TrentinoMese settembre 2015

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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Trento. Contiene i.p.

ANNO XXIII N. 283

euro 2,00 www.trentinomese.it

SETTEMBRE 2015 9 771724 550805

ISSN 1724-5508

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appuntamenti, incontri e attualità trentina

PICCANTISSIMO TRENTINO PER TRADIZIONE, PLACIDA TERRA DI VIGNETI E MELETI, IL TRENTINO POTREBBE DIVENTARE IN UN FUTURO MOLTO PROSSIMO ANCHE TERRA DI VIVACI PEPERONCINI PICCANTI! TRA COLTIVAZIONI E TECNOLOGIA...

SILVIA MERLER A BRUXELLES, TRA I GIOVANI ECONOMISTI EMERGENTI C’È UNA GIOVANE TRENTINA IL RACCONTO LA CALDA ESTATE DEL TENENTE MUSIL

GIUSEPPE NICCOLINI: “ECCO COME HO VESTITO IL ‘900”

IL SILENZIO DELLE CASE CHIUSE TRENTO E ROVERETO PRIMA E DOPO LA “SVOLTA” DEL 1958


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Aspettando le Regine dei Pascoli Desmontegada de le caore Cavalese 11-13 settembre

Grande festa per il rientro dall'alpeggio delle capre! Un week-end per sperimentare i sapori della tradizione e l'accoglienza della montagna!

Desmontegada de le vache A Predazzo & Festival Europeo del Gusto 2-4 ottobre

Week-end Desmontegada. Le mucche scendono in paese dopo l'alpeggio estivo. Vivere in prima persona la festa del rientro dai pascoli delle vacche e gustare la genuinità dei prodotti della nostra valle, del Trentino‌


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RING di Stefania d’Elia

istruzioni per l’uso PENSAVO DI SAPERE TUTTO. SONO DIVENTATA MAMMA E NON SAPEVO PROPRIO UN ACCIDENTI

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e mamme, quando diventano mamme, hanno le idee confuse. Io, ad esempio, non avevo idea di cosa volesse da me quel piccolo umano piangente, né di cosa fare per renderlo felice. Non sono tante le cose che una mamma si aspetta da un neonato, sa che un piccolo esserino appena venuto al mondo vive di istinti e di istanti, ma qualche piccola aspettativa c’è. Ad esempio, ci si aspetta: 1. Che dorma: non tutto il tempo, sia chiaro. Però se tutti (tutti) i libri/le riviste che trattano il tema della maternità dicono che un bambino dorme per 17 o addirittura 20 ore al giorno, qualche illusione una se la fa... 2. Che comunichi con il pianto. Comunichi. I bambini la loro parte la fanno alla grande. Ma allora perché noi mamme non siamo in grado di fare la nostra parte comprendendo appieno i loro bisogni? Una volta tornata a casa dall’ospedale con Gaia (mia figlia che oggi ha 8 anni) è stato da subito evidente, che lei non aveva la minima intenzione di passare i tre quarti della sua giornata dormendo, il modello “gatto” non le confaceva. Era più sul modello “squalo”: non dormo mai, magari sonnecchio, ma sempre con un occhio aperto. Tendenza confermata anche attraverso la voracità con cui si attaccava al seno. Per quanto riguarda la comunicazione invece, un bug nel mio software neurale mi impediva di interpretare all’istante i diversi tipi di pianto per poter poi soddisfare in tempi rapidi ogni sua richiesta. Capitava così che il suo pianto per “fame” – che io avevo erroneamente interpretato per un pianto da “pannolino sporco” – si trasformava in un frustrato pianto da “mamma non hai capito nulla” con tanto di sirena, guance rosse e singhiozzo. Noi mamme siamo fortunate, siamo privilegiate spettatrici del miracolo della vita: da un gruppo di cellule che ballano la Macarena all’interno della nostra pancia nasce una persona. Una persona con i suoi gusti, il suo modo di agire, le sue idee, il suo carattere. Siamo testimoni di un’evoluzione incredibile. Teniamo in braccio un fagottino minuscolo che in un lampo lascia la nostra mano e impara a camminare prima e a correre poi. Che impara a cadere per poi rialzarsi a saltare e a parlare. Ne vediamo di cambiamenti in pochi anni. Ma cerchiamo di essere sincere, una cosa non cambia: stiamo ancora aspettando l’aggiornamento del software che ci permetta di capire cosa i figli vogliono da noi. Ci parlano degli ormoni in gravidanza per

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RING scagionare l’umore ballerino (leggi: l’istinto omicida) delle mamme in divenire. Poi ci parlano degli ormoni del parto e dell’allattamento, in questo modo ci sentiamo giustificate per l’intolleranza che dimostriamo talvolta verso il mondo esterno, nei primi mesi di maternità. Fatto è che gli anni passano, superiamo nido, materna ed elementari ma ci sentiamo ancora in balia della corrente. Invidiamo chi “naviga a vista” perché il nostro è un vero e proprio brancolare nel buio con i sensi sotto anfetamina; per quello che mi riguarda ancora adesso attraverso momenti di enorme esaltazione alternati da attimi di profondo sconforto. Un giorno, indicando in modo teatrale i nostri due figli, ho detto a mio marito: “Sai che secondo me, con loro abbiamo fatto un lavoro meraviglioso? Sono felici, indipendenti, non si lamentano e vanno d’accordo con tutti. Siamo stati bravi. Siamo dei bravi genitori.” Lui ha annuito con aria interdetta. È tornato da me un’oretta dopo trovandomi in lacrime e con un vero e proprio attacco di panico in corso. “Siamo genitori pessimi”, gli spiego “come potrebbe essere mai felice nostra figlia senza una migliore amica? Le abbiamo negato la migliore amica.” La verità è che va d’accordo con tutti (beh, dai, con tanti) ma non ha mai dimostrato una vera e propria preferenza verso nessuno. Cosa di cui ovviamente io mi sentivo responsabile; sempre per colpa di quegli ormoni che durante la gravidanza hanno campeggiato nel mio organismo e che poi, quando è stata ora di levare le tende, hanno deciso che li si stava troppo bene. Gli ormoni sono infidi, non cambiano la nostra vita in modo assoluto, ma operano dentro di noi una serie di micro cambiamenti che ci rendono donne apparentemente uguali a prima, ma internamente diverse. Riuscite ad esempio a guardare senza piangere le pubblicità degli omogenizzati? O a seguire un thriller alla televisione? L’istinto materno che ci spinge a proteggere i più deboli si estende in modo tentacolare verso qualsiasi forma animata e inanimata che abbiamo la ventura di incontrare lungo il nostro cammino. Un giorno, ho strenuamente difeso l’onore di una padella che mio marito voleva buttare perché, secondo lui, “decisamente inutile”, l’avete fatto anche voi confessate, magari stringendo tra le mani un paio di calzini lisi e consunti. Quando è nata mia figlia non lo volevo il libretto d’istruzioni, pensavo che millenni di retaggio materno fossero insiti nel mio DNA, e che quindi non avrei avuto il minimo problema a calarmi nel nuovo ruolo di mamma. Ero convinta che io e mia figlia, legate da un filo inscindibile che non può venire reciso neanche con il taglio del cordone ombelicale, ci saremo capite all’istante. Poi sono diventata mamma e mi sono accorta che non sapevo praticamente nulla. Qui si parlerà di questo: non delle risposte che non ho, ma delle domande e dei tentativi che accomunano noi mamme. Delle cose belle e di quelle brutte. Di tutto quello che giorno dopo giorno ci rende mamme.


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RING

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RING di Pino Loperfido

di Tiziana Tomasini

perfidie

a mali estremi

LA CRISI DELL’EDITORIA? TUTTA COLPA DELLA SINDROME DELLE BRACCIA CORTE. ECCO PERCHÉ

LA MIA FAMIGLIA E ALTRI ANIMALI: LA PARTE MENO PIACEVOLE TOCCA SEMPRE A ME

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i siamo! Non sembra vero, ma abbiamo scoperto il motivo per il quale i giornali e l’editoria sono in difficoltà. No, non c’entra la crisi culturale. E non è nemmeno una questione economica. Volete la risposta? Eccola qua: si tratta di un problema di caratteri. Nel senso di caratteri tipografici. Su quotidiani, settimanali e mensili le dimensioni dei testi si sono talmente ridotte da divenire pressocché invisibili al lettore medio, che ahinoi, non ha vent’anni, ma all’incirca il doppio, se non il triplo. Ovvero è nell’età in cui comincia a manifestarsi la cosiddetta “sindrome delle braccia corte”. Che cos’è? È la tendenza ad allontanare il più possibile dagli occhi il testo per poterlo mettere a fuoco. Poco male, dirà qualcuno. Se non fosse che il disturbo si accentua sempre più. Dai pochi centimetri iniziali si arriva al mezzo metro comodo. E così via, fino a che la lunghezza delle braccia non basta più. Occorrerebbero a quel punto delle protesi, delle prolunghe. O molto più semplicemente un bel paio di occhiali da lettura. Già. Il 40-50enne alle prese con la presbiopia (chi scrive, compreso...) si trova dunque davanti ad un bivio epocale. Deve decidere se inforcare le lenti oppure farla finita lì con libri e giornali. Ebbene, la sensazione è che ultimamente siano in parecchi a optare per la seconda opzione. Pare fin troppo ovvio. Eppure i direttori dei giornali fanno finta di non essersi accorti del fenomeno e continuano a giustificare il calo delle vendite con la crisi, la congiuntura, ecc. ecc. Non hanno idea del nervoso che può impossessarsi di un essere umano quando vede tutte quelle letterine sfuocarsi, dissolversi in una sorta di nebbia, fondersi tra loro con strafottenza. Non immaginano nemmeno gli improperi che escono di bocca quando fai per leggere il bugiardino del Moment e davanti agli occhi vedi solo uno strano foglietto a righe con su scritto nulla. È facile che arrivati a quel punto tanti risolvano che si può vivere una vita serena anche senza leggere. Poi si domandano come mai nessuno compra più i giornali. Per forza! Dati alla mano, l’età media di inizio della presbiopia è in costante decremento, mentre l’età media dei lettori di quotidiani è in costante aumento. Abbiamo chiarito l’arcano? Come? Non siete riusciti a leggere manco una riga?!

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i risiamo. Rientrati dalle vacanze, i miei ragazzi tornano alla carica. Argomento? L’animale domestico. E sorrido al pensiero delle nostre travagliate esperienze in questo settore. Abbiamo avuto alcuni pesci rossi, vinti al luna park: dopo venti palline lanciate e nessun vaso centrato, era stata la pietà del giostraio – e lo sguardo supplichevole dei bambini – a farci ottenere il sacchettino con gli animaletti. Dopo pochi giorni nessuno più guardava i due che giravano noiosamente in tondo nella grande boccia. Fino al giorno in cui il grande, appassionato di esperimenti, gettava il contenuto saponato delle bolle da soffiare nella vasca dei pesciolini, per “vedere” (parole testuali) se anche loro facevano le bolle. Archiviati i poveretti – ritrovati a pancia all’aria – è stata la volta del gatto. “Vuoi un gattino?!” Era stato detto sulla soglia di un cancello estivo ad uno dei miei da una signora di passaggio. “Certo!” E così, col fagottino in mano, cominciava la nostra nuova vita con un animale. La sua fine, dopo soli due anni, appare ancora un mistero. Con le amiche ipotizzavo ironicamente che, dopo tirate di coda, assalti, tagliate di baffi, fughe, nascondini folli e palline da tennis prese occasionalmente qua e là, il poveretto avesse gettato la spugna, facendola finita. Poi è stato il turno delle cocorite, stupende. Montata una voliera da esposizione, i variopinti volatili hanno svolazzato solo per qualche mese; molto delicati e sensibili alle correnti d’aria. Peccato. Il grande ha fatto un tentativo – a mia insaputa – di ingresso in casa con due criceti. Subodorato il piano, sventavo il complotto e rispedivo i roditori al negozio in tempo reale, con tanto di invettiva al proprietario sul fatto di vendere animali a bambini senza la presenza di un adulto. Gli ultimi assaggi di vita animale risalgono a qualche primavera fa. Un tenero anatroccolo ed un coniglio, dirottati subito a contadini con campagna, in quanto incompatibili con la vita d’appartamento e i ritmi frenetici di scuola/lavoro/sport. A nulla sono valsi i ragionamenti sulla responsabilità di accogliere un essere vivente in casa: occorrono spazi, tempo da dedicargli, impegno nel seguire la pulizia e curare l’igiene, nonché programmare visite e controlli in ambulatorio veterinario. E, guarda caso, le parti meno piacevoli erano sempre di mia competenza, nonostante le promesse. “Quando sarò grande – sentenzia il primo e gli fanno eco gli altri – avrò tantissimi animali! Intanto… senti… un mio amico ha dei cuccioli di alano, che ne dici? Bellini…”


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ASSESSORATO ALL’URBANISTICA, PATRIMONIO E CULTURA

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COMUNE DI BORGO VALSUGANA

COMUNE DI VILLA LAGARINA

COMUNE DI NOGAREDO


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RING di Gianfranco Gramola

diario rotaliano COSA CI ASPETTA IN AUTUNNO... CE LA FAREMO A RITROVARE L’OTTIMISMO PERDUTO?

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estate sta sfumando, lascia la presa. Tornano giornate miti, aprono le scuole, ci si prepara per la vendemmia e per la raccolta delle mele. L’autunno oltre ai colori porta i suoi profumi e le sue tradizioni. Le ferie sono finite e sui giornali, con tempismo annuale, troviamo articoli dedicati allo “stress da rientro”, dove noti specialisti spiegano che la fine delle vacanze per molto italiani si trasforma in un incubo, praticamente una sindrome che porta alla depressione. È il colmo… si parte perché si è stressati e si ritorna preoccupati dello stress da rientro. E allora i dottori elencano consigli su come sfruttare al meglio il buonumore delle vacanze. L’estate 2015 verrà ricordata per un bel pezzo, per il caldo opprimente, le bolle africane e le giornate calienti. In autunno troveremo un po’ di refrigerio, ma il fastidio del caldo verrà sostituito da altri fastidi, molti dei quali li avevamo accantonati con l’arrivo dell’estate. Ebbene sì, dopo aver trascorso giorni a cercare riposo, ci prepariamo ad un’insonnia autunnale che ci terrà con gli occhi ben aperti. Il Presidente del Consiglio Renzi ha annunciato che dopo l’estate farà delle nuove riforme e ha parlato di tagli sulla sanità. Saranno dei provvedimenti che aggraveranno ancora di più le

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RING spese a carico dei cittadini (i ticket). Nei prossimi tagli verranno vergognosamente presi di mira anche i disabili. Prendersela con i deboli è l’aspetto più scoraggiante di questa manovra. “Ci aspetta un destino di rinunce – dice il noto giornalista Roberto Gervaso – di sacrifici, di prostrazione di un popolo che non crede più in se stesso, perché gli hanno fatto perdere il suo atavico ottimismo”. Verrà a galla il discorso sugli sprechi della politica, degli infiniti privilegi e dei vitalizi di cui godono quell’esercito di sanguisughe che sono i nostri politici. Nessuno dei nostri rappresentanti dirà di sì a quelle salutari “sforbiciate” ai loro guadagni, perché lo spirito di sacrificio è l’ultima delle loro virtù. A palazzo Chigi gli impiegati sono venti volte più numerosi di quelli della Casa Bianca e guadagnano tre volte di più dei nipotini dello zio Sam, ma qui di tagli non se ne parla. Si parlerà di Roma, la nostra Capitale, epicentro e simbolo della crisi italiana. Una città complicata, dove capita di tutto, una metropoli stanca e avvilita che tra mafia capitale, corruzione, abusivismo e rifiuti, sta perdendo il suo decoro, sta snaturando, sta cambiando volto e pelle. È passata da “La grande bellezza” a “La grande schifezza”, come scrive il mio amico Enrico Vanzina in un articolo dedicato al degrado della Città Eterna. In questo paese debole e sempre più spolpato si tornerà a parlare di tasse. Ogni giorno sui giornali leggiamo che verranno ridotte, ma questo non succede mai. Scende l’IRPEF ma salgono le tasse comunali e provinciali. Rifiuti? Facciamo sempre più la differenziata ma la bolletta è sempre più cara. In autunno dovremo fare i conti con il problema dei furti, della criminalità, del lavoro che non c’è e delle cronache di povertà. Inoltre c’è il problema drammatico degli estremisti dell’Isis, che vivono nell’ombra, pronti ad emergere per uccidere gli “infedeli” e la tragedia degli immigrati che sbarcano continuamente sulle nostre coste. Torneranno anche i reality, che servono solo ed esclusivamente per intontire il pubblico (anche se a volte la cosa più intelligente sarebbe leggere un buon libro). Partono i talk show, con il balletto dei soliti visi e branchi di “tuttologhi” che occuperanno militarmente il video. E torna il campionato di calcio, un gioco meraviglioso, che ci fa esultare, piangere e sognare. Un gioco che senza taroccamenti, inciuci e arbitraggi scandalosi, è ancora una sana e bella competizione. Per fortuna che a regalarci un po’ di ottimismo e di serenità ci pensa Papa Francesco, con i suoi moniti e i suoi appelli. Jorge Mario Bergoglio, un pontefice capace di toccare il cuore della gente che ha cuore e che vuole una Chiesa in grado di cavalcare le differenze e le diffidenze. “Papa Francesco - come ricorda in un articolo Carlo Verdone - è l’unica persona capace di darci uno spiraglio di luce, quel segno forte di cui abbiamo bisogno in un momento in cui il futuro ci appare non come un’opportunità, ma come una minaccia”. Buon autunno!


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RING di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi STEFAN FRENEZ: L’AUTONOMIA COME APERTURA. SCRITTO IN MEMORIA DI UN PUER AETERNUS

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onostante le reiterate e imploranti proteste del mio ginocchio destro, ridotto ormai a parvenza di se stesso, giovedì 30 luglio sono salito fin sulla sommità di Cima Trappola (m 1865), la più alta vetta dei Lessini. Una montagna che si presenta dolce e addomesticata sul versante veronese di mezzogiorno, altera, pericolosa e intrigante su quello trentino settentrionale. Il mio era un atto dovuto verso un personaggio che non molti giorni prima, il 9 luglio, proprio nei canaloni che scendono precipitosamente verso la testata della Vallarsa, al cospetto del duro e oscuro gruppo del Carega, ha trovato la morte Stefan Frenez. Alcune settimane prima ci eravamo trovati, assieme ad una cara amica comune, nell’assordante avvolto del mitico bar Sport della Pina a Sacco, per discutere di quel suo progetto che lo avrebbe dovuto tenere occupato per i mesi estivi nei prossimi anni: compiere a piedi l’intero confine del Tirolo, poi quello dell’impero austroungarico. Un percorso da effettuarsi in parte in modo individuale, una sorta di pellegrinaggio laico, in parte accompagnato da esperti di vario genere interessati a discutere dei “confini”, della terra, dell’Heimat, della modernità e della conservazione, di una cultura – quella mitteleuropea – che sta scomparendo. L’impulso a intraprendere quest’avventura è scaturito dal Libretto di Servizio militare di suo nonno, Enrico/Heinrich Benigni, Landes, dal 1917 Kaiserschütze in Galizia/Carpazi. Un progetto pluriennale Da Cima Trappola verso il Carega

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RING da far rabbrividire anche i migliori camminatori. Eppure lui, irruento e sognatore, si è messo gli scarponi ai piedi e, partendo da Mama d’Avio, lì dove ancor oggi si erge il menhir/termine del confine tra l’Impero austroungarico e la Repubblica della Serenissima, si è inerpicato lungo i cippi confinari dei Lessini, come i vecchi contrabbandieri di Ala, fino a trovare la morte sotto Cima Trappola. Mai nome fu più appropriato per una vetta infingarda: il versante settentrionale è un intrigo di mughi, salti di roccia mimetizzati dalla vegetazione, venti impetuosi che scuotono anche il fisico più temprato. Non ci sono sentieri, quello per il passo Pertica passa un centinaio di metri più a meridione, approfittando del dolce e comodo Passo Malera. Ma il confine transitava proprio su questi precipizi e lui, come tutti i sognatori cocciuti, doveva percorrerlo senza allontanarsi troppo da questa linea ideale. Avevo suggerito di tenere un margine di tolleranza rispetto a questa linea di almeno 500 metri a destra e a sinistra, appunto per evitare pericoli e brutte sorprese, tattica impiegata perfino da Reinhold Messner e Hans Kammerlander quando, nel lontano 1991, percorsero 1200 km ricalcando i confini del Sudtirolo per 100mila metri di dislivello. Ma Stefan era un puer aeternus, come le cime della Lessinia. Dolci da una parte, impervie dall’altra, ondulate e aggraziate, brulle e scabre. Camminarci sopra voleva dire unire gli opposti, così come lui stesso accoglieva in sé opposte aspirazioni e ambizioni: continuava a ripetere di essere un “autonomista di sinistra”, cercando, giustamente, di strappare i vessilli e portabandiere alla destra, ai conservatori, a chi intende l’autonomia come momento di chiusura invece che di apertura, opponendosi a chi innalza i confini invece di sfruttarli come momenti e luoghi di passaggio, di transito, ruolo che da sempre la storia della montagna ha affidato loro. Stefan aveva fuso la storia e la cronaca, dandogli un ordine diverso rispetto a quello che quotidianamente leggiamo sui giornali o sentiamo per bocca di vacui oracoli folkloristici. Aveva dato una diversa dimensione al


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RING concetto di autonomia perché, scavando in profondità, era partito da altri presupposti, da altri miti, insegnandoci che le strade sono infinite, le variabili pure e che i sogni non sono proprietà esclusiva di nessuno. È per questo suo sognare che amo pensare a lui come a un puer aeternus, un utopista sognatore idealista, catturato da un principio continuo di incertezza, e non un senex, un vecchio saggio, un vecchio re Stefan Frenez autorevole, un Io prosciugato, in preda al principio di certezza, consapevole che il significato delle proprie azioni e dei propri pensieri non può reggersi soltanto e sempre sulla struttura e sull’ordine, sulla razionalità e sul determinismo. Quanti giovani, anche bambini, oggi, sono già vecchi, legati all’archetipo del senex, vittime di Crono-Saturno. La morte non ha importanza per il puer, perché crede di poter ricominciare ogni volta. La sua è una vita spirituale verticale, dove le visioni della meta da raggiungere e meta stessa sono una cosa sola, la velocità, la fretta, perfino la scorciatoia, sono indispensabili. Non ha pazienza, non conosce le stagioni e l’attesa, quando riposa tira i remi in barca e si sospende in uno stato atemporale ignaro del trascorrere degli anni e del tempo. Stefan era un cercatore, un viator della cultura, incessantemente vulcanico, organizzatore di eventi e di speranze, profondamente legato al suo territorio, alla sua terra, ad una Heimat fatta di sogni, speranze, illusioni, storia, cronaca, fantasia e leggenda. Un calderone celtico che ribolle in continuazione, da cui però nascono le idee, quelle vere, sane, fisiche, vivide, con lo sguardo oltre Cima Trappola e le pareti angoscianti del Carega e la cui Speranza si abbevera continuamente al sapere come avviene con la gazzella che si inchina nella fontana della conoscenza nelle raffigurazioni paleocristiane. Dalla cima ho raccolto un fiore celeste e l’ho lasciato andare in balìa delle correnti ascensionali, giù verso il basso, verso Passo Pertica e il maledetto canalone. Scendere per andare verso l’alto. È forse tutta in queste parole la filosofia di Stefan Frenez.

Mama d’Avio e il cippo confinario

di Astrid Mazzola

il midollo della vita QUESTO RIDICOLO POCO CON IL QUALE POTREMMO VIVERE TUTTI FELICEMENTE

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n quest’estate generosa – di tutto, dai cavoli giganteschi alle tegoline striscianti – è bello uscir di casa alla mattina presto, quando il sole sfiora appena gli alberi sopra l’Armentera, nei boschi della Val di Sella risuonano i canti degli uccelli e l’aria è ferma e fresca. A volte mi sembra strano che si possa desiderare più di questo: una famiglia, una casa, un po’ di terra da coltivare. Poi mi dico sei una ridicola sempliciotta, qui non puoi vivere senza schermi e addominali ultrapiatti, cambio armadio integrale ad ogni stagione, centri wellness e collezione di ricettari superdietetici. Concluso il raccolto quotidiano e le incombenze domestiche, accendo il computer per lavorare e mi connetto al mondo. Ed è allora che scopro, ogni giorno come la prima volta, che quest’estate non è generosa con tutti. Delle guerre e del dolore ormai so: assieme alla consapevolezza della mia incapacità di arrestarli, sono un triste tappeto sonoro nella musica della nostra esistenza. Ma ci sono le persone che si ammassano lungo i confini d’Europa. Giovani come me, mamme come me, famiglie come la mia, bambini come Viviana, così vicini che quasi li posso toccare. Ancora più vicini, mentre oziavamo sulle spiagge tirreniche nella nostra vacanza in campeggio, così lontana dalle crociere eppure distante anni luce da ciò che loro stavano vivendo. Così com’era vicino e lontano il giovane pakistano che lavorava nell’agritur in cui sono stata con la mia mamma, padre di due bambini, che negli ultimi sei anni (l’intera vita del figlio più piccolo: in questa fiumana di esistenze in sospeso i dettagli sono importanti) aveva visto in tutto per quattro mesi. Cosa cercano? Un posto. Un ruolo – anche piccolo piccolo, anche sottopagato, ma un ruolo, che permetta loro di dire sono un cameriere, sono una badante, faccio parte di questa società. Un posto per i loro figli, in cui possano mettere radici e crescere. Un posto in cui stare: una casa, magari con un po’ di terra da coltivare. Le stesse cose che, nel confronto con gli standard della mia società, mi appaiono tanto scontate da farmi sentire una sempliciotta, sono ciò per cui migliaia di persone sono in viaggio; per cui, spesso, muoiono. In bilico sulla mia esistenza, provo un senso di vertigine: è la sensazione che questo contrasto attraversi la mia vita e ne sia amplificato, proprio da me, che a volte tocco con mano il poco (eppure tanto) di cui si può vivere, anche qui. E penso che forse potremmo vivere tutti felicemente con questo ridicolo poco. 15

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trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI

il dialetto in-forma “MENÀDE”, “MENARÒSTI” E “REMENÀDE”

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enare è un verbo italiano che ci arriva dal latino rustico “minare” e significa spingere un animale anche minacciandolo. Menare si usa per condurre animali da un luogo a un altro, ma anche con altri usi (p.es. menare una vita dispendiosa, menare per il naso, menare il can per l’aia, menare calci e pugni, ecc.) In gergo ciclistico “menare” sta per pedalare a tutta”. E allora, se nel linguaggio nazionale “menare” ha questo largo uso, perché ne parliamo nella nostra rubrica dialettale? Semplice: perché in dialetto questo verbo assume altri significati, altri modi di dire. Questo a conferma che i dialetti non derivano dall’italiano, non sono corruzioni dell’italiano (come il buon Aldo Bertoluzza, per altro benemerito operatore culturale, mostrava di credere), ma hanno una comune origine nel latino. E allora andiamo a vedere nei dialetti trentini che cosa abbia prodotto nei secoli il verbo del latino menare. C’è la menaròla che ha il duplice significato di mescola per la polenta (canaròla) e di trapano a mano. Un sostantivo ormai abbandonato, perché definisce un qualcosa a sua volta abbandonato, era menaròi, strisce di tessuto per reggere i bambini che imparavano a camminare (se no el popo el cascava en tera e ciapava zo scorzade).

C’erano poi menadóri ripidi percorsi attraverso cui menavano la legna a valle. Famoso (da scrivere con la maiuscola, perché nome proprio) el Menadór che portava da Caldonazzo alle Vezzene. Anche se qualcuno lo chiama così, il percorso che porta da Levico all’altopiano di Vezzena (come da informazioni di anziani del posto) viene invece chiamata la Pegolara, storpiatura da Pegorara, strada da cui passavano (e ancora passano) le greggi di pecore che arrivano dalla pianura veneta. Dunque: menaròi, menaròle, menadóri… e poi? Poi ci sono le menàde (simili nel senso e nella scrittura a monade, nel senso di sciocchezze che si ripetono). C’era la menaressa, la donna che faceva girare l’aspo, parola desueta, persa come questa figura di donna; o altri sostantivi tuttora usati in senso non più concreto, ma figurato. Concretamente, il menaròsto, poteva indicare sia il girarrosto, lo spiedo, sia il ragazzo o l’anziano che venivano consegnati a dare un giro ogni tanto allo spiedo, pennellando la carne con l’intingolo che gocciolava in una vaschetta. Era un’incombenza noiosa per di più ingrata (chi mena, no magna, si diceva). Poi inventarono i girarrosto meccanici, caricati a molla. Ma erano costosi, non tutti se lo potevano permettere e in parte continuarono ad esserci gli annoiati e affamati menaròsto. Figurativamente, menaròsto furono chiamate le persone noiose o un po’ rimbecillite; come i menaròsti diventati tali a forza di girare la manovella e arrostire per gli altri la cacciagione che non potevano mangiare. Menare esiste in italiano nel significato anche di picchiare, ma non nel nostro dialetto. Nel dialetto trentino c’è però remenar, con un significato che si avvicina: si usa nel significato di dare una lavata di capo a qualcuno, ma anche nel significato di maltrattare fisicamente, strattonare: ”I g’ha dat zo na remenada che no te digo!” “E ti el sat chi che ha magnà el mé gat? Se ‘l ciapo ghe dago zo una de quele remenade!” “Perché? Te premévelo cossì tant? “Sì, perché dovevo magnàrmelo mi!” Era uno di Vicenza… renzofrancescotti@libero.it

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trentinodadonnaadonna di LOREDANA CONT

ARRIVANO I NOSTRI... DECRETI E DECRETINI E UN PO’ DI PI-RU-BI

L’

estate sta finendo, e un anno se ne va... così cantavano i Righeira nel lontano 1985 in una di quelle canzoni che fanno storcere il naso ai critici e poi invece rimangono nella memoria e vengono cantate a distanza di anni... Eh già, l’estate sta finendo “e un anno se ne va” perché si va già col pensiero alla prossima vacanza: il periodo in mezzo è una lunga attesa di quei 15 giorni (se va bene!) al mare, un’attesa piena di pensieri, di problemi, di ansie, di corse... Che tristezza. Di solito dopo l’estate arriva “l’autunno caldo”, che magari è freddo ma dal punto di vista politico (una volta anche sindacale, adesso lasciamo perdere) è sempre caldo. I nostri eroi in parlamento si preparano a sfornare leggi, leggine, decreti e decretini... Sempre troppe e sempre più ingarbugliate ma necessarie, un po’ perchè “ce lo chiede l’Europa”, un po’ perché quello è il loro compito no? Qualcosa devono pure produrre. Spesso noi cittadini spettatori siamo portati a dire che “quei zo a Roma i è boni sol de ciacerar”. E dove sta il problema se i ciacera? Perché questo fatto stupisce? Non sono forse al parlamento? E la parola parlamento, in fondo, vuol dire “parlare”, così come ragionamento vuol dire ragionare. Quel posto mica l’hanno chiamato “lavo-

ramento”... ci sarà un motivo... Nomen omen. Oltre a dire che “i ciacera e basta” spesso si sente dire “no i fa gnente, i è zo che i dorme” . Beh, non fanno forse quello per il quale sono stati eletti? Seguite il mio ragionamento: il parlamento è composto da due camere. Non da due uffici, da due laboratori, da due officine: da due camere!!! E cosa si fa normalmente in camera? Si fanno due cose di cui una è dormire. E per fortuna loro scelgono questa, perché se optano per l’altra la camera la deventa en casin. Insomma, c’è poco da lamentarsi: vanno alla camera, e la camera da che mondo è mondo l’è el posto endove se va per polsar!! Però, per quest’anno, hanno promesso grandi novità e grandi cambiamenti e quindi eccoci pronti a recepire nuove norme, nuove direttive, riforme e controriforme ognuna con la sua bella legge. La quale legge è identificata da un numero letto in maniera strana (vedi la sei-due-sei, che poi sarebbe la legge N. 626/96 letta come i bambini dell’asilo) o a volte è identificata da un nome. E qui si sbizzarriscono. Abbiamo la legge “Sblocca Italia” che me par el nome de na purga per chi che no va de corp da do stimane, la legge Milleproroghe, che me par na ricetta per la torta co la pasta sfoglia, per non parlare del Mattarellum e del Porcellum, al quale seguirà l’Italicum che me par n’amaro de quei che te fa tirar la boca drio ale rece. E’ probabile che sia in arrivo anche il Renzicum, ma questo mi sembra qualcosa di più forte, roba da farmacia “Voria do scatole de Renzicum, per el sbrusor de stomec” L’abbiamo finito. Vuole invece una scatola de supposte Merkellomicina? E che dire della PiRuBi (originale pensata di Piccoli-Rumor-Bisaglia) alla quale adesso vogliono cambiare nome in RoDeZa (Rossi-Delrio-Zaia). Come mi affascina il significato delle parole: la Pirubi ci sta di traverso da 40 anni e adesso cambia nome in RoDeZa, cioè “ròde za” cioè la ne stà sul gòss zà da subit, figurarse fra 40 anni quando i sarà ancora drio a decider se farla vegnir fora a Matarel, o a Marc, o farla passar soto all’Ades e po’ soto al Bondom e sbucar a Vezzano che cossita col rumor dele trivelle tegnim lontam i orsi che i se spaventa. Ro-De-Za! Ma Tosi, il sindaco di Verona, el vol tacarse rento anca lù in questo pseudo battesimo della nuova Valdastico. Dice, dalle pagine dei nostri quotidiani “a gò dei meriti anca mi, a voio anca el me nome”. Pronti. Non “RoDe-Za” ma “De Za RoTo”. No gò parole! Vogliatevi bene!

Loredana

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Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher, Gennj Springhetti Hanno collaborato a questo numero: Paolo Chiesa, Loredana Cont, Lara Deflorian, Stefania D’Elia, Fabio De Santi, Fiorenzo Degasperi, Renzo Francescotti, Flora Graiff, Gianfranco Gramola, Francesca Mazzalai, Astrid Mazzola, Maurizio Panizza, Silvia Tarter, Nicola Tomasi, Tiziana Tomasini

SOMMARIO SETTEMBRE2015 Ring

6 COMMENTI 14 IL DIALETTO INFORMA 15 DA DONNA A DONNA

Attualità 20

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Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. TRENTO Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 studiotn@trentinomese.it Direzione pubblicità: Rosario Genovese BOLZANO Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 Fax 0471.930743 bazarbz@bazar.it Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Alcione Trento Registrazione Tribunale di Trento n. 536 4 aprile 1987

COME ABBONARSI:

(un anno, 12 numeri a Euro 20,00) BOLLETTINO POSTALE c/c N. 11492386 Curcu & Genovese Associati TM Via Ghiaie, 15 38122 TRENTO BONIFICO BANCARIO CASSA RURALE DI TRENTO IBAN IT15 E083 0401 8040 0000 3080 485 CARTA DI CREDITO Telefonando allo 0461.362122 DIRETTAMENTE PRESSO L’UFFICIO ABBONAMENTI Via Ghiaie 15 Trento Tel. 0461.362107 ufficioabbonamenti@trentinomese.it I Suoi dati saranno trattati per dar corso al suo abbonamento; il conferimento dei dati è necessario per perseguire la finalità del trattamento; i Suoi dati saranno trattati con modalità manuali, informatiche e/o telematiche e non saranno diffusi. Lei potrà rivolgersi (anche telefonicamente) al Servizio Privacy presso il titolare del trattamento per esercitare i diritti previsti dall’art. 7 del D.lgs 196/03. Titolare del trattamento dei dati è la CURCU & GENOVESE ASSOCIATI S.r.l., Via Ghiaie, 15 – 38122 Trento Tel 0461.362122 AVVISO AI LETTORI La scelta degli appuntamenti è a cura della redazione. La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti delle programmazioni annunciate.

BEPPINO NICCOLINI

SILVIA MERLER

30 PEPERONCINO TRENTINO 36 IL SENTIERO DELLE FATE 38 LA CALDA ESTATE DEL TENENTE MUSIL

Progetto grafico: Fabio Monauni Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170

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IL SILENZIO DELLE CASE CHIUSE

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IN DIREZIONE OSTINATA IL PITTORE DELLE VETTE SETTEMBRE IN PRIMIERO SPECIALE RITORNO A SCUOLA RIFUGI D’AUTUNNO

Panorama

68 TRENTO POP FESTIVAL 70 LA FESTA DEI LETTORI 71 VERDENA 73 PALIO DELLE CONTRADE 74 ANDREA BRAIDO 76 FESTIVAL DELL’UVA 77 “HAYDN” E CORO DELLA SAT 80 ORIENTE OCCIDENTE 84 FESTIVAL DEL VINO 85 BOLLANI E MOZART

Giorno per giorno

86 MOSTRE 90 APPUNTAMENTI DEL MESE

Scoop&news 102 106 107 108 109 110

I MATRIMONI DEL MESE VINZENZ SENONER MULINO ANGELI PREMIO “ALICANTE” TRENTO SPETTACOLI PREMIATO PREMIO GIOVANI RICERCATORI

Rubriche

110 LIBRI E LIBRERIE 112 VOLTI NELLA STORIA 114 LA VIGNETTA info@trentinomese.it www.trentinomese.it

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trentinoincontri di Pino Loperfido e Paolo Curcu

UN CAFFÈ A CASA DI...

GIUSEPPE NICCOLINI: “ECCO COME HO VESTITO IL NOVECENTO” HA GUIDATO PER DECENNI L’AZIENDA FONDATA DAL NONNO NEL LONTANO 1872. “BEPPINO”, COME DA SEMPRE SI FA CHIAMARE, È UN ELEGANTE SIGNORE CHE CUSTODISCE UNA STORIA FAMIGLIARE E AZIENDALE STRAORDINARIA. CHE PER LA PRIMA VOLTA HA DECISO DI RACCONTARE INTEGRALMENTE A NOI DI TRENTINOMESE

C

ominciamo con dire che la casa dei Niccolini è una gioia per gli occhi. Un giardino incantevole, curatissimo, coreografico e una casa a tre piani in stile neorinascimentale. Pare incredibile ma siamo praticamente in centro città, eppure guardandosi attorno la sensazione è quella di trovarsi sul set di un film di Ettore Scola o di Luchino Visconti. Giuseppe Niccolini, classe 1924, ci accoglie sorridente, assieme alla signora Mariuccia, malcelando la consueta ritrosia che prende l’intervistato di turno allorquando quei ficcanaso dei giornalisti fanno irruzione nella loro privacy. Si sa, raccontare la storia della propria famiglia, spifferare davanti al microfono la successione aritmetica di tutti gli anni oramai trascorsi è attività piacevole, ma di quella piacevolezza che dà anche un po’ di preoccupazione. È la prima volta che Beppino – così ama farsi chiamare da sempre – si concede alla stampa. A convincerlo, la nostra simpaticissima complice, la nipote Valentina, che attualmente cura l’immagine dell’azienda trentina. Trento alla fine di luglio è una fornace. Velluti, broccati e tende non aiutano certo a rinfrescarsi. “Abbiamo sempre vissuto senza condizionatori – dice Niccolini – ma quest’anno non ci sarebbero dispiaciuti”. Vabbè, non c’è nessun pro22

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trentinoincontri Si ringrazia Valentina Niccolini per la collaborazione

AMO GOULD CHE SUONA BACH Il libro che sta leggendo? “Nel giardino della musica. Claudio Abbado: la vita, l’arte, l’impegno”, “Fryderyk Chopin, ritratto d’autore”, di Piero Rattalino. E poi articoli e libri di Philippe Daverio (riviste d’arte, arredamento, antiquariato, bell’Europa, AD. In casa ha sempre almeno tre quotidiani Ndr.) Il piatto preferito? Tutti. Basta che siano buoni. Per dirne uno, un buon risottino coi funghi trentini. Nelle occasioni speciali, escargot a la bourguignonne e paté. Il film del cuore? “Indovina chi viene a cena”, con Spencer Tracy, Katharine Hepburn e Sidney Poitier. Cantante, compositore o gruppo preferito? Bach suonato da Glenn Gould. Se non avesse fatto quello che ha fatto, cosa avrebbe voluto fare? Non mi sono mai posto la domanda. La cosa che le fa più paura? Nessuna. Il sogno ricorrente? Non ne ho.

Il piccolo Giuseppe con papà Beniamino, alla posa della prima pietra della casa di famiglia. È il 10 maggio 1933

Alla scrivania del suo studio. Ogni giorno, Beppino legge almeno tre quotidiani

blema. Vorrà dire che per questa volta la rubrica anziché “Un caffè a casa di…” la chiameremo “Un aperitivo (ghiacciato) a casa di…” Il risultato non cambia. I VESTITI NUOVI DELLA TRENTO ASBURGICA È proprio vero che lo scorrere del tempo è relativo. Verrebbe da ipotizzare che Einstein sia passato di qui, mentre concepiva la sua teoria sulla curvatura spazio-temporale. Perché pensare a tutti i nostri facebook, internet e poi le automobili, il traffico e gli uffici pubblici con i timbri e le carte bollate che stanno là fuori fa uno strano effetto. Sembra tutto finto, quasi impossibile. E non parliamo solo dello scenario, ma della storia che Giuseppe Niccolini comincia a raccontare, sorseggiando un Campari che

scioglie velocemente i cubetti di ghiaccio con cui è costretto a condividere il bicchiere. Si narra di un altro Giuseppe, un omonimo, nato nel 1837 dalle parti di Salè di Povo: è da lui che parte l’epopea industriale dei Niccolini. Anzi, a voler essere più precisi, da uno dei suoi figli, ancora un Giuseppe che a quel nome affianca un Filippo. Giuseppe Filippo Niccolini, dunque, classe 1858, è un genio. Una di quelle persone che Dio, la Natura, il Fato di tanto in tanto si divertono a dotare di un talento fuori dal comune, di una vista che non si limita a misurare gli spazi umani, ma prevarica il tempo, lo cavalca e lo curva, proprio come piacerebbe ad Alfred Einstein. Ha solo quattordici anni, Giuseppe Filippo, quando inizia a praticare l’attività sartoriale. Trento è città asburgica. Tanti sono

Foto di famiglia: da sinistra, Rosella, Mariuccia, Valentina e Beppino Niccolini 23

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trentinoincontri Beppino e Mariuccia sposi nel 1950

1933, la folla si accalca per ammirare le nuove vetrina del negozio in Via San Simonino a Trento

i poveri, ma i benestanti e i nobili non mancano. Così come di certo non scarseggiano i militari, ufficiali e sottufficiali austro-ungarici a cui piace mostrarsi eleganti perfino in zona di operazioni. PAPÀ BENIAMINO, LA GRANDE GUERRA E LA DIVISA DI FRANCESCO BARACCA Comincia l’infausto 1914 e in tutta Europa tira un brutta, bruttissima aria. Lo scoppio della guerra è solo un segreto di Pulcinella. Giuseppe, nel frattempo, si è costruito un’ottima fama nel botteghino di via S. Pietro, confezionando e vendendo pantaloni e vestiti in tela russa. Col passare degli anni la sua attività – a cavallo tra i due secoli – ha goduto di un sempre maggiore successo, si è trasferita in Via Roma, dove si è formata

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una discreta clientela, e dove ha cominciato a pensare di dar vita ad una sartoria moderna, con annessa rivendita di stoffe e vestiti su misura. L’iniziativa ha avuto successo; il negozio ha cambiato ancora sede prima di approdare nel 1904 in via Calepina. Negli anni che seguono, il fondatore ha cominciato ad avvalersi dell’aiuto di tre figli, nati nel frattempo: Beniamino (1890-1975), Mario e Silvio. I Niccolini diventano ben presto sinonimo di eleganza. I loro negozi dei luoghi in cui si celebra il culto laico della Bellezza. Prima che Gavrilo Princip esploda i suoi colpi fatali a Sarajevo, nel 1908, l’apprezzatissima famiglia di sarti si trasferisce nuovamente in via S. Pietro dove apre i battenti l’Abitificio Trentino. Tre anni dopo, nuova apertura, sempre sulla stessa via. Ma la Storia di elegante ha poco o nulla, se non le uniformi degli ufficiali. La

Grande guerra irrompe selvaggia. “Quando si capisce quello che sta per accadere, la mia famiglia si trasferisce nel Regno d’Italia, a Torino”, ci ricorda Beppino. Tanto si è costruito e il rischio di dissipare tutto, di dare in pasto ogni cosa al vorace conflitto è molto alto. A Torino, i Niccolini ci mettono poco a farsi conoscere. La loro professionalità diviene ben presto oggetto di passaparola negli ambienti del bel mondo cittadino. Per dirne solo una, in quegli anni, Beniamino cuce con le sue magiche mani la divisa di Francesco Baracca, l’asso indiscusso dell’aviazione italiana. CENTO OPERAI IN PIAZZA BATTISTI Passa la guerra, i Niccolini tornano a Trento, ma hanno già clienti in tutta Italia: Roma, Firenze, Napoli e perfino in Sardegna. Beniamino è instancabile. Più che un sarto agisce con la lungimiranza


trentinoincontri metà del percorso. Beppino Niccolini è solo un ragazzino, quando Beniamino realizza il proprio sogno di costruire una casa tutta sua. Un luogo unico, da tirar su con amore, da amare e da far amare a tutta la discendenza. Quattro mura (si fa per dire…) destinate a raccogliere tutto l’amore di cui gli appartenenti ad una stessa famiglia sono capaci di scambiarsi. Occorre un grande architetto. E quello a cui l’impresa è stata affidata non è di certo un fesso. Anzi. È un Renzo Piano di metà Novecento: si tratta del grande Emilio Paor, autore tra le altre cose della Filarmonica di Via Verdi. Come fosse un enorme vestito fatto di piante, il giardino viene invece disegnato dallo stesso Beniamino, ispirandosi ai cosiddetti giardini romantici ottocenteschi.

La collezione di icone Niccolini mostra i segni lasciati dai pugnali dei soldati sulle porte di casa

e il fiuto di un moderno manager ante litteram, promuovendo il proprio marchio di fabbrica: Niccol. Una troncatura del cognome che assegna una sorta di patente internazionale all’azienda, oltre che un vago alone di esotico mistero. Nel 1921, si inaugura un terzo esercizio commerciale, “All’eleganza”, con annesso stabilimento di confezioni. L’8 dicembre 1924, in quella casa ad angolo, Ada Clauser, elegante signora originaria della Valle di Non, dà alla luce il nostro Beppino. Di lì a poco, l’azienda raggiunge la sua massima dimensione. “In Piazza Battisti, alla fine degli anni Trenta, arrivano a lavorare circa cento operai – ricorda Giuseppe. La lavorazione partiva dalle fodere che le operaie bagnavano nelle rogge che allora attraversavano Via S.

Simonino. Le tre iniziative commerciali prima esistenti vengono riunite in un unico grande complesso, con doppia entrata proprio da via S. Pietro”. “Certo – continua – non è così semplice – sorride Beppino. Gli architetti fascisti delle commissioni di controllo ci tengono ad affermare i propri criteri stilistici.” Il Sass viene sventrato, più di 40 case considerate malridotte vengono distrutte. Ecco sorgere la “fascistissima” Piazza del Littorio.

Il negozio, oggi

1958. Nel salotto di casa

UNA CASA DA AMARE Diciamo la verità: se questa storia terminasse qui, avrebbe già un numero di aneddoti, personaggi e intrecci sufficienti a farne un romanzo d’appendice. Ma si metta comodo il lettore perché probabilmente non siamo nemmeno a

SBALLOTTATI TRA I TEDESCHI, INGLESI E AMERICANI Quelli che il padrone di casa ci sta indicando assomigliano a dei tagli nel legno delle porte. Beppino sorride bonario e ci spiega che durante l’occupazione nazista, la casa non passa certamente inosservata ai gerarchi che la destinano subito ad accogliere il Comando delle SS. I Niccolini, ovviamente, sono costretti a rifare le valigie, come trent’anni addietro. Nuovo giro, nuova guerra. La produzione si arresta come d’incanto. L’onda bellica è come uno tsunami che se ne frega delle passioni, del lavoro e di qualsiasi cosa profumi d’umanità. “La mia famiglia si ritira a Lavarone. Io preferisco i mille metri di Selvino, in Val Seriana”. È da lì che seguono tutto l’assurdo svolgersi di quella recita a soggetto chiamata Seconda guerra mondiale. Beppino fa in tempo a laurearsi in Economia alla

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prestigiosa Bocconi, prima di riunirsi con papà Beniamino e mamma Ada. Solo che la fine della Guerra non significa poter riprendere pieno possesso della propria casa. “Qualcuno ci diceva: che matti siete a starvene in campagna. Rischiate di perdere tutto…” E in effetti. In quella casa neorinascimentale i tedeschi non ci sono più. Sono gli americani e gli inglesi ad averne preso possesso, ora. “Per diversi mesi i Niccolini praticano una difficilissima convivenza con gli yankees che, bicchieroni di whisky alla mano, ciondolano tutto il giorno al piano di sopra.” Ma dicevamo dei tagli sulle porte… “Tutto sommato, i tedeschi si erano comportati abbastanza bene. Gli inglesi, invece, facevano a tiro a segno con i pugnali sulle porte di casa. Per tacere di tutto il resto...” Insomma, si malsopporta la convivenza, in attesa che il Piano Marshall possa prendere il via. NUOVO MONDO: ECCOCI QUI! Chi l’ha detto che il 25 aprile ha fatto dell’Europa un posto libero? “Non era per niente così – afferma il Nostro –, non subito, almeno. Alcide Degasperi stava facendo un lavoro egregio, ma non bastava a tranquillizzarci. C’era il fondato 26

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Brasile, 1955. Da sinistra, Beniamino, Mariuccia, Ada, e i piccoli Rosella e Pierpaolo

Giuseppe Filippo Niccolini

timore che un nuovo conflitto scoppiasse di lì a poco”. È per questo che le porte del Nuovo Mondo si schiudono al mai quieto incedere dei Niccolini. Veri e propri cittadini del mondo, sempre pronti a sperimentare nuove frontiere, a cambiare lingua, abitudini e città. “Facciamo una ricognizione in Argentina: Buenos Aires, Cordoba, Mendoza e scegliamo di stabilirci lì. Nel ritorno, però, recatici a visitare zio Saverio a San Paolo, i molti cugini ci convincono che è meglio rinunciare alla dittatura di Peron, e scegliere il Brasile, molto più indietro in tutto, ma infinitamente più pacifico. Riconosciamo la fondatezza dei loro ragionamenti e per questo scegliamo: San Paolo. In Brasile, ci sono già da tempo alcuni parenti: Jose Niccolini, cugino di Beniamino, Direttore della radio di San Paolo, e un altro cugino, Luis Niccolini, altro cugino, che possiede una grossa tipografia. A Trento, rimangono i due fratelli di Beniamino, Mario e Silvio. Comincia così, nel 1947, il capitolo su-

damericano di questa storia. La Niccol, fabbrica di pantaloni, si conquista ben presto una grande notorietà perfino laggiù. E i clienti danno soddisfazione. “Quando erano contenti del lavoro te lo dicevano, mica come gli italiani….” In tanto lavorare, Beniamino non perde certo il suo senso estetico. “Si fece costruire i mobili da un artigiano giapponese. Comunicavano a gesti…” UNA STORIA BRASILIANA Galeotta fu quella scuola fiorentina, dove Dianella, la sorella di Giuseppe, aveva per compagna di classe una certa Maria Endrici, appartenente all’antica famiglia nonesa dei de Endrici. “Facevo un sacco di cose in quegli anni – ricorda –, facevo spesso la spola tra le Americhe e l’Europa, andavo alle corse a Merano, ad esempio. Ma alle donne non ci pensavo seriamente.” È evidente di come Cupido la pensasse diversamente, perché le nozze vengono celebrate nella chiesa di San Michele all’Adige il 7 settembre del


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CINQUE GENERAZIONI

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empre stata a carattere familiare, la Niccolini è una delle poche attività che opera sul mercato Trentino da ormai cinque generazioni. Multimarchio, classico, abiti da sposo e da cerimonia. Si preparano abiti e camicie su misura. Nell’appiattimento generale dell’offerta, Niccolini mantiene il suo livello medio alto, mettendosi a disposizione della clientela più esigente. “Quando il cliente viene da noi – dicono in azienda – vuole assistenza e competenza. Oltre ad essere consigliato bene. Certo”.

1950. Il viaggio di nozze è una crociera, su un bastimento che porta gli sposini verso la loro nuova destinazione: San Paolo del Brasile. Arrivano subito tre figli, Pierpaolo, Rosella e Romano. Tuttavia l’ipotesi di un ritorno a Trento resta sempre nell’aria. Anzi, scritto nel libro dei destini. Nel 1955, proprio nella città trentina, viene a mancare Silvio, amministratore della Niccolini, che lascia la propria parte di eredità proprio al nipote “brasiliano”. Insomma, non ci vuole una chiromante per interpretare questi segni. A Beppino luccicano un po’ gli occhi. Raccontare una storia tanto lunga a volte risulta più faticoso che viverla… Come trova Trento al suo ritorno nel 1957? Quella Trento sonnacchiosa e ferita che si prepara ai pazzi anni del boom economico? “Le dico la verità – confessa il Nostro –, lavoravo a testa bassa, con grande passione. Non ci ho fatto caso.” Già, ha ragione: ad ognuno il suo mestiere. Certe cose le lasciamo dire ai sociologi, agli storici e compagnia bella. Un sarto fa vestiti e non si perde certo in vuote dietrologie.

1982, si ristruttura il palazzo. Beppino “sbuca” dal tetto con la Torre Civica sullo sfondo

“BISOGNA USCIRE PRIMA DI COMINCIARE A ZOPPICARE...” Eccola, allora, la modernità. Fatta di movimento e di voglia di fare, di allontanarsi sempre di più dagli anni bui della guerra. Alla Niccolini sono anni intensi, di grande produzione. Tessuti, confezioni per grandi e piccini. Vanno molto anche gli abiti per le prime comunioni. “A dire la verità, il mercato per i bimbi è finito nel momento in cui i genitori hanno cominciato a chiedere il parere dei bimbi stessi.” Nel 1983, avviene una grande ristrutturazione dell’azienda. Il negozio si rinnova, arrivano nuovi arredi (“I tedeschi avranno molti difetti, ma i mobili li sanno fare, eccome”). Come fa il sub, che risalendo in superficie, si ferma più volte per compensare la pressione, con estrema gradualità, nei primi anni Duemila, avviene il distacco di Beppino Niccolini dal suo ruolo

attivo in azienda. Non è facile, certo, dopo tutto il tempo che è passato, farsi da parte, lasciare il timone a Pierpaolo e a Rosella. È lui stesso a confessarlo: “Per me era naturale essere lì, ma capivo che bisogna sempre uscire prima di cominciare a zoppicare…”. Iperorganizzato, metodico, Beppino oggi si gode la bellissima casa progettata da Emilio Paor, assieme alla moglie Mariuccia, leggendo molto, facendo passeggiate e qualche viaggio, dispensando ancora preziosissimi consigli ai propri figli, ma anche a due dei giovani nipoti, Valentina e Federica, che un giorno avranno l’onore e l’onere di portare avanti la grande trama di questo romanzo. A proposito: ogni tanto, Bepi fa capolino in negozio. Non manca mai il vecchio cliente che lo riconosce e, tra il serio e il faceto, gli domanda: “Elo ancora chi, lu”?! ■

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trentinoincontri

TRENTINI NEL MONDO

di Pino Loperfido

IL DIBATTITO ECONOMICO IN ITALIA? NON C’È QUASI MAI SOSTANZA. PERCHÉ SOLO UOMINI IN ECONOMIA? SPESSO CI SONO INTERESSI PERSONALI. IL SISTEMA EURO? È PERFETTIBILE. SILVIA MERLER, 29 ANNI, TRENTINA E BOCCONIANA, VIVE TRA MILANO E BRUXELLES, MA STA PER VOLARE NEGLI STATES. È TRA LE PERSONALITÀ EMERGENTI NEGLI AMBIENTI IN CUI SI DISCUTE (E SI INFLUENZA) L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA EUROPEA E MONDIALE

UNO SGUARDO SUL MONDO

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trentinoincontri

C

hi ha partecipato all’ultimo Festival dell’Economia, all’incontro intitolato “Riuscirà l’Europa a imparare dai suoi errori?”, non può non aver notato che al posto dei consueti professoroni occhialuti-stempiati-incartapecoriti, dietro al banco dei relatori sedeva una ragazza molto giovane, esile e, soprattutto, trentina. È stato così che noi di TrentinoMese l’abbiamo scoperta. Quale occasione migliore per conoscerla meglio e per chiederle ragguagli su quanto sta avvenendo agli scenari economici europei? Anche se Silvia Merler, questo il suo nome, 29 anni, membro del think thank economico Bruegel che ha sede a Bruxelles, è in partenza per gli USA, dove la attende un prestigioso dottorato alla Johns Hopkins University di Washington. Niente paura, dopo aver letto le tappe della sua breve, ma intensa carriera, spostamenti di questo tipo sembreranno poco più che il tragitto del più pigro dei pendolari. (Non ci credete. Allora vi sveliamo dove ha trascorso le sue vacanze ferragostane: in Islanda…)

Silvia Merler durante un convegno in Giappone

L’ECONOMIA: UN AMORE A PRIMA VISTA Intanto diciamo subito che la scelta della strada economistica è stata tutt’altro che scontata. “Dopo il diploma al Liceo Prati ero indecisa se proseguire sulle materie classiche o se iscrivermi alla Bocconi. C’ho messo una settimana per decidere”. Alla fine, Bocconi fu. E a toglierle ogni dubbio residuo, al terzo anno, è stato un corso di politica economica tenuto nientemeno che da quei due geniacci di Francesco Giavazzi e Guido Tabellini. “Era divertente, una specie di gioco. Ci assegnavano tesi e poi bisognava

difenderle in un pubblico dibattito. Io dovevo dimostrare che non ci sarebbe stata una recessione negli USA… Era il 2005, eppure era già abbastanza evidente che stava arrivando…” Insomma, un amore a prima vista questo per l’Economia, i numeri, grafici, lo spread e altre dispendiosissime amenità. È alla Bocconi che Silvia impara ben presto come si legge in maniera imparziale il dibattito socio-politico. “In Italia, il dibattito non viene mai affrontato scientificamente, a parte qualcosa su Il Sole 24ore, sebbene la natura aziendalista di quel giornale (appartiene a Confindustria Ndr.) tenda ad impedirlo”. Invece leggendo la stampa estera si capisce il valore che viene dato a dati e analisi. In Italia il dibattito è sovente inquinato dal rumore del populismo, della partigianeria. “Non c’è quasi mai sostanza”, dice Silvia. Il fronte anti-euro,

“Ho appreso l’inglese guardando con regolarità le puntate di Big Bang Theory in lingua originale”

“Penso che le idee di Serge Latouche siano molto romantiche, ma hanno poca attinenza con la realtà”

ad esempio… “Oh, quello non ha alcun fondamento” liquida così la questione. “L’Italia è il Paese europeo con la percentuale più alta di euroscettici. Più della Grecia. Ora, è vero che l’Euro è nato con dei problemi, è indiscutibile ciò. Ma è anche vero che il sistema è perfettibile. In questi anni sono stati fatti molti miglioramenti, grazie al ruolo di supervisore assunto dalla BCE. Quello che servirà in futuro sarà il salto ad un’unione fiscale.” Una domandina da rivista femminile, ce la concede? Cosa vuol dire essere donna in un mondo prettamente maschile? E a proposito, perché è tanto maschile il mondo dell’economia? “Forse perché spesso chi si muove in quel mondo lo fa per interesse personale.” Un’ultima domanda stupidotta e poi parliamo di cose serie, promesso: il Gruppo Bilderberg esiste davvero? “Suppongo esista, ma la sua natura complottistica è tutta italiana. In Italia siamo complottisti nati. Amiamo le spiegazioni facili. E il guaio è che certe spiegazioni fanno tendenza e poi finiscono dritte dritte sui media”. Appunto, anche su TrentinoMese... DA “BRUEGEL” ALLA COMMISSIONE EUROPEA. E RITORNO Nel 2011, cioè l’altro ieri, Silvia Merler segue un corso di specialistica in economia e scienze sociali. Quindi arriva alla tesi, con un argomento non molto studiato, ma maledettamente attuale: “Squilibri macroeconomici all’interno dell’unità monetaria”. Analisi esclusivamente empirica, basata sui dati: un chiodo fisso di Silvia, specie quelli applicati alla macroeconomia. Ma si sa, lo studio e il lavoro sono cosa

“Spesso i media, specie in Italia, hanno raccontato la crisi greca in maniera fuorviante”

IPSE DIXIT 29

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trentinoincontri

Fabrizio Goria è il marito di Silvia Merler

diversissime tra loro, come due cugini di trentaduesimo grado. “Subito dopo il dottorato ho voluto vedere come funzionava il mondo reale”. Ecco allora, nel 2012, dodici ore fa, la sua prima assunzione a Bruegel (http://bruegel.org) PS: Oggi, 17 agosto 2015, c’è un suo commento fresco fresco all’accordo del terzo piano di salvataggio della Grecia. Almeno così mi pare… È tutto in inglese, naturalmente. Lingua imparata e affinata non a scuola, ma… “Ho appreso l’inglese guardando con regolarità le puntate di Big Bang Theory in lingua originale. Riguardavo la stessa puntata più volte, fino a quando non capivo tutto.” Insomma, un’altra lingua, a volerlo, la si può imparare, e bene, anche senza muoversi dall’Italia. Nel 2013, cioè due minuti fa, Silvia viene assunta alla Commissione Europea come analista economico del Fondo Salva Stati, ma qualcosa non la convince. “Sì, il lavoro mi piaceva, ma in quanto Istituzione, trovo che non ci fosse molta

libertà di opinione”. È per questo che torna nel pensatoio di Bruegel, dove si trova più a suo agio, nonostante sia esposta ogni giorno alla discussione e a critiche a cui deve sempre essere in grado di rispondere. TRA MOGLIE E MARITO, LO SPREAD E la vita privata? Beh, un sacco di economia anche lì. Non nel senso che lei e il marito sono attenti al risparmio, ma per il fatto che il marito è il noto giornalista economico Fabrizio Goria. Immaginiamo che discussioni nella loro casa milanese: “Sì, a volte discutiamo animatamente – dice Silvia divertita – quasi sempre abbiamo opinioni diverse.” Il Trentino Book Festival quest’anno ha ospitato Serge Latouche, teorico della decrescita felice, lei cosa ne pensa? “Penso che le sue siano idee molto romantiche, ma che hanno poca attinenza con la realtà. La verità è che la gente sta meglio, anche psicologicamente,

COS’È “BRUEGEL”?

O

ltre che di un noto pittore fiammingo, “Bruegel” è il nome di un pensatoio Economico Europeo, con sede a Bruxelles, di cui Silvia Merler è Affiliate Fellow. La sua ricerca si muove nel campo di macroeconomia internazionale, finanza, politica monetaria (con speciale attenzione alla BCE) e in generale politica economica europea. Silvia ha lavorato approfonditamente sulla crisi dell’euro area; sul rapporto tra crisi bancarie e del debito sovrano; sugli squilibri macroeconomici all’interno dell’area euro e il loro legame con i flussi di capitale, sull’aggiustamento fiscale e macroeconomico durante la crisi; su effetti politici e sociali della crisi e sulla valutazione di recenti riforme Europee come l’Unione Bancaria. Ha partecipato a diverse conferenze e seminari internazionali ed è stata citata da pubblicazioni internazionali come Financial Times, Wall Street Journal, Bloomberg, The New York Times, The Telegraph, Le Monde, ecc.

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quando un Paese cresce. E non si può crescere sempre con lo stesso modello economico”. Può farci un esempio? “Certo. Prendiamo la Spagna. Prima della crisi del 2011 cresceva tantissimo, vi era una bolla immobiliare. La crisi è stata l’occasione per ripulire il sistema, rivedere le esportazioni, ecc. Oggi esportano tantissimo, specie in Sudamerica.” Insomma, ci sta dicendo che la crescita è indispensabile? “Al calo della crescita di un Paese corrisponde il calo del reddito di tutti, mentre magari il resto del mondo va avanti…” E del Ministro Padoan cosa pensa? “In estrema sintesi credo che abbia imboccato una strada positiva.” Parliamo un po’ di Grecia, tormentone di questa estate 2015…. “Intanto diciamo che spesso i media, specie in Italia, hanno raccontato la crisi greca in maniera fuorviante. Ad esempio, il referendum popolare è stato spacciato come riguardante la conservazione della sovranità nazionale; in realtà, la questione era un’altra e non era nemmeno più sul tavolo”. “CARI GIOVANI, ANDATE ALMENO UN PO’ ALL’ESTERO” Silvia Merler non ha ancora trent’anni, a chi se non a lei possiamo chiedere cosa consiglia a un ragazzo o una ragazza che si trova a dover affrontare il mondo del lavoro o dello studio avanzato? “Su una cosa non ho dubbi: trascorrere almeno un po’ di tempo all’estero. È un’esperienza che apre la mente in modo formidabile. Si diventa più capaci di interpretare la realtà in modo diverso.” Scusi, ma sta per caso fomentando la fuga dei cervelli? “No, no. È solo questione di non accontentarsi. Il posto fisso è oramai un relitto del passato. Certo, il rischio che in quel breve soggiorno all’estero ci si trovi bene sussiste…” ■


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trentinoassociazionismo trentinoattualità di Silvia Tarter

PICCANTISSIMO TRENTINO

PER TRADIZIONE PLACIDA TERRA DI VIGNETI E MELETI, IL TRENTINO POTREBBE DIVENTARE IN UN FUTURO MOLTO PROSSIMO ANCHE TERRA DI VIVACI PEPERONCINI PICCANTI! TRA COLTIVAZIONI E TECNOLOGIA, L’IDEA DELL’ASSOCIAZIONE PEPERONCINO TRENTINO DI ROVERETO PER PROMUOVERE LA CULTURA DI QUESTO SPECIALISSIMO FRUTTO ANCHE NELLA NOSTRA REGIONE, A SUON DI APP E DI EVENTI CURIOSI

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hi avrebbe mai immaginato che proprio in Trentino sarebbe nata un’associazione dedicata alla coltura e alla cultura del peperoncino? E persino un’applicazione per il telefonino rigorosamente made in Trentino, frutto della tesi di laurea di un giovane lagarino, incentrata unicamente su questo prodotto? Ma partiamo con ordine... Tutto è cominciato dieci anni fa a Rovereto, come ci spiega Andrea Vergari, ideatore e tra i fondatori dell’Associazione Peperoncino Trentino di Rovereto, quando qualche roveretano curioso decise di pro32

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vare a coltivare il peperoncino sul terrazzo di casa per fare un esperimento. Col passare degli anni, questa passione si è diffusa tra un gruppetto di cultori del frutto nel tempo libero, alcuni già membri della “Vulnerabile Confraternita dello Stofiss” dei frati di Rovereto, associazione dedita alla promozione della cucina tipica e a km zero, che hanno esteso il proprio “passatempo” arrivando a fondare questa singolare associazione, Peperoncino Trentino appunto, presieduta da Maurizio Zanghielli, che ad oggi conta ben 220 iscritti. L’associazio-

ne è stata anche riconosciuta dall’Accademia Italiana del Peperoncino – che ha sede in Calabria e ogni anno a settembre organizza un Festival del peperoncino nella cittadina di Diamante – come delegata a rappresentare l’Accademia del Peperoncino in Trentino. Negli ultimi 4-5 anni l’associazione è riuscita a vincere una scommessa davvero originale: quella di trasformare alcune zone di Rovereto e dintorni, anche a quote piuttosto elevate, in terreni dove coltivare con i metodi dell’agricoltura biologica diverse specie di peperoncino. Non solo, oltre


trentinoassociazionismo a dimostrare un’ottima resistenza al terreno trentino, le varietà di piante hanno finito anche con l’incrociarsi, dando vita a specie “autoctone” di peperoncino trentino. Attualmente, le località dove viene coltivata questa pianta sono Rovereto, Isera, Folaso, ma anche, dalla parte opposta, a Noriglio e in valle di Terragnolo, fino a spingersi a quasi mille metri di altitudine – dove godere del favore dell’escursione termica notturna, ideale per queste piante – andando a recuperare spesso anche terreni abbandonati su terrazzamenti a muri a secco col metodo della pacciamatura; e poi ancora, i peperoncini spuntano ad Arco, Brentonico, in val di Gresta, Lavis e in Piana Rotaliana. A quanto sembra insomma, per le sue condizioni climatiche e geologiche, il Trentino si presta bene per la coltivazione di questo prodotto. Ad ora la produzione annuale arriva circa a 12-13 quintali di peperoncini all’anno, spiega Andrea, che quando non sono utilizzati come prodotto sfuso fresco o essiccato, vengono trasformati in barattoli di sal-

sa piccante nel laboratorio di Noriglio. Da una golosa intuizione, l’anno scorso è nato l’Inferno spalmabile, una crema ottenuta da un mix focoso di sette peperoncini diversi, primo step di un percorso ascendente che prevede altre tappe di piccantezza diversa: Purgatorio, Paradiso e Anima, fino ad arrivare, il prossimo obiettivo all’ultimo stadio di questa strada del gusto, a realizzare Rianima, una crema

tanto forte che può allontanare persino il diavolo! Le destinazioni finali del prodotto fresco e trasformato sono cooperative di supermercati presenti in zona e cooperative che lavorano nell’ambito della ristorazione. Ma l’inaspettata versatilità del peperoncino piace anche ad aziende come la Cisa, storica produttrice di cioccolato di Rovereto, per realizzare una speciale cioccolata al pepe-

roncino, e anche alla distilleria Bertagnolli di Mezzocorona, per dare un tocco “spicy” alle sue grappe. Si punta però a crescere ancora, ad arrivare più in alto per farsi conoscere sempre di più. Da qualche anno, infatti, l’associazione ha preso contatto anche con la Norvegia, dando vita in un’occasione unica a un insolito sodalizio di peperoncino e baccalà, e anche quest’estate le mani esperte

Vi aspettiamo a settembre con i nuovi corsi di cucina!

...iniziano anche i corsi ! per bambini!

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trentinoattualità trentinoassociazionismo

di uno chef norvegese hanno saputo unire sapientemente in una cena specialissima i gusti nordici a questo nuovo ingrediente “tipico” trentino. E per uscire sempre più dai confini locali, il peperoncino made in Trentino è finito persino ad Expo Milano, dove ha fatto la sua comparsa con la sua presenza vivace e un po’ monella in mezzo ai sapori della tradizione. Una vetrina migliore di questa, l’ambizioso frutto non poteva trovarla... Sembra insomma che la sua coltivazione nella nostra regione sia destinata a crescere, visto il successo che sta riscuotendo soprattutto tra i palati più giovani, più propensi a sperimentare gusti meno scontati. Anche per questo motivo quest’idea coraggiosa non è mai stata concepita e messa in atto tanto seriamente prima

di adesso nella nostra regione. «La cultura trentina per tradizione ha sempre privilegiato altri prodotti, anche se il peperoncino è arrivato insieme al pomodoro e alle patate con Cristoforo Colombo. Ma i trentini da Colombo hanno preso solo le patate!» scherza Andrea. «L’era ora, aggiunge poi, che dopo più di 500 anni di storia si arrivasse a coltivare peperoncino anche qui!» L’era ora è diventata un po’ l’espressione manifesto dell’associazione, i cui membri sono davvero entusiasti e desiderosi di far crescere sempre più il progetto. Tra loro figurano anche due giovani agronomi neodiplomati alla Fondazione Mach, Antonio Girardelli e Tommaso Manfrini, che si occupano di seguire la coltivazione. Questi due ragazzi hanno avuto un ruolo determinante nello studio dei terreni,

e a breve riusciranno a far ottenere al peperoncino trentino anche il marchio Bio. La produzione ad oggi è ancora modesta, c’è ancora molto da fare, ma intanto si continua a lavorare, e comunque la gente che vive in città e nei dintorni ha accolto molto positivamente l’iniziativa del gruppo. «È difficile scoprire l’amante del peperoncino, perché molte persone non sono abituate ad utilizzarlo spesso» osserva Vergari, «arrivano spesso richieste di persone che hanno provato a piantarlo, ma poi non sanno come coltivarlo, né come utilizzarlo, se non essiccandolo per aromatizzare l’olio». L’associazione quindi, oltre ad occuparsi della produzione, mira a promuovere un po’ di cultura del peperoncino, attraverso eventi e momenti di approfondimento e degustazione, per fare scoprire le diverse varietà e spiegare come coltivarle, mostrare i suoi possibili utilizzi in cucina e le sue innumerevoli virtù per la nostra salute, non sempre tutte note. Oltretutto, in tempi dove il tasso di disoccupazione giovanile è particolarmente elevato anche nella nostra regione e il ritorno alla terra per molti appare sempre più allettante, potrebbe diventare un’opportunità lavorativa per i giovani della zona. Giovani che abbia-

Giacomo Perghem ha ideato la App Spicy Box sul peperoncino come tesi di laurea

no voglia di mettersi in gioco in un settore nuovo e particolare, trasformandolo sempre più in una caratteristica distintiva della propria terra. «Il Trentino nella sua storia è stato sempre visto come un territorio di passaggio dal punto di vista degli scambi commerciali, senza mai essere considerato come un’area dove sostare più a lungo. Tra i nostri scopi c’è anche quello di creare qualcosa che possa trattenere chi passa, per far conoscere meglio i nostri prodotti». Aggiunge Andrea. Ma il peperoncino trentino, per certi versi, è anche un po’ un simbolo della nostra epoca, della nostra società globalizzata e sempre più multirazziale. Occorre pensare locale ma agire globale, afferma Andrea. E questo è un po’ il motto che muove lui e gli altri membri dell’associazione. Il peperoncino infatti è una pianta comune, cresce in tutti e cinque i continenti, presenta Siete curiosi di ammirare la mostra d'arte contemporanea, di gustare il menù d’estate, di scoprire il programma dei concerti e degli eventi del 2015?

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trentinoassociazionismo una ricchissima varietà di specie ed è un ingrediente amato dalle cucine di tutto il mondo. Il nostro gusto oggi va in cerca di sapori nuovi, anche lontani ed esotici, o meglio etnici, come vengono definiti, da alternare e integrare a quelli della nostra tradizione. E il peperoncino trentino ci ricorda anche che adesso abbiamo il mondo in casa, volenti o nolenti. Ci parla di curiosità, di scoperta, di biodiversità. Una diversità a volte un po’ piccante, fastidiosa, che brucia, ma allo stesso tempo forte, coraggiosa, ambiziosa, desiderosa di rischiare, per andare oltre e superare diffidenza e pregiudizi. SPICY BOX, LA APP PER TUTTI GLI AMANTI DEI GUSTI PICCANTI Ciliegina sulla torta, per far crescere e promuovere il progetto dell’Associazione è stato l’incontro con il giovane Giacomo Perghem. Questo studente ventitreenne che vive in Vallagarina ha da poco concluso il suo percorso di Alta Formazione all’Istituto Pavoniani Artigianelli di Trento con una tesi di laurea decisamente curiosa: ha creato il progetto di un’applicazione per smartphone (valida sia per il sistema Android che IOS) tutta dedicata al peperoncino, che ora sta provvedendo a sviluppare. SpicyBox, questo il nome della sua app, ovvero “scatola del piccante”, un contenitore dalla grafica intuitiva e accattivante dove è possibile entrare in relazione in modo approfondito con il

mondo del peperoncino, per ora, ma con la prospettiva di arricchire il box di dati e curiosità relativi ad altri tipi di spezie, come suggerisce il nome. Ma da dove è arrivata l’idea per una simile tesi? «L’idea per l’app non è sbocciata subito, inizialmente avevo altri progetti per la testa. Prima di affrontare il percorso di Alta Formazione non avrei mai pensato di creare un’app, men che meno sul peperoncino! L’ispirazione mi è venuta nel momento in cui sono entrato in contatto con Peperoncino Trentino. Durante una passeggiata tra i campi con Andrea Vergari mi sono reso conto di quante sono le persone che, in un modo o nell’altro condividono questa piccola passione e da lì è sbocciata l’idea», racconta. In realtà, già da qualche anno anche Giacomo si è cimentato con esperimenti piccanti, provando a coltivare piantine di peperoncino di diverse varietà sia in terra che in vaso, e facendo assaggiare ad amici e parenti le sue ricette condite con il tocco saporito del frutto. Di quello che era un semplice hobby diventato passione, insomma, con una bella intuizione e tanta buona volontà ne ha ricavato un progetto che chissà dove lo potrà condurre. Ma come funziona questa app? Praticamente, è dotata di un menù principale strutturato in sei voci distinte tutte da navigare: Enciclopedia, Ristoranti, Ricette, Guida, Social e Credits. Per ognuna di queste singole voci si apre un sottomenù, un elenco numerato dove selezionare la voce che interessa approfondire, consultandone la relativa scheda. L’Enciclopedia vuole essere una sorta di piccola guida che illustri immagini e caratteristiche delle principali specie di peperoncino distinguendole per grado di piccantezza; sotto la voce Ristoranti compare invece una mappa per individuare i locali della città (per ora Trento)

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Ad oltre 1.500m di quota nel cuore del parco naturale Gruppo di Tessa accesso diretto all’Alta Via di Merano discesa a Valle passando per la cascata di Parcines escursioni nella Val di Tel alla “Zielalm” ed al Rifugio Cima Fiammante ascensione alla vetta della Cima di Tel (Zielspitze - 3.006 m)

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trentinoattualità trentinoassociazionismo Zanghelli e Vergari all’Expo

dove vengono serviti piatti piccanti; mentre la sezione Ricette descrive come preparare una serie di piatti appetitosi e alcuni validi metodi per conservare i peperoncini, ed è munita anche di video tutorial per aiutare gli aspiranti chef del piccante tra i fornelli. La Guida contiene invece una descrizione generale della pianta del peperoncino e una spiegazione della sensazione del piccante, con utili indicazioni su come coltivare le varie specie. La parte dei Social Network dà la possibilità di interagire con le principali piattaforme

social, Facebook, Instagram e Pinterest, per condividere notizie e fotografie sull’affascinante mondo del peperoncino. Nella sezione dei Credits infine compaiono i ringraziamenti, che vanno in particolare, naturalmente, all’associazione Peperoncino Trentino. Attraverso questa app è inoltre possibile collegarsi alla fotocamera del telefonino, per localizzare immediatamente nel raggio di 5 km i ristoranti che nel loro menù propongono anche qualche leccornia piccante. Insomma, un lavoro davvero

Maurizio Zanghelli, presidente, Giancarlo Turchini, proprietario deI terreno di Folaso e Andrea Vergari, ideatore di Peperoncino Trentino

certosino per questo giovane intraprendente che sprizza entusiasmo da tutti i pori mentre racconta il suo progetto. Nel futuro prossimo ipotizza già come lo potrebbe sfruttare, vendendolo a qualche azienda specializzata, guadagnando con la pubblicità, oppure, ancora meglio, tramite la via del freemium ovvero un modello di business che funziona in questo modo: dopo aver conquistato una fetta di utenza offrendo un contenuto gratuito, permette di convertirla in un pubblico disposto a pagare per accedere a dei contenuti

ALESSIO BERTOLLI con Giulia Tomasi prefazione di Annibale Salsa

TRENTINO

OUTDOOR IL TRENTINO DALLE DOLOMITI AL LAGO DI GARDA Vallate, colline, montagne, flora e fauna

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speciali. Comunque si vedrà, per ora il promettente Giacomo continua a lavorare alla sua creatura, e naturalmente a coltivare le sue piantine di peperoncino negli spazi di casa. Da esperto qual è diventato ci dà anche qualche consiglio per assaggiare qualche sapore particolare. Fra i suoi peperoncini preferiti c’è un peperoncino cubano della famiglia degli Habanero cubano, dal colore giallo e la forma allungata, davvero piccantissimo che si chiama Fatalii. Già il nome ci lascia immaginare quanto possa bruciare in bocca! ■

IN LIBRERIA o su www.curcuegenovese.it



trentinoitinerari

di Paolo Chiesa

IL SENTIERO DELLE FATE A BIENO, IN VALSUGANA, IL “TRODO” È VERAMENTE UN POSTO DA FAVOLA PER TUTTI I BAMBINI. MA COME SPESSO SUCCEDE, LUNGO QUESTO PERCORSO DOVE LE FIABE PRENDONO VITA INCONTRANDO ALCUNI PERSONAGGI REALIZZATI IN MATERIALE NATURALE, ANCHE GLI ADULTI POSSONO RITORNARE BAMBINI. GRAZIE ALLA FANTASIA DI NADIA DELLAMARIA E ALL’AIUTO DI MOLTI VOLONTARI, IL “TRODO” È UN POSTO DOVE LA NATURA E I RACCONTI SI INTRECCIANO E SI MISCHIANO E DOVE SI PUÒ DAVVERO VIAGGIARE NELLA FANTASIA, COME ALL’INTERNO DI UN GRANDE LIBRO APERTO

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ieno è un paese di 450 abitanti che si attraversa per raggiungere l’Altopiano del Tesino. Pur non appartenendo all’Altopiano del Tesino in senso stretto, Bieno rappresenta la porta naturale che immette in questa bella parte del Trentino. Lo si raggiunge attraverso la strada provinciale 78 del Tesino, strada che ancora oggi ne attraversa il centro storico. Da qui partono belle passeggiate naturalistiche come la “Strada del legno” che collega i vari paesi del Tesino oltre a Strigno e Bieno, mettendo in unione gli aspetti storici, culturali e naturalistici legati alla “risorsa legno”, riscoprendo quello che il territorio già possiede e che spesso ha solo dimenticato. Tra le varie particolarità naturali che caratterizzano questo piccolo Comune, c’è 38

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il Parco Fluviale. Si tratta di un parco urbano che si estende su una superficie di 30.000 metri quadrati. Un tempo era un’area quasi interamente occupata dal bosco, a parte la zona vicina alla chiesa, da dove il parco inizia per arrivare fino alla località “Broglio”. Risalendo il rio Ofsa si trovano vari percorsi ciclabili e pedonali, un mini parco giochi, una zona solarium, un chiosco bar, un anfiteatro in pietre naturali e un parcheggio. L’elemento che lega tutto è il torrente che lungo il suo alveo è attraversato da quattro ponti che permettono di spostarsi in tutti i punti del parco. Ma, questa volta, noi siamo venuti qui per vedere un altro luogo particolare, un luogo magico: il “Trodo delle Fate”. E a farci da guida c’è Nadia Dellamaria.

Nadia impegnata al telaio con la lana


trentinoitinerari Cappuccetto Rosso e il Lupo

L’albero della lettura

L’ARTIGIANA DELLA LANA CARDATA La nascita di questo sentiero magico si deve a un gruppo di volontari del paese che hanno creduto in questo progetto in modo caparbio. Soprattutto grazie a una di loro che tra l’altro è da poco diventata assessore: Nadia Dellamaria. Nadia è molto conosciuta perché è una delle poche appassionate di lavorazione della lana per realizzare oggetti in feltro. Suo nonno faceva il calzolaio in paese e sicuramente il piacere di realizzare oggetti con le mani le è venuto da lui. E anche qui c’è un po’ di magia perché, dice Nadia: “vedere che con la lana si può creare di tutto, mi è sempre sembrata una cosa magica, che ho sognato di imparare fin da bambina”. E ora che in quest’arte è diventata un’artista, la chiamano anche nelle scuole dove, in appositi laboratori, “i bambini, che spesso sono sempre di corsa e hanno mille impegni come noi adulti, si rilassano. Lavorare con loro mi piace sempre molto, perché sono incredibili e riescono a vedere anche le cose che non esistono”. Una vera filosofia, quella della lavorazione del feltro; un modo di pensare che “aiuta a rallentare la nostra velocità e a gustare le piccole cose di ogni giorno. Per me lavorare la lana con l’acqua calda e il sapone è una vera forma di meditazione in movimento che può portare tranquillità e serenità nella vita di tutti i giorni”. Nadia ha un figlio, Stefano Micheletti, che è in Cile con l’Organizzazione non Governativa Surmaule. Quando nel 2010

c’è stato il devastante terremoto che ha messo in ginocchio quelle regioni, Nadia si è messa subito in moto per dare una mano. “Ho contattato il Gruppo Folkloristico cileno Hueñihuen e gli ho proposto di esibirsi nelle piazze mentre io vendevo i miei lavori di lana. Abbiamo raccolto del denaro che, aggiunto a quello che ci è stato concesso dalla Provincia di Trento, ha contribuito alla realizzazione del progetto di aiuti nel quartiere Santa Ana nella città di Talca, dove sono stata anch’io”. IL “TRODO DELLE FATE” E l’idea del “Trodo delle Fate”, da dove è venuta? Nadia ritorna bambina e racconta: “i nostri nonni dicevano che dal paese partivano diversi sentieri che venivano usati quotidianamente per trasportare quello che veniva faticosamente coltivato o che si riceveva in dono da Madre Natura, con le gerle o con i carretti tirati dagli asini. E noi bambini su quei sentieri andavamo a giocare”. In particolare Nadia ha sempre avuto nel cuore il sentiero in località “Lasta Castrozze” con la sua siepe di Sinforina (Symphoricarpos Sinforicarpo), che con le sue bacche rotonde bianche e rosa sembrava disegnata dalle mani dei bambini. Poi, si sa, si diventa grandi e le cose da fare diventano prioritarie rispetto alla fantasia. E di pari passo, i luoghi dove si giocava perdono l’attrattiva di un tempo. “Il mio sentiero preferito”, dice Nadia, “era diventato tra l’altro impraticabile sia per i segni del tempo che per l’incuria dell’uomo. Ma nel 1988, per fortuna, questo luogo è stato siste-

Il gioco della dama

mato da due care persone che ricordo con affetto”. E recentemente, nella fantasia di Nadia, che dentro di lei è rimasta sempre un po’ bambina, ha cominciato a prendere forma un’idea: quella del “Trodo delle Fate”, appunto. “Ora sono nonna e la siepe appoggiata al muretto a secco mi sta regalando ancora quelle bianche perle e due anni fa ho voluto andare oltre la siepe, come facevo da bambina… così è nata l’dea del “Trodo” che, dopo molto lavoro è tornato ad essere un luogo magico, dove la natura e i racconti si intrecciano e si mischiano, accompagnando i piccoli visitatori che ci vengono in un viaggio ricco di emozioni, come all’interno di un grande libro aperto”. I PERSONAGGI Percorrendo il sentiero si possono incontrare varie ambientazioni e vari personaggi del mondo delle favole: dal pannello/mappa del trodo realizzato dai bambini, all’albero della lettura con uno gnomo in cima a una scala che sfoglia un libro, all’immancabile cappuccetto rosso con l’altrettanto fatidico lupo, al drago burlone, al gioco della dama appoggiato su un tronco. Giochi, favole e magia ma anche ritorno alle origini, come nel caso dei laboratori con telaio primitivo per lavorare la lana dedicati ai bambini che sono stati attivati in questi giorni. Tante idee e tante iniziative per un sentiero, che come ricorda Nadia: “è un patrimonio da difendere perché mantiene viva la memoria storica di una comunità che, come la fantasia che anima i bambini, non deve andare perduta”. ■ 39

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trentinostoria trentinoattualità

PASSARONO DI QUI...

di Francesca Mazzalai

LA CALDA ESTATE DEL TENENTE ROBERT

Palù del Fersina, 1915. La mensa degli ufficiali. Il primo da sinistra è Musil (Museo storico della guerra di Rovereto)

LA GRANDE GUERRA IN TRENTINO VISTA CON GLI OCCHI DI UN GRANDE ARTISTA, UN UOMO CHE DEDICHERA` AI PAESAGGI E ALLE POPOLAZIONI DELLA VALSUGANA E DELLA VAL DEI MOCHENI APPASSIONATE PAGINE DI RACCONTI. È LO SCRITTORE AUSTRIACO ROBERT MUSIL

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er raccontare questa storia bisogna fare un salto all’indietro di un secolo esatto. Siamo nel lontano 1915. Dall’estate dell’anno precedente è scoppiato un terribile conflitto, destinato a fare milioni di vittime. È la Prima guerra mondiale. Diverse piazze d’Italia sono gremite di gente che sostiene a gran voce la necessità di entrare in guerra a fianco della Triplice intesa, composta da Impero britannico, Terza Repubblica francese e Impero russo. Ma allo stesso tempo crescono le manifestazioni di chi invece chiede di rimanere neutrali e di evitare a tutti i costi il conflitto. 40

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Gli scontri tra le due opposte fazioni si fanno ogni giorno più frequenti. Finché il 26 aprile, a Londra, viene firmato un patto. L’Italia si impegna ad entrare in guerra a fianco dell’Intesa in cambio dei territori a cui aspira da tempo. Ovvero Dalmazia, Istria, Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. Nel frattempo, l’Impero austro ungarico non rimane certo a guardare. Già dall’inizio del conflitto (nell’estate del 1914) il Trentino, al confine meridionale dell’Impero, è stato invaso dai militari. Con altisonanti proclami, pubblicati sui giornali dell’epoca, l’Imperatore Francesco Giu-

seppe si appella alla fedeltà e al coraggio dei suoi sudditi e li esorta a difendere la patria con tutto il loro coraggio. Tra i soldati austriaci inviati in Trentino ci sono anche giovani volontari che la guerra non l’hanno mai vista prima, tutt’al più l’hanno sentita raccontare. E probabilmente molti tra loro mai avrebbero pensato di impugnare un’arma. In mezzo a loro c’è anche il tenente Robert, 35 anni, dall’aspetto nobile, aristocratico. I suoi occhi scuri appaiono impenetrabili e nascondono i pensieri a chiunque lo osservi. Le labbra, così sottili, gli conferiscono un aspetto

parecchio severo. Si dice che i suoi migliori amici si chiamino caffè e tabacco. E secondo qualcuno sarebbero proprio questi due vizi a renderlo così scontroso, quasi nevrotico. Il tenente Robert, nel pomeriggio dell’11 giugno 1915, sta percorrendo a cavallo la strada che da Palù porta a Pergine. La zona si trova lontana dal centro dei combattimenti, almeno per il momento. Ma raggiungere Pergine è comunque complicato. Il percorso è disseminato di enormi massi franati dalla montagna, e ad un certo punto, dopo l’ennesima arrampicata, il cavallo del te-


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Palù del Fersina, all’inizio del Novecento

nente si impunta, rifiutandosi di proseguire. Robert è costretto a fermarsi e a farlo riposare. Aprofittando della pausa, si guarda intorno, spazia con lo sguardo lungo la valle, splendida nei colori sgargianti dell’estate. Finalmente un momento di pace, pensa Robert, che lascia vagare liberi i pensieri. Con la mente torna a Martha, sua moglie, alla loro casa a Berlino, e al suo lavoro di scrittura, che ha abbandonato incompiuto. Perché quell’uomo prestato alla guerra, che ha abbandonato la penna per imbracciare il fucile, è lo scrittore austriaco Robert Musil. A Musil il Trentino non è del tutto sconosciuto. Quando viene mandato a presidiare la valle dei Mocheni, nel 1915, lo scrittore riscopre infatti luoghi che in parte ha già conosciuto. La precedente visita in Trentino risale all’estate del 1913, durante un viaggio da Vienna a Roma. Manca ancora un anno all’inizio della guerra, e il 23 agosto nel suo diario Musil annota: “Viaggio Caldonazzo-Lavarone: gruppi di alberi al sole. Vettura grossa, vecchia, scomoda, ruote alte, sedili bianco-nocciola. La strada passa a guado il pietroso letto disseccato di un fiume. Poi sale in strette serpenti-

ne un declivio assai ripido”. Sempre nel 1913, giunto a Trento, Musil prende una camera all’Hotel Trient. Nel diario ricorda la colazione, servita su una bella terrazza circondata da palme, e protetta dal sole da un provvidenziale tendone chiaro, a righe. Per il resto, le prime impressioni di Musil sulla città non sono molto promettenti. Tanto che in tre righe sbrigative lo scrittore archivia l’esperienza: “Nelle strade – si legge nei Diari - si possono a malapena tenere gli occhi aperti per il bagliore. La navata del Duomo assai deludente. Nei negozi porte scardinate e tende svolazzanti”. Fine. Musil sembra insolitamente distratto, noncurante della bellezza dei luoghi che visita. Probabilmente ciò che gli importa davvero è raggiungere velocemente Roma, dove infatti lo troviamo a settembre, intento ad osservare calchi di cera colorati, busti di diversi popoli primitivi e dall’aspetto sinistro, all’interno dell’istituto di antropologia. La curiosità dello scrittore sembra non conoscere limiti. È sempre stato attirato da ciò che non conosce, fin da piccolo. Terminate le scuole elementari e il liceo scientifico, si è iscritto a ingegneria. Non contento di aver superato l’esame da

ingegnere, Musil ha studiato psicologia, filosofia, matematica e fisica all’università di Berlino. Continuando nel frattempo ad alimentare la grande passione per il teatro e la letteratura. E poiché Robert ama anche l’indipendenza economica, si mantiene agli studi lavoricchiando qua e là, collaborando con diverse riviste, e all’occorrenza improvvisandosi bibliotecario. La sua vita scorre tutto sommato tranquilla. Finché, all’improvviso, lo scoppio della guerra stravolge la sua esistenza e lo catapulta in Val dei Mocheni, a difendere i confini meridionali dell’Impero austroungarico. Quando Robert Musil entra a Pergine Valsugana, nel 1915, in paese si contano 25 cavalli, 151 mucche, 51 pecore, un manicomio, 292 case e 2882 persone. L’allevamento e l’agricoltura sono alla base dell’economia locale. I vigneti sono ovunque. In pianura vengono prodotte ogni anno almeno una tonnellata di uva bianca e quasi il doppio di uva

nera. Alla produzione di vino si aggiunge anche la coltivazione del gelso. E poiché le foglie di gelso costituiscono l’alimentazione base del baco da seta, parlare di gelso significa parlare dell’industria serica che si svolge all’interno della Filanda, dove in quel periodo vengono impiegate quasi 300 operaie. Altrettanto importante per Pergine all’inizio del ‘900 è l’allevamento di bestiame. E il veterinario, a cui è affidata la cura degli animali, rappresenta una vera e propria istituzione. La responsabilità della salute di tutte le bestie ricade tutta su di lui. Una responsabilità non da poco. Le fiere e mercati sono infatti frequenti, gli acquirenti arrivano anche da molto lontano, e la presenza di anche un solo capo malato rischia di contagiare non solo il circondario ma addirittura di propagarsi in tutto l’Impero austroungarico. Tra bestiame, vino e gelsi, Pergine è dunque un paese florido. La sua economia prospera, le numerose bot-

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Palù del Fersina, gruppo di militari davanti alla canonica. Il primo da destra è Musil. (Museo storico della guerra di Rovereto)

teghe, le fabbriche e i laboratori offrono lavoro a tutti coloro che lo cercano. E dando un’occhiata agli atti comunali di quegli anni spicca un dato in particolare. Il numero degli osti: ben 24. Uno ogni 135 abitanti (bambini compresi). Una media impressionante, un’attività che sembra non conoscere crisi. Tanto che al sindaco giungono continue richieste per aprire nuovi locali dove servire “bevande spiritose”. Richieste che vengono sistematicamente negate, compresa quella della signora Pia Dalla Rosa, che più volte domanda di poter aprire un’osteria all’Alba. Con l’inizio della guerra però, l’aspetto di Pergine cambia 42

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bruscamente. I treni carichi di soldati sono sempre più frequenti, le stazioni ferroviarie di Pergine e Roncogno vengono potenziate, e dalla fine di agosto del 1914 in paese cominciano ad arrivare i primi feriti. A maggio dell’anno successivo, con l’entrata in guerra anche dell’Italia, la situazione si fa sempre più preoccupante. Iniziano gli scontri fra austriaci e italiani. I cannoni piazzati in Panarotta, sul Pizzo di Levico, sui Forti di Lavarone rimbombano giorno dopo giorno. A Pergine il contingente militare è così numeroso da costringere le autorità a requisire case private, campi ed

edifici pubblici per costruire nuovi campi e ospedali. I soldati sono ovunque. Le chiese, le scuole, gli asili, le ville, la filanda, gli alberghi vengono occupati da militari o usati come depositi di munizioni. L’oratorio diventa un’officina dove riparare gli aerei, mentre all’Hotel Posta si stabilisce il Comando Generale di zona. L’Italia è diventata il nemico da battere, e, proprio per difendere i confini dell’Impero austroungarico dall’arrivo dell’esercito italiano, vengono inviate in Valsugana truppe in quantità. Robert Musil, che allo scoppio della guerra si è arruolato volontario nell’esercito imperiale austriaco, fa parte del contingente inviato a Pergine all’inizio del 1915. Da lì prosegue verso Palù, nella Valle dei Mocheni, dove, salvo qualche breve spostamento, rimane fino al 1916, quando a causa di una malattia lascerà la zona per essere ricoverato in ospedale. Prima a Brunico e poi a Praga. In questo lungo periodo trascorso a Palù, Musil ha modo di conoscere piuttosto a fondo i costumi locali, le usanze, il dialetto. Ogni dettaglio, ogni istante si imprime con forza nella sua mente. Complice anche una breve, ma intensa relazione con una giovane donna del posto, Magdalena Maria Lenzi. Musil, che soggiorna in una scuola del paese, proprio di fronte alla casa di Magdalena, se la trova un bel giorno letteralmente davanti. La scintilla si accende all’istante. Almeno per lui, che, rapito dal fascino della ragazza ne farà la protagonista di una novella, intitolata Grigia, in cui lo scrittore riverserà tutte le annotazioni prese in quegli anni su di lei e sulla popolazione del luogo, senza tralasciare alcun particolare. Nemmeno quei dettagli più intimi che Magdalena avrebbe sicuramente pre-

ferito rimanessero privati. In Grigia, Musil mescola finzione letteraria e realtà, descrivendo Pergine, la valle dei Mocheni e un mese di maggio particolarmente rigido, “l’aria mista di neve e di sud”. I mocheni – spiega Musil – sono “strana gente”, discendenti di antenati che ai tempi del Principato vescovile di Trento arrivarono dalla Germania per lavorare nelle miniere, e che si sono infine stabiliti nella valle che oggi porta il loro nome, “incuneati fra gli italiani come una vecchia roccia concumata dal tempo”. Anche le donne del posto catturano l’attenzione dello scrittore austriaco. “Avevano le gambe ricoperte da gonne di lana bruna con galloni rossi, blu o gialli alti un palmo e i fazzoletti che portavano in capo o incrociati sul seno erano di cotone stampato a disegni moderni, ma qualcosa nei colori e negli accostamenti riportava indietro nei secoli, ai lontani progenitori.” Ai piedi portano zoccoli di legno, rinforzati sulle suole da due lame d’acciaio “simili a coltelli”. Un espediente che permette loro di inerpicarsi sui sentieri d montagna senza rischiare di scivolare. Di quelle affascinanti creature Musil osserva ogni mossa, annota le loro abitudini, come quella di aspettare sedute a terra, con le ginocchia tirate


trentinostoria su “come i negri”. Cavalcano gli asini non sedute di lato, ma alla maniera degli uomini, “visibilmente senza mutande”, con le cosce “insensibili agli angoli taglienti delle selle”. Musil sembra sconcertato dalla naturalezza delle donne mochene, dalla loro spontaneità. Rimane quasi confuso dal contrasto fra le loro gambe “piegate poco decentemente” e i loro modi amabili e gentili. “Prego si accomodi –dicevano dritte come duchesse a chi bussava alla loro porta”. Nel racconto Musil riporta con passione ed entusiasmo ciò che vede, che sente, il suo amore per l’alta montagna, i colori dell’estate, i boschi, le rocce. Ma non è solo nella Grigia che Robert Musil trascrive le impressioni che gli hanno fatto il Trentino e i suoi abitanti. Sono prima di tutto I Diari ad accogliere gli appunti di viaggio, gli avvenimenti, gli stati d’animo dello scrittore in quegli anni. E nel frattempo la guerra continua. Il 25 maggio del 1915 i soldati

italiani oltrepassano il confine di Primolano. Quasi indisturbati raggiungono Castel Tesino e conquistano la Cima d’Asta. La linea di difesa austroungarica, schierata molto più a sud, non prende sul serio questa incursione lungo la Valsugana, certa (non a torto) che il vero scontro avverrà da tutt’altra parte. Lo stesso Musil partecipa a questi brevi combattimenti, ma nei Diari non fa alcun cenno alla propria esperienza in guerra. “Lenta avanzata degli italiani” scrive laconico il 4 giugno. Poi, a metà novembre, viene improvvisamente trasfe-

rito sul fronte dell’Isonzo. Musil giunge a Gorizia a battaglia già iniziata, e la guerra si offre al suo sguardo in tutto il suo orrore. Il contrasto con la pace della Valle del Fersina è a dir poco violento. Ma in guerra non c’è tempo per la nostalgia. Davanti ai suoi occhi si offrono nuovi scenari, case distrutte, pendii avvolti nella fitta nebbia dei proiettili. Musil tornerà nella sua amata Valsugana sono all’inizio del 1916. Vi rimarrà appena due mesi. Per poi spostarsi (dopo il ricovero in ospedale a Praga) a Bolzano e infine a Vienna, dove nel 1918 lo rag-

giungerà la notizia della fine dei combattimenti. Quello stesso anno, al termine della grande guerra, i soldati trentini di ritorno dalla lunga prigionia in Russia scopriranno un mondo molto diverso da quello che hanno lasciato. La loro patria, l’Impero austroungarico, non esiste più. L’Austria-Ungheria è appena scomparsa dalle carte geografiche e di lì a poco (con il Trattato di Saint Germain en Laye, stipulato nel 1919) Pergine, la valle dei Mocheni e tutto il Trentino verranno annessi al Regno d’Italia. Ma questa è un’altra ■ storia.

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DENTRO LA STORIA

di Maurizio Panizza

maurizio@panizza.tn.it

IL SILENZIO DELLE CASE CHIUSE L’ANTICO E CONTROVERSO FENOMENO DELLA PROSTITUZIONE VISTO FRA TRENTO E ROVERETO PRIMA E DOPO LA “SVOLTA” DEL 1958 CHE SANCIRÀ LA CHIUSURA DELLE CASE DI TOLLERANZA CON LA VITTORIA DEI MOVIMENTI PER LA DIGNITÀ DELLA DONNA. LA FINE DI UN’EPOCA CHE TUTTAVIA SI RIVELERÀ SOLO UNO SPARTIACQUE FRA UNA “GESTIONE” PUBBLICA E UNA PRIVATA DELLA PROSTITUZIONE. UN PROBLEMA SOCIALE E DI COSCIENZA CHE NON TROVERÀ UNA SOLUZIONE, MA CHE PROSEGUIRÀ FINO AI NOSTRI GIORNI AD ESSERE TOLLERATO NEL SILENZIO DELL’IPOCRISIA E DELLA CLANDESTINITÀ CON GLI STESSI DUBBI E LE STESSE SOFFERENZE DI UN TEMPO

U

n silenzio imbarazzante durato più di un secolo, scomodo e scabroso soprattutto se rapportato a piccole realtà come il Trentino. È quanto successe alla questione delle cosiddette case chiuse, ovvero case di tolleranza, bordelli o casini che dir si voglia. Una questione controversa, incessantemente sussurrata, ma sempre rimossa ovunque come la peggiore delle depravazioni e quindi da non affrontare mai in pubblico perché moralmente scorretta. Già il fatto di parlarne ora, a molti proba44

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bilmente ciò potrà suscitare fastidiose pruderie, ad altri, invece, compiaciuti desideri inconfessabili. Non è così per chi scrive: il bene e il male sono categorie estranee ad un cronista della storia, anche se la storia, in questo caso, è stata lungamente avversata, ambigua, drammatica e persino dolorosa. Dunque, nessuna partigianeria dietro a queste righe, nessuna voglia repressa se non, eventualmente, quella di capire e di raccontare un fenomeno sociale nel miglior modo possibile. Ma veniamo al punto cruciale. In Italia,

quasi sessant’anni fa, esattamente il 20 settembre 1958, le case del sesso libero chiudevano definitivamente le porte, buttando sulla strada – è il caso di dire – quasi tremila prostitute. Eppure, fino ad allora, tollerare un fenomeno antico come il mondo era sempre stata un’azione condivisa fra Stato e Chiesa, a patto però di non parlarne mai esplicitamente, men che meno in pubblico. Tollerare nella doppiezza è sempre stata una specialità italiana. Nel corso del Ventennio, lo aveva fatto egregiamente il regime fascista, come prima


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Quella che un tempo fu l’ultima casa di tolleranza a Rovereto

l’aveva fatto l’Italia di Cavour, quella di Crispi e quella di Giolitti e come, dopo il 1946, per dieci anni lo fece pure quella repubblicana e democristiana. Tutti a condannare in pubblico e tutti a tollerare in privato, ognuno con i propri interessi e le proprie debolezze da nascondere. In effetti, dietro a quelle finestre perennemente chiuse e dentro a quei locali impregnati di talco e di lisofomio, si fondevano e si confondevano spinte uguali e contrarie: moralità e peccato, dio e demonio, libertà e sfruttamento, gioie e sofferenze, passioni private e partecipazioni di Stato. Tutto ciò, insieme ipocritamente, per avere ognuno il proprio tornaconto. Nessuna classe sociale rimaneva esclusa dal novero degli “ospiti” di quelle case particolari. La media borghesia era stata da sempre quella più rappresentata attraverso professionisti, imprenditori, impiegati (e pure qualche prete!), ma dopo la metà degli anni Cinquanta anche il popolo degli operai si affacciò sempre più numeroso alle porte dei casini: il boom economico, che di lì a poco avrebbe trasformato profondamente la società italiana, stava dando anche in questo campo i primi timidi segnali dai quali neppure il Trentino sarebbe rimasto escluso. Così, con

il passare del tempo e con l’apertura degli orizzonti culturali – per così dire – il sabato e la domenica iniziarono a scendere in corriera pure dalle valli frotte sempre più numerose di contadini. Costoro, con la scusa di qualche fiera di attrezzi agricoli o di animali si recavano, in realtà, là dove di fiere ce n’era sì una, ma di tutt’altro genere. Tuttavia, il momento “magico” dell’iniziazione al sesso, quello che segnava il passaggio all’età adulta, era da sempre riservato ai giovani coscritti che andavano alla visita di leva. Furono le classi del 1939-1940, quelle cioè di chi aveva già compiuto i diciotto anni all’entrata in vigore della legge “Merlin”, le ultime

Il libro “Dieci lire per vedere” di Giorgio Dal Bosco (Curcu & Genovese, 1996) è fino ad oggi l’unico volume dedicato alle case chiuse trentine (www.curcuegenovese.it)

generazioni che varcarono le porte delle case chiuse. E fra tutte queste varie tipologie di clienti, chi poteva farlo evitava di frequentare le case chiuse della propria città per ovvie ragioni di riservatezza. In tal modo si innescava spesso un pendolarismo sessuale da Trento verso Bolzano (celebre nella città del Talvera, il “Navarro” o la casa di via Conciapelli), oppure verso Rovereto e viceversa. A Trento, fino al settembre del 1958, erano due le case in funzione: quella di via S. Martino, frequentata più che altro dai molti militari che all’epoca erano presenti nel capoluogo, e quella di via Secondo da Trento, più prestigiosa, nei pressi della vecchia caserma dei pompieri in piazza Centa. Per via di questa sua collocazione, nel gergo dei trentini “andare dai pompieri” aveva assunto negli anni un significato ben preciso che nulla, ovviamente, aveva a che vedere con i vigili del fuoco. Qui, in un’antica palazzina, nascosta in parte da una lunga e alta fila di pioppi, era ospitata la casa più importante della città. Ad essa si accedeva per un giroscale di gradini in pietra e per una piccola porta al primo piano che dava su di una sala comune. Solo per entrare, e vedere, si pagavano dieci lire. Da lì, seduti su delle panche poste al perimetro della stanza, i clienti potevano osservare le “signorine”, poi scegliere quella che più piaceva e quindi salire nelle camere. Sulla sala, inoltre, si affacciavano quattro stanze – i “salottini”, come venivano chiamati – usati da quei clienti più danarosi che volevano mantenere un assoluto riserbo sulla loro visita. Una curiosità: per permettere a costoro di non essere visti, sia nel momento della 45

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loro entrata che in quello dell’uscita, la tenutaria tirava rapida una lunga tenda che veniva a creare una specie di corridoio separato dalla sala comune, permettendo così agli illustri ospiti di potersi muovere nella casa con la massima riservatezza. A Rovereto, invece, circa negli stessi anni operava una sola casa di tolleranza. Era l’ultima di una sparuta pattuglia di casini che sin da tempi immemorabili erano presenti in città. La più antica casa di incontri di cui si ha cognizione, già esistente nel ‘600, era quella che alcuni ricercatori individuano oggi in Via della Terra, al civico 27, proprio nello stesso edificio in cui alcuni mesi fa è stata aperta la “Casa delle Donne” (ironia della sorte!) voluta dall’Osservatorio di Cara Città come luogo di incontro e di dibattito su temi di carattere culturale, politico e sociale. Due secoli più tardi, una casa di tolleranza troverà collocazione in Scala della Torre, fra Piazza Erbe e Via della Terra, dove attualmente si trova una trattoria tipica, mentre negli anni ’30 del Novecento, pare che un altro bordello fosse collocato in una casa isolata in Via Ronchi, nei pressi della SS. 12 e vicino, anche qui (curiosamente), all’attuale caserma dei pompieri. Tuttavia, il bordello che rimase in attività fino all’inizio degli anni Cinquanta – quindi fino a pochi anni prima che la Legge “Merlin” decretasse la chiusura delle case – fu quello ospitato nei locali di un elegante palazzo in stile liberty, tuttora esistente in Lungo Leno destro,

a quel tempo zona del tutto isolata dal contesto cittadino. Lì, in quella casa borghese, dedicata in particolar modo ad un erotismo altolocato, pare esercitassero la loro professione cinque giovani donne, le quali ogni quindici giorni lasciavano il posto ad altrettante, secondo la vecchia regola dell’avvicendamento. Parliamo al condizionale, per un motivo ben preciso. In effetti, prima di continuare questo singolare racconto è importante ricordare come qualsiasi ricercatore che in passato si sia accostato a tale argomento, abbia sempre trovato enormi difficoltà a reperire informazioni di prima mano. Ed è ovvio che più passa il tempo, più complicato

diventa poter trovare testimoni diretti di quegli anni. Se a ciò aggiungiamo che la bibliografia locale su tale questione, fatta eccezione per il bel libro di Giorgio Dal Bosco, “Dieci lire per vedere” (Curcu & Genovese, 1996), è del tutto inesistente, possiamo allora ben capire come nel corso del tempo sia stata eretta attorno alle case di tolleranza una barriera pressoché invalicabile. Del resto, nei decenni precedenti la loro chiusura, le leggi emanate dal regime fascista e poi mantenute per consuetudine anche nel dopoguerra, furono molto rigorose in tema di riservatezza. Si pensi, ad esempio, che negli anni ’30, Mussolini impose ai tenutari delle case di tenere sempre le imposte chiuse (da qui il termine entrato nel lessico comune) e in certi casi di isolare gli edifici con i cosiddetti “muri del pudore”, alti almeno dieci metri; oppure che nessuna indicazione doveva essere affissa sulla pubblica via e nemmeno esserci la possibilità di vedere cosa succedeva all’interno della proprietà, pena gravi sanzioni amministrative o condanne penali per adescamento. Addirittura si era arrivati al punto che le disposizioni di polizia vietavano severamente a chiunque di fornire per strada indicazioni sull’ubicazione dei postriboli. Solo gli agenti di pubblica sicurezza erano eventualmente autorizzati a dare informazioni ai clienti su come raggiungere le case di piacere. Nessuno, insomma, poteva e doveva parlarne. Ma torniamo alla villa di Rovereto. Al suo interno, nella prima sala in cui venivano ricevuti gli “ospiti”, era collocata bene in vista una targa che riportava

Certificato per la regolare professione di meretricio. 1931 46

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trentinostoria le tariffe. Verso la metà degli anni ’50 ogni prestazione costava da un minimo di 200 lire (5 minuti in una “casa” di terza categoria) fino a 8.000 (un’ora in una “casa” di lusso), cioè in moneta attuale per approssimazione da 2,4 a 96 euro. Detto così sembra molto poco, ma tenendo conto che ogni ragazza “serviva” da 30 a 50 clienti al giorno, il totale che si ottiene non è affatto indifferente. Inutile dire che a fronte di tali ritmi a dir poco disumani, solo una parte infinitesimale di quell’enorme fiume di denaro finiva in mano alle prostitute. La parte più cospicua, infatti, andava ai tenutari delle case e, in percentuale, alle casse statali, le quali incameravano annualmente circa 100 milioni di lire, pari a 1,2 milioni di euro di oggi. In cambio, lo Stato forniva alcuni servizi, fra cui la registrazione agli Uffici del Lavoro che prevedeva, fra l’altro, un periodo di apprendistato e il versamento dei contributi obbligatori per la pensione e la disoccupazione. C’era poi il servizio sanitario attraverso il quale un ufficiale medico eseguiva due-tre visite di controllo alla settimana alle prostitute e due volte all’anno per il rimanente personale della casa. Inoltre, doveva essere tenuto con scrupolo un Registro giornale nel quale veniva descritta in maniera dettagliata ogni cosa attinente l’andamento dell’impresa, come ad esempio i nomi delle ragazze in servizio, le loro assenze (che dovevano essere sempre giustificate), le ispezioni sanitarie, ma soprattutto l’elenco dei clienti con scritto l’orario di entrata e di uscita, gli estremi dei documenti e le loro generalità. È da notare, ancora, come tutta l’organizzazione fosse sottoposta al rigoroso controllo della Prefettura,

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del Podestà – ovvero del Sindaco in epoca repubblicana – e del presidente la Commissione per la censura, nella fattispecie un alto religioso nominato dalla Curia. In più è da dire che ogni tre anni la prostituta doveva rinnovare tutti i documenti fra cui il suo certificato di moralità che attestava essere, oltre ad un’integerrima cittadina, pure una brava cristiana dedita ai sacramenti. Con il 1958, ormai sappiamo, tutto ciò venne azzerato. A Trento, quel giorno, un attento testimone (forse non disinteressato) annotò: “Mi trovavo lì per lavoro e vidi una gran folla in via San Martino. Era la coda per l’ultimo giorno di apertura della casa di tolleranza.” A Rovereto, invece, la casa lungo il torrente Leno aveva già sospeso l’attività

da tempo ed era stata venduta. Adesso le finestre erano tornate ad aprirsi ed il vecchio proprietario (da una delle poche testimonianze dirette potute acquisire) si era trasferito in un appartamento in centro città. Lì era andato ad abitare con una bella giovane che un tempo era stata una delle “sue” ragazze di vita. Certamente la chiusura delle case di tolleranza per la storia del costume italiano fu una svolta epocale. Una svolta che comunque divise il Paese perché la riforma abolì un “qualcosa”, ma non lo sostituì con nient’altro. Per molti fu una vera conquista di civiltà; per altri fu solo un’ipocrisia. Per i movimenti femminili venne considerato un importante passo per affermare la dignità della donna. Invece per tanti intellettuali, fra cui Indro Montanelli, opinionista controcorrente – ma anche per lo scrittore Dino Buzzati – fu addirittura “un colpo di piccone capace di far crollare l’edificio della Fede cattolica, della Patria e della Famiglia”. Perché era nei postriboli – sosteneva Montanelli – che queste tre istituzioni trovavano l’equilibrio su cui si basava la società italiana. Infine, per l’ordine pubblico fu un problema, perché la prostituzione uscì dalla case chiuse ma non sparì affatto: si riversò sulle strade e in pensioncine compiacenti, sfuggendo al controllo statale per finire quasi sempre in mano alla malavita. Fra le prostitute ci fu chi riuscì a tornare ai propri paesi e alle famiglie di origine. Altre, soprattutto quelle convinte di essere in grado di fare solo quel mestiere, si “riciclarono” in proprio, oppure trovarono un protettore. Altre, ancora, riuscirono a farsi sposare da qualche ricco e vecchio cliente, rientrando in una normalità che forse per anni avevano solo sognato. Comunque sia, per tutte quelle ragazze, che nella maggior parte erano state iniziate a tale vita dalle necessità familiari, rimase l’amaro di un’epoca di sfruttamento non certo gloriosa. Una di loro, così annotava nel 1934 sulle pagine del suo diario: “Se tutte le madri allevassero con la giusta educazione i propri figli nel rispetto di se stessi e degli altri. Se tutte le mogli amministrassero l’intimità del matrimonio come fanno per il salario del proprio marito. Se tutti i padri si preoccupassero di dare sempre il buon esempio, oltre che portare a casa il pane, il nostro lavoro di prostitute non avrebbe più nessun senso di esistere, perché saremmo tutte disoccupate.” ■


PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

COMUNE DI TRENTO

25-26-27 SETTEMBRE 2015 TRENTO PIAZZA FIERA

ore 10.00-22.00 - INGRESSO LIBERO

Editori, autori e librai incontrano i lettori VENERDÌ 25 SETTEMBRE Ore 10.00 Ore 11.00 Ore 12.00 Ore 15.00

Ore 16.00

Ore 17.00

Ore 18.00

Ore 19.00

Ore 22.00

Apertura mostra Inaugurazione ufficiale BRINDISI INAUGURALE FONDAZIONE MUSEO STORICO DEL TRENTINO presenta “Lasciar traccia: scritture del mondo alpino” di Quinto Antonelli e Anna Iuso Intervengono i curatori e Giovanni Kezich KELLER EDITORE presenta “Il soggiorno” di Andrew Krivak Interviene l’Editore EDIZIONI CENTRO STUDI ERICKSON presenta “Nuovi dettati” Esercitare e verificare le abilità ortografiche nella scuola primaria di Monja Tait e Graziella Tarter Interviene Monja Tait CURCU E GENOVESE presenta “La scelta di Cesare” di Pino Loperfido Intervengono Andrea Castelli e Andrea Brandalise ”TRAME IN CITTÀ 2015” Il piacere di leggere con chi le storie le fa Presentazione dell’edizione 2015 A cura di Opera Universitaria di Trento e Keller Editore Chiusura mostra

SABATO 26 SETTEMBRE Ore 10.00

Apertura mostra

Ore 10.00

“Tante storie da ascoltare” lette ai bambini da 3 a 8 anni dai volontari del “Servizio civile universale provinciale” Gloria Lutteri ed Elisa Tonini CASA EDITRICE PANORAMA presenta “Dolomiti. 120 itinerari circolari” di Andrea Rizzato e Andrea Favarato Interviene Andrea Rizzato

Ore 11.00

Ore 12.00

Ore 15.00

Ore 16.00

Ore 17.00

Ore 18.00

Ore 19.00

Ore 20.45

Ore 22.00

VITA TRENTINA EDITRICE presenta “Cardinali e Vescovi Tridentini” di Don Armando Costa Interviene S.E. Mons. Luigi Bressan, Vescovo di Trento EDIZIONI CENTRO STUDI ERICKSON presenta “SOS esame di terza media” Strategie e consigli su come affrontare le prove per ragazzi con dislessia e altri DSA di Silvia Andrich e Massimo Turrini. Interviene Silvia Andrich FONDAZIONE MUSEO STORICO DEL TRENTINO presenta “La ragionevole ‹creazione›: cosmologia moderna, ideologie del XX secolo e religione” di Mauro Stenico Intervengono l’Autore e Renato Mazzolini PUBLISTAMPA presenta “Meglio non chiedere” Volevo andare da solo a Santiago di Valentino Corona Interviene Loris Taufer TEMI EDITRICE presenta “Via Rasella, il Südtirol e Kappler. Fra storia e cronaca dalle Fosse Ardeatine al tesoro di Fortezza” di Luigi Sardi Interviene Renzo Fracalossi IL MARGINE presenta “Ricordati che sei stato straniero anche tu” di Vincenzo Passerini con una lettera di padre Alex Zanotelli. Interviene Alidad Shiri Presenta don Marcello Farina EDIZIONI FORME LIBERE presenta “Né serva né padrona” di Claudia Contin Arlecchino Incontro spettacolo con l’attrice-autrice Chiusura mostra

DOMENICA 27 SETTEMBRE Ore 10.00

Apertura mostra

Ore 10.00

“Tante storie da ascoltare” lette ai bambini da 3 a 8 anni dai volontari del “Servizio civile universale provinciale” Gloria Lutteri ed Elisa Tonini

Ore 11.00

Ore 15.00

Ore 16.00

Ore 17.00

Ore 18.00

Ore 19.00

Ore 21

Ore 22.00

EDIZIONI 31 presenta “Civiltà e foreste” Un viaggio in Amazzonia e nella coscienza occidentale di Rolando Pizzini. Interviene l’Autore IL MARGINE presenta “Lessico di Hiroshima” di Paolo Miorandi Con calligrafie dell’autore Introduce Giacomo Bonazza Con l’Autore converserà Mario Cossali EDIZIONI DEL FARO presenta “Oltre il muro cosa c’è?” di Rocco Sestito, illustrazioni di Fabio Vettori. Letture animate con l’intervento dell’Autore e dell’Illustratore REVERDITO presenta “Cari giovani, cari ragazzi e ragazze…” Gesti, scritti e discorsi di Papa Francesco interpretati da “Le Formiche di Fabio Vettori” a cura di Maria Teresa Pontara Pederiva Testi introduttivi di Luigi Bressan, Arcivescovo di Trento Intervengono Marco Zeni, Maria Teresa Pontara Pederiva e Fabio Vettori CURCU & GENOVESE presenta “Un popolo, due patrie” Il Trentino nel vortice della Grande Guerra (1914-1918) di Alberto Folgheraiter Interviene Giuseppe Ferrandi PUBLISTAMPA EDIZIONI presenta “Bestiario di incerta umanità” di Giorgio Antoniacomi Interviene Alberto Pacher INCONTRO CONVIVIALE CONCLUSIVO con editori, librai e collaboratori della quarta edizione di Medita Chiusura della quarta edizione

SU TUTTI I LIBRI ESPOSTI

20% DI SCONTO


trentinoattualità UNA FLOTTA DI GALEE, FREGATE, BARCHE DI OGNI TIPO LASCIA VENEZIA, ARRIVA ALLA FOCE DEL FIUME ADIGE E NAVIGA CONTROCORRENTE CON REMI E VELE. DESTINAZIONE: IL LAGO DI GARDA. DOPO QUASI SEICENTO ANNI UN GRUPPO DI GIOVANI NAVIGATORI, CAPITANATI DA BORIS BORELLA E MARIANGELA ZAMBUSI, RIPERCORRE LA “ROTTA”

IN DIREZIONE OSTINATA di Nicola Tomasi

A

ncora oggi pronunciare la frase estratta da un atto del Senato della Serenissima: “Galeas per montes conducendo”, significa ricordare il viaggio avventuroso, difficoltoso, faticoso ed entusiasmante che un esercito affrontò in tempi lontani. Una flotta di galee, fregate, barche da guerra e da trasporto, lascia Venezia e la sua laguna, arriva alla foce del fiume Adige e naviga controcorrente con remi e vele. Nel tragitto occorre aggirare ostacoli e abbattere ponti. Risalgono fino a Verona, e da lì, in modo mirabile e pure misterioso, si infilano nello stretto passaggio della Chiusa e, lungo un fiume che allora era ancora più potente e minaccioso di oggi, risalgono fino a Mori, dove tirano in secca le barche e dove l’avventura si fa davvero straordinaria, coinvolgendo centinaia di uomini (nessuno schiavo), coadiuvati da almeno duemila buoi. Dopo quasi seicento anni un 50

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gruppo di giovani navigatori, capitanati da Boris Borella e Mariangela Zambusi, intende ripercorrere quella “rotta”. Hanno intitolato il loro progetto “Galeas per montes RIconducendo” (Facebook) e lo hanno presentato al bando Fuorirotta del regista Andrea Segre, ottenendo molto credito e un piccolo finanziamento. L’impresa non sarà condotta con galee del XV secolo, ma con una imbarcazione tradizionale, molto simile ai copani dell’epoca: una “sanpierota” in legno, restaurata dagli stessi marinai (una barca lunga sei metri e mezzo che pesa sei quintali). Un mezzo che presenta le stesse secolari caratteristiche: fondo piatto sempre pronto all’atterraggio, vela al terzo, remi per la vogata tradizionale veneziana. Che percorso seguiranno? Lo stesso dei veneziani nel 1438/39. Partenza da Venezia, uscita dalla laguna, navigazione a sud lungo la costa fino alla foce dell’Adige, e poi Boris Borella al lavoro...

barra a dritta risalendo il fiume controcorrente, passando da Verona e risalire fin dove possibile per atterrare e affrontare le ultime miglia – non marine ma montane – verso Loppio, passo S. Giovanni, Nago e infine Torbole! Partenza il 12 settembre 2015 dalla Giudecca, arrivo previsto fine mese, primi ottobre. Le motivazioni del viaggio, che comunque mantiene aspetti notevoli di difficoltà, non sono le stesse di secoli fa. A spingere l’equipaggio non vi è il desiderio di conquistare il lago di Garda e soccorrere la città di Brescia assediata dai Visconti di Milano. Al ruggito del leone di S. Marco e della Serenissima Repubblica ve-

neziana si sostituisce la poetica intenzione di riportare un pizzico di umanità alle azioni tecnologiche di oggi: barche di legno realizzate con antica arte, morbide vele di cotone di colore giallo e cime di canapa grezza, per una sapienza marinara che rimane nel DNA di un popolo noto per essere di “navigatori”. I dettagli del viaggio necessario per ri-condurre le galee fino al Garda nel corso della prossima estate sono stati ricostruiti seguendo la storia scritta da Paolo Domenico Malvinni nel libro “La magnifica intrapresa. Galeas per montes conducendo” (Curcu & Genovese, anche in ebook). Ma cosa spinse il gover-


trentinoattualità IL LIBRO

“L

a magnifica intrapresa. Galeas per montes conducendo” di Paolo Domenico Malvinni, prefazioni di Laura Curino e Titino Carrara; illustrazioni curate da Stefano Benedetti. Curcu & Genovese, 2010. pag. 95, Euro 10. www.curcuegenovese.it. Anche in lingua tedesca e in formato eBook. Il testo è stato messo in scena da Laura Curino e da Titino Carrara con il gruppo musicale Calicanto e la cantante Claudia Ferronato.

no di Venezia a mandare soldati, marinai e uomini di fatica, con preziose imbarcazioni e armi e vettovaglie verso un viaggio così massacrante e rischioso? Il motivo ha nome Brescia, città alleata di Venezia, che si trovava dal 1438 stretta da un assedio dei Visconti di Milano. Fino a Mantova e in tutto il Garda dilagavano le forze milanesi, quindi era impossibile per la Repubblica di San Marco portare soccorso ad un alleato che strenuamente resisteva e rimaneva fedele alla Serenissima. La chiusura della via tra Verona e Brescia rendeva importantissimo il Garda e in particolare l’alto Garda, da dove si raggiungeva il bresciano dal porto del Ponale. Per questo motivo fu portato soccorso a Brescia risalendo l’Adige e piombando nel lago di Garda arrivando da quella strana via. Le motivazioni degli ardimentosi che ci riprovano nel 2015 sono assai diverse, e non appartengono nemmeno all’idea della rievocazione storica. Capitan Boris, conosciuta la storia per sentito dire e poi grazie al libro

Porticciolo di Torbole: il punto esatto dove le galee tornarono in acqua e dove la sanpierota di Boris arriverà

di Malvinni, è piuttosto chiaro: “Vorrei riportare l’attenzione sul filo immaginario che collega la montagna, al mare e alla Laguna di Venezia, un filo che unisce il nostro lavoro di realizzazione e restauro di barche tradizionali veneziane in legno massiccio e i luoghi che da secoli hanno fornito il legname necessario per sviluppare l’immenso patrimonio di cantieristica navale che da sempre ha caratterizzato Venezia (nel bene e nel male). Patrimonio che sta vivendo, ormai da molte decadi, un graduale e inesorabile declino a favore della vetroresina e della velocità, con un immenso impatto ambientale sulla laguna e sul suo equilibrio naturale. Per questo noi da anni ci sia-

mo impegnati, senza risorse ma con grande passione, a combattere questo declino e nel mio caso a investire il più possibile in soluzioni per abbassare al minimo l’uso di sostanze chimiche pericolose e impattanti.” Girolamo dalla Corte nella sua Istoria di Verona scrive: “Chi ha veduto quei luoghi per dove fu questa armata condotta stima impossibile che ingegno o forza umana abbia potuto ciò fare…”. Ma pare evidente che sono sempre in atto i tentativi di cimentarsi in ciò che appare non possibile. Dai capitani della Serenissima a Herzog e Fitzcarraldo, e ancora oggi... E poi capita di rimanere impigliati nelle maglie della storia. ■

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trentinobottegad’artista

di Renzo Francescotti

L’

imprinting si ebbe quando Mauro Berlanda aveva sette, otto anni, a Merano. Guardava le montagne che coronano la conca di quella splendida piccola città e ne era magnetizzato: “Mi sentivo attirato da quelle vette. Una volta i miei mi regalarono un libro della serie “Meravigliosa Italia”che parlava delle montagne del Trentino. Dentro c’erano delle tavole dell’illustratore austriaco Heinrich Berann (1915-1999) grande disegnatore di panorami alpini, “plastigrafie”, pioniere e innovatore del genere, ne rimasi molto affascinato. A raccontare è Mauro Berlanda, “Il pittore delle Vette”. Mauro è nato nel 1950. a Merano. dove il padre Amos faceva il telegrafista. Suo nonno Silvio era “ispeziente” (ovvero ispettore nella finanza austro-ungarica). La madre, Iole Michelotti, è della Val di Ledro. Quando ha dieci anni, la sua famiglia si trasferisce a Roma, dove il ragazzo frequenta le Medie e per tre anni la Scuola professionale “Don Orione”, indirizzo cartellonisti. Dopo il servizio militare in Friuli, torna Roma e si sposa con Grazia Bartoli anche lei Ledrense. A Roma, per un periodo lavora alla realizzazione di un film a cartoni

IL PITTORE DELLE VETTE MAURO BERLANDA HA UNA MODELLA D’ECCEZIONE: LA MONTAGNA: NEI QUADRI L’ABILITÀ DEL DISEGNATORE CHE DISPONE I SUOI SOGGETTI ALL’INTERNO DEL QUADRO COME IN INQUADRATURE CINEMATOGRAFICHE animati come scompositore e animatore. Ritorna in Trentino nel 1973, a 23 anni, lavorando come grafico pubblicitario con la Grundig italiana, e successivamente in uno studio privato dove impara a realizzare i disegni panoramici. Poi si mette in proprio realizzando le carte panoramiche “a volo d’uccello” (ovvero plastigrafie) di tutta la Valtellina: disegnando valli e montagne in veste estiva e invernale viste dall’alto, che, pur figurando in piccole dimensioni, devono permettere di far riconoscere le zone descritte con lo scopo di promuovere l’immagine turistica di quelle zone. Ci vuole una notevole abilità per farlo. Nel frattempo studia le opere di altri pittori. Ammira i grandi trentini dell’800 come Giovanni Segantini ed Euge“Baracche sul Fronte Bianco”, 2013

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nio Prati; ma anche i trentini contemporanei meno famosi come Giacomo Vittone, (rivano di adozione), Luigi Pizzini, Carlo Sartori. Dimostra entusiasmo per Guttuso, ammira Egon Schiele. E si incammina in una pittura che non sia di mestiere (è sempre stato un gran camminatore) per rubare immagini al paesaggio alpino attraverso le montagne fuori e dentro la Val di Ledro, dove è venuto a stare, a Locca di Concei. Usa l’acquerello, una tecnica di immediatezza e freschezza. E di acquerelli saranno le sue prime mostre, dal 1992 negli anni seguenti, li realizza qua e là direttamente sui posti catturando luci e ombre dei monti. Si iscrive all’Associazione Amici dell’Arte, nata a Riva del Garda nell’immediato dopoguerra per iniziativa anche di importanti pittori che venivano da altre regioni a soggiornare sul Garda. Dal 2005, inizia a lavorare su grandi formati con una tecnica acrilica che gli permette di esprimere la forza della montagna. Così, nel 2007, può presentare alla Galleria Civica “Craffonara” di Riva del Garda la sua prima importante personale dal titolo “Montagne dell’anima”. (Seguiranno molte altre personali: “A un passo dal cielo”, “Vertigine”, “Le alte vie“, ”Mon-

tagna dentro”). E sette anni dopo replicherà nella stessa sede e sempre con gli “Amici dell’Arte” con un’altra personale dal titolo ”La Montagna Interiore”. Sempre le montagne dunque, su tele o tavole anche abbastanza ampie, passando dall’acquerello all’acrilico con qualche intervento di tecnica mista. Le montagne sono state disegnate e dipinte sino all’estenuazione da artisti di ogni parte del mondo, per cercare di svelare il loro mistero: basterebbe pensare a Paul Cézanne, il pittore che apre la modernità anticipando il cubismo e alle infinite volte che dipinse la piramide del Monte Sainte-Victoire. E Mauro, dopo averne scalate tante (la Marmolada, l’Adamello, la Presanella, il Carè Alto, tutte le cime della Val di Ledro…), con che occhio guarda alle montagne, quali delle loro forme predilige? A “Il Campnil Basso”, 2014


trentinobottegad’artista

“Vertigine”, 2013

“La via d’uscita”, 2014

prima vista colpisce nei suoi quadri l’abilità del disegnatore che dispone i suoi soggetti all’interno del quadro come in inquadrature cinematografiche. È un’abilità che gli viene dalle sue esperienza di cartellonista. Poi prendi nota che lui non dipinge mai forme arrotondate, ma sempre vette taglienti, a spigoli vivi. E rifugge dalle penombre dipingendo montagne innevate, ghiacciate, cristalline, sotto un sole splendente o comunque sempre in presenza di sciabolate di luce. Ci sono anche banchi di nebbia, ma provvisori, sul pun-

to di essere sciolti nel sole (“Nebbie salienti”, 2014). Le ombre (a differenza dei pittori romantici) non prevalgono mai, non hanno una vita loro; ma esistono in funzione di rendere ancora più taglienti le luci delle vette. Le nebbie sono momenti di stasi all’interno del quadro, che presto scompariranno per lasciare posto alle vette protagoniste (“Le vedette bianche”, 2015). E le luci sono esplosioni di energia (“Energia della luce”) di un vitalismo dirompente. Infine, la forma prediletta della montagna che Berlanda predilige tra infinite altre, che è la

piramide-archetipo (come in Cézanne) che moltiplica vertiginosamente (come suggerisce il titolo) in un gioco che si fa astratto (“Vertigine”, 2013). In questi paesaggi di pure vette sembrerebbe che l’introduzione di animali, manufatti o degli stessi uomini rappresenti una sorta di profanazione della purezza delle vette. Ma l’artista non giunge a questo oltranzismo: ci sono tele dove i manufatti interagiscono con le cime (“Baracche sul Fronte Bianco”, 2013) dove nei baraccamenti viene rappresentata la tragedia della guerra; o “La via d’uscita”,

in cui viene dipinto Walter Bonatti che annodando la corda a mò di bolas riesce a caversela da una situazione critica. Da notare la fascia rossa sulle crode (un “unicum” tra le cromie di questo pittore che suona ostinatamente una melodia di bianchi e blu); o l’immagine scelta per la locandina della sua ultima mostra di questo agosto, dove sullo scenario delle montagne sono protagonisti due animali, una vipera e un’aquila. Una personale (aperta fino al 15 settembre) nella “sua” Malga Trat, in Valle di Ledro, perfetta nel suo ■ ambiente.

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LUOGHI INCANTATI

di Silvia Conotter

Baita Segantini di fronte alle Pale di San Martino (foto, Luca Visentini)

SETTEMBRE IN PRIMIERO: LA GRANDE BELLEZZA UNA MALGA INCANTATA, UN’ALTRA SOGNATA, UNA VILLA DOVE SI COLLEZIONANO ELEMENTI NATURALI, UN FIENILE FUORI DAL MONDO IN CUI FARE UN SALTO NEL TEMPO: C’È MOLTO DA SCOPRIRE IN TRENTINO, FATELO CON NOI

È

uno dei territori più lontani dal capoluogo e allo stesso tempo uno dei più affascinanti ed incontaminati. Con escursioni incantevoli al cospetto delle imponenti Pale di San Martino e luoghi in cui la bellezza della tradizione diventa sempre più fiera identità. Questo mese vi porto alla scoperta del Primiero, che in settembre mostra con orgoglio la sua anima più rurale. Tornati a casa la maggior parte dei turisti, è tempo di festeggiare il ritorno delle mucche dai pascoli, di perdersi nella quiete dei boschi e di assaporare i prodotti della Strada dei formaggi delle Dolomiti. Ecco qualche suggerimento di luoghi che vale davvero la pena vedere. IL SOGNO DI MALGA CIVERTAGHE Può una malga che non è più (e non ancora) una malga suscitare l’interesse

di migliaia di persone? Questo è quello che è successo a Malga Civertaghe, sui prati tra Siror e San Martino di Castrozza, grazie all’entusiasmo dei tre fratelli Tavernaro - Giacomo, Josephine e Giovanni, assieme alla fidanzata Francesca - che alcuni anni fa hanno deciso di mettere a posto la struttura aperta oltre quarant’anni prima dai loro nonni. Quella che fu la prima malga in Trentino ad aprire le porte ai turisti, offrendo loro la possibilità di acquistare non solo i prodotti, ma anche di consumare piatti caldi. Un sogno impervio, quello dei nipoti, tra il reperimento dei fondi necessari e le difficoltà di ottenere i permessi per i lavori di ristrutturazione. Ma la passione aguzza l’ingegno e così, in attesa del via ai lavori, di fronte alla malga vengono posizionati due chioschi che tutto l’anno

(anche d’inverno, per chi arriva a piedi o con le ciaspole) forniscono tra le altre cose succulenti panini con la tosella, carne alla griglia e dolci fatti in casa. L’atmosfera è coinvolgente in questo luogo, proprio sotto le Pale di San Martino al gran completo: in tanti si appassionano

Bambini alla Festa del Desmontegar (foto Laura Loss) 54

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trentinoattualità

Malga Canali: l’attenzione ai dettagli

a questa storia, si fermano ad ascoltarla, ritornano, diffondono la voce. Nasce così il Bosco dei Sogni, dove chi vuole può dare un contributo in cambio di un albero con il proprio nome e dove è nascosta una magica chiave d’oro. Arriva il Custode dei Sogni, a cui i bambini possono affidare una scatolina personalizzata contenente un foglietto con scritto un desiderio da cullare e da tenere sempre a mente. Cresce il passaparola, ma anche il tam tam su Facebook, grazie alla pagina in cui il Civermalgaro (qui tutto viene scherzosamente rinominato con il prefisso “Civer”) aggiorna tutti i giorni sulla situazione meteo, le novità in arrivo e le attività degli animali: le “civerpite” (le galline), l’asino e lo splendido cane da poco arrivato: Civerbelt. È una banda di pazzi e di lavoratori, questa qui. Aperta tutto l’anno, per realizzare un sogno.

Il Custode dei Sogni di Malga Civertaghe

con il suo panorama da cartolina. Al ritorno si può passare da Malga Juribello, nota per la sua atmosfera accogliente e i suoi deliziosi piatti tipici. L’intero giro si completa in 4/5 ore. Ma la Val Venegia si può esplorare anche in mountain bike. Fino alla fine di settembre presso il centro visitatori di Paneveggio c’è infatti un utile servizio di bike sharing (mezza giornata a 5 euro, tutto il giorno 8 euro). Nel noleggio sono compresi i caschetti protettivi, c’è la possibilità di disporre anche del seggiolino per i bimbi e per le famiglie c’è una tariffa speciale: noleggiando più di due biciclette, una è gratuita. Molto interessanti anche i dintorni del centro visitatori: oltre al famoso recinto dei cervi, che si possono ammirare sempre in tutta

la loro maestosità e nel loro ambiente naturale, bella la passeggiata sul sentiero Marciò con i suoi ponti spettacolari sul torrente Travignolo: uno sospeso e l’altro con dei suggestivi inserti di vetro che permettono di camminare sopra le acque impetuose. Due gli appuntamenti imperdibili qui in autunno, in occasione di un vero e proprio spettacolo della natura: il bramito del cervo, con escursione notturna nella Foresta di Paneveggio, per ascoltare l’inconfondibile suono di questi animali in amore. Sabato 26 settembre e sabato 3 ottobre. IL FASCINO DI VILLA WELSPERG È l’altro centro visitatori del Parco naturale Paneveggio Pale di San Martino,

LA BELLEZZA DELLA VAL VENEGIA È una delle passeggiate più amate del Trentino, direi quasi imbattibile dal punto di vista panoramico. Terminata la ressa di agosto, che ne offusca la bellezza, si può davvero godere della Val Venegia e dei suoi diversi itinerari in tutto il suo splendore. Attenzione: parcheggio a pagamento fino alla seconda domenica di settembre. Il primo tratto, quello che in mezz’ora a piedi da Pian dei Casoni porta fino all’agritur Malga Venegia, è percorribile anche con le biciclette e i passeggini. Continuando si passa davanti a Malga Venegiota per arrivare dopo due ore circa a Baita Segantini Il fienile di Prà dei Tassi, 12 cuccette per una vacanza rurale 55

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Il grande cervo di Villa Welsperg

La signora Gianna impegnata nella mungitura

ed è una meraviglia. La villa, realizzata a metà dell’Ottocento, è stata la residenza della famiglia di conti che le hanno dato il nome e che hanno avuto il merito di evitare il sorgere di qualsiasi altra costruzione sulla loro grande proprietà, preservando di fatto questo bellissimo contesto naturale caratterizzato da un faggio monumentale e tigli secolari, il giardino delle felci e delle rose antiche, il labirinto di siepi ed il recinto con le pecore di razza Lamon, a rischio di estinzione e per questo protagoniste di un progetto di recupero. Affascinanti i due percorsi interni di visita, uno per gli adulti e l’altro per i bambini, che rendono bene l’idea della biodiversità delle varie zone del Parco. A me ha colpito però particolarmente la fisioteca, enorme collezione degli elementi naturali che si trovano nel Parco. Ai piani superiori infatti ci sono diverse raccolte, mai viste prima: legni di quasi tutti gli alberi che vivono in Trentino trasformati in un libro col dorso coperto dalla sua corteccia; campioni vegetali raccolti e classificati; “volumi” di roccia tagliati e scolpiti a mano, lucidati nella copertina anteriore e lasciati grezzi in quella posteriore. E poi una raccolta di licheni, una variopinta collezione di penne e piume appartenenti alle specie di uccelli nidificanti e una sementoteca, cioè una raccolta di semi selezionati delle piante provenienti dall’orto. Completa il quadro il cervo gigante, un parco giochi unico nel suo genere particolarmente amato dai bambini. LA SEMPLICITÀ DI PRA’ DEI TASSI Se siete un gruppo di amici o più famiglie disposte a condividere spazi ed emozioni in una dimensione antica e rurale un posto unico dove soggiornare è il nucleo di Prà dei Tassi, nel Vanoi, aperto fino alla fine di settembre se il tempo lo permette. Due piccole costruzioni tradizionali in legno, riportate alla vita 56

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dall’Ecomuseo del Vanoi, che possono venire affittati per uno o più giorni. Un edificio ospita la casera, con cucinotto, angolo cottura e zona pranzo. In quello che un tempo era il fienile c’è invece la zona notte: a piano terra docce e servizi igienici con acqua calda, mentre sopra si trovano cinque letti a castello a più piani, per un totale di dodici posti letto. Affitto dell’intera struttura: week-end da 190 euro, settimana da 480 euro (info 0439.719106). Qui tutto parla di natura, di quiete, di tradizioni. Il paese di Caoria è distante 5 chilometri e gli unici rumori che si sentono sono quelli di una valle incontaminata che offre passeggiate e uno stretto contatto con l’ambiente circostante. Quassù, dove nemmeno i Passeggiando in Val Venegia

cellulari hanno campo e la televisione non ha mai messo piede, si riesce ad entrare in una dimensione lenta e ormai dimenticata. Le giornate sono scandite dall’accensione della stufa a legna, dalla preparazione dei pasti, dalla ricerca dei funghi nei boschi circostanti, dalla bellezza dello stare insieme. Poco sopra sono situati i Masi di Tognola, un insediamento rurale di mezza quota (né paese, né alpeggio) che hanno mantenuto negli anni la loro forma originaria. Visitabili su richiesta una caséra, un fienile ed una stalla, che rendono perfettamente l’idea della vita di un tempo. Poco sotto, invece, la segheria alla veneziana di Valzanca, una segheria idraulica alimentata con l’acqua


trentinoattualità dell’omonimo torrente, nata nel 1870 e recentemente ricostruita. L’AUTENTICITÀ DI MALGA CANALI “Ho arredato la mia malga con i valori e i ricordi”: questa l’impronta inconfondibile di una delle strutture più caratteristiche di tutto il Trentino: Malga Canali, deliziosa realtà che profuma di buono. E non è solo una questione di cibo, ma di cura dei dettagli. Ci si arriva anche in macchina, ma il consiglio è di seguire il sentiero che parte dal ristorante Cant del Gal, in Val Canali (sulla strada per andare a Passo Cereda si svolta a sinistra seguendo le indicazioni). Qui è necessario prenotare per trovare posto, anche fuori stagione, e se è pieno non ci sono storie: “Fino ad un certo numero di persone posso garantire la qualità dei piatti, poi è impossibile”, spiega questa affascinante signora che parla dei suoi animali come degli esseri a lei cari, che spiega la bellezza del rumore delle mucche che ruminano alla sera nella stalla, che sottolinea l’importanza del silenzio, della luce spenta e del camino acceso, dell’ascolto dei bambini in occasione dei racconti degli adulti, della necessità di un ritorno alle cose semplici, autentiche, vere. Qui non farete solo un’esperienza gastronomica: Malga Canali è molto di più dei piatti genuini che offre ai visitatori. FESTA DEL DESMONTEGAR Tonadico e Siror si animano da giovedì 24 a domenica 27 settembre in occasione del rientro delle mucche dopo

Malga Civertaghe: Giovanni e Francesca

l’alpeggio estivo nelle malghe. La domenica della “Desmontegada” è il momento culminante di quattro giorni di festa dedicati all’allevamento e ai prodotti caseari. Tra i tanti appuntamenti da non perdere il venerdì “El marendol del mazarol”, passeggiata golosa tra prati e boschi ai piedi delle Pale e “Agritur in fiera”, degustazioni, spettacolo e laboratori a base di erbe spontanee di montagna proposte dagli agritur di Primiero e Vanoi; il sabato “En dì al Maso”, escursione guidata alla scoperta della magia dei prati e boschi di Sagron Mis, con dimostrazioni di attività agricole e

artigianali, visita a vecchi masi, giochi per bambini e degustazioni di prodotti locali, ma anche la visita al Birrificio Bionoc’ con degustazione gratuita di birre artigianali. Domenica infine il clou dell’evento, con il corteo delle mandrie con sfilata per i paesi di Siror, Tonadico, Fiera, Transacqua. Stand gastronomici a Tonadico, Mezzano e Imer. Durante la manifestazione verranno piatti antichi della tradizione locale ed originali rivisitazioni a base di Primiero di Malga verranno proposti da ristoranti e agritur della Strada dei formaggi delle Dolomiti. Info su: tastetrentino.it ■

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Comune di Rovereto


trentinomese COSA C’È DIETRO L’ATTIVITÀ CHE DA SEMPRE IMPEGNA GRANDI E PICCINI PER I NOVE LUNGHI MESI DEL PERIODO SCOLASTICO

SPECIALE RITORNO A SCUOLA

G

iunti ormai al termine del periodo estivo, vi invitiamo a sfogliare una guida speciale al mondo della scuola: un’esplorazione attraverso le nuove tendenze e gli elementi intramontabili dell’attività che da sempre impegna grandi e piccini per i nove lunghi mesi del periodo scolastico; un prontuario efficace, schematico ed es-

senziale per ottimizzare tutte le nostre potenzialità e trarne – ce lo auguriamo – buoni risultati, da subito. Se i ricordi delle vacanze sono ancora freschi (si fa per dire) sulla vostra pelle, non lasciatevi affliggere dalla malinconia, ma fatevi tentare dalle varie e diversificate proposte commerciali che il settore propone… A volte, anche la

ricerca di novità funzionali, tecnologiche e contemporaneamente gradevoli contribuisce ad accrescere il giusto slancio per ricominciare; così i doveri si alleggeriscono, divenendo addirittura piacevoli se affrontati con il giusto spirito. CHI BEN INIZIA… Senza dubbio le vacanze

estive producono esiti positivi sul nostro benessere; è importantissimo attenuare obblighi e doveri e godere appieno degli svaghi che la bella stagione estiva riesce ad offrire. In periodo vacanziero il pensiero principale è divertirsi, che peraltro non significa necessariamente tralasciare ogni attività… le località turistiche, anche

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trentinomese nostrane, mettono in campo diversificate quanto allettanti attività didattiche e sportive, tutte da provare e da annoverare tra le esperienze di arricchimento personale. Date queste premesse, è facile partire con entusiasmo, per affrontare al meglio la nuova avventura scolastica. Ma per alcuni, accanto all’eccitazione per le novità, si manifesta qualche segnale di ansia… Come si concretizza? I sintomi sono facilmente riconoscibili: cefalea, tensioni addominali, sintomi generali di indisposizione per quanti mostrano di “soffrire” per problematiche legate alla scuola. Per i nuovi scolari che affrontano il passaggio dalla scuola materna alla scuola primaria, le insicurezze sono dovute al timore del nuovo ed al distacco con la famiglia; gli studenti più grandi intravedono già gli esami di fine anno, senza contare poi la paura dei brutti voti e la generale preoccupazione di deludere; sono tutti sentimenti derivati magari da precedenti esperienze negative o da situazioni di radicali cambiamenti, che – in quanto sconosciuti – sono la causa prima di manifestazioni di ansia. Cosa si può fare per rendere l’inizio veramente positivo? Quali atteggiamenti devono assumere le famiglie per sostenere sia dal punto di vista psico – fisi-

co i propri figli impegnati nel complesso mondo scolastico? Per sollevare, almeno in parte, gli animi di tutti coloro che sono – direttamente o indirettamente – coinvolti nel mondo della scuola, presentiamo un breve e sintetico vademecum, da tenere sempre a portata di mano. UNA PARTENZA GRINTOSA Dopo il riposo notturno, l’organismo – specie quello dei giovani – ha bisogno di ricaricarsi, per affrontare con l’energia giusta l’impegno scolastico. Nutrizionisti e dietologi sono concordi

nell’affermare la fondamentale importanza della prima colazione, per tutti ma specialmente per bambini e ragazzi. Un calibrato apporto di nutrienti facilita la ripresa dell’attività intellettiva; la colazione ideale deve costituire circa il 20% dell’apporto giornaliero calorico, con precise proporzioni per tutti gli alimenti coinvolti. Un primo pasto esemplare è composto da una bevanda calda - che può essere latte, the o caffè (d’orzo per i più piccoli) – e da carboidrati come pane, biscotti, prodotti da forno; immancabili gli zuccheri, che si trovano nel miele e

nella marmellata. L’errore di recarsi a scuola a stomaco vuoto – vuoi per la fretta, vuoi per una presunta inappetenza – porta conseguenze facilmente riscontrabili: disattenzione, sonnolenza, cali di rendimento. Fondamentale in questa fase mattutina anche l’esempio dei familiari: l’abitudine a sedersi a tavola per una buona prima colazione deve cominciare dagli adulti, esempio costante per i più piccoli. L’IMPORTANZA DEL RIPOSO I tempi della scuola sono oggi molto più lunghi rispetto al

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trentinomese passato: per esigenze di lavoro e per gli impegni di vario genere e natura che complicano la vita adulta, i bambini passano gran parte della giornata negli edifici scolastici. Pur intervallando momenti strettamente didattici a momenti ludico – ricreativi, la giornata dei fanciulli risulta in ogni caso molto impegnativa. Occorre essere pronti con un buon numero di ore di sonno alle spalle, anche se non è facile la sera condurre i più piccoli a letto, per una serie svariata di motivi: la presenza di fratelli maggiori che hanno necessariamente altri orari; le proposte televisive degli infiniti canali tematici, il desiderio di prorogare le ore di gioco. La chiave di volta potrebbe essere quella di anticipare l’orario del pasto serale, in modo che ognuna delle suddette attività può essere tranquillamente svolta senza portare via ore preziose al sonno del bambini. Per concludere serenamente la giornata è ancora gradita ai più piccoli la fiaba della buonanotte, che facilita il riposo notturno, dettando i ritmi di veglia e sonno. Naturalmente l’ambiente circostante alle stanze dedicate al riposo deve essere favorevole e congeniale: luci soffuse, assenza di rumori molesti, stanze ben arieggiate e umidificate. Zaini, cartelle ed accessori L’evoluzione della cartella per

moda e che non tengono in considerazione la salute dei più piccoli. Le vie di mezzo esistono, a ben cercare, nell’ampia gamma di modelli sul mercato: parlatene con il diretto interessato (studente) e fate l’acquisto insieme.

la scuola sembra non conoscere fine: le vetrine delle cartolerie e dei negozi specializzati nel settore espongono di anno in anno simpatiche novità, che abbracciano le nuove tematiche ed i nuovi soggetti decorativi del momento, pur con grande attenzione alle (spesso ingenti) quantità da contenere ed alla crescita fisica dei figli. I modelli trolley, dotati di rotelle scorrevoli per un trasporto più agevole, hanno il grande pregio di sollevare la schiena da carichi eccessivi, dannosi specie in fase di crescita e di formazione scheletrica e muscolare; i suddetti modelli si prestano anche al trasporto tradizionale sulle spalle, qualora la quantità del materiale trasportato fosse occasionalmente meno importante. La scelta dell’articolo va fatta responsabilmente, tenendo conto – se possibile – della trasportabilità e del gradimento dello scolaro. Vanno scoraggiate quelle scelte dettate unicamente dalla

A SCUOLA DA SOLI? Uno degli interrogativi che i genitori si pongono nel periodo della scuola è quello di capire quando i bambini sono in grado di recarsi a scuola da soli. Non esiste risposta certa; ogni adulto deve valutare in primis il grado di maturazione e di responsabilità del figlio, poi considerare la pericolosità del tragitto, che si traduce in attraversamenti pedonali, semafori, marciapiedi idonei a garantire la percorribilità del tracciato. Valutato l’itinerario ideale – che dovrebbe rimanere sempre lo stesso per ovvi motivi di sicurezza – è bene sperimentare il distacco dal genitore per tappe definite, fino alla raggiunta consapevolezza che il bambino è in grado di raggiungere in modo autonomo la sede scolastica. La nostra città – tranne ridotte eccezioni – non presenta intralci architettonici o barriere che limitano i percorsi che conducono agli edifici scolastici e, sotto questo punto di vista, è abbastanza sicura. L’impegno del Comune nello stanziare i “nonni vigile” agli

incroci più pericolosi e nell’attivare i progetti “Pedibus” e “A Piedi Sicuri”, garantiscono una maggior mobilità, anche da parte dei più piccoli. I COMPITI A CASA Occupazione caratteristica del fine settimana, i compiti a casa vanno affrontati in un ambiente calmo e tranquillo, per ottimizzare i tempi di svolgimento e lasciare il giusto spazio alle attività ricreative ed al (meritato) riposo dopo cinque/sei intensi giorni scolastici. L’interrogativo che il genitore si pone è il seguente: è necessario aiutare il bambino o è preferibile lasciarlo solo? La verità sta nel calibrare e misurare la presenza dell’adulto accanto al figlio: è preferibile seguire da vicino – specie nei primi tempi – l’attività di studio, per incoraggiare l’impegno e infondere autostima, lasciando poi graduale spazio all’autonomia di svolgimento. Una presenza/assenza, un essere lì a disposizione per chiarimenti, per eventuali correzioni, per suggerimenti e per sempre ben apprezzati incoraggiamenti. In caso di difficoltà oggettive, di stanchezza eccessiva, di malumori inconcludenti, meglio rimandare a momenti migliori, più produttivi di continue insistenze che non conducono da nessuna parte e che pongono muri invalicabili,

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trentinomese compromettendo anche il rapporto tra genitori e figli. LE ATTIVITÀ EXTRASCOLASTICHE La tendenza attuale di sottoporre i figli a maratone sportive quotidiane in orario extrascolastico trova tanti accesi sostenitori e qualche sentita lamentela. Anche in questo caso la moderazione pare essere la miglior soluzione per regolamentare il [poco] tempo libero dei giovani. Approvato, certificato e condiviso che lo sport arricchisce anima e spirito oltreché il fisico, occorre ragionevole equilibrio nella scelta dell’attività. Ed anche se i genitori più sportivi vorrebbero veder impegnati i figli magari in più di una disciplina, l’invito è sempre quello di non affaticare troppo i bambini, complicando quella che per loro è già una vita ricca di stimoli e di esperienze, sia scolastiche che extrascolastiche. La scelta dello sport non deve essere influenzata dal passaparola o dal consiglio del compagno di banco: se il bambino mostra attitudine e predilezione per una determinata attività sportiva è bene che porti a termine quel percorso sportivo. L’impegno della famiglia consiste anche nel responsabilizzare ad operare delle scelte che implicano anche dispendio di tempo e denaro per i genitori.

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COSA MI METTO? Comodità e praticità le parole chiave per l’abbigliamento scolastico, con una particolare attenzione alle mode ed agli accostamenti cromatici, elementi di attenzione fin dalla più tenera età. Archiviati momentaneamente i grembiulini, ormai relegati agli asilotti, l’età scolare richiede indumenti di facile vestibilità, di portabilità e di intercambiabilità. Tessuti morbidi e senza troppi vincoli, da indossare in modo autonomo – le corse del mattino richiedono praticità più che raffinata perfezione – sembrano la miglior soluzione. Le vetrine autunnali presentano un’ampia gamma di in-

dumenti che piacciono tanto ai giovani, che hanno prezzi per tutte le tasche e che hanno il grande vantaggio della comodità. Felpe, pantaloni ampi ed informali e scarpe da ginnastica costituiscono un classico dello studente moderno. Attenzione agli eccessi: le esagerazioni dettate dalla moda possono costituire un problema in ambiente scolastico; meglio essere moderatamente trendy. L’USO DEL COMPUTER Collegarsi ad Internet e consultare la grande rete per gioco o per lavoro sembra oggi un fatto assolutamente normale, di tutti i giorni. Ma va comunque tenuto conto che se la capacità dell’adulto è, generalmente, quella di selezionare la ricerca delle informazioni e utilizzare razionalmente e con i dovuti tempi ciò che si cerca e ciò che si trova – anche sulla base delle pregresse esperienze di studio “cartaceo” –, per bambini e ragazzi il discorso è più complesso e delicato. L’utilizzo della tecnologia in età scolare è positivo e produttivo se

considerato quale calibrata e ben dosata integrazione ed approfondimento delle più tradizionali attività didattiche. La ricerca, la scrittura di testi collettivi, la raccolta di notizie tematiche realizzate con i mezzi informatici apporta un accrescimento significativo e diversificato dei modi più tradizionali di imparare ed apprendere se considerati supporto e non fondamento. Crea spirito di aggregazione ed incentiva la socializzazione; contemporaneamente consente di prendere sempre maggior confidenza con le nuove tecnologie, che sono parte integrante di ogni attività lavorativa. E per il tempo libero? Quanto e quale spazio lasciare per i giochi al computer? Anche in questo caso sta all’adulto valutare la possibilità di mettere dei freni – cosiddetti “filtri” – ed inserire nel pc dei figli programmi adatti all’età degli utenti. Concordare insieme il tipo di giochi e gli spazi temporali per eseguirli pare ancora la miglior soluzione, per rispettare mode ed idee ma anche per porre i limiti necessari, lasciando altri spazi ad altre ed alternative tipologie di divertimento. ■


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TUTTO IL FASCINO DEI RIFUGI D’AUTUNNO

ANCHE QUEST’ANNO SONO NUMEROSE LE STRUTTURE IN QUOTA CHE PROLUNGHERANNO L’APERTURA OLTRE IL 20 SETTEMBRE FINO AD OTTOBRE INOLTRATO E IN ALCUNI CASI ANCHE A NOVEMBRE, PER OFFRIRE AGLI ESCURSIONISTI E ALLE FAMIGLIE NUOVE E INSOLITE OCCASIONI, TRA SPORT, ARTE, CULTURA, NATURA PER VIVERE L’ATMOSFERA PARTICOLARE DEL RIFUGIO

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aggiungere una delle 146 “case degli alpinisti” del Trentino è un’esperienza stimolante e unica in ogni stagione. Ma le settimane che segnano il passaggio tra l’estate e l’autunno, a partire dal 20 di settembre e fino ad ottobre inoltrato, offrono all’escursionista l’opportunità di vivere e scoprire una montagna insolita, capace di regalare silenzi e suggestioni, quando i colori vivi dell’estate iniziano a lasciare spazio a quelli più caldi dell’autunno, i cieli tersi e limpidi dilatano l’orizzonte. Ed anche le condizioni di clima sono ideali per incamminarsi lungo i sentieri in quota, coinvolgendo tutti i nostri sensi. Ad ogni passo un’emozione e la prima è proprio la profondità del silenzio che


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a lungo accompagna il nostro avanzare sul sentiero. E poi gli incontri inaspettati con gli animali che popolano questo mondo di pascoli, rocce, fitti boschi, un camoscio che fugge fra i dirupi, il volo elegante di un’aquila in alto nel cielo. Trascorrere una o più notti in un rifugio è sempre un’esperienza che vale la pena provare e che lascia dentro ognuno qualcosa di speciale: i ritmi diversi, i dialoghi serali con persone provenienti da paesi e culture lontane, la visione delle albe, improvvise e sempre nuove. Vale per quelli ai piedi delle Dolomiti trentine Patrimonio mondiale Unesco, ma anche collocati a quote inferiori, tra i boschi di media montagna o affacciati sulle valli, raggiungibili passeggiando tra i vivaci colori autunnali. Sono numerosi i rifugi che hanno predisposto una serie di proposte e anche di veri pacchetti - vacanza per chi vuole vivere la montagna in questa dimensione più “emozionale“, giocate sui sapori, su attività e corsi, dalla fotografia alla pittura, proposte per le famiglie e per gli escursionisti.

Il rifugio Roda di Vaèl in Val di Fassa propone dal 26 al 27 settembre “Un rifugio e le sue infinite stelle”, un weekend all’insegna dell’osservazione dei corpi celesti in collaborazione con l’Associazione Astrofili Trentini (informazioni: 0462 764450 oppure 335 6750325 – prezzo del pacchetto a partire da 50 €). Fino al 30 settembre il rifugio Sette Selle in Lagorai propone ogni lunedì ai bambini “Ninna nanna al rifugio” con letture e attività ricreative per i più piccoli (informazioni: 347 1594929 - prezzo del pacchetto a partire da 42 €, gratuito per bambini fino a 8 anni). Nel Trentino occidentale, al rifugio Monte Baldo sopra Avio, dal 15 al 18 ottobre si può seguire un corso di quattro giorni di acquerello “en plein air” in compagnia di un artista naturalista (informazioni: 333 4648829 – prezzo del pacchetto a partire da 255 €).

Il rifugio Val d’Amola “Giovanni Segantini”, ai piedi della Presanella, propone dal 18 al 20 settembre un corso - incontro per tutti gli appassionati, principianti od esperti, con il fotografo Alberto Bregani (informazioni: 0465 507357 – prezzo del pacchetto a partire da 135 €). Per le famiglie con bambini ecco la proposta (fino al 30 settembre) del rifugio Predaia ai Todes-ci in Val di Non che include attività ricreative e una conveniente formula soggiorno 2 adulti + 2 bambini pagando solo tre quote (informazioni: 0463 463138 – prezzo del pacchetto a partire da 180 €). Per gli escursionisti, invece, sono numerose le proposte anche dopo il 20 settembre, di trekking, a partire da 3 e fino a 6 notti in rifugio, lungo alcuni dei più spettacolari itinerari come il Brenta Trek Expert, nel Parco dello Stelvio, il “Dolomiti Trek King” in Val di Fassa. All’indirizzo www.rifugi.visittrentino.it/ si possono trovare maggiori informazioni su queste e altre offerte, gli eventi e le iniziative organizzate dai rifugi, l’elenco delle strutture aperte nei periodi successivi al 20 settembre. ■

Il rifugio Capanna Cervino, ai piedi del Cimòn della Pala, dal 20 settembre al 4 ottobre propone un menù completo tipico trentino a 22 euro, ma anche due weekend (26-27 settembre, 3-4 ottobre) per scoprire con degli esperti i segreti del cervo, il re della foresta di Paneveggio (Informazioni: 340 0747643 – prezzo del pacchetto a partire da 52 €). 65

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BORSE DI STUDIO 2015 DELLA FONDAZIONE CASSA RURALE DI TRENTO La Fondazione Cassa Rurale di Trento istituisce 3 borse di studio del valore di 12.000 euro ciascuna, destinate a giovani laureati, residenti nel comune di La domanda di partecipazione è gratuita

IL BANDO SCADE IL 30 OTTOBRE 2015

Trento e comuni limitrofi, per progetti di studio o perfezionamento di alto livello presso Università o Istituzioni italiane o estere. Il bando prevede l’assegnazione di una borsa per ciascuna area tematica: economico-giuridica, tecnico-scientifica, umanistico-artistica.

Info e modalità di partecipazione Fondazione Cassa Rurale di Trento 38122 Trento, Via Belenzani 6 Tel 0461 206271 | 206257 www.fondazionecrtrento.it

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guidare l’attività è Cristian Bigoni, ex titolare di una falegnameria; insieme a lui ci sono Silvano e Alessandro Moratelli. Una nuova avventura partita la scorsa primavera per Cristian, ma che sta già registrando risultati molto positivi, racconta, complice anche una stagione che quest’anno è stata particolarmente favorevole dal punto di vista meteorologico. Oltre all’offerta di biciclette a noleggio – dalle City Bike, Mountain Bike, E-Bike fino ai Tandem – infatti, il Big Stop Bike propone settimanalmente diverse uscite sul territorio, dei tour guidati di varia lunghezza nei luoghi più suggestivi della nostra regione, come il Lago di Garda, da raggiungere attraverso la Valle dei Laghi, oppure lungo le stradine che si snodano in Valle di Cembra, ma pure escursioni in alta quota anche nel vicino Alto Adige, percorrendo sentieri di montagna fino a raggiungere un rifugio dove fermarsi e ristorarsi un po’. «L’iniziativa dei tour sta andando bene e sta regalando discrete soddisfazioni» spiega Cristian, «i clienti dopo la prima volta tornano sempre molto soddisfatti. Quando partono infatti, quasi tutti pensano di non essere abbastanza allenati, di non riuscire ad affrontare simili percorsi. Poi però la presenza della guida che li accompagna li rassicura, così come il fatto di poter pedalare in un gruppo. Tanto

APERTO DA POCO NEL QUARTIERE DELLE ALBERE, PROPRIO DI FRONTE AL MUSE, IL NEGOZIO DI RIVENDITA, ASSISTENZA E NOLEGGIO DI BICICLETTE STA AVENDO SUCCESSO TRA GLI APPASSIONATI O ASPIRANTI TALI... che alla fine ritornano, talvolta con una coppia di amici e c’è sempre qualcuno che si aggiunge al gruppo». E poi c’è la bici elettrica, il vero “pezzo forte” del Big Stop Bike. «La bici elettrica permette a tutti di procedere abbastanza allineati, chi pedala meno riesce a sostenere la stessa velocità di chi pedala di più». Quando si arriva nei rifugi c’è infine la possibilità di ricaricare la bici, oltre che di concludere la salita con un buon pranzo; così si è creata una formula che funziona davvero bene, e soprattutto, che piace. Ed è proprio sulle E-Bike che il negozio sta puntando in modo particolare e vuole puntare sempre di più. «Il nostro obiettivo è consolidare la nostra presenza in città, o meglio, in regione, diventando il punto di riferimento nell’offerta delle bici elettriche. Per questo siamo diventati anche i principali concessionari in Trentino per KTM Bike, sia per la bici elettriche che per

INFO BIG STOP BIKE Viale Olivetti 2 Trento Tel. 335.7873229 info@bigstopbike.it PREZZI 20 euro noleggio di una bici elettrica 10 euro noleggio di una bici rampichino la muscolare.» Aggiunge Cristian, che è anche rivenditore per Atala e Whistle. Ma i progetti in cantiere sono ancora molti. Tra questi, visti gli apprezzamenti che riscuotono sempre più le proposte di turismo enogastronomico, ha in programma di organizzare dall’anno prossimo anche dei tour guidati per turisti nelle cantine trentine, dalla vicina Ferrari a Ravina a Pojer e Sandri in Val di Cembra, oppure alla cantina Endrizzi di Masetto a San Michele all’Adige e tutte quelle che vorranno aderire. Si pensa inoltre di strutturare

le uscite in tour in un calendario, consultabile anche sulla pagina facebook, e di prendere contatti con alcuni degli alberghi principali della città, per mettere a disposizione nel pacchetto vacanza degli ospiti il servizio di noleggio biciclette e la possibilità di partecipare a delle uscite guidate sul territorio. Ad ogni modo Cristian non ha fretta, dice, vuole procedere un passo alla volta, cercando di consolidare i risultati raggiunti. E intanto non si può certo lamentare di com’è andata questa prima stagione, dove in particolare le bici elettriche a noleggio sono andate a ruba. «Molti le noleggiano anche per dieci giorni, per portarle in ferie», aggiunge. Lo sguardo però vola già alla stagione invernale. «Stiamo pensando di prendere anche delle Fat Bike, le biciclette dalle ruote molto spesse, adatte a percorrere tracciati sulla neve.» Insomma, le idee non mancano, così come il lavoro da fare. Quando il negozio ha aperto, infatti, ci lavoravano due persone, ma adesso l’attività impiega una terza persona, e ha in atto altre due collaborazioni. Sembra proprio quindi che il Big Stop Bike sia partito con il pedale giusto... ■ 67

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ue giornate di musica con gruppi come Sycamore Age, fra art rock e riverberi psychedelici e Universal Sex Arena, nel segno del tribal rock, per una nuova sigla quella del Trento Pop Festival. Un evento che nonostante il nome che rimanda al capoluogo si terrà sabato 5 e domenica 6 settembre al Parco Feste in Loc. Luch a Drena. Il Trento Pop Festival nasce dalla collaborazione fra la neonata Dilated Productions, Associazione Offset, L’Angolo dei 33 in collaborazione col Comitato Turistico Drena con alcuni obiettivi ben chiari: “In primis quello di portare in provincia alcuni dei grossi nomi della musica indipendente italiana dando un’imperdibile occasione al pubblico trentino di assistere a show unici nel loro genere. Secondo ma non meno importante: proporre un vetrina delle eccellenze musicali trentine, riunendo

TRENTO POP FESTIVAL NONOSTANTE IL NOME CHE RICHIAMA IL CAPOLUOGO, SI TERRÀ SABATO 5 E DOMENICA 6 SETTEMBRE AL PARCO FESTE IN LOC. LUCH A DRENA sotto uno stesso palco i musicisti locali che più di tutti negli ultimi anni hanno dimostrato di avere, oltre a certificate doti creative, la capacità di esportare la loro proposta stando al passo coi tempi”. Questa in sostanza la ricetta del Trento Pop Festival: musica di qualità nella cornice dello splendido parco feste di Drena, una location che negli anni d’oro ha ospitato artisti del calibro di Banco Del Mutuo Soccorso, Area, Gianna

Nannini, Kim & the Cadillacs, Roberto Vecchioni, tanto da far guadagnare al paese la nomea di Woodstock del Trentino. I cancelli del festival si apriranno alle 13 di sabato 5 e dopo un’intensa giornata di live la kermesse proseguirà poi fino al pomeriggio di domenica mentre tra le attività extramusicali, oltre all’area expo, un workshop per imparare a produrre la birra in casa, un contest di slackline, la tenda berbera, esposizioni

Eventi

in Valsugana & Lagorai

fotografiche, giocoleria, shatzu e molto altro. Nel ricco programma della Trento Pop Festival ci sono anche Johnny Mox & The Moxters of The Universe, Bob and The Apple, Electric Kuru, Noirève, Magic Cigarettes, The Usual Suspects e Mondo Frowno. Headliner del festival come evidenziato i Sycamore Age che presenteranno il loro nuovo cd “Perfect Laughter”. Da non perdere anche il set degli Universal Sex Arena. ■

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Pieve Tesino > 22-23 agosto

PALIO DELA BRENTA

Borgo Valsugana > 26-30 agosto

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Levico Terme > 2 settembre

FESTIVAL DELL’UVA

Levico Terme > 4-6 settembre

48° COPPA D’ORO

Borgo Valsugana > 5-13 settembre

FESTIVAL DELLA ZUCCA

Levico Terme > 18 – 20 settembre

LA 30 TRENTINA

Laghi di Levico e Caldonazzo > 27 settembre

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Bieno > 4 ottobre

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iampedie, una balconata panoramica sulla Val di Fassa e sulle Dolomiti raggiungibile in 5 minuti con la funivia da Vigo di Fassa o in 45 min. con le seggiovie da Pera di Fassa. All’arrivo degli impianti si trovano sei rifugi, con terrazze panoramiche e gustosi menu ed un grande parco giochi con servizio di animazione e custodia. Numerose le opportunità di svago: percorsi facili da fare anche con il passeggino, escursioni lunghe, trekking, vie ferrate, arrampicata. In tutto il gruppo ci sono oltre 20 rifugi con possibilità di pernottamento. Ma la novità dell’estate 2015 in Val di Fassa è la FLY-LINE Catinaccio Rosengarten, inaugurata in luglio: un percorso aereo nel bosco, da Ciampedie a Pian Pecei, lungo 1100 metri, sospeso in aria e ancorato agli alberi. La discesa avviene con un carrello a velocità controllata indossando una comoda imbragatura. Un percorso indimenticabile, per tutte le età, dai 20 ai 110 Kg. Una volta partiti, bisogna solo godersi sette minuti di discesa sospesi nel bosco. Da Pian Pecei è possibile tornare al punto di partenza con la seggiovia o

UN VIAGGIO NELLA NATURA NEL CUORE DEL CATINACCIO ROSENGARTEN, UNA BALCONATA PANORAMICA SULLA VAL DI FASSA E SULLE DOLOMITI, RAGGIUNGIBILE CON LA FUNIVIA DA VIGO DI FASSA O CON LE SEGGIOVIE DA PERA DI FASSA proseguire per qualche escursione. La Fly Line è aperta fino al 13 settembre. Fino al 13 settembre, è attivo il programma “Vivi la montagna 2015”: un programma di escursioni accompagnate gratuite (impianti di risalita a pagamento), con partenza dal Ciampedie. Lunedì e mercoledì: Nordic Walking. Lunedì ore 10.00, apprendimento della tecnica. Mercoledì ore 9.30 facile gita verso la località Gardeccia. Martedì ore 10.00: Te Coa de la Schieràtola (nella tana dello scoiattolo). Facile gita di 2 ore circa, per tutti, dove conosceremo il bosco e le sue piante e vedremo dove vivono gli scoiattoli. Giovedì ore 9.30: Geologia e Leggende: in direzione Gardeccia ci immergiamo nelle leggen-

de e nel processo che nei secoli ha plasmato queste montagne. Domenica ore 9.00: Sapori e Sapere. Gita più lunga, ma di facile camminata verso Malga Vael. Entriamo nella storia della valle, nella storia ladina, ripercorrendo le tappe della vita rurale prima dell’avvento del turismo. Venerdì 04/09 ore 14.00 al Ciampedie, ultimo appunta-

mento del Panorama Music Festival, con il duo GalanteZanchini (flauto/fisarmonica) “Relendo-Choro” dedicato alla musica brasiliana. INFO: Catinaccio Impianti a Fune S.p.A. – Vigo di Fassa Tel. 0462 763242 www.catinacciodolomiti.it FB Centro Escursioni Catinaccio Rosengarten ■

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www.ilgiocodeglispecchi.org

L’

associazione culturale Il Gioco degli Specchi, Presidio del Libro di Trento organizza per sabato 26 settembre, a Trento, la sua decima edizione della Festa nazionale dei lettori, proposta contemporaneamente in numerose piazze italiane dai locali Presidi del Libro. Per il 2015 il tema nazionale comune è “PAROLE SACRE”, un tema ampio che racchiude tutti gli scritti che in qualche modo appartengono alla categoria del ‘sacro’,

dai Testi Sacri delle religioni, alla Costituzione Repubblicana alle dichiarazioni dei Diritti fondamentali dei cittadini, delle donne, dell’infanzia. Cosa c’è di più sacro della difesa della Terra, di quella che papa Francesco nelle sua enciclica Laudato si chiama la casa comune? Dell’amore (e rispetto) della natura, della difesa degli individui poveri, dei giovani, dei migranti? Della difesa degli stati più poveri

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LA FESTA DEI LETTORI A TRENTO SABATO 26 SETTEMBRE, LA DECIMA EDIZIONE DELLA FESTA NAZIONALE DEI LETTORI SUL RAPPORTO UOMINI E NATURA. “PER CHI LEGGE, PER CHI NON LEGGE, PER CHI LEGGERÀ”... attuata con una coraggiosa rivoluzione culturale, un cambiamento degli stili di vita? Il Gioco degli Specchi declina quindi il tema nazionale coerentemente con le riflessioni che caratterizzano la sua attuale programmazione, quelle su uomo e territorio, sull’essenza della vita sulla terra e del convivere degli uomini, tra loro e con la natura. È l’argomento che ha già presentato anche ai lettori di Trentino mese e che affronta con la collaborazione di Amnesty International Trento, Agenzia di Stampa giovanile, ATAS Onlus, Ingegneria Senza Frontiere, Associazione 46° parallelo e Yaku. Il tema ha ispirato testi, di ogni tempo e luogo, da diversi

punti di vista. Lo sguardo che l’Associazione vi riserva è prevalentemente legato al tempo contemporaneo, ma la riflessione cui si invitano i partecipanti alla Festa, non trascura eventi del passato che possono illuminare gli uomini di oggi sulle conseguenze delle loro scelte; analogamente si pensa all’Italia e al rapporto della sua economia con l’ambiente ma anche a tutto il resto del mondo. Ci aspettiamo libri che hanno saputo affrontare argomenti quali il rapporto tra uomo e natura, i cambiamenti climatici e le influenze sulla vita umana, le devastazioni ambientali provocate dagli interessi economici immediati e dalla rapina delle risorse, in particolare l’accaparramento violento di terra e acqua, con conseguente sfollamento di abitanti e massicci movimenti migratori. Sono questi gli argomenti che si suggeriscono ai potenziali lettori di testi che vanno dal saggio alla narrativa alla poesia. La Festa è organizzata come uno spazio di microfono aperto,

aperto alla lettura (a tema) e alla musica, accessibile a tutti ma moderato da un conduttore. Chi desideri dare il proprio contributo di lettura sul tema proposto può avvicinarsi al microfono e leggere, condividendo la propria scelta e i propri pensieri. Il conduttore introduce, dà la parola, commenta, favorisce il coinvolgimento e l’incontro. La partecipazione è naturalmente gratuita e si prevede la distribuzione di bibliografia a tema a cura degli esperti del Gioco degli Specchi. Info: tel 0461.916251, 340.2412552. I Presìdi del libro nascono nel 2001 come idea di promozione del libro “dal basso” discussa tra diversi editori al Salone del libro di Torino e poi in vari incontri a Milano e Roma. La sede nazionale è a Bari, coordinatrice è Gilda Melfi, gildamelfi@presidi. org, Presidente onorario Giuseppe Laterza. La Festa dei lettori è un’iniziativa nata nel 2004 con l’intento di “festeggiare” la lettura ed i lettori, portando i libri allo scoperto, nelle piazze e per le strade, nei ristoranti e nei bar, tra le vetrine dei negozi, nei palazzi storici, nei giardini pubblici, nei castelli e nei porti. ■


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di Fabio De Santi

L’

edizione 2015 del mountain rock festival SotAlaZopa si gioca quest’anno l’asso dei Verdena, una delle più seguite ed amate rock band italiane dell’ultimo ventennio. Ma sul palco della kermesse che si svolge a Tonadico nel Primiero nel secondo weekend di settembre ci saranno anche gruppi come A Toys Orchestra e Fast Animals and Slow Kids. Il festival, giunto quest’anno alla sua settima edizione, raduna alcune tra le più importanti band della scena indie/rock per due giorni di musica, arte, spettacolo e natura all’ombra del maestoso gruppo dolomitico delle Pale di San Martino. Prima dei Verdena on stage venerdì 11 ci saranno The Lads, Noireve, I’Not a Blonde e Sadside Project, Al centro del live dei Verdena ci saranno le canzoni del loro freschissimo album “Endkadenz Vol.2” uscito a fine agosto e secondo capi-

VERDENA MA SUL PALCO DELLA KERMESSE CHE SI SVOLGE A TONADICO NEL PRIMIERO CI SARANNO ANCHE A TOYS ORCHESTRA E FAST ANIMALS AND SLOW KIDS tolo del progetto aperto con “Endkadenz Vol.1” lanciato a gennaio 2015. Non ci sono soltanto canzoni da ascoltare, nell’orizzonte artistico dei Verdena (Alberto Ferrari, voce, chitarre, tastiere. Luca Ferrari, batteria, percussioni, sinth e Roberta Sammarelli al basso). Si tratta, piuttosto, di tragitti, o meglio ancora, di transiti verso zone che appaiono inesplorate, scorci che uniscono decenni di rock e pop evitan-

do la trappola della citazione facile o del semplice flusso di coscienza creativa, magari un po’ autocompiacente. I punti fermi rimangono la passione e la curiosità, la ricerca estenuante di un’aderenza perfetta fra ispirazione ed espressione, fra il lavoro sulla forma e i risultati finali, fino a rendere un disco qualcosa di lontano – e di diverso – da una semplice raccolta di brani. Ricco di spunti sonori anche il

rooster di band che suonerà nella giornata di sabato 12 con l’esibizione di Fast Animals and Slow Kids, A Toys Orchestra, Anthony Laszlo, Sica, Ohh Ohh e Curly Frog & The Blues Bringers. Saranno proprio gli A Toys Orchestra, un’altra formazione che ha scritto pagine importanti dell’indie rock tricolore gli headliner della seconda giornata del festival. Info: http://2015. ■ sotalazopa.it

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al 4 al 6 settembre 2015 si rinnova l’appuntamento con la 15 a edizione della disfida arcieristica medioevale tra le Contrade di Trento, coinvolgente rievocazione storica per respirare una suggestiva atmosfera medievale nella splendida cornice di Piazza Duomo e del centro storico di Trento , dove si intrecciano corteo in costume, sfide con l’arco, tradizioni e lavori del tempo e proposte enogastronomiche. Immergersi nelle atmosfere medievali per un lungo weekend alla riscoperta dell’identità storica e delle più antiche e genuine tradizioni, tra squilli di tromba, sventolio di bandiere e suono continuato e festoso di campane. In ricordo di una battaglia epica, una rievocazione storica che per tre giorni trasforma Piazza del Duomo, una delle più belle d’Italia, in una vera e propria piazza d’armi con accampamenti medioevali e sfilanti in costume per la Trento di un tempo, fatta di borghi, quartieri, contrade, spadaccini, balestrieri, sbandieratori, giocolieri, paggi, Capitani di Contrada e dame unitamente ad ospiti nazionali ed internazionali.

IL PALIO DELLE CONTRADE DAL 4 AL 6 SETTEMBRE SI RINNOVA LA DISFIDA ARCIERISTICA MEDIOEVALE TRA LE CONTRADE DI TRENTO

Il Palio delle Contrade celebra l’antica vittoria del 1487, anno in cui si svolse la battaglia di Calliano (località a pochi chilometri da Trento), quando le truppe della Serenissima nel tentativo di espandere i domini della Repubblica di Venezia si scontrarono con le armate del Principato Vescovile schierate a difesa del territorio; lo scontro si concluse con la sconfitta delle truppe

veneziane e le Contrade della città di Trento decisero di organizzare una fiera per commemorare l’impresa, anche con prove di abilità e sfide tra le compagnie che avevano preso parte alla battaglia. Una sfilata in costume per il centro storico precede la disfida arcieristica medioevale tra le otto Contrade cittadine (Contrada San Benedetto, Contrada Todesca, Contrada Santa Maria Maddalena, Contrada Larga, Contrada Orevesi, Contrada Macello Vecchio, Contrada Santa Maria, Antico Borgo di San Martino), che si cimentano in entusiasmanti prove arcieristiche. In concomitanza si tiene la Fiera Straordinaria di Arti e Mestieri Medioevali, che vede artigiani ed artisti

in costume storico proporre dal vivo arti, mestieri e manufatti di un tempo e tantissime manifestazioni di contorno a tema medioevale ed il Festival dell’antico gioco della bandiera (sbandieratori provenienti da tutta Italia gareggeranno per conquistare l’ambito titolo). Una grande festa per una rievocazione storica che non è solo spettacolo ma anche un evento che recupera e valorizza un profondo sentimento civico di “appartenenza territoriale”. Il Palio è organizzato dall’Associazione culturale Amici della Città in collaborazione con il Comune di Trento, APT Trento - Monte Bondone e Valle dei Laghi, Provincia Autonoma di Trento e Regione Autonoma Trenti■ no Alto Adige.

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a sua chitarra ha legato il suo inconfondibile sound a big della musica come Vasco Rossi, Patti Pravo, Mina, Zucchero, Eros Ramazzotti , Adriano Celentano e Laura Pausini per citarne alcuni. Lui è Andrea Braido uno dei più creativi e validi chitarristi italiani che torna nella sua Pergine per un concerto che si annuncia fin d’ora come uno degli eventi musicali più importanti di questa seconda metà del 2015 in Trentino. Braido sarà infatti in concerto domenica 20 settembre al Teatro comunale di Pergine Valsugana accompagnato dai musicisti del suo Andrea Braido Jazz Organ Trio (inizio ore 21). Ad organizzare questo evento in prima fila Piattaforma Eventi che ha voluto fortemente riportare in Trentino il chitarrista: “È una gioia e un onore produrre un evento omaggio ad Andrea Braido - spiega Pino Putignani il presidente di Piattaforma - La serata del 20 settembre è nata per volontà di un gruppo di artisti perginesi che frequento da tempo. Si tratta quindi di un progetto di un gruppo che ama l’arte, la cultura e soprattutto la musica di un

ANDREA BRAIDO IN CONCERTO DOMENICA 20 SETTEMBRE AL TEATRO COMUNALE DI PERGINE VALSUGANA fuoriclasse della chitarra come Andrea Braido. Tra questi vorrei ricordare l’artista figurativo Luciano Olzer e lo scultore Paolo Vivian ma ci saranno poi anche altri ospiti musicali con una serata ricca di sorprese i cui dettagli verranno rivelati nelle prossime settimane”. Del disco inciso dall’Andrea Braido Jazz Organ Trio si è scritto: “Chitarra, Organo Hammond e Batteria: ecco un trio formidabile dove il leader indiscusso Andrea Braido, duetta con Vito Di Modugno (il numero uno fra gli organisti italiani e non solo) in assoli impossibili da descrivere, sono solo da ascoltare”. E ancora: “La batteria suonata egregiamente da Alex Napolitano chiude il cerchio di questo superlativo album interamente composto dal trio. Per chi ama e conosce da anni il talento di Andrea ancora una volta rimarrà colpito nel sentire le

performance di questo chitarrista ormai una leggenda della musica. Genialità nelle scelte azzeccate dei fraseggi chitarristici, inventiva costante mai scontata nei vari soli, tecnica superlativa ed un gusto musicale squisito rendono questo progetto musicale assolutamente perfetto: un cd da collezione non solo per gli amanti delle 6 corde!”. Andrea Braido dopo una grande passione giovanile per la batteria ha iniziato a suonare chitarra e basso da autodidatta assorbendo tutta la musica fruibile. Dopo un breve viaggio a Boston e New York all’età di 20 anni, fatto di molte jam-sessions con personaggi chiave della storia del Jazz mondiale, torna in Italia e inizia a lavorare professionalmente. La sua carriera annovera molte collaborazioni storiche sia nei live tour che in studio collaborando con numerosi

cantanti ed inoltre ha diviso il palco con vari musicisti stranieri durante concerti, jam, studio sessions personali. Come musicista di alcune orchestre utilizzate in programmi Rai, ha suonato con vari ospiti nazionali ed internazionali come Liza Minelli, Lenny Krawitz, Dionne Warwick e Lionel Richie. Dopo essere stato impegnato per molti anni come session-man live e studio ha iniziato a proporre propri progetti già dal 1988, come nella presente attività live. Nel corso degli anni le principali riviste di settore gli hanno dedicato la copertina a dimostrazione della sua classe. Braido dal 2013 non è più legato ad alcuna etichetta/label discografica e così i suoi nuovi lavori discografici in fase di realizzazione sono svolti nella massima indipendenza, artistica ed editoriale. ■

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al 4 al 6 settembre, a Levico Terme, la regina sarà l’uva. Durante il festival (organizzato dal consorzio “Levico in centro”) tipiche casette di legno saranno la vetrina dei vini delle cantine trentine e valsuganotte che potranno essere apprezzati partecipando a stuzzicanti momenti enogastronomici. Adulti e bambini potranno cimentarsi in uno dei tanti laboratori organizzati per l’occasione, potrete trasformarvi in veri e propri vignaioli e preparare del succo d’uva o fermarvi ad ascoltare le divertenti storie di uno strano spaventapasseri e dei suoi amici. A rallegrare le vie della città ed i suoi ospiti vi aspetteranno stand di prodotti locali, vetrine decorate a tema per l’occasione e buona musica. Un festival nato per celebrare la vendemmia, accompagnato da note musicali e dall’immancabile cucina tradizionale che sarà

FESTIVAL DELL’UVA CANTINE IN PIAZZA A LEVICO TERME, DAL 4 AL 6 SETTEMBRE, PER UN VIAGGIO NEL CUORE DEI VINI TRENTINI E DEL MITICO “TONCO DE PONTESEL”, CON LA NUOVISSIMA, ANTICHISSIMA CONFRATERNITA possibile gustare nei ristoranti della città di Levico Terme. Il programma completo, tutti i menù e gli aperitivi sono disponibili sul sito www.visitlevico.it Al festival dell’Uva prenderà parte anche la Confraternita “Tonco de pontesel”, in collaborazione con il ristorante Mas dela Fam e con le cantine San Michael e Borgo dei Posseri. Di recente costituzione, La con-

fraternita si presenta alla sua prima uscita ufficiale proprio nel centro storico di Levico Terme. I confratelli, guidati dal Gran maestro Andrea Bassetti, accoglieranno curiosi e appassionati per degustare il Tonco de pontesel nonché salumi e formaggi tipici trentini. I vini proposti, oltre al tradizionale Trentodoc, saranno sauvignon, merlot (cantina Borgo dei Posseri) uvaggio

bordolese ed un uvaggio bianco dell’azienda agricola Mas dela Fam. Ad ogni partecipante che si iscriverà alla confraternita sarà riservato un omaggio. Nel programma della confraternita vi saranno in previsione, nei mesi di ottobre e novembre, incontri di degustazione di prodotti enogastronomici nazionali e visite presso cantine e produttori gastronomici di nicchia. ■

MAGNALONGA: TRA VIGNETI E CASTELLI DELL’ALTA VALLAGARINA

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itorna anche quest’anno “La Magnalonga”, tradizionale passeggiata enogastronomica, la prima e la più longeva del Trentino, arrivata quest’anno alla sua 20 a edizione. Si snoda su un percorso di otto chilometri con partenza da Parco Legat di Volano con arrivo a Castel Beseno passando da Castel Pietra. Faranno da cornice alla manifestazione anche i vigneti dell’Alta Vallagarina, zone del Moscato DOC Superiore Castel Beseno e del Marzemino Superiore dei Ziresi DOP. Domenica 6 settembre, dalle 9.30 alle 13.30, si partirà da Parco Legat di Volano a gruppi di 100 partecipanti ogni 10 minuti circa. Lungo tutto il percorso sarà possibile gustare piatti, vini e altri prodotti tipici trentini come di consueto anche gluten free forniti esclusivamente da aziende autoctone. L’abbinamento dei vini alle varie pietanze è stato affidato agli intenditori delle cantine locali: “Castelli d’incanto, fra magia e realtà” è il tema scelto per il ventennale della manifestazione. Il tutto sarà animato da artisti

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che si esibiranno con musica e spettacoli vari all’interno dei castelli e durante il tragitto fantastiche sorprese allieteranno grandi e piccoli ospiti con un finale da favola. Ogni anno questa manifestazione porta sul territorio e nel cuore dell’Alta Vallagarina oltre 2300 partecipanti, (la maggior parte provenienti da fuori provincia). Questo è il numero massimo di iscritti che vengono accettati, per poter così garantire la qualità offerta dalla gastronomia. Sarà organizzato un parcheggio per pullman ed auto in zona industriale a Volano, con un servizio di bus navetta gratuito per il rientro da Besenello a Volano. La manifestazione si svolgerà anche in caso di maltempo. Il costo della Magnalonga è stato fissato in € 24 per gli adulti e in € 10 per i bambini fino a 12 anni. Chi invece provvederà ad iscriversi entro venerdì 4 settembre potrà usufruire di uno sconto e pagare € 20 per adulti ed € 9 per ogni bambino. È possibile iscriversi anche domenica mattina, dopo le 11. Per informazioni: www.lamagnalonga.org.


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arà una serata davvero speciale quella che Anffas Trentino vivrà il 24 settembre all’Auditorium del Centro Santa Chiara di Trento. Una serata di gala per festeggiare ufficialmente i cinquant’anni di Anffas Trentino. Il regalo che l’associazione riceverà sarà davvero prezioso: uno straordinario concerto dell’Orchestra Haydn e del Coro della SAT. «L’incontro con l’Orchestra Haydn – afferma Mauro Pedrotti – è un onore ed un prestigio per il Coro della SAT, ma non è il primo: avvenne già in due occasioni, nel 2002 e nel 2009. Un incontro tra due realtà diverse nella forma -– ’Orchestra Haydn gioca oggi un ruolo di primo piano fra le migliori formazioni sinfoniche non solo italiane, mentre il Coro della SAT si dedica ormai da quasi 90 anni alla diffusione ed alla conservazione del patrimonio popolare – ma simili nella professionalità e nella passione che ambedue mettono nella loro attività. A parte la stima reciproca, l’incontro tra una grande orchestra e il canto popolare è reso possibile da due fattori: il valore artistico delle armonizzazioni dei canti popolari del repertorio SAT, opera di grandi musicisti quali Luigi Pigarelli, Antonio Pedrotti, Arturo Benedetti Michelangeli, Andrea Mascagni e Renato Dionisi; e il lavoro di orchestrazione dei pezzi, sapiente e raffinata, per la mano di Armando Franceschini. Il coro canta le sue armonie e l’orchestra lo accompagna discretamente, raddoppiandone l’effetto musicale ed il messaggio artistico. Nelle due precedenti esperienze l’intesa è stata ottima: stima e rispetto reciproci e impegno profuso hanno consentito la realizzazione

REGALO IN MUSICA L’ORCHESTRA HAYDN E IL CORO DELLA SAT INSIEME IN UN GRANDE CONCERTO, IL 24 SETTEMBRE, PER FESTEGGIARE I CINQUANT’ANNI DI ANFFAS del progetto artistico. Tutto fa pensare che anche il prossimo incontro sarà di elevato valore musicale. Come nel passato, anche oggi siamo fieri di contribuire all’attività di un’associazione altamente meritoria come Anffas, alla quale esprimiamo nuovamente stima ed amicizia». A dirigere l’Orchestra Haydn e il Coro della SAT sarà Luigi Azzolini. Ad impreziosire ulteriormente la serata il lavoro di orchestrazione del Maestro Armando Franceschini, profondo conoscitore di entrambi i mondi, sia corale che orchestrale, attento,

controllato ed elegante utilizzatore dell’immensa gamma coloristica ed espressiva della tavolozza orchestrale. Abbiamo chiesto al Maestro Franceschini che difficoltà ha incontrato nella strumentazione dei brani scelti per il concerto. «L’armonizzazione corale dei brani, che ritengo scritta molto bene e che, secondo me, non necessità di alcuna modifica, è rimasta quella originale. Quella di sempre. Così come il coro esegue solitamente e che anche il pubblico è abituato a sentire. Le difficoltà che ho incontrato sono state proprio

queste: riuscire ad inventare qualche cosa di interessante ma all’interno di un giusto equilibrio tra coro e orchestra. Utilizzando tutto lo spettro sonoro a disposizione ma solo come ricamo e allargamento sonoro delle parti corali. Intervenire sulle elaborazioni corali sarebbe stato anche un atteggiamento un po’ presuntuoso. La tecnica usata dai vari Pigarelli, Pedrotti, Dionisi, Mascagni e Benedetti Michelangeli, ritengo sia inimitabile. Unica. Analizzando le loro versioni corali c’è solo da imparare». ■

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a Val di Fiemme apre il suo scrigno per rivelare i tesori del territorio. Da una parte il turismo, la mobilità dolce e l’agricoltura a difesa dell’ambiente, dall’altra la gastronomia e i suoi prodotti locali come espressione di arte e cultura. La qualità delle “energie per la vita” che mette in gioco questa valle trentina si assapora a Cavalese, dall’11 al 13 settembre, durante la “Desmontegada delle capre”, e a Predazzo, dal 2 al 4 ottobre, durante il “Festival Europeo del Gusto” e la “Desmontegada delle vacche”. LA DESMONTEGADA DELLE CAPRE Dall’11 al 13 settembre 2015, Cavalese festeggia il rientro in paese delle capre dall’alpeggio estivo. Già da venerdì 11 settembre, in attesa della Desmontegada di domenica, alle 9.00 tutti possono partecipare a una divertente “Pedalata golosa”. Alle 17.30, ”Magnifico Aperitivo” di Stefano Tait nel Palazzo della Magnifica Comunità. Sabato 12 settembre è proposta un’immersione totale nella vita di una malga con l’appuntamento #ALBEINMALGA a Malga Sadole (Ziano di Fiemme). Intanto, in paese, dalle 10.00 fino alle 17.00, il divertente tour a piedi “Entorno par Cavales” accompagna alla scoperta di suggestivi angoli del paese, fra animali, laboratori e degustazioni con prodotti tipici. Sabato pomeriggio, inoltre, una visita guidata conduce al Palazzo storico della Magnifica Comunità di Fiemme per degustare prodotti tipici, in abbinamento ai vini e alla birra delle valli di Fiemme e Cembra. Seguono dalle 19.00, un aperitivo, la “Polenta biota” del Ristorante La Stua e una 80

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FIEMME, ENERGIE PER LA VITA L’APPETITOSO “SALUTO DALLA CUCINA” DELLA VAL DI FIEMME ATTRAVERSO DUE DESMONTEGADE, UN FESTIVAL EUROPEO DEL GUSTO, PATROCINATO DALL’EXPO 2015

serata danzante con al musica folk, in piazza Dante. Domenica 13 settembre, già dalla mattina, il paese si prepara ad accogliere le capre, allestendo il “Mercato de La Desmontegada”, stand gastronomici, concerti, feste danzanti, sfilate di carri, dimostrazioni dei lavori di un tempo, visite a caseifici, stalle e malghe. I bambini partecipano ai “Laboratori per piccoli pasticcioni” con il maestro pasticcere della Bottega Le Cose Buone di Paolo (ore 11.00, 12.00, 13.00). Alle 14.30 la folla si accalca per acclamare le capre con le loro bizzarre decorazioni floreali. Quindi, viene eletta la capra più bella. Nei ristoranti si affacciano menù chilometro zero con “I Magnifici Prodotti di Fiemme”: speck, lucaniche, ricotte, formaggi caprini o formaggi vaccini come il “Puzzone” del Caseificio Sociale di Predazzo e Moena e l’ottimo “Formae Val Fiemme” del Caseificio Sociale di Cavalese.

FESTIVAL EUROPEO DEL GUSTO E DESMONTEGADA DELLE VACCHE Dal 2 al 4 ottobre 2015, Predazzo ospita il Festival Europeo del Gusto, patrocinato da Expo 2015, e la “Desmontegada delle vacche”. L’intenso programma del Festival prevede incontri pubblici, show cooking, E-bike tour, rassegne video, mostre. L’ambizione è quella di valorizzare la qualità della vita delle comunità alpine, attraverso una crescente consapevolezza dei tesori del territorio. Mentre Expo 2015 unisce il pianeta attraverso la cultura del cibo, Predazzo si pone l’obiettivo capillare di unire le vallate alpine attraverso la cultura del cibo e della mobilità dolce. Il Festival rilancia anche il progetto di riportare la ferrovia nelle Dolomiti, per avvicinare le comunità e favorire l’offerta turistica. In programma eventi legati alla promozione della conoscenza del territorio, come le due gite cicloturistiche guidate, con partenza e arrivo a Predazzo, in bici elettrica (e-bike) o bici da trekking, sabato 3 e domenica 4 ottobre. Venerdì 2 ot tobre, alle 20.30, nel Municipio di Predazzo, Gian Luca Gasca presenta l’esperienza “Montagne Digitali”, raccontando un viaggio lungo le Alpi, da

Trieste a Nizza, utilizzando solo mezzi pubblici e gambe. Sabato 3 ottobre, dalle 16 alle 18, uno show-cooking in piazza coinvolge le scuole alberghiere e i cuochi di Fiemme e del Trentino. Domenica 4 ottobre, Predazzo si affolla di bancarelle, casette e gazebi enogastronomici, con gli stand del Festival del Gusto e il Mercato Contadino. Alle 10.00, entrano in scena le mucche, agghindate a festa, con la “Desmontegada de le vacche”. Il programma completo del Festival è consultabile su www.visitfiemme.it DUE WEEKEND DI OKTOBERFEST A PREDAZZO L’Oktoberfest im Fleimstal di Predazzo si sta rivelando una delle più rappresentative manifestazioni autunnali del Trentino. Gli appuntamenti con la festa in stile bavarese sono sabato 3, sabato 10 e domenica 11 ottobre 2015. L’Oktoberfest invita a sfoggiare gli abiti della tradizione bavarese e fiemmese. Cappelli in feltro, camicie bavaresi, pantaloni in cuoio e dirndl. La sfilata rievocativa di domenica 10 ottobre, con 40 gruppi folcloristici, è annunciata da colpi di cannone e dai suoni degli Alphorn. Info: APT VAL DI FIEMME Tel. 0462 241111 info@visitfiemme.it www.visitfiemme.it ■


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CORPI IN CONFLITTO PROSEGUIRÀ FINO AL 6 SETTEMBRE IL PERCORSO APPENA INIZIATO NELL’AMBITO DEL FESTIVAL ORIENTE OCCIDENTE. NEL NOME DE “LA BELLEZZA DELLA DIVERSITÀ”, SPETTACOLI PRESENTATI IN DIVERSI SPAZI SIA ROVERETO, SIA A TRENTO violente immagini, racconta le crudeli azioni nella striscia di Gaza, viste con gli occhi dei palestinesi. E ancora da Israele giungerà nella città della pace un’altra coppia, particolarmente apprezzata alcuni mesi fa a Trento: Inbal Pinto e Avshalom Pollack (3/9). La loro compagnia in Wallaflower, indossando

calzamaglia colorate, darà vita ad un “universo poetico visionario”, attraverso la costruzione di bizzarre figure che seguono regole e rituali naturali. Dalla Francia il banchetto coreografico l’Exquises ideato da Annabelle Bonnéry (2 e 3/9) sarà in replica per ben quattro volte. Seduti attorno

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ad una tavolata a ferro di cavallo, i 64 spettatori potranno cogliere i parallelismi tra arte coreografica e creazione culinaria, messi in atto dalle due protagoniste artefici di una gestualità contemporanea. Sempre da oltr’Alpe a distanza di anni tornerà Maguy Marin (5/9), una delle protagoniste delle danza

C.C.I.A.A. del 20.08.2015 C.C.I.A.A. C.C.I.A.A.del del20.08.2015 20.08.2015

opo il successo dello scorso anno ritorna a Oriente Occidente l’esuberante coppia di autori israeliani Sharon Eyal e Gai Behar (1/9), con il riallestimento di due lavori rimontati per la loro compagnia L-E-V (cuore in ebraico). Si tratta di Killer pig, un pezzo in cui il gruppo misto di danzatori indossa un intimo color carne ad esasperare la purezza del corpo in una sorta di rito tribale velato di erotismo, e di Sara, una breve creazione che sotto la facciata estetica cela la ricerca dell’amore. La presenza israeliana al Festival prosegue con il coreografo e interprete Arkadi Zaides (2/9), immigrato dalla Bielorussia e impegnato con la sua arte a stimolare un dibattito critico. A Rovereto sarà protagonista di Archive, un assolo che mette in luce le contraddizioni della società israeliana e che, anche attraverso l’utilizzo di


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CID CANTIERI

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testo e immagini, puntando ad una riflessione sulla moralità e quindi sulla caduta dei valori nella società occidentale. Tra gli otto interpreti di questa compagnia spagnola, a Rovereto potremo ritrovare anche il giovane danzatore trentino Giacomo Tedeschi, il quale in una nostra recente intervista a proposito della sua esperienza con La Veronal ha sottolineato come “il lavoro del coreografo Marcos Morau sia affascinante e scioccante allo stesso tempo; con uno stile di movimento complesso, coadiuvato da un’impostazione artistica a livello registico d’impatto e ben radicata.” Il Festival propone inoltre alcune iniziative che completano l’offerta e che prevedono momenti di formazione, approfondimenti culturali nell’ambito della sezione Linguaggi, incontri e le esibizioni dei selezionati partecipanti alla nuova edizione del concorso coreografico Danz’è. Info: 0464 431660 www.orienteoccidente.it. ■

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di Sara Condini

contemporanea del secolo scorso che presenterà Bit, il suo ultimo lavoro realizzato per la Biennale della Danza di Lione 2014, in cui il movimento si fa pregnante e in stretta relazione con la musica, attraverso una forma ossessiva del ritmo rappresentativa di una società postmoderna da cui fuggire. L’unico rappresentante della danza italiana sarà Marco Auggiero (4/9), vincitore lo scorso anno del concorso coreografico Danz’è, il quale con la sua Labart Contemporary Dance Company metterà in scena la coproduzione del Festival OVO/una deviazione dal percorso originale, con cui esplora l’ambito delle mutazioni genetiche, attraverso un omaggio a Napoli, la sua città. A chiudere Oriente Occidente giungerà dalla Spagna La Veronal (6/9), un collettivo tra le arti contemporanee fondato dal catalano Marcos Morau, che presenterà il nuovissimo Voronia, una creazione che si sviluppa attraverso l’incontro esplosivo di danza,

nche quest’anno il festival Oriente Occidente propone l’appuntamento d’appendice a cura di CID Cantieri, il Centro Internazionale della Danza di Rovereto, finalizzato ad una produzione che punta soprattutto alla valorizzazione di nuove creazioni di compagnie di danza italiane le quali nel periodo estivo hanno avuto l’opportunità di lavorare su performance, i cui frutti si potranno ammirare il 18 settembre quando, al Cuminetti di Trento, potremo assistere in prima assoluta alle tre creazioni, intervallate da momenti enogastronomici, della compagnia Cuenca/Lauro, della Martina Marini Dance Theater e della Naturalis Labor. Sotto la direzione di Elisabetta Lauro debutterà (Zero) Work in progress, nato dall’idea che “il qui ed ora” nella vera vita è una forma di azzeramento tra il negativo e il positivo che svela tutta la sua vulnerabilità, dove tutto è fugace e labile. “Il vortice dello zero annulla tutte le certezze - scrivono i creatori demolisce le nostre strutture come l’uragano fa con la casa e ci ritroviamo sottosopra”. Il duo Cuenca/Lauro nasce dalla collaborazione artistica tra Elisabetta Lauro e César Augusto Cuenca Torres, residenti a Berlino, dallo scorso anno sono associati allo storico gruppo dei Sosta Palmizi. La seconda performance vedrà in scena la Martina Marini Dance Theater in cui i danzatori David Bauer e Anastasia Kostner saranno interpreti di Gender Paly, firmato dall’artista meranese Martina Marini, all’interno del quale in modo scherzoso, leggero e ironico mettono in scena le differenze uomo-donna, gli immaginari maschile e femminile attraverso la risposta a diversi interrogativi e attraverso diverse dimensioni come quella fisica, culturale e sociale. Infine assisteremo all’anteprima della creazione della compagnia Naturalis Labor, fondata a Vicenza nel 1988 e impegnata in un continuativo lavoro di ricerca sulla danza contemporanea, sul tango e sui nuovi linguaggi dell’arte. In questa occasione il debutto a Trento di Maxìm vedrà quattro danzatori, tra cui Silvia Bertoncelli ideatrice della performance, perdersi nella “vertigine dei rovesciamenti l’instabilità dei segni e dei corpi che possono sempre rivelare altro in un sommovimento che senza posa sovverte l’ordine dei piani dell’esperienza.” Lara Deflorian

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Festa dello Speck Alto Adige Val di Funes

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MERCATO DEL PANE E DELLO STRUDEL ALTO ADIGE

S. Maddalena

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nche quest’anno il primo fine settimana di ottobre vedrà come protagonisti il pane e i prodotti da forno con il Marchio di Qualità Alto Adige, nonché lo Speck Alto Adige IGP (indicazione geografica protetta).

Foto: EOS/I. Heiß, O. Seehauser, F. Blickle

Dal 2 al 4 ottobre a Bressanone, in Piazza Duomo, sarà possibile vedere all’opera 19 panettieri e pasticceri altoatesini che proporranno i loro numerosi tipi di pane e prodotti da forno con il marchio di qualità. Il Mercato del Pane e dello Strudel Alto Adige permetterà ai visitatori di degustare le specialità con grano locale, la cui provenienza e qualità sono garantite proprio dal marchio, e, allo stesso tempo, di ricevere informazioni sul progetto Regiograno. All’interno dell’“Officina del Pane” i visitatori potranno cimentarsi anche quest’anno nell’antica arte del fornaio e provare a fare il pane con le proprie mani, il tutto sotto la supervisione degli insegnanti ed apprendisti della Scuola professionale provinciale alberghiera e alimentare “Emma Hellenstainer”. In occasione del decimo anniversario del Marchio di Qualità Alto Adige, ai prodotti che recano il marchio sarà de-

UN FINE SETTIMANA ALL’INSEGNA DEL BUON GUSTO MERCATO DEL PANE E DELLO STRUDEL E FESTA DELLO SPECK ALTO ADIGE

dicata una mostra speciale in Piazza Duomo. Altre forme di intrattenimento accompagneranno la manifestazione, come il percorso storico “Dal grano al pane”, le visite guidate per le scuole sul tema “L’arte del panettiere e del mugnaio”, i laboratori di panetteria per bambini e i giri in carrozza attraverso il centro storico di Bressanone. Per l’occasione i negozi di Bressanone rimarranno aperti anche la domenica.

Il sabato 3 e la domenica 4 ottobre, a Santa Maddalena in Val di Funes, ai piedi delle Odle, si terrà poi la tradizionale Festa dello Speck Alto Adige. L’evento, giunto alla tredicesima edizione, offrirà la possibilità di degustare prelibatezze a base di speck, di assaggiare il pane dell’Alto Adige appena sfornato e di visitare il mercato contadino con specialità regionali - il tutto accompagnato da musica e

balli tradizionali. L’inaugurazione ufficiale della festa con il taglio della baffa di speck avrà luogo sabato 3 ottobre alle ore 12. La domenica si aprirà con la distribuzione gratuita di pezzi di speck da parte delle reginette degli anni passati e, alle ore 13, seguirà l’incoronazione della nuova Regina dello Speck. Da non perdere, sempre la domenica, anche la lotteria della Festa dello Speck con numerosi premi in palio. La festa nasce da un’iniziativa comune dell’Associazione Turistica Val di Funes, del Consorzio Tutela Speck Alto Adige e di EOS Organizzazione Export Alto Adige ed è supportata da tutte le associazioni della vallata. Il programma dettagliato di entrambi gli eventi è reperibile online alle pagine web: www.mercatodelpane.it www.festadellospeck.it


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di Nicola Tomasi

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a nuova manifesta zione è un’evoluzione dell’Autunno Trentino, storica manifestazione enogastronomica in programma a fine settembre a Trento. Dal 24 al 27 settembre la città di Trento ospiterà il “Festival del Vino trentino”, organizzato dalla Strada del Vino e dei Sapori del Trentino in collaborazione con il Consorzio Vini del Trentino per valorizzare le eccellenze enogastronomiche del territorio: dai formaggi di montagna alle proposte ittiche, dalle carni e salumi alle verdure di alta quota, senza dimenticare la straordinaria varietà di vini. Fulcro dell’evento sarà la centralissima Piazza Battisti che, per l’occasione, sarà rinominata “Piazza dei Sapori”. Qui, nel corso della quattro giorni, i visitatori potranno accedere al temporary shop di prodotti locali “Gusto Trentino” o all’enoteca/winebar “Un sorso di Trentino”, partecipare

IL FESTIVAL DEL VINO TRENTINO DAL 24 AL 27 SETTEMBRE LA CITTÀ DI TRENTO OSPITA LA KERMESSE ORGANIZZATA DALLA STRADA DEL VINO E DEI SAPORI DEL TRENTINO IN COLLABORAZIONE CON IL CONSORZIO VINI DEL TRENTINO ad uno dei tanti laboratori in programma, dove sono previste anche attività dedicate esclusivamente ai più piccoli, agli incontri con i produttori, o assistere ad entusiasmanti cooking show. Sarà inoltre attivo il Ristorante La Trentina che a pranzo proporrà un menù 100% trentino e la sera una proposta di ristorazione affidata, ogni giorno, ad un diverso chef appartenente

alla Strada del Vino e dei Sapori del Trentino. Ma la manifestazione abbraccerà in realtà l’intera città, grazie ad una rassegna enogastronomica nei ristoranti della città e grazie, soprattutto, a “Palazzi diVini”, isole tematiche allestite presso alcuni edifici storici della città particolarmente rappresentativi e dedicate ai vini e ai territori testimonial del Trentino. Le location ospiteranno tutte

QUATTRO WEEK-END “CON LA BAVIERA”

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ll’Oktoberfest Trento 2015, anzidetto “Trento e la Baviera” – ci sono parecchie novità, a partire dai 4 weekend di settembre di evento e dall’orario 18:30-2:30. Band e folklore in tipico stile bavarese ad animare le serate, oltre a tante iniziative culturali e di svago. Alla domenica Family Day a partire dalle 11.30 con animazioni, giochi, castelli gonfiabili e svago anche per i più piccoli. Grande pranzo riservato ai soci della Cassa Rurale di Trento domenica 27 settembre. L’idea della manifestazione alla sua 4a edizione nasce dal precedente storico di Dall’Armi, fondatore dell’Oktoberfest di Monaco. Lo scopo dell’evento sarà quello di creare una sinergia e uno scambio culturale tra Trentino e Baviera nei loro aspetti più caratterizzanti (spettacolo, gastronomia, prodotti tipici, …) Band folkloristiche, specialità tipiche, birra Traunstein, iniziative ludiche ma anche

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culturali faranno da cornice a questa Oktoberfest trentina. La manifestazione, va precisato, oltre ad essere un punto d’incontro e di divertimento, servirà anche ad avvicinare culture, usi e costumi di due realtà diverse (Trentino e Baviera) ma al tempo stesso legate da molti aspetti in comune.”

le etichette del relativo vino testimonial con sommelier esperti che ne decanteranno le caratteristiche e proposte food che ne esalteranno i profumi. Ad inaugurare la piazza, giovedì sera, una curiosa sfida tra “stelle” i cui dettagli verranno svelati solo a ridosso dell’evento. Tra gli appuntamenti di maggior richiamo, nelle giornate di sabato 26 e domenica 27 settembre si svolgerà inoltre “Chef on the road “, il contest dedicato a una selezione di ristoratori del Trentino che cucineranno in piazza ricette in grado di esaltare i prodotti tipici locali e verranno valutati da una giuria di eccezione composta da esperti e giornalisti di riferimento. In programma tutte le giornate vi sarà poi “Trento da gustare”: un percorso che porterà gli ospiti del Festival alla scoperta delle ricchezze storico artistiche della città del Concilio degustando le eccellenze enogastronomiche del Trentino. Nelle due giornate finali, inoltre, verrà allestito anche il Mercato degli artigiani curato dall’Associazione Artigiani e Piccole Imprese. Per ricevere ulteriori informazioni, contattare: 393 9994515 press@ trentinowine-food.it ■


trentinopanorama

di Nicola Tomasi

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l pianista Stefano Bollani, il flautista Roberto Fabbriciani, l’arpista Jasna Merlak, il pedalpiano di Roberto Prosseda, il Quartetto d’archi M.Nostitz, l’Orchestra Giovanile Trentina diretta da Andrea Fuoli, il Quintetto di fiati Indaco, la soprano Margriet Buchberger con il pianista Corrado Ruzza, i Mozart Boys&Girls italiani e i 100 Mozartkinder tedeschi, saranno i protagonisti dei concerti della Settimana Mozartiana 2015. Basterebbe questo asciutto elenco per convincere della qualità e della varietà delle proposte musicali che l’Associazione Mozart Italia promuoverà dal 9 al 13 settembre a Rovereto e dintorni (Ala, Borgo Valsugana, Folgaria, Marco, Nogaredo, Villa Lagarina). Il filo conduttore che lega tra loro gli eventi, “Musica rara di Mozart”, renderà gli appuntamenti ancora più intriganti. Darà modo di ascoltare composizioni rare

BOLLANI! GRANDI PROPOSTE MUSICALI ALLA SETTIMANA MOZARTIANA, DAL 9 AL 13 SETTEMBRE A ROVERETO E DINTORNI (ALA, BORGO, FOLGARIA, ECC.) SU TUTTI, STEFANO BOLLANI, IL 10 SETTEMBRE... di Mozart (es. il Concerto per flauto, arpa e orchestra), di apprezzarne le rivisitazioni in chiave jazz (Bollani, 10 settembre), di conoscere uno strumento straordinario quale il pedalpiano (Prosseda, 13 settembre). Soprattutto offrirà l’occasione di comprendere meglio il Mozart sperimentatore e innovatore che così tanto sconcertava i suoi contemporanei (Convegno di studi mozartiani,

12 settembre, con il pianista-musicologo Prosseda, la musicologa del Mozarteum Adriana De Feo, il compositore Armando Franceschini, il violinista-musicologo Giuseppe Calliari, e arricchito da esempi musicali dal vivo a cura di Cotogno, Bussola, Gentilin). A completamento, il calendario proporrà alcuni appuntamenti festosi (la Tafelmusik al Ristorante Novecento del

12 settembre con il Quintetto a fiati Indaco, la soprano Buchberger e il pianista Ruzza; e, l’11 settembre, La dolce musica a Mondofrutti con i Mozart Boys&Girls e i 100 Mozartkinder e una piacevole Rovereto Mozartiana (visita guidata a cura di Fulvio Zanoni e Giorgio Raponi, con intermezzi musicali a cura dei Mozart Boys&Girls e dei 100 Mozartkinder, 10 settembre). ■

DISFIDA DI CASTEL BESENO 2015

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l 20 settembre si svolgerà all’interno della più grande struttura fortificata del Trentino-Alto Adige datata XII secolo, con un percorso che si svolgerà per l’intera area del castello, dalla piazza d’armi alle mura interne, dalla piazza grande al bastione sud, la gara di arcieria storica in costume. Una gara unica in un posto magico. Numerosi arcieri e figuranti in costume saranno presenti all’evento. Un occasione unica per vedere il castello in una veste nuova e nello stesso momento antica. Gruppi di rievocatori storici da tutto il nord italia saranno presenti per dar vita ad un torneo dal sapore antico. Gli arcieri useranno archi storici, o in foggia storica, senza l’ausilio di nessun mirino o tacca di mira. Il tiro istintivo utilizzato è lo stesso che veniva insegnato agli arcieri per le battaglie e le disfide. Info: 0464.834600.

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I NUDI DI THUN: UNA RICERCA APPASSIONATA

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na mostra cittadina di particolare interesse, nonostante la grande calura, ci porta con una passeggiata fino nelle fresche sale del Castello

del Buonconsiglio dove fino al I novembre troviamo esposti un corpus di disegni di un’artista sconosciuta ai più ma il cui nome un tempo correva di bocca in bocca nell’ambiente artistico romano e non solo. Si tratta di

Giulia Violante Thun (1895-1970), nata a Castelfondo, figlia di Sigismondo Giorgio Maria Thun Hohenstein e di Maria Anna Consolati di Seregnano. La giovane ragazza studia per lunghi periodi alla British Academy of Arts romana, mantenendo alto il nome di un glorioso passato familiare. Una ricerca appassionata la sua, alacre, talora condotta insieme alla sorella Bianca, all’interno di un orizzonte domestico, intessuto dal sentimento nostalgico per una storia familiare che affonda le radici nel medioevo.

ARTISTI TRENTINI NEI MUSEI DI RONZONE

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erza rassegna d’arte stagionale nelle sale espositive dei Musei di Ronzone. Si tratta di una collettiva proposta dall’Associazione Amatori d’Arte “GRUPPO TRENTO” che presenta una serie di opere che spaziano nelle diverse tematiche frutto di ricerche e di perfezionamenti per offrire una piacevole carrellata altamente significativa. Sono espressioni artistiche assolutamente figurative che descrivono scorci paesaggistici di effetto, nature morte, volti femminili, il tutto dipinto con mano sicura e colori ben dosati dal quale traspare uno spirito contemplativo non indifferente e soprattutto una particolare gioia interna di poter raccontare ed illustrare al pubblico gli aspetti più sinceri della natura, del paesaggio che offrono svariate occasioni per l’artista attento, già maturo e conscio della serietà del proprio mestiere. Una collettiva quella degli artisti trentini che rispecchia fedelmente l’indirizzo scelto dai Musei di Ronzone sia nelle tematiche che nelle tecniche, che rimarrà aperta per tutto il mese di settembre per arrivare ai primi di ottobre nei giorni affollati della tradizionale “Festa della Patata”. (c.r.)

Un ampio gruppo di disegni recentemente riscoperto rivela una straordinaria fase della sua vita e della sua formazione. E insieme illumina alcuni aspetti in parte

Nel gennaio del 1905 Galeazzo Thun Hohenstein di

dimenticati della cultura italiana ed internazionale dei

Castelfondo, suddito dell’impero asburgico, era infatti

tempestosi anni Venti.

succeduto al conterraneo Giovanni Battista Ceschi a Santa

I motivi che conducono la nobildonna a Roma poco dopo

Croce nel ruolo di gran maestro dell’Ordine di Malta,

la conclusione della prima guerra mondiale si intrecciano

l’antica e prestigiosa istituzione cavalleresca che, dopo

con le sorti di un altro rappresentante della famiglia.

lunghe traversie, si era stabilita nel 1834 a Roma. Gli esordi romani di Giulia manifestano una formazione artistica pregressa: una propensione per l’arte già in precedenza alimentata, assecondando una tradizione nobiliare e femminile diffusa, cui la famiglia Thun non aveva mancato di aderire nel corso del tempo. Nel panorama di raffinata educazione ed esercizio nell’ambito del contesto familiare, la sua storia assume tuttavia i tratti di una vicenda singolare, sullo sfondo di anni cruciali per la storia europea. Le rare note riportate sui disegni di Giulia Thun delineano l’arco temporale della sua presenza romana, compresa tra il 1923 – quando le acque apparentemente calme successive al primo conflitto mondiale avevano consentito

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trentinomostre alle accademie romane la ripresa delle attività e alla nobildonna di concedersi i numerosi viaggi nella capitale – e il 1928: non una stabile permanenza, ma periodi ricorrenti, legati all’uso da parte delle accademie di effettuare l’interruzione delle attività durante la stagione estiva, quando lo stesso Galeazzo Thun era solito rientrare per qualche tempo in Trentino. In quegli anni sin troppo densi di avvenimenti politici, mentre si disegnava e strutturava l’intervento massiccio dello stato sulla gestione culturale, nel panorama italiano si avvicendavano opere e autori, in tempi “a tal punto gremiti di idee e di propositi, di progetti, di risultati, di avanzamenti e di regressioni” da rendere arduo cogliere un disegno coerente: dal superamento dell’impressionismo e dello stesso futurismo, fino al “Ritorno all’ordine” presagito e battezzato da Cocteau nel 1917, a Valori Plastici, Metafisica, Novecento, inaugurato in quello stesso 1923 alla Galleria Pesaro di Milano. I cinque anni romani di Giulia sembrano scorrere in un universo appartato, nel quale la nobildonna trentina percorre un itinerario del tutto personale. Le acquisizioni tecniche, le nuove prospettive d’osservazione, le svariate frequentazioni di ambienti artistici e amicali si stratificano nel tempo segnando i passi compiuti su una strada determinata dai confini di un destino predefinito, e forse voluto. Al Castello del Buonconsiglio viene per la prima volta presentata al pubblico una vasta selezione di questi fogli, per la maggior parte nudi maschili e femminili, realizzati nelle sale dell’Accademia Britannica, accanto ad artisti provenienti da tutta Europa. La mostra è realizzata con l’apporto dell’Archivio Provinciale di Trento, che conserva i disegni, e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto. Mostra a cura di Lia Camerlengo, info 233770.

ARCO Mostre SEGANTINI E ARCO Apertura: fino a giovedì 31 dicembre. MAG Arco, Galleria Civica G. Segantini. Mostra a cura di Alessandra Tiddia, Mart. Info: www. museoaltogarda.it. Mostre RITRATTI - ARRAMPICATA SPORTIVA E DISABILITÀ Apertura: da sabato 29 agosto a domenica 6 settembre. Galleria IlTransito - Gruppo Arti Visive - Via Segantini, 81. Fotografie di Filippo Bacciocchi. Orario: 17-22. Ingresso libero.

CALDES Mostre DONI PREZIOSI Apertura: fino a domenica 18 ottobre. Castel Caldes. Immagini e oggetti dalle collezioni del Castello del Buonconsiglio diTrento. Dopo la prima tappa che si è tenuta al Castello del Buonconsiglio di Trento ora la rassegna, dedicata al tema del dono nell’arte, approda in Val Di Sole nel maestoso Castello di Caldes. La rassegna propone un’articolata selezione di preziose opere d’arte provenienti dalle collezioni museali del Castello del Buonconsiglio, accomunate da un comune filo conduttore: il dono nell’arte. Info: Azienda Turismo Val di Sole Tel. 0463.901280; info@vldisole.net.

CLES Mostre TACCO QUINDICI Apertura: fino a domenica 27 settembre. Palazzo Assessorile. “Tacco Quindici” è una mostra evento dedicato alla calzatura, ai personaggi, alle storie ad essa legate ed all’evolversi del gusto e della moda che l’hanno eletta a proprio baluardo. Orario: ore 10-12/15-19. Aperture serali: ore 20-22, durante le manifestazioni di piazza. Chiuso il lunedì. Entrata libera. Info: Comune di Cles Tel. 0463.662091; info.cles@visitvaldinon.it.

FOLGARIA Mostre CARTE DA PARATI ANNAMARIA TARGHER Apertura: fino a domenica 27 settembre. c/o Albergo Four Seasons - via E. Colpi, 108. Mostra personale. Orario: tutti i giorni dalle 8 alle 23. Info: www.annamariatargher.it.

GRUMES Mostre LA GUERRA SUI CONFINI Apertura: da martedì 11 agosto a venerdì 11 settembre. Sala mostre Le Are. In occasione del centenario della Grande Guerra mostra che ricorda gli avvenimenti della 1a Guerra Mondiale nell’area trentina e che mette in luce l’aspetto

drammatico della lotta per i confini ed i territori. Info:Tel. 0461.688003, info@vivigrumes.it.

LUSERNA Mostre ABITI E MERLETTI RACCONTANO LA STORIA Apertura: fino a lunedì 2 novembre. Centro Documentazione. La mostra è articolata in due sezioni. La prima, “Abiti e Merletti raccontano la Storia” temporanea per l’anno 2015, che occupa tutte le sale dell’ultimo piano, è di carattere generale. Obiettivo della mostra è di presentare, attraverso un’esposizione di abiti antichi, completi di diversi accessori, le trasformazioni a livello sociale, economico, politico ed artistico, degli anni tra il 1890 ed il 1918. L’altra sezione, “’S gekhnöppla ats Lusérn - L’arte del Merletto a fuselli a Luserna”, che occuperà due locali al secondo piano ed avrà carattere permanente, presenta un elemento culturale caratterizzante la comunità cimbra di Luserna, ossia la tradizione della lavorazione del merletto a fuselli (chiamata anche “tombolo”). Orario: tutti i giorni ore 10-12/14-18. Info: Centro Documentazione Luserna Tel. 0464.789638; www.lusern.it.

MOENA Mostre 1914-1918 “LA GRAN VERA” LA GRANDE GUERRA: GALIZIA, DOLOMITI Apertura: da venerdì 26 giugno a domenica 13 settembre. Teatro Navalge. La mostra tematica sulla Grande Guerra, farà riferimento al fronte austro-russo, alla guerra in montagna sulle Dolomiti di Fassa e al suo impatto sulle popolazioni locali. Verrà esposta al pubblico la collezione “Fedespiel-Caimi” che comprende uniformi, cimeli, reperti, album fotografici, arricchita da ulteriori reperti appartenenti a collezioni private. Orario: tutti i giorni 10-12.30/16-19; giovedì e domenica anche 21-22.30. Info e prenotazioni: ingressi e visite guidate 331.8029886; 0462.565038; attività didattica 0462.760182.

PALÙ DEL FERSINA Mostre “LEM DER BÒLT (=VIVERE IL BOSCO)” - STORIA E SAPERI DEL BOSCO NELLA COMUNITÀ MÒCHENA Apertura: fino a sabato 31 ottobre. Mostra allestita dall’Istituto Culturale Mòcheno - Bersntoler Kulturinstitut sul tema del bosco. Approfondisce alcuni aspetti del rapporto della comunità mòchena con i boschi della Valle del Fèrsina, considerati sia come fonte di preziose risorse per il sostentamento che come scenario di un patrimonio di conoscenze tramandate di

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trentinomostre generazione in generazione. Info e orari su www.bersntol.it.

PERGINE VALSUGANA Mostre GRAVITÀ SOSPESA Apertura: da sabato 18 aprile a domenica 8 novembre. Castello. Mostra di sculture di Robert Schad. Più di venti grandi opere in ferro massiccio sono esposte lungo il percorso tra le due cinta murarie e prima del parcheggio grande. Altre sono collocate nella Sala d’entrata, nella Cantina Rosa e nella Prigione della Goccia. Inoltre alcuni grandi quadri si trovano nelle Sala d’entrata. Mostra a cura di Theo Schneider e Verena Neff, coordinatore Riccardo Cordero. Entrata libera. Orario: da martedì a domenica ore 10.30-22.00. Lunedì ore 17-22. Info: Castel Pergine Tel. 0461.531158; verena@castelpergine.it; www.castelpergine.it.

PIEDICASTELLO Mostre LA GRANDE GUERRA SUL GRANDE SCHERMO Apertura: fino a domenica 6 settembre 2015. Le Gallerie. Due gallerie, una bianca e una nera, due tunnel stradali in disuso. Una superficie di oltre 6.000 metri quadrati diventata sede espositiva originale e suggestiva gestita dalla Fondazione Museo storico del Trentino. Info: www.museostorico.it.

PIEVE TESINO Mostre TRACCE DI UN PASSATO PRESENTE - MOSTRA FOTOGRAFICA Apertura: da venerdì 10 luglio a mercoledì 30 settembre. Museo Casa De Gasperi. L’esposizione, frutto della passione del fotografo Renato Orsingher e della collaborazione tra la Fondazione Trentina Alcide De Gasperi e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Pieve Tesino, racconta attraverso scatti inediti “le cicatrici” che la Grande guerra ha lasciato nei magnifici panorami della catena del Lagorai. Orario: da martedì a giovedì ore 1518; da venerdì a domenica ore 1012/15-18. Lunedì chiuso. Info: Tel. 0461.594382 - cell. 366.6341678.

REVÒ Mostre LA GUERA DEL CATORDES Apertura: fino a domenica 13 settembre. Casa Campia. Testimonianze della Grande Guerra nei documenti pubblici e nelle memorie private dei paesi della Val di Non. Nell’ambito del macroprogetto provinciale di commemorazione della Grande Guerra in occasione del “Centenario”. Orari: dal mercoledì alla domenica dalle 15.00 alle 18.30. Su richiesta visite guidate per gruppi. Info: Biblioteca di Revò Tel.

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0463.432715; revo@biblio.infotn.it; Comune di Revò Tel. 0463.432113; Centro culturale d’Anaunia Casa de Gentili, Tel. 0463.510050.

RIVA DEL GARDA Mostre IL TEMPO E L’ISTANTE. PAESAGGI FOTOGRAFICI DEL GARDA 1870-2000 Apertura: fino a domenica 1 novembre. MAG Riva del Garda, Museo. Mostra a cura di Layla Betti, Claudia Gelmi, Sara Vicenzi. Info: www.museoaltogarda.it. Mostre NATURA/OLTRE Apertura: fino a domenica 1 novembre. Museo. Mostra a cura di Claudio Cerritelli. Il pittore milanese proporrà una serie di opere inedite ispirate ai luoghi gardesani. Orario: agosto e settembre: aperto tutti i giorni ore 10-18. Info: Museo Alto Garda Tel. 0464.573869; info@museoaltogarda.it. Mostre IL TEMPO E L’ISTANTE Apertura: fino a domenica 1 novembre. Museo. Mostra dedicata ai Paesaggi fotografici del Garda da metà Ottocento fino al Duemila. Orario: 10-18. Info: Museo Alto Garda Tel. 0464.573869; info@museoaltogarda.it. Mostre ASSORTI NEL PAESAGGIO - PITTORI NORDICI SUL GARDA TRA ‘800 E ‘900 Apertura: fino a domenica 1 novembre. Museo. Mostra a cura di Annalisa Bonetti. Info: Tel. 0464.573869; info@museoaltogarda.it; www.museoaltogarda.it. Mostre OLTRE IL CONFINE DELLA TELA (FONTANA, BURRI, MANZONI, DADAMAINO, BONALUMI, SCHEGGI) Apertura: da sabato 18 luglio a domenica 1 novembre. Museo. Mostra a cura di Daniela Ferrari. Info: Tel. 0464.573869; info@museoaltogarda.it; www.museoaltogarda.it. Mostre CHIAMATEMI DIVINA: DORIAN GRAY Apertura: da sabato 22 agosto a mercoledì 9 settembre. Galleria Civica “G. Craffonara. Storia di un’attrice dimenticata a cura di Franco Delli Guanti e Ludovico Maillet. Orario: 10-13.30/17-22. Info: Centro culturale La Firma Cell. 339.5245896; infolafirma@ gmail.com; Franco Delli Guanti 330.239131, info@mediaomnia.it. Mostre PERDUTE COSE - GIANLUIGI ROCCA Apertura: da sabato 12 a mercoledì 30 settembre. Galleria civica “G.Craffonara”. Mostra personale di Gianluigi Rocca. Info: Centro culturale La Firma cell.

ROMANO FURLANI

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ell’ambito del 32° Premio di Poesia “Alicante” all’Auditorium di Vigolo Vattaro si è tenuta la mostra di pittura di Romano Furlani. È questa la 22° esposizione che viene organizzata nell’ambito dell’“Alicante” in una sequenza che ha visto negli anni la presenza di alcuni dei maggiori artisti trentini quali (solo per fare qualche nome), Livio Conta, Renato Pancheri, Annamaria Rossi Zen, Pietro Verdini, Marco Berlanda… Questa dedicata a Romano Furlani, pittore di Vattaro, è la prima esposizione di un artista astratto da sempre. Come ha spiegato il curatore dell’esposizione Renzo Francescotti, Furlani è un artista notevole quanto singolare, uno degli unici autentici pittori astratti trentini singolare: di lui si sono occupati critici come gli scomparsi Gian Pacher e Rinaldo Sandri, oltre a Eccher, Nicoletti, Turrina, Scudiero, Cossali ecc. Furlani per una decina d’anni negli anni ’90 ha esposto in decine dimostra in Germania e New York. Poi ha deciso di smetterla con le esposizioni, continuando ostinatamente a dipingere senza però esporre le sue opere, vivendo facendo il vignaiolo. Ora ,dopo una decina d’anni di latitanza, su esortazione di Francescotti, è ricomparso con questa mostra. La sua- ha detto il curatore - è una pittura quasi in “trance”: onirica, melodica, raffinata, fatta di velature liquide, impalpabili. Una pittura che libera energie nascoste, misteriose, di straordinaria purezza in un mondo sempre più inquinato quale è il nostro.


trentinomostre 339.5245896; infolafirma@gmail. com. Ore 10-18.

ROVERETO Mostre LA GUERRA CHE VERRÀ NON È LA PRIMA. GRANDE GUERRA 1914-2014 Apertura: da sabato 4 ottobre 2014 a domenica 20 settembre 2015. Mart. Commemorazione del centenario della Prima guerra mondiale, in collaborazione con importanti istituzioni culturali nazionali, costituisce la colonna portante di un grande progetto Mart/Grande guerra 1914-2014 che si sviluppa nelle tre sedi del Museo e si completa con un programma collaterale di eventi, incontri, convegni, appuntamenti. Info: Mart Rovereto www.mart.trento.it/guerra. Mostre MORIRE PER TRENTO Apertura: da domenica 22 marzo 2015 a domenica 31 gennaio 2016. Museo Storico Italiano della Guerra - Castello di Rovereto. Soldati Italiani ed austro-ungarici sul fronte trentino della Prima guerra mondiale. Orario: da martedì a domenica ore 10-18. Info: Tel. 0464.438100; www.museodellaguerra.it. Mostre #COLLEZIONEMART Apertura: fino a domenica 8 novembre. Mart. Il Mart presenta un viaggio nella storia dell’arte del ‘900. La Collezione del Mart è composta da oltre 20.000 opere che, con modalità e tempi differenti, sono esposte nella sale del Museo in mostre e percorsi. Info: Mart Tel. 0464.438887; info@mart. tn; www.mart.trento.it.

TRENTO Mostre I TRENTINI NELLA GUERRA EUROPEA 1914-1920 Apertura: fino a domenica 30 dicembre 2018. Le Gallerie, Piedicastello. Una mostra che racconta il dramma dei trentini nel corso del primo conflitto mondiale. Orario: da martedì a domenica ore 9.00-18.00 (lunedì chiuso). Ingresso libero. Info: www.fondazione.museostorico.it. Mostre L’EUROPA IN GUERRA TRACCE DEL SECOLO BREVE Apertura: da sabato 18 aprile a domenica 6 settembre. Castello del Buonconsiglio, via Bernardo Clesio 5. La mostra - realizzata nell’ambito delle iniziative nazionali per il Centenario - indaga le cause e gli interessi che hanno scatenato il conflitto e sulle condizioni di assoggettamento di contadini e operai morti a milioni nella prima guerra mondiale. Orario: fino al 4 maggio 9.30-17; dal 5 maggio 10-18. Info: www. buonconsiglio.it; tel. 0461.492803; info@buonconsiglio.it.

Mostre AFFIDARSI AL CIELO. ARTE E DEVOZIONE A MONTAGNAGA DI PINÉ. GLI EX VOTO Apertura: da venerdì 24 aprile a lunedì 7 settembre. Museo Diocesano Tridentino. Info: www.museodiocesanotridentino.it. Mostre FULVIO DI PIAZZA VIAGGIO VERSO TERRE MISCONOSCIUTE Apertura: da giovedì 21 maggio a venerdì 25 settembre. Studio d’Arte Raffaelli. Saranno in mostra una quindicina di opere inedite su tela e su tavola, e una selezione di disegni su carta. Info: Tel. 0461.982595; studioraffaelli@tin. it; www.studioraffaeli.com. Mostre COLTIVIAMO IL GUSTO Apertura: da mercoledì 27 maggio a venerdì 30 ottobre. Palazzo delle Albere, via R. da Sanseverino. Tutto il buono della Terra trentina. Una mostra che mette in luce il tema della tipicità dei prodotti trentini attraverso una rappresentazione delle loro relazioni con le specificità del territorio. Gli allestimenti saranno arricchiti dalla presenza di opere d’arte e reperti provenienti dal Castello del Buonconsiglio, dal Museo degli usi e costumi della gente Trentina e dal Museo Ladino di Fassa, dal Mart di Rovereto. Nel parco antistante il palazzo verranno allestiti coltivi caratteristici del Trentino. Orario: 10-19. Ingresso libero. Info: www.muse. it; Tel. 0461.270311. Mostre IL SOSIA - ARTISTI E COLLEZIONI PRIVATE Apertura: da sabato 30 maggio a domenica 11 ottobre. Galleria Civica, via Belenzani 44. Otto artisti, scelti tra i più significativi nel panorama nazionale, si confrontano con alcune opere d’arte moderna e contemporanea provenienti da prestigiose collezioni private. Orario: da martedi a domenica 10-13 e 14-18. Info: www.mart.trento. it/galleriacivica; Tel. 0461.985511. Mostre SCUOLA DI NUDO Apertura: da sabato 20 giugno a domenica 1 novembre. Castello del Buonconsiglio, via Bernardo Clesio 5. Giulia Thun alla British Academy di Roma. Orario: da martedì a domenica 10-18; da metà luglio a fine agosto aperto anche il lunedì. Info: www.buonconsiglio.it; Tel. 0461.492803; info@buonconsiglio.it. Mostre CITTÀ FORTEZZA: TRENTO 1915-1918 Apertura: da venerdì 10 luglio 2015 a domenica 10 luglio 2016. Gallerie di Piedicastello. Trento e la Grande guerra. Il percorso della mostra porta i visitatori in una Trento tra-

sformata in un’enorme caserma, una città fortezza governata dai militari, dove gli edifici pubblici e privati sono usati come ospedali per i soldati e i cittadini rimasti vedono limitate le loro libertà, devono convivere con i soldati e con i prigionieri, stretti dalla paura e dalla carestia. Orario: da martedì a domenica 9-18 (chiuso il lunedì, il 25 dicembre e il 1° gennaio). Ingresso libero. Info: fondazione. museostorico.it; Tel. 0461.230482; info@museostorico.it. Mostre EX AFRICA. ESPLORAZIONI TRA ARTE E SCIENZA DI JONATHAN KINGDON Apertura: da sabato 18 luglio 2015 a domenica 10 gennaio 2016. Muse. Corso del Lavoro e della Scienza, 3. La mostra racchiude la lunghissima esperienza di ricerca e produzione scientifica e artistica del massimo esperto di mammiferi africani, Jonathan Kingdon, dall’iniziale approccio documentativo di morfologie ed anatomie, all’indagine sulla comunicazione visiva negli animali, alla libera interpretazione artistica. Info: Muse Tel. 0461.270311; prenotazioni@muse.it. Mostre BE-DIVERSITY Apertura: fino a mercoledì 30 settembre. Museo delle Scienze, Corso del Lavoro e della Scienza 3. Un variegato corpus di opere di affermati artisti internazionali, selezionate per la loro capacità di tematizzare argomenti come la biodiversità, la sostenibilità, l’ecologia, il cibo e il futuro del pianeta. Fra gli artisti in mostra: Oliver Ressler, Khaled Ramadan, Åsa Sonjasdotter, Avelino Sala, Giancarlo Norese, Christian Jankowski, Wim Delvoye... a cura di Stefano Cagol. Orario: da martedì a venerdì 10-18, mercoledì 10-21, sabato, domenica e festivi: 10-19 (chiuso lunedì non festivi). Biglietto intero Euro 10, ridotto Euro 8. Info: www.muse.it; Tel. 0461.270311; museinfo@muse.it. Mostre LAVORO SPORCO Apertura: fino a mercoledì 30 settembre. Museo delle Scienze, Corso del Lavoro e della Scienza 3. Nel parco del MUSE i fotografi Piero Cavagna e Giulio Malfer omaggiano i protagonisti del mondo contadino trentino con l’installazione di diciotto sagome su fondo bianco di uomini e donne, ritratti nella loro veste di lavoratori, che raccontano, senza parlare, i ritmi e il senso del mondo contadino, facendosi portatori del modo di essere di una realtà umile e solida. Orario: da martedì a venerdì 10-18, mercoledì 10-21, sabato, domenica e festivi: 10-19 (chiuso lunedì non festivi). Info: www.muse.it; Tel. 0461.270311; museinfo@muse.it.

Mostre MARI E CIELI DI BALBO Apertura: fino a domenica 10 gennaio 2016. Museo dell’aeronautica Gianni Caproni, Via Lidorno, 3. Da Orbetello a Chicago, New York e Tobruk. La mostra, un viaggio sospeso tra cielo e mare, espone cimeli del Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni e si compone di quindici tavole in tecnica mista del noto pittore italiano Nani Tedeschi, accompagnate da altrettanti testi di Alberto Guarnieri, giornalista e scrittore, che ha immaginato di far parlare Italo Balbo in prima persona da un aldilà, oltre il tempo e la storia. Orario: dal martedì al venerdì 10-13 e 14-18; sabato, domenica e festivi, 10-18 (chiuso lunedì non festivi). Info: www.museocaproni.it; Tel. 0461.944888; museo. caproni@muse.it. Mostre L’OMBRA PUÒ ESPRIMERSI Apertura: da venerdì 21 agosto a domenica 13 settembre. Palazzo Trentini, via Manci 27. Opere di Adriano Eccel: 1985-2012. Orario: dal lunedì al venerdì 10-18, sabato 10-12. Ingresso libero. Info: www. adrianoeccel.it. Mostre MYLLIMETRI DI DONNA Apertura: da martedì 25 agosto a lunedì 7 settembre. Sala Thun di Torre Mirana (Palazzo Thun), Via Belenzani 3. Serie di opere in acrilico e olio con interventi dell’uso dell’oro e delle stoffe per ricondurre all’eleganza e alla femminilità. Orario: 9-12/16-19. Ingresso libero. Mostre EQUILIBRI LEGGERI GABRIELLA GASPERINI NADEZHDA SIMEONOVA Apertura: da mercoledì 26 agosto a domenica 6 settembre.Torre Mirana. Via Belenzani, 3. Disegni inchiostri acrilici e mobiles di Nadezhda Simeonova e Gabriella Gasperini. Orario: 11-19 tutti i giorni. Ingresso libero. Mostre BITM 2015 19 sabato. P. Fiera. La mostra mercato del turismo e i prodotti di montagna. L’ingresso è gratuito e aperto al pubblico con possibilità di vendita diretta. Info e programma dettagliato su: www.bitm.it. Dalle ore 10 alle 19.

VERMIGLIO Mostre LAURINA PAPERINA / NICOLA ECCHER - DA UN’OPERA RITROVATA Apertura: da domenica 2 agosto a mercoledì 30 settembre. Forte Strino. Laurina Paperina è intervenuta su una foto di Nicola Eccher. Anche le opere del fotografo saranno simultaneamente in mostra presso il Forte. Fino al 31/08 orario continuato 9.30-18.30; settembre ore 9.30-12.30/14.30-17.30. Info: www.vermigliovacanze.it - www. studioraffaelli.com - www.buonannoac.com.

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trentinoappuntamenti

UNA VERA “VENDEMMIA” DI EVENTI TRENTINI

C

ominciamo con la musica. Trento

Pop

Festival Un evento che nonostante il nome che rimanda al capoluogo si terrà sabato 5 e

domenica 6 settembre al Parco Feste in Loc. Luch a Drena. Il Trento Pop Festival nasce dalla collaborazione fra la neonata Dilated Productions, Associazione Offset, L’Angolo dei 33 in collaborazione col Comitato Turistico Drena. L’edizione 2015 del mountain rock festival SotAlaZopa si gioca quest’anno l’asso dei

Verdena, una delle

più seguite ed amate rock band italiane dell’ultimo Lui è Andrea

ventennio.

CORO DELLA SAT

I

l Coro è nato ufficialmente a Trento il 25 maggio 1926, per opera dei fratelli Pedrotti e di alcuni amici. Essi intrapresero, inoltre, un’opera di recupero di tutto il patrimonio di canti popolari, in particolare del Trentino, curando personalmente le prime armonizzazioni. La formazione è considerata il più prestigioso coro di montagna, le cui interpretazioni hanno fatto scuola in tutta Italia. A partire dalla sua fondazione in avanti, in par ticolare dopo la guerra, sono nate svariate formazioni per voci maschili che prendono a modello il coro trentino, nella formazione e nel repertorio. Per il Coro della SAT hanno armonizzato brani numerosi musicisti di fama internazionale tra cui: Antonio Pedrotti, Renato Dionisi, Arturo Benedetti Michelangeli, Luigi Pigarelli, Andrea Mascagni, Giorgio Federico Ghedini, Bruno Zanolini. Dal 1988 il Coro è diretto da Mauro Pedrotti, nipote di Silvio e figlio di Mario. Il coro SAT si è esibito in oltre mille concerti in Italia, Europa (Austria, Belgio, Cecoslovacchia e ora Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Paesi Bassi, Russia, Svizzera), America (Brasile, Canada, Messico, Stati Uniti) ed Asia (Corea del Sud), nei teatri più prestigiosi.

Braido uno dei più creativi e

validi chitarristi italiani che torna nella sua Pergine per un concerto che si annuncia fin d’ora come uno degli eventi musicali più importanti di questa seconda metà del 2015 in Trentino. Braido sarà infatti in concerto domenica 20 settembre al Teatro comunale di Pergine Valsugana accompagnato dai musicisti del suo Andrea Braido Jazz Organ Trio. Sarà una serata davvero speciale quella che Anffas Trentino vivrà il 24 settembre all’Auditorium del Centro Santa Chiara di Trento. Una serata di gala

di Roberto Prosseda, il Quartetto d’archi M.Nostitz, l’Orchestra Giovanile Trentina diretta da Andrea Fuoli, il Quintetto di fiati Indaco, la soprano Margriet Buchberger con il pianista Corrado Ruzza, i Mozart Boys&Girls italiani e i 100 Mozartkinder tedeschi, saranno i protagonisti dei concerti della Settimana Mozartiana 2015. Per la danza, dopo il successo dello scorso anno ritorna a Oriente

Occidente l’esuberante coppia

di autori israeliani Sharon Eyal e Gai Behar (1/9), con il

per festeggiare ufficialmente i cinquant’anni di

riallestimento di due lavori rimontati per la loro compagnia

Anffas Trentino. Il regalo che l’associazione riceverà

L-E-V (cuore in ebraico). Ma settembre è il mese della

sarà davvero prezioso: uno straordinario concerto

vendemmia, pertanto molti sono gli eventi legati ad

dell’Orchestra

Haydn e del Coro della SAT. Il pianista Stefano

Bollani, il flautista Roberto

Fabbriciani, l’arpista Jasna Merlak, il pedalpiano 92

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essa e al vino. Dal 24 al 27 settembre la città di Trento ospiterà il Festival

del Vino trentino,

organizzato dalla Strada del Vino e dei Sapori del Trentino in collaborazione con il Consorzio Vini del Trentino per valorizzare le eccellenze enogastronomiche del territorio.


trentinoappuntamenti 1 MARTEDÌ Cultura SUGGERIMENTI D’AUTORE Arco. Ore 20.30-23. Biblioteca civica B. Emmert - Sala delle Arti. Suggerimenti di lettura estiva della scrittrice Antonia Dalpiaz. Saranno presentati 6 libri, che non potranno mancare nelle vostre letture estive. Al termine dell’incontro verrà distribuita la bibliografia. Ingresso libero. Info: Biblioteca Tel. 0464.516115; arco@biblio.infotn.it. Danza ORIENTE OCCIDENTE 2015 SARA E KILLER PIG Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Biglietto intero Euro 20, ridotto Euro 15. Info: www.orienteoccidente.it; Tel. 0464.431660; festival@ orienteoccidente.it. Musica I MARTEDÌ DELLE BAND NEXT POINT Trento. Ore 21. Giardino S. Chiara. Opening Band: Candirù. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Musica I CONCERTI CASA DI SALUTE RAPHAEL Roncegno Terme. Ore 21. Duo Piano 4 Mani. Elena dalla Sega - Alessandra Semenzato su musiche di Beethoven, Schubert, Schumman, Brahms. Info: Palace Hotel Casa Raphael Tel. 0461.772000.

2 MERCOLEDÌ Danza ORIENTE OCCIDENTE Rovereto. Ore 20.30. Auditorium Melotti. Arkadi Zaides (Israele). Archive. Per programma dettagliato e info visitate il sito www.orienteoccidente.it.

Danza ORIENTE OCCIDENTE 2015 EXQUISES Trento. Ore 18 e 21. Museo delle Scienze, corso del Lavoro e della Scienza 3. Entrata Euro 25. Info: www.orienteoccidente.it; Tel. 0464.431660; festival@orienteoccidente.it. Musica CONCERTO DEL CORO PAGANELLA (TERLAGO) Levico Terme. Ore 21. Vie del centro storico. Info: APT Valsugana ufficio di Levico Terme Tel. 0461.727700.

3 GIOVEDÌ Corsi APERTA-MENTE LA DIVULGAZIONE PER RAGAZZI TRA SCIENZA E CONOSCENZA Pergine Valsugana. Ore 8.3013/14-17. Auditorium Scuola Primaria Don Milani - Via Monte Cristallo, 4. Corso di aggiornamento per insegnanti, educatori, bibliotecari, studenti, genitori e chiunque interessato a conoscere la divulgazione scientifica nei libri per bambini e ragazzi. Il corso è libero e gratuito con iscrizione obbligatoria. Info: Biblioteca Comunale di Pergine Valsugana Tel. 0461.502391. Danza ORIENTE OCCIDENTE Rovereto. Ore 20.30. Teatro Zandonai. Inbal Pinto & Avshalom Pollak Dance Company (Israele). Wallflower prima nazionale. Per programma dettagliato e info visitate il sito www.orienteoccidente.it. Danza ORIENTE OCCIDENTE 2015 EXQUISES Trento. Ore 18 e 21. Museo delle Scienze, corso del Lavoro e della Scienza 3. Entrata Euro 25. Info: www.orienteoccidente.it; Tel. 0464.431660; festival@orienteoccidente.it.

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4 VENERDÌ SERATA DI CANTI Soraga. Piazza Cioch. Serata di canti della montagna con il coro Valfassa. Info: Apt Val di Fassa - Ufficio Turistico Soraga Tel. 0462.609750; infosoraga@fassa.com. Corsi APERTA-MENTE LA DIVULGAZIONE PER RAGAZZI TRA SCIENZA E CONOSCENZA Pergine Valsugana. Ore 9-13. Auditorium Scuola Primaria Don Milani - Via Monte Cristallo, 4. Corso di aggiornamento per insegnanti, educatori, bibliotecari, studenti, genitori e chiunque interessato a conoscere la divulgazione scientifica nei libri per bambini e ragazzi. Il corso è libero e gratuito con iscrizione obbligatoria. Info: Biblioteca Comunale di Pergine Valsugana Tel. 0461.502391. Cultura TRENTINO D’AUTORE Terme di Comano. Ore 17. Sala Congressi. Luigi Sardi presenta il libro “Il Trentino nella Grande Guerra” ed. Curcu&Genovese. Info: Tel. 0465.702626; info@visitacomano.it; www.visitacomano. it; www.curcuegenovese.it. Danza ORIENTE OCCIDENTE Rovereto. Ore 20.30. Auditorium Melotti. Marco Auggiero - Labart Contemporary Dance Company (Italia). Ovo - prima nazionale e coproduzione del festival. Per programma dettagliato e info visitate il sito www.orienteoccidente.it. Famiglia A TU PER TU CON LE STELLE Monte Bondone. Dalle 21 alle 23. Osservatorio Astronomico Terrazza delle Stelle. Osservazioni astronomiche con la guida degli esperti del museo. Grazie a potenti telescopi ed alla guida di esperti operatori, le finestre dell’Universo si aprono per tutti. Ingresso libe-

ro. Info: MUSE Tel. 0461.270311; www.muse.it. Folklore L’APE-PALIO Trento. Piazza Duomo. Ore 19.30. Aperitivo in Piazza del Duomo: veneziano e macadam. Info: www. amicitta.com; camitica@tin.it; Cell. 331.1738849. Musica RELENDO CHORO Val di Fassa. Ore 14. Funivie Ciampedié. Emilio Galante, Simone Zanchini Programma dedicato alla musica brasiliana, in particolare al choro, la musica popolare originaria che ha poi nutrito samba e bossanova, in un duo strumentale dal carattere inedito. Il flauto è dagli esordi una voce caratteristica del choro, grazie soprattutto alla figura mitica di Pixingunha, all’ inizio del 900. Programma dettagliato e info su: www.trentinojazz.com. Musica MEDITATION TRIO Riva del Garda. Ore 21. Kristal Palace. Giordano Grossi, Matteo Turella, Andrea Pimazzoni. Il trio propone un percorso musicale attraverso i classici brani della tradizione jazzistica riarrangiati in chiave moderna. Programma dettagliato e info su: www.trentinojazz.com. Musica ANTICHI ORGANI E STRUMENTI DELLA VALSUGANA IN CONCERTO Tezze di Grigno. Ore 20.30. Chiesa di Sant’Antonio da Padova. Organo: Tamburini 1924. Ensemble “Girolamo Frescobaldi”; Mario Caldonazzi: tromba; Fabio Mattivi: trombone; Antonio Camponogara: organo; Dania Tosi: soprano. Info: info@ensemblefrescobaldi. it; www.ensemblefrescobaldi.it. Tradizione FESTA DELL’UVA Levico Terme. Lungo le vie del centro. Durante il festival tipiche casette di legno saranno la vetrina dei vini delle cantine trentine

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trentinoappuntamenti e valsuganotte che potranno essere apprezzati partecipando a stuzzicanti momenti enogastronomici. Adulti e bambini potranno cimentarsi in uno dei tanti laboratori organizzati per l’occasione, potrete trasformarvi in veri e propri vignaioli e preparare del succo d’uva o fermarvi ad ascoltare le divertenti storie di uno strano spaventapasseri e dei suoi amici. Il programma completo, tutti i menù e gli aperitivi sono disponibili sul sito www.visitlevicoterme.it Info: Consorzio Levico Terme in Centro Tel. 346.5149276; www. visitlevicoterme.it; APT Valsugana Tel. 0461.727700. Tradizione SETTEMBRE ROTALIANO Mezzocorona. Dalle ore 19. 3 giorni di vacanza per scoprire Mezzocorona e degustare il Teroldego rotaliano DOC. #settembrerotaliano2015 #teroldego. Per programma dettagliato consultate il sito www.settembrerotaliano.it.

5 SABATO Cultura GIORNATA DELL’AUTONOMIA Trento. Porte aperte in Provincia - Piazza Dante. Ore 10. Sala Depero. Cerimonia di apertura della giornata. Ore 12-14. Cortile interno. Momento conviviale aperto a tutti con i sapori del Trentino. Ore 14-18. Porte aperte in Presidenza. Il Governatore Ugo Rossi incontra la cittadinanza. Ore 18. Officina dell’Autonomia - Via Zanella, 1/A. “Dialogo sull’autonomia e la responsabilità”. Intervengono Ugo Rossi e Giuseppe Ferrandi. Ore 21. Teatro Sociale. Spettacolo teatrale “Cenefrejina - Cenerentola” con gli studenti dei licei della Scuola Ladina di Fassa. Ingresso gratuito. Per ulteriori informazioni consultalte il sito www.autonomia. provincia.tn.it. Danza ORIENTE OCCIDENTE Rovereto. Ore 20.30. Teatro Zandonai. Marco Maguy Marin - Com-

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pagnie Maguy Marin (Francia). Bit. Per programma dettagliato e info visitate il sito www.orienteoccidente.it.

www.visitlevicoterme.it; APT Valsugana Tel. 0461.727700.

Folklore 15° PALIO DELLE CONTRADE CITTÀ DI TRENTO Trento. Ore 16.30. Sfida arcieristica e di balestra tra la Contrada vincitrice il Palio 2014 e le Città nazionali ed internazionali. Ore 20.30. “Aspettando il Palio”. Cena propiziatoria delle Contrade. Info: www.amicitta.com; camitica@tin. it; Cell. 331.1738849.

Tradizione LA “FERA DEI SÈT” Ossana. Lungo le vie del paese. Tradizionale fiera del bestiame. Contemporameamente al mercato che si terrà lungo le vie del paese, potrai assistere a degustazioni, laboratori creativi, esposizioni di animali, dimostrazioni delle arti casearie e tanto altro! Info: Comune di Ossana Tel. 0463.750241; comune@comune.ossana.tn.it.

Musica CONCERTI NEL PARCO 2015 DUO VARIANDO Brentonico. Ore 16.30. Parco ASPS. Concerto con Irene Malizia, violino e Angelo Tatone, chitarra su musiche di Giuliani, Paganini, W. A. Mozart, Pablo De Sarasate, Elgar, Monti. Info: www.mozartitalia.org.

Tradizione SETTEMBRE ROTALIANO Mezzocorona. Dalle ore 11. 3 giorni di vacanza per scoprire Mezzocorona e degustare il Teroldego rotaliano DOC. #settembrerotaliano2015 #teroldego. Per programma dettagliato consultate il sito www.settembrerotaliano.it.

Musica TRENTO POP FESTIVAL Drena. Apertura cancelli ore 13. Loc. Luch. Parco Feste. Giornata di musica con attività extramusicali: un workshop per imparare a produrre la birra in casa, un contest di slackline, la tenda berbera, esposizioni fotografiche, giocoleria, shatzu e molto altro. Per informazioni dettagliate visitate la pagina facebook Trento Pop Festival. Musica OLTRE DUO CON EMILIO GALANTE Brentonico. Ore 20.45. Palazzo Eccheli-Baisi. Concerto con Emilio Galante: flauto, Alessandro Bianchini: cajon, vibrafono, Mauro Tonolli: chitarra, Stefano Bianchini: contrabbasso, Samonati Thomas: batteria. Entrata gratuita. Tradizione FESTA DELL’UVA Levico Terme. Lungo le vie del centro. Il programma completo, tutti i menù e gli aperitivi sono disponibili sul sito www.visitlevicoterme.it Info: Consorzio Levico Terme in Centro Tel. 346.5149276;

6 DOMENICA Cultura CONVEGNO Levico Terme. Centro Congressi Palalevico. Convegno Mondiale sulla genetica e biologia molecolare dei lieviti. Torna in Italia per la seconda volta in assoluto il Convegno Mondiale sulla genetica e biologia molecolare dei lieviti. Sulle sponde del lago di Levico i maggiori esperti internazionali, tra cui anche due Premi Nobel, discuteranno sulle applicazioni dei lieviti, non solo in campo alimentare, ma anche come modello per i processi biologici, le biotecnologie e l’energia. Fino al 12 settembre. Maggiori dettagli al sito yeast2015.eu. Danza ORIENTE OCCIDENTE Rovereto. Ore 20.30. Auditorium Melotti. Marcos Morau - La Veronal (Spagna). Voronia - prima nazionale. Per programma dettagliato e info visitate il sito www. orienteoccidente.it.

Enogastronomia MAGNALONGA DELL’ALTA VALLAGARINA Passeggiata enogastrononica tra vigneti e castelli dell’Alta Vallagarina. Partenza da Volano con arrivo a Besenello. Info e iscrizioni: www. lamagnalonga.org. Enogastronomia DESMONTEGADA Pieve Tesino. Ore 12. Val Malene. L’associazione “Amici dei Pasturi” organizza pranzo e ristoro. Info: Camping Valmalene Tel. 0461.594214. Folklore ARCO ASBURGICA: CULTURA, ARTIGIANATO E TRADIZIONE Arco. Ore 18.30-23. Centro storico. Rievocazione storica. Arco si trasforma in cittadina asburgica per rivivere l’atmosfera romantica e lo sfarzo di metà ‘800. Info: Comitato Tradizioni Usi e Costumi Arcensi Tel. 0464 519636; info@ arcoasburgica.it. Folklore 15° PALIO DELLE CONTRADE CITTÀ DI TRENTO Trento. Ore 16.30. 3° Festival nazionale dell’antica Arte della bandiera. Info: www.amicitta.com; camitica@tin.it; Cell. 331.1738849. Musica CONCERTO Grumes. Ore 14. Rifugio Potzmauer. Concerto con il coro Sat Bindesi. Info: Roberto Leonardi rifugioleo@gmail.com; Cell. 333.7771211. Musica DOMENICASTELLO: A BASSA VOCE Pergine Valsugana. Ore 17.30. Castello - Via al Castello, 10 - Masetti. Concerto con aperitivo con Claudia Valtinoni (voce), Toni Moretti (basso a 6 corde) e Giovanni Principe (percussioni) che proporranno una rielaborazione in chiave acustica dei più bei brani degli ultimi decenni, dal jazz al pop ai




trentinoappuntamenti

Musica UN SALTO AL PARCO DOMENICHE MUSICALI Pergine Valsugana. Dalle ore 14 alle 19. Parco Tre Castagni sala ex mensa. Intrattenimento musica ed altro! Bus Navetta dal Bar Alba dalle ore 14.00. Info: Tel. 0461.512189; 348.4536412. Musica TRENTO POP FESTIVAL Drena. Apertura cancelli ore 13. Loc. Luch. Parco Feste. Giornata di musica con attività extramusicali: un workshop per imparare a produrre la birra in casa, un contest di slackline, la tenda berbera, esposizioni fotografiche, giocoleria, shatzu e molto altro. Per informazioni dettagliate visitate la pagina facebook Trento Pop Festival. Tradizione FESTA DELL’UVA Levico Terme. Lungo le vie del centro. Il programma completo, tutti i menù e gli aperitivi sono disponibili sul sito www.visitlevicoterme.it Info: Consorzio Levico Terme in Centro Tel. 346.5149276; www.visitlevicoterme.it; APT Valsugana Tel. 0461.727700. Tradizione LA “FERA DEI SÈT” Ossana. Lungo le vie del paese. Tradizionale fiera del bestiame. Contemporameamente al mercato che si terrà lungo le vie del paese, potrai assistere a degustazioni, laboratori creativi, esposizioni di animali, dimostrazioni delle arti casearie e tanto altro! Info: Comune di Ossana Tel. 0463.750241; comune@comune.ossana.tn.it. Tradizione SETTEMBRE ROTALIANO Mezzocorona. Dalle ore 11. 3 giorni di vacanza per scoprire Mezzocorona e degustare il Teroldego rotaliano DOC. #settembrerotaliano2015 #teroldego. Per programma dettagliato consultate il sito www.settembrerotaliano.it.

7 LUNEDÌ Folklore ARCO ASBURGICA: CULTURA, ARTIGIANATO E TRADIZIONE Arco. Ore 18.30-23. Centro storico. Rievocazione storica. Arco si trasforma in cittadina asburgica per rivivere l’atmosfera romantica e lo sfarzo di metà ‘800. Info: Comitato Tradizioni Usi e Costumi Arcensi Tel. 0464 519636; info@ arcoasburgica.it.

Musica CONCERTO DELLA BANDA MÙSEGA DA VICH Vigo di Fassa. Padiglione Manifestazioni. Info: Apt Val di Fassa Tel. 0462.609700; infovigo@ fassa.com.

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Tradizione FESTA GRANDA Pergine Valsugana. Piazza Municipio, vie del Centro storico e Teatro Comunale di Pergine. Nuova edizione del tradizionale festeggiamento perginese che vede al centro dei tre giorni di eventi le attività delle associazioni locali. Serata di spettacoli in piazza e in teatro dove si alterneranno realtà locali di successo nel mondo della musica e della danza. Dedicata ai più piccoli la domenica pomeriggio dove sul palco e per le vie del centro si potranno provare vari sport per capire quale appassiona: tennis, basket, danza... Fino al 13 settembre. Info: APT Pergine Tel. 0461.727760.

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classici della musica del film. Info: www.castelpergine.it.

8 MARTEDÌ Folklore ARCO ASBURGICA: CULTURA, ARTIGIANATO E TRADIZIONE Arco. Ore 18.30-23. Centro storico. Rievocazione storica. Arco si trasforma in cittadina asburgica per rivivere l’atmosfera romantica e lo sfarzo di metà ‘800. Info: Comitato Tradizioni Usi e Costumi Arcensi Tel. 0464 519636; info@ arcoasburgica.it. Musica I CONCERTI CASA DI SALUTE RAPHAEL RoncegnoTerme. Ore 21. Violino - Chitarra - Violoncello. Luigi Bortolani: Violino; Silvia Cesco: chitarra; Marcherita degli Esposti: violoncello. Musiche: classico e popolare. Info: Palace Hotel Casa Raphael Tel. 0461.772000.

9 MERCOLEDÌ Corsi DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. c/o Associazione di volontariato “Mana”. Per informazioni: mimosa.2009@live.it. Folklore ARCO ASBURGICA: CULTURA, ARTIGIANATO E TRADIZIONE Arco. Ore 18.30-23. Centro storico. Rievocazione storica. Arco si trasforma in cittadina asburgica per rivivere l’atmosfera romantica e lo sfarzo di metà ‘800. Info: Comitato Tradizioni Usi e Costumi Arcensi Tel. 0464 519636; info@ arcoasburgica.it.

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trentinoappuntamenti Musica SETTIMANA MOZARTIANA 2015 Folgaria. Ore 20.45. Chiesa di S. Lorenzo. Orchestra Giovanile Trentina. Direttore, Andrea Fuoli; flauto solista, Roberto Fabbriciani; arpa solista, Jasna Corrado Merlak. Info: www.mozartitalia.org.

10 GIOVEDÌ Folklore ARCO ASBURGICA: CULTURA, ARTIGIANATO E TRADIZIONE Arco. Ore 18.30-23. Centro storico. Rievocazione storica. Arco si trasforma in cittadina asburgica per rivivere l’atmosfera romantica e lo sfarzo di metà ‘800. Info: Comitato Tradizioni Usi e Costumi Arcensi Tel. 0464 519636; info@ arcoasburgica.it. Musica ROVERETO MOZARTIANA Rovereto. Ore 16. Partenza da Piazza Rosmini. Ore 16. Visita a guidata a cura di Fulvio Zanoni e Giorgio Raponi. Partenza da Piazza Rosmini (piazzetta Vannetti). Intermezzi musicali con i Mozart Boys&Girls e i 100 MozartKinder da Chemnitz (Germania). Info: www.mozartitalia.org. Musica STEFANO BOLLANI OMAGGIO A MOZART Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Info: www.mozartitalia.org. Musica ORCHESTRA GIOVANILE TRENTINA Borgo Valsugana. Ore 20.45. Auditorium. Direttore Andrea Fuoli; flauto solista, Roberto Fabbriciani; arpa solista, Jasna Corrado Merlak su musiche di W. A. Mozart. Info: www.mozartitalia.org.

11 VENERDÌ Famiglia A TU PER TU CON LE STELLE Monte Bondone. Dalle 21 alle 23. Osservatorio Astronomico Terrazza delle Stelle. Osservazioni astronomiche con la guida degli esperti del museo. Grazie a potenti telescopi ed alla guida di esperti operatori, le finestre dell’Universo si aprono per tutti. Ingresso libero. Info: MUSE Tel. 0461.270311; www.muse.it. Folklore ARCO ASBURGICA: CULTURA, ARTIGIANATO E TRADIZIONE Arco. Ore 18.30-23. Centro storico. Rievocazione storica. Arco si trasforma in cittadina asburgica per rivivere l’atmosfera romantica e lo sfarzo di metà ‘800. Info: Comitato Tradizioni Usi e Costumi Arcensi Tel. 0464 519636; info@ arcoasburgica.it.

Musica INCONTRO CON I GIOVANI MOZARTIANI Nogaredo. Ore 10.30. Palazzo Lodron. 100 Mozartkinder (Germania) e Mozart Boys&Girls. Info: www.mozartitalia.org. Musica LA DOLCE MUSICA Marco di Rovereto. Ore 17. Mondofrutti. Mozart Boys&Girls e 100 Mozartkinder (Germania). Info: www.mozartitalia.org. Musica ORCHESTRA GIOVANILE TRENTINA Rovereto. Ore 20.45. Chiesa di S. Marco. Direttore Andrea Fuoli; flauto, Roberto Fabbriciani; arpa, Jasna Corrado Merlak su musiche di W. A. Mozart. Info: www.mozartitalia.org. Musica MUSICA E LETTURA DI POESIE CON IRON STRINGS Baselga di Piné. Ore 18. Romantik Hotel Posta a Montagnaga. Spettacolo musicale con gli Iron String, che suoneranno musiche popolari europee ed americane per strumenti a corda, alternando le canzoni con la lettura di poesie dialettali tratte dai testi “Come le farfalle” e “Entant el temp el passa” di Ivano Chistè. Ingresso libero. Info: associazionecomunitapinetana@gmail.com. Musica SOTALAZOPA 2015 Tonadico. Kermesse artistico/musicale con i Verdena in concerto. Assieme a loro ci saranno anche i Sadside Project, I’m not a blonde, Noiréve e The Lads. Costo biglietto Euro 10,00. Per programma dettagliato consultate il sito: 2015. sotalazopa.it. Musica FESTIVAL DEL CINEMA SCIROCCO -OLD VOICES, NEW SOUNDS Levico Terme. Anfiteatro naturale Parco delle Terme di Levico. Giunto alla sua decima edizione, Scirocco è un piccolo gioiello estivo di contaminazione delle arti in alcuni dei luoghi più suggestivi del Trentino, che sposa con leggerezza storia del cinema e contemporaneità della musica. Old Voices, New Sounds Fabrizio Bianco (chitarra) ed Emilio Galante (flauto) reinterpretano i canti popolari della tradizione italiana in stile VJ (Video Jockey), con un linguaggio vicino a quello della world music, elaborato con articolati procedimenti elettronici fra scrittura e improvvisazione, e inserti di voce recitante. In caso di pioggia lo spettacolo si terrà presso la barchessa del Parco. Ingresso € 5, tesseramento € 2. Info: www.visitvalsugana.it

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trentinoappuntamenti 12 SABATO Cultura CONVEGNO DI STUDI MOZARTIANI Rovereto. Ore 9. Sala Conferenze - Palazzo Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto. Musica rara di Mozart. Coordinatore: Giuseppe Calliari. Relatori: Roberto Prosseda: “Le prime sei Sonate per pianoforte di Mozart, KV 279 - KV 284”; Adriana De Feo: “Le Sonate da Chiesa”; Armando Franceschini: “Dialoghi da camera. I Duo per violino e viola per Salisburgo”; Giuseppe Calliari: “Occasioni concertanti. Mozart in viaggio tra Mannheim e Parigi”. Intermezzi musicali: Alessandro Cotogno-violino, Giancarlo Bussola-viola, Paola Gentilin-violoncello W. A. Mozart: Sonata da Chiesa KV 241 in Sol Maggiore; Sonata da chiesa KV 212 in Sib Maggiore; Duetto n. 1 KV 423. Allegro - Adagio - Rondò. Allegro. Info: www. mozartitalia.org. Folklore ARCO ASBURGICA: CULTURA, ARTIGIANATO E TRADIZIONE Arco. Ore 18.30-23. Centro storico. Rievocazione storica. Arco si trasforma in cittadina asburgica per rivivere l’atmosfera romantica e lo sfarzo di metà ‘800. Info:

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Comitato Tradizioni Usi e Costumi Arcensi Tel. 0464 519636; info@ arcoasburgica.it. Musica M.NOSTITZ QUARTET Nogaredo. Ore 17. Palazzo Lodron. Petr Bernasek, 1° violino - Vaclav Vacek, 2° violino - Pavel Horejsi, viola - Martin Havelík, violoncello su musiche di Krommer, Schubert e Mozart. Info: www. mozartitalia.org. Musica TAFELMUSIK Rovereto. Ore 17. Ristorante Novecento. Con la partecipazione di Margriet Buchberger, soprano; Corrado Ruzza, pianoforte. Info: www.mozartitalia.org. Musica FARE JAZZ BIG BAND DIRETTA DA STEFANO COLPI Rovereto. Ore 18. Mart. Programma dettagliato e info su: www. trentinojazz.com. Musica RELENDO VILLA LOBOS Riva del Garda. Ore 21. Kristal Palace. Una rilettura in bossanova del grande compositore brasiliano Sonata islands. Concerto crossover fra musica classica e contemporanea, fra musica scritta e improvvisata, dedicato a Villa Lobos, sicuramente il compositore colto

brasiliano internazionalmente più conosciuto. Pochi musicisti come lui si prestano a questo tipo di operazione, proprio perché la sua poetica è permeata da quella della MPB (Musica Popolare Brasiliana), la cui caratteristica è quella di assumere lucidamente la musica popolare brasiliana come comune radice di musica colta, jazz e pop. In altre parole la musica brasiliana è crossover per definizione. La ricerca di Sonata Islands consiste nel mostrare e sviluppare le origini melodiche e ritmiche dell’ispirazione di Villa Lobos, riscrivendo in modo jazz -popolare alcune sue composizioni. Presentato la prima volta nel Festival TrentinoInJazz 2013, Con la voce di Cristina Renzetti e gli arrangiamenti di Gabriele Zanchini. Programma dettagliato e info su: www.trentinojazz.com. Musica APPARIZIONI - APPARE UN PARTY! Riva del Garda. Ore 10-20. Parco Brolio e Piazza Battisti. Festa finale di Apparizioni. Street food, teatro, mercatini, degustazioni e molto altro! In caso di pioggia la manifestazione verrà spostata a domenica 13 settembre. Info: Comune di Riva del Garda Tel. 0464.573916; cst@comune.rivadelgarda.tn.it.

Musica SOTALAZOPA 2015 Tonadico. Kermesse artistico/ musicale con Fast Animals and slow Kids, A Toys Orchestra, Anthony Laszlo, Sica, Ohh Ohh Ohh, Curly Frog & The Blues Bringers. Entrata libera. Per programma dettagliato consultate il sito: 2015. sotalazopa.it.

13 DOMENICA Escursionismo DÜRERWEG. TREKKING CULTURALE IN VALLE DI CEMBRA Valle di Cembra. Trekking culturale, con numerosi punti ristoro, lungo il sentiero del Dürer, per ripercorrere il viaggio del grande artista del Rinascimento tedesco, che dedicò alla Valle di Cembra e al Castello di Segonzano numerosi splendidi acquarelli. Quota di partecipazione per iscrizione e pagamento entro martedì 8 settembre: intero € 15,00, ridotto (ragazzi fino a 12 anni non compiuti e over 65) € 10,00, da 0 a 3 anni € 5,00. Per pagamento iscrizioni dopo l’8 settembre e il giorno dell’evento maggiorazione di € 5,00. Info e iscrizioni: A.p.T. Piné Cembra 0461.683110.


trentinoappuntamenti Musica SETTIMANA MOZARTIANA Ala. Ore 11. Palazzo Azzolini. Concerto del Quartetto Nositz di Praga su musiche di Krommer, Schubert e Mozart. Ingresso € 10,00. Info: Associazione Mozart Italia infoami@mozartitalia.org Tel. 0464.422719. Musica IL SUONO RITROVATO DEL PEDALPIANO Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Roberto Prosseda, pedalpiano. su musiche di Mozart, Schumann, Alkan. Info: www. mozartitalia.org. Musica GRAN FESTA DELLA FISARMONICA Grumes. Ore 11. Rifugio Potzmauer. Tradizionale rassegna dei cultori, appassionati e amanti delle magie sonore della fisarmonica. Una giornata dedicata a tutti gli appassionati di questo particolare e tradizione strumento. Con la partecipazione straordinaria del Maestro e Compositore Marco Lo Russo. La partecipazione è aperta a tutti. Info: Roberto Leonardi rifugioleo@gmail.com; Cell. 333.7771211. Musica UN SALTO AL PARCO DOMENICHE MUSICALI Pergine Valsugana. Dalle ore 14 alle 19. Parco Tre Castagni sala ex mensa. Intrattenimento musica ed altro! Bus Navetta dal Bar Alba dalle ore 14.00. Info: Tel. 0461.512189; 348.4536412.

15 MARTEDÌ Musica I CONCERTI CASA DI SALUTE RAPHAEL Roncegno Terme. Ore 21. Duo Soprano - Pianoforte. Lilia Ianeva: soprano; Roberto Satta: pianoforte su musiche di Mozart e Wagner. Info: Palace Hotel Casa Raphael Tel. 0461.772000.

16 MERCOLEDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Ore 18-19. Fondazione Bruno Kessler, via Santa Croce 65, Aula 1 CSSR. Festival della teologia 2015: “Assolutismo, Sovranità e Tolleranza. Giordano Bruno e Averroè: tematiche a confronto”. Introduce: Milena Mariani (Fondazione Bruno Kessler, Trento); Relatore: Massimo Campanini (Università di Trento). Ingresso libero. Info: isr.fbk.eu/it; Tel. 0461.314238; segreteria.isr@fbk.eu.

Musica CONCERTO: QUI SEQUITUR ME, NON AMBULAT IN TENEBRIS Trento. Ore 21-22. Chiesa di San Francesco Saverio, via Roma 57. Nell’ambito del Festival della teologia 2015: “Assolutismo, Sovranità e Tolleranza. Orlando di Lasso e la musica polifonica del Rinascimento. Gruppo Vocale Armoniosoincanto: Caterina Becchetti, Elisabetta Becchetti, Paola Incani, Alessandra Ligori, Francesca Maraziti, Francesca Piottoli, Andreina Zatti. Direttore: Franco Radicchia su musiche di Orlando Di Lasso, Giuseppe Tartini e Claudio Monteverdi. Ingresso libero. Info: isr.fbk. eu/it; Tel. 0461.314238; segreteria. isr@fbk.eu.

17 GIOVEDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Ore 18-19. Palazzo Geremia, via Belenzani 20. Festival della teologia 2015: “Diritto, filosofia e teologia nella prima età moderna”. Andrea Robol (Comune di Trento) e Giuseppe Piccinno (Editrice Domenicana Italiana, Napoli) introducono il volume Verità e dissimulazione. Ingresso libero. Info: isr.fbk. eu/it; Tel. 0461.314238; segreteria. isr@fbk.eu.

18 VENERDÌ Cultura CONVEGNO Trento. Ore 10. Sala Conferenze Fondazione Cassa di Risparmio Trento e Rovereto - via Calepina, 1. “Antichi sapori da visitare. Cibo e cultura nelle Dolomiti”. Ingresso libero. Info e programma dettagliato su: www.bitm.it. Cultura CONFERENZA Trento. Ore 18-19. Fondazione Bruno Kessler, via Santa Croce 65, Aula 1 CSSR. Festival della teologia 2015: “Al di là dei sentieri battuti: Pierre Bayle e la Bibbia”. Introduce: Alberto Bondolfi (Fondazione Bruno Kessler, Trento); relatrice: MariaCristina Pitassi (Université de Genève). Ingresso libero. Info: isr.fbk.eu/it; Tel. 0461.314238; segreteria.isr@fbk.eu. Famiglia A TU PER TU CON LE STELLE Monte Bondone. Dalle 21 alle 23. Osservatorio Astronomico Terrazza delle Stelle. Osservazioni astronomiche con la guida degli esperti del museo. Grazie a potenti telescopi ed alla guida di esperti operatori, le finestre dell’Universo si aprono per tutti. Ingresso libero. Info: MUSE Tel. 0461.270311; www.muse.it. Musica MOENARMONICA SOVVERSAMBA Moena. Agritur El Mas. Concerto di musica afro-brasiliana del grup-

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po Sovversamba presso l’Agritur El Mas. In caso di pioggia verrà garantito all’interno. Info: Moena Perla Alpina Tel. 0462.565038; perla@moena.it. Musica PIEMONTE JAZZ MESSENGERS Riva del Garda. Ore 21. Kristal Palace. Fulvio Albano, Diego Borotti, Massimo Faraò, Davide Liberti, Gianni Diaferia. Il Quintetto, nasce come elemento fondamentale di promozione del Consorzio Piemonte Jazz, che comincia qui un sodalizio con Trentino Jazz, riunisce musicisti che condividono la passione per il mainstream, lo swing. Dall’esperienza pluriennale di Fulvio Albano con Gianni Basso e la sua Big Band, agli sconfinamenti nel pop di Diego Borotti alle collaborazioni strepitose di Massimo Farao, sideman a fianco, fra i tanti, di Nat Adderley, Archie Shepp, Benny Golson. Programma dettagliato e info su: www.trentinojazz.com. Teatro TE ‘N CONTO UNA, ANZI DOE Vigo di Fassa. Padiglione manifestazioni di Vigo. Spettacolo di teatro brillante con Loredana Cont. Info: APT Val di Fassa - Ufficio Turistico Vigo Tel. 0462.609700; infovigo@fassa.com.

19 SABATO Esposizione MERCATINO DEL RIUSO E DELLA CREATIVITÀ Trento. Dalle ore 10 alle 19. Contrada Santa Maria Maddalena. (Via L. Marchetti - Via santa Maria Maddalena - Via Dietro Le Mura B - Via F. Ferruccio - Vicolo santa Maria Maddalena). Mercatino riservato ai privati con l’oggetto principale di promuovere le arti, la creatività e l’artigianato domestico che non svolgono attività con carattere di impresa e che intendono esporre o vendere oggetti usati e da collezione, prodotti di artigianato hobbistico ed opere d’arte da loro realizzate. I partecipanti non potranno essere commercianti, né titolari di partita iva nell’ambito del commercio, né ambulanti, né antiquari. Info: www.amicitta.com. Workshop CONVEGNO Trento. Dalle ore 9.30 alle 14.30. Museo delle Scienze: Corso del Lavoro e della Scienza. L’incontro tra tour operator stranieri e italia-

ni promozione delle conoscenze turistiche della Cina e dell’Asia dell’est. Riservato agli operatori. Info e programma dettagliato su: www.bitm.it.

20 DOMENICA Musica ANDREA BRAIDO JAZZ ORGAN TRIO IN CONCERTO Pergine Valsugana. Ore 21. Teatro Comunale - Piazza Garibaldi, 5. Info: www.comune.pergine.tn.it. Musica UN SALTO AL PARCO DOMENICHE MUSICALI Pergine Valsugana. Dalle ore 14 alle 19. Parco Tre Castagni sala ex mensa. Intrattenimento musica ed altro! Bus Navetta dal Bar Alba dalle ore 14.00. Info: Tel. 0461.512189; 348.4536412. Tradizione DESMALGHJADA Val di Rabbi. Rientro delle mucche dai pascoli estivi. Quando già i colori dell’autunno fanno capolino negli splendidi paesaggi della Val di Rabbi, gli animali delle malghe scendono a valle ornati di fiori e nastri colorati scampanellando ritmicamente i caratteristici “sampogni” annunciandosi alla gente che li aspetta... Info: Ufficio Informazioni Rabbi Tel. 0463.985048; rabbivacanze@valdirabbi.com.

22 MARTEDÌ Musica I CONCERTI CASA DI SALUTE RAPHAEL Roncegno Terme. Ore 21. Duo Piano a 4 mani. Carla Aventaggio Maurizio Matarrese su musiche di Grieg, Brahms, Ciaikowski, Ravel. Info: Palace Hotel Casa Raphael Tel. 0461.772000.

23 MERCOLEDÌ Corsi DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. c/o Associazione di volontariato “Mana”. Per informazioni: mimosa.2009@live.it.

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trentinoappuntamenti 24 GIOVEDÌ Enogastronomia FESTIVAL DEL VINO TRENTINO Trento. Piazza Cesare Battisti e Centro storico. Un vero e proprio festival dell’enogastronomia che mette al centro l’alta qualità delle produzioni di montagna. Abbinamenti, degustazioni, percorsi di gusto, laboratori didattici, cene “stellate” nel centro storico di Trento: questo e molto altro promette il ricco programma studiato per promuovere le eccellenze del territorio dal Lago di Garda alle Dolomiti. Per maggiori info: bit.ly/ FestivalDelVinoTrentino; #festivalvinotrentino. Musica LETTER TO EVANS - SONATA ISLANDS FT. ROBERTO CIPELLI Riva del Garda. Ore 21. Kristal Palace. Programma dettagliato e info su: www.trentinojazz.com. Musica «ORCHESTRA HAYDN» Trento. Ore 20.30. Auditorium S. Croce. Concerto con: Luigi Azzolini, direttore; Coro della SAT; Orchestra Haydn. Musiche: Canti della Montagna. Info: www. haydn.it.

25 VENERDÌ Enogastronomia FESTIVAL DEL VINO TRENTINO Trento. Piazza Cesare Battisti e Centro storico. Un vero e proprio festival dell’enogastronomia che mette al centro l’alta qualità delle produzioni di montagna. Abbinamenti, degustazioni, percorsi di gusto, laboratori didattici, cene “stellate” nel centro storico di Trento: questo e molto altro promette il ricco programma studiato per promuovere le eccellenze del territorio dal Lago di Garda alle Dolomiti. Per maggiori info: bit.ly/ FestivalDelVinoTrentino; #festivalvinotrentino. Famiglia A TU PER TU CON LE STELLE Monte Bondone. Dalle 21 alle 23. Osservatorio Astronomico Terrazza delle Stelle. Osservazioni astronomiche con la guida degli esperti del museo. Grazie a potenti telescopi ed alla guida di esperti operatori, le finestre dell’Universo si aprono per tutti. Ingresso libero. Info: MUSE Tel. 0461.270311; www.muse.it.

Folklore 58^ FESTA DELL’UVA Giovo. Loc. Verla. I vigneti della conca di Giovo fanno da sfondo alla grande festa dedicata all’uva e ai suoi frutti. Le vie del centro storico saranno animate da percorsi enogastronomici, musica, arte e mostre a tema. Info: info@ festadelluva.tn.it, www.festadelluva.tn.it, A.p.T. 0461.683110. Musica CONCERTO ALAPIANO Ala. Ore 18. Chiesa Padri Cappuccini. Ingresso gratuito. Info: Associazione Alapiano info@alapiano. com, Tel. 338.6279750. Cultura MEDITA - MOSTRA DELL’EDITORIA TRENTINA Trento. P.zza Fiera. Editori, autori e librai incontrano i lettori. Ingresso libero. Ore 10-22. Info: AET Associazione editori trentini www.editoritrentini.it. Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Trento. P.zza Fiera. “La scelta di Cesare” di Pino Loperfido (Curcu & Genovese). Con Andrea Castelli e Andrea Brandalise. Ore 18.

26 SABATO Enogastronomia FESTIVAL DEL VINO TRENTINO Trento. Piazza Cesare Battisti e Centro storico. Un vero e proprio festival dell’enogastronomia che mette al centro l’alta qualità delle produzioni di montagna. Abbinamenti, degustazioni, percorsi di gusto, laboratori didattici, cene “stellate” nel centro storico di Trento: questo e molto altro promette il ricco programma studiato per promuovere le eccellenze del territorio dal Lago di Garda alle Dolomiti. Per maggiori info: bit.ly/ FestivalDelVinoTrentino; #festivalvinotrentino. Folklore 58^ FESTA DELL’UVA Giovo. Loc. Verla. I vigneti della conca di Giovo fanno da sfondo alla grande festa dedicata all’uva e ai suoi frutti. Le vie del centro storico saranno animate da percorsi enogastronomici, musica, arte e mostre a tema. Info: info@festadelluva.tn.it, www.festadelluva. tn.it, A.p.T. 0461.683110.

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TRENTO – Via Ghiaie 15 Tel. 0461 362111 – annunci@bazar.it

Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.00-18.00

BOLZANO – Via Bari 15 Tel. 0471 930993 – bazarbz@bazar.it

Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.30-18.30

EXPO MILANO 2015

FRANCESCO TESEI

MALIKA AYANE

Biglietto a data aperta: consente l’accesso dal 2 maggio al 31 ottobre 2015. Prima di programmare la visita è fortemente consigliato accedere alla sezione MyExpo per convertire il biglietto confermando la data (Clicca qui). Biglietto a data fissa: consente l’accesso esclusivamente nella data selezionata al momento dell’acquisto.

La certezza di avere una privacy da difendere può risultare superflua, quasi ridicola se il nostro interlocutore è... un mentalista, uno che ti legge il pensiero. Un interlocutore davvero interessante, che sa cosa vuoi dire... prima ancora che tu l’abbia pensata: Francesco Tesei torna in teatro con “Mind Juggler”, una serie di giochi, esperimenti volti a farci stupire della potenza e potenzialità della comunicazione subliminale... per scoprire in leggerezza quanto sia importante stare all’erta e lontani dal rischio di essere manipolati.

Accompagnata da una “superband” di undici elementi, Malika Ayane - che ha aperto il suo 2015 conquistando il Premio della Critica al 65esimo Festival di Sanremo e il Disco D’Oro per il brano “Adesso e qui (Nostalgico presente)” tratto dall’ultimo album “Naif” (Sugar Music) - porterà in scena le novità dell’ultimo lavoro discografico insieme alle sue canzoni più amate dal pubblico, e non mancheranno alcune sorprese pescate dal suo personale bagaglio musicale, rivisitate con lo stile unico e raffinato di Malika.

TRENTO Auditorium S. Chiara 10 ottobre 2015 ore 21

TRENTO Auditorium S. Chiara 15 novembre 2015 ore 21.00

MILANO Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 23 dal 1 maggio al 31 ottobre 2015

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ANTONELLO VENDITTI Dopo l’evento all’Olimpico, a settembre prenderà il via il tour al quale si aggiungono due nuove date, a Taranto il 10 dicembre e il 12 dicembre a Andria.

PADOVA Arena Spettacoli Padova Fiere pad. 7 21 novembre 2015 ore 21


trentinoappuntamenti 29 MARTEDÌ

Cultura MEDITA - MOSTRA DELL’EDITORIA TRENTINA Trento. P.zza Fiera. Editori, autori e librai incontrano i lettori. Ingresso libero. Ore 10-22. Info: AET Associazione editori trentini www.editoritrentini.it.

Musica I CONCERTI CASA DI SALUTE RAPHAEL Roncegno Terme. Ore 21. Peripatetici. Gruppo amatoriale, a geometria variabile, rigorosamente live. Musiche: repertorio ampio e mobile secondo estro e circostanze. Info: Palace Hotel Casa Raphael Tel. 0461.772000.

27 DOMENICA Enogastronomia FESTIVAL DEL VINO TRENTINO Trento. Piazza Cesare Battisti e Centro storico. Un vero e proprio festival dell’enogastronomia che mette al centro l’alta qualità delle produzioni di montagna. Abbinamenti, degustazioni, percorsi di gusto, laboratori didattici, cene “stellate” nel centro storico di Trento: questo e molto altro promette il ricco programma studiato per promuovere le eccellenze del territorio dal Lago di Garda alle Dolomiti. Per maggiori info: bit.ly/ FestivalDelVinoTrentino; #festivalvinotrentino. Folklore 58^ FESTA DELL’UVA Giovo. Loc. Verla. I vigneti della conca di Giovo fanno da sfondo alla grande festa dedicata all’uva e ai suoi frutti. Le vie del centro storico saranno animate da percorsi enogastronomici, musica, arte e mostre a tema. Info: info@festadelluva.tn.it, www.festadelluva. tn.it, A.p.T. 0461.683110.

30 MERCOLEDÌ

Cultura MEDITA - MOSTRA DELL’EDITORIA TRENTINA Trento. P.zza Fiera. Editori, autori e librai incontrano i lettori. Ingresso libero. Ore 10-22. Info: AET Associazione editori trentini www.editoritrentini.it. Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Trento. P.zza Fiera. “Un popolo, due patrie” di Alberto Folgheraiter (Curcu & Genovese). Con Giuseppe Ferrandi. Ore 18.

Cultura QUANDO LA GIUSTIZIA DIVENTA TALK SHOW: PROCESSO PENALE E INFORMAZIONE Trento. Ore 17.30. Facoltà di Giurisprudenza, foyer, via Rosmini 27. Ciclo di incontri “Il Diritto in prima pagina”.Relatori accademici: Maurizio Manzin, Università di Trento, Glauco Giostra, Università di Roma La Sapienza e CSM. Interviene: Piero Colaprico, La Repubblica. Info: www.unitn.it/giurisprudenza; Tel. 0461.281818; segreteria. giurisprudenza@unitn.it.

GLI APPUNTAMENTI DI OTTOBRE 2 VENERDÌ Musica ASCOLTANDO L’IMMAGINE - SONATA ISLANDS Rovereto. Ore 18. Mart. Nicola Fazzini, Emilio Galante, Simone Zanchini, Gabriele Evangelista.

Sonata islands presenta il suo nuovo progetto dedicato alla Collezione Permanente del MART. Quattro musicisti suonano le loro composizioni itineranti, di fronte ad alcuni capolavori della collezione, seguiti dal pubblico. Le opere interpretate sono di Giacomo Balla, Carlo Carrà, Felice Casorati, Giorgio De Chirico, Massimo Campigli, Giorgio Morandi, Pompeo Borra, Algostino Bonalumi, Bill Viola, Mario Schifano. Programma dettagliato e info su: www.trentinojazz.com.

4 DOMENICA Musica DOMENICASTELLO: IL NORDEUROPA NEL PERIODO ROMANTICO Pergine Valsugana. Ore 17.30. Castello - Via al Castello, 10 - Masetti. Concerto con aperitivo con Beatrix Graf (clarinetto), Margherita Franceschini (violoncello) e Francesco Moncher (pianoforte) che proporranno: con Gade, Offenbach e Brahms alla scoperta del repertorio per clarinetto, violoncello e pianoforte. Info: www. castelpergine.it.

7 MERCOLEDÌ Corsi DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. c/o Associazione di volontariato “Mana”. Per informazioni: mimosa.2009@live.it.

La vicenda che ha cambiato l’Europa.

Francesca Mazzalai racconta: “Trento, Città del Concilio” OGNI MERCOLEDÌ ALLE 15.30 SU RAI RADIO 2 Un viaggio alla scoperta dei retroscena, degli intrighi e dei personaggi legati al celebre Concilio di Trento.

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trentinomatrimoni SOLO PER I NOSTRI LETTORI, LE IMMAGINI DELLE NOZZE DI ELISA CON LUCA E DI MELISSA CON MATTEO

I MATRIMONI DEL MESE Lei Nome: Elisa Anni: 32 Nata a: Trento Residente a: Nave San Rocco Vestito: Arte del Cucito - Mezzocorona Scarpe: Calzature Carlin - Pergine Valsugana Parrucchiere: Salone Michela - Nave San Rocco Truccatore: Becos Club Martina - Ravina di Trento Occupazione: Impiegata

Lui Nome: Luca Anni: 34 Nato a: Trento Residente a: Romagnano Vestito e scarpe: Boutique Alberti - Riva del Garda Occupazione: Impiegato

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trentinomatrimoni Servizio fotografico a cura di: Roberta Pisoni www.robertapisoni.it

Matrimonio: Data: Luogo: Invitati: Ricevimento: Catering: Fiori e bouquet: Anelli: Torta nuziale: Viaggio: Durata: Vivranno a:

Religioso 20 giugno 2015 Romagnano 100 Cantine Endrizzi - S. Michele all’Adige de Eccher - Cles Polo del Verde - Romagnano Mosele Gioielli - Trento Pasticceria Bologna - Mori Stati Uniti e Messico 19 giorni Romagnano

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trentinomatrimoni Matrimonio: Data: Luogo: Ricevimento: Viaggio: Vivranno a:

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Religioso 19 luglio 2015 Mori Maso CarpenĂŠ Madagascar Mori


trentinomatrimoni trentinoscoop&news

Lei Nome: Melissa Anni: 22 Nata a: Rovereto Residente a: Rovereto Parrucchiere: Salone Blu - Rovereto Occupazione: Parrucchiera

Lui Nome: Matteo Anni: 24 Nato a: Rovereto Residente a: Rovereto Vestito: Calvin Klein Barbiere: Salone Riflessi - Rovereto Occupazione: Tecnico di laboratorio

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A VINZENZ SENONER IL SIMPOSIO DEL TESINO GIUSEPPINA ALL’OMBRA DELLE DOLOMITI INDIMENTICABILE GITA A CAMPITELLO DI FASSA A DEGUSTARE I PIATTI DELLO CHEF RUSSO WLADIMIR

L’

idea di portare amici da varie città d’Italia nella spettacolare valle di Fassa è stata geniale. Circondati dalle Dolomiti, montagne uniche al mondo, sorta di architettura naturale, definiti dall’Unesco Patrimonio dell’umanità. Gli amici sono rimasti affascinati ed estasiati nell’ammirare una tale scenografia di rara bellezza. Giuseppina dunque ha voluto stupire tutti, festeggiando in un ristorante di Campitello di Fassa, dove lavorara il prestigioso cuoco russo Wladimir; il tutto al cospetto di piatti esotici e prelibati. La Nostra è riuscita, con la gioia di sempre, a contagiare gli ospiti, intonando anche una famosa canzone di montagna, tenendosi tutti per mano e concludendo il canto con la fatidica frase: “Vogliamoci tanto bene!”

Giusy, Wladimir e consorte; Romano, Giusy e Albarosa; Giusy e Lara;

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Claudia e Giusy; Maria, Francesca e Giusy

TERZO NEL 2009, SECONDO NEL 2010, HA VINTO CON UNA SCULTURA DAL TITOLO “IN ATTESA DELLA VITA”

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inzenz Senoner, uno scultore ancora giovane, di Santa Cristina di Val Gardena, ma già tra i più affermati della regione ha vinto il Simposio Internazionale di Scultura “Luci e ombre del legno”, vale a dire quello che è stato definito “il più bel Simposio di scultura in legno d’Italia”. La manifestazione giunta alla sua XIV edizione, organizzata dal “Centro di Documentazione sul Lavoro nei Boschi” e promossa dai quattro Comuni del Tesino, Castello, Pieve, Cinte e Bieno ha visto la partecipazione di artisti di otto nazioni, (Italia, Spagna, Germania, Svizzera, Repubblica Ceca, Romania, Messico, Turchia). Senoner, che si era già piazzato terzo nel 2009, e secondo nel 2010 ha vinto con una scultura dal titolo “In attesa della vita”. Al secondo posto Dino Damiani di Grignasco (NO) con “L’albero della vita”. Il terzo premio se l’è aggiudicato Toni Venzo di Pove del Grappa (VI) con ”Da cosa nasce cosa”. Segnalati Vania Cusini di Livigno (SO) con ”Emersioni di sogni” e Simone Carole Levy di Hohr-Grenzhausen (Germania) con “La fiamma della sua vita”. Il premio speciale Pefc è andato a Angelo Giuseppe Bettoni di Perloz (Aosta) con “Ricerca”. Il Premio Roncador (novità di quest’anno) è andato alla spagnola di Segovia Inma Garcia Arribas, che realizzerà nella Floricoltura Roncador di Mezzolombardo una scultura in legno che resterà esposta nell’azienda. Infine, il premio del pubblico è stato aggiudicato a Gianluigi Zeni di Mezzano, già premiato dalla Giuria negli scorsi anni. La Giuria del Simposio, da sempre presieduta da Renzo Francescotti, vedeva tra gli altri la presenza di Remo Tomasetti, ideatore della manifestazione e direttore dell’organizzazione, Gabriele Bertacchini organizzatore della mostra itinerante, dello scultore Carlo Scantamburlo e del critico d’arte Nicoletta Tamanini. Un numeroso pubblico, nonostante la pioggia, composto soprattutto di villeggianti ha applaudito nella premiazione tenutasi a Castello Tesino gli artisti in Concorso e ammirato le loro opere. Questa edizione del Simposio del Tesini è stata dedicata alla memoria di Isabella Corni, artista torinese vincitrice di un’edizione del Simposio, morta nei mesi scorsi in un incidente stradale.


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ALLA SCOPERTA DELLE CURIOSITÀ TRENTINE MUSEI, CASTELLI E TEATRI IN UN PROGRAMMA CONDOTTO DA FRANCESCA MAZZALAI

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i parla di Expo a Tapis Roulant, il contenitore televisivo di RaiTre regionale. Nella puntata del 6 settembre (ore 9.40 circa su RAI3 e in replica sul canale 103 del Digitale Terrestre alle 22.30). Le ricette trentine al tempo dell’Expo: appuntamento aggiornato e ritoccato con i sapori delle antiche ricette, rivisitate da grandi chef del territorio e condite con vivacità ed estro da Lucio Gardin. I luoghi che conservano e coltivano i prodotti tipici sono visitati da Patrizia Orsingher, Indiana Jones in versione femminile, alla ricerca di curiosità, aneddoti, stranezze e storielle. La regia è di Flavio Pedrotti. Quindi ecco un focus su Aldo Forrer: personaggio molto importante nel panorama sciistico trentino, non solo in veste di allenatore e scopritore di nuovi talenti, ma anche di atleta: ha avuto importanti esperienze nel mondo dell’alta velocità sugli sci partecipando a quattro gare di KL (km lanciato) raggiungendo velocità vertiginose e subendo uno spaventoso incidente. La regia è di Giorgio Balducci. Il piacere di scoprire la storia, la cultura e la natura della valle del Fersina, la Bersntol, attraverso un percorso didattico divertente ed istruttivo, in un luogo ricco di testimonianze storiche e dotato di un’ampia zona creativa: il Museo Pietra Viva. Dalla ricostruzione del più grande “geode” rinvenuto nell’arco alpino, alla riscoperta delle tradizioni e delle attività della valle, sino alla ricerca dei tesori nascosti in miniera, per poi esplorare la fonte dei sapori conservati e tramandati di generazione in generazione… La regia è di Flavio Pedrotti. Domenica 20 settembre, la prima puntata di un ciclo

A MULINO ANGELI RIVIVONO I GIOCATTOLI DI UN TEMPO IL 22 AGOSTO, APERTA UNA NUOVA SEZIONE DEL MUSEO

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ulino Angeli diventa anche museo del gioco. Sabato 22 agosto è stata inaugurata la nuova sezione del museo che raccoglie i giocattoli in legno delle produzioni alpine dal XVIII al XX secolo: bambole, cavallucci, burattini a filo, marionette e molto altro. La mostra è organizzata dal Circolo Primavera con il supporto del Comune di Roncegno. Tutti i giocattoli e le stampe presenti provengono da una collezione privata trentina (Rosanna Cavallini). “La nuova sezione del museo ben si integra con gli spaventapasseri già presenti all’interno del mulino.” – spiegano gli organizzatori – “Si tratta di una mostra che non snatura l’identità del museo ma anzi, la rafforza, creando una naturale continuità con il percorso espositivo già esistente. È stata ricavata una stanza interamente dedicata ad ospitare questa piccola ma preziosa collezione. Una esposizione dedicata ai giocattoli di un tempo, oltre che affetto e curiosità, dovrebbe suscitare un momento di riflessione sul mondo del gioco infantile, su ciò che è e ciò che è stato”. Mulino Angeli, oltre che presentare un caratteristico e originale percorso museale, offre la possibilità a scuole e gruppi organizzati di realizzare laboratori didattici o creativi tematici. La partecipazione al laboratorio è gratuita, previa prenotazione obbligatoria al numero 348 6505259 (numero massimo 20 partecipanti). Info: www.lacasadeglispaventapasseri.net dedicato ai luoghi, alla cultura, ai personaggi che sono divenuti simbolo della Comunità trentina. Una particolare attenzione è riservata ai musei, ai castelli e ai teatri, alla scoperta delle curiosità capaci di invogliare il visitatore a guardare con occhi nuovi ciò che crede di conoscere da sempre. Il programma è condotto da Francesca Mazzalai, Prosegue il ciclo dedicato alle ricette trentine al tempo dell’Expo con “Panzerotti di patate con ripieno di buonenrico e ricotta” è la ricetta presentata dallo chef Luigi Montibeller. In questa occasione Patrizia Orsingher visita Montagnaga sull’altopiano di Pinè. Infine, nel programma “Una buona ripresa”, due persone colpite da diverse patologie, si raccontano. Il filmato si prefigge lo scopo di illustrare le possibilità e le capacità che si manifestano quando la volontà e la determinazione dei pazienti, con il supporto delle strutture socio-sanitarie, mette in moto un circuito virtuoso per affrontare degli eventi invalidanti. La regia è di Daniele Torresan. 109

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A GIORGIO BRENTARI IL PREMIO “ALICANTE” A LICIA BERTAGNOLLI “LA MADONNINA”

SECONDO POSTO PER SIMONE MARTINELLO DI ROSOLINA (RO) E TERZO PER MARINA POGGESE

DOMINATA DALLE DONNE L’OTTAVA EDIZIONE DEL PREMIO DI PITTURA TENUTOSI A CENTA SAN NICOLÒ

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rganizzato dal Consorzio Turistico della Vigolana, sotto la presidenza di Franco Campregher, in un’esposizione tenuta nella Casa Campregher di Centa San Nicolò, con artisti che hanno inviato le loro opere da molte regioni italiane, l’ottava edizione del Premio di Pittura “La Madonnina” è stata vinta da Licia Bertagnolli di Barco di Levico con il quadro “Quel bestione del nibbio”. Al secondo posto si è piazzato Giovanni Guglielmo di Messina con “Le ricamatrici”; al terzo posto Maria Toet, pittrice olandese che risiede a Vigolo Vattaro, con il quadro “Perché?” Segnalati in ordine alfabetico i cinque artisti, Annalisa Caset di Pergine Valsugana, Maria Cortese di Udine, Francesca Dolzani di Terres, Veronica Mengali di Verona e Loredana Parisi di Torino. Il premio speciale del pubblico se l’è aggiudicato Adriana Toller di Levico Terme. Da notare che il premio è stato letteralmente dominato dalle artiste, dato che su otto tra premiati e segnalati figura un solo maschio, proveniente dalla lontana Sicilia. La Giuria era presieduta da Renzo Francescotti, scrittore e critico d’arte, dai pittori Anita Anibaldi, Luigi Bevilacqua, Tullia “Lula” Fontana e da Annalisa Campregher, assessore alla Cultura del Comune di Centa San Nicolò. Questa la motivazione della Giuria sull’opera vincitrice: “In un quadro di grande impatto, utilizzando una tecnica mista in cui figurano gesso, malta e cartapesta, dove il colore acrilico è usato con grande parsimonia, la pittrice ci regala un’opera di espressionismo quasi astratto in cui la potenza della natura è protagonista”. 110

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l Premo di poesia “Alicante” giunto alla sua 32° edizione è stato vinto dal trentino Giorgio Brentari con la lirica in dialetto “Fiame de vita”. Al secondo posto si è piazzato Simone Martinello di Rosolina (RO) con ”Pèle sfogonà, vita c’a sguissa”. Terza, Nerina Poggese di Cerro Veronese(VR) con la lirica “Tra pontare e rie”. Segnalati a pari merito: Sergio Balestra di Sant’Orsola con “El sgreben”; Nina Bosio di Bassano del Grappa con “Sensa tera”; Giovanni Crespi Cavaso del Tomba (Tv) con “Sgorgae de vita”; Luciana Sicheri di Stenico con “El premi (Speranza?)”; Corrado Zanol di Capriana con “El desideri de ‘n fao”. La prestigiosa Giuria era formata da cinque concorrenti di quattro province e tre regioni diverse: Renzo Francescotti (presidente), Giovanni Benaglio ( Verona), Mario Meneghini (Vicenza), Lilia Slomp Ferrari (Trento), Umberto Zanetti (Bergamo). Va detto che l’”Alicante” – che si svolge annualmente con la formula originale di alternare il dialetto a livello del Triveneto e l’italiano a livello nazionale – è il premio di poesia più prestigioso del Trentino Alto Adige, tra i maggiori del Triveneto e importante anche in campo nazionale. Alla premiazione nel gremito auditorium di Vigolo Vattaro hanno presenziato il consigliere provinciale Walter Kaswalder (sindaco di Vigolo Vattaro per 14 anni), l’assessore comunale alla cultura Lucia Osele, il sindaco Michela Pacchielat. Quest’ultima ha consegnato a Renzo Francescotti, presidente della Giuria da 30 anni, una creazione di “Mastro 7”, un‘incisione su argento che raffigura la Piazza del Municipio di Vigolo Vattaro.


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BOCCIOFILI AL PARCO A TUENNO SI RIPRENDE TRENTOSPETTACOLI, PREMIATA DAL MIBACT È TRA LE OTTO COMPAGNIE ITALIANE UNDER 35 RICONOSCIUTE E FINANZIATE DAL FONDO UNICO PER LO SPETTACOLO DEL MINISTERO

UN TENTATIVO DI TORNARE AL PASSATO PER RISVEGLIARE ATTIVITÀ E RICORDI MAI SOPITI

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n notizia che fa piacere agli appassionati di bocce della Valle di Non che possono esprimere la loro passione sulle corsie del bocciodromo “al parco” di Tuenno. Dopo un periodo di “forzato riposo” lo scorso anno, sollecitati dall’assessore allo sport del comune di Tuenno, Davide Odorizzi, il gruppo di appassionati giocatori si sono riuniti per tentare di guardare indietro per fare “un passo avanti”, di tornare al passato per risvegliare attività e ricordi mai sopiti. Ed ecco che la bella struttura inserita nell’ameno parco di Tuenno ha già fatto i primi passi grazie ad un direttivo pieno di idee e portatore di entusiasmo e alla preziosa collaborazione del circolo anziani in occasione delle gare. Un direttivo composto dal presidente Natale Corradini, dal segretario Flavio Valentini e dai consiglieri Loretta Springhetti, Lino Concer, Renato Menapace, Vittorio Dalpiaz e Federico Valentini, tutti ottimi giocatori che grazie ad una ormai collaudata esperienza sono partiti col piede giusto per recuperare il tempo perduto con una serie di impegni organizzativi che, vista la partecipazione, promettono un futuro oltremodo soddisfacente per il ritorno a Tuenno dei “maniaci del pallino”. (c.r.)

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ll’inizio di agosto, il Ministero per i beni e le attività culturali ha diramato l’atto ufficiale – in allegato – che determina i riconoscimenti e le assegnazioni di contributi alle realtà produttive in ambito teatrale su tutto il territorio nazionale. Si tratta dell’ultimo atto di una serie di decreti del Ministero che hanno seguito la riforma voluta prima dal ministro Massimo Bray e poi dall’attuale ministro Dario Franceschini, e che ha portato a una ridefinizione dei criteri che regolamentano e finanziano il sistema teatrale italiano nel suo complesso. All’interno di questa riforma, tra le molte novità introdotte, c’è anche una nuova categoria di realtà finanziabili, ossia le compagnie under 35. I requisiti per accedere a questo capitolo di riconoscimento sono semplici: maggioranza della titolarità dell’impresa a persone sotto i 35 anni di età, nucleo artistico e tecnico della compagnia per il 70% sotto la medesima soglia anagrafica. Inoltre, sono previsti requisiti quantitativi che fissano a un minimo di 40 giornate di spettacolo e di 400 giornate lavorative annue le soglie di accesso per poter presentare la domanda. Sono criteri che TrentoSpettacoli rispetta già da diversi anni, alla luce della creazione di un vero proprio set produttivo e distributivo che tocca diverse aree artistiche e diversi linguaggi teatrali, e che si affiancano anche ai criteri di qualità indicizzata e di dimensione quantitativa - secondo le accezioni del Ministero - che misurano diversi elementi: personale impiegato, oneri sociali e compensi erogati, fatturato e giro d’affari, numero di produzioni annue, numero di repliche e relativa diffusione su tutto il territorio nazionale, co-produzioni con festival e strutture di rilievo, fino alla valutazione del progetto artistico, modulato su tutto il triennio 2015-17. Nello specifico,

TrentoSpettacoli ha ottenuto una valutazione di 20 punti su 30 disponibili per quanto riguarda la qualità del progetto artistico, 18,11 punti su 30 per quanto concerne la qualità indicizzabile e 32,08 punti su 40 sulla dimensione quantitativa, per un totale di 70,19 punti su 100 disponibili. Punteggio che ha portato all’assegnazione di un finanziamento per il 2015 pari a 17.609 euro, che potrà poi essere eventualmente rimodulato per il 2016 e il 2017. Da specificare che con questo atto TrentoSpettacoli è non solo tra le sole otto compagnie under 35 sostenute dal Ministero, ma è anche l’unica compagnia in tutta la regione Trentino-Alto Adige ad essere riconosciuta e finanziata anche in tutto l’ambito delle compagnie over 35, cosa che resterà in questi termini anche per tutto il prossimo triennio. 111

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IL LIBRO DEL MESE

PREMIO GIOVANI RICERCATORI LE CAMERE DELL’ECONOMIA DELL’EUREGIO SOSTENGONO LE NUOVE GENERAZIONI DI SCIENZIATI

I BIRRAI TRENTINI E LE LORO STORIE: TUTTE DIVERSE, MA CON IL DENOMINATORE COMUNE DELLA DETERMINAZIONE. GIOVANNA RAUZI E JACOPO TOMASI HANNO RACCOLTO TESTIMONIANZE, FOTOGRAFIE E CARATTERISTICHE IN UN LIBRO: ECCOLO.

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uesta volta, lasciamo che siano gli autori a presentarsi: “Ci siamo divertiti, abbiamo incontrato ragazzi (giovani e meno giovani) coraggiosi e appassionati, che ci hanno aperto le porte del loro mondo. Abbiamo assaggiato i prodotti nati dal loro entusiasmo e dal loro impegno quotidiano. Oltre a un viaggio tra i diversi stili di birra, abbiamo compiuto un percorso alla scoperta di storie e territori. Assaporando tutte queste cose insieme, è

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n occasione della tradizionale Giornata del Tirolo del Forum Europeo Alpbach dello scorso 22 e 23 agosto è stato conferito il Premio giovani ricercatori Euregio, istituito dalle due Camere di Commercio di Trento e di Bolzano e dalla Camera dell’economia del Tirolo. Il premio è riservato a giovani ricercatori e ricercatrici provenienti dall’Euregio o impegnati presso università o enti di ricerca dell’area, che vi possono concorrere fino al compimento dei 35 anni, ai quali è offerta l’occasione per presentare i loro lavori e per confrontarsi con scienziati e responsabili politici. Il tema della Giornata di Alpbach 2015 “Euregio TiroloAlto Adige-Trentino, nuova casa comune: integrazione anziché esclusione”, è stato scelto per sottolineare come la funzione chiave dell’integrazione sia sempre più importante anche nell’Euregio. Tra i progetti presentati, quest’anno sono state selezionate sei giovani ricercatrici del Tirolo-Alto Adige-Trentino, che hanno presentato i loro lavori a una giuria molto qualificata. Le giovani ricercatrici dell’Euregio 2015 sono Gracy Pelacani, della Scuola di dottorato in Studi giuridici comparati ed europei dell’Università degli studi di Trento, che ha presentato la ricerca “Imparare dall’esperienza: dalla tutela delle minoranze all’integrazione” e Verena Wisthaler, dell’Istituto sui diritti delle minoranze dell’EURAC di Bolzano, con il progetto “Patria di chi? Approcci di inclusione o esclusione all’immigrazione in Alto Adige, Corsica, Paesi baschi, Galles e Scozia”.

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trentinolibreria Florian Kronbichler Alexander Langer. Il Mite Lottatore Vita e idee di un profeta verde, un ABC Il Margine Alexander Langer, sudtirolese di lingua tedesca, è nato nel 1946 nel profondo nord di Sterzing/Vipiteno, attraverso le esperienze nella gioventù francescana e in Lotta continua, diventa uno dei leader dei Verdi italiani. Ed europei, con l’approdo al Parlamento di Strasburgo. Le cento battaglie di un nonviolento, la sua testimonianza in prima linea contro la guerra di Bosnia, la scelta di stare dalla parte dei deboli sulla scia di don Milani e padre Balducci, la sofferenza personale di fronte alle contraddizioni della politica e della storia, fino al suicidio sulle colline fiorentine, nel 1995, a 49 anni d’età. Il combattente inerme si è sentito sconfitto, impotente. Ma ha lasciato un biglietto ai mille amici: continuate in ciò che era giusto. E lo è ancora. Esce per la prima volta in italiano, il fondamentale ritratto di Langer di Florian Kronbichler.

Valentina Bazzani 4 ruote Tacco 12 Iperedizioni

Andrew Krivak Il soggiorno Keller

“Quattro Ruote e Tacco 12” è un Diario di viaggio, visto con gli occhi e la sensibilità di chi, questo viaggio, lo vive tutti i giorni. In queste pagine, Valentina fa trasparire tutta la sua gioia e la sua voglia di vivere e ci mette di fronte, in maniera diretta e immediatamente riconoscibile, a tutti quegli atteggiamenti e modi di pensare a cui, fors’anche involontariamente, noi ci standardizziamo quando vediamo una persona con disabilità. La forza vitale che Valentina trasmette, e che è la prima cosa a colpirti appena la conosci, deriva dal suo essere cosciente che la vita è un dono e va vissuta appieno, sfruttando al massimo i talenti che ci sono stati messi a disposizione. Costretta sulla sedia a rotelle da una malattia neuromuscolare, Valentina si è laureata ed ora è una giornalista di talento che scrive per vari giornali, oltre a essere impiegata in due importanti uffici stampa.

Ispirandosi alle vicende dei propri avi,Krivak ci trasporta negli Stati Uniti di fine Ottocento, in un villaggio minerario del Colorado dove una famiglia di immigrati prova a costruirsi una nuova vita. Il destino non serba grandi cose per loro, anzi un incidente di caccia obbliga padre e figlio a fuggire dalla nuova patria per tornare nel cuore dell’Impero austroungarico, sulle montagne di Pastvina. Lì Ondrej governa le pecore, cresce figlio e nipote e insegna loro a cacciare. Nel frattempo il vecchio impero scivola impreparato verso le imminenti sciagure. Quando scoppia la Prima guerra mondiale i due ragazzi si arruolano e vengono inviati sul fronte meridionale a combattere contro gli italiani... Poetico e allo stesso tempo feroce, Il soggiorno è una grande prova letteraria e linguistica che ci restituisce un angolo visuale insolito non solo sul diventare uomini in un mondo messo a ferro e fuoco, ma anche sulla fine di un’epoca intera.

stato naturale raccoglierle e cercare di trasmetterle. Così è nata questa piccola guida. In primo piano ci sono i birrai e le loro storie: tutte diverse, ma con il denominatore comune della determinazione. Testimonianze di speranza dei nostri tempi. Accanto a questi “ritratti”, anche il territorio ha un ruolo da protagonista. È curioso come i birrifici artigianali siano nati praticamente in ogni valle del Trentino. Dal Primiero alla Val Rendena. Dalla Val di Pejo a Folgaria. Senza voler rendere il libro una guida turistica, abbiamo

cercato quegli spunti che, a nostro avviso, distinguono le valli trentine e le rendono caratteristiche e attraenti. A proposito di giovani ed entusiasmo, a impreziosire queste pagine ci sono le ricette di Diego Rigotti, classe 1984, trentino, tra i più giovani chef stellati d’Italia. Con creatività e maestria ha rivisitato in chiave moderna piatti della tradizione abbinandoli alle birre artigianali trentine. Speriamo che sfogliando queste pagine possiate sentire, dal vivo o solo leggendo, i sapori e le emozioni che abbiamo provato in questo viaggio.” Siamo gli autori di questo libro – #Birre Trentine. Birre artigianali, storie di giovani intraprendenti, itinerari nelle valli trentine e ricette stellate – e ci chiamiamo Giovanna Rauzi e Jacopo Tomasi. Abbiamo sessantaquattro anni in due. Ci piace scoprire posti nuovi, gustare prodotti diversi, incontrare persone e ascoltare le loro storie. E ci piace scrivere. Veniamo dal giornalismo e crescendo abbiamo esplorato anche altri mondi: dal marketing territoriale alla comunicazione scientifica. Questo libro è frutto delle nostre passioni e professioni.”

Giovanna Rauzi e Jacopo Tomasi

#Birre Trentine Birre artigianali, storie di giovani intraprendenti, itinerari nelle valli trentine e ricette stellate Curcu & Genovese (Euro 14,00)

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Volti nella Storia

la frase

Per saperne di più:

«...mi parrebbe che la vita potesse avere sorrisi anche per me, e palpiti fondi e divini amori per le creature nate dalla mia anima.»

Bibliografia: Una poetessa trentina sconosciuta: Nedda Falzogher, di Nunzio Carmeni, Feltre, 1972. Il libro di Nil, Prosa e Poesia di Nedda Falzogher, Padova, Rebellato, 1957. Fin dove il polline cade, Roma, Ubaldini, 1949.

NEDDA FALZOLGHER 1906-1956 ETÀ

ma nel 1949, con una prefazione dell’amico Silvio D’Amico, noto critico teatrale. In pochi si accorsero del suo talento, e della profonda spiritualità che permeava i suoi versi, tanto che in vita Nedda fu a lungo ignorata dalla critica.

Nedda Falzolgher, detta Nil, nacque a Trento il 26 febbraio del 1906 in una famiglia benestante, figlia di Mario Falzolgher, di professione commerciante, e di Maria Dal Lago, donna raffinata di buona famiglia, originaria della borghesia nonesa di Cles.

STUDI E MALATTIA

All’età di soli cinque anni la piccola Nedda, una bambina di estrema sensibilità e intelligenza, fu colpita da una forma acuta di poliomelite che andò a comprometterle l’uso del braccio destro e delle gambe, costringendola alla sedia a rotelle. Per via della paralisi, Nedda non potè frequentare la scuola, ma venne educata in casa, istruita per lo più dalla madre che, molto colta, le insegnò il francese e il latino.

SCINTILLA LETTERARIA

Nelle sue lunghe giornate seduta tra le pareti domestiche, Nedda scoprì l’amore per la letteratura e i grandi classici. Lesse con passione Ariosto, Foscolo, Manzoni, ma anche Carducci, Pascoli e Leopardi. Leopardi in particolare divenne il suo autore prediletto, e la lettura dei suoi versi contribuì a far scattare in lei la scintilla che la portò a decidere di cimentarsi con la composizione poetica.

Giacomo Leopardi

LE OPERE

Incoraggiata dalla madre e dalla sua famiglia, Nedda scrisse diversi lavori, sia in prosa che in poesia, che venivano pubblicati su giornali e riviste. Tra queste la più nota era l’Eroica, diretta da Ettore Cozzani. Solamente due furono invece i volumi che la giovane poetessa riuscì a pubblicare mentre era in vita: il primo, “En piaza del Litorio” uscì nel 1934 a cura di Antonio Pranzelores, mentre “Fin dove il polline cade” fu pubblicato a Ro114

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LE POESIE IN DIALETTO

Tra i suoi scritti compaiono soltanto due poesie in dialetto trentino: “En piaza del Litorio” (che dà anche il titolo ad una delle sue due raccolte), dove Nedda raccontava in versi dell’abbattimento del vecchio quartiere del Sass, a Trento, avvenuto nel 1932. L’altra opera dialettale s’intitolava invece “En visita de la Madòna de Pedecastèl” e narrava la storia di un soldato francese che nell’epoca della dominazione francese in Trentino sfregiò con la sua spada il volto della Madonna affrescato nella Chiesa di Piedicastello.

SALOTTO

Nedda amava circondarsi di amici. Nella sua breve esistenza fu sempre impegnata attivamente nell’ambiente culturale trentino dell’epoca, tanto che in poco tempo la sua casa al numero 5 di via Canestrini, vicino al Ponte di San Lorenzo, si trasformò in un piccolo salotto letterario, un punto di riferimento per intellettuali quali Augusto Goio, Marco Pola, Raffaele Gadotti, Diego Gadler, Franco Bertoldi, Ettore Cozzani e molti altri.

LA GUERRA

L’avvento della seconda guerra mondiale pose fine a quegli appassionati incontri letterari. Quando anche Trento fu bombardata, il 2 settembre del ’43, Nedda e la sua famiglia riuscirono a salvarsi. Dopo qualche anno però la madre di Nedda si ammalò e morì, nel 1950.

LA FINE E IL RICORDO

Nedda Falzolgher si spense a soli 50 anni, il 2 marzo del 1956, divorata da un tumore. In suo onore, l’anno dopo il padre, grazie all’amico e professore Franco Bertoldi, fece pubblicaMarco Pola re il volume postumo “Il libro di Nil”. Anche il comune di Trento nel 1978 volle r i c o rd a r l a pubblicando “Poesia e Prosa” e dedicandole un convegno, mentre per il centenario della nascita, nel 2006, sulla casa dove era vissuta venne posta una targa con incise queste parole: “In questa “casa a specchio sul fiume / così sola nell’urlo delle piene” visse la sua breve vita Nedda Falzolgher, col “corpo segnato in croce” e “il canto di allodola pura”.’ Alla fragile poetessa è stata anche intestata una via nella zona collinare di Trento est.

hanno detto di lui “Il caso di Nedda Falzolgher resta, per i più, ancora da scoprire, eppure è una voce che meriterebbe d’essere ascoltata, per la purezza e la limpidezza di accenti in cui l’angoscia di una vita stroncata nell’infanzia dal male fisico sa farsi toccante elegia, equilibrando l’ansia disperata d’amore in placata letizia d’ascesi e d’offerta, entro un dolceamaro colloquio tra la creatura e il Creatore che solo può suggerirle parole di verità e di salvezza” Alberto Frattini, critico letterario, 1966


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GIORNATA DELL’AUTONOMIA: UNA VERA E PROPRIA FESTA CON MOLTI APPUNTAMENTI SABATO 5 SETTEMBRE PORTE APERTE AL PALAZZO DELLA PROVINCIA, CON TEATRO, MUSICA, RIFLESSIONI

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arà una vera e propria festa al Trentino, la Giornata dell’Autonomia di sabato 5 settembre, perché “le istituzioni sono la casa dei cittadini – dice il governatore Ugo Rossi, invitando i trentini a visitare il Palazzo della Provincia. – Venite anche voi a farci visita, vi aspetto”. E dei colori, dei suoni e delle musiche della festa si tinge quest’anno un’Autonomia che vuole riflettere e far riflettere su molti temi: la tradizione e l’innovazione, i giovani e le minoranze linguistiche, le nuove tecnologie e la cultura: parole d’ordine che accoglieranno i visitatori sulla porta del Palazzo di Piazza Dante e che li accompagneranno nelle stanze in cui l’autonomia vive e cresce col lavoro e con l’impegno di molte persone. I due focus del 5 settembre saranno le “minoranze”, quei Ladini, Mòcheni e Cimbri che arricchiscono il Trentino con le loro culture, e i “giovani”, per i quali l’Autonomia deve diventare lo strumento necessario per realizzare i loro sogni, le loro speranze, la loro voglia di fare e di partecipare, il loro senso di responsabilità. La Festa scorrerà sabato 5 settembre dalle 10 del mattino alle 19 di sera: in queste ore la sede della Provincia sarà aperta a tutti coloro che vorranno farle visita, offrendo loro numerose opportunità. La Paolo Mieli giornata si apre in Sala Depero con la cerimonia ufficiale che prevede gli interventi di Bruno Dorigatti, presidente del Consiglio della Pat, del Presidente del Consiglio delle Autonomie locali, del Presidente del Consiglio provinciale dei giovani Gabriele Schmid e del governatore del Trentino Ugo Rossi. Seguirà la lectio magistralis di Paolo Mieli, storico e giornalista che parlerà di “Confini di ieri e di oggi. Il ruolo delle Autonomie speciali nell’Europa che cambia”. La cerimonia sarà accompagnata dalle note suonate dalla Banda ladina “Musega Auta Fascia”, dalla Corale polifonica Cimbra e dal Gruppo tradizionale mòcheno “Palaier Lear Musikanten”. Per tutta la giornata le sale della sede della Provincia ospiteranno un variegato programma di spunti incentrati su “Giovani e Minoranze linguistiche: tra tradizione e innovazione”, proponendo un dialogo tra passato e presente attraverso i linguaggi del teatro, della musica, della pittura, dell’artigianato, delle nuove tecnologie e della multimedialità.

SANDRA ANDREATTA POHL UNA VITA PER LA SOLIDARIETÀ IN UN LIBRO LA SUA TESTIMONIANZA DI 40 ANNI IN CROCE ROSSA

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a signora Sandra Andreatta Pohl al termine della sua quasi quarantennale esperienza nel Gruppo Femminile della Croce Rossa Italiana del Distretto Borgo Levico Terme, com’è sua abitudine, ha voluto testimoniare in un libro la propria disponibilità anche nel campo della Croce Rossa locale, di valle e trentina. Questo per fornire un concreto esempio a chi seguirà, ai giovani, a chi volesse impegnarsi nel vasto campo della solidarietà. L’aveva fatto anche per ricordare il marito drammaturgo e regista Franco Pohl, per il gemellaggio con la cittadina bavarese di Hausham, inoltre per la sua attività di preparazione professionale ed operativa come infermiera in Svizzera, quindi per tutta la sua successiva attività amministrativopolitica a Levico ed in Valsugana. L’elegante volume racchiude quindi una quarantina d’annate della preziosa attività femminile delle “Crocerossine” della Valsugana e del Trentino, con sede presso Villa Bessler. Non ha voluto che mancasse nessuno di coloro che hanno saputo essere testimonianza del fondatore, lo svizzero Henry Dunant. Le fotografie, che informano ogni pagina, ci danno la misura dell’impegno che le signore e signorine della CRI di Valle hanno profuso negli otto lustri, passati fra il 1970 ed il 2009. In pratica il volume è una documentata retrospettiva di quanto s’è fatto: dalla presenza attiva presso la Colonia permanente Alcide Degasperi alla Croce Rossa di Levico Terme fino all’accoglienza dei profughi polacchi nel 1987; l’incontro col prof. Franco Demarchi i suoi amici universitari cinesi, i concerti Sandra Andreatta Pohl del Coro “Angeli Bianchi” di cui fu co-fondatrice e poi presidente per lunghi anni; gli incontri in Cina e in Bielorussia; aiuti ai terremotati d’Abruzzo ed alla Croce Rossa di Bagdad; il grande raid in India ed il progetto realizzato della scuola-ostello ad Amera; le “cene di solidarietà” presso gli hotel prestigiosi di Levico e Roncegno Terme, ma pure i “mercatini di beneficenza”, l’incontro con le famiglie bisognose di denaro ed alimenti, ma anche il servizio di volontariato prestato presso il centro Anziani R.A. Anziani “Pierina Negriolli”; attività con i Cori locali, del Trentino e con diverse Filodrammatiche. Luciano De Carli

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Le lune di Kako / di Flora Graiff

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a Grecia, almeno per il momento, rimane nell’area Euro. Il miracolo di far tornare i conti del dare e dell’avere è stato possibile grazie a qualche “forzatura” delle ferree leggi matematiche che, ironia della storia, sono un lascito della civiltà ellenica. Le forzature, dunque: la Grecia ha dovuto varare in 3 giorni le riforme non fatte in 10 anni, ma in cambio ha ottenuto un prestito di 86 miliardi con cui ha potuto evitare il default. Inoltre, sul fronte del debito di 196 miliardi nei confronti degli altri paesi dell’Unione Europea, la Grecia ha strappato la mezza promessa di vederselo “ristrutturare”, ossia ridotto con l’allungamento dei tempi di rimborso e con tassi agevolati. Che è un modo di lasciare la patata bollente alle future generazioni. Sempre ché in futuro l’Europa ci sia ancora...

FLORA GRAIFF

C

artoonist e giornalista pubblicista, vive fra Merano e Trento. Dopo aver studiato restauro a Firenze e xilografia con Remo Wolf, crea Kako, bimbo protagonista di una strip seriale lanciata dalle riviste Linus e Snoopy e poi approdata sul web. Artista eclettica,

ha al suo attivo anche radiodrammi per la Rai, vignette satiriche per quotidiani, tavole per l’Atlante delle Guerre e pastelli per plaquettes di poesie inedite di Alda Merini, Ezra Pound, Salvatore Quasimodo e Marina Cvetaeva. Tra i critici che hanno scritto di lei Enrico Crispolti e Luca Beatrice.


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