Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Trento. Contiene i.p.
anno XX n. 247
euro 2,00 www.trentinomese.it
settembre 2012 9 771724 550829
ISSN 1724-5508
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appuntamenti, incontri e attualità trentina
ritorno a scuola Uno speciale dedicato al ritorno sui banchi, con consigli per grandi e piccini
quando il giornalista doveva “pedalare”
Fare il giornalista negli anni Sessanta-Settanta era molto diverso dal farlo oggi...
le miss trentine a montecatini Cinque bellezze di casa nostra da televotare, a partire dal 7 settembre
Tutta la bontà del pane
Pochi e basilari ingredienti – essenzialmente grano ed acqua, con l’aggiunta di sale e lievito – caratterizzano dalla notte dei tempi l’alimento insostituibile per l’uomo, il pane. Ma come si muove ed in che modo è organizzata la macchina produttiva in Trentino? Come si realizza in un laboratorio artigianale quel fragrante miracolo chiamato spaccatina? Noi abbiamo seguito e vissuto tutta la storia del pane e ve la possiamo raccontare…
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ring di Pino Loperfido
di Tiziana Tomasini
perfidie
a mali estremi Viva l’avventura: camperisti sui tornanti. in mutande
Feste, sagre e superfeste: dal ballo allo sballo
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a anni ormai amici e conoscenti declamano con acceso entusiasmo la loro vita di camperisti; informano con enfasi e sentita partecipazione la loro trasformazione estiva, che prevede la messa al bando di ogni conformismo e la conseguente partenza verso la libertà. Pur condividendo i più che ragionevoli principi e gli indubbi slanci emotivi della vacanza molto free e tanto on the road – quali ad esempio l’opportunità delle soste a piacere e la possibilità di spostarsi a piacimento – mi permetto di dissentire su taluni comportamenti che appaiono come evidenti esagerazioni del suddetto senso di libertà che il campeggiatore motorizzato mette talvolta in scena. Il primo si riferisce alla scelta delle aree di sosta: snobbati da molti i tradizionali camping – che effettivamente sono spesso sovraffollati ed offrono spazi paragonabili alle stie per i polli – molti si piazzano nei punti più strani e impensabili, quali ad esempio curvoni e cigli stradali che sinceramente hanno poco di poetico. (Di recente mi hanno incuriosito due anziani camperisti alla periferia di una nota località romagnola: comodamente reclinati sulle colorate sdraiette, osservavano compiaciuti quel tratto di area sterrata senza il nulla intorno, appena intervallato dai bidoni dei rifiuti. Avrei voluto dire loro che dopo qualche curva c’erano davvero il mare, con la spiaggia e la brezza, il sole e i pini marittimi!) Il secondo elemento discutibile si riferisce all’abbigliamento, molto casual e soprattutto intimo. Nessuno si aspetta mise eleganti e guardaroba esclusivi da chi è votato per l’avventura, ma capita (e non di rado, fateci caso) di vedere camperisti in mutande e canottiera, indossati con quasi menefreghistica disinvoltura, anzi eletti a capisaldi del proprio modus vivendi. Immagino che il bagaglio da stipare nell’abitacolo del vacanziero itinerante sia ridotto all’osso, capisco che l’anticiclone di turno faccia venir voglia di denudarsi, ma forse un semplice costume-braghetta da bagno si poteva infilare in valigia ed indossare negli immediati dintorni del camper. Non andrebbe dimenticato che la libertà di assumere determinati comportamenti non dovrebbe limitare la libertà di chi ci circonda e che forse il turista vicino può non apprezzare lo slip con i relativi attributi in bella mostra. Lo spazio libero è di tutti: non sarà certo un costume a limitare le gioie della vita all’aria aperta. 8
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arrivo sornione di settembre spazza via l’agosto caciarone e con esso tutta una ridda di feste campestri, sagre, superfeste che “allietano” l’estate nei borghi trentini. Le chiamano un po’ in tutti i modi, in realtà – a volerle appellare con il loro vero nome – con gli anni sono diventate zone franche dello sballo in cui sempre più spesso bande di giovinastri si ritrovano e si attaccano alla spina della birra, inseguendo un improbabile delirium tremens. Chi, infatti, ultimamente ha avuto la ventura di farsi un giro in uno di questi tendoni posticci parcheggiati in periferia o al campo sportivo del paese, si è spesso ritrovato davanti a scene non proprio piacevoli, un incrocio tra un quadro di Hieronymus Bosch e un racconto del vecchio Hank Bukowski: ragazzi e ragazze ubriachi, istericamente allegri o accasciati su se stessi alla ricerca del vomito liberatore. Alle prime ore della notte, poi, non è raro assistere alla processione di genitori che con la maglia del pigiama indosso vanno alla ricerca del figlio, disperso nella battaglia etilica, preoccupati più di essere scorti da qualche paesano chiacchierone che dal numero di birre ingerito dal proprio bambino. Questo stanno diventando le feste campestri in Trentino. Punto. In pochi anni siamo passati dal suono della fisarmonica al tum-tum dei rave party al marzemino. Sempre meno famiglie e sempre più branchi, sempre meno ballo e sempre più sballo. E gli adulti che fanno? Niente. Si limitano a disertare, lasciando il campo libero agli imberbi artisti del devasto. E gli amministratori pubblici? Beh, il loro sport preferito è l’aggiramento delle scelte impopolari (non è ancora disciplina olimpica, ma se continueranno a praticarla tanto assiduamente lo diventerà quasi certamente a Rio 2016). Non c’è stato un Sindaco-dico-uno che abbia mosso un dito per fermare questo scempio. Il divieto di servire alcolici ai minori di sedici anni è oramai un optional e lo sballo viene spesso servito sotto gli occhi degli stessi amministratori comunali che osservano il tutto con compiacenza. Quella stessa compiacenza che adoperano davanti alla comparsa di slot machine, sale poker, bingo e quant’altro, magari nei pressi di una scuola. Mi domando ancora cosa aspettiamo a legalizzare l’apertura di fumerie o di case chiuse. Se sballo dev’essere facciamo che sia completo: nevvero, signori Sindaci e signor assessore provinciale alla Salute?
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di Fiorenzo Degasperi
scempi ed esempi Chi l’ha detto che le chiese moderne sono brutte? Guardate questa. A torbole
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e chiese sono beni culturali. Almeno dovrebbero esserlo. Purtroppo, a partire dall’Ottocento, in molti paesi e villaggi, al posto della sicura e antica strada dell’armonia e della proporzione si è optato per l’impattante grande effetto scenografico. Il risultato sono edifici-palazzo, edifici-contenitori che di sacro non hanno proprio niente. Peggiore ancor di più la cronaca dell’architettura religiosa a partire dagli anni Cinquanta, quando la costruzione delle chiese è stata affidata ad ingegneri, architetti e geometri le cui conoscenze liturgiche e simboliche erano pari a zero. Sono sorte colate di cemento, sperimentazioni formali che dopo qualche anno lasciano il tempo che trovano – degrado dei materiali, forte impatto visivo contrastante con il territorio, povertà linguistica e simbolica –, offrendoci spazi vuoti e freddi. Invece che a momenti di cammino di Salvezza, ci troviamo di fronte a cammini di disperazione e confusione simbolica. Sembra quasi che la secolarizzazione della religione abbia trascinato con sé anche tutti i mali “estetici” della modernità. Eppure, mentre l’architettura mondiale, anche trentina, ha vissuto momenti di forte e alto livello di dibattito sulle forme, le funzioni, i volumi, i sensi e i luoghi, su ciò che riguarda il costruire il sacro è sempre calato il sipario. Per accorgersi magari che chi firmava i progetti, per anni, erano stati sempre gli stessi. Le eccezioni però ci sono nel panorama contemporaneo. Eccezioni che ci fanno toccare con mano, e con
lo spirito, luoghi fisici trasformati in luoghi sacri, rispettando almeno la regola fondamentale della non invadenza, della non disarmonia. Edifici che non “occupano” lo spazio ma dialogano con esso, aprendo dimensioni nuove e facendoci sognare, perché no, di essere altrove. Questo capita quando ci si imbatte, lungo la passeggiata lacustre di Torbole, nella chiesa di Santa Maria al Lago. Nello slargo, attraversato a tratti dalle raffiche mattutine del Peler o da quelle solari dell’Ora, discretamente troviamo questa piccola chiesa, circondata da un fascino “greco”, con il suo biancore quasi accecante che si staglia nell’azzurro del cielo e nelle acque del magico Benacus, il lago di Garda, con quelle vetrate che fanno filtrare una luce che richiama la gioia della vita stessa. Progettata, quasi in forma luterana, da Nino Riccardi di Pavia nel 1937 come chiesa della vicina colonia climatica ricavata negli anni Trenta dall’ex Grand Hotel Torbole – negli anni, il grande edificio di prevenzione antitubercolare arrivò ad accogliere oltre 400 bambini assistiti da tre medici e da una cinquantina di inservienti –, venne consacrata nel 1940 dal parroco di Torbole don Giovanni Poli. Quando, nel 1975, la colonia fu soppressa come “ente inutile” rimase la chiesa, oggi molto frequentata perché evita la calda e sudata salita a quella più antica di Sant’Andrea, che sorge alta sopra il paese di Torbole. È una chiesa semplice, funzionale, senza decorazioni, essenziale, che non ha storia simbolica ma architettonicamente è ben inserita nell’ambiente, lo rispetta e ne è rispettata. L’interno è spartano, soltanto i sottili giochi di luce traspaiono dalle vetrate colorate. Eppure nella sua semplicità e organicità trapela quel senso di estrema pace e tranquillità dello spirito di cui oggi, squassati dall’inevitabile rumore di sottofondo quotidiano, abbiamo estremamente bisogno. 11
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ring di Francesca Negri
colpo di tacco Ospitalità e cortesia: tutto il mondo è paese
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on li ho mai contati, ma è molto probabile che i giorni in cui dormo fuori casa in un anno siano circa 150 buoni. Tra Italia ed estero ho frequentato hotel di tutti i tipi e ristoranti di ogni categoria, ho visitato città diametralmente diverse tra loro, mi sono ristorata nei loro bar e non mi sono certo tirata indietro dal fare shopping, varcando le soglie di negozi e centri commerciali. Insomma, un po’ di esperienza ce l’ho per dire quello che sto per dire. L’albergazione italiana ha bisogno di fermare le bocce e riflettere su cosa è diventata e cosa vuole fare da grande. Da Trento a Roma, da Torino a Catania, se trovo qualcuno alla reception dell’hotel che si offre spontaneamente di prendermi i bagagli, quasi ormai svengo, commossa. Sì, perché la regola, ormai, è quella del fai da te: le valige te le porti in camera da solo, e che cavolo. Non sto parlando di hotel low cost, sia chiaro, ma di 4 e 5 stelle. Sempre. Dov’è andata a
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ring finire la squisita ospitalità italiana? Probabilmente l’hôtellerie degna di essere chiamata tale si è estinta quando è morto il senso di cavalleria. Non so perché, ma penso che il savoir-faire imprescindibile che ci dovrebbe essere in alberghi di un certo rango sia animato dallo stesso sentimento che porta un uomo a essere galante. Potremmo anche chiamarlo stile, servizio o come altro volete, fatto sta che oggi l’unica certezza è che in una città di medie dimensioni non pagherete mai per la vostra camera doppia uso singola meno di 130 euro, colazione compresa. E anche a proposito della colazione, vogliamo parlarne? Nell’ultimo anno mi è capitato solo in un hotel della Valle d’Aosta e in uno a Madonna di Campiglio di trovare le torte fatte in casa, i prosciutti e i formaggi locali, il pane appena sfornato, etc. Da tutte le altre parti, solo prodotti industriali, confezionati o surgelati, cappuccini imbevibili, spremute in bottiglia, e se arrivi mezz’ora prima della fine dell’orario in cui viene fatto il servizio colazione, è probabile che non trovi più nulla da mangiare, perché chi prima arriva meglio alloggia. Scrivo questo “Colpo di tacco” da Montecatini, dove mi trovo per le semifinali di Miss Italia. Nell’hotel a 4 stelle in cui alloggio, ho avuto una simpatica discussione con il barman: volevo sapere quali fossero i ristoranti più rinomati di Montecatini, o almeno quali ritenevano tali gli abitanti del luogo. Di solito, con questa tecnica riesci a scovare sempre localini interessanti. La risposta è stata «Signora, non lo so, sono sempre chiuso qui dentro a lavorare. Certo, se avesse bisogno di una escort le saprei essere molto più utile». Nonostante il divertente accento toscano, un po’ alla Pieraccioni, non stava scherzando, mi ha assicurato. Evviva. Nei negozi, poi, ne vedi di tutti i colori, ma abbiamo già detto tante volte che l’accoglienza di quelli trentini non è spesso fantastica e così la scelta. Volete un nuovo aneddoto? Ce l’ho e giuro che non l’ho inventato ispirandomi alla scena di Pretty Woman, quando Vivian se ne va vestita da lucciola a fare shopping in Rodeo Drive con i contanti che Richard Gere, e le commesse la guardano di sghimbescio e con tono sprezzante le dicono che non hanno niente di adatto a lei. Ve la ricordate la scena, vero? Ecco, qualche tempo fa una mia cara amica che certo non ha problemi di portafoglio, si è trovata a doversi procurare un bell’abito da sera per un prestigioso evento fuori regione a cui era stata invitata. Le viene in mente di entrare, per la prima volta, in un noto negozio di abbigliamento di Trento. Erano le sei di sera, aveva appena finito di lavorare e il look non era certo di una appena uscita dal parrucchiere pronta a fare il giro al Sas tutta tirata a lucido. Chiede di poter vedere dei vestiti da sera, ma le commesse la guardano in silenzio e poi una le dice: «No signora, non abbiamo abiti per lei, sa, qui abbiamo solo cose costose». Devo aggiungere altro?
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ring di Paolo Chiesa
di Carlo Martinelli
civiltà trentina Anche le biciClette (pardon, “VELOCIPEDI”) hanno le loro regole da rispettare
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on passa giorno in cui si non si sentano automobilisti lamentarsi di come girano sulle strade i ciclisti e ciclisti lagnarsi di essere poco rispettati dagli automobilisti. A chi non è toccato di andare in auto e di dovere fare attenzione a non travolgere ciclisti che viaggiano appaiati, se non in trio, e impegnati a chiacchierare (a proposito, ma cosa avranno di così importante da dire da non potere farlo alla prima sosta?) E a quanti non è successo di andare in bicicletta e di rischiare di essere investiti da qualche automobile che non rispetta la precedenza? Ma certo: è capitato a tutti, perché tutti, o quasi tutti, guidiamo automobili e giriamo in bicicletta e ci siamo trovati quindi ora nell’una e ora nell’altra situazione. Molti sostengono però che la polizia locale tenda a sanzionare gli automobilisti e a lasciar correre con i ciclisti. La soluzione alla questione c’è ed è semplicemente e naturalmente quella del rispetto delle regole. Per tutti. Sì, perché tutti sanno che le automobili sono tenute a rispettare una serie di rigide disposizioni (limiti di velocità, rispetto di stop e precedenze, rispetto della distanza di sicurezza). Ma bisogna ricordare che anche le biciclette, chiamate nientemeno che velocipedi dal “Nuovo codice della strada”, hanno delle regole da rispettare. Non ci credete? Ecco qualche stralcio dell’articolo 182 sulla circolazione dei velocipedi. Comma 1: i ciclisti devono procedere su unica fila in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano e, comunque, mai affiancati in numero superiore a due; quando circolano fuori dai centri abitati devono sempre procedere su unica fila, salvo che uno di essi sia minore di anni dieci e proceda sulla destra dell’altro. Comma 9: i velocipedi devono transitare sulle piste loro riservate quando esistono, salvo il divieto per particolari categorie di essi, con le modalità stabilite nel regolamento. Visto? C’è poco da questionare: fuori dai centri abitati i ciclisti devono andare in fila indiana e se c’è una pista ciclabile devono usare quella. Punto. Fine. Anzi no, c’è anche il comma 10: chiunque viola le disposizioni del presente articolo è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 24 a euro 94. I ciclisti lo dovrebbero sapere, i vigili già lo sanno. Allora: buon rispetto delle regole e buon viaggio a tutti.
alla carlona EPPURE SIAMO QUI AD INVIDIARE CHI È CORTESE E GENTILE
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i aveva colpito non poco. Era successo dopo il Mondiale di calcio in Sudafrica, anno di grazia 2010. Fabio Caressa, il telecronista di Sky che fa coppia con Beppe Bergomi, intervistato, ebbe a dire: mi mancherà tanto la gentilezza di quella gente. La frase mi è tornata alla mente poche settimane fa. Incontro infatti un collega giornalista, Paolo Mantovan, reduce da un viaggio in quel di Londra, durante le Olimpiadi 2012. Di gare, mi dice, non è riuscito a vederne alcuna, ma l’atmosfera, quella sì, l’ha vissuta e gustata appieno. Perché gli inglesi erano davvero tutti straordinariamente gentili, aggiunge. A mia volta, reduce da un viaggio negli States (ne parlo in altra parte di questo numero di “TrentinoMese”) non posso non considerare come la cortesia sia un aspetto pressoché costante (solo nelle metropoli può capitare di farne senza…) di chi vive negli States. Rivolgerti la parola, chiederti da dove vieni, mettersi a dialogare quando si è in fila da qualche parte, iniziare un discorso con il vicino di tavolo al ristorante (mai visto prima e mai più visto dopo d’allora, ovvio…) è pratica comune e quotidiana negli States. Ma se siamo costretti a notarlo e ad apprezzarlo, non sarà perché dalle nostre parti – dal Trentino al resto d’Italia, va da sé – cortesia e gentilezza sono merce sempre più rara? Di più. Stupisce come negli USA giovani e giovanissimi si rivolgano tranquillamente – curiosi e disponibili – ad anziani ed anzianissimi, nelle più svariate occasioni. Una cosa assai più rara in terra italica, dove uno sterile giovanilismo da una parte e un malinteso concetto dell’esperienza e della maturità, e dunque dell’età trascorsa dall’altra, fa sì che due mondi si sfiorino e si tocchino, ma non si incontrino. Così vanno le cose. Musi lunghi, sguardi sospetti, nervosismo più o meno latente. In certi negozi o in certi locali quando entri hai la netta sensazione di recare quasi disturbo. Neanche pensare che ti succeda come in molti Paesi civili dove, quando esci da un negozio – non importa se tu abbia acquistato oppure meno –, ti salutano con l’immancabile: grazie di averci fatto visita. Marziani. 15
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Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ]
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In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher Hanno collaborato a questo numero: Alessia Acampora, Paolo Chiesa, Silvia Conotter, Lara Deflorian, Fabio De Santi, Alberto Folgheraiter, Renzo Francescotti, Gianfranco Gramola, Carlo Martinelli, Francesca Negri, Tiziana Tomasini Grafica: Fabio Monauni
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Attualità 16 Dateci il nostro pane quotidiano
24 quando il giornalista doveva pedalare 31 Trentine a miss italia 34 Patrizia mirigliani 36 Christian bertol 39 Lo spettacolo della mente
Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170 Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 - 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. Trento - Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 Fax 0461.935706 studiotn@bazar.it Direzione pubblicità: Rosario Genovese Bolzano - Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 Fax 0471.930743 Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Alcione - Trento Registrazione Tribunale di Trento n. 536 - 4 aprile 1987
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museo provinciale del vino
42 Museum ladin castel de tor 46 Guido paoli 48 Quel bidone di napoleone 50 U.s.a. e (non) getta 53 Speciale scuola 62 Piacere, pluto! 64 baumgartner: Una storia di successo
Panorama
68 autunno trentino 73 vinicio capossela 74 Sot a la zopa a tonadico 76 oriente occidente 78 sei mesi di event art 79 premio pavanello 84 il ritorno dei kalevala 90 i rifugi del gusto
Giorno per giorno
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Scoop&news 106 110 111 113 116
I matrimoni del mese armando franceschini “paint your mozart” “luci e ombre del legno” primo ciak per “vinodentro”
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trentinoreportage di Tiziana Tomasini
dateci, oggi, il nostro pane quotidiano Pochi e basilari ingredienti – essenzialmente grano ed acqua, con l’aggiunta di sale e lievito – caratterizzano dalla notte dei tempi l’alimento insostituibile per l’uomo, il pane. Ma come si muove ed in che modo è organizzata la macchina produttiva in Trentino? Come si realizza in un laboratorio artigianale quel fragrante miracolo chiamato spaccatina? Noi abbiamo seguito e vissuto tutta la storia del pane e ve la possiamo raccontare..
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arà pur vero – come indica la celebre citazione evangelica – che l’uomo non vive di solo pane, ma è comunque difficile pensare ad una vita senza pane. Il panis latino è ancora oggi, pur con variazioni quantitative e qualitative, il protagonista indiscusso delle nostre tavole nelle sue molteplici varietà, fedele alla tradizione rurale ma con moderne aperture verso le nuove culture; sempre sostanzioso e corposo, tuttavia attento anche alle ultimissime indicazioni ed esigenze dietetiche. Dalle prime macine di cereali ai più recenti forni dotati di macchinari hitech, la produzione del pane fa parte della storia dell’uomo, è legata in modo intrinseco alla nostra crescita fisica,
è una sorta di retaggio ancestrale che passa indenne attraverso i secoli. Basti pensare all’estesa gamma di significati che il pane racchiude – anche traslati, a indicare metaforicamente il cibo - o alla fioritura di proverbi e citazioni bibliche aventi per protagonista il re degli alimenti. Ma oltre agli adagi ed alle note nutrizionali di questo alimento, cosa sappiamo in realtà del pane? Come avviene, si sviluppa e si compie il ciclo produttivo? Chi fa il pane? Chi si impegna ogni notte per farci trovare in ogni luogo del territorio – anche nel più periferico negozio di alimentari, e fin dalle prime ore del mattino la spaccatina che così tanto amiamo?
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trentinoreportage Tutto quello che volevamo sapere sul pane ed anche di più… incontriamo il presidente dell’Associazione panificatori del Trentino Nel confortevole e moderno ufficio di Tione di Trento non si respira propriamente il profumo del pane, ma si capisce subito, anche dalla stretta di mano vigorosa del presidente, che di pane da quelle parti se n’è impastato molto. Si intuisce l’orgoglio di perpetuare nel tempo una tradizione familiare con tenacia e solida convinzione, nonostante i tempi difficili per tutti i settori dell’economia. La duplice veste di Emanuele Bonafini – titolare di panificio in quel di Caderzone e figura al vertice dell’Associazione panificatori del Trentino – è garanzia di una visione completa ed esaustiva del settore della panificazione. Il suo discorso muove dalla memoria storica e millenaria del Trentino; già negli antichi statuti, appena qualche centinaio di anni dopo il Mille, veniva regolamentata la produzione del pane, con la conseguente duplice classificazione dell’alimento: c’era il pane per così dire “certificato” (quello che oggi definiamo di origine controllata), che veniva marchiato con un vero e proprio timbro al fine di sancire l’idoneità del prodotto alimentare, ma non mancavano evidentemente anche le produzioni abusive, i
L’Associazione Panificatori
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L’impasto viene introdotto nella macchina “schiacciatrice”: la pallina di acqua, farina, lievito e sale ne esce ben pressata ed allargata, pronta per essere sagomata o inviata alla cottura
cui artefici venivano denominati “pancogoli” e citati nei documenti dell’epoca. Questo la dice lunga sulla mentalità certosina dei trentini nella produzione del pane, sulla secolare tradizione trentina in quella che può essere definita arte panaria e sulla determinazione odierna a calcare la strada bianca percorsa dai predecessori. Bonafini ricorda che il pane è attualmente l’unico prodotto fresco fatto e distribuito ogni giorno… Indispensabile allora puntare solo e sempre sulla qualità, per garantire genuinità e fragranza. Il mestiere di panificatore – che per definizione è colui che provvede alle varie fasi di impasto, pezzatura e cottura – in realtà si espande ad altre funzioni
utti i pistori devono produrre il pane ben cotto e portarlo a compimento nel miglior modo possibile.” Suona così la regola contenuta nello Statuto di Trento dell’anno 1714; il pistor è naturalmente il fornaio. Altra antica normativa territoriale: “Il pane deve essere venduto sempre allo stesso prezzo, anche nei periodi di carestia o inflazione”. Insomma, andava ridimensionata la pagnotta, lasciando il prezzo del pane invariato. Da ieri a oggi: l’Associazione Panificatori del Trentino è nata dall’esigenza di riunire le aziende che hanno un minimo comun denominatore, il pane. Attualmente si stimano tra le ottocento e le mille unità (picco riscontrato nel periodo estivo) di coloro che operano – dal dipendente al titolare – nel settore della panificazione; l’impegno associativo si concretizza nel fornire gli strumenti di crescita, nel seguire i processi produttivi, nel controllare periodicamente l’idoneità delle modalità di lavoro, dall’igiene, alla sicurezza fino agli aggiornamenti tematici.
Tutto il pane minuto per minuto Ore 2.00 Né buongiorno né buonanotte
Suona la sveglia e raduniamo in fretta il materiale per la nostra prima intervista notturna. Per assurdo il primo pensiero non va al sonno perduto ma al saluto che faremo in panificio. Eliminato il “buongiorno” – sarà anche buono, ma non è assolutamente giorno – ed accantonata la “buonanotte” – troppo soporifera per i lavoratori notturni – con tutta probabilità opteremo per un generico “ciao a tutti”.
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Ore 2.30 ceste vuote da riempire
Ore 2.30. Davanti al forno cittadino, una decina di giovani spezza la notte con pizzette e brioches, lasciando intendere il mutare dei tempi. Entriamo nel panificio. Al piano strada è naturalmente ubicata la rivendita al dettaglio, nella quale si trovano adesso le ceste vuote per il pane (vedi foto); a fianco, nella parte destra dei locali, trovano
spazio le celle di lievitazione, di ferma lievitazione ed i forni. Questi ultimi funzionano con un sistema rotatorio, che permette una cottura uniforme. Al piano inferiore, al quale si accede attraverso uno spazioso ascensore che porta su e giù i carrelli con le teglie, si svolge la vera e propria attività di preparazione del pane.
trentinoreportage e si articola sinteticamente in tre cicli giornalieri: la produzione notturna, la distribuzione e l’attività propriamente definita commerciale (vendita diretta), le varie mansioni pomeridiane che riguardano approvvigionamento, manutenzione, pulizie. Un ciclo continuo, un moto costante e perenne che difficilmente riesce ad individuare in senso cronologico il momento ufficiale dell’inizio, che è comunque variabile a seconda dei luoghi e delle stagioni. Per fare qualche esempio, nelle valli i periodi di maggior lavoro sono quelli strettamente legati al movimento turistico e quindi, per poter assicurare la distribuzione su un numero considerevole di chilometri nei tempi stabiliti, (in genere le ore sette per ogni
Su questa teglia compaiono ben ordinate ed allineate, ma – se guardate attentamente – non tutte le spaccatine riescono con le righe...
Ore 3-5 la lavorazione entra nel vivo Mentre lavorano osserviamo i macchinari e, grazie al loro contributo e alle preziose informazioni forniteci sul campo dai titolari, riusciamo a districarci nella complessa ed articolata catena produttiva. La materia prima è naturalmente la farina, che viene versata manualmente o attraverso i silos nelle varie macchine impastatrici presenti nel laboratorio. Alla farina si aggiungono acqua, lievito e strutto oppure olio. Digitato sul display il tempo d’impasto, le enormi eliche cominciano a girare nei grandi contenitori simili a pentoloni, trasformando i
In questo settore, in continuo e costante movimento, opera oggi una squadra di quattro elementi. A coordinare il gruppo e contemporaneamente a svolgere il suo mestiere c’è un ragazzo albanese, A.: si muove sicuro e disinvolto, rapido e preciso. Uno dei titolari del panificio racconta che al suo arrivo, più di dieci anni fa, non sapeva nulla di panificazione; in soli quattro mesi, grazie alla sua determinazione e grande voglia di fare, era già ad ottimo livello. Al suo fianco questa notte lavorano M., che arriva dalla Tunisia, O. italiano originario di Napoli e M., giovane apprendista che a settembre frequenterà la scuola di Arte Bianca di Rovereto. Tra un’infarinata e una teglia, raccontano che rientrano a casa per le dieci, mangiano e dormono o comunque riposano fino alle tre del pomeriggio. Poi altre due ore di sonno prima dell’inizio lavoro e via, si ricomincia. Se uno si organizza, resta anche del tempo libero. A., ad esempio, gioca a calcetto.
rivendita) la produzione si avvia già alle dieci di sera; nei centri maggiori ed in città si parte nella fascia oraria che va dall’una alle due di notte. A questo punto l’interrogativo è d’obbligo: ma chi è disposto a svolgere un’occupazione in quelle ore tradizionalmente legate
singoli ingredienti in pasta. Da questo momento inizia la lavorazione, prima manuale e poi meccanica. Tagliata grossolanamente a tocchi, la pasta viene posizionata prima nella macchina spezzatrice, poi in
al riposo? Innanzitutto, i trentini che proseguono una tradizione familiare e che per certi aspetti sono già dentro il meccanismo produttivo e che fin dall’infanzia hanno respirato e interiorizzato questi ritmi, avvertendoli come usuali. Oltre alle aziende di casa, per un certo
quella schiacciatrice: il risultato sono parti di uguali dimensioni e calibro. Da qui i pezzi tagliati e regolari vengono destinati ai vari macchinari, che hanno la funzione di definire propriamente il pane. La macchina più imponente è senz’altro quella per fare le spaccatine. Al termine del ciclo, eccole sistemate sulle teglie; completato il carrello o raggiunta la quantità desiderata, il carrello viene inviato al piano superiore e infilato prima nella cella di lievitazione, poi nel forno rotante. Ultima destinazione, le ceste pronte per la distribuzione. In modo analogo si procede per altre forme ed altri impasti; nello specifico abbiamo assistito al processo di formazione, oltre alle spaccatine, di ciabatte, rustichini, rosette, pane toscano (quest’ultimo sagomato a mano), pane con farina di kamut e tartarughe. Intanto inizia ad intravedersi la luce del giorno; i ragazzi raccontano che i macchinari velocizzano molto il lavoro – che va comunque costantemente monitorato – ma succede talvolta che qualcosa si inceppi, ed allora … via con le mani – e in una corsa contro il tempo! – a sagomare forme e varietà.
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trentinoreportage
L’imponente macchina “fabbrica spaccatine”: entra l’impasto, esce la forma più amata dai trentini
periodo a lavorare nel settore panario sono stati un buon numero di stranieri; attualmente i trentini sono in quantità considerevole: i dati riferiscono questa riscoperta passione, motivata dalla sicurezza di un impiego e dalle strutture formative offerte dal territorio. Ma il pane allora non conosce crisi? Il presidente parla chiaro: dei duecento panifici di dieci anni fa ne sono rimasti meno di un centinaio. Sul drastico ridimensionamento hanno inciso sicuramente il calo di consumo procapite (che si quantifica in centoventi grammi a testa) ed i costi in senso generico. A titolo esemplificativo, il prezzo della
farina, “lievitato” negli ultimi sei mesi fino al 50 - 51%; l’aumento del costo del lavoro; le cifre alte dei combustibili per i trasporti e nel caso specifico il consumo dei forni scaldati a gasolio. Inevitabile la revisione dei prezzi del pane. E poi vanno fatti i conti con il consumatore, sempre più esigente, attento e meticoloso. Un panificio che voglia stare al passo con i tempi deve produrre dalle quindici alle venti varietà di pane … Bonafini sottolinea tuttavia che pur coinvolti in questo trend di chiusure, a livello nazionale i trentini - e in tutte le zone del nostro territorio – investono maggiormente in rinnovamento e tecnologia, consapevoli dell’importanza di garantire il pane fresco ogni giorno a tutti. Il prezzo del pane al chilo deve quindi tener conto, in misura proporzionale, del costo della manodopera, delle materie prime, dell’energia, degli ammortamenti; solo in fondo, all’ultima voce, compare il margine per il titolare. Intorno al pane gravita anche un mondo legato agli aspetti prettamente sociali, di moda e costume, di tendenze alimentari… È vero che il pane fa ingrassare (interrogativo prettamente femminile) o è un luogo comune da sfatare? Nell’ambito della tradizione trentina il pane è presente nel tempo ed anche oggi non manca mai sulle nostre tavole; si riducono piuttosto le quantità, con un’attenzione particolare alla qualità.
Mangiare pane non incide in modo negativo sulle abitudini alimentari ed anche i dietologi sono generalmente concordi nell’inserimento di un prodotto naturale, genuino e fresco come il pane. Impossibile non ricordare, a questo proposito, la celebre affermazione attribuita a Maria Antonietta, che davanti al popolo francese affamato avrebbe detto “Se non hanno il pane, che mangino brioches”… Prendendo spunto dalla citazione, abbiamo chiesto al presidente se è ancora viva l’usanza di fare colazione con il pane (magari spalmato di burro e mar-
Tutto il pane minuto per minuto Ore 5.30 di Corsa verso le rivendite
Uno dei ragazzi si congeda e sale al piano superiore; il furgone lo aspetta per la fase della distribuzione, che in periodi di calma – come quello estivo – ha termine alle ore 9.00, nei periodi di intenso lavoro si prolunga per oltre una o due ore. Si caricano le ceste e si parte.
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Ore 7.00 i primi clienti
Arrivano, puntualissimi secondo l’orario di apertura diurno, i primi clienti. Ormai sta facendo giorno; il profumo inebriante di pane fresco si diffonde lungo tutta la via e porta con sé il ricordo del lavoro notturno. Buongiorno … cioè, buonanotte!
Ore 12-13 Tutti A tavola!
Il pane è giunto anche oggi, fresco, sulla nostra tavola; croccante e fragrante è il compagno ideale per i nostri pasti, da quelli classici a quelli brevi, veloci e frugali. Prima di addentarlo, un pensiero speciale vola a chi lo ha fatto per noi, questa notte.
trentinoreportage
l’impasto per il pane di kamut - dalla morbida ed intensa consistenza - viene fatto cuocere in singole vaschette, per mantenere inalterata ed intatta la forma intrecciata durante la cottura
mellata) o i prodotti industriali dolciari la fanno da padrone anche sulle nostre tavole mattutine. Certo la pubblicità delle merendine è martellante – dice convinto Bonafini – e poi, diciamolo, è più comodo fare scorta al supermercato e trovare tutto pronto al momento del
consumo. Ma tutto questo va contro il benessere dei figli e di questo le madri dovrebbero rendersene conto: i prodotti confezionati contengono additivi chimici necessari alla conservazione e non garantiscono la genuinità del prodotto da forno. L’esempio lampante è il panettone: quello di produzione industriale viene imbustato nel periodo estivo ed offerto a Natale a prezzi più bassi di quelli del pane, ma non è neanche lontanamente paragonabile allo stesso prodotto artigianale! Ritornando al pane, lanciamo gli ultimi interrogativi: in commercio fanno bella presenza sugli scaffali tecnologici le macchine per fare il pane; i supermercati infornano pane surgelato. Questa tendenza del fai da te, anche allargato, funziona? Bonafini sorride sull’attrezzo per produrre la pagnotta in casa – “costa quanto il pane di tutto l’anno e poi compare già da un po’ nelle liste delle compravendite dell’usato, il che la dice lunga … “ – ma si fa serio sul pane della grande distribuzione: l’Associazione si
I love spaccatina
L
a piccola e semplice pagnotta dalla caratteristica doppia riga nel mezzo - nella variante “spaccata” e “spaccatina” a seconda della grammatura e delle dimensioni – ha letteralmente fatto breccia nel cuore dei trentini, conquistando le tavole nostrane. Secondo l’Associazione, il consumo di questa classica forma di pane si aggira su un rilevante 50%; dato importante, che definisce la preferenza territoriale per una tipologia dal gusto semplice e sempre gradito, a conferma delle tradizioni e delle abitudini tramandate da secoli. Complice forse anche il prezzo relativamente contenuto rispetto agli altri tipi di pane: un chilo costa oggi in media dai 2,60/2,70 euro, con massimi valutabili sui 3,10 euro; tali variazioni sono motivate da voci importanti, che incidono sul costo complessivo quali trasporti, personale impiegato nella lavorazione e spese generiche di gestione. E per gli altri tipi di pane? Esiste una classifica dei più apprezzati? Difficile fare una graduatoria … Ogni panificio produce settimanalmente ed in precise giornate tante varietà dai particolari gusti e sapori regionali ed extraregionali, a seconda delle richieste e dell’andamento dei consumi. A conferma di ciò, la tendenza ormai confermabile ed assodata dell’acquisto da parte del consumatore di quei pani speciali – alle patate, ai multi cereali, al latte, alle noci, al farro, alla segale, alla zucca… - soprattutto verso il fine settimana, quando il tempo per recarsi in panetteria per scegliere quale pane mangiare è più dilatato e sicuramente meno vincolato dalla fretta cronica dei comuni giorni lavorativi. Una sorta di shopping fragrante per una chicca gastronomica da gustare in tutto relax … In questo modo il pane, da generico companatico, si eleva ad apprezzata specialità.
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trentinoreportage trova d’accordo su chi si propone autodidatta, ma combatte chi confonde il consumatore e vende un prodotto surgelato per fresco. E le nuove etnie presenti sul territorio trentino comprano il pane? Anche se magari contiene lo strutto – grasso di origine animale – sgradito a chi è di religione musulmana? La presenza di un grasso rispetto ad un altro – svela il presidente – è scelta che spetta al panificio; per la preparazione di molti tipi di pane adesso si fa largo spazio all’olio extravergine di oliva; inoltre il pane è un alimento che si caratterizza per la costante esposizione dei cartellini per
ogni specie e tipologia, riportanti le indicazioni dettagliate degli ingredienti… non resta che leggere! E il pane vecchio? Attualmente si pone molta più attenzione alle rimanenze, che costituiscono comunque una perdita; la tecnologia – attraverso i sistemi informatici – è in grado di calibrare la produzione in base ai consumi, quindi gli “avanzi” si sono notevolmente ridotti nel tempo e laddove si ritrovi una certa quantità, questa viene conferita ai pastifici o alle stalle per gli animali. Del resto anche la cucina trentina, per tradizione, vanta numerose ricette (oggi definite “specialità”) che hanno come ingrediente
primo il pane raffermo. Come dire, una volta non si buttava via nulla … La stretta di mano di congedo e via, il ciclo del pane continua.
Lo sapevate che … 1. In occasione dei prossimi Campionati Mondiali di Sci Nordico che si terranno in Val di Fiemme (inverno 2013), l’Associazione ha messo sul mercato un pane particolare, denominato pane delle Dolomiti, che celebra la tradizione trentina. Si tratta di un impasto che recupera i cereali coltivati nei terrazzamenti delle valli trentine (avena, farro, orzo, segale); un ritorno alla produzione autoctona, approvato anche dai dietologi. Da questo spunto, la Fondazione Mach di San Michele all’Adige si sta muovendo per incentivare i contadini a recuperare le coltivazioni “de ‘sti ani”. 2. A Rovereto si trova la Scuola di Arte Bianca e Pasticceria (presso l’Istituto di Formazione Professionale Alberghiero), che recentemente ha tagliato un importante traguardo: l’attivazione del corso per diventare “Maestro Artigiano Panificatore”; un riconoscimento fortemente voluto dall’Associazione e reso possibile dal sostegno della Provincia. Uno slancio importante verso l’occupazione, un arricchimento e una valorizzazione del ■ marchio trentino.
e a bressanone c’è il Mercato del Pane e dello Strudel
T
re giorni per festeggiare la decima edizione del Mercato del Pane e dello Strudel a Bressanone: da venerdì 28 a domenica 30 settembre in piazza Duomo si potranno vedere ed assaporare i diversi prodotti tipici con il marchio di qualità dei panificatori e pasticceri dell’Alto Adige. Dal pane alla frutta alle pagnotte venostane in coppia “Vinschger Paarl”, dalla pagnotta pusterese “Pusterer Breatl” al pane croccante di segale (Schüttelbrot), dallo Zelten allo strudel di mele. Per tutti questi alimenti il marchio di qualità garantisce, grazie a severi controlli di produzione, l’utilizzo di ingredienti naturali e l’assenza di conservanti ed esaltatori di sapidità. Le degustazioni saranno accompagnate come sempre da percorsi storici per conoscere le tradizioni altoatesine, da dimostrazioni di panetteria per apprendere l’antica arte del fornaio e da spettacoli di gruppi di musica e ballo locali. La domenica, dopo l’ingresso solenne dei panificatori e dei pasticceri nel duomo di Bressanone, si terrà la messa di ringraziamento per la stagione del raccolto. L’organizzazione della festa sarà seguita anche quest’anno dall’EOS - Organizzazione export Alto Adige della Camera
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di commercio di Bolzano. Il programma dettagliato si può consultare al sito www.mercatodelpane.it. Contemporanemante avrà luogo in Val di Funes anche la tradizionale Festa dello Speck Alto Adige: www.speckfest.it.
REGIONE TRENTINO ALTO ADIGE
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO ASSESSORATO ALLA CULTURA
COMUNITÀ DI VALLE DELLA VALLAGARINA
COMUNE DI ROVERETO ASSESSORATO ALLE ATTIVITÀ CULTURALI
COMUNE DI ALA
COMUNE DI BORGO VALSUGANA
COMUNE DI BRENTONICO
COMUNE DI NOGAREDO
COMUNE DI RIVA DEL GARDA
COMUNE DI VILLA LAGARINA
SETTIMANA
MO ZART IANA
ROVERETO,
13-16
FIGARO E OLTRE...
SETTEMBRE
2012
MOSTRA CONCERTI CONVEGNO TAFELMUSIK 13 - 16 SETTEMBRE 2012
ore 20.30
ore 20.45
KARSTEN MITTAG: KLANG & FARBE (Suoni e colori)
TAFELMUSIK: A CENA CON DON GIOVANNI
GIOVEDÌ, 13 SETTEMBRE 2012
Tefelmusikensemble Fabio Neri, direttore.Valentina Coladonato, soprano; Filippo Bettoschi, baritono; Corrado Ruzza, pianoforte. Ospiti speciali: Milo Manara e Maurizio Muraro
ORCHESTER DES MUSISCHEN GYMNASIUMS SALZBURG
Brentonico, Teatro Comunale “Monte Baldo”
ore 20.45
DOMENICA, 16 SETTEMBRE 2012
MOZART BOYS&GIRLS e 100 MOZARTKINDER di CHEMNITZ (Germania) e di CHOMUTOV (Rep. Ceca)
ORCHESTER DES MUSISCHEN GYMNASIUMS SALZBURG
Rovereto, Hotel Rovereto, Corso A. Rosmini
ore 10.00 e ore 11.00
ore 17.00
Villalagarina, Palazzo Libera
Rovereto, Ristorante Novecento
Borgo Valsugana, Auditorium
Markus Obereder, direttore Con i vincitori del Concorso Internazionale AUDIMozart!
QUARTETTO ANTHOS
SABATO, 15 SETTEMBRE 2012
ore 20.45
Rovereto, Palazzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, piazza Rosmini, 5
Rovereto, Auditorium "F. Melotti"
ORCHESTER DES MUSISCHEN GYMNASIUMS SALZBURG
Antonio Ballista, direttore Francesca Temporin e Teofil Milenkovic’, violini solisti. Alessandro Lucchetti, pianoforte
VENERDÌ, 14 SETTEMBRE 2012 ore 11.00
ore 9.00-12.30
CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDI MOZARTIANI “Figaro qua, Figaro là. Il personaggio di Figaro nella storia del melodramma” ore 10.00-13.00
Riva del Garda, Conservatorio Bonporti - Sez. staccata di Trento
SEMINARIO “ANSIA da palcoscenico”
Rovereto, Palazzo Pretorio
Sabina Natali, psicoterapeuta
INCONTRO
Rovereto, Auditorium “F. Melotti”
Markus Obereder, direttore Con i vincitori del Concorso Internazionale AUDIMozart!
ore 11.00
Ala, Palazzo Pizzini
CORO “AMADEUS” DI SAPPORO (Hokkaido) Yasuhiro Tsukada, direttore
ENSEMBLE “MOZART BOYS&GIRLS" e MOZART B&G ORCHESTRA Italo Rizzi, direttore
ore 17.00
Nogaredo, Palazzo Lodron
QUINTETTO AUDIMOZART
Giulia Baracani, flauto; Sergey Finoedov, oboe; Jonathan Castellanos Fasanar, clarinetto; Josep Joaquim Sanchis Castellanos, fagotto; Davide Bettani, corno
ore 20.30
Lizzanella, Chiesa parrocchiale “S. Antonio”
CORO “AMADEUS” DI SAPPORO (Hokkaido)
Yasuhiro Tsukada, direttore. Renzo Vigagni, organista
Il Sindaco di Rovereto, l’ Assessore alla Contemporaneità e il Presidente AMI incontrano le Associazioni Mozartiane di Tokyo e di Hokkaido
ore 17.00
Riva del Garda, Conservatorio Bonporti - Sez. staccata di Trento Duo pianistico
ore 20.45
ore 15.30
BRUNO CANINO e ROBERTO ISSOGLIO
LEGGENDO DA PONTE
MOZART BOYS&GIRLS e 100 MOZARTKINDER di CHEMNITZ (Germania) e CHOMUTOV (Rep. Ceca)
ore 17.00
Storie di teatro, musica, amore e denti nell’autobiografia del poeta di Mozart
Borgo Sacco, Scuola Materna “S. Antonio”
Approfondimenti sul sito:
Rovereto, Casa Mozart, via della Terra 48
YUKO HISAMOTO, pianoforte
www.mozartitalia.org
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONE BIGLIETTI: AMI (sede Nazionale): Palazzo Diamanti, Via della Terra 48 - 38068 Rovereto (TN) Tel. e fax +39 0464 422719 e-mail: infoami@mozartitalia.org PREZZO DEI BIGLIETTI: Concerti nei Palazzi: Posto Unico Є12,00 Socio Ami Є 10,00 Libera (Villalagarina); Conservatorio Riva del Garda; Casa Mozart (Rovereto); Pizzini (Ala); Lodron (Nogaredo) Auditorium Melotti: Posto Unico Є 12,00 Socio Ami Є 10,00 ORCHESTER DES MUSISCHEN GYMNASIUMS SALZBURG; OMAGGIO A MOZART Tafelmusik. A cena con Don Giovanni: Intero Є 60,00, Socio Ami Є 50,00 (comprensivo di cena, degustazione e intrattenimento musicale) Appuntamenti a ingresso libero: CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDI MOZARTIANI; CONCERTI MOZART BOYS&GIRLS E 100 MOZARTKINDER; SEMINARIO “ANSIA da palcoscenico”; CORO “AMADEUS” DI HOKKAIDO Prevendita in tutte le Casse Rurali del Trentino: www.primiallaprima.it SERVIZIO DI PRENOTAZIONE ELETTRONICA
Rovereto, Auditorium “F. Melotti”
di e con David Riondino. Milo Manara, immagini; Roberto Issoglio, pianoforte
SERVIZIO DI PRENOTAZIONE ELETTRONICA
trentinoattualità
tutto un altro mondo
di Silvia Conotter
quando
a t s i l a n r o i il g doveva “pedalare”
Fare il giornalista negli anni sessanta-settanta era molto diverso dal farlo oggi. Niente telefonini né computer, solo archivi e tanta strada da fare, tra questure e ospedali. francO de battaglia, decano dei cronisti trentini, ci aiuta a ricordare nuova rubrica Mai come negli ultimi cinquant’anni il mondo ha subito cambiamenti tanti significativi. Conseguenza dell’introduzione progressiva ed inesorabile di nuove tecnologie, certo, ma anche delle trasformazioni sociali che hanno mutato irreversibilmente gli assetti familiari e le relazioni umane nel loro complesso. Difficile dire se il mondo sia cambiato in meglio o in peggio, certo è che i racconti di “com’eravamo” solo qualche decennio fa lasciano spesso a bocca aperta: era davvero tutto un altro mondo.
Un giovanissimo Piero Agostini nella redazione dell’Alto Adige
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«U
na volta bastava una biro, il taccuino e un gettone telefonico. Giravi leggero, senza tutta l’attrezzatura di adesso, che tra l’altro ti identifica subito e fa perdere la spontaneità di certe situazioni. La mia impressione è che il giornalismo non sia più raccontare, ma “confezionare”. I quotidiani sono diventati sportelli terminali di notizie, invece che motori di ricerca»: parlare con Franco De Battaglia, classe 1943, fa emergere immediatamente la nostalgia di quel che era il giornalismo solo vent’anni fa. Lui, che ha scritto il primo pezzo nel 1969, che è stato per 18 anni caporedattore e
poi per altri 5 direttore dell’Alto Adige, che ha fondato nel 1998 il Corriere delle Alpi a Belluno…lui sì che rende bene l’idea di quello che si è perso per strada. E lo racconta senza sentimentalismi e a volte usando un pizzico di diplomazia sulla situazione attuale. De Battaglia, come si entrava quarant’anni fa nei giornali? Collaborando, come adesso. E anche allora c’erano i precari, in perenne attesa di essere assunti. Ma si entrava dopo aver conosciuto pezzi di mondo: io ero appassionato di montagna, di questioni ambientali; il piano urbanistico di Kessler aveva suscitato
trentinoattualità
Franco De Battaglia
i giovani seguivano un percorso di tirocinio, non venivano presi e usati come soldati da mandare allo sbaraglio. Come funzionava il “giro di nera”? Cominciavo verso le 9 e mezza: mattinale (lettura dei fatti accaduti durante la notte, ndr) in questura, carabinieri, ospedali…il tribunale invece era compito della giudiziaria. I rapporti umani erano il patrimonio del cronista, che costruiva l’agenda dei numeri di telefono andando a visitare le persone. Io facevo anche il giro degli ospedali, incontrando i primari, mentre chi faceva politica andava dai vari capiservizio della Provincia, dai forestali. Mauro Lando, invece, era il “maestro” del Comune. Oggi molte notizie sono mediate dagli uffici stampa. Allora non c’erano. Sono molto comodi, e ce ne sono di bravi, ma a volte servono a nascondere le notizie più che a darle. Il contatto diretto con i referenti era importante: ci indicavano quello che stava succedendo, ci orientavano. Quando andavo dai forestali per parlare dei problemi della natura, della caccia, in un certo senso “partecipavo” al percorso che stava compiendo l’amministrazione. Quali erano i filoni più appassionanti? La funivia del Brenta, l’autostrada del Brennero, la battaglia contro la Pi.Ru.Bi o contro l’uranio in Val Rendena. Il giornale veicolava informazioni per far crescere e rendere consapevole la comunità. Poi, mi pare che il potere politico si sia organizzato in un altro modo e che adesso il giornale venga misurato a seconda che dia spazio o meno a certi eventi. Il segreto invece è quello di costruire un percorso: questo caratterizzava la nostra professione una volta e può essere la grande sfida di chi la svolge oggi. Quali sono i cambiamenti
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in me grande interesse, frequentavo parecchie associazioni, l’università, ed avevo vissuto un anno in America grazie ad una borsa di studio. Collaboravo con Il Giorno, poi si è liberato un posto all’Alto Adige e lì sono rimasto, perché mi sono reso conto che il giornale locale era uno strumento interessante. Gli anni Settanta erano quelli del “pacchetto” di pacificazione con gli altoatesini, il respiro era internazionale. Ora quasi ce lo dimentichiamo, perché i giornali sono chiusi in una enclave provinciale, ma allora la dimensione era un’altra. Come è stato l’inizio? Cavazzani, l’editore, mi disse: «Seguo i suoi interventi e conosco la sua preparazione, però ora si dimentichi tutto e vada a fare cronaca nera». Un po’ la tappa obbligata per i neoassunti. Sì, una bella lezione, perché significa incontrare l’uomo e i suoi dolori. Ma gli editori allora investivano sui giovani. Quando fui trasferito a Bolzano lavoravo con Paolo Pagliaro, ora firma nota de La 7: era un enfant prodige, aveva appena finito il liceo. L’editore, che era bilingue, lo mandò sei mesi per uno stage a Vienna a spese del giornale perché si consolidasse con il tedesco. Questo è impensabile al giorno d’oggi. Anch’io sono stato un mese a Passau, vicino Monaco. A quei tempi era importante la formazione,
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trentinoattualità più evidenti nell’arco temporale che ha vissuto? È cambiato sia il modo di lavorare, che di concepire il lavoro: una volta si era costretti ad entrare nei fatti per poterli raccontare. Nel 1963 Giorgio Salomon, fotografo dell’Alto Adige, ogni mattina partiva da Trento con Luigi Sardi per seguire il disastro del Vajont: portava le foto a Bolzano, le sviluppava e poi ripartiva per fare lo stesso il giorno successivo. Essere sempre sul posto era imprescindibile. Appena cominciai ci furono tre incidenti mortali sulla strada, uno dietro l’altro, sempre la sera molto tardi. Io andavo sempre sulla strada: respirare il fumo bianco, vivere ciò che si scriveva era il senso del nostro lavoro. Ora si fa molto per telefono, le foto dei morti le trovi su Facebook. Tra un fatto visto e un fatto sentito c’è un abisso. Quali erano i ritmi di lavoro? La giornata era lunga, con molte pause intermedie: alla politica, a Bolzano, lavoravo approssimativamente dalle 10 e mezzo fino alle 13, poi dalle 15 alle 20 e 30, e ancora dalle 22 e 30 fino alle due di notte per impaginare. Fino agli anni Ottanta i giornali locali potevano essere stampati fino a molto tardi, anche perché le tipografie erano vicine e la distribuzione era locale, non nazionale. Poi i tempi si sono accorciati, anche per risparmiare sui costi. Ora si chiude verso mezzanotte. Ci parli dei cambiamenti tecnologici. Sono stati progressivi e inarrestabili. Negli anni Settanta le notizie di Trento venivano mandate con il “fuorisacco” a Bolzano, dove c’era la tipografia: alle 8 e mezza di sera il telefonista o il redattore correva alla stazione in bicicletta, consegnava il plico degli articoli dattiloscritti al capotreno, che li consegnava poi sui binari al fattorino. C’erano trasmissioni più lente: i pez28
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Caratteri di piombo per l’impaginazione manuale
zi si dettavano per telefono, per essere poi dattiloscritti o stenografati. Ora si scrive il pezzo in pagina in tempo reale. Queste difficoltà di comunicazione ti facevano però concepire e scrivere i pezzi in un altro modo, anche perché poi era molto più difficile correggerli. Ma il passaggio più grosso è stato un altro. Quale? La fine della tipografia: non avere più il confronto con i tipografi è stata una perdita enorme per i giornalisti. Non erano solamente degli esecutori, infatti, ma collaboravano alla realizzazione del giornale perché avevano un’esperienza maggiore. Erano un po’ confezionatori e un po’ lettori: ti portavano anche gli umori del pubblico che il giorno dopo avrebbe letto il giornale. Stimolavano il giornalista e consentivano che non fosse così solo come è adesso. Oggi hai davanti solo il computer, invece lì avevi sempre un riferimento. L’uscita dei tipografi ha costituito una grande perdita di valore aggiunto umano. Io l’ho sentito come un passaggio che mi ha impoverito professionalmente. Che rapporto avevate con loro? Ricordo che il direttore, il primo giorno in cui ho lavorato a Bolzano, mi ha accompagnato in tipografia per impaginare il giornale e mi ha affidato al “proto” (il capo dei tipografi, ndr) dicendo: “Adesso lei ceda tutto quello che deve fare
a Planchesteiner”. Fu l’inizio di un’amicizia. Allora c’era una doppia professionalità, giornalista e tipografo si completavano e si arricchivano a vicenda. Il futuro invece parla di telelavoro. Credere che sia meglio lavorare da casa, come e quando vuoi, è pericoloso. I giovani possono imparare solo stando in una redazione. Io adesso scrivo a casa, però ogni tanto lo sento come un limite: confrontarsi, chiedere un consiglio, essere anche contestati, fa la differenza. E anche se ci sono ancora le redazioni, i quotidiani hanno ora la tendenza a far scrivere la maggior parte degli articoli ai collaboratori esterni, invece che ai redattori. Per cui questi ultimi fanno “la macchina” e gli esterni non hanno l’occasione di crescere professionalmente. Chi era invece il suo punto di riferimento? Il primo di tutti fu Luigino Mattei, caposervizio a Trento, un grande maestro. Poi c’erano i miei miti, che cercavo spesso anche se non lavoravo direttamente con loro: Piero Agostini e Aldo Golfer. Negli anni di Bolzano ho lavorato nell’ufficio politico per cinque anni con Guido Crivelli, che era il condirettore. Aveva un grandissimo senso della notizia: negli anni Sessanta è stato il primo in Italia a mettere le notizie locali in prima pagina. Fino ad allora
i giornali locali si proponevano come “Corriere della sera di serie B”, lui fu il primo all’Alto Adige a rivendicare la dignità della notizia locale e a spararla in prima pagina. Ho avuto poi buoni colleghi, imparando come si fa a scuola dai compagni di banco: Paolo Pagliaro, Fait, Franco Filippini, ma anche Giorgio Salomon, che attraverso i suoi servizi fotografici insegnava a scrivere. Mi piace ricordare anche il giornalista sportivo Otello “Bill” Cestari che mi diceva sempre: “Guarda che esageri, bisogna fare così”. Torniamo un attimo sui c a m b i a me n t i te c n i c i. Com’è stato l’avvento del pc? Ha cambiato certamente il modo di scrivere, non so ancora se in meglio o in peggio. Prima bisognava pensare prima di scrivere, oggi si scrive e poi si pensa. Comunque escono dei pezzi molto belli anche al computer. Come funzionava invece l’archivio? Io avevo un sistema a schede numerate progressivamente, con i diversi temi e i telefoni di riferimento. Dentro alle cartelle mettevo i miei pezzi, i ritagli di giornale, quello che mi interessava di più. Credo che ancora oggi sia più efficace e veloce consultare un archivio a mano che quello elettronico. Tra l’altro, le raccolte dei giornali erano più facilmente consultabili e comunque non c’erano problemi di archivio, anzi. Forse si hanno più problemi adesso che nulla va perduto e tutto si accumula, e alla fine non sai più distinguere tra ciò che è utile e ciò che non lo è. Ognuno aveva il suo archivio e il suo modo di archiviare, ma chi non era molto ordinato andava dai maestri dell’archivio: Luigi Sardi e Mauro Lando. E come si faceva senza telefonino? Si viveva bene anche senza, ora il suo uso è forse un po’ esasperato anche se è indub-
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Trento, piazza Lodron, primi anni Ottanta. Redazione dell’Alto Adige. Da sinistra Roberto Colletti, Carlo Guardini, Carlo Martinelli, Luigi Sardi, Enrico Bortolamedi
biamente comodo. Quando accadeva qualcosa di importante arrivava la telefonata in tempo reale a casa o in redazione. Anche in occasione di eventi tragici come il disastro di Stava, le comunicazioni erano assicurate: il cronista avvisava il caposervizio, che gli preparava le pagine. Se il cronista riusciva scriveva in redazione, o se i tempi erano stretti lo faceva al bar su un foglio, per poi dettarlo per telefono. Ma c’erano anche quelli bravi che dettavano a braccio. Venivano impiegati i dittafoni, che registravano la voce, oppure ci si affidava ad un collega che lo riscriveva in tempo reale e te lo ritrovavi già pronto: era sicuramente più laborioso, ma non si sono mai “bucate”(perse, ndr) notizie per mancanza di mezzi di comunicazione. Ora non si usa più dettare al telefono. Poco o niente, anche se rimane uno strumento valido. Capita che i collegamenti delle sale stampa, anche note, non funzionano bene, capita che la batteria del computer portatile ti abbandoni…quello invece era un mezzo sicuro. L’ultima volta che ho dettato un pezzo è stato dall’estero, cinque anni fa. Fino a che ora si poteva scrivere? 30
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Per la redazione di Trento il limite era rappresentato dal treno delle otto e mezza in partenza per Bolzano, più eventuali aggiunte e integrazioni fino a mezzanotte con il telefono. Per Bolzano i tempi erano molto più lunghi. Ricordo la chiusura posticipata per lo sbarco sulla Luna, la Guerra del Vietnam… capitava di cominciare a scrivere un pezzo alle due del mattino perché fosse pronto un’ora dopo, quando il giornale veniva mandato in stampa. Il ricordo delle redazioni che ha vissuto? Ambienti splendidi, anche se a volte un po’ difficili. Occorre essere educati, voler imparare uno dall’altro. Io comunque ho ricevuto più di quanto abbia dato. Sentivamo il progetto comune, eravamo orgogliosi delle notizie che davamo, ci si aiutava a vicenda. E’ stata la redazione ad insegnarmi ad affrontare sindacalmente certi problemi che conoscevo soltanto in teoria. Cosa si faceva finito il lavoro? Il mito del giornalista che tirava tardi fa parte di una generazione precedente la mia, quella di Goio, Giovannini, Piero Agostini. Dopo il Sessantotto non c’era più quell’atmosfera repressiva per cui il giornale ti permet-
teva di uscire, di sbaraccare. Negli anni Settanta non era più necessario: i giornali locali emergevano con credibilità, c’era tanto da fare. Ci si fermava volentieri, se capitava, però ognuno aveva la propria vita. Io finivo verso le 9 e andavo a cena con la mia morosa. Quando stai insieme tutto il giorno in redazioni numerose, complesse, hai voglia anche di fare qualcos’altro. Dimenticavo però un aspetto importante. Prego. L’introduzione del giorno di riposo settimanale nel 19721973, molto osteggiato dagli editori, che ci ha cambiato la vita. Una grande conquista, considerato che fino ad allora avevamo 15 giorni di ferie in totale all’anno e lavoravamo anche tre settimane di fila prima di avere una domenica libera. Come è cambiata nel tempo la considerazione dei giornalisti? Adesso è di moda dire che è sempre colpa loro, ma rimango dell’idea che sia una professione necessaria e autorevole. Poi è vero che si è un po’ appannata, seguendo un clima generale di declino. Credo però non si possa generalizzare: così come accade per gli avvocati, i medici… Ce ne sono di bravi e meno bravi.
Io sono orgoglioso di essere un giornalista, anche se al giorno d’oggi dire giornalista significa un po’ tutto e niente, tanti sono gli ambiti in cui si può scrivere. Quel che conta è come lo si fa. Una volta ti dicevano: “Piuttosto che lavorare, fai il giornalista”. Rispetto alle professioni più titolate sembrava quasi ci si dovesse scusare. Invece no: adesso, come allora, sei nel crogiolo dei meccanismi, quindi capita che un po’ di olio della macchina ti schizzi addosso, ma lo si può fare ancora con coraggio e orgoglio. Cosa significa per lei “professionalità”? Che nel tuo lavoro ci metti ciò che sai, ma anche ciò che sei, quindi la tua sensibilità e la tua umanità. Quando scrivi un pezzo su una mamma che ha perso il figlio in moto non fai il “copia e incolla” di un pezzo precedente, ogni caso è diverso. Se lo vivi, ci soffri anche, e questa sofferenza deve uscire dal tuo pezzo. La differenza della professione, rispetto al mestiere, è che ti ci metti dentro, con la tua esperienza. Il giornalismo resta una professione, e come tutte professioni può essere fatta onestamente, limpidamente, così come in maniera più disinvolta. Sta a noi scegliere. Vivere i fatti per raccontarli richiede spazio e tempo, certo, ma conta anche avere la voglia di prenderselo. Era più facile fare il giornalista una volta? Oggi è più difficile, con questa galassia di mezzi di informazione, con l’arrivo di internet. Però proprio per questo occorre puntare sull’interpretazione, perché non esistono fatti al di fuori del loro contesto. La scrittura, la carta, ciò che resta, rimane il baricentro di tutti questi sistemi informativi. Era bello fare il giornalista 40 anni fa, ma oggi è più importante. Anche se ci sono più ostacoli, credo valga la pena mantenere alta questa ■ prospettiva.
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trentine tini a c e t n o aM
di Francesca Negri
Settembre è il mese di miss italia. vediamo chi sono le cinque bellezze di casa nostra da televotare a partire dal 7 settembre
M
ontecatini Terme, a fine agosto, ribolliva come una pentola di caciucco. Non solo per via delle temperature altissime, che per più di un giorno hanno sfiorato i 40 gradi. A scaldare l’atmosfera c’erano anche le 223 reginette di bellezza in lizza per lo scettro di Miss Italia, la maratona di bellezza giunta alla sua 73a edizione. Ad attendere duecento di loro c’era la barriera di selezione per raggiungere le finali: tre giorni di passaggi davanti alla giuria presieduta da Fabrizio Frizzi (che
dall’anno scorso è tornato a condurre il programma), di sfilate, di servizi fotografici, di sorrisi e di lacrime e di incontri toccanti come quello con Tara Gandhi, ospite d’onore delle prefinali 2012. Nella rosa delle aspiranti finaliste c’erano anche 11 miss del Trentino Alto Adige, selezionate in 27 serate sotto la direzione della responsabile regionale del concorso, Sonia Leonardi: Miss Cinema Planter’s Sara Zanotelli, Miss Eleganza Silvian Heach Elisabeth Riegler, Miss Deborah Marta Nardelli, Miss Miluna Luciana Di Tullio, Miss Rocchetta Bellezza Michela Pedrotti, Miss Alto Adige Sara Battisti, Miss Ragazza in Gambissima Alice Viglioglia, Miss Sportiva Diadora Lara Leoni, Miss Benessere Specchiasol Daniela Zanzotti e Miss Sorriso Fiat Rosaria Ciotti. Silvia Paoli, Miss Trentino Alto Adige, le attendeva in finale, assieme alle altre 20 miss regionali, finale che sarà trasmessa in diretta su RaiUno il 9 e 10 settembre, in prima serata. Dopo quarant’anni a Salsomaggiore, lo scorso anno il concorso di bellezza più ambito d’Italia è traslocato nell’elegante località termale toscana, quest’anno animata da un folto turismo internazionale incuriosito dalle parate di bellezze che, di tanto in tanto, facevano capolino per le vie di un centro storico costellato di negozi di griffe, di lounge bar iper chic, di antiquari e di ristoranti e osterie che sfornano prelibatezze della cucina toscana, sia di mare che di terra. Ma è stata soprattutto l’arte dolciaria di Montecatini Terme – famosa per le sue cialde – a tentare le miss, specie quelle di casa nostra. «Stiamo mangiando troppo, ci rimpinzano a tutte le ore e poi io non
Da sx, in piedi, Daniela Zanzotti, Lara Leoni, Luciana Di Tullio, Silvia Paoli, Sara Zanotelli, Rosaria Ciotti. Accosciate, Alice Viglioglia, Marta Nardelli, Michela Pedrotti, Elisabeth Riegler, Giulia Moschini 33
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so resistere ai dolci e qui ce ne danno tanti e tutti buonissimi», ha raccontato un po’ con il sorriso e un po’ con il broncio Miss Alto Adige Sudtirol Silvia Battisti, preoccupata di non sciupare la sua splendida linea. Le 11 bellezze semifinaliste del Trentino Alto Adige, il 26 agosto hanno saputo il responso della corsa verso il traguardo dei loro sogni. C’è chi è riuscita a tagliarlo, passando alla fase finale, e chi è tornata a casa, con la promessa di tifare quelle che ancora sono rimaste in gara, sostenendole da casa grazie al meccanismo, ormai consolidato, del televoto. Oltre a loro, a Montecatini ha fatto una breve apparizione anche Bianca Agnes Souza Campos, ventenne brasiliana che
vive a Villazzano, dividendosi tra gli studi universitari di economia e la sua ditta di pulizie. Bianca era una delle riserve della prima edizione di Miss Italia nel mondo Special, che vuole premiare le bellezze straniere residenti in Italia: non è entrata in gara perché nessuna delle venti miss si è tirata indietro, ma non importa: «Sono felicissima di essere qui comunque, è un’esperienza bella e divertente», ha raccontato con il suo sorriso solare. Le prossime fasi per le ragazze in gara per la corona di Miss Italia? Il 4 e il 5 settembre in seconda serata su RaiUno andranno in onda due puntate, sempre condotte da Fabrizio Frizzi, in cui si racconteranno, con un format simile al reality, i retroscena del concorso e della vita
MICHELA PEDROTTI Diciotto anni, 1,80 centimetri di altezza, occhi marroni, capelli castano chiaro e tanta voglia di divertirsi. Sono questi i tratti salienti di Michela Pedrotti, nata a Trento, fresca di diploma e a breve studentessa di Scienze economiche e sociali. «Miss Italia per me è iniziata come un gioco, ma adesso le cose si stanno facendo più serie… Una delle cose più belle del concorso è la possibilità di fare nuove amicizie», dice la ragazza che ha come sogno nel cassetto una vita all’estero, magari in Germania, dove ha frequentato il quarto anno delle scuole medie superiori, rimanendone innamorata.
DANIELA ZANZOTTI Viene dalla Val di Non, precisamente da Denno, questa diciottenne che si è conquistata la semifinale nazionale del concorso vincendo la fascia di Miss Benessere Specchiasol Trentino Alto Adige. Il 12 settembre dovrebbe iniziare a frequentare l’ultimo anno di liceo scientifico, ma il condizionale è d’obbligo, perché se vincesse il titolo di Miss Italia i progetti attuali per il futuro – diplomarsi e poi iscriversi alla Facoltà di Architettura – verrebbero messi tutti a soqquadro. Daniela adora Laura Pausini e la musica leggera in generale, ma la sua grande passione è l’atletica leggera: «La pratico da dieci anni a livello agonistico e ho preso parte a svariate gare nazionali, come quelle all’Olimpico di Roma, nel 2008».
SILVIA PAOLI Miss Trentino Alto Adige Ha 18 anni e vive con i genitori e due fratelli, di 17 e 14 anni, a Mezzolombardo. «Mi sono appena diplomata al liceo scientifico con 72/100 e a ottobre penso di iniziare gli studi universitari alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Trento». Capelli castani, occhi felini e verdi, alta 175 centimetri, fisico filiforme e flessuoso, Silvia si definisce molto autocritica e da grande, miss o non miss, vorrebbe realizzare un sogno: «Vorrei diventare giornalista o insegnante di lettere. Oltre a questo, sogno di avere due bimbi ed essere una brava mamma. Poi, adoro leggere e cantare, correre e nuotare. Il mio piatto preferito? Il pesce». Il padre Massimo è custode forestale alla stazione di Andalo, mamma Alessandra è titolare di un asilo nido.
Foto Luigi Saggese - Daniele La Malfa 34
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ELISABETH RIEGLER Occhi e capelli castani, Elisabeth è nata a Bolzano 19 anni fa sotto il segno dell’Ariete, è alta 178 centimetri e ha due fratelli: Anton di 17 anni e Georg di 15. Nuoto e arrampicata sono gli sport che pratica più di frequente, ma la sua vera passione sono il pianoforte e cantare in un coro. Il suo motto? «Una giornata senza sorriso è una giornata persa», dice la giovane bellezza altoatesina con un sorriso ancora più grande dopo aver saputo di essersi qualificata tra le 101 ragazze più belle d’Italia. Il futuro, nei suoi progetti, è una laurea alla Facoltà di Economia e Scienze sociali di Bolzano e poi fare le valigie e trasferirisi all’estero per qualche tempo. «Ma se vinco Miss Italia…».
ALICE VIGLIOGLIA Romana di nascita, ma trentina di adozione, Alice ha 22 anni e a Montecatini è approdata con la fascia di Miss Ragazza in Gambissima Luciano Barachini Trentino Alto Adige. Basta guardarla per capire il perché: le gambe chilometriche lasciano a bocca aperta e i suoi 183 centimetri di altezza non sono da meno. Alice si è diplomata all’Accademia nazionale di teatro e musical “Fonderia delle arti” di Giampiero Ingrassia ed è in questo settore che sta concentrando i suoi sforzi e i suoi sogni. «In questo momento sto preparando uno spettacolo di prosa, ma per Miss Italia mi prenderò una pausa». La bella moretta dagli occhi verdi è alla sua seconda partecipazione al concorso, ma questa volta è riuscita a strappare il biglietto per la finale, avvicinandosi un passettino in più a realizzare il desiderio di poter toccare con mano l’ambita corona firmata Miluna.
delle 101 finaliste, mentre il 7 settembre, sempre in seconda serata, Frizzi darà il via al televoto delle 80 ragazze che hanno passato il turno il 26 agosto. Si potranno votare le proprie beniamine fino al tg1 delle 20 del 9 settembre, giorno in cui, alle 21.10, andrà in onda in diretta dal Palaspecchiasol di Montecatini la prima delle due serate di finale: le 80 miss televotate nei giorni precedenti conosceranno subito i risultati della “giuria popolare” e a continuare la corsa resteranno in 21, che andranno ad aggiungersi alle 21 miss regionali. Ma chi sono, quindi, le bellezze di casa nostra da televotare a partire dal 7 settembre? Per ognuna abbiamo stilato un breve profilo. Ricordatevi di votarle! ■ L’OGGETTO DEL DESIDERIO DELLE MISS L’identikit della nuova corona firmata Miluna è sfolgorante: 1.679 diamanti taglio brillante per un totale di 35 kt, 71 smeraldi taglio brillante pari a 2,5 kt, 71 rubini taglio brillante pari ad altri 2,5 kt. Chi non vorrebbe averla poggiata in testa anche solo per un minuto?
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di Francesca Negri
L’ELISIR DI BELLEZZA? RINNOVARE LE IDEE PAROLA DI PATRIZIA MIRIGLIANI, CON CUI ABBIAMO BEVUTO UN CAFFè A MONTECATINI, DURANTE LE SEMIFINALI DI MISS ITALIA 2012, IL CONCORSO DI CUI è PATRONA. IN PENTOLA BOLLONO TANTE NOVITà: DA UNA MISS ITALIA SEMPRE Più ACCADEMY AL DIRE BASTA ALLA CACCIA ALLE STREGHE DELLA BELLEZZA 36
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eduta su uno dei divani del Gran Hotel La Pace di Montecatini Terme, dove qualche giorno fa si sono svolte le semifinali nazionali di Miss Italia e il 9 e 10 settembre si terranno le finali in diretta Rai, la patrona del concorso Patrizia Mirigliani mi guarda con un’aria diversa dal solito. Sembra più rilassata, verrebbe da dire quasi più ascetica e non solo perché quest’anno tra le grandi ospiti di Miss Italia c’è Tara Gandhi, nipote diretta del Mahatma e ambasciatrice di spiritualità, accomodata proprio nel sofà di fronte al nostro. «Quando ho cominciato a varcare la soglia dei 40 anni e poi dei 50 ho iniziato a capire che il rinnovamento che volevo non era estetico, magari con l’aiuto della chirurgia, ma interiore. Ho iniziato a costruire progetti che mi fanno bene, che mi fanno sentire giovane. Insomma, la trasformazione più bella è quella che avviene dentro di noi ciclicamente e che ti fa sentire sempre viva e ragazza». Ma attenzione, con questo la patrona del concorso di bellezza più ambito d’Italia, nata e cresciuta a Trento da padre calabrese e mamma pugliese, non vuole assolutamente sminuire la bellezza esteriore, anzi: «La bellezza è sempre stata una qualità – afferma con forza – non capisco perché negli ultimi anni la stiamo demonizzando così tanto. Non capisco perché una bella donna debba per forza fare di tutto per dimostrare che è anche intelligente, simpatica, in gamba…».
trentinoincontri Signora Mirigliani, qual è il messaggio che vuole lanciare alle donne italiane con questa nuova edizione del concorso? Sicuramente quello di essere meravigliose e incredibili come lo sono sempre. E di volersi bene. Nelle prime interviste delle ragazze in gara, quest’anno mi sono fatta l’idea di avere di fronte giovani donne che studiano, lavorano, sono ambiziose, sono in gamba. Basta dover giustificare il fatto di essere bella. Il mondo femminile ha avuto un duro attacco, da qualche anno a questa parte, ma non dobbiamo perdere di vista tutte quelle donne che sono state capaci di emergere in settori importanti, facendo grandi cose. Il mondo delle donne è eterogeneo, sfaccettato, non è così facile da capire. Oggi c’è una sorta di prevenzione per la bellezza, è come se facesse paura. È una cosa che non capisco, perché in teoria la bellezza dovrebbe essere una qualità… Demonizzarla, mettere in atto una caccia alle streghe sulla bellezza, è una cosa che ci fa male anche perché l’Italia è il Paese della bellezza, a 360 gradi. Quali sono secondo lei le conquiste più importanti a cui il mondo femminile dovrebbe puntare in primis? Miss Italia è una grande cassa di risonanza, un canale di comunicazione enorme. Attraverso il concorso lancio sempre dei messaggi: da tanto tempo mi occupo di sensibilizzare sul tumore, sull’abbandono degli animali e altri temi di grande importanza sociale di cui vorrei che la Miss Italia fosse ambasciatrice, testimonial. Tra questi, a mio avviso, il più impellente è lo stalking. Poi, vorrei che le donne sul lavoro fossero più rispettare, che ottenessero davvero la parità e che fossero di più a raggiungere alti livelli professionali. Io sono una donna fortunata perché lavoro in un settore che è unico, non ho competitor e sono a capo di questa azienda, ma sono consapevole che la maggior parte delle donne vengono professionalmente ostacolate. Vorrei poter fare qualcosa in questo senso. C’è una diversità di gestione del concorso tra lei che è donna e suo padre, che era un uomo, seppur sempre dalla parte delle donne? Penso che un concorso di bellezza funzioni ancora meglio se a gestirlo c’è una donna. Vede, quando io guardo una ragazza so già quello che pensa, percepisco i suoi stati d’animo, le sue paure, le sue emozioni, perché queste sono cose solo una donna può capire e magari anche tradurre nel concorso… Mi chiedo
sempre cosa possiamo dare noi alle miss per aiutarle a crescere: è una domanda che mi faccio anno dopo anno. Mi piace pensare che Miss Italia possa diventare sempre di più un’accademia dove vivere un esperienza educativa e formativa. Come interpreta Patrizia Mirigliani la femminilità? La mia femminilità negli anni non la percepisco più, sono talmente presa da tante cose, mi piace, mi diverte il mio modo frenetico di vivere… Ogni tanto passo davanti allo specchio, mi guardo e penso che non mi occupo poi più tanto della mia estetica. Da ragazza, con un padre legato alla bellezza e così anche mia madre che veniva dal mondo della moda, ho vissuto in atmosfera molto legata all’apparenza e all’immagine. Quando ho cominciato a superare i 40 e 50 anni ho cominciato a capire che sarebbe stato pericoloso pensare di dare ancora così tanta importanza all’esteriorità. Per questo mi sono dedicata a costruire progetti che mi facessero bene: progetti di lavoro e interiori. Rinnovare le idee è l’elisir di giovinezza più forte che ci sia… Quali sono le novità e i messaggi che le stanno più a cuore per l’edizione 2012 di Miss Italia? Sono due anni che io parlo di equilibrio, di eleganza e di stile, di non eccessi. L’anno scorso abbiamo parlato addirittura di non troppi tatuaggi, non troppi piercing, non troppe extension. Eleganza oggi vuol dire essere equilibrati. Quando io l’ho pensato due o tre anni fa, forse ho avuto la premonizione di un mondo che sarebbe cambiato, che il mondo femminile avrebbe preso anche più potere o comunque raggiunto livelli più importanti. La crisi ha dato modo di riflettere e riscopre i valori, l’interiorità: i giovani stanno amando nuovamente la famiglia come punto di riferimento importante, che non ti abbandona. Miss Italia, nel suo piccolo, vuole dare il suo contributo alla società italiana, anche in questi termini. A proposito di crisi, ci potrebbe essere una ricetta femminile da seguire per uscirne? Io credo che l’essere umano sia intelligente se si sa adattare ai momenti storici in cui vive. Se uno pensa di vivere oggi come viveva 10 anni fa, compie un errore enorme. Le donne sono abituate da sempre a combattere su vari fronti, con il loro cervello multitasking, che pensa alla famiglia, al lavoro, alla casa, ai figli, e anche un po’ a sé. Le donne di solito tengono anche in mano la gestione economica della famiglia, stando attente alle
offerte e alle nuove opportunità, come quella recente del baratto. Il modo di vita delle donne mi pare sia già di per sé la ricetta giusta, non trova? Il Trentino visto da Patrizia Mirigliani. In un corpo in fondo meridionale, con il papà calabrese e la mamma pugliese, vivo a Roma da ormai molti anni ma sono nata a Trento ed è lì che ho vissuto tutti i miei anni più spensierati. Se penso alla mia casa e alla mia vita, ho dei ricordi di mia madre che mi portava in piazza Dante e io pedalavo con la bicicletta sentendo i profumi dei gelsomini. I ricordi della mia vita d’infanzia, i primi profumi e sapori appartengono tutti al Trentino. Della mia regione natia amo molto il rigore. I trentini hanno un grande rispetto, che di primo acchito può apparire distacco, ma non lo è. Io apprezzo moltissimo questo atteggiamento: un trentino toglie i paletti uno a uno, ma quando li ha tolti tutti tu sei una vera amica. Poi, la città è bellissima e curata, la vita è semplice, Trento è una città facile. Ho vissuto tutti gli anni del fermento dell’università di Sociologia e quei moti rivoluzionari mi affascinavano tantissimo. Trento, culturalmente, è cresciuta molto, forse potrebbe crescere ancora di più. La connotazione montanara del Trentino è meravigliosa, come lo sono le sue montagne, ma non devono chiudere gli orizzonti, soprattutto in senso metaforico. Viene spesso in Trentino? Vorrei venire dopo Miss Italia, per riposarmi dopo un’edizione che sarà faticosa. Mi piacerebbe venire a trovare e rivedere le mie amiche di gioventù. Come vorrebbe fosse la nuova Miss Italia? In questa edizione ci sono un sacco di ragazze con delle anime bellissime. La nuova miss vorrei che fosse una donna che rappresenta il cambiamento. Non troppo magra perché penso che nei momenti di crisi sia bello un corpo più opulento. E poi, Miss Italia è sempre più una figura istituzionale, per questo vorrei una donna di oggi, attiva e dinamica. ■ 37
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trentinoincontri trentinoattualità
di Gianfranco Gramola
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l personaggio di questo mese è Cristian Bertol: nato a Cles, ma residente a Ronzone dove, insieme al fratello Renzo, noto sommelier, gestisce l’hotel-ristorante Orso Grigio. È considerato, nonostante la giovane età, fra i migliori cuochi emergenti italiani. “Il mio amore per la cucina è nato quando avevo 11 anni – spiega – in quanto sono figlio d’arte. Mio padre mi ha sempre detto che se voglio fare questo lavoro, devo farlo in un certo modo. Quindi ho fatto seriamente la scuola alberghiera di Riva del Garda, che allora era la migliore scuola del Trentino. A 16 anni ho fatto la mia prima esperienza fuori casa, a Treviso, poi a Firenze fino ad arrivare a fianco del grande maestro Gualtiero Marchesi. Poi ho fatto 5 anni di stage in giro per il mondo. Quindi nei migliori ristoranti d’Italia, e poi New York, Los Angeles, Vienna, Salisburgo, Parigi, Istanbul, Montecarlo, ecc.”.
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un cuoco alla “prova” Cristian Bertol, Chef trentino diviso tra il suo hotel e la cucina televisiva più famosa d’Italia: quella di Clerici. a trentinomese racconta del suo lavoro, della sua esperienza tv e, In anteprima, dei nuovi progetti “editoriali”... Com’è approdato alla trasmissione televisiva della Rai, “La Prova del Cuoco”? La redazione mi ha contattato sette anni fa, mediante Cristina Bracali, che è la regista di noi cuochi, ossia la responsabile selezioni della trasmissione RAI “La prova del cuoco”, che è sempre a caccia di nuovi Chef. Cristina mi ha chiesto se potevo fare dei provini a Roma. Mi aveva notato perché avevo fatto dei programmi su Alice e su Gambero Rosso, in più avevamo un’amica in comune, Simona Olgiati. Ed è stata Simona a farle il mio nome. In poche parole, Cristina mi ha chiesto di venire a Roma per un provino ed io le ho chiesto:”Ma quanti siamo?”. “Un migliaio – rispose. Però i posti sono due”. I miei genitori e mio fratello mi sconsigliarono di andare a Roma, invece accettai la sfida, perché, come si dice, Chi non risica, non rosica. Alle 8 di mattina ero a Roma, io ero l’ultimo provinante e mi hanno chiamato alle 19.30. A Cristina è piaciuto subito il mio modo di fare, la mia professionalità e soprattutto la mia semplicità. Poi ho fatto un altro provino, una specie di puntata zero,
sono piaciuto anche ad Antonella Clerici. Adesso sono sei anni che faccio la spola fra Roma e Ronzone ogni settimana. Fra un po’ inizio la settima edizione. Com’è cambiata la sua vita professionale da quando è in tv? Rappresento molte aziende e prodotti trentini. Ovviamente la televisione amplifica la tua notorietà e incrementa le richieste. Però ho una regola precisa: quella di non trascurare il mio ristorante ed è per questo che io cerco di mancare il meno possibile o prendo impegni il martedì, cioè nel giorno di chiusura del locale. Faccio questo, sapendo di poterlo fare, perché mi so organizzare bene. Ovviamente, da quando sono in televisione, la mia vita è cambiata moltissimo. Com’è Antonella Clerici a telecamere spente? È una persona molto intelligente, mi onora della sua amicizia e sono
molto contento di questo. È una professionista che sa fare molto bene il suo lavoro e, se sono diventato un personaggio, è anche merito suo. Antonella è una persona normale, che ha un personaggio dietro di lei. Nello stesso tempo devi capire i meccanismi della televisione, che non sono sempre facili… Siamo
trentinoincontri sempre in diretta, non puoi sbagliare, devi capire al volo la conduttrice e capire il concorrente accanto. Sembra tutto pilotato, ma di pilotato non c’è nulla. Devi avere una certa tempistica, cioè scherzare quando c’è da scherzare, ma anche lavorare e spiegare bene le cose in poche parole, ossia avere il dono della sintesi. Un aneddoto divertente successo in trasmissione? Antonella è molto curiosa sulla mia vita privata. E questo la diverte. Mi chiede in diretta situazioni mie personali e io, puntualmente, ogni volta me la cavo con un escamotage. Comunque, ogni puntata è un divertimento, perché c’è sempre un fatto, un aneddoto che ti differenzia la giornata. Devo solo trovare, con garbo ed educazione, la giusta classe ed educazione, il modo per evadere certe domande birichine che ad Antonella piace fare. Come organizza la sua giornata televisiva? Finisco di lavorare a mezzanotte, quindi non vado a dormire. Alle 2 e mezza mi faccio
una doccia a casa, un’ora dopo parto e alle 5 sono in aeroporto. Alle 8 atterro a Roma. Alle 9 viene un autista della Rai a prendermi e alle 10 sono negli studi televisivi. Alle 11.30 devo essere pronto in studio cambiato, microfonato e tutto quello che segue. Alle 12 parte la diretta, che termina all’una e mezzo. Finito di cucinare, ci cambiamo e andiamo a parlare con la redazione di quello che abbiamo fatto bene o di quanto abbiamo sbagliato, quindi facciamo alcune considerazioni sulla giornata. Poi mi riportano in aeroporto. Alle 17 riparto e alle 18 sono a Verona; alle 19.30 sono in cucina nel mio albergo.
Neanche una mezza giornata libera per ricaricarsi? Nella mia cucina cerco di esserci sempre. Quel giorno in cui devo mancare, piuttosto chiudo. La gente – soprattutto i trentini – pensa che se sono in televisione, non lavoro più e quindi faccio il divo. Invece considero la mia cucina come se fosse la mia donna… non la lascio ad un altro, non la trascuro. Insomma non è capace di stare con le mani in mano… È vero. Ho una vita abbastanza frenetica. Tempo fa ho organizzato un evento per i 100 anni del Palais di Merano e in quell’occasione ho conosciuto la cantante Gianna Nanni-
ni. Un giorno parlando mi ha detto: ”Ricordati Cristian che quando sei nessuno, cerchi di essere famoso, quando sei famoso, cerchi l’anonimato”. Non è facile gestire una vita privata quando sei conosciuto. Io ho portato il mio hotel a 5 Stelle proprio per dare una svolta al mio lavoro. Inoltre, la “Stella Michelin” mi porta sempre ad un grande impegno. La televisione mi riempie un giorno a settimana e il libro edito con la “Fondazione Prova del Cuore” è un grossissimo impegno che mi porta in giro per la promozione. C’è anche da dire che il mio albergo è aperto 7 giorni su 7 e quindi non ho il lusso di avere giorni liberi. Il giorno che sono tranquillo lavoro 18 ore, che passo sui fornelli, oppure curando le pubbliche relazioni, che sono molto importanti. Veniamo al suo libro di ricette. Mi racconta com’è nata l’idea di questa pubblicazione? In realtà io non lo volevo fare... Veramente? Sì, mi pareva un po’ uno stereotipo il divo tv che fa il libro...
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Adriana Bertoldi
Buono e Facile con Adriana
Golose ricette vegetariane dolci e salate Ricco di immagini che rendono chiare e semplici le varie procedure descritte; è un vero manuale adatto anche a principianti per creare sfiziose preparazioni sia dolci che salate. Tutte le ricette sono rigorosamente vegetariane (con l’utilizzo di latticini e uova) e adattate per utilizzare la minor quantità possibile di grassi, senza nulla togliere alla prelibatezza del risultato finale, con il vantaggio di risparmiare sul costo degli ingredienti. Imparerete anche a riutilizzare alcuni avanzi per creare nuovi piatti. Seguendo passo passo le istruzioni, potrete confezionare succhi, marmellate, sciroppi, torte, biscotti, pane, pastasciutte, tartine e torte salate gustosissime; sempre con un occhio di riguardo alla presentazione dei piatti. Non mancano, infine, alcuni consigli per C on tien preparare da sé efficacissimi integratori naturali di calcio, ferro e vitamine, ea sen r i ce t n c he derivati da collaudate ricette casalinghe tradizionali. Sicura che i risultati non vi te za g l at deluderanno, vi auguro buona lettura e soprattutto… buon appetito! (Adriana) lu te
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trentinoincontri Così... L’amicizia che mi lega al Cav. Giovanni Coletti, presidente della Fondazione Trentina per l’autismo, mi ha offerto lo stimolo per fare il libro. Difatti, tutti i proventi vanno esclusivamente alla fondazione. I miei ritmi lavorativi mi hanno costretto a scrivere il libro in soli quattro mesi, cioè nel periodo estivo, che tra l’altro sono per me i più impegnativi dell’anno. Quindi scrivevo di notte e fotografavo di giorno. Siccome sono molto pignolo, ho voluto seguire la pubblicazione dall’inizio alla fine. Quindi ho scritto le mie ricette, le ho mandate ad un curatore di testi, ho seguito la fotografa (Nadia Baldo, ndr), sono andato perfino a vedere come stampavano e rilegavano il libro in tipografia. Da dove viene l’idea di queste ricette? Molte sono venute dal libro di Giancarlo Godio, un cuoco che purtroppo adesso non c’è più. Era della Val d’Ultimo ed era un grande amico di mio padre. Il suo libro mi piaceva molto e da lì ho preso molti spunti e idee per valorizzare il libro. Pensa di dare un seguito al libro? Vuoi strapparmi delle anticipazioni? Stai diventando come la Clerici... Adesso siamo legati alla Giunti fino a luglio 2013 e stiamo tenendo in considerazione di fare “La prova del cuore 2”. Con il Cav. Giovanni Coletti stiamo decidendo dell’uscita del nuovo libro, che sarà fra un anno, perché vogliamo fare le cose bene e con il giusto marketing. Mi sono preso l’impegno di tirare su un milione di euro per la Fondazione e la strada non è più così lunga. Se facciamo un libro com’è stato fatto con la prima edizione, e riusciamo a spingerlo per la giusta strada con una buona pubblicità e una buona distribuzione, riusciremo a portare alla Fondazione per l’autismo quei soldini e, nello stesso tempo, avrò fatto un 40
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libro che mi darà gratificazione, con delle belle ricette che chiaramente valorizzano i prodotti trentini. Torniamo al suo lavoro “principale”. Qual è il segreto della sua cucina? La mia cucina, prima di tutto, deve “essere” il territorio perché, come dico sempre, le mode cambiano ma le tradizioni rimangono. Poi ci vuole un po’ di creatività per interpretare la tradizione a tuo modo, senza stravolgere la materia prima. Altro ingrediente, una certa ricercatezza sui piccoli produttori e sulle materie prime. Bisogna trovare il modo di valorizzarle e l’unico modo è una cucina semplice. Una cucina troppo tecnica, troppo complicata, che segue la moda, rischia a volte di stravolgere la materia prima. Quali sono le doti di un bravo cuoco? Estro, fantasia? La passione conta per il 90% in questo lavoro. Senza passione non riesci ad arrivare a certi risultati. È come con un grande amore… devi essere costante tutti i giorni e dare il meglio di te, per poter arrivare a risultati soddisfacenti. Il piatto che le ha dato più soddisfazione? Come dolce mi piace molto il mio soufflè al cioccolato, imparato a Parigi. Oppure lo strudel di mele fatto con la “pasta matta”, o i salmerini in carpione che preparo per i miei clienti milanesi, così san-
no cos’è un pesce d’acqua dolce pregiato. Poi ci sono le tagliatelle alla montanara, piatto storico di mio padre, fatto con la pasta fresca che ho imparato a fare nel mantovano, condita con una salsa di pancetta e funghi. Quali sono gli errori che un buon cuoco non deve commettere? Montarsi la testa. Un bravo cuoco deve essere sempre umile. Mi ricordo, quando avevo 11 anni, che mio padre mi diceva spesso che quando un cuoco pensa di essere arrivato, è finito. Se venissero degli ospiti importanti, quali piatti trentini cucinerebbe per loro? Noi abbiamo molte persone famose che vengono qui in Hotel. Per una questione di privacy non comunichiamo mai i nomi, ma sono tantissimi. Ovviamente devo capire chi ho davanti e i gusti di quella persona. Fare il cuoco vuol dire anche fare un po’ lo psicologo. Oramai c’è tanta gente intollerante al glutine, al lattosio, ci sono il vegetariano, il vegano, ecc… Se trovo la persona disponibile che mi dice: ”fai tu”, servo i piatti in base alla stagionalità dei prodotti, quello che voglio. Le scuole alberghiere non hanno capito che questo lavoro non è una sorta di passatempo, ma un impegno vero. Accontentare un cliente non è così facile, devi avere sensibilità per capire quello che
il cliente vuole e si aspetta da te... In ogni caso, famosi o meno, i miei clienti sono tutti uguali. Quanto è vero il detto: “A tavola non si invecchia”? Più giusto sarebbe dire: ”A tavola ci si diverte”. Prima di andare in Tv e quindi di diventare un volto noto, andavo spesso nei ristoranti. E lo facevo con amici proprio per svagarmi un paio di ore. Non andavo sicuramente per parlare di lavoro o per criticare i miei colleghi. Quando vai al ristorante bisogna godersi la compagnia e il buon cibo e basta. È un rito. Quasi come andare in chiesa o ad un concerto. Quali sono adesso le sue ambizioni? Ho 38 anni e quello che ho fatto fino adesso, per me è già tanto. Sono molto soddisfatto ma, come dicevo prima, non mi sento arrivato. Nonostante la tv e tutto il resto sono consapevole di avere ancora tanta strada davanti. So che posso migliorare. Quando ho investito per fare un hotel a 5 stelle in val di Non, mi hanno dato del pazzo. Ora i fatti mi stanno dando ragione. Un suo sogno personale e uno professionale? Stare in una baita da solo, per una settimana, tranquillo, sulla montagna, in mezzo alla neve e senza telefonini e Tv. Mi basterebbe un libro e tanto silenzio intorno. Sogni professionali ne ho realizzati tanti. Ho cucinato per la Famiglia Reale di Svezia, sono in Tv, ho conosciuto tantissimi personaggi famosi, da me sono venuti molti vip, sono molto amico di Licia Colò, che abita qui vicino, e di suo marito pittore. Nel mio hotel vengono tanti personaggi famosi, molto artisti e tanti calciatori. Adesso con mio fratello condivido un sacco di progetti. Il nostro motto è: ”Consolidare e poi andare avanti”. Buon... “consolidamento”, allora! ■
trentinoincontri
di Tina Ziglio
Lo spettacolo della mente L’irresistibile tentazione di Margherita Giuliani e Luca Valenzin: sperimentare mediante una “video-performance di interazione con lo spettatore”. Sensori, cuffie e via... Una nuova frontiera che ha già affascinato il pubblico
U
n’idea sulla cui trama si imbastivano delicati intrecci già da tempo; i primi fili tematici venivano infatti abbozzati – guarda caso – in quegli anni Ottanta caratterizzati dalla fioritura di nuove linfe video-artistiche e tecnologiche, non senza sguardi interessati e prolungati oltreoceano. L’accrescimento mediatico e strutturale di questo velocissimo terzo millennio ha potenziato le intenzioni, rafforzato le convinzioni, maturato coscienze; ha sostenuto culturalmente gli slanci tratteggiati di chi ha avuto sempre una grande passione: sperimentare. I soggetti pensanti, Margherita Giuliani e Luca Valenzin, ideatori e realizzatori del progetto – proposto, approvato e presentato a Pergine Spettacolo Aperto nell’anno in corso – hanno decisamente eccellenti vissuti artistici, lo confermiamo. Attrice e amante della danza l’una, designer artistico (anche nel favoloso mondo della Grande Mela) l’altro. Un binomio d’effetto, una collaborazione fattiva, un trovarsi d’accordo su idee, appunti, pensieri. Ai primordi della loro realizzazione, il “principio attivo” del gioco elettronico: il giocatore entra in comunicazione,
attraverso un comando, nella programmazione strutturata, creando variazioni ed inserendo essenzialmente la sua azione, che va a descrivere e configurare una situazione modificata. In una parola, interagisce con lo strumento. Con diretto effetto traslato sorge “Video - performance di interazione con lo spettatore”: l’obiettivo è quello di porre lo spettatore al centro gravitazionale, rilevando tecnologicamente le sue emozioni. La scena è un teatro vuoto; una lama di luce punta sicura sul palco e infonde la consapevolezza di essere, in quel preciso momento, regista dell’azione. Un monitor propone un video non lineare, una serie di sequenze, parti di una storia filmica (che sinteticamente si po-
trebbe definire la vicenda di un angelo caduto dal cielo). Ognuna di queste parti gode, per così dire, di una relativa autonomia cinematografica, consentendo un’interpretazione molto aperta e libera. Del protagonista/spettatore/ regista vengono colte e rilevate emozioni e reazioni, attraverso due precise strumentazioni: un riconoscitore facciale – che raccoglie tecnologicamente la risposta mimica dei micromovimenti del viso – ed una cuffietta con un sensore elettronico frontale. Al termine del momento performante, si lascia la scena e si passa alla fase interpretativa, ovvero alla lettura dell’ordine sequenziale da parte della dottoressa filmica, che stila un profilo (naturalmente filmico!) della ricostruzione assolutamente
personale del tracciato ricavato dalle onde delle pulsioni e delle sensazioni. Il dietro le quinte si è tradotto in un periodo di febbrile attività preparatoria: dall’approvazione del progetto alla presentazione sono incorse poche settimane, dedicate “anima e corpo” all’attuazione. Decine di scene, centinaia di inquadrature da realizzare e montare, attori da trovare e preparare, allestimenti, costumi e luci da impostare. Un impegno giornaliero e notturno, che non ha conosciuto né sabati né domeniche liberi. Una fatica fisica ed organizzativa dai risultati inaspettatamente sorprendenti: la risposta del pubblico, accorso numeroso ancora in fase di prove generali, ha senz’altro ripagato ogni sforzo. Molte persone mosse da curiosità e desiderose di mettersi al centro, hanno voluto far registrare le proprie emozioni e si sono sottoposte a questa innovativa sperimentazione video/teatrale; una sorta di moderna e tecnologica macchina della verità, in grado di leggere e percepire qualche segnale dei complessi, ed ancora per certi versi oscuri, meandri della mente umana. Per gli ideatori, il “sogno di una vita”, ampiamente realizzato. ■ 41
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di Fiorenzo Degasperi
Museo provinciale del Vino Un paese, un paesaggio, che sintetizza molto bene la storia del vino in Sudtirolo. E non è un caso che qui si trovi un Museo dedicato, fondato nel 1955
L’
Oltradige, il cosidetto Überetscher, è terra di vini e il vino ha il gusto dell’architettura del luogo, dove lo stile tardogotico s’incontra con il rinascimento italiano. Tra i tanti vini rossi e bianchi che si producono sulle pendici della catena montuosa che separa la valle da quella di Non, giù fino a digradare sulle rive del lago di Caldaro, il Kaltern è un vino il cui nome ha il sapore dell’antico. Lo stesso toponimo Caldaro, attestato per la prima volta nel IX secolo come Caldare, Caldar e Caldarium, nel 1184 come Caltam, nel 1519 come Kaltern e Kalthern, deriva probabilmen42
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te dal latino caldaria, ovvero caldaia, calderone o anche situla. La stessa chiesa di S. Nicolò del XII secolo, eretta sull’asse viario che conduce al Passo della Mendola e in Val di Non, si trova in località Montevino, come è chiamata nel 1242, con evidenti collegamenti alla coltivazione della vite. Il toponimo è citato ancor prima, nel IX secolo, nella lettera di S. Vigilio, come Vignola. Un paese, un paesaggio, che sintetizza molto bene la storia del vino in Sudtirolo. E non è un caso che qui si trovi il Museo provinciale del Vino, fondato nel 1955 su iniziativa di un gruppo di
appassionati cultori delle tradizioni locali. Inizialmente era ospitato in alcune sale di castel Ringberg, sopra il lago di Caldaro. Poi il comune, a partire dal 1986, ha concesso quale sede la cantina attigua alla cosiddetta casa del magistrato, Pflegerhaus, costruita nel 1693 in via dell’Oro, a pochi passi dalla piazza centrale e dalla chiesa parrocchiale dell’Assunta. È
il primo museo, quindi il più antico, legato alla tradizione vinicola realizzato a sud delle Alpi. Nel vigneto antistante il museo è possibile osservare un pergolato con antichi vitigni e nella stagione autunnale assaggiarne i gustosi grappoli d’uva. Al primo piano sono esposti oggetti e opere d’arte legati al vino nel capo della tradizione popolare e più ampiamente culturale: tra di
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essi alcuni bei boccali, bottiglie e calici settecenteschi, pitture su vetro, varie rappresentazioni plastiche e su tela di papa Urbano, patrono dei bottai. Splendido il dipinto in cui viene rappresentato il vigneto spirituale di Gesù Cristo, con i santi apostoli che vendemmiano, i quattro santi dottori della chiesa che spiegano la profezia del profeta Isaia (63,3), mentre il Redentore sporge dall’ammostatoio. Assai rara la testimonianza di un foglio con iscritta una benedizione – preghiera ed erbe aromatiche – che solitamente veniva deposto nel torchio e trovato a Lana dell’Adige, databile al 1500. Inoltre, nella stessa sala, possiamo osservare una carta con le famose zone vinicole del Sudtirolo dipinta dal
pittore Heiner Gschwendt. Scendendo poi per le umide e arcaiche scalinate in pietra che ci conducono nelle cantine, si apre al nostro cospetto la ricchezza degli attrezzi della vitivinicoltura. In queste cantine un tempo venivano accumulate le decime della tenuta dei principi del Tirolo e i contadini vi conferivano il vino che costituiva il loro tributo in natura. Aggirandoci tra le sale sorrette da imponenti pilastri in pietra – su uno dei quali troviamo incisa la data 1693 – incontriamo gli attrezzi per il lavoro nella vigna, i grandi torchi e contenitori d’ogni genere. Il torchio viene chiamato in Alto Adige “Torggl”. Il grande torchio a
trave è caratterizzato appunto dalla trave pressante. Forme più recenti di torchi sono quelle a vite ed a doppia vite. Quali contenitori per il vino, accanto a quelli in legno, venivano utilizzate pelli di capra e bottiglie di zucca. Il vetro, fragile e non proprio a buon mercato, veniva rivestito con paglia, pelle o radici intrecciate per proteggerlo dagli urti. In questa visita veniamo accompagnati dallo Kellertotzn, lo spirito della cantina, che s’incontrava quando si era alticci e al quale ovviamente si attribuiva la colpa quando il prezioso liquido finiva troppo presto. Nemmeno la grande figura del Saltaro, presente all’entrata, riesce a scacciare
info museo Ovviamente il Museo provinciale del Vino non è solo una mera esposizione di manufatti. Sono diverse le attività che vi si svolgono. In luglio e agosto, il martedì, visita guidata con punto di partenza davanti all’Associazione turistica alle ore 10. Ogni mercoledì dalle 10 alle 12 c’è il Museo dei bambini, un laboratorio che vede la presenza dei bambini sopra i 6 anni i quali vanno alla scoperta del museo imparando cose interessanti sulla vite e sull’uva, ascoltando leggende e storie, imparando anche la stampa di piccole borse di stoffa. Sempre per loro,, ogni venerdì dalle 10 alle 11.30, c’è il laboratorio dell’argilla dove scoprono l’antico mestiere del vasaio, modellando oggetti d’argilla e osservando anfore e brocche di ceramica esposte al museo. Da vedere, infine, fino all’11 novembre, la mostra fotografica a Caldaro: immagini di viaggio. Per partecipare alle attività, del costo di € 5, bisogna prenotarsi al n. tel. 0471 963168. Il Museo si trova al centro di Caldaro. Oltre al numero telefonico sopraindicato si può vedere il sito www.museo-del-vino.it oppure www.musei-altoadige.it. Orario d’apertura: dal 1 aprile all’11 novembre, dal martedì al sabato ore 10-17, domeniche e giorni festivi ore 10-12. Chiuso il lunedì e il 1° novembre. Su prenotazione si organizzano visite guidate con degustazioni vini. Prezzi: € 4 adulti, € 3 gruppi di oltre 15 persone, oltre i 65 anni, studenti (fino ai 27 anni), € 0,50 scolaresche, € 8 famiglie (2 adulti, bambini fino ai 14 anni).
questo spirito. Il Saltaro, detto anche “guarda campo”, figura amministrativa che aveva la funzione di sovrintendere al controllo dei boschi e delle vigne intervenendo contro ladri o animali, ben raffigura la vita quotidiana dell’agricoltore di montagna. Un percorso singolare, quindi, ci aspetta in questo museo, che propone un’inedita prospettiva sulla cultura, la vita quotidiana e la filosofia del vino, il nettare, l’ambiguo dono di Dioniso. D’altronde, come ci ricordano i filosofi del passato, a partire da Noè, solo la dismisura dell’ebbrezza riesce a svelare la misura della ragione. Oltre che svelarci un elisir ricco di proprietà terapeutiche. La visita ci permette, inoltre, di conoscere oggetti antichi oggi in disuso, muti testimoni di epoche passate, visto che la viticoltura moderna ha ben poco a vedere con quella dei secoli passati. Per far fronte alle esigenze del nuovo allestimento del Museo, che si avvale di nuove forme di presentazione, video, musiche ed effetti sonori, è stata acquistata la vicina residenza Buol-Biegeleben di Via Andreas Hofer. Il museo verrà trasferito appena terminati i lavori di ristrutturazione, mantenendo la sua centralissima posizione nel cuore di Caldaro. ■ 43
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di Fiorenzo Degasperi
Museum Ladin Ciastel de Tor il Castello di San Martino, icona del paesaggio montano dolomitico, diventato uno splendido museo storico, artistico ed etnografico della gente ladina
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alendo dal fondovalle della Val Badia, prima di toccare il cielo, lo sguardo s’imbatte nella possente e medioevale struttura di Ciastel de Tor, il Castello di San Martino, icona del paesaggio montano dolomitico, diventato uno splendido museo storico-artistico-etnografico della gente ladina della valle e elemento catalizzatore delle genti e delle valli limitrofe, come la val Gardena, la val di Fassa, Ampezzo e Col Santa Lucia. Passeggiando per le sale del 44
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castello, prima ancora di entrare visivamente in contatto con la moltitudine di oggetti presenti per raccontare il passato e il presente della comunità ladina, affinché non ci si dimentichi della propria storia e della propria memoria per un futuro diverso e rispettoso dei propri usi e delle proprie tradizioni, ci si imbatte nello spirito di un popolo leggendario, i Fanes. Un popolo mirabilmente cantato da Carlo Felice Wolff. Probabilmente è da identificare proprio in questo castello la sede della sto-
ria di donna Dindia e del cavaliere che arrivò qui dopo aver vagabondato fino alla foresta Lamarida in cerca del famoso gioiello magico, la Raietta, per assecondare i capricci della futura moglie. Il gioiello era nascosto nella grotta ai piedi del castello, ma difeso da un feroce drago, il quale teneva prigioniera anche la
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La sede distaccata: il museo dell’orso
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bellissima donna Dindia. Il cavaliere, sfidando il drago, pensò sia di soddisfare la futura moglie che di liberare la fanciulla. Si presentò alla caverna e iniziò il duello: riuscì ad abbattere il drago, liberando al contempo donna Dindia da ogni sortilegio, ma quando il giovane uscì trionfante dalla caverna cadde ai suoi piedi ucciso dalle mortali ferite. In quello stesso momento, un urlo echeggiò nell’aria e una fanciulla si gettò sul corpo esamine: era la castellana di Badia venuta in cerca del suo amato. Per lungo tempo le due dame si fissarono silenziosamente negli occhi, poi donna Dindia raccolse il corpo senza vita del paladino, lo adagiò sul suo cavallo bianco e scomparve nella foresta. Questa leggenda è un’ottima guida per capire la storia di questo popolo ladino, ben testimoniata a partire dall’archeologia con i ritrovamenti del villaggio castelliere di Sotciastel, di quello trovato presso il Santuario di Santa Croce e del vicino santuario legato al culto delle acque che incontriamo ai Bagni di Antermoia. Si passa quindi alla presenza dei Reti nella Ladinia, alla loro romanizzazione e alla peculiarità del nome della Torre in Quadra del castello stesso, testimonianza toponomastica del sistema romano d’agrimensura, il quale veniva detto quadra. Qui, dove c’è la torre, coincidono i confini di proprietà risalenti all’epoca romana: la
e montagne che circondano la val Badia racchiudono la storia geologica e fossile delle Dolomiti. Là dove ora sorgono i “Monti Pallidi” un tempo c’era un vasto oceano. Quando questi si è ritirato le terre alte sono state frequentate dai più svariati animali. Il 23 settembre 1987 Willy Costamoling, di Corvara, mentre compiva un’escursione sulla Cima delle Conturines, entra casualmente in una grotta situata pochi metri sotto la vetta. Gli occhi, una volta abituati alla penombra, non credevano a quello che vedevano: la grotta era piena di ossa dell’orso delle caverne. Negli anni successivi alla scoperta la grotta è stata studiata, scavata ed esplorata sistematicamente da un gruppo di ricerca dell’Università di Vienna sotto la guida del prof. Gernot Rabeder. Gli studiosi decisero che l’orso delle Conturines apparteneva a una nuova specie di orso delle caverne mai descritta prima e battezzata Ursus ladinicus. Si trattava di ritrovamenti eccezionali di un animale oggi estinto ma che ha fornito importanti informazioni sulle Dolomiti in epoca preistorica. A fianco dell’orso furono trovati anche i resti del leone delle caverne. Durante il periodo interglaciale di circa 40mila anni fa il clima era estremamente caldo, e il limite degli alberi (oggi a circa 1900 metri) raggiungeva quasi l’ingresso della grotta. In questo modo l’orso, vegetariano puro, poteva sopravvivere per tutto l’anno a questa altitudine, oggi così estrema. Le femmine partorivano nella grotta, e quando i piccoli erano cresciuti le famiglie brucavano l’erba nei suoi paraggi. Poi, in tardo autunno gli orsi si rifugiavano nella grotta per il letargo. Ventiquattro anni dopo, il 30 settembre 2011, a San Cassiano, ridente località turistica nell’alta val Badia, è stato inaugurato il Museo dell’Orso. Tre piani in cui sono state raccolte le testimonianze fossili dei ritrovamenti e che raccontano e approfondiscono il contesto paleontologico e paleo ambientale della regione. Il museo, sede distaccata del Museum Ladin di San Martin in Badia, presenta al piano superiore l’esposizione di fossili che caratterizzano la zona di San Cassiano e la formazione della grotta delle Conturines. Una sezione è dedicata agli aspetti dell’ambiente e della vita dell’orso delle caverne. Nei sotterranei del museo si trova la grotta dell’orso, una ricostruzione di alcuni ambienti della grotta delle Conturines dove si può ammirare l’orso che dorme.
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distanza tra alcuni confini che corrono paralleli fra loro e il loro rapporto con gli antichi sentieri e le vecchie pietre di confine dà vita a quadrati aventi i lati di circa 240 metri ciascuno. Si prosegue poi toccando la storia medioevale, quando i ladini erano suddivisi tra il principe vescovo di Bressanone, la potente abbazia di Castelbadia, presso San Lorenzo in Sebato – da cui prese il nome la valle –, ed altri poteri ecclesiastici e temporali. Ovviamente, non potevano mancare alcune sale dedicate alla storia del turismo dolomitico. Un turismo che prese l’avvio quando, attorno al 1850, dopo giorni di marcia, alcuni alpinisti inglesi raggiunsero le vallate ladine
per esplorare e scalare le imponenti pareti rocciose dei “Monti Pallidi”. Parlare di turismo vuol dire anche ricordare che qui, nella bassa valle Badia, sono rimaste immutate nel tempo le Viles, sorta di agglomerati abitati che sono sorti sui declivi soleggiati a struttura comunitaria dove, ancor oggi, è instaurato un giusto equilibrio tra agricoltura ed allevamento, mentre boschi e pascoli alpini d’alta quota sono in parte gestiti collettivamente. Uno spazio quindi è dedicato alla famosa Via del Ferro che, dalle vicine miniere del Fursil a Colle Santa Lucia, collegava i forni fusori della Valparola. Un’attività millenaria che ha segnato il territorio e la cultura stessa dei ladini.
Particolare attenzione è posta alla presenza di oggetti, schede esplicative, testimonianze a riguardo dell’artigianato artistico che, a partire dal tardo XVIII secolo, ha avuto un ruolo economico fondamentale. Ogni vallata sviluppa una produzione specifica: Ampezzo si specializza nelle decorazioni e nei souvenirs in filigrana d’argento; la val
info museo
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l Museum Ladin Ciastel de Tor è raggiungibile risalendo la val Badia, laterale della val Pusteria, seguendo la strada che si diparte da San Lorenzo in Sebato. Superata la parte bassa e selvaggia della valle, le indicazioni ci conducono all’idilliaco paese di San Martino e al soprastante castello museo (Via Tor, 65). Il museo è visitabile tutto l’anno e raccoglie al suo interno un prezioso patrimonio di testimonianze. È sede, inoltre, di mostre d’arte antica, moderna e contemporanea e di archeologia. Il Museum Ladin Ursur ladinicus si trova in Via Micurà de Rü 26 a San Cassiano, nella parte alta della val Badia, in collegamento con la val Gardena attraverso il Passo omonimo e l’Ampezzo, toccando il Passo Falzarego. All’interno dei rispettivi musei si trova uno shop/bar rifornito di libri, cd, videolibri, ecc. inerenti la cultura ladina in tutti i suoi aspetti. Si possono inoltre acquistare souvenir e prodotti tipici dell’artigianato locale. Orari di entrambi i musei: da Pasqua al 31 ottobre dal martedì al sabato 10-18, domenica 14-18. In luglio e agosto aperto anche il lunedì dalle 10 alle 18. Il Museum Ladin Ursus Ladinicus è aperto anche il mercoledì sera dalle 20.30 alle 22.30. Dal 7 dicembre all’8 gennaio aperto ogni giorno dalle 15 alle 19. Dall’8 gennaio a Pasqua il mercoledì, giovedì, venerdì e sabato dalle 15 alle 19. Prezzi d’ingresso per entrambi i musei: € 8, biglietto famiglia € 16 (2 adulti + bambini fino a 17 anni). Studenti e seniores € 6. Info: tel. 0474 524020, www.museumladin.it.
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Gardena, oltre alla scultura a soggetto religioso, si dedica al giocattolo. La val di Fassa esportava uomini, esperti imbianchini e decorati, che s’incamminavano per i paesi del Tirolo. La val Badia si fa esportatrice in tutta l’area tirolese di cassapanche dai caratteristici motivi decorativi. E, per non dimenticare, una particolare attenzione è posta dal museo e dallo staff alla lingua, nella consapevolezza che essa svolge un importante ruolo nell’identità dei ladini. Infatti, la lingua ladina deriva dal latino volgare innestato su elementi preromani e questa peculiarità, differenziata per valle, trova una sua validità ancor oggi perché è usata quotidianamente, almeno in Badia. Quindi la visita a San Martin de Tor è qualche cosa di più che una semplice passeggiata nelle sale di un museo. Entrando dal portone del castello ci si immerge nella storia e nell’anima di un popolo, quello ladino, che ancor oggi fa fatica a sopravvivere in un ■ mondo globalizzato.
trentinobottegad’artista
di Renzo Francescotti
“All’inizio. Valle dei Mocheni”. 1969
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uido Paoli abita a Pergine Valsugana. Ha il suo studio in uno splendido palazzo rinascimentale, tutto da restaurare, affacciato su quel gioiello di piazza, tra le più belle del Trentino, che è Piazza del Municipio. Questo artista bravo quanto poco noto è nato a Canezza nel 1944, in quella bassa Val dei Mocheni, da Sant’Orsola in giù
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“Quadri en vedrina. Semplificazione, volume e colore.” Tre lavori senza titolo. 1976
l’incredibile suggestione del nulla nelle opere di guido paoli – artista perginese, nato in val dei mocheni – si cerca di decifrare il senso oscuro delle cose, la forma di un territorio e gli elementi della realtà circostante linguisticamente trentina, in cui salvo eccezioni, sono “italiani” i nomi dei paesi, i cognomi e la parlata dialettale. Ma veniamo a Guido. Si diploma all’Istituto d’Arte di Trento, fondato e diretto dal compianto Bruno Colorio e completa il Magistero di due anni a Firenze. C’è una foto del 1964 in cui è raffigurato assieme ai compagni di scuola Paolo De Carli e Alberto Forchini, che diverranno artisti di buon nome (con Forchini, Guido farà una mostra in Sala Maier a Pergine nel periodo dicembre 1980 - gennaio 1981). Quindi, Paoli rimarrà alcuni anni in Toscana – regione a cui è molto legato, i cui sce-
“Bosco” (Val di Cembra). 1970
nari spesso ha dipinto – realizzandovi alcuni affreschi in locali pubblici, specialmente nella celebre San Frediano. Tornato in Trentino si stabilisce a Pergine Valsugana; si sposa, ha tre figli, un maschio e due femmine, e si dedica a un lavoro molto lontano da quello artistico: l’assicuratore. Nel frattempo stringe amicizia con artisti perginesi come Luigi Senesi (il quale gli venderà il torchio calcografico che tuttora usa) e Raffaele Fanton, un pittore autodidatta ma molto valido, scomparso nel 2003. Paoli è un artista tutto impegnato a lavorare duro, evitando i critici, e non sprecandosi nemmeno in troppe mostre:
ne ha presentate poche e tutte nel Trentino: a Pergine, Levico, Palù del Fersina, Caldonazzo, Rovereto,Trento. Una delle prime e più importanti è stata nel 1975 alla Galleria “Fogolino” di Trento, allora diretta dal rimpianto Mariano Fracalossi. Lo scritto di presentazione (come avverrà altre volte) è di un apprezzato giornalista televisivo, come lui originario di Canezza, Adriano Morelli, il quale individua nella pittura di Paoli una “tensione dell’uomo compreso nella fuga del reale” e “la suggestione incredibile del nulla”. In effetti, il nostro artista tentava di decifrare il senso oscuro delle cose: le forme di una
trentinobottegad’artista
“Al me papà cantor”. 1984.
territorio che è il suo (le montagne, le valli, i torrenti, i laghi) e gli elementi della realtà che sono da sempre sotto i suoi occhi, da quando li ha aperti la prima volta (gli alberi, i tronchi, le radici, i boschi). Per anni i percorsi oscuri della realtà – simboleggiati dal mondo vegetale in cui Guido è cresciuto – con le loro linee sinuose, tortuose, inquietanti, indecifrabili, hanno occupato i suoi fogli da disegno, escludendo le forme umane e animali. Gli uomini e gli animali compaiono nella nuova stagione (che dura tuttora), che inizia nel 1977 e si rivela al pubblico l’anno seguente con una mostra calcografica nella cittadina dove risiede, in cui viene messa a fuoco la duplicità che, a mio avviso, domina la produzione di Paoli: da una parte una vocazione popolareggiante, con propensioni colte “naïf”, che lo
“La flagellazione”. 1977
porta a recuperare la vita nei suoi aspetti di lavoro, fatica, riposo, quotidianità; dall’altra un paesaggio, un ambiente fortemente stilizzato, di forme elementarizzate, con suggestioni metafisiche, al limite vuoto e angosciante. Proseguendo con la sua tecnica incisoria, nel 1998, Paoli presenta a Palù del Fersina (Palae en Bernstol) una mostra d’una trentina di incisioni sui luoghi della Valle. Si trattava di acqueforti, acquetinte colorate (non come si fa frequentemente ad acquerello, come ha fatto Bruno Colorio, uno dei grandi incisioni trentini, con le sue straordinarie vedute di Trento) ma, originalmente, con gessetti. Personalmente, ritengo questo ciclo e questa mostra – di full immersion nella valle raccontata da Robert Musil e Giuseppe Šebesta e ora anche da un grintoso e affascinate incisore – i più importanti di questo artista. In conclusione citiamo i quattro libri calcografici (venti lastre in venti copie) finora realizzati da Paoli, esposti in una mostra alla Biblioteca Tartarotti di Rovereto nel 2011: “Il Vangelo” del 1977; “Varda e lezi” del 1984, edito dal Comune di Pergine in 800 esemplari con il titolo “En bocher su Perzen, con incisioni a commento dei versi di Giorgio Mottesi; “Vardar fòra”, incisioni pensate per i versi dialettali di Emma Valcanover Oss Emer, in una pubblicazione del Comprensorio della Valsugana. E infine le incisioni per la cantata dialettale “I santorsoloti alla fera de Sant Zorz a Perzen”, scritta dal parroco-poeta don Felice Paoli nel 1922 e inclusa in un poderoso volume di circa 1300 pagine su Sant’Orsola (il paese della madre di Guido), di imminente uscita. Con questi cicli di incisioni Guido Paoli si innesta vitalmente e originalmente nella grande tradizioni degli incisori trentini. ■
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trentinoattualità
di Paolo Chiesa
quel bidone di Napoleone
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uando passa dal Trentino durante la Campagna d’Italia del 1796, Napoleone Bonaparte è un personaggio famoso. Facendo un paragone musicale, non si può dire che sia già l’Elvis Presley di quando verrà incoronato Imperatore, ma il suo passaggio per paesi e città è comunque un evento. Diciamo che come Vasco
Napoleone non sarebbe molto contento di conoscere questa storia
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Indicato dalla freccia, il Sasso di Napoleone qualche decennio fa
A borgo valsugana, quello che avrebbe potuto diventare un’attrazione turistica – il cosiddetto “sasso di napoleone” – fa da sostegno ad un bidone dell’immondizia. La curiosa storia che ha portato l’imperatore francese a sedersi proprio lì Rossi lo è già sicuramente. A Borgo Valsugana si ferma poco (sarà anche vero, come dicono, che in Europa ci sono più targhe commemorative che testimoniano suoi pernottamenti, che notti effettive dormite, ma l’episodio pare sia veramente accaduto). Infatti, a Borgo Valsugana, la lapide esposta al numero 18 dell’attuale via Morizzo ricorda: “Napoleone Bonaparte generalissimo abitò in questa casa il 6 settembre 1796”. Ma in zona c’è un altro simbolo napoleonico e che viene citato nel libro “Ausugum. Appunti per una storia del Borgo
della Valsugana” di don Armando Costa. Leggiamo: “A Napoleone Bonaparte piaceva sedersi sul sasso in testa al ponte grande del Borgo o sul sasso che fa cantone fra la via Imperiale e sotto i portici quasi in testa dall’altra parte del ponte e là, contornato dai suoi comandanti con le mani piene di carta dava ordini e sue disposizioni. Per questo quei sassi furono chiamati «sasso de Napolion»”. Verrebbe da pensare che un “reperto” di questo tipo sia stato elevato a motivo di cittadino vanto, modesto, ma storicamente qualificato (“Sai,
nel mio paese c’è un sasso sul quale si è seduto Napoleone”). Una valenza culturale e turistica, magari esplicata attraverso un totem informativo. Chissà, in certi luoghi turistici ogni 6 settembre potrebbero anche farne una rievocazione storica. Pare di vederlo, un figurante vestito da Napoleone, seduto con delle carte militari sulle ginocchia e vicino al quale poter scattare la foto da far vedere ad amici e parenti dopo le vacanze. Invece, a Borgo Valsugana sapete cosa ci hanno fatto di quel sasso? Un cestino metallico per l’immondizia sotto
trentinoattualità il quale si può a fatica intravedere la sommità del macigno. Niente tabelle ricordo, niente cartelli, niente commemorazioni né figuranti. Nel luogo dove il 6 settembre 1796 Napoleone Bonaparte si sedette per decidere le sorti della Valsugana e dell’Italia c’è un bidone dell’immondizia. Dimenticanza? Trascuratezza? Poca attenzione alla storia? O magari un antifrancesismo postumo? Viene da fare un pensiero maligno: e se a sedersi su quel sasso fosse stato, non dico Cecco Beppe, ma anche solo Andreas Hofer, le cose sarebbero uguali? O in quel luogo ora ci sarebbe un capitello dove ogni anno gli schützen andrebbero in pellegrinaggio? Invece, per l’eroe celebrato da Manzoni ne “Il cinque maggio”, non resta altro che cestino dell’immondizia. Siamo sicuri che non si possa proprio pensare a qualcosa di più dignitoso? Eppure dietro questa curiosa storia, c’è tutta l’epopea della Campagna d’Italia che portò l’esercito napoleonico anche a Borgo Valsugana. Non ci sono molte testimonianze di questo passaggio, possiamo però immaginare che le cose siano andate più o meno così. L’esercito austriaco ha lasciato Borgo Valsugana po-
co dopo il mezzogiorno del 6 settembre 1796. Due ore dopo, 15 mila soldati francesi guidati dal generale Augereau, prendono possesso del paese. Nel tardo pomeriggio Napoleone fa il suo ingresso nel centro del Borgo. Il generale chiama a raccolta gli uomini del suo stato maggiore. Decide di non usare il tavolo militare: rimane all’aperto, si siede su un sasso che fa angolo tra il ponte veneziano e la via che porta alla chiesa del paese e si fa portare le mappe. Inizia a scrivere, a dettare, a dare istruzioni: l’indomani, alle prime luci dell’alba, si deve ripartire a tappe forzate all’inseguimento degli austriaci. Terminata la riunione, Napoleone e il suo stato maggiore vanno a cena. L’indomani di buon’ora la sua armata riprenderà l’inseguimento degli austriaci. Esce dalla casa, attraversa la strada e si affaccia sul Brenta e si incammina verso sinistra, raggiunge il ponte veneziano. Alle prime luci dell’alba è già in piedi. Una frugale colazione ed è già ora di partire. Il 7 settembre i quindicimila francesi guidati dal Generale Napoleone Bonaparte partirono da Borgo Valsugana, lasciando nel paese un distaccamento di soldati e... un sasso a mò di reliquia, ■ a futura memoria.
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Sempre emozione è.
L’attuale “ubicazione” del Sasso di Napoleone a Borgo Valsugana
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trentinoscattidiviaggio di Carlo Martinelli
U.s.a. e (non) getta
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SA e (non) getta. Massì. L’America – anzi, gli Stati Uniti d’America – sono un continente a parte. Dove le migliaia di chilometri (pardon, miglia) che separano una città dall’altra, uno stato dall’altro, restituiscono ambienti e persone sempre diversi. Per chi affronta il viaggio negli States – rigidamente non organizzato, all’avventura, giorno per giorno, motel per motel – il consiglio è uno solo. Lasciarsi scorrere addosso il film. Metropoli e deserti, campagna e fiumi, riserve indiane e casinò, fast food e negozietti assolutamente originali, vecchie insegne e cowboy, macchine anni ’50 e Harley Davidson, ricchi e poveri, mormoni e hippie, allucinati e manager, anticapitalisti e capitalisti fino al midollo, parchi naturali e animali, coca cola e hamburger, cibo vegetariano e bistecche alte così. Le dieci foto dieci che abbiamo arbitrariamente messo in fila per raccontare un viaggio che in realtà non è raccontabile, sono solo una piccola parte delle mille possibili curiosità di un continente a parte. Buona visione. 52
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trentinoscattidiviaggio
In Italia imperversa il dibattito sul gioco, sul “gratta e perdi”, sulle slot machines. Allora provate l’impresa. Andare a Las Vegas e non giocare neanche un dollaro. Ci si può tranquillamente riuscire, garantito. Perché se uno solo ragiona un poco, sa che i dollari (e gli euro) impegnati al gioco, se ne vanno via. Via col vento
Chissà se sarà ancora presidente, il buon Barack Obama. Le elezioni si avvicinano. Per intanto in un negozio di Flagstaff, Arizona, puoi acquistare questo sacco da boxe da metterti in casa e prendere a pugni, se ti va
Ecco cosa abbiamo scovato al Trading Post dei Gardens of Gods a Colorado Springs. A qualcuno la tanto citata internazionalizzazione del Trentino é riuscita
Incontri col mito. Ecco Joe Montana, che è stato il più celebre giocatore di football americano. Il Maradona della palla ovale. Qui firma autografi in un negozio di memorabilia sportivi, a Las Vegas. Piccolo particolare: la fotografia che poi lui firmava, si pagava 199 dollari. Il casco dei San Francisco 49ers, la sua squadra, 499. E c’era la fila...
“Lo so che sono paranoico. Ma lo sono abbastanza?” Chiaro e didascalico il proprietario di questo furgone, posteggiato a Cayenta, Arizona
Green River, Utah, si considera la capitale delle angurie e dei meloni. Di che stupirsi, dunque, se dietro il museo locale si trova parcheggiato questo veicolo?
Il signore in questione non si è accorto di essere fotografato. Per fortuna… Il fast food è a Cayenta, Arizona, la porta del Gran Canyon. In questo masticare onnivoro c’è l’America del cibo. Ovvero, una sorta di ossessione
A Colorado Springs l’arte per le strade celebra la vita quotidiana. Questa scultura di Deedee Morrison è un omaggio alla cerniera. La usiamo tutti i giorni, ma che potesse aspirare al monumento non l’avreste detto, vero?
A Broadway, New York, succede anche questo. Ricky Martin – in questi mesi protagonista del musical “Evita” - che sorride sotto i baffi. Per l’occasione abbiamo aggiunto la nostra macchina fotografica a quelle di centinaia di fans
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speciale scuola
Nell’immaginario genitoriale “Settembre” vuol dire essenzialmente “ritorno a scuola”. Ecco alcuni consigli su come cominciare al meglio l’anno scolastico, senza stress e passi falsi
ri to r n o a scuola G
uida speciale al mondo della scuola: una navigazione attraverso le nuove tendenze e gli elementi intramontabili dell’attività che da sempre impegna grandi e piccini per nove lunghi mesi; un vademecum semplice, schematico ed essenziale per ottimizzare tutte le nostre potenzialità e trarne – ce lo auguriamo - buoni risultati, da subito. E se non siete ancora pronti, se i ricordi delle
vacanze sono ancora freschi (si fa per dire) sulla vostra pelle, lasciatevi tentare dalle varie e diversificate proposte commerciali che il settore propone … A volte, anche la ricerca di novità funzionali e tecnologiche contribuisce ad accrescere il giusto slancio per ricominciare; così i doveri diventano meno faticosi, possono divenire addirittura piacevoli se affrontati con il giusto spirito. 55
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trentinoattualità Un buon inizio per affrontare le prime difficoltà Generalmente le vacanze – se rilassanti e distensive – producono buoni risultati; è quanto mai importante staccare la spina con gli obblighi ed i doveri e godere appieno degli svaghi che la bella stagione estiva è capace di offrire. Va chiarito subito che divertirsi non significa necessariamente oziare … le località turistiche, anche nostrane, propongono varie, diversificate quanto allettanti attività didattiche e sportive, tutte da provare e da
annoverare tra le esperienze di arricchimento personale. Date queste premesse, è facile partire con il dovuto entusiasmo, per affrontare al meglio la nuova avventura scolastica. Ma per alcuni, accanto all’eccitazione per le novità, si manifesta qualche segnale di ansia … Come si concretizza? Mal di testa, mal di pancia, sintomi generali di indisposizione per quanti mostrano di “soffrire” per problematiche legate alla scuola. Per i piccoli scolari che affrontano il passaggio dalla rassicurante scuola materna alla sconosciuta scuola primaria, le insicurezze sono
dovute al timore del nuovo ed al distacco con la famiglia; gli studenti più grandi temono invece il cambio degli insegnanti, la paura dei brutti voti e la generale preoccupazione di deludere, sentimenti derivati magari da precedenti esperienze negative o da situazioni di radicali cambiamenti, che – in quanto sconosciuti – sono la causa prima di manifestazioni di ansia. Cosa si può fare per rendere l’inizio veramente positivo? Quali atteggiamenti devono assumere le famiglie per sostenere sia dal punto di vista fisico che intellettuale i propri figli impegnati nel complesso universo scolastico? Per sollevare, almeno in parte, gli animi di tutti coloro che sono - direttamente o indirettamente – coinvolti nel mondo della scuola, presentiamo un breve e sintetico vademecum, da tenere sempre a portata di mano … L’importanza della prima colazione Dopo il riposo notturno, l’organismo ha bisogno di ricaricarsi, per affrontare con l’e-
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nergia giusta l’impegno scolastico. Nutrizionisti e dietologi sono concordi nell’affermare la fondamentale importanza della prima colazione, specie per bambini e ragazzi. Un calibrato apporto di nutrienti facilita la ripresa dell’attività intellettiva; la colazione ideale deve costituire circa il 20% dell’apporto giornaliero calorico, con precise proporzioni per tutti gli alimenti coinvolti. Un primo pasto esemplare è composto da una bevanda calda, quale latte, the o caffè (d’orzo per i più piccoli), da carboidrati come pane, biscotti, prodotti da forno e da zuccheri, che si trovano nel miele e nella marmellata. L’errore di recarsi a scuola a stomaco vuoto – vuoi per la fretta, vuoi per una presunta inappetenza – porta conseguenze facilmente riscontrabili: disattenzione, sonnolenza, cali di rendimento. Fondamentale in questa fase mattutina anche l’esempio dei familiari: l’abitudine a sedersi a tavola per una buona prima colazione deve cominciare dagli adulti, esempio costante per i più piccoli.
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trentinoattualità
I giusti ritmi del riposo I tempi della scuola sono oggi molto più lunghi rispetto al passato: per esigenze di lavoro e per gli impegni di vario genere e natura che complicano la vita adulta, i bambini passano gran parte della giornata negli edifici scolastici. Pur intervallando momenti strettamente didattici a momenti ludico – ricreativi, la giornata dei fanciulli è comunque impegnativa. Occorre essere pronti con un buon numero di ore di sonno alle spalle; non è facile la sera condurre i più piccoli a letto, per una serie svariata di motivi: la presenza di fratelli maggiori che hanno necessariamente altri orari; le proposte televisive definite “imperdibili”, il desiderio di giocare nell’ambiente domestico. Ma a tutto c’è rimedio: anticipando l’orario del pasto serale ognuna di queste attività può essere tranquillamente svolta senza portare via ore preziose al sonno dei bambini. Per concludere serenamente la giornata, è ancora gradita ai più piccoli la fiaba della buonanotte, che cala il sipario, dettando i ritmi di veglia e sonno. Naturalmente, l’ambiente circostante alle stanze dedicate al riposo deve essere favorevole e congeniale: luci soffuse, assenza di rumori molesti, stanze ben arieggiate e umidificate.
La cartella: quale scegliere? L’evoluzione della cartella per la scuola sembra non conoscere fine: le vetrine delle cartolerie e dei negozi specializzati nel settore espongono di anno in anno simpatiche novità, che abbracciano le nuove tematiche ed i nuovi soggetti decorativi del momento, ma sono anche attente alla quantità da contenere e considerano la salute dei figli. I modelli trolley, dotati di rotelle scorrevoli per un trasporto più agevole, hanno il grande pregio di sollevare la schiena da carichi eccessivi, dannosi specie in fase di crescita e di formazione scheletrica e muscolare; i suddetti modelli si prestano anche al trasporto tradizionale sulle spalle, qualora la quantità del materiale trasportato fosse irrisoria, di poco conto. La scelta dell’articolo va fatta responsabilmente, tenendo conto – se possibile – della trasportabilità e del gradimento dello scolaro. Vanno scoraggiate quelle scelte dettate unicamente dalla moda e che non tengono in considerazione la salute dei più piccoli. Le vie di mezzo esistono, a ben cercare, nell’ampia gamma di modelli sul mercato: parlatene con il diretto interessato (studente) e fate l’acquisto insieme. 57
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Con Giochimpara si torna a scuola. Volentieri! La grande esperienza, la qualità dei materiali, la garanzia di un prodotto che dura nel tempo: queste alcune peculiarità del grande negozio di Pergine Valsugana
Pergine Valsugana, a 8 Km da Trento. Tra la stazione e lo Shop Center Valsugana
Anno scolastico 2012/2013
C’
è un modo per affrontare al meglio la ripartenza dell’anno scolastico, dopo la distensiva e corroborante pausa estiva: equipaggiarsi di zaino, matite, quaderni e quant’altro badando esclusivamente alla qualità. Cosa che si può a Giochimpara di Pergine Valsugana: un luogo in cui, oramai, proprio la senz’altro fare di casa da diversi anni. A pensarci bene, infatti, a che serve compeè qualità parola rare prodotti di basso prezzo per poi doverli ricomprare dopo pochissimo tempo a causa del fatto che si sono logorati, strappati, rotti anzitempo? L’idea del risparmio deve essere spalmata, cioè, sul lungo periodo, sforzandosi di rinunciarne ad uno immediato in favore di un’altro risparmio, molto più concreto e sostanzioso, in quanto basato sulla durata dei prodotti acquistati. Da Giochimpara è possibile e si può essere certi 2012-2013 scolastico l’anno per spesa della lista la con recarsi necessario. il tutto trovare a riuscirà si lì che La gamma di offerta di Giochimpara è infatti vastissima e sta alla base del successo crescente che il negozio registra da diversi lustri a questa parte. Non è scontato infatti potersi rivolgere a chi la scuola la conosce meglio degli stessi insegnanti, grazie alla lunga esperienza nella fornitura ad essa dedicata. Ma vediamo nel dettaglio quali sono i punti forti della proposta di Giochimpara, considerando che anche per quest’anno i prezzi sono rimasti sostanzialmente invariati. Astucci, biro, matite e altri accessori scelti non in rapporto alla griffe, ma alle vera qualità dei materiali e dell’assemblaggio. Dettaglio non da poco soprattutto in certe scuole ad indirizzo tecnico o artistico, come le Scuole d’Arte, in cui tele, colori e cavalletti debbono rispondere a determinate caratteristiche qualitative. I prezzi, poi, restano gli stessi – identici! – per tutta la durata dell’anno scolastico, senza inutili ed illusorie offerte promozionali di fine estate. Infine, una buona notizia per i clienti di Trento o comunque molto distanti da Pergine Valsugana: nelle prime settimane di scuola, Giochimpara si mette a disposizione di alunni, studenti ed insegnanti rimanendo aperto con orario continuato.
trentinoattualità Il tragitto casa – scuola Uno degli interrogativi che i genitori si pongono nel periodo della scuola è quello di capire quando i bambini sono in grado di recarsi a scuola da soli. Non esiste risposta certa; ogni adulto deve valutare in primis il grado di maturazione e di responsabilità del figlio, poi considerare la pericolosità del tragitto, che si traduce in attraversamenti pedonali, semafori, marciapiedi idonei a garantire la percorribilità del tracciato. Valutato l’itinerario ideale – che dovrebbe rimanere sempre lo stesso per ovvi motivi di sicurezza – è bene sperimentare il distacco dal genitore per tappe definite, fino alla raggiunta consapevolezza che il bambino è in grado di raggiungere in modo autonomo la sede scolastica. La nostra città – tranne ridotte eccezioni – non presenta intralci architettonici o barriere che limitano i percorsi che conducono agli edifici scolastici e, sotto questo punto di vista, è abbastanza sicura. L’impegno del Comune nello
stanziare i “nonni vigile” agli incroci più pericolosi e nell’attivare i progetti “Pedibus” e “A Piedi Sicuri”, garantiscono una maggior mobilità, anche da parte dei più piccoli. I compiti a casa Occupazione caratteristica del fine settimana, i compiti a casa vanno affrontati in un ambiente calmo e tranquillo, per ottimizzare i tempi di svolgimento e lasciare il giusto spazio alle attività ricreative ed al (meritato) riposo dopo cinque/sei intensi giorni scolastici. L’interrogativo che il genitore si pone è il seguente: è necessario aiutare il bambino o è preferibile lasciarlo solo? La verità sta nel calibrare e misurare la presenza dell’adulto accanto al figlio: è preferibile seguire da vicino – specie nei primi tempi – l’attività di studio, per incoraggiare l’impegno e infondere autostima, lasciando poi graduale spazio all’autonomia di svolgimento. Una presenza/ assenza, un essere lì a disposizione per chiarimenti, per eventuali correzioni, per sug-
gerimenti e per sempre ben apprezzati incoraggiamenti. In caso di difficoltà oggettive, di stanchezza eccessiva, di malumori inconcludenti, meglio rimandare a momenti migliori, più produttivi di continue insistenze che non conducono da nessuna parte e che pongono muri invalicabili, compromettendo anche il rapporto tra genitori e figli. Scuola e sport La tendenza attuale di sottoporre i figli a maratone sportive quotidiane in orario extra-
scolastico trova tanti accesi sostenitori e qualche sentita lamentela. Anche in questo caso la moderazione pare essere la miglior soluzione per regolamentare il (poco) tempo libero dei giovani. Approvato, certificato e condiviso che lo sport arricchisce anima e spirito oltreché il fisico, occorre ragionevole equilibrio nella scelta dell’attività. Ed anche se i genitori più sportivi vorrebbero veder impegnati i figli magari in più di una disciplina, l’invito è sempre quello di non affaticare troppo i bambini, complicando quella che
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trentinoattualità per loro è già una vita ricca di stimoli e di esperienze, sia scolastiche che extrascolastiche. La scelta dello sport non deve essere influenzata dal passaparola o dal consiglio del compagno di banco: se il bambino mostra attitudine e predilezione per una determinata attività sportiva è bene che porti a termine quel percorso sportivo. L’impegno della famiglia consiste anche nel responsabilizzare ad operare delle scelte che implicano anche dispendio di tempo e denaro per i genitori. L’abbigliamento per la scuola Comodità e praticità le parole chiave per l’abbigliamento scolastico, con una particolare attenzione alle mode ed agli accostamenti cromatici, elementi di attenzione fin dalla più tenera età. Archiviati momentaneamente i grembiulini ( o relegati agli asilotti), l’età scolare richiede indumenti di facile vestibilità, di portabilità e di intercambiabilità. Tessuti morbidi e senza troppi vincoli, da indossare in modo autonomo – le corse del mattino richiedono praticità più che raffinata perfezione – sembrano la miglior soluzione. Le vetrine autunnali presentano un’ampia gamma di indumenti che piacciono tanto ai giovani, che hanno prezzi per tutte le tasche e
che hanno il grande vantaggio della comodità. Felpe, pantaloni ampi ed informali e scarpe da ginnastica costituiscono un classico dello studente moderno. Attenzione agli eccessi: i pantaloni alle ginocchia non sono proprio così comodi (visto il persistente gesto di chi li indossa di tirarli su per non perderli) e non piacciono molto ai prof e ai presidi; le scarpe troppo slacciate conferiscono quella simpatica camminata da orso Yoghi ma fanno spesso inciampare proprio lì, sulle scale della scuola. L’uso del computer Collegarsi ad Internet e consultare la grande rete per gioco o per lavoro sembra oggi un fatto assolutamente normale, di tutti i giorni. Ma
va comunque tenuto conto che se la capacità dell’adulto è, generalmente, quella di selezionare la ricerca delle informazioni e utilizzare razionalmente e con i dovuti tempi ciò che si cerca e ciò che si trova – anche sulla base delle pregresse esperienze di studio “cartaceo” -, per bambini e ragazzi il discorso è più complesso e delicato. L’utilizzo della tecnologia in età scolare è positivo e produttivo se considerato quale calibrata e ben dosata integrazione ed approfondimento delle più tradizionali attività didattiche. La ricerca, la scrittura di testi collettivi, la raccolta di notizie tematiche realizzate con i mezzi informatici apporta un accrescimento significativo e diversificato dei modi più tradizionali di imparare ed apprendere se
considerati supporto e non fondamento. Crea spirito di aggregazione ed incentiva la socializzazione; contemporaneamente consente di prendere sempre maggior confidenza con le nuove tecnologie, che sono parte integrante di ogni attività lavorativa. E per il tempo libero? Quanto e quale spazio lasciare per i giochi al computer? Anche in questo caso sta all’adulto valutare la possibilità di mettere dei freni – cosiddetti “filtri” – ed inserire nel pc dei figli programmi adatti all’età degli utenti. Concordare insieme il tipo di giochi e gli spazi temporali per eseguirli pare ancora la miglior soluzione, per rispettare mode ed idee ma anche per porre i limiti necessari, lasciando altri spazi ad altre ed alternative tipologie ■ di divertimento.
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iao! Io sono Pluto! Ma no… cosa avete capito… non il fedele amico di Topolino, ma il fedele amico di tutte quelle persone che amano noi cani!”. Questa è la presentazione dell’associazione Pluto di Borgo Valsugana come l’ha voluta il presidente Gianni Nicoli perché: “tutti parlano di cani, ma nessuno fa parlare loro”. Una filosofia che trova conferma nella sua idea di “battezzare” i propri cani con i nomi di Lupa e Amico se non addirittura Cane, preferibili secondo lui a Fiocco di neve e Fido. Gianni è come si autodefinisce lui: “un amante degli animali: miei e degli altri”. Non solo amico, in realtà, perché è un vero esperto in materia: infatti, sta seguendo degli Stage per la gestione di cani impiegati nell’animazione di bambini e anziani. Ma il suo obiettivo, anche se non vuole farne molta pubblicità, è quello di diventare un giorno un Educatore Cinofilo. Nel magazzino comunale di Borgo Valsugana, c’è il Centro Operativo di “Pluto”: quattro gabbie di custodia sono pronte per accogliere cani smarriti o abbandonati e un box serve da ufficio e deposito di materiali. L’associazione è nata nel 2000
Piacere, PLUTO! L’ASSOCIAZIONE di questo mese si chiama proprio come il fedele quattrozampe di topolino, ma con i fumetti non c’entra nulla per risolvere un problema che fino ad allora era affidato al buon senso e alla disponibilità dell’amministrazione comunale: quello della gestione dei cani scappati o abbandonati. “Dodici anni fa contattai una decina di persone amanti degli animali per iniziare a parlare del problema. Avevamo molta buona volontà, ma nessuna esperienza”. A quei dieci non mancò però l’umiltà di chiedere a chi quell’esperienza ce l’aveva. Infatti, dopo alcuni infruttuosi contatti con varie associazioni animaliste, Gianni si rivolse all’ADA (Associazione Difesa Animali) di Arco, i cui volontari vennero a Borgo a raccontare quello che facevano. E poi, con l’aiuto del Centro Servizi Volontariato, il cui responsabile giuridico e fiscale Stefano Margheri è
I RIFERIMENTI DELL’ASSOCIAZIONE
L’
associazione Pluto opera in Valsugana e nel Tesino. Ecco i riferimenti per chi avesse bisogno di aiuto o consiglio sulla gestione dei propri animali o per la segnalazione di animali smarriti o vaganti: Associazione Pluto di Borgo Valsugana. Telefoni: 340/5701193; 340/5701192; 340/5427577. Mail: assopluto@libero.it
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tra l’altro un amante degli animali, l’associazione Pluto partì. Ma com’è che si parte per un progetto come il vostro? “Per prima cosa mi rivolsi al Comune che si rivelò subito disponibile a sostenere l’iniziativa, anche perché an-
davamo a coprire un ambito del quale l’ente pubblico doveva comunque occuparsi”. Qui, nel cantiere comunale, furono costruite tre gabbie di custodia molto accoglienti ma anche razionali e pratiche per la pulizia e la movimentazione dei cani ospitati. E l’amministrazione comunale si occupò della fornitura di attrezzature e mangime. Come del resto continuò a fare per gli anni successivi e tuttora succede. In seguito venne aggiunta una nuova gabbia per coprire i bisogni di spazio che si presentavano. Tutto questo fino a quest’anno con l’arrivo della Legge Provinciale in materia di “protezione degli animali d’affezione e la prevenzione del randagismo”. Gianni, come si svolge in pratica la vostra attività? “Quando un cane scappa o nel caso
trentinoassociazioni se ne veda uno vagante per strada, si avvisano i volontari o la polizia locale o i carabinieri che provvedono a contattarci. Il primo volontario che può recarsi sul posto controlla con il lettore di microchip in dotazione se l’animale è registrato all’anagrafe canina o se è solo al mondo. Nel primo caso si cerca di contattare il padrone, per avvisarlo. Se invece non si riesce a contattare il padrone o addirittura non c’è neanche il microchip, il cane viene portato qui in via Temanza al canile sanitario”. Una volta al canile l’animale viene visitato dal veterinario dell’Azienda Sanitaria e si può fare la sua schedatura. In seguito si inizia a cercare l’eventuale padrone con l’affissione di manifesti nella zona di ritrovamento e con annunci sui giornali. Se il padrone contatta la “Pluto” può riprendersi il cane dopo presentazione di libretto sanitario che attesti le vaccinazioni eseguite. Altrimenti? “Se invece nessuno si fa vivo, all’amico cane si cerca di trovare qualcuno che se ne possa occupare. Nel caso peggiore, in cui nessuna persona sia disposta a prendersi cura di lui, purtroppo viene mandato al canile di Trento, dove si spera in un futuro migliore”. Molte volte, per fortuna, capita che il cane venga dato in preaffido a una famiglia. Cos’è cambiato dal 2000, quando “Pluto” è nata? “Di quel nucleo originario di persone siamo rimasti in due. In totale ora siamo 14 volontari, con una maggioranza di donne che sono 9”. Gianni vuole aggiungere ancora due cose sulla Legge Provinciale fresca di approvazione: “va detto che a livello nazionale una legge apposita sui cani non esiste. Ed è bello che in Trentino invece ci sia. La cosa più importante è che la legge prevede la responsabilità penale e civile dei sindaci”. Ora il riferimento territoriale dell’associazione “Pluto” non è più solo il comune di Borgo, ma
la maggior parte della Valsugana con altri 13 Comuni che si sono convenzionati e dove è ormai consolidata la collaborazione con polizia locale, carabinieri e Croce Rossa. Ancora un paio di cose: essere volontario di questa associazione comporta non solo la presa in carico di un cane che ha bisogno di aiuto e di riferimenti a causa di un momentaneo disagio. Infatti, spesso la “Pluto” si trova a gestire anche una dimensione psicologica e ambientale relativa al proprietario dell’animale. Perché se è vero che non sono rare delle iniziative di aiuto materiale nei luoghi dove i cani abitano (ad esempio la persona anziana che non riesce a riparare la cuccia o la recinzione), c’è anche un altro aspetto molto importante in questi frangenti. Si tratta del sostegno psicologico che viene dato a quelle famiglie che si trovano a dovere gestire la perdita del loro amico a quattro zampe o l’incapacità a gestirne i bisogni quotidiani. Per non parlare dei maltrattamenti, o degli abbandoni dell’animale perché “dietro il disagio degli animali c’è sempre quello del suo padrone”. Progetti futuri? “In autunno sono previste delle serate informative con esperti per “educare e formare” quanti amano gli animali a un corretto rapporto con i loro amici. Inoltre, avremo delle occasioni di incontro nelle scuole”. In futuro vi occuperete anche di gatti? “Per il momento c’è una delle nostre volontarie che si dedica in autonomia al mondo dei felini e noi le diamo un supporto”. La nuova Legge Provinciale, infatti, tutela anche i gatti per le cui colonie i comuni devono garantire cura e sopravvivenza. E Gianni fa capire che, chissà, un domani al nome Pluto si potrebbe vedere abbinato anche quello di Felix. ■
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ott. Baumgartner, come iniziò la storia di Autoindustriale? Nel 1976 mio padre Eduard Baumgartner fondò la ditta Autoindustriale come punto di distribuzione della Mercedes-Benz veicoli industriali in Alto Adige. Col passare degli anni, sotto la guida del direttore Otto Poli diventò ben presto un’azienda di medie dimensioni con 36 collaboratori. Fin dall’inizio venne posta grande attenzione nel dare al cliente un servizio efficiente, e le capacità dell’allora capo officina Werner Schrentewein erano riconosciute e apprezzate in tutta Italia. Negli anni seguenti, mio padre acquistò il Garage Olympia, fondato nei primi anni 70, che si occupava della vendita e dell’assistenza delle vetture Mercedes-Benz in Alto Adige. Ora il Garage Olympia non esiste più? Nel 1986 le due aziende vennero incorporate sotto un unico tetto, nell’attuale sede in zona industriale a Bolzano. Su circa 10mila mq. venivano offerti al cliente: vetture e veicoli nuovi e usati, un magazzino ricambi ben fornito, un’officina moderna con reparto carrozzeria, sia per le vetture che per i veicoli commerciali e industriali.
una storia di successo trentinomese Incontra Alois Baumgartner, titolare di Autoindustriale, che ci racconta la straordinaria storia della sua azienda, partita con 36 collaboratori. Oggi ne ha più di duecento... E come si è arrivati alla struttura odierna? L’impegno in quegli anni era enorme e come famiglia abbiamo veramente dato il massimo per sfruttare le varie opportunità che il mercato offriva. Nel 1996, per servire meglio la zona della Val Pusteria e della Val Badia fino a Bressanone, fu inaugurata la filiale di Brunico. Nel 1998 avvenne la prima apertura verso altri marchi con l’introduzione sul mercato della smart fortwo. Nel 2003, per migliorare ulteriormente il servizio, viene resa indipendente la filiale dei veicoli commerciali, creando una nuova sede più ampia con reparto vendita, officina e carrozzeria, sempre in zona industriale a Bolzano sud. Inoltre, da alcuni anni, rappresentiamo il marchio Honda, sia a livello di vendita che di Service, per tutto l´Alto Adige. E in Trentino quando è sbarcata Autoindustriale?
Alois 66 Baumgartner con la moglie Renate e i figli Barbara e Lukas tmsettembre
Nel 2008, quando ha acquisito – da Nordauto – la concessione di vendita e assistenza di Mercedes-Benz, smart e Mitsubishi per la provincia di Trento. Nelle due sedi a Ravina di Trento e a Rovereto, viene offerto il pacchetto completo di servizi per tutti i marchi e vi è anche un vasto assortimento di vetture usate. Dal 2011 Autoindustriale ha acquisito anche il mandato di vendita per veicoli commerciali e industriali per tutta la
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Mercato del Pane e dello Strudel Alto Adige provincia di Trento. Insomma, da quattro anni il marchio Mercedes-Benz in regione è solo Autoindustriale? Sì, e devo dire che i clienti Trentini ci hanno accolto veramente bene e stanno apprezzando la nostra lunga esperienza e competenza nel settore delle vetture e veicoli. I nostri collaboratori s’impegnano giorno per giorno per dare un servizio di alta qualità e mi fa molto piacere lo spirito di squadra che si è sviluppato, soprattutto nell’ultimo periodo. Nonostante l’attuale situazione economica e di mercato del settore auto affrontate nuovi investimenti in Trentino? Sì, a Rovereto, stiamo investendo nella filiale che abbiamo. Per metà settembre potremo offrire ai nostri stimati clienti spazi più ampi e uno showroom moderno e luminoso. Ci può indicare qualche cifra di Autoindustriale? Autoindustriale occupa circa 230 addetti, di cui una sessantina in Trentino nelle filiali di Trento e Rovereto. Nel 2011 il fatturato complessivo, tra vetture, pesanti e veicoli commerciali, è arrivato a quota 72 milioni di euro. Queste cifre sono dei numeri che riassumono questa imponente azienda che ha creato mio padre 36 anni fa. Un’azienda fatta di tante persone motivate, che ogni giorno offrono ai nostri stimati clienti
un servizio a 360 gradi per tutto quello che riguarda la propria vettura e il proprio veicolo. E il 2012 come sta andando? Benché per quest’anno si preveda un’ulteriore contrazione, per ora, a fine luglio, i numeri dell’azienda in termini di bilancio sono stabili. Il periodo non è sicuramente dei più favorevoli e i prossimi mesi non promettono certo delle previsioni di crescita. Una delle speranze mie e di mio fratello Jakob, contitolare della società, per il rilancio delle vendite è riposta nei nuovi modelli che Mercedes metterà sul mercato nei prossimi mesi. In particolare la nuova Classe A rappresenta una piccola rivoluzione per Mercedes-Benz. Si tratta di un modello molto ben riuscito, dai contenuti altamente tecnologici e con una linea accattivante. Già alla presentazione al salone di Ginevra e nelle varie occasioni avute durante l’anno, il nuovo modello ha subito riscosso grandi apprezzamenti da parte della stampa e soprattutto dal pubblico. Siamo fiduciosi che queste prime impressioni vengano confermate nell’occasione del lancio il 14 settembre nei nostri saloni. Nel campo dei veicoli industriali e commerciali confidiamo nel successo del da poco lanciato nuovo Actros e del nuovo city-van “Citan”, che verrà presentato ad ottobre. ■
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Esempio di sostituzione di una vecchia finestra con una nuova e rivestimento del cassonetto (sezione in vista) senza opere murarie.
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Interno di un’abitazione nella zona di Trento, dove sono stati sostituiti i vecchi infissi con nuovi serramenti Finstral ad alto risparmio energetico
tunità di essere seguito direttamente dalla casa madre in tutte le fasi di acquisto: dal preventivo, all’ordine, fino al momento del montaggio e dell’assistenza post-vendita che viene curata sempre da tecnici specializzati. Ogni offerta presentata è “chiavi in mano” senza costi aggiuntivi e il prezzo riportato, oltre che essere vantaggioso perché si acquista direttamente dalla fabbrica, è specificato e dettagliato in ogni sua parte. Così facendo chi legge il preventivo Finstral può facilmente controllare ogni singola voce delle nuove finestre. Per chi fosse interessato ad avere maggiori informazioni e preventivi gratuiti senza impegno è possibile telefonare al numero Finstral di zona 0464.830028 oppure visitando il sito www.finstral.com. ■
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on Autunno Trentino amore a primo gusto!” Questo lo slogan scelto per l’edizione 2012 di Autunno Trentino che si svolgerà nei fine settimana dal 14 al 16 settembre e dal 21 al 23 settembre a Trento. Due weekend dedicati a chi ama scoprire, vivere e gustare il meglio delle produzioni enogastronomiche del territorio trentino. Un’occasione per incontrare i produttori presenti in piazza per raccontare e fare assaggiare il frutto del loro lavoro, lasciarsi tentare da piccole e dolci tentazioni, ma anche per degustare una selezione della migliore produzione enologica. Dai prodotti alla cucina, il passaggio è breve. A rotazione, ogni giorno, uno chef proveniente dai territori tracciati dalle Strade del vino e dei Sapori del Trentino proporrà nel ristorante in piazza un menù appositamente studiato per far conoscere le interpretazioni in cucina dei prodotti gastronomici di eccellenza del Trentino. Cuore di Autunno Trentino – organizzato dal Consorzio Operatori Economici del Cti e dal Comune di Trento in collaborazione con Strada del vino
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autunno trentino dal 14 al 16 e dal 21 al 23 settembre a Trento, la migliore produzione enogastronomica in piazza battisti
e dei sapori di Trento e Valsugana – sarà Piazza Battisti, nel cuore di Trento. Qui tutti i giorni della manifestazione, che ha come mediapartner Radio Dolomiti, ci saranno gli stand dei prodotti tipici
trentini e l’enoteca delle degustazioni sfiziose. Durante tutti i sei giorni dell’evento, all’interno della grande pagoda al coperto per lo spazio di “Cucina in Piazza”, si alterneranno ai fornelli gli chef dei ristoranti più importanti del Trentino che porteranno in piazza i piatti che meglio esprimono i singoli territori di provenienza. In più, tutte le sere, si potrà trovare una proposta di menù con “I Piatti di Autunno Trentino”. Ritorna la disfida culinaria: quattro gli chef che si daranno battaglia elaborando due piatti ciascuno. Il tema dell’edizione 2012 – “cucina trentina tra tradizione e innovazione” – vedrà gli chef impegnati nella preparazione di
una ricetta tradizionale trentina nella sua versione classica e rivisitata, che permetterà di testare l’estro creativo e la conoscenza della cucina tradizionale trentina degli sfidanti. L’edizione 2012 è arricchita dalla collaborazione con l’Istituto Trentodoc; gli chef dovranno abbinare a ciascuna pietanza uno spumante metodo classico Trentodoc. Fra i momenti più significativi che si legano ad Autunno Trentino, la prima edizione del “Premio Luciano Da Canal: Trentino per Passione”: un riconoscimento che ogni anno verrà assegnato all’interno proprio di Autunno Trentino. La data fissata per la premiazione è venerdì 21 settembre, alle ore 18.30 in piazza Battisti. Il premio, presieduto dalla sua ideatrice, la giornalista Francesca Negri, avrà una giuria di alta rappresentanza a livello territoriale e prevede un riconoscimento da assegnare a un personaggio trentino che si è distinto particolarmente nell’ultimo anno come promotore-testimonial del Trentino a livello locale e extraregionale; un secondo riconoscimento verrà consegnato a un personaggio nazionale “amico del Trentino”, che si è distinto particolarmente nell’ultimo anno nel promuovere la ■ nostra provincia.
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ella splendida cornice del lago di Levico Terme si svolgerà sabato 13 e domenica 14 ottobre 2012 “Expo Domani Sposi”, una piccola fiera completamente diversa dal solito modo di presentare un prodotto per i futuri sposi. Cuore della fiera sarà il PalaLevico, una struttura fieristico-congressuale che si trova a ridosso del lungolago, in grado di offrire una location e una ambientazione unica nel suo genere. La nostra intenzione è quella di creare un momento di coinvolgimento sia da parte dell’espositore che da parte del visitatore, una due giorni che vedrà la partecipazioni di compagnie teatrali che all’interno del salone principale, dotato di un palco di circa 110 mq ed una pedana di 20 metri, daranno luogo ad un susseguirsi di momenti di sfilate con abbigliamento ed accessori, fornite dagli stessi espositori, a momenti di intrattenimento con parodie sulla vita matrimoniale. Circa cento poltroncine saranno disposte ai lati della peda-
...per il giorno più bello a levico terme, sabato 13 e domenica 14 ottobre, EXPO DOMANI SPOSI, una fiera con un approCcio tutto nuovo all’evento più atteso dai futuri sposi na appositamente sistemate per dare la possibilità al pubblico ed agli stessi espositori di poter essere coinvolti nelle rappresentazioni. Il salone principale sarà allestito da piccoli stand (3x3= 9 mq) completi di moquette, luci e pareti. Il coinvolgimento delle ditte espositrici sarà totale. L’azienda infatti potrà presentare, attraverso modelli e modelle messi a disposizione dall’organizzazione, i propri prodotti agli sposi futuri. All’interno della fiera verranno selezionate le migliori aziende radicate nel Trentino del comparto sposi. Nella sala convegni situata al primo piano verranno organizzati dei seminari informativi
sui mutui casa, sulle ristrutturazioni e su come affrontare la vita matrimoniale per la future coppie. Inoltre, dei wedding planner daranno il lo ro contributo e la loro esperienza nell’organizzazione di matrimoni. All’interno della struttura funzionerà un servizio catering creato da ristoratori del settore. L’orario di apertura nei due giorni sarà dalle 10.00 alle 19.00. La rassegna rappresenterà un appuntamento importante per tutta l’economia del Trentino Orientale ed in particolare per tutta la Valsugana. ■ L’entrata è gratuita.
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i questi tempi parlare di Grecia evoca allucinazioni da spread, crisi economiche e immagini di un Paese ridotto (quasi) alla fame. E allora, ecco che quel satanasso di Vinicio Capossela se ne esce, decisamente a sorpresa, con un disco come “Rebetiko Gymnastas” pubblicato lo scorso 12 giugno sia in Italia che in Grecia. Un album che Capossela ha deciso di lanciare con un particolare tour estivo “Rebetiko Gymnastas – Esercizi allo scoperto” che approderà anche a Riva Del Garda l’8 settembre in Piazza Garibaldi. Vinicio sarà alla testa della stessa band italo-greca con la quale ha inciso il nuovo lavoro, registrato negli storici studi Sierra in Atene su nastro analogico, con l’accompagnamento di alcuni fra i migliori musicisti greci di rebetiko. L’album vede anche la partecipazione speciale della cantante Kaiti Ntali, di Mauro Pagani, Marc Ribot e Ricardo Pereira. Insieme a loro, due pilastri della formazione storica: Alessandro Asso Stefana alla chitarra elettrica e Glauco Zuppiroli al contrabbasso.
vinicio il greco quel satanasso di Vinicio Capossela si presenta a riva del garda l’8 settembre con un disco anomalo come “Rebetiko Gymnastas” Un disco che ha spiazzato davvero molti e che Capossela ha trattegiato con queste parole: “Dopo il mare viene il porto. I porti sono per le musiche quello che è il polline per i fiori – ha spiegato il cantautore – queste sono musiche di porto che praticano esercizi, indiscipline individuali. Cavalli che provano a essere giraffe. Sono suonate in greco, per debito nei confronti della Grecia, che ha donato al mondo, oltre alla civiltà, anche il rebetiko”. Per questo Capossela ha scelto il rebetiko una musica nata da una catastrofe, da una grande crisi e da una colossale migrazione. Una musica che ha dentro di sé il cromosoma della ribellione e della rivolta individuale. È musica che viene dal basso e che si condivide a tavola, come un’eucare-
stia. E nel momento in cui un intero mondo sta sparendo è bene abbracciarsi perché una corda intrecciata a più fili ha maggiore resistenza. “Il rebetiko – sottolinea ancora lui – è anche musica dell’assenza. Assenza di chi resta, di chi non è partito, di chi subisce la partenza altrui, o assenza della nostra parte che non se n’è andata. È dunque legato ai porti, alle stazioni e più in
generale ai luoghi dell’addio. È musica di ferita e cicatrice, che ci fa patire per tutto ciò che sta dall’altra parte della vita, per quello che avremmo potuto essere, per il bersaglio che abbiamo mancato. E allo stesso tempo è musica di chi non si sottrae a questo dolore, ma lo sopporta con una disciplina paragonabile a quella del ginnasta”. Queste di “Rebetiko Gymnastas”, sono prove ginnico musicali che riguardano alcune vecchie canzoni, ripassate con l’esercizio di un modo di vivere e di suonare. Musicalmente sono spezie forti, che vengono da oriente, ma che sanno anche rimanere ferme al loro posto. Sono pezzi e temi già noti che rivestono la tuta ginnica e tornano a sedersi. Il concerto è dunque un’odissea con ritorno in porto. ■
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unta sull’accoppiata formata da Il Teatro degli Orrori e dai Marta sui Tubi l’edizione 2012 del festival SotAlaZopa. Una manifestazione a tutto rock che quest’anno cambia location e raggiunge la campagna di Tonadico .”La due giorni di rock festival ad ingresso gratuito che strizza l’occhio all’ecosostenibilità – sottolineano il ragazzi di Aguaz – con le sue attività volte a ridurre l’impatto ambientale per quanto riguarda mobilità, rifiuti, comunicazione, alimentazione ed energia, si svolgerà il 14 e il 15 settembre”. Oltre ai big già citati, saliranno sul palco del SotAlaZopa anche Anansi, i Rebel Rootz, freschi vincitori dell’Upload Festival, l’evento creato per promuovere i giovani musicisti di Trentino, Alto-Adige e Land Tirol, che porterà a Tonadico anche altri due finalisti del contest: Nolunta’s, migliore gruppo dell’Alto Adige e Sunday Drivers. A far da contorno alle esibizioni mu-
Anansi
Sot Ala Zopa si chiama proprio così la due giorni a tutto rock che quest’anno si terrà in quel di tonadico, in primiero, dal 14 al 15 settembre sicali troveranno spazio come al solito numerose altre attività: ci sarà spazio per la fotografia, con la mostra fotografica “RockLab: la musica raccontata attraverso le immagini” e lo stand FaiNaFoto, in cui chiunque può farsi immortalare dagli esperti fotografi Aguaz. Sabato 14, dunque, suoneranno Anansi, Rebel Rootz, Sunday drivers e Sierra Nevada Band, mentre sabato 15 spazio nel pomeriggio a Bob Corn e in serata a Il Teatro Degli Orrori, Marta Sui Tubi, 2Pigeons, Gio_veNaLe, Nolunta’s e Chain Reaction. Occhi puntati proprio sul Teatro degli Orrori una delle band di punta
dell’indie rock italiano che in questi mesi sta portando in tour il suo terzo album “Il mondo nuovo”. A guidare la band, sempre il carismatico Pierpaolo Capovilla. Di rilievo anche la partecipazione on stage dei Marta sui Tubi che presenteranno il set
del loro “Cromatica Tour”. Uno show che prende il nome dal brano “Cromatica”, il brano inciso tra gennaio e febbraio 2012 con la straordinaria partecipazione del compianto Lucio Dalla alla voce e al clarinetto. ■
Il Teatro degli Orrori
“Aperitivo in Vendemmia” alle Cantine Ferrari
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e è emozionante calarsi in una delle più grandi cantine di bollicine di metodo classico, immaginatevi che cosa può essere visitarle nel periodo della vendemmia, quando, al calar del giorno, è un susseguirsi di carichi di uva e si può assistere alla loro trasformazione in mosto e assaggiarlo. Ecco allora che le Cantine Ferrari aprono le porte anche alla sera con “Aperitivo in Vendemmia”. Tre gli appuntamenti: i primi due si sono tenuti mercoledì 29 agosto, venerdì 31 agosto. Mentre il terzo è in programma venerdì 7 settembre, sempre a partire dalle ore 19. Il programma propone un percorso di particolare fascino che inizia assistendo all’arrivo dell’uva appena raccolta e avviata alla pressatura, prevede la possibilità di assaggiare il mosto, e continua poi con una visita guidata
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nella cantina sotterranea nella quale riposano, nel buio e nel silenzio, 20 milioni di bottiglie. In uno degli angoli più suggestivi sarà possibile assistere al sabrage, ossia l’apertura di una bottiglia con un colpo di sciabola tipica dei generali napoleonici. La conclusione, mentre cala il primo buio, è con un aperitivo in cui le bollicine Ferrari saranno accompagnate da raffinati snack firmati dallo chef stellato Alfio Ghezzi, in collaborazione con Trentingrana e fragole Sant’Orsola. Il costo è di € 15, gratuito sotto i 18 anni. Necessaria la prenotazione. Perfetta continuazione della serata una cena alla vicina Locanda Margon, immersa nei vigneti Ferrari, che, per l’occasione, proporrà un menù ispirato alla vendemmia (€ 32). Per info e prenotazioni: visit@cantineferrari.it oppure telefonando allo 0461 972416.
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Pensare la vacanza
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e suggestive montagne del Trentino ospitano anche quest’anno la “Borsa Internazionale Del Turismo Montano” che si svolgerà a Trento dal 21 al 23 settembre, nei padiglioni di Trento Fiere e nelle location della Camera di Commercio e di Piazza Fiera. Titolo di quest’edizione «La vacanza in montagna: un ritorno sereno alla villeggiatura». In tempi recenti la vacanza estiva ha subito profonde modificazioni, nei tempi e nei modi. Si trascorrono fuori da casa meno giorni di ferie. In generale la congiuntura economica e il cambiamento degli stili di vita ha fatto venir
a Trento, dal 21 al 23 settembre torna la B.I.T.M. Borsa Internazionale del Turismo Montano, giunta alla XIII edizione. Titolo di quest’anno: «La vacanza in montagna: un ritorno sereno alla villeggiatura» meno l’idea di “villeggiatura” ed il momento dello stacco dal lavoro si trasforma, spesso, in un ennesimo momento di stress e di impegno. Il soggiorno in montagna può invece essere una efficace alternativa a questa tendenza: passare le vacanze al fresco delle valli alpine – e dolomitiche in particolare – può essere il modo ideale per rigenerare il corpo e lo spirito, refrigerarsi dal caldo
della città, riconciliarsi con i ritmi della natura: per fare, insomma, «villeggiatura». Nelle ultime edizioni la Borsa internazionale del Turismo Montano ha affrontato, all’in-
terno del “Forum” il momento di approfondimento e di discussione, molteplici temi di natura prevalentemente teorica: dall’albergo diffuso (2009), della Natura Hospes (2010), del paesaggio e delle energie rinnovabili (2011). L’obiettivo di questa edizione della Bitm è quella di fare sintesi di questi aspetti per arrivare a temi operativi e proposte pragmatiche di settore. ■
Fiera Bolzano 14, 15 e 16 Settembre 2012 160 Espositori con novità 207 Artisti in esposizione 10 Mostre originali +100 Corsi e varie dimostrazioni and cake ign des food
Kreativ, la manifestazione dedicata al mondo della manualità creativa, della decorazione e delle arti, con una ampia proposta di prodotti, corsi ed idee in cui si rivaluta il fatto a mano e l'artigianato artistico. SOCIAL NETWORK Kreativ Bolzano Italia
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trentinopanorama
di Lara Deflorian
oriente occidente Per i primi giorni di settembre, il festival presenterà spettacoli che indagheranno la turbolenta fusione tra tradizione e contemporaneità alla scoperta d’intrecci
L’
elemento chiave della 32esima edizione di Oriente Occidente sarà il mare, attraverso cui sarà possibile scoprire nuovi scenari e, partendo dall’Europa, approdare verso terre e culture lontane come il Brasile, Cuba, il Giappone e Singapore. Per i primi dieci giorni di settembre il festival presenterà un ricco carnet di spettacoli che indagano la turbolenta fusione tra tradizione e contemporaneità, alla scoperta d’intrecci multiculturali nel contemporaneo. In apertura si rimarrà in terra europea con la presenza di Emio Greco, atteso danzatore e coreografo che dall’Olanda torna in Italia con
Pieter C. Scholten (1/9) per presentare, con il suo stile impeccabile dalla rigorosa fisicità, un serrato dialogo su La Passione secondo Matteo di J. S. Bach. Dalla Germania Aurelia Baumgartner (1/9), che definisce se stessa “danzatrice filosofa e filosofa-danzatrice”, indagherà il processo di creazione nell’arte contemporanea, mentre dal Brasile Jomar Mesquita (2/9), in una miscela di samba, merengue, forrò e danza contemporanea, renderà omaggio all’artista Arthur Bispo do Rosario, noto per aver creato complesse installazioni caratterizzate dalla presenza non convenzionale di ricami, metafore
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di Ferrai Bellucco Alessandra BORGO VALSUGANA CORSO AUSUGUM, 60/66 TEL. 0461.757275 78
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“d’arte e follia”. Sempre dal Brasile Marcia Milhazes (7/9) presenterà, nella piazza del Mart, una creazione pensata proprio per un luogo aperto attraverso un contatto ravvicinato con il pubblico, mentre la connazionale Marcia Milhazes (9/9) manifesterà il suo essere latino in uno stile contemporaneo decisamente europeo, così come Isabel Bustos (8/9) che, dopo un’esperienza alla Sorbonne di Parigi, esterna la sua modernità creando atmosfere provocanti e intriganti, condensando la doppia anima sudamericana, sempre in continua oscillazione tra la passione struggente e il divertimento travolgente.
Il coreografo israeliano e spagnolo d’adozione Sharon Fridman (3/9), con uno stile nutrito sia dal folklore della sua terra d’origine che dalla danza contemporanea e dal balletto classico, esprimerà nella sua creazione l’intimo
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travaglio delle due “facce” dell’esistere. Lascia invece spazio a qualsiasi immaginazione Uchuu, la pérformance dalle atmosfere surreali della giapponese Carlotta Ikeda (4/9), che dall’Oriente si è trasferita in Francia dopo aver fondato la prima compagnia tutta al femminile di Butoh, la danza d’avanguardia nipponica, in cui “il corpo deve muoversi come scultura vivente e mutevole modellata dalla vita stessa”. Da Singapore T.H.E. Dance Company di Kuik Swee Boon (5/9) presenterà, fra passato e presente, un omaggio poetico alla tradizione e con la seconda creazione in programma Water Bloom, in un ambiente che pare d’acqua, esplora invece la relazione dell’uomo con la natura. Dall’Africa Fernando Anuang’A (6/9), danzatore e coreografo keniota autodidatta, con sei vocalist intonerà canti di nascita o di morte, di iniziazione o di guerra, di lavoro o di gioco, dando esempio di come la tradizione più remota e radicata possa trasformarsi e incarnare la contemporaneità. I vincitori del concorso coreografico Danz’è dello scorso anno Laura Odierna e Salvatore Romania (7/9), in una coproduzione del Festival presenteranno un progetto
coreografico basato sulla ricerca e sullo studio della gestualità che da sempre caratterizza il popolo siciliano. Rimanendo in Italia con un’altra prima nazionale e produzione di Oriente Occidente, il coreografo Mauro Astolfi (5-7/9) coordinerà 11 giovani danzatori trentini in un laboratorio formativo sulla tecnologia umana, che porterà alla realizzazione di un Site Specific Young Project nella particolare cornice del MUSE (Museo delle Scienze) di Trento, un’architettura d’avanguardia firmata di Renzo Piano. Ad arricchire ulteriormente la proposta, anche quest’anno si svolgerà il concorso coreografico Città di Rovereto Danz’è, giunto alla sua quinta edizione, nel corso del quale le compagnie si esibiranno a Rovereto davanti ad una giuria di esperti (teatro alla Cartiera 6-8/9) e davanti al pubblico e a una giuria popolare (piazza Loreto 7 e 8/9). Gli stage e i laboratori in programma si concentrano in un Focus Dance - Contemporary creative labs, ovvero 15 laboratori coreografici, indipendenti l’uno dall’altro, 15 lezioni per permettere a tutti i partecipanti di sperimentare stili e approcci differenti alla danza contemporanea con 4 grandi insegnanti: Mauro Astolfi (Italia), Shangchi Sun (Taiwan), Natalia Horecna (Cecoslovacchia), Allan Falieri (Brasile). Il centro storico ospiterà poi la rassegna Happy Dance (piazza Loreto 1-6 e 9/9), che vedrà protagoniste alcune giovani compagnie e scuole di danza locali e non solo, mentre, infine, gli incontri della sezione Linguaggi (Mart 1-9/9) con intellettuali, giornalisti e scrittori, che lanceranno quest’anno uno sguardo sui mondi nuovi di oggi e di ieri, approfondendo alcune delle questioni cruciali legate alla prepotente crescita economica e culturale. www.orienteoccidente.it ■
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S. Maddalena
28 –30.9. 2012 www.speckfest.it In caso di maltempo la festa verrà spostata di una settimana.
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www.spazioeventart.com
sei mesi di eventart
“P
er spiegare cosa sia lo Spazio Event Art basterebbe far parlare i numeri dei primi sei mesi di attività – afferma con soddisfazione il coordinatore artistico Claudio Cavalieria, – alle 14 mostre proposte fino ad oggi hanno partecipato 89 artisti, di cui 5 stranieri e 24 provenienti da fuori regione. Ma soprattutto, nel caratteristico spirito dell’iniziativa, sono state realizzate una serie di serate speciali con 10 eventi tra performance artistiche e momenti musicali, 9 video d’arte o proiezioni di diapositive e perfino una sera dedicata alla poesia con spontanei contributi anche da parte del pubblico”. Su questa linea si continuerà a lavorare perché è senz’altro un punto di distinzione che differenzia questo centro culturale da qualsiasi altra tradizionale sala per esposizioni. La partecipazione degli artisti, e in qualche occasione addirittura del pubblico, è costantemente aperta ad un contatto interattivo che permette a tutti di esprimere la propria creatività in un clima informale e familiare in cui non sono mancati piacevoli e interessanti sorprese fuori programma. La linea operativa sui generis dello staff di Spazio Event Art gode, tra il resto, del prezioso appoggio dello storico dell’arte Franco Lancetti, che ha più volte collaborato e rimarcato la specificità co80
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Lo spazio di pergine permette agli artisti di esprimere la propria creatività in un clima informale e familiare
raggiosa dell’impresa, che per certi aspetti sfida completamente le tradizionali regole del mondo dell’arte. Anche le 3200 visite del sito web avute in questi pochi mesi sono testimonianza di un interesse che va al di là dei confini locali e di un vincente
uso della comunicazione via social network. Nelle intenzioni dello staff c’è, infatti, anche il forte desiderio di tessere stimolanti scambi con realtà artistiche extra regionali. In questa logica, diversi artisti locali sono già stati presentati in trasferta a Bolzano e in
Claudio Cavalieri e Paolo Ober davanti all’ingresso dello Spazio Event Art
Toscana, e nei prossimi giorni anche in Puglia. Mentre dal 8 al 22 settembre sarà invece a Pergine un importante gruppo di artisti caldeggiati dalla direttrice della galleria Mentana di Firenze, Laura Andreani, con la presentazione di Daniela Pronestì. Si tratta di Anna Cecchetti, Francesca Coli, Ida Coppini, Ugo Di Pasquantonio, Emilio Facchini, Annie Gheri, Francesca Guetta, Paolo Lantieri, Clara Polvani, Massimo Renzi, Tiziana Tedeschi, Bianca Vivarelli, Patrizia Voltolini. Dal 29 settembre al 10 ottobre è in programma l’evento sicuramente più ambizioso: La settimana del contemporaneo, collegata al circuito promosso da AMACI (Associazione dei musei di arte contemporanea italiani) con patrocinio culturale del Comune di Pergine e della sezione Adac del Mart di Rovereto, esposizione in due sedi, compreso il foyer del nuovo teatro perginese, e il 6 ottobre dedicato alle esibizioni dal vivo ■ degli artisti.
la Struttura organizzativa
P
residente onorario di Event Art è Elena Fia Fozzer; Presidente-coordinatore: Claudio Cavalieri; Vice Presidente: Giovanni Soncini; Webmaster: Paolo Ober; Segretari: Liana Vicentini e Franco Marino; Allestimenti: Sergio Decarli, Giovanni Soncini, Claudio Cavalieri, e Paolo Ober; Grafici: Michela Frizzi, Paolo Ober; Direttori artistici: Maurizio Scudiero e Roberta Fiorini; Critici collaboratori: Roberta Fiorini, Daniela Pronestì, Franco Lancetti, Giuliana Donzello, Valentina Cramerotti.
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Cristiano Godano
www.centrosantachiara.it
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ono tre gli appuntamenti nel segno del premio Paolo Pavanello, dedicato ai giovani cantautori italiani ospitati nel Giardino del Centro S. Chiara. Si inizia sabato 1 settembre, dalle 21.30, ingresso libero come a tutti gli eventi, con “Sulle labbra di un altro” la presentazione del cd dedicato a Luigi Tenco, con la performance live di Giancarlo Onorato, Guido Maria Grillo, Ettore Andrea Maffei
Giuradei, Stefano Amen, con la presentazione di Luca Trambusti giornalista e dj di Radio Popolare. Sul palco una selezione dei 16 nomi che compongono la rosa del disco “Come fiori in mare”, che renderanno omaggio dal vivo a Tenco Sabato 8 protagonista del
premio pavanello Si inizia il primo settembre, con “Sulle labbra di un altro”, la presentazione del cd dedicato a Luigi Tenco. Poi arriva Cristiano Godano concerto sarà il cantautore Andrea Maffei con la sua Spritz Band nell’evento intitolato “Il suonatore Jones” e dedicato a Fabrizio De Andrè. La finalissima della XXIII edizione del Premio Pavanello si svolgerà il 15 settembre; a presentare i concorrenti sarà Ezio Guaitamacchi, giornalista e direttore della rivista Jam. Ospite dalla serata in versione solista sarà l’anima dei Marlene Kuntz, Cristiano Godano. Un’occasione per ascoltare in una veste acustica le ballate dei Marlene proposte dal il frontman e autore dei testi di una delle più amate rock band degli ultimi decenni in Italia. Oltre ai dischi pubblicati con la
sua band da “Catartica”, era il 1994, all’ultimo, “Canzoni per un figlio”, Cristiano Godano ha pubblicato per Rizzoli la raccolta di racconti “I vili”. Nel 2009 debutta come attore nel film di Davide Ferrario Tutta colpa di Giuda, di cui è anche autore della canzone principale, candidata al David di Donatello 2010. Contemporaneamente collabora con una nuova band, “Beautiful”, composta anche da Howie B e Gianni Maroccolo, già bassista per Litfiba, CSI e Marlene Kuntz. Dal 2008, Godano è uno dei docenti del Master in Comunicazione musicale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Il Premio Pavanello, orga-
nizzato dal Centro S. Chiara, da Lilium Produzioni e dal laboratorio Si Può Fare, si rilancia dunque con una formula più ampia di eventi che hanno sempre la musica d’autore come momento centrale e l’obiettivo di presentare e promuovere le migliori espressioni del giovane cantautorato tricolore. Prosegue così con una nuova edizione, l’avventura iniziata nel 1986 con l’obiettivo di valorizzare un patrimonio artistico e culturale del nostro territorio del quale Paolo Pavanello, scomparso tragicamente, fu interprete raffinato e sensibile. Nel frattempo, il Premio, grazie anche alla passione di Renzo Francescotti, ha saputo imporsi come una delle poche, genuine e reali opportunità offerte ai giovani cantautori della nostra provincia e dell’intero territorio nazionale di farsi conoscere e di portare alla ribalta il proprio talento. ■
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28-30 settembre 2012 Rovereto (Tn) www.educaonline.it info@educaonline.it
5ª edizione della manifestazione nazionale sull’educazione: seminari, dialoghi con autori ed esperti, incontri formativi, laboratori educativi ed animativi, spettacoli.
Chi ha passione per il futuro si incontra a EDUCA Promotori
Comune di Rovereto
Provincia autonoma di Trento
Sostenitori
Editori partner
ComunitĂ della Vallagarina
Federazione provinciale scuole materne Trento
trentinopanorama
www.educaonline.it
COSA FARÀ DA GRANDE?
I
n questa edizione Educa rimette al centro un elemento chiave del suo dna: il futuro. Un futuro che oggi appare sempre più cupo ed incerto soprattutto per i giovani. Non c’è, infatti, genitore o insegnante che non si chieda guardando il proprio figlio o studente “Cosa farà da grande?”. L’interrogativo – titolo della manifestazione – sottende una preoccupazione principalmente economica legata all’idea che la realizzazione di una persona dipenda principalmente da lavoro e guadagno. A Educa si proverà a cambiare prospettiva, a chiedersi innanzitutto: “chi sarà? che persona? che cittadino?”, nella consapevolezza che molto di ciò che saranno i giovani domani dipende da quello che sono e fanno gli adulti di oggi. Come sempre la tre giorni
Torna a Rovereto, dal 28 al 30 settembre, “Educa”, la manifestazione nazionale sull’educazione
dell’educazione userà “linguaggi” diversi: dall’arte alla creatività con gli spettacoli e i laboratori; dalla riflessione al confronto con i seminari, i dialoghi e gli incontri con l’autore. Educa - incontro di esperienze e saperi differenti - è nata da un’idea della cooperazio-
ne, in primis da Con.Solida consorzio della cooperazione sociale trentina e dal resto del mondo della cooperazione locale e nazionale, con l’appoggio di partner istituzionali come la Provincia e altri enti ed istituzioni locali. Educa si aprirà giovedì 27 con un’anteprima dedicata da un lato all’economia della felicità insieme a Stefano Bertolini e Alessandra Smerilli, dall’altro all’orientamento scolastico e formativo. Nei giorni successivi, accanto ai seminari, anche laboratori educativi per bambini, ragazzi e famiglie; letture animate, spettacoli teatrali come “Orizzonti nelle mani” e musica con il concerto del cantautore Paolo Benvegnù. Un centinaio di giovani da tutta Italia porteranno, poi, a Rovereto testimonianze di
come sia possibile percorrere sentieri nuovi per conquistare il domani e incontreranno testimoni del nostro tempo come Sebastiano Zanolli, manager del gruppo Diesel. Grande attenzione, poi, alla famiglia con seminari dedicati all’adolescenza, periodo di instabilità per antonomasia, ma anche alle giovani coppie, in bilico tra timore e desiderio di futuro. Lo psicoterapeuta Giuseppe Pellizzari rifletterà sulla crisi che sta vivendo oggi la figura del padre, mentre il filosofo Roberto Mancini parlerà dell’importanza di insegnare alle nuove generazioni come resistere all’omologazione della società odierna. Focus poi sul dilagante fenomeno del gioco d’azzardo: nel seminario “A che gioco giochiamo?” dati, lettere e testimonianze dal vivo di ex giocatori e loro famigliari, mentre nella conferenza-spettacolo “Fate il nostro gioco” il matematico Paolo Canova e il fisico Diego Rizzuto smonteranno alcune delle più comuni credenze sul tema. Anche nel laboratorio del sabato su Corso Bettini, grandi e piccoli potranno provare a “sfidare la sorte”con giochi probabilistici per sfatare falsi miti. Dialogo molto atteso, infine, quello con Franco Antonello che racconterà il viaggio attraverso l’America con il figlio autistico Andrea. Una storia preziosa raccontata nel libro “Se ti abbraccio non avere paura”. ■ 83
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www.speckfest.it
Speckfest
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al 28 al 30 settembre, a Santa Maddalena in Val di Funes, ai piedi delle Odle, si terrá la decima edizione della Festa dello Speck Alto Adige. L’evento è all’insegna dello speck Alto Adige IGP (indicazione geografica protetta), contraddistinto dalla classica pettorina verde. Per tre giorni ospiti italiani e stranieri potranno festeggiare e divertirsi stando insieme degustando prelibatezze a base di speck, immersi in uno dei più affascinanti pa-
Decimo anniversario per la tradizionale festa della Val di Funes, in alto adige. Dal 28 al 30 settembre, a Santa Maddalena esaggi alpini dell’Alto Adige. Come ogni anno, il momento principale della tradizionale festa dello speck sarà rappresentato dalla sorpresa a base di speck. Oltre ai tradizionali piatti a base di speck Alto Adige IGP, l’evento offrirà anche pane fragrante, un mercato di prodotti contadini, giochi per i bambini e tanta musica.
La festa nasce da un’iniziativa comune dell’Associazione Turistica Val di Funes, del Consorzio Speck Alto Adige e dell’EOS – Organizzazione export Alto Adige della Camera di commercio di Bolzano, ed è supportata da tutte le associazioni della vallata. Il programma dettagliato dell’evento è reperibile alla pagina www.speckfest.it.
Contemporaneamente alla festa dello speck, si svolgerà a Bressanone il tradizionale “Mercato del pane e dello strudel Alto Adige”. ■
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di Fabio De Santi
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rano quattordici anni, tantissimi in termini di ere musicali, che non avevamo notizie discografiche dei Kalevala. È quindi con il piacere di ritrovare questa formazione importante per la musica trentina che segnaliamo l’uscita del nuovo album del gruppo, “La millesima lingua”, il seguito del fortunato “Salgari”. Il nuovo disco verrà presentato il 9 settembre a Pergine; contiene dieci brani inediti composti in questi anni da Antonio Floris e arrangiati collettivamente da tutti i componenti. Tutto il tempo passato è racchiuso in una maturazione della musicalità del gruppo, rappresentata dalla ricerca di una certa essenzialità degli arrangiamenti. Sebbene sia sempre
il ritorno dei kalevala Dopo quattordici anni un nuovo cd per la band trentina, capitanata da antonio floris. “La millesima lingua” esprime una musicalità originale e, per certi versi, sorprendente presente il riferimento alle musiche tradizionali europee e dell’area mediterranea, elementi che da sempre caratterizzano la proposta dei Kalevala, è in questo lavoro certamente più sfumato che in passato, mentre prende
corpo una musicalità originale, anche se fortemente radicata nel solco della canzone d’autore italiana. “Nei nostri brani – sottolinea Antonio Floris – evitiamo di lanciare facili messaggi sociopolitici, almeno nell’accezione
di un certo cantautorato del passato; ci piace piuttosto raccontarci storie che si prestano a molteplici chiavi di lettura, alcune delle quali da scoprire dopo ripetuti ascolti. L’ascoltatore viene invitato a seguire il flusso di musica
“Mozart e oltre”, ecco La Settimana mozartiana
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li appuntamenti della ventunesima “Settimana Mozartiana”, in programma dal 13 al 16 settembre, sono vari nell’intento di soddisfare il pubblico, di affezionati e di appassionati, che parteciperà ai concerti organizzati negli antichi Palazzi nei quali è stato ospitato Mozart. Si inizia giovedì 13 settembre alle ore 11.00 con il concerto di “Mozart Boys&Girls e 100 Mozartkinder di Chemnitz (Germania) e Chomutov (Rep. Ceca)” presso il Teatro Comunale “Monte Baldo” a Brentonico. Sabato 15 settembre, presso il “Palazzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto a Rovereto, si terrà il “Convegno Internazionale di Studi Mozartiani” sul tema
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“Figaro qua, Figaro là. Il personaggio di Figaro nella storia del melodramma” coordinerà Rudolph Angermüller. Importanti gli appuntamenti musicali delle 17.00: a Riva del Garda, presso l’Auditorium del Conservatorio, si esibirà il duo pianistico per pianoforte a quattro mani Bruno Canino e Roberto Issoglio, mentre a Rovereto presso Casa Mozart si esibirà la più famosa pianista del Giappone Juko Hisamoto. Domenica, 16 settembre, alle 11 presso Palazzo Pizzini di Ala, con il “Coro Amadeus di Sapporo (Hokkaido)” diretto dal M° Yasuhiro Tsukada accompagnato dal Quintetto Mozart Boys&Girls e dall’Orchestra Mozart Boys&Girls diretti dal M° Italo Rizzi. Alle 17 presso Palazzo Lodron di Nogaredo si esibirà il Quintetto AudiMozart, con i vincintori del Concorso Internazionale per fiati AudiMozart: Giulia Baracani, flauto, Sergey Finoedov, oboe, Jonathan Castellanos Fasanar, clarinetto, Josep Joaquim Sanchis Castellanos, fagotto e Davide Bettani, corno. La Settimana Mozatiana 2012 si concluderà alle ore 20.45 presso l’Auditorium Melotti di Rovereto con l’atteso appuntamento di “Leggendo da Ponte: Storie di teatro, musica, amore e denti nell’autobiografia del poeta di Mozart” spettacolo di e con David Riondino, voce recitante, Roberto Issoglio, pianoforte e le illustrazioni di Milo Manara. Info: www.mozartitalia.org
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Foto: © Fototeca Trentino Book Festival
e parole senza cercare una separazione netta fra le due componenti”. Nei testi, caratterizzati spesso dal rapporto tra l’uomo e il territorio, dalle istanze di convivenza e dalle contraddizioni, è forte il ricorso a metafore e allegorie: così, ad esempio, la millesima lingua è quella ancora da imparare per comunicare con gli altri, in uno spirito di accoglienza: l’ape operaia grida forte l’orgoglio per il suo lavoro non pagato, l’orso si fa uomo e viceversa. La formazione attuale dei Kalevala comprende il nucleo storico dei “fondatori” Antonio Floris (voce, chitarra, flauti, viola, bouzouki), Nicola Toller (batteria e percussioni), Elisabetta Wolf (violino), ai quali si sono affiancati, da qualche anno a questa parte, Claudio Bonvecchio, al bas-
so e ai cori, e il polistrumentista Stefano Gasperetti (tastiere, cori e una moltitudine di strumenti a corda). A Stefano si deve anche il fondamentale ruolo di aver curato le registrazioni del disco, il cui missaggio e mastering è stato poi realizzato da Marco Olivotto. Hanno partecipato in veste di ospiti anche Andrea Anderle (fisarmonica), Dora Cainelli (violoncello) e Sissi Veys (voce). Tra i brani più interessanti del disco c’è proprio la title track “La millesima lingua”: un vero e proprio omaggio alle diverse coniugazioni territoriali della nostra lingua nazionale, che contiene alcuni versi scritti in una sorta di melting pot dialettale italiano. Dal punto di vista musicale i Kalevala non nascondono di aver voluto, in questo brano, rendere omaggio all’opera di Fabrizio De Andrè. Curioso, inoltre, un titolo come “Canto dell’orso” che Floris delinea così: “Si tratta di un pezzo molto trentino, nel senso che affronta una tematica di stretta attualità territoriale locale, ma il pezzo è stato scritto più di dieci anni fa, a testimonianza del ruolo anticipatore della creatività artistica. In questo caso l’orso non è solo un animale ferito e impaurito, usato, maltrattato e a volte vilipeso, l’orso è anche dentro di noi, l’orso siamo noi con le nostre contraddizioni. L’Orso sta ai Kalevala come la Balena sta a Melville, o come la Tigre sta a Salgari”. ■
DAY SPA FULL accesso alla Spa dalle ore 9.00 alle ore 19.00 pranzo a buffet naturale in sala riservata 12 – 14.30 menu: verdure fresche e grigliate, frutta, formaggi light sconto del 15 % su tutti i trattamenti benessere in omaggio un prodotto della linea cosmetica delle Terme di Levico e Vetriolo utilizzo piscina interna riscaldata con Jacuzzi, sauna finlandese, bagno turco e palestra utilizzo piscina esterna (da giugno a settembre) accappatoio, telo bagno e ciabattine in uso, posto auto riservato nel nostro garage coperto, internet wireless gratuito Ingresso €. 40,00 a persona
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Diciamo grazie alle nostre regine
VAL DI FIEMME, dal 7 al 16 settembre 2012
Magnifiche degustazioni di formaggi e prodotti tipici fra due Desmontegade
Fra le 18 mila sagre che si organizzano ogni anno in Italia, le feste delle transumanze hanno il sapore di un ringraziamento. In un tempo non molto lontano, una mucca o qualche capra hanno garantito la sopravvivenza di intere famiglie. Il senso di un “grazie” è ancora vivo fra le migliaia di persone che ogni anno acclamano le capre di Cavalese (Desmontegada de le caore, domenica 9 settembre) e le mucche di Predazzo (Desmontegada de le vache, domenica 16 settembre). Ancora oggi le nostre mucche e le nostre capre donano un nutrimento sano e delizioso, con un latte che profuma di fiori e prelibati formaggi d’eccellenza. La Val di Fiemme, attorno a queste due “sagre del ringraziamento”, propone dieci giorni di eventi, degustazioni, fra pedalate golose, laboratori per piccoli pasticcioni, incontri con il Gusto Trentino e i Magnifici Prodotti di Fiemme, ma anche visite a caseifici, stalle e malghe. I ristoranti invitano ad assaporare i menù elaborati dagli chef aderenti alla Strada dei Formaggi delle Dolomiti e al club Tradizione e Gusto, offrendo intervalli dal gusto semplice e genuino.
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opo il grande successo fatto registrare dalla 1a edizione del 2011, il Golf con la G maiuscola torna in Trentino e con più precisione in Val di Non dove, sugli splendidi green del Dolomiti Golf Club di Sarnonico, dal 20 al 22 settembre 2012 è in programma la seconda edizione di Internorm Trentino Dolomiti Golf Open. Internorm Trentino Dolomiti Golf Open si inserisce all’interno di due prestigiosi tour golfistici: il circuito professionistico Alps Tour (www. alpstourgolf.com) e il Pilsner Urquell Pro Tour (www.italianprotour.com) il circuito nazionale di dieci gare allestite dal Comitato Organizzatore Tornei dei Professionisti della Federazione Italiana Golf e divenuto oggi modello ed esempio per le altre nazioni. Tra gli oltre 100 giocatori nazionali e internazionali, che si contenderanno il montepremi di 40mila euro, figurano quasi tutti i migliori player dell’Alps Tour. Teatro dell’evento sarà ancora una volta il Dolomiti Golf Club di Sarnonico, tracciato che già da tempo si è fatto conoscere e apprezzare dai maggiori intenditori di questo sport non solo in Trentino Alto Adige,
trentino golf Dopo il grande successo della prima edizione l’Alps Tour, torna in Val di Non, dal 20 al 22 settembre ma in tutt’Italia: si tratta infatti dell’unico campo a 18 buche del Trentino. Il torneo sarà occasione per gli appassionati di poter vedere i protagonisti in azione, ma anche per cimentarsi con questa disciplina grazie agli eventi di contorno ideati dal comitato organizzatore. Il pubblico potrà infatti assistere gratuitamente alle gare per tutta la durata di Internorm Trentino Dolomiti Golf Open negli appositi spazi organizzati lungo il percorso. Inoltre, sabato 22 settembre dalle 11 alle 13, alcuni professionisti saranno disponibili ad offrire gratuitamente a chiunque lo vorrà un’infarinatura sul gioco del golf direttamente sul campo pratica. Quest’anno, inoltre, non saranno solamente i professionisti a vincere, ma anche i visitatori più fortunati per i
Carne salada e fumada di agnello con misticanze, senape, frutti del sottobosco e mandorle *** Fregole di grano saraceno al cunel, erbette e pan brusà
quali il comitato organizzatore mette in palio allettanti premi, tra cui ingressi gratuiti per la stagione 2012, inviti di partecipazione ad una Pro-Am a scelta del circuito Italian Protour e altri premi ancora. Ad inaugurare la prima giornata del Dolomiti Golf Open sarà la Pro-Am che si giocherà mercoledì 19 settembre. Durante la gara, che come consuetudine vedrà giocare in team un professionista e tre amatori, si potranno vedere all’opera alcuni tra i protagonisti del torneo e valutarne la condizione prima dell’avvio
ufficiale delle competizioni. La prova sarà inoltre perfetto preludio simbolico alla vera e propria competizione, perché esempio di incontro tra golf professionistico e dilettantistico all’insegna dello sport sano e amatoriale. Poco distante dal centro storico di Sarnonico, nel cuore dell’alta Val di Non, il percorso del Dolomiti Golf Club si distende elegante e armonioso tra fitti boschi d’abeti e verdi colline. Realizzato nel suo nucleo più antico alla fine degli anni ’80, questo splendido campo da golf ha raggiunto la sua piena maturità all’inizio del nuovo millennio, quando, inaugurata la fatidica diciottesima buca, è entrato a pieno titolo tra i percorsi tecnici più suggestivi e impegnativi di tutto l’arco alpino. Per informazioni: Dolomiti Golf Club Tel. 0463.832698. ■
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funivia al Rosengarten In tedesco, significa giardino delle rose, ma a cosa è dovuto questo nome? È legato alla leggenda di Re Laurino...
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alendo con la funivia da Vigo di Fassa, si giunge al Ciampedie, nel mezzo dell’anfiteatro creato dalle frastagliate creste del Gruppo del Catinaccio Rosengarten. In lingua tedesca Rosengarten significa giardino delle rose, ma a cosa è dovuto questo nome? È legato alla leggenda di Re Laurino, sovrano di un popolo di nani il cui regno era nascosto fra le guglie del Catinaccio. È una delle più popolari leggende dolomitiche, popolare al punto da esisterne diverse versioni. Tutte narrano di vicende di principesse e cavalieri, di rapimenti e sotterfugi, ma quel che è certo è che un tempo il Catinaccio ha ospitato il regno di Re Laurino ed il suo unico e magnifico giardino di rose rosse, da cui, appunto, Rosengarten. Il regno di re Laurino, il Catinaccio, è oggi il regno degli amanti della montagna. Trova soddisfazione la famiglia con bambini, chi vuole fare una comoda passeggiata ed anche l’escursionista esperto alla ricerca di vie attrezzate o percorsi di arrampicata. Dall’arrivo della funivia e delle seggiovie partono infatti numerose escursioni di ogni grado e difficoltà. Tutta l’area è servita da sentieri e 90
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percorsi ben segnalati. Dal Ciampedie il panorama si apre verso ovest in lontananza con il Gruppo del Latemar. Più vicino la Roda de Vaèl e le Cigolade, verso nord Cima Catinaccio e le Torri del Vajolet ed i frastagliati dirupi del Larsech che sembra di poterli toccare con mano. Più in lontananza, verso l’alta Val di Fassa, i Gruppi del Sassolungo e del Sella. Verso valle una
splendida balconata sulla Val di Fassa e più giù, verso la Val di Fiemme ed il Gruppo del Lagorai. L’accesso all’intero Centro Escursioni Catinaccio è agevole. Il sentiero nr. 540, che si imbocca immediatamente dopo il Rifugio Negritella, conduce fino alla conca di Gardeccia in 45 minuti di pianeggiante camminata. Lungo il sentiero è stato sviluppato il “Sentiero della
Foresta”: troverete numerosi punti illustrativi sulla natura di alta montagna, tante piccole perle per stimolare la curiosità sulla natura. La funivia di Vigo rimane aperta fino a domenica 7 ottobre, offrendo la possibilità di gustare la tranquillità, la limpidezza ed i colori che le giornate assolate autunnali sanno regalare. Info: Funivie Catinaccio Tel. 0462 763242. ■
Festival organistico “Città di Trento”
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al 30 agosto al 26 ottobre, dieci concerti con interpreti di Italia, Francia, Austria e Germania: questi i numeri della XV edizione del Festival organistico internazionale “Città di Trento”, iniziativa che prevede dieci appuntamenti sugli strumenti più significativi della città, resi più preziosi dal tanto atteso riabbraccio degli appassionati con il restaurato Organo Famoso, quello della Basilica di Santa Maria Maggiore, da anni silenzioso e ora più smagliante che mai nella riaperta e rinnovata chiesa cittadina. Legittimamente orgoglioso del lavoro fin qui svolto il presidente dell’Associazione “Lunelli” organizzatrice dell’evento: “molteplici possono essere le motivazioni capaci di spingere un gruppo di musicisti ad impiegare tanto del proprio tempo e delle proprie energie nell’allestimento di un così corposo calendario di appuntamenti. Da parte nostra, in primo luogo, è l’amore per il nostro strumento che ci sprona a condividere questa passione con chi, pur magari non musicista, è affascinato da quell’aura di mistero che sempre sprigiona dall’organo a canne e dalla bellezza mai opaca della sua vastissima letteratura”. Il primo concerto-presentazione di settembre, si terrà proprio nella Basilica di Santa Maria Maggiore, mercoledì 12 settembre. Seguirà, giovedì 20 settembre, nella Chiesa del SS. Sacramento, l’esibizione dell’organista francese Pierre Pincemaille (ore 21, vedi foto). Info e calendario dei concerti: www.associazionerenatolunelli.org
www.visittrentino.it
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conclusione della stagione estiva tornerà anche quest’anno «I Rifugi del Gusto», l’iniziativa promossa dall’Assessorato all’agricoltura, foreste, turismo e promozione della Provincia di Trento, Associazione Gestori Rifugi del Trentino, Sat, Accademia della Montagna e Trentino Marketing, con la partnership di Cavit e della Distilleria Marzadro, per prolungare la stagione in alta quota gustando i prodotti tipici dell’enogastronomia trentina. Dal 22 settembre al 7 ottobre, saranno 44 i rifugi che rimarranno aperti per offrire ospitalità nell’ambiente incontaminato delle Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità in una stagione che valorizza al meglio la bellezza della montagna, proponendo le eccellenze della cucina del territorio. In ciascun rifugio l’ospite sarà accolto dal sorriso cordiale dei gestori, da un caloroso benvenuto e da un calice di Trentodoc Metodo Classico accompagnato dai sapori della nostra terra. Come nelle precedenti edizioni, sarà poi possibile gustare le ricette della miglior tradizione gastronomica trentina, rielaborate dallo chef stellato Rinaldo Dalsasso. La trota marinata all’aceto di mele, i canederli alle erbe e ai formaggi e il brasato di
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i rifugi del gusto Ad aderire saranno quest’anno 44 strutture, che prolungheranno l’apertura estiva e proporranno i piatti della tradizione. dal 22 settembre al 7 ottobre
manzo con polenta costituiranno il piatto «I Rifugi del Gusto», proposta creata con l’apporto di esperti dell’alimentazione tenendo conto anche dei valori nutrizionali dei vari ingredienti per il benessere dell’ospite. Il piatto speciale sarà proposto a 16 euro, prezzo che comprende anche un calice di vino (a scelta tra Trentino Doc Nosiola, Trentino Doc Marzemino e Teroldego Rotaliano Doc) e un bicchiere di TrentinoGrappa. Il vasto menù de «I Rifugi del Gusto» propone poi primi sfiziosi come la zuppa di fagioli, l’orzetto di verdure alla trentina, i canederli ai funghi con burro di malga fuso e gli gnocchi di patate, secondi della tradizione come lo spezzatino alla
trentina, il guanciale di maiale al Trentodoc con polenta o purè e il tagliere di formaggi tipici. Per concludere il pasto alcuni dolci da leccarsi i baffi come il flan di mele della Val di Non Dop, la torta di carote e le pere al Teroldego Rotaliano. Un pasto completo, comprensivo di un calice di vino e di un bicchiere di TrentinoGrappa, sarà proposto al prezzo speciale di 20 euro. Il tutto godendo dell’accoglienza tipica dei rifugi, strutture che hanno mantenuto la propria identità pur trasformandosi in spazi ricettivi organizzati, pronti ad ospitare gli amanti della montagna in un ambiente di alta qualità. Situati ai piedi di vette suggestive o agli incroci delle principali vie alpinistiche, essi sono il luogo ideale per tutti coloro che amano camminare in montagna e che vogliono godersi dei momenti di assoluto relax. Ogni momento passato in questi ambienti consente di imparare qualcosa di nuovo sulla vita in montagna: in un’atmosfera che favorisce la socializzazione e la conoscenza di nuovi amici, il gestore si presenta come un alpinista esperto, sempre
pronto a fornire agli avventori utili consigli per le future uscite verso le vette trentine. Per un’offerta al passo con la tecnologia in diversi rifugi è presente la rete wireless, per consentire agli escursionisti di connettersi ad internet. Il collegamento è ora attivo in 32 strutture ed è garantito da Trentino Network con la rete Wi-net. L’obiettivo per il 2012 è quello di fornire ad una cinquantina di rifugi un collegamento wireless, così come accade nel resto del nostro territorio, l’unica regione in Europa ad essere completamente coperta dalla rete senza fili. Per ulteriori informazioni è disponibile il sito www.visittrentino.it/irifugi-del-gusto. ■
trentinopanorama
www.visittrentino.it Foto: © Fototeca Trentino Marketing, immagini di C. Baroni, P. Geminiami, T. Brunner
intrigante foliage!
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n America conta tantissimi appassionati e ora anche in Europa e in Italia si sta rapidamente diffondendo. È il foliage, il grande scenario fatto di tinte forti in rosso, giallo e arancione che la natura offre ogni autunno nei grandi boschi di latifoglie e che diventa soggetto di fotografie e dipinti di tanti appassionati. Ora è anche un’esperienza che è possibile vivere in Trentino, grazie ad una serie di percorsi ed itinerari dove l’ospite, attraverso percorsi suggestivi, potrà vivere la natura con i suoi effetti cromatici più intensi. Tutto questo accompagnato da pranzi in malga con i sapori del bosco, con i piatti
Attraverso una serie di percorsi nella natura sarà possibile scoprire un Trentino diverso fatto di rosso e giallo, e di un’atmosfera di grande relax tipici del Trentino dalla varietà di formaggi, ai funghi, alle mele e con la garanzia di accompagnatori unici e professionali. Prima tappa a Rabbi Fonti, nello scenario del Parco Nazionale dello Stelvio, e a Bellamonte, nel Parco Naturale di Paneveggio, nel weekend del 5-7 ottobre. In quello successivo, dal 12 al 14 ottobre, ci attendono invece la Val di Sella, una suggestiva laterale della Valsugana, e la Val Canali,
vicino a San Martino di Castrozza, sempre nel Parco Naturale di Paneveggio. Dal 19 al 21 ottobre tocca all’alta Val di Cembra, al Monte Bondone e al Monte Baldo. Gran finale nel fine settimana compreso fra il 25 e il 27 ottobre al Lago di Tovel e in Val Nana. Le proposte vacanza prevedono due pernottamenti nella formula B&B e la partecipazione alle attività studiate, differenti a seconda della località e delle op-
portunità che offre, ad un prezzo compreso fra i 95 e i 125 euro. Questo progetto nasce dalla collaborazione fra il Dipartimento Territorio, Ambiente e Foreste - Incarico speciale per la valorizzazione della rete delle aree Protette, i Parchi, le ApT e Trentino Marketing. L’iniziativa è stata pensata in un’ottica di valorizzazione della stagione autunnale e di destagionalizzazione della fruizione del territorio. ■ 93
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er chi sale a Castel Pergine, Pergine Valsugana, e vagabonda tra gli spazi verdi e di pietra dell’antico castello, s’imbatte in strutture “spezzate”, sculture
che improvvisamente s’interrompono, rompendo ogni linea continua, ogni continuità tra l’origine, la sorgente e
spezzati” li chiama
il suo autore, lo scultore torinese, ma nativo di Alba,
Riccardo Cordero, che fino al 4 novembre occupa il territorio castellano con una sua mostra personale antologica, curata da Luciano Caramel (autore anche del catalogo). Spezzati perché volevo rappresentare nuclei di mondi rotolati giù, elementi stellari che come alieni sono andati a posarsi sulla terra. Infatti questi lavori sono lontani anni luce dall’alfa e omega, dalla circolarietà infinita. Sono frammenti caduti dal cielo che, autonomamente e automaticamente, hanno trovato una loro collocazione ambientale. Seguendo l’istinto, le opere sono andate quasi a posizionarsi da sole
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l Corno Bianco, vetta dolomitica Patrimonio Naturale dell’Unesco, da inizio agosto è in cornice. L’idea è dell’artista ampezzano Mauro Lampo Olivotto, invitato dalla galleria d’arte a cielo aperto RespirArt Pampeago a esporre un’opera d’arte nella natura del Latemar. L’artista ha intagliato anche tre troni gotici che invitano a una pausa di meditazione per ammirare quello che oggi appare il quadro più “realista” delle Dolomiti. Lungo il sentiero artistico RespirArt, che da Baita Caserina conduce in circa 2,5 chilometri a Baito La Bassa, è sorta anche l’opera di land art “Valanga di pensieri” dell’artista tedesco Thorsten Schütt. L’edizione 2012 è stata inaugurata con i vini di Eugenio Rosi e con una performance artistica dello chef del ristorante stellato El Molin di Cavalese, Alessandro Gilmozzi, che ha creato, a quota 2000, il dessert “Borderline”, elaborando gemme di pino mugo, terriccio di mais, resina di larice e licheni caramellati. Durante il mese di settembre, chi visiterà la galleria d’arte fondata dalla giornalista Beatrice Calamari e dall’artista Marco Nones, potrà ammirare anche il nuovo Teatro del Latemar di Marco Nones. L’opera d’arte, che accarezza i profili delle vette dolomitiche, sarà ultimata nella prima settimana di settembre. Info: www.respirart.com - www.visitfiemme.it.
e in automatico. E’ successo con la cometa e con l’opera posta all’ingresso. Mi è sembrato quasi di averle liberate
spezzare, del non finito. Nella consapevolezza che certe
sullo spazio, perché potessero riconquistare la loro
volte basta un semplice accenno, un’idea, un frammento
posizione naturale.
appunto, per catturare il senso delle cose e del mondo
Riccardo Montero è, prima di essere un artista, uomo
e restituire al pubblico tutto l’impatto formale e segnico
di mondo, frequentatore ben accolto in terre esotiche,
di un universo in miniatura. D’altronde sono quattro anni
visto che lavora spesso in Cina, a Shangai e nell’isola di
che l’artista segue questo filo d’Arianna del “non finito”.
Formosa, a Taiwan. Forse è proprio lì che ha appreso
E come sottolinea Luciano Caramel, quel che prima e più
questa concezione del frammento, dell’interrompere, dello
di tutto conta ora, in Cordero, è il dar forma a strutture
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Foto: Eugenio Del Pero
la fine. “Micromondi
Foto: Eugenio Del Pero
Tra pergine e la val dei mocheni di musil
RespirArt Pampeago, Dolomiti in cornice
trentinomostre interferenti con lo spazio in un reciproco fertile coinvolgimento... Continuità e coerenza individuabili primariamente nel rifiuto della forma a priori, chiusa e ferma, a favore della materia in quanto tale e dell’energia in essa attiva e da essa attivata in forme anche geometriche e calcolate, nella tensione tra implosione ed esplosione, forza centripeta e centrifuga, col coinvolgimento determinante di quel fattore della scultura fondante che è lo spazio, alla forma interno ed esterno… Orario: martedì-domenica 10-22, lunedì 17-22. Una mostra atipica da non perdere, enciclopedica in tempi di arida specializzazione, è quella curata da Alessandro Fontanari e Massimo Libardi, coordinata per l’Istituto culturale mòcheno, Palù del Fersina, da Claudia
Marchesoni, e dedicata a “Musil en Bersntol, la grande esperienza della guerra” (chiude il 30 settembre). L’esposizione, aperta presso il Learzentrum, a 50 metri dalla sede dell’Istituto, vuole raccontare l’esperienza di uno dei più grandi scrittori del Novecento, autore del romanzo l’Uomo senza qualità ma ancor di più della breve ma splendida novella “Grigia”, ambientata proprio a Palù del Fersina. In occasione del settantesimo anno della morte dell’autore, avvenuta nel 1942, la valle vuole ricordare la sua presenza in questi luoghi durante la prima guerra mondiale, nel corso del 1915, quando vi arrivò in qualità di sottotenente dell’esercito austroungarico. La singolarità della valle in
Arco Mostre ISLANDA Apertura: da venerdì 10 agosto a domenica 9 settembre. Palazzo dei Panni, spazio di casa Collini. Mostra fotografica di Ragnar Axelsson. Info: www.comune.arco.tn.it. Mostre Koen van der Broek Apertura: da venerdì 7 settembre a domenica 2 dicembre. Palazzo dei Panni. La pittura di Koen van der Broek (Belgio, 1973) trascrive i bordi degli spazi urbani così come il paesaggio costruito e decostruito. Nascono tele semi astratte dalle tinte appiattite e dai confini degli elementi non definiti. Forme interrogative sulla visione prospettica e sulle profondità dei luoghi traducono la struttura compositiva di uno spazio ambientale divenuto quasi evanescente. Privata dalla presenza di figure, di monumenti, di riferimenti riconducibili ad una identificazione caratterizzante, la scena è come sospesa e in attesa di essere evocata. Info: www. museoaltogarda.it. Mostre Tramonti da Stiff Apertura: da venerdì 22 giugno a sabato 29 settembre. Arco. Rifugio Prospero Marchetti allo Stivo. Film, musica, cene etniche, degustazioni e altro ancora. Info: www. ingardatrentino.it.
Candriai Mostre BENI COMUNI, PROPRIETà COLLETTOVE E USI CIVICI IN TRENTINO TRA ‘700 E ‘900. MAPPE E DOCUMENTI DEL MONTE BONDONE Apertura: da venerdì 27 luglio a domenica 2 settembre. Malgone. Mostra a cura di Mauro Nequirito. Anche nei weekend fino al 15 settembre. Info: www.apt.trento.it.
Cavalese Mostre alle porte del silenzio Apertura: fino a domenica 2 settembre. Palazzo Firmian. Dialogo tra la scultura di Willy Verginer e la pittura di Robert Bosisio. Mostra a cura di Elio Vanzo. Orario: tutti i giorni tranne il lunedì 15.30-19.30. Apertura serale il venerdì e sabato con orario 21-23. Entrata libera e visite guidate su prenotazione. Info: Cell. 334.6859243.
Cles Mostre CARLO SARTORI (1921-2010) - IL PITTORE DELLA NOSTRA TERRA Apertura: da sabato 7 luglio a domenica 9 settembre. Palazzo Assessorile di Cles. Ingresso libero. Orario: da martedì a domenica ore 10-12 / 16-19. Lunedì chiuso.
FONDO E ROMALLO Mostre “CANYON INARTE 2012” DIALOGHI SILENTI Canyon Rio Sass. Apertura: da venerdì 1 giugno a domenica 30 settembre. L’arte di Pietro Weber e David Aaron Angeli nel Canyon Rio Sass e nel Parco Fluviale Novella. Presenze scultoree che dialogano tra loro, la natura, la storia e i simboli. La leggenda delle Donne Anguane, donne delle Acque, antiche figure della mitologia celtica simbolo di positività che si rifugiano presso selvagge sorgenti e corsi d’acqua. I materiali naturali plasmati dall’uomo in figura di Cono vengono inseriti nella natura selvaggia dei Canyon: un ritorno ad un dialogo sincero. Info: APT Val di Non tel. 0463.830133; info@visitvaldinon.it.
Levico Terme Mercati Festa del mais Apertura: da venerdì 7 a domenica 9 settembre. Centro storico. Per questa manifestazione dedi-
tutti i suoi particolari aspetti lo colpisce profondamente: i paesaggi naturali dell’alta montagna, dei prati e dei boschi, gli abitanti, le loro attività quotidiane, la tipologia delle case, la lingua parlata, la storia mineraria. Visitando la mostra è possibile approfondire il rapporto creativo che Musil instaurò con la valle, documentando con i suoi appunti e le immagini il suo periodo di permanenza. Presso la sezione museale Filzerhof, a Fierozzo/Vlarotz, a pochi chilometri, è stata realizzata un’installazione a carattere audiovisivo, progettata e realizzata da Valentina Miorandi e Micol Cossali. Molte le iniziative collaterali, come escursioni letterarie, letture, ecc. Info: 0461550073, www-bersntol.it.
Candriai - Malgone
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trentinomostre cata alle farine autoctone italiane tra cui la farina di Mais Spin della Valsugana verranno realizzate delle pietanze con le diverse farine cui si vorrebbe proporre in abbinamento un calice di vino della Valsugana.. Mercati Festa dell’uva Apertura: da venerdì 14 a domenica 16 settembre. Centro storico.
Luserna Mostre GALIZIA 1914 - I SOLDATI TIROLESI TRENTINI NELLA GRANDE GUERRA Apertura: fino a domenica 4 novembre. Centro Documentazione. Orario: 10-12.30 / 14-18. Info: Tel. 0464.789638; info@lusern.it; www.lusern.it.
Malga Costa Valle di Sella Mostre Hortus Aeris di Klaus Illi e Bettina Bürkle Apertura: fino a domenica 14 ottobre. La coppia di artisti tedeschi ha voluto ricreare un’esperienza di grande suggestione, immaginando di condurre i visitatori in un “contenitore di respiri” a cui hanno dato il nome di “Hortus aeris”. Orario: giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre: tutti i giorni ore 10-19. Ingresso euro 5,00.
Mezzocorona Mostre 22a Mostra alla scoperta del Terlodego Apertura: da venerdì 31 agosto a domenica 2 settembre. Palazzo Conti Martini.
Nago Torbole Mostre NUDO S/COPERTA DELL’ANIMA - VISIONI E LETTURE Apertura: da sabato 28 luglio a venerdì 26 ottobre. Forte Superiore. Orario: lunedì 15-18 - martedì, venerdì 15-22, sabato-domenica 17-22.
Palù del Fersina Mostre Musil en Bersntol, la grande esperienza della guerra in Valle dei Mòcheni Apertura: da domenica 13 maggio a domenica 30 settembre. Istituto Culturale Mòcheno. Mostra dedicata a Robert Musil, uno dei più grandi scrittori del Novecento, autore del romanzo l’Uomo senza qualità”. L’iniziativa è diretta da Claudia Marchesoni con la consulenza scientifica di Massimo Libardi e Alessandro Fontanari. L’installazione artistica è curata da Micol Cossali e da Valentina
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Miorandi. Info: www.bersntol. it; kultur@kib.it; tel 0461.550073.
Pergine Valsugana Mostre RICCARDO CORDERO Macromondi spezzati Apertura: da sabato 21 aprile a domenica 4 novembre. Castello. Mostra in ricordo di Franco Batacchi e verrà allestita negli spazi aperti tra le due cinta murarie e nei saloni del Castello. Info: www. castelpergine.it. Mostre percorsi contemporanei Apertura: da sabato 8 a sabato 22 settembre. Spazio Eventart. In collaborazione con Associazione - Galleria Mentana - Firenze. Mostre Argini Variabili Apertura: da sabato 15 a domenica 23 settembre. Sala Maier. Mostra fotografica sull’Australia. Paesaggi e dettagli ma anche fotogiornalismo urbano. Mostra curata dallo studio di architettura Pegoretti, Burnazzi, Feltrin di Pergine. Foto di Andrea Vicentini. Orario: tutti i giorni ore 10-12 e 18-22. Ingresso libero. Info: cell. 348.5657670, info@andreavicentini.com. Mostre Mostra del contemporaneo Amaci Apertura: da venerdì 28 settembre a mercoledì 10 ottobre. Spazio Eventart.
Predazzo Mostre Geological landscape Apertura: da venerdì 3 agosto a venerdì 28 settembre. Museo Geologico delle Dolomiti. P.zza SS. Filippo e Giacomo, 1. Un viaggio alla scoperta del paesaggio geologico trentino. Fotografie panoramiche in grande formato, accompagnate da approfondimenti e spunti interpretativi, raccontano l’anima geologica e geomorfologica del nostro territorio. Mostra temporanea a cura di Matteo Visintainer e Riccardo Tommasoni. Info: www. geolandscape.it.
Revò Mostre “SETE, FILANDE E CAVALIERI. E IL GELSO IN VAL DI NON” Apertura: da venerdì 6 luglio a mercoledì 31 ottobre. Casa Campia. La mostra racconta l’avventura della bachicoltura e della produzione della seta nella valle, con un percorso che ne approfondisce gli aspetti scientifici, storici e letterari.
MOSTRA DI CARLO SARTORI A CLES
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al 7 luglio nella suggestiva e storica sede del Palazzo Assessorile di Cles è aperta una mostra su Carlo Sartori: dopo poco più di due mesi, chiuderà il 9 settembre. Scomparso nel 2009 a 88 anni, questo pittore amato probabilmente più di ogni altro dal pubblico trentino, a poco più di un anno dalla sua morte si costituita una Fondazione Casa Museo Carlo Sartori che, assieme al Comune di Cles, ha organizzato questa mostra. Tranne quattro tele provenienti da privati, tutte le altre – una quarantina di dipinti, schizzi, disegni con in aggiunta scritti e fotografie – provengono dalla neonata Fondazione che ha sede nella casa-museo, realizzata negli anni dallo stesso artista a Godenzo, a qualche chilometro da Comano Terme. La mostra, disposta in quattro sezioni che focalizzano il rapporto di Sartori con la sua terra e la sua gente, è corredata da un elegante catalogo il cui testo critico è di Nicoletta Tamanini che con Camillo Fedrizzi ha allestito l’esposizione. La Tamanini è nota per aver curato una serie di trasmissioni sull’arte a Telepace e per aver presentato altri pittori. Con un lavoro diligente e appassionato, la Tamanini ripercorre la straordinaria storia pittorica dell’artista: da quando faceva il pastorello e l’imbianchino a quando divenne un artista affermato in Italia. Etichettato quale artista naïf anche da critici famosi come Raffaele De Grada, è stato lo scrittore e critico Renzo Francescotti, nell’arco di un ventennio, attraverso articoli, saggi, cataloghi e monografie a dimostrare l’inconsistenza di questa definizione. Lo riconosce la Tamanini quando dice: “Anche il critico Renzo Francescotti , grande amico ed estimatore di Carlo Sartori, a partire dal 1984 con puntuali e condivisibili notazioni, parlò del pittiore come di una personalità unica e davvero originale nel panorama artistico trentino e non solo, rifiutando l’etichetta di naïf per parlare piuttosto di un “arcaico primitivismo” utile per delineare una specie di “saga del mondo contadino”. Adesso stiamo ad aspettare le ulteriori iniziative della Fondazione: che non potranno accontentarsi di utilizzare le opere in suo possesso come in questa mostra, ma dovranno forzatamente attingere all’immenso patrimonio sartoriano in possesso ai privati.
trentinomostre Riva del Garda Mostre Pinacoteca: Testimonianze figurative tra il XIV e il XIX secolo Apertura: da venerdì 23 marzo a giovedì 1 novembre. Museo “La Rocca” - Archeologia dell’Alto Garda. Storia: il lago, gli uomini, i tempi. Mostre VIAGGIO AL LAGO DI GARDA - LE VEDUTE FOTOGRAFICHE DEI LOTZE 1860-1880 Apertura: fino a domenica 2 settembre. Museo. Info: www.museoaltogarda.it. Mostre Anna Scalfi Eghenter. Tennis Apertura: da venerdì 1 giugno a domenica 30 settembre. Circolo del Tennis. Riferimento autobiografico ed emozionale legato al passato agonistico della madre dell’artista, è un lavoro dove le regole dello sport sono tradotte nel linguaggio dell’arte. Restringendo la larghezza della rete divisoria centrale di un campo da tennis in terra battuta e mantenendo le consuete tradizionali regole del gioco si viene a modificare una variabile strutturale del perimetro di gioco, condizionando e ridisegnando una nuova pianta: una nuova ambientazione dove ricostruire l’azione relazionale. Info: www.museoaltogarda.it. Mostre Achtung Banditen. La Resistenza nel Basso Sarca. 1943-1945 Apertura: da giovedì 28 giugno a domenica 4 novembre. Immagini dell’epoca scattate nelle vie delle città e dei paesi del Basso Sarca, mentre i tragici fatti della guerra e della Resistenza (ma anche quelli successivi, con i danni, non solo materiali, la ricostruzione e i processi ai collaborazionisti) si compivano; inoltre documenti storici, installazioni e anche la ricostruzione dell’ufficio della Geheime Staatspolizei, la tristemente nota Gestapo, la polizia politica del Terzo Reich, ufficio presente anche in città. Mostre Velambiente Apertura: da giovedì 12 luglio a giovedì 29 novembre. Villino Campi. Mostra che propone una chiave di lettura diversa della vela: non solo un bellissimo sport, ma anche una occasione per essere attenti e rispettosi nei confronti dell’ambiente. Corner interattivi e multimediali, grazie ai quali è possibile ascoltare i rumori del lago, le narrazioni del mastro velaio e del maestro d’ascia, conoscere come le sorgenti sonore antropiche possono interferire sull’ecosistema subacqueo, scoprire gli
ultimi ritrovati in fatto di efficienza energetica e l’evoluzione della tecnica costruttiva, toccando con mano i materiali principali di cui è composta un’imbarcazione a vela. Info: www.ingardatrentino.it.
Riva e Arco Mostre Umberto Maganzini e il movimento futurista 1894 - 1965 Apertura: da venerdì 22 giugno a domenica 2 settembre. In occasione del ritrovamento di più di 1000 disegni inediti dell’artista Umberto Maganzini, il MAG, nelle sedi di Palazzo dei Panni ad Arco e della Rocca a Riva del Garda, propone una rivisitazione dell’opera del maestro con una particolare attenzione alla scomposizione futurista e alla successiva rappresentazione figurativa del reale, grazie alla selezione di opere dei maestri futuristi, provenienti da collezioni pubbliche e private, che con lui hanno condiviso la ricerca plastico-dinamica degli elementi compositivi. Info: www.museoaltogarda.it.
Rovereto Mostre DEPERO 1912. Il Touring Club Italiano tra futurismo e irredentismo Apertura: fino a domenica 2 settembre. Mart, Casa D’Arte Futurista Depero. A cura di Nicoletta Boschiero. Un album con fotografie della Val di Fiemme, decorate da Depero nel 1912 ritrovato per caso e finora inedito, è il punto di partenza per un’affascinante viaggio alla scoperta di un giovanissimo Fortunato Depero non ancora futurista. Orario: martedì - domenica 10-18. Lunedì chiuso. Info: Tel. 0464.431813; n.verde 800.397760; www.mart.trento.it. Mostre FAUSTO MELOTTI ANGELICO GEOMETRICO Apertura: da sabato 23 giugno a domenica 30 settembre. Mart. A cura di Denis Viva. Una mostra che concentrandosi sulla fase di rinascita dell’opera di Melotti a partire dagli anni Sessanta. punta a interpretare la convivenza di leggerezza e rigore nell’opera dell’artista, con un percorso che metterà in luce una coerenza di intenti molto forte. In mostra anche opere di Kenneth Armitage, Agostino Bonalumi, Alexander Calder, Carlo Carrà, Enrico Castellani, Giorgio de Chirico, Lucio Fontana, Alberto Giacometti, Piero Manzoni, Marino Marini, Louise Nevelson, Pablo Picasso. Info: www.mart.trento.it. Mostre PASUBIO 1915-1918 Apertura: fino a venerdì 1 novembre 2013. Castello. Orario: dal martedì alla domenica ore 10-18. In-
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trentinomostre fo: www.trentinograndeguerra.it; www.museodellaguerra.it. Mostre CON GLI OCCHI, CON IL CUORE, CON LA TESTA. LA FOTOGRAFIA DELLA COLLEZIONE TREVISAN Apertura: da martedì 24 luglio a domenica 9 settembre. Mart. A cura di: Walter Guadagnini, con Veronica Caciolli e Francesco Zanot. La raccolta Trevisan, oggi in deposito a lungo termine presso il Mart, è tra le più significative collezioni private italiane di fotografia: è composta da circa 250 opere, 200 delle quali sono state selezionate per questa mostra. Ma la vera singolarità della sta nella sua ampiezza cronologica: dai primi, affascinanti dagherrotipi si giunge attraverso un percorso segnato da celebri capolavori e da sorprendenti scoperte, alle più recenti sperimentazioni della scena contemporanea. Un’estensione fuori dal comune, che permette alla mostra una notevole ricchezza tematica: le vedute urbane, il paesaggio naturale, il ritratto e il corpo sono i nodi centrali attorno a cui si articola l’esposizione. Info: www.mart.trento.it. Mostre WILLI BAUMEISTER (1889-1955). DIPINTI E DISEGNI Apertura: da martedì 24 luglio a domenica 23 settembre. Mart. A cura di Dieter Schwarz, Manuel Fontán del Junco e per il Mart da Alessandra Tiddia. La mostra raccoglie circa ottanta opere tra dipinti e disegni, provenienti dal Kunstmuseum Stuttgart e dalla collezione della figlia dell’artista, Felicita Baumeister. Sono datate dal 1913 al 1955, anno della morte dell’artista, e offrono quindi una panoramica completa della produzione artistica di Willi Baumeister, il cui percorso artistico verso un totale abbandono della figurazione è in gran parte rappresentativo dell’evoluzione della pittura astratta in Germania e nel resto dell’Europa. Info: www. mart.trento.it.
Rovereto Mostre ricostruzione futurista Apertura: da sabato 23 giugno a domenica 30 settembre. Mart. A cura di Nicoletta Boschiero. “Ricostruzione Futurista” richiama uno dei testi chiave delle avanguardie italiane del novecento: il manifesto “Ricostruzione futurista dell’universo”, firmato nel 1915 da Giacomo Balla e Fortunato Depero. Non solo un documento di elaborazione teorica, ma un vero e proprio spartiacque: allo scoppio della prima guerra mondiale il movimento futurista stava abbandonando l’aggressività degli
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esordi, per avviarsi verso una seconda fase caratterizzata piuttosto dall’esigenza di un’arte totale. Info: www.mart.trento.it.
Tione di trento Mostre Pierluigi dalmaso e nadia cultrera Apertura: da sabato 1 a domenica 9 settembre. Centro Studi Judicaria. Sala Expo, Viale Dante 46. Orario: 16-19.
Trento Fiere BITM 2012 - borsa internazionale del turismo montano 22 sabato. Le suggestive montagne del Trentino ospitano anche quest’anno la Borsa Internazionale del Turismo Montano giunta alla tredicesima edizione. Un appuntamento imperdibile per gli operatori del settore, un’occazione unica per riflettere e confrontarsi sui temi più attuali dell’economia di montagna ma anche un’opportunità per scoprire, degustare e apprezzare i prodotti e le proposte dell’offerta turistica montana estiva ed invernale. In cittò, negozi aperti per l’Autunno Trentino. Info: Segreteria Organizzativa Tel. 0461.434200; www.bitm.it.
Mercati Salone vacanze montagna Apertura: da sabato 22 a domenica 23 settembre. Piazza Fiera. Mostra mercato sul turismo e i prodotti di montagna con ingresso gratuito e aperto al pubblico dalle ore 10 alle 19, nell’ambito dell’XII B.I.T.M. - Borsa Internazionale del Turismo Montano. Mostre VUOTO DI MEMORIA - La riscoperta del quartiere del Sas di Trento. Apertura: da martedì 24 aprile a domenica 28 ottobre. Spazio archeologico sotterraneo del Sas. Fonti e documenti d’archivio vengono esplorati dallo spettatore at-
traverso un percorso immersivo. Le installazioni multimediali rivelano immagini, intrecciano voci e documenti d’archivio che raccontano il quartiere perduto. Orario: 9-13/14-17.30. Ingresso libero. Mostre FRANCESCO CLEMENTE Apertura: fino a lunedì 15 ottobre. Palazzo Wolkenstein - Via Marchetti, 17. Studio d’Arte Raffaelli. Emblems and Mountains: Recent Watercolors and works on paper. Info: www.studioraffaelli.com. Mostre IL CAVALLO D’ACCIAIO: storie di ciclismo, di campioni e di biciclette in Trentino Apertura: fino a domenica 2 settembre. Gallerie di Piedicastello. Il percorso espositivo racconta la storia del ciclismo in Trentino dal 1885 al 1985. La mostra si sofferma sui grandi campioni, sulle biciclette e sulle storie del ciclismo trentino legate alla nascita di questo sport. Racconta il mondo dell’associazionismo sportivo di fine Ottocento, lo sviluppo dei primi club, la costruzione delle prime piste per velocipedi a Trento e a Rovereto, le prime leggi sulla circolazione, il pagamento della tassa annuale per le biciclette, il rapporto tra la donna e la bicicletta e tra la guerra e la bicicletta, i grandi raduni e i convegni ciclistici, le gite, le prime corse locali e le grandi corse a tappe, le prime botteghe di Trento e i primi costruttori trentini. Info. Fondazione Museo storico del Trentino info@museostorico.it; www.museostorico.it. Mostre benvenuto disertori (1887-1969) - un segno liberty Apertura: fino a domenica 2 settembre. Torre Vanga. A cura di Alessandra Tiddia. Accanto a incisioni ben note di Disertori, la mostra propone una selezione di disegni e grafiche inedite, che suscitano alcune considerazioni riguardo ai primi anni di attività dell’artista, ancora poco conosciuti, e ipotesi in relazione alla sua produzione xilografica e calcografica. Info: www.mart.trento.it. Mostre L’immagine dell’altro nell’arte sacra trentina tra XIII e XVI secolo Apertura: fino a lunedì 26 novembre. Museo Diocesano, Piazza Duomo 18. Una mostra sul passato che parla al presente di tutti. La nuova iniziativa espositiva del Museo Diocesano Tridentino è dedicata all’immagine dell’”altro” e agli stereotipi visivi che l’occidente cristiano utilizzò per raffigurare l’alterità religiosa e gli oppositori della fede: ebrei, musulmani, eretici. Attraverso l’esposizione di importanti opere d’arte comprese tra XIII e
XVI secolo provenienti dalle chiese della diocesi di Trento, la mostra consentirà di capire come radicati pregiudizi e antichi stereotipi visivi abbiano attraversato i secoli e siano giunti fino a noi, alimentando l’incapacità di incontrare davvero l’”altro” in un mondo sempre più multiculturale e interreligioso. L’esposizione intende inoltre valorizzare il patrimonio storico, artistico e culturale del territorio provinciale attraverso uno sguardo inedito e un taglio attuale. Orari: 9.30-12.30 / 14.30-18.00 (1 giugno - 30 settembre), 9.30-12.30 / 14.00-17.30 (1 ottobre - 31 maggio). Info: tel. 0461.234419; museodiocesano@ iol.it; www.museodiocesanotridentino.it. Mostre i cavalieri dell’imperatore: duello e guerra nelle armerie rinascimentali Apertura: da sabato 23 giugno a domenica 18 novembre. Castello del Buonconsiglio e Castel Beseno. Una suggestiva mostra in due castelli dove rivivrà l’affascinante mondo degli uomini d’arme che, vestiti d’acciaio, si scontravano in battaglia o esibivano la loro audacia e abilità nei tornei. A Castel Beseno, dove è stato rivisto completamente il percorso e l’allestimento museale, sarà protagonista la battaglia, l’assedio, le armi e le strategie militari, al Castello del Buonconsiglio si respirerà invece l’atmosfera del duello, dell’amor cortese e delle virtù eroiche. Un’occasione unica per ammirare pezzi provenienti da importanti armerie europee oltre alla più completa collezione al mondo di armi e armature da combattimento e da parata forgiate a mano da maestri fabbri rinascimentali proveniente dall’Arsenale di Graz. Info: Tel. 0461.233770; www.buonconsiglio.it; info@buonconsiglio.it.
Mostre Luna Park - Coney Island 1903 Apertura: da venerdì 29 giugno a sabato 1 settembre. Galleria Arte Boccanera. Mostra collettiva a cura di Fabio Bartolini. Orario: dal martedì al venerdì 10-13 / 17-21 sab. dom. e lun. su appuntamento. Info: www.arteboccanera.com.
trentinomostre Mostre Back&Forth Art Gallery 1 sabato. Mostra permanente presso il Centro Polifunzionale Al Marinaio, Via dei Marinai d’Italia. A cura di Germano Wolf con opere di Chiara Bonsegna, Andrea Buia,Eleonora Morassut, Elena Negriolli Ugel, Fabrizio Nulli, Marco Resta, Luca Riviera, Filippo Tasca, Germano Wolf, Andrea Zanghellini. Info: Tel. 0461.933053, 349 7447668, info@almarinaio. eu, germanowolf70@gmail.com. Orari: dal lunedì al sabato 14-18. Mostre L’ORA DI SALVATORE CAPOSSELA Apertura: da sabato 1 a domenica 30 settembre. Ai piedi di Torre Civica in Piazza del Duomo. Salvatore Capossela espone dipinti ad olio raffiguranti scorci di Trento e non solo, tutti i giovedì e i venerdì dalle 10.30 alle 11.30. Info: salvatorecapossela@live.com. Mostre L’immagine dell’altro tra stereotipi e pregiudizi. Spunti di riflessione 2 domenica. Ore 16. Visita guidata gratuita alla mostra. L’esposizione è dedicata all’immagine dell’altro e agli stereotipi visivi che l’Occidente cristiano utilizzò per raffigurare l’alterità religiosa e gli oppositori della fede: ebrei, musulmani, eretici. La mostra non si propone di affrontare in modo esaustivo questa complessa tematica; intende piuttosto introdurla, fornendo al visitatore adeguate chiavi di lettura per riconoscere i meccanismi sottesi alla produzione di vecchi e nuovi stereotipi visivi. Pur trattandosi di una mostra sul passato, è un’esposizione che parla al presente di tutti. Info: Info: www. museodiocesanotridentino.it; info@museodiocesanotridentino. it; Tel. 0461.234419.
Mostre I COLORI DELL’AUTUNNO Apertura: da sabato 15 a domenica 16 settembre. Palazzo Thun. Mostra di pittori trentini. Ore 1019. Ingresso libero. Mostre Homo sapiens. La grande storia della diversità umana Apertura: da venerdì 21 settembre 2012 a domenica 13 gennaio 2013. Museo delle Scienze - Via Calepina. Seguendo un ordine cronologico di eventi e situazioni ed analizzando le tracce lasciate dai nostri antenati camminatori fino all’invenzione dell’agricoltura e alle epoche storiche più recenti, la mostra racconta da dove veniamo e come siamo riusciti a popolare l’intero pianeta. Il filo conduttore è lo spostamento, l’esplorazione, la dispersione degli umani in uno spazio ecologico instabile e frammentato. Orario: 10-18. Lunedì chiuso. Info: Museo delle Scienze, Tel. 0461.270311; www.mtsn.tn.it. Mostre 55° mostra micologica città di Trento Apertura: da venerdì 21 a domenica 23 settembre. Torre della Tromba - ingresso da Via Belenzani. Esperi del Gruppo Bresadola saranno a disposizione per consulenza: Orario: venerdì 21: ore 1822; sabato 22: ore 10-12 e 15-19: domenica 23: ore 10-12 e 15-19.
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Vermiglio Mostre ANDREA SALVETTI Natura_Forte Apertura: da domenica 15 luglio a domenica 30 settembre. Forte Strino. Orario: 9.30-12.30 / 14.30-17.30. Info: www.associazionestoriaememoria.it - www. buonannoac.com.
Vigo di Ton Mostre OSPITE D’ONORE MATTEO THUN RITRATTO DA GIUSEPPE MOLTENI Apertura: da venerdì 20 luglio a domenica 4 novembre. Castel Thun. Mostra dedicata a Matteo Thun. In mostra anche il dipinto di Francesco Hayez che immortala Clara Maffei. Info: www.buonconsiglio.it
Mostre LE CITTà INVISIBILI E LE CITTà VISIBILI Apertura: da giovedì 20 a venerdì 28 settembre. Palazzo della Regione. Piazza Dante, 16. Mostra con Martina Angarano, Matteo Boato, Diego Bridi, Sergio Dangelo, Mirta De Simoni, Matteo Menotto, Pietro Verdini. Orario: 9-19. Sabato e domenica esclusi.
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L’autunno porta novità per il tempo libero
A
ppassionati di danza moderna fatevi avanti! Con
Oriente Occidente, a Rovereto, c’è
di che saziare i proprio occhi. Tanti spettacoli,
anteprime e ospiti d’eccezione, dall’1 al 10 settembre. L’elemento chiave di questa 32esima edizione sarà il mare, attraverso cui sarà possibile scoprire nuovi scenari e, partendo dall’Europa, approdare verso terre e culture lontane come il Brasile, Cuba, il Giappone e Singapore. Torna, sempre a Rovereto, dal 28 al 30 settembre,
“Educa”, la manifestazione nazionale
sull’educazione che quest’anno rimette al centro un elemento chiave del suo dna: il futuro.
Autunno Trentino sono due weekend, in piazza Battisti a Trento, che propongono presentazioni e quant’altro attorno alle eccellenze enogastronomiche
david riondino
D
ebutta in televisione nel 1987, collaborando dapprima con Lupo solitario e poi negli anni successivi con Zanzibar, Fuori orario, Aperto per ferie, L’araba fenice, fino ai più recenti Maurizio Costanzo Show, Quelli che il calcio e Bulldozer. Come cantautore gli anni ottanta vedono Riondino autore del rarissimo Tango dei miracoli, disco dalla lunghissima gestazione (scritto nel 1982, registrato nel 1984 e pubblicato nel 1987) uscito solo in edicola, con le illustrazioni di Milo Manara e dei Racconti Picareschi. Proprio Romanzo picaresco è il titolo dell’ opera del suo debutto a teatro, nel 1989, cui seguono a ruota Chiamatemi Kowalski e La commedia da due lire, entrambe realizzate con Paolo Rossi. L’attività di cantautore continua parallelamente, raggiungendo un apice nel 1995, quando esce l’album Quando vengono le ballerine? e, con la compagna Sabina Guzzanti, Riondino presenta a Sanremo la canzone Troppo sole, scritta l’anno precedente, durante la stesura della sceneggiatura del film omonimo per la regia di Giuseppe Bertolucci. Debutta alla regia cinematografica nel 1997 con Cuba libre - Velocipedi ai tropici, di cui è anche sceneggiatore. La sua attività a teatro come al cinema e in televisione continua a integrare e miscelare generi e forme di espressione, dalla poesia alla satira, dalla musica alla letteratura, arti visive e tradizionali, in un linguaggio che chiama “la perfetta commistione tra musica, scrittura e disegno”.
del territorio. Per la musica, quel satanasso di
Vinicio Capossela si
presenta a Riva del Garda l’8 settembre con un disco abbastanza anomalo come “Rebetiko Gymnastas”.
Radio Popolare.
Si chiama SotAlaZopa la due giorni a tutto
“La Settimana mozartiana” si terrà dal
rock che quest’anno si terrà in quel di Tonadico, in
13 al 16 settembre in Vallagarina, tra Rovereto ed Ala.
Primiero, dal 14 al 15 settembre; tra gli ospiti Il Teatro
Tra gli appuntamenti, segnaliamo “Leggendo da Ponte”,
degli Orrori, Marta sui Tubi e Anansi.
spettacolo di e con David
Riondino.
Sono tre, invece, gli appuntamenti nel segno del
premio Paolo Pavanello, dedicato ai
giovani cantautori italiani ospitati nel Giardino del Centro
Due ultime ghiotte segnalazioni per questo mese: a Trento, dal 21 al 23 settembre torna la
B.I.T.M. Borsa Internazionale del Turismo Montano, giunta alla XIII edizione.
S. Chiara. Si inizia sabato 1 settembre, dalle 21.30,
Titolo di quest’anno: «La vacanza in montagna: un
ingresso libero come a tutti gli eventi, con “Sulle labbra
ritorno sereno alla villeggiatura»
di un altro” la presentazione del cd dedicato a Luigi Tenco, con la performance live di Giancarlo Onorato,
Ad aderire ai “Rifugi
del Gusto” saranno
quest’anno 44 strutture, che prolungheranno
Guido Maria Grillo, Ettore Giuradei, Stefano Amen, con
l’apertura estiva e proporranno i piatti della tradizione.
la presentazione di Luca Trambusti giornalista e dj di
Dal 22 settembre al 7 ottobre.
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Cultura Trekking con l’autore Lagorai. Il giornalista Toni Capuozzo salirà in Valsugana per confrontarsi con gli appassionati di montagna sull’attualità italiana e internazionale e per spiegare il perché delle guerre e il valore della pace con il suo linguaggio chiaro e diretto, proprio come nel suo ultimo libro “Le guerre spiegate ai ragazzi”. Info: Apt Valsugana Lagorai-Terme-Laghi Tel. 0461.727700; info@valsugana.info. Cultura presentazione libro Trento; ore 18, Sala Madruzzo, Grand Hotel Trento. Francesco Comina e Luca Bizzarri, “I miei occhi hanno visto” (ed. il Margine). Cultura ART&MALGA: concorso artistico en plein air Val di Non. Malghe di Revò, Cloz e Castrin. 25 Artisti si sfideranno nella creazione di installazioni artistiche a impatto zero, sfruttando esclusivamente materiali ed elementi della natura nel magico scenario del gruppo delle Maddalene. Info: Apt Val di Non tel. 0463.830133; info@visitvaldinon. it; www.visitvaldinon.it/artemalga.
Cultura TRA LE ROCCE E IL CIELO 2012 Vallarsa. Mostre, film, incontri, uscite sul territorio, convegni, laboratori, concerti, spettacoli, presentazioni di libri arricchiranno le giornate della manifestazione (fino al 2 settembre) che si svolge nel suggestivo e incontaminato ambiente della Vallarsa, all’ombra delle Piccole Dolomiti. Cultura Aspettando Pavanello Trento. Ore 21.30. Giardino S. Chiara. “Sulle labbra di un altro” la presentazione del cd dedicato a Luigi Tenco con la performance live di Giancarlo Onorato, Guido Maria Grillo, Ettore Giuradei, Stefano Amen con la presentazione di Luca Trambusti giornalista e dj di Radio Popolare. Folklore VELINE 2012 Riva del Garda. Il casting televisivo più seguito in Italia è alla ricerca dei nuovi volti femminili del TG satirico “Striscia la Notizia” di Antonio Ricci & Ezio Greggio. Info: www.gardatrentino.it.
Folklore settembre rotaliano Mezzocorona. Un itinerario del gusto attraverso eventi di ogni tipo. Info: www.settembrerotaliano.it Folklore Uva e dintorni Avio. Centro storico. Spettacoli, percorsi enogastronomici con degustazioni, visite guidate del territorio. Info: Comitato Uva e dintorni tel. 320.0533005; www. uvaedintorni.com; Apt Rovereto e Vallagarina Tel. 0464.430363; www.visitrovereto.it; Comune di Avio Tel. tel. 0464.688888. Musica Concerto Caldonazzo. Ore 21. Vecchio Caseificio. Trio Degas. Con Alessia Pallaoro, violino; Kirsten Jenson, violoncello; Sayaka Ide, pianoforte su musiche di SostakovitchSchönberg (“La notte trasfigurata”). Progetto giovani talenti. Concerto per la notte di luna piena con mostra pittore Andrea Voltolini.. Musica XV° EDIZIONE MUSICA DI MEZZA ESTATE 2012 Caldonazzo. Ore 21. Vecchio Caseificio. Concerto per la notte di luna piena con mostra pittore Andrea Voltolini. “Trio Degas” con Alessia Pallaoro, violino; Kirsten Jenson, violoncello; Sayaka Ide, pianoforte su musiche di Sostakovitch-Schönberg “La notte trasfigurata”. Info: 339.3246226. Teatro BUR.MA.CLES - VII Festival Rassegna septermbercless di teatro di animazione Cles. Ore 18. Androne Sede Teatro Materassi. Via G.B. Lampi, 54. Spettacolo di apertura con Il Teatro dei Materassi: “Sogna Matuck” giochi, scherzi, fiabe, pupazzi e burattini. Ingresso gratuito.
2 domenica Cultura ART&MALGA: concorso artistico en plein air Val di Non. Malghe di Revò, Cloz e Castrin. 25 Artisti si sfideranno nella creazione di installazioni artistiche a impatto zero, sfruttando esclusivamente materiali ed elementi della natura nel magico scenario del gruppo delle Maddalene. Info: Apt Val di Non tel. 0463.830133; info@visitvaldinon. it; www.visitvaldinon.it/artemalga. Cultura TRA LE ROCCE E IL CIELO 2012 Vallarsa. Mostre, film, incontri, uscite sul territorio, convegni, laboratori, concerti, spettacoli, presentazioni di libri arricchiranno le giornate della manifestazione (fino al 2 settembre) che si svolge nel suggestivo e incontaminato
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trentinoappuntamenti ambiente della Vallarsa, all’ombra delle Piccole Dolomiti. Folklore settembre rotaliano Mezzocorona. Un itinerario del gusto attraverso eventi di ogni tipo. Info: www.settembrerotaliano.it Folklore Uva e dintorni Avio. Centro storico. Spettacoli, percorsi enogastronomici con degustazioni, visite guidate del territorio. Info: Comitato Uva e dintorni tel. 320.0533005; www. uvaedintorni.com; Apt Rovereto e Vallagarina Tel. 0464.430363; www.visitrovereto.it; Comune di Avio Tel. tel. 0464.688888. Musica Tra le rocce e il cielo 2012 Vallarsa. Ore 21. Teatro comunale di S. Anna. Concerto di chiusura del Festival con l’Orchestra Popolare delle Dolomiti. Dall’importante ritrovamento di antichi manoscritti di danze popolari ormai perdute, a S. Vito di Cadore, tornano per la prima volta alla vita valzer, monferrine, quadriglie, galop, villotte, varsovien, sottis, gavotte: un tesoro prezioso che proviene da un mondo scomparso appena ieri, ma ancora ben vivo dentro di noi. L’Orchestra popolare delle Dolomiti, alla quale aderiscono circa 25 musicisti del Trentino e del Veneto (Abies alba e Calicanto a fare da capofila), è diretta da Francesco Ganassin che ha curato anche tutti gli arrangiamenti dei brani. Info: www.tralerocceeilcielo.net. Teatro BUR.MA.CLES - VII Festival Rassegna septermbercless di teatro di animazione Cles. Ore 18. Parco Ristorante Giardino. Via G.B. Lampi, 54. Spettacolo con Il Teatro dei Materassi: “Fazulein da Rez a Selc” i Burattini di Flan. Ingresso gratuito.
3 lunedì Teatro BUR.MA.CLES - VII Festival Rassegna septermbercless di teatro di animazione Cles. Ore 20.45. Proiezione Sala Cassa Rurale Tuenno Val di Non, Via Marconi, 58. Il Cartone storico: “La rosa di Bagdad” il primo film italiano a cartoni animati. Ingresso gratuito.
4 martedì Musica IL MARTEDÌ DELLE BAND BING BAND Trento. Ore 21. Giardino S. Chiara. Concerto dei Bing Band. Opening bad: Piccola Cantautoria. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tel. 0461/213834 - n. verde 800-013952; www.centrosantachiara.it. Teatro BUR.MA.CLES - VII Festival Rassegna septermbercless di teatro di animazione Cles. Ore 20.45. Proiezione Sala Cassa Rurale Tuenno Val di Non, Via Marconi, 58. Il Cartone storico: “Il Ladro di Bagdad” il secondo film italiano a cartoni animati. Ingresso gratuito.
5 mercoledì Teatro BUR.MA.CLES - VII Festival Rassegna septermbercless di teatro di animazione Cles. Ore 18. Parco Ristorante Giardino. Con il Teatro dei Materassi: “L’asino di Samarcanda” ombre burattini e pupazzi. Ingresso gratuito.
Sala riunioni - Sala Banchetti TRENTO Via Pomeranos, 2 Loc. Mattarello Tel. 0461/944545 www.adigehotel.it
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6 giovedì Cultura APERITIVO CULTURALE CITTA’ DI TRENTO Trento. Ore 20. Giardino S.Chiara. Momenti musicali con dj set, incontri con pittori e scrittori, esposizioni. Il tutto in un’ambientazione frizzante, dove la componente culturale sarà presentata in un contesto dinamico, capace di coinvolgere il pubblico e di favorire la comunicazione fra le persone.. Teatro BUR.MA.CLES - VII Festival Rassegna septermbercless di teatro di animazione Cles. Ore 18. Androne Sede Teatro Materassi. Via G. B. Lampi, 54. Con il Teatro dei Materassi: “L’asino di Samarcanda” prima nazionale del film d’animazione con musiche originale di Dor. Ingresso gratuito.
7 venerdì Cultura C’È STORIA E STORIA... Cembra. Ore 20.30. Biblioteca comunale. “L’ultima anguana”. Incontro con lo scrittore Umberto Matino, autore di La valle dell’orco (Foschi, 2007) e L’ultima anguana (Foschi, 2011), due libri gialli che con le loro storie di ambientazione cimbra ci addentrano nella dimensione etnico arcaica della società contadina, nello sviluppo e nella decadenza di questa civiltà. Conduzione di Roberto Antolini. Info: Biblioteca Comunale di Cembra tel. 0461.683096. Cultura CONVERSANDO CON L’AUTORE Tione. Ore 21. Biblioteca Comunale. Presentazione libro di Anna Melis: “Da qui a cent’anni” ed. Frassinelli. Presenta l’autrice Alberta Voltolini. Info: Biblioteca Comunale di Tione Tel. 0465.322018.
Folklore Palio delle Contrade Trento. Centro storico. Disfida arcieristica medioevale, rivisitazione storica, fiera straordinaria di arti e mestieri medioevali. Info: tel. 331.1738849; amicitta@tin.it; www.amicitta.com. Folklore Festa granda 2012 Pergine. Centro Storico. Mostre, concerti, feste in piazza. Info: Apt Valsugana - Pergine Tel. 0461.727760; pergine@valsugana.info. Montagna A TU PER TU CON LE STELLE: VIAGGIO NEL COSMO Monte Bondone. Ore 21. Viote. Terrazza delle stelle. Grazie a potenti telescopi e alla guida di esperti operatori, le finestre dell’Universo si aprono e tutti possono scoprire la bellezza del firmamento. Attività gratuita. Info e prenotazioni: Tel. 0461.270311; www. mtsn.tn.it. Musica ConTEMPOranea Rassegna di musica nuova Arco. Castello. Ólafur Arnalds. Info: www.comune.arco.tn.it.
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8 sabato Cultura ITINERARIO ARCHEOLOGICO Trento. Ore 15.30. “Alla scoperta di Tridentum. La città sotterranea” è un itinerario archeologico che permette di compiere un affascinante viaggio nella storia di Trento attraverso i siti archeologici del centro storico. I visitatori saranno guidati dai nostri educatori alla scoperta di alcuni importanti siti archeologici: dal S.A.S.S. alla Porta Veronensis fino alla Basilica Paleocristiana di San Vigilio. Per partecipare all’iniziativa è necessario prenotarsi entro le ore 12 di sabato 8 settembre al numero 0461.230171. Il ritrovo è alle ore 15.30 presso il S.A.S.S., lo Spazio Sotterraneo Archeologico del Sas, in piazza Cesare Battisti. La quota di partecipazione è di 4 euro incluso l’ingresso ai siti archeologici. Folklore Palio delle Contrade Trento. Centro storico. Disfida arcieristica medioevale, rivisitazione storica, fiera straordinaria di arti e mestieri medioevali. Info: tel. 331.1738849; amicitta@tin.it; www.amicitta.com. Folklore Festa granda 2012 Pergine. Centro Storico. Mostre, concerti, feste in piazza. Info: Apt Valsugana - Pergine Tel. 0461.727760; pergine@valsugana.info. Musica Vinicio Capossela in concerto Riva del Garda. Ore 21. Piazza Garibaldi. Musica ANDREA MAFFEI CONCERTO Trento. Giardino S. Chiara. Concerto del cantautore con la Spritz Band nell’omaggio “Il suonatore Jones” dedicato a Fabrizio De Andrè.
9 domenica Folklore Palio delle Contrade Trento. Centro storico. Disfida arcieristica medioevale, rivisitazione storica, fiera straordinaria di arti e mestieri medioevali. Info: tel. 331.1738849; amicitta@tin.it; www.amicitta.com.
Folklore Festa granda 2012 Pergine. Centro Storico. Mostre, concerti, feste in piazza. Info: Apt Valsugana - Pergine Tel. 0461.727760; pergine@valsugana.info. Tradizione “Desmontegada de le càore” Cavalese. Festa per il rientro delle capre dall’alpeggio estivo. Ore 9: Pedalata Golosa, bicilcettata alla scoperta del gusto; a partire dalle 9 ultimo giorno in malga, passeggiata e merenda; incontri di degustazione di Gusto Trentino; mercato d’autore; aperitivo in piazza; a partire dalle 10 filata con personaggi e carri della tradizione; laboratori per bambini; piatti e sfiziosità caprine per le vie del centro; ore 14.30: arrivo delle caprette agghindate in paese. Info: tel. 0462-241111; www.visitfiemme.it.
12 mercoledì Musica 15° Festival Organistico Internazionale “Città di Trento” Trento. Basilica di S. Maria Maggiore. Presentazione dell’organo V. Mascioni op. 402. Info: www. associazionerenatolunelli.org.
13 giovedì Folklore Festa dell’Uva Verla di Giovo. La Festa dell’Uva, organizzata dal Comitato Festa dell’Uva, è una tradizione ormai consolidata, un appuntamento immancabile e da non perdere per la varietà di attrazioni e per il significato squisitamente caratteristico e sociale che rappresenta per i valligiani e gli ospiti. Info dettagliate su www.festadelluva. tn.it. Tel. 0461.557028.
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trentinoappuntamenti Musica SETTIMANA MOZARTIANA Rovereto. Ore 17. Auditorium “F. Melotti”. Orchester des Musischen Gymnasiums - Salzburg: Antonio Ballista, direttore; Francesca Temporin e Teofil Milenkovic’, violini solisti; Alessandro Lucchetti, pianoforte. Su musiche di W. A. Mozart: Ein musikalischer Spass KV 522; J.S.Bach: Concerto BWV 1043 per due violini e orchestra; W.A.Mozart: Ein musicalischer Spass KV 522; A. Lucchetti : You’re the Top (Omaggio a Porter). Info: Associazione Mozart Italia www. mozartitalia.org. Musica SETTIMANA MOZARTIANA Villalagarina. Ore 17. Palazzo Libera. Quartetto Anthos: Agnese Tasso, violino; Jessica Orlandi, viola; Silvia Dal Paos, violoncello; Francesco Spazian, pianoforte. Su musiche di W. A. Mozart: Quartett o in Mib maggiore KV 493; G. Mahler: Quartett o in la minore; R. Schumann: Quartett o in Mib maggiore op. 47. Info: Associazione Mozart Italia www. mozartitalia.org.
14 venerdì Folklore Festa dell’Uva Verla di Giovo. La Festa dell’Uva, organizzata dal Comitato Festa dell’Uva, è una tradizione ormai consolidata, un appuntamento immancabile e da non perdere per la varietà di attrazioni e per il significato squisitamente caratteristico e sociale che rappresenta per i valligiani e gli ospiti. Info dettagliate su www.festadelluva.tn.it. Info: tel. 0461-557028.
Montagna A TU PER TU CON LE STELLE: VIAGGIO NEL COSMO Monte Bondone. Ore 21. Viote. Terrazza delle stelle. Grazie a potenti telescopi e alla guida di esperti operatori, le finestre dell’Universo si aprono e tutti possono scoprire la bellezza del firmamento. Attività gratuita. Info e prenotazioni: Tel. 0461.270311; www. mtsn.tn.it.
to per fl auto e orchestra KV 314; Concertante KV 297 b per oboe, clarinetto, fagotto e corno. Info: Associazione Mozart Italia www. mozartitalia.org.
Musica SETTIMANA MOZARTIANA Borgo Sacco. Ore 15.30. Scuola Materna “S. Antonio”. Mozart Boys&Girl - 100 Mozartkinder di Chemnitz (Germania) e di Chomutov (Cechia). Fiaba musicale. Info: Associazione Mozart Italia www.mozartitalia.org.
Musica sotalazopa - Mountain rock festival Tonadico. Nei due giorni di festival saranno presenti numerosi artisti che si passeranno il testimone sui due palchi posti in una location mozzafiato e senza eguali come Teatro degli Orrori, Marta Sui Tubi, Anansi, Bob Corn, 2pigeons, Rebel Rootz, Gio_veNaLe, Nolunta’s, Blooming day, Sunday Drivers, Chain reaction e Sierra Nevada. Ingresso gratuito. Info: www.sotalazopa.it.
Musica SETTIMANA MOZARTIANA Rovereto. Ore 20.45. Auditorium “F. Melotti”. Orchester des Musischen Gymnasiums - Salzburg: Markus Obereder, direttore. Solisti : i 5 vincitori di AUDIMozart! 2012: Finoedov Sergey, oboe; Josep Joaquim Sanchis Castellanos, fagott o; Davide Bett ani, corno; Giulia Baracani, fl auto; Jonathan Castellanos Fasanar, clarinetto. Su musiche di W. A. Mozart: Ouverture “Schauspieldirektor”; Concer-
Musica Finalissima della XXIII edizione del Premio Pavanello Trento. Giardino S. Chiara. A presentare i concorrenti sarà Ezio Guaitamacchi giornalista e direttore della rivista Jam. Ospite dalla serata in versione solista sarà l’anima dei Marlene Kuntz Cristiano Godano.
15 sabato
Rivendita autorizzata Trento – Via Ghiaie 15 Tel. 0461 362111 – annunci@bazar.it
Biglietti, Concerti, Spettacolo, Sport & Cultura
Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.00-18.00
BIAGIO ANTONACCI
PRISCILLA
Lo spettacolo, che ha registrato quasi ovunque il tutto esaurito, ha già imposto il raddoppio di alcune tappe fra cui Roma e Bari a cui si aggiungono Eboli (SA), Firenze e Torino. Sarà poi l’occasione per toccare nuove città: oltre alle due attesissime date già annunciate a Milano, si aggiungono Parma, Pescara e Verona. Intanto continua il successo del nuovo album di Biagio Antonacci, Sapessi dire no che, a 9 settimane dall’uscita, permane nelle prime posizioni della classifica di vendite.
Musical tratto dall’omonimo film cult «Le avventure di Priscilla la regina del deserto» - vincitore di un Premio Oscar e del Grand Prix Du Publique al Festival di Cannes - Priscilla è una travolgente avventura «on the road» di tre amici che, a bordo di un vecchio bus rosa soprannominato Priscilla, partono per un viaggio attraverso il deserto australiano alla ricerca di amore e amicizia, finendo per trovare molto più di quanto avessero mai immaginato!
TRENTO Palatrento ven 5 ottobre ore 21.00
MILANO Teatro degli Arcimboldi da ven 16 novembre ore 21.00
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GIORGIA Il nuovo album di Giorgia, Dietro le apparenze, uscito i primi giorni di settembre, ha esordito al numero 1 della classifica ufficiale delle vendite ed è ancora nella top ten. I primi due singoli estratti dall’album, Il mio giorno migliore e E’ l’amore che conta, hanno conquistato i vertici della classifica dei brani più trasmessi dalle radio. Dietro le apparenze è un album ricco di singoli, illuminato da una grandissima voce e dall’intensità dell’interpretazione. VERONA - Arena 14 settembre 2012 ore 21.00
SHREK - il Musical C’era una volta, nel regno di Duloc, un orco verdastro, sboccato e un po’ burbero di nome Shrek. La sua vita è tranquilla e felicemente solitaria, perfetta fino a quando non viene disturbata da invadenti creature incantate colpevoli di mettere a soqquadro la sua fino ad allora pacifica palude... MILANO, Teatro Nuovo 9 - 26/10 ore 16.00 e ore 20.45 GENOVA, Politeama 27/11 - 2/12 ore 15.00 e 21.00 PADOVA, GranTeatro Geox mer 26/12 ore 15.30 e 20.00 BOLOGNA, Teatro Europauditorium 29/12 ore 16.00 e 21.00
trentinoappuntamenti Cultura Convegno Rovereto. Ore 20.45. Palazzo della Fondazione Caritro. P.zza Rosmini, 5. Convegno internationale di studi mozartiani: “”Figaro qua, Figaro là. Il personaggio di Figaro nella storia del melodramma”. Coordinatore: Rudolph Angermüller. Relatori: Giuseppe Calliari, Danilo Faravelli, Francesco Gala, Antonio Petris, Fulvio Zanoni, Yoshihiro Sawada (Tokio), Yasuhiro Tsukada (Hokkaido). Info: Associazione Mozart Italia www.mozartitalia.org. Cultura Seminario “Ansia da palcoscenico” Riva del Garda. Ore 20.45. Conservatorio Bonporti Sez. staccata di Trento. Con la psicoterapeuta Sabina Natali. Info: Associazione Mozart Italia www.mozartitalia.org. Danza APPARIZIONI 2012 IMPRONTA AFRO & TAMBURI DE GAINDÉ Riva del Garda. Ore 21.30. Rocca di Riva del Garda - Parco e cortile interno. Musicisti: Amadou Ygor ‘Ndiaye (coreografo e musicista), Sebastiano Chiocchetti, Gora Diop, Angelo Matteotti, Mor Seck. Ballerine: Annalisa Spadon, Martina Belluto, Miriam Micheli. Info: cultura@comune.arco.tn.it. Folklore Festa dell’Uva Verla di Giovo. La Festa dell’Uva, organizzata dal Comitato Festa dell’Uva, è una tradizione ormai consolidata, un appuntamento immancabile e da non perdere per la varietà di attrazioni e per il significato squisitamente caratteristico e sociale che rappresenta per i valligiani e gli ospiti. Info dettagliate su www.festadelluva.tn.it. Info: tel. 0461-557028. Musica settimana mozartiana Riva del Garda. Ore 17. Conservatorio Bonporti Sez. staccata di Trento. Bruno Canino e Roberto Issoglio. Su musiche di W. A. Mozart: Sonata in Si b maggiore KV 358; C. Debussy: Peti te Suite; W. A. Mozart: Andante e variazioni in Sol magg. KV 501; W. A. Mozart: Sonata in Do maggiore KV 521. Info: Associazione Mozart Italia www.mozartitalia.org. Musica settimana mozartiana Rovereto. Ore 17. Casa Mozart. Yuko Hisamoto, pianoforte. Su musiche di W. A. Mozart: Sonata KV 333; F. Schubert: Impromptus op. 142; W. A. Mozart: Fantasia KV 397; L. van Beethoven: Sonata op. 110. Info: Associazione Mozart Italia www.mozartitalia.org.
Musica settimana mozartiana Rovereto. Ore 20.30. Ristorante Novecento. Tafelmusik: a cena con Don Giovanni con Fabio Neri, dirett ore; Corrado Ruzza, pianoforte. Info: Associazione Mozart Italia www.mozartitalia.org. Musica sotalazopa - Mountain rock festival Tonadico. Nei due giorni di festival saranno presenti numerosi artisti che si passeranno il testimone sui due palchi posti in una location mozzafiato e senza eguali come Teatro degli Orrori, Marta Sui Tubi, Anansi, Bob Corn, 2pigeons, Rebel Rootz, Gio_veNaLe, Nolunta’s, Blooming day, Sunday Drivers, Chain reaction e Sierra Nevada. Ingresso gratuito. Info: www.sotalazopa.it.
CALENDARIO DEGLI APPUNTAMENTI
16 domenica Folklore 1/2 maratona del concilio Trento. Piazza Dante. Gara podistica competitiva di km. 21,097. Manifestazione sportiva inserita nell’ambito dell’Autunno Trentino. Info e iscrizioni: www.maratonadelconcilio.it.
I GIOVEDÌ DELL’ ENOTECA Ogni giovedì alle 18.30 un incontro dedicato ai prodotti trentini. Consumazione: 5,00 €
Giovedì 20 settembre “SETTEMBRE UVA E VINO”
Giovedì 27 settembre “UNA GRANDE SIGNORA: LA GRAPPA TRENTINA IN PASSERELLA” a cura di ANAG Trentino Musica settimana mozartiana Ala. Ore 11. Palazzo Pizzini. Coro Amadeus di Sapporo (Hokkaido), Yasuhiro Tsukada, direttore. Mozart B&G Orchestra, Italo Rizzi, direttore. Violini solisti : Lorenzo Tranquillini, Francesca Piazza, Giulio Robol, Vanessa Tonolli; violoncello concertante: Silvano Zanoni. Su musiche di A. Vivaldi: Sinfonia “Al Santo sepolcro” RV 169; W. A. Mozart: Ave Verum Corpus; Lacrimosa dal Requiem; Agnus Dei dalla Messa dell’Incoronazione KV
Per scoprire le altre iniziative dell’Enoteca: www.palazzoroccabruna.it Palazzo Roccabruna: Via SS. Trinità, 24 - 38122 Trento Per info e prenotazioni: tel. 0461/887101 in orario di ufficio
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trentinoappuntamenti 317; “Love is a Melody” (trascrizione dal Concerto K.622) per coro femminile e quintett o d’archi; A. Vivaldi: Concerto in si minore RV 580 per quatt ro violini solisti, violoncello concertante e archi. Info: Associazione Mozart Italia www. mozartitalia.org. Musica settimana mozartiana Nogaredo. Ore 17. Palazzo Lodron. Quintetto Audimozart: Finoedov Sergey, oboe; Josep Joaquim Sanchis Castellanos, fagott o; Davide Bett ani, corno; Giulia Baracani, fl auto; Jonathan Castellanos Fasanar, clarinetto. Su musiche di W. A.Mozart: Andante KV 616, Serenata n. 12 KV 388, Fantasia KV 608; L.van Beethoven: Quintett o op. 4. Info: Associazione Mozart Italia www.mozartitalia.org. Musica settimana mozartiana Lizzanella. Ore 20.30. Chiesa Parrocchiale. Coro Amadeus di Sapporo (Hokkaido) con Yasuhiro Tsukada, direttore Renzo Vigagni, organo. Su musiche di W. A. Mozart: Ave Verum Corpus; Lacrimosa dal Requiem; Agnus Dei dalla Messa dell’Incoronazione KV 317; “Love is a Melody” (trascrizione dal Concerto KV 622 ); “Alba di Primavera” (trascrizione del Lied “Sehnsucht nach dem Frühling” KV 596) per coro femminile e organo. Info: Associazione Mozart Italia www.mozartitalia.org. Musica settimana mozartiana Rovereto. Ore 20.30. Auditorium “F. Melotti”. Omaggio a Mozart: Milo Manara, Davide Riondino, Roberto Issoglio. Leggendo Da Ponte. Storie di teatro, musica, amore e denti nell’autobiografia del Poeta di Mozart. Di David Riondino. Info: Associazione Mozart Italia www.mozartitalia.org. Folklore LA DESMONTEGADA DE LE VACHE Predazzo. Ore 10.30. Piazza SS. Filippo e Giacomo. Grande sfilata per le vie del centro per festeggiare il rientro delle mucche dall’alpeggio estivo. Segue pranzo alpino al tendone in località Minigolf. Info: tel. 0462-241111; www,visitfiemme.it.
20 giovedì Musica 15° Festival Organistico Internazionale “Città di Trento” Trento. Chiesa del SS. Sacramento. Pierre Pincemaille (F). Info: www.associazionerenatolunelli.org.
21 venerdì Cultura Convegno Trento. Sala Calepini della Camera di Commercio - Via Calepina, 13. Ore 10-13 Forum: “Dove va il Turismo in montagna?”. Ore 15-18. Convegno: “Una moderna organizzazione del lavoro nel settore turistico” nell’ambito dell’XII B.I.T.M. - Borsa Internazionale del Turismo Montano. Folklore Festa dell’Uva Verla di Giovo. La Festa dell’Uva, organizzata dal Comitato Festa dell’Uva, è una tradizione ormai consolidata, un appuntamento immancabile e da non perdere per la varietà di attrazioni e per il significato squisitamente caratteristico e sociale che rappresenta per i valligiani e gli ospiti. Info dettagliate su www.festadelluva.tn.it. Info: tel. 0461-557028. Musica CONCERTO DEL DUO THE TINKERS Trento. Ore 20.45. Nell’ambito delle iniziative correlate alla mostra L’immagine dell’altro tra stereotipi e pregiudizi. Spunti di riflessione, il Museo Diocesano Tridentino ospiterà il concerto. Nato dall’incontro dell’inglese (di origine irlandese) Joe Johnston e della costarricense Lucìa Cabrera, i The Tinkers propongono brani della tradizione irlandese assieme ai classici del folk/blues. “Tinker” è la parola inglese con cui vengono chiamati i nomadi irlandesi, nome che evoca lo spirito caratteristico dell’anima zingara di questi due musicisti. Oltre al suono di un violino e una chitarra acustica, le loro performance vengono arricchite dall’amalgama di strumenti tradizionali come la cetera e l’armonica a bocca, lasciando spazio alla calda voce di Joe. Il concerto è ad ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento posti. Info: Info: www.museodiocesanotridentino. it; info@museodiocesanotridentino.it; Tel. 0461-234419.
22 sabato Cultura ITINERARIO ARCHEOLOGICO Trento. Ore 15.30. “Alla scoperta di Tridentum. La città sotterranea” è un itinerario archeologico che permette di compiere un affascinante viaggio nella storia di Trento attraverso i siti archeologici
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del centro storico. I visitatori saranno guidati dai nostri educatori alla scoperta di alcuni importanti siti archeologici: dal S.A.S.S. alla Porta Veronensis fino alla Basilica Paleocristiana di San Vigilio. Per partecipare all’iniziativa è necessario prenotarsi entro le ore 12 di sabato 8 settembre al numero 0461.230171. Il ritrovo è alle ore 15.30 presso il S.A.S.S., lo Spazio Sotterraneo Archeologico del Sas, in piazza Cesare Battisti. La quota di partecipazione è di 4 euro incluso l’ingresso ai siti archeologici. Folklore Festa dell’Uva Verla di Giovo. La Festa dell’Uva, organizzata dal Comitato Festa dell’Uva, è una tradizione ormai consolidata, un appuntamento immancabile e da non perdere per la varietà di attrazioni e per il significato squisitamente caratteristico e sociale che rappresenta per i valligiani e gli ospiti. Info dettagliate su www.festadelluva. tn.it. Tel. 0461.557028. Teatro PRIMO CAMPIONATO PROVINCIALE DI MATCH D’IMPROVVISAZIONE TEATRALE Trento. Ore 21. Teatro S. Marco - via S. Bernardino, 8. Trento VS Vicenza. Il Match d’Improvvisazione Teatrale è uno spettacolo dove vengono esaltate la creatività, la fantasia e la prontezza di spirito di artisti che sulla scena sono allo stesso tempo e nel medesimo istante attori/autori/registi e la concreta partecipazione del pubblico che assisterà ogni volta ad una serata completamente diversa e ovviamente irripetibile. Info: Tel. 0461.924470; info@teatroportland. it; www.teatroportland.it.
23 domenica Folklore Festa dell’Uva Verla di Giovo. La Festa dell’Uva, organizzata dal Comitato Festa dell’Uva, è una tradizione ormai consolidata, un appuntamento immancabile e da non perdere per la varietà di attrazioni e per il significato squisitamente caratteristico e sociale che rappresenta per i valligiani e gli ospiti. Info dettagliate su www.festadelluva. tn.it. Tel. 0461.557028.
24 lunedì Musica 15° Festival Organistico Internazionale “Città di Trento” Trento. Basilica di S. Maria Maggiore. Jean Guillou (F). I° concerto d’inaugurazione. Info: www.associazionerenatolunelli.org.
26 mercoledì Musica 15° Festival Organistico Internazionale “Città di Trento” Trento. Basilica di S. Maria Maggiore. Giancarlo Parodi (I). II° concerto d’inaugurazione. Info: www. associazionerenatolunelli.org.
28 venerdì Cultura Educa - Cosa farà da grande? Rovereto. Incontro nazionale sull’educazione. 5a edizione della manifestazione nazionale sull’educazione: seminari, dialoghi con autori ed esperti, incontri formativi, laboratori educativi ed animativi, spettacoli. Info: www.educaonline.it; info@educaonline.it.
29 sabato Cultura Presentazione libro Trento. Ore 17. “Educare al patrimonio in chiave interculturale. Guida per educatori e mediatori museali” di Simona Bodo e Silvia Mascheroni. Partecipazione gratuita. Info: www.museodiocesanotridentino.it; info@museodiocesanotridentino.it; Tel. 0461.234419. Cultura Educa - Cosa farà da grande? Rovereto. Incontro nazionale sull’educazione. 5a edizione della manifestazione nazionale sull’educazione: seminari, dialoghi con autori ed esperti, incontri formativi, laboratori educativi ed animativi, spettacoli. Info: www.educaonline.it; info@educaonline.it. Teatro PRIMO CAMPIONATO PROVINCIALE DI MATCH D’IMPROVVISAZIONE TEATRALE Trento. Ore 21. Teatro S. Marco - via S. Bernardino, 8. Brescia VS Verona. Il Match d’Improvvisazione Teatrale è uno spettacolo dove vengono esaltate la creatività, la fantasia e la prontezza di spirito di artisti che sulla scena sono allo stesso tempo e nel medesimo istante attori/autori/registi e la concreta partecipazione del pubblico che assisterà ogni volta ad una serata completamente diversa e ovviamente irripetibile. Info: Tel. 0461.924470; info@teatroportland. it; www.teatroportland.it.
30 domenica Cultura Educa - Cosa farà da grande? Rovereto. Incontro nazionale sull’educazione. 5a edizione della manifestazione nazionale sull’educazione: seminari, dialoghi con autori ed esperti, incontri formativi, laboratori educativi ed animativi, spettacoli. Info: www.educaonline.it; info@educaonline.it.
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trentinoattualità trentinomatrimoni rubrica dedicata ai fiori d’arancio
i matrimoni del mese
il matrimonio di Romina e paolo
Lei Nome: Romina Anni: 29 Nata a: Trento Residente a: Fai della Paganella Occupazione: Impiegata Vestito di: Loris Mode Sposi (Bussolengo) Scarpe di: Due Leoni (Trento) Parrucchiere: Salone Ornella (Fai d. P.) Estetista: Beauty Al Sole (Fai d. P.)
Lui Nome: Paolo Anni: 31 Nato a: Trento Residente a: Mezzocorona Occupazione: Impiegato Vestito di: Ivanhoe Boutique (Trento) Scarpe di: Due Leoni Calzature (Trento) Barbiere: Acconciatori Cesare (Trento)
Servizio fotografico a cura di: Roberta Pisoni - www.robertapisoni.it 108
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Matrimonio: Religioso Data: 24 giugno 2012 Luogo celebrazione: Fai della Paganella Fiori e bouquet: Michela Fiori (Mezzocorona) Anello per lei/lui: Gioielli Pagnin (Trento) Invitati: 106 Lista nozze: Open Viaggi (Trento) Ricevimento: Cantine Endrizzi (S. Michele all’Adige) Bomboniere: Artigianato artistico (Trento) Viaggio: New York e Antigua Durata: 2 settimane Vivranno a: Mezzocorona
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trentinoattualitĂ trentinomatrimoni il matrimonio di Cristina e andrea
Lei Nome: Cristina Anni: 36 Nata a: Trento Residente a: Trento Occupazione: Impiegata Vestito di: Max Mara - Trento Scarpe di: Max Mara - Trento Parrucchiere: Salone Dioli Maurizio - Trento Estetista: Dermoestetique - Trento
Lui Nome: Andrea Anni: 37 Nato a: Trento Residente a: Trento Occupazione: Violinista Vestito di: Re Giorgio Scarpe di: Regain Barbiere: Salone X Mode - Trento 110
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trentinomatrimoni Servizio fotografico a cura di: Elisa Zambaldi e Danilo Baldessari
Matrimonio: Religioso con rito Tridentino Data: 7 luglio 2012 Luogo celebrazione: Chiesa antica di Villazzano di Trento Fiori e bouquet: Fioreria Girardi - Mezzocorona Anelli: Gioielleria Tomasi - Trento Numero invitati: 70 Ricevimento: Maso Sasso - Nogaredo Bomboniere: Fai da te Torta: Maso Sasso - Nogaredo Viaggio: Seychelles Durata: 15 giorni Vivranno a: Trento
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biliardo: Rovereto sul tetto del mondo Armando franceschini la musica nel cuore
giorgio margola si è aggiudicato il titolo europeo
uno dei ritratti di musicisti trentini realizzata per la rai da Ugo Slomp
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empre molto interessanti e divulgativi i contenuti proposti dalla Struttura Programmi della RAI di Trento. “Terra di Montagna” di domenica 2 settembre (ore 9.45 circa su RAI3) riproporrà il documentario “La Montecatini di Mori. Salute e lavoro nelle lotte dei contadini e degli operai”. La Montecatini di Mori infatti, oggi area dismessa e imponente monumento di archeologia industriale, nei suoi 50 di attività ha segnato profondamente la storia economica e sociale della Vallagarina. La domenica successiva, 16 settembre, i riflettori si punteranno su “Argento vivo – promozione della nuova imprenditorialità giovanile”, il programma, realizzato in collaborazione con Confindustria Trento e articolato in cinque puntate, affronta le tematiche riguardanti l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Centrato su quattro “focus group” stabili: giovani, imprenditori, insegnanti e famiglie, riporta testimonianze dal mondo del lavoro e dai suoi attori. Ma ci sarà spazio anche per un servizio sulla mostra dedicata all’artista rivano Umberto Maganzini nelle due sedi di Arco e Riva del Garda. Il recente e fortuito ritrovamento di oltre mille disegni ha permesso, a distanza di quasi un ventennio dalla grande mostra monografica del 1986, di ricostruire la sua ricerca artistica focalizzando l’attenzione sul breve ma intenso periodo di adesione al movimento futurista, quando Maganzini scelse di firmare le sue opere come “Trilluci, intuista futurista”. “Dire Fare Arrampicare”, girato nell’estate del 2010 , racconta di Almo Giambisi, guida alpina, eccellente alpinista, da vent’anni gestore del Rifugio Antermoja nel Gruppo del Catinaccio e, soprattutto, persona che ha avuto e continua ad avere profonde amicizie con numerosi alpinisti, di ieri e di oggi. Queste persone, così come il semplice escursio112
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al 5 al 12 agosto scorsi si sono svolti a Brandeburgo, in Germania, i campionati europei senior, Youth and Ladies di biliardo ai quali hanno preso parte, dopo le qualificazioni fatte a Napoli, due atleti roveretani, Giorgio Margola e Massimo Ciaghi (su cinque componenti della nazionale italiana). Al termine di una settimana di incontri in tutte le specialità Margola si è aggiudicato il titolo europeo 9 ball, guadagnando il diritto a partecipare ai prossimi campionati mondiali che si terranno a Doha. Si tratta di un risultato di assoluto rilievo per il mondo del biliardo italiano, e per la città della Quercia in particolare. nista che raggiunge i 2500 metri del Lago di Antermoja, trovano in lui una figura su cui contare, per un consiglio, per un sorriso, per un aiuto. Questo documentario racconta di lui e delle tante avventure che fanno di Almo un montagnard di grande valore. Ci porta dietro le quinte del Rifugio Antermoja e ci fa scoprire come, anche nella gestione di un rifugio di grande valore storico – che questa estate festeggia i cento anni - ci voglia sempre saggezza e simpatia. Domenica 30 settembre, per la serie di musicisti trentini realizzata da Ugo Slomp, va in onda un ritratto di Armando Franceschini, una figura delle più rappresentative del mondo musicale trentino, che partendo dalla musica degli anni sessanta è riuscito in maniera prodigiosa a cogliere brillanti risultati in tutti i settori. Nella sua vita professionale ed artistica ha alternato momenti di composizione colta ad altri, fatti di collaborazioni con artisti quali Lucio Dalla, Ron, Morricone, Bàcalov, ha ricoperto ruoli istituzionali in Trentino quale direttore del Conservatorio Bonporti, dell’ Accademia Filarmonica, e molti altri. Studioso e ricercatore, ha inoltre scritto numerose composizioni per diverse formazioni e compagini orchestrali. Il suo forte spirito instancabile non lo ha mai abbandonato, nemmeno negli istanti in cui il destino lo ha messo a dura prova.
trentinoscoop&news
“Paint your Mozart” premia i migliori Chiara condini di trento e Lisa Laurenti di ferrara, le vincitrici
“caliCi di stelle”: marzemino e comicità
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dal cabaret alla musica live, al teatro di strada itinerante e ancora il teatro interattivo per i più piccoli, tutto per la direzione artistica della Roaz Eventi
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i è svolta nel week-end del 4 e 5 Agosto scorso l’edizione 2012 di “Calici di Stelle” ad Isera. Protagonista il Marzemino degustato lungo le osterie allestite nel centro storico accanto ai piatti tradizionali e con contorno di numerosi spettacoli con contenuti artistici di primo livello, dal cabaret nazionale con Andrea di Marco e Rocco Ciarmoli (meglio noto come Rokko Gigolò), alla musica live, al teatro di strada itinerante e ancora il teatro interattivo per i più piccoli, tutti per la direzione artistica della Roaz Eventi, alias Giulio Piccolroaz. Nutrita anche quest’anno la partecipazione del pubblico che fin dalla giornata di sabato si è riversato nelle corti dell’antico borgo e piena soddisfazione per organizzatori e promotori, in primis il Comune di Isera, le numerose associazioni e partner (Bazar e TrentinoMese). Molteplici e positivamente raggiunti gli obiettivi della manifestazione: la conoscenza del marzemino attraverso i tre maggiori produttori presenti sul territorio: Cantina Sociale Isera, de Tarczal e Vini Spagnolli, promuovendo al contempo un bere consapevole. Encomiabile la preziosissima sinergia di tutte le associazioni partecipanti a questa edizione (ben nove), che hanno realizzato un’offerta di menù diversificati (dal pesce alla selvaggina alle grigliate ed ai dolci) accompagnati da un ottimo calice di marzemino. Altre novità dell’edizione 2012 di “Calici di Stelle”, la presenza di alcuni agricoltori locali che hanno potuto presentare e vendere i propri prodotti a Km zero; e ancora la felice, seppur sperimentale, collaborazione con il CDM di Rovereto, che ha presentato alcuni giovani ma valenti allievi oltre ad un interessante spettacolo di danza messo in scena nel Belvedere dietro la chiesa.
iovedi 23 agosto, in occasione dell’inaugurazione della mostra “Mozart a Strisce”, visitabile alla galleria Civica di Bolzano fino al 23 settembre, si è tenuta la selezione dei vincitori del concorso “Paint your Mozart” indetto dall’Associazione Mozart Italia di Rovereto, in collaborazione con la sede AMI /Mozart Gesellschaft Bozen. Le oltre trenta opere inviate da tutta Italia sono state selezionate dal presidente della giuria, il maestro Milo Manara, Luigi Bona (Direttore di WOW- Museo del Fumetto di Milano) e dal disegnatore austriaco Tex Rubinowitz. Come previsto dal bando i premi sono stati assegnati a sei vincitori: tre appartenenti all’area Euregio (Trentino Alto Adige e Tirolo Austriaco) e tre extra Euregio. Alla fine vincitore dell’area Euregio è risultata Chiara Condini di Trento (sotto, anche la sua opera). A prevalere nella sezione extra-Euregio, la ferrarese Lisa Laurenti.
Un commento finale viene direttamente dall’Amministrazione Comunale, per voce dell’Assessore Claudio Angiari: “Posso essere sicuramente soddisfatto di questa edizione di Calici di Stelle poiché la manifestazione è riuscita a coinvolgere ben nove associazioni presenti sul nostro territorio, che per mesi hanno collaborato al fine di organizzare nel modo migliore i menù e le presentazioni delle varie osterie. In questa edizione è iniziata la collaborazione con il CDM di Rovereto, primo contatto per l’inizio di nuove collaborazioni artistiche per le future edizioni. Un ringraziamento particolare va alla Roaz Eventi e a tutti i volontari presenti, per il grande impegno profuso.” Che dire? I presupposti per una nuova memorabile edizione 2013 ci sono tutti...
Da sx, l’assessore Claudio Angiari, Giulio Piccolroaz, Andrea Di Marco e Rocco Ciarrmoli alias Rokko Gigolò 113
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Cos’è l’AutonomiA? lA libertà di sCegliere. lA responsAbilità di sCegliere bene. o ll’aut
ProvinCia autonoma di trento
Consiglio della ProvinCia autonoma di trento
Consiglio delle autonomie loCali
trentinoscoop&news
Trentino-California, sinergie da sviluppare PALLARO VINCE a “LUCI E OMBRE DEL LEGNO” Il Simposio Internazionale di scultura in legno della Valle del Tesino e Bieno
il nuovo console italiano a San Francisco, il trentino Mauro Battocchi, in visita alla Cooperazione Trentina
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nato a Tione Mauro Battocchi, recentemente nominato Console generale a San Francisco in California. Il 22 agosto è stato accolto dal direttore della Cooperazione Trentina Carlo Dellasega, per una visita di conoscenza e di presentazione reciproca. Battocchi ha ripercorso la sua carriera diplomatica, partita con un incarico all’Ambasciata di Bonn (all’epoca di Enzo Perlot ambasciatore), seguita da un mandato a Tel Aviv (con ambasciatore Giulio Terzi, oggi Ministro degli Esteri), per poi proseguire come responsabile degli affari istituzionali di Enel, fino alla nomina in California. Dellasega gli ha parlato del movimento cooperativo trentino, che ha importanti sbocchi commerciali negli Stati Uniti in particolare nel settore vitivinicolo e che guarda con curiosità ed interesse a quell’area, patria del settore dell’ICT (Information and Communication Technology). Il console ha proposto di utilizzare la ricorrenza del 2013, anno della Cultura Italiana, come veicolo di promozione commerciale, creando occasioni di presentazione e promozione dei prodotti trentini in California.
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l Simposio Internazionale di scultura in legno della Valle del Tesino e Bieno, “Luci ed ombre del legno”, ha completato felicemente alla sua undicesima edizione. Nato a Castello Tesino dodici anni fa, per iniziativa di Remo Tomasetti, presidente del Centro di Documentazione del Lavoro nei Boschi e poi allargatosi a Pieve, Cinte e Bieno è stato definito “Il più bel simposio di scultura in legno d’Italia”. La Giuria è stata sin dall’inizio presieduta dallo scrittore e critico Renzo Francescotti e vi fanno parte, tra gli altri, la giornalista televisiva specializzata in critica d’arte Nicoletta Tamanini e gli artisti Lorenzo Menguzzato (Lome) e Carlo Scantamburlo. Ventiquattro gli artisti selezionati da sei nazioni (oltre l’Italia, Francia, Germania, Bulgaria, Russia, Canada) che si sono distribuiti nell’ultima settimana di luglio nei tre paesi del Tesino e nel confinante Bieno. La peculiarità di questo tipo di manifestazione sta nel fatto che gli scultori sono seguiti nel loro lavoro dalla gente; le opere d’arte crescono dall’idea iniziale sotto gli occhi degli spettatori che a loro volta crescono nella capacità di saper valutare un’opera d’arte. Lo stesso pubblico esprime il suo giudizio, assegnando un premio che quest’anno è stato attribuito a Ilio Buffa di Cinte Tesino. Il lavoro per la Giuria è stato particolarmente impegnativo, data l’alta qualità delle opere in concorso: basti dire che i tre artisti – segnalati in ordine alfabetico – erano stati già vincitori di edizioni precedenti. Si tratta di Enrico Challier di Frossasco (TO) con “Vorrei fare di te ciò che primavera fa coi ciliegi”; Matthias Sieff di Campitello di Fassa (TN) con “Ecate”; e Lara Steffe di
Moena (TN) con “A te fin quando incontrerai qualcuno con gli occhi blu”. Il primo premio è stato assegnato ad Aldo Pallaro di Piombino Dese (PD) con l’opera “Un angelo! Aiuto!”; il secondo premio è andato a Mario Iral di Padova con l’opera “Il carattere”; il terzo è stato appannaggio di Luciano De Marchi di Campiglia dei Berici (VI), già vincitore di due precedenti edizioni, con ”Ragazzo con la pantegana”. Alla cerimonia di premiazione affollata di turisti e locali, ha partecipato anche Franco Panizza, assessore provinciale alla Cultura; mentre Renzo Francescotti ha letto il verbale della Giuria con il giudizio sull’opera vincitrice: “Aldo Pallaro, in una scultura di ammirabile raffinatezza, utilizzando magistralmente il gioco delle luci e delle ombre del legno, ci regala un’opera astratta dalla forte valenza simbolica e archetipica”. 115
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Dedicato alla rosa, la regina dei fiori una mostra intitolata “La Rosa, regina dei fiori” nei musei di ronzone
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l “Giardino della Rosa”, inaugurato all’inizio dell’estate, costituisce una ulteriore importante attrattiva turistica per Ronzone e la Val di Non. Salutano questa colorita iniziativa anche i Musei di Ronzone con una mostra intitolata “La Rosa, regina dei fiori” ad opera della collezionista Luciana Recla, composta da centinaia di cartoline e francobolli, il tutto corredato da poesie, proverbi e massime di autori vari, che esaltano questo fiore capolavoro della natura nelle sue più svariate specie. Un vero e autentico omaggio alla protagonista di uno spettacolo unico nel quale la natura si sposa con l’ambiente. Ma la mostra dei Musei di Ronzone non“emana” solo profumo di rose, ma ha qualcosa si originale e unico. Con “Quell’anno avvenne…” Luciana Recla è riuscita a raccogliere e catalogare con minuziosa attenzione piccoli e grandi fatti del passato, accaduti negli anni con il numero finale 2. Cosa avvenne 10, 30, 50, 100, 200 anni fa? Tante, tantissime cose importanti, avvenimenti
“Innalzar lo sguardo” con i bianconero di condini successo per la mostra sui crocifissi a Sarnonico
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ianco, nero e poesia: questi i termini con i quali si può riassumere la mostra del fotografo di Mattarello Adriano Condini, allestita ad agosto nella Chiesa di Santa Maria a Sarnonico a cira del Comune e della Pro Loco, nonché della Parrocchia di S. Lorenzo. “Innalzar lo sguardo” – questo il richiamo della rassegna – per stupirsi davanti ai crocifissi sparsi lungo un itinerario che tocca una trentina di località della vallata anaune. Condini crede alla fotografia come “arte” e con essa ha raggiunto l’efficacia di una serie di visioni che emanano emozioni e poesia, una realtà che nasce piena di ricordi e che rievoca tempi oramai relegati al passato. Far scorrere lo sguardo sulle foto che sono state ospitate nel suggestivo contesto della chiesa pievana di Sarnonico significa scoprire con nostalgia un modo di vivere semplice dei nostri antenati, vissuti in una religiosità e in una devozione ancora profonde, rispetto alla Croce. Per Condini lo sguardo sui crocifissi della valle è diventato prima emozione e poi il desiderio di “contemplare” con l’obiettivo quelle “opere” di arte povera che hanno saputo fermare il tempo. Un bianco-nero, quello di Condini, classico ed elegante, che ha fatto ancora centro, tra luci ed ombre in un susseguirsi di contrasti.
passati alla storia, nascite, morti, arte, sport, religione, politica, musica, fumetti, letteratura, poesia, in una carrellata che richiama il passato. Per rimanere nel ristretto giro locale, la costruzione dell’antica chiesetta di Sant’Antonio a Ronzone nel 1312 e il ritorno al pubblico, in visione, della collezione – sempre di Luciana Recla –, “La mia Anaune”, terza all’esposizione mondiale in Giappone nel 2002. Orario Musei di Ronzone: dalle 15.00 alle 19.00 (chiuso il lunedì). Info 0463.835207.
trentinoscoop&news
“La bella d’italia” dà i primi verdetti
al Premio “Leggimontagna” con il suo volume “I villaggi dai camini spenti” (curcu & Genovese)
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l libro “I villaggi dai camini spenti”, di Alberto Folgheraiter, edito da Curcu & Genovese, si è classificato tra i vincitori nella sezione Saggistica del Premio Leggimontagna. La cerimonia di premiazione si svolgerà a Tolmezzo (UD) sabato 22 settembre, alle 16; l’evento si inserisce in una manifestazione più ampia dedicata alla montagna, che prevede, tra l’altro, nel corso della mattinata alcuni momenti di dibattito e di lettura delle opere premiate con i componenti delle giurie del premio: in questo contesto verrà offerto al pubblico un incontro di approfondimento sui temi trattati proprio da “I villaggi dai camini spenti”, insieme ad un’altro libro classificatasi tra i vincitori della medesima sezione (“Alpi regione d’Europa” di Marcella Morandini e Sergio Reolon, edita da Marsilio). Il libro di Folgheraiter è un viaggio-inchiesta, tra cronaca e storia, nel Trentino del terzo millennio. Un reportage dai villaggi della periferia. Il racconto di comunità che si vanno assottigliando, con le case abbandonate dall’esodo e dalla frammentazione ereditaria e sulle quali spuntano i cartelli “vendesi”. L’inchiesta, che è stata condotta tra febbraio e ottobre del 2011, rivela spunti di una vivacità sconosciuta o iniziative di giovani che la città e le grosse borgate nemmeno possono sperare. A ogni vallata del Trentino sono dedicati uno o più capitoli. Ogni capitolo è corredato da un apparato iconografico inedito. Sono due storie parallele, una scritta l’altra fotografica, due racconti che procedono di pari passo e si completano l’un l’altro. Ne è scaturito un grande affresco del Trentino contemporaneo pur restituendo, come in un caleidoscopio, immagini di vita vissuta e di memorie condivise.
ECCO LE FINALISTE NAZIONALI DEL TRENTINO ALTO ADIGE E DEL VENETO
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i è svolta a Borgo Valsugana, la finale Interregionale del concorso LA BELLA D’ITALIA valida per il Trentino-Alto Adige e il Veneto, 31a edizione. La finale è stata presentata con sobrietà e professionalità da Gaia Nicolodi e Mauro Guariso. La giuria ben qualificata, composta tra l’altro dai comici Gabriele e Marcello de I Toni Marci, ha avuto un compito arduo per decretare le Finaliste nazionali che, per il Trentino-Alto Adige, sono risultate: BELLA D’ITALIA Maria Vittoria Toniatti RAGAZZA PRIMA PAGINA Giorgia Osele RAGAZZA VISO TV Elisa Malachin per il Veneto BELLA D’ITALIA Claudia Florescu RAGAZZA PRIMA PAGINA Nataly Ciocan RAGAZZA VISO TV Tatiana Monteanu Le ragazze elette andranno alla Finale Nazionale del Concorso che si terrà a Scalea, in Calabria, dal 9 al 15 settembre, insieme alle altre ragazze già elette la settimana scorsa e precisamente: RAGAZZA GOLD HAIR Giada Filippozzi RAGAZZA SPETTACOLO Selena Rodriguez RAGAZZA MONELLA VAGABONDA Natalia Orosanu RAGAZZA GOLD HAIR per il Veneto Filomena Colaianni La manifestazione questa’anno ha avuto un grande successo sia in termine di partecipazione di ragazze di tutte le età sia in termini di partecipazione ed entusiasmo del pubblico presente, a dimostrazione che la naturalezza e la spontaneità che riescono a far trasparire le ragazze è l’elemento di qualità dello spettacolo proposto e apprezzato dal pubblico delle diverse location che hanno ospitato il Concorso.
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Foto: Maurizio Furlani
folgheraiter tra i vincitori a tolmezzo
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ALL’ISTITUTO AGRARIO IL PRIMO CIAK DI «VINODENTRO» Il trentino protagonista nel film con Giovanna mezzogiorno
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anno preso il via sabato scorso le riprese della nuova, attesa pellicola di Ferdinando Vicentini Orgnani. Si concluderanno il 6 ottobre e toccheranno alcuni fra i più suggestivi luoghi del Trentino. Fra i protagonisti Giovanna Mezzogiorno e Vincenzo Amato. Primi giorni di lavoro per la troupe di «Vinodentro», il primo film italiano sul vino che fino al 6 ottobre verrà girato sul nostro territorio. Ad ospitare il primo ciak è stata la località di San Michele all’Adige. Del resto, se si parla del prodotto celebrato da Bacco, non si può non fare riferimento all’Istituto Agrario - Fondazione Edmund Mach. Proprio qui, nella cantina storica e nel laboratorio, in un clima di grande interesse e curiosità, sono state girate le prime scene che hanno interessato anche i vigneti. Fra le comparse alcuni dipendenti della Fondazione Edmund Mach, intenti a svolgere il proprio lavoro, che hanno così provato l’emozione di stare davanti
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trentinoscoop&news ad una macchina da presa. Lunedì 27 agosto la troupe si è trasferita a Trento per girare alcune scene nel parco di Piazza Dante, mentre nei giorni seguenti ha raggiunto uno dei gioielli naturali del nostro territorio, le Pale di San Martino. Nelle prossime settimane numerosi altri saranno i luoghi che faranno da sfondo alla narrazione: da Folgaria con il campo da golf, al Mart di Rovereto, da Isera con la Casa del Vino alla Val Venegia. Nel cast, diretto dal regista, sceneggiatore e produttore Ferdinando Vicentini Orgnani, figurano attori del calibro di Vincenzo Amato, Giovanna Mezzogiorno, Pietro Sermonti, Lambert Wilson, Daniela Virgilio, Erika Blanc e Gioele Dix. Liberamente ispirato al romanzo «Vino Dentro» di Fabio Marcotto (edito da Curcu&Genovese), il film è sceneggiato dallo stesso regista e da Heidrun Schleef (tra le sue sceneggiature: «Preferisco il rumore del mare», «La stanza del figlio», «Ricordati di me»). Il direttore della fotografia è il grande Dante Spinotti (candidato a due premi Oscar per L.A. Confidential e Insider – Dietro la verità), mentre le musiche originali sono firmate dal trombettista Paolo Fresu. Per quanto riguarda il coinvolgimento del nostro territorio nel progetto, è interessante sottolineare che sul set sono impegnati diversi professionisti trentini (15 sui 50 totali della troupe), con ruoli come assistenti operatore, elettricisti, assistenti scenografi e assistenti di produzione, valorizzando così anche le professionalità locali. Tra tutti ricordiamo il fonico Carlo Missidenti, già vincitore di un David di Donatello. Una storia “faustiana”, tra il noir e la commedia, in cui i vini trentini saranno i protagonisti accanto agli attori. Un film che gravita intorno all’universo dell’enologia e alla sua affascinante ritualità, lontano dagli stereotipi e dalle imprecisioni che spesso il cinema ha usato per raccontare questo mondo. «Vinodentro» è prodotto da Alba Produzioni srl di Sandro Frezza e Ferdinando Vicentini Orgnani in collaborazione con Trentino Marketing Spa ed il contributo della Trentino Film Commission.
Giovanna Mezzogiorno
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Il libro del mese Le malghe in Trentino: Fiorenzo degasperi ci porta in giro per le montagne e i sentieri trentini, raccontandoci Storie di luoghi, persone, animali
A ROBERTO BORGHETTI il premio “ALICANTE” A vigolo vattaro, la kermesse È giunta alla 29a edizione
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rganizzato dal Comune e dalla Biblioteca di Vigolo Vattaro, giunto alla sua 29° edizione il Premio “Alicante” è considerato uno dei più importanti del Triveneto. Aggiungi una prestigiosa giuria presieduta da Renzo Francescotti e che comprende Giovanni Benaglio (Verona), Mario Meneghini (Vicenza), Lilia Slomp Ferrari (Trento) e Umberto Zanetti (Bergamo). L’Alicante ha una formula originale che alterna la poesia in italiano con quella in dialetto. Quest’anno, è stata la volta della poesia in linguaggio nazionale. Sono stati 206 i concorrenti provenienti da 62 province, ognuno con tre poesie. Alla fine, la giuria ha individuato cinque poeti da segnalare e i tre premiati. Il primo premio è stato attribuito a Roberto Borghetti di Ancona con la poesia “Poco prima di sopravvivere”; il secondo è andato a Rosanna Spina di Venturina (Livorno) per la poesia “Parole di seta; il terzo a Domenico Modafferi per la poesia “Omar”. Le poesie premiate e segnalate sono state lette con bravura da Chiara Turrini, attrice del Gruppo “Neruda”. Oltre che dai membri della giuria presenti, i poeti sono stati premiati dal sindaco Walter Kaswalder e dalla bibliotecaria Franca Rigotti. Nella sala dell’Auditorium affollata, dopo quello dedicato alla poesia c’è stato poi il secondo momento, dedicato alla pittura. Renzo Francescotti, nelle sue vesti di critico d’arte, ha presentato le opere del pittore rivano Albino Bombardelli. Un applaudito concerto pianistico della giovanissima Lucrezia Slomp ha concluso la serata.
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e malghe sono state costruite a metà strada tra la terra e il cielo. L’habitat risulta essere dolce, idilliaco, ameno. Per questo una gita ad una malga è sempre l’occasione per intraprendere un divertente viaggio nella natura, a contatto con gli animali, con una professione antica quanto l’uomo, con paesaggi attraenti e riposanti. I percorsi di questo libro sono stati studiati e scelti, tra i tanti, affinché le famiglie, i bambini, le persone che amano conoscere e divertirsi, possano trovare un equilibrio e un’armonia. I tempi e i dislivelli degli itinerari permettono gite tranquille e rilassanti, passo dopo passo, a stretto contatto con il mondo delle storie antiche, delle leggende, della cronaca di personaggi, i pastori, i malgari, i casari, che sanno ancora “resistere” in quota. In Trentino fino agli anni Sessanta c’erano 1056 malghe. Q u e s te , n e l corso dei secoli, hanno modellato il territorio alpino attraverso un’antropizza zione discreta e armonica con il territorio. Raccontare la loro storia vuol dire aprire una finestra sui luoghi dove sono state costruite, a metà strada tra
Il Sindaco di Vigolo Vattaro, Walter Kaswalder, premia Roberto Borghetti
trentinolibreria Donata Borgonovo Re La più bella Costituzione del mondo Il Margine
Remo Tamanini Trentino da scoprire 4 Edizioni 31
Zoran Feric I ragazzi di Patrasso Zandonai
La costituzionalista Borgonovo Re, con una predilezione per il lavoro educativo e un’esperienza sul campo da difensore civico, racconta quella che è stata definita la più bella Costituzione del mondo attraverso quattro parole-chiave e interpretando con originalità e passione civile grandi autori come De Tocqueville, e Dossetti. “Proviamo ora a immaginare la democrazia come una grande orchestra, nella quale devono essere presenti tutti gli strumenti musicali che, sulla partitura della Costituzione, dovranno intrecciare le loro differenti voci per realizzare l’armonia della convivenza tra le donne e gli uomini di cui la democrazia si prende cura”. “Eguaglianza e solidarietà – scrive ancora la Borgonovo Re – connotano la più ampia dimensione pubblica investendo noi e ogni organo della Repubblica della medesima responsabilità. Quella di fare della nostra democrazia una casa accogliente per tutti”.
Sono 35 itinerari a piedi, con le ciaspole o in mountain bike: sorge spontanea la domanda: come sono stati ideati e scelti? Quello che è giunto in stampa, nella forma e nei contenuti, è il risultato di una sommatoria di elementi, scelte, ripensamenti, competenze ed esperienze. Anni di uscite e di escursionismo per cartografo e autore. Cercando il nuovo, il diverso. A piedi, con ciaspole, con bici, mescolando persino i generi. Esplorazione del ricco preesistente. Rilettura del catasto sentieri della SAT, vera bibbia dell’escursionismo in Trentino. Suggerimenti raccolti da amici, appassionati, esperti di zone e versanti specifici. Boscaioli, guardie forestali, malgari, fungaioli. Nomadi della natura a vario titolo. Gli itinerari sono stati scelti nel rispetto della caratterizzazione e filosofia scelta ad inizio progetto “Trentino da scoprire” delle tre varianti a piedi, con ciaspole o MTB.
Dopo undici anni di matrimonio, Stanislav e Ines si muovono nella loro vita coniugale come all’interno di una prigione invisibile fatta di mute acquiescenze, di emozioni trattenute, di tenerezze cristallizzate. A mettere in crisi l’incerto equilibrio della loro relazione ci pensa il trasloco nella casa natale di lui, mentre il confronto quotidiano con un nuovo vicinato contribuisce a far emergere giorno dopo giorno un’inquietudine da troppo tempo latente. Ben presto i due cominciano a dubitare l’uno dell’altra, arrivando persino a pedinarsi di nascosto durante i fine settimana, spinti dai primi indizi di un tradimento. Ma è l’incontro di Stanislav con Marina, studentessa diciassettenne che, nonostante una sclerosi multipla a uno stadio iniziale, trasuda vivacità e malizia, a essere fatale. Sarà lei, con la sua voglia di divorare la vita e di sfruttarne ogni istante, a dare nuova consapevolezza a Stanislav, e a costringere il suo rapporto con la moglie a una deriva senza possibilità di approdo.
la montagna conosciuta e quella sconosciuta. Vuol dire descrivere le persone che ci hanno lavorato o che lo fanno tuttora, una storia fatta di umanità, di leggende, di pericoli, di ansie, di ingegno. E conoscere gli animali che sono i veri soggetti dell’alpeggio. Questo libro, “Andar per malghe”, raccoglie 30 itinerari in 174 pagine. 30 gite per raccontare quelle malghe che sebbene alcune trasformate in agritur/ristoranti, hanno saputo mantenere nel tempo le loro peculiarità, il sistema tradizionale dell’allevamento e della lavorazione casearia, dalla mungitura alla produzione di burro, formaggio, ricotta. Offrendo al turismo e alla cultura gastronomica specificità riconosciute in tutta Europa. E non ultimo, saper gustare i sapori della terra: il latte di cui si è perso il gusto, le formaggelle le cui forme sono rimaste uguali nei secoli, la ricotta, la primierota “tosela”, il “puzzone di Moena”, i formaggi freschi e quelli stagionati. In alcune malghe e agritur si può anche partecipare alla lavorazione del latte, entrando così in possesso di antichi saperi altrimenti dimenticati. Nella consapevolezza che la
sopravvivenza della pastorizia e dell’allevamento, lo stesso mantenimento dell’alpeggio e di una montagna “sana”, è condizionata dalla valorizzazione dei suoi prodotti. Dalla Val Rendena a quella di Sole, dal Primiero alla Val di Fassa alle Giudicarie, dal Lagorai alle selvagge Maddalene, dalle Dolomiti all’Adamello, gli itinerari ne raccontano la vita, attraverso le storie, offrendo al turista e all’amante della montagna e del gusto le strade o i sentieri alternativi per arrivarci – fuori quindi dal clamore del traffico motorizzato –, i tempi, i dislivelli, cosa c’è da vedere o da compiere nei dintorni. Ad esempio la malga Montalon, in val Campelle, è ancora una delle rare malghe che ci si arriva soltanto per sentiero. Il tutto è accompagnato da un apparato fotografico inedito parallelamente alle testimonianze fotografiche di un tempo. Un vero e proprio mondo si apre di fronte al camminatore che si accinge a raggiungere queste mete. Un’immersione in un paesaggio privo di difficoltà e di pericoli, studiato per grandi e piccoli, giovani ed anziani che intendono fare quattro passi in ambienti naturali incontaminati, ricchi di interessi paesaggistici e culturali.
Fiorenzo Degasperi Andar per malghe in Trentino
Curcu & Genovese (Euro 15,00, pagine 176)
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trentinofotoromanzo di Carlo Martinelli
IL TRISTE DESTINO DELLA RAGAZZA-MARINAIO
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alvolta, nello sfogliare distratto di vecchie riviste, scovate in qualche polverosa cantina, riaffiorano storie tristi, dolorose. È così per una vicenda di quarant’anni fa che riguarda Maria Antonia Cont, una ragazza di Aldeno. Era nata alle due del mattino del 9 marzo 1952, riporta preciso l’articolo della Domenica del Corriere che raccontò il suo tragico destino. Ma i suoi vent’anni non arrivarono mai. Sì, perché quattro giorni prima del compleanno, perse la vita nel naufragio della motocisterna liberiana “San Nicolas”, inabissatasi nel Golfo del Messico. Lei, Maria Antonia, era il terzo ufficiale di quella nave. Si era imbarcata nell’agosto dell’anno prima, dopo essersi diplomata all’Istituto tecnico nautico di Trieste.
È una storia di coraggio e d’amore quella di Maria Antonia. La raccontò il fratello Guido, allora 28enne, terzino nella squadra di calcio del Marsala. “Maria Antonia aveva 12 anni quando morì il papà, fornaio. Restarono mamma Ada e noi, quattro fratelli. Io, Maria Antonia, Katia ed Elisa. Dopo la licenza media Maria Antonia disse che voleva iscriversi ad un istituto nautico di Trieste. Il mare era la sua grande passione. A prezzo di gravi sacrifici, riuscimmo ad assecondarla. A Trieste, unica donna in mezzo a tanti uomini, divenne anche uno dei capi degli studenti, guidandoli nella contestazione per il rinnovamento delle strutture della scuola che si rivelavano inadeguate. Era una ragazza moderna, vestiva alle beat, amava la musica. Da bambina quando vedeva un gatto randagio per strada lo prendeva e lo portava a casa”. Il 27 luglio del 1971 Maria Antonia ottenne il diploma di allievo capitano di lungo corso. Subito dopo l’offerta di imbarcarsi sulla “San Nicolas” come terzo ufficiale. Parte per Amburgo, incontro a quella che doveva essere la sua “grande avventura”. Sulla “Nicoletta” – così la chiama nelle lettere entusiaste che spedisce a casa, ad Aldeno, dai porti dove fa scalo – si trova bene. Di più. Incontra l’amore. Si chiama Giorgio Gagliardo, alto, biondo, 28 anni, terzo ufficiale anch’egli. A Natale si fidanzano. Quando verranno in licenza, in maggio, lui chiederà la mano della ragazza e si sposeranno. Poi torneranno sulla nave e continueranno a svolgere il loro lavoro. Le società armatrici all’epoca permettono agli ufficiali di tenere a bordo le mogli, anche per lunghi periodi. Nel loro caso, poi, non esistono problemi, erano entrambi ufficiali. Alla mamma Maria Antonia scrive in termini entusiastici di Giorgio. “Gli voglio sempre più bene”. Il 6 febbraio l’ultima telefonata da Buenos Aires. Un mese dopo la “San Nicolas” affondava nel Golfo del Messico e con lei tutti i sogni e le speranze di Maria Antonia. Dopo molti giorni di ricerche furono trovati due superstiti. Danilo Piazza, 20 anni, meccanico motorista e proprio Giorgio Gagliardo, l’uomo che avrebbe dovuto sposare Maria Antonia. Della ragazza e degli altri membri dell’equipaggio non si è saputo più nulla.
La memoria restituisce persone e cose che pensavamo dimenticate per sempre o delle quali neppure sospettavamo l’esistenza. Questo è FOTOromanzo. Una immagine che ritorna. Dentro la memoria delle storie.
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