Trentino Mese ottobre 2015

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ANNO XXIII N. 284

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OTTOBRE 2015 9 771724 550805

ISSN 1724-5508

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appuntamenti, incontri e attualità trentina

LA SCELTA DI ANDREA TORNA IN TEATRO ANDREA CASTELLI, QUESTA VOLTA CON UN MONOLOGO SU CESARE BATTISTI E... IL MONDO DELLE ZÌRELE È CUBICA, MA HA UN NOME “CIRCOLARE”. È APERTA A TUTTI I TENTATIVI DI IMITAZIONE POSSIBILI E IMMAGINABILI...

LA “NORMALITÀ” DEL MILIONARIO

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RING di Stefania d’Elia

istruzioni per l’uso LA GRAVIDANZA? UN VIAGGIO VERSO UNA DIREZIONE IGNOTA, ANZI NOTISSIMA

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n semplice ritardo. Non sai ancora se sarai mamma oppure no, ma sta di fatto che il ciclo non arriva. Saltelli come una molla impazzita da momenti di profondo panico ad attimi di pura euforia. Ridi, piangi, ti arrabbi, cerchi un sintomo che ti dia delle conferme, ma non lo trovi. Forse un po’ di dolore al seno... ma probabilmente è solo il reggiseno con il ferretto che hai messo la mattina. Non importa se la gravidanza sia o no una cosa inaspettata, nel momento del test, in quei cinque minuti di attesa prima di scoprire se il tuo futuro sta cambiare per sempre oppure no, tutta la vita passata, presente e futura ti passa davanti come in un film. Ti aspetti quasi di vedere i fantasmi come ne “Il canto di Natale”, ma non arrivano. Poi finalmente la linea compare, prima lieve poi più marcata. C’è silenzio intorno a te, in un attimo cristallizzato nel tempo tutto è perfetto, siete solo voi, tu e lui, quel mini puntino che conta più dell’intero universo. L’attimo passa e domande come: ma sono pronta davvero? Sarò una buona mamma? E se commettessi degli errori? Gli interrogativi vorticano nella tua mente, non riesci a darti pace e intanto ridi di terrore e gioia: stai per diventare mamma. Ti tolgo subito un dubbio: errori ne farai e parecchi, certi talmente assurdi (si può usare la parola cretini?) che ti faranno sospettare di essere la mamma peggiore del mondo che, per inciso, non sei. La cosa bella è che la maggior parte di questi errori si aggiusteranno da soli senza conseguenze: i bambini già nella pancia dimostrano un grandissimo senso di adattamento, e se qualcosa proprio li turba trovano il modo di fartelo sapere. A Samuel ad esempio, non piaceva quando dormivo sul fianco sinistro e mi chiedeva gentilmente di girarmi dandomi violenti calci nel costato, e ne aveva di forza per un fagotto che non era neanche in grado di tenere dritta la testa! In ogni caso ci sono cose che devi sapere sul pancione che a mano a 8

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RING mano che passa il tempo cresce, non sul bambino che lo sta occupando, ma proprio sul pancione. Così giusto per arrivare preparata... 1. Durante i primi mesi di gravidanza sarai stanchissima, avrai voglia di dormire per il 65% della tua giornata, il resto sarà equamente diviso tra “essere arrabbiata con qualcuno” (di solito il partner), “avere fame” e “fare pipì”. Lo so, bisogna anche lavorare e sistemare casa. Ma a quello ci penserai quando ti svegli. 2. Il pancione diventerà sempre più ingombrante. Lo so che sembra scontato, ma non lo è. Dove prima avevi spazio vitale ora avrai un dirigibile che andrà manovrato. Significa che cozzerai contro porte, stipiti, mobili, angoli e quant’altro. E quando parcheggi la macchina evita posti troppo stretti: tieni presente che dovrai entrare e uscire dalla portiera! 3. La toxoplasmosi esiste, ma non ti deve condizionare la vita. Per un periodo dovrai evitare gli affettati e lavare accuratamente le verdure crude. Ma potrai tranquillamente evitare di disinfettare il gatto nell’amuchina. Anzi potresti usarlo come scusa per convincere tuo marito che “forse è meglio se la sabbietta la cambia lui per un po’ di tempo?” Visto? Alla fine ci avrai pure guadagnato! 4. Tutti si sentiranno in dovere di fare commenti sulla tua pancia che sarà, in ordine sparso: troppo grossa, troppo piccola, troppo alta, troppo bassa, a punta quindi maschio, schiacciata quindi femmina, troppo tonda quindi chissà... Ti chiederanno quanto manca, se possono toccarla che porta fortuna, se hai acidità che allora sarà un cappellone e quante volte vai in bagno. Questo boh, forse perché alle vecchiette incontinenti piace sapere che c’è qualcuno che le capisce. 5. Tutti si sentiranno in dovere di aggiornarti con la cronaca al limite dello splatter sui parti loro e delle loro amiche. Cosa che persino Freddy Krueger ne uscirebbe disgustato: a sentire certi racconti pare che in sala parto scorra più sangue che in una puntata di C.S.I.. 6. Tutti si sentiranno in dovere di fare commenti sul nome scelto e cercheranno di convincerti a chiamare tuo figlio come piace a loro. Perché? Mah, visto che te lo dice pure il panettiere del paese dove sei in vacanza e che non rivedrai mai più nella vita. Ti sentirai dire “Chiamalo Andrea che è un nome bellissimo”, detto da una che ha chiamato i suoi figli Luca e Giovanni. Fare domande in questo caso è inutile, annuisci convinta e avanti per la tua strada! La gravidanza è questo e molto altro, è un viaggio verso una direzione ignota, forse è per questo che il momento della nascita si chiama “parto”. Io in effetti sono partita, ma ancora non so dove sono arrivata.


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RING

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RING di Pino Loperfido

di Tiziana Tomasini

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FINITA LA FESTA, LA GARA, L’HAPPY HOUR: RIMANGONO LE “SCORIE DELLA GIOIA”

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omenica mattina, una bella corsetta rigenerante, lo sguardo si ferma all’improvviso su un foglio A4 attaccato al tronco di un albero. Un ragazzo e una ragazza abbracciati ritratti in un cuore. Simpatici, devono essere gli sposi di turno salutati folkloristicamente dagli amici. Tuttavia, avvicinandomi, l’attenzione cade sulla data: “Domenica 24 maggio”… e siamo in ottobre... E allora da qui parte tutta una stranissima riflessione su quelle che si potrebbero definire “scorie della gioia”. Perché, voglio dire, è bello festeggiare, tappezzare di fogli e bigliettini il bosco, ergere striscioni osannanti e spiritosi (“Bepi, torna de volta”, “Susy, penseghe ben”, ecc.). Il problema è che poi, finita la festa, tutto questo corredo di simpatiche puttanate molto spesso rimane lì dov’è. Cioè a pochi salta in mente di ripassare a fine giornata – magari un po’ brilli e sfatti, con la camicia fuori dai pantaloni – a bonificare il territorio. Così, puntualmente, i tazebao nuziali rimangono lì, a futura memoria (e a future indignazioni). Ma questa delle “scorie della gioia” pare non sia solo un problema esclusivo dei matrimoni. Quante volte, infatti, dopo una festa di laurea, un compleanno, un falò sulla spiaggia, un happy hour ci siamo trovati di fronte a labirinti composti da bottiglie, fuochi spenti, nastrini, carte regalo e foglie d’alloro? E che dire delle manifestazioni sportive? Gare di orienteering, mountain bike, podismo: il giorno dopo, è facile trovarsi di fronte a nastri biancorossi rimasti lì a delimitare inutilmente il percorso, cartelli poco biodegradabili che indicano la distanza percorsa, borracce, bottigliette di plastica, cartacce di snacks energetici, ecc. Insomma, tutti bravi a preparare, predisporre, organizzare e quasi nessuno a ripulire. Quasi che in fondo sia superfluo rimuovere carta, plastica e quant’altro, anzi, quasi che quelle scorie piantate nella Natura possano propagare nel tempo la gioia o l’adrenalina oramai svanite nell’aria, alle prime luci dell’alba dell’immanente lunedì lavorativo. 10

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a mali estremi CERCANDO UN GIORNO BANALE NEL MARE DI GIORNATE DEDICATE A CAUSE E IDEALI

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fogliando il calendario e dando un’occhiata alle ricorrenze pare che non sia più concepibile trascorrere una manciata di giornate cosiddette “banali”, anonime, non contrassegnate cioè da eventi degni di essere ricordati e celebrati. Oltre alle date canoniche dei compleanni e delle festività religiose, tenuto conto di quelle storicamente significative (come la “giornata della memoria” e analoghi ricordi di tragedie umane) e di quelle immancabili celebrative di donna, innamorati, mamma e papà, proliferano in maniera esponenziale le ventiquattro ore dedicate alle iniziative più varie e disparate. Impossibile annotarle tutte, inverosimile apprezzarle con il dovuto stato d’animo. E, paradossalmente, talvolta finisce che proprio nella giornata dedicata a questo o a quel sentimento, l’istinto ci porti – in modo quasi inconsapevole – a mettere in atto atteggiamenti che poco si addicono all’oggetto del festeggiamento. Chi non ha mai litigato ferocemente nella giornata dell’amicizia, o chi non ha speso mezzo stipendio nella giornata dell’economia? Chi non ha mai preso una multa nella giornata senz’auto e chi ha realmente moderato il consumo dell’acqua – evitando di farsi la doccia – nella giornata dell’ambiente? Chi non ha avvertito il desiderio di accendersi una sigaretta nella giornata senza tabacco e chi è riuscito a spegnere cellularetablet-pc nella giornata senza tecnologia? Ogni causa ha una giornata, ogni ideale una sua celebrazione. Ma riusciamo a stare al passo coerentemente con questi ritmi incalzanti di giornate da ricordare? Difficile a dirlo, improbabile a farsi. E quando finalmente prendiamo – magari in modo casuale – coscienza dell’avvenimento, il pericolo consiste nel ridurre a quell’unico giorno una microriflessione consapevole, archiviando le necessarie (e concrete) prese di posizione all’anno successivo. Con la conseguente banalizzazione automatica dei valori. In questi infittirsi di commemorazioni, il cittadino del mondo assapora il gusto di una giornata di vita finalmente “vuota”, nella quale avrà forse occasione di ragionare sia sui fondamentali argomenti che affliggono il pianeta, sia sull’indispensabile semplicità del vivere quotidiano. Insomma gustare il piacere di vivere una vera giornata banale, senza celebrare nulla. Da segnare sul calendario.


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RING di Gianfranco Gramola

diario rotaliano LA FELICITÀ È FATTA DI ATTIMI” (E DEL NON PERDERE TEMPO CON L’INVIDIA...)

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a vera felicità – sostiene il Dalai Lama – proviene da un senso di pace e appagamento interiore che, a sua volta, si ottiene coltivando altruismo, amore, compassione, e grazie alle eliminazioni di rancore, egoismo e avidità”. Quanta saggezza in queste poche parole. In questo grigiore planetario ci lasciamo trascinare dal nostro lavoro, dalle nostre abitudini, dalle nostre manie, dai nostri appetiti quotidiani colmi di superficialità, dalle ambizioni per raggiungere a chissà quale traguardo. La felicità, si sa, è uno stato di benessere, di contentezza, ma per provare la vera felicità, oltre a trarne piacere, bisogna anche dare piacere. I filosofi sostengono che la felicità sia formata da sventure evitate e che è un modo di vedere. Altri dicono che la felicità è fatta di emozioni, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore. “La felicità – dice Moccia – non è una parentesi, un istante, una botta di fortuna, un approccio, un modo di essere e pensare, uno stile di vita che compri, ma una sensazione che puoi solo vivere”. Fatto sta che nel mondo c’è una smisurata voglia di felicità, ma purtroppo oggi, molte persone, sono mosse dal desiderio di appagare solo se stessi e sprecano la loro vita inseguendo unicamente la loro felicità e non procurandone agli altri. Il bello della felicità è scovarla nelle assenze, nei ricordi, nei gesti inattesi, percepirla quando arriva, goderla mentre c’è. Proprio ora che la polvere del tempo si è poggiata sul mio viso disegnandoci qualche piccola ruga, capisco che la felicità è fatta di piccole cose ma preziose e che la felicità ha molte ricette e il trucco sta nel condividerle. Ad esempio il profumo del caffè, al mattino, non è un piccolo rituale di felicità? Come lo è il chiudere gli occhi e lasciarsi baciare dal sole di primavera, osservandone e annusandone quel profumo che riporta a galla emozioni sopite. Felicità è anche fare una bella passeggiata, leggere all’ombra di un albero, perché rilassa e libera i pensieri, l’incontro con un vecchio amico, un cane che ci fa le feste. Per essere felici bastano le note di una canzone, chiudere gli occhi e accendere i sensi, guardare una foto per annullare il tempo e le distanze. Felicità è stupire con una carezza, un abbraccio, un bacio. Felicità è capire che la vita va vissuta senza libretto di istruzioni, perché è capace di sorprenderti con momenti meravigliosi e irripetibili. Felicità è capire il mondo, trovando sollievo nel caos delle contraddizioni terrene. La felicità è la somma di piccoli momenti di gioia quotidiani, di piccoli slanci positivi verso la vita. 12

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RING Felicità è anche fare tesoro dei ricordi, perché sono meravigliosi… ci appartengono e li dobbiamo considerare come un conto in banca. Felicità è assaporare i momenti di grazia che la vita generosamente ci regala… basta saperli vedere. Felicità è osservare un bambino che ti fissa sospettoso, ti valuta, cerca un senso nel tuo sorriso poi improvvisamente sorride anche lui (il sorriso di un bambino, acceca gli occhi). Felicità è condividere i momenti passati, che più il tempo si accanisce per cancellare e più diventano duri, come diamanti. E brillano, illuminando il segreto della vita. Felicità è trovare la soluzione ai problemi attraverso il dialogo e l’intelligenza della ragione, non ascoltando gli avvocati. Felicità è ricordare persone scomparse, persone semplici, speciali che con grande forza interiore ci hanno insegnato ad avere rispetto per tutti ed educato alla tolleranza. Felicità è essere consapevoli che il dono della vita è adorabile e soprattutto viverla in base alle proposte del destino. Felicità è cercare di imparare ogni giorno qualcosa da quelli più intelligenti e migliori di noi. Felicità è il piacere di avere torto e di ammetterlo, il piacere di cambiare idea e il piacere di perdonare. Felicità è coltivare sogni che sono per l’anima ciò che per una piantina è l’acqua. Felicità è raggiungere quella maturità che non ci fa invidiare nulla e nessuno e che non ci fa diventare più saggi, ma più attenti. Felicità è pensare alle cose belle della vita, quelle che emozionano e che fanno tanto bene all’anima. Felicità è stringere forte la mano quando veniamo presentati, perché è bello conoscersi. Felicità è non perdere tempo con l’invidia (non ne vale la pena). Felicità è sorridere ad una persona, perché il sorriso è come un boomerang, perché contagia. Felicità assoluta è scambiare quattro chiacchiere con delle persone anziane, emarginate sulle panchine dei giardini, o passare qualche ora in più con i propri figli, troppo spesso “parcheggiati” dai nonni. Felicità è recuperare un rapporto assopito da incomprensioni, con genitori o amici (non è mai troppo tardi). Felicità è svegliarsi la mattina e trovare accanto la persona che ti vuole bene e ti apprezza da una vita. Felicità è fare ciò che si desidera, in piena libertà, non condizionati da ciò che dice o pensa la gente. Felicità è godere la giornata dall’inizio alla fine, assaporando il brivido dell’imprevisto. Felicità è inseguire cocciutamente un’ambizione con passione e grinta. Felicità è non cercare sempre un senso a tutto quello che facciamo. Felicità è emergere professionalmente con le proprie capacità e non grazie a raccomandazioni e spintarelle che, nel nostro Paese, sono nella norma. Felicità è capire quanto sia bella e grandiosa la semplicità. Felicità è il sapere che viviamo nel posto più bello e invidiato sulla faccia della terra, un paese tangibile e pulsante di storia, arte, cultura, buona cucina e tradizioni uniche. Felicità è essere consci che in Italia non esistono solo escort, bamboccioni e “arraffoni”, ma che siamo circondati da tante brave persone volonterose e dal cuore grande come una casa. Un consiglio… “Se sei felice non gridare troppo: la tristezza ha il sonno leggero”.


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RING di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi QUANTO CI MANCANO LE PAROLE, LA PRESENZA, LA CONOSCENZA DI ORLANDO GASPERINI

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a memoria, questa ingombrante parola che costringe il presente a fare i conti con la propria storia – e per questo disdegnata, offesa, dimenticata –, ogni tanto trova la propria rivincita sulla cronaca. Il Trentino artistico non sfugge dai corteggiamenti di chi ha il potere, che sia il palazzo oppure le pagine di un giornale o l’anticamera di un qualche ufficio patrimonio addetto agli acquisti di arredamenti (il quadro, la scultura, è anche questo mero arredo). Ma c’è chi si è sottratto a questo conformismo silenzioso e strisciante. Magari pagando il suo isolamento, oppure subendo vigorose censure più o meno tacite. Nel caso di Orlando Gasperini, scomparso già da qualche anno, le censure sono state esplicite, pubbliche. Ci ha però aiutato a capire come l’arte con l’A maiuscola possa ancora far riflettere, infastidire l’ignoranza, incunearsi nella vita quotidiana scompaginando le false sicurezze intellettuali. La sua grande Arte non era l’arte salottiera che da molti anni fagocita l’attenzione di quella parte di pubblico trentino superficiale, patinato e affascinato dai vuoti di parola e di senso. Orlando Gasperini ci manca. Ci mancano le sue opere, le sue parole, la sua presenza, i suoi lunghi dialoghi, la sua conoscenza. La sua pittura aveva colpito l’allora direttrice

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RING della Galleria Civica Vittoria Coen, quindi alcuni estimatori del suo pensiero. Poi il silenzio, interrotto soltanto dagli scandalosi divieti politici affinché la sua arte non apparisse in pubblico. Eppure lui, profondamente cristiano, aveva avuto il coraggio di scoccare ancora le frecce della critica a questo mondo che ha ormai scavalcato i confini dell’idiozia e della stupidità. Ma il sistema arte non ha mai voluto adottarlo e sponsorizzarlo sebbene la sua estetica poggi saldamente con i piedi in un miscuglio di stimoli intellettuali che ben pochi oggi riescono a ripetere, oltre ad essere dotato di una capacità certosina e degna di un amanuense di raccontare con i colori il segno, la pittura e il disegno, le storie sacre e profane di un Io errabondo tra malattia, gioia, tristezza, amori e morte. Qualche anno fa (2009) grazie all’intraprendenza di un gruppo di suoi amici, tra cui Massimo Libardi, Elisabetta Staudacher, il sottoscritto, don Paul Renner, Vittorio Fabris e Alessandro Fontanari Nerofonte, gli erano stati dedicati un corposo catalogo e una grande mostra antologica – L’umana Dimora – a Borgo Valsugana e nelle suggestive sale di Castel Ivano. Lui, Orlando, morì qualche mese prima che si inaugurasse la mostra. Oggi, a distanza di anni, si aprono le porte di Palazzo Trentini a Trento per ospitare un corpus di opere che si riallacciano ad un tema a lui molto caro: il labirinto. Con il titolo “Nei labirinti del mito” sono esposti diversi suoi lavori, accompagnati da un catalogo curato da Alessandro Fontanari Nerofonte, che possono far capire il percorso compiuto da questo artista nel mondo. Nel suo mondo e nel nostro mondo. La sua è una pittura a tratti barocca, alchemica, monacale. Il suo studio di Martincelli (Grigno, Valsugana) era lo studio di un amanuense del colore e le montagne non lo avevano di certo chiuso. Anzi era come se non esistessero. La sua arte oscillava tra la simbologia cristiana – tra cui spicca l’eccelso Bestiario, ciclo di opere incomprese da un mondo che ha perso le sue vere radici cristiane e i suoi originali valori –, le incursioni nella cinematografia contemporanea e l’immersione nelle letture più disparate. Basterebbe scorrere i titoli della sua biblioteca privata e di quella pubblica di cui era responsabile a Grigno per capire la profondità di questo artista. Come pochi sapeva tener alto il senso dell’allegoria, della metafora e del simbolismo. Veri e propri meandri, labirinti della mente, dove la memoria è recuperata come pietra angolare dell’avventura intellettuale in cui perdersi per ritrovarsi. Lui che per anni ha avuto come compagni la morte e il dolore, è stato sconfitto infine da una banale caduta. Oggi, è approdato a Trento rimarcando il fatto, purtroppo, che per essere riconosciuti in questa terra alpina o bisogna essere morti e comunque avere degli amici che tengono alto il tuo nome oppure avere una lingua lunga e appiccicaticcia (e questo non era il suo caso). Qualcuno in più apprezzerà il suo valore, coglierà la maestria della sua pittura, qualcun altro sentirà ancor di più la sua mancanza. Tra quest’ultimi mi metto anch’io. La mostra si concluderà il 10 ottobre.


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RING di Astrid Mazzola

il midollo della vita LE PROFONDITÀ MISTERIOSE DELL’AUTUNNO COMUNICANO LA POSSIBILITÀ DI UN SENSO

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otto la veranda sono appesi a seccare le cipolle, l’aglio e il mais. Piove. Ancora una volta, ecco l’autunno. Trovo incredibile che, a trentaquattro giri di valzer completati, il cambiar colore delle foglie degli alberi riesca ancora a commuovermi. Cosa ancor più incredibile, sono convinta che lo faccia con la stessa potenza del primo autunno della mia vita, quel tempo in cui per la prima volta ho visto il giallo spirituale della betulla, la ruggine del faggio, lo sfumarsi dal giallo al rosso salmone del ciliegio e l’inargentarsi dell’erba. Per me, l’autunno è la stagione d’elezione della Valle di Sella. Il lento mutare dei boschi si combina con il sole radente dando ai luoghi una profondità diversa, misteriosa. Si sovvertono le distanze: ciò che mi pareva lontano, sull’altro lato della valle, spicca come se fosse nel mio prato, mentre i valloni nebbiosi verso la cima Dodici paiono visioni provenienti da un altro universo. Una cosa che mi piace del vivere nella natura è la percezione immediata, senza filtri, del passare del tempo. Quando vivevo nella periferia di Trento per rispettare la stagionalità nell’alimentazione, ed evitare di comperare pomodori in novembre e verze in agosto, erano necessarie precise nozioni. Ora è tutto più facile, basta farsi guidare dall’orto, i cui insegnamenti, comunque, non sono mai scontati: può capitare di mangiare tenaci porri invernali in primavera o pomodorini in novembre, raccolti verdi dalle piante ai primi geli e lasciati maturare vicino alla stufa. Quassù il passo delle stagioni risuona netto. Da aprile a settembre mangiamo e viviamo all’aperto. Una sera di fine agosto abbiamo prolungato la cena fino alle otto e mezza e improvvisamente ci siamo accorti che era quasi notte: ci è stato chiaro che il tempo dell’aria aperta stava per finire. Ora usciamo per passeggiare o per andare nell’orto, ma la nostra vita si svolge nuovamente in casa; e presto sarà l’ora del profumo della legna che brucia e degli attimi sospesi in cui si guarda il fuoco prendere vigore dietro il vetro della termocucina. L’evidenza dello scorrere del tempo mi aiuta a dar valore ai diversi momenti dell’anno. Negli ambienti artificiali delle città il passare del tempo è indistinto; e forse è anche per questo che Natale non è più Natale, che la primavera è solo periodo di raffreddori da fieno e l’estate è bidimensionale, tintarella e zanzare. Forse, assieme al senso del passare del tempo, abbiamo perso anche la capacità di attendere, di progettare, di sperare: abbiamo tutto ciò che desideriamo subito, non

RING dobbiamo attendere quel preciso momento per realizzare i nostri desideri. Quando si viveva gomito a gomito con il ciclo naturale c’erano il tempo delle ciliegie, il tempo di mietere, il tempo del filò, il tempo di tagliare la legna, quello di far scorte e quello di usarle... E poi la notte più lunga, e il Natale con il suo messaggio che la luce inizia a crescere proprio quando è più buio, facendo dileguare le creature dell’ombra. Assieme al mutare delle stagioni, anche le cose della vita e della morte si fanno più nette. Quassù vedo ogni giorno la vita crescere ed evolversi – semi che germinano, spighe nate da un grano di mais che toccano il cielo, sciami di creature volanti attorno alla lavanda – e vedo ogni giorno la morte, negli animaletti uccisi dall’efferato gatto Griso o morti per cause a me ignote nel bosco, nei corpi delle api sorprese dalla notte autunnale sul mio davanzale. I misteri della vita e della morte, intrecciati nello scorrere che di momento in momento muta ogni cosa, mi si mostrano così, con poetica crudezza. Seguo il passo cadenzato di quel pifferaio magico che è il Tempo fin nel cuore di ogni piccolo orrore e di ogni piccola meraviglia e mi pare che in fondo sia giusto così, essere più vicina al dolore ma anche all’inspiegabile miracolo della vita. Soffrire per quanto minuscoli siamo in quest’oceano di vite e morti ma potersi anche commuovere ancora, ogni autunno come il primo, per la nebbia il fuoco i colori delle foglie. E poter pensare che, dopotutto, questo perfetto intreccio non possa fare a meno di contenere un senso.

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trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI

il dialetto in-forma LE BRUGNE SULA BRUGNARA, SORA LA TESTA EL BRUGNÒCOL

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l me diga qualcòs de la brugna: mi me ciamo Brugnara…” D’accordo. Cominciamo col dire che viene chiamata anche susina, specialmente quando è essiccata: ma prugne e susine non sono sinonimi, non sono la stessa cosa. La prima deriva dal Prunus domestica e la seconda dal Prunus salicina. La prugna è originaria dall’Asia, dal Caucaso, diffusa in Europa dopo il Mille: può essere rossa, gialla, dorata, verde, blu ed è leggermente più allungata della susina, la quale nei dialetti trentini si chiama nèmol, àmol, anémol come frutto; nemolàr, anemolàr come pianta. Il frutto ha un sapore un po’ più acidulo della prugna ed è leggermente lassativa…”Alór la va ben per noi Brugnara che che sen tuti stìtici. Mi l’è sèi dì che no vago de corp: vago a fàrmen na spanzada!” Bravo, così fai indigestione ed è peggio! In italiano il prugno al maschile è l’albero, la prugna è il frutto. In dialetto il frutto è al femminile mentre l’albero può essere sia al maschile (brugnàr) che al femminile (brugnara)… “E a noi, per cossa n’averài dat ‘sto cognome?” Forse perché, per via della stitichezza, eravate sempre lì in cerca di una brugnara… Ma andiamo avanti. A documentare l’origine e la prima diffusione nella Persia sta il nome susina, detta così perché originaria della città di Susa, nella Persia. Del resto la pesca, in dialetto si dice pèrsech, per via della sua origine dal Golfo Persico. Così come in dialetto le albicocche si chiamano armelìni, perché vengono dall’Armenia: “Varda ti. E se la brugna la ven da l’Asia, la brugnòcola da endó vègnela?” Viene da una bastonata in testa che ti darò io se continui a interrompere… È chiaro che la parola in dialetto indica una protuberanza, un bernoccolo a forma di prugna. Dal-

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le prugne si ricava, oltre alle prugne secche di alto valore nutritivo (per tradizione, l’alimento preferito dai rocciatori) anche una splendida confettura e un ottimo distillato che può prendere nomi diversi: slivoviz o slivovica nei paesi slavi; tzùica in Romana. Anche in Trentino, clandestinamente, si sono sempre distillatele prugne, soprattutto nella zona di Dro, famosa per questa frutta. Mi hanno raccontato che si seppelliva in un campo in una vecchia botte l’acquavite di prugna, col duplice scopo di invecchiarla e nasconderla… ”Savér endó, porca vaca!” Zitto, ubriacone! Ma parliamo ora del pruno selvatico, o prùgnolo, scientificamente Prunus spinosa e nei dialetti brugnolar, brugnacolàr (nella Piana Rotaliana), spin negro, in Val di Cembra, brombolaro nel Tesino… I frutti invece, al plurale, si chiamano (o si chiamavano) brugnòi, brugne mate, brugnòcole nella Rotaliana.”E ale brugnòcole che te vegn en testa se te ciapi na bota, alór, come ghe dìsei? Tu vai a farti dare una bastonata in testa da quelli di Mezzocorona o di Mezzolombardo e poi glielo chiedi… Anche il pruno selvatico o prùgnolo è di origine asiatica, ma molto diffuso in Europa, adattandosi ad ogni terreno, specialmente nell’Europa Centrale. Era molto usato dagli antichi erboristi per scopi medicinali: ”E sgnapa ne févei coi brugnòi” È noto che si può distillare tutta la frutta, si possono distillare tutti i prodotti vegetali, anche le patate, ad esempio, da cui i Russi ricavavano e ricavano una vodka popolare, scadente. Però la “sgnapa” (dal tedesco “Schnaps”), è solo quella di vinacce, non quella di prugne o dei frutti del pruno selvatico…“E ala stitichezza, faréssela ben?” Non saprei. Ma puoi sempre provare con l’idraulico liquido… renzofrancescotti@libero.it


Un marchio Daimler

Consumo combinato (km/l): 14,1 (GLC 250 4MATIC) e 20,0 (GLC 220 d 4MATIC). Emissioni CO2 (g/km): 166 (GLC 250 4MATIC) e 129 (GLC 220 d 4MATIC).

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trentinodadonnaadonna di LOREDANA CONT

PERENNEMENTE COME IL PRIMO GIORNO…

C

are donne, è ora di riporre i vestiti dell’estate (ahimè) e riprendere in mano il guardaroba autunnale. Date una bella occhiata all’armadio a sei ante, ma non fatelo in presenza di vostro marito, perché quando di fronte alle vostre cinque ante stracolme di vestiti direte “No gò gnente da meter” vostro marito non vi capirà. Un uomo non può capire. Un marito trentino ancora meno… Non per sminuirlo ma perché la parsimonia e la… prudenza (diciamo così) sono nel suo DNA. Sono rientrata da un giro in centro con un paio di scarpe zebrate, con il tacco alto che non potevo non comperare. Mio marito mi ha detto: “Te manchéva scarpe?” Chissà, forse il suo ragionamento deriva dal fatto che ho due scarpiere piene, ma sa vol dir? Quele scarpe lì le me mancheva! Lui dice che probabilmente in una vita precedente ero un millepiedi e quindi questo giustifica la mia passione per le scarpe. D’altronde alla natura non si sfugge. Ma non fatevi scoraggiare dai commenti dei mariti perché loro, uomini, ragionano in maniera diversa. Noi siamo con-

vinte di essere andate a fare shopping e loro sminuiscono il tutto dicendo “set nà a spender sì”? Ringraziate, invece che lamentarvi, che se no ghe sem noi che ghe dem na mam alla ripresa dei consumi sta Italia no la se la cava! Ma io adoro i mariti trentini: è vero, forse a volte hanno un atteggiamento scettico di fronte ai nostri acquisti, forse a volte sono avari di complimenti, forse sono maldestri nell’esprimere i sentimenti, però per loro, non so se ci avete fatto caso, siamo per tutta la vita come quando ci hanno accolte (o raccolte) sull’altare: belle, sognanti, radiose! Perché, grazie al nostro meraviglioso dialetto, la parola moglie non c’è (anche se in qualche zona qualcuno dice moiér ma l’è infiltrazioni sui confini). Per l’uomo trentino la moglie è e sarà sempre “la sposa” (ATTENZIONE! Con la o chiusa) esattamente come quel giorno sull’altare. Come mi piace sentir dire: vegn anca la me sposa, la me l’ha dit la me sposa… Meraviglioso. Come è bello sentirsi sempre spose. Come il primo giorno. Per lui invece è diverso: lui è stato lo sposo solo per un giorno, perché il nostro dialetto prevede che ci sia el marì. Nessuna di noi dice “el me spos el m’ha dit” ma “me marì”. Qualcuna, più passionale, dice “el me òm”… Qui non c’è parità di genere e in questo caso la vinciamo noi grazie a loro. E allora, donne di tutte le età, ma comunque per loro sempre spose, di fronte a un simile gratificante linguaggio cosa volete che sia se il marito non apprezza i vostri acquisti autunno-inverno? Vogliatevi bene!

Loredana

“Potevo rinunciare?” 21

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ti aspettiamo ad ottobre

2/3/4 ottobre Giochi di una volta per festeggiare i nonni

25 ottobre dalle 15.00 castagnata

IC A DOMEN RTO E APE SEMPR

11 ottobre dalle 15.30 alle 18.30 la bottega del falegname

31 ottobre dalle 15.30 alle 18.30 Mostri in mostra - halloween -

18 ottobre dalle 15.30 alle 18.30 la bottega della sarta

2/3/4 ottobre Gi ochi di una volta 11 ottobre la bott ega del falegname 18 ottobre la bo ttega della sarta 25 ottobre castagnata 31 ottobre mostri in mostra

divertimento assicurato per grandi e piccini,,,


Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher, Gennj Springhetti Hanno collaborato a questo numero: Paolo Chiesa, Loredana Cont, Antonia Dalpiaz Lara Deflorian, Stefania D’Elia, Fabio De Santi, Fiorenzo Degasperi, Renzo Francescotti, Flora Graiff, Gianfranco Gramola, Francesca Mazzalai, Astrid Mazzola, Maurizio Panizza, Silvia Tarter, Nicola Tomasi, Tiziana Tomasini, Tina Ziglio

SOMMARIO NOVEMBRE2015 Ring

6 COMMENTI 16 IL DIALETTO INFORMA 19 DA DONNA A DONNA

Attualità

22 LA “NORMALITÀ” DEL MILIONARIO

26 ZIRELE

30 ANDREA CASTELLI 34 BRUNO LUCCHI 36 STEFANO MARGHERI: UOMINI E CANI

Progetto grafico: Fabio Monauni Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170 Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. TRENTO Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 studiotn@trentinomese.it Direzione pubblicità: Rosario Genovese BOLZANO Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 Fax 0471.930743 bazarbz@bazar.it Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Alcione Trento Registrazione Tribunale di Trento n. 536 4 aprile 1987

COME ABBONARSI:

(un anno, 12 numeri a Euro 20,00) BOLLETTINO POSTALE c/c N. 11492386 Curcu & Genovese Associati TM Via Ghiaie, 15 38122 TRENTO BONIFICO BANCARIO CASSA RURALE DI TRENTO IBAN IT15 E083 0401 8040 0000 3080 485 CARTA DI CREDITO Telefonando allo 0461.362122 DIRETTAMENTE PRESSO L’UFFICIO ABBONAMENTI Via Ghiaie 15 Trento Tel. 0461.362107 ufficioabbonamenti@trentinomese.it I Suoi dati saranno trattati per dar corso al suo abbonamento; il conferimento dei dati è necessario per perseguire la finalità del trattamento; i Suoi dati saranno trattati con modalità manuali, informatiche e/o telematiche e non saranno diffusi. Lei potrà rivolgersi (anche telefonicamente) al Servizio Privacy presso il titolare del trattamento per esercitare i diritti previsti dall’art. 7 del D.lgs 196/03. Titolare del trattamento dei dati è la CURCU & GENOVESE ASSOCIATI S.r.l., Via Ghiaie, 15 – 38122 Trento Tel 0461.362122 AVVISO AI LETTORI La scelta degli appuntamenti è a cura della redazione. La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti delle programmazioni annunciate.

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NEL CUORE DEL MULINO

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UN’IMPERATRICE A CAMPIGLIO IL SOGNO DI ISIDORO SYLVIA LIPPITZ I PARCHI D’ARTE GIORGIO MARTINI SPECIALE VINO IN VALLAGARINA

Panorama

72 LEZIONI DI STORIA 74 POMARIA 75 IL MENTALISTA 76 EUGENIO FINARDI 77 FA’ LA COSA GIUSTA 79 ORCHESTRA “HAYDN” 80 LA DANZA A TRENTO 83 FATHER & SON 84 MONDI SONORI 88 THE GANG 92 TEATRO VALLE DEI LAGHI

Giorno per giorno

94 MOSTRE 98 APPUNTAMENTI DEL MESE

Scoop&news 108 116 117 117

I MATRIMONI DEL MESE IL MUSEO DEI CONTA TALENTI ALLO SBARAGLIO ALBERTO FIORENZATO

Rubriche

118 LIBRI E LIBRERIE 120 VOLTI NELLA STORIA 122 LA VIGNETTA info@trentinomese.it www.trentinomese.it

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trentinoincontri

di Paolo Chiesa

LA “NORMALITÀ” DEL MILIONARIO FARE UNA GROSSA VINCITA CHE PERMETTE DI VIVERE DI RENDITA, PUÒ CAMBIARE L’ESISTENZA? LO ABBIAMO CHIESTO AL SIGNOR GABRIELE FRATTON, IL PENSIONATO DI SPERA, IN VALSUGANA, CHE L’ANNO SCORSO HA VINTO QUASI 3 MILIONI DI EURO AL LOTTO E CHE, DOPO AVERE COMPERATO UNA BELLA CASA, UNA MACCHINA SPORTIVA ED ESSERSI TOLTO QUALCHE SFIZIO, DICE DI VIVERE COME FACEVA PRIMA. E CI SPIEGA CHE DAVVERO BISOGNA “GIOCARE SENZA ESAGERARE” PERCHÉ NEL SUO CASO SONO BASTATI 3,50 EURO PER DIVENTARE MILIONARIO, MA CHE ALLA FINE LA VERA FELICITÀ STA NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI E NON NELLE COSE “DA RICCHI”

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uante volte abbiamo sognato di vincere una grossa somma al Totocalcio, al Lotto e in tempi più recenti al Superenalotto? E in questo sogno, quali sono le cose che faremmo in caso di vincita? Licenziarsi dal lavoro e vivere di rendita, comperarsi la casa, regalarsi la macchinona, viaggiare, regalare dei soldi agli amici e a chi ne ha bisogno? Credo che lo abbiamo fatto quasi tutti, è normale. E poi è vero che non bisogna mai dimen24

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ticare il monito: “gioca senza esagerare”, ma è anche vero che sono tante le persone che confidano esclusivamente nella fortuna per dare una svolta alla propria vita. Ed ogni tanto capita di sentire che qualcuno è riuscito a vincere una somma difficile da immaginare e viene la curiosità di sapere cosa facciano queste persone dopo che hanno vinto magari qualche milione di euro. L’anno scorso, il quattro gennaio, pres-

so il bar “Da Nemo” di Villa Agnedo in Valsugana, è stata realizzata la vincita più alta di tutti i tempi al gioco del Lotto. Così noi di TrentinoMese, a distanza di quasi due anni, siamo andati a trovare Gabriele Fratton, l’uomo di Spera Valsugana che, puntando 3,50 euro sulla ruota di Palermo ne ha vinti 2 milioni e 937mila, al netto delle tasse: un vero e proprio regalo della befana in anticipo. Il signor Gabriele, “Geky” per gli amici, ha 64 anni, fisico asciutto e abbiglia-


trentinoincontri mento giovanile, vagamente texano. Mi accoglie nella casa che si è appena comperato a Spera Valsugana con una (piccola) parte della vincita. Una casa spaziosa e luminosa, molto diversa da quella dove viveva in affitto a Strigno, fino all’anno scorso. “Quando l’agente immobiliare mi ha detto che solo al grezzo costava 360mila euro e che per completarla ce ne sarebbero voluti altrettanti, gli ho risposto semplicemente di non preoccuparsi. Gli ho descritto per sommi capi come la volevo e abbiamo firmato il contratto, dove ho specificato che ci dovevano lavorare solo ditte della zona e che la volevo finita entro 100 giorni. Dopo 80 giorni il tizio è venuto e mi ha portato le chiavi”. UNA CAMERA DA LETTO DEL 1300. CANDELE COMPRESE La casa è proprio bella. A decidere la disposizione delle stanze e ad arredarla è stato proprio il padrone di casa, con modalità abbastanza insolite: “Avevo sentito in televisione che a Caserta c’era un’asta fallimentare di mobili antichi. Sono andato giù, ho scelto i mobili che mi piacevano e li ho fatti trasportare qui”. Il signor Gabriele mi guida lungo i 350

Sulla porta di casa e, in alto a sinistra, sul salotto francese d’epoca

La nuova Porsche da 350 cavalli

metri quadrati della sua nuova casa e mi fa vedere il salotto francese con il pianoforte, la camera da letto napoletana del 1300 (con candele al posto dell’energia elettrica, “così è più realistico”, dice lui), i bagni con la filodiffusione, il trumeau olandese con scrittoio, la bella cucina sul cui banco troneggia un enorme elettrodomestico per tritare, frullare, impastare e anche cucinare, “perché io mi faccio anche da mangiare e spesso invito anche gli amici per fare le grigliate”, dice indicandomi il barbecue da parete sul terrazzo. “Per tenere a posto la casa invece, viene una signora che ha a disposizione una lavanderia con tutto quello che serve per lavare e stirare”. Il giro continua per la stanza degli ospiti e per il soggiorno inglese che “viene da Liverpool”, e si trova sul soppalco che domina la zona giorno sottostante. Sul retro della casa, in giardino, c’è una voliera con degli Ara, quattro pappagalli coloratissimi che, dice il signor Gabriele: “Vengono dalla Germania e parlano solo in tedesco… Però dicono le parolacce in italiano”. Torniamo in cucina e Gabriele ci offre da bere. “Allora, ci dica cosa è accaduto esattamente quando ha vinto? Come è andata?”. Gabriele dice che era come preparato, sì, se lo aspettava quasi, forse perché gli era già successo di vincere al Lotto: 25mila euro, due anni

prima e qualcosa anche qualche tempo addietro. GIOCARE VA BENE, MA NON BISOGNA VIVERE DI ILLUSIONI Fratton però mette in guardia contro le illusioni che il gioco può generare. “Non bisogna essere ossessionati dai Gratta e Vinci e dalle Slot Machine perché fanno male e in fondo non sono così necessari”. La sua abitudine è sempre stata quella di giocare in totale 10 euro a estrazione; quel magico 4 gennaio uno dei sistemi da 3,50 euro ha sparato fuori 10 ambi, 10 terne, 5 quaterne e una cinquina sulla ruota di Palermo. E lui se la sentiva davvero, che avrebbe vinto di nuovo, tanto che diceva sempre al suo gatto Ciccio: “Se vinciamo una

Le quattro Gilera (due del 1950 e due del 1951) 25

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trentinoincontri

LOTTO: LE OTTO VINCITE PIÙ ALTE

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tto sono state le vincite che finora in Italia hanno superato il milione di euro al gioco del Lotto:

1) Cinquina da 3.124.750 € realizzata a Villa Agnedo (Trento) il 7 gennaio 2014; 2) Cinquina da 3.069.500 € realizzata a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) nel gennaio 2007; 3) Cinquina da 3.064.750 € realizzata a Roma nel settembre 2007; 4) Cinquina da 3.062.375 € realizzata a Siano (Salerno) il 10 luglio 2008; 5) Cinquina da 3.062.250 € realizzata a Surbo (Lecce) nell’aprile 2005; 6) Cinquina da 3.031.250 € realizzata a Vernole (Lecce) il 14 febbraio 2008; 7) Quaterna da 2.400.000 € realizzata a Morgano (Treviso) il 10 giugno 2008; 8) Quaterna da 2.000.000 € realizzata a Roma il 5 settembre 2009.

bella somma ti regalo una macchina”. Così quando quel giorno, sul Televideo sono usciti i numeri dell’estrazione ha guardato, ha controllato e ricontrollato e poi si è girato verso Ciccio e gli ha detto: “Prepara le valigie che andiamo”. E visto che ogni promessa è un debito, il primo acquisto di Gabriele Fratton è stata proprio una macchina per il suo gatto. Sì, perché la Porsche 911 serie 993 numerata (la sua era la numero 61 su 220 esemplari) con la quale ha iniziato a girare nell’inverno scorso era di Ciccio, che veniva portato in giro comodamente acciambellato sul sedile del passeggero. E quando Ciccio è stato avvelenato da qualche deficiente invidioso, Fratton ha venduto la “sua” macchina (che ora è esposta al Porsche Museum della casa madre di Stoccarda) e per sé se n’è comperata un’altra: un’altra Porsche per la precisione. FACCIO LA SPESA SENZA GUARDARE PIÙ IL PREZZO Ma davvero la ricchezza improvvisa non ha dato alla testa al signor Gabriele, per26

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In giardino vicino a un tronco che raffigura uno gnomo dei boschi

ché se è vero che qualche acquisto particolare se l’è regalato, come quello di quattro moto Gilera del 1950 e 1951, “anche se non sono mai andato in moto in vita mia”, o come una serie di abiti tirolesi che lui, membro degli Schützen di Strigno, ama molto, ha disposto che una parte dei soldi vinti venissero investiti per garantirgli una rendita mensile adatta alle sue esigenze. Esigenze che alla fine sono quelle di prima della vincita: il bar con gli amici, andare a pesca e a funghi, guardare le gare di ciclismo e il MotoGP in televisione. “Qualcosa di diverso in realtà lo faccio”, dice tranquillamente, “quando vado a fare la spesa non sto più a guardare il prezzo e compero quello che mi piace. Al sabato e alla domenica sono in giro e mi fermo a mangiare al ristorante. E poi mi regalo qualche viaggio. Sono stato un mese in Brasile per il matrimonio di mio figlio, poi ho fatto un viaggio in Costa Rica e tra pochi giorni invece vado in Uruguay”. Godersi la vita con un occhio al quotidiano è diventato il suo motto. E non po-

I lavori in corso della Stube che avrà un bancone originale di un pub inglese dell’Ottocento

trebbe essere differente per lui che, ora non ha problemi di soldi, ma fino all’anno scorso viveva con i soldi della pensione dopo avere lavorato in alcune aziende della Valsugana. E passare da ex magazziniere della Finstral a uomo che vive di rendita non gli ha fatto perdere la testa. “LA BENEFICENZA? SI FA MA NON SI DICE” Ma le idee chiare non gli mancano: a chi gli dice di comperarsi una baita in mon-

Gabriele dà da mangiare ai quattro Ara, i coloratissimi pappagalli che gli fanno compagnia


trentinoincontri tagna o una casa al mare risponde di no; perché sennò poi sarebbe costretto ad andare sempre nello stesso posto e lui invece ama trascorrere le vacanze su montagne diverse e su differenti mari. Si sta facendo costruire una Stube nel seminterrato, ma questo lo fanno in tanti, (anche se la sua avrà un antico bancone da pub, inglese, originale), mentre uno sfizio che si è tolto – naturalmente non da tutti – è stato quello di “restaurare” la sua vecchia Polo facendola diventare un pezzo unico. Un’operazione di restyling fatta in Germania: e ora la sua Volkswagen ha, tra le altre cose, le portiere che si aprono in verticale, come quelle della macchina di Batman che l’hanno fatta diventare l’unica del suo genere in Europa. C’è stato posto anche per la beneficenza nei pensieri del signor Gabriele: “Quando si fa la beneficenza non si dice. Diciamo che mi sono ricordato degli amici veri e dei parenti più stretti”. NON SEMPRE I SOLDI DANNO ALLA TESTA È il momento dei saluti e ringrazio il signor Gabriele, che mi accompagna all’uscita, sia per l’intervista, sia perché è stato davvero molto gentile e ospitale. Lui si schermisce e mi dice che “ci mancherebbe altro”, e che adesso che le acque si sono calmate, gli fa piacere parlare della sua storia. E a proposito mi

racconta che nei giorni successivi alla vincita, in giro a casa sua c’era un continuo movimento di giornalisti e di curiosi, tanto che il maresciallo dei carabinieri gli aveva consigliato di “sparire” per qualche giorno. Ci salutiamo e io salgo sulla mia Sandero 1400 a GPL parcheggiata vicino alla sua Porsche Macan S a benzina da 350 cavalli e mentre parto penso che i modi del signor Gabriele sono veramente lontanissimi dalla

sufficienza e dall’arroganza che viene sfoggiata da certe persone che hanno raggiunto un certo status sociale o un determinato benessere economico. E non c’entra niente neanche con l’arroganza sfoggiata da altri che non hanno né lo status né i soldi ma solo un atteggiamento di superiorità da esibire. Nel caso del signor Gabriele, “Geky” per gli amici, si può dire davvero che i soldi ■ non sempre danno alla testa.

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trentinoattualità

PREMIATA DITTA

di Pino Loperfido e Paolo Curcu

ZÌRELE

È CUBICA, MA HA UN NOME “CIRCOLARE”. È APERTA A TUTTI I TENTATIVI DI IMITAZIONE POSSIBILI E IMMAGINABILI, EPPURE LA PRODUCE SOLO LA LORANDI, DI DAMIANO CASAGRANDE, IN QUEL DI CIVEZZANO. UNA STORIA DOLCISSIMA, MODERNA E ANTICA ALLO STESSO TEMPO, CHE COMINCIA ALL’INCIRCA NEL 1960, GRAZIE A TULLIO LORANDI E ALLA SUA PASTICCERIA DI TRENTO. NOVE GUSTI ORIGINARI CHE ORA SONO DIVENTATI MOLTI DI PIÙ. E SONO SBARCATI ALL’EXPO DI MILANO

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ntanto cominciamo subito dal nome. Dibattuto, contrastato, ambiguo, ma simpaticissimo. Questo “zìrele” che solo un trentino doc può permettersi di pronunciare correttamente, per via di quella zeta birichina. Ma che vuol dire, appunto, zìrela? In Primiero sono le caramelle ad essere chiamate così. Tuttavia per alcuni puristi del vernacolo, le zìrele erano le rotelline di formaggio che i casari ricavavano dal caglio che eccedeva dalle forme in legno e le regalavano agli affamatissimi monelli del paese. Per Damiano Casagrande, classe 1978, titolare, amministratore e 28

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Damiano Casagrande spiega ai ragazzi il mestiere del “caramellaio” (Foto Gianni Zotta)

unico dipendente della Premiata Ditta di questo mese, la zìrela è nientemeno che il rinvio della carrucola da carpentiere. In Alto Adige, invece, pare che le chiamino “Magenzucker”, o qualcosa del genere. Insomma, chi più ne ha più ne metta. Certo è che a vederle, queste leccornie cubiche di circolare hanno ben poco, ma soprassediamo sulle questioni etimologiche e raccontiamo di tutto il resto, partendo dal presupposto che si tratta di una sorta di zollette di zucchero aromatizzate; sì, insomma, caramelle. Quelle che una volta si davano ai


trentinoattualità La Casa Laboratorio di Civezzano

bambini come premio, perché si erano comportati bene. TULLIO LORANDI E IL NEGOZIO DI VIA FOGAZZARO Sulle origini della produzione e, quindi, dell’azienda, si sa poco. Al massimo riusciamo a risalire alla pasticceria di Tullio Lorandi – zio di Damiano – che produceva e vendeva le Zìrele in Via Fogazzaro a Trento (negozio che molti lettori ricorderanno); Tullio lavorava anche come dipendente della Famiglia Cooperativa di Cimone. Stiamo parlando grosso modo del periodo che va dall’inizio dei ruggenti anni Sessanta al 1991,

anno della prematura scomparsa di Tullio. L’attività viene così portata avanti dalla moglie, Daria Magnago, che, a darle una mano, trova – guarda un po’ – il nipote Damiano, quindicenne. Un giovane intraprendente e di belle speranze che nel 1998 si fa avanti quando la zia, esausta, sta per vendere tutto a un imprenditore padovano. “La prendo io l’azienda, se sei d’accordo”, le dice. La risposta è affermativa. Damiano si trasferisce a Civezzano, a ridosso del torrente Farinella, dove mette su casa e laboratorio. Le Zìrele diventano improvvisamente il suo destino lavorativo. E la storia cronologicamente prosegue da

qui. Semplice, così come semplici sono la lavorazione, gli ingredienti di questa trentinissima caramella. DAL PAIOLO, LA DOLCEZZA, ALL’INSEGNA DELLA SEMPLICITÀ Come per la polenta, anche qui tutto parte dal paiolo. Un maestoso paiolo di rame che troneggia nel moderno laboratorio della Lorandi (la ditta ha conservato il nome dello zio). Acqua, zucchero e, come addensante, succo di glucosio vengono portati ad ebollizione fino a raggiungere una temperatura di 123 gradi centigradi, livello ottimale in cui lo zucchero si “caramella” alla

Siete curiosi di ammirare la mostra d'arte contemporanea, di gustare il menù d’autunno, di scoprire il programma dei concerti e degli eventi del 2015?

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trentinoattualità

COME NASCONO LE ZÌRELE

DAL PAIOLO ALLO “SPACCO” Dall’alto, tutte le fasi della lavorazione per l’ottenimento delle Zìrele. Zucchero, acqua e sciroppo di glucosio vengono messi in un paiolo, portati alla temperatra di 123 gradi. Quindi l’aggiunta del colorante e dell’aroma prescelti. La coreografica colata sul tavolo di marmo (che raffredda il preparato e favorisce la formazione la cristallizzazione). Quindi lo “spacco” con la macchina appositamente progettata dal papà di Damiano.-

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Tullio Lorandi e Daria Magnago in una foto di qualche decennio fa

perfezione (per la cronaca, comincia a farlo a 118°). “Una volta – ci racconta, divertito, Damiano – per verificare la cottura si usava un metodo un po’ più pericoloso e garibaldino. Ci si umettava un dito e lo si infilava lestamente nel magma, per tastarne la consistenza”. Nemmeno a dirlo, un’operazione a grave rischio ustione… Intanto che aspettiamo il raffreddamento, scopriamo che la Lorandi è l’unica attualmente a produrre le Zìrele. Un tempo erano in quattro. I gusti originari erano invece nove: anice, mora, mirtillo, fragola, limone, rabarbaro, vaniglia, menta, mela verde e cannella-garofano; quest’ultima è la Zìrela originale, quella con il copyright della tradizione trentina. Poi, con i tempi che cambiano e i consumatori che diventano sempre più esigenti, Damiano ha ideato un’originale linea naturale fatta con miele-propoli, con erbe officinali, con dei distillati o con altri estratti naturali, come l’olio essenziale di pino mugo. Per renderle così colorate utilizza solo coloranti naturali. “Sono tante le collaborazioni della nostra Ditta in cui le Zìrele si mettono al servizio di altre attività, come ad esempio la produzione del nocino (zìrela al rabarbaro) o quella del vin brulé (zìrela alla cannella). Vengono utilizzate anche piante officinali: malva, melissa, tiglio, ecc.” Insomma, stiamo parlando di una caramella, un prodotto che nella sua semplicità si presta a molteplici usi, anche come ingrediente. Per non tacere delle sperimentazioni più ardite (radicchio rosso trevigiano, zenzero, the) che si sposano molto bene con la grappa...


trentinoattualità

I vecchi stampi in ottone che lo zio Tullio Lorandi usava per le “sue” caramelle

UNA “COLORATISSIMA” COLATA DI LAVA ZUCCHERINA Allora, eccoci pronti. Al composto nel paiolo – ora a circa 60° – vengono aggiunti il colorante e l’aroma prescelti. Quindi, dopo un’energica mescolata ecco che ci prepariamo alla colata. Su un tavolo in marmo, questa lava dolcissima si stende in modo armonico e si solidifica in breve tempo, fino a formare una lastra di circa due metri per uno, spessa un centimetro. Per ridurre il tutto a Zìrele occorre naturalmente

“spaccare”. Damiano Casagrande lo fa con la macchina progettata dal papà Giuliano – pensionato, un tempo disegnatore tecnico in un’azienda valsuganotta – che con piccoli sbuffi di aria compressa si presta volentieri all’opera. Un tempo questa mansione veniva eseguita a mano, dopo aver segnato la colata con una sorta di mattarello suddiviso da una serie di lame. Eccole le Zìrele, prendono vita davanti ai nostri occhi. Alcune le “uccidiamo” sul nascere affidandole alle nostre papille gustative, ancora prima delle ultime fasi della produzione: l’essiccazione e il confezionamento. Dopo 48 ore il prodotto è già pronto per la vendita ai principali clienti: grande distribuzione e un certo numero di selezionati punti vendita.

CHI MANGIA LE ZÌRELE? TUTTI, SENZA DISTINZIONE “Spesso mi dicono che sono fortunato, in quanto non ho concorrenza.” ammette Damiano. “La cosa è vera, ma pure non vera. Produco una caramella, un marchio che non si può registrare perché di uso comune”. E i clienti? Chi sono i clienti della Lorandi? “Tutti, senza distinzione”. Preferenze sui gusti? “Nessuno. Quando vendo ai Mercatini mi rendo conto che non ve ne sono”. Chissà se la stessa cosa si sta verificando all’Expo di Milano, dove le Zìrele sono state inserite tra le eccellenze trentine. Et voilà. Finisce qui la storia della caramella cubica dal nome circolare, che con un costo irrisorio si offre per portare un po’ di dolcezza, una volta tanto, nelle vite di tutti noi. ■

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Foto: Lucio Tonina

trentinoincontri di Tina Ziglio

LA SCELTA DI ANDREA TREDICI ANNI DOPO IL CLAMOROSO SUCCESSO DI “CIÒ CHE NON SI PUÒ DIRE. IL RACCONTO DEL CERMIS”, ANDREA CASTELLI PORTA SUL PALCOSCENICO UN NUOVO TESTO DI PINO LOPERFIDO DEDICATO AI RAPPORTI TRA UN PADRE E UN FIGLIO DI OGGI, DIETRO AI QUALI SI AGGIRA, QUASI COME UN FANTASMA, CESARE BATTISTI – UNA FIGURA IMPORTANTE E CONTRADDITORIA DELLA STORIA DEL TRENTINO-ALTO ADIGE E DELL’ITALIA DI INIZIO NOVECENTO – ALLA VIGILIA DEL CENTENARIO DELLA MORTE

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ono passati tredici anni da quel 2002 che vide trionfare Andrea Castelli nei teatri di tutta Italia, da Trento a Trieste, da Bolzano a Torino. Anche allora sulla scena un testo dello scrittore e giornalista Pino Loperfido, dedicato alla strage del Cermis. Anche allora la produzione fu del Teatro Stabile di Bolzano. Lo stesso pure l’editore del libro da cui lo spettacolo è tratto, Curcu & Genovese. Il prossimo 27 ottobre, al Teatro Cuminetti, partirà la tourneé de “La scelta di Cesare”, un nuovo spettacolo dedicato ai rapporti tra un padre e un figlio di oggi, dietro ai quali si aggira, quasi 32

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come un fantasma, Cesare Battisti, una figura storica importante e contraddittoria della storia del Trentino-Alto Adige, alla vigilia della ricorrenza del centenario della morte. Questo nuovo testo teatrale commissionato a Loperfido dal Teatro Stabile di Bolzano e prodotto in collaborazione con il Centro Servizi Culturali Santa Chiara e il Coordinamento Teatrale Trentino, inizia come una divertente commedia sui battibecchi quotidiani tra genitori e figli adolescenti, prosegue nella parte centrale ricordando Battisti e i diversi punti di vista che ne interpretano la vita e le opere e si chiude con un colpo di

scena del tutto inaspettato. Abbiamo incontrato Andrea Castelli, durante le prove dello spettacolo – affidato alle cure del giovane regista trentino Andrea Brandalise – e gli abbiamo posto qualche domanda. Gian Paolo Tomazzini, il personaggio che lei porta sulla scena, è un ignavo, un qualunquista in cerca di una redenzione. Quali altri difetti incarna? Essendo un uomo “normale” ha tutti i difetti del caso, i difetti dell’uomo qualunque. La superficialità in genere se ne tira dietro molti. Lo salva, forse, la curiosità: il voler capire perché suo fi-


trentinoincontri Foto: Fabrizio Boldrin

glio si è intestardito su un personaggio “scomodo” come quel Cesare Battisti e fa fatica a comprendere questa scelta. Al pari di tanti trentini è ancora molto indietro dal tanto avanti che era Cesare Battisti e procede a tentoni, per luoghi comuni. Interpretare un padre non avendo figli nella vita reale: lei lo ha già fatto anche in “Avevo un bel pallone rosso”. Cosa comporta? È un ostacolo o le fornisce il necessario distacco? Che attore sarebbe uno che non è capace di incarnare la parte di un padre? Sicuramente non è uno svantaggio, ma solo questione di sensibilità. In “Avevo un bel pallone rosso” di Angela Dematté mi sono ispirato a mio padre e l’ho copiato, di sana pianta. Lo sentivo vicinissimo… era una dimensione molto profonda. Ecco dunque che in quel momento diventavo figlio e padre insieme, muovendo a commozione dentro di me per queste due figure che si sovrapponevano venendo a combaciare. Alla mia età credo di poter parlare come farebbe il papà di Cesare senza dovermi inventare chissà che cosa per avvicinarmi ad un’immagine magari stereotipata… Il padre di Mara e quello di Cesare vivono la loro paternità in epoche completamente diverse tra loro. Il primo nei turbolenti anni Settanta

il secondo nell’insidioso presente. In cosa si differenziano e in cosa si assomigliano? Ogni epoca porta con sé le proprie ansie. In questo i due padri si assomigliano: l’ansia, la tensione drammatica per il futuro del figlio o della figlia. Il padre di Mara nasconde la paura fino a venirne sopraffatto, avvelenato da una tensione interna che lui fa di tutto per non mostrare; non gesticola, non inveisce, ma muore dentro. Il padre di Cesare invece, secondo me, ricorre ad una “cialtroneria nervosa” per mascherarla più a se stesso che agli altri; e se questo lo aiuta un

poco a sfogare la pressione lo tradisce e lo fa diventare goffo, quasi ridicolo; ma è lo stesso timore che li rode, in fondo: non essere all’altezza del ruolo, sentirsi impotenti di fronte ad accadimenti che sfuggono al loro controllo. Il monologo di Loperfido rimette in discussione la validità e l’attendibilità di certi retaggi famigliari che rischiano spesso di mutarsi in pregiudizio. “Fedeltà alla tradizione, diceva Mahler, significa tenere vivo il fuoco, non adorare le ceneri”. Qual è il suo personale rapporto con la tradizione? La tradizione, secondo me, va bene fino

“LA SCELTA DI CESARE”, IL LIBRO

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uando una generazione si prepara a succedere ad un’altra si assiste spesso allo scoppio di una piccola guerra fatta di screzi, battibecchi e rancorosi silenzi. Un po’ come quando una dominazione politica o militare deve lasciare il posto ad un’altra. Solo che lì la guerra diventa più grande e solitamente coinvolge interi popoli, anziché genitore e figlio solamente. Gian Paolo Tomazzini ha 61 anni e un matrimonio fallito alle spalle. Ha trascorso la sua vita assolvendo diligentemente tutto il compitino esistenziale: ha cresciuto da solo l’unico figlio, ha lavorato, si è costruito una sufficiente posizione economica, evitando scossoni, celandosi nella nebbia del qualunquismo, sguazzando nell’ignavia del perfetto perbenista, defilandosi opportunisticamente tutte le volte che si è trattato di dover scegliere. Suo figlio Cesare, invece, ha circa vent’anni, è un ragazzo normale, come ce ne sono tanti. Si sta laureando in Scienze Geografiche con una tesi sul suo omonimo Cesare Battisti, personaggio storico che i Tomazzini, nostalgici del defunto Impero Asburgico, hanno sempre pubblicamente detestato. Una tesi di laurea che al padre pare dunque un dispetto, un torto personale. È per questo che

Gian Paolo proverà a stigmatizzarla, ricostruendone genesi, conseguenze e retroscena. Uno scavare nella memoria famigliare che lo porterà alla spensieratezza degli anni giovanili, alla sua adolescenza e poi ancora più a ritroso: ai ricordi legati al padre e al nonno, al Trentino di inizio Novecento, alla decisione del deputato Cesare Battisti di passare al Regno d’Italia, nell’agosto del 1914. “La scelta di Cesare” è un viaggio concitato che porta dalla dominazione asburgica a quella dei social network, passando per il terrorismo islamico; un viaggio pieno di curve misteriose, strane telefonate, irresistibili ironie, uomini e cani, dispute sulla esatta collocazione del bene e del male. Un racconto che, catturando l’attenzione del lettore fin dalla prima pagina, in un crescendo quasi rossiniano, giungerà alla fine a svelare un’altra scelta del ragazzo, coraggiosa e decisiva almeno quanto quella compiuta, cento anni prima, dal suo omonimo, trucidato dagli austriaci il 12 luglio 1916. Pino Loperfido La scelta di Cesare Curcu & Genovese

pag. 112 Euro 10,00

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trentinoincontri

LA TOURNÉE LA SCELTA DI CESARE Regia: Andrea Brandalise. Produzione Teatro Stabile di Bolzano in collaborazione con il Centro Servizi Culturali Santa Chiara e il Coordinamento Teatrale Trentino. Calendario provvisorio

Cesare Battisti arrestato e condotto al Castello del Buonconsiglio, l’11 luglio 1916

a quando serve per guardare avanti e in questo può essere carburante prezioso, guai ignorarla; se invece è solo adorazione delle ceneri, per dirla con Mahler, allora è pericolosa, è come camminare in avanti con la testa girata all’indietro: un procedere ignorante e molto rischioso. Un altro tema importante de “La scelta di Cesare” è il libero arbitrio. Un tema che troviamo spesso anche in alcuni suoi spettacoli... Verissimo, amo molto questo dilemma: libero arbitrio o tutto già scritto? Nel mio monologo “1950” affrontavo questo “tormentone” con la storia dei miei genitori prima che si conoscessero, nella Trento degli anni ’40. E qui torna quell’idea di essere figlio, padre e madre allo stesso momenAndrea to della storia, Brandalise come una necessità. Le loro vicissitudini tutto avrebbero previsto tranne la mia nascita nel ’50, appunto. E allora la domanda sorge spontanea e fa riflettere: tutto è un succedersi di casi fortuiti? Abbiamo scelto noi la nostra strada o l’ha fatto il grande libro del destino? E veniamo al “fantasma” che aleggia sul palcoscenico, quello di Cesare Battisti. Una figura storica esaltata unanimemente in tutta Italia, molto discussa invece in Trentino. A cento anni dalla morte, forse è arrivato il momento di fare i conti con la sua memoria? Il ventennio fascista ha macchiato per sempre la figura di Cesare Battisti appropriandosene con la sua retorica patriottarda. Questo ha confuso molto le 34

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acque e le teste, come nella strategia di ogni dittatura, ma non la testa di Ernesta Bittanti che fece di tutto per evitare questo furto. Ne derivò che un certo antifascismo superficiale, popolare, portò secondo me a mettere anche “il martire” nel calderone dei cattivi, per reazione inconsulta. In definitiva fu la politica, quella brutta, a tirarsi Battisti di qua e di là come una coperta troppo corta, in realtà la sua figura era molto più profonda e intellettualmente avanzata. Troppo avanti per i trentini di allora e anche per molti di quelli contemporanei. Nel monologo c’è anche spazio per smontare – pezzo dopo pezzo – il mito dell’Impero Asburgico e per ribadire l’italianità storica del Trentino. Facile prevedere che “La scelta di Cesare” susciterà anche polemiche... L’ho fatto in “Sanguinare inchiostro”, con la regia di Carmelo Rifici. E l’ho fatto documenti alla mano, con testimonianze scomode. Ci sono stati mugugni, qualcuno non ha capito niente, ma abbiamo avuto tante approvazioni e attestati di vicinanza ideale sull’argomento. Penso tuttavia che questo sia il ruolo del teatro, far discutere, ma non per amor di polemica fine a se stessa, bensì per far riflettere presentando sempre le faccia nascosta della luna, non quella che vedono tutti. Quindi ben vengano eventuali polemiche, purché pertinenti, motivate e scevre di livore. Si tratta del suo secondo importante lavoro tratto da un testo di Pino Loperfido. Quali sono gli aspetti della sua scrittura che predilige? Della scrittura di Pino mi piace quando i suoi protagonisti si guardano dentro con freddezza e lucidità, senza le sdolcinature in cui sarebbe troppo facile cadere. Lui lo sa fare con maestria. Mi piace perché è molto vicino al mio modo di ragionare,

TRENTO, teatro Cuminetti, dal 27 ottobre all’8 novembre. BOLZANO, teatro Studio, dal 12 al 29 novembre h. 20.30, domenica h. 16.00 (con esclusione dei giorni 16, 17, 18, 23, 24, 25 novembre) MERANO, teatro Puccini, 30 novembre h. 20.30 BRESSANONE - Forum, 3 dicembre, h. 20.30 TIONE, teatro comunale, 5 dicembre GRIGNO, teatro, 6 dicembre MEZZOLOMBARDO, teatro San Pietro, 7 dicembre ROVERETO, Zandonai, 9 dicembre PERGINE - teatro, 10 dicembre LAIVES, teatro, 11 dicembre TAIO, teatro, 12 dicembre RIVA DEL GARDA, Palacongressi, 14 dicembre BRUNICO, Haus M. Pacher, 15 dicembre h. 20.30 VIPITENO, teatro Comunale, 17 dicembre h. 20.30 di sentire. Anche Angela Dematté, ad esempio, ha questa grande capacità e io adoravo la sua scrittura nel “pallone rosso” proprio per questa interiorità chirurgica ma allo stesso tempo semplice, naturale. Poi, in ogni lavoro che si porta sul palcoscenico, c’è bisogno della traduzione dalla lingua scritta a quella parlata. Appena l’attore apre la bocca dà un suono suo, personale, alla scrittura e le cose possono cambiare dal giorno alla notte. La semplice intonazione può mutare il senso, l’intenzione di una frase; una pausa al momento giusto può cancellare cinque righe di scrittura che a quel punto diventerebbe superflua. La lingua parlata non spiega, vive. Si comincia il 27 ottobre a Trento. Un grosso in bocca al lupo. Ci lascia con una battuta del copione che l’ha colpita particolarmente? In quel momento Cesare Battisti compie un’azione che ha lesinato durante tutta la sua esistenza: sorride e pensa: “Va bene, ammazzatemi pure, tanto la Storia si è messa in moto, ormai”. ■



trentinoincontri di Pino Loperfido e Paolo Curcu

NON CHIAMATELO ATELIER DOMENICA 4 OTTOBRE APRIRÀ UFFICIALMENTE I BATTENTI A LEVICO TERME. SI TRATTA DEL MOLO 51 CREATO DALL’ARTISTA BRUNO LUCCHI. NON UN ATELIER, MA UNO SCRIGNO MURARIO CHE FINALMENTE RACCOGLIE IL MEGLIO DELLA SUA ULTRAVENTENNALE PRODUZIONE. IN ANTEPRIMA, SU TRENTINOMESE, LE IMMAGINI ESCLUSIVE

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pera muraria a scopo di difesa dalle onde, costituita da una struttura fissata su fondamenta molto solide a terra; si prolunga in mare, è percorribile e attrezzata per l’approdo di imbarcazioni, per

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le operazioni di carico e scarico”. Sul dizionario è la definizione della parola “Molo”, nella nostra storia, affiancata al numero 51, è il nome del nuovissimo spazio ideato da Bruno Lucchi, artista levicense, scultore oramai affermato che non ha più bisogno di presentazioni. Il “Molo 51” è a Levico Terme (via per Caldonazzo, 21) e aprirà ufficialmente i battenti nel pomeriggio di domenica 4 ottobre, con un evento pubblico. Un vecchio capannone industriale disposto su due piani, ristrutturato e adattato a piccolo museo. Ma come è arrivato a questo nuovo progetto Bruno Lucchi? “Dopo l’imponente esposizione tenuta al Muse lo scorso anno, mi si è posto davanti il problema logistico sul come e dove sistemare tutte quelle opere”.

Così, ha pensato bene di fare di necessità virtù acquistando la struttura situata tra l’altro proprio a due passi dalla casa di famiglia, in via Bion a Levico Terme. Costruzione industriale, rinnovata, addolcita e illuminata da pareti in vetro cemento, con un giardino e un orto (“Che quest’anno ha prodotto in maniera impressionante...”). Entriamo nella sala del piano di sopra e subito dobbiamo alzare lo sguardo: androgini, menhir e totem, tutte le forme tipiche dell’universo lucchiano svettano sulle nostre teste; la loro possenza ci intimorisce. Vederli tutti qui riuniti, “tornati a casa” dopo essere stati in giro per il mondo a farsi ammirare, vedersi all’improvviso circondati da queste mute presenze è sorprendente.


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LE NAVI E IL MUSE

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runo Lucchi è nato a Levico Terme dove vive e lavora. La terra è da sempre la sua materia da cui nascono le sue figure, che con il rito del fuoco trasforma in terracotta nel suo atelier, diventano poi, bronzi e porcellane. Recentemente la sua ricerca ha anche abbracciato nuovi materiali. Infatti, con l’acciaio Corten, da solo o abbinato al semirefrattario, si cimenta nella costruzione di installazioni enormi che trasmettono la rinnovata passione con il nuovo materiale, e con il mosaico, in tecnica moderna, rinnova l’antichissima tradizione portandola al contemporaneo. Ha iniziato ad esporre da professionista nel 1991 ed ha al suo attivo più di 200 mostre personali in musei , sedi pubbliche e prestigiose gallerie in Italia e all’estero. È autore di importanti opere pubbliche di grandi dimensioni, ben quattro navi della Costa Crociere solcano i mari con le opere dello scultore trentino.

Un po’ come quando incontriamo una vecchia conoscenza e nei primi istanti, pirandellianamente, non riusciamo ad assegnarle un nome e un posto nella nostra vita. Argilla, acciaio Corten, pietra, bronzo: madre terra ci ha messo del suo, si è resa complice dell’artista nel dare vita all’inanimato, un bisticcio di parole che evoca le profondità del mistero dell’arte e della creatività. Un inventario dettagliato delle opere toglierebbe poesia al “Molo 51”, aspirerebbe

insomma in un colpo tutta la magia di questo luogo, ci impedirebbe di cogliere i vagheggiati messaggi che le opere di Bruno Lucchi celano e tentano continuamente di trasmettere, farebbe scadere l’armonia che si percepisce al rango di rilassatezza. E il sospetto è che tale armonia rifletta quella dell’autore stesso. “Il numero 51 è il mio anno di nascita. Ho raggiunto un’età in cui solitamente ci si pacifica con se stessi o quanto meno si prova seriamente a farlo”. Un processo che cogliamo osservando le ultime produzioni di Bruno Lucchi, quelle che riflettono una decisa tendenza verso il Sacro. Vi sono delle Pietà. Alcune ispirate ad altre celeberrime, altre originali. “Quattro lutti ravvicinati in famiglia non possono non farti meditare e mutare atteggiamento rispetto alla vita e agli affetti”. Insomma, sbagliamo, o i famosi androgini di Bruno Lucchi si stanno pian piano umanizzando? “Sono partito come figurativo negli anni Settanta. poi, ad un certo punto, ho capito che dovevo fermarmi e ripartire da zero con l’astratto e poi via via risalire di nuovo,

fino alla bellezza”. Un po’ il cammino compiuto dall’arte tra l’Ottocento e i secoli successivi, tra la rottura dell’io e la riscoperta del bello. “Ci sono già troppe brutture nel mondo – commenta l’artista – non occorre che ci si metta pure l’arte a far propaganda…”. Grande festa della bellezza, dunque, il 4 ottobre, al “Molo 51”. Per chi ama lasciarsi sedurre dall’arte questo è un luogo da visitare assolutamente. Un’occasione più unica che rara per entrare nella mente dell’artista, coglierne l’intento e – perché no? – stringergli la mano. ■

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UOMINI E CANI di Pino Loperfido

A TRE ANNI CONOSCEVA TUTTE LE RAZZE. OGGI GESTISCE UN CENTRO DI ADDESTRAMENTO CINOFILO A VILLAZZANO CHE PORTA IL NOME DEL SUO LIBRO. STEFANO MARGHERI RACCONTA LA SUA PASSIONE INFINITA PER IL MIGLIORE AMICO DELL’UOMO. E PER I SUOI “PADRONI”...

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iamo a S. Rocco di Villazzano, davanti a noi il Monte Bondone, due cani – Mafalda e Circe – al guinzaglio di due simpatiche signore e, in mezzo, un uomo col cappello che dà istruzioni: “Premialo col braccio sinistro…”, “Vai in Brasile…”, e altri frasi incomprensibili all’osservatore. L’uomo col cappello si chiama Stefano Margheri e, strappato in extremis ad una grigia occupazione da scrivania, fa l’addestratore di cani. “In realtà – ci corregge subito – l’addestramento è rivolto soprattutto ai proprietari, almeno per il 60%.” Margheri ha cominciato come consulente fiscale, professione che ora esercita in misura ridotta. Almeno dacché ha aperto “Dagli occhi di Mia”, il suo Centro di addestramento cinofilo. È facile immaginare che Mia sia il nome di un caro animale che non c’è più, a cui Stefano ha dedicato anche un romanzo (Edizioni Curcu & Genovese, 2013) che porta lo stesso nome del Centro. Una storia d’amore, la sua. Sì, per la specie canina (di razza e non). “A tre anni conoscevo a memoria già tutte le principali razze”. Il guaio è che mia madre aveva il terrore dei cani. Così il 38

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primo ho potuto prenderlo solo a diciotto anni. Una passione per l’insegnamento che è sorta circa quindici anni fa. Nel 2001, Margheri ha ottenuto una prima qualifica, dopo aver conosciuto il grande istruttore Carlo Marzoli. È stato proprio Marzoli ha notare la grande passione di Stefano e a incanalarla nei binari più giusti. Sono venuti poi stage con i più grandi etologi del Pianeta, tra cui Joël Dehasse, e psicologi canini con laurea in veterinaria. Al Centro “Dagli occhi di Mia” si insegna a convivere con i cani di ogni tipo, si simulano elementi di vita quotidiana fino ad arrivare al controllo totale da parte del conduttore. La presenza di altri cani durante l’addestramento è benvenuta, favorisce un rapporto simbiotico tra animali. Ma, a proposito, ci dica Margheri, “loro” distinguono vita reale e addestramento? “Intanto l’addestramento può essere educativo o rieducativo. Molti vengono da me quando c’è già un problema. Il cane non obbedisce ai comandi, morde è aggressivo, ecc.” Sì, insomma, tutta una serie di fraintendimenti che dopo un po’ si stabiliscono tra cane e padrone, e che magari rimangono sotto la cenere.

Altra cosa, ovviamente, è la preparazione per le gare sportive. Guardando Stefano in azione, un’altra domanda sorge spontanea, se preparare un cane abbia o meno affinità con l’insegnamento di una lingua straniera. “Certo che ce ne sono! Per il cane si tratta di un processo completamente associativo. Per lui apprendere un comando non è difficile come imparare un lingua, ma quasi”. Quello che apprendiamo noi, invece, parlando con Margheri è che ci sono davvero tanti luoghi comuni legati al

Attività al Centro “Dagli occhi di Mia”


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IL LIBRO

COSA NON FARE: IL DECALOGO

Stefano Margheri DAGLI OCCHI DI MIA Autobiografia di un cane Pag. 208. Euro 15,00 www.curcuegenovese.it

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rima di impostare un lavoro personalizzato con ciascun proprietario, Stefano Margheri ritiene utile presentare un elenco delle cosiddette cose da non fare, allo scopo di evitare errori che potrebbero ripercuotersi sul rapporto con il rispettivo cane, nonché per sfatare alcuni luoghi comuni purtroppo ad oggi ancora in vigore. Ecco alcuni esempi: 1. Non punire il cane per i comportamenti che riteniamo scorretti;

CHI È

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2. Non chiedere l’esecuzione di un comportamento se prima non è stato correttamente insegnato (es. il richiamo); 3. Non utilizzare strumenti che possano nuocere alla salute del cane, (collari a strozzo, a punte, ecc.); 4. Non indurre il cane a mettere il naso nelle pipì che eventualmente avesse fatto per casa; 5. Non utilizzare strumenti di “minaccia” come il classico “giornale arrotolato”; 6. Non lasciare mai il cane libero, se non in luoghi appositamente circoscritti; 7. Non far giocare il cane con altri cani se non precedentemente conosciuti e di carattere equilibrato; 8. Non lasciare tutta la casa a disposizione quando lo si lascia da solo; 9. Non comunicare con lunghi discorsi privi di significato; 10. Non limitarsi alle brevi passeggiate quotidiane, senza alcuna attività divertente ed appagante”.

migliore amico dell’uomo. E a causarne gran parte è il modo con cui ci si approccia alla convivenza con un cane. Nel senso che si tende a trattare l’animale come fosse un umano. “Niente di più sbagliato – sottolinea Stefano. Ad esempio, il correre nei boschi: il fatto che piaccia al padrone non vuol dire che sia gradito anche dal cane. Oppure il guinzaglio e la gabbia. Giudichiamo questi strumenti utilizzando parametri umani. In realtà il cane gradisce il guinzaglio e pure la gabbia che – se rispetta determinati parametri – diventa per lui una confortevole tana”. Insegnare ai cani è un po’ come insegnare ad un bambino.

A patto che l’insegnante mantenga un atteggiamento il più neutro possibile, altrimenti si corre il rischio di stabilire un’empatia e sarebbe un piccolo guaio. Ma dicevamo dei luoghi comuni. Spesso sono causati proprio da certi animalisti? “Proprio così. Ci sono animalisti che non tengono conto di nessun aspetto scientifico o etologico”. E anziché proteggerli gli animali li danneggiano. Pensiamo ad esempio alla presenza dei canili. Una presenza che secondo Margheri non dovrebbe essere nemmeno tollerata. “I canili sono ottimi luoghi di recupero dei cani randagi, abbandonati o maltrattati; tuttavia la civiltà di un popolo dovrebbe misurarsi dalla prevenzione contro abbandono e maltrattamento e non dalla necessità di costruire sempre più canili. Soprattutto perché nella quasi totalità dei canili si lavora sugli effetti e non sulle cause, come forse sarebbe più sensato fare”. A volte un comando viene ripetuto decine e decine di volte. “Il cane deve avere il tempo di memorizzare. Una cosa che come per gli umani avviene specie durante il sonno”. Quante volte bisogna ripetere, dunque, un “a cuccia”? “I tempi medi per imparare un comportamento sono pari a 500/1000 ripetizioni. Inoltre, la parola (“comando”) che richiede ogni comportamento (es. seduto) non dovrebbe ripetersi più di una volta per singola esecuzione intervenendo, nel caso il cane non capisca, con altri segnali visivi di supporto”. Ma è più intelligente un cane di razza o un meticcio? “Anche questa domanda deriva da errate suppo-

ducatore/Istruttore cinofilo FISC/LIBERTAS. Specializzato in disturbi comportamentali del cane. Istruttore e giudice di Obedience e Istruttore di Prove Naturali Svedesi (riconoscimento SBK Svezia). Docente in corsi per istruttori e di specializzazione ENCI E LIBERTAS. Conduttore, con il cane Ellie (Labrador nero svedese), di Obedience (Classe 3) e di Retrieving (Classe Open). Membro nazionale italiana di Retrieving, in Skinner World Cup (Inghilterra) in anni 2014 e 2015. Articolista in riviste cinofile specializzate.

INFO > lamiaellie@gmail.com sizioni. E non si possono fare paragoni con le razze umane. Qui vengono selezionati i riproduttori.” Ma perché gli uomini cercano sempre più di rifugiarsi in un’amicizia con un cane? “Siamo in un’epoca di conflitti. Interni ed esterni. C’è il bisogno biologico e sociale di confrontarsi con una specie diversa”. E non si presta mai abbastanza attenzione al momento della scelta. Spesso si seguono le mode e la pancia, eppure per ogni persona esiste un animale più o meno “adatto”. La lezione è terminata. Mafalda e Circe si preparano a tornare a casa con le proprie padroncine. Stefano Margheri tiene una specie di briefing prima dei saluti. Sì, una riunione in cui si riepiloga il lavoro giornaliero svolto e si assegnano i compiti per casa. L’obiettivo è veramente vicino. ■ 39

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trentinoantichimestieri di Fiorenzo Degasperi

NEL CUORE DEL MULINO SULL’ALTOPIANO DI BRENTONICO, LUNGO LE PURISSIME ACQUE DEL RIO SORNA, LE ANTICHE PALE DEL MULINO ZENI ALLE SORNE MACINANO PREGIATE FARINE. COME SECOLI FA L’ACQUA, IL LEGNO, LA PIETRA E I SEMI, SI UNISCONO PER SCANDIRE IL TEMPO

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l torrente Sorna (= scorrere) è lungo soltanto pochi chilometri. Nel corso dei millenni ha scavato una profonda forra, intagliando le propaggini orientali del monte Baldo. Le sorgenti si trovano sui monti sopra San Giacomo e garantiscono una portata costante tutto l’anno. Questo ha permesso, da tempi immemorabili, di sviluppare un’intensa attività lungo le sue rive. Attorno all’anno 1780 c’erano ben 15 opifici, ovvero mulini, segherie e fabbri, che si servivano delle sue acque. Qualcuno sfruttava anche quelle del torrente Fontechel e del torrente Lodrone (quattro mulini). Verso valle il torrente Sorna alimentava anche il mulino Marzari, o molin del Placido, il molin del Gal, il mulino Dossi detto del Ziberi, il mulino dei Gali o dei Nonesi. Spettava a loro macinare la farina per fare il pane per i legati, il dono periodico del pane (e del sale, qualche volta del 40

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vino e del formaggio) da parte di persone benestanti che volevano essere ricordate e commemorate dopo la propria morte, e che quindi vincolavano per questo scopo delle proprietà fondiarie o immobiliari e i loro prodotti. E con loro, con i mugnai, i fabbri e i segantini, sono arrivate anche le leggende, tra cui quella che qui, lungo l’orrida forra, vivesse un terribile Orco, che si arrabbiava soprattutto con quelli che rubavano la legna nei boschi vicino al ponte di Seandro. Per non parlare poi del basilisco: guai ad aver la disgrazia di guardarlo negli occhi rosso fuoco: si resta accecati oppure bruciacchiati (carbonizzati/ustionati). Della stria Giulia e della fata misteriosa che vivono sospese sui burroni della Sorna si son persi i ricordi e queste figure non fanno più paura ai bambini. Dopo il 1940, di tutte le attività, è rima-

Il mulino si può visitare previa prenotazione al n° 0464/395905 cell 338/5768983


trentinoantichimestieri

Le acque della Sorna. In questo tratto un tempo operavano 15 opifici

Le macine si logorano. Periodicamente il mugnaio deve eseguire l’aguzzatura, la riassettatura e la rabbiogliatura

sta solo quella dell’ottocentesco mulino Zeni, che funzionava 24 ore su 24 per 364 giorni all’anno: le macine sono ancor oggi silenziose non il giorno di Natale o a Capodanno, bensì il 25 novembre, festa della patrona delle ruote, ovvero Santa Caterina d’Alessandria, non a caso raffigurata sempre con la ruota dentata – spezzata – del martirio. Una ruota rotta perché, dopo l’ennesimo rifiuto di Caterina di adorare gli antichi dèi, fu condannata a morire sulla ruota dentata, ma questa si ruppe e l’imperatore Massimino fu obbligato a farla decapitare. In quel giorno si pulivano le ruote idrauliche e il canale di legno che vi convogliava l’acqua. Questo è, ancor oggi, uno dei pochi

mulini in Trentino che macina ancora regolarmente le farine utilizzando la forza idraulica e gli antichi meccanismi lignei e meccanici. E tutto questo grazie all’acqua, talmente pura da poterla bere, che scorre lungo la valle della Sorna, inizialmente convogliata in tubature di tufo poi, una volta catturata da una gora, trascinata a servire due grandi ruote lignee. Ancor oggi il canale che conduce l’acqua alle ruote viene chiamato doccia e ha il compito di mantenerle costantemente bagnate: in questo modo le ruote in legno si conservano in ottime condizioni e rimangono funzionanti per l’eternità, altrimenti, con il continuo sbalzo asciutto-bagnato, hanno vita breve. I pali delle fondamenta dei palazzi veneziani

Il mulino Zeni con, a destra, le due “docce” che fanno muovere le macine

insegnano, come ci fa notare Angelo Zeni, attuale mugnaio. Non bisogna dimenticare poi che il mulino, dal 1985, è tutelato e opera in stretto collegamento con il Museo degli Usi e Costumi di San Michele. Forse per tutto questo quest’estate è stato visitato da più di 4000 turisti, in vacanza sull’altopiano del Baldo e nel vicino Lago di Garda. Ma anche d’autunno non si scherza. Durante l’anno scolastico più di 70 scolaresche salgono fin quassù, provenienti da tutta Italia, per mettere le mani in pasta, anzi, nella farina, per capire come funziona un magico mulino. Qui si carpisce anche il significato più nascosto del mulino, ovvero quello di rappresentare il Tempo ciclico e qualitativo, segnato da scansioni inscritte nella simbologia nata da Crono, colui che presiede all’intera creazione. Come la grande macina trita i semi trasformandoli in farina, così la macina fa ribollire e vorticare il tempo stesso, di era in era, ripetendone incessantemente l’inizio e la fine. Gli antichi pitagorici, nel loro linguaggio cifrato, chiamavano le due Orse (le due macine) mani di Rea, la Signora del Cielo ruotante. Ne sanno ben qualcosa i buddisti che della macina, trasformata in ruota “rotante” – la ruota del Dharma (=verità) a otto raggi, simbolo degli otto nobili sentieri, hanno fatto il mezzo per far giungere le preghiere al panteon dei loro dèi. Gira la ruota del mugnaio, gira la ruota della verità, girano le costellazioni dove il mulino trova le proprie origini simboliche. Quassù, sull’altopiano di Brentonico, 41

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L’agricoltore Matteo Gottardi di Prada, uno dei rifornitori di “qualità” del mulino

Lo strumento a sinistra della tramoggia è un sapiente sistema d’allarme per quanto i semi scarseggiano e le macine non possono girare senza

Il padre di Angelo, Mario Zeni

ancor oggi si usa chiamare macinade le strofe d’amore composte per cantarle sotto la finestra della “bella”, dichiarazioni d’amore che venivano cantate al calar della notte, alle morosette padrone del loro cuore. Sono strofe che si ripetono costantemente, che girano su se stesse, all’infinito. Così gira anche Angelo Zeni. Sembra un folletto, salta dalla tramoggia alla burattina, ti spiega la funzione del crivel, che da lì esce il cruschello, una crusca più leggera, pulita. Quando è sul pulpito, il piano rialzato dove c’è la tramoggia, sembra un semidio in possesso dei millenari saperi necessari non solo per far funzionare le ruote e prestare attenzione al rumore d’allarme che indica quando bisogna riempire nuovamente la tramoggia, ma anche per filosofare e parlare di alimentazione, qualità e salute. Forse per via di questo pulpito il mugnaio si sentiva “sopra” il contadino che portava i grani. Ora il mugnaio e il contadino lavorano assieme. È venuto a raccontarcelo un suo amico contadino, Matteo Gottardi di Prada, accomunato dallo stesso profondo amore per la natura e per la cultura del mondo contadino. Assieme si discorre di terra e di allevamento, di come oggi i contadini stanno ritornando a coltivare i cereali, soprattutto mais, zaldo, uscendo dalla logica della bicoltura mela-vite. Ricordano che una volta si macinava una settimana di bianca e una di gialla; invece in periodi di estrema povertà, come nel secondo dopoguerra, si macinava quattro settimane di bianca e dieci di gialla, quella per la polenta, che meglio placava i morsi della fame. Qui vengono macinati anche 350 kg di semi al giorno che vengono tagliati dal granito francese, molto duro e tagliente. Non sono le macine per le olive,

piatte, che spremono. Qui bisogna incidere. Dodici ore di lavoro producono 160/170 kg di farina finita bianca. Per la lavorazione del mais ci si impiega di più, è più complessa, ci vogliono almeno 24 ore. Angelo ci racconta che un tempo questo mulino riforniva tutti i paesi del monte Baldo. La bisnonna Maria, proveniente dalla povera terra del Tesino e rimasta vedova, lo acquistò nel 1906 dalla famiglia Balista. Si rimboccò le maniche e si trasformò in mugnaia, oltre a tirar su due figli. Aveva anche una mula che adoperava per portare la farina nelle frazioni e nei paesi: durante la II guerra mondiale gliela requisirono – fu mandata al fronte –, ma lei non si arrese e il rifornimento

lo effettuava a piedi. Il mulino passò poi al figlio Mario, quindi a suo figlio Angelo che lo tiene attivo per i suoi figli. E così continua la tradizione dei Bragoni, soprannome che identifica la famiglia Zeni che tiene questo mulino, portando avanti una storia antica che non si interromperà. Perché la farina nata da queste macine è stata, da sempre, una farina preziosa (oggi si direbbe “OO”). Lo ricordavano anche le suore quando si portavano i sacchi in Curia a Trento per far particole: par emposibile che dala farina dei Bragon vegna fora el Signoredio sì bon; lo ricorda la saggezza della gente di un tempo: piutosto che vegna el medico con la so medizina meio el molinar co la so farina. ■

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A sinistra Matteo Gottardi, a destra Angelo Zeni. Si scaricano i semi, adesso come una volta, utilizzando sacchi di juta, cesti di legno e la forza delle braccia


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PASSARONO DI QUI...

di Francesca Mazzalai

UN’IMPERATRICE A CAMPIGLIO GITE NEI BOSCHI, ARRAMPICATE IN MONTAGNA E SOGGIORNI IN RIVA AL LAGO. COSÌ SISSI, L’IMPERATRICE PIÙ AMATA NELLA STORIA DELL’IMPERO AUSTRO UNGARICO TRASCORREVA LE SUE INDIMENTICABILI VACANZE IN TRENTINO

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rancia, 1889. In una rovente giornata d’estate, la città di Parigi festeggia. Finalmente, dopo tanta attesa, è terminata la costruzione di un monumento destinato a diventare il simbolo dell’intero Paese: la Torre Eiffel. I lavori sono durati più del previsto e la Torre viene inaugurata appena in tempo per l’Expo, l’Esposizione Universale che si tiene quell’anno (esattamente un secolo dopo la rivoluzione francese), proprio a Parigi. In soli ventiquattro mesi il progettista Gustave Eiffel, a cui solo pochi anni prima è toccato l’onere e l’onore di costruire la struttura interna 44

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della Statua della Libertà, ha dunque portato a termine i 324 metri del monumento più alto della capitale francese. In quello stesso anno, svariate centinaia di chilometri più a sud, in una regione che a fine ‘800 non è ancora italiana, anche un’altra città è in festa. È il 6 settembre 1889. Alle 7.44 del mattino giunge a Trento, a bordo di un treno molto speciale (e teoricamente in incognito), niente meno che l’Imperatrice dell’Impero austro-ungarico, regno di cui il Trentino fa appunto parte fin dal congresso di Vienna del 1815.

Sua Altezza non è di molte parole, il suo umore è tetro, e una volta scesa dal treno, alta e magrissima, accenna appena un saluto alla folla, che per contrasto la accoglie esultando. Il protocollo di corte prevede però che nessuno possa rivolgere la parola alla sovrana se non è lei a parlare per prima, e così, dato il muro di silenzio dietro cui si trincera l’Imperatrice, nessuno del suo seguito osa aprir bocca. Tutto si svolge in un’atmosfera surreale. Sua Altezza viene scortata al Restaurant Mayr, che per l’occasione è stato sontuosamente addobbato. All’in-

terno del locale, la sovrana (accompagnata dalla figlia Maria Valeria) tocca appena colazione. Dopodiché risale sempre silenziosa in carrozza, alla volta di Madonna di Campiglio. Senza che nessuno sia riuscito a sentire il suono della sua voce. Ma in fondo, alla gente accorsa per vederla non servono le sue parole. A quegli uomini e quelle donne, in attesa da ore in stazione, basta semplicemente riuscire a vederla. Anche solo per un brevissimo istante. La sua immagine è conosciuta grazie ai numerosi ritratti che circolano nel regno. E al suo arrivo, nonostante lo splendido


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viso sia già un po’ segnato dal tempo, dalle rigide diete a cui si ostina a sottoporsi e soprattutto da un terribile e recentissimo lutto, tutti la riconoscono. Si tratta nientemeno che dell’Imperatrice Elisabetta di Baviera, moglie di Sua Maestà Francesco Giuseppe, conosciuta da tutti come “Sissi”. Il fatto che l’Imperatrice abbia scelto Campiglio per trascorrervi alcuni giorni di vacanza non stupisce la popolazione locale. Alla fine del 1800 Madonna di Campiglio è una stazione turistica di successo, molto frequentata (anche se solo in estate) sia dall’aristocrazia italiana che da quella asburgica. Tutto è cominciato in realtà nel 1868, quando un ambizioso imprenditore della val

Rendena, di nome Gianbattista Righi, acquista dalla Curia di Trento le rovine di un monastero medievale costruito a Campiglio nel lontanissimo 1190 e ormai abbandonato. Sulle sue rovine, Righi decide dunque di edificare quello che diventerà il primo albergo moderno di Campiglio. Poi, non contento, Gianbattista fa costruire (interamente a sue spese) l’attuale “strada vecchia”, larga abbastanza da permettere finalmente a chi giunge a Pinzolo di proseguire il proprio viaggio fino a Campiglio comodamente seduto in carrozza. Una mossa lungimirante e logica, vista l’intenzione di Righi di popolare Campiglio di turisti, ma anche – purtroppo – un vero e proprio salasso, un’impresa che pro-

L’agricoltura in cucina... ...per rendere speciale ogni occasione!

sciuga le sue finanze, tanto da costringerlo dopo qualche anno a cedere l’attività. Ed è così che nella storia di Campiglio fa il suo ingresso un nuovo personaggio. Franz Joseph Osterreicher. Di lui si dice che sia un imprenditore avveduto, di grande esperienza, dotato di un infallibile fiuto per gli affari. Insomma una sorta di Re Mida, già proprietario del Grand Hotel Trento. È proprio nelle sue mani che finisce l’albergo di Righi, e che è noto oggi come Grand Hotel Des Alpes. Un albergo che da quel momento in poi non conosce crisi, e che presto diventerà un punto di riferimento per i più ricchi turisti di tutto l’Impero. Nel depliant, che Osterreicher distribuisce ovunque, Campiglio viene descritta come un luogo semplicemente perfetto, esaltata per la sua posizione elevata e tuttavia al riparo da vento e polvere (a quanto pare un problema sentito a quei tempi); con il suo stupendo panorama, le sue meravigliose passeggiate, la sua aria alpina salubre. E a Madonna di Campiglio l’imperatrice Sissi giunge la sera del 6 settembre 1889. Il suo spirito è profondamente abbattuto. Per lei e per la sua famiglia è stato un anno a dir poco difficile. Il 30 gennaio a Mayerling,

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un paesino della Bassa Austria dove gli Asburgo hanno una bella tenuta di caccia, è stato trovato morto l’unico figlio maschio dell’Imperatrice. Il trentunenne erede al trono Rodolfo d’Asburgo. Con lui, nella stessa stanza, giace senza vita anche la giovane amante, la baronessina Maria Vetsera. Di appena diciassette anni. Entrambi i cadaveri sono stati colpiti dallo sparo di una pistola. Le circostanze della morte risultano inizialmente tutt’altro che chiare, si cerca un miste-

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Rodolfo d’Asburgo, suicida a Mayerling

rioso assassino di cui però non si trova alcuna traccia. E allora cosa dire ai familiari, alla stampa, e soprattutto alla moglie di Rodolfo? Una prima (e poco credibile) versione dei fatti sostiene che Rodolfo sarebbe stato colpito da un attacco di cuore mortale mentre si trovava nella sua stanza. Da solo. Della baronessina naturalmente non si deve far parola. L’esile corpo della ragazza viene rapidamente fatto sparire dentro una carrozza e trasportato in un villaggio vicino per essere sepolto. Il tutto così rapidamente da non permettere un ultimo saluto nemmeno alla povera madre, annientata dallo shock. Ma la verità, per quanto affannosamente negata, viene comunque a galla. Il principe erede al

trono non è morto per un infarto. E non è nemmeno stato ucciso. Rodolfo si è suicidato, trascinando nel folle gesto anche la sfortunata Maria. Per la madre di Rodolfo, l’imperatrice Sissi, è l’inizio di un lutto senza fine. Nulla nei lunghi mesi successivi sembra poterle ridare il sorriso. Anche perché le voci su quel misterioso e inspiegabile suicidio corrono da un capo all’altro dell’Impero. Si sussurra di intrighi internazionali, si ipotizzano complotti ai danni degli Asburgo. Sembra che non si possa parlare d’altro. L’unico sollievo per Sissi sono le passeggiate, che nel pensiero la riportano per un istante all’infanzia spensierata e giocosa, trascorsa sempre all’aria aperta. E così, di fronte al dolore della moglie, è lo stesso Imperatore Francesco Giuseppe in persona a caldeggiare l’idea di un suo soggiorno in una località dell’Impero. E la scelta cade proprio sulla rinomata Madonna di Campiglio. Come abbiamo visto l’imperatrice giunge a Trento il 6 settembre. È vestita di colore nero, come prevede il lutto, e la sua celebre cascata di capelli fulvo castani è severamente raccolta intorno alla nuca. Lei e la sua ultimogenita, la ventunenne

Romy Schneider nel celebre film sulla principessa Sissi

Maria Valeria, sono scortate da un seguito ridotto (si fa per dire) all’osso: una quindicina di dame di corte e il medico. Nulla in confronto alla folla di quasi un centinaio di persone che aveva accompagnato Sissi nella sua prima trasferta a Merano diciotto anni prima, nel lontano 1871. Questa volta però, le intenzioni di Sissi sono chiaramente diverse La sua speranza è di passare il più possibile inosservata. Ma, come è inevitabile, alla notizia dell’arrivo dell’Imperatrice una folla di persone si accalca lungo il tragitto. È senza dubbio una regina molto amata. Per la sua straordinaria avvenenza, ma anche per i suoi modi diretti e spontanei, mai formali, e per quel suo animo ribelle che la porta invariabilmente allo scontro con le regole di

Corte e soprattutto con la rigidissima e temuta suocera, l’Arciduchessa Sofia. Ma ora a Madonna di Campiglio, tutto sembra distante, quasi come se non esistesse. Sissi desidera distrarsi, camminare, arrampicare. Tutto, pur di non pensare. L’Imperatrice è cresciuta fra i monti, è una scalatrice provetta, e in quei giorni le escursioni si susseguono, sempre più impegnative e sempre con la stessa guida, Antonio Dallagiacoma, un alpinista esperto che la accompagna sul Monte Spinale, sulla Cima del Grostè. Ovunque l’inquieta e infaticabile sovrana desideri andare. E così, di vetta in vetta, il giorno della partenza da Campiglio arriva in un lampo. È venerdì 13 settembre. All’alba la fila di carrozze, con

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trentinostoria a bordo l’Imperatrice e il suo seguito, si è appena messa in viaggio, quando all’improvviso la carovana viene fermata da un incidente: il medico di corte, che seguiva le carrozze a bordo di mulo, è caduto rovinosamente sul selciato, sfondandosi la clavicola. L’uomo viene trasportato di corsa a Campiglio, immobilizzato a letto e curato con quello che viene considerato il tocca sana dell’epoca: l’applicazione delle sanguisughe, capaci, a insindacabile parere dei luminari dell’epoca, di risolvere qualsiasi problema fisico. Anche Sissi è tornata indietro, preoccupata per le sorti del medico. L’Imperatrice, rassicurata sulle condizioni dell’uomo, riparte qualche giorno più tardi, e questa volta giunge senza intoppi a Merano, dove l’attende la seconda parte della sua vacanza. Da Merano Sissi compie diverse gite “fuori porta”, tra cui una visita ad Arco e a Riva del Garda, soggiornando una notte all’Hotel Traffelini, l’odierno albergo Sole.

Il Casino di caccia di Mayerling dove viene trovato morto Rodofldo

Tornata a Merano, il 19 ottobre viene raggiunta dall’Imperatore Francesco Giuseppe, pronto a scortare la moglie a Vienna. Ma Sissi non intende rientrare a corte. Semplicemente non le interessa. Detesta il potere, detesta il fatto che suo marito sia Imperatore, sogna una vita lontana da tutte quelle responsabilità, una vita più semplice. E ora che suo figlio è morto, la sua inquietudine diventa più difficile da mascherare, il suo spirito ribelle è ormai incontenibile.

Da quel momento infatti nulla fermerà più i viaggi di Sissi, che la porteranno soprattutto al sud, in Grecia, vicina al suo tanto amato mare, così come in Sicilia, a Malta e in Tunisia, alla costante ricerca di un’irraggiungibile pace dell’anima. Sissi è consapevole di esporsi alle critiche di tutti. Del popolo, di cui nonostante le continue assenze è ancora sovrana. Dell’aristocrazia viennese, che forse non l’ha mai considerata all’altezza del suo ruolo. Della sua stessa famiglia, che assiste al

suo lento spegnersi, lei che un tempo era ritenuta una tra le più solari e avvenenti fanciulle di tutto l’Impero. Il suo stesso fratello, il medico oculista Carlo Teodoro, non esita a commentare, in presenza dei genitori, il comportamento della sorella. La considera certamente intelligente, ma anche un po’ “tocca”. Altrettanto dura sarà la critica del padre di Sissi, il duca Max, che forse non a caso, in occasione delle proprie nozze di diamante, leggerà un significativo brano tratto da Il secolo nervoso del fisiologo e antropologo lombardo Paolo Mantegazza: “Il nervosismo di coloro che non lavorano guarirà solo un po’ alla volta, non appena i dichi, conti e baroni insegneranno ai propri figli che il lavoro è la migliore patente di libertà e nel contempo la via più sicura per godersi una vita lunga e felice”. Una lettura quantomeno inaspettata per un aristocratico, per di più padre dell’Imperatrice del regno. Ma questa è un’altra storia. ■

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DENTRO LA STORIA

di Maurizio Panizza

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Foto tratta dal passaporto di Isidoro Adami, 24 anni

IL SOGNO DI ISIDORO (PRIMA PARTE)

25 OTTOBRE 1927: IL NAUFRAGIO DEL PIROSCAFO PRINCIPESSA MAFALDA CHE PORTAVA EMIGRANTI IN SUD AMERICA E LA TESTIMONIANZA DI UN TRENTINO, ISIDORO ADAMI, CHE FU TRA COLORO CHE IL DESTINO RISPARMIÒ DALLA MORTE. A DISTANZA DI QUASI NOVANT’ANNI DA QUELLO CHE È CONSIDERATO IL PIÙ GRAVE DISASTRO NAVALE ITALIANO, CAMBIANO I LUOGHI E I PROTAGONISTI, MA LE MORTI SUL MARE SI RIPETONO SEMPRE CON LO STESSO TRAGICO COPIONE

C

i mise cinque ore, lunghissime e tremende, per inabissarsi nell’oceano Atlantico, ma esse non servirono a salvare tutti i passeggeri, come servì poco pure il fatto che prima di affondare il Principessa Mafalda fosse circondato da ben sette navi accorse in suo aiuto. Nel destino del transatlantico Mafalda era scritta la parola tragedia, e tragedia fu. Miseramente il 25 ottobre del 1927 la lunga carriera della nave s’interruppe a 80 miglia dalle coste del Brasile in un mare caldo e privo di 48

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apparenti insidie. Un incidente dettato dal fato avverso, secondo la stampa fascista, una tragedia, invece, annunciata più volte per coloro che in quella nave ormai vedevano soltanto l’ombra del suo prestigioso passato, iniziato nel 1908. Erano gli anni della grande emigrazione in un’Italia in miseria che stentava a sfamare i propri figli, un’Italia in cui ricchi imprenditori di pochi scrupoli speculavano senza alcuno rimorso sulla vita di tanti connazionali, depredando sistematicamente i malcapitati che sce-

glievano di imbarcarsi alla volta dei paesi di accoglienza. Con poche eccezioni, la catena di traffici criminali sulla vita umana prevedeva anche l’ammassamento in navi dalla dubbia tenuta, con il tacito consenso del Governo che vedeva nell’emigrazione l’unica soluzione ad un grave problema sociale di povertà diffusa. Così, come accaduto in centinaia di traversate, anche quella volta il Mafalda un tempo la più moderna nave italiana e ora ridotta a “carretta del mare” – venne


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Una famiglia sul ponte di Prima classe

I passeggeri della Terza classe

nuovamente stivato all’inverosimile. Ai passeggeri “regolari” si aggiunsero pure molti clandestini ignari dell’ingloriosa fine di quel viaggio verso il “sogno americano”. In gran parte, come detto, erano poveri cristi che per 300 lire mangiavano all’aperto, mentre con 65 lire di supplemento potevano provare l’illusione di essere serviti a tavola in una piccola e maleodorante sala posta in basso e lontanissima dai sontuosi saloni di prima classe. Fra questi passeggeri c’era pure Isidoro Filippo Adami, di Volano, un piccolo paese agricolo della provincia di Trento. Anche Isidoro era uno di quei “sognatori”. Poco più che ragazzo, si era imbarcato per raggiungere l’Uruguay dove già avevano già trovato lavoro da qualche anno, cinque dei suoi sei fratelli. Teneva in mano un biglietto di terza classe quella più economica - acquistato con grandi sacrifici, e sulla nave era salito assieme ad altri trentini, fra cui uno di Pomarolo, uno di Saccone, uno di Sano, uno di Pannone e due di Mori, tutti paesi della Vallagarina. La nave era partita da Genova, 14 giorni prima, per quello che avrebbe dovuto essere il suo 90° e ultimo viaggio fra Europa e Sud America. Al suo ritorno, infatti, sarebbe stata adibita a rotte più corte nel Mediterraneo. Al comando c’era il capitano Simone Gulì, un esperto siciliano sessantaduenne, mentre a bordo si trovavano 1.259 persone (tra cui una nutrita minoranza di cittadini siriani),

più in particolare italiani, piemontesi e liguri, qualche trentino e numerosi veneti, fra i quali il pasticciere Ruggero Bauli, che sopravvisse al naufragio. Dopo anni di usura e scarsa manutenzione il piroscafo non era più considerato sicuro dagli addetti ai lavori, mentre secondo la società armatrice la nave era in perfette condizioni per poter affrontare la traversata. Malgrado ciò, sin da subito si manifestarono preoccupanti segnali premonitori. Alla partenza vi fu un ritardo di cinque ore per problemi ai motori. Il guasto fu riparato, ma gli inconvenienti si ripresentarono non appena lasciata la costa ligure al punto da costringere il comandante Gulì a fermare le macchine per ben otto volte nel solo tratto tra Genova e Barcellona. La sosta nello scalo spagnolo - non prevista - si prolungò per ulteriori ventiquattr’ore, poi la navigazione riprese alla volta dell’arcipelago di Capo Verde, ma a due ore dallo stretto di Gibilterra subentrò un nuovo guasto, costringendo il

piroscafo a navigare con il solo motore di dritta. Lasciato il Mediterraneo si guastò anche il motore di sinistra e per questo si procedette alla ricerca dell’avaria lasciando il piroscafo a motori spenti per circa sei ore; quindi il Principessa Mafalda ripartì con un solo motore, navigando lievemente piegato a sinistra e a velocità ridotta per un giorno intero. Ma il calvario non era finito. Infatti, più avanti si rese necessaria un’ulteriore fermata al porto di Dakar per effettuare la riparazione all’asse dell’elica sinistra. Il 18 ottobre, dopo la partenza da Dakar, si dovette effettuare un’altra tappa forzata di quasi ventiquattr’ore presso lo scalo di São Vincente, dove si dovette rimediare alla riparazione delle celle frigorifere che, essendosi guastate, avevano fatto deperire le scorte di alimenti e di carne, provocando fra i passeggeri principi di intossicazione. Furono quindi acquistati e macellati in loco suini e buoi per garantire nuovamente la corretta fornitura dei pasti. La navigazione nell’oceano Atlantico riprese quindi con relativa normalità anche se accompagnata da forti vibrazioni e costanti problemi al motore di sinistra. Ad un certo punto il comandante Gulì ritenne talmente seria la situazione da indurlo a chiedere alla compagnia di mandare un altro transatlantico in sostituzione del Principessa Mafalda per trasbordare i passeggeri; la richiesta fu però respinta e gli venne ordinato di proseguire fino alla successiva tappa, prevista a Rio de Janeiro, e di rimanere in attesa di nuove istruzioni. Era evidente che per gli armatori la sicurezza

Foto scattata dal fotografo di bordo. Il secondo da destra è Isidoro Adami 49

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La locandina del Lloyd Italico

Il Principessa Mafalda in avaria. Le prime scialuppe messe in acqua

passava in secondo piano rispetto ai lauti profitti che gli emigranti garantivano loro da anni, costantemente. Nel tardo pomeriggio del 25 ottobre, verso le 18, la grande nave si fermò in mezzo all’oceano. All’inizio sembrava un guasto simile a tanti altri a cui i passeggeri, loro malgrado, si erano ormai abituati durante la sofferta traversata, poi rapidamente la situazione iniziò a diventare molto grave. L’S.O.S. lanciato dal Principessa Mafalda, fu raccolto da altre navi, tra le quali i piroscafi Alhena, Duca degli Abruzzi e i transatlantici francesi Moselle e Formose che si trovavano nelle vicinanze e che accorsero in poco tempo. Tuttavia questi si fermarono ad una certa distanza dal Mafalda, poiché da esso si innalzava una vistosa colonna di fumo bianco che 50

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faceva temere per l’esplosione delle caldaie. Dal ponte superiore della nave italiana, il comandante Gulì, munito di megafono, cercava di tranquillizzare i passeggeri affinché si iniziasse il trasbordo sulle scialuppe di salvataggio, dando priorità a donne e bambini. La nave, però, stava abbondantemente imbarcando acqua e le paratie stagne non tenevano. Fu allora che Gulì, resosi conto che la situazione stava precipitando, ordinò di far calare tutte le lance di salvataggio, ma poiché il Mafalda nel frattempo si era fortemente inclinato, molte colpirono lo scafo danneggiandosi e divenendo inservibili. Nel grande caos che ne seguì altre scialuppe furono prese d’assalto e si rovesciarono, oppure affondarono per il sovraccarico. Intanto il mare si era ingrossato ed era

sopraggiunta rapidamente l’oscurità che rendeva più difficoltosa qualsiasi comunicazione visiva e ancora più lente le operazioni di salvataggio: a bordo si era creato il panico e molti passeggeri, presi dalla disperazione, si erano gettati in mare, annegando. Il capitano Gulì, a quel punto, comprese che non si poteva più fare nulla e ordinò il “si salvi chi può”. In quei momenti, senza più lance di salvataggio a disposizione (si scoprì poi che sarebbero state comunque insufficienti per il numero di passeggeri imbarcati), vistisi perduti e presi dalla disperazione, alcuni passeggeri si suicidarono sparandosi un colpo di pistola. Fra questi, pure il direttore di macchina, Silvio Scarabicchi. Infine, verso le ore 22.20, avvenne il tragico epilogo: il Principessa Mafalda ormai completamente invaso dall’acqua, si alzò verticalmente di prua e scricchiolando con un orrendo fragore colò a picco in meno di un minuto, trascinando con sé ogni cosa che si trovava nei paraggi.


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E Isidoro Adami, il testimone di questa storia, dove si trovava in quei terribili momenti? Quale fu il suo destino? Lo possiamo apprendere da una lettera dettagliata che lui stesso inviò alla sorella Candida, a Volano, meno di un mese dopo la tragedia. Ascoltiamola insieme, senza interruzioni, direttamente dalle sue parole. Montevideo, 14 novembre 1927. Carissimi! Domandandovi perdono sarebbe poco! Dopo un disagio così grande, per la trascuranza nello scrivere; ma credete non ho colpa; la disgrazia mia fu così grande e spaventosa quanto un orrido martirio. Molte volte mi misi a scrivere per raccontarvi qualche cosa, ma subito dovetti smettere poiché mi sentivo impazzire nel ricordare un così grande spavento. Tra gli ottocento salvati del «Mafalda»

sono stato uno dei quattro salvati miracolosamente; che di noi, per mezzo degli ufficiali del «Formosa» e del «Duca degli Abruzzi» i giornali stranieri e Argentini si sono divertiti magnificamente a parlare di noi per una settimana. Sentite ora, che dopo venti giorni mi sento un po’ calmo, vi racconto in breve della mia tragica e spaventosa notte del 25 ottobre 1927. Dopo quattro ore circa dalla rottura del piroscafo; dopo che le donne e i bambini erano tutti salvi, per mezzo delle barche di altre navi, tranne però i bambini annegati e che annegavano ancora quando c’era il sole perché sono affondate tre barche per troppo peso. Allora io e altri sei dei miei amici ci siamo ritirati nel salone da pranzo di prima classe che, essendo preparata la cena, abbiamo bevuto birra e mangiato peri. Usciti dal salone con la sigaretta accesa, calmi e

pacifici, perché si vedevano molte navi in aiuto e incoraggiati dagli ufficiali. Tutto un momento si è vista la nave sbandare a sinistra; allora solo io vidi il primo momento di pericolo e mi inchinai a levarmi le scarpe e i calzetti me li misi in tasca come servisse a salvarmi. Fu un attimo gridare di disperazione: in quel momento mi trovavo nella passeggiata di seconda classe aggrappato alla ringhiera fra le grida: «Addio mamma» e «Dio mio». Si è vista la gente che non si poteva più reggere in piedi a rotolare sul bastimento come rotelle. Dopo un momento, 3-4 minuti sentii un terremoto nell’interno della nave, vetri e piatti spezzarsi. Allora mi resi conto del pericolo balzando in piedi sulla ringhiera per gettarmi in mare dall’alto di venti metri guardando il mare agitato nell’oscurità e, spinto a gettarmi, mi lasciai prendere da un affanno. Chiudendo gli occhi in quel momento, guardando di nuovo le onde nelle tenebre, vidi la povera mamma che mi chiamava piangendo. Disperato dalla visione mi gettai in mare come fossi andato fra le sue braccia. Quando fui a galla dalla profondità che ero andato mi dirigevo verso la luce d’un’altra nave nuotando disperatamente per allontanarmi dal «Mafalda». Fu allora il terrificante naufragio, mi trovavo 15 metri distante dalla caduta della nave. Vedendo che l’albero davanti stava per colpirmi mi gettai sott’acqua così per

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trentinostoria Il Capitano Simone Gulì - un marinaio d’altri tempi - che dopo avere diretto le operazioni di salvataggio dei passeggeri rimase nella sala comando sino alla fine, affondando con la sua nave

Famiglia Santoni

evitare il colpo, ma disgraziatamente fui travolto e ferito alla fronte e alla spalla destra. Impotente e ingombrato dai fili e dalle corde dell’albero dovetti lottare con coraggio per liberarmi nuotando poi un’ora con gli occhi quasi socchiusi dal sangue che mi cadeva dal cervello; mi accostai a un pezzo di legno per riposarmi; fu allora un tragico momento. E mi sento dire: «Coraggio Trento!!!». Era un mio amico di Parma, anche lui aggrappato al legno. Fu un attimo, il legno mi sfugge cadendo sulla schiena. Un urlo straziante sotto acqua e non vidi più nulla: l’amico era stato mangiato dai pescecani. Rimasi in acqua ancora mezz’ora nuotando come un pazzo, ché mi sembrava di avere un pescecane per gamba. Raggiunta una barca francese fui salvato: mi lasciai cadere svenuto vomitando acqua. Subito dopo fui trasportato sulla nave Mosella (francese) dove fui medicato alla spalla e alla testa; poi mi fecero

massaggi al ventre per l’acqua bevuta. In quel momento si fece a me vicino un frate della nave per confessarmi. A questa domanda io balzai in piedi col delirio pensando di essere in pericolo di vita; non ricordo ma mi hanno detto che l’ho offeso bestemmiando. Dopo due ore, cioè alle due di notte, mi hanno trasportato su un’altra nave, la Formosa. In questi giorni, trovai un amico che mi ha condotto dal professore delle scuole italiane per procurarmi un bel posticino per lavorare. In vita mia non ho mai trovato un buon uomo così. Quel professore mi ha regalato pure qualche cosa da vestire e mi ha raccomandato a molti signori per il lavoro. Spero di andare da un milionario a fare il giardiniere e servitore dove prenderò trenta pezzi al mese, spero di andare fra giorni, mi troverei molto bene. Se non andasse bene per andare a lavorare c’è un paio di posti più o meno comodi. Ora sto bene anche per le mie ferite, sono completamente guarito; anche la notte ora dormo abbastanza tranquillo, solo i sogni mi turbano ancora per lo spavento. Ma in ora tutto è passato e vi prego di questo non parlarne più. Ora che l’America apre a me una vita molto bella. Vi raccomando alla vigilia o prima di Natale fate dire una messa alla mamma che la sua visione mi ha salvato. Infine per me se potete fare la comunione di Natale in ringraziamento che promisi alla Madonna che nell’ultimo istante la invocai, mi raccomando in più ricordate la povera mamma. Se potete fatemi sa-

pere di quelli di Mori se son proprio morti che ero proprio amico che le ultime parole le ho fatte a loro nel mentre mi sono gettato in mare loro hanno gridato: «Addio mamma». Credo siano stati inghiottiti dalla nave. Ogni documento ogni fotografia benché un po’ rovinata, ma le ho salvate tutte. Vi saluto tutti di cuore che ho scampato la morte e sono sano e salvo. Vostro Isidoro”. ■

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trentinobottegad’artista

di Renzo Francescotti

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enché abbia un cognome germanico, per la precisione austriaco, Sylvia Lippitz deve essere considerata in gran parte trentina. In effetti abita in Trentino da oltre 35 anni, ha sposato un trentino e sua nonna materna era una Nicolussi di Luserna. Vado a trovarla nella sua abitazione di Sant’Ilario, alle porte di Rovereto e mi faccio raccontare la sua storia, il suo percorso pittorico. Lei è nata in Austria nel Vorarlberg, sul Lago di Costanza. La madre era del Voralberg e il padre di Salisburgo, proprietario di un piccolo negozio di alimentari divenuto poi un supermercato. Che la nostra Sylvia abbia sempre sentito un forte richiamo per l’Italia è un dato di fatto, tra l’altro si è innamorata e ha sposato Luciano Maranelli – roveretano di origini alensi – e lo ha seguito in Trentino nel 1979. È divenuta madre di due figli, Viviana che vive a Venezia e Samuel, anche lui pittore (di cui abbiamo già scritto). Dalla sua venuta in Italia, data anche la sua attività pittorica.

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LA GUERRA DEL TEMPO CONTENITORI, BARATTOLI, LATTINE, VASI, FUSTI, BIDONI: NEI DIPINTI DI SYLVIA LIPPITZ QUALCUNO CI HA VISTO UNA SORTA DI APPELLO SOCIALE. ALTRI GLI EFFETTI DEL TEMPO CHE PASSA Sylvia ha iniziato frequentando per alcuni anni corsi di disegno e pittura sotto la guida del maestro Franco Laspada, a Rovereto e Brentonico, dove il suo insegnante lavorava. Si dedicava soprattutto agli acquerelli, girando con il gruppo di Brentonico a ritrarre, en plein air, paesaggi e scorci dell’altopiano. Una pittura immediata, tradizionale, facile, di successo: la gente comprava i piccoli acquerelli e la Lippitz doveva ripetere lo stesso soggetto anche più volte. Coi suoi compagni di corso realizzò anche alcuni dipinti riprodotti nel libretto

che accompagnava il CD del coro ”Soldanella“ di Brentonico. Poi sentì il bisogno di una pittura più strutturata, e nel 2007 arrivò a Trento, ai corsi delle Arti Visuali diretti dal pittore Bruno Degasperi. A fine anno fu assegnato a tutti un tema da elaborare pittoricamente, “L’orto”: ”Non ne sapevo niente di orti: pensando alle verdure mi vennero in mente i barattoli esposti negli scaffali del negozio di mio padre: erano quelli il ”mio orto”. Così Sylvia dipinse una scansia di barattoli, ingentiliti da qualche cespo di pomodorini. Impossibile che non avesse in mente i famosi barattoli di zuppa Campbell’s di Andy Warhol. Ma significati e simbologie sono diverse: Warhol voleva celebrare il quotidiano, il consumo di massa, la mitologia americana: la nostra Sylvia dipingendo quei barattoli recuperava ricordi di infanzia, celebrava forme che le erano famigliari, care e quindi belle per lei. Fu così che si innamorò dei “contenitori”. (Qui ci sarebbe da fare un lungo discorso, anche interessante, distinguendo tra contenuti e forme, dissertando su presenze e simboli. Ma questo non è un saggio critico: è un sintetico profilo critico-biografico. In ogni caso non facile da scrivere, poiché

in un paio di pagine si deve ripercorre un lungo percorso di vita e di arte, usando un linguaggio non specialistico, ma fruibile da tutti: Il “critichese” è un linguaggio che personalmente detesto e che, a mio avviso, ha compiuto disastri, allontanando il pubblico dalle opere d’arte). ”Mi affezionai al genere dei contenitori, barattoli, lattine, vasi, fusti, bidoni, oggetti di uso quotidiano. Nei grigi dei barattoli si possono leggere quasi tutti i colori (io sono una colorista più che una disegnatrice). I bidoni, ad esempio, raccontano una storia, come se avessero una vita.


trentinobottegad’artista

All’origine hanno dei colori che col tempo si modificano, sbiadiscono, si chiazzano, si arrugginiscono. La bellezza del loro vissuto, del loro logoramento, mi affascina…” Ci sono stati dei critici che hanno voluto vedere nei fusti della Lippitz, un appello sociale. Luciano Carini, ad esempio, che ha scritto: “Il più delle volte i fusti sono arrugginiti e consunti, prossimi al disfacimento, grido accorato in difesa dell’ambiente, appello drammatico perché la coscienza umana torni finalmente alla ragione e fermi la sua folle corsa verso l’autodistruzione”. Ma se pure una componente con questa valenza non si possa del tutto escludere, a mio avviso la nostra Sylvia non è un’artista di vocazioni, di istanze sociali. Lei dipinge questi fusti perché è intrigata dai mutamenti inflitti dal tempo, dalle storie contenute negli oggetti, dalle loro metamorfosi, dal loro

logoramento che va verso la consunzione, dalla vita e morte che contengono (che sono anche le nostre). Sylvia Lippitz è l’artista che documenta, che canta coi pennelli la guerra del tempo. Quella vocazione socio-politica che Carini attribuisce alla Lippitz è tratta dalla presentazione della prima personale, presentata a Piacenza nel 2009. In precedenza c’erano state delle collettive, anche all’estero. Ad esempio, nel 2010, al Rathaus ( Municipio) di Forchheim vicino a Norimberga si svolse con notevole successo (ne parlarono molto i media) un’esposizione che potremmo chiamare delle “Tre Silvie”, dato che esponevano la scultrice tedesca Kiesewetter, la pittrice trentina di Calliano Silvia Marchetti e la nostra Sylvia. Nello stesso anno ad Ammersee, non lontano da Monaco di Baviera, un’altra antologica in cui la Lippitz e la Marchetti erano assieme ad artisti tedeschi. Ora la nostra artista sta lavorando a quello che si profila come un nuovo ciclo: vecchi barconi rugginosi, ma ancora con i loro colori parzialmente leggibili, dipinti col colorismo forte, di ascendenza espressionistica, che contraddistingue questa interessante artista austriaco-trentina. Se poi uno legge in questi vecchi barconi le tragedie dei migranti, è perfettamente libero di farlo. E forse non va molto lontano dalla verità. ■

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LUOGHI INCANTATI

di Silvia Conotter ssss

Mind Eye a Respirart, Alpe di Pampeago

I PARCHI D’ARTE: MERAVIGLIE DELLA NATURA GALLERIE A CIELO APERTO DI OPERE SORPRENDENTI, CHE SI FONDONO CON GLI ELEMENTI NATURALI E CHE A VOLTE RITORNANO ALLA TERRA. PERCORSI SUGGESTIVI SOPRATTUTTO IN AUTUNNO, DISSEMINATI QUA E LÀ, IN DIVERSI ANGOLI DEL TRENTINO

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el territorio trentino ad aprire la strada della fusione tra arte e natura è stata senza dubbio Arte Sella, che quasi 30 anni fa ha dato vita alle prime installazioni immerse nei meravigliosi boschi della Val di Sella, in Valsugana. Con il tempo i cosiddetti “parchi d’arte” si sono moltiplicati, in una contagiosa esplosione di bellezza capace di animare in maniera particolare luoghi già di per sé magici e suggestivi. L’autunno è la stagione ideale per scoprirli, con colori caldi di rara intensità. Arte Sella. Esperienza affascinante a stretto contatto con una cinquantina di opere che vengono poi lasciate alla natura, che le degrada e le riporta nel loro ciclo vitale. Una sorpresa ogni anno, quindi, con elementi che spariscono e nuove realtà che nascono. Un invito alla scoperta, all’entusiasmo e alla meravi56

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glia, a partire dall’imponente Cattedrale Vegetale realizzata nel 2002 dall’artista Giuliano Mauri. Ma sono tante le attrazioni per grandi e piccoli, da assaporare in silenzio, da vivere rifugiandosi al loro interno, da esplorare da diverse angolazioni e prospettive. Due i percorsi: ArteNatura, di tre chilometri, gratuito ed aperto tutto l’anno, mentre quello dell’area di Malga Costa è a pagamento: intero 6 euro, ridotto 4, bambini fino a 10 anni gratuiti. Nel corso degli anni Arte Sella è divenuta un punto di riferimento per l’arte contemporanea, ma anche uno spazio di ricerca negli ambiti della musica, dello spettacolo, delle fotogra-

fia e della letteratura. Sette le nuove opere da poco presentate. Tutte da scoprire. RespirArt. Uno dei più alti parchi d’arte al mondo, a quota duemila metri e poco più, nella magnifica Alpe di Pampeago, in Val di Fiemme. L’anello di tre chilometri permette ben presto l’incontro con la “Messa a fuoco sul Latemar”, una speciale catasta di legna circolare da cui ammirare questo splendido massiccio montuoso che dialoga anche con altre opere. Di grande impatto “Il Guardiano di emozioni” di Giampaolo Osele e la “Valanga di pensieri” di Thorsten Schutt. Estremamente scenografica la maestosa “Natura Viva” di mauro Lampo Olivotto, con la grande cornice che racL’opera di Giampaolo Osele a Lavarone


trentinoluoghi

Drena 3000 con vista sulla Valle del Sarca

chiude splendide porzioni di paesaggio. Dai tre troni si contempla l’incredibile vista anche attraverso suggestive vetrate di differenti colori, che permettono una visione unica delle montagne. RespirArt è aperto tutto l’anno, neve permettendo. Si lascia l’auto alla seggiovia Tresca, a Pampeago, e poi si prosegue a piedi fino a Baita Casarina, punto di partenza dell’anello. Bosco Arte Stenico (BAS). Galleria d’arte a cielo aperto che si estende in una porzione di bosco sopra Stenico, nelle

La scopa gigante a Ledro Land Art

Giudicarie. Completamente accessibile anche per chi ha problemi di mobilità. Anche qui un “work in progress”, proprio come succede in natura. Tra installazioni che parlano di sogni e di tempo, troverete una deliziosa catasta di matite colorate, una farfalla gigante uscita da bozzolo, statue che parlano di giustizia e di equilibrio, e molte altre sorprese fino ad arrivare alla bellissima cornice composta da tanti tasselli in legno che “contiene” a sorpresa il Castello di Stenico. Chi volesse concludere l’escursione

con una bella passeggiata può arrivare fino al giardino botanico del Rio Bianco con la sua fragorosa cascata. Da quest’estate il BAS è diventato inoltre uno dei sei sentieri speciali da percorrere a piedi nell’Ecomuseo della Judicaria. Stefano Bordiglioni, che ha scritto un racconto per ogni sentiero, qui ha scatenato la fantasia ispirandosi al tema dell’orso. E in effetti, percorrendolo, si può trovare qualche traccia del suo passaggio...Il BAS è aperto tutto l’anno, anche con la neve.

Siamo lieti di accogliervi in un contesto armonioso, lontano dal caos cittadino.

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trentinoluoghi

L’enorme cornice sull’Alpe di Pampeago

Il Respiro degli Alberi. Percorso tematico di arte contemporanea nel bosco, a poco più di mille metri di altitudine, ha come elemento conduttore delle singole opere l’albero, elemento di vita. Si parte da Lavarone, e precisamente dalla frazione di Lanzino, percorrendo una strada forestale di due chilometri e mezzo pianeggiante. Attorno solo silenzio e quiete, sia d’estate che in inverno, e la Vigolana a fare da vedetta. Le opere più belle? “Virtuosa natura” di Aldo Pallaro, che si staglia nel cielo; “Fra i rami un rifugio segreto”, il nido di Giampaolo Osele, “Radicati Liberi” di Marco Nones e “Radici dell’anima” di Leonardo Nava. Arrivati al Belvedere, ecco una splendida vista dall’alto del lago di Caldonazzo. Perché vedere dall’alto uno specchio d’acqua è sempre affascinante. Si torna indietro dalla stessa strada, percorribile facilmente a piedi, con il passeggino da trekking e d’inverno con le ciaspole, o trascinando i bimbi sul bob e sulla slitta. Ledro Land Art. Bellissima pineta poco distante dal Lago di Ledro, in località Pur, che dal 2012 ospita una ventina di singolari opere ideate grazie al lavoro di reinterpretazione degli spazi e l’interazione con gli elementi presenti. Incontrerete così mucche di sassi con grandi corna d’acciaio, una chiocciola al limitare del bosco, una scopa gigante nella radura che disegna la primavera, le corde di violino dell’artista Matteo Boato, ma anche altalene sospese, trincee formate da grandi sacchi, omini di pietra che formano quasi una grande famiglia, un riccio gigante, pali con l’anima, fino

La porta segreta disegnata sulla roccia

a mani enormi e significative. È un luogo da vivere, da assaggiare piano piano, da percorrere anche con i passeggini. Ideale per pic-nic alternativi. Drena 3000 Air Gallery. Luogo scarsamente valorizzato, che nasconde una serie di installazioni assolutamente sorprendenti ed originali proprio nella zona alle spalle del Castello di Drena. Approfittate del periodo autunnale per passeggiare tra i magnifici castagni secolari della zona, dopodiché fate un salto a Braila, un paese di dieci anime che vale la pena di visitare. Seguendo le indicazioni raggiungerete questo sentiero tematico che inizia con una miriade di rane colorate sopra ad un grande masso. Incontrerete la grande spada nella roccia, la lampada di Aladino, indumenti “marmorizzati” che sembrano veri e lasciati

A Ledro i bambini si appropriano delle installazioni 58

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lì chissà da chi. E poi grandi clessidre per fissare lo scorrere del tempo, ma anche coccinelle in conferenza, monitor utilizzati come vasi o come TELE VISORI sul bellissimo panorama della valle sottostante. I due percorsi (della Luna e del Sole, uno che sale più in quota, l’altro che rimane più basso) attraversano una marocca, una sorta di frana glaciale composta da grandi massi. Rimarrete a bocca aperta di fronte a tanta genialità, perché non capita tutti i giorni di incontrate una curiosa anatra segnavento e una donna incinta composta da simpatici ingranaggi meccanici. È un mix di natura, arte, fantasia e creatività. Sono luoghi in continua trasformazione, che vale la pena esplorare facendosi sorprendere dalla scoperta e ■ dalla meraviglia.





trentinoincontri

di Tiziana Tomasini

I

ncontriamo il dottor Giorgio Martini in una fresca giornata di fine estate, per farci raccontare cosa è riuscito ad escogitare – con la complicità dei figli – per raggiungere il quarto alloro. Appassionato di sport e di nutrizione dello sportivo, dopo la laurea in Farmacia medita di proseguire con Medicina e Chirurgia, ma giunto al quinto anno converte gli esami per passare a Biologia della Nutrizione. Secondo step raggiunto, seconda laurea conquistata. Manca a questo punto l’approfondimento sulla parte motoria dello sportivo; acquisisce così la terza laurea, in Scienze e Tecnologie del Fitness e Prodotti della Salute. A questo punto la moglie dice basta. Lo studio richiede un certo sacrificio anche da parte dei familiari, il rischio è che lui si stressi e comprometta l’intesa familiare; conciliare gli impegni dell’uno e dell’altro settore non è semplice. Per onor di cronaca, va aggiunto che il dottor Martini, oltre al lavoro di farmacista ed al titolo di Capitano di fregata della Marina Militare Italiana, nel tempo libero fa subacquea, va a correre, nuota, pratica il pa-

“MA NON DITELO ALLA MAMMA” APPASSIONATO DI STUDI MEDICO-SPORTIVI, GIORGIO MARTINI, POLIEDRICO FARMACISTA DI CEMBRA RAGGIUNGE IL PRIMATO DELLE QUATTRO LAUREE, L’ULTIMA DELLE QUALI CONSEGUITA DI NASCOSTO DALLA MOGLIE E CON LA COMPLICITÀ DI… racadutismo, scia, ha tirato di scherma per anni, ha praticato arti marziali. Ma questo è solo l’antefatto. Nell’articolato percorso di studi di Martini, resta qualcosa in sospeso, qualcosa di ancora più specifico, che svisceri approfonditamente l’ambito motorio. Il piano sta per delinearsi e la sua costruzione nasce quasi spontaneamente. Raccontato alla moglie – che di lauree non ne voleva più sapere – di dover

Il dottor Giorgio Martini – ed il suo team, tutto al femminile – nel suo regno: la farmacia di Cembra 62

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aiutare il figlio (studente universitario), si reca ad Urbino e si iscrive a Scienze della Nutrizione. Il tutto, ribadiamo, in assoluto segreto, con la tenace e costante complicità dei figli. Ma come è riuscito a concretizzare il percorso di studi? Con una grande determinazione. Sveglia tutti i giorni alle sei di mattina e studio fino all’inizio della giornata lavorativa. Il segreto del suo successo consiste

nell’ottimizzare i tempi: sfruttando ogni momento libero, Martini ha organizzato la sua vita in modo tale da raggiungere questo obiettivo. Naturalmente nel più assoluto mistero. Ciò non vuol dire che non sia stata dura. Con disinvoltura ripassa mentalmente, aiutato, lo ribadiamo, dai due giovani complici. Insieme hanno anche ideato l’esame rapina. Consiste nel sostenere due esami nello stesso giorno, in due sedi

Foto di famiglia in occasione della seconda laurea: Martini in divisa, la moglie Anna ed i figli Giulio ed Alberto


trentinoincontri

LE 4 LAUREE DEL DR. MARTINI

È

il 1983: il 20 luglio, Giorgio Martini si laurea in Farmacia a Padova. Primo traguardo raggiunto. Pochi anni dopo, nel 1987, vince il concorso per prestare servizio permanente effettivo nel Corpo della Sanità Militare dell’Esercito. Nel 1991, partecipa alla guerra del Golfo in qualità di esperto di contromisure chimiche e farmacista del gruppo navale. Dopo varie esperienze per mare – tra cui la Nave Scuola Amerigo Vespucci – sostiene incarichi a livello NATO. Studioso appassionato del mondo della medicina, approfondisce le varie sfaccettature del complesso mondo della montagna. Contemporaneamente esplora altri settori, e non trascura nemmeno l’acqua, tanto da acquisire il brevetto finalizzato al salvataggio fluviale alluvionale. Nel luglio 2013 corona il secondo alloro: si laurea in Biologia Molecolare, Sanitaria e della Nutrizione presso L’Università degli Studi di Urbino. Il 27 giugno 2014 si laurea presso L’Università degli Studi di Camerino in Scienze e Tecnologie del Fitness e Prodotti della Salute. Poco dopo essere stato nominato docente incaricato in Medicina di Montagna presso l’Università degli Studi di Padova, si laurea per la quarta volta (luglio 2015) in Scienze della Nutrizione presso la Facoltà degli Studi di Urbino. E con questa sono quattro. Ma sarà davvero l’ultima? diverse, a qualche chilometro di distanza. Fatto il primo, il figlio, in ruolo di basista, lo attende con motore acceso e portiera aperta per volare alla seconda convocazione. Arrivato sul posto, il docente nota: ”Dottore, la vedo un po’ trafelato..!” Ma hanno mai rischiato di essere scoperti dalla madre? In alcune occasioni ci sono stati molto vicini. Ad esempio, una volta la moglie incontra un amico comune, il qua-

le chiede se Giorgio stia per caso affrontando un altro percorso di studio. “No!”, risponde lei, ma un dubbio si è insinuato, tanto che, giunta a casa, chiede ad uno dei figli:”Non è che per caso il papà sta studiando per un’altra laurea?!” E il giovanotto prontamente: ”Ma mamma, vedi quanto lavora, quanto è impegnato? Quando mai potrebbe trovare il tempo?” E la cosa finisce lì, nella consapevolezza che

Quarto alloro ad Urbino per Martini, qui con il Rettore Prof. Vilberto Stocchi

comunque il marito si trova spesso con un libro o con il tablet in mano per motivi di aggiornamento lavorativo. I rischi sono stati più d’uno, ma sempre abilmente stravolti e camuffati sotto battute o serie argomentazioni. E poi arriva il momento della laurea. Il momento di svelare le trame. Come motivare la trasferta nella nota città marchigiana? Semplice. Con l’ausilio di un terzo personaggio (compagno di appartamento del figlio), che dichiara con gioia la fine – simulata – del suo percorso di studi. Attore nato, al cospetto della famiglia Martini presente al completo nell’ateneo, si accinge ad entrare in aula per la discussione, ma all’ultimo momento entra in scena il dottore farmacista. Il complice, dinnanzi alla commissione esaminatrice

Il farmacista ed i “complici” (figli ed amico/attore), che aiutano il plurilaureato a sostenere le sue tesi.

ed alla famiglia dell’amico, dichiara di non farcela a sostenere l’esame. Il dottor Martini si alza prontamente, dichiarando “Allora continuo io!” Generale sgomento e facce incredule, ma soprattutto la sua, quella della moglie. Sulle prime la signora pensa ad uno scherzo, ma poi sono i figli a darle conferma:”Ma mamma, hai capito chi si laurea?” Immaginiamo risate, lacrime ed infine i complimenti, con l’implicito perdono. Svelato finalmente l’arcano, l’esaminando espone il suo lavoro, costruito su un tema di alto interesse per la nostra regione: la cura del mal di montagna, di cui Martini è esperto certificato e docente, con esperienza in Nepal. A questo proposito, è d’obbligo sottolineare che la tesi di Martini è dedicata a due colleghi scomparsi nella tragica circostanza del sisma avvenuto in quella zona geografica. Una rete di motivazioni affettive e professionali, che contraddistinguono la vita di quest’uomo davvero singolare per attitudini ed interessi. Nel congedarci, Martini ci lascia il suo biglietto da visita, anch’esso particolare: di plastica trasparente. Stiamo per chiedergli il perché di questa scelta, ma lui anticipa la risposta. “Da scambiare sotto la doccia!” Certo, come abbiamo fatto a non pensarci. ■ 63

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trentinospecialevino

VIAGGIO IN VALLAGARINA

di Giada Vicenzi ssss

TRA VINI, GRAPPE, STORIA E NATURA OTTOBRE, TEMPO DI PICCOLI VIAGGI ALLA SCOPERTA DI BUON VINO E GRAPPE DA MEDITAZIONE. TRA VIGNE, CANTINE E ANTICHI MANIERI, LA VALLAGARINA CUSTODISCE AUTENTICI TESORI DA SCOPRIRE, PER LA GIOIA DEGLI OCCHI, DELLA MENTE E DEL PALATO

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on importa che sia inverno o estate, il Trentino riesce sempre a offrire al visitatore di passaggio e al turista in vacanza paesaggi mozzafiato, cultura e buon cibo. Ma è in autunno, quando la frenesia dell’estate è ormai un ricordo e le giornate ancora tiepide invitano a lunghe passeggiate all’aperto che questa terra regala il meglio. Le foglie degli alberi si colorano di sfumature dorate e i boschi e le valli somigliano alla tavolozza di un pittore: un tripudio di verdi, arancioni, blu, rossi e gialli. È con questi colori e con una geometria ammaliante di rocce scoscese, boschi secolari e ordinati vigneti che la Vallagarina ac64

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coglie in ottobre il visitatore che arriva da sud. È questo il momento migliore per concedersi una piccola deviazione dal proprio percorso e avventurarsi, in auto o in bicicletta, alla scoperta dei paesi tranquilli, dei castelli, delle pievi e dei prodotti tipici di questa

vallata. Ottobre è il mese della vite e del vino, come ricorda l’affresco del Ciclo dei Mesi di Torre Aquila a Trento. E come ricorda anche Guccini, quando canta «Non so se tutti hanno capito, ottobre, la tua grande bellezza: nei tini grassi come pance piene, pre-

pari mosto e ebbrezza». Una visita nelle cantine e azienda agricole della Vallagarina è, quindi, d’obbligo per rendere omaggio al prodotto in assoluto più rappresentativo e caratteristico di questa terra. In questa valle, infatti, il vino racconta una storia millenaria, fatta di uomini, di vite intere spese in campagna e in cantina, una storia di managerialità, investimenti e cultura diffusa. Accanto a importanti realtà cooperative, sul territorio sono presenti tante aziende private, anche di vecchia data. Realtà differenti, ma accomunate dal fatto di lavorare una terra a collaudata vocazione vinicola, capace di trasferire le peculiarità dei diversi terreni


trentinospecialevino

Filippo Scienza e la moglie Barbara dell’Azienda Agricola Vallarom

in caratteristiche proprie dei vini; e che per questo hanno capito l’importanza di costruire attorno ai loro prodotti una precisa identità territoriale. Vegliata dall’antico castello di Sabbionara, che dalle pendici del monte Vignola domina la valle fin quasi a Verona, la Cantina sociale Viticoltori in Avio porta avanti dal 1957 l’obiettivo di valorizzare un territorio a torto considerato periferico e con i suoi 450 soci e i suoi 700 ettari di vigneto produce vini di qualità e favorisce iniziative per migliorare la cultura e la tecnica enologica. Inserita nella zona vinicola storicamente più produttiva, la Cantina di Avio gestisce un territorio che va da Pilcante nel comune di Ala fino a Quaderni nel comune di Valeggio sul Mincio. Una cantina di confine, dove si producono molte e diverse varietà di vino: Pinot grigio, Pinot bianco, Marzemino, Lagrein, Chardonnay e quella particolare uva autoctona che è l’Enantio. Un tempo chiamata “lambrusca a fo-

glia frastagliata”, di questa varietà ad Avio esistono ancora esemplari ultracentenari ed ora è protagonista di un originale progetto di recupero, dove il vino si intreccia con la storia e la memoria. In questo progetto, messo in piedi dalla Cantina Sociale Viticoltori in Avio da un’idea dell’associazione di studi storici Memores e patrocinato dal Comune di Avio, la vigna di Enantio diventa testimone dell’immane tragedia che si consumò un secolo fa tra queste valli e montagne durante il primo conflitto mondiale. Il monologo “Tralci di guerra” di Francesca Aprone dà voce alla vigna, a cui per l’occasione è stato anche confezionato un “vestito” nuovo: 13 originalissime etichette, che raffigurano i soldati dell’Imperial Regio Esercito Austro-Ungarico e del Regio Esercito Italiano, mentre la tredicesima è dedicata alle vedove e agli orfani. Come ha spiegato Matteo Mattei, presidente di Viticoltori in Avio, questo progetto dimostra che anche la cultura e la storia possono contribuire al recupero e al rilancio commerciale di vitigni dimenticati, aprendoli al mercato e dando un’ulteriore spinta alla salvaguardia dell’economia e della tradizione locale. Vitigno che fino agli anni Ottanta rappresentava circa il 15% della viticoltura trentina e oggi solo lo 0,5%, l’Enantio è ridotto a una cinquantina di ettari concentrati proprio qui, nella bassa Vallagarina. Tra le aziende che stanno lavorando con convinzione al suo recupero c’è anche Vallarom, azienda agricola famigliare condotta da Filippo Scienza e dalla moglie Barbara, con sede a Masi d’Avio. Nel cuore dei Campi Sarni, il maso di Vallarom si estende fra l’abitato di Masi d’Avio e quello di Vo’ Sinistro. Testimone nei secoli di scorrerie, battaglie, passaggi di re e regine, dopo la metà del 1900 il maso ha 65

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trentinospecialevino

Luciano Tranquillini, direttore della Cantina Mori Colli Zugna

intrecciato la sua storia con il vino. Ereditato il maso dai genitori, i fratelli Renato e Attilio Scienza (il primo chirurgo, il secondo agronomo di fama internazionale) iniziano a produrre una serie di ottimi vini. Cresciuto tra tini, mosti e tralci d’uva, per Filippo, figlio di Renato, è naturale proseguire su questa strada. La profonda formazione enologica (all’Istituto Agrario di San Michele, in Borgogna e in California), la pratica assidua, la passione e la straordinaria capacità di entrare in sintonia

con i ritmi della campagna lo conducono in breve tempo a grandi risultati. Dai vigneti e dalla cantina di Filippo e Barbara escono vini inconfondibili per la naturalezza e il carattere, espressione fedele dello straordinario microclima lagarino: abbiamo iniziato parlando dell’Enantio, ma il vino di punta è senza dubbio il Campi Sarni Rosso, taglio bordolese classico (Cabernet sauvignon, Cabernet franc e Merlot) premiato più volte con i cinque grappoli dell’AIS, affiancato dallo Chardonnay e dal Pinot Nero: ci sono poi il Cabernet Sauvignon in purezza dal carattere deciso, il Vadum Caesaris, esempio genuino di metodo famigliare, e gli spumanti metodo classico Vo’ Brut e Vo’ Rosé. Non mancano il Marzemino, il Moscato Giallo e il particolare Syrah. Sperimentatori per natura, ma soprattutto convinti dell’importanza di una viticoltura più rispettosa dell’ambiente e dell’uomo, Filippo e Barbara hanno da tempo rinunciato alla mediazione della chimica più invasiva, per dare vita a prodotti

più “veri”, realmente “figli” dell’ambiente, del territorio, dell’uomo e delle stagioni. Da tempo hanno convertito tutta la filiera produttiva alle modalità biologiche e biodinamiche, che, assieme alle tecnologie a basso impatto energetico di cui fanno uso in cantina, hanno fatto guadagnare alla loro azienda la certificazione biologica ICEA e ai loro vini la certificazione “biologico”. Proseguendo verso nord, si attraversano zone che raccontano una lunga storia di terre strappate alle pendici dei monti e protette da stretti terrazzi. Una storia che non fa

difetto alla Cantina Sociale Mori-Colli Zugna, posta lungo la via che unisce la piana lagarina al Lago di Garda. La superficie vitata copre 600 ettari in un territorio che si arrampica fino sull’altopiano di Brentonico, alle pendici del Monte Baldo, a 700 metri di altitudine. Su questa vasta superficie crescono, come in tante altre realtà produttive trentine, numerosi vitigni: Marzemino, Lagrein, Merlot, Pinot Nero, Pinot Grigio, Müller Thurgau, Traminer Aromatico, Sauvignon e Chardonnay. L’ampia superficie, ripartita equamente fra pianura, collina e montagna,

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trentinospecialevino Esterni della Cantina d’Isera

si accompagna a un gran numero di soci (circa 700) e di particelle da monitorare (circa 5.000). La necessità di una gestione completa e integrata dell’intero processo di produzione vinicola, dalla coltivazione fino alle ultime fasi della vinificazione, ha portato in anni recenti a rivolgersi con decisione verso le nuove tecnologie. È così che dal 2007 si è deciso di adottare un software webGIS/geodatabase messo a punto in collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler, mediante il quale poter interrogare il territorio in maniera completa e secondo diverse variabili: suolo, vitigno, esposizione, altitudine, ecc. Un sistema complesso – come ha spiegato il direttore Luciano Tranquillini –, che ha richiesto un grosso sforzo nell’inserimento dei dati di campionamento, ma che ora permette di incrociare i dati territoriali e ambientali con i

dati di produzione e finanziari, in modo da poter ottimizzare le pratiche colturali e valutare le ricadute economiche delle scelte di campagna. Al tempo stesso, questo sistema permette di cogliere nel tempo le espressioni e le peculiarità di ciascuna zona, di valorizzare al meglio i diversi vitigni e presentare al mercato vini ancorati alla storia locale, autentica espressione di questa parte di Vallagarina. Proseguendo oltre in direzione di Rovereto, ma tenendosi sulla Destra Adige, ci si viene a trovare nel Comune di Isera, borgo di origini antiche come testimoniano i resti della villa romana, sulle cui colline dimora un altro grande simbolo della Vallagarina: il Marzemino. Celebrato da Mozart nel suo “Don Giovanni”, il Marzemino è forse il vino più tipico della Vallagarina, dove ha trovato l’habitat ideale. Ma la massima espressione qualitativa viene

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La bottaia della Distilleria Marzadro

raggiunta proprio nella zona di Isera, grazie agli scuri terreni basaltici che conferiscono alle uve, e quindi al vino, una struttura e un bouquet eccezionali. Il Marzemino è uno dei “gioielli” della Cantina Sociale di Isera, cantina dalla tradizione ormai centenaria, ma che ha saputo rinnovarsi con intelligenza. Fondata nel 1907, per volontà dei viticoltori della zona, la Cantina d’Isera conta oggi oltre 200 soci e una superficie di 230 ettari, che ad ogni vendemmia conferiscono mediamente 25.000 quintali di uve scelte e pregiate. “Il buon vino nasce in campagna” è una massima a cui la Cantina d’Isera si attiene fermamente. Dalla scelta dei nuovi impianti sino al controllo sistematico dell’intero ciclo vegetativo, tutto è seguito e controllato rigorosamente, al fine di ottenere una produzione viticola di alta qualità, bilanciando sapientemente

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le nuove tecnologie e con le antiche tradizioni. E se è vero che il Marzemino è oggi uno dei prodotti più apprezzati e richiesti sul mercato (e la Cantina di Isera ne produce diverse tipologie), è altrettanto vero che a fargli compagnia ci sono altri vini pregiati: Müller, Chardonnay, Sauvignon, Cabernet, Metodo classico Trento doc e Moscato Giallo solo per citare alcuni fra i prodotti di punta di questa cantina centenaria. Non molto lontano da Isera e sempre in Destra Adige, nel comune di Nogaredo, c’è un’altra testimonianza di tradizione e sapienza: la Distilleria Marzadro. Il prodotto finale è diverso, in questo caso parliamo di grappa, ma la materia prima proviene sempre dalla vitis vinifera. La distillazione regala, anzi, una nuova ulteriore vita alle vinacce, residuo della lavorazione dell’uva da vino, ancora ricche di sostanze



trentinospecialevino

aromatiche, che confluiscono poi nella grappa. Un’arte che in casa Marzadro si porta avanti dal 1949, anno di fondazione dell’azienda per opera di Attilio Marzadro, e che ha raggiunto oggi livelli di eccellenza. Una professionalità e un impegno che si sono conservati intatti anche oggi, con la terza generazione, ma sempre nell’ottica di un’innovazione costante. Nel caso di Marzadro l’innovazione è stata sia di tipo produttivo/ qualitativo che culturale: da prodotto rude e tipicamente maschile, la grappa Marzadro

è oggi un prodotto di grande complessità, raffinato e morbido, aperto anche al palato femminile. Il tutto a partire da vinacce freschissime, appena svinate e ricche di mosto, che arrivano dalle cantine della zona. Ma innovazione ha significato per Marzadro anche nuova comunicazione e presentazione al consumatore. Fondamentale per Marzadro è raccontare che cosa c’è dietro a una bottiglia o a un bicchiere di distillato. Un principio che la distilleria lagarina porta avanti con una grande attività di promozione, assagDistilleria Marzadro

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gi e degustazioni, sia in Italia che all’estero, con l’obiettivo di allargare la conoscenza e gli orizzonti del consumatore. Acqueviti, grappe, liquori, creme… la gamma di prodotti di Marzadro è davvero vasta e capace di rispondere a tutti i gusti ed esigenze. Ma il prodotto più rappresentativo è sicuramente la grappa Le Diciotto Lune, una grappa stravecchia di alta qualità, prodotta con le migliori vinacce trentine distillate nel tipico alambicco e lasciata affinare per almeno diciotto mesi in botti di legni pregiati. Poche decine di metri separano Marzadro da un’altra grande espressione territoriale lagarina, la Cantina Vivallis, che ha raccolto l’eredità della vecchia Società Agricoltori Vallagarina (Sav) e quindi ha le radici ben salde nella cultura enologica della valle, una valle profondamente legata alla tradizione, ma al tempo stesso proiettata verso il futuro, in accordo con la spiccata vivacità culturale che la contraddistingue. Caratteristiche che oggi Vivallis incarna molto bene, raccogliendo e trasformando le uve provenienti da oltre

800 ettari di vigneti, posti in zone altamente vocate – da Besenello a Chizzola di Ala – fino a 700 metri di altitudine e coltivati da ben 910 soci. L’obiettivo a cui il direttore Mauro Baldessari e i soci lavorano è ambizioso: produrre vini di qualità, che siano sintesi di tradizione e, attraverso l’uso di tecnologie avanzate, modernità, per continuare ad essere espressione coerente ma dinamica del territorio della Vallagarina. Per questo motivo la Cantina Vivallis, accanto allo sfuso, ha puntato con decisione sui prodotti classici della Vallagarina, quali il Marzemino, nella versione Superiore “dei Ziresi” e “di Isera”, e il Moscato Giallo Castel Beseno, un’altra forte manifestazione del cosiddetto “terroir viticole”, coltivato nell’areale attorno alla collina di Castel Beseno e a cui dalla vendemmia 2010 viene riconosciuta ufficialmente la nuova denominazione di origine “Trentino Superiore Castel Beseno”. Tradizione e appartenenza al territorio che tuttavia vanno di pari passo con lo studio e la ricerca. Per questo e per dare valore all’imponente opera di zonazione realizzata sul territorio viticolo, è stata messa in commercio la linea Le Vigne: vini Trentino DOC originati da vigneti selezionati, individuati nelle zone pedo-climatiche più vocate alla loro coltivazione. ■



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FOTOTECA TRENTINO SVILUPPO SPA – FOTO DI DANIELE LIRA VAL DI FASSA - PASSO SAN PELLEGRINO - MOUNTAIN BIKE - DOWNHILL

MOUNTAIN BIKE, LE NUOVE REGOLE

AL CENTRO DELL’OFFERTA LA “RETE PROVINCIALE DEI PERCORSI MTB” E I BIKE PARK. LA NUOVA DISCIPLINA PUNTA A VALORIZZARE L’INSIEME DEI PERCORSI INDIVIDUATI DAI GRUPPI DI LAVORO COORDINATI DALLE APT DI AMBITO. I DIVIETI SARANNO LIMITATI A SITUAZIONI PUNTUALI DI RISCHIO, PER L’AMBIENTE O PER GLI ESCURSIONISTI. LE NUOVE REGOLE IN VIGORE DA SUBITO, UNA VOLTA INDIVIDUATI I PERCORSI SEGNALATI DA APPOSITE TABELLE

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FOTOTECA TRENTINO SVILUPPO SPA – FOTO DI RONNY KIAULEHN VAL DI FIEMME - CAVALESE - CICLISTI IN MOUNTAIN BIKE PRESSO CAVALESE

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n Trentino cambiano le regole in materia di mountain bike ed è una revisione che punta a qualificare un’offerta territoriale di fondamentale importanza all’interno della proposta di vacanza attiva, sui mercati internazionali della Germania e del Nord Europa in particolare, dove gli appassionati della disciplina sono in costante aumento. Un dato riscontrabile anche dal grande successo di pubblico che hanno ottenuto le gare di Coppa del Mondo disputatesi in Val di Sole a fine agosto. La nuova disciplina ha fatto tesoro delle criticità evidenziate in dieci anni di applicazione della normativa precedente, viziata da norme non proporzionate ai limitati problemi locali riscontrati, che hanno rischiato di produrre non pochi danni d’immagine,


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specie in area germanica, la più interessata all’offerta bike trentina. In sintesi, la nuova normativa si fonda su un approccio che individua nel cicloturismo e nella fruizione della montagna con la mountain bike un asset strategico della proposta turistica trentina con margini di crescita importanti. La principale novità è l’introduzione di uno strumento per indirizzare i flussi dei bikers su percorsi idonei. Si tratta della “Rete dei percorsi in mtb” sul territorio dove praticare il cross country a tutti i livelli di difficoltà. Questa si andrà ad affiancare ai sette Bike Park già esistenti – Tonale, San Martino di Castrozza, Paganella, Garda Trentino, Lavarone, Pinzolo e Val di Fassa – e a quelli di

prossima realizzazione per la pratica del downhill in apposite aree riservate. L’individuazione dei percorsi da inserire nella “rete” è stata affidata a gruppi di lavoro territoriali, uno per ogni ambito turistico, coordinati dalle stesse Apt. Garda Trentino, Val di Sole e Val di Fassa, sono prossimi a sottoporre l’elenco al Servizio Turismo. L’obiettivo della “rete” è di indirizzare la maggior parte dei bikers sui tracciati individuati e per questo sarà al centro delle campagne di promozione rivolte ai turisti interessati al Trentino come meta per una vacanza sportiva sulle due ruote. La sua promozione avverrà attraverso la realizzazione di materiali ad hoc come guide, tracce Gps scaricabili, cartine.

Non sarà invece né promossa né incentivata la frequentazione dei percorsi non inseriti nella “rete” e comunque percorribili. Con le nuove disposizioni i divieti riguarderanno i soli percorsi dove vengano riscontrate situazioni di rischio per l’ambiente o per gli escursionisti. In qualche caso tali divieti potranno essere limitati ai periodi di maggior afflusso. In questo modo si potrà anche realizzare un efficace sistema di sorveglianza e controllo. Per i sentieri inseriti nella “rete” sono previste due tipologie di segnaletica: una all’inizio di ogni percorso e una seconda più piccola in corrispondenza di ■ incroci e per conferma. FOTOTECA TRENTINO SVILUPPO SPA – FOTO DI DANIELE LIRA VAL DI FASSA - COL RODELLA - MOUNTAIN BIKE

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www.laterza.it

Alessandro Barbero

Gustavo Corni

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ra il 28 giugno 1914 il giorno dell’assassinio di Sarajevo. Pochi giorni dopo Trento e Trieste sono già in guerra. L’intervento dell’Italia arriva quasi un anno dopo. Al di là degli eventi militari, la vita non fu più la stessa all’interno del Paese, un Paese che dovette riorganizzarsi economicamente, politicamente e socialmente. Tutta la popolazione fu chiamata a sostenere lo sforzo di un lungo e faticoso conflitto in corso. Si venne a creare un “fronte interno” che impegnava tutti – a qualsiasi categoria sociale appartenessero – a sentirsi vicini alla Patria e al sacrificio del Paese in guerra. Le abitudini, il lavoro, i rapporti tra gli individui, la cultura cambiarono in maniera radicale rispetto al periodo pre-bellico.

LEZIONI DI STORIA ARRIVANO A TRENTO E ROVERETO PER LA PRIMA VOLTA LE “LEZIONI DI STORIA”. IL CICLO DAL TITOLO L’ITALIA IN GUERRA SI SVILUPPERÀ IN NOVE LEZIONI AFFIDATE AD ALCUNI TRA I MAGGIORI STORICI ITALIANI, DIVISE TRA IL TEATRO SOCIALE DI TRENTO E IL TEATRO ZANDONAI DI ROVERETO Lo stravolgimento delle abitudini sociali e culturali italiane fece sì che nuovi protagonisti – con nuovi ruoli – si affacciassero nella vita di tutti i giorni. Fu così che fecero la loro comparsa le donne, impegnate nel lavoro in fabbrica al posto di mariti e figli, mentre anche i più giovani, a volte poco più che ragazzi, vennero inviati nelle retrovie e nei campi di battaglia a ingrossare le file dell’esercito. Alla fine del conflitto, la società italiana aveva subito

grandi trasformazioni che proiettarono il Paese verso processi politici, economici e sociali completamente nuovi: l’avvento della produzione industriale e dei movimenti di massa, l’affermazione delle ideologie, l’esperienza della dittatura e del totalitarismo. Sulla scia dello straordinario successo riscontrato ormai da anni in molte città italiane dalle “Lezioni di storia”, anche a Trento alcuni dei più importanti storici rifletteranno sull’entità delle trasformazioni che la Grande Guerra

Dal 1765...

di Ferrai Bellucco Alessandra

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introdusse nel nostro Paese e nella nostra società. Sarà dunque il primo conflitto mondiale il nucleo tematico di questo ciclo di Lezioni di storia, dal titolo “L’Italia in guerra”. Nove storici di fama ripercorreranno le tappe principali della guerra che ha aperto il Novecento europeo e i cui effetti sugli equilibri mondiali, sulle popolazioni e sulle società coinvolte sono stati di lunga durata. Si partirà il 4 ottobre con Simona Colarizi che racconterà le fanfare della


trentinopanorama disfazione degli italiani; il 29 novembre concluderà Emilio Gentile con il racconto degli artisti che si lasciarono inebriare dal mito della guerra per poi scontrarsi con la crudeltà dei campi di battaglia.

Giulia Caccamo

propaganda che in un anno portano l’Italia dalla neutralità all’intervento; l’11 ottobre Alessandro Barbero racconterà Caporetto vista dai vinti e dai vincitori; Mario Isnenghi il 18 ottobre racconterà la fine di vecchi miti e la loro trasformazione, (per esempio, dal patriottismo risorgimentale al nazionalismo del ventennio); il 25 ottobre Gianni Toniolo racconterà i costi della prima guerra tecnologica della storia; il 1° novembre Enrico Camanni parlerà della guerra bianca, la dura vita di trincea tra i monti del confine; l’8 novembre Giulia Caccamo racconterà la fine dell’impero austriaco e l’umiliazione dei vinti; il 15 novembre Gustavo Corni parlerà degli italiani dell’impero asburgico, da patrioti a traditori; il 22 novembre Raoul Pupo racconterà la vittoria senza pace e l’insod-

Simona Colarizi

Le lezioni saranno introdotte nell’ordine da Luigi Sardi, Patrizia Marchesoni, Quinto Antonelli, Alessandro de Bertolini, Claudio Ambrosi, Marco Bellabarba, Camillo Zadra, Fabrizio Rasera, Marcello Bonazza. Le Lezioni sono promosse dalla Provincia Autonoma di Trento, Comune di Trento, Comune di Rovereto e Centro Servizi Culturali Santa Chiara; ideate dagli Editori Laterza; realizzate con il sostegno di Casse Rurali Trentine, Cavit, Dolomiti Energia, Mediocredito Investitionsbank. Le Lezioni si terranno la domenica mattina alle ore 11.00, dal 4 ottobre fino al 29 novembre 2015, presso il Teatro Sociale di Trento e il Teatro Zandonai di Rovereto. L’ingresso a tutte le Lezioni sarà libero fino ad esaurimento posti. A partire dalle ore 10.00 i biglietti potranno essere ritirati nei teatri dove si terranno le Lezioni. Questo tipo di format da anni ormai registra uno straordinario successo in molte città italiane: a Roma, nelle sale dell’Auditorium Parco della Musica, o a Milano nella suggestiva cornice della Basilica di Santa Maria delle Grazie, ma anche a Genova all’interno del Palazzo Ducale o al Teatro Verdi di Trieste, solo per fare alcuni esempi, grandi storici hanno affrontato i temi più significativi del passato di fronte ad un pubblico ampio ed eterogeneo. Nel 2014, per la prima volta, la formula è stata sperimentata con successo anche all’estero, in particolare a Londra, in collaborazione con il locale Istituto Italiano di Cultura. ■

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agliato nel 2014 il traguardo dei 10 anni, Pomaria spicca il volo, saluta con un pizzico di emozione l’incantevole borgo di Casez, sua storica sede, e migra nel cuore della Val di Non, a Cles. L’essenza della manifestazione rimane la stessa: far incontrare ai visitatori, in maniera piacevole e rilassata, un modello di agricoltura fortemente identitario per il territorio, facendo scoprire loro le eccellenze gastronomiche locali che ruotano attorno alle mele e a forme di produttività artigianale. E con il cambiamento di sede, oltre a molte altre novità, ci sarà ancora più spazio per le isole espositive dedicate al cibo, alla ristorazione e alle attività, rispettando lo spirito che da sempre contraddistingue Pomaria: selezionare realtà agroalimentari al massimo 0-40 km. Da festa in omaggio delle mele, ha saputo evolversi diventando un

POMARIA LA GRANDE FESTA DEL RACCOLTO NUOVA SEDE PER POMARIA, ORMAI ALLA SUA UNDICESIMA EDIZIONE, CHE ALLARGA LA SUA OFFERTA E MIGRA A CLES NEL CUORE DELLA VAL DI NON laboratorio diffuso sul rapporto di identità che in Val di Non si è instaurato tra la coltivazione delle mele e il territorio. Per l’occasione Cles aprirà le porte di edifici storici come lo storico Palazzo Assessorile, affrescato con spettacolari cicli e decorazioni ad affresco ed esempio straordinario di conservazione architettonica risalente al XVI secolo. Tra le novità più gradite, naturalmente, lo spazio a disposizione degli ospiti che diventa ancora più grande:

il centro storico del paese, con le sue piazze, le sue vie e i suoi palazzi storici farà da quinta a questo evento che, dal suo esordio, ha coinvolto sempre più, edizione dopo edizione, appassionati da tutta Italia. Gli spazi riservati agli espositori diventano 60. Se a Pomaria è possibile assistere a una vera e propria gustosa messa in scene di prodotti locali è merito dell’attività di ricerca e selezione dell’Associazione “Strada della Mela e dei Sapori delle Valli di Non e di Sole”

che con i suoi 180 affiliati, tutela a promuove realtà artigianali, filiere corte e prodotti a “rischio di estinzione”. Ospite d’eccezione, quest’anno, sarà lo Chef Rubio che domenica 11 ottobre alle ore 15.00 offrirà uno Show Cooking al pubblico di Pomaria. Non resta quindi che segnare in agenda queste due date, 10 e 11 ottobre! Tutti gli aggiornamenti e le novità sull’11ª edizione di Pomaria si potranno seguire sul sito dedicato www.pomaria.org ■

5° TROFEO DE LA MESCOLA - SFIDA CULINARIA

Castello Tesino > 26 settembre

SAGRA DI SAN MICHELE

Telve, Vie del centro > 27 settembre

LA 30 TRENTINA - GARA INTERNAZIONALE DI CORSA

Levico Terme > 27 settembre

Eventi d’autunno

10^ FESTA DEL RADICCHIO DI BIENO

Bieno, Campo sportivo - Teatro tenda e parco fluviale > 4 ottobre

3TBIKE - GARA NAZIONALE MTB

Telve > 4 ottobre

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FESTA D’AUTUNNO: MIELE, CASTAGNE E PRODOTTI LOCALI

Pergine Valsugana, Vie del centro storico > 10 - 11 ottobre

GRANFONDO COPPA D’ORO - GARA CICLISTICA

Levico Terme > 11 ottobre

FESTA DEI SAPORI D’AUTUNNO

Caldonazzo, Vie del centro > 25 ottobre

36^ FESTA DELLA CASTAGNA

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© Copyright foto: Alessio Ghesla, Emil Bosco, Foto Daniele Mosna, Storytravelers


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IL MENTALISTA FRANCESCO TESEI, LANCIA IL SUO NUOVO SPETTACOLO “THE GAME” CHE VERRÀ PROPOSTO IL 10 OTTOBRE ALL’AUDITORIUM S. CHIARA DI TRENTO “Uno spettacolo di mentalismo – racconta lui – è diverso da qualsiasi altro spettacolo di teatro: il mentalista, infatti, non si limita a recitare un testo, ma interagisce con il pubblico in una serie di “giochi”, o “esperimenti”, il cui esito è appeso a un filo molto sottile”. Tesei, diventato un vero e proprio fenomeno grazie anche alla ribalta catodica di Sky, è un vero e proprio giocoliere della mente che ti diverte sul palco in un continuo interagire con chi assiste ai suoi spettacoli: “Quello che voglio – ha

raccontato in un’intervista è che il pubblico si diverta un sacco durante il mio show. Mi piace sottolinearlo perché tanti a volte si spaventano davanti all’idea di un mentalista, di una persona che ti legge nel pensiero e che può invadere la nostra privacy. Io comprendo questa apprensione perché siamo in un mondo dove siamo controllati in quasi ogni azione o movimento che facciamo. Appunto, per molti il ruolo del mentalista è un tantino inquietante ed è proprio per questo che io cerco di

LIBERI di scegliere...

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sdrammatizzare il tutto con uno spettacolo che è anche ironico e autoironico”. Tesei proporrà una serie di giochi, esperimenti volti a farci stupire della potenza e potenzialità della comunicazione subliminale per scoprire in leggerezza quanto sia importante stare all’erta e lontani dal rischio di essere manipolati, Francesco Tesei trasforma le più moderne tecniche di comunicazione subliminale e attraverso di esse invita ad attingere dalle risorse «magiche» dell’inconscio. ■

C.C.I.A.A. del 20.08.2015 C.C.I.A.A. C.C.I.A.A.del del20.08.2015 20.08.2015

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opo il grande successo ottenuto con Mind Juggler, che in questi ultimi anni a teatro ha stupito più di 100mila spettatori fra cui anche il pubblico trentino lo scorso anno, Francesco Tesei, per tutti ormai “Il Mentalista”, lancia il suo nuovo spettacolo “The Game” che verrà proposto il 10 ottobre all’Auditorium S. Chiara di Trento nella serata organizzata dalla Showtime Agency. In una puntata del suo programma televisivo (Il Mentalista, in onda su Sky), durante la sfida con un campione di scacchi, Francesco Tesei disse: “Io sono un Mentalista: non ragiono in termini di vittoria o di sconfitta. Quello che a me interessa è …il controllo”. È proprio il controllo dei pensieri, delle scelte e delle loro conseguenze sugli eventi, ad essere il focus di The Game, alla ricerca degli “incantesimi della mente” che permettono di fare accadere le cose.

...fine di una bella e lunga storia.

GRAZIE A TUTTI!

Vendita di liquidazione dal 05.09 al 03.11.2015

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di Fabio De Santi

È

quello affidato ad una delle voci storiche del cantautorato italiano come Eugenio Finardi il primo evento musicale del teatro comunale di Pergine Valsugana (3 ottobre) nella serie di eventi curati da Corrado Bungaro. A calcare il palco del teatro nei prossimi mesi ci saranno, a dicembre, The Bastard Sons of Dioniso in occasione del lancio del loro nuovo album; il 6 febbraio i Mind the Gap e Radio80 featuring Alberto Camerini; il 19 marzo Kitchen Machine di Chiarastella Calconi e Adele Pardi ed infine il 23 aprile il concerto di Emanuele Lapiana, in arte N.A.N.O. Oltre al “Fibrillante Tour” Eugenio Finardi in questo 2015 sta proponendo sui palchi di tutta Italia lo spettacolo “Parole & Musica”. Un live che nella sua nuova versione è stato arricchito nella scaletta, negli arrangiamenti dei brani e nella scenografia. Rinnovato nella sua veste,

EUGENIO FINARDI UNA DELLE VOCI STORICHE DEL CANTAUTORATO ITALIANO SI ESIBIRÀ A PERGINE IL 3 OTTOBRE. SUL PALCO DEL TEATRO NEI PROSSIMI MESI CI SARANNO, A DICEMBRE, THE BASTARD SONS OF DIONISO il side project del cantautore milanese torna sul palco (dopo i grandi successi ottenuti con le oltre 70 date dello scorso anno), confermando l’aspetto intimo e raccolto del recital: a contatto diretto con il pubblico, Eugenio Finardi si racconta e racconta in musica, fondendo le sue canzoni a riflessioni personali e aneddoti sulla sua carriera artistica pluridecennale. “Parole & Musica” è una formula

live nata quasi per caso su richiesta del pubblico e diventata in breve tempo uno spettacolo di grandissimo successo, tanto da spingere Finardi a volerlo ridisegnare e ampliare come forma di ringraziamento verso i suoi numerosi fan, sia quelli storici che quelli delle nuove generazioni che lo hanno scoperto di recente e vedono in lui il “guru” e il capostipite di un modo indipendente e

RELIGION TODAY COMPIE 18 ANNI

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n programma dal 9 al 19 ottobre, Religion Today compie 18 anni. Un traguardo raggiunto passo dopo passo, tra visioni, entusiasmi, spinte e ripensamenti, cercando sempre di restare sintonizzati con i cambiamenti radicali di un mondo in cui la sfida raccolta dal Festival - valorizzare le differenze, dentro e fuori la sala di proiezione - diventa ogni giorno più urgente. Ecco allora che il titolo scelto per questa 18a edizione – Questioning God. Il dubbio e la fede – rende omaggio alle grandi domande che si fanno più pressanti proprio nel faticoso passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Ma tornare su questa dialettica antica quanto il pensiero è anche l’occasione per rilanciare il confronto tra credenti e altrimenti credenti, credenti e non credenti, laici deboli e laici forti, attraversando senza posizioni preconcette la mappa della diversità. 55 i film in concorso, giunti da 27 paesi del mondo e mai così vari per storie, stili, orizzonti culturali, con una nuova sezione dedicata ai migranti e un ricco ventaglio di produzioni “Far East”. Particolarmente numerosi anche gli ospiti, gli incontri, le attività per le scuole, le partnership, le “contaminazioni” e gli eventi speciali in programma nelle varie sedi del Festival, a cominciare dalla serata inaugurale che porterà a Trento la musica e l’impegno di pace della cantante araba israeliana Mira Awad. www. religionfilm.com.

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alternativo di fare musica. Dopo aver dedicato gli ultimi quindici anni all’esplorazione di diversi generi musicali, spaziando abilmente dal blues al folk, fino al fado e alla classica contemporanea, Eugenio Finardi ritrova il piglio agguerrito e incendiario e torna alle sonorità di forte impatto e ai contenuti di grande impegno che hanno contraddistinto i suoi primi album come “Non gettate alcun oggetto dai finestrini” e “Sugo” senza però dimenticare anche i brani più ispirati di dischi come “Dal blu”, “Colpi di fulmine” e “Dolce Italia” più pop ma comunque egualmente significativi . Proprio sul live “Parole&Musica” in un’intervista rilasciata al sito Mangialibri Finardi ha raccontato: “Parole e musica in realtà sono due opposti perché l’arte della parola è soggettiva, quella della musica assoluta. La musica è costituita da rapporti basilari, forse la definirei un’architettura, è un contatto diretto con l’assoluto cosmico. La musica unisce qualunque lingua, anzi c’è una musica in cui si nasce e una di cui ci si innamora, io mi sono innamorato del blues dei neri americani, pur essendo figlio di una cantante lirica”. ■


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on l’arrivo dei colori dell’autunno tornano anche quest’anno quelli della fiera “Fa’ la Cosa Giusta! Trento”. Baciata dal sole di un autunno azzurrissimo come nel 2011, intirizzita dalla pioggia e dal vento e con la neve poco più su come nel 2012, o scaldata da un fantastico clima tardo estivo come l’anno scorso, questa fiera è ormai diventata per moltissimi trentini (ma non solo!) un appuntamento fisso del loro calendario. Un’occasione non solo per fare la spesa, ma anche per incontrare di nuovo chi ha prodotto il dentifricio che adorano, i pantaloni tanto comodi, i pannelli solari con cui fanno la doccia gratis da anni, o le scarpe che non sono così comode come pensavano e su cui vogliono discutere un po’ con chi le ha disegnate e prodotte. In una visita virtuale negli spazi espositivi, ad accogliere il visitatore appena superato l’ingresso sarà lo spazio dedicato ai più piccoli, e dopo la visita al piano inferiore, con le associazioni, le cooperative sociali, l’editoria, il risparmio energetico e lo spazio della Provincia, sarà la volta al piano superiore di più di 100 stand dedicati all’abbigliamento, ai saponi, all’arredamento, al commercio equo e solidale e al turismo responsabile. Prima di tuffarsi nel mercati-

FA’ LA COSA GIUSTA: ADESSO TOCCA A VOI! DAL 23 AL 25 OTTOBRE, PRESSO LA STRUTTURA DI TRENTO FIERE, LA MANIFESTAZIONE SI PREPARA A VIVERE LA SUA UNDICESIMA EDIZIONE, CON UNA RICCA VARIETÀ DI STAND, LABORATORI E SEMINARI no dell’alimentazione biologica, che occupa lo spazio esterno sotto il cupolone, ricco come non mai di piccoli agricoltori biologici trentini, sarà il momento di concedersi una pausa più o meno lunga fra le varie proposte di ristorazione, da quelle più “slow” di Slow Food e degli Agritur, a quelle più veloci della pizza, delle omelette o persino dei pesciolini fritti, tutto rigorosamente bio. Nella costante ricerca di andare sempre più lontano sulla strada della sostenibilità anche della manifestazione stessa, quest’anno la vera sfida sarà quella dei visitatori: i dati 2014 del calcolo delle emissioni di CO2 hanno detto chiaramente che il 58% delle emissioni della fiera sono causate dagli spostamenti di chi la fiera la va a vedere, e il motivo è principalmente uno: che molti arrivano in auto, producendo 0,16 kg di CO2 per ogni chilometro percorso, contro gli 0,027 kg che

si producono spostandosi in autobus e gli 0 o poco più a piedi o in bici. I dati raccolti con questionari somministrati durante la fiera dello scorso anno dicono che, per quanto riguarda i visitatori provenienti dal Comune di Trento, il 43% sono arrivati in auto, percentuale che sale all’87% per i visitatori che arrivavano dal resto del Trentino: si può fare decisamente di meglio. Con un pizzico di pianificazione in più sull’orario di andata e di ritorno, dalla maggior parte delle zone del comune e della provincia di Trento, si arriva comodamente in prossimità della fiera con i mezzi pubblici, risparmiando sulla benzina, sui tempi per cercare parcheggio, e anche sul biglietto di ingresso, scontato per chi presenta il suo biglietto del bus o della corriera. Inoltre, almeno per chi abita nel fondovalle, è sempre va-

lida l’opzione della bicicletta. Proprio per promuovere la regina della mobilità sostenibile, quest’anno a tutti quelli che arriveranno in bicicletta alla fiera, sarà riservata una sorpresa e, volendo, un check up della due ruote a cura del progetto Gira la Ruota! Informazioni, programma ed espositori sul sito www. trentinoarcobaleno.it e sul profilo facebook FaLaCosaGiustaTn ■

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www.visitvaldinon.it

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i sono appuntamenti che diventano tradizione. Ne è un esempio la rassegna enogastronomica “Gli Antichi Sapori della Val di Non” che, nata per celebrare la tradizione gastronomia della Val di Non, è diventata essa stessa tradizione dell’autunno anaune. Per due settimane, dal 16 ottobre al 1° novembre 2015, otto tra i più quotati chef della valle trentina stupiranno i commensali proponendo antichi piatti della tradizione culinaria locale riletti grazie alla loro fantasia e abilità. Anche nella 29a edizione degli “Antichi Sapori della Val di Non” non mancheranno i piatti forti della cucina nonesa o trentina. Verranno pertanto riproposte e reinterpretate le antiche ricette degli Gnocchi di patate, i Canederli, le Vellutate o le Minestre “den bot” (di una volta) e ottimi secondi piatti di carne, per concludere poi con dolci ricette popolari. Protagonista indiscusso sarà

“ANTICHI SAPORI DELLA VALLE DI NON” MATERIE PRIME A KM. 0 E PRODOTTE IN LOCO PER LA RASSEGNA ENOGASTRONOMICA PIÙ ATTESA DELLA VALLE il Trentingrana DOP, il cugino trentino del più famoso Grana Padano DOP. Non mancheranno tuttavia anche altre varietà nostrane e più casalinghe. Una delle regole d’oro che caratterizza la rassegna culinaria negli ultimi anni e che ne decreta anche l’enorme successo di pubblico e critica è l’attenzione alle materie prime, rigorosamente a Km 0 e prodotte in loco. Naturalmente tra gli ingredienti non può mancare la mela DOP della Val di Non, regina della produzione agricola anaune, che è alla base di gran

parte dei dolci proposti ma a sorpresa anche di altre portate. Ogni menù della rassegna “Antichi Sapori” completo dall’antipasto fino al dolce e al caffè (naturalmente d’orzo come vuole l’usanza contadina) costano all’ospite solamente 37,00 euro comprensivi di un vino ad ogni portata e un assaggio delle pregiate Grappe prodotte dalla Distilleria Pezzi o dalla Distilleria Rossi d’Anaunia - Dallavalle. In ognuno degli otto menù proposti accanto alle varietà di vini DOC provenienti dalla

Cantina CAVIT di Trento, partner ufficiale della rassegna, sarà proposto in abbinamento al primo o al secondo anche un assaggio di “Vin Groppello della Val di Non” prodotto dalle locali aziende agricole che aderiscono ad “Antichi Sapori”. Gli Hotel Ristoranti aderenti sono la Locanda Alpina di Brez, il Ristorante Viridis di Cagnò, il Ristorante Fior di Melò a Casez, il Ristorante Giardino e l’Ostria Palazan a Cles, l’Hotel Ristorante alla Pineta di Coredo, l’Hotel Ristorante Villanuova e l’Ostaria del Filò a Smarano. ■

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Giovanna Rauzi e Jacopo Tomasi

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www.haydn.it

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renderà il via a Trento il 21 ottobre la 56° Stagione Sinfonica dell’Orchestra Haydn. «Proponiamo al nostro pubblico un nuovo anno di musica da vivere insieme – scrive Daniele Spini, nella presentazione del nuovo cartellone. I 14 concerti in abbonamento si posizionano nel quadro di una programmazione triennale che segue cinque percorsi principali: Radici, per rileggere la nascita dello stile sinfonico moderno; Un secolo breve?, per ripercorrere le mille strade del Novecento; Suoni per il terzo millennio, per capire dove possa portarci lo sviluppo della musica contemporanea; Progetto Nord, per guardare alle culture musicali del Baltico e della Scandinavia, e Progetto Requiem, per meditare insieme con i grandi compositori sulla fine della vita umana e sull’aldilà. Buona parte di questi filoni si intrecciano con le idee e le proposte del direttore principale della Haydn, l’estone Arvo Volmer: il Nord, così vicino alla sua storia personale, la ricorrenza dei 150 anni dalla nascita di Jean Sibelius; il Novecento storico, presente in tre dei suoi quattro programmi; e il Requiem

LA “HAYDN” GUARDA AL FUTURO AL VIA LA 56A STAGIONE SINFONICA: QUATTORDICI APPUNTAMENTI CON CELEBRI BACCHETTE, GRANDI SOLISTI E PERSONALITÀ EMERGENTI. PROSEGUE LA CAMPAGNA ABBONAMENTI di Verdi, conclusione specialmente solenne della stagione». Il cartellone 2015/16 guarda anche al futuro, con le prime assolute di due lavori commissionati dall’Orchestra Haydn rispettivamente a Hannes Kerschbaumer, compositore tra i più forti e originali del nostro territorio, e a Stefano Gervasoni, grande protagonista della musica di oggi. I cinque temi guida segnano, in vario modo, anche i programmi degli altri nove maestri che saliranno sul podio della Haydn, dando vita a una Stagione di ampio respiro internazionale. Tre i nuovi arrivi: Michele Mariotti, il nuovo astro della direzione d’orchestra; Lorenzo Viotti, altro italiano lanciato in una carriera già assai im-

portante; Dietrich Paredes, frutto prezioso della straordinaria vivacità artistica e sociale della musica del Venezuela. Cinque conoscenze ben consolidate: George Pehlivanian, Daniele Giorgi, Ottavio Dantone, abituale e prestigioso compagno della Haydn nelle incursioni su precedenti e prime fasi

dello stile classico, Jesús López-Cobos, Yves Abel. E una presenza eccezionale, Jeffrey Tate, che dopo un concerto memorabile lo scorso anno a Dobbiaco, ritorna in regione, ora per la prima volta a Bolzano e Trento. Tra i solisti, grandi celebrità mondiali (come i pianisti Alexander Toradze e Jean-Efflam Bavouzet o la violinista Kyoko Takezawa) si alternano a personalità emergenti (il pianista Dmitry Mayboroda) e a proposte insolite (Trio di cetre “Greif”). Ma soprattutto prosegue e si intensifica l’impegno di valorizzare i musicisti dell’orchestra, dalla spalla Marco Mandolini alle prime parti che arricchiranno con la loro partecipazione molti programmi. ■

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di Lara Deflorian

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er quanto concerne l’arte tersicorea, la stagione riprende in questo mese sulla base del recente accordo che ha portato alla nascita del circuito della danza Trentino-Alto Adige, riconosciuto dal Ministero dei Beni Culturali e affidato alla programmazione artistica del Centro Servizi Culturali S. Chiara, che oltre ai centri di Trento e Bolzano coinvolgerà alcuni spazi periferici distribuiti sull’intero territorio regionale. Questa nuova programmazione, iniziata già nell’estate, ha presentato spettacoli che spaziano dalla danza neo-classica a quella contemporanea a Pinzolo, Madonna di Campiglio, Bressanone, Brunico, Vipiteno e proseguirà fino ad aprile nei teatri di Ala,

CIRCUITO MAGICO LA STAGIONE DELLA DANZA IN TRENTINO, INIZIATA GIÀ NELL’ESTATE, PRESENTA SPETTACOLI CHE SPAZIANO DALLA DANZA NEO-CLASSICA A QUELLA CONTEMPORANEA Brentonico, Cavalese, Tesero, Mezzolombardo, Mori, Pergine Valsugana, Riva del Garda e Vezzano. “Un passo ulteriore – ha espresso il direttore del CSC S. Chiara, Francesco Nardelli – sarà

quello di arrivare in un prossimo futuro anche oltre confine con una programmazione interregionale con il coinvolgimento del Tirolo.” Un’altra interessante novità riguarda l’abbassamento del prezzo

sia degli abbonamenti che dei singoli biglietti della danza, uniformati ai costi della prosa. La proposta artistica come di consueto è volta a soddisfare un po’ tutte le platee desiderose di farsi

“LA VERITÀ”, IN APERTURA DI STAGIONE AL “SANTA CHIARA”

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l teatro è un luogo magico in cui il tempo si ferma per dare spazio all’espressione artistica in ogni suo genere e forma. Ed è proprio ciò che succederà il 16 e il 17 ottobre all’Auditorium di Trento, quando il C.S.C. S. Chiara aprirà la stagione con una Festa del teatro, un omaggio all’immensità dell’arte teatrale che abbraccia i tre filoni macro della prosa, la musica e la danza. Potremo così assistere a La Verità, un grande progetto di teatro totale messo in scena dalla compagnia svizzera Finzi Pasca diretta dal regista, scrittore, coreografo e luci designer Daniele Finzi Pasca. Ideatore, incubatore d’innumerevoli progetti artistici, come nel 2014 la cerimonia di chiusura dei Giochi Olimpici invernali e la cerimonia di apertura dei Giochi Paraolimpici di Sochi in Russia e come la creazione per il Cirque di Soleil che debutterà nel 2016, quattro anni fa insieme alla moglie Julie Hamelin, ad Antonio Vergamini, Hugo Gargiulo e Maria Bonzanigo è co-fondatore dell’omonima compagnia Finzi Pasca, che unisce i destini del teatro Sunil e Inlevitas. A tal proposito il gruppo fondatore scrive: “Avevamo bisogno di rigenerarci, di cambiare la nave ma non l’equipaggio, volevamo costruire una nave più veloce, più solida per affrontare mari più complessi e attraversate più rischiose.” La compagnia si caratterizza per

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un’estetica che attraversa tutte le dimensioni: uno stile di creazione e di regia, una filosofia di allenamento per l’attore, l’acrobata, il musicista, il danzatore e il tecnico, il tutto volto ad approfondire il “teatro della carezza”, la tecnica del gesto invisibile e lo stato di leggerezza. Nelle due serate a Trento sarà proposto La verità, concepito in seguito al ritrovamento in una cassa di un telone dipinto negli anni ’40 a New York da Salvador Dalì. Definito dalla critica un “circo maestoso e sconcertante, il cui umorismo caustico è il tocco finale che rende questo spettacolo una perla rara”. La verità mette in scena una realtà reinventata, nonché l’universo poetico e surreale di un pittore spagnolo. “Ci sono temi – scrive la stessa compagnia – che aprono su altri temi, nella testa le idee rimbalzano e si compongono in immagini. Una distesa di fiori gialli, personaggi bendati, velati, … mani con dita lunghissime, ombre che deformano le proporzioni, rosso sangue, bianco, il blu del mantello di Maria, scale sospese nel vuoto, equilibri impossibili, corpi che si dislocano, piume e paillettes come se la storia prendesse vita in un vaude villes decadente con un direttore che cerca idee per risollevare le sorti della baracca”. Insomma, tutto ciò contribuisce al di fuori di ogni dubbio a rendere un grande omaggio al mondo del teatro. (L.D.)


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Nel centro storico di Cles la festa per la regina delle mele.

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di ricerca che ha come tema di sviluppo l’Annunciazione attraverso lo studio di iconografie, simbologie e testi da sempre presenti per esprimere il tema dell’Annunciazione nella nostra cultura, rappresentato in scena con una danza intima e una gestualità elegante e silenziosa. Il 23 ottobre ci si potrà spostare al teatro Valle dei Laghi di Vezzano, dove la eVolution dance theater, la compagnia diretta dal coreografo di origini statunitense ed ex danzatore dei Momix Anthony Heinl, presenterà Black&Light, il meglio di questa compagnia che da sette anni lavora sulla fusione di atletismo e visionarità, coniugando una pluralità di

ricerche legate alla tecnologia, alla danza, al suono e al colore. Centrato sull’ “effetto hollywoodiano” e sull’attuale “blacklight theater”, questo show attraverso la contaminazione di danza, teatro fisico, acrobatica, ma anche video art, regalerà una sorta di “viaggio incentrato sul sogno e la fantasia”. La stagione della danza distribuita su Trento e Bolzano proseguirà poi con una cadenza mensile e vedrà il 18 novembre protagonisti a Trento gli “irriverenti omaccioni” di Les Chicos Mambo, interpreti di un gioco di travestimento e virtuosismi tecnici che dal classico cigno arriverà fino alle donne in passerella e sottoveste di Pina Bausch. L’8 dicembre a Bolzano la coreografa sudafricana Dada Masilo, dopo aver presentato lo scorso anno in regione la sua interpretazione del Lago dei cigni, si ripresenta con un altro classico: Carmen. Di questa sensuale eroina femminile la Masilo cerca le debolezze nascoste, passando con uno stile contemporaneo anche attraverso il flamenco e la danza africana. Il 12 gennaio, a Trento, la compagnia fiorentina di Virgilio Sieni porterà in scena una particolare versione del Sacre du Printemps, un altro titolo storico della danza del Novecento. Stessa cosa accadrà il 23 febbraio, sempre a Trento, con il Junior Balletto di Toscana interprete di una nuovissima versione di Romeo e Giulietta firmata da Davide Bombana. Il 23 aprile a Bolzano la francese Compagnie 111 presenterà un teatro fisico che incontra l’acrobazia in una creazione che ha già girato il mondo di Aurélien Bory e Phil Soltanoff. Infine in rappresentanza del virtuosismo flamenco contemporaneo il 12 aprile chiuderà la stagione a Trento la star del baile andaluso Israel Galván. Info: 800 013952 - www.centrosantachiara.it. ■

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coinvolgere da ciò che offre l’attuale società: forme espressive contemporanee didall’hip Fabio De diverse che hopSanti spaziano all’arte acrobatica e circense, passando attraverso la rivisitazione di titoli storici della danza. Per questo mese sono tre gli appuntamenti con l’arte tersicorea. In primis al Sociale di Trento ritroveremo il 31 ottobre il francese Mourad Merzouki, icona dell’hip hop contaminato al contemporaneo, che con la sua Compagnia Käfig presenterà Pixel, una sorta di dialogo costante tra illusione virtuale e realtà, in cui la danza di strada si fonde alla tecnologia digitale e al video. All’Auditorium Melotti di Rovereto il 22 ottobre potremo vedere protagonisti in scena i giovani artisti italiani Claudia Rossi Valli e Tommaso Monza ideatori di Mary’s Bath, un progetto

Comune di Cles

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di Antonia Dalpiaz

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arà una Stagione aperta a tutti i gusti quella che in ottobre aprirà il sipario degli appuntamenti 2015/2016, con un Teatro Sociale scelto come luogo deputato per tutti gli spettacoli a parte il primo lavoro, “La scelta di Cesare” di Pino Loperfido che si terrà al Cuminetti, in quanto richiede, per il tema trattato, un rapporto più ravvicinato con il pubblico. Quattro le giornate di rappresentazione (giovedì, venerdì e sabato alle 20,30 e domenica alle 16) e costo ridotto per una certa fascia degli abbonamenti con una particolare attenzione ai giovani e alle famiglie. Marco Bernardi, nuovo direttore artistico del Centro S. Chiara, ha puntato ad un calendario che avesse come obiettivo il ritorno del grande pubblico, con titoli ed artisti di significativo calibro, alternando classico a contemporaneo, allestimenti di impegno civile a lavori brillanti. Sul palcoscenico, si esibiranno Andrea Castelli, Paolo Rossi, Simone Cristicchi, Claudio Bisio, Tato Russo, Angela Finocchiaro e Laura Curino, Marco Paolini, Pierfrancesco Favino, Alessandro Preziosi, Emma Dante. Ai dieci appuntamen-

FATHER & SON UNA STAGIONE APERTA A TUTTI I GUSTI QUELLA CHE IN OTTOBRE APRIRÀ IL SIPARIO DEGLI APPUNTAMENTI 2015/2016. DA BISIO A CELESTINI

ti della Grande Stagione si affianca, sempre al teatro Sociale, il percorso “Altre tendenze” che propone nuovi linguaggi teatrali, anche qui con artisti da non perdere: Marta Cuscunà, Ascanio Celestini, Pippo Delbono, Silvia Calderoni e Ricci/ Forte. La Stagione parte con una “Festa”, ovvero venerdì

16 e sabato 17 al Sociale sarà proposto uno spettacolo con la compagnia di Daniele Finzi Pasca che abbina acrobazia, teatro, musica e danza. Al Teatro Cuminetti da martedì 27 ottobre a domenica 8 novembre parte la Stagione con “La scelta di Cesare”, una novità di Pino Loperfido per la regia di Andrea Brandalise, giovane trentino cresciuto alla bottega del Teatro Stabile di Bolzano e l’interpretazione di Andrea Castelli. Il lavoro è stato commissionato a Pino Loperfido dal Teatro Stabile di Bolzano e prodotto in collaborazione con il Centro Santa Chiara ed il Coordinamento Teatrale Trentino. Lo spettacolo indaga i rapporti tra un padre ed un figlio di oggi, dietro ai quali si aggira, alla vigilia della ricorrenza

del centenario della morte, il “fantasma” di Cesare Battisti. Giovedì 29 e sabato 31 ottobre alle 20.45 parte anche la Stagione Teatro di Pergine con “Nel paese dei ciechi”, una nuova produzione della compagnia AriaTeatro da un racconto di H.G.Wells, diretto da Chiara Benedetti che sarà anche in scena con Giuseppe Amato e Denis Fontanari. Per quanto riguarda il teatro amatoriale, la Co.f.as propone la rassegna “Palcoscenico trentino- Il concorso Premio Mario Roat” arrivato alla sua 19.ma edizione. Il primo appuntamento sarà al Teatro S. Marco sabato 31 ottobre alle 20.45 con la commedia brillante “No’l me piass” proposta dall’Associazione Culturale “La Baraca” di Martignano. ■

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di Nicola Tomasi

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orna nel mese di ottobre Mondi Sonori, manifestazione incentrata sulla musica del Novecento che da diciotto anni viene curata e promossa dal Conservatorio “Bonporti” di Trento e Riva del Garda. Tutti i diversi appuntamenti dell’iniziativa, dai concerti alle conferenze, si concentrano in cinque giornate più due eventi collaterali e si svolgeranno a Trento presso l’Aula Magna della rinnovata sede centrale del conservatorio dal 6 ottobre al 5 novembre, coinvolgendo personalità internazionali, docenti universitari e studenti dei Conservatori di Trento, Bolzano, Verona e Padova. L’ingresso ad ogni evento è libero e le conferenze sono accreditate come corso di formazione per i docenti delle scuole. Continua dunque per il conservatorio trentino la felice tradizione di un ciclo concer-

MONDI SONORI L’EDIZIONE 2015, CHE SI INAUGURA IL 6 OTTOBRE CON LA LIBERA IMPROVVISAZIONE DI UN ENSEMBLE DI FLAUTI, RUOTA ATTORNO A DUE TEMATICHE: “MUSICA E NATURA” E “OGGI IN AMERICA” tistico che vuole approfondire la musica composta negli ultimi cento anni di storia, ancora poco frequentata nelle sale da concerto e spesso guardata con sospetto dal pubblico. Mondi Sonori vuole dunque offrire un ascolto guidato, costruito attraverso i legami storici che videro la nascita di queste musiche e le ispirazioni che hanno nutrito la creatività di diversi

autori. Nata da un’idea di Cosimo Colazzo, docente presso il “Bonporti” che ne ha curato con passione tutte le edizioni anno dopo anno, la manifestazione si avvale per il 2015 di un coordinamento artistico e tecnico che vede l’impegno di quattro docenti del conservatorio trentino, ossia Fabio Cifariello Ciardi, Mauro Graziani, Massimo Priori e Piero

Venturini. L’edizione 2015, che si inaugura il 6 ottobre con la libera improvvisazione di un ensemble di flauti, ruota attorno a due tematiche: “Musica e Natura” e “Oggi in America”. La prima verrà esplorata in tre tappe. Si parte giovedì 8 ottobre (Musica e Natura I) dalla creatività musicale che può nascere nell’ambiente domestico, ossia un bicchie-

“IL TEMPIO ARMONICO”, STUDIOSI A CONVEGNO

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l Conservatorio “Bonporti” di Trento e Riva del Garda organizza, nella giornata di sabato 10 ottobre, un Convegno internazionale di studi dal titolo “Il Tempio Armonico”. Dedicato alla chiesa dell’Inviolata di Riva del Garda e promosso dal Centro documentazione e ricerca Musica/ Architettura nato all’interno del “Bonporti”, il convegno è finalizzato all’analisi delle possibili relazioni tra musica e architettura che l’edificio propone e manifesta in diversificate modalità, da quelle più strettamente architettoniche a quelle simboliche, storiche, iconografiche e musicali.

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Il convegno si svolgerà nell’intera giornata, dalle ore 9.00 alle ore 18.00, e si concluderà con un concerto serale (ore 20.30) realizzato in collaborazione con il Gruppo vocale K.J.Feininger. Dodici sono gli specialisti nelle discipline dell’architettura, della musica, dell’acustica, dell’iconografia e della storia coinvolti nell’evento, tra cui il musicologo britannico David Fallows, considerato uno dei maggiori esperti di musica rinascimentale. La partecipazione di esperti in diversi ambiti di ricerca mettono in luce le connessioni che stanno alla base del lavoro dell’architetto e del compositore, in particolare quando spazio e suono si intersecano in bisogni comuni. L’architetto e il compositore: due figure accomunate da un percorso progettuale lungo e complesso e il cui risultato, l’edificio, la composizione musicale, rappresentano il vertice di un più ampio lavoro di ricerca e studio, e dove il molteplice diviene il filo conduttore per organismi, architettonici e musicali, caratterizzati da complesse strutture e relazioni.


trentinopanorama re, un cucchiaio di legno, una sedia (ore 11.00) e in quello naturale che ci circonda, come l’universo sonoro degli insetti (ore 20.30) per arrivare al manuale di zoologia fantastica di Borges, presentato e letto da Pietro Taravacci, ordinario di Letteratura Spagnola presso l’Università di Trento, accompagnato da musiche originali realizzate dalle classi di composizione del “Bonporti” ispirate agli esseri immaginari ivi descritti (ore 17.00). Si prosegue giovedì 22 ottobre (Musica e Natura II) con una conferenza di Piero Venturini, docente presso il conservatorio trentino, sul Preludio La Cathedrale engloutie di Claude Debussy alla scoperta della metafora del senso del Sacro (ore 11.00); mentre al pomeriggio (ore 18.00) e alla sera (ore 20.30) potremo assistere a due concerti con musiche contemporanee che coinvolgono gli studenti delle Scuole di Composizione, Musica Elettronica e Musica da Camera dei Conservatori di Trento, Bolzano e Verona.

Zack Browning

L’esplorazione del rapporto tra musica e natura nella musica moderna e contemporanea termina giovedì 5 novembre (Musica e Natura III) con un concerto serale che vede l’esecuzione di due famose partiture novecentesche, Ma Mère l’Oye di Maurice Ravel e la Histoire de Babar le petit éléphant di Francis Poulenc nella trascrizione originale realizzata appositamente per ensemble cameristico (ore 20.30). Il concerto sarà introdotto da Federica Fortunato e Pier Luigi Maestri, docenti presso il “Bonporti”.

La prima giornata dedicata al secondo tema dell’edizione 2015 è giovedì 15 ottobre (Oggi in America I), che si apre con una conferenza sull’armonia dei numeri a cura di Zack Browning, Associate Professor Emeritus of Composition-Theory presso la University of Illinois (ore 11.00) e prosegue alla sera con un concerto introdotto da Marco Russo del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento con musiche di George Rochberg e dello stesso Browning (ore 20.30). Venerdì 30 ottobre (Oggi in America II) un altro ospite importante di Mondi Sonori, ossia Judith Shatin, Director of the Virginia Center for Computer Music - McIntire Department of Music presso la University of Virginia, terrà una conferenza sul ruolo della ricerca sul timbro nella musica americana dei nostri giorni. La seconda ed ultima giornata dedicata a questa tematica termina con un concerto ancora introdotto da Marco Russo con musiche di Walter

Judith Shatin

Piston, David Zell Durant e della stessa Shatin (ore 20.30). I due eventi collaterali presentano martedì 6 ottobre un concerto improvvisativo (ore 20.30) con un ensemble di flauti provenienti dai Conservatori di Padova e di Trento, mentre mercoledì 21 ottobre verrà organizzato un incontro con il compositore Francisco Martín Quintero, docente presso il Conservatorio Superior “Rafael Orozco” di Córdoba, introdotto da Cosimo Colazzo, docente presso il “Bonporti”. ■

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di Nicola Tomasi

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ensare che esista un legame tra la storia della Musica ed una strada a lunga percorrenza pare a prima vista impossibile. Tuttavia proprio l’A4 ricalca con nuovi colori una via che fin dal XVII secolo segnò la storia dell’Italia da nord-ovest ad est. Nel 1770 Charles Burney, musico e compositore inglese, percorse questa strada da Torino a Venezia, descrivendo paesaggi, luoghi, personalità e contesti musicali, editando poi il tutto nel meraviglioso diario “Viaggio in Italia”, ancora oggi documento di ineguagliata beltà sia sotto il profilo letterario che musicale. Una tematica che verrà messa in musica il 24 ottobre al Castello del Buonconsiglio. L’A4 vera e propria, come oggi l’intendiamo, nasce inizialmente nel 1927 col tratto Milano-Bergamo per volontà della Società Bergamasca Autovie, prolungata poi fino a Brescia nel 1931, al quale

IN VIAGGIO CON BURNEY SABATO 24 OTTOBRE, ALLE 17, AL CASTELLO DEL BUONCONSIGLIO, CON L’ASSOCIAZIONE LABIRINTI ARMONICI, SI CELEBRA IL COMPOSITORE INGLESE dal 1930 si aggiunse la tratta Torino-Milano (conclusasi nel 1932) ed infine nel 1933 quello che congiunge Padova e Venezia; al tempo si trattava di una viabilità più semplice ed il senso di marcia era ad una sola corsia. Nel corso degli anni aumentò a due, quindi a tre corsie e dal 1962 si aggiunse il tratto Brescia-Padova ricalcando, pur senza una vera e propria volontà celebrativa, l’intero percorso descritto circa centocinquanta

anni prima dallo storico britannico. Proprio dall’unione di queste due Opere, l’una culturale, l’altra ingegneristica, differenti in tutto ma uguali nell’intento e nella forma finale, nasce questo programma dell’Associazione Labirinti Armonici in collaborazione con l’Ensemble “Il Continuo” di Cremona, nel desiderio di coniugare i differenti interessi dell’uomo, attraverso l’evocazione del viaggio, da sempre momento fondamen-

tale e formativo della vita. Il programma, che in una sorta di gioco sul termine A4, abbraccia geograficamente Torino e Venezia, è suddiviso in cinque tappe: Torino, Milano, Bergamo-Brescia, Vicenza-Padova, Venezia e per ciascuna è nata un’ideale colonna sonora, intercalata dalle letture tratte dal libro e rivisitate in chiave moderna, proponendo gli autori che Burney incontrò o dei quali seguì le tracce. ■

A CALDONAZZO: FESTA DEI SAPORI D’AUTUNNO

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orna a Caldonazzo, domenica 25 ottobre, l’appuntamento con la Festa dei Sapori d’autunno, rassegna che porta in passerella tanti golosi prodotti da assaggiare, ma anche un ricco calendario di intrattenimenti per riscoprire i gusti e i costumi della tradizione. Durante la manifestazione sarà possibile passeggiare tra le bancarelle del mercatino che vendono piante e fiori, oggetti di artigianato, prodotti biologici e della gastronomia locale. L’intero paese, le associazioni e i commercianti animeranno questa iniziativa del Comitato Turistico Locale che è oramai un evento tradizionale di questo periodo dell’anno, atteso non solo dai caldonazzesi, ma anche dai trentini e dai turisti ancora presenti sul territorio. Musica, degustazioni, animazioni per i più piccoli: sono tante le occasioni proposte dalla Festa dei Sapori d’Autunno, tanti motivi per trascorrere una domenica in

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allegria, alla ricerca del gusto perduto delle stagioni. Un anno particolare, questo 2015, per il Comitato Turistico Locale che – sollecitato dalla nuova Amministrazione Comunale – ha da poco rinnovato il proprio Direttivo, per l’avvio di un anno sociale di transizione, in previsione di un possibile passaggio del Comitato alla neo costituita Pro Loco Lago di Caldonazzo.


trentinopanorama SOGGETTO ORGANIZZATORE:

www.artingegna.it

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arliamo di Artingegna, la mostra biennale dedicata all’artigianato trentino, in programma dal 2 al 4 ottobre a Rovereto. Vi saranno spazi espositivi, momenti di confronto, di animazione e di formazione che coinvolgeranno anche le scuole e gli istituti dove si forma il sapere artigiano. Il tutto nel cuore di Rovereto, nel centro storico, luogo di relazioni, di cultura, di commercio, di artigianato e di comunità. I veri protagonisti di questa edizione di Artingegna, assieme alle imprese artigiane, saranno gli allievi degli Istituti professionali, tecnici e artistici che non solo avranno l’occasione di mostrare all’esterno le attività svolte nelle scuole, ma in questa edizione verranno affiancati dai Maestri Artigiani. Così liceo artistico “Depero”, istituto “A. Vittoria” di Trento, istituto alberghiero di Rovereto, Centro di formazione professionale “G. Veronesi”, Enaip di Tione, Villazzano e Borgo Valsugana, “Opera A. Barelli”, istituto Pavoniano Artigianelli, centro moda Canossa, istituto tecnico “Marconi”, Istituto di Formazione Professionale “S. Pertini”, centro di formazione professionale dell’Università popolare trentina di Arco e Rovereto troveranno rispondenza e confronto pratico nei gruppi dei Maestri Artigiani estetisti, acconciatori, sarti, falegnami arredatori, serramentisti, carpentieri in ferro, lattonieri, termoidraulici, pittori, elettricisti, autoriparatori, panificatori, pasticceri, posatori pietra, posatori ceramica e posatori legno. Il percorso espositivo di Artingegna interesserà tutto il centro storico cittadino. Le iniziative partiranno venerdì 2 ottobre alle 10.00 e pro-

LA MOSTRA PROVINCIALE DELL’ARTIGIANATO TRENTINO: OLTRE CINQUANTA IMPRESE ARTIGIANE, PROVENIENTI DA OGNI PARTE DEL TRENTINO, PRESENTERANNO I PROPRI PRODOTTI E SERVIZI, FRUTTO DI UN PREZIOSO PATRIMONIO DI CONOSCENZE PROFESSIONALI, CREATIVITÀ, CAPACITÀ ED ORIGINALITÀ

seguiranno ininterrottamente fino a domenica 4 ottobre alle 20. L’inaugurazione ufficiale è prevista venerdì alle 18, nel piazzale dedicato al food. Di fatto, una delle novità è rappresentata dall’area tematica dedicata al cibo, che sarà allestita presso le ex scuole Damiano Chiesa, e accoglierà tutti gli eventi nonché laboratori, presidi slow food, esposizione e vendita di prodotti trentini. In questo spazio un ruolo di rilievo sarà dato al corso di Arte Bianca dell’Istituto di formazione professionale Alberghiero di Rovereto che si presenterà ad Artingegna con l’Associazione Panificatori Trentini. Fra i tanti appuntamenti di que-

sta tre giorni dedicata a promuovere il sapere artigiano vi sono: venerdì 2 ottobre alle 20.30 lo spettacolo con Loredana Cont “Gli artigiani non finiscono mai”, sabato 3 ottobre alle 18.30 la presentazione del marchio di qualità “CentoxCento prodotto in Trentino”, domenica 4 ottobre nel pomeriggio lo show cooking con ricette trentine e cuochi stellati. Sabato spazio poi alla moda, con performace artistiche proposte dall’Istituto Artigianelli e dall’Istituto Canossa in collaborazione con gli artigiani sarti e fotografi, e al triathlon dei boscaioli, prove di abilità individuale. La cerimonia di chiusura si terrà domenica alle 18. ■

SOGGETTI PROMOTORI:

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trentinopanorama

di Fabio De Santi

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ono The Gang, una delle formazioni storiche del folk rock barricadero italiano, gli headliner dell’edizione autunnale di Nomi On The Rock che ritorna nelle serate di venerdì 23 e sabato 24 ottobre a Nomi in Vallagarina sempre organizzato dai ragazzi di Musicandolarte. Un’occasione particolare per scoprire il nuovo disco della band “Sangue e cenere” fresco di pubblicazione ed uscito a ben 15 anni, era l’inizio di questo millennio, da “Controverso”. Il disco, il dodicesimo dei Gang, nasce grazie al supporto della rete che ha premesso al gruppo dei fratelli Sandro e Marino Severini di autofinanziarsi attraverso il crowdfunding riuscendo ad ottenere ben oltre l’ammontare della somma richiesta. In questi lunghi anni d’attesa per un nuovo cd di inediti in studio i Gang non sono certo rimasti con le mani in mano

THE GANG L’EDIZIONE AUTUNNALE DI NOMI ON THE ROCK RITORNA NELLE SERATE DI VENERDÌ 23 E SABATO 24 OTTOBRE A NOMI, IN VALLAGARINA e hanno dato vita infatti a lavori legati al loro territorio, le Marche, e all’impegno sociale e politico che da sempre contraddistingue le loro liriche oltre che le loro azioni in musica. Ha portato in scena le canzoni della Resistenza e continuato a girare l’Italia, suonando e denunciando le tante, troppe, ingiustizie di fronte alle quali ogni giorno si cerca di reagire. La voglia di ritornare a incidere un album

Comune di Bieno

di canzoni inedite è anche merito dei tanti fan e sostenitori del gruppo, che hanno contribuito fattivamente alla realizzazione dell’album attraverso il crowdfunding che ha permesso ai Gang di totalizzare una somma dieci volte superiore a quella inizialmente richiesta per completare le registrazioni (6000 € la richiesta, quasi 60.000 € raccolti!). Una dimostrazione di fiducia e affetto senza precedenti.

radicchio di Bieno 10a Festa del

domenica 4 ottobre 2015 A PARTIRE DALLE ORE 10.30

Campo Sportivo (Teatro tenda) e Parco Fluviale - BIENO (TN)

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“Sangue e cenere” contiene undici tracce, fra cui vi segnaliamo le ispirate “Non finisce qui”, “Alle barricate (dedicata all’Oltretorrente)”, “Marenostro” e “Perché Fausto e Iaio?”. Il disco è stato realizzato tra le Marche, New York e il New Mexico con il missaggio che è stato affidato a Jono Manson, produttore dell’intero lavoro e vero membro aggiunto della formazione. ■



I vincitori dell’edizione 2014 “Matrimonio a Km Zero”

www.bsifiere.com

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omp let ati i p osti disponibili per gli espositori, sono state infatti già numerose le adesioni da parte degli artigiani trentini del settore che andranno ad occupare gli stand allestiti nell’auditorium del Palalevico, presenti i maggiori leader del settore in regione, dall’artigiano dell’abbigliamento al maestro dell’oreficeria, per i vestiti da sposa e da cerimonia, passando attraverso le più belle location per il banchetto nuziale oppure i servizi di catering. Non mancano le bomboniere., le liste nozze, le carrozze e le macchine d’epoca per il viaggio verso il fatidico” si “. Infine le agenzie viaggi e fotografi per il viaggio di nozze e per immortalare i ricordi di questo magico giorno. Dopo il successo delle passate edizioni, torna quindi questa rassegna dedicata al mondo degli sposi e a tutto quello

EXPO “DOMANI SPOSI” PROSEGUONO A PIENO RITMO I PREPARATIVI PER LA QUARTA EDIZIONE DI EXPO DOMANI SPOSI, IN PROGRAMMA SABATO 17 E DOMENICA 18 OTTOBRE AL PALALEVICO A LEVICO TERME, LA FIERA DEDICATA AL GIORNO PIÙ BELLO E INDIMENTICABILE PER OGNI COPPIA. RITORNA IL CONCORSO “MATRIMONIO A KM ZERO” che serve per non lasciare nulla al caso, affidandosi a veri professionisti. Un percorso unico ed emozionale in cui il visitatore potrà confrontarsi direttamente con professionisti ed esperti pronti a dare consigli pratici,

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consulenze personalizzate e preventivi su misura. I futuri sposi potranno trovare tante idee originali per organizzare al meglio il matrimonio dei loro sogni e scegliere la soluzione che più si adatta alle loro esigenze.

Grande il successo dell’evento “MATRIMONIO A KM ZERO del 2014” vinta da una giovane coppia di Novaledo che nel mese di agosto sono convolati a nozze, godendo di vari benefit offerti dalle ditte partecipan-


trentinopanorama

EXPO DOMANI SPOSI 2015 17-18 ottobre 2015 PALALEVICO Levico Terme

SABATO 17 ottobre ROMANTIC FASHION SHOW Sfilate e dèfilè di moda con abiti da sposa e da cerimonia ti. L’iniziativa coordinata da bsi fiere con la collaborazione degli artigiani e operatori economici del trentino, ha permesso a questa coppia vincitrice di poter realizzare il loro matrimonio con sconti molto particolari e alcuni servizi completamente gratuiti. Per questa edizione tra le coppie che compileranno i moduli di partecipazione saranno assegnati dei buoni sconti, le estrazioni avverranno sia il sabato che la domenica. Sponsor

dell’iniziativa sono i maggiori artigiani e commercianti trentini del settore che contribuiranno a far si che più coppie possano ottenere buoni sconto per il loro matrimonio. Sono previsti vari momenti di animazione e spettacoli, sabato pomeriggio sfilate di abiti da sposa con tutti gli accessori, abiti da cerimonia, per adulti e bambini, il tutto presentato e coordinato da Sonia Leonardi, responsabile in regione per le selezioni di miss Italia, in

collaborazione con gli espositori presenti. La domenica al centro del Palalevico, verrà montata una cucina professionale a disposizione di ristoranti e catering aderenti alla manifestazione Star Chef, saranno realizzati menu’ nuziali e altre particolari ricette con degustazioni per tutti i visitatori. L’orario di apertura nei due giorni sarà dalle 10 alle 19. Altre informazioni si potranno trovare sul sito: ■ www.bsifiere.com

DOMENICA 18 ottobre STAR CHEF I ristoranti presenti in fiera proporranno delle degustazioni nuzionali

PARTECIPA ALL’EDIZIONE 2015 DEL MATRIMONIO A KM ZERO!!! Buoni sconto in omaggio alle coppie che visiteranno l’Expo Domani Sposi 2015

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www.teatrovalledeilaghi.it

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a musica dal vivo al centro della nuova programmazione: musical e tanti concerti. Al via la stagione 2015/2016 del Teatro Valle dei Laghi - organizzata da Fondazione Aida. L’inaugurazione è per il 10 ottobre con il musical Però – dell’associazione Des Etoiles – che apre la rassegna Specchi riflessi. A dicembre Vezzano sarà tappa del tour Io sono della cantautrice romana Paola Turci che salirà sul palco con tutta la sua grinta per incantare il pubblico con la sua splendida voce. Con il Concerto Gospel di Natale saluteremo il 2015 insieme al coro Sing the Glory di Rovereto. Sarà invece Gene Gnocchi, storico volto televisivo che ha fatto del surreale la cifra del suo umorismo, protagonista della seconda parte di stagione con lo spettacolo pseudo-autobiografico Recital, in programma il 23 gennaio. Comedians è il titolo della piéce messa in scena da un sestetto di ottime attrici, il gruppo Questa sera non escort, tra le quali spicca Alessandra Faiella. Un altro lavoro di recente produzione che farà parte della prossima programmazione è Wonder Woman, con Marta Cuscunà, Giuliana Musso e Antonella Que-

Gene Gnocchi

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TEATRO VALLE DEI LAGHI AL VIA LA STAGIONE 2015/2016: GENE GNOCCHI, ISABELLA RAGONESE E PAOLA TURCI. PROSA, READING E TANTA MUSICA AL TEATRO VALLE DEI LAGHI

Isabella Ragonese

sta, satira che partendo dal mondo dei fumetti svela gli stereotipi sulle donne nella nostra società. Il 19 marzo commemoreremo la morte di Ilaria Alpi, con un reading di Isabella Ragonese dal forte valore civile: African Requiem, 20 marzo 1994 appunti di fine giornata. A seguire il nuovo spettacolo Band goes Musical!, due realtà artistiche trentine (Coro Highilight di Borgo Valsugana e la Banda Sociale di Pietramurata) e Fondazione Aida si uniscono per dare vita a un concerto esclusivo, un viaggio attraverso le “Wonder Woman”

più belle pagine scritte dai migliori autori per il teatro musicale. Infine, in collaborazione con la Biblioteca intercomunale di Vezzano, Padergnone e Terlago, ad aprile accoglieremo il noto scrittore Andrea Vitali, che al pomeriggio incontrerà i lettori e alla sera presenzierà alla messa in scena di Pianoforte vendesi tratto da uno dei suoi romanzi più noti. Confermate anche per la prossima stagione le rassegne Teatro Famiglie e Teatro Scuole, con una ricca

proposta di spettacoli ispirati a fiabe classiche e contemporanee sempre sotto il segno del teatro d’autore per ragazzi. Pierino e il lupo (18 ottobre), Un brutto bruttissimo anatroccolo (7 dicembre), Hansel & Gretel e la povera strega (24 gennaio), All’opera… Il lupo e i sette capretti (8 febbraio) e Pollicino non ha paura del lupo (6 marzo). Per finire, la rassegna cinematografica e quella di danza, per i quali rimandiamo al ■ sito ufficiale.


trentinopanorama

www.iocasarivadelgarda.it

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l nuovo corso continua! Questo il motto di una fiera che nel 2013 ha cambiato pelle, rinnovandosi nella proposta espositiva e nei contenuti. Una scelta che a distanza di tre anni sta dando i suoi frutti. Una fiera che si presenta oggi, ad un pubblico di privati e di professionisti, quale interessante appuntamento autunnale dedicato al design, all’arredo e alla bioedilizia. La 7a edizione di “Io Casa Riva del Garda”, è quindi in programma dal 13 al 15 novembre 2015 presso il quartiere fieristico di Riva del Garda (Trento). “Io Casa Riva del Garda” apre i battenti nella giornata di venerdì 13 novembre con uno speciale ingresso gratuito. Sarà la giornata dedicata principalmente ai professionisti, ma non solo, con la “Maratona tra architettura e interior: ambienti, linguaggi, vivere, abitare spazi”, la mostra sulla casa del futuro a cura di Italo Rota, la conferenza dell’architetto Alberto Cecchetto e la partecipazione di alcuni professionisti del design nordico fra cui Reiulf Ramstad e gli architetti Fabio Gigone e Angela Gigliotti titolari dello Studio U67 di Oslo. Nella giornata di venerdì si svolgerà anche il nuovissimo format del MatchingDay organizzato dall’Associazione

SPECIALE LETTORI TRENTINO MESE Sul numero di novembre sarà pubblicata la pagina di “Io Casa Riva del Garda”. Non perdete l’occasione di ritagliare il coupon per l’ingresso ridotto in fiera!

IO CASA RIVA DEL GARDA DAL 13 AL 15 NOVEMBRE NEL QUARTIERE FIERISTICO DI RIVA DEL GARDA UNA NUOVA EDIZIONE CON UNA GRANDE NOVITÀ: “LA CUCINA CUORE DI IO CASA”

Artigiani e Piccole Imprese della provincia di Trento che permetterà ai rispettivi titolari di conoscere e di farsi conoscere da altri imprenditori e professionisti attraverso incontri programmati. Un incontro ogni 15 minuti: in questo modo sarà possibile incontrare un elevato numero di potenziali partner e capire con chi sia utile approfondire i rapporti. Per il pubblico privato sarà una 3 giorni a tutto tondo; l’occasione ideale per chi vuole entrare in contatto con qualificate aziende del ‘‘mondo casa’’, un ricco viaggio attraverso gli stili dell’abitare. La proposta espositiva vedrà un padiglione d’ingresso dedicato a realtà con proposte di impiantistica e di edilizia in cui si inserirà anche l’area espositiva collettiva dell’Associazione Artigiani con numerose aziende. Il padiglione successivo sarà

maggiormente dedicato a design, arredo per interno, installazioni e alle proposte creative di alcuni giovani designer. La novità di questa 7a edizione, “La cucina cuore di Io Casa” sarà tutta da scoprire. Una narrazione che metterà in primo piano l’importanza della convivialità fra tradizione, innovazione, territorio e buone pratiche. Uno spazio cucina live con minicorsi gratuiti e dimostrazioni, un’area shopping per i vostri acquisti di qualità. Non perdete l’area consulenze gratuite, riproposta anche quest’anno dopo il successo della scorsa edizione dove, esperti di architettura, bioedilizia, illuminotecnica e impiantistica, sono a disposizione per offrire soluzioni tagliate su misura che renderanno unica la vostra casa. E ancora: “Io Casa Riva del Garda” a misura di…bam-

bino! Avrete l’opportunità di visitare la fiera in tutta tranquillità e di fermarvi con calma per una consulenza gratuita! I vostri bambini avranno uno spazio e un tempo da dedicare al gioco con i laboratori didattici in programma sabato e domenica dalle 10:00 alle 18:00. L’appuntamento con il mondo della casa torna, ricca di novità, idee e contenuti, dal 13 al 15 novembre 2015 nel quartiere fieristico di Riva del Garda (Trento). INFO: IO CASA RIVA DEL GARDA Riva del Garda (Trento) Quartiere Fieristico Via Baltera, 20 Orari apertura: dalle 10.00 alle 18.00 Biglietto sabato e domenica € 7,00 Venerdì ingresso libero Coupon ridotti sui principali quotidiani, magazine e free press Per i possessori di Tessera in Cooperazione ingresso scontato sabato e domenica: € 5,00 Tel. segreteria: Tel. 0464 570133 info@iocasarivadelgarda.it www.iocasarivadelgarda.it Seguici su: @RivaFiere #IoCasaRiva ■ 95

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trentinomostre

MERAVIGLIE DELLA NATURA AL MUSE

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i sono delle modalità artistiche, delle tecniche, che nel panorama artistico contemporaneo stanno lentamente ma inesorabilmente scomparendo.

Pensiamo soltanto all’incisione e ai molteplici saperi che stanno a monte di questa millenaria tecnica. Tra quelle in odor di estinzione c’è anche il disegno osservativo, ovvero quella particolare tecnica a metà strada tra maestria amanuense e amore profondo per la natura. È uno “stile” questo caro ai naturalisti del Settecento e dell’Ottocento quando, al seguito di spedizioni in paesi esotici, si occupavano di “catturare” gli animali e fermarli sulla carta. E lo facevano con cognizione di causa: i loro disegni – acquerellati, a china, a carboncino, ecc. – sono perfette riproduzioni del reale con un pizzico di romantica partecipazione. Ed è proprio questo pizzico che trasforma la riproduzione realistica in approccio soggettivo e partecipativo, una marcia innescata che ci cattura lo sguardo

AVVENTURE ALPINE NON EUCLIDEE

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l 3 ottobre (dalle 11) Boccanera Gallery e Drifters inaugurano Avventure Alpine non euclidee, un progetto diffuso e visitabile intimamente in cui il dialogo è lo strumento per navigare ed esplorare universi e modalità del procedere. Come guide alpine Valentina Miorandi e Sandrine Nicoletta propongono una costellazione di luoghi differenti di cui i viaggiatori possono prendere coscienza attraverso visioni, camminate e incontri con guide alpine locali, e dislocate in diverse parti del mondo, che, compongono la mappa della spedizione istigando una riflessione sui modi di procedere e sugli strumenti che ognuno di noi attiva per esplorare ciò che non conosce. La giornata terminerà con un concerto/performance in collaborazione con la guida alpina Francesco Fuzz Brasini e con un finale party galattico. La spedizione si compone di luoghi da esplorare e guide alpine da incontrare in alcune locations, tra cui Trento Boccanera Gallery, Università di lettere e filosofia, Funivia Trento-Sardagna, Ex-Italcementi, Parigi, Bali, Jakarta, Monte Bianco, ecc.

e ci permette anche di sognare, al di là dell’oggettività del soggetto. Inoltre è la loro decontestualizzazione che li colloca fuori

all’interno del generale. Il discorso oggettività e soggettività

dal tempo e dallo spazio, puntando sulla logica dell’attimo,

è un problema che gli artisti si sono posti da sempre. Fin

della sospensione del tempo: l’animale viene colto nel

dai tempi di Albrecht Dürer il problema della pittura dal vero

momento in cui spicca il volo, compie il salto, si gira, gioca.

in ambiente naturale era al centro di discussioni e dibattiti

La pittura dell’artista ferma ciò che la natura fa scorrere

anche se gli artisti del tempo questi problemi li superavano

incessantemente. È la volontà di cogliere il particolare

facilmente, non facendosi intrappolare in vane controversie. Dipingere sul posto con vedute topograficamente fedeli o essere abituati a eseguire schizzi dal vero come base per i quadri finiti e accuratamente composti che avrebbero poi elaborato in studio era una prassi comune. Nell’Ottocento poi la fedeltà del bozzetto e dell’opera finita all’ambiente naturale/realtà scomparve. Entrambi erano considerati un documento della realtà contemporanea. Uno dei “sopravvissuti” cultori del disegno come rappresentazione della vita (intesa come microcosmo) è

Jonathan Kingdon, nato in Tanzania nel 1935, autorevole zoologo e riconosciuto studioso di fauna africana nonché straordinario artista e illustratore naturalistico. Una selezione delle sue opere, raccolte sotto il tema 96

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trentinomostre “Ex Africa. Esplorazioni di arte e scienza by Jonathan Kingdon” è allestita, per la prima volta in Italia, al Muse – Museo delle Scienze di Trento (chiude il 10 gennaio 2016). In mostra ci sono diverse tecniche e stili: dai disegni ai dipinti, dalle sculture alle opere di materiale vario, ma tutte tese a tracciare un sorprendente itinerario scientifico e artistico alla scoperta dell’evoluzione e della biodiversità in Africa. I disegni di fauna africana di Kingdon si collocano nel solco della tradizione del disegno anatomico che trova in Leonardo da Vinci le proprie origini. La mostra si articola in tre sezioni che raccontano per immagini “Cosa significa essere mammiferi”, “L’evoluzione come fonte di inspirazione” e l’importanza dei segnali visivi nella comunicazione animale (“Negli occhi di chi guarda”). I contenuti spaziano dalla tradizione europea del disegno anatomico - con le illustrazioni dei mammiferi africani che hanno reso Kingdon famoso per i suoi libri e le guide faunistiche meravigliosamente illustrate - a forme espressive più astratte nelle sezioni dedicate al tema dell’evoluzione biologica e dei segnali visivi nella comunicazione animale. Nel complesso sono esposte oltre 50 opere: oltre a disegni, quadri e sculture spiccheranno alcune installazioni mobili appese dall’alto; al centro dello spazio espositivo vi è la grande “Maternità nei mammiferi”, una statua dell’altezza di circa 2 metri in cui il principio di maternità è presentato quale tratto biologico che accomuna tutti i mammiferi, uomo compreso. Lo stretto legame fra i contenuti della mostra e le attività in Africa del museo è amplificato dalla adiacente presenza della serra tropicale montana, all’interno della quale è riprodotta la foresta pluviale del Monti Udzungwa (Tanzania), habitat in cui vivono alcuni degli animali ritratti da Kingdon. Da più di dieci anni il MUSE lavora in quest’area, dove ha fondato il Centro di Monitoraggio Ecologico dei Monti Udzungwa, sviluppando progetti di monitoraggio ecologico e solidarietà internazionale al fine d proteggere la biodiversità. Un’attività di ricerca che, negli anni, ha prodotto risultati rilevanti (con la scoperta di 27 specie nuove alla scienza) e che costituisce uno dei punti di forza dell’attività scientifica e divulgativa del museo.

ARCO Mostre SEGANTINI E ARCO Apertura: fino a giovedì 31 dicembre. MAG Arco, Galleria Civica G. Segantini. Mostra a cura di Alessandra Tiddia, Mart. Info: www. museoaltogarda.it.

BORGO VALSUGANA Mostre GIOVANI ARTISTI IN VALSUGANA Apertura: da sabato 19 settembre a domenica 11 ottobre. Spazio Klien - Piazza Degasperi. Mostra collettiva d’arte con gli artisti: Marco Ferrari, Stefania Simeoni, Angel Esteban, Elena Goatelli, Annalisa Nardelli, Stefano Bellumat, Annalisa Lenzi e Milica Batovac. Orario: dal martedì al sabato ore 10-12 e 16-19, domenica ore 1012, lunedì chiuso. Info: APT Valsugana - Ufficio di Borgo Valsugana Tel. 0461.727740; www.visitvalsugana.it.

CALDES Mostre DONI PREZIOSI Apertura: fino a domenica 18 ottobre. Castel Caldes. Immagini e oggetti dalle collezioni del Castello del Buonconsiglio di Trento. Dopo la prima tappa che si è tenuta al Castello del Buonconsiglio di Trento ora la rassegna, dedicata al tema del dono nell’arte, approda in Val Di Sole nel maestoso Castello di Caldes. La rassegna propone un’articolata selezione di preziose opere d’arte provenienti dalle collezioni museali del Castello del Buonconsiglio, accomunate da un comune filo conduttore: il dono nell’arte. Info: Azienda Turismo Val di Sole Tel. 0463.901280; info@vldisole.net.

CALDONAZZO Mostre GIUSEPPE ANGELICO DALLABRIDA (1874-1959) PITTORE E PROFUGO A MITTERNDORF AN DER FISCHA Apertura: da giovedì 1 ottobre a martedì 3 novembre. Casa della cultura - Viale Stazione, 8. Mostra a cura di Katia Fortarel. Orario: martedì-domenica ore 10-12/16-20.

FIAVÈ Mostre L’EPOPEA DEI GRANDI LAVORI IDROELETTRICI IN GIUDICARIE NELL’ARCHIVIO FOTOGRAFICO DI DANTE ONGARI Apertura: da giovedì 17 settembre a sabato 31 ottobre. Museo delle Palafitte. Ingresso libero. Orario: sabato, domenica e festivi 14-18.

GRIGNO Mostre DUE PAESI, UNA PASSIONE L’ARTE Apertura: da sabato 26 settembre a sabato 10 ottobre. Antica Pieve SS. Giacomo e Cristoforo. Mostra di Marino Pagan e Wolgang Goos. Orario di apertura: da martedì a sabato ore 10-12/16-18; domenica ore 10-12. Info: Biblioteca Comunale O. Gasperini - Via N. Sauro, 33; Tel. 0461.765414; grigno@ biblio.infotn.it.

LUSERNA Mostre ABITI E MERLETTI RACCONTANO LA STORIA Apertura: fino a lunedì 2 novembre. Centro Documentazione. La mostra è articolata in due sezioni. La prima, “Abiti e Merletti raccontano la Storia” temporanea per l’anno 2015, che occupa tutte le sale dell’ultimo piano, è di carattere generale. Obiettivo della mostra è di presentare, attraverso un’esposizione di abiti antichi, completi di diversi accessori, le trasformazioni a livello sociale, economico, politico ed artistico, degli anni tra il 1890 ed il 1918. L’altra sezione, “’S gekhnöppla ats Lusérn - L’arte del Merletto a fuselli a Luserna”, che occuperà due locali al secondo piano ed avrà carattere permanente, presenta un elemento culturale caratterizzante la comunità cimbra di Luserna, ossia la tradizione della lavorazione del merletto a fuselli (chiamata anche “tombolo”). Orario: tutti i giorni ore 10-12/14-18. Info: Centro Documentazione Luserna Tel. 0464.789638; www.lusern.it.

PALÙ DEL FERSINA Mostre “LEM DER BÒLT (=VIVERE IL BOSCO)” - STORIA E SAPERI DEL BOSCO NELLA COMUNITÀ MÒCHENA Apertura: fino a sabato 31 ottobre. Mostra allestita dall’Istituto Culturale Mòcheno - Bersntoler Kulturinstitut sul tema del bosco. Approfondisce alcuni aspetti del rapporto della comunità mòchena con i boschi della Valle del Fèrsina, considerati sia come fonte di preziose risorse per il sostentamento che come scenario di un patrimonio di conoscenze tramandate di generazione in generazione. Info e orari su www.bersntol.it.

PERGINE VALSUGANA Mostre GRAVITÀ SOSPESA Apertura: da sabato 18 aprile a domenica 8 novembre. Castello. Mostra di sculture di Robert Schad. Più di venti grandi opere in ferro massiccio sono esposte lungo il percorso tra le due cinta murarie e prima del parcheggio

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trentinomostre grande. Altre sono collocate nella Sala d’entrata, nella Cantina Rosa e nella Prigione della Goccia. Inoltre alcuni grandi quadri si trovano nelle Sala d’entrata. Mostra a cura di Theo Schneider e Verena Neff, coordinatore Riccardo Cordero. Entrata libera. Orario: da martedì a domenica ore 10.30-22.00. Lunedì ore 17-22. Info: Castel Pergine Tel. 0461.531158; verena@castelpergine.it; www.castelpergine.it.

RIVA DEL GARDA Mostre NATURA/OLTRE Apertura: fino a domenica 1 novembre. Museo. Mostra a cura di Claudio Cerritelli. Il pittore milanese proporrà una serie di opere inedite ispirate ai luoghi gardesani. Orario: agosto e settembre: aperto tutti i giorni ore 10-18. Info: Museo Alto Garda Tel. 0464.573869; info@museoaltogarda.it. Mostre IL TEMPO E L’ISTANTE Apertura: fino a domenica 1 novembre. Museo. Mostra dedicata ai Paesaggi fotografici del Garda da metà Ottocento fino al Duemila. Orario 10-18. Biglietto ingresso Euro 3,00. Info: Museo Alto Garda Tel. 0464.573869; info@museoaltogarda.it. Mostre ASSORTI NEL PAESAGGIO - PITTORI NORDICI SUL GARDA TRA ‘800 E ‘900 Apertura: fino a domenica 1 novembre. Museo. Mostra a cura di Annalisa Bonetti. Info: Tel. 0464.573869; info@museoaltogarda.it; www.museoaltogarda.it. Mostre OLTRE IL CONFINE DELLA TELA (FONTANA, BURRI, MANZONI, DADAMAINO, BONALUMI, SCHEGGI) Apertura: da sabato 18 luglio a domenica 1 novembre. Museo. Mostra a cura di Daniela Ferrari. Info: Tel. 0464.573869; info@ museoaltogarda.it; www.museoaltogarda.it. Mostre DER BLITZ - SUPERNOVA Apertura: fino a domenica 1 novembre. La Rocca. Artisti: Stefano Calligaro, Sara Enrico, Gabriele Garavaglia, Jacopo Mazzonelli, Luigi Ontani, Bernd Ribbeck, Ry Rocklen, Andrea Salvino, Rolando Tessadri, ZAPRUDERfilmmakersgroup. Nel mese di ottobre chiuso il lunedì. Info: MAG Museo Alto Garda Tel. 0464.573869; info@museoaltogarda.it. Ore 10-18. Mostre LA REALTÀ A MODO MIO Apertura: da sabato 24 ottobre a mercoledì 11 novembre. Galleria civica G. Craffonara. Mostra personale di Caterina Benamati. Orario 10-18. Info: Amici dell’Arte

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Riva del Garda Tel. 339.5245896; amicidellarteriva@libero.it.

ROVERETO Mostre MORIRE PER TRENTO Apertura: da domenica 22 marzo 2015 a domenica 31 gennaio 2016. Museo Storico Italiano della Guerra - Castello di Rovereto. Soldati Italiani ed austro-ungarici sul fronte trentino della Prima guerra mondiale. Orario: da martedì a domenica ore 10-18. Info: Museo Storico Italiano della Guerra - Via Castelbarco,. 7 Tel. 0464.438100; www.museodellaguerra.it. Mostre #COLLEZIONEMART Apertura: fino a domenica 8 novembre. Mart. Il Mart presenta un viaggio nella storia dell’arte del ‘900. La Collezione del Mart è composta da oltre 20.000 opere che, con modalità e tempi differenti, sono esposte nella sale del Museo in mostre e percorsi. Info: Mart Tel. 0464.438887; info@mart. tn; www.mart.trento.it.

VALLAGARINA Mercati MOSTRA MERCATO DELLA VAL DI GRESTA Apertura: da sabato 19 settembre a domenica 18 ottobre. L’orto biologico del Trentino in mostra per un mese. Cinque weekend per acquistare i prodotti biologici e integrati della Val di Gresta. In programma laboratori per adulti e bambini e passeggiate alla scoperta della valle. L’orto biologico del Trentino come ogni autunno torna a mettersi...! Info: Azienda per il Turismo Rovereto e Vallagarina Tel. 0464.430363; comitatomostramercato@hotmail.it.

TELVE Mostre VERA MERCER - NATURA VIVA / NATURA MORTA Apertura: da sabato 19 settembre a sabato 3 ottobre. Corte interna di Palazzo Buffa. Mostra fotografida di una delle più grandi interpreti della fotografia americana del ‘900. Giorni e orari di apertura: dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 18; sabato e domenica ore 10-12/1418. Info: telve@biblio.infotn.it.

TENNO Mostre IL PAESAGGIO UMANO DI GIACOMO VITTONE Apertura: fino a domenica 18 ottobre. Casa degli artisti “Giacomo Vittone”.A vent’anni dalla scomparsa; il paesaggio umano di Giacomo Vittone nel salone delle mostre. Orario: 10-12/14-18. Lunedì chiuso. Info: Casa degli artisti “Giacomo Vittone” Tel. 0464.502022; casartisti@libero.it.

DANILO ZUCAL NEI MUSEI DI RONZONE

I

l suo tema preferito è la figura femminile abbinata alla passione per la velocità nell’ambito delle corse automobilistiche. Pittura dal 1990 Danilo Zucal che nei successivi cinque anni ha allestito diverse mostre d’arte nei vari centri della Valle di Non. Specializzato nella tecnica dell’olio e dell’acrilico Zucal è approdato anche a Ronzone per esporre alcune sue opere nella sala dello sport dei Musei, opere che richiamano il mondo automobilistico e i suoi protagonisti del passato da Senna a Villneuve rappresentati da due giganteschi poster che danno “il benvenuto “ ai visitatori. Con questa mostra, che rimarrà aperta fino al 18 ottobre chiude l’attività espositiva dei Musei di Ronzone quest’anno particolarmente intensa e vivace con le personali di Annamaria Rossi Zen, Candido Marches e la collettiva degli artisti trentini. (C.R.)

TRENTO Fiere XV FIERA MERCATO MINERALI, FOSSILI, PIETRE LAVORATE E DI ORNAMENTO Apertura: da sabato 10 a domenica 11 ottobre. Trento Fiere - Via Bomporto. Nel salone espositivo, su una superficie di 2.500 metri quadrati, i visitatori troveranno campioni di minerali provenienti da ogni parte del mondo con prezzi accessibili, fossili esteri, collane ed oggetti di ornamento di pietre preziose, semipreziose e ambra fossile nonché accessori e pubblicazioni per il collezionismo. Biglietti: 1 euro per ragazzi, 3 euro per adulti. Info: www. fieramineralitrento.it.

to il buono della Terra trentina. Una mostra che mette in luce il tema della tipicità dei prodotti trentini attraverso una rappresentazione delle loro relazioni con le specificità del territorio, con la storia ed evoluzione delle coltivazioni e produzioni locali negli ultimi 70 anni. Gli allestimenti saranno arricchiti dalla presenza di opere d’arte e reperti provenienti dal Castello del Buonconsiglio, dal Museo degli usi e costumi della gente Trentina e dal Museo Ladino di Fassa, dal Mart di Rovereto. Nel parco antistante il palazzo verranno allestiti coltivi caratteristici del Trentino. Orario: 10-19. Ingresso libero. Info: www. muse.it; Tel. 0461.270311.

Mostre I TRENTINI NELLA GUERRA EUROPEA 1914-1920 Apertura: fino a domenica 30 dicembre 2018. Le Gallerie, Piedicastello. Una mostra che racconta il dramma dei trentini nel corso del primo conflitto mondiale. Orario: da martedì a domenica ore 9.0018.00 (lunedì chiuso). Ingresso libero. Info: www.fondazione.museostorico.it.

Mostre IL SOSIA - ARTISTI E COLLEZIONI PRIVATE Apertura: da sabato 30 maggio a domenica 11 ottobre. Galleria Civica, via Belenzani 44. Otto artisti, scelti tra i più significativi nel panorama nazionale, si confrontano con alcune opere d’arte moderna e contemporanea provenienti da prestigiose collezioni private. Orario: da martedi a domenica 10-13 e 14-18. Info: www.mart.trento. it/galleriacivica; Tel. 0461.985511.

Mostre COLTIVIAMO IL GUSTO Apertura: da mercoledì 27 maggio a venerdì 30 ottobre. Palazzo delle Albere, via R. da Sanseverino. Tut-

Mostre SCUOLA DI NUDO Apertura: da sabato 20 giugno a domenica 1 novembre. Castello del Buonconsiglio, via Bernardo Clesio


trentinomostre 5. Giulia Thun alla British Academy di Roma. Orario: da martedì a domenica 10-18; da metà luglio a fine agosto aperto anche il lunedì. Info: www. buonconsiglio.it; Tel. 0461.492803; info@buonconsiglio.it. Mostre CITTÀ FORTEZZA: TRENTO 1915-1918 Apertura: da venerdì 10 luglio 2015 a domenica 10 luglio 2016. Gallerie di Piedicastello. Trento e la Grande guerra. Il percorso della mostra porta i visitatori in una Trento trasformata in un’enorme caserma, una città fortezza governata dai militari, dove gli edifici pubblici e privati sono usati come ospedali per i soldati e i cittadini rimasti vedono limitate le loro libertà, devono convivere con i soldati e con i prigionieri, stretti dalla paura e dalla carestia. Orario: da martedì a domenica 9-18 (chiuso il lunedì, il 25 dicembre e il 1° gennaio). Ingresso libero. Info: fondazione. museostorico.it; Tel. 0461.230482; info@museostorico.it. Mostre EX AFRICA. ESPLORAZIONI TRA ARTE E SCIENZA DI JONATHAN KINGDON Apertura: da sabato 18 luglio 2015 a domenica 10 gennaio 2016. Muse. Corso del Lavoro e della Scienza, 3. La mostra racchiude la lunghissima esperienza di ricerca e produzione scientifica e artistica del massimo esperto di mammiferi africani, Jonathan Kingdon, dall’iniziale approccio documentativo di morfologie ed anatomie, all’indagine sulla comunicazione visiva negli animali, alla libera interpretazione artistica. Info: Muse Tel. 0461.270311; prenotazioni@muse.it. Mostre MARI E CIELI DI BALBO Apertura: fino a domenica 10 gennaio 2016. Museo dell’aeronautica Gianni Caproni, Via Lidorno, 3. Da Orbetello a Chicago, New York e Tobruk. La mostra, un viaggio sospeso tra cielo e mare, espone cimeli del Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni e si compone di quindici tavole in tecnica mista del noto pittore italiano Nani Tedeschi, accompagnate da altrettanti testi di Alberto Guarnieri, giornalista e scrittore, che ha immaginato di far parlare Italo Balbo in prima persona da un aldilà, oltre il tempo e la storia. Orario: dal martedì al venerdì 10-13 e 14-18; sabato, domenica e festivi, 10-18 (chiuso lunedì non festivi). Info: www.museocaproni.it; Tel. 0461.944888; museo.caproni@muse.it. Mostre IN AFGHANISTAN Apertura: fino a domenica 1 novembre. Gallerie di Piedicastello. Il lavoro nelle strutture di Emergency a Kabul e nella Valle del Panshir, le vittime di guerra, la devastazione portata da oltre trent’anni di conflitti armati: la mostra “In Afghanistan” li racconta attraverso 45 scatti di Mario Don-

dero, realizzati in un bianco e nero che ne coglie ed esalta gli aspetti più intensi. Orario: da martedì a domenica 9.00-18.00 (lunedì chiuso). Ingresso libero. Info: fondazione. museostorico.it; Tel. 0461.230482; info@museostorico.it.

IL SOGNATORE, ANGELICO DALLABRIDA

Mostre MIO DOLCE PAESE, DOVE SEI? IDENTITÀ PERDUTE DA ROUAULT AI CONTEMPORANEI Apertura: da sabato 19 settembre 2015 a lunedì 11 gennaio 2016. Museo Diocesano Tridentino. Mostra a cura di Domenica Primerano e Riccarda Turrina. Info: Museo Diocesano Tridentino www.museodiocesanotridentino.it. Mostre OSTRICHE E VINO. IN CUCINA CON GLI ANTICHI ROMANI Apertura: da martedì 22 settembre 2015 a venerdì 8 gennaio 2016. Area archeologica di Palazzo Lodron. Orario: da martedì a domenica ore 10-12.30 e 14.30-17; chiuso nei giorni festivi. Ingresso gratuito. Info: Area archeologica di Palazzo Lodron Tel. 0461.492161. Mostre DRIFTERS - AVVENTURE ALPINE NON EUCLIDEE Apertura: da sabato 3 ottobre a sabato 5 dicembre. Boccanera Gallery. Mostra di Valentina Miorandi e Sandrine Nicoletta. Info: Boccanera Gallery - Via Milano, 128. Tel. 0461.984206; www.arteboccanera.com. Mostre BLACK AND WHITE DONALD BAECHLER Apertura: da giovedì 8 ottobre 2015 a domenica 28 febbraio 2016. Studio d’Arte Raffaelli - Palazzo Wolkenstein - Via Livio Marchetti, 17. Mostra personale dell’artista. Protagonisti assoluti dell’esposizione sono eleganti fiori in bianco e nero su carta e su tela, nuova e riuscita proposizione di un tema già caro all’artista. Inoltre, per la prima volta in Italia, in esclusiva per lo Studio d’Arte Raffaelli, saranno in mostra alcune sculture di bronzo, raffinata espressione a tutto tondo del vocabolario artistico di Baechler. Info: Studio d’Arte Raffaelli Tel. 0461.982595; studioraffaelli@tin.it.

VALLE DI NON Fiere ANTICHI SAPORI DELLA VAL DI NON Apertura: da venerdì 16 ottobre a domenica 1 novembre. Verranno riproposte e reinterpretate le antiche ricette degli Gnocchi di patate, i Canederli, le Vellutate o le Minestre “den bot” (di una volta) e ottimi secondi piatti di carne, per concludere poi con dolci ricette popolari. Info: Azienda per il Turismo Tel. 0463.830133; info@ visitvaldinon.it.

G

iuseppe Angelico Brida (Dallabrida) pittore, visionario eccentrico, ribelle, originale, è al centro della mostra ideata da Katia Fortarel, allestita in collaborazione con il Centro d’Arte La Fonte nella Casa della Cultura di Caldonazzo: “Angelico Dallabrida pittore e profugo a Mitterndorf an der Fischa” raccoglie una decina di opere, alcune inedite, realizzate dall’artista caldonazzese durante il periodo di internamento nel campo profughi, situato a venti chilometri a sud di Vienna, durante la prima guerra mondiale. “Il periodo trascorso a Mitterndorf, scrive Katia Fortarel nel saggio introduttivo del catalogo, costituisce il capitolo più triste della vita di Dallabrida, sradicato improvvisamente dalla propria terra, lontano da quei paesaggi che torneranno ad ispirarlo in seguito caratterizzando il grosso della sua produzione, costretto a convivere con il dolore che accompagna tale esperienza...”. Angelico, come ricorda lo storico Quinto Antonelli, subisce la stessa sorte di migliaia di trentini forzatamente sfollati ma, grazie alla propria arte, gode di alcuni privilegi, quale una certa libertà di movimento, ritraendo ufficiali, nobili e borghesi altolocati. La sua pittura diventa però anche la cronaca di quanto accade all’ interno ed attorno al Campo. In mostra ci sono allora alcune scene di vita quotidiana nelle baracche, funzioni religiose, le esequie di un’ internato deceduto, il ritorno a casa con il carretto carico di masserizie. Personaggio poliedrico, artista tormentato, fu profugo suo malgrado. Di ritorno da Mitterndorf trascurò Caldonazzo e si fermò a Mezzolombardo dove trovò una seconda piccola Heimat e morì. Giuseppe Angelico Dallabrida, a 56 anni dalla morte, grazie alla Fonte, sta finalmente trovando il posto che gli spetta nella storia dell’arte non solo trentina. La mostra, realizzata con il contributo del Comune, della Cassa Rurale di Caldonazzo, della Comunità di Valle Alta Valsugana Bernstol, resterà aperta, tutti i giorni tranne il lunedì, fino al 3 novembre, con orario 10-12 e 16-20. In occasione della mostra, oltre al relativo catalogo è stato presentato il cofanetto con i tre volumi de “I passi ritrovati” storia e leggende di Caldonazzo. Due di questi sono stati curati da Beppi Toller. Waimer Perinelli, Presidente Centro d’Arte La Fonte

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trentinoappuntamenti

LE LEZIONI DI STORIA PER FARE MEMORIA

S

arà dunque il primo conflitto mondiale il nucleo

tematico di questo ciclo di Lezioni di storia, dal titolo “L’Italia in guerra”. Nove

storici di fama ripercorreranno le tappe principali della guerra che ha aperto il Novecento europeo e i cui effetti sugli equilibri mondiali, sulle popolazioni e sulle società coinvolte sono stati di lunga durata. È quello affidato ad una delle voci storiche del cantautorato italiano come Eugenio

Finardi il

primo evento musicale del teatro comunale di Pergine Valsugana (3 ottobre) nella serie di eventi curati da Corrado Bungaro. Prenderà il via a Trento il 21 ottobre la 56° Stagione Sinfonica dell’Orchestra

Haydn.

«Proponiamo al nostro pubblico un nuovo anno di musica da vivere insieme – scrive Daniele Spini, nella presentazione del nuovo cartellone. Per la danza, questo mese sono tre gli appuntamenti con l’arte tersicorea. In primis

EUGENIO FINARDI

C

antante, autore, chitarrista e pianista Eugenio Finardi nasce a Milano il 16/07/1952 e cresce in una famiglia “musicale” (la madre cantante lirica americana, il padre tecnico del suono). Fin da bambino mostra uno spiccato talento per la musica tanto che a nove anni incide il suo primo disco: una canzone per bambini intitolata “Palloncino rosso fuoco”. Due anni più tardi partecipa all’incisione di due raccolte: una di canzoni natalizie e una di canzoni tradizionali americane. A fine anni Sessanta inizia a muoversi con personaggi come Alberto Camerini e Walter Calloni. Con loro forma un gruppo chiamato Il Pacco e si esibisce spesso nel nord Italia. Nei primi anni Settanta Finardi entra in contatto con Claudio Rocchi, gli Stormy Six e collabora con loro e con altri come session man (suona tra l’altro l’armonica nel primo disco dei Fratelli La Bionda), tentando contemporaneamente di farsi notare come cantante. Nel 1972 firma il suo primo contratto discografico. Nel 1975 esce il suo primo album, NON GETTARE ALCUN OGGETTO DAI FINESTRINI. Con l’uscita del disco iniziano anche le tournée: la prima a supporto di Fabrizio De Andrè, che per la prima volta si impegna in un lungo tour italiano, la seconda, assieme a Lucio Fabbri, come supporto alla PFM. Nel 1976 arriva il successo con la pubblicazione di SUGO, che contiene la hit “Musica ribelle”. Nel 1977 esce DIESEL, un vero capolavoro di rock forte e impegnato che fotografa una realtà tutta italiana in canzoni semplici e dirette, appassionate e vivaci. Il 1978 è un anno di cambiamenti, il più importante dei quali è la collaborazione con il gruppo Crisalide...

al Sociale di Trento ritroveremo il 31 ottobre

il francese Mourad

Merzouki, icona

Bolzano e l’interpretazione di Andrea Castelli. Torna nel mese di ottobre Mondi

Sonori,

dell’hip hop contaminato al contemporaneo, che con

manifestazione incentrata sulla musica del Novecento che

la sua Compagnia Käfig presenterà Pixel, una sorta di

da diciotto anni viene curata e promossa dal Conservatorio

dialogo costante tra illusione virtuale e realtà, in cui

“Bonporti” di Trento e Riva del Garda, dal 6 ottobre al 5

la danza di strada si fonde alla tecnologia digitale e al

novembre, coinvolgendo personalità internazionali.

video.

La musica dal vivo al centro della nuova programmazione:

Per il teatro, Al Teatro Cuminetti da martedì 27 ottobre a

musical e tanti concerti. Al via la stagione 2015/2016 del

domenica 8 novembre parte la Stagione con

“La scelta di Cesare”, una novità di Pino

Teatro Valle dei Laghi - organizzata da

Fondazione Aida. L’inaugurazione è per il 10 ottobre con il

Loperfido per la regia di Andrea Brandalise, giovane

musical Però – dell’associazione Des Etoiles – che apre la

trentino cresciuto alla bottega del Teatro Stabile di

rassegna Specchi riflessi

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tmottobre


trentinoappuntamenti 1 GIOVEDÌ Cultura CONFERENZA Caldonazzo. Ore 20.30. Casa della Cultura - Viale Stazione, 8 - Sala Prati Marzari. Conferenza “Giuseppe Angelico Dallabrida e i profughi trentini della Grande Guerra”. Intervengono Katia Fortarel, Quinto Antonelli (Conservatore presso la Fondazione Museo storico del Trentino). Beppi Toller e Wainer Perinelli presentano il cofanetto de “I passi ritrovati”. Info: Comune di Caldonazzo. Musica PULCHRA ES, AMICA MEA Caneve di Arco. Ore 20.45. Chiesa di San Rocco. Musica sacra strumentale e vocale del XVmo secolo. Concerto ispirato alle splendide pitture della Chiesa di San Rocco. Nell’ambito di Early Music Weeks. Info: Ensemble Arco Antiqua cell. 333.3020695; info@arcontiqua.it. Cultura e gastronomia PRESENTAZIONE LIBRO Trento, ore 20. Presentazione del volume: #Birretrentine di Jacopo Tomasi e Giovanna Rauzi, edito da Curcu&Genovese. Oltre agli Autori saranno presenti i produttori di birra (Birra di Fiemme e Maso Alto) per una degustazione accompagnata dalle specialità dello chef stellato Diego Rigotti. Ingresso gratuito fono ad esaurimento posti, gradita la prenotazione; tel. 0461/887101)

2 VENERDÌ Enogastronomia I COLORI DELLA LUCE D’AUTUNNO Faver. Ore 20. Locanda del Passatore. Per festeggiare l’anno internazionale della luce, cena con concerto a tema con il tenore Gianfranco Cerretto, accompagnato dal pianoforte suonato da Luigi Signori. La cena prevede tortilla di patate profumata di timo con spumante Doss24, quiche di erbe autunnali

nocciole e caprino e cappuccino di zucca con crema al gorgonzola con schiava Valvalè 2013, straccetti di pasta fresca alle erbe con verdure grigliate con pinot nero Vigna Saosent 2013, sformatino di carote e pistacchi con marmellata al rabarbaro e caffè. Tutti i vini sono della Cantina La-Vis Valle di Cembra. Quota di partecipazione: € 40,00 a persona comprensivi cena, vini, acqua e concerto. Prenotazione obbligatoria. Info e prenotazioni: 348 2257382, gruppocaronte@iol.it. Musica ASCOLTANDO L’IMMAGINE SONATA ISLANDS Rovereto . Ore 18. Mart. Nicola Fazzini, Emilio Galante, Simone Zanchini, Gabriele Evangelista. Sonata islands presenta il suo nuovo progetto dedicato alla Collezione Permanente del MART. Quattro musicisti suonano le loro composizioni itineranti, di fronte ad alcuni capolavori della collezione, seguiti dal pubblico. Le opere interpretate sono di Giacomo Balla, Carlo Carrà, Felice Casorati, Giorgio De Chirico, Massimo Campigli, Giorgio Morandi, Pompeo Borra, Algostino Bonalumi, Bill Viola, Mario Schifano. Programma dettagliato e info su: www.trentinojazz.com. Musica THE BRAVE NIGHT OF THE EARLY MUSIC Monte Velo. Ore 20.45. Eremo di San Giacomo. Musica veneziana per tastiera a cavallo tra ‘500 e ‘600. Breve passeggiata notturna nel bosco per raggiungere un’antico Eremo sul Monte Velo. Ad attendere il pubblico in chiesa ci saranno Hans Maier - docente akkordeon (fisarmonica) della Musikhochschule di Trossingen (DE), uno dei fisarmonicisti più amati d’Europa - e la giovane fisarmonicista trentina Margherita Berlanda. Brani di autori del tardo ‘500 verranno suonati su fisarmoniche moderne, una delle quali eccezionalmente accordata con un temperamento mesotonico. Ingresso

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gratuito. Nell’ambito di Early Music Weeks. Info: Ensemble Arco Antiqua cell. 333.3020695; info@ arcontiqua.it.

3 SABATO Musica EUGENIO FINARDI IN CONCERTO Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro di Pergine. Dalle 20 degustazione di prodotti e vini del territorio nel foyer. Biglietti: Euro 22 intero / Euro 18 ridotto. Info: www. eugeniofinardi.it. Musica DIVINA GRAZIA Cologna di Tenno. Ore 20.45. Chiesa di San Zenone. Musica sacra italiana vocale tra 1600 e 1700. La Lithuanian Academy of Music and Theatre (LT), presenta un programma di musica vocale italiana scritta tra ‘600 e ‘700. Un soprano si esibirà accompagnato dal basso continuo al clavicembalo e da un fagotto originale del 1700. Interpreti: Ruta Vosyliute (LT), Angelica Selmo (IT), Stefano Sopranzi (IT).. Ingresso libero. Nell’ambito di Early Music Weeks. Info: Ensemble Arco Antiqua cell. 333.3020695; info@arcontiqua.it. Teatro REPARTO PATERNITÀ Ledro. Ore 20.45. Teatro della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro. Spettacolo di Ray Cooney (traduzione Maria Teresa Petrizzi) con la Filodrammatica “S. Martino” di Fornace. Per la 20a edizione di “Ottobre a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EMIGRANTI Ala. Ore 21. Teatro “Sartori”. Spettacolo di Slawomir Mrozek con l’Associazione Teatrale “Alense” di Ala. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro PARCHEGGIO A PAGAMENTO Arco. Ore 20.45. Auditorium Giovanni Paolo II. Spettacolo di Italo Conti - trad. e adattamento in dialetto di Romano Turrini con la Filodrammatica “Arcobaleno” di Arco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Workshop FESTIVAL DEL TURISMO MEDIEVALE Trento. Castello del Buonconsiglio. Il primo workshop internazionale incentrato sul turismo medievale. Per ulteriori dettagli visitate il sito: www.festivalturismomedievale.it oppure Apt Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi Tel. 0461.216000; www.discovertrento.it.

4 DOMENICA Cultura LEZIONI DI STORIA Trento. Ore 11. Teatro Sociale. “Comunicazione. Propaganda per la mobilitazione”, con Luigi Sardi e Simone Colarizi. Info: tel. 0461-213811. Musica DOMENICASTELLO CONCERTO CON APERITIVO A CASTEL PERGINE Pergine Valsugana. Ore 17.30. Castello di Pergine. Il Nordeuropa nel periodo romantico Beatrix Graf, clarinetto; Margherita Franceschini, violoncello; Francesco Moncher, pianoforte su musiche di Gade, Offenbach e Brahms alla scoperta del repertorio per clarinetto, violoncello e pianoforte. Entrata: Euro 10,00. Info: Castel Pergine Tel. 0461.531158. Teatro ragazzi TESERO TALENT SHOW Tesero. Ore 17. Teatro Comunale. A teatro con mamma e papà di e con il Coro “Le Mille Note” di Tesero. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

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trentinoappuntamenti Tradizione 10^ FESTA DEL RADICCHIO DI BIENO BienoValsugana. Presso il campo sportivo e il parco fluviale di Bieno. Info: APT Valsugana, Ufficio di Castello Tesino tel. 0461.593322 - 0461.727730; castellotesino@visitvalsugana.it. Comune di Bieno Tel. 0461.596166. Tradizione 9^ ESPOSIZIONE DI CAPRA PEZZATA MOCHENA E FIERA DEGLI ANIMALI Bedollo. Dalle ore 8. Centro Polifunzionale di Centrale. Fiera degli animali con esposizione delle capre pezzate, punto ristoro, animazione e mercatino di prodotti tipici locali. Info: 349.3911803.

sta Claudio Montafia. Conducted Improvisation e musiche di Emilio Galante. Per ulteriori dettagli visitate il sito www.conservatorio.tn.it.

7 MERCOLEDÌ Corsi DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. c/o Associazione di volontariato “Mana”. Per informazioni: mimosa.2009@live.it.

8 GIOVEDÌ

Musica I CONCERTI CASA DI SALUTE RAPHAEL Roncegno Terme. Ore 21. Ensamble Turchese. Corrado Bungaro, nyckelharpa/violino (Italia); Helmi M’hadhbi, oud (Tunisia); Luca Degani, Bandoneon (Italia); Angel Ballester, sax/Flauto (Cuba); John Prahbakar Salins, Percussioni (India). Info: Palace Hotel Casa Raphael Tel. 0461.772000.

Musica STABAT MATER Monte Brione. Ore 20.45. Forte Garda. Settecento italiano vocale. Il dolore femminile e l’incubo della guerra. L’Ensemble Arco Antiqua dedica questa produzione alla memoria di tutte quelle donne che in guerra hanno sofferto a causa della morte dei figli e dei mariti, donne violate, angosciate, caricate del peso del sostentamento di una famiglia intera. Il gruppo vocale e strumentale Ensemble Arco Antiqua eseguirà un concerto con cantate di Domenico Zipoli (1688-1726) e Nicola Porpora (1686-1766), e con la prima esecuzione dell’edizione critica - redatta appositamente per questo concerto - di due brani del compositore trentino Giovanni Battista Runcher (1714-1791). Per l’occasione l’Ensamble canterà accompagnato da un vero organo a canne che verrà eccezionalmente montato nel fortino. Interpreti: Sara Tommasini - contralto, Aurelio Schiavoni - controtenore in registro di contralto, Nicola Lamon organo e basso continuo. Ingresso gratuito. Nell’ambito di Early Music Weeks. Info: Ensemble Arco Antiqua cell. 333.3020695; info@ arcontiqua.it.

Musica MONDI SONORI 2015 Trento. Ore 20.30. Aula Magna del Conservatorio. Free flutes Flute ensemble dei Conservatori Pollini e Bonporti diretto da Pierluigi Destro ed Emilio Galante, soli-

Musica MONDI SONORI 2015 MUSICA E NATURA 1 Trento. Aula Magna del Conservatorio. Ore 11 e ore 20.30. “Indoor-outdoor” con video e musiche dal vivo per oggetti da cucina,

Workshop FESTIVAL DEL TURISMO MEDIEVALE Trento. Castello del Buonconsiglio. Il primo workshop internazionale incentrato sul turismo medievale. Per ulteriori dettagli visitate il sito: www.festivalturismomedievale.it oppure Apt Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi Tel. 0461.216000; www.discovertrento.it.

6 MARTEDÌ

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tmottobre

suoni d’insetti e tecnologie. Conferenza concerto di Mauro Graziani e Fabio Cifariello Ciardi. Musiche di Mauro Graziano, Francesco Dal Rì, Sebastiano Beozzo, Leonardo Benini, Marco Matteo Markidis. Video di Katja Marun, Roberta D’Appiano, Jacqueline Ocampo. Ore 17. “Il caleidoscopio fantastico di Borges”. Conferenza concerto di Pietro Taravacci. Università di Trento con musiche originali e letture da “Il libro degli esseri immaginari” di Jorge Luis Borges. Musiche di Samuele Broseghini, Fabio Conti, Marco Faglia, Mattia Giacomozzi, Jacqueline Ocampo, Leonardo Benini, Ruben Tomasi, Juan David Zutela. Pietro Taravacci, voce recitante. Allievi interpreti del Conservatorio “F.A. Bonporti”. Per ulteriori dettagli visitate il sito www.conservatorio.tn.it.

9 VENERDÌ Cultura TAVOLE MEDIEVALI Trento. Ore 18. Castello del Buonconsiglio. Franco Cardini. La civiltà cortese tra Trento e la Toscana. I Cicli dei Mesi in Torre Aquila e nei Sonetti di Folgore da San Gimignano. Info: www.buonconsiglio.it; info@buonconsiglio.it; Tel. 0461.233770. Musica JAZZ PRINTS Panarotta . Ore 21. Malga Grande. Storica formazione del jazz trentino, diretta da Francesco Pisanu, sulla scena da più di trent’anni. Programma dettagliato e info su: www.trentinojazz.com. Musica GABRIELLA GHERMANDI ARSE TEWODROS PROJECT Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro. Gabriella Ghermandi - Arse Tewodros Project. Giù le maschere, Teatro e giustizia sociale. Biglietti: euro 8 intero / euro 5 ridotto / euro 3 “Giovani a teatro”. Info: www.atsetewodros.org.

Musica ANTICHI ORGANI E STRUMENTI DELLA VALSUGANA” CONCERTO Borgo Valsugana. Ore 20.45. Chiesa dell’Assunta. Organo: Mascioni 1980. Giorgio Galvana: organo; Simone Pontalti: tromba. Info: info@ensemblefrescobaldi. it; www.ensemblefrescobaldi.it. Musica CONSERVATORIO BONPORTI CONCERTO D’AUTUNNO Riva del Garda. Ore 18-19.30. Auditorium del Conservatorio. Trio BerthomieuStefania Soave e Fabio Bacelle, flautiAntonella Ferrigato, arpa. Musiche di autori francesi di ‘8-900. Info: Conservatorio Bonporti Tel. 0464.551669; didattica. riva@conservatorio.tn.it. Musica ANTICHI ORGANI E STRUMENTI DELLA VALSUGANA IN CONCERTO Borgo Valsugana. Ore 20.45. Chiesa dell’Assunta. Organo: Mascioni 1980. Giorgio Galvana: organo. Simone Pontalti: tromba. Info: info@ensemblefrescobaldi.it; Tel. 0461.857066. Musica IL CONCERTO DELLE DAME Monte Brione. Ore 20.45. Ristorante Alla Lega. musica vocale e strumentale italiana del ‘500 e del ‘600. Nel cortile del Palazzo che ospita lo storico Ristorante alla Lega, il Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio di Firenze proporrà di rivivere l’esperienza del Concerto delle Dame di Ferrara. Complesso di sole donne, si esibiva segretamente presso la corte estense del tardo rinascimento. Uno dei suoi membri era Livia d’Arco, appartenente alla famiglia che era proprietaria del palazzo. Interpreti: Ensemble del dipartimento di Musica Antica del Conservatorio Cherubini di Firenze (Beatriz Oyarzabal Pinan, Benedetta Corti, Francesca Bizzarri, Umberto Cerini, Claudia Pasetto) diretti da Patrizia Vaccari. Ingresso


trentinoappuntamenti

10 SABATO Danza ASSOCIAZIONE CULTURALE DES ETOILES - PERO’ Vezzano. Ore 20.45. Teatro valle dei laghi. La straordinaria creatività del direttore artistico Mauro D’Alessio porta sul palco un nuovo entusiasmante spettacolo: “Però”, in una versione completamente rinnovata sul piano scenografico. Con un cast che annovera 50 ballerini e 10 cantanti non professionisti, considerati tra le migliori voci trentine, che danzeranno e canteranno dal vivo sui brani indimenticabili dei musical più famosi in tutte le due ore dello spettacolo. Lo show, interamente autoprodotto dall’associazione Des Etoiles, nelle coreografie, nei costumi e nel visual design, saprà coinvolgere e appassionare il pubblico presente. Nell’ambito della rassegna “Specchi riflessi”. Info: www. teatrovalledeilaghi.it. Enogastronomia SIMPOSIO TOP WINE 2950 Canazei. Ore 10-17. Rifugio Maria Sass Pordoi. Nell’affascinante cornice del Pordoi il simposio, tra le manifestazioni enogastronomiche a quota più elevata in Italia, promuove non solo l’eccellenza del vino trentino e altoatesino, ma anche alcuni pregiati alimenti della terra fassana. I quasi mille partecipanti attesi al Rifugio Maria, possono accompagnare i calici ad assaggi dei formaggi più rinomati della Mèlga de Fascia, il caseificio valligiano che produce il celebre nostrano “Chèr de Fascia” (Cuore di Fassa) assieme a tanti altri ottimi caci, i prodotti da forno più soffici e croccanti del Panificio Boninsegna che per l’occasione presenta una ricca scelta di pani e dolci tipici, nonché lo speciale speck altoatesino di Martin Speck. Info: Società Incremento Turistico Canazei Tel. 0462.608811; info@canazei.org. Musica IN...CANTO SUL GARDA Riva del Garda. Ore 15-23. Palazzo dei Congressi e chiese. Concorso Corale Internazionale. I migliori gruppi corali del mondo tornano a cantare in riva al lago. Organizzato dall’associazione concorso corale internazionale di Riva del Garda prevede la suddivisione dei partecipanti in varie categorie che comprendono anche le meno tradizionali tra cui canto gospel, jazz e spiritual. I cori saranno valutati da una giuria che userà vari criterio di valutazione tra cui la qualità sonora e la fedeltà alla partitura piuttosto che l’autenticità o la prassi interpretativa. Info: Ass. Concorso Corale Internazionale Riva del Garda, Tel. 0464.5601113; info@e-20.com.

Musica GALEAS PER MONTES Torbole sul Garda. Ore 20.45. Chiesa di S. Andrea. Barocco strumentale veneziano “da Chiesa”. Due allievi della Scuola Civica di Milano, Linda Przybiernow e Andrea Antonel, premiati in concorsi internazionali, presentano un concerto di musica barocca veneziana dedicata alla mirabile impresa della Serenissima, che nel 1439 fece transitare dall’Adige a Torbole, attraverso Passo San Giovanni, 2 Galee e 6 fregate della propria flotta per muovere guerra al ducato di Milano. Il duo violino e liuto si esibirà suonando su strumenti originali o copie. Ingresso libero. Nell’ambito di Early Music Weeks. Info: Ensemble Arco Antiqua cell. 333.3020695; info@arcontiqua.it.

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Teatro BASTAVA ‘NA BOTA Ledro. Ore 20.45. Teatro della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Concordia ‘74” di Povo. Per la 20a edizione di “Ottobre a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

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gratuito. Nell’ambito di Early Music Weeks. Info: Ensemble Arco Antiqua cell. 333.3020695; info@ arcontiqua.it.

Teatro SANTA VITTORIOSA PALACE HOTEL Civezzano. Ore 20.45. Teatro “Luigi Pirandello”. Spettacolo di Luisa Pachera con l’Associazione Culturale “Grenzland” di Avio. Per la rassegna teatrale “Bruno Palaoro”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro FRANCESCO TESEI - “THE GAME” Trento. Ore 21. Auditorium S. Chiara. La certezza di avere una privacy da difendere può risultare superflua, quasi ridicola se il nostro interlocutore è... un mentalista, uno che ti legge il pensiero. Un interlocutore davvero interessante, che sa cosa vuoi dire... prima ancora che tu l’abbia pensata: Francesco Tesei torna in teatro con “Mind Juggler”, una serie di giochi, esperimenti volti a farci stupire della potenza e potenzialità della comunicazione subliminale... per scoprire in leggerezza quanto sia importante stare all’erta e lontani dal rischio di essere manipolati. Info: www.centrosantachiara.it. Teatro ragazzi BASTA PARLAR MALE DELE DONE Tesero. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Roberto Pasquini con la “Filolevico” di Levico Terme. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Tradizione FESTA D’AUTUNNO: MIELE, CASTAGNE E PRODOTTI LOCALI Pergine Valsugana. Vie del centro storico di Pergine. Incontri e

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trentinoappuntamenti laboratori, mostre a tema, golose degustazioni di prodotti a base di castagne e miele, mercatino dei prodotti tipici, musica e animazione. Info: festadautunno@comune. pergine.tn.it; www.comune.pergine.tn.it;Tel. 0461.502111. Iscrizione ai laboratori e degustazioni: APT Valsugana Tel. 0461.727760. Tradizione POMARIA Cles. Ore 10-23. La grande festa del raccolto, un evento che vede protagoniste la Val di Non e la Val di Sole, le Strade del Vino e dei Sapori del Trentino, le mele appena colte, le tradizioni e i sapori locali. La scoperta di luoghi testimoni di storia e cultura, i colori e i profumi dell’autunno, l’arte e il sapere popolare con musica, giochi e fiabe per divertirsi anche assieme ai più piccoli. L’edizione 2015 sarà ancora più speciale perché Pomaria quest’anno si trasferisce nel centro storico di Cles con tantissime novità! Info: APT Val di Non Tel. 0463.830133; info@visitvaldinon. it; ww.pomaria.org.

11 DOMENICA Cultura FUCINA ROSSA ARTE SELLA Borgo Valsugana. Ore 17. Malga Costa. Con Mario Brunello, Guido Barbieri, Sara Nanni, Luca Simoncini, Luigi Puxeddu. Prenotazione obbligatoria, chiamando il numero 0461.751251 dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 12 ed i giorni 11/10 e 12/10. Lo spettacolo è garantito anche in caso di maltempo, fino ad esaurimento posti. Ingresso € 20,00. Cultura LEZIONI DI STORIA Trento. Ore 11. Teatro Sociale. “Prospettive. Caporetto per chi perde, Caporetto per chi vince”,con Patrizia Marchesoni e Alessandro Barbero. Info: tel. 0461-213811. Danza ASSOCIAZIONE CULTURALE DES ETOILES - PERO’ Vezzano. Ore 16.30. Teatro valle dei laghi. La straordinaria creatività del direttore artistico Mauro D’Alessio porta sul palco un nuovo entusiasmante spettacolo: “Però”, in una versione completamente rinnovata sul piano scenografico. Con un cast che annovera 50 ballerini e 10 cantanti non professionisti, considerati tra le migliori voci trentine, che danzeranno e canteranno dal vivo sui brani indimenticabili dei musical più famosi in tutte le due ore dello spettacolo. Lo show, interamente autoprodotto dall’associazione Des Etoiles, nelle coreografie, nei costumi e nel visual design, saprà coinvolgere e appassionare il pubblico presente. Nell’ambito della rassegna “Specchi riflessi”. Info: www. teatrovalledeilaghi.it.

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Musica IN...CANTO SUL GARDA Riva del Garda. Ore 15-23. Palazzo dei Congressi e chiese. Concorso Corale Internazionale. I migliori gruppi corali del mondo tornano a cantare in riva al lago. Organizzato dall’associazione concorso corale internazionale di Riva del Garda prevede la suddivisione dei partecipanti in varie categorie che comprendono anche le meno tradizionali tra cui canto gospel, jazz e spiritual. I cori saranno valutati da una giuria che userà vari criterio di valutazione tra cui la qualità sonora e la fedeltà alla partitura piuttosto che l’autenticità o la prassi interpretativa. Info: Ass. Concorso Corale Internazionale Riva del Garda, Tel. 0464.5601113; info@e-20.com. Musica CANTI D’AMOR D’ANTICHE SELVE ED ACQUE Lago di Ledro. Ore 15. Museo delle Palafitte. Musica vocale italiana del ‘500. All’interno dell’importante museo archeologico, tra reperti dell’età del bronzo, il duo Zaccarin-Russo, con la partecipazione straordinaria dell’attrice Cristina Chiaffoni (reduce dalla Mostra del Cinema di Venezia, dove ha presentato il suo ultimo film: “Le Badanti”) presenteranno un gradevole concerto aperitivo dedicato all’antichità classica e agli splendidi paesaggi della Valle di Ledro. Interpreti: Martina Zaccarin - Soprano, Luciano Russo - Arciliuto. Con la partecipazione straordinaria dell’attrice Cristina Chiaffoni. Ingresso libero. Nell’ambito di Early Music Weeks. Info: Ensemble Arco Antiqua cell. 333.3020695; info@arcontiqua.it. Teatro VACANZE FORZATE (STESSA CASA... STESSO MARE) Viarago. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Antonella Zucchini con la Filodrammatica di Viarago. Per la 4a rassegna teatrale “Viarago a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro I HAVE A DREAM Rovereto. Ore 21. SmartLab. Spettacolo di e con l’Associazione “Grande Quercia” di Rovereto. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Tradizione FESTA D’AUTUNNO: MIELE, CASTAGNE E PRODOTTI LOCALI Pergine Valsugana. Vie del centro storico di Pergine. Incontri e laboratori, mostre a tema, golose degustazioni di prodotti a base di castagne e miele, mercatino dei prodotti tipici, musica e animazione. Info: festadautunno@comune. pergine.tn.it; www.comune.pergine.tn.it;Tel. 0461.502111. Iscrizione ai laboratori e degustazioni: APT Valsugana Tel. 0461.727760.

Tradizione POMARIA Cles. Ore 10-19. La grande festa del raccolto, un evento che vede protagoniste la Val di Non e la Val di Sole, le Strade del Vino e dei Sapori del Trentino, le mele appena colte, le tradizioni e i sapori locali. La scoperta di luoghi testimoni di storia e cultura, i colori e i profumi dell’autunno, l’arte e il sapere popolare con musica, giochi e fiabe per divertirsi anche assieme ai più piccoli. L’edizione 2015 sarà ancora più speciale perché Pomaria quest’anno si trasferisce nel centro storico di Cles con tantissime novità! Info: APT Val di Non Tel. 0463.830133; info@visitvaldinon. it; ww.pomaria.org.

12 LUNEDÌ Musica ORCHESTRA HAYDN DI BOLZANO E TRENTO Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro. Joseph Haydn Sinfonia in Sol minore, HOB:I:88 Ludwig van Beethoven Sinfonia n. 3 in Mibmaggiore, op. 55 “Eroica”. Dirige il M.o George Jackson. Biglietti: Euro 10 intero / Euro 5 ridotto (under 18 e iscritti alla Scuola musicale di Pergine). Info: www.haydn.it. Musica IN...CANTO SUL GARDA Riva del Garda. Ore 15-23. Palazzo dei Congressi e chiese. Concorso Corale Internazionale. I migliori gruppi corali del mondo tornano a cantare in riva al lago. Organizzato dall’associazione concorso corale internazionale di Riva del Garda prevede la suddivisione dei partecipanti in varie categorie che comprendono anche le meno tradizionali tra cui canto gospel, jazz e spiritual. I cori saranno valutati da una giuria che userà vari criterio di valutazione tra cui la qualità sonora e la fedeltà alla partitura piuttosto che l’autenticità o la prassi interpretativa. Info: Ass. Concorso Corale Internazionale Riva del Garda, Tel. 0464.5601113; info@e-20.com.

13 MARTEDÌ Musica I CONCERTI CASA DI SALUTE RAPHAEL Roncegno Terme. Ore 21. Duo Violino e Pianoforte. Patrizia Betotti: Violino. Edoardo Bruni: pianoforte su musiche di Bruni, Brahms, Schumann. Info: Palace Hotel Casa Raphael Tel. 0461.772000. Musica IN...CANTO SUL GARDA Riva del Garda. Ore 15-23. Palazzo dei Congressi e chiese. Concorso Corale Internazionale. I migliori gruppi corali del mondo tornano a cantare in riva al lago. Organizzato dall’associazione concorso corale internazionale di Riva del Garda prevede la suddivisione dei

partecipanti in varie categorie che comprendono anche le meno tradizionali tra cui canto gospel, jazz e spiritual. I cori saranno valutati da una giuria che userà vari criterio di valutazione tra cui la qualità sonora e la fedeltà alla partitura piuttosto che l’autenticità o la prassi interpretativa. Info: Ass. Concorso Corale Internazionale Riva del Garda, Tel. 0464.5601113; info@e-20.com.

14 MERCOLEDÌ Musica IN...CANTO SUL GARDA Riva del Garda. Ore 15-23. Palazzo dei Congressi e chiese. Concorso Corale Internazionale. I migliori gruppi corali del mondo tornano a cantare in riva al lago. Organizzato dall’associazione concorso corale internazionale di Riva del Garda prevede la suddivisione dei partecipanti in varie categorie che comprendono anche le meno tradizionali tra cui canto gospel, jazz e spiritual. I cori saranno valutati da una giuria che userà vari criterio di valutazione tra cui la qualità sonora e la fedeltà alla partitura piuttosto che l’autenticità o la prassi interpretativa. Info: Ass. Concorso Corale Internazionale Riva del Garda, Tel. 0464.5601113; info@e-20.com.

15 GIOVEDÌ Musica MONDI SONORI 2015 - OGGI IN AMERICA I Trento. Aula Magna del Conservatorio. Ore 11. Conferenza di Zak Browning - University of Illinois. Ore 20.30. Aldo Cutroneo violino; Emilio Galante, flauto; Andrea Dindo, pianoforte su musiche di George Rochberg e Zack Browning. Introduzione di Marco Russo - Università di Trento. Per ulteriori dettagli visitate il sito www. conservatorio.tn.it. Teatro CABARET CON IL COMICO NICOLA SORDO Trento. Ore 21. c/o “Duo Ristorante Tapas Bar” di Trento, Via Torre Verde 14. Rassegna comica organizzata dal Trio “I Toni Marci” di Trento. Info: Tel. 0461.1594461 Elvis.

16 VENERDÌ Musica CONSERVATORIO BONPORTI CONCERTO D’AUTUNNO Riva del Garda. Ore 18-19.30. Auditorium del Conservatorio. Coro del Conservatorio di Riva del Garda. Paolo De Zen direttore. Solisti i cantanti Lisa Pontoni, Paolo Faustini, Davide Piva, Raffaele Zaninelli, Alice Andreasi, Giovanni Giannini pianoforte , Bacco e Amore. Info: Conservatorio Bonporti Tel. 0464.551669; didattica.riva@conservatorio.tn.it.


trentinoappuntamenti Teatro LA VERITÀ Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Lo spettacolo, scritto e diretto da Daniele Finzi Pasca, abbina l’acrobazia, il teatro, la danza e la musica con la presenza di tredici artisti riuniti intorno ad un gigantesco telone originale dipinto da Salvador Dalí negli anni ‘40 a New York per il balletto Tristano e Isotta. Info: n. verde 800.013952; www. centrosantachiara.it.

17 SABATO Esposizione MERCATINO DEL RIUSO E DELLA CREATIVITÀ Trento. Dalle ore 10 alle 19. Contrada Santa Maria Maddalena. (Via L. Marchetti - Via santa Maria Maddalena - Via Dietro Le Mura B - Via F. Ferruccio - Vicolo santa Maria Maddalena). Mercatino riservato ai privati con l’oggetto principale di promuovere le arti, la creatività e l’artigianato domestico che non svolgono attività con carattere di impresa e che intendono esporre o vendere oggetti usati e da collezione, prodotti di artigianato hobbistico ed opere d’arte da loro realizzate. I partecipanti non potranno essere commercianti, né titolari di partita iva nell’ambito del commercio, né ambulanti, né antiquari. Info: www.amicitta.com. Musica TUTTI A BORDO DESTINAZIONE MUSICAL Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro di Pergine. “Tutti a bordo destinazione Musical”, nato dalla creatività di Mauro D’Alessio, direttore artistico dell’associazione Des Etoiles, è uno spettacolo in cui l’incanto della musica, l’armonia della danza, le note suadenti del canto trasportano lo spettatore in un viaggio su una nave piena di fantasia ed emozioni meravigliose. Teatro NO’L ME PIASS Ledro. Ore 20.45. Teatro della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro. Spettacolo di e con l’Associazione Culturale “La Baraca” di Martignano. Per la 20a edizione di “Ottobre a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro I CANEDERLI ... I È ‘NDAI AL BÉCO Viarago. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di e con la Filodrammatica di Telve Valsugana. Per la 4a rassegna teatrale “Viarago a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PARCHEGGIO A PAGAMENTO Rovereto. Ore 20.45. Teatro “S. Maria”. Spettacolo di Italo Conti trad. e adattamento in dialetto di

Romano Turrini con la Filodrammatica “Arcobaleno” di Arco. Per la 23a edizione di “Ugo Coelli”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ALFA 48... 48 ANNI GIOCANDO CON LA MUSICA Levico Terme. Ore 20.45. Teatro “Mons. Caproni”. Per la Mini Rassegna Teatrale d’autunno. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro REPARTO PATERNITÀ Sarche. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Ray Cooney - traduzione di Maria Teresa Petruzzi con la Filodrammatica “S. Martino” di Fornace. Per la 23a rassegna teatrale “Amici del Teatro”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA VERITÀ Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Lo spettacolo, scritto e diretto da Daniele Finzi Pasca, abbina l’acrobazia, il teatro, la danza e la musica con la presenza di tredici artisti riuniti intorno ad un gigantesco telone originale dipinto da Salvador Dalí negli anni ‘40 a New York per il balletto Tristano e Isotta. Info: n. verde 800.013952; www. centrosantachiara.it.

18 DOMENICA Cultura LEZIONI DI STORIA Trento. Ore 11. Teatro Sociale. “Epoche. Capolinea dei miti”, con Quinto Antonelli e Mario Isnenghi. Info: tel. 0461-213811. Musica ANDREA BACCHETTI E L’ORCHESTRA GIOVANILE TRENTINA Pergine Valsugana. Ore 20.45. Musica classica. Su musiche di Johann Sebastian Bach, Wolfgang Amadeus Mozart. Andrea Bacchetti pianoforte. Dirige il M.o Andrea Fuoli. Biglietti: Euro 10 intero / Euro 8 ridotto. Teatro ragazzi L’APPRENDISTA STREGONE Civezzano. Ore 16. Teatro “Luigi Pirandello”. Spettacolo di Burattini di Luciano Gottardi. Per la rassegna teatrale per ragazzi “Il grillo parlante”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Tradizione FESTA DEI SAPORI D’AUTUNNO Caldonazzo. Vie del centro. Torna a Caldonazzo l’appuntamento con la Festa dei Sapori d’autunno, rassegna che porta in passerella tanti golosi prodotti da assaggiare, ma anche un ricco calendario di intrattenimenti per riscoprire i gusti e i costumi della tradizione. Durante la manifestazione sarà possibile passeggiare tra le bancarelle del

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trentinoappuntamenti mercatino che vendono piante e fiori, oggetti di artigianato, prodotti biologici e della gastronomia locale. Info: Comune di Caldonazzo Tel. 0461.723123. Workshop IO DOMENICA DISEGNO Lago di Cei. Orario: 9-12.30/1418. Ritrovo presso il parcheggio del Bar, zona sud del lago. Giornate di approfondimento sui temi fonamentali del disegno. “Smarrirsi nel Bosco in autunno” Schizzi veloci, en plein air. Il costo del corso è di Euro 50,00, comprensivo di tutto il materiale necessario per lo svolgimento dell’attività. In caso di pioggia, il corso verrà spostato alla domenica successiva. Info e iscrizioni: Toti 340.3412733; Umberto 340.1483985.

20 MARTEDÌ Musica I CONCERTI CASA DI SALUTE RAPHAEL Roncegno Terme. Ore 21. Quartetto Echo. Camilla Marabini: flauto dolce contralto e soprano. Claudia Vatalaro: flauto dolce contrlalto. Flora Giordani: clavicembalo su musiche di Lotti, Rosier, C.Ph.E.Bach, Salvatore. Info: Palace Hotel Casa Raphael Tel. 0461.772000.

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21 MERCOLEDÌ Corsi DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. c/o Associazione di volontariato “Mana”. Per informazioni: mimosa.2009@live.it. Musica MONDI SONORI 2015 Trento. Ore 11. Aula Magna del Conservatorio. Incontro con l’autore: Francisco Martìn Quintero. Conservatorio Superior “Rafael Orozco” de Cordoba, introduzione di Cosimo Colazzo su musiche di Francisco Martin Quintero. Emanuele Delmaso, sassofono; Federico Agnello, percussioni. Per ulteriori dettagli visitate il sito www. conservatorio.tn.it.

22 GIOVEDÌ Musica AROUND JAZZ - COSIMO COLAZZO Trento. Ore 20.30. Sala Caritro. Musiche di Mario Pagotto, Cosimo Colazzo, Igor Stravinskij, Heitor Villa Lobos, Erwin Schuloff. Programma dettagliato e info su: www.trentinojazz.com.

Musica MONDI SONORI 2015 MUSICA E NATURA II Trento. Aula Magna del Conservatorio. Ore 11. “I misteri della cattedrale sommersa” conferenza di Piero Venturini. Ore 18. “Preludio...” concerto su musiche di Massimiliano Cova, Giuseppe Calvino, Stefano Wegher. Ore 20.30 “Bonporti incontra...”. Un concerto/incontro fra i compositori e gli interpreti dei conservatori di Trento, Bolzano e Verona su musiche di Federico Campana, Raul Masu, Rudolf Unterhuber, Valentina Massetti, Mirco Ferreni, Alessio Ferrante, Dianna Dmitrijeva. Per ulteriori dettagli visitate il sito www.conservatorio.tn.it.

23 VENERDÌ Cultura TAVOLE MEDIEVALI Trento. Ore 18. Castello del Buonconsiglio. Antonella Campanini. La cucina in Italia al tempo del Ciclo dei Mesi: cibi e ricettari. Info: www.buonconsiglio.it; info@ buonconsiglio.it; Tel. 0461.233770. Musica RAPHAEL GUALAZZI IN CONCERTO Trento. Ore 21. Teatro Sociale. Info: n. verde 800.013952; www. centrosantachiara.it.

Musica CONSERVATORIO BONPORTI CONCERTO D’AUTUNNO Riva del Garda. Ore 18-19.30. Auditorium del Conservatorio. Roberta Alessandrini, arpa Corrado Ruzza, pianoforte. La musica cameristica di G. G. Ferrari. Info: Conservatorio Bonporti Tel. 0464.551669; didattica.riva@conservatorio.tn.it. Musica NOMI ON THE ROCK 2015 Nomi. Piazza delle Feste. Un evento musicale organizzato da Musicandolarte. Sito ufficiale e programma: www.nomirock.it. Teatro LUCIO GARDIN E I TONI MARCI - SPETTACOLO COMICO Tezze di Grigno. Ore 21. Teatro. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi PARCHEGGIO A PAGAMENTO Tesero. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Italo Conti - trad. e adattam. dialettale di Romano Turrini con la Filodrammatica “Arcobaleno” di Arco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.


trentinoappuntamenti 24 SABATO Cultura TORINO-VENEZIA ANNO 1170. IN VIAGGIO CON CHARLES BURNEY (17261814) Trento. Ore 17. Castello del Buonconsiglio. Concerto. L’Ensemble il Continuo presenterà pagine inedite del repertorio galante italiano scritte da Giovanni Battista Somis, Antonio Besozzi, Giuseppe Sammartini, Pietro Locatelli, Giuseppe Tartini, Gaetano Latilla. Per ulteriori informazioni visitate il sito www. buonconsiglio.it. Enogastronomia 36^ FESTA DELLA CASTAGNA Roncegno Terme. Dalle 10 alle 22. Vie del centro. Roncegno Terme, centro della zona di produzione di castagne della Valsugana, ospita da 36 anni questa tradizionale festa che vede tutto il paese coinvolto nella valorizzazione della rinomata produzione locale. Musica, balli, intrattenimento per bambini, bancarelle e specialità gastronomiche a base di castagne...e non solo! Info: Comune di Roncegno Terme Tel. 0461.764061. Musica NOMI ON THE ROCK 2015 Nomi. Piazza delle Feste. Un evento musicale organizzato da Musicandolarte. Sito ufficiale e programma: www.nomirock.it. Teatro PRIMA DE ‘NRABIARTE... CONTA! Ledro. Ore 20.45. Teatro della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro. Spettacolo da “Natale al basilico” di Valerio di Piramo (traduzione dialettale e adattamento di Valerio Bombardelli) con la Filodrammatica di Sopramonte. Per la 20a edizione di “Ottobre a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro REGAI DE NOZE Civezzano. Ore 20.45. Teatro “Luigi Pirandello”. Spettacolo di Valerio Di Piramo con l’Associazione Culturale “Le Voci di Dentro” di Mezzolombardo. Per la rassegna teatrale “Bruno Palaoro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro MARCELLINO PANE VINO Viarago. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Musical liberamente tratto da “Il miracolo di Marcellino” (testi di Paolo Galli e musiche di Marco Frisina). Corale Emmanuel in collaborazione con le Associazioni del Comune di Fondo. Per la 4a rassegna teatrale “Viarago a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro BASTAVA ‘NA BOTA Rovereto. Ore 20.45. Teatro “S. Maria”. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Concordia ‘74” di Povo. Per la 23a edizione di “Ugo Coelli”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BASTA PARLAR MALE DELE DONE Levico Terme. Ore 20.45. Teatro “Mons. Caproni”. Spettacolo di Claudio Pasquini con la “Filolevico” di Levico Terme. Per la Mini Rassegna Teatrale d’autunno. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

25 DOMENICA Cultura EVENTI AL CASTELLO L’ORA CHE NON C’È Pergine Valsugana. Ore 02.00. Evento per il cambio dell’ora in collaborazione con AriaTeatro. Info: Castel Pergine Tel. 0461.531158. Cultura LEZIONI DI STORIA Trento. Ore 11. Teatro Sociale. “Economia. Il prezzo della guerra”, con GianniToniolo e Alessandro De Bertolini. Info: tel. 0461-213811. Enogastronomia 36^ FESTA DELLA CASTAGNA RoncegnoTerme. Dalle 9 alle 20. Vie del centro. Roncegno Terme, centro della zona di produzione di castagne della Valsugana, ospita da 36 anni questa tradizionale festa che vede tutto il paese coinvolto nella valorizzazione della rinomata produzione locale. Musica, balli, intrattenimento per bambini, bancarelle e specialità gastronomiche a base di castagne...e non solo! Info: Comune di Roncegno Terme Tel. 0461.764061. Enogastronomia FESTA DEI SAPORI D’AUTUNNO Caldonazzo. Vie del centro. Torna a Caldonazzo l’appuntamento con la Festa dei Sapori d’autunno, rassegna che porta in passerella tanti golosi prodotti da assaggiare, ma anche un ricco calendario di intrattenimenti per riscoprire i gusti e i costumi della tradizione. Durante la manifestazione sarà possibile passeggiare tra le bancarelle del mercatino che vendono piante e fiori, oggetti di artigianato, prodotti biologici e della gastronomia locale. Info: Comune di Caldonazzo Tel. 0461.723123. Musica DOLOMITI WIND ORCHESTRA Pergine Valsugana. Ore 18. Teatro di Pergine. Nuovo gruppo di musicisti del Triveneto. Dirige il M.o Ivan Villanova. Si propongono di diffondere con interesse ed entusiasmo il repertorio per orche-

stra di fiati, cui sono state dedicate pagine importanti della musica del XX secolo e dei giorni nostri. Biglietti: Euro 5 intero / Euro 4 ridotto. Info: Apt Valsugana www. visitvalsugana.it. Musica DOLOMITI WIND ORCHESTRA Pergine Valsugana. Ore 18. Teatro. Musica per banda. Nuovo gruppo di musicisti del Triveneto. Dirige il M.o Ivan Villanova. Si propongono di diffondere con interesse ed entusiasmo il repertorio per orchestra di fiati, cui sono state dedicate pagine importanti della musica del XX secolo e dei giorni nostri. Biglietti: euro 5 intero / euro 4 ridotto. Info: APT Valsugana Tel. 0461.727700; www. visitvalsugana.it.

27 MARTEDÌ Musica I CONCERTI CASA DI SALUTE RAPHAEL RoncegnoTerme. Ore 21. Jo-Clarino Clarinet Choir su musiche di Vivaldi, Mozart, Rota, Piovani, Van deer Roost. Info: Palace Hotel Casa Raphael Tel. 0461.772000. Teatro LA SCELTA DI CESARE Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Novità di Pino Loperfido. Regia di Andrea Brandalise. Con Andrea Castelli. Viaggio teatrale pieno di curve misteriose, strane telefonate, irresistibili ironie, uomini e cani, dispute sulla esatta collocazione del bene e del male. Info: n. verde 800.013952; www. centrosantachiara.it.

28 MERCOLEDÌ Musica JAZZ PRINTS Trento . Ore 20.30. Sala Caritro. Storica formazione del jazz trentino, diretta da Francesco Pisanu, sulla scena da più di trent’anni. Programma dettagliato e info su: www.trentinojazz.com. Teatro LA SCELTA DI CESARE Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Novità di Pino Loperfido. Regia di Andrea Brandalise. Con Andrea Castelli. Viaggio teatrale pieno di curve misteriose, strane telefonate, irresistibili ironie, uomini e cani, dispute sulla esatta collocazione del bene e del male. Info: n. verde 800.013952; www. centrosantachiara.it.

29 GIOVEDÌ Cultura TAVOLE MEDIEVALI Trento. Ore 18. Castello del Buonconsiglio. Massimo Montanari. La fabbrica del cibo. Paesaggio agrario e usi alimentari nel Ciclo dei Mesi di Torre Aquila. Info: www. buonconsiglio.it; info@buonconsiglio.it; Tel. 0461.233770.

Teatro NEL PAESE DEI CIECHI Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro. AriaTeatro nuova produzione. Da un racconto di H. G. Wells con Giuseppe Amato, Chiara Benedetti e Denis Fontanari; scene di Federica Rigon; regia di Chiara Benedetti. Info: www.visitvalsugana.it. Teatro LA SCELTA DI CESARE Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Novità di Pino Loperfido. Regia di Andrea Brandalise. Con Andrea Castelli. Viaggio teatrale pieno di curve misteriose, strane telefonate, irresistibili ironie, uomini e cani, dispute sulla esatta collocazione del bene e del male. Info: n. verde 800.013952; www. centrosantachiara.it.

30 VENERDÌ Musica CONSERVATORIO BONPORTI CONCERTO D’AUTUNNO Riva del Garda. Ore 18-19.30. Auditorium del Conservatorio. Bruna Pulini, pianoforte su musiche di Chopin, Ginastera e Villa-Lobos. Info: Conservatorio Bonporti Tel. 0464.551669; didattica.riva@conservatorio.tn.it. Musica MONDI SONORI 2015 - OGGI IN AMERICA II Trento. Aula Magna del Conservatorio. Ore 11. “Lo svolgersi del timbro: le trame del suono nella musica americana contemporanea”. Conferenza di Judith Shatin - University of Virginia. Ore 20.30. Concerto con Ivano Ascari, tromba; Aldo Cutroneo, violino; Laura Di Paolo, pianoforte su musiche di Walter Piston, Judith Shatin, David Z. Durant, introduzione di Marco Russo - Università di Trento. Per ulteriori dettagli visitate il sito www.conservatorio.tn.it. Cultura - Teatro FOYER DELLA PROSA Trento. Ore 17.30. Teatro Sociale - Sala Medievale. LA SCELTA DI CESARE. Con Andrea Castelli, Pino Loperfido, Andrea Brandalise. Con la Prof.ssa Sandra Pietrini. Ingresso libero. Teatro LA SCELTA DI CESARE Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Novità di Pino Loperfido. Regia di Andrea Brandalise. Con Andrea Castelli. Viaggio teatrale pieno di curve misteriose, strane telefonate, irresistibili ironie, uomini e cani, dispute sulla esatta collocazione del bene e del male. Info: n. verde 800.013952; www. centrosantachiara.it.

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trentinoappuntamenti 31 SABATO Corsi COSTELLAZIONI FAMILIARI METODO BERT HELLINGER Zambana vecchia. Dalle 15 alle 18. c/o Associazione di volontariato “Mana”. Con Julijana Osti. Info: julijana.osti@libero.it; Cell. 320.0790075. Teatro NEL PAESE DEI CIECHI Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro. AriaTeatro nuova produzione. Da un racconto di H. G. Wells con Giuseppe Amato, Chiara Benedetti e Denis Fontanari; scene di Federica Rigon; regia di Chiara Benedetti. Info: www.visitvalsugana.it. Teatro LE ALEGRE COMARI DE... Ledro. Ore 20.45. Teatro della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro. Spettacolo da “Le allegre comari di Windsor” di William Shakespeare (traduzione e adattamento di Giorgio Clementi) con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la 20a edizione di “Ottobre a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro TUTI BONI DE CIACERAR Rovereto. Ore 20.45. Teatro “S. Maria”. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Nino Berti” di Rovereto. Per la 23a edizione di “Ugo Coelli”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro SANTA VITTORIOSA PALACE HOTEL Levico Terme. Ore 20.45. Teatro “Mons. Caproni”. Spettacolo di Luisa Pachera cob l’Associazione Culturale “Grenzland” di Avio. Per la Mini Rassegna Teatrale d’autunno. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro REGAI DE NOZE Sarche. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Valerio Di Piramo con l’Associazione Culturale “Le Voci di Dentro” di Mezzolombardo. Per la 23a rassegna teatrale “Amici del Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro NO’L ME PIASS Trento. Ore 20.45. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di e con l’Associazione Culturale “La Baraca”

di Martignano. Per la 19ª edizione di “Palcoscenico Trentino”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro MISSION DAL PARADIS Gardolo. Ore 20.45. Teatro “Gigi Cona”. Spettacolo di Antonella Zucchini con la Filodrammatica di Viarago. Per la 28ª edizione de “L’Alegra Ribalta”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PARCHEGGIO A PAGAMENTO Valfloriana. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Italo Conti - trad. e adattamento in dialetto di Romano Turrini con la Filodrammatica “Arcobaleno” di Arco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA SCELTA DI CESARE Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Novità di Pino Loperfido. Regia di Andrea Brandalise. Con Andrea Castelli. Viaggio teatrale pieno di curve misteriose, strane telefonate, irresistibili ironie, uomini e cani, dispute sulla esatta collocazione del bene e del male. Info: n. verde 800.013952; www. centrosantachiara.it.

GLI APPUNTAMENTI DI NOVEMBRE 1 DOMENICA Cultura LEZIONI DI STORIA Trento. Ore 11. Teatro Sociale. “Montagne. La guerra bianca”,con Enrico Camanni e Claudio Ambrosi. Info: tel. 0461-213811. Teatro LA SCELTA DI CESARE Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. Novità di Pino Loperfido. Regia di Andrea Brandalise. Con Andrea Castelli. Info: n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

3 MARTEDÌ Teatro LA SCELTA DI CESARE Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Novità di Pino Loperfido, affidato alla regia di Andrea Brandalise, e interpretato da Andrea Castelli, “La scelta di Cesare è un viaggio pieno di curve misteriose, strane telefonate, irresistibili ironie, uomini e cani, dispute sulla esatta collocazione del bene e del male”. Info: n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

RIVENDITE AUTORIZZATE BIGLIETTI, CONCERTI, SPETTACOLO, SPORT & CULTURA

TRENTO – Via Ghiaie 15 Tel. 0461 362111 – annunci@bazar.it

Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.00-18.00

BOLZANO – Via Bari 15 Tel. 0471 930993 – bazarbz@bazar.it

Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.30-18.30

EXPO MILANO 2015

FRANCESCO TESEI

MALIKA AYANE

Biglietto a data aperta: consente l’accesso dal 2 maggio al 31 ottobre 2015. Prima di programmare la visita è fortemente consigliato accedere alla sezione MyExpo per convertire il biglietto confermando la data (Clicca qui). Biglietto a data fissa: consente l’accesso esclusivamente nella data selezionata al momento dell’acquisto.

La certezza di avere una privacy da difendere può risultare superflua, quasi ridicola se il nostro interlocutore è... un mentalista, uno che ti legge il pensiero. Un interlocutore davvero interessante, che sa cosa vuoi dire... prima ancora che tu l’abbia pensata: Francesco Tesei torna in teatro con “Mind Juggler”, una serie di giochi, esperimenti volti a farci stupire della potenza e potenzialità della comunicazione subliminale... per scoprire in leggerezza quanto sia importante stare all’erta e lontani dal rischio di essere manipolati.

Accompagnata da una “superband” di undici elementi, Malika Ayane - che ha aperto il suo 2015 conquistando il Premio della Critica al 65esimo Festival di Sanremo e il Disco D’Oro per il brano “Adesso e qui (Nostalgico presente)” tratto dall’ultimo album “Naif” (Sugar Music) - porterà in scena le novità dell’ultimo lavoro discografico insieme alle sue canzoni più amate dal pubblico, e non mancheranno alcune sorprese pescate dal suo personale bagaglio musicale, rivisitate con lo stile unico e raffinato di Malika.

TRENTO Auditorium S. Chiara 10 ottobre 2015 ore 21

TRENTO Auditorium S. Chiara 15 novembre 2015 ore 21.00

MILANO Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 23 dal 1 maggio al 31 ottobre 2015

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ANTONELLO VENDITTI Dopo l’evento all’Olimpico, a settembre prenderà il via il tour al quale si aggiungono due nuove date, a Taranto il 10 dicembre e il 12 dicembre a Andria.

PADOVA Arena Spettacoli Padova Fiere pad. 7 21 novembre 2015 ore 21


Photo by Claudio Libera

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trentinomatrimoni SOLO PER I NOSTRI LETTORI, LE IMMAGINI DELLE NOZZE DI ULRIKE CON MATTHIAS, SHARON CON FRANCESCO

I MATRIMONI DEL MESE Matrimonio: Data: Luogo: Ricevimento: Numero invitati: Fiori e bouquet: Torta: Viaggio di nozze: Durata: Vivranno a:

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Religioso 2 maggio 2015 Caldaro Gretl al Lago - S. Giuseppe al Lago 80 Perkmann - Caldaro Caffè Herbert - Egna Madrid, Toledo 12 giorni Magrè

Servizio fotografico a cura di: Tamara Cagnin Photography www.tamaracagnin.com


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Lei

Lui

Nome: Ulrike Anni: 34 Nata a: Bolzano Residente a: Caldaro Vestito: Bermax - Trento Scarpe: Due Leoni - Salorno Parrucchiere: Salon Monika - Salorno Truccatore: Sansea - Caldaro Occupazione: Insegnante di musica

Nome: Matthias Anni: 36 Nato a: Bolzano Residente a: MagrĂŠ Vestito: Oberrauch Zitt - Bolzano Occupazione: Assistente direzionale

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trentinomatrimoni

Lei Nome: Sharon Anni: 25 Nata a: Rovereto Residente a: Volano Parrucchiere: Salone Silvana - Volano Truccatore: Spzio Relax - Mori Occupazione: Parrucchiera

Lui Nome: Francesco Anni: 31 Nato a: Rovereto Residente a: Volano Barbiere: Salone Silvana - Volano Occupazione: Programmatore tecnico

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trentinomatrimoni Servizio fotografico a cura di: Trintinaglia Wedding Photo www.trintinaglia.com

Matrimonio: Data: Luogo: Invitati: Ricevimento: Lista di Nozze: Allestimenti: Bomboniere: Anelli: Torta nuziale: Viaggio: Durata: Vivranno a:

Religioso 19 settembre 2015 Volano 120 Ristorante Prime Rose - Levico Terme Agenzia Vallagarina Tour - Rovereto Cinzia Fonso Wedding Planner Trintinaglia Wedding Photo Gioielleria San Marco - Rovereto Pasticceria Bologna - Mori West Coast U.S.A. 15 giorni Volano

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www.mondomerlot.it

MONDOMERLOT DAL 23 AL 25 OTTOBRE, LA MOSTRA DI ALDENO SI PRESENTERÀ CON UN ABITO NUOVO, GRAZIE AD UN GRUPPO DI LAVORO IN PARTE RINNOVATO, CHE SI È POSTO L’OBIETTIVO DI VALORIZZARE L’APPREZZATO PROGRAMMA DELLA MANIFESTAZIONE

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ondoMerlot, per la sua sedicesima edizione in programma dal 23 al 25 ottobre, si presenterà con un abito nuovo, grazie ad un gruppo di lavoro in parte rinnovato, che si è posto l’obiettivo di valorizzare il consolidato ed apprezzato programma di una delle rassegne enologiche più importanti d’Italia, cercando nel contempo di coinvolgere di più la comunità di Aldeno. Per perseguire questi obiettivi il nuovo sindaco del Comune della Destra Adige, Nicola Fioretti, e il suo staff hanno dunque deciso di adottare per la manifestazione un concetto organizzativo riqualificato, cercando di inserire alcune stimolanti iniziative nel programma. «La Mostra dei Merlot d’Italia – spiega Fioretti – così come il Concorso Nazionale in questi anni si sono ritagliati un prestigio importante in tutta Italia e all’estero, tant’è che oltre al riconoscimento ufficiale dal Ministero delle Politiche Agricole, ogni anno riescono a richiamare enologi, sommelier, winemaker e giornalisti da tutta Italia e perfino dall’estero. Quello che mancava dal nostro punto di vista era la complicità e la partecipazione di tutta la comunità di Aldeno. Il nuovo percorso progettuale – prosegue il sindaco – si propone come obiettivo il coinvolgimento del paese e delle associazioni che operano sul territorio comunale, cercando di far crescere ulteriormente la manifestazione attraverso alcune iniziative strategiche, affinché MondoMerlot possa diventare uno degli eventi di richiamo per tutto il Trentino e non solo. La novità più

importante riguarda la creazione di un Percorso di Bacco, ovvero un itinerario enogastronomico attraverso le vie del centro con partenza dalla Cantina sociale ed arrivo al Teatro, che si svilupperà con due modalità diverse». Sarà messo in vetrina infatti un aspetto legato al territorio e alla tradizione lungo via Roma, che verrà allestita con casette all’interno delle quali troveranno spazio artigiani e piccole aziende, con l’opportunità di valorizzare le proprie tipicità, l’altra proposta prevede invece l’animazione di alcune corti con Osterie di Bacco quest’anno gestite da alcune associazioni di Aldeno, dove saranno previsti momenti musicali e artistici, ma soprattutto dove si potranno apprezzare le proposte enogastronomiche, consumando piatti locali e prodotti tipici con un unico comune denominatore, il Merlot». Un’opportunità in più per valorizzare la Mostra dei Merlot d’Italia, il cui programma prevede sia la tradizionale cena in Cantina sociale, denominata Baccanale, sia l’appuntamento di domenica a pranzo con la cucina d’autore, così come il Concorso Nazionale per il quale sono operative le procedure di iscrizione di importanti etichette italiane, che verranno giudicate il 9 ottobre e premiate venerdì 23 ottobre a Palazzo Geremia, in occasione dell’apertura ufficiale dell’evento. Per il nuovo gruppo di lavoro sono settimane di lavoro frenetico, finalizzato a definire in maniera dettagliata il ■ programma definitivo di MondoMerlot.

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LA COCCINELLA VOLA A EXPO 2015 TRA LE REALTÀ VINCITRICI IN UNA SELEZIONE FATTA A LIVELLO INTERNAZIONALE

MELINDA CON NUTELLA PER IL SUPER CONTEST COLAZIONE DI EXPO 50MILA MELE GOLDEN D.O.P. MELA VAL DI NON DI MELINDA HANNO COLORATO DI GIALLO IL DECUMANO

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onto alla rovescia per la partenza, meta Expo – Milano, della cooperativa La Coccinella di Cles. Selezionata attraverso un bando internazionale la cooperativa, dal 19 al 25 ottobre, sarà in Cascina Triulza, il padiglione dedicato alle organizzazioni nazionali e internazionali della Società Civile; uno degli spazi espositivi più grandi dell’evento, dove sarà protagonista il mondo dell’associazionismo e del no-profit. Cascina Triulza, posta vicino al Children Park, è il padiglione di Expo con la maggior offerta di spazi per le famiglie, grazie a due aree dedicate rispettivamente ai piccolissimi da 0 a 4 anni (area Baby Care) ed ai bambini dai 4 ai 10 (Children Lab). La cooperativa si farà conoscere “al mondo” attraverso il suo Atelier che ha ideato tre laboratori in esclusiva per l’esposizione: “Alfabeti naturali”, dove i piccoli partecipanti impareranno a creare, scatenando la fantasia dei Mandala utilizzando gli elementi che si trovano nell’acqua, ossia sassi, sabbia, legni, conchiglie; “Vitamina S”, un laboratorio per immergersi nell’incredibile molteplicità cromatica che frutta e verdura offrono e sperimentare giochi di associazione visiva, tattile e olfattiva e “W la bici…la bici viva”, dove con forbici, carta, colla, immagini in trasparenza di paesaggi naturali e urbani, frammenti di questo e di altri mondi, ciascun bambino potrà progettare e dare forma alla propria speciale bicicletta, pronta per pedalate gioiose nel deserto o sulle Ande, a New York o Pechino tra colori, atmosfere, simboli e scenari sempre diversi. Il tutto nello spazio di una scatola.

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elinda è tra i partner di Nutella in occasione dell’evento “Buongiorno entusiasmo live” organizzato da Ferrero domenica 13 settembre presso il Cardo Nord e Sud di Expo, dove sono stati distribuiti 50.000 kit colazione, in un contest durato oltre dieci ore. Ma la colazione perfetta non poteva non includere un frutto come la mela Melinda, che oltre ad essere il frutto più conosciuto al mondo, è la preferita dagli italiani. Così, accanto all’inconfondibile marea rossa di Nutella – arredi, gadget, palco spettacoli, palloncini, ecc. – è spiccato il giallo solare delle 50.000 mele Melinda Golden D.O.P., che Ferrero ha inserito nel kit colazione insieme ad un brick di latte, una fetta di pane e Nutella o un B-ready, che sono stati distribuiti lungo il Cardo Nord e Sud. L’iniziativa ha conseguito – con tanto di omologazione – un record da guinness come “la colazione più condivisa del mondo” grazie al mega orologio di Piazza Italia che indicava l’ora della colazione a seconda dei fusi orari mondiali. La Golden è definita come “la più Melinda di tutte le mele”, grazie al suo gusto universale e straordinariamente appagante e al suo aspetto, al tempo stesso familiare ed elegante. E proprio per la sua qualità e per la sua tipicità, dal 2003 si fregia del riconoscimento “D.O.P. Mela Val di Non”.


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AL BEL SOGGIORNO ARTISTI EUROPEI ASCOLTANDO LA STORIA ALLA RADIO

A MALOSCO, AUTORI DI AUSTRIA, SVIZZERA E GERMANIA E ITALIA

PALINSESTO RADIOFONICO CON TANTISSIME PROPOSTE CULTURALI

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a programmazione radiofonica a diffusione regionale su Radio2 della Struttura di Programmi della Sede RAI di Trento, che prende il via dal 2 ottobre e si protrarrà fino alla fine di dicembre, prevede: il martedì, alle 15, “Il sommario” mezz’ora dedicata alla comicità dove ospiti surreali, guidati da Mario Cagol, propongono idee innovative dal mondo della tecnologia a quello della moda, alla cucina e tanto altro. Alle 15.30 va in onda “33 Trentini”: un’escursione storica, a cura di Flavio Pedrotti, che mette in risalto gli aspetti più significativi, accanto ad aneddoti ed esteriorità personali, dei personaggi noti del Trentino. . Segue alle 15.45 “Alla ricerca del mestiere perduto”: le tredici puntate vogliono mettere al centro dell’attenzione dell’ascoltatore l’importanza di antiche attività lavorative, attraverso storie recitate, reinventando una realtà storica tramite un radiodramma con attori e musiche. Il programma è curato da Daniele Torresan. Il martedì si conclude con “Reti o ragnatele?”: il programma, a cura di Giorgio Balducci, si prefigge di indagare il significato del termine reti, tanto in uso in questo nostro tempo, cercando di individuare attraverso le interviste a persone appartenenti a istituzioni diverse, con significativi ruoli, il senso compiuto della parola rete. Il mercoledì si apre, alle 15, con “Viva l’Italia. Gli anni di Alcide Degasperi”: si tratta di una sorta di “atto unico” seppur diviso in 13 puntate, di Pino Loperfido, in cui si narrano gli anni straordinari della vita e della politica italiana che vedevano la presenza di grandi statisti tra i quali Alcide Degasperi. Il programma è curato da Giorgio Balducci. A Chiara Turrini è affidata la lettura. Alle 15.15 si propone “Antichi venti di leggenda. Navigare in Trentino tra miti e curiosità”: raccontare storie e sognare sono due delle forme più grandi della narrazione umana. Da piccoli… ma anche da adulti! Tradizioni popolari, religiose e fantasie s’intrecciano alla geografia del territorio, per svelare la magia e il fascino di luoghi noti e meno noti. 13 puntate curate da Stefano Uccia. Segue alle 15.30 “Il caso del Motociclista”, riduzione radiofonica dal libro dell’autore trentino Massimo Pisetta. Programma a cura di Stefano Uccia. Conclude le trasmissioni del mercoledì “Pianeta trentino della musica rock”, curato da Daniele Torresan. L’attività musicale trentina dei generi “leggeri” è raccontata con le storie dei gruppi musicali e dei singoli artisti: i compositori, gli

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elice, e riuscito abbinamento tra arte e turismo quello che ormai da ventuno anni viene proposto presso l’Hotel “ Bel Soggiorno” di Malosco. Agli atti con la sigla successo il seminario che quest’anno ha richiamato artisti di Austria, Svizzera e Germania oltre che naturalmente dall’ Italia e che aveva puntato soprattutto sulle “poesie dell’ acquerello” rivolgendosi sia ai principianti che ai progrediti che hanno seguito le lezioni tenute dalla professoressa Tina Stremlau, una insegnante che vive in Carinzia specializzata nella tecnica dell’acrilico. Una iniziativa, quella dell’Hotel Bel Soggiorno della famiglia Marini che è nata nel 1994 e si è sviluppata in un susseguirsi di successi tra gli appassionati d’arte dalle più svariate tematiche che poi alle fine delle lezioni sono protagonisti di una bella collettiva che mette in risalto i risultati ottenuti con i lavori all’aperto e in atelier. Nella foto un gruppo di partecipanti affezionati a Malosco e alla Valle di Non che ritorneranno “a lezione” alla prossima edizione del seminario per il quale è già scattato l’apparato organizzativo. (C.R.)

interpreti e gli esecutori. Il venerdì pomeriggio, alle 15, a cura di Stefano Uccia, prosegue “Attenti a noi due”, programma comico-satirico scritto e interpretato da Lucio Gardin e Loredana Cont. I “due”, in particolare, propongono gags e “siparietti” di tipica espressione trentina. Il programma si avvale anche della partecipazione di Roberto Valentino, versatile attore comico e noto imitatore. Alle 15.30 si propone la replica dello sceneggiato “Truffe ad arte ovvero l’arte nella truffa” dedicato alle truffe nel mondo dell’arte dove tre personaggi (un critico, un’attrice ed una gallerista) dialogano raccontando le loro esperienze in questo settore. Segue alle ore 15.45 “Tremate, tremate le streghe son tornate: il Trentino e le sue streghe”, tredici puntate sono curate da Flavio Pedrotti. Il venerdì si chiude con “Enrosadira: i colori delle dolomiti” (alle 16) programma, curato da Giorgio Balducci, che si occupa di cultura, sport, ambiente alpino, turismo autunnale/invernale ed escursionismo. 117

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A RIVA: CANTANTI D’OPERA CERCASI A MONCLASSICO DUE PIANI DI MERAVIGLIE

AL VIA LE AUDIZIONI DEL MUSICA RIVA FESTIVAL PER LA “BOHEME”

INAUGURATO IL MUSEO-LABORATORIO DI LIVIO E GIORGIO CONTA

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onclassico in Val di Sole, vicino a Malé, è il paese delle meridiane ma anche e soprattutto il paese dei Conta, gli artisti padre e figlio, Livio e Giorgio. E nel loro paese, dopo anni di lavoro, i Conta hanno inaugurato un grande atelier-esposizione, distribuito su due piani di cui uno interrato, perfettamente inseriti nell’ambiente. Davanti a un pubblico particolarmente numeroso, nella festa di inaugurazione hanno parlato numerosi personaggi: l’onorevole Franco Panizza, il sindaco di Monclassico Carlo Ravelli, gli assessori provinciali Carlo Daldoss e Michele Dallapiccola e il grande alpinista Armando Aste, amico di Livio. Il discorso ufficiale è stato tenuto da Renzo Francescotti, scrittore e critico d’arte, amico da lunga data dei Conta. Francescotti ha parlato di Livio, figlio del mugnaio del paese, diplomato all’Istituto d’Arte di Ortisei in Val Gardena, che ha seguito corsi di disegno a Parigi al Louvre, che ha conosciuto scultori come Mastroianni a Roma e Marini a Carrara, che a Milano nel quartiere di Brera ha lavorato a fianco di Adami, Baratella e De Filippi. Livio conta è un artista polivalente, scultore e pittore, di magistrale bravura cha vanta opere pubbliche e monumenti, profani e religiosi negli Stati

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ei un giovane cantante lirico e vuoi trovare l’occasione di lanciarti? Conosci l’opera La Bohéme di Puccini e stai cercando l’opportunità di debuttare su un palcoscenico internazionale? È arrivato il tuo momento! Musica Riva Festival, storico organizzatore del prestigioso Concorso Internazionale per Giovani Cantanti Lirici “Zandonai”, sta organizzando le audizioni per i ruoli dell’opera pucciniana per conto della Toyota City Concert Hall, il teatro giapponese che allestirà La Bohéme nel 2016 e che giungerà in Italia a fine di questo mese alla ricerca di giovani talenti. Le audizioni si svolgeranno a Riva del Garda, presso l’Auditorium del Conservatorio (Largo Marconi 5) dal 31 ottobre al 2 novembre. È possibile leggere il regolamento ed iscriversi con un modulo online sul sito www. musicarivafestival.com, entro il 29 ottobre. La scelta dei ruoli, tra quanti sosterranno l’audizione, sarà ad insindacabile giudizio del Produttore ufficiale della Toyota City Concert Hall, il Maestro Hiro Hadame. Uniti, Francia, Germania, Austria e Albania. Sulle orme del padre Giorgio, dopo il liceo classico si è diplomato in Val Gardena, anche lui artista polivalente, scultore, pittore, frescante, che ha firmato opere assieme a suo padre, come il monumento a Padre Chini di Segno e che, giunto alla boa dei 35 anni ha raggiunto una sua maturità e un suo stile ammirabili. Sia le sue opere che quelle di suo padre sono ora in esposizione permanente in quello che – come ha affermato Francescotti – è un unicum del Trentino, in cui potranno essere ammirate le opere e i due artisti padre e figlio al lavoro. Un posto ideale per visite di scolaresche.


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ALBERTO FIORENZATO ALLA CIVICA DI ARCO A CALLIANO, “TALENTI ALLO SBARAGLIO”

NOTEVOLE SUCCESSO PER L’AMPIA ESPOSIZIONE ANTOLOGICA DELL’ARTISTA E ARCHITETTO

SULLA FALSARIGA DELLA CELEBRE “CORRIDA” DI CORRADO. È POSSIBILE ISCRIVERSI ENTRO E NON OLTRE VENERDÌ 30 OTTOBRE

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a Corrida...e chi non si ricorda il grande Corrado portare con sè sul palco tanti, tantissimi dilettanti allo sbaraglio proponendo ogni tipo di arte... che risate, che divertimento ma anche che bellezza e che bravura. Come tante realtà, anche a Calliano in provincia di Trento nel lontano 2007, la volontà di riproporre a livello locale uno spettacolo di questo tipo per far uscire i talenti nascosti nel piccolo “Villaggio Illustre alla sinistra dell’Adige”. E da allora, l’Associazione Orizzonti di Calliano, ha portato in scena ben cinque edizioni di “Calianotti allo sbaraglio”. Oggi, con il nuovo nome di “Talenti allo Sbaraglio”, questa nuova I vincitori dello kermesse si propone e si scorso anno rinnova nel grande teatro Concordia di Volano con altre tre edizioni all’interno delle quali il pubblico ha restituito un grande calore ed una entusiasmante partecipazione di fronte ai numerosi artisti che, come una cascata di stelle, si sono distinti per abilità artistiche diverse o semplicemente per la loro carica di simpatia. Anche quest’anno la kermesse lagarina viene riproposta per una quarta edizione con immutato entusiasmo grazie all’organizzazione del Gruppo Teatrale “Prove de Teatro” di Calliano che dal 2013 ha preso in mano le redini della regia. Domenica 22 novembre, dalle ore 15,30, al Teatro Concordia di Volano ci sarà ancora una volta la possibilità di cimentarsi di fronte ad un grande pubblico pronto a giudicare gli artisti che si alterneranno sul palco... come ogni anno ci sarà una categoria giovani e una categoria adulti, così ogni età avrà a disposizione il proprio spazio artistico. Il gruppo Teatrale “Prove de Teatro” desidera quindi invitare tutti... ma proprio tutti dai 1 ai 99 anni a non perdere questa ghiotta occasione di celebrità e divertimento, quindi attenzione... sarà possibile iscriversi entro e non oltre venerdì 30 ottobre 2015 telefonando al n. 339.6769044 (Lia) oppure inviando una e-mail all’indirizzo info@ provedeteatro.it. L’organizzazione inoltre invita chi volesse sbirciare nelle edizioni precedenti a visitare il sito www. provedeteatro.it nella sezione “Talenti allo sbaraglio”.

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lla Galleria Civica “Craffonara “ di Arco ha avuto luogo un’ampia esposizione antologica di Alberto Fiorenzato, artista padovano ma che per molti aspetti può essere considerato anche trentino. Fiorenzato trascorre infatti molti fine-settimana nel Borgo Medievale di Canale di Tenno dove si è restaurato con grande gusto (è anche architetto) un’abitazione in un’antica casa, accanto a quella di chi considera il suo maestro, il grande Gianni Longinotti, anche lui un artista padovano-trentino, scomparso otto anni fa. Alberto inoltre è socio dell’Associazione di artisti, nata nel dopoguerra a Riva del Garda, “Amici dell’arte “, che ha organizzato la manifestazione. Nel Trentino ha tanti amici, ad Arco ha stampato la splendida monografia di 170 pagine presentata all’apertura della mostra. E trentino è l’autore della monografia, lo scrittore e critico Renzo Francescotti. Nel presentare la mostra e la monografia davanti a un pubblico di estimatori trentini e padovani Francescotti ha messo in evidenza l’eccezionale abilità pittorica di Fiorenzato che, anche in grandi tele a tecnica mista, in opere monocromatiche che si fondano sui segni e sui toni che vanno dai grigi ai bruni, riesce a far intuire i colori. Quando il colore esplode nei suoi alberi, nei suoi boschi, nei suoi ritratti, nei suoi paesaggi, nelle sue marine si tratta di un colore conquistato dopo lunghe macerazioni e faticose marce. Un artista magistrale, Alberto Fiorenzato, che con questa grande mostra si è rivelato in tutta la sua statura.

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trentinolibreria

IL LIBRO DEL MESE

I DUE AUTORI DI CURCU & GENOVESE SI SONO CLASSIFICATI AL TERZO POSTO DEL PREMIO LEGGIMONTAGNA

MARIANO CUTTIN, IL PROTAGONISTA DELL’ESILARANTE ROMANZO “VINO DENTRO”, TORNA IN QUESTO NUOVO LAVORO DI FABIO MARCOTTO. TUTTO COMINCIA ALL’ERMITAGE DI SAN PIETROBURGO, SOTTO UN QUADRO SFREGIATO DI PICASSO

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CAPOBUSSI E DAL MAS PREMIATI A TOLMEZZO

ttimo successo per Curcu & Genovese che vede ben due titoli premiati alla XIII edizione del Premio Leggimontagna di Tolmezzo (Ud). Nella sezione saggistica, terzo posto ex aequo per “Sulle tracce della grande guerra” di Maurizio Capobussi e “Schiara Montagna Regina” di Giuliano Dal Mas. La premiazione ha avuto luogo il 19 settembre scorso, alla presenza degli autori. Di seguito le motivazioni espresse dalle giuria del premio.

SULLE TRACCE DELLA GRANDE GUERRA Su un argomento apparentemente conosciutissimo, questo libro ha il merito di operare una sintesi di informazioni storiche, geografiche ed escursionistiche, corredando il tutto con buone immagini, per trenta località dove si svolsero combattimenti nella Grande Guerra. La struttura sistematica è efficace e utile sia all’escursionista con carte e dettagli di grande leggibilità, sia al lettore casalingo con dati, testimonianze, aneddoti e descrizioni delle azioni di guerra per le quali è diventato conosciuto. SCHIARA MONTAGNA REGINA Una guida a tutto tondo, molto articolata e ben fatta, che sa unire alla chiarezza sugli aspetti escursionistici un’attenzione profonda e competente per quelli naturalistico, etnografico e storico. L’attaccamento sentimentale dell’autore per quella che considera la “sua” montagna, alla quale dedica il suo testamento spirituale di alpinista spiega un tasso di sentimentalismo che pervade la prosa particolarmente nella parte iniziale del libro e che poi cede il passo alla chiarezza nella descrizione dei percorsi e alla minuzia con cui sono citati aspetti e soggetti della Schiara. 120

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ll’Ermitage di San Pietroburgo, sotto un quadro sfregiato di Picasso, viene trovata una bottiglia di vino rosso. È quasi vuota e senza etichetta. La stessa cosa succede poi con un quadro di Malevic al Museo Russo e con un quadro di Verešcagin alla Galleria Tret’jakov di Mosca. Che significa? Mariano Cuttin, massima autorità enologica e autore del bestseller Vino dentro, viene incaricato di indagare sul caso. Nelle bottiglie lasciate ai musei trova un residuo di vino unico e immenso, un rosso


trentinolibreria Beatrice Andalò Più con meno Publistampa

Claudia Contin Arlecchino Né serva né padrona Edizioni Forme Libere

Beppe Quintini Voci soffocate Time Crime

“Più con meno. Attività psicomotoria obliqua con i materiali poveri”, collocato all’interno del cofanetto “Corpo, mente & cuore”, è il terzo volume della collana “Itinerari corporei” e approfondisce l’approccio obliquo all’attività psicomotoria, inoltre con l’aiuto di Piccolo Mo, suggerisce alcune attività, accompagnate da filastrocche (situate nelle “cartoline gioco” allegate allo stesso) per giocare con i materiali riciclati. L’obliquità è un criterio pedagogico che consente di proporre a bambini e ragazzi situazioni di esperienza e apprendimento tali da permettere a ciascuno di lavorare al proprio livello e, pertanto, di vivere il successo delle proprie azioni. Per questo l’educatore, sensibile a questa coesistenza di diversità, dovrà tenerne conto nella sua progettazione educativa creando situazioni operative con stimoli e ostacoli che siano superabili da ciascuno.

Né serva né padrona è dedicato alle figure femminili della Commedia dell’Arte e alla loro emancipazione, iniziata nel Cinquecento, che ancora oggi ispira le attrici contemporanee. Oggi siamo abituati a vedere la figura e la personalità femminile sulle scene, ma nel XVI secolo, in Italia, la “Donna in scena” era quasi un’eresia. Alle donne era vietato calcare le scene. Le “Fraternal Compagnie di Commedia dell’Arte” furono le prime a contravvenire a questa esclusione, portando in scena donne coraggiose che si distinsero nell’arte oratoria, poetica, musicale e comica, come l’indimenticabile attrice Isabella Andreini e la cantante e musicista Adriana Basile. Questa rivoluzione nei confronti dell’antica condizione femminile fu una delle principali cause di censura da parte della Chiesa, della professione degli attori e dei comici in generale, ma ebbe il merito di aprire nuove possibilità alla condizione della donna.

Trentino. In una mattina di freddo pungente come filo spinato, un frate è seduto nella cabina di un confessionale e ascolta una voce. “Stanotte ho ucciso...” Poi una frase enigmatica: “La salvezza del prossimo è più vicina di quanto pensi. Non sta in cielo ma in terra.” Inizia così uno dei casi più complessi che Mathias Novari, ex poliziotto sospeso dal servizio, e l’agente Marina Bruni, donna tenace e affascinante, abbiano mai affrontato. Sulla scena del crimine, accanto ai cadaveri di un uomo e una donna, l’assassino ha lasciato una macabra composizione, la sua firma. Prende il via una caccia all’uomo che dalla provincia trentina si intreccia prepotente con l’oscura abitudine di un senatore a Roma. C’è un filo rosso che lega il sangue versato quella maledetta notte agli ambienti altolocati della capitale, ma è inafferrabile, confuso.

caucasico maturato in anfora al quale però non riesce a dare un nome. Conosce Lara, un’interprete enigmatica e affascinante che lo guida nelle ricerche, tra cantine miliardarie di oligarchi affermati ed enoteche che propongono le etichette più esclusive. Vaga per le strade di un Paese intrigante e ostile, in balia di una lingua che lo respinge. Il russo è un muro di gomma e il suo inglese non l’aiuta. Il suo viaggio è un viaggio fatto soprattutto “con il naso”, dentro un mondo di odori nuovi e originali. San Pietroburgo, Mosca, Tbilisi e Odessa ne sono le tappe principali. Finché, nella metropoli sulla Neva, Mariano e Lara si trovano coinvolti in un omicidio e devono cercare rifugio in Italia, dapprima a Trento e poi a Bolzano. Ma la potente enomafia russa non li perde di vista… Ecco come comincia il romanzo: “Sono quasi le cinque e nella sala non c’è nessuno. Margarita Vladimirovna si siede sulla panca foderata di velluto rosso, scosta la tenda e allunga la mano nella borsa che ha appoggiato sul davanzale. Ne estrae il termos, svita il tappo e lo riempie di tè. Si guarda intorno. Poi, cercando con le dita, trova il sacchettino di plastica che srotola senza tirare fuori dalla borsa. Prende due biscotti che mette in bocca e mastica lentamente fissando la facciata dello Stato Maggiore. Beve il tè tiepido in un sorso, un tè che oggi ha

fatto troppo dolce. Rimette il termos nella borsa e fa scorrere la cerniera. Non se ne accorge subito perché dapprima fa girare lo sguardo sui quadri grandi per farlo scivolare lentamente verso la sala dei fauvisti. È solo quando raggiunge le Due Sorelle che la coda dell’occhio percepisce qualcosa. Per terra, sul parquet di faggio che riflette la luce del neon giallo a soffitto. È un oggetto scuro, verde, oblungo. Si avvicina: una bottiglia. Un metro più in alto un lembo di tela bianca è ripiegato su se stesso; della Bevitrice di Assenzio rimane il triangolo della parte superiore tagliata di netto in diagonale: lo specchio, la faccia con la mano attorno al mento, la bottiglia, una parte del bicchiere. Per un attimo nelle orecchie ha solo il ronzio assordante delle lampade che illuminano i quadri. Quindi lo scricchiolio del legno calpestato da un gruppo di visitatori che sta entrando nella prima sala di Picasso. Si volta, trova gli occhi della guida che si è fermata e la sta fissando. Poi esce di corsa verso l’ala delle arti orientali e grida Grigorij, Grigorij Stepanovic.

Fabio Marcotto

Vino russo Romanzo

Curcu & Genovese (Euro 16,00)

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trentinolosapevate la frase

Volti nella Storia Per saperne di più:

«Mentre che ‘l ziel s’embianca e smor le stele e passa per le foie ‘n fil de bava, sora le zime s’alza e se destende pel ziel, su l’acque e per i campi, el sol...»

Discografia: http://www.discogs.com/artist/2580731-Fernando-Mingozzi Preghiera trentina http://www.corostelutis.it/node/541

FERDINANDO MINGOZZI (1897-1966) ETÀ

quelle più spesso riproposte, alcune canzoni di montagna come “Monte Canino” e “Canto de not en montagna”.

La vita di Ferdinando Mingozzi fu interamente scandita dalla musica. Fu infatti un professore di musica, direttore di coro e compositore, noto soprattutto per le sue opere dedicate a ragazzi e studenti. Trentino d’adozione, nacque a Barricella, in provincia di Bologna, nel 1897.

VOCI AL FEMMINILE

Mingozzi lavorò attivamente anche con i cori femminili: la sua sezione corale femminile “Fari”, ad esempio, si esibì nelle celebrazioni zandoniane del 1949 e in quelle verdiane nel 1951.

LA PRIMA CATTEDRA

Giunse a Trento solo nel 1937, per andare a ricoprire il suo nuovo incarico come insegnante di canto corale, presso l’istituto Antonio Rosmini. Dopodiché, nel 1946, insegnò anche teoria e solfeggio presso il liceo civico e musicale di Trento.

“PREGHIERA”

nizzazioni “Canta gioventù”, pubblicata a Roma nel 1954.

Tra le sue collaborazioni, particolarmente fortunata fu quella con il paroliere Augusto Goio. Tra queste, la famosa “Preghiera” venne scelta come sigla per il Festival Internazionale della montagna e dell’Esplorazione “Città di Trento”.

DIRETTORE DI BANDA

LA FINE

Il Coro di Trento ricevuto da Papa Pio XII

Non accontentandosi di insegnare musica tra i banchi di scuola, Mingozzi fu per due volte anche direttore della Banda di Pergine: dal 1938 al 1940, e poi nuovamente, dal 1948 al 1949.

IL CORO DI TRENTO

I CORI SCOLASTICI

Durante i suoi anni di insegnamento presso l’Istituto Rosmini, istituì per la prima volta delle formazioni corali scolastiche: la “Centuria corale mista” e il “Piccolo Coro Maschile”, per citarne solo un paio. Nel 1941, la sua Centuria corale si esibì in un concerto a Roma, dove si aggiudicò un primo premio assoluto.

MELODIE PER GLI ALLIEVI

Nel frattempo, Mingozzi si dedicava anche a comporre canzoni su misura per i suoi piccoli allievi. Tra queste, tra le più famose si ricordano: “Canzone degli Alpini Amba Radam”, del 1942; “Sessanta canzoncine per le classi elementari I- IIIII-IV”, del 1954, e la raccolta di armo122

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Dopo la guerra, all’inizio del 1946, diede avvio al “Coro di Trento”, un complesso che ebbe molta fortuna, persino all’estero, e rimase attivo anche negli anni Sessanta. Il gruppo era noto per il suo vasto repertorio di canzoni popolari riadattate da Mingozzi (quasi 180 armonizzazioni di melodie), ad oggi ancora in uso in varie corali e conservate in diverse incisioni discografiche. Tra le più conosciute, e

Ferdinando Mingozzi morì il 18 maggio del 1966, a Trento. Nel 1961 era stato insignito del prestigioso “Drappo di S. Vigilio” dal Centro Culturale dei Fratelli Bronzetti, per rendere onore all’attività formativa prestata. Alla sua morte, le sue composizioni vennero donate dagli eredi alla Biblioteca comunale di Trento.

Preghiera trentina Mentre che ‘l ziel s’embianca e smor le stele e passa per le foglie un fil de bava sora le zime s’alza e si distende pel ziel su l’aque per i campi el sole. Se pensen o Signor le cose bele che dalla notte ha trat dove le stava

la tua bontà ch’ogni bontà sorpassa anca dentro de noi en soffio passa. E dalla luce che da te deriva la nostra anima tutta splende e trema se con l’aque col ziel coi campi insema canta. Grazie Signor grazie Signor sii benedetto


trentinoscoop&news

MISS DOLOMITI SULLE RIVE DEL LAGO GOLF: I PIÙ “FORTI” DEL TRENTINO ALTO ADIGE

LA MERANESE CHIARA CAINELLI È LA NUOVA “AMBASCIATRICE” DI CASTEL TOBLINO

IN VISTA DELLA FINALE DEL “CIRCUITO DOLOMITI GOLF CUP 2015”

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abato 3 ottobre si terrà l’attesa Finale nazionale che incoronerà i due più forti giocatori della Regione Trentino Alto Adige e non solo. Nel mese di settembre con le tre tappe ai golf Dolomiti (Trento), Appiano (Bolzano) e Sanremo (Imperia quest’ultima purtroppo sospesa per maltempo), si sono concluse le 11 gare di qualificazione del Circuito, quindi, sabato 3 ottobre si terrà a Sommacampagna al Golf Club Verona per la 24ª volta la Finalissima del Circuito Dolomiti Golf Cup 2015. Data ambita da tutti quei golfisti che si sono qualificati (70 giocatori) nelle 11 tappe che hanno coinvolto 9 campi da golf del Trentino Alto Adige e altri 2 in Lombardia e Liguria per disputare al Golf Club Verona la Gran Finale del Circuito. Il “Dolomiti Golf Cup” scandirà così i suoi 24 anni di attività. È il primo Circuito di golf nato in regione e ancora l’unico che si snoda sui maggiori campi del Trentino, del Sudtirolo e non solo. Da ricordare che il Circuito anche quest’anno ha avuto due importanti patrocini, quello della Fondazione Dolomiti-UNESCO, unico nel suo genere e quello del CONI. Due sono i golfisti da battere, quelli che hanno vinto l’anno scorso e invitati di diritto, sono Fabio Pozzi di Lazzate e Giuseppe Maestranzi del golf Rendena, piazzatisi 1° Netto di 1ª Categoria e 1° Lordo. Con questa Finale del Circuito Dolomiti Golf Cup avranno partecipato nel 2015 circa mille golfisti in 12 gare. Quest’anno i principali sponsor che hanno consentito lo svolgimento del Circuito sono stati Toshiba, il Corriere del Trentino e dell’Alto Adige, Porsche Green, Menz & Gasser, il Centro Diagnostico Veterinario Trentino e l’Hotel Monte Bondone. Tutte le altre informazioni relative alle singole gare, agli articoli di stampa, alle pubblicità realizzate, ai finalisti per gara o in ordine alfabetico si trovano sul sito internet www. dolomitigolfcup.it.

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na serata al chiaro di luna quella del 28 agosto scorso a Castel Toblino, dove centinaia di persone hanno avvolto con il proprio calore la passerella di Miss Dolomiti, occupando ogni spazio fruibile del parco del castello. Una serata, quella di Castel Toblino, a base di moda, musica e di talento. Ben assortita la coppia dei presentatori composta da Simone Villotti, noto speaker di Radio Dolomiti, e da Sara Battisti “tornare qui, dove tutto ebbe inizio due anni fa, è sempre un’emozione enorme, sono felicissima”, afferma ad inizio serata la talentuosa meranese che è anche testimonial del brand Miss Dolomiti. La nuova rappresentante del celebre castello in riva al lago risponde al nome di Chiara Cainelli. Giovanissima, classe 1999, di Trento, ha conquistato la giuria con la personalità. Personalità che i giurati sono stati tenuti a valutare attraverso rapide domande effettuate alle partecipanti, per poi inserire il giudizio nelle schede di valutazione. A premio anche Carlotta Beltrami che si aggiudica la fascia di Miss Dolomiti Sport, premiata da Alessandro Menegaldo (responsabile del circuito Juta Village), Loris Apuleo (Campione della Nazionale italiana di volley trapiantati) e Michael Robinson (Team Manager della Dolomiti Energia Trentino Basket). La terza fascia, Miss Alpin Renault va invece a Sophie Krause, originaria di Monaco di Baviera, premiata da Christian Dallavalle (responsabile Alpin Renault) e da Lorenzo Modena (CEO di OpenMove). La fascia di Miss Radio Dolomiti, per pochissimi voti di differenza dalla vincitrice va a Noemi Cipriani, ad assegnare il premio Marco Consoli (patron del Vart Talent), Flavia Angeli (Movimento Donne Impresa). Grande attenzione per le auto Alpin Renault con la presentazione dei nuovi crossover Kadjar che hanno attirato l’attenzione dei numerosi presenti.

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trentinolavignetta

Le lune di Kako / di Flora Graiff

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a tempo ormai anche in Italia, come in molti paesi d’Europa, il matrimonio non è più eterno ma a scadenza variabile: 16 anni la media. La statistica è impietosa: ogni due matrimoni, uno va in frantumi: separazione o divorzio. E il trend è destinato a peggiorare a causa del cosiddetto divorzio breve introdotto a maggio: appena sei mesi di fastidi burocratici e poi i coniugi separati possono proseguire il cammino da soli. E l’effetto c’è già: impennata dei divorzi. Con una clamorosa novità: uno su cinque riguarda coppie over 65. Peccato: il game over a ridosso del traguardo delle nozze d’oro.

FLORA GRAIFF

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artoonist e giornalista pubblicista, vive fra Merano e Trento. Dopo aver studiato restauro a Firenze e xilografia con Remo Wolf, crea Kako, bimbo protagonista di una strip seriale lanciata dalle riviste Linus e Snoopy e poi approdata sul web. Artista eclettica,

ha al suo attivo anche radiodrammi per la Rai, vignette satiriche per quotidiani, tavole per l’Atlante delle Guerre e pastelli per plaquettes di poesie inedite di Alda Merini, Ezra Pound, Salvatore Quasimodo e Marina Cvetaeva. Tra i critici che hanno scritto di lei Enrico Crispolti e Luca Beatrice.


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