc. Sfregiare un muro – perché tale è l’atto – vuol dire spezzare l’integrità e avvicinare il manufatto al senso della maceria anonima, urbana, preludio di una metamorfosi dell’identità dello stesso. Allora chi scambia il muro per una lavagna è sicuramente ancora un “non proprietario”, oppure non ha il minimo concetto di cosa voglia dire “educazione” mentale, prima ancora che ambientale. O deve acquisire ancora il concetto che la casa non finisce ai confini perimetrali della propria proprietà, ma “casa” è l’intero universo in cui viviamo perché di quest’ultimo siamo i figli e ai nostri figli dovremo lasciare il mondo quando non ci saremo più. Così come per la giustizia non è ammessa l’ignoranza, altrettanto vale per questi atti. Gli stessi cinesi, durante la rivoluzione culturale, ben si guardavano di lordare i 10

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propri muri – al loro interno sono racchiuse le anime degli antenati –, accontentandosi di stendervi sopra grandi lenzuoli bianchi o di carta di riso su cui narrare i loro sogni, le utopie, le contestazioni, le illusioni, ecc. In maniera ricorrente ci imbattiamo, a Trento come in periferia, nei paesi come in ogni luogo pubblico, in interventi grafomani che niente hanno da dire, niente hanno da spartire con una sana contestazione, ribellione o atti d’accusa. È un tentativo falso di condivisione, di propaganda che ottiene l’effetto contrario di allontanamento, disaccordo immediato, rifiuto di qualsiasi tipo di approfondimento. Una reazione giusta di fronte all’arroganza dell’ignoranza. Oggi ci sono mille altri canali per evidenziare una posizione diversa, alternativa o semplicemente contraria. Trento è sottoposta quotidianamente a decine di occhi elettronici che ci sorvegliano, controllano. Quando si “becca” qualcuno a scrivere le solite demenze, siano esse di destra o di sinistra se tale divisione ha ancora un senso, dovrebbe scattare immediata la sanzione: oltre a quella amministrativa, giudiziaria, ecc., la costrizione a pulire personalmente ciò che è stato imbrattato. Subito. Una pena questa che non deve essere sostituita assolutamente da pecunia come lo Stato tende oggi a fare, permutando qualsiasi condanna in soldi per riequilibrare le proprie casse, fallendo così nel suo compito eminentemente educativo/formativo. Come hanno insegnato i veri educatori di ogni tempo, soltanto facendo mettere le mani in pasta alle persone si riesce a far emergere lo spessore delle cose. Un semplice assioma questo, perseguito per secoli e poi stoltamente abbandonato (pensiamo soltanto alla liceizzazione delle scuole, anche di quelle professionali, disimpegnandosi quindi dal dare spessore culturale, dignità e responsabilità alle “professioni manuali”), che comporta però una rivoluzione nella filosofia dell’apprendimento. Questi ragazzi sono figli della filosofia del dire ma non conoscono più la filosofia del fare. Agli educatori (non solo scolastici, ma anche forze dell’ordine, Magistratura, politici, ecc.) il compito di coniugare il saper essere con il saper fare. 11

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Ring di Francesca Negri

colpo di tacco PER COMBATTERE LA STRAGE DELLE DONNE CI VUOLE una pena certa

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all’inizio del 2012 a oggi sono state scritte oltre cento storie, l’una più o meno fotocopia dell’altra: i litigi, i soprusi, la sopraffazione crescente fino alla violenza cieca. Fino all’omicidio. Fidanzati, mariti, amanti, spasimanti, ex. Persone che hanno scelto di uccidere per storie troncate dalle loro compagne. Gelosie folli, panico da abbandono, malato senso del possesso. Non sono dieci – che comunque sarebbero sempre troppe – ma cento, e solo contando l’Italia, le donne uccise per mano di un marito geloso, di un innamorato abbandonato, di un corteggiatore respinto, di un ex qualsiasi di tempi più felici e perduti. La lista è più lunga se contiamo le donne scomparse o quelle ammazzate per ragioni legate alla criminalità si arriva quasi a una vittima ogni due giorni. Nel 2011 il numero delle uccise era 137 (dieci di meno nel 2010) e tutto lascia pensare che il 2012 si chiuderà, volendo essere ottimisti, con una cifra quantomeno simile. Che fare di fronte a questi episodi che tornano di settimana in settimana a riempire le cronache di tg e

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Il momento dell’arresto di Samuele Caruso

quotidiani? Difficile dirlo perché è difficile generalizzare, ma due o tre cose saltano all’occhio. Dopo delitti efferati di questo genere, i genitori e i vicini degli assassini parlano sempre del loro caro killer come «una persona normale, colta da un momento di pazzia». Ritengo che sarebbe ora di smetterla di trovare sempre delle attenuanti per persone capaci di queste violenze e, quantomeno, di piantarla di definirle normali, perché se lo fossero, per i veri normali dovremmo trovare un’altra definizione. Molto spesso, poi, le donne assassinate avevano denunciato ripetutamente i loro assassini e le loro richieste di aiuto frequentemente erano state sottovalutate: una cosa inaccettabile, che la legge dovrebbe punire. È impensabile, infatti, che chi deve proteggere i cittadini snobbi denunce e segnalazioni di molestie e stalking. Infine, il rapporto uomo-donna oggi necessita di una forte riflessione: è evidente che ex abbandonati si trovino a fare i conti con una situazione che un tempo non accadeva così di frequente, quando semmai a lasciare era l’uomo, non certo la donna. Una parità sentimentale che probabilmente non è stata ancora ben metabolizzata. Nulla può motivare l’omicidio di una persona, che non è mai normale, mai giustificato (se non per autodifesa), mai espiabile (almeno in questa vita). Che fare, dicevamo, per cercare di arginare questi delitti di passione o, forse, sarebbe meglio dire di possessione? L’unica cosa che credo potrebbe funzionare per tutti sarebbe avere pene certe ed esemplari, che almeno inducano gli aspiranti killer a qualche riflessione in più. Sto parlando di ergastoli, che ancora non si sono mai visti in casi di questo genere. Si potrebbe iniziare da Samuele Caruso, 23 anni, che non sopportava che Lucia lo avesse lasciato e la perseguitava da settimane. L’ha aspettata sotto casa e l’ha accoltellata 20 volte, ma prima ha sgozzato Carmela, 17 anni, che ha cercato di mettersi in mezzo per proteggere la sorella. Chissà perché, invece, penso che tra sei/sette anni anche Samuele sarà libero, come tanti altri suoi “colleghi” di ieri e di domani. Perché senza pene esemplari e soprattutto certe niente potrà fermare la strage delle donne.



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ring di Paolo Chiesa

di Carlo Martinelli

civiltà trentina

alla carlona

È il momento di Tirare la cinghia: e se ci avessimo pensato un po’ prima?

PORTABICI PER MASOCHISTI E TRENI SCOMODISSIMI, DESIGN INNOVATIVO CERCASI

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icerca, brevetti, imprenditoria giovanile, idee, innovazione: chi più ne ha, più ne aggiunga. Sta di fatto che nella fase che stiamo attraversando, dal punto di vista economico certamente ostica, ci si appella spesso – come in una sorta di litania – a quanto di cui sopra. Orbene, la quotidiana esperienza aiuta, forse, a lanciarla per davvero qualche idea. Prendete i ciclisti, categoria in esponenziale aumento, specie nelle città, non foss’altro – lodevolissime intenzioni ecologiche a parte – per il fatto che apprestarsi ad un pieno di carburante equivale ad offrire la giugulare al dracula di turno. Prendete i ciclisti, appunto. Vorrei chiedere loro: ma quanto vi fa imbestialire dover parcheggiare il vostro velocipede su rastrelliere che sembrano disegnate e progettate da sadici? Fateci caso: due biciclette vicine, in quelle maledette rastrelliere, ci stanno a fatica. Il manubrio si incastra in quello vicino per non dire della fatica poi nel metterle in sicurezza, queste nostre amate bici. Già: i ladri di biciclette non sono né un film né un complesso musicale. Sono la realtà quotidiana. E cosa ci offre l’arredo urbano delle nostre città? Rastrelliere rasoterra, sulle quali piegarsi nel patetico tentativo di collegare ruota, catena e solida appendice metallica in grado di trattenerla, la bici, nel caso qualche malintenzionato – pare siano molti, in codesti tempi tormentati – cercasse di portarvela via. Insomma, giovani creativi, fatevi sotto. Ci sarà qualcuno in grado di disegnare – per poi produrlo – un portabici all’altezza dei tempi. Che permetta di sistemare il velocipede senza doverlo strofinare contro altri e che, udite udite, permetta di usare la catena antifurto ad altezza acconcia, senza dover rischiare lo strappo muscolare. Se poi giovani design dovessero davvero crescere e trovare udienza e spazio, perché non sperare anche nel restyling dei treni a lunga percorrenza? Avete presente frecce azzurre, frecce bianche, frecce rosse, frecce argento e compagnia viaggiante? Non sappiamo quale sadico istinto abbia guidato coloro che hanno disegnato i sedili di questi treni. Di certo a simili esteti c’è chi – il sottoscritto, per dirne uno – manco affiderebbe il progetto di una cuccia per cagnolini. Perché appena uno si siede è già prigioniero. La schiena si lamenta dopo poco. Lo spazio vitale è ridotto al minimo. Davanti – per leggere, far di conto, scrivere, scorrere il computer – ecco una mensoletta piccina picciò. Di dormire non se ne parla proprio, tale è la scomodità. Di buono c’è che, appunto, sono treni veloci e arrivano prima. Sì, c’è spazio per l’innovazione. Per cominciare, per fare un po’ di spazio: alle nostre amate biciclette stritolate in portabici assurdi e ai nostri poveri corpi prigionieri, sugli scomodi sedili di un treno.

k. Si deve tirare la cinghia. L’ha detto il premier Monti e lo hanno ripetuto quelli che hanno amministrato prima di lui e quelli che l’hanno fatto ancora prima. L’ha detto anche il presidente Dellai e lo ha ripetuto anche chi ha amministrato il Trentino prima di lui (sempre lui) e chi l’ha fatto ancora prima (ancora lui). Ora, l’obiettivo dichiarato per uscire dalla crisi è quello di abbassare la spesa pubblica. Ministeri, Regioni, Province (autonome e non), consigli comunali e circoscrizionali devono impegnarsi a spendere meno. Sì, ci siamo dentro anche noi trentini. Sarà anche vero che l’Autonomia dovrebbe privilegiarci, ma è anche vero (e giusto) che ognuno faccia la propria parte (e qui ce ne sarebbe da dire sugli stipendi di onorevoli e consiglieri vari… Magari un’altra volta...) E ce ne sarebbe da dire anche sui soldi che finiscono nella corruzione e nell’evasione fiscale… però magari un’altra volta ancora. Allora, se come si diceva, anche il Trentino deve fare la sua parte, che la faccia. Però, se uno si guarda in giro e vede come in passato sono stati spesi in certi casi i soldi pubblici, un po’ girano. È vero che anni fa i bilanci delle nostre amministrazioni erano più in salute, ma certi svincoli stradali faraonici a servizio di paesini sembrano un po’ sovradimensionati (in verità lo sembravano anche prima), certe rotatorie milionarie appaiono sproporzionate, certi sassi a vista per abbellire muri di contenimento di ogni ordine e grado paiono superflui, certi rivestimenti in legno di piloni stradali sembrano fuori luogo, certi bidoni per le immondizie da centinaia di euro sanno un po’ di esagerato. Ecco, per tornare al punto: tutte queste cose, non si potevano fare un po’ più al risparmio? Il detto: “bisogna iniziare a stringere quando il sacco è pieno” doveva valere anche per queste opere, o no? Non è per dire, ma sembra un po’ banale tagliare ora i fondi della scuola quando si poteva farlo prima su opere achitettoniche che “neanche a Castel Thun”. Oppure tagliare i fondi della sanità quando si poteva tagliare su certi arredi urbani che sarebbero piaciuti al Re Sole. Semplicismo? Populismo? Chiamiamolo come vogliamo, ma potrebbe essere invece semplice buon senso, indispensabile per amministrare i bilanci di ogni famiglia se si vogliono far quadrare i conti. Un buon senso che andrebbe applicato alla “grande famiglia”, che in fondo è ogni amministrazione (nazionale o locale) pubblica. 14

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Betlemme e Beit ahour, i luoghi della NativitĂ incontrano Rovereto


NIGHT & DAY T U T T I I G I O V E D Ì E S A B AT O S E R A

3 P I S T E I L L U M I N AT E SNOWPARK APRÈS SKI


cultura

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Cultura

Faccia a faccia tra esponenti politici su argomenti che di volta in volta si propongono all’attualità della cronaca. In questo numero, collegandoci anche al momento politico ed economico che stiamo vivendo, fatto di rigore e tagli alla spesa e mentre tiene banco il Bilancio della Provincia, vorremmo misurarci con il tema del nuovo Muse e dei costi della cultura. Ecco dunque la domanda: perché SI ad un investimento che per il solo 2013 sarà di circa 11 milioni per il nuovo Muse, il Museo delle scienze, e, rispettivamente, perché NO a fronte di un altro dato: per l’intero comparto della cultura, in Trentino, la disponibilità di intervento è di circa 30 milioni di euro. Il tutto legato appunto alle questioni degli investimenti in cultura e alle scelte sulle priorità rispetto agli ambiti e ai settori da sostenere oppure no.

Bruno Firmani

Franco Panizza

consigliere Non resta che sperare in un numero altissimo di turisti...

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a Politica, quella con la “P” maiuscola, ha una cosa di bello: deve affrontare i problemi nella loro interezza e non sotto una particolare angolatura. Dunque guardiamo in grande. 11 milioni di euro per il MUSE contro uno stanziamento complessivo di 30 per la cultura, sono tanti e sembrano ingiustificati. A fronte di queste cifre alcuni (i gestori del MUSE) pensano: «Sono pochi!», tutti gli altri, invece: «Maledizione, danno tutto a loro!». Il “progetto MUSE” (al di là di ogni considerazione tecnica) è partito quando nessuno sospettava minimamente che ci saremmo trovati immersi in una crisi grave come questa. È stato costruito l’edificio ed ora, a lavori ultimati, la Giunta si è trovata davanti ad un dilemma: completare l’opera con gli arredi e gli oggetti da esposizione oppure lasciare l’edificio vuoto ed inutilizzato? Ed in quest’ultimo caso quante polemiche sarebbero sorte per non aver completato il progetto? Immaginiamo già titoli quali: «Soldi sprecati per il MUSE, il museo è pronto ma inutilizzato». Diversamente, in caso di completamento con oggetti, arredi e personale: «Altissimi costi al MUSE, gli altri musei sono alla fame». A questo punto il politico cerca i trovare altri finanziamenti, ma cosa può ridurre? I soldi per la scuola? Giammai! Per la sanità? Siamo pazzi! Per i trasporti? Non se ne parla nemmeno! Allora si è pensato che per quest’anno occorrerà un finanziamento speciale per il MUSE: per completarlo e metterlo in condizione di diventare operativo. Con la speranza che tutto questo renda almeno un po’, grazie ai turisti che vorranno visitarlo. E speriamo che questi turisti siano tanti, per ripagarci delle ingenti spese sostenute. Alla fine, tenuto conto di tutto, questa sembra essere la soluzione più ragionevole, anche se lascia molte persone scontente. Consigliere provinciale (Italia dei Valori)

assessore leggiamo le cifre guardando a più lunga distanza

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investimento per il Muse è giustificato perché si tratta di una cifra – certamente importante – che va però a cadere nell’anno dell’inaugurazione del nuovo Museo delle scienze. Un avvenimento di portata internazionale, che convoglierà su Trento e sul Trentino un grande interesse auspicabilmente destinato a riversarsi sugli anni a venire. Invito dunque a leggere queste cifre guardando a più lunga distanza. I fondi destinati alla cultura sono destinati ad una contrazione, ma è altrettanto vero che per una comunità autonoma come la nostra gli investimenti in arte, spettacoli, vita associativa legata alla cultura, restano importanti. Lo ripeto, convintamente: più che mai in questo momento dobbiamo continuare a fare cultura, anche con meno soldi. In un momento di passaggio la cultura deve assumere il ruolo che sempre ha avuto nei momenti travagliati: indicare ed elaborare visioni capaci di interpretare il nuovo, dare risposta alle nostre inquietudini. La sfida è quella non solo di garantire un’offerta culturale accettabile, ma di reinventare gli elementi fondamentali nell’organizzare la cultura. Il Trentino può e deve farlo in forza di una formidabile piattaforma che in questi anni è cresciuta e che adesso deve, per forza di cose, mettersi in rete, comunicare, lavorare assieme, produrre sinergia. Devono farlo i musei della Provincia (Buonconsiglio, Mart, Muse, San Michele, Storico), i musei privati di rilevanza provinciale, gli altri siti importanti a partire da quelli archeologici, il sistema delle 85 biblioteche e dei 42 punti di lettura, quello della formazione musicale extrascolastica (8000 allievi) e dello spettacolo (si pensi alla realtà del teatro) e la rete dell’associazionismo culturale. Stando insieme, facendo squadra, la cultura del Trentino può reggere anche un momento non facile. Assessore alla cultura, rapporti europei e cooperazione della Provincia autonoma di Trento

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Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ]

sommario novembre2012

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In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher Hanno collaborato a questo numero: Alessia Acampora, Annalisa Borghese, Paolo Chiesa, Silvia Conotter, Giorgio Dal Bosco, Lara Deflorian, Fiorenzo Degasperi, Fabio De Santi, Alberto Folgheraiter, Renzo Francescotti, Gianfranco Gramola, Agnese Martinelli, Carlo Martinelli, Francesca Negri, Elisabetta Postal, Stefania Scartezzini, Nicola Tomasi, Tiziana Tomasini, Tina Ziglio Grafica: Fabio Monauni Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170 Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 - 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. Trento - Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 Fax 0461.935706 studiotn@bazar.it Direzione pubblicità: Rosario Genovese Bolzano - Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 Fax 0471.930743 Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Alcione - Trento Registrazione Tribunale di Trento n. 536 - 4 aprile 1987

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(un anno, 12 numeri a Euro 20,00) BOLLETTINO POSTALE c/c N. 11492386 Curcu & Genovese Associati - TM Via Ghiaie, 15 - 38122 TRENTO BONIFICO BANCARIO CASSA RURALE DI TRENTO IBAN IT15 E083 0401 8040 0000 3080 485 CARTA DI CREDITO Telefonando allo 0461.362122 DIRETTAMENTE PRESSO L’UFFICIO ABBONAMENTI Via Ghiaie 15 - Trento Tel. 0461.362107 ufficioabbonamenti@trentinomese.it I Suoi dati saranno trattati per dar corso al suo abbonamento; il conferimento dei dati è necessario per perseguire la finalità del trattamento; i Suoi dati saranno trattati con modalità manuali, informatiche e/o telematiche e non saranno diffusi. Lei potrà rivolgersi (anche telefonicamente) al Servizio Privacy presso il titolare del trattamento per esercitare i diritti previsti dall’art. 7 del D.lgs 196/03. Titolare del trattamento dei dati è la CURCU & GENOVESE ASSOCIATI S.r.l., Via Ghiaie, 15 – 38122 Trento - Tel 0461.362122 AVVISO AI LETTORI La scelta degli appuntamenti è a cura della redazione. La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti delle programmazioni annunciate.

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Ring

6 commenti

Attualità 18 Dateci il giornale quotidiano

24 Salesiani: da 125 anni a trento 28 C’era una volta il cinema 32 Appese a un palo

34 Piccolo mondo antico 36 Viaggio in botswana 40 Utah: l’altra faccia dell’america 46 Anna miani 48 Bondone: bello di giorno e di notte 50 Anita anibaldi 52 Paolo colombini 54 Piccola fucina di Cultura 56 Professionisti dell’ascolto 58 Avsi: risposte ai bisogni dell’uomo

Panorama

60 Suoni di legni antichi 63 massimo ranieri 65 nilla zilli - malika ayane 66 orchestra “haydn” 72 tutto Il teatro in trentino 75 rassegna culturale sul lavoro 78 A dorso di un asino 81 Mercatini di natale 86 danza: con la grazia del cigno

Giorno per giorno

90 Mostre 94 appuntamenti del mese

Scoop&news

106 Il matrimonio del mese 108 un nuovo “hub” a Gardolo 114 “Puliamo il buio” 2012

Rubriche

118 Libri e librerie 120 Fotoromanzo 121 ristoranti

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trentinoattualità di Tiziana Tomasini

dateci il nostro giornale quotidiano AMICO INSEPARABILE, LO INFILIAMO SOTTO IL BRACCIO OGNI MATTINA E LO SFOGLIAMO CURIOSI IN OGNI LUOGO – LUNGO LA STRADA, SU UNA PANCHINA, AL BAR, IN UFFICIO O COMODAMENTE a casa – PER CONOSCERE LE “ULTIMISSIME” NAZIONALI, REGIONALI E ultraLOCALI… IL GIORNALE È CON NOI OGNI GIORNO. MA CHI FA IN MODO CHE SI TROVI, FIN DALLE PRIME ORE DEL MATTINO, NELL’EDICOLA SOTTO CASA?

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trentini, che lettori! Centodiecimila abitanti, trend mediamente tranquillo con fatti di cronaca [fortunatamente] ridotti all’osso e annoverabili come eccezionali e sporadici (veritiera o meno, la voce ancora in circolazione è che “in Trentino non succede mai niente”!) e ben tre uscite giornaliere di quotidiani. Contraddizione intrinseca o inclinazione speciale verso la carta stampata locale? Mistero. Fatto sta che nella nostra provincia si legge e si sfoglia volentieri il quotidiano… Evidentemente ligi all’articolo 21 della Costituzione - “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e altro mezzo di diffusione… “ - l’informazione stampata ha assunto nei secoli e riveste tuttora, anche nell’epoca delle nuovissime tecnologie, una notevole importanza per la società, anche locale: consente di far conoscere quanto accade intorno, favorisce la partecipazione agli eventi del territorio, diffonde opinioni. E conserva intatto il fascino della novità, dell’apprendere la notizia. “Lo dice anche il giornale!” si replicava una volta agli increduli… Oggi, in realtà, siamo bombardati dalle informazioni che giungono a noi attraverso innovativi e diversificati canali del Terzo millennio: le news compaiono sul display del cellulare avanzato, scorrono in sintesi sotto i programmi televisivi e si possono conoscere - praticamente in tempo reale - navigando 20

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sulla grande rete. Tuttavia, nonostante l’inevitabile concorrenza multimediale e qualche duro contraccolpo subito dalla carta stampata, il giornale resta un fondamentale punto di riferimento per conoscere il mondo ed i suoi fatti. IL QUOTIDIANO “L’ADIGE” : TERRITORIALE DALLA “A” ALLA “Z” È un’organizzazione complessa quella di un giornale, particolare ed intricato meccanismo della durata di 24 ore in cui ogni ingranaggio ha importanza fondamentale e che vede la compartecipazione di tanti

ruoli, varie e diversificate categorie, diversi contratti di lavoro. Tutti prendono parte a questa avventura di ogni giorno, ognuno riveste un incarico ben definito, tutti si impegnano per la realizzazione di un unico grande obiettivo: la messa in stampa quotidiana e la conseguente diffusione delle notizie. Dei nostri tre quotidiani locali, “l’Adige” si distingue per la sua totale territorialità: nasce e si stampa in terra trentina. Il direttore Pierangelo Giovanetti ci parla di come è strutturato questo miracolo quotidiano che è il giornale: esiste una


trentinoattualità precisa scala gerarchica, al cui vertice la sua figura ha parallelamente il compito di fornire indicazioni e criteri per l’impostazione generale e la funzione di coordinare e stabilire relazioni con i caporedattori, che a loro volta regolano l’attività dei giornalisti di un determinato settore. Nella quotidianità, il giornalista si muove autonomamente: c’è quello che fa il cosiddetto “giro di nera” e raccoglie informazioni dalle forze dell’ordine; c’è tutto il settore della cronaca cittadina, c’è l’ampio spazio dato ai territori (“la grande Trento”, che non è solo Piazza Duomo), c’è il settore giustizia, ci sono gli approfondimenti su salute e scuola; centralissime le pagine dedicate alla cultura, pregnante il ruolo attivo dei cittadini nelle lettere al direttore. Allo scoccar del mezzogiorno, la riunione di redazione nell’ufficio del direttore; intorno al grande tavolo ovale, caporedattore e responsabili dei diversi settori

argomentativi concordano il menù di giornata: si propone, si discute, si assegnano compiti e mansioni. Nel corso del pomeriggio, quando le idee sono state concretizzate in parole, il direttore – attraverso un sistema aperto di impaginazione digitale – visiona l’intera produzione e gradualmente provvede, richiedendo eventuali modifiche e/o apportando spostamenti, alla chiusura delle pagine. Probabilmente, volano quelle ultime ore che portano al via libera per la messa in stampa… Alle 23.00, passati tutti i gradi di verifica, le pagine fluiscono al centro tipografico. Il ciclo continua: finisce il lavoro del giornalista, inizia quello dello stampatore. 21

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trentinoattualità IL “TRENTINO”: TUTTO IN 24 ORE Partiti dalla semplice constatazione che il cittadino, all’atto di acquistare o sfogliare il quotidiano al bar, forse non abbia la reale consapevolezza del lavoro a monte, delle persone e dei mezzi coinvolti per farlo arrivare proprio in quell’edicola ed esattamente in quel determinato esercizio pubblico, abbiamo chiesto al dottor Alberto Faustini – direttore delle due testate regionali (TRENTINO e ALTO ADIGE) - una sintesi cronologica del processo di realizzazione del giornale. L’attività del giornalista ha inizio ogni giorno tra le ore 9.00 e le ore 10.00 del mattino, a seconda del settore in cui si opera. Prima parte la cultura, meno suscettibile di cambiamenti e variazioni per logiche ragioni argomentative; seguono poi le valli (9 pagine che comunque restano aperte per integrazioni o news dell’ultimo minuto), la cronaca cittadina (che si conclude con il lavoro del “notturnista”, dal tardo pomeriggio fin circa alle 23.00); nel corso della mattinata si avvia anche lo sport, che chiude in ultima posizione per le numerose partite serali del settore. La chiusura di tutte le pagine è prevista per le ore 22.30, con possibili e molto probabili slittamenti alle ore 23.00. Va precisato che il lavoro del giornalista è un “continuum” , cioè va ben oltre l’orario di servizio ed implica una costante preparazione con la lettura, l’informazione e la progettazione per la giornata seguente. Il direttore inizia verso le ore 9.00 e rimane nella sede trentina fino alle ore 11.00; poi è presente nella sede di Bolzano

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fino alle ore 20.00. Rientra quindi nella redazione di Trento per la chiusura, fino alle 22.30/23.00. In questa scansione cronologica vanno poi inseriti incontri, conferenze, dibattiti ed in generale tutto quanto competa alla sua specifica funzione. L’invio alla tipografia di riferimento – che si trova a Mantova, dove stampa tutto il Gruppo Espresso al quale le suddette testate appartengono – avviene a partire dal pomeriggio, naturalmente attraverso la grande rete; i tipografi del loco si adoperano poi per l’ottimizzazione della pagina. Un invio “a pezzetti”, secondo i tempi richiesti dai vari settori. E poi ci sono gli imprevisti: le notizie clamorose dell’ultimo minuto, che rivoluzionano le precedenti impostazioni. Considerate tutte queste variabili, la fase della stampa si realizza intorno alla mezzanotte. Da Mantova partono i grandi camion con la “nostra” carta stampata. Giunto a Trento nel cuore della notte, il quotidiano viene distribuito sul territorio da molti padroncini. Un lavoro strepitoso: un viaggio di tremila km, un lavoro di 24 ore. Il “CORRIERE DEL TRENTINO”: UN DORSO DECENNALE Si può dire che lavorino gomito a gomito con i colleghi de “l’Adige” (la redazione ha sede nello stesso grande edificio di via Missioni Africane) , ma seguono convinti la loro filosofia, consapevoli di dover operare inevitabilmente delle scelte. Il “Corriere del Trentino” (direttore Enrico Franco) esce in edicola come “dorso” del “Corriere della Sera”, quale inserto giornaliero del ben noto quotidiano nazionale. Avendo a disposizione un minor numero di pagine rispetto ai cugini trentini, appare chiaro che ogni giorno in redazione si proceda ad una sorta di scrematura, ad un lavoro di setaccio ragionato e motivato. Le notizie vengono per così dire selezionate e arricchite da approfondimenti tematici. Come a dire, poche ma buone. Il caporedattore Luca Malossini spiega che l’obiettivo è quello di offrire al lettore locale un quadro completo ed esaustivo della notizia, che non viene presentata tale e quale - “ nuda e cruda” - bensì integrata da opinioni anche autorevoli capaci di suscitare interesse e di muovere curiosità e conseguenti slanci verso il commento del fatto, sollevando problematiche ad esso correlate. Dalle 10.30 alle 23.00 – orario di chiusura delle pagine – si svolge quindi l’intenso

lavoro di redazione, che trova la sua naturale conclusione con l’invio, attraverso la grande rete, alla tipografia di Napoli. Dalla città partenopea (non proprio dietro l’angolo...!) si ritorna a Milano, sede storica del “Corriere”. Il segnale di “esserci” sul mercato è il traguardo dei 10 anni di attività, segnale di un progetto che è stato capito e compreso dal lettore. Un lungo viaggio di andata e ritorno, in nome dell’informazione. Dalla stampa alla distribuzione: la parola a Trento Press Dalle parole del responsabile del settore, dott. Maffei, si intuisce che solo in apparenza il procedimento di consegna di giornali e quotidiani è chiaro e lineare, riassumibile in pochi e sostanziali passaggi; in realtà, tale processo implica un’organizzazione attenta e puntuale di mezzi e personale, un controllo dettagliato di richieste, di entrate e di uscite, un preciso monitoraggio degli andamenti economici e commerciali. In estrema sintesi, i mezzi di trasporto provenienti dalle varie tipografie giungono


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La catalogazione del reso: ecco Lena, una delle poche donne impiegate nel settore, in fase di febbrile lavoro

Come suddividere lo stampato per genere e qualità cartacea a tempi record

Le copie invendute, da restituire all’editore, vengono imballate e “bancalizzate”

entro le ore 4.30 del mattino alla sede di TRENTO PRESS; nel grande capannone situato a Trento Nord, si provvede tempestivamente allo scarico della merce, si procede con il controllo e la verifica dei quantitativi previsti, si “smazzano” [come si definisce in gergo l’operazione di smistamento] i pacchi e si ricompongono gli imballaggi “misti”, contenenti le copie delle varie testate-riviste richieste dalle singole edicole del territorio. Tale operazione si svolge nell’arco di circa un’ora; entro le 5.30 i furgoni lasciano il piazzale dell’agenzia, diretti alle varie linee di fornitura. Giunti a destinazione, i giornali vengono poi scaricati e quindi consegnati alla rivendita, con la contemporanea restituzione del reso, ovvero il materiale invenduto. Non rimane che ritornare alla base.

nello statuto, nei regolamenti e più in generale nell’organizzazione delle attività. Nel corso dei secoli, l’attenzione al potenziamento delle linee di comunicazione (grazie alla realizzazione di grandi opere viarie) e l’obiettivo primo della raggiungibilità e dei collegamenti con e verso ogni piccolo centro abitato, hanno decisamente agevolato la mobilità della popolazione locale. Tuttavia non si può prescindere dal fatto che – rispetto ad una situazione geografica “lineare” o “circolare”– effettuare una consegna ad esempio al passo della Mendola o nella valle di Pejo, implica dover necessariamente ripercorrere la lunga strada dell’andata. Chiunque lavori sulla distribuzione di beni primari e secondari in Trentino, deve fare i conti con oggettive difficoltà, con impedimenti logistici che necessariamente finiscono per incidere – anche in maniera rilevante – sui costi e sul bilancio complessivo dell’azienda: maggior numero di mezzi e persone in movimento, tempi stretti da calcolare al secondo, imprevisti sempre in agguato.

E qualche cenno storico-statistico… I numeri generalmente parlano chiaro, illustrano e palesano situazioni complesse; definiscono peculiarità sociali e territoriali, quantificano movimenti ed andamenti; delineano tendenze e consentono di ricostruire il passato, certificandolo in cifre. Per quanto concerne l’informazione, non possiamo non sorprenderci del fatto che in Trentino la distribuzione dei giornali è – dati alla mano – più cara che nel resto d’Italia per il numero elevato di edicole rispetto al numero degli abitanti. Se nel resto del Bel Paese – che conta oltre 60 milioni di anime - vi sono circa 30mila punti vendita, in provincia di Trento vantiamo oltre 500 rivendite, più o meno una ogni mille persone. Il dato è rilevante, perché corrisponde al doppio della media nazionale… Il dott. Maffei porta a mo’ di esempio il caso specifico della città di Roma: un intero quartiere della capitale (che a livello di densità di popolazione è sostanzialmente una città) registra la presenza di sole dieci edicole! Fatti i dovuti conteggi, se ne deduce che la presenza di edicole in Trentino ha numeri esorbitanti. Le motivazioni sono essenzialmente di carattere storico e risalgono agli slanci di alfabetizzazione compiuti dall’ attivissimo impero austro – ungarico; l’obiettivo di diffondere la cultura – anche solo basilare – a tutte le popolazioni alpine ha reso possibile l’attuale presenza di rivendite in ogni piccolo paese della nostra provincia. Va in ogni caso sottolineato che sul nostro territorio la quasi totalità delle rivendite è a carattere promiscuo. Non solo giornali (come invece si può osservare più spesso in altre zone d’Italia), ma anche giocattoli, giochi elettronici e online ed addirittura anche generi alimentari, ma con uno spazio specifico riservato all’informazione scritta. Raggiungere zone decentrate e dislocate a molti chilometri di distanza dai centri maggiori e facilmente

Un po’ di geografia… La conformazione territoriale della nostra terra – un complesso dedalo di valli e cime, intervallato da aperture pianeggianti di origine fluviale – ci rende “speciali”

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35mila copie all’ora

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envenuti al centro stampa. In questo affascinante cammino lungo il penultimo momento di composizione del giornale – forse il più spettacolare, in quanto presenta il prodotto finito, “palpabile” e sfogliabile - siamo guidati dal Responsabile Tecnologie e controllo di Gestione dott. Roberto Rangoni. Dalla tarda serata fino al cuore della notte, nel capannone sito in via Graz 8 (Trento Nord), gli addetti alla stampa ricevono le news impaginate attraverso i velocissimi sistemi informatici e procedono alla prima fase, detta di “preinchiostrazione”. Dalla sala computer le notizie vengono impresse su grandi lastre, diversificate per colore, sovrapponibili per la configurazione completa dell’immagine. Le suddette lastre vengono quindi montate su quel mastodontico meccanismo che è la rotativa… bastano alcuni semplici dati per descriverla: lunga 35 metri, alta 8, larga 7; il peso è di 300 tonnellate; beve circa 1500 litri di inchiostro, che scorrono copiosi attraverso i tubi. Ingoia dai cinque ai settemila chili di carta (riciclata – precisa Rangoni – con sentita attenzione all’ambiente) alla velocità di 4 metri al secondo per poi “ sputare” fuori, ben piegati ed ordinati, i quotidiani. Le gigantesche bobine di carta presenti ovunque nel capannone - simili ad alberi secolari o a colonne d’arredo di architettura post moderna – vengono automaticamente risucchiate in circolo e sfilano tra i rulli ad una velocità tale da non sembrare nemmeno in movimento. Il congegno infernale (nel senso strabiliante del termine) è capace di sfornare la bellezza di 35mila copie all’ora! E con questi numeri, in un’ora il quotidiano “l’Adige” è stampato. Impossibile non accorgersene… la velocità è impressionante ed il rumore è assordante! La sensazione è quella di osservare un’attrazione dei parchi di divertimento: salite altissime, curve aeree paraboliche, discese mozzafiato, cigolio metallico di rotaie e rulli. Ed il profumo. Il consistente ed inconfondibile aroma della carta stampata si diffonde progressivamente nell’aria e crea un’atmosfera particolare, che si intreccia col brivido dell’uscita dai nastri della prima copia. Dal “pulpito” – storica postazione dei centri di stampa, naturalmente oggi informatizzato – viene presa visione delle prime copie del nuovo giorno e viene verificata l’ inchiostrazione, tarando eventualmente i livelli di toni e colori e rilevando possibili errori di stampa. Altri nastri ed altri rulli provvedono poi all’etichettatura per gli abbonamenti, destinati alle Poste per la specifica distribuzione. La crescente e continua informatizzazione dei mezzi produttivi ha sicuramente permesso l’ottimizzazione dei tempi di stampa; l’abilità dell’uomo sta nella verifica puntuale e precisa della sincronia dei mezzi. La squadra del centro stampa è composta da otto persone; cinque operativi, due in turno di riposo per sei giorni lavorativi ed un addetto al ricevimento ed alla distribuzione pomeridiana del materiale. Il turno notturno va dalle ore 20.30 alle tre del mattino. Questo nella normale consuetudine operativa; gli imprevisti a monte – quale potrebbero essere le cosiddette “ultimissime”, ovvero le notizia “bomba” che giungono in redazione all’ultimo secondo – fanno slittare orari ed ore di sonno ma fanno parte del gioco… Mentre osserviamo incantati ogni minimo particolare, una copia giunge fresca nelle nostre mani. Un’ultima fotografia dall’alto ferma la scena nella sua dinamicità. Anche questa notte tutto è andato per il verso giusto, ma non c’è tempo per farsi i complimenti: le copie vanno inviate all’agenzia che provvede alla distribuzione. Ha inizio così l’ultima fase di questo lungo e complesso ciclo produttivo, che non ha mai fine… tra poche ore i giornalisti si rimetteranno in movimento, a caccia di news.

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raggiungibili è – a tutti gli effetti – una perdita economica per il distributore; tale visione è diametralmente contrapposta agli interessi dell’editore, il quale si propone di essere presente in ogni luogo. La trama si fa quindi più intricata e corrisponde, per complessità, alla vasta rete distributiva del Trentino. Il lavoro d’ufficio In base a questo assunto, si comprende come l’attività organizzativa dell’agenzia di distribuzione – sia a livello d’ufficio che nel grande capannone sottostante – richieda un grosso lavoro… Tra le fasi più salienti ed impegnative, va sicuramente citata quella che riguarda la cosiddetta pianificazione, operazione che include il computo del numero di copie per ogni edicola in rapporto alla richiesta di consegna. Le nuove tecnologie aiutano – a livello strumentale – nel monitoraggio e nel controllo della merce che esce: attraverso i lettori ottici, simili in tutto e per tutto a quelli dei supermercati, viene “letto” il codice a barre della merce in entrata ed in uscita, permettendo così di quantificare l’entità delle restituzioni. Quanti entrano, quanti escono I furgoni che prestano servizio all’azienda TRENTO PRESS – i cui autisti sono “padroncini”, ovvero trasportatori proprietari del mezzo – e che vengono utilizzati per la distribuzione dei giornali in provincia, vanno da un minimo di 26 ad un massimo di 50, nei periodi di alta stagione. Essendo la nostra una terra dedicata al turismo, nei periodi caldi dell’estate o dell’inverno vengono attivate anche linee pomeridiane di supporto, per consentire il raggiungimento di tutte le rivendite con tutto l’abbondante materiale richiesto. Pensiamo soltanto ad un centro come Madonna di Campiglio, che nei momenti clou della stagione sciistica e dell’agostana villeggiatura vede aumentare in modo esponenziale il numero dei suoi abitanti. Conosciamo due “padroncini”: Benai e Mohammed Ma chi sono questi lavoratori che ogni mattina – a cavallo delle ore 4 – caricano i pacchi dell’informazione cartacea e percorrono tutte le strade del Trentino? Chi è disposto a vivere di levatacce per quasi 365 giorni all’anno [si contano sulle dita di una mano i giorni in cui i quotidiani non vanno in stampa!]? Nel grande magazzino composto da tavoloni e scaffali cari-


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chi di ogni tipologia fresca di tipografia, salutiamo Benai. È algerino, lavora qui dal suo arrivo in Italia, dieci anni fa. Non fa mistero di chi oggi svolga questo faticoso lavoro: i suoi colleghi sono tunisini, marocchini, nigeriani e del lontano Ghana. È contento di avere un’occupazione (e chi non lo sarebbe oggi?) ma individua anche i punti critici di un impegno quotidiano, costante, praticamente senza tregua. Anche lui, insieme al fratello, è un padroncino e non può non constatare le difficoltà del caro carburante e gli impedimenti di ordine economico che derivano dalle spese del mezzo di trasporto. È giovane ma ha già tre figli ed una moglie, che non lavora e che si occupa di loro; nonostante i sacrifici del momento – che purtroppo stiamo vivendo tutti - Benai sorride e parla volentieri con noi della sua esperienza. La voglia di fare e la buona volontà si leggono tra le sue parole, pronunciate in buon italiano.

La virtù sta nel mezzo...

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ella serie: quando l’ordine alfabetico gioca brutti scherzi. Siamo andati a sbirciare nel database della Trento Press e cosa abbiamo scoperto? Che la nostra rivista si trova in una posizione molto particolare, tra un settimanale cattolico (“Tempi”) e una fantomatica patinata per... amatori del genere porno. Come si dice? La virtù sta sempre nel mezzo...

A differenza di Benai – che copre l’area cittadina – Mohammed, marocchino, percorre linee decisamente più lunghe: oggi ha provveduto alla fornitura delle rivendite site in val di Sole (fino al passo del Tonale), addentrandosi anche nella pittoresca val di Pejo. La giornata è stupenda ma fresca… vento settembrino che preannuncia temperature rigide… E allora si intuisce che quel tragitto – nel periodo del nostro lungo inverno – si trasformerà anche in difficoltoso e problematico; senza alcun dubbio, Mohammed dovrà inserire nel suo programma di consegne mattutine anche il montaggio catene e tempi più lunghi di percorrenza. Ma questo è il suo lavoro, imprevisti inclusi. Il reso Una grossa parte del lavoro di distribuzione riguarda il ritiro dell’invenduto, definito “reso”. A fine giornata, il titolare della rivendita prepara per la restituzione quanto è rimasto, lo confeziona in pacchi legati con lo spago o altro materiale adatto al trasporto [i più scrupolosi sistemano con ordine di testata le copie] e registra su apposita bolla la quantità numerica della merce. Al momento della consegna del nuovo si consegna il vecchio, anche se ha solo ventiquattro ore di vita! Anche in questo caso, l’apparente semplicità dell’operazione nasconde problematiche (sconosciute ai non addetti ai lavori) estremamente significative ed importanti, in grado di squilibrare il rapporto entrate/uscite. Nel magazzino di Trento Nord, nella parte più profonda del grande locale, sono visibili i bancali di giacenza; dalla soprannominata bolla di resa fatta pervenire dal rivenditore, si individuano – tramite scanner – le copie accreditate e quelle restituite. Tali ingenti quantità di materiale possono prendere due precise destinazioni: il macero o la restituzione all’editore. È impressionante verificare, come fa notare Maffei, non solo la quantità ma anche e soprattutto la qualità dell’invenduto: in poche parole tutti quelli che si possono definire “allegati” e che si traducono in libri, borse, borsoni, giocattoli, figurine. Ci viene mostrato l’esempio di una grossa sacca sportiva di una nota squadra calcistica, che giace con moltissime altre sul bancale… sul retro leggiamo che passa per “pubblicazione” e come tale segue inevitabilmente il procedimento di restituzione di un qualsiasi giornale o rivista. Dall’espressione del responsabile capiamo molte cose… ■

Nell’area del reso, un nastro trasportatore facilita il lavoro di scannerizzazione

Veduta complessiva: in alto i bancali di giacenza, in basso le copie destinate al macero

Il padroncino Mohammed impegnato nell’operazione di carico/scarico dell’invenduto

Con il furgone Mohammed porta (e riporta) ogni giorno l’informazione in tutta la valle di Sole

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trentinoattualità di Alberto Folgheraiter

Il “Riformatorio” che divenne accoglienza Nel XIX secolo, secondo le autorità civili, gli indigenti e i mendicanti dovevano essere rinchiusi e costretti al lavoro. Sollecitato a più riprese dal Podestà di Trento, nel 1887 don Giovanni Bosco mandò i suoi preti per accogliere e istruire i ragazzi poveri e abbandonati. Il 17 novembre 2012 una manifestazione all’Auditorium S. Chiara per ricordare i 125 anni della venuta dei Salesiani in Trentino

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ella tarda primavera del 1867, l’annuale colletta dei “pii fondi elemosinieri”, nella Cattedrale e nella parrocchia di S. Maria Maggiore a Trento, diede scarsi risultati. Le offerte erano devolute dai devoti trentini per contribuire al “toglimento dell’accattonaggio” come scriveva (1° maggio 1867) il conte Ciurletti al Podestà di Trento. Poiché gli accattoni avevano invaso a frotte la città, quasi per una forma di

protesta i benpensanti avevano evitato di por mano al portafoglio. Tra l’altro, “buona parte degli accattoni” era “costituita da individui non appartenenti al Comune civico”. Gentaglia delle valli, insomma. Il conte Ciurletti, responsabile della colletta “fallita”, propose al “Lodevole Municipio” la riorganizzazione dell’assistenza in città. C’erano anche allora problemi di natura

economica e intrecci burocratico-amministrativi. Dal 1811 “tutti gli ospedali, orfanotrofi, luoghi pii, lasciti e fondi di beneficienza” erano uniti sotto un’unica amministrazione chiamata “Congregazione di carità”. Retta da un Consiglio di amministrazione, doveva rispondere di ogni atto al Magistrato Politico ed economico, al Podestà, al principe Vescovo e, in ultima istanza, al Capitanato Circolare che era emanazione del Gubernium di

I 230 ragazzi dei Salesiani hanno “costruito” la scritta “salesiani tn” per i 125 anni dall’arrivo a Trento dei preti di don Bosco

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trentinoattualità Innsbruck. In questo intrico di competenze avrebbe perso il filo e la pazienza anche il più navigato burocrate. Le discussioni e le proposte attorno a un erigendo “Riformatorio per ragazzi discoli” si sprecarono per dieci lunghi anni. Ci si chiedeva: una volta istituito, questo “Riformatorio” chi lo avrebbe potuto gestire? Qualcuno aveva avuto notizie che nel regno d’Italia, segnatamente nella città dei Savoia, a Torino, c’era un prete che aveva messo su un’organizzazione formidabile. Toglieva i ragazzi dalla strada e dava loro un’istruzione. Luigi Garbari, presidente della Congregazione di Carità, se ne era interessato scrivendo direttamente a don Giovanni Bosco. Il religioso torinese, infatti, aveva già accolto e avviato verso lo studio o l’apprendistato ottocento ragazzi soltanto in Piemonte e più di quattordicimila in tutta Italia. Ripetutamente sollecitato ad aprire un “Riformatorio” a Trento, allora territorio austriaco, don Bosco aveva infine (9 maggio 1877) risposto a Luigi Garbari. “Nostro scopo dominante è di raccogliere fanciulli pericolanti per farne dei buoni cristiani ed onesti cittadini. Questa sia la prima cosa da far bene comprendere alle autorità civili e governative”. Nella seduta del 16 maggio 1877 la Giunta comunale di Trento aveva ritenuto “non solo opportuno ma necessario di dar vita ad un istituto nel quale vengano accolti individui oziosi ed indigenti per occuparli nel lavoro e migliorare la loro condizione sociale e morale”. Si suggerì di estendere il progetto anche ad altri comuni per farli partecipare alle spese e rendere così l’istituzione più facilmente attuabile. Dei molti interpellati risposero affermativamente in pochi. Il 14 febbraio 1879 la Commissione elaborò un lungo documento da presentare all’amministrazione comunale. Fu deciso di attivare un “Istituto di correzione” diviso in due sezioni “l’una per gli adulti da sottoporsi a lavoro forzoso e l’altra per i giovani indisciplinati da migliorare nella loro mala condotta”. La Casa di Correzione avrebbe dovuto escludere “ogni apparenza di carcere”. Il consiglio comunale di Trento ne discusse il 7 marzo 1879 senza peraltro adottare alcuna deliberazione. Insomma, tutto fu rinviato. Passarono altri anni. Si ricominciò a parlarne il 3 luglio 1885, quando il Municipio cittadino inviò una

nota al principe vescovo Dalla Bona per avvertirlo che “la Giunta Municipale di Trento, convinta della necessità di istituire nella nostra città un Riformatorio, rispettivamente una casa di lavoro per ragazzi, avrebbe divisato di affidarne l’attuazione e direzione al Rev. do Don Bosco di Torino”. Il vescovo principe si dichiarò entusiasta. A quel punto fu chiesto a don Bosco di accelerare la venuta a Trento dei suoi preti. La risposta, da Torino, arrivò il 22 luglio 1885: “Ill.mo Signor Podestà, ci troviamo ora nella estrema penuria di personale e perciò non ci sarà possibile corrispondere colla sollecitudine desiderabile ai vivi desiderii di codesta ottima città; ma quod differtur non aufertur [ciò che è rimandato non è perduto], ed appena ci troveremo in condizioni un po’ migliori, sarà grande la premura di D. Bosco e di tutti gli altri Superiori

Testo con firma di don Giovanni Bosco

di aprire costì una casa di educazione della gioventù povera ed abbandonata”. Don Bosco e, per esso, don Durando, suo segretario, non parlarono di “Riformatorio” bensì di un “Istituto per la gioventù povera e abbandonata”. Ma il comune di Trento insisteva. Il 9 agosto 1885 supplicò una vista a Trento da parte di don Bosco o di un suo rappresentante. La risposta arrivò da Torino il 18 ottobre 1885. Annunciava l’arrivo, in settimana, di don Antonio Sala economo dell’Istituto torinese. Pochi giorni dopo (27 ottobre 1885), da Torino fu inviata al Podestà un’ulteriore missiva: “Speriamo che questa volta la fondazione di una casa Salesiana in Trento non incontrerà più difficoltà e

Siamo sul set di “Che storia, ragazzi!”, docu-fiction sui 125 anni dei Salesiani a Trento, che verrà presentata il 17 novembre. Don Sergio Borsato interpreta il vescovo Dalla Bona, mentre l'operatore Diego Busacca controlla il video

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trentinoattualità che questo potrà effettuarsi. A noi, la buona volontà non manca”. Tuttavia si sottolineava, a più riprese, da parte dei Salesiani “quello che sempre ci sta a cuore è la piena autonomia; su di essa insisteremo sempre. Assicuri il Sig. Podestà che, benché ci troviamo assai scarsi di personale, è desiderio di D. Bosco e di noi tutti di aprire una casa per la povera gioventù in codesta città”. Il 20 gennaio 1886, il Municipio di Trento inviò alla Congregazione di Carità “la proposta di convenzione fra il Municipio di Trento ed il sodalizio di Rev.di Padri Salesiani diretto da don Bosco”. Due settimane dopo la Congregazione di Carità fece pervenire all’amministrazione cittadina le osservazioni richieste: “Il difetto capitale della proposta Convenzione sta in ciò che gli attuali orfani perderebbero la loro autonomia e verrebbero assorbiti dal progettato nuovo Ospizio ed Oratorio di S. Francesco di Sales, al che ostano assolutamente le tavole di fondazione che diedero vita agli orfanotrofj Crosina e Sartori”. Tuttavia, “siccome però, d’altra parte, il Consiglio Congregazionale è pienamente convinto che l’opera del benemerito Don Giovanni Bosco e la fondazione d’un suo Istituto riuscirebbe sommamente utile, così esso è disposto entro i limiti delle proprie forze di cooperare perché la provvida iniziativa del patrio Municipio possa sortire l’effetto desiderato, raggiungendo cioè un pieno accordo col prefato Sacerdote”. Il 13 febbraio 1886 il Podestà di Trento, Paolo Oss Mazzurana, scrisse a don Bosco che “qualora si riesca a togliere le poche differenze, o meglio a chiarire gli accordi, si vorrebbe poter ancora nel 1887 realizzare il progetto cumulativo contemplato dalla convenzione”. La risposta giunse da Torino il 4 marzo 1886: “Ill.mo signor Podestà, abbiamo attentamente esaminate le condizioni

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Allievi Salesiani, anni Trenta del XX secolo

sottoposte dalla Benemerita Congregazione di Carità per l’apertura dell’Orfanotrofio ed abbiamo trovato abbastanza gravi le difficoltà che da esse possono derivare. […] Per questo io Le scriveva fin dal principio che per prima condizione don Bosco desiderava piena e libera autonomia nella disciplina ed amministrazione interna dell’Orfanotrofio. Si potrà agevolmente cedere nelle altre cose e non badar troppo all’interesse pecuniario confidando nella Provvidenza che non mai vien meno, ma non certamente in questa che impedirebbe la libertà di azione ed il progresso dell’Istituto. Voglia V. S. studiare con attenzione questo affare di non poca importanza e sciogliere le poste difficoltà”. Passò un altro anno. Nel frattempo fu perfezionata la convenzione per la “fondazione di un Ospizio per i giovani poveri e abbandonati”. Il Municipio, d’accordo con la Congregazione di Carità che ne era proprietaria, cedeva al sacerdote Giovanni Bosco l’uso del palazzo Crosina e Sartori con le adiacenze. L’immobile era stato costruito, fra il 1850 e il 1870, nei pressi di piazza Fiera, al principio della via che oggi si chiama per l’appunto S. Giovanni Bosco e che, nel 1927, fu adibito dal comune a scuola elementare (le “Crispi”). Confinava con l’ospedale di S. Chiara, con gli Artigianelli e era dotato pure di un mulino. I tre salesiani che giunsero a Trento il 15 ottobre 1887 per prendere in mano l’orfanotrofio maschile cittadino furono don Pietro Furno, in qualità di direttore; il chierico Simone Visintainer quale vice-

direttore e il signor Eugenio Baù come assistente. Il comune voleva a tutti i costi “un riformatorio per ragazzi discoli, tanto desiderato e anzi reclamato da ogni ordine di cittadini e tanto giustificato dalle condizioni della città”. In tale direzione la Giunta comunale di Trento si mosse, nuovamente, un anno dopo l’arrivo dei primi salesiani. Ma non era questa la “mission” di don Bosco il quale, in mille altre contrade, aveva aperto le proprie strutture ai “ragazzi poveri e abbandonati”. Nel 1891 i Salesiani ottennero dalla Congregazione di Carità di poter aprire l’Orfanotrofio maschile Sartori anche a ragazzi “non orfani”, con un’età fra gli otto e i dodici anni. Pur continuando a occuparsi dell’Orfanotrofio, nel 1893 i religiosi di don Bosco spostarono la loro attività nella casa-filanda dei fratelli Tambosi, in via Barbacovi. Aggregate e costruite nuove strutture, l’Istituto “Maria Ausiliatrice” nel 1898 fu in grado di ospitare cento allievi. Don Giovanni Bosco era morto dieci anni prima, il 31 gennaio 1888. Secondo gli agiografi, poco prima di spirare, avrebbe detto: “Benedico di cuore Quito, Londra, Trento”, le città nelle quali erano state avviate le più recenti filiazioni del suo “Oratorio di S. Francesco di Sales”. In 125 anni, dalle strutture dei Salesiani “Trentini” sono transitati, sono stati istruiti e preparati al lavoro non meno di 250mila ragazzi. ■ Se questo vi pare poco….


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trentinoattualità

tutto un altro mondo

C’era una volta Il

cinem a

Ernesto Artuso, ovvero la storia del cinema in Trentino. Dal cinema “littorio” al Cinema “Italia”, al cinema “astra”, attraverso nuvoloni di fumo, censure dei parroci e famiglie che pur di risparmiare su luce e gasolio si sorbiva un film anche tre o quattro volte....

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di Silvia Conotter

«I

miei primi ricordi relativi al cinema risalgono all’età di 6 anni, quando le pellicole erano “sonorizzate”, ovvero avevano come sottofondo i dischi messi sul grammofono dal gestore, secondo i suoi gusti. Il biglietto costava una lira o poco più, si poteva entrare in sala anche a dieci minuti dalla fine del film e rimanere fino alla chiusura. Niente stacco tra primo e secondo tempo, inventato dagli americani per far rifornire il pubblico di pop corn». Gli 87 anni di Ernesto Artuso racchiudono tutta la storia del cinema in Trentino. La passione per questo mondo è rimasta in lui immutata ed emerge prepotente nei suoi racconti dettagliati, costellati da aneddoti, date ed avvenimenti che hanno mu-

tato in maniera irreversibile la società ed il tempo libero dei trentini. Ernesto, come cominciò l’avventura della sua famiglia nel mondo del cinema? Mio papà Antonio faceva il distributore di pellicole fin dal 1920. Aveva un magazzino in via Romagnosi con mediamente un centinaio di copie, che prelevava a Padova da una quarantina di agenzie e che noleggiava nei locali sparsi in tutta la provincia: cinema parrocchiali e sale dell’Opera Nazionale del Dopolavoro. Con la crisi americana del ’29, che a Trento è arrivata qualche anno dopo, i cinema parrocchiali vennero quasi tutti chiusi e le altre si dimezzarono. Il Dopolavoro chiese a mio padre di occuparsi del Cinema Littorio in piazza Sil-


trentinoattualità vio Pellico. Fino ad allora era stato gestito dal signor Zuliani, che al Sociale proiettava la “creme” dei listini, mentre lì buttava la “zavorra”. Accettò? Sì, e cominciò a “sparare” un film al giorno, attingendo alle copie che aveva ferme in magazzino. Fu un successo: abbandonò subito distribuzione e noleggio e si mise a fare il direttore, con mia madre Maria alla cassa. Continuarono fino al 1939, quando il Dopolavoro vendette la proprietà ai signori Lubich, che nel frattempo avevano costruito il Vittoria e che cambiarono il nome da Littorio a “Cinema Italia”. Allora c’era anche il Modena, della famiglia Lazzeri. Papà andò quindi dall’allora segretario del Dopolavoro, un “gerarchetto” fascista, chiedendogli di poter costruire una sala solo per le forze armate: a quei tempi a Trento e dintorni c’erano circa 10 mila militari e per loro quello era ancora il divertimento meno costoso. Dove venne costruito? In corso Tre Novembre, nel 1952, in un capannone completamente vuoto di proprietà di Pio Angelini, che l’architetto Masé trasformò in una sala di proiezione. Eravamo nel periodo autarchico, quindi po-

terono usare solo materiale di scarso valore. Le pareti del cinema vennero realizzate con il populit: sfibrature di legno, simili alle bavette, impastate con il cemento e messe in una pressa. Venivano fuori dei pezzi di due metri per uno, che venivano fissati su un telaio. La cassa era formata da uno scheletro ligneo rivestito con un impasto di legno macinato con un legante. Allora c’erano tre ordini di posti: i terzi, sotto lo schermo, con sedili e schienale in ferro; i secondi, un po’ in ferro e un po’ in legno; i primi, tutti in legno, ma privi di imbottiture. L’illuminazione era indiretta, caratteristica piuttosto innovativa per l’epoca. Il “Cinema Littorio, locale per le forze armate” è stato inaugurato il giorno dell’Epifania del 1940, gli ufficiali –marescialli compresi – non potevano entrare. La guerra provocò danni? Sì, nel maggio del 1944 una bomba cadde in via Malfatti, dove abitavamo, distruggendo due stanze. Le macerie volarono sopra la cabina di proiezione e sfondarono il tetto, fummo costretti a chiudere e sfollammo in Val di Fassa. Finita la guerra diventò “Cinema Roma” e cambiò parecchie proprietà: ognuna di queste voleva utilizzare la

sala, ma ci salvò il blocco degli affitti, che nel Dopoguerra impediva al proprietario di disporre dei propri beni per evitare sfratti e speculazioni. Resistemmo a questi tentativi fino al ‘56, quando passò di mano alla famiglia Zanotelli. Torniamo agli anni Trenta. Come era il cinema allora? Era muto, poi è diventato “sonorizzato”. Il sonoro è arrivato a Trento verso il 1934, ma al Littorio l’abbiamo messo attorno al ’38, perché era caro. Il biglietto costava una lira e venti, una lira e trenta. I soldati pagavano 35 centesimi, poi man mano i prezzi sono saliti. Com’era il pubblico? Nei cinema di seconda visione, il nostro, veniva la borghesia medio-bassa: operai, impiegati, famiglie, tanti militari. Chi poteva spendere qualcosa in più, invece, andava a vedere le prime visioni, al Sociale o al Modena. Noi siamo passati alle prime visioni solo nel 1968, quando c’è stata l’esplosione di proposte per il tempo libero. A quel punto il cinema si ri-

empiva solo con i colossal, altrimenti si vivacchiava. Cosa si ricorda dei primi film che ha visto? Beh, a volte c’era l’avanspettacolo, con compagnie misere che per un pasto al giorno facevano un varietà di un’ora all’inizio di ogni proiezione. Stipulavano un contratto per una settimana. C’era il buffone e il corpo di ballo, costituito da ballerini ormai a fine carriera. Venivano da fuori Trentino, in particolare dal Veneto. Altrimenti si proiettavano i documentari dell’Istituto Luce, ogni settimana ne usciva uno. In quegli anni le donne andavano da sole al cinema? Non venivano mai da sole, se non – comunque raramente - dopo la Seconda Guerra mondiale. Non è però che lo facessero tanto volentieri, perché erano preda delle avances dei cacciatori d’avventure che si sedevano loro vicino. Adesso, invece, il nostro pubblico è composto per l’80 per cento da donne. Proponendo film di contenu-

L’entrata e la cassa del vecchio Astra 31

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to, e non di mercato, vengono all’Astra volentieri. Bevono un bicchiere di vino, si fermano a cena. Abbiamo due gruppi fissi, uno di 8 e l’altro di 11 signore, che si danno appuntamento da noi una volta settimana. Come venivano distribuite le pellicole? Il cinema di seconda visione se ne proiettava uno il lunedì e martedì, un altro il mercoledì e giovedì, mentre il venerdì, sabato e domenica erano

riservati ai film più importanti, generalmente un western o uno storico. C’erano anche i film a episodi: due, tre, per arrivare fino a sei o a sette. Quando si esauriva il pubblico si passava all’episodio successivo. C’erano anche le didascalie per spiegare la trama, che rimanevano impresse per parecchio. Poi tornavano le scene del film. Che generi c’erano? C’erano Stanlio & Ollio, i western, gli storici del periodo romano, i grandi classici della letteratura come “I promessi sposi”. C’erano poi i gialli, ma anche i film ambientati in Africa che erano molto apprezzati. Bisogna arrivare al neorealismo per uscire da questi generi. Il colore è arrivato dopo la Seconda guerra mondiale: uno dei primi film è stato “Biancaneve e i sette 32

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nani”, uscito negli Stati Uniti nel 1939 e arrivato qui nel ‘45. Ci sono stati molti momenti di crisi? Me ne ricordo in particolar modo due: il primo in concomitanza con la diffusione dell’automobile, mentre il secondo concise con l’arrivo della televisione e – una ventina d’anni più tardi – con la possibilità quindi di noleggiare le cassette: costavano meno e si potevano vedere a casa. Gli anni d’oro del cinema sono stati quelli del Dopoguerra, quando è arrivata tutta produzione americana in arretrato. Si guadagnava allora con il cinema? Sì, quello è stato un ottimo periodo. Papà nel 1948 aveva anche vinto 5 milioni di lire alla Lotteria della Solidarietà Nazionale, abbinata alla regata storica di Venezia. Comperammo un terreno a Cristo Re e nel 1952 nacque l’Astra, con una platea da 600 posti. Cominciammo con l’ospitare il primo Filmfestival della Montagna, un’inaugurazione “fasulla” che ci servì per ottenere subito il collaudo della struttura. Continuammo con le seconde visioni, perché quella era la mentalità di mio padre. Nel 2003 l’Astra è diventato un multisala. Sì, il pubblico aveva bisogno di scegliere e poi la possibilità di ordinare più film fa aumentare la forza contrattuale con i produttori e distributori. Il monolocale non andava più: il 40% di quelli che c’erano hanno infatti chiuso. Il multiplex ha portato con sé un’altra profonda trasformazione: essendo meno capienti, le sale avevano bisogno dei posti numerati e quindi gli spettatori dovevano uscire ad ogni proiezione. Il cinema era sempre aperto? Allora lavoravo 364 giorni all’anno, tranne il Venerdì Santo. Ora sono cambiati gli orari, le abitudini, tutto. Allo-

“Allora lavoravo 364 giorni all’anno, tranne il Venerdì Santo”

ra si poteva entrare in sala in qualsiasi momento, anche 10 minuti prima che il film finisse, e si poteva vedere anche due o tre volte. Le racconto un aneddoto. Prego. Nell’immediato Dopoguerra non c’era il riscaldamento ed era difficile tener calde le case solo con il calore del focolare in cucina: allora, le famiglie che avevano bambini di età compresa tra gli 8 e i 13 anni venivano qui alle due del pomeriggio, li facevano entrare in sala, controllavano dove si mettevano e alle 19 tornavano per la cena. Risparmiavano luce e riscaldamento, i bambini si divertivano e stavano tranquilli. Oppure ricordo i ferrovieri, che, avendo il viaggio in treno gratis per sé e per la propria famiglia, venivano da Verona perché qui il cinema costava il 30% in meno: arrivavano verso le 16, per l’inizio del secondo spettacolo, portavano con sé la cena e poi la sera tornavano a casa.

Cosa si mangiava al cinema? Davanti al Roma arrivava un carretto con frutta, carrube, gelati, noccioline americane, sughini, le liquirizie. Con gli americani sono arrivate le chewingum. Niente pop corn? Assolutamente. Da noi sono arrivati sempre dagli americani, anche se con quarant’anni di ritardo. All’Astra li ho cominciati a tenere nel 1999, per tre anni. Poi però li ho eliminati: mi sembrava di essere una friggitoria, con quell’odore di olio bruciato che restava impregnato nei vestiti. Con i pop corn si è introdotto anche l’intervallo tra il primo e il secondo tempo. Prima, appena finita una bobina si faceva partire l’altra e il pubblico non si accorgeva di nulla. Una volta al cinema si poteva anche fumare. Certo, quando abbiamo costruito il soffitto dell’Astra abbiamo creato una fessura larga un metro per otto con quattro aspiratori. C’era il cono di proiezione che pareva un obelisco. Il divieto di fumo nei cinema è arrivato nel 1977, però è stato disatteso, fino a quando nel 1980 l’ho fatto rispettare perché non riuscivo più a respirare. Si fumava ovunque, nell’atrio e in sala. Ci sono ancora sale per fumatori da qualche parte, ma sono rarissime.


trentinoattualità I bambini pagavano al cinema? Cominciavano a pagare quando andavano a scuola, il ridotto era fino a 8-9 anni. Nel cinema muto non c’erano cartoni animati, ma le comiche: Ridolini, Stanlio & Ollio. C’erano anche allora film vietati ai minori di 14 e 16 anni, io ero molto severo, altre sale un po’ meno. Come si faceva quando il cinema era pieno? Si doveva aspettare che qualcuno se ne andasse dalla porta secondaria. Si contavano quante persone erano uscite e se ne facevano entrare altrettante. Allora però il cinema “pieno” significava pieno davvero, con la gente che stava seduta in galleria sulle gradinate e in piedi sul corridoio in fondo alla sala: per i grandi colossal ricordo anche 1300 persone, mentre la capienza era di 800 posti. Com’era la classificazione dei film? C’erano film “per tutti”, poi c’erano quelli “per adulti” e “per adulti con riserva”, cioè per persone mature. Infine c’erano gli “esclusi”. Com’era la morale al cinema? Di sesso non si parlava, assolutamente. Il primo film in cui si è visto un seno nudo, seppur per pochi attimi è stato nel 1941: “La cena delle beffe”, con Osvaldo Valenti e Luisa Ferida. Fu uno scandalo. Le attrici hanno sempre attirato di più, anche se ricordo il pubblico femminile in delirio per i grandi divi, co-

me Rodolfo Valentino o, più tardi, Rossano Brazzi. Negli anni Cinquanta ricordo “Catene”, il primo di una lunga serie di film strappalacrime, come “I figli di nessuno”: in sala si sentivano nasi che soffiavano in continuazione e all’uscita occhi rossi ovunque. C’era censura allora? Una specie di censura nei cinema parrocchiali di paese. Quando arrivava, la pellicola la prima visione era riservata al parroco, che teneva con sé una campanella da suonare nel caso in cui ci fossero stati contenuti non opportuni. Allora dava all’operatore indicazione di tagliare da tal punto a tal punto, ricordo sforbiciate anche di sette o otto metri di pellicola. Stiamo parlando degli anni Trenta fino ai Cinquanta, anche perché poi le sale parrocchiali sono quasi sparite tutte. Il bello era che poi l’operatore doveva anche riattaccarle in qualche maniera, prima di restituire la copia. Chissà cosa avranno visto poi gli spettatori… Uno dei film più scandalosi? “Rosa di sangue”, una storia che si svolgeva in Messico, in un saloon con una scala a semicerchio su cui salivano le intrattenitrici con i loro accompagnatori… ma mica per andare a passeggiare, eh? Un film che ha incassato non ricordo quanto grazie al lavoro dei parroci che raccomandavano ai fedeli di non andarlo a vedere! La miglior pubblicità gratuita che potesse avere un film. ■

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trentinoincontri

di Tiziana Tomasini

U

n mix quanto mai omogeneo di determinazione, passione e femminilità. E naturalmente una forma fisica perfetta. Si presenta così, la bellissima Natalia Pirjanowicz, istruttrice di è Pole Dance e molto altro nella vita (sbalorditivo il suo curriculum artistico/ sportivo nonché quello personale, che tra le varie presenta doppia laurea in economia e formazione musicale!). E le impressioni – se mai ce ne fosse stato bisogno – si confermano puntuali nel corso della nostra conversazione, fornendo a noi ignari del genere artistico in questione una visione completa ed esaustiva, peraltro arricchita di particolari curiosi e stuzzicanti. Praticata già negli anni Ottanta in quell’Oltreoceano avanguardista e attento ad ogni innovazione che riguarda la sfera del benessere fisico, questa danza particolare affonda in realtà le sue radici nel lontanissimo XII secolo praticamente dall’altra parte

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Appese a un palo Si chiama pole dance, si svolge attorno ad un palo… Un’espressione ginnico-artistica che sposa arte e sport, lasciando libere emozioni e sensualità… ne parliamo con la bella Natalia del mondo, in India. La lunga pertica in legno veniva utilizzata ad oriente dai lottatori come allenamento alle arti espressive e di movimento, consapevoli che intorno a quel palo si potevano sviluppare resistenza, equilibrio, forza. In un solo concetto, la solida consapevolezza del proprio corpo. Dall’America e dintorni sbarca poi nel vecchio continente ed allieta l’italica popolazione da circa tre anni. Il confine tra arte e sport – confida Natalia – è un filo sottile, che sfuma intrecciandosi in un’unica espressione, con qualche sentito slancio in più verso l’artistico; con un gioco linguistico, si potrebbe definire un perfetto connubio tra fisicità e spirito, tale da rendere questa pratica veramente unica ed al tempo stesso praticabile da tutti. I contenuti sono un ventaglio di specialità, ognuna delle quali gode di luce propria ed al medesimo tempo ben si coagula con le altre sfumature cromatiche: dal lavoro a terra alla pole moves e spins; dal triks ed inversion all’empowerment, dalle coreografie d’effetto agli elementi di Plastica Femminile e Burlesque. Le finalità di questa pratica aerea spaziano da un generico potenziamento del proprio corpo, alla più specifica e

particolareggiata ricerca di una più definita scoperta della tonicità, affiancata da un pizzico di stimolante curiosità. Definizione peraltro prettamente femminile, questa connotazione verso il nuovo e lo sperimentabile è ampiamente dimostrata dall’interesse crescente verso questa peculiare disciplina artistico – sportiva: più di diecimila “clic” sul sito specializzato. Un riscontro immediato, un netto ed evidente riconoscimento, un applauso a scena aperta. Accertata la sana e robusta costituzione,

non vengono richiesti requisiti fisici particolari né limiti anagrafici invalicabili: prova ne sia il risultato inimmaginabile raggiunto da un’allieva di sessantun anni . I benefici vanno sicuramente menzionati, per tutta quella serie di motivi che solo le donne conoscono nella profondità del loro animo e che svelano unicamente alle ami-

INFO La Pole Dance si pratica presso “jutaspa”, noto centro per il benessere di Ravina di Trento (via Herrsching n.7). I corsi sono Semi – personal e prevedono la costituzione di piccoli gruppi (3/6 persone) per un contatto più diretto e costantemente monitorato degli iscritti; inoltre l’insegnamento della disciplina viene trasmesso attraverso più canali comunicativi (tre lingue: italiano, russo, inglese) per offrire un ulteriore arricchimento al progetto fisico e mentale. Contatti: info@poledancesoulexpression.it www.poledancesoulexpression.it


trentinoincontri che del cuore … il rinforzo dei muscoli adduttori – le cosce interne – che rivestono un ruolo fondamentale per la salute femminile, il visibile assottigliamento di fianchi e giro vita, la potenziata resistenza, l’affinamento di equilibrio e coordinazione. Ma che cosa serve concretamente per praticare la Pole Dance? Semplice. Una pertica, top e shorts aderenti (per motivate esigenze tecniche di “aderenza” al palo), musica e dopo qualche lezione un paio di scarpe con i tacchi. Eccolo qua l’aspetto femminile della questione! E mica un tacco qualsiasi: possibilmente bello alto, con tanto di plateau e motivazione … Sì, perché il rialzo della calzatura aiuta a dare una spinta maggiore per le rotazioni e per le evoluzioni attorno all’elemento di base. Da questa commistione di elementi emerge l’aspetto sensuale della danza, l’espressione più istintiva della donna che in questo contesto comunica la propria personalità. Ma guai a confonderla con la Lap Dance – avverte Natalia – che letteralmente significa danza del grembo perché eseguita sulle ginocchia maschili con la finalità di eccitare sessualmente. In questa pratica da night il palo in realtà è elemento coreografico e non ha nulla in comune con la pertica utilizzata nella ginnastica artistica. Chiarito e delimitato il rispettivo campo di svolgimento e di finalità, Natalia accenna all’impegno fisico ed agli innumerevoli benefici: la forza nelle braccia e nelle gambe, la capacità e la flessibilità muscolare, la coordinazione motoria e tutti gli innumerevoli aspetti positivi che accomunano questa disciplina a tutte le altre attività fisiche. E poi, come accennavamo, lo spirito. Riuscire gradualmente a svolgere certi esercizi e dare vigorosa smentita ai quei “non ci riuscirò mai!” pronunciati da tante allieve nelle fasi di

NOLEGGIO STAGIONALE approccio alla Pole Dance rafforza l’autostima, dà una sferzata al super io femminile, diverte ed aiuta a dilatare questo “modus danzandi” ad altri ambiti dell’esistenza. E’ simultaneo riconoscere allora in questa danza percorsi e spunti filosofici, luminose finestre sull’introspezione, ampie aperture alla conoscenza di sé. Questo eclettico insieme che abbraccia tante sfumature dell’essere piace molto alle nostre donne, che con la loro partecipazione ai corsi dimostrano di volersi mettere in gioco e comunicano il desiderio di voler sperimentare il nuovo. La stessa istruttrice, all’inizio della sua avventura in terra trentina, pensava di dover affrontare una lotta contro il pregiudizio. La clamorosa smentita le viene invece piacevolmente confermata dai dati delle iscrizioni. E non sono solo le giovani a volerci provare, affascinate anche dai principi di base: le più grintose sono proprio le donne più mature. Una gradita sorpresa per Natalia ed una grande occasione per noi. Come a dire che tutte quelle opportunità che sono motivo di crescita vanno colte al volo, senza indugi. Del resto la stessa Natalia scrive con sentimento e passione: “La fiamma dello spirito femminile risiede nella Pole Dance… in questo corso impareremo ad utilizzarla in modo cosciente ed efficace.” ■

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trentinoincontri

di Renzo Francescotti

A

Villazzano, nella frazione di Negrano, al confine dell’allora Comune di Povo c’era nel secolo scorso il maso del Toni Camin “Gràtola” (l’hanno venduto una trentina di anni fa per ristrutturarlo ad abitazione con le comodità moderne). Il cognome Camin è diffuso in tutto il Trentino e Veneto, dato che camini ne esistevano dappertutto. A Villazzano di Camin ce n’erano molti più di adesso, distribuiti in vari rami contrassegnati da soprannomi. Quelli della famiglia di Benvenuto erano i “Gràtoi”, detti così dalla “gràtola”, strumento di legno che il bisnonno Toni suonava il Vener-

ognuno ha una storia da raccontare, ma quella di BENVENUTO CAMIN È davvero unica. utilizzando un dialetto d’altri tempi, musicale, pieno di parole scomparse, ci Racconta di ruoli e lavori che non ci sono più. E di molto altro

dì Santo, quando le campane venivano legate: produceva un suono forte quanto sgradevole. Suonati dai ragazzi, scatenati nelle vie del paese, c’erano strumenti analoghi, ma più piccoli, portatili e anche di foggia diversa, via via chiamati “ràcole”, “bàtole”, “sgrènghene “ ecc. Oltre ai Camin “Gràtoi” e ai “Rizzòti” c’erano i “Becàri”

(macellai), gli “Stradini”, gli “Andrigheti”, non parenti tra di loro. Nel duemila a qualcuno venne in mente di fare un raduno dei Camin “Gràtoi” e “Rizzòti” di Villazzano: se ne radunarono 87, arrivati anche da Bolzano, Verona, Mantova, Bologna, Milano… Quanto al nonno Toni Camin “Gratola”, si chiamavano così anche il padre e il figlio. È di loro, della loro famiglia, del loro maso, della vita prima e dopo la Grande Guerra che voglio principalmente parlare, affidandomi alla voce e all’invidiabile memoria di Benvenuto, figlio e nipote di Toni, che ha ottantotto anni invidiabilmente portati (“scorlo i novanta...”, dice con civetteria). “Io mi chiamo così perché, quando nacqui nel ’24, prima di me erano nate sei femmine. Così mi battezzarono Benvenuto. Nel maso vivevamo in 27 persone tra nonni, padri, madri, nipoti, “nòre” (nuore),“nèzze” (nipoti femmine), “faméi” (famigli), “ciodi” (braccianti). I

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piccolo mondo antico

Camin “Gràtola” possedevano, infatti, tredici ettari di campagna in collina attorno al maso e una decina di ettari di prato al piano, agli Spini di Gardolo. C’era poi un’arca di Noè di animali: oltre a maiali, vacche, vitelli, conigli e pollame c’erano cavalli, buoi, muli che servivano per i lavori nei campi, per tirare i carri sulle strade e per il “prodèl…“ Che cosa? Spiegazione: “Siccome noi eravamo all’inizio della salita che da Villa Tambosi va verso Povo, con i carichi pesanti di legna portata dai boschi di Pianizza o provenienti dalla città, con i carichi di brascà (uva) o fieno provenienti da Spini di Gardolo, c’era bisogno di rinforzi di bestie da attaccare ai carri: cavalli, muli, buoi da agganciare soli o en cobia (in coppia). È questo el prodèl… da cui il verbo prodelar (parole entrambe estinte, parallelamente all’estinzione di questo servizio). Ma mio padre era un uomo generoso: prestava le sue bestie a chi non aveva animali da tiro

Merano. Benvenuto con la macchina del servizio postale, nel 1949

per arare i filari”. Benvenuto è un marcantonio che sfiora il metro e novanta, ancora diritto nonostante i suoi 88 anni. Parla (e ci gode) un dialetto d’altri tempi, musicale, colorito, in cui affiorano parole, modi di dire, proverbi ormai in gran parte perduti. Racconta di ruoli e lavori scomparsi, come quello dei “paradóri”. Chi erano? Spiegazione: coloro che conducevano le bestie da vendere alle fiere e mercati, distanti anche molti chilometri dal maso. “Mi ricordo il Gioanèla che veniva a prendere le vacche e per farsi seguire da loro utilizzava un sacchetto di sale rosso, quello che si dava agli animali. Per farsi seguire dai cavalli, invece, usava la caròbola (la carruba). Nel maso c’era anche un famél fisso che lavorava in campagna e nella stalla: era uno di Mel, vicino a Belluno. Ma non veniva trattato come un servo: ai pasti era il primo a essere servito. Le ciode (non quelle del Bellunese che andavano attorno a vendere


trentinoincontri cucchiai e mestoli di legno) venivano chiamate a badare ai cavaléri (i bachi da seta) quando, prima di chiudersi nei bozzoli avevano la furia: mangiavano le foglie dei morari come disperati. Oppure, zappavano le patate, ledravano el zaldo (ovvero rincalzavano le piantine di granoturco), falciavano il frumento con la zérla (il falcetto). Non venivano pagate, ma ricambiate con prodotti in natura: farina bianca e gialla, lugàneghe… Poi, il nostro Benvenuto si sofferma a parlare di suo padre, un uomo dall’intraprendenza e dalla laboriosità eccezionali, che aveva studiato alla scuola di San Michele istituita dall’Austria: “Bisognava arrangiarsi per sopravvivere. Mio padre – grande intenditore di bestiame, che si spostava sul biroccio tirato da una cavalla da corsa di nome Binda, andando spesso a Verona – macellava di nascosto, in media, una bestia alla settimana, vitello, mucca o manzo. I tre quarti di questa carne

In vendemmia a Rivoli (Vr), 1974

In bicicletta al Passo della Mendola, 1941

veniva venduta de strabàuz (di contrabbando) agli Istituti religiosi: come quello del Sacro Cuore in Via Chini, o alle Orsoline nell’allora Piazza Bellesini, o al ristorante Aquila Nera di Piazza Lodron, poi distrutto dalle bombe. I quarti degli animali venivano portati ai compratori (in prevalenza suore e preti…), nascosti sotto fascine de sarmentèi (i tralci di vigna potati). Così si risparmiavano le tasse di macellazione e il dazio. Le parti meno pregiate venivano consumate in casa o regalate: per esempio, a mia nonna materna, che si chiamava Cristina e veniva da Rizzolaga di Piné, na pinàitra, sposata da mio nonno Toni. Mio padre mi diceva: va’ dala zia Catina e pòrteghe ‘sta testina de vedèl!

Oppure, ad altri parenti o vicini, regalavamo le trippe o en peòt de vedèl o de rugànt. Anche i vini di merlot, riesling. negrara, s’ciava, nosiola, moscata venivano venduti cercando di risparmiare il dazio, trasportati con le damigiane nascoste sotto i sarmentèi. Le mie sorelle maggiori Bianca e Rosetta, già intorno a dieci anni, andavano a Trento in Piazza dei Contadini (attuale Piazza Garzetti), portando al mercato frutta e verdura, utilizzando un piccolo carro tirato da un solo cavallo,el car dale mòle. Anch’io attorno a quell’età imparai a guidare il cavallo che tirava il carro. E guai a te se portavi a casa il cavallo sudato: el deventava bòls!” Cresciuto in abbondanza,

Coro Dolomiti. Benvenuto è il secondo in piedi da destra

il nostro Benvenuto fece il servizio militare nell’artiglieria da montagna, dove pigliano solo i “bestioni”. Piaceva alle ragazze e le donne – come confessa tranquillamente – gli sono sempre piaciute. Scoppiò la guerra, venne l’otto settembre del ’43, Beniamino era a Merano. Coi suoi commilitoni fu fatto prigioniero dai tedeschi. Li fecero camminare da Merano a Bolzano e furono caricati su un vagone per animali. Fu prigioniero nei Lager di Stammlager XXI B di Fallingbostel e a Bergen Belsen, dove morì Anna Frank. Sarebbe una storia tutta da raccontare, ma il nostro Benvenuto sta male a ricordarla. In quegli anni non aveva proprio voglia di cantare, pur avendo una ben impostata voce da tenore con cui ha cantato fino a pochi anni fa, prima nel coro diretto dal maestro Mingozzi e poi nel celebre Coro Dolomiti. Tornato a casa, Benvenuto si sposò, ma non ebbe figli. Allora ne adottò due, piccolissimi, fratello e sorella (il maschio aveva solo otto giorni!). Il maschio, Edo, perito meccanico, si è sposato e vive a Villazzano. La femmina, Nadia, vive con il padre adottivo in un bell’appartamento a schiera, costruito una ventina di anni fa nelle campagne che una volta erano lavorate dai Camin “Rizzoti”. È una bella donna bionda, solare, che ha studiato cucito dalle Canossiane ma si è impiegata alle poste: come suo padre, che vi ha lavorato con varie mansioni per una vita. Benvenuto dice di lei: “È il mio braccio destro! sono vedovo da trent’anni…” Nadia è una creativa: ha la passione per i pupazzi vestiti con i costumi più diversi: pupazzi o pupi straordinari, a grandezza quasi umana. Le ho chiesto se ha mai pensato di esporli. Mi ha risposto di no. Peccato. Se un anno o l’altro si deciderà a farlo, sarà un bel vedere… ■ 37

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trentinoattualità trentinoscattidiviaggio di Agnese Martinelli

AL KORO CAMP, NEL BUSH DEL BOTSWANA

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ueste immagini raccontano una esperienza durata trenta giorni. Luogo: il bush del Botswana, sul fiume Limpopo, riserve Kwa Tuli, gruppo del Koro Camp. Se uno cerca bush sul dizionario trova che lo si può tradurre con arbusto, boscaglia, boschetto, cespuglio, frasca. Bene, per un mese ho diviso la mia vita con quella di altri trenta ragazzi di tutta Europa. Impegnati in un progetto di volontariato ambientale organizzato dagli inglesi di Projects abroad. Cosa ci facciamo nel Botswana, quasi al confine con il Sudafrica? Il nostro scopo è preservare il ‘’bush’’ appunto, ancora non riconosciuto come riserva naturale, e monitorare l’attività animale contribuendo al suo sviluppo. Cosa facciamo quindi? Osservazione degli animali con monitoraggi giornalieri, protezione degli animali eliminando le trappole dei bracconieri e creando nuovi sentieri e punti di abbeveraggio, la raccolta dei rifiuti e degli oggetti pericolosi, la protezione e la salvaguardia di alberi quali il baobab, aiuti alla comunità locale, ad esempio ridipingendo le scuole. Lo scopo principale è dunque quello di elaborare una lista di dati precisi affinchè la riserva diventi ufficialmente protetta. 38

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trentinoscattidiviaggio Il villaggio più vicino al nostro campo – si dorme in tenda – è Mathathane, distretto Centrale, sottodistretto di Bobonong. Se andate su wikipedia scoprite che il censimento del 2011 lo fa abitato da 2.672 individui. Nel territorio del villaggio sono presenti 10 località: una, Marokodi, conta due abitanti. Ma, soprattutto, siamo in Botswana per vivere l’Africa, socializzare con la comunità locale, eliminare il superfluo, avvicinarsi alla natura come non si crede più possibile, allontanandosi dai finti bisogni occidentali che ci privano dei veri Due zebre guancia a guancia. E una certezza: nel bush il bianco e nero di questi animali è, sempre, una macchia di colore in più, affascinante

I ragazzi del Koro Camp impegnati nello scavo di una fossa destinata a raccogliere l’acqua degli elefanti

Uno dei babbuini che con assidua regolarità si ritrovava ad assediare – in cerca di cibo – il Koro Camp Il profilo maestoso di un albero, tra i giganti della boscaglia: è un baobab Al lavoro per ridipingere le pareti dell’aula scolastica di Mathathane

Sono grandi, grandissimi. Ma quando capita di vedere un elefantino con mamma elefante si ha l’impressione che quella maestosa grandezza diventi un piccolo, dolce momento nella vita di questi splendidi pachidermi

All’improvviso ecco sbucare anche un serpente. I locali tranquilizzano subito i ragazzi volontari: non è velenoso, è innocuo

Foto di gruppo per i ragazzi di tutta Europa – Italia, Francia, Germania, Austria ed Inghilterra – impegnati nel progetto di volontariato ambientale nel bush del Botswana

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trentinoattualità trentinoscattidiviaggio

Impala che saltano. Durante lo “sleep out” (la notte passata a fare osservazione), c’è stata la fortuna di osservare da vicino un maldestro attacco ai danni di una antilope da parte di una iena, che si arrenderà dopo ore lasciandola illesa

Tramonto africano. Un momento di inesprimibile bellezza che nel territorio lungo il fiume Limpopo assume colori e fascino unici

Un rinoceronte della riserva Limpopo Lipadi. Nei trenta giorni passati in Botswana è capitato anche di incontrare, per ben due volte, durante un giro notturno, un leopardo

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piaceri. Quello che facciamo è entrare in sintonia con la savana, con i suoi animali, innamorarsi della gente del luogo, così distante, agli antipodi addirittura, da noi europei. Una terra difficile, certo, ma che ha da offrire sensazioni ineguagliabili, forse proprio a causa della sua diversità che ha fatto ricordare a noi ragazzi ‘’fortunati’’ – veniamo da Italia, Francia, Germania, Austria ed Inghilterra – cosa ci può regalare la natura. Quella natura dalla quale noi ci allontaniamo e che qui, invece, si permette di riavvicinarci alla gioia dello stare in comunità e del vivere in semplicità. Adesso siamo tornati a casa. Ma quando risento gli amici con i quali ho diviso un mese nel bush del Botswana, tutti dicono la stessa cosa: quanto si stava bene al Koro Camp, sdraiati accanto al ■ fuoco, a guardare le stelle!



trentinoattualità Un percorso a contatto con la vera America, quella dei cowboys, degli allevatori, dei nativi americani (nella Navajo Nation). L’America vera, fatta di piccoli centri urbani, di grandi mandrie, di immensi monumenti naturali e di grandi strade che solcano paesaggi unici al mondo

di Diamante Irti

UTAH

l’altra faccia dell’america

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trentinoattualità

U

n desidero di tanti, quello di visitare gli Stati Uniti d’America. Un sogno che, se avete la possibilità di trasformare in realtà necessita di un’analisi nel dettaglio di cosa si intende vedere, definendo gli obiettivi del viaggio, considerata la grandezza e la complessità di questo Paese. Ogni Stato ha una sua caratteristica e indubbiamente non è facile decidere un percorso. Ma se siete amanti della natura e di paesaggi e scenari mozzafiato, allora vi propongo una meta che a mio avviso cattura l’essenza degli Stati Uniti. Un itinerario in uno degli Stati più ricchi di monumenti nazionali, di natura, di parchi. Un percorso a contatto con

la vera America, quella dei cowboys, degli allevatori, dei nativi americani (nella Navajo Nation). L’America vera, fatta di piccoli centri urbani, di grandi mandrie, di immensi monumenti naturali e di grandi strade che solcano paesaggi unici al mondo. Destinazione allora lo stato dello Utah, nel cuore degli States dove le cose, le persone e quello che vedrete vi faranno capire che in questi luoghi, per certi versi, il tempo si è fermato. Vi serviranno circa due settimane per gestire questo viaggio, una discreta voglia di macinare chilometri, consapevoli che la guida sarà semplice in America, su strade affascinanti ed uniche, ed in-

fine è necessaria la disponibilità al cammino in scenari fantastici. Il viaggio è semplice da organizzare e da gestire in completa autonomia. Per l’arrivo negli Stati uniti d’America vi consigliamo di scegliere come destinazione Las Vegas. Passate qui, in questo mondo dedito all’assoluto divertimento, i vostri primi giorni di presenza negli USA. Luci, spettacoli, gioco se lo volete, e un mondo incredibile nel suo genere vi accoglieranno nel migliore dei modi. Ma poi preparate scarpe da ginnastica o trekking, abbigliamento sportivo, casual e tutto quello che serve per passare ore all’aria aperta. Necessaria una vettura, come detto, 43

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trentinoattualità

Arches National Park

ma il noleggio negli USA è semplice ed economico. Lo Utah vi aspetta... in poche ore di auto la vostra prima destinazione nello Utah sarà lo Zion National Park, detto anche “la terra promessa”, casa dei mormoni, dove la tradizione e le regole di una vita votata al lavoro ed al rispetto della natura sono la cornice naturale della gente che vi abita. Rimarrete subito colpiti dalla grande organizzazione di questo Parco, semplice e ospitale quanto rigorosa nel rispetto delle regole volute per preservare la natura ed i suoi doni. Questo concetto è ben presente in ogni parco naturale americano e ricordatevi che la popolazione locale difende con garbo Capitol Reef National Park

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ma con assoluta fermezza il rispetto, la pulizia e la difesa della natura. Seguite quindi sempre le regole e vi sentirete nel migliore spirito americano “amici a casa di amici”. Il parco, che si sviluppa per diverse miglia lungo alcune strade interne è molto ben organizzato con aree campeggio e picnic e decine di sentieri per ogni difficoltà, con pareti rocciose per arrampicare. In questo parco si possono praticare quasi tutti gli sport e le attività e per questo è l’ideale anche per famiglie. Un efficiente e costante servizio di navetta interno vi trasferirà da una parte all’altra del parco durante tutta la giornata. Dimenticate quindi la vostra auto, i problemi di ogni

giorno e immergetevi in un silenzio meraviglioso con i soli suoni e rumori della natura. Dedicate l’intera giornata a questo luogo per passeggiare lungo i percorsi, attraversare i brevi tratti di fiume, ammirare quanto vi sta intorno. La seconda tappa del viaggio, dopo un breve spostamento di circa 140 km, che vi consigliamo di fare nelle prime ore del mattino per disporre dell’intera giornata per giungere al Bryce Canyon National Park. Qui lo spettacolo della natura si fa entusiasmante. Il vento, l’acqua e l’attività geologica naturale nel corso di milioni di anni hanno dato vita a questa meraviglia. Un panorama a volte surreale, con il colore delle rocce che


Monument Valley

si trasforma a seconda del sole e della luce, vi lasceranno davvero senza parole, e non è un’esagerazione. Un silenzio meraviglioso del quale farete parte integrante. Via allora alla scoperta di decine di sentieri, tragitti che si snodano per chilometri e con diversa difficoltà e lunghezza, in grado di accogliere dal più esperto camminatore al piu pigro, tra i pinnacoli di roccia di ogni sfumatura di rosso. Sarà difficile smettere di scattare fotografie. Anfiteatri naturali, torri, piramidi di roccia, e centinaia di “opere d’arte della natura”, che lo scorrere dei secoli ha creato, vi rapiranno. Potete dedicare un altro giorno del vostro itinerario in questo luogo, che lo merita davvero. Terza tappa, dopo una ricca colazione che in America rappresenta quasi un pranzo, percorrendo la “Highway numero 12 strada scenografica.” Durante il viaggio capirete i motivi di questa definizione, così da giungere al Capitol Reef National Park. Dopo aver studiato le mappe che vi forniranno al centro visitatori, all’ingresso scegliete alcune destinazioni interne percorribili sia in auto che a piedi. Datevi pace, dovrete scegliere, non riuscirete a vedere tutto. Anche qui panorami e vista da film, in una natura che vi lascerà nuovamente senza parole. Il Capitol Reef N.P. è l’unico parco in cui non si paga l’ingresso poiché è attraversato dalla strada di collegamento. Potrete addentrarvi a piedi lungo percorsi tra le immense rocce, per ammirare da vicino

Zion National Park

l’immensità della natura. Nella tappa seguente, dopo 245 km, le vostre emozioni saranno catturate dall’Arches National Park. Qui le rocce hanno dato forma ad archi naturali, giochi nella pietra e nel terreno. Troverete un panorama differente, molto diverso dai precedenti. Immensi archi naturali costruiti dalla mano della natura si apriranno di fronte a voi. Il più imponente di essi richiede una buona dose di cammino, ma ne vale indubbiamente la pena, considerato anche il paesaggio che da qui si riesce ad ammirare. Vi servirebbero alcuni giorni per poter visitare tutti gli “archi” e le bellezze che questo parco offre. Il giorno seguente potreste trascorrere una giornata “diversa” ed invece di camminare potrete passarla sul fiume San Juan, importante affluente del mitico Colorado River, percorribile tranquillamente nella zona di Bluff. Vi consiglio di partecipare alla giornata a bordo del gommone e con la guida della Wild River Expedition, www.riversandruins.com, una piccola società che organizza appunto percorsi a bordo di gommoni lungo il fiume. Alcune ore di navigazione, in assoluta sicurezza e silenzio vi permetteranno di scoprire oltre a scenari inimmaginabili, antichissime scritture rupestri di fossili di oltre 300 milioni di anni. Sede di partenza e ritorno la cittadina di Bluff. E se avete tempo, alla fine della giornata, salite in cima alle Moki Dogway e ammirate il “Gooseneck”, uno spettacolo mozzafia-

to che vi farà osservare le anse naturali create dal fiume San Juan nelle fenditure delle rocce. La nuova giornata, dopo un tragitto di poco più di un’ora, sarà dedicata ad un’altra bellezza naturale nota in tutto il mondo, ed immagine “simbolo” del West: la Monument Valley. Visitabile unicamente con un tour guidato o con auto 4x4, lungo i percorsi indicati. Blocchi enormi di pietra rossa si stagliano all’interno della Navajo Indian Reserve Nation, ed assumono a tutti gli effetti la statura di monumenti. Vi troverete proiettati nel vecchio West, dove John Wayne ha girato alcuni dei suoi più famosi film e vi sembrerà di trovarvi al cinema. La realtà, invece, vi vedrà protagonisti di un incontro con una natura davvero strabiliante.

Bryce Canyon National Park

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trentinoattualità

INFORMAZIONI TURISTICHE Tutte le informazioni per organizzare il vostro viaggio: www.visitutah.com

Il tour guidato che parte ed è organizzato da Gouldings Lodge, dura circa 3 ore e mezza, e vi offrirà una visione assolutamente completa dell’area della Monument Valley. La tappa seguente del vostro viaggio avrà come destinazione il Lake Powell. Questo immenso lago, creato dalla diga di Glen Canyon è lungo oltre 300 km e si trova suddiviso tra lo stato dello Utah e quello dell’Arizona. (Attenzione ai cambi di orario, tra lo Utah e l’Arizona c’è un’ora di differenza). L’energia elettrica qui prodotta, grazie alla diga, serve tutti gli Stati fino alla California. Questo dato fa comprendere quando questo lago sia importante per tutta quest’area. Al mattino seguente svegliatevi molto presto per partecipare ad una crociera con partenza dal Lake Powell Resort alle 7.30 con destinazione Rainbow Bridge. Questo è l’unico modo per poter ammirare questa meraviglia della natura e alla quale non vi è altra via di accesso. Se avete visto il famoso film, “Il pianeta delle scimmie”, allora conoscete già Lake Powell in quanto è stato usato come set di questo film, come di numerose altre pellicole famose. Scenari incredibili, panorami naturali stupefacenti ed una attenzione al rispetto

Lake Powell

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DOVE DORMIRE e DOVE MANGIARE

N

ello Utah potete trovare dai motel più semplici agli hotel più lussuosi. Vi propongo alcune strutture di eccellente qualità e con un rapporto prezzo/ servizi/qualità assolutamente ottimo.

Zion National Park a Springdale Hotel Flaningan’s Inn and Spa www.flanigans.com Ristorante: Parallel 88 Bryce Canyon Hotel Bryce Canyon Grand www.brycecanyongrand.com Capitol Reef National Park Torrey Hotel Red Sands www.redsandshotel.com Ristorante: Saddlery Cowboy bar & Steakhouse Arches National park, Moab Hotel Archway Inn www.aarchwayinn.com

della situazione naturale estrema vi accompagneranno durante questa perlustrazione. Il lago è navigabile, balneabile (tranne nell’area del Rainbow Bridge che è protetta), e si possono fare le più svariate attività sportive d’acqua. Molti turisti affittano, per trascorrere qui le loro vacanze, delle “case sull’acqua”, ovvero delle grandi case-imbarcazione, con le quali navigare, ma anche fermarsi in luoghi nascosti ed incontaminati del lago.

Bluff Hotel Desert Rose Inn www.desertroseinn.com Ristorante: San Juan River Kitchen Monument Valley Goulding’s Lodge www.gouldings.com Lake Powell Lake Powell Resort www.lakepowell.com Kanab Hotel Parry Lodge www.parrylodge.com Ristorante: Chuckwagon Cookouts and Frontier Movie Town

Ripartite nel pomeriggio per Kanab, cittadina dello Utah, set di numerosissimi film western. Potrete partecipare ancora ad una “messa in scena” di un film, in uno dei set ancora allestiti. I più importanti e noti attori di Hollywood sono stati ospiti ed hanno girato film in questa località, in cui il tempo sembra essersi realmente fermato. Questo piccolo villaggio, popolato di persone semplici che hanno fatto della loro cittadina un set da film western, vi sorprenderà. Il vostro viaggio termina al ritorno a Las Vegas, o nel percorso potrete prendervi più tempo per ciascuna zona, e magari deviare verso il maestoso Gran Canyon prima di giungere a Kanab. Peraltro, l’ingresso al Gran Canyon, che è proprio vicino alla cittadina di Kanab, è il meno frequentato dai turisti di tutto il mondo e vi consentirà di ammirare meglio quest’immensa opera d’arte naturale. Il viaggio proposto, nello Utah, è un’immersione totale nella natura, nei paesaggi più maestosi e simbolo degli Stati Uniti e vi proietterà, per tutta la sua durata, in una dimensione di rapporto con l’ambiente, il silenzio, gli spazi incontaminati e monumenti naturali e paesaggistici unici al mondo. Non dimenticherete facilmente questi luoghi, che resteranno per sempre immagini e ■ scenari nei vostri ricordi.


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trentinoincontri

di Gianfranco Gramola

U

n’artista rivana molto intraprendente, con il mito di Michelle Hunziker, che ha lavorato con Ale e Franz e che ha rifiutato (mordendosi le dita) ad un ruolo accanto al bel Luca Argentero. Anna Miani è di Riva del Garda, cittadina dov’è nata nel 1985. Insieme ai suoi famigliari gestisce il bar “Italian Fast Food” di via Fiume, a Riva. Oltre a lavorare al bar è insegnante di danza, ragazza immagine, fotomodella, pinup, attrice e show girl per programmi Tv. Com’è nata la passione per il mondo dello spettacolo, Anna? A dir la verità ho sempre adorato il campo artistico: ballare, cantare, recitare. Da piccolina a casa ballavo e cantavo spesso, così i miei genitori dopo avermi fatto fare sette anni di arti marziali per imparare a difendermi (visto che a scuola alle elementari me le davano sempre...), hanno capito che era il caso di iscrivermi ad un corso di danza. Poi non ho più mollato! La mia carriera da modella l’ho iniziata partecipando a dei concorsi di bellezza, “Una ragazza per il cinema” e “La bella d’Italia” dove sono arrivata in finale. Nel 2008 ecco la mia prima comparsa televisiva, in “Veline”. Ho fatto il casting a Milano per gioco con un’amica e sono stata selezionata. Ho girato diverse pubblicità per Mediaset e Tca, ho fatto la valletta-showgirl per un anno per un programma televisivo su Sky sul tuning. Ha qualcuno in famiglia con aspirazioni artistiche? A mia sorella Maria piace cantare, ha una voce fantastica, ma forse le manca la voglia di crescere nel campo artistico… Quando la sento cantare mi vengono i brividi. Mia mam48

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Quanto mi piace Ballare Intervista alla rivana Anna Miani, barista, insegnante di danza, fotomodella, attrice e show girl per la Tv. Ha lavorato con ale e franz (e si è lasciata sfuggire luca argentero...)

ma, invece, adora recitare. Lei è nata a Napoli e quindi sono cresciuta con le scenette di Totò che preparava come spettacolino insieme alle sue sorelle per l’ultimo dell’anno. Quindi mi ha trasmesso un po’ anche lei questa passione. Com’è composta la sua famiglia? Siamo in cinque: mamma Rita, papà Giovanni, le gemelle (eterozigote) Silvia e Maria di 21 anni e poi ci sono io… E due bei micetti. Quali sono gli idoli ai quali si ispira? Mi piace molto il modo di lavorare di Michelle Hunziker, piena di energia e sempre sorridente. Quando la guardo mi trasmette allegria. Credo che il sorriso e far sorridere siano le cose più importanti. Ha mai pensato ad un nome d’arte? A dir la verità no, mai, perché

mi piace il mio. Mi piace anche il suo significato: “colei che è piena di grazia”. Come ricorda l’esperienza a fianco di Ale e Franz? Come sono a telecamere spente i due comici milanesi? Una bellissima esperienza, ho avuto il piacere di girare parecchie scene in loro compagnia, anche se poi non tutte sono andate in onda perché qualcosa tagliano sempre. Una in particolare con Franz, dove prima di girare la scena mi ha stretto la mano presentandosi e facendo qualche battutina. Ero rimasta sorpresa, tanti si montano la testa! Ale e Franz sono due persone veramente piacevoli. Questo mondo era come pensava o l’ha delusa? È come lo immaginavo! Delusa? Forse un pochino sì… Ho ricevuto un sacco di proposte

Anna Miani con una copia della nostra rivista

non molto piacevoli per andare avanti, sempre rifiutate. In particolare, un’agenzia dove mi si chiedeva esplicitamente di andare a letto con il titolare. Io ho risposto dicendo che le doti le avevo e non avevo bisogno di andare a letto con chissà chi per andare avanti. Mi è stato detto: “Ok, sarai brava e carina, ma sai quante ragazze brave e carine ci sono in tutto il mondo? Ci vuole quel qualcosa in più per andare avanti.” Ho letto che ha rinunciato a recitare accanto a Luca Argentero. Come mai? È successo che la ragazza che doveva recitare nel film è stata male e quindi avevano bisogno urgente di una sostituta e hanno interpellato me, ma mi hanno chiamata alle 23, mentre dormivo, dicendomi che avrei dovuto prendere l’aereo poche ore dopo, quindi, avendo anche altri impegni lavorativi e avendolo saputo all’ultimo momento, ho rifiutato… E da quel giorno quell’agenzia non mi ha più chiamata. Ancora mi mangio le mani... Con quale personaggio le piacerebbe lavorare? Roberto Benigni è il mio attore preferito. Mi piacerebbe prima o poi vederlo anche solo recitare dal vivo. Una sua soddisfazione in campo artistico?


trentinoincontri Quando ho avuto una bella proposta da parte di Laura ed Ernesto, i titolari del Liberty Dance, la scuola di danza per cui insegno. Io facevo lezioni di danza come allieva nella loro scuola, finché dopo il saggio di fine anno, sono venuti da me e mi hanno chiesto di insegnare per loro. Ho fatto i corsi per avere i vari brevetti e da li ho capito che era il lavoro della mia vita! Che tipo di balli insegna? Oltre all’hip hop, che insegno da qualche anno, da quest’anno insegno anche zumba fitness, il nuovo ballo fitness inventato da Beto Perez, che va molto di moda. È l’unione dei balli latini, come merengue, bachata, salsa e rumba. Il complimento più bello che ha ricevuto? Un complimento che mi hanno fatto con gli occhi, quando, ad una mia esibizione di danza, le mie zie hanno pianto mentre mi guardavano esibirmi. È stato bellissimo. C’è un collega o un regista famoso che stima molto? Ho avuto il piacere di lavorare per l’attore e regista Alberto Moroni. Per lui ho girato la scena per il promo del suo film “Ultima Luna” che abbiamo girato a Castiglione delle Stiviere, sul lago di Garda. Ha saputo mettere tutti da subito a loro agio, è una persona che stimo molto. Il film racconta il disagio giovanile, tratta temi d’impatto sociale

Con Ale di Ale&Franz

come la ricerca dello sballo. Cos’ha sacrificato per arrivare al successo? Qualche giornata lavorativa al bar, per fortuna è un bar a gestione famigliare e non ci sono stati problemi… E sicuramente qualche ora di sonno. Qual è il suo motto? Mira sempre la luna, che se sbagli la mira colpisci le stelle. Un suo pregio e un suo difetto? Sono troppo impulsiva… e l’impulsività rovina tante cose. Un pregio? Sono determinata. Faccio il possibile per tenere quello che ho, oppure ottenerlo… Mollo solo quando capisco che non ne vale la pena. Ha mai fatto delle gaffes? Un episodio divertente che ricordo è stato quando avevo fatto venire Daniele Baldi (un’insegnante di danza molto conosciuto nel mondo dell’hip hop e che ha preso parte alla trasmissione Amici di Maria De Filippi) a fare uno stage al Liberty Dance (la scuola di ballo in cui insegno). Sono

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andata a prenderlo a piedi alla stazione e, parlando del più e del meno, ci siamo avviati verso la scuola, solo che invece di entrare nella scuola siamo entrati in un supermercato. Dopo un bel po’ che giravamo per i corridoi, finito il discorso ci guardiamo intorno, poi ci guardiamo tra di noi e io dico a lui: ”Ma perché siamo in un supermercato?”. E lui: ”Ah, non lo so, io stavo seguendo te!” Come riesce a conciliare il lavoro di barista con i casting, la scuola di ballo dove insegna e tutte le altre mille cose che fa? Faccio parecchia fatica, ma mi piace, mi riempie le giornate fare tutto ciò, in più sono sempre in contatto con le persone e sempre in movimento, non mi annoio mai! Con il bar l’estate lavoro 12 ore al giorno e l’inverno (che il lavoro cala) finito di lavorare ho appena il tempo di farmi una doccia e correre subito a insegnare danza. Purtroppo per i casting non avanza molto tempo: ne faccio massimo uno o due l’anno. Dopo l’Ale e Franz show mi è stato chiesto di trasferirmi a Milano, perché avrei potuto lavorare di più, ma non me la sono sentita di mollare tutto di punto in bianco e ho rifiutato. I suoi concittadini cosa pensano della sua popolarità? A me non interessa la popola-

rità, però è una cosa simpatica perché tante volte mi salutano sorridendo e mi chiamano per nome persone che neanche conosco. Fra i miei concittadini c’è chi pensa bene, c’è chi pensa male, c’è chi apprezza, c’è chi invidia, c’è chi mi fa domande curiose su ciò che ho fatto. C’è anche chi pensa che, per arrivare a quello che ho fatto, sono andata oltre. Ma non mi interessano le critiche… e cammino a testa alta. Altri progetti artistici? Partecipare ad un talent show… e c’ero quasi riuscita! Avevo preso parte ai casting di “Una ragazza italiana”, il talent che doveva andare in onda su Mediaset. Era un talent dove si cantava, ballava e presentava. Ho superato la finale dei casting, dovevo partecipare al programma, ma poi è saltato tutto. Ora, però, ho 26 anni e non ci penso più perché c’è un limite di età per determinati talent. Mi piacerebbe in futuro fare l’animatrice. Sono stata al mare in Calabria e ho visto come lavorano, tutto il giorno a far ballare e divertire la gente sulla spiaggia. Fantastico! E come fotomodella? Il mio ultimo servizio fotografico è stato per la linea di abbigliamento Gas primavera-estate per il negozio GasStore, in viale Dante sempre a Riva del Garda. Il servizio precedente, invece, era per la copertina delle riviste “Elaborare” e “Tutto Elaborare”. ■

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trentinotempolibero

di Nicola Tomasi

S

tate cercando una montagna vicina alla città, dove si possa sciare in piena sicurezza con tutta la famiglia? Oppure siete a caccia di un posto dove passare del tempo libero con gli amici, in compagnia della vostra inseparabile tavola da snowboard; una pista di neve fresca, magari illuminata a giorno durante le ore serali, per trascorrere indimenticabili e magiche serate fatte di neve, musica e tanto divertimento? E ancora: una cima che superi i duemila metri e dalla sua sommità vi permetta di godere di un panorama mozzafiato, che spazia a 360 gradi su tutti i rilievi trentini? Bene, la vostra ricerca si appena conclusa. Il Monte Bondone è quello che fa al caso vostro. Sci alpino, sci di fondo, ma anche un meraviglioso snowpark a disposizione dei più audaci. Quelli di Trento Funivie – società comproprietaria e gestore degli impianti sciistici del Monte Bondone – hanno confezionato un’offerta a dir poco irresistibile per gli appassionati degli sport invernali. “Il potenziamento dell’innevamento programmato, con il raddoppio della capacità del bacino di Mezzavia – dice il Presidente e Amministratore Delegato, Ing. Fulvio Rigotti – unitamente

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Bondone: Bello di giorno. (E di notte) La montagna di trento è pronta per l’inizio della nuova stagione sciistica. La società impianti, trento funivie, ha in serbo una serie di novità, di progetti e di sorprese che trentinomese vi racconta in anteprima al rifacimento delle vecchie condutture e all’installazione di cannoni di nuova concezione, ci mette nelle condizione di compiere un vero e proprio salto di qualità”. Per non parlare delle innovazioni previste per il prossimo inverno, quando il Bondone ospiterà le Universiadi della neve e gli impianti dedicati a freestyle saranno rinnovati. Quasi certa anche la sostituzione completa delle seggiovie Montesel. Ma torniamo all’offerta e parliamo di bambini. La responsabile commerciale di Trento Funivie, Manuela Delpero, descrive le peculiarità che

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gli adulti, ma poi pensiamo anche ai corsi di sci rivolti agli alunni delle elementari e delle medie, ecc.” Insomma, attenzione molto particolare ai bambini, anche in termini di sicurezza. Il Monte Bondone è una montagna sicura sotto ogni punto vi-


trentinotempolibero Le foto di queste pagine sono di LUCIO TONINA

condizioni vantaggiose

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ruppi familiari e minori residenti avranno diritto a skipass a prezzo agevolato. Questo grazie alla convenzione stipulata da Trento Funivie Spa con il Comune di Trento. Molto vantaggiosa anche la speciale tessera Light per i residenti in Trentino Alto Adige: ghiotte condizioni, con prezzi equiparabili a quelli dello sciatore residente. Quest’anno gli skipass stagionali includeranno inoltre n. 5 giornate da utilizzare nei vicini comprensori di Andalo/ Fai della Paganella o Folgaria/Fiorentini.

sta, a partire dalla piste che sono tra le più larghe dell’intero arco alpino. “Il rapporto tra lunghezza e ampiezza è importante – ci ricorda ancora l’ing. Rigotti. – Disponiamo di settanta ettari a fronte di una lunghezza complessiva di venti Km”. A riprova di questi ultime affermazioni, qualche settimana fa, le piste del Monte Bondone sono state consigliate dai Pediatri Italiani sulla rivista “Ok Salute”. E quando i bambini poi diventano ragazzi, non c’è pericolo che abbandonino il Bondone. Il perché si chiama “Night &

Day”. Chi lo scorso inverno, a una certa ora del giovedì sera, si trovava a dirigere lo sguardo sulla montagna di Trento non poteva rimanere affascinato dalla scena. Le piste del Monte Bondone erano illuminate a giorno. “Quella delle discese serali, con festa finale, è stata un successo clamoroso – dice Michela Defrancesco, responsabile di Stazione. – Un successo, certificato da 30mila presenze, che ha portato Trento Funivie sulla strada del raddoppio”. In che senso? “Nel senso che quest’anno, oltre al giovedì si potrà sciare al

sabato sera. Gli universitari avranno a disposizione uno skibus che li scarrozzerà su e giù per la montagna, sottraendoli finalmente agli eventuali pericoli della strada e della stanchezza”. Dalle 20 alle 22.30, con Lavaman, Cordela e Diagonale Montesel, saranno tre le piste illuminate che andranno a sommarsi alla snowpark. Di tutto rilievo anche gli eventi di contorno alla neve. Dj di altissimo livello faranno danzare i presenti nel corso della festa finale, prevista ogni sera di “Night & Day” in Vason. Altre novità di questa stagio-

ne 2012-13, nuovi pacchetti vacanze per soggiorni brevi, da giovedì a domenica, che includono le due notturne. Rilevante anche l’offerta legata al wellness, nei Centri e negli Hotel del Bondone, anche di sera... Insomma, quest’inverno, il Monte Bondone, grazie a Trento Funivie, mostra una grinta inedita. Siamo sicuri che – con la neve naturale o con quella programmata – si tratterà comunque di una stagione indimenticabile. Arrivederci sul Bondone. Alla luce del giorno o sotto le ■ stelle.

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trentinobottegad’artista

di Renzo Francescotti

Inquieta abilità “Maternità”, 1980

P

rendi una donna che è pittrice (premiata) di tele ad olio, di acquerelli, matite, pastelli, acqueforti; che è poetessa (premiata) in italiano e dialetto; che ha pubblicato (2005) la raccolta di liriche con disegni suoi “L’energia dell’anima”, pubblicata a Caltanisetta; che è anche narratrice di racconti, scrittrice e illustratrice di libri per ragazzi. Ma mica è finita: che ha tenuto corsi di pittura per bambini e adulti, interventi sull’Arte nelle scuole elementari; che è consigliere di Circoscrizione e Presidente di Commissione Urbanistica della circoscrizione… Esagerata? No,

“Venezia”, 2009

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ANITA ANIBALDI denota una notevole capacità grafica, che le viene soprattutto dalla pratica dell’incisione; è attirata sia dal bianco e nero che dal colore, strizzando l’occhio alla pop art eclettica. E come si chiama? Anita Anibaldi. Il cognome è marchigiano. Suo padre, di Fabriano, era maresciallo maggiore dell’esercito; sua madre, una Wolf trentina. Lei è nata a Trento nel 1953 e nel capoluogo ha sempre vissuto e lavorato come maestra elementare, sposandosi e avendo due figlie. Da sempre ha coltivato le sue due passioni, del dipingere e dello scrivere. Ha frequentato l’accademia Cignaroli di Verona, dove ha imparato soprattutto la tecnica delle incisioni ad acquaforte. È stata socia di associazioni di artisti come la FIDAPA; ora fa parte dell’UCAI, oltre che della

“La Dieta”, 1982

storica Pro Cultura (112 anni di vita), dove si trova assieme ad artisti famosi come Pietro Verdini, Annamaria Rossi Zen, Elena Fia Fozzer, Marisa Brun… Ha cominciato giovanissima – 15 anni – ad esporre in un premio studentesco, al centro “Bernardo Clesio” di Trento. Da allora tante collettive, anche all’estero (a Berlino, Città de Messico, Tokyo, Hong Kong) e una ventina di personali, in Trentino, con una puntata a Venezia. Ma che specie di pittrice è Anita Anibaldi? Quando abbiamo detto figurativa non abbiamo detto niente: nel figurativo ci sta dentro tutto e il contrario di tutto: vediamo. Da principio, fa co-

me tutti la gavetta: si agita un po’, cambia registri, va in cerca… In ogni caso rivela una notevole abilità grafica, che le viene soprattutto dalla pratica dell’incisione; è attirata contemporaneamente dal bianco e nero e dal colore. Del 1982 (Anita ha 29 anni) è un’opera grafica (china e pastelli cm 20x30) a mio avviso molto interessante: “La dieta”. In essa, il bianco e nero è affidato ai sottili, sinuosi segni a china; mentre i colori luminosi sono quelli dei pastelli. Il volto della donna è una topografia in cui convivono altre piccole immagini, con una tecnica di scomposizione e ricomposizione che rende omaggio al cubismo


trentinobottegad’artista

“La mia città”, 1983

analitico. Sulla destra la mano impugna la cornetta, va a sfiorare padelle e appendiabiti. Le padelle alludono alle preoccupazioni della dieta; gli appendiabiti, alle preoccupazioni della moda. C’è, probabilmente, una strizzata d’occhio anche alla Pop Art. È l’atmosfera ironica che, a mio giudizio,è la cosa più interessante di questo disegno. Peccato che Anita non abbia proseguito in questo filone; peccato che qualcuno non ve l’abbia indirizzata, magari anche spinta (personalmente – di quel periodo – possiedo una pregevole acquaforte che Anita – chissà se lo ricorda – mi regalò quando tracciai un profilo su di lei su “Regione Panorama”, una rivista che si stampava a Bolzano. Sono stato il primo critico d’arte a scrivere su di lei, uno dei pochi; e se avessi avuto l’occasione di

farlo, per quanto mi riguarda, l’avrei incoraggiata su questo versante…). In ogni caso, l’Anibaldi realizza l’anno seguente (il 1983) un’altra grafica a china e pastelli ( cm 34 x 48) dal titolo “Al mare”, di un’atmosfera simile a “La dieta”: vi compare l’immagine di tre giovani bagnanti in piedi, una di fronte, l’altra di semiprofilo e la terza di profilo, gli occhi schermati da occhiali neri: tre impeccabili manichini femminili, eleganti quanto staccati, lontani, algidi. Vi si potrebbero riconoscere vaghi echi picassiani, ma soprattutto secessionisti, a conferma che la Anibaldi si muove con disinvoltura nella storia dell’arte moderna. In altri lavori Anita è meno convincente: come in certe icone femminili – a mio avviso – troppo “accattivanti”. Gli anni ’80 sono molto probabilmente i più interessanti della Anibaldi: del 1984 è l’ampio olio “Studio” (cm 100x80), in cui appare una figura maschile, un uomo seduto a gambe divaricate su una sedia, che si appoggia con le braccia allo schienale. Una tela in cui le suggestioni matissiane, precubiste appaiono gradevolmente metabolizzate. Insomma – nei suoi momenti migliori – Anita è un’artista inquieta, interessante abile. La prossima primavera terrà un mostra accompagnata da un significativo catalogo a Trento, nella municipale Torre Mirana. Per chi non la conoscesse ancora sarà l’occasione per scoprire questa eclettica artista trentina. ■

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trentinoattualità trentinoincontri

i n i b m o l o C Paolo L’anima della pietra di Giorgio Dal Bosco

Una volta guidava i treni. Adesso “taglia” le pietre, trasformandole in opere d’arte apprezzate ed esposte in tutto il mondo. Lui è l’artista che ha composto, in centro alla prima rotatoria di via Brennero, una metafora della tragedia italiana dell’Afghanistan

S

ì, anche la pietra ha un’anima, ha una memoria, sa raccontare di sé e del mondo. Il vento le è fratello, la pioggia le è sorella, il sole un alimento. La luna, quando il cielo è limpido e il silenzio ingloba tutto, è una sorta di dama di compagnia. In un letto di torrente la pietra può rotolare tumultuosa o lentamente e in silenzio. Si modifica, si leviga. Vi si poggia sopra un uccello, vi striscia sopra una lucertola o raccoglie le gocce del sudore di chi vi lavora. La pietra, e per noi trentini soprattutto il porfido, non ha un colore vivo e non ha calore, se non quello autentico, non metaforico, incamerato durante la sua esposizione 54

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nelle lunghe giornate di sole. Di calore metaforico, le statue di pietra, se belle, sanno darne, però, tanto. Perché non arricchire la pietra di colore? Perché un blocco di pietra, corpo compatto, non può venire tagliato, leggermente sagomato, colorato nel suo interno, spaccato come una enorme arancia o una mela? Perché non ascoltare dal suo interno quella musica silente che le ere trascorse vi hanno imprigionato? Così per molti mesi ha riflettuto Paolo Colombini, un omone di Fornace ma di sensibilità esile da cantastorie, mentre con gli occhi fissi sulle rotaie che, parallele convergenti, gli scorrevano veloci

sotto gli occhi e giù giù sotto i suoi piedi quando, seduto dentro il muso del treno, lo guidava da macchinista su e giù dal Brennero a Verona. Ha abbandonato le rotaie e, complice il fratello, titolare di un’azienda di porfido, è volato alto verso questa missione impossibile: dare voce al porfido e alla pietra, più in generale


trentinoincontri

tagliandola e “leccandola” con i colori quasi sempre pastello. Così, nello stridore lancinante della lama diamantata, il porfido ha “partorito” via via suggestioni, creature, idee, fiori, pensieri. Cosa sono stati, ad esempio, i nostri soldati a Nassirya morti nell’attentato se non pietre che volevano vivere e far vivere il prossimo in pace e, invece, sono caduti uno sopra l’altro sanguinanti con gli occhi spalancati al cielo? Ecco che Paolo Colombini, con i suoi massi tagliati di

«Originali e unici» per vittorio sgarbi «Originali e unici», sono stati definiti da Vittorio Sgarbi (reduce dal Festival della sicurezza di Pergine) i lavori in pietra di Paolo Colombini che nel pomeriggio del 21 ottobre ha avuto la visita al suo laboratorio-studio nei pressi di Civezzano del noto critico d’arte italiano.

netto e animati dal colore, ha composto in centro alla prima rotatoria di via Brennero una metafora della tragedia italiana dell’Afghanistan. I massi di diverse forme, ora slanciate, ora rotondeggianti, ora curve, ora piane, diversamente collocati, ora distesi, ora appoggiati uno all’altro, ora svettanti quasi ad un urlo di rabbia e di dolore, rappresentano quel grumo di giovane italianità morta nell’attentato. Ma di Colombini, oltre all’inno sport della bicicletta (sulla pista ciclabile nei pressi di Rovereto), vi è anche un tributo alla natura, ai fiori, al mondo degli animali. Qua e là, viaggiando lungo le strade delle valli adiacenti al suo borgo natio, è possibile imbattersi poco all’interno della carreggiata qualche “grande fiore”, un enorme masso che la sapiente mano di Colombini ha tagliato in più parti e con l’aiuto del colore più o meno vivo lo ha fatto “sbocciare”. Un’arte originale, quella di Paolo Colombini, sicuramente intelligente nel suo più pieno significato etimologico: legare, cioè, assieme concetti e pensieri per “capire” oltre. Lui lega le riflessioni sullo scorrere del tempo, era dopo era, scan-

dito dal rotolare dei massi nei torrenti, riassumendole in alcune composizioni anche umane. Di questa “intelligenza”, probabilmente, ma forse anche soltanto della pura e semplice estetica dei massi colorati, si sono interessati i responsabili di mostre e fiere in tutta Europa, a Londra, e perfino – questa estate - in Cina al museo d’arte di Ningbo, città di dieci milioni di abitanti, dove Colombini è stato protagonista con una quindicina di sculture “porfiriche”. A Venezia, sull’isola di Certosa, c’è pure, stabile, un “Colombini”. Recentemente, invece, l’artista di Fornace ha “tradito” il porfido con l’aplite, roccia tipica dell’Adamello del Brenta. In un suo girovagare tra le rocce è stato colpito da un masso bianchissimo di aplite. Sembrava un orso, proprio quell’animale che tanto sta facendo parlare di sé per la sua presenza talvolta vandalica. Ebbene, con quella sua intelligenza, spiegata poche righe su, Paolo Colombini ha ritoccato il masso facendolo vivere di attualità. Ecco, anche qui la roccia, che si crede fredda e morta, ha avuto e ha ■ la sua vita.

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di Paolo Chiesa

N

on sempre i luoghi dove si respira cultura sono conosciuti e pubblicizzati. E non è vero che questi luoghi si trovano solo all’interno del consueto circuito gestito dalla Provincia. A volte certi posti hanno dentro di loro il seme della cultura e basta. E proprio per questo vale forse la pena parlarne per farli conoscere o scoprire un po’ di più. È il caso della biblioteca scolastica dell’Istituto di istruzione Marie Curie di Pergine Valsugana. Cos’avrà di così particolare una biblioteca scolastica? “Innanzi tutto è una delle biblioteche più fornite d’Italia, tra quelle a servizio di Istituti superiori; per la dotazione audio/video sicuramente è la più fornita. E poi è aperta anche agli utenti esterni”. Ce lo dice il professor Giuliano Pàntano, che ne è il responsabile. Padovano, insegna in Trentino da 28 anni, 8 dei quali trascorsi al “Marie Curie” di Pergine, dove è docente di italiano e storia. Il professore ha modi e linguaggio molto garbati e fa piacere pensare che nella scuola trentina ci

Il prof. Giuliano Pàntano

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piccola Fucina di cultura Più che una BIBLIOTECA, quella DELL’ISTITUTO MARIE CURIE è un luogo accogliente, in cui si respira cultura. È una delle più fornite d’Italia, tra quelle a servizio di Istituti superiori. Ce la illustra il responsabile, giuliano pàntano siano persone così. Molto schivo, preferisce però che non si parli di lui ma della biblioteca. Ok, partiamo con alcuni dati: qui si trovano circa 9000 libri, oltre a 1700 CD e altrettanti DVD tra film e documentari. Gli audiolibri sono circa 100. La biblioteca mette a disposizione un pianoforte, una chitarra, un televisore, un proiettore con maxischermo, due impianti stereo con cuffie wireless, e sette computer. Ma non solo: facendo un giro per il salone, scopriamo che ci sono anche 20 scacchiere da torneo complete di orologi, più una scacchiera in legno intarsiata e molto preziosa. Sembrerà strano ma le scacchiere sono molto usate dai ragazzi, come lo sono i sei servizi da the con relativa ampia scelta di bustine a disposizione. Bella questa cosa... uno studente può venire qui per studiare, ma anche per trovare un momento di relax sulle poltrone dei due salottini. Se gli va, ascolta un cd o si fa un the con l’avversario della partita a scacchi. Col passare degli anni, per i ragazzi della scuola, ma anche per chi viene da fuori, questo è diventato un luogo di culto dove potere fare

cultura ma anche dove incontrarsi e stare insieme. Il professor Pantano ci dice che la cosa è molto apprezzata anche dai genitori degli studenti perché sanno che i loro figli sono in un luogo sicuro che è un’efficace alternativa alla strada, al bar e a quello che è ormai diventato uno dei luoghi più frequentati: il centro commerciale. E il sostegno dei genitori si manifesta anche con donazioni di libri o cd o semplicemente con una scatola di biscotti o una confezione di the particolare. Torniamo per un attimo al ruolo istituzionale della biblioteca: nell’ultimo anno scolastico ci sono stati 2008

prestiti, 400 dei quali hanno riguardato materiale audio e video. “Il dato è strabiliante, vero?” ci dice il professor Pàntano, “perché non esiste la figura del bibliotecario e questo non ci permette di tenere aperto di pomeriggio”. Nel tempo si è specializzata in saggistica, pur mantenendo una dotazione di libri di narrativa. Spesso ex studenti ora iscritti all’università tornano a chiedere libri. E poi ci sono delle chicche, come la “Storia d’Italia Einaudi” al completo, o come la “Storia della società italiana” della casa editrice Teti che, mi dice gongolando il prof: “non ce l’ha nemmeno la biblioteca pubblica di Trento”.


trentinoattualità

Ma, come dicevamo, questo posto non è solo un deposito di libri. Questa sala può ospitare 50 posti a sedere e periodicamente diventa una sala per cineforum, conferenze e concerti. Negli anni scorsi qui hanno suonato artisti del calibro di Mary Cutrufello, cantautrice americana che ha collaborato con Bruce Springsteen, di Marck Olson, fondatore degli Jayhawks; o ancora del Trio jazz di Bill Evans. Non solo la musica è protagonista in questa sala. Qui, ogni anno, vengono organizzati “Incontri con l’autore”, dove sono intervenuti in passato la scrittrice

Isabella Bossi Fedrigotti, la pittrice Paola Carlini, lo storico Walter Leoni e l’artista Mastro 7. Per l’anno in corso sono già in programma incontri con l’economista Bruno Amoroso e lo scultore Sergio Rodella. Chiediamo se ci sono altre iniziative e il professor Pàntano me ne elenca alcune di quelle che ci sono già state: quella di pittura dell’artista roveretana Gloria Canestrini a quelle fotografiche di autori nazionali come Pino Ninfo, ma anche sudamericani come Sebastiao Salgado e americani come Steve McCurry. Di questi avvenimen-

ti sono testimonianza foto e quadri donati alla scuola, oltre a preziosi volumi di arte e fotografia che molti si stupiscono di trovare qui. Tutto bene, tutto bello: qui si studia, si socializza, si fa cultura a 360 gradi, come si dice. Una biblioteca del genere chissà come è ben considerata dall’assessorato all’istruzione della Provincia. “Purtroppo non è affatto così”, ci risponde con il consueto garbo, ma con altrettanta fermezza il professore. “Sembra che a livello provinciale non si capisca l’importanza che questa biblioteca sta

avendo sempre più a livello extra scolastico. Fino al termine dell’anno scolastico 2010/2011, avevamo un bibliotecario che ci permetteva di tenere aperto anche il pomeriggio. Ora, dopo gli ultimi tagli operati dall’assessorato, questa figura non è più stata prevista”. Sì, perché al mattino la gestione della biblioteca è affidata agli insegnanti e, dopo il termine delle lezioni, si chiude baracca. E la biblioteca ne ha risentito: i 3012 prestiti di due anni fa, nell’ultimo anno scolastico, sono calati di 1000 unità. “E pensi”, prosegue il professore “che l’anno scorso tutti i rappresentanti di classe hanno firmato una richiesta di apertura pomeridiana. Però non è successo niente”. Strano, perché sembra che in altri istituti scolastici la figura del bibliotecario ci sia. Speriamo che anche a Pergine le cose cambino, prima o poi. Per il momento, ci si potrebbe accontentare di vedere questo piccolo gioiello di cultura scolastica (e non solo) aperto anche di pomeriggio. ■

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leggere - e giocare - non e’ mai stato tanto bello

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trentinoprofessioni

di Annalisa Borghese

C

i sono momenti, nella vita di un uomo o di una donna – in cui, per vari motivi, si sente la necessità di essere ascoltati. Così, semplicemente, buttare fuori attraverso le parole le proprie difficoltà, senza dover andare da uno psicologo o neuropsichiatra. Stiamo parlando di casi in cui il desiderio di aprirsi non ha nulla di patologico. Ecco allora venire in aiuto di costoro la figura del counselor, un professionista che riesce a mettere la persona nelle condizioni di comprendere la situazione e attivare le proprie capacità per superarla. Si dice counseling (leggi caunseling, ndr) e non c’è traduzione che tenga. Tuttavia, risalendo all’origine latina della parola si può comprendere il significato di questa professione emergente, affermata negli Stati Uniti fin dagli anni Trenta e poi via via nei paesi del Nord Europa. Consulère significa prendersi cura di qualcuno. Nello specifico, stare accanto ad una persona senza intralciarne il passo, ascoltarla con attenzione piena senza esprimere giudizi, accettarla incondizionatamente nella sua unicità e nella difficoltà che sta vivendo. Di inciampare e cadere capita a tutti e non sempre risulta agevole rialzarsi. Lo stesso

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Professionisti dell’ascolto Di inciampare e cadere capita a tutti e non sempre risulta agevole rialzarsi. Il counselor non è un medico, né uno psicologo, ma qualcuno che può dare una mano a ritrovare se stessi

può succedere in montagna. Se si è in solitaria, magari poco allenati, in condizioni avverse, proseguire diventa impresa ardua. Se invece abbiamo accanto una persona che ci dà fiducia, le condizioni non ci appaiono tanto avverse e diventa più facile trovare dentro di noi risorse fino a quel momento sconosciute o poco utilizzate. Siamo noi che facciamo il passo. Affinché sia realmente così, è necessario che il counselor (leggi caunselor, ndr) abbia svolto un rigoroso lavoro sulle proprie difficoltà e sia in grado di riconoscere eventuali patologie per indirizzare in tal caso la persona ad uno specialista della psiche. La responsabilità è grande e non ci sono interferenze se ognuno svolge la propria professione consapevole di ciò che può e deve fare. A questo proposito Nancy Zoda, counselor psicosintetista e direttrice della sede trentina dell’Istituto Inter-

nazionale di Psicosintesi Educativa, afferma: «I nostri allievi imparano a “sapere” attraverso lo studio della teoria del counseling e della psicosintesi e a “saper fare” attraverso l’applicazione in aula delle tecniche. Ma, soprattutto, imparano a “saper essere”, approfondendo la conoscenza di sé in modo da offrire una relazione d’aiuto nella quale l’altro si senta davvero al centro». La psicosintesi è un indirizzo del counseling. Molto diffusa negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Francia e ancora poco conosciuta in Italia, nonostante il fondatore sia l’italiano Roberto Assagioli (Venezia,1888 - Ca-

polona,1974), esimio collega di Freud e Jung, è un metodo di crescita, un’esperienza profondamente umana accessibile a tutti, un modello che educa. «Educare significa “tirare fuori” ciò che ognuno ha già dentro arrivando alla completa e armonica espressione di sé. Ecco perché la psicosintesi può essere definita “educativa”» prosegue Zoda. Seguendo questa linea di pensiero, tre anni fa l’Istituto ha aperto il centro d’ascolto “Semi di Stella” per coloro che non possono permettersi un professionista privato. L’obiettivo è offrire a tutti la possibilità di rialzarsi e proseguire il cammino da soli. ■

La sede di trento L’Istituto Internazionale di Psicosintesi Educativa, con sede anche e a Torino, Verona, Modena e Conegliano Veneto, è un’associazione senza scopo di lucro. Costituita nel 1993 da un gruppo di counselor, psicologi e psicopedagogisti, promuove la crescita individuale finalizzata ad un modo di vivere più consono all’essere umano. A Trento è in via Paradisi 15/4. Aperto al pubblico l’ ultimo martedì del mese dalle 15 alle 18, si può partecipare gratuitamente ad esercizi pratici di psicosintesi confermando la presenza. Ancora aperte le iscrizioni al triennio di formazione in counseling psicosintetico, un percorso di crescita personale non necessariamente finalizzato al diploma. Per informazioni sulla scuola, le attività e il centro d’ascolto, dove si riceve previo appuntamento, contattare la segreteria al 388 8989915 o scrivere a iipe.trento@yahoo.com Sito web: www.counselingpsicosintetico.org



trentinoassociazioni

di Tina Ziglio

risposte ai bisogni dell’uomo

A

ll’inizio era associazione, poi dinamicamente è evoluta in fondazione. Una crescita a livello esponenziale, una raccolta costante di consensi e condivisioni, una maturata consapevolezza d’azione. E se l’anima è tutta racchiusa nell’efficace ed immediato motto di presentazione – “le forze che cambiano la storia sono le stesse che cambiano il cuore dell’uomo” – non è oggettivamente semplice descrivere in pochi e sintetici passi tutto quanto ruota intorno ad essa. Un articolato ed organizzato ingranaggio che coordina un sistema di interventi volto alla valorizzazione del prossimo, in ogni parte del mondo. A dimostrare la volontà costante di questa organizzazione non governativa (ONLUS) basta semplicemente

Il motto della FONDAZIONE AVSI è “le forze che cambiano la storia sono le stesse che cambiano il cuore dell’uomo”: 40 anni di attività al servizio del prossimo. Ovunque dare un’occhiata all’anno zero, il 1972. Come a dire, la bellezza di quarant’anni e non sentirli; quattro lunghi decenni vissuti intensamente, spendendosi per la causa. E volendo scoprire questa grande anima di AVSI con indicazioni numeriche, è giusto far sapere che sono più di un centinaio i progetti di cooperazione allo sviluppo attivi in trentasette paesi del mondo. Un ventaglio intercontinentale che si apre dall’Africa all’America Latina ed ai Caraibi, dall’Est Europa al Medio Oriente, addentrandosi fin nella grande Asia. E continuando a ragionare sui dati, la Fondazione stende la sua grande mano a più

di quattro milioni di beneficiari diretti. Vari, articolati e diversificati i settori di intervento, con una maturata dedizione all’educazione, intesa nel senso universale del termine. Presenza certa nei canali che sostengono i bisogni primari della società, AVSI è in prima linea negli ambiti della sanità, del lavoro, dell’agricoltura; si occupa dello sviluppo urbano ed interviene nel campo della sicurezza alimentare e dell’acqua, con particolare attenzione a macro argomenti, come energia ed ambiente. Dal punto di vista prettamente antropologico, si spende generosa per le emergenze umanitarie e per le migrazioni, feno-

Dal 1765...

di Ferrai Bellucco Alessandra BORGO VALSUGANA CORSO AUSUGUM, 60/66 TEL. 0461.757275 60

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Info Tutto, ma proprio tutto sul sito www.avsi.org Donazioni: online dal sito www.avsi.org, Credito Valtellinese, Sede Milano Stelline, C.so Magenta 59 5xmille: firmando nel riquadro delle Organizzazioni non lucrative. Sostegno a distanza: sostegno.distanza@avsi.org meni importanti del nostro tempo. Le risorse umane di intervento si aggirano su grandi cifre: un migliaio i volontari in Italia, che lavorano


trentinoassociazioni

con finalità di sensibilizzazione e coinvolgimento al progetto. Ottimi i risultati concreti, segno di una marcata volontà a farsi conoscere, a creare motivazioni, a suscitare azione vera. La lettura degli indicatori conferma la presenza dei tanti donatori a livello mondiale, che credono nell’idea e nelle sue realizzazioni. Promotrice di un network che annovera più di sessanta organizzazioni, AVSI collabora coi partner, dialoga e propone riflessioni comuni, condividendo metodi ed esperienze, accogliendo slanci ed iniziative. Un’intesa a largo raggio, aperta al confronto, propositiva. Trasparente anche nei bilanci, la Fondazione vanta dei titoli che la definiscono nella sua completezza: riconosciuta dal 1973 come organizzazione non governativa di cooperazione internazionale, viene poi accredita e inserita a livello mondiale (Usaid, Ecosoc, Unicef); è iscritta negli albi dell’Agenzia delle Entrate come organizzazione non lucrativa per il 5 per mille ed è anche Ente autorizzato dal Governo italiano

per le adozioni internazionali. Aggiornatissima sui moderni sistemi di diffusione delle informazioni, AVSI gestisce un sito (www.avsi.org) che vanta qualcosa come ventimila visite al mese; in linea le donazioni, il sostegno a distanza, le opportunità di lavoro, i filmati e tanto altro, a definire la Fondazione. I quasi trentamila abbonati (sostenitori, privati, giornalisti, istituzioni e organismi internazionali) vengono puntualmente aggiornati online, anche in lingua inglese. Il periodico “Buone Notizie” – curato e diretto da Roberto Fontolan – viene inviato gratuitamente a centodiecimila persone ed ha numeri impressionanti di tiratura; segnale indicativo dell’interesse comune. Importante punto di visibilità per la Fondazione è la Campagna delle Tende. Nato come gesto di carità per sostenere i primi volontari AVSI – con lo scopo di raccogliere fondi e presentarsi alla società in veste di difensori delle popolazioni bisognose – il primo banchetto posto davanti ad un supermercato milanese si è evoluto nelle forme e negli intenti. Nel periodo natalizio le “Tende” propongono temi specifici, invitano a riflettere e condividere, lanciano slogan in grado di far conoscere con naturale immediatezza scelte e progetti. Una Fondazione che abbraccia il prossimo con solide basi, costruite sulla solidarietà internazionale, al servizio del prossimo. ■

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di Fabio De Santi

Suoni di antichi legni Dal cello di Gary Hofman agli strumenti dei virtuosi del trio di parma. I COncerti della filarmonica di trento

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opo Hakhnazaryan a gennaio, ecco il secondo grande violoncellista che riempirà la sala della Filarmonica con il suono del suo Nicolò Amati, in un programma molto classico. Lui è Gary Hofman protagonista, insieme al pianista David Selig, del primo concerto di novembre, mercoledì 7, per la Stagione della Società Filarmonica di Trento. Un programma di sala che prevede composizioni di F. Mendelssohn, C. Debussy, E. Bloch e

J. Brahms. Gary Hoffman, nel 1986, ha conquistato la severa giuria del Concorso Rostropovich portando per la prima volta in America il prestigioso riconoscimento. Nato in Canada nel 1956, Hoffman si muove con assoluta bravura nel mondo delle società concertistiche mondiali e fra le grandi orchestre sinfoniche. Lunedi 12 novembre i suoni saranno quelli del Trio di Parma, uno dei complessi cameristici più incisivi e amati in Europa, formato da

Ivan Rabaglia, violino, Enrico Bronzi, violoncello e Alberto Miodini, pianoforte. Un complesso giunto ormai alla piena maturità artistica, un prezioso gioiello di famiglia: questo è, oggi, per l’Italia, il Trio di Parma formatosi nel 1990 al Conservatorio di Parma e perfezionatosi con il Trio di Trieste alla Scuola di Musica di Fiesole e all’Accademia Chigiana di Siena. Giovedì 22 spazio al pianoforte di Alessandro Taverna con J.S. Bach, F. Men-

delssohn, S.Rachmaninov e Strauss-Dohnanyi. In questa serata la Società Filarmonica di Trento prosegue la felice collaborazione con il Keyboard Trust di Londra, per la valorizzazione dei giovani pianisti a livello internazionale. Il difficile mondo dei concorsi ha per primo segnalato la sensibilità particolare del pianista Alessandro Taverna, ora salutato felicemente e intensamente anche dal pubblico, altrettanto esigente, delle sale da concerto. Numerosi sono i premi conquistati nella sua, pur giovane, carriera: fra i tanti lo “Scriabin 2003” di Grosseto, il Minnesota International Piano Competition e il recente quinto posto al “Busoni” di Bolzano. ■

LABIRINTI ARMONICI TEMPORUM MIRACULA

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abato 10 novembre alle ore 18.00 presso il Ridotto del Teatro Sociale prosegue “Temporum miracula”, la serie di concerti proposti dall’associazione Labirinti Armonici di Andrea Ferroni. Si tratta di sette appuntamenti in cui arte, bellezza e passione si fonderanno per creare e donare forti emozioni in una dimensione interattiva tra esecutori e pubblico. I concerti seguono un cammino ben delineato che ripercorre la storia della musica dalle origini del periodo barocco (1600 ca.) al suo più pieno sviluppo (1750 ca.). Il titolo del secondo evento è “Extravagante sonare”, incentrato proprio sulla nascita della prima musica scritta per il violino avvenuta in Italia durante il 1600. Protagonisti del programma della serata saranno compositori come D. Castello, M. Uccellini, G.B. Fontana, B. Marini, sicuramente non conosciuti dal grande pubblico, ma pedine fondamentali per lo sviluppo della tecnica violinistica e per il gusto musicale del loro

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tempo e delle epoche successive. Gli esecutori proporranno il repertorio barocco con strumenti originali o copie fedeli per ricreare le atmosfere sonore e i colori timbrici dell’epoca: saranno utilizzati violini barocchi, violoncello barocco, liuto, tiorba, clavicembalo. La scelta del Ridotto del Teatro Sociale è avvenuta proprio per assecondare anche con un ambiente intimo e “caldo” questa proposta musicale particolare. Infatti la struttura del Ridotto, una mansarda in centro storico, si presta benissimo ad accogliere questo tipo di eventi. Le scenografie saranno curate dall’arch. Alessandro Passardi, che darà forma e colore ad ogni ambiente sonoro. La serata si concluderà con una degustazione a cura di vignaioli locali che presenteranno i loro prodotti. In particolare il 10 novembre saranno presenti la Cantina di Castel Noarna e la gastronomia De Gustibus di Arco. Per informazioni scrivere a labirintiarmonici@gmail.com.


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di Alessia Acampora

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opo il suo show del 2009, torna in Trentino un vero e proprio mito della canzone italiana: Massimo Ranieri. Il grande cantante napoletano sarà protagonista, il 24 novembre, del primo evento del cartellone di eventi “Trentino in Musica” proposto al Palarotari di Mezzocorona. Una rassegna, quella organizzata dal promoter Fausto Bonfanti e dall’Agenzia Sonora di Ester Paglia, che prevede nei prossimi mesi i concerti di Alice, Franco Battiato e Renzo Arbore con la sua Orchestra Italiana. Massimo Ranieri in questa occasione proporrà “Chi nun tene coraggio nun se cocca ch’e femmene belle”, un recital ideato e scritto dall’artista; un titolo giocoso e provocatorio. Protagonista non è il coraggio dei vincitori e degli eroi, ma l’eroismo degli ultimi e dei sognatori. Come gli uomini e le donne cantati dalla musica di Giorgio Gaber e di Pino Daniele; oppure dal teatro di Raffaele Viviani e Nino Taranto. Canzoni e monologhi intrecciano un racconto che tocca le corde della solidarietà, dell’umorismo, della pietà e dell’ironia. In questo viaggio-recital, Ranieri attraversa il repertorio della grande canzone napoletana e interpreta anche brani dei più celebri cantautori italiani e internazionali: da Fabrizio De Andrè a Luigi Tenco, da Charles Aznavour a Violeta Parra. Ad accompagnarlo un’orchestra composta da Massimiliano Rosati (chitarra), Flavio Mazzocchi (pianoforte), Mario Guarini (basso), Luca Trolli (batteria), Donato Sensini (fiati). A colpire in Massimo Ranieri, nato all’inizio degli anni ’50, oltre alla sua incredibile voce è sempre stata anche la sua simpatia e la sua umanità.

massimo ranieri È quello con l’intramontabile cantante napoletano il primo evento del cartellone di eventi “Trentino in Musica” proposto al Palarotari di Mezzocorona. Appuntamento, sabato 24 novembre Una passione per la musica la sua iniziata da ragazzino: basti dire che nel 1964, a soli 13 anni, con lo pseudonimo di Gianni Rock incide il suo primo disco e sbarca a New York in tournèe, come spalla di Sergio Bruni. È l’inizio di una carriera lunga quartant’anni e che passa attraverso Canzonissima (ai tempi Scala Reale,) dove un quindicenne Ranieri incanta il pubblico con “L’amore è

una cosa meravigliosa”. Nel 1967, vince il Cantagiro nel girone B dedicato alle giovani promesse, con “Pietà per chi ti ama”. Il primo Sanremo è targato 1968 con con il brano “Da bambino”, in coppia con i Giganti. Arrivano poi successi come “Quando l’amore diventa poesia” e “Rose rosse” –che rimane anche per ben 13 settimane al primo posto in classifica – e “Se bruciasse

la città”. Nella vita di Massimo Ranieri c’è stato grande spazio anche per il cinema e per il teatro a dimostrazione del suo eclettismo. Una carriera sterminata, che attraverso il celebre “Perdere l’amore” ha portato lo scugnizzo al cd antologico “Canto perché non so nuotare... da 40 anni”, doppio album con cui ha festeggiato i suoi primi quarant’anni di carriera. ■

Danilo Sacco, dai nomadi a caldonazzo

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on erano in molti a scommettere su Danilo Sacco dopo la sofferta scelta di lasciare i Nomadi. Invece, l’artista sta confermando di avere la stoffa giusta per andare avanti da solo come dimostrato anche dal successo ottenuto dal suo primo album da solista, “Un altro me”. A seguirlo sono anche, ma non solo, proprio i fan dei Nomadi che hanno imparato ad apprezzarlo negli anni e che ora ascolano anche le sue nuove canzoni. E proprio il “popolo nomade”, c’è da scommetterlo, non mancherà al primo live di Danilo Sacco che verrà al PalaLevico di Levico Terme nella prossima primavera. In realtà, si tratta di un ritorno in Trentino per Sacco che ha girato in settembre proprio il videoclip del suo nuovo singolo “Non ho che te” sulle rive del Lago di Caldonazzo. Si tratta del nuovo singolo estratto da “Un Altro Me”, disco che Danilo Sacco presenterà con la sua band composta da: Valerio Giambelli alle chitarre, Andrea “Doctor” Mei alle tastiere, Hammond e fisarmonica, affiancati da una potente sezione ritmica formata da Antonio “Rigo” Righetti al basso, Tommy Graziani alla batteria e Jean Pierre “El Orobico” Rodriguez alle percussioni. “Non ho che te” è un brano d’amore semplice e dolcissimo.

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Enoteca “Le More del Gelso” www.cantinamoricollizugna.it ATTIVITÀ PROMOZIONALI E DIDATTICHE AUTUNNO 2012 Proseguendo nell’intento di promuovere e far conoscere ai nostri amici e clienti la Cantina e i suoi Vini abbiamo messo a punto un programma di iniziative per l’autunno 2012. Tutte le iniziative programmate si svolgeranno a cura dell’enoteca. Per informazioni e prenotazioni: tel: 0464-913040 enoteca@cantinamoricollizugna.it info@lemoredelgelso.eu

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IL SENSO DEI SENSI CORSO ANALISI SENSORIALE AVANZATO

(prima edizione) Quattro serate per conoscere meglio la funzionalità dei nostri sensi correlata alla degustazione dei vini e dei cibi.

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CANTINA MORI COLLI ZUGNA Sca Enoteca “Le More del Gelso” Loc. Formigher, 2 38065 MORI (TN) Tel. 0464 913040 Lunedì 13.00 -19.00 Da Martedì a Sabato (orario continuato) 09.00 - 19.00 TUTTE LE DOMENICHE DI DICEMBRE APERTO www.cantinamoricollizugna.it enoteca@cantinamoricollizugna.it

Giovedì 08/11 – 15/11 – 22/11 e 29/11 Ogni serata è accompagnata da degustazione eno gastronomica, divertenti test di degustazione e “giochi del gusto”.

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Un cuoco racconta di se e della sua cucina realizzata in abbinamento ai vini della cantina 12/11 Osteria a Le Due Spade (Federico Parolari) 19/11 Casa del Vino della Vallagarina (Luca Bini) cooking show, degustazione del menù preparato durante la serata e dei vini della Cantina Mori Colli Zugna.

LA DOLCEZZA

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Domeniche d’oro dicembre 2012 02/12 IL SOLE NEL LEGNO Degustazione e presentazione di “Ego è” e dei cioccolatini alla crema di moscato. In diretta esecuzione e vendita opere e oggetti in legno realizzati dall’artista valtellinese Alberto Pollet. 09/12 I PREZIOSI (GIOIELLI E VINO) Mostra mercato gioielli artistici. Degustazione del Trento doc - Terre di S. Mauro 16/12 SUL VETRO E DENTRO IL VETRO Decorazione su vetro di bottiglie personalizzate e bocce di natale. Castagne del gruppo Marroni di Castione - Vin brule. 23/12 AUGURI SOTTO IL VIGNETO Musica di natale, taglio del mega panettone Flamigni (5 kg.) Auguri di natale

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di Fabio De Santi

“O

ggi scrivo quello che canto. E mi chiamo Nina Zilli”. Si presenta cosi miss Nina Zilli sulla sua pagina web e con quella frase delinea anche tutta la sua personalità, che si esprime anche nelle sue doti di interprete. Alla voce di Nina Zilli è affidata l’apertura della nuova Stagione di Musica d’Autore con il concerto che la vedrà protagonista, giovedì 8 novembre, al Teatro Auditorium nell’evento organizzato dal Centro S. Chiara con la Fiabamusic. Per Ninna Zilli quello che si sta per chiudere è stato davvero l’anno della consacrazione e della piena consapevole che la canzone tricolore in rosa ha trovato una nuova protagonista d’altissima qualità, sia per la sua voce sia per il suo carisma. Dopo la partecipazione al Festival di Sanremo con “Per sempre”, il brano tratto dall’album

NINA ZILLI: the voice la nuova Stagione di Musica d’Autore si apre con il concerto della cantante, giovedì 8 novembre, al Teatro Auditorium di Trento “L’amore è femmina”, il programma in televisione con Giorgio Panariello, l’Eurofestival, primavera ed estate sempre in tour, da novembre, per essere precisi dal 5 con partenza da Milano, Nina Zilli ha deciso di tornare con il suo show nei teatri. Pop e Soul suonati da una band di musicisti sopraffini: Riccardo Gibertini alla tromba, Gianluca Pelosi al basso, Antonio Vezzano alla chitarra, Marco Zaghi al sax, Nicola Roccamo alla batteria e Angelo Cattoni alle tastiere.

Nina Zilli è un tornado, un vulcano, un’innamorata cotta di musica che ti inchioda con le sue passioni e con le fantasie prima ancora che tu abbia il tempo di ascoltare una sola delle sue canzoni. Viene da un paesino della Val Trebbia, lasciato presto per l’Irlanda, gli Stati Uniti. È una cantante che è partita dalla musica anni 70 “per arrivare piano piano alla mia musica perfetta: la Motown, l’R&B della Stax, il soul, il pop rock dei primi 60”, incrociato con amori italiani di Mina e Celentano giovani e con la

Giamaica, che le fa battere forte il cuore. Reggae, rocksteady, ska: quando parla di Alton Ellis, di Phyllis Dillon, degli Ska-talites la sua voce cambia intonazione, è tenera e smaniosa nello stesso tempo. In questo nuovo live Nina Zilli, eclettica e intensa, canterà le canzoni di “Amore è Femmina”, ma in scaletta non mancheranno i suoi successi come “50 mila” – il brano scelto da Ozpetek per il film “Mine vaganti” – e cover di quella black music che da sempre ■ è nel suo cuore.

MALIKA AYANE a trento

“I

l mio è un disco volutamente imperfetto perché si rifà all’animo umano; è una storia d’amore (come ce ne sono tante) che attraversa due fasi: la prima, da dove emerge la parte più irrazionale, istintiva e passionale; la seconda, in cui si smette di essere irrazionali perché la passione diventa la base della consapevolezza che guida o distrugge un rapporto”. Parole di Malika Ayane, che tratteggia i contorni del suo nuovo disco “Ricreazione” che sarà al centro del live set per la Stagione di Musica d’Autore in programma giovedì 29 novembre all’Auditorium di Trento (ore 21). Malika Ayane, milanese di padre maghrebino, classe 1984, torna ad esibirsi dal vivo, con “Ricreazione Tour”, il live show che vedrà protagonisti, oltre ai suoi più amati successi, anche i brani del suo ultimo lavoro. La cantante sarà accompagnata sul palco dai suoi musicisti: Leif Searcy alla batteria; Marco Mariniello al basso; Stefano

Brandoni alla chitarra; Carlo Gaudiello al pianoforte; Giulia Monti al violoncello. A loro si aggiungeranno una sezione di fiati e una di archi. E per la Ayane si annuncia fin d’ora un sold out. D’altronde il suo disco ha esordito al secondo posto della classifica dei dischi più venduti. Questo a conferma del seguito di cui gode questa artista, anche produttrice artista dell’album a cui hanno collaborato anche Paolo Conte, Pacifico, Tricarico, Boosta, The Niro, Paolo Buonvino e altri, oltre a vantare un brano inedito di Sergio Endrigo. “La musica di ogni brano – racconta Malika – nasce da un’ispirazione dal passato: una canzone, un’armonia, uno stile che è poi maturato col tempo fino a diventare quella canzone”. Fra le curiosità che circondano questo lavoro, una riguarda proprio la sua cover di copertina: un’immagine che ha il sapore dei film della commedia all’italiana, l’ironia della Vecchia Fattoria e i colori di Renoir ne “La colazione dei Canottieri”.

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Alain Lombard

di Silvia Acampora

Ottavio Dantone

Classicamente Il novembre dell’orchestra Haydn di trento e bolzano comincia con il barocchista Ottavio Dantone. Segue la bacchetta prestigiosa di Alain Lombard

D

ue gli appuntamenti sinfonici dell’Orchestra Haydn nel mese di novembre all’Auditorium di Trento, tutti con inizio alle 20.30: si comincia con il barocchista Ottavio Dantone (mercoledì 14), impegnato nel duplice ruolo di direttore e solista al cembalo, con il Concerto in la maggiore di Johann Sebastian Bach e nella concertazione

della Sinfonia n. 44 di Joseph Haydn e della Musica sull’acqua di Georg Friedrich Händel. Una settimana più tardi, mercoledì 21, tornerà sul podio dell’Orchestra regionale il grande Maestro francese Alain Lombard per proporre la Quarta Sinfonia di Robert Schuman, la Pavane di Maurice Ravel e il Concerto per pianoforte

e orchestra n. 2 di Camille Saint-Saëns (solista il premio Busoni Michaeil Lifits). Si tratta – quest’ultima – di una delle opere principali dell’artista francese, che fu un compositore assai prolifico, attivo in ogni campo della musica, da quella sacra all’opera lirica, alla musica strumentale. Organista della Chiesa della Madeleine di Parigi, pianista virtuoso,

direttore d’orchestra, insegnante di pianoforte all’École Niedermeyer nella prima metà degli anni Sessanta, organizzatore, musicologo, scrittore di cose musicali, è stato senza dubbio una delle figure più scintillanti del secondo Ottocento, e anche del primo Novecento, dato che morì ottantaseienne nel 1921. Per informazioni: www.haydn.it ■

Festival Itinerari Jazz a Rovereto

I

l prodotto emblematico di quel melting pot da cui deriva l’originale identità del quartiere Brooklyn di New York. I contributi delle diverse etnie, le loro tradizioni, i loro ritmi e i loro suoni sono stati l’humus in cui è nata e cresciuta la musica del gruppo che spazia dal vaudeville all’hard bop, dal recitato al mainstream, il tutto guidato da una gustosa e sapiente imprevedibilità. Vengono “catalogati” così “The Jazz Passengers” che sabato 10 novembre all’Auditorium Melotti chiuderanno la 16ª edizione del Festival Itinerari Jazz a Rovereto (ore 21). All’origine del settetto Jazz Passengers c’è l’incontro tra il sassofonista Roy Nathanson e il trombonista Curtis Fowlkes, entrambi cresciuti a Brooklyn, assidui e apprezzati frequentatori della scena downtown newyorchese negli anni Ottanta e

già membri dei celebri Lounge Lizards di John Lurie. Il duo a cui diedero vita sfociò ben presto nei Jazz Passengers, gruppo che dal 1987 propone uno spregiudicato connubio di jazz tradizionale e contemporaneo, di musica orchestrale magistralmente arrangiata e di esilaranti elaborazioni solistiche. Una tavolozza che prevede un pizzico di Ellington, veraci vortici di be-bop, infusioni di grande canzone americana, sferzate di ironia che toccano Charles Mingus e non mancano di fare l’occhiolino al genio di Frank Zappa. Alla base di tutto ci sono gli interessi poliedrici di Nathanson, personaggio i cui tratti somatici ricordano in modo incredibile la fisionomia di Groucho Marx. Nathanson non è solo un musicista pregevole, ma è anche attore, performer, fine conoscitore di poesia e letteratura.


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to, massima disponibilità in termini di presenza. Silvia diventa di volta in volta “compagna” di nozze della sposa [ed eventualmente anche di stretti parenti, spesso più provati dall’evento degli stessi protagonisti!] per rassicurare e confortare. Silvia Romano accoglie anche le diversificate esigenze in tema di budget, costruisce pacchetti personalizzati e personalizzabili, offre la speciale “Promo sposi” che comprende – oltre ad un allettante sconto di duecento euro sul servizio completo – un ventaglio di servizi aggiuntivi in omaggio. Novità esclusiva, la possibilità di regalare ai futuri sposi questa fondamentale fase organizzativa, inserendola preziosamente in lista. Accanto all’obiettivo primario di un matrimonio da favola, “Emozioniamoci” mette a disposizione anche la con-

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ervono i preparativi per la 4 a edizione di “Io Casa Riva del Garda”. La prima fiera del Trentino Alto Adige interamente dedicata a Bioedilizia, Costruzione e Interior Design è in programma nei fine settimana del 17 e 18 e del 24 e 25 novembre 2012 nel quartiere fieristico di Riva del Garda (TN). Forte del successo della passata edizione, “Io Casa Riva del Garda” quest’anno punta a confermarsi luogo d’incontro ideale fra chi è alla ricerca di idee per rinnovare o ristrutturare la casa e chi è in grado di offrire soluzioni innovative e convenienti alla portata di tutti. Posticipando di un mese il suo abituale appuntamento ed avvicinandosi al Natale, “Io Casa Riva del Garda” si posiziona in uno dei momenti più favorevoli dell’anno per gli acquisti dedicati alla casa o legati semplicemente al desiderio di farsi un regalo. “Io Casa Riva del Garda” rappresenta tutto il mondo casa: non solo le ultime novità in tema di arredo per interni ed esterni ma anche soluzioni di impiantistica, di bioedilizia e soluzioni per il risparmio energetico, aspetto

per un nuovo abitare Un nuovo spazio OUTLET e lo spostamento in calendario a ridosso del Natale, tra le novità di una rassegna ancora più ricca di proposte e di servizi per i visitatori

importante che oggi non può essere più trascurato. Anche quest’anno le agenzie immobiliari saranno presenti in fiera e offriranno preventivi personalizzati e servizi su misura. Sarà anche possibile fissare tra un fine settimana e il successivo, la visita ad eventuali immobili di interesse. Accanto alla parte espositiva sarà ulteriormente arricchita l’offerta interattiva per

il pubblico, con mini stage e brevi dimostrazioni che animeranno le quattro giornate. Inoltre, la soluzione del percorso obbligato faciliterà i visitatori nelle loro scelte. Di grande interesse la presenza in fiera di Itea Spa – Istituto Trentino Edilizia Abitativa che, all’interno del proprio spazio espositivo presenterà i risultati ottenuti nel campo della domotica con l’obiettivo di essere di

supporto ai soggetti non autosufficienti, di ottimizzare il comfort ambientale e di contenere i consumi energetici. Tra le novità di questa edizione, lo spazio outlet di “Io Casa Riva del Garda”, dove sarà possibile trovare articoli e attrezzature a prezzi vantaggiosi. Importanti le collaborazioni mirate con le Aziende di Promozione Territoriali, promotrici dei tradizionali Mercatini di Natale, che partiranno ad Arco proprio nel primo week end di “Io Casa Riva del Garda” e consentiranno particolari vantaggi sull’ingresso in fiera. Per aggiornamenti, news e per scaricare biglietti ridotti, vi invitiamo a visitare il sito www.iocasarivadelgarda. it e la nostra pagina facebook. ■ Trento - Via Matteotti, 3 Tel. e Fax 0461.910788 Cell. 348.9320138 info@promoevent.it www.promoevent.it

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18.10 / 10.11.2012 L’autunno culturale delle cooperative sociali di Con.Solida.

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di Alessia Acampora

Mariangela D’Abbraccio

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na donna fragile, piena d’insicurezze e inibizioni, molto diversa dall’icona hollywoodiana nota al grande pubblico, questa sarà la Marilyn a cui Mariangela D’Abbraccio darà corpo e voce in Marylin Monroe Fragments sabato 24 novembre alle ore 20.45 presso il Teatro Valle dei Laghi di Vezzano (TN) per la rassegna “Specchi riflessi”. Lo spettacolo restituisce

Complementi d’arredo. Articoli da regalo. Lista nozze.

Un incubo agghiacciante L’incubo di Marilyn Monroe, bellissima diva di Hollywood eternamente infelice, è al centro di “Marilyn Monroe Fragments”, il nuovo appuntamento della rassegna “Specchi Riflessi” in programma sabato 24 novembrE i pensieri e le confessioni che per anni l’attrice ha custodito in alcuni taccuini rimasti avvolti nel buio per anni. Le verità che Marilyn ha annotato sulla pagina in modo disordinato, quasi convulso, mostrandola sensibile, sofferente, dotata di una vena poetica insospettabile. In “Marilyn Monroe Fragments” seguiamo passo passo la vita pubblica e interiore della star di Hollywo-

od, imbattendoci di volta in volta dell’ossimoro che, insieme, le due dimensioni creano. Marilyn scrive e scrive, qualcuno a distanza di 50 anni leggerà. Il pubblico si addentrerà così in un mondo intimo fatto di confidenze lasciate alla carta, di lettere e vecchie fotografie e, abbandonato ogni comprensibile atteggiamento voyeuristico, si lascerà commuovere dalla dolcezza e dalla fragilità di

una donna, di cui il mondo dorato di Hollywood ha sempre voluto vedere soltanto la disarmante bellezza. Domenica 18 novembre alle ore 16.30 sarà un viaggio tragicomico per nasi, il Pinocchio che Fondazione Aida porterà in scena al Teatro Valle dei Laghi. L’opera più celebre di Collodi è il nuovo appuntamento della rassegna domenicale “Teatro Famiglie 2012/2013”. ■

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di Antonia Dalpiaz

un mese da palcoscenico Andrea Brunello e Enrico Merlin

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i apre con “Colazione da Tiffany” la prima stagione progettata dal nuovo direttore del Centro Santa Chiara: Francesco Nardelli. Un taglio nuovo, con allestimenti che stimolano curiosità ed interesse. I “soliti nomi” sono scomparsi dal cartellone e, pur essendo una programmazione che rispetta i gusti di tutti, prova a spiccare il volo, con indicazioni alternative. Dal 15 al 18 novembre al Teatro Sociale, la Compagnia Gli Ipocriti mette in scena

Radio Argo

ampissima scelta per gli amanti del teatro: dalla prima stagione progettata dal nuovo direttore del Centro Santa Chiara, nardelli, alle proposte dello spazio portland “Colazione da Tiffany” di Truman Capote, adattamento di Samuel Adamson, per la regia di Piero Maccarinelli. Scontato il confronto con il film di Blake Edwards con Audrey Hepburn e George Peppard. In realtà, “Colazione da Tiffany” è un breve romanzo pubblicato nel 58, che racconta la storia di Holly, ragazza della provincia americana, personaggio incantevole, di cui tutti si innamorano, ma che non si può catturare. Per la rassegna “Tendenze prosa” al Teatro Cuminetti il

20 e 21 novembre, Peppino Mazzotta è il regista ed interprete di “Radio Argo”, scritto da Igor Esposito. Lo spettacolo è una riscrittura dell’unica trilogia superstite della tragedia greca “L’Orestea”, raccontata attraverso cinque voci: Ifigenia, Egisto, Clitennestra, Agamennone, Cassandra ed Oreste. Il linguaggio è quello moderno, che attinge ai fatti del passato per indagare nella realtà d’oggi, senza censure né compromessi. La rassegna TrentOOltre, non più inclu-

sa nelle Stagioni del Centro Santa Chiara, continua la sua programmazione allo Spazio Portland, con un numero assai ridotto di posti, ma con spettacoli che puntano alla contemporaneità. Il 2-3-4 novembre la Compagnia Arditodesìo presenta “Jazz teatrale di Brunello/Merlin: La tempesta” con Andrea Brunello ed Enrico Merlin: la scoperta dei grandi personaggi di Shakespeare, presentati attraverso musica e parola. Il 9 novembre è di scena “Vecchia sarai tu!” di

A rovereto, il “mistero” di Trappola per topi

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l sipario della Stagione di Rovereto si apre su un capolavoro di Agata Christie “Trappola per topi”, tradotta da Edoardo Erba e proposta dalla brillante Compagnia Attori & Tecnici. Firma la regia Stefano Messina. Rappresentato per la prima volta nel 1952 a Londra, “Trappola per topi” è lo spettacolo più replicato nella storia del teatro. “È una miscela di suspence, thriller e comicità” – afferma Messina nelle sue note di regia – “e mi sono imposto di non tradire la scrittrice, preferendo ad una lettura simbolica, quella tradizionale”. I fatti sono ambientati negli anni Cinquanta in una vecchia casa inglese

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adattata a locanda. I clienti, piuttosto eccentrici, sembrano avere tutti qualcosa da nascondere. Ad accrescere il clima di tensione viene compiuto a Londra un efferato omicidio che sembra stranamente collegato alla locanda. Chi fra i clienti è l’assassino? Sotto quale travestimento si nasconde il colpevole? Ad Annalisa Di Nola, Stefano Messina, Carlo Lizzani, Paolo Zuccari, Roberto della Casa, Andrea Lolli, Claudia Crisafio ed Elisa Di Eusanio, attori del cast, il compito di offrire agli spettatori la giusta tensione, nella cornice scenografica ideata dal bravo Alessandro Chiti.


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Una scena tratta da “Liolà”

e con Antonella Questa diretta da Francesco Brandi. Il lavoro affronta con ironia un argomento tabù per le donne: l’età e l’invecchiamento. Il 16- 17-18 novembre Andrea Brunello, con il supporto del musicista Merlin propone “Il principio dell’incertezza – primo studio”: una lezione di fisica quantistica, fatta da un uomo che ama l’universo. Procede la rassegna di teatro amatoriale “Palcoscenico trentino” promosso dalla Co.f.as. presso il Teatro Cuminetti. Sabato 3 novembre la Compagnia “S.Siro”

di Lasino propone “Robe da no creder” di Emilio Luigi Motta. Durante una sagra di paese Toni e Mario incontrano due signore “particolari” e gli equivoci si scatenano. Domenica 4 novembre è la volta di “Liolà” di Pirandello con la Filo “S.Martino” Il testo dell’autore siciliano è qui tradotto in dialetto trentino e racconta la vita di un semplice contadino che preferisce la sua tranquillità al benessere materiale. Sabato 10 novembre la Compagnia “I Sarcaioli” presenta “ I segreti del cor”di Alberto Maria Betta: la storia di una grande amicizia fra due ragazzi staffette partigiane. Domenica 11 novembre, Brunetto e Lucio Binelli sono gli autori di “Pu de qua che de là” in scena con la Filo “Tra na roba e l’altra” di Cavrasto. Gigi ha un solo pensiero: trovare un marito alla cognata Paola, ma non è così facile... ■

Menu degustazione

d’Autunno

€ 3 0, 0

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Un percorso di sette portate, tra antipasti e primi, scelti dalla cucina tra i piatti della carta e le proposte del giorno che si conclude con un piccolo assortimento dei nostri dolci. Ne risulta un menu completo, in grado di soddisfare la vostra curiosità e dare a noi la possibilità di presentarci nel modo migliore.

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7,0 0

Menu trentino • Torta di cipolle con insalatina • Canederlotti alle erbette con burro e Trentingrana • Puntine di maiale arrosto • Strudel

Riapriamo:

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il “lavoro” il tema della seconda edizione dell’autunno culturale organizzato dalle cooperative sociali di Con.Solida., iniziato nel mese di ottobre. Fino al 10 novembre seminari, musica, arte e cinema su tutto il territorio trentino per incontrare e dialogare con i cittadini. “Il lavoro – spiega Mariano Failoni presidente del consorzio Con.Solida. – è oggi urgenza tra le urgenze, ma anche dimensione capace di evidenziare i nodi culturalmente e socialmente critici del contesto attuale. Il tema sarà affrontato non solo in termini tecnici – strategie e strumenti per sostenere l’occupazione – ma anche e sopratutto in termini culturali. La nostra è una proposta e una chiamata: proponiamo alla comunità il metodo cooperativo e diciamo ad ogni singolo cittadino: non stare fermo o in silenzio a guardare il mondo con sospetto; apri la porta e vedi cosa puoi fare per la comunità in cui vivi; se cambi tu lì dentro, cambia il mondo”. “Se da un lato – spiega Silvano Deavi, vicepresidente di Con.Solida. – non si può certamente negare un au-

Una rassegna culturale sul lavoro organizzato dalle cooperative sociali di Con.Solida., un evento che Fino al 10 novembre proporrà incontri, musica, arte e cinema su tutto il territorio trentino

Apocrifi

mento tangibile della povertà economica, dall’altro siamo di fronte ad un impoverimento del lavoro in termini di senso. Ricondurre la crisi al tema salariale, infatti, rischia di centrare solo una parte di problema. Serve recuperare anche il significato del lavoro come bene comune che si costruisce con l’impegno responsabile di tutti, per rilanciare la bellezza dell’intraprendere con passione per sé e per gli altri. Per questo lo slogan dell’autunno culturale della cooperazione sociale è “Lavorare bene, fa bene. A tutti.” Il 7 novembre a Riva del Garda si parlerà di lavoro attraverso la musica degli Apocrifi – cover band tributo a Fabrizio de Andrè

– che accompagneranno testimonianze dal vivo di persone con storie differenti ma accomunate da un unico valore: il lavoro. Si alterneranno così il punto di vista dell’imprenditore e dell’operaio, dell’artigiano e del giovane che si inventa una nuova professione. L’8 novembre le cooperative sociali di Rovereto organizzeranno “What is work?”, dove, attraverso la particolare tecnica del teatroforum, i giovani saranno invitati a dire la loro, a raccontare cosa si aspettano veramente dal domani. Lo stesso giorno a Trento, all’interno del festival “Tutti nello stesso piatto”, sarà proiettato “Les mandarines et les olives ne tombent pas du ciel”, do-

cumentario che testimonia le drammatiche condizioni cui vengono prodotti frutta e verdura italiane, mentre il 9 novembre a Cles si discuterà di disabilità e lavoro a partire dalla visione del lungometraggio “Cerco lavoro” di Umberto Lucarelli. Si parlerà di lavoro anche on-air, con Radio Dolomiti che fino al 9 novembre, tutti i lunedì e venerdì, darà voce a sentimenti, aspettative, paure e ambizioni di chi cerca lavoro e di chi lo crea; di chi lo immagina e di chi lo pratica; di chi il lavoro ce l’ha alle spalle e di chi, invece, davanti agli occhi. Le storie delle persone saranno protagoniste anche nella festa finale “Lavorare tutti, conviene a tutti” che si terrà il 10 novembre nel quartiere di San Martino. Storie di imprenditori e artigiani, di operai e disoccupati si intrecceranno in un dialogo attorno ad un valore comune: il lavoro. Racconti che partiranno dalla piazza in festa di un quartiere storico della città che, nella trasformazione, ha saputo mantenere la memoria integrando le differenze e valorizzando i legami comunitari. L’autunno culturale è promosso dalle 61 cooperative ■ sociali di Con.Solida. 77

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tate cercando un locale che fondi solide radici locali e si proietti contemporaneamente verso moderni slanci alle nuove tendenze? Semplice. Verso le sponde del lago di Garda, passando attraverso quella valle con gli innumerevoli laghi dal clima salubre, esiste quello che fa per voi. Ampi spazi interni che trasmettono sensazioni di intima familiarità, per assecondare ogni esigenza conviviale, dalla più informale alla più classica e celebrativa… Larghi respiri per le aree esterne, che permettono di assaporare la dolce tranquillità dei verdi luoghi, pur con tutti gli intrattenimenti delle aree ricreative, che vanno dal parco attrezzato per i bambini, alla possibilità di praticare la pesca sportiva nell’area adiacente alla struttura. Una location particolare nella sua

unicità, in grado di offrire al cliente abituale come al turista di passaggio tutto quanto si possa desiderare, ed anche di più… Il recente restyling di “Al Vecchio Mulino” di Vezzano – che si propone anche nella formula del Bed & Breakfast, con dodici belle stanze panoramiche – ha consentito di interpretare le richieste nel campo della ristorazione, conquistando consensi da una clientela sempre attenta al benessere, anche e soprattutto a tavola. Ed allora, in questa cornice naturale, sfilano i piatti tradizionali e le specialità trentine, con un’attenzione speciale ai prodotti della nostra terra: in tavola compariranno piacevolmente le patate della Val di Cavedine, il cappuccio della Val di Gresta, il broccolo di Santa Massenza. Vengono proposte delicate pietanze di pesce – rigorosamente fresco – per incontrare ogni

gusto. Lo staff rinnovato che opera in cucina garantisce qualità e genuinità, sfornando anche splendide idee e nuovi accostamenti. Molte le etichette dei vini regionali e nazionali presenti in cantina – ben oltre il centinaio – che facilitano la commistione e lasciano spazio alla fantasia degli abbinamenti. E nemmeno nel settore dedicato alle pizze mancano le ispirazioni. La proposta quantitativa – una quarantina quelle in lista – si traduce in eccelsa qualità; a garanzia di questo, la gamma a base di farina di kamut e l’utilizzo attento e puntuale degli ingredienti del territorio. Qualche esempio sorprendente-

mente unico? La pizza alla “carne salada”, quella alla trota affumicata, quell’altra particolarissima alle mele e speck; da provare senza indugi la focaccia con prosciutto di cavallo affumicato. Ad allietare pasti e portate, la musica live del sabato sera, con serate a tema … indimenticabile il bel risultato delle serate country e del travolgente karaoke con la presenza dei dj. Difficile scegliere il motivo preciso per il quale passare “Al Vecchio Mulino”: cucina, pizzeria, luogo da favola e tanto altro. In tutti i casi un’esperienza avvolgente, da gustare. ■

Info

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l ristorante/pizzeria “Al Vecchio Mulino”, gestito dalla famiglia Groff, è aperto continuativamente, anche nell’arco delle festività. Le tre sale sono a disposizione anche per matrimoni, cerimonie, cene aziendali. La possibilità di godere della formula pernottamento e prima colazione, lascia la possibilità di accedere al servizio ristorante. Per prenotazioni ed informazioni: info@alvecchiomulinovezzano.it www.alvecchiomulinovezzano.it; tel. 0461.864277. La stessa famiglia vi accoglie al Caffè Lodron di Trento (0461.1740500) con le consolidate e diversificate proposte, come ad esempio la possibilità di organizzare feste di laurea. Ogni venerdì sera, inoltre, tutta da gustare la formula “riso e vino”: ad un particolare risotto viene affiancato un vino capace di esaltarne il sapore, con il risultato di una perfetta combinazione tra i due elementi. Per la Pasqua 2013 è prevista l’apertura del ristorante al Passo San Giovanni… A pochi passi dal lago di Garda.

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nche quest’anno il Consorzio delle Pro Loco della Valle dei Mòcheni partecipa al “Villaggio delle meraviglie” di Pergine Valsugana. “Perzenland e la Valle incantata”, ultimo nato tra i mercatini di Natale in Trentino nel 2010, si è da subito distinto per la peculiarità delle proposte non standardizzate e per l’animazione variegata. Il tutto frutto di un mix di attori tra amministrazioni comunali, C.O.P.I. (Consorzio operatori Pergine iniziative), Pro Loco di Pergine e Consorzio Pro Loco Valle dei Mòcheni. Anche in questa occasione la valle avrà la sua “isola“, in cui verranno allestite casette con la degustazione dei prodotti locali, l’offerta delle proposte turistiche e i lavori degli artigiani che completeranno le opere in loco: sculture, cesti in vimini e scandole in legno. A Pergine non mancheran-

a dorso di un asino Anche in quest’occasione la valle incantata avrà la sua “isola” in cui verranno allestite casette con la degustazione dei prodotti locali ma ci sono anche altre novità... no inoltre le esibizioni dei “Palaearlearmusikantn”, gruppo folkloristico di Palù del Fersina Palai en Bersntol che presenta musiche e balli caratteristici e degli spassosi “Vlarotzer Spitzpiabler” (gli “spiazaroi” di Fierozzo). La valle non si limita però ad una presenza al villaggio, ma organizza una serie di eventi sul territorio: ogni sabato, previa prenotazione, sarà possibile visitare il Museo Pietra Viva di Sant’Orsola Terme con pullman da Pergine e

partecipare a dei laboratori di “microesperienze” imparando, ad esempio, “il filò delle mamme” tra merletti e storie di un tempo, o a pre-

parare sciroppi con i frutti di bosco. Nei pomeriggi di sabato e domenica sarà possibile effettuare dei “minitrekking” lungo il torrente Fersina con la collaborzione del Maso La Marianna durante i quali si potranno coccolare gli asinelli, condurli e cavalcarli. Quando (e se) arriverà la neve, al sabato sera si potranno effettuare delle passeggiate notturne con le ciaspole e conseguente cena in quota, a rotazione tra malghe ed agritur della valle. ■

LA SQUADRA VINCENTE DEL GIOCO DEGLI SPECCHI

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i parlerà di emozioni personali, di storie collettive, di costruzione di una società più unita e quindi più forte, nella settimana dal 5 al 10 novembre, “Squadra vincente. Dal singolo alla comunità”. L’iniziativa annuale è promossa dal Gioco degli Specchi e presenta all’attenzione della scuola e del pubblico libri e film, scrittori e testimoni. La squadra risulta vincente quando si è ben allenata a giocare insieme, a superare i difetti dei singoli, a valorizzarne le capacità, a curare le ferite subite dalle persone (o, nel corso della storia, dalle popolazioni), ad armonizzare le sue componenti. Questo il significato del titolo della settimana, che sarà inaugurata lunedì 5 novembre, alla Biblioteca Comunale di Trento, con letture recitate di Maura Pettorruso e la presenza di uno degli ospiti della settimana, Maurizio Gatti, fondatore della casa editrice ObarraO e studioso dell’Asia orientale. Altri quattro poi gli autori invitati: Hu Lanbo, fondatrice della

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rivista “Cina in Italia”, punto di riferimento per la comunità cinese, Alicia Baladàn, scrittrice e illustratrice di origine uruguaiana, Monica Ruocco, arabista docente all’università di Palermo, traduttrice del testo di Marco Balzano, All’est del Mediterraneo, di drammatica attualità, che ci ricorda la migrazione interna dalle campagne del sud alle fabbriche del triangolo industriale. Interverranno tutti insieme all’incontro di venerdì 9 novembre, fulcro della settimana, a Trento nella Sala Conferenze della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto. Invece, nella serata di mercoledì 7 novembre, tutti i cittadini saranno invitati a riunirsi in una festosa serata accompagnata da musica, con la possibilità di lanciarsi in qualche danza tipica o stare tranquillamente insieme a chiacchierare. Alle scuole sono riservati incontri con gli ospiti e la proiezione di quattro documentari, come stimolo di discussione sui temi dell’immigrazione e del diritto di asilo.


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abato 10 Novembre è vicino: Perzenland & La Valle Incantata e Il Villaggio delle Meraviglie stanno per aprire l’edizione 2012/2013 del mercatino di Natale, la terza. Dopo il successo dello scorso anno e un nuovo calendario di eventi che animerà centro storico e Valle fino al 6 gennaio 2013, quest’anno anche uno sguardo all’Emilia colpita dal sisma. Il C.O.P.I, Consorzio dei Commercianti di Pergine ha deciso infatti di affidare gratuitamente alcune casette agli artigiani e ai piccoli produttori terremotati che, a rotazione, proporranno i loro prodotti ai visitatori del mercatino, supportati nella promozione dall’organizzazione stessa. “Non dimentichiamo che lo spirito del Natale è prima di tutto solidarietà – commenta Luigi Ochner,

Pergine accoglie gli artigiani terremotati dell’Emilia: “Il Natale è soprattutto solidarietà”. Parte il 10 novembre l’evento natalizio dove si Conferma la formula vincente con eventi, mostre e serate a tema. Qualche sorpresa ancora da svelare... presidente del C.O.P.I - ci è sembrato giusto pensare a quegli artigiani e commercianti che hanno perso il loro negozio o il loro laboratorio e che, magari, come tanti emiliani trascorrono in Valsugana le loro vacanze e amano il nostro territorio. Siamo quasi pronti a svelare il programma completo, ma stiamo lavorando ancora a qualche piccola sorpresa per i visitatori del Villaggio delle Meraviglie, che anche per questa edizione, garantirà atmosfere senza tempo e grande spazio all’immaginazione”.

Perzenland & La Valle Incantata – Il Villaggio delle Meraviglie è resa possibile grazie alle aziende aderenti al COPI (Consorzio dei commercianti di Pergine), al Comune e alla pro loco di Pergine Valsugana, al Consorzio delle pro loco della Valle dei Mòcheni, insieme a Pergine Spettacolo Aperto e Magic Pubblicità, con il contributo finanziario della Provincia Autonoma di Trento (attraverso la Legge Olivi) e della Cassa Rurale di Pergine. Per maggiori info www.ilvillaggiodellemeraviglie.com ■

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LA MAGIA DEL NATALE PERVADE TUTTO IL TRENTINO L’artigianato tradizionale, i prodotti tipici, le specialità enogastronomiche e le idee regalo sono i protagonisti dei Mercatini. Le luci ed i colori delle casette in legno immergono tutto il territorio in un’atmosfera magica si potrà gustare una cena con menù asburgico dedicato alla principessa Sissi, mentre la «Levico Card», contenuta in un particolare pacchetto vacanza, offrirà un puzzle del Mercatino, giri in carrozza e sul trenino, un’entrata alla mostra dei presepi ed un ingresso ad Arte Sella, rassegna di arte contemporanea caratterizzata da opere costruite con elementi naturali come sassi, rami, foglie e terra, immerse nel verde della Val di Sella. Spostandoci sulle rive del lago di Garda, ad Arco, il pacchetto prevede una merenda asburgica al Casinò ed una visita a Riva e alla Casa di Babbo Natale. Le caratteristiche uniche del Natale in Trentino A Trento, all’ombra delle storiche mura di Piazza Fiera, le tradizionali 68 casette torneranno a dar vita ad uno dei mercatini più famosi e frequentati di tutto l’arco alpino. Dopo l’apertura “large” dello scorso anno, in questo 2012 si tornerà al periodo tradizionale, compreso fra il 24 novembre ed il 24 di-

fototeca Trentino Marketing - Photo G. Zotta

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n diversi angoli del Trentino i tradizionali Mercatini di Natale, punto di incontro fra leccornie, artigianato, decorazioni, prodotti tipici ed idee regalo, porteranno una ventata di allegria. Un territorio che può vantare, per il secondo anno di fila, un vero e proprio “tour”, che unisce i quattro mercatini storici del nostro territorio, ovvero quelli di Trento, Arco, Levico e Rovereto. Per l’occasione sono stati creati diversi pacchetti vacanza, una serie di proposte in agriturismi, hotel o bed&breakfast per scoprire meglio il territorio ed i suoi prodotti. Per chi sceglierà di visitare i Mercatini di Trento e Rovereto da quest’anno c’è una novità, una card che offre l’ingresso a prezzi scontati in tutti i musei e i castelli del distretto turistico - culturale costituito delle due città, l’accesso illimitato per 48 ore ai trasporti pubblici di tutta la provincia, l’ingresso a prezzo ridotto a festival e manifestazioni culturali, oltre alla borsa shopping in omaggio nei negozi convenzionati ed alle degustazioni nelle cantine e nei ristoranti, dove si potrà conoscere Trentodoc. Al Mercatino di Levico, invece,

cembre, per festeggiare il ventennale dell’iniziativa. Vi si troveranno molte proposte, dagli addobbi per il presepe e per l’albero fino agli oggetti dell’artigianato, ma anche specialità culinarie ed articoli regalo. Non mancherà un’intera sezione dedicata ai sapori, dove sarà possibile gustare diversi piatti della tradizione. Anche quest’anno saranno organizzati dei treni speciali, che collegheranno direttamente la Città del Concilio con stazioni quali Milano Lambrate, Brescia e Bergamo. Ogni anno oltre 500 mila persone raggiungo-

no il capoluogo trentino per immergersi nell’atmosfera natalizia. Spostandoci fino a Rovereto, il Mercatino tornerà protagonista nelle vie del centro storico dal 24 novembre sino al giorno dell’Epifania, il 6 gennaio 2013. È il «Natale dei popoli», dove si incontrano l’arte del Sud Italia e quella del Nord Europa. La grande novità è una tenda in stile beduino, dove gustare i sapori della Palestina. Inoltre, ci si potrà vestire con abiti tipici del paese mediorientale, sorseggiare il caffè arabo e fumare il narghilè con melas-

www.visittrentino.it/it/mercatini-di-natale

fototeca Trentino Marketing - Creative Mind Studio


trentinopanorama se naturali alla frutta. All’interno del padiglione troveranno posto anche le proposte artigianali della terra Santa: manufatti di legno d’olivo, madreperla e ceramica, ma anche gioielli e altri prodotti artigianali. Sulle rive del lago di Garda il Natale troverà invece dimora ad Arco, dove dal 16 novembre al 23 dicembre oltre una quarantina di casette ospiteranno il meglio dell’artigianato locale e nazionale. Tutto intorno canti e spettacoli faranno da cornice a questo evento, con la possibilità di gustare, presso il Casinò Municipale, i piatti della tradizione trentina. Una giornata davvero particolare sarà quella dell’8 dicembre, quando, fino alle 21.30, si potrà osservare un enorme calendario dell’Avvento proiettato sulle antiche mura dei palazzi. Uno show che creerà l’atmosfera giusta per il gran finale, uno spettacolo pirotecnico con i fuochi d’artificio che illumineranno a giorno la notte gardesana. In Valsugana il Natale batterà nel cuore di Levico Terme, dove nelle giornate del 24 e 25 novembre, in tutti i fine settimana di dicembre, dal venerdì alla domenica, e poi ininterrottamente dal 26 dicembre al 6 gennaio si potrà andare alla scoperta delle tradizioni alpine grazie ad una quarantina di casette dedicate all’artigianato e ai prodotti enogastronomici, sulle orme della nobile tradizione asburgica. Sotto le stanze che ospitarono il soggiorno della principessa Sissi si potrà passeggiare all’ombra delle maestose piante dell’arboreto. Durante questo periodo la Valsugana sarà teatro anche di altre manifestazioni di richiamo come, ad esempio, la festa della polenta e del formaggio di malga.

immerge nell’atmosfera magica del Natale grazie ai mercatini. Dagli elfi e gli gnomi di Pergine Valsugana (dal 10 novembre al 6 gennaio) alle viuzze del centro storico di Rango (aperto nei primi quattro weekend di dicembre) e di Canale di Tenno, entrambi già eletti fra i «Borghi più belli d’Italia». Da Santa Massenza (24 e 25 novembre e poi nei primi tre weekend di dicembre), alla scoperta delle locali produzioni di grappa, a Siror, sotto le Pale di San Martino, tra fienili ed affreschi (le prime tre domeniche di dicembre ed in più sabato 8 dicembre). Per arrivare a Caldonazzo, negli spazi della magnifica Corte Trapp in tutti i fine settimana dal 23 novembre al 23 dicembre, e poi ancora a Cimego nel cuore della Valle del Chiese (tutti i sabati e le domeniche di dicembre), fino alla novità di quest’anno, ovvero Mezzolombardo. Al castello della torre della borgata della Piana Rotaliana le tradizionali casette in legno resteranno aperte dal 23 novembre al 24 dicembre, mentre sarà il suggestivo Palazzo Eccheli Baisi ad ospitare sapori tipici, artigianato ed idee regalo a Brentonico, nel Mercatino che andrà in scena nei due fine settimana dell’8 e 9 e del 15 e 16 dicembre e dove sarà possibile andare alla scoperta dei presepi allestiti nelle fontane della borgata. Le festività saranno occasione di incontro anche sulle rive del lago di Garda con «Ar... Riva il Natale», in programma a Riva dal 30 novembre al 6 gennaio. Dal 24 dicembre al 6 gennaio, invece, a Folgaria si vivrà un «Natale sotto la neve» con i prodotti enogastronomici ed i manufatti dei maestri artigiani a fare bella mostra di sé nelle casette in legno.

Un intero territorio unito dal Natale Tutto il Trentino ogni anno si

Per informazioni: www.visittrentino.it/it/mercatini-di-natale ■ 85

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mmaginate un Natale diverso, da trascorrere con semplicità, in compagnia della propria famiglia o degli amici più cari. Quattro passi in un borgo illuminato a festa, un luogo in cui ogni dettaglio può essere utile a infondere in tutti la gioia e la serenità della Festa più bella dell’anno. Il momento dei bilanci, ma anche della spensieratezza, della revisione degli affetti più veri, dell’esplorazione di quanto ognuno si porta segretamente dentro al cuore. A Caldonazzo, a pochi passi dal Lago, dieci minuti da Trento, c’è uno dei più antichi mercatini di Natale del Trentino. Un evento che quest’anno presenta una ghiottissima novità: le tradizionali casette e le manifestazioni che vi si svolgeranno attorno saranno in piazza, nel centro storico del paese, tra i caratteristici porteghi e le vie più frequentate. La sensazione sarà quella di trovarsi in

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Il Natale è a caldonazzo Quattro passi in compagnia, in un borgo illuminato a festa, qualche compera e tante occasioni di intrattenimento. E con soli quattro timbri, si può vincere un’automobile! un villaggio festoso che annuncia la solennità natalizia. Tante saranno, naturalmente, le occasioni per acquistare i consueti regali, scegliendo magari nell’offerta artigianale o enogastronomica che arricchirà NatalArte, questo il nome del Mercatino. Ma non finisce qui. Perché “Arte” è un suffisso che sta ad indicare anche qualcos’altro: il binomio oramai consolidato tra questa festa e le diverse espressioni artistiche. Vi sarà il concorso rivolto a pittori e scultori, intitolato, quest’anno “Natale di Fiabe”, sul tema “Per ognu-

Gli appuntamenti di novembre

Sabato 24

ore 11.00 - Inaugurazione NatalArte a Caldonazzo con accompagnamento della banda S. Giorgio di Vigolo Vattaro; ore 16.00 - Laboratorio didattico per i più piccoli a cura dell’Azienda agricola Monti e Cielo

Domenica 25

ore 16.00 - Coro la Tor in concerto. Esibizione itinerante fra le casette del mercatino; ore 16.00 - Laboratorio didattico per i più piccoli a cura dell’Azienda agricola Monti e Cielo

Venerdì 30

ore 16.00 - La fata Morgana. Spettacolo di burattini. no di noi il Natale è legato ad una particolare storia che ci ha affascinato e lo ha reso magico”. Ma vi sarà anche un’altra opportunità per chi deciderà di visitare NatalArte 2012: ovvero il concorso che metterà in Palio ben 400 premi, tra cui una fiammante utilitaria! Basteranno venti euro di acquisto nei negozi partecipanti per poter concorrere all’estrazione finale. “Pronti, partenza… e VINCI!” avrà durata dal 12 Novembre al 19 dicembre 2012, con cerimonia di premiazione prevista il 23 Dicembre, in oc-

casione dell’ultimo giorno di mercatino. Una volta ottenuti i quattro timbri, che dovranno necessariamente essere stati conseguiti in quattro negozi differenti, il cliente è tenuto ad “imbucare” la sua cartolina nell’apposita urna e, quindi, parteciperà all’estrazione finale dei numerosissimi premi in palio: automobile compresa. Insomma, le premesse ci sono tutte per trascorrere un Natale – anzi un NatalArte – che lasci in tutti un bel ricordo indelebile, di momenti trascorsi assieme a chi ci vuole più bene. ■ 87

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di Lara Deflorian

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n questo mese la stagione InDanza presenterà lo spettacolo di punta del suo cartellone mettendo in scena al Sociale di Trento, per due giorni e in prima nazionale, Swan (Cigno), un omaggio che l’artista francese Luc Petton ha voluto fare al mondo dei cigni. Il 6 e 7 novembre potremo così assistere a una creazione di ornitodanza, uno studio sulla figura del corpo animale nell’arte, in cui sei danzatrici interagiscono in scena in un gioco di ascolto e confronto reciproco, con otto cigni veri. Formatosi negli Stati Uniti

con Alwin Nikolais e Murray Louis, poi in Germania al Folkwang Tanz Studio di Essen, il bretone Luc Petton ha fondato nel 1994 la compagnia Le Guetteur (la vedetta) oggi in residenza in Picardia. Si è inoltre approcciato verso altre tecniche del corpo come le arti marziali, la contact-improvisation e il metodo pilates. Negli anni scorsi abbiamo avuto occasione di conoscere Luc Petton e la sua compagnia, composta 88

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COn la grazia del cigno per due giorni e in prima nazionale, arriva a trento Swan, un omaggio in danza che l’artista francese Luc Petton ha voluto fare a questo elegante volatile. Il 6 e 7 novembre da danzatori, uccellatori e da una cinquantina di uccelli, nell’ambito di Oriente Occidente dove ha presentato sia spettacoli tradizionali sia progetti singolari all’aria aperta, interagendo con la natura e le opere, ad esempio, di Arte Sella. Ciò che vedremo invece al teatro Sociale non si avvicinerà a nulla di quanto visto finora poiché, pur rimanendo nell’ottica di una contemporaneità artistica, Luc Petton in questo suo lavoro di ricerca ha affrontato il tema antichissimo della trasfigurazione uomo/animale, che dalle Metamorfosi di Ovidio è giunto sino a Petipa e Ivanov e alla loro coreografia del celeberrimo Lago dei cigni. Lo spettatore sarà trasportato, nella visione di questo spettacolo, in una sorta di universo parallelo tra immagini arcaiche e coreografia contemporanea, tra zoologia e poesia, in cui la linea che separa l’essere umano dall’animale si spezza al fine di creare una dinamica feconda. “Il cigno – spiega Luc Petton – ha un comportamento molto differente dagli uccelli che volano. Per via della sua taglia non fugge,

ma affronta. Apprende molto più lentamente dei corvi, ma ha una memoria immensa e un grande acume visivo. Inoltre, i cigni non cantano quasi mai, si esprimono con il collo, le piume e gli spostamenti: un cigno chiamato in causa si irrigidisce e guarda di traverso. Un cigno inquieto gonfia le piume per darsi volume. Un cigno che si rilassa, sbuffa e sbatte le ali.” Per arrivare al prodotto finale di Swan, la ricerca di Luc Petton è iniziata nel 2010, quando sono nati i suoi cigni. Da allora le danzatrici li hanno seguiti in toto, assiduamente e costantemente per più di due anni, alla ricerca di una confidenza che permettesse loro di essere

interscambiabili sulla scena. A tal proposito Petton racconta: “Le danzatrici hanno dovuto lavorare a lungo per eseguire movimenti rapidi e repentini cambiamenti di direzione senza che i cigni le attaccassero. Per costruire lo spettacolo hanno dovuto apprendere il modo di camminare dondolante dei cigni, il gesto di alzare le natiche e a ondulare braccia e gambe come fanno loro con il collo”. Fatte queste premesse sarà difficile non resistere alla curiosità di vedere concretamente questo lungo e attento lavoro, che vede protagonisti in scena i corpi umani e animali in un movimento sincrono che promette di essere poetico. ■


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www.spazioeventart.com

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a settimana del contemporaneo, realizzata dallo staff di Spazio Event Art di Pergine nei primi giorni di ottobre, si è conclusa con risultati positivi. A cominciare dalla stima di almeno 800 visitatori che nell’arco dei dieci giorni effettivi di apertura si sono distribuiti sulle due locations, il Foyer del nuovo teatro comunale e la sede dell’associazione promotrice. Del resto la proposta è stata davvero ricca di sostanza. La partecipazione dei 50 artisti intervenuti ha fornito una panoramica piuttosto significativa di come venga spontaneamente interpretata l’arte visiva nel nostro paese, dove non sempre spiccano linguaggi particolarmente estremi o provocatori, ma al contrario sopravvive ancora un vivace gusto per la bellezza intesa in termini non lontani dalla tradizione. A tratti prevale invece la volontà di una evasione spirituale o ludica. Non sono comunque mancati lavori spinti in una sperimentazione coraggiosa e, naturalmente, corrente ormai tipica della nostra epoca, si sono viste opere realizza-

la festa del contemporaneo 800 visitatori nell’arco dei dieci giorni di apertura, allo spazio event art di pergine

te con la compenetrazione di tecniche digitali e di materiali tecnologici insoliti. La piacevole e colorata varietà di idee contenuta nelle due esposizioni è stata per molti una sorpresa e la tematica ispirata all’energia, che l’organizzazione aveva suggerito all’iniziativa, è stata colta soprattutto come una libera e formidabile spinta creativa vissuta in opposizione agli

ostacoli morali e materiali che le contingenze economiche e politiche pongono, specie negli ultimi tempi, nella prosaica realtà quotidiana. Tra gli espositori si è potuto contare anche sulla presenza di Isaac Khan, raffinato scultore israeliano di fama mondiale. Il momento più emozionante dell’iniziativa è stata comunque la serata del 6 ottobre con la serie delle performances. Qui ha avuto una importanza fondamentale la collaborazione con Parafonica Netlabel, una etichetta musicale che opera principalmente nel web e che si caratterizza nel presentare artisti dalla forte connotazione sperimentale. Il trio Pequod ha aperto le esibizioni con strumenti manipolati e suonati in modo del tutto inusuale, alla ricerca di un “noise” armonico e surreale. Ha proseguito Paul Sark, artista poliedrico che cavalca intensi

e drammatici flussi di testo poetico, ora cantando, ora muovendosi tra impensabili oggetti, lanciando messaggi scritti, spesso impegnato in gesti mimici sulla soglia di sottili trame dove trova spazio anche l’improvvisazione. Il duo Difondo ha proposto uno spettacolo di grande impatto visivo e un corrispondente supporto sonoro dall’essenza onirica, tutto sotteso su un sapiente uso di apparecchiatura tecnologica. La serata ha trovato infine il suo gran finale con un ispiratissimo Sergio Decarli, che ha suonato con notevole pathos le sue sculture sonore stregando il pubblico in un’atmosfera assolutamente magica. Un grosso contributo a questa esibizione è giunto dagli effetti visivi creati da Luciano Olzer che ha elaborato e proiettato in tempo reale la video ripresa della perfor■ mance.

A novembre, Gli artisti de “il dittico” Per il mese di novembre lo Spazio Event Art propone l’esposizione degli artisti selezionati nella seconda edizione del singolare concorso nazionale “il dittico”, dedicato alle opere concepite in coppia. La premiazione dei vincitori avverrà il giorno venerdì 9 novembre alle ore 18 alla presenza della Giuria del Concorso, delle Autorità invitate e di personalità rappresentative del mondo artistico e culturale. La Giuria sceglierà le opere vincitrici. Sarà individuato tra i partecipanti un primo premio assoluto e cinque premi successivi per un totale di 6 premiati. I premi consisteranno nell’opportunità di ottenere spazi espositivi nel corso del 2013. L’attività del centro d’arte si concluderà con la finale mostra dei soci dal 10 al 23 novembre.

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Lo spirito dei giullari si tramuta in arte

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iordano Raffaelli, gallerista dell’omonimo studio d’arte cittadino, accoglie in questi mesi presso le sue già di per se fantastiche sale di Palazzo

Wolkenstein tre esperienze artistiche assai lontane tra di loro in termini artistici ma che ben rappresentano quello che oggi avviene in Europa in termini di vivacità, di stimolo e di ricerca. E tutti e tre questi percorsi estetici tentano e cercano di invadere lo spazio, di occuparlo con le loro opere: pittura, scultura, azione, performances, ecc. diventano tutti elementi che concorrono a creare un’idea dell’evento, idea che rimane nel tempo assieme alla testimonianza tecnica di quanto è avvenuto. Forse la più classica è la ravennate Margherita

Manzelli: i suoi quadri

Renart, parte sesta

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a seguitissima rassegna d’arte Renart giunge quest’anno alle sesta edizione. Il gruppo di artisti che riuniti sotto l’egida di RenArt, con molta sensibilità hanno prestato le loro opere per sostenere la Associazione Provinciale Amici delle Nefrologia (A.P.A.N.) sono Doris Cologna, Veronica de Giovanelli, Fabrizia Maines, Mauro Berlanda e Alessandro Goio. Si sottolinea la giovane età delle 3 artiste presenti in questa rassegna e che il territorio trentino è, in fatto di provenienza degli artisti, ben rappresentato (Valli di Non, dell’Adige, di Cembra, di Ledro e Altopiano della Paganella). La mostra, allestita negli spazi espositivi di Torre Mirana presso la Sala Thun di via Belenzani 3 a Trento, chiuderà il 4 novembre. Come si legge nella presentazione della mostra del professor Aldo Nardi, che insieme all’architetto Alessandro Goio è uno dei curatori, lo scopo di RenArt è quello di mettere in contatto in maniera “produttiva”, operatori di settori diversi (artisti, operatori sanitari e del volontariato sociale, operatori della informazione..) per una costante sensibilizzazione della collettività sulle questioni inerenti la salute delle persone e, nel nostro caso, sulle patologie renali e sulle donazioni di organi.

accolgono, in maniera alterata nelle proporzioni, una sequenza di giovani donne che presentano, nell’incarnato e nel corpo, segni di invecchiamento precoci nelle mani e nei piedi, ed espressioni che ne sottolineano i corpi emaciati. Talvolta utilizza delle foto che concorrono, assieme ad altri frammenti di vita, a formare un ambiente in cui la donna presente medita sulla sua vita interiore e su quei oggetti che concorrono a formare il proprio bagaglio di vita, fatto di memoria, ricordi, avvenimenti, accadimenti, ecc. Sono donne che l’artista ha incontrato o visto di sfuggita e sulle quali ha giocato sovrapponendo i tratti somatici. I personaggi dei suoi quadri tendono all’astrazione; ciò è in parte dovuto alla sobrietà dei soggetti dipinti ed in parte

all’uso selettivo della memoria di Margherita Manzelli, che riduce la rappresentazione all’essenziale. La commistione di presenza e memoria e la proiezione di un’intensa vita interiore sui soggetti che l’artista ritrae è dilatata dall’introiezione di un terzo elemento: un sottile ed oscuro senso dell’umorismo. Le sue modelle trasudano ansia (sebbene infusa da un ironico senso di perplessità) con il più alto grado di intensità, al punto da apparire come prototipi di individui, come esempi di momenti precisi della vita di una donna.

Jonathan Pylypchuk è una meteora dell’ambiente artistico, canadese di nascita (Winnipeg), ma che vive a Los Angeles. Le sue sculture – intrise di pittura, segni e volumi – nascono, vivono e crescono a contatto

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trentinomostre con i mille stimoli di una cultura che non conosce confini: dai fumetti ai cartoni animati, dai film alla letteratura. Tutto finalizzato a raccontarci con ironia, dissacrazione, paradossi, ciò che il mondo sta vivendo. E’ un popolo strano, composto da uomini e animali, che vive e interpreta scene e situazioni contemporanee, dai pugili sul ring agli elefanti in frac seduti in poltrone disfatte, alle figure che sembrano tanti krampus intente a scene in cui regna l’ambiguità, ecc. Sembra quasi che, attraverso i suoi teatrini, voglia raccontarci l’imbarbarimento della nostra società, della vita quotidiana, dei pensieri e dei nostri gesti. E poi ci sono i spettacolari Gelitin (o Gelatin come hanno chiamato il loro Padiglione all’Arsenale durante la 54 Biennale di Venezia). Austriaci, sono una nota compagnia di provocatori indisciplinati viennesi, quattro esseri “dionisiaci” o, per dirla in termini di quartiere, “casinari” che si sono messi assieme nel 2005 e in breve hanno bruciato le tappe della carriera artistica. In loro vive l’antico

spirito dei giullari, dei Fool,

di Bertoldo, degli avanguardisti dadaisti e surrealisti. Un collettivo (sono sette, sei maschi e una femmina) che intervengono e agiscono attraverso qualsiasi elemento che incontrano e che decidono che valga la pena di farlo

Arco Mostre Koen van der Broek Apertura: fino a domenica 9 dicembre. Palazzo dei Panni. La pittura di Koen van der Broek (Belgio, 1973) trascrive i bordi degli spazi urbani così come il paesaggio costruito e decostruito. Nascono tele semi astratte dalle tinte appiattite e dai confini degli elementi non definiti. Forme interrogative sulla visione prospettica e sulle profondità dei luoghi traducono la struttura compositiva di uno spazio ambientale divenuto quasi evanescente. Privata dalla presenza di figure, di monumenti, di riferimenti riconducibili ad una identificazione caratterizzante, la scena è come sospesa e in attesa di essere evocata. Info: www.museoaltogarda.it.

Besenello Mostre PAOLO DECARLI SE...MENTI - arazzi, pittura, scultura Apertura: da venerdì 12 ottobre a domenica 4 novembre. Ex Magazzino Scorte Agrarie SAV - Via Degasperi, 8. Orario: lun.-ven 1518; sabato 10-12 / 15-18; domenica 10-12, lunedì chiuso.

Borgo Valsugana Mostre Rosalba Trentini - tracce Apertura: da sabato 20 ottobre a domenica 4 novembre. Spazio Klien. Piazza Degasperi. Mostra di pittura. Orario: dal martedì al sabato 10-12 / 16-19, domenica 10-12, lunedì chiuso.

ne. Orario: 10-12.30 / 14-18. Info: Tel. 0464.789638; info@lusern.it; www.lusern.it.

Nago Mostre Le due anime dell’Etiopia Apertura: da sabato 20 ottobre a domenica 11 novembre. Forte Superiore. Mostra fotografica a cura dell’Associazione “Il Fotogramma”. Info: Tel. 0464.554444; www.gardatrentino.it.

Pergine Valsugana Mostre RICCARDO CORDERO Macromondi spezzati Apertura: da sabato 21 aprile a domenica 4 novembre. Castello. Mostra in ricordo di Franco Batacchi e verrà allestita negli spazi aperti tra le due cinta murarie e nei saloni del Castello. Info: www. castelpergine.it. Mostre il dittico Apertura: da sabato 10 a venerdì 23 novembre. Lo Spazio EventArt propone l’esposizione degli artisti selezionati nella seconda edizione del singolare concorso nazionale “il dittico”,dedicato alle opere concepite in coppia.

Riva del Garda Fiere Io casa Apertura: da sabato 17 a domenica 25 novembre. Quartiere fieristico. La prima fiera del Trentino Alto Adige dedicata ad Interior Design, Costruzione e Bioedilizia. In Programma nei fine settimana del 17 e 18 e del 24 e 25 novembre 2012. Info: www.iocasarivadelgarda.it. Mostre Pinacoteca: Testimonianze figurative tra il XIV e il XIX secolo Apertura: da venerdì 23 marzo a giovedì 1 novembre. Museo “La Rocca” - Archeologia dell’Alto Garda. Storia: il lago, gli uomini, i tempi.

rientrare nella loro azione e, prima ancora, nella loro mente. Performance, musica, materia, vetro liquido, fuoco, fumo, ecc. tutto è arte, azione estetica. Hanno coniato il termine di “Relational Aesthetics”, in cui il filo conduttore che lega tutte le opere è un forte livello di senso dell’umore. Niente riflessioni meditative, lungaggini filosofiche, labirintici pensieri sulla vita e sull’arte, ma un semplice sano divertimento, un’eruzione creatrice sostenuta da numerosi apporti concettuali. Come quando hanno presentato i loro corpi nudi ispirandosi all’infanzia e al gioco, dando vita alle scene paradossali tipiche del loro immaginario eclettico e contaminante. La mostra chiude il 7 dicembre.

Caldonazzo Mostre DON IDO FONTANARI FOTOGRAFIE Apertura: da venerdì 23 novembre a mercoledì 5 dicembre. Ex Caseificio. Mostra fotografica. Info: www.comune.caldonazzo.tn.it.

Luserna Mostre GALIZIA 1914 - I SOLDATI TIROLESI TRENTINI NELLA GRANDE GUERRA Apertura: fino a domenica 4 novembre. Centro Documentazio-

Mostre VIAGGIO AL LAGO DI GARDA - LE VEDUTE FOTOGRAFICHE DEI LOTZE 1860-1880 Apertura: fino a domenica 4 novembre. Museo Alto Garda - P.zza C. Battisti. L’esposizione raccoglie una selezione di 120 fotografie, tutti esemplari in tirature vintage in parte inedite, realizzate da Moritz, Richard ed Emil Lotze. Le immagini raccontano la storia del Lago di Garda nella seconda metà del XIX secolo con particolare riferimento alle relazioni con il Tirolo. Durante la seconda metà dell’Ottocento lo studio fotografico del tedesco Moritz Lotze, con sede a Verona, era ritenuto uno dei più qualificati del nord Italia. Lo studio, in cui

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trentinomostre lavorarono anche i figli Emil e Richard, svolse notevoli incarichi di documentazione della costruzione di grandi opere infrastrutturali sul territorio.Info: www.museoaltogarda.it. Mostre Achtung Banditen. La Resistenza nel Basso Sarca. 1943-1945 Apertura: da giovedì 28 giugno a domenica 4 novembre. Immagini dell’epoca scattate nelle vie delle città e dei paesi del Basso Sarca, mentre i tragici fatti della guerra e della Resistenza (ma anche quelli successivi, con i danni, non solo materiali, la ricostruzione e i processi ai collaborazionisti) si compivano; inoltre documenti storici, installazioni e anche la ricostruzione dell’ufficio della Geheime Staatspolizei, la tristemente nota Gestapo, la polizia politica del Terzo Reich, ufficio presente anche in città. Mostre Velambiente Apertura: da giovedì 12 luglio a giovedì 29 novembre. Villino Campi. Mostra che propone una chiave di lettura diversa della vela: non solo un bellissimo sport, ma anche una occasione per essere attenti e rispettosi nei confronti dell’ambiente. Corner interattivi e multimediali, grazie ai quali è possibile ascoltare i rumori del lago, le narrazioni del mastro velaio e del maestro d’ascia, conoscere come le sorgenti sonore antropiche possono interferire sull’ecosistema subacqueo, scoprire gli ultimi ritrovati in fatto di efficienza energetica e l’evoluzione della tecnica costruttiva, toccando con mano i materiali principali di cui è composta un’imbarcazione a vela. Info: www.ingardatrentino.it. Mostre La luna ha tantissime emozioni Apertura: fino a giovedì 1 novembre. Astoria Park Hotel. Mostra di Francesco Borzani. Info: Tel. 0464.554444; www.gardatrentino.it. Mostre annalisa lenzi - L’altra realtà Apertura: fino a venerdì 30 novembre. Liberty Cafè Via Damiano Chiesa. Mostra personale dell’artista perginese Annalisa Lenzi. L’esposizione comprenderà una selezione di dipinti e opere con pietre, viaggi in un’altra dimensione dove la realtà viene raccontata in linguaggio onirico ma conservando sempre il suo significato originale. Info: www.annalisalenzi.com.

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Riva e Arco Mostre Umberto Maganzini e il movimento futurista 1894 - 1965 Apertura: fino a domenica 4 novembre. In occasione del ritrovamento di più di 1000 disegni inediti dell’artista Umberto Maganzini, il MAG, nelle sedi di Palazzo dei Panni ad Arco e della Rocca a Riva del Garda, propone una rivisitazione dell’opera del maestro con una particolare attenzione alla scomposizione futurista e alla successiva rappresentazione figurativa del reale, grazie alla selezione di opere dei maestri futuristi, provenienti da collezioni pubbliche e private, che con lui hanno condiviso la ricerca plastico-dinamica degli elementi compositivi. Info: www. museoaltogarda.it.

Rovereto Fiere FIERA DI SANTA CATERINA fuori e dentro il borgo Apertura: da martedì 20 a domenica 25 novembre. Mostre PASUBIO 1915-1918 Apertura: fino a venerdì 1 novembre 2013. Castello. Orario: dal martedì alla domenica ore 10-18. Info: www.trentinograndeguerra.it; www.museodellaguerra.it. Mostre Un altro tempo. Tra Decandentismo e Modern Style Apertura: da sabato 22 settembre 2012 a domenica 13 gennaio 2013. Mart. A cura di Lea Vergine. Una mostra di Lea Vergine che mette a nudo uno più interessanti fenomeni artistici e culturali del Novecento: un crocevia di artisti, poeti, scrittori e fotografi attivi tra Londra, Parigi e l’Italia tra la fine degli anni Dieci e gli anni Trenta del novecento. Aperto dal martedì alla domenica 10-18; venerdì 10-21. Lunedì chiuso (eccetto festivi). Info: www. mart.trento.it; n.verde 800397760; Tel. 0464.438887.

Sanzeno Mostre RICCARDO SCHWEIZER Forme e colore Apertura: da venerdì 12 ottobre 2012 a domenica 6 gennaio 2013. Casa de Gentili. Orari: dal 20 ottobre al 23 dicembre: sabato ore

GLI ACQUeRELLI DI IVAN DALBOSCO

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ipingere quadri con la tecnica all’acquerello richiede velocità nell’esecuzione, e pronta scelta delle varie tonalità. Il colore, infatti, lo diciamo per coloro che non sono addentro nel campo, deve venir steso su carta umida e non è coprente. Errori e ripensamenti non sempre possono venir corretti, specie se la carta si è, nel frattempo, asciugata. IVAN DALBOSCO dimostra di possedere una buona tecnica e di saper sfruttare tutte le possibilità che gli sono offerte. Fiori, vedute di Trento, e paesaggi sono colti con pochi colpi di pennello, le tinte vengono sfumate dove serve, le velature, le luci, e le macchie di colore più intense, sono eseguite con sapiente decisione. Il tutto porta ad un colpo d’occhio piacevole ed un effetto d’assieme che compensa, a volte, la voluta povertà della tavolozza. Anche nei paesaggi invernali, con due o tre colori al massimo, rende l’atmosfera di pace e di serenità che voleva creare. Un’esposizione senza dubbio piacevole ed interessante. Aperta fino a metà novembre, presso il Centro Culturale Le Mura, a Trento, in via Dietro le Mura B, n.4, segue, come orario di apertura quello del Salone Patton e Pedron che ospita il Centro stesso. Ingresso libero, chiuso il lunedì e festivi.

15-18; domenica ore 10-12 e 1518. Dal 26 dicembre al 6 gennaio: tutti i giorni ore 15-18; domenica ore 10-12 e 15-18. Chiuso: lunedì, Natale e Capodanno.

forme e colore

Trento Fiere Idee casa “Unica” Apertura: da venerdì 9 a domenica 11 novembre. Quartiere espositivo, Trento Fiere, via Briamasco 2. Nel centro storico di Trento sotto un unico tetto la fiera dell’innovazione e della qualità nell’arredare e nel costruire. Ore 10/19. Info: tel. 0461-230264; www.keeptop.it.

Mostre L’immagine dell’altro nell’arte sacra trentina tra XIII e XVI secolo Apertura: fino a lunedì 26 novembre. Museo Diocesano, Piazza Duomo 18. Una mostra sul passato che parla al presente di tutti. La nuova iniziativa espositiva del Museo Diocesano Tridentino è dedicata all’immagine dell’”altro” e agli stereotipi visivi che l’occidente cristiano utilizzò per raffigurare l’alterità religiosa e gli oppositori della fede: ebrei, musulmani, eretici. Attraverso l’esposizione di importanti opere d’arte comprese tra XIII e XVI secolo provenienti dalle chiese della diocesi di Trento, la mostra consentirà di capire come radicati pregiudizi e antichi stereotipi visivi abbiano attraversato i secoli e siano giunti fino a noi, alimentando l’incapacità di incontrare davvero l’”altro” in un mondo sempre più multiculturale e interreligioso. L’esposizione intende inoltre valorizzare il patrimonio storico, artistico e culturale del territorio provinciale attraverso uno sguardo


trentinomostre inedito e un taglio attuale. Orari: 9.30-12.30 / 14.30-18.00 (1 giugno - 30 settembre), 9.30-12.30 / 14.0017.30 (1 ottobre - 31 maggio). Info: tel. 0461.234419; museodiocesano@iol.it; www.museodiocesanotridentino.it. Mostre i cavalieri dell’imperatore: duello e guerra nelle armerie rinascimentali Apertura: da sabato 23 giugno a domenica 18 novembre. Castello del Buonconsiglio e Castel Beseno. Una suggestiva mostra in due castelli dove rivivrà l’affascinante mondo degli uomini d’arme che, vestiti d’acciaio, si scontravano in battaglia o esibivano la loro audacia e abilità nei tornei. A Castel Beseno, dove è stato rivisto completamente il percorso e l’allestimento museale, sarà protagonista la battaglia, l’assedio, le armi e le strategie militari, al Castello del Buonconsiglio si respirerà invece l’atmosfera del duello, dell’amor cortese e delle virtù eroiche. Un’occasione unica per ammirare pezzi provenienti da importanti armerie europee oltre alla più completa collezione al mondo di armi e armature da combattimento e da parata forgiate a mano da maestri fabbri rinascimentali proveniente dall’Arsenale di Graz. Info: Tel. 0461.233770; www.buonconsiglio. it; info@buonconsiglio.it. Mostre Homo sapiens. grande storia della diversità umana Apertura: da venerdì 21 settembre 2012 a domenica 13 gennaio 2013. Museo delle Scienze - Via Calepina. Seguendo un ordine cronologico di eventi e situazioni ed analizzando le tracce lasciate dai nostri antenati camminatori fino all’invenzione dell’agricoltura e alle epoche storiche più recenti, la mostra racconta da dove veniamo e come siamo riusciti a popolare l’intero pianeta. Il filo conduttore è lo spostamento, l’esplorazione, la dispersione degli umani in uno spazio ecologico instabile e frammentato. Orario: 10-18. Lunedì chiuso. Info: Museo delle Scienze, Tel. 0461.270311; www.mtsn.tn.it.

Gianni Caproni - Via Lidorno, 3. Mostra di dipinti dell’artista Giorgio Ramella per il ventennale del Museo Caproni. Info: www.mtsn.tn.it. Mostre Carlo Nangeroni Apertura: da venerdì 5 ottobre a venerdì 9 novembre. Studio Arte Architettura di Via Manci 83 (martedì/venerdì 9-12, 15-18) e Enoteca Grado 12 (Lunedì pom./sabato 10-12, 16-20).. Mostre FRANCESCO GUARDI NELLA TERRA DEGLI AVI Dipinti di figura e capricci floreali Apertura: da sabato 6 ottobre 2012 a domenica 6 gennaio 2013. Castello del Buonconsiglio. Orari: dal 6 ottobre al 18 novembre 10-18; dal 20 novembre al 6 gennaio 2013 9.30-17. Giornate di chiusura: tutti i lunedì non festivi, domenica 25 dicembre 202 e mercoledì 1 gennaio 2013. Info: www.buonconsiglio.it. Mostre Argini Variabili Apertura: fino a giovedì 15 novembre. Presso Aries&Partners Via Praga. Mostra personale di Andrea Vicentini. Info: info@andreavicentini.com. Mostre LE FORMICHE DI FABIO VETTORI Apertura: da sabato 13 ottobre a sabato 24 novembre. Via SS. Trinità, 6 (punto vendita delle formiche di Fabio Vettori). In mostra i disegni delle “prime formiche” nate sui banchi di scuola e la loro evoluzione nel tempo, per arrivare alla attuale produzione di poster, calendari, agende, tazze, diari, puzzle, e molto altro.... Mostre MARGHERITA MANZELLI - GELITIN - JONATHAN PYLYPCHUK Apertura: da giovedì 25 ottobre a venerdì 7 dicembre. Studio d’Arte Raffaelli - Palazzo Wolkenstein - Via Marchetti, 17. Info: www.studioraffaelli.com. Mostre IVAN DALBOSCO Apertura: da giovedì 1 a giovedì 15 novembre. Centro Culturale Le Mura, a Trento, in via Dietro le Mura B, 4. Mostra personale. Ingresso libero, chiuso il lunedì e festivi.

Mostre AirMail Apertura: fino a domenica 3 marzo 2013. Museo dell’Aeronautica

Richard LoskoT da Arte Boccanera

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al 13 novembre, Arte Boccanera ospita la prima personale italiana di Richard Loskot, che realizzerà per i propri spazi nuove opere site specific. La mostra segna il primo passo in un percorso di indagine e sperimentazione connessi ad un’apertura internazionale della galleria. I lavori di Loskot nascono frequentemente dall’analisi delle interazioni tra l’ambiente, la luce naturale, onde radio e apparati elettronici in genere. Il giovane artista ceco mira infatti a costruire installazioni che evidenzino come la tecnologia sia in grado di costruire dispositivi di senso e fascinazione in grado di cambiare la percezione dello spettatore, dalla volumetria degli ambienti alla sua idea di tempo. Correda la mostra una pubblicazione bilingue (ita/eng) concepita come un concept book, con i testi del curatore e le immagini dei lavori esposti. Richard Loskot (Most, 1984) ha studiato alla Facoltà di Arte ed Architettura dell’Università di Liberec e all’Accademia di Belle arti di Monaco. Ha esposto in Germania, in Regno Unito, in Romania oltre che in Repubblica Ceca e Slovacca. È tra i finalisti del premio Jindiich Chalupecký. Vive e lavora ad Usti nad Labem (CZ).

Mostre RenArt 2012 Apertura: da venerdì 26 ottobre a domenica 4 novembre. Sala Thun - Via Belenzani, 3. Espongono Mauro Berlanda, Doris Cologna, Veronica de Giovanelli, Alessandro Goio e Fabrizia Maines. Orario: 10-12 / 17-19.

Vigo di Ton Mostre OSPITE D’ONORE MATTEO THUN RITRATTO DA GIUSEPPE MOLTENI Apertura: da venerdì 20 luglio a domenica 4 novembre. Castel Thun. Mostra dedicata a Matteo Thun. In mostra anche il dipinto di Francesco Hayez che immortala Clara Maffei. Info: www.buonconsiglio.it.

Mostre L’anima tuareg nel deserto Apertura: da lunedì 5 a domenica 11 novembre. Aula magna del Liceo Leonardo Da Vinci, via Giusti 1. Esposizione di opere fotografiche di Laura Zanolli. Info: www. laurazanolli.com.

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trentinoappuntamenti

Grandi voci, dalla Ayane al mito ranieri

A

l calduccio, nella semioscurità delle sale teatrali gustarsi un bel concerto classico o l’esibizione di un famoso cantautore. Questa una delle

possibilità offerte dal novembre trentino, mese che si avvicina, lento lento, allo sfavillante periodo natalizio. Alcuni Mercatini

di Natale, a dire la verità,

cominciano già all’inizio del mese; uno alla volta, accenderanno le luci e allieteranno gli ospiti. A partire per per prima Il Villaggio delle Meraviglie di Pergine, seguiranno poi tutti gli altri, Trento, Rovereto, Levico, Caldonazzo, Arco, ecc. Entrano nel vivo, poi, come dicevamo, le stagioni dei teatri.

Il novembre dell’Orchestra

Haydn di Trento

e Bolzano, infatti, comincia con il barocchista Ottavio Dantone. Segue la bacchetta prestigiosa di Alain Lombard. Alla Società Filarmonica, invece, si passa dal cello di

nilla zilli

I

nizia ad esibirsi già a 13 anni, influenzata dalle sonorità rock e punk degli anni Settanta. Studia al conservatorio canto lirico e trascorre l’infanzia in Irlanda, circostanza che le permette un perfetto bilinguismo inglese - italiano. Nel 1997 fonda una band: i The Jerks. Dopo le scuole superiori al liceo scientifico Respighi di Piacenza, vive per due anni negli Stati Uniti (Chicago e New York)[9], dove matura la sua identità musicale, satura di R&B, reggae, soul, e la musica italiana degli anni ‘60. Debutta in televisione come veejay di MTV e poi nel ruolo di co-conduttrice al fianco di Red Ronnie dell’ultima edizione di Roxy Bar, su TMC2. Nel 2001 con una nuova formazione, Chiara&Gliscuri, pubblica per Sony il singolo Tutti al mare. Seguono collaborazioni con artisti e gruppi della scena rocksteady/reggae, quali gli Africa Unite (Bomboclaat Crazy) e i Franziska, con cui intraprende un tour europeo. Nel 2009 con il nome d’arte, che combina il nome della sua cantante preferita, Nina Simone, con il cognome della madre, firma il contratto con la Universal. Il 31 luglio 2009 pubblica il singolo di debutto 50mila eseguito in coppia con Giuliano Palma; si tratta del singolo apripista del suo primo EP omonimo, Nina Zilli. 50mila viene incluso nella colonna sonora del film Mine vaganti di Ferzan Özpetek e nel videogioco Pro Evolution Soccer 2011, insieme a un altro suo pezzo, L’inferno. In Nina Zilli figura, tra brani autografi di sonorità soul e R&B, un richiamo agli anni sessanta come L’amore verrà, cover in italiano di You Can’t Hurry Love (con il testo scritto da Pino Cassia), brano portato al successo dalle Supremes nel 1966.

Gary Hofman agli strumenti dei virtuosi del trio di Parma. La nuova Stagione di Musica

Per la prosa, ampissima scelta per gli amanti del

d’Autore si apre con il

teatro: dalla prima stagione progettata dal nuovo

concerto dell’emergente

direttore del Centro Santa Chiara, Nardelli, alle

Nilla Zilli, giovedì 8 novembre, al Teatro Auditorium di Trento.

Torna in Trentino anche Malika

Ayane, con il suo

nuovo disco “Ricreazione” che sarà al centro del live set per la Stagione di Musica d’Autore in programma giovedì

proposte dello Spazio Portland. Si comincia con

Colazione da Tiffany di Truman Capote. L’incubo di Marilyn Monroe, bellissima diva di Hollywood eternamente infelice, è al centro di

“Marilyn Monroe Fragments”, il nuovo appuntamento della rassegna “Specchi

29 novembre sempre all’Auditorium cittadino.

Riflessi” in programma sabato 24 novembre.

Ma è quello con l’intramontabile cantante napoletano

Per la danza, infine, per due giorni e in prima

di eventi “Trentino in Musica” proposto al Palarotari di

danza che l’artista francese Luc Petton ha voluto fare

Mezzocorona. Appuntamento, sabato 24 novembre.

a questo elegante volatile. Il 6 e 7 novembre.

Massimo Ranieri il primo evento del cartellone

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nazionale, arriva a trento Swan, un omaggio in


trentinoappuntamenti

Cultura Conferenza Trento. Ore 20.30. Sala R. Zandonai - c/o Associazione Trentini nel Mondo, Via Malfatti, 21. Conferenza pubblica con ingresso gratuito dal titolo: “La magia dell’acqua che vibra” condotta da Gigi Capriolo. Un incontro per conoscere le acque vibrazionali, capaci di agire per la salute e l’evoluzione spirituale, per ristabilire l’equilibrio e l’armonia perduti e per il riequilibrio degli ambienti. Info: Cell. 347.8859756; http://kultrun.interfree.it.

3 sabato Cultura Presentazione libro Rovereto. Ore 18. Fondazione Cassa di Risparmio di Rovereto P.zza Rosmini, 5. Presentazione del libro: “Luigi Serravalli Annamaria Gelmi - Una strana coppia”.A cura di Katia Fortarel. Testi di Annamaria Gelmi e Mario Cossali. Folklore lo sfoiò de sti ani Altopiano della Vigolana. Rivive quest’anno nei paesi dell’Altopiano della Vigolana lo sfoiò, l’antica tradizione che consiste nello sfogliare le pannocchie per farle poi seccare sui balconi, un’usanza paesana condita con atmosfera e sapori d’autunno per celebrare la fine del raccolto. Alcune cantine contadine apriranno le porte per celebrare assieme a paesani, visitatori e curiosi il rito della fine dei lavori nei campi ed il meritato riposo invernale. Le serate prevedono: degustazione dei prodotti tipici della stagione autunnale, musica e uno “sfoiò” collettivo per tutti i partecipanti, tra le chiacchiere del filò, come usavano i nostri nonni. Info: www.eventivigolana.com. Teatro ROBE DA NO CREDER Trento. Ore 20.45. Teatro Cuminetti. Commedia di Emilio Luigi Motta. Con la Compagnia Teatrale “S. Siro” di Lasino per il Concorso Premio Mario Roat. Info: Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro LA DAMA DI CHEZ MAXIM Tesero. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Georges Feydeau. Con il Gruppo Teatrale Tuenno. Per la 21ª Rassegna Teatrale “Il Piacere del Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro INDOVINA CHI VIENE A CENA Roncegno. Ore 20.45. Teatro. Commedia di David Conati. Con la Compagnia dei Giovani di Trento. Per il 2° Festival Nazionale Uilt. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro I SEGRETI NEL COR Riva del Garda. Ore 20.45. Teatro della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro. Commedia di Alberto Maria Betta. Con la Compagnia “I Sarcaioli” dell’Alto Garda. Per la 17ª Edizione di “Ottobre a Teatro 2012”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

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Teatro BENIAMINO CIOPETA APALTATOR Mori. Ore 20.45. Teatro Sociale “Gustavo Modena”. Commedia di Artemio Giovagnoni - trad. in dialetto trentino di Carlo Giacomoni. Con la Filo “Concordia ‘74” di Povo. Per la 28ª Edizione della Rassegna “Gustavo Modena”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LE SMANIE PER LA VILLEGGIATURA Civezzano. Ore 20.45. Teatro Comunale “Luigi Pirandello”. Commedia di Carlo Goldoni. Con la Filodrammatica “Italo Varner” di Lavis. Per la Rassegna Teatrale “Bruno Palaoro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

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4 domenica Folklore lo sfoiò de sti ani Altopiano della Vigolana. Rivive quest’anno nei paesi dell’Altopiano della Vigolana lo sfoiò, l’antica tradizione che consiste nello sfogliare le pannocchie per farle poi seccare sui balconi, un’usanza paesana condita con atmosfera e sapori d’autunno per celebrare la fine del raccolto. Alcune cantine contadine apriranno le porte per celebrare assieme a paesani, visitatori e curiosi il rito della fine dei lavori nei campi ed il meritato riposo invernale. Le serate prevedono: degustazione dei prodotti tipici della stagione autunnale, musica e uno “sfoiò” collettivo per tutti i partecipanti, tra le chiacchiere del filò, come usavano i nostri nonni. Info: www.eventivigolana.com. Teatro LIOLÀ Trento. Ore 16. Teatro B. Cuminetti. Commedia di Luigi Pirandello traduzione in dialetto trentino di Camillo Caresia con la Filo “S. Martino” di Fornace. Per la vetrina del Teatro Co.F.As. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro I SEGRETI NEL COR Riva del Garda. Ore 20.45. Teatro della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro. Commedia di Alberto Maria Betta. Con la Compagnia “I Sarcaioli” dell’Alto Garda. Per la 17ª Edizione di “Ottobre a Teatro 2012”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

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trentinoappuntamenti Teatro LE AVVENTURE DI GASPAROTTO Calavino. Ore 16.30. Teatro. Con l’Associazione Culturale “Amici del Teatro” di Moena. Per la 10ª Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL MAGO DI OZ Cognola. Ore 16.30. Teatro Auditorium. Commedia di Michele Pandini. Con l’Associazione Culturale “LupusinFabula” di Volano in collaborazione con il coro “NoteMagia” di Lizzana. Per la 10ª Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

5 lunedì Cultura il gioco degli specchi squadra vincente, dal singolo alla comunità Trento. Ore 10. Biblioteca Comunale Centrale, Via Roma, 55 - Sala degli Affreschi. Inaugurazione. Selezione di letture interpretate da Maura Pettorruso, attrice, autrice e regista teatrale con la partecipazione di Maurizio Gatti, fondatore della casa editrice ObarraO e studioso dell’Asia orientale. Info: www.ilgiocodeglispecchi.org.

6 martedì Cultura il gioco degli specchi squadra vincente, dal singolo alla comunità Trento. Ore 16 e ore 20. Università di Lettere e Filosofia, via Tommaso Gar 14. I casi del giudice Dee di Robert van Gulik: Maurizio Gatti racconta questi celebri gialli e il sinologo loro autore con Mariasole Ariot, scrittrice, Francesca Bottari, sinologa e la collaborazio-

ne del Centro Martino Martini. Info: www.ilgiocodeglispecchi.org. Danza Swan Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Evento dell’anno, Swan è l’ultima fantasmagorica creazione di Luc Petton che ha conquistato Parigi lo scorso giugno. Omaggio al Lago dei Cigni realizzato con sei danzatrici e otto cigni (veri!), Swan è un brano di ornitodanza sorprendente, ironico e poetico. Un lavoro sulla dualità tra bianco e nero e l’animalità dell’essere umano; un’ora in cui i pennuti non sono l’effetto di alcun maleficio, bensì gli artefici di una deliziosa e disinvolta danza. In mezzo a loro le danzatrici, ammaliate da cotanti lunghi colli e della maestosa padronanza della scena. Immagini che si imprimono nella memoria. Info: www.centrosantachiara.it.

sinvolta danza. In mezzo a loro le danzatrici, ammaliate da cotanti lunghi colli e della maestosa padronanza della scena. Immagini che si imprimono nella memoria. Info: www.centrosantachiara.it. Musica Stagione 2012 Filarmonica di Trento Trento. Sala Filarmonica. Gary Hofman, violoncello e David Selig, pianoforte su musiche di F. Mendelssohn, C. Debussy, E. Bloch e J. Brahms. Info: Società Filarmonica - Tel. 0461/985244. www. filarmonica-trento.it.

7 mercoledì Cultura C’È STORIA E STORIA... Cembra. Ore 20.30. Biblioteca comunale. “Tirolo senza maschera”. Sudtirolo ieri e oggi: storie, miti, identità. Incontro con lo storico Carlo Romeo, autore di pubblicazioni di storia locale/regionale sempre attente alla dimensione culturale delle diverse identità etniche. Conduzione di Roberto Antolini. Info: Biblioteca Comunale di Cembra tel. 0461.683096. Danza Swan Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Evento dell’anno, Swan è l’ultima fantasmagorica creazione di Luc Petton che ha conquistato Parigi lo scorso giugno. Omaggio al Lago dei Cigni realizzato con sei danzatrici e otto cigni (veri!), Swan è un brano di ornitodanza sorprendente, ironico e poetico. Un lavoro sulla dualità tra bianco e nero e l’animalità dell’essere umano; un’ora in cui i pennuti non sono l’effetto di alcun maleficio, bensì gli artefici di una deliziosa e di-

8 giovedì Cabaret Si slancian nel cielo Tione. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo enogastro-comico sulla montanga con Lucio Gardin. Un po’ tutti, almeno una volta nella vita, hanno sentito il bisogno di fuggire dallo stress quotidiano, sognando luoghi remoti dalle atmosfere magiche, lontano da tutto e da tutti. Ma non è il numero di chilometri percorsi che rende speciale un posto; a chi vive in Trentino Alto Adige, ad esempio, basta guardarsi intorno e scegliere un sentiero da percorrere per trovare questa magia e scoprire che le montagne sono tutt’altro che disabitate... Info: www.trentinospettacoli.it.

Musica NINA ZILLI in concerto Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Concerto coon la produzione di Massimo Levantini per Live Nation - per incantare il pubblico con la sua voce profonda e la presenza scenica inconfondibile. Pop e Soul suonati da una band di musicisti sopraffini: Riccardo Gibertini alla tromba, Gianluca Pelosi al basso, Antonio Vezzano alla chitarra, Marco Zaghi al sax, Nicola Roccamo alla batteria e Angelo Cattoni alle tastiere. Info: www.centrosantachiara.it.

9 venerdì Cabaret Si slancian nel cielo Cavalese. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo enogastro-comico sulla montanga con Lucio Gardin. Un po’ tutti, almeno una volta nella vita, hanno sentito il bisogno di fuggire dallo stress quotidiano, sognando luoghi remoti dalle atmosfere magiche, lontano da tutto e da tutti. Ma non è il numero di chilometri percorsi che rende speciale un posto; a chi vive in Trentino Alto Adige, ad esempio, basta guardarsi intorno e scegliere un sentiero da percorrere per trovare questa magia e scoprire che le montagne sono tutt’altro che disabitate... Info: www.trentinospettacoli.it. Cinema INCONTRIAMOCI AL CINEMA - 6° rassegna cinematografica a carattere sociale Trento. Ore 20.30. Sala Auditorium Centro Civico - Via Perini, 2/1. Proiezione film: “Rosso come il cielo” di Cristiano Bortone. Al termine della proiezione seguirà dibattito con il relatore Dott. Marcantoni Mauro, sociologo e Direttore Trentino School of Management. Ingresso gratuito. Per ragazzi, adolescenti e genitori.

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trentinoappuntamenti Cultura Presentazione libro Dro. Ore 20. Casa sociale. Presentazione nuovo romanzo dal titolo “Meno nove” di Arianna Lattisi. Info: arianna.lattisi@gmail.com. Cultura il gioco degli specchi squadra vincente, dal singolo alla comunità Trento. Ore 21. Sala conferenze della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, via Garibaldi 33. Conversazioni sulla realtà del mondo contemporaneo dove ogni azione e ogni nazione sono interdipendenti con gli ospiti 2012: Hu Lanbo, arrivata in Italia per amore dopo una laurea alla Sorbona, punto di riferimento per la comunità cinese, Alicia Baladàn, figlia di oppositori politici al regime dell’Uruguay da cui è dovuta fuggire, Monica Ruocco, arabista docente all’università di Palermo, traduttrice del testo di un grande scrittore, All’est del Mediterraneo, di drammatica attualità, Marco Balzano che ci ricorda la migrazione interna dalle campagne del sud alle fabbriche del triangolo industriale. Info: www.ilgiocodeglispecchi.org. Esposizione Idee casa “Unica” Trento. Ore 10/19. Quartiere espositivo, Trento Fiere, via Briamasco 2. Nel centro storico di Trento sotto un unico tetto la fiera dell’innovazione e della qualità nell’arredare e nel costruire. Info: tel. 0461-230264; www. keeptop.it. Folklore lo sfoiò de sti ani Altopiano della Vigolana. Rivive quest’anno nei paesi dell’Altopiano della Vigolana lo sfoiò, l’antica tradizione che consiste nello sfogliare le pannocchie per farle poi seccare sui balconi, un’usanza paesana condita con atmosfera e sapori d’autunno per celebrare la fine del raccolto. Alcune cantine contadine apriranno le porte per

celebrare assieme a paesani, visitatori e curiosi il rito della fine dei lavori nei campi ed il meritato riposo invernale. Le serate prevedono: degustazione dei prodotti tipici della stagione autunnale, musica e uno “sfoiò” collettivo per tutti i partecipanti, tra le chiacchiere del filò, come usavano i nostri nonni. Info: www.eventivigolana.com. Musica TRENTINO IN JAZZ 2012 Trento. Ore 20.30. Castello del Buonconsiglio. Sonata Islands feat. Gabriele Mirabassi in Busoni Remixed.

10 sabato Esposizione Idee casa “Unica” Trento. Ore 10/19. Quartiere espositivo, Trento Fiere, via Briamasco 2. Nel centro storico di Trento sotto un unico tetto la fiera dell’innovazione e della qualità nell’arredare e nel costruire. Info: tel. 0461-230264; www. keeptop.it. Folklore Davanti al falò Altopiano della Vigolana. La notte si profuma dell’aroma del fuoco attorno al quale la gente si ritrova per fare due chiacchiere e gustare una scena di teatro. All’imbrunire si possono visitare le dei sapori con i prodotti locali e degustare succulenti prelibatezze proposte dai nostri produttori. Info: www. eventivigolana.com. Musica impronte in tecnicolor Effetto Cinema Tremalzo. Ore 18. i 100anni dell’Universal. Gruppo Caronte: Gianfranco Cerreto voce; Massimiliano Pezzotti flauto; Giorgio Tonelli clarinetto; Gabriele Miglioli violoncello; Elena Trovato arpa; Luigi Signori pianoforte. Info: Ricky Perlotti; tel. 348 2257382; www. gruppocaronte.org.

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Musica the jazz passengers reunited Rovereto. Ore 21. Auditorium Fausto Melotti. Roy Nathanson saxofono, Curtis Fowlkes trombone, Bill Ware vibrafono, Sam Bardfeld violino, Brad Jones contrabbasso, EJ Rodriguez batteria e percussioni. Info: www.comune.rovereto. tn.it; www.visitrovereto.it. Teatro I SEGRETI NEL COR Trento. Ore 20.45. Teatro Cuminetti. Commedia di Alberto Maria Betta con la Compagnia “I Sarcaioli” dell’Alto Garda. Due coraggiosi ragazzi staffette partigiane, si incontrano per la prima volta in montagna. Tra rischi e paure inizierà fra loro una forte amicizia, divideranno segreti e dubbi che malgrado il divergersi delle loro strade li terranno per sempre uniti. Si ritroveranno dopo molti anni, ormai vecchi e potranno confidarsi ciò che la vita avrà loro rivelato. Per il Concorso Premio Mario Roat. Info: Tel. 0461.237352; www. cofas.it. Teatro RUMORI FUORI SCENA Mori. Ore 20.45. Teatro Sociale “Gustavo Modena”. Commedia di Michael Frayn. Con la Filodrammatica “Amicizia” di Romeno. Per la 28ª Edizione della Rassegna “Gustavo Modena”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA VERA STORIA DI BIANCANEVE Vigolo Vattaro. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Con la Filo “Vi.Va.” di Vigolo Vattaro - “Gruppo Giovanile”. Per la 10ª Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EN CASO DESPERà Bedollo. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Maria Pellegri Beber. Con

il Circolo Teatrale “Quei doi trei” di Piscine di Sover. Per la 5ª Rassegna Teatrale “Foie de Bedol”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro I SIORI E I PORI LAORI Sarche. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di Francesca Aprone. Con il Gruppo “Amici del Teatro” di Serravalle. Per la 20ª Rassegna di Teatro Amatoriale “Amici del Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro CHI DICE DONNA COSSA DISELO? Sopramonte. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia di e con Loredana Cont. Per la 22ª Rassegna Teatrale a Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ROBE DA NO CREDER Povo. Ore 21. Teatro “Concordia”. Commedia di Emilio Luigi Motta. Con la Compagnia Teatrale “S. Siro” di Lasino. Per il 25° Festival del Teatro Umorisitico “IsidoroTrentin”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro Temporum miracula Trento. Ore 18. Teatro Sociale Spazio Ridotto. Serie di concerti proposti dall’associazione Labirinti Armonici di Andrea Ferroni. Si tratta di sette appuntamenti in cui arte, bellezza e passione si fonderanno per creare e donare forti emozioni in una dimensione interattiva tra esecutori e pubblico. I concerti seguono un cammino ben delineato che ripercorre la storia della musica dalle origini del periodo barocco (1600 ca.) al suo più pieno sviluppo(1750 ca.). Info: labirintiarmonici@gmail.com.


trentinoappuntamenti Tradizione IL FIUME CHE NON C’è autunno Trento. Ore 15-22. Il quartiere di San Martino apre botteghe, androni, giro scale a musica, mostre, performance teatrali. Un’occasione per fare festa e per riflettere sull’importanza vitale degli spazi pubblici cittadini. Info: www.barycentro.coop.

12 lunedì Musica Stagione 2012 Filarmonica di Trento Trento. Sala Filarmonica. Trio di Parma (Ivan Rabaglia, violino; Enrico Bronzi, violoncello; Alberto Miodini, pianoforte) su musiche di A. Dvorak. Info: Società Filarmonica - Tel. 0461/985244. www. filarmonica-trento.it.

Scopri i migliori vini del Trentino ogni giovedì e sabato dalle 17.00 alle 22.00

CALENDARIO DEGLI APPUNTAMENTI

11 domenica Esposizione Idee casa “Unica” Trento. Ore 10/19. Quartiere espositivo, Trento Fiere, via Briamasco 2. Nel centro storico di Trento sotto un unico tetto la fiera dell’innovazione e della qualità nell’arredare e nel costruire. Info: tel. 0461-230264; www. keeptop.it. Folklore Sapori in Vigolana Altopiano della Vigolana. Dopo la benedizione degli attrezzi agricoli e artigianali del contadino, tutti a gustare l’aperitivo del contadino e poi a tavola per assaggiare i prodotti di stagione trasformati in piatti genuini e sfi ziosi. Nel pomeriggio tanti laboratori e animazione e le immancabili casette dei sapori. Info: www.eventivigolana.com. Teatro PU DE QUA CHE DE LÀ Trento. Ore 16. Teatro B. Cuminetti. Commedia di Brunetto e Lucio Binelli con la Filo “Tra ‘na roba e l’altra” di Cavrasto. Per la vetrina del Teatro Co.F.As. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PETER PAN Calceranica al Lago. Ore 16.30. Teatro “S. Ermete”. Con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la 10ª Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NDO EI NAI A FINIR? Cognola. Ore 16.30. Teatro Auditorium. Commedia di Gloria Gabrielli. Con il Gruppo “Amici del Teatro” di Serravalle. Per la 10ª Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LE AVVENTURE DI GASPAROTTO Mezzolombardo. Ore 16.30. Teatro. Con la Filodrammatica “Amici del Teatro” di Moena. Per la 10ª Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

I GIOVEDÌ DELL’ ENOTECA Ogni giovedì alle 18.00 un incontro dedicato ai prodotti trentini. Consumazione: 5,00 €

Giovedì 15 novembre “DALLA CANTINA STORICA DELL’ENOTECA GRANDI BIANCHI A CONFRONTO”

IL SABATO CON IL PRODUTTORE Ogni sabato alle 18.00 un appuntamento con i produttori trentini.

Sabato 3 novembre “CASETTA: RECUPERO DI UN’ANTICA VARIETÀ DELLA VALLAGARINA” A cura dell’azienda La Cadalora di Ala (TN)

Sabato 17 novembre “L’ORO DELLE API” A cura di AMI - Ambasciatori mieli italiani Seguirà premiazione del concorso “Miele del Trentino - 2012”

14 mercoledì

EVENTI

Musica «Orchestra Haydn» Trento. Ore 20.30. Auditorium. Con Ottavio Dantone, direttore e clavicembalista. Info: www. haydn.it. Musica TRENTINO IN JAZZ 2012 Trento. Ore 20.30. Castello del Buonconsiglio. Robert Dick.

15 giovedì Teatro Colazione da Tiffany Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Commedia di Truman Capote, adattamento di Samuel Adamson - traduzione Fabrizia Pompilio. Con Francesca Inaudi e Lorenzo Lavia e con Mauro Marino, Flavio Bonacci, Anna Zapparoli, Vincenzo Ferrera, Guido Federico Janni, Cristina Maccà, Ippolita Baldini, Riccardo Floris, Pietro Masotti. Scene Gianni Carluccio, costumi Alessandro Lai e regia Piero Maccarinelli. L’atmosfera è sempre sottile, frizzante, e un alito di freschezza soffia in quasi tutte le situazioni che fanno rivivere allo spettatore la favola di Holly, ragazza estroversa, molto sofisticata e con qualche scheletro nell’armadio. Bella e umbratile, sa spargere sugli altri leggerezza e buonumore, con un’ebbrezza che ha però l’amaro retrogusto di una insondabile malinconia. Anche se la memoria corre facile al film di Blake Edwards con Au-

8-10 novembre

I BORDOLESI DEL TRENTINO Tre giorni di appuntamenti dedicati ad un rosso che ha fatto storia 8 novembre – ore 18.00 INCONTRI CON I BORDOLESI: Dalle antiche cantine Pedrotti, ora specializzate nel Trentodoc, un grande bordolese che emoziona ancora: il Morlacco 1971 e 1975 A cura dell’enologo Paolo Pedrotti 9 novembre – ore 18.00 La vocazione lagarina nei Bordolesi A cura delle aziende Rosi di Volano e Grigolli di Mori (TN) 10 novembre – ore 18.00 INCONTRI CON I BORDOLESI : Carmelo e Matteo: due giovani… bordolesi A cura delle aziende Grigoletti di Nomi e Furlani di Vigolo Vattaro (TN) 10 novembre – ore 19.00 A TAVOLA CON LA CUCINA TRENTINA I sapori delle valli! Menù proposto dall’agritur Malga Canali di Tonadico (TN)

22 novembre – 9 dicembre

BOLLICINE SU TRENTO Incontri e suggestioni con sua eccellenza Trentodoc Da giovedì a domenica degustazioni di Trentodoc ed abbinamenti enogastronomici Per scoprire le altre iniziative dell’Enoteca: www.palazzoroccabruna.it Palazzo Roccabruna: Via SS. Trinità, 24 - 38122 Trento Per info e prenotazioni: tel. 0461/887101 in orario di ufficio

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trentinoappuntamenti drey Hepburn e George Peppard, Colazione da Tiffany è in realtà un breve romanzo gioiello di Truman Capote da cui Samuel Adamson ha tratto una riduzione teatrale. Info: www.centrosantachiara.it.

16 venerdì Cinema INCONTRIAMOCI AL CINEMA - 6° rassegna cinematografica a carattere sociale Trento. Ore 20.30. Sala Auditorium Centro Civico - Via Perini, 2/1. Proiezione film: “In un mondo migliore” di Susanne Bier. Al termine della proiezione seguirà dibattito con il relatore Dott.ssa Violetta Plotegher, Assessore Politiche sociali Comune di Trento. Ingresso gratuito. Per ragazzi, adolescenti e genitori. Teatro Colazione da Tiffany Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Commedia di Truman Capote, adattamento di Samuel Adamson - traduzione Fabrizia Pompilio. Con Francesca Inaudi e Lorenzo Lavia e con Mauro Marino, Flavio Bonacci, Anna Zapparoli, Vincenzo Ferrera, Guido Federico Janni, Cristina Maccà, Ippolita Baldini, Riccardo Floris, Pietro Masotti. Scene Gian-

ni Carluccio, costumi Alessandro Lai e regia Piero Maccarinelli. L’atmosfera è sempre sottile, frizzante, e un alito di freschezza soffia in quasi tutte le situazioni che fanno rivivere allo spettatore la favola di Holly, ragazza estroversa, molto sofisticata e con qualche scheletro nell’armadio. Bella e umbratile, sa spargere sugli altri leggerezza e buonumore, con un’ebbrezza che ha però l’amaro retrogusto di una insondabile malinconia. Anche se la memoria corre facile al film di Blake Edwards con Audrey Hepburn e George Peppard, Colazione da Tiffany è in realtà un breve romanzo gioiello di Truman Capote da cui Samuel Adamson ha tratto una riduzione teatrale. Info: www.centrosantachiara.it. Teatro FINANZA KILLER NON CON I NOSTRI SOLDI Cavalese. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Ercole Ongaro e Fabrizio De Giovanni. Ccon Fabrizio De Giovanni. Regia di Felice Cappa Info: www.trentinospettacoli.it.

17 sabato Esposizione Io casa Riva del Garda. Quartiere fieristico. La prima fiera del Trentino

Alto Adige dedicata ad Interior Design, Costruzione e Bioedilizia. Info: www.iocasarivadelgarda.it. Teatro Colazione da Tiffany Trento. Ore 21. Teatro Sociale. Commedia di Truman Capote, adattamento di Samuel Adamson - traduzione Fabrizia Pompilio. Con Francesca Inaudi e Lorenzo Lavia e con Mauro Marino, Flavio Bonacci, Anna Zapparoli, Vincenzo Ferrera, Guido Federico Janni, Cristina Maccà, Ippolita Baldini, Riccardo Floris, Pietro Masotti. Scene Gianni Carluccio, costumi Alessandro Lai e regia Piero Maccarinelli. L’atmosfera è sempre sottile, frizzante, e un alito di freschezza soffia in quasi tutte le situazioni che fanno rivivere allo spettatore la favola di Holly, ragazza estroversa, molto sofisticata e con qualche scheletro nell’armadio. Bella e umbratile, sa spargere sugli altri leggerezza e buonumore, con un’ebbrezza che ha però l’amaro retrogusto di una insondabile malinconia. Anche se la memoria corre facile al film di Blake Edwards con Audrey Hepburn e George Peppard, Colazione da Tiffany è in realtà un breve romanzo gioiello di Truman Capote da cui Samuel Adamson ha tratto una riduzione teatrale. Info: www.centrosantachiara.it.

Teatro CARA VALIGIA Tesero. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Giancarlo Pardini. Con la Filodrammatica “Lucio Deflorian” di Tesero. Per la 21ª Rassegna Teatrale “Il Piacere del Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BENIAMINO CIOPETA APALTATOR Roncegno. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Artemio Giovagnoni - adattamento dialettale di Carlo Giacomoni. Con la Filo “Concordia ‘74” di Povo. Per il 2° Festival Nazionale Uilt. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro AGENZIA NLG (NON LAVORIAMO GRATIS) Mori. Ore 20.45. Teatro Sociale “Gustavo Modena”. Commedia di Davide Conati. Con l’Associazione Culturale “Libero Teatro” di Grumes. Per la 28ª Edizione della Rassegna “Gustavo Modena”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NESSUNA STREGA Vigolo Vattaro. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Commedia di

RivenditE autorizzatE Biglietti, Concerti, Spettacolo, Sport & Cultura

Trento – Via Ghiaie 15 Tel. 0461 362111 – annunci@bazar.it

Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.00-18.00

Aldo, Giovanni e Giacomo A sette anni dal successo di Anplagghed, lo spettacolo dal vivo campione assoluto di incassi per la stagione teatrale 2005/2006, e dopo il successo cinematografico nel 2010 con La Banda dei Babbi Natale (biglietto d’oro 2011), il trio delle meraviglie torna a esibirsi dal vivo in un nuovo imperdibile show teatrale.

PADOVA Gran Teatro Geox Corso Australia, presso ex Foro Boario 7-8-9 febbraio 2013 ore 21.15

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PRISCILLA Musical tratto dall’omonimo film cult «Le avventure di Priscilla la regina del deserto» - vincitore di un Premio Oscar e del Grand Prix Du Publique al Festival di Cannes - Priscilla è una travolgente avventura «on the road» di tre amici che, a bordo di un vecchio bus rosa soprannominato Priscilla, partono per un viaggio attraverso il deserto australiano alla ricerca di amore e amicizia, finendo per trovare molto più di quanto avessero mai immaginato! MILANO Teatro degli Arcimboldi da ven 16 novembre ore 21.00

BOLZANO – Via Bari 15 Tel. 0471 930993 – bazarbz@bazar.it

Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.30-18.30

laura pausini La cantautrice Laura Pausini non ha bisogno di presentazioni. Tutti la conoscono e i numeri, insieme alla sua voce, parlano per lei. Laura Pausini è tornata alla grande alla fine del 2011 con l’ultimo album “Inedito”. Un disco nuovo che le ha permesso di viaggiare con l’Inedito World Tour che l’ha vista protagonista nel nostro Paese ma anche all’estero, soprattutto in Sud America.

assago (MI) - MediolanumForum 4 e 5 dicembre 2012 ore 21.00

MALIKA AYANE Malika Ayane torna in concerto, appena uscito l’ultimo album «RICREAZIONE»!

FIRENZE, Teatro Verdi mer 14/11 ore 21.00 BOLOGNA, Teatro Europauditorium lun 19/11 ore 21.00 RAVENNA, Teatro Alighieri mar 20/11 ore 21.00


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trentinoappuntamenti Guido Quarzo. Con l’Associazione Culturale “Le voci di dentro” di Mezzolombardo. Per la 10ª Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro STANZE COMUNICANTI Civezzano. Ore 20.45. Teatro Comunale “Luigi Pirandello”.Commedia di Alan Ayckbourn - traduzione Pino Tierno. Con l’Associazione Culturale “La Baraca” di Martignano. Per la Rassegna Teatrale “Bruno Palaoro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro DA GIOVEDì A GIOVEDì Povo. Ore 21. Teatro “Concordia”. Commedia di Aldo De Benedetti. Con la Compagnia “Gustavo Modena” di Mori. Per il 25° Festival del Teatro Umorisitico “Isidoro Trentin”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro Il berretto a sonagli Brentonico. Teatro Monte Baldo. Commedia di Luigi Pirandello con la compagnia Arcobaleno Teatro di Varese. Info: www.trentinospettacoli.it. Teatro ragazzi LA GATTA CENERENTOLA Trento. Ore 15.30 e 17.30. Teatro Cuminetti. Progetto Fiaba Popolare Trentina di Beppe Rizzo. Tutti conoscono la storia di Cenerentola, ma pochi sanno che ne esiste una versione più antica, italiana, che ha come protagonista una bambina di nome Zezolla, che non ha una sola matrigna, ne ha due; non ha due sorellastre, ma sei. Lo spettacolo, che nasce come riflessione sul significato della fiaba narrata attraverso il teatro delle figure, è tratto da una delle fiabe seicentesche de Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, una tra le più antiche registrazioni del narrato popolare di tradizione orale. L’allestimento coniuga la presenza di due narratori a quella pupazzi e figure animate, con il coinvolgimento del pubblico attraverso musica e canzoni. Età: dai 4 anni. Info: www. centrosantachiara.it.

18 domenica Esposizione Io casa Riva del Garda. Quartiere fieristico. La prima fiera del Trentino Alto Adige dedicata ad Interior Design, Costruzione e Bioedilizia. Info: www.iocasarivadelgarda.it. Musica MATINÉE IN CASA MOZART Rovereto. Alle 11. Casa Mozart Via della Terra 48. Anna Fedorova, pianoforte - Ucraina - Associazione Mozart Italia.

Teatro Colazione da Tiffany Trento. Ore 16. Teatro Sociale. Commedia di Truman Capote, adattamento di Samuel Adamson - traduzione Fabrizia Pompilio. Con Francesca Inaudi e Lorenzo Lavia e con Mauro Marino, Flavio Bonacci, Anna Zapparoli, Vincenzo Ferrera, Guido Federico Janni, Cristina Maccà, Ippolita Baldini, Riccardo Floris, Pietro Masotti. Scene Gianni Carluccio, costumi Alessandro Lai e regia Piero Maccarinelli. L’atmosfera è sempre sottile, frizzante, e un alito di freschezza soffia in quasi tutte le situazioni che fanno rivivere allo spettatore la favola di Holly, ragazza estroversa, molto sofisticata e con qualche scheletro nell’armadio. Bella e umbratile, sa spargere sugli altri leggerezza e buonumore, con un’ebbrezza che ha però l’amaro retrogusto di una insondabile malinconia. Anche se la memoria corre facile al film di Blake Edwards con Audrey Hepburn e George Peppard, Colazione da Tiffany è in realtà un breve romanzo gioiello di Truman Capote da cui Samuel Adamson ha tratto una riduzione teatrale. Info: www.centrosantachiara.it. Teatro MISTERO IN BIBLIOTECA Calavino. Ore 16.30. Teatro. Con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la 10ª Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PINOCCHIO, CHI ERA COSTUI? Cognola. Ore 16.30. Teatro Auditorium. Con l’Associazione Culturale “Amici di Parola” di Trento. Per la 10ª Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA VERA STORIA DI BIANCANEVE Mezzolombardo. Ore 16.30. Teatro. Con la Filo “Vi.Va.” di Vigolo Vattaro - “Gruppo Giovanile”. Per la 10ª Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi LA GATTA CENERENTOLA Trento. Ore 15.30 e 17.30. Teatro Cuminetti. Progetto Fiaba Popolare Trentina di Beppe Rizzo. Tutti conoscono la storia di Cenerentola, ma pochi sanno che ne esiste una versione più antica, italiana, che ha come protagonista una bambina di nome Zezolla, che non ha una sola matrigna, ne ha due; non ha due sorellastre, ma sei. Lo spettacolo, che nasce come riflessione sul significato della fiaba narrata attraverso il teatro delle figure, è tratto da una delle fiabe seicen-

tesche de Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, una tra le più antiche registrazioni del narrato popolare di tradizione orale. L’allestimento coniuga la presenza di due narratori a quella pupazzi e figure animate, con il coinvolgimento del pubblico attraverso musica e canzoni. Età: dai 4 anni. Info: www. centrosantachiara.it.

20 martedì Cultura Presentazione libro Trento. Ore 20. Barycentro. Il libro, bellissimo, di Paolo Miorandi: “Nannetti” racconta la storia di Oreste Fernando Nannetti, che trasformò un muro del manicomio di Volterra, in cui era internato, in un “libro”, incidendo l’intonaco con la fibbia del gilet. Un libro sulla scrittura, prima ancora che sulla pazzia: sull’umana, oscura necessità di lasciare una traccia. Sarà presente l’autore. Info: www. barycentro.coop. Teatro RADIO ARGO Trento. Ore 20.30. Teatro B. Cuminetti. Spettacolo di Igor Esposito e Peppino Mazzotta; regia Peppino Mazzotta con Peppino Mazzotta, musiche originali Massimo Cordovani, suono Cesare Gardini, luci Paolo Carbone, scene Angelo Gallo, costumi Rita Zangari. Lo spettacolo è incentrato sulle vicende precedenti e successive alla guerra di Troia. In questa riscrittura dell’unica trilogia superstite della tragedia greca, l’Orestea, una voce catturata da un microfono racconta il sacrificio di Ifigenia da parte del padre; l’assassinio di Agamennone e di Cassandra da parte di Clitemnestra e di Egisto; la vendetta di Oreste che si abbatte sulla madre. La complessità della rappresentazione, costruita su più piani logici ed emozionali, viene sostenuta interamente da Peppino Mazzotta che moltiplica la sua presenza fornendoci una prova di eccellente e originale qualità. Info: www.centrosantachiara.it.

te della tragedia greca, l’Orestea, una voce catturata da un microfono racconta il sacrificio di Ifigenia da parte del padre; l’assassinio di Agamennone e di Cassandra da parte di Clitemnestra e di Egisto; la vendetta di Oreste che si abbatte sulla madre. La complessità della rappresentazione, costruita su più piani logici ed emozionali, viene sostenuta interamente da Peppino Mazzotta che moltiplica la sua presenza fornendoci una prova di eccellente e originale qualità. Info: www.centrosantachiara.it.

22 giovedì Cultura bella ciao - incontro con la corale e il fondatore don Bepi Grosselli Trento. Ore 20. Barycentro. Eseguiamo ballate storiche per recuperare la memoria di un popolo che ha lottato per la libertà, la pace e il lavoro: operai, partigiani e donne. Per un tempo un po’ smemorato, questa operazione può essere una risorsa: rinverdisce tradizioni che fanno parte del codice genetico del nostro popolo, e il canto si globalizza, perché su questi temi tutto il mondo è paese! Canti diretti dal maestro Tarcisio Battisti. Info: www.barycentro.coop. Musica Stagione 2012 Filarmonica di Trento Trento. Sala Filarmonica. Alessandro Taverna, pianoforte. Su musiche di J.S. Bach, F. Mendelssohn, O. Messiaen, A. Scriabin, G. Ligeti, S. Rachmaninov e StraussDohnanyi. Info: Società Filarmonica - Tel. 0461/985244. www. filarmonica-trento.it.

21 mercoledì Musica «Orchestra Haydn» Trento. Ore 20.30. Auditorium. Con Alain Lombard, direttore; Michail Lifits, pianoforte. Info: www. haydn.it. Teatro RADIO ARGO Trento. Ore 20.30. Teatro B. Cuminetti. Spettacolo di Igor Esposito e Peppino Mazzotta; regia Peppino Mazzotta con Peppino Mazzotta, musiche originali Massimo Cordovani, suono Cesare Gardini, luci Paolo Carbone, scene Angelo Gallo, costumi Rita Zangari. Lo spettacolo è incentrato sulle vicende precedenti e successive alla guerra di Troia. In questa riscrittura dell’unica trilogia supersti-

Teatro Muratori Pergine Valsugana. Teatro Don Bosco. Commedia di Edoardo Erba con Paolo Triestino, Nicola Pistoia e Lenni Lippi. Regia di Massimo Venturiello. Con la Nuova Compagnia di Prosa. Info: www.trentinospettacoli.it.

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trentinoappuntamenti 23 venerdì Cinema INCONTRIAMOCI AL CINEMA - 6° rassegna cinematografica a carattere sociale Trento. Ore 20.30. Sala Auditorium Centro Civico - Via Perini, 2/1. Proiezione film: “La prima cosa bella” di Paolo Virzì. Al termine della proiezione seguirà dibattito con il relatore Giuliana Raoss, assistente sociale. Ingresso gratuito. Per ragazzi, adolescenti e genitori. Musica MADRIGALI ITALIANI Trento. Ore 21. Castello del Buonconsiglio. Il Festival Trento Musicantica si chiuderà con un viaggio nella tradizione del madrigale, in quella musica ˝reservata˝ destinata più al diletto di chi canta che a quello di chi ascolta. Un viaggio nell’armonia delle corti e delle accademie del Cinquecento italiano proposto in sinergia con il Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio ˝Bonporti˝ di Trento. Info: www.centrosantachiara.it. Musica TRENTINO IN JAZZ 2012 Trento. Ore 20.30. Museo delle Scienze. Sonata Islands ZeuhlJazz. Teatro Muratori Concei. Teatro Locca. Commedia di Edoardo Erba con Paolo Triestino, Nicola Pistoia e Lenni Lippi. Regia di Massimo Venturiello. Con la Nuova Compagnia di Prosa. Info: www.trentinospettacoli.it.

zano tel. 0461.216050 - 864400; www.apt.trento.it.

Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Esposizione Io casa Riva del Garda. Quartiere fieristico. La prima fiera del Trentino Alto Adige dedicata ad Interior Design, Costruzione e Bioedilizia. Info: www.iocasarivadelgarda.it.

Teatro LE SMANIE PER LA VILLEGGIATURA Bedollo. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Carlo Goldoni. Con la Filodrammatica “Italo Varner” di Lavis. Per la 5ª Rassegna Teatrale “Foie de Bedol”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Famiglia azotomania Santa Massenza. Azienda agricola e distilleria Francesco Poli. Dalle 14.30 alle 16.30. Divertenti performance ed esperimenti con l’azoto liquido: il the dello scienziato pazzo, la cucina molecolare, fiori di cristallo, palloncini che si gonfiano da soli... Quanto la scienza diventa spettacolo. Info: Apt Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi - Ufficio Info Vezzano tel. 0461.216050 - 864400; www. apt.trento.it. Musica MASSIMO RANIERI in concerto Mezzocorona. Palarotari. Massimo Ranieri in questa occasione proporrà “Chi nun tene coraggio nun se cocca ch’ ‘e femmene belle” un recital ideato e scritto dall’artista Lo spettacolo, ha un titolo giocoso e provocatorio: protagonista non è il coraggio dei vincitori e degli eroi, ma l’eroismo degli ultimi e dei sognatori.

Teatro Un pomeriggio di settembre Tione di Trento. Teatro S. Pietro. Scritto e diretto da Renzo Fracalossi. Con il Club Armonia. Info: www.trentinospettacoli.it.

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Teatro NELLO SPAZIO... MA CHE STRAZIO Povo. Ore 21. Teatro “Concordia”. Commedia di Marcello Voltolini. Con la Compagnia “Filogamar” di Cognola. Per il 25° Festival del Teatro Umorisitico “IsidoroTrentin”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro I SEGRETI NEL COR Mori. Ore 20.45. Teatro Sociale “Gustavo Modena”. Commedia di di Alberto Maria Betta. Con la Compagnia “I Sarcaioli” dell’Alto Garda. Per la 28ª Edizione della Rassegna “Gustavo Modena”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PINOCCHIO, CHI ERA COSTUI? Vigolo Vattaro. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Con l’Associazione Culturale “Amici di Parola” di Trento. Per la 10ª Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale per Ragazzi.

Tradizione mercatino di natale Santa Massenza. Apertura fino a domenica 16 dicembre. Il Mercatino di Natale di S. Massenza si colloca all’interno del ricco programma di “Spirito artigiano nel borgo della grappa” e si sviluppa tra di vòlti storici del paese, dove antico e moderno si fondono in maniera unica. Esso prevede la presenza di espositori qualificati che propongono una vasta gamma di articoli di artigianato locale e prodotti dell’enogastromonia trentina. Info: www.apt.trento.it.

Teatro “DOMANDA DI MATRIMONIO” e “L’ORSO” Cognola. Ore 20.45. Teatro Auditorium. Commedia in due atti di Anton Checov. Con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la Rassegna “Teatroincollina”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro Muratori Sarnonico. Teatro Comunale. Commedia di Edoardo Erba con Paolo Triestino, Nicola Pistoia e Lenni Lippi. Regia di Massimo Venturiello. Con la Nuova Compagnia di Prosa. Info: www.trentinospettacoli.it.

24 sabato Escursionismo s. massenza, prodotti d’eccellenza! Santa Massenza. Ore 14.30 e 15.30. Escursione guidata per le vie del borgo alla scoperta dei suoi prodotti d’eccellenza. Visita alla Mostra dedicata al mondo della grappa e dell’olio extravergine d’oliva, la cui coltivazione viene qui considerata come al confine estremo, all’acetaia per scoprire l’aceto di mosto d’uva cotto e alle aziende agricole locali che producono grappe e Vino Santo. Saranno gli stessi produttori a presentare e a far degustare i loro prodotti d’eccellenza. Un viaggio tra armonie, profumi, tradizione e storia in un luogo che dedica il cuore a queste primizie. Partecipazione gratuita, prenotazione obbligatoria (max 20 persone per gruppo). Info: Apt Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi - Ufficio Info Vez-

Teatro FINCHé MORTE NON CI SEPARI Sarche. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di Sergio Marolla. Con la Compagnia “Piccolo Teatro Pineta” di Pineta di Laives. Per la 20ª Rassegna di Teatro Amatoriale “Amici del Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Tradizione natalarte 2012 Caldonazzo. Ore 11: inaugurazione NatalArte a Caldonazzo con accompagnamento della banda S. Giorgio di Vigolo Vattaro. Ore 16: Laboratorio didattico per i più piccoli a cura dell’Azienda agricola Monti e Cielo. Info: www.centriamocaldonazzo.it.

Teatro ragazzi in mezzo al mare Trento. Ore 15.30 e 17.30. Teatro Cuminetti. Di e con Silvano Antonelli. Nella scena, che evoca un mare, entra nuotando un personaggio spaesato. Potrebbe essere un naufrago della vita quotidiana. Oggetti sommersi, blu come il mare, emergono qua e là evocando episodi di vita quotidiana. Una visione “bambina” del mondo adulto, innocente e per questo spesso spietata, si sviluppa in una serie di immagini iperboliche: la scuola, gli ordine dei genitori, il tempo libero... Gli spettatori, grandi o piccoli, non faticheranno a riconoscersi nel naufrago di In mezzo al mare che, con fatica, affronta le situazioni di un vita che lo raggiunge, come le onde, incessantemente. Info: www.centrosantachiara.it.

25 domenica Escursionismo escursione in valle dei laghi Santa Massenza. Ore 8.30. Escursione con accompagnatori esperti della SAT di Vezzano. Da S. Massenza verso loc. Due Laghi fino a Castel Toblino. Salita fino a Ranzo, da dove si può ammirare uno slendido panorama dell’intera valle. In loc. 5 Roveri si prende il sentiero dei “7 passi” fino a Fraveggio e con ritorno a S. Massenza per il ristoro, a pagamento. Info: Apt Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi - Ufficio Info Vezzano tel. 0461.216050 - 864400; www. apt.trento.it. Esposizione Io casa Riva del Garda. Quartiere fieristico. La prima fiera del Trentino Alto Adige dedicata ad Interior Design, Costruzione e Bioedilizia. Info: www.iocasarivadelgarda.it. Teatro NELLA VECCHIA FATTORIA Tesero. Ore 16.30. Teatro Comunale. Commedia di Massimo Lazzeri. Con l’Associazione “Il Te-


trentinoappuntamenti

Teatro POLLICINA Calceranica al Lago. Ore 16.30. Teatro “S. Ermete”. Con “I Cuccioli della Logeta” di Gardolo. Per la 10ª Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

zione? In che cosa si distingue il romanzo dal racconto? Come si snoda il percorso che dall’idea iniziale, dal primo indizio di una storia, porta al libro finito e stampato che troviamo sul banco della libreria o nello scaffale di una biblioteca, o nel formato digitale di un e-book? A queste e ad altre domande si propone di offrire qualche rispsta questo incontro, con l’intento di fornire ai lettori degli strumenti in più per misurarsi col libro. Info: www.comune.caldonazzo.tn.it.

Teatro MISTERO IN BIBLIOTECA Cognola. Ore 16.30. Teatro Auditorium. Con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la 10ª Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Teatro Muratori Tesero. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Edoardo Erba con Paolo Triestino, Nicola Pistoia e Lenni Lippi. Regia di Massimo Venturiello. Con la Nuova Compagnia di Prosa. Info: www.trentinospettacoli.it.

atro delle Quisquiglie” di Trento. Per la 21ª Rassegna Teatrale “Il Piacere del Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro I FRATELLI GIANDUIA Sopramonte. Ore 16. Teatro Parrocchiale. Spettacolo per bambini e ragazzi. Con la Filo “Vi.Va.” di Vigolo Vattaro - Gruppo Giovanile. Per la 22ª Rassegna Teatrale a Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi in mezzo al mare Trento. Ore 15.30 e 17.30. Teatro Cuminetti. Di e con Silvano Antonelli. Nella scena, che evoca un mare, entra nuotando un personaggio spaesato. Potrebbe essere un naufrago della vita quotidiana. Oggetti sommersi, blu come il mare, emergono qua e là evocando episodi di vita quotidiana. Una visione “bambina” del mondo adulto, innocente e per questo spesso spietata, si sviluppa in una serie di immagini iperboliche: la scuola, gli ordine dei genitori, il tempo libero... Gli spettatori, grandi o piccoli, non faticheranno a riconoscersi nel naufrago di In mezzo al mare che, con fatica, affronta le situazioni di un vita che lo raggiunge, come le onde, incessantemente. Info: www.centrosantachiara.it. Tradizione natalarte 2012 Caldonazzo. Ore 16: Coro la Tor in concerto. Esibizione itinerante fra le casette del mercatino. Ore 16: Laboratorio didattico per i più piccoli a cura dell’Azienda agricola Monti e Cielo. Info: www.centriamocaldonazzo.it.

26 lunedì Cultura Il laboratorio dello scrittore Caldonazzo. Ore 20.30. Biblioteca Comunale. Con Alessandro Tamburini. Come nasce un libro? Come si accende nella mente dello scrittore la sua prima scintilla? Che cos’è e come si manifesta quella che viene definita l’ispira-

27 martedì Teatro Muratori Mezzolombardo. Ore 21. Teatro S. Pietro. Commedia di Edoardo Erba con Paolo Triestino, Nicola Pistoia e Lenni Lippi. Regia di Massimo Venturiello. Con la Nuova Compagnia di Prosa. Info: www.trentinospettacoli.it.

29 giovedì Musica MALIKA AYANE in concerto Trento. Ore 21. Info: www.centrosantachiara.it.

Musica TRENTINO IN JAZZ 2012 Trento. Ore 20.30. Museo delle Scienze. TrentinoJazz Ensemble in: “I Canti della montagna - Jazz remix”.

30 venerdì Teatro ragazzi natalarte 2012 Caldonazzo. Ore 16: La fata Morgana. Spettacolo tradizionale di burattini. Info: www.centriamocaldonazzo.it.

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trentinomatrimoni questo mese iL matrimonio di ERICa e DANIELE sulla rubrica dedicata ai fiori d’arancio

iL matrimoniO del mese

Lei Nome: Erica Anni: 25 Nata a: Trento Residente a: Cadine Occupazione: Operatore Socio Sanitario Vestito di: AnnaGiulia Spose Scarpe di: Pittarello Parrucchiere: Salone Lory e Gino Trucco: Centro estetico Solei Elios

Lui Nome: Daniele Anni: 31 Nato a: Trento Residente a: Cadine Occupazione: Vigile del Fuoco Vestito di: Baratto Scarpe di: Pittarello Barbiere: fai da te

Servizio fotografico a cura di: Lucio Tonina, Trento 108

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Matrimonio: Religioso Data: 1 settembre 2012 Luogo: Cadine Fiori e Bouquet: Il Polo del Verde Lista di nozze: Agenzia SoleNeve viaggi Invitati: 100 Ricevimento: Lagolo (Sala polifunzionale Comune di Calavino) Bomboniere: Adozione a distanza Catering e torta: De Eccher Intrattenimento: Gruppo Musicale “Capobranco” Viaggio: Coast to coast U.S.A. ed Antigua Durata viaggio: 3 settimane Vivranno a: Cadine


trentinomatrimoni

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trentinoscoop&news

un nuovo “hub” per le nuove tecnologie Inaugurato a Gardolo, Di fronte a una folla di circa 450 persone

La Fondazione Cr Trento consegna due borse di studio Alessio Venturini studierà tra gli Usa e il Cern, Saverio Gabrielli studierà violinO

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n nuovo “hub” per l’Information Technology, un polo di 130 addetti appartenenti a sette diverse aziende per sfidare la crisi. Con il taglio del nastro di sabato 20 ottobre ha aperto ufficialmente i battenti la nuova sede di Delta Informatica Spa con Saidea Srl, Factory Mind Soc.coop, Deltamax Automazione Srl, Kinè Scs, ConfiniOnline Snc e Zeta Consult Srl. L’edificio di via Kufstein a Gardolo, costruito secondo criteri di efficienza energetica che gli valgono la certificazione LEED di livello Gold, è stato inaugurato alla presenza del presidente della Provincia Lorenzo Dellai, che collaborò con Delta Informatica prima dell’ingresso in politica. “Il Trentino ha grandi opportunità nel campo delle tecnologie informatiche – ha detto Dellai – e i nostri padri, soprattutto Bruno Kessler, già negli anni Sessanta e Settanta investirono proprio nell’informatica, in quelle che allora erano le nuove tecnologie e l’alta formazione, in un’epoca in cui non tutti erano d’accordo con queste scelte. In realtà furono preveggenti e previdenti”.

e c’è una luce in fondo al tunnel, sicuramente due giovani trentini la possono intravedere. Le borse di studio della Fondazione Cassa Rurale di Trento sono un evento anche simbolico, e rappresentano un segnale positivo anche per i tanti giovani che ancora navigano nell’oscurità riguardo il loro futuro. Dodicimila euro ciascuno, da spendere in strutture di ricerca ad altissimo livello. I “vincitori” del 2012 sono Alessio Venturini, 24 enne fisico di Trento, che lavora tra Boston e il mitico Cern di Ginevra allo studio del “decadimento del bosone di Higgs”, ovvero il progetto più importante e famoso della moderna fisica delle particelle; e Saverio Gabrielli, 21 anni, diplomato in violino al Conservatorio di Verona con il massimo dei voti, ed ora approdato alla corte di un violinista di fama mondiale come il maestro Ilya Grubert al Conservatorio di Amsterdam. Nei loro sguardi la soddisfazione di aver coronato un sogno, che peraltro per entrambi è solo all’inizio. Li aspettano quattro anni di studi e ricerche, per approdare a livelli altissimi, e magari “sfondare”, ognuno nel proprio campo. E forse, come ha auspicato il sindaco di Trento Alessandro Andreatta, un giorno tornare a Trento e mettere a frutto ciò che hanno imparato. Di fronte a una folla di circa 450 persone fra autorità, dipendenti del polo e tanti amici, il presidente di Delta Informatica, Pompeo Viganò ha ricordato con emozione ed orgoglio una storia imprenditoriale lunga trent’anni, che trova nuova linfa in questa tripla sfida: ecologica (l’edificio dispone di impianto geotermico, serbatoio di recupero delle acque piovane, centralina per auto elettriche e molto altro); economica, attraverso un investimento di circa sette milioni di euro, e produttiva, con la volontà di puntare sulle relazioni tra aziende accomunate dall’operare in settori innovativi, oltre che dall’età media dei dipendenti attorno ai 35 anni.

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SCOPERTO L’ELISIR DELLA FRAGOLA “VERTIGINOSA-MENTE” si fa poesia

la neolaureata Elisa Pojer si aggiudica un premio al congresso di Erboristeria

Presentato a trento l’ultimo libro di poesie di renzo francescotti

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n una raccolta di poesie, perché i singoli componimenti siano legati l’uno all’altro non è necessario che abbiano in comune l’argomento. Per Renzo Francescotti l’unità non è necessariamente una questione di contenuto; può essere anche solo una questione di suffisso. “Mente” è il nesso scelto dall’autore, e il titolo dell’opera ce lo suggerisce. Basta dare una rapida sfogliata per capire che proprio nessun titolo, neanche quello delle singole poesie, fa eccezione. “Vertiginosa Mente” (Curcu e Genovese) è definitivamente (scusate il gioco di parole) una questione di mente. Troppi per i vostri gusti? Leggete il libro di Francescotti e vi accorgerete che 43 titoli con “mente” non vi sembreranno più abbastanza. Si tratta del ritorno di Francescotti all’italiano, e ciò è stato sottolineato da buona parte dei relatori alla presentazione del libro, avvenuta venerdì 19 ottobre al Centro Rosmini di Trento. Francescotti introduce la serata, dicendo due parole sui presenti e sull’associazione “Pro Cultura” di Trento, e presentando poi al pubblico i tre lettori: Arrigo Dalfovo, Luca Pedron e Chiara Turrini. Alessandro Franceschini dà al pubblico in sala tre motivi per leggere “Vertiginosa Mente”; per leggerlo, ma anche per impararlo a memoria. Il primo motivo è la novità rispetto alle opere precedenti di Francescotti: il poeta in questa silloge sperimenta nuovi temi in modo nuovo. In secondo luogo, perché si tratta di un libro serio ma con una marcata vena ironica e una sperimentazione che si traduce nella ricerca di parole nuove, vedi il gioco linguistico con “mente”. Infine, terzo motivo, questo libro può aprire una nuova stagione di vita artistica di Francescotti, che non è mai stato così giovane e fresco, e di conseguenza anche la sua arte ne risente positivamente. “Si vede che la poesia mantiene giovani”, sostiene il relatore, e Francescotti ne è la prova vivente. L’autore ci racconta di essere sempre stato in mezzo ai giovani avendo fatto l’insegnante per oltre trent’anni, e si sente molti anni di meno. Tira in ballo i Celti, da cui è affascinato, secondo i quali la vita è un’avventura irripetibile, che ti devi giocare coraggiosamente. Ecco, Francescotti condivide questo spirito, e ce l’ha dimostrato!

a scoperta di un principio attivo salutare della fragola – l’agrimoniin – è valso alla neolaureata trentina Elisa Pojer il premio che le è stato assegnato nei giorni scorsi al congresso nazionale di Erboristeria, organizzato dalla Federazione degli Erboristi Italiani e che si è svolto presso il Centro Fiere di Parma. Lo studio sugli ellagitannini della fragola, realizzato dal Dipartimento qualità alimentare e nutrizione della Fondazione Edmund Mach di San Michele, è stato oggetto della tesi di laurea della studentessa trentina Elisa Pojer, che ha frequentato Scienze farmaceutiche applicate alla Facoltà di Farmacia dell'Università di Padova. Questa ricerca, che è stata pubblicata anche sulla prestigiosa rivista americana ”Journal of Agricultural and Food Chemistry”, ha dimostrato per la prima volta la presenza dell’agrimoniin in questo frutto. Il composto in questione è il più importante ellagitannino presente nella fragola e nella fragolina di bosco e suscita particolare interesse considerato il largo utilizzo nella medicina tradizionale asiatica e le sue presunte proprietà salutistiche: astringenti, antiemorragiche, antimalariche e antitumorali. Elisa Pojer ha partecipato, con la tesi in questione, al quarto bando per il premio di laurea della Federazione degli Erboristi Italiani, aggiudicandosi uno dei due premi messi in palio. I premi di laurea erano riservati alle tesi relative ai corsi di Laurea triennale in Tecniche Erboristiche che avevano per oggetto argomenti attinenti alla tradizione erboristica; coltivazione, lavorazione di piante officinali; aspetti normativi e legislativi relativamente alla produzione e al commercio di piante officinali e loro derivati sia per uso alimentare che cosmetico. Anche la scelta della copertina ha un che dello spirito celtico. Fantasiosa, creativa, coloratissima, è opera dell’artista Lorenzo Menguzzato, che esordisce definendosi un “amico dei poeti” (è proprietario-fondatore del “Bosco dei poeti”, una sorta di cammino di poesia in mezzo ai boschi della val d’Adige, che ospita anche nomi di fama internazionale). La chiusura della serata non può che andare all’Assessore comunale alla Cultura Lucia Maestri, che conclude con un augurio: quello di accompagnare ancora il percorso culturale di questa città come Renzo ha sempre fatto… ”generosamente”. Stefania Scartezzin 111

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Scuderia Trentina Storica NASCE ALPEREGIS IL NUOVO TRENTODOC DI ALTA GAMMA DELLA CANTINA ROTARI

Il Presidente Luca Rigotti taglia il nastro del primo AlpeRegis con la madrina della serata Michela Coppa

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erata di gala, il 27 settembre, alla Cantina Rotari per il brindisi inaugurale di AlpeRegis, il nuovo Trentodoc della maison trentina. Il Presidente Luca Rigotti, i vertici aziendali del Gruppo mezzacorona ed in primis l’Amministratore Delegato Fabio Rizzoli, le autorità e gli operatori dell’informazione presenti hanno celebrato la nascita di questo speciale millesimato nato dalla migliore tradizione spumantistica trentina e dedicato agli amanti della buona cucina e del buon vivere. Il nome “AlpeRegis” evoca da un lato la figura regale di Rotari, il grande Re longobardo famoso per il suo Editto, e dall’altro il richiamo al territorio alpino che ha contribuito a renderlo leggendario fissando le sue gesta nella storia. AlpeRegis, prodotto per ora in 45.000 bottiglie, è a base esclusivamente di uve Chardonnay, la varietà che ha trovato nell’area dolomitica le ideali condizioni per la perfetta espressione del suo carattere. La vendemmia, rigorosamente a mano, è svolta selezionando direttamente in vigna i grappoli migliori con cura certosina. AlpeRegis è proposto nella versione “Extra Brut” per esprimere al meglio il territorio e tutto il lavoro svolto in vigna e poi in cantina. Anche il packaging e la presentazione sono completamente rinnovate. È un Trentodoc franco, realizzato evitando l’utilizzo di liqueur troppo invadenti e lasciando spazio agli aromi tipici del territorio e della varietà e a quelli ottenuti in seguito alla lunga rifermentazione in bottiglia. AlpeRegis si pone come obiettivo quello di esaltare il fascino dello stile Rotari e le potenzialità uniche della denominazione 112

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Enzo Siligardi riconfermato presidente della Scuderia

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empo di elezioni alla Scuderia Trentina Storica che nei giorni scorsi ha convocato in assemblea gli oltre cinquecentosessanta soci per il rinnovo del Consiglio direttivo e delle cariche statutarie per il triennio 2012/2014. Dopo lo scrutinio delle schede presentate ed al termine della prima riunione del nuovo Consiglio direttivo sono state distribuite le cariche sociali. Enzo Siligardi, 71 anni, da qualche anno Consigliere nazionale dell’Automotoclub storico nazionale, è stato riconfermato alla guida della Scuderia Trentina Storica, ruolo che ricopre dal 1997, anno della sua fondazione. Per il prossimo triennio Siligardi sarà affiancato dai due vice presidenti Adam Serena, coordinatore dell’attività dei motociclisti, e Sandro Martini, responsabile della sede sociale di via Vannetti. Milena Anesi sarà la nuova responsabile dell’attività non agonistica dei soci, mentre Carlo Ballabio sarà il coordinatore dell’attività agonistica auto. Giampietro Corradini ricoprirà il ruolo di corresponsabile della sede sociale e del magazzino mentre Andrea Gretter si occuperà del sito web del club. Roberto Sabatini ed Alberto Tarantino saranno i revisori dei conti. Nella sua prima seduta il nuovo Consiglio Direttivo della Scuderia Trentina Storica ha nominato addetto alle pubbliche relazioni Fabrizio Rosa e addetto alla logistica Andrea Zanon.

Trentodoc. L’evento del lancio ha giocato sulle proposte gastronomiche degli chef Marcello Franceschi (per la cucina del territorio) e Simona Bontà, che si è cimentata invece con delle suggestioni culinarie orientali. Ecco spiegato il claim di AlpeRegis, un Trentodoc “unico, autentico, audace, contemporaneo, cosmopolita, regale”. AlpeRegis nasce da un’attenta selezione dei migliori Chardonnay coltivati sulle pendici più soleggiate del Trentino, riuscendo ad ottenere le migliori partite dai vigneti situati ad altitudini quasi montane.


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Una libreria salotto: per grandi e piccini ANDATA & RITORNO: ALLA SCOPERTA Di TRENTODOC

Carmine abate ha fatto da padrino all’inaugurazione della libreria mobydick di caldonazzo

Su rai regione, la coppia Gardin Morandini a palazzo roccabruna

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omenica 11 novembre (ore 9.45 circa su RAI3) torna la fortunata serie di “Andata & Ritorno”, il programma realizzato dalla sede Rai di Trento in collaborazione con Palazzo Roccabruna (CCIAA di Trento), che affronta con competenza ed ironia il tema dei sapori trentini. Con Lucio Gardin e Claudia Morandini ritorneranno anche le inxterviste “appese ad un filo”, ambientate nella funivia di Sardagna, i talk show del gusto e le ricette tipiche realizzate con la collaborazione degli chef del territorio. Protagonisti della puntata saranno le bollicine del TRENTODOC, il fiore all’occhiello della vitivinicoltura trentina. Con Lucio e Claudia ci saranno Tranquillo Luchetta di Maso Bellaveder, Paolo Dorigati di Metius, Enrico Zanoni presidente dell’Istituto Trento Doc e Mauro Leveghi, dirigente di Palazzo Roccabruna. Non potrà certo mancare un approfondimento sul TRENTODOC presso le Cantine Ferrari. In cucina, per la ricetta abbinata al TRENTODOC, Marcello Franceschi chef del ristorante Forte Alto di Nago Torbole. Per la serie “Musicisti trentini”, realizzata da Ugo Slomp va in onda un ritratto di Cesare Lutzemberger, una delle figure più rappresentative del mondo musicale trentino, un vero pioniere della didattica chitarristica trentina ed anche nazionale. La domenica succesiva, 25 novembre, Terra di Montagna propone “Giovani Industriosi”, sull’incontro fra i giovani e il mondo del lavoro. Quattro le azioni di intervento: “Dire, Fare , Lavorare “ per rivalutare la cultura del lavoro manuale; “Solidi Talenti” per facilitare l’assunzione di giovani talenti nelle aziende; “Argento Vivo” ovvero la nuova imprenditorialità giovanile e infine “Parola ai giovani”, che con i focus group ha dato voce ai giovani sul tema del lavoro. Quindi, seguirà un profilo televisivo del vignettista trentino Fabio Vettori e visita alla mostra dedicata ai 40 anni della sua attività di disegnatore ed inventore delle formichine.

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abato 20 ottobre, ha aperto i battenti a Caldonazzo (via Roma 8) la Libreria Mobydick. Più che una libreria – stando alle parole dei due ideatori, Rita Moratelli e Pino Loperfido – un luogo di incontro in cui gli appassionati possono ritrovarsi a scambiare due parole sull’ultima novità editoriale o su un certo libro di storia. Ma c’è spazio, e tanto, anche per bambini e ragazzi, con una sezione ragionata per giocattoli educativi e libri illustrati, per i piccoli da uno a 16 anni. La giornata inaugurale è stata impreziosita dalla presenza del Premio Campiello 2012, Carmine Abate che si è intrattenuto con i lettori. Nel pomeriggio, Antonia Dalpiaz ha letto storie per i piccoli e alla sera, Riccardo Gadotti ha offerto una interpretazione di Maupassant, accompagnato al violino da Elisabetta Wolf e al pianoforte elettrico da Juliana Ospina.

Taglio del nastro, Carmine Abate con il Sindaco di Caldonazzo

Un momento della benedizione da parte di don Silvio Pradel

Bambini a bocca aperta con le letture di Antonia Dalpiaz

Riccardo Gadotti recita Guy de Maupassant

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È TRENTINO IL MIGLIOR CHEF EMERGENTE D’ITALIA Scudella e Scollo sono i nuovi campioni

Diego Rigotti insignito del premio nel corso della rassegna «Cooking for Art»

Si è conclusa la 21ª edizione del Circuito “Dolomiti Golf Cup”

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l Circuito Dolomiti Golf Cup si è articolato in 18 tappe da aprile a settembre in tutti i golf del Trentino, dell’Alto Adige, del Veneto, Lombardia e Liguria facendo conoscere le Dolomiti attraverso il patrocinio della Fondazione Dolomiti-UNESCO e i manifesti di Franz J. Lenhart. Sabato 29 settembre si è tenuta al Golf Club Verona la Finale in una gionata purtroppo piovosa che ha costretto la gara a fermarsi alle prime 9 buche. I campioni in carica del 2011, hanno dovuto cedere il passo a Enrico Scudella – dell’Asolo Golf Club - vincitore della Finale della Dolomiti Golf Cup 2012 con il 1° Netto nella 1ª Categoria con 18 punti assieme a Massimo Scollo anche del golf Asolo, 1° Lordo con 15 punti (ha vinto anche il colpo più vicino alla buca 7 mettendola a m. 2,20). Francesco De

Mozzi ha comunque tenuto alto l’onore del Tesino golf perché ha vinto il 2° premio, battendo di un punto Eduard Harrasser del golf Pustertal. In 2ª Categoria Alvise Gasparotto anche dell’Asolo Golf Club ha vinto il 1° Netto con 22 punti, lasciando alle sue spalle Enrica Catturani del golf Carlomagno che ha totalizzato 15 punti, uno in più del 3°, Carlo Mozzo di Gardagolf. Un bel sucesso del golf Asolo che ha vinto tre primi premi su quattro. In 3ª Categoria ha primeggiato Andrea Boninsegna del golf Petersberg con 18 punti, lasciando a due lunghezze Fabio Giuseppe Granata del golf Carlomagno che ha sua volta ha battuto, anche se ha realizzato lo stesso punteggio, Michela Fracasso di Cà Daffan, perché ha giocato meno bene le ultime tre buche. Il 1° Lady lo ha vinto Karin Seppi Lutteri con 16 punti del golf Freudenstein, portandosi a casa anche il colpo più vicino alla buca, mettendo la palla a soli m. 1,53, facendo meglio di Scollo. 114

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arla trentino il premio riservato al miglior chef emergente d’Italia, organizzato in collaborazione con Trentodoc, sponsor ufficiale dell’iniziativa. Il prestigioso riconoscimento è stato infatti assegnato a Diego Rigotti, talento dei fornelli da poco approdato a Maso Franch di Lavis, insignito del premio a Roma, all’interno della rassegna enogastronomica «Cooking for Art», promossa da Luigi Cremona. La finalissima ha avuto come teatro le Officine Farneto, in una gara ispirata ai sapori di montagna. I tre finalisti hanno proposto pietanze, dall’antipasto fino al dolce, caratterizzate dalla presenza di licheni, miele, levistico, pino mugo e carbone vegetale, abbinate a prodotti stagionali dell’autunno e alle bollicine Trentodoc. A sfidarsi per il titolo di miglior chef emergente, votato da una giuria formata da blogger, esperti del settore e famosi chef come Alfonso Iaccarino, Salvatore Tassa, Cristina Bowerman, Enrico Pierri e Andy Luotto, sono stati i tre vincitori delle selezioni del nord, centro e sud Italia, con il trentino Diego Rigotti che ha sbaragliato la concorrenza rappresentata da Gianluca Gorini (del ristorante Poggio Rosso Borgo San Felice di Castelnuovo Berardenga, in provincia di Siena) e Andrea Napolitano (del ristorante Buco di Sorrento). Lo chef trentino, nel mese di novembre, volerà ad Hong Kong, in rappresentanza della nostra penisola, per partecipare al summit della cucina italiana nel mondo.


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PERGINE DIVENTA CITTà PULIAMO IL BUIO 2012 IL Gruppo Speleologico Trentino SAT Bindesi Villazzano RIPULISCE DAI RIFIUTI LE LORE DI TERLAGO

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acqua che tutti i giorni arriva ai nostri rubinetti proviene in gran parte dal sottosuolo. Troppo spesso gli ambienti sotterranei sono utilizzati come discarica abusiva. Se riflettiamo un momento sui due paragrafi precedenti la conclusione è devastante: stiamo inquinando la nostra acqua! E non si creda che l’acqua in bottiglia si salvi, sempre dal sottosuolo proviene! Provate ad immaginare: rifiuti abbandonati che lentamente, per centinaia di anni, si deteriorano e rilasciano inquinanti; l’acqua di percolazione porta tutto con sé penetrando sempre più sottoterra fino a giungere alla falda, a cui attinge l’acquedotto (o la società che la rivende in bottiglia). Purtroppo le statistiche indicano che nella quasi totalità delle grotte si trovano rifiuti abbandonati, soprattutto nei primi metri e nei pozzi a cielo aperto dove è più facile gettare qualsiasi tipo di schifezza. Anche in profondità si trovano più occasionalmente immondizie, tristi ricordi di tempi in cui con meno attenzione per l’ambiente anche gli esploratori del sottosuolo lasciavano queste mesti tracce. Ormai tali usanze sono quasi del tutto debellate, gli speleologi (quelli veri) seguono la regola sacra di non abbandonare nulla in grotta, anzi se possibile riportare in superficie qualcosa di più. Proprio basandosi su questi principi, ormai da sette anni la Società Speleologica Italiana promuove l’iniziativa “Puliamo il Buio” in collaborazione con Legambiente, nel giorno dedicato al grande appuntamento di volontariato “Puliamo il Mondo” (“Clean up the World”): l’ultimo finesettimana di settembre i gruppi speleologici che vogliono aderire a questa iniziativa scelgono un ambiente ipogeo da ripulire. Da anni il Gruppo Speleologico Trentino - SAT Bindesi Villazzano, fortemente convinto della validità di tale progetto, si impegna dedicandovi una giornata di 116

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Il comune trentino di Pergine, potrà fregiarsi del titolo di “Città”

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o prevede una delibera della Giunta regionale, approvata nel corso della seduta tenuta a Bolzano, con la quale si autorizza il Presidente della Regione, mediante l’emanazione di un proprio decreto, a conferire al centro della Valsugana, che supera i 20mila abitanti, la qualifica di “Città”. La richiesta è arrivata dal sindaco del Comune di Pergine lo scorso agosto dopo che il Consiglio comunale aveva deliberato in tal senso. Secondo quanto previsto dal testo unico delle leggi regionali sull’ordinamento dei comuni della Regione, il titolo di “città” può essere conferito ai comuni con popolazione non inferiore ai diecimila abitanti, insigni per fatti storici o per attuale importanza socio-economica perché capoluoghi di vallata o perché poli di gravitazione nell’ambito del territorio circostante, che abbiano convenientemente provveduto ad ogni pubblico servizio con particolare riguardo all’assistenza e all’istruzione. Con Pergine diventano 15 i comuni che possono fregiarsi del titolo di “Città” in Trentino-Alto Adige. Si tratta di Arco, Ala, Levico Terme, Riva del Garda, Rovereto, Trento e appunto Pergine per quanto riguarda il Trentino, mentre in Alto Adige le città sono Bolzano, Bressanone, Brunico, Chiusa, Glorenza, Laives, Merano e Vipiteno. Va detto che alcuni di questi comuni, pur non avendo i requisiti previsti dall’attuale normativa, hanno conservato il proprio titolo in quanto ottenuto anticamente e comunque prima dell’introduzione delle norme in vigore. volontariato. Quest’anno la scelta è ricaduta sulle Lore di Terlago. Se un bel sabato pomeriggio passeggiate lungo le rive del Lago di Terlago, osserverete sul versante orientale una serie di piccole cavità (6 principali) in parte naturali in parte modificate negli anni dall’uomo; sono una specie di “scarichi di troppo pieno” che fungono da emissari: nei periodi di piena riversano nel sottosuolo una gran quantità di acqua mantenendo costante il livello del lago e salvaguardando i campi limitrofi dalle inondazioni. Le Lore sono note da tempo immemore, si pensi che già Cesare Battisti ne studiava l’idrogeologia. Ebbene se in questa ipotetica passeggiata scrutate con attenzione nel buio delle Lore non potrete non notare la quantità di immondizie e schifezze che vi si trovano. O meglio: si trovavano! Eh sì, perché domenica 30 settembre sono state ripulite dagli speleologi del GST. Quando nella primavera del 2012 si era cominciato a pensare a quale cavità dedicare le nostre attenzioni, la scelta ponderata è caduta sulle Lore di Terlago, che sebbene non siano vere e proprie “grotte” rivestono una rilevante importanza sia idrogeologica che storica. La


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Trento Incanta: vince Andrea Faccenda coincidenza con il 118° Congresso della SAT, che si tiene nel periodo 29 settembre – 30 ottobre proprio nella Valle dei Laghi, e un sopralluogo che ha palesato la necessità di intervento ci hanno definitivamente fatto decidere per il sito. In settembre abbiamo contattato il sindaco di Terlago, Giovanni Nicolussi, che si è dimostrato da subito entusiasta della proposta, rendendosi disponibile a smaltire i rifiuti raccolti e fornendoci il materiale necessario (sacchi e guanti idonei, attrezzatura, …). Non sempre riceviamo questo tipo di sentita accoglienza: dobbiamo purtroppo ricordare l’indifferenza di altre amministrazioni che in passato non hanno saputo cogliere queste occasioni. Il ritrovo è domenica 30 settembre alle 8, siamo in dodici, si parte. Non piove. Una buona colazione con moka di caffè sotto il gazebo preparato per proteggerci in caso di pioggia, ci si prepara, si prendono gli attrezzi, si dividono i compiti e si comincia! Rispetto al sopralluogo la situazione è un po’ peggiorata; e con più attenzione si guarda, più immondizie si scovano! Nelle fessure più ripide dobbiamo anche calarci su corda. In accordo con il sindaco rimuoviamo un vecchio tubo di scarico di grosso diametro (e peso!). Con molta attenzione raccogliamo il materiale trovato in secchi, che vengono poi issati e svuotati nei sacchi. Lavorare nei cunicoli e nelle fessure è scomodo e ci si sporca, ma si continua alacremente, si scherza, ogni tanto ci si riposa. Finito il lato sud facciamo pausa per pranzare condividendo affettati, formaggi e pane (e con un buon vinello offerto dal sindaco), un altro mokone di caffè e si riparte per la parte nord del Lago. La pioggia comincia a cadere proprio a lavori ultimati, “offrendoci” una mezz’ora di umida convivialità al precario riparo del gazebo (con il solito buon vinello). Abbiamo raccolto quasi tre quintali di materiale. Immondizie di tutti i tipi: sacchetti misti, palloni, batterie, pneumatici, lattine, vetri, siringhe… È importante che queste iniziative vengano valorizzate e che si crei maggior sensibilizzazione al rispetto dell’ambiente; per senso civico, per non deturpare la natura, per lasciare ai nostri figli un mondo vivibile, per poter bere anche domani acqua pulita. Marco Paris

dopo la Finale di sabato 6 ottobre all’ Auditorium S. Chiara

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ltre 750 spettatori, che hanno riempito pressoché ogni ordine di posti, hanno assisitito alla Finale di Trento InCanta 2012 presso il Teatro Auditorium S. Chiara ed hanno accolto con entusiastici applausi i vari ospiti e soprattutto il vincitore dell’edizione 2012: Andrea Faccenda. Andrea ha 15 anni, viene da Lavis ed ha vinto il concorso interpretando la canzone “I’ll be” di Edwin McCain. Insieme a Giovanni Balduzzi, vincitore della sezione Inediti con la canzone “Non durerà”, parteciperà alla Finale dei Grandi Festivals Italiani, il circuito nazionale a cui Trento InCanta è affiliato. Il Presidente di Giuria, Vince Tempera, compositore e musicista di fama nazionale, nonchè direttore musicale del circuito, ha commentato quanto arduo sia stato assegnare il titolo tra i vari cantanti di talento. Il 31 dicembre si recheranno a Bardolino (VR) per partecipare alla Finale dei Grandi Festivals Italiani anche le prime tre Miss classificate per il concorso “Trentino Miss”: Giorgia Osele, vincitrice del trofeo come prima classificata, seconda Maria Vittoria Toniatti e terza Daniela Bentivoglio. Il Trofeo Musicus, consegnato dal direttore dell’omonima associazione Ettore Amico, è andato a Mauro Trentini che ha cantato l’inedito “Panic Girl”. Il premio relativo alla sezione interpreti è stato consegnato da Massimo Righetto, editore della storica emittente Radio Genius, che ha trasmesso l’intera serata in diretta sulle sue frequenze, con la conduzione di Lorena Torresani e Fabio Peterlongo. A consegnare al cantante Giovanni Balduzzi il premio della sezione Inediti è stato invece il direttore artistico dei Grandi Festivals Italiani Vince Tempera. Il giovanissimo vincitore del Trofeo Trento InCanta 2012 è stato premiato dall’assessore provinciale alla cultura Franco Panizza, che ha espresso il suo apprezzamento per una serata rivelatasi ricca di intrattenimento e di grande livello alla luce del talento dei cantanti in concorso.

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Alfonsina Madruzzo “rivive” a novellarA con la presentazione del bel romanzo “Tre punti di rosso”, di Luisa gretter adamoli

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abato 19 maggio 2012. A Novellara – cittadina in provincia di Reggio Emilia –, nella sala civica della Rocca è stato presentato il volume di Luisa Gretter Adamoli, edito da Curcu & Genovese (Trento 2011) “Tre punti di rosso. L’ affascinante e misconosciuta vita di Alfonsina Gonzaga Madruzzo”. L’ organizzazione dell’ incontro è stata del Circolo culturale novellarese Omnibus. L’ assessore alla cultura Paolo Santachiara ha portato ai presenti i saluti dei rappresentanti il Comune, a nome dei quali ha ringraziato particolarmente la prof. Gretter Adamoli per aver, con tanta passione e capacità descrittiva, raccontato quella che si può ben definire la “biografia” di un personaggio vissuto in un periodo importante della storia del territorio, un periodo notevole ma – appunto – misconosciuto anche in patria. Nella Rocca è ospitato anche, oltre alla Bibiloteca e al teatro, un interessante Museo dedicato ai Gonzaga, del quale è esperta ed attenta curatrice la dott. Elena Ghidini. Ma perché a Novellara, quale legame esiste tra la storia di questo centro della Pianura Padana e quella della, in apparenza, remota città di Trento? La storica Maria Gabriella Barilli ha preso la parola ed introdotto il tema del libro, invitando il pubblico a seguire un breve ed avvincente filmato che, sulle note delicate del musicista di corte Giaches de Wert – citato nel racconto –, compendia l’ intero, affascinante percorso della vita di Alfonsina Gonzaga di Novellara. Nella antica avita dimora, trasformata in residenza rinascimentale, Vittoria di Capua, moglie di Alfonso I 118

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Gonzaga, nel 1580 dà alla luce il suo nono figlio: Margherita Alfonsina. Nella Rocca – e nei Casini di sopra e di sotto, deliziosi luoghi di villeggiatura –, Alfonsina trascorre, assieme ai numerosi fratelli e sorelle, circa vent’anni della sua vita e sempre fra queste stesse mura sposerà, in tutta fretta, nel settembre 1602, Gian Angelo Gaudenzio Madruzzo, uno dei personaggi più importanti di tutto il Tirolo: un matrimonio prestigioso, ecco il legame, il collegamento. Succedeva spesso, in quei tempi, che i matrimoni venissero pilotati al fine di ottenere reciproci vantaggi. La presentatrice ha proseguito mettendo in evidenza che Luisa Gretter Adamoli ha passato parecchio tempo negli archivi. Attraverso la lettura di una fitta corrispondenza famigliare è riuscita non solo a ricostruire il percorso storico di Alfonsina, ma soprattutto a penetrare e comprendere i suoi sentimenti, le emozioni, i propositi, i timori, le aspettative, che appaiono chiaramente espressi attraverso la lettura di alcuni brani fra i più intensi e intimi riportati nel testo. Nessuna aggiunta o interpretazione, nulla di inventato: le lettere sono state riprodotte nella forma e nel linguaggio originali. Tout court la Gonzaga ha dovuto lasciare la sua terra e andare in luoghi molto diversi e fra gente del tutto sconosciuta. Darà però prova di avere un carattere forte e determinato, malgrado le molte difficoltà che dovrà affrontare. Saprà conquistare l’ amore, il rispetto e la considerazione del marito e della sua famiglia, sebbene non le sarà dato concepire, cioè corrispondere alla maggiore delle aspettative in lei riposte. Assieme a Gian Angelo Gaudenzio darà inizio alla costruzione di una chiesa, in località Spiazzo, degna di accogliere l’ icona di una Madonna con Bambino, considerata “miracolosa” per vox populi. “Dovrà essere qualcosa di eccezionale e sublime”, concordano. E così sarà. Dopo la morte del marito Alfonsina resterà a lungo a Riva e continuerà da sola, fra molte difficoltà e rinunce. Margherita Alfonsina Gonzaga di Novellara e Bagnolo in Piano non è riuscita a dare al marito un erede, ma assieme a lui ha dato comunque vita ad una creatura sublime: l’Inviolata di Riva del Garda è una delle più belle chiese barocche del Trentino. A durevole memoria del loro nome. Interesse e curiosità per il romanzo crescevano a mano a mano che procedeva il dialogo fra la presentatrice e l’ autrice. Alla fine gli applausi si sono manifestati sonori ed entusiastici. Elisabetta Postal


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L’Anima ladina di runggaldier LOME e “I COLORI DELLA POESIA” A Treviso, nel Museo ideato dal veneziano Carlo Scarpa

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Treviso, nel Museo di Santa Caterina, sì è svolta da 6 a 21 ottobre la mostra di Lome (Lorenzo Menguzzato). A un anno dalla scomparsa di Andrea Zanzotto, la mostra del pittore trentino è stata dedicata al poeta trevigiano di cui Lorenzo è stato amico. Negli spazi dell’affascinante Museo ideato dal famoso architetto veneziano Carlo Scarpa, che comprende anche la chiesa sconsacrata de Convento di Santa Caterina, Lome ha esposto dieci grandi tele, altrettante sculture in ferro corten e una serie di acquerelli. Un importante catalogo introdotto da un testo di Fabio Cavallucci ha supportato la mostra che ha avuto un notevole successo. Il catalogo non documenta solo le opere in mostra, ma anche le numerose opere pubbliche che Lome ha realizzato in Trentino e fuori (a Pergine Valsugana, Cadine, Levico Terme, Riva del Garda, Loreto, Orio sul Serio ecc.). A Fabio Cavallucci, ora emigrato in Polonia, Lome è legato da amicizia; con lui – negli anni scorsi quando questo storico dell’arte era il direttore estremamente attivo della Galleria Civica di Trento – Lorenzo ha avuto rapporti di intensa collaborazione. Scrive Cavallucci nel suo testo introduttivo: “Comincia in qualche grado a farsi strada un’idea di futuro non come progresso, come continua espansione, ma sosta e approfondimento. Ciò non significa necessariamente recessione, bensì affermazione di valori antichi e duraturi. Così il concetto di manufatto, di prodotto artigianale, torna ad essere fondamentale”. È in effetti l’idea, la concezione dell’arte che Lome ha sempre avuto, perseguendola e attuandola: utilizzando, ad esempio, nel modo più sciolto e moderno i tradizionali colori ad olio (quelli usati per primi dai pittori fiamminghi), sia su tela che su carta. E nella scultura (che Lome ha sempre affiancato alla pittura), utilizzando con magistrale abilità le tecniche e i materiali più diversi come il ferro corten, le resone, la vetrofusione. Lorenzo Menguzzato “Lome” viene dal Tesino: i Tesini, anche nel loro dialetto sono più veneti che trentini,verso il Veneto hanno sempre gravitato. Non c’è quindi da stupirsi se questo ancor giovane, ma già affermato artista trentino accoglie in sé la splendida eredità del colorismo veneto, che intride i colori di luce. Oltre che, ad esempio, la fantasia capricciosa, “rococò”, di Francesco e Giannantonio Guardi, guarda caso di origine trentina.

Molto visitata la personale alla Civica di Riva del Garda

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al 6 al 21 ottobre si è svolta nella Galleria Civica di Riva del Garda una personale di Hermann Josef Runggaldier, organizzata dal Circolo Culturale “la Firma”. Per l’occasione è stato pubblicato un catalogo sulle opere dell’artista altoatesino con testi critici di Cristiana Coletti, Gabriele Crepaz e Renzo Francescotti. Runggaldier ha esordito con la sua prima personale nel paese natale, nel 1971: da allora una serie di esposizioni personali in regione, in Italia e all’estero (Germania, Austria, Lichtenstein), molti premi e la realizzazione di sculture e monumenti pubblici in regione e fuori. All’inaugurazione, Francescotti ha messo l’accento sull’anima ladina di Runggaldier: i ladini (nella nostra regione quelli di Gardena, Badia e Fassa) che hanno la fortuna di abitare tra le Dolomiti, le “montagne più belle del mondo”, hanno sviluppato un naturale gusto dell’arte, uno straordinario senso estetico. Runggaldier viene da una valle che registra la più alta concentrazione al mondo di scultori, soprattutto del legno: artigiani, artigiani-artisti, artisti. Hermann Josef fa parte di questi ultimi ma, pur non rinnegando la tradizione degli scultori della sua Valle, ha ostinatamente cercato vie nuove. Lo ha fatto utilizzando materiali nuovi (vetro, plexiglas, resine, cemento, foglia di piombo ecc.) rispetto a quelli tradizionali ( legno, pietra, bronzo); e soprattutto cercando e raggiungendo un proprio stile personale, inconfondibile, fondato sulla figura umana: da sola, in coppia, in gruppo. Runggaldier interpreta genialmente il tema della solitudine e – allo stesso tempo – del bisogno di colloquio; della gente che vive la vita quotidiana, ma non passivamente. Sono uomini che si muovono, uomini in cerca, in cammino: uomini con un’ansia di spiritualità.

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trentinolibreria

Il libro del mese SECONDO POSTO E PREMIO SPECIALE AL “CARVER” PER “UN ORSO SBRANA BARICCO” DI CARLO MARTINELLI

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n orso sbrana Baricco”, il libro di racconti del giornalista e scrittore trentino Carlo Martinelli, edito da Curcu & Genovese, ha conquistato il secondo posto nella decima edizione del Premio Carver, sezione narrativa. La giuria ha inoltre assegnato al libro di Martinelli anche un premio speciale. La vittoria è andata a “Il mistero della loggia perduta” di Matteo Bortolotti (Felici editore), terzo “La maschera” di Emanuele Gagliardi (RaiEri). Per la sezione poesia primo posto a “Il bianco delle vele” di Franco Casadei; per la saggistica a “Il medioevo in giallo nella narrativa di Ellis Peters” di Chiara Albertini. Nato nel 2003, il Premio Carver vive su una sola e unica regola: vengono premiati i libri migliori, senza guardare il nome dell’autore o il marchio editoriale. Se uno scrittore sconosciuto, pubblicato da una minuscola casa editrice, ha scritto un ottimo libro viene premiato. Questo perché i libri – oltre cinquecento quelli in lizza in questa edizione – vengono semplicemente letti. La giuria è composta da giornalisti, scrittori e critici i cui nomi non vengono resi noti per evitare “tirate di maniche” o condizionamenti. Ed è anche per questo motivo che il Premio Carver non ha enti patrocinanti o sponsor. Per non dover poi “sottostare” a giudizi o consigli. Il vincitore per ogni sessione – narrativa, poesia e saggistica – si è conosciuto durante l’evento che si è tenuto nell’ambito del Festival del Libro “Un mare di lettere” che si è svolto a Civitavecchia, nel Forte Michelangelo. Il premio porta il nome di Raymond Carver, scrittore, poeta e saggista, maestro della narrativa breve, considerato il capostipite del minimalismo letterario americano. 120

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Nuova fatica letteraria, anzi poetica, di renzo francescotti. una silloge costituita da una raccolta di poesie il cui titolo è formato sempre da un avverbio con la finale in “mente”...

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oeta in italiano e dialetto trentino, narratore, saggista, critico d’arte e letterario, commediografo e giornalista Renzo Francescotti è autore di oltre cinquanta libri (con quattro sue raccolte di poesia tradotte in USA, Messico e Romania), con i quali ha dato prova delle sue doti non comuni di uomo di Lettere di vasta cultura e di fertile creatività. Questa che qui presentiamo è la sua silloge più recente ed è costituita da una raccolta di poesie il cui titolo è formato sempre da un avverbio con la finale in “mente”; avverbio che in modo molto originale viene dal poeta scisso in due tronconi, il primo dei quali è un vero e proprio aggettivo, mentre il secondo (cioè la parte finale dell’avverbio) è sempre la parola “mente”, che si trova in tal modo ad essere il sostantivo a cui il precedente aggettivo si riferisce. Parrebbe una cosa di poco conto e invece non lo è, dal momento che nei titoli delle varie poesie alla parola “mente”, così isolata, viene dato un particolare risalto, offrendo a chi effettua la lettura la possibilità di compiere una diversa interpretazione del titolo stesso, con effetti talora sorprendenti, emergenti da tutto il contesto, poiché Limpida mente può intendersi Con mente limpida; Serena mente, Con mente serena; Instancabil mente, Con mente instancabile e così via. Una disinvolta scioltezza di scrittura emerge da queste pagine, che si impreziosiscono di neologismi e al cui fondo si nota sovente una garbata ironia, che traspare anche da certi giochi verbali, specie emergenti dalle chiuse e da un felice rispondersi di rime che danno al contesto un efficace risalto. C’è inoltre in queste nuove poesie di Francescotti, prontezza e tensione di movimento ritmico e c’è felicità di soluzioni metriche; il che dà luogo a dei testi sicuramente moderni, per la novità delle invenzioni poetiche, nonché per la chiara scioltezza del dire. Basti leggere i versi con i quali il libro si apre per avvedersene:


trentinolibreria Lillo Gullo Lo scialo dei fatti LietoColle

Nadia Mariz Trento 1940-1945 I testimoni raccontano

Arianna Lattisi Meno nove L’Erudita

“C’è chi allinea parole, come c’è chi affetta il pane, chi conta le ore o le stelle e chi conta sempre balle”. E c’è chi come l’autore di questi versi, Lillo Gullo, nato ad Aliminusa nel palermitano ma trapiantato a Trento da anni, scrive poesie. Sono versi che solcano la memoria. Che fotografano luci e ombre tipiche dei paesaggi del Mediterraneo. Tra passione e struggimento: “Si assottiglia l’attesa, era un mare ed è ora la distanza di seta di uno sguardo d’intesa”. Scrive nella prefazione al volume Giorgio Barberi Squarotti: “La poesia di Gullo è al tempo stesso, elegante e ingegnosa, giocosa e sapiente con l’eco sempre di saggezza che dà un sapore di vita di ricapitolata esperienza”. I riferimenti alla Sicilia fanno spesso capolino, come quando Gullo rende omaggio agli agrumi che un tempo ornarono il circondario di Palermo tanto da battezzare quei luoghi Conca d’oro.

A più di settant’anni dallo scoppio della Seconda guerra mondiale, il volume racconta gli accadimenti verificatisi a Trento tra il 1940 e il 1945, un parallelismo storico tra la Grande storia e quella della città, un percorso trasversale in un periodo storico complesso e articolato dove, attraverso i racconti degli anziani di oggi, bambini e ragazzi di allora, è possibile conoscere e rivivere com’era la vita in città prima dello scoppio del conflitto e come è mutata successivamente. Accanto ai racconti dei testimoni, la descrizione degli avvenimenti è documentata attraverso il materiale documentaristico raccolto nei diversi archivi storici, dalle notizie tratte dalla bibliografia esistente oltre che dagli articoli dei quotidiani dell’epoca. Una consistente rassegna fotografica di immagini per lo più inedite completano la ricerca.

“Sono contenta che sia una femmina”. Nel bel mezzo della celebrazione del matrimonio, la sposa Tania viene turbata dalle parole di Adelaide, la figliastra undicenne con - pare - doti preveggenti. Divorata dall’incertezza, non può far altro che mollare marito e invitati subito dopo il sì, per correre alla ricerca di un test di gravidanza, impresa che si rivela essere meno facile del previsto. Dopo aver confermato l’imminente arrivo di un bebè, Tania si ritrova a dover affrontare una serie di visite ginecologiche in balia di medici decisamente particolari: dal dottore piacione amante delle battute a doppio senso, allo sgarbato incapace di mostrare un minimo di empatia, coadiuvati dall’infermiera Dolores, arpia sempre pronta a rinfacciare l’esagerato aumento di peso della gestante. Momenti duri anche durante gli incontri del corso pre-parto, tra le compagne che sembrano modelle e l’ostetrica intransigente. Arianna Lattisi è nata ad Arco di Trento nel 1978.

“Appesa ai fili lucenti / dei ragni scalatori dell’aria / c’era l’immortalità” (Fanciullesca mente); ma si vedano anche: “Che pensano (o qualcuno / pensa a loro) queste folle di storni / radunati da un bando ogni tramonto?” (Vertiginosa mente); “E le pietre tagliate si innalzavano / per le scale d’aria” (Instancabil mente); “Ah le treccine le treccine - / che da ragazzo mi facevano / impazzire / che tirarle era una festa” (Ingannevol mente); “In salita arranca la vita / affannatamente” (Affannata mente); ecc. E sono versi che bene esprimono una cordiale apertura e un consenso nei confronti dell’esistenza, pur nella consapevolezza del suo inevitabile affanno e della sua diuturna pena. Vi è pure, in queste poesie, un vivo sentimento della natura che dà luogo ad immagini molto efficaci, dato che il poeta nella natura si rispecchia e da essa trae lo stimolo al proprio operare. Si veda, ad esempio, come egli interpreta il sorgere di una giornata nebbiosa: “È vestita d’un bianco da infermiera / l’alba / … / Arriverà a momenti con i suoi lucori / come una corolla falba / l’aurora: se ne sentiranno i tremori” (Nebbiosa mente): dove l’espressione “corolla falba” subito appare di montaliana memoria. Ma si veda anche la figura appena intravista, ma colta con estrema precisione, della volpe che “Lungo la dritta strada d’erba verde / tra la campagna e il biotopo / fuggiva a trotto veloce / diretta chissà dove” (Sfuggente mente). C’è poi l’ascesa rapinosa delle cattedrali che l’incanta, le cui “pietre tagliate si innalzano / per scale d’aria” (Instancabil mente) e c’è il pensiero che forse qualcosa di

noi resterà nell’intelligenza del Cosmo: magari “un’orma nella natura / che molecolarmente si riforma” (Molecolar mente). C’è il ricordo dei “piccoli sassi piatti” lanciati da ragazzo “sulle acque lucentielàstiche” (Torbida mente) che pareva dovessero procedere all’infinito (lancio in cui Francescotti dimostrava una particolare bravura); e c’è il pensiero della morte, che tutti coglie “ingannevolmente”; pensiero che talora viene a turbarlo nel profondo dell’essere (Ingannevol mente). Renzo Francescotti è però un uomo animato da uno spirito che non si lascia facilmente vincere da tristi meditazioni, che in qualche modo frenino il suo slancio vitale. Così, seppure la sua vita arranchi “in salita”, egli prosegue verso “l’orizzonte che sempre si sposta / oltre il visibile”, pago della sua “irripetibile” storia: e ciò nonostante il peso degli anni che di giorno in giorno si fa sempre più greve (Nebulosa mente; Sogghignante mente). Una molteplicità di spunti è dunque quella che emerge da queste poesie così fresche e immediate, così terse e così necessarie; spunti che costituiscono la ricchezza di un libro vario e dai molteplici risvolti, ma al tempo stesso unitario per la linearità e la coerenza che di volta in volta con esso il suo autore persegue. (Dalla prefazione di Elio Andriuoli) Renzo Francescotti Vertiginosa Mente

Curcu & Genovese (Euro 10,00, pagine 72)

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trentinofotoromanzo di Carlo Martinelli

QUELL’INCORREGGIBILE CURIOSO Se ne è andato dieci anni fa. Il sedici di novembre del 2002, a Rovereto. Sembra ieri, sembra un attimo. Aveva smesso di leggere e scrivere solo negli ultimi giorni. Lui, che negli 88 anni di una vita attraversata all’insegna della curiosità, del cinema, della letteratura e dell’arte, mai aveva rinunciato a leggere e scrivere. Piegato su quella Lettera 22 dove ha ticchettato migliaia e migliaia di pagine. Recensioni di film e di mostre, racconti e poesie, epigrammi e romanzi, introduzioni a cataloghi e deliziosi bigliettini con i quali accompagnava ogni suo articolo inviato a questa e quella redazione. Indimenticabili bigliettini. Ironici e caustici come sanno essere i pensieri di chi non ha bandiere, perché le conosce tutte. Biglietti innamorati della vita, perché Luigi Serravalli – giovane

di 88 anni che non riusciamo a dimenticare – alla faccia di ogni rottamatore – era innamorato dei colori della vita, anche del bianco e nero di quei film muti che iniziò a frequentare negli anni Trenta. Coltivava al meglio l’arma dell’ironia, della memoria (mai nostalgica) e della curiosità: giovani artisti e scrittori sapevano che in lui avrebbero trovato ascolto e attenzione, affamato com’era di tutto quel che di nuovo si muoveva nei panorami culturali, talvolta asfittici, delle nostre contrade. Per questo gli dobbiamo ancora un grazie, dieci anni dopo. Merano, la città dove per decenni – addetto stampa all’Azienda di Soggiorno – seppe tessere la trama di tanti incontri: Ungaretti e Quasimodo, Fortunato Depero e Renato Rascel, Guttuso e Peggy Guggenheim. Rovereto. Dove aveva messo radici – lui era nato nel 1914 a Bologna – e dove ha trasmesso a ragazze e ragazzi, insegnando italiano e filosofia all’Istituto magistrale, anche l’amore per romanzi (Faulkner? Dos Passos? il barbuto Hem?) e film (Sarenco sì, la Loren no…). Caro vecchio giovane Luigi. Con le camicie colorate, i cappellini, i trench, i ritagli di giornale e le cartoline appese al muro dello studio (c’era forse anche Marilyn Monroe?). Con i mille e mille cataloghi in ogni dove, cocciuta testimonianza di una ricerca e di una adesione coraggiosa a tutto quello che di nuovo si agitava nell’universo dell’arte e del cinema. Avanguardia è parola che fa sorridere, oggidì che le avanguardie vanno bene per gli uffici marketing, “Striscia la notizia” e le campagne pubblicitarie. Ma Luigi Serravalli ha frequentato, conosciuto e rispettato (facendosi rispettare) le avanguardie più disparate (talvolta disperate). E le ha raccontate con stile inconfondibile. Dieci anni fa. E ci manca ancora. Da inistra, Luigi Serravalli, Fortunato Depero e Remo Wolf

La memoria restituisce persone e cose che pensavamo dimenticate per sempre o delle quali neppure sospettavamo l’esistenza. Questo è FOTOromanzo. Una immagine che ritorna. Dentro la memoria delle storie.

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trentinoenogastronomia

ristoranti

in ogni numero trentinomese vi propone due ristoranti provati per voi I ristoranti presentati in questa rubrica sono una libera scelta redazionale. Il nostro giudizio anche se critico, è espresso in “cuori” perchè, comunque, il difficile lavoro del ristoratore merita rispetto.

Segnalazioni e commenti: info@trentinomese.it

ORSO GRIGIO

PLAN

LA TRADIZIONE CHE HA CONQUISTATO LA PROVA DEL CUOCO

PAUSA PRANZO VELOCE MA GUSTOSA E GENUINA

Sicuramente, per i turisti della zona e per la valle, l’Orso Grigio di Ronzone è un punto di riferimento e, forse, anche qualcosa di più. I tanti anni trascorsi dal giovane chef Christian Bertol alla corte di Antonella Clerici a La prova del cuoco, gli hanno regalato una notorietà che, sicuramente, ha contribuito anche a richiamare nell’estremo lembo dell’alta Val di Non fan e curiosi da tutta Italia. Io invece ero a Ronzone per lavoro, un mercoledì di ottobre, e così ne ho approfittato per far visita alla struttura, che da qualche anno è stata affiancata anche da un vero e proprio hotel, Villa Orso Grigio, dalla struttura che ammicca ai castelli romantici delle fiabe e anche per questo un po’ ricorda Disneyland. Ma torniamo al ristorante, che a ora di pranzo non regala la suggestione della luce del camino acceso e delle candele sui tavoli, che renderebbero l’atmosfera ancora più suggestiva e calda, ma già così lo stile montano rende piacevole la sosta. La cucina di Bertol è decisamente tradizionale e attenta alle materie prime locali. Dopo aver scartabellato il menu e aver ordinato, arriva il saluto della cucina: una zuppa di patate e olio del Garda piacevole, che dà il via a un piatto di mortandela di Romeno alla piastra con tortel di patate (discreto) e alle tagliatelle di pasta fresca alla montanara (“piatto storico di 30 anni fa”, indica il menu), anch’esse buoni, non esaltanti. Interessante lo spiedino di maialino in mantello di pancetta e mela Golden al pino mugo su polentina morbida, meno accattivante, invece, il coniglio. Pane fatto in casa molto gustoso. Dolci pensati. Carta dei vini all’altezza. Servizio cortese e mai invadente. La spesa? Decisamente inferiore rispetto alla fama di locale “carissimo” che ha nella zona e che spesso dissuade i “vicini di casa” a frequentarlo (ma forse, come al solito, centra anche un po’ l’invidia): 35 euro a testa, acqua e caffè inclusi.

Il Plan è la roccaforte in centro città di una formula di comprovato successo quale è il Loto, in zona ospedale S. Chiara. Il locale si trova in largo Carducci e la proposta è originale tanto quanto il locale capostipite, sebbene diversa. Ci sono i panini bretzel, farciti in molti modi, anche se una delle specialità della casa è la schiocca (una specie di pizza/focaccia artigianale fatta al momento). Non mancano le insalate – da provare la Bormio, con bresaola e carciofini, e la Pustertaler, con prosciutto cotto alla piastra – e primi e secondi piatti caldi, che vanno dalle lasagne alle polpette. Tra le proposte più originali ci sono le “scarpette” all’Amatriciana, al pomodoro e basilico o alla fonduta di formaggi, mentre sono una certezza i taglieri, da assemblare a piacimento. E per chi ha fame ma non troppo, non mancano nemmeno proposte accattivanti, dalle porzioni “giuste” e a prezzi low, come il pollo fritto, le frittelline di verdure e patata o un fritto misto tradizionale, tutti servizi con la golosissima salsina Loto. Mi il Plan è un locale polivalente, da frequentare dall’ora di colazione a quella dell’aperitivo: cappuccini e croissant sono di buona qualità, buona la proposta di centrifughe, pensata la cantina, racchiusa in non molte etichette e materializzata in una sorta di cubo di vetro in fondo al locale, dove sono posizionati tre o quattro affascinanti tavoli per due in grado di regalare un po’ di privacy in un locale altrimenti sempre affollatissimo da persone di ogni età. La qualità della materia prima è buona, i piatti talvolta riusciti altre volte meno, ma di certo qui si può contare su una pausa pranzo variegata e adatta a ogni palato e portafoglio. Il conto? Ovviamente “amichevole”, dai 10 euro in su, dipende da quanta fame avete e cosa bevete.

ORSO GRIGIO Via Regole, 12 38010 Ronzone (TN) Tel. +39 0463 880625 Chiuso il martedì

PLAN Largo Giosue Carducci 38121 Trento Tel. 0461 238793 Chiuso la domenica

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