Novembre 2015

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ISSN 1724-5508

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ANNO XXIII N. 285

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RING di Stefania d’Elia

istruzioni per l’uso PARTORIRE È UN CONTO. RACCONTARLO AL PROSSIMO È TUTTA UN’ALTRA COSA

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omanda: Come lo capisci che stai per partorire? Risposta: Boh! Quando sei in “zona parto” incontri tantissime mamme, soprattutto neo mamme, che hanno una gran voglia di raccontare la loro esperienza. Insomma diciamo la verità: non importa che si partorisca dalla notte dei tempi, ogni donna che c’è passata si sente un’eroina, una miracolata, una sopravvissuta. E come tale sente il bisogno di parlarne. I racconti sul parto sono tantissimi e variegati (uno per ogni mamma direi), ma si possono riassumere in alcune grandi categorie. RACCONTI SPLATTER Ci sono mamme, probabilmente cresciute a pane e Dario Argento, che non hanno partorito: hanno girato un film splatter di serie B, con sangue a fiumi e svenimenti (di solito del marito). Ti raccontano, con dovizia di particolari, tutto quello che è successo dalla rottura delle acque all’episiotomia. Dopo aver ascoltato una di loro parlare non guarderai più con gli stessi occhi il lettino del tuo ginecologo. Pare che William Friedkin abbia registrato di una donna in procinto di partorire per ispirarsi mentre scriveva i dialoghi de L’esorcista. RACCONTI OTTIMISTICI Nell’emisfero opposto alle mamme splatter si trovano le mamme ottimiste. Per loro è tutto bellissimo. La contrazioni sono bellissime, la sala parto è un luogo bellissimo. Il loro marito è stata una presenza importantissima. Il parto è stato il momento più bello della loro vita. E intendo tutto, non solo quando finalmente hanno stretto il loro bambino tra le braccia. Ti dicono che “no, non è vero che è tanto doloroso” e che tra una contrazione e l’altra si sono fatte una serie di selfie con le ostetriche per documentare l’evento. RACCONTI ZEN Alcune mamme sono più sincere, ammettono che si, è stato doloroso, molto, ma che hanno sopportato con gioia perché sapevano che presto avrebbero potuto vedere il loro bambino. Sono mamme che trascendono il dolore e lo vivono con gaudio. Il prossimo passo per loro è un monastero buddhista, come maestri di vita.

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RING RACCONTI DISTACCATI Non mamme che raccontano ma dottori che tengono un convegno sulla nascita. Ti aggiornano sulla durata delle contrazioni, sui metodi di respirazione, sulle posizioni che hanno tenuto durante la fase espulsiva. Il tutto raccontato con un distacco tale che ti potrebbe venire il dubbio che abbiano partorito tra le pagina di un’enciclopedia medica. Capisci la metà dei termini che usano, e ne sei felice: già così ti hanno terrorizzato abbastanza. RACCONTI INTIMI Il contrario dei racconti distaccati. Ad alcune mamme piace narrare tutto, senza vergogna. Quando sei in presenza di questi elementi assicurati di non aver mangiato nulla nelle tre ore precedenti (come in piscina) i conati sono praticamente certi. Ho visto scaricatori di porto arrossire davanti alle loro vicissitudini. DOVE MI METTO IO? Un po’ ovunque a seconda dell’estro del momento. Quando mancava poco alla nascita di Gaia, ero così agitata che bastava un rimescolamento intestinale per decidere di correre all’ospedale “in preda alle doglie”, ho cominciato un mese prima della data presunta. È nata 10 giorni dopo, con l’induzione e anche li si è fatta attendere. Dopo una giornata di scale e gel, alle 22 circa la zelante ostetrica che mi seguiva, stufa di vedermi girare per il reparto con lo sguardo torvo ha pensato di spedire mio marito a casa e me a letto. Ci sono rimasta per circa una ventina di minuti prima di decidere, per l’ennesima volta, che “era arrivato il momento”. Era un falso allarme ovviamente, e mi sono accorta della differenza qualche ora più tardi quando si sono rotte le acque. A quel punto abbiamo chiamato mio marito che, carico di emozione è corso in ospedale per veder nascere la sua primogenita. Memore della passata esperienza, con Samuel ho deciso di prendere tutto con una tranquillità quasi zen: niente ansia e niente corse inutili in ospedale, avrei aspettato con pazienza il momento della nascita senza cercare in nessun modo di prevederlo. È nato un giorno prima e siamo arrivati in ospedale all’ultimo perché “Ma, no dai non sarà mica ora”... “Ma dai che aspettiamo ancora un po’.”... “Mmmmh, mica è normale vero sentire qualcosa che spinge in mezzo alle gambe?”. Anche in questa occasione mio marito è stato al mio fianco dall’inizio alla fine. Il marito in sala parto? Ovvio! Ma attenzione: non tanto per te, in quel momento anche Bradley Cooper ti lascerebbe indifferente, quanto per lui che ha bisogno di sentirsi parte attiva di questo miracolo che è la nascita. A questo proposito cari mariti, nella prossima puntata vi darò qualche appunto da fotocopiare ed estrarre al momento del bisogno.


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RING

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RING di Pino Loperfido

di Tiziana Tomasini

perfidie

a mali estremi

NON È LA VITA AD ESSERE BREVE, SIAMO NOI A RENDERLA TALE. PAROLA DI SENECA

CON L’AUTUNNO ARRIVANO LE PRIME, NEFASTE, FIRME SUL LIBRETTO SCOLASTICO

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a vita è breve? No, al contrario è lunghissima. E la spiegazione a questa sconvolgente affermazione ce la fornisce Seneca, nel suo “De Brevitate Vitae”, dialogo composto verso il 50 d.C.. Insomma, vi è che in questo libretto lui ci soprannomina tutti quanti con un termine che sarebbe potuto uscire dalla penna di Michele Serra: “Gli occupati”. Sì, è veramente stufo Seneca di sentire attorno a sé tutta quella gente che continua a dire di avere troppo da fare e se “avessi più tempo farei un sacco di cose”, ecc. E allora ce lo immaginiamo mentre sbraita: “Occupati che non siete altro! Non è la vita ad essere breve siete voi che la rendete tale riempiendovi le giornate di attività vane e superflue”. Oltre al fatto che in un certo senso anticipa già qualche assioma di Einstein sulla relatività, ci verrebbe da dire che Seneca dipinge con precisione il nostro ritratto. Sì, sta parlando di noi, insomma, smarrita umanità del 2015. Già, la colpa è nostra, “occupati” che non siamo altro, con tutte queste connessioni a Internet, Social Network, parrucchiere (“attenzione nei confronti della propria capigliatura” scrive Seneca), palestra, gita in montagna, aperitivo, champions league, visita all’Expo, trading on line, taglio della legna, montaggio pneumatici invernali, selfie, petizioni, finte indignazioni, centro benessere, chiacchiere, chiacchiere e poi ancora chiacchiere. Insomma, siamo a noi ad accorciarci l’esistenza ingolfandoci di attività delle quali potremmo fare tranquillamente a meno. Questo masochistico riempirsi le giornate di attività fatue ci soffoca, ci rende schiavi dell’orologio, siamo come dei robot a cui è stata tolta la consapevolezza di esserlo. Peraltro ci sentiamo tutti anticonformisti e in realtà siamo uniformati come mai è successo nella Storia del mondo. Vestiamo gli stessi vestiti, abbiamo lo stesso modello di telefono... Se un pomeriggio teniamo il telefono spento ci prendono per spocchiosi e se spieghiamo che avevamo voglia di stare un po’ da soli con noi stessi a fissare il muro davanti ci prendono per scemi. Possibile che a nessuno venga mai voglia di ribellarsi a tutto ciò? Possibile che a nessuno scappi mai di vivere il presente e basta, quel presente che è l’unico tempo in nostro possesso, anziché rimandare ad un’ipotetica vecchiaia, al tempo della pensione il momento in cui ci si potrà finalmente dedicare a quello che i romani chiamavano “otium”, il tempo libero? Quello che Seneca non aveva previsto è che il tempo libero noi lo abbiamo svuotato di significato saturandolo di impegni, diventando gli “occupati del tempo libero”: un ossimoro nel 50 d.C., una realtà nelle brevissime vite che ci tocca vivere al giorno d’oggi.

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inalmente è arrivata. Stagionale come l’intermittente pioggia d’autunno, ciclica come la revisione ottobrina della caldaia, fastidiosa come il primo raffreddore. La prima nota disciplinare sul libretto dei figli ha curiosamente questa serie di effetti che raccolgono ed assemblano varie sensazioni e sfumature, che spaziano dalla collera istantanea alla rassicurante consapevolezza che la grande e complessa macchina scolastica si è rimessa in moto. Oliata e messa a punto in un intricato meccanismo di vittime e carnefici. Insomma, anche la nota ha la sua valenza nel fluire del percorso di studi e gioca un ruolo importante nella crescita e nella formazione dello studente. Dopo le febbrili manovre di preparazione e di assetto dell’imponente materiale scolastico di inizio anno – tutto da etichettare e foderare, non senza colpi di scena (righe col margine, quadretti senza, raccoglitore leggero, buste traforate, anelli con rinforzo, tanto per citare alcuni esempi) – andava sicuramente inaugurato anche il libretto scolastico. Pur monitorando quotidianamente la situazione scolastica dei miei ragazzi, sfugge sempre qualcosa nelle retrovie degli andamenti comportamentali, anche perché – nei ritmi convulsi del quotidiano – non sempre c’è il tempo di ascoltarsi e di raccontarsi. E se intervengo con il classico: ”Com’è andata oggi a scuola?” Rimbalzano sornione le risposte sempre molto ermetiche: “Bene.” (Punto) “Non mi sento di parlarne adesso” (Chiuso), “Ti racconto stasera, ho allenamento” (Posticipiamo le indagini), “Sempre le solite domande” (Mamma rompi). E intanto, al profumo di castagne, nel famigerato spazio dedicato alle comunicazioni scuola-famiglia compare nel mio clan familiare, con impressionante regolarità, anno dopo anno, l’ammonimento scritto allo scadere del primo mese. Annunciato da un laconico “C’è da firmare una… cosa...”. “Cosa?!” Rispondo io, in bilico tra attacco di collera e stato di calma apparentemente controllata, subdorando e intuendo il fattaccio, peraltro perfettamente percepibile dagli sguardi furtivi e sfuggenti del colpevole. Sfoderate le armi della persuasione da parte del responsabile – “Ma io… e poi lui… e l’altro allora… il prof però… – l’episodio si conclude con l’immancabile predicozzo, l’ammonimento per il futuro (“…e che non si ripeta..!”) e la firma leggermente nervosa sul libretto. Ma con l’intima quanto rassicurante consapevolezza che tutto si stia svolgendo implacabilmente secondo i consueti canoni stagionali.


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RING di Gianfranco Gramola

diario rotaliano VITA DURA PER I CANI, COSÌ INTELLIGENTI EPPURE NEL MIRINO DEGLI IMBECILLI.

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egli ultimi mesi, la mia Mezzolombardo, fa sempre più spesso da scenografia a fatti di cronaca sconcertanti. Furti, vandalismi e polemiche sull’ospedale e sulla piscina. L’ultimo, in ordine cronologico, è quello che riguarda l’avvelenamento dei cani da parte di qualche demente con bocconi contenenti un potente “lumachicida”, rinvenuti sugli argini del torrente Noce. Non è la prima volta che succede nella nostra borgata. Ricordo la presenza di topicida in via Garibaldi nell’aprile 2012. Un atto di inciviltà che grida vendetta al cospetto di Dio, una crudeltà per la quale si rischia giustamente una condanna penale. Parlo di cani perché anch’io ne ho uno e faccio un tifo sperticato per questi simpatici animali che Dio ha voluto regalarci come compagni di vita e che hanno il potere magico di rubarti il cuore e di travolgerti la vita. Quindi condanno alla gogna chi cerca di eliminarli, chi li maltratta, chi ne fa turpe mercato e chi li abbandona lungo le autostrade o in aperta campagna. “L’amore per gli animali – diceva Arthur Schopenhauer – è intimamente associato con la bontà di carattere, e si può tranquillamente affermare che chi è crudele con gli animali non può essere un uomo buono”. I cani hanno accompagnato la mia infanzia anche attraverso la Tv in bianco e nero. Chi come me ha superato i 50 anni, ricorderà sicuramente Rin Tin Tin e Lassie, i mitici eroi a quattro zampe. Adesso ho un cocker talmente intelligente che, usando una frase di un amico regista “più che un cane è un aspirante uomo”. Il mio si chiama Miky ed è un animale che offre affetto incondizionato e silenzioso e non esiste compagnia migliore, inoltre è anche un rimedio ideale contro la solitudine, contro lo stress e le tensioni. Insomma il cane funziona anche come benefica cura terapeutica. Lo trovo ogni sera, quando rientro dal lavoro. Mi salta addosso e mi fa le feste, e corre in giro per il cortile, in un’allegra pantomima che vuole rassicurarmi sul nostro 14

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RING futuro insieme. Un essere tutto simpatia e intelligenza che a volte mi emoziona fino alle lacrime. A tutto ciò si aggiunge la miglior qualità, la fedeltà, per niente è conosciuto come il miglior amico dell’uomo. I cani sono esseri simpatici, nel senso etimologico della parola e sono capaci di entrare in empatia con gli uomini, di amarci e meritano quindi lo stesso trattamento. A volte possono essere una medicina, con la loro tenerezza. Per certi anziani il cane rappresenta una compagnia fedele (spesso meglio dei parenti) e togliere loro il simpatico e fedele animale equivale a staccare il sondino. Molti non ci badano, ma i cani fanno anche la gioia dei bambini e la gioia di un bambino vale più di qualsiasi altra cosa. Insieme al loro cagnolino, i bambini invece di stare incollati alla Tv o al computer, imparano a fare delle divertenti passeggiate, imparano ad amare gli animali, a capirli e a comprendere che tutti gli esseri viventi del mondo hanno bisogno di amore e di rispetto. “È bene ricordare – mi dice Luca Ricci, un amico degli animali – che per ogni abbandono c’è stata, giorni, mesi o anni prima, una scelta opposta: quella di prendersi cura di una vita. C’è insomma un fatto di fiducia che viene tradito. E a tradire è sempre l’uomo e quasi mai per ragioni giustificabili”. Il mio Miky è anche molto curioso, perché mi segue sempre e controlla tutti i miei spostamenti. Ad esempio quando vado ai cassonetti guarda se faccio bene la differenziata (che sia pagato dalla nettezza urbana?), quando sistemo la legna osserva se la accatasto bene o se metto la vernice sulle ringhiere, annusa il colore e per questa sua morbosa mania di controllare, lo chiamo scherzosamente “geometra comunale”. Mangia tutto, dai contorni della pizza all’osso della braciola e ha un fiuto eccezionale, perché è in grado di fiutare a Mezzolombardo una cotoletta cucinata a Mezzocorona. Detesta però le verdure. Il suo massimo piacere è stare fuori dai ristoranti e pizzerie, perché gli odorini lo deliziano. Per lui il ristorante è come la Scala per un melomane. Il profumo delle patatine fritte è come un acuto della Callas. Spesso lascia dei messaggini ai suoi amici cani ad ogni angolo di strada (spesso anche sui fiori dei vicini) alzando la zampetta e annaffiando l’ambiente. Miky mi sopporta e mi rispetta perché sa che io lo rispetto, lo tratto bene e per questo è molto affettuoso. Non è esigente… gli basta una carezza e i suoi occhi muti ma allo stesso tempo parlanti, valgono più di mille parole dolci e di mille regali. Non conosce l’invidia, anzi… vedere la gente allegra, lo rende felice. È buono, non abbaia mai a vanvera e non l’ho mai visto litigare. È l’esempio vivente della non violenza, un cocker Gandhi, insomma. Lui non si preoccupa del problema dell’IMU, se il governo è di destra o di sinistra, della Tobin Tax o se lo spread sale o scende (che è un ascensore?), di calciopoli, dell’aumento del debito pubblico e del clima di tragedia che sta attraversando l’Italia. Lui si gode la vita perché intelligentemente ha capito che ogni attimo della nostra permanenza sulla terra è un miracolo di gioia eterna. Jennie Churchill, madre di Winston, diceva: ”Se volete una vita sessuale, fatevi l’amante, se volete una vita sentimentale, compratevi un cane”.


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RING di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi NOVE PUNTI PER RISOLLEVARE IL TURISMO TRENTINO. PERCHÉ LA TERRA NON È NOSTRA, L’ABBIAMO SOLO IN PRESTITO...

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n queste settimane sono innumerevoli gli articoli critici apparsi sui vari quotidiani che parlano – o sparlano – degli enti e uffici preposti alla pubblicizzazione del turismo trentino. Semplici persone che hanno avuto esperienze negative o che fanno confronti con altre realtà dei nostri cugini “vicini” (a nord), o che lamentano sperperi e occasioni perdute (leggi stand trentino all’Expo), o albergatori che si aspettavano cambiamenti radicali di rotta nella politica turistica dopo le dimissioni del direttore e che invece hanno visto una nomina tutta all’interno della vecchia idea turistica di un Trentino “patinato”, di solo forma e poca sostanza. Una politica tesa più a consolidare vecchi rapporti politici che a pensare a rilanciare l’immagine di una provincia che, di fronte ad innumerevoli tagli, deve ripensare il proprio essere sistema turistico. Un baillame politico – nel senso più brutto del termine – che lascia comunque sconcertati anche perché, da anni, le proposte, le idee, le speranze e i sogni di un turismo a 360 gradi ci sono, si sono levate alte, qualcuna è stata perfino gridata. Ma tutte queste proposte, vie d’uscita dalla crisi e disponibilità ampia di collaborazioni, sono state ignorate. Non nel senso del termine “ignoro

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RING perché non conosco”, semplicemente perché talmente elementari, ovvie, a bassissimo costo, che i nostri politici e funzionari, abituati alle parole roboanti ma vuote, alle pagine lucide ma senza senso, alle urla piuttosto che ai produttivi silenzi, alle conoscenze personali piuttosto che ai progetti, non vogliono darvi ascolto. Mi ricorderò sempre di un incontro avvenuto alcuni anni fa nell’ufficio dell’allora direttore di Trentino Marketing, tra il sottoscritto, un altro scrittore, intelligente e profondo conoscitore della nostra regione, e il mio editore. Tema dell’incontro: la brutta esperienza fatta dal Trentino a Roma durante una borsa-mercato nazionale sul tema del Sacro. La Provincia di Trento si era presentata con un giornale di sei pagine: grandi fotografie, brevi scritte – non sempre corrette storicamente –, qualche numero di telefono. Di fronte al grande patrimonio artistico, devozionale, architettonico, sei misere pagine presentate di fronte al bombardamento mediatico e di qualità (libri, guide, collegamenti arte-alberghicommercio, sincronia tra politica ed economia turistica, ecc.) di altre regioni e province ben più povere della nostra e sicuramente senza “autonomia speciale”. In quella sede la nostra proposta era quella di fornire una collana, valle per valle, di opuscoli con il Sacro come tema, evidenziando l’aspetto culturale ma anche quello delle passeggiate, del trekking, delle escursioni in mountain bike, della ristorazione, l’offerta alberghiera, le peculiarità del territorio, l’aspetto enogastronomico. Insomma delle vere e proprie guide, a basso costo, che ogni albergatore avrebbe potuto offrire ai propri ospiti e che avrebbe potuto essere distribuito da ogni azienda turistica al posto del solito dépliant volante. Dopo mesi di anticamera ci hanno ascoltato per venti minuti e poi …come niente fosse successo, loro hanno continuato per la loro strada: pagine patinate, nessun coordinamento tra i vari enti/associazioni/imprese presenti sul territorio, strapagando personaggi – solitamente accademici – che vengono a lanciare le loro idiozie di turno senza peraltro aver mai fatto cento metri a piedi nella nostra terra, conosciuto il territorio, ecc. ecc. Di fronte a questa illimitata tristezza vorrei suggerire, da quarantennale camminatore per valli e paesi della nostra terra – e di quelle vicine –, alcuni semplici punti che ogni responsabile del settore turistico dovrebbe almeno tener presenti. 1. Innanzitutto pensare che chi viene nella nostra terra non deve essere un turista usa e getta, ma è un ospite, con doveri e diritti. Un soggetto che si può anche educare e non al quale correre dietro per soddisfare ogni suo desiderio: il rifugio non è un ristorante stellato, le strade asfaltate si devono fermare ad una certa quota, non si piantano le palme in montagna soltanto perché lo vogliono i turisti


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(come invece ha sostenuto un gestore di un rifugio della val di Fassa, disposto a sacrificare la sua montagna trasformandola in un luna park pur di avere un euro in più in tasca da spendere poi nella lussuosa auto o nell’abito griffato). 2. Non consultare e strapagare più i cosiddetti “esperti” accademici, rivolgersi invece ai gestori dei rifugi, albergatori, guide, custodi volontari dei nostri beni culturali, commercianti, editori. Una volta tanto sentire il polso di chi in questa terra ci vive, la fa vivere, ci lavora, ci muore. 3. Avere il coraggio di “imparare” dai nostri vicini: guardate la pubblicità del Sudtirolo o quella del Tirolo, o come riescono a vendere le loro città d’arte i vicini veneti. I primi sono riusciti a vendere un’“idea” di terra, un modo di essere, di vivere e di pensare. Si va in Sudtirolo per “star bene”, per vivere una montagna viva nella quotidianità e non soltanto alcuni mesi all’anno come Madonna di Campiglio, San Martino di Castrozza, Canazei e moltissimi altri centri che si svuotano per mesi presentando le nere orbite di case chiuse. Ciò che in questi anni l’agenzia turistica ha venduto è un Trentino frammentario, illuminando le grandi stazioni turistiche e lasciando decadere il grande patrimonio dei paesi, delle valli laterali, delle montagne “poco spettacolari”, snobbando quel turismo familiare che invece porta un importante, diffuso e capillare contributo al patrimonio economico. 4. Premiare e incentivare le associazioni che tengono aperto il vero e grande patrimonio artistico: chiese, palazzi, castelli, ecc. Possibile che in Sudtirolo ogni chiesetta o è aperta o mette a disposizione nelle vicinanze la chiave e da noi, invece, più della metà del patrimonio è messo sotto chiave lasciando le code dei turisti fuori dalla porta?

RING 5. Vogliamo un turismo che duri tutto l’anno e non soltanto alcuni mesi estivi e invernali. Già da qualche anno qualche timida malga apre nei week end invernali offrendo spettacolari slittate per scendere a valle. Gli stessi rifugi alpini, dopo anni di ottusità nel chiudere al 20 di settembre (guadagnavano troppo?), hanno prolungato di qualche mese l’apertura il sabato e la domenica con iniziative enogastronomiche, astronomiche, musicali. Il risultato: il pienone. 6. Recuperare la viabilità minore “orizzontale” e non solo quella verticale. Non esistono soltanto le cime ma lungo i sentieri di collegamento tra paesi ci sono tutta la nostra storia, la nostra memoria, i nostri ricordi. In Sudtirolo tutte queste stradine e sentieri sono stati mantenuti integri, segnati e segnalati e, in qualsiasi stagione, traboccano di turisti. Da noi sono stati abbandonati, distrutti, trasformati in lunghi nastri d’asfalto. La Sat, per anni, ha pensato soltanto a segnare ciò che andava in su, puntando ad una logica di una montagna da “conquistare”, in cui “mostrare i muscoli”. È ora che pensi a ciò che “va in piano”. Perché è stato abbandonato il grande e intelligente sentiero di “San Vili”, vero e proprio volano di un turismo che doveva essere orizzontale, di qualità, culturale? Oppure è relegato in un angolo l’altrettanto affascinante circuito di trekking di “San Giacomo” in val di Non. Perché i fassani non vogliono sentieri che sconfinano nei territori limitrofi ma che potrebbero portare in valle molti ospiti, soprattutto tedeschi? Perché i trentini disdegnano collaborazioni con i vicini (siano essi sudtirolesi, veneti o bresciani)? 7. S mettere con la politica della grancassa per poi non essere capaci di gestirla e non aver il coraggio di fare dietrofront quando ci si accorge che i concerti di tromboni lasciano il tempo che trovano. Leggi introduzione dell’orso. Ma i nostri politici sono bravissimi a correre dietro a tutte le mode superficiali che durano il tempo della sparata – vi ricordate il Mart quante volte è stato inaugurato? –, costringendoci però a subire per anni l’applicazione di norme, regolamenti, leggi talmente stupide e contrarie alla nostra terra da lasciarci indietro rispetto ai paesi vicini (vedi la distruzione dell’allevamento delle nostre montagne, l’aver ridotto l’economia di montagna ad uno specchietto per le allodole). 8. L e foto e i video patinati fanno sognare ma quando ti presenti alle 14 in un ristorante in una qualsiasi valle e ti dicono “mi dispiace è chiuso, nemmeno un piatto di minestrone”, allora sì che ti vien voglia di andare soltanto in Sudtirolo dove, ad ogni ora, in qualsiasi locale, trovi almeno il famoso piatto dell’alpinista. 9. Ricordarsi della famosa frase pellerossa: la terra non è nostra, l’abbiamo soltanto in prestito e, aggiungo, la dobbiamo lasciare ai nostri figli in modo che questi non ci accusino di averla deturpata, rovinata, distrutta. 17

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RING di Astrid Mazzola

il midollo della vita IL SAPERE NON È SOLO UN PROCESSO MENTALE, MA PASSA ATTRAVERSO IL NOSTRO CORPO

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e mani sanno. Anno dopo anno, nella stagione dei fagioli, mi stupisco di come riescono a distinguere i baccelli immaturi da quelli solo leggermente avvizziti, che vanno raccolti. Le mani imparano. Me ne sono accorta per la prima volta da adolescente, imparando a suonare la chitarra. L’arpeggio o il tema che avevo provato più volte nel pomeriggio, senza mai riuscire a farlo per intero, la mattina dopo sgorgava pulito dalle mie mani, quasi avessero trascorso la notte studiandoselo mentre io dormivo. Tutto il corpo impara: gli equilibri, le diverse gradazioni di delicatezza e di forza necessarie per fare ogni cosa, persino gli stratagemmi per farsi notare o divenire invisibile. Il sapere del corpo è per me una continua sorpresa. Sono stata abituata a pensare al processo di apprendimento come a qualcosa che passa fondamentalmente per gli occhi e le orecchie; invece ora sto imparando che un buon apprendimento passa per le mani, i piedi, la pancia, la bocca, il naso, e che per tradurre la nostra vitalità in voglia di imparare c’è bisogno di muoversi, sporcarsi, sentirsi vibrare. A scuola il tempo dedicato al sapere del corpo è sempre stato poco: giusto qualche concessione a lavoretti di Natale standardizzati, con uno spazio per la creatività davvero esiguo. Anche adesso, quando vado nelle scuole per i miei laboratori di narrazione, percepisco la prevalenza del sapere come processo esclusivamente “mentale”; così, ci sono ragazzini di undici anni che non sono in grado di infilare ago e filo attraverso un buchino per cucire un libretto. È come se dovessimo crescere dimenticando una parte di noi e senza poterci incontrare veramente con il mondo e interagire con la sua materia. Per fortuna io avevo una mamma che si prendeva il tempo di fare con me la pasta al sale e i biscotti, d’imparare con me la pittura su vetro e l’uso dell’aerografo... Tuttavia, ero abituata a considerare queste esperienze uno svago, cui dedicare il tempo che riuscivo a rubare ai compiti, e non momenti di apprendimento a tutti gli effetti, di crescita e acquisizione di competenze. Così sono cresciuta, come molti di quei ragazzini, senza saper fare un sacco di

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RING cose e senza dare la giusta importanza al sapere del corpo. Solo quando ho iniziato a usarne le conoscenze per scopi pratici ho capito quanto erano importanti. Allora ho iniziato ad allenare le mani a scolpire, a disegnare, a tinteggiare, a legare, a maneggiare la frutta, a raccogliere il fieno, a vangare; ho imparato persino (un po’ e male) a intonacare un muro. A volte riesco a trovare il tempo per fare piccoli pezzi di arredamento con il legno. Al momento sto lavorando ad un gigantesco appendiabiti a forma di albero per la camera di Viviana; certo, con poche decine di euro ne avrei trovato uno in negozio, e sono così lenta che rischia di riceverlo solo al suo diciottesimo compleanno, ma mi sembra bellissimo dedicare a lei e a me questo lavoro. E crescere, osservando come le mie mani imparano a conoscere il legno e sentendomi parte del continuo processo creativo della vita.


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trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI

il dialetto in-forma RIDI CHE LA MAMA L’HA FAT I GNOCHI

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egli gnocchi al maschile e al femminile potremmo parlare sino all’alba. Ma qui sarà meglio contenere i tempi. Cominciamo col dire che “gnocco” non è una parola di origine latina, ma che probabilmente viene dal longobardo knohha, protuberanza, passando per il dialetto veneto e ha dato l’italiano “nocca”. Vai a vedere in Veneto e trovi che a Verona allo gnocco dedicano il carnevale. Il carnevale di Verona (in origine Bacanal del Gnoco) si dice nato nel tardo medioevo e si festeggia l’ultimo venerdì prima della Quaresima (Vèndro gnocolar) con una grande mangiata di gnocchi cotti nella Piazza di San Zeno. Ai pitocchi gli gnocchi venivano serviti sulla lastra della supposta tomba di Pipino, tuttora esistente nella piazza. Ora sono di patate, ma nei tempi in cui l’America non era ancora stata scoperta, consistevano in un semplice impasto di farina e acqua, e venivano conditi con burro fuso e formaggio. Il Re del Carnevale, eletto da tutto il popolo veronese, è il Papà del Gnoco, una maschera nata nel 1531, considerata (quanto meno dai veronesi) la più antica maschera d’Italia. L’usanza del Vèndro Gnocolar (o Sgnocolà) si è poi diffusa anche da noi in Trentino, specie nei paesi della Val Lagarina, confinanti con la provincia di Verona, con gli gnocchi conditi di norma con le sardèle. E tutti, pensando all’imminente Quaresima, in cui non ci si può divertire, sono allegri, ridono, anche se gli gnocchi non li ha fatti la mamma (poreta, la sarìa morta de fadiga! ). Va detto che l’espressione: ”Ridi che la mamma ha fatto i gnocchi!” viene tollerata anche da certi grammatici (con quell’i scorretto al posto de “gli”), come espressione popolare. Col tempo gli gnocchi si sono confezionati usando, oltre alla patata, gli ingredienti più diversi: spinaci, biete, semolino, zucca, ortica ecc. e coi condimenti più vari. Da noi, ad esempio nelle Giudicarie, si impastano anche col colòstro, il primo latte delle vacche, pecore e capre sùbito dopo il parto… “Mi de ‘sti gnochi scominzio a gavérne na gnoca…” “T’ho sentito sai! Se la cosa non ti interessa, se vuoi rimanere ignorante come un tambùrlo…” ”Coss’èl el tambùrlo?” “Il tambùrlo sei tu, ovvero una persona sciocca…” “Ma dai che scherzavo: ma com’èla ‘sta storia dela gnoca? Dai che me enteressa…” Penso di sapere per che cosa ti interessa. Invece io continuo a parlare dello gnocco al maschile: per esempio del gnoch frétt come dicono in Emilia (che non vuol dire “freddo”, ma ”fritto”): uno gnocco di origine longobarda, fritto tradizionalmente nello strutto, con la pasta di pane che friggendo si gonfia. Si mangia con salumi o formaggi… ”Gnocolar vuol dire fare o anche mangiare gli gnocchi; 20

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la gnocolada è la mangiata di gnocchi; gnocolón o gnocolóna si dice di persone buone ma un po’tarde…” E la gnoca? Vuoi finirla con le tue stupidate? ”Ma no l’è na stupidada: l’è na roba importante. Èl vera che la gnoca l’è l’organo feminile? Vòt o no vòt spiegàrmelo, ti che te sèi lezù, o sét en cetìn dala madona?” Tranquillo, lo sai bene che non sono un bigotto: non sopporto la volgarità, questo sì. Diciamo che se questo sostantivo viene nominato di solito in contesti salaci, si usa anche senza aperti riferimenti sessuali nell’espressione toch de gnoca, che significa semplicemente ‘gran bella figliola”, ‘gran bel pezzo di ragazza”. In altre parole non si tratta tanto di un apprezzamento sessuale, quanto estetico… ”Ti no te dovevi far el professor de talian, come te fai: te dovevi far el diplomatico, el politico bon per tute le stagioni!” Adesso mi vuoi proprio far arrabbiare! “Ma dai che scherzavo: ridi che la mama l’ha fat i gnochi. Anzi, vèi a me ca’ doman: ghe digo a me mama che la te i faga. I vòt co le sardèle o col buro rostì e la salvia?” renzofrancescotti@libero.it


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CHE STRESS… E CHE STRAC…

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o stress, quel logorio continuo dovuto a stimoli negativi e al sovraccarico di cose da fare, è democratico, come la livella di Totò. Colpisce tutti, uomini, donne, ricchi e poveri. Sembra che colpisca anche i bambini e questo è grave. Sembra che colpisca pure gli animali e questo mi dispiace. Ma lo stress è talmente democratico che va anche oltre: dalla parrucchiera ho sentito parlare di capelli stressati (forse per i pensieri?), in televisione parlavano di unghie stressate, di piante stressate, e anche di vestiti stressati da rivitalizzare con l’ammorbidente giusto... Mah! Forse ci sono altri verbi per definire una pianta di fiori “stressata”. Le mie piante sul giroscale pù che stressate le me par moribonde… E i vestiti i me par enfizzadi… le maie de lana, enveze, le vedo empetolàe, ma mi adeguerò e dirò che sono stressate. Il cane di casa mia abbaia a tutti noi per farci le feste quando arriviamo, e si nasconde impaurito quando arriva un forestiero. Ah, con en cagn cossì sen propi en de na bot de fèr se ariva i ladri… Comunque il veterinario ha detto che, non si sa per quale motivo, è stressato…. Sarà per colpa dei croccantini… No gh’è pù i cagni de na volta…. Questa è la nostra epoca. Sempre di corsa, sempre a dover fare di più… ed il risultato si vede. Io ho lo stress da telefono e da ricarica. Il telefono è una gran comodità, ma perché non c’è un galateo da rispettare per chi chiama? C’è chi lo fa sempre mentre ti stai mettendo a tavola e si giustifica dicendo “l’è l’unico moment che sò de trovarte” o, peggio, lo fa quando noi mamme/mogli/ cuoche/casalinghe stiamo ultimando la cottura mentre il resto della famiglia è già seduto a tavola in trepidante attesa. Non puoi rispondere mentre stai padellando!!! Ma il marito dice “non è per me, è per te” i figli dicono “sul telefono fisso non mi chiama nessuno, è per te”… Che stress!! E che dire delle ricariche!! C’è sempre qualcosa da ricaricare, dal cellulare “attenzione il tuo credito sta per finire” al dispenser del sapone liquido in bagno “com’èla che no ghè pù da lavarse?!” In casa ci sono fili elettrici che girano dappertutto, prese multiple della luce in cui sono collegati computer, stampante, televisori, lettori DVD, giochi per bambini, lampade alogene, frullatori, bimby, oltre ai vari deodoranti per ambiente. E ai caricabatteria!!! A questi vanno collegati i tablet e i cellulari dei vari componenti della famiglia, così pieni di funzioni che sono sempre scarichi. Io ho anche lo stress da ricerca, perché normalmente sposto il telefonino dalla borsetta al mobile dell’entrata, al tavolo del soggiorno, alla tasca della giacca, e al momento di uscire di casa non so mai dove sia... Succede a tutte noi donne. E quindi per ritrovarlo chiediamo a un famigliare (che ci guarda mentre rovistiamo affannate di qua e di là già pronte per uscire 22

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di telefonarci! Oppure lo facciamo noi stesse: dal fisso al cellulare! Tendiamo l’orecchio per individuare dove si nasconde il maledetto, e quando lo sentiamo squillare abbiamo capito che è nella borsetta che abbiamo in mano. A questo punto comincia la ricerca delle chiavi di casa... Beati i tempi dei miei nonni. Loro non erano pieni di stress. Erano pieni di strac. E stavano bene anche senza tutti sti cellulari da ricaricare… Vogliatevi bene!

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Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher, Gennj Springhetti Hanno collaborato a questo numero: Paolo Chiesa, Silvia Conotter, Loredana Cont, Antonia Dalpiaz, Lara Deflorian, Stefania D’Elia, Fabio De Santi, Fiorenzo Degasperi, Renzo Francescotti, Flora Graiff, Gianfranco Gramola, Francesca Mazzalai, Astrid Mazzola, Maurizio Panizza, Silvia Tarter, Nicola Tomasi, Tiziana Tomasini

SOMMARIO NOVEMBRE2015 Ring

6 COMMENTI 16 IL DIALETTO INFORMA 20 DA DONNA A DONNA

Attualità 24

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Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. TRENTO Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 studiotn@trentinomese.it Direzione pubblicità: Rosario Genovese BOLZANO Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 Fax 0471.930743 bazarbz@bazar.it Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Alcione Trento Registrazione Tribunale di Trento n. 536 4 aprile 1987

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(un anno, 12 numeri a Euro 20,00) BOLLETTINO POSTALE c/c N. 11492386 Curcu & Genovese Associati TM Via Ghiaie, 15 38122 TRENTO BONIFICO BANCARIO CASSA RURALE DI TRENTO IBAN IT15 E083 0401 8040 0000 3080 485 CARTA DI CREDITO Telefonando allo 0461.362122 DIRETTAMENTE PRESSO L’UFFICIO ABBONAMENTI Via Ghiaie 15 Trento Tel. 0461.362107 ufficioabbonamenti@trentinomese.it I Suoi dati saranno trattati per dar corso al suo abbonamento; il conferimento dei dati è necessario per perseguire la finalità del trattamento; i Suoi dati saranno trattati con modalità manuali, informatiche e/o telematiche e non saranno diffusi. Lei potrà rivolgersi (anche telefonicamente) al Servizio Privacy presso il titolare del trattamento per esercitare i diritti previsti dall’art. 7 del D.lgs 196/03. Titolare del trattamento dei dati è la CURCU & GENOVESE ASSOCIATI S.r.l., Via Ghiaie, 15 – 38122 Trento Tel 0461.362122 AVVISO AI LETTORI La scelta degli appuntamenti è a cura della redazione. La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti delle programmazioni annunciate.

LUIS DURNWALDER

CINA, PROVINCIA DI TRENTO

38 I TRAMONTIN, “NON FERMARSI MAI” 42 SARA TRENTINI 46 OCEÀNE VA ALLO “ZECCHINO D’ORO”

Progetto grafico: Fabio Monauni Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170

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IL LEGIONARIO CON LA CHITARRA

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IL SOGNO DI ISIDORO 2 IL TRENTINO DI MICHEL DE MONTAIGNE SILVIA MARCHETTI NOVITÀ SULLE PISTE TRENTINE SPECIALE DISTILLERIE

Panorama 78 85 86 91 92 95 96 98 99 100

IL GIOCO DEGLI SPECCHI MONTE BONDONE NATALE IN TRENTINO I PANPERS LES CHICOC MAMBO STAGIONE DELLA “HAYDN” COLAPESCE E BOMBINO PARLIAMO DI STORIA STAGIONE PORTLAND LEZIONI DI STORIA PARTE SECONDA

Giorno per giorno

102 MOSTRE 106 APPUNTAMENTI DEL MESE

Scoop&news 116 121 122 123 124 125

I MATRIMONI DEL MESE DOLOMITI GOLF CUP SOROPTIMISTE A ROMA SIMBOLI DELLA COMUNITÀ TRENTINA CANTINE FERRARI ED EXPO CIOCCOLATO CISA

Rubriche

126 LIBRI E LIBRERIE 128 VOLTI NELLA STORIA 130 LA VIGNETTA info@trentinomese.it www.trentinomese.it

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trentinoincontri di Pino Loperfido e Paolo Curcu

UN CAFFÈ A CASA DI...

LUIS DURNWALDER: IL “RIPOSO” DEL GUERRIERO LA PAROLA “RIPOSO”, PERÒ, ABBIAMO PENSATO DI VIRGOLETTARLA PERCHÉ ASSOCIATA ALLA FIGURA DI LUIS DURNWALDER È PRATICAMENTE UN OSSIMORO. RICEVE TANTISSIME LETTERE TUTTI I GIORNI. “LA GENTE – DICE – SI RIVOLGE A ME COME SE FOSSI ANCORA IL GOVERNATORE“. SIAMO ANDATI A TROVARLO NELLA SUA CASA DI CIRLANO (BZ). CI HA DATO QUALCHE CONSIGLIO PER UGO ROSSI E PER IL TRENTINO, PRIMA DI LANCIARE UNA FRECCIATINA AL SUO SUCCESSORE, ARNO KOMPATSCHER

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trentinoincontri Si ringrazia Paolo Ferrari per la collaborazione

IL POLITICO? NON LO RIFAREI... Il libro che sta leggendo? L’edizione tedesca del libro di Manfred Spitzer, “Demenza Digitale”, sui pericoli delle nuove tecnologie. Il piatto preferito? Non amo i pranzi e le cene dove stai tra il parroco e il Sindaco... Amo i piatti tradizionali (a parte i canederli), il Kaiserschmarrn. Ma mi piace anche la pasta (uno dei vantaggi della cultura italiana è che è diventata tradizionale...) Il film del cuore? Guardo film e documentari praticamente tutti i giorni, anche a tarda sera. Ieri, ad esempio, ne ho visto uno sulla riunificazione della Germania. Amo molto anche il tema scientifico, del tipo “Come è nato l’universo“. E i film sulle sciagure (ad es. “Titanic“). Cantante, compositore o gruppo preferito? Dipende molto dall’umore del momento. Alcune volte ascolto i valzer di Strauss, le bande musicali, Bach e Verdi, ecc. La cosa che le fa più paura? Ammalarmi e diventare un peso per gli altri; vorrei poter continuare ad aiutare gli altri. Il sogno ricorrente? Adesso quando sogno è come fossi ancora in politica. Lavoro alle problematiche della Provincia. Ad esempio l’altra notte riflettevo su un problema connesso alla realizzazione del tunnel del Brennero..... Se non avesse fatto quello che ha fatto, cosa avrebbe voluto fare? Ho fatto questa scelta e sono contento di aver avuto tutte queste occasioni. Credo di aver occupato bene il mio tempo, ma... non lo rifarei. Non studierei più agronomia, ma economia e commercio. E farei il libero professionista. Così finalmente non dovrei più giustificare lo stipendio, la pensione, ecc..

Luis Durnwalder ci accoglie nella sua casa

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l ristorante di Cirlano, frazione di Naturno (Bz), chiediamo qualche dritta per raggiungere la casa di Luis Durnwalder, ma nessuno pare disposto a svelarne le coordinate così al primo venuto anzi, qualcuno fa finta di non averlo mai sentito nominare. Vabbè. Sai com’è? Si vede che “giornalista” fa rima con “terrorista”, e di questi tempi non si sa mai… Alla fine ci arriviamo comunque a questa casa e tralaltro non della fattura che ci saremmo aspettati: in classico stile sudtirolese, con i balconi che sembrano fatti con le mollette e gli stuzzicadenti. L’abitazione, che l’ex Landeshauptmann divide con la sua compagna Angelika e la piccola Greta, è ultra moderna. Abbastanza inusuale e spiazzante considerata la latitudine. Ma tant’è. Col senno di poi, riflette di certo alcuni aspetti del carattere del Nostro: originalità, eclettismo, sicurezza, forza e chi più ne ha più ne metta. Fatto sta che vederlo così, in maniche di camicia, affacciarsi dalla porta di casa tutto sembra tranne che un pensionato tutto pantofole e tv. Il physique du role dell’uomo intraprendente e capace, di colui che sa coniugare nella giusta misura quota ideale e realismo si è impossessato per sempre della sua fisiognomica. Un “Caffè a casa di…” particolare, quello di questo mese. Non solo perché abbiamo varcato i confini della provincia trentina, ma soprattutto perché era da

diverso tempo che inseguivamo il personaggio. Settantaquattro anni di cui quaranta passati in giunta regionale e provinciale, senza contare i cinque anni da Sindaco di Falzes. Stiamo parlando dell’uomo che, quinto di undici figli, da uno sperduto maso di Falzes è arrivato a raccogliere la difficilissima eredità lasciata da Silvius Magnago; l’uomo che nel 1989 cominciò la sua avventura politica da Presidente della Provincia facendo la famosa (e spiazzante, appunto) dichiarazione: “Sarò il presidente di tutti gli altoatesini.” Colui che tra le sue pri-

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trentinoincontri

Due passi in giardino, a rimirar le piante e la vasca con i pesci giapponesi

me uscite da Presidente, mentre molti paventano rivoluzioni pangermaniste, va a visitare una scuola superiore di lingua italiana. Stiamo parlando dell’uomo che per la prima volta mette attorno allo stesso tavolo il presidente della Repubblica italiana, Napolitano, e quello della Repubblica austriaca, Fischer. Comunque eccolo il caffè sul tavolo, servito dalla gentilissima Angelika Pircher, la donna che ha dato a Luis la gioia di una nuova figlia femmina (con l’ex moglie, Gerda Furlan, ne ha avuti altri due, Hannes Hann e Sigrid, scomparsa a soli 28 anni). La piccola Greta ha da poco cominciato la prima elementare e ci osserva curiosa, muovendosi come un piccolo folletto

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da un angolo all’altro del grande tavolo; alla parete, una piccola esposizione personale dei suoi bellissimi disegni. Ma accendiamo i microfoni per l’intervista che si va a incominciare... “L’AUTONOMIA SPECIALE AL TRENTINO? VI È STATA REGALATA!” Come dicevamo, nel 1989, Luis Durnwalder diventa Presidente della Provincia autonoma di Bolzano, raccogliendo un testimone molto importante, quello di Silvius Magnago... Probabilmente non immagina quanto lontano lo porterà quell’avventura, in che modo riuscirà a modellare la specialità altoatesina fino a farne diventare un modello studiato da tutto il mondo (mentre scriviamo è in partenza per il Sudafrica dove è stato invitato in qualità di ambasciatore dell’Autonomia speciale). “Magnago ci ha portato l’Autonomia, è vero, ma solo come elenco di competenze che andavano trasformate, nel senso che a quel punto dovevano dare vantaggi completi alla collettività”. Luis e i suoi pensano subito ad un’Autonomia di tipo dinamico, diversa da quella più rigida intesa fino ad allora. Ad esempio riguardo alla scelta – caldeggiata da Bruno Kessler – di aprire un’Università a Bolzano. “L’università veniva vista come un nemico, un possibile elemento di assimilazione. Negli anni Settanta,

LE ONORIFICENZE • Cavaliere dell’Ordine al merito bavarese - Monaco di Baviera, 1984 • Gran Decorazione d’Onore in Oro con Fascia dell’Ordine al Merito della Repubblica Austriaca - Vienna, 1995 • Gran Croce al Merito dell’Ordine al Merito di Germania - Berlino, 2000 • Cavaliere di Gran croce pro merito melitensi - Roma, 2005

Magnago era stato contrario. Sono stato io negli anni Novanta a chiedere la competenza, assieme anche a quella delle strade, dell’energia… A chiudere finalmente la vertenza cominciata con il Los von Trient di Castel Firmiano”. Il fatto è che ci si accorge da subito che la realtà è più veloce di quanto si sarebbe potuto immaginare. Sorride Durnwalder: “Pensate alla banda larga. Allora andavi in certi masi a parlarne e ti guardavano male… Oggi tutti ce l’hanno”. Conservare, ampliare e soprattutto aggiornare ai fabbisogni della gente l’Autonomia raccolta in eredità: questo il compito che si è dato in quei primi anni. “Tutto quello che poteva servirci per sopravvivere come minoranza, noi dovevamo chiederlo.”


trentinoincontri E poi si doveva evitare l’esodo dalla montagna, non dovevamo rifare gli stessi errori che avevano fatto sugli Appennini, sui Pirenei, ecc. “E il Trentino?”, domandiamo infingardi. Il Trentino l’ha persa un pochino questa battaglia? “Sì, potete capire anche la differenza. Se un trentino va in Veneto non corre il pericolo di essere assimilato: anche lì si parla italiano. Noi sudtirolesi siamo attaccati a questa terra e dobbiamo fare di tutto affinché possa continuare a vivere così com’è”. Così si lavora ad uno sviluppo culturale che non si limita ai grandi centri, ma si dirama un po’ ovunque in Alto Adige. L’autonomia – secondo Durnwalder – non è stata concessa all’Alto Adige perché gli altoatesini sono più bravi o hanno un reddito medio più alto, ma per un motivo fortemente identitario. E il Trentino, invece? “Beh, al Trentino è stata regalata… È rimasta lì dopo lo scioglimento della Regione… Siamo contenti, sia chiaro: in due siamo molto più forti. Perlomeno i trentini possono parlare contro il gruppo italiano, noi dobbiamo stare sempre attenti ai toni da usare per non offendere nessuno…” Per Durnwalder l’Alto Adige dovrebbe essere un esempio per l’Italia, un gioiello di convivenza delle diversità che dovrebbe essere apprezzata. Oggi lo si capisce per fortuna, ma quando in passato cercava di trovare un equilibrio tra le parti le cose non erano così semplici… “Voi non avete idea di quante battaglie ho dovuto affrontare”, dice Luis afferrando la zuccheriera.

Luis assieme ad Angelika e alla piccola Greta

I GIORNALISTI DI MALOSSINI, I LITIGI CON ANDREOTTI E QUELLO “SCIENZIATO” DI DELLAI Cade lo zucchero e il padrone di casa chiede aiuto. Arriva Angelika in soccor-

so: “Non ho bisogno che mi diciate chi è stato. Ho già capito”. Per ventiquattro anni c’è stato un solo Governatore in Alto Adige. Sulla poltrona trentina, invece, se ne sono avvicendati ben quattro: Malossini, Bazzanella, Andreotti e Dellai. Quando Durnwalder inizia la sua avventura politica è il 1989, il Muro di Berlino si sbriciola, ma altri muri sono ancora in

piedi e l’eco del Los von Trient era ancora udibile… “Quando sono andato la prima volta da Malossini, mi ricordo che mi colpì il numero dei giornalisti presenti; pensai che stesse arrivando il Segretario generale dell’Onu… Lo dissi a Magnago e lui si arrabbiò moltissimo: Non capisco, quando andavo io a Trento non c’era nemmeno un giornalista”. Fin dall’inizio appare chiaro che Trentino

“Ma come – mi diceva Magnago – Malossini ha tutti quei giornalisti e noi nemmeno uno?!”

“Con Andreotti abbiamo litigato parecchio. Forse perché tra amici si litiga di più...”

“Io ho la voce molto più alta di Lorenzo Dellai e lui è più timido, ma più «scienziato» di me.”

IPSE DIXIT 29

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trentinoincontri

Cacciatore di vecchia data, Durnwalder mostra orgoglioso fucili e trofei

e Alto Adige sono “condannati” ad una fattiva collaborazione per salvaguardare le rispettive Autonomie speciali… “Con Malossini mi sono trovato molto bene. È partito anche da lui un certo processo di cambiamento. Con Andreotti, invece, abbiamo litigato parecchio. Forse perché tra amici si litiga di più, perché non ci si nasconde nulla. Dellai – non esagero – era come un fratello. All’inizio era un po’ timido, non aveva esperienza... Mi ricordo il nostro primo incontro pubblico all’Hotel Trento: io avevo già una certa esperienza e poi ho la voce molto alta, lui è più… scienziato. Se lo ricorda ancora, Durnwalder, l’evento del 5 settembre 2008, la presentazione del libro di Lorenzo Dellai “Il mio Trentino” (Curcu & Genovese). Assieme ai due, anche l’allora Governatore del Veneto, Gianfranco Galan. Azzardiamo una frecciatina: Presidente, ci pare che dei tre lei è quello che sta meglio oggi… “Lui mi attaccava sempre – evita divertito la risposta –, in ogni occasione. È venuto anche a pescare con me… E poi pubblicamente ha dichiarato che pure di pesca io non capisco molto… Parlava per invidia, perché pur avendo le disponibilità finanziarie non aveva mai avuto il coraggio di fare un programma preciso e chiaro. Gli investimenti li ha fatti a Padova, Verona, Venezia e non nelle Valli… Per forza i contadini sono scappati. Molti ricordano l’accusa che ci rivolgeva, di dare contributi perfino per i fiori dei balconi dei masi. Eppure anche lui avrebbe potuto farlo”. 30

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Ci ritorna spesso a questo argomento del paesaggio, Durnwalder. È convinto che non si tratti solo di salvaguardare il lavoro agricolo, ma di far sopravvivere un paesaggio sano, pulito come importante base per il turismo. “Il 74% dei contadini altoatesini ha un secondo reddito. La Provincia li aiuta in ciò favorendo la dislocazione delle piccole aziende proprio nelle Valli”. ALPINI A TRENTO NEL 2018? L’OCCASIONE PER FAR VEDERE A TUTTI COS’È IL TRENTINO VERO Uno dei punti cardine del programma di Luis Durnwalder è sempre stato la

Mentre mostra i disegni della piccola Greta

pacificazione tra i gruppi etnici. In Trentino in questi ultimi tempi ci sono alcuni “litigi”, soprattutto a livello politico, ma non solo. Pensiamo al vespaio di commenti critici che sta suscitando l’ipotesi di adunata degli Alpini nel 2018 a Trento. Nel 2012, Durnwalder andò controcorrente, ottenendo – tra mille proteste – l’Adunata nazionale degli alpini nel 2012 a Bolzano. E fu un clamoroso successo. Cosa consiglierebbe al suo collega Ugo Rossi? “Io dico che non bisogna sempre guardare solo l’ombra, il negativo. Per molto tempo noi abbiamo avuto tensioni, ma anche una certa paura di uscire dal guscio, come le lumache. L’Autonomia ci garantisce dei mezzi che tutelano la nostra sopravvivenza etnica. E poi abbiamo fiducia in noi stessi e guardiamo sempre oltre. È anche per questo che stiamo lavorando sul progetto Euregio, una collaborazione che va oltre i confini di questa regione aperta con la quale vorremmo presentarci a Bruxelles. Non si può avere sempre paura di perdere l’identità, bensì essere orgogliosi di farla conoscere al di fuori. L’Adunata del 2012 ha consegnato all’Alto Adige un’immagine di apertura, europea. Proprio tu – direi a Rossi – che non corri pericoli di assimilazione, che parli la lingua più dantesca di tante regioni del sud... Un’adunata potrebbe essere l’occasione per far vedere a tutti cos’è il Trentino vero: prodotti agricoli, industriali, artigianali… Insomma. È una grande chance. Non guardiamo sempre solo i possibili pericoli…


trentinoincontri

IPSE DIXIT

“L’adunata del 2018 a Trento sarebbe una grande chance per tutto il Trentino”

“Gli Schützen? Con la paura e con gli steccati non si risolvono i problemi, anzi.”

“Un’osteria lo stand altoatesino? Se avessimo solo il mangiare e il bere da offrire sarebbe troppo poco...”

Nel 2012, durante l’adunata a Bolzano, andavo in ufficio e per le strade vedevo gli alpini bere e cantare in allegria assieme ai contadini sudtirolesi con il grembiule. La diversità veniva vista da tutti come un valore”. E con gli Schützen come la mettiamo? “Anche gli Schützen sono un po’ divisi. Con la paura e con gli steccati non risolvi il problema, anzi. Siamo in Europa e dobbiamo essere fieri della nostra storia e della nostra cultura. Gli Schützen dovrebbero impegnarsi per la pace e la convivenza più che per la divisione senza perdere la loro identità e farla conoscere agli altri. Se non conosco l’altro non posso nemmeno dialogare con lui. In passato, Durnwalder ha avuto contrasti con una parte degli Schützen quando si trattò di introdurre l’Italiano nelle prime classi. “La lingua dovrebbe essere un mezzo di dialogo, di standard di vita: se non posso parlare col mio vicino perché non lo capisco come posso convivere con lui?”

l’Autonomia è sempre quella del 1945. Il Pacchetto non fu altro che l’attuazione di quella. L’Autonomia in realtà non volevano darla al Trentino, ma sarebbe servita all’Alto Adige per risolvere il problema delle minoranze. “In ogni caso, i confini vanno cancellati nei cuori e nei cervelli prima che politicamente. E con questa Europa, secondo me, si può lavorare bene in tal senso”.

coordinamento tra gli operatori, le Apt sono in crisi, persiste una distruttiva strategia al ribasso da parte delle strutture per attrarre turisti. Cosa può insegnare l’esempio dell’Alto Adige? “In Trentino ci sono posti meravigliosi, pensiamo al Garda, alla Valle di Fassa, a Campiglio, ecc. che puntano sulla qualità turistica, come noi altoatesini. Poi ci sono altre zone in cui, come dire, si guarda di più alle seconde case, si punta ai gruppi più che al turista singolo.” Beh, in effetti, inserire nelle statistiche i proprietari delle seconde case non ci pare un metodo proprio correttissimo. Metodo che crea problemi anche in tema di pianificazione dei servizi, un costo inutile e gravoso per molti Comuni.

I CONFINI VANNO CANCELLATI NEI CUORI E NEI CERVELLI PRIMA CHE POLITICAMENTE Un accenno – uno soltanto – all’imminente anno battistiano. Ma per parlare di Cesare Battisti e della sue affermazioni in merito al confine di Salorno. Luis Durnwalder, però, decide di togliersi subito un sassolino dalla scarpa citando un altro importantissimo statista trentino... “Alcide Degasperi è stato un bravissimo politico, ma è tutt’altro che santo. Si fosse fissato il confine a Salorno – come auspicato dal geografo Cesare Battisti – molte cose sarebbero andate diversamente. Le cose stanno così... Noi non abbiamo mai chiesto di spostare i confini, ma che quanto promesso venisse mantenuto”. L’ex Landeshauptmann ci ricorda che

STAND-OSTERIA A EXPO 2015: “SE SERVE A PROMUOVERE, BEN VENGA PURE L’OSTERIA” Parliamo un po’ di turismo, adesso. In Trentino è stata da poco introdotta – tra le ultime province in Italia a farlo – la tassa di soggiorno. Si lamenta però poco


trentinoincontri “Se le strutture non vengono usate cadono in rovina. Occorre tenere vivo il tessuto sociale. In Alto Adige abbiamo 3400 associazioni per 116 comuni: una media di trenta associazioni a comune. Abbiamo il doppio dei Vigili del Fuoco del Trentino. Le Comunità sono più vive, soprattutto nelle vallate più lontane. La collaborazione tra agricoltura e turismo è fondamentale”. Presidente, è già stato all’Expo? “No, pensavo di andarci in questi giorni, ma c’è troppo affollamento...” Bene. In ogni caso avrà sentito delle polemiche legate allo stand del Trentino. All’Expo 2015, lo stand dell’Alto Adige è costato la metà per un periodo doppio. Risultato? È stato molto più visitato. Pare che per l’Assessore Dallapiccola il vostro sembrava più un’osteria che uno stand. “Se la cosa serve a promuovere i propri prodotti tipici ben venga anche un’osteria; tuttavia sapiamo bene che se avessimo solo il mangiare e il bere da offrire sarebbe troppo poco. Io all’Expo non ci sono ancora stato e non posso giudicarlo, ma normalmente noi facciamo un gran bel lavoro nella promozione”. Trentino e Alto Adige sono fratelli-rivali anche su un altro campo: quello del mercato enologico...

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“Small is beautiful. Pensi che nel 1967, quando ero direttore dell’Unione Contadini, la superficie vitata dell’Alto Adige era la stessa di oggi: 5300 ettari. Allora però producevamo 720mila ettolitri di vino, oggi ne facciamo 340mila. Abbiamo capito che il meno può essere di più. Senza criticare nessuno, posso affermare con tranquillità che i nostri vini, specialmente i bianchi, hanno superato quelli trentini. Se abbiamo preso 37 tre-bicchieri non sarà solo perché parliamo un’altra lingua…” “LA VALDASTICO? IO HO DETTO DI NO. SONO FELICE DI LASCIARE IL PROBLEMA AI TRENTINI” Angelika ci porta degli squisiti pasticcini a cui proprio non riusciamo a dire di no. Se il palato si addolcisce, lo stesso non si può dire dei temi affrontati durante la nostra conversazione. Altro “amaro” tema d’attualità: la Valdastico. Presidente, per qualcuno la Valdastico è la merce di scambio per mettere le mani sulla proroga della concessione dell’A22 evitando così il bando di gara. Lei cosa ne pensa? “Secondo me non è così. È solo una questione di politica. Intanto diciamo subito che noi non vogliamo la terza corsia, ma la possibilità di

trasformare la corsia d’emergenza in terza corsia in caso di traffico eccezionale o di incidenti ecc. Roma farebbe bene a darci la concessione, anche pensando al tunnel di base del Brennero e delle tratte d’accesso. Se non siamo noi a mettere a disposizione questi progetti e a realizzarli, quale altra azienda privata ha i mezzi per farlo? Insomma, un accordo prima o poi lo si troverà. Ma la Valdastico non c’entra nulla… Sono felice di lasciare il problema ai trentini. Io ho detto di no da subito. Anche perché, a ben guardare, per noi non cambia nulla a livello di traffico”.


trentinoincontri

I NUMERI DI LUIS DURNWALDER

25

anni di Governo

375 viaggi all’estero 548.197 preferenze

400

sedute del Consiglio

150 caserme dei vigili del fuoco inaugurate

3.900 giorni di udienza agli

Il giovane Durnwalder impegnato in una partita a carte

PROGETTO “LIFE URSUS”, ORSI E LUPI: “L’AMBIENTE NON È PIÙ QUELLO DI CENTO ANNI FA...” È risaputa la grande passione di Luis Durnwalder per la caccia. La sua collezione di trofei è di tutto rispetto. Gli chiediamo se non teme le ire degli animalisti... Lui non fa una piega. Ci dice che la caccia serve a regolare gli equilibri della Natura. “Avete idea di cosa succederebbe se gli animali predatori si dimenticassero di essere predatori?” Parlando di animali, facile allora che si arrivi a parlare del progetto Life Ursus, mirato al ripopolamento ursino del Trentino. Ugo Rossi si è detto pronto a rivedere il progetto. La prima risposta

è lapidaria. Un raro mix di pragmatismo nordico, di spontaneità partenopea e di filosofia dell’ovvio alla Catalano: “Se Trento non avesse mai iniziato il progetto oggi non avrebbe il problema. Adesso abbiamo tutti i problemi e le grane. Io sono cacciatore, ma non caccerei mai un orso, però dico che questi animali, anche il lupo, oggi non trovano più l’ambiente di cento anni fa. Allora non avevamo tredici milioni di turisti, le strade forestali accessibili, per le malghe e per i masi. Anche la popolazione era inferiore. Allora c’erano zone boschive, migliaia di ettari senza la presenza dell’uomo”. E poi per i trentini di città magari è facile vantarsi ed essere orgogliosi di stare in una regione dove “vivono” ancora gli orsi. Ma per chi abita nelle valli periferiche, per il contadino, per il turista che va a funghi e si trova davanti un plantigrado... diciamo che non è il massimo. “Dico francamente che in Alto Adige non abbiamo l’ambiente adatto per gli orsi. Il Trentino dovrebbe trovare il coraggio di fare marcia indietro.”

INDUSTRIE CHE VANNO E CHE VENGONO. “DA VOI I SINDACATI HANNO TROPPO POTERE” Uno degli episodi politicamente più importanti per la pace sociale e etnica verificatisi durante il lunghissimo Governo di Durnwalder è stato il famoso “salvataggio” delle Acciaierie. Nel 1995 la Giunta provinciale acquista per 63 miliardi di lire i 19 ettari di terreno e capannoni delle Acciaierie Falck in zona industriale a Bolzano e poi li affitta alle Acciaierie Valbruna, che proseguono l’attività. Le condizioni, poste da Durnwalder alle Acciaierie, furono riassunzione di tutti i dipendenti e soluzione dell’impatto ambientale. Salvato il lavoro di 650 persone, quasi tutti italiani, e le loro famiglie. Durnwalder va a Bruxelles e ottiene il via libera della Commissione europea che aveva dubbi e parlava di salvataggio antieconomico. Perché in Trentino si ha difficoltà a fare salvataggi simili a questo? Pensiamo alla Whirlpool, alla Subaru, ecc. “Cominciamo con dire che in Trentino le aziende sono un po’ più grandi delle no-

Alcide Degasperi è stato un bravissimo politico, ma è tutt’altro che santo...

Progetto “Life Ursus”: Il Trentino dovrebbe trovare il coraggio di fare marcia indietro.

Kompatscher? Non sono ancora stato una volta nel suo ufficio… Io non vado a cercarlo, lui non mi cerca.

altoatesini fin dalle prime ore del mattino.

9.075 giorni Presidente 3.200 discorsi

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trentinoincontri stre. Ma al di là di ciò, ritengo che il ruolo dei sindacati sia decisivo. Da voi hanno troppo potere. Gli operai altoatesini – diciamo così – non sono molto avezzi agli scioperi. Rispetto agli omologhi trentini tengono rapporti diversi e più diretti con le proprietà. Come ho già detto, le grandi aziende vengono dislocate e spesso trasformate in aziende piccole e medie con imprenditori locali”. Già. Lo sa bene il Nostro che le società estere, le multinazionali, rimangono solo fino a quando le cose vanno bene... Ma ci sarà qualcosa che funziona meglio in Trentino... “Sì, una cosa c’è. Una cosa che invidio al Trentino è l’investimento in ricerca e innovazione, cominciato con molta lungimiranza, molto ma molto prima dell’Alto Adige.” Tasto dolente, per il Trentino, l’agricoltura che rispetto al Sudtirolo ha molte più difficoltà. La produzione trentina è circa la metà di quela altoatesina: molto alta anche la disoccupazione”. EUREGIO: “I CONFINI PRESTO O TARDI DOVRANNO CESSARE DI ESSERE POLITICI” Il 20 settembre scorso, si è tenuta ad Hall in Tirolo la prima festa dell’Euregio, dal mese scorso presieduto dal nostro Ugo Rossi. Luis Durnwalder è stato il primo Presidente nella storia di questo progetto transfrontaliero... “L’Europa parla di macroregioni. Certo l’Euregio non lo è ancora, ma vi è una

buona collaborazione transfrontaliera. Sono accordi tra zone di confine. Perché la verità è che i confini presto o tardi dovranno cessare di essere politici, laddove non corrispondono ad altrettanti confini culturali e antropologici”. Durnwalder ci fa l’esempio dei due versanti della stessa montagna: spesso, popoli, costumi e necessità sono le stesse. Pensiamo alla Valle d’Aosta, a certe zone del Friuli, allo stesso Tirolo. “Molti auspicano che l’Euregio diventi prima o poi uno stato sovrano. Io dico che invece dovrebbe garantire nel tempo un passaggio morbido da uno Stato all’altro”. Alla festa di cui sopra, il Presidente entrante, Ugo Rossi, ha evidenziato l’importanza del piano di trilinguismo av-

viato in Trentino attraverso lo sviluppo del quale si mira a vincere le sfide lanciate dalla globalizzazione... verrebbe da dire che in Trentino non abbiamo ancora imparato il tedesco, ma abbiamo deciso che dobbiamo imparare pure l’inglese... “Prima vi siete rifiutati di imparare il tedesco… A parte gli scherzi, a Bolzano, anche il gruppo linguistico italiano ha finalmente capito che imparare il tedesco è importante, anche per trovare un posto di lavoro. Il problema arriva dall’altro fronte… Ci sono molti politici che dicono che non ne vale la pena, tanto prima o poi arriverà un’autodeterminazione del popolo sudtirolese. Per chi non parla il tedesco, in certe zone dell’Euregio, vi sono ancora delle disparità incredibili, specie in termini di

CHI È ALOIS (LUIS) DURNWALDER

N

asce a Falzes, il 23 settembre 1941. Quinto di undici fratelli, cresce in una famiglia di contadini di montagna pusteresi, domiciliata a Falzes, frazione Hofern. Ha studiato agraria a Vienna e Firenze e giurisprudenza a Vienna ed Innsbruck. Ha insegnato per alcuni anni, per poi diventare presidente del “Südtiroler Bauernbund” (associazione degli agricoltori sudtirolesi). Entra in politica e viene eletto sindaco del suo paese natale (dal 1969 al 1973); nel 1973 diventa consigliere provinciale e vicepresidente del Consiglio dal 1976 al 1978. Per dieci anni è assessore provinciale e dal 17 marzo 1989 è presidente della giunta provinciale (Landeshauptmann) della Provincia autonoma di Bolzano, carica alla quale è stato riconfermato a larga maggioranza per quattro volte consecutive. Sebbene non abbia un ruolo operativo all’interno del partito, è considerato il leader della Südtiroler Volkspartei (il partito più importante dell’Alto Adige). Dal 2004 al 2006, con l’introduzione della formula a rotazione, è stato anche presidente della Regione Trentino-Alto Adige. A metà legislatura Durnwalder è stato sostituito dal

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suo collega trentino Lorenzo Dellai, assumendo la vicepresidenza della Regione, cosa che è avvenuta anche nella legislatura successiva. Rieletto Presidente della Provincia nel turno elettorale del 2008 (elezioni del 26 ottobre) con il sistema proporzionale che vige in Alto Adige, ha guidato una Giunta formata dalla SVP (che, da sola, possiede la maggioranza assoluta dei consensi) insieme al PD. Ha quindi riassunto la presidenza della regione il 17 febbraio 2009. Nell’agosto 2011 ha annunciato di non volersi ricandidare per un quinto mandato presidenziale. Il 14 giugno 2011 ha assunto la carica di presidente di turno del GECT Tirolo-Alto Adige-Trentino, ruolo a mandato biennale che ricopre in alternanza con i presidenti di Trentino e Tirolo. Il suo mandato è scaduto il 10 ottobre 2013, e suo successore è stato nominato il Capitano del Land Tirol Günther Platter. In seguito alle elezioni del 28 ottobre 2013, alle quali Durnwalder non si è ricandidato, gli succede alla presidenza della provincia Arno Kompatscher, sempre della SVP.


trentinoincontri Sono rimasti unici i suoi rapporti diretti con la popolazione (le udienze a Palazzo Widmann alle 6 del mattino, gli appuntamenti pubblici a cui presenziava ogni fine settimana nei Comuni) e quelli con i giornalisti di Alto Adige, Trentino e Tirolo (nella foto, l’appuntamento estivo nella sua casa di Falzes per conferenza stampa e pranzo in giardino).

Durnwalder ha una grande ammirazione per il Dalai Lama. È forse la personalità internazionale che ammira di più. Qui nell’agosto del 2005 mentre lo riceve a Palazzo Widmann

agevolazioni, ad esempio in Austria. E poi – adesso Durnwalder sorride, segno che sta per regalarci una delle sue battute – mi ricordo quanti problemi ho dovuto superare per poter consegnare l’onorificenza del Tirolo al mio amico Lorenzo Dellai che non parla una parola di tedesco”. “MATTEO RENZI? CON IL TEMPO HO IMPARATO AD APPREZZARE IL SUO CORAGGIO” E di Renzi cosa ne pensa? Qualche tempo fa avevamo letto giudizi molto duri su di lui da parte dell’ex Landeshauptmann. “L’Italia vuole centralizzare tutto. Questo è l’orientamento di base della riforma costituzionale. E davanti alla riforma del nostro Statuto non ho buone sensazioni. Sono molto deluso da Renzi. Pensavo che portasse una nuova ripresa federalistica. Il suo intento, di abolire le province e di dare più autonomia economica ai Comuni non è male, ma l’orientamento di base è purtroppo di nuovo il centralismo”. Oggi il giudizio appare molto meno netto. Anzi, vi sono alcuni segnali di apprezzamento... “Il Pacchetto va bene così. Io eviterei di aprire il paziente ed esporlo al rischio di infezioni... Possiamo certamente aggiornare alcune parti, perché sono superate e tecnicamente non hanno più nessuna valenza, però prima troviamo un accordo generale in fase preliminare. Non procediamo caso per caso, fomentando dubbi

e incertezze. Dobbiamo stare molto attenti. D’altra parte in Parlamento siamo sette gatti (nel prossimo saremo cinque…), se si comincia a discutere, in un clima di invidia. Tanti potrebbero cominciare a dire: Come mai a loro sì e a noi no?” Ma che voto si sente di dare a Renzi e al suo Governo? “Sì, lo ammetto: all’inizio ero molto scettico. Lo ritenevo un chiacchierone. Con il tempo ho imparato ad apprezzare il suo coraggio di affrontare temi anche molto caldi. Ritengo che lui abbia l’energia e la volontà di proseguire. In una direzione che parrebbe quella giusta. Lo osservo con un certo rispetto. “LA GENTE OGGI MI CONSIDERA COME SE FOSSI ANCORA LÌ…” Sul fatto che Durnwalder sia un grande tifoso della Juventus dobbiamo scoprire che si tratta di una verità a metà? “Tifo Juve solo perché vengono in Val Pusteria…” ammette candidamente il Nostro infilandosi la giacca. “Come sto? Va bene con questi pantaloni?” Beh, sì, ci pare di sì... Ma dove sta andando, Presidente? “Ho un impegno a Trento, all’Assessorato alla Sanità...” Sì, ci troviamo di fronte ad un pensionato molto, ma molto sui generis che nel giorno dell’addio a Palazzo Widmann ha ricevuto grandi ovazioni: chissà se erano per festeggiarlo o perché erano contenti per il fatto che se ne andasse... “È innegabile che una parte fosse – diciamo così – soddisfatta per

gli spazi che liberavo…” dice toccandosi il ventre prominente. “Ho l’impressione che vi sia qualche politico che ancora oggi non mi vuole molto bene… Dicono che sono stato una specie di dittatore, eppure dal numero di lettere che ricevo (tralatro quasi più dal gruppo linguistico italiano) posso affermare con sicurezza che la gente mi vuole ancora bene. Ancora oggi; il giorno del mio compleanno (il 23 settembre, Ndr) ho ricevuto qualcosa come 236 sms”. Ma cosa le manca di più del fare politica? “Il poter aiutare la gente che oggi mi considera come se fossi ancora lì… Però ahimé non ho più un ufficio, devo rispondere direttamente io a tutti, muovermi… Il più delle volte cerco di limitarmi al consiglio, ma altre volte...” Potrebbe dare loro il numero di Arno Kompatscher, no? Il Presidente fa una faccia strana, come se una punta di amarezza lo pungolasse tutto d’un tratto. Ahi, ahi. Mi sa che abbiamo toccato un tasto delicato. “Pensi che non sono ancora stato una volta nel suo ufficio…” Addirittura… Non è mai venuto nemmeno a chiederle qualche consiglio? “No, mai. Io non vado a cercarlo, lui non mi cerca. Tuttavia, vi dico in anteprima che dopodomani mi ha invitato per una cena riservata”. Ride di gusto, il nostro intervistato, si dà un’ultimissima occhiata nello specchio e ci saluta con molta cortesia, avviandosi verso i suoi nuovi impegni. A Trento. ■ 35

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trentinoincontri Federico Abbasciano e la sua giovane sposa, Yubing Zhi. Vivono e lavorano a Pechino

CINA di Pino Loperfido

PROVINCIA DI TRENTO

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trentinoincontri NON È PIÙ QUEL POSTO TANTO LONTANO E IRRAGGIUNGIBILE. E I SUOI ABITANTI HANNO FINALMENTE SMESSO – AI NOSTRI OCCHI – LE VESTI DELLE MACCHIETTE A CUI CI HANNO FATTO PENSARE CERTI FILM O ALCUNI FUMETTI DI QUALCHE ANNO FA. SECOLI DOPO MARTINO MARTINI E DON GIUSEPPE GRAZIOLI, LA CINA TORNA AD AVVICINARSI PREPOTENTEMENTE A NOI. PER LAVORO, MA ANCHE PER AMORE...

È

merito del web, della stupefacente velocità delle fibre ottiche, ma anche di una rinnovata apertura mentale se oggi la Cina, questo paese-mondo, non è più solo un luogo folkloristico, quasi immaginario posto sul mappamondo. E i cinesi non sono più – ai nostri occhi – quelle macchiette a cui ci hanno fatto pensare certi film o alcuni fumetti di qualche anno fa, uo-

Federico e Yubing con i rispettivi genitori, il giorno delle nozze

mini col codino che mettono la elle al posto della erre e tramano ai danni del mondo occidentale. Roberto Benigni che prende lezioni di cinese ne “Il mostro” pare un invasato colto da un attacco di mal di stomaco. In realtà la Cina e i cinesi oggi sono più vicini che mai. All’Italia e al Trentino. E non ci stiamo riferendo alle antiche storie di Martino Martini (primo, seicentesco, compilatore di una grammatica cinese) e di don Giuseppe Grazioli che trovò proprio in Cina la salvezza per il morente baco da seta trentino... Tanto per dire la prima che ci viene in mente, lo scorso maggio, una delegazione formata da oltre cinquanta tra imprenditori e dirigenti della Provincia cinese del Sichuan ha fatto visita alla nostra provincia. Se son rose fioriranno…

Abbiamo raccolto alcune piccole storie di giovani che hanno fatto il grande salto. Chi ha sposato una collega laggiù, chi la cinese se l’è ritrovata in Trentino e chi andando a lavorare laggiù ha coronato i propri sogni di bambino. E infine, spazio anche ad una storia che riguarda la cultura araba. Insomma, non si deve pensare che si tratti solo di una questione di lavoro o di affari. Perché in alcuni casi c’entra anche il cuore. Vediamo insieme perché. FEDERICO ABBASCIANO E IL RICHIAMO DELL’ORIENTE (E DEL BISNONNO CINESE) Così la prima storia che vi vogliamo raccontare è quella di Federico Abbasciano, brillante e giovane manager trentino di 31 anni, che dopo la maturità al Liceo Prati ha volto lo sguardo ad Oriente. O

Una simpatica immagine di Lihua Ma e Maurizio Napolitano, cinese e trentino, moglie e marito, ma tra loro parlano solo tedesco.... 37

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trentinoincontri meglio, dopo un’estate post-diploma passata a riflettere, si è iscritto alla Ca’ Foscari di Venezia. Una scelta non così casuale come potrebbe apparire di primo acchito. Perché diversamente da quanto si potrebbe pensare, la famiglia di Federico con la Cina ha avuto già dei legami. In particolare, nella genealogia del nostro Abbasciano vi è nientemeno che un bisnonno cinese per parte della mamma, Cristina Jang (cognome sintomatico; il papà è Nicola, noto imprenditore caseario di Trento). E si badi che non si tratta di un bisnonno cinese qualunque, perché costui pare fosse un importante diplomatico cinese a Roma. Insomma, il passato a volte ritorna. E nel caso di Federico torna passando prima per Oxford, dove tra il 2009 e il 2010 svolge un importante master in lingue orientali. Ma della Cina, Federico ha sempre subito il fascino. Questa cultura misteriosa, così lontana, lo attrae, quasi inspiegabilmente. Lo attrae al punto da proiettarlo in quel di Pechino, in un’azienda di consulenza strategica thailandese. Tutto questo nel 2010. Ed è lì che conosce Yubing Zhi, affascinante collega

Lihua Ma nella Nazionale austriaca

Un consiglio per i giovani? Federico non ha dubbi: “Non aver paura di fare un’esperienza all’estero, tenendo ben presente nella mente che non si tratta di un’emigrazione definitiva”. Insomma, aprire i propri orizzonti, scrollarsi di dosso quella maledetta mentalità del “posto fisso per la vita”. Altrimenti si rischia di limitare le proprie opportunità. Opportunità che vanno sempre colte, prima che sia qualcun altro a farlo. Lui l’ha fatto ed ora eccolo qui.

di lavoro che sposa proprio quest’anno. Gli chiediamo come hanno reagito mamma e papà alla sua decisione non solo di trasferirsi in Oriente, ma di sposare anche una ragazza di lì. “Mamma era molto contenta e, dal canto suo, mio padre mi ha sempre appoggiato volentieri nella scelta”. E adesso? Cosa gli manca di più dell’Italia? “È difficile dirlo. Certamente mi ritengo una persona che sa adattarsi alla situazione e la cultura locale mi piace molto. L’unico problema è lo smog… Sì, insomma, mi manca il poter respirare tranquillamente all’aperto, senza nessuna paura…”

LIHUA E MAURIZIO: DUE CUORI NELLA PALLAVOLO (E TRA LORO PARLANO SOLO IN TEDESCO...) Nato nel 1972, Maurizio Napolitano abita a Trento e si occupa di informatica, lavora infatti come ricercatore alla Fondazione Bruno Kessler, ma è da sempre letteralmente “ammalato” di pallavolo. Ha fatto il “Da Vinci” e poi sociologia, frequenta la comunità hacker, bazzica virtualmente i seguaci del dio Linux (noto sistema operativo free). “Quello che ho imparato dalle comunità hacker – dice – è quello che porto sul lavoro, in particolare open data.

MATTIA, DA CALDONAZZO A SHANGHAI: “ECCO COME RACCONTO IL TRENTINO AI CINESI”

D

a piccolo amava i film di cappa e spada cinesi, in particolare “La tigre e il dragone” e “La foresta dei pugnali volanti”. Insomma, questa cultura orientale lo stuzzicava e già da allora sentiva che la piccola Caldonazzo gli andava un po’ stretta. Mattia Peretti, classe 1989, frequenta il liceo linguistico e quindi varca il portone della Ca’ Foscari, in laguna. A mano a mano che passano gli anni, la Cina inizia ad essere qualcosa in più di una strana passione. Al punto che nel 2011, fresco di laurea, confortato dal pieno appoggio di papà Silvano e mamma Sara, mette piede a Pechino. E il primo impatto è abbastanza traumatico. Lì, infatti, trova l’esatto contrario di quello che si era aspettato, ad esempio, corrotto da tanti stereotipi sul tema era arrivato a credere che la Cina fosse abitata solo dai cinesi, ma non era proprio così. Non era così semplice, almeno.

Certo è che la normale italianissima vita di tutti i giorni subisce uno scossone. Ora le distanze sono enormi, l’acqua potabile non è più un’ovvietà, ecc. In compenso i giovani cinesi fanno facilmente amicizia e non stiamo parlando di Facebook. I racconti che Mattia fa di Caldonazzo e delle montagne trentine affascinano i suoi colleghi dagli occhi a mandorla. Nanchino, Pechino, Quingdao, Shanghai, Canton: ovunque Mattia vada, a insegnare italiano o a fare il mediatore d’azienda, tocca con mano quel mondo intravisto nei cartoni animati di gioventù, quando il futuro era solo un’ipotesi e quel paesino della Valsugana lo stringeva, gli faceva mancare un po’ il fiato, lo spingeva a guardare qualche chilometro in più oltre il panorama che la finestra di casa gli concedeva. Solo qualche decina di migliaia di chilometri più a est.

Mattia Peretti. In alto, con i suoi studenti 38

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trentinoincontri

GIULIA INVECE HA SCELTO LA CULTURA ARABA: “BASTA CON I PREGIUDIZI”

È

l’undici settembre del 2001. Giulia Marchesoni vive in quel di Caldonazzo assieme a papà Diego e mamma Germana ed ha solo dieci anni, ma ha già le idee chiare. Scuote il capo di fronte a tutti quegli atti di accusa contro il mondo arabo, alle generalizzazioni selvagge che si nutrono di qualunquismo e di paura. Giulia rifiuta di allinearsi al nutrito fronte del rancore. Non vuole credere che secoli di cultura araba si siano ridotti a due aerei lanciati contro i grattacieli più famosi del mondo. Perché – si domanda con insistenza – tutto quello che viene da quel mondo viene sempre visto con sospetto? Tenuto a distanza? Ecco che passa qualche anno, Giulia si iscrive al Liceo Prati e, influenzata dall’entusiasmo di un’amica, si iscrive ad un primo corso di arabo. Si innamora perdutamente di quelle sonorità e di quella calligrafia pazzesca. Vorrebbe tanto dare anche agli altri la possibilità di apprezzare quella cultura, di andare oltre il pregiudizio. Così, tra l’indecisione e l’iniziale riserva dei genitori, Giulia si iscrive alla Ca’ Foscari, dove studia l’arabo (ma pure il russo...). È ancora giovanissima eppure le prospettive sono già molte. Un consiglio per i suoi coetanei? “Se durante un percorso si scopre qualcosa che piace di più, si pensi che non è un dramma cambiare. Lo si può fare sempre. Con positività”.

Giulia Marchesoni (seconda da destra) con il professore e alcuni studenti del al Qalam wa Lawh center of Arabic Language (Marocco)

La pallavolo è l’unica attività che gli consente di schiodarsi dallo schermo del computer. Come allenatore, beninteso, anche se prima di sedere in panchina ha giocato e parecchio. Lo si capisce anche dalla corporatura, non propriamente affusolata. Fatto sta che fa una discreta carriera, fino a sedere sulla panchina dell’Innsbruck, squadra della seria A austriaca, con la quale, nel 2009, gioca una finale di Coppa d’Austria molto importante ai fini del nostro racconto... Lihua Ma è invece il nome di una dolce donzella che nasce a Dalian nel 1975. La sua città è detta la Shanghai del nord. Per essere cinese, i suoi 182 centimetri sono moltissimi. È anche per questo

che l’approccio a uno sport come la pallavolo risulta pressocché naturale. Va a giocare a Chengdu nella serie A cinese, da casa sua sono trentasei ore di treno. Ha solo sedici anni. Finisce le superiori e decide di continuare a studiare. Così si laurea in Economia e Commercio all’università di Tientsin (vicino Pechino), sempre giocando in serie A. Una volta laureata, si sposta in Europa per giocare nei massimi campionati di pallavolo, prima a Bratislava e poi a Vienna. Vince lo scudetto, gioca la Champions. Quindi indossa la casacca del Linz, con il quale arriva alla finale di Coppa d’Austria cui abbiamo più sopra accennato. È il 16 febbraio 2009 e siamo al Budocenter di Vienna. Cupido è nascosto

Lihua Ma e i suoi amatissimi pappagallini

sotto le volte del palazzetto dello sport, pronto a scoccare la sua freccia amorosa. Lihua Ma è la donna del match, trascina la propria squadra alla vittoria. Maurizio, seduto avvilito e sconfitto in panca, ricorda di aver già visto quel visino dolce qualche tempo prima, su un volantino pubblicitario di “Pizza Man”, sponsor dello squadrone viennese. Lihua Ma viene presto nominata cittadina austriaca per meriti sportivi, diventa pure capitano della Nazionale, riceve onorificenze dal Presidente della Repubblica, ma il suo destino è segnato e, facendo contento Cupido, prende la direzione dell’Autobrennero. Le nozze tra Lihua e Maurizio vengono celebrate nel 2014, con rito misto (lei è atea ma solo perché non ha potuto ricevere un’educazione religiosa), gli sposi tra loro parlano solo in tedesco. Attualmente stanno allenando assieme a Riva del Garda per trasferire la loro professionalità ad un gruppo di ragazze neo-promosse in B2, nella Pregis C9 Arco Riva. Per loro, i due cuori nella pallavolo stanno cucinando un menu fatto di impegno, costanza e fantasia. Ma a proposito di cucina: cosa manca maggiormente a Lihua del suo immenso Paese? Ristoratori e buongustai tenetevi forte: la cucina cinese… ■

Delegazione cinese in visita alla Ca’vit 39

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PREMIATA DITTA

di Pino Loperfido

In una foto di qualche anno fa, i fratelli Mauro e Angela Tramontin assieme ai rispettivi coniugi, Monica e Federico. Seduto, il fondatore, Gino (1925-2008)

I TRAMONTIN: “NON FERMARSI MAI” UNO SPERDUTO PAESINO DEL FRIULI CHE SI CHIAMA COME LORO. È DA LÌ CHE PARTE IL RACCONTO DI QUESTA STORIA AZIENDALE CHE SPRIZZA ENTUSIASMO, CORAGGIO ED ENERGIA DA TUTTI I PORI. IN PRINCIPIO GINO TRAMONTIN POSA PAVIMENTI, QUINDI VENDE MATERIALE EDILE, MA FA PURE IL PANETTIERE E IL PARTIGIANO. POI CON LA MODERNITÀ ARRIVANO I FIGLI, I MOBILI E LA SERENITÀ

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dispetto del nome, il cammino dell’azienda di cui parliamo questo mese pare un ripetuto sorgere. Un continuo rinnovarsi e crescere a dispetto delle congiunture più sfavorevoli o delle avversità naturali più infauste. Una storia tutta da scoprire per chi legge e bella da raccontare per chi invece la deve scrivere. Siamo a Cavasso Nuovo, una manciata di case in provincia di Pordenone, 40

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all’incirca attorno all’inizio del Novecento. Con tutta probabilità, la famiglia di Angelo Tramontin (1891-1961) ha preso il cognome da un paesino poco distante, quindici chilometri di lì, a un tiro di schioppo dal Vajont: Tramonti di Sopra (o forse di Sotto, chi lo sa...) Una terra, quella friulana di quell’epoca, avara di soddisfazioni lavorative, anche per una famiglia di agricoltori come quella di Angelo che ben presto deve aver

confidato le sue preoccupazioni a papà Vincenzo (1860) e a mamma Caterina (1862). Le cose non vanno per niente bene. Quella di cambiare aria diventa ogni giorno che passa una più forte necessità. INVENTARSI “POSATORE” Angelo capisce che è arrivato il momento di imparare un mestiere. E lo fa con impegno, diventando posatore del


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Una bella immagine di Gino Tramontin e della signora Nella alla fine degli anni Cinquanta 1967. Il parco automezzi della Tramontin Materiali Edili.

cosiddetto terrazzo veneziano, che fu già dei greci e poi ornò le Ville romane e quelle palladiane. Lo impara bene il mestiere e nel frattempo a Milano incontra la donna della sua vita, Caterina Stella. Tutto sembra incanalarsi nei giusti binari della serenità quando la furia della Grande Guerra comincia a soffiare, spingendo Angelo nelle desolate lande russe. Ma fortuna vuole che dalla Russia il Nostro Angelo torni tutto intero, nel fisico e nello spirito, più intraprendente e voglioso di fare che mai. La guerra è finita, ma l’Italia è un paese distrutto. Per chi ha tanta sete di avventura l’unica fonte disponibile al momento si chiama America. Ed è lì che pieno di grandi propositi Angelo si fionda, ma una banale appendicite lo riporta giocoforza a casa. Lì, infatti, gli yankees non hanno tempo da perdere con i malanni degli immigrati, che vengono rimandati

in Patria a ristabilirsi e dopo si vedrà... Ma quello che non riesce ad un’appendicite riesce ad un farabutto che raggira Angelo facendogli perdere una piccola fortuna. Dopo una piccola esperienza in Francia, passata la seconda guerra, il Nostro torna con le pive nel sacco in quel di Cavasso Nuovo, che di nuovo ha poco o nulla. Le misere prospettive sono le stesse di cinquant’anni prima. A dire la verità nella famiglia Tramontin una novità c’è. Vi è che i tre figliuoli – Vincenzo (1920), Elio (1923) e Gino (1925) – sono diventati degli ometti che, guarda te gli scherzi della genetica, in quanto a voglia di fare non sono da meno al loro papà. UN DESTINO CHIAMATO “TRENTO” Eccolo, allora, Gino che a dodici anni fa già il panettiere. Quindi l’operaio

nella vicina Maniago. Si dibatte, durante il secondo conflitto combatte assieme ai partigiani, rifiuta di lasciarsi ammorbare da tutta quella miseria. Impara anche lui a posare quei pavimenti che tanto piacevano agli imperatori romani, ma è ben presto evidente che bisogna andare altrove a vendere la propria arte. Così un bel giorno del 1945, padre e figlio, dopo un viaggio massacrante in autostop, arrivano a Trento. Posano terrazzi veneziani e, nella loro stanzetta ospiti della signora Rosà, sulla Salita della Pontara, sognano un futuro migliore per tutti, mettendo da parte lira su lira, tornando a casa quando possibile, grazie a diverse ore di viaggio. Passano nove anni prima che Gino riesca a convincere il padre a mettersi in proprio. Nel frattempo – siamo nei primi anni Cinquanta – studia alla sera per prendere il diploma di capo mastro

La sede attuale, a Lavis

1965. Il negozio di Via Brennero 41

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Uno degli arredatori Tramontin

Luciano Da Canal a metà degli anni Novanta

edile. Uno che non si accontenta, Gino, uno che riesce sempre a guardare a ciò che si sarebbe potuto fare piuttosto che a quello che già si è fatto. La famiglia così si riunisce nella casa di Via Muralta, arriva anche mamma Caterina e si apre la “Tramontin Gino” ditta individuale. Si posano pavimenti per alberghi, ristoranti. Ma ci si spinge anche ai mosaici (c’è anche la mano dei Tramontin in quello della sala d’aspetto alla Stazione ferroviaria di Trento). Dopo il lavoro, Gino frequenta saltuariamente la vecchia osteria “Allo Scalo”, in via Brennero. La proprietaria, la signora Emma è molto simpatica, pratica ottimi prezzi e soprattutto ha una figlia molto carina, Nella. Due anni dopo, Gino la sposa e mette su una famiglia tutta sua.

Tramontin: le ceramiche. È una sorta di rivoluzione. Le commesse fioccano. Gino decide di dedicarsi anche alla vendita del materiale edilizio. Per questo apre un negozio in Piazza Santa Maria Maggiore. Tre anni dopo, arriva il primo show-room, in Via Brennero: lo chiamano così gli inglesi quel locale dove si espone la “mercanzia”, che adesso comprende anche la rubinetteria, i sanitari, le maniglie, ma pure le betoniere, le gru, ecc. È il boom economico. Si tirano su i condomini e le ditte di costruzione pagano in appartamenti: moneta di scambio che allora era appetibile. Non solo gli appartamenti si vendevano, ma si vendevano “bene”. Insomma, tutto pare andare per il meglio, ma il Fato ha in serbo una piccola e velenosa sorpresa. La mattina del 6 novembre 1966 Trento si ritrova sott’acqua. Il fiume Adige esonda in più punti e negozio e magazzino di Tramontin non si sottraggono alla lenta e silenziosa furia delle acque. Gino è ora

“SE LO PUOI PENSARE LO PUOI FARE” All’inizio degli anni Sessanta assieme ai coretti dei Beatles arriva una grossa novità per chi lavora nel campo della

Da destra, Mauro in braccio a Gino, Angelo e nonna Caterina. Dietro zio Elio, fratello di Gino 42

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da solo al timone dell’azienda. Ha tre figli piccoli – Mauro, Angela e Paola – e una decisione da prendere. Ricostruire o rilanciare. La risposta con lui è abbastanza ovvia. Su consiglio di un amico bancario costruisce una nuova sede. E la costruisce grande, sovradimensionata, già pensando (o prevedendo magicamente) il promettente futuro che verrà. Sono tre i capannoni che vengono eretti a Lamar di Gardolo. Il motto di Gino è “Se lo puoi pensare lo puoi fare”. Anzi di più. Tutta la sua genialità si condensa nell’invenzione che alla fine degli anni Sessanta deposita all’Ufficio Brevetti. Un solaio prefabbricato a cui nessuno in tutta Europa aveva ancora pensato, alla cui produzione adibisce il terzo capannone, quello in fondo. I primi due servono all’attività principale. Si aprono due nuove sedi, a Rovereto e a Bolzano. DAI LATERIZI AI MOBILI: LA RIVOLUZIONE È SOFT Ma l’arrivo dei primi computer IBM nei primi anni Ottanta coincide con una grave crisi di liquidità. L’inflazione è alle stelle, i clienti fanno fatica a pagare, i sindacati ci mettono del proprio aizzando contro l’azienda alcuni addetti alla costruzione dei solai. Mauro e Angela Tramontin decidono di far loro il motto del padre: “Se lo puoi pensare lo puoi fare”. E il tutto nasce da un’intuizione suggerita dall’osservazione attenta delle abitudini dei consumatori. I trentini del ceto medio-basso vanno regolarmente ad acquistare i propri mobili nei grandi negozi veneti. Perché? Ovvio, perché in Trentino l’offerta in quel segmento è scarsa. Anzi meno che scarsa. Non c’è per nulla! La scoperta ha del clamoroso. Tuttavia Mauro e Gino


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La vecchia sede a Ghiaie di Gardolo

1975. Il magazzino a Lamar di Gardolo

decidono di procedere con calma. La rivoluzione va bene, ma va fatta in modalità soft. Si comincia a vendere qualche salotto, qualche mobile e contemporaneamente si continua l’attività tradizionale di vendita di materiale edile. CON LUCIANO DA CANAL SI CONQUISTANO I TRENTINI È un successo clamoroso. I Tramontin vengono travolti dalle richieste. Si investe molto in pubblicità. Viene ingaggiato anche un testimonial d’eccezione: il compianto Luciano Da Canal diventa l’uomo immagine dell’azienda. Le sue trasmissioni promozionali in Tv sono seguitissime. I trentini intasano le linee

telefoniche chiedendo di questo o di quell’altro modello “visto alla televisione ieri sera”. Luciano Da Canal cambia cognome a furor di popolo: per tutti ora è il “signor Tramontin”. E il materiale edile va pian piano in soffitta. Sull’onda dell’entusiasmo, nel 1999, si trova finalmente una sede adatta alla tipologia del prodotto venduto. Mauro e Angela, a cui si sono affiancati nella conduzione i rispettivi coniugi, Monica e Federico: è quella attuale di Lavis, sulla Statale del Brennero, dove si allestisce una sala espositiva degna di questo nome, che non ha eguali in provincia. Il futuro è qui. Il buon Gino, il geniale, il perseverante Gino, dice addio al mondo

nel 2008, certamente soddisfatto per il lavoro compiuto. Il suo spirito positivo, oltre che sui figli, ha contagiato irreversibilmente anche i dipendenti, magazzinieri, arredatori, tutti quanti, insomma. Come se dal giorno in cui papà Angelo aveva insegnato a suo figlio a fare il primo pavimento veneziano non fosse passato nemmeno un giorno. Come se tutto il lavoro che un uomo può compiere nell’arco di una vita si potesse condensare nel gesto di un designer che disegna una cucina o una camera da letto per una coppia che sta per sposarsi. Questo è quanto questa storia insegna e richiama le origini contadine della famiglia Tramontin: nulla si ■ perde quando ben si semina.

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Credits Athena /pincobiz.com

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di Tiziana Tomasini

NATA PER IL TRIAL RITRATTO SPORTIVO DI SARA TRENTINI, PLURIPREMIATA E DETENTRICE DI IMPORTANTI PRIMATI E RECORD. UNA GIOVANE DONNA CHE IN SELLA ALLA SUA MOTO VINCE. E SI DIVERTE UN MONDO. COLLEZIONANDO SUCCESSI...

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ungo la piacevole e suggestiva strada che attraversa la Valle dei Laghi, esiste un punto amatissimo da tutti gli appassionati di motori. Poco oltre l’abitato di Pietramurata si trova il Metzeler offroadpark, 70mila mq di verde tracciati per regalare emozioni a chiunque abbia l’occasione di girare in questo posto unico per l’enduro e il trial. Si tratta di un circuito recente ma quanto mai scenografico per gli appassionati che si sta facendo conoscere a livello nazionale e non solo grazie alla mitica competizione The Wall extreme enduro race e per i diversi percorsi realizzati. Impossibile quindi non notare questo peculiare centro sportivo, impensabile non individuarlo con i sensi, quantomeno vista ed udito. Certo, perché se il rombo dei motori che fa da grintoso sottofondo e leitmotiv non demorde, anche l’effetto visivo lascia altrettanto 44

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rapiti. In un paesaggio collinare sterrato e costellato da ostacoli, questi moderni cavalieri, equilibristi delle due ruote, compiono imprese a dir poco spettacolari. È in questo singolare contesto che incontriamo Sara Trentini, classe 1991, che alle arie balsamiche del Garda (vive a Riva) alterna gli aromi forti di olio e

benzina. Pluripremiata e detentrice di importanti primati e record in questo sport, l’appassionata di centauri si è ben presto rivelata con la stoffa del campione, stravolgendo le classifiche prettamente maschili di questo settore, sbaragliando gli avversari. Tralaltro Sara è anche tecnico federale ed organizza regolarmente scuole di trial per appassionati bambini e principianti. Difficile per tutti, diciamo quasi da impresa e con toni incredibili per una donna; sicuramente aspetti infrequenti in un mondo dominato da una parte storicamente maschile, almeno in terra trentina. Tra una sgommata ed un’accelerata, tra una sterzata ed un ostacolo, Sara ci accoglie nel negozio del Metzeler offroadpark. In vetrina moto, tute, stivali, caschi ed attrezzatura d’alto livello. Tutto per la moto, tutto per lei, che di moto ci vive.


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IL PALMARES

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inque titoli italiani, un titolo europeo categoria internazionale, vice campionessa europea 2015 nella massima categoria femminile, quarto posto al Mondiale, settima partecipazione al trial delle nazioni con la maglia azzurra nazionale. Ed è solo l’inizio.

Uno sport duro, lo abbiamo intuito. E tosta e determinata ci appare subito anche lei, nonostante l’aspetto dolce dei lineamenti, incorniciati da lunghi capelli castani. La prima domanda che le poniamo suona forse un po’ banale, ma emerge spontaneamente, senza indugi. Da dove è nata la sua passione? Qual è stata la scintilla che l’ha spinta a intraprendere questa particolarissima carriera sportiva? Galeotto è stato il Natale dei suoi quattro anni, quando il papà le ha fatto trovare sotto l’albero – al fianco di un pupazzetto – proprio una vera moto, con le rotelline. La passione del padre, che faceva gare anche a livello italiano, si trasmette così alla figlia. E per questa sua passione Sara si definisce un maschio mancato, che ha ricevuto in eredità i geni del trial. Il portabandiera in famiglia adesso è lei, anche se la sorella minore è una sua

grande sostenitrice e la segue ovunque nelle grandi competizioni. A quattro anni dunque Sara gira nel piazzale di casa, gira nei giardini, gira per i boschi, a bordo del suo piccolo bolide; un gran divertimento fino a che non cade e si scotta una gamba. Molto dolore e pausa. Per due anni.

Poi nasce spontanea la richiesta rivolta al padre:”Perché non ricominciamo ad andare in moto?” Da quel momento ha ricominciato (seriamente, sottolinea) e non ha più smesso. Uno slancio personale, mai indotto e forse per questo molto sentito e vero. Da nove anni ga-

SEMBENINI GINO & FIGLI SRL Riva del Garda l Viale San Francesco 35 T. 0464 552128 l gino@sembenini.it www.sembenini.it l www.offroadpark.it

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reggia nei circuiti più ambiti. Tanto per citare alcuni record, Campionato Triveneto, Italiano, Europeo, Mondiale. E la presenza femminile in queste gare? Che percentuali ci sono? Incredibile! Nel Triveneto ci sono solo maschi a gareggiare – ammette con fierezza Sara – ed alle premiazioni si è spesso ritrovata sola sul gradino più alto del podio per la defezione dei colleghi sconfitti, evidentemente troppo orgogliosi per comparire secondi o terzi dopo una donna… E, si badi bene, non solo per una gara, ma per tutto il campionato. È l’anno 2010. Un grande anno per Sara e la sua moto. Nel circuito mondiale invece le donne competitive sono più di quaranta, contro una quindicina di genere maschile di prima classifica; segnale importante ed imponente, che la dice lunga sulla supremazia di genere di questo sport. Nonostante questi dati forti, i ragazzi guardano con perplessità le ragazze del settore e sovente non sono mancati episodi piuttosto scorretti nei loro confronti, sottovalutando forse la grinta e la tenacia del cosiddetto sesso debole. Per arrivare a questi livelli altissimi, quale tipo di allenamento è richiesto? Indubbiamente la padronanza della moto, che si ottiene – come in tutte le discipline sportive – con costanza e determinazione. Più sono le ore passate sul mezzo, migliori saranno le prestazioni. In sella quotidianamente o quasi quindi, per avere feeling con la moto, essere tutt’uno con essa. Questa è la parte preponderante, alla quale si affianca naturalmente anche l’allenamento in palestra, 46

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indispensabile per la prestanza fisica. La fatica maggiore? Tutta di testa, essenzialmente quindi la concentrazione. In percentuale è un buon 60%, perché sono molte le condizioni che ti possono distrarre e di conseguenza indurti a commettere degli errori. Il resto è fisico, forza muscolare per condurre e pilotare il mezzo. Poi la resistenza. Una gara dura circa sei ore, durante le quali si devono percorrere più di trenta zone. E il fattore paura? Serve o è inesistente in uno sport duro come questo? L’unica paura è quella di sbagliare, di non raggiungere quello che sta davanti a te. Essenzialmente è quindi la paura del risultato ad emergere. Nel trial non esiste velocità ma solo abilità nel superare un ostacolo; qui entrano in gioco vari fattori, tra i quali l’esperienza, la sicurezza nelle proprie capacità, la fiducia in se stessi. A Sara i salti e le evoluzioni non fanno paura: “Come camminare!” Esclama convinta. E la mamma cosa ne pensa? Non ha paura che Sara si possa

far male? Assolutamente, è – insieme alla sorella e naturalmente al papà – tra i sostenitori di prima linea. Sul versante infortuni? Ah, qualche dito rotto a fare trial e una mano, a fare enduro (altra specialità del motociclismo); le estremità degli arti superiori sono la parte più a rischio… si lasciano tra gli alberi! La settimana scorsa Sara si è rotta il metatarso del piede ma – indovinate dove?! – nella porta del bagno, non sulle zolle di terra! Altro incidente? Un gomito, ma cadendo dal letto del camper! E non in campo… E sulla vita privata cosa ci racconta la bella Sara? Niente complicazioni sentimentali al momento, testa libera e massima concentrazione sulla sua adrenalinica attività. È una vita impegnativa e difficile, sempre in giro per il mondo; chi ti sta al fianco deve condividere e comprendere la tua passione e quanto richiede. Fondamentale invece avere al proprio fianco le persone giuste: nel trial è prevista sul campo la presenza di una persona che aiuta a superare l’ostacolo, che sostiene psicologicamente e che interviene nel caso di caduta. Un ruolo fondamentale, di assoluta e reciproca fiducia. Sara ha due di queste persone di fiducia; una di queste è una donna. Obiettivi per il 2016? Con il supporto del team Sembenini di Riva del Garda e in sella alla nuova Beta 2016, vincere il campionato italiano ed europeo di trial ed arrivare tra le 5 migliori nel mondiale di trial. Niente male per una giovane donna trentina. Con tanta grinta e tanta voglia di cavalcare altri primi posti in sella alla sua moto. ■


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di Paolo Chiesa

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céane Larcher abita con la sua famiglia nella frazione Mezzomonte di Folgaria. Compirà 10 anni a dicembre ed è una bambina a cui piace cantare. La passione per la musica e per il canto gli è venuta certamente dalla mamma, Maud Alberghini, originaria di Amiens, città della Regione francese della Piccardia. E non poteva che essere così, perché il mondo delle sette note riempie da sempre la vita di Maud. Infatti ha conseguito la Maturità classica con specializzazione in musica a Parigi oltre a diplomarsi in Solfeggio e Armonia al Conservatorio Nazionale di Musica di Gennevilliers. In Italia poi, si è diplomata in flauto traverso presso il conservatorio di musica “Arrigo Boito” di Parma. E ora, di lavoro fa l’insegnante di musica. Fin da piccola Océane ha canticchiato con la mamma le canzoni per bambini in francese e da sempre ascolta con piacere le canzoni dello Zecchino d’oro. Da due anni fa anche parte del Minicoro di Rovereto, un coro di “bimbi che cantano canzoni per bambini”, diretto da sempre dal maestro Gianpaolo Daicampi. Nel corso degli anni, sono stati quasi

OCÉANE, L’UGOLA D’ORO DI FOLGARIA CI SARÀ ANCHE UNA BAMBINA TRENTINA TRA I PARTECIPANTI ALLA 58A EDIZIONE DELLO ZECCHINO D’ORO (17-21 NOVEMBRE). OCÉANE LARCHER HA DIECI ANNI, VIVE A MEZZOMONTE DI FOLGARIA E FREQUENTA LA QUINTA ELEMENTARE A ROVERETO. OCÉANE INTERPRETERÀ UNA DELLE DUE CANZONI STRANIERE IN GARA: “LE PARCE QUE DES POURQUOI” trecento i bambini che hanno fatto parte di questo coro che ha tenuto oltre seicento concerti. Da quest’anno anche la sorellina Anaïs, di cinque anni, ha iniziato a frequentare il Minicoro. Ad Océane piace molto anche ballare e per questo frequenta una scuola di danza classica sempre a Rovereto con la maestra Ma-

All’Antoniano di Bologna

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ria Grazia Torbol. Per il resto fa quello che fanno i bambini della sua età: va a scuola, fa i compiti, ama le lingue straniere, disegna, gioca. Le piace anche lo Shopping che fa con la mamma, anche nelle occasioni nelle quali la famiglia va a Parigi. Quest’anno Ocèan parteciperà alla 58° edizione dello Zecchino d’Oro organizzato dall’Antoniano di Bologna. Mamma Maud ci racconta che in occasione della selezione che è stata fatta a Tesero, in Val di Fiemme non avevano partecipato. Poi, visto che oltre alle dieci canzoni in italiano erano previste anche due canzoni straniere, una in egiziano e una in francese e Ocèan parla francese da sempre, hanno deciso di inviare un Dvd con un filmato di Ocèan che cantava. E tra il centinaio di video in lingua straniera (la maggior parte in francese), sono stati scelti il suo e quello di un’altra bambina. Per questo in luglio Ocèan

Con Mister Lui

e Mamma Maud sono state a Bologna per una giornata di prove nelle quali i bambini hanno potuto familiarizzare con l’ambiente e provare i vestiti che verranno indossati durante le esibizioni della gara. Alla fine di luglio Maud ha ricevuto la telefonata che comunicava la scelta della giuria dell’Antoniano. La voce di Ocèan era stata scelta come la più adatta, sia per espressione che per padronanza della lingua, per la canzone “Le


trentinoincontri parce que des pourquoi” che in italiano vuol dire: “Il perché dei perché”. “In settembre siamo stati a Bologna”, dice Maud, “dove sono state fatte le registrazioni del disco con le canzoni dello Zecchino che verrà venduto nelle edicole e le foto per il servizio che uscirà su Sorrisi e Canzoni”. Alla metà di ottobre in casa Larcher è arrivata una troupe della Rai per fare delle riprese che andranno in onda durante la trasmissione dello Zecchino d’oro. C’era anche Mister Lui, il comico e mimo che presenta e anima le selezioni dei bambini in gara e che sarà presente anche sul palco dello Zecchino d’Oro. Ed è stato proprio Mister Lui che in quell’occasione ha intervistato Océan e il resto della famiglia. La troupe ha filmato anche il bellissimo paesaggio che si ammira a Mezzomonte di Folgaria, prima di scendere a Rovereto dove Océan è stata ripresa anche all’uscita di scuola, a lezione di coro e di danza.

UNA BELLA ESPERIENZA SENZA STRESS Chiediamo a mamma Maud se i preparativi e l’attesa per la partecipazione allo Zecchino d’oro, per quanto piacevoli ed entusiasmanti siano anche stressanti. “Devo dire che all’Antoniano sono molto attenti a questo aspetto. Le modalità con le quali i bambini partecipano alle selezioni e alle prove sono fatte con una particolare attenzione alla loro tranquillità. Anzi, nei momenti di attesa siamo state bene insieme agli altri bambini e alle loro famiglie, Océan ha anche fatto amicizia con la bambina egiziana”. E le settimane precedenti alla manifestazione sono state stancanti? La mamma di Ocèan è molto tranquilla su questo aspetto: “in questo caso sono le famiglie che non devono caricare troppo l’attesa dei bambini per non alterare i loro equilibri. Nel nostro caso Océan ha continuato a fare le sue cose: la scuola, il coro, la danza. Ab-

INTERPRETI E CANZONI

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e 12 canzoni che sentiremo alla 58a edizione dello Zecchino d’Oro saranno interpretate da 14 bambini che provengono da tutta l’Italia e che sono stati selezionati da una giuria che comprendeva tra gli altri Frate Alessandro Caspoli, direttore dell’Antoniano di Bologna, Sabrina Simoni, direttrice del Piccolo Coro “Mariele Ventre”, l’attore Flavio Montrucchio. Ecco i titoli delle canzoni in gara con i rispettivi interpreti: “Una commedia divina”, Andrea Amelio, 9 anni, San Damiano d’Asti (AT) e Chiara Casolari, 7 anni, Prignano sulla Secchia (MO); “Prendi un’emozione”, Greta Cacciolo, 8 anni, Marea Gioiosa (ME); “Zombie vegetariano”, Giacomo Dandrea, 7 anni, Marsicovetere (PZ); “Resterà con te”, Federica Guarino, 8 anni, Molfetta (BA); “Cavoli a merenda”, Emma Lagorio, 6 anni, Albisola Superiore (SV); “Il contrabbasso”, Pietro Landini, 10 anni, Larciano (PT); “Le parce que des pourquoi” (Francia), Océane Larcher, 9 anni, Folgaria (TN); “Il rompi gatto”, Dania Lascialfari, 8 anni, Cassacco (UD); “Un giorno a colori”, Angela Lorusso, 8 anni, Gravina (BA); “Le impronte del cuore”, Alice Martino, 10 anni, Rosolini (SR) e Giorgia Salerno, 9 anni, Torre del Greco (NA); “Tutanc’mon” (Egitto), Giuditta Meawad, 9 anni, Roma (RM); “Il gonghista”, Mario Donato Vinci, 7 anni, Sassari (SS).

Océane con mamma Maud, papà Mauro e la sorellina Anaïs

biamo seguito la Pagina Facebook “Zecchino d’oro Official” che in modo piacevole e divertente tiene aggiornati sui preparativi. Così abbiamo potuto conoscere gli altri partecipanti che sono apparsi con dei brevi video che li riprendono a casa e in famiglia, come del resto è successo a noi. Diciamo che i bambini sono tranquilli perché non vedono questa esperienza come una gara ma come un gioco e anche Ocèan è molto serena. Anche quando è arrivato Mister Lui è stata a suo agio. Siamo più che altro noi genitori che facciamo qualche corsa”. E va bene così, Ocèan fa la sua vita e non è agitata: “sono molto conten-

ta”, dice con tranquillità, “e all’Antoniano, alle prove, mi sono divertita molto”. Papà Mauro è contento che Océan non viva questa esperienza senza tensione: “i bambini non vedono le cose come le vediamo noi adulti. Per lei la partecipazione allo Zecchino d’Oro è una grande sorpresa e io credo che sia un regalo per il suo bagaglio di esperienza che sicuramente scoprirà più avanti”. E a novembre si inizia: durante le giornate di gara Ocèan sarà a Bologna con mamma Maud e con la piccola Anaïs. E il Trentino la seguirà con affetto in tv cercando di cantare in coro il ritornello della canzone “Le parce que des pourquoi”. ■

BAMBINI E SOLIDARIETÀ

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n aspetto molto bello dello Zecchino d’oro è che ai bambini viene fatto conoscere l’aspetto della solidarietà che da sempre contraddistingue l’Antoniano di Bologna. Si tratta di solidarietà con la S maiuscola con varie iniziative tra le quali: “Il Pasto è il primo passo”, “Operazione Pane”, il “Centro terapeutico per bambini” e “Casa Ninna Nanna”, oltre ad altre iniziative di sostegno alla Solidarietà internazionale. E ai bambini che canteranno sul palco, queste cose sono state raccontate perché capiscano che nel mondo ci sono persone meno fortunate e più bisognose di altre.

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trentinoritratti Nel 1950, con la divisa della Legione Straniera

di Renzo Francescotti

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unque, vediamo un po’: Bruno Pasquali da Romagnano, detto Brunetto: servo agricolo, minatore in Belgio, legionario sopravvissuto a Dien-Bien Phu, operaio alla Citroën in Francia, alla Michelin a Trento, cantante, chitarrista, poeta dialettale, ispiratore di una commedia in dialetto che lo mette in scena. E tanto altro… Lo andiamo a trovare a Povo in Via Sabbioni, in una delle palazzine Itea immerse nel verde, che si trovano nei pressi dell’Università. Bruno Pasquali ha compiuto 85 anni il 22 luglio scorso scorso e, incredibilmente, sembra ben poco cambiato da quando scrissi su di lui, nel 1989: basso e tarchiato (160 cm.), gambe corte su un busto potente, corpo muscolato, straordinari occhi blu, sorriso facile e una parlantina logorroica in un dialetto condito da espressioni francesi. Figlio di un contadino di Romagnano, masadór divenuto poi operaio alla Sloi, che perse un braccio in un incidente di lavoro, Brunetto l’ha avuta dura sin da ragazzo quando durante le vacanze estive, andava a fare il faméi nelle campagne di Romagnano e poi il bracciante in paesi del Trentino e dell’Alto Adige. A 17 anni emigra in Belgio per scavare il carbone nella zona di Charleroi. Per fortuna solo per 14 mesi, nelle gallerie e nei cunicoli in cui ti ammalavi di silicosi (lì la chiamano ”prussiére”), quando non muori per lo scoppio del grisou, o soffocato dal fumo, come avvenne a Marcinelle, sobborgo di Charleroi, qualche anno dopo, con 262 morti in gran parte italiani, l’8 agosto 1956. Bruno non fece in tempo ad ammalarsi di silicosi, dato il breve tempo in cui lavorò in miniera. Ma

IL LEGIONARIO CON LA CHITARRA BRUNO PASQUALI DA ROMAGNANO: 85 ANNI, SERVO AGRICOLO, MINATORE IN BELGIO, LEGIONARIO SOPRAVVISSUTO A DIEN-BIEN PHU, OPERAIO ALLA CITROËN DI PARIGI, ALLA MICHELIN A TRENTO, CANTANTE, CHITARRISTA, POETA E POI... un filo di questa affezione ai polmoni tuttavia gli è sempre rimasta. Lui, sia per la durezza del lavoro che per il suo spirito avventuroso, in galleria non ci rimase. Finì invece nei “Képis Blancs” della legione straniera: un procacciatore gli fece firmare un contratto di cinque anni e, arrivato a Marsiglia sede della Legione, dopo un duro addestramento fu inviato a Sidi-Bel-Abbes, in Algeria. Aveva 18 anni... La Francia stava combattendo in Indocina contro il governo Viet Minh, cercando di conservare quella colonia nonostante la ribellione degli

indocinesi comandati da HoChi-Minh. Il nostro eroe, imbarcato con suoi commilitoni sul transatlantico ”Pasteur”, partì da Orano in Algeria e dopo un mese di navigazione raggiunse il porto di Saigon, in Indocina. Qui il generale Giap, comandante dell’esercito Vietminh, era riuscito ad assediare Dien-Bien Phu, una piazzaforte considerata inespugnabile, difesa da ventimila soldati francesi. Giap ci era riuscito con un’impresa ritenuta impossibile, trasportando attraverso la giungla impenetrabile le artiglierie e tutti gli armamenti. Alla fine la piazzaforte fu espu-

Con la fedele chitarra assieme al compianto Marcello Voltolini 50

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gnta e dei ventimila soldati “francesi” ne rimasero in vita solo quattromila. Uno di essi era il nostro Brunetto che fu fatto prigioniero: ”Dopo un mese ebbi la fortuna di essere scambiato con prigionieri vietnamiti – racconta –, uno di noi contro dieci di loro. Scambiavano i più sani e io – tranne all’inizio quando appena sbarcato in Indocina avevo rimediato l’itterizia e l’ameba – godevo di buona salute. Dopo una settimana di cammino giungemmo ad Haiphong, accolti dai francesi come trionfatori. Poi in aereo a Orano e infine a Marsiglia. Ero ritornato al punto di partenza”. Ecco che, come d’incanto, era scaduto il contratto con la Legione e Bruno Filippi non lo rinnovò . Ricevette una grossa somma in liquidazione che sperperò clamorosamente in colossali bagordi in sole due settimane. Rimasto con le tasche vuote per alcune settimane andò ad abitare tra i clochards del Lungo Senna. Poi ebbe un colpo di fortuna: trovò lavoro come operaio alla Citroën. Brunetto è sempre stato un


trentinoritratti

Orano, 1954. Bruno è quello in alto...

po’ testamatta, ma è anche un candido: gli piace la vita, ama stare tra la gente e, anche se ha combattuto nella Légion, di fatto in difesa del colonialismo, rifiuta la violenza tout court. Dei suoi combattimenti come legionario, delle violenze che sicuramente ha visto, non racconta niente. Con noi, in ogni caso, non l’ha mai fatto e si è sempre preoccupato che non pensassimo male di lui perché è stato un legionario. Va bè: diciamo che è andata così… Bruno è tornato in Italia nel 1958, dopo tre anni da operaio nella Citroën, appunto, abitando nel quartiere di Saint Vincent, con una paga di 21mila franchi. Aveva 28 anni. Ne aveva trenta quando, un giorno in piazza Dante a Trento, attacca bottone con una ragazza di 22, che in città faceva la domestica: si chiama Maria, è asciutta e, naturalmente, più alta di lui. È calabrese, viene dalla provincia di Catanzaro, dalla Sila che è piena di boschi di conifere come il Trentino e chiamano ”la Piccola Svizzera”. Si sposano l’anno dopo e hanno quattro figli. La prima è Anna Francesca che si laurea in giurisprudenza e sposa l’inglese Simon. Poi vengono tre ma-

schi: Gianpaolo (’63), Enrico (’69) e Giuseppe (’71). Brunetto è un gran compagnone e niente lo fa più felice che cantare accompagnandosi con la chitarra. Lo faceva per divertimento, andando al mare ai Lidi Ferraresi, con la moglie e i quattro figli, tutti insieme appassionatamente, quando gli proposero di suonare e cantare un paio di ore al giorno, mentre gli ospiti campeggiatori (in maggioranza tedeschi), cenavano. In cambio non avrebbe dovuto pagare il campeggio e gli sarebbero state offerte le bevande, i gelati e le sigarette. Cosa poteva volere in più dalla vita il nostro Brunetto? Ci andò per 15 anni, dal 1969 al 1984, che fu anche l’anno della “sua” commedia. Che commedia? Successe che alcuni colleghi di Fornace, operai alla Michelin, lo invitarono a mangiare polenta e tordi al loro pese. Partecipava alla cena anche Lino Roccabruna, regista della filodrammatica “San Martino”di Fornace, il quale, sentendo i racconti autobiografici di Brunetto, ebbe l’idea di ricavarne una commedia. Il testo teatrale dal titolo ”Brunetto pim pom pam (storia de un de noi)”, con i testi e la regia di Roccabruna, fu allestita. Vi prendevano parte, oltre alla Filo di Fornace, il complesso “Nuovo punto zero”, il Coro Cornet di Romagnano, lo stesso Bruno Pasquali come autore delle musiche e inter-

Il suo certificato di buona condotta della Legione Straniera

Bruno Pasquali ha fatto pure il minatore. Eccolo (è il primo in piedi, da destra) in Belgio nel 1948.

prete con canto e chitarra. La commedia così ricca di ingredienti ebbe un notevole successo, fu messa in scena a Fornace e in altri paesi tra cui (ovviamente Romagnano), fu infine portata nel teatro di Lizzana di Rovereto al Sipario d’Oro (la principale rassegna trentina di teatro amatoriale) a cui parteciparono con le loro commedie anche gruppi teatrali di altre province (Verona, Udine, Pesaro ecc.), commedie di autori trentini come il “Lanzadoro” di Andrea Castelli e “El bàndol dela matassa” di Antonia Dalpiaz. Alla fine la commedia si classificò al primo posto ex aequo. Nel 1997 il nostro infaticabile Bruno Pasquali diede alle stampe presso la Tipografia Artigianelli il suo libro autobiografico ’L mal de campanil - Mèz sècol de ricordi. La prefazione era di Fabrizio da Trieste, uno dei maggiori poeti dialettali trentini, che curò anche il linguaggio, molto difficile da essere usato correttamente. La parte più originale di questa pubblicazione sta nelle 19 poesie in dialetto che vi sono raccolte. I temi sono

quelli dei cavaléri, dei Filò ‘n temp de guera, del vendemar, stravazar el vin, bater formént… Ci sono anche i suoi ricordi di ragazzo servo agricolo. Ma la sua poesia più straordinaria, a mio avviso, è Copar el rugant, fatta di versi cortissimi, di quattro, cinque, sei sillabe, rapidi, incalzanti, esplosivi di una loro forza primitiva. E allora, che dire ancora? Bravo Brunetto: non un uomo, ma una vera forza della natura! ■

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DENTRO LA STORIA

di Maurizio Panizza

maurizio@panizza.tn.it

Foto tratta dal passaporto di Isidoro Adami, 24 anni

IL SOGNO DI ISIDORO (SECONDA E ULTIMA PARTE)

IL 25 OTTOBRE DEL 1927, AL LARGO DEL BRASILE, COLAVA A PICCO IL PIROSCAFO ITALIANO PRINCIPESSA MAFALDA. A BORDO, ASSIEME AD UN MIGLIAIO DI EMIGRANTI, C’ERA ISIDORO ADAMI, UN RAGAZZO PARTITO DAL TRENTINO PER REALIZZARE IN URUGUAY UN SOGNO CHE AVEVA CULLATO DA MOLTO TEMPO. IL DRAMMA DELL’AFFONDAMENTO, LA PERMANENZA IN MARE, LA MORTE DEI SUOI AMICI DIVORATI DAI PESCECANI, LO SEGNERANNO PER SEMPRE. ISIDORO NON TORNERÀ MAI PIÙ IN ITALIA

L’

ultimo viaggio di quello che un tempo era stato il transatlantico più lussuoso della Marina italiana, in poche ore finì in tragedia e malgrado il coraggio dimostrato dal comandante Simone Gulì, prodigatosi fino all’estremo sacrificio, l’affondamento del Principessa Mafalda ebbe conseguenze disastrose. Le vittime ufficiali furono 314 su 1256 passeggeri, escludendo un numero imprecisato di clandestini che si scoperse, poi, essere saliti al porto di Genova. I morti, furono soprattutto 52

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di terza classe, quella degli emigranti, del resto non poteva che essere così visti i numeri dei passeggeri. La nave, infatti, disponeva di 100 posti di classe di lusso, 80 di prima, 150 di seconda e più di 1000 per gli emigranti, in stanzoni e nei corridoi delle stive. Fra le vittime, molti di coloro che non avevano trovato posto sulle scialuppe finirono orrendamente in bocca agli squali che infestavano le calde acque dell’oceano al largo del Brasile. Isidoro Adami, il giovane trentino che voleva realizzare il suo ”sogno ameri-

cano”, come abbiamo visto nella prima parte, fu sfiorato dalla morte, ma riuscì a salvarsi. Raggiunse a nuoto una delle navi accorse in aiuto e dopo essere stato tirato a bordo perse i sensi. La notizia del disastro fece presto il giro del mondo suscitando grande sgomento. Tuttavia la stampa italiana diede alla tragedia un taglio marcatamente retorico, ponendo l’accento sui vari episodi di eroismo e nient’altro. I principali giornali, controllati dal regime fascista, ricevettero le consuete veline con notizie vaghe e imprecise, per cui vennero


trentinostoria

Il Comandante Simone Gulì

pubblicate diverse versioni nelle quali si parlò di fatalità, di incendio a bordo, di scoppio delle caldaie, diminuendo, fino a quando fu possibile, il numero reale delle vittime. La più importante motivazione per minimizzare le conseguenze del grave disastro fu quella economica. L’Italia, infatti, già da parecchi decenni investiva fortemente nell’industria navale e quindi sarebbe stato sconveniente spaventare la cospicua percentuale

di emigranti che rappresentavano una sicura fonte di guadagno per le compagnie di navigazione. Queste compagnie reclutavano i propri agenti nelle regioni in cui di più si manifestava la richiesta di emigrazione, e costoro, spesso con false lusinghe, stipulavano contratti di viaggio ottenendo ottime provvigioni per ogni emigrante arruolato. Dopo la Grande Guerra, in media erano 400mila all’anno gli emigranti italiani che attraversavano l’Atlantico. Le navi traboccavano di passeggeri ad ogni viaggio e la rotta era fra le più richieste e redditizie. Trecento lire a biglietto, baccalà e gallette per i più poveri, pasti all’aperto per chi non poteva pagare un sovrapprezzo per un tavolo al coperto. Un affare di milioni di lire del tempo per

gli armatori. Un profitto che fece presto passare in secondo piano la sicurezza e la vita degli uomini, donne e bambini che affollavano ogni più angusto ambiente della nave. Riguardo al Mafalda, le false notizie che vennero subito diffuse affermavano che la maggior parte fra le «poche decine di vittime» (Corriere della Sera) erano da contare soltanto tra gli ufficiali dell’equipaggio. Il ministro delle Comunicazioni, Costanzo Ciano, dal canto suo dichiarò che la nave alla partenza era in perfetta efficienza, insistendo che quanto accaduto era da attribuirsi unicamente al fato avverso. Come abbiamo visto, però, la verità era ben altra. La Principessa Mafalda, alla sua ultima traversata, era ormai ridotta ad una carretta del mare e la prima causa dell’affondamento fu dovuta allo sfilamento dell’albero dell’elica di sinistra. Quella rottura produsse una falla che in altre circostanze non avrebbe provocato danni fatali, ma nella situazione di scarsissima manutenzione in cui versava la nave, le porte a tenuta stagna costruite per impedire l’allagamento delle varie sezioni, non riuscirono a fare il loro dovere. Così, in poco tempo, la Mafalda imbarcò tonnellate d’acqua e inutili furono tutti i tentativi per salvarla. Molte testimonianze raccolte in segui-

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trentinostoria Isidoro in età avanzata

to, concordarono nell’affermare che il comandante Gulì restò al suo posto fino alla fine, affondando con la sua nave. Così dichiarò un ufficiale del Duca degli Abruzzi alla Commissione d’inchiesta: “Prima dell’affondamento, sul ponte, vestito di bianco, si distingueva perfettamente la figura del comandante Gulì che, mentre con una mano teneva il megafono e con l’altra la corda della sirena, impartiva ordini, a volte gesticolando, in qualche caso anche in forma violenta.” Il capitano del piroscafo olandese Alhena riferirà,

Sulla prima pagina del giornale “El Diario” del 4 novembre del 1927, si vede Isidoro, zoppicante, mentre viene sorretto dai fratelli.

invece, che mentre un faro illuminava la Mafalda, scorse il capitano Gulì ancora in piedi sul ponte intento a fumare una sigaretta: ormai tutto quello che era stato possibile, era stato fatto. Poi, arrivato l’estremo momento, lo vide gettare il mozzicone in mare, prendere un fischietto dalla tasca e soffiare tre lunghi squilli prima che la

LA CANZONE DEL MAFALDA CANZONE POPOLARE DEL 1928

E da Genova il Mafalda partiva / con un migliaio e più passegger. L’equipaggio solerte ubbidiva / ai comandi di un vecchio nocchier. Il capitano Gulì, siciliano, / intelligente, gran lupo di mar, l’altruista dal cuore più umano / che la storia saprà ricordar. Navigava il Mafalda maestoso / e da bordo s’udiva cantar le canzoni dal ritmo giocoso / che l’Italia soltanto sa far. Dopo 15 giorni di viaggio / sotto poppa una falla s’aprì, pronto accorse l’intero equipaggio / il destino il suo fatto compì. L’acqua entrava, ma il buon comandante / col telegrafo soccorso implorò; poi con voce commossa e tuonante / lanciò un grido: «Si salvi chi può». Le scialuppe nel mar fe’ calare / per salvare prima le donne e i bambini, poi la Marcia Real fe’ suonare / quasi a sfidare il tremendo destin. I marinai affrontando ogni onda / con la guida del lor superior nella notte angosciosa e profonda / han gareggiato in altruismo e valor. Passeggero un Vescovo c’era / con anch’egli l’angoscia nel cuor porgea a tutti parole amorose / poi donava la benedizion. Poi per merito del nostro Marconi / che la radiotelegrafia inventò sette navi dalle nostre amiche nazioni / circa un migliaio di vite salvò. Nella notte in mezzo ai marosi / il Capitano coi prodi ufficial «viva l’Italia» più volte gridavan / poi scomparver nei gorghi fatal. A te o Gulì che hai voluto perire / con la tua nave e il tuo stato maggior, da ogni bocca si sente già dire / che siete degni dei massimi onor ...

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prua si innalzasse dalla superficie del mare e la nave affondasse fra grandi nuvole di fumo e onde gigantesche. Il salvataggio dei pochi superstiti che erano scampati ai gorghi e tentavano ancora di rimanere a galla, proseguì poi fino a tarda notte. All’una, anche l’Alhena lasciò per ultima il luogo del disastro. Alle prime luci dell’alba sopraggiunsero alcuni piroscafi brasiliani che però non trovarono che un’infinità di cose galleggianti e nient’altro. Nessun superstite, nessun grido di aiuto, solo il rumore delle onde che si infrangevano contro gli scafi di alcune scialuppe abbandonate e desolatamente vuote. Isidoro Adami, il protagonista di questa nostra storia, raccontata minuziosamente da lui stesso in una lettera inviata alla sorella (vedi Trentino Mese di ottobre 2015), come detto venne recuperato da una nave francese che fece tappa in Brasile per poi proseguire la navigazione verso l’Uruguay. Qui, Isidoro, poté finalmente ricongiungersi ai suoi fratelli, i quali, fino all’ultimo, non sapevano se lui fosse sopravvissuto al naufragio. E il destino che prima aveva portato Isidoro su quella nave, poi gettato in mare e poi ancora salvato dai pescecani, alla discesa a terra nel porto di Montevideo gli riservò un’altra sorpresa: una grande fotografia che andò sulla prima pagina del giornale “El Diario” del 4 novembre del 1927, in cui si vede lui, zoppicante, mentre viene sorretto dai fratelli.


Maurizio Panizza


trentinostoria

LE ODIOSE PROMESSE DEI PERSUASORI Rovereto, 25 giugno 1875 Agli I.R. Comandi dei Posti di Gendarmeria del Distretto Capitanale di Rovereto. Per constatare di quali precise operazioni si attenda l’attività di tale Gedeone Consolati di Volano nell’ingaggio per l’emigrazione verso paesi stranieri, gli invito di praticare in proposito i dovuti rilievi e di riferirmi il risultato. In particolare modo interessa di conoscere con quali lusinghe, promesse e condizioni lo stesso cerchi di persuadere all’emigrazione, e se esso si occupi anche a stipulare, oltre che contratti pel trasporto, anche contratti di colonizzazione. Converrebbe conoscere pur anche precisamente con quali persone abbia eventualmente trattato in proposito, e di quali persone si serva come d’intermediari. Infine importa sapere se si verifichi che il suddetto ebbe a spacciarsi quale parente della famiglia patrizia Conte Consolati di Trento, e ciò per lusingare più facilmente la gente, ed acquistare maggiore fiducia per la sua illecita impresa. La presente currenda passerà da uno all’altro dei sottonominati comandi di Gendarmeria, che ne trarranno una copia per intraprendere i necessari rilievi e per poscia riferire. I.R. Capitano Distrettuale di Rovereto A questo punto, però, devo svelare ai lettori una pagina di questa storia, un po’ diversa e più personale: Isidoro Adami era il fratello di mia nonna, Candida Adami. Un fratello che, dopo quel tragico viaggio di andata, la nonna non rivide più perché lui, Isidoro, non volle rifare mai quel viaggio a ritroso. Si tennero però in contatto tramite lettera, all’inizio in numero consistente, poi via via sempre più rade nel tempo, fino a quando la nonna morì, più di quarant’anni fa e le comunicazioni si interruppero per sempre. Così di quello zio – che mio padre non aveva mai conosciuto – rimase in famiglia un vago ricordo legato solo al tragico affondamento del Mafalda. Un ricordo custodito in quella famosa lettera che io stesso da bambino rileggevo spesso nella mia fantasia, mitizzando

la forza e il coraggio dimostrato in mare da quello sconosciuto zio d’America. Fino a quando nel 2002 non decidemmo di metterci alla ricerca di Isidoro o di qualche familiare ancora vivente. Non avevamo alcun indirizzo, solo il nome di un piccolo paese dell’Uruguay recuperato dal brandello di una lettera ancora rimasta: Santa Lucia de Canelones. E proprio lì, cercando in internet, scrivemmo un’email a caso, alla quale una ventina di giorni più tardi venne incredibilmente data risposta da parte di una sconosciuta agenzia del luogo. Con grande sorpresa, ci venne così comunicato che il nostro appello era stato consegnato al destinatario e che al più presto ci sarebbe arrivata una lettera a mezzo posta. Alcune settimane dopo, infatti, giunse una lunga missiva in spagnolo, scritta

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da Palma Adami. Lei diceva di avere 67 anni, di essere vedova e di avere due figlie sposate. Il padre, Isidoro, morto già da una ventina d’anni, sempre ricordava Volano, suo paese natale, e pure la sorella Candida. Raccontava, inoltre, che quando era arrivata la nostra richiesta via email, lo stesso giorno, Nancy, una delle sue figlie, aveva ricevuto dall’Istituto Italiano di Cultura di Montevideo una telefonata che le comunicava di aver ottenuto il terzo posto al concorso letterario “I ricordi della memoria”. Incredibile la coincidenza e meraviglioso il testo con cui Nancy ha ottenuto il riconoscimento. Commovente, delicato, ricco di sensazioni e sentimenti, è il ricordo di una bambina cullata dal nonno, sotto un pergolato, su di un vecchio dondolo cigolante. Uno scritto poetico che contiene in poche e sapienti parole, tutta la vita di questo nostro emigrante trentino, paradigma comune a molte altre vite di sofferenza e di emigrazione. Leggiamolo insieme. BAJO EL PARRAL (SOTTO IL PERGOLATO) Ancora sento nella freschezza del giardino, le uve, i gelsomini, i fiori d’arancio, l’infanzia. Danzano i profumi al cigolare delle vecchie catene. Viaggio in una nave per gli infiniti mari verdi macchiati dal sole. Il nonno canta, canta e mi culla. La sua voce rauca e soave, il suo accento italiano, ondeggiano assieme alle verdi ali del pergolato. Profumo di vino, di lavoro e di poesia, di nostalgia e di ottimismo: tutto si confonde, si fonde nel sangue della vite. Vecchi ricordi, vite lontane, sogni,


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trentinostoria insuccessi e speranze si respirano nell’ombre. Dalla radice emerge la forza: “Avanti giovani, sempre avanti”, si sente profondo, intenso, inevitabile, come la vita. Sapore di miseria, si alimenta Isidoro dal seno di Prassede. Infanzia fredda, di bianca allegria, infanzia senza giocattoli, mondo di neve. Passa la luce, viene la guerra. Oscurità di scantinato, pianti di madri, di bambini, di vecchi. Freddo, fame, fuoco, corse di ragazzi che cercano tra i morti e i campi vuoti, qualche alimento. Tristezza che strappa le viscere, immensa solitudine... muore la mamma. Isidoro si sommerge, si sommerge e lotta, lotta e vince, ammirabile gagliardìa di gioventù. Il servizio militare, il futuro... America, terra giovane, terra fresca. Porto di Genova, undici ottobre del 1927, nave di speranza «Principessa Mafalda», milleduecento passeggeri, terza classe, ventiquattro anni, destino America, Volano nel cuore. La notte del venticinque, il mare attacca e affonda le vite, assieme a memorie e a illusioni. Sensazione interminabile, vuoto estremo, muscoli forti. Ottiene ricompensa l’audacia, luce la fatica, ossigeno lo sforzo; le tenebre si rompono, il cuore si agita, il silenzio spaventa. Solitudine che libera, vinti che muoiono, lotta che palpita, vita che nasce. Porto di Montevideo, sguardo triste, sguardo forte, un solo obbiettivo: lavoro

e sudore, lavoro e progresso. Corpo giovane, mani forti, schiena curva, chiara la mente. Sudore che bagna, che brilla, che onora, che forma e trasforma. Uomo solo, uomo e sole, sole e campo, campo e sudore, sudore e vino, sudore salato, sale del mare. Arrivasti dal mare, immigrante sconosciuto, nonno amato. Donasti le tue ore, i tuoi giorni, la tua stanchezza a questo sole e a questo campo. Fosti parte di questa terra come essa fu parte del tuo lavoro, fu l’Uruguay la tua patria ma non la tua culla. Avesti i tuoi frutti, i tuoi campi, le tue vigne, il tuo orgoglio, il tuo sangue,

il tuo vino, la tua vita, tua figlia, mia madre. Dalle tue mani violacee, consumate dal profumo del grano, imparai la generosità dell’uomo buono, l’orgoglio di essere onesto, il valore della parola, il senso della giustizia, la moderazione, il rispetto e soprattutto la gratitudine. A questo popolo fosti grato per la generosità delle sue terre, e persino ti sentisti offeso quando qualche uruguayano si lamentava della sua sorte senza apprezzare i doni che questa terra gli offriva. Ti trovai un giorno, curvato dagli anni, mentre assaporavi con tranquillità, sotto il pergolato della tua casa, la pace del tuo vino che alleviava la ferita causata dalla vita passata lontano dalla tua Italia. Non volesti ritornare, non potevi immaginarti come turista a Volano; come partire due volte se soltanto si muore una? Però ad ogni festa decoravi la tua tavola con la tovaglia bianca italiana. Prima di iniziare il pasto invocavi tua sorella, le tue grandi mani, violacee, profumate non smettevano di lisciare i rosai ricamati sulla seta bianca. Oggi nessuno accarezza più la tua tovaglia italiana ed essa riposa tranquilla, sicura che nel tuo volo ritornasti a Volano per unirti ai tuoi fratelli in un eterno abbraccio. Nonno canta, canta e sorridi, il dondolo piange, i pergolati tremano. ■ Nancy Urdampilleta Adami

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...fine di una bella e lunga storia. Grazie a tutti!

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trentinostoria

PASSARONO DI QUI...

di Francesca Mazzalai

QUEL CURIOSONE DI MONTAIGNE MICHEL DE MONTAIGNE, UN UOMO CON UNA MISSIONE AMBIZIOSA: CONOSCERE SE STESSO. NESSUNO COME LUI HA DEDICATO TANTO TEMPO AD ANALIZZARE PASSO PER PASSO LA PROPRIA VITA E TUTTO CIO’ CHE ACCADE INTORNO A LUI. SUA È LA CONDANNA DELLA VIOLENTA CONQUISTA DELL’AMERICA, DELL’USO DELLA TORTURA. SUA ANCHE LA MESSA IN DUBBIO DELL’INFALLIBILITA` DELLA MEDICINA. LA SUA INGUARIBILE CURIOSITA’ LO SPINGE A VIAGGIARE MOLTO. E UN BEL GIORNO D’OTTOBRE LO PORTA ANCHE IN TRENTINO

T

rento, 1580. Un gentilluomo sulla cinquantina, elegantemente vestito, si aggira curioso nelle vie del centro. Gli abiti inusuali tradiscono la sua natura di forestiero. Di certo non è un signore del posto. Probabilmente si tratta di un turista. E molto ricco, visto il numero di servitori che lo accompagnano. Forse è l’ennesimo appassionato di religione, giunto fin lì per ammirare la città che diciassette anni 60

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prima ha ospitato il Concilio ecumenico più lungo della storia (ben diciotto anni). In effetti, l’uomo sta passeggiando per la città proprio in cerca dei luoghi del Concilio. Certo il suo nome – Michel de Montaigne – non dice quasi nulla ai trentini che in quei giorni lo incrociano per strada. Nessuno di loro può immaginare che cinquecento anni più tardi lo scrittore e filosofo autore dei Saggi sarà

studiato nelle facoltà umanistiche di tutto il mondo. Montaigne è partito qualche mese prima dalla cittadina di Bordeaux, nel sud della Francia. Lo scrittore non viaggia da solo. Con lui, oltre ovviamente alla servitù, ci sono diversi cari amici e il fratello minore, Bernard. A spingere Michel ad abbandonare la famiglia e il suo castello nella località di Saint Michel de Montaigne (uno splendido maniero pos-

seduto già dal nonno e da cui la dinastia prenderà appunto il nome), è la grande curiosità per tutto ciò che lo circonda e soprattutto per i luoghi che ancora non conosce. Tra cui il principato vescovile di Trento. E l’Italia. Certo, viaggiare a fine ‘500 non è un’impresa particolarmente economica o comoda, ma a Montaigne non manca né il denaro né il tempo. E soprattutto possiede l’innata capacità di adattarsi


trentinostoria a tutto. Giorni e giorni da passare a sobbalzare seduti in carrozza, nuvole di polvere sollevate dai cavalli lanciati sulle strade sterrate, il rischio più che probabile di essere rapinati lungo la via, la dubbia pulizia delle stazioni di posta. Scomodità che forse non tutti i signori nobili del tempo, impigriti dagli agi di casa propria, sarebbero disposti a tollerare. Ma tutto questo per Montaigne non è affatto un problema. Anzi. Proprio attraverso le difficoltà è convinto di poter raggiungere il suo obiettivo finale: conoscere l’umanità tutta. E soprattutto se stesso. Chiaramente un risultato simile non può compiersi in una gita di due settimane. E nemmeno di un mese. È così che Montaigne pianifica un ambizioso itinerario che attraversa prima di tutto la Francia, ma anche la Svizzera, la Germania, e naturalmente l’Italia. Durata prevista: due anni. La comitiva si mette dunque in marcia all’inizio del 1580. E quando oltrepassa il Bren-

nero per arrivare in Italia, è ormai arrivata la fine di ottobre. Per non scordare nulla di ciò che accade in vaggio, lo scrupoloso Montaigne annota tutto sul suo diario giornaliero. Compreso il suo arrivo a Vipiteno. Il passaggio di forestieri è una cosa abituale per una cittadina come quella. Si trova molto vicina al Brennero, il valico da cui transitano tutti i viaggiatori diretti in Italia. Spesso si tratta di artisti chiamati dal Principato vescovile di Trento per abbellire qualche chiesa o palazzo con pregevoli affreschi, altre volte sono invece artigiani e commercianti. Appena arrivati, un servitore di Montaigne chiede indicazioni ad un passante, che gli indica l’albergo cercato. La comitiva vi prende subito alloggio per trascorrervi la notte e, data l’ora, viene immediatamente servita la cena. Sul diario di viaggio di uno degli amici di Michel sono riportati i seguenti commenti: “A tavola portarono delle

corone di pani tondi, uniti gli uni agli altri. In queste montagne non crescono viti ma grano, quasi in abbondanza per la popolazione. E ciò nonostante si bevono buoni vini bianchi.” Montaigne dimostra di apprezzare sia il cibo che il vino. Peccato che qualche acciacco di troppo gli tolga talvolta l’appetito. Da qualche anno infatti soffre di calcoli renali, o come si usa dire a quel tempo, il “male della pietra”. Già Ippocrate, nel V secolo avanti Cristo, aveva dato questo nome ai dolorosissimi calcoli renali. E purtroppo per il nostro viaggiatore, negli anni che separano Ippocrate da Montaigne vengono fatti ben pochi passi avanti nel trovare una valida cura. I rimedi proposti dai medici sono certamente numerosi. Ma quasi del tutto inefficaci. Tuttavia Montaigne, che non ha mai riposto alcuna fiducia nella medicina ufficiale, non si lascia abbattere. Al contrario, intraprende il suo viaggio anche con la speranza di trovare in altri paesi nuove soluzioni ai suoi do-

Montaigne ritratto con la catena dell’Ordre de Saint-Michel conferitagli nel 1571 da Carlo IX

lori. In particolare conta sul benefico effetto delle cure termali. E per tenere traccia di questi esperimenti decide di mettere tutto su carta. Alcune di queste osservazioni si trovano anche nel suo diario di viaggio, che in realtà Montaigne scrive senza alcuna intenzione di consegnarlo alla stampa. Tanto che ci vorranno duecento anni prima che il fascicolo di 300 pagine venga rinvenuto. Nascosto in un angolo della biblioteca di famiglia. Oggi che Il giornale di viag-

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trentinostoria gio in Italia è a disposizione di tutti noi, leggerlo ci lascia una sensazione viva, come se rivivessimo quell’avventura insieme a lui, catapultati nel Trentino di cinquecento anni fa. Per la gioia dei lettori, la curiosità di Montaigne sembra non conoscere limiti. Tutto lo interessa. Di ogni cosa cerca di cogliere l’essenza: dalle forme di governo in città alle dispute religiose, ai congegni meccanici, al servizio degli alberghi, ai particolari del paesaggio circostante. “L’indomani dopo colazione partimmo di là traversando una pianura con il fiume Eisach alla nostra destra” scrive Montaigne lasciando Vipiteno alla volta di Trento, il 26 ottobre. “Sopra le montagne vicine scorgemmo parecchi luoghi abitati e coltivati, e spesso luoghi di cui non eravamo capaci di scorgere l’accesso. Su questa strada vi sono 4 o 5 castelli. Incontrammo parecchi operai che riparavano le strade. Salimmo poi, attraverso un portale di pietra, su un’altura

ove trovammo una pianura, e al di là del fiume ne scoprimmo un’altra, ma ambedue sterili e pietrose. Quel che rimaneva lungo il fiume sotto di noi era meravigliosa prateria.” Michel de Montaigne, oltrepassata Vipiteno, giunge a Bressanone, dove arriva in tempo per cenare all’Aquila, l’albergo presso cui alloggerà per la notte. Come racconta lui stesso: “Le montagne all’intorno si estendono così mollemente da lasciarsi coltivare fino in cima. La zona pullula di campanili e villaggi e vicino alla città si trovano parecchie belle case ben costruite e in buone posizioni.” Dopodiché il diario continua con una particolareggiata descrizione del girarrosto in uso da quelle parti, per poi passare alle finestre e ai tetti delle case circostanti l’albergo. Il tramonto strappa infine Montaigne alle sue riflessioni. E il giorno successivo l’instancabile scrittore si rimette in marcia alla volta di Bolzano. Entrando in città sembra ri-

manere deluso dalle scarse dimensioni delle strade e delle piazze. È però il vino a consolarlo, “prodotto in tale abbondanza – scrive – da rifornire tutta la Germania”. E aggiunge: ”Il miglior pane del mondo si mangia in queste montagne”. Manca ormai poco a Trento, dove la comitiva di francesi arriva di venerdì all’imbrunire, e si dirige subito all’albergo Alla Rosa, al civico 41 di via Suffragio, la locanda più rinomata della città. Poco prima di arrivare a Tren-

to Montaigne ha anche avuto modo di ascoltare le prime parole in lingua italiana, un idioma che lui conosce molto bene e che addirittura utilizza in alcune parti del diario. “La città – scrive Montaigne – è divisa a metà nelle due lingue. Vi è un quartiere con una chiesa chiamato dei “Tedeschi” e un predicatore in questa lingua”. E in effetti, il prestigioso albergo da lui scelto per trascorrere la notte, si trova proprio accanto al quartiere tedesco di San Pietro dove

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trentinostoria si concentrano le botteghe e soprattutto le 14 osterie tutte gestite da signori rigorosamente di lingua tedesca. Locali che probabilmente allietano il venerdì sera di quel 1580 che Montaigne e i suoi compagni di viaggio passano in città. A Trento, Montaigne ha modo di visitare il Duomo e la Chiesa di Santa Maria Maggiore, costruita per volere del lungimirante cardinale Bernardo Clesio, il quale con diversi anni di anticipo (Clesio morirà nel 1539) aveva previsto che Trento avrebbe ospitato il Concilio (16451563) e si era prodigato a tal fine per trasformare la città a suon di ristrutturazioni di strade e palazzi. Montaigne è ansioso di vedere finalmente questa chiesa “in cui si è tenuto il nostro Concilio”, scriverà nel suo diario. E continua: “(Trento) era una città libera sotto il governo e l’autorità del vescovo, in seguito alle esigenze della guerra contro i Veneziani essi chiesero aiuto al conte del Tirolo, che in compenso ha ottenuto una certa autorità e diritto sulla loro città. Il vescovo e costui sono in lotta, ma il vescovo, che ora è il cardinale Madruccio (Ludovico), ha la meglio.” Dopodiché si dirige al Palazzo Magno, edificio che ancora una volta è Clesio

Stampa cinquecentesca del centro di Trento. Si distingue la chiesetta di San Benedetto (3), ora scomparsa; addossato alla Torre Civica l’antico rivelino con loggia; il Duomo con i primitivi tiburio, tetto a carena, facciata e campanile. Da questa visione prospettica risulta anche che, anteriormente al 1630, il settore di piazza Duomo a nord della roggia era pavimentato con quadroni di ciottolato segnato da cordoni di pietra.

a far edificare accanto a Castelvecchio e alla Torre d’Augusto, dando così vita al castello del Buonconsiglio. Il nostro viaggiatore ne visita gli interni, descrivendone il mobilio, gli affreschi e rivelando la presenza di una misteriosa botola attraverso cui è possibile calarsi in città, percorrendo un camminamento segreto. Terminato il breve giro in città la comitiva è pronta a ripartire. È sabato pomeriggio quando, caricati i bagagli sui muli, i signori si mettono in sella ai loro cavalli. E in poco tempo

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giungono a Rovereto, dove si sistemano per la notte. L’indomani i signori si svegliano con molta calma. Tutti, tranne Montaigne. La sua voglia di vedere il lago di Garda è così forte che già all’alba lascia il gruppo ancora addormentato in albergo e si dirige a Torbole con dei cavalli presi a nolo. Nel Diario scrive: “Il lago, dal panorama lo si direbbe infinito; l’estremità superiore è sotto il governo del conte del Tirolo, ma tutta quella inferiore, da una sponda all’altra, appartiene alla signoria di Venezia ed è ricca di belle chie-

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se, magnifici oliveti, aranceti e altri frutteti simili. Quando c’è temporale il lago si agita furiosamente. Lo circondano le montagne più selvagge e aride che abbiamo incontrato durante il nostro viaggio”. Montaigne non si accontenta di ammirare il lago dalla riva e terminato il pranzo, naturalmente a base di pesce locale, ingaggia dei robusti rematori per fare un giro in barca nella parte superiore del lago, incantato dal paesaggio circostante. È una breve sosta quella dedicata da Montaigne al lago. Il viaggio è destinato a portarlo poi a Venezia, Roma e alle terme di Lucca. E così, riunitosi al gruppo di amici, riparte, lasciando Rovereto alla volta di Verona. Lungo la strada, Michel de Montaigne lancia un ultimo sguardo alla valle e non può fare a meno di ammirare i Lavini di Marco. Una grandiosa distesa di rocce che ci riporta indietro di duecento milioni di anni, quando ad attraversare i dintorni di Rovereto non erano le carrozze, tantomeno le macchine, bensì centinaia di giganteschi dinosauri. Uno straordinario passaggio le cui tracce sono visibili ancora oggi. E che a differenza nostra, Montaigne non ebbe il privilegio di ammirare. Ma questa è un’altra storia. ■

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di Renzo Francescotti

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enti che di cognome fa Marchetti e subito pensi ai Marchetti di Bolbeno, da cui veniva Livio (a cui a Trento è intitolata una via, nei pressi del Castello del Buonconsiglio, in cui io sono cresciuto), irredentista, amico e collaboratore di Cesare Battisti; e da cui proveniva anche l’altro famoso irredentista, Prospero (nativo di Marco ma la sua famiglia era di Bolbeno). Di Bolbeno è anche il pittore Amedeo, di cui abbiamo parlato su queste pagine. Invece la nostra Silvia, pittrice, è nata a Levico Terme, perché sua madre insegnava lì. Era una piemontese, Giovanna Challier della Val Chisone e aveva sposato un carabiniere, Giuseppe Marchetti, lombardo di Voghera. Sua madre insegnò in vari paesi del Trentino; tra gli altri a Ranzo di Vezzano, il paese del pittore Carlo Sartori di cui Silvia è una grande estimatrice. A Ranzo c’erano capre quasi quante gli abitanti; e lì c’è una grande crocifissione donata dall’artista con ai piedi della croce una capra, unico esempio al

Castelpietra di Calliano 64

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COSTRUITI COME IN UN SOGNO LA PITTURA DI SILVIA MARCHETTI PARE FONDARSI PIÙ SUL COLORE CHE SUL DISEGNO. NELLA SUA ORIGINALE INTERPRETAZIONE DI FORTI E CASTELLI, PIETRE E CIELO SI CONFONDONO mondo che si conosca, dato che la capra era un’animale demonizzato che non poteva entrare in un quadro di Chiesa. E Silvia crebbe da bambina, proprio ”libera come una capra”, come dice lei. La sua passione per il disegno inizia in quegli anni: frequentava la scuola elementare quando un suo disegno fu premiato a Roma. Le spedirono un bel libro. Poi gli studi alle Medie e ad alcuni anni delle Magistrali, il lavoro da impiegata (anche in Provincia) sino alla pensione. La Marchetti, affina la sua pittura frequentando una serie di corsi: per tre anni a Brunico

dove si svolgono ben nove corsi d’arte in cui maestri tedeschi insegnano le tecniche più diverse. Col maestro Ploner, considerato il maggior acquerellista dell’Alto Adige, che porta i suoi alunni a dipingere acquerelli en plein air anche in Toscana. E a Trento, alle “Arti Visuali”, avendo come maestro uno dei più noti artisti trentini, Bruno Degasperi. La sua prima mostra è un’antologica a Volano, tenuta nel 1967. Da allora, tra antologiche e personali, una trentina di esposizioni, molte delle quali fuori regione (a Torino, Ferrara, Padova, Cremona, Venezia, Bologna, Fano, Aosta). E all’estero, in Francia (a Calliano du Var, gemellato con Calliano di Trento, dove la

Castel Beseno

nostra artista vive da single in una villetta); e in Germania in cui, nel 2009, vicino a Norimberga, figura in due antologiche assieme ad artisti tedeschi e all’amica e omonima, Sylvia Lippitz. Le due Silvie abitano alle porte di Rovereto, l’una a Calliano e l’altra a Sant’Ilario, vicine fisicamente e affettivamente ma lontane nello stile e nelle tematiche: la nostra Silvia prediligendo paesaggi visti con occhi visionari, dalle forme poco definite, all’insegna della sfuggenza; e la Sylvia con la “y”, mezza austriaca e mezza italiana (anche lei è già apparsa in questa rubrica), che predilige la pittura di oggetti resi con estrema oggettività e definizione. Nel curriculum della Marchetti figurano anche primi premi


trentinobottegad’artista

Die Schneiderpuppe Il manichino

in concorsi. Ad esempio, alla Biennale di Volano del 2002, vinse il primo premio ex aequo. E recentemente, nel 2013, al concorso “La Madonnina” organizzato dal Consorzio Turistico della Vigolana, ha vinto il primo premio con un ampio quadro (un metro di altezza per settanta centimetri) dal Titolo “Montagna”. È una tela che raffigura una montagna al tramonto con la parte inferiore in ombra e la superiore innevata, in una luce di smalto: un’immagine sognata”. Questo aspetto onirico è tipico di Silvia, una persona che appare spesso “trasognata”, un po’ fuori del mondo, altrove. Lo coglie bene anche Mario Cossali quando scrive che c’è nella Marchetti “un inquieto senso di estraniamento, come se la pittrice volesse ogni volta confessare oltre il fascino dell’immagine dipinta la sua ineludibile inattualità, il suo essere perennemente altrove”. Mentre Luciano Carini scrive di: ”Pittura dunque che si fa memoria, evanescente presenza, poetica apparizione”. Giova a questi effetti “trasognati” la tecnica che la Marchetti predilige, ovvero la tempera all’uovo. Lei stessa mi ha confessato: “La mia pittura si fonda più sul colore che sul disegno. Anche se ho usato tecniche

come l’olio, l’acrilico, l’incisione, è la tempera all’uovo su tela quella che prediligo, che posso usare sia umida che corposa in modo da raggiungere certi effetti…” C’è, a mio avviso, in questa pittrice, un’anima “celtica”: per i Celti realtà e immaginazione, concretezza e sogno, vita e morte non avevano confini precisi. E così le forme sono in eterna metamorfosi, in continuo cambiamento. Andiamo a verificare qualche esempio. La Marchetti se guarda dalle sue finestre dal suo orto-giardino vede incombere Castel Beseno, il più grande castello del Trentino. Poco distante è Castelpietra. Tutti e due li ha più volte dipinti. Il primo (impossibile citare date, lei non usa metterle) in cui l’immagine è raddoppiata: quella di un riquadro si sovrappone a quella della tela. Castelpietra appare in due dipinti: una prima volta dove il castello sembra emergere da un paesaggio nebbioso, indistinto, in cui rocce, pietre e cielo si confondono; una seconda – conservata al Museo Segantini di Arco – quasi astratta, le forme geometrizzate del castello si sciolgono in macchie di colore (realtà e sogno che si confondono). La storia viene rappresentata dalle memorie, sotto forma di castelli diruti, forti asburgici erosi dal tempo che, nonostante siano stati costruiti per vincere il tempo, rivelano ogni giorno di più la loro precarietà, contengono la loro morte. Sono tele che non contemplano la presenza umana, ovvero pitture senza personaggi. Ma anche quando, eccezionalmente, la Marchetti dipinge la figura umana, come nella Tela “Die Schneiderpuppe – Il manichino” (esposta anche in Germania) ci si mostra in uno straordinario colorismo una sfuggente figura femminile che guarda un manichino, anch’esso di forme sfuggenti. Come a dire: qual è il manichino? ■

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un inverno all’insegna delle novità quello che si appresta ad andare in scena nella stagione 2014/2015. Un’offerta a 360°, caratterizzata da 800 chilometri di piste e da 238 impianti, da tecnologie avanzate che permettono risalite sicure e veloci su impianti modernissimi, da una preparazione ottimale delle piste in ogni condizione di innevamento, dall’esaustiva offerta di attività alternative allo sci e dall’accoglienza familiare che si respira varcando la porta degli hotel. La nuova funivia che collega Alba di Canazei e la skiarea Ciampac al Belvedere, in Val di Fassa. La funivia che entra in funzione a dicembre collegando Alba e la skiarea Ciampac al Col dei Rossi, nella skiarea del Belvedere di Canazei, è una novità golosa per gli sciatori che scelgono le piste della Val di Fassa, ma anche per gli amanti dei tour sulla neve, in particolare del Sella66

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ronda, che ora si può raggiungere anche da Pozza, sci ai piedi, dopo aver percorso lo Ski Tour Panorama. Anche la cabina che trasporta migliaia di freerider d’inverno ed escursionisti d’estate da Passo Pordoi al Sass Pordoi sarà sostituita con un impianto dalle forme aerodinamiche e una maggiore superficie vetrata, per ammirare ancor meglio il paesaggio.

Little Grizzly, la nuova pista “nera” per gli amanti dell’adrenalina Con la nuova stagione invernale, in Alta Val Panciana, a Marilleva, verrà aperta al pubblico “Little Grizzly”, una nuovissima pista per gli sciatori più esperti ed amanti delle “nere” con una piccola dose di adrenalina. Il tracciato, che prende avvio dalla sommità del Monte Vigo a quota

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PRINCIPALI EVENTI Snowboard: Tappa di Coppa del Mondo – Val di Fassa, 12 dicembre Sci alpino: Tappa di «Coppa Europa» maschile in notturna Slalom Speciale – Val di Fassa, 21 dicembre Sci alpino: Tappa di Coppa del Mondo maschile 3Tre - Madonna di Campiglio, 22 dicembre Racchette da neve: «Ciaspolada» – Fondo, 6 gennaio Sci nordico: «FIS Tour de Ski» – Val di Fiemme, 9-10 gennaio Sci alpino: Tappa di «Coppa Europa» maschile Slalom Speciale e Slalom Gigante – Folgaria, 12 e 13 gennaio Sci nordico: «Trofeo Topolino» – Tesero, 23-24 gennaio Sci nordico: «Marcialonga» – Valli di Fiemme e Fassa, 31 gennaio 2179 metri, percorre nella parte superiore un vero e proprio canalone, in un’area priva di vegetazione, con pendenze che rasentano il 70%. La parte finale si sviluppa nel bosco rado, con pendenze più contenute ma comunque importan-

ti, dipanandosi parallelamente alla pista “Orso Bruno” e terminando nella piana di Malga Panciana. Passo Tonale, nuova telecabina al Ghiacciaio Presena Sul ghiacciaio Presena, sopra il Passo Tonale, nel corso dell’estate 2014 ha preso il via un progetto che prevede la sostituzione degli impianti di risalita ed una riqualificazione dell’intera area. La seggiovia Paradiso-Presena e le due sciovie Presena destra e Presena sinistra vengono sostituite da una nuova cabinovia che porterà dal Passo Paradiso (2580 metri di quota) fino in cima al ghiacciaio a 3000 metri. Questo renderà il viaggio più confortevole e permetterà una maggiore fruizione del ghiacciaio anche in chiave estiva. La nuova cabinovia, con una capienza di 8 persone, avrà una stazione intermedia all’altezza del rifugio Capanna Presena, attualmente in fase di ristrutturazione, e sarà pronta per la stagione sciistica 2015/2016.

Nuova pista “rossa” nella skiarea Dolomiti Paganella L’offerta della skiarea Dolomiti Paganella si arricchisce quest’anno di un altro tracciato, la nuova pista rossa “FontanelLupetto”, situata nei pressi della seggiovia quadriposto Paganella 2. La discesa, lunga 1400 metri, ha una pendenza media del 29% e un dislivello di 357 metri. Grazie a Valle Silver quattro comprensori sono ancora più vicini Per accompagnare ed arricchire l’offerta di Dolomiti Superski, in vista della stagione 2015-2016 è nato “Valle Silver”. Argenteo come la neve che luccica al sole, il nuovo skipass consente di sciare 5 o 6 giorni, nei quattro comprensori sciistici di Val di Fassa-Carezza, Val di Fiemme - Obereggen, Alpe Lusia - San Pellegrino e San Martino di Castrozza Passo Rolle, per un totale di 390 km di piste servite da 150 impianti di risalita, andando a sostituire “Fassa XL 3+3”. ■ FOTOTECA TRENTINO SVILUPPO SPA – FOTO DI ALESSANDRO TROVATI VAL DI FASSA - BELVEDERE - SCIATORI IN SEGGIOVIA

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ota per il lettore: quello che avete tra le mani non è un articolo da leggere di fretta, mentre bevete distrattamente un caffè prima di correre al lavoro. È un testo che richiede tempo e concentrazione, come l’argomento di cui tratta. E allora mettetevi comodi, rilassatevi, svuotate la mente, riempite un bicchiere di un buon distillato, apprezzatene le sfumature e i profumi, assaggiatelo. Ecco. Adesso il vostro viaggio nel mondo della grappa trentina può cominciare. Tradizione, metodo, territorio, innovazione: sono questi i quattro capisaldi attorno a cui si declina la qualità inconfondibile della grappa trentina. 68

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Un prodotto che affonda le radici nella storia, un’arte tramandata dai genitori ai figli, per generazioni. E che, tuttavia, ha saputo negli anni rinnovarsi, tenendo il passo con i tempi e con i cambiamenti dello stile di vita e delle abitudini delle persone. Per secoli importante rinforzo alimentare in una dieta che prevedeva polenta o poco più, la grappa forniva energia e calorie a famiglie intere di contadini, che il più delle volte la distillavano in casa. D’altra parte avere tutte quelle vinacce in casa e buttarle via, in una economia povera come quella di un tempo, era davvero un peccato contro Dio e gli uomini. Ecco spiegato il moti-

vo per cui la grappa è sempre stata considerata un distillato tipicamente contadino, dal sapore forte cui non mancavano sentori legno vecchio bruciacchiato, e anche il motivo della sua scarsa diffusione, restando confinata alle zone di produzione, ovvero il nord Italia a ridosso dell’arco alpino. Mentre nel resto d’Europa e in Sud America per ragioni economiche e climatiche i distillati come il cognac, l’armagnac o il brandy (distillati del vino), il whisky e la vodka (distillati di cereali), il rum e la cachaça (distillati della canna da zucchero), il calvados, lo slivovitz o lo schnaps (distillati di frutta) la facevano da padrone, raggiungendo in alcuni

casi profili qualitativi eccellenti, la grappa italiana restava relegata al consumo locale e casalingo. Tutto ciò fino a circa la metà del 1800: fu allora che in Italia e in Trentino si cominciò a pensare che anche la grappa avesse tutte le carte in regola per diventare un distillato al pari degli altri e addirittura superiore. Solo la grappa, dopotutto, poteva vantare una materia prima così nobile: la vinaccia, ovvero le bucce dell’uva dopo che questa è stata spremuta per fare il vino. Solo negli ultimi vent’anni, tuttavia, la grappa è riuscita a scrollarsi di dosso una volta per tutte il cliché di rude distil-


trentinospecialedistillerie lato da montanari infreddoliti, conquistandosi a buon diritto un posto di primo piano nei bar, nella ristorazione e nel salotto di casa, saziando i sensi in un’armonia di profumi, aromi e sapori, senza distinzioni di luogo di residenza o di sesso. I dati dimostrano che – crisi a parte – negli ultimi anni il mercato della grappa trentina è andato crescendo e il merito va ricercato proprio nella capacità dei produttori di essere riusciti a intercettare le richieste di un pubblico sempre più attento, giovane, ma anche femminile. Tutto questo senza però venire meno ai capisaldi elencati all’inizio: che sia bianca o aromatica, giovane o invecchiata, in Trentino la grappa è sinonimo di qualità. Metodici e rigorosi come solo i Trentini sanno esserwlo, i distillatori locali negli anni hanno fatto della qualità della loro grappa una vera missione, di cui l’Istituto Tutela Grappa è garante e supervisore (vedi box). E in provincia di Trento la grappa è anche un settore importante per l’economia, basti pensare che solo in Trentino si produce il 10% del totale nazionale, vale a dire circa 4 milioni di bottiglie, distillando qualcosa come 25 mila tonnellate di vinacce freschissime. Il risultato sono distillati

Matteo Lunelli, Distilleria Segnana

sublimi, che rappresentano la conclusione ideale di un pasto o l’accompagnamento perfetto a un momento di relax e riflessione. La distilleria trentina che vanta la storia più lunga è certamente Segnana, fondata nel 1860 a Borgo Valsugana per opera di Paolo Segnana, che alla fine dell’Ottocento, quando il Trentino faceva ancora parte dell’Impero Asburgico, andava di maso in maso a distillare le vinacce ancora fresche con il suo carro carico di alambicchi. Una storia lunga un secolo e mezzo, rilanciata dalla famiglia Lunelli (proprio quella delle Cantine Ferrari), che nel 1982 ha acquistato Distilleria Segnana. Un marchio che nel frattempo era diventato ormai noto e consolidato e che i Lunelli hanno mantenuto e portato avanti restando fedeli alla qualità del prodotto e al legame con il territorio. Carica di storia e di successi, Segnana è oggi una distilleria all’avanguardia, che sorge accanto alle Cantine Ferrari a Ravina di Trento. Una vicinanza che ha un risvolto prima di tutto pratico: è proprio la vicinanza, infatti, a garantire la freschezza delle materie prime, ovvero le vinacce impiegate per la produzione delle bollicine Ferrari, Chardonnay e Pinot Nero. Solo 127 metri separano la pressatura dell’uva per il Trentodoc dalla camera di distillazione, dove le vinacce arrivano ancora pregne di mosto e di aromi, inopinabile garanzia di freschezza. Nel rispetto della tradizione, il sistema di distillazione è rigorosamente discontinuo a bagnomaria, ma arricchito da nuovi accorgimenti tecnici frutto della ricerca dei mastri distillatori di Segnana, in collaborazione con la Fondazione Mach: ne è esempio la ridistillazione della flemma con metodo brevettato Segnana, che permette di ottenere una grappa ancora più morbida e più pura . Una volta distillata,

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Beppe e Livia Bertagnolli

la grappa riposa e affina per diversi mesi quando non per anni. La maturazione delle grappe invecchiate avviene in legni pregiati, che conferiscono sentori speziati e vanigliati e un intenso colore ambrato. L’estremo rigore e il rispetto della tradizione non impediscono alla famiglia Lunelli di guardare con intelligenza alle future evoluzioni del mercato, in particolare quando si tratta di cogliere i mutamenti nella sensibilità e nel gusto dei consumatori: dallo scorso anno, per esempio, nelle botti di Segnana riposa anche grappa biologica, “figlia” di quelle uve coltivate senza uso di prodotti di sintesi (tutti i vigneti di proprietà Lunelli sono attualmente in conversione al biologico.) Un’altra espressione dell’innata attitudine alla sperimentazione di casa Segnana sono le grappe invecchiate Solera Selezione e Solera di Solera, prodotte con il metodo di invecchiamento Solera, tipico dello sherry, che prevede l’annuale passaggio della grappa da un livello all’altro di una catasta di cinque piani di botti sovrapposte. Il risultato è un blend di grappe di annate diverse, di grande complessità. Ma la voglia di innovazione si scorge anche nella Grappa Sherry Cask, maturata nelle botti dello sherry. Sempre più presen-

ti accanto alle intramontabili grappe giovani, fra cui spicca per morbidezza ed eleganza la Gentile, in Segnana le grappe ambrate raggiungono ormai il 40% della produzione, per venire incontro ai consumatori che sempre di più al posto dei rum o dei whisky d’importazione amano abbandonarsi alle suggestioni di un territorio unico nel calore avvolgente della grappa trentina. Tradizione e innovazione, un binomio solo in apparenza antitetico, sono gli aspetti che maggiormente caratterizzano Distilleria Bertagnolli, che negli anni è riuscita a rinnovarsi in modo straordinario, dando un segnale forte al territorio e alla cultura imprenditoriale, e si presenta oggi con un’immagine giovane e dinamica. Quattro generazioni per la grappa, quattro generazioni per arrivare a creare la modernissima distilleria che ha sede a Mezzacorona e che ha avuto i natali nel lontano 1870, quando Giulia de Kreutzenberg ed Edoardo Bertagnolli cominciarono a distillare le vinacce dei loro vitigni in Piana Rotaliana. Era il tempo della semplicità e della vita rurale, del sacrificio e del rispetto delle tradizioni. Il carisma di Giulia unito alla passione di Edoardo per storti e alambicchi (veniva da una famiglia di farmacisti) e



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ISTITUTO DI TUTELA DELLA GRAPPA DEL TRENTINO: GARANZIA DI QUALITÀ

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ato nel 1969 da un’intuizione di cinque distillatori (Bertagnolli, Pisoni, Sebastiani, Segnana e Bassetti) che già allora avevano compreso l’importanza delle regole di autodisciplina e dei controlli di qualità sulla grappa, oggi l’Istituto conta 29 soci, di cui 20 distillatori, che rappresentano la quasi totalità della produzione trentina. Compito dell’Istituto è valorizzare la produzione tipica della Grappa ottenuta esclusivamente da vinacce prodotte in Trentino e qualificarla con un apposito marchio d’origine e con la scritta “Trentino Grappa”. In questo modo l’Istituto offre al consumatore la garanzia di una indiscutibile qualità, certificata dalle analisi della Fondazione Mach e dalla Commissione per l’analisi organolettica della Camera di Commercio di Trento. L’Istituto vigila sull’osservanza del disciplinare e promuove iniziative e studi per il miglioramento della produzione e la diffusione della Grappa trentina in Italia e all’estero. Attualmente è retto da un Consiglio composto da Giuseppe Bertagnolli (presidente), Stefano Marzadro (vicepresidente), Luigi Cappelletti, Mauro Giori, Carlo Pezzi, Bruno Pilzer, Alessandro Poli, Carlo dell’Elmo Saracini e Rudy Zeni (consiglieri). I soci sono: Angeli, Bailoni, Bertagnolli G., Borgo Vecchio, Bresciani, Cappelletti Antica Erboristeria, Casimiro, Crucolo, Dallavalle Rossi d’Anaunia, Fedrizzi Stefano, Fondazione Mach, Francesco S. Massenza, Giori Distillati Trentini, Giovanni Poli, Marzadro, Maxentia, Paolazzi, Paolazzi Vittorio, Pezzi, Pilzer, Pisoni F.lli, Pravis, Riserva dell’Elmo Saracini, Segnana, Tarter, Vettorazzi F.lli, Zeni, Zuccatti.

la presenza di una materia prima eccellente furono gli ingredienti base per la nascita della distilleria. Che di padre in figlio si è trasmessa prima a Giuseppe, poi a Mario e Franco e, infine, a Beppe e Livia Bertagnolli, la quarta generazione, quella dei cugini, da trent’anni alla guida dell’azienda. Per la Distilleria Bertagnolli l’innovazione è stata sia di tipo produttivo/qualitativo che culturale: smontato l’assioma “grappa = bevanda rude per soli uomini”, Bertagnolli ha dato il suo fondamentale contributo nell’introdurre sul mercato un prodotto di grande complessità, raffinato e morbido, apprezzato anche dai palati femminili. Il tutto a partire da vinacce freschissi72

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me, appena svinate e ricche di mosto: materia prima a chilometri zero, visto che proviene quasi interamente dalla Piana Rotaliana, terra vocata alla coltivazione della vite e non a caso definita da Cesare Battisti “il più bel giardino vitato d’Europa”. Appena giunte in azienda, le vinacce vengono distillate con alambicco discontinuo a bagnomaria alimentato a vapore, un metodo che c’è solo in Trentino e che consente di mantenere intatti profumi, morbidezze e aromaticità delle vinacce di origine. E la qualità delle grappe e dei distillati Bertagnolli è certificata e attestata da premi e riconoscimenti internazionali. Distilleria Bertagnolli è oggi un’azienda che guarda al futuro e che piano piano si

Maddalena Cappelletti tra le cisterne dei prodotti

sta ritagliando una nicchia di tutto rispetto sui mercati esteri; ma soprattutto è un’azienda che, nonostante la crisi, ha deciso di investire con fiducia in un restyling di immagine e in una campagna di comunicazione simpatica e accattivante, curata dall’agenzia milanese Tita, che ironizza sulla prolungata assenza mediatica di Bertagnolli: Il primo lancio pubblicitario dopo 145 anni. Succede, quando hai da fare, recita uno dei claim. Il restyling ha coinvolto tutta la ricca linea di grappe monovarietali e barricate come anche il popolare Grappino Bianco e Oro e la celebre Koralis, riserva di più vitigni, tra i primi esemplari di grappa barricata in Italia.

La famiglia Marzadro

Un’immagine aziendale brillante, che sempre nell’ottica di aprirsi a un mercato giovane e in continua evoluzione ha puntato anche su un sito internet completamente rinnovato, su una presenza massiccia sui social network e su una serie di eventi e happening in tutta Italia, da Milano alla Sardegna a Trento per divertirsi con ricette e cocktail, ma soprattutto per diffondere la cultura del distillato trentino per eccellenza, unita alla filosofia del bere con gusto e responsabile. Fatta di tradizione e sapienza è anche la storia della Distilleria Marzadro, che vede i natali nel 1949 a Brancolino d’Isera per opera di Attilio Marzadro. Una professionalità e un impegno che si sono conservati intatti anche oggi, con la terza generazione, ma sempre nell’ottica di un’innovazione costante. Anche per Marzadro c’è stata a un certo punto l’esigenza di slegare la grappa da un consumo prettamente funzionale (digestivo, riscaldante) e restituirle il ruolo che le spetta, come parte integrante di una cultura e di un territorio. Marzadro ha quindi deciso di innovare, puntando su un miglioramento qualitativo e su una nuova comunicazione. Obiettivo che si può dire pienamente raggiunto. Anche se la logica rimane quella di



trentinospecialedistillerie

ASSOCIAZIONE DONNE DELLA GRAPPA

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n’associazione nazionale e tutta femminile, che dal 2001 si dedica alla promozione della grappa e che è stata fondata da un gruppo di imprenditrici del settore e giornaliste. L’idea è nata nel constatare la vivace presenza delle donne nel settore della grappa, sia a livello imprenditoriale e produttivo che di comunicazione, e lo scopo è quello di ampliare la conoscenza di questo prodotto, insegnando a gustarlo e a proporlo con i migliori abbinamenti e in modo interessante per il pubblico femminile. Non soltanto promozione, quindi, ma anche definizione di nuove modalità di utilizzo. Insegnare l’arte dell’assaggio della grappa e i suoi impieghi nelle preparazioni culinarie, promuovere un consumo consapevole della grappa a partire dalla conoscenza delle sue origini, incoraggiare la crescita e lo sviluppo dell’imprenditorialità femminile mediante la condivisione di esperienze. Queste, in sintesi, le attività di un’associazione che dalla Sicilia al Trentino conta oggi più di 300 socie: produttrici, operatrici tecniche, imprenditrici, giornaliste, barladies, nonché sapienti consumatrici. Tutte insieme rappresentano una forza di mercato, un grande spunto culturale, un approccio nuovo a una tecnica antica e la conferma di come le donne siano, oggi, le estimatrici più attente e preparate di questo prodotto complesso e carico di suggestioni. Il Consiglio di amministrazione delle Donne della Grappa è composto da Valeria Luparia (presidente), Claudia Mazzetti, Livia Bertagnolli (vicepresidenti), Camilla Guiggi, Mariacarla Bonollo (consigliere) e Alessandra Gatti (segretaria).

un tempo, dietro all’aspetto romantico del recupero della tradizione, Marzadro è un’azienda moderna e dinamica, in continuo aggiornamento ed evoluzione per operare al massimo delle potenzialità, nell’assoluto rispetto della 74

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qualità delle materie prime e dei sistemi di lavorazione. Paradossalmente è l’aspetto della comunicazione ad offrire le sfide maggiori, perché è fatta non con i canoni classici, ma mira al coinvolgimento totale del consumatore, con

Barricaia di Segnana

tutti i mezzi a disposizione. Fondamentale è per Marzadro raccontare che cosa c’è dietro a una bottiglia di distillato. Un principio che la distilleria lagarina porta avanti con attività di promozione, assaggi e degustazioni, sia in Italia che all’estero, per allargare la conoscenza e gli orizzonti del consumatore. Attualmente Marzadro è una realtà aziendale di medie dimensioni, con un team dirigenziale molto giovane e 75 dipendenti, ma sempre con un’impronta famigliare e artigianale molto forte. Acqueviti, grappe, liquori, creme… la gamma di prodotti di Marzadro è davvero vasta e capace di rispondere a tutti i gusti ed esigenze. Il prodotto più rappresentativo è sicuramente la grappa Le Diciotto Lune, grappa stravecchia di alta qualità prodotta con le migliori vinacce trentine distillate nel tipico alambicco e lasciata affinare per un minimo di diciotto mesi in piccole botti di legni pregiati. Il risultato è un blend finale dal profumo etereo e dal gusto rotondo, che unisce in maniera indissolubile e inconfondibile le caratteristiche del legno e della grappa. Quest’anno, per festeggiare il decennale della nuova distilleria di Nogaredo, è stata presentata una nuova grappa, nata da un’idea di Alessandro Marzadro e prodotta con un metodo

che non ha eguali: Anfora 43° è, infatti, una grappa affinata per dieci mesi in anfore di terracotta, prodotte con un mix di materiali che giungono da Montelupo e Impruneta, località note fin dal Medioevo per la lavorazione di ceramiche e terracotta. Questo particolare affinamento permette di conservare la limpidezza della grappa bianca unita agli aromi e al gusto di una grappa invecchiata, senza però i sentori del legno. Novità assoluta nell’ambito della distillazione, Anfora 43° è disponibile sul mercato solo da pochi giorni. Un viaggio nel mondo della grappa trentina non può non passare per la Valle dei Laghi e le Sarche, zone tra le più vocate alla coltivazione della vite e alle attività correlate, vinificazione e distillazione. Il borgo di Santa Massenza è considerato addirittura la “capitale della grappa”, mentre nel borgo di Pergolese, nel comune di Lasino, in un maso famigliare vecchio di secoli, incastonato tra le Dolomiti di Brenta, il lago di Garda e la città di Trento, ha sede la Distilleria F.lli Pisoni. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi: documenti dell’epoca del Concilio di Trento menzionano un certo Carlo Antonio Pisoni, fornitore ufficiale di vini ed acqueviti per la corte dell’allora principe vescovo Madruzzo. Anche in tempi più recenti, comunque, i Pisoni,



trentinospecialedistillerie allievi dell’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige sin dalla sua fondazione nel 1874, hanno sempre prestato la massima attenzione alla qualità dei loro prodotti, coniugando la tradizione e la storia alla ricerca e all’innovazione, grazie anche al moderno impianto di distillazione, progettato dai titolari e costruito nel 2003. Ecco perché oggi la Distilleria F.lli Pisoni è una delle più rinomate in regione: il segreto di tanta qualità è racchiuso in una semplice ma importante regola produttiva: utilizzare una materia prima di ineccepibile qualità e freschezza. Dopo la vendemmia (i Pisoni sono anche produttori di eccellenti spumanti Trentodoc) vengono scelte le migliori vinacce, che senza alcuna torchiatura si distillano lentamente, sempre con il sistema discontinuo a bagnomaria, alimentato a vapore. Ne risultano grappe dalle notevoli componenti aromatiche e dal gusto morbido e rotondo, che hanno permesso alla produzione dei fratelli Pisoni di raggiungere livelli qualitativi di assoluto rilievo. La parte del leone tra i prodotti della distilleria la fanno ovviamente le grappe, nelle quattro tipologie fondamentali: monovitigno, classiche, alle erbe e speciali. Tra le monovitigno troviamo le sei grappe di Chardonnay, Marzemino, Moscato, Müller Thurgau, Nosiola e Teroldego, mentre tra le classiche figurano la morbida e vellutata Schweizer e la calda e amabile Stravecchia. Formidabili L’Azienda Pisoni di Pergolese

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fine pasto sono le grappe alle erbe, dalle spiccate proprietà digestive riconosciute dalla tradizione popolare: ecco quindi la Grappa amara, quella all’asperula, alla ruta, al ginepro, alla genziana e al mugo. Alle grappe speciali, invece, è affidato il compito di raccontare non solo la straordinaria aderenza della famiglia Pisoni alla tradizione e alla qualità, ma anche la loro sensibilità e il rispetto per il territorio e l’ecosistema. Connubio ideale di purezza cristallina e attenzione all’ambiente è la grappa biologica Chiave di Volta, mentre Fior di roccia, con miele e stelle alpine, racchiude in sé i profumi e i simboli della montagna trentina. Ma la vera depositaria di un territorio e di una tradizione secolare è Clessidra, grappa prodotta a partire dalla triade autoctona Marzemino, Teroldego e Nosiola, distillata

con metodo Tullio Zadra e invecchiata per dieci anni in barrique di rovere francese, che le conferiscono aromi di spezie e vaniglia e un sapore pieno e avvolgente. Accanto alle grappe la distilleria Pisoni annovera anche rinomati liquori, molti dei quali a base grappa, ottenuti dalla miscela di infusioni di varie erbe officinali, frutta, caffè e cioccolato. Non sono una distilleria, ma se si parla di tradizione non si può non descrivere l’Erboristeria Cappelletti, quella del «magico» e storico Elisir Novasalus. Da un’attività concentrata sulla raccolta e la conservazione delle erbe, da cui sono nati i primi amari, negli anni Cinquanta in casa Cappelletti è arrivata anche la grappa. La scelta di non distillare dà il vantaggio di poter scegliere la grappa della migliore qualità. Sono chiaramente grappe trentine, garantite e certificate dall’Istituto Tutela Grappa, che grazie alla materia prima freschissima e alla lavorazione rispettosa si propongono con un connubio di aromi e con una morbidezza impensabili in passato e che hanno conquistato via via anche il pubblico giovane e femminile. La grappa più rappresentativa di Cappelletti, arrivata attorno agli anni Settanta, è Cadevita: «aca de vita», acqua di

vita. Una grappa trentina dal sapore deciso, ottenuta dalla distillazione con metodo discontinuo tradizionale delle vinacce fresche secondo un disciplinare rigoroso, secondo una filosofia racchiusa nella frase: «Grappa del Trentino, prodotta con amore, controllata con rigore». Da Cadevita deriva Cadevita Riserva, invecchiata 24 mesi in botti di rovere. Ci sono poi le grappe monovitigno: Amarone, Cabernet, Chardonnay, Lagrein, Müller Thurgau, Nosiola, Schiava, Marzemino, Moscato, Teroldego, Traminer e le grappe aromatizzate e arricchite di erbe e radici delle montagne trentine. Per far fronte alla crisi, ma soprattutto alle rigidissime sanzioni che penalizzano la guida in stato di ebbrezza, da Cappelletti si cerca di puntare sulla qualità più che sulla quantità. E si punta anche a nuove filosofie e frontiere di consumo. Con grappe più morbide e avvolgenti e cercando sempre il mix perfetto tra l’aroma e la giusta gradazione. Da circa tredici anni in azienda sono arrivati Maddalena e Luigi, a portare il testimone che fu prima di Giuseppe, Ferrante e Gianpaolo. Con loro l’azienda è ripartita con piglio deciso, ma misurato, studiando i cambiamenti del mercato e andando a proporsi con prodotti nuovi anche oltreoceano. Insomma, ne è passato di tempo da quando i distillati caserecci erano venduti di contrabbando e la grappa era sinonimo di contadini dalle guance rubizze e calzoni rattoppati. Da allora molte cose sono cambiate. E se adesso la grappa trentina ha trovato un posto anche sulle tavole e tra i palati più raffinati, lo si deve soprattutto a queste donne e a questi uomini, capaci di guardare lontano e di inventare il futuro con coraggio, ma soprattutto con i piedi ben piantati per terra, irrimediabilmente fedeli al territorio e alla tradizione. ■


ISTITUTO TUTELA GRAPPA DEL TRENTINO UN ISTITUTO A GARANZIA DELLA QUALITÀ

Curcu&Genovese Associati s.r.l. - Südtiroler Studio s.r.l. - Riproduzione vietata

IL MARCHIO DEL TRIDENTE La Grappa Trentina di origine e qualità garantite è facilmente riconoscibile. Il sigillo con il Tridente, che il consumatore individua facilmente sulla bottiglia, prevede tutta una serie di controlli stabiliti dai produttori soci dell’Istituto di Tutela. Il marchio certifica che la Grappa: · è sicuramente prodotta con vinacce trentine · è stata controllata sia dal punto di vista chimico che organolettico. È quindi sicura per quanto attiene l’aspetto salutistico e perfettamente in linea con i livelli qualitativi previsti dal disciplinare di produzione redatto dall’Istituto e sottoscritto da tutti i 28 soci.

TRENTO – Via Suffragio, 3 Tel. 348.3004686

ist.trentinograppa@libero.it www.grappatrentinadoc.it



trentinomese trentinopanorama

moki.trento@gmail.com

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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

l posto del consueto menu cartaceo c’è una grande lavagna su cui sono indicati i piatti del giorno. Al posto del rigido schema pranzo-cena, una gradevole e intrigante offerta all-day che parte dalla colazione del mattino e finisce alla cena serale, passando per il pranzo o per un ricercatissimo aperitivo. Al posto delle solite (e un po’ cupe) panche e tavoli scuri simil-tirolesi troviamo un arredamento sorprendentemente moderno, di design, che irradia luce tutt’attorno, negli occhi, ma pure nell’umore della clientela, favorendo positività, dialogo e convivialità. E come se non bastasse, ad accompagnare tutto ciò, i piatti cambiano giornalmente e seguono i prodotti che le varie stagioni offrono, e sono ispirati all’originale filosofia gastronomica ideata appositamente dallo chef Walter Miori, al grido di battaglia di “piccole, grandi idee dal Trentino e non solo”. Non stiamo descrivendo un irraggiungibile locale di Manhattan o di Parigi, bensì del Moki Bistrot di Trento. Un luogo che nell’intento dei titolari, Vera Boni e Salvatore Di Dio, vuole ricreare gli spazi e l’intimità di una casa, all’insegna dell’accoglienza più genuina. Le persone entrano, consumano un pranzo

BISTROT: “SENTIRSI A CASA” IN VIA MALPAGA A TRENTO C’È QUESTO INTRIGANTE E RICERCATO LUOGO CHE È RISTORANTE, CAFFETTERIA E MOLTO ALTRO. ARREDI MODERNI, EVENTI, PROPOSTE INSOLITE, SEMPRE VARIE E DI QUALITÀ. DA PROVARE! di lavoro, ordinano un esotico the, prendono un libro, si godono un inusuale brunch, ammirano alcune opere esposte, lavorano sul proprio tablet, seguono un workshop gastronomico o un corso di cucina, passano una serata romantica con il proprio partner o di festa in compagnia degli amici. Insomma, il Moki è tutto tranne che un luogo anonimo, canonico o complicato. Contrariamente a quanto potrebbe sembrare, infatti, è proprio la semplicità qui a farla da padrona. Anche nelle numerose cene o aperitivi a tema che sovente vengono organizzati (per questo motivo è impor-

tante tenere sempre d’occhio le pagine Facebook e Instagram del nostro bistrot). Per dirne una, tra i numerosi appuntamenti, Moki ha deciso di riprendere l’idea dello smushi nordico per rielaborarlo in chiave trentina con l’utilizzo di prodotti legati alla nostra regione, come trota marinata o affumicata, carne salada e tanto altro. Il primo evento dedicato agli smushi si è tenuto lo scorso 29 settembre in occasione dell’inaugurazione della mostra di David Aaron Angeli “Nasce dalle Mani”: una riflessione sulla manualità nel legame tra arte e cucina in collaborazione con Revì Trentodoc (la mostra rimane aperta fino al 6 gennaio 2016). L’opening è andato molto bene e l’aperitivo ha suscitato un grande interesse. L’intenzione è quella di creare un appuntamento fisso, legato principalmente al mercoledì, proponendo nientemeno che un Trentin Smushi in abbinamento a bollicine Trentodoc o particolari cocktails preparati dal bravissimo barman del Moki Bistrot. ■

INFO MOKI BISTROT Trento, Via Malpaga, 20 Tel. 0461.1822401 Cell. 347.0431426 moki.trento@gmail.com

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uanto è importante ed urgente per noi la difesa dell’ambiente e degli equilibri della terra? Quanta consapevolezza abbiamo che il nostro stile di vita, gli sprechi, l’illusione di una crescita senza fine stanno provocando il riscaldamento globale del pianeta, con una progressiva desertificazione, lo scioglimento dei ghiacciai e l’aumento del livello dei mari? Riusciamo a cogliere lucidamente il rapporto tra tutto questo e il crescente flusso migratorio da paesi divenuti inospitali, desertificati, devastati e inadatti alla vita? Sono questi i temi sui quali si interroga e ci propone di riflettere l’associazione Il Gioco degli Specchi. È stato presentato solo nello scorso mese di giugno e sarà portato avanti dal 2015 al 2017 il corposo e impegnativo progetto “Il rifiuto della terra, Cambiamenti climatici e migrazioni” ma sta già colorando e caratterizzando nei contenuti tematici tutte le attività che l’associazione Il Gioco degli Specchi ha ideato e sta realizzando con numerose altre associazioni attive nel campo del clima, dell’ambiente e dei flussi migratori. Così è stato per la Festa nazionale dei Lettori al Muse il 26 settembre, centrata sul rapporto degli uomini con la natura e gli altri esseri viventi e il rapporto degli uomini tra loro, così è stato anche per la tradizionale cena di autofinanziamento Mondopentola del 16 ottobre con un menù “verde” e particolarmente attento all’ecosostenibilità, ma anche per le attività nelle scuole e all’università, per la collaborazione ad alcune produzioni radiofoniche su Radio Trentino in blu e Sanbaradio o per la presenza sulla piattaforma Leevia e a maggior ragione il 80

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IL GIOCO DEGLI SPECCHI LA DIFESA DELL’AMBIENTE, GLI SPRECHI, L’UTOPIA DELLA CRESCITA: TUTTI TEMI CHE VERRANNO AFFRONTATI IN UNA SETTIMANA DI EVENTI. A PARTIRE DA LUNEDÌ 9 NOVEMBRE, AL MUSE progetto sarà al centro degli incontri e degli eventi della settimana ad alta densità di offerte culturali che, come ogni anno, il Gioco degli Specchi organizza nel mese di novembre. Gli eventi previsti saranno accompagnati da un’esposizione di libri sul tema dal 2 al 7 novembre presso la Sala Manzoni, Biblioteca Comunale Centrale, via Roma 55, Trento. La settimana sarà aperta, lunedì 9 novembre, dalla conferenza “Cambiamenti climatici e migrazioni” presso il MUSE di Trento con Valerio Calzolaio, politico, giornalista e autore di Ecoprofughi, Migrazioni forzate di ieri, oggi,

domani e Luca Lombroso, meteorologo, personaggio televisivo, conferenziere e divulgatore ambientale. Martedì 10 novembre i due relatori si incontreranno con gli studenti delle superiori. Giovedì 12 novembre, il Cinema Astra ospiterà il film Voci di transizione/Voices of transition di Nils Aguilar, proiettato nella versione originale inglese con sottotitoli in italiano e già vincitore di prestigiosi premi. L’opera mette in discussione l’agricoltura industriale e presenta esempi in Francia, Regno Unito e Cuba di coltivazioni rispettose dell’ambiente. Saranno in sala per la presentazione e la discussione il meteorologo Roberto Barbiero, fisico e ricercatore in meteorologia e climatologia, e Paolo Magnabosco, di Transizione, movimento culturale che si occupa di sostenibilità ambientale. Venerdì 13 novembre, alle 16, alla Scuola di studi internazionali dell’Università di Trento sarà l’associazione Yaku (significa “acqua” in lingua quechua) a curare l’incontro “Ecomigrazioni e diritti della Natura” con il giurista Ugo Mattei, Andrea Petrella, presidente del Gioco degli

Specchi, e gli studenti della Scuola Studi Internazionali di Trento, all’interno del ciclo di incontri e seminari formativi “Scuola dell’Acqua e dei beni comuni”. Alle 21, alla Sala conferenze della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto in via Garibaldi a Trento avrà luogo l’incontro “Terra violata e persone in fuga: il Delta del Niger non è così lontano”, a cura di Amnesty International Trento con la collaborazione di Atas Onlus e gli interventi di Cristiano Vernesi di Amnesty International e Luca Manes di Re:Common che presenterà la graphic novel sul tema della responsabilità sociale delle imprese petrolifere nel disastro ambientale dell’area. Gli eventi proseguiranno anche la settimana successiva con la proiezione venerdì 20 novembre, al teatro San Marco in via San Bernardino a Trento del film “La mujer y el agua” con la partecipazione della regista Nocem Collado. La proiezione fa parte della rassegna “Tutti nello stesso piatto” di Mandacarù ed è a cura dell’associazione Yaku. Tutti gli incontri sono ad ingresso libero e gratuito. ■


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di Fabio De Santi

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i sarà sicuramente la scritta “tutto esaurito” ad accogliere il ritorno a Trento di Malika Ayane. Quella che è ormai diventata una delle voci italiane più amate ed apprezzate da un pubblico decisamente trasversale sarà in concerto il 15 novembre all’Auditorium S. Chiara di Trento. La tournée vedrà l’artista impegnata in un fitto calendario live sui palchi dei principali teatri italiani accompagnata da una superband di undici elementi. Malika Ayane ha aperto il suo 2015 conquistando il Premio della Critica al 65° Festival di Sanremo e il Disco d’oro per il brano «Adesso e qui (Nostalgico presente)» tratto dall’ultimo album «Naïf» uscito per Sugar Music. La cantante milanese porterà in scena le novità dell’ultimo lavoro discografico insieme alle sue canzoni più amate dal pubblico, e non mancheranno alcune sorprese pescate dal suo personale bagaglio musicale, rivisitate con lo stile unico e raffinato di Malika. Cuore del tour le canzoni di «Naïf», il suo quarto album in studio uscito lo scorso 12 febbraio per l’etichetta creata da Caterina Caselli. L’al-

MALIKA AYANE È “NAÏF” UNA DELLE VOCI ITALIANE PIÙ APPREZZATE DA UN PUBBLICO TRASVERSALE SARÀ IN CONCERTO IL 15 NOVEMBRE ALL’AUDITORIUM S. CHIARA DI TRENTO

bum contiene, oltre al singolo «Adesso e Qui (Nostalgico Presente)», anche la cover del brano «Vivere» di Vasco

La Calzoleria

Rossi, cantata nella terza serata del Festival, dedicata alla musica italiana. Scritto e registrato tra Milano, Parigi e Berlino, «Naif» vede la collaborazione alla scrittura di uno straordinario team di autori internazionali e italiani, tra cui Shridhar Solanki (Carrie Underwood, Craig David, Natalie Imbruglia), l’autrice top seller canadese Simon Wilcox e il francese Françoise Villevieille. Fra gli italiani Giovanni Caccamo, che firma il brano sanremese, e alcune certezze del nostro songwriting come Matteo Buzzanca, Bungaro, Cesare Chiodo e Pacifico, che firma

con lei tutte le canzoni del disco. «Naïf» è un lavoro che si discosta dalle sue altre produzioni perché nel processo di creazione del disco Malika Ayane ha preferito partire dal ritmo delle canzoni, sperimentare molti strumenti attuali e passati, con lo scopo di «far muovere il piedino» all’ascoltatore. L’album trae ispirazione da suoni lontani nel tempo e nello spazio: dalle musiche da ballo africane e sudamericane. In «Naïf» c’è la voglia di divertirsi, si esce dall’ansia di doversi sempre riconoscere nell’opinione o percezione di qualcun altro. ■

RIPARAZIONE calzature e articoli in pelle

di Agostini Luca

le Service ufficia E» «SAMSONIT per il dige Trentino-Alto A

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studioandromeda.net

SATIRA MON AMOUR LA RASSEGNA INTERNAZIONALE DI SATIRA DI CITTÀ DI TRENTO, ORGANIZZATA DALLO STUDIO D’ARTE ANDROMEDA, GIUNGE ALLA SUA XXIII EDIZIONE

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a Rassegna internazionale di satira di Città di Trento nasce nel 1979 ed è giunta alla sua XXIII edizione, inizialmente a scadenza biennale ora annuale grazie alle tecnologie informatiche. Il tema di quest’anno è stato dedicato al libro e alla sua evoluzione/trasformazione, il titolo scelto è stato “Il libro è morto, viva il libro” Hanno partecipato 518 autori in rappresentanza di 52 stati e hanno spedito complessivamente 1126 opere.

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Inizialmente, quando non esistevano né internet né le attuali forme di comunicazione, l’organizzazione di un concorso di satira si basava su conoscenze artistiche personali, sulla partecipazione ad altri concorsi, sulla lettura di alcune riviste di stampa specializzata; si arrivava così a riconoscersi e a partecipare a una tribù sociale, a una condivisione di pensiero libero a un senso di appartenenza appagante e stimolante. Si venivano a conoscere, anche personalmente, i grandi ma-

estri dell’Est europeo che si esprimevano con immagini profonde e meditate e gli artisti dell’America Latina con la loro satira esplosiva, colorata, calda. Lo Studio d’Arte Andromeda è cresciuto in questa atmosfera di libero pensiero e di critica stimolante rispetto ai vari temi trattati nelle rassegne che via via organizzavamo e la passione che ci ha sempre guidati ci ha permesso di contaminare anche i giovani del nostro laboratorio che ora, cresciuti,

pubblicano le loro vignette sia sulla stampa sia in rete. In considerazione dei difficili tempi per la satira, noi dello Studio d’Arte Andromeda ora giriamo armati e consigliamo a tutti un’arma leggera, maneggevole, efficace: matita 6B. L’inaugurazione è prevista per sabato 28 novembre alle 18, alle Cantine di Torre Mirana, via Belenzani. L’esposizione resterà aperta fino al 18 dicembre (orario 10-12.30/15-19, tutti i giorni). ■


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www.centrosantachiara.it

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rosegue fino all’8 novembre, in Trentino, la tournée de “La scelta di Cesare”, il monologo scritto da Pino Loperfido e prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano che sta suscitando un grandissimo interesse in regione. Dal 5 dicembre, dopo un novembre altoatesino, lo spettacolo tornerà in Trentino. Tredici anni dopo il grande successo di pubblico e critica di Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis, Andrea Castelli e Pino Loperfido tornano a collaborare in un nuovo spettacolo dedicato ai rapporti tra un padre e un figlio di oggi, dietro ai quali si aggira il “fantasma” di Cesare Battisti, una figura storica importante e contradditoria della storia del Trentino-Alto Adige, alla vigilia della ricorrenza del centenario della morte. Questo nuovo testo teatrale inizia come una divertente

LA SCELTA DI CESARE FINO ALL’8 NOVEMBRE, IN SCENA AL TEATRO CUMINETTI L’ACCLAMATO MONOLOGO CON ANDREA CASTELLI. POI IN TOURNÉE IN TUTTA LA REGIONE commedia sui battibecchi quotidiani tra genitori e figli adolescenti, prosegue nella parte centrale ricordando Battisti e i diversi punti di vista che ne interpretano la vita e le opere e si chiude con un colpo di scena del tutto inaspettato. Protagonista dello spettacolo è Gian Paolo Tomazzini, un sessantenne con un matrimonio fallito alle spalle. Ha trascorso la

sua vita assolvendo diligentemente il compito di crescere da solo il suo unico figlio, ha lavorato, si è costruito una posizione economica celandosi nella nebbia del qualunquismo. Suo figlio Cesare, ha circa vent’anni, è un ragazzo normale che si sta laureando in Scienze Geografiche con una tesi sul suo omonimo Cesare Battisti, personaggio che i To-

mazzini, nostalgici del defunto Impero Asburgico, hanno sempre pubblicamente detestato. Al padre, la tesi di laurea del figlio pare un dispetto. Scavando nella memoria familiare il genitore ripercorrerà la sua adolescenza e poi ancora più a ritroso, incapperà nei ricordi, al Trentino di inizio Novecento, alla decisione del deputato Cesare Battisti di passare al Regno d’Italia... ■

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di Antonia Dalpiaz

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rosegue il Concorso “Premio Mario Roat” indetto dalla Cofas che vede sul palco del Teatro S.Marco le compagnie filodrammatiche. Il 7 novembre, spazio all’allegria con “Reparto maternità” proposto dalla Filo S.Martino di Fornace. Apertura della Stagione al Teatro Melotti di Rovereto, il 10 novembre, con “Cancun” con la brava Mariangela D’A bbraccio. Una commedia sulle relazioni ed i desideri inconfessabili dell’amore coniugale. Procede anche la Stagione di Prosa di Pergine che mercoledì 11 novembre mette in scena “3 donne in cerca di guai” con un trio d’eccezione: Corinne Clery, Barbara Bouchet ed Iva Zanicchi. Il 13 novembre, al teatro Portland Roberta Biagiarelli è la protagonista di un testo di teatro civile “A come Srebrenica” a vent’anni dall’increscioso genocidio. Il 14 novembre, ancora teatro

LESSICO DI HIROSHIMA TRA I NUMEROSI SPETTACOLI, IL 18 NOVEMBRE, AL TEATRO MELOTTI DI ROVERETO, TESTO E VOCE RECITANTE DI PAOLO MIORANDI E MUSICHE DI ROBERTO CONZ. IL DIARIO DI UN DRAMMA DATATO 16.8.1945 amatoriale al S. Marco con “Il marito di mio figlio”, allestito dalla filodrammatica di Laives. Il 18 novembre, al Teatro Melotti di Rovereto, è di scena “Lessico di Hiroshima”, testo e voce recitante di Paolo Miorandi e musiche di Roberto Conz. Il diario di un dramma datato 16 agosto 1945 che si traduce in una riflessione sul tema della guerra e su quello altret-

tanto importante del senso da affidare al termine “sopravvivenza”. La simpatia e la bravura di Paolo Rossi, diretto da Giampiero Solari, saranno gli ingredienti del lavoro “Molière: la recita di Versailles”, in scena al Teatro Sociale dal 19 al 22 novembre. Prodotta dallo Stabile di Bolzano, la commedia trae spunto da “L’improvvisazione di Versailles”, scritta nel 1663 in cui Molière mette

MARCIA PER IL CLIMA. ANCHE A TRENTO

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nche Trento si mobilita in vista della Conferenza ONU sul clima di Parigi con una marcia che avrà luogo in contemporanea in tutto il mondo. La manifestazione si terrà il 29 novembre e prenderà il via a Piazza Dante, dove si costituirà un corteo che sfilerà fino a Piazza Duomo. Qui si terrà la parte principale dell’evento, con un breve intervento scientifico-musicale e una grande coreografia collettiva per la nostra foto-ricordo finale da inviare a Parigi e al mondo. Gli organizzatori cercano la collaborazione più ampia possibile di cittadini e organizzazioni sensibili al tema, per essere in tanti e guadagnare la massima visibilità sui media. Chi vuol partecipare deve scrivere a: MarciaClimaTN@gmail. com. Questo evento fa parte della Marcia Globale per il Clima. Il prossimo 30 novembre, leader politici da tutto il mondo si incontreranno a Parigi per iniziare i negoziati per il prossimo accordo sul clima. Per questo, il giorno prima, in tutto il mondo scenderemo nelle piazze e nelle strade per chiedere a ognuno dei leader di impegnarsi a raggiungere il 100% di energie pulite. “Insieme, possiamo spingere il mondo verso un accordo per il clima che rinunci all’energia inquinante – dicono gli organizzatori – e garantisca energie pulite per tutti. Scriviamo insieme un pezzo di storia: conferma qui sotto la tua partecipazione a questo evento della Marcia Globale per il Clima”.

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in scena se stesso e la sua compagnia. Sempre il 19, a Pergine, spazio a Maurizio Lastrico con “Quello che parla strano”. Il 21 novembre al teatro S. Marco la filodrammatica Argento Vivo è di scena con “Le alegre comari de...”. Il 25 novembre, al teatro Melotti di Rovereto Nancy Brilli sarà fra gli interpreti de “Bisbetica” da William Shakespeare, una commedia che mette a confronto il mondo femminile e quello maschile. Lo spettacolo sarà replicato il 26 novembre a Pergine. Il 27 novembre, al Portland verrà realizzato il lavoro “In capo al mondo. In viaggio con Walter Bonatti”: un omaggio alla montagna e ad un uomo che l’ha profondamente amata. Sabato 28 novembre, altro appuntamento con il teatro amatoriale al S. Marco: “Santa Vittoriosa Palace Hotel” con l’Associazione “Grenzland” di Avio. Il 30 novembre, al Melotti di Rovereto, Marta Cuscunà è l’autrice e l’interprete di “La semplicità ingannata”, un testo di teatro civile che narra come un convento udinese nel 500 divenne luogo di contestazione e libertà di espressione dell’universo ■ femminile.


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opo una settimana a ritmi intensi tra lavoro e scuola, ciò di cui una famiglia ha bisogno non è che di trascorrere un po’ di tempo insieme in tranquillità, divertendosi sulla neve, sulle montagne del nostro bellissimo Trentino. In tutto questo a mezz’ora dalla città di Trento ricordiamo il Monte Bondone, che si contraddistingue per raggiungibilità, sicurezza, servizi e divertimento per i più piccoli. Sono infatti i giovani campioni gli amici ideali di questa montagna, che si incontrano sui lievi pendii della Cordela per imparare a fare le prime curve sulla neve, e si divertono ballando sulla piana di Vason con gli amichetti mentre mamma e papà si concedono da soli l’emozione dei 4 km della “Gran Pista”. Ma andiamo con ordine. La raggiungibilità e comodità di avere un paradiso innevato e panorami mozzafiato a meno di mezz’ora dalla città, con l’area parcheggio “Ex Sport Hotel” ampliata e sistemata ed il raddoppio del numero di parcheggi utilizzabili nell’area, che vanno ad aggiungersi a quelli disponibili a Vaneze, a quelli in loca-

MONTE BONDONE #FAMILYVILLAGE MONTE BONDONE #FAMILYVILLAGE: DIVERTIMENTO PER I PICCOLI CAMPIONI! SCIARE IN FAMIGLIA A MEZZ’ORA DALLA CITTÀ: COMODITÀ, SICUREZZA E UNA MONTAGNA DI SERVIZI lità Norge “Baita Montesel”, e a quelli adiacenti alla pista “Rocce Rosse”, collegati a Vason con un bus navetta. E sul Monte Bondone… I parcheggi sono gratuiti! La sicurezza delle piste larghe e baciate dal sole, mai troppo affollate, nemmeno durante le migliori domeniche di sole, con tempi di attesa agli impianti ridotti a zero. I 70 ettari di piste sono infatti sinonimo di tranquillità anche per i bambini e i principianti che hanno bisogno di acquisire confidenza con lo sci e lo snowboard, impostando la curva senza paura di avere sciatori troppo vicini. Inoltre, il particolare sistema della seduta della nuova e

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alle 22.30 a partire dal 26 dicembre, per unire l’emozione di sciare sotto le stelle ammirando dall’alto le luci della città al divertimento di un vero e proprio apres ski all’aperto. E i prezzi? Skipass stagionale Adulto a euro 299,00 in prevendita fino al 13/12/2015 (bloccato dalla stagione 2012/2013) ed a partire da euro 69,00* per i bambini residenti nel Comune di Trento. Per i residenti del Comune di Trento, al fine di incentivare lo sci in famiglia, un’importante novità: speciali pacchetti genitore-figli, a partire da euro 368,00*. (*grazie alla convenzione con il Comune di Trento) Per info: www.ski.montebondone.it Tel. 0461/829990 ■ 87

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l mercatino tradizionale di Rovereto si trovano prodotti natalizi e oggetti regalo. Il Monastero di S. Elisabetta di Minsk (Bielorussia) espone icone dipinte a mano e articoli religiosi, Demi Art di Santa Cristina statuine per il presepe dell’artigianato artistico gardenese, tante piccole botteghe propongono una vasta gamma di piccoli presepi artigianali. Ci sarà inoltre una casetta dedicata agli oggetti in legno d’olivo provenienti da Betlemme. Nella sezione Alimentari, dolci e food i sapori della tradizione gastronomica trentina trovano ampio spazio attraverso i piatti più conosciuti: tortel di patate, polenta e spezzatino o baccalà alla roveretana, taglieri di formaggi e salumi, canederli, orzotto, strangolapreti, tonco del pontesel e polenta di patate, stromboli, zelten, strudel, vin brulè e molto altro ancora. Particolare attenzione anche ai sapori di altri popoli con i kurtoskalacs, dolci tipici ungheresi e i würstel dell’Austria. Novità di quest’anno sarà la casetta Gluten Free dell’Agriturismo Maso Carpenè. L’albero è il simbolo del Natale dei Popoli. Ai piedi del grande abete che accoglie i visitatori in Piazza Rosmini,

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VERSO UN ORIZZONTE DI PACE DAL 21 NOVEMBRE AL 6 GENNAIO TORNA A ROVERETO IL NATALE DEI POPOLI, DOVE IL MADE IN TRENTINO INCONTRA LE PIÙ BELLE TRADIZIONI DAL MONDO CON L’ARTIGIANATO DI BETLEMME E DELLA BIELORUSSIA, I PRODOTTI TIPICI TRENTINI E MOLTO ALTRO...

sarà installata la Natività in legno degli artigiani di Santa Cristina, in Val Gardena. La cerimonia di accensione dell’albero, sabato 28 novembre, quest’anno è dedicata all’”Accoglienza”. Ospite dell’evento il gruppo musicale Pequeñas Huellas - «Orchestra Internazionale per la Pace». Presepi dal mondo saranno esposti in un affascinante percorso

lungo il Centro Storico. Da non perdere quello del Museo Internazionale della Natività di Betlemme, il presepe costruito con il legno delle Barche degli immigrati a Lampedusa e quello proveniente dal Museo Storico di Cracovia, interamente fatto a mano utilizzando fogli di cartone rivestiti di carta stagnola. Nel Giardino di casa de Cobelli, in Via Roma, sarà allestito un suggestivo Villaggio della Natività con rappresentazioni degli antichi mestieri e la grotta della Natività. Collocata in Piazza Loreto, la Casa dell’artigianato artistico è una vera “bottega artigiana” nella quale si alternano più di 10 aziende: un viaggio nell’artigianato artistico più rappresentativo del “Made in Italy”. In Largo G.M della Croce, al Mercatino degli artisti si

incontrano giovani creativi e le loro produzioni artistiche: gioielli, giocattoli, cartoleria, arte, arredamento, illustrazione e molto altro ancora, tutto all’insegna delle nuove tendenze. Non poteva mancare, infine, l’angolo della solidarietà al Mercatino Solidale delle associazioni di volontariato, che presentano i loro progetti e prodotti per sensibilizzare la cittadinanza verso i temi della solidarietà e dell’auto-mutuo aiuto. Informazioni sul programma degli eventi sul sito del Natale dei Popoli: www.mercatinodinatalerovereto.com e proposte di soggiorno sul portale dell’APT Rovereto e Vallagarina: www.visitrovereto.it ■



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una favola unica nel suo genere quella che prenderà vita a Pergine durante il periodo più magico dell’anno: il Natale. Si chiama “Perzenland & La Valle incantata” ed è la sesta edizione dell’evento più fiabesco del Trentino, dove la fantasia si unisce alle antiche leggende alpine per dare origine ad uno scenario suggestivo, ad animazioni e spettacolazioni musicali, a percorsi enogastronomici, a fiabesche narrazioni per i più piccoli, a serate che si accendono di luci e fuochi, a suggestivi scenari che attraggono inevitabilmente bambini ed adulti. La leggenda narra che Gnomi, Elfi e Fate scendano a valle durante il periodo dell’Avvento per allestire un fascinoso e davvero singolare “Villaggio delle Meraviglie”, ricco di specialità tipiche, artigianato, tradizioni, leggende ed intriganti racconti per celebrare il profondo senso del Natale. Ma anche i preziosi elementi della cultura, del territorio e delle minoranze etnico linguistiche che sin dal lontano medioevo hanno abitato le vallate alpine, diventano interpreti di un Avvento più vero e profondamente legato alle tradizioni. Ed è esattamente così che

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QUANDO IL NATALE DIVENTA MAGICO PERZENLAND & LA VALLE INCANTATA TRA FIABE, ANTICHE LEGGENDE E MONDI INVISIBILI A PERGINE VALSUGANA DAL 14 NOVEMBRE AL 6 GENNAIO

Pergine Valsugana rivive la magia delle leggende, dal 14 novembre al 6 gennaio, allestendo un’affascinante scenografia che si discosta dalla classica idea di mercatino di Natale tipicamente e comunemente inteso. Sono infatti le popolazioni alpine e dolomitiche in particolare ad essere fonte di ispirazione per questa manifestazione nata e costruita intorno alla

territorialità, alle antiche tradizioni ed alle peculiarità che contraddistinguono le minoranze etniche dell’arco alpino. Ed è proprio per questo che Perzenland & La Valle incantata anche quest’anno, attraverso la rassegna “Mondi invisibili” si rivela un’originale opportunità non solo per festeggiare il Natale ma anche per conoscere da vicino le antiche usanze, ormai

quasi dimenticate, di popolazioni e comunità alpine e montane, a partire da quella della Valle dei Mòcheni a cui l’intero evento si ispira. La continuità di PerzenLand & La Valle Incantata è resa possibile grazie alle aziende aderenti al COPI (Consorzio dei commercianti di Pergine), all’Amministrazione Comunale, alla pro loco di Pergine Valsugana, al Consorzio delle pro loco della Valle dei Mòcheni, all’APT Valsugana insieme a Pergine Spettacolo Aperto e Magic Pubblicità, con il contributo finanziario della Provincia Autonoma di Trento e della Cassa Rurale di Pergine. Sul sito www.ilvillaggiodellemeraviglie.com e su facebook.com/perzenlandelavalleincantata tutte le informazioni necessarie per arrivare a godersi fino in fondo il Mercatino di Natale 2015/2016. ■



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di Fabio De Santi

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a la sigla di “Quasi Esauriti” lo show che Andrea Pisani e Luca Peracino in arte “PanPers” presenteranno a Trento sabato 14 novembre nell’appuntamento proposto da Fiabamusic all’Auditorium S. Chiara di Trento (ore 21). I “PanPers” sono considerati tra i comici più interessanti ed innovativi del programma televisivo “Colorado” su Italia 1, dove stagione dopo stagione hanno acquisito sempre più spazi e consensi di pubblico ed hanno deciso di presentarsi al pubblico nei teatri con un nuovo spettacolo dal titolo “Quasi Esauriti”. Anche se si definiscono così, a differenza della batteria dell’iPhone, promettono di arrivare a fine serata con uno show completamente inedito che spazierà tra monologhi a due, sketch, canzoni e personaggi storici sino ad arrivare ai nuovissimi Mika e Fedez. Le note che accompagnano il lancio dello show di Andrea Pisani e Luca Peracino sottolineano scherzosamente: “Mai banale, adatto a grandi e piccini, tanto se i piccini non capiscono… i grandi glielo spiegano. Allo stesso tempo molto attuale così se i grandi non capiscono… i piccini glie-

ESILARANTI COMICI PANPERS ANDREA PISANI E LUCA PERACINO IN ARTE “PANPERS” PRESENTANO “QUASI ESAURITI”, A TRENTO, SABATO 14 NOVEMBRE lo spiegano”. E ancora “Siccome come lo spettacolo era già “stupido” ma non abbastanza, i PanPers hanno deciso di affidare la regia a Paolo Ruffini, attore, regista, conduttore di Colorado ed amico. A fine serata spetterà a voi decidere se questi ragazzi sono quasi esauriti, completamente esauriti o la sorpresa artistica della prossima stagione teatrale”. Il successo dei PanPers Andrea Pisani (Torino, 17 maggio 1987) e Luca Peracino (Malta, 25 ottobre 1987) è iniziato nel 2009 grazie a Colorado con un lancio sul grande schermo nel 2013 grazie al film Fuga di cervelli per la regia di Paolo Ruffini. “Andrea e Luca – raccontano le loro scherzo-

se note autobiografiche – si incontrano per la prima volta all’età di 4 anni quando il primo rompe gli occhiali allo sfortunato secondo. Pur essendo separati per alcuni anni da chilometri di distanza che dividono le loro scuole, si rincontreranno alle scuole medie e successivamente alle superiori. Partecipano a diversi spettacoli collaborando con altri comici come Dario Cassini e Omar Fantini”. Nel 2009 entrano a far parte del cast di Colorado, trasmesso su Italia 1, portando i pezzi “Akkattappara” e “Vi è mai capitato”, ma cominciano ad acquistare maggior successo nel 2011 con il pezzo “Vita da Zombie” dove Luca interpreta uno zombie che si trova

a vivere le difficoltà che una vita così presenta e Andrea lo psicologo che deve cercare di aiutare il paziente con i suoi problemi. Nel 2013 continuano il successo immaginando le famiglie di personaggi famosi o immaginari, Andrea fa la parte del personaggio e Luca quella della madre. Nell’estate 2015 i due si dividono ma solo per un breve periodo, Luca si dirige a Los Angeles per la fiera dell’E3, Andrea punta su Roma per girare un film insieme a Diego Abatantuono, nella commedia Belli di papà che uscirà nell’autunno 2015. Ora sono pronti a conquistare il pubblico dei teatri italiani con la loro “pazza” simpatia come accadrà anche a Trento. ■

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a storia insegna che inizialmente in ambito artistico solo gli uomini potevano salire in palcoscenico e quindi, per forza di causa maggiore, per l’interpretazione dei ruoli femminili era consuetudine che si mascherassero travestendosi da donna. L’uomo inoltre, anche per sua natura, è stato sempre spinto dalla curiosità di assumere sembianze femminili sia nella fisicità e quindi nell’abbigliamento, sia nella gestualità. Semplicisticamente è proprio questo che vedremo in scena con gli spagnoli Les Chicos Mambo all’Auditorium S. Chiara di Trento il 18 novembre, nell’ambito del secondo appuntamento con la danza della stagione organizzata dal Centro Servizi Culturali. I sei interpreti maschili della compagnia saranno protagonisti di Tutu, una creazione stravagante, scatenata ed esilarante, concepita nel 2014 dal direttore artistico Philippe Lafeuille per festeggiare i 20 anni del suo ensemble in un vortice sfrenato di danze e di humor. Gli “irriverenti omaccioni” con camaleontica abilità incarnano 40 personaggi senza mai perdere la loro fortissima personalità e saranno i protagonisti di un gioco di travestimento e virtuosismi tecnici che dal classico ci-

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LES CHICOS MAMBO IL 18 NOVEMBRE, SEI INTERPRETI MASCHILI DELLA COMPAGNIA SARANNO PROTAGONISTI DI “TUTU”. LE DATE DEL CIRCUITO REGIONALE DELLA DANZA gno arriverà fino alle donne in passerella e sottoveste di Pina Bausch. Presenteranno nel loro travestitismo femminile 20 numeri che fanno riferimento con grande ironia ad icone del balletto, della danza contemporanea, dello sport. La danza diviene così una sorta di ode alla vitalità del corpo e dello spirito ed invita alla sacrosanta derisione di tutti gli schemi di tutto ciò che è troppo accademico e affettato. Al

contempo ognuno dei venti quadri presentati è concepito con grande rigore formale e articolato in maniera tale da trascinare il pubblico del fantastico universo teatrale dello spettacolo. I Chicos Mambo sono stati fondati poco più di vent’anni fa a Barcellona dal francese Philippe Lafeuille, coreografo e interprete nonché artista pluridisciplinare e polimorfo autore di una scrittura coreografica che conduce il corpo

verso il teatro. Circondandosi di collaboratori illustri per luci, scene e costumi, nella sua carriera le creazioni di Lafeuille hanno sempre stupito per la trasformazione della materia e affascinato per la metamorfosi che come, ad esempio, l’assolo creato nel 2011 per Chantal Loïal in collaborazione con Paco Decina e presentato a Bolzano Danza. In occasione dello spettacolo a Trento alle ore 18 presso la

INCONTRI DI LETTURA ESPRESSIVA

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enendo incontro ad alcune sollecitazioni, Renzo Francescotti, poeta, scrittore da oltre 45 anni regista del Gruppo “Neruda”, sarà conduttore di una serie di sei incontri di lettura espressiva a Villa S. Ignazio sulla collina Est di Trento. Cinque di questi incontri si terranno in novembre, ogni lunedì dalle ore 20.30 alle 22 (nei giorni 2-9-16- 23- 30) e uno in dicembre, il 7. Il corso ha il duplice obiettivo, di avviare ad una lettura foneticamente corretta ed espressiva e a penetrare un’opera letteraria. Il corso avrà come base il testo “La luna annega nel volga” (noto romanzo di Francescotti che ha avuto ristampe, riedizioni e interpretazioni radiofoniche) con l’intento di affinare la lettura espressiva di un testo comune di scoprire un testo letterario sulla Grande Guerra. Il corso – uno dei pochissimi – è gratuito, ma limitato a un massimo di 20 partecipanti. Si consiglia quindi una tempestiva iscrizione, rivolgendosi alla coordinatrice del corso, Fernanda Beozzo: fernanda. beozzo@fpatrento.it


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di Fabio De Santi

Sala Medioevale del teatro Sociale è previsto un incontro di approfondimento, finalizzato a sviluppare riflessioni rispetto al lavoro che si potrà vedere successivamente in scena dai danzatori di Les Chicos Mambo. Nell’ambito invece del circuito regionale della danza il 20 novembre al teatro Sartori di Ala potremo rivedere lo spettacolo Black&Light, eseguito dall’eVolution Dance Theater, la compagnia diretta dal coreografo di origini statunitense ed ex danzatore dei Momix Anthony Heinl. In scena si potrà assistere ad una sorta di concentrato di sette anni di lavoro della compagnia, sulla fusione di atletismo e visionarietà, concretizzato in un lavoro di ricerca centrato sulla tecnologia, la danza, il suono e il colore. Questo show, attraverso la contaminazione di danza, teatro fisico, acrobatica, ma anche video art, regalerà una sorta di “viaggio incentrato sul sogno e la fantasia”. Sempre il 20 novembre, seppur a svariati chilometri di distanza, al teatro Cristallo di Bolzano sarà presentata la coreografia di Claudio Ronda sulla celebre favola di Pinocchio, interpretata dalla compagnia Fabula Saltica. Composta da 12 giovani dan-

zatori, per la maggior parte di formazione accademica in grado di adattarsi a differenti modalità espressive tramite l’utilizzo di tecniche diverse, questa compagnia farà rinascere il racconto di Collodi attraverso le musiche composte da Edoardo Bennato ed una rilettura della favola di Pinocchio in modo leggero, ironico, pregno di metafore. In questo modo presentandosi a diversi tipi e livelli di lettura, ben si presta ad un pubblico di ogni età. Infine il 27 novembre da Trento si trasferisce quest’anno all’Auditorium Melotti di Rovereto la Maratona di danza “Anticorpi eXpLo”, un network indipendente italiano dedicato alla giovane danza italiana presentato nell’ambito della Vetrina organizzata come di consuetudine a Ravenna, che coinvolge attualmente 32 operatori di 15 regioni. Al momento non si conoscono ancora quali saranno le tre compagnie che si esibiranno a Rovereto il 27 novembre. “Anticorpi XL rappresenta un progetto di ricerca partecipata della giovane danza d’autore che offre ai gruppi di giovane formazione un dialogo con gli operatori del settore.”Info: numero verde 800 013952 www.centrosantachiara.it. ■ 95

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THE IRONY OF LIFE IL DIRETTORE ARTISTICO MATTHIAS LOŠEK PRESENTA LA PRIMA STAGIONE D’OPERA DELLA FONDAZIONE HAYDN DI BOLZANO E TRENTO: UNO SGUARDO AL TEATRO MUSICALE DEL NOSTRO TEMPO SUL FILO DELL’IRONIA DELLA VITA “La Stagione 2015/16 si intitola The irony of life. «Se vuoi far ridere gli dei racconta loro dei tuoi piani», così scriveva Blaise Pascal nel XVII secolo. Con queste parole il filosofo e matematico francese ha formulato una massima valida ancora nel nostro presente: l’imprevedibilità di ciò che ci sta davanti”, continua Matthias Lošek, Isn’t it ironic cantava invece Alanis Morissette negli anni ’90: anche nelle nostre cinque opere incontriamo l’ironia della vita, sia essa negli sbagli e nelle colpe dell’amore, nella dissolutezza e nel potere autodistruttivo del desiderio e della bramosia, nel giudizio politico dispotico e nella

Famiglia Santoni

burocrazia, nell’impotenza della società di fronte ai problemi contemporanei, oppure nell’incomunicabilità e nell’inadeguatezza delle relazioni interpersonali. Assieme, queste opere, delineano un “panottico” di tutto ciò che è umano: sogni irrealizzati, fallimenti tragicomici, desideri nascosti, sentimenti irrigiditi, passioni incondizionate, avidità smisurata, ma anche speranza per un futuro migliore (“a better tomorrow”). La Stagione 2015/16 prenderà avvio il 13 e il 15 novembre al Teatro Sociale di Trento con un nuovo allestimento, in coproduzione con il Teatro dell’Opera Giocosa ONLUS di Savona, della mozartiana

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olzano e Trento unite dall’opera: una Stagione d’Opera Regionale che la Fondazione Haydn di Bolzano e Trento organizza fra novembre 2015 e aprile 2016 nei due capoluoghi, dando così corpo a un progetto, inedito e di vasto respiro, che fa tesoro delle precedenti esperienze della Fondazione Teatro Comunale e Auditorium di Bolzano e del Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento. L’importante novità non è la sola: a firmare la Direzione Artistica è Matthias Lošek, incaricato dalla stessa Fondazione di disegnare una programmazione che dia risalto all’espressività contemporanea e al lavoro di compositori del XX e XXI secolo, senza tuttavia trascurare caposaldi del repertorio lirico, rivisitati con sensibilità moderna. Da qui l’intestazione di OPER.A 20.21 che contrassegna la Stagione 2015/16 e quelle a venire, nel cui ambito avrà un ruolo centrale l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, sul cui podio si alterneranno direttori di fama internazionale. Come internazionali saranno i registi e gli interpreti coinvolti negli allestimenti.

Così fan tutte, opera inizialmente incompresa e poi, senza perdere in attualità, entrata di diritto nel novero dei titoli più noti del teatro musicale. Così fan tutte andrà in scena con la direzione musicale di Giovanni Di Stefano e la regia di Elisabetta Courir. Uno sguardo al teatro musicale americano, in coproduzione con Oper Leipzig, caratterizzerà le serate del 4 e 5 dicembre al Teatro Comunale di Bolzano, con A Hand of Bridge di Samuel Barber, che con i suoi neanche dieci minuti di durata resta l’opera più breve mai concepita... La stagione prosegue fino ad aprile 2016. ■

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ono il cantautore siciliano Colapesce ed il più noto esponente dalla musica tuareg nigerina, leggasi Bombino, musicista che fonde la sua tradizione, quella dei suoni del deserto, con il rock e la musica contemporanea nel segno dell’unione tra nord e sud del mondo, i primi due protagonisti dalla rassegna “Transiti: musiche in movimento” che si apre in questo mese di novembre al Teatro di Sanbapolis. Una rassegna organizzata dal Centro S.Chiara che propone una serie di appuntamenti con artisti rappresentativi di scene musicali in cui sia evidente la relazione dialettica fra tradizione originaria e slancio innovativo, dunque fra passato e futuro. Nei propositi del curatore, Alberto Campo, il programma di “Transiti” integra con contenuti originali l’offerta musicale già presente sul territorio e si rivolge a un pubblico giovane e giova-

COLAPESCE & BOMBINO MARTEDÌ 10 E LUNEDÌ 30 NOVEMBRE, SUL PALCO DI SANBAPOLIS A TRENTO, DALLA SICILIA ALLA MUSICA TUAREG NIGERINA ne/adulto, colto e curioso, mirando in particolare al bacino costituito dalla popolazione studentesca (come dimostra la scelta di collocare la maggioranza degli spettacoli presso il teatro Sanbàpolis) anche attraverso la scelta di praticare una politica di contenimento dei prezzi di biglietteria e di agevolazioni mirate a quel tipo di utenza (abbonamenti scontati all’intera manifestazione). Marte-

dì 10 sul palco di Sanbapolis salirà Colapesce con un concerto “animato” in diretta dalle illustrazioni del narratore a fumetti Alessandro Baronciani che sarà aperto dall’esibizione del cantautore trentino Candirù. Dopo il successo de “La distanza”, la graphic novel scritta e disegnata da Lorenzo Urciullo e Alessandro Baronciani, i due tornano insieme sul palco con un nuovo spettacolo sotto la

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sigla di “Un concerto disegnato”. La formula è in realtà già stata testata e collaudata dai due a ottobre 2013, quando insieme chiusero il tour di “Un meraviglioso declino”, il fortunato album d’esordio di Colapesce, con una serie di concerti speciali realizzati appositamente per i teatri occupati della Sicilia. Ed è proprio l’idea del road trip a fare da sfondo a questo nuovo tour dove le più


trentinopanorama

apprezzate canzoni di Colapesce verranno riproposte in versione acustica, cruda e scarna, accompagnate solo dai disegni e le illustrazioni realizzate in tempo reale da Alessandro Baronciani. Un vero e proprio spettacolo dall’impianto quasi teatrale e dove l’aspetto visivo occupa un ruolo importantissimo. Il bello di “Concerto disegnato” sta proprio nel suo non essere mai uguale a se stesso: uno show in continua evoluzione dove anche l’improvvisazione avrà un ruolo fondamentale. Lunedì 30 novembre approda a Trento uno dei più noti musicisti dei suoni d’Africa il nigerino Bombino che così come il nigeriano Tony Allen, atteso per febbraio, è radicato nella millenaria cultura del continente, ma capace al tempo stesso di misurarla sul metro della contemporaneità. Considerato come uno degli artisti al top se si parla di world music in questo 2015,

il chitarrista Bombino si sta imponendo con il suo blues del deserto catalogato anche come “tuareg-blues”. Ed è infatti il deserto del Sahara la terra da cui Goumar Almoctar (in arte Bombino), nato nell’accampamento nomade di Tidene in Niger 35 anni fa. Come artista globale si è fatto conoscere solo nel 2013 con l’album «Nomad» arrivato al numero uno su iTunes Chart World e World Chart di Billboard. “Nella sua musica – si è scritto di lui. di matrice per l’appunto blues, Bombino ha impresso i ritmi e le suggestioni della tradizione tuareg, cui è fortemente legato pur avendo trascorso la giovinezza in esilio, cacciato con la famiglia durante il conflitto seguìto alla ribellione dei tuareg. Rientrato in patria nel 2010, è diventato prima un local guitar hero, per poi affermarsi a livello internazionale”. Per Bombino la musica è soprattutto un messaggio di pace: “La mia lotta per i diritti tuareg – ha raccontato lui – la faccio con la musica. Io sono della tribù Ifoghas, che lotta da secoli contro il colonialismo e l’Islam più severo e integralista. Non contro l’Islam, sia chiaro: contro le religioni non ho nulla, anzi, sono cose che vanno vissute interiormente e nel quotidiano, non imponendole a tutti. Nella nostra visione di vita, essendo un po’ anche nomadi, c’è l’incontro con le altre culture, la coesistenza pacifica”. ■ Bombino

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di Nicola Tomasi Pierluigi Pizzitola

PARLIAMO DI STORIA

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ono tre incontri dedicati alla Storia, trentina e italiana, quelli proposti dal Comune di Caldonazzo in novembre. Si comincia, il 5 novembre quando Alberto Folgheraiter, giornalista e scrittore, parlerà del suo libro “Un popolo, due patrie - Il Trentino nel vortice della Grande Guerra (1914-1918)” (Curcu & Genovese). Si parlerà insomma di “loro”, di sessantamila chiamati alle armi per difendere gli interessi della corona di Vienna, di cui quasi dodicimila finirono sepolti nei cimiteri improvvisati della Polonia e dell’Ucraina, in Galizia.

A CALDONAZZO, TRE INCONTRI DEDICATI ALLA MEMORIA DELLA GRANDE GUERRA IN TRENTINO E ALLA IMPORTANTE FIGURA DI ALCIDE DEGASPERI “Italiani sbagliati” ai quali, per decenni, fu negato dall’Italia perfino l’onore della memoria. Erano morti da “nemici” anche se figli di una terra che si voleva a tutti i costi “redenta”. Secondo appuntamento, giovedì 19, sempre alla Casa della Cultura, ore 20.30: “Alcide De Gasperi e il Trentino”, con Pierluigi Pizzitola, professore dell’Istituto “Degasperi” di Borgo Valsugana. Partecipa il Coro La Tor. Terza e ultima serata, vener-

dì 27, con Pino Loperfido che narrerà “Viva l’Italia. Gli anni di Alcide Degasperi”, accompagnato al pianoforte da Tverdokhlebova Oksana, in collaborazione con la Scuola Musicale di Caldonazzo. Il monologo vuole onorare la memoria del grande statista e raccontare, allo stesso tempo, la parabola morale e politica del nostro Paese. Lo statista trentino è ricordato soprattutto per aver ricostruito moralmente e mate-

rialmente l’Italia post-bellica e per essere stato tra i primi a concepire l’idea di Europa. Oggi una crisi di idee attraversa sia l’Italia che l’intero continente. Le giovani generazioni si guardano attorno alla ricerca di un segno. Lo spettacolo racconta Alcide Degasperi, la permanenza al Parlamento austriaco, l’amore per il trentino, le persecuzioni, gli anni dell’anonimato, la fede e la vita familiare e molto altro ancora. ■

“È IL MIO CUORE IL PAESE PIÙ STRAZIATO”

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ella ricorrenza del Centenario della grande guerra, moltissime manifestazioni – ad ogni livello – hanno preso forma per commemorare e richiamare alla memoria quella che ormai tutti riconoscono, attraverso le parole di Benedetto XV, come “l’inutile strage”. Per il Trentino, dopo il 1815 territorio meridionale dell’impero austro-ungarico, il macello era cominciato dieci mesi prima della dichiarazione di guerra dell’Italia: Galizia, Carpazi, la Russia sconfinata – terre lontanissime – avevano già accolto il sangue di moltissimi giovani trentini. Poi la decisione dell’Italia: il nemico alle porte di casa. Il coinvolgimento dei civili vede dapprima l’evacuazione verso l’interno dell’Austria stessa, della Boemia, della Moravia. Dopo sarà l’Italia a dover trasferire le popolazioni

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viventi sul confine e così migliaia di trentini saranno sparsi dal Piemonte all’Asinara. Ci furono anche coloro i quali non accettarono di arruolarsi come cittadini austriaci ma per le loro convinzioni andarono, varcato il confine, ad arruolarsi volontari nell’esercito italiano. Si innescò così una specie di “guerra civile” fra chi stava al di quà e chi al di là del nuovo corso della storia. Il Gruppo Cultura del Comitato alle attività culturali e ricreative di Martignano, a conclusione del biennio 1914-15, prova a sua volta (con grande umiltà), a presentare alcune considerazioni sulle “particolari” condizioni del Trentino e della sua gente di quegli anni. Lo si farà venerdì 13 novembre (ore 20.30, Oratorio di Martignano a Trento). Interverrà anche il Coro Paganella diretto dal maestro Claudio Vadagnini.


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I

l Teatro Portland di Via Papiria a Trento torna ad essere protagonista di quella che molti considerano la più significativa stagione di Teatro Civile e Teatro della Contemporaneità del territorio. “La Bella Stagione” è una intensa rassegna di 12 spettacoli urgenti, necessari e ad alto impatto emotivo. In linea con gli anni scorsi, anche nel 2015/2016 gli spettacoli in cartellone vogliono coinvolgere il pubblico in riflessioni, approfondimenti e pensieri sul nostro tempo, sono pensati per provocare dibattiti e sviluppare la condivisione di idee e per questo non hanno come scopo il semplice intrattenimento del pubblico. Il valore di uno spettacolo si misura sulla sua necessità e la sua urgenza oltre che con l’arte e la professionalità di chi va in scena. Gli artisti ospiti della nuova stagione hanno l’urgenza di testimoniare un loro pensiero, una loro riflessione e fanno teatro per esigenza di comunicare e condividere pensieri ed esperienze. Venerdì 13 novembre la Bella Stagione al Teatro Portland di Trento dedica spazio ad uno storico spettacolo dell’attrice e drammaturga Roberta Biagiarelli, ma assolutamente attuale e urgente: “A come Srebrenica” Intorno al 9 luglio 1995 l’armata serbo bosniaca attacca la Zona Protetta di Srebrenica e il territorio circostante. L’offensiva si protrae fino all’11 luglio 1995, giorno in cui le unità serbo bosniache entrano in Srebrenica. Seguono stupri, mutilazioni, esecuzioni di civili, sepolture di vivi. Ma il massacro di 9.000 civili di quella metà di luglio del 1995 è solo l’epilogo di una storia iniziata tre anni prima, una storia di Assedio.

URGENZE DEL TEATRO IL TEATRO PORTLAND DI TRENTO SI APRE ALLE NUOVE URGENZE. IN NOVEMBRE, IL RICORDO DEL GENOCIDIO DI SREBRENICA DI ROBERTA BIAGIARELLI E UN OMAGGIO ALLA VITA E AI RICORDI DI WALTER BONATTI L’urgenza dello spettacolo in questo 2015, ed il motivo per cui è stato inserito nella stagione di teatro civile del Portland, è data dal fatto che quest’anno, l’11 luglio, è ricorso il 20° anniversario del Genocidio di Srebrenica, piccola cittadina della Bosnia Erzegovina. Un’attrice sola sul palco diventa narratrice e protagonista di una storia dove la Ragion di Stato e gli Interessi di Politica Internazionale hanno giocato a Risiko con la vita di decine di migliaia di persone. Questo spettacolo/testimonianza ricorda le vittime e punta il dito sui carnefici:

“A come Srebrenica”

Aggressori e Aggrediti. Venerdì 27 novembre è la volta di un importante appuntamento a Walter Bonatti, il “re delle Alpi” scomparso 4 anni fa all’età di 81 anni dopo una vita piena di avventure rocambolesche, enormi successi e tragedie terribili. “In capo al Mondo, in viaggio con Walter Bonatti” della compagnia Teatro Invito è uno spettacolo delicato e poetico dove saremo accompagnati dalla narrazione di Luca Radaelli e la musica suonata dal vivo di Maurizio Aliffi. Nelle sue note di regia lo stesso Luca Radaelli scrive:

“Lo scopo dell’avventura è trovare l’uomo, avrebbe detto Walter Bonatti. uno dei più grandi alpinisti di sempre. Vogliamo ricordarlo raccontando la sua vita, ma soprattutto la filosofia di un personaggio unico e speciale, che ha cercato di superare i propri limiti, come non solo il campione ma ogni uomo dovrebbe fare. In capo al mondo è uno spettacolo che regala il fascino dell’avventura e delle conquiste, le esplorazioni nella natura selvaggia. Ma è soprattutto un omaggio alla montagna, che noi, vissuti ai piedi del Resegone e della Grigna, non possiamo non amare. La narrazione si accompagna alla musica dal vivo, proiezioni di immagini spettacolari ci immergono nelle imprese di Bonatti. Un attore e un musicista ci guidano nella più coraggiosa delle spedizioni: aun uomo libero.” Il Teatro Portland vuole così dare omaggio ad un simbolo della montagna d’altri tempi, portando a Trento una testimonianza che crediamo possa risuonare nei cuori e nelle anime di quanti, e crediamo siano molti, amano le vette, i cieli azzurri, la neve, il freddo, l’amicizia e il rispetto. ■ 101

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LEZIONI DI STORIA GAHGKJABGKJABG PARTE SECONDA Raoul Pupo

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roseguono nel mese di novembre gli appuntamenti con “Lezioni di Storia” Il ciclo dal titolo L’Italia in guerra si svilupperà in nove lezioni affidate ad alcuni tra i maggiori storici italiani, divise tra il Teatro Sociale di Trento e il Teatro Zandonai di Rovereto Era il 28 giugno 1914 il giorno dell’assassinio di Sarajevo. Pochi giorni dopo Trento e Trieste sono già in guerra. L’intervento dell’Italia arriva quasi un anno dopo. Al di là degli eventi militari, la vita non fu più la stessa all’interno del Paese, un Paese che dovette riorganizzarsi

PROSEGUONO A TRENTO E ROVERETO LE “LEZIONI DI STORIA”. IL CICLO DAL TITOLO L’ITALIA IN GUERRA OFFRIRÀ IN NOVEMBRE ALTRI QUATTRO EVENTI AFFIDATI AD ALCUNI TRA I MAGGIORI STORICI ITALIANI, DIVISI TRA IL TEATRO SOCIALE DI TRENTO E IL TEATRO ZANDONAI DI ROVERETO economicamente, politicamente e socialmente. Tutta la popolazione fu chiamata a sostenere lo sforzo di un lungo e faticoso conflitto in corso. Si venne a creare un “fronte interno” che impegnava tutti – a qualsiasi categoria sociale appartenessero – a sentirsi vicini alla Patria e al sacrificio del Paese in guerra. Le abitudini, il lavoro, i rapporti tra gli individui, la cultura cambiarono in manie-

ra radicale rispetto al periodo pre-bellico. Lo stravolgimento delle abitudini sociali e culturali italiane fece sì che nuovi protagonisti – con nuovi ruoli – si affacciassero nella vita di tutti i giorni. Fu così che fecero la loro comparsa le donne, impegnate nel lavoro in fabbrica al posto di mariti e figli, mentre anche i più giovani, a volte poco più che ragazzi, vennero inviati nelle retrovie

e nei campi di battaglia a ingrossare le file dell’esercito. Alla fine del conflitto, la società italiana aveva subito grandi trasformazioni che proiettarono il Paese verso processi politici, economici e sociali completamente nuovi: l’avvento della produzione industriale e dei movimenti di massa, l’affermazione delle ideologie, l’esperienza della dittatura e del totalitarismo. Sulla scia dello straordinario

ALBERTO FOLGHERAITER

Un popolo, due patrie Il Trentino nel vortice della Grande Guerra (1914-1918)

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IN L S IB w w UL RER w. NO IA cu ST O r c u R PP eg O S UR en IT E ov O ese .i t


trentinopanorama fine dell’impero austriaco e l’umiliazione dei vinti; il 15 novembre Gustavo Corni parlerà degli italiani dell’impero asburgico, da patrioti a traditori; il 22 novembre Raoul Pupo racconterà la vittoria senza pace e l’insoddisfazione degli italiani; il 29 novembre concluderà Emilio Gentile con il racconto degli artisti che si lasciarono inebriare dal mito della guerra per poi scontrarsi con la crudeltà dei campi di battaglia. Giulia Caccamo

successo riscontrato ormai da anni in molte città italiane dalle “Lezioni di storia”, anche a Trento alcuni dei più importanti storici rifletteranno sull’entità delle trasformazioni che la Grande Guerra introdusse nel nostro Paese e nella nostra società. Sarà dunque il primo conflitto mondiale il nucleo tematico di questo ciclo di Lezioni di storia, dal titolo “L’Italia in guerra”. Nove storici di fama ripercorreranno le tappe principali della guerra che ha aperto il Novecento europeo e i cui effetti sugli equilibri mondiali, sulle popolazioni e sulle società coinvolte sono stati di lunga durata. Gli appuntamenti di novembre cominciano il giorno 1, Enrico Camanni parlerà della guerra bianca, la dura vita di trincea tra i monti del confine; l’8 novembre Giulia Caccamo racconterà la

Le lezioni hanno avuto e avranno moderatori d’eccezione, nell’ordine Luigi Sardi, Patrizia Marchesoni, Quinto Antonelli, Alessandro de Bertolini, Claudio Ambrosi, Marco Bellabarba, Camillo Zadra, Fabrizio Rasera, Marcello Bonazza. Le Lezioni sono promosse dalla Provincia autonoma di Trento, Comune di Trento, Comune di Rovereto e Centro Servizi Culturali Santa Chiara; ideate dagli Editori Laterza; realizzate con il sostegno di Casse Rurali Trentine, Cavit, Dolomiti Energia, Mediocredito Investitionsbank. Le Lezioni si terranno la domenica mattina alle ore 11, fino al 29 novembre, presso il Teatro Sociale di Trento e il Teatro Zandonai di Rovereto. L’ingresso a tutte le Lezioni sarà libero fino ad esaurimento posti. A partire dalle 10 i biglietti potranno essere ritirati nei teatri dove si terranno le ■ Lezioni.

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trentinomostre

KUPERION E I SEGRETI DI PAUL KLEE

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i sono delle mostre che è un obbligo visitare, per capire la storia dell’arte, quella con la A maiuscola, per farci sorprendere, per rimeditare percorsi

estetici, per arrivare alla sorgente di stili e forme, fuori da ogni convenzione. La mostra dedicata ad Alois

Kuperion per il cinquantesimo anniversario della

scomparsa (1891-1966), allestita a Merano presso l’edificio della Cassa di Risparmio, a cura di Ursula Schnitzer per Merano Arte, è una di quelle da non perdere, per scoprire come, in una valle isolata come era l’allora Val Venosta, viveva, a partire dal 1949 – quando Alois si stabilì nel sottotetto di Maso Öttlbauer a Colsano (comune di Castelbello) – un povero bracciante-vagabondo, di quelli che andavano di maso in maso a prestare le loro forze, tra una bottiglia di vino e l’altra. E nonostante tutto riusciva a creare opere che valicavano i confini fisici e mentali della valle. Opere di valore europeo come scriveva nel 1954 Antonio

”DONNE IN GUERRA” A ROVERETO

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esterà aperta fino a gennaio, l’esposizione “Donne in guerra. Immagini dall’archivio fotografico del Museo Storico Italiano della Guerra”, allestita appunto dal Museo della Guerra di Rovereto, composta da 16 scatti, con al centro la figura femminile, tassello imprescindibile per comprendere la complessità della Prima guerra mondiale. Infatti, le donne furono mobilitate per ricoprire i posti di lavoro lasciati dagli uomini partiti per la guerra, sostenere il morale dei soldati, oltreché gestire l’economia familiare. Una parte di loro accettò la guerra come una calamità, un’altra animò le manifestazioni di protesta ma non mancò chi si schierò a sostegno delle ragioni del conflitto. Quelle che vengono presentate sono fotografie di vita “mutilata” (mogli o madri senza il sostegno del marito, profughe, vedove) all’interno di lavori nuovi o antichi, a volte mentre svolgono professioni difficili ma socialmente riconosciute come, ad esempio, quella dell’infermiera. In questo contesto, gli uomini compaiono quasi sempre in divisa, le donne “inquadrate” in ruoli prima mai ricoperti, altrettanto decisivi per la sorte della guerra.

Manfredi. 90 opere provenienti da collezioni private – su 150 lavori di piccole dimensioni, di cui un centinaio andati distrutti

illustrazioni, testi di Eva Baur, Paul Preims e Ursula

e altri acquistati da turisti e quindi difficili da reperire –,

Schnitzer, Raetia Verlag edizioni) che ci introduce e ci

raccontano l’avventura di un uomo che ha saputo cogliere

accompagna lungo il percorso della vicenda umana e

innanzi tempo e percorrere le strade dell’astrazione, le

artistica di Alois Kuperion.

sue intuizioni formali e cromatiche in sintonia con i grandi

L’artista, nato nel 1891 nel Maso Schuggerer a Tarres,

astratti e informali dell’epoca. La mostra – Dipingere è

comune di Laces, in Val Venosta, nonostante innumerevoli

tutta la mia vita – è accompagnata da una monografia

peripezie, ha elaborato una pittura astratta di grande qualità,

edita dall’Assessorato alla cultura del Comune di Merano

espressione di grande forza interiore e di tanta passione per

in collaborazione con Merano Arte (270 pagine, 120

l’arte. Il suo particolare senso del colore, della superficie, della composizione e l’utilizzo di varie tecniche espressive, fanno delle sue “fantasie” esempi di grande virtuosismo e spontaneità. Alois Kuperion, trascorsa l’infanzia e la giovinezza in Val Venosta e in Austria, ritornò in Alto Adige nel secondo dopoguerra, dove visse a Castelbello, per eleggere infine Merano a sua città d’adozione. Negli anni Cinquanta l’artista seppe sviluppare uno stile di pittura astratta del tutto singolare: spensierato, ma allo stesso tempo fatto di geniali intuizioni, oltre che di un senso speciale per la composizione e l’accostamento dei colori.

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trentinomostre Qualità che non hanno mancato di affascinare e influenzare molti artisti locali di ieri e di oggi. Il suo lavoro è una rarità nella storia della pittura dichiara lo scrittore e artista Antonio Manfredi. Nel 1961 Manfredi scrive una monografia dedicata all’artista che appare nella serie All’insegna del pesce d’oro (1961) delle Edizioni Vanni Scheiwiller di Milano. L’artista invia lettere a galleristi, critici d’arte, esperti e amici descrivendo loro l’opera e la persona del pittore venostano. Non solo tutti gli articoli principali a lui dedicati (“La Chimera”, Firenze 1954, “Rivista Pirelli”, Milano 1954, “Letteratura”, Roma 1961) apparvero con la sua firma, ma anche le esposizioni furono organizzate sotto la sua egida: all’Azienda di soggiorno di Merano (1961), alla Galleria Minima di Toninelli a Milano (1962), alla Galleria Elite di Lugano (1962) nonché a Palazzo Strozzi a Firenze (1962). Nel 1974 il pittore Karl Plattner pubblica un articolo sul quotidiano locale Dolomiten in occasione dell’inaugurazione della Galleria Kuperion a Merano: Sono dell’idea che la

ARCO Mostre SEGANTINI E ARCO Apertura: fino a giovedì 31 dicembre. MAG Arco, Galleria Civica G. Segantini. Mostra a cura di Alessandra Tiddia, Mart. Info: www. museoaltogarda.it.

BORGO VALSUGANA Mercati MERCATINI DI NATALE A BORGO VALSUGANA Apertura: da sabato 28 novembre a domenica 20 dicembre. Centro storico. Intorno ai portici del fiume Brenta che attraversa il centro di Borgo, casette e bancarelle con prodotti artigianali ed enogastronomici di pregio creano un’atmosfera di grande suggestione, unica nel suo genere. In questa occasione potrete divertirvi alla fattoria con gli animali, con i laboratori connessi agli antichi mestieri, allo snow park per bambini e ragazzi, alle mostre fotografiche, agli spettacoli teatrali itineranti, con le rievocazioni in costume di figure natalizie, ai concerti... e tanto altro. Per ulteriori dettagli visitate il sito: www. borgounfiumedidoni.it.

CALDONAZZO Mostre GIUSEPPE ANGELICO DALLABRIDA (1874-1959) PITTORE E PROFUGO A MITTERNDORF AN DER FISCHA Apertura: da giovedì 1 ottobre a martedì 3 novembre. Casa della cultura - Viale Stazione, 8. Mostra a cura di Katia Fortarel. Orario: martedì-domenica ore 10-12/16-20.

LEVICO TERME

produzione di Kuperion nel suo migliore periodo creativo non sia assolutamente una cosa modesta, ma possa raggiungere un livello europeo. Probabilmente rimane l’unico pittore sudtirolese che abbia colto l’universo della fantasia di Paul Klee, rivivendolo e dipingendolo in versione venostana. A Merano Kuperion ha stretto amicizia con vari artisti e si è potuto per la prima volta dedicare esclusivamente alla pittura. Nel 1955 scrive: “L’arte, la pittura, è stata tutta la mia vita”. Il suo sogno, ovvero essere artista e non più bracciante, si è realizzato per un periodo proprio a Merano. Tuttavia, l’alcol e la povertà l’hanno portato anche qui a trascorrere un’esistenza solitaria. Dal 1962, con il soggiorno presso la casa di riposo di Merano in Via Palade, la libertà del suo spirito artistico giunge rapidamente al tramonto. Kuperion muore a Merano il 17 gennaio 1966. La mostra chiude il 10 gennaio 2016

Mercati EL PRESEPE VIZIN A CÀ Apertura: da sabato 21 novembre 2015 a mercoledì 6 gennaio 2016. Vie del centro. Oltre cento presepi di artigianato locale e nazionale saranno raccolti in una suggestiva mostra e negli angoli più caratteristici di Levico verranno allestite numerose raffigurazioni “El Presepe vizin a cà”. Per ulteriori informazioni: Consorzio Levico Terme in Centro www.visitlevicoterme. it; info@levicotermeincontra.com. Azienda per il Turismo Valsugana Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it. Mercati MERCATINI DI NATALE A LEVICO TERME Apertura: da sabato 21 novembre 2015 a mercoledì 6 gennaio 2016. Parco secolare degli Asburgo. Un’oasi naturale che nel periodo natalizio abbraccia con calore le tradizionali casette di legno nascoste tra gli alberi secolari tinti di bianco dai fiocchi di neve. Le luci soffuse che ricoprono come

un mantello gli alberi del parco vi faranno da guida lungo i vialetti che vi condurranno a scoprire questo luogo incantato. Per ulteriori dettagli visitate il sito: www. visitlevicoterme.it.

LUSERNA Mostre ABITI E MERLETTI RACCONTANO LA STORIA Apertura: fino a lunedì 2 novembre. Centro Documentazione. La mostra è articolata in due sezioni. La prima, “Abiti e Merletti raccontano la Storia” temporanea per l’anno 2015, che occupa tutte le sale dell’ultimo piano, è di carattere generale. Obiettivo della mostra è di presentare, attraverso un’esposizione di abiti antichi, completi di diversi accessori, le trasformazioni a livello sociale, economico, politico ed artistico, degli anni tra il 1890 ed il 1918. L’altra sezione, “’S gekhnöppla ats Lusérn - L’arte del Merletto a fuselli a Luserna”, che occuperà due locali al secondo piano ed avrà carattere permanente, presenta un elemento culturale caratterizzante la comunità cimbra di Luserna, ossia la tradizione della lavorazione del merletto a fuselli (chiamata anche “tombolo”). Orario: tutti i giorni ore 10-12/14-18. Info: Centro Documentazione Luserna Tel. 0464.789638; www.lusern.it.

PERGINE VALSUGANA Mercati MERCATINI DI NATALE A PERGINE VALSUGANA Apertura: da sabato 14 novembre 2015 a mercoledì 6 gennaio 2016. Vie del centro storico. Dal 14 novembre 2015 al 6 gennaio 2016 Pergine Valsugana celebra la leggenda di gnomi ed elfi che nel periodo dell’Avvento, scendevano a valle per offrire giochi, preziosi, decori e dolcezze di Natale. Il mercatino è anche una festa con cori, musici e giocolieri, spettacoli, luci e colori oltre a piccoli laboratori, mostre e degustazioni per le vie del centro. Al Mercatino di Natale del Villaggio delle Meraviglie anche tanti laboratori artigianali dove verranno creati oggetti unici con diversi materiali, enogastronomia tipica locale, esposizioni e mostre in luoghi d’eccezione, eventi dedicati a grandi e piccoli e una sezione dedicata alle associazioni no-profit: il Natale è anche solidarietà! Info: www.ilvillaggiodellemeraviglie.com. Mostre GRAVITÀ SOSPESA Apertura: da sabato 18 aprile a domenica 8 novembre. Castello. Mostra di sculture di Robert Schad. Più di venti grandi opere in ferro massiccio sono esposte lungo il percorso tra le due cinta murarie e prima del parcheggio grande. Altre sono collocate nella

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trentinomostre Sala d’entrata, nella Cantina Rosa e nella Prigione della Goccia. Inoltre alcuni grandi quadri si trovano nelle Sala d’entrata. Mostra a cura di Theo Schneider e Verena Neff, coordinatore Riccardo Cordero. Entrata libera. Orario: da martedì a domenica ore 10.30-22.00. Lunedì ore 17-22. Info: Castel Pergine Tel. 0461.531158; verena@castelpergine.it; www.castelpergine.it.

RIVA DEL GARDA Mostre IL TEMPO E L’ISTANTE. PAESAGGI FOTOGRAFICI DEL GARDA 1870-2000 Apertura: fino a domenica 1 novembre. MAG Riva del Garda, Museo. Mostra a cura di Layla Betti, Claudia Gelmi, Sara Vicenzi. Info: www.museoaltogarda.it. Mostre NATURA/OLTRE Apertura: fino a domenica 1 novembre. Museo. Mostra a cura di Claudio Cerritelli. Il pittore milanese proporrà una serie di opere inedite ispirate ai luoghi gardesani. Orario: agosto e settembre: aperto tutti i giorni ore 10-18. Info: Museo Alto Garda Tel. 0464.573869; info@museoaltogarda.it. Mostre ASSORTI NEL PAESAGGIO - PITTORI NORDICI SUL GARDA TRA ‘800 E ‘900 Apertura: fino a domenica 1 novembre. Museo. Mostra a cura di Annalisa Bonetti. Info: Tel. 0464.573869; info@museoaltogarda.it; www.museoaltogarda.it. Mostre OLTRE IL CONFINE DELLA TELA (FONTANA, BURRI, MANZONI, DADAMAINO, BONALUMI, SCHEGGI) Apertura: da sabato 18 luglio a domenica 1 novembre. Museo. Mostra a cura di Daniela Ferrari. Info: Tel. 0464.573869; info@ museoaltogarda.it; www.museoaltogarda.it. Mostre DER BLITZ - SUPERNOVA Apertura: fino a domenica 1 novembre. La Rocca. Artisti: Stefano Calligaro, Sara Enrico, Gabriele Garavaglia, Jacopo Mazzonelli, Luigi Ontani, Bernd Ribbeck, Ry Rocklen, Andrea Salvino, Rolando Tessadri, ZAPRUDERfilmmakersgroup. Nel mese di ottobre chiuso il lunedì. Info: MAG Museo Alto Garda Tel. 0464.573869; info@museoaltogarda.it. Ore 10-18. Mostre LA REALTÀ A MODO MIO Apertura: da sabato 24 ottobre a mercoledì 11 novembre. Galleria civica G. Craffonara. Mostra personale di Caterina Benamati. Orario 10-18. Info: Amici dell’Arte Riva del Garda Tel. 339.5245896; amicidellarteriva@libero.it.

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ROVERETO Mostre MORIRE PER TRENTO Apertura: da domenica 22 marzo 2015 a domenica 31 gennaio 2016. Museo Storico Italiano della Guerra - Castello di Rovereto. Soldati Italiani ed austro-ungarici sul fronte trentino della Prima guerra mondiale. Orario: da martedì a domenica ore 10-18. Info: Museo Storico Italiano della Guerra - Via Castelbarco,. 7 Tel. 0464.438100; www.museodellaguerra.it. Mostre #COLLEZIONEMART Apertura: fino a domenica 8 novembre. Mart. Il Mart presenta un viaggio nella storia dell’arte del ‘900. La Collezione del Mart è composta da oltre 20.000 opere che, con modalità e tempi differenti, sono esposte nella sale del Museo in mostre e percorsi. Info: Mart Tel. 0464.438887; info@mart. tn; www.mart.trento.it. Mostre DONNE IN GUERRA Apertura: fino a domenica 24 gennaio 2016. Torrione Malipiero del Castello di Rovereto. L’esposizione è composta da 16 scatti con al centro la figura femminile, tassello imprescindibile per comprendere la complessità della Prima guerra mondiale. Orario: dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 18. Info: www.museodellaguerra.it. Mostre DEVALLE (1940-2013) Apertura: da venerdì 16 ottobre 2015 a domenica 14 febbraio 2016. Mart. Mart la prima retrospettiva su Beppe Devalle presenta, attraverso un excursus completo nel percorso creativo dell’artista, uno dei protagonisti del nostro tempo, grande maestro della pittura italiana. Orario: mar-dom 10-18; ven. 10-21. Lunedì chiuso. Info: www. mart.trento.it.

TRENTO Mostre I TRENTINI NELLA GUERRA EUROPEA 1914-1920 Apertura: fino a domenica 30 dicembre 2018. Le Gallerie, Piedicastello. Una mostra che racconta il dramma dei trentini nel corso del primo conflitto mondiale. Orario: da martedì a domenica ore 9.0018.00 (lunedì chiuso). Ingresso libero. Info: www.fondazione.museostorico.it. Mostre SCUOLA DI NUDO Apertura: da sabato 20 giugno a domenica 1 novembre. Castello del Buonconsiglio, via Bernardo Clesio 5. Giulia Thun alla British Academy di Roma. Orario: da martedì a domenica 10-18; da metà luglio a fine agosto aperto anche il lunedì. Info: www.buon-

consiglio.it; Tel. 0461.492803; info@buonconsiglio.it. Mostre CITTÀ FORTEZZA: TRENTO 1915-1918 Apertura: da venerdì 10 luglio 2015 a domenica 10 luglio 2016. Gallerie di Piedicastello. Trento e la Grande guerra. Il percorso della mostra porta i visitatori in una Trento trasformata in un’enorme caserma, una città fortezza governata dai militari, dove gli edifici pubblici e privati sono usati come ospedali per i soldati e i cittadini rimasti vedono limitate le loro libertà, devono convivere con i soldati e con i prigionieri, stretti dalla paura e dalla carestia. Orario: da martedì a domenica 9-18 (chiuso il lunedì, il 25 dicembre e il 1° gennaio). Ingresso libero. Info: fondazione. museostorico.it; Tel. 0461.230482; info@museostorico.it. Mostre EX AFRICA. ESPLORAZIONI TRA ARTE E SCIENZA DI JONATHAN KINGDON Apertura: da sabato 18 luglio 2015 a domenica 10 gennaio 2016. Muse. Corso del Lavoro e della Scienza, 3. La mostra racchiude la lunghissima esperienza di ricerca e produzione scientifica e artistica del massimo esperto di mammiferi africani, Jonathan Kingdon, dall’iniziale approccio documentativo di morfologie ed anatomie, all’indagine sulla comunicazione visiva negli animali, alla libera interpretazione artistica. Info: Muse Tel. 0461.270311; prenotazioni@muse.it. Mostre MARI E CIELI DI BALBO Apertura: fino a domenica 10 gennaio 2016. Museo dell’aeronautica Gianni Caproni, Via Lidorno, 3. Da Orbetello a Chicago, New York e Tobruk. La mostra, un viaggio sospeso tra cielo e mare, espone cimeli del Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni e si compone di quindici tavole in tecnica mista del noto pittore italiano Nani Tedeschi, accompagnate da altrettanti testi di Alberto Guarnieri, giornalista e scrittore, che ha immaginato di far parlare Italo Balbo in prima persona da un aldilà, oltre il tempo e la storia. Orario: dal martedì al venerdì 10-13 e 14-18; sabato, domenica e festivi, 10-18 (chiuso lunedì non festivi). Info: www.museocaproni.it; Tel. 0461.944888; museo.caproni@muse.it. Mostre IN AFGHANISTAN Apertura: fino a domenica 1 novembre. Gallerie di Piedicastello. Il lavoro nelle strutture di Emergency a Kabul e nella Valle del Panshir, le vittime di guerra, la devastazione portata da oltre trent’anni di conflitti armati: la mostra “In Afghanistan” li racconta attraverso 45 scatti di Mario Dondero, realizzati in un bianco e nero che ne

coglie ed esalta gli aspetti più intensi. Orario: da martedì a domenica 9.00-18.00 (lunedì chiuso). Ingresso libero. Info: fondazione. museostorico.it; Tel. 0461.230482; info@museostorico.it. Mostre MIO DOLCE PAESE, DOVE SEI? IDENTITÀ PERDUTE DA ROUAULT AI CONTEMPORANEI Apertura: da sabato 19 settembre 2015 a lunedì 11 gennaio 2016. Museo Diocesano Tridentino. Mostra a cura di Domenica Primerano e Riccarda Turrina. Info: Museo Diocesano Tridentino www.museodiocesanotridentino.it. Mostre OSTRICHE E VINO. IN CUCINA CON GLI ANTICHI ROMANI Apertura: da martedì 22 settembre 2015 a venerdì 8 gennaio 2016. Area archeologica di Palazzo Lodron. Orario: da martedì a domenica ore 10-12.30 e 14.30-17; chiuso nei giorni festivi. Ingresso gratuito. Info: Area archeologica di Palazzo Lodron Tel. 0461.492161.

Mostre DRIFTERS - AVVENTURE ALPINE NON EUCLIDEE Apertura: da sabato 3 ottobre a sabato 5 dicembre. Boccanera Gallery. Mostra di Valentina Miorandi e Sandrine Nicoletta. Info: Boccanera Gallery - Via Milano, 128. Tel. 0461.984206; www.arteboccanera.com.

Mostre IL CIBO CONTA! Apertura: fino a domenica 17 gennaio 2016. Museo delle Scienze, corso del Lavoro e della Scienza 3. Una mostra sui numeri del cibo. I temi della mostra: contiamo il cibo; come siamo arrivati a questo punto?; a chi troppo, a chi niente; il cibo pesa (sul pianeta): sopra e sotto il mare; appuntamento al 2050. Biglietto intero € 10, ridotto € 8. Info: www.muse.it; Tel. 0461.270311; museinfo@muse.it.


trentinomostre Mostre BLACK AND WHITE DONALD BAECHLER Apertura: da giovedì 8 ottobre 2015 a domenica 28 febbraio 2016. Studio d’Arte Raffaelli - Palazzo Wolkenstein - Via Livio Marchetti, 17. Mostra personale dell’artista. Protagonisti assoluti dell’esposizione sono eleganti fiori in bianco e nero su carta e su tela, nuova e riuscita proposizione di un tema già caro all’artista. Inoltre, per la prima volta in Italia, in esclusiva per lo Studio d’Arte Raffaelli, saranno in mostra alcune sculture di bronzo, raffinata espressione a tutto tondo del vocabolario artistico di Baechler. Info: Studio d’Arte Raffaelli Tel. 0461.982595; studioraffaelli@tin.it. Mostre 2084: CARTOLINE DAL DOMANI Apertura: fino a sabato 7 novembre. Palazzo Trentini, Via G. Manci, 27. Un progetto espositivo in cui due illustratori trentini, Elia Nadie e Federica Bordoni, hanno costruito immagini e suggestioni a partire da cartoline che raccontavano Trento negli anni ‘50 e da quelle oggi in vendita per i turisti. In un ideale percorso di 140 anni, in mostra sarà possibile vedere accostate cartoline storiche - provenienti da collezioni private e dalla Biblioteca Comunale di Trento - e suggestioni visive elaborate con la fantasia degli illustratori. Il tutto inserito in una cornice di spunti letterari, visivi, storici scelti dalle due curatrici, Mara Pieri e Carolina Bortolotti. Orario: lunedìvenerdì 10-18; sabato 10-12. Ingresso libero. Info: trento2084.tumblr. com; Tel. 328.0210218. Mostre SGUARDI DAL VIETNAM PIETRA E RISAIA Apertura: da sabato 24 ottobre a venerdì 13 novembre. c/o Area Archeologica di Palazzo Lodron, Piazza Lodron, 31. Scatti di Anna Brian. Orario: dal martedì al venerdì ore 10-12.30/14.30-19; sabato e domenica ore 10-12.30/13.3018.30. Ingresso libero. Info: GTV Gruppo Trentino di Volontariato Tel. 0461.917395; info@gtvonline.org. Mostre METAFORA DELLA NATURA Apertura: da sabato 31 ottobre a domenica 15 novembre. Cantine di Torre Mirana - Palazzo Thun. Mostra antologica di Claudio Cavalieri, 65 anni di età e 45 di attività espositiva presentata dal critico Roberta Fiorini di Firenze. Mostre NATURE - ARTE ED ECOLOGIA Apertura: da venerdì 30 ottobre 2015 a domenica 31 gennaio 2016. Galleria Civica, via Belenzani 44. Attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea e i lavori di alcuni tra i maggiori artisti del nostro tempo, la Galleria Civica propone un’indagine tanto attuale quanto urgente sull’ecologia. In mostra

circa 50 opere di artisti internazionali come Matthew Barney, Joseph Beuys, Christo, Tony Cragg, Olafur Eliasson, Petrit Halilaj, Ibrahim Mahama, Antoni Tàpies e di grandi italiani tra i quali Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Mario Schifano, Willy Verginer e i più giovani Stefano Cagol, Davide Coltro, Francesco Matuzzi, Arcangelo Sassolino e Elisa Sighicelli. Orario: da martedi a domenica 1013 e 14-18. Biglietto Euro 2,00. Info: www.mart.trento.it/galleriacivica; Tel. 0461.985511; civica@mart.tn.it.

Mostre GIACOMO LISA Apertura: da domenica 1 a lunedì 30 novembre. c/o Il Ritrovo degli Artisti a Trento nel quartiere residenziale “Le Albere” in via Olivetti n°16, a 50 metri dall’entrata del MUSE, lato sud. Mostra di Giacomo Lisia. Orario: 10.00-12.00 e 15.00-18.00 martedì, mercoledì, giovedì, venerdì; 10.00-18.00 sabato e domenica, chiuso il lunedì; per appuntamento: 334.1028483.

VALLE DI NON Fiere ANTICHI SAPORI DELLA VAL DI NON Apertura: da venerdì 16 ottobre a domenica 1 novembre. Anche nella 29° edizione degli “Antichi Sapori della Val di Non” non mancheranno i piatti forti della cucina nonesa o trentina. Verranno pertanto riproposte e reinterpretate le antiche ricette degli Gnocchi di patate, i Canederli, le Vellutate o le Minestre “den bot” (di una volta) e ottimi secondi piatti di carne, per concludere poi con dolci ricette popolari. Diventeranno attori di un saporito racconto prodotto in alcuni ristoranti della Val di Non la Polenta conzada zo (condita con lucanica e formaggio nostrano), il Tonco de tor coi brigiaudi, patate e zocia del selem rostide, ovvero lo spezzatino di manzo e funghi, patate con sedano rapa arrostiti, lo Stinco, gli Ossobuchi e la Selvaggina. Non mancheranno lo Strudel di mele antiche, il semifreddo al caffè d’orzo, il povero ma sostanzioso dolce dei Frati embriaghi (pane raffermo tostato imbevuto nel vino e nel cacao) con Crostate e tortini vari. Info: Azienda per il Turismo Tel. 0463.830133; info@ visitvaldinon.it.

LA “METAFORA DELLA NATURA” DI CAVALIERI

Q

uarantacinque anni di attività artistica sono un bel traguardo, al quale Claudio Cavalieri è giunto maturando la sua creatività polimaterica. Cavalieri allestirà presso le cantine di Torre Mirana -Palazzo Thun a Trento una antologica di 70 opere fra pittura-scultura ed installazioni. La mostra “ Metafora della Natura” sarà presentata dal critico Roberta Fiorini di Firenze che conosce e lo ha spesso seguito Cavalieri, dal lontano 1986. Una tappa importante a Trento per Claudio per la sua attività spesso fuori provincia dove ha ottenuto molti riconoscimenti ed è conosciuto per la sua pitto-scultura polimaterica. La sua attività espositiva è iniziata nel 1970 quando frequentava l’Istituto d’arte di Trento. Negli ultimi venti anni è stato anche un attivissimo animatore culturale di eventi e mostre, spesso unendo altre realtà culturali artistiche con l’ambiente artistico trentino.

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trentinoappuntamenti

ANDIAMO A TEATRO IN ATTESA DEI MERCATINI

L’

evento di novembre si chiama ancora Lezioni

di storia, un ciclo di incontri dal titolo “L’Italia in guerra” che in questo mese proporrà gli ultimi

quattro incontri con studiosi che ripercorreranno le tappe principali della guerra che ha aperto il Novecento europeo e i cui effetti sugli equilibri mondiali, sulle popolazioni e sulle società coinvolte sono stati di lunga durata. Ma anche a Caldonazzo, un mini ciclo di tre incontri intitolato idealmente “Parliamo

di Storia” propone

approfondimenti sul popolo trentino in guerra e sulla figura del grande Statista Alcide Degasperi. Per il teatro, prosegue la fortunatissima tournée del monologo “La

scelta di Cesare” con Andrea

Castelli. Fino all’8 novembre a Trento e poi, dopo l’intervallo altoatesino, riprenderà in dicembre in Trentino. La simpatia e la bravura di Paolo

Rossi, diretto da Giampiero

PAOLO ROSSI: GLI INIZI

P

aolo Rossi nasce a Monfalcone, in provincia di Gorizia, il 22 giugno 1953. Si trasferisce, durante l’adolescenza, a Ferrara dove consegue il diploma di perito chimico. Considerato milanese d’adozione, Paolo Rossi spazia da trent’anni dai club ai grandi palcoscenici, dal teatro tradizionale al cabaret, dalla televisione al tendone da circo. Il suo stile è caratterizzato dall’immergersi appieno nelle tematiche dell’attualità e dalla rappresentazione dei classici antichi e moderni: da Shakespeare a Molière a Bertolt Brecht, all’amatissima commedia dell’Arte. Apprendista comico sulle pedane dei club, Paolo Rossi esordisce come attore nel 1978 in Histoire du Soldat, opera da camera, da leggere, recitare e danzare, un capolavoro misterioso, del compositore russo Igor Stravinskij, su libretto in francese di Charles-Ferdinand Ramuz, rappresentato per la prima volta nel 1918 al Teatro del Casinò di Losanna e in Italia, rappresentato alla Scala di Milano, per la regia di Dario Fo. La trama è simile ad un piccolo Faust: un militare in licenza scambia col demonio il proprio violino (che simboleggia l’anima), in cambio di un libro che dà la ricchezza. Lo stile della musica ha un si affiancano al motivo conduttore (leitmotiv) del soldato, l’unico che conserva un tono russo. Con la compagnia del Teatro dell’Elfo, nel 1983, è fra gli interpreti di Nemico di Classe di Nigel Williams, diretto da Elio De Capitani.

Solari, saranno gli ingredienti del lavoro “Molière: la recita di Versailles”, in scena al Teatro Sociale dal 19 al 22 novembre. Prodotta

nell’ambito del secondo appuntamento con la danza della

dallo Stabile di Bolzano, la commedia

stagione organizzata dal Centro Servizi Culturali. I sei

trae spunto da “L’improvvisazione

interpreti maschili della compagnia saranno protagonisti di

di Versailles”, scritta nel 1663 in cui

Tutu, una creazione stravagante.

Molière mette in scena se stesso e la

Ma passiamo alla comicità, ha la sigla di “Quasi Esauriti”

sua compagnia.

lo show che Andrea Pisani e Luca Peracino in arte

Sono il cantautore siciliano

“PanPers” presenteranno a Trento sabato 14

Colapesce ed il più noto

novembre nell’appuntamento proposto da Fiabamusic

esponente dalla musica tuareg nigerina,

all’Auditorium S. Chiara di Trento.

leggasi Bombino, musicista che fonde la sua tradizione, quella dei suoni del deserto, con il rock e la musica contemporanea nel segno dell’unione

Ma novembre è anche il mese che anticipa la stagione natalizia. Dal 21 novembre al 6 gennaio torna a Rovereto

il Natale dei Popoli, dove il made in Trentino

tra nord e sud del mondo, i primi due protagonisti dalla

incontra le più belle tradizioni dal mondo con l’artigianato

rassegna “Transiti: musiche in movimento” che si apre

di Betlemme e della Bielorussia, i prodotti tipici trentini

questo mese al Teatro di Sanbapolis. Per la danza, Semplicisticamente è proprio questo che vedremo in scena con gli spagnoli Les

Chicos Mambo

all’Auditorium S. Chiara di Trento il 18 novembre,

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e molto altro. Perzenland

& La Valle

incantata tra fiabe, antiche leggende e Mondi Invisibili a Pergine Valsugana dal 14 Novembre al 6 Gennaio.


trentinoappuntamenti 1 DOMENICA Cultura LEZIONI DI STORIA Trento. Ore 11. Teatro Sociale. “Montagne. La guerra bianca”,con Enrico Camanni e Claudio Ambrosi. Info: tel. 0461-213811. Cultura CONFERENZA Trento. Ore 11. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana, 19. Lezioni di storia: “Montagne. La guerra bianca”. Ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento posti - i biglietti possono essere ritirati dalle ore 10.00 presso la biglietteria del teatro. Relatore Enrico Camanni, alpinista e giornalista torinese, ha fondato il mensile “Alp” e la rivista internazionale “L’Alpe”.Introduce Claudio Ambrosi. Info: www. laterza.it; Tel. 0461.496914; serv. attcult@provincia.tn.it. Teatro LA SCELTA DI CESARE Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. Novità di Pino Loperfido. Regia di Andrea Brandalise. Con Andrea Castelli. Viaggio teatrale pieno di curve misteriose, strane telefonate, irresistibili ironie, uomini e cani, dispute sulla esatta collocazione del bene e del male. Info: n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

3 MARTEDÌ Musica I CONCERTI CASA DI SALUTE RAPHAEL Roncegno Terme. Ore 21. L’Armonica Diatonica. “Compagnia dei soldati della grande Guerra”. Santo Albertini: armonica a bocca. Per info: Palace Hotel Casa Raphael Tel. 0461.772000. Musica QUINTETTO DI FIATI OPUS V IN CONCERTO Trento. Ore 9-11. Sala della Filarmonica, via Verdi 30. Quintetto di fiati Opus V: Anna Boschi, flauto; Guido Longo, oboe; Manuel Mi-

chelini, corno; Manuel Cester, fagotto; Francesca Pola, clarinetto su musiche di F. Farkas, D. Agay, J. Ibert, R. Douglas, M. Arnold, J. Brahms, J. Strauss junior. Ingresso € 3,00. Info: www.filarmonica-trento.it: Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Teatro LA SCELTA DI CESARE Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Novità di Pino Loperfido, affidato alla regia di Andrea Brandalise, e interpretato da Andrea Castelli, “La scelta di Cesare è un viaggio pieno di curve misteriose, strane telefonate, irresistibili ironie, uomini e cani, dispute sulla esatta collocazione del bene e del male”. Info: n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

4 MERCOLEDÌ Corsi DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. c/o Associazione di volontariato “Mana”. Per informazioni: mimosa.2009@live.it. Teatro LA SCELTA DI CESARE Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Novità di Pino Loperfido, affidato alla regia di Andrea Brandalise, e interpretato da Andrea Castelli, “La scelta di Cesare è un viaggio pieno di curve misteriose, strane telefonate, irresistibili ironie, uomini e cani, dispute sulla esatta collocazione del bene e del male”. Info: n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

5 GIOVEDÌ Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Caldonazzo. Ore 20.30. Casa della Cultura. Alberto Folgheraiter presenta il suo nuovo libro: “Un popolo, due patrie” - Il Trentino nel vortice della Grande Guerra (19141918). Introduce Pierluigi Pizzitola. Entrata libera. Info: www.curcuegenovese.it.

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Teatro LA SCELTA DI CESARE Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Novità di Pino Loperfido, affidato alla regia di Andrea Brandalise, e interpretato da Andrea Castelli, “La scelta di Cesare è un viaggio pieno di curve misteriose, strane telefonate, irresistibili ironie, uomini e cani, dispute sulla esatta collocazione del bene e del male”. Info: n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

6 VENERDÌ Cultura EMERGENZA TERREMOTO NEPAL Vigolo Vattaro. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Interverrà l’alpinista Fausto De Stefani che a Kirtipur, in Nepal, ha realizzato una scuola in collaborazione con “Fondazione Senza Frontiere - Onlus”. Cultura SPAZI E CULTURA A TRENTO. SGUARDI E PROPOSTE PER I PROSSIMI DIECI ANNI DELLA CITTÀ Trento. Ore 18. Spazio Off. Una tavola rotonda aperta ad addetti ai lavori, operatori culturali e alla cittadinanza per fare il punto sugli ultimi dieci anni di spazi, creatività e cultura in città, e soprattutto per immaginare, disegnare e proporre nuovi scenari per i prossimi dieci. A seguire aperitivo offerto da Cantina La Vis. Per maggiori dettagli: info@spaziooff.com. Enogastronomia SAGRA DI SAN LEONARDO Castelnuovo. Tendone comunale di Viale Venezia. Tradizionale appuntamento gastronomico per assaporare le tipiche pezate de agnelo cucinate secondo la ricetta di una volta. Info: APT Valsugana uff. di Borgo Valsugana Tel. 0461.727740.

Musica CONSERVATORIO BONPORTI CONCERTO D’AUTUNNO Riva del Garda. Ore 18-19.30. Auditorium del Conservatorio. Ensemble Bandamaestri Piero Maestri, testi e voce recitante su musiche di Poulenc e Ravel. Info: Conservatorio Bonporti Tel. 0464.551669; didattica.riva@ conservatorio.tn.it. Teatro LA SCELTA DI CESARE Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Novità di Pino Loperfido, affidato alla regia di Andrea Brandalise, e interpretato da Andrea Castelli, “La scelta di Cesare è un viaggio pieno di curve misteriose, strane telefonate, irresistibili ironie, uomini e cani, dispute sulla esatta collocazione del bene e del male”. Info: n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Teatro DORMONO TUTI SULLA COLLINA Trento. Ore 21. Spazio Off. Un monologo ispirato alla vita di Fernanda Pivano con Maura Pettorruso con le musiche di Fabrizio De André tratte da “Non al denaro, non all’amore, né al cielo” eseguite dal vivo da Mattia Pelli (voce,chitarra,armonica), Ulrich Sandner (chitarra, mandolino, violino), Daniele Filosi (chitarra). Per maggiori dettagli: info@spaziooff.com.

7 SABATO Cultura FESTIVAL DELLE RESISTENZE Trento. Ore 11-22. Palazzo della Regione, piazza Dante. Eventi, incontri, presentazioni di libri, progetti e talk aperti alla cittadinanza, per ragionare sulle tematiche come la memoria, la fiducia, le buone pratiche che generano scintille e che ci portano ad andare controcorrente affrontando con coraggio il futuro. Saranno presenti Gene Gnocchi, Gianni Mura, Montanari e Carmine Abate. Per programma

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trentinoappuntamenti dettagliato visitate il sito www. piattaformaresistenze.it.

Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Enogastronomia SAGRA DI SAN LEONARDO Castelnuovo. Tendone comunale di Viale Venezia. Tradizionale appuntamento gastronomico per assaporare le tipiche pezate de agnelo cucinate secondo la ricetta di una volta. Info: APT Valsugana uff. di Borgo Valsugana Tel. 0461.727740.

Teatro IL NOSTRO PETER PAN Roverè della Luna . Ore 20.30. Sala Polifunzionale Parrocchiale (ex teatro). Spettacolo di e con I ragazzi di “Grazie alla vita” di Mezzolombardo. Per la 22ª Rassegna Teatrale “Teatro a Roverè”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Teatro LA SCELTA DI CESARE Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Novità di Pino Loperfido, affidato alla regia di Andrea Brandalise, e interpretato da Andrea Castelli, “La scelta di Cesare è un viaggio pieno di curve misteriose, strane telefonate, irresistibili ironie, uomini e cani, dispute sulla esatta collocazione del bene e del male”. Info: n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

Teatro L’AMOR NO SE’L PAGA Arco. Ore 21. Auditorium Giovanni Paolo II. Spettacolo di Italo Conti con la Compagnia “El Feral” di Primiero. Per la Rassegna Teatrale “4 sabi en dialet!”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro REPARTO PATERNITÀ Trento. Ore 20.45. Teatro “S. Marco”. Traduzione di Maria Teresa Petruzzi con la Filodrammatica “S. Martino” di Fornace. Per la 19ª edizione di “Palcoscenico Trentino” fase “Il concorso - Premio Mario Roat”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’ANATRA ALL’ARANCIA Civezzano. Ore 20.45. Teatro Comunale “Luigi Pirandello”. Spettacolo di W.D. Homes e M.A. Sauvajon con la Compagnia “GAD - Città di Trento”. Per la rassegna teatrale “Bruno Palaoro” 2015. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro A TUT G’HÈ RIMEDIO Rovereto. Ore 20.45. Teatro “S. Maria”. Spettacolo di Antonella Zucchini con la Compagnia “El Mesedò” di Panchià. Per la 23ª edizione di “Ugo Coelli”. Info:

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Teatro VACANZE FORZATE (STESSA CASA... STESSO MARE) Povo. Ore 20.45. Teatro “Concordia”. Spettacolo di Antonella Zucchini con la Filodrammatica di Viarago. Per la 28ª edizione di “Isidoro Trentin - Festival del teatro umoristico” 2015. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro REGAI DE NOZE Sopramonte. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Valerio Di Piramo con l’Associazione culturale “Le Voci di Dentro” di Mezzolombardo. Per la 25ª Rassegna Teatrale a Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro CARRAMBA CHE PARENTI Pergine Valsugana. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Loredana Cont con”Fomefilò” filodrammatica ledrense di Molina di Ledro. Per la Rassegna Teatrale “Autunno a Teatro” 2015. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro LE ALEGRE COMARI DE... Rallo. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Spettacolo tratto da “Le allegre comari di Windsor” di William Shakespeare - trad. dialettale e adattamento di Giorgio Clementi con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la Rassegna Teatrale “Autunno a Teatro” 2015. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro EN VEDOF ALEGRO Calavino. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Moreno Burattini con la Filodrammatica “Toblino” di Sarche. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro EL MALGAR ... MA CHE OM Bedollo. Ore 20.30. Nuovo Teatro Comunale di Centrale. Per l’ottava Rassegna Teatrale “Foie de Bedol” rappresentazione teatrale del testo di Angelo de Gentilotti, presentato dalla Filo Pochi di Salorno. Durante l’intervallo tra il primo ed il secondo atto verranno estratti tre premi a beneficio degli spettatori presenti in sala. 6,00. Prevendita biglietti presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Bedollo dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12. Info: Tel. 0461.556624. Teatro SPAZIO OFF PARTY: TEN YEARS AFTER Trento. Dalle ore 21. Spazio Off. Un party con dj set a cura di Johnny Mox, uno dei più quotati e noti musicisti, compositori e all’occorrenza disc jockey del Trentino, ma capace di farsi conoscere anche a livello nazionale e internazionale. Per la serata verrà allestita nel foyer dello spazio una mostra con foto, locandine, volantini e oggetti che hanno costellato la storia di Spazio Off. Una serata per incontrarsi o reincontrarsi allo Spazio Off, divertirsi, ballare e creare comunità e socialità attorno a uno spazio teatrale e culturale

che crediamo abbia saputo dare qualcosa alla città in questi dieci anni di vita. Per maggiori dettagli: info@spaziooff.com. Teatro ragazzi LA SECONDA TRINCEA (STORIE DI DONNE NELLA GRANDE GUERRA) Vigolo Vattaro. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Giulio Visintainer con la Filodrammatica “La Marianela” di Romallo e il Coro “Maddalene” di Revò. Per la 13ª Rassegna Teatrale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi NEL BOSCO ADDORMENTATO Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti, via Santa Croce 67. Spettacolo scritto da Stefania Marrone e Cosimo Severo. Regia Cosimo Severo con Miriam Fieno, Kingsley Ngadiouba, Paola Di Mitri, Vincenzo Scarpiello, Fabio Trimigno. Musiche originali Fabio Trimigno, Luca Lalla, Vincenzo Raddato.Biglietto intero € 6, ridotto bambini 3-12 anni € 4, omaggio da 0-3 anni e dal 4° figlio. Consigliato dai 5 anni. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@ centrosantachiara.it.

8 DOMENICA Cultura LEZIONI DI STORIA Trento. Ore 11. Teatro Sociale. “Frammentazioni. Finis Austriae”, con Giulia Caccamo e Marco Bellabarba. Info: tel. 0461-213811. Cultura CONFERENZA Rovereto. Ore 11. Teatro Zandonai, corso Bettini 82. Lezioni di storia: L’Italia in guerra. Ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento posti - i biglietti possono essere ritirati dalle ore 10.00 presso la biglietteria del teatro. Info: www. laterza.it; Tel. 0461.496914; serv. attcult@provincia.tn.it.


trentinoappuntamenti

Teatro LA SCELTA DI CESARE Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. Novità di Pino Loperfido, affidato alla regia di Andrea Brandalise, e interpretato da Andrea Castelli, “La scelta di Cesare è un viaggio pieno di curve misteriose, strane telefonate, irresistibili ironie, uomini e cani, dispute sulla esatta collocazione del bene e del male”. Info: n. verde 800.013952; www. centrosantachiara.it. Teatro ragazzi A PANCIA IN SU Pergine Valsugana. Ore 16. È ascoltando i pensieri della pancia che è nato questo spettacolo: quelli più liberi, come pesci che nuotano e si rincorrono, da un pensiero ad un altro pensiero e un altro ancora. Tante piccole storie di nere paure, di sottili vergogne, di domande curiose, di silenzi, di risate, di giochi, di vita vissuta e immaginata attraverso lo sguardo di un bambino. Teatro del Piccione, drammaturgia di Simona Gambaro, con Paolo Piano e Simona Gambaro. Età consigliata: dai 3 anni in su. Info: Teatro di Pergine Tel. 0461.511332. Teatro ragazzi BIANCANEVE NEL WEB Cognola. Ore 16.30. Teatro “Auditorium”. Spettacolo con l’Associazione Culturale “Teatrando” di Mezzolombardo. Per la 13ª Rassegna Teatrale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi NEL BOSCO ADDORMENTATO Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti, via Santa Croce 67. Spettacolo scritto da Stefania Marrone e Cosimo Severo. Regia Cosimo Severo con Miriam Fieno, Kingsley Ngadiouba, Paola Di Mitri, Vincenzo Scarpiello, Fabio Trimigno. Musiche originali Fabio Trimigno, Luca Lalla, Vincenzo Raddato.Biglietto intero € 6, ridotto bambini 3-12 anni € 4, omaggio da 0-3 anni e dal 4° figlio. Consigliato dai 5 anni. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@ centrosantachiara.it.

10 MARTEDÌ Musica I CONCERTI CASA DI SALUTE RAPHAEL Roncegno Terme. Ore 21. Duo Flauto e Chitarra. Maria Celeste

Clementino: flauto; Luca Milanese: chitarra su musiche di Piazzola, Villa-Lobos, Carulli, Giuliano. Per info: Palace Hotel Casa Raphael Tel. 0461.772000.

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Musica GIOVANNI SCAGLIONE E ROBERTO PLANO IN CONCERTO Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Giovanni Scaglione, violoncello; Roberto Plano, pianoforte su musiche di R. Schumann, L.v. Beethoven; S. Rachmaninov. Biglietto intero € 25,00, ridotto € 18,00 (fino a 25 anni e oltre 65). Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Musica IL LUNGO CAMMINO DEL BLUES Trento. Ore 9-11. Sala della Filarmonica, via Verdi 30. Howlin Pussy Experience. Stefano Mosna, chitarra; Mattia Scarabottolo, basso elettrico e contrabbasso; Enrico de Bertolini, voce; Stefano Malchiodi, batteria e percussioni. Ingresso € 3,00. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it.

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Musica COLAPESCE & ALESSANDRO BARONCIANI IN CONCERTO Trento. Ore 21. Teatro Sanbapolis. “Concerto disegnato” apre il concerto Candirù. Info: www.centrosantachiara.it . Teatro CANCUN Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Spettacolo con Mariangela D’Abbraccio, Blas Roca Rey, Giancarlo Ratti, Nicoletta Della Corte di Jordi Galceran, traduzione Ilaria Panichi e Pino Tierno, regia Marco Mattolini, produzione La Contrada-Teatro Stabile di Trieste. Info: www.comune.rovereto.tn.it; www.teatro-zandonai.it.

11 MERCOLEDÌ Teatro 3 DONNE IN CERCA DI GUAI Pergine Valsugana. Ore 20.45. Una commedia molto divertente dove sono vincitrici le donne con la loro forza e la loro determinazione. Il retrogusto di questa commedia è la crisi di mezza età e della solitudine, narrate qui con umorismo e allegria, dove il piacere della seduzione è sempre motivo di autoironia, giocato con gusto, eleganza e grande divertimento. È una commedia sapientemente gestita da una serie di delicati comici equilibri dove i cinque protagonisti sono continuamente sotto pressione con un finale sorprendente. La risata è assicurata. Quinte d’Argento Produzioni. Con Corinne Clery, Barbara Bouchet, Iva Zanicchi, Giovanni di Lonardo e Nicola Paduano. Regia di Nica-

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trentinoappuntamenti sio Anzelmo. Info: Teatro di Pergine Tel. 0461.511332.

12 GIOVEDÌ Laboratorio PAESAGGI DELLA CONVIVENZA E SPAZI PUBBLICI Gardolo. Centro civico. Progettare luoghi, costruire convivenza. Un laboratorio per indagare la rilevanza della dimensione spaziale delle politiche di welfare, con particolare attenzione agli spazi “periferici” quali luoghi cruciali nella costruzione del tessuto sociale e modelli virtuosi per gli spazi “centrali”.Maggiori informazioni sull’iniziativa e sul programma sono disponibili su www.antasb.eu. Teatro SHERLOCK HOLMES E LA VALLE DELLA PAURA Trento. Ore 16 e 21. Auditorium S. Chiara. Spettacolo con la Nuova Compagnia Teatrale. Per informazioni e prenotazioni telefonare: Tel. 0461.1822068.

13 VENERDÌ Cultura È IL MIO CUORE IL PAESE PIÙ STRAZIATO - IL TRENTINO E LA GRANDE GUERRA Martignano. Ore 20.30. Sala Polivalente dell’Oratorio Parrocchiale. Letture ed immagini a cura del Gruppo Cultura del Comitato attività culturali e ricreative di Martignano. Canta il Coro Paganella diretto dal maestro Claudio Vadagnini. Considerazioni, testimonianze, canzoni. Per commemorare in segno di riconoscenza tutti colori i quali in quella tragedia smarrirono l’identità, furono sconvolti dai bombardamenti, patirono occupazione, evacuazione, fame, persero la giovinezza e la vita. Teatro TANGO, MONSIEUR? Tesero. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Aldo Lo Castro con la Filodrammatica di Ora. Per la 24ª edizione di “Il piacere a teatro” 2015. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro A COME SREBRENICA Trento. Ore 21. Teatro Portland, via Papiria 8, Piedicastello. Spettacolo di e con Roberta Biagiarelli; regia Simona Gonella. Ingresso da € 6,00 a € 12,00. Info: www.teatroportland.it; Tel. 0461.924470; prenotazioni@teatroportland.it.

14 SABATO Teatro IL MARITO DI MIO FIGLIO Trento. Ore 20.45. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di Daniele Falleri con la Filodrammatica di Laives. Per la 19ª edizione di “Palcosce-

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nico Trentino” fase “Il concorso Premio Mario Roat”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro REGAI DE NOZE Rovereto. Ore 20.45. Teatro “S. Maria”. Spettacolo di Valerio Di Piramo con l’Associazione Culturale “Le Voci di Dentro” di Mezzolombardo. Per la 23ª edizione di “Ugo Coelli”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro NO’L ME PIASS Sarche. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di e con l’Associazione Culturale “La Baraca” di Martignano. Per la 23ª Rassegna Teatrale “Amici del Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro CIRCO PIZZA XXL (EXTRALARGE) Roverè della Luna . Ore 20.30. Sala Polifunzionale Parrocchiale (ex teatro). Spettacolo di Giuseppe Marazzi con Filocircus Laives & Arte Viva (Filodrammatica di Laives). Per la 22ª Rassegna Teatrale “Teatro a Roverè”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL NASO Gardolo. Ore 20.45. Teatro “Gigi Cona”. Spettacolo liberamente tratto da un racconto di Nikolaj Vasil’evi Gogol’ con la Filodrammatica “Italo Varner” di Lavis. Per la 28ª edizione de “L’Alegra Ribalta”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro WWW.SCAMPAMORTE.COM Arco. Ore 21. Auditorium Giovanni Paolo II. Spettacolo di Italo Conti con la Filodrammatica di Garniga Terme. Per la Rassegna Teatrale “4 sabi en dialet!”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro MASSA VECIO PER ME FIOLA Povo. Ore 20.45. Teatro “Concordia”. Spettacolo di Loredana Cont con la Compagnia “Filogamar” di Cognola. Per la 28ª edizione di “Isidoro Trentin - Festival del teatro umoristico” 2015. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro PRIMA DE’NRABIARTE... CONTA! Pergine Valsugana. Ore 21. Teatro Comunale. Da “Natale al basilico” di Valerio Di Piramo - trad. dialettale e adattamento di Valerio Bombardelli con la Filodrammatica di Sopramonte. Per la Rassegna Teatrale “Autunno a Teatro” 2015. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro ragazzi LA REGINA DELLA NEVE Vigolo Vattaro. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo tratto dalla storia di Hans di Cristian Andersen con “I Cuccioli” de La Logeta di Gardolo. Per la 13ª Rassegna Teatrale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

15 DOMENICA Cultura LEZIONI DI STORIA Rovereto. Ore 11. Teatro Zandonai. “Confini. Italiani dalla parte del nemico”, con Gustavo Corni e Camillo Zadra. Info: tel. 0461-213811. Cultura CONFINI. ITALIANI DALLA PARTE DEL NEMICO Rovereto. Ore 11. Teatro Zandonai, corso Bettini 82. Ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento posti - i biglietti possono essere ritirati dalle ore 10.00 presso la biglietteria del teatro. Info: www. laterza.it; Tel. 0461.496914; serv. attcult@provincia.tn.it. Teatro ragazzi LA FAVOLA DI ORFEO Pergine Valsugana. Ore 16. Teatro. Orfeo con la sua musica incantava ogni cosa, ammansiva le fiere, compiva prodigi, finché un giorno...prodigio! A restare incantato fu proprio lui, innamorato per sempre della bella ninfa Euridice... Per quell’amore Orfeo sfiderà il buio, la paura, il regno delle ombre Grazie alla sua musica saprà affrontare Caronte il barcaiolo, Cerbero, il cane a tre teste, e perfino Ade il terribile re dell’Aldilà... TIB Teatro; drammaturgia e regia di Daniela Nicosia con Silvia Nanni, Solimano Pontarollo. Età consigliata: dai 4 anni in su. Info: Teatro di Pergine Tel. 0461.511332. Teatro ragazzi CIRCOPIZZA XXL (OVVERO EXTRALARGE) Cognola. Ore 16.30. Teatro “Auditorium”. Spettacolo di Giuseppe Marazzi con Filocirus-Laives & Arteviva (Filodrammatica di Laives). Per la 13ª Rassegna Teatrale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi NA CROCIERA DE... SOGNO Taio. Ore 16.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Gigliola Brunelli con la Filo “S. Genesio” di Calavino e Associazione “Oasi della Valle dei Laghi”.Per la 13ª Rassegna Teatrale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

16 LUNEDÌ Musica JÖRG WIDMANN E QUARTETTO DIOTIMA IN CONCERTO Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Jörg Widmann, clarinetto Quartetto Diotima: YunPeng Zhao, violino; Guillaume Latour, violino; Franck Chevalier, viola; Pierre Morlet, violoncello su musiche di F. Schubert: Quartetto n. 2 in Do magg. D32, J. Widmann: Quartetto n. 3, “Jagdquartett”; J. Brahms: Quintetto per clarinetto in si min. op. 115. Ingresso intero € 25,00, ridotto € 18,00 (fino a 25 anni e oltre 65). Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it.

17 MARTEDÌ Musica I CONCERTI CASA DI SALUTE RAPHAEL Roncegno Terme. Ore 21. LTrio Moulin Rouge. S. Cagol-M. Valcanover-M.Fornasa: ARPE su musiche di Metallica, O’Carolan, H.Conant, Ortiz, S.J.A. Germanotta, E.Presley, Mascagni, E.Awkins. Per info: Palace Hotel Casa Raphael Tel. 0461.772000. Musica KLAVIERQUARTETT IN CONCERTO Trento. Ore 9-11. Sala della Filarmonica, via Verdi 30. Klavierquartett: Katalin Peli, violino; Silvia Anaclerio, viola; Chiara Borgogno, violoncello; Gabriele Iorio, pianoforte su musiche di L. v. Beethoven e J. Brahms. Ingresso € 3,00. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it.

18 MERCOLEDÌ Corsi DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. c/o Associazione di volontariato “Mana”. Per informazioni: mimosa.2009@live.it. Danza TUTU Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium Santa Chiara, Via Santa Croce 67. “Un po’ di paillettes in un mondo di brutture, per ridere e divertirsi”. Viene presentato così Tutu, l’ultimo spettacolo della compagnia Les Chicos Mambo, l’alter ego catalano degli americani Ballets Trockadero de Montecarlo. Ingresso da € 10 a € 25. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Teatro LESSICO DI HIROSHIMA Rovereto. Ore 20.45. Teatro Civile. Spettacolo per voce recitante e pianoforte, testo e voce recitante Paolo Miorandi, musiche Roberto


trentinoappuntamenti Conz, Marco Dalpane, pianoforte Dimitri Sillato, violino, effetti, elettronica. Info: www.comune.rovereto.tn.it; www.teatro-zandonai.it.

19 GIOVEDÌ Cultura CONFERENZA Caldonazzo. Ore 20.30. Casa della Cultura. “Alcide De Gasperi e il Trentino” con Pierluigi Pizzitola. Partecipa il Coro La Tor. Entrata libera. Musica THE CINEMATIC ORCHESTRA Trento. Ore 21. Teatro Auditorium Santa Chiara, Via Santa Croce 67. Jazz ‘About, stagione 2015-2016. Biglietto intero € 25, ridotto convenzionati € 22, ridotto oltre 65 e meno di 26 anni € 18. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Teatro MAURIZIO LASTRICO IN “QUELLO CHE PARLA STRANO” Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro. Maurizio nel suo spettacolo recita i suoi celebri endecasillabi “danteschi”,che mescolano il tono alto e quello basso, che raccontano con ironia di incidenti quotidiani, di una sfortuna che incombe, di un caos che gode nel distruggere i rari momenti di tranquillità della vita. Propone inoltre le sue storie condensate, in cui la sintesi e l’omissione generano un gioco comico di grande impatto. Celebra poi l’opera del grande (finto) poeta napoletano Tino Capuozzo. Info: Teatro di Pergine Tel. 0462.511332. Teatro MOLIERE: LA RECITA DI VERSAILLES Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Stefano Massini, Paolo Rossi, Giampiero Solari regia Giampiero Solari con Paolo Rossi, Lucia Vasini, Fulvio Falzarano, Mario Sala, Emanuele Dell’Aquila, Alex Orciani, Stefano Bembi, Mariaberta Blasko, Riccardo Zini, Irene Villa, Karoline Comarella, Paolo Grossi. ProduzioneTeatro Stabile di Bolzano Biglietto da € 10 a € 25. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.

20 VENERDÌ Musica PIEMONTE JAZZ MESSENGERS Trento. Ore 21. Well Cafè, via Santa Croce 67. Concerto jazz con Fulvio Albano, Diego Borotti, Massimo Faraò, Davide Liberti, Gianni Diaferia. Info: www.trentinojazz.com; cell. 392.6911279; info@trentinojazz.com.

Teatro MOLIERE: LA RECITA DI VERSAILLES Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Stefano Massini, Paolo Rossi, Giampiero Solari regia Giampiero Solari con Paolo Rossi, Lucia Vasini, Fulvio Falzarano, Mario Sala, Emanuele Dell’Aquila, Alex Orciani, Stefano Bembi, Mariaberta Blasko, Riccardo Zini, Irene Villa, Karoline Comarella, Paolo Grossi. Produzione Teatro Stabile di Bolzano Biglietto da € 10 a € 25. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Trento. Ore 17.30. Cantine Ferrari, Ravina. “Bottega d’Artista 2” di Renzo Francescotti (Curcu & Genovese).

21 SABATO Danza LAB’N’CO Rovereto. Quattro incontri di danza condotti da giovani coreografi protagonisti della nuova scena contemporanea italiana. Workshop d’approfondimento alla scoperta di differenti approcci della tecnica contemporanea. Info: cid@centrodelladanza.it. Esposizione MERCATINO DEL RIUSO E DELLA CREATIVITÀ Trento. Dalle ore 10 alle 19. Contrada Santa Maria Maddalena. (Via L. Marchetti - Via santa Maria Maddalena - Via Dietro Le Mura B - Via F. Ferruccio - Vicolo santa Maria Maddalena). Mercatino riservato ai privati con l’oggetto principale di promuovere le arti, la creatività e l’artigianato domestico che non svolgono attività con carattere di impresa e che intendono esporre o vendere oggetti usati e da collezione, prodotti di artigianato hobbistico ed opere d’arte da loro realizzate. I partecipanti non potranno essere commercianti, né titolari di partita iva nell’ambito del commercio, né ambulanti, né antiquari. Info: www.amicitta.com. Musica INCANTO SOTTO LA NEVE LevicoTerme. Ore 17. Vie del centro. Una rassegna di musica dove i cori del Trentino si esibiscono in un concerto itinerante immersi nella magica atmosfera natalizia. Per ulteriori informazioni: Consorzio Levico Terme in Centro www. visitlevicoterme.it; info@levicotermeincontra.com. Azienda per il Turismo Valsugana Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it. Musica CHRISTMAS BAND Levico Terme. Dalle 14 alle 18. Parco secolare degli Asburgo. La Christmas Band intonerà le più tradizionali melodie natalizie. Grandi e

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trentinoappuntamenti piccoli potranno accarezzare gli animali della fattoria e fare un giro sulla carrozza trainata dai cavalli, in compagnia dei simpatici pony o sul piccolo trenino di Natale. Info: Consorzio Levico Terme in Centro www. visitlevicoterme.it; info@levicotermeincontra.com. Azienda per il Turismo Valsugana Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it. Teatro LE ALEGRE COMARI DE... Trento. Ore 20.45. Teatro “S. Marco”. Spettacolo tratto da “Le allegre comari di Windsor” di William Shakespeare - traduzione e adattamento di Giorgio Clementi con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la 19ª edizione di “Palcoscenico Trentino” fase “Il concorso - Premio Mario Roat”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TANGO, MONSIEUR Civezzano. Ore 20.45. Teatro “Luigi Pirandello”. Spettacolo di Aldo Lo Castro con la Filodrammatica di Ora. Per la rassegna teatrale “Bruno Palaoro” 2015. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro NO’L ME PIASS Roverè della Luna . Ore 20.30. Sala Polifunzionale Parrocchiale (ex

teatro). Spettacolo di e con l’Associazione Culturale “La Baraca” di Martignano. Per la 22ª Rassegna Teatrale “Teatro a Roverè”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro EN VEDOF ALEGRO Arco. Ore 21. Auditorium Giovanni Paolo II. Spettacolo di Moreno Burattini con la Filodrammatica “Toblino” di Sarche. Per la Rassegna Teatrale “4 sabi en dialet!”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro INNAMORARSI A SETTANT’ANNI Povo. Ore 20.45. Teatro “Concordia”. Spettacolo di Giancarlo Migliorini con la Compagnia “Piccolo Teatro Pineta” di Pineta di Laives. Per la 28ª edizione di “Isidoro Trentin - Festival del teatro umoristico” 2015. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BASTAVA ‘NA BOTA Sopramonte. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Concordia ‘74” di Povo. Per la 25ª Rassegna Teatrale a Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Teatro SAL & PEVER Pergine Valsugana. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Alfredo Pitteri con l’Associazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo in Banale. Per la Rassegna Teatrale “Autunno a Teatro” 2015. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTTI AL CENTRO BENESSERE Rallo. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Franco Kerschbaumer con la Filodrammatica “S. Gottardo” di Mezzocorona. Per la Rassegna Teatrale “Autunno a Teatro” 2015. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro CARRIOLE D’AMORE Nave S. Rocco. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Claudio Morelli con la Filodrammatica di Canezza di Pergine. Per la Rassegna Teatrale a Nave S. Rocco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA GELOSIA NO LA GÀ ETÀ Villa Lagarina. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di e con la Filodrammatica “S. Ermete” di Calceranica. Info: Co.F.As.

Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PARCHEGGIO A PAGAMENTO Bedollo. Ore 20.30. Nuovo Teatro Comunale di Centrale. Per l’ottava Rassegna Teatrale “Foie de Bedol” rappresentazione teatrale del testo di Italo Conti, presentato dalla Filo Arcobaleno di Arco. Durante l’intervallo tra il primo ed il secondo atto verranno estratti tre premi a beneficio degli spettatori presenti in sala. Ingresso unico: 6,00. Prevendita biglietti presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Bedollo dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12. Info: Tel. 0461.556624. Teatro MOLIERE: LA RECITA DI VERSAILLES Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Stefano Massini, Paolo Rossi, Giampiero Solari regia Giampiero Solari con Paolo Rossi, Lucia Vasini, Fulvio Falzarano, Mario Sala, Emanuele Dell’Aquila, Alex Orciani, Stefano Bembi, Mariaberta Blasko, Riccardo Zini, Irene Villa, Karoline Comarella, Paolo Grossi. Produzione Teatro Stabile di Bolzano Biglietto da € 10 a € 25. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.

Presenta... Il meglio della scena indipendente italiana condensato in un’unica compilation in free download dal sito www.trentinomese.it NAKED TRUTH - AVIAN THUG Rare Noise Records Avian Thug, letteralmente Teppista Aviario, e’ il terzo lavoro in studio (dopo “Shizaru” del 2011 e “Ouroboros” del 2012) dei Naked Truth, gruppo di jazz-rock capitanato dal bassista e produttore Italiano Lorenzo Feliciati (bassista dell’Orchestra Operaia di Massimo Nunzi). Presenti, come nel caso del precedente disco in studio, alla tromba e cornetto elettrificati Graham Haynes (trombettista di riferimento di innumerevoli lavori di Bill Laswell), all’organo, pianoforte e tastiere Roy Powell (leader degli InterStatic) ed allabatteria e percussioni elettronichePat Mastelotto (batterista dei King Crimson e degli Stickmen).

MANAGEMENT DEL DOLORE POS- OPERATORIO VS 99 POSSE - VIENI VIA DA QUA Management del dolore post-operatorio e 99 Posse lanciano un brano, “Vieni via da qua”, che è remake dell’omonimo brano di Lou X (“tratto dall’album di Lou X “La realtà, la lealtà, lo scontro”). E’ un pezzo che realizzano insieme contro il progetto OMBRINA, l’ennesimo “colpo di genio” di una società londinese che prevede l’installazione di una piattaforma a sei chilometri da riva e di una nave desolforante di tipo FPSO a nove chilometri dalle spiagge d’Abruzzo. Management del dolore post-operatorio li puoi vedere in tour fino a fine dicembre. Tutte le date su www.managementdeldolorepostoperatorio.it

VITTEK TAPE featuring VOINA HEN Questo mese in Vittek Tape gli artisti in promozione con Lunatik. Partecipa anche tu a Vittek Tape, il programma ufficiale di Vittek Records e fai passare il tuo brano in oltre 60 radio FM e web tra in ben 20 stati tra cui Italia, Usa, Uk, Albania, Belgio, Croazia, Spagna, Francia, Maldive, Belize e Asia. Per novembre con Vittek sono previste le seguenti uscite 6/11 Santina aka Eowyn (Londra, Uk) 13/11 Cop and Speeder - Before you leave (Portland, Oregon) 20/11 In Profile - A future so bright ( Arnold, Missouri) 27/11 Moses - S/t (San Paolo, Brasile) Per info vittekrecords@gmail.com Scopri tutte le uscite di Vittek Records in free download su www. vittekrecords.com TIME ZONES - 30esima edizione XXX edizione di “Time Zones sulla via delle musiche possibili” a Bari in diverse location. Una ventina di concerti in meno di tre settimane a partire dall’inizio del mese. Si va da PIERRE BASTIEN polistrumentista parigino, prodotto da Aphex Twins (il 6 novembre Teatro Forma), a un’elettronica colta ed intelligente, disseminata qui e là nell’arco di tutta la rassegna, con nomi di tutto rispetto come JAMES HOLDEN, PAUL WHITE, ALEC EMPIRE, TOMAGA, FENNESZ. E poi ancora il drummer newyorchese SEAN NOONAN (Afro-Celtic Punk-Jazz) e il dark cabaret e l’alternative blues di SARAH MC COY (definita la Tom Waits al femminile). Tra gli italiani LUZ, che ci regalano un brano (Youngest #1) tratto dall’album Polemonta. Per maggiori info www.timezones.it

info@lunatik.it · www.lunatik.it Comunicazione per uscite discografiche, tour, festival a 360° si web, radio, tv.

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trentinoappuntamenti Teatro ragazzi NA CROCIERA DE... SOGNO Vigolo Vattaro. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Gigliola Brunelli con la Filo “S. Genesio” di Calavino e Associazione “Oasi della Valle dei Laghi”. Per la 13ª Rassegna Teatrale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi TANTI AUGURI Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti, via Santa Croce 67. Compagnia teatrale Stilema. Spettacolo di Silvano Antonelli con Silvano Antonelli e Laura Righi. Biglietto intero € 6, ridotto bambini 3-12 anni € 4, omaggio da 0-3 anni e dal 4° figlio. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@ centrosantachiara.it.

22 DOMENICA Cultura LEZIONI DI STORIA Rovereto. Ore 11. Teatro Zandonai. “Dopo. Vittoria senza pace”, con Raoul Pupo e Fabrizio Rasera. Info: tel. 0461-213811. Cultura DOPO. VITTORIA SENZA PACE Rovereto. Ore 11. Teatro Zandonai, corso Bettini 82. Lezioni di storia: L’Italia in guerra. Ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento posti - i biglietti possono essere ritirati dalle ore 10.00 presso la biglietteria del teatro. Info: www. laterza.it; Tel. 0461.496914; serv. attcult@provincia.tn.it. Musica CHRISTMAS BAND Levico Terme. Dalle 14 alle 18. Parco secolare degli Asburgo. La Christmas Band intonerà le più tradizionali melodie natalizie. Grandi e piccoli potranno accarezzare gli animali della fattoria e fare un giro sulla carrozza trainata dai cavalli, in compagnia dei simpatici pony o sul piccolo trenino di Natale. Info: Consorzio Levico Terme in Centro www.visitlevicoterme.it; info@levicotermeincontra.com. Azienda per il Turismo Valsugana Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it. Musica MATINÈE IN CASA MOZART Rovereto. Ore 11. Casa Mozart Via della Terra, 48. Concerto con il Trio Alessandro Riccardi, pianoforte Ayumi Tovazzi, violino: Jusyna Orzechowska, violoncello su musiche di W. A. Mozart (1756-1791) Trio per pianoforte in Sib Maggiore KV 254; Trio per pianoforte in Sol Maggiore KV 496. Info: www.mozartitalia.org.

Teatro MOLIERE: LA RECITA DI VERSAILLES Trento. Ore 16. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Stefano Massini, Paolo Rossi, Giampiero Solari, regia Giampiero Solari con Paolo Rossi, Lucia Vasini, Fulvio Falzarano, Mario Sala, Emanuele Dell’Aquila, Alex Orciani, Stefano Bembi, Mariaberta Blasko, Riccardo Zini, Irene Villa, Karoline Comarella, Paolo Grossi. Produzione Teatro Stabile di Bolzano Biglietto da € 10 a € 25. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.

Do magg. op. 48. Biglietto intero € 25,00, ridotto € 18,00 (fino a 25 anni e oltre 65). Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it.

Teatro ragazzi LA REGINA DELLA NEVE Cognola. Ore 16.30. Teatro “Auditorium”. Spettacolo tratto dalla storia di Hans di Cristian Andersen con “I Cuccioli” de La Logeta di Gardolo. Per la 13ª Rassegna Teatrale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Musica HOBO Trento. Ore 21. Sala concerti del Centro Musica, Studentato di san Bartolameo. Concerto jazz con Eloisa Manera e Massimo Giuntoli. Una formazione agile, dalle sonorità intense e possenti quanto sospese e delicate, determinata a dare vita ad una musica da camera itinerante caratterizzata da una nutrita varietà di linguaggi di frontiera, con marcate influenze avantrock, canterburiane, zappiane e novecentesche. Info: www.trentinojazz.com; Cell. 392.6911279; info@trentinojazz.com.

Teatro ragazzi BIANCANEVE NEL WEB Calceranica al Lago. Ore 16.30. Teatro “S. Ermete”.Spettacolo con l’Associazione Culturale “Teatrando” di Mezzolombardo. Per la 13ª Rassegna Teatrale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi LE AVVENTURE DI MOMO Calavino. Ore 16.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo con la Filodrammatica “Vi.Va.” di Vigolo Vattaro. Per la 13ª Rassegna Teatrale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi TANTI AUGURI Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti, via Santa Croce 67. Compagnia teatrale Stilema. Spettacolo di Silvano Antonelli con Silvano Antonelli e Laura Righi. Biglietto intero € 6, ridotto bambini 3-12 anni € 4, omaggio da 0-3 anni e dal 4° figlio. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@ centrosantachiara.it.

23 LUNEDÌ Musica ARABELLA STEINBACHER, FESTIVAL STRINGS LUCERNE IN CONCERTO Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Concerto con Arabella Steinbacher, violino; Festival Strings Lucerne; Daniel Dodds, direttore su musiche di I. Stravinsky: Concerto in Re per archi; W.A. Mozart: Concerto per violino n. 4 in Re magg. KV 218; W.A. Mozart: Concerto per violino n. 5 in La magg. KV 219; P.I Caikovsky: Serenata per archi in

24 MARTEDÌ Musica I CONCERTI CASA DI SALUTE RAPHAEL Roncegno Terme. Ore 21. Duo Violino - Fisarmonica. Marco Martinello: violino; Omar Francescato: fisarmonica su musiche di Brahms, Morricone, Piazzolla, Strauss, Grieg. Per info: Palace Hotel Casa Raphael Tel. 0461.772000.

25 MERCOLEDÌ Musica GEORGE PEHLIVANIAN IN CONCERTO Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Orchestra Haydn di Bolzano e Trento con George Pehlivanian, direttore su musiche di Igor Stravinskij: Apollon Musagète; Edgar Varèse: Octandre; Johannes Brahms: Sinfonia n. 4 in mi minore, op. 98. Biglietto intero € 25, ridotto over 65 € 15, ridotto under 26 € 5. Info: www. haydn.it; n. verde 800.086890; info@haydn.it. Teatro BISBETICA - LA BISBETICA DOMATA DI WILLIAN SHAKESPEARE MESSA ALLA PROVA Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Spettacolo con Nancy Brilli, Matteo Cremon, Federico Pacifici, Gianluigi Igi Meggiorin, Gennaro Di Biase, Anna Vinci, Dario Merlini, Brenda Lodigiani, Stefano Annoni e nel ruolo del Dr. Jolly Valerio Santoro, traduzione e drammaturgia Stefania Bertola, musiche Alessandro Nidi. Regia Cristina Pezzoli, produzione La Pirandelliana. Info: www.comune.rovereto.tn.it; www.teatro-zandonai.it.

26 GIOVEDÌ Teatro BISBETICA Pergine Valsugana. Ore 20.45. Un classico senza tempo, l’ineguagliato capolavoro di William Shake-

speare che una rappresentazione travolgente e colorata da elementi popolari ed echi della commedia dell’arte trasformano in un evento imperdibile. La vicenda è arricchita da una verve comica che guida in modo parallelo i destini degli attori della compagnia e dei personaggi della commedia. L’immediatezza del linguaggio musicale si sposa anche con i gusti di un pubblico giovane perchè l’originale messa in scena è di grande impatto visivo. La Pirandelliana srl. Traduzione e drammaturgia di Stefania Bertola con Nancy Brilli, Matteo Cremon, Federico Pacifici, Gianluigi Igi Meggiorin, Gennaro Di Biase, Anna Vinci, Dario Merlini, Brenda Lodigiani, Stefano Annoni e Valerio Santoro; regia di Cristina Pezzoli. Info: Teatro di Pergine Tel. 0461.511332.

27 VENERDÌ Cultura CONFERENZA Caldonazzo. Ore 20.30. Sala Marchesoni. “Viva l’Italia. Gli anni di Alcide Degasperi” con Pino Loperfido. Al pianoforte Tverdokhlebova Oksana. In collaborazione con la Scuola Musicale di Caldonazzo. Entrata libera. Danza SEMINARIO DI DANZA SENSIBILE Rovereto. La Danza Sensibile(r) è una pratica che attraverso il movimento consapevole intende condurre ad una maggiore conoscenza di sè, del proprio corpo, delle proprie percezioni ed emozioni. Tale pratica allena corpo e mente all’ascolto profondo dei messaggi del corpo. Info: cid@centrodelladanza.it. Teatro IN CAPO AL MONDO - IN VIAGGIO CON WALTER BONATTI Trento. Ore 21. Teatro Portland, via Papiria 8, Piedicastello. Spettacolo di Federico Bario e Luca Radaelli con Luca Radaelli e Maurizio Aliffi alla chitarra. Biglietto da € 6,00 a € 12,00. Info: www.teatroportland. it; Tel. 0461.924470; prenotazioni@ teatroportland.it.

28 SABATO Corsi COSTELLAZIONI FAMILIARI METODO BERT HELLINGER Zambana vecchia. Dalle 15 alle 18. c/o Associazione di volontariato “Mana”. Con Julijana Osti. Info: julijana.osti@libero.it; Cell. 320.0790075. Cultura TEDXTRENTO 2015: IL CORAGGIO DI OSARE Trento. Dalle ore 8.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. La terza edizione di TEDxTrento affronta il tema de il Coraggio di Osare: la forza delle idee che spinge ad uscire da

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trentinoappuntamenti schemi tracciati e sentieri già battuti dando una svolta alla nostra vita. Danza SEMINARIO DI DANZA SENSIBILE Rovereto. La Danza Sensibile(r) è una pratica che attraverso il movimento consapevole intende condurre ad una maggiore conoscenza di sè, del proprio corpo, delle proprie percezioni ed emozioni. Tale pratica allena corpo e mente all’ascolto profondo dei messaggi del corpo. Folklore SPETTACOLO PIROTECNICO Levico Terme. Parco secolare degli Asburgo. Spettacolo pirotecnico nella suggestiva location del Mercatino di Natale dove le tipiche casette in legno saranno illuminate dallo scintillio delle luci colorate dei fuochi d’artificio creando un’atmosfera incantata. Info: Info: Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it. Musica INCANTO SOTTO LA NEVE LevicoTerme. Ore 17. Vie del centro. Una rassegna di musica dove i cori del Trentino si esibiscono in un concerto itinerante immersi nella magica atmosfera natalizia. Per ulteriori informazioni: Consorzio Levico Terme in Centro www. visitlevicoterme.it; info@levicoter-

meincontra.com. Azienda per il Turismo Valsugana Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it. Musica CHRISTMAS BAND Levico Terme. Dalle 14 alle 18. Parco secolare degli Asburgo. La Christmas Band intonerà le più tradizionali melodie natalizie. Grandi e piccoli potranno accarezzare gli animali della fattoria e fare un giro sulla carrozza trainata dai cavalli, in compagnia dei simpatici pony o sul piccolo trenino di Natale. Info: Consorzio Levico Terme in Centro www.visitlevicoterme.it; info@levicotermeincontra.com. Azienda per il Turismo Valsugana Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it. Teatro SANTA VITTORIOSA PALACE HOTEL Trento. Ore 20.45. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di Luisa Pachera con l’Associazione Culturale “Grenzland” di Avio. Per la 19ª edizione di “Palcoscenico Trentino” fase “Il concorso - Premio Mario Roat”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro TRAPPOLA PER TROPPI Tesero. Ore 21. Teatro Comunale. Scherzo giallo-comico di e con la Filodrammatica “Lucio Deflorian” di Tesero. Per la 24ª edizione di “Il piacere a teatro” 2015. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Teatro BASTAVA ‘NA BOTA Gardolo. Ore 20.45. Teatro “Gigi Cona”. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Concordia ‘74” di Povo. Per la 28ª edizione de “L’Alegra Ribalta”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Teatro PARCHEGGIO A PAGAMENTO Sarche. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Italo Conti - trad. e adattamento in dialetto di Romano Turrini con la Filodrammatica “Arcobaleno” di Arco. Per la 23ª Rassegna Teatrale “Amici del Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro EL MATRIMONI... (NELA BONA E NELA CATIVA SORT!) Arco. Ore 21. Auditorium Giovanni Paolo II. Spettacolo di Mario Alessandro Paolelli con il Gruppo “Prove de Teatro” di Calliano. Per la Rassegna Teatrale “4 sabi en dialet!”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro PINOCCHIO Roverè della Luna . Ore 20.30. Sala Polifunzionale Parrocchiale (ex teatro). Spettacolo di e con I ragazzi dell’A.C.S. “Amici del Melo” della 4^ classe della scuola primaria di Roverè della Luna. Per la 22ª Rassegna Teatrale “Teatro a Roverè”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro PER NO NAR EN MALORA Povo. Ore 20.45. Teatro “Concordia”. Spettacolo di Alberto Maria Betta con la Compagnia “I Sarcaioli” dell’Alto Garda. Per la 28ª edizione di “Isidoro Trentin - Festival del teatro umoristico” 2015. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

RIVENDITE AUTORIZZATE BIGLIETTI, CONCERTI, SPETTACOLO, SPORT & CULTURA

TRENTO – Via Ghiaie 15 Tel. 0461 362111 – annunci@bazar.it

Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.00-18.00

I PANPERS

MALIKA AYANE

I Panpers in Quasi esauriti I PanPers tornano con loro nuovo spettacolo. Uno show completamente inedito che spazierà tra monologhi, sketch, canzoni e personaggi tra cui lo storico «motto di medda» e i freschissimi Mika e Fedez. Mai volgare e mai banale è adatto a tutti, dalle famiglie ai ragazzi, dai giovani imprenditori ai meno giovani imprenditori. Non mancherà una sorpresa finale che renderà il pubblico protagonista.

Accompagnata da una “superband” di undici elementi, Malika Ayane - che ha aperto il suo 2015 conquistando il Premio della Critica al 65esimo Festival di Sanremo e il Disco D’Oro per il brano “Adesso e qui (Nostalgico presente)” tratto dall’ultimo album “Naif” (Sugar Music) - porterà in scena le novità dell’ultimo lavoro discografico insieme alle sue canzoni più amate dal pubblico, e non mancheranno alcune sorprese pescate dal suo personale bagaglio musicale, rivisitate con lo stile unico e raffinato di Malika.

TRENTO Auditorium S. Chiara 14 novembre 2015 ore 21

TRENTO Auditorium S. Chiara 15 novembre 2015 ore 21.00

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BOLZANO – Via Bari 15 Tel. 0471 930993 – bazarbz@bazar.it lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.30-18.30 chiuso il mercoledì e giovedì pomeriggio

ANTONELLO VENDITTI Dopo l’evento all’Olimpico, a settembre prenderà il via il tour al quale si aggiungono due nuove date, a Taranto il 10 dicembre e il 12 dicembre a Andria.

PADOVA Arena Spettacoli Padova Fiere pad. 7 21 novembre 2015 ore 21

NEK Un ritorno live attesissimo dai numerosi fan dell’artista di Sassuolo, che torna ad esibirsi dal vivo nei più importanti teatri italiani, a distanza di quattro anni dall’ultimo tour. Filippo Neviani in arte NEK porterà dal vivo i nuovi brani del suo ultimo lavoro discografico, oltre alle grandi canzoni che hanno segnato la sua brillante carriera, dal debutto ad oggi.

TRENTO Auditorium S. Chiara 6 dicembre 2015 ore 21


trentinoappuntamenti Teatro LE ALEGRE COMARI DE... Pergine Valsugana. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo tratto da “Le allegre comari di Windsor” di William Shakespeare - trad. dialettale e adattamento di Giorgio Clementi con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la Rassegna Teatrale “Autunno a Teatro” 2015. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA GELOSIA NO LA GÀ ETÀ Verla di Giovo. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di e con la Filodrammatica “S. Ermete” di Calceranica. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

29 DOMENICA Cultura LEZIONI DI STORIA Rovereto. Ore 11. Teatro Zandonai. “Rappresentazioni. La Grande Guerra degli artisti”, con Emilio Gentile e Marcello Bonazza. Info: tel. 0461-213811. Cultura CONFERENZA Rovereto. Ore 11. Teatro Zandonai, corso Bettini 82. Lezioni di storia: L’Italia in guerra: “Rappresentazioni. La Grande Guerra degli artisti”. Ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento posti - i biglietti possono essere ritirati dalle ore 10.00 presso la biglietteria del teatro. Info: www.laterza.it; Tel. 0461.496914; serv.attcult@ provincia.tn.it. Danza SEMINARIO DI DANZA SENSIBILE Rovereto. La Danza Sensibile(r) è una pratica che attraverso il movimento consapevole intende condurre ad una maggiore conoscenza di sè, del proprio corpo, delle proprie percezioni ed emozioni. Tale pratica allena corpo e mente all’ascolto profondo dei messag-

gi del corpo. Info: cid@centrodelladanza.it.

Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Enogastronomia FESTA DEL FORMAI DE MALGA LevicoTerme. Parco secolare degli Asburgo. Festa del formai de malga con la dimostrazione della lavorazione del latte e degustazione del formaggio locale lavorato sotto i vostri occhi e secondo le antiche usanze. Info: Consorzio Levico Terme in Centro www.visitlevicoterme.it; info@levicotermeincontra.com. Azienda per il Turismo Valsugana Tel. 0461.727700; info@ visitvalsugana.it.

Teatro ragazzi LE AVVENTURE DI MOMO Taio. Ore 16.30. Teatro Comunale. Spettacolo con la Filodrammativa “Vi.Va.” di Vigolo Vattaro. Per la 13ª Rassegna Teatrale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Famiglia MARCIA GLOBALE PER IL CLIMA Trento. Orte 11. Piazza Dante. Inizio corteo che sfilerà fino a Piazza Duomo. Qui si terrà la parte principale dell’evento, con un breve intervento scientifico-musicale e una grande coreografia collettiva per la nostra foto-ricordo finale da inviare a Parigi e al mondo. Musica CHRISTMAS BAND Levico Terme. Dalle 14 alle 18. Parco secolare degli Asburgo. La Christmas Band intonerà le più tradizionali melodie natalizie. Grandi e piccoli potranno accarezzare gli animali della fattoria e fare un giro sulla carrozza trainata dai cavalli, in compagnia dei simpatici pony o sul piccolo trenino di Natale. Musica CONCERTO Vallarsa. Ore 16. Teatro Sant’Anna. Veronique di Ensemble da Camera. Per maggiori info e prenotazioni: teatro@spazioelementare.it. Teatro ragazzi STORIE D’OMBRE Cognola. Ore 16.30. Teatro “Auditorium”. Spettacolo di Michele Comite con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la 13ª Rassegna Teatrale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As.

Teatro ragazzi IL GIGANTE EGOISTA Calavino. Ore 16.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo tratto dal racconto di Oscar Wild con “Junior & Senior” della Filo “S. Genesio” di Calavino. Per la 13ª Rassegna Teatrale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

30 LUNEDÌ Teatro LA SEMPLICITÀ INGANNATA Rovereto. Ore 20.45. Teatro Civile. Spettacolo di e con Marta Cuscunà seconda tappa del progetto sulle Resistenze femminili in Italia, liberamente ispirato alle opere letterarie di Arcangela Tarabotti e alla vicenda delle Clarisse di Udine, assistente alla regia Marco Rogante, realizzazioni scenografiche Delta Studios, Elisabetta Ferrandino, co-produzione Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto, Marta Cuscunà fa parte del progetto Fies Factory. Info: www.comune.rovereto.tn.it; www.teatrozandonai.it.

GLI APPUNTAMENTI DI DICEMBRE 1 MARTEDÌ Cultura CONFERENZA SPETTACOLO Trento. Ore 20.30. Sala Falconetto, Palazzo Geremia, via Belenzani 20. Ingresso libero.

IL TRENTINO DEI BAMBINI LA GUIDA

Musica RELENDO VILLA LOBOS Trento. Ore 21. Well Cafè, via Santa Croce 67. Una rilettura in bossanova del grande compositore brasiliano. Sonata Islands (Cristina Renzetti, Gabriele Zanchini, Michele Francesconi, Emilio Galante). Concerto crossover fra musica classica e contemporanea, fra musica scritta e improvvisata, dedicato a Villa Lobos, sicuramente il compositore colto brasiliano internazionalmente più conosciuto. Info: www.trentinojazz.com; Cell. 392.6911279; info@trentinojazz.com. Musica SELMER SAXHARMONIC IN CONCERTO Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Selmer Saxharmonic Milan Turkovic, direttore; Adrian Tully, sopranino; Jan Schulte-Bunert, Frank Schüssler, soprani; Christian Segmehl, Junko Kurimoto, Arend Hastedt, contralti; Christoph Enzel, Udo Schmid, Lutz Koppetsch, tenori; Thomas Tomaschek, Markus Maier, baritoni; Lars Niederstrasser, basso su musiche di A. Dvorak: Danze Slave op. 46 n. 1-7-8; D. Milhaud: Scaramouche; D. Sostakovic: Jazz-Suite n. 2 (selezione); H. Zimmer: He´s a Pirate (dal film Pirati dei Caraibi, arr. di C. Enzel); H. Eisler: Dans les Rues (arr. di C. Enzel); E. Morricone: C’era una volta il West (arr. di C. Enzel); M. Nyman: Hotel de la Ville; N. Rota: Rota-Suite (arr. di C. Enzel); J. Williams: Star Wars (arr. di C. Enzel). Biglietto intero € 25,00, ridotto € 18,00 (fino a 25 anni e oltre 65). Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it.

2 MERCOLEDÌ Corsi DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. c/o Associazione di volontariato “Mana”. Per informazioni: mimosa.2009@live.it.

SILVIA CONOTTER

www.curcuegenovese.it 117

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trentinomatrimoni SOLO PER I NOSTRI LETTORI, LE IMMAGINI DELLE NOZZE DI ANNALISA CON MAURO & CRISTINA CON FRANCESCO

I MATRIMONI DEL MESE Lei Nome: Annalisa Anni: 30 Nata a: Trento Residente a: Romagnano Parrucchiere: Salone Fascino - Ravina Truccatore: Becos Club Martina - Ravina di Trento Occupazione: Impiegata

Lui Nome: Mauro Anni: 30 Nato a: Trento Residente a: Romagnano Vestito: Setti Progetto Moda - Rovereto Scarpe: Giò Calzature - Trento Occupazione: Ingegnere

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trentinomatrimoni Servizio fotografico: Roberta Pisoni www.robertapisoni.it

Matrimonio: Data: Luogo: Invitati: Ricevimento: Catering: Lista di Nozze: Fiori e bouquet: Bomboniere: Anelli: Torta nuziale: Viaggio: Durata: Vivranno a:

Religioso 27 giugno 2015 Romagnano 120 Maso Speron d’Oro - Marco di Rovereto Ristorante S. Colombano - Rovereto Mikrotour Viaggi - Lavis F5 LAB - Trento Filippi - Trento Oreficeria e Orologeria Sester - Trento Pasticceria Bologna - Mori Dubai e Mauritius 15 giorni Romagnano

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trentinomatrimoni

Lei Nome: Cristina Anni: 32 Scarpe: Calzature carlin - Pergine Valsugana Parrucchiere: Salone Mod’Art - Borgo Valsugana Truccatore: Salone Mod’Art - Borgo Valsugana

Lui Nome: Francesco Anni: 33 Vestito: Baratto - Lavis Scarpe: Baratto - Lavis Barbiere: Salone Mod’Art - Borgo Valsugana

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trentinomatrimoni Servizio fotografico: Trintinaglia Wedding Photo www.trintinaglia.com Wedding planner: Cinzia Fonso Eventi www.cinziafonso.it

Matrimonio: Data: Luogo: Invitati: Ricevimento: Lista di Nozze: Fiori e Bouquet: Catering: Anelli: Torta nuziale:

Civile 8 agosto 2015 Castel Pietra (Volano) 80 Castel Pietra (Volano) Agenzia Viaggi Betulle - Levico Terme Cinzia Fonso Wedding Planner Prime Rose - Levico Terme Stroili Oro - Pergine Valsugana Pasticceria Bologna - Mori

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ALLA PRO CULTURA I VERSI DI GIOVANNA A NICHOLAS RUIZ IL “BEST STUDENT PAPER AWARD”

L’ULTIMO LIBRO DI POESIE DI GIOVANNA SARTORI DE VIGILI

RICERCATORE FBK PREMIATO ALLA CONFERENZA INTERSPEECH

Luisa Gretter Adamoli e Renzo Francescotti

N Da sinistra, Nicholas Ruiz e Marcello Federico

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ncora una volta Trento si conferma grande attrattore di giovani e validi ricercatori. Nicholas Ruiz, studente PhD, è uno di quei cervelli arrivati alla Fondazione Bruno Kessler proprio grazie alla qualità della ricerca che si porta avanti in Trentino. Dagli Stati Uniti (Philadelphia) è sbarcato in Europa con la moglie per frequentare un master presso l’università di Groninga (Paesi Bassi) e di Bolzano. “Durante il master” – racconta Ruiz – “ho avuto l’occasione di visitare l’Università degli Studi di Trento e di conoscere Marcello Federico, responsabile dell’Unità HLT-MT, sotto la cui supervisione ho lavorato alla mia tesi”. Nicholas ha quindi deciso che Trento era la città giusta per proseguire i suoi studi con un dottorato di ricerca. “Da allora – prosegue Ruiz – sono trascorsi cinque anni. Nel frattempo, sempre a Trento, sono diventato padre di due bambine”. La traduzione automatica è un settore di ricerca estremamente interessante per i numerosi campi di applicazione. “Sono rimasto affascinato da questa ricerca” - spiega Ruiz. “Il mondo sta diventando sempre più multiculturale e multi linguista. Una delle ragioni per cui ho voluto venire a studiare in Europa è stato proprio per toccare con mano questa molteplicità di culture. A sua volta Trento è un territorio multiculturale. All’inizio per me è stato difficile comunicare con la comunità di parlanti italiano, ma volevo fortemente entrare a far parte di questa realtà. Ho fatto di questa difficoltà la mia ispirazione”. Le competenze che Nicholas ha acquisto durante gli anni trascorsi alla FBK non sono passate inosservate, tanto che da poco ha ricevuto un’offerta di lavoro che lo porterà nuovamente oltreoceano, in un’azienda nata dai laboratori dal colosso delle telecomunicazioni AT&T.

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ella sala del Centro “Rosmini” a Trento la “Pro Cultura”, davanti a un attento pubblico, ha presentato la raccolta di poesie in dialetto di Giovanna Sartori De Vigili “Scolto ‘sto silènzi” (Curcu & Genovese, 2015), relatori Renzo Francescotti e Luisa Gretter Adamoli, con letture di Arrigo Dalfovo e Chiara Turrini del Gruppo “Neruda”. Purtroppo era assente (fisicamente ma non spiritualmente) l’autrice, che dopo un’operazione al cuore sta trascorrendo un periodo di recupero ad Arco. Questo libro di poesia è il quinto di quest’autrice, ma il primo in dialetto dopo quattro raccolte in lingua nazionale. E – come ha spiegato Francescotti , autore della prefazione – si tratta di un’autentica rivelazione, per almeno due fondamentali ragioni: perché l’autrice vi rivela una sorprendente padronanza del dialetto trentino (lei che è nata a Verona da genitori di Ala, è cresciuta ad Arco, si è laureata in Lettere a Bologna, ha trascorso alcuni anni a Rovereto, ma da una cinquantina d’anni abita a Trento dove si è sposata con Bruno). L’altra ragione sta nel fatto che la Sartori De Vigili rivela nella sua raccolta una fresca vena ironica e giocosa, insolita tra le autrici e si può dire unica nel panorama delle poetesse trentine. Poesie lirico-meditative e ironico-giocose si alternano in “Scolto ‘sto silenzi”, che fa ruotare intorno al perno del microcosmo famigliare, animali, paesaggi, natura, così come meditazioni sulla violenza e il male degli uomini. Dal canto suo la Gretter Adamoli ha posto l’accento sul linguaggio della Sartori-Devigili, ricco di metafore, ironico, colorito, musicale. Arrigo Dalfovo e Chiara Turrini del Gruppo “Neruda” hanno magistralmente interpretato una silloge di poesie dell’autrice.


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MEMORIAL “VITTORIA SPRINGHETTI” CONCLUSA LA 24ª EDIZIONE DEL CIRCUITO “DOLOMITI GOLF CUP” VINCONO FABIO POZZI 1° NETTO E MORENO TRISORIO 1° LORDO

A TUENNO BEN 63 GIOCATORI

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on poteva esserci chiusura più soddisfacente per l’attività organizzativa dell’associazione bocciofila di Tuenno che sulle corsie dell’infrastruttura “al Parco” ha raccolto ben ventuno terne per ricordare con un memorial Vittoria Springhetti. Un successo per il presidente Natale Corradini il quale, coadiuvato da una staff di collaboratori preziosi e portatori di entusiasmo, è riuscito a portare a Tuenno ben 63 giocatori ed appassionati provenienti da diverse località del trentino-Alto Adige. Una chiusura di attività dunque all’altezza della situazione per suggellare un’estate di debutto ufficiale nello sport delle bocce ripreso da alcuni volonterosi dopo un periodo di inattività totale sulle belle corsie di Tuenno. Il memorial Vittoria Springhetti è stato vinto dalla terna formata da Bianchi-Passerini e Santuari davanti al trio Cuccarini-Zanolin e Bontempelli. Terzo posto per Bazzanella-Valentinotti e Cont davanti a Tomasi- Corradini-Tomasi. (c.r.)

Da sinistra, Bruno Amlesu, Fabio Pozzi, Sergio Costa e Moreno Trisorio

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l Circuito Dolomiti Golf Cup si è articolato in 12 tappe da aprile a ottobre nei golf del Trentino, dell’Alto Adige, del Veneto, Lombardia e Liguria facendo conoscere le Dolomiti attraverso il patrocinio della Fondazione Dolomiti-UNESCO, del CONI e dei manifesti di Franz J. Lenhart. Hanno partecipato più di 1.000 golfisti. Sabato 3 ottobre si è conclusa felicemente la Finale del Circuito Dolomiti Golf Cup al Golf Verona con una inaspettata giornata di sole a dispetto delle pessime previsioni. I campioni uscenti, Pozzi e Maestranzi, sono entrambi saliti sul podio, ma solo Fabio Pozzi del golf di Lazzate con 36 punti ha replicato l’exploit dell’anno scorso, rimanendo campione in carica vincendo per la seconda volta il 1° Netto di 1ª Categoria, mentre Giuseppe Maestranzi del golf Rendena con 28 punti ha dovuto accontentarsi del 3° posto lasciando il 1° Lordo ad un altro trentino, Moreno Trisorio del golf Rendena (di cui è anche Presidente). Stefan Zizzer, socio del nuovissimo golf di Appiano, con 35 punti si è aggiudicato il 2° Netto di prima categoria. In 2ª Categoria Paolo Colombini del golf Break Point con 30 punti ha vinto il 1° Netto, con 2 punti in meno si è classificato 2° Netto Luigi Corbella del golf la Pinetina, mentre con lo stesso punteggio si è classificato 3° Patrick Sevvi del golf di Appiano. In 3ª Categoria ha primeggiato il bravo junior Denis Cunial del golf Carezza che con 33 punti ha vinto il 1° Netto, mentre Giorgio Giglio del golf le Vigne con 32 punti si è aggiudicato il 2° posto superando di due punti il 3° classificato Agostino Pontillo del Break Point. Ha vinto la 1ª Lady con 35 punti Emanuela Aldrighetti del golf ospite, mentre, con 2 punti in più, ha vinto il 1° Senior Gabriele

Arsenio anche di Verona. Il 1° Master se lo è aggiudicato con 37 punti Gaetano Zoccatelli, sempre di Verona. Il 1° Porsche se lo è guadagnato Gustavo Bussinello di Verona con 34 punti. Nella categoria unica Special Guest ha vinto il 1° Lordo Mariano Vantini con 31 punti del golf Verona. 1° Netto Pilade Riello con 40 punti anche di Verona, mentre si è classificato secondo Pietro Orlandi con 38 punti del golf Verona, soffiando il risultato all’ultima buca a Silvio Santoni che ha totalizzato lo stesso punteggio, ma ha giocato meno bene la 18ª buca. Hanno fatto gli onori di casa Giovanni Glisenti, Presidente del Golf Club Verona, con la direttrice Katia Trentin, mentre Bruno Amlesu Ad di TOSHIBA ha premiato assieme a Sergio Costa, organizzatore del Circuito. 123

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SOROPTIMISTE TRENTINE: “MISSIONE” A ROMA VISITA ALLA CORTE COSTITUZIONALE CON DARIA DE PRETIS

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iamo partite in ordine sparso per Roma, chi di mattina, chi di pomeriggio, compatibilmente con gli impegni di lavoro, lasciando a Trento, con rammarico, le amiche che proprio non potevano venire. Il primo incontro con la nostra amica Daria de Pretis, socia fondatrice e prima segretaria del Soroptimist club di Trento, da un anno Consigliera della Corte Costituzionale, è stato affettuoso, assolutamente informale: in una tipica trattoria romana, dove ai carciofi alla giudìa e ai tonnarelli cacio e pepe si sono sovrapposte e intrecciate domande, si sono accavallati ricordi…Il giorno dopo, invece, appuntamento istituzionale, niente jeans, cellulari spenti, distintivi Soroptimist su tutti i baveri. Uno, speciale, lo abbiamo regalato a Daria, perché si ricordi di noi, ma soprattutto perché si senta sempre una Soroptimista. La visita è stata estremamente interessante, sia perché Daria, ricevendoci, ci ha spiegato quali siano i compiti della Corte, sia perché abbiamo avuto la possibilità di

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IL MATTONE DEI BOCCIOFILI PER CASA SEBASTIANO

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i è conclusa sulle corsie del bocciodromo Conca Verde di Amblar l’edizione numero 35 della maratona che da ben sette lustri, senza alcuna interruzione, coniuga felicemente lo sport alla solidarietà concreta. Da due anni la maratona bocciofila ha rivolto le proprie attenzioni con un intervento finanziario scaturito dalle iscrizioni alle varie gare del programma alla Fondazione Trentina per l’Autismo. Presieduta da Giovanni Coletti la fondazione sta costruendo a Coredo in Valle di Non “Casa Sebastiano”, un centro di eccellenza per la patologia dell’autismo con ambulatori per la riabilitazione, laboratori ludici e occupazionali, casa residenziale e centro di formazione per operatori specializzati. Casa Sebastiano, la cui costruzione è in fase avanzata dei lavori, conta anche su qualche mattone che i “bocciofili dal cuore d’oro” hanno regalato dopo una lunga stagione agonistica durata ben 14 appuntamenti che hanno registrato ben 569 presenze sui campi di Amblar, concessi all’US Ronzone Sportinsieme organizzatrice della manifestazione dall’ Amministrazione Comunale di Amblar da sempre sensibile e quindi disponibile nei confronti di un’iniziativa unica nel suo genere in regione. Notevoli quest’anno le prestazioni agonistiche della “valanga nonesa” che ha conquistato ben 22 podi (nella foto Valentini, Lorandini e Dalpiaz) per la prima volta ad Amblar con una nutrita pattuglia di una quindicina di giocatori. (c.r.)

visitare luoghi suggestivi, dove hanno abitato papi e principi, ciascuno dei quali ha voluto lasciare segni del suo passaggio negli arredi, nella proposizione di stemmi, nell’esposizione di ritratti. Le sale, solenni, ma comunque raccolte, sono tappezzate con le antiche e preziose sete di San Leucio – ricordo delle manifatture borboniche – o affrescate con scene di ispirazione pompeiana. Daria ci ha accompagnate nel suo studio, illuminato da orchidee bianche; la scrivania è sovrastata da un bel ritratto della regina Margherita. A conclusione, tutte sulla meravigliosa terrazza che si affaccia sulla piazza del Quirinale e che offre un emozionante panorama di Roma, di qua e di là del Tevere. Insieme all’orgoglio di avere un’amica così importante, insieme ai ringraziamenti di rito, non poteva mancare una foto di gruppo a testimoniare la nostra presenza a Roma ed i sentimenti di amicizia, nati nel Soroptimist club, che fino a Roma ci hanno guidate. Luciana Grillo


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PREMIO INNOVAZIONE ITAS: ECCO I VINCITORI LUOGHI E SIMBOLI DELLA COMUNITÀ TRENTINA

TRA I PREMIATI, SUOR MIRJAM VOLGGER E “REHA TECHNOLOGY”

FRANCESCA MAZZALAI TRA LE CONDUTTRICI DI “TAPIS ROULANT”

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n consueto sguardo sulla programmazione di “Tapis roulant” rotocalco in onda domenica 1 novembre (ore 9.40 circa su RAI3 ed in replica sul canale 103 del Digitale Terrestre alle 22.30). In apertura, “La reunion delle 3A”. La Rai ha seguito da vicino un’iniziativa che ha visto il Trentino protagonista all’Expo2015 di Milano: una ”reunion“, nei padiglioni della grande Kermesse mondiale, di diverse generazioni di studenti e docenti della Fondazione Edmund Mach, organizzata all’Auditorium del Palazzo Italia all’insegna dei temi di Agricoltura, Ambiente e Alimentazione. A seguire, la prima puntata di “Luoghi e simboli della comunità trentina”, dedicata alla preistoria: si parte infatti dal Muse, dove sono in mostra le pietre di Riparo Dalmeri, una delle collezioni di pietre dipinte più importanti mai rinvenute nei siti preistorici europei. Il programma, condotto da Francesca Mazzalai, è realizzato dalla Struttura Programmi della Sede Rai in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento – Servizio Attività Culturali. La regia è di Stefano Uccia. Nella puntata del 15 novembre, ancora “Luoghi e simboli della comunità trentina”. Puntata dedicata ai Reti, il popolo delle Alpi. A San Zeno, in val di Non, le telecamere della Rai sono riuscite ad entrare per la prima volta in un villaggio Retico, si tratta di un importante sito archeologico in piena attività di ricerca. Il servizio seguente racconta la vita di Francesco Baracca e gli avvenimenti della Grande Guerra letti attraverso il vissuto dell’asso dell’aviazione italiana. Scopriremo inoltre le origini del famosissimo Cavallino Rampante, utilizzato da Baracca quale segno distintivo sugli aeroplani da lui pilotati, e il suo passaggio dal mondo dell’aeronautica a quello automobilistico. La regia è di Ugo Slomp.

na buona idea non basta. Perché le innovazioni abbiano successo è importante lavorare sodo e disporre di un adeguato supporto finanziario dall’esterno. Proprio per questo, da alcuni anni ITAS sostiene le imprese con il suo Premio Innovazione, quest’anno conferito per la prima volta in collaborazione con il TIS innovation park. Il premio principale, del valore di 5.000 euro, è stato assegnato a Reha Technology, il “Premio speciale per giovani imprenditori” a Vertical Life, mentre nelle categorie “Imprenditoria femminile” e “Trova il tuo capitale” è stata Suor Mirjam Volgger, coordinatrice della clinica Santa Maria, a conquistare la giuria con il Nuzy Medical Soother. I vincitori sono stati premiati ufficialmente ieri sera presso la Camera di Commercio di Bolzano. Il riconoscimento principale del Premio Innovazione ITAS è stato conferito a Reha Technology di Bolzano, azienda, fondata nel 2007, che ha sviluppato un prodotto altamente tecnologico chiamato G-EO 2, i cui costi di produzione vengono ridotti grazie all’impiego intelligente dei materiali. Il prodotto è molto utile per i clienti ed è quindi molto prezioso per i pazienti e le strutture sanitarie (centri di riabilitazione, ospedali). In breve: un trattamento di qualità che può essere esteso a più pazienti in minor tempo.

Molto simpatico “Un saloon a Passo Rolle”: nate nel 1984 in California, le conferenze “Ted” sono un evento dedicato a tutti coloro che si interrogano su ciò che di nuovo succede nel mondo. Quest’anno una conferenza TedX è stata organizzata ai piedi del Cimon della Pala, nel gruppo delle Pale di San Martino, in uno degli scenari più generosi e impressionanti delle nostre montagne. Il programma, condotto da Elisabetta Curzel, racconta i momenti salienti della giornata. La puntata di domenica 29 novembre propone “L’oro verde del Kosovo”: al vederli salire, chiunque si domanderebbe che cosa ci facciano, in ferrata, su quelle montagne: si tratta degli alpinisti della Sat del Trentino, ma questa volta il loro percorso si snoda in Kosovo. È la prima via ferrata che sia mai stata realizzata sulle Alpi albanesi. Il progetto, finanziato dall’Associazione Trentino coi Balcani e costruito con il supporto di conoscenze e materiali della Società degli alpinisti tridentini, ha coinvolto i giovani e le comunità locali. 125

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PANCHERI A MILANO CON L’ARTE TIMBRICA BIODIVERSITÀ NELLA VITICOLTURA DI MONTAGNA L’IMPEGNO DELLE CANTINE FERRARI PRESENTATO A EXPO MILANO 2015

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icevuta da poco la certificazione “Biodiversity Friend”, che valuta l’impatto delle pratiche agricole virtuose sull’ambiente, le Cantine Ferrari hanno presentato a Expo Milano 2015 le attività che le vedono impegnate sul fronte della sostenibilità e della biodiversità. In un incontro tenutosi il 14 ottobre al Waterstone by Intesa Sanpaolo, in cui sono intervenuti anche il Prof. Attilio Scienza, Ordinario di Viticoltura dell’Università di Milano e Silvio Barbero, fra i fondatori di Slow Matteo, Marcello e Camilla Lunelli Food, la famiglia con Attilio Scienza e Silvio Barbero Lunelli ha esposto l’intenso lavoro portato avanti al fine di coniugare un continuo innalzamento della qualità dell’uva con la tutela dell’ambiente e della salute dei lavoratori. Un impegno che avvicina fortemente Ferrari alle tematiche di Expo Milano 2015, dove la cantina trentina è protagonista sia come brindisi di tutti i momenti ufficiali del Padiglione Italia, sia con un suo locale, il Ferrari Spazio Bollicine, all’interno del quale si narra “una bio-grafia di 126

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ALL’AUDITORIUM VERDI, FINO ALL’8 NOVEMBRE, CON GLI ALTRI ARTISTI

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esterà aperta fino all’8 novembre quest’esposizione di Arte Timbrica in progress, che fa seguito alle due precedenti esposizioni nel 2014, solo di opere su carta alla Biblioteca Civica G. Tartarotti di Rovereto, nell’ambito del MART e a Torre Mirana a Trento. Alle stesse è seguita l’esposizione al Palazzo della Regione di Trento dal 23 giugno al 10 luglio 2015 ed è ora in corso all’auditorium dell’Orchestra sinfonica Giuseppe Verdi, largo Gustav Mahler, Milano dal 15 ottobre all’8 novembre. In questo evento i sette artisti partecipanti, Sergio Dangelo, Rudolf Haas, Shuhei Matsuyama, Aldo Pancheri, Paolo Tomio, Walter Valentini e Paola Zimmitti, compongono un dialogo a più voci evidenziato dall’allestimento nella grande sala dell’auditorium che precede lo spazio dedicato all’orchestra. Catalogo con testi critici di Elena Pontiggia e Riccarda Turrina.

vite esemplari, e una bio-diversità di luoghi unici”. Oltre un secolo dopo la medaglia d’oro vinta all’Esposizione Internazionale di Milano del 1906, Ferrari torna ad Expo con lo stesso culto per l’eccellenza e l’amore per la terra del suo fondatore. Questi valori tradizionali oggi trovano un nuovo significato nell’impegno verso la tutela dell’ambiente e della naturale fertilità del terreno. Tutti i vigneti di proprietà, sia delle Cantine Ferrari che delle Tenute Lunelli, sono infatti coltivati secondo i principi dell’agricoltura biologica, in parte già certificati e in parte in conversione, e le 500 famiglie conferenti di uva si attengono alle indicazioni del “Vigneto Ferrari”. È, questo, un rigido protocollo certificato CSQA volto a creare e a diffondere una nuova cultura del lavoro in vigna, basato su elementi naturali e metodi sostenibili, che reintroduce alcune pratiche agronomiche tradizionali come il sovescio ed elimina invece completamente diserbanti, pesticidi e concimi chimici. Un impegno totalizzante, portato avanti con il supporto scientifico della Fondazione Edmund Mach. Riscoprire il valore della biodiversità è un altro passo che la nostra azienda sta facendo nella direzione di una sempre maggiore naturalità dei vigneti e di un impatto minimo sull’ambiente. “L’agricoltore si deve trasformare da fornitore di prodotto a custode del territorio”, ha commentato Marcello Lunelli, responsabile dell’attività agricola, oltre che enologica, del Gruppo Lunelli.


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DAL POLPETTONE AI SAPORI SARDI IL CIOCCOLATO CISA È CAPUT MUNDI

PROSEGUONO LE SERATE PROPOSTE DALLA CONFRATERNITA DEL TONCO DE PONTESEL

A UN ANNO DALL’INAUGURAZIONE L’AZIENDA ROVERETANA PUNTA ANCHE ALL’ESTERO

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a storica azienda di Rovereto è ritornata a Palazzo delle Albere a Trento per festeggiare il primo anniversario dalla ripartenza e presentare gli ultimi prodotti di cioccolato. Nonostante la torrida estate, la nuova rete vendita ha continuato la penetrazione commerciale che porterà il cioccolato trentino nelle migliori catene di negozi del nord Italia e anche del nord Europa. Cisa 2054 si conferma un partner a tutto tondo nel mondo del cioccolato. L’appuntamento si è svolto martedì 22 e mercoledì 23 settembre, all’interno del progetto “Coltiviamo il Gusto” gestito dal MUSE nell’ambito delle manifestazioni sul territorio legate all’Expo 2015. Cisa 2054 ha festeggiato così il suo primo anniversario: due giorni di condivisione di prodotti, degustazioni e approfondimenti gustativi Caput Mundi, al centro del mondo. “Ad un anno dalla ripartenza stiamo rispettando il programma che ci eravamo dati – afferma Giancarlo Cipriani Amministratore Delegato di Cisa 2054 – sviluppare cioè un’offerta di prodotti per cui possiamo essere presenti nella distribuzione tutto l’anno. Da un lato il recupero delle produzioni tradizionali quali le uova di Pasqua, con interventi molto innovativi sul packaging; dall’altro la ricerca tecnica e gli investimenti sui macchinari per creare prodotti continuativi come le tavolette e i cioccolatini, oltre ad altri prodotti da ricorrenza per le festività, come il Natale.” Contemporaneamente a queste innovazioni di processo e di prodotto, l’azienda trentina ha sviluppato una rete vendita che sta lavorando per recuperare la presenza di Cisa 2054 nei diversi canali distributivi del nord Italia e dell’estero: in diversi paesi del nord Europa si festeggerà il Natale degustando i cioccolati Cisa, così come le collaborazioni con diversi brand e retailer esteri hanno avviato un processo di vendita che si svilupperà nei prossimi anni con programmi specifici di internazionalizzazione.

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opo il Festival dell’Uva di Levico Terme, l’impegno della Confraternita del Tonco de Pontesel è proseguito con alcune invitanti cene a tema. Serata ben riuscita con un discreto numero di partecipanti quella dedicata alle polpette e polpettoni cucinati dal Gran Maestro Andrea Bassetti. La serata è proseguita con la degustazione alla cieca di vini Teroldego delle cantine Marco Donati, Zeni e DeVescovi, ben descritti da Rudy Zeni. Il 28 ottobre è stata la volta di “la Confraternita incontra la Sardegna”: menù particolarmente ricco di sapori e profumi che hanno soddisfatto pienamente i numerosi presenti. In cucina si è esibito lo chef Carmelo Cocco coadiuvato da Luca Boscheri. Vini in abbinamento e degustazione: Vermentino di Gallura, Monica Antigua, Carignano del Sulcis e Cannonau Noras. Prossimi appuntamenti, l’11 novembre con il baccalà preparato in vari modi, alla maniera dei “Frati”, cucinato dal “Re del Baccalà” Giulio Stenico. Il 25 novembre, incontro con la Lucania, cena a tema preparata dello chef Michele Bavuso. Il 9 dicembre, Sfida all’ultimo Cotechino, saranno selezionati 12 tipi di cotechini provenienti dalle valli Trentine; la serata sarà a libera degustazione dei cotechini con giudizio da parte dei partecipanti, ne uscirà un vincitore. Il tutto abbondantemente annaffiato da quattro tipi di Lambrusco.

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trentinolibreria

IL LIBRO DEL MESE

RIECHEGGIANO LE VOCI DEL MELEDRIO PRESENTATO A DIMARO, VAL DI SOLE, IL LIBRO DI VERSI DI LUIGI RAMPONI

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ivo successo della presentazione del libro di versi di Luigi Ramponi, edito da Curcu & Genovese. Nella affollata sede del Circolo Anziani e Pensionati di Dimaro, in Val di Sole, alla presentazione di “Voci dal Meledrio” (il torrente che scende da Campiglio per immettersi nel Sarca) sono intervenuti il sindaco Romedio Menghini, il prof. Renzo Francescotti e l’autore, Luigi Ramponi. Il sindaco ha sottolineato il fatto che molte delle poesie della “Raccolta ”Voci del Meledrio” sono ispirate dal paese di Carciano, frazione di Dermulo, ove l’autore è nato e cresciuto facendo il pastorello di capre e lavorando nei campi e nei boschi. In seguito Ramponi ha studiato, ha fatto l’insegnante elementare, si è laureato in Materie Letterarie ed è divenuto un professionista esperto di bioenergia, pranoterapia, cromoterapia, riflessologia, andando a imparare in molti paesi del mondo come gli USA, la Russia, gli Stati Uniti. Ora, alla soglia degli 80 anni, Luigi Ramponi ha pubblicato il suo primo libro di poesia (e sembra che ne abbia un altro pronto). Renzo Francescotti, poeta e critico di notorietà che ha valicato da tempo i confini regionali, con quattro suoi libri di poesia tradotti all’estero, autore della prefazione, ha evidenziato l’eccezionalità anagrafica di questo libro di versi, che nella prima parte si ispira ai luoghi e ambienti ormai perduti, ad avvenimenti dell’infanzia dell’autore recuperati. E nella seconda parte si allarga a efficaci liriche di riflessione e di meditazione esistenziale. Francescotti e Ramponi, alternandosi, sono stati protagonisti del recital di alcune poesie. L’applaudita serata si è conclusa con un dialogo con l’attento pubblico. 128

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RENZO FRANCESCOTTI CI OFFRE UNA PANORAMICA SU SETTANTA ARTISTI TRENTINI ED È LA SECONDA VOLTA, PER UN TOTALE DI CENTOQUARANTA ARTISTI CHE OPERANO IN UNA TERRA, APPARENTEMENTE PERIFERIA DELL’IMPERO. ANCHE DELLE ARTI.

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on questo lungo viaggio, prezioso a tutti gli effetti, e frutto di certosina ed esperta perlustrazione tra artisti e artiste del Trentino, compiuta per la rivista “TrentinoMese”, Renzo Francescotti ci offre una panoramica su settanta artisti ed è la seconda volta, per un totale di centoquaranta artisti che operano in una terra, apparente periferia dell’impero, anche delle arti. Dico apparente, dunque non reale, partendo proprio da questo numero così ragguardevole e significativo di persone che in questa terra dedicano parte o gran parte della loro vita all’avventura artistica. No, il Trentino, per quanto piccolo, non è affatto periferia, nel diffuso senso di “limitante”; basterebbe pensare alla sua offerta museale d’eccellenza, unica in


trentinolibreria Giorgio Barchiesi, Roberto Dottori Trekking Etc Proposte alpinistiche ed escursionistiche sulle montagne del Trentino Edizioni 31 Un libro che viene dal web. Capita non di rado che il contenuto di un libro sia riportato, in modo più o meno legittimo, sul web. Questo libro segue invece il percorso opposto, essendo erede diretto e legittimo del sito web www.trekkingetc.it. Contiene 40 itinerari di montagna e falesie, scelti tra le centinaia che si trovano nel sito. Come il sito, anche il libro descrive percorsi molto vari in termini di tipologia, lunghezza e difficoltà. Questo dà l’opportunità di apprezzare differenti approcci alla montagna e al territorio, o quantunque offre una buona rosa di possibilità tra cui scegliere. Pensiamo al libro come ad un oggetto tangibile, sfogliabile, concreto, che si acquista o riceve in regalo, e trova posto nella libreria di casa. Ma soprattutto si infila facilmente nella tasca dello zaino, per essere sempre pronto alla consultazione.

Claudio Morelli Quando i mocheni giunsero al mare Scorciatoie e raccontini di una vita in folle Publistampa

Francesca Negri 1001 vini da bere almeno una volta nella vita Newton Compton

«O tempora, o mores» tuonava Cicerone nelle sue orazioni contro Verre e contro Catilina e possiamo tradurre: «cambiano i tempi, mutano i costumi» e Morelli, che non è solo uno scrittore, ma prima di tutto un poeta, osserva e descrive il mutare del corso dei tempi e la sua penna scorre veloce e arguta a descrivere avvenimenti e sentimenti. Claudio per alcuni anni è stato un buon ciclista dilettante, continuando la sua attività di sportivo durante il periodo di leva militare presso il centro sportivo sempre con buoni risultati, tanto da essere tentato di continuare la carriera sportiva, come l’amico Marcello Osler. In quel periodo, avendo superato il concorso magistrale, fu chiamato per iniziare la sua carriera di maestro e, appese al chiodo le due ruote, scelse la vita di maestro elementare che ha svolto con diligenza in varie scuole della valle dei Mocheni...

1001 vini da bere almeno una volta nella vita, etichette più o meno blasonate scelte nell’infinita carta dei vini che il mondo propone: partendo dall’Italia, che rappresenta circa il 70% delle etichette proposte, si sconfina poi nelle regioni vinicole europee (Francia, Spagna, Germania in primis, per un altro 20%), fino ad approdare in altri continenti (Stati Uniti, Australia, Cile, Nuova Zelanda, India, Libano). Un giro del mondo avvincente, alla scoperta di nettari di Bacco capaci di restare nel cuore e di raccontare storie di uomini e territori. Un ABC del vino, da come si stappa a come si mesce, dal bicchiere giusto per ogni vino all’arte dello sciabolare, un excursus smarte veloce per apprendere le nozioni base per “maneggiare” nel modo giusto ogni bottiglia e quindi godersela al meglio. E poi 1001 schede di altrettante etichette, vere e proprie “biografie” dei vini, per intenditori e non.

Italia, anche se è provincia, con quel che di riduttivo, è ovvio, ma contemporaneamente di esclusivo da una parte e accogliente dall’altra, che il termine riesce ad evocare. Resta territorio ricco di protagonismi creativi aperti sul mondo, aiutati, favoriti da un clima generale nel quale le istituzioni ad ogni livello operano attivamente e con prestigio riconosciuto nel campo dell’arte e più in generale dei beni culturali. Renzo Francescotti è figlio di questa feconda cultura, alla crescita della quale ha dato negli anni un contributo significativo ed originale in molti campi e non si smentisce certo con questi ritratti d’artista che si susseguono negli anni 2010-2015. Ogni “ritratto” nasce da uno o più incontri con l’artista nel suo studio e prende vita attraverso un approfondimento sia biografico che tecnico, umano e culturale, portando in superficie storie personali, influenze, simpatie estetiche, aspirazioni ed ossessioni. Ritratti di donne e di uomini che hanno trovato nell’arte quel demone che li accompagna e che li salva nelle tempeste della vita. E quello che colpisce nella lettura è il lessico tutt’altro che “critichese” di Francescotti, l’esposizione semplice e comprensibile, la narrazione scorrevole che veramente fa incontrare il personaggio e permette utili conoscenze anche ai cosiddetti non addetti ai lavori. Settanta sono tanti, eppure in ognuno, in ognuna, Francescotti è alla ricerca testarda, ma felice, dell’originalità possibile, di quel tesoro che è solo dì quello scultore o di quella pittrice. “A ciascuno” e “a ciascuna” il suo, con simpatia, ma anche con rigore, sottolineando sempre con

soddisfazione il piccolo miracolo della creatività individuale, rimarcando filiazioni e influssi, inevitabili e puntualizzando, se necessario, sui limiti, oggettivi o soggettivi che siano. Walter Benjamin ci ha lasciato, tra gli innumerevoli ragionamenti sull’arte che hanno riempito la sua vita tormentata, questo che ben si addice al modo di procedere del pensiero critico di Renzo Francescotti: “Uno dei compiti principali dell’arte è sempre stato quello di creare esigenze che al momento non è in grado di soddisfare.” Infatti Francescotti si avvicina ad ogni creazione artistica con quel moto particolare dell’anima che gli permette di scorgere nella visione che ha davanti agli occhi un tentativo più o meno riuscito di immaginare dentro il mondo com’è un altro mondo come potrebbe essere e questa immaginazione si nutre continuamente di una spietata analisi dell’attualità e di una altrettanto forte speranza di cambiamento. L’arte è una sorta di messaggero di questo processo che è sia individuale che mentale, ma anche collettivo e sociale. I settanta di questo volume che vanno ad aggiungersi agli altri settanta che li hanno preceduti sono la piccola-grande schiera dei messaggeri in terra trentina e costituiscono uno spaccato non solo dell’arte ma anche della società. Mario Cossali

Renzo Francescotti

Bottega d’Artista 2 Settanta nuovi ritratti di pittori e scultori trentini Curcu & Genovese (Euro 25,00)

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trentinolosapevate la frase

Volti nella Storia Per saperne di più:

Bibliografia: Aeroplani Caproni: Gianni Caproni ideatore e costruttore di ali italiane, Rosario Abate, Gregory Alegi, Giorgio Apostolo, Trento, Museo Caproni, 1992. Gianni Caproni un giorno partì da Arco, Ferruccio Bolognani, Giustino Bolognani, Arco, 1986

«Come sempre riuscirò, perchè voglio riuscire, perché insisterò quanto basta...»

GIANNI CAPRONI (1886-1957) ETÀ

riuscì a perfezionare l’aviazione italiana portandola al livello di quella francese e tedesca.

Giovanni Battista Caproni, meglio conosciuto come Gianni, nacque a Massone d’Arco, il 3 luglio del 1886, in una famiglia di tradizione irredentista, figlio del geometra Giuseppe Caproni e di Paolina Maini.

IMPERO INDUSTRIALE

LA FORMAZIONE

Dopo aver frequentato la Realschule di Rovereto, continuò gli studi al politecnico di Monaco, dove a soli 21 anni si laureò in ingegneria civile. Completò il suo percorso con la specializzazione in ingegneria elettrotecnica a Liegi, in Belgio, dove conobbe Henri Coanda, noto scienziato e ingegnere rumeno, pionere dell’areodinamica moderna.

Caproni con Gabriele D’Annunzio

decise di traferirsi in Lombardia, dove l’esercito italiano gli diede in uso una cascina, La Malpensa, dove ora sorge l’omonimo areoporto, per lavorare. Qui potè terminare il suo prototipo e metterlo alla prova: era il 27 maggio del 1910. Purtroppo però, questo primo volo non ebbe troppo successo.

IMPRENDITORE

AREONAUTICA

Fu un’esibizione dei fratelli Wright a cui assistette in Belgio a fargli capire che quella era la sua dimensione. In seguito, a Parigi, ebbe modo di incontrare anche dei pionieri del volo. In quegli anni, costruì il suo primo aereo: un aliante biplano con cui sorvolarono le Ardenne.

PRIMI PROGETTI

Con mezzi di fortuna, costruì il primo elicoplano italiano, utilizzando legno, tubi d’acciaio e tela e in seguito cominciò a progettare anche il primo prototipo di aereo, un biplano Ca.1.

IL PRIMO VOLO DEL CA.1

Poiché il montuoso trentino non si prestava troppo per i suoi tentativi di volo, spinto anche dalle sue convinzioni irredentiste

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Da Milano si trasferì a Vizzola Ticino, dove aprì un’altra officina e si mise a progettare biplani e monoplani. In breve tempo la sua attività imprenditoriale decollò: entrò in società con l’ingegnere De Agostini e aprì una scuola di volo, da cui uscirono molti piloti, tra cui anche Gabriele D’Annunzio. Nel frattempo, l’intraprendente trentino cominciò anche a vendere brevetti: voleva guadagnare abbastanza per arrivare ad avere un’industria areonautica indipendente.

DOPOGUERRA

Lavorò alla progettazione di aerei bellici, i trimotori da bombardamento, sostenuto anche dal comandante Giulio Dohuet, e

L’ascesa del fascismo e l’espansione coloniale dell’Italia ridiedero impulso all’industria areonautica e per l’imprenditore trentino iniziò un periodo di fervente attività progettuale. Era riuscito a costruire una realtà di società, la Areoplani Caproni S.A., che operava in diversi settori industriali. Un impero che contava società e stabilimenti in Italia e all’estero con più di 40.000 dipendenti.

ROMA-MOSCA IN VOLO

Nel 1928 venne assunto come capo collaudatore dei suoi aerei il colonnello pilota Mario De Bernardi, che percorse in volo la distanza di 2600 km tra Roma e Mosca, compiendo un vero e proprio primato.

IL DECLINO

Dopo l’armistizio venne processato per collaborazionismo. Assolto per istruttoria, si ritrovò comunque privato delle sue proprietà, infine, immerso in una serie di debiti e intoppi burocratici, fu costretto a chiudere ad uno ad uno i suoi stabilimenti. L’ultimo, nel 1955, era la Aero Caproni di Trento.

LA FINE

Gianni Caproni morì a Roma il 29 ottobre 1957, poco dopo aver ricevuto l’offerta di un incarico come guida della Nasa. Nella sua carriera depositò 158 brevetti e realizzò ben 170 tipi di aerei.

Hanno detto di lui « Voi due siete i creatori dell’Aviazione mondiale e l’America ve ne rende onore» (Harry Truman rivolto a Caproni riferendosi a lui e ai fratelli Wright)


trentinoscoop&news

SUCCESSO PER LIZARD POWER GRIP TOGETHER GRANDE PARTECIPAZIONE AL “PIGARELLI”

MOLTO PARTECIPATO L’EVENTO DEL 23 OTTOBRE AL PUNTO VENDITA IN VIA SAN VIGILIO A TRENTO

IL CORO CIMA TOSA DELLE VALLI GIUDICARIE SI IMPONE NELLA PRIMA EDIZIONE DELLA RASSEGNA DI ARCO

V

P

artenza col botto per la prima edizione del Concorso “Luigi Pigarelli”, riservato a cori maschili di derivazione popolare, che nelle giornate di sabato e domenica ha radunato a Arco 24 cori in gara e un totale di 3.000 persone provenienti da tutta Italia. Un successo pieno per un evento organizzato dalla Federazione Cori del Trentino che, appena nato, già diventa un punto di riferimento per il mondo corale nazionale. Le audizioni dei 24 cori partecipanti hanno messo in luce un ottimo livello medio ed è stato quindi arduo per la giuria stilare la graduatoria. Alla fine della “due giorni” corale i giudizi tecnici hanno premiato il Coro Cima Tosa Valli Giudicarie di Fiavè/Stenico che ha preceduto ex aequo il Coro Stelutis Alpinis di Milano (composto interamente da giovani universitari) e il Coro Monte Cusna di Reggio Emilia. Ex aequo anche il terzo posto con i trentini Coro Città di Ala e Coro San Romedio Anaunia di Romeno. 4° classificato il Coro Monte Pallidi di Laives e 5° classificato il Coro Monte Peller di Cles. La giuria (Giuseppe Calliari, Mario Lanaro, Ferdinando Lorenzi, Fabiana Noro e Mauro Pedrotti) ha ritenuto di esprimere una menzione speciale al direttore Riccardo Lapo del Coro Voci del Pasubio per “il lavoro serio e approfondito con il coro”. Simone Bassi del Coro Stelutis Alpinis è stato premiato quale direttore emergente, mentre la palma del miglior direttore è andata a Piergiorgio Bartoli del Coro Cima Tosa. “Grande soddisfazione e una autentica festa per la coralità – spiega il presidente della Federazione Cori del Trentino Sergio Franceschinelli – che ha evidenziato i valori dell’aggregazione e dell’amicizia ma soprattutto ha contribuito a un confronto significativo sulle questioni tecniche ed espressive delle diverse anime della coralità, nella direzione di una crescita generale

enerdì 23 ottobre, Lizard e Sherpa 3 hanno organizzato un evento presso il punto vendita in Via San Vigilio, a Trento. Un aperitivo in compagnia di tanti appassionati del genere, per far scoprire la nuova, bellissima collezione autunno-inverno di Lizard. Un appuntamento atteso che alla fine si è rivelato essere un vero successo. Tante, infatti, sono state le persone interessate alla collezione che hanno fatto capolino nel negozio. Tanti coloro che hanno voluto provare i nuovi modelli. Luca Pedrotti, titolare dell’azienda, ha commentato in termini entusiastici la serata: “È stata una bella occasione per farci conoscere e testare la collezione invernale. Gli ospiti hanno mostrato grande interesse per la tecnologia Lizard e per la qualità dei nostri prodotti Well Made in Italy”. Info: lizardfootwear.com

del movimento e di un suo rinnovamento. Un sentito ringraziamento alla giuria e al Coro Castel SAT di Arco per la collaborazione.” Ciliegina sulla torta del concorso l’esibizione, presso uno stipato Salone delle feste del Casinò di Arco, del Coro della SAT di Trento che ha catalizzato l’entusiasmo delle centinaia di appassionati ponendosi ancora una volta come punto di riferimento di questo importante movimento. Appuntamento al 2017 con la seconda edizione. 131

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Le lune di Kako / di Flora Graiff

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a crisi in Italia è finita? Sembra di sì, a guardare le statistiche dell’Istat che certificano il Pil in crescita dello 0,2 % nel secondo trimestre del 2015. Certo, l’aumento è minimo, da prefisso telefonico come si diceva una volta, ma se lo si inquadra nel contesto europeo, non è proprio da buttare. Basti pensare che nello stesso periodo l’incremento della Germania è stato dello 0,4 %, appena due decimali in più. Ancora più confortanti per l’Italia le prospettive del secondo semestre, al punto che per l’intero anno l’Istat prevede un aumento dello 0,7 % e l’FMI dell’0,8%.

FLORA GRAIFF

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artoonist e giornalista pubblicista, vive fra Merano e Trento. Dopo aver studiato restauro a Firenze e xilografia con Remo Wolf, crea Kako, bimbo protagonista di una strip seriale lanciata dalle riviste Linus e Snoopy e poi approdata sul web. Artista eclettica,

ha al suo attivo anche radiodrammi per la Rai, vignette satiriche per quotidiani, tavole per l’Atlante delle Guerre e pastelli per plaquettes di poesie inedite di Alda Merini, Ezra Pound, Salvatore Quasimodo e Marina Cvetaeva. Tra i critici che hanno scritto di lei Enrico Crispolti e Luca Beatrice.


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