TrentinoMese febbraio 2019

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appuntamenti, incontri e attualità trentina

ANNO XXVII N. 324

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FEBBRAIO 2019

Sp e c i a l e

i no t n e l a V n Sa

I MATRIMONI DEL MESE

ISOTTA CHE SA SOGNARE VENTIDUE ANNI, ROVERETANA, FINALISTA A “RDS ACADEMY” FRANZ AVANCINI L’UOMO CHE DÀ UNA SECONDA CHANCE ALLE COSE

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/TN. Contiene i.p. In caso di mancato recapito inviare al CDM di TRENTO per la restituzione al mittente previo pagamento resi.

MENO TABLET,

più magia PICCOLA INDAGINE SUI BAMBINI E IL GIOCO IN TRENTINO

L’EREMO DI SAN VALENTINO IL LAGO DI GARDA COME IL MAR EGEO

IL TRENTINO DI G. PINKETTS UN RICORDO DELLO SCRITTORE, AMANTE DELLE DOLOMITI

NEL VORTICE DELLE IDEE LA TERZA VOLTA DEL CONCORSO “STRIKE”

1938: HITLER A TRENTO QUANDO IL “MALE” IN PERSONA PASSÒ DI QUI


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RING di Fabio Peterlongo

di Tiziana Tomasini

blues di provincia MONTAGNA, ALLA RICERCA DEL SILENZIO. IL RAPPORTO DI UNA COMUNITÀ CON IL SUO TERRITORIO

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uova Giunta, nuova direzione. Il governo provinciale a trazione leghista ha conquistato il consenso popolare, pur restando minoranza nei voti dei trentini, puntando tutto sulla linea dura contro migranti e richiedenti-asilo. Ma il messaggio portato avanti da Fugatti, che ha capitalizzato l’astio diffuso in ampi strati sociali verso gli stranieri, comprende un’inversione di rotta anche sul fronte ambientale, la cui gestione (più o meno) attenta dei decenni passati ha consentito di tenere lontane molte speculazioni (non certo tutte…) e hanno consentito al Trentino di mantenere un’impronta ecologica se non integra, meno critica che altrove. In particolare, il centrodestra ha fatto sua un’impronta “sviluppista” per quanto riguarda l’ambiente di montagna. In una recente intervista, l’assessore Failoni ha dichiarato di considerare intoccabili le aree protette, ma ha dato la sua benedizione all’avvio di opere e iniziative di valore economico sul restante 70% del territorio provinciale. Dunque, “via libera” allo sfruttamento della montagna, in tutti i casi in cui non sia “protetta”? Legare in maniera così diretta la tutela del territorio ad una definizione di stampo “legale” come quella di “area protetta” è rischioso. Ci sono aree di pregio che non sono aree protette e che meritano ciò nonostante di essere tutelate. L’esempio più eclatante è quello di Madonna di Campiglio, dove l’anno scorso (con la giunta precedente) 3800 persone sono accorse a 2100 metri per ascoltare il concerto del dj francese Bob Sinclar. Ora, al di là del merito artistico di tale esibizione, su cui sorvoliamo, iniziative come questa, che, stando alle promesse della nuova Giunta, potrebbero essere la “nuova norma”, mettono a repentaglio il rapporto di una comunità con il suo territorio. L’antico amore dei trentini verso le loro montagne deflagra contro il nuovo corso dello sviluppo economico e turistico a tutti i costi (purché fuori dalle aree “protette”). Si leggono in questi giorni appelli per salvaguardare il “sacro silenzio” della montagna contro lo strapotere dell’interesse economico. A ben pensarci, c’è di che essere preoccupati. Ormai non c’è luogo pubblico in cui non risuonino altoparlanti gracchianti da cui escono le note sgangherate della nuova “hit”. Lasciamo che la montagna risuoni delle sue eco, sospiri dei suoi venti. Respiri la sua aria pulita, ci liberi del puzzo dello smog. Lasciamo che la montagna resti lassù, distante e magica, quasi irraggiungibile. E che Bob Sinclar, se proprio deve, venga ad allietarci in piazza Fiera. Se proprio deve... 6

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a mali estremi DONNE DI OGGI: FANNO SEMPRE LA SPESA, MANGIANO IN PIEDI E NON SI SIEDONO MAI (O QUASI)

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ome ogni giorno, ti ritrovi al supermercato a sbrigare gli inevitabili adempimenti volti a saziare gli appetiti pressoché inesauribili degli adolescenti a casa. Crescendo, cominciano pure a fare i difficili: uno punta solo sulle proteine e sul bio, l’altro evita insaccati per i brufoli – quindi non prenderne per gli altri, per carità, che mi vien gola – l’ultimo vivrebbe di pasta e cioccolato, in alternanza continua. Il tutto, comunque, complessivamente, assunto in quantità industriali. Qualche collega in pausa caffè mi consiglia la “spesona” mensile o quantomeno settimanale, per alleggerire lo stress da supermercato. Bella battuta! Impossibile. O forse possibile se avessi una dispensa sotto chiave. Ingenuamente sistemata nel frigo e negli armadietti di cucina sparirebbe in poche ore. Mi ritrovo quindi alla cassa a sistemare le provviste di giornata sul nastro scorrevole e contemporaneamente a rispondere all’interrogatorio martellante della cassiera: “Ha la tessera?” “Servono borse?” “Sa che di questo prodotto c’era il 3x2?” “Con due euro in più vuole il soprammobile in omaggio?” “Fa la raccolta punti per il completo letto?” Cerco di stare a tempo con le risposte: sì, no, no, no e no. Convinta di aver finito, la ragazza sferra l’ultima: “Vuole la rivista?” E va bene, prendiamo la rivista. La signora dietro di me, che si appresta a subire la stessa sorte, mette già le mani in avanti: “Io non la prendo, è inutile, non riesco mai a sedermi e a leggerla, non ho tempo.” E così, nello spazio di pochi minuti, si apre una discussione/confronto a tre (io, la signora e la cassiera) sul tempo delle donne; ne deriva un quadro davvero poco incoraggiante. Non ci si siede per leggere e spesso non ci si siede nemmeno per mangiare. Si addenta qualcosa al volo tra il microonde e il freezer, si assaggia un attimo sul piano cottura, si prende una forchettata rapida dall’insalatiera prima di portare in tavola. Alla faccia dei pereri dei nutrizionisti, che continuano a dispensare consigli per una digestione ottimale: sedersi tranquillamente, disporre il cibo sul piatto giusto, masticare un mucchio di volte. Eh sì!!! Magari! E chi ha tempo?! E quelle volte che i ragazzi non ci sono? Ogni tanto succede. Ma chi ha voglia di cucinare? E allora via con lo yogurt. Consumato rigorosamente sul divano.


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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

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Incontri, momenti di riflessione, mostre, concerti, film, letture e spettacoli proposti in tutto il Trentino in occasione del Giorno della memoria, istituito in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici nei campi nazisti. 27 gennaio ore 20.30 Teatro Sanbapolis via della Malpensada - Trento

Shoah

Atto unico di Renzo Fracalossi, con il Club Armonia a cura del Coordinamento teatrale trentino

Proiezione del documentario del regista Claude Lanzmann a cura della Fondazione Museo storico del Trentino

fino al 6 febbraio in orario di apertura Biblioteca comunale piazza Depero, 2 - Telve Valsugana

29 gennaio ore 17.30 Biblioteca della Provincia via Romangosi, 7 - Trento

Terezin

mostra di disegni e parole dei bambini

La prospettiva di Bauman sull'Olocausto

conversazione di Riccardo Mazzeo fino al 30 gennaio

Per non dimenticare

iniziative nelle scuole trentine 31 gennaio-6 febbraio e 8-14 febbraio Promemoria_Auschwitz.EU

Il viaggio della memoria

a cura di Associazione di promozione sociale Deina Programma completo degli eventi www.cultura.trentino.it/Biblio/Rassegne-Biblio/Giorno-della-Memoria-2019

Memoriale per gli ebrei assassinati d'Europa a Berlino

STUDIO BI QUATTRO

Un raccolto tutto d'oro

26 e 27 gennaio ore 10.00 - 19.00 Sala conferenze di Palazzo Calepini, Via Calepina, 1 - Trento ore 10.00 - 19.00 Sala conferenze di Palazzo del Bene, Piazza Rosmini, 5 -Rovereto


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RING di Silvia Tarter

verde ostinato L’ILLUSIONE IN UN GERMOGLIO: QUANDO L’UOMO PROVA A FORZARE LA NATURA

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erto che noi umani siamo proprio degli esseri stravaganti! Uno spettacolo davvero interessante, se qualcuno ci potesse osservare da lontano. Irrimediabili sognatori, ambiziosi e vanitosi esploratori, mossi dalla curiosità di spingerci al massimo delle nostre possibilità, varchiamo ogni limite, oltrepassiamo ogni confine, anche quello terrestre ed atmosferico, per dimostrare la nostra intelligenza, la nostra capacità di plasmare la natura per assecondare le diverse esigenze, grazie al sapere sviluppato nel tempo. Non sempre però ci riusciamo. Il 3 gennaio scorso la sonda cinese Chang’e-4 ha raggiunto il lato nascosto della luna, fino ad oggi mai raggiunto, per esplorare la sua superficie e capire se al di sotto ci possano essere delle riserve idriche. Un altro obiettivo della spedizione era però provare, per la prima volta, se in assenza di gravità potessero crescere delle piantine sul suolo lunare. Così, partiti dalla Terra, alcuni semi di cotone, di patata e di arabetta comune, (oltre a uova di moscerino della frutta) sono finiti sulla luna. Sono arrivati in un recipiente con del terriccio, acqua ed aria, con un’apertura per far filtrare un po’ di luce e permettere la fotosintesi. E, meraviglia, quelche giorno dopo, ecco delle foglioline fare capolino timidamente: è spuntato il primo germoglio di cotone. Il primo germoglio di vita sulla luna! In assenza di gravità, sottoposto a forti escursioni termiche... incredibile! La notizia ha acceso una scintilla di entusiasmo e di speranza. Subito alcune ipotesi tra le più fantascientifiche sono apparse meno impossibili: si è parlato di provare a coltivare forme di vita al di fuori della Terra, di creare delle serre con degli orti lunari, in grado di fornire approvigionamenti di cibo per gli esseri umani. Ve lo immaginereste? Di andare a raccogliere le mele sulla luna in futuro? Peccato che questo germoglio di speranza lunare si è rivelato in breve tempo una pallida illusione. Dopo pochi giorni infatti la piccola piantina di cotone è morta congelata, non è riuscita a sopravvivere, a fronte di temperature notturne che possono scendere anche di cento gradi sotto lo zero. Gli studiosi dell’Università di Chongqing – che ha progettato l’esperimento – hanno affermato che era previsto che la piantina non avrebbe resistito a tanto freddo. Come si può infatti pensare di poter coltivare delle 8

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piante in un luogo dove le temperature oscillano anche tra i + 100 e i – 100 gradi e dove le notti durano due settimane? Sembrerebbe assurdo, irragionevole! Eppure noi ci proviamo, proviamo a forzare e superare i limiti. Fa parte della nostra natura. Ed è anche uno degli aspetti più affascinanti della nostra specie. Allo stesso tempo però sappiamo essere molto contraddittori. Perché infatti guardiamo alla luna, andiamo alla ricerca di nuove fome di vita su Marte e allo stesso tempo lasciamo che la Terra soffra, per causa nostra senza cercare seriamente di curarla. Troviamo le risorse economiche per spedire missili nello spazio, ma non per risolvere il dramma della povertà, che affligge quasi un miliardo di persone del pianeta. Siamo in grado di costruire tecnologie avanzatissime, resistenti alle gelide temperature spaziali, ma non riusciamo a modificare le nostre semplici abitudini, il modo in cui ci muoviamo, il cibo che mettiamo nel piatto ogni giorno, gli acquisti che scegliamo, la quantità d’acqua che utilizziamo... Rinunciare, o modificare in parte il nostro stile di vita consolidato sembra costarci uno sforzo immane. Perché, se siamo per natura dotati di tanta intelligenza, non riusciamo a cercare di proteggere quanto abbiamo di più caro, questa Terra che ci nutre, che ci permette, ogni giorno, di rimanere in vita? Questa Terra che ci offre innumerevoli paesaggi spettacolari: la vertigine di montagne che guardano solennemente al cielo, l’incredibile natura delle foreste, dalle sterminate distese di conifere dell’emisfero Nord alle coloratissime foreste tropicali brulicanti di biodiversità, l’universo subacqueo che popola i suoi mari ed oceani, fonti di vita e di cibo, la bellezza immacolata dei suoi ghiacciai... Una natura che è tuttora fonte di mistero, che nonostante il nostro sapere non riusciamo ancora a decifrare completamente. Ma a volte capita di non riuscire ad apprezzare ciò che si ha, di darlo per scontato, e di rivolgere il proprio sguardo anelante verso un ipotetico altrove, che, vago e misterioso come un verso di Leopardi, riesce ad attirare maggiormente la nostra attenzione. Come quando si abbandona il paesino per fare fortuna nella grande città, o quando si lascia il proprio paese per andare all’estero... l’altrove sembra portare con sé intrinsecamente quasi una soluzione ai vari problemi. È buono e giusto cambiare, muoversi, conoscere ed esplorare. Sacrosanto! Ma occorre anche avere il coraggio di mettere a fuoco quali possano essere le priorità, le urgenze da risolvere per poter agire di conseguenza. Forse non ha così senso provare a coltivare piante sulla luna, se sulla Terra alcune coltivazioni invece muoiono, danneggiate da prolungata siccità, da calamità naturali sempre più intense e frequenti, dall’impoverimento della fertilità dei suoli. Anche qui abbiamo una missione da compiere. Una missione terrestre che rappresenta una grande sfida, ma anche l’opportunità per tirare fuori il meglio di noi, per far germogliare le migliori idee, collaborando uniti, come coinquilini di un’unica casa comune.


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RING di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi QUANDO UNA SEMPLICE SIEPE DIVENTA UN LIBRO APERTO

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i fronte alle aule in cui insegno c’è una lunga siepe, formata da diverse piante, alcune sempreverdi, altre in balìa delle stagioni. Nessuno fa caso a questo intricato sistema vegetale: all’interno delle quattro mura scorrono inesorabili le lezioni, da quelle inerenti alle scienze della terra a quelle delle altre discipline teoriche e pratiche. Tutti gli studenti hanno gli occhi puntati sulla lavagna interattiva, seguendo – chi con attenzione, chi stancamente, altri sognando ad occhi aperti – segni, geroglifici, sistemi matematici. Intanto, a pochi metri, attorno, dentro e sopra la siepe c’è un continuo e sbalorditivo traffico di uccelli: ci sono il comune merlo che litiga con il proprio fratello, il cardellino che cerca di fischiettare delle sonorità benché bloccato dal freddo e i soliti passeri che, come gli studenti, amano far mischia (leggi “casino”). Poi c’è il signorile pettirosso che, al cospetto degli uccelli più grandi di lui, gonfia il petto esaltando ancor di più quello splendido color aranciorosso. Non dimentichiamo neppure il lucherino, il trentino lugherìn – no ‘l magneria gnanca le lengue de lugherin, si dice di chi non ama neppure le rare prelibatezze –, sorta di fringuello con livrea verdina sul dorso e gialla sul ventre. In alto svolazza chiassoso il corvo mentre il picchio, imperterrito, continua a salire e scendere per i secolari cedri, alla ricerca di qualche larva. C’è un viavai da far impazzire ogni ornitologo. D’altronde si sa che le siepi, da tempi immemorabili, sono protette, coltivate, gestite. Perfino la Provincia autonoma di Trento, tramite il Servizio Agricoltura, fornisce a titolo gratuito il materiale vivaistico idoneo per la costituzione di siepi di confine su superfici coltivate. Ma ancor più importanti sono le siepi di città, quelle urbane, perché riescono a svolgere innumerevoli ruoli. Innanzitutto quello di confine, di divisione tra un territorio ed un altro, tra una proprietà ed un’altra. Più alta è la siepe più il soggetto racchiuso al suo interno è timido, chiuso, riservato, legato alla privacy. Nel caso della “mia” siepe, questa divide due spazi pubblici, quello della scuola e quello di un giardino altrettanto pubblico: il massimo per chi decide di seguire le vite dei suoi abitanti, potendo osservarli da tutte le parti senza incorrere nelle urla dei proprietari. Le siepi svolgono il ruolo di frangivento, catturano polveri ed inquinanti, proteggono il suolo dall’erosione dell’acqua piovana trattenendo allo stesso tempo l’umidità che serve per la loro sopravvivenza, proteggono dai rumori disperdendo le onde sonore, aumentano al contempo la biodiversità, hanno una funzione estetica – se un giardiniere sa interpretare l’anima delle piante può indirizzarle nella costruzione di veri e propri meandri vegetali – e una protettiva. In un paesaggio ricco 10

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RING di siepi vivono cinque volte più specie animali rispetto ad una campagna “ripulita”. Oltre ai miei cari uccelli, sono in primaverile attesa di veder arrivare coleotteri anche rari, farfalle e piccoli mammiferi – i topolini di campagna sono uno spasso, per non parlare del toporagno –: tutti questi hanno la loro culla nella siepe. E non vanno dimenticate le api, le lucertole e i rospi. I biologi e i naturalisti ci dicono che in una siepe possono dimorare oltre 1200 specie animali. La siepe, inoltre, è una piccola oasi: tante oasi formano una rete ecologica che collega tra loro biotopi, boschi e corsi d’acqua, permettendo agli animali e agli insetti di spostarsi con comodità e sicurezza. Inoltre abbelliscono il paesaggio: arbusti, siepi, boschetti e singoli alberi conferiscono – soprattutto nelle aree ad alto valore ricreativo dell’arco alpino, ma anche urbano – una notevole attrattiva al paesaggio coltivato. Pensiamo alle testimonianze di antichi metodi di coltivazione, ai tradizionali paesaggi di campagna, di collina e di montagna che incontriamo durante le nostre passeggiate, che segnano il territorio in cui viviamo, diventando una valenza storicoculturale in cui si può leggere la storia del nostro habitat. Nella vicina Provincia autonoma di Bolzano, ad esempio, le siepi sono protette, lo sfalcio non deve avvenire prima del 31 luglio ed è vietato l’impiego di fertilizzanti e pesticidi, erbicidi inclusi. Anche qui in Trentino c’è una legge che ne protegge la presenza, ma in certi paesi o nei pressi delle abitazioni private non facciamo fatica a leggere quelle strisce di erba ingiallita, sintomo e segno dell’uso di erbicidi. Ma, ritornando all’inizio, la siepe che si para di fronte ai miei occhi diventa, giorno dopo giorno, un libro aperto su cui creare vere e proprie lezioni: insegnamenti legati all’educazione civica, al rispetto degli altri e delle diversità, alla scienza, alla biologia, ai colori che impreziosiscono la scenografia della siepe e che, sapendo coglierne le potenzialità, i miei allievi possono trasferire in trucchi e colori di acconciature. Per non parlare della musicalità, del piacere, tra il caos urbano, di percepire il mondo che sta fuori di noi, questa fonosfera ricca di insegnamenti, come ci hanno indicato già secoli fa i letterati e i naturalisti romani. Ebbene, la siepe come primo libro di scuola, gratuito, alla portata di tutti, leggibile e interpretabile da tutti. Sulla siepe si possono costruire una pedagogia e una filosofia del rispetto, dei ruoli e della divisione degli stessi. Per la siepe entra in campo pure Giacomo Leopardi e gli occhi dell’uomo si possono perdere nell’infinito. Insomma, un mondo si apre, per chi sa coglierlo.


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RING di Stefano Margheri

caninamente C’È UN SOLO MODO PER RENDERLO FELICE: PERMETTERGLI DI USARE IL CORPO E LA MENTE!

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latini dicevano: “Mens sana in corpore sano”, certamente riferendosi alla nostra specie. Eppure, mai un tale detto potrà essere più calzante per il nostro amico a quattro zampe, essendo egli stesso bisognoso di esprimersi tanto con il fisico, quanto con il cervello. Molti studi sono stati svolti negli ultimi decenni sul benessere del cane ed è ormai assodato che un corretto esercizio fisico, ed una buona dose di attività cognitiva, siano da considerarsi i migliori ingredienti per un’esistenza felice e appagante. Addirittura, richiamando i tanto diffusi “disturbi del comportamento”, si sarebbe dimostrato che l’applicazione di una giusta “formula di attività” nei confronti di chi ci sta accanto sarà il primo strumento di prevenzione circa l’insorgenza delle più svariate problematiche di gestione. Dal punto di vista fisico, infatti, la possibilità di dedicarsi ad un movimento ripetuto e costante consentirà la produzione di particolari sostanze chimiche, chiamate endorfine, la cui proprietà permetterà di fornire una condizione di benessere all’interno dell’organismo. Ciò, sarà particolarmente garantito nel caso di vere e proprie attività “aerobiche”, ove i muscoli vengono maggiormente sollecitati, insieme ad un aumento della frequenza cardiaca. Non sembrerebbero bastare, quindi, le sole passeggiate al guinzaglio attorno all’isolato, essendo il nostro amico particolarmente resistente alle andature camminate. In quest’ipotesi, infatti, egli non potrebbe far fuoriuscire tutta l’energia in esubero, rimanendo una condizione di “ristagno” che potrà, in talune condizioni, estrinsecarsi in comportamenti “sostitutivi” non sempre corretti. Oltre all’esercizio fisico, non dovremo non dedicare tempo ed attenzione ai c.d. “processi cognitivi”, tali da permettere di attivare altre zone del cervello correlate al ragionamento e alla memoria. Molto utili potranno divenire gli esercizi di educazione generale, di estrema importanza anche in funzione di una corretta gestione quotidiana. Imparati quelli basilari, come il rispondere al richiamo, il camminare al passo, il sedersi, il mettersi a terra, il dirigere lo sguardo verso di noi, e così via, potremo dilettarci in operazioni più complesse, sino a richiedere lo svolgimento di azioni di differente difficoltà in molteplici luoghi. Se ciò non bastasse, sarà possibile 12

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RING cimentarci in attività “cinofilo sportive”, pur sempre nel rispetto delle competenze e delle potenzialità di chi abbiamo a fianco. Al di fuori di ogni velleità performante, sarà di elevato divertimento dedicarci a discipline in cui entrambi, noi e lui, vivremo nuove e proficue esperienze. Una tale impostazione di vita sarà garanzia di una crescita del rapporto cane e proprietario, divenendo sempre più intense la fiducia e la dedizione reciproca. Ancora una volta andrà a beneficiarne il benessere del nostro cane, giacché anche l’impiego del ragionamento implicherà la produzione di altre sostanze cerebrali, come la serotonina, atte a garantire una serenità psico fisica a lungo termine. Le ricerche più recenti hanno, altresì, suffragato una tale impostazione di attività, evidenziando come ogni individuo canino richiederebbe, nell’arco di un’intera giornata, una media di tre/cinque ore di coinvolgimento motorio, sensoriale, emozionale e cognitivo. Senza farci spaventare da queste cifre, potremo avvalerci di efficaci metodi di sollecitazione, pur mantenendo i nostri inevitabili impegni quotidiani e lavorativi. Un buon sistema potrà consistere nel sostituire il rilascio dei pasti in ciotola con interessanti strumenti di attivazione, grazie ai quali il nostro amico potrà dedicare molto del tempo a disposizione a “cacciare” la pappa del momento. Esistono in commercio diversi “giochi” preposti a tale funzione, come i contenitori in gomma dura, le palline con fori dai quali far fuoriuscire le fatidiche “crocchette”, le piramidi “bucherellate” e tanti altri sistemi per consentire ad ogni cane di essere cane. Questi oggetti di apparente semplicità potranno azionare quei movimenti istintivi ereditari tipici di un predatore come realmente è il discendente del lupo, creando situazioni di caccia “immaginaria” alla stessa stregua di ciò che accadrebbe in natura: ricerca, individuazione, inseguimento, raggiungimento, uccisione, dissezione e ingestione della preda. Così facendo, destinando per ogni singolo pasto una buona manciata di minuti al giorno, persino mentre ci staremo preparando per andare al lavoro, ovvero svolgendo le faccende domestiche, egli attiverà mente e corpo alla ricerca delle migliori soluzioni per ottenere l’ambita pappa, per poi sdraiarsi in cuccia senza alcuna velleità di malanni. Queste semplici regole di attivazione “mentale” dovranno essere mantenute anche con il passare degli anni, essendo fondamentale che persino in età senile i nostro amici possano sentirsi protagonisti in azioni dirette a procurare loro benessere. Nulla sarà, infatti, più svilente di essere ritenuti ormai inidonei ad ogni coinvolgimento “operante”, essendo ulteriormente acclarato che una programmazione psico – fisica aumenterà l’aspettativa di vita di ogni essere vivente. Al contrario, la mancanza di corse, esercitazioni mentali, condivisioni sociali ed esplicazioni istintuali, sarà considerabile a tutti gli effetti come una pericolosa forma di maltrattamento. lamiaellie@gmail.com


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RING di Pino Loperfido

di Denise Fasanelli

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STIAMO PERDENDO LA MEMORIA, MA ABBIAMO TANTA NOSTALGIA

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ra i tanti paradossi che la nostra epoca vive (uno molto interessante lo trovate nel ring di questo mese di Silvia Tarter) è legato al rapporto tra memoria e nostalgia. La situazione è la seguente: da un lato abbiamo le nuove tecnologie che ci stanno rimbambendo al punto da non ricordare più nemmeno la lista della spesa o la targa della nostra auto o il codice fiscale. Per non parlare del senso dell’orientamento che nella razza umana oramai non si sviluppa ulteriormente una volta raggiunta la veneranda età dei cinque anni. Fotografie, ricordi, corrispondenza: affidiamo tutto alla memoria di Internet, come fosse un enorme hard-disk. Ma nella guerra mondiale contro la memoria ci va giù pesante anche il mondo della scuola che del nozionismo dei nostri padri non sa più che farsene. Nessun insegnante ormai si azzarda più a far imparare a memoria “Il cinque maggio” o la tabellina del nove. Al contempo però assistiamo al grande spolvero di tutta una serie di giorni della memoria. Storica, questa volta. Teniamo a mente ogni giorno il genocidio dei cartaginesi e non rammentiamo il pin del conto corrente. È quasi un’ossessione questa di ripercorrere annualmente brutali stermini e orrendi soprusi con la convinzione che solo così facendo potremo scongiurare un loro ripetersi. Ma veniamo ora alla nostalgia, il lato emotivo della memoria. La cosa più assurda di tutte è che in tanto dimenticare la nostra modernità pare letteralmente impregnata di nostalgia. Non solo in senso politico e ideologico. Se da un lato stiamo perdendo lentamente la memoria dall’altro rimpiangiamo un passato recente di cui in realtà ricordiamo ben poco: se non che ci piaceva e ben si addiceva alle caratteristiche del nostro vivere. Quante volte sentiamo ripetere: “Allora sì che si stava bene!”. Magari non avevamo da mangiare, il bagno era sul poggiolo, per fare una telefonata dovevamo andare in bottega, per comporre un giornale bisognava farsi ogni volta un aerosol di piombo, ma cavoli se “si stava bene”. Abbiamo nostalgia di tutto. Dei gruppi musicali, delle minigonne, dei vinili, della Cinquecento. Fioriscono serie tv ispirate agli anni Ottanta, Novanta. Di tanto in tanto viene riesumata qualche cariatide vip affinché, rendendosi ridicola in un reality show, plachi la nostra sete di rimpianto. La domanda è: perché? Perché continuiamo a guardare indietro in questo modo? Perché non ci lasciamo tutto alle spalle e non ci proiettiamo una volta e per tutte verso il futuro? Forse la sparo grossa, ma la scrivo lo stesso. Forse la nostra cultura – intesa come sfera del vivere – è solo il pallido ricordo di ciò che era venti o trent’anni fa. E la cosa ci spaventa non poco. Per questo evitiamo come la peste lo sguardo minaccioso di questo oscuro presente.

lost in glocal CRONACA DI UNA CONNESSIONE

Q

uindici boccate all’alba, non una di meno non una di più. La testa china sul cellulare prelevato dalla tasca con un gesto naturale – come uno sbadiglio –, un paio di tocchi rapidi per connettersi. Una sigaretta, dose quotidiana di nicotina da inghiottire avidamente a pieni polmoni, tra foto, link, notizie. Quindici boccate per arrivare al filtro biondo. Quindici boccate durante le quali connettersi, prima di lavarsi, del lavoro, dei figli, della moglie, della routine quotidiana. Una mattina, mentre con gli occhi sul telefono si apprestava a rientrare in casa, un chiocchiolìo lo distolse dallo schermo, una sagoma scura appoggiata sulla ringhiera del terrazzo a pochi metri da lui, troppo piccolo e slanciato per essere un piccione. Fu un attimo, poi volò via. La scena si ripetè, mentre lui, sulla soglia dei cinquanta, il sonno leggero e la brutta consuetudine di fumare appena sveglio, a malapena degnava d’uno sguardo il volatile, troppo preso con le sue dita a “mipiacizzare”, commentare tra video, hashtag, inviti, messaggi, gruppi. Finchè un giorno, il fischio insistente di quel merlo testardo, dal piumaggio di un nero brillante, riuscì a distrarlo. Era appena svanita la notte, la campagna ancora ricoperta di quel bianco di gelo, si voltò di scatto ed il merlo volò via rapido. Un secondo dopo, con prudenza, sbucando fuori dalla campagna tornò ad appoggiarsi alla ringhiera del balcone. I due, immobili, sembravano fissarsi. Fu un attimo e un’abitudine si incrinò. Fu in quel preciso istante che l’uomo, mentre spegneva il mozzicone, si sentì inebriato da un’eccitazione di cui aveva perso memoria. La bocca si aprì ad un sorriso, entrò, aprì la credenza, prese rapidamente un biscotto che andò a sbriciolare sul balcone. Il merlo spiccò un volo inaspettato e si allontanò, il sorriso dell’uomo svanì con esso. Ci rimuginò tutto il giorno e, l’alba seguente, uscì con uno spicchio di mela che posizionò vicino alla ringhiera, mentre accendeva la sigaretta. Il merlo non tardò, i movimenti circospetti durarono qualche minuto, finchè non iniziò a beccare. Fu allora che l’uomo pensò occorresse scattare una foto e si trovò stupito di se stesso, della sua dimenticanza: lo smartphone era rimasto da qualche parte all’interno della casa. L’uccello sembrò intravedere le sue intenzioni e si dileguò rapido. Le mattine successive l’uomo uscì sempre puntuale, alcune volte armato di semi di girasole altre di uno spicchio di mela, ogni volta sfornito del telefono, pensando avrebbe fatto scappare il suo nuovo amico piumato. O, forse, resosi conto di quanto attraverso quello strumento la corporeità fosse assente insieme alla parte più vera delle persone, della vita. Quindici boccate per godere appieno di quella nuova abitudine in cui si ritrovava “connesso” con il mondo. E da quel giorno non si trattò più di quello virtuale. 15

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trentinocommenti trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI

il dialetto in-forma ENGREMENÍ, SÍ, MA NO ENSEMENÍ

“C

o ‘sto frét che fa cascar le recie son chì engremenì!” Con buona pace dell’amico Elio Fox, che nel suo fondamentale dizionario mette frèt al femminile, aggiungendo che “nel dialetto della nostra città è sempre stato al femminile”, così come riporta la mél, la giaz, la sal, la calt e altri termini dialettali al femminile, io uso frét (o frèd) e gli altri lessemi citati, al maschile. Dico “Ancòi l’è en fret dela madona: stizza!” Non lo faccio per contraddire l’amico Fox, ma per una ragione di fondo: la ragione è che con l’uso mutano le parole e può cambiare anche il loro genere grammaticale. E bisogna prenderne atto: l’uso ha sempre finito con l’imporsi al dizionario. E così cambia il genere degli idronimi, ovvero dei fiumi e dei torrenti. Per cui praticamente nessuno dice più la Fèrsina, la Sarca, la Brenta e bisogna prenderne atto. Così, come bisogna registrare che non ci si fa più il bagno nella brenta ma nella vasca da bagno. “Che bel, però, sior professor quando nossa mama la ne feva el bagno en te la brenta!” “Se ci pensi è solo perché allora eri un bambino, con tutta la felicità dei bambini quando fanno il bagno: col contatto dell’acqua, il profumo della saponetta, la carezza della spugna e delle tenere mani della madre. Ma è molto più comodo adesso con la vasca da bagno spaziosa, con l’acqua calda e fredda non razionata, ma tutta quella che vuoi. E senza più l’affaticamento delle madri per scaldare l’acqua sul focolare, portarla nella brenta, prendere l’acqua fredda dalla spina, portarla nella brenta, miscelarla, svuotare alla fine il recipiente, ripulirlo… Il buon tempo antico non è mai esistito, e se è esistito per qualche momento veniva pagato caro prezzo…”.

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“El g’ha resón, professor. Se penso ai inverni de quando èren boci, sempre egremenidi dal frèt. La nossa familia l’era poreta, ne scaldéven come podéven col ciapòt e la segadura. En te i paesi l’è diverso, legna te ‘n trovi sempre. Ma en zità te batèvi i denti, te batèvi le brochete…” “Certo: ma pensiamo che c’è ancora tanta gente, troppa, che anche qui da noi è intirizzita dal freddo. Pensiamo alla gente dei barconi, ma anche alla gente nostra, che dorme sotto i ponti, coperta da cartoni e giornali, rimasta senza lavoro, sfrattata, buttata fuori di casa…” “Come el me amico Turo, restà senza lavoro, che el s’era trat al béver. Na sera l’è tornà ca’ e la so sposa la gaveva mes la valìs fora dela porta…”. “E lui cosa ha fatto?” “El s’è vendù la valìs…“. “Sì, e poi?” “El se l’è bevuda fora…” “E poi, come è andata a finire?” “No l’è nada a finir: l’è continuada. È vegnù inverno e lu l’era sempre engremenì”. “Sì e poi?” “‘Po ‘l g’ha robà la machina ala só sposa (la gaveva portà via anca quela anca se el l’aveva comprada elo) e el dormiva en machina…”. “E sua moglie?” “La g’ha fat causa e elo l’ha dovest darghe de ritorno la machina. L’era de nof engremenì dal fret, ma el se diseva: la me machina ghe la ciavo de nof: engremenì sì ma nò ensemenì!” renzofrancescotti@libero.it


trentinoarte di ROBERTO PANCHERI

taccuino d’arte QUANDO LA NOBILTÀ TRENTINA SI METTEVA IN POSA Due ritratti fin de siècle di Alcide Davide Campestrini

N

ella scuola elementare di Magrè/ Margreid si conserva un grande dipinto firmato dal pittore Alcide Davide Campestrini (Trento 1863 - Milano 1940). L’opera raffigura tre bambine in posa nella penombra di un interno. Nel taccuino di lavoro dell’artista, dove egli soleva registrare in ordine progressivo le principali opere che eseguiva, sotto l’anno 1900 si legge: “Ritratti in grandezza naturale delle 3 contessine Salvadori Lire 4000”. Si tratta evidentemente del dipinto in esame, pervenuto al Comune di Magrè insieme all’edificio in cui ha sede la scuola, già di proprietà della baronessa Adele Salvadori Crivelli. Dell’opera è noto anche un bozzetto preparatorio, conservato in collezione privata, che si distingue dalla versione finale per l’assenza dei giocattoli, poi opportunamente aggiunti: una palla fatta rotolare sul tappeto in primo piano, un sonaglio e una bambola. Elvio Mich, nella sua monografia sul pittore pubblicata nel 2013, ha puntualmente identificato le effigiate nelle figlie del

barone Isidoro Salvadori e di sua moglie Livia contessa Padulli di Vighignolo, nate rispettivamente il 7 aprile 1895 (Violante), il 29 febbraio 1896 (Camilla) e il 27 febbraio 1898 (Adele). Le tre sorelline contavano dunque, all’epoca dell’esecuzione del dipinto, rispettivamente cinque, quattro e due anni. Figlie di un barone trentino e di una contessa lombarda, le bimbe manifestano fin dal loro abbigliamento l’appartenenza alla più elevata classe sociale ed esprimono, nella compostezza delle pose, una perfetta educazione, secondo i parametri della pedagogia ottocentesca. Campestrini ha colto con grande vivacità i loro sguardi lievemente stupiti e ha riprodotto con vera maestria i dettagli del loro abbigliamento, giungendo a esiti virtuosistici nella resa dei colletti e dei polsini di merletto, nei riflessi bluastri degli abitini neri e delle scarpine di vernice, nell’effetto pettinato del velluto verde smeraldo del divano. La nota più squillante della tavolozza è riservata al cuscino su cui siede Camilla, rivestito di rosso scarlatto con volant

Alcide Davide Campestrini, Ritratto delle baronessine Violante, Adele e Camilla Salvadori, olio su tela, 1900. Magrè, scuola elementare

Alcide Davide Campestrini, Ritratto del conte Carlo Lodron, olio su tela, 1898. Collezione privata

verde chiaro. Alla cornice è applicato lo stemma di famiglia. Siamo in presenza di uno dei capolavori dell’artista trentino, che si era formato a Milano presso l’Accademia di Brera e ricoprì presso lo stesso istituto l’incarico di insegnante di disegno. La militanza politica di chiara impronta irredentista, evidente anche nella scelta dei temi di molte sue opere, non gli impedì di ritornare periodicamente a Trento, mantenendo vivi i rapporti con la committenza locale. Oltre che per la nobile famiglia Salvadori, ben radicata fra Trento e la Bassa Atesina, Campestrini lavorò per il conte Carlo Lodron (1840-1918): lo attesta il suo imponente ritratto, a figura intera e in tenuta da caccia, firmato e datato “Gmünt 1898”, che fu eseguito nel castello di Gmünd in Carinzia ed è oggi conservato presso gli eredi. Un’altra opera magistrale, che permette di includere il pittore tra i migliori ritrattisti attivi in area trentina e tirolese a cavallo tra Otto e Novecento. 17

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.02.2019 CL A SS IC ST YL E CO PPA ITA LI A M A ST ER E CI TTA D IN I CA M PI O N AT O ITA LI A N O CI TTA D IN I E 24.02.2019 SK M A ST ER AT IN G ST YL E CO PPA ITA LI A M A ST ER E CI TTA D IN I

23-24.02.2019

5th EDITION Vi aspettiamo sul Monte Bondone il 23 e 24 febbraio 2019 per la quinta edizione della “Viote Monte Bondone Nordic Ski Marathon”. Un evento unico organizzato dall’ASD Charly Gaul Internazionale e dall’APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi. Una splendida offerta per gli amanti dello sci nordico. Uno speciale weekend all’insegna del benessere e del divertimento. Sabato 23 si terrà la gara di sci nordico in tecnica classica e domenica 24 in tecnica libera, entrambi su percorsi accattivanti per scoprire l’ambiente incontaminato ai piedi delle Tre Cime del Monte Bondone, con le Dolomiti di Brenta sullo sfondo.

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Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher [ info@trentinomese.it ] Hanno collaborato a questo numero: Susanna Caldonazzi, Paolo Chiesa, Lara Deflorian, Fabio De Santi, Fiorenzo Degasperi, Denise Fasanelli, Renzo Francescotti, Claudio Marchesoni, Stefano Margheri, Sandra Matuella, Francesca Mazzalai, Roberto Pancheri, Fabio Peterlongo, Silvia Tarter, Nicola Tomasi, Tiziana Tomasini, Daniele Valersi Progetto grafico: Fabio Monauni

[ fabio@curcugenovese.it ]

Redazione: Trentino Mese Via Missioni Africane 17 38121 Trento Tel.  0461.1924988 Editrice: Curcu Genovese S.r.l. Via Missioni Africane 17 38121 Trento Tel.  0461.1924988 Concessionaria Pubblicità: S.E.T.A. Società Editrice Tipografica Atesina S.p.A. Via Sanseverino, 29 - 38122 Trento Tel. 0461.934494 Stampa: Litotipografia Alcione Lavis (TN) Registrazione Tribunale di Trento n. 536 - 21 dicembre 1991

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SOMMARIO FEBBRAIO 2019

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Ring

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4 COMMENTI 14 IL DIALETTO INFORMA 15 TACCUINO D’ARTE

Attualità 18

MENO TABLET, PIÙ MAGIA

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IL TRENTINO DI ANDREA G. PINKETT

22 ISOTTA TOMAZZONI 28 34 40 44 48 50 52 54 56 60

EREMO DI SAN VALENTINO LA TERZA VOLTA DI “STRIKE” 1938: HITLER A TRENTO L’ARRIVO DEI POMI DI TERRA IL “FORÉST” CHE C’È IN NOI “EXITUS. IL PASSAGGIO” FRANZ AVANCINI DALL’ARTE ALLA RICERCA MARISA BRUN SPECIALE SAN VALENTINO

Panorama 68 69 70 72 73 74 75 76 78 79

ERMAL META TERESA MANNINO GIOCHI DI SCALE NATALINO BALASSO MALIKA AYANE “DELITTO E CASTIGO” TEATRO A TRENTO SOCIETÀ FILARMONICA CONCERTI DELLA DOMENICA CLASSICA SHOW

Giorno per giorno

80 MOSTRE 84 APPUNTAMENTI DEL MESE

Scoop&news 94 99 104 105

I MATRIMONI DEL MESE LUMEN: MUSEO DELLA FOTOGRAFIA TUTTO SULLE ORCHIDEE SPORT “FANTASCIENTIFICO”

Rubriche 108 110 112 113

LIBRI E LIBRERIE LA RICETTA SAPEVATE CHE? #TRENTINOMESE CONTEST info@trentinomese.it www.trentinomese.it 19

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trentinoattualità di Fabio Peterlongo

MENO TABLET,

più magia

I BAMBINI E IL GIOCO IN TRENTINO. ABBIAMO PROVATO AD INDAGARE TRA GLI ESPERTI DEL SETTORE LUDICO, DOMANDANDO QUALI SONO GLI INGREDIENTI PER OTTENERE UN “BAMBINO FELICE”. CON IL CLOWN RICO BELLO E MAGO DADO CERCHIAMO DI CAPIRE QUANTO SONO CAMBIATI I BAMBINI DOPO LA RIVOLUZIONE TECNOLOGICA. LA PEDAGOGISTA ORNELLA DE SANCTIS AVVERTE: «I VIDEOGIOCHI SONO COME LE DROGHE»

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nche il Trentino è stato teatro, negli ultimi quindici anni, di una vera e propria “rivoluzione” dell’infanzia. È avvenuto lo stravolgimento radicale di ciò che significa essere bambini. L’arrivo di Internet in ogni casa, la moltiplicazione dell’offerta televisiva, la marginalizzazione dei prodotti cartacei sono stati i tratti principali di questa rivoluzione. Conosciamo il problema dei bambini parcheggiati davanti alle tv, sui tablet, manipolati dalla pubblicità che pervade ogni media, ipnotizzati dai videogiochi. Questo crinale, che sembra catturarli inesorabile, compromette la loro capacità di meravigliarsi di fronte ad un piccolo 20

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trucco di magia accuratamente studiato e preparato: consumatori passivi di prodotti scadenti, si cibano di internet come fonte infinita di informazioni e lo usano senza un senso del limite. Ed in questo i bambini d’oggi assomigliano in tutto e per tutto ai loro genitori, agli adulti, troppo spesso incapaci di creare piccoli umani che un giorno dovranno essere autonomi e felici. Abbiamo interpellato due professionisti che fanno dell’intrattenimento dell’infanzia in Trentino la loro occupazione quotidiana, facendo scoprire ai loro spettatori, come attraverso una scintilla, la bellezza senza tempo di un gesto magico o di una

filastrocca. Sono Enrico Santini (alias clown “Rico Bello”) e Corrado Giannattasio (alias “Mago Dado”), impegnati in prima linea per continuare a presidiare il regno della “magia” dalle incursioni della tecnologia. Abbiamo poi interpellato Ornella De Sanctis, pedagogista e giudice al Tribunale dei Minori di Trento, che lancia l’allarme: «La tecnologia compromette l’immaginazione dei bambini». RICO BELLO: «LA TECNOLOGIA RENDE MALEDUCATI» Enrico Santini, meglio conosciuto come clown “Rico Bello”, è un veterano dell’in-


trentinoattualità

trattenimento per l’infanzia nel territorio trentino. Classe 1942, ha iniziato a calcare il palcoscenico nel 1959, prima nelle filodrammatiche, poi come presentatore e intrattenitore assieme al duo “Gegè-Martinez”, poi, dopo lo scioglimento del gruppo nel 1988, come clown. Davanti ai suoi occhi sono passate diverse generazioni di bambini trentini e molti, anche da grandi, si ricordano di lui. Enrico conferma il suo “impatto”: «Mi capita di incrociare degli uomini adulti, con i loro bambini per mano, che mi dicono: “Mi ricordo ancora della filastrocca, “Io sono Rico Bello, con la faccia da cammello…” È ancora oggi il modo con cui mi presento alle feste». I suoi inizi nei primi anni Sessanta raccontano di un Trentino profondamente diverso. Enrico fa vivere i ricordi: «All’epoca la televisione era poco diffusa e la gente riempiva i teatri. Era l’epoca d’oro dei circhi familiari, dove andavamo a “rubare” spunti e idee per le scenette». Quando a fine anni Ottanta iniziò a vestire la maschera del clown, Enrico si trovò di fronte una generazione nuova, quella dei bambini cresciuti con “Mazinga”, “Barbie”, “Big Jim” e le “Tartarughe ninja”, dove il modello dell’intrattenimento per l’infanzia era dettato dai fenomeni televisivi: «Acquistavo le musicassette e i cd con le sigle dei cartoni, per far ballare e cantare i bambini. Infarcivo i miei numeri con giochi di prestigio e confezionavo sculture di palloncini: sono arrivato a riuscire a realizzare oltre 100 forme diverse. Ancora oggi i palloncini sono sempre graditissimi». Nel corso dei decenni successi-

vi che portano all’oggi, la scena della clowneria e dell’intrattenimento per l’infanzia è mutata profondamente. Con animo pungente, Enrico commenta: «All’epoca, eravamo in cinque a proporre questa formula, oggi siamo in trenta. Sembra che basti vestirsi con un naso rosso e fare le bolle di sapone per definirsi un “clown”». C’è poi il fenomeno dei “trucca-bimbi”, invitati

«Giocate con i vostri bambini, disegnate insieme a loro, non parcheggiateli davanti alla tv e non demandate tutto alla scuola!» alle feste per decorare i visi dei bambini con forme e colori, verso i quali Enrico non sembra nutrire particolare simpatia: «Il clown deve far ridere. Deve avere un repertorio di battute e saper improvvisare. Alcuni grandi clown non avevano nemmeno bisogno di truccarsi: pensiamo a Stanlio e Ollio o Buster Keaton». Insomma, non è il trucco dipinto in faccia a fare un clown. Contemporaneamente è mutata profondamente la capacità dei bambini di usare la loro fantasia: è questo l’aspetto che rammarica maggiormente Enrico. «La capacità dei bambini di immaginare un mondo fantastico – spiega – è stata danneggiata da televisione

e tablet. C’è sempre il più grandicello che viene a disturbare il numero, perché l’ ha già visto su internet». La tecnologia ha contribuito, secondo Enrico, a cambiare in peggio i comportamenti dei bambini trentini: «Una volta c’era più rispetto dell’adulto, una sorta di “timore” ad accostarsi all’intrattenitore e soprattutto c’era più curiosità. Oggi la soglia di attenzione di un bambino si è drasticamente ridotta: tenerlo incollato sul tuo numero per un’ora richiede un miracolo». Esistono ancora, tuttavia, i bambini curiosi, che magari si avvicinano al clown non per rovinargli lo spettacolo, ma perché ne sono genuinamente intrigati: «Succede ancora, per fortuna. A questi bambini, rivelo qualche trucco. Il problema è che oggi i bambini sono subissati da una marea di informazioni, sono frastornati». E, con tutte queste informazioni, si riduce lo spazio per restare meravigliati. Enrico Santini dà un consiglio agli adulti: «Giocate con i vostri bambini, disegnate insieme Il mago Rico Bello

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trentinoattualità

IN TRENTINO IN CALO I NEONATI

A

La dottoressa Ornella De Sanctis

a loro, non parcheggiateli davanti alla tv e non demandate tutto alla scuola. Le maestre oggigiorno sono molto preparate, ma non possono fare miracoli quando la famiglia non stimola l’immaginazione». Enrico illustra una fotografia molto eloquente per definire il modo di fare dei bambini d’oggi: «Quando li metto in fila per regalare loro un palloncino a forma di spada, giraffa, ecc, solo uno su venti dice “grazie”. Quando questo accade dico ad alta voce: “Fermi tutti! Sapete cosa ha appena detto questo bambino? Una cosa incredibile! Ha detto “grazie…” Questo li fa ridere e li responsabilizza!» MAGO DADO: «INCANTARE I BAMBINI È SEMPRE PIÙ DIFFICILE» Mago Dado, all’anagrafe Corrado Giannattasio, è un prestigiatore tra i più attivi nel panorama trentino, grazie ad un’agenda fitta di feste di compleanno, matrimoni e feste aziendali. È tuttavia centrale nella sua attività professionale il contatto ravvicinato con i bambini, in particolare prima che scatti la fatidica adolescenza. Corrado conferma la sensazione che intrattenere i bambini di oggi con la prestidigitazione sia molto più difficile rispetto al passato: «Vedono i giochi su internet, si informano e credono, magari in maniera erronea, di conoscere i trucchi e qualche volta di essere capaci di replicarli». Qui sta l’abilità del prestigiatore, sottolinea Corrado: «Serve tanta esperienza, per poterli sorprendere con un trucco che non si aspettano. In generale è però molto difficile far credere ai bambini alla vera e propria “magia”». Un tempo, riflette il prestigiatore, intrattenere i bambini era la sfida più grande perché, se un adulto sa di essere di fronte ad un trucco, per il bambino il gesto dell’illusionista era 22

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l primo gennaio 2018 erano residenti in Trentino 13952 bambini d’età 0-2 anni, 15219 d’età 3-5 anni, 16270 d’età 6-8 anni, 16343 d’età 9-11. Questi numeri testimoniano il declino demografico del Trentino, la cui popolazione è aumentata nel 2017 di 1182 unità per via del saldo migratorio positivo. Tuttavia il Trentino resta una delle poche aree d’Italia con la popolazione in aumento, il cui incremento è secondo solo all’Alto Adige. L’aumento della popolazione non è uniforme sul territorio provinciale: le aree con maggiore incremento sono Comunità Rotaliana-Konigsberg (6,8 per mille), Altipiani Cimbri (6,6 per mille), Val d’Adige (5,3 per mille). I peggiori saldi negativi per Val di Sole (-5,2 per mille), Giudicarie (-4,7 per mille), Val di Cembra (-3.7 per mille). autentica “magia”, un mistero capace di sbalordire: «Il senso della magia cresce anche con la pratica “attiva” del bambino, che si inventa un piccolo gioco, che magari noi adulti intuiamo subito, ma che comunque è un esercizio d’intelligenza per i più piccoli. Oggi al contrario, si limitano a replicare quello che vedono online. Sono esercizi standard a cui Internet ha tolto ogni personalità». Un altro elemento di criticità, per Corrado, sta nelle cosiddette “scatole di magia” spesso sponsorizzate da maghi famosi grazie alla tv: «Ho visto in alcune “scatole” giochi molto complicati, magari da fare con le carte o che richiedono capacità “illusionistiche” superiori. Non sono adatte ai bambini, perché non favoriscono una crescita personale. Per questo non aprirei un negozio di magia a Trento, il

rischio è promuovere una cultura illusionistica “standardizzata”. Togli il bello della scoperta ad un bambino, lo fai per vendere e non semini niente». Quando veste i panni di “Mago Dado”, Corrado ha una “politica” particolare, cerca di non dare subito confidenza ai bambini, non prima dello spettacolo: «Dare confidenza ai bambini è un’arma a doppio taglio, perché ti consente di entrare in sintonia con il tuo pubblico, di ispirare simpatia e di “prepararli” in qualche modo. Ma contemporaneamente, la confidenza permette a quelli più “sfacciati” di interagire con il mago in maniera più spudorata, con il rischio di compromettere lo spettacolo per tutti. Questo vale soprattutto per i bambini più grandi: con quelli più piccolini, farsi voler bene prima dello spettacolo in generale è una buona idea, per evitare di spaventarli o confonderli troppo». È importante, sottolinea Corrado, avere un buon controllo dello spettacolo ed avere un repertorio adatto a varie fasce d’età: «Quando vado a fare spettacoli alle scuole materne, le maestre si complimentano perché faccio magie idonee per l’età dei miei spettatori. Lo stesso vale quando sono più grandi: ho avuto grandi soddisfazioni anche con i ragazzi adolescenti, magari attorno ai 14 anni, e questo mi ha piacevolmente sorpreso. È un’età, quella, in cui è importante imparare a stupire per facilitare le relazioni sociali». ORNELLA DE SANCTIS: «LO DICONO LE NEUROSCIENZE, LA TECNOLOGIA COMPROMETTE L’IMMAGINAZIONE» Ornella De Sanctis è una pedagogista specializzata nell’età dello sviluppo, nell’arte-terapia, giudice presso il Tribunale dei Minori di Trento. Ha al suo attivo la pubblicazione di diversi studi, tra cui il saggio “L’educazione e il moderno”, edito da Liguori. La sua è una voce autorevole e desta preoccupazione quando


trentinoattualità afferma: «La tecnologia ha un effetto distruttivo sulla fantasia e sulla creatività dei bambini, in particolare nella fascia d’età 0-5 anni: queste capacità vengono compromesse. È ormai un dato acquisito e confermato anche dalle neuroscienze». La dottoressa De Sanctis rintraccia la responsabilità di questo declino critico nelle capacità immaginative che dovrebbero caratterizzare l’infanzia, nell’incapacità dei familiari di opporsi alle mode tecnologiche del momento: «Occorre la capacità di dire dei “no” e ciò è dovuto alla mancanza di consapevolezza dei danni che questi strumenti possono generare. Come genitori, non dobbiamo avere timore solo che i nostri figli assumeranno sostanze stupefacenti, perché queste sono droghe tecnologiche». Gli adulti, secondo De Sanctis, mettono in mano ai bambini degli strumenti potentissimi che nemmeno gli stessi adulti sanno gestire: «Nasce da qui il fenomeno del cyberbullismo. Noto che nei gruppi chat tra bambini delle elementari si utilizza un “plus” di cattiveria nei confronti degli altri, con parole che probabilmente non esprimerebbero in un confronto diretto e personale». La vittima del cyberbullismo non è percepita come reale, ma sono reali le conseguenze sulla salute del bambino, spiega la pedagogista: «È un analfabetismo emozionale; se non ti abitui a litigare, a gestire i conflitti, poi in

Mago Dado in azione

adolescenza si genera un isolamento e si creano adulti sofferenti». La mente va al fenomeno degli hikikomori, gli adolescenti giapponesi che vivono in completo isolamento, chiusi nella loro stanza e collegati al mondo via web: «Non è un fenomeno solo giapponese, gli hikikomori esistono anche in Trentino – sottolinea De Sanctis – e sono finiti all’attenzione della Procura della Repubblica». De Sanctis non sottovaluta poi il rischio che i bambini vengano “contattati” da persone disturbate proprio attraverso i social network e le piattaforme di gioco online: «È accaduto che i minori venissero adescati attraverso Candy Crush, gioco amato dai più piccoli. L’uomo nero esiste e può utilizzare quegli strumenti». Sono proprio queste piattaforme di gioco online che sollevano i maggiori interrogativi, perché

VITO CRIMI: «INVESTIMENTI PER FAVORIRE I VIDEOGIOCHI». LE COMUNITÀ TERAPEUTICHE: «UN ERRORE»

L’

industria dei videogame non conosce crisi ed il governo nazionale punta a valorizzarla. Non lasciano dubbi le parole del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Vito Crimi pronunciate al Games Industry Day promosso da Aesvi (Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani) il 25 gennaio a Roma: «Mi colpisce la creatività del settore dei videogiochi italiano. Se parliamo di videogiochi parliamo di tecnologie digitali, di connessione, e su questo siamo indietro: bisogna dotare il Paese di autostrade digitali». Esternazioni che hanno allarmato Luciano Squillaci, presidente FICT (Federazione Italiana Comunità Terapeutiche) che ha voluto mettere in guardia sulla pericolosità dei videogiochi sui minori: «Alcuni studi hanno mostrato come i videogame possano sviluppare effetti positivi sul piano cognitivo e sociale. Ma altre ricerche hanno evidenziato la relazione esistente tra videogiochi ed aggressività: i “game” più competitivi ed aggressivi, proprio in ragione della loro virtualità, rischiano di stimolare comportamenti slegati da regole e valori perché concepiti come privi di conseguenze reali». Squillaci ha sottolineato come le comunità terapeutiche abbiano in carico moltissimi giovani con problemi di dipendenza dai videogiochi: «Molti si rinchiudono nelle loro stanze, come gli “hikikomori” giapponesi, disinteressati ad avere relazioni reali». Squillaci chiede alla politica una riflessione in merito: «Mentre l’industria videoludica chiede maggiori investimenti pubblici, noi educatori chiediamo alla politica una maggiore attenzione per educare ed assistere i nostri adolescenti».

la loro struttura, a livelli “bloccati”, fa in modo che i bambini siano prigionieri del gioco, perché la loro mente torna sempre lì. Un nuovo livello significa nuove funzioni sbloccate, nuove “endorfine” emesse in un turbinio di suoni e colori, in una logica che è davvero simile a quella delle droghe. Senza contare che le aziende produttrici di questi giochi online studiano metodi sempre nuovi per tener catturata l’attenzione. De Sanctis mette in evidenza come questa problematica sia insita nei videogiochi: «Il videogioco manovra e gestisce la realtà di un bambino. Per questo il bambino che si trova di fronte al clown gli strappa di mano il trucco magico. Gli strumenti tecnologici e videoludici tendono a essere “la realtà” dei bambini, annichilendo la possibilità di meravigliarsi di fronte ad un piccolo trucco magico». Su questo, De Sanctis manda un allarme all’indirizzo dei genitori: «I bambini non devono sempre “fare qualcosa”. Anche durante l’infanzia c’è un tempo in cui si può guardare il soffitto. Imparare a gestire la noia è essenziale per poter essere autonomi da grandi». La pedagogista esprime anche perplessità sulla possibilità di un “Internet per bambini”, ovvero quelle versioni edulcorate del web che passano attraverso il “parental control” (che i bambini possono imparare piuttosto in fretta ad aggirare) o attraverso portali specifici dedicati all’infanzia: «L’uso monitorato di Internet può essere visto favorevolmente se permette di trovare delle immagini per una ricerca scolastica o per soddisfare qualche legittima curiosità personale. Ma credo che comunque siano scorciatoie cognitive. Occorre saper usare un dizionario o un’enciclopedia, non tanto perché lì si trovino le informazioni, ma perché formano un metodo per la conoscenza». Insomma, le enciclopedie, relegate ormai nel passato dell’editoria, in questa luce appaiono come imprescindibili strumenti per il domani. ■ 23

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trentinoincontri

di Denise Fasanelli

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resciuta con la passione per le lingue, la musica e la scrittura, oggi la roveretana Isotta Tomazzoni di anni ne ha 22 ed è un’artista emergente poliedrica e carismatica. Come cantautrice ha pubblicato un cd di debutto ad inizio 2018, “Remote Influence”, un lavoro composto da 8 brani: 4 in lingua 24

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inglese e 4 in italiano, tra cui il singolo “Sudden Drop” lanciato sul suo canale Youtube. Un miscuglio di rock, elettronica e pop che sta ricevendo numerosi feedback positivi. Dopo questo cd già pubblicato è in lavorazione un nuovo lavoro e un audiolibro di poesie scritte da lei.

Isotta ha voluto inoltre tentare il successo a “Rds Academy”, il talent per aspiranti conduttori radiofonici in onda su Real Time, un’avventura televisiva e radiofonica dove, contro ogni sua aspettativa, è arrivata in finale rivelandosi la più giovane promessa dell’Academy. Una ragazza che osa sognare ma non

Fotografia: Michelangelo Di Iulio

Isotta che sa sognare

LA VOCE È UNO STRUMENTO POTENTISSIMO, LO SA BENE LA ROVERETANA ISOTTA TOMAZZONI CHE, A SOLI 22 ANNI, GIÀ FINALISTA A RDS ACADEMY E CON UN ALBUM ALL’ATTIVO, SI DIVIDE TRA STUDIO E MUSICA


Blauhaus.it

trentinoincontri dimentica di tenere i piedi per terra e studiare, nello specifico Scienze Linguistiche per le relazioni internazionali, con una tesi sul ruolo della metafora nei testi musicali di Bob Dylan. In questo contesto si è aggiudicata la vittoria alla Chinese Bridge Competition che, l’anno scorso, l’ha portata in Cina per un mese.

Giornate internazionali delle orchidee

Isotta con gli altri concorrenti dell’edizione 2018 del talent Rds Academy

re le lezioni di danza classica cercando di “Sì, io e lui abbiamo fatto il liceo insienon “sgarrare” posture e passi”. me, musica e scrittura erano la passione di entrambi, non poteva che nascere Quando hai capito di voler fare queun’amicizia. Abbiamo scritto un musical sto mestiere ed in particolare diverock in italiano all’età di 15 anni. E nel nire una cantautrice? a “Ho sempre sentito l’esigenza di dire 2017 abbiamo realizzato il cd insieme. È la mia in musica, scrivere è stato un bistata una grande soddisfazione perchè è a persone di età e generi molto sogno innato, naturale. Ho–iniziato ven. sab.a 15 piaciuto – dom. anni ed ho continuato ad accumulare tediverse e poi, cosa più importante, lo sti su quaderni, taccuini, dove capitava.ore abbiamo 9–18fatto con le nostre sole forze”. È stato nel 2017 insieme ad un amico La tua prima volta sul palco? con la mia stessa passione che tutto ha “Respiro aria di teatro da che ho mepreso forma”. moria, mia madre era direttrice del belvenerdì Parliamo dell’arrangiatore e compolissimo teatro Rovereto ed > La lunga notte delle orchidee, dalle ore 19:Zandonai una festadiper sitore tuotutti coetaneo Jacopo Ulacco, io, fin da piccina, aspettavo impaziente i sensi. Fatevi incantare da una serata piena di sorprese. giusto? Collezionisti appassionati ed espositori l’occasione di sgattaiolare sul Vi accompagneranno palco, in

21 edizione

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attraverso le rarità nella storica Serra III. Nuovamente con noi i coltivatori appassionati di orchidee e cactus, nazionali ed internazionali. e

24 Giornate delle Orchidee

sabato & domenica > “Pronto soccorso” dell’associazione altoatesina “Amici delle Orchidee” per le Vostre orchidee in panne (dalle ore 10-17). LasciateVi ispirare! > MercatoBIO – per piccini e grandi un avvincente mercato BIO dove troverte gustosi sapori naturali e “Qualità Bio” garantita.

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Raccontaci di te e del tuo background. Ancora non sapevi leggere e scrivere ma già eri appassionata di musica, quando è nato tutto? “Mi sono avvicinata alla musica con il ballo, ho iniziato danza classica a sei anni, a tredici sono stata presa in una compagnia di danza modern-jazz con il maestro Fabrizio Bernardini. A nove anni ho cominciato a studiare pianoforte alla Scuola musicale di Rovereto. Da piccola ascoltavo tantissima musica, quando tornavo a casa dalle elementari la prima cosa che facevo, ancora prima della merenda, era mettere della musica e ballare. I Beatles, Modugno, i Queen, Daniele Silvestri e molti altri, fortunatamente i miei genitori ascoltavano buona musica di ogni genere, potevo spaziare da Eminem a Bethooven. E poi adoravo i musical, in particolare il compositore Andrew Lloyd Webber e il suo Fantasma dell’opera. Ricordo che nel salone di casa avevamo un tappeto con dei disegni geometrici e simmetrici ed io mi mettevo lì a ripassa-

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trentinoincontri maniera non ufficiale e furtiva. La mia prima vera volta sul palco è stata, avevo 6 anni, in un classico villaggio turistico ma la prima performer preparata è stata con la danza classica a 7 anni”. La volta più importante? “Il palco che mi ha dato di più, per ora, è stato quello di Area Sanremo nel 2017: un concorso affiliato a Sanremo Giovani in cui sono arrivata in semifinale. A quel punto ci hanno chiamati a cantare nelle piazze del Festival, lì ho portato sul palco, per la prima volta, tre miei pezzi inediti ed è stata un’emozione fortissima quando molte persone tra il pubblico mi hanno chiesto chi fossi e dove si potevano acquistare i miei cd”. Come sei arrivata a Rds Academy? “Rds è una delle radio che ascolto, amo la radio in generale e mi piace l’idea di farla, ho molti progetti artistici che mi piacerebbe realizzare in quest’ambito. È successo tutto quando mi hanno intervistata per promuovere il mio album, lì ho capito che era un mondo a me congeniale ed ho inviato un provino, senza aspettarmi una chiamata. Invece tra 5mila provini ne hanno selezionati 50 e siamo arrivati davanti ai giudici, fino alla scrematura finale di 9 concorrenti”. Hai partecipato con successo a questo talent. Ci racconti brevemente quest’esperienza e quanto è stata importante per te? “Questo percorso per me è stato una vittoria già quando sono arrivata ai provini. Sono grata alla trasmissione, l’ho trovata meritocratica, anche se mi

è sembrato paradossale che un talent per la radio si svolgesse in televisione con una pressione notevolmente maggiore alla sola prova radiofonica. Arrivare alla puntata serale dove la visibilità è maggiore, contava molto per me. Ho avuto l’opportunità di affrontare alcune prove speciali, tra le quali l’intervista alla famosa Emma Marrone. Ad ogni puntata si rischiava di uscire e per questo ho affrontato tutte le prove come si trattasse di una finale. Voglio credere che questo traguardo non rappresenti la fine di un’esperienza ma si tratti di un nuovo inizio”. A cosa pensi quando ti trovi davanti ad un microfono? “Credo non ci sia cosa più piacevole di avere dall’altra parte qualcuno che ti

Isotta nel video “Sudden Drop” 26

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ascolta. L’ascolto è una cosa bellissima, dalla tua voce gli altri possono immaginare di tutto, quello che vuoi e che non vuoi. La voce è uno strumento potentissimo tra mistero ed immaginazione, va oltre la parola, è un gioco di interpretazione, di non detto e di pause, bisogna saper dosare voce e parola, esattamente come musica e pause”. Quanto è importante mettere in musica le tue parole e non quelle di terzi? “Scrivere e mettere in musica i miei pensieri è per me una necessità. Certo, se gli altri mi proponessero le loro storie, sarei probabilmente felice di raccontarle ma l’interprete è un altro lavoro ancora”. Oggi è impossibile non essere anche imprenditore/agente di se stessi in questo mondo. La tua esperienza? “Raggiungere un proprio stile e una propria identità è importante, serve carisma in questo ambiente e non è sufficiente il talento per emergere. Per essere manager di se stessi serve qualcuno che ti dia costantemente dei feedback obiettivi sul tuo lavoro, dei riscontri anche severi a volte. Io ho la mia famiglia che mi sostiene ed è sempre presente, mi aiuta molto in questo ruolo. E poi bisogna sapersi muovere, averi i contatti giusti, non fermarsi mai e cercare di essere sempre al massimo della competitività”. I talenti italiani si affermano spesso con maggior successo all’estero. È l’Italia che non sa valorizzarli o è l’estero che affascina molto di più? “Credo tutte e due le cose. In Italia si valorizzano molti talenti esteri ma è anche vero che all’estero si valorizzano molti talenti italiani, penso ad esempio alla Francia, al suo essere esterofila in molti


trentinoincontri campi, non di meno in quello artistico, proprio come l’Italia”. Tre parole per descriverti. “Audace, nel senso di coraggiosa, creativa e solare”. Chi è Isotta al di fuori della musica? “Sono un’avventuriera ed amo molto viaggiare ma sono anche un‘abitudinaria, quindi torno spesso ai miei luoghi del cuore. Torno a quelle relazioni, poche ma buone, che ritengo importanti. Amo il contatto con la natura e gli animali, credo sia un valore da coltivare in un mondo che si sta autodistruggendo. Adoro nuotare e andare per boschi. Mi definisco “folle in un equilibrio stabile”. Quali sono i tuoi punti di forza e quali le tue debolezze? “Sangue freddo e coraggio credo siano i miei pregi più importanti. Sono una persona complicata e questo a volte è una risorsa, altre una debolezza. E poi sono disorganizzata, anche se sto lavorando molto per migliorarmi, ho sempre in mente di fare un sacco di cose”. A che tipo di donna o artista ti ispiri per creare il tuo stile? “Non ce n’è una in particolare, mi piacciono le donne forti, quelle che si tirano fuori dal mucchio con timbri riconoscibili e diversi dal solito, innovative e originali”. Il duetto dei tuoi sogni: “Direi con Alanis Morissette o Lady Gaga”.

Quali sono i tuoi punti fermi? “Sicuramente le relazioni: famiglia, amici e amore. Sono una persona che, per quanto gira e fa, ha bisogno dei suoi nidi e le relazioni sono i miei nidi”. Come e quanto il successo cambia le persone?

“Il successo non è la notorietà, bisognerebbe sempre separare le due cose. Il successo è fatto di tanti piccoli passi, piccole soddisfazioni e qualche fallimento, qualche no che bisogna imparare ad incassare fin da piccoli; in questo senso il successo è un percorso, un viaggio che porta non alla notorietà ma a piacerti, ad essere orgoglioso di te stesso”. Se non avessi intrapreso questa carriera, quale lavoro avresti scelto? “Credo che avrei scelto di essere una diplomatica per i diritti umani, un campo difficile ma dove c’è tanto bisogno di persone in grado di cambiare le cose”. Un sogno nel cassetto o un progetto da condividere con noi? “Tanti. Ricollegandomi alla risposta precedente, mi piacerebbe attraverso la musica e i guadagni, che in questo campo a volte possono essere importanti, coniugare l’aspetto benefico riguardante i diritti umani con la mia passione per la radio magari”. Come ti vedi tra vent’anni? “Spero di costruirmi una famiglia con figli un domani, non so se in Italia o Inghilterra o in un altro luogo all’estero. Mi piacciono molto i paesi del nord, la pioggia. Spererei di essere direttrice artistica o di fare comunque un lavoro inerente la musica con la possibilità, a fine giornata, di rintanarmi in un grande studio di legno mentre fuori il tempo è uggioso”. ■

Diego Bonvecchio

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trentinoricordo IL 20 DICEMBRE 2018 È MORTO ANDREA G. PINKETTS, LO SCRITTORE MILANESE CHE NEI SUOI LIBRI COLORAVA IL NERO CON L’IRONIA E CON GLI EPISODI AUTOBIOGRAFICI FATTI RIVIVERE AL SUO ALTER EGO LAZZARO SANT’ANDREA. FORSE NON TUTTI SANNO DELLE SUE ORIGINI TRENTINE E DELLE FREQUENTAZIONI ALLA COLONIA ESTIVA DI BELLAMONTE, IN VAL DI FIEMME. E PER QUESTO NEI SUOI LIBRI NON POTEVA CHE PARLARE DEL TRENTINO CON AFFETTO ED IRONIA di Paolo Chiesa

IL TRENTINO DI PINKETTS

N

el 1991 Andrea G. Pinketts iniziava così il suo primo libro “Lazzaro, vieni fuori”: “I fatti, i luoghi e i personaggi di questo romanzo sono puramente immaginari. Mi si potrebbe obiettare che esiste una regione chiamata Trentino Alto Adige e un paesino chiamato Bellamonte. Mi sento obbligato a specificare che sia il Trentino che Bellamonte, com’è noto, li ho inventati io”. Ed è a Trento che inizia la storia narrata da Pinketts con il suo stile inconfondibile che fa dire a Lazzaro Sant’Andrea: “La stazione delle corriere di Trento aveva raccolto l’autunno con la fredda, burbera, disponibilità della gente di montagna”. Per poi proseguire poco dopo: “Avevo trascorso la notte girando per Trento che, pur non essendo Las Vegas, tra droga, terrorismo e omicidi rituali si era adeguata agli anni settanta. Negli anni Ottanta. Non aveva però sbiadito i colori rosso vino e azzurro cielo che sbandierava mia nonna a chiunque incontrasse a Milano. Non aveva perso il dialetto, un veneto un po’ più ostico nella quotidianità. Non aveva dimenticato che, essendo circondata da montagne, era meglio arrendersi”. Il primo trentino 28

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che Lazzaro incontra nel libro è un autista dell’Atesina (l’attuale Trentino Trasporti) che “distribuiva bonaria autorità, con saluti personalizzati al suo pubblico equipaggio. «Ciao Bepi, come statt?». «Stago ben, grazie e ti?»”. Quando l’autista “dopo aver appurato che tutti stessero bene” gli si pianta davanti turbato dalla “non conoscenza” di quello “straniero con postumi di sbornia”, Lazzaro gli ripete la frase magica: «Ciao Bepi, come statt?» ricevendone in cambio un «Stago ben, grazie e ti?» ed a quel punto si ristabilisce l’autorità di Bepi e del suo ruolo. E il viaggio può iniziare, lasciando Trento, come dice Lazzaro “per proseguire un itinerario sentimentale verso Bellamonte, Samarcanda delle mie estati adolescenti”. E quando Dea, una ragazza conosciuta sulla corriera gli chiede come mai sta andando proprio lì, lui le risponde: «Questioni sentimentali… non fraintendermi, ci andavo da ragazzino le estati, in collegio…» e poi specifica: «una scuola privata di Milano aveva delle sedi estive, si può dire anche colonie ma fa più malinconico». Si tratta dell’Istituto San Peltro (nella realtà il San Celso) riguardo al quale più avanti

specifica: “Ci ero andato ogni luglio per sette anni, da bambino a teddy-boy”. Sono molti i riferimenti al Trentino che Pinketts fa nel suo primo libro. Dal tragitto da Trento a Predazzo e poi per Bellamonte alla descrizione che mescola realtà e fantasia dei luoghi e dei locali di questa parte della Val di Fiemme. L’Istituto San Peltro “solido come un’accademia militare per cadetti”. L’Albergo Antico che “assomigliava, più che a un hotel di montagna, a quelle casette da cui esce l’uccellino negli orologi a cucù”. E la Baita Alpina che nei ricordi adolescenti di Lazzaro era “una specie di bar trattoria con piatti tipici, che teneva aperto sino all’una di notte. Vi si potevano incontrare boscaioli e turisti, ragazze e vecchiacce, ragazzacce e vecchie. Per tutti i gusti” ma che il proprietario Mimì la civetta ha “rammodernato” trasformandola in locale napoletano: “il bar in legno era lo stesso, identiche le teste di cervo impagliate, uguali sgabelli e tavoli medioevali. Ma proprio sopra quei tavoli, dei grossi televisori trasmettevano in circuito chiuso una commedia in napoletano. Il video di “Natale in casa Cupiello”. Pinketts era così: mescolava la realtà


trentinoricordo alla fantasia, le cose successe nella sua vita a quelle che capitavano al suo alter ego Lazzaro Sant’Andrea. Nella Bellamonte che lui descrive (e dove davvero era stato da bambino alla colonia San Celso) si muovono nani e belle donne, famiglie ricche che nascondono segreti, spacciatori, assassini. Ma ci sono anche portieri d’albergo che offrono innumerevoli giri di grappe fatte in casa, commesse di bazar che propongono, tra i prodotti tipici e le piccozze per turisti, lontani scampoli di nostalgia. Ma non mancano parti del libro ambientate a Predazzo che “senza essere ambiziosa, non era immodesta”, dove Lazzaro si reca alla SIP per telefonare (negli anni novanta non tutti avevano il cellulare), dove sono ambientati violenti scontri tra spacciatori di droga e frequentatori di un Centro Sociale e dove in piazza dopo lo spettacolo di un nano prestigiatore che diventerà suo amico si esibiscono i “Giovani Squadristi: tre settantenni in camicia nera con foulard rosso, per evitare accuse di apologia, che proponevano un repertorio musicale di un ventennio famoso”. Sarà il ritrovamento nella sua stanza all’Albergo Antico di un ritaglio di giornale di alcuni mesi prima, con la notizia della scomparsa di un bambino, che catapulterà Lazzaro e il lettore in un’indagine che avrà sviluppi inaspettati e neri che qui non è il caso di anticipare. Chi volesse può ripercorrerla nel libro “Lazzaro, vieni fuori”, edito da Feltrinelli. La mamma di Pinketts aveva origini trentine, come la nonna (mentre il nonno, raccontò lui in un’intervista, aveva origini tedesche). E la descrive così, con la sua ironia, la nonna, in un altro suo libro, “Il senso della frase”: “un essere primordiale sceso dalle montagne del

1999. A Predazzo, per “Libro d’Agosto” (foto, biblioteca di Predazzo)

Trentino a cui volevo un mare di bene”, e che: “si rifiutava di parlare italiano e si esprimeva in un ibrido tra il trentino della prima guerra mondiale e un suo personalissimo idioma”. Pinketts tornò più volte in Trentino, anche dopo essere diventato uno scrittore affermato, l’ultima delle volte nel marzo 2018 all’interno del “Festival del Nuovo Rinascimento” al Palazzo delle Albere di Trento. Ma qui abbiamo voluto ricordare altre sue visite trentine. Nel 1999 Pinketts fu ospite a Predazzo all’interno di una serata presso il cinema teatro comunale che aveva come titolo “La rossa e il nero”. La “rossa” era Pixi La Rouge che presentò il suo libro “A scuola di seduzione” mentre il “nero” non poteva che essere Pinketts che presentò, oltre naturalmente a “Lazzaro vieni fuori” anche “Un saluto ai ricci” e “E chi porta le cicogne”. Ecco le parole di Francesco Morandini, il bibliotecario di Predazzo che aveva moderato quell’incontro: «in quell’occasione Pinketts aveva raccontato alcuni aneddoti delle sue estati a Bellamonte presso la colonia S. Celso dove trascorrevano le vacanze i ragazzi della “Milano bene” che erano noti per la loro, diciamo, vivacità». Nel 2000 Pinketts fu invece a Levico Terme dove al Palazzo delle Terme, all’interno della rassegna “Sfogliando l’estate” (in quell’occasione tra il pubblico c’ero anch’io) presentò il suo libro “Il dente del pregiudizio”. Come era nel suo stile Pinketts chiese se poteva avere un Cuba Libre in compagnia del quale e del suo inseparabile sigaro lesse alcuni brani del libro con la sua voce tonante. Anche in quell’occasione lo scrittore parlò dei suoi legami con il Trentino. Stefano Ravelli, Amministratore Delegato dell’APT

Valsugana ricorda Pinketts come «un personaggio sicuramente istrionico e non convenzionale con il quale avevamo avuto il piacere di cenare e che ci aveva allietato con numerosi racconti sulla sua vita privata a Milano». Con l’aiuto di Andrea Carlo Cappi, scrittore e traduttore di Milano e grande amico di Pinketts, riviviamo un aneddoto accaduto a Trento sempre nel 2000. «Stavamo presentando al Giubbe Rosse il libro “Un oceano di mezzo”, un’ antologia-gemellaggio tra scrittori italiani e messicani. Tra gli autori italiani c’eravamo io, Pinketts e Giancarlo Narciso che è uguale a Kit Carson e insieme a Pinketts che somigliava a Tex Willer sembravano davvero la mitica coppia dei fumetti della Bonelli Editore. In quell’occasione c’era anche il console del Messico a Milano, e la città era quasi blindata per motivi di sicurezza. Nel corso della serata, Pinketts diede in pubblico un clamoroso pizzicotto (amichevole ma, suppongo doloroso!) alla guancia del console, rischiando l’incidente diplomatico. A una presentazione successiva a Milano, cui parteciparono anche alcuni degli autori messicani, Andrea rivelò che dietro tutto questo c’era un conto in sospeso: un Pinketts era caduto nella battaglia di Fort Alamo contro i messicani del generale Santa Ana. In quel momento uno degli scrittori messicani, David Toscana, si alzò, dicendo che anche uno dei suoi avi era caduto nella stessa battaglia, ma combattendo dall’altra parte. Così i due scrittori si offrirono a vicenda whiskey del Tennessee e tequila, chiudendo con un brindisi una questione aperta dal 1836, che dal Texas era arrivata a Milano passando per Trento». ■ 29

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trentinoattualità di Fiorenzo Degasperi

LA NATURA SI RISVEGLIA ALL’EREMO DI S. VALENTINO A PICCO SUL LAGO DI GARDA, UN LUOGO SACRO E QUASI ESOTICO, CHE A BEN GUARDARE RICHIAMA IRRESISTIBILMENTE LE MAGICHE ATMOSFERE DI QUALCHE LUOGO DEL MAR EGEO

lago di Garda N

elle isole greche la maggior parte dei monasteri, eremi e santuari, antichi o meno, è eretta in località solitarie, scorticate dal sole e dalle intemperie. Il bianco delle loro pareti spicca sul fianco delle arse alture o sulle cime spazzate dal meltemi, il vento che fa impazzire, contrassegnando oasi di pace. Quando ad un tratto appaiono, fra le quinte degli alberi, o nell’incavo

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di una roccia strapiombante, vengono alla mente ambienti in cui il misticismo ha trovato, nella solitudine, salde radici e ricchi frutti. Tra odori, raggi di sole infuocati, sguardi che si perdono nell’infinito, la pietra assume valore di parola, la ristrettezza dell’ambiente utilizzato dall’uomo, strappandolo al selvatico e al profano, è musica per le orecchie del fedele.


trentinoattualità Questa stessa esperienza sensoriale, se non proprio “mistica”, la si può provare ancor oggi sul lago di Garda, nell’eremo di S. Valentino, eretto a mezza costa, addossato in un incavo del Monte di Gargnano. Prima di approdare al ristretto pianoro, una porticina di legno blocca lo stretto sentiero: aprirla è come spalancare le ante su un’altra dimensione,

un mondo parallelo. Un gesto che ci fa assaporare l’esperienza che si potrebbe provare in una qualsiasi località greca al cospetto di un luogo sacro montano. Se la passeggiata viene effettuata in primavera, quando la natura si risveglia sprigionando tutta la sua potenza mediterranea, accompagnata dagli odori forti e acri del leccio, dell’alloro, del ci-

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ITINERARIO

Il consiglio dell’escursionista

Accesso stradale Sasso (m 546), amena località di mezzacosta inserita nel Parco Alto Garda Bresciano, è raggiungibile per strada asfaltata da Gargnano sul lago di Garda, sponda occidentale, seguendo le indicazioni “Val Vestino”. Punto di partenza/arrivo Sasso (m 546) Percorso Parcheggiata l’automobile si inizia il percorso presso una bella fontana in pietra, seguendo il segnavia n 31. Dapprima mulattiera, poi sentiero, con viste spettacolari sul lago di Garda sottostante. In una di queste terrazze panoramiche c’è una roccia segnata da un incavo semisferico. Si racconta che, ancor oggi, i bambini del luogo vi appoggino il ginocchio, in ricordo della genuflessione che fece qui S. Valentino per pregare. Con un breve saliscendi in una caratteristica gola si arriva all’eremo (m 772). Rientro: dalla stessa Tempi Ore 2.30 andata e ritorno. Dislivello 220 m circa

Qui tutto è rimasto immutato nel tempo, fin da quel 1638 in cui la peste sconvolse e decimò la popolazione del posto, facendo ben 400 vittime su 3000 anime abitanti il territorio di Gargnano. Lo stesso anno buona parte della gente si ritirò tra le rocce di monte Comèr e dietro il Denervo, cercandovi rifugio, sperando nell’isolamento. Scomparso il morbo, eressero questa piccola chiesa con eremo annesso, in ricordo di quella catastrofe che vide per ben tre anni consecutivi l’assenza totale di battesimi. Il San Valentino (morto nel 470 d.C., festeggiato il 7 gennaio) a cui è dedicato questo eremo è quello onorato nell’area tedesca, il vescovo di Passau (Baviera), costretto dai suoi persecutori a ritirarsi eremita tra le Alpi e per questo chiamato con l’appellativo di Santo della Rezia. Per le genti del Sudtirolo divenne in pochi anni un Santo molto venerato e interpellato assiduamente come protettore degli animali domestici, pur non apparendo ufficialmente nell’elenco dei Santi guaritori e protettori. L’eremo de San Valentìno subì nel tempo

presso, del frassino, del carpino e del rovere, allora l’esperienza orientale è totale. Lo stesso frinire delle cicale ci aiuta ad immaginarci a picco su un mare blu mediterraneo. E invece siamo sul lago di Garda.

Sasso, chiesa di Sant’Antonio del XVII secolo 32

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Non rinunciate a passeggiare per le antiche vie di Gargnano, in riva al lago di Garda, assaporando uno dei più bei centri storici del lago, calpestando le orme di David Herbert Lawrence. Il famoso scrittore inglese, autore dello scandaloso, per i tempi, L’amante di Lady Chatterley (1928), visse qui, assieme alla compagna Frieda Weekley von Richtofen, dal 18 settembre 1912 al 30 marzo 1913, dopo esservi arrivato a piedi attraverso le Alpi. A Gargnano Lawrence finì il romanzo Sons and Lovers, lavorò ad un volume di poesie che includono Sunday Afternoon in Italy e Spring Morning, entrambe scritte a Gargnano, ma soprattutto preparò alcuni capitoli dedicati al Lago di Garda del libro di viaggio Twilight in Italy. diverse disgrazie, tra cui l’abbandono e la rovina, dopo che l’ultimo eremita, tal Geremia Paladino, lo ebbe in cura fino al 27 marzo 1865, data in cui spirò. Era analfabeta ma un suo profilo ritagliato in carta nera, incorniciato ed appeso nella chiesetta dove lo vediamo ancor oggi – stessa immagine la troviamo nella sagrestia della parrocchia sottostante di



DAL LIBRO PASSEGGIARE IN TRENTINO ALTO ADIGE - Volume 2 di Fiorenzo Degasperi

Sasso –, ce lo ha tramandato e i fedeli del luogo lo hanno ben impresso nella memoria: è raffigurato con la bisaccia in spalla, il cappello schiacciato sulla testa, in mano un bastone e una piccola borsa. L’iconografia tipica di ogni viandante. Probabilmente fu proprio a questo eremita che si rifece lo scrittore tedesco Adalbert Stifter per raccontare le gesta dell’eremita Jeronimus nella novella scritta nel 1845 dal titolo Zwei Schwestern/Due sorelle.

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Dopo un lungo abbandono soltanto da una decina di anni e grazie ai volontari, questo luogo di preghiera è stato restaurato e riportato in auge tra i fedeli, recuperando la piccola cappelletta, il campanile a vela, l’abside ricavata direttamente nella roccia, il piccolo locale adibito a sagrestia. Salendo per una scaletta esterna di legno si può approdare nelle stanze dell’eremita, formate da un refettorio, una piccola camera e un altrettanto minuscolo balcone. Nei pressi, un incavo della roccia permette di raccogliere l’acqua piovana grazie ad un continuo e costante gocciolamento che si fa strada tra le fessure calcaree della parete soprastante. L’interno della cappella è ora quasi del tutto disadorno, eccetto l’affresco sull’altare raffigurante la Madonna con il Bambino, San Valentino e un fedele. La ripulitura dei terrazzamenti in sasso ha ridato nuova luce e vita a questo luogo e allo spirito di quei credenti che secoli fa riuscirono a trasformare un luogo orrido e spaventoso in amenissimo ritiro piantato di ogni sorta di frutti e di viti. La mulattiera che ci conduce in questa dirupata località un tempo era percorsa anche dai carboneri, i quali salivano sulla montagna per trascorrervi in solitudine, se vogliamo eremiti pure loro, buona parte della vita, per ricavare dal legname quel materiale nero e sporco che serviva per riscaldare le case della pianura e permetteva a loro di sopravvivere. Dalle rocce limitrofe si ricavava anche una polvere, la spulvrina, che veniva usata fino a non molto tempo fa per pulire le posate. La si estraeva da buche profonde pochi metri. ■


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trentinoattualità di Silvia Tarter

LA TERZA VOLTA DI “STRIKE”: NEL MAGICO VORTICE DELLE IDEE CHE COSA COMBINANO I GIOVANI D’OGGI? QUALCUNO DI LORO FA IL CANTANTE RAP, C’È POI CHI FA IL CUOCO, CHI L’ALLEVATRICE DI ALPACA, CHI IL DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA... ANCHE QUEST’ANNO, UNA VENTATA DI PROGETTI INNOVATIVI SONO EMERSI DALL’ORMAI CONSOLIDATO CONTEST CHE VUOLE RACCONTARE, E PREMIARE, L’INTRAPRENDENZA DEGLI UNDER 35...

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iunto alla terza edizione, l’evento annuale dedicato ai progetti innovativi dei ragazzi, trentini e non, è culminato nella serata di presentazione delle 10 migliori idee. Si parla tanto di ragazzi rassegnati, con poche speranze per il futuro, magari costretti ad andare via dall’Italia per trovare un lavoro più stabile e che risponda maggiormente alle loro aspettative e al loro percorso di studi. E forse non si parla mai abbastanza di quelli che invece ce la mettono tutta per restare, si impegnano e con volontà, determinazione e talento hanno il coraggio di mettersi in gioco. Anche quest’anno è tornato 36

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Michele Purin

il contest Strike! Storie di giovani che cambiano le cose, promosso dall’Agenzia per la Famiglia, Natalità e Politiche Giovanili (APF), da Fondazione Demarchi, in collaborazione con l’incubatore di imprese sociali Trentino Social Tank e la Cooperativa Mercurio. Si tratta di un progetto che mira a valorizzare i talenti dei giovani attraverso la partecipazione ad un percorso che seleziona e premia le loro storie di successo, i loro Strike appunto, i sogni realizzati o gli obiettivi raggiunti, anche dopo qualche difficoltà, per incoraggiarli e contribuire attraverso il loro esempio a stimolare l’iniziativa di tanti altri giovani a fare lo stesso. Il bando


trentinoattualità

è aperto agli under 35 nati o domiciliati a Trento, Bolzano e province limitrofe (Verona, Vicenza, Belluno, Sondrio e Brescia) che abbiano voglia di raccontare e condividere la loro avventura. Le storie possono riguardare ambiti diversi: dal mondo dell’impresa al volontariato, al lavoro come liberi professionisti, e in diversi settori: culturale, sportivo, della politica o della tutela ambientale, purché, naturalmente, abbiano raggiunto un traguardo concreto da raccontare. Ma come funziona questo percorso? I ragazzi hanno dovuto prima candidare le loro storie tramite un video di 5 minuti su www.strikestories.com, dopodiché i 10 protagonisti selezionati hanno avuto la possibilità di partecipare ad un laboratorio formativo sulle tecniche di storytelling insieme ai professionisti della Scuola Holden di Torino, per apprendere come comunicare al meglio il racconto della propria esperienza durante la serata conclusiva, davanti al pubblico e a una giuria. Il 10 novembre, infine, presso lo Smart Lab di Rovereto, si è tenuta quindi la StrikeStoriesNight, la serata di premia-

zione delle storie migliori. A presentare l’evento la giornalista Francesca Re, insieme al vincitore della scorsa edizione Davide Pinamonti, membro dell’E-agle Trento Racing Team, in collaborazione con il giornalista Paolo Trentini; nelle vesti di giurati invece il regista Swan Bergman, l’esperto di innovazione Alessandro Garofalo, la ex campionessa di ciclismo Diana

Žiliute, dj Vic, Martina Bosetti Bertagnolli, responsabile della comunicazione delle grappe Bertagnolli e un’altra vincitrice dell’edizione 2017 Anna Fiscale, di Progetto Quid. Come da tradizione ormai consolidata, dopo i saluti istituzionali a introdurre l’evento ci ha pensato Alessandro Garofalo, con le sue pillole di saggezza, dispen-

Tutti i finalisti 37

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Maurizio Panizza

Contributi storici sulla Grande Guerra di Jeschkeit Volker

Diario familiare Dalle memorie di Luigi Sartori, storie di famiglia, di comunitĂ , di amicizia e di guerra.

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trentinoattualità “Diamoci un taglio”

sate ai giovani protagonisti, una serie di concetti chiave da tenere presente per fare innovazione: indipendenza, viaggio, serendipità, rottura del paradigma, creatività come democrazia dal basso, interculturalità, paradosso, frequentare la bellezza e ricordare la tradizione. Dopodiché, a turno, i 10 ragazzi sono saliti sul palco per raccontare i propri progetti, intervallati dalle domande del pubblico e spronati a rimanere nei tempi durante la loro presentazione, da un simpatico T-Rex del Piano Giovani di Zona di Alto Garda e Ledro, pronto ad intervenire, in caso di sforamenti delle tempistiche. In questo clima vivace e divertente anche quest’anno, ne sono emerse davvero delle belle! C’è stato chi alleva alpaca in Val di Cembra per ottenere la lana, chi si è messo a cucinare nella propria cantina e a registrare delle video ricette dei propri squisiti manicaretti, chi ha avuto l’idea innovativa, e sostenibile, di ricavare dei mattoni dal riciclo degli pneumatici. Ma chi sono stati i vincitori di questa terza edizione? Sul podio, a pari merito, sono finiti i membri del progetto Diamoci un Taglio, Michele Purin e infine Emanuele Del Rosso. DONARE CAPELLI PER I PAZIENTI ONCOLOGICI “Diamoci un taglio” è un progetto

dell’Associazione RagionevolMente, i cui membri, Serena Manara, Moreno Zolfo, Giulia Fracassi, Veronica Foletto e Orsetta Quaini, hanno organizzato e promosso in collaborazione con la LILT, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori di Trento e Winner’s Capelli Vincenti, un centro di infoltimento capelli non chirurgico di Verona, una raccolta di capelli donati volontariamente dalle persone. In pratica, per ogni 800 grammi di capelli raccolti, Winner’s Capelli Vincenti dona all’Associazione RagionevolMente una parrucca in capelli naturali, che tramite la Lilt verrà messa a disposizione dei pazienti oncologici che ne fanno richiesta. Anche attraverso alcuni saloni che aderiscono all’iniziativa di RagionevolMente è inoltre possibile donare i propri capelli. (Per maggiori informazioni: http://diamociuntaglio.ragionevolmente.it/). 15 MILIONI PER “VOLDEMORT” Michele Purin, 25 anni, è invece il giovane direttore della fotografia del medio metraggio “Voldemort origins of the heir”, il prequel della famosa saga di Harry Potter ideato da Gianmaria Pezzato, che ha ottenuto più di 15 milioni di visualizzazioni sul canale Youtube. Una produzione tutta italiana, girata in Trentino, dal ridottissimo budget, che è stata resa possibile grazie ad una raccolta fondi sulla piattaforma di crowdfunding

Kickstarter. La vicenda è tutta incentrata sulla figura di Voldemort, l’accerrimo nemico del maghetto uscito dalla penna di J.K. Rowling Harry Potter, di cui viene raccontata l’esistenza quando ancora non era il malvagio signore oscuro tanto temuto da tutti. Nel film, a rivestire il ruolo di Tom Riddle, il giovane Voldemort appunto, l’attore trentino Stefano Rossi. SATIRA DISEGNATA Il terzo vincitore è stato poi Emanuele Del Rosso, un vignettista ed esperto di comunicazione di Trento, classe 1986, che si è aggiudicato il premio Libex 2018 per le sue vignette politiche e che con il progetto #MyTakeOn vuole riportare la discussione politica sulle strade.

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trentinoattualità Ilaria Baldo

I NOMI DI TUTTI I DIECI FINALISTI Partecipanti alla StrikeStoriesNight: 1. Ilaria Baldo, nell’azienda agricola in Val di Cembra ha un allevamento di 11 alpaca, Silpaca, dalla cui lana ottiene prodotti di abbigliamento e accessori. Organizza anche degli incontri di Pet theraphy con gli ospiti delle Rsa. 2. E manuele Del Rosso, vignettista politico di Trento che ha vinto il premio Libex 2018 e con il progetto #MyTakeOn punta a riportare la discussione politica nelle strade. 3. Diamoci un Taglio, campagna, creata da 5 giovani dell’Associazione RagionevolMente, che raccoglie i capelli donati volontariamente e raccolti per comporre delle parrucche oncologiche a favore di pazienti in terapia. 4. FabLab Dolomiti, un hub per creativi digitali divenuto in breve tempo un punto di riferimento per aziende e artigiani del bellunese. 5. G.A.G.A., associazione vicentina che aiuta e supporta persone omosessuali o transessuali vittime di bullismo, di discriminazione, di violenza o cacciate di casa. 6. Nana Kofi Osei, 35enne di origine ghanese trasforma una rulotte nel suo studio di produzione musicale indipendente e con il rap racconta la sua nuova vita. 7. Lara Lago, licenziata dall’emittente di Bassano del Grappa, a 34 anni si trasferisce ad Amsterdam dove dirige il canale video Zoomin.tv, dedicato ai temi di integrazione, diritti delle donne e comunità lgbt, bodypositive. 8. M yRuBlock, startup fondata da tre ragazzi trentini che costruisce strutture riciclando pneumatici consumati. 9. M ichele Purin, direttore della fotografia del mediometraggio “Voldemort origins of the heir”, spin off della saga di Harry Potter. 10. Davide Zambelli, 21enne, cuoco solandro che allestisce una cucina nella cantina di casa sua e da lì condivide la sua passione su internet attraverso i canali social. UN AIUTO PER IL DISAGIO Anche quest’anno c’è stato un quarto vincitore, quello che meglio ha saputo conquistare la simpatia e l’affetto del pubblico; stavolta ad aggiudicarselo è stato il collettivo G. a. G. a. Vicenza, acronimo che sta per Gruppo Ascolto Giovani Arcobaleno. Un gruppo formato da 20 volontari impegnato nell’a-

iutare migranti, richiedenti asilo, vittime di tratta, omosessuali o transessuali, vittime di bullismo, di discriminazione, di violenza oppure che sono state cacciate di casa. I membri del gruppo prestano sostegno nel loro centro a chi vi si rivolge, fornendo un servizio di ascolto, orientamento, consulenza alla pari (peer to peer) e ricorrendo, per i casi più delicati ed impegnativi, anche al supporto di professionisti come avvocati, medici e psicologi. L’obiettivo è dare una risposta e riuscire a rassicurare le persone in difficoltà, facendo sentire loro che non sono sole. Il gruppo ha vinto i 500 euro di premio del pubblico oltre al premio Storytelling, conferito dall’azienda leader nel settore della cartotecnica Favini, “per la migliore esposizione e la capacità di creare come nessun altro una grande empatia con il pubblico”, che consisteva in un set di carte di pregio. I tre vincitori prescelti dalla giuria si sono aggiudicati invece un assegno da 1000 euro. In tuti i casi si tratta

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Emanuele Dal Rosso

di una cifra simbolica, che vuole essere un riconoscimento e uno sprone a continuare la propria attività. Il premio dovrà infatti essere utilizzato per organizzare un evento, col supporto organizzativo di Trentino Social Tank, che possa accrescere la propria visibilità: “Questi premi sono importanti, gratificano, ma tutti i finalisti di questa sera avranno grandi possibilità anche se non hanno vinto, ha affermato a fine serata il presidente della giuria, il regista Swan Bergman, Tutti i premi ottenuti questa sera sono simbolici, non cambiano la vita, ma la cosa più importante è la visibilità delle storie e tutti voi beneficerete molto dalla visibilità che avete ottenuto.” Tra gli altri vantaggi, della partecipazione al contest per i 10 finalisti, c’è anche la possibilità di vedere pubblicate in un volume le loro storie. Inoltre, i quattro vincitori potranno sostenere un colloquio privato con un giurato a loro scelta, per approfondire delle tematiche e ricevere utili consigli e indicazioni. Qualche opportunità in realtà è emersa già durante la serata di presentazione: a Michele Purin infatti, il direttore della fotografia in erba, è stata offerta in diretta una proposta di collaborazione per una serie tv, mentre tra i finalisti, ad Ilaria Baldo, l’allevatrice di alpaca cembrana, è stato proposto di rifornire con il proprio prodotto un’azienda tessile che produce capi di abbigliamento di lusso. Insomma, la conferma che le opportunità non mancano, anche in un contesto lavorativo difficile come quello attuale. Occorre solo trovare una strada convincente e seguirla con costanza, impegno ed entusiasmo. E così facendo, ■ prima o poi gli Strike arrivano.


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trentinostoria

3 maggio 1938, stazione ferroviaria di Trento. Arrivo del treno di Adolf Hitler. Lo schieramento di militari sui binari

di Francesca Mazzalai

1938ILQUANDO “MALE“ PASSÒ DI QUI

Fotografie tratte dal volume “Diario di una città” di Giuseppe Ferrandi (Curcu Genovese)

È L’ANNO CHE PRECEDE L’INIZIO DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE. IN ITALIA IL NEUROLOGO UGO CERLETTI INVENTA LA TECNICA DELL’ELETTROSHOCK, GABRIELE D’ANNUNZIO MUORE NELLA SUA VILLA DEL VITTORIALE, NEGLI STATI UNITI EDMUND SCHREYER INVENTA IL PRIMO FERRO DA STIRO A VAPORE, IL CHIMICO ROY PLUNKETT INVENTA IL TEFLON ED ERNEST HEMINGWAY PUBBLICA I 49 RACCONTI. MENTRE IL MONDO SEMBRA GIRARE PIÙ VELOCE CHE MAI, PER UN GIORNO TRENTO SI FERMA, IN ATTESA DELL’ARRIVO DI ADOLF HITLER

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rento, 10 aprile 1938. È domenica mattina e chi si attarda nei bar prima di pranzo legge con una certa curiosità - sull’edizione de Il Brennero - le imprese del Cancelliere tedesco Adolf Hitler. Molte cose stanno accadendo in quel periodo a nord delle Alpi, e tra gli avvenimenti di rilievo uno in particolare riguarda proprio il Führer, alleato dell’Italia. Come hanno modo di leggere i trentini, sabato 9 aprile Hitler ha proclamato da Vienna nientemeno che “la creazione della grande Germania”, ovvero l’unione di Germania e Austria. Per capire l’importanza di quel momento storico (che anticipa di poco lo scoppio 42

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della seconda guerra mondiale) è bene fare un salto indietro. Era dalla fine della Grande Guerra che la Germania puntava a rafforzarsi grazie all’unione con l’Austria, ma questo progetto, considerato pericoloso (dati i precedenti) per la pace in Europa, era stato esplicitamente vietato (e a ragion veduta) dal trattato di Versailles del 1919. “Dettagli” per un uomo come Hitler, il quale, una volta presa la decisione, non aveva avuto alcuno scrupolo nel fare carta straccia dei dettami di Versailles, oltrepassare indisturbato (anche se non invitato) i confini austriaci con le sue truppe e arrivare in poche ore a Vienna, facendo

prima sosta a Braunau-am-Inn (il paese che gli aveva dato i natali) e a Linz (dove era stato iscritto all’istituto tecnico “Linz Realschule” e ripetutamente bocciato). Nella capitale austriaca, dove risiedevano molti simpatizzanti nazisti, Hitler era stato effettivamente accolto da una folla immensa, che nelle immagini dell’epoca appare entusiasta. I quotidiani pubblicarono fotografie di gente in festa, su Il Brennero i trentini lessero di “frenetiche ovazioni” e “trionfali manifestazioni in onore di Hitler”. L’unione (sebbene “forzata”) con una nazione come la Germania - da sempre


trentinostoria considerata una naturale alleata - aveva contribuito a mettere a tacere nella popolazione austriaca i dubbi sulla legittimità (e la modalità) dell’intera operazione. Anche perché il Führer aveva preparato il terreno per la propria invasione già nelle settimane precedenti, affidando una ben articolata campagna di comunicazione al maestro tedesco della propaganda, Joseph Goebbels. Bandiere, striscioni e manifesti con slogan nazisti (immancabilmente decorati di svastica) erano comparsi a ogni angolo delle città austriache. Nelle strade e nei luoghi pubblici della sola Vienna si contavano oltre duecentomila ritratti di Hitler. Nel plebiscito indetto pochi giorni dopo l’invasione tedesca, in cui si chiedeva agli austriaci: “Sei d’accordo con la riunificazione dell’Austria con il Reich tedesco avvenuta il 13 marzo 1938 e voti per la lista del nostro Führer Adolf Hitler?”, il “si” vinse con il 99,73 per cento dei voti. È vero che sulla scheda la casella del Si era vistosamente più grande e centrale rispetto al No (e che i militari nazisti appostati ad ogni angolo non mettevano molto a proprio agio chi si recava alle urne) ma, comunque fosse andata, ormai il destino dell’Austria era deciso. A Trento, nel frattempo, la popolazione seguiva gli aggiornamenti degli eventi senza che la stampa ne evidenziasse l’effettiva portata e (soprattutto) i potenziali risvolti futuri. Il Capo di Stato Benito Mussolini, alleato della Germania, forse aveva storto un po’ il naso di fronte a un’operazione simile e sicuramente non aveva gradito di esser-

Adolf Hitler saluta la folla durante il suo passaggio da Trento

ne stato informato solo a fatto compiuto. Tuttavia, consapevole della delicatezza del momento, in pubblico il Duce aveva tenuto a freno la lingua, ostentando una calma assoluta. Il principe d’Assia, intermediario di Hitler a Roma, aveva potuto così rassicurare il Führer, evidentemente non indifferente alle possibili reazioni del suo alleato italiano. “Ritorno adesso da Palazzo Venezia. Il Duce ha accettato l’intera faccenda in modo molto amichevole”, annunciò telefonicamente il principe al Cancelliere tedesco, il quale (in preda all’entusiasmo) si sbilanciò: “Allora vi prego di dire a Mussolini che non lo dimenticherò mai… Mai, mai, mai qualsiasi cosa accada… Se mai gli occorrerà il mio aiuto, o sarà in pericolo, può essere sicuro che sarò al suo fianco qualsiasi cosa accada, anche se il mondo intero fosse contro di lui”. Una manifestazione di simpatia e gratitudine inusuale e inaspettata da un uomo come Hitler, il quale non poteva neanche sospettare quanto l’aiuto da lui promesso al Capo di Stato italiano gli sarebbe costato caro. Questo però l’avrebbe scoperto solo più avanti. Intanto, proprio nell’ottica di rafforzare l’alleanza con Mussolini, Hitler sta pianificando di recarsi a Roma per incontrarlo di persona. Presto, praticamente subito. Passano infatti solo due settimane da “l’ingresso trionfale del Führer” a Vienna quando i trentini ritrovano Hitler in prima pagina sul Brennero del 26 aprile, dove si legge della “grande attesa in Germania per il viaggio di Hitler in Italia”.

Il percorso da Berlino a Roma verrà effettuato in treno e porterà Hitler a passare anche dal Trentino (“passare” è il termine esatto, visto che in realtà Hitler non avrà nemmeno il tempo di scendere dalla carrozza). Chi legge il giornale stenta ancora a crederci. Hitler a Trento. Possibile? Sembra il titolo di un film. Ecco allora che, come tutta Italia, anche la città di Trento si prepara ad accogliere con tutti gli onori il Führer, accompagnato per l’occasione da “sei Ministri, vari Sottosegretari e da un gruppo di generali”. Tra di loro ci saranno anche il Ministro del Reich Rudolf Hess e il ministro degli Esteri von Ribbentrop (l’uomo che un anno più tardi, nel 1939, firmerà con l’Italia il famoso Patto d’Acciaio, destinato a unire le sorti dell’Italia con quelle della Germania nella seconda guerra mondiale). Nel frattempo, mentre il dittatore tedesco si appresta ad allietare gli italiani con la sua presenza, 150 lavoratori agricoli trentini (che si sommano a numerosi altri già emigrati) si preparano a fare il tragitto inverso, partendo per la Germania. La Provincia di Trento, vista la penuria di lavoro, li ha destinati a trovare occupazione nelle aziende tedesche. Loro non avranno modo di assistere al passaggio di Hitler in Trentino, la cui data è ormai stata annunciata ufficialmente: martedì 3 maggio. Il Führer transiterà dalla stazione di Trento al mattino, e le camicie nere - come si legge su Il Brennero il primo maggio - “saranno tutte schierate in Stazione a rendere omaggio all’Ospite. Anche la cittadinanza è invi-

Hitler e Mussolini al Brennero, il 18 marzo 1940 43

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trentinostoria tata ad assistere al passaggio del treno speciale del Führer ammassandosi nei diversi punti stabiliti dall’autorità e cioè: nel piazzale della Casa della G.I.L (la Gioventù Italiana del Littorio, nda), in piazza Leonardo da Vinci, in via Tommaso Gar e in via Campo Trentino”. Per permettere alla popolazione di essere presente, anche gli orari dei negozi verranno modificati. Per quella mattina è prevista la chiusura completa degli esercizi commerciali di Trento “ad eccezione dei negozi di pane, paste, farine, frutta e verdure e macellerie che osserveranno l’apertura normale”. “Ai prestatori d’opera sarà corrisposta la retribuzione normale e ai datori di lavoro è data facoltà di recuperare le ore di sospensione” nel mese successivo. Il Fascio di Trento dirama (sempre per quel martedì mattina) un ordine di mobilitazione: “Tutti i fascisti sono convocati alle ore 8 alle sedi dei rispettivi Gruppi Rionali. Divisa fascista senza decorazioni”, si legge. Finchè finalmente, dopo tanta attesa, arriva l’alba del 3 maggio. “Tutto il popolo trentino – scriverà Il Brennero – ha voluto fare ala al passaggio di Adolf Hitler, il Capo del Terzo Reich, che si recava a Roma (…). Lungo il percorso del treno speciale, da Bronzolo ad Ala, fascisti, lavoratori dei campi e delle officine, giovani organizzati dalla G.I.L., gruppi in costume, Massaie Rurali (organizzazione femminile fascista, nda) con musiche e fanfare, hanno gridato fervido e possente il benvenuto al Führer della Nazione amica, agitando centinaia e centinaia di bandierine tricolori e rosse con la svastica nazista.” Naturalmente Hitler non può dimostrarsi indifferente a una simile accoglienza e infatti, come si legge, “spesso Adolf si è affacciato, lungo il tragitto in terra trentina, al finestrino della sua vettura per rispondere agli entusiastici “alalà” delle Camicie nere e della popolazione schierate davanti alle stazioni, che erano tutte un palpito di vessilli italiani

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Folla in attesa dell’arrivo del treno di Adolf Hitler nei pressi della stazione ferroviaria

e nazisti, nei pressi dei caselli e nelle campane situate ai lati della linea ferroviaria.” Insomma, nessun dissidente, nessun dubbio, neanche un accenno di fischio, nulla. E così “le dimostrazioni si sono rinnovate ad ogni stazione con un tono costantemente altissimo nel quale vibrava cordiale e spontanea l’ammirazione e la simpatia per l’Ospite e, man mano che il treno si addentrava nel suolo italiano, più calda e più intensa si affermava l’adesione del Paese al significato spirituale e storico dell’incontro fra i due Capi delle due grandi Rivoluzioni” E così via. “La stazione di Trento si intravedeva a grande distanza tanto era fastosa la decorazione delle pensiline, costituita da ricchi trofei di bandiere italiane e naziste e del Partito Fascista, da alti pennoni su cui sventolavano altre centinaia di vessilli e da piante ornamentali distribuite a profusione sotto le tettoie. Il passaggio del Führer dalla nostra città era preannunciato per le 10.45 ma già alle ore 9 la pensilina centrale della stazione, nonché le vie e le piazze laterali che si estendono lungo i binari fino oltre l’abitato, erano gremite di fascisti e di cittadini. Tutta Trento era in attesa di rendere omaggio ad Adolf Hitler. Alle 10.25 è transitato il treno staffetta e puntualmente alle 10.45 è entrato in stazione il convoglio di Hitler, la cui mac-

china di testa recava al centro un grande stemma con la Croce Uncinata e due Fasci Littori dai quali si staccavano due strisce tricolori. Immediatamente il Corpo musicale “Città di Trento” intonava le prime battute della Marcia Reale e dell’Inno della Rivoluzione. Il convoglio, che all’imbocco degli scambi aveva rallentato la velocità, è passato davanti all’immensa folla a venti chilometri all’ora, fra incessanti acclamanzioni all’Ospite che, affacciato al finestrino della penultima vettura, ha risposto col braccio teso nel saluto alla entusiastica dimostrazione delle Camicie nere e della popolazione, agli evviva festosi e squillanti delle migliaia di organizzanti della G.I.L. che dalle tribune agitavano in segno di deferente omaggio bandierine italiane e naziste. Ai finestrini del treno presidenziale erano affacciate anche le personalità italiane, fra le quali S.E. il Ministro segretario del Partito e quelle tedesche a seguito del Führer. Il convoglio ha continuato a procedere lentamente fino all’estremo limite dell’abitato mentre l’eco possente delle grida di saluto della folla rincorreva il Capo della Germania socialnazionalista lungo la verde Valle dell’Adige. Alle 11.05 è transitato il secondo treno recante i Ministri e i diplomatici del Reich ai quali le Camicie nere e la popolazione hanno tributato fervide dimostrazioni.” Ecco, nel giro di poche decine di minuti tutto è finito. La stazione di Trento torna alla tranquillità, la folla poco a poco si dirada, nelle vie e nei negozi della città riprende l’attività abituale, in attesa di un nuovo colpo di scena che farà parlare ancora a lungo del Führer tedesco: l’inizio della seconda guerra mondiale. Un conflitto che costerà la vita di milioni di persone. Tra di loro, chissà, forse anche qualcuno dei cittadini esultanti in stazione quella mattina a Trento. ■ Ma questa è un’altra storia.


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trentinostoria

C’ERA UNA VOLTA IN TRENTINO

di Claudio Marchesoni

1810: ARRIVANO I “POMI DI TERRA” SE IL SETTECENTO FU IL SECOLO DELL’AFFERMAZIONE DEL GRANOTURCO, L’800 PUÒ DIRSI IL SECOLO DELLE PATATE O POMI DI TERRA. IL MERITO DELL’INTRODUZIONE PRECOCE DEL TUBERO NELLE NOSTRE ZONE E DEL SUO USO COME ALIMENTO PER LE PERSONE VA ASCRITTO AI TESINI CHE PARE L’AVESSERO IMPORTATO DAI PAESI BASSI GIÀ ATTORNO AL 1760. SOLO NEI PRIMI DECENNI DEL XIX SECOLO I CONTADINI TRENTINI GUARDARONO ALLA PATATA CON MINORE DIFFIDENZA E SI MISERO A COLTIVARLA...

“A

vanti quarant’anni circa si rideva in Pergine sentendosi raccomandare la coltivazione delle patate: erano neglette e spregiate. Ora che ne dite? Le trovate voi utili? Guai se mancassero.” Le parole pronunciate dal decano don Francesco Tecini nel discorso di apertura del Comizio Agrario, tenutosi a Pergine il 28 giugno 1846 riassumono la cronologia e i cambiamenti che accompagnarono la marcia vincente della nuova pianta, tra i contadini della Valsugana, nella 46

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prima metà dell’Ottocento: se il Settecento fu il secolo dell’affermazione del granoturco, l’Ottocento può dirsi il secolo delle patate o pomi di terra. Il merito dell’introduzione precoce del tubero nelle nostre zone e del suo uso come alimento per le persone va ascritto ai Tesini che pare l’avessero importato dai Paesi Bassi già attorno al 1760. Ce lo ricorda il Montebello nel suo lavoro Notizie storiche topografiche religiose della Valsugana e di Primiero, stampato a Rovereto nel

1793. In esso annota che “Da circa trent’anni a questa parte s’introdusse il seminarvi delle pattate (sic), che molto fruttificano, e del cui frutto se ne fa molto uso” e lo ribadisce Andreas Alois Di Pauli, giudice e cofondatore del Tiroler Landesmuseum di Innsbruck, aggiungendo che nel 1807 la coltivazione della pianta nella conca era già fiorente. Grazie ad alcune righe, lasciateci dal farmacista roveretano Pietro Cristofori, sappiamo anche come preparavano le patate i Tesini in quel periodo: “…


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le mondano, e poste sopra il fuoco in un tegame le inzuppano di butirro cotto, cui aggiungono una proporzionata quantità di sale e senape polverizzato, e poi quasi bollenti, le portano in tavola.” Nel corso del XVIII secolo i venditori tesini di stampe già sciamavano per l’Europa e non saranno mancate loro le occasioni di osservare l’uso che delle patate facevano alcune popolazioni dell’Europa centrale e settentrionale;

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Pianta di patata (stampa di fine Ottocento)

tornando nella loro piccola patria avranno portato con sé alcuni tuberi assieme alle informazioni sull’impiego degli stessi. A differenza di altre piante alimentari, la cui penetrazione seguì le direttrici del fondovalle e solo successivamente interessò le quote più alte, la patata si diffuse dapprima sugli altipiani, nel Tesino ma anche a Lavarone e a Piné, e solo in un secondo momento scese in basso. Le condizioni climatiche della montagna non consentivano la coltivazione di cereali importanti come il granoturco, mentre la patata vi prosperava, riuscendo a dare un contributo non trascurabile alla sopravvivenza delle famiglie. Se i Tesini divennero mangiatori di patate già nella seconda metà del Settecento, per il fondovalle della Valsugana si dovette attendere ancora qualche decennio. Gli anni a cavallo del secolo furono tumultuosi e travagliati, tra fine del Principato Vescovile, guerre napoleoniche, passaggi di eserciti e frequenti cambiamenti politici. Le popolazioni erano stremate. Fu in un simile difficile contesto che i contadini guardarono alla patata con minore diffidenza e si misero a coltivarla. Nel 1811 Carlo Hippoliti delineava in

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trentinostoria

IL LIBRO

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uesto articolo è tratto dal libro “Cronache dalla Valsugana dell’Ottocento” di Claudio Marchesoni (Curcu Genovese). Attingendo soprattutto alle cronache dei giornali questo libretto lancia sguardi curiosi dentro la Valsugana del XIX secolo. Riporta in vita incontri-scontri con aquile e orsi, stragi di uccelli, donne in marcia su sentieri malagevoli, andirivieni di carrozze, bei paesaggi e abitati trasandati, annegamenti, matrimoni, finte apparizioni di madonne. I grandi temi ottocenteschi (prosciugamento delle paludi, spedizione del generale Medici, alluvione dell’82, crisi economica, ferrovia) sono evocati di sfuggita. Le vicende qui proposte, marginali rispetto alla grande storia, sono state scelte tra le molte perché adatte a restituire atmosfere, luoghi e situazioni ed a recuperare lo spirito del tempo. Pag. 108 - Euro 14,00 www.curcugenovese.it

questo modo il quadro della presenza della pianta nella zona di Borgo: “…da pochi anni a questa parte però si ha incominciato a coltivarne anche in queste pianure bensì in piccola quantità, ma con favorevole successo. La coltura di queste non è ancora molto in uso, perché non essendo assuefatto il contadino a tale cibo, non lo gusta ancora a dovere; ma se lo potrà sperare certamente nel tempo…L’uso delle patate serve d’alimento al contadino; i doviziosi le mangiano in diverse maniere, ed il restante si consuma per ingrassare i porci ed il pollame. Altro uso di queste sin qui non è praticato…”. Dalle note dell’Hippoliti si può arguire che attorno al 1810 la patata stava dunque timidamente prendendo piede nella nostra valle, prima di tutto come nutrimento per animali e poi come cibo per signori e contadini, i quali ultimi tuttavia, a differenza 48

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dei benestanti, non avevano ancora completamente messo da parte i pregiudizi. Pur mancando notizie dirette è ragionevole pensare che anche in Valsugana, come nel resto del Trentino, la carestia del biennio 1816-1817 abbia dato una grande spinta alla diffusione della coltivazione. Un’ulteriore ragione spingeva a coltivare la patata: i tuberi che s’ingrossavano sotto terra non potevano essere distrutti dalle rovinose grandinate e dalle avversità comuni alle altre piante: “Godono il vantaggio di non andar soggette né a seccità, né a gragnuola, né ad essere infestate dagli insetti” ricordava l’abate Agostino Dal Pozzo alla fine del Settecento, cercando di convincere gli abitanti dei Sette Comuni a coltivare la patata sull’altopiano di Asiago. Testimonianze relative a Vigolo Vattaro ci informano che nel 1828 le Patatte già erano percepite come decima dal parroco

Illustrazione delle fasi di sviluppo della dorifora (dal Giornale agrario di Rovereto, anno 1877)

don Lorenzo Faes; per rimanere sulla Vigolana negli anni che vanno dal 1833 al 1842, i Tabarelli ne raccoglievano da un minimo di 375 a un massimo di 460 staia. A Caldonazzo la coltivazione delle patate e il loro ingresso nel vitto ordinario de’ nostri villici sono richiamati dal medico Francesco Moroni negli anni Trenta dell’Ottocento. Purtroppo una grave malattia, la peronospora, aggredì e devastò le coltivazioni di tutta Europa negli anni 1845 -1847. L’Irlanda fu colpita in maniera particolarmente virulenta anche per la grande diffusione della coltura sull’isola e un enorme numero di Irlandesi, privati del principale mezzo di sussistenza, fu costretto ad emigrare verso l’America del Nord. Per il Trentino lasciamo

parlare Agostino Perini: “Le nostre valli furono soggette, come tutta l’Europa, alla fatale infermità delle patate, e questo morbo si palesò per la prima volta nell’estate dell’anno 1846; fu più funesto nel 1847, e serpeggiò più o meno in tutti gli anni successivi per modo ch’è venuta quasi meno la speranza di vederlo sradicato.” Smentendo le parole lasciateci quasi un secolo prima dall’abate Dal Pozzo, a minacciare la coltivazione della patata si presentò, nel corso del XIX secolo, un insetto mai visto prima: la dorifora, detto anche scarafaggio Colorado perché identificato nel 1823 nei pressi dell’omonimo fiume statunitense. Dopo aver preso atto che le piantagioni di patate dell’America setten-

La raccolta delle patate (Jules Bastien-Lepage, 1877)


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Il generale Giacomo Medici alla spedizione dei Mille. Nel 1866, in Trentino, i suoi soldati affamati dissotterravano le patate non ancora mature e se ne cibavano

trionale erano state devastate da questo insetto e, avendone constatata la presenza in Germania, l’Imperial Regio Ministero dell’Agricoltura di Vienna diramò alle società agrarie una dettagliata descrizione del parassita con l’obbligo di segnalarne alle autorità l’eventuale presenza. Nel 1877 il Giornale agrario di Rovereto riprese e pubblicò tali avvertimenti per i suoi lettori. L’articolo lasciava tuttavia capire che le informazioni avevano un carattere preventivo e che nel 1877 la dorifora non aveva ancora fatto la sua comparsa in Trentino. Vinta l’avversione iniziale e nonostante la minaccia rappresentata dalla malattia, i contadini presero ad apprezzare la patata ogni anno di più e a seminarla. All’esposizione di Trento del 1857 vari tipi di pomi di terra prodotti in Trentino avevano conquistato un loro spazio e i visitatori accorsi potevano persino osservare pomi di terra violacei, pomi di terra maturati in luglio, saggio di farina di pomi di terra, patate a fette conservate da più anni. Una conferma indiretta della sua coltivazione ci

viene ancora dal Perginese, dove nell’estate del 1866 i soldati affamati del generale Medici sottraevano dai campi le patate non completamente mature e se ne cibavano. Nella seconda metà dell’Ottocento la produzione in Valsugana si era fatta considerevole. Il Saggio di statistica agraria del Trentino dell’anno 1870 ci informa che nel solo distretto giudiziale di Levico nel 1870 se ne produssero 13.866 centinaja corrispondenti a 7765 quintali. Come già era successo per il mais, la patata si era ormai imposta nelle campagne e sulle tavole della gente della Valsugana, contribuendo validamente a rintuzzare i morsi della fame. Dagli anni Trenta dell’Ottocento i campi di patate erano divenuti anche una componente abbastanza frequente del paesaggio agrario valsuganotto e i viaggiatori non mancavano di notarne la presenza. Il camminatore inglese Charles Joseph Latrobe, che percorse la nostra valle nel giugno del 1830, osservò un campo di patate tra Pergine e Levico a proposito del quale annotò nella sua cronaca di viaggio: “I miei occhi si soffermarono inaspettatamente su qualcosa di fenomenale: un campo di patate, cosa che non avevo più notato dal momento del mio ingresso in Tirolo e che nessun Inglese può guardare con indifferenza.” Ad un altro viaggiatore, Johann Georg Kohl, di passaggio per Lavarone nel 1847, dobbiamo la curiosa testimonianza sulla diffusione della coltivazione sull’altopiano. Racconta l’incontro con un vecchio di Slaghenaufi che, indicando il suo campo di patate, gli spiegò come i Lavaronesi erano diventati coltivatori talmente accaniti della pianta, introdotta circa trenta o quarant’anni prima, da essere indicati dalle popolazioni vicine col soprannome di pattatari. ■

Corrado Campestrini CURCU GENOVESE

Nel nome di Alice

Un’ombra dal passato. Tre bambini svaniti nel nulla. in LIBRERIA o sul sito www.curcugenovese.it

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trentinolibri NEL ROMANZO DI ILARIA SENTER COESISTONO IDENTITÀ E DIVERSITÀ. NEGLI ANNI NOVANTA DEL ‘900 UNA BAMBINA ALLE PRIME ESPERIENZE DI VITA, S’IMMERGE CURIOSA NEL PASSATO DEI SUOI ANZIANI PARENTI, SCOPRENDONE I VALORI CHE ACCOMPAGNERANNO LA SUA FORMAZIONE SINO ALL’ETÀ ADULTA. ILARIA È UN ATTRICE DI CIRCO CONTEMPORANEO. SI ESIBISCE NEI TEATRI DI TUTTA EUROPA E DELLA SUA PROFESSIONE, CHE LA PORTA SEMPRE IN GIRO, DICE: “SICURAMENTE INSTABILE E DISORDINATA, MA ANCHE PIENA DI STIMOLI AL LIMITE DELL’EUFORIA...”

“Forèst“

Contemplando il di Pino Loperfido

“U

n bravo artista è destinato a essere infelice nella vita: ogni volta che ha fame e apre il suo sacco, vi trova dentro solo perle”. Lo ha scritto Herman Hesse che però non ha avuto modo di conoscere Ilaria Senter, nata a Trento nel 1984, professione, artista di circo contemporaneo. Nè ha potuto leggere il suo primo romanzo, intitolato iconicamente “Forèst”, ovvero forestiero, straniero, diverso da me, insomma. Se lo scrittore tedesco avesse avuto questa opportunità, magari conoscendo la nostra autrice e la sua scrittura durante uno dei suoi spettacoli in giro per l’Europa, forse sarebbe stato costretto a rivedere il suo aforisma. Perché forse esiste un altro atteggiamento, una diversa lunghezza d’onda,

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“Forèst“ che c’è in noi

una tuta spaziale di colore alternativo per chi decide di fare della propria vita un veicolo dell’arte. Già, a proposito – dai, confessa Ilaria! – perché hai cominciato a farlo? Scrivere è stata una conseguenza della mia passione per la lettura che ho da sempre. Determinante nel mio processo di scrittura è stato il percorso artistico che mi ha dato la sensibilità nel saper osservare, gli strumenti per sviluppare un idea, come generare emozioni, mi ha trasmesso la nozione di personaggio, di pubblico, di universo. Non da meno mi ha insegnato a

difendere una personalità ed uno stile di scrittura. Ho iniziato a scrivere questo romanzo spontaneamente, durante una tournée in Inghilterra. Le giornate d’attesa prima dello spettacolo, chiusa in un bar o qualche biblioteca, nella camera dell’hotel quando fuori pioveva sono state l’ambiente ideale. All’inizio non avevo un obiettivo concreto. Ho immaginato un dialogo, un luogo, un personaggio. Non c’è un unico motivo che mi ha portato alla scrittura. Se penso alla mia professione, c’è stato sicuramente un momento in cui ho sentito l’esigenza di esplorare un nuovo “linguaggio”, diverso da quello scenico. Se invece cerco una ragione più personale direi che mi accade di tuffarmi in un


trentinolibri processo creativo per necessità istintiva, perché ho un’ossessione e la scrittura è un mezzo per sbrogliarla. La scrittura mi offre quella libertà che nella vita non mi posso permettere. Perché hai scelto di scrivere “questa” storia? La domanda è banale ma non troppo: quanto c’è di autobiografico in esso? È una domanda che mi fanno sempre. Proprio perché scrivo con un’esigenza personale di fondo non potrei raccontare qualcosa che non mi appartiene. Questa storia la sento profondamente mia ed io appartengo a questa storia: le dinamiche raccontate, i paesaggi descritti, le relazioni che si instaurano tra i personaggi... è l’universo della mia infanzia, ma non solo il mio, è l’affresco di un luogo e delle sue genti che accomuna molti, tanti che neppure conoscono le nostre zone ma che provengono da una cultura paesana, o chi piuttosto ha abbandonato le sue terre d’origine. Vorrei precisare che con il romanzo non ho voluto raccontare né la mia storia né quella di persone realmente esistite, limiterebbe l’identificazione, l’immedesimazione da parte del lettore. Io invece vorrei che chi legge s’immergesse nelle pagine come nei ricordi, riconoscesse nei personaggi i suoi cari, nei paesaggi i luoghi che sente suoi, nella lingua la specificità della propria, così come nelle relazioni e nelle riflessioni suggerite nel romanzo vorrei che vivesse un momento d’intimità, quella che nel quotidiano ci dimentichiamo. Ti ispiri o segui qualche opera o qualche scrittore? Ricordo alcune opere e scrittori che mi hanno accompagnato durante la stesura di Forèst. Il primo, “Maldipietre” di Milena Agus, mi ha ispirato profondamente; seguono “L’arte della gioia” di Goliarda Sapienza, “Accabadora” di Michela Murgia, “Eureka street” di Robert McLiam Wilson, “Atti osceni in luogo privato” di Marco Missiroli e poi Valeria Parrella, Elena Ferrante, Jonathan Safran Foer. “Forèst” narra delle storie parallele, quasi un multiverso narrativo. Vicende che si intrecciano al di là del tempo. Crediamo di poter dire che l’identità e la diversità siano tematiche centrali nel tuo romanzo. Lo sono anche nella tua vita? Sì, coesistono e si confondono. La diversità di lingua, paesaggio, cultura, costumi, ideologia, educazione... è una nozione ben presente nella mia vita che pone costantemente alla prova la mia identità. Chi sono? Cosa voglio? Come affronto i

IL LIBRO

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orèst è il ritratto di un luogo e delle sue genti. Ambientato in un piccolo paese del Trentino, intreccia le storie di tre personaggi, in un confronto generazionale che coinvolge gli ultimi ottant’anni. La protagonista, una bambina degli anni ‘90 alle prime esperienze di vita, s’immerge curiosa nel passato dei suoi anziani parenti, scoprendone i valori che accompagneranno la sua formazione sino all’età adulta. Le prime volte, le piccole questioni che la smuovono sono un pretesto per conoscere le vicende dei veri eroi di questo romanzo: due anziani parenti che conosceremo attraverso le avventure della loro giovinezza. La nonna, figura rassicurante e misteriosa, custodisce una corrispondenza che svelerà un insospettabile passato. Il prozio anarchico e solare racconta il viaggio clandestino verso la Francia e la sua esperienza travagliata di migrante negli anni ‘50... pag. 122 - Euro 14,00

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cambiamenti? La ricerca dell’identità è una costante per me così come il bisogno d’immergermi in ambienti diversi. Ho un’indole curiosa, un carattere impaziente, avido di ciò che mi è sconosciuto, sento la diversità come un antidoto all’omologazione, alla noia intesa come stagnazione. Per me è un arricchimento sia artistico che spirituale. Rifletto quindi spesso sulla mia identità: il carattere e le idee che mi caratterizzano sono frutto di un percorso personale d’apprendimento o le ho integrate involontariamente tramite l’educazione? La diversità credo che mi aiuti ad avere più consapevolezza di ciò che sono e perché. Altro tema sono le radici famigliari. Quanto sono importanti per te. Non mi piace usare la parola radici, può essere spesso fraintesa, per questo faccio fatica a rispondere. Sono legatissima ai territori, alla natura, al dialetto, alla cucina, alle tradizioni della mia famiglia, sono il mio dna. Allo stesso tempo sono partita e mi sono affezionata anche ad altri luoghi, altre lingue, altri modi di pensare o di vivere, di cui sento la nostalgia, come sento la nostalgia di ciò che se ne è andato assieme alle persone anziane della mia

famiglia: paroline e pensieri antichi che non hanno forse ragione d’esistere nella nostra contemporaneità. Che tipo di esperienza ti è parsa scrivere un romanzo? Un’avventura. Un’impresa. Come un parto. Come ogni processo creativo. Ora sono in creazione con un nuovo spettacolo e la situazione è la stessa: dubbi, incertezze, questioni, “ossessioni” da risolvere. Nel mio caso la scrittura è stata un percorso di solitudine, non solo per il silenzio e l’isolamento di cui avevo bisogno, ma anche per l’aspetto immateriale di ciò che stavo creando e che non potevo condividere con altri. Mi spiego meglio: quando creo uno spettacolo non sono mai sola, i momenti di confronto con i colleghi o il regista è continuo durante la creazione. Invece con la scrittura ho trascorso anni di cartelle sparse nel computer, pezzi di testi che non sapevo se avrebbero raggiunto una forma finita. Scrivere il punto finale è stato emozionante ed un sollievo. Ci racconti un po’ di te? Sappiamo che lavori in Francia e il tuo lavoro ha qualcosa di molto particolare... Sono un’attrice di circo. Scrivo e creo spettacoli che poi interpreto, quasi sempre a teatro a volte sotto tendone. Mi sono trasferita in Francia dove l’aspetto avanguardista di quest’arte è più diffuso. Da lì mi sposto in continuazione ormai da una decina d’anni. Una vita itinerante la mia, a stretto contatto con persone e luoghi diversi, sempre pronta a sorprendere con imprevisti, opportunità e cambi di programma. Sicuramente instabile e disordinata, ma anche piena di stimoli al limite dell’euforia. Dico vita perché la mia professione condiziona la mia vita personale e familiare. Impossibile infatti separarle. Ora sono in creazione con un nuovo spettacolo che debutterà fra due anni, tanta pazienza! Forse l’aspetto più difficile. Dopo l’esordio alle patrie lettere, stai pensando ad un secondo libro? Mi piacerebbe scrivere un secondo romanzo ambientato tra l’Italia e l’Argentina, un paese al quale sono particolarmente affezionata. Una storia intima, fatta di partenze, fughe, ritorni. Ancora una volta migrazioni, fatti storici che s’intrecciano con la contemporaneità di persone comuni... per questionarsi su temi attuali, per simpatizzare e identificarsi ancora una volta. Ma poi chissà, il processo creativo è tortuoso quasi misterioso, questa è l’idea ma mi lascio stupire dall’imprevedibile. ■ 51

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“EXITUS. IL PASSAGGIO”

di Fabio De Santi

PRESENTATO IL FILM AMBIENTATO NEL TRENTINO MEDIOEVALE, CHE VEDE DIETRO LA MACCHINA DA PRESA IL REGISTA ALESSANDRO BENCIVEGNA. TRA GLI ATTORI, GIUSEPPE CEDERNA E ATHINA CENCI

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na produzione cinematografica ambiziosa che affonda le sue radici in Trentino e che punta a conquistare il mercato nazionale sul grande e piccolo schermo. Si può descrivere così “Exitus . Il Passaggio” il film ambientato nel Trentino medioevale, dal 1348 al 1539, che vede dietro la macchina da presa il regista Alessandro Bencivegna. Una pellicola prodotta da Elio Voltolini e Screen Studio, con la supervisione alla sceneggiatura, scritta da Marzia Polla, di Anna Pavignano, sceneggiatrice di tutti i film di Massimo Troisi. Nel cast, come racconta a Trentinomese il regista Alessandro Bencivegna in questa intervista, anche Gigio Alberti, Alessandra Ierse e Athina Cenci accanto ad una serie di attori non professionisti e comparse. Bencivenga, come ha preso forma questo progetto? Le radici sono quasi musicali: nel 2014 uscì il singolo “The Dead of you and me” di Noel Gallagher e la visione del video che accompagnava il brano fece scocca-

re in me la scintilla legata in particolare alle immagini di un carrozzone. Da quel momento ho pensato di utilizzare la forza di quell’immagine e, avendo da tempo in testa la voglia di raccontare una storia legata al Castello di Pergine, ho pensato di unire il maniero perginese al dipinto della Danza Macabra. Da qui ha preso forma il film.

Elio Voltolini e Alessandro Bencivegna 52

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Avevate fin dall’inizio chiara la sinossi della pellicola? No, ad essere sinceri non avevo in mente una vera e propria sinossi, mi frullava in testa solo l’idea di realizzare qualcosa che parlasse della Danza Macabra di Pinzolo. Quanto è stato difficile trovare le risorse per realizzare una pellicola ambiziosa come “Exitus”? Tanto, però ho sempre avuto persone vicine che mi hanno sostenuto sempre e si sono messi in gioco a cercare i fondi per realizzare il film. Non faccio nomi perché sono tantissimi e avrei paura di dimenticarmi qualcuno. Dove e in che tempi avete girato? Le riprese sono state realizzate tra Pinzolo, Madonna di Campiglio, Civezzano in Valsugana e soprattutto Pergine Valsugana: siamo riusciti a realizzare il progetto Exitus in quattro intense settimane di lavoro. Un racconto storico, calato in questo caso in epoca medioevale, richiede anche una particolare attenzione per


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LA TRAMA

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illecinquecentotrentanove: Simone Baschenis è un affermato pittore bergamasco alle prese con l’opera più monumentale della sua carriera, l’affresco delle mura esterne della chiesa di Pinzolo, nel principato di Trento. A ispirarlo e al contempo ad atterrirlo è la lettura del diario di una giovane donna, vissuta due secoli prima non lontano da lì, che ha come il potere di trasportarlo all’interno della sua opera, una della più celebri danze della morte. Il racconto del diario comincia nel 1348, al culmine della terribile pandemia che attraversa l’Europa. Nei momenti più duri la morte risparmia una sola persona su sei. Tra queste Margherita Spina, una giovane nobildonna toscana costretta per necessità economica a sposare un signore della guerra veneto, Francesco Fugazza. Fin dal suo primo periodo di soggiorno presso il castello di Pergine, Margherita impara a tenere la testa china e la bocca chiusa per non subire la natura violenta del marito, ma pur sapendo di rischiare la vita non riesce a evitare di frequentare Arlo, il giovane pittore basco impegnato in un affresco delle gesta di Tristano nella sala grande del castello. Nonostante le resistenze di entrambi, i due si scoprono presto innamorati. Mentre nel paese spira ormai aria di rivolta contro il marito di Margherita, questi scopre dell’amore tra lei e Arlo. Nella confusione della rivolta, Margherita riesce a sfuggire alla rabbia del marito attraverso un passaggio segreto, ma il suo ricongiungimento con Arlo non è scritto nel libro della vita. La Morte in persona, gettata la sua maschera, viene a riscuotere la vita che aveva risparmiato ad Arlo durante l’epidemia, in cambio di quella della donna che avrebbe amato. A distanza di secoli la tragica danza della morte continua ancora, nell’affresco di Baschenis, a scandire il tempo della vita umana.

di aver diretto professionisti come Giuseppe Cederna, che ricordiamo nel ruolo di Farina in Meditteraneo; Edoardo Siravo grande attore e bravissimo doppiatore (voce di Kevin Costner e Gerard Depardieu), Massimo Reale, Sergio Forconi e Alfredo Cozzolino, che ha partecipato come attore nel Postino di Massimo Troisi, Alessandra Ierse. Voglio ricordare anche che ho avuto l’onore di dirigere un’attrice come Athina Cenci, che ritorna alla cinematografia dopo 18 anni. Non posso non citare attori locali ma altrettanto bravi, Chiara Turrini attrice di teatro e non solo, Emanuele Cerra giovanissimo attore teatrale che è al debutto al cinema anche lui trentino doc, Erica Zambelli che ormai è un affermatissima attrice trentina che vive e lavora a Roma da tanti anni. Ma voglio citare anche gli attori “localissimi“. così li chiamo io, Paolo Stefani, Sandro Zampedri, Gabriele Buselli, Barbara Deanesi, Michelangelo Labriola e la “guest star” Franco Senesi, che ha recitato per la prima volta. Qual è stata la difficoltà maggiore che lei ha incontrato alla regia? Non ho avuto particolari difficoltà nel realizzarlo, anche perché avevo tutto in testa e vedevo già i titoli di coda: diciamo che la parte più difficile è stata realizzare scene nelle stesse location, per ottimizzare i costi, ma le persone che vedranno il film non si accorgeranno di niente: nemmeno del bosco into realizzato dallo scenografo Zampedri. Questo film è stato realizzato dalla volontà di una comunità intera, quella di Pergine Valsugana, a partire dalla Proloco di Pergine che, con il suo Presidente Stefani, insieme ai suoi volontari e semplici cittadini, hanno realizzato un villaggio medievale mentre alcune signore esperte di medioevo hanno cucito i vestiti per i personaggi, hanno ricercato oggetti medievali… Insomma sono stati tutti indispensabili. Quali ricadute può avere sul territorio un film come “Exitus”? Penso prima di tutto alla cultura e alla

storia del Trentino che, grazie a questa pellicola, porteremo in tutta Italia. E poi anche alla ricaduta economica visto che a parte gli attori principali tutto il cast artistico e tecnico è legato alla nostra provincia. Spero che questo miracolo (così mi piace chiamarlo) possa stuzzicare altre comunità trentine a fare lo stesso considerando il fatto che da noi ci sono tanti operatori nel settore cinematografico veramente professionali. Vorrei chiudere ringraziando in particolar modo Elio Voltolini chi ha vissuto in prima persona con me questo fantastico progetto e che oltre ad essere il produttore è stato anche l’uomo in più sul set. Quale sarà il circuito di diffusione del film? “Exitus. Il Passaggio” sarà distribuito, tra sale cinematografiche, Festival e serate dedicate al Medioevo in almeno 700 location e contiamo anche di trovare alcune occasioni legate al passaggio televisivo per le quali abbiamo intavolato diverse trattative”. Due buoni motivi per andare a vedere “Exitus” È un film trentino fatto da trentini e girato in Trentino poi senza dubbio perché è stato girato con una grande passione e un grande amore per la cinematografia da parte di tutti noi. ■

i costumi e le ambientazioni. È stato molto istruttivo per me, ho dovuto studiare e ho imparato come si viveva nel Medioevo. Ho scoperto tante cose tipo le abitudini alimentari e il vestiario; che esistevano cavalieri e armigeri mercenari. Parliamo del cast che schiera anche attori di fama nazionale Sono decisamente soddisfatto e onorato 53

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trentinoattualità

L’UOMO CHE DÀ UNA SECONDA CHANCE ALLE COSE di Susanna Caldonazzi

UTILIZZANDO FERRO, LEGNO, VETRO E SCARTI, FRANZ AVANCINI, SINGOLARE ARTISTA TRENTINO, DONA UN ULTIMO RESPIRO AD OGGETTI NORMALMENTE CONSIDERATI “RIFIUTI”. “HO SEMPRE LAVORATO COSÌ”, DICE, “LASCIANDOMI GUIDARE DALL’ISPIRAZIONE”

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materiali: ferro, legno, vetro, scarti, niente plastica. Le regole: tutto ciò che viene valorizzato non è più utilizzabile in nessun modo, niente viene danneggiato, quasi nulla viene acquistato. Il risultato: sculture anche molto grandi, immerse nel paesaggio, a bassissimo impatto ambientale, in dialogo con la natura che le accoglie. È questo tutto ciò che caratterizza il lavoro di Franz Avancini, artista trentino che dona un ultimo bellissimo respiro di vita a oggetti e materiali considerati “rifiuto”: «Recupero tutto ciò che mi sembra possa essere utile un giorno o l’altro – racconta Franz, così preferisce farsi chiamare. Ho uno spazio molto grande a casa dove accumulo oggetti, pezzi, cose molto grandi e anche molto piccole, che sono sicuro prima o poi mi potranno essere utili». Una passione, quella del recupero, che 54

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è nata insieme a lui e al suo ingegno per la costruzione: «Da bambino mi nascondevo sotto il tavolo perché non volevo mi vedesse nessuno – dice sorridendo: avrei dovuto fare i compiti e invece costruivo burattini con tutto quel che trovavo e accumulavo. Nella mia famiglia di origine c’era la libertà di potersi esprimere attraverso l’arte e la creatività, avevamo anche un muro dove potevamo dipingere e disegnare. Mia sorella è diventata pittrice, lavora molto in Francia, invece a me appassionavano gli ingranaggi, smontavo e rimontavo la bicicletta. Recuperavo pezzi che trovavo e li rimettevo insieme, dando loro forme nuove. Con lo stesso principio ho costruito anche casa mia». Siamo nella sua cucina e non serve uno sguardo attento per capire che ogni oggetto, ogni mobile, ogni dettaglio è unico: «Quando con mia moglie abbiamo

acquistato questa casa era una scatola vuota – ricorda Franz – e insieme anche ad alcuni amici l’abbiamo ristrutturata e arredata con il nostro stile. Non ho fatto tutto io: mia moglie, Michela Molinari, è un’illustratrice e i nostri percorsi artistici sono molto intrecciati, lavoriamo spesso insieme. La casa è sempre in movimento, tutto cambia di giorno in giorno: oggi la vedi così, domani magari rimescoliamo i pezzi e cambiamo la disposizione. Oppure arriva qualcosa che non c’era. Ora anche le nostre figlie fanno la loro parte: studiano entrambe al liceo d’arte, una a Trento, l’altra a Bolzano. C’è spazio ora anche per le loro creazioni». Con la stessa passione con cui ha sistemato casa sua, Franz ha realizzato spesso allestimenti per locali pubblici, bar, pub: «Per molti anni ho gestito locali, sono stato un cuoco per molto tempo. Tutti i locali


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che ho avuto – continua – erano arredati con cose che realizzavo per lo più con le mie mani. È stato così per esempio per l’Angie di Pergine, che abbiamo avuto nei primi anni 2000». Nel frattempo però la passione per il recupero e la costruzione si è intrecciata con la voglia di realizzare opere più grandi, sculture che potessero forse rendere la sfida più interessante: «Ho iniziato con i draghi, che continuano ad essere uno dei miei soggetti preferiti – continua a raccontare Franz mentre versa il caffè – perché sono creature fantastiche e più c’è fantasia nei soggetti, più può esserci possibilità creativa nella realizzazione delle opere che li ritraggono. Ne ho fatti diversi, per allestimento in alcuni festival, come quello per Mandrea, in una località vicino ad Arco, sul Lago di Garda, o per il Pamali Festival, in provincia di Treviso». Tutte le opere di Franz hanno meccanismi interni che consentono loro di muoversi: «Uno di questi draghi, per esempio – spiega – era completamente ricoperto di foglie delle palme di Arco e le ali si sollevavano ogni volta che si alzava l’ora, il tipico vento di quella zona del Trentino». Gli chiedo come si fa a scegliere i materiali e da dove inizia la progettazione dei suoi lavori e a questa domanda – ma anche a tutte le altre – Franz risponde come se realizzare opere giganti con materiale di recupero fosse un’attività normale, lasciando intendere la naturalezza con cui la creatività si fa spazio nella sua vita. Poi però mi spiega il suo metodo di lavoro: «In effetti non è semplice recuperare materiale, bisogna saperlo scegliere. Soprattutto ora, l’accesso agli scarti è complicato. Ci sono stati periodi in cui, sparsa la voce, molte

persone mi portavano di tutto. Anche troppo, perché non sempre il materiale è adatto. Io scelgo i miei pezzi seguendo alcune regole: non rompo nulla che non sia già danneggiato, tutto quel che finisce nelle mie sculture deve essere non più utilizzabile o riparabile. Utilizzo vetro, legno, ferro ma niente plastica, le installazioni devono inserirsi in modo armonico nel paesaggio e non inquinare in nessun modo. Dal punto di vista pratico, gli approcci sono due: si può incontrare un pezzo e immaginare intorno ad esso un’opera, oppure si può progettare l’opera e poi andare alla ricerca dei pezzi giusti. Io utilizzo entrambi i metodi, dipende dall’estro del momento. Ho sempre lavorato così, lasciandomi guidare dall’ispirazione e forse per questo fino ad ora questo non è mai stato il mio unico lavoro. Ho fatto il cuoco, gestito locali, viaggiato molto, ma questo pezzo di vita lo porto con me da sempre». Ora però qualcosa sta

cambiando: «Adesso abbiamo figlie più grandi, una tranquillità maggiore e molte richieste per le mie opere, quindi mi sto dedicando all’attività artistica a tempo pieno». Il maggiore investimento in termini di tempo che Franz ha dedicato alla sua arte ha fatto nascere alcuni progetti nuovi, sviluppati grazie a un incontro che si è trasformato in una collaborazione fruttuosa: «Grazie ad un allestimento che avevo fatto in una vetrina di un negozio del centro di Trento ho incontrato circa un anno fa Silvia Conotter, professionista di marketing territoriale oltre che fondatrice de “Il Trentino Alto Adige dei bambini”, e insieme abbiamo iniziato a progettare sentieri tematici. È nato così il sentiero per raggiungere il “Salvan” di Pozza di Fassa, un’installazione di circa 12 metri realizzata in arbusti, rami e legname locale con alcune parti in materiale di recupero. Ma anche “La fattoria della lana” di Palù del Fersina, una passeggiata attraverso animali realizzati da me in legno e materiali di recupero, con i quali i bambini possono avere interazione grazie a ingranaggi e meccanismi. Sul percorso si alternano anche quattro giochi della tradizione realizzati in grandi dimensioni con i quali poter giocare insieme». E il futuro? «Voglio continuare a lavorare con Silvia a questi progetti, credo funzionino bene. Sono innovativi, propongono un nuovo tipo di intrattenimento per le famiglie, sono in armonia con la natura e sono vere e proprie opere d’arte con le quali i bambini possono interagire. Credo ci sia anche un valore etico: è bello offrire ai bambini e alle famiglie un modo per entrare in contatto con l’arte e la natura». ■ 55

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DALL’ARTE ALLA RICERCA

di Fiorenzo Degasperi

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abriele Lorenzoni è il responsabile e il gestore, per il MART, dell’A.D.A.C., ovvero l’Archivio degli artisti contemporanei trentini: a lui il compito di portare avanti il testimone di un’esperienza nata attorno agli anni ’80 dalla fantasia e dall’immaginazione di Diego Mazzonelli, artista e fondatore del Sindacato CGIL/Fnlav, e dell’allora direttrice Gabriella Belli, portato avanti in seguito da Riccarda Turrina e dal sottoscritto. Era la prima esperienza italiana di catalogazione degli artisti viventi e operanti in provincia di Trento, al di là della professionalità e della qualità: era ed è un inventario, un pozzo senza fine fatto di cataloghi, articoli di giornale e riviste specializzate, interviste, video, da cui trarre informazioni, esperienze, possibili nomi per mostre, scambi/mostre – pensiamo a due esperienze importantissime in passato come quella degli scambi con le città gemellate come San Sebastian e Praga oppure quella della permanenza-studio a Salisburgo, ecc. – o un’occasione per finire sulle pagine dei Quaderni di Documentazione dell’Adac. Nel corso degli anni di Quaderni-cataloghi ne sono usciti ben 28, che si sono 56

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ALLA GALLERIA CIVICA DI TRENTO QUATTRO ARTISTI TRENTINI PRESENTANO LE LORO RICERCHE TRA VIDEO, PITTURA, ALLESTIMENTO, FUMETTO, SCULTURA E ... TANTA IRONIA occupati di altrettanti artisti considerati meritevoli (qualcuno per merito politico a dir il vero), ognuno con un’introduzione scritta da un critico e un ricco apparato iconografico e bio-bibliografico. Dopo anni di silenzio ecco il nostro dinamico, operoso ed energico Gabriele Lorenzoni – grazie ad una tesi di laurea di specializzazione proprio sull’Adac – prendere in mano le redini di un archi-

vio considerato a suo tempo, a torto o a ragione, innovativo e artisticamente intrigante e riscoprire il filo giusto che legava e saldava il Mart, in quel periodo preso dal capogiro delle politiche artistiche internazionali, al territorio. Ebbene, Gabriele Lorenzoni in questi ultimi anni è riuscito ad incrementare l’archivio e, soprattutto, a riportare gli artisti trentini al centro dell’attenzione.


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E lo ha fatto con una mostra – che terminerà il 3 marzo – dedicata a quattro sperimentatori del linguaggio che hanno saputo andare ben al di là del confine provinciale, accompagnata da altrettanti quaderni di documentazione completamente rinnovati nella forma e nella sostanza. Gli artisti sono Luca Coser (Trento, 1965) presentato da Carlo Sala, Christian Fogarolli (Trento, 1983) introdotto da Lorenzo Benedetti, Laurina Paperina (Rovereto, 1980) presentata da Chiara Agnello e, infine, Rolando Tessadri (Trento, 1983), accompagnato da Lorenzo Benedetti che ci aiuta a comprendere una pittura tra le più ardue da decifrare. Gabriele Lorenzoni sa come muoversi all’interno del mondo dell’arte, è caparbio e tenace e il suo fine, quello di pubblicizzare al meglio questi prodotti e al tempo stesso creare e tessere contatti e relazioni tra società e mondo dell’arte, lo persegue con cognizione di causa. Ti telefona, ti cattura, ti ammalia e ti conduce giù, negli infiniti giri sotterranei della galleria civica trentina, nei meandri della cronaca dell’arte contemporanea,

INFO Galleria Civica di Trento e ADAC – Archivio trentino Documentazione Artisti Contemporanei Via Belenzani 44 38122 Trento T. 0461.985511 T. 800.397760 civica@mart.tn.it

illustrandoti ogni artista, ogni opera, cogliendone le peculiarità, le ricchezze, le sintesi. Racconta aneddoti e quanto è faticoso mettere nero su bianco un quaderno di documentazione/catalogo, ma parla anche della gioia e dell’allegria di un lavoro collettivo, fatto a più mani, alla ricerca di quel punto d’equilibrio dove innovazione, intelligenza e sapienza si prendono per mano per raccontare cosa succede oggi nel panorama artistico trentino e in quello nazionale. Sì, perché i quattro nomi sono ormai famosi, approdati in gallerie private e pubbliche non solo nazionali, recensiti su quotidiani e riviste importanti, apparsi in fiere d’arte che ne rilanciano il senso estetico. Luca Coser prosegue la sua attività all’interno di un sottile gioco ironico e concettuale tra iconismo e astrattismo, tra frammenti e segni che richiamano alla memoria ricordi, pagine di un diario lasciato bianco, pensieri e aforismi di una vita trascorsa tra le tele. Christian Fogarolli ci costringe a piegare la schiena e allertare lo sguar-

do per carpire, tra le nere e tenebrose presenze di un’intercapedine abbandonata, tracce del passaggio di uomini che hanno camminato sul filo del rasoio tra presenza e pazzia (assenza) o di chi soffre della sindrome di “Wandertrieb”, ovvero della malattia di chi, passando da un luogo all’altro, si sente sradicato e privo di una vera identità. Per parlare dell’iconografia di Laurina Paperina ci vorrebbero volumi interi perché ogni suo tassello concorre a formare un enorme puzzle dove i personaggi tratti da cartoon, film, pubblicità, ecc. creano un mondo parallelo, percorrendo la stessa strada che secoli fa aveva calpestato Jeronymus Bosch. E non è un caso che nella grande opera Riders of the Lost Heads (2016) faccia capolino proprio un pinguino, colto nella posa e con un imbuto in testa, che sembra uscito dal magico e enigmatico mondo boschiano. Quindi Rolando Tessadri, sapiente tessitore di trame, novello Penelope, costruttore di evanescenti pianeti dove il colore è padrone assoluto e le trame su cui è depositato – una sorta di reticolo fatto di sovrapposizioni continue, di velature che celano le forti presenze – sono isole di sensazioni epidermiche oltre che visive. Le sue opere scorrono appaiate, formando trittici e teorie di storie che affondano le radici nel periodo più vivo dell’astrazione e delle ricerche materico-concrete: di fronte a questi lavori si rimane in silenzio, un silenzio sacro, un silenzio che ci aiuta a perderci nell’infinito, ad andare oltre la fisicità per smarrirci in terre inesplorate. D’altronde non è forse vero che bisogna perdersi per ritrovarsi? ■ 57

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Amici Artisti di Renzo Francescotti

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he fosse portata per la musica, Marisa Brun lo rivelò molto pesto. Aveva meno di due anni quando dalla natìa Cembra si trasferì con la famiglia a Trento, in Via Cavour, dove abitava la nonna Clementina, una donna importante, padrona di cantine a Cembra, a Lavis e nel Tirolo Vorarlberg a Lienz, da cui probabilmente i Brun sono originari. Marisa è la più giovane di quattro sorelle: Carmen (l’altra ancora vivente, 93enne), Bruna, Linda (disabile, morta a 64 anni). Marisa era una bambina quando nell’atrio di casa, su un pavimento di graniglia veneziana, su piccoli strumenti ad arco da lei stessa costruiti, suona, canta e balla. Lo fa sotto gli occhi compiaciuti di sua nonna Clementina, che la guarda fumando da una pipa in cui non ha messo tabacco, ma una sigaretta. Cresciuta, la sua passione musicale la porta a frequentare musiciste molto note come Margit Spirk o Donna Magendanz e a entrare a vent’anni nel coro polifonico “Santa Cecilia” diretto da Iris Nicolini, ai vertici in Italia soprattutto nel canto gregoriano. Vi canterà per un decennio, da mezzo soprano, perfezionandosi in diversi corsi. Ultimate le scuole professionali vorrebbe iscriversi all’Istituto d’Arte, perché sente in sé, oltre a quella musi-

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FRESANDO SORELLA TERRA MARISA BRUN HA RIVELATO SIN DALL’INIZIO UN TALENTO AUTENTICO. NELLE SUE OPERE NON È MAI IL COLORE AD IMPORSI, MA IL SEGNO SCAVATO, IN UNA TENSIONE DRAMMATICA... cale, l’attrazione della pittura. Ma muore suo padre, a soli 57 anni, e lei è costretta a lavorare. Si specializza in problemi fiscali e nel 1971, a 31 anni, si trova capo reparto reggente agli uffici IVA di Trento. L’anno dopo espone per la prima volta in una collettiva a Rovereto, alla Galleria d’Arte Rosmini. Ormai Marisa ha scelto la pittura. Ed è molto brava, viene notata dai critici. Nel 1975 è addirittura invitata ufficialmente alla Quadriennale di Roma riservata ai giovani. Ma è costretta a rifiutare per ragioni di famiglia (al posto suo ci andò Silvana Zambanini). Questa del condizionamento di famiglia (cominciare precocemente a lavorare rinunciando agli studi

d’arte, badare alla sorella disabile, alla sorella anziana e malata ecc.) è una costante nelle scelte di vita di Marisa, che certo non ha giovato alla sua carriera pittorica. Ma lei, generosamente, si è prodigata. Benché autodidatta ha rivelato sin dall’inizio un talento autentico, una tecnica forte e originale, un mondo pittorico personale fitto di rimandi culturali e simbolici profondamente metabolizzati. Non è mai il colore ad imporsi, sempre tenuto sottotono, ma il segno scavato, in una tensione drammatica in cui le figure umane, piegate dal dolore dell’esistere, appaiono fittamente, intensamente intrecciate con quelle animali, vegetali, minerali, in un co-

mune destino. Scrivevo in un saggio poi incluso in Bottega d’artista (Curcu Genovese, 2007): “Utilizzando tele strizzate, colori lavati, in queste forme penose, di esseri viventi – umani e animali – piegati nel buio a cercare di captare la luce, c’è a nostro avviso una pietà tutta femminile. La tecnica più originale della nostra Marisa, iniziata dal 1987 e a cui è da allora rimasta fedele, è quella delle “Terre fresate”: una tecnica di notevole impegno e impiego di tempo (per un’opera si impiegano anche diversi mesi) che consiste nel fare emergere come con la tecnica del graffito, con una piccola fresa elettrica le linee del disegno dagli strati delle terre colorate sottostanti, fissate con collanti. Le figure della Brun ci appaiono inserite in una rete di segni (a volte eleganti, melodici, di gusto liberty, altre volte tormentosi, dissonanti, di gusto espressionistico), una rete come di onde energetiche che si rivelano, di campi magnetici captati, di onde musicali avvolgenti: in cui uomini, animali, piante, terre sono comple-


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tro per lato, con in primo piano un drago di color rosso magenta (uno dei colori “spenti” preferiti da questa artista che non si esibisce mai) che attenta alla purezza della bianca figura di Maria, mentre la parte superiore del quadro è occupata dagli angeli che accorrono armati di lance a difendere la Madonna. Del 2015 è La casa dei musicisti, un ampio quadro (cm. 134x87) di un gusto floreale Jugendstil, omaggio alla famiglia dei musicisti Guarino, testimonianza della passione musicale di Marisa. Del 2016 è Corre il fiume verso il mare (cm 65x150), in primo piano la rete dei vegetali a fare da quinte al fiume, con una linea spezzata a segnare il percorso delle colombe in volo verso il mare aperto, verso la rigenerazione. E infine, del 2018, Medea, l’ultima (per ora) grande terra fresata di Marisa Brun, bizantinamente raffinata come un mosaico ravennate, che ha avuto l’onore di finire al castello di Santa Severina di Crotone, nel Museo “Fumana“, dedicato all’opera lirica. Un bella soddisfazione per la nostra Marisa che non poteva trovare, per una sua opera ispirata (guarda caso alla musica), ubicazione migliore. ■

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tamente immersi. Dal 2008 la Brun è iscritta all’UCAI, (l’Unione Cattolica degli artisti italiani) e con quest’Associazione ha partecipato a una serie di importanti collettive: a Trento nella Sala San Giovanni della Cattedrale, nella Chiesa di San Lorenzo, nella chiesetta di Sant‘Anna, nella sede del Virgilianum, nella Sala della Regione; nella provincia a Rovereto nella Casa Rosmini; a Borgo Valsugana nella Chiesa delle Carmelitane; fuori regione nel Santuario di Pietralba… Negli ultimi dieci anni, benché con rallentamenti per le cure della sorella Bruna, malata, e un vuoto di due anni per la depressione in seguito alla morte dell’altra amata sorella, la Brun ci ha regalato opere importanti. Del 2010 è Così in terra, una terra fresata di oltre due metri di larghezza che si ispira a “Così parlò Zarathustra”, la più famosa opera di Nietzsche. Con in primo piano – a occupare tutto il quadro – una figura umana sdraiata, che sta per immergersi nella terra. Un’immagine stilizzata, dai tratti del viso volutamente poco definiti, come sono tutte le figure umane dipinte da questa artista. Del 2011 è Apocalisse, un’opera quadrata di circa un me-

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SanValentino

LA FESTA DEGLI INNAMORATI

PER TUTTI È L’EVENTO ROMANTICO PIÙ ATTESO DELL’ANNO, UN MOMENTO UNICO, PER RINNOVARE IL RAPPORTO DI COPPIA. PER LA SECONDA FESTA PER IMPORTANZA NEL BELPAESE, TRA CIOCCOLATINI, FIORI E CENE, GLI ITALIANI SPENDERANNO COMPLESSIVAMENTE, ANCHE QUEST’ANNO, CIRCA 100 MILIONI DI EURO

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an Valentino: una ricorrenza dalle origini antiche che nel corso degli ultimi decenni si è trasformata in una celebrazione “globale” dell’amore romantico. È la festa degli innamorati, che si ritrovano per cele-

brare la loro unione ed il loro reciproco sentimento, attraverso una cena, un’uscita al cinema, a teatro, un viaggio “lampo” verso una meta dove passare del tempo di valore insieme. E pensare che in origine si festeggiava un

martire, sembra, innamorato. Comunque la pensiate, la giornata dedicata a San Valentino rappresenta un’occasione per rinnovare il proprio impegno d’amore, con la piacevolezza della compagnia della propria “dolce metà”.

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trentinomeseSanValentino Chi era Valentino Il 14 febbraio è la data dedicata dalla Chiesa Cattolica al martirio di Valentino, vescovo cristiano nato a Terni nell’anno 176 e morto a Roma nel 273. Il santo è venerato anche dalla Chiesa Ortodossa e da quella Anglicana. Alla veneranda età di 97 anni fu invitato, dall’imperatore romano Claudio II, a convertirsi al paganesimo. Al suo rifiuto, Valentino fu imprigionato, lapidato e, in-

fine, decapitato. La vita di Valentino pare sia stata particolarmente austera e morigerata: nella sua biografia si trova poco che possa legarlo in maniera inequivocabile al mondo passionale degli “innamorati”, ma una storia ammantata di leggenda racconta, come nel periodo della sua prigionia, si sarebbe innamorato della figlia di uno dei custodi della prigione. Tale sarebbe stato il trasporto dell’anziano vescovo nei confronti della fanciulla che le sue preghiere avrebbero fatto il miracolo di restituirle la vista: si narra che l’ultimo messaggio all’amata fosse firmato «dal vostro Valentino». Insomma, qualche atti-

mo di dolce languore prima di una fine tragica. Altre storie legano la sua immagine al mondo dell’amore: sarebbe stato il primo a celebrare un’unione tra un legionario pagano e una giovane cristiana. Infine, leggendaria sarebbe stata la sua capacità di riconciliare gli innamorati portando loro una semplice rosa.

I “Lupercali”, festa pagana della fertilità Fu papa Gelasio nel 496 a scegliere di intitolare a Valentino una celebrazione capace di rimpiazzare l’antica festa pagana dei Lupercali, all’epoca ancora molto celebrata. I Lupercali erano una festa pagana che si teneva tra il 13 e il 15 febbraio per celebrare la fertilità: era in onore del dio Luperco, “deputato” a proteggere il bestiame dai lupi; questa divinità “minore” era centrale nelle antiche culture italiche, dedite all’allevamento. Il poeta romano Ovidio racconta tuttavia una storia più suggestiva: i Lupercali celebravano l’allattamento di Romolo e Remo da parte della leggendaria “Lupa” capitolina. Durante il regno di Romolo, primo re di Roma, vi fu un lungo periodo in cui le donne non riuscivano ad avere figli. Narra Ovidio che, durante una processione nel bosco sacro a Giunone, Romolo volle che si sacrificasse un capro: con la sua pelle si confezionarono delle strisce destinate a colpire - speriamo dolcemente - la schiena delle donne. L’esito fu tuttavia felice: dopo dieci mesi lunari, la nascente Roma fu teatro di numerose nascite. Certamente non la più “romantica” delle leggende, ma un modo beneaugurante per rassicurare le coppie che cercano con determinazione un figlio.

Per tutti gli appassionati e non, proponiamo dei corsi tematici riguardanti il magico mondo floreale:

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SABATO 9 FEBBRAIO

Di cosa hanno bisogno le orchidee per vivere bene in appartamento?

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trentinomeseSanValentino e frustrazione, ma non per ragioni ideologiche. Sono i single di tutto il mondo, che riescono a sopportare pazientemente le “smancerie” del 14 febbraio solo perché il giorno successivo “tocca a loro” festeggiare: è il 15 febbraio infatti l’informale “festa dei single”, dedicata a san Faustino. Anche lui, tuttavia, morì martire.

In Italia

Il medioevo Fu nell’epoca dell’”amor cortese”, che la celebrazione di San Valentino, iniziò ad assumere le caratteristiche che conosciamo oggi. È Geoffrey Chaucer, il “padre” della letteratura inglese, a citare per primo la “festa degli innamorati”: questa espressione compare nel poema “Il paradiso degli uccelli”, risalente al XIV secolo. Nel testo la ricorrenza viene associata al fidanzamento di Riccardo II, re d’Inghilterra, con Anna di Boemia. È più o meno coeva la fondazione a Parigi dell’Alto Tribunale dell’Amore, avvenuta il 14 febbraio 1400: compito del suddetto tribunale era quello di decidere su tradimenti, violenze e fatti relativi a “rapporti di coppia”. È sempre l’inizio del Quattrocento l’epoca in cui si situa la più antica “valentina” mai ritrovata: fu quella scritta da Carlo d’Orleans alla moglie mentre era chiuso nella torre di Londra, dopo essere stato sconfitto in battaglia nel 64

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1415. Le “valentine” sono le lettere d’amore che ci si scambia tra innamorati, proprio in occasione della festa di San Valentino. Sono solitamente firmate “tuo Valentino” o “tua Valentina”, in un omaggio, chissà se consapevole, all’epistola amorosa lasciata dal 97enne vescovo prossimo al martirio.

Una festa “scomoda”? Chi l’avrebbe mai detto che una ricorrenza così dolcemente inoffensiva sia tuttora oggetto dell’ostracismo impietoso di diversi paesi o culture? Succede ad esempio in Russia, dove il credo ortodosso impone un ricordo più sobrio e meno “frizzante” del santo ternano. Lungo il Don, San Valentino rappresenta infatti un’autentica e rigorosa celebrazione religiosa. Nella città di Belgorod, situata a 700 km a sud-ovest di Mosca, il Governatorato della provincia e la Chiesa ortodossa hanno rivolto a scuole e locali pubblici la

“raccomandazione” di non ricordare la “festa degli innamorati”. Le autorità civili e religiose temono che rappresenti una minaccia alla “sicurezza spirituale”, promotrice di promiscuità e di sensualità. Nel 2008 in Russia si è istituito un altro giorno degli innamorati, collocato l’8 luglio, in memoria dei santi Petr di Murom e Fevronija, protettori della felicità familiare e della fedeltà: la versione russa della festa degli innamorati appare dunque un po’ più conservatrice rispetto al corrispettivo a cui siamo abituati. San Valentino è “vittima di censura” anche in Arabia Saudita, dove vengono proibite le tradizioni non strettamente legate ad un’interpretazione integralista del Corano, in Iran, in Uzbekistan e in Malesia: sono paesi di tradizione musulmana e non vengono apprezzate le “interferenze” occidentali. Esiste tuttavia un’altra categoria di persone ferocemente contrarie a San Valentino: lo vivono con noia, fastidio

Secondo Confesercenti, nel 2018 il 24% degli italiani ha festeggiato la ricorrenza: rappresenta, dopo Natale, Pasqua, Ferragosto ed Epifania, la quinta “festa” più sentita dai nostri concittadini. Complessivamente, tra cioccolatini, fiori e cene, gli italiani hanno speso circa 100 milioni di euro. Resta “al palo”, nonostante le tante iniziative promozionali, la festa dei single dedicata a San Faustino: viene ‘onorato’ solo dal 7% degli italiani. Nel Belpaese, se si festeggia lo si fa a tavola e San Valentino non fa eccezione. Il 67% di chi ha deciso di celebrare la ricorrenza lo fa con una cena romantica. Il campione si divide perfettamente a metà tra chi sceglie di organizzare una serata tra le mura di casa e tra chi opta per una cena fuori. La meta preferita degli innamorati in festa è il ristorante, scelto dal 62% delle persone. Il 35% decide di celebrare il proprio idillio in esercizi meno formali, come pizzerie e trattorie. Un dato sorprendente è quello riservato a chi percorre la strada dell’originalità: solo il 3% organizza una cena “speciale” in posti alternativi, come vecchi e suggestivi tram o battelli.

La scelta del regalo Un altro elemento “clou” della celebrazione di San Va-


14 febbraio

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lentino riguarda il momento in cui la coppia si scambia qualche dono, spesso atteso e ben pensato. In questo senso, va forte la scelta più tradizionale: i cioccolatini raccolgono il 29% delle preferenze, seguiti dai fiori, che verranno acquistati nel 22% dei casi. Gioielli e preziosi fi-

niranno nelle mani soltanto del 6% delle fortunate o dei fortunati. Si stima che nel 2018 siano stati acquistati 3,7 milioni di scatole di cioccolatini e 2,6 milioni di mazzi di fiori. In cima alla classifica delle preferenze floreali vi è l’infallibile rosa rossa, in particolare dal gambo lungo,

ma hanno preso piede anche tulipani, fresie e anemoni. Non dimenticate il linguaggio e il simbolismo dei fiori: si donano 108 rose per una proposta di matrimonio, 99 per dire amore eterno, per un amore a prima vista basta una rosa, ne servono nove per una storia che va avanti. Dieci sono per la perfezione e 11 dicono unicità. 13 sono per una folle passione e venti per un amore sincero. Sostiene Coldiretti come vi sia un incremento considerevole del regalo gastronomico: regalare i cibi funziona, ma devono essere in qualche modo ben meditati, meglio se dall’aspetto o dal sapore esotico: lo zenzero ha subito un +141% di incremento nelle vendite in un solo anno, mentre la curcuma è cresciuta del +93%.

Mi vuoi sposare? Quale occasione migliore per proporre all’altra “metà del vostro cielo” di convolare a giuste nozze se non il 14 febbraio, quando il romanticismo aleggia letteral-

mente in ogni dove? Si stima che in media siano 220mila le proposte di matrimonio avanzate nel giorno degli innamorati. I più volenterosi si ingegnano nel creare un’atmosfera quanto mai propizia, coinvolgendo designer e wedding-planner per addobbare al meglio gli ambienti della propria sala da pranzo o comunque del luogo in cui avverrà la fatidica proposta. Interpellato per sapere quale sia il dettaglio fondamentale che non può mancare in una simile occasione, un celebre wedding-planner ha risposto: «Niente è più importante della luce per creare un’atmosfera romantica. Scegliete la giusta illuminazione, riempite i tavoli di candele, meglio se di diverse altezze. Serviranno tovaglie di seta che riflettano la luce. Nel caso in cui la location lo consenta, accendere il fuoco di un caminetto sarà veramente la ciliegina sulla torta».

Le “Valentine” Nei paesi di cultura anglosassone, è pratica comune do-

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trentinomeseSanValentino narsi a vicenda le cosiddette “valentine”. Ci si scambiano dolcetti e cartoline affettuose, non solo tra innamorati ma anche tra amici e familiari. Se ne ricorderanno certamente i fan di Charlie Brown, che percorre incredibili traversie per donare alla sua adorata “ragazzina dai capelli rossi” una valentina appropriata: sarà invece il cagnolino Snoopy a regalarne scherzosamente una al suo padroncino deluso, con addosso una parrucca rossa e schioccandogli un grande bacio sulla guancia. Questo scambio di “valentine” avviene anche nelle scuole elementari americane, dove il 14 febbraio i pargoli donano alla propria “cotta” un messaggio personalizzato. L’usanza vuole che il mittente resti anonimo, per rendere il messaggio ancora più dolce. La storia ci insegna persino quali siano state le “prime valentine” mai scambiate o perlomeno le più antiche di cui abbiamo notizia: furono quelle di Carlo D’Orleans, prigioniero nella torre di Londra, che inviava missive alla sua amata moglie chiamandola “ma tres doulce Valentinèè”, ancora oggi conservate nella British Library di Londra.

Nel mondo Volgendo lo sguardo fuori dai nostri confini, si scoprono una grande varietà di tradizioni.

I “cugini” francesi non offrono tradizioni particolarmente differenti dalle nostre, ma possono agevolmente intraprendere l’ormai rituale passeggiata vicino alla Tour Eiffel o lungo la Senna. In Spagna è tradizione che sia l’uomo a regalare un mazzo di rose rosse all’innamorata. In Giappone al contrario le protagoniste sono le donne, che devono regalare cioccolatini, fatti a mano o acquistati, ai loro compagni, ma anche amici, colleghi di lavoro o compagni di scuola in segno di amicizia. Un mese dopo, il 14 marzo, gli uomini dovranno però ricambiare il gesto, con dei cioccolatini bianchi. Simpatica ma meno gioiosa la tradizione della Corea del Sud, identica a quella giapponese, se non fosse che il 14 aprile, chi non ha ricevuto nulle né il 14 febbraio né il 14 marzo, si deve recare in un ristorante dove mangerà spaghetti al nero di seppia e si dovrà lamentare delle sue sventure e della propria solitudine: “me tapino”! Meno “impegnativi” i costumi di Finlandia ed Estonia: per loro il 14 febbraio è il “giorno degli amici”, che si festeggia in compagnia, o in alternativa con una cena a lume di candela. Insomma, una gran varietà di usi e costumi, per una festa nata in onore di un vescovo nato a Terni nel Primo secolo ed arrivata ad essere un fenomeno globale. ■

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di Fabio De Santi

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opo essersi lasciato alla spalle un anno davvero d’oro, iniziato con la vittoria al Festival di Sanremo, Ermal Meta è pronto a vivere un 2019 all’insegna dei live. La prima mossa del cantautore è infatti quella di un tour teatrale, che prenderà il via il 2 febbraio dal Teatro degli Arcimboldi di Milano e toccherà anche Trento per due date, il 16 e 17 febbraio all’Auditorium. Proprio il 25 gennaio Meta ha pubblicato un cofanetto che contiene il dvd del Concerto – sold out – dello scorso 28 aprile al Forum di Assago, due cd live e due brani inediti, il primo dei quali è un singolo scritto e cantato da Ermal insieme al rapper milanese J-Ax dal titolo “Un’altra volta da rischiare”. Uno strano connubio quello fra due artisti e due stili per nulla simili che, come recita un vecchio adagio, essendo opposti si attraggono e formano una poderosa stretta di mano e di voci. Con il tour teatrale si apre una nuova avventura per Ermal Meta, dopo i clamorosi risultati ottenuti nel 2018: oltre al lungo Non Abbiamo Armi Tour, che ha registrato un n u m e ro i m pressionante di sold out grazie ad oltre 100.000 perso ne accorse sotto ai palchi allestiti nei luoghi più belli d’Italia, va ricordato quanto ottenuto dalla canzone “Non Mi Avete Fatto Niente”: il brano con il quale il 70

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ERMAL META UN TOUR TEATRALE, IL SUO, CHE PRENDERÀ IL VIA IL 2 FEBBRAIO DAL TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI DI MILANO E TOCCHERÀ ANCHE TRENTO PER DUE DATE, IL 16 E 17 FEBBRAIO, ALL’AUDITORIUM DI TRENTO cantante di origini albanesi ha vinto Sanremo al fianco di Fabrizio Moro. A rendere particolare l’avventura nei teatri di Ermal Meta, la presenza del quartetto d’archi dello Gnu Quartet: con il loro accompagnamento le canzoni

di Meta saranno vestite con esclusivi abiti da sera, cuciti su misura da nuovi arrangiamenti per viola, violino, violoncello e flauto, ed entreranno in «punta di fioretto» in molti tra i teatri più belli d’Italia. “Non vedo l’ora di ascoltare le nuove versioni di «Dall’alba al tramonto», «Non abbiamo armi» o «Si salvi chi può» - ha raccontato il cantautore - sono troppo curioso di sentire come verranno insieme a questi musicisti». In una recente intervista Meta ha raccontato anche come: «In tutto prepareremo una trentina di brani in gran parte tratti dai miei tre album, più qualcosa de La Fame di Camilla (pezzi che non ho mai suonato da solo) e due o tre cover. Sicu-

ramente ce ne sarà una dei Muse e una dei Radiohead. Ogni sera proporremo una ventina di canzoni e questo significa che ogni live sarà differente da quello precedente, anche perché non ci negheremo certo il gusto di improvvisare. E poi chissà, magari in corso d’opera, potrebbe nascere qualche idea strana: siamo musicisti, da cosa nasce cosa». Tornando al successo di “Non mi avete fatto niente” va evidenziato come il brano sia stato portato all’Eurovision Song Contest a Lisbona per rappresentare con impegno ed eleganza l’Italia, posizionandosi 5° nella classifica finale grazie al voto europeo. Quello che è ad oggi l’ultimo album di Meta è composto di dodici canzoni scritte per raccontare la contemporaneità e la paura che spesso la invade; in Europa questa paura si è concentrata in luoghi ove normalmente ricerchiamo svago o anche solo un attimo di pausa e le riflessioni su tutto ciò che ci ■ circonda.


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di Nicola Tomasi

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eresa Mannino è una delle più travolgenti protagoniste del cabaret italiano grazie alla sua vis comica. Il suo arrivo a Trento per lanciare il suo nuovo show “Sento la terra girare” che, dopo una serie di sold out nella prima parte del 2018, farà tappa anche a Trento il 28 febbraio, alle 21 all’Auditorium S.Chiara, cattura inevitabilmente la curiosità di molti. “Leggo che le cose stanno cambiando in modo radicale e velocissimo, gli animali si estinguono a un ritmo allarmante, come quando sono spariti i dinosauri 66 milioni di anni fa. Nel mare ci sono più bottiglie di plastica che pesci, sulle spiagge più tamarri che paguri. Leggo che non c’è più acqua da bere e aria da respirare. Cose da pazzi! Ma la prova che qualcosa di epocale sta accadendo arriva quando vedo la pubblicità del filo interdentale per cani. Segno certo che stiamo per estinguerci al ritmo di zumba! Ma si parla sempre d’altro, di posteggi per mamme etero, di tablet a scuola, di ascolti televisivi, di fake news, di bonus bebè”. Sono queste le parole usate da Teresa Mannino per raccontare “Sento la terra girare”, uno show che mette in evidenza le qualità di questa solare presenza del panorama comico italiano che coniuga una raffinata tecnica attoriale con una capacità di improvvisazione assolutamente spontanea e originale. Teresa Mannino ritorna in scena con uno show capace di fotografare, alla sua maniera, la realtà di oggi vista dagli occhi di chi scopre un mondo diverso: “Vivo chiusa in un armadio per mesi, anni. Un giorno decido di uscire, apro le ante e apro gli occhi leg-

E T N A R A L I S E TERESA O N I N N A M FARÀ TAPPA ANCHE A TRENTO IL 28 FEBBRAIO, ALLE 21 ALL’AUDITORIUM S.CHIARA, PER LANCIARE IL SUO NUOVO SHOW “SENTO LA TERRA GIRARE” gendo che il principe Harry si sta sposando e che l’asse della terra si sta spostando. Mi butto stranamente sulla notizia meno glamour: com’è possibile che l’asse terrestre stia variando? Fuori dall’armadio scopro che il mondo va a rotoli e allora, cerco delle strategie: non uso più rotoli, di nessun tipo, chiudo l’acqua

mentre mi insapono, tengo spente le luci dell’albero di Natale, vendo la macchina e faccio l’orto sul balcone. Ma ciò non migliora la situazione del pianeta e in più mi sono complicata la vita”. Siciliana fortemente legata alla sua terra, laureata in filosofia, la Mannino ha studiato teatro a Milano, diventata la sua città

d’adozione. La sua comicità graffiante, leggera e sottile la porta ad aggiudicarsi con i suoi accattivanti monologhi comici, la conduzione della prima serata di “Zelig” con Mr. Forest su Canale 5 nel 2013. Questo dopo l’esperienza formativa di cinque edizioni di Zelig Off (dal 2007 al 2011) presentato con Federico Basso. Ma il percorso artistico della Mannino si snoda tra esperienze comiche di palcoscenico e piccolo schermo, radio e cinema. Fra i suoi spettacoli teatrali anche “Terribilmente divagante” one woman show con cui instaurava un rapporto diretto con il suo pubblico nel 2015 “Sono nata il ventitré”. In quel caso accompagnava la platea in un lungo e divertente viaggio nella sua infanzia mentre in “Sento la terra girare” racconta ora la disattenzione e l’indifferenza di noi uomini nei confronti della “nostra casa”, il pianeta terra con la capacità di far ridere alla sua maniera ma senza dimenticare di spingere la gente ad un pizzico di sana riflessione sullo stato delle cose in questo nostro caotico terzo millennio. ■ 71

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di Lara Deflorian

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l calendario della danza in regione proposto dal CSC S. Chiara di Trento, anche in questo mese si rivela ricco e diversificato. In primis, un appuntamento imperdibile è costituito dal gradito ritorno a distanza di quattro anni, il 26 febbraio al teatro Comunale di Bolzano, della Parsons Dance Company, la compagnia di danza moderna con sede a New York, riconosciuta a livello internazionale per la sua danza energica, atletica e corale, in grado di trasmettere positività. Nata nel 1985 dal genio creativo dell’eclettico coreografo David Parsons e del lighting designer Howell Binkley, Parsons Dance è riuscita a lasciare un segno nell’immaginario teatrale collettivo e a creare coreografie divenute veri e propri “cult” della danza mondiale. Come

GIOCHI DI SCALE TANTI GLI SPETTACOLI IN REGIONE, TRA CUI QUELLO DELL’EX ALPINISTA FABRICE GUILLOT il capolavoro stroboscopico del 1982 Caught, definito dalla critica “una delle più grandi coreografie degli ultimi tempi”, sempre presente nelle tournée della compagnia Un assolo dello stesso Parsons che potremo ritrovare an-

che a Bolzano sulle musiche di Robert Fripp, nel quale il danzatore sembra sospeso in aria grazie a un gioco di luci stroboscopiche. Nel programma di Bolzano troveremo poi altri due classici del repertorio della Parsons Dance come

Wolfgang (2008) e Whirlaway (2014), vedremo per la prima volta in Italia Ma Maison, coreografia del 2008 su musiche jazz e costumi ispirati alle tradizionali processioni funerarie di New Orleans e, infine, un’altra novità per l’Italia sarà Microburst, il nuovo brano per quattro danzatori, che ha debuttato lo scorso maggio al Joyce Theatre di New York. Cambiando gene-

NOUVELLE VAGUE, NOSTALGICA BOSSA NOVA IL 28 FEBBRAIO

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essuno come loro ha saputo declinare in forme musicali morbide e avvolgenti lo spirito della new wave e del post punk. Stiamo parlando dei Novelle Vague la formazione francese, definita da molti come la migliore cover band esistente, attesa in concerto il 28 febbraio al Teatro Sanbàpolis per la rassegna Transiti proposta dal Centro S.Chiara e curata da Alberto Campo. In azione da una quindicina di anni, il progetto concepito dai parigini Marc Collin e Olivier Libaux ha fatto centro con una formula semplice ma efficacissima: rimodulare in chiave lounge i classici della new wave, da cui l’intestazione scelta, che d’altra parte allude sia al cinema francese d’antan sia alla bossa nova brasiliana. Affidando le interpretazioni a chanteuses aggraziate e seducenti, i due hanno orchestrato un’operazione nostalgia in pari misura ingegnosa e affascinante. Ne fu apice nel 2009 il terzo album della serie, impreziosito da testimonial d’eccezione come Martin Gore dei Depeche Mode, Ian McCulloch di Echo & The Bunnymen e Terry Hall degli Specials. L’ultimo, risalente al 2016, è invece “I Could Be Happy”, quinto in sequenza dal 2004 a oggi, con riletture di Brian Eno, Cure, Ramones, Cocteau Twins e Richard Hell. Fra un disco e l’altro i Nouvelle Vague hanno avuto modo di esibirsi su alcuni dei palchi più prestigiosi al mondo, dalla Royal Albert Hall di Londra all’Olympia di Parigi. Il nome del progetto è un gioco di parole che indica in primo luogo la nazionalità del gruppo, facendo riferimen-

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to al celebre movimento del cinema francese dagli anni sessanta (la Nouvelle Vague appunto) mentre, in secondo luogo, Nouvelle Vague è la traduzione francese dell’inglese new wave. A sorpresa dopo tanti dischi di cover nell’ultimo cdi Nouvelle Vague hanno poposto anche pezzi originali: «Nouvelle Vague – hanno raccontato i musicisti transalpini – è un progetto di cover ma tutti i membri della band hanno progetti solisti; ad un certo punto ci è sembrato sensato lavorare assieme su musica originale. Siamo molto orgogliosi dei primi esperimenti, dei nostri originali presenti sull’ultimo disco e per fortuna anche il pubblico li ha molto graditi».


trentinopanorama re, in questo mese inizierà la rassegna della danza in verticale e l’1 febbraio al teatro Sanbàpolis di Trento, l’ex alpinista francese Fabrice Guillot tornerà con la sua compagnia Retouramont per presentare lo spettacolo Jeux d’échelles (Giochi di scale), che unisce danzatori e acrobati circensi i quali, coadiuvati da comparse e immersi nel buio, cercheranno la loro strada verso il cielo in un ammasso di scale a pioli. A seguire il 9 febbraio al teatro G. Sartori di Ala la coreografa e autrice torinese Silvia Gribaudi presenterà R.osa, il suo solo ironico e profondo sul ruolo del corpo femminile nella società contemporanea, mentre sempre il 9 febbraio al teatro Monte Baldo di Brentonico il Balletto di Siena metterà in scena Grande Suite Classique Verdiana, una coreografia classica di Marco Batti sulla vita e la produzione musicale di Giuseppe Verdi, che intreccia vicende biografiche alle storie dei personaggi più celebri del compositore. Sarà un altro assolo, definito “corporale, musicale e umano”, quello a cui potremo assistere il 15 febbraio al Cinema Teatro di Cles, realizzato e interpretato da Marie-Pierre Genovese, fondatrice della Compagnia Instinct. Quello con la creazione 3D Dense sarà “un appuntamento galante fra teatro e danza, che si invitano a vicenda attraverso un corpo orchestrale e organico”. Da Reggio Emilia per due sere potremo ritrovare la M. Merola Contemporary Dance Company. Il 16 febbraio al teatro Gustavo Modena di Mori vedremo Carmen/Bolero, ovvero Carmen Sweet, una creazione di Emanuele Soavi pensata tenendo conto dell’originale intenzione di Georges Bizet di creare un’“opera comique”, con personaggi sarcastici e bizzarri nei gesti e nei movimenti; e Bolero, su di una partitura

musicale liberamente ispirata alla versione originale di Maurice Ravel, in cui Mario Merola si confronta con questa musica ossessiva e ripetitiva, cercando di comprenderne l’identità. Il 26 febbraio al Palazzo dei congressi di Riva la MM Contemporary Dance Company presenterà, invece, Contemporary Men, una serata tutta al maschile per quattro danzatori composta da due coreografie: il nuovo lavoro di Eugenio Scigliano su musiche di Vivaldi, e il pluripremiato La metà dell’ombra, su musiche di Johann Sebastian Bach, Geert Hendrix e Senking, una creazione di Michele Merola, definita “un percorso, sensuale e spirituale insieme, che esplora il mistero del sacro racchiuso nei corpi…”. Il 18 febbraio al teatro Comunale di Tesero farà ritorno la compagnia romana Spellbound Contemporary Dance con la creazione Rossini Ouvertures del fondatore e direttore della compagnia Mauro Astolfi il quale, due anni fa, in occasione del 150esimo anniversario della morte di Gioacchino Rossini, con questo lavoro ha voluto rendere omaggio alla “follia organizzata” della figura del compositore pesarese. La coreografia è costruita su una danza volutamente estrema, carica di energia, di vitalità, di incontri, di seduzioni e di suggestioni. Infine il 25 febbraio mattina e il 26 febbraio sera al teatro Modena di Mori, Sosta Palmizi presenterà Col naso all’ insù, una creazione di Giorgio Rossi, Elisa Canessa, Federico Dimitri e Francesco Manenti rivolta anche ai più piccini: un libero gioco in cui le emozioni e i comportamenti diventano spunto per un momento spettacolare tra parola, danza, clownerie e musica; un’occasione per divertire, stupire, e delicatamente far riflettere, anche all’insegna dell’amore. ■

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na “No stand up comedy in cui si ride per non ridere”: è questa la pungente descrizione scelta dai suoi autori ed interpreti Natalino Balasso e Marta Dalla Via per descrivere “Delusionist” in scena l’8 febbraio all’Auditorium di Trento nella serata organizzata da Fiabamusic con il Centro S.Chiara. “Raccontiamo un presente alternativo dove non c’è più niente da recitare – spiegano i due comici. I tempi son coriacei. Anche chi ha un obiettivo base come campare, si trova a fare i conti con uno standard di sopravvivenza sempre più alto e con la frustrazione che ne deriva. Tutti vivono una specie di paradosso di Zenone economico: la soddisfazione, anche se lenta è sempre leggermente avanti a noi. Oggi, esistere, è pura performance, e diventa salvifica una pillola che permette di rimanere accesi sette giorni su sette, ventiquattro ore su ventiquattro. Un semplice modo per debellare l’oltraggio alla produttività fatto dal tempo passato a dormire, o sognare forse”. Proprio questo farmaco, insieme ai suoi effetti collaterali, è il protago-

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RIDERE PER NON MORIRE IN QUESTO MODO NATALINO BALASSO E MARTA DALLA VIA DESCRIVONO “DELUSIONIST”, IN SCENA L’8 FEBBRAIO ALL’AUDITORIUM DI TRENTO nista del racconto dei due comici che vogliono dar forma ad una bolla comica, magica, riflettente e ne garantiscono l’esplosione sul finale. “Se lo spettacolo non verrà percepito come un fallimento, avremo fallito e sarà un successo perché lo spettacolo è la cronaca di un fallimento ma è anche la cronaca del fallimento dello spettacolo stesso. Perciò possiamo dire che se afferrerete il secondo livello di questo racconto lo vivrete come un insuccesso e quindi sarà un successo. Ma se vi fermerete al primo livello di lettura e vi farete delle buone risate, lo spettacolo avrà successo e quindi sarà un fallimento”. Di fatto Delusionist è una sorta di finale protratto, sottolinea Balasso: “È quando lo spettatore esce dal teatro e si accorge che lo spettacolo non è ancora cominciato, si accorge che lo ha solo immaginato. È come credere di essere il padre dei propri pensieri e invece ne sei

figlio. Delusionist è una pièce contemporanea che non parla del contemporaneo, ma dell’impossibilità contemporanea di raccontare una storia condivisa. Come ridere a un funerale, non dovevi farlo, ma è più forte di te, ormai l’hai fatto e ridendo hai infranto il rito”. Attore, comico e autore di teatro, cinema, libri e televisione, Natalino Balasso debutta nel 1990 in teatro, nel 1998 in televisione, nel 2007 al cinema e pubblica libri dal 1993. È autore e interprete di apprezzati video comici di analisi sociale pubblicati sul canale “Telebalasso” di youtube con oltre ventidue milioni di spettatori, senza nessuna forma di sostegno televisivo o radiofonico sono

Antiquo” il risultato di un“Modo linguaggio, quel linguaggio è stato ritenuto da molti un linguaggio nuovo, una forma di comprensione del presente che può diventare strumento. La scommessa è questa: divertire il popolo senza essere consolatori e per questo Natalino Balasso, esemplare tarchiato della comicità cinica e Marta Dalla Via, irascibile artigiana del teatro contemporaneo, scrivono e recitano uno spettacolo che non si vergogna di avere una trama. Dal lavoro comune della trilogia “Cativìssima” e dalla visione ed ammirazione reciproca dei rispettivi spettacoli, nasce l’idea di creare una pièce che sia nuova, umoristica e impertinente. ■


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di Fabio De Santi

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llo Smart Lab di Rovereto, con una pelle più rock ed essenziale, all’Auditorium di Trento con un set dalla dimensione più teatrale e morbida, è una Malika Ayane in panni camaleontici quella che si propone in questo 2019 con il suo “Domino Tour” che fa tappa il 2 febbraio nella Città della Quercia e la sera successiva a Trento. Allo Smart Malika Ayane presenterà i suoi brani in una versione più ruvida ed essenziale rispetto al tour teatrale, che appunto approderà poi all’Auditorium. Un’anima duplice per un tour, prodotto da Massimo Levantini per 1 Day, - caratterizzato dall’inconfondibile tratto artistico di Malika che, dopo il successo delle performance ambientate tra teatri e club nel 2018,

MALIKA AYANE IL 2 FEBBRAIO A ROVERETO, L’ATTESO RITORNO tornerà live con nuove date a partire da gennaio 2019. Come l’album “Domino”, quinto progetto discografico dell’artista, uscito il 21 settembre su etichetta Sugar, è nato come un proseguo di “Naif”, anche il Domino Tour è ripartito da un esperimento già iniziato nel Naif Tour e nel Naif Club Tour. Nelle

due forme quindi, a Rovereto e Trento la cantautrice presenterà gli stessi brani in modi completamente diversi, mescolando elementi di arrangiamento e andando verso strade apparentemente diversissime eppure fatte della stessa anima. I concerti nei teatri sono caratterizzati da suoni morbidi e pieni, con

una ricerca di sonorità finalizzata ad avvicinare i brani di repertorio a quelli inediti; sul palcoscenico Malika è accompagnata da: Daniele Di Gregorio alla marimba, Carlo Gaudiello al piano, Marco Mariniello al basso, Nico Lippolis alla batteria e Jacopo Bertacco alla chitarra. Gli stessi brani eseguiti nei club sono allo scheletro, con una concezione più ruvida ed essenziale. ■

“ICE MUSIC FESTIVAL“, APRE CRISTINA DONÀ

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n teatro da 200 posti in un igloo a 2600 metri sul ghiacciaio Presena ospiterà fino a primavera l’Ice Music Festival. Una serie di concerti pomeridiani, per un cartellone che ha preso il via lo scorso 5 gennaio con la band trentina The Bastard Sons of Dioniso, segnati dal fatto che i musicisti suonano con strumenti rigorosamente di ghiaccio. Strumenti creati dall’artista americano Tim Linhart che quest’anno ha scelto di realizzare il suo teatro di ghiaccio sul ghiacciaio Presena, nel comprensorio Pontedilegno-Tonale. Un teatro che ospita un nutritissimo calendario di concerti di musica rock, classica e jazz, interpretati rigorosamente attraverso gli strumenti di ghiaccio di Tim - da artisti di fama internazionale per una manifestazione promossa da Consorzio Adamello Ski Pontedilegno-Tonale e Azienda per il Turismo delle Valli di Sole, Peio e Rabbi. I concerti sono fruibili da sciatori e non, perché l’igloo da 200 posti è raggiungibile con la cabinovia che parte dal Passo Tonale. Ogni settimana sono previsti quattro concerti, il giovedì e il sabato. I concerti del giovedì vedranno la presenza dell’Ice Music Orchestra, una formazione di 6 artisti residenti, che proporranno al pubblico un repertorio che spazia dalla musica classica al folk, dal contemporaneo alle scritture originali. I concerti del sabato (cui si aggiungono due appuntamenti domenicali) vedranno la presenza di progetti musicali di valore, una serie di appuntamenti in cui si alterneranno vari linguaggi, dal jazz al pop, dal rock alla musica tradizionale.

Il primo evento di febbraio, sabato 2, sarà quello con la cantautrice Cristina Donà che proporrà una carrellata attraverso i suoi maggiori successi all’insegna di un pop d’autore ricco di sfumature. Sabato 9 invece spazio a Pasquale Mirra, uno dei vibrazionisti e compositori più interessanti del jazz italiano ed internazionale. World music protagonista, il 10 febbraio, con il progetto Magnetic Strings un sodalizio artistico di strumenti a corda tra Italia e Giappone. Altra cantante poliedrica e brillante è l’artista siciliana Patrizia Laquidara, il 16 febbraio, che lascerà spazio all’Emanuele Lapiana Quartet, formazione guidata da uno dei più noti musicisti della scena trentina, per un concerto fra indie pop e rock italiano previsto per sabato 23 febbraio.

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Sergio Rubini e Luigi Lo Cascio

di Sandra Matuella

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i inizia martedì 5 febbraio, alle ore 20.45, con “In nome del padre”, scritto, diretto e interpretato da Mario Perrotta, con la consulenza del noto psicoanalista e saggista Massimo Recalcati, prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano. In un solo attore prendono corpo tre padri, diversissimi tra loro per estrazione sociale, provenienza geografica, condizione lavorativa, ma tutti e tre di fronte a un muro: la sponda del divano che li separa dal figlio, ognuno il suo. “Il divano, come il figlio, in scena non c’è – racconta Perrotta -
I figli adolescenti sono gli interlocutori disconnessi di questi dialoghi mancati, l’orizzonte comune dei tre padri che, a forza di sbattere i denti sullo stesso muro, smussano le loro differenze per ricomporsi in un’unica figura”.

DELITTO/CASTIGO È UN FEBBRAIO TEATRALE MOLTO DENSO, QUELLO PROPOSTO AL TEATRO ZANDONAI DI ROVERETO La stagione di prosa prosegue martedì 12 e mercoledì 13 febbraio, sempre alle 20.45, con “Delitto/Castigo”, un adattamento teatrale di “Delitto e Castigo”, l’opera più letta e conosciuta di Dostoevskij, che racconta il tormento di Rodiòn Romàn-

ovic Raskòl’nikov, un giovane poverissimo e strozzato dai debiti, che uccide una anziana usuraia. Sergio Rubini e Luigi Lo Cascio sono le due voci dell’opera e trascinano il pubblico nel racconto, facendo vivere in prima persona l’ossessione del protagonista

LE “ALTRE TENDENZE” DEL CENTRO S. CHIARA

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o sguardo sulle proposte più originali e innovative del teatro italiano, caratterizza la rassegna “Altre Tendenze” del Centro Santa Chiara, che per il mese di febbraio ha in programma ben tre titoli di punta di questa area teatrale. “Fratto_X”, in scena mercoledì 6 febbraio, alle ore 21, all’Auditorium Melotti di Rovereto, è uno spettacolo divertente e di forte impatto visivo, proposto da Antonio Rezza, attore piemontese più volte apprezzato dal pubblico trentino. Con un ritmo incessante, Antonio Rezza dà vita a personaggi strampalati che portano a riflettere sul teatro, cinema, rapporti di coppia, amore e odio verso la società. In scena il performer Rezza è un ciclone di parole e movimenti che si muove all’interno di un particolarissimo “habitat” creato dalla scultrice laziale Flavia Mastrella, al suo fianco da trent’anni e premiata insieme a lui lo scorso luglio con il Leone d’Oro alla carriera alla Biennale Teatro di Venezia. Sabato 16 febbraio, alle ore 21, sempre all’Auditorium Melotti di Rovereto, c’è “Frame” è uno spettacolo che si ispira all’universo artistico di Edward Hopper, pittore statunitense che rappresentò l’America interiore, quella più solitaria e desolata degli anni ’50. Il regista sardo Alessandro Serra - già ideatore dello spettacolo di successo “Macbettu”- trasforma il palcoscenico in una sorta di scatola scenica che richiama una cava (frame) dove cinque attori si muovono, riempiendo lo spazio in rituale silenzio, con “il desiderio di cogliere il quotidiano dei giorni e la magia del reale”. Mercoledì 27 febbraio, alle 20.30, al Teatro Sociale di Trento andrà in scena la principale novità di questa rassegna “Altre Tendenze”: si tratta di “Panorama”, spettacolo nato dalla collaborazione tra lo storico gruppo dell’avanguardia italiana Motus e La MaMa Experimental Theatre Club, il più grande gruppo di teatro sperimentale newyorchese, simbolo della multiculturalità statunitense. Sensibili alle tematiche sociali e politiche, i Motus hanno realizzato una sorta di “inno alla mescolanza”, con sovrapposizioni tra i personaggi che impediscono di capire dove finisce la vita dell’uno e inizia quella dell’altro. Lo spettacolo è interamente in lingua inglese con sovratitoli in italiano. (s.m.)

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che individua nell’omicidio la propria e unica affermazione di esistenza. Il 19 febbraio Teatro Elementare propone “Invisibili generazioni”, una riflessione sull’Italia che sta invecchiando mentre i suoi giovani se ne vanno, anno dopo anno, per prendere la residenza all’estero. “Nell’Era del Virtuale – osserva l’autrice e regista Carolina De La Calle Casanova – l’emigrazione giovanile sembra solo essere la punta di un iceberg inesplorato; sotto acqua, in disgelo, c’è un cambiamento in essere di cui i nostri figli saranno comunque protagonisti”. Il 28 febbraio allo Zandonai va in scena “Pesce d’aprile” con Cesare Bocci e Tiziana Foschi: questo lavoro è tratto dall’omonimo romanzo autobiografico scritto da Daniela Spada e Cesare Bocci ed è il racconto di un grande amore che la malattia ha reso ancora più grande: un’esperienza di vita reale, intima e toccante di un uomo e di una donna che non si danno per vinti quando all’improvviso il destino sconvolge la loro vita. I due protagonisti si mettono a nudo svelando le loro fragilità, raccontando come all’improvviso possano crollare le certezze e come si possa risalire dal baratro con caparbietà, incoscienza, tanto amore e voglia di vivere. ■


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di Sandra Matuella

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utti i colori dell’anima di uno dei pittori più amati della storia dell’arte, Vincent Van Gogh, e un “giallo” tra i più avvincenti come “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie, è quanto propone al Teatro Sociale di Trento, la stagione della grande prosa del Centro Santa Chiara, per il mese di febbraio. Da giovedì 7 a domenica 10 febbraio, quindi, al Sociale andrà in scena “Vincent Van Gogh. L’odore assordante del bianco”, un dramma scritto da Stefano Massini, che a Trento verrà portato in scena da un interprete d’eccezione, Alessandro Preziosi, attore di punta del teatro, televisione e del cinema italiano. La regia di questo lavoro è firmata da Alessandro Magi ed è prodotto da Khora Teatro e Teatro Stabile d’Abruzzo. Vincitore nel 2005 del prestigioso Premio Riccione “Tondelli”, il testo di Massini è ambientato nel 1899 quando il pittore olandese Vincent Van Gogh si ritrova internato nel manicomio di Saint Paul de Manson, a una ventina di chilometri da Arles. “Il suo unico desiderio è quello di uscire da quelle austere mura, e la sua prima speranza è riposta nell’inaspettata visita del fratello Theo, che ha dovuto prendere quattro treni e persino un carretto per andare a trovarlo”, spiega il regista Alessandro Magi. Lo spettacolo viene messo in scena come una metafora del temporaneo isolamento di Vincent Van Gogh, interpretato appunto da Alessandro Preziosi: “i tormenti interiori del pittore olandese – prosegue Magi – vengono racchiusi in una sorta di thriller psicologico attorno al tema della creatività artistica

DIECI PICCOLI INDIANI SUL PALCO DI TRENTO, LA VITA DI VINCENT VAN GOGH E UN “GIALLO” TRA I PIÙ AVVINCENTI COME “DIECI PICCOLI INDIANI” DI AGATHA CHRISTIE che lascia lo spettatore con il fiato sospeso dall’inizio alla fine”. Van Gogh ci apparirà dunque, nella stanza di un manicomio, nella devastante neutralità di un vuoto, dove si rivela e si indaga la sua disperazione, ossia “Il suo ragionato tentativo di sfuggire all’immutabilità del tempo – conclude il regista – all’assenza di colore alla quale è costretto, a quell’irrimediabile strepito perenne di cui è vittima cosciente, all’interno come all’esterno del granitico “castello bianco” e soprattutto al costante dubbio sull’esatta collocazione e consistenza della realtà”. Dopo il thriller psicologico

dedicato alla tormentata vicenda esistenziale di Van Gogh, da giovedì 21 a domenica 24 febbraio, al Teatro Sociale ci sarà uno dei “gialli” più misteriosi e intriganti, ossia “Dieci piccoli indiani…e non rimase nessuno!” di Agatha Christie, con la regia Ricard Reguant e un ottimo cast formato da dieci attori. In Italia il capolavoro letterario di Agatha Christie uscì per la prima volta nell’agosto 1946 col titolo “...e poi non rimase nessuno”, romanzo numero 10 della collana Il Giallo Mondadori. La vicenda è ambientata in Europa, nel 1939, quando dieci sconosciuti, per diversi motivi, sono stati invitati su un’isola

deserta. Arrivati nelle camere dell’unica abitazione presente sull’isola, gli ospiti trovano affissa agli specchi l’inquietante filastrocca dei “Dieci piccoli indiani”, che parla di come muoiono, uno dopo l’altro, tutti e dieci. Ha così inizio una serie di misteriose morti che portano gli ospiti, terrorizzati, ad accusarsi a vicenda, fino ad arrivare alla sconvolgente conclusione: l’assassino si nasconde tra di loro. Adattato al palcoscenico nel 1943 dalla stessa Christie, lo spettacolo in due atti viene ora presentato per la quarta volta in Italia, riproponendo però il finale originale, come nel romanzo del 1939. ■

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di Daniele Valersi

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opo la “prima” di “Dionysos rising”, andata in scena in gennaio al Sanbàpolis, si ripresenta Roberto David Rusconi, veneziano trasferitosi a Londra, artista “in residence” della Fondazione Orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Il 6 febbraio l’Orchestra Haydn, con la direzione di Darrell Ang, esegue in “prima” assoluta il suo “Bletterbach” per voce recitante e orchestra (la voce è quella di Fulvio Falzarano). Questo concerto ospita anche Karl Leister, artista del massimo rilievo internazionale, già primo clarinetto dei “Berliner”, che in duo con Stefano Ricci, primo clarinetto della Haydn, esegue due “Konzertstücke” (op. 113 e op. 114) di Felix Mendelssohn-Bartholdy; completa il programma la Serenata n. 1 op. 114 di

Munchener

BACH-CHOR DA SEGNALARE LA PRIMA ASSOLUTA DI “BLETTERBACH” DI RUSCONI E IL CORO TEDESCO Johannes Brahms. Con la partitura di “Bletterbach”, dedicata all’omonima gola dell’Alto Adige, che ha ispirato diverse leggende (il Rio di Ora), Rusconi vuole attirare l’attenzione sulle bellezze del territorio e sensibilizzare sulla problematica della tutela ambientale. Il brano consta di un solo movimento (11 minuti) e, nelle intenzioni dell’autore, sarebbe

solo il proemio di un lavoro più vasto (della durata di circa un’ora), per il momento esistente solo come idea. Il 20 febbraio toccherà al Münchener Bach-Chor, al direttore Hansjörg Albrecht e ai solisti Lydia Teuscher (soprano), Nino Aurelio Gmünder (tenore) e Thilo Dahlmann (basso), impegnati nell’oratorio “La Creazione” Hob. XXI:2 di Franz Joseph Haydn

e nel Corale “Wir danken dir Gott, wir danken dir” (dalla Cantata BWV 29) di Johann Sebastian Bach. Direttore d’orchestra, organista e clavicembalista, Hansjörg Albrecht è direttore artistico del Münchner Bach-Chor / Orchester; dirige inoltre il Bach Collegium München e il C.P.E. Bach-Chor Hamburg. Nato a Friburgo, ha studiato direzione d’orchestra e organo ad Amburgo, Lione e Colonia. Come organista e clavicembalista si è esibito nelle maggiori sale da concerto mondiali. ■

IL “DIARIO DI BORDO“ DI ALESSANDRO BOSETTI

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n’opera sospesa tra autobiografia sonora e teatro musicale, Bosetti dà voce a un frammento perduto della sua infanzia: cantando il diario scritto dalla madre nel 1978 durante un viaggio sull’Atlantico (viaggio che segnerà l’inizio della separazione della madre dalla sua famiglia), realizza un intimo e coinvolgente monodramma musicale, interpretato da tre musicisti in scena e accompagnato da proiezioni in tempo reale. Si tratta di “Diario di bordo” (Journal de Bord) l’ultima opera di Alessandro Bosetti, proposta giovedì 21 febbraio, Auditorium Fausto Melotti di Rovereto per la stagione di “Musica Macchina” del Centro S.Chiara. Una prima italiana quella di “Diario di bordo” con Alessandro Bosetti, Kenta Nagai chitarra elettrica e shamisen, Carol Robinson clarinetti e Alexandre Babel percussioni per una produzione GMEM - Centre Nationale de Création Musicale – Marseille. Compositore e artista sonoro eclettico, Alessandro Bosetti ha decli-

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nato la sua passione per la sonorità del linguaggio parlato attraverso molteplici forme e discipline. Negli anni Duemila si è affermato sulla scena della ricerca sonora a Berlino, in particolare nell’ambito della radiofonia sperimentale, in cui ha trovato un terreno di libertà multidisciplinare dove sviluppare un’estetica personale e iconoclasta che ha applicato ai numerosi progetti dal vivo per voce ed elettronica, ensembles, gruppi vocali e in collaborazione con la danza. La voce di Alessandro Bosetti traccia un segmento perduto della propria infanzia cantando il diario scritto dalla madre nel 1978 durante un viaggio a vela nell’oceano atlantico. Diario che segna l’inizio della sua separazione dalla famiglia e dai figli piccoli. Si tratta di una calligrafia vocale che segue fedelmente la voce della madre dando vita ad un monodramma musicale, sostenuto da tre musicisti. Il diario di bordo è quello di sua madre , che racconta le sue emozioni da Gibilterra alle Canarie.


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www.joinki.it

INGLESE E TEDESCO A MISURA DI FAMIGLIA JOINKI: DOPO DUE ANNI DI ATTIVITÀ È ORMAI UNA REALTÀ IN FORTE ESPANSIONE. MA PARTIAMO DALL’INIZIO, COSA È JOINKI? al fine di soddisfare sia le aspettative del tutor sia della famiglia ospitante. Ma perché un tutor sceglie di aderire a Joinki? “I nostri tutor hanno una fortissima spinta a diffondere le lingue straniere e sposano il nostro obbiettivo di diffonderle nella società. Vengono in Italia per conoscere il nostro paese e le nostre tradizioni, vogliono sentirsi accolti dalla famiglia stessa. Il nostro team lavora costantemente per tutor e famiglie”- ci racconta Sabrina del team di Joinki-. “Per esigenze logistico organizzative cerchiamo di dislocare tutor non troppo Gruppo di tutor di Australia e Germania

lontani l’uno dall’altro. Joinki rappresenta una valida ed economicamente vantaggiosa alternativa al viaggio all’estero per le famiglie, soprattutto per chi non se lo può permettere e/o non ha tempo o per quelle numerose. Il tutor lavora molto bene con i bambini in età scolare; riesce ad andare incontro alle richieste della famiglia e ne personalizza lo studio della lingua. Le persone hanno bisogno della lingua per svariati motivi. L’inglese serve sempre più spesso sul lavoro, a scuola, nei viaggi. Il tutor che riesce ad instaurare una bella relazione con la famiglia ne accelera l’apprendimento linguistico, motiva allo studio, introduce metodologie alternative e coinvolgenti, rende la lingua viva, fa conoscere nuove culture. Joinki raccoglie le adesioni delle famiglie che vogliono entrare nel progetto durante tutto l’ anno; concentra però il suo lavoro nel periodo esti-

vo quando è previsto il picco di arrivi dall’estero. Non ci resta che fare il tifo per questo progetto, che in maniera così ambiziosa, si promette di diffondere le lingue nella società, porta madrelingua da tutto il mondo nelle nostre comunità, organizza scambi con adulti e giovani, attiva progetti di implementazione linguistica insieme all’università, favorisce scambi culturali e unisce il tutto ad un aspetto turistico di promozione del Trentino-Alto Adige e delle sue bellezze. ■

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

È

il nome del programma internazionale di arrivi di madrelingua inglesi e tedeschi (o con livello C2 di conoscenza della lingua) in Trentino-Alto Adige. Si tratta di madrelingua speciali perché sono anche tutor linguistici. Hanno già infatti esperienza di tutoraggio linguistico o hanno insegnato la lingua nel paese di provenienza. La loro età media è di circa 24 anni, vengono ospitati in famiglie selezionate della nostra regione, da 1 a 2 mesi, ed in cambio dell’ospitalità hanno il compito di insegnare la lingua alla famiglia, comunicare in lingua e correggere rendendo lo studio della lingua vivo e divertente. Con la figura del tutor, Joinki intende contribuire alla diffusione delle lingua nella società. Il team di Joinki ci parla con orgoglio dei risultati di questi primi due anni, 56 tutor arrivati in regione con arrivi da USA, Canada, Germania, Australia e altri paesi. L’impegno nella selezione di tutor e famiglie continua. La ricerca del tutor richiede accurato lavoro di selezione

INFO JOINKI cell. 338 1821874 www.joinki.it info@joinki.it

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di Daniele Valersi

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apprezzata rassegna mattutina “I concerti della domenica” questo mese offre al pubblico trentino una ricca locandina, con formazioni e programmi tra i più stimolanti, a cominciare dal recital chitarristico di Adriano Del Sal (3 febbraio, Sala della Filarmonica, ore 10.30) che propone pagine di G. Regondi, A. Barrios-Mangoré, E. Granados, J. Rodrigo, C. Lutzemberger, F. Moreno-Torroba, J. S. Bach. Allievo di Stefano Viola e Paolo Pegoraro, Adriano Del Sal studia all’Accademia “Francisco Tárrega” di Pordenone e al conservatorio di Udine, dove si diploma con lode. Ha frequentato masterclass con David Russell, Manuel Barrueco, Stefano Grondona, Angelo Gilardino e Alberto Ponce; ha convinto le giurie di importanti concorsi nazionali e internazionali vincendo ben 12 primi premi. All’affermazione al concorso internazionale “Julian Arcas” di Almeria (Spagna) segue l’incisione del suo primo CD per la Radio Nacional de España. Nel 2003 ad Alessandria riceve “La chitarra d’oro” quale miglior giovane concertista internazionale dell’anno e nel 2004, nella stessa città, ottiene il premio “Città di Alessandria”, grazie al quale si è esibito in oltre 40 sale in Italia, Russia e Stati Uniti. Domenica 10, saliranno sul palco di via Verdi 30 i giovani artisti del Trio Kanon (Lena Yokoyama, violino, Alessandro Copia, violoncello, Diego Maccagnola, pianoforte) con musiche di W. A. Mozart, J. Suk, A. Dvorák. Il nome scelto è in assonanza con il termine musicale “Canone”, oltre a riferirsi ai significati (in lingua giapponese) di “Ka” (fiore) e “On” (musica); 80

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I CONCERTI DELLA DOMENICA

Trio “Kanon”

IN PROGRAMMA: IL RECITAL CHITARRISTICO DI ADRIANO DEL SAL, IL TRIO KANON, IL TRIO IL “FEDRA” E IL DUO ALESSIO PIANELLI E MARIO MORTONE il trio si è costituito sotto la guida del Trio di Parma nel 2012, in occasione dell’International Chamber Music Academy a Duino. Nel 2018, al Concorso Internazionale di Pinerolo e Torino, il Trio Kanon si è aggiudicato il 1° Premio, il Premio del Pubblico e il Premio Speciale “Cerutti–Bresso” per la migliore interpretazione di Brahms. Premi importanti, giunti dopo una già intensa attività, che ha visto il Trio conquistare il pubblico di sale importanti non solo in Italia. Un trio del tutto diverso sarà protagonista il 17 febbraio: il “Fedra” (Simona Severi-

ni, chitarra e voce, Daniele Richiedei, violino, viola e voce, Giulio Corini, contrabbasso), formazione inusuale che affronta la musica con gestualità creativa e libera da etichette, che a Trento propone un’antologia di brani vocali. Il loro repertorio abbraccia quasi cinquecento anni di storia della musica, da Georges Bizet a Lucio Dalla, da Henry Purcell a Nick Drake e Fabrizio De André; le loro performance alternano arie e canzoni a momenti di improvvisazione libera. Fedra incrocia e potenzia le esperienze di tre artisti operanti su fronti diversi, alla ricerca Trio “Fedra”

di un sound inedito che trae ispirazione tanto dalle antiche ritmiche e armonie popolari quanto dal più raffinato camerismo o dalle scritture contemporanee. Domenica 24 il violoncellista Alessio Pianelli e il pianista Mario Mortone interpretano brani di L. v. Beethoven (Sonata op. 5 n. 2), B. Martinu (Variazioni su un tema di Rossini), O. Messiaen (Louange à l’Éternité de Jésus), S. Prokofiev (Sonata op. 119) e A. Pianelli (Variationen über ein sizilianisches Theme). Alessio Pianelli si è meritato questo ritratto dal suo maestro Thomas Demenga: “uno dei migliori violoncellisti italiani della nuova generazione. Grazie alla sua tecnica fenomenale, la fantasia, intelligenza musicale e presenza scenica, riesce ad affascinare ogni volta l’ascoltatore”. Un giudizio confermato da un percorso eccezionale, costellato (dopo il diploma con Giovanni Sollima) di vittorie in concorsi nazionali e internazionali. A 16 anni d’età vinceva il primo premio al concorso “Città di ■ Porec”.


trentinopanorama Nicolas Altstaedt e il pianista Alexander Lonquich

di Fabio De Santi

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a Società Filarmonica di Trento prosegue la programmazione inaugurata in gennaio con due artisti rinomati, il violoncellista Nicolas Altstaedt e il pianista Alexander Lonquich (5 febbraio, Sala della Filarmonica, ore 20.30); il programma comprende “Phantasiestücke” op. 73 di Robert Schumann, Sonata n.1 op. 38 e Sonata n. 2 op. 99 di Johannes Brahms. Nicolas Altstaedt è uno dei musicisti più creativi e versatili del panorama artistico attuale. Particolarmente ricercato come solista, direttore e musicista da camera, affascina il pubblico con performance che spaziano dal repertorio barocco fino al contemporaneo. Inseparabile dal suo prezioso violoncello “Giulio Cesare Gigli” (costruito a Roma nel 1760), Nicolas Altstaedt è stato “Artist in Spotlight” al Concertgebouw per la stagione 201718 ed è artista residente alla Ndr Elbphilharmonie di Amburgo per la stagione 201819. Alexander Lonquich è una delle stelle più luminose del concertismo internazionale, egualmente impegnato come solista, camerista, didatta e organizzatore. Una professionalità che è stata premiata da numerosi riconoscimenti della critica internazionale. L’eccezionale ensemble BAS - Baggio Sinfonietta è protagonista della serata di lunedì 11 febbraio, con un programma assai ricco: Serenata op. 46 di Alfredo Casella, Concertino VII-11 di Léos Janácek, la Suite dal balletto “La Revue de cuisine” di Bohuslav Martinu e “Jazz Dances Suite” di Dmitri Shostakovich/M. Decimo. Dieci sono i componenti del gruppo, tra cui il fondatore

CLASSICA SHOW LA SALA DELLA FILARMONICA DI TRENTO VEDE SFILARE UNA SERIE IMPAREGGIABILE DI TALENTI, TRA CUI IL DICIOTTENNE PIANISTA ALEXANDER MALOFEEV Alexander Malofeev

Davide Cabassi, pianista “top price winner” del Van Cliburn Competition e “Decca artist”. Marco Pierobon è stato per anni prima tromba del Maggio Musicale Fiorentino, poi della Chicago Symphony e della Filarmonica della Scala, è un solista straordinario e animatore dei “Gomalan Brass”; Fiorenzo Ritorto collabora con l’Accademia della Scala e la Fondazione Toscanini e ha già suonato da solista tutti i concerti importanti del repertorio cornistico; Anton Dressler, dedicatario di numerosi composizioni contemporanee, vanta una ricca discografia; Anna Maria Barbaglia è primo

fagotto in orchestre quali La Fenice, i Pomeriggi Musicali e il Teatro Comunale di Bologna; Luca Bossi ha vinto importanti concorsi flautistici internazionali, è primo flauto in diverse orchestre; Alice Costamagna, laureata alla Royal Academy di Londra, dal 2015 è membro stabile dell’orchestra Toscanini; Federico Mazzucco, dopo gli studi alla Hochschule di Basilea, collabora con diverse orchestre oltre che con numerosi gruppi cameristici; Elena Faccani, membro stabile dell’Orchestra del Teatro alla Scala, è concertista affermata; Marco Decimo, uno dei più straordinari violoncellisti

italiani, è camerista eclettico con un repertorio sterminato. Promette meraviglie il recital pianistico del diciottenne Alexander Malofeev (18 febbraio) con musiche di Beethoven, Ravel, Rachmaninov, Cajkovskij, Prokof’ev. Nonostante la sua giovanissima età, Malofeev è già una grande stella del pianoforte. La sicurezza con la quale affronta i grandi capolavori non ha nulla di effimero, poiché sempre informata di poesia. La sua rivelazione si deve a un direttore creativo come Valery Gergiev, che in Italia lo ha presentato al Teatro alla Scala; formatosi in quella fucina di talenti che è la Gnessin School of Music di Mosca, il suo perfezionamento musicale è stato accompagnato da una ininterrotta curiosità culturale verso tutte le arti. Nato nel 2001, nel 2014 conquistava il 1° premio al Concorso Cajkovskij per giovani musicisti e poco dopo (nel 2016) il Grand Prix al Concorso Internazionale per Giovani Pianisti “Grand Piano”, affermazioni dovute a uno smagliante virtuosismo e a un’espressività ■ levigata ed elegante. 81

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ATTILIO LASTA: L’AMBIZIONE DI ANDARE OLTRE IL VISIBILE

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uesto mese scriveremo di un libro appena editato riguardante l’arte. Un catalogo ragionato sull’ultimo degli artisti trentini romantici a cavallo tra Ottocento

e Novecento: il lagarino Attilio

Lasta. Scrivere di

questo monumentale libro curato da Warin Dusatti vuol dire non dimenticare la memoria storica della propria terra,

LA REGOLA FEUDALE DI PREDAZZO

È

visitabile fino al 23 febbraio, al Museo Geologico delle Dolomiti a Predazzo, la mostra La Regola Feudale di Predazzo, gestione del bene comune. L’esposizione, frutto del dialogo che il Museo Geologico ha istaurato con le istituzioni del territorio (in questo caso la Regola Feudale di Predazzo) illustra le principali tappe della storia della Regola, un’istituzione delineatasi nel corso del tardo Medioevo che fonda le sue radici sulla cultura della gestione condivisa e partecipata del territorio del Monte Vardabe, o Monte Feudo. La Regola Feudale di Predazzo rappresenta un modo diverso di possedere, caratterizzato - dal punto di vista giuridico - da un ordinamento privatistico che riconosce il diritto di godimento comunitario su dei beni a un insieme di individui, i vicini. Questo tipo di organizzazione riveste una grande importanza per la tutela dei beni territoriali materiali come boschi e pascoli e anche immateriali, come il paesaggio e la cultura del luogo.

tener alto il valore dell’arte nata tra le terre lagarine ma affinata nei più importanti centri culturali-artistici italiani, senza dimenticare Vienna. Attilio Lasta, ovvero l’arte di svelare la natura. Uomo semplice, riservato, profondamente innamorato del paesaggio prima, della natura morta dopo. Cercava la luce ovunque, una luce un po’ particolare, a metà strada tra le delicate suggestioni scaturite da una natura incantata e una fede religiosa coltivata opera dopo opera. Attilio Lasta è, per il suo modo di porsi nei confronti del mondo, l’ultimo grande artista trentino ottocentesco

perseguire, tramite la natura, il sublime, il piacere di quello

che opera nel Novecento. In lui si rispecchiano le ricerche,

che sta oltre la siepe, sia esso il paesaggio oppure la piccola

le ansie, le relazioni di un mondo romantico che trova

composizione di frutta su di un tavolo di noce. Il mistero

nella natura il suo canto d’usignolo. La sua è un’arte

dell’evidenza, il segreto della semplicità: la frase di Florenskij

integra nella quale l’artista è riuscito a coniugare il percepito con l’immaginato, un’arte che non è ricerca dell’infinito – se non l’infinito spirituale –, ma il

– non c’è niente di misterioso che non divenga evidente, e viceversa, tutto ciò che è evidente nasconde in sé un mistero – ben si conforma allo spirito e alla percezione che Attilio Lasta ha del mondo. Così come ben gli si adatta il pensiero di Giacomo Leopardi: All’uomo sensibile e immaginoso, che viva, come io sono vissuto gran tempo, sentendo ed immaginando, il mondo e gli oggetti sono in certo modo doppi. Egli vedrà cogli occhi una torre, una campagna; udrà cogli orecchi un suono d’una campana; e nel tempo stesso coll’immaginazione vedrà un’altra torre, un’altra campagna, udrà un altro suono… (Zibaldone, 30 novembre 1828). L’immediatezza delle opere del Nostro non tradisce, per chi sa leggerle, la possibilità di andare oltre il visibile. Sembra strano come il Trentino, quando apparteneva all’impero austro-ungarico, abbia saputo offrire alla cultura fior fiore di personaggi che sapevano andare ben al di là

Attilio Lasta negli anni Cinquanta 82

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trentinomostre dei confini mentali e fisici delle montagne che circondano questa terra. Basti pensare alla Scuola Elisabettina di Rovereto con Luigi Bonazza, Fortunato Depero, Oddone Tomasi, Roberto Iras Baldessari, Tullio Garbari, Carlo Cainelli, Umberto Maganzini, Ernesto Giuliano Armani, Vittorio Casetti, Fausto Melotti, Carlo Belli, Carlo Fait e gli architetti Adalberto Libera, Luciano Baldessari, Gino Pollini, Giorgio Wenter Marini, Gian Carlo Maroni. Un ambiente vivace e prolifico, sorretto da insegnanti come il goriziano Luigi Comel e poi da Luigi Ratini che lasciarono una traccia indelebile negli allievi che lo frequentarono nel periodo 189319. D’altronde era questa una scuola in cui la conoscenza della lingua francese, della lingua tedesca e di quella italiana si coniugava con lo studio della geometria, della chimica, della fisica e della storia naturale, in un’ottica di qualificazione del ruolo professionale e dei processi artistici e artigianali, in una realtà socio-economica di espansione industriale, almeno fino ai primissimi anni del ‘900, non molto lontano da principi pedagogici diffusi in Inghilterra nel corso del XIX secolo ad opera di Ruskin e Morris. Ecco, è in questo humus che Lasta cresce. C’è solo la pittura, la vita è arte e l’arte è vita. Nell’arte si trovano anche quel senso di libertà dell’avventatezza giovanile e la seduzione di andare oltre i limiti di ciò che fino allora aveva acquisito. Per il Lasta l’idea di rinnovare il proprio linguaggio artistico assume le caratteristiche di un’idea di salvezza dai limiti, trovando il coraggio d’inoltrarsi verso un futuro anche a prezzo d’un brancolamento nel buio dell’ignoto. Il suo coetaneo U. Moggioli sintetizzava questo amore totale per l’arte affermando: a me basta piturar. E Attilio rimarcava: continuai a dipingere e dipingere. Il resto non ha interesse. Le tappe dell’artista sono Verona, Milano, Venezia con i

BORGO VALSUGANA Mostre L’ALTRO RACCONTO DELLA SHOAH Apertura: fino a lunedì 18 febbraio. Biblioteca comunale, via XXIV maggio 7. In occasione del Giorno della Memoria la Biblioteca comunale di Borgo Valsugana ha allestito “L’altro racconto della shoah: film, audiolibri e graphic novel per approfondire il tema dell’Olocausto”.

CANAZEI SCHWEIZER Apertura: dal 15 febbraio al 31 marzo 2019. Tanart di Sergio Rossi Galleria d’Arte - Strèda Roma, 66. Orario: da martedì a domenica ore 10.30-12.30/16-19.30. Info: tanartcanazei@gmail.com; Cell. 0462.602428

CIVEZZANO Mostre IL TEATRO DEI LETTORI Apertura: da venerdì 14 dicembre 2018 a venerdì 15 marzo 2019. Sala della Biblioteca. Leggere nella biblioteca di Civezzano. Sguardi e libri, visi e pagine, mani e parole, corpi e immagini nelle fotografie di Wolftraud de Concini. Info: Biblioteca comunale G.B. Borsieri - Tel. 0461.858400; civezzano@ biblio.infotn.it. Mostre FIABE NEL MONDO Apertura: da lunedì 7 gennaio a venerdì 29 marzo. Biblioteca. Mostra di libri per ragazzi da 0 a 12 anni. Un viaggio nella fiaba classica, nelle favole e nei racconti del mondo. Ingresso libero. Orario: dal lunedì al venerdì dalle 14.30 alle 18.30, martedì e giovedì anche dalle 10 alle 12.30. Info: Tel. 0461.858400

CLES Mostre INTRECCI DI SETA. LA MANIFATTURA VIESI DI CLES Apertura: fino a domenica 24 febbraio 2019. Palazzo Assesso-

rile. Intrecci di seta. la manifattura Viesi di Cles è una mostra inedita e curiosa, che restituisce al territorio della Val di Non e alla comunità trentina un brano significativo della propria storia recente. L’esposizione ripercorre la vicenda dell’impresa familiare Viesi di Cles, specializzata nella produzione di tessuti per la Chiesa e nella confezione di parati liturgici. Info: museodiocesanotridentino.it. Ore 10.00-12.00 | 15.00-18.00 / giorni di chiusura: lunedì chiuso.

PREDAZZO Mostre LA REGOLA FEUDALE DI PREDAZZO, ECONOMIA DEL BENE COMUNE Apertura: fino a sabato 23 febbraio 2019. Museo Geologico delle Dolomiti, Piazza SS. Filippo e Giacomo 1. L’esposizione, frutto del dialogo che il Museo Geologico ha istaurato con le istituzioni del territorio (in questo caso la Regola Feudale di Predazzo) illustra le principali tappe della storia della Regola, un’istituzione delineatasi nel corso del tardo Medioevo che fonda le sue radici sulla cultura della gestione condivisa e partecipata del territorio del Monte Vardabe, o Monte Feudo. Mar sab: 10-12.30 e 16-19 / Da giugno a settembre: mar - dom: 1012.30 e 16-19.

ROVERETO Mostre LA PELLE DEL SOLDATO Apertura: fino a domenica 31 marzo 2019. Museo Storico Italiano della Guerra, via Castelbarco 7. Uniformi, corazze, elmi e maschere antigas dalla Prima guerra mondiale al Duemila”.Negli spazi del Castello di Rovereto riaperti al pubblico dopo un lungo restauro, il museo propone una mostra che racconta come, nei conflitti del Novecento, i soldati abbiano dovuto affrontare l’enorme potenziale distruttivo degli armamenti con ben pochi dispositivi di difesa e di protezione. L’esposizione ha

“ribelli” di Cà Pesaro, le colline toscane, con l’intermezzo della I guerra mondiale e la sua presenza prima in Moravia e Galizia, poi a Wels, in Austria, aggregato al battaglione “artisti di guerra”. E ancora natura, tanta natura finché, dopo la II guerra mondiale, Delusione, stanchezza, sconforto per l’atteggiamento della critica, ma non sicuramente del pubblico, dei suoi collezionisti, dei suoi estimatori, dei suoi amici, lo portano ad occuparsi soltanto della natura morta, portata sulla tela con valente maestria. Il poderoso catalogo – 368 pagine, formato 28x21, illustrato, Edizioni Art Multiservizi Rovereto – racconta tutto ciò, racconta e illustra una vita dedicata all’arte dell’ultimo dei romantici trentini. 83

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trentinomostre un ampio riferimento alla Grande Guerra ma si proietta fino agli anni Duemila: dalle corazze agli elmi, dagli scudi alle maschere antigas, dalle uniformi mimetiche alle protezioni contro la minaccia nucleare, batteriologica e chimica. L’esposizione illustra attraverso una grande quantità di materiali l’efficacia e i limiti delle strategie e dei dispositivi adottati, rispetto alla trasformazione delle armi, alle forme e al contesto dei combattimenti, al mutare stesso delle guerre. Senza dimenticare il soggetto più indifeso delle guerre: la popolazione civile. nformazioni: www.museodellaguerra.it. Da martedì a domenica ore 10-18. Mostre MARGHERITA SARFATTI. IL NOVECENTO ITALIANO NEL MONDO Apertura: fino a domenica 24 febbraio 2019. Mart - Corso Bettini, 43. Il Mart di Rovereto inaugura la grande mostra dedicata a Margherita Sarfatti, che rappresenta l’esito di anni di ricerche e approfondimenti e completa il ciclo di esposizioni realizzate nell’ultimo biennio. Il progetto comprende anche un’esposizione a Milano, organizzata dal Museo del Novecento e dalla casa editrice Electa. Ancora una volta, il museo di Rovereto collabora con le maggiori istituzioni della scena nazionale e internazionale, rinnovando l’impegno culturale per il quale è stato fondato. Info e prenotazioni: 800.397760; info@mart.tn.it; www.mart.tn.it/ viaggiointalia.

lapidea veronese del Trecento a Trento”. Ne è noto solamente un altro esempio in sede trentina: la Madonna allattante, molto probabilmente proveniente dalla cattedrale di Trento ed ora nel Museo Diocesano Tridentino opera del cosiddetto “maestro del sorriso”. La Madonna è raffigurata in posizione frontale, assisa in trono e coronata. La contraddistingue la nobiltà del viso che sembra accennare ad un sorriso, in linea con le coeve espressioni veronesi che traspare anche dal volto del bambino. I documenti a quell’altezza cronologica sono molto avari di informazioni sugli autori è dunque difficile attribuire l’ opera. Info: www.buonconsiglio.it.

interrogativi importanti per tutti e sui quali, oggi, si concentra un settore importante e promettente della ricerca in campo biologico. È un viaggio tra le nuove sfide offerte dalla genomica, sui rischi e le opportunità generati dall’applicazione delle nuove conoscenze ad ambiti sensibili come quello della salute. Grazie a un percorso interattivo e immersivo, attraverso video e multi-proiezioni e con l’aiuto di altri linguaggi come quello artistico, si affrontano tre questioni fondamentali: quanto conta il DNA, quali altri fattori intervengono nella sua definizione (ad esempio ambiente e stili di vita), come e quanto possiamo intervenire per modificarlo. Info: www.muse.it. Da martedì a venerdì: 10-18. Sabato e festivi: 10-19. Lunedì: chiuso.

Mostre PIETRE CHE CI PARLANO Apertura: fino a sabato 23 febbraio 2019. Muse Museo delle scienze, Corso del Lavoro e della Scienza 3. Esposizione sculture dell’artista trentino Paolo Colombini. A cura del critico Alberto Mattia Martini. Orario: dal martedì al venerdì dalle 10 alle 18; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19. Ingresso € 10, ridotto € 8. Info: www.muse.it; Tel. 0461.270311; museinfo@muse.it.

Mostre MADONNA IN BLU. UNA SCULTURA VERONESE DEL TRECENTO Apertura: fino a domenica 24 febbraio 2019. Castello del Buonconsiglio. Esposizione a cura di Luciana Giacomelli. La Madonna della rosa, ora ridefinita la Madonna in blu è tra le pochissime testimonianze rimaste di scultura

Mostre GHIACCIAI Apertura: fino a sabato 23 marzo 2019. Muse - Corso del Lavoro e della Scienza 3. La mostra offre una fotografia dei ghiacciai che ricoprono il nostro pianeta da quattro prospettive: l’ambiente naturale glaciale e le dinamiche Forme d’Arte Loppio

Mostre LA LUNA. E POI? Apertura: fino a domenica 21 luglio 2019. Palazzo Parolari, Borgo S. Caterina. 50 anni dall’allunaggio: storia e prospettive dell’esplorazione spaziale. A cura di Fondazione MCR in collaborazione con Eclipse Events con il patrocinio dell’Agenzia Spaziale Italiana con la partnership di SSERVI e NASA. Informazioni ed orari di visita in: www.fondazionemcr.it.

dal 15 febbraio 2019 al 31 marzo 2019 INAUGURAZIONE dalle ore 18.30 presso

www.artigrafichelongo.it

Mostre GENOMA UMANO - QUELLO CHE CI RENDE UNICI Apertura: fino a domenica 9 giugno 2019. Muse - Museo delle Scienze. La mostra Genoma umano affronta

TANART di Sergio Rossi Galleria d’Arte Strèda Roma, 66 - 38032 Canazei (TN) ORARIO DI APERTURA / OPENING TIME / OFFNUNGSZEITEN

Da martedì a domenica 10.30 - 12.30 16.00 - 19.30 CONTATTI / CONTACTS / KONTAKTE mail: tanartcanazei@gmail.com tel: 0039 0462 602428 Tan-Art Galleria D’Arte tanart_canazei GALLERIA D'ARTE TANART La Galleria Tanart si trova a Canazei, nel cuore della Val di Fassa, in una delle principali valli dolomitiche dove è molto forte la tradizione popolare legata alla cultura ladina. Qui l'arte si fonde a pieno con il contesto geografico, generando un vero e proprio viaggio di bellezza. La galleria raccoglie le opere di In collaborazione con artisti appartenenti a varie correnti e movimenti: dalla RIFUGIO FUCIADE metafisica alla pop art, dalla transavanguardia alla pittura Passo S. Pellegrino, Soraga (TN) tipica fassana. L'arte come l'uomo non è nulla senza la storia che l'ha preceduta e Sergio Rossi non poteva che scegliere un tobià del '700 per ospitare espressioni estetiche e forme di creatività che non smettono mai di trasmettere messaggi ed emozionare.

In collaborazione con il RIFUGIO FUCIADE Passo S. Pellegrino, Soraga (TN)

TANART di Sergio Rossi Galleria d'Arte Strèda Roma, 66 38032, Canazei (TN) CONTATTI / CONTACTS / KONTAKTE

Mail: tanartcanazei@gmail.com

ORARIO DI APERTURA / OPENING TIME / OFFNUNGSZEITEN

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Mostre DI TERRA E DI FUOCO. IL SAN SEBASTIANO DI ANDREA RICCIO Apertura: fino a domenica 24 febbraio 2019. Castello del Buonconsiglio, via Clesio 5. A dieci anni esatti dall’importante rassegna monografica che il Castello del Buonconsiglio dedicò al grande scultore rinascimentale Andrea Briosco, detto il Riccio per la sua capigliatura, il museo proporrà una nuova mostra che permetterà di ammirare una scultura inedita del famoso artista, nato a Trento nel 1470, raffigurante San Sebastiano. Orario: dalle 10 alle 18 esclusi lunedì non festivi e 25/12. Aperture straordinarie 1 gennaio dalle 11.00 alle 17.00, 24 e 31/12. Biglietto € 10, ridotto € 8. Info: www.buonconsiglio.it; Tel. 0461.492803. Mostre SOTTO IL CIELO D’EGITTO. UN CAPOLAVORO RITROVATO DI FRANCESCO HAYEZ Apertura: fino a domenica 24 febbraio 2019. Castello del Buonconsiglio via Clesio 5. La mostra, curata da Emanuela Rollandini, è dedicata allo straordinario Riposo durante la fuga in Egitto realizzato nel 1831 da Francesco Hayez, il più grande interprete della pittura romantica in Italia. Orario: apertura tutti i giorni, tranne i lunedì non festivi e il 25 dicembre dalle ore 9.30 alle 17.00. Ingresso € 10, ridotto € 8. Info: www.buonconsiglio.it; Tel. 0461.492803.

TRENTO Mostre NOTTE Apertura: dal 1° al 16 febbraio 2019. Torre Mirana. Mostra personale di Luisa Bifulco, Carla Caldonazzi, Jaime Cruz, Paolo Dalponte, Bruno Degasperi, Gladis Felix, Domenico Ferrari, Adriano Fracalossi, Annalisa Lenzi, Tullio Gasperi, Silvio Magnini, Eva Laura Moraga, Pierluigi Negriolli, Roberto Piazza, Stefania Simeoni, Giorgio Tomasi, Ilario Tomasi e Elisa Zeni. Info: www.comune.trento.it

che lo mantengono in equilibrio; le attività scientifiche e i rilievi che permettono di quantificare lo stato di salute dei ghiacciai e di studiare i cambiamenti climatici degli ultimi secoli; le avventurose esplorazioni sui sentieri glaciologici; le vicende storiche e i miti legati ai luoghi più inospitali dell’ambiente montano.Il visitatore ha la possibilità di scoprire diverse realtà dell’attività glaciologica grazie a contenuti multimediali inseriti in strutture lignee, dalle linee essenziali e curiose. Orario: dal martedì al venerdì 10-18 sabato, domenica e festivi: 10-19. Chiuso il lunedì e il 25 dicembre. Biglietto entrata € 10; ridotto € 8. Info: www.muse.it; Tel. 0461.270311; museinfo@muse.it.

Sito: www.tanartcanazei.it Tel: 0462 602428

DA MARTEDI ALLA DOMENICA 10:30-12:30 16:00-19:30 Tan-Art Galleria D'Arte tanart_canazei

Mostre EX POST1 Apertura: fino a domenica 3 marzo 2019. Galleria Civica, Via Belenzani 44. Esposizione opere di: Laurina Paperina, Rolando Tessadri, Luca Coser, Christian Fogarolli. Orario: da martedì a domenica dalle 10 alle 13 e


trentinomostre dalle 14 alle 18. Info: www.mart.tn.it; Tel. 0461.985511; civica@mart.tn.it. Mostre CARTEL CUBANO Apertura: fino a domenica 24 febbraio 2019. Palazzo delle Albere, via Sanseverino 43. Esposizione di 200 poster di grafica cubana post-rivoluzione. La mostra permetterà di conoscere e comprendere, attraverso gli occhi degli artisti, la complessa e articolata realtà cubana. Orario: da martedì a venerdì 10-18, sabato e domenica 10-19. Ingresso libero. Mostre DER BINTER EN BERSNTOL Apertura: fino a martedì 12 febbraio. Impact Hub, Via Sanseverino 95. Der Binter en Bersntol è un progetto di illustrazione di Giorgia Pallaoro sull’inverno in valle dei Mocheni, i suoi paesaggi e le sue tradizioni. Le illustrazioni, realizzate a mano, si ispirano ai paesaggi della vallata, trasformate poi in cartoline.

Mostre BLACK Apertura: fino a sabato 9 febbraio 2019. Paolo Maria Deanesi Gallery, Vicolo dell’Adige. Mostra collettiva con opere di Matteo Basilé, Simone Bergantini, Bruna Esposito, Franko B, Armando Lulaj, Mustafa Sabbagh, Andres Serrano. Informazioni: www.paolomariadeanesi.it. Mer-gio-ven ore 15.00-19.00; sab ore 10-12.30 / altri giorni su appuntamento. Mostre LIFE, STILL Apertura: fino a domenica 31 marzo 2019. Gallerie Piedicastello, piazza di Piedicastello. La mostra è dedicata a tre città dello stato islamico distrutte dalla guerra: Mosul, Raqqa e Sirte, tre capitali dello stato islamico, tre luoghi devastati dalla guerra. Nella primavera del 2017 Alessio Romenzi è a Mosul, segue e fotografa l’avanzata dell’esercito iracheno. A raccontare la testimonianza di Romenzi è la curatrice della mostra Giovanna Calvenzi. Orario: dalle ore 9 alle 18. Ingresso libero. Info: www. museostorico.it; Tel. 0461.230482; info@museostorico.it. Mostre SALI D’ARGENTO Apertura: da lunedì 28 gennaio a sabato 2 febbraio. Studio Andromeda, via Malpaga 17. Dopo la tappa espositiva di Roma lo scorso Ottobre e di Rovereto a Dicembre, Andrea Mittempergher, Sergio Condini, David Tejeda e Micheal Civettini amici di Lino

Volani, si presentano allo Studio d’Arte Andromeda di Trento con quattro temi differenti collegati fra di loro per il mezzo utilizzato: La Fotografia Analogica a 360º scattando con pellicola bianco e nero, per poi sviluppare e stampare il singolo fotogramma personalmente in camera oscura, ognuno con il proprio stile, sensibilità e tecnica. L’invito è aperto a tutti gli appassionati e non solo che trovano la fotografia analogica come un mezzo unico d’espressione in cui la frenesia del digitale non trova spazio.. Ore 17:00 - 19:30 (Domenica chiuso). Mostre TERRA MALA. VIAGGIO NELLA TERRA DEI FUOCHI Museo Diocesano Tridentino. Dall’8 febbraio al 6 maggio. Terra Mala. Viaggio nella Terra dei Fuochi è un intenso reportage fotografico di Stefano Schirato che affronta, con immagini espressive e potenti, il dramma umano e ambientale di un’area della Campania nota alle cronache come “Terra dei Fuochi”. L’artista - conosciuto a livello internazionale per le efficaci collaborazioni con testate del calibro di The New York Times, CNN, Vanity Fair, Al Jazeera, Le Figaro e National Geographic – ha selezionato per l’esposizione del Diocesano quaranta immagini in bianco e nero che mettono a nudo il degrado del territorio e le pressioni camorristiche, mostrando le condizioni in cui bambini, donne e uomini sono costretti a vivere ogni giorno. Mostre PAESAGGI SONORI - MARCO CONDLER Apertura: da venerdì 1 febbraio a sabato 2 marzo. Centrocolor - Via dei Paradisi, 7. Mostra personale a cura di Gianluigi Rocca. Orario: da lunedì al venerdì ore 9-12/1519; sabato ore 9-12.

VAL DI SELLA Mostre ARTE SELLA - PERCORSI ESPOSITIVI Apertura: fino a martedì 31 dicembre. L’Area di Malga Costa è visitabile dalle ore 10 alle ore 17. Ingresso all’area di Malga Costa: 8 euro / Il giardino di Villa Strobele ed il Percorso ArteNatura non sono visitabili / Nonostante la riapertura dell’Area di Malga Costa, il lavoro di ricostruzione di Arte Sella è ancora lungo ed impegnativo, in particolare per quanto riguarda il giardino di Villa Strobele e il Percorso ArteNatura. È possibile aiutare concretamente la ricostruzione di Arte Sella effettuando una donazione con bonifico bancario c/c bancario presso Cassa Rurale Valsugana e Tesino intestato ad Associazione Sostenitori di Arte Sella IBAN IT36W0810234401000041050846 Sito web: www.artesella.it.

I PRIMI ALBERGHI A NAGO E A TORBOLE

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opo un lungo e accurato lavoro compiuto dagli storici locali Ferdinando Martinelli e Aldo Miorelli, l’Amministrazione di Nago-Torbole con il MAG Museo Alto Garda ha presentato il volume Turismo e primi alberghi a Nago e Torbole tra Otto e Novecento, che affronta un capitolo decisivo della storia dei territori di Nago e Torbole, quando all’inizio del Novecento conobbero un importante sviluppo del settore turistico grazie al clima favorevole, alla nascita della MAR e alla presenza dei ricchi ospiti provenienti dall’Impero austro - ungarico, che godevano della salubrità dell’ambiente e del lago. Non solo: in quell’epoca ebbe un notevole impulso anche la promozione turis tica tramite cartoline illustrate, diari di viaggio, articoli di giornale; iniziarono ad avere una loro precisa identità anche le Aziende di promozione turistica che incentivarono la presenza di guide specializzate dedicate ai villeggianti. Una sorta di marketing turistico ante-litteram che trasformò l’Alto Garda e Nago-Torbole da semplici luoghi di transito commerciale a luoghi di fondamentale valore turistico e paesaggistico, che attirarono ricchezza e un forte sviluppo dal punto di vista dell’abbellimento dei luoghi e di tutto ciò che potesse essere confortevole per i visitatori. Questo studio, corredato di un consistente apparato fotografico, diventa pertanto un’opera strutturata e approfondita per capire quanto siano cambiati nel giro di pochi anni il paesaggio, il turismo e il tessuto socio-culturale di Nago e di Torbole, ma anche dell’intero Alto Garda. Tel. 0464.573869 www.museoaltogarda.it

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trentinoappuntamenti

A TEATRO, I PIÙ BEI NOMI DELLA PROSA ITALIANA

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a giovedì 7 a domenica 10 febbraio, quindi, al Sociale andrà in scena “Vincent Van Gogh. L’odore assordante del bianco”, un dramma scritto da

Stefano Massini, che a Trento verrà portato in scena da un interprete d’eccezione, Alessandro

Preziosi,

attore di punta del teatro, televisione e del cinema italiano. Da giovedì 21 a domenica 24 febbraio, al Teatro Sociale ci sarà uno dei “gialli” più misteriosi e intriganti, ossia “Dieci piccoli indiani…e non rimase nessuno!” di Agatha Christie, con la regia Ricard Reguant e un ottimo cast formato da dieci attori. La stagione di prosa di Rovereto offre martedì 12 e mercoledì 13 febbraio, sempre alle 20.45, con “Delitto/ Castigo”, un adattamento teatrale di “Delitto e Castigo”, l’opera più letta e conosciuta di Dostoevskij. Sergio

Rubini e Luigi Lo Cascio sono le due voci

ALESSANDRO PREZIOSI

F

requenta poi l’Accademia dei Filodrammatici di Milano, segnalandosi all’attenzione del regista Antonio Calenda che gli affida il ruolo di Laerte nell’Amleto. Successivamente lavora in televisione nella soap opera di Canale 5, Vivere, e nella miniserie tv Una donna per amico 2 di Rossella Izzo, ma continua a cimentarsi nel teatro realizzando il monologo Le ultime ore di AI insieme all’amico Tommaso Mattei, con il quale inizierà un sodalizio di produzione artistica dando vita alla società Khora Teatro. In seguito, lasciata la soap, recita nella Trilogia di Eschilo, sempre per la regia di Calenda, nelle vesti dell’araldo in Agamennone e di Oreste in Coefore ed Eumenidi, ottenendo l’apprezzamento della critica. L’apice arriva con Elisa di Rivombrosa, serie televisiva di Cinzia TH Torrini, trasmessa tra dicembre 2003 e febbraio 2004 da Canale 5, grazie al cui successo vince il Telegatto come personaggio maschile dell’anno nel ruolo del conte Fabrizio Ristori. Nella seconda stagione è presente solo nelle prime due puntate, avendo scelto di dedicarsi nuovamente al teatro con il Re Lear, per la regia di Calenda, nel ruolo di Edmund, seguito dalla commedia musicale Datemi tre caravelle, produzione originale di Khora Teatro, in cui interpreta Cristoforo Colombo.

dell’opera. Per la musica, Dopo essersi lasciato alla spalle un anno

“Domino Tour” che fa tappa il 2 febbraio nella Città della

davvero d’oro, iniziato con la vittoria al Festival di Sanremo,

Quercia e la sera successiva a Trento.

Ermal Meta è pronto a vivere un 2019 all’insegna

dei live. La prima mossa del cantautore è infatti quella di un tour teatrale, che prenderà il via il 2 febbraio dal Teatro degli Arcimboldi di Milano e toccherà anche

interpreti Natalino

Balasso e Marta Dalla Via per

descrivere “Delusionist” in scena l’8 febbraio all’Auditorium di Trento nella serata organizzata da Fiabamusic con il Centro S.Chiara. Teresa Mannino è una delle più travolgenti

febbraio all’Auditorium.

protagoniste del cabaret italiano grazie alla sua vis comica.

Allo Smart Lab di Rovereto, con

Il suo arrivo a Trento per lanciare il suo nuovo show “Sento

una pelle più rock ed essenziale,

la terra girare” che, dopo una serie di sold out nella prima

all’Auditorium di Trento con un

parte del 2018, farà tappa anche a Trento il 28 febbraio,

morbida, è una Malika

Ayane in panni camaleontici

alle 21 all’Auditorium S.Chiara, cattura inevitabilmente la curiosità di molti. Per la danza, segnaliamo, il 18 febbraio, al teatro Comunale di Tesero, il ritorno della compagnia romana

quella che si

Spellbound Contemporary Dance con

propone in questo

la creazione Rossini Ouvertures del fondatore e direttore

2019 con il suo

tmfebbraio

è questa la pungente descrizione scelta dai suoi autori ed

Trento per due date, il 16 e 17

set dalla dimensione più teatrale e

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Una “No stand up comedy in cui si ride per non ridere”:

della compagnia Mauro Astolfi.


trentinoappuntamenti 1 VENERDÌ Danza JEUX D’ÉCHELLES Trento. Ore 21. Teatro SanbàPolis, via della Malpensada 80-88. Creazione di Fabrice Guillot; ex alpinista, oggi coreografo e ideatore di sorprendenti spettacoli aerei, mette qui in scena un rigoroso rituale ascensionale. I giochi di scale a cui rimanda il titolo francese sono da intendersi qui letteralmente come tre danzatori acrobati che scalano una serie di pioli nel vuoto. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Teatro TUTTO QUELLO CHE VOLETE Trento. Ore 21. Teatro Portland, Via Papiria 8. Lucie è una drammaturga di successo. Eppure, per troppa felicità, ha smarrito completamente la vena creativa. Fino all’arrivo di Thomas, il nuovo vicino di casa. Dopo 6 mesi di sold out a Parigi, per la prima volta in esclusiva in Italia, una commedia raffinatissima e intelligente nel segno di Pirandello, ma con leggerezza tutta francese. Spettacolo di Matthieu Delaporte- Alexandre de la Patellière; con Rossella Rapisarda, Emanuele Arrigazzi e Antonio Rosti. Regia Fabrizio Visconti. Info: www.info@teatroportland.it Tel. 0461.924470; info@teatroportland.it. Teatro CIÒ CHE NON SI PUÒ DIRE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Tratto da “Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis” di Pino Loperfido / Regia di Mirko Corradini / Musiche originali in scena Alessio Zeni / Con Mario Cagol. Teatro THE SHOW MUST GO ON Tesero. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Valerio Di Piramo con la Filodrammatica di Civezzano. Nell’ambito della 27ª rassegna teatrale “Il piacere del teatro”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

2 SABATO Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Bieno Valsugana. Ore 20.30. Ex caseificio. Presentazione del libro: “Bieno - Sentieri smarriti e ritrovati” di Katiuscia Broccato. Info: Tel. 0461.782062 ; www.studioart.eu. Enogastronomia FESTA DI S. AGATA Strigno. Presso il tendone riscaldato a Tomaselli. Ore 20 inizio festa e serata danzante. Tradizionale festa patronale di S. Agata nel comune di Strigno (ora Castel Ivano) fraz. Tomaselli con musica e ballo liscio, maschere di carnevale, lotteria, stand enogastronomico con i tipici “grostoli” (dolcetti di carnevale). Info: www.visitvalsugana.it.

Escursionismo ESCURSIONI CON LE CIASPOLE Passo Brocon. Escursione notturna o diurna con guida alpina per vivere più da vicino la montagna in inverno. Info: € 20 a persona per le ciaspolate in notturna; € 30 a persona per le ciaspolate giornaliere. Le quote comprendono l’accompagnamento con Guida Alpina. Info: iscrizioni entro le ore 12 del giorno precedente; punto ritrovo, orario e percorso verranno concordati direttamente con la guida; tutte le attività possono essere richieste da singole persone o gruppi; si possono organizzare uscite in date anche diverse da quelle indicate. Info: Dolomiti Guides Tel. 339.1521119; www. dolomitiguides.com. Musica CRISTINA DON À & ICE MUSIC TRIO PassoTonale. Ore 16 e 18. Ghiacciaio Presena. Concerti in paradiso: in un teatro di neve la musica degli strumenti di ghiaccio. Cantante e autrice rock, raffinata e di grande impatto emotivo. Info: Consorzio Adamello Ski Tel. 0364 92097; info@adamelloski.com; vendita biglietti on-lie sul sito www.pontedilegnotonale.com. Musica CONCERTO DEL PICCOLO CORO “MARIELE VENTRE” DELL’ANTONIANO Predazzo. Ore 20.30. Auditorium della Casa della Gioventù di Predazzo. I bambini del coro offriranno al pubblico una serata di ottima musica, grande divertimento e tanta energia, oltre ai tanti bei messaggi che le canzoni dello Zecchino sanno sempre lanciare al pubblico: messaggi che non riguardano o colpiscono solo i bambini, ma arrivano al cuore di tutti. Il concerto si inserisce all’interno della Settimana Bianca dello Zecchino d’Oro in programma sulle piste e nei Kindergarten della Valle di Fiemme. Info: www.visitfiemme.it. Per i più piccoli L’ORA DEL RACCONTO Pergine Valsugana. Ore 10.30. La Biblioteca Comunale e il gruppo delle lettrici de “La Voce delle Storie” propongono “L’ora del racconto”, incontro di lettura ad alta voce per bambini da 0 a 36 mesi. Info e iscrizioni: partecipazione libera e gratuita su prenotazione fino ad esaurimento posti: massimo 20 bambini accompagnati Tel. 0461.502391. Teatro CIÒ CHE NON SI PUÒ DIRE Cavalese. Ore 20.45. Teatro. Tratto da “Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis” di Pino Loperfido / Regia di Mirko Corradini / Musiche originali in scena Alessio Zeni / Con Mario Cagol.

Teatro BERTOLDO Villazzano. Ore 20.45. Teatro, Via Giordano 6. Spettacolo con la Compagnia Filo San Martino Fornace. Al cospetto del trono del re s’aggira un uomo barbuto, vien dai campi, è rozzo e deforme il villano, assai scaltro e molto astuto, diventa consigliere personale del real sovrano, sgarbuglia senza indugio ogni suo singolar reclamo. Info: www.teatrodivillazzano.it; Tel. 0461.913706; info@teatrodivillazzano.it. Teatro ONESTI SE NASSE, FURBI SE DIVENTA Ravina di Trento. Ore 20.45. Teatro Claudio Demattè Via per Belvedere 4. La Filodrammatica Nino Berti di Rovereto presenta Onesti se nasse, furbi se diventa di Loredana Cont. Info: Cell. 389.6465371; info@ravina.tn.it. Teatro TUA MOGLIE NON LO FAREBBE Civezzano. Ore 20.45. Teatro comunale Luigi Pirandello. All’interno della XV Rassegna Teatrale Bruno Palaoro rappresentazione teatrale presentata dall’Ass. Cult. La Baraca di Martignano di Trento. Ingresso: intero € 6,00, ragazzi fino a 12 anni € 4,00. Info: filocivezzano@ gmail.com, www.filocivezzano.it. Teatro MEZZANOTTE E UN MINUTO Povo. Ore 21. Teatro “Concordia”. Spettacolo di Sergio Marolla con la Compagnia “Piccolo Teatro Pineta” di Pineta di Laives. Nell’ambito della 31ª edizione teatrale “Isidoro Trentini”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTA COLPA DEL RAFREDOR Preore. Ore 21. Teatro “Casa Mondrone”. Spettacolo di e con la Compagnia “S. Siro” di Lasino. Nell’ambito della rassegna teatrale “Preore a Teatro”. Info: Co.F.As.

Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro G’HO NA FIOLA BELLISSIMA Viarago. Ore 20.30. Teatro “Mons. Caproni”. Spettacolo di Valerio Di Piramo - trad. dialettale di Valerio Bombardelli con la Filodrammatica di Sopramonte. Nell’ambito della 7ª edizione della Rassegna Teatrale “Viarago a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro BERTOLDO Villazzano. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Giulio Cesare Croce - trad. dialettale di Camillo Caresia con la Filodrammatica “S. Martino” di Fornace. Nell’ambito della Rassegna Teatrale Amatoriale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA CHITARA DEL ZIO Vigo di Ton. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Carlo Nani con la Filodrammatica “La Marianela” di Romallo. Nell’ambito della 16ª rassegna teatrale “Una sera a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro OH... CHE BELLA GUERRA Malè. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Luigi Lunari con la Compagnia “GAD - Città di Trento. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “Teatrando 2019”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

3 DOMENICA Cultura TRIDENTUM - S.A.S.S. SPAZIO ARCHEOLOGICO SOTTERRANEO DEL SAS VISITE GUIDATE Trento. Alle ore 16 ritrovo presso il S.A.S.S. Spazio Archeologico

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trentinoappuntamenti Sotterraneo del Sas, Piazza C. Battisti, Trento. visita guidata al sito archeologico e alla mostra “Ostriche e vino. In cucina con gli antichi romani”. Info: Tel. 0461.230171 . Enogastronomia FESTA DI S. AGATA Strigno. Presso il tendone riscaldato a Tomaselli. Ore 12. Apertura festa e pranzo tipico ad offerta. Tradizionale festa patronale di S. Agata nel comune di Strigno (ora Castel Ivano) fraz. Tomaselli con musica e ballo liscio, maschere di carnevale, lotteria, stand enogastronomico con i tipici “grostoli” (dolcetti di carnevale). Info: www. visitvalsugana.it. Enogastronomia FESTA DI SAN BIAGIO Bieno Valsugana. Tradizionale festa patronale di San Biagio a Bieno. Presso la Caserma dei Vigili del Fuoco a partire dalle ore 12 “bigolada”, vin caldo, crostoli di carnevale. Ore 14.30 spettacolo per bambini e famiglie. Info: Comune di Bieno Tel. 0461.596166. Musica MALIKA AYANE IN CONCERTO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium Santa Chiara. Malika Ayane torna sulla scena musicale dopo due anni di lavoro con un nuovo album e un nuovo tour, da novembre nei club e nei teatri, e debutta con il nuovo singolo “Stracciabudella” (Sugar)! Un pezzo di lei, scritto di suo pugno con il musicista Shridhar Solanki, che anticipa il nuovo album dal titolo “Domino”. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Musica I CONCERTI DELLA DOMENICA - ADRIANO DEL SAL Trento. Ore 10.30. Società Filarmonica, via Verdi 30. Adriano Del Sal, chitarra. Programma: G. Regondi (1823-1872): Reverie (Notturno op.19); A. Barrios-Mangoré (1885-1944): Mazurka Apasionada, Choro de Saudade; E. Granados (1867-1916) La Maja de Goya, (Tonadilla) trascr. di Andres Segovia; J. Rodrigo (1901-1999): Invocacion y danza (Homenaje a Manuel de Falla); C. Lutzemberger (1918-2008): Notte nell’oasi; F. Moreno-Torroba (1891-1982): Piezas Caracteristicas, Preambulo - Oliveras, Melodia - Los Mayos, Albada -Panorama; J.S. Bach (16851750): Prelude, Fugue e Allegro in Mi bem. magg. BWV 998. Info: www.filarmonica-trento.it. Teatro CIÒ CHE NON SI PUÒ DIRE Meano. Ore 20.45. Teatro. Tratto da “Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis” di Pino Loperfido / Regia di Mirko Corradini /

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Musiche originali in scena Alessio Zeni / Con Mario Cagol. Teatro 7 SPOSE PER 7 FRATELLI Gardolo. Ore 16.30. Teatro “Gigi Cona”. Spettacolo di Lorenza Pallaoro con la Filodrammatica di Laives - “Filolpiccola”. Nell’ambito della 16ª rassegna provinciale di teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro MASSA VECIO PER ME FIOLA Coredo. Ore 17. Teatro “Dolomiti”. Spettacolo di Loredana Cont con la Compagnia “Filogamar” di Cognola. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “Quattro risate a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EN CASTEL EN VENDITA Pergine Valsugana. Ore 17.30. Teatro. Spettacolo di Gigliola Brunelli con la Filodrammatica “S. Genesio” di Calavino. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “Zivignago sera in... prosa”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ONESTI SE NASSE, FURBI SE DEVENTA Trento. Ore 16. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Nino Berti” di Rovereto. Nell’ambito de “La vetrina del teatro Co.F.As.” rassegna provinciale di teatro amatoriale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

4 LUNEDÌ Cultura LA RAMPA Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, via della Malpensada, 80-88 Trento. Rassegna cinematografica “su Cuba”: “Days in Havana”, 2012. Ingresso gratuito Cultura CONFERENZA Strigno. Ore 16.30. “Dentro la Galassia Gutenberg. La rivoluzione della stampa tra informazione e propaganda”.Incontro aperto alla cittadinanza con Massimo Rospocher che racconterà le vicende di un celebre pontefice nell’incontro intitolato “Il papa guerriero: stampe, canzoni e immagini di Giulio II all’ombra della Riforma”. Info: www.degasperitn.it. Famiglia BOSCO INCANTATO - MONTE BONDONE Vaneze Monte Bondone. Passeggiata notturna nei boschi di Vaneze. Emozionante esperienza con ritrovo presso il Bar 3 Tre di Vaneze sul Monte Bondone alle ore 18.00. Durata: 1 ora. osto: € 10,00 a persona. Prenotazione entro il giorno prima al numero: Cell. 347.7031435; www.dolomi-

tiavventura.it; dolomitiavventura2003@gmail.com.

5 MARTEDÌ Cultura CONFERENZA: L’ALTRA METÀ DELLA MUSICA Trento. Ore 18. Sala Affreschi, Biblioteca Comunale, Via Roma. Relatrice: prof.ssa Monique Cìola. Attraverso parole, immagini ed ascolti, racconteranno una storia sconosciuta, che nessun testo scolastico o manuale universitario ha mai spiegato, ossia la storia delle donne compositrici, che hanno contribuito, dalla preistoria ai nostri giorni, allo sviluppo della storia della musica, con pari creatività, attitudine e competenze degli uomini. Ingresso libero e gratuito. Info: Tel. 335.6002537; mail@alessandrozanon.com Cultura CONFERENZA: SOTTO IL CIELO DI EGITTO Trento. Ore 17. Castello del Buonconsiglio via Clesio 5. In occasione della mostra dedicata al Riposo durante la fuga in Egitto di Francesco Hayez. Ingresso libero. Info: Tel. 0461.492811; education@ buonconsiglio.it Musica SOCIETÀ FILARMONICA 2019 Trento. Ore 20.30. Via Verdi, 30. Nicolas Altstaedt, violoncello; Alexander Lonquich, pianoforte. Programma: R. Schumann Phantasiestücke, op. 73; J. Brahms: Sonata n. 1 in mi min. op. 38; R. Schumann: Fünf Stücke im Volkston, op. 102; J. Brahms: Sonata n. 2 in Fa magg. op. 99. Info: www. filarmonica-trento.it; info@filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244. Teatro IN NOME DEL PADRE CON MARIO PERROTTA Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Un padre. Uno e trino. Niente di trascendentale: nel corpo di un solo attore tre padri, diversissimi tra loro per estrazione sociale, provenienza geografica, condizione lavorativa. A distinguerli gli abiti, il dialetto o l’inflessione, i corpi ora mesti, ora grassi, ora tirati e severi. Info: www.teatro-zandona. it; Tel. 0464.425569.

6 MERCOLEDÌ Cultura INCONTRI AL MUSEO PER PARLARE DI FAUNA: LA GESTIONE DEL LUPO IN FRANCIA Trento. Ore 20.45. MUSE - Muse delle Scienze, Corso del Lavoro e della Scienza 3, Trento. Con Marianne Vebr, Ministère de la Transition Ecologique et Solidaire (Francia). Info: Tel. 0461.270311; www.muse.it.

Famiglia VIOTE EXPRESS CIASPOLATA - MONTE BONDONE Viote Monte Bondone. Ore 14.15-17. Escursione Kids & Family adatta a tutti, per esplorare tutti i millenari segreti dell’assolata conca delle Viote. Ritrovo presso Scuola Italiana Sci & Snowboard Monte Bondone. Prenotazione entro il giorno prima presso: Guide alpine - Scuola Italiana di Sci & Snowboard Monte Bondone Cell. 347.7031435; www.scuolascibondonetrento.it; dolomitiavventura2003@gmail.com. Musica ORCHESTRA HAYDN DARRELL ANG Trento. Ore 20.30. Auditorium Santa Chiara, Via S. Croce 67. Darrell Ang Fulvio Falzarano voce recitante; Karl Leister clarinetto; Stefano Ricci clarinetto su musiche di Roberto David Rusconi: Artist in residence 2019; Bletterbach* per voce recitante e orchestra; Felix M. Bartholdy: Konzertstück per due clarinetti n. 1 in fa minore, op. 113; Konzertstück per due clarinetti n. 2 in re minore, op. 114; J. Brahms: Serenata n. 1 in re maggiore, op. 11. Info: www.haydn.it; n. verde 800.013952; info@haydn.it. Teatro LA GUERRA Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo per la regia di Simone toni con Giuseppe Amato, Chiara Benedetti, Gianni Bissaca, Federica Castellini, Denis Fontanari e Christian Renzicchi. Info: www.teatrodipergine.it.

7 GIOVEDÌ Cultura TERESA DE SIO - IL MITO DELLA TARANTA Rovereto. Ore 18. Aula magna di Palazzo Piomarta. Corso Bettini, 84. Ingresso libero. Info: www. unitn.it. Teatro VINCENT VAN GOGH Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Stefano Massini; regia Alessandro Magi con Alessandro Preziosi; produzione Khora Teatro - Teatro Stabile D’Abruzzo. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.

8 VENERDÌ Teatro VINCENT VAN GOGH Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Stefano Massini; regia Alessandro Magi con Alessandro Preziosi; produzione Khora Teatro - Teatro Stabile D’Abruzzo. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.


trentinoappuntamenti Teatro LA RECITA IMPOSSIBILE Meano. Ore 20.45. Teatro, via delle Sugarine 22. Da un’idea di Stefano Pagin con Giuseppe Amato, Chiara Benedetti, Denis Fontanari, Marisa Grimaldo, Elisabetta Mazzullo, Christian Renzecchi. Info: Tel. 0461.511332; info@teatrodimeano.it. Teatro NATALINO BALASSO E MARTA DALLA VIA IN DELUSIONIST Trento. Ore 21. Auditorium S. Chiara. I due comici veneti presenteranno uno spettacolo che è anche una riflessione tutta da ridere sulle frenesie del nostro vivere. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952. Famiglia HAPPY CHEESE FOR FAMILY ALL’ALPE LUSIA Bellamonte, Baita Ciamp de le Strie. Ore 18.30. Prendi i formaggi di Fiemme, i vini del Trentino o le bollicine di montagna Trentodoc, accompagnali alle mele La Trentina, alle note di Dolomiti Ski Jazz, alla magia del tramonto sulle Dolomiti o ad una simpatica caccia al tesoro in caseificio. Risultato? Divertenti e golosi aperitivi che fanno gola e tendenza, con appuntamenti speciali Gourmet, Sound, For Family e gli attesissimi Taste the Sunset… in una parola, Happycheese. Info: www. visitfiemme.it Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Trento, Libreria Ubik, ore 18. Corso Tre Novembre 10-12. “Nel nome di Alice” di Corrado Campestrini (Curcu Genovese).

9 SABATO Escursionismo ESCURSIONI CON LE CIASPOLE Passo Brocon. Escursione notturna o diurna con guida alpina per vivere più da vicino la montagna in inverno. Info: € 20 a persona per le ciaspolate in notturna; € 30 a persona per le ciaspolate giornaliere. Le quote comprendono l’accompagnamento con Guida Alpina. Info: iscrizioni entro le ore 12 del giorno precedente; punto ritrovo, orario e percorso verranno concordati direttamente con la guida; tutte le attività possono essere richieste da singole persone o gruppi; si possono organizzare uscite in date anche diverse da quelle indicate. Info: Dolomiti Guides Tel. 339.1521119; www. dolomitiguides.com. Famiglia VISITA ALL’OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI CELADO Castello Tesino. Dalle 21 alle 23. Ritrovo direttamente presso l’Osservatorio di Celado alle ore 20.45. È attivo a Castello Tesino

l’Osservatorio Astronomico del Celado, un’occasione unica per ammirare il cielo stellato e la luna assieme all’Unione Astrofili del Tesino e della Valsugana. Prenotazione obbligatoria entro le ore 12 del giorno dell’osservazione presso: APT Valsugana - Ufficio di Castello Tesino - tel. 0461.727730. Ingresso: adulti € 5,00; bambini fino ai 5 anni: gratis; ragazzi dai 6 ai 17 anni: € 3,00. Info: www.osservatoriodelcelado.net. Famiglia TRIDENTUM - S.A.S.S. SPAZIO ARCHEOLOGICO SOTTERRANEO DEL SAS LABORATORI PER FAMIGLIE Trento. Ore 15. Ritrovo presso il S.A.S.S. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, Piazza C. Battisti, Trento. Laboratori per conoscere la domus dell’antica Tridentum. Info: tel. 0461.230171. Necessaria la prenotazione entro le h. 13.00 del giorno dell’iniziativa. Musica LA BOTTEGA DELLE NOTE Trento. Ore 17.30. Via Verdi 30. La Bottega delle note, uno spettacolo che unisce teatro, discipline circensi e musica dal vivo, trasportando gli spettatori in una strampalata bottega di strumenti musicali, dove da generazioni i più giovani della famiglia sono sempre pronti a servire i propri clienti con professionalità, efficienza e soprattutto passione. Il pubblico verrà direttamente coinvolto nel vortice

di divertimento, acrobazie, giocoleria, sorprese e salti mortali che lasceranno gli spettatori col fiato sospeso. Duo Fluo: Paolo Tonezzer e Eleonora Postinger; Ensemble vocale “Ad Maiora”; Alessandro Arnoldo, direttore. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Musica PASQUALE MIRRA & ICE MUSIC TRIO PassoTonale. Ore 16 e 18. Ghiacciaio Presena. Concerti in paradiso: in un teatro di neve la musica degli strumenti di ghiaccio. Uno dei vibrafonisti e compositori più interessanti del jazz italiano e internazionale . Info: Consorzio Adamello Ski Tel. 0364 92097; info@ adamelloski.com; vendita biglietti on-lie sul sito www.pontedilegnotonale.com. Musica MAGNETIC STRINGS Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. P.zza Garibaldi 5/g. Karin Nakagawa, koto; Vincenzo Zitello, arpa; Corrado Bungaro, nyckelarpa; Carlo La Manna, contrabbasso. Una residenza artistica con musicisti italiani e giapponesi, produzione musicale originale 2019. Il tema simbolico attorno a cui ruota il progetto è rappresentato dalle corde: in senso musicale la scelta è quella di utilizzare solo strumenti a corda, in senso umano il desiderio è quello di “toccare le corde dell’anima”. In sintesi un incontro umano e artistico tra Italia

e Giappone, tra Europa e Asia, tra tradizioni secolari e azioni dal forte carattere interculturale. Centosei corde che risuonano tra Oriente e Occidente, sulla via della seta. Info: www.teatrodipergine.it. Teatro VINCENT VAN GOGH Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Stefano Massini; regia Alessandro Magi con Alessandro Preziosi; produzione Khora Teatro - Teatro Stabile D’Abruzzo. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Teatro EMIGRANTI Altavalle. Ore 21. Molin de Portegnach a Faver. Spettacolo teatrale della Compagnia “Teatro fatto in casa” con Matteo Pasqualini e Mario Leonardi, regia di Flavio Demattè, musica e luci di Tiziano Petroni. Ingresso: € 8,00 per i soci, € 10,00 per i non soci. Info: info@sorgente90.org; www.sorgente90.org. Teatro ONESTI SE NASSE...FURBI SE DEVENTA! Bedollo. Ore 20.30. Nuovo Teatro Comunale di Centrale. Per l’11^ Rassegna Teatrale “Foie de Bedol” rappresentazione teatrale del testo di Loredana Cont, presentato dalla Filodrammatica Nino Berti di Rovereto. Durante l’intervallo estrazione di tre premi a beneficio degli spettatori. Ingresso unico: € 7,00. Prevendita biglietti presso il Comune di Bedollo dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12. Info: Tel. 0461.556624. Teatro OH... CHE BELLA GUERRA! Cognola. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Luigi Lunari con la Compagnia “GAD - Città di Trento”. Nell’ambito della rassegna teatrale “Insieme a Teatro sull’Argentario”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ATTENTI AL PARROCO Giustino. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Ernesto Paternoster con la Filodrammatica “La Grinta” di Arco. Nell’ambito della 21ª rassegna teatrale “Ensema a far filò”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro ONESTI SE NASSE... FURBI SE DEVENTA!! Bedollo. Ore 20.45. Teatro Nuovo di Bedollo. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Nino Berti” di Rovereto. Nell’ambito della 11ª rassegna teatrale “Foie de Bedol”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

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trentinoappuntamenti Teatro ODIO SBIANCHEZAR Gardolo. Ore 20.45. Teatro “Gigi Cona”. Spettacolo di Luciano Zendron con la Filodrammatica “ACS Punto 3” di Canale di Pergine. Nell’ambito della 31ª edizione di “Alegra ribalta”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it.

Teatro LA CHITARA DELZIO Romallo. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Carlo Nani con la Filodrammatica “La Marianela” di Romallo. Nell’ambito della 15ª Rassegna Teatrale “Franco e Ivana - emozioni a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Teatro DON ORESTE EL GUASTA... TESTE Povo. Ore 21. Teatro “Concordia”. Spettacolo di Bruno Capovilla con la Filodrammatica “Concordia ‘74” di Povo. Nell’ambito della 31ª edizione teatrale “Isidoro Trentini”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro SU CO LE RECE Lavis. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di e con Loredana Cont. Nell’ambito della 14ª Rassegna Teatrale “Ricordando Nicola”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Teatro NO VE CAPISSO PÙ Levico Terme. Ore 20.45. Teatro “Mons. Caproni”. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica di Telve. Nell’ambito della 17ª edizione della Rassegna Teatrale “Franco & Daniela”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro MAREMMA MAIALA!!! Levico Terme. Ore 20.45. Teatro “Mons. Caproni”.Spettacolo di Valerio Di Piramo (adattata in dialetto trentino) con il Gruppo “Prove de Teatro” di Calliano. Nell’ambito della 24ª edizione della Rassegna Teatrale “Bruno Cattoi”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro G’HO NA FIOLA BELLISSIMA!!! Coredo. Ore 21. Teatro “Dolomiti”. Spettacolo di Valerio Di Piramo - trad. dialettale di Valerio Bombardelli con la Filodrammatica di Sopramonte. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “Quattro risate a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ME TOCA NAR AL MAR... TIRIO Zambana. Ore 20.45. Teatro Comunale Spettacolo di Giorgio Clementi con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Nell’ambito della Rassegna Teatrale di Zambana. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ANIMA TRENTINA - CERCASI TRENTINO S’CÈT Olle. Ore 20.45. Teatro “San Domenico Savio”. Spettacolo di Antonia Dalpiaz con la “Filobastia” di Preore. Nell’ambito della Rassegna Teatrale dialettale organizzata dalla Filodrammatica di Olle. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

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Teatro IL ROMPIBALLE Mezzocorona. Ore 20.45. Teatro dell’Oratorio. Spettacolo di Francis Veber con “T.I.M. - Teatro Instabile Meano. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “S. Gottardo”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro NE VEDEM AL BAR Malè. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Massimo Lazzeri con la Compagnia “I Sarcaioli” dell’Alto Garda. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “Teatrando 2019”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi SAPORE DI SALE. L’ODISSEA DI UNA SARDINA Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti via Santa Croce 67. La Baracca - Testoni ragazzi di e con Bruno Cappagli, Fabio Galanti. Età consigliata: dai 3 agli 8 anni.Info. www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.

10 DOMENICA Musica MAGNETIC STRING PassoTonale. Ore 16 e 18. Ghiacciaio Presena. Concerti in paradiso: in un teatro di neve la musica degli strumenti di ghiaccio. Sodalizio artistico di strumenti a corda tra Italia e Giappone. Vera World music! Info: Consorzio Adamello Ski Tel. 0364 92097; info@adamelloski. com; vendita biglietti on-lie sul sito www.pontedilegnotonale.com. Musica I CONCERTI DELLA DOMENICA - TRIO KANON Trento. Ore 10.30. Società Filarmonica, via Verdi 30. Trio Kanon: Lena Yokoyama violino; Alessandro Copia violoncello; Diego Maccagnola pianoforte. Programma: W.A. Mozart (1756-1791): Trio in Do magg. KV 548; J. Suk (1874-1935): Elegia op. 23; A. Dvo ák (1841-1904): Trio n. 4 in mi min. op. 90 “Dumky”. Info: www.filarmonica-trento.it.

cimo: Jazz Dances Suite (fl, cl, fg, tr, cr, 2 vl, vla, vlc, pf). Info: www. filarmonica-trento.it; info@filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244.

12 MARTEDÌ Teatro VINCENT VAN GOGH Trento. Ore 16. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Stefano Massini; regia Alessandro Magi con Alessandro Preziosi; produzione Khora Teatro - Teatro Stabile D’Abruzzo. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Teatro LA PAZIENZA DEL SIGNOR PREVOSTO Trento. Ore 16. Teatro “S. Marco”. Spettacolo tratto da “La pazienza del sciur curat” di Luigi Galli -trad. dialettale di Alessandro Parisi con la Filodrammatica “Arcobaleno” di Arco. Nell’ambito de “La vetrina del teatro Co.F.As.” rassegna provinciale di teatro amatoriale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi SAPORE DI SALE. L’ODISSEA DI UNA SARDINA Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti via Santa Croce 67. La Baracca - Testoni ragazzi di e con Bruno Cappagli, Fabio Galanti. Età consigliata: dai 3 agli 8 anni.Info. www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.

11 LUNEDÌ Cultura LA RAMPA Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, via della Malpensada, 80-88 Trento. Rassegna cinematografica “su Cuba”: “Fragola e cioccolato”, 1192. Ingresso gratuito Famiglia BOSCO INCANTATO - MONTE BONDONE Vaneze Monte Bondone. Passeggiata notturna nei boschi di Vaneze. Emozionante esperienza con ritrovo presso il Bar 3 Tre di Vaneze sul Monte Bondone alle ore 18.00. Durata: 1 ora. osto: € 10,00 a persona. Prenotazione entro il giorno prima al numero: Cell. 347.7031435; www.dolomitiavventura.it; dolomitiavventura2003@gmail.com. Musica SOCIETÀ FILARMONICA 2019 Trento. Ore 20.30. Via Verdi, 30. BA(ggio) S(infonietta). Programma: A. Casella: Serenata op. 46 (cl, fg, tr, vl, vlc); L. Janà ek: Concertino VII - 11 (pf solista, cl, fg, cr, 2 vl, vla); B. Martinu: La Revue de cuisine (suite dal balletto) (cl, fg, tr, vl, vlc, pf); D. Schostakovitch - M. De-

Teatro DELITTO/CASTIGO CON SERGIO RUBINI E LUIGI LO CASCIO Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Un padre. Vertigine e disagio accompagnano il lettore di Delitto e Castigo. La vertigine di essere finiti dentro l’ossessione di una voce che individua nell’omicidio la propria e unica affermazione di esistenza. Info: www.teatro-zandona.it; Tel. 0464.425569.

13 MERCOLEDÌ Cultura DI STORIE E DI STRADE. LE CITTÀ RACCONTANO. ISTANBUL Giovo. Ore 20.30. Biblioteca Comunale a Verla. All’interno della rassegna “Di storie e di strade. Le città raccontano”, che approfondisce il tema delle città divise attraverso la letteratura e le arti, viaggio alla scoperta di Istanbul con la giornalista Emanuela Macrì. Ingresso libero. Info: Tel. 0461.684735. Escursionismo ESCURSIONI CON LE CIASPOLE Passo Brocon. Escursione notturna o diurna con guida alpina per vivere più da vicino la montagna in inverno. Info: € 20 a persona per le ciaspolate in notturna; € 30 a persona per le ciaspolate giornaliere. Le quote comprendono l’accompagnamento con Guida Alpina. Info: iscrizioni entro le ore 12 del giorno precedente; punto ritrovo, orario e percorso verranno concordati direttamente con la guida; tutte le attività possono essere richieste da singole persone o gruppi; si possono organizzare uscite in date anche diverse da quelle indicate. Info: Dolomiti Guides Tel. 339.1521119; www. dolomitiguides.com. Famiglia VIOTE EXPRESS CIASPOLATA - MONTE BONDONE Viote Monte Bondone. Ore 14.15-17. Escursione Kids & Family adatta a tutti, per esplorare tutti i millenari segreti dell’assolata conca delle Viote. Ritrovo presso Scuola Italiana Sci & Snowboard Monte Bondone. Prenotazione entro il giorno prima presso: Guide alpine - Scuola Italiana di Sci & Snowboard Monte Bondone Cell. 347.7031435; www.scuolascibondonetrento.it; dolomitiavventura2003@gmail.com.


trentinoappuntamenti Musical KISS ME, KATE - MUSICAL DI COLE PORTER Pergine Valsugana. Ore 20.45. Adattamento e regia Corrado Abbati. Produzione InScena - Compagnia Corrado Abbati. Kiss me, Kate narra la vicenda di due attori che un tempo erano marito e moglie e si trovano a recitare a Broadway nella versione musicale della brillante commedia shakespeariana La bisbetica domata. Lei sta per risposarsi con un importante uomo politico, lui non disdegna di fare la corte alla giovane soubrette della compagnia. Queste mutate condizioni amorose dei due ex coniugi fanno sì che fra i due, durante le prove, nascano ripicche e bisticci ma non mancano anche momenti romantici in cui i due ricordano la loro storia d’amore. Esilaranti situazioni comiche si alternano a momenti di intenso pathos, a meravigliosi momenti di ballo, alle splendide melodie di Cole Porter, portando a termine la recita de La bisbetica nell’immancabile e spumeggiante happy end! Info: Teatro di Pergine Tel. 0461.511332; www.teatrodipergine.it; info@teatrodipergine.it.

vivere più da vicino la montagna in inverno. Info: € 20 a persona per le ciaspolate in notturna; € 30 a persona per le ciaspolate giornaliere. Le quote comprendono l’accompagnamento con Guida Alpina. Info: iscrizioni entro le ore 12 del giorno precedente; punto ritrovo, orario e percorso verranno concordati direttamente con la guida; tutte le attività possono essere richieste da singole persone o gruppi; si possono organizzare uscite in date anche diverse da quelle indicate. Info: Dolomiti Guides Tel. 339.1521119; www. dolomitiguides.com.

Teatro DELITTO/CASTIGO CON SERGIO RUBINI E LUIGI LO CASCIO Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Un padre. Vertigine e disagio accompagnano il lettore di Delitto e Castigo. La vertigine di essere finiti dentro l’ossessione di una voce che individua nell’omicidio la propria e unica affermazione di esistenza. Info: www.teatro-zandona.it; Tel. 0464.425569.

Musica JOHNNY MOX Altavalle. Ore 21.30. Molin de Portegnach a Faver. Concerto di musica rock ed experimental. Ingresso libero. Info e prenotazioni: info@sorgente90.org; www. sorgente90.org.

15 VENERDÌ Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Vigolo Vattaro. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Mauro Corona presenta il suo nuovo romanzo: “Nel muro”. Teatro LA VEDOVA ALLEGRA Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana. Luminoso riflesso di tutto un felice mondo di ieri è opera fra le più rappresentate al mondo, La vedova allegra sarà in scena a Trento in uno spettacolo brillante e a pieno organico con orchestra (direttore, Stefano Giaroli), con il soprano brasiliano Susie Georgiadis nel ruolo di protagonista e con un cast di prestigiosi specialisti per la messinscena di Silvia Felisetti. Info: www.centrosantachiara.it.

16 SABATO Escursionismo ESCURSIONI CON LE CIASPOLE Passo Brocon. Escursione notturna o diurna con guida alpina per

Famiglia BONDONAIL - CIASPOLATA NOTTURNA DI BENEFICENZA Monte Bondone. Viote, Monte Bondone. Dalle ore 18.00. Appuntamento annuale con la ciaspolata notturna solidale a sostegno della lotta contro le malattie oncoematologiche. Evento organizzato dai giovani volontari dell’Associazione Italiana contro le Leucemie Trentino ONLUS. Info e iscrizioni: AIL Trentino ONLUS Tel. 0461.985098; www.ailtrentino.it.

Musica ERMAL META IN CONCERTO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, Via S. Croce. Concerto di Ermal Meta. Il cantautore e polistrumentista si esibirà con i Gnu Quartet. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952.

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trentinoappuntamenti Teatro IL PROCESSO SQUICCHERI Civezzano. Ore 20.45. Teatro “Luigi Pirandello”. Spettacolo di Valerio Di Piramo con il Gruppo Teatrale “Sipario Amico” di Merano. Nell’ambito della 15ª rassegna teatrale “Bruno Palaoro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro 7 MINUTI Preore. Ore 21. Teatro “Casa Mondrone”.Spettacolo di Stefano Massini con “T.I.M. - Teatro Instabile Meano. Nell’ambito della rassegna teatrale “Preore a Teatro”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro COLPA DEI CRAUTI E DELL’AMOR Levico Terme. Ore 20.45. Teatro “Mons. Caproni”.Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Concordia ‘74” di Povo. Nell’ambito della 17ª edizione della Rassegna Teatrale “Franco & Daniela”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro SEI MESI DAL PARADIS Levico Terme. Ore 20.45. Teatro “Mons. Caproni”. Spettacolo di Giuseppina Cattaneo con la Filodrammatica “La Scena” di Arco. Nell’ambito della 24ª edizione della Rassegna Teatrale “Bruno Cattoi”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ONESTI SE NASSE, FURBI SE DEVENTA! Viarago. Ore 20.30. Teatro “Mons. Caproni”. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Nino Berti” di Rovereto. Nell’ambito della 7ª edizione della Rassegna Teatrale “Viarago a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro MEIO MIGA CHE MASSA Coredo. Ore 21. Teatro “Dolomiti”. Spettacolo di Fabio Valle con la Filodrammatica di Fondo. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “Quattro risate a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro I VEDOVI ALLEGRI Romallo. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Johann Nestroy con la Filodrammatica “El Filò” di Taio. Nell’ambito della 15ª Rassegna Teatrale “Franco e Ivana - emozioni a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro THE SHOW MUST GO ON Villazzano. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Valerio Di 92

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Piramo con la Filodrammatica di Civezzano. Nell’ambito della Rassegna Teatrale Amatoriale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro I MORTI NO I PAGA LE TASSE Vigo di Ton. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Nicola Manzari cion la Compagnia “Strapaes” di S. Giacomo di Laives. Nell’ambito della 16ª rassegna teatrale “Una sera a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro TONI MARCI MA FRESCHI! Castelnuovo. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di e con l’Associazione Culturale “I Toni Marci” di Trento. Nell’ambito della 2ª Rassegna Teatrale di Castelnuovo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA SCOMESA Rumo. Ore 20.45. Auditorium. Spettacolo di Andrea Oldani con il Gruppo Teatrale Rumo. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “Rumo 2019”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’HOTEL DEL LIBERO SCAMBIO Malè. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Georges Feydeau con la Compagnia “Gustavo Modena” di Mori. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “Teatrando 2019”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro ME TOCA NAR AL MAR... TIRIO! Sabbionara d’Avio. Ore 21. Teatro. Spettacolo da “L’Hotel du bone repose” di Saint Garnier e Philippe Bonnieres - trad. dialettale di Giorgio Clementi con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Nell’ambito della Rassegna a circuito “Sipario d’oro 2019”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro EL COSIN DA L’AUSTRALIA Trambileno. Ore 21. Auditorium “Boscheri”. Spettacolo di Andrea Oldani - trad. dialettale di Ernesto Paternoster con la Filodrammatica “La Sortiva” di Denno. Nell’ambito della Rassegna a circuito “Sipario d’oro 2019”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro “... E LUCE FU! Pedersano. Ore 21. Teatro. Spettacolo di Roberto Morandini con la Compagnia Teatrale “El Mesedò” di Panchià. Nell’ambito della Rassegna a circuito “Sipario d’oro 2019”. Info: Co.F.As.

Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro SPOGLIATI NEL TEMPO Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro comunale. Da un’idea di Isabella Turbo e Renato Raimo. Spettacolo letterario che racconta come sia cambiato, nel tempo, il modo di scrivere o dire “Ti amo”. Info e biglietti intero € 10,00 e ridotto € 5,00. Info: www.teatrodipergine.it.

17 DOMENICA Musica ERMAL META IN CONCERTO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, Via S. Croce. Concerto di Ermal Meta. Il cantautore e polistrumentista si esibirà con i Gnu Quartet. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952. Musica I CONCERTI DELLA DOMENICA - TRIO FEDRA Trento. Ore 10.30. Società Filarmonica, via Verdi 30. Trio Fedra: Simona Severini, chitarra e voce; Daniele Richiedei, violino, viola e voce; Giulio Corini, contrabbasso. Programma: Antologia per voci. Info: www.filarmonica-trento.it.

Teatro PICCOLA RIBELLE Gardolo. Ore 16.30. Teatro “Gigi Cona”. Spettacolo liberamente tratto dal film di animazione “Ribelle: The Brave” - adattamento teatrale di Tamara De Vido con la “Filojunior - Filolevico” di Levico Terme. Nell’ambito della 16ª rassegna provinciale di teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro STRIPTEASE... L’EQUIVOCO Pergine Valsugana. Ore 17.30. Teatro. Spettacolo di Mario Scaletta e Francesca Nunzi con il Gruppo Teatrale Giovanile di Roncegno. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “Zivignago sera in... prosa”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PER EN PIAZER... CHE DISPIAZER Trento. Ore 16. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di Andrea Tasin con la

Filodrammatica “S. Ermete” di Calceranica. Nell’ambito de “La vetrina del teatro Co.F.As.” rassegna provinciale di teatro amatoriale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ONORANZE FUNEBRI MALCONTENTI (WWW. SCAMPAMORTE.COM) Cavrasto. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Italo Conti - traduz. di Carmelo e Manuel Caliari con la Filodrammatica “Tra ‘na roba e l’altra” di Cavrasto. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

18 LUNEDÌ Famiglia BOSCO INCANTATO - MONTE BONDONE Vaneze Monte Bondone. Passeggiata notturna nei boschi di Vaneze. Emozionante esperienza con ritrovo presso il Bar 3 Tre di Vaneze sul Monte Bondone alle ore 18.00. Durata: 1 ora. osto: € 10,00 a persona. Prenotazione entro il giorno prima al numero: Cell. 347.7031435; www.dolomitiavventura.it; dolomitiavventura2003@gmail.com. Musica SOCIETÀ FILARMONICA 2019 Trento. Ore 20.30. Via Verdi, 30. Alexander Malofeev, pianoforte. L.v. Beethoven: Sonata per pianoforte n. 23 in fa min. op. 57 “Appassionata”; M. Ravel: Gaspard de la nuit; S. Rachmaninoff: Sonata per pianoforte n. 2 in si bem. min. op. 36; P.I. Cajkovskij: Dumka, op. 59; S. Prokofiev: Sonata n. 7 in Si bem. magg. op. 83. Info: www. filarmonica-trento.it; info@filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244.

19 MARTEDÌ Teatro INVISIBILI GENERAZIONI Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Un padre. Noi non siamo una generazione persa/noi siamo una generazione che cerca. Info: www.teatro-zandona.it; Tel. 0464.425569.

20 MERCOLEDÌ Famiglia VIOTE EXPRESS CIASPOLATA - MONTE BONDONE Viote Monte Bondone. Ore 14.15-17. Escursione Kids & Family adatta a tutti, per esplorare tutti i millenari segreti dell’assolata conca delle Viote. Ritrovo presso Scuola Italiana Sci & Snowboard Monte Bondone. Prenotazione entro il giorno prima presso: Guide alpine - Scuola Italiana di Sci & Snowboard Monte Bondone Cell. 347.7031435; www.scuolascibondonetrento.it; dolomitiavventura2003@gmail.com.


trentinoappuntamenti Musica ORCHESTRA HAYDN, HANSJÖRG ALBRECHT E MÜNCHENER BACH-CHOR Trento. Ore 20.30. Auditorium. Concerto con: Hansjörg Albrecht, direttore;s musiche: Carl Philipp Emanuel Bach, Heilig, H 778; J. Haydn: La Creazione, Hob. XXI: 2. Info: www.haydn.it.

21 GIOVEDÌ Musica DIARIO DI BORDO DI ALESSANDRO BOSETTI Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti, Corso Bettini. Alessandro Bosetti, idea, composizione, voce ed elettronica; Kenta Nagai, chitarra elettrica e shamisen; Carol Robinson, clarinetti; Alexandre Babel, percussioni. Produzione GMEM - Centre Nationale de Création Musicale - Marseille. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952. Teatro DIECI PICCOLI INDIANI... E NON RIMASE NESSUNO! - DI AGATHA CHRISTIE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana, Trento. Dieci sconosciuti, un’isola deserta, una filastrocca, intrigo e tanta suspense: sono questi gli ingredienti di “Dieci piccoli indiani...e non rimase nessuno!”,spettacolo in due atti tratto da quello che, ancora oggi, viene ritenuto il capolavoro letterario di Agatha Christie. Spettacolo per la regia di ricard Reguant con Giulia Morgani, Tommaso Minniti, Caterina Misasi, Pietro Bontempo, Leonardo Sbragia, Mattia Sbragia, Ivana Monti, Luciano Virgilio, Alarico Salaroli, Carlo Simoni. Prevendita biglietti: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952.

22 VENERDÌ Enogastronomia M’ILLUMINO DI MENO Altavalle. Molin de Portegnach a Faver. “M’illumino di Meno” è la più celebre campagna di sensibilizzazione radiofonica sul risparmio energetico. Sorgente ‘90, che dal 2007 partecipa all’iniziativa, quest’anno aderisce con una cena a risparmio energetico a base di prodotti locali. Info e prenotazioni: info@sorgente90.org; www. sorgente90.org. Teatro NEL NOME DEL PADRE Malè. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Gabriele Bernardi con la Filodrammatica “R.A.L.” di Rallo. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “Teatrando 2019”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Teatro EN SO TANTE SUL SOL LEVANTE Pomarolo. Ore 21. Auditorium. Spettacolo di Andrea Oldani - trad. dialettale di Ernesto Paternoster con la Filodrammatica “S. Rocco” di Nave S. Rocco. Nell’ambito della Rassegna a circuito “Sipario d’oro 2019”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro DIECI PICCOLI INDIANI... E NON RIMASE NESSUNO! - DI AGATHA CHRISTIE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana, Trento. Dieci sconosciuti, un’isola deserta, una filastrocca, intrigo e tanta suspense: sono questi gli ingredienti di “Dieci piccoli indiani...e non rimase nessuno!”,spettacolo in due atti tratto da quello che, ancora oggi, viene ritenuto il capolavoro letterario di Agatha Christie. Spettacolo per la regia di ricard Reguant con Giulia Morgani, Tommaso Minniti, Caterina Misasi, Pietro Bontempo, Leonardo Sbragia, Mattia Sbragia, Ivana Monti, Luciano Virgilio, Alarico Salaroli, Carlo Simoni. Prevendita biglietti: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952.

23 SABATO Famiglia TRIDENTUM - S.A.S.S. SPAZIO ARCHEOLOGICO SOTTERRANEO DEL SAS LABORATORI PER FAMIGLIE Trento. Alle ore 15 ritrovo presso il S.A.S.S. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, Piazza C. Battisti, Trento. A tavola con gli antichi romani: laboratorio per famiglie per scoprire cibi e bevande degli abitanti di Tridentum. Info: tel. 0461.230171. Necessaria la prenotazione entro le ore 13.00 del giorno dell’iniziativa. Musica EMANUELE LAPIANA QUARTET PassoTonale. Ore 16 e 18. Ghiacciaio Presena. Concerti in paradiso: in un teatro di neve la musica degli strumenti di ghiaccio. Conosciuto anche come N.A.N.O., voce originale del mondo indie-poprock italiano . Info: Consorzio Adamello Ski Tel. 0364 92097; info@ adamelloski.com; vendita biglietti on-lie sul sito www.pontedilegnotonale.com. Teatro PER EN PIAZER... CHE DISPIAZER Bedollo. Ore 20.30. Nuovo Teatro Comunale di Centrale. Per l’11^ Rassegna Teatrale “Foie de Bedol” rappresentazione teatrale del testo di Andrea Tasin, presentato dalla filodrammatica Filo Sant’Ermete di Calceranica. Durante l’intervallo estrazione di tre premi a beneficio degli spettatori. Ingresso

unico: € 7,00. Prevendita biglietti presso il Comune di Bedollo dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12. Info: Tel. 0461.556624. Teatro ODIO SBIANCHEZAR Cognola. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Luciano Zendron con la Filodrammatica “ACS Punto 3” di Canale di Pergine. Nell’ambito della rassegna teatrale “Insieme a Teatro sull’Argentario”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro NUDA E PER POCHI SOLDI Meano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Ce.Dro” di Dro. Nell’ambito della rassegna teatrale “Tam Tam”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PER EN PIAZER... CHE DISPIAZER Bedollo. Ore 20.45. Teatro Nuovo di Bedollo. Spettacolo di Andrea Tasin con la Filodrammatica “S. Ermete” di Calceranica. Nell’ambito della 11ª rassegna teatrale “Foie de Bedol”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EN DIAOL PER CAVEL Gardolo. Ore 20.45. Teatro “Gigi Cona”. Spettacolo di Cinzia Berni e Roberto Marafante con la Filodrammatica “La Logeta”. Nell’ambito della 31ª edizione di “Alegra ribalta”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EN CASTEL EN VENDITA Zambana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Gigliola Brunelli con la Filodrammatica “S. Genesio” di Calavino. Nell’ambito della Rassegna Teatrale di Zambana. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TEMPESTE D’AMOR PERDUTE Olle. Ore 20.45. Auditorium del Polo Scolastico di Borgo. Spettacolo tratto da William Shakspeare con la Compagnia Teatrale “Pantakin” di Venezia. Nell’ambito della Rassegna Teatrale dialettale organizzata dalla Filodrammatica di Olle. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA SCOMESSA Romallo. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Andrea Oldani con il Gruppo Teatrale Rumo. Nell’ambito della 15ª Rassegna Teatrale “Franco e Ivana - emozioni a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it.

Teatro DO PEI EN TE NA SCARPA Lavis. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Antonia Dalpiaz con il Gruppo Filodrammatico “Coredano” di Coredo. Nell’ambito della 14ª Rassegna Teatrale “Ricordando Nicola”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ANIMA TRENTINA - CERCASI TRENTINO S’CÈT Mezzocorona. Ore 20.45. Teatro dell’Oratorio. Spettacolo di Antonia Dalpiaz con “Filobastia” di Preore. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “S. Gottardo”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’ORT DELA CANONEGA Malè. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Gabriele Bernardi con la Filodrammatica “R.A.L.” di Rallo. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “Teatrando 2019”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro COLAZIONE DA OCCHIOBELLO Avio. Ore 21. Teatro. Spettacolo di Carlo Saglia con “Estravagario Teatro” di Verona. Nell’ambito della Rassegna a circuito “Sipario d’oro 2019”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL CAPPELLO DI CARTA Mori. Ore 21. Teatro “Sociale”. Spettacolo di Gianni Clementi con la Compagnia Teatrale “La Barcaccia” di Verona. Nell’ambito della Rassegna a circuito “Sipario d’oro 2019”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PAREVA ‘NA BELA IDEA Castellano. Ore 21. Teatro. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica di Viarago. Nell’ambito della Rassegna a circuito “Sipario d’oro 2019”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ONESTI SENASSE, FURBI SE DEVENTA Dro. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Nino Berti” di Rovereto. Nell’ambito della Rassegna teatrale “Nilo Faitelli”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro COLPA DEI CRAUTI E DELL’AMOR Cavedine. Ore 20.30. Teatro. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Concordia ‘74” di Povo. Info: Co.F.As.

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trentinoappuntamenti Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ME TOCA NAR AL MAR.... TIRIO Lona-Lases. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Giorgio Clementi con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro I CANEDERLI I È ‘DAI AL BÉCO (P.O.T. - PRODOTTO ORIGINARIO TELVATO) Valfloriana di Casatta. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di e con la Filodrammatica di Telve Valsugana. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro DIECI PICCOLI INDIANI... E NON RIMASE NESSUNO! - DI AGATHA CHRISTIE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana, Trento. Dieci sconosciuti, un’isola deserta, una filastrocca, intrigo e tanta suspense: sono questi gli ingredienti di “Dieci piccoli indiani...e non rimase nessuno!”,spettacolo in due atti tratto da quello che, ancora oggi, viene ritenuto il capolavoro letterario di Agatha Christie. Spettacolo per la regia di ricard Reguant con Giulia Morgani, Tommaso Minniti, Caterina Misasi, Pietro Bontempo, Leonardo Sbragia, Mattia Sbragia, Ivana Monti, Luciano Virgilio, Alarico Salaroli, Carlo Simoni. Prevendita biglietti: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952. Tradizione FESTA DI CARNEVALE DI FAIDA DI PINÉ Baselga di Piné. Circolo Faida Te e piazza di Faida. Due giornate di divertimento a Faida per festeggiare il Carnevale con musica, ballo, animazione per grandi e piccini, gnocchi per tutti, gara delle mascherine e happy hour. Programma: sabato 23: dalle 18 serata danzante in maschera con ballo liscio. Info: Tel. 0461.557028, 340.9749879. Tradizione CARNEVALE A PINÉ 2019 Baselga di Piné. Dalle ore 14.30. Oratorio G. B. Zorzi e vie del centro. Festa di Carnevale di Piné. Programma: ritrovo alle 14.15 presso l’Oratorio G. B. Zorzi. Alle 14.30 sfilata lungo le vie del centro di Baselga. A seguire ritorno all’Oratorio, animazione per grandi e piccini e pasta al ragù, tè e brûlé per tutti, distribuiti dagli Alpini di Baselga. Info: Tel. 0461.557028.

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24 DOMENICA Musica I CONCERTI DELLA DOMENICA - ALESSIO PIANELLI E MARIO MONTORE Trento. Ore 10.30. Società Filarmonica, via Verdi 30. Alessio Pianelli, violoncello; Mario Montore, pianoforte. Programma: L. v. Beethoven: Sonata op. 5 n. 2; B. Martinu: Variazioni su un tema di Rossini; O. Messiaen: Louange à l’Éternité de Jésus; S. Prokofiev: Sonata in do maggiore op. 119; A. Pianelli: Variationes uber ein sizilianisches Theme. Info: www. filarmonica-trento.it.

Teatro SETTE MINUTI PergineValsugana. Ore 17.30. Teatro. Spettacolo di Stefano Massini con “T.I.M. - Teatro Instabile Meano. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “Zivignago sera in... prosa”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro DO PÈI ‘NTE NA SCARPA Trento. Ore 16. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di Antonia Dalpiaz con il Gruppo Filodrammatico “Coredano” di Coredo. Nell’ambito de “La vetrina del teatro Co.F.As.” rassegna provinciale di teatro amatoriale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro INSIDE Castelnuovo. Ore 17. Teatro. Spettacolo dal film “Inside Out” con l’Associazione Teatrale “Figli delle Stelle” di Ospedaletto. Nell’ambito della 2ª Rassegna Teatrale di Castelnuovo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ALADINO E LA LAMPADA MERAVIGLIOSA Rovereto. Ore 15 e 18. Teatro Zandonai. Quella di Aladino è probabilmente la fiaba che più è stata oggetto di adattamenti e rifacimenti, forse questa è la ragione che ha spinto gli autori ad allontanarsi dalle versioni più recenti e famose, e a raccontare una storia caratterizzata da nuovi elementi e personaggi. Info: www.teatro-zandona.it; Tel. 0464.425569.

Teatro DIECI PICCOLI INDIANI... E NON RIMASE NESSUNO! - DI AGATHA CHRISTIE Trento. Ore 16. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana, Trento. Dieci sconosciuti, un’isola deserta, una filastrocca, intrigo e tanta suspense: sono questi gli ingredienti di “Dieci piccoli indiani...e non rimase nessuno!”,spettacolo in due atti tratto da quello che, ancora oggi, viene ritenuto il capolavoro letterario di Agatha Christie. Spettacolo per la regia di ricard Reguant con Giulia Morgani, Tommaso Minniti, Caterina Misasi, Pietro Bontempo, Leonardo Sbragia, Mattia Sbragia, Ivana Monti, Luciano Virgilio, Alarico Salaroli, Carlo Simoni. Prevendita biglietti: www.centrosantachiara. it; n. verde 800.013952. Tradizione FESTA DI CARNEVALE DI FAIDA DI PINÉ Baselga di Piné. Dalle ore 10.30. Circolo Faida Te e piazza di Faida. Due giornate di divertimento a Faida per festeggiare il Carnevale con musica, ballo, animazione per grandi e piccini, gnocchi per tutti, gara delle mascherine e happy hour. Programma: domenica 24: alle 10.30 S. Messa e alle 12 apertura della festa in piazza con pranzo a base di gnocchi al ragù o “ale sardele”. A seguire musica, divertimento, gara delle mascherine, straboi, panini caldi e happy hour di Carnevale. Pranzo a pagamento. Info: Tel. 0461.557028, 340.9749879.

25 LUNEDÌ Cultura LA RAMPA Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, via della Malpensada, 80-88 Trento. Rassegna cinematografica “su Cuba”: “Memorias de Subdesarrollo”, 1968. Ingresso gratuito Famiglia BOSCO INCANTATO - MONTE BONDONE Vaneze Monte Bondone. Passeggiata notturna nei boschi di Vaneze. Emozionante esperienza con ritrovo presso il Bar 3 Tre di Vaneze sul Monte Bondone alle ore 18.00. Durata: 1 ora. osto: € 10,00 a persona. Prenotazione entro il giorno prima al numero: Cell. 347.7031435; www.dolomitiavventura.it; dolomitiavventura2003@gmail.com.

26 MARTEDÌ Musica I MARTEDÌ DEL CONSERVATORIO CONCERTI DEGLI STUDENTI Trento. Ore 20. Giovani musicisti del Conservatorio si esibiranno in pubblico, regalando alla città di Trento un’opportunità culturale in più, in orario serale. Entrata libe-

ra, organizzata interamente dagli Studenti del Conservatorio F. A. Bonporti di Trento e Riva del Garda. Info: Consulta degli Studenti del Conservatorio F. A. Bonporti di Trento e Riva del Garda Tel. 0461.231097; www.conservatorio.trento.it. Teatro LE FUMATRICI DI PECORE COMPAGNIA ABBONDANZA BERTONI Rovereto. Ore 15 e 18. Teatro Zandonai. Un progetto di Antonella Bertoni, regia Michele Abbondanza, coreografie, scene e costumi Antonella Bertoni con Patrizia Birolo e Antonella Bertoni. Info: www.teatro-zandona.it; Tel. 0464.425569.

27 MERCOLEDÌ Famiglia VIOTE EXPRESS CIASPOLATA - MONTE BONDONE Viote Monte Bondone. Ore 14.15-17. Escursione Kids & Family adatta a tutti, per esplorare tutti i millenari segreti dell’assolata conca delle Viote. Ritrovo presso Scuola Italiana Sci & Snowboard Monte Bondone. Prenotazione entro il giorno prima presso: Guide alpine - Scuola Italiana di Sci & Snowboard Monte Bondone Cell. 347.7031435; www.scuolascibondonetrento.it; dolomitiavventura2003@gmail.com. Musica CORDE RESONANTI Arco. Ore 20.30. Palazzo dei Panni, via Segantini. Ingresso libero. Concerto su musiche di F. Chopin con Carlo Cenini, pianoforte. Info: www.comune.arco.tn.it. Musical IN NOME DEL PADRE Pergine Valsugana. Ore 20.45. Una produzione del Teatro Stabile di Bolzano diretta , interpretata e scritta da Mario Perrotta con la consulenza drammaturgica dello psicanalista Massimo Recalcati. Info: Teatro di Pergine Tel. 0461.511332; www.teatrodipergine.it; info@teatrodipergine.it.

28 GIOVEDÌ Cultura CONFERENZA Rovereto. Ore 18.30. Sala dell’Annona, Biblioteca Civica. Si parlerà delle donne protagoniste della storia della musica per il ciclo “Momenti Musicali” dell’Associazione Filarmonica di Rovereto, che ha invitato a raccontare la vita e le opere delle compositrici, ancora sconosciuta ai più nel XXI secolo. Relatrice: prof.ssa Monique Cìola. Ingresso libero e gratuito. Info: Tel. 335.6002537; mail@alessandrozanon.com.


trentinoappuntamenti Musica NOUVELLE VAGUE Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis. La migliore cover band esistente. In funzione da una quindicina di anni, il progetto concepito dai parigini Marc Collin e Olivier Libaux ha fatto centro con una formula semplice ma efficacissima: rimodulare in chiave lounge i classici della new wave, da cui l’intestazione scelta, che d’altra parte allude sia al cinema francese d’antan sia alla bossa nova brasiliana. Affidando le interpretazioni a chanteuses aggraziate e seducenti, i due hanno orchestrato un’operazione nostalgia in pari misura ingegnosa e affascinante. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952. Teatro TERESA MANNINO: SENTO LA TERRA GIRARE Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, Via S. Croce. Teresa Mannino, una delle stelle della comicità italiana, sarà a Trento con il suo nuovo spettacolo. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952.

Musica QUARTETTO HAGEN Trento. Ore 20.30. Via Verdi, 30. Quartetto Hagen: Lukas Hagen, violino, Rainer Schmidt, violini; Veronika Hagen, viola; Clemens Hagen, violoncello. Programma: D. Sostakovic: Quartetto n. 4; A. Dvorak: Scelta da Cipressi 12 pezzi per Quartetto d’archi; F. Schubert: La Morte e la fanciulla. Info: www. filarmonica-trento.it; info@filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244. Tradizione M’ILLUMINO DI MENO LUNGO LA STRADA DEL VINO E DEI SAPORI DEL TRENTINO In occasione dell’iniziativa simbolica e concreta di RADIO2 eventi ed iniziative a basso impatto energetico vi attendono lungo la Strada del Vino e dei Sapori del Trentino. Info su iniziative e programma: Tel. 0461.921863 - 345.7054561; www.tastetrentino.it. Tradizione FIERA MONDO DONNA PRIMAVERA Trento. Dalle ore 9.30 alle ore18.30, Polo espositivo Trento Expo in via Briamasco 2, Trento. La fiera della creatività femminile. Info sul sito dedicato www.fieramondodonna.it.

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Teatro PESCE D’APRILE CON CESARE BOCCI E TIZIANA FOSCHI Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Tratto dall’omonimo romanzo autobiografico scritto da Daniela Spada e Cesare Bocci è il racconto di un grande amore che la malattia ha reso ancora più grande: un’esperienza di vita reale, toccante, intima e straordinaria di un uomo e di una donna che non si danno per vinti quando all’improvviso il destino sconvolge la loro vita. Info: www.teatro-zandona.it; Tel. 0464.425569.

GLI APPUNTAMENTI DI MARZO

Musica ROBERTO TAUFIC & ICE MUSIC TRIO PassoTonale. Ore 16 e 18. Ghiacciaio Presena. Concerti in paradiso: in un teatro di neve la musica degli strumenti di ghiaccio. Dal Brasile il talento di un grande chitarrista e compositore . Info: Consorzio Adamello Ski Tel. 0364 92097; info@adamelloski.com; vendita biglietti on-lie sul sito www.pontedilegnotonale.com. Teatro VIXEN Trento. Ore 20. Gallerie Piedicastello. Partendo dalla Silent Disco, la regista inglese ha elaborato un nuovo format operistico, nel quale il pubblico, che indossa cuffie mediante le quali ascolta musica preregistrata e mixata con le performance dal vivo dei cantanti, diventa esso stesso il palcoscenico dell’opera. Il pubblico può quindi muoversi e interagire con lo spazio. Ingresso gratuito. Info: www.haydn.it.

1 VENERDÌ Danza COLLAPSE @INDANZA Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis. Via della Malpensada 80-88. Spettacolo che indaga l’affascinante relazione tra movimento e coreografia, musica e giocoleria. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952.

Tradizione FIERA MONDO DONNA PRIMAVERA Trento. Dalle ore 9.30 alle ore18.30, Polo espositivo Trento Expo in via Briamasco 2, Trento. La fiera della creatività femminile. Info sul sito dedicato www.fieramondodonna.it.

3 DOMENICA Musica I CONCERTI DELLA DOMENICA - ALBERTO FERRO Trento. Ore 10.30. Società Filarmonica, via Verdi 30. Alberto Ferro, pianoforte. Programma: F. Chopin (1810 - 1849): Barcarola op. 60 in Fa diesis magg.; F. Liszt (1811 1886): Soirée de Vienne S. 427 n. 3 in Mi magg.; S. Rachmaninov (1873 - 1943): 9 Études-Tableaux op. 39.Info: www.filarmonicatrento.it.

Teatro VIXEN Trento. Ore 17 e 20. Gallerie Piedicastello. Partendo dalla Silent Disco, la regista inglese ha elaborato un nuovo format operistico, nel quale il pubblico, che indossa cuffie mediante le quali ascolta musica preregistrata e mixata con le performance dal vivo dei cantanti, diventa esso stesso il palcoscenico dell’opera. Il pubblico può quindi muoversi e interagire con lo spazio. Ingresso gratuito. Info: www.haydn.it. Tradizione FIERA MONDO DONNA PRIMAVERA Trento. Dalle ore 9.30 alle ore18.30, Polo espositivo Trento Expo in via Briamasco 2, Trento. La fiera della creatività femminile. Info sul sito dedicato www.fieramondodonna.it.

4 LUNEDÌ Enogastronomia SETTIMANA DELLA BIRRA ARTIGIANALE... IN TRENTINO Trento. Eventi e iniziative alla scoperta della birra artigianale: visita a birrifici, menù dove la birra è protagonista ed aperitivi panoramici lungo il territorio della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino. Info: Strada del Vino e dei Sapori del Trentino Tel. 0461.921863; info@stradavinotrentino.com; www. tastetrentino.it/settimanabirra.

a birrifici, menù dove la birra è protagonista ed aperitivi panoramici lungo il territorio della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino. Info: Strada del Vino e dei Sapori del Trentino Tel. 0461.921863; info@stradavinotrentino.com; www. tastetrentino.it/settimanabirra.

6 MERCOLEDÌ Cultura INCONTRI AL MUSEO PER PARLARE DI FAUNA: PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO GRANDI CARNIVORI 2018 Trento. Ore 20.45. MUSE - Muse delle Scienze, Corso del Lavoro e della Scienza 3. A cura del Servizio Foreste e Fauna della Provincia Autonoma di Trento, Settore Grandi Carnivori. Info: Tel. 0461.270311; www.muse.it. Enogastronomia SETTIMANA DELLA BIRRA ARTIGIANALE... IN TRENTINO Trento. Eventi e iniziative alla scoperta della birra artigianale: visita a birrifici, menù dove la birra è protagonista ed aperitivi panoramici lungo il territorio della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino. Info: Strada del Vino e dei Sapori del Trentino Tel. 0461.921863; info@stradavinotrentino.com; www. tastetrentino.it/settimanabirra.

7 GIOVEDÌ Enogastronomia SETTIMANA DELLA BIRRA ARTIGIANALE... IN TRENTINO Trento. Eventi e iniziative alla scoperta della birra artigianale: visita a birrifici, menù dove la birra è protagonista ed aperitivi panoramici lungo il territorio della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino. Info: Strada del Vino e dei Sapori del Trentino Tel. 0461.921863; info@stradavinotrentino.com; www. tastetrentino.it/settimanabirra. Musica CARL BRAVE IN CONCERTO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, Via S. Croce. Info: www.centrosantachiara.it.

5 MARTEDÌ Enogastronomia SETTIMANA DELLA BIRRA ARTIGIANALE... IN TRENTINO Trento. Eventi e iniziative alla scoperta della birra artigianale: visita

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trentinomatrimoni SOLO PER I NOSTRI LETTORI, QUESTO MESE DUE REPORTAGE DI NOZZE: MARTINA CON MATTIA E DI CATERINA CON MICHELE

I MATRIMONI DEL MESE Lei Nome: Martina Anni: 25 Nato a: Borgo Valsugana Residente a: Torcegno Parrucchiere: Salone Infinity - Telve Truccatrice: Salone Infinity - Telve Testimone: Erika Occupazione: O.S.S.

Lui Nome: Mattia Anni: 29 Nato a: Borgo Valsugana Residente a: Torcegno Vestito: Baratto - Lavis Scarpe: Vulcano - Borgo Barbiere: Lidia Ganarin - Telve Testimone: Giorgio Occupazione: Impiantista

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Matrimonio: Data: Luogo: Fiori e bouquet: Anelli: Banchetto: Numero invitati: Torta: Bomboniere: Animazione: Viaggio di nozze: Vivranno a:

Religioso e civile 8 settembre 2018 Torcegno Fioreria “Non solo fiori” Gioielleria Obrelli - Lavis Prime Rose - Levico Terme 150 Cristo d’Oro - Samone Trintinaglia Wedding Photo Mirko Zoro Madagascar, 12 giorni Torcegno

Servizio fotografico: Trintinaglia Wedding Photo www.trintinaglia.com

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trentinomatrimoni Matrimonio: Civile Data: 7 settembre 2018 Luogo celebrazione: Castel Ivano Invitati: 150 Banchetto: Castel Ivano Anelli: Mosele gioielli - Trento Catering: Prime Rose - Levico Torta: Manuel Marzari Maestro di Dolcezze Allestimenti Floreali: Cinzia Fonso Flowers - Rovereto Lista nozze: Rinascente - Milano Intratten.to musicale: Alice Righi Video: Matteo Erbisti videographer Vivranno a: Cognola

Servizio fotografico: Alice Russolo www.alicerussolo.com Wedding Planner Regia : Cinzia Fonso Weddings www.cinziafonso.it

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trentinomatrimoni

Lei

Lui

Nome: Caterina Anni: 29 Nata a: Trento Residente a: Cognola Vestito: Atelier Marriage Parrucchiere: Ten’s - Trento Truccatrice: Tatiana Stenghel Testimoni: Andrea e Carlotta Occupazione: Biologa nutrizionista

Nome: Michele Anni: 33 Nato a: Trento Residente a: Cognola Vestito, scarpe: K.T. Store Barbiere: Ten’s - Trento Testimoni: Emanuele e Federica Occupazione: Direttore A.s.d. New Life

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trentinoscoop&news

GIORGIO FRACALOSSI PRIMO PRESIDENTE PER UN’ECONOMIA DEL TERRITORIO “LOEFF SYSTEM“ E “CONTER FORNITURE“ UNISCONO LE FORZE PER ESSERE PIÙ COMPETITIVI

AL VERTICE DEL NUOVO GRUPPO BANCARIO COOPERATIVO

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l gruppo bancario cooperativo che fa capo a Cassa centrale banca ha scelto la propria governance. L’assemblea dei Soci, riunita il 14 gennaio scorso a Milano, ha confermato Giorgio Fracalossi nel ruolo di presidente e Carlo Antiga in quello di vicepresidente vicario. In tutto sono stati nominati 15 amministratori, 10 espressione delle banche affiliate, 4 gli indipendenti e 1 rappresentate esterno. Il nuovo Cda, che si è riunito al termine dell’assemblea, ha nominato Mario Sartori amministratore delegato. “Il nostro – ha sottolineato Fracalossi – è un progetto di sviluppo originale e condiviso che valorizza le competenze e promuove i territori e le Bcc, Cr e Raika. Non c’è stato nulla di scontato nella nascita della nostra aggregazione e nulla sarà scontato in futuro”. “Le banche locali - ha aggiunto Sartori - sono e resteranno un valore fondamentale del nostro Paese. Il Gruppo Bancario Cooperativo Cassa Centrale Banca si presenta solido, efficiente e orientato al mercato”.

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n grande polo logistico, competenza, professionalità e ampia gamma prodotti. Sono gli ingredienti che hanno fatto nascere una nuova realtà distributiva specializzata nelle forniture per ufficio. Le due aziende, storiche realtà nel territorio altoatesino, hanno deciso di unire le proprie forze proponendosi al mercato valorizzando le qualità che sino a ieri avevano decretato il successo delle singole realtà. Conter Forniture, guidata dall’Amministratore delegato Ivan Conter è un’azienda famigliare con oltre 30 anni di storia a livello regionale; l’azienda vanta forti relazioni e contratti diretti con produttori nazionali ed internazionali; propone un ampio catalogo di oltre 600 pagine con prodotti che mirano a soddisfare tutte le esigenze aziendali. Loeff System guidata dall’Amministratore delegato Peter Stürz, vanta un invidiabile polo logistico nel cuore della zona produttiva di Bolzano, una forte organizzazione

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aziendale, cataloghi bilingui e una fitta rete di consulenti sul territorio. Dal primo gennaio di quest’anno le due aziende si proporranno al mercato con un nuovo logo ed una proposta più competitiva ed ancora più ampia in termini di prodotti e servizi offerti. La nuova Loeff-Conter serve attualmente oltre 5000 clienti in Trentino Alto Adige. La moderna logistica di oltre 3000mq. vanta una disponibilità immediata di oltre 20.000 prodotti che vengono gestiti in pronta consegna con un servizio desk-to-desk che mira a competere con i colossi internazionali della distribuzione; Loeff-Conter sfrutterà il vantaggio della territorialità con una maniacale attenzione “all’ultimo miglio” distributivo grazie alla presenza di consulenti dedicati che verranno affiancati ai più tradizionali strumenti dell’on-line proposti ormai da tutti i competitor del mercato.


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I CENTO ANNI DI LIVIO PRANZELORES IL REGNO DELLA FOTOGRAFIA DI MONTAGNA “LUMEN”: SULLA SUGGESTIVA CIMA DI PLAN DE CORONES, IN ALTO ADIGE

FIGLIO DI ANTONIO, PROMOTORE DELLA CULTURA TRENTINA

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11 gennaio ha tagliato il traguardo del secolo di vita. Stiamo parlando di Livio Pranzelores, storico, viaggiatore, divulgatore di memorie della storia trentina, fautore dell’importatissima ristampa anastatica di “Guida di Trento, colla funivia di Sardagna, Monte Corno e il Bondone”, uscita per la prima volta nel 1927, ma tuttora attualissima, curata da Curcu Genovese. In gioventù Livio fu combattente e internato militare e ricevette dal Consiglio dei ministri la Medaglia al merito per la prigionia in Germania, fu quindi insignito della qualifica di commendatore della Repubblica per i suoi meriti culturali. Vivacità intellettuale che l’ha aiutato a raggiunge i 100 anni, con mente lucida ed empatica.

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l fascino per la montagna è intatto da tempo immemorabile. Con LUMEN, questo fascino trova una sua casa fotografica: sulla cima di Plan de Corones (in Alto Adige), i 1800 metri quadrati del museo sono infatti interamente dedicati alla fotografia di montagna. Negli spazi che si snodano per quattro piani, LUMEN rende tangibile la storia della fotografia di montagna dagli esordi ad oggi, e l’arte dei fotografi di montagna di tutto il mondo. LUMEN presenta fotografie storiche e innovazioni digitali, emozionanti mostre temporanee e produzioni spettacolari. Il programma curatoriale si caratterizza per il suo carattere interdisciplinare: alpinismo, turismo, politica, spiritualità e storia. Il tema della montagna, viene dunque esaminato da diverse prospettive. Particolarmente impressionante è l’otturatore, un’apertura gigante che può essere aperta e chiusa per diventare uno schermo di proiezione. Nel ristorante AlpiNN, inoltre, le delizie gastronomiche si combinano con panorami mozzafiato. Una sala per eventi, che può ospitare fino a 200 persone, offre spazio per seminari, conferenze ed eventi. Anche la posizione è parte del concetto museale: nel cuore delle Dolomiti – “l’architettura naturale più bella del mondo” (Le Corbusier) – l’edificio dell’ex stazione a monte della funivia di Plan de Corones a 2.275 m,

brilla ora di luce nuova. LUMEN fornisce durante tutto l’anno un prezioso contributo all’utilizzo del potenziale del territorio e rappresenta un valore aggiunto per l’intera area. Unendo in una significativa triade mostre, spazio eventi e cucina alpina, LUMEN è un monumento all’amore per la fotografia di montagna, sfaccettata e straordinaria come le montagne stesse. In linea con la filosofia della casa – combinare l’intrattenimento con la qualità fotografica – LUMEN stabilisce nuovi standard nella presentazione della fotografia di montagna. Questo principio è chiaramente visibile nella realizzazione scenografica delle sale espositive e nel concetto museale. Grazie al sostegno di partner nazionali e internazionali, è stato possibile creare un percorso coinvolgente, che offre ai visitatori una nuova prospettiva sul “vecchio” tema della montagna. Nell’interazione di approcci multiprospettici e in uno scenario unico, LUMEN trasforma la fotografia di montagna in un’esperienza olistica. Info: info@lumenmuseum.it or 0474.431090. 101

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“ETIKA“ PER LE SCUOLE DALLA BOLLETTA SOLIDALE DI ETIKA NASCE UN CONCORSO: VOTO ON LINE

L’IDEA DI PIERO ANGELA: “COSTRUIRE IL FUTURO” SU RAI TRENTINO ALTO ADIGE UN FORMAT DI ORIENTAMENTO RIVOLTO A CIRCA TRECENTO STUDENTI

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APIS ROULANT” in onda domenica 3 febbraio alle 9.45 circa su RAI3, ed in replica sul canale 103 del Digitale Terrestre alle ore 22.30, prevede: “BIANCO & NERO”, quinta puntata del ciclo dedicato alla divulgazione di tematiche relative agli sport invernali nella provincia di Trento. “LA LUNA. E POI?”. Programma dedicato all’omonima mostra allestita a Palazzo Parolari di Rovereto. La mostra, a 50 anni dal primo allunaggio, ripercorre le fasi della conquista della Luna, con le missioni Apollo e la corsa allo spazio delle due grandi potenze di allora, Stati Uniti e Unione Sovietica. L’intento è quello di andare oltre per capire quali nuovi orizzonti l’umanità abbia in serbo per il proprio futuro. “PALAZZI NOBILIARI D’ANAUNIA - prima parte . Non solo castelli e meleti. La Val di Non ha nei palazzi nobiliari e nelle dimore gentilizie di campagna un vasto patrimonio architettonico e artistico. Arredi d’epoca, affreschi, opere d’arte impreziosiscono questi edifici aperti al pubblico e messi in rete. Da Casa de’ Gentili a Sanzeno, porta d’accesso alla Valle e ai suoi palazzi artistici, a Casa Endrici di Don, dove ebbe i natali l’arcivescovo di Trento Celestino Endrici, a Palazzo Assessorile di Cles, per decenni raffinata residenza di Aliprando de Cles e Anna Wittgenstein e poi sede amministrativa e giudiziaria. “DIARI DELLA PIAZZA”. La galleria di personaggi d’attualità, dedica la puntata odierna a Drimer & Ares Adami. La scena rap in Trentino nasce e si sviluppa negli anni 90. Ares Adami & Drimer rappresentano oggi il collegamento ideale tra due generazioni unite dalla passione per la musica e le rime taglienti. “TAPIS ROULANT” in onda domenica 17 febbraio prevede: “IL RACCONTO DEL CERMIS”. Per ricordare le venti vittime di quel terribile 3 febbraio di ventuno anni

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ono 30 le opere candidate al concorso “Il Mondo di etika: l’energia della natura!” che fino al 10 febbraio tutti possono vedere e votare sul sito www.etikaenergia. it. Le 20 classi e i 7 gruppi interclasse delle scuole primarie e secondarie che hanno aderito al concorso hanno scatenato immaginazione e creatività producendo disegni e video con le tecniche più diverse. Bambini e ragazzi hanno usato uno stile poetico, altre volte hanno scelto un linguaggio ironico; tutti comunque invitano a prendersi cura dell’ambiente in cui viviamo. Protagonista di tutte le narrazioni la ragazzina dai capelli rossi simbolo dell’offerta luce e gas economica ecologica e solidale promossa dal movimento cooperativo insieme a Dolomiti Energia. Le classi che concorrono ai premi messi in palio per un ammontare complessivo di 4000 euro, provengono da tutto il Trentino (da Trento a Rovereto, dalla Vallarsa al Val di Cembra, dalla valle di Non alle Giudicarie). Al vincitore di ciascuna categoria (disegno – primarie e video- secondarie) sarà assegnato un buono per l’acquisto di materiale didattico o per un viaggio di istruzione di € 1.000,00. fa, proponiamo il “Racconto del Cermis”, opera teatrale tratta dall'omonimo romanzo di Pino Loperfido. Con una narrazione vissuta in prima persona dall'unico superstite, lo spettatore è portato a riflettere e ad empatizzare con il protagonista e con lo svolgersi della trama. Un modo molto intimo per non dimenticare una delle peggiori tragedie della recente storia Trentina. ”COSTRUIRE IL FUTURO”. Da un'idea di Piero Angela, arriva a Trento "Costruire il Futuro", format di orientamento rivolto a 300 studenti equamente divisi fra gli ultimi anni degli Istituti Superiori e gli universitari al secondo anno delle Lauree Triennali. Dieci incontri, con cadenza quindicinale, trasmessi via streaming, e riproposti dalla Rai Regionale del Trentino, danno forma ad un percorso con una visione diversa e innovativa delle sfide del presente e del futuro, cosi che gli studenti possano avere maggior consapevolezza delle proprie inclinazioni e di conseguenza delle proprie scelte. “BIANCO & NERO” nuova puntata del rotocalco dedicato alla neve ed alle discipline che ruotano interno ad essa.


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AL VIA LA GARA PER IL MIGLIOR STRUDEL VALERIA FINETTO TRA I LUPI DELLA VAL DI FASSA QUESTA VOLTA I PARTNER DELLO SHOOTING SONO UN CAVALLO BIANCO E UNO SPLENDIDO ESEMPLARE DI LUPO SLOVACCO

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ornano i lupi in Trentino. Una pessima notizia per i greggi di pecore, un affascinante remake per gli amanti di questi antichi carnivori che, dalla notte dei tempi, anche per colpa delle caricature fiabesche, hanno popolato l’immaginario infantile di tante generazioni. Tra gli estimatori dei lupi del Trentino c’è anche Valeria Finetto, il volto che la Union Hotel – prestigiosa catena alberghiera della Val di Fassa – ha scelto per la sua nuova campagna pubblicitaria. Nata a Bolzano, ma con sangue caraibico nelle vene (la madre è originaria dell’Ecuador), la 22enne Miss Principessa d’Europa è una grande amante degli animali e così, quando le hanno proposto di posare tra la natura nel gelo dolomitico della Val di Fassa, ha accettato con entusiasmo. Davvero originali i partner del suo shooting fotografico realizzato dal fotografo Stefano Corsini: un bellissimo cavallo bianco della scuderia della Charlotte Horse Riding di Campitello e uno splendido esemplare di lupo slovacco cresciuto in cattività. Un incontro di rara bellezza per una campagna promozionale che si annuncia indimenticabile.

IL PRIMO CAMPIONATO NAZIONALE IDEATO A FOLGARIA

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uigi Biasetto in partnership con John Caffè, Ferrari Spumanti, Illy, Melinda, Alpe Cimbra, Forst, promuove la prima edizione del Campionato Nazionale dello Strudel, la Strudel Cup, ideata da John Caffè, che si terrà a Folgaria il 23 e il 26 aprile. Come tema il concorso prevede la classica preparazione di uno strudel esemplare con pasta filo, pasta sfoglia, o qualsiasi tipo di altra pasta arrotolabile. Dovrà essere preparato uno Strudel utilizzando mele fresche, varietà scelta, uvetta e pasta sfoglia. Qualsiasi altro tipo di ingrediente è libero. A titolo di esempio: agrumi, frutta candita, secca, liquori, pan secco, pan di spagna, spezie. Il taglio delle mele è libero. Ingredienti vietati: surrogati, margarine, aromi sintetici, semilavorati ottenuti da mix o da preparati. I partecipanti dovranno essere italiani o residenti in Italia da almeno 7 anni ed avere almeno 5 anni di esperienza in pasticceria. Per partecipare bisogna inviare, entro il 31 marzo, una fotografia mezzobusto, con divisa, sfondo bianco (senza toque); il curriculum vitae; una foto dello Strudel; un video semplice, fatto col telefono, in cui viene ripreso il pasticcere mentre realizza il suo dolce (posizionare le mele a marchio Melinda, se possibile). Il video di chi passerà la prima selezione, potrà essere messo online, insieme al nome del partecipante e al nome dell’attività stessa, per poter dare visibilità al partecipante. Il numero di iscritti è limitato a 50, per questo motivo si procederà ad una selezione anche su curriculum. Tutto il materiale per l’iscrizione dovrà pervenire tassativamente entro e non oltre il 31 marzo 2019 al seguente indirizzo mail: strudelcup@gmail.com

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LE NOSTALGICHE FIGURINE DELL’U.S. LAVIS IL 21° CORSO DI POESIA DI VILLA SANT’IGNAZIO

UN’INIZIATIVA CHE VUOLE ESSERE SOPRATTUTTO UN RICORDO

CONDOTTO DA RENZO FRANCESCOTTI, AVRÀ INIZIO LUNEDÌ 4 FEBBRAIO

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Villa Sant’Ignazio, a Trento sulla collina delle Laste, sono aperte le iscrizioni al 21° Corso di poesia. Come sempre conduttore dei 16 incontri che si svolgeranno dal febbraio al maggio, sarà Renzo Francescotti. I corsi, cresciuti nei primi vent’anni in adesioni, consensi, notorietà, hanno due fondamentali obiettivi: imparare a conoscere la poesia autentica, a indagarla, decifrarla, scomporla, ricomporla, metabolizzarla; come secondo obiettivo, sentendone il bisogno, imparare a scriverla. È così successo che parecchi dei corsisti, scrivendo versi e partecipando a concorsi poetici siano stati segnalati e premiati, abbiano vinto importanti premi nel Trentino, nel Triveneto e anche in campo nazionale e una decina di loro abbiano pubblicato il loro primo libro di versi, e abbiano proseguito su questo versante. I corsi sono gratuiti ma il numero dei partecipanti è limitato a venti. Questi i sei poeti di varie epoche e di vari Paesi che saranno quest’anno “invitati“ (come amano dire i corsiti): San Che (e altri poeti cinesi); Arthur Rimbaud, il poeta maudit francese, uno dei padri della poesia moderna; Carl Sandburg, uno dei maggiori poeti americani del’900; Margherita Guidacci, poetessa italiana contemporanea; Raymond Carver, famoso novelliere americano minimalista, ma anche ottimo poeta; e Mario dell’Arco, l’ultimo straordinario poeta romanesco. Questo 21° Corso di poesia avrà inizio lunedì 4 febbraio alle ore 20.30 e proseguirà per altri 15 incontri ogni lunedì. Poiché le richieste di iscrizione superano normalmente i 20 posti stabiliti è consigliabile un’iscrizione tempestiva, rivolgendosi alla segretaria Fernanda@Beozzo.it

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ello sport l’album delle figurine Panini è un vero “mostro sacro”. Generazioni e generazioni di bambini e bambine sono cresciute con i classici “ce l’ho, ce l’ho, manca”. Alla perenne ricerca delle figurine mancanti come il mitico Pizzaballa, arrivando agli scambi estremi: un Del Piero in cambio di cinque figurine dell’Hellas Verona. Ora questa tradizione senza tempo arriva anche a Lavis, dove l’Us Lavis ha mandato alle stampe il proprio album delle figurine della stagione 2018/19. Oltre 300 figurine, tutti i giovani e giovanissimi tesserati di tutte le squadre di calcio, dai Piccoli Amici all’Eccellenza passando per Pulcini, Juniores, Esordienti... Allo stesso modo anche tutte le ragazze della pallavolo, dal minivolley alla serie C, hanno la loro figurina collezionabile in questo album. Un’iniziativa che vuole essere soprattutto un bel ricordo per tutti loro. Per tutti i ragazzi e le ragazze che potranno così, anche a distanza di anni, ricordarsi di questa annata sportiva, delle amicizie e dei rapporti costruiti in campo ed in spogliatoio. Uno spaccato di vita, un momento fondamentale della crescita di giovani e giovanissimi, raccontato in tutti i volti di questi ragazzi e ragazze fissati dall’obiettivo della macchina fotografica. Album e figurine sono in vendita in questi giorni nella tabaccheria Brugnara di via Rosmini, a Lavis. Album in vendita al corso di 3 euro, mentre ogni bustina, che contiene cinque figurine, è a disposizione al prezzo di 70 centesimi l’una. «L’idea è quella di realizzare soprattutto un bell’album dei ricordi per tutti – commenta Marcello Rosa, presidente della polisportiva Us Lavis fondata nel 1953 – per creare un qualcosa che possa piacere ai ragazzi ed alle ragazze, ma anche a tutta la nostra comunità. Perché quest’album diventa un bel modo per far vedere quante persone lavorano per permettere ai nostri ragazzi ed alle nostre ragazze di fare sport, impegnandosi in prima persona tutti i giorni». Accanto alle fotografie di tutti i calciatori e le pallavoliste, infatti, sono pubblicate anche tutte le fotografie di allenatori, dirigenti ed accompagnatori di tutte le squadre.


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INAUGURATA “LUCI ED OMBRE DEL LEGNO” MELINDA: CONFERMATO MICHELE ODORIZZI

MOSTRA ITINERANTE DI 21 SCULTURE IN LEGNO CHE GIRERÀ L’ITALIA

RINNOVATO L’INCARICO ALLA PRESIDENZA PER IL PROSSIMO TRIENNIO

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ichele Odorizzi è stato riconfermato Presidente del Consorzio Melinda fino a fine 2021. L’esito è emerso il 20 dicembre scorso nella sede istituzionale di Cles, alla presenza dei presidenti delle 16 cooperative, la cui maggioranza gli ha conferito il nuovo mandato. “Sono molto onorato di poter continuare il mio percorso come Presidente, anche se sarà sicuramente molto impegnativo – ha dichiarato Michele Odorizzi. Melinda è oggi una delle principali realtà ortofrutticole italiane che si affaccia ormai a dialogare con il mercato internazionale. La sfida futura è quella che stiamo affrontando già da qualche anno; quella di sviluppare processi e attività che siano sempre più sostenibili, nell’ambito della qualità del prodotto ma anche della sicurezza degli ambienti e delle persone. È un impegno importante, ma credo sia l’unica strada oggi per mantenere il Consorzio all’avanguardia sotto tutti i punti di vista: produzione, commercializzazione, promozione e innovazione”. Dall’incontro di oggi, i presidenti delle cooperative, in accordo con il Presidente neoeletto, confermano una linea di impegno comune per i prossimi anni, che sottintende la ferma intenzione di continuare ad operare attraverso metodologia e valori coerenti agli obiettivi sia commerciali che di sostenibilità - tutto questo con la responsabilità di chi deve affrontare un mercato in costante evoluzione. “Solo un modello di cooperazione come quello di Melinda, che fa dell’unione di idee, dell’innovazione, della ricerca e sviluppo la propria forza, potrà essere in grado di accogliere la sfida futura. Lavorerò per far sì che i componenti del Consiglio di Amministrazione, che oggi mi hanno riconfermato la loro fiducia, deliberino in modo compatto in merito alle decisioni che con responsabilità dovremo prendere nel futuro, a rappresentanza di tutta la base sociale” – ha concluso Odorizzi.

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Palazzo Roccabruna a Trento, davanti ad pubblico molto numeroso , è stata inaugurata la mostra “Luci ed ombre dal legno”. Si tratta della tredicesima edizione di una mostra itinerante di 21 sculture in legno che viaggerà nei prossimi mesi in centri abitati dell’Italia Settentrionale e Centrale. Le opere sono quelle premiate al Simposio del Tesino (“Il più bel simposio di scultura in legno in Italia”), come è stato definito, che viaggeranno in alcuni centri dell’Italia Settentrionale e Centrale, assieme a quelle di uno scultore affermato a fare da padrino. Sono intervenuti all’inaugurazione, prendendo brevemente la parola: il sindaco di Castello Tesino, l’assessore alla cultura del Comune di Castel Ivano, gli Assessori alla Cultura della Comunità di Valle, l’assessore Moraduzzo in rappresentanza del Consiglio Provinciale e un rappresentante della CCIAA che ospita la mostra. Sono seguiti gli interventi degli organizzatori: Remo Tomasetti (ideatore del Simposio) e Gabriele Bertacchini, curatori del prestigioso catalogo e del progetto. Tomasetti ha parlato della manifestazione e della sua portata in ambito nazionale. Bertacchini ha ricordato le sedi in cui si trasferirà la mostra (Borgo Valsugana, Faenza (RA), Dozza (BO), Fiumalbo (MO) e ha inoltre parlato di Marta Zucchinali, Premio Galleria d’Arte Atrebates di Dozza città d’arte. Ha concluso Renzo Francescotti, scrittore e critico, sin dall’inizio – 17 anni fa – presidente della Giuria del Simposio del Tesino ,tracciando il profilo critico di Giorgio Conta (che era presente), artista quarantenne affermato, figlio di Livio, artista di notorietà internazionale, padrino dei tre scultori premiati. Francescotti ha messo in evidenza come quest’anno i premiati siano per la prima volta tre stranieri, con ai primi due posti due donne. Ha quindi concluso tracciando i profili artistici dei tre premiati: la spagnola Marta Fresneda Gutiérrez; la boema Jitka Kusòva-Valevska e Ionel Alexandrescu, artista rumeno che da vent’anni abita in Italia.

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PREMIO “PESSINA” AD ANDREA SEGRÈ TUTTO, MA PROPRIO TUTTO, SULLE ORCHIDEE

RICONOSCIMENTO PER IL PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE EDMUND MACH

CORSI TEMATICI ALLA FLORICOLTURA PIAZZERA DI NAVE SAN ROCCO

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eri colsi un’orchidea per mettermela all’occhiello; era una mirabile cosa, tutta macchiata, efficace come i sette peccati mortali”. La frase viene pronunciata da uno dei personaggi del celebre romanzo di Oscar Wilde, “Il ritratto di Dorian Gray”. E che non si tratti di un fiore qualsiasi lo capiscono anche i non addetti ai lavori, con uno sguardo. La forma, la simbologia, il profumo hanno qualcosa di speciale. Per tutti gli appassionati di questo gioiello della Natura, la Floricoltura Piazzera di Nave San Rocco ha pensato di organizzare una serie di corsi tematici sull’orchidea. Cominciati il 26 gennaio scorso, i corsi proseguiranno a febbraio, sabato 2, con “Come si coltiva un’orchidea?”, visita guidata all’interno della serra di coltivazione e corso pratico di rinvaso con possibilità di portare la propria pianta da casa. Stefano e Cristina vi aspettano per rivelarvi tutti i segreti di coltivazione e rispondere a tutte le vostre domande. (Orari: dalle 10 alle 12 oppure dalle 15 alle 17. Costo totale € 5,00 comprensivo di materiale). Il sabato successivo, sarà la volta di “Di cosa hanno bisogno le orchidee per vivere bene in appartamento?”. Approccio alla coltivazione ed al mantenimento di queste affascinanti piante in casa. A cura dell’associazione FIO, con Diego Ivan. (Orari: dalle 10 alle 12 oppure dalle 15 alle 17. Corso gratuito). Il giorno 16, appuntamento con “Scopriamo l’associazione trentino orchidee (A.T.O.)”. Cosa succede ad una ritmione di soci dellf\TO? Claudio vi spiegherà cosa significa fare parte di questa associazione e potrete portare da casa le vostre piante per capire se stanno bene oppure se hanno delle carenze 106

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ndrea Segrè, presidente della Fondazione Edmund Mach nonché del Centro Agroalimentare di Bologna e della Fondazione FICO, fondatore di Last Minute Market e della campagna Spreco Zero, vince il Premio “Aldo F. Pessina” giunto quest’anno alla quarta edizione, dedicato al grande promotore degli Ostelli della Gioventù in Italia e fondatore di AIG, l’Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù, che dal 2015 promuove questo prestigioso riconoscimento. La premiazione si è svolta ieri sera, a Roma, nella Sala Polifunzionale della Galleria Colonna della Presidenza del Consiglio, alla presenza del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Vincenzo Spadafora, davanti a un pubblico scelto con molte personalità del giornalismo e della diplomazia culturale italiana. Il prestigioso riconoscimento dell’AIG è stato conferito a Segrè “per aver raccontato ai giovani iI gusto per le cose giuste’ attraverso la sua Lettera alla Generazione Z (Mondadori), raccontando con passione, autorevolezza e tenacia la cultura della buona alimentazione e il suo contrario, lo spreco alimentare; per essersi dedicato alle nuove generazioni con riflessioni, campagne, pubblicazioni e iniziative visionarie - dal Last Minute Market al Parco Agroalimentare FICO a Bologna fino alle multiformi ricerche scientifiche e progetti didattici elaborati dalla Fondazione Mach di San Michele all’Adige”. (a cura dell’associazione ATO, con Claudio Frenez. Orari: dalle 10 alle 12 oppure dalle 15 alle 17. Corso gratuito). Sabato 23, “Cos’è un’orchidea botanica?”. Entra nel fastastico mondo delle orchidee botaniche e scopri come creare la tua orchidea su zattera (a cura dell’associazione ATAO, con Stefano Zaffonato. Orari: dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17. Costo totale € 7,00 comprensivo di materiale). Ultimo appuntamento, sabato 2 marzo, con “Fiori e piante stagionali”. Gerani, surfinie e piante da balcone sono i protagonisti di questo pomeriggio in cui Stefano spiegherà come mantenerli belli e sani durante l’estate. (Orario: dalle 15 alle 17. Costo totale € 5,00 comprensivo di barattolino di concime). Info e prenotazioni: tel. 349 6583964 - 0461 870500, oppure nella sede di Nave San Rocco.


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FRANCO GIOVANNINI: 75 ANNI IN SAT C’E’ UN TRENTINO NELLA PRIMA ANTOLOGIA DI “FANTASCIENZA SPORTIVA” TRA GLI SCRITTORI PER “LA VITTORIA IMPOSSIBILE” C’È CARLO MARTINELLI

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è anche Carlo Martinelli, giornalista e scrittore trentino, tra i tredici autori di quella che può essere definita la prima antologia di “fantascienza sportiva” pubblicata in Italia. Perché “La vittoria impossibile” (Delos Books edizioni, 190 pagine, 15,80 euro, disponibile anche in ebook a 3,99 euro) propone racconti tutti all’insegna della storia alternativa, la cosiddetta ucronia, o ancora sliding doors, se avete la passione per il cinema. Il fascino di immaginare cosa sarebbe accaduto se le cose fossero andate diversamente: se Napoleone non fosse stato sconfitto, se l’Impero Romano non fosse caduto, se l’Asse avesse vinto la Seconda guerra mondiale. Ma ci sono molte altre storie che possono essere raccontate, che non riguardano la Storia con la s maiuscola, ma che toccano le passioni di molti. Quelle sportive, per esempio. Momenti fondamentali della storia dello sport che se fossero andati diversamente, chissà, forse avrebbero cambiato il mondo. Per la prima volta un’antologia dedicata all’ucronia sportiva, curata da Andrea Pelliccia (pubblicata da una casa editrice specializzata in fantascienza e con la prefazione di Darwin Pastorin), raccoglie appunto tredici racconti che propongono un’inquadratura davvero diversa. Dal calcio al rugby, dal pugilato al basket, dall’atletica leggera all’hockey su ghiaccio, dall’automobilismo alle discipline paralimpiche. Tredici racconti per immaginare come sarebbe cambiata la storia dello sport se... A firmarli autori e autrici noti nella narrativa mainstream, in quella di fantascienza e in quella sportiva. La prima presentazione, nello scorso mese di ottobre,

È FIGLIO DI ADOLFO, FONDATORE DELLA SOSAT

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a ritirato ieri il 75° bollino di iscrizione alla SAT, lasciando tutti quanti a bocca aperta, per la vivacità intellettuale, la memoria, la prontezza di spirito, la disinvoltura nei movimenti. È salito fino all’ultimo piano della Casa della SAT, in Biblioteca per portare a tutti il suo saluto). Franco Giovannini, classe di ferro 1931, è iscritto alla sezione cittadina della SAT da quando aveva 14 anni e non ha mai saltato un rinnovo. Un legame di famiglia il suo con il sodalizio, il padre Adolfo Giovannini infatti, ricordato come l’ultimo dei Kaiserjager, morì a 104 anni e fu il fondatore della SOSAT, la sezione operaia della SAT, mentre la mamma Elma Nardelli Giovannini, in Trentino, la ricordano tutti come una valente alpinista. Franco, una vita di lavoro come responsabile di cantiere dentro la ditta Mazzalai (costruzione di funivie ed elettrodotti) tra una trasferta e l’altra, nei diversi cantieri in giro per il mondo (Yemen, Egitto, Colombia, Arabia Saudita ecc.), amava fare lunghe gite in sci alpinismo. Territorio preferito la zona del Simalaun, oltre alle più lunghe suggestive scialpinistiche del Trentino. Attivissimo anche con l’associazione Italia Cuba e all’Ufficio Stampa del Trento Film Festival, con il quale ha collaborato per oltre vent’anni a partire dal 1989. Il figlio Tito è un notissimo manager, direttore di tutto il settore neve di Infront, l’agenzia svizzera sponsor di grandi eventi sportivi, tra i quali anche della Coppa del Mondo di Sci.

a Milano nell’ambito di “Stranimondi”, festival del libro fantastico. Carlo Martinelli - già autore di “Storie di pallone e bicicletta”, “Un orso sbrana Baricco” (Curcu Genovese editore) e “Campo per destinazione” - firma “A domanda risponde”, un racconto ambientato nel 1968 che immagina le conseguenze dell’assassinio di Tommie Smith e John Carlos, gli atleti statunitensi che si erano presentati sul podio della premiazione dei 200 metri piani, alle Olimpiadi del Messico, indossando un guanto nero per rappresentare l’orgoglio dei neri americani. A tendere l’agguato mortale un nucleo “clandestino” di agenti dell’FBI. Imprevedibili le conseguenze per gli Stati Uniti d’America. 107

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A DOBBIACO, UN LUOGO PER EVENTI E POSSIBILITÀ SI CHIAMA JOHANNES HAUS GALERIE E A GESTIRLA È ALEX PERGER

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uando il panorama artistico della regione si arricchisce di uno spazio espositivo, si stappano le bottiglie di spumante perché questo vuol dire possibilità di incontri, scambi, interconnessioni, invenzioni e, perché no, anche amicizie e relazioni. Insomma un luogo dove trovarsi a proprio agio, un luogo dove si possono creare eventi e possibilità, per andare oltre la quotidianità. Questa volta lo spazio che sta muovendo i primi passi è stato aperto a Dobbiaco, in alta Val Pusteria, l’antica Putrissa, la via delle spezie, crocevia tra il Tirolo orientale, l’ampezzano e le splendide montagne che gli fanno da corolla. Si chiama Johannes Haus Galerie e a gestirla è il frenetico e sapiente costruttore di eventi Alex Perger, supportato da molti amici sia sudtirolesi, tirolesi che trentini, artisti, fotografi, musicisti e letterati. Lo spazio pusterese non va solo ad occupare lo spazio vuoto lasciato dalla scomparsa della Galleria Civica di Bressanone – trasformata dai politici in un vuoto contenitore preelettorale, per infilarci dentro di tutto – ma vuol essere un punto di riferimento a scavalco delle Alpi sul tema del “grenzen”, del confine, del romano “limes”. Vista la collocazione geografica di Dobbiaco, mai come in questa sede si potrà parlare, discutere e vedere cose che vanno oltre il confine fisico delle montagne e quello mentale delle chiusure. Un tema che ha affascinato il pubblico presente all’inaugurazione e che ha intrigato da subito il scintillante sindaco Guido Boccher. Le stesse esposizioni 108

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programmate oscillano tra il passato, il presente, il futuro, il territorio locale, quello europeo e quello delle antiche culture del mondo. Un paiolo gallico, un pentolone celtico dove far bollire alchemiche proposte di tutte le arti, dalla fotografia alla scultura, pittura, performances, installazioni o, semplicemente, la presenza di silenziose sculture ed opere provenienti da culture africane ed orientali. Una contaminazione continua, un immergersi in un alambicco dove si distillano idee originali e intelligenti, in un mondo che non vuol più saperne di utopie, sogni e speranze. La Johannes Haus Galerie aprirà ufficialmente in aprile, ma intanto ci ha offerto un piccolo assaggio in questi mesi invernali con la mostra “The Spirit of the Mountains. Best of IMS Photo Contest”: rocce uniche e aspre, vette imponenti, ruvide morene dei ghiacciai, la montagna è in costante movimento e nel corso della sua esistenza assume diverse sfaccettature. L’IMS Photo Contest, ovvero i fotografi più famosi del mondo, hanno ritratto questa montagna dinamica in tutte le parti del mondo, grazie allo sponsor di Bressanone Durst. La mostra chiude a fine febbraio. Dopo questo assaggio sarà compito del pazzerello mese di aprile aprire le porte della Galleria, porte che resteranno aperte fino alla fine di settembre. Si inizierà con un’antologica del grande pittore meranese, ma trentino di nascita, Peter Fellin e delle sue escursioni tra figurazione ed espressionismo astratto, tra materia e concettualità, per poi festeggiare i quarant’anni di attività di Matthias Schönweger con ben 333 opere inedite (tra studi e bozzetti). Ovviamente, a una galleria nuova, non poteva mancare un artista che del futuro e della ricerca aveva fatto il suo cavallo di battaglia: il futurista Fortunato Depero. Eccolo affacciarsi sulla scena con i suoi bozzetti legati alle arti applicate: porterà una ventata storica, ma sempre attuale – che avanguardia sarebbe se no! –, tra le tradizioni della valle, in modo da apprezzare ed apprendere come radici, territorio ed innovazioni possono andare di pari passo. Per questa mostra in esposizione ci saranno opere inedite provenienti da collezionisti privati, una bella collezione di grafiche e bozzetti pubblicitari. L’autunno vedrà la presenza della prestigiosa collezione d’arte contemporanea Daniel Meraner: si va dai classici avanguardisti come Man Ray agli esploratori dell’arte spazialista come Lucio Fontana passando da Mario Schifano per approdare ai transavanguardisti Sandro Chia e Mimmo Paladino. Solo per citarne qualcuno. Grande attesa quindi nel mondo dell’arte e, a quei trentini che penseranno che Dobbiaco sia lontana, rispondo con la splendida frase che fregia le scarpe di una famosissima marca: Nessun luogo è lontano. Ogni viaggio in quel di Dobbiaco è un’avventura tra arte, natura, architettura e … sana gastronomia. Johannes Haus Galerie, St. Johannesstrasse 25A, Dobbiaco, tel. 0474 972132 info: ilona.petrik74@gmail.com


trentinoscoop&news

ALDI CEKREZI DIRETTORE DI CONFESERCENTI LA VALLE DI NON RICORDA FRANK BORZAGE A RONZONE, UNA VIA INTITOLATA AL GRANDE REGISTA

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a vinto due premi Oscar come regista del “Settimo cielo”, film drammatico con interpreti Janet Gaynor e Charles Farrel. Il secondo, sempre come regista di “Bad Girl”. Ha diretto attori come Marlene Dietrich, Joan Crawford, Spencer Tracy, È considerato un pioniere cinematografico negli anni 1910 – 1940 grazie alle sue numerose produzioni che annoverano nel ricco carnet quanto mai prestigioso film come “Addio alle armi”, “I ragazzi della Via Pal”, “La stella della fortuna”. Una carriera costellata di continui successi, non solo come regista, ma anche come attore protagonista e produttore. Parliamo di Frank Borzage (all’anagrafe Borzaga) figlio di un minatore originario di Ronzone. Nato a Salt Lake City nello Utah, il 23 aprile 1893, non ebbe certo una vita facile e dopo i primi anni di scuola l’abbandonò per aiutare il padre a mandare avanti la famiglia che contava altri 13 fratelli. Lavorò come muratore e in miniera ma mirava a diventare attore, appassionato come era di recitazione. Riesce a raggiungere questo suo sogno nel 1912 interpretando prima alcuni western e poi debuttando come regista nello stesso settore di avventure. E questo, a soli 22 anni, fu

GLORIA BERTAGNA NOMINATA DIRETTORE AMMINISTRATIVO

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ldi Cekrezi è il nuovo direttore di Confesercenti del Trentino. Cekrezi, in Confesercenti dal 2006, si è sempre occupato dell’area sindacale e del marketing associativo. “Confesercenti del Trentino è una realtà che conosco bene, molto importante e presente sul territorio – dice Cekrezi. Sono onorato di poter continuare il mio impegno al suo interno. L’economia trentina e nello specifico il comparto del commercio, le attività del servizio e turismo, oggi si trovano ancor di più a subire gli effetti di un calo generalizzato dei consumi e dell’abbassamento della fiducia nel futuro. Dedicherò tutto il mio impegno affinché Confesercenti possa essere ancor di più al fianco dei piccoli imprenditori e delle loro famiglie, per fornire servizi efficienti e puntuali e sostenere concretamente la fase di rilancio del nuovo modo di “far impresa”. Il mondo dell’imprenditoria necessita di chiarezza, trasparenza, professionalità ed è compito della nostra confederazione supportare l’attività d’impresa, fornendo servizi avanzati e innovativi”.

l’inizio di una carriera di successi che proseguì fino al 1940, quando alcuni problemi loa costrinsero a lasciare a poco a poco il lavoro. Frank Borzage morì a Hollywood il 19 giugno 1962. Un personaggio che meritava un riconoscimento ufficiale anche da parte di Ronzone e quindi è stato deciso di intitolargli una via del paese e sarà quella che porta all’Aqualido e al campo sportivo. (c.r.)

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IL LIBRO DEL MESE

ANDREA LELLI E QUEL RACCONTO PER GENOVA UN SUO TESTO È STATO INSERITO NEL VOLUME “QUELLA VOLTA SUL PONTE”

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e abbiamo parlato il mese scorso, dedicandogli un articolo. Lui è il cantautore Andrea Lelli. Dunque, avviene che un suo racconto dal titolo “Sotto e sopra il ponte“ è stato selezionato tra moltissimi provenienti da tutt’Italia da Luca Bizzarri, attore e volto noto della televisione, per essere esposto nel Palazzo Ducale di Genova in una mostra. Il racconto narra in una prima parte di un viaggio che Lelli fece nel 1995 con il suo Grillo (motorino simil Ciao) e altri tre avventurosi compagni di classe (due scooter e una vespa) immediatamente dopo gli orali della maturità, dove da Milano viaggiarono alla volta di Genova, passando proprio sotto il ponte Morandi, per poi proseguire l’avventura alla volta della Corsica. Nella seconda parte, il testo racconta il making of del video del singolo tratto dall’album “Pindaricamente”, uscito nel 2016, girate appunto a Genova e dove quotidianamente il cantautore si recava per essere sul set, passando sopra lo stesso ponte. Oltre la soddisfazione per avere dato un contributo a questa bella iniziativa, ai nostri microfoni, Andrea Lelli si dichiara “molto felice del fatto che Mario Cagol ha voluto incidere una lettura del mio racconto dandone un interpretazione molto emozionante e viva. Ho quindi deciso che pubblicherò questa traccia come ultima del mio nuovo Album in lavorazione a Bologna con etichetta San Luca Sound la cui uscita è prevista dopo l’estate”.

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LA FEDE DI MILIONI DI CREDENTI NEL MONDO, NELLE SUE MOLTEPLICI FORME, NON PUÒ ESSERE IN ALCUN MODO RIDOTTA A UN MERO FENOMENO DI COSTUME. IL LIBRO DI LORENZO CORTESI ESPLORA LE CONCEZIONI DEL TRASCENDENTE NEL MONDO ATTUALE

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n libro che nasce come tentativo di spingersi oltre i parametri istituzionali convenzionalmente assegnati dalla comunità internazionale, e in primis dall’Europa, allo spazio culturale del dialogo interreligioso. Chi scrive è infatti fermamente convinto che soltanto un deciso mutamento di prospettiva sul tema possa almeno porre le condizioni preliminari per un graduale superamento dei conflitti religiosi che attraversano il nostro tempo e che appaiono difficilmente risolvibili con gli strumenti utilizzati al momento attuale. Ciò è dovuto in larga misura alla concezione del confronto tra le diverse fedi e culture del mondo globale prevalentemente quale ambito di contrattazione politico-diplomatica tra Stati, caratterizzata in quanto tale da una preminenza pressoché assoluta della sfera giuridica.


trentinolibreria Katiuscia Broccato Bieno. Sentieri smarriti e ritrovati Comune di Bieno Dalla memoria dei bienati dei luoghi e delle situazioni ho appreso particolari, chiarimenti, descrizioni che hanno permesso di trarre passaggi che accompagnano le immagini. Di tutte le cose che hanno raccontato, chi sfoglia queste pagine troverà solo una frase, a volte solo un cenno, e pur utile a comprendere, davanti a una fotografia, dove siamo, cosa succede o com’era allora. Questo “album” senza presunzione, vuole essere due cose insieme: un lavoro storico e un lavoro fotografico; col rammarico però di non aver potuto, per ovvie ragioni di spazio, offrire ulteriori immagini né far diventare questo volume uno strumento di comprensione di un capitolo della storia bienata, qui vista attraverso un obiettivo fotografico, ma a cui occorrerebbe dedicare invece energie e contributi scritti, così da offrire la più preziosa delle eredità a questa e alle future generazioni.

Andrea Gasparini Sotto due bandiere. Avio nella grande guerra Fondazione Museo Storico Nel maggio 1915 l’entrata in guerra dell’Italia contro l’Impero austro-ungarico influì radicalmente, come è noto, sul quadro geopolitico europeo e devastò l’esistenza di tante piccole comunità travolte dall’apertura del nuovo fronte di combattimento. Il volume “Sotto due bandiere” ricostruisce in particolare le vicende di Avio, paese del Trentino meridionale, proiettato da una condizione all’altra, da frammento dell’Impero austroungarico a zona di occupazione da parte del ‹nemico› italiano. «La sua popolazione – come si legge nella Premessa – fu costretta a misurarsi con In questo in cui ilper la situazioni dilibro/intervista, eccezionale portata: controllo prima volta ricordi biografici intrecciano esercitato dalle nuove autorità,sipronte a con riflessioni sull’esistenza e sul colpire con durezza ogni comportamento presente delvere mo o presunte simpatie per il che rivelasse “nemico”; la difficoltà della convivenza con i soldati italiani; la presenza di quanti si erano arruolati come volontari nell’esercito italiano disertando le bandiere del proprio stato e separando la propria sorte da quella dei compagni combattenti sul fronte russo».

Certamente questo aspetto costituisce da un lato l’inevitabile riflesso della struttura di fondo della società contemporanea, ma induce dall’altro a una pericolosa sottovalutazione della relazione dialettica con la dimensione del trascendente, cuore pulsante di qualunque esperienza religiosa. La fede di milioni di credenti nel mondo, nelle sue molteplici forme, non può essere in alcun modo ridotta a un mero fenomeno di costume, benché di straordinaria complessità, interpretabile con ordinari strumenti etnografici, antropologici e sociologici. Gli aspetti afferenti a tali ambiti disciplinari riguardano infatti soltanto il versante umano della religione, al quale la visione occidentale attribuisce una centralità percepita come profondamente innaturale dalle culture extra-europee. A tale constatazione si potrebbe obiettare osservando come anch’esse abbiano senza dubbio risentito in maniera riflessa dei processi di secolarizzazione dell’Europa moderna a partire dalle varie esperienze coloniali e, in tempi più recenti, attraverso la pressoché indiscussa egemonia del modello politico-economico e culturale occidentale. Anzi, in molti casi la classe dirigente dei Paesi ex coloniali ha tentato, con diversi gradi di successo, di mettere a punto strategie di ricezione creativa dell’influsso occidentale, sforzandosi di valorizzare al meglio le energie vitali della propria cultura di appartenenza. I percorsi di modernizzazione in atto nei cosiddetti «Paesi in via di sviluppo» e «Paesi emergenti», denominazioni che peraltro già implicano fondamentalmente un giudizio di merito sul loro grado di avanzamento rispetto

Franco Gioppi Sulle vicende agricole della Valsugana Associazione agraria di Borgo La ricostruzione storica, basata rigorosamente su documenti disponibili in vari archivi, illumina vicende a volte poco note, se non agli esperti della materia, altre volte del tutto inedite. Si passa così dall’analisi delle colture presenti in zona ad inizio Ottocento, alle prime aggregazioni finalizzate ad innovare la tecnica agronomica, alle pagine dell’Almanacco agrario che spesso riportano notizie dalla Valsugana. E ancora la distribuzione delle terre incolte alle famiglie meno abbienti, i comprensori d’acqua e le loro realizzazioni, lo stato di desolazione delle campagne e dei paesi all’indomani della Grande Guerra, i conseguenti risarcimenti danni, l’Anbau, i vari fabbricati, spesso ancora oggi esistenti, in cui si realizzava la trasformazione (o parte di essa) dei prodotti dell’agricoltura ed altro ancora. La descrizione di tutto un mondo, quindi, che da sempre ruotava intorno alla pratica agricola e di cui noi oggi corriamo il rischio di perdere la memoria.

al modello euro-statunitense, non possono dunque essere considerati come processi di assimilazione culturale passiva. Ciò nonostante, risulta difficile negare che gli sforzi compiuti in direzione di una secolarizzazione in Paesi di tradizione culturale estranea al modello euro-statunitense siano stati fin dal principio pesantemente condizionati dalla inderogabile necessità di adottare un atteggiamento collaborativo con le potenze occidentali al fine di assicurarsi un posto nel mondo moderno da esse dominato, anziché esserne travolti. Il fenomeno della secolarizzazione e laicizzazione della società, considerato nella sua dimensione planetaria, risulta dunque, anche nelle sue forme più peculiari, inscindibilmente legato alla pervasività del modello politico-culturale di matrice europea. Esso deve tuttavia confrontarsi oggigiorno con la struttura spiccatamente fluida del mondo globale, nella quale gli assetti geopolitici appaiono in rapida trasformazione e nuovi attori esercitano crescenti pressioni rivendicando un maggior riconoscimento internazionale per le proprie tradizioni culturali e religiose. (Dall’introduzione dell’Autore)

Lorenzo Cortesi

Il volto di Dio nello specchio della multiculturalità

Curcu Genovese (Euro 14,00)

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trentinocucina

IL SALMERINO MARINATO con vinaigrette ai porcini e ribes

in libreria o sul sito www.curcugenovese.it

Ingredienti per 4 persone Per il salmerino gr 240 filetto di salmerino gr 200 insalatine pulite Per la salamoia gr 100 aceto di mele gr 100 vino bianco aromatico gr 30 scalogno gr 50 zucchero di canna gr 20 succo di limone pepe rosa in grani ed alloro Per la vinaigrette ai porcini gr 150 porcini freschi e molto sani gr 50 olio di oliva extravergine gr 50 aspretto di ribes gr 10 ribes aneto

Procedimento per il salmerino Parare i filetti di salmerino, togliere le cartilagini e tagliare a losanghe. Sistemare in pirofila ricoprendolo con il sidro di mele, il vino lo zucchero di canna ed il pepe in grani. Lasciare nella marinata per almeno 4 ore. Togliere dalla marinata e conservare in olio di oliva e succo di limone. Procedimento per la vinaigrette ai porcini Tagliare i porcini a piccoli quadrucci e rosolare in olio di oliva, aggiustare con sale e pepe. Togliere i funghi e deglassare con l’aspretto di ribes. Presentazione Sistemare le insalatine nei piatti alternandole e sormontare con il filetto di salmerino, contornare con i funghi porcini a quadretti. Nappare con il dressing Decorare con acini di ribes e aneto.

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trentinoscoop&news

SOSTENERE LA CRESCITA E L’INNOVAZIONE MEDIOCREDITO: 10 MILIONI PER LE PICCOLE IMPRESE TRENTINE CHE VOGLIONO EMETTERE MINIBOND

disposizione un plafond di 10 milioni di euro da destinare ad emissioni da parte di piccole realtà. Mediocredito si propone dunque come advisor e arranger per l’emissione, sgravando le piccole imprese dei costi legali e organizzativi che spesso ostacolano il ricorso a questi strumenti innovativi. Mediocredito offre consulenza finanziaria, affianca la società nella redazione dei business plan, fornisce il supporto legale per gli aspetti formali, normativi e per la predisposizione del Regolamento del prestito e garantisce la necessaria assistenza fino alla fase finale di emissione del titolo, che sottoscrive interamente. “Quella dei minibond è anche un’iniziativa formativa per colmare un gap di cultura finanziaria – afferma il direttore generale di Mediocredito, Diego Pelizzari. Il plafond è destinato a piccole imprese con almeno 5 milioni di fatturato e programmi di investimento, per i quali vanno preparati appositi business plan. I costi legali di un’emissione possono essere gravosi per le piccole aziende. Così li inseriamo in un servizio complessivo che le abitua all’approccio con il mercato dei capitali. Inoltre credo sia un valore aggiunto per le società potersi affidare ad un unico partner, capace di gestire ogni singolo aspetto legato all’emissione”. Mediocredito è partner dell’Osservatorio sui minibond del Politecnico di Milano, che pubblica dei report sulle analisi delle emissioni, delle società emittenti, degli attori della filiera; una mappa interessante per chi vuole conoscere meglio il settore. (fb) www.mediocredito.it

Franco Senesi, Presidente di Mediocredito TAA

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SINTESI TECNICA

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l plafond è destinato all’emissione di minibond a tasso fisso d’importo previsto dai 500 mila a 1,5 milioni di euro, con una durata massima di 7 anni e rimborsi semestrali. Intera sottoscrizione del titolo da parte di Mediocredito per l’intera durata. Consulenza finanziaria e legale gratuita. Infine, disponibilità a partecipare alla copertura del 50% del costo di garanzie eventualmente attivabili con Confidi, Fondo garanzia PMI (FCG) e FEI.

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

minibond sono uno strumento finanziario innovativo che consente alle piccole e medie imprese di dar vita a nuovi progetti di sviluppo, diversificando l’esposizione finanziaria. Ecco quindi che, nell’ambito dell’accordo tra Associazioni di categoria, Provincia Autonoma di Trento, Banche e Confidi inserito nel Protocollo d’Intesa per favorire l’accesso al credito delle imprese trentine, Mediocredito Trentino Alto Adige ha deciso di attivarsi con una proposta relativa ai minibond, mettendo a

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trentinoscoop&news trentinolosapevate

Strade di Trento

Filippo Manci (Povo, 1836 – Milano, 1869) è stato un patriota italiano che con gli altri trentini, Ergisto Bezzi e Filippo Tranquillini, vengono ricordati come “i tre moschettieri dei Mille”.

Per saperne di più:

Mauro Lando Trento nuova Le sue strade, le sue storie Curcu Genovese pag. 392, Euro 25,00

VIA DEI MOLINI (RIONE SANTA CHIARA)

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uella che ora appare piuttosto dimessa, stretta tra condomini nella sua parte alta e nel tratto più basso nascosta dal retro di grandi edifici, è una strada che nei secoli è stata particolarmente importante. Il rilievo era dovuto non solo perché via dei Molini lungo il suo tracciato ospitava molini ed altri opifici; ma perché era anche una parte del collegamento tra la città e Povo. Tra alti muri, di cui rimane qualche traccia, tra orti e campagne, via dei Molini continuava infatti il suo percorso fino alla Busa ed al torrente Fersina. Da qui, superato il ponte Cornicchio, la destinazione era la collina di Mesiano, tuttora raggiungibile percorrendo la salita Filippo Manci, per arrivare poi fino a Povo. L’attuale via dei Molini, nel rione Santa Chiara, ha una particolarità rara: nasce e termina nella medesima strada. Parte infatti nella zona alta di via Grazioli ed ancora in via Grazioli si conclude dopo avere terminato il suo percorso. Casi analoghi di strade che partono e finiscono nella stessa via sono quelli di via Montello, e di via Gramsci. La strada ovviamente trae il nome dalla presenza di laboratori per la molitura 114

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delle granaglie mossi dalla forza dell’acqua che scorreva in una roggia attinta dal Fersina. Questo piccolo corso d’acqua esiste tutt’ora e torna in superficie a fianco dell’Istituto Figlie della Carità “Canossiane” in largo Porta Nuova per proseguire poi sotto via Roggia Grande e raggiungere piazza Duomo. Qui il suo tracciato è indicato dalle lastre di pie-

tra rossa che attraversano la piazza. La destinazione finale è poi la confluenza nell’Adigetto. Nella parte alta di via Molini, al numero 14 è presente un villino impreziosito da un giardino, unico rimasto in zona. Venne costruito nel 1904 dall’impresa di Casimiro Tomasi per conto di Emma Ramponi. Nell’archivio comunale è poi indicata come vedova Campolongo. L’edificio è a due piani e si articola con una sorta di torretta che ospita le scale interne, ma che sale oltre il tetto per diventare un belvedere sulla città. Attualmente alla vista si impone soprattutto la mole dell’ospedale San Camillo (via Giovanelli). La strada supera poi via Giovanelli e nel suo tratto finale, al numero 24, ospita, dalla metà degli anni Settanta del secolo scorso, una residenza protetta per anziani. Successivamente, nel luogo della confluenza con via Grazioli è presente un giardinetto ed anche un’area con negozi ed uno sportello della Cassa rurale di Trento.


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#TRENTINOMESE CONTEST: TUTTO IL FASCINO DEL LAGO DI CAREZZA OGNI MESE, LE TRE FOTOGRAFIE PIÙ VOTATE VERRANNO PUBBLICATE QUI. PARTECIPA ANCHE TU AL CHALLENGE DEL NOSTRO MAGAZINE!

@stefygiatti Al secondo posto: San Martino di Castrozza, Primiero

@francy.946

@davidebailoni

Al primo posto: Lago di Carezza, Latemar.

Al terzo posto: Lago di Braies

IL REGOLAMENTO DEL NOSTRO CONCORSO

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eguire la pagina @trentinomese su Instagram; la foto vincitrice sarà pubblicata sulla nostra rivista cartacea il mese seguente alla pubblicazione online; per decretare la foto vincitrice si terrà conto dei “mi piace” ricevuti, dal primo del mese al venti del mese (per esigenze di stampa); solo le foto che saranno selezionate da noi e

pubblicate sulla nostra pagina Instagram @trentinomese potranno partecipare al concorso; per esser selezionati vi ricordiamo di utilizzare il nostro hashtag; ricordatevi di segnalare il luogo o localizzare la foto, saranno valide solamente le foto scattate in Trentino Alto Adige. Grazie a tutti anticipatamente!

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ABBÒNATI A TRENTINOMESE 12 NUMERI A 24 € ANZICHÉ 36 €

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Per abbonarti puoi: 1) Recarti a Trento in via Missioni Africane, 17 (8.30-12.30) 2) Telefonare allo 0461.1924985 oppure al 0461.1924987 3) Inviare una mail a ufficioabbonamenti@trentinomese.it 4) Visitare il sito www.trentinomese.it

appuntamenti, incontri e attualità trentina


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