TrentinoMese febbraio 2018

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FOTOGRAFIA: D VON D PHOTOGRAPHY Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Trento. Contiene i.p. In caso di mancato recapito inviare al CDM di TRENTO per la restituzione al mittente previo pagamento resi.

ANNO XXVI N. 312

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FEBBRAIO 2018 9 771724 550805

ISSN 1724-5508

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appuntamenti, incontri e attualità trentina

1900. IL CASO GROSSRUBATSCHER ROVERETO, UN OMICIDIO, UN BOIA TRISTEMENTE FAMOSO: JOSEF LANG

STRIKE! UN MUSEO DEL MIELE, UNA SUPERCAR ELETTRICA E POI...

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I MATRIMONI DEL MESE

UN CAFFÈ CON...

ANDREW BASSO: L’ARTISTA DELL’IMPOSSIBILE CERMIS 1998-2018 A 20 ANNI DALLA TRAGEDIA: COME È POTUTO ACCADERE?

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RING di Tiziana Tomasini

a mali estremi VIVA LA CONTROTENDENZA: RITORNO AL CINEMA!

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ra una di quelle sere così, durante le vacanze di Natale. Quelle sere in cui hai vagato insoddisfatto per la casa, finendo inevitabilmente sul divano con un telecomando in mano. Clic, clic, clic. Niente. Nessuna ispirazione. Perché per guardare un film ci vuole la giusta predisposizione d’animo: non esiste – almeno per la sottoscritta – che se hai litigato col mondo intero ti metti pure a guardare un film d’azione in cui si prendono a coltellate; o che se sei in una di quelle giornate con la lacrima in mano ti vai a sciroppare il sentimentale. E intanto balenava l’idea: e se andassimo al cinema? Dai, forza, ce la facciamo per l’ultimo spettacolo! “Ciao, ti saluto, vado con mia mamma al cinema!” sento dire dal più piccolo ad un amico al telefono. Finalmente. Soli io e lui. E mentre sfidiamo l’aria pungente della notte verso la nostra meta, ragiono sul fatto che saranno decenni che non vado al cinema. Anni Ottanta/Novanta, suppergiù. Fosse stato per me, le sale cinematografiche avrebbero potuto chiudere i battenti. E riaprire oggi. Nel frattempo c’è stata l’evoluzione delle multisale; e mentre cerco di capire dove andare per trovare il nostro film – tra le prese in giro di mio figlio che non mi risparmia un bel: “Ma da quanto non vai al cinema, mamma?” pronunciato chiaro e scandito, in modo che tutti possano sentire - mi rendo veramente conto di muovermi in maniera piuttosto impacciata. Trovata la fila e la coppia di poltroncine corrispondenti ai numeri contrassegnati sui biglietti, ci accomodiamo in attesa dell’inizio. Lo schermo gigante fa un certo effetto, non c’è che dire; per non parlare dell’audio, che rende [quasi] tollerabile anche uno spot pubblicitario. Mi guardo un po’ in giro e noto che la sala è piena per metà. O mezza vuota, a seconda di come si voglia vedere proverbialmente la quantità di liquido nel bicchiere. Certo i dati recenti sui numeri degli spettatori al cinema sono piuttosto sconfortanti, per non dire catastrofici, fatta eccezione per i cinepanettoni. “Colpa di Checco Zalone”, si legge sul web, riferendosi chiaramente al recente fenomeno cinematografico che sotto l’albero quest’anno non si è fatto vedere. I suoi film avevano creato (anzi, ricreato) le file ai botteghini – come si dice in gergo – rilanciando e rivalutando temporaneamente un settore in crisi. Indicatore importante, questo. Significa infatti che la gente non si è del tutto disamorata del cinema; solo che ci va se c’è qualcosa che piace. Perché le alternative ci sono. Eccome. A cominciare dai prezzi tutto sommato abbordabilissimi di televisori ed affini. Chi non ha dato almeno una sbirciata al piano offerte dei grandi store? Piatti, ultrapiatti, curvi, 3D, SMART, 6

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RING LED e chissà quali altre sigle tecnologiche. Insomma televisori con cui puoi fare tutto: ascoltare musica, collegarti ad Internet, mandare una mail. Tanto per fare qualche esempio. Tra gli optional, vanno fortissimo le casse da collegare all’apparecchio, di grande effetto e design: spesso lunghe e rettangolari, si posizionano a fianco o sul davanti per creare l’atmosfera acustica del cinema. Di recente ho visto in vendita anche fasci di luce posteriori, per arricchire la visione e creare un risultato sorprendentemente psichedelico. E poi? Vogliamo forse non parlare degli abbonamenti satellitari e delle card? Tutto in diretta, sport come dal vivo, film di ultima uscita da fermare/stoppare/riprendere/rivedere. A un tot di euro al mese. Ormai anche i DVD sono diventati anacronistici. E nei negozi che li mettono in vendita i prezzi sono quasi ridicoli. Me ne sono resa conto a scuola. Volevo far vedere un documentario storico e, accortami di aver lasciato il disco a casa, comunicavo ai ragazzi un cambio di programma. Ma il tecnologico della classe – che fino a poco tempo fa era statisticamente uno, adesso sono sempre di più - in poche cliccate lo cercava su youtube e lo proiettava sulla LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) per la gioia di tutti i presenti. Insomma, con tutta questa tecnologia a portata di mano, chi si muove più di casa?! Un numero irrisorio di pochi appassionati. Eppure, consapevole di essere in controtendenza, scaglio una freccia a favore della grande sala. Intanto sono qui e tengo per mano mio figlio che finalmente ha spento il telefono ed è concentrato sul film. Che non è cosa di poco conto. E poi l’aspetto goloso e divertente, come tralasciarlo? Un secchio di pop corn in due, che riusciamo miracolosamente a finire nelle due ore di proiezione. E il film? Bello ma non bellissimo, ma siamo comunque soddisfatti. All’uscita, tutti un po’ spaesati per le luci abbaglianti, usciamo nella notte ormai fonda. E nei passi che ci dividono da casa, commentiamo le scene migliori, ricordiamo quella battuta lì, discutiamo su quel passaggio un po’ noioso e su quello che non dimenticheremo forse mai. O forse sì. E ci facciamo una promessa: ogni tanto si va al cinema.


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RING di Stefano Margheri

caninamente QUANDO VIENE A MANCARE, IL DOLORE È PROFONDO! MA LA MEMORIA AIUTA AD ACCETTARE

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il rovescio della medaglia, e non possiamo farci nulla. Il prezzo da pagare per i numerosi momenti di gioia passati insieme, vivendo e convivendo per giorni ed anni, nonché condividendo tutti gli aspetti di un vissuto totale. Quando il nostro amico viene a mancare si avverte un vuoto dentro, una sorta di muta disperazione, insieme a incredulità e non accettazione. Purtroppo, per qualsiasi proprietario questo è e sarà un fatto dovuto, avendo i cani un’aspettativa di vita inferiore alla nostra ed essendo molto probabile che saremo noi a dover proseguire senza il compagno di sempre. In alcuni casi, poi, l’atto finale spetterà proprio a noi stessi, dovendo assumerci l’onere di spegnere le sofferenze di una creatura che è davvero giunta alla fine dei suoi giorni. E non è mai facile, soprattutto per una cultura, come la nostra, per la quale l’eutanasia è quasi una bestemmia, preferendo l’attesa del naturale decorso degli eventi. Insomma, che si tratti di morte naturale, di evento traumatico, o di intervento deciso da una prognosi infausta, l’effetto finale sarà sempre il medesimo e dovremo farci i conti. Vivremo, inevitabilmente, una condizione di lutto ed ognuno di noi potrà esprimere risposte differenti. Vi saranno coloro che, a causa dell’eccessiva sofferenza, decideranno di non farsi più affiancare da un amico a quattro zampe, mentre altri, quasi di riflesso, cercheranno di compensare mediante la ricerca spasmodica di un altro essere da adottare. Altri ancora aspetteranno un po’, cercando di creare una “distanza” tra quanto accaduto ed i programmi futuri, avvalendosi dei possibili progetti per lenire il forte disagio. Ognuno avrà un proprio modo per affrontare un tale evento, sebbene gli studi sulla psicologia del lutto si siano riferiti a un tempo medio di circa un anno. In questo lasso di tempo emergerà la cosiddetta “elaborazione del lutto”, intesa come il processo mentale attraverso il quale si dovrà arrivare, in un modo o nell’altro, a farsene una ragione. Normalmente, come primo effetto, vorremo negare a noi stessi l’avvenuto accadimento, comportandoci come se davvero nulla si fosse verificato. Lasceremo tutte le cose al loro posto, dal guinzaglio alla pettorina, dalla cuccia al sacchetto della pappa; per quanto una tale reazione possa risultare “antalgica”, non potrà durare a lungo, dovendo noi stessi comprendere l’esatta entità di ciò che si è verificato. Sono questi i momenti in cui molti proprietari si dedicano alla ricerca di un altro compagno di vita, facendo in modo, inconsciamente, di ritrovare il proprio amico negli occhi e nei 8

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RING modi di chi dovrà sostituirlo. In questa condizione, il rischio è quello dell’alterazione del “reale”, ritenendo davvero che il nuovo arrivato possa essere l’espressione di chi vi era in precedenza. Il pericolo, figlio delle aspettative, sarà quello di una “delusione” di identità, dovendo invece sapere che ogni soggetto, in quanto individuo, è unico e inimitabile. È tipico commentare che “ma lui non era così”, dimenticando che anche il cane precedente aveva presentato, nei suoi periodi di sviluppo, problematiche di gestione ormai recondite. Potrà poi accadere di provare un profondo “senso di ingiustizia”, una sorta di “perché proprio a me?”, persino quando il nostro amico se ne fosse andato per pura questione di senilità. Eppure la “rabbia” servirà a “svegliarci” e diverrà, pur senza saperlo, il “ponte” per una prossima guarigione. E saremo anche “tristi”, molto tristi, in parte per la perdita in sé stessa ed anche a causa di una quotidianità fatta di orari, rituali e divertimenti, di colpo spezzati. Molte persone dichiarano di ritrovarsi dinanzi ad un “tempo” infinito, essendo molti gli spazi non più colmati da passeggiate, incontri e giochi. Sarà questo forse il momento più brutto, senza il quale tuttavia non si potrà procedere verso l’effettiva accettazione. Accettare non significa dimenticare, ed anzi i ricordi del passato e di quanto realizzato negli anni diventeranno il motore per una nuova esperienza a “sei zampe”. Vi sarà, poi, un elemento in più che potremo chiamare “buona fede”: essere consapevoli di esserci dedicati in tutto e per tutto a lui, nei momenti di grande serenità ed anche in quelli di disagio o bisogno di cure; essere altresì convinti che il percorso intrapreso non sarà mai gettato nell’oblio e che, attraverso le esperienze vissute, si è divenuti noi stessi persone migliori. Ebbene, la certezza dell’aver fatto sarà prova tangibile dell’amore donato ed anche convinzione che lui, la lunga o breve vita, l’abbia vissuta in totale pienezza. I cani, rispetto a noi, hanno infatti il vantaggio di stare nell’adesso come sintesi del prima e del dopo, ignorando, beati loro, la possibilità che un giorno o l’altro ci sarà davvero una fine. Potremo così, per uscire del lutto, divenire noi stessi un “po’ cani”, muovendoci con la giusta leggerezza verso colui che accoglieremo per una nuova avventura da assaporare. Come si dice: ”Until the end”, fino alla fine...


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RING di Silvia Tarter

di Pino Loperfido

verde ostinato

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TRACCE DI OMOLOGAZIONE SOCIALE TRA I RAGAZZI ALL’USCITA DA SCUOLA

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i siete mai trovati a passare davanti ad una scuola superiore nel momento in cui suona la campanella di fine lezioni? Una bella seccatura: rimanere bloccati in mezzo alla mandria fatta di smartphone, ormoni, zaini e non riuscire ad andare né avanti né indietro. Occorre aspettare. Non rimane altro che osservare. “L’osservazione della natura e la meditazione hanno generato l’arte” sosteneva il buon Cicerone. Hai visto mai che non ci scappi un capolavoro... Ma ahimé, i minuti passano e, guarda di qua guarda di là, dell’opera d’arte non v’è traccia alcuna. Rimane la “natura”, torme di giovinastri ognuno con il suo zaino, il suo telefono ben piantato davanti alla faccia, la sigaretta e tutti gli altri accessori della spensierata gioventù... Eppure c’è qualcosa che non riusciamo ad afferrare... Ogni ragazzo è un mondo a sé, un carattere, un destino, un taglio di capelli. Ogni ragazza, pure. È strano, ma più stiamo lì a guardare e più pare che... No, non è possibile. Ci stropicciamo un poco gli occhi, quindi torniamo ad osservare la marea umana. Ecco cosa c’era di anormale! Sono tutti uguali! Tutti gemelli e gemelle monozigoti, abbigliati e acconciati in maniera più che similare, come se dovessero inevitabilmente aderire ai dettami di un libretto di istruzioni sull’omologazione sociale. Capelli lisci, occhi pittati, giubbotto di quella marca là, scarpe di quell’altra: tutto con prezzi piuttosto alti, perché omologarsi – si sa – ha i suoi costi. Allora, in questa automobile oramai piantata nell’asfalto, andiamo indietro con la memoria. A quando davanti a quel portone c’eravamo noi, molti anni fa... I nostri compagni e le nostre compagne di classe non erano così. Non così “uguali”, voglio dire. Non inseguivano uno standard o un aspetto ideale. In ogni classe c’erano una o due bellissime, adorate segretamente da tutta la scuola, si muovevano e abbigliavano con gran classe. Quindi c’era la middle class femminile: ragazzine “normali”, senza pretese, né belle né brutte. E poi c’erano gli scorfani, equipaggiati con apparecchi da denti, occhiali modello fondo-di-bottiglia, brufoli e altro ancora. Il punto è che ognuno si teneva il suo bagaglio esteriore e non ci pensava proprio ad assomigliare a qualcuno che non fosse lui stesso. La massima aspirazione era quella di rimanere se stessi, perché quello che contava, alla fine, era ciò che stava dentro, nell’anima e nel pensiero. Della pubblicità, dei consigli per gli acquisti di influencer e youtbers non se n’incicciava nessuno. Formidabili quegli anni... 10

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QUANTO IL TROPPO È DIVENTARE TROPPI

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problemi che affliggono noi e il nostro pianeta sono molti, e sempre più spesso protagonisti della cronaca quotidiana di giornali e tg. Polveri sottili, petroliere che si incendiano nei mari, valanghe, inondazioni, sbalzi termici... sono tanti e tanto frequenti da non poter più, davvero, venire ignorati. Il problema principale, dal quale derivano conseguentemente anche gli altri è però naturalmente quello della sovrappopolazione. Siamo tanti, lo sappiamo, e stiamo diventando troppi. Secondo il rapporto delle Nazioni Unite, i 7 miliardi di individui attualmente presenti sul nostro pianeta diventeranno 9,8 miliardi nel 2050 e addirittura 11,2 miliardi nel 2100. Cresciamo infatti ad un ritmo impressionante, seppure inferiore rispetto a qualche tempo fa, pari comunque ad 83 milioni di abitanti all’anno. I paesi dove questa crescita è più forte sono attualmente la Nigeria, che vede un altissimo tasso di crescita tanto che supererà il numero di abitanti degli Stati Uniti tra qualche decennio, l’India, che supererà la Cina, attualmente paese più popoloso del mondo, ma anche Congo, Pakistan, Etiopia, Indonesia, Uganda, Tanzania. Tutti questi individui che verranno dovranno, legittimamente, nutrirsi, vestirsi, lavorare, consumare, come noi, in un contesto però dove le risorse sono in via di diminuzione; pensiamo ad esempio solo al numero di ettari di superficie coltivabile persi ogni anno a causa di cementificazione, siccità e desertificazione – solo in Italia in 25 anni è andato perso il 28% del terreno coltivabile –, situazione che viene e verrà sempre più ulteriormente aggravata dal progressivo avanzare del cambiamento climatico. Oltretutto, la popolazione anziana andrà a rappresentare una fetta sempre più consistente, pari ad oltre un terzo della popolazione mondiale. Il tasso di fertilità delle donne è infatti diminuto progressivamente negli anni, scendendo in Europa, mediamente, ad 1,6 figli a testa per donna (contro i 4,7 figli per donna in media in Africa). Certo il problema dell’aumento demografico, ormai assodato, va considerato attentamente, anche ricorrendo a determinate scelte politiche come già è avvenuto, esempio cinese su tutti, e pur con tutte le implicazioni etiche e religiose che questo comporta, implicazioni che spesso dividono. Le campagne per la distribuzione dei contraccettivi nei paesi a più alto tasso demografico a opera delle organizzazioni umanitarie ad esempio sono e sono state spesso contrastate per motivi di contrarietà alla morale. Ma certo sarà difficile parlare e agire in nome di una presunta morale, in un pianeta sovraffollato, dove si corre il rischio di andare incontro ad uno scenario di problematica, disordinata e conflittuale contesa delle risorse rimaste sul nostro pianeta.


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RING di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi L’ORRIDO DI PONTE ALTO: FINESTRA SU UN FRAMMENTO DI TERRITORIO INCONTAMINATO

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orrore che si prova di fronte ad un certo oggetto è una forte paura o spavento che attanaglia e coinvolge le emozioni e i sentimenti. L’orrido è invece un brivido che corre giù per la schiena, una sorta di repulsione che svela anche il suo lato di attrazione. Come certi film visti da giovane – oggi farebbero sorridere –, basati sull’orrido e sul macabro: volevo fuggire ma nello stesso tempo ero legato alla sedia, volevo vedere come andava a finire e così, nonostante fossi consapevole fin da subito che quella scena l’avrei rivissuta per notti e notti, rimanevo lì, con lo sguardo incollato allo schermo. Ebbene, tale emozione forte l’avevo provata quando mio padre mi aveva portato all’Orrido di Ponte Alto, lì dove il torrente Fersina si getta sulla città di Trento, compiendo un notevole salto di roccia. In quel luogo le acque si restringono improvvisamente e, dopo milioni di anni, hanno scavato una gola talmente vertiginosa da procurare stordimento. E pensare che poche centinaia di metri a monte si faceva il bagno, anzi, molti ragazzi di Trento imparavano a nuotare proprio lì. E quante volte l’occhio veniva attratto da quell’enorme buco nero dove le acque sparivano improvvisamente e rumorosamente, con il terrore di finirci giù, di non riuscire a fermarsi in tempo. Quante rinunce ai bagni, quante prese in giro dagli amici che ti rinfacciavano l’incapacità di superare la paura, come se da questo timore dipendesse il tuo diventare adulto o meno, novello rito d’iniziazione dei ragazzacci del rione San Giuseppe di Trento, quelli dei tanto screditati “Casoni” di via Vittorio Veneto. A distanza di più di cinquant’anni, l’apertura straordinaria nel periodo natalizio mi ha permesso di ritornare in quell’orrido e ho voluto scendere le scale per rivivere quel senso di struggimento terrificante che avevo provato da piccolo (inutile dire che immediatamente mi è tornata alla mente e balenata davanti agli occhi la figura atroce, ghignante e inumana del pagliaccio di “It”, il romanzo capolavoro di Stephen King). Per molti anni questo lembo di territorio urbano immerso nella natura è stato interdetto al pubblico per motivi di sicurezza. Ora, rifatte le scale, il balconcino che ci permette di andare proprio sotto una delle cascate, rimaneggiato l’intero luogo per metterlo in sicurezza, si può accedere con delle preparatissime guide dell’Ecomuseo Argentario che spiegano la storia, la natura, i cambiamenti geologici che si possono leggere sulle pareti strapiombanti e gli elementi che lo rendono un unicum nella nostra regione. Un viaggio a ritroso nel

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RING tempo, una riscoperta della forza della natura, quella più aspra e forte, una finestra spalancata su un frammento di territorio rimasto incontaminato nel corso dei secoli. Soprattutto lo scendere le scale per inoltrarsi nel ventre della gola, in questo canyon impreziosito dalle decine di colori della roccia, mi ha fatto assaporare di nuovo la paura e l’emozione dell’altezza, del vuoto, della verticalità, di quell’acqua che scorre impetuosa cercando di attirarti giù con lei, per trascinarti nel buio dell’ennesimo salto nel vuoto. Una sorta di attrazione/repulsione che mi ha fatto rivivere le emozioni di quand’ero piccolo, come se il tempo non fosse trascorso. Ad un certo punto ho dovuto smettere di guardare verso il basso e dire alla guida “Mi scusi, ma risalgo”. L’orrido ha una sua componente molto forte di richiamo rovinoso: incanta, strega ed affascina, nonostante un nodo salga alla gola, e provi il terrore di cedere e gettarti dentro questo labirintico richiamo fatto di rocce, acque impetuose e rumori assordanti. Mancano soltanto le sirene incantatrici per chiudere il quadro terrificante dell’“Orrido”. Inutile dire che la sua visita è di quelle da non perdere: fin dal 1800 la forra ha incantato non solo gli abitanti di Trento ma anche i visitatori che transitavano per la strada soprastante diretti in Valsugana e a Venezia. Qui nel 1500 sono state costruite alcune delle opere idrauliche più antiche del mondo, per scongiurare le alluvioni in città (gli sbarramenti per mitigare la forza dell’acqua sono in parte ancora quelli del principe vescovo Cristoforo Madruzzo). Le due briglie danno origine a spettacolari cascate alte oltre 40 m che si fanno strada tra gli strati di roccia rossa, creando scenografici giochi di luce. Info: aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00; visite guidate – che consiglio per la bravura e la capacità di trasmettere le conoscenze di questi giovani dell’Ecomuseo Argentario – sabato e domenica ogni ora (prima visita ore 10.00, ultima ore 18.00). Adulti € 5, bambini € 3. Tel. 0461.216000, www.ecoargentario.it


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RING

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RING di Denise Fasanelli

di Fabio Peterlongo

lost in glocal AL BAR, LO SPORT DELLE CIÀCOLE

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on è solo un luogo ma un rito, una consuetudine che si trasforma in cerimonia, con protagonisti e comparse, membri della tribù e randagi di passaggio. È il centro del paese, il posto dove tutto parte o arriva, dove tutto si sussurra, si viene a sapere. Un ricettacolo fantastico di personaggi, un coacervo di situazioni, abitudini e manie. Non si tratta della parrocchia, del luogo di lavoro o di casa. E’ il bar, quello in cui la gente si racconta o ascolta storie, beve rapidamente un caffè in piedi davanti al bancone o sceglie di farlo sedendosi, aspettando il giornale mentre c’è chi lo sta già leggendo riga per riga, muovendo la bocca mano a mano, oppure scorrendo semplicemente i titoli senza soffermarsi, almeno fino alla pagina dello sport, quella sì, pagina imprescindibile. È il bar del paese, che si chiami Centrale o Sport, quello che, prima dell’avvento dei croissant bio e delle slot machine, era abitato da biliardini, flipper o jukebox, quello in cui un tavolo è sempre rimasto occupato dai giocatori di carte, a qualunque ora, come in un dipinto d’altri tempi. Dove il bagno degli uomini è sempre aperto mentre, per accedere a quello delle donne, come per uno scrigno custode di preziosi, serve una chiave appesa ordinariamente sul muro dietro al bancone. Un locale che riesce a far diventare opinionisti tutti quelli che ci entrano grazie al solito tizio nell’angolo, su cui volgi inevitabilmente ed involontariamente lo sguardo, quello che parla da solo in attesa di un cliente sconosciuto pronto ad abboccare ai suoi discorsi di politica, cronaca o sport. Discorsi che i clienti abituali hanno imparato come evitare, anche se qualcuno regolarmente ci casca scatenando polemiche che si diramano a cascata per tutto il bar senza capo ne coda. Discorsi che assumono connotati malinconici o comici quando arrivano al solito individuo uso ad alzare il gomito già dal primo mattino o al “matto del quartiere”, che sproloquia senza cognizione di causa solo per elemosinare un po’ di attenzione. Discorsi e discussioni su cui piomba rapace, come un avvoltoio affamato, quello che comunemente chiamano “professore” e siede solitamente al centro, silenzioso ma attento, felice come un bambino di alzare finalmente gli occhi dalla Gazzetta dello Sport, monopolizzata per ore, e lanciarsi in analisi dal pulpito di un’incessante bisogno di avere sempre ragione. Uno che ha fatto sua una tecnica fondamentale e professionale nelle chiacchiere da bar: quella di opporre ad un ragionamento sensato o ad un fatto accaduto l’esempio di una propria esperienza personale, meglio ancora se di un parente o di un conoscente preferibilmente deceduti, in modo da garantire una qualche chiara autenticità del racconto poichè impossibile da confutare. Ed è per questo, come dice il barista sotto casa, che: “Qualche volta val propri la pena sentarse zò e gòderse la scena”. 14

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blues di provincia “SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGIO”: DRITTI VERSO LA TIRANNIA DELLE MACCHINE

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enso con orrore al fatto che tra vent’anni si ricorderà con nostalgia l’epoca sciagurata che stiamo vivendo: «Ti ricordi come era bello nel 2018? Tutto era più semplice, alcuni avevano un lavoro e non si era instaurata la dominazione globale dei robot». La dipendenza tecnologica ci rende carne da macello in ogni settore delle nostre vite. Iniziando dal posto di lavoro: al fine di arricchirsi ancora di più, i «capitalisti» di tutto il mondo stanno procedendo alla sostituzione del lavoratore umano con un equivalente lavoratore automatizzato. Il vantaggio è evidente: l’automa non si lamenta, non chiede di essere pagato, non chiede le ferie. È una rivoluzione ineludibile che è attualmente in corso e di cui vediamo i primi effetti. La cosa angosciante è che quando si chiede agli esperti un parere sul fatto che milioni di posti di lavoro andranno persi, quelli aprono le braccia e dicono: «Sì, è così. Incrociate le dita e sperate che non tocchi a voi». La tirannia delle macchine si è propagata nel mondo reale, quello dei consumi e dell’economia, rapinandoci delle nostre relazioni e dei nostri affetti. Come un parassita ha inglobato le nostre reti sociali digitalizzandole: in questo modo le macchine sono diventate in grado di orientare le nostre vite. Mi riferisco ovviamente ad internet e ai social network. Stiamo utilizzando questi strumenti senza esserne preparati, da un punto di vista persino biologico. Per milioni di anni i nostri gruppi sociali si sono composti al massimo di qualche decina di persone: esistono studi che sostengono come il cervello umano non sia in grado di gestire efficientemente un numero molto grande di interazioni personali. Per non parlare degli strumenti concettuali di cui siamo dotati per dirimere le controversie (giustizia, diritto, informazione), che appaiono così inefficaci nel mondo online. Riporto le parole dette in un convegno a Trento da Nick Davies, un grande giornalista del «Guardian»: internet è come la bomba atomica, un’idea grandiosa ma di cui ci pentiremo presto. Forse è ora di capire che fare a meno delle tecnologie informatiche avrebbe richiesto tanta intelligenza quanta ne è servita per inventarle. Non accadrà mai, ma poi non si dica che nessuno ha avvertito: avremmo potuto opporci, anziché farci sedurre dalle lucine colorate, come bambini che aspettano il Natale.


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trentinocommenti trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI

il dialetto in-forma LA BONA LUISA

“E

ra il 1780 quando in un paese della Normandia – Longueval – un appassionato frutticoltore creò una nuova varietà di pere. Coma chiamarla? La chiamò col nome di sua moglie, Luisa. Anche perché se le avesse dato un altro nome femminile, con sua moglie sarebbero state rogne. È un pera dunque che esiste da oltre due secoli. Nel Trentino arrivò 150 anni fa e si ambientò talmente bene, nell’alta Valsugana e nelle valli di Non e di Sole, che viene nominata anche come “pera antica trentina Buona Luigia”. “È una pera di dimensione media, piriforme…” “Piriforme ‘sa vol dir: che la g’ha la forma d’en pér?”. ”Esatto. Vedo che ridi. Si intende la forma ‘classica’ di una pera, ovvero larga in basso e assottigliata in alto. Ma ci sono pere grandi e arrotondate come ad esempio la Passa Crassana, o piccole e ovoidali come la pera cocomerina…” “…E la pera madernassa, che se te la magni no la te engrassa!”. “Questa te la sei inventata tu: nessuna pera fa ingrassare, hanno tutte un basso valore zuccherino. La Buona Luigia è addirittura consigliata nella dieta dei diabetici. Ma fammi finire: la buccia della Buona Luigia – o Buona Luisa – è di color verde scuro, brunastra nelle parti dove batte il sole, che diventano gialle quando il frutto matura. La buccia è di color burro crema, il sapore è leggermente acidulo…”. “Bona, la bona Luisa!”. ”In effetti è un frutto molto saporito, succoso…”. “No, mi volevo dir dela Luisa che avevo conossù, de Romal. La gaveva do fanài che me feva nar for de testa!”. ”E poi com’è finita?”. ”Come finiss tante storie. A scominziar da boci quando che i me regalava en bel zugàtol e rivava sempre un pu grand o pu furbo de ti, che el te lo ciavava…” “Purtroppo, succede troppo volte così…” “Bona però la bona Luisa…” “Quella di Romallo?” “No, n’altra: no l’era della Val de Non, ma de la Val de Sol, del paes pu magro del Trentin…”. “E quale sarebbe il paese più magro del Trentino “. “Ma come, professor, no ‘l lo sa, lu che el sa tut ? L’è Ossana… E el paes pu grass?”. “Non saprei…”.

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“Lardaro…”. ”’Sta chì che digo mi la gaveva en font de schena che no me feva dormir de not. ‘Po n’ho conossù n’altra, de Luise…” “Quella di che paese era?” “Del paes pu mat del Trentin: Matarèl“ “E ti faceva uscire da matto?” “No, quela l’era na gran bona fiola, bona come el pan, come i peri col formài. Alo magnà ancor i peri col formài, professor?“ “Certamente. Ma al contadino non far sapere quanto è buono il formaggio con le pere…”. “Ma elo el lo sa za… Contadino cervello fino! El contatdin l’è el prim a savér, quant che l’è bon el formài col per, digo mi. Ma el fa finta de no saverlo. Cossita el zitadin el crede de savérlo sol lu e el paga de pu i peri, pur de gavérli: spezialment i peri Bona Luisa che col formài i è cul e camisa…” “Questa non l’avevo mai sentita…” “L’ho enventada mi, tant per cambiar! Tuti i doverìa enventar qualcos de bel su ‘sta Tera. Quel lì dela Normandia, pu de dosento ani fa, l’ha enventà el pér Bona Luisa. E mi envento i modi de dir. Vòlelo savérne ‘n altra sule putele che ho conosssù, che le se ciamava Luisa?” “No, basta: m’hai sfinito!”. “Ma ‘sta chì l’era la pu bona de tute, l’era una de Peri…” renzofrancescotti@libero.it


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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

della

STUDIO BI QUATTRO

27 GENNAIO 2018

Incontri, momenti di ri�essione, mostre, concerti, �lm, letture e spettacoli teatrali. Oltre sessanta iniziative previste in Trentino per il “Giorno della Memoria”, istituito in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici nei campi nazisti. 27 gennaio 2018 ore 20.30 Teatro Cuminetti Via S. Croce, 67 - Trento

Che la tempesta cominci

atto unico di Renzo Fracalossi, con il Club Armonia

�no al 18 febbraio 2018 da martedì a domenica, ore 9.00 – 18.00 Le Gallerie - Trento

Schedati perseguitati sterminati. Malati psichici e disabili durante il nazionalsocialismo

mostra a cura di Petra Lutz

�no al 31 gennaio 2018 ore 10.00 – 13.00; 14.00 – 18.00 Sala conferenze della Fondazione Caritro via Calepina, 1 - Trento

Anne Frank. Una storia attuale

mostra a cura di Fondazione Anne Frank di Amsterdam 27 gennaio 2018 ore 10.30 Piazza Dante - Trento

Memowalk per la città di Trento

27 - 29 gennaio 2018 ore 8.30 – 12.55 Auditorium dell'Istituto comprensivo Bernardo Clesio “Giulia Ippolito”- Cles

Il mio domani di pace e speranza… grazie anche al loro sacri�cio

1-7 febbraio 2018 e 9-15 febbraio 2018

Promemoria_Auschwitz.EU. Il viaggio della memoria

Info: trentinoaltoadige@deina.it

camminata nei luoghi della memoria a cura di Deina Trentino

Per il programma completo degli eventi www.cultura.trentino.it/Rassegne/Giorno-della-Memoria-2018


Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher Hanno collaborato a questo numero: Paolo Chiesa, Lara Deflorian, Fabio De Santi, Fiorenzo Degasperi, Denise Fasanelli, Renzo Francescotti, Stefano Margheri, Francesca Mazzalai, Maurizio Panizza, Fabio Peterlongo, Silvia Tarter, Nicola Tomasi, Tiziana Tomasini, Daniele Valersi, Giada Vicenzi Progetto grafico: Fabio Monauni Redazione: Trentino Mese Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461.362155 0461.362127 Editrice: Curcu Genovese S.r.l. Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461.362122 0461.362155 Concessionaria Pubblicità: S.E.T.A. Società Editrice Tipografica Atesina S.p.A. Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461.934494 Stampa: Litotipografia Alcione Lavis (TN) Registrazione Tribunale di Trento n. 536 4 aprile 1987

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SOMMARIO FEBBRAIO 2018

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Ring

4 COMMENTI 14 IL DIALETTO INFORMA

Attualità 18

ANDREW BASSO

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TIZIANA “MANI IN PASTA” STRIKE: GIOVANI SOGNI CHE... AGO, FILO E... 22 ANNI IL VIAGGIO DEL PETTIROSSO “CERMIS”: VENT’ANNI DOPO COOPERAZIONE FUTURA IL CASO GROSSRUBATSCHER LUIGI SENESI, 80 ANNI DALLA NASCITA ALDO PANCHERI SPECIALE SAN VALENTINO 2018

Panorama

60 “IL PADRE” CON ALESSANDRO HABER 61 GENE GNOCCHI 62 MICHELE MARIOTTI 63 AMELIE CHE SAPEVA VOLARE 64 ORCHESTRA HAYDN 65 OMAGGIO A HANS VAN MANEM 66 BRUNORI SAS 68 “HIGHLANDERS” 70 CARMINA BURANA 2.0

Giorno per giorno

72 MOSTRE 76 APPUNTAMENTI DEL MESE

Scoop&news 86 90 91 91 92 93 94

I MATRIMONI DEL MESE LUCI E OMBRE DEL LEGNO FONTANA E PIEROTTO ILLUMINARIA 2017_18 CUCINE A CONFRONTO IL DISEGNO NEL PIATTO ANNA PAVIGNANO A BORGO

Rubriche

94 LIBRI E LIBRERIE 96 LO SAPEVATE CHE... 97 #TRENTINOMESE CONTEST

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trentinoincontri di Tiziana Tomasini

UN CAFFÈ CON...

ANDREW BASSO: L’ARTISTA DELL’IMPOSSIBILE LA SUA CARRIERA – DAGLI ESORDI AGLI SPETTACOLI OCEANICI – E L’EVOLUZIONE ARTISTICA, MA ANCHE TANTE CURIOSITÀ SU UNO DEGLI ILLUSIONISTI ATTUALMENTE PIÙ NOTI: INTERVISTA ESCLUSIVA AL TRENTINO CHE STA INCANTANDO IL MONDO CON LE SUE MAGIE AL LIMITE DELLE POSSIBILITÀ UMANE

E

cco, questa proprio non ce l’aspettavamo. Arrivato in redazione in un grigio pomeriggio invernale – in perfetto look total black – Andrew Basso contagia tutti con il suo fascino ed il suo buonumore, sfoderando subito la sua arte. Chiamati a raccolta i presenti nello studio prescelto per la nostra conversazione, incanta con un numero all’apparenza inspiegabile. Senza svelarlo troppo, diciamo solo che il titolo era “Credete nel destino?” e che i protagonisti sono stati un libro scelto a caso, una pagina qualunque, una riga di stampa, un nome. Lo stesso nome che Andrew aveva scritto e siglato all’inizio del suo numero speciale. Nessun palcoscenico, nessuna distanza tra esecutore e spettatori, nessun costume di scena. Ma la vera magia è anche questo. E allora come non iniziare l’intervista con la domanda delle domande per Andrew: Ti definisci volentieri come “escapologo” o, meglio ancora, “artista dell’impossibile”: vuoi spiegare ai lettori che cosa significa? “Escapologia” – che non è una branca della medicina, ci tiene a precisare [ ride] - deriva dal termine anglosassone escapology, cioè arte della fuga; to escape indica infatti l’abilità di una persona nel sapersi liberare da condizioni impossibili, proprio dal punto di vista di costrizioni concrete quali manette, catene ecc… In sostanza l’arte che Houdini aveva reso famosa. La definizione di “artista dell’impossibile” è stata pensata per creare un’idea diversa, più ampia di quella del “mago”; perché io non faccio solo

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quello… Tuttavia per me risulta difficile definirmi con una singola parola; anche perché il mio intento, fin dagli inizi, è stato quello di voler provare “tutto”, a 360 gradi. In quale preciso momento hai capito che questa sarebbe stata la tua strada? All’età di sette anni… La prima ispirazione è stata vedendo in TV Fiorello che conduceva “Canta tu”, spettacolo itinerante di piazza molto coinvolgente. Voglio fare quello, mi dicevo. Un’altra molla è scattata proprio a Borgo Valsugana, dove era arrivato il circo. Quella situazione nuova, dall’odore di animali e di pop corn e con i suoi caratteristici personaggi, fa nascere in me nuovi sogni… immaginavo già il mio tendone con scritto: “BASSO”. Da quel momento ho cominciato ad allenarmi con due miei coetanei, con i quali ho creato un mini circo, che abbiamo allestito nella piazza di Borgo. E così, a otto anni, comincio a fare i primi spettacoli… Magari avere un video di quei primi tentativi di spettacolo! Anzi, lancio un appello ai lettori: chi avesse un filmato o una foto di quegli esordi, si faccia avanti! Sarebbe il regalo più grande che potrei ricevere… E poi, sempre a quell’età, la visita alla Fiera del Tempo Libero di Bolzano, insieme a miei genitori. In quell’occasione, ad attirare la mia attenzione, è stato un mago che metteva le palline sotto un bicchiere, le faceva sparire e ricomparire davanti a quell’improvvisato quanto curioso pubblico. Quella volta mi ha colpito il sorriso sul viso di mia mamma, ed ho pensato: se lui riesce a far sorridere le persone, a dare un attimo di felicità, lo voglio fare anch’io. Questa è stata la vera “scintilla”. Da quel preciso momento non ho avuto più dubbi su quello che avrei fatto da grande. Quanto lavoro preparatorio, dal pun-

to di vista tecnico, è stato necessario per arrivare al tuo livello? Beh, ho incominciato con il gioco di Silvan - la classica scatola con bacchetta e pallina – e i libri con i giochi delle carte; a dodici anni una compagna di classe mi informa di una serata, a Trento, tutta sulla magia, condotta da Sergio Molinari. Viene proposto un corso, ma è di venerdì sera e mio padre non mi può accompagnare… ricordo di aver pianto per tutto il viaggio di ritorno. Ma un mese dopo, arriva la telefonata di Sergio, che mi propone di scegliere un giorno; avrebbe fatto il corso solo per me. Il lunedì diventa così il mio appuntamento fisso con la magia. Papà Armando mi accompagnava e restava ad aspettarmi tre ore. Sergio mi ha insegnato l’arte della magia, che

non è solo il gioco di prestigio: significa anche comunicare con il pubblico e generare emozioni, ben al di là della mera esecuzione di movimenti. Lui è stato la mia prima porta professionale verso la magia; oltre ai suoi insegnamenti, mi ha portato ai convegni, dai quali poi si è sono aperte tante possibilità. Qual è stata la parte tecnica più difficile da affrontare? Sicuramente affrontare il pubblico, vincere la timidezza – ero un ragazzino piuttosto introverso, motivo per il quale ho scelto un’arte “individuale” – e fare quello scalino, superare quell’ostacolo, che era appunto di esibirmi davanti alle persone, è stato duro ma necessario; impari qualcosa e imprescindibilmente lo devi mostrare agli altri. Poi, nel pas-

Andrew nella redazione di TrentinoMese, assieme a Tiziana Tomasini 21

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DOMANDE FISSE Il libro che sta leggendo? “Attraversare i Muri”, di Marina Abramovic (Bompiani). Il piatto preferito? Qualsiasi piatto preparato da Mamma Clara. Il film del cuore? “Il Silenzio degli Innocenti”. Adoro il grande Anthony Hopkins. Cantante, compositore o gruppo preferito? Da Andrea Bocelli a Robbie Williams, da Phil Collins ai Black Sabbath. La cosa che le fa più paura? Quello che di me non conosco. Il sogno ricorrente? Di esibirmi in Italia in un teatro bellissimo. Mio nonno Giovanni era lì con me. Se non avesse fatto quello che ha fatto, cosa avrebbe voluto fare? Lo scassinatore professionista. È tutt’ora il mio piano B. saggio all’escapologia, sono subentrate altre difficoltà tecniche: avendo a che fare con manette e lucchetti, c’era alla base uno studio non indifferente. Studiare il meccanismo di un lucchetto, il modo per aprirlo con dei ferretti e poi farlo ad occhi chiusi, a testa in giù, con le mani dietro la schiena, sott’acqua. È un modo per conoscere anche il proprio corpo: quando hai il sangue alla testa o hai la sensazione di vertigini, non è semplice. A quel punto mi sono reso conto che non stavo più manipolando un oggetto, ma avevo a che fare con il mio corpo; sostanzialmente in questo momento è iniziato per me un percorso diverso. L’esordio importante? A diciassette anni. Mi chiama Sergio e mi dice di essere stato contattato da un’emittente locale per il famoso programma “Il Ribaltone”; lui propone la 22

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partecipazione di un suo allievo, cioè io. Mi sembrava che mi avessero chiamato da New York, tanta era la mia gioia! L’operazione si rivela un successo: vinco la prima puntata, poi le semifinali. In quell’occasione mi viene rivolta una delle classiche domande: “Programmi per il futuro?” Ed io, preso dall’euforia, ho annunciato pubblicamente che l’estate mi sarei fatto mettere in una cassa (come il grande Houdini) nel lago di Caldonazzo. Ormai l’avevo detto… Da quel momento hanno iniziato a chiamarmi giornalisti per interviste e lì ho dedotto tra me e me: mi sa che questa roba qui adesso devo farla!”. Avevo circa sei mesi di tempo: fai costruire una cassa, falla forare, studia come farla affondare nel lago; e questo il dato tecnico. Poi c’era da preparare l’apnea e come trattenere il respiro. Quello è stato un altro momento importante: superare le paure facendosi chiudere dentro una scatola e vedere che la luce lentamente sparisce… sono passaggi forti. Puoi essere preparato ma non sei nel soggiorno di casa a fare le prove; sei sott’acqua. A questo proposito, che tipo di ginnastica/esercizio fisico devi sostenere per svolgere questa attività? Innanzitutto bisogna essere in buone condizioni fisiche; certo per accartocciarsi serve allenamento. Per me la palestra è una costante, tre volte in settimana; i muscoli devono essere veloci e scattanti. Per l’apnea servono tecniche di rilassamento, come il training mentale e attività simili allo yoga. Quindi vanno allenati due aspetti: quello fisico e quello mentale. Come hanno reagito in famiglia quando cominciava a delinearsi la prospettiva che questo sarebbe stato il tuo futuro? Mio papà è sempre stato quello del “lo

lascio fare, ma gli sto vicino”, fin da quando – da piccolino – mi arrampicavo dappertutto; ed è stato lui il primo a caricarmi in macchina il tavolino e le valigette dei primi spettacoli. Mia mamma ci ha messo più tempo: “Va a scuola, studia!” e forse come ogni mamma, sperava in una direzione più certa, sicura. Poi quando si è resa conto che la mia fissazione (sì, per lei era una “fissazione”) si concentrava più sui libri di magia che su quelli di scuola e che stavo ingranando bene dal punto di vista professionale – io a diciott’anni ero economicamente indipendente – si è ricreduta, diventando la mia fan numero 1. Come sono strutturati i tuoi numeri? Sempre grandi platee o… Dipende. Io passo dall’evento privato – sullo yacht dell’emiro o a casa del russo facoltoso – al palcoscenico delle seimila persone. I tuoi spettacoli sono seguitissimi: qual è il numero che non finisce mai di entusiasmarti? E quello che invece fai meno volentieri? Ho finito una tournee a giugno, con mezzo milione di spettatori. A breve ne inizio un’altra. I numeri che piacciono di più sono quelli da brivido, quelli pericolosi. Il numero più richiesto è quello nella vasca d’acqua, a testa in giù. Si tratta del classico di Houdini da me rivisitato in chiave moderna: bloccato alle caviglie ed ammanettato, vengo calato in una cabina d’acqua chiusa all’esterno. Io devo liberarmi dalle manette, sciogliere le caviglie, aprire il lucchetto. Il tutto in tre minuti di apnea e senza copertura, in modo che il pubblico veda come faccio. Questo è il numero più richiesto ed è anche quello che faccio con più soddisfazione, anche pensando ai miei appunti di bambino: io che disegno questa scatola con me


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a testa in giù. Significa realizzare un sogno che vent’anni fa era appunto solo un sogno. Allo stesso tempo si tratta del numero che mi richiede più sacrificio; dentro quella performance c’è un grande stress fisico e psichico. Prima dello show devo seguire una dieta limitata e non posso mangiare un certo numero di ore prima; devo essere concentratissimo proprio perché il numero è molto pericoloso. In camerino mi esercito con tecniche di respirazione, vado ad abbassare il battito cardiaco, con le attività fisiologiche ridotte al minimo. La sensazione è quella dell’attimo prima di addormentarsi. E alle volte devo stare attento, perché rischio di farlo davvero e di sentire bussare alla porta: ”Basso, sul palco!” Mentre respiro e faccio apnee diciamo così “a secco”, dentro di me vado a visualizzare, passaggio dopo passaggio, la scansione dei movimenti. Proietto cioè il film di me stesso, sequenza dopo sequenza. Invece quale numero non ancora realizzato vorresti sperimentare? C’è qualcosa di estremo che vorresti ancora provare? Sì, certo. Ho passato circa 15 anni ad aprire e smontare lucchetti ed allora mi sono detto: o continui così o diventi un ladro professionista! [ride] A parte gli scherzi, ho capito che bisogna portare il pubblico in direzioni diverse. Allora ho pensato: e se invece di aprire lucchetti per uscire, passassi attraverso gli ostacoli, attraverso la materia? Perciò adesso mi sto dedicando a questo, allo studio su come attraversare qualcosa. Il grande precedente è David Copperfield, che aveva strabiliato il mondo con il suo attraversamento della Muraglia Cinese,

che rappresenta – anche simbolicamente – qualcosa di storicamente invalicabile. Per me si tratta di un concetto diverso: punto a quella che si può definire una fuga; il concetto di uscire da qualcosa. Su quale palcoscenico ti piacerebbe realizzare questo nuovo progetto? A… Borgo Valsugana! Sul mio palchetto, in piazza! Perché le cose che rendono felici sono le cose semplici. E Copperfield? Non se ne sente più parlare molto… A lui – che comunque ha scritto una grande pagina della storia della magia - è successo quello che succede ai “grandi” dello spettacolo: raggiunto un picco, da lì puoi solo calare. Lui, intelligentemente, ha capito che o avrebbe fatto la figura di quello che fa meno o rimaneva su questa linea. Attualmente lui è fisso in un teatro a Las Vegas e rimane uno dei quindici

artisti mondiali più pagati al mondo. Houdini e dintorni: oltre al grande mito, quali sono i grandi del settore che più ammiri? Senz’altro Houdini e l’appena citato David Copperfield. Altro nome importante oggi è Dynamo, fenomeno televisivo. E’ interessante rilevare come negli ultimi anni la magia è diventata, per certi aspetti, cultura pop, anche se su piani completamente diversi. Con Copperfield grandi teatri, coreografie, l’attenzione e la cura del numero dal punto di vista spettacolare. Oggi questo Dynamo si presenta come un ragazzo qualunque, vestito normalmente, che va per strada e ferma la gente e fa magia con un mazzo di carte, una moneta, una bottiglia, oggetti trovati per terra. Un contesto diametralmente opposto al teatro, fatto di improvvisazione. Lui ha avuto un grandissimo successo ed ha generato seguaci di questa direzione. Il successo numero uno? Dico che deve ancora arrivare, anche se ogni tanto qualcuno mi dice: ti ricordi che hai fatto questa cosa qua?! Perché in una carriera gli eventi vanno veloci… sono stato il primo artista di settore a fare Broadway a New York per un mese consecutivo e penso che questa circostanza sia da includere nella mia top ten personale. Per alcuni potrebbe coincidere con il culmine della carriera; io l’ho fatto a trent’anni – adesso ne ho 32 – e continuo a chiedermi: “E adesso?” Io mi sono detto: rimane Londra, fatto. Las Vegas? Sono andato. Parigi? L’altro giorno ero a Parigi, al palazzo dei Congressi, con seimila persone. Sidney, Australia. Hollywood, sul tappeto rosso. Ecco, mi piacerebbe tornare indietro e rallentare. Gustare tutto con più calma; ma forse

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trentinoincontri le cose belle sono così, corrono veloci! Sei sempre in giro per il mondo…ma dove stai?! Ti manca il Trentino? Mah… sono tra l’America… New York… è anche difficile dire dove! [ride, e anche noi] Quando me lo chiedono, io rispondo che sono tra New York e qua! Nell’ultimo tour, in otto mesi, sono passato da 66 hotel diversi! Mi sembra di essere una trottola, un flipper: ogni tanto mi sveglio e ci penso un attimo. Dove sono? Guardo il telefono e dico “invia posizione!” a me stesso però!!! Ah, ok, sono qua..! In Trentino torno ogni volta che posso, perché il mondo è grande e ho ancora tanto da girare, ma succede sempre così: nei primi viaggi cerchi quello che non hai, che appare più bello e più interessante; poi tocchi la realtà e, pur essendo grato a tutte le esperienze vissute, capisci il valore di questa terra, dell’Italia e del Trentino in particolare. Quando torno, mi gusto le cose con prospettiva diversa; vorrei che tutti lo provassero! Quando cresci circondato dalle montagne, ti restano nel cuore. Oggi, tanto per dire, davanti al menù non ho avuto dubbi: polenta e crauti! La tua vita di artista ti consente di avere una vita privata? Sì, anche se io non posso mai dimenticare che il mio lavoro richiede ampia flessibilità: oggi sono qui, domani sono a Mosca, tanto per fare un esempio. Quindi rispondo sì, anche se noi [si riferisce alla partner presente, ballerina professionista di danza classica a New York] ci rincorriamo spesso e ci incontriamo in giro per il mondo. Va sottolineato che, avendo un

tipo di vita simile, ci capiamo e sappiamo cosa comporta essere nel campo artistico: le dinamiche e le tempistiche dello spettacolo e la dedizione per la propria scelta. Non è facile, è una sfida costante; può essere che per un mese non ci vediamo perché siamo lontanissimi. Non tutti lo possono fare, io dico che non è per tutti; bisogna trovare la formula giusta! Se potessi far sparire qualcosa o qualcuno?! Chi o cosa sarebbe? Ogni volta che parlo con una persona, viene fuori che avrebbe qualcuno da far sparire; sarebbe difficile accontentare tutti, a cominciare da amici e conoscenti! Personalmente… può darsi! Anch’io ho il mio “libretto nero”! Per il qualcosa mi piacerebbe accendere la tv e sentire meno cose tristi e più entusiasmo verso gli aspetti positivi. Questo si collega

Andrew posa davanti alla casa di Houdini. E dietro ai vetri... 24

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alla mia attività; io spero che la gente, ai miei spettacoli, si disconnetta con tutto quello che di negativo c’è fuori e riceva positività. Cosa non manca mai nel tuo baule di scena? Sicuramente un mazzo di carte. Se dovessi andare su un’isola, penserei subito alle carte. Si tratta di un elemento che mi riporta al mio esordio: è come ritornare bambino. Le porto sempre con me: se senti qualcuno in aereo che maneggia qualcosa, sono io con le mie carte! Posso passarci delle ore: mi scelgo io la carta e me la trovo!!! Cosa ti aspetti dal 2018? Di concretizzare. Il 2017 è stato un anno che mi ha dato tanto, ma anche un anno di sogni. Adesso è ora di prendere questi sogni e di renderli reali. Quindi concretizzazione di progetti sospesi in aria per un po’. Adesso sono in partenza per la Russia; non ci sono mai stato, chissà cosa riuscirò a vedere… Quando mi chiedono com’era il posto, rispondo: ”Mah… il teatro era bello, l’hotel anche..!” Con i tempi degli spettacoli, non è facile vedere qualcosa “fuori”, da turista; è il ritmo incalzante di cui parlavamo prima. Una curiosità inquietante? Pensa che io sono stato a Detroit, nel teatro in cui Houdini ha avuto il primo malore poco prima di morire. Sono stato anche nella casa in cui era stato esposto il corpo qualche giorno prima del funerale. Io ho fatto la foto – anche se può sembrare un po’ macabro – davanti a questa casa, che aveva le finestre (almeno quelle del primo piano) sbarrate. Insomma, fatta la foto, l’ho tenuta per me. Poi, sul mio sito, è stata pubblicata la stessa immagine. Ed a quel punto mi è stato chiesto: “Ma chi c’era nella finestra sopra?” Guardo attentamente e nella finestra del secondo piano si vede un volto. Era quello di Houdini. Mi vengono ancora i brividi...! ■



trentinolibri TIZIANA MAZZOTTA, MEGLIO NOTA COME TIZIANAMANIINPASTA, È UNA YOUTUBER CHE ARRIVA DAL SALENTO. HA PUBBLICATO PER CURCU GENOVESE IL SUO PRIMO LIBRO DI CUCINA

In cucina con Tiziana di Fabio Peterlongo

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iziana Mazzotta con le sue videoricette è riuscita a crearsi un ottimo seguito di appassionati, 17mila persone che sono iscritte al suo canale e ne seguono quotidianamente le proposte culinarie. Di recente ha pubblicato per Curcu Genovese il suo primo libro, «Le ricette pugliesi e non solo di TizianaManiInPasta»: lì ha raccolto i suoi consigli gastronomici, che nascono da un approccio tradizionale alla cucina, fatto di dedizione, pazienza, cultura del territorio e degli ingredienti.


trentinolibri

Tiziana si fa notare da subito per la sua genuinità. Le abbiamo chiesto di definirsi attraverso una pietanza ed un ingrediente: «Se fossi una pietanza, sarei un pezzo di pane. Mio marito Davide, ma anche mia figlia minore Alice, sarebbero una bella pasta al sugo. Lorena, la mia figlia più grande, sarebbe un piatto più elaborato. Se fossi un ingrediente, sarei il peperoncino. Lo adoro e lo metto dappertutto, anche nei dolci!». Dietro alla «carriera» on-line c’è la decisione di realizzare qualcosa di profondamente sentito: «Vivo a San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi, con mio marito e le mie due figlie. In passato ho lavorato in campagna e in fabbrica, poi ho deciso di cambiare vita dedicandomi alle video-ricette: ogni giorno faccio il mio video e per fortuna questo percorso sta andando benissimo. Qualche anno fa avevo pensato di puntare sulla panificazione, magari aprendo un forno, poi per le difficoltà burocratiche e le tasse ho lasciato perdere». La passione di Tiziana per la cucina si perde nel tempo, è presente in lei sin dall’infanzia. Ma è la figlia maggiore, Lorena, a proporle di tentare questo esperimento on-line: «È stata mia figlia a rendere possibile la realizzazione di un sogno, quello di condividere la mia passione per la cucina con migliaia di persone, quelle che definisco “la mia grande famiglia di YouTube”». Una persona fondamentale nella vita di Tiziana è stata la nonna, Titina. Da lei ha appreso l’amore per la cucina e in particolare per la panificazione: «Magari ci fosse ancora nonna Titina: ci assomigliamo, anche nel carattere. Le mie zie mi dicono che nonna Titina sarebbe orgogliosa dei risultati che ho ottenuto». Nel mondo di Tiziana, è l’amore a muovere le cose, soprattutto l’amore per la famiglia. «La mia famiglia è il mio punto di riferimento quotidiano, la ragione per cui mi impegno tanto nel realizzare i miei piatti: per me cucinare è un autentico gesto d’amore». Il suo soprannome, TizianaManiInPasta, dà l’idea di una cucina emozionale

in cui l’aspetto tattile del rapporto con il cibo è centrale: «La mia passione più grande è la panificazione. Mettere le mani nella pasta è una sensazione profondissima, qualche volta mi emoziono fino alle lacrime per il risultato finale. Quando ero bambina vedevo nonna Titina impastare quintali di farina e lo faceva con grande gioia. Questo sentimento è arrivato fino a me». Tiziana non segue solamente la grande tradizione della cucina pugliese, ma la integra e la rinnova con intuizioni creative che nascono dal contatto con le persone: «Creo le mie ricette facendomi ispirare dalle persone, magari da un loro atteggiamento, da una parola che usano. Così ci penso un po’ su e mi vengono in mente delle preparazioni speciali. Una mia intuizione, e solo mia, è quella delle chiacchiere salate al barbecue. Se si cerca on-line, quella ricetta rimanda solo a me, è una soddisfazione». Proporre le proprie passioni on-line espone tuttavia a un rischio, quello di incorrere nei commenti negativi e talvolta offensivi della “rete”. Tiziana ha fatto i conti con questa realtà: «Sarei ipocrita a dire che i commenti negativi non fanno male, soprattutto quando ti immergi in una realtà nuova come lo era per me: i primi tempi avevo paura che i commenti negativi intralciassero il mio sogno. Poi mi hanno fatto notare come la popolarità on-line porti con sé tutto un pacchetto di reazioni: gli elogi e i complimenti, ma anche le reazioni di chi per invidia o per astio, ci tiene a metterti i bastoni tra le ruote». Oggi Tiziana ha imparato questa lezione e affronta con maggiore serenità questa che è una parte ineludibile del confronto on-line. D’altro canto, a giudicare dai commenti, Tiziana riscuote la simpatia dei più: «La maggior parte delle persone che mi seguono sono signore della mia età, ma ci sono anche studenti, che mi hanno spesso sollecitato a proporre ricette pratiche e veloci».

IL LIBRO DI TIZIANA

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un libro scritto per “trasmettere alle mie figlie e a mio marito, la mia passione, il mio orgoglio, le mie capacità riguardanti l’ambito culinario. Ambito che riguarda soprattutto le ricette casarecce e pugliesi, oltre che provenienti da altre tradizioni“. Queste le parole con cui Tiziana Mazzotta presenta il suo volume. Le ricette pugliesi e non solo di Tiziana-Mani-In-Pasta Curcu Genovese pag. 160 Euro 18 (per gli abbonati a TrentinoMese sconto del 20%!)

Tiziana sembra rivolgersi anche ai tanti che cucinano solo per dovere, perché bisogna farlo: «La passione non c’è più, sembra che le tradizioni culinarie delle nostre nonne si siano perse per strada. Io amo cucinare e sapere che alla mia famiglia piace ciò che preparo. Guardo la bocca di mio marito mentre mangia e se sorride sono felice. Significa che ho fatto un buon lavoro e ho concretizzato il gesto d’amore che intendevo proporre loro». Il problema passa soprattutto per i giovani e per il loro approccio alla vita: «I figli non sempre si rendono conto della fatica, dell’impegno, della dedizione, necessari a preparare un buon piatto. Dal canto mio però, vedo con piacere che mia figlia Lorena si sta avvicinando al mondo della cucina: lei è meno tradizionale di me, ama osare e le piace sbizzarrirsi, ma a mio parere segue troppo alla lettera le ricette. Questo perché deve lasciarsi andare per acquisire sicurezza». Anche nei confronti del partner, cucinare è un buon rimedio contro i litigi e le tensioni. Dentro una coppia, preparare un piatto è un gesto di cura e di affetto: «Io so che se cucino per mio marito determinati piatti, come le “rape ’nfucate”, finiamo per passare dei bei momenti insieme, ridendo insieme come se non avessimo litigato. Dico di più: per stare bene nella coppia, cucinare insieme è ancora più efficace che uscire fuori a cena». Anche il libro è una grande avventura, benché molto differente da quella di YouTube: «Dal punto di vista editoriale sono ancora all’inizi e vorrei farmi conoscere ad una platea diversa rispetto a chi mi segue on-line: so che il libro sta andando bene, ed è una grande soddisfazione, perché il mio sogno è fare un secondo libro di ricette. Sto già mettendo via gli ■ spunti e il materiale necessario». 27

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trentinoattualità

STRIKE! di Silvia Tarter

GIOVANI SOGNI CHE FANNO... UN MUSEO DEL MIELE, UN MARCHIO DI ABBIGLIAMENTO ETICO E SOSTENIBILE, UN’AUTOMOBILE DA CORSA ELETTRICA... SONO SOLO ALCUNE DELLE IDEE RACCONTATE NELL’AMBITO DEL CONTEST “STRIKE! STORIE DI GIOVANI CHE CAMBIANO LE COSE”, ARRIVATO ALLA SUA SECONDA EDIZIONE. UNA SFIDA TRA IDEE IMPRENDITORIALI CREATE E CONCRETIZZATE DA MENTI GIOVANI E BRILLANTI, CULMINATA IN UNA SERATA DI PREMIAZIONE PRESSO LO SMART LAB DI ROVERETO. MA PROCEDIAMO CON ORDINE...

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l progetto Strike! nasce per iniziativa dell’Agenzia per la Famiglia, Natalità e Politiche Giovanili della Provincia Autonoma di Trento e della Fondazione Franco Demarchi, in collaborazione con l’incubatore di impresa sociale Trentino Social Tank. L’obbiettivo è stimolare e promuovere l’iniziativa imprenditoriale dei giovani, raccogliendo una serie di storie di successo tra gli under 35 della provincia di Trento e delle province limitrofe (Bolzano, Vicenza, Verona, Belluno, Brescia e Sondrio), che possano con il loro esempio motivare ed ispirare tutti coloro che si stanno addentrando nella vita adulta. I vincitori della scorsa edizione, infatti - Martina Dei Cas (scrittrice solidale), Gianluigi Rosa (campione di sledge Hockey), Andrea Miorandi (fondatore di Ortociclo) e Vittoria De Mare (associazione Carpe Diem)- hanno utilizzato il premio in denaro ricevuto per organizzare degli eventi rivolti ai giovani 28

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con ricadute sul territorio. Partito a giugno di quest’anno, Strike! 2017 ha previsto una prima fase di selezione delle idee imprenditoriali, che potevano spaziare tra diversi ambiti, dalla cultura, allo sport, alla realizzazione di un’impresa personale, a patto che le attività presentate avessero raggiunto per lo meno un primo traguardo tangibile. Tra la cinquantina di proposte giunte, attraverso l’invio di domande di partecipazione e

un video di 5 minuti dove raccontare la propria avventura, ne sono state scelte infine solamente 10. I dieci protagonisti quindi, in un secondo momento hanno avuto la possibilità di partecipare ad un corso di storytelling in collaborazione con la scuola Holden di Torino, per prepararsi alla presentazione della loro storia nell’ambito della StrikeStoriesNight, il 18 novembre scorso. Presso lo Smart Lab di Rovereto, in una serata vivace


trentinoattualità e stimolante, i finalisti si sono quindi sfidati raccontando a pubblico e giuria il proprio Strike, ovvero, il proprio successo imprenditoriale. Un successo da conquistare con impegno e dedizione, che ha bisogno però, per realizzarsi, proprio come avviene nel bowling, di una bella spinta e di una visione chiara della direzione verso cui incanalare le proprie idee, come ha affermato anche il consigliere delle Politiche giovanili del comune di Rovereto, Sara Colla: “Bisogna avere il coraggio di fare il tiro giusto e di dare la giusta direzione alla propria idea”! E un successo che dimostra, alla faccia dei luoghi comuni che circolano sui giovani, quanto invece ci siano tanti ragazzi con voglia di fare, e in grado di tracciare da soli i binari del proprio cammino professionale. “Siamo stanchi di sentire il mantra dei giovani passivi e troppo pasciuti, e del fatto che noi vecchi abbiamo colpa di aver rubato loro il futuro”. Ha commentato a tal proposito l’assessore all’università e ricerca, politiche giovanili, pari opportunità, cooperazione allo sviluppo Sara Ferrari, ospite alla serata, “Dobbiamo raccontare invece che ci sono tanti giovani che si sono tirati su le maniche, hanno preso in mano la loro vita e si sono inventati una strada, che non sarà la sola poiché oggi non c’è più un’unica strada, ma si ha l’opportunità di fare tante esperienze diverse.”

Esperienze diverse e tutte valide anche quelle di questa seconda edizione di Strike! che hanno reso piuttosto arduo il compito dei membri della giuria, ai quali è toccato decretare i vincitori. Tra i giurati in sala Vic Deejey, speaker radiofonico che ha anche condotto con vivacità la serata insieme a Francesca Re; Flavia Fossa Margutti, la presidente di giuria, responsabile del progetto Edit alla Biennale di Venezia; Giacomo Bianchi presidente di Arte Sella; Giovanna Flor Amministratore Delegato unico di Bauer spa; Daniel Oss, ciclista professionista della squadra BMC Racing Team e Alessandro Garofalo, già presidente di Trentino Sviluppo e co-ideatore di Strike, che ha dispensato le sue

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preziose pillole ai giovani intraprendenti: “abbiate un mantra, scrivete, usate le mani, imparate a sottrarre, a conoscere il denaro e gestire il tempo”. Nel momento della gara, ai 10 partecipanti è stato assegnato un tempo massimo di 6 minuti –pena l’elegante uscita di scena portati in spalla da un quartetto corpulento di rugbisty- per raccontare, emozionare, convincere, con la propria storia pubblico e giuria. In palio per i tre vincitori, a pari merito, eletti dalla giuria 3 assegni da € 1000 euro; un assegno da 500 € invece per il vincitore eletto dal pubblico. Il denaro vinto, sarà utilizzato, come nell’edizione precedente, per organizzare eventi con ricadute sul territorio in collaborazione con Trentino Social Tank; alla fine del percorso inoltre le dieci storie selezionate saranno raccolte in un volume pubblicato dalla scuola Holden. AND THE WINNER IS... Chi sono stati dunque i vincitori di questa brillante competizione a colpi di idee innovative? Il pubblico, votando tramite smartphone, ha eletto infine Patrick Barattin come suo vincitore. Il giovanissimo ventenne di Belluno si è aggiudicato assieme alla vittoria parole di stima e ammirazione grazie al suo progetto Job’sCool, il lavoro che fa scuola. Studente di ingegneria a Povo, nel 2015, mentre frequentava ancora il liceo,

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I PARTECIPANTI DI STRIKE! 2A EDIZIONE MARIA VITTORIA BARRELLA, attrice teatrale e cinematografica. L’anno scorso ha fondato la sua compagnia teatrale in Trentino. La sua idea è portare il teatro in luoghi non convenzionali e creare uno spettacolo per parlare del tema della prostituzione. Ha anche recitato nello spettacolo “La guerra di Tina”, che narra le vicende delle donne internate durante la Grande Guerra. PATRICK BARATTIN. Dopo aver svolto un tirocinio durante gli anni del liceo, ha ideato il progetto Job’sCool, il lavoro che fa scuola, creando un software per le scuole per la gestione dell’alternanza scuola-lavoro. SERGIO ZANELLA, fondatore del MMAPE, il Museo Mulino dell’Ape, nato per far conoscere, attraverso visite e attività interattive, l’affascinante mondo delle api e del miele. MASELA PUPA, arrivata in Italia a 14 anni da Durazzo, parrucchiera. Dopo un’esperienza nell’alta moda come acconciatrice delle modelle, riesce ad aprire il suo salone e crea inoltre un suo marchio di prodotti e tinture per capelli che utilizza prodotti naturali. NICOLA DOBNIK, pasticciere di origini primierotte. Ha lavorato in un ristorante stellato a Milano di proprietà del noto chef Carlo Cracco. Ora è responsabile della pasticceria nel ristorante stellato Del Cambio, a Torino. Ha partecipato ad un concorso internazionale dedicato al cioccolato, a Versailles e a New York, presentando una pralina di sua invenzione che si è aggiudicata la finale. CECILIA BOZZA WOLF, regista e film-maker di Vergot, film documentario ambientato in un villaggio della bassa Val di Cembra, che racconta la montagna dal punto di vista di chi la vive. VALERIA BIASI E GIULIA HOUSTON, cofondatrici di Progetto QUID, un progetto che mira al reinserimento lavorativo di donne in difficoltà attraverso il loro impiego nella creazione di collezioni che recuperano tessuti di qualità made in Italy. CHIARA BRUNATO E MASSIMO BRESOLIN, lei giornalista lui architetto, ideatori insieme ad altri 3 amici di ReBoot, una web tv, fondata nel centro polivalente Cre-Ta di Bassano del Grappa, nata per dare spazio a varie tematiche (musica, arte, collettivi, nuove tecnologie e viaggi) dove esprimere la creatività giovanile. LUCIA DALLAFIOR, operatrice didattica museale. Insieme a tre amici ha fondato Did@ act, Didattica, archeologia e cultura in Trentino”, un progetto che si occupa di avvicinare i bambini e adulti all’archeologia, all’antropologia fisica e all’anatomia comparata, attraverso workshop e laboratori. SERENA BRUNELLO E DAVIDE PINAMONTI, membri dell’E-Agle Trento Racing Team, un gruppo formato da una cinquantina di studenti di ingegneria ed economia, che ha costruito una monoposto elettrica per partecipare alle competizioni sportive tra facoltà universitarie.

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E-agle Team durante la visita di Sergio Marchionne al Polo Meccatronico

svolgendo un tirocinio si è reso conto di quanto le scuole fossero rallentate dalla gestione dei progetti di alternanza scuola lavoro, complicati dalla mole di adempimenti burocratici. Per facilitare questi processi, il giovane brillante ha messo quindi a punto un gestionale funzionale ed intuitivo pensato per gestire i vari progetti. Mosso dalla convinzione che “l’innovazione tecnologica è un mezzo per fare innovazione sociale”, Patrick ha presentato il suo progetto, oggi utilizzato da una decina di scuole, anche al Ministero dell’Istruzione. Tra i tre vincitori a pari merito decretati invece dai giurati il giovane solandro Sergio Zanella, apicoltore, come tanti in val di Sole, per hobby. Nel 2014, insieme a due amici amanti della natura ha dato vita in quel di Croviana al MMAPE, il Mulino Museo dell’ape, nato dalla collaborazione tra il Comune di Croviana, l’Associazione Culturale il Mulino, l’Associazione Apicoltori Val di Sole, Peio e Rabbi, che riunisce 140 apicoltori, e la Fondazione Edmund Mach, che ha fornito la consulenza scientifica. Il Museo, aperto 4 mesi durante l’estate e in alcune date durante le festività invernali e a primavera, vuole far avvicinare i visitatori all’affascinante mondo delle api, insetti indispensabili per la nostra sopravvivenza, e alla cultura del miele, attraverso visite guidate ed esperienze interattive per grandi e piccoli. Nel giro di qualche anno il museo ha ottenuto sempre più consensi, tanto da registrare nell’ultimo anno più di 5.000 ingressi. Un’attività quindi, che dimostra come con la cultura si possa anche mangiare, creando opportunità di lavoro e valorizzando l’identità e le tradizioni locali. Sul podio sono finite anche Valeria Biasi e Giulia Houston, due ragazze in rappresentanza della cooperativa Progetto Quid, che prende il nome dalla parola latina che significa “qualcosa”. Questo


trentinoattualità

Monoposto elettrica dell’E-Agle Trento Racing Team

Progetto Quid

MMAPE Mulino Museo dell’ape

marchio di moda etica e sostenibile è nato nel 2012 nel veronese da un gruppo di 5 amici, proprio animati dal desiderio di fare “qualcosa”, qualcosa in più, dal punto di vista sociale e allo stesso tempo ambientale. L’idea alla base del progetto, che ad oggi dà lavoro a 75 persone, unisce infatti da un lato il recupero di materiali tessili di alta qualità made in Italy, che vengono ogni anno scartati in grande quantità -chilometri e chilometri di tessuto, tanto che in 4 anni ne sono stati recuperati 800 km, da cui sono stati realizzati mezzo milione di capi di abbigliamento- anche in collaborazione con importanti partner del mondo fashion, dall’altro mira al reinserimento lavorativo di donne dal passato problematico, che possono così trovare, attraverso il lavoro sartoriale, un’opportunità di realizzazione professionale e di riscatto.

Il loro motto è “we win or we learn”, ma loro in questo caso hanno sia vinto che imparato. Sono i membri del E-agle Trento Racing Team, rappresentati a Strike da Serena Brunello e Davide Pinamonti, un gruppo, che porta l’effige dell’aquila trentina, formato da una cinquantina di studenti dell’università di ingegneria ed economia di Trento. Spronati da un loro professore, in soli 12 mesi sono riusciti a realizzare negli spazi messi a disposizione di Trentino Sviluppo, un’automobile da corsa monoposto a propulsione elettrica, chiamata Chimera, per concorrere alla Formula Sae, la competizione internazionale rivolta a team di studenti universitari che gareggiano con un veicolo assemblato da loro. Una scommessa sull’innovazione che vede al centro una mobilità sempre più elettrica e

sostenibile per l’ambiente, e che ha portato i giovani costruttori anche ad aggiudicarsi un premio per la migliore soluzione telemetrica, il Vehicle Telemetry Solution. Insomma, sono state tante, diverse e appassionanti le storie raccontate, ma tutte in grado di trasmettere un’ondata di energia positiva e di fiducia. Fiducia in se stessi, prima di tutto, e nelle proprie passioni, che unite al talento e alla determinazione possono portare davvero lontano. Ma fiducia anche verso il futuro, quel futuro al quale troppo spesso ci si rivolge con desolazione e scoraggiamento, ma a cui si può guardare, invece, come a una bella sfida per i giovani che vi si addentrano, certo difficile, ma di sicuro stimolante, e alla quale vale la pena partecipare. ■

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AGO, FILO E... 22 ANNI di Denise Fasanelli

LA SFIDA DEL GIOVANE SARTO, KEVIN DELAITI, CHE NEL SUO ATELIER CONFEZIONA CAPI D’ABBIGLIAMENTO UNICI E PERSONALIZZATI. TRA ARTIGIANATO, MANUALITÀ ED ARTE, CIRCONDATO DA SINGER E TESSUTI DI OGNI TIPO, IN UN AMBIENTE DALLO STILE PARIGINO, IL TENTATIVO DI RIPORTARE IN AUGE QUESTO MESTIERE ANTICO, NELLE “RUE” DEL CENTRO DI ROVERETO

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on chiamatela fortuna, a 22 anni fare il lavoro che si ama, aprendo bottega con tutti i rischi annessi, non è questione di fato ma di tenacia, testardaggine e tante capacità. Sì, perché quella di Kevin Delaiti, roveretano, classe 1995, è una passione che scoppia alle medie quando butta giù i primi schizzi di abiti ed inizia a disegnare moda. La sua vera fortuna è avere accanto una madre che se ne accorge e lo incoraggia, una donna sensibile, capace di spronarlo co32

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stantemente, una vera e propria spalla che lo incoraggia a seguire la propria passione. Così, dopo aver studiato moda per quattro anni all’Istituto “Canossa” di Trento e partecipato a diversi stage, anche con nomi importanti, dopo aver ottenuto la maturità in ragioneria “perchè non si sa mai”, dopo altri due anni di lavori precari nel campo della sartoria, Kevin decide di fare il grande passo e mettersi in proprio. In quel momento ha 20 anni, un sogno da realizzare, il coraggio di prendere

in mano il proprio futuro, ed è il caso di dirlo, cucirselo su misura. Inaugura “Cinquantacinque”, il suo atelier a Rovereto in via Bezzi, uno spazio confortevole in centro città da cui iniziare. Sceglie di rimanere nella sua comunità, è un ragazzo con i piedi ben piantati a terra che non vuole fare il passo più lungo della gamba, anche perchè qui la concorrenza è minore rispetto ai grandi centri della moda e le conoscenze posso aiutarlo a partire, vuole farsi una reputazione, meritar-

si ogni piccolo passo in avanti. Il nome del suo laboratorio artigianale è un mix di fantasia tra la somma dei numeri che compongono la sua data di nascita e il giorno in cui è venuto al mondo: 5 e 5. Ed è in questo spazio che può finalmente mettere in campo tutte le sue capacità, esercitando un lavoro dal sapore “antico” arricchito da tanta passione e manualità. Forse per questo sorride appagato quando racconta questo mestiere: “Sento il bisogno di tornare indietro, al


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MONTE BONDONE: LA NEVE AMICA DEI TRENTINI. #familyvillage

dagnerò questo mese?” o di fronte al cliente, provo sempre un po’ di sana tensione, ma amo infinitamente il mio mestiere e, se guardo avanti, fatico ad immaginarmi altrove. Sono abbastanza testardo e capace di osare, altrimenti non sarei qui oggi!” Osservando alcuni capi d’abbigliamento e l’interno stesso dell’atelier si percepisce l’influenza dei grandi sarti parigini a cui s’ispira, come Chanel e Dior. Gli chiedo cosa significhi per lui “eleganza”. “Credo si tratti della capacità di una persona di essere se stessa senza tralasciare ció che è universalmente definito “di buon gusto”. Non è soltanto una questione di abito, una persona è elegante quando sa dosare nel modo corretto il gusto personale e il senso per lo stile, esprimendo quello che ha dentro di sè. L’eleganza è, a mio avviso,

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passato, gustandomi l’intero processo di sartoria. Per me è fondamentale il rapporto con i clienti, la scelta dei materiali, prendere le misure, disegnare i cartamodelli e trasferirli sulla stoffa. Ci vuole molta pazienza in questo mestiere, le regole sono abbastanza rigide e capita anche di sbagliare, dover rifare tutto. La soddisfazione è però enorme quando si coglie la giusta intuizione per confezionare abiti unici e personalizzati partendo da zero”. Quali sono i tuoi punti di forza e quali le tue debolezze? “Sono una persona tenace a cui piace la solitudine, cosa che non è sempre positiva. Tendo a volermi arrangiare in tutto, a non chiedere mai aiuto, quell’aiuto che ogni tanto farebbe pure comodo. Ho sicuramente alcune paure ed insicurezze, non posso negare che alla domanda “cosa gua-

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libertà: libertà di essere e di vestire come vogliamo senza, tuttavia, ricercare necessariamente provocazione o appariscenza”. In bottega arriveranno anche molti clienti per i classici “aggiustamenti” di capi o con la richiesta di modificare vecchi abiti già in loro possesso. Su cosa preferisci lavorare e quali sono i tessuti che prediligi? “Effettuo anche modifiche e mi è capitato di riciclare vecchi abiti trasformandoli in capi dal volto nuovo. Però, quello che prediligo, è fare tutto da zero, ovvero confezionare abiti su misura per il cliente specifico. Gli abiti sui cui preferisco lavorare sono i capi spalla, ossia le giacche uomo o donna, nonostante siano quelli più complessi: richiedono di media circa 50 ore di lavoro, l’assemblaggio di 70/80 pezzi e una cura maniacale per i numerosi dettagli. Ogni volta si tratta di una sfida importante. Per quanto riguarda i tessuti ho una venerazione per la lana 100% o 34

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comunque i tessuti più corposi, hanno una resa migliore”. Qual è la clientela tipo che si rivolge alla tua sartoria? “La clientela, dopo due anni che l’atelier è aperto, è davvero molto varia. Per quanto riguarda gli abiti su misura, è necessario molto occhio, avere l’intuizione giusta con questi clienti fa la differenza. Generalmente si tratta di persone sopra i trent’anni che vogliono distinguersi, esprimendo il proprio io anche nel modo di vestire o di persone che hanno conformazioni fisiche particolari, quindi necessità specifiche”. Le richieste più originali o strane che ti sono state commissionate? “Sicuramente una richiesta insolita è stata quella di confezionare una giacca elegante per un prestigiatore rinomato. Una volta realizzato il progetto insieme, dove tasche e scomparti comunicanti avevano tutti una loro logica e una funzione diversa, la realizzazione è stata complessa, mi ha messo a dura prova

ma alla fine la gratificazione, nel vederla finita e riuscita, è stata notevole. Un’altro abito fuori dagli schemi ma soprattutto dal tempo, è stato quello che ho creato per un arpista in stile celtico, interamente ricamato a mano. E’ ancora vivida in me l’emozione e l’orgoglio nel vederlo indossato magistralmente sul palco del Teatro Zandonai a Rovereto, la mia città. C’è stato anche chi mi ha chiesto un costume da Iron Man, in quel caso ho rifiutato il lavoro ritenendolo poco adatto alla sartoria visto che il supereroe in questione è principalmente composto da parti da realizzare in plastica, resina o altri materiali solidi se si vuole ottenere un risultato accettabile. Ho invece creato alcuni abiti cosplay nell’ambito del Lucca Comics & Games, una fiera dedicata al fumetto, all’animazione, ai giochi, e all’immaginario fantasy e fantascientifico, che si svolge nella cittadina Toscana. Una giacca, in particolare, sulla quale ho applicato manualmente il piumaggio, piuma per piuma, mi ha divertito anche se ci è voluta una pazienza infinita”. Quali sono i tuoi progetti futuri e cosa vuoi fare da grande?

“Per il momento mi concentro sul mio atelier, credo che fare un piccolo passo alla volta sia il modo più adatto di crescere, almeno per quanto mi riguarda. Non sono interessato alla grande moda, quella delle sfilate o delle grandi catene, per capirci. E’ un mondo competitivo dove i ritmi sono frenetici e tutto rischia di ruotare intorno al budget più che al prodotto in sè. Ciò che amo è proprio potermi dedicare al cliente e all’intero processo di sartoria, gustarmi ogni momento senza perdere la mia identità, è lì che risiede la magia di questo mestiere”. Se non avessi intrapreso la carriera di sarto, quale lavoro avresti svolto? “Mia madre mi ha raccontato, non senza una punta di ilarità, che da bambino dicevo di voler fare il medico del cuore, il cardiochirurgo, o quello che fa nascere i bambini. Posso dire con certezza invece, che avrei comunque intrapreso una strada che mi portasse ad esprimere la mia creatività, avrei probabilmente studiato Beni Culturali e poi chissà. Fortuna faccio il mestiere che amo e che sognavo!” Atelier in via Bezzi 27 a Ro■ vereto.


Presidenza del Consiglio della Provincia autonoma di Trento

Opere giovanili e della maturità di venti artisti trentini del Novecento dal 20 gennaio al 10 marzo 2018 Inaugurazione venerdì 19 gennaio 2018 ore 18.00 Mostra a cura di Roberto Festi e Chiara Galbusera

Josef Maria Auchentaller R. Marcello [lras] Baldessari Luigi Bonazza Bruno Colorio Fortunato Depero Benvenuto Disertori Orazio Gaigher Tullio Garbari Erika Giovanna Klien Fausto Melotti Umberto Moggioli Guido Polo Aldo Schmid Riccardo Schweizer Luigi Senesi Cesarina Seppi Giorgio Wenter Marini Othmar Winkler Dario Wolf Remo Wolf

Fortunato Depero Tornio e telaio 1949

Guido Polo Figura 1923

Tullio Garbari Preludio di gioia 1910

Luigi Senesi Progressione/Contrasto di primari 1977

Josef Maria Auchentaller Lepre 1890

Umberto Moggioli Ritratto di L. Rossetti 1900 Dario Wolf Ritratto femminile 1926

Palazzo Trentini via Manci, 27 da lunedì a venerdì 10.00-1800 - sabato 10.00-12.00 - Chiuso nei giorni festivi


trentinoautori

di Nicola Tomasi

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gnuno di noi è alla ricerca di qualcosa, di uno scopo, di una guida e di una serie di risposte. E saranno questi e altri motivi a far prendere a Tikris, il poeta viaggiatore, la decisione che lo condurrà in un viaggio verso il freddo Nord, al fianco del suo re e dei suoi guerrieri più fidati, accompagnato costantemente dalla presenza esaltante della dèa della musica. Tikris è il narratore e protagonista de “Il viaggio del pettirosso” (Edizioni Curcu Genovese), il primo romanzo del giovane autore trentino Pietro Mazzalai, un’avventura epica che si svolge in un mondo immaginario e si discosta per alcuni aspetti dal fantasy classico. Perché la scrittura? Credo che sia la forma più economica per trasmettere emozioni. Non ho bisogno di pennelli, di marmo o scalpelli, né di strumenti musicali, mi basta la fantasia. Adoro inventare e raccontare storie da quando ero bambino e quindi, in un certo senso, non ho avuto scampo. Quando hai iniziato a scrivere e perché hai deciso di farlo? Ho cominciato a sperimentare dopo le superiori, poi mia madre si ammalò di cancro, morì tre anni fa e da quel momento avevo bisogno di trovare un modo per allontanarmi, almeno per poco dalla realtà, perdendomi nella mia immaginazione. Ho scritto alcune storie, Il viaggio del pettirosso è una delle ultime, forse quella che mi ha soddisfatto di più. Perché hai scelto il genere fantasy? Mi piace la narrazione in ogni suo genere, se una storia è scritta bene l’ambientazione spesso non conta. Come molti ragazzi, da adolescente ero molto introverso, era 36

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IL VIAGGIO DEL PETTIROSSO TIKRIS È L’IO NARRANTE DEL PRIMO ROMANZO DI PIETRO MAZZALAI, GIOVANE AUTORE TRENTINO. UN’AVVENTURA EPICA CHE SI SVOLGE IN UN MONDO IMMAGINARIO, MA SI DISCOSTA IN PARTE DAL FANTASY facile rifugiarsi in universi immaginari, esterni alla realtà. Tolkien di certo ha fatto il suo lavoro con me. Il bello del fantasy è che, essendo appunto esterno alla realtà, le nostre regole non contano e concede una libertà di immaginazione che nessun altro genere può dare. Com’è scrivere un libro? Scrivere è un’esperienza particolare, un viaggio verso un orizzonte sconosciuto. Uno dei momenti più piacevoli è l’inizio, il lavoro che si avvia nella mente, la scintilla che

Valerio Massimo Manfredi è uno degli ispiratori di Pietro Mazzalai

CHI È

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ietro Mazzalai nasce a Trento nel 1991. Da sempre appassionato studioso di storia, mitologia e dell’universo fantasy. Dopo diversi esperimenti narrativi, decide di pubblicare il suo ultimo lavoro, nato dalla conciliazione delle sue grandi passioni.

crea l’idea. Poi si sviluppa, a volte anche velocemente, facendoti seguire un percorso di cui non sempre sei il padrone, finché ti porta al finale, forse la parte più importante della storia. Nella storia la musica ha un ruolo molto importante, cosa rappresenta per te? La musica è la guida del protagonista, la luce nell’oscurità. È uno dei modi più eleganti di comunicare ed è talmente potente da personificarsi in una dèa. Credo sia la forma d’arte più alta di tutte, da sempre invidio e ammiro compositori, musicisti e tutti

coloro che vivono di musica. Non invecchia mai, è un monumento invisibile e riesce ad emozionare nel modo più intenso che l’arte può fare. Nel romanzo ci sono numerose divinità e hanno un ruolo importante, quasi diventando personaggi concreti. A cosa ti sei ispirato per crearli? Il pantheon del romanzo si ispira alle divinità greco-romane e a quelle scandinave. Essendo un appassionato di mitologia europea, la storia ne ha subito l’influenza. Il protagonista e i suoi compagni ricordano i greci delle opere omeriche, mentre il popolo del Nord ricorda le popolazioni germaniche. Forse uno degli scopi del romanzo è questo, avvicinare la gente, in particolare i giovani a quelle culture antiche e a quelle opere classiche che stiamo dimenticando. Gli dèi sono la personificazione delle forze della natura, dei sentimenti e di noi stessi. In un certo senso rappresentano quei valori che sono stati messi da parte, quella saggezza ancestrale che a volte non vogliamo ascoltare.


trentinoautori Ti sei ispirato a qualche opera o a qualche autore per scrivere il romanzo? Ogni scrittore cerca sempre di essere il più originale possibile, spesso fallendo miseramente. Io mi sono ispirato più ad elementi storici che narrativi, ma inevitabilmente il mio modo di scrivere e i miei gusti hanno influenzato il romanzo. La passione per la mitologia, per le leggende e tutto quell’universo misterioso che non esaurisce mai le sorprese. Quali autori preferisci? Quali hanno contribuito ad invogliarti alla scrittura? Di certo ha svolto un ruolo decisivo il maestro italiano del romanzo storico, ovvero Valerio Massimo Manfredi. Come lettore sono molto selettivo e dovrei leggere di più, riesco ad apprezzare i classici, autori particolari e del secolo scorso come London e Hemingway. Adoro Lovecraft e ovviamente il buon

Tolkien, ma sono più immagini, sogni e la predisposizione a fantasticare che mi aiutano a scrivere. Che cos’ha di diverso il tuo romanzo rispetto ad altri del suo genere? Forse il fatto che non è un fantasy vero e proprio. Non ci sono elfi, nani, stregoni e vampiri e il contesto anziché essere a sfondo medievale, ricorda più l’età antica. La magia non è opera di maghi o streghe ma appartiene al soprannaturale intervento divino, che è sempre qualcosa di prodigioso, inspiegabile e indefinito. A chi ti sei ispirato per la creazione dei personaggi? I personaggi nascono sempre da un’idea, un’immagine o un ruolo e poi si sviluppano, prendono forma, acquistano caratteristiche e personalità. C’è un po’ di tutto, un insieme di personaggi di altri racconti, film o disegni. Tikris, il protagonista è colui che nar-

ra la vicenda, un cantore, un bardo, un aedo. È abile nel suo mestiere ma molto del mondo gli è sconosciuto. Kaendros invece, il re imbattibile, è un guerriero che vive per combattere e deve equilibrare passioni e responsabilità. Non è altro che lo stereotipo dell’eroe greco, dello stampo di Achille ma con punti deboli molto più interiori. Perché hai scelto il narratore interno per questo romanzo? L’idea che avevo in mente lo richiedeva. La storia doveva essere narrata da qualcuno che l’ha vissuta. L’io narrante permette un contatto molto più profondo e intimo tra il lettore e il protagonista. Lo considero un sistema utile per entrare in profondità nel racconto e subirne i sentimenti. Nel racconto sono presenti alcune donne particolari, chi sono le guerriere della tua storia? I racconti epici sono sempre stati storie di uomini per altri uomini, ambientati in periodi difficili che mettono a dura prova le capacità fisiche e mentali. La donna però ha sempre dimostrato tenacia, intelligenza e determinazione, spesso più dei grandi eroi maschi. Le donne del mio romanzo sono quasi tutte donne forti, in grado di sopportare, di difendersi e di far valere le loro decisioni. Ho voluto dare spazio a questa immagine femminile perché la donna guerriera, la donna forte ha sempre affascinato e spaventato l’uomo ed è bene che sia così. Ci sono altri progetti in programma? Continuerò a scrivere perché è una passione che si alimenta di continuo giorno dopo giorno. Ho qualche lavoro già pronto nel cassetto e ne sono in arrivo altri. Vorrei continuare ad avventurarmi nel fantasy ma mi piacerebbe anche sperimentare altri generi ad esempio il noir. Vedremo... ■

IL LIBRO Le parole di Tikris, il poeta viaggiatore si fanno udire vicino al focolare. Egli narrerà il suo racconto più celebre, il viaggio che fece molti anni prima, al fianco del suo re, il più impavido dei guerrieri. Un male antico affligge il mondo, raggiungendo il cuore della terra dei Kartai. I figli del principe sono stati rapiti e tutti ignorano quello che gli dèi vogliono dagli uomini. Coraggio nel cuore, serve ai guerrieri e saggezza nella mente, se vogliono raggiungere la meta a tutti ignota. Tikris, il cantore, si affiderà alla sua musa, la dèa del canto che da tutta la vita lo guida e lo consiglia. Solo con la forza della sua arte, da tutti rispettata e amata, potrà reggersi in piedi al fianco dei suoi compagni e fissare negli occhi gli stessi dèi. Un romanzo fantasy che omaggia l’epica classica e si ispira alla mitologia europea. Un tributo al mondo antico, alla leggenda e alla musica, vera protagonista e dono sublime degli dèi.

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trentinoanniversario

1998-2018

di Francesca Mazzalai

CERMIS COME È POTUTO ACCADERE? SONO PASSATI ESATTAMENTE 20 ANNI DA QUEL MALEDETTO MARTEDÌ 3 FEBBRAIO DEL 1998, QUANDO LA VALLE DI FIEMME, AFFOLLATA DI TURISTI E AMANTI DELLA MONTAGNA, VIENE TOCCATA DA UNA TRAGEDIA CHE ANCORA OGGI LASCIA SENZA FIATO. PER LA SECONDA VOLTA LA FUNIVIA DEL CERMIS. DI NUOVO IL CAVO PORTANTE CHE SI SPEZZA. E TANTI, TANTI MORTI. PROPRIO COME ERA ACCADUTO VENTIDUE ANNI PRIMA, SEMPRE DI MARTEDÌ, IL 9 MARZO DEL 1976. IL GIORNO IN CUI INIZIA IL CALVARIO DEL CERMIS...

“V

ado lì – scrive Luca Goldoni nel 1976, riferendosi al Cermis – perché è un mondo diverso da Cortina, da Courmayeur, da Cervinia perché non ci sono splendidi negozi, non ci sono splendide ville, non ci sono splendide feste, non arrivano splendide automobili. Si vive in alta montagna, fra gli scoiattoli, i caprioli, i galli cedroni, in piccole baite di legno. Dopo l’ultima corsa della funivia si resta isolati, quieti e in 38

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tranquilla compagnia davanti al fuoco del camino. Fuori le stelle, vicine, lucentissime, dell’alta quota. Miei amici erano anche gli uomini della funivia e degli skilift, i cuochi, i camerieri che alla mattina presto arrivano sin da Cavalese con il fascio dei giornali e quei turisti che come me amano questo tipo di montagna ancora abbastanza vera. Conoscevo Ivo Delvai, l’accompagnatore della tragica cabina. Ero salito e sceso con lui decine di volte. I giovani

La prima pagina de “Il Manifesto”

pigliano la funivia come l’ascensore oppure l’autobus, ma ogni tanto c’è qualche donna che appariva titubante e chiedeva se c’era pericolo oppure diceva: “Non cadremo mica giù vero?” Allora Delvai rispondeva: “Niente paura signora. Questa settimana ne sono cadute soltanto tre.” E allora la donna rideva rassicurata. Conoscevo Graziano Corradini. Lo ricordo mentre batteva lentamente i piedi all’arrivo dello skilift, intirizzito da ore


trentinoanniversario di gelo. Conoscevo Edwin Bazzanella di 18 anni, il ragazzo della tavola calda che riusciva ad essere allegro e gentile anche nelle ore di punta quando il self service diventava una bolgia. L’ho visto l’ultima volta alle 17 – continua Goldoni – alla partenza dalla funivia. Volevo scendere anch’io a Cavalese per comperare qualche cosa. Poi un incredibile tramonto infuocato al termine di una giornata livida mi aveva convinto a rimanere su. Sarei partito la mattina dopo. Il tramonto di fuoco si tinge pian piano di viola quando arrivano le prime notizie. Una serrata successione di frammenti che subito s’ingrossa e diventa valanga. È caduta una cabina. È quella vuota. No, è quella piena. Poi quel sono tutti morti. Eravamo in tanti affacciati al balconcino della stazione di partenza, mille metri sopra la tragedia, annichiliti, impotenti. Non possiamo neppure correre a far qualche cosa, anche se non c’è più nulla da fare.” È proprio così, non c’è più nulla da fare per i 43 occupanti della funivia che il 9 marzo del 1976 precipita da cinquanta metri d’altezza, schiantandosi al suolo. Sono tutti morti. O almeno così si crede. Mentre incredibilmente c’è una superstite. Una sola. A estrarla dalle lamiere della cabina è Francesco Betta, un panettiere di 23 anni che in quel momento si trovava in un bar vicino e che per primo è arrivato sul luogo del disastro.

Lo squarcio provocato dal cavo

Da sinistra, Richard Ashby, pilota e comandante dell’aereo, Joseph Schweitzer, navigatore, William Rancy e Chandler Seagraves, addetti ai sistemi di guerra elettronica

La ragazza respira appena, e viene trasportata immediatamente in ospedale (dove saranno accertate fratture in tutto il corpo). Il suo nome è Alessandra Piovesana, ha 14 anni, era arrivata in Val di Fiemme qualche giorno prima per trascorrere la settimana bianca insieme ai suoi compagni del suo liceo. Il Carducci di Milano. Ma quei compagni della quarta G Alessandra non li rivedrà mai più. I loro cadaveri sono stati allineati nell’ospedale di Cavalese, coperti da lenzuola bianche. La notizia dell’incidente rimbalza sui giornali, in televisione, valica i confini nazionali Su quella funivia si trovavano turisti di diverse nazionalità: tedeschi, austriaci, francesi. Un’unica domanda è sulla bocca di tutti: come è possibile che la cabina del Cermis sia caduta? I parenti invocano giustizia, il tribunale di Trento si impegna a risolvere il caso in maniera veloce e precisa. Ne va dell’immagine dell’Italia. E così iniziano le inchieste, i primi interrogatori. L’imperativo è unanime: una cosa del genere non deve succedere mai più. Figuriamoci. Una volta chiarite le cause la funivia del Cermis deve tornare più sicura di prima. Nel frattempo il processo porta a galla nu-

merose lacune nella gestione della sicurezza dell’impianto. Il manovratore Carlo Schweizer, a cui inizialmente verrà attribuita tutta la colpa della sciagura, viene condannato a tre anni e sei mesi di carcere per aver fatto scendere la cabina manualmente, nonostante il sistema di sicurezza avesse bloccato la funivia dopo avendo rilevato un pericoloso accavallamento dei

cavi. Solo più tardi si scoprirà che a dargli l’ordine di far ripartire l’impianto era stato il caposervizio con cui Schweizer era in quel momento al telefono. Comunque sia, caso risolto. Non c’è più da preoccuparsi. Mica può ricapitare... È il 3 febbraio del 1998. Quel martedì mattina Marcello Vanzo si alza per andare al lavoro. Tocca a lui manovrare

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trentinoanniversario

la funivia del Cermis, perché il suo collega Franco Ochner è di riposo. Marcello lavora solo saltuariamente alla funivia, per arrotondare. Il Comune lo impiega spesso per lavori stagionali e lui per mantenere la moglie e le due figlie si arrangia anche come imbianchino. Quel giorno c’è un bel sole, la giornata è fresca ma limpida. L’ideale per godersi le piste da sci della val di Fiemme e il paesaggio che le circonda. I turisti sono tanti, arrivano da tutta Europa. C’è un gruppo di ragazzi belgi, sono in cinque: una coppia di fidanzati, “Sebbe” e Rose Marie, e i loro amici. Le ultime fotografie le scattano verso mezzogiorno, ritraendosi sorridenti con lo sfondo delle

Dolomiti. È una giornata perfetta per sciare. Infatti sulle piste sono in tanti. Compresi Peter e sua moglie, con il figlio Philip di dodici anni. Sono arrivati da Katowice per fare una settimana di neve in Italia. Philip adora la neve. Trascorrono tutta la mattinata a divertirsi finché Peter non cade malamente. Prova a sciare ancora un po’ ma fa fatica e decide di scendere a valle, dove aspetterà moglie e figlio che rimanono in montagna a sciare ancora un po’. Lo raggiungeranno più tardi, con la funivia. Anche Danielle è sul Cermis. È arrivata a Cavalese per lavorare stagionalmente in un albergo, così da riuscire a guadagnare qualche soldo, imparare l’italiano e, perché

Il cavo tranciato dal Prowler 40

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no, sfruttare il tempo libero per sciare un po’. Come quel martedì di riposo dal lavoro. Uno degli utlimi prima di tornare a casa, ad Apeldoorn, nei Paesi Bassi. Poi c’è una comitiva di tedeschi: una coppia di ventenni, Michael e Mandy, e gli altri sulla quarantina (tra cui anche il padre e la madre di Mandy,

Marina). Fanno tutti parte del gruppo alpino Grün-Weiss. Hanno trascorso diversi giorni sciando sulle piste vicine a Predazzo e quel martedì, per cambiare, si sono spostati al Cermis. Come racconterà Rita Wunderlich, la moglie di uno degli sciatori tedeschi: “Ci eravamo divertiti moltissimo. Gli

La funivia del Cermis prima dell’incidente


trentinoanniversario uomini scendevano come scheggie. Uscivano spesso dal tracciato per fare qualche breve tratto sulla neve fresca. Eravamo tutti entusiasti. C’era un bel sole e faceva quasi caldo. A mezzogiorno ci fermammo a mangiare. A un certo punto qualcuno della baita tirò fuori una chitarra e ci mettemmo tutti a cantare canzonette italiane. Jürgen, mio marito, si lanciò addirittura in un ballo. Poi, saranno state circa le due, qualcuno propose di raggiungere con gli sci la stazione intermedia della funivia. L’idea fu accolta con entusiasmo e solo io e Marina, la mamma di Mandy, decidemmo di salire a bordo da lì.” Tra coloro che stanno per prendere la funivia ci sono anche due ragazzi austriaci. Anton e Sonja. Anche loro, come Michael e Mindy, stanno per sposarsi. Quel giorno solo saliti al Cermis piuttosto tardi e così sono fra gli ultimi anche a scendere. Quando arrivano alla funivia sono circa le tre. Intanto ad Aviano – a circa 90 chilometri in linea d’aria –

quattro marines americani sono appena saliti a bordo di un aereo da guerra (numero di matricola 163045) per effettuare la missione denominata Easy 01. Il ragazzo che pilota, comandante Richard J. Ashby, vuole sorvolare un’ultima volta le valli del Trentino prima di tornare a casa, negli Stati Uniti. Come scrive Luigi Sardi in I due Cermis (Ed. Curcu Genovese) “c’è un verbo nella lingua inglese – to prowl – che vuol dire vagare in cerca di preda oppure andare furtivamente. E Prowler

è il nome davvero azzeccato per il Grumman EA-6 bimotore a reazione costruito per la guerra elettronica”. Proprio un Prowler è il jet che il 3 febbraio decolla dalla base di Aviano. A bordo, oltre ad Ashby, anche il capitano Joseph P. Schweitzer e alltri due marines, il parigrado Chandler P. Seagraves e William L. Raney, incaricati di assistere il pilota segnalando eventuali pericoli a vista. Sommando l’esperienza dei quattro esce una cifra di tutto rispetto: 2036 ore di volo. D’altronde non si può essere

alla guida di un simile aereo se non si è almeno piloti eccezionali: il Prowler è specializzato nel volo radente, che può scendere anche a 150 metri dal suolo. Questa volta però, il pilota ha in mente di spingersi ancora più in basso. La rotta per quel giorno prevede di sorvolare Cortina d’Ampezzo, il lago di Garda, per poi raggiungere la Marmolada. È la rotta nota come AV047. Per Ashby, come abbiamo detto, quello è l’ultimo volo in Italia prima di tornare negli Stati Uniti e quella rotta

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trentinoanniversario 1976: LA PRIMA TRAGEDIA ...non c’è più nulla da fare per i 43 occupanti della funivia che il 9 marzo del 1976 precipita da cinquanta metri d’altezza, schiantandosi al suolo. Sono tutti morti. O almeno così si crede. Mentre incredibilmente c’è una superstite. Una sola. A estrarla dalle lamiere della cabina è Francesco Betta, un panettiere di 23 anni che in quel momento si trovava in un bar vicino e che per primo è arrivato sul luogo del disastro...

Alessandra Piovesana (1962-2009) in Tribunale al dibattimento sulla tragedia

l’ha voluta perché la più spettacolare di tutte. E poi potrà volare di nuovo a bassa quota, fino a 300 metri dal suolo. Il volo rasoterra è qualcosa di esaltante per lui. È da parecchi mesi (esattamente dal 3 luglio dell’anno precedente) che non ne ha la possibilità. Da quando è in Trentino non ne ha effettuato neanche uno. Un peccato. Perché, come ripete spesso: “Volare con i caccia è una forma d’arte. Se non la pratichi la perdi”. Quando la mattina del 3 febbraio Asbhy si sveglia e vede il sole splendere nel cielo capisce che quella è la giornata perfetta per volare. E anche per portare a bordo del caccia la telecamera e fare un bel 42

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filmino panoramico che lasci a bocca aperta i suoi amici negli Usa. Ma, quando i quattro marines sono già a bordo, Schweitzer si rende conto di aver dimenticato la pellicola in camera. Fa interrompere la procedura di decollo, corre in camera e recupera due nastri da 30 minuti ciascuno. La partenza slitta di qualche minuto. Un ritardo che sarà fatale... Il Prowler decolla. La prima tratta prevede di sorvolare Cortina e Brunico. Poi, appena le montagne lo consentono, Asbhy si abbassa sensibilmente di quota. Arrivato all’altezza di Molina di Fiemme il pilota imbocca deciso la valle. In quell’istante il

Un Grumman EA-6B “Prowler” simile a quello che ha causato la tragedia

Prowler sta viaggiando a una velocità considerevole: mille chilometri all’ora. Ashby scende ancora verso il terreno, sfiora quota 100 metri. A bordo i marines si godono il panorama e filmano tutto con la videocamera. Sono così vicini alle montagne che sembra di toccarle. Le riprese verranno benissimo. I militari sorridono guardandosi intorno, finché di colpo Ashby si ritrova davanti qualcosa che a quella velocità non riesce nemmeno a identificare. Cosa diavolo è?! D’istinto Ashby vira a sinistra per evitare l’impatto e punta il muso del caccia in alto verso il cielo per riprendere quota. Ma è troppo tardi. I quattro sentono un urto fortissimo, uno scossone violento. Il jet deve aver urtato qualche cosa. Per un attimo il pilota rischia di perdere il controllo dell’aereo e schiantarsi a terra. Invece miracolosamente riesce a riprendere quota e risale, sfiorando i tetti delle case sottostanti. Pericolo scampato. O almeno così credono i quattro. Adesso però bisogna fare subito rotta verso Aviano per effettuare un atterraggio d’emergenza. Dal caccia in avaria fuoriesce del carburante. Forse è anche il caso di distruggere il nastro della videocamera. Non si sa mai. Qualsiasi cosa abbiano urtato è meglio che non ci siano prove. Gli italiani potrebbero venire a cercarli. Chissà se si rendono conto della realtà. Della gravità di quello che è appena succes-

so. Perché il Grumman EA6B Prowler su cui si trovano ha appena tranciato di netto il cavo portante della funivia del Cermis, facendo piombare la cabinovia nel vuoto. Cinque, sei secondi al massimo. Questo il tempo che ci è voluto perché le 20 persone a bordo si schiantassero al suolo. Stavolta nessun sopravvissuto. “Jet americano contro la funivia: venti morti” titola il giorno dopo Il Corriere della Sera”. Sembra impossibile. La cabina si trovava sospesa a circa cento metri d’altezza. Cosa ci faceva un caccia militare a così bassa quota? È quello che cercherà di stabilire il tribunale. Ma non quello italiano. La Convenzione di Londra, firmata dall’Italia nel 1955, prevede che le inchieste per le tragedie causate da missioni militari si svolgano nel paese d’origine dei militari stessi. Quindi in questo caso negli Stati Uniti, dove il 10 maggio del 1999 il capitano Ashby viene radiato dai Marines e condannato a sei mesi di carcere. Ma non per aver causato la morte di 20 persone (accusa da cui tutti quattro i militari saranno assolti), bensì per aver distrutto il nastro della videocamera, intralciando così le indagini. Per lo stesso reato Schweitzer patteggerà evitando la prigione. Per gli altri due militari a bordo del caccia il caso verrà archiviato. Una sentenza che susciterà un lungo e inevitabile strascico di polemiche. Ma questa ■ è un’altra storia


trentinoattualità C’È UNA NUOVA ASSOCIAZIONE CHE STA MUOVENDO I SUOI PRIMI PASSI IN ALTA VALSUGANA. SI TRATTA DI COOPERAZIONE FUTURA, UN’ASSOCIAZIONE GIOVANE FORMATA DA GIOVANI SOCI DELLA BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DELL’ALTA VALSUGANA CHE SI PROPONE DI RACCOGLIERE LE OPINIONI E LE RICHIESTE DEI GIOVANI DAI 18 AI 35 ANNI DELL’ALTA VALSUGANA E DI POTER RISERVARE LORO UNO SPAZIO IN CUI ESPRIMERE E VALORIZZARE LE PROPRIE COMPETENZE. DOPO ALCUNE INIZIATIVE PROPOSTE ALLA FINE DELL’ANNO SCORSO, ORA COOPERAZIONE FUTURA STA ELABORANDO IL CALENDARIO DELLE INIZIATIVE PER IL 2018

È UN PAESE PER GIOVANI di Paolo Chiesa

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edere un gruppo di giovani che si mette in gioco è sempre una cosa positiva e Cooperazione Futura in questo senso è proprio un bel segnale. Abbiamo incontrato alcuni membri del direttivo di questa Associazione per farci raccontare le sue finalità e le iniziative che verranno proposte nel corso dell’anno. Sentiamo la presidente Ilenia Froner: “in questo momento i giovani faticano a trovare un proprio ruolo nella società e credo che un gruppo come il nostro possa rappresentare

per loro un punto di riferimento. L’idea è quella di raccogliere le opinioni e le richieste dei giovani soci della Cassa Rurale Alta Valsugana e riservare loro uno spazio in cui esprimere e valoriz-

In alto a sinistra Marco Zanghellini, a seguire Alessandro Plancher, Mattia Diffini, Francesco Giacomelli, Federica Pedrini, Riccardo Giacomelli e Sara Sighel. In basso a sinistra Federico Ianeselli, Silvia Bernardi, Ilenia Froner e Maria Rita Ciola. Nella foto manca Massimiliano Osler.

zare le proprie competenze. La nostra volontà è quella di creare un gruppo di giovani che abbia obiettivi formativi, di divertimento e di vicinanza alla Cassa e al territorio locale”. Alla fine del 2017 ci sono state due occasioni che hanno permesso di conoscere Cooperazione Futura in due diverse iniziative promosse dalla stessa Associazione. La prima è stata “Obiettivo Casa”, una serata presso l’Auditorium delle Scuole Don Milani di Pergine sul tema della casa: un argomento interessante che ha riscosso

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molto successo con la partecipazione di Carlo Daldoss, Assessore Provinciale alla coesione territoriale, urbanistica, enti locali ed edilizia abitativa, del notaio Luigi Rivieccio, di un rappresentante del CAF ACLI, di un tecnico del settore edilizia abitativa e di due dipendenti della Cassa Rurale Alta Valsugana che hanno spiegato gli aspetti pratici del finanziamento per una nuova costruzione o la ristrutturazione un’abitazione già esistente. Ma c’è stata anche un’occasione di incontro più ludica, come ci racconta il vicepresidente di Cooperazione Futura, Federico Ianeselli: “in dicembre abbiamo organizzato un appuntamento musicale al Palazzetto di Caldonazzo, con la partecipazione di Anansi e di altri due gruppi locali: Rock’n Pinè e Indigo Devils. È stata una bella serata nella quale abbiamo conosciuto molti giovani ed abbiamo potuto dare una bella occasione per esibirsi ai gruppi intervenuti”. Maria Rita Ciola, consigliera dell’Associazione, fa anche parte del Consiglio di Amministrazione della Cassa Rurale Alta Valsugana e ci tiene ad evidenziare che Cooperazione Futura vuole essere aperta all’esterno come riportato anche nel suo Statuto: “vogliamo davvero creare una collaborazione con gli Enti pubblici e privati presenti sul nostro territorio e con le altre Associazioni che operano nel campo della cultura e della solidarietà

La serata “Obiettivo casa” di Cooperazione futura

sociale. Cercheremo di collaborare con la Comunità di Valle Alta Valsugana e Bersntol, con l’Agenzia del Lavoro e le Aziende del territorio per quanto riguarda l’argomento del lavoro giovanile e con altre realtà come le locali Proloco”. LE FINALITÀ DELL’ASSOCIAZIONE E LE SUE ATTIVITÀ Cooperazione Futura vuole promuovere e divulgare tra i giovani del territorio dai 18 ai 35 anni i principi, i metodi e le strategie cooperative previste nella

Carta dei Valori della Cooperazione Trentina oltre alla conoscenza della Cassa Rurale Alta Valsugana e del territorio in cui la banca opera. Per fare questo l’Associazione vuole proporre: iniziative formative e di avvicinamento all’attività lavorativa; iniziative culturali, didattiche, informative, sportive e ricreative volte all’approfondimento di tematiche socio-culturali, economiche, lavorative, imprenditoriali e solidaristiche; contribuire allo sviluppo sociale della popolazione con iniziative di stu-

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“TAKE dio e il proprio territorio; collaborare coni riferimenti Enti specifici YOUR OWN OPPORTUNITY” (sul retro del direttivo) L E T U E I DEE. pubblici e privati, Associazioni e OrUn esempio di quello che è possibile CULT UR A ganismi Apr cheireoperano nel campo della fare per in giovani è il progetto “Anola e pubblica utilità e della cultura, ment della malía”. In un edificio di proprietà della solidarietà sociale. Cassa Rurale Alta Valsugana, la filiale delle ex Poste di Baselga di Pinè, è staPer informazioni: IL RUOLO DELLA to ricavato uno spazio dove i giovani contattare l’ufficio soci della Cassa Rurale Alta Valsugana o la filiale di riferimento CASSA RURALE (sul retro i riferimenti specifici del direttivo) Il sostegno che la Cassa Rurale Alta Valsugana ha dato alla nascita di Cooperazione Futura è una testimonianza del suo impegno nel sociale; desidera avvicinare i giovani alla realtà economico-finanziaria del territorio per poter essere il primo riferimento nel momento in cui essi volessero avvicinarsi al mondo del Credito Cooperativo. Per fare questo sono allo studio dei prodotti finanziari dedicati alla fascia dei giovani per permettere ad esempio l’acquisto o la ristrutturazione della casa oppure per poter essere da stimolo concreto all’imprenditorialità giovanile. IL CALENDARIO 2018 L’associazione sta lavorando ad un calendario di attività da proporre agli associati: può essere l’occasione per coinvolgere nuovi associati e valutare assieme le iniziative da sviluppare. .

possono progettare e gestire attività culturali, workshop, seminari e laboratori artistici. Un luogo di creazione e creatività dove poter esporre, suonare, recitare, dipingere ed essere un punto di riferimento artistico per i giovani del territorio. Il tutto in un’ottica di scambio ed interazione con il territorio: Anomalia collabora infatti con enti quali l’Ammnistrazione Comunale e l’Apt. Un altro progetto interessante di sostegno ai giovani è stato “Take Your Own Opportunity” della Comunità Alta Valsugana e Bersntol, in collaborazione con l’Assessorato all’Università e ricerca, le Politiche giovanili, le Pari opportunità, la Cooperazione allo sviluppo, l’Assessorato allo Sviluppo economico e lavoro, l’Agenzia del Lavoro. In un percorso articolato in sei moduli gratuiti che hanno riguardato progetti di promozione all’occupazione giovanile e di accompagnamento al lavoro, start-up e avvio di impresa, mobilità in Europa e sviluppo locale dei territori, si è cercato di dare ai giovani coinvolti degli strumenti per poter fare delle scelte professionali consapevoli attraverso un percorso informativo e formativo molto interessante. I CONTATTI Chi volesse conoscere meglio Cooperazione Futura può farlo contattando la presidente Ilenia Froner al numero 346.7877964; il vice presidente Federico Ianeselli al numero 340.8530667; la consigliera Maria Rita Ciola al numero 345.2966452. ■

Un recente concerto al Palazzetto di Caldonazzo

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trentinostoria

DENTRO LA STORIA

di Maurizio Panizza

maurizio@panizza.tn.it

IL CASO GROSSRUBATSCHER UN TREMENDO FATTO DI CRONACA SCONVOLSE NELL’APRILE DEL 1900 LA TRANQUILLA CITTADINA AUSTRIACA DI ROVERETO. IL DIRETTORE DEL LICEO GINNASIO E SUA NIPOTE VENNERO TROVATI BARBARAMENTE UCCISI NEL LORO APPARTAMENTO DI CORSO ROSMINI. IL TERRIBILE AVVENIMENTO – CHE SUSCITERÀ NEGLI ANNI SEGUENTI L’INTERESSE DEL CELEBRE SCRITTORE ROBERT MUSIL – NEL NOVEMBRE DI QUELLO STESSO ANNO COINVOLGERÀ PURE CESARE BATTISTI, IL QUALE PER CONTO DEL GIORNALE “IL POPOLO” SEGUIRÀ DA CRONISTA L’ESECUZIONE DEL CONDANNATO RIMANENDO SCOSSO DALLA CRUDELTÀ DEL BOIA. LO STESSO BOIA CHE SEDICI ANNI DOPO, A TRENTO, IMPICCHERÀ PURE LUI PER ALTO TRADIMENTO

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elativamente alla curiosità morbosa che eccita questo spettacolo orribile, non furono molte le richieste di biglietti d’invito. Per conto mio, se saprò affrontare il senso d’orrore che ispira tal scena, per poter dare relazione ai lettori del Popolo sarà questo il più grande sacrificio che abbia mai fatto per il dovere di

altà il boia si chiamava Josef Lang, ma questo non toglie nulla alla cronaca del Battisti. Segnerà invece la sua fine il successivo incontro che lui – deputato austriaco – avrà con lo stesso Lang il 12 luglio 1916, quando il boia, arrivato anche allora appositamente da Vienna, gli infilerà un cappio al collo come “traditore dell’Austria”, nello stesso

pubblicista”. Cesare Battisti, direttore del giornale socialista “Il Popolo”, così annotava poco prima dell’esecuzione di Florian Grossrubatscher avvenuta la mattina di lunedì 19 novembre 1900 nel cortile del carcere di Rovereto. “La forca è già pronta - proseguiva - e il boia Ignazio Lang è arrivato sabato sera da Vienna con i suoi aiutanti”. In reCesare Battisti

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trentinostoria A sinistra, l’immagine inedita delll’arresto di Florian Grossrubatscher (si ringrazia il Museo della Cartolina di Isera).

modo in cui in quel piovigginoso mattino stava per succedere davanti ai suoi occhi al Grossrubatscher. In effetti, la vicenda che stiamo per raccontare contiene in sé elementi quanto meno sorprendenti. Il primo, quello di un atroce duplice omicidio consumato in una realtà sociale tranquilla e ordinata come la Rovereto tirolese del primo Novecento dove fatti analoghi non erano mai accaduti a memoria d’uomo. Il secondo, che vede come vittime innocenti un mite direttore di Ginnasio (da poco trasferitosi da Vienna) e la giovane nipote, entrambi uccisi all’interno di un palazzo aristocratico sul centralissimo Corso Rosmini. Il terzo, di cui abbiamo già accennato, che racconta del destino assurdo di un uomo che da giornalista descrive per i lettori la scena raccapricciante di un’impiccagione, scena che lui stesso vivrà nuovamente anni dopo, stavolta però nel ruolo di condannato a morte.

Qualcuno oggi avanza l’ipotesi che l’articolo di quel giorno non fu opera del Battisti, ma di un suo collaboratore. E’ da dire, però, che tutti i resoconti dei mesi precedenti riferiti al delitto, furono certamente curati dal “redattore responsabile” de “Il Popolo”, per cui, considerate anche molte analogie di scrittura, a nostro avviso è da avvalorare l’idea che fu proprio lui a descrivere le varie fasi dell’esecuzione. Comunque sia, per spiegare l’epilogo di quel triste 19 novembre 1900 è importante tornare al 4 aprile dello stesso anno, quando la signora Lina Bertolasi, coinquilina del prof. Giovanni Battista Alton e di sua nipote Maria, non avendoli visti il giorno prima si insospettì di quella strana assenza e disponendo della chiave entrò nel loro appartamento al secondo piano di palazzo de Pasquali. Non appena varcò la porta, alla donna si presentò uno spettacolo terrificante. All’interno del corposo dossier che abbiamo scoperto nell’archivio del Tribunale di Rovereto (e che si pensava fosse andato perduto), troviamo scritto: “La Commissione, avvertita alle 1 e

CHI ERA IL PROFESSOR ALTON

G

iovanni Battista Alton era un insigne studioso della cultura e della lingua ladina. Era nato a Colfosco in Val Badia, nel 1845, da una povera famiglia di contadini. Compiuti gli studi superiori a Bressanone e a Trento si laureò poi a Innsbruck in lingue classiche e moderne. Per due anni proseguì l’approfondimento delle lingue a Parigi, e successivamente insegnò a Praga, Vienna e poi a Trento. Dai primi di gennaio del 1900 era stato nominato direttore del Ginnasio di Rovereto. Qui, il 3 aprile dello stesso anno, il mite professore, assieme alla nipote Maria, perdeva la vita per mano assassina.

mezza pomeridiana, entrata nel locale ad uso ripostiglio scorgeva il cadavere di una ragazza dall’apparente età d’anni 25 con un panno attorcigliato attorno al collo. In un altro locale, dietro l’uscio, sdraiato a terra in mezzo ad una larga macchia di sangue, il cadavere di un uomo. Messo lo stesso supino, si vede una ferita enorme alla regione del collo.”

Un’immagine attuale di palazzo de Pasquali, in Via Savioli all’incrocio con Corso Rosmini. Al secondo piano avvenne il duplice omicidio

Il resoconto è crudo, ma estremamente preciso e denota grande perizia d’indagine negli inquirenti. Negli atti - più di 170 pagine manoscritte - si legge ancora: “Sul tavolo da Toilette si rinvengono un paio di polsini tutti lordi di sangue (…) che portano un solo occhiello ed all’interno la marca di fabbrica “6986 TRIESTE 28”. Un altro paio – osserveranno poi gli inquirenti – sembrerà mancare da un cassetto del professore rinvenuto aperto. Più tardi, questa dei polsini, si rivelerà una delle prove schiaccianti a carico del Grossrubatscher. Ma andiamo con ordine e vediamo cosa è possibile scoprire analizzando le pagine del dossier catalogate secondo un rigoroso e dettagliato “ordine” asburgico. Il sopralluogo dei locali da parte degli inquirenti, fornisce da subito l’ora del delitto. Si legge, infatti, nei particolari del verbale: “Sul focolajo economico si vedono un gran recipiente per l’acqua e i due cerchi della piastra di ferro sono levati via dal loro posto”. Poi la conclusione: “Da tutto il complesso si trae il convincimento che tutto era 47

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trentinostoria pronto per preparare il pasto quotidiano, che dovea venire acceso quanto prima il fuoco, ma che rimase tutto sospeso”. Non notando l’assenza di alcun oggetto di valore e considerato l’apparente ordine dell’appartamento, gli inquirenti esclusero da subito l’ipotesi di un delitto per rapina, puntando piuttosto all’ipotesi di un motivo passionale o di vendetta. Il giorno successivo - il 5 aprile - arrivò il primo elemento utile alle indagini. L’eco della tragedia in città, fece sì che si presentassero alla polizia diversi testimoni che dichiararono di avere incrociato quella la mattina un giovane che chiedeva insistentemente dove abitasse il prof. Alton. E con essi giunse una sua descrizione molto dettagliata. Così leggiamo nei verbali di polizia: “Ha l’età di circa 26 fino 30 anni, statura poco più che mediocre, tarchiato capelli lunghi circa 3 centimetri e diritti. Barba lunga circa un centimetro vicino agli orecchi del resto rasato da qualche giorno. Baffi debili corti biondo scuri colorito sano bruno (…). Parla bene tedesco poco italiano. Aspetto complessivo di classe migliore dei lavoratori”. Sulla base di tale descrizione, immediatamente la Procura di Rovereto mandò telegrammi segnaletici a Vienna (dove fino a pochi mesi prima aveva vissuto il prof. Alton) e ai porti di Genova, Marsiglia e di Le Havre con l’intento di scongiurare eventuali fughe oltremare dell’assassino. Nel contempo le indagini proseguirono spedite andando a scavare nelle relazioni personali di Giovanni Alton e di sua nipote. Lo stesso giorno, a sorpresa, sembrò che le indagini avessero imboccato la via giusta indirizzando forti sospetti su di un giovane boemo di nome Johann Kostial che Maria aveva iniziato da poco a frequentare nella capi48

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La vittima, Maria Alton, in uno schizzo fatto a mano rinvenuto negli atti del processo presso il Tribunale di Rovereto

tale austriaca. Una relazione, peraltro, che lo zio aveva da subito ostacolato perché considerava il giovane non all’altezza della nipote. Da Vienna, infatti, giunse un rapporto di polizia in cui si indicava il Kostial come “l’assassino quasi certo” degli Alton. In realtà, nel giro di poche ore la pista che sembrava decisiva si rivelò completamente sbagliata dopo che il sospettato riuscì a fornire agli inquirenti un alibi inattaccabile. Nel frattempo, mentre la polizia proseguiva incessantemente il suo lavoro, il 6 aprile ebbero luogo a Rovereto i funerali delle due vittime. Il giornale “Corriere del

Florian Grossrubatscher

Leno”, ricordando il prof. Alton, scriveva “che per le sue maniere affabili e gentili, per il suo trattare collegiale coi suoi professori, affettuoso e paterno cogli scolari, si era conquistato l’estimazione e l’amore di maestri e discepoli”. Dopo la benedizione, i feretri partirono alla volta di Colfosco, in Val Badia, paese natale delle due vittime, dove venne ripetuta la mesta cerimonia e tumulate le salme nel locale cimitero. Nelle ore successive, quando sembrava che le indagini si fossero nuovamente arenate, giunse un nuovo colpo di scena a tenere sveglia l’attenzione degli inquirenti: alcuni testimoni, infatti, dichiararono di avere notato all’una e mezza pomeridiane del giorno della tragedia, un giovane corrispondente alla descrizione nei presso della stazione ferroviaria di Calliano. Costui si era rivolto loro in tedesco chiedendo a che ora sarebbe passato un treno “per il Nord”, ricevendo come risposta che il primo “locale” che faceva fermata era solo quello delle 16.08. Da subito, quindi, le indagini della polizia si concentrarono sulla linea ferroviaria, avendo appreso dai testimoni che l’individuo si era allontanato a piedi, deciso a raggiungere la stazione di Mattarello, dove facevano

fermata pure i treni diretti. Quasi contemporaneamente giunse da Vienna un nuovo dispaccio telegrafico. In esso si diceva che il prof. Alton “riceveva frequenti visite da parte di tre soldati (suoi conterranei, ndr), Cacciatori di guarnigione a Vienna”. Riguardo poi alla vita che il professore conduceva nella Capitale, veniva aggiunta un’indiscrezione raccolta fra i pochi intimi e cioè che “il dr. Alton avrebbe avuto l’intenzione di sposare sua nipote Maria, ma che costei, dopo che egli ebbe a proibirle la pratica col Kostial, non dovrebbe più esser stata ben disposta verso di lui.” Dando credito a tale notizia, per un po’ si pensò pure ad un omicidio-suicidio. Ciò che comunque parve decisivo agli inquirenti sud tirolesi fu un altro telegramma, giunto sempre dalla Direzione di Polizia di Vienna il giorno successivo. In esso - ancora agli atti - si può leggere che uno dei tre soldati che frequentavano casa Alton, tale Floriano Grossrubatcher, 26 anni, di Stern (attuale La Villa in Badia), lontano parente del professore: “ha rubato credibilmente nel maggio 1898 all’assassinato un importo in contanti di fiorini 120 dalla sua abitazione” - aggiungendo che: “il dr. Alton gli perdonò quest’azione, ma ne rese edotti i suoi conoscenti in Colfosco, cosicché


trentinostoria il Grossrubatscher non trovò più lavoro in patria”. Con questo prezioso indizio, la macchina della giustizia stava prendendo velocità e il cerchio delle indagini sembrava chiudersi attorno al giovane della Val Badia. Infatti, il 7 aprile, in un rapporto di polizia trasmesso da Sant’Ulrico in Gardena, oltre alla conferma del furto troviamo pure scritto: “All’epoca della sua stanza in Vienna, il giovane riceveva da Alton frequenti regali in denaro. Non è escluso che il Grossrubatcher, il quale corrisponde ai connotati, abbia commesso l’assassinio, per cui s’unisce una sua fotografia del 1895”. Dopo questa segnalazione, ormai tutte le polizie dell’Impero erano sulle tracce del presunto assassino. Infatti, non passarono molti giorni che il 10 di aprile Florian Grossrubatscher venne arrestato a Bolzano (si veda l’eccezionale foto d’apertura, mai pubblicata finora), dove lavorava come carrettiere presso il Mulino Rössler. Perquisito il suo alloggio, furono subito trovati due polsini di marca identica a quelli rinvenuti sporchi di sangue sulla scena del delitto. Ma la prova schiacciante, quella che non potrà essere respinta dal giovane, fu il rinvenimento fra la sua biancheria di due altri polsini con ricamate le iniziali A. G. (Alton Giovanni), proprio quelli che erano stati asportati da un cassetto nella camera del povero professore. Dopo il suo arresto, il Grossrubatscher venne tradotto nel carcere di Rovereto dove nelle aule dell’attiguo tribunale iniziò immediatamente l’istruttoria e la raccolta delle prove a suo carico. Ben 34 furono i testimoni interrogati, fra cui un certo Aleardo Gerosa, suo ex commilitone a Vienna, che la mattina della tragedia ebbe la ventura di incontrare il Grossrubatscher verso le 9 in Via Nuova (l’attuale Corso Bettini) e di scam-

biare con lui alcune parole. In cella, l’accusato prima si chiuse in un mutismo assoluto, poi tentò addirittura di farsi passare per pazzo. Tuttavia, quando il 10 settembre iniziò il processo, il giovane, messo alle strette dalle tante prove prodotte dall’accusa, iniziò a confessare dichiarando di avere premeditato l’omicidio dell’Alton sia per vendetta che per rapina per via della necessità di procurarsi dei soldi avendo l’intenzione di sposarsi di lì a poco. Si seppe, inoltre, che mesi prima dell’omicidio il Grossrubatcher aveva scritto al professore per farsi raccomandare per un posto di sorvegliante presso il manicomio di Hall in Tirol, richiesta che Alton aveva decisamente rifiutato. “Da qui - scrisse il Procuratore di Stato, dr. Tecini - “i conseguenti risentimenti che seminati nell’animo bieco e malvagio del GrossrubaIl famigerato boia Josef Lang

tscher maturarono in lui l’idea della vendetta”. Pure il perito del Tribunale, dr. Bresadola, nel corso del dibattimento dichiarerà che “nell’accusato il senso umanitario è così nullo da renderlo un individuo sanguinario e brutale”. Dopo tre giorni ininterrotti di udienza, il 13 settembre si giunse così alla conclusione del processo. Il collegio giudicante, composto da dodici giurati, diede lettura del seguente verdetto: “In nome di Sua Maestà l’Imperatore, l’Imperial Regia Corte di giustizia delle assise in Rovereto condanna Floriano Grossrubatscher alla pena di morte da eseguirsi col capestro”. Nei verbali della condanna si legge inoltre: “L’omicida è persona assai mal descritta, è individuo pregiudicato e qualificato pericolosissimo alla sicurezza delle persone, come lo dimostrano ad evidenza i fatti, dei quali si

rese in passato contabile ed in modo speciale le sevizie da lui commesse sui poveri dementi del manicomio di Hall. Egli è individuo non solo di animo crudele ma ben anche dotato di astuzia e di una eminente forza di volontà. Diffatti, egli si finse pazzo e per ben 50 giorni continuò a simulare. Inoltre tentò una fuga nel modo più ardito, e il secondino di guardia ebbe salva la vita solo per mero accidente”. Nei giorni successivi “Il Popolo” di Cesare Battisti - molto spesso in polemica con il concorrente giornale liberale “Alto Adige” - trovò nuovamente il modo di attaccarlo, stavolta a riguardo della sentenza del Grossrubatscher e più in generale contro la pena di morte, accusando quei giornalisti di essere dei “forcaioli”. Nel frattempo, nonostante le gravissime accuse, i magistrati esaminarono la richiesta di grazia presentata dal difensore dott. Brugnara, tenendo in considerazione alcune attenuanti a discarico del Grossrubatscher riguardanti “la sua negletta educazione, perché a 12 anni venne mandato fuori di casa e a 14 era già ladro”. Su tre giudici, tuttavia, due si dichiarano contrari alla domanda di grazia la quale venne comunque trasmessa come dovuto all’Imperatore Francesco Giuseppe. Due mesi dopo, il 18 novembre, giunse da Vienna un dispaccio a informare che “S. M. l’Imperatore con suprema Risoluzione determina di lasciar libero corso alla giustizia e che l’esecuzione della pena di morte avverrà senz’altro nella giornata di domani 19 cm ad ore 7 ant.” Su “Il Popolo” di quel pomeriggio (il giornale usciva alle tre pomeridiane), Cesare Battisti fece dell’esecuzione una cronaca talmente cruda, indugiando su particolari così barbari da apparire inspiega49

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trentinostoria bilmente in contrasto con il rispetto per il condannato “gridato” appena poche settimana prima dalle pagine dello stesso giornale. Particolari gratuiti che qui, noi eviteremo comunque di riportare. Il cronista de “Il Popolo” così scrisse fra l’altro nel suo lungo articolo: “Andare o non andare? (…) Eppure…andrò. Se ad assistere agli orrori della guerra fossero stati solo coloro che la considerano come il più nobile degli sport, non avremmo quelle descrizioni dei macelli militari che sollevano d’anno in anno di più la vibrata protesta contro la guerra”. Quindi la descrizione della scena: “Si lavorò oggi a preparare il palco e il piazzale. La forca fu commessa al falegname Parmesani. L’orrendo strumento di morte consiste in un semplice piolo di 3 metri fornito di una traversa”. “Sono le 7. L’aria è ancor bigia. Piove a dirotto. Nel cortiletto delle carceri sta disposta a semicerchio una cinquantina di soldati dirimpetto alla forca. Di lì ad un momento, accompagnato dai carcerieri e dal confessore, entra il condannato”. Poi, proseguendo il dettagliato resoconto in prima persona, la cronaca prosegue: “Proprio in quell’istante mi sfugge l’occhio all’angolo del cortile dove è la forca. V’è il boia coi suoi due aiutanti, vestiti di nero, inguantati, impassibili come se si trattasse di ma-

Robert Musil, 1900 ca. 50

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cellai pronti ad accoppare un manzo. Il Grossrubatscher è pallidissimo, però si regge da sé. Sembra un allucinato”. Dopo essere stato condotto davanti alla Commissione Giudiziale, il Presidente chiese al condannato se avesse qualcosa da dire. Secondo la cronaca che fece “Il Popolo”, lui rispose: “Sì. Io in questo momento vi domando perdono a tutti del mio delitto. Do un addio a tutti nel mondo e a mia madre. Affronterò contento la pena per espiazione di quanto ho fatto”. Poi l’epilogo: “Il Presidente dice in tedesco al boia: signor carnefice compia la sua funzione”. Nei giorni successivi, altri particolari orribili vennero pubblicati sui giornali. “Il Raccoglitore”, ad esempio, raccontò di come il Grossrubatscher, poco prima di venire impiccato, confessò di avere assassinato nella notte del 5 gennaio dell’anno prima, nei pressi di Innsbruck, pure una certa Maria Spann “a scopo di rapina, vibrandole sulla testa alcuni colpi con una piccola mannaia trovata nella cucina della vittima”. “Il Popolo”, dal canto suo, si premurò, invece, di scrivere che “le diverse versioni sulla sorte del cadavere del suppliziato dipendono dal fatto che i visceri vennero sepolti nel cimitero di S. Maria, e il resto del corpo venne spedito ad Innsbruck dove verrà spolpato, e lo scheletro verrà conservato nella raccolta dei gran delinquenti. Dicesi che il cranio sia stato imprestato al Lombroso”. Della fine di Florian Grossrubatscher e della tragica vicenda del prof. Alton e di sua nipote si parlò a lungo anche negli anni successivi. Pare addirittura che molto tempo dopo, il “caso” Grossrubatscher abbia offerto ispirazione al celebre scrittore Robert Musil per il suo romanzo “Un uomo senza qualità”, pietra miliare della

L’omicida fotografato in carcere

letteratura mondiale. In effetti, Musil durante la Prima Guerra Mondiale, soggiornò in Trentino per alcuni mesi come ufficiale comandante e proprio qui potrebbe aver appreso del triste avvenimento di anni prima. Lo stesso biografo di Musil - Carl Corino - secondo notizie peraltro non più documentabili sostenne che il misterioso Moosbrugger, pericoloso omicida di cui si narra nel romanzo, altro non fosse che la trasposizione letteraria dell’assassino della Val Badia. Tornando infine all’inedito episodio di quell’inizio di secolo, scoperto per caso fra i polverosi scaffali del Tribunale di Rovereto, molte sono le notizie sorprendenti contenute nelle 172 pagine che compongono l’incartamento, ma una in particolare ci è parsa degna di essere menzionata. E’ una nota del I.R. Tribunale di Rovereto del 31 ottobre 1901 - scritta sia in tedesco che in italiano - nella quale, a quasi un anno di distanza

dall’esecuzione, viene dato riscontro a una richiesta del Tribunale Penale di Vienna. Scrive il Presidente dr. Angeli: “In evasione alla nota del 6 corr. m. riflettente la causa contro Florian Grossrubatscher si osserva che avanti molti mesi venia riferito che al carnefice Giuseppe Lang, furono liquidate in tutto Cor. 276.42 e che quest’ultimo si è dichiarato d’accordo colla retrodatazione delle Cor. 23.58 anticipategli in più da codesto i.r. Tribunale provinciale.” Secondo le tabelle di conversione, il potere d’acquisto della parcella pagata al boia oggi equivarrebbe a circa 1350 euro. Poco o tanto che sia, fa specie comunque pensare che quella cifra servì allora per giustiziare il giovane assassino Grossrubatscher e che anni più tardi, a Trento, probabilmente altrettanto fu chiesto dal Lang per impiccare Cesare Battisti nella Fossa del Castello del Buonconsiglio. ■


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L

uigi Senesi nasce il 13 febbraio 1938 a Pergine Valsugana, in provincia di Trento, al termine delle scuole dell’obbligo inizia a frequentare il corso di decorazione pittorica dello scultore e intagliatore Ruggero Rossi. Prosegue gli studi all’Istituto d’Arte di Trento e nel 1958 si diploma in pittura murale e affresco, seguito al Magistero dell’Istituto d’Arte di Firenze sotto la guida del maestro Renzo Grazzini. Inizia ad esporre in importanti collettive, partecipa al Premio Nazionale di Pittura Primavera di Firenze e alla III Mostra Nazionale d’Arte giovanile di Roma. Terminati gli studi, ritorna a Pergine, dove insegna educazione artistica. Per motivi di studio, nel 1963 soggiorna in Svizzera dove allestisce una personale, a Flawil, nel cantone di San Gallo. Nello stesso anno partecipa alla Mostra d’Arte Contemporanea “Artisti Trentini” al Palazzo delle Esposizioni di Roma, organizzata dal Sindacato Artisti Belle Arti. Il processo formativo di Senesi avviene in maniera graduale e costante. La sua indagine si muove verso una rappresentazione sempre meno legata al dato oggettivo, la figura umana è bloccata entro forme geometriche e assomiglia a un’apparizione del colore. In occasione della sua prima personale nel 1967 alla Galleria Il Traghetto di Venezia, i lavori presentati hanno il colore come principio e mezzo insostituibile per costruire forme, spazi e apparizioni. Negli anni settanta l’elemento chiave della sua pittura sono i simboli: il cilindro, un’immagine di forma elementare che viene inserita, stavolta, in uno spazio reale e neutro, all’interno del quale appaiono

LUIGI SENESI A OTTANT’ANNI DALLA NASCITA, UN RICORDO DELL’ARTISTA TRENTINO, NATO A PERGINE VALSUGANA motivi figurativi che alludono a finestre, o delimitazioni e proiezioni di piani tratteggiati. In seguito inizia il processo di metamorfosi dei cilindri, che è causato o dall’urto con elementi della realtà o per processo spontaneo. Sono anni cruciali per Senesi, il quale intraprende la “seconda fase” del suo percorso artistico, indagando con sempre maggiore forza e intensità espressiva il mondo del colore, della luce e dello spazio. La sua opera si evolve significativamente: tralascia perciò le forme fantastiche dei “Plurisignificanti” per dedicarsi interamente ad esperienze e studi sugli elementi colore-luce, superficie-spazio e sui fenomeni insiti nella percezione. Esegue la serie delle “Gradualità segniche”,

successioni cromatiche, dove i soli protagonisti sono appunto la luce e il colore. Ogni idea di figurazione viene abbandonata in favore di variazioni cromatiche di due o tre differenti colori. In quest’opera trova chiara espressione il problema della soggettività del colore, quale rappresentazione psichica di una caratteristica fisica delle radiazioni. Nel 1976 Senesi dà vita insieme ad altri artisti trentini al Movimento di Astrazione Oggettiva: Mauro Cappelletti, Diego Mazzonelli, Gianni Pellegrini, Giuseppe Wenter Marini e Aldo Schmid. Nel 1977 si dedica soprattutto alla realizzazione del “Postcromatico”, la grande opera incisoria, che mostra al tempo stesso i medesimi

elementi della pittura e considera il colore come un’emanazione dello spazio e lo spazio come una proiezione del colore. Muore, condividendo il tragico destino con Aldo Schmid, il 15 aprile 1978 in un incidente ferroviario sull’Appennino bolognese, mentre si reca a Firenze per una personale alla Galleria L’Indiano. Già dal 1980, in seguito alla mostra antologica organizzata nella sede di Palazzo delle Albere di Trento, il Mart decide di acquistare alcune opere di valore di Luigi Senesi, quali Trasparenza O/S RVG BA, Intermedio cromatico, Analitico nella chiarezza e Postcromatico. Nel 2014, viene presentato un catalogo ragionato sull’opera di Luigi Senesi, a cura di Anna Conte Senesi con Alice Bordin e Giulia Brunello, edizioni Temi. Risultato di oltre dieci anni di ricerche, il catalogo presenta oltre mille opere dell’artista. A partire dalla vasta documentazione raccolta e conservata dallo stesso Senesi, ampliata negli anni dalla moglie, il volume contiene anche i risultati della campagna fotografica e le integrazioni dell’Archivio Senesi: progetti, bozzetti e riproduzioni fotografiche dei documenti perduti. ■

“Margini cromatici” 51

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Amici Artisti

di Renzo Francescotti

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el 1954 non lo registrò nel Guinness dei primati, ma avrebbe potuto farlo, Aldo Pancheri quando, a poco più 13 anni, tenne a Trento nella Sala degli Specchi la sua prima personale presentata da Alfonso Gatto, uno dei maggiori poeti italiani del ‘900, grande amico di suo zio Gino Pancheri. Gino è stato, come è noto, uno dei più importanti pittori trentini della prima metà del ‘900: morì alla vigilia di Natale del 1944, a 38 anni, vittima del primo bombardamento di Trento, quello della Portèla. Quanto ad Aldo, è figlio di Renato, scomparso nel 2009, alla soglia dei 100 anni, dipingendo sino agli ultimi mesi quelle che ho chiamato le sue “brughiere mentali”, rivelandosi come uno dei più indimenticabili pittori trentini della seconda metà del ‘900. Dopo quel suo precocissimo esordio Aldo lasciò passare undici anni prima di proporsi nella sua seconda esposizione a Milano alla Galleria Vinciana, presentato da uno dei più noti critici italiani, Giorgio Mascherpa. Nei primi anni ’70 eravamo colleghi all’Istituto “Tambosi”, sezione geometri, dove io insegnavo italiano e storia e lui disegno e storia dell’arte, diplomato com’era all’Accademia di Bologna. Da

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TUTTE LE GIOIE DELL’ARTE TIMBRICA ALDO PANCHERI TENNE LA SUA PRIMA PERONALE ALL’ETÀ RECORD DI TREDICI ANNI. OGGI, NELLE SUE OPERE, DA UNO SFONDO BUIO E PIATTO EMERGONO FIGURE GEOMETRICHE ACCANTO A CITAZIONI DEL REALE CHE APPAIONO COME MEMORIE ENIGMATICHE allora siamo sempre rimasti in relazione amichevole. Ho avuto varie occasioni di scrivere di lui e di suo padre, del quale ero molto amico. Ma poi Aldo si trasferì a Milano, la città in cui all’Accademia di Brera aveva studiato suo zio Gino e dove era ancora ricordato, la città che era allora una delle capitali europee, oltre che dell’economia, della cultura. Nella città della Bela Madunina il nostro artista fece molte conoscenze: particolarmente importante quella con il roveretano Luciano Baldessari, architetto dall’esperienza internazionale. Ma che cosa dipingeva, come dipingeva

Aldo Pancheri in quegli anni? La sua era essenzialmente una pittura lirica (forse anche perché era stato tenuto a battesimo artistico da un grande poeta?): a cominciare dai titoli (La doppia notte dei tigli, Sotto la linea del vento, Fra le lune di pietra…). Marco Valsecchi, recensendolo su “Il Giorno”, parlava di una “vena letteraria che ispira il mondo fantastico di questo giovane pittore: un mondo di arbusti, di stagni, ove si svolge una vita minuscola, multicolore e crudele insieme, di flora e insetti…”. Con gli anni la produzione di Aldo si irrobustisce, lascia in gran parte il mondo degli arbu-

sti e degli stagni (non abita più nel Trentino ricoperto di boschi per oltre la metà del suolo, ma nella Milano dell’acciaio e del cemento). Per arrivare a quella che Riccardo Barletta definiva come una “intensa simbolizzazione metaforica della condizione metropolitana, dura, labirintica…”. La sua carriera si sviluppa in varie città d’Italia (Milano, Bergamo, Pavia, Brescia, Venezia, Como, Ferrara…) e all’estero (Francia, Svizzera, Spagna, Stati Uniti…). Scrivono di lui alcuni dei maggiori critici nazionali come (oltre ai già citati Barletta, Valsecchi e Mascherpa) Raffaele De Grada, Rober-


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to Sanesi, Renzo Margonari, Claudio Cerritelli e i trentini Bruno Passamani, Gabriella Belli, Luigi Lambertini… Tra tutte le sue mostre, particolarmente significativa e perfino commovente quella tenuta a Miano al Palazzo della Permanente dal titolo “Gino, Renato e Aldo Pancheri, una casa di pittori”, con testi di Sanesi, Mascherpa e della Belli. Nel cammino di questo artista non va assolutamente tralasciata l’incisione: del 1980 collabora col celebre stampatore milanese Giorgio Upiglio. E rivela il piglio dell’innovatore utilizzando tecniche sperimentali, composti di propria invenzione, realizzando cartelle di incisioni ispirate a opere poetiche. Sono pezzi unici, tecniche miste che hanno come base un’incisione di composti plastici a cui si aggiungono colori ad olio, pastelli e ogni altro pigmento colorato che abbia solidità e luce. Negli ultimi dieci/ dodici anni la pittura del nostro artista, che si era progressivamente evoluta nell’astratto (anche se elementi figurativi possono essere rintracciati all’interno dei segni grafici), ha recuperato il figurativo addirittura fotografico: non però intrecciando i due linguaggi ma giustapponendoli all’interno della stessa tela. Da uno sfondo completamente buio e piatto emergono figure geometriche a colori piatti accanto a citazioni del reale che appaiono come memorie

enigmatiche, reali e mostruose insieme. Infine, la svolta, un nuovo tornante (le cui premesse sanno, a mio avviso, nelle incisioni degli anni Ottanta), vale a dire la fondazione di “Arte timbrica in progress”, un’operazione di enorme ambizione, iniziata da un artista attorno ai 75 anni! Aprendo con uno scritto il catalogo di presentazione, accompagnato da testi critici di Elena Pontiggia e Riccarda Turrina, il nostro Aldo scrive: ”Si propone un’iniziativa culturale che possa risultare un unicum a livello internazionale.” L’operazione si sviluppa in eventi: come una mostra, 2014, con sole opere su carta alla Biblioteca Civica Tartarotti di Rovereto, nel complesso del MART e a Trento nella Torre Mirana. L’anno seguente di nuovo a Trento con una mostra al Palazzo della Regione e Milano all’Auditorium dell’Orchestra Sinfonica “Giuseppe Verdi”. E con altre esposizioni previste anche all’estero. Sette gli artisti, di tre nazioni, che hanno aderito all’iniziativa: il giapponese Shuhei Matsuyama e il viennese Rudolf Haas; il milanese Sergio Dangelo e il perugino Walter Valentini; i trentini Aldo Pancheri e Paolo Tomio; e la giovanissima siciliana, Paola Zimmitti, addirittura ventenne. Avrà un peso e una storia questa iniziativa così ambiziosa? Aldo Pancheri ci ha comunque provato. Stiamo a vedere… ■

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ominciare il nuovo anno con un check up completo della bocca e dei denti e assicurarsi un sorriso sano e smagliante dovrebbe essere una priorità, specialmente sapendo di poter contare sulla professionalità di un’equipe di medici specializzati pronti a valutare le necessità di ciascun paziente con una prima visita completa e senza impegno. Come i dentisti di Socialdent. Lo studio di Mezzolombardo, infatti, oltre a disporre di una strumentazione all’avanguardia tra le più innovative e meno invasive, offre anche la possibilità di

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le più innovative e meno invasive: la Tac dentale 3D, visualizzando nel dettaglio e in tre dimensioni le caratteristiche strutturali del cavo orale, consente di programmare interventi di implantologia, di individuare malocclusioni e di effettuare una prima visita generale completa e precisa; la laserterapia consente di guarire le malattie parodontali (la comune piorrea) senza ricorrere alla chirurgia

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Il dr. Domenico Alati, direttore Sanitario

Il dr. Giuseppe Alati, maxilofacciale

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tradizionale; gli apparecchi Invisalign ® invisibili e non invasivi correggono il cattivo allineamento dei denti, causa non solo di problemi estetici, ma anche di cattiva masticazione, mal di testa e dolori articolari. I servizi di Socialdent, ovviamente, non finiscono qui, perché lo studio di Mezzolombardo è all’avanguardia in tutti i campi della cura dentale e della prevenzione, sia per adulti che per bambini.


trentinomese Il dr. Paolo Magnaguagno

LE CONVENZIONI DI SOCIALDENT

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La prima visita serve proprio a questo: conoscere il paziente, esaminare caratteristiche e problemi e indicare un piano di trattamenti per risolvere le patologie eventualmente individuate, oppure una serie di appuntamenti per l’igiene orale e la prevenzione, con un preventivo di spesa dettagliato e sicuro. Dopo aver preso coscienza del problema e della soluzione, il paziente può quindi scegliere se procedere subito alle cure o aspettare. Oltre alle informazioni mediche, lo staff di Socialdent mette anche a disposizione un’ampia

gamma di promozioni e convenzioni (vedi box a fianco). Tanti ottimi motivi per prenotare subito una visita per ■ tutta la famiglia!

o Studio dentistico Socialdent opera in rapporto continuo con l’Arma dei Carabinieri, le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil, l’associazione Acli e quella dei Mutilati e invalidi civili, offrendo tutta una serie di prestazioni agevolate, con sconti rispetto al listino base su molti tipi di intervento (ad esempio impianti, estrazioni dentarie, eccetera). Le convenzioni sono state recentemente estese anche a varie assicurazioni e mutue fra cui UniSalute, Mutua Mba e molte altre di sanità integrativa. Attenti in particolare alle esigenze dei pazienti anziani o con problemi di disabilità, i professionisti di Socialdent operano anche in collaborazione con la cooperativa sociale Api di Levico Terme, che offre ai suoi assistiti servizi a domicilio in tutto il Trentino. Le visite si svolgono da Socialdent, che è attrezzato per accogliere e trattare pazienti in carrozzina e pazienti psichiatrici, in totale sicurezza e con la consueta professionalità.

INFO SOCIALDENT Mezzolombardo (TN) Loc. La Rupe via Trento, 115-117 Tel: 0461.600461 trento@socialdent.it

A dx, il dr. Ranieri Gnesotto, igienista

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trentinoSpeciale San Valentino

LA FESTA DI TUTTI GLI INNAMORATI PER RENDERE L’EVENTO ROMANTICO PIÙ ATTESO DELL’ANNO UN MOMENTO UNICO, ESISTONO FORMULE SPECIALI DA SPERIMENTARE. E ALLORA PERCHÉ NON COMINCIARE DA QUALCOSA DI ESTREMAMENTE ACCATTIVANTE, COME MASCHERINE SVOLAZZANTI E PIZZI DI UNA LINGERIE DA SUSCITARE EMOZIONI STREPITOSE? UNA RAPIDA OCCHIATA AL WEB E TUTTO SI CARICA INASPETTATAMENTE DI NUOVI STIMOLI…

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mpossibile dimenticarsi di San Valentino. Anche quest’anno è arrivato il suo momento. A colpo d’occhio sui calendari, tra le giornate allungate di fine inverno, nei cuoricini delle vetrine… un’esplosione di LOVE non appena si intravedono i primi tepori di febbraio, tanti baci con stelline e rosso di passione quando si preannuncia il risveglio della stagione dei fiori e degli amori. È fisiologico, è biologico, è chimicamente riconosciuto. Il Santo più amato dagli innamorati ritorna simbolicamente, sempre giovane, tra vecchio e nuovo, tra tradizione e tecnologia, tra classico e moderno. Non importa se siete tra quelli 56

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che non amano particolarmente le ricorrenze, che non ricordano i compleanni e gli anniversari … tutto è tollerabile, tranne Lui. Se siete una coppia, San Valentino si festeggia. Punto. Questione di attimi, indimenticabili. Gli innamorati in questo giorno pretendono un riconoscimento formale e concreto del sentimento più dolce. Piccolo, tenero, profumato, luccicante e soprattutto vero, sentito e partecipato. Ma attenzione a non scadere nella banalità … il rischio è altissimo e direttamente proporzionale all’età. Se infatti gli adolescenti alle prime esperienze amorose hanno facoltà di proporre e proporsi anche

nelle versioni più semplici e spontanee – quali i cioccolatini, gli orsacchiotti ed i ciondoli – gli innamorati con più esperienza devono escogitare nuove strategie di intervento … Come stupire allora l’altra metà? Semplice. Con l’effetto sorpresa. Che non si traduce necessariamente in un regalo (troppo) costoso … la sorpresa implica un uso adeguato della fantasia, per trovare qualcosa di speciale, di veramente unico, di sorprendentemente esclusivo. Per rendere l’evento romantico più atteso dell’anno come un momento unico, esistono formule speciali da sperimentare. E allora perché non comin-

ciare da qualcosa di estremamente accattivante, come mascherine svolazzanti e pizzi di una lingerie da suscitare emozioni strepitose? Una rapida occhiata al web e tutto si carica inaspettatamente di nuovi stimoli… solo digitando Sexy Costumi sfileranno per voi infinite proposte intime e sensuali per una serata da condividere con la persona del cuore… Il gioco sottile del travestimento – irresistibile ed intrigante – coglie spunti dal periodo del Carnevale ma si caratterizza per una vena del tutto inconfondibile… A questo punto conviene osare l’inconfessabile: perché non indossare, tra le innumerevoli proposte, l’o-


14 febbraio

i tt u t a i r u g Au ! i t a r o m a n n i gli Aperto tutti i giorni TRENTO - Via Manci, 45 (incrocio Vicolo della Sat, 6) Tel. 0461.262943 info@antico-pozzo.it www.antico-pozzo.it

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San Valentino


trentinoSpeciale San Valentino riginale costume “Regina di cuori?”, modello unico di alta sartoria da vestire indissolubilmente coordinato ai guanti lunghi di raso ed alle strepitose calze autoreggenti di Leg Avenue guarnite di cuori dai colori ammalianti? Se l’idea vi piace, la linea medioevale intercala l’uso di parrucche ed accessori a tema, per una scena vagamente retrò… Se poi amate quel qualcosa in più da brivido per questa importante occasione sentimentale, lanciatevi nella solida fantasia del Burlesque, capace di presentare, con i suoi capi intimi originali e decisamente attraenti, il lato inconscio del vostro essere. Per i tradizionalisti dell’amore, esiste sempre il classico ed intramontabile. Al di là dei luoghi comuni, delle crisi economiche e delle banalità, l’oggetto prezioso resiste e si distingue nel panorama variegato dei pensieri d’amore. L’orologio che scandisce i tempi della vostra relazione, il bracciale con i vostri nomi

intrecciati, il girocollo che impreziosisce i lineamenti… Sono dettagli, certo, ma di grande valore affettivo. E per i super tecnologici, c’è l’imbarazzo della scelta: dalla telefonia personalizzata e a tema – cover d’eccezione tempestate di brillantini, ultimissimi modelli in grado di distinguervi romanticamente con ”il regalo” per antonomasia, bracciali digitali che misurano tutto, dalle calorie bruciate ai tempi dello sport. Anche l’arredo casa può costituire il regalo d’eccezione: moderni complementi per gli ambienti domestici o pezzi rari di antiquariato per dare un tocco assolutamente personale e particolare a questa ricorrenza. Sempre nel gusto classico, va messo in rilievo il valore emozionale di un regalo basato sulla bellezza, sia di lei, sia di lui. Accanto all’intramontabile profumo – fragranze note o nuove sperimentazioni – risulteranno graditissimi anche elementi di cosmetica quotidiana

ma di classe, come rossetti dalle tinte accese, mascara impreziositi da dettagli unici ed esclusivi, ombretti di tonalità diverse, per poter scegliere sempre. Per il nostro lui valgono le stesse regole. Attualmente la ricerca estetica maschile ha sempre maggiori attenzioni, verso un ideale di definita perfezione. Via libera dunque ai sapori maschili, in tutte le loro declinazioni. Originale la trousse da viaggio anche per lui, con vasta scelta di prodotti in formato mignon. Gettonatissime anche le confezioni ricche di essenze da utilizzare nelle spa e nei centri benessere: sali profumati, fanghi da applicazione, oli da massaggio e prodotti idratanti. Interessanti anche le scelte di cosmetica bio: declinare la bellezza in elementi di natura erboristica, regala sicuramente un tocco di fascino in più, con un’attenzione anche alla salvaguardia dell’ambiente e ad una scelta di vita il più possibile sana e naturale.

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L’angolo libri offre a San Valentino un’infinita gamma di scelta. Dai classici dell’amore, ai manuali del sesso, dai test della personalità alle diverse sfumature della passione. Gli alternativi si divertiranno a scegliere anche guide turistiche alle città dell’amore… Parigi e le capitali in primis. E chissà che la lettura e la scoperta di luoghi intriganti non offra anche qualche ispirazione di viaggio! L’oggettistica d’autore offre vari e diversificati spunti d’amore: le tazze a forma di cuore che unite formano un solo elemento, il berretto in lana con qualche cuore rosso, la tortiera a forma di cuore per confezionare dolci da favola, da condividere naturalmente con lui/ lei. Di spicco anche il supporto porta calici (anch’esso a forma di cuore) per il brindisi speciale, nonché l’orologio da parete – rosso – per scandire le vostre ore liete. Anche tutto il settore valigeria propone una serie a tema: trolley, borsoni


trentinoSpeciale San Valentino personalizzati con il Santo dell’amore ma anche borse e borsette con cuori ovunque, per un regalo utilissimo e tangibile. Il settore dolciario naturalmente trionfa in questa ricorrenza: dalle piccole confezioni di praline dal cioccolato più afrodisiaco, fino ai classici cuori di fondente o al latte per addolcire proprio tutti gli innamorati. Le confezioni regalo sono sorprendenti perché sempre riutilizzabili; belle scatole di latta, romantici cestini di vimini, confezioni in legno per gli spiriti più genuini. Ma il sentimento si può tradurre anche in una sola parola: benessere. La chiave interpretativa per conquistare o confermare il cuore del vostro lui o della vostra lei si trova proprio nelle splendide occasioni per rilassarsi e coccolarsi senza tregua: momenti lunghi costituiti da bagni aromatici alternati a deliziose cene e spazi riposo indimenticabili! Sempre nel segno del relax, non potete perdere esperienze indimenticabili, quali vinoterapia o massaggio di coppia. Sperimentare per credere… Non esiste altro rimedio altrettanto efficace contro lo stress della vita quotidiana, a cui tutti purtroppo siamo soggetti. “Staccare la spina”, dilatare i collegamenti con il mondo e concedersi qualche ora di sano rilassamento muscolare e mentale è sicuramente la soluzione migliore per ricaricarsi. Ma se il datore di lavoro non la pensa come voi, non ci pensa nemmeno a darvi due/tre giorni di ferie e vi vuole assolutamente in ufficio il 14 alle ore 8.00, il mazzo di fiori e l’invito a cena restano gli intramontabili assi nella manica, da sfoderare con disinvoltura e straordinaria originalità. Per le coppie dinamiche e

sportive, basta solamente scegliere tra le innumerevoli proposte che il genere propone: dalle romantiche camminate con le ciaspole al chiaro di luna, alla cena in rifugio ad alta quota, per assaporare cibi e sensazioni intrise di tradizioni e nuove delicatezze. E se la fuga d’amore vi intriga, non resta che prenotare un favoloso last minute a due, per evadere dai ritmi quotidiani ed assaggiare le sabbie africane dai colori sensuali. La cenetta del cuore vedrà come protagonisti i fiori, rigorosamente colorati secondo le vostre inclinazioni: assolutamente sì al rosso dell’amore, lasciando ampio spazio alle sfumature del colore ed alle variegate tonalità che caratterizzano la vostra love story. Un’attenzione particolare alla tavola, curata nei minimi dettagli ed arricchita di quei particolari che rendono felice il partner e lo prendono per la gola: una volta all’anno si può, senza reticenze… Allora poniamo l’attenzione verso gli alimenti “BIO”, curando i minimi dettagli e rispondendo a quelle naturali esigenze che l’alimentazione richiede anche e soprattutto in questi momenti straordinari. E per un semplicissimo segnale d’amore? Un cuore di stoffa, una gamma di saponi profumati, un set di candele e candeline romantiche dai mille aromi, un indumento caldo ed avvolgente. Per non dimenticare un giorno speciale, che merita di essere celebrato nella sua naturale completezza. Da dividere con chi si ama o con chi si vorrebbe dividere la vita. O semplicemente per stare bene insieme, in nome dell’amore. Tante idee, un unico obiettivo: rendersi felici. ■

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JAGUAR E-PACE

IL PRIMO SUV COMPATTO DI JAGUAR

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TECNOLOGIA E PRESTAZIONI Sofisticata. Intelligente. All’avanguardia. La tecnologia Jaguar per l’ottimizzazione delle prestazioni, rinomata in tutto il mondo, garantisce una guida rilassata. Per offrirti maggiore sicurezza e prestazioni in una gamma di condizioni ancora più ampia, il nostro sistema di trazione integrale intuitivo distribuisce la coppia fra le ruote anteriori e posteriori in base alle esigenze delle condizioni di guida. Ottimizzando dinamica e raffinatezza, EPACE è dotata di un sistema di sospensioni indipendenti con design multilink avanzato delle sospensioni posteriori, mentre il Torque Vectoring by Breaking migliora la capacità di stringere le curve e la tenuta di strada.

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on il cofano scolpito e i possenti fianchi posteriori, nuova E-PACE è un SUV dinamico agile con le linee di una coupé. Gli interni moderni in perfetto stile Jaguar con vani di stivaggio leader della categoria mentre gli oggetti ingombranti possono essere 60

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sistemati facilmente nel bagagliaio largo fino ad 1,3 metri con una capacità di 577 litri. L’auto è inoltre dotata della nostra avanzata suite di infotainment, tecnologie di guida e di sicurezza. Nuova E-PACE è il SUV compatto che solo Jaguar poteva creare.

MOTORI INGENIUM I diversi motori Ingenium disponibili, due benzina e tre diesel, assicurano una guida efficiente, raffinata e reattiva. Sono disponibili dall’economico 2.0 4 cilindri Turbo Diesel da 150 CV con trazione anteriore al più prestazionale 2.0 4 cilindri Turbo Benzina da 300CV con trazione integrale.


trentinomesestyle SICUREZZA E SISTEMI DI ASSISTENZA ALLA GUIDA Per una guida più sicura e informazioni più complete, le funzioni di assistenza alla guida di serie comprendono Assistenza di Mantenimento Corsia, Monitoraggio dello stato del conducente, Telecamera posteriore e Sensori di parcheggio anteriori e posteriori. Per la massima sicurezza, E-PACE è stata progettata in modo da includere numerosi sistemi, fra

cui il controllo dinamico della stabilità e l’Emergency Brake Assist. I fari a LED (di serie) producono un fascio altamente focalizzato con una qualità di luce EMISSIONI DI CO2 g/km A partire da 124 CONSUMI l/100 km (Combinato) A partire da 4,7 Prezzo di listino a partire da 36.800 Euro

vicina alla luce naturale che consente agli occhi di distinguere più facilmente gli oggetti. Per migliorare la sicurezza dei pedoni, E-Pace è dotata anche di airbag pedoni di serie. Jaguar E-PACE ha ottenuto cinque stelle nei test di Euro NCAP, confermandosi come una delle automobili più sicure sul mercato. L’auto ha conquistato punteggi elevati in tutte le categorie poiché offre una protezione eccellente per adulti, bambini e pedoni. JAGUAR CARE In Jaguar siamo così sicuri della qualità progettuale delle nostre auto da offrirti un periodo di garanzia triennale, il più lungo del settore. Il pacchetto di Manutenzione Jaguar Care, incluso di serie e gratuito, comprende assistenza stradale completa in tutta Europa in caso di emergenze durante i tuoi viaggi, manutenzione standard (tagliandi) triennale a kilometraggio illimitato e una garanzia di 3 anni o 100.000km. Tutto ciò di cui dovrai preoccuparti sarà la strada davanti a te. Info: Euromix Motors spa TRENTO Via 4 Novembre, 93/1 0461 950075 www.euromixtrento.com

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di Fabio De Santi

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a forza di questa pièce consiste nel saper raccontare col sorriso e con ironia, delicatezza e intelligenza, lo spaesamento di un uomo la cui memoria inizia a vacillare e a confondere tempi , luoghi e persone. Queste parole fanno riferimento a “Il padre” di Florian Zeller che vedrà Alessandro Haber e Lucrezia Lante Della Rovere sul palco del Teatro Sociale dall’8 all’11 febbraio per la stagione della Grande Prosa del Centro Servizi Culturali S.Chiara. “Il Padre”, qui nella regia di Piero Maccarinelli, debutta nel settembre del 2012 al Hébertot Theatre di Parigi con Robert Hirsch, diretto da Ladislao Chollat e replica sulle scene francesi fino al 2014 riscuotendo un grandissimo successo. Candidato al prestigioso Prix M olières nel 2014 si aggiudi-

“IL PADRE” IL DRAMMA DI FLORIAN ZELLER VEDRÀ ALESSANDRO HABER E LUCREZIA LANTE DELLA ROVERE SUL PALCO DEL TEATRO SOCIALE, DALL’8 ALL’11 FEBBRAIO ca il premio come miglior spettacolo dell’anno. Viene ripresa nel 2015 Comédie des Champs-Elysées. Nel 2015 l’opera viene adattata per il grande schermo da Philippe Le Guay col titolo “Florida”ed è stato inoltre rappresentato a Londra al Wyndham ‘s Theatre e al

Trycicle Theatre con protagonisti Kenneth Cranham e Claire Skinner. La storia è quella di Andrea un uomo molto attivo, nonostante la sua età, ma mostra i primi segni di una malattia che potrebbe far pensare al morbo di Alzheimer. Anna, sua figlia, che è molto legata a lui, cer-

MIND THE ROCK E OMAGGIO A ROGER WATERS

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o show a colpi di classici di “Mind The Rock” e il concertone dedicato a Roger Waters dei Pink Floyd: sono questi i due appuntamenti live proposti all’ Auditorium Santa Chiara. Sabato 10 febbraio sul palco i musicisti del progetto Mind The Rock per quello che si annuncia come uno spettacolare viaggio nel rock anni ‘50, ‘60 e ‘70 a suon di riff di chitarre, assoli infuocati e video coinvolgenti. “Mind The Rock” vuole proporre alcuni pezzi forti della grande musica che ha accompagnato i trent’anni di avvenimenti sociali e politici che hanno cambiato il mondo. Il tutto suonato e cantato dal vivo dalla band dei Mind The Gap. Sul palco ci saranno Stefano Mura, Paolo Cammelli, Elisa Pisetta, Mario Gervasi, Massimo Fogolari e Lorenzo Pezze. Il 24 febbraio i Sound Project Pink Floyd Tribute Band proporranno il loro “Waiting for Roger” che segna il ritorno a gran richiesta della Tribute Band riminese in terra trentina, dopo il tutto esaurito dei due spettacoli del 2016. Dopo il 2017 che ha visto i Sound Project protagonisti di un tour in Italia di grande successo dedicato ai 40 anni del disco “Animals”, la band ha esordito quest’anno con una serie di concerti,, dedicati all’attesissimo arrivo in Italia di Roger Waters previsto per l’estate. “Waiting for Roger” è infatti il titolo dello show e sarà una sorta di introduzione alle musiche e agli spettacoli del genio dei Pink Floyd. I Sound Project si distinguono per la cura riservata alla ricerca fedele dei suoni, eseguiti tutti dal vivo e senza basi pre registrate, qualità fondamentale per la riproduzione delle magiche atmosfere che avvolgono i concerti dei Pink Floyd. Notevole importanza rivestono le voci, sia nei cori sia nelle parti soliste.

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ca solo il suo benessere e la sua sicurezza. Ma l’inesorabile avanzare della malattia la spinge a proporgli di stabilirsi nel grande appartamento che condivide con il marito. Lei crede che sia la soluzione migliore per il padre che ha tanto amato e con cui ha condiviso le gioie della vita. Ma le cose non vanno del tutto come previsto: l’uomo si rivela essere un personaggio fantastico, colorato, che non è affatto deciso a rinunciare alla sua indipendenza. La sua progressiva degenerazione getta nella costernazione i familiari, ma la sapiente penna di Zeller riesce a descrivere una situazione che, seppur tragica per la crescente mancanza di comunicazione causata dalla perdita di memoria, viene affrontata con leggerezza e con amara e pungente ironia. Tutto a poco a poco va scomparendo: i punti di riferimento, i ricordi, la felicità della famiglia. La perdita dell’autonomia del padre, Andrea, progredisce a tal punto che Anna è costretta a dover prendere decisioni al suo posto e contro la sua volontà. Con grande abilità l‘autore ci conduce a vivere empaticamente le contraddizioni in cui il nostro protagonista incappa... ■


trentinopanorama

di Fabio De Santi

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osa ci fa Gene Gnocchi con un trolley, un liquidator e un panino al cotto? Sta forse per abbandonare il mondo dello spettacolo e aprire un negozio di souvenir pakistani? Sta per entrare in politica con il suo nuovo movimento “Per un’Italia diversamente onesta”? Sta per sposare la sua badante lasciandole in eredità tutti i suoi fallimenti? Niente di tutto questo. La risposta si potrà avere il 17 febbraio all’Auditorium S.Chiara di Trento dove il comico emiliano proporrà il suo ultimo spettacolo “Il Procacciatore”, Gene Gnocchi, dopo lunghi anni di ricerche nei suoi laboratuàr, è riuscito a individuare l’unica via di salvezza che ci rimane in questo momento contorto: perseguire in modo sistematico la deficienza. Ecco perché sta viaggiando nel mondo per portare questa ricetta miracolosa a domicilio con una conferenza pagata un filo meno di quelle di Obama ma che in compenso ti lascia con l’amaro in bocca e una domanda sulla punta delle labbra: “Ma invece di venire qui non era meglio andare a una conferenza di Obama, che almeno lì c’è il buffet curato personalmente da Oscar Farinetti?”. A un certo punto accade un grave imprevisto: la app che gestisce la slide inizia a mostrare al pubblico, visualizzandoli allo stesso modo delle slide, tutti i messaggi privati che arrivano al conferenziere. Il che crea “una serie di sfortunati eventi” che costringono Gene a cercare di portare a termine la conferenza e contemporaneamente a risolvere situazioni private sempre più compromettenti e progressivamente senza via d’uscita. Nato a Fidenza nel 1955

GENE GNOCCHI È... “IL PROCACCIATORE” IL 17 FEBBRAIO ALL’AUDITORIUM S. CHIARA DI TRENTO IL DISCUSSO COMICO EMILIANO PROPORRÀ IL SUO ULTIMO SPETTACOLO “IL PROCACCIATORE” Gene Gnocchi inizia la sua carriera di attore e comico debuttando allo Zelig di Milano nel 1989. Nello stesso anno la prima partecipazione televisiva. Lo vediamo infatti accanto a Zuzzurro e Gaspare, Teo Teocoli, Silvio Orlando, Athina Cenci, Giorgio Faletti nella trasmissione Emilio. Il successo della trasmissione è tale che nel

1990 riparte un’edizione speciale del programma. Sempre nello stesso anno Gene è ospite fisso nella trasmissione Il gioco dei nove condotta da Gerry Scotti, nella quale si distingue per la sua comicità stralunata e surreale. Successivamente Gene si cimenta nella scrittura. Esce, edito da Garzanti, il suo primo libro dal titolo Una lieve imprecisione,

una raccolta di racconti. È la volta poi della sit com I vicini di casa, ambientata in un condominio, nella quale Gene interpreta il geniale inventore di giochi per bambini, Eugenio Tortelli. Nel 1993, invece, partecipa alla prima edizione di Mai dire gol, creando nuovi e divertenti personaggi come il bergamasco Ermes Rubagotti o cimentandosi nella divertente parodia della giornalista sportiva Donatella Scarnati. Negli anni ‘90 escono anche i libri “Stati di famiglia”, cronaca buffa e malinconica di personaggi alle prese con il nonsenso della vita di ogni giorno e “Il signor Leprotti è sensibile”, che racconta la storia di un triste clown della metropoli tra avventure mancate e assassini falliti. Negli anni nonostante gli importanti impegni televisivi, Gene non ha mai abbandonato l’amore per il teatro con spettacoli come “Cose che mi sono capitate a mia insaputa”, “La Constatazione amichevole nei tamponamenti tra mietitrebbie”, e “La responsabilità civile dei bidelli durante il periodo estivo”. ■ 63

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di Daniele Valersi

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a stagione dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento il 7 febbraio (Trento, Auditorium, ore 20.30) ospita Michele Mariotti, che dirigerà la Sinfonia n. 8 D759 “Incompiuta” di Franz Schubert e la Sinfonia n. 4 op. 98 di Johannes Brahms. Il concerto è dedicato alla memoria di Sir Jeffrey Tate, celebre direttore d’orchestra inglese, conosciuto presso istituzioni musicali tra le più prestigiose in tutto il mondo, col quale l’orchestra regionale aveva un legame speciale e la cui presenza era attesa nell’attuale stagione. Tate è scomparso il due giugno 2017, due giorni dopo aver diretto la Nona Sinfonia di Mahler a Bolzano e a Trento, ultimo concerto di una carriera straordinaria. Michele Mariotti è Direttore Musicale del Teatro Comunale di Bologna dal 2014; pesarese, nel 2005 ha fatto il suo debutto nel teatro di Salerno dirigendo “Il barbiere di Siviglia”, nel 2007 ha inaugurato, con il “Simon Boccanegra” di Verdi, la sta-

MICHELE MARIOTTI A TRENTO, IL 7 FEBBRAIO, IL MAESTRO PESARESE DIRIGERÀ LA SINFONIA N. 8 SCHUBERT E LA SINFONIA N. 4 DI BRAHMS gione del Comunale di Bologna, teatro in cui è stato direttore principale dal 2008 fino alla nomina a Direttore Musicale. Ha diretto nei principali teatri d’opera italiani ed internazionali, come pure, in ambito sinfonico, in sale tra le più prestigiose. L’Associazione Nazionale Italiana Critici Musicali gli ha assegnato il Premio Abbiati come miglior direttore del 2016. Il 28 febbraio all’Audito rium salirà sul podio Arvo Volmer, direttore musicale principale della Haydn, con

la Sinfonia da “La forza del destino” di Giuseppe Verdi, “Tod und Verklärung” op. 24 di Richard Strauss e il “Concerto per orchestra” Sz116 di Béla Bartok. Nato nel 1962 a Tallinn, Volmer ha studiato direzione d’orchestra con Olev Oja e Roman Matsov al Conservatorio Statale Estone della sua città natale, passando successivamente al Conservatorio “Rimskij-Korsakov” di Leningrado, dove si è diplomato con Ravil Martynov nel 1990; si è perfezionato con Helmuth Rilling

negli Stati Uniti. Nel 1989 ha vinto il Concorso “Malko” di Copenaghen. Al di fuori della stagione sinfonica, l’Orchestra Haydn e New Project Funk Orchestra propongono il Concerto di Carnevale (lunedì 12, Auditorium, ore 20.30), che sarà condotto da Marco Pierobon, in veste di direttore e di solista alla tromba. Tema della serata sarà “Na-no Na-no Quando la Tv era...”, compilazione interamente dedicata alle sigle dei telefilm anni ’70 e ’80: dalle leggendarie sigle di Star Trek e “Spazio 1999” al trionfo di telefilm come “ChiPs”, “Starsky & Hutch” e molti altri che riemergono nella memoria di un tempo passato ma ancora vicino. ■

TRE APPUNTAMENTI ALLA FILARMONICA DI ROVERETO

L’

Associazione Filarmonica di Rovereto per il 2 febbraio (Sala Filarmonica, Corso Rosmini, ore 20.45) propone il recital di Vjaceslav Šelepov, vincitore dell’ultima edizione del Premio Ferrari, che interpreterà al fortepiano pagine di Carl Philipp Emanuel Bach (Fantasia H.284), Wolfgang Amadeus Mozart (Fantasia K396), Muzio Clementi (Sonata op. 13 n. 6 e Sonata op. 34 n. 2), Giacomo Gotifredo Ferrari (Sonata op. 1 n. 3), Ludwig van Beethoven (Sonata op. 31 n. 2). Šelepov è nato nel in 1991 a Barnaul (Russia) e si è laureato al Conservatorio Cajikovskij di Mosca.. Giovedì 15 l’Ensemble Dialoghi (Lorenzo Coppola clarinetto, Pierre-Antoine Tremblay corno viennese, Cristina Esclapez pianoforte) eseguirà Tre pezzi per clarinetto, corno e pianoforte di Felix Mendelssohn-Bartholdy, Andante in do maggiore per corno e pianoforte (op. post.) di Richard Strauss, Sonata n. 1 per clarinetto e pianoforte op. 120 di Johannes Brahms, Trio per clarinetto, corno e pianoforte op. 274 di Carl Reinecke. L’ensemble Dialoghi, proveniente da Barcellona, propone un approccio innovativo alla musica

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classico-romantica, distinguendosi per l’alto livello artistico e la capacità di creare un’intensa comunicazione con il pubblico. Attraverso l’uso degli strumenti d’epoca, i musicisti si propongono di trasmettere i vari codici del linguaggio musicale con l’obiettivo di far scoprire la vasta gamma di emozioni contenute nei brani interpretati. Sabato 24 appuntamento con la giovane pianista Monica Maranelli (nata nel 1995), ammessa a soli sedici anni all’Accademia Pianistica Internazionale “Incontri col Maestro” di Imola, dove si è perfezionata con Margarius e Kravtchenko.


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È

passata alla storia per essere stata la prima donna ad attraversare in solitaria l’Oceano Atlantico nel 1932 per poi comparire sembra su un’isola deserta del Pacifico, nel 1937, mentre era in volo per la sua ultima impresa: il giro del mondo. Lei è Amelia Earhart la protagonista dello spettacolo “Amelia, storia di una donna straordinaria” che si terrà il 3 marzo, alle ore 20.00, al Teatro Comunale di Tione nelle Giudicarie. SI tratta di un progetto a cura della Scuola di Musica “I Minipolifonici” di Trento realizzato in collaborazione con la collaborazione della Scuola Musicale Giudicarie con il contributo di Fondazione Caritro . Le musiche di Valentina Massetti si intrecceranno con l’interpretazione di Giulia Panozzo, solista nel ruolo di Amelia, con Coro Voci Bianche “I Minipolifonici” guidata da Annalia Nardelli, maestra del coro e con l’Orchestra Giovanile “I Minipolifonici” forgiata dai docenti preparatori, Andrea Marmolejo, Cristiana Torri e Flora Vedovelli con Stefano Chicco, direttore. La regia dello spettacolo è affidata a Jacopo Laurino e Elena Galvani mentre le luci sono di Loris Ghezzi. L’opera “Amelia” è stata scritta da Valentina Massetti per la scuola di musica dove lavora, I Minipolifonici di Trento, dedicandola ai ragazzi del coro e dell’orchestra che l’avrebbero cantata e suonata. Per scrivere un’opera per ragazzi è importante conoscere le caratteristiche e le possibilità tecniche delle voci e degli strumenti coinvolti. Ovviamente è anche importante che possano imparare e divertirsi e per questo Valentina ha scelto come testo dell’opera “Amelia che sapeva volare”, un libro di Mara

AMELIA CHE SAPEVA VOLARE

Amelia Earhart

SARÀ LA MITICA AMELIA EARHART LA PROTAGONISTA DELLO SPETTACOLO “AMELIA, STORIA DI UNA DONNA STRAORDINARIA” CHE SI TERRÀ IL 3 MARZO AL TEATRO COMUNALE DI TIONE NELLE GIUDICARIE Dal Corso, con illustrazioni di Daniela Volpari, (Giralangolo, Edt, Torino) che racconta la storia di una bambina di 10 anni con un grande sogno nel cassetto, quello di volare. La storia è quella di Amelia Earhart nata ad Atchinson, in Kansas, il 24 luglio 1897

e passa la sua infanzia tra il Kansas, nella casa dei nonni, e l’Iowa, dove vivono i genitori. Anticonformista fin da piccola, con la sorellina Muriel scorrazza per i campi, colleziona rane, va a caccia di farfalle notturne e ama portare i pantaloni e tagliare corti

i capelli, come i bambini più grandi. All’età di sette anni, con l’aiuto di uno zio costruisce vicino al capanno degli attrezzi una piccola rampa e, utilizzando una cassetta di legno, si lancia nel vuoto ruzzolando a terra e sbucciandosi le ginocchia. Ma questo non le impedisce di continuare a sognare, perché volare è la sola cosa capace di riempirle la testa, il corpo, il cuore, come lei stessa dirà più tardi quando finalmente comincerà a pilotare. Che volare sarà parte della sua vita lo decide a dieci anni, nel vedere alto in cielo il suo primo aeroplano, alla Fiera dello Iowa. Ma il suo primo aeroplano le arriverà come regalo della mamma per il venticinquesimo compleanno: un piccolo aereo usato che Amelia dipingerà di giallo. Lo chiamerà Canary. Da quel giorno Amelia non smetterà più: sui giornali si raccontano le sue straordinarie imprese, diventa famosa, sulle riviste di moda si pubblicano sue foto e interviste. Attenta tanto alla comodità quanto all’estetica, disegna anche una linea d’abbigliamento sportiva che porta il suo nome. L’ingresso allo spettacolo “Amelia” è gratuito sino ad esaurimento posti. ■ 65

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Trio Sitkovetsky

di Daniele Valersi

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a stagione della Società Filarmonica di Trento il 6 febbraio ha in cartellone il Trio Sitkovetsky (Alexander Sitkovetsky violino, Isang Enders violoncello, Wu Qian, pianoforte), impegnato nei Trii op. 1 n. 3 e op. 70 n. 2 di Ludwig van Beethoven e nel Dumky Trio op. 90 di Antonin Dvorák (Trento, Sala della Filarmonica, ore 20.30). Forma d’intrattenimento aristocratico, come è evidente soprattutto all’ascolto delle pagine beethoveniane, fatto proprio dal romanticismo più intimo e più impegnato, il Trio con pianoforte si presenta in questa serata con alcune delle sue pagine più significative, frequentate abitualmente dal Sitkovetsky Piano Trio, portate ormai a un altissimo grado di intensità espressiva come nel caso del capolavoro “nazionalistico” di Dvorák. Nel mondo della musica da camera è intramontabile il ricordo del Trio Beaux Arts (attivo dal 1955 al 2008 e ascoltato anche a Trento), punto di riferimento assoluto per gli appassionati a questa formazione. Oggi, sulla strada aperta dal mitico Menahem Pressler, è in prima posizione il Trio Sitkovetsky, primo vincitore del Premio internazionale Chamber Music Award (2008) e del Mecklenburg Vorpommern Festival 2009. Le grandi sale internazionali (Wigmore Hall, Concertgebouw di Amsterdam, Alte Oper di Francoforte, Palais des Beaux Arts di

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IN FILARMONICA NEL CARTELLONE DI FEBBRAIO, IL TRIO SITKOVETSKY, LA PIANISTA AVDEEVA E L’ORCHESTRA CONCERTO DE’ CAVALIERI Bruxelles, Lincoln Center e altre) non hanno più segreti per loro, tre dinamici musicisti di differenti lingue e culture, incontratisi alla Yehudi Menuhin School. Segue, il 14 febbraio, il recital della pianista Yulianna Avdeeva, vincitrice del Concorso Chopin nel 2010, prima donna a trionfare in 45 anni (dopo Martha Argerich). Sono in programma: Toccata BWV912 e Overture in stile francese BWV831 di Johann Sebastian Bach, Sonata n. 3 in si min. op. 58 e Tre mazurche op. 59 di Fryderyk Chopin. Dopo l’affermazione allo “Chopin”, la pianista russa ha intrapreso una carriera di livello mondiale, percorsa con discrezione, senza nessuna frenesia. È “un’artista che lascia respirare la musica”,è stato detto di lei: con modestia, eleganza e intelligenza conquista il pubblico di tutte

le sale imponendosi con un carattere del tutto particolare: nelle sue letture l’aspetto emotivo è sempre controllato, mai esasperato. Proveniente da una scuola severa (si è formata alla Gnessin Special School di Mosca e alla Hochschule der Künste di Zurigo), oggi è ospite delle sale internazionali più quotate. Lunedì 19 febbraio è quindi la volta dell’Orchestra Concerto de’ Cavalieri diretta da Marcello Di Lisa, con Maurice Steger quale solista al flauto diritto; vengono eseguiti brani di Arcangelo Corelli, Antonio Vivaldi, Domenico Scarlatti, Domenico Sarro, Tomaso Albinoni. Il “Concerto de’ Cavalieri” si è rapidamente imposto all’attenzione del pubblico come una delle formazioni di maggiore interesse nel panorama della musica antica italiana. Il nuovo ensemble è stato fondato a Pisa, presso

la Scuola Normale Superiore, dove Marcello Di Lisa ha riunito musicisti attivi in importanti realtà di musica antica in Europa. Il travolgente successo del gruppo è legato a un’interpretazione che coniuga intensa vitalità, forti contrasti, brio e ricchezza di suono a una profonda ricerca filologica e al rispetto della prassi esecutiva, rigorosamente su strumenti originali. Presente nel mondo discografico con l’etichetta della Sony, il “Concerto de’ Cavalieri” nelle sue ormai numerose tournée internazionali collabora regolarmente con solisti come Daniela Barcellona o con l’incredibile flautista svizzero Maurice Steger. Nato a Winterthur nel 1971, Steger ha studiato alla Musikhochschule di Zurigo. Dopo aver vinto i premi più prestigiosi ha conquistato le platee del mondo intero, passando dall’Europa all’America; assolutamente affascinante e seducente il suo virtuosismo, qui unito a un suono orchestrale altrettanto intenso. ■ Orchestra Concerto de’ Cavalieri


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di Lara Deflorian

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er gli amanti della danza caratterizzata da una forte modernità stilistica e al contempo fondata sul linguaggio accademico, l’appuntamento con InDanza del 27 febbraio al teatro Sociale di Trento è senz’altro il più atteso. La compagnia olandese Introdans sarà, infatti, protagonista di una serata concepita quale tributo al coreografo connazionale più importante Han van Manen, per celebrare i suoi 85 anni, compiuti lo scorso luglio. Nato quindi nel 1932 dopo aver danzato per 11 anni nel Nederlands Dans Theatre (NDT), compagnia che poi ha diretto e per la quale ha creato numerose coreografie, Hans van Manen, apprezzato anche come fotografo, ha collaborato con molte grandi compagnie tra cui il Royal Ballet. La sua vena creativa in ambito tersicoreo, non centrata sul racconto di storie, si caratterizza per un movimento formale e una sapiente combinazione di tecnica accademica e modern dance, di ironia e sensualità. Il suo lavoro di coreografo comprende più di 120 creazioni (62 delle quali per il NDT), in repertorio in più di 50 compagnie di tutto il mondo e di cui

OMAGGIO AD HANS VAN MANEN IL 27 FEBBRAIO AL TEATRO SOCIALE DI TRENTO LA COMPAGNIA INTRODANS SARÀ PROTAGONISTA DI UN TRIBUTO AL GRANDE COREOGRAFO OLANDESE una ventina eseguite anche da Introdans, l’ensemble di Arnhem che potremo vedere in scena a Trento. Con quasi mezzo secolo di vita, questa compagnia rivolge il suo progetto artistico a un pubblico diversificato e questo è possibile soprattutto grazie alla collaborazione intrecciata con i più grandi coreografi della danza del Novecento. La serata proposta è titolata Hooray for Hans! (Omaggio a Hans) e si compone di tre coreografie firmate dall’effervescente estro creativo di

Hans van Manen, in cui i 12 danzatori presenteranno Polish Pieces, una performance esuberante su musiche di Henryk Górecki, un’esplosione di colori, ma anche di gesti eleganti e fuori dal tempo, costruita su motivi semplici e costruzioni geometriche; sarà poi presentato il pezzo più serioso In and Out su canzoni di Laurie Anderson e Nina Hagen e a chiudere la serata sarà eseguito Black cake, un’altra singolare creazione ironica di Hans van Manen, ambientata durante

una festa in cui gli invitati danzano e bevono creando un intreccio di relazioni che sprigionano sensualità, sull’intreccio musicale di autori come Tchaikovsky, Stravinskij, Janacek, Mascagni e Massenet. In occasione dello spettacolo, sempre il 27 febbraio alle ore 18, nella Sala Medioevale del Teatro Sociale, la giornalista Maria Luisa Buzzi conduce l’incontro Tributo al maestro olandese Hans Van Manen, il “Mondrian” del balletto. ■

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di Fabio De Santi

“B

runori a teatro. Canzoni e monologhi sull’incertezza”: è questa la denominazione scelta da Brunori Sas per il suo nuovo tour che farà tappa anche a Trento il 16 febbraio. L’appuntamento con il musicista di Cosenza è quello all’Auditorium Santa Chiara di Trento ed è organizzato da Fiabamusic in collaborazione con il Centro Santa Chiara. Brunori Sas è una delle rivelazioni del cantautorato italiano di questo terzo millennio: io suo ultimo album “A casa tutto bene” ha ricevuto una grande accoglienza dalla critica (Targa Tenco come miglior canzone a “La verità”, Premio MEI a Brunori come artista indipendente dell’anno) e di pubblico (pri-

BRUNORI SAS L’APPUNTAMENTO CON L’ORIGINALE MUSICISTA DI COSENZA È QUELLO DEL 16 FEBBRAIO A TRENTO ED È ORGANIZZATO DA FIABAMUSIC mo posto sulle piattaforme streaming, podio della classifica di vendita FIMI, oltre 15 milioni di streaming su Spotify). Il tour dello scorso anno ha registrato il tutto esaurito nei club più grandi d’Italia e prosegue nei festival estivi più importanti vendendo ol-

tre 70mila biglietti. Brunori Sas, al secolo Dario Brunori, A fine 2009 si affaccia all’universo cantautorale italiano, prendendo in prestito il nome della ditta di famiglia di materiali edilizi: Brunori Sas. Pubblica così il suo album d’esordio Vol.1: un vero e

proprio canzoniere italiano, con cui si aggiudica il Premio Ciampi 2009 come miglior disco d’esordio e la Targa Tenco 2010 come miglior album esordiente. Il secondo disco è Vol. 2: Poveri cristi, un album pubblicato nel 2011 dalla scrittura amara e

“JAZZ E TRANSITI” PRESENTA EMEL MATHLOUTHI

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na sua canzone , “Kelmti Horra” (La mia parola è libera), divenne inno spontaneo dei manifestanti durante la Rivoluzione dei Gelsomini, che nel gennaio 2011 portò alla caduta del dittatore tunisino Ben Alì. Lei è Emel Mathlouthi protagonista del concerto per la rassegna Transiti in programma l’8 febbraio al Teatro Sanbàpolis di Trento. Lei stessa intonò il medesimo brano nel dicembre 2015 a Oslo, in occasione della cerimonia di conferimento del Nobel per la Pace al Quartetto del Dialogo Nazionale, promotore del

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pluralismo democratico nel paese. È dunque molto più di una cantante artisticamente dotata: esule a Parigi dal 2008 e trasferitasi poi oltreoceano, non ha mai reciso i legami con il luogo di provenienza, associando le suggestioni sonore del Maghreb alle modalità più raffinate del pop occidentale. Sarà l’Auditorium Melotti di Rovereto ad ospitare l’evento del 15 con Kamaal Williams il co-fondatore della band rivelazione Yussef Kamaal, al vertice delle charts con uno dei migliori album dell’anno “Black Focus”. Proveniente dai sobborghi londinesi, ha iniziato giovanissimo suonando nei pub di Peckam e Camberwell. Kamaal è un profondo conoscitore di drum machine e tastiere e, con il moniker di Henry Wu, è già un personaggio di riferimento con alle spalle una serie di uscite in 12” su 22a Music, Eglo Records e Rhythm Section, fino all’esplosivo esordio di Black Focus. Un album modellato dal suono di Londra il suo, tra jungle, grime e broken beat, e che profuma di jazz dai bassi saturi come fossero trasmessi da una radio pirata della capitale. Chiusura della serata affidata a Nicky Siano: l’uomo a cui è affidato l’aftershow, non ha bisogno di sfide: perché semplicemente le ha vinte tutte. Resident dello storico Studio 54 newyorkese, forse il club più famoso di tutti i tempi, oltre ad essere una leggenda vivente è prima di tutto un dj dall’energia sconfinata, dalla carica umana devastante e con una valigia dei dischi piena zeppa di rarità dei decenni passati.


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LA SKIAREA IDEALE PER LE FAMIGLIE

Dischi, il suo quarto lavoro A casa tutto bene, anticipato dal singolo “La verità” (che vince il disco d’oro e il premio PIVI 2017 come miglior videoclip dell’anno ) e dal documentario omonimo in onda su Sky Arte. All’ultimo Mei di Faenza Brunori Sas ha ritirato ben quattro premi. Un riconoscimento che l’artista calabrese ha commentato cosi: “Spesso commento i vari riconoscimenti in modo ironico, affermando che non sono mai abbastanza rispetto al mio immenso talento artistico. Riceverne quattro d’un colpo, purtroppo non mi permette di reiterare la boutade. Cosa posso dire allora? Che sono molto felice per questo riscontro, in particolare perché arriva da persone che da anni si occupano di musica con passione e professionalità, e perché da vecchio nostalgico, quale io sono, associo al Mei i miei esordi giovanili, gli scatoloni in cui lasciare l’ennesimo demo con la speranza “che poi chissà”, uno dei primi concerti brunoriani in un piovoso novembre di 8 anni fa, quando ancora apparivo come un ibrido fra un trafficante colombiano e Groucho Marx, l’emozione di sentirmi parte di qualcosa”. ■

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NUOVE SEGGIOVIE 4 POSTI VAJOLET 1-2 DA PERA DI FASSA UTILIZZABILI ANCHE DA CHI NON SCIA > Comodo accesso alla funivia con scale mobili dal centro di Vigo di Fassa > Collegamento con Skitour Panorama > Rifugi in quota raggiungibili anche a piedi > Percorsi con ciaspole > Baby park con servizio custodia e animazione > Scuola sci direttamente sulle piste > Noleggio, deposito sci e ski service alla partenza degli impianti > Easy access to the cableway by escalator > Link to the Panorama Ski Tour > Refuges at altitude reachable on foot > Snowshoeing routes > Playground area and nursery for children > Ski school directly on the slopes > Ski hire, storage and ski service at the start of the lifts

Passo San Pellegrino Seggiovia Campigol Sanpesnowpark sanpe_snowpark CATINACCIO IMPIANTI A FUNE S.P.A. 38039 Vigo di Fassa (Tn) Tel. +39 0462 763242 | info@catinacciodolomiti.it www.catinacciodolomiti.it | www.valdifassalift.it www.areagrafica.tn.it

speranzosa che conserva la forma canzone melodica e all’italiana. Nel 2012 la sua canzone Una Domenica notte ispira l’omonimo film di Giuseppe Marco Albano, in cui Dario compare in un cammeo. È autore nello stesso anno della colonna sonora di È nata una star?, film di Lucio Pellegrini, con Rocco Papaleo e Luciana Littizzetto. Il 4 febbraio 2014 esce l’atteso terzo disco di inediti Vol. 3 – Il Cammino Di Santiago In Taxi. Il disco esordisce in vetta alle classifiche di vendita (5 posto fisico, 2 posto digitale) e il tour club registra il tutto esaurito in oltre 20 date. Si esibisce sull’importante palco del Primo Maggio e fa da opening act a Ligabue nel suo “Mondovisione Tour” (Stadio San Siro e Stadio Olimpico). L’anno seguente porta nei teatri più prestigiosi d’Italia il tour teatrale dal titolo Brunori Srl - una società a responsabilità limitata, miscelando musica e standup comedy. Il 20 maggio 2015 va in onda, in prima tv assoluta, su LaEffe Una società a responsabilità limitata, un viaggio tra Roma e la Calabria che Dario Brunori ha compiuto con Neri Marcorè. Il 20 gennaio esce, sempre per Picicca

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di Nicola Tomasi

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l 9 e il 10 febbraio, la Fondazione Franco Demarchi organizza presso la propria sede l’incontro internazionale “Highlanders! - Popolamenti e spopolamenti nell’Arco Alpino”: due mezze giornate di lavori alle quali si aggiunge l’evento serale “montagne di esperienze”, presso il palazzo della Albere, aperto a tutta la cittadinanza. Dopo aver analizzato nelle edizioni precedenti i sistemi di welfare alpino e il tema della conoscenza, la terza edizione riguarderà i mutamenti demografici accorsi nell’Arco Alpino negli ultimi anni, con un focus particolare sulle dinamiche di cambiamento. Particolare attenzione sarà dedicata ai flussi migratori (siano essi di popolazione straniera che inerenti a fenomeni quali i “neo-montanari”) e al loro conseguente

HIGHLANDERS! A TRENTO, LA TERZA EDIZIONE DELL’INCONTRO INTERNAZIONALE ARCO ALPINO. 9 E 10 FEBBRAIO impatto sulla rivitalizzazione del territorio alpino. Venerdì 9 febbraio saranno presentati i dati sui flussi migratori verso le terre alte, le loro caratteristiche e alcune buone pratiche sulla gestione e valorizzazione di detti flussi. Sabato 10 febbraio si aprirà con una panoramica delle politiche europee inerenti il contesto demografico alpino e la presentazione di un volume

sull’immigrazione straniera nelle aree montane italiane. Successivamente saranno approfonditi alcuni temi a livello di workshop tematici e, nello specifico, si approfondiranno i temi del lavoro e delle competenze, delle comunità alpine come luoghi di accoglienza e della dimensione culturale come momento di rigenerazione delle aree alpine. La sera di venerdì 9 feb-

UN “PIERINO TRENTINO” SI PRESENTA A TRENTO

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enerdì 16 febbraio, alle 17, nella Sala del “Centro Rosmini”, Trento in Via Dordi,8,la “Pro Cultura presenta il nuovo libro di Renzo Francescotti, “Un Pierino Trentino - racconti autobiografici” (Ed. Curcu Genovese). Interverranno: Alessandro Franceschini (Direttore di UCT) e l’Autore. Letture di Arrigo Dalfovo e Chiara Turrini, del Gruppo “Neruda”. Siamo pochi giorni prima della fine della Seconda guerra mondiale, simboleggiata dalla grande trota marmorata uccisa dalle esalazioni del fosforo, vista con occhi incantati, stupefatti da un “Pierino” sfollato ad Aldeno. Renzo Francescotti, a differenza di tanti altri, non ha mai scritto niente di autobiografico: questo “Un Pierino trentino” è invece un ”romanzo autobiografico a racconti”, con i bombardamenti e i partigiani ammazzati, il dopoguerra con il pascolo a Pedersano delle capre di sua nonna, a piedi scalzi per farsi accettare dalla tribù locale, le scazzottate con la tribù di Zuclo dove le donne vanno

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intorno vestite come monache, un ragazzo che cresce guardando alla realtà con pena e ironia, che quattro volte è in punto di morte ma ne riemerge giocosamente. Sino ad entrare nel modo degli adulti attraverso il dolore intollerabile della morte di suo padre.

braio al Palazzo delle Albere porta il “Montagne di Esperienze” è vedrà la presentazione della pubblicazione “Il Cane, il lupo e Dio” con l’autore Folco Terzani che, prendendo spunto dal suo libro, ci parlerà della sua esperienza del vivere in montagna. Interverranno, inoltre, Agito Ideo Gudeta, la pastora etiope in Trentino che racconterà della sua esperienza lavorativa in montagna e del suo impegno per creare possibilità di integrazione degli immigrati attraverso la propria attività imprenditoriale; e a chiudere la serata Giulia Mirandola, operatrice turistica e culturale de Il Masetto di Terragnolo, parlerà della realizzazione di un progetto in un territorio montano marginale, progetto che prevede la promozione del territorio attraverso un’idea inedita di turismo, che pone al centro l’illustrazione e la narrazione del paesaggio, la programmazione culturale, la cucina tradizionale, la cura dell’ambiente circo stante. Info: 0461.273718 338.7500439. ■


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o S n ow p a r k M o n t e B o n d o n e anche quest’anno si conferma un punto di riferimento per chi cerca un’esperienza dinamica e divertente sulla neve. Attivo ormai da un decennio, il park ha sfidato la fantasia e le abilità dei rider più audaci proponendo sempre strutture e attività di qualità che lo hanno portato ad essere sede della X X VI edizione delle Universiadi Invernali nel 2013 durante le quali sul Monte Bondone si sono esibiti atleti universitari esperti di snowboarding e freestyle provenienti da tutto il mondo. Quest’anno, grazie ai movimenti terra realizzati in estate, lo Snowpark Monte Bondone fa un ulteriore balzo in avanti proponendo il doppio delle strutture e nuove linee per principianti e bambini. Oltre alla ridisegnata e rinnovata linea Slopestyle, un nuovo FunCross lungo oltre 400mt sarà la meta preferita dei più piccoli, mentre nella linea Easy e Medium sciatori e snowboarder possono contare su oltre 20 strutture in neve e artificiali per innovare e far crescere il proprio stile in totale sicurezza. Infine relax presso

SNOWPARK MONTE BONDONE NUOVO SETUP, NUOVE STRUTTURE PER UNA STAGIONE DI EVENTI

PROSSIMI EVENTI 08-13 FEBBRAIO Carnival in the park 25 FEBBRAIO Boss of the park 11 MARZO 100one for girls day 18 MARZO closing event

la nuovissima Chill Area, con casetta, impianto audio, zona solarium e grill per merende a base di panini con salsiccia in compagnia. Lo Snowpark Monte Bondone è aperto anche in notturna ogni martedì e giovedì sera dalle 20.00 alle 22.30 con un nuovo impianto di illuminazione a LED. Un vero e proprio luogo di aggre-

gazione e divertimento per i riders locali che si ritrovano sotto la linea della seggiovia Montesel per sfidarsi in evoluzioni sempre più fantasiose, in massima sicurezza, portando colore ed allegria sulla neve del Monte Bondone, paradiso non solo per le famiglie, ma anche per giovani ed adolescenti. Un ricco programma di appuntamenti che si snoda

per tutta la stagione invernale, partendo dal big air bag, per continuare con il carnevale, gli eventi dedicati ai piu piccini o riservati alle sole donne Come on, riders! Vi aspettiamo! Potete trovare maggiori info su cosa vi aspetta in questa fantastica stagione su Facebook (facebook.com/montebondone. snowpark/). ■

PRO LOCO MONTE BONDONE E IL RECUPERO DEI SENTIERI

È

stato presentato il 26 gennaio scorso uno studio per il recupero di due sentieri che portano da Vason a Cima Palon. Presenti il presidente della Pro Loco, Sergio Costa, il direttore della Federazione trentina Pro Loco e loro Consorzi, Ivo Povinelli, l’ing. Roberto Cimadom e Fabrizio Leonardelli, presidente del Gruppo La Regola. La Pro Loco Monte Bondone, che da quando si è costituita ha sempre preso parte alle attività e alle discussioni intorno al tema della riqualificazione del Monte Bondone, ha deciso di avanzare una proposta concreta per la valorizzazione del territorio che

si distingue per serietà del metodo e per visione turistica. In primo luogo si è studiata la situazione dell’antica viabilità in Bondone, da cui è emersa la presenza di numerose vie tracciate a scopi miliari durante la Prima Guerra Mondiale; da qui l’idea di realizzare uno studio per rendere nuovamente praticabili alcuni dei tracciati, studio che è stato realizzato dall’ing. Roberto Cimadom. Il risultato è un progetto di riqualificazione di due percorsi militari costruiti dall’esercito austro-ungarico, il Sentiero del Mugon e il Sentiero delle Trincee. I due percorsi partono entrambi da Vason e salgono a Cima Palon, il primo percorrendo la parte sinistra della fiancata del monte, mentre il sentiero delle Trincee sale sulla parte destra. Questo sentiero in particolare permette di scoprire molti manufatti della Prima Guerra ancora ben conservati, come un tratto di trincea e 5 rifugi che ospitavano i militari.

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di Lara Deflorian “Dolores Hotel-Tango e altre storie”

CARMINA BURANA 2.0

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n questo mese il Circuito regionale della danza, promosso dal CSC S. Chiara di Trento, sarà protagonista in cinque diversi teatri trentini e presenterà creazioni di compagnia italiane, ormai conosciute e apprezzate nel nostro territorio. E così l’1 febbraio al teatro Cristallo di Bolzano sarà protagonista la compagnia Tango Brujo, diretta dalla coreografa e pedagogista padovana Laura Pulin, la quale coniuga la danza contemporanea alla passione del tango argentino. Nella tappa bolzanina presenterà Dolores Hotel-Tango e altre storie, in cui otto interpreti sono i pittoreschi e chimerici ospiti che si incontrano nelle atmosfere soffuse di un albergo. Il 2 febbraio alla sala Garda del Palacongressi di Riva del Garda Artemis Danza, diretta dalla ferrarese Monica Casadei, presenta La Doppia Notte - omaggio a Verdi e Wagner in cui le partiture originali del Tristano e Isotta vengono fuse all’Aida da Claudio Scannavini. Il risultato finale è un unico atto per una doppia notte, “due drammi, quelli dei protagonisti, opposti e contrapposti eppure congiunti da un destino tanto intimo e profondo, 72

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GLI APPUNTAMENTI DEL CIRCUITO REGIONALE DELLA DANZA. IL 13 FEBBRAIO A PERGINE VALSUGANA L’AGORA COACHING PROJECT JUNIOR, UN PROGETTO ANNUALE DI PERFEZIONAMENTO NELLA DANZA quanto universale: amore e morte…amore fatale, amore irresistibile, amore disperato, amore inafferrabile di giorno ma compiuto nella notte...”. Il 4 e il 5 febbraio al teatro Sociale di Mori sarà la volta della compagnia di casa Abbondanza Bertoni protagonisti del suo evergreen Romanzo d’infanzia, uno spettacolo destinato ad un pubblico di ogni età, in cui il linguaggio del teatro-danza, normalmente riservato ad un pubblico non di giovanissimi, si propone in una formula narrativa ed immediata, “Tiravol”

fruibile anche dai bambini. Il 13 febbraio al teatro Comunale di Pergine Valsugana l’Agora Coaching Project Junior, un progetto annuale di perfezionamento nella danza rivolto a danzatori di età compresa fra i 17 e i 24 anni sostenuto dalla MM Contemporar y Dance Company, sarà protagonista di Carmina Burana 2.0, due coreografie, la prima di Mario Merola composta su alcuni brani della nota composizione di Carl Orff che da il titolo alla serata centrata fortemente sul corpo, mentre

la seconda porta la firma di una nuova creazione di Enrico Morelli. Il 17 febbraio al teatro Monte Baldo di Brentonico, la compagnia Naturalis Labor presenterà il lavoro di Carmen Meloni Pasìon Flamenco, che proietta lo spettatore nelle più suggestive atmosfere flamenche, in cui ogni “bailaora” del gruppo rappresenta il flamenco a proprio modo, esprimendo in scena l’interiorità e la suggestiva caratterizzazione di questa danza, che è più uno stile di vita e un modo di essere che una semplice ricerca estetica. Infine, nell’ambito del circuito della Danza in verticale, il 2 febbraio al teatro Sanbàpolis di Trento il duo franco-catalano Daraomaï sarà protagonista di TiraVol, un viaggio, un incontro tra culture diverse e una ricerca d’identità tra illusione e realtà, in cui i movimenti coreografici si sviluppano su di una grande struttura a prisma triangolare, un labirinto di ferro nel quale il duo protagonista si muove ondeggiando e volteggiando sfidando la forza di gravità. Info: numero verde 800 013952 - www.centrosantachiara.it. ■


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L’

arrivo è l’altopiano del Ciampedie, una balconata panoramica sulla Val di Fassa e sulle Dolomiti, a quota 2000 al centro del Gruppo Catinaccio-Rosengarten, patrimonio naturale dell’umanità UNESCO. Si accede con le scale mobili e la funivia dal centro di Vigo, o con le nuove seggiovie da Pera di Fassa. Siamo all’interno dello Skitour Panorama, il tour che unisce tutte le piste della Val di Fassa. Un tour, come dice il nome, dai panorami indimenticabili e dalle discese emozionanti! La novità dell’inverno 201718 sono le nuove seggiovie Vajolet da Pera di Fassa. Da quest’anno il trasporto è veloce a confortevole. Le gloriose seggiovie biposto del 1986 sono state sostituite con due seggiovie a 4 posti ad ammorsamento automatico, con sedute confortevoli e cupola di protezione. È dimezzato il tempo di percorrenza delle due seggiovie, con una comodità non comparabile! E, novità nella novità, grazie ai nuovi impianti, anche i non sciatori possono raggiungere l’altopiano del

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Ciampedie da Pera. La pista di richiamo della Skiarea è la Pista Thöni, una pista rossa completamente rinnovata negli ultimi anni. Da non perdere la pista nera dedicata ad Alberto Tomba, indimenticato campione! La skiarea è ideale per le famiglie con il grande parco

giochi, l’organizzazione professionale della Scuola di Sci di Vigo che offre servizi di custodia e animazione per i bambini oltre, naturalmente, alle lezioni di sci. Ma al Ciampedie si può vivere la neve anche senza sci! Sei rifugi, di cui cinque raggiungibili a piedi a pochi metri

dall’arrivo della funivia, con un’ottima gastronomia e terrazze dai panorami indimenticabili. Per gli appassionati delle camminate è possibile percorrere un anello facile attorno all’altopiano del Ciampedie. Un percorso con scorci panoramici unici sulla Val di Fassa e le sue Dolomiti. Altro itinerario facile raggiunge la conca di Gardeccia, dove si trovano alcuni rifugi aperti anche con possibilità di pernottamento! Da qui, con percorso più impegnativo, si può proseguire verso la zona del Vajolet e del Passo Principe. Info Skiarea: 0462.763242 - www.catinacciodolomiti.it – www.valdifassalift.it ■

ALTRE TENDENZE: “IL CIELO NON È UN FONDALE”

S

ono due gli appuntamenti del mese di febbraio con la rassegna teatrale “Altre tendenze” proposta dal Centro Santa Chiara a partire da quello con “Il cielo non è un fondale” in scena il 17, al Teatro Sociale. Daria Deflorian, attrice e drammaturga nata a Tesero con alle spalle una carriera artistica di respiro internazionale, ha scritto e interpreta con Antonio Tagliarini, Monica Demuru e Francesco Alberici uno spettacolo che parte da un sogno. Antonio racconta di aver sognato Daria nei panni di una barbona e, pur avendola riconosciuta, di essere passato oltre; quel gesto innesca una ritmica di incontri e di misconoscimenti, di cadute e di incidenti, di parole e di canzoni,

scandita da due sentimenti contraddittori: la paura di essere noi stessi l’altro, l’escluso, e il desiderio di metterci, per una volta, al suo posto. “Quando scrivo non ho l’impressione di guardare dentro me stessa, guardo in una memoria. In questa memoria vedo delle persone, vedo delle strade, sento delle parole e tutto questo è fuori di me” ha detto Annie Ernaux in una intervista. “L’opera di questa scrittrice – spiega Daria Deflorian – ci ha guidato nella nostra indagine, permettendoci di osservare, decifrare e restituire quella continua osmosi tra dentro e fuori, quei continui spostamenti di senso tra quello che noi siamo e quello che ci succede attorno”.

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trentinomostre

IL MONDO DI OTHMAR WINKLER

N

el visitare un’esposizione, una attenzione particolare è rivolta sempre all’allestimento, alla messa in scena dell’opera. Ci sono veri e propri capolavori la cui

visione è completamente rovinata dalle posizioni sbagliate delle luci, dall’immancabile e funesto riflesso, dal perdersi nel colore della parete, dall’esser posto all’altezza sbagliata, ecc. Tutti fattori questi che inficiano e impediscono una sana fruizione estetica dell’opera. E di esposizioni completamente rovinate ce ne sono state tante e ce ne saranno ancora molte, e questo succede spesso quando sull’opera – il vero soggetto – prevale il progetto dell’architetto/allestitore. Due protagonisti in una sala solitamente litigano e lo spettatore non è venuto certamente per visionare il progetto espositivo ma per assaporare il lavoro. Ebbene capita invece che la bravura – solitamente legata alla passione e all’amore per l’arte – faccia sì che un’intelligente e sapiente allestimento evidenzi, potenzi e valorizzi l’opera d’arte, rendendogli il suo status di soggetto primario. Un

CARLO ALFANO

I

l Mart di Rovereto prosegue, fino al 22 aprile, l’indagine dedicata all’opera degli artisti che nel secondo Novecento, superando i confini delle pratiche tradizionali, hanno contribuito in maniera determinante a ridefinire l’orizzonte delle ricerche contemporanee. L’esposizione monografica è la prima importante retrospettiva sull’opera di Carlo Alfano prodotta da un’istituzione. Muovendo da un nucleo di lavori raramente esibiti o da anni assenti dalla scena espositiva internazionale, la mostra illustra il percorso creativo dell’artista dalla metà degli anni Sessanta alla fine degli anni Ottanta. Cinquanta opere, molte delle quali di grandi dimensioni, testimoniano gli sviluppi di una ricerca non ancora pienamente indagata. Dopo gli esordi legati alla pittura Informale degli anni Cinquanta, Carlo Alfano (1932-1990) avvia una riflessione dedicata ai meccanismi della visione e della percezione, che dalla produzione di opere d’arte cinetica approda alla realizzazione di ambienti tridimensionali. Dalla fine degli anni Sessanta l’attitudine analitica che lo contraddistingue assume con sempre maggiore evidenza i caratteri della ricerca concettuale. Ampiamente rappresentata in mostra, questa stagione è caratterizzata da elementi linguistici e filosofici che indagano lo spazio e il tempo, l’individuo e l’altro da sé.

esempio di questo accrescimento del lavoro dell’artista attraverso l’allestimento – di un artista che non ne ha sicuramente bisogno ma che comunque ne ha guadagnato raddoppiando le sue potenzialità – è quello della mostra antologica che il Centro Arte Contemporanea di Cavalese ha organizzato per ricordare Othmar

Winkler,

con un catalogo i cui testi sono del filosofo Marcello Farina, che offre una lettura inedita dell’artista, e del figlio Ivo. Elio

Vanzo, il curatore, e Lionello Vanzo hanno approntato un percorso che si dilunga sui tre piani dello storico palazzo Rizzoli (di per sé vale una visita). Ad iniziare dal grande totem appositamente costruito che sale lungo la tromba delle scale per tre piani schiudendo di tanto in tanto delle nicchie in cui appaiono delle piccole sculture di Othmar Winkler fino alla collocazione aerea di opere che richiamano il volo (e il sogno) di Icaro, senza dimenticare la sculturapannello “elettronica” che racconta i disastri del mondo oppure la grande opera del lavoro dell’uomo, lo sguardo si appaga e si riempie di arte e di sola arte. Non è facile e non è cosa quotidiana che l’arte sia valorizzata in tal modo. Sembra quasi che i curatori abbiano imparato, dopo decine di mostre giocate tutte sulla contaminazione culturale, ovvero sul rapporto dialettico tra la cultura nordica e quella mediterranea, come si debba “offrire” al pubblico un’opera d’arte. E allestire una mostra come questa non è facile, come non era facile il carattere di Othmar

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trentinomostre Winkler, scorbutico, immediato, spontaneo, ricco di slanci e di ripensamenti. Lui che ha fatto il ritratto di Mussolini (1932) a Roma e di Goebbels – ministro della propaganda nazista del Terzo Reich (1932-33) – a Berlino, ha avuto il coraggio, dopo aver assistito al processo di Martin Van der Lubbe, colui che nel 1933 bruciò il Reichstag, di rinnegare entrambi e di andarsene in Norvegia (1937), ad Oslo. Qui conosce Edvard Munch, qui affina le sue sculture angolose, spigolose, essenziali, evoluzione naturale e spontanea dei Cristi crocifissi che incontrava sui sentieri della sua val Pusteria o della val Gardena, esangui, schematizzati, ridotti all’essenziale, alla pura e immediata tragica fatalità. Ma è anche capace di affondare le mani e la testa nel clima mitologico mediterraneo, portando in superficie il canto disperato e voglioso di un Pan o di un Satiro, i sogni romantici e utopici di un Icaro. Tra sacro e profano, tra cultura popolare e cultura alta, il suo oscillare lo porta sempre più vicino all’uomo, a cantarne le illusioni e le disperazioni, la vita e la morte. Quando l’Istituto di Maria Bambina di Trento gli commissiona una Via Crucis, per lui è naturale inserire nell’angosciata salita verso la sommità del Golgota di Gesù l’intera umanità che ha sofferto e soffre con lui: operai, contadini, sfruttati, preti decaduti, donne schiavizzate. Pesante sarà la mannaia censoria che cadrà sopra la sua testa. Fatto questo che lo farà volgere verso dei cicli bronzei legati sempre più all’uomo, nella consapevolezza che è lui il vero artefice sacro. Nascono così i “Lavori fondamentali dell’uomo” (1955-58 per la Provincia Autonoma di Bolzano), il “Lavoro contadino” (1962-66 per la Provincia Autonoma di Trento), il monumento a Padre Haspinger a Gries, ai Caduti a Bressanone, a “Gaismair e le rivolte contadine”, fino all’ultimo grande ciclo de la “Storia delle genti trentine” (1982 per il Consiglio Provinciale di Trento). Quando si spegne, il 22 agosto 1999 a Trento, non scompare soltanto un artista, ma muore un ribelle, un vagabondo dell’anima e delle passioni, e il piccolo cimitero di Velturno che lo ha accolto nel proprio ventre è consapevole di che lì, nel paese della polvere come lo chiamano gli ebrei, dorme un grande uomo che ha molto da insegnare ancor oggi ai potenti della nostra terra, sacra o profana che sia. La mostra, dal titolo “Europa”, chiude il 2 aprile. Info: www. artecavalese.com.

FOLGARIA ANNAMARIA TARGHER - PERSISTENZA DEL MELOGRANO. PUNICA GRANATUM Folgaria. Apertura: da sabato 23 dicembre 2017 a lunedì 2 aprile 2018. C/o Hotel Four Seasons - Via Emilio Colpi, 108. Mostra Personale. Orario: tutti i giorni ore 8-23.

LEVICO TERME PAROLE SCAVATE Apertura: dal 31 marzo a domenica 4 novembre 2018. Nella ricorrenza del Centenario della Grande Guerra, il progetto espositivo di Bruno Lucchi intende proporre una ampia e articolata riflessione sul tema tramite il connubio tra installazioni scultoree e gli spazi così fortemente connotati del Forte delle Benne.

RIVA DEL GARDA Fiere EXPO RIVA HOTEL - 42A EDIZIONE Apertura: da domenica 4 a mercoledì 7 febbraio. Fierecongressi, Via Baltera, 20. Manifestazione storica dedicata all’Ospitalità e alla Ristorazione, alla sua 42a edizione, è da diversi anni uno dei maggiori appuntamenti fieristici del Nord Italia. È suddivisa in 4 grandi aree tematiche: indoor & outdoor contract, coffee & beverage, food & equipment; eco wellness & technology. Info: www.exporivahotel.it.

ROVERETO Mostre FERITI. IMMAGINI DELLA GRANDE GUERRA Apertura: da domenica 29 ottobre 2017 a domenica 25 febbraio 2018. Rovereto. In 25 immagini, che fanno parte dell’archivio fotografico del Museo della Guerra, viene offerto uno spaccato degli effetti devastanti degli scontri e delle esplosioni sul corpo dei soldati sia dell’esercito italiano che di quello austro-ungarico impegnati sul fronte italo-austriaco. Orario: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18. Info: www.museodellaguerra.it. Mostre CARLO ALFANO. SOGGETTO SPAZIO SOGGETTO Apertura: fino al 22 aprile. Mart, Corso Bettini. Mostra a cura di Denis Isaia e Gianfranco Maraniello. Prima grande retrospettiva ospitata da un’istituzione, la mostra monografica esplora l’opera dell’artista che ha segnato gli sviluppi delle ricerche concettuali italiane. In collaborazione con Archivio Alfano. Martedì-domenica 10-18, venerdì 10-21. Lunedì chiuso. Biglietto € 11, ridotto € 7. Info: www.mart.trento.it.

Mostre REALISMO MAGICO L’INCANTO NELLA PITTURA ITALIANA DEGLI ANNI VENTI E TRENTA Apertura: da domenica 3 dicembre 2017 a lunedì 2 aprile 2018. Mart. Mostra a cura di Gabriella Belli e Valerio Terraroli. Provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, le oltre 70 opere in mostra descrivono una parabola dell’arte significativamente legata agli eventi politici e culturali, tra gli anni Venti e Trenta. Contorni netti e volumi solidi non contrastano con la magia delle pitture in mostra, realizzate da diversi artisti tra i quali spiccano Cagnaccio di San Pietro, Felice Casorati, Antonio Donghi, Achille Funi, Carlo Levi e Ubaldo Oppi. Info: www.mart.tn.it. Mostre LE VITTIME DEL NOSTRO BENESSERE Apertura: fino a giovedì 15 febbraio. Sala multimediale Biblioteca Civica di Rovereto. Mostra fotografica. La mostra è nata con lo scopo di dar voce ai bambini che vivono in situazioni di sfruttamento, nei Paesi più poveri, ai quali viene rubata l’infanzia, e poi tutta la loro esistenza. Orari: dal lunedì al sabato reo 9-22; domenica ore 9-13. Info: associazione.grandequercia@gmail.com. Mostre FRANCESCO LO SAVIO Apertura: fino a domenica 18 marzo 2018. Mart, Corso Bettini. Mostra a cura di Silvia Lucchesi, Alberto Salvadori, Riccardo Venturi. Una mostra che riscopre l’opera di un artista tra i più interessanti nel panorama italiano e internazionale del secondo Novecento. Orario: martedì-domenica 10-18; venerdì 10-21. Lunedì chiuso. Biglietto intero: 11 €, Ridotto: 7 €. Info: www.mart.trento.it

SANZENO Mostre FRAGILI DEVOZIONI. ICONE SU VETRO E SPECCHIO DELLA COLLEZIONE MORELLI - LITTA MODIGNANI Apertura: fino a domenica 18 febbraio 2018. Sale del Centro Culturale d’Anaunia a Casa de Gentili. Si tratta di icone su vetro e specchio provenienti dalla collezione Morelli-Litta Modignani. La mostra, accompagnata da un interessante catalogo con testi di Renato Morelli (notissimo etnomusicologo in viaggio continuo tra le culture popolari e folkloriche italiane, slave, maghrebine, iraniane e cristiano ortodosse), Marcello Nebl, Cesare Poppi e Costantin Secara. Orario apertura: dal giovedì al venerdì 15-19; sabato e domenica 1012/15-19. Fino al 7 gennaio tutti i giorni dalle 15 alle 19. Lunedì 15 gennaio: Festa di San Romedio aperto tutto il giorno dalle 10 alle 19. Info: http:www.centroculturaledanaunia.it. 75

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trentinomostre TRENTO Mostre #ICEAGEEUROPE NOW Apertura: fino a domenica 04 febbraio 2018. MUSE, Corso del lavoro e della scienza. Cosa connette l’Europa? Non sono né la lingua né la valuta, ma le radici culturali comuni che portano indietro… fino all’epoca glaciale. Al MUSE, la mostra #IceAgeEuropeNow presenta le connessioni fra passato e presente grazie a fotografie scenografiche che popolano il giardino. Tra queste, scatti di reperti affascinanti e spettacolari luoghi di ritrovamenti che conservano tracce del Paleolitico e Mesolitico. Orario: da martedì a venerdì: 10-18; sabato e festivi: 10-19. Lunedì: chiuso​​​. Info: www.muse.it Mostre CARLA IACONO RE-VELATION Apertura: fino al 26 marzo 2018. Serie fotografica di Carla Iacono che affronta il delicato tema della manipolazione delle differenze culturali, a partire dalla situazione delle donne musulmane immigrate in Europa. Orario: lun, mer, giov, ven, sab 9.30-12.30 / 14-17.30; dom 1013 / 14-18. Ingresso gratuito. Info: Museo Diocesano Tridentino info@museodiocesanotridentino. it; www.museodiocesanotridentino.it

Mostre I TRENTINI NELLA GUERRA EUROPEA 1914-1920 Apertura: fino a domenica 30 dicembre 2018. Le Gallerie, Piedicastello. Una mostra che racconta il dramma dei trentini nel corso del primo conflitto mondiale. Orario: da martedì a domenica ore 9.0018.00 (lunedì chiuso). Ingresso libero. Info: www.fondazione.museostorico.it. Mostre L’ULTIMO ANNO. 1917-1918 Apertura: fino a domenica 4 novembre 2018. Gallerie Piedicastello. Nella Galleria Nera, 300 metri di installazioni, scenografie, approfondimenti, filmati e documentari originali dell’epoca ripercorrono l’ultimo anno della Grande Guerra. Orario: da martedì a domenica, dalle 9.00 alle 18.00. Chiuso

lunedì. Ingresso libero. Info: www. museostorico.it; Tel. 0461.230482; info@museostorico.it. Mostre VERRÀ NELLO SPLENDORE DELLA GLORIA Apertura: da sabato 25 novembre 2017 a venerdì 2 febbraio 2018. Aula San Giovanni - Cattedrale di San Vigilio. Sculture di Lino Sanzeni. Orario: ore 9-12/14.30-20. Mostre OPERE RECENTI - IVO FRUET Apertura: da venerdì 1 dicembre 2017 a mercoledì 7 febbraio 2018. Grand Hotel Trento, Piazza Dante 20. Mostra personale. Allestimento a cura di Nicola Cicchelli. Mostre BÄST: UNDER/ABOVE Apertura: fino a venerdì 30 marzo 2018. Cellar Contemporary by Davide Raffaelli - Via San Martino, 52. Prima personale dell’artista americano in Italia con la quale si porterà lo spirito e la cultura undeground di Brooklyn a Trento. Info: Tel. 0461.1481271; info@ cellarcontemporary.com; www. cellarcontemporary.com/it. Mostre LUCI ED OMBRE DEL LEGNO... UNA MOSTRA CHE VIAGGIA Apertura: fino a mercoledì 7 febbraio. Palazzo Roccabruna. La mostra vuole rappresentare e fare conoscere le diverse espressioni che la scultura lignea contemporanea può assumere, attraverso diversi interpreti di spicco e grazie a un viaggio lungo sette mesi in importanti borghi storici accuratamente selezionate del Centro - Nord Italia. Info: www.luciedombredellegno.it. Mostre SCHEDATI PERSEGUITATI STERMINATI: MALATI PSICHICI E DISABILI DURANTE IL NAZIONALSOCIALISMO Apertura: fino a domenica 18 febbraio 2018. Gallerie di Piedicastello. Questa mostra, che si rivolge a un vasto pubblico, si confronta con il pensiero e i presupposti istituzionali che hanno reso possibili le uccisioni. Si occupa sia delle vittime che dei carnefici e indaga sul silenzio che ha coperto i crimini dal 1945 fino agli anni ‘80, quando alcuni sopravvissuti, familiari delle vittime e psichiatri iniziarono ad affrontare il passato. Attraverso storie di vita esemplari vengono restituiti i volti, i nomi e le biografie delle vittime, che finalmente emergono con quella individualità e umanità che le persecuzioni volevano cancellare. Orario: dalle 9.00 alle 18.00. Ingresso libero. Info: Fondazione Museo storico del Trentino Tel. 0461.230482; info@museostorico.it

RICORDATO A RIVA IL PITTORE LONGINOTTI

D

avanti a un pubblico numeroso e partecipe , nella Galleria Civica “Craffonara” di Riva del Garda, a dieci anni dalla sua morte è stato ricordato il pittore padovano-trentino Gianni Longinotti, che a Canale di Tenno aveva la residenza. Lo ha fatto Renzo Francescotti nella veste di critico d’arte amico del pittore, di cui ha curato due cataloghi nelle grandi mostre a “Casartisti “a Canale di Tenna, nel 2000 e nel 2014. Da Padova erano arrivati i figli Mario, Andrea e Patrizia, e il suo allievo-amico, il pittore Alberto Fiorenzato. Hanno aperto la manifestazione l’assessora alla Cultura di Tenna Giancarla Tognoni e Luigi Meregalli, presidente degli Amici dell’Arte, che assieme al Comune di Tenna avevano organizzato la manifestazione. Gianni Longinotti viveva per alcun mesi all’anno a Canale di Tenna, il famoso sobborgo medievale tra i più belli d’Italia, in un’affascinante casa-museo che aveva amorosamente restaurato da un rudere. Francescotti, avvalendosi di proiezioni di immagini, ha illustrato il tema della conferenza individuando due anime in Longinotti: quella anarchica che si esprime in opere di denuncia e quella borghese che si rivela nella pittura di memorie. Tra questi due poli, apparentemente distanti se non contrapposti, il relatore ha individuato tre sequenze pittoriche: i “neorealismi”, le ”memorie”, le “periferie”. Francescotti ha spiegato come si sia scritto - di questo eccezionale pittore che ha presentato mostre nelle principali città d’Italia e all’estero - che si sia stato un pittore isolato, un outsider fuori dai grandi movimenti del ‘900. Invece - ha affermato lo storico dell’arte trentino- ad almeno quattro di essi, il Liberty, la pittura metafisica, l’espressionismo e il neorealismo Longinotti può essere ricondotto. E il ha individuato nelle “Periferie”, le sue opere più intense e contemporanee. In chiusura un confronto particolarmente interessante in cui sono intervenuti, tra gli altri, il figlio Mario, l’allievo amico Fiorenzato, lo scultore-amico Livio Tasin e Attilio Santuliana, il collezionista trentino più importate di Longinotti.

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trentinoappuntamenti

LE FESTE DI CARNEVALE E UNA SERA A TEATRO

I

n questo mese il Circuito regionale della danza, promosso dal CSC S. Chiara di Trento, sarà protagonista in cinque diversi teatri trentini e presenterà creazioni

di compagnia italiane, ormai conosciute e apprezzate nel nostro territorio. Il 2 febbraio alla sala Garda del Palacongressi di Riva del Garda Artemis

Danza,

diretta dalla ferrarese Monica Casadei, presenta La Doppia Notte - omaggio a Verdi e Wagner in cui le partiture originali del Tristano e Isotta vengono fuse all’Aida da Claudio Scannavini. Il 9 e il 10 febbraio, la Fondazione Franco Demarchi organizza presso la propria sede l’incontro internazionale

Highlanders! Popolamenti e spopolamenti nell’Arco Alpino: due

LUCREZIA LANTE DELLA ROVERE

L

ucrezia è figlia di Alessandro dei duchi Lante della Rovere (1936-1995) e di Marina Ripa di Meana (1941-2018). Stando a Wikipedia, è membro della famiglia ducale romana dei Lante Montefeltro della Rovere, che vanta due papi in famiglia, Sisto IV e Giulio II, il potente pontefice che commissionò gli affreschi della cappella Sistina a Michelangelo. A 15 anni inizia la sua carriera come modella. Attrice cinematografica, teatrale e televisiva, debutta sul grande schermo con il film di Mario Monicelli, Speriamo che sia femmina (1986), nel cui cast si trovano anche Catherine Deneuve, Athina Cenci, Stefania Sandrelli, Giuliana De Sio, Giuliano Gemma, Bernard Blier, Philippe Noiret e Paolo Hendel. Quindi partecipa ad altre pellicole, tra cui Storia di ragazzi e di ragazze di Pupi Avati, la Carbonara di Luigi Magni, Viola di mare di Donatella Maiorca, SMS - Sotto mentite spoglie di Vincenzo Salemme. Alterna cinema a fiction e teatro, recitando in spettacoli Quando eravamo repressi di Pino Quartullo, Risiko di Francesco Apolloni, Oleanna e Il cielo sopra il letto di Luca Barbareschi. Per il piccolo schermo ha preso parte a numerose fiction di successo tra cui Orgoglio, Donna detective, Lo smemorato di Collegno, Tutta la musica del cuore, Tutti pazzi per amore.

mezze giornate di lavori alle quali si aggiunge l’evento serale “montagne di esperienze”, presso il palazzo

spettacolo Amelia,

storia di una donna

della Albere, aperto a tutta la

straordinaria che si terrà il 3 marzo, alle ore 20.00,

cittadinanza.

al Teatro Comunale di Tione nelle Giudicarie.

“Brunori a teatro. Canzoni e

Cosa ci fa Gene

monologhi sull’incertezza”: è

liquidator e un panino al cotto? Sta forse per abbandonare

questa la denominazione scelta da

il mondo dello spettacolo e aprire un negozio di souvenir

Brunori Sas per il suo nuovo

Gnocchi con un trolley, un

pakistani? Sta per entrare in politica con il suo nuovo

tour che farà tappa anche a Trento il

movimento “Per un’Italia diversamente onesta”? Sta per

16 febbraio. L’appuntamento con il

sposare la sua badante lasciandole in eredità tutti i suoi

musicista di Cosenza è quello all’Auditorium Santa Chiara di

fallimenti? Niente di tutto questo. La risposta si potrà

Trento ed è organizzato da Fiabamusic in collaborazione con

avere il 17 febbraio all’Auditorium S.Chiara di Trento dove

il Centro Santa Chiara.

il comico emiliano proporrà il suo ultimo spettacolo “Il

È passata alla storia per essere stata la prima donna ad

Procacciatore”.

attraversare in solitaria l’Oceano Atlantico nel 1932 per

La piece “Il padre” di Florian Zeller vedrà

nel 1937, mentre era in volo per la sua ultima impresa: il

Alessandro Haber e Lucrezia Lante Della Rovere sul palco del Teatro Sociale dall’8

giro del mondo. Lei è Amelia Earhart la protagonista dello

all’11 febbraio per la stagione della Grande Prosa.

poi comparire sembra su un’isola deserta del Pacifico,

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trentinoappuntamenti 1 GIOVEDÌ Cultura INCONTRO CON ETTORE FRANGIPANE Trento. Ore 17. Centro Rosmini, Largo Dordi. Incontro con Ettore Frangipane e i suoi libri. Presenta Gianni Faustini. Info: www.curcuegenovese.it. Enogastronomia PAELLA & SANGRIA CON MUSICA LATINA Baselga di Piné. Ore 19. Ristorante Al Lago sul lago delle Piazze. Cena, con attenzione ai celiaci, con accompagnamento musicale. Prenotazione entro le 15. Info e prenotazioni: 0461.557014, 393.0213348, ghimpen@gmail. com, www.ghimpen.it. Teatro PUEBLO Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro comunale. Spettacolo di Ascanio Celestini con Ascanio Celestini e Gianluca Casadei. Per info o biglietti: tel. 0461.511332; info@teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it .

2 VENERDÌ Cultura POMERIGGI DA ROMANZO Borgo Valsugana. Ore 20. Teatro dell’Istituto d’istruzione Alcide Degasperi. Anna Pavignano in “Come si diventa scrittrice” aneddoti e storie della sua vita progessionale. Presenta la serata Gabriele Buselli. Presenterà inoltre il suo ultimo libro “La svedese”. Ingresso gratuito. Info: www.valsuganacultura.it. Danza TIRAVOL Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, via della Malpensada n. 88. Coreografia Agnes Fustagueras I Puig e David Soubies osservatori, composizione musicale David Soubies, suoni e luci Jérémi Guerin design luci “PP” Patrick Ponchant costumi Aurèlie Jacob; produzione/distribuzione Emilie Dubois. Spettacolo che naviga tra forza e fragilità, trasporta il pubblico in un universo sospeso. Appesi ad una struttura a prisma, una sorta di labirinto di ferro, due danzatori-acrobati giocano ondeggiando, barcollando e volteggiando. TiraVoL è la storia di un viaggio, di un incontro; è un dialogo tra due culture, tra il lato nord e il lato sud di una sola montagna. Un inno alla diversità che si snoda tra illusione e realtà.Biglietto da 5 a 10 €. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@ centrosantachiara.it. Danza COMPAGNIA ARTEMIS DANZA: LA DOPPIA NOTTE. OMAGGIO A VERDI E WAGNER Riva del Garda. Ore 21. Palazzo dei Congressi, sala Garda. Core-

ografia, regia, scene e costumi di Monica Casadei. Elaborazione musicale di Claudio Scannavini su musiche di Giuseppe Verdi e Richard Wagner. Musica L’EVOLUZIONE DEL MUSICAL... IN 50 MINUTI! Trento. Ore 9 e ore 11. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Una manciata di minuti per oltre cento anni di storia! Un lampo di tempo concentrato, sufficiente alla voce profonda di Matteo Ferrari, sostenuta al pianoforte dalla grande esperienza di Nella Hristova, per ricostruire la storia brillante di un genere che, sin dalla fine dell’Ottocento, ha divertito e fatto piangere milioni di persone nelle sale di America ed Europa. Canto, recitazione, danza, melodia, ritmo e colore strumentale hanno dato vita a un genere di commedia musicale brillante, subito amplificata dal cinema, ancora oggi ricercata e studiata da migliaia di giovani. Magiche e indimenticabili - arricchite nel suono dai timbri di chitarra, contrabbasso e batteria - vengono qui presentate le melodie di Gilbert & Sullivan, George Gershwin e P.G. Wodehouse, Leonard Bernstein, Stephen Sondheim, Richard Rodgers ... dai titoli memorabili: Love To Me, I Got Life, Oh, What A Beautiful Mornin’, Oklahoma, I Am The Very Model, They Can’t Take... Biglietto intero € 25, ridotto € 18, universitari € 8. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Teatro AMORE RICUCITO Trento. Ore 21. Teatro Portland. Spettacolo di Antony Neilson con la Compagnia “Officina Teatro”. Nell’ambito de “La bella stagione 217-2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro GIUSEPPE GIACOBAZZI: IO CI SARÒ Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, via S. Croce. Spettacolo di cabaret di Giuseppe Giacobazzi. Info: www.centrosantachiara.it.

3 SABATO Montagna INVITO ALLO SCIALPINISMO Passo Brocon. Venite a scoprire questa affascinante attività che vi porterà a vivere la montagna sotto un altro aspetto. Ritrovo impianti di risalita Funivie Lagorai al Passo Brocon, ore 9. Per chi non fosse in possesso del materiale scialpinistico potrà noleggiarlo in loco. Costo: a partire da € 50 a persona - scontistiche per gruppi. Info e prenotazione obbligatoria: Guide Alpine Dolomiti Guides tel. 339 1521119; www.dolomitiguides.com.

Musica UPLOADONTOUR Altavalle. Ore 21.30. Molin de Portegnach a Faver. Ritorna al Molin il tour del concorso musicale UploadSounds, che offre la possibilità alle band iscritte di esibirsi e farsi ascoltare in un circuito di 20 concerti. Durante la serata si esibiranno una band del Trentino, una dell’Alto Adige e una del Tirolo. Chiuderà la serata un ospite di fama nazionale. Ingresso libero. Info: info@sorgente90.org, www. sorgente90.org. Musica AZZURRA ACOUSTIC PROJECT Borgo Valsugana. Ore 11. Bar della Piscina Comunale. Concerto con: Azzurra Guagnano, voce; Luciano Da Col, chitarra acustica; Giorgio Santorelli, basso; Silvano Marchi, percussioni.Ingresso gratuito. Project combo jazz con cantante che propone classici della bossanova e samba. Il concerto sarà un viaggio nella musica del mondo. Il repertorio spazia da brani classici della tradizione latina fino a musiche contemporanee attraverso la ricerca di arrangiamenti originali in chiave acustica. Info: info@rarinantesvalsugana.it. Musica PIPPO POLLINA SOLO TOUR CENTO CHIMERE Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale, Piazza Garibaldi 5/g. Special guest Adriana Prestigiacomo, Roberta Prestigiacomo, Annamaria Sotgiu. Ingresso: € 16 intero, € 14,50 ridotto, € 13 ridotto Amici del teatro. Info: www.teatrodipergine.it. Musica LE CAPRE A SONAGLI Faver. Ore 20.30. Molin de Portegnach. L’alternative rock de Le Capre a Sonagli accende il Molin de Portegnach per la data #2 di #UploadOnTour + 3 bands UploadSounds 2018. Info: www.uploadsounds.eu.

Teatro COSSÌ NO‘L VAL Villazzano. Ore 20.45. Teatro, via U. Giordano 6. Spettacolo con la Filodrammatica Toblino di Sarche. Paolo è in corsa per l’elezione a senatore grazie agli appoggi esterni di persone influenti più che per i suoi meriti e capacità. La moglie Giulia lo appoggia ma unicamente per il prestigio sociale ed economico che ne potrà conseguire. La commedia s’impernia sui frenetici preparativi per un’intervista che il futuro senatore deve rilasciare a una famosa giornalista tutt’altro che accomodante. I due devono però fare i conti con Linda, sorella di Paolo, la quale è singolare e dotata di poteri paranormali. Info: www.teatrodivillazzano.it; Tel. 0461.913706; info@teatrodivillazzano.it. Teatro MEGLIO SOLE CHE MALE ACCOMPAGNATE Civezzano. Ore 20.45. Teatro “Luigi Pirandello”. Spettacolo di Luisa Pachera con l’Associazione Culturale “Grenzland” di Avio. Nell’ambito della rassegna teatrale “Bruno Palaoro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro CUPIDO SFORZÀ... REBALTON ASSICURÀ Povo. Ore 20.30. Teatro “Concordia”. Rielaborazione testo di Riccardo Gottardi con la Filodrammatica “Doss Caslir” di Cembra. Nell’ambito della 30ª rassegna teatrale “Isidoro Trentin”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA MOGLIE, L’AMANTE E... IL MONSIGNORE Lasino. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Roberto Fera con la Filodrammatica di Civezzano. Nell’ambito della rassegna teatrale “Dilettando insegna 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

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trentinoappuntamenti Teatro IL ROMPIBALLE Mori. Ore 20.45. Teatro “Sociale”. Spettacolo di Francis Veber - trad. di Filippo Ottoni con “T.I.M. - Teatro Instabile Meano”. Nell’ambito della 33ª rassegna teatrale amatoriale “Gustavo Modena”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro BARUFE IN FAMEGIA Zambana. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Giacinto Gallina con la Compagnia di Lizzana. Nell’ambito della 14ª rassegna teatrale in dialetto trentino. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTI BONI DE CIACERAR Cognola. Ore 20.45. Teatro Auditorium. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Nino Berti” di Rovereto. Nell’ambito della rassegna teatrale amatoriale “Insieme a teatro sull’Argentario 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro BASTAVA ‘NA BOTA Mezzocorona. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Concordia ‘74” di Povo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro PITOST CHE EN FUNERAL Malè. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Elio Fox con la Compagnia “Filogamar” di Cognola. Nell’ambito della rassegna teatrale “Teatrando 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA PAZIENZA DEL SIGNOR PREVOSTO Tuenno. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Spettacolo tratto da “La pazienza del sciour curat” di Luigi Galli con la Filodrammatica “Arcobaleno” di Arco. Nell’ambito della rassegna teatrale a Tuenno. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA PARONA DEL GRANT HOTEL Trambileno. Ore 20.45. Auditorium “Moscheri”. Spettacolo di Silvio Olin con la Filodrammaticca “ACS - Punto 3” di Canale di Pergine. Nell’ambito del circuito “Sipario d’oro 2018”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUT PER SPARMIAR Castelnuovo. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di e con la Filodrammatica “S. Ermete” di Calceranica. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

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Teatro A L’INFERNO NO GHÈ POSTO Taio. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Roberto Caprara con la Filodrammatica “El Filò” di Taio. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

te ispirato alla fiaba dei fratelli Grimm, regia Luca Lovato - Antonio Lanzillotti. Info: Ufficio cultura e teatro Tel. 0464.452253; cultura@comune.rovereto.tn.it; www. teatro-zandonai.it; www.comune. rovereto.tn.it.

Teatro ATTENTO PIERINO... ARRIVA IL LUPO! Borgo Valsugana. Ore 16.30. Teatro di Olle. Spettacolo tratto da Pierino e il lupo di Sergej Prokofiev con Liliana Letterese, Andrea Lugli e Nicola Zampieri. Regia di Andrea Lugli. Ingresso unico € 3,00. Info: www.trentinospettacoli.it.

Teatro PATATRAC Civezzano. Ore 16. Teatro “Luigi Pirandello”. Spettacolo di e con l’Associazione Culturale “Delikatessen” di Civitella in Val di Chiana (AR). Nell’ambito della rassegna teatrale “Il grillo parlante”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Teatro STORIE DI GIANNI Trento. Ore 20. Teatro San Marco, Via San Bernardino 6. Teatro delle Quisquilie. Drammaturgia, canzoni, arrangiamenti, interpretazione e regia Massimo Lazzeri. Per bambini da 4 a 10 anni. Durata: 1 ora circa. Biglietto intero € 6, ridotto € 5,40. Info: www.teatrosanmarco.it.

Teatro EN SO TANTE SUL SOL LEVANTE Coredo. Ore 16.30. Teatro “Dolomiti”. Spettacolo di Andrea Oldani - trad. dialettale di Ernesto Paternoster con la Filodrammatica “S. Rocco” di Nave S. Rocco. Nell’ambito della rassegna teatrale “4 risate a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro IL PICCOLO CLOWN Meano. Ore 20. Teatro di Meano, Via delle Sugarine 22. Produzione Teatro Carta e ariaTeatro di e con Klaus Saccardo e Nicolò Saccardo. Scenografie Studio Quadrilumi. Consulenza per il movimento Natascia Belsito. Età consigliata: dai 3 anni. Info: www.teatrodimeano.it. Teatro ragazzi IL PAESE SENZA PAROLE Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti - via S. Croce 67. Spettacolo con Marianna Batelli e Alessandro Rossi; testo di Roberto Anglisani e Alessandro Rossi; musiche originali Marcello Batelli; coreografie Marianna Batelli. Biglietto entrata: bambini (da 3 a 12 anni) € 4,00 adulti € 6,00 - bambini under 3 anni abbonamento/biglietto omaggio oltre il terzo figlio abbonamento/ biglietto omaggio. Età consigliata: dai 5 anni. Info: www.centrosantachiara.it; n.verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Tradizione CARNEVALE A PINÉ 2018 Baselga di Piné. Oratorio G. B. Zorzi e vie del centro. Festa di Carnevale di Piné. Programma: ritrovo alle 14.15 presso l’Oratorio G. B. Zorzi. Alle 14.30 sfilata lungo le vie del centro di Baselga. A seguire ritorno all’Oratorio, animazione per grandi e piccini e pasta al ragù, tè e brûlé per tutti distribuiti dagli Alpini di Baselga. Info: Tel. 0461.557028.

4 DOMENICA Musical HANSEL & GRETEL E IL MALEFICIO DELLA FORESTA NERA Rovereto . Ore 15 e 18.30. Teatro Zandonai. Musical liberamen-

Teatro LA MOGLIE, L’AMANTE E... IL MONSIGNORE Trento. Ore 16.30. Teatro “S. Marco”.Spettacolo di Roberto Fera con la Filodrammatica di Civezzano. Nell’ambito della 22ª edizione di Palcoscenico Trentino Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BECCO DI RAME Drena. Ore 16.30. Posto unico non numerato: € 4,00. Età consigliata: dai 3 anni. Info: Comune di Drena Tel. 0464.541170; info@ comune.drena.tn.it. Teatro ragazzi IL PAESE SENZA PAROLE Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti - via S. Croce 67. Spettacolo con Marianna Batelli e Alessandro Rossi; testo di Roberto Anglisani e Alessandro Rossi; musiche originali Marcello Batelli; coreografie Marianna Batelli. Biglietto entrata: bambini (da 3 a 12 anni) € 4,00 adulti € 6,00 - bambini under 3 anni abbonamento/biglietto omaggio oltre il terzo figlio abbonamento/ biglietto omaggio. Età consigliata: dai 5 anni. Info: www.centrosantachiara.it; n.verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Tradizione BIGOLADA DI CARNEVALE Borgo Valsugana. Dalle ore 12. Tradizionale bigolada di carnevale a Borgo Valsugana, nel centro storico a partire dalle ore 12.00. Ingresso libero. In caso di maltempo l’evento verrà posticipato alla domenica successiva. Info: Azienda per il Turismo Valsugana, ufficio di Borgo Tel. 0461.727740; borgovalsugana@visitvalsugana.it.

5 LUNEDÌ Cultura LEGGERE LE IMMAGINI. INTRODUZIONE ALL’ICONOGRAFIA Trento. Dalle ore 17.30 alle 19. Museo Diocesano Tridentino, Piazza Duomo 18, Trento. Iconografia e iconologia - Domizio Cattoi. La prima lezione fornirà un’introduzione al metodo dell’analisi iconografica e della lettura iconologica delle opere d’arte. Si esamineranno brevemente le teorie di Aby Warburg, Erwin Panofsky, Ernst Gombrich, Hans Belting, Rudolf Wittkover (per citarne alcuni), i cui studi contribuirono alla messa a punto di un metodo di lettura delle immagini e delle opere d’arte volto a indagarne significato e funzione. Le riflessioni di carattere metodologico saranno accompagnate dall’analisi di alcuni casi esemplari della storia dell’arte locale. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; press@ museodiocesanotridentino.it

6 MARTEDÌ Musica CONCERTO Trento. Ore 20.30. Società Filarmonica - Via Verdi, 30. Concerto con Trio Sitkovetsky: Alexander Sitkovetsky, violino; Leonard Elschenbroich, violoncello; Wu Qian, pianoforte su musiche di L. van Beethoven: Trio n. 3 in do min. op. 1 n. 3; L. van Beethoven: Trio n. 6 in Mi bem. magg. op. 70 n. 2; A. Dvorák: Dumky Trio in mi min. op. 90. Info: Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it; www.filarmonica-trento.it. Musica MICHELE MARIOTTI IN CONCERTO Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium Santa Chiara, via Santa Croce 67. Michele Mariotti, direttore su musiche di Franz Schubert: Sinfonia n. 8 in si minore D 759 “Incompiuta”; J. Brahms: Sinfonia n. 4 in mi minore, op. 98. Biglietto intero 25 €, ridotto over 65 15 €, ridotto under 26 5 €. Info: www.haydn.it. Teatro OPERETTA A TRENTO: LA PRINCIPESSA SISSI Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana. Spettacolo con Compagnia Corrado Abbati e Orchestra “F. A. Bonporti”. Info: www.centrosantachiara.it. Teatro GITIESSE ARTISTI RIUNITI: LA SIGNORA DELLE CAMELIE Riva del Garda. Ore 21. Palazzo dei Congressi, sala Garda. Da Alexandre Dumas fils. Con Marianella Bargilli, Ruben Rigillo, Silvia Siravo e Carlo Greco. Adattamento e regia di Matteo Tarasco.


trentinoappuntamenti 7 MERCOLEDÌ Escursionismo CIASPOLATA NOTTURNA Passo Brocon. Ritrovo presso il parcheggio delle Funivie Lagorai al Passo Brocon. Prenotazione obbligatoria entro 36 ore precedenti l’escursione. Costo: 20 € a persona.(comprensivi di accompagnamento con Guida Alpina). Orario ritrovo e percorso verranno concordati direttamente con la guida. Info e prenotazioni: Tel. 339.1521119; www.dolomitiguides.com. Teatro LE PRÉNOM - CENA TRA AMICI Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Spettacolo di Matthieu Delaporte e Alexandre de La Patellière con Alessia Giuliani, Alberto Giusta, Davide Lorino, Aldo Ottobrino, Gisella Szaniszlò, regia Antonio Zavatteri. Info: Ufficio cultura e teatro Tel. 0464.452253; cultura@comune.rovereto.tn.it; www. teatro-zandonai.it; www.comune. rovereto.tn.it.

8 GIOVEDÌ Enogastronomia PAELLA & SANGRIA CON MUSICA LATINA Baselga di Piné. Ore 19. Ristorante Al Lago sul lago delle Piazze. Cena, con attenzione ai celiaci, con accompagnamento musicale. Prenotazione entro le 15. Info e prenotazioni: 0461.557014, 393.0213348, ghimpen@gmail. com, www.ghimpen.it. Musica EMEL MATHLOUTHI Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, via della Malpensada 88. Biglietto intero 10 €, ridotto under 26 5 €. Nell’ambito della rassegna Transiti 2017-2018. Info: n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Teatro DRACULA Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro comunale. Spettacolo di Bram Stoker, adattamento e regia: Chiara Benedetti e Giuseppe Amato con Giuseppe Amato, Denis Fontanari, Christian Renzicchi e Chiara Benedetti. Per info o biglietti: Tel. 0461.511332; info@ teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it. Teatro IL PADRE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Florian Zeller, regia Piero Maccarinelli con Alessandro Haber e Lucrezia Lante Della Rovere. Arriva in Stagione a Trento quello che il prestigioso quotidiano britannico “The Guardian” ha definito “il più emozionante nuovo scrittore teatrale del nostro tempo”: il parigino Florian Zeller. Lo spettacolo,

che a dispetto della problematica trattata riserva momenti di assoluta godibilità, ha per protagonista un uomo anziano alle prese con i primi segnali di una malattia invalidante. La forza di questa pièce, che ci coinvolge in un percorso dolorosamente poetico, consiste nel saper raccontare col sorriso e con pungente ironia, delicatezza e intelligenza, lo spaesamento di un uomo e la preoccupazione dei familiari per il suo progressivo decadimento. Info: www.csc.tn.it; n. verde 800.013952. Teatro IL DIAVOLO CERTAMENTE Ala. Ore 21. Teatro G. Sartori. Spettacolo dii Andrea Camilleri. Riduzione e adattamento teatrale Claudio Pallottini. Con Viviana Toniolo, Annalisa Di Nola, Stefano Messina, Carlo Lizzani, Roberto Della Casa, Sebastiano Colla, Claudia Crisafio. Regia di Stefano Messina. Info: www.comune.ala.tn.it. Tradizione CARNEVALE E MACCHERONATA DEL GIOVEDÌ GRASSO Levico Terme. Via Slucca e Matteoni, piazzale ex Scuole dalle ore 12.00 alle 18.00. Carnevale dei bambini e maccheronata del giovedì grasso. Info: APT Valsugana ufficio di Levico Terme Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it.

9 VENERDÌ Teatro IL PADRE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Florian Zeller, regia Piero Maccarinelli con Alessandro Haber e Lucrezia Lante Della Rovere. Info: www.csc.tn.it; n. verde 800.013952.

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Teatro ISABELA, TRE CARAVELLE E UN CACCIABALLE Malè. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Dario Fo con “T.I.M. - Teatro Instabile Meano”. Nell’ambito della rassegna teatrale “Teatrando 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro CIACERE, ZIGHI E REABLTON... TUTI MATI E GNANCA UNO DE BON!!!! Bedollo. Ore 20.45. Teatro Nuovo. Spettacolo di Andrea Cortelletti con la Compagnia “Follie d’autore” di Ciré di Pergine. Nell’ambito della 10ª rassegna teatrale “Foie de Bedol”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUA MOGLIE NON LO FAREBBE Gardolo. Ore 20.45. Teatro “Gigi Cona”. Spettacolo di e con l’Associazione Culturale “La Baraca” di Martignano. Nell’ambito della 30ª edizione de “L’alegra ribalta”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro PIAZZA ROSSA Viarago. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Claudio Morelli con la Filodrammatica di Canezza di Pergine. Nell’ambito della 6ª rassegna teatrale “Viarago a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’ANATRA ALL’ARANCIA BorgoValsugana. Ore 20.45. Teatro del Polo Scolastico. Spettacolo di W.D. Homes e M.A. Sauvajon con la Compagnia “GAD - Città di Trento”. Nell’ambito della stagione teatrale a Olle 2018. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro VAGO... MA TORNO! Castellano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo tratto da “I tre testamenti” di Giuseppina Cattaneo con la Compagnia “Aldebaran” di Ziano di Fiemme. Nell’ambito del circuito “Sipario d’oro 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA SALUTE L’È TUT Storo. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Gabriele Bernardi con l’Associazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo in Banale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Teatro LA TERRA PROMESSA 1939 OPZIONI (SCENE DALL’ESILIO SUDTIROLESE) Ravina. Ore 20.30. Teatro “Dematté”. Spettacolo di Josef Felchtilnger - trad. dialettale di Elisabetta Squarcina con la Filodrammatica di Laives. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro RICETTE D’AMORE RoncegnoTerme. Ore 20.45. Teatro parrocchiale. Spettacolo con il Gruppo Teatrale Giovanile - Roncegno Terme, di Cinzia Berni, regia di Michele Torresani. Biglietto intero € 7, ridotto € 6. Info: www. visitvalsugana.it. Teatro DRACULA Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro comunale. Spettacolo di Bram Stoker, adattamento e regia Chiara Benedetti e Giuseppe Amato con Giuseppe Amato, Denis Fontanari, Christian Renzicchi e Chiara Benedetti. Per info o biglietti: Tel. 0461.511332; info@ teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it. Teatro IL GATTO DAGLI STIVALI Meano. Ore 20. Teatro, via delle Sugarine, 22. Una fiaba ancora capace di stupire e sorprendere. Produzione Teatrino dell’Erba Matta. Spettacolo di e con Daniele De Bernardi. Età consigliata: dai 3 anni. Durata: 50 minuti circa. Info: www.teatrodimeano.it. Tradizione CARNEVALE DI GRAUNO 2018 Grauno. Teatro tenda e loc. La Pozza. Carnevale tra i più longevi del Trentino, caratterizzato dal rituale del rogo del pino, considerato rito di propiziazione e fecondità. Programma: Sabato 10: inizio della festa alle 19. Alle 20.30 musica a 360° gradi con Dj Set. Info: Tel. 0461.685002.

11 DOMENICA Teatro LA CENA DEI CRETINI Trento. Ore 16.30. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di Francis Veber con il Gruppo Teatrale Tuenno. Nell’ambito della 22ª edizione di Palcoscenico Trentino Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PESCE PER QUATTRO Borgo Valsugana. Ore 20.45. Teatro “Casa Mondrone”. Spettacolo di Wolfgang Kohlaase e Rita Zimmer - adattamento di Vittorio Caprioli con la “Filobastia” di Preore. Nell’ambito della 13ª edizione di “Preore a Teatro”. Info: Co.F.As.

Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro VALAMOR Zivignago. Ore 17.30. Teatro. Spettacolo di Irene Beber con il Gruppo Culturale “Zivignago ‘87” di Pergine. Nell’ambito della rassegna teatrale “Zivignago sera in... prosa”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PIPPI CALZELUNGHE Pergine Valsugana. Ore 16. Teatro comunale. Spettacolo di Astrid Lindgren, riduzione teatrale, traduzione e regia: Pino Costalunga e Marinella Rolfart, con Andrea Dellai, Marta Boscaini, Marina Fresolone; scene, pupazzi, costumi: Tjåsa Gusfor. Età consigliata: 4-10 anni. Per info o biglietti: Tel. 0461.511332; info@teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it. Teatro IL PICCOLO CLOWN Trento. Ore 11 e 16.30. Teatro Portland, via Papiria 8. Spettacolo di Aria Teatro. Spettacolo di e con Klaus Saccardo e Nicolò Saccardo. Età consigliata: bambini dai 3 anni in su. Biglietti: intero € 6, ridotto € 4, ingresso libero under 3. Info: www.teatroportland.it. Teatro ragazzi IL GATTO DAGLI STIVALI Villazzano. Ore 16. Teatro via U. Giordano 6. Teatrino dell’Erba Matta, di e con Daniele De Bernardi. Un classico. Una fiaba ancora capace di stupire e sorprendere. Un attore cantastorie e un gatto in gommapiuma, che ne combina di tutti i colori sopra a una vecchia tavola da stiro riadattata a palcoscenico itinerante, saranno i protagonisti di questa storia. Ma non sono gli unici personaggi. Gli altri prenderanno vita azionati da fili, all’interno di coloratissime strutture di legno. Si alterneranno filastrocche e Valzer del Seicento di Perrault e a fare da scenografia ai piccoli teatrini in legno saranno i bellissimi quadri di Vincent Van Gogh. Per bambini dai 3 anni. Info: www.teatrodivillazzano.it; Tel. 0461.913706; info@teatrodivillazzano.it. Tradizione CARNEVALE DI GRAUNO 2018 Grauno. Teatro tenda e loc. La Pozza. Carnevale tra i più longevi del Trentino, caratterizzato dal rituale del rogo del pino, considerato rito di propiziazione e fecondità. Programma: alle 12 pranzo con uno speciale menù su prenotazione. Dalle 13.30 pomeriggio con musica e animazione per grandi e piccoli. Alle 18 cena con specialità locali e dalle 20 serata con musica e ballo. Il Carnevale proseguirà martedì 13, momento clou dell’evento, caratterizzato dal rituale del rogo del pino. Info: Tel. 0461.685002.


trentinoappuntamenti 12 LUNEDÌ Cultura LEGGERE LE IMMAGINI. INTRODUZIONE ALL’ICONOGRAFIA Trento. Dalle ore 17.30 alle 19. Museo Diocesano Tridentino, Piazza Duomo 18, Trento. L’alfabeto dei santi - Lorenza Liandru. Il secondo incontro si configurerà come un piccolo manuale di riconoscimento dei principali santi della tradizione cristiana. L’analisi terrà conto sia delle fonti che ispirarono artisti e committenti (Vangeli, Atti degli Apostoli, Martirologi, Legenda aurea di Jacopo da Varazze etc...), sia del percorso evolutivo delle figure di alcuni santi, la cui iconografia è mutata nei secoli in funzione dei cambiamenti della cultura e della sensibilità religiosa e delle varie epoche.. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; press@museodiocesanotridentino.it

13 MARTEDÌ Teatro THAT’S AMORE Villazzano. Ore 20.45. Teatro, via U. Giordano 6. La Bilancia Produzioni; scritto e diretto da Marco Cavallaro. Lui. Lei. Non si conoscono. Lui viene lasciato dalla fidanzata. Lei molla il fidanzato. Lui e lei vengono cacciati da casa. Lei e lui affittano, per uno strano scherzo del destino, lo stesso appartamento. Lui e lei sono costretti a passare un intero weekend insieme, ma lei odia tutti i ‘lui’ e lui odia tutte le ‘lei’. I problemi arrivano quando arriva ‘l’altro’... Info: www.teatrodivillazzano.it; Tel. 0461.913706; info@teatrodivillazzano.it. Teatro CARMINA BURANA 2.0 Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Per info o biglietti: Tel. 0461.511332; info@ teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it. Tradizione CARNEVALE DI GRAUNO 2018 Altavalle. Teatro tenda e loc. La Pozza. Giornata centrale del Carnevale di Grauno, tra i più longevi delTrentino, caratterizzato dal rituale del rogo del pino, considerato rito di propiziazione e fecondità. Programma: alle 9 trascinamento del pino di Grauno in piazza Bociat. Alle 9.30 rappresentazione teatrale “con batezo del pino”, trascinamento per le vie del paese e innalzamento del pino nella “Busa del Carneval”.Alle 11 esibizione del Carnevale tradizionale di Valfloriana presso il nuovo capannone. Alle 12 pranzo a base di prodotti tipici e specialità locali. Alle 13.30 allestimento del pino del Carnevale e dalle 14.30 musica e animazione per tutti. Dalle 18 cena con specialità locali e alle 19 sfi-

lata lungo le vie del centro e falò del Carnevale. A seguire musica e ballo fino alla Quaresima. Info: Tel. 0461.685002.

divillazzano.it; Tel. 0461.913706; info@teatrodivillazzano.it.

Tradizione CARNEVALE 2018 Civezzano. Baita Alpina. Festa di Carnevale con sfilata delle mascherine da piazza S. Maria alla Baita Alpina con la Banda Sociale di Civezzano. A seguire pasta al ragù, polenta, lucaniche, vin caldo e freddo e bibite per tutti e caramelle e panini mignon con la nutella per i più piccoli. Info: www. anacivezzano.com.

Enogastronomia PAELLA & SANGRIA CON MUSICA LATINA Baselga di Piné. Ore 19. Ristorante Al Lago sul lago delle Piazze. Cena, con attenzione ai celiaci, con accompagnamento musicale. Prenotazione entro le 15. Info e prenotazioni: 0461.557014, 393.0213348, ghimpen@gmail. com, www.ghimpen.it.

Tradizione BIGOLADA DEL MARTEDÌ GRASSO Strigno. Tradizionale festa di carnevale in Piazza Municipio a Strigno, a partire dalle ore 12 con musica, stand enogastronomico, mascherine e carri, ricca lotteria. Info: APT Valsugana Tel. 0461.727730.

Teatro L’INQUILINA DEL PIANO DI SOPRA Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro comunale. Spettacolo di Pierre Chesnot con Gaia De Laurentiis, Ugo Dighero e Laura Graziosi; regia di Stefano Artissunch. Per info o biglietti: Tel.0461.511332; info@teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it .

14 MERCOLEDÌ Enogastronomia PASTA DEL BIAGIO CastelloTesino. Piazza S. Giorgio, dalle ore 12 in poi. Non sempre il Carnevale si conclude il martedì grasso: proprio nei giorni che decretano l’inizio dei rigori pasquali, la comunità del Tesino festeggia la liberazione dalla tirannia del Biagio delle Castellare. La manifestazione completa viene riproposta ogni 5 anni (prossimo appuntamento nel 2020!), ogni anno invece viene organizzata la Pasta del Biagio: tradizionale appuntamento del Mercoledì delle Ceneri per festeggiare il carnevale con pastasciutta, musica e divertimento! Info: APT Valsugana Lagorai - uff. di Castello Tesino Tel. 0461.593322. Musica CONCERTO Trento. Ore 20.30. Società Filarmonica - Via Verdi, 30. Concerto con Yulianna Avdeeva, pianoforte su musiche di J. S. Bach: Toccata in Re magg. BWV 912; J. S. Bach: Overture in stile francese BWV 831; F. Chopin: Tre mazurche op. 59; F. Chopin: Sonata n. 3 in si minore op. 58. Info:Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it; www. filarmonica-trento.it. Teatro THAT’S AMORE Villazzano. Ore 20.45. Teatro, via U. Giordano 6. La Bilancia Produzioni; scritto e diretto da Marco Cavallaro. Lui. Lei. Non si conoscono. Lui viene lasciato dalla fidanzata. Lei molla il fidanzato. Lui e lei vengono cacciati da casa. Lei e lui affittano, per uno strano scherzo del destino, lo stesso appartamento. Lui e lei sono costretti a passare un intero weekend insieme, ma lei odia tutti i ‘lui’ e lui odia tutte le ‘lei’. I problemi arrivano quando arriva ‘l’altro’... Info: www.teatro-

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Teatro PALE BLUE DOT - PALLIDO PALLINO BLU Villazzano. Ore 20.45. Teatro, Via U. Giordano, 6. Ispirato a Carl Sagan. Testo di Andrea Brunello con il supporto di Christian Di Domenico, con Andrea Brunello. Regia Christian Di Domenico. Info: www.teatrodellameraviglia.it.

16 VENERDÌ Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Trento. Ore 17. Sala del “Centro Rosmini”, Via Dordi, 8. La “Pro Cultura presenta il nuovo libro di Renzo Francescotti “ Un Pierino Trentino” - racconti autobiografici (Ed.Curcu & Genovese, 2017). Interverranno: Alessandro Franceschini (Direttore di UCT) e l’Autore. Letture di Arrigo Dalfovo e Chiara Turrini, del Gruppo “Neruda”. Info: www.curcuegenovese.it. Musica BRUNORI SAS Trento. Ore 21. Auditorium Santa Chiara. “Brunori a teatro. Canzoni e monologhi sull’incertezza”: è questa la denominazione scelta da Brunori Sas per il suo nuovo tour che farà tappa anche a Trento: una location scelta dal musicista proprio per il suo debutto. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952. Musica KAMAAL WILLIAMS ENSEMBLE E NICKY SIANO DJ SET Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti, Corso Bettini. Nell’ambito di Jazz’About. Intero € 20, Ridotto € 15. Info: www.centrosantachiara.it; numero verde: 800.013952.

Teatro LA STRANA STORIA DEL DR. JECKYLL E MR. HYDE Rovereto. Ore 20.45. Teatro “Zandonai”. Spettacolo di Bernoit Roland e Roberto Zamengo con TeatroImmagine di Venezia. Nell’ambito del concorso nazionale “Sipario d’oro 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro CIÀCERE, ZIGHI E REBALTÓN... TUTI MATI E GNANCA UNO DE BÓN! Pomarolo. Ore 20.45. Auditorium. Spettacolo di Andrea Cortelletti con la Compagnia “Follie d’Autore” di Ciré di Pergine. Nell’ambito del circuito “Sipario d’oro 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro AHAB_È BREVE IL TEMPO CHE CI RESTA Villazzano. Ore 20.45. Teatro, Via U. Giordano 6. Pleiadi Art Productions, Regia e luci Michele Losi con Mariasofia Alleva. Info: www. teatrodellameraviglia.it.

17 SABATO Musica MOONLIGHT DRIVE DUO BorgoValsugana. Ore 11. Bar della Piscina Comunale, Via Gozzer 52. Concerto con Paolo Camelli, chitarra e Milena Pallaver, voce. Ingresso gratuito. Info: info@rarinantesvalsugana.it . Teatro MAMME ROVENTI Civezzano. Ore 20.45. Teatro “Luigi Pirandello”. Spettacolo di W.D. Christner con la Compagnia “GAD - città di Trento”. Nell’ambito della rassegna teatrale “Bruno Palaoro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTA COLPA DEL RAFREDOR Villazzano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di e con la Compagnia “S. Siro” di Lasino. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LE SORELLE TRAPUNTA Zambana. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Giuseppina Cattaneo con la Filodrammatica di Viarago. Nell’ambito della 14ª rassegna teatrale in dialetto trentino. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro VAGO MA... TORNO! Cognola. Ore 20.45. Teatro Auditorium. Spettacolo da “I tre testamenti” di Giuseppina Cattaneo - trad. e adattamento in dialetto di Giusy Zanvettor con la Compagnia “Aldebaran” di Ziano di Fiemme. Nell’ambito della rassegna teatrale amatoriale “Insieme a teatro

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trentinoappuntamenti sull’Argentario 2018”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro COSSÌ NO’L VAL Mezzocorona. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Luciano Lunghi con la Filodrammatica “Toblino” di Sarche. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA CENA DEI CRETINI Malè. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Francis Veber con il Gruppo Teatrale Tuenno. Nell’ambito della rassegna teatrale “Teatrando 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro PERICOLO DI COPPIA Coredo. Ore 21. Teatro “Dolomiti”. Spettacolo di Marco Cavallaro con l’Associazione Culturale “Le Voci di Dentro” di Mezzolombardo. Nell’ambito della rassegna teatrale “4 risate a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA MOGLIE, L’AMANTE... E IL MONSIGNORE Lizzana. Ore 20.45. Teatro “S. Floriano”. Spettacolo di Roberto Fera con la Filodrammatica di Civezzano. Nell’ambito del concorso regionale “Sipario d’oro 2018”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro A L’INFERNO NO GHÈ POSTO Serravalle. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Roberto Caprara con la Filodrammatica El Filò Taio. Nell’ambito del circuito “Sipario d’oro 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PITOST CHE EN FUNERAL Sabbionara d’Avio. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Elio Fox con la Compagnia “Filogamar” di Cognola. Nell’ambito del circuito “Sipario d’oro 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA SALUTE L’È TUT Trambileno. Ore 20.45. Auditorium “Moscheri”.Spettacolo di Gabriele Bernardi con l’Associazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo in Banale. Nell’ambito del circuito “Sipario d’oro 2018”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PESCE PER QUATTRO Pedersano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Wolfgang Kohlaase e Rita Zimmer - adattamento di Vittorio Caprioli con “Filobastia” di Preore. Nell’ambito del circuito “Sipario d’oro 2018”.Info: Co.F.As.

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Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’HOTEL DEL LIBERO SCAMBIO Meano. Ore 20.45. Teatro “Piccolo”.Spettacolo di Georges Feydeau con la Compagnia “Gustavo Modena” di Mori. Nell’ambito della rassegna teatrale “Tam Tam”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA PARONA DEL GRANT HOTEL S. Lorenzo in Banale. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Silvio Olin con la Filodrammatica “ACS Punto 3” di Canale di Pergine. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA PAZIENZA DEL SIGNOR PREVOSTO Nago Torbole. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo tratto da “La pazienza del sciour curat” Luigi Galli con la Filodrammatica “Arcobaleno” di Arco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LE SORELLASTRE Borgo Valsugana. Ore 16.30. Teatro di Olle. L’ironia, la magia e l’allegria rendono questo spettacolo esilarante e travolgente dalla prima scena fino all’inchino. Un punto di vista differente per raccontare una fiaba classica. Età consigliata: 4-10 anni. Durata: 60 minuti circa. Per info o biglietti: Tel.0461.511332; info@teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it. Teatro GENE GNOCCHI IL PROCACCIATORE Trento. Ore 21. Auditorium S. Chiara. Uno spettacolo di Gene Gnocchi e Simone Bedetti. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952. Teatro CAPPUCCETTO ROSSO, IL LUPO E ALTRE ASSURDITÀ Trento. Ore 20. Teatro San Marco, Via San Bernardino 6. Drammaturgia Marco Artusi . Spettacolo di e con Marco Artusi, Evarossella Biolo. Biglietto intero € 6, ridotto € 5,40. Info: www.teatrosanmarco.it.

18 DOMENICA Teatro EL PRINCIPE REMENGO - OVVERO SIA: AL TEMP DELE CICOGNE... STORIE DE AMORI E DE ROGNE Trento. Ore 16.30. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di Graziano Ferrari con il Gruppo Teatrale “I Sottotesto” di Nogaredo. Nell’ambito della 22ª edizione di Palcoscenico Trentino Rassegna Provinciale di

Teatro Amatoriale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LE SORELLASTRE Pergine Valsugana. Ore 16. Teatro Comunale. L’ironia, la magia e l’allegria rendono questo spettacolo esilarante e travolgente dalla prima scena fino all’inchino. Un punto di vista differente per raccontare una fiaba classica. Età consigliata: 4-10 anni. Durata: 60 minuti circa. Per info o biglietti: Tel.0461.511332; info@teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it. Teatro ABBRACCI Arco. Ore 16.30. Auditorium Oratorio. Spettacolo con Teatro Telaio (Brescia). Età consigliata: dai 4 anni. Posto unico non numerato: € 4,00. Info: cultura@comune. arco.tn.it. Tradizione SGNOCCOLADA Civezzano. Ore 12. Frazione Bosco. Sgnoccolada di fine Carnevale in piazza. Info: Tel. 0461.557028.

19 LUNEDÌ Cultura LEGGERE LE IMMAGINI. INTRODUZIONE ALL’ICONOGRAFIA Trento. Dalle ore 17.30 alle 19. Museo Diocesano Tridentino, Piazza Duomo 18, Trento. La figura di Maria fra tradizione e innovazione: il caso dell’Immacolata Concezione - Alessandra Galizzi Kroegel. La terza lezione sarà dedicata all’iconografia mariana, uno dei temi più ricchi e complessi di tutta l’arte cristiana. Dopo una breve panoramica generale dedicata all’iconografia di Maria, le sue fonti e i diversi tipi, l’attenzione si concentrerà sulla rappresentazione dell’Immacolata Concezione. La complessità del tema e l’eccezionalità dell’iter iconografico forniranno l’occasione per riflettere sull’ambiguità delle immagini e la relativa difficoltà d’interpretazione. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; press@museodiocesanotridentino.it Musica CONCERTO Trento. Ore 20.30. Società Filarmonica - Via Verdi, 30. Concerto de’ Cavalieri: Maurice Steger, flauto; Marcello Di Lisa, direttore su musiche di A. Corelli: Concerto grosso op. 6 n. 4; A. Vivaldi: Concerto per flauto e archi RV 437; D. Scarlatti: Concerto grosso n. 1 in fa min.; A. Vivaldi: Concerto per archi RV 121; D. Sarro: Concerto per flauto, 2 violini, viola e b.c. in la min.; A. Vivaldi: Concerto per archi RV 156; T. Albinoni: Sinfonia in sol minore; A. Vivaldi: Concerto per flautino RV 443 in Do magg. Info: Tel. 0461.985244; info@filar-

monica-trento.it; www.filarmonica-trento.it.

20 MARTEDÌ Teatro COMPAGNIA ATTORI & TECNICI: TERAPIA DI GRUPPO Riva del Garda. Ore 21. Palazzo dei Congressi, sala Garda. Spettacolo di Christopher Durang, traduzione di Giovanni Lombardo Radice. Con Sebastiano Colla, Crescenza Guarnieri, Carlo Lizzani, Annalisa Di Nola, Stefano Messina, Valerio Camelin. Regia di Stefano Messina.

21 MERCOLEDÌ Teatro I SUOCERI ALBANESI Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Spettacolo di Gianni Clementi, regia Claudio Boccaccini con Francesco Pannofino, Emanuela Rossi e con Andrea Lolli, Silvia Brogi, Maurizio Pepe, Filippo Laganà, Elisabetta Clementi. Durata 1h e 55’ con intervallo. Info: Ufficio cultura e teatro Tel. 0464.452253; cultura@comune. rovereto.tn.it; www.teatro-zandonai.it; www.comune.rovereto.tn.it. Teatro LADY SINGS THE BLUES Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Adattamento teatrale: Aida Talliente. Direzione musicale: Simone Serafini. Tromba: Mirko Cisilino; Sax alto: Simone Bastianutti; Sax tenore e clarinetto: Filippo Orefice; Trombone: Maurizio Cepparo; Chitarra: Luca Dal Sacco; Pianoforte: Francesco De Luisa; Contrabbasso: Alexia Rosso; Batteria: Alessandro Mansutti. Per info o biglietti: Tel. 0461.511332; info@teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it.

22 GIOVEDÌ Enogastronomia PAELLA & SANGRIA CON MUSICA LATINA Baselga di Piné. Ore 19. Ristorante Al Lago sul lago delle Piazze. Cena, con attenzione ai celiaci, con accompagnamento musicale. Prenotazione entro le 15. Info e prenotazioni: 0461.557014, 393.0213348, ghimpen@gmail. com, www.ghimpen.it. Teatro DE REVOLUTIONIBUS SULLA MISERIA DEL GENERE UMANO Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, via della Malpensada 82. Un sorprendente Leopardi elabora la diatriba fra geocentrismo e eliocentrismo per smascherare la nullità umana e allo stesso tempo evidenzia una umanità incapace di prendersi cura della Natura. Spettacolo con la Compagnia Carullo-Minasi. Tratto dalle due Operette Morali


trentinoappuntamenti di G. Leopardi: Il Copernico e Galantuomo e Mondo. Diretto ed interpretato da Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi. Info: www.teatrodellameraviglia.it. Teatro TRENTO SPETTACOLI: DORMONO TUTTI SULLA COLLINA Trento. Ore 21. Teatro S. Marco, Via San Bernardino 6. Un monologo ispirato alla vita di Fernanda Pivano. Con Maura Pettorruso su musiche di Fabrizio De André tratte da “Non al denaro, non all’amore, né al cielo” eseguite dal vivo da Luca Valduga voce, Lucio Zandonati chitarre, Daniele Filosi chitarra. Info: www.teatrosanmarco.it. Teatro L’ARTE DEL TEATRO Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti, Corso Bettini. Spettacolo di Pascal Rambert, regia Pascal Rambert, con Paolo Musio, produzione Triennale Teatro dell’Arte - Emilia Romagna Teatro - Teatro Metastasio Prato.

23 VENERDÌ Musica CURON/GRAUN. STORIA DI UN VILLAGGIO AFFOGATO / OHT - OFFICE FOR A HUMAN THEATRE Trento. Ore 20. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana. Musiche di

Arvo Pärt; Fratres per quartetto d’archi; Fratres per archi e percussione; Fratres per violino, archi e percussione; Cantus in memoriam: Benjamin Britten. Direzione musicale: Stefano Ferrario. Info: www.haydn.it. Teatro MISERIA E NOBILTÀ Rovereto. Ore 20.45. Teatro “Zandonai”.Spettacolo di Eduardo Scarpetta con la Compagnia Teatrale “Masaniello” di Torino. Nell’ambito del concorso nazionale “Sipario d’oro 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PARIGI VAL BEN ‘NA VASCA Pomarolo. Ore 20.45. Auditorium. Spettacolo di Andrea Oldani con la Filodrammatica “El grotel” di Condino. Nell’ambito del circuito “Sipario d’oro 2018”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA PRESIDENTESSA Volano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di C.M Hennequine e P. Veber - adattamento di Piergiorgio Piccoli con Nautilus Cantiere Teatrale di Vicenza. Nell’ambito del circuito “Sipario d’oro 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Teatro DRACULA Meano. Ore 20.45. Teatro di Meano, Via delle Sugarine 22. Spettacolo di Bram Stoker. Regia Chiara Benedetti e Giuseppe Amato con Giuseppe Amato, Denis Fontanari, Christian Renzicchi e Chiara Benedetti. Info: www.teatrodimeano.it. Tradizione M’ILLUMINO DI MENO Altavalle. Molin de Portegnach a Faver. “M’illumino di Meno” è la più celebre campagna di sensibilizzazione radiofonica sul risparmio energetico. Sorgente ‘90, che dal 2007 partecipa all’iniziativa, quest’anno aderisce con una cena a risparmio energetico a base di prodotti locali. Nel corso della serata interverrà Renato Sclaunich, poeta, pedagogista e musicista. Info e prenotazioni: info@sorgente90.org, www.sorgente90.org.

24 SABATO Escursionismo PASSEGGIATA NOTTURNA CON LE CIASPOLE Altavalle (Rifugio Potzmauer a Grumes). Ciaspolata notturna con salita e discesa al Rifugio Potzmauer. È necessario munirsi di frontalino. Info e iscrizioni: 333.7771211, 338.7033945, rifugioleo@gmail.com.

Musica WAITING FOR ROGER Trento. Ore 21. Auditorium S. Chiara. Appuntamento con il concerto tributo ai Pink Floyd dei Sound Project. Musica KABRA E RUDY Borgo Valsugana. Ore 11. Bar della Piscina Comunale, Via Gozzer 52. Concerto con Rodolfo Ropelato voce, chitarra classica e chitarra acustica e Matteo Kabra Lorenzi, voce e chitarra acustica. Ingresso gratuito. Info: info@rarinantesvalsugana.it . Musica CONCERTO DI MONTAGNA Villazzano. Ore 20.45. Teatro di Villazzano, Via U. Giordano 6. Concerto del Coro Paganella. Direttore Claudio Vadagnini. Info: www. teatrodivillazzano.it. Musica MONICA MARANELLI: RECITAL PIANISTICO Rovereto. Ore 20.45. Sala della Filarmonica, Corso Rosmini 86. Concerto con Monica Maranelli al pianoforte su musiche: L.v. Beethoven, Sonata in Re mag. op.10, n. 3, F. Chopin, Scherzo n. 1, R. Schumann, Carnaval, op. 9. Info: www.filarmonicarovereto.it.

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trentinoappuntamenti Teatro I CANEDERLI I È ‘NDAI AL BÉCO Cognola. Ore 20.45. Teatro Auditorium. Spettacolo di e con la Filodrammatica di Telve. Nell’ambito della rassegna teatrale amatoriale “Insieme a teatro sull’Argentario 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro SU CO LE RECE Malè. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di e con Loredana Cont. Nell’ambito della rassegna teatrale “Teatrando 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA BADANTE DEL NONO Bedollo. Ore 20.45. Teatro Nuovo. Spettacolo di Fabio Svaldi con la Filodrammatica “El Lumac” di Piazze di Bedollo. Nell’ambito della 10ª rassegna teatrale “Foie de Bedol”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA STRANA STORIA DEL DR. JEKYLL & MR. HYDE Gardolo. Ore 20.45. Teatro “Gigi Cona”.Spettacolo di Benoit Roland e Roberto Zamengo da R.L. Stevenson con la Compagnia “Teatro Immagine” di Venezia. Nell’ambito della 30ª edizione de “L’alegra ribalta”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TOVARISC - MILIARDARI SENZA UN SOLDO Borgo Valsugana. Ore 20.45. Teatro del Polo Scolastico. Spettacolo di Jacques Deval - trad. di Luigi Lunari con la Compagnia “GAD Città di Trento”. Nell’ambito della stagione teatrale a Olle 2018. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

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Teatro TUA MOGLIE NON LO FAREBBE Lizzana. Ore 20.45. Teatro “S. Floriano”. Spettacolo di e con l’Associazione Culturale “La Baraca” di Martignano. Nell’ambito del concorso regionale “Sipario d’oro 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’È TUT SO PARE Serravalle. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Paolo Bassetti con l’Associazione “Marco Noi - Gruppo Amizi del Mont” di Rovereto. Nell’ambito del circuito “Sipario d’oro 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTA COLPA DEL RAFREDOR Pannone. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di e con la Compagnia “S. Siro” di Lasino. Nell’ambito del circuito “Sipario d’oro 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro COPPIA APERTA, QUASI SPALANCATA Vallarsa. Ore 20.45. Teatro “S. Anna”. Spettacolo di Dario Fo e Franca Rame con “Filobastia” di Preore. Nell’ambito del circuito “Sipario d’oro 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro LA SALUTE L’È TUT Castellano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Gabriele Bernardi con l’Associazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo in Banale. Nell’ambito del circuito “Sipario d’oro 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTI BONI DE CIACERAR Levico Terme. Ore 20.45. Teatro “Mons. Caproni”. Spettacolo di

Loredana Cont con la Filodrammatica “Nino Berti” di Rovereto. Nell’ambito della 16ª Rassegna Teatrale “Franco&Daniela”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro BASTAVA ‘NA BOTA Rumo. Ore 20.45. Auditorium. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Concordia’74” di Povo. Nell’ambito della Rassegna Teatrale a Rumo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA MOGLIE, L’AMANTE E... IL MONSIGNORE Dro. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Roberto Fera con la Filodrammatica di Civezzano. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “Nilo Faitelli”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro RUMORI FUORI SCENA Pergine. Ore 20.30. Teatro “Don Bosco”. Spettacolo di Michael Frayn con la Compagnia Filodrammatica “Don Bosco” di Pergine. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LE SORELLE TRAPUNTA Ravina. Ore 20.30. Teatro “Demattè”. Spettacolo di Giuseppina Cattaneo con la Filodrammatica di Viarago. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TONI MARCI MA FRESCHI Molveno. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di e con l’Associazione Culturale “I Toni Marci” di Trento. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LE FERIE...CHE PASSIOM! RoncegnoTerme. Ore 20.45. Teatro parrocchiale. Spettacolo con la Compagnia “Prove de Teatro”

- Calliano, commedia di Valerio di Piramo, regia di Graziano Tomasoni. Biglietto intero € 7, ridotto € 6. Info: www.visitvalsugana.it. Teatro ALBERI Trento. Ore 10.30 e 18. Teatro Sanbàpolis, via della Malpensada 82. Arditodesìo Jet Propulsion Theatre. Ispirato a “La vita segreta degli alberi” di Peter Wohlleben. Spettacolo di Giacomo Anderle e Andrea Brunello, con Giacomo Anderle. Regia Andrea Brunello. Gli alberi comunicano fra di loro, si aiutano e hanno cura dei loro simili. Gli alberi sono sorprendenti e hanno tanto da insegnarci... Spettacolo per bambini dagli 8 anni e... adulti. Info: www.teatrodellameraviglia.it. Teatro IL MAGO DI OZ Meano. Ore 20. Teatro di Meano, Via delle Sugarine 22. Produzione Fondazione Aida, Febo TeatroSpettacolo di Gianluca Meis. Regia Pino Costalunga con Nicola Perin, Sara Favero, Claudia Bellemo. Età consigliata: dai 4 anni. Info: www. teatrodimeano.it. Teatro LA BATTAGLIA DEI PEDALI - GINO BARTALI, UN RAGAZZO CONTROVENTO Brentonico. Cinema Teatro Monte Baldo. Spettacolo di La Piccionaia - Centro di produzione teatrale, drammaturgia e regia di Ketti Grunchi. Info: www.trentinospettacoli.it. Teatro GIANNA COLETTI: MAMMA A CARICO. MIA FIGLIA HA NOVANT’ANNI Nago Torbole. Ore 21. Teatro Casa della comunità. Spettacolo di e con Gianna Coletti. Regia di Gabriele Scotti. Regia di Laura Chiossone.


trentinoappuntamenti 25 DOMENICA Teatro SU CO LE RECE Coredo. Ore 16.30. Teatro “Dolomiti”.Spettacolo di e con Loredana Cont. Nell’ambito della rassegna teatrale “4 risate a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro 10 SOTTO UN TETTO Trento. Ore 16.30. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di Lorena Guerzoni con l’Associazione Teatrale “Figli delle stelle” di Ospedaletto. Nell’ambito della 22ª edizione di Palcoscenico Trentino Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro QUEI DE MOLINA Zivignago. Ore 17.30. Teatro. Spettacolo di Giorgio Clementi con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Nell’ambito della rassegna teatrale “Zivignago sera in... prosa”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PINOCCHIO - IL MUSICAL Calceranica. Ore 16.30. Teatro “S. Ermete”. Spettacolo con la Banda Civica di Borgo Valsugana. Nell’ambito della Rassegna di teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro BIANCANEVE Villazzano. Ore 16. Teatro, Via U. Giordano 6. Teatro delle Quisquilie. Spettacolo con Laura Mirone e Adele Pardi. Età consigliata: dai 4 anni. Info: www.teatrodivillazzano.it.

dalena Ferrari. L’ultimo incontro intende fornire, attraverso alcuni esempi particolarmente significativi, un panorama dei principali temi iconografici del Nuovo Testamento: la Natività, l’Ultima cena, la Passione di Cristo. Saranno prese in esame anche le iconografie - curiose e sfuggenti - di alcune figure neotestamentarie come Santa Maria Maddalena.Info: Museo Diocesano TridentinoTel. 0461.234419; press@ museodiocesanotridentino.it Teatro NOI, ROBOT. COSA VUOL DIRE ESSERE UMANO? Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, via della Malpensada 82. Ispirato all’Uomo Bicentenario e altri lavori di Isaac Asimov. Spettacolo di Andrea Brunello con Laura Anzani e Andrea Brunello. Regia di Chiara Benedetti e Andrea Brunello. Info: www.teatrodellameraviglia.it.

27 MARTEDÌ Danza INTRODANS: HOORAY FOR HANS! OMAGGIO A HANS VAN MANEN Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana. Coreografia Hans van Manen, costumi Keso Dekker, musiche H. M. Gorecki, L. Anderson, N.Hagen, P.I. Tchaikowsky. Teatro CHI È DI SCENA Ala. Ore 21. Teatro G. Sartori. Spettacolo di Arca Azzurra Teatro. Testo e regia di Alessandro Benvenuti con Alessandro Benvenuti, Paolo Cioni e Maria Vittoria Argenti. Info: www.comune.ala.tn.it.

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Teatro NOI, ROBOT. COSA VUOL DIRE ESSERE UMANO? Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, via della Malpensada 82. Ispirato all’Uomo Bicentenario e altri lavori di Isaac Asimov. Spettacolo di Andrea Brunello con Laura Anzani e Andrea Brunello. Regia di Chiara Benedetti e Andrea Brunello. Info: www.teatrodellameraviglia.it.

Musica «ORCHESTRA HAYDN» Trento. Ore 20.30. Auditorium. Concerto con: Arvo Volmer, direttore; Orchestra Haydn di Bolzano e Trento su musiche di Giuseppe Verdi: La forza del destino: Sinfonia; Richard Strauss: Tod und Verklärung, op. 24; Béla Bartòk: Concerto per orchestra, BB 123. Info: www.haydn.it.

Teatro L’ACCIARINO MAGICO Riva del Garda. Ore 16.30. Sala della Comunità. Posto unico non numerato: € 4,00. Età consigliata: dai 5 anni. Informazioni: Comune di Riva del Garda, tel. 0464.573918, cst@comune.rivadelgarda.tn.it.

Teatro CHI È DI SCENA Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo con Arca Azzurra Teatro testo e regia: Alessandro Benvenuti con Alessandro Benvenuti, Paolo Cioni e Maria Vittoria Argenti. Per info o biglietti: Tel.0461.511332; info@ teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it.

26 LUNEDÌ Cultura LEGGERE LE IMMAGINI. INTRODUZIONE ALL’ICONOGRAFIA Trento. Dalle ore 17.30 alle 19. Museo Diocesano Tridentino, Piazza Duomo 18, Trento.Episodi e personaggi del Vangelo - Mad-

Teatro ARCA AZZURRA TEATRO: CHI È DI SCENA Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale, Piazza Garibaldi 5/g. Testo e regia: Alessandro Benvenuti. Spettacolo con Alessandro Benvenuti, Paolo Cioni e

Maria Vittoria Argenti. Info: www. teatrodipergine.it.

GLI APPUNTAMENTI DI MARZO 1 GIOVEDÌ Cultura CONFERENZA Mattarello. Ore 20.30. Centro civico S. Vigilio di Mattarello - Sala Perini. “Viaggi di guerre e povertà: Uganda, Kuwait, Afganistan”. Dialogo e immagini con Giorgio Salomon. Si parlerà di viaggi in bici, a piedi; viaggi intrapresi per documentare e testimoniare eventi; viaggi fatti con la fantasia e la speranza; impegni concreti per la soluzione di problemi intrinseci al territorio; la grande storia dei viaggi biblici di ieri e oggi. Ingresso libero. Teatro FATTI DI NUMERI Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, via della Malpensada 82. Teatro dell’Orsa. Spettacolo di Monica Morini, Bernardino Bonzani, Michele Ferri, Annamaria Gozzi, Alessandro Scillitani con Monica Morini, Bernardino Bonzani, Michele Ferri, Gaetano Nenna. Info: www.teatrodellameraviglia.it. Teatro SORELLE MATERASSI Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana. Il romanzo capolavoro di Aldo Palazzeschi, pubblicato nel 1934 e già più volte approdato con successo al cinema, in televisione e in teatro, torna felicemente sulle scene in uno spettacolo di grande divertimento. Ambientato nei primi anni del secolo scorso, narra la vicenda di quattro donne che vivono una vita tranquilla e isolata: tre sorelle e la loro fedele domestica. Tutto sembra scorrere su tranquilli binari, quando in casa Materassi giunge il giovane nipote Remo. Bello, pieno di vita e spiritoso, diventa l’oggetto di una predilezione venata di inconsapevole sensualità. E così il sereno benessere della vita familiare comincia a incrinarsi... Libero adattamento di Ugo Chiti, dal romanzo di Aldo Palazzeschi. Regia Geppy Gleijeses con Lucia Poli, Milena Vukotic e Marilù Prati. Info: www.centrosantachiara.it. n. verde 800.013952

2 VENERDÌ Musica CONCERTO Trento. Ore 20.30. Società Filarmonica - Via Verdi, 30. Concerto con Isabelle Faust, violino e Alexander Melnikov, pianoforte su musiche di Schumann/Brahms/Dietrich: Sonata F-A-E; J. Brahms: Sonata n. 1 op. 78 ‘Regenlied’; J. Brahms: Sonata n. 2 op. 100 ‘Thun’; J. Brahms: Sonata n. 3 op. 108. Info: Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it; www. filarmonica-trento.it.

Teatro SORELLE MATERASSI Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana. Libero adattamento di Ugo Chiti, dal romanzo di Aldo Palazzeschi. Regia Geppy Gleijeses con Lucia Poli, Milena Vukotic e Marilù Prati. Info: www.centrosantachiara.it. n. verde 800.013952 Teatro IL COSMONAUTA DANTE ALLE ORIGINI DELL’UNIVERSO Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, Via della Malpensada 82. Dante aveva (forse) capito tutto… il Big Bang e Dio sono la stessa cosa? Di Anna Pegoretti (Dipartimento di Studi Umanistici, Università Roma Tre) e Leonardo Ricci (Dipartimento di Fisica, Università di Trento). Info: www.teatrodellameraviglia.it Tel. 0461.924470; info@teatroportland.it

3 SABATO Musica LEVANTE Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, Via Santa Croce. La cantautrice siciliana torna in tour nel 2018 con i suoi nuovi spettacoli “Caos in Europa” e “Caos nei teatri”. Info: www.centrosantachiara.it. Musica AMELIA - STORIA DI UNA DONNA STRAORDINARIA Tione. Ore 20. Teatro Comunale. Progetto a cura della Scuola di Musica “I Minipolifonici” di Trento, in collaborazione con SMG - Scuola Musicale Giudicarie. Musica di Valentina Massetti; Giulia Panozzo, solista nel ruolo di Amelia; Coro Voci Bianche “I Minipolifonici”; Annalia Nardelli, maestra del coro; Orchestra Giovanile “I Minipolifonici”; Stefano Chicco, direttore. Info: Tel. 0465.322921. Teatro SORELLE MATERASSI Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana. Libero adattamento di Ugo Chiti, dal romanzo di Aldo Palazzeschi. Regia Geppy Gleijeses con Lucia Poli, Milena Vukotic e Marilù Prati. Info: www.centrosantachiara.it. n. verde 800.013952

4 DOMENICA Musica CONCERTO DI CANZONI POPOLARI Villazzano. Ore 16. Teatro di Villazzano, Via U. Giordano 6. Concerto de Gli amici della fisa di Pietramurata. Info: www.teatrodivillazzano.it Teatro SORELLE MATERASSI Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana. Libero adattamento di Ugo Chiti, dal romanzo di Aldo Palazzeschi. Regia Geppy Gleijeses con Lucia Poli, Milena Vukotic e Marilù Prati. Info: www.centrosantachiara.it. n. verde 800.013952

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trentinomatrimoni SOLO PER I NOSTRI LETTORI, QUESTO MESE LE NOZZE DI SONIA CON DENNIS E BENEDETTA CON ANDREA

I MATRIMONI DEL MESE Lei Nome: Sonia Età: 27 Nata: Trento Residente: Lavis Parrucchiere: Salone Elipranda - Mattarello Scarpe: Calzature Carlin - Pergine Occupazione: Impiegata

Lui Nome: Dennis Età: 32 Nato: Trento Residente: Lavis Barbiere: Salone Cinzia - Laviso Occupazione: Operaio

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trentinomatrimoni Servizio fotografico: Roberta Pisoni www.robertapisoni.it

Matrimonio: Data e Luogo: Ricevimento: Invitati: Fiori e Bouquet: Anelli: Torta: Lista nozze: Viaggio di nozze: Vivranno a:

Religioso 16 settembre 2017, Cognola Berry House - Alt. Vigolana 130 Armonie Floreali - Lavis Iori Gioielli - Pergine Linda - Pergine Dart Travel - Pergine Zanzibar, 14 giorni Lavis

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trentinomatrimoni Servizio fotografico: Tiziana Carli Fotografia www.tizianacarliphotographer.com

Matrimonio: Celebrante: Data: Luogo: Ricevimento: Musica in chiesa: Torta: Catering: Fiori e bouquet: Bomboniere: Invitati: Intrattenimenti: Anelli: Viaggio di nozze: Vivranno a:

Religioso don Raimondo Mercieca 3 giugno 2017 Santuario Madonna dell’Aiuto - Segonzano Cantine Endrizzi - S. Michele A/A Coro Piramidi di Segonzano Pasticceria bologna - Mori Livio Catering Fioreria Rosa - Lavis Ass. Amici del Paese di Oz 120 + 40 (torta) Malegria Primos Estilo + Inifnity DJ Set Pocher - Trento Creta, 15 giorni Cembra Lisignago

Picchetto d’onore: Schützenkompanie Königsberg

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Nome: Benedetta Anni: 30 Nato a: Trento Residente a: Cembra Lisignago Vestito: Le spose di Giò Scarpe: Calzature Carlin - Pergine Parrucchiere: Mytho Acconciatori - Segonzano Truccatrice: Dafne - Trento Occupazione: Psicologa

Nome: Andrea Anni: 32 Nato a: Trento Residente a: Cembra Lisignago Vestito: Runggaldier - Merano Scarpe: Due Leoni - Salorno Barbiere: El Tonsor - Pegine Valsugana Occupazione: Elettrauto

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trentinoscoop&news

SCULTURE IN VIAGGIO PER L’ITALIA FINO A LUGLIO

WELIVE CO-CREATION LAB: PREMIATE LE SQUADRE PARTECIPANTI IN ARRIVO DUE NUOVE APP...

AL VIA LA XII EDIZIONE DI LUCI ED OMBRE DEL LEGNO. A PALAZZO ROCCABRUNA FINO AL 7 FEBBRAIO

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i è inaugurata venerdì 12 gennaio, a Trento, alla presenza di un folto pubblico, presso la prestigiosa sede di Palazzo Roccabruna, la nuova edizione di “Luci ed ombre del legno..una mostra che viaggia”, un appuntamento ormai consolidato nel panorama artistico provinciale e nazionale. La mostra vuole rappresentare e fare conoscere le diverse espressioni che la scultura lignea contemporanea può assumere, attraverso diversi interpreti di spicco e grazie a un viaggio lungo sette mesi in importanti borghi storici accuratamente selezionate del Centro – Nord Italia. Come ormai consuetudine la mostra parte da Trento per poi spostarsi in altre province d’Italia ed esportare così una forma culturale tipica della nostra provincia: il legno che diventa arte. “È un’opportunità importate – raccontano gli organizzatori – per valorizzare gli attuali interpreti di questa nobile arte e promuovere nel contempo l’Altopiano del Tesino e con un esso un territorio di certo più vasto”. In mostra sono infatti esposti i quattro vincitori dell’ultima edizione del Simposio del Tesino, dove, da sedici anni, ogni metà estate, quasi trenta artisti di provenienza internazionale vengono invitati e, per una settimana, scolpiscono per le vie e le piazze dei quattro paesi che caratterizzano l’altopiano trentino, e ai quali si è recentemente aggiunto anche l’abitato di Strigno, dando vita ad uno dei più rappresentativi Simposi d’Europa. Alessandro Pretto di Valdastico (VI), Lara Steffe di Moena, Aldo Pallaro di Piombino Dese (PD), Soheyl Bastami dell’Iran, sono i protagonisti dell’edizione 2018. A loro, l’organizzazione, come ormai tradizione, ha affiancato un maestro regionale di chiara e riconosciuta 92

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i è svolta l’11 gennaio la premiazione dei partecipanti al laboratorio di co-creazione di servizi pubblici WeLive Co-creation lab, organizzato nell’ambito del progetto europeo WeLive dal Comune di Trento e dalla Fondazione Bruno Kessler. Al laboratorio hanno partecipato due squadre miste composte da studenti delle scuole secondarie di secondo grado della città e funzionari del servizio innovazione e servizi digitali del Comune. Ciascuna squadra ha lavorato per quattro settimane con l’obiettivo di sviluppare sotto forma di app (applicazioni per dispositivi mobili) una delle idee vincitrici del concorso di idee organizzato dal Comune di Trento a dicembre 2016, nella precedente fase del progetto WeLive. Hanno lavorato alla app TrentOrienta Simone Vazzana, Sara Martignoni, Stefano Bettini, Luca Manganelli, alla app Trento Prenotazione di sale e spazi pubblici Matteo Matassoni, Alessandro Savini, Renata Laner, Marco Cavagna Le app realizzate dalle due squadre saranno a breve messe a disposizione della cittadinanza dopo un breve periodo di sperimentazione interna. La giuria, composta da Giacomo Fioroni, capoufficio del progetto smart city, Gabriele Zacco (Smart Community Lab FBK) e Maia Buzuleciu (progetto smart city), ha valutato i servizi realizzati dalle due squadre, stabilendo che entrambe hanno superato sia i criteri di accesso alla valutazione che la soglia minima dei criteri qualitativi previsti, meritando così di ricevere i premi previsti: un riconoscimento ufficiale da parte degli organizzatori e un premio in beni elettronici (smartwatch), acquistati con i fondi messi a disposizione dal progetto WeLive, per ciascuno degli studenti facenti parte del team di sviluppo.

esperienza. Per quest’edizione, la scelta è ricaduta sul gardenese Paul de Doss Moroder. In tutto ventuno opere, originali e suggestive, a disposizione per essere osservate dal vero in un viaggio allegorico ed emozionale. Un modo innovativo per conoscere un territorio attraverso le suggestioni e gli odori rimasti impressi nell’opera d’arte. La mostra è organizzata dal Centro di Documentazione del Lavoro sui Boschi. www.luciedombredellegno.it


trentinoscoop&news

ILLUMINARIA 2017_18 LIGHT EXPERIENCE FONTANA E PIEROTTO IN MOSTRA A BORGO

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elle sale dello spazio Klien di Borgo Valsugana, alla presenza di un numeroso pubblico è stata inaugurata la mostra di pittura di Tullia “Lula” Fontana e di Liliana Pierotto. Singolare mostra perché vede esporre in coppia due donne suocera e nuora, (sfatando i luoghi comuni che corrono sui rapporti di questo genere di parentela). Inoltre l’esposizione ha visto l’esordio nel modo dell’arte della “nuora“, ovvero di Liliana. Lo storico dell’arte Renzo Francescotti ha così avuto modo di parlare di lei, veneta per essere nata a Thiene e diplomata all’Istituto d’Arte di Cittadella ad indirizzo grafico: ma trentina d’adozione, con un madre del Tesino, un laurea in ingegneria civile a Trento, un marito trentino e una residenza a Carzano. La Pierotto non ha mai però progettato gallerie o ponti, ma ha sempre insegnato costruzioni nei licei. In una sala dello Spazio Klien ha esposto una quindicina di tavole, tutte sul tema degli animali: lavori apparentemente iperrealistici ma che utilizzano colori “inventati” (acquisiti dal colorismo veneto) e tecniche personali. Un esordio sicuramente incoraggiante per questa artista veneto-trentina che ha così iniziato il suo itinerario artistico. Quanto a Tullia “Lula Fontana”, che da sola ha occupato con le sue opere tre sale, pittrice tra le più note e più importanti del Trentino, ha confermato ancora una volta il suo talento e la sua caratura. Come ha spiegato Francescotti , tre sono i filoni pittorici che figurano in questa mostra: le icone classiche di modello bizantino e russo, riprodotte con una tecnica di assoluta bravura; i paesaggi (Borgo Valsugana e Carzano) immersi in atmosfere notturne, surreali, misteriose; e i suoi grandi fiori - cale, ortensie, girasoli - ispirati al grande modello della pittrice americana Georgia O’ Keeffe, (scoperta da Tullia quando frequentava l’Accademia di Venezia), ognuno dei quali occupa l’intero quadro: fiori enfatizzati, ingigantiti, sensualizzati.

IL QUARTIERE AVVENIRISTICO DE LE ALBERE SI VESTE DI LUCE

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l quartiere Le Albere, grazie al patrocinio dell’Assessorato al Turismo e alle Politiche Economiche del Comune di Trento, al sostegno dell’Assessorato alla Cultura, del MUSE, di ARTE SELLA e di TSM STEP Scuola per il Governo del Territorio e del Paesaggio, e al prezioso contributo degli sponsor coinvolti, LE ALBERE, NH TRENTO, ISA, ITAS Mutua, DOLOMITI ENERGIA HOLDING, COMITATO DEI COMMERCIANTI LE ALBERE, GIACCA COSTRUZIONI ELETTRICHE, STILNOVO, MUSE, GESTIM SRL, apre le porte a cittadini e turisti per uno spettacolo di luci open-air, dal 7 dicembre 2017 al 31 marzo 2018. Un progetto artistico-culturale-turistico, che inaugura “I 90 anni della Michelin”, area dove sorge oggi il nuovo quartiere Le Albere, e che illuminerà il quartiere fino alla fine di marzo 2018, con sperimentazioni luminose e progetti artistici di luce, connotando così Le Albere come luogo della contemporaneità. Il quartiere Le Albere si “accende” per festeggiare il Natale e “I natali” del quartiere. Uno spazio sperimentale in evoluzione dove, a partire da venerdì 8 dicembre 2017, si sono accese le prime luci di ILLUMINARIA 2017_18, il progetto di Light Experience, ideato, organizzato e promosso da Roberta Rizzi – consulente in relazioni pubbliche, eventi e comunicazione –, che vede protagonista la luce sino al 31 marzo. Info: www.illuminaria.it

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trentinoscoop&news

TRADIZIONALE O VEGANA? CUCINE A CONFRONTO UN PARTECIPATO EVENTO FIDAPA, A TRENTO, IL 12 GENNAIO SCORSO

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a alcuni anni, le trasmissioni televisive più seguite riguardano la cucina, le riviste più diffuse dedicano pagine su pagine a pentole, ricette e fornelli. Si leggono articoli, si pubblicano saggi e romanzi farciti di ricette, si girano film, si seguono corsi di cucina, si partecipa emotivamente ai “talent” che impegnano giovani aspiranti chef fino alle lacrime. Una Federazione femminile come la Fidapa – Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari – sempre attenta al mondo delle donne, non può trascurare la cucina, attività creativa e libera, che permette a tutti di esprimersi dando il meglio di sé. Attività in genere declinata al femminile nella quotidianità e al maschile in casi eccezionali (Apicio, Artusi, Marchesi, ecc.), come dire che quando si tratta di mietere onori…gli uomini sono sempre in prima fila! E dunque, nella accogliente Sala della Fondazione Caritro, la presidente della Fidapa, Kathy Podestà, ha dato il suo benvenuto al numeroso pubblico e ha ceduto la parola alla moderatrice dell’incontro, Luciana Grillo, che ha esordito ricordando che l’Italia, così lunga e stretta com’è, rappresenta un interessante terreno di incontro-scontro tra il nord gallo-germanico e il centrosud etrusco, greco, latino, bizantino ed arabo. E certamente la cucina e la gastronomia ne portano i segni, anche per le variabili climatiche e orografiche. Da sempre noi italiani mangiamo cibi semplici, poveri di grassi, ricchi di proteine e di fibre. Secoli prima che la dieta mediterranea diventasse di moda in tutto il mondo, W. Goethe nel suo “Viaggio in Italia” nel 1787 dichiarò di essere affascinato dai maccaronari napoletani e dall’olio che usavano. In tempi più vicini, il futurista Tommaso Marinetti pubblicò un Manifesto contro la pastasciutta (“abominevole cibo”) ma fu poi sorpreso in una trattoria davanti ad un piatto di

spaghetti. Subito circolò un contro-manifesto: Marinetti dice Basta/Messa al bando sia la pasta/Poi si scopre Marinetti/ Che divora gli spaghetti! E Sophia Loren a Los Angeles per il suo debutto internazionale, a tutti coloro che l’attorniavano e le chiedevano a cosa fosse dovuta la sua bellezza, rispose: “Tutto quello che vedete, boys, lo devo alla pasta italiana!”. Un omaggio alla dieta mediterranea quando ancora nessuno ne parlava. Per non parlare degli artisti che hanno reso omaggio ai prodotti della terra, alle ricche tavole imbandite con argenti e cristalli, o alle povere tavolate di osterie, da Caravaggio all’Arcimboldo, da Toulouse Lautrec a Guttuso… Altro aspetto da non sottovalutare, ha continuato la Grillo, è quello che riguarda la salute e il benessere: si considera generalmente la cucina tradizionale ricca di sughi e intingoli, ma non si deve necessariamente rinunziare alla poesia della cucina, entrare in un tunnel che rischia di deprimerci e farci sentire ammalati…basta abituarci ad un consumo consapevole del cibo. A questo proposito, andando molto indietro nel tempo, si ricorda Ippocrate, il primo medico dell’antichità, che 2500 anni fa sosteneva che ogni sostanza può essere utile o nociva a seconda della quantità ingerita. Dunque: “EST MODUS IN REBUS”! Le relatrici, pur se su fronti opposti, convengono sulla necessità che i prodotti siano sempre di buona qualità: Cecilia Cattoni, giovanissima chef trentina, che ha già lavorato con chef stellati – da Morelli a Cracco! – ha raccontato la sua esperienza nelle cucine, ha spiegato i sistemi di conservazione del cibo e la possibilità di rivisitare antiche ricette. Francesca Gregori, cuoca vegana e vegetariana, che coniuga i principi culinari con macrobiotica e yoga, ha evocato il rispetto per gli animali e le motivazioni che spingono a scelte meno tradizionali; ha anche ricordato come si possono inserire nel menu vegano-vegetariano proteine e sapori, mediante l’utilizzo rigoroso di alimenti che non provengono dal regno animale. Ha concluso questo interessante incontro la nutrizionista Patrizia Rita Di Gregorio, che ha riconosciuto la validità di entrambe le scuole di pensiero, suggerendo comunque di dedicare un po’ di tempo in più alla preparazione dei cibi e di prestare la massima attenzione alle esigenze del corpo. Un dibattito vivace ha chiuso la serata, svoltasi in un clima sereno, non animato da spirito polemico, ma teso esclusivamente a fornire ai numerosi presenti una corretta e imparziale informazione.

Cecilia Cattoni 94

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trentinoscoop&news

N-ICE CELLO, IL “CANTO” DEL GHIACCIAIO PRESENA CUCINA D’AUTORE: IL DISEGNO NEL PIATTO

PARTE DALLA VAL DI SOLE IL GRANDE PROGETTO CULTURALE CHE RIFLETTE SUL TEMA DELL’ACQUA

LO CHEF ALESSANDRO GILMOZZI E UNA SUA “OPERA D’ARTE”

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a Rubrica Provinciale “VivinTrentino” in onda domenica 4 febbraio ore 9.15 su RAI3 prevede In apertura: TRENTINO, SCI “NORDICO” TRA LE ALPI. Ben quindici le località vocate alla pratica del fondo e una manifestazione, la Marcialonga, che ha fatto delle valli di Fiemme e Fassa la capitale alpina di questa disciplina. A seguire “27 GENNAIO, PER RICORDARE”. La comunità internazionale celebra in questa data il “Giorno della memoria”, una giornata dedicata a ricordare l’Olocausto. Alle 9.45, ed in replica sul canale 103 del Digitale Terrestre alle ore 22.30, “Tapis Roulant” apre con “CINEMA ZERO”. Si può fare Cinema con Zero Budget? La risposta a questa domanda la troviamo al Festival del Cinema Zero, appuntamento fisso da dieci anni per i cineasti di tutto il mondo che sfidano le regole della settima arte ed. A seguire “BIANCO & NERO” il programma dedicato alla divulgazione di tematiche relative agli sport invernali nella provincia di Trento. Quindi: “ARRAMPICATA SPORTIVA E RIDUZIONE DEI RISCHI”: con uno dei grandi esperti italiani di tematiche legate alla sicurezza in arrampicata sportiva, abbiamo voluto capire come ridurre i possibili pericoli. Infine, “DIARI DELLA PIAZZA”: la prima puntata è dedicata all’allenatrice della Nazionale Femminile Volley sorde Alessandra Campedelli. Ancora “VivinTrentino di domenica 11 febbraio propone “ETNOGRAFIA IN TRENTINO”. La memoria degli usi e costumi del territorio, la custodia e la valorizzazione del passato, la conoscenza e la trasmissione di saperi antichi, rappresentano oggi un patrimonio unico e ricco di potenziale nel panorama dell’offerta culturale trentina. A seguire: “GUARDANDO A EST”. Situato a Trento, l’Osservatorio sui Balcani è una realtà di calibro internazionale, che grazie all’aiuto di giornalisti, ricercatori e studiosi monitora e racconta quotidianamente le trasformazioni sociali, culturali e politiche che interessano l’Europa sud-orientale. Domenica

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l centro dell’evento artistico che coniuga musica e riflessioni sul futuro dell’ambiente sarà l’originale violoncello fatto di ghiaccio dell’artista americano Tim Linhart. Costruito in questi giorni in Val di Sole, sul ghiacciaio Presena, lo strumento sarà al centro di una serie di concerti che porteranno il violoncellista di fama mondiale Giovanni Sollima a intraprendere un tour attraverso l’Italia, dalle Alpi alla Sicilia. L’iniziativa, organizzata in collaborazione con APT Val di Sole e Trentino Marketing, sarà il filo conduttore di un docu-film “made in Trentino” ideato, scritto e diretto da Corrado Bungaro, che raccoglierà le riflessioni e le testimonianze sul tema dell’acqua di importanti artisti e pensatori incontrati on the road lungo il viaggio. La prima tappa del tour è stata a Trento lunedì 29 gennaio al MUSE - Museo delle Scienze. Poi il violoncello proseguirà il suo cammino (trasportato in una cella frigorifera mobile) fino a raggiungere Venezia, Roma e Palermo – capitale italiana della cultura 2018 – dove le sue acque glaciali si fonderanno con quelle del Mar Mediterraneo. 18 febbraio, In apertura “IL CARNEVALE DEI RAGAZZI”. Tra le tante tradizioni di carnevale trentine, da oltre 50 anni in Alta Vallagarina c’è il Carnevale dei ragazzi: genitori e bambini si cimentano nella costruzione dei colorati e imponenti carri impegnati nella sfilata del martedì grasso a Volano. A seguire “VOLONTARI: PRESENTI”. Lo stesso giorno, “Tapis Roulant” apre con “BIANCO & NERO”, nuova puntata della serie che approfondisce il variegato universo del mondo della neve in Trentino. A seguire “REALISMO MAGICO. L’incanto nella pittura italiana degli anni Venti e Trenta”, programma dedicato all’omonima mostra allestita al Mart di Rovereto che presenta oltre 70 opere provenienti da autorevoli collezioni, opere queste che tracciano un percorso artistico collegato a fatti e circostanze politiche e culturali, tra gli anni Venti e Trenta. Ancora: IL DISEGNO NEL PIATTO protagonista lo chef Alessandro Gilmozzi e una sua opera d’arte; infine, “DIARI DELLA PIAZZA”, la seconda puntata della galleria di personaggi trentini d’attualità è dedicata a Barbara Bertoldi, artista e docente affermata. Infine, “VivinTrentino” di domenica 25 propone “SICUREZZA IN PISTA”.

“Il disegno nel piatto” 95

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trentinolibreria

IL LIBRO DEL MESE

LA SCENEGGIATRICE ANNA PAVIGNANO A BORGO V. HA LAVORATO CON MASSIMO TROISI. PRESENTA IL SUO ULTIMO ROMANZO

LA MAMMA DI DOMENICO HA VOLUTO RACCONTARE IN PRIMA PERSONA IL CORSO DEGLI EVENTI, AFFIDANDO IL DOLOROSO RICORDO ALLE PAGINE DI “UN AMORE AL DI SOPRA DELLA VITA”: UNA TESTIMONIANZA STRUGGENTE E DI DENUNCIA CIVILE

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istituto “A. Degasperi” in collaborazione con la Biblioteca Comunale di Borgo Valsugana presenta il quarto incontro della nuova edizione di POMERIGGI DA ROMANZO venerdì 2 febbraio alle ore 20. Ospite della serata sarà Anna Pavignano, sceneggiatrice, autrice e scrittrice: racconterà aneddoti e storie della sua vita professionale e presenterà il suo nuovo romanzo “La svedese”; condurrà la serata Gabriele Buselli e suonerà dal vivo Sebastiano Izzo. L’evento è stato introdotto, il 9 gennaio, da un’originale lettura del romanzo “Il postino di Neruda” di Skàrmeta, realizzata da due studenti del Degasperi, Matilde Oliveri e Giordano Stenghel, sempre nell’ambito di “Pomeriggi da romanzo”. Anna Pavignano nel 1977 fa la comparsa negli studi Rai dove si registra la trasmissione “Non stop” con la regia di Enzo Trapani. Lì conosce Massimo Troisi che con il gruppo de “La smorfia” vi interpreta i suoi skecth più belli. Tra i due nasce un sentimento che dura per anni e un sodalizio artistico particolarmente fecondo, durante i quali Anna scrive con Massimo le sceneggiature di tutti i suoi film, da “Ricomincio da tre” nel 1981 , da “Scusate il ritardo” (1983) a “Le vie del Signore sono finite” (1987) fino a “Il postino” nel 1994, per la cui sceneggiatura ha avuto la nomination all’Oscar 1996 insieme a Michael Radford, Furio e Giacomo Scarpelli e, postuma, a Massimo Troisi. Con le Edizioni E/O ha già pubblicato Da domani mi alzo tardi (2007) e In bilico sul mare (2009), da cui è stato tratto il film “Sul mare”, per la regia di Alessandro D’Alatri.

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na storia vera, struggente, drammatica, quella di Domenico, un bambino di 5 anni affetto da una rarissima patologia. Domenico abita a Civezzano (Tn) con papà Vincenzo e mamma Eleonora, proprio quest’ultima ha voluto raccontare in prima persona il corso degli eventi, affidando il doloroso ricordo alle pagine di “Un amore al di sopra della vita”. Eleonora Castellano ripercorre gli ultimi drammatici anni, vissuti tra viaggi della speranza e ricoveri ospedalieri, tra Trento e Genova, tra l’Ospedale “S. Chiara” e il “Gaslini”. Ne emerge uno scenario a tinte fosche in cui non sempre la struttura sanitaria pubblica e la società civile si fanno trovare preparati all’appuntamento con la disabilità infantile grave. Eppure il diritto a vivere una vita dignitosa è di tutti, nessuno escluso. Tanto meno il piccolo Domenico.


trentinolibreria Fiorenza Aste Il montanaro. Conversazioni con Mario Martinelli Vivalda

Pietro Marsili - Patrizio Tapparelli Le scare di Klara Storia di una ebrea boema Edizioni Osiride

Lorenzo Baratter Storia del Trentino. Eventi cruciali del XX secolo Athesia

Sullo sfondo della natura integra, dura e bellissima della Vallarsa, colta nei profumi e nei colori delle quattro stagioni, la voce narrante della Aste dipinge l’affresco di una vita fuori dal comune. Dal caos della città, attraverso un lungo avventuroso viaggio esistenziale, per approdare infine al silenzio denso e generoso delle cime, il libro traccia il percorso di un uomo che ha fatto della montagna il suo sentiero di vita e conoscenza. E anche ora che la malattia gli preclude la salita al Corno, Mario continua a camminare lungo le pietraie bianche del monte che gli ha fatto da Maestro, nel ciottolio fine delle schegge di roccia che si sgretolano dalle pareti a picco. Seduto sulla panca della sua cucina, nel silenzio quieto della sua Obra, Mario rispecchia dentro di sé l’ombra affilata della montagna, proseguendo con coraggio il suo sentiero.

Klara è appassionata di scarpe del modello “Mary Jane”, scarpe con un cinturino sul collo del piede e un bottone come chiusura. Sono scarpe che l’accompagnano in tutta la sua breve vita: dagli anni sereni della gioventù passata in una famiglia della borghesia ebrea benestante a Pilsen, città della Boemia occidentale, alla scuola di fotografia a Vienna e al matrimonio con l’architetto Adolf Loos, dalle difficoltà e tribolazioni all’inizio della Seconda guerra mondiale alla persecuzione, essendo lei ebrea, fino alla morte In questo libro/nella lontana Lettonia. intervista, in cui Partendo da volta un paio di scarpe, sporche per la prima ricordi biografici si e logore, l’autrice percorresull’esistenza le tappe dellae intrecciano con riflessioni vitapresente di Klara Beck, nata il 4 novembre sul del mo 1904 a Pilsen (oggi Repubblica Ceca) e massacrata verso la metà di gennaio 1942 in un bosco vicino a Riga. Basandosi parte su fatti reali e parte sull’immaginazione, racconta piccole storie in cui riecheggia la “grande” storia.

Il volume racconta in modo semplice ma puntuale la storia del Trentino nel XX secolo, descrivendo le vicende cruciali che in un secolo hanno cambiato profondamente questa terra: dal governo austriaco al dramma della prima guerra mondiale, dal ventennio fascista all’annessione al Terzo Reich. Dalle lotte del dopoguerra per l’autonomia fino allo straordinario sviluppo economico e sociale che ha portato questa terra tra le Alpi ad avere un ruolo da protagonista sulla scena nazionale e internazionale. Nato nel 1973 a Rovereto, laureato in Storia presso l’Università Cà Foscari di Venezia, Baratter ha pubblicato numerose opere di storia del Novecento, con particolare riferimento alla prima e alla seconda guerra mondiale, minoranze linguistiche, usi e costumi del Trentino, storia dell’autonomia. Attualmente è consigliere provinciale e regionale.

Ecco cosa scrive Eleonora del suo libro: “Non lo chiamerei libro, bensì una sorta di diario nel quale ho voluto raccogliere gioie, dolori, pensieri, riflessioni e sentimenti. Tutte componenti di un vissuto doloroso, colmo però anche di tanta speranza. Ho cercato con queste pagine di trasmettere forza a chi ha vissuto e vive esperienze simili a quella mia e di mio marito. Ho voluto pubblicare questa storia soprattutto per sensibilizzare sul problema delle disabilità gravi e per devolvere parte del ricavato ai piccoli del centro di rianimazione neonatale e pediatrica dell’ospedale di Genova”. Il toccante racconto di Eleonora comincia così: “Nell’estate del 1999 mi trovavo in Grecia. Lavoravo in un villaggio turistico come costumista per un importante tour operator. Una mattina ci svegliammo con una violenta tempesta in corso. Lì capitava spesso, e come ogni volta ci mettevamo in una sala al chiuso, per intrattenere gli ospiti con il piano bar. «Eleonora dammi una monetina» mi chiese inaspettatamente uno degli ospiti. «Cosa ci devi fare?» gli chiesi. «Una qualsiasi…» continuò, ignorando completamente la mia domanda. Allora lui mi aprì la mano e mi disse lentamente: «Ti sposerà un uomo in divisa e vivrai dove farà freddo». «Sarò felice?» aggiunsi. Lui mi guardò negli occhi per qualche istante. Mi richiuse la mano e andò via in modo frettoloso.

Negli anni non ho più pensato a quell’episodio, anche perché non credo che qualcuno abbia la capacità di predire il futuro, e ancora oggi non ci credo. Ora, però, ci penso spesso. Ripenso a quello sguardo enigmatico, alla mia domanda senza risposta… «Sarò felice?» Con mio marito lo sono stata, questo è certo. Non avrei potuto star meglio con nessun altro. Quante volte chiudo gli occhi e ripenso a quei bei giorni spensierati, a quanto mi sentivo realizzata. Quando prendevo il treno dal mio paesino e mi recavo a scuola a Napoli. Partivo molto prima per perdermi tra i vicoletti della città; nel tragitto mi fermavo a ogni bancarella in quei mercatini bellissimi e compravo sempre cose ricercate e particolari, da sfoggiare il fine settimana con i miei cari amici di Aversa. Ripenso anche a quando compravo i tessuti ai “quattro palazzi”, lungo il corso Umberto I, e piena di gioia, a piedi, raggiungevo la Stazione Centrale per tornare a casa. Quando ho conosciuto Enzo, mio marito, da subito siamo entrati in sintonia come coppia. Abbiamo vissuto tanti bei momenti e fatto tante cose, visitato città… Oggi non abbiamo più tutto quel tempo e la stanchezza fisica e mentale per la vita che conduciamo ci ha molto cambiati...” Eleonora Castellano

Un amore al di sopra della vita

Curcu Genovese (Euro 15,00)

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trentinoscoop&news La frase “Ho dato alla Fondazione il mio patrimonio personale, perché è giusto che quanto venutomi dai malati torni ad essi”

Volti nella Storia Per saperne di più:

Statuto della Fondazione “Prof. Dott. Alessio Pezcoller, Fondazione Pezcoller, Trento www.pezcoller.it www.treccani.it/enciclopedia/alessio-pezcoller_

ALESSIO PEZCOLLER (1896-1993) ETÀ Alessio Pezcoller nacque il 23 aprile 1896 a Rovereto. La sua era una famiglia agiata: il padre, Giovanni, possedeva una libreria in città, mentre la madre, Teresa Ellena, proveniva da una famiglia facoltosa di Glorenza.

di rinnovamento, mettendo a frutto le competenze maturate a Milano. Lavorò in ogni reparto, ma soprattutto si occupò di chirugia addominale e toracica. Si specializzò inoltre in chirurgia neurologica, che si andava diffondendo proprio in quegli anni negli ospedali maggiori.

GLI STUDI E LA GUERRA

UNA VITA PER I MALATI

Dopo aver frequentato il liceo classico a Rovereto, conseguì la laurea in medicina e chirurgia a Firenze nel 1921, con il massimo dei voti. L’avvento della guerra aveva però profondamente colpito anche la sua famiglia, morto il padre, la madre era stata costretta a vendere le sue proprietà in Val Venosta; per far fronte alle ristrettezze, l’aspirante medico si era invece mantenuto gli studi suonando il violino in accompagnamento ai film muti.

IL TIROCINIO A MILANO Dopo la laurea iniziò un tirocinio professionale a Rovereto per poi trasferirsi al Politecnico di Milano, sotto la guida del chirurgo Mario Donati, uno dei più innovativi chirurghi italiani dell’epoca.

UNIVERSITÀ Durante il tirocinio, Pezcoller ottenne anche la docenza universitaria in patologia chirurgica e medicina operatoria. Nel 1927 vinse un concorso per lavorare in una clinica a Pavia, ma rifiutò l’offerta per rimanere nello studio di Donati fino alla fine degli anni ’30.

SANTA CHIARA TRENTO Scoppiata la guerra, il suo maestro Mario Donati, che era di origine ebrea, venne allontanato dai fascisti e la sua scuola si sfaldò. Pezcoller accettò dunque l’offerta per il posto di primario dopo aver vinto n concorso all’ospedale Santa Chiara di Trento. Qui compì un’importante opera

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Il dottor Pezcoller scelse di non formare mai una famiglia, per potersi dedicare interamente alla cura dei malati e allo studio di nuove cure, anche una volta lasciato l’ospedale perché ormai troppo anziano per operare.

LE OPERE Il suo contributo alla ricerca medica sfociò in un cospicuo numero di scritti. Tra questi ricordiamo Contributo allo studio dei tumori maligni primitivi delle ossa, Contributo allo studio del coleperitoneo sperimentale; Contributo allo studio delle forme rare di ernia; Su tre casi di tumore al midollo spinale, scritto insieme a Beppino Disertori, e molti altri.

LA FONDAZIONE Durante la sua lunga carriera, Pezcoller mise da parte dei risparmi per destinarli interamente alla creazione di una fondazione, la Fondazione Pezcoller, nata nel 1980 grazie anche al sostegno della Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, alla Giunta provinciale e ai comuni di Trento e Rovereto, per supportare economicamente la ricerca medica, specie in campo oncologico. Pezcoller ricoprì la

carica di presidente onorario, finché la morte, il 27 gennaio 1993 a Trento, non pose fine alla sua attività.

RICONOSCIMENTI La Fondazione venne riconosciuta dal Presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, nel 1986. Quattro anni dopo, nel 1990, il Presidente lo insignì della Medaglia d’oro al merito e alla sanità pubblica.

I PREMI Pezcoller istituì un premio internazionale destinato agli scienziati che si erano distinti per aver approntato nuove procedure terapeutiche o per aver raggiunto risultati particolarmente significativi nella ricerca sulle cause delle malattie gravi. Il premio veniva assegnato dal consiglio di amministrazione della Fondazione, su indicazione di un comitato internazionale presieduto da Umberto Veronesi.

IL SIMPOSIO Pezcoller iede vita inoltre ad un simposio medico-scientifico internazionale annuale, con sede, ad alternanza, nelle città di Trento e Rovereto.

LA FONDAZIONE OGGI Alla sua morte, Pezcoller decise di donare tutti i suoi beni alla Fondazione, nominandola erede universale. La Fondazione, che ha sede in via Dordi, è oggi guidata dal presidente Enzo Galligioni. Quest’anno il premio per la ricerca sul cancro è stato assegnato al professor David Livingstone.

Hanno detto di lui: “Superare i limiti naturali della vita umana per consentire la continuazione dell’attività da lui costantemente svolta, sia a livelli umano che professionale, a difesa della vita contro le malattie e la morte”: dall’Atto costitutivo della Fondazione Pezcoller


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