TrentinoMese Gennaio 2018

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appuntamenti, incontri e attualità trentina

ANNO XXVII N. 323

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GENNAIO 2019

IN QUESTO PRIMO NUMERO DELL’ANNO: VI RACCONTIAMO DEI FRANZINELLI CHE DA 170 ANNI CI RIFORNISCONO DI OGNI COSA, DEL BARBIERE COLLEZIONISTA DI FRANCOBOLLI, DEI NOSTRI VALOROSI VIGILI DEL FUOCO, DEL FOTOGRAFO ALBERT CEOLAN, DI ITINERARI IMPERDIBILI SULLA NEVE, DI ANDREA LELLI, DI SALVATORE CAPOSSELA E DI TUTTI GLI APPUNTAMENTI MUSICALI, TEATRALI, ARTISTICI DI GENNAIO. E IN PIÙ, 14 PAGINE DI SPECIALE SPOSI (...A PROPOSITO, LA NOSTRA REDAZIONE CAMBIA “CASA”: CON L’ANNO NUOVO CI TROVERETE IN VIA MISSIONI AFRICANE 17, SEMPRE A TRENTO)

LA FEDE SOTTO CHIAVE SACERDOTI TRENTINI, SUDDITI AUSTRIACI, INTERNATI

BELLUMAT, ALIAS JOE BARBA L’ARTE DI RIPRENDERE LA REALTÀ

CIÒ CHE NON SI PUÒ DIRE. “IL RACCONTO DEL CERMIS” SUCCESSO PER MARIO CAGOL


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RING di Fabio Peterlongo

di Tiziana Tomasini

blues di provincia TRENTO: CHE BIGLIETTO DA VISITA LA RUOTA PANORAMICA

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e la ruota panoramica di Londra è diventata un simbolo internazionale della città, prendendo il nome di “London Eye”, “occhio di Londra”, allora anche noi trentini dovremmo riconoscere le potenzialità della giostra che, da qualche settimana, è stata allestita in piazza Dante a pochi passi dalla stazione. Facciamo finta di non sapere che l’allestimento è solo provvisorio e sarà smantellato con il finire delle feste natalizie, per poi tornare, forse, tra un anno. Vediamo salirvi giovani, anziani e famiglie, trentini, turisti: nel fine settimana l’andirivieni è sostenuto, anche se non sono ancora disponibili i numeri ufficiali, sembra che sia un buon successo. Sarebbe stato interessante sperimentare tal ottovolante fin dall’inizio di questo 2018, che ha portato a Trento un numero di visitatori senza precedenti. Immaginiamo quale sarebbe stato l’impatto sulle migliaia di persone accorse per l’Adunata degli Alpini, il Festival dello Sport, il Dolomiti Pride, i Mercatini di Natale, il Festival dell’Economia, le Feste vigiliane, il Festival della Famiglia, il Trento Film Festival, gli eventi di Trento Smart City, le innumerevoli fiere. Sicuramente, il biglietto da visita per il centro città sarebbe stato di quelli che lasciano a bocca aperta. Abbiamo scambiato qualche parola con alcuni dei fruitori del gigantesco marchingegno. Abbiamo chiesto a Stefano, 8 anni, se la ruota panoramica sia meglio dei videogiochi. La sua risposta è stata: «No, ma è divertente lo stesso». Il papà di Stefano, Lorenzo, scuote la testa e dice: «Si fa quel che si può. Sarebbe bello che questa attrazione restasse, potrebbe essere un modo per riportare le famiglie in piazza Dante». Oltre a dover essere teatro di iniziative di “tolleranza zero” nei confronti dei comportamenti criminosi – peraltro assolutamente benvenute – piazza Dante merita di diventare la mèta per i cittadini che vogliano passare qualche ora in maniera tranquilla, rilassante e persino divertente. Pensiamo alle coppiette di innamorati, che dopo aver “pomiciato” per qualche ora sulle sponde del laghetto di piazza Dante (dicono che sia nato proprio per creare un “luogo romantico” nel cuore di Trento, sul modello del laghetto parigino delle Tuileries), possano continuare a “pomiciare” a 38 metri di altezza. Siamo saliti sulla giostra: la vista da lassù mostra una città meravigliosamente infreddolita, capace di incantarci. Diamole il meglio, perché si riscaldi con il calore delle persone che vogliono stringersi per vivere momenti di serenità. Se le amministrazioni vogliono, si può fare. 6

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a mali estremi ALZI LA MANO CHI NON CE L’HA! (SILENZIO...) INDAGINE SEMISERIA TRA GLI ADOLESCENTI SUL “NEMICO“ DEL MOMENTO

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nsomma ormai ce l’hanno quasi tutti, è un dato di fatto. È diventato un prolungamento delle proprie capacità comunicative, un compagno inseparabile, un veicolo di socializzazione. Le statistiche parlano chiaro: sono i genitori a fornire ai figli – già sulla soglia dell’adolescenza se non prima – quello che viene interpretato e vissuto anche come strumento di controllo. Certo, perché il “Dove sei? Cosa fai? Con chi sei? Quando torni?” risulterebbe impossibile senza il telefono. È ormai il genitore che chiede apprensivo sulla soglia di casa: ”Hai preso il cellulare?” Nella mia esperienza di madre/insegnante, con figli molto hi-tech e studenti pure, avrò trovato forse uno o due ragazzi al di sotto dei quattordici senza telefono. Scelta alternativa o salutista? Piena fiducia sugli spazi di movimento dei ragazzini o, al contrario, mancanza di fiducia rispetto alle possibilità di essere in contatto con il mondo? Filosofia educativa classica o mancanza di elasticità? Gli esperti del settore bombardano il web anche con queste considerazioni. Vero è che le cosiddette mosche bianche si fanno notare. C’è chi incassa bene e alla domanda dei coetanei: “Ma non hai ancora il cellulare?!” glissano con un “Aspe’… mi arriva il 10 X a Natale!” Oppure dichiarano sinceri: ”Uso quello dei miei, siamo d’accordo così”. Insomma, non averlo è un bel problema, ma anche averlo è complicato, bisogna saperlo gestire bene. A scuola devi spegnerlo, ad esempio, pena il ritiro e la consegna al dirigente scolastico. Ne sa qualcosa mio figlio, al quale sporgeva – in modalità silenzioso, ma pur sempre acceso – dalla tasca dei jeans. Sequestro dell’apparecchio e telefonata alla mamma: “Vieni subito…”. E che dire di quell’altro al quale è suonato nell’ora di storia e a chiamarlo era stata proprio la madre per un errore di chiamata? Un bel garbuglio, indubbiamente. Se i telefoni sono macchine perfette, noi ancora non lo siamo. E noi adulti? Lasciamo perdere. Basta andare ad una qualsiasi riunione per vedere buona parte dei presenti chini a smanettare tra social e chat, con le classiche suonerie – ta tarattà ta tarattà (la memoria di Pascoli mi perdoni per l’estensione alle onomatopee) – ad intercalare i discorsi del relatore. Personalmente penso che il proibizionismo non porti molto lontano. Ormai siamo troppo avanti con la tecnologia per porre limiti drastici. Regolamentare sì, ma con una certa dose di onestà. Perché chi è senza peccato... spenga il primo cellulare.


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RING di Pino Loperfido

perfidie

QUANDO LE COSE VANNO MALE E, NEGANDO L’EVIDENZA, CONTINUIAMO AD ASSERIRE L’ESATTO CONTRARIO

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ei film americani di genere ”catastrofico”, al momento della tragedia di prammatica salta sempre fuori un poliziotto che allargando le braccia cerca di tranquillizzare la folla urlando: “Va tutto bene! State calmi! La situazione è sotto controllo!” Eppure i mostri hanno oramai invaso la città e dopo aver divorato altri suoi colleghi stanno per inghiottire in un sol boccone proprio lo stesso uomo in divisa. Quando l’Italia entrò in guerra, nel 1915, tutto lasciava supporre che si sarebbe trattato di un conflitto lampo, che sarebbe durato qualche settimana e non un giorno in più. Le cose in effetti non andarono esattamente così. Sul fiume Isonzo, lungo la frontiera orientale Italo-Austriaca, l’esercito austroungarico piantò un’insuperabile linea difensiva. Tra il 22 giugno 1915 e il 31 agosto 1917, l’esercito italiano tentò per ben undici volte l’assalto in altrettante sanguinose battaglie. Nella prima 15mila unità morirono o vennero catturate. Nella seconda 40mila. Nella terza 60mila e così via fino all’undicesima. Nello scontro numero dodici, meglio noto come battaglia di Caporetto, gli austriaci respinsero gli italiani fino alle porte di Venezia. La guerra poi si concluderà come sappiamo. Il fatto è che dopo la prima battaglia, il governo italiano avrebbe potuto riconoscere i propri errori e proporre un vantaggioso trattato di pace all’Austria. Vantaggioso per tutti e due. Gli austriaci in quel momento avevano altro a cui pensare, la Russia ad esempio. Perché allora i ministri italiani non lo fecero? Semplice. Per non doversi rimangiare la roboanti promesse di gloria fatte alla vigilia dell’entrata in guerra. Abbandonare dopo la prima battaglia avrebbe significato dover scusarsi con i genitori e con i figli di quei 15mila soldati perduti. Ammettere che la loro morte e la loro prigionia erano state completamente inutili. Meglio, dunque, provare con un secondo inutile assalto. E poi con un terzo. Eccetera, eccetera. Alla presa di coscienza cioè si preferì l’illusione perché l’illusione, si sa, in un certo qual modo riesce ad assegnare un senso alla morte e alla sofferenza. È la sindrome da “i nostri ragazzi non sono morti invano”, ma si potrebbe definire anche disturbo del “abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno”. Sai 8

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benissimo che le cose stanno andando male eppure per non dover ammettere che quanto fatto fino a quel momento è stato inutile, continui ad illuderti di poter invertire la tendenza e volgere gli accadimenti a tuo favore. È una sindrome o disturbo che può spuntare anche in altri ambiti della vita sociale e personale. Nella malattia, ad esempio. Sarà capitato anche a voi di avere un parente o un conoscente affetto da una grave malattia che, con il corpo visibilmente provato, vi dice che va tutto bene, che i miglioramenti sono lenti ma ci sono: tutto tranne la verità e cioè che la terapia non sta funzionando e la fine si avvicina sempre più. O quanti imprenditori o commercianti, imbarcati in imprese discutibili e antieconomiche, preferiscono tirare avanti per anni, accumulando debiti su debiti, pur di non dover ammettere che aprire quell’attività è stato un clamoroso errore e che effettivamente i “nostri ragazzi sono morti invano”? E che dire invece di certe vite coniugali che con gli anni si trasformano in una specie di inferno eppure non portano ad un divorzio, ad una separazione solo perché uno dei due coniugi o entrambe non se la sentono di fare alcune importanti ammissioni: mettersi assieme è stato un errore, fare dei figli si è rivelato un azzardo, indebitarsi per quell’appartamento o per quell’automobile un completo fallimento? Pensiamo a certi appalti pubblici, certi progetti urbanistici (a Trento ne abbiamo qualche esempio...) che partono con un preventivo di spesa accettabile e finiscono con almeno due zeri in più. La stessa logica la intravediamo nel giocatore seriale, nel ludopata, nello scommettitore: per lui è impossibile fermarsi fino a che si ritroverà anche un solo euro in mano. Uscire dalla sala scommesse con dei soldi ancora in tasca significherebbe averne perso una parte o peggio aver perso delle magnifiche opportunità di ulteriori milionarie vincite (è proprio questo uno dei meccanismi che fa la fortuna del gioco d’azzardo e delle società che ci stanno dietro, Stato compreso). In conclusione quello che accomuna tutti – il poliziotto del film americano, i governanti italiani durante la Prima guerra mondiale, il nostro sfortunato amico ammalato gravemente, il commerciante che nega l’evidenza, i coniugi malassortiti, il politico malaccorto, il giocatore – è questo mix di ostinatezza e presunzione che spinge a perseverare nell’errore, anziché interrompere l’azione e correre immediatamente ai ripari. Pazienza per quello che si è perduto, pazienza per l’umiliazione che ne conseguirà, pazienza per il danno d’immagine e per tutto il resto. Errare humanum est, perseverare autem diabolicum scriveva sant’Agostino d’Ippona nei suoi Sermones. In fondo, che siate al primo anno di matrimonio, alla prima ora di slot machine o alla prima battaglia dell’Isonzo, a ben guardare, forse c’è ancora il tempo per rifarsi.


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RING di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi GLI DEI NON SONO SCOMPARSI. SONO DIVENTATI INVISIBILI A CHI SI CROGIOLA NELL’IGNORANZA

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er quest’anno nuovo che ha aperto la sua porta invitandoci ad entrare – con tutta la scia di rimpianti o di bisogni di chiudere o di far i conti col passato –, avrei un desiderio da esprimere. Ormai Babbo Natale se ne è andato, così san Nicolò e santa Lucia, perfino la Befana è volata via sulla sua scopa in cerca di altri lidi più tranquilli. Non mi rimane altro che appellarmi a Giano, il dio bifronte, il primo dio dei romani, divinità bicefala, simbolo dell’apertura e della chiusura dell’anno (e del tempio dedicato alla guerra), colui che prevede il futuro e conosce il passato. Il mio non è un sogno nuovo, inedito, anzi, è una fantasia ricorrente che si radica nella nostalgia di un’età dell’oro che ormai non c’è più, ma non per questo dobbiamo abdicare e dimenticare un vagheggiamento che ci può aiutare ad andare avanti, ricercando equilibrio e armonia tra il mondo di sotto e quello di sopra. Dal giorno in cui sul monte Olimpo è stato costruito un impianto di risalita, sono una moltitudine le persone salite fino alla sommità della cima Mitikas, a quota 2917 metri. Ovviamente l’arrivare sulla cima porta a constatare che gli dèi non ci sono, non se ne trova traccia. Per me tuttavia questa non è assolutamente una prova che gli dèi non esistono, che il collegamento tra gli umani e il loro mondo non ci sia mai stato. Non bastano le assenze di resti palaziali o di banchetti divini per farmi retrocedere dal credere nella loro esistenza. Semplicemente gli dèi si sono allontanati, hanno cambiato montagna, stando ben attenti, questa volta, a non comunicarlo a noi umani. Noi siamo infidi, traditori, irriconoscenti verso chi ci ha aiutato per secoli, aprendoci alla conoscenza, all’apprendimento e alla padronanza del nostro Io. Per dirla con Gustav Jung, gli dèi sono diventati malattia

Turisti sul Monte Olimpo. E gli Dei?! 10

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e dietro di essa si nascondono i personaggi della mitologia che ancor oggi danzano sui nostri comportamenti consci ed inconsci. Quello che vale per gli dèi greci vale anche per tutti gli dèi, santi, santoni e profeti di qualsivoglia religione esistente su questo (e altri?) pianeta. E vale anche per i “luoghi” considerati sacri, luoghi che racchiudono in sé l’“aura” che ci fa capire che ci troviamo di fronte ad un qualche cosa d’altro che non la semplice materialità. L’aura – come aveva ben scritto Elemire Zolla in “Aure. I luoghi e i riti” (1985) – definisce il confine, la separazione tra l’Io e l’altro, tra il microcosmo e il macrocosmo, tra il sacro e il profano. Ma non è un distacco rigido, una barriera: mille fili collegano il tutto, come una ragnatela, fili tessuti da millenni dagli uomini e dagli dèi e che la modernità illuministica e positivistica ha lentamente ma inesorabilmente tentato di recidere. Ho detto tentato. I fili, come gli dèi, non sono scomparsi, non sono stati dimenticati o buttati via. Semplicemente sono diventati invisibili. Chi riesce a vederli, a scorgerli, a lacerare il velo che nasconde questi fili oggi? Gli artisti, i poeti, i letterati, le persone sensibili, gli ottimisti, i camminatori, i sognatori, i credenti che sono riusciti ad abbandonare dietro di sé razionalità e storicità delle cose. Ecco, il mio desiderio, il mio sogno che rimarrà tale, aleggiante nel mondo delle utopie – e forse è giusto che rimanga tale, arricchendoci di giorno in giorno, di ora in ora, aiutandoci a combattere l’ignoranza e l’incultura – è rimaterializzare questi fili, questi legami indissolubili tra il mondo visibile degli uomini e il mondo invisibile degli dèi. Un tempo per concretizzare questi legami si usavano il sacrificio e il rito – umano, poi con gli animali, quindi simbolicamente con il vino e il pane, ecc. –; oggi basta saper vedere oltre le nebbie del tempo, saper sentire, percepire ciò che sta fuori di noi e, contemporaneamente, dentro di noi, credere che i versi, i colori, la scrittura, la musica abbiano la funzione di un mantra, di parole dotate del potere di incidere sulla realtà. Bisogna tornare ad “udire” la parola e dare peso, forza e senso a questo vocabolo, togliendolo dall’indolenza e dalla superficialità, dal pronunciarla e un secondo dopo dal ritrattarla, non sapendo che già di per sé la parola contiene il senso e il suo opposto, il basso e l’alto, il fuori e il dentro e non ha bisogno di essere contraddetta da altre parole (Michel Foucault ce lo aveva insegnato in Le cose e le parole). La parola deve essere “vista” e “sentita”, assaggiata e masticata. Ecco allora che i fili torneranno a farsi visibili e non serviranno regole, norme e leggi per regolare ciò che sta in terra perché le parole, come le bisacce, le abbiamo in testa e negli occhi, nelle orecchie e nel tatto, nel cuore e nell’anima. Il mio desiderio è rinnovare un’alleanza tra la terra e il cielo, tra il conosciuto e l’ignoto, tra il mondo umano e gli esseri divini o fatati – sì, il mondo dei nani minatori e quello dei folletti, delle donne sapienti e delle tenebrose voci degli orchi e degli stregoni –, alleanza che è oggi avvolta nelle nebbie degli interessi, della politica, del conformismo, dell’ignoranza.


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Roberto David Rusconi

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RING di Stefano Margheri

caninamente QUANDO L’ISTRUTTORE SI INNAMORA (E NON PUO’ PERMETTERSELO). CIAO SAIPH, PASTORE DAGLI OCCHI BUONI

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l lavoro dell’istruttore cinofilo, necessariamente supportato da un’infinita passione, porta in sé una serie di “effetti collaterali”, alcuni dei quali assai particolari. Uno di essi si riferisce al dover mantenere una sufficiente “distanza” dagli amici a quattro zampe che, in compagnia dei rispettivi proprietari, si apprestano ad intraprendere un percorso di educazione, ovvero di disciplina sportiva. Questa “distanza”, confondibile con apparente distacco, ha lo scopo di ridurre il più possibile l’ingerenza di un “terzo” rispetto alle dinamiche di rapporto che si andranno ad instaurare tra il cane stesso e il referente umano. Tuttavia, pur rimanendo in disparte, e fornendo indicazioni sul come e sul perché di un determinato comportamento, l’istruttore osserva e apprezza ogni singolo “allievo”, evidenziandone le naturali doti e riducendo le possibili azioni inadeguate. Ne apprezza la morfologia, il movimento, la spontaneità, la curiosità, il desiderio di compiacere e, in un certo qual modo, si affeziona. Quando, poi, il percorso educativo volge alla fine, prova una sorta di nostalgia “a priori”, ben sapendo che quel certo cane, in un modo o nell’altro, gli mancherà. La frase rivolta ai proprietari, il “fatemi sapere come precede, per qualsiasi cosa contattami senza problemi”, porta in sé il “meta messaggio” di non recidere completamente quel filo di collegamento che, nel corso delle lezioni, inevitabilmente si è venuto a creare. Questa sorta di sentimento sarà di per sé estensibile ad ogni cane incontrato, ma non si potrà negare che in alcuni casi esso potrà essere maggiore. Saiph mi era stato descritto come un cucciolone misto Border Collie e Pastrore Australiano, indicandomi le “problematiche” che un cane di otto mesi, maschio, e appunto pastore, può presentare nella vita quotidiana. Da qui la necessità di un programma educativo, volto a contenere l’eccessivo interesse verso ciò che si muove, oltre a poter gestire gli eventuali abbai di controllo dello spazio territoriale. Il suo mantello, di colore “blue merle”, una sorta di mescolanza di bianco, nero e grigio, lo rendeva di estrema bellezza, insieme agli occhi chiari ed allo sguardo che significava bontà. Fin dall’inizio una spiccata predisposizione all’apprendimento, con la necessità di pause di riposo di cui ogni cane di quell’età abbisogna. Saiph imparava riflettendo, volendo prima comprendere il perché di un certo “comando”, per poi eseguirlo con la giusta calma. D’altra parte, lasciato libero dal guinzaglio, si dilettava in corse senza meta, scaricando l’energia in 12

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RING esubero ed esplorando l’ambiente intriso di odori di altri come lui. Anche in presenza di “compagni di scuola” di età analoga riusciva a mantenere la giusta concentrazione, per poi proporre giochi di inseguimento appena gli fosse stato consentito. Insomma, a dirla da istruttore, un cane piacevole da addestrare, di temperamento non eccessivo, veloce nel comprendere ciò che si intende insegnargli. Quando arrivò l’sms di sospensione delle lezioni, per un problema di salute che tanto sapeva di infezione virale, tutto sembrò nella norma; è abituale, nei cani giovani, incorrere in qualche virus di stagione, con la sola conseguenza di permettere all’organismo una pronta ripresa. Questa non ci fu e le comunicazioni successive si riferirono a una possibile forma di avvelenamento, per poi parlare di una malattia congenita ai reni. Non funzionavano a dovere, quei maledetti reni, e per quanto egli stesse mantenendo una vita pressoché “normale”, la prognosi veterinaria era risultata infausta. Nei giorni successivi, in attesa di avere notizie, confesso di averlo pensato molto, lasciando che le emozioni non venissero inibite dalla ragione. Lo pensavo, lo immaginavo, sperando che la cura intrapresa potesse sortire un qualche effetto eccezionale. E così facendo, pensandolo, mi ero accorto che pur rimanendo a “distanza” Saiph mi era entrato “dentro”, sebbene ancora oggi non ne comprenda il perché. Perché così, in così poco tempo, e perché questa volta in modo tanto intenso. Probabilmente loro, i cani, trasmettono una condizione di tale “innocenza” da renderli indifesi ai nostri stessi occhi. E i sentimenti, verso di loro, trovano terreno fertile. L’ultima comunicazione fu quella prevista, al contempo la più temuta. Se ne era andato con la tranquillità avuta in vita, senza rumore alcuno, oserei dire senza disturbo. Mentre lo stomaco faceva il suo, contraendosi per quei riflessi che portano al dolore, è sovvenuta la convinzione che mi ero davvero “innamorato”. L’ho sussurrato a me stesso, non negandomi un tale nobile sentimento, ringraziandolo per l’onore di averlo conosciuto. Erano stati gli occhi, probabilmente, intrisi di gentilezza a fermare lo sguardo. E mi sono detto di viverli fino in fondo, i nostri compagni di vita, perché il tempo che ci concedono, ridotto o esteso che sia, è davvero l’unico e incomparabile regalo. Per quanto noi ci si sforzi di insegnare loro le regole di “buoni cani cittadini”, gli insegnamenti che ci concedono sono di elevato tenore, sono insegnamenti di vita. Ciao Saiph, pastore dagli occhi buoni. lamiaellie@gmail.com


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RING

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RING di Silvia Tarter

di Denise Fasanelli

verde ostinato

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IL RAGAZZINO CHE PIANTA GLI ALBERI E IL BIMBO CHE MANDA CINQUE EURO AL SINDACO

UNA MADRE, UN FIGLIO, GLI ANNI CHE PASSANO, LA VECCHIAIA, I RUOLI CHE SI INVERTONO

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volte anche nella realtà riusciamo a stupirci, realizzando che alcune imprese che appaiono magari straordinarie, sono alla portata di tutti, persino di un bambino. E certe storie sembrano davvero degne di un romanzo. Nel 1953, Jean Giono pubblicò il racconto allegorico intitolato L’uomo che piantava gli alberi, la poetica storia di un pastore di nome Elzéard Bouffier che riuscì a riforestare una zona arida delle Alpi, vicino alla Provenza. Una cosa simile sta accadendo adesso, in varie parti del mondo. Storie di foreste che crescono, piuttosto che di alberi che cadono. Una di queste è l’avventura di un ragazzino tedesco, di nome Felix Finkbeiner, che sin da bambino ha iniziato a piantare alberi per salvare la Terra. All’età di 9 anni, questo ragazzino, colpito dal problema dei cambiamenti climatici, decise che avrebbe piantato un milione di alberi in tutta la Germania, e che altri bambini, come lui, avrebbero potuto piantare altrettanti milioni di alberi in altri paesi, per contrastare l’inquinamento. Il primo albero lo piantò nella sua scuola, dopo un anno ne aveva già piantati 150mila. Ma la sua missione non si è fermata qui: nel 2011 è infatti arrivato a piantare il suo milionesimo albero al cospetto dei ministri dell’Ambiente di vari paesi. Dall’iniziativa è nata poi una Fondazione, Plant for the Planet, che raccoglie fondi, appunto, per far crescere alberi. Sono moltissimi i bambini ad aver aderito, partecipando da tutto il mondo, e che sono arrivati a piantare 15 miliardi di alberi. Ma l’obiettivo è ancora più ambizioso: arrivare a 1000 miliardi, un numero che riuscirebbe ad assorbire un quarto dell’anidride carbonica prodotta dall’uomo. Questi piccoli ambasciatori per la giustizia climatica, come sono chiamati i bimbi che partecipano ai corsi ambientali della fondazione, stanno dimostrando come sia possibile agire anziché parlare, e a farlo subito, uniti da un unico nobile fine. A volte i bambini, nella loro semplicità riescono infatti a focalizzarsi, meglio degli adutli, su cosa sia giusto fare, senza inutili relativismi ed esitazioni. Pensiamo anche alla storia del piccolo Achille, il bimbo che dopo aver assistito alle immagini della strage di alberi di qualche settimana fa, decise di mandare tutti i suoi risparmi, 5 euro, al sindaco di Rocca Pietore, in Veneto, per contribuire alla riforestazione. Storie vere che fanno bene al cuore e ci fanno capire che forse dovremmo guardare un po’ di più a che cosa fanno i nostri bambini, per provare a risolvere i problemi che abbiamo causato.

a donna che era un tempo non si trova più. Lui la viene a cercare tutti i giorni, la cerca nei suoi occhi color smeraldo dove vorrebbe riuscire ad afferrare un guizzo di vitalità, un momento di lucidità. Si siede accanto, si guarda un po’ in giro e saluta, poi passa un’ora silenziosa a fissare quella che un tempo era sua madre, quella che oggi ne è solo il riflesso, una cornice senza più la tela. È stata dura accettare che i ruoli si fossero invertiti, ora è lui il suo “genitore”, è lui a prendersi cura di lei e cercare di tenerla qui. Seduto nella poltrona dirimpetto a quell’anziana di 79 anni, diventata afasica a causa della demenza senile, ripensa alle loro partite a carte, quando lei fumava senza fumare, tenendo con le mani sottilissime la sigaretta che si consumava senza che lei aspirasse, si limitava a far cadere le braci nel posacenere con gesti misurati ed eleganti. Era bellissima avvolta da quella nebbia, mentre assottigliava lo sguardo, pensando alla mossa successiva, stringendo gli angoli della bocca sottile, concentrata in un fascio di nervi, pronta a scattare mimando un urlo: “Scopa!”. Ed è con infinita malinconia che ripensa a quel momento muto del dopopranzo fatto di persiane abbassate a disegnare regolari forme geometriche nella stanza e di sguardi d’intesa tra loro, mentre suo padre, seduto in poltrona con la testa appoggiata sul braccio, si abbandonava al sonnellino pomeridiano prima di rientrare al lavoro. Seduti uno di fronte all’altro, obbligati al silenzio, in un rituale giocoso, tutto loro. La sorte, dopo decenni, li aveva sospinti nuovamente seduti uno di fronte all’altro. Ogni giorno la stessa scena: lei su quella sedia a rotelle debole ed indifesa nei confronti di un mondo che non comprendeva più, con lo sguardo fisso ed inespressivo su di lui, chiusa in uno spazio ed un tempo afoni, indecifrabili. È stato difficile i primi tempi, dialogare, cercare di capire le sue risposte inarticolate, la sua vita silenziosa, vedere affievolirsi il pianto e il riso, ultime ed uniche espressioni di sé. È stata dura vederla in grado di capire, cosciente della propria situazione e bloccata chissà dove dietro quella maschera inespressiva, lentamente in fuga da sè. La donna che era un tempo, oggi dimentica di se stessa, sospesa chissà dove, è lì davanti a lui, con i suoi occhi smeraldo, in un rituale quotidiano a riempire un vuoto che si fa largo anzitempo, anno dopo anno. Un’ora di sguardi, la sua mano a guidare la sedia a rotelle verso la finestra da cui si potrebbe osservare il monte Cornetto e un bacio in fronte che con la sua tenerezza potrebbe sciogliere la neve mentre prova a soffocare tutte le parole che non le ha detto. 13

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trentinocommenti trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI

il dialetto in-forma NA BRUTA GRENZ DE GRANIZ

“V

éi chì, vergognós, che te g’hai el grep sul col!” dicevano le mamme o le nonne ai bambini che avevano poca confidenza con l’acqua e il sapone. E poi, nonostante le proteste del moccioso (el smargelón) passavano all’azione con sfregamenti e da scorticare la pelle. “Grép” è un termine di cui non ho trovato l’origine: suona germanico. Potrebbe derivare dal gotico kripja, che ha dato la parola italiana “greppia”, uno spazio come si sa, pieno di incrostazioni. Tra mamme/nonne e il grép, ovvero il sudiciume, la guerra era dichiarata e continua. Perché il grép incrostava non solo la pelle dei bambini ma un po’ tutto. I nonni maschi lo tolleravano, ma solo in un luogo particolare e estremamente limitato, vale a dire nel fornello delle pipe. Sì, perché se lo si gratta via dall’interno della pipa, finché non torna a incrostarla l’aroma del fumo è meno buono: ”In ogni caso, tranne che nelle pipe, il grép va eliminato!” “El dis ben elo, professor: ma sen tuti, ogni dì de pu, i è engrepadi. ‘Sa fénte?” “Dobbiamo fare la guerra allo smog, a tutto ciò che produce lo smog e le sue incrostazioni, materiali e morali”. “Brào: se fa prest a dirlo…”. “Ognuno deve fare la sua parte: se ognuno facesse la sua parte tutti i problemi si risolverebbero!” ”Enveze no se risolve en bel gnent, co la grenz che ne governa! Come se pol dir en talian grenz e da endó vègnela ’sta parola sior professor?” “Si potrebbe tradurre con combriccola o combutta e viene forse dal tedesco Grenze, che significa frontiera: per varcare il confine ci si è sempre riuniti in combutta, come ad esempio i contrabbandieri. La tragedia dei nostri tempi è che ormai sono saltati tutti i picchetti di confine. Viviamo in tempi bui scriveva il vecchio Bertolt…” “Chi, Bertoldo: quel che el ne combinava una pézo de Bertoldo?” ”No, Bertolt Brecht, il grande commediografo e poeta… Ma forse non sospettava che sarebbero venuti tempi

ancora peggiori, come i nostri. Prendi per esempio i Social…”. “Nò mi no togo na bela eva, te podi enmaginarte se togo i Social!: con internet el Nane no ‘l g’ha gnent da spartìr: el Nane no ‘l clica!” ”E fai bene, per certi versi, anche se può essere utile se usato cum grano salis. Lo ha scritto anni fa il grande Umberto Eco: non è mai successo nella storia che chiunque potesse entrare in scena in qualsiasi momento a insultarti e infangarti anonimamente. Ora è successo: c’è sempre una prima volta e di solito è in peggio!” “Na gran bruta grenz quela che sputana tut e tuti sui social, senza firmarse; na zent nera come ‘l graniz! A proposito la parola ‘graniz, professor, da endó vègnela?” “Non saprei: forse, sempre dal germanico, grausig, orribile, ovvero nero come il demonio. Ma tu Giovanni – volevo chiedertelo anche altre volte – che voti ricevevi nei temi di italiano?“ “Sempre zinque: però mai quatro…” “Allora eri bravo se non prendevi mai quattro!” “La maestra la me diseva: vedi, Giovannino, io ti darei anche la sufficienza e magari anche sette, perché ci sono delle buone idee nei tuoi compiti di italiano: ma tu devi smetterla di mettere nei temi tutte queste parole ed espressioni in dialetto. Per esempio: che cos’è questa parola calùzen?” “L’è el granìz...”. “E cos’è questo graniz?” “Gh’ala ‘n ment, siora maestra, i re magi? Ben un l’è en negro, en profugo: el g’ha la facia tuta de graniz e el se ciama Baldasar: l’è en migrante. Se el lo vede vede el Salvini el lo ciapa a peade entèl de drio. E lu che l’ha emparà en poch de talian el ziga: Dio ci salvi da Salvini! En dì, a l’Epifania, che m’ero vestì da re magio per nar drìo ala Stéla, me nona l’ha m’ha dit: endó vat con quela facia engranizzada, che te me pari en negro! Ma mi son en negro, son Baldasar! g’ho dit. Adèss se te disi negro enveze de nero i te dà del razista…“. renzofrancescotti@libero.it

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Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher [ info@trentinomese.it ] Hanno collaborato a questo numero: Susanna Caldonazzi, Paolo Chiesa, Lara Deflorian, Fabio De Santi, Fiorenzo Degasperi, Denise Fasanelli, Mario Eichta, Renzo Francescotti, Luciana Grillo, Mauro Lando, Stefano Margheri, Francesca Mazzalai, Fabio Peterlongo, Silvia Tarter, Nicola Tomasi, Tiziana Tomasini, Daniele Valersi, Giada Vicenzi Progetto grafico: Fabio Monauni

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SOMMARIO GENNAIO 2019

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Ring

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4 COMMENTI 12 IL DIALETTO INFORMA

Attualità 14

LA SQUADRA È LA NOSTRA FORZA

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BARBA, CAPELLI E FRANCOBOLLI

18 26 28 32 34 38 42 44 48

I FRANZINELLI ALBERT CEOLAN TRENINO E SLITTE A... ANDREA LELLI LA FEDE SOTTO CHIAVE JOE BARBA MARIO CAGOL E IL “CERMIS” SALVATORE CAPOSSELA SPECIALE SPOSI

Panorama

62 MICHELE CRISTOFORETTI 63 DEDICATO A FABER 66 DIONYSOS RISING 68 SOCIETÀ FILARMONICA 69 OMAGGIO A MORRICONE 69 GUANO PADANO 70 GREASE 72 CALLAS BALLET 74 CONCERTI DELLA DOMENICA 75 TEATRO A TRENTO

Giorno per giorno

76 MOSTRE 80 APPUNTAMENTI DEL MESE

Scoop&news 90 94 95 96 97 99 100

I MATRIMONI DEL MESE UN PREMIO PER FABIO PETERLONGO DIPLOMI DI “CITTADINI ATTIVI” LA CENA DI NATALE DI GIUSEPINA NATALE “CREATTIVO“ PALINSESTO RAI REGIONE EUROCHOCOLATE 2018

Rubriche

102 LIBRI E LIBRERIE 104 LO SAPEVATE CHE? 105 #TRENTINOMESE CONTEST info@trentinomese.it www.trentinomese.it 15

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trentinoattualità SONO I SOLDATI DELLA NOSTRA SICUREZZA, POTENZIALI QUOTIDIANI EROI, QUELLI CHE LAVORANO SILENZIOSAMENTE PER IL SEMPLICE FINE DI ESSERE UTILI, NONOSTANTE RISCHI E SACRIFICI: SONO I VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI DEL TRENTINO, CHE ANCHE DURANTE IL “MALTEMPO” DI FINE OTTOBRE, HANNO FRONTEGGIATO L’EMERGENZA GRAZIE AL LAVORO DI SQUADRA di Fabio Peterlongo

L

i abbiamo visti all’opera durante il più devastante maltempo occorso sul Trentino in oltre mezzo secolo. Li abbiamo visti scavare, sudare, sanguinare, proteggere, salvare, incuranti delle avversità. Li abbiamo visti gettarsi nelle case travolte dal fango, nei turbini d’acqua gelida. Li abbiamo visti in Abruzzo, in Friuli, in Irpinia, in Veneto, nelle Marche, ovunque ci fosse bisogno di un intervento capace di restituire vita e speranza. Eppure non sono supereroi: sono i nostri vicini di casa, i nostri familiari, i nostri figli e i nostri genitori, che

lasciano nel cuore della notte il calore di un letto asciutto e sicuro, con un solo obiettivo: rendersi utili, contribuire, non lasciare solo chi è in difficoltà. Sono i Vigili del Fuoco volontari della Provincia autonoma di Trento. Per conoMarco Consoli scerli meglio e per comprendere cosa può spingere queste persone a sacrificare così tanto in cambio della semplice certezza di essere stati utili, abbiamo ascoltato Tullio Ioppi, presidente del Corpo: “pompiere” volontario dal 1981. Ioppi ha voluto sottolineare: «Alla base del corpo dei Vigili del Fuoco volontari

LA SQUADRA È LA NOSTRA FORZA

vi è la convinzione che un uomo da solo non vale niente: il nostro corpo è come un coro di montagna, dove certamente ci sono i solisti e i talenti, ma senza il sostegno delle armonie prodotte dai bassi, il suono non funziona». Prima di tutto, un po’ di storia, per inquadrare l’esperienza dei pompieri trentini nel corso dei decenni. Ioppi la delinea a partire dalle sue radici germaniche ed “asburgiche”: «L’esperienza dei Vigili del Fuoco volontari arriva dal mondo tedesco, dove c'è una storia secolare di I Vigili del Fuoco di Caldonazzo


trentinoattualità Numero di interventi divisi per tipologia (anno 2017)

Tullio Ioppi, presidente del Corpo Vigili del Fuoco volontari

volontariato civico. In Trentino, l'Unione dei Vigili del Fuoco volontari viene fondata nel 1954, grazie all'impegno di persone come Sergio Tonolli e del commendator Leoni». I primi anni sono caratterizzati dalla scarsità di mezzi e risorse, in una provincia, come il Trentino, che almeno fino agli anni ’70 risultava ancora una delle più povere d’Italia. Ioppi ricorda la semplice tuta da meccanico che per decenni ha costituito l’attrezzatura standard dei pompieri volontari: «I problemi economici che rendevano ancora più precaria la nostra sicurezza erano importanti: l'attrezzatura era minima e vestivamo semplici tute da meccanico. Io stesso, nel 1981, ebbi modo di indossarla per qualche mese. Nonostante tutti questi rischi ci si arrangiava». Ioppi rivolge il pensiero a quei momenti determinanti che lo portarono a intraprendere

il cammino che avrebbe contrassegnato la sua vita, la scelta di “andare pompiere”: «Frequentavo il Liceo Scientifico “Maffei” di Riva. Arrivò la notizia del terribile terremoto dell'Irpinia. Decisi di partire per dare una mano. Dissi a mio padre, "Io parto, ci sono migliaia di morti". Mio padre cercò in ogni modo di dissuadermi. Arrivò persino a parlare con il preside e con il comandante dei Vigili del Fuoco dell'epoca, ma non ci fu nulla da fare. Fui arruolato nel Corpo ad appena 18 anni, il 5 febbraio 1981».

1871. Pompieri di Lavis

Trento anni Venti del ‘900

Il terremoto dell’Irpinia del novembre 1980 fu un cataclisma che cambiò radicalmente tutto il mondo della “protezione civile”: di fronte a 2914 morti, qualcosa iniziò a cambiare e ci si iniziò a muovere verso un sistema più strutturato. Fu la voce del presidente Sandro Pertini che gridò quell’immane scandalo, quando pronunciò le parole più strazianti: «Non vi sono stati i soccorsi

immediati che avrebbero dovuto esserci. Ancora dalle macerie si levavano gemiti, grida di disperazione di sepolti vivi». Ioppi ha ben vividi nella memoria quei momenti in cui, forse per la prima volta, tutta Italia faceva la conoscenza dei “pompieri trentini”: «In Irpinia lavorammo tanto, svuotavamo dai detriti le case di persone che avevano perso tutto. Si iniziò allora a parlare di istituire una Protezione Civile ispirata al modello volontaristico trentino, ma non attecchì dappertutto. Forse per una questione di mentalità, da noi c'è una cultura del "darsi da fare" senza aspettare e rimboccandosi le maniche. Poi la Protezione Civile è cresciuta anche a livello nazionale». Come mai il modello trentino sia di così complicata esportazione, resta un dilemma che però trova alcune risposte, che Ioppi enuncia chiare: «La nostra forza è l'attaccamento ai Comuni: alcuni criticano il nostro sistema, dicono che le caserme sono troppe, ma è durante

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trentinoattualità

VVFF volontari in visita presso il Nucleo Elicotteri dei Vigili del fuoco di Trento

le emergenze che si vede la validità del nostro modello, perché la caserma diventa il punto di riferimento essenziale per organizzare ogni operazione». Tratti distintivi di una forza di protezione civile capace di intervenire e rendersi effettivamente utile sono l’organizzazione e la formazione dei volontari, in modo da non trasformarsi, come dice Ioppi, “da soccorritori a persone da soccorrere”: «All'interno dei corpi più strutturati ci sono persone con specializzazioni mirate, ma alla base c'è il corso di formazione di cento ore e la Scuola Provinciale anti-incendi, senza dimenticare il percorso di formazione affrontato dal Gruppo Allievi». Benché tutti debbano essere in grado di dare una mano nelle situazioni di emergenza, con il tempo e la formazione emergono le specifiche competenze personali, sottolinea Ioppi: «Non puoi mettere alla guida di un'autoscala l'ultimo giovane arrivato, così arriviamo a raffinare e far valere alcune competenze». Qui si intuisce una prima differenza con i Vigili del Fuoco permanenti, ovvero i “pompieri di professione”. Spiega Ioppi: «La differenza tra “volontario” e “permanente” sta nel fatto che lui talvolta ha delle compe-

tenze altamente specialistiche, come la capacità di pilotare un elicottero di soccorso. Ma in generale, il Corpo permanente chiede aiuto ai nostri volontari nei casi delle emergenze gravi come quella causata dal recente maltempo o durante l'Adunata degli Alpini. Si crea così una sinergia virtuosa: non è un caso che molti dei nostri poi cerchino di diventare "permanenti" attraverso i concorsi. Tutti i Vigili del fuoco permanenti sono stati volontari». L’attività quotidiana dei Vigili del Fuoco volontari non è fatta fortunatamente solo di emergenze di grande portata: le occupazioni sono infatti generalmente più mondane e mettono i pompieri di fronte a sfide per lo più di natura “tecnica”: «Interveniamo per soccorrere nel caso di chiavi cadute nelle caditoie, di appartamenti rimasti chiusi dall’interno, insomma, interventi prettamente tecnici. La gente oggigiorno ha tanta fretta, non ha la pazienza di risolvere queste situazioni in via privata e quindi chiama i Vigili del Fuoco. Un altro intervento ricorrente è quello di sostegno all'elisoccorso: i nostri operatori seguono il decollo e l'atterraggio di tutti i voli dell'elicottero di emergenza sanitaria». Le precipitazioni cadute sul Trentino a

1979 a Garniga

Anni Trenta del ‘900. Corpo dei pompieri di Ravina

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fine ottobre, l’ormai famigerato “Maltempo” di cui ci ricorderemo per anni, ha messo i Vigili del Fuoco di fronte alla sfida di un disastro che avveniva nelle strade del proprio territorio e che coinvolgeva amici e conoscenti, per non citare il trauma emotivo di vedere le nostre montagne e i nostri boschi secolari così violentemente sfregiati. Ioppi ha sottolineato la differenza tra un soccorso in caso di terremoto e quello durante un’alluvione: «L’intervento di soccorso per un terremoto è sempre "ex post": arrivi quando praticamente tutto è compiuto e puoi fare poco. Pensiamo alla situazione dei Campi Flegrei vicini a Napoli: ci sono milioni di persone che vivono in un'area altamente sismica e con attività vulcanica, cosa puoi fare in quei casi? Al contrario l'alluvione la puoi prevenire, con le adeguate infrastrutture ed insegnando gli opportuni accorgimenti nelle scuole. Inoltre durante un'alluvione puoi renderti conto in tempo reale della situazione, seguendo l'evolversi delle precipitazioni e concentrando gli interventi nelle zone più colpite». La diffusione di false informazioni attraverso i social-network, qualche volta veicolate in buona fede, nella convinzione di aiutare, è un fattore di grande rischio: «In quelle


trentinoattualità Pompieri in bicicletta

NUMERI DEL 2017 8014 Totale vigili 1244 Allievi 1015 Onorari sostenitori

e fuori servizio

308

vigili di complemento

Totale interventi: 28816

Per questo noi comunichiamo esclusivamente attraverso l'Ufficio Stampa della Provincia».

ore leggevamo di presunte evacuazioni dei rioni attorno al Fersina o delle zone basse della città di Trento, era tutto falso. Ci arrivavano tantissime telefonate di persone allarmate o disperate che ci chiedevano, "E adesso cosa faccio?".

Ioppi ha sottolineato il drammatico aspetto che terremoto e alluvione hanno in comune, quello della devastazione: «In entrambi i casi, siamo di fronte a situazioni catastrofiche, con persone che perdono tutto, talvolta anche la vita: diventa ancora più difficile quando questi disastri colpiscono il territorio dove vivi, dove conosci personalmente le persone coinvolte. Lì è necessario distaccarti psicologicamente per mantenere il controllo della situazione». Alcune immagini affiorano dalla memoria di Ioppi, mentre ricorda alcuni dei momenti più difficili che ha affrontato nelle vesti di Vigile del Fuoco: «Le difficoltà più grandi sorgono sempre quando c'è qualche bambino coinvolto: ricordo un incidente avvenuto nella galleria di Malcesine, i genitori erano morti sul

colpo nel momento dello schianto, mentre i bambini erano incolumi sui sedili posteriori, non capivano cosa fosse successo. Un altro episodio che mi ha segnato profondamente è accaduto quando dovetti estrarre da un trattore il corpo di un mio compagno di classe, eravamo cresciuti insieme. Sono cose che lasciano il segno». Non tutto è dolore, però, per un pompiere: ci sono momenti in cui emerge la generosità di cui le persone sono capaci e che rinfrancano lo spirito dei volontari, spingendoli ad andare avanti, a rispondere ad un’altra “chiamata”. Ioppi, con le parole, ce li disegna: «Di recente, mentre ripariamo un tetto reso pericolante dal maltempo, la signora anziana che abita la casa ci porta del tè caldo, percorrendo diverse rampe di scale con evidente sofferenza fisica. Tutto ciò solo per esprimerci gratitudine. Sono gesti che ti fanno pensare: "Ecco, anche oggi ho fatto qualcosa”. Questi gesti ti fanno rendere conto che nella vita è più bello ■ dare che ricevere».

Costante Enderle, Comandante del Corpo di Ravina dal 1910 al 1916 19

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trentinoattualità di Pino Loperfido

PREMIATA DITTA

I FRANZINELLI: “TUTTO PER TUTTI, OVUNQUE“ QUANDO NEL 1848 L’EUROPA SI PREPARA A PIOMBARE NEL CAOS, A TRENTO, IN VIA SAN PIETRO, PIETRO E BORTOLO FRANZINELLI COMINCIANO A METTERE IN PRATICA LA LORO FILOSOFIA DELL’ORDINE CON IL COMMERCIO DI CHIODI CHE AVVENIVA TRA LA VICINA VAL DI LEDRO, SPECIALIZZATA IN QUESTO TIPO DI PRODUZIONE, E TRENTO. MA 170 ANNI DOPO, I FRANZINELLI SONO TUTT’ALTRO. OLTRE AD ESSERE IL NEGOZIO PIÙ ANTICO D’ITALIA, SONO UN’AZIENDA MODERNA CHE IN CITTÀ CONSERVA IL SUO “CUORE“, MENTRE NEL CENTRO LOGISTICO DI BESENELLO STA IL SUO ATTIVISSIMO “CERVELLO“. UNA VERSIONE TUTTA PARTICOLARE DEI GRANDI MAGAZZINI HARRODS DI LONDRA DOVE – COME RECITA LO SLOGAN – SI PUÒ TROVARE PROPRIO TUTTO ”DA UNO SPILLO A UN ELEFANTE“. SIAMO ANDATI A TROVARLI E TRA I 20MILA PRODOTTI DEL CATALOGO L’ELEFANTE NON C'ERA, MA AL SUO POSTO...

Alberto ed Elena Franzinelli 20

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trentinoattualità

Marco e Pier Vigilio Franzinelli, figli di Elena e di Alberto, la quinta generazione

D

elle volte le date di nascita non sono così casuali come il calendario vorrebbe farci credere. Quei numeri, quei mesi e anni celano un significato che va al di là della numerologia e degli oroscopi. Prendete Franzinelli, ad esempio, il più conosciuto negozio (e la più nota famiglia) del Trentino, una delle famiglie più note e apprezzate di commercianti. La loro azienda è nata in un anno complicato. Un anno che avrebbe segnato l’inizio di grandi cambiamenti sociali, non solo in Italia. Quando nel 1848 l’Europa si prepara a piombare nel caos, e i sofisticati

accordi stipulati dalle case nobiliari al Congresso di Vienna cominciano a sgretolarsi, a Trento, in Via San Pietro, Pietro e Bortolo Franzinelli iniziano il noto commercio di chiodi che avveniva tra la vicina val di Ledro, specializzata in questo tipo di produzione, e Trento. Stiamo parlando dunque di 170 anni fa, quando la città era ancora attraversata dal fiume Adige e ricadeva sotto la giurisdizione asburgica. Un tempo lontanissimo che fa di quest’attività il negozio famigliare più antico d’Italia. Ma se il 1848 fu l’anno del caos, l’ordine se lo presero tutto per loro proprio i

Pietro Franzinelli, padre di Alberto

Il “cuore“ dell’azienda (Foto Rensi)

Franzinelli, facendone il loro marchio di fabbrica, lo stigma di un’attività che attraverserà indenne un cambio di bandiera, tre guerre d’Indipendenza e due guerre mondiali, passando poi al Millennio successivo. Badando bene, però, sempre ad adeguarsi ai tempi, ad aggiornarsi, a correre incontro alle rinnovate esigenze della clientela. Tant’è che oggi, centosettanta anni dopo, Pier Vigilio e Marco Franzinelli, che rappresentano la quinta generazione di questa formidabile stirpe di commercianti, ci raccontano le novità a Besenello, in un’avveniristica dépendance logistica

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trentinoattualità Il magazzino tradizionale

I magazzini verticali

la realtà più importante in regione nel canale della distribuzione all'ingrosso di ferramenta. Oggi, grazie alla sua rete di vendita, Franzinelli opera sui territori delle regioni Trentino Alto Adige, Veneto e Lombardia con un'offerta di oltre 20.000 referenze – cose grandi, fragili, leggere, grosse, piccolissime, pesanti – qualitativamente selezionate tra i principali marchi europei, alcuni dei quali distribuiti in esclusiva. Oltre la ferramenta, la gamma di prodotti interessa i settori dell'edilizia, dell'agricoltura e casalinghi. In altre parole: tutto. O quasi. Diciamo qualsiasi cosa possa occorrere ad una casalinga, a un giardiniere, a un artigiano, senza che questi siano costretti a prendere l’automobile

o la corriera per andare nel più vicino centro commerciale.

Il negozio Franzinelli in una foto del dopoguerra. Al posto del giardinetto c’è ora il palazzo dell’Itas

dei tre storici negozi di Vicolo del Liceo e Via Roggia Grande. L’ingrosso non è certo una novità per loro, ed era messo in pratica già svariati decenni fa, quando roboanti camioncini si infilavano nelle strette vie dietro Piazza Venezia e ne riuscivano carichi di merce assortita. Altri tempi, certo, il traffico non era quello di oggi, la città non era ancora l’irrisolvibile cubo di Rubik dell’urbanistica che pare essere diventata al giorno d’oggi. Già. Ed è oramai da un pezzo che i Franzinelli non sono più quelli dei chiodi e dei tondini di ferro per il cemento armato. Abituati come sono allo scorrere del tempo, all’alternarsi dei decenni, si sono attrezzati abilmente per divenire

La signora Elena nel suo “regno”, i casalinghi 22

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ORDINE, PRECISIONE E QUALITÀ. DAL 1848! E il riflesso dei Franzinelli sono le decine e decine di negozi, quasi uno in ogni centro abitato trentino, che sotto la granitica insegna del Ferramenta o del Casalinghi, nascondono in realtà dei minuscoli Harrods di periferia. Sì, fatte le dovute proporzioni, a noi sono venuti in mente proprio i Grandi Magazzini Harrods di Londra e i loro due motti: “Dallo spillo all’elefante” e “Tutto per tutti ovunque”. Magari proprio un elefante nei magazzini di Besenello non ce lo trovate, ma tutto il resto diremmo proprio di sì, individuabile e selezionabile in un catalogo sterminato proprio perché c’è quel senso dell’ordine e della precisione che i fratelli Pietro e Bortolo misero in salvo e al sicuro nel 1848, prima che le folle scendessero in piazza per provare a rifare la Storia. Quanto tempo è passato da allora? Ce lo domandiamo ancora oggi, che gli agenti vanno in giro per il Triveneto con il loro leggerissimo tablet a rifornire di questo e di quello le rivendite di ogni dove. Oggi, che i cinque camion di Franzinelli, carichi di carriole, lampadine, bilance, vasi, tappi, colori, scarpe, coltelli, viti, rubinetti e dio sa che altro, ancora si preparano a viaggiare leggeri verso i bisogni della clientela. Il tempo, come dicono gli astrofisici, sarà pure un’illusione, ma per papà Alberto, ottant'anni portati alla grande, conta eccome quando c’è di mezzo un cliente, anche il più piccolo. Annuisce, accanto


trentinoattualità Il negozio di ferramenta, reparto minuteria (Foto Rensi)

a lui la signora Elena, che assieme al marito ancora sovrintende ai tre negozi in centro città. Nipote di Vigilio, Alberto è il figlio del celebre Pietro, figura che a Trento fu più che un factotum per tutta la durata degli anni Sessanta e Settanta. UN CATALOGO LUNGO CENTOSETTANT’ANNI (E VENTIMILA PRODOTTI) Qualità, professionalità e servizio sono gli stessi di 170 anni fa. Il mondo è cambiato, d’accordo, ma la vita delle persone è sempre la stessa sfrenata ricerca di comodità e di bellezza. Bello immaginare come l’evoluzione dei prodotti in catalogo da Franzinelli disegni un po’ l’evoluzione della tecnica, della meccanica e dell’elettronica. Dal motore a scoppio di Barsanti e Matteucci del 1854 al fonografo di Edison del 1877, fino naturalmente alla rivoluzionaria invenzione del Moplen da parte del Premio Nobel Giulio Natta: tutte le scoperte avvenute negli ultimi 170 anni hanno contribuito ad aggiornare il catalogo di Franzinelli, che è diventato così una sorta di specchio dei tempi. Una selezione di queste due necessità umane la ritroviamo nei tre punti vendita di Trento dove, in compagnia della signora Elena e del signor Alberto, come detto, a tutt’oggi supervisori del cuore del dettaglio Franzinelli, compiamo una gradevole visita. Parentesi: proprio in Vicolo del Liceo scoccò la scintilla tra i due: il giovane Alberto faceva la sua pausa davanti al negozio proprio mentre le ragazze

Pietro Franzinelli con Flaminio Piccoli

dell’adiacente Liceo ginnasio “Prati“ sciamavano lì davanti. E tra queste c'era una ragazza che gli piaceva particolarmente. Si chiamava Elena... Chiusa parentesi. Fa un certo effetto, vedere prodotti modernissimi esposti in palazzi d’epoca o accanto ai vecchi mobili di cento anni prima, restaurati e tenuti in bella mostra, delle vere opere d’arte dell’artigianato ligneo. GRANDE E IRRINUNCIABILE SFIDA DEL FUTURO Se questi tre negozi di centro città sono il cuore della Franzinelli, il centro logistico per l’ingrosso di Besenello potremmo definirlo un po’ il cervello, il propulsore che spingerà l’azienda nel

futuro, verso i cambiamenti che inesorabilmente l’attendono. E c’è un altro primato che i Franzinelli possono vantare. Ed è quello di far parte da trent’anni del primo gruppo di acquisto nato in Italia, nel campo della ferramenta. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando Bortolo e Pietro scendevano in città dalla Val di Ledro con i loro carri. La sfida adesso si chiama futuro. L’avvento del web, l’intelligenza artificiale. Tuttavia la sfida più grande resta la volatilità dei bisogni della clientela, che mutano così come muta il tempo. Quel tempo che per gli astrofisici è solo un inganno della psiche, mentre per un’azienda, e per le persone che vi dedicano una vita intera, è la cosa più ■ importante che ci sia.

Alberto Franzinelli mostra i muri originari del negozio di ferramenta 23

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trentinocollezionismo

BARBA, CAPELLI E FRANCOBOLLI di Francesca Mazzalai

NEL 2019 LA SOCIETÀ FILATELICA TRENTINA COMPIE 100 ANNI. A DISTANZA DI UN SECOLO DALLA SUA FONDAZIONE, TANTI SONO ANCORA OGGI GLI APPASSIONATI CHE GRAZIE AI FRANCOBOLLI CREANO COLLEZIONI CHE ATTRAVERSANO LA STORIA. COME LUCIANO RIGOTTI, PARRUCCHIERE, ANZI “BARBIERE” – COME LUI TIENE A PRECISARE – DA OLTRE TRENT’ANNI A TRENTO. MA LA FILATELIA È ANCHE UN’OCCASIONE DI INCONTRO E DI DIBATTITO STORICO. COME QUEL GIORNO DAL VESCOVO BRESSAN…

È

proprio vero che a volte i tesori si trovano sotto i nostri occhi. Ne ho avuta conferma entrando una mattina di pioggia nel salone di Luciano Rigotti, parrucchiere, anzi “barbiere” – come ci tiene a precisare – da oltre trent’anni. Quando arrivo al civico 22 di 24

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Vicolo al Vo’, Luciano mi sta aspettando. Apre la porta e mi accoglie con un grande sorriso e la luce negli occhi: si capisce subito che la sua vita è animata da una passione forte. Quella passione, che è poi il motivo per cui si siamo incon-


trentinocollezionismo Trentino_mese_84,5x240:Layout 1 11/12/2018 05:42 Pagina 1 Trentino_mese_84,5x240:Layout 1 11/12/2018 05:42 Pagina 1

SOCIETÀ FILARMONICA TRENTO SOCIETÀ FILARMONICA TRENTO Stagione Concerti 2019

Stagione Concerti 2019

Luciano Rigotti con un quadretto da lui realizzato, con francobolli, ovviamente

trati, è il collezionismo, nello specifico di francobolli. Per Luciano, classe 1961, l’amore per la filatelia comincia molto presto, addirittura in prima media, grazie soprattutto a un prete (Luciano frequentava la scuola dei salesiani) che decide di donare a quel bambino un’intera scatola di francobolli, staccati dalla posta che arrivava dai missionari in Africa. È probabilmente già allora che quella piccola montagna di quadratini di carta variopinta colpisce la sua fantasia. Tant’è che oggi, a un discreto numero di anni di distanza, le collezioni di francobolli di Luciano Rigotti hanno raggiunto una quantità tale da aver ormai invaso non solo la casa (con inevitabile minaccia della moglie di “buttar via tutto”) ma anche i locali del salone da barbiere, dove

in ogni scaffale e pertugio a disposizione s’intravedono colonne di voluminosi raccoglitori. Fin qui tutto bene. Mica sarà l’unico. Ma c’è un “ma”. Luciano Rigotti non ha semplicemente collezionato francobolli dei vari paesi o di anni particolari. Il suo amore per il Trentino lo ha spinto a creare dei veri e propri percorsi storici, passando per il Concilio di Trento, le imprese alpinistiche trentine, Gianni Caproni, Martino Martini (gesuita e storico trentino missionario in Cina nel XVII secolo), arrivando a scoprire ben 415 grandi personaggi che nel corso dei secoli sono passati di qui, da Orazio a Ernest Hemingway, passando per Thomas Mann e Benedetto Croce. Alcuni di questi uomini illustri sono stati raccontati negli anni scorsi sulle pagine di Trentino Mese (tant’è che Luciano ha collezionato quegli stessi articoli), altri verranno raccontati prossimamente nel nostro viaggio alla scoperta di quei grandi protagonisti della storia che, per vario motivo e in epoche diverse, sono transitati di qui. Per Luciano ogni nuovo personaggio scovato fra le pagine di qualche libro o grazie all’aiuto dei suoi clienti (il

Lunedì 14 gennaio LunedìAntiquo 14 gennaio Modo Federico Maria Sardelli Modo Antiquo Venerdì 25 gennaio Federico Maria Sardelli Venerdì 25 gennaio Scharoun Ensemble Scharoun Berlin Martedì 5 Berlin febbraio Ensemble Nicolas Martedì Altstaedt 5 febbraio violoncello Nicolas Altstaedt Alexander violoncelloLonquich pianoforte Alexander Lonquich Lunedì 11 febbraio pianoforte Lunedì 11S(infonietta) febbraio BA(ggio) Lunedì 18S(infonietta) febbraio BA(ggio) Lunedì 18 Alexander febbraio Malofeev pianoforte Malofeev Alexander Venerdì 1 marzo pianoforte Quartetto Venerdì 1 Hagen marzo Lunedì 11Hagen marzo Quartetto Lunedì 11 marzo Vincitore del premio Steinway Ginevra Vincitore del premio Martedì marzo Steinway19 - Ginevra Martedì marzo Calogero19 Palermo clarinetto Calogero Palermo GoYa Quartet Amsterdam clarinetto Martedì 2 aprile GoYa Quartet Amsterdam Martedì 2 aprile Francesco Di Rosa, oboe Alessandro Francesco DiCarbonare Rosa, oboe clarinetto Alessandro Carbonare Guglielmo Pellarin, corno clarinetto Francesco Bossonecorno Guglielmo Pellarin, fagotto Francesco Bossone Pietro fagottoDe Maria pianoforte Pietro De Maria pianoforte

Martedì 16 aprile Martedì Isabelle 16 vanaprile Keulen Ensemble Isabelle van Keulen Venerdì 4 ottobre Ensemble Venerdì 4 ottobre Filippo Gorini, pianoforte (Artista in residenza) Filippo Gorini, pianoforte Martedì ottobre (Artista in15residenza) Martedì ottobre Sentieri 15 selvaggi Cristina Sentieri Zavalloni, selvaggi soprano Cristina Zavalloni, Carlo Boccadoro, soprano direttore Carlo Boccadoro, Venerdì direttore25 ottobre Venerdì 25 Manara, ottobre Francesco Francesco Manara, violino Alessandro Travaglini violino clarinetto Alessandro Travaglini Roberto clarinettoPlano, pianoforte Martedì novembre Roberto 5Plano, pianoforte Martedì 5 novembre Sol Gabetta, violoncello Nelson Goerner Sol Gabetta, violoncello pianoforte Nelson Goerner Lunedì 11 novembre pianoforte Lunedì novembre Gennaro11Cardaropoli violino Gennaro Cardaropoli Alberto violino Ferro pianoforte Alberto Ferro pianoforte Martedì 26 novembre Martedì Voces8 26 novembre Voces8 3 dicembre Martedì Martedì 3 dicembre Trio Metral Trio Metral Lunedì 9 dicembre Lunedì 9 Sollima dicembre Giovanni violoncello Giovanni Sollima violoncello Sala Filarmonica n Via Verdi, 30 - Trento ore 20.30 Filarmonica 0461.985244 - info@filarmonica-trento.it Sala n Via Verdi, 30 - Trento ore 20.30 www.filarmonica-trento.it 0461.985244 - info@filarmonica-trento.it Abbonamenti: da lunedì 17 a venerdì 21 dicembre www.filarmonica-trento.it ore 917 allea venerdì ore 14 21 dicembre Abbonamenti:dalle da lunedì dalle ore 9 alle ore 14

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trentinocollezionismo

Con un cliente d’eccezione: il Direttore dell’Apt Valsugana, Stefano Ravelli

salone è ormai diventato un piccolo centro culturale) è un traguardo da festeggiare. Dopodiché parte la ricerca del francobollo giusto da accostare al nome. Trovare francobolli è molto più facile oggi di un tempo. Il web ha sostituito il passaparola e probabilmente ha anche decimato i ritrovi tra appassionati filatelici. Eppure gli episodi più belli da ricordare, guarda caso, sono proprio gli incontri faccia a faccia. Quando, come quando si era bambini, ci si incontra(va) – ognuno con il proprio “tesoro” (dall’album di figurine a qualsiasi altra preziosa

collezione) – per cercare di scambiare qualche doppione e portarsi a casa il tanto sospirato “pezzo raro”. Così è successo anche a Luciano, che un giorno si è ritrovato a trascorrere un pomeriggio nientemenno che con l’arcivescovo Luigi Bressan, anche lui grande appassionato di filatelia. “Bressan era alla ricerca di personaggi del secondo periodo del Concilio, ovvero la sessione più breve, (tra il 1551 e il 1552) e si meravigliò quando gli parlai di un personaggio che avevo trovato io, Jacques Amyot, vescovo

francese con incarichi politici, che portò a Trento al Massarelli (segretario del Concilio) un documento da parte del re di Francia Enrico II, dove si contestava la legittimità dell’Assise.” Quindi puoi vantarti di aver dato una “dritta” al vescovo Bressan. “Diciamo che anche lui mi ha aiutato con altri francobolli sul Concilio, mentre andava e veniva tra un’udienza e l’altra. Mi ha lasciato la sua collezione da sfogliare, ogni tanto veniva e guardava la mia. Sono stato da lui un paio d’ore”. Insomma, Luciano Rigotti è una di quelle persone sempre in movimento, che si documenta a fondo e continuamente. È la sua fonte di gioia, oltre naturalmente alla famiglia che lui durante l’intervista non smette di elogiare: “Hanno una gran pazienza – mi confessa – quando la sera dopo cena mi metto a lavorare alle mie collezioni. Intanto una delle mie figlie sta già calcolando il valore dei francobolli che ho raccolto finora (ride) mentre mia moglie ogni tanto minaccia di farne coriandoli.” In questi anni Luciano ha avuto modo di esporre numerose volte le sue collezioni e oltre ai francobolli ha collezionato tanti amici ai quali non manca di essere grato per averlo aiutato nelle sue

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raccolte: da Cleante Viscardi (Presidente dell’associazione filatelica San Gabriele) a Giuliano Stroppari, con il quale condivide le medesime collezioni. A Luciano e, a chi come lui continua a vivere le proprie passioni e contribuisce con tanta dedizione a far conoscere la storia del Trentino, va il nostro caloroso augurio di un Felice Anno Nuovo. ■



trentinoattualità trentinodanza trentinofotografia Agnese Jobstraibitzer, Lagorai

Un fotografo nel mondo di Fiorenzo Degasperi

C

entosettantadue fotografie scelte da un archivio strepitoso, 172 sguardi per catturare l’anima di una stagione, quella estiva, foriera di miraggi, abbagli, umori trasudati da una terra che ha raggiunto l’apice della vita. 172 è il numero di scatti di cui è composto il terzo libro della quadrilogia che il fotografo Albert Ceolan ha dedicato alle stagioni. Dopo Racconto d’inverno e Racconto di primavera, ecco qui il libro che racconta per immagini i giorni lunghi in cui la fa da padrone il sole, colui che illumina il buio e rischiara il cielo, che in alto e in basso annienta il male, come ci ricordano gli antichi testi babilonesi: Racconto d’estate. 176 pagine di grande formato (Edizioni Ceolan, € 30), il libro è stato presentato alcuni giorni fa nella suggestiva sala dell’antica residenza Gelmini/von Gelmini Ansitz a Salorno, ironicamente in un periodo in cui il sole sembra averci dimenticati facendo ca28

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ALBERT CEOLAN, CON UN CLIC PER CATTURARE L'ANIMA DI UNA STAGIONE, QUELL'ESTATE DOVE L'ESPLOSIONE DI LUCE E DI VITA SEGNA LA TERRA, IL CIELO E L'INFINITO

polino per poche ore al giorno, sostituito in questo, dalle mille luci delle torce e dei fuochi dei Krampus, dalle candele di Santa Lucia e dall’accensione quotidiana degli otto ceri per la festa ebraica dell’hanukkah. Ho fatto delle foto. Ho fotografato inAlbert Ceolan alla presentazione di Salorno del primo dicembre, Residenza Gelmini

vece di parlare. Ho fotografato per non dimenticare scrive l’autore e aggiunge, riportando una frase di Daniel Pennac, per non smettere di guardare. Ogni fotografia è di un’intensità tale che ci si sorprende, una porta aperta sul mondo per aiutarci a fermarci, a capire, a stupirci, a rimanere affascinati e catturati da ciò che sta fuori di noi. Sono paesaggi, animali, momenti, scorci, panorami che magari vediamo spesso ma di cui non ci curiamo, catturati dalla frenesia e dall’impazienza di una quotidianità vorace che erode il vero senso della vita. Ogni foto è una porta che dà accesso a un’altra coscienza. Albert Ceolan, come i migliori fotografi e artisti insegnano, ha compreso l’importanza e la tensione insita nell’incrociare lo sguardo di un Io narrante con ciò che scivola fuori dalla porta, dalla finestra, nel mondo. Basta l’istante, l’attimo, un semplice click per catturare e renderci un mondo visivo


trentinofotografia Il Roccolo del Sauch

“RespirArt”

apparentemente “oggettivo”, in realtà carico di un innato mistero. Perché il volo di un gipeto che si mimetizza con le rocce è mistero – un mistero che si può leggere negli occhi, tantissimi occhi, che ci guardano, ci scrutano, vogliono capire le nostre intenzioni, occhi di animali, occhi di figli di un Dio senza nome –, così come cariche di mistero sono le pareti rosse e bianche, gialle e arancioni, striate, macchiate e gocciolanti che incontriamo a Roussillon, pochi chilometri da Avignone, in Costa Azzurra, dove gli estesi giacimenti d’ocra riscaldano la terra e il nostro cuore. Il Roussillon è l’alter ego provenzale del nostro Butterloch, dove da migliaia di anni scorre il Bletterbach, il quale ha eroso la dolomia creando un canyon nella stratificazione di rocce, minerali e fossili, una vera e propria pagina di storia naturale. Come misteriosi sono quegli alberi che s’innalzano verso l’alto e, come guardie del corpo, ci accompagnano lungo i viali di antiche strade e sentieri, veri e pro-

pri pilastri di cattedrali vegetali ognuna diversa dall’altra, per terminare nella Cattedrale con la C maiuscola, quella innalzata da Giuliano Mauri per Arte Sella. Mistero, tanto mistero, sono le luci che appaiono nella notte sulle cime delle montagne tirolesi, ne delineano i contorni, segnano, attraverso cuori e scritte, il patto stipulato tra Dio e gli uomini, che non devono dimenticare che noi siamo semplicemente lo specchio di una realtà che sta lassù. Mistero sono le processioni che si dilungano per le strade della comunità di Zederhaus, nel Salisburghese, il giorno in cui si cantano le lodi della nascita di Giovanni Battista, l’uomo sacro per eccellenza, colui che è egli stesso la porta solstiziale, il momento di passaggio

– complice l’acqua che battezza e che muta – tra due stati dell’essere, tra due nature, da quella dove il sole è debole a quella dove il sole brucia, rende arsi i terreni, succhia la linfa vitale dei raccolti, e nella quale gli uomini guardano verso il cielo affinché la pioggia stemperi la canicola. 60000 fiori estivi servono per decorare i pali che verranno portati in processione, un’esplosione di colori, di vita, di gioia, di fedeltà alla propria terra. In questo libro non ci sono solo le terre del Tirolo storico. Albert Ceolan ci conduce in luoghi e territori dal grande fascino, dove l’estate – complici le cicale – si sente nelle orecchie prima ancora di esser vista. È il frinire folle delle invisibili cicale che ci avvince mentre guardiamo le bories, le case dei pastori e degli apicoltori, sorta di trulli in pura pietra, disseminate le balze boscose del Lubéron. Hanno un fascino talmente forte che la voglia di far scorrere le dita sulla pagina fotografica è forte, impellente, assillante e ossessiva come il desiderio di essere lì, di ascoltare i suoni, di sentire gli odori estivi avvolgerti e inebriarti fino allo stordimento. Ecco, queste foto ci fanno sognare, ogni scatto è come il sorriso di un bambino, è senza passato ed è questo il mistero dell’innocenza magica del loro sorriso. Così come è magico ogni scatto effettuato dal fotografo, un click nato da uno sguardo “altro” sulla terra, sull’aria, sull’acqua, sul fuoco, in sintonia con la citazione di Josè Saramago riportata nel libro, che ci suggerisce e anticipa la prossima tappa, Racconto d’autunno: “Il viaggio non finisce mai”. ■ 29

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trentinoattualità di Fiorenzo Degasperi

TRENINO E SLITTE A PLAN/PFELDERS IN UNA DELLE VALLI PIÙ ANTICHE E SUGGESTIVE DEL SUDTIROLO, AL CONFINE CON L’AUSTRIA E ALL’INTERNO DEL PARCO NATURALE DEL TESSA, INCONTRIAMO ARCAICI MASI E CAPPELLE VOTIVE DOVE I PASTORI, IERI COME OGGI, LASCIANO VOLARE IN CIELO LE PREGHIERE PER UNA BUONA STAGIONE

la valle delle meraviglie S

plendida passeggiata d’estate, altrettanto suggestiva d’inverno. Questo itinerario ci conduce nella valle delle meraviglie, la val di Plan/ Pfelders Tal, laterale della val Passiria/ Passeiertal. Un piccolo e antico villaggio ci accoglie ancor oggi, come se il tempo qui non fosse trascorso: le sue case in legno, la piccola chiesetta dedicata a Maria Ausiliatrice del XVIII secolo con due angeli che ci accolgono all’entrata, i suoi antichi percorsi. Siamo

all’interno del Parco del Tessa e, un tempo, questo centro faceva parte della parrocchia di Dorf Tirol. Le due località sono agli antipodi; in mezzo, l’imponente e selvaggio gruppo del Tessa/Texelgruppe, con le sue cime che superano i 3000 metri. Un antico sentiero, calpestato ancor oggi, lo attraversa, superando lo Spronser Joch (m 30

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2581). I fedeli di Plan/Pfelders, ogni primavera, per secoli, quando il disgelo lo permetteva, portavano a Dorf Tirol i propri morti a seppellire, i bambini a battezzare e le coppie a sposarsi. Ancor oggi il sentiero viene chiamato Totenweg, la Via dei Morti e, nel suo percorso, tocca numerosi insediamenti preistorici. Sui massi che fanno da scorta ai pellegrini, numerosi incavi


trentinoattualità ITINERARIO Accesso stradale Plan/Pfelders (m 1622) si raggiunge da Merano risalendo la val Passiria/Passeier Tal. A San Leonardo/St Leonhard si svolta a sinistra per il Passo Rombo fino a Moso/Moos. Quindi nuovamente a sinistra fino al nostro punto di partenza. Punto di partenza/arrivo Plan/Pfelders (m 1622) Percorso Da Plan/Pfelders (m 1622) si segue la strada forestale, segnavia n. 8, fino a Lazins (m 1782). Il ritorno si effettua sull’altro versante, con il segnavia n. 24, toccando la frazione di Zepbichl, dove un antico maso resiste ancora al tempo. Tempi Ore 2.30 complessivamente. Dislivello m 236.

La cappella della malga Lazins dedicata a Sant’Antonio

rifugio Plan/Pfelders, adagiato in una piccola conca a 2980 metri, al limitar del ghiacciaio e delle nuvole. Da questo villaggio transita anche la famosa Meraner Höhenweg, il sentiero che in cinque/sei giorni compie l’intero giro del gruppo del Tessa/Texelgruppe, itinerario che si mantiene sempre in quota e offre riparo per la notte nei

masi di montagna, abbarbicati sui ripidi prati e boschi di queste montagne. Questo paese è famoso in tutta Europa per un altro motivo: qui le auto non entrano, grazie ad un concetto innovativo di traffico. Un grande parcheggio all’entrata accoglie i mostri d’acciaio e lo stress; poi, per gironzolare tra le baite, c’è il Dorfexpress, un trenino che

accoglievano le candele, la luce che illuminava la via ai fedeli ma anche la “giusta via” ai morti. Sul versante a mezzogiorno, la corona di vette spazia dall’Altissima/Hohe Wilde (m 3480) alla Seeber Spitze (m 3287) e alla più famosa Seelenkogl (m 3470), la Cima delle Anime. Anche qui, impervi sentieri conducono ai valichi sfruttati per secoli dai contrabbandieri. Guardando verso il cielo si scorge un piccolo puntino: è il

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trentinoattualità Il consiglio dell’escursionista Quando si transita per Moso/ Moos, oltre alla visita della gotica chiesa parrocchiale di Maria Assunta, un tempo importante santuario mariano, frequentato soprattutto dai minatori, consigliamo di visitare e di entrare nel “Bunker-Mooseum”, che funge da centro informazioni del Parco Naturale Gruppo del Tessa e ne racconta la vita passata e quella presente, tra miniere, cacciatori preistorici, curiosità naturalistiche e geologiche. La malga di Lazins con, sullo sfondo, la triangolare vetta dell’Altissima con i suoi 3480 m

vi trasporta per le labirintiche vie. Oppure due Citybus vi condurranno alle sciovie e seggiovie che qui non hanno nulla di impattante, quasi quasi non si vedono neppure. La seggiovia che ci conduce in quota, dove diverse passeggiate si aprono al nostro cospetto, con le malghe che offrono il ristoro, anche l’inverno, assecondando una logica nella quale il turismo va a braccetto con l’economia. Per i bambini e per gli adulti-bambini, l’inverno, c’è una pista da slittini lunga ben 2,5 km con un dislivello di 400 m e collega la Malga Gründboden con Plan/Pfelders, con la possibilità di scendere anche la sera, con il chiaro di luna che illumina il percorso e le nostre fantasie.

DAL LIBRO PASSEGGIARE IN TRENTINO ALTO ADIGE di Fiorenzo Degasperi

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La nostra passeggiata ci conduce invece a Lazins, l’insediamento più elevato di questa valle, a 1772 metri di altezza. Lì c’erano già, nel 1285, due masi, ciascuno dei quali doveva conLa piccola frazione di Zepbichl

segnare ogni anno al conte di Tirolo, trecento pani di formaggio. Oggi di masi ne è rimasto uno solo, con annessa una piccola quanto delicata cappella dedicata a Sant’Antonio, il protettore degli animali. Quassù di protezione ne avevano proprio bisogno, sia gli animali che gli uomini. E non solo dalle malefatte metereologiche. Bisognava tener lontano anche lo stregone Pfeifer Huisele, che più di una volta ha tentato di inondare i paesi dell’alta val Passiria/Passeier Tal. Quassù, tra i prati e la rada boscaglia, si nascondono decine di leggende che riguardano i nani minatori e il loro rapporto d’amore e d’odio con i primi abitanti. ■


LO STRUDEL AI FRUTTI DI BOSCO di Sant’Orsola con crema chantilly Ingredienti per 2 strudel

Procedimento per la massa

Per la massa gr 250 burro gr 285 zucchero sale e buccia di limone 1 bustina di zucchero vanigliato gr 150 uova intere gr 575 farina 1⁄2 bustina di lievito sale

Ammorbidire il burro con lo zucchero, aromatizzare con sale e buccia di limone, creare la fontana classica, aggiungere la farina mescolata al lievito e le uova. Amalgamare senza surriscaldare la massa. Riposare in frigo per almeno 1 ora.

Per il ripieno gr 500 frutti di bosco misti gr 100 biscotti sbriciolati gr 100 mele a cubetti gr 75 gherigli di noci succo di limone

Procedimento per il ripieno Amalgamare il tutto senza comprimere troppo evitando di rompere i fruttini. Tirare la pasta frolla sottilmente in un rettangolo da 40x25 cm. Sistemare nel centro il ripieno ed accartocciare. Lucidare con tuorlo mescolato a poco latte e decorare con la forchetta. Cuocere in forno preriscaldato a 160 °C. per 25 minuti.

Per la crema chantilly gr 250 panna semi montata gr 100 crema pasticcera; che può essere sostituita da gr 50 di zucchero a velo

Euro 15,00 in libreria o sul sito www.curcugenovese.it


trentinoincontri trentinoattualità “SCRIVERE CANZONI, È IL MIO MODO DI PRENDERMI CURA DI ME“ DICE ANDREA LELLI, IL CANTAUTORE DI ORIGINI MILANESI CHE DA ANNI VIVE E LAVORA IN TRENTINO. DOPO LA VITTORIA AL PREMIO “LUCIO DALLA“, STA LAVORANDO AL SUO SECONDO ALBUM CHE VIVE COME UN’EVOLUZIONE. DICE CHE I TALENT SHOW SONO KARAOKE D’ÉLITE, E CHE IN TRENTINO I LUOGHI PER SUONARE SONO TROPPO POCHI... di Susanna Caldonazzi

CONFESSIONI DI UN

“MUSICANTE“ “L a vita sai com'è, sulle incapacità risolve quello in cui non riesci tu. È un credito che ha e va a riscuoterlo con interessi alti. È come se il prezzo va in proporzione al tempo. Lascia le ferite dure da sanare, contraddizioni che devi affrontare”. Inizia così La vita sai com'è, ultimo singolo di Andrea Lelli, musicista di origini milanesi che da anni vive e lavora in Trentino. E da questo incipit prende il via anche la nostra chiacchierata, fatta tra un'insalata e un caffè, con gli appunti presi tra le portate di un'osteria di Rovereto: «Ho spesso l'esigenza di scrivere canzoni, è il mio modo di prendermi cura di me. Questa canzone racconta di come la vita si prenda quel che vuole, anche quando noi non sappiamo farlo. Racconta di decisioni non prese e delle conseguenze che ne derivano. Racconta il dolore dell'immobilismo: quando non sappiamo agire, sarà la vita a farlo ma c'è un prezzo da pagare. E quanto il tempo passato fa aumentare quel prezzo?» Il tempo sembra essere ciò che guida, anzi guiderà, tutto il secondo disco di

Andrea Lelli, prossimamente in uscita: «Il tempo è un tema che ultimamente sento molto forte – racconta – sarà questo il fil rouge di tutto il prossimo album e di cui La vita sai com'è è primo singolo. Avverto forte la sensazione di fatica che c'è nel vivere il qui ed ora. L'essere sempre connessi ci fa allontanare dal presente». E i tempi di questo nuovo lavoro? «Non lo so ancora – ride – proprio per stare nel presente, voglio assaporare tutto, avere il tempo giusto per trovare le canzoni. Sarà un disco diverso dal primo – continua –: se con il primo album avevo una

Con Mogol e un’amica 34

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forte esigenza legata alle parole, oggi voglio che le melodie e gli arrangiamenti siano mescolati ai testi con più precisione. Vivo questo secondo album come un'evoluzione. Il singolo è arrivato un po' all'improvviso – continua – non avevo un progetto artistico preciso in questo momento. Poi un po' per gioco mi sono iscritto al Premio Lucio Dalla che ho inaspettatamente vinto nel maggio di quest'anno: da qui la produzione del singolo con l'etichetta San Luca Sound di Bologna». Andrea Lelli nasce a Milano e fin da piccolo si appassiona alla musica grazie a un padre musicista. A 17 anni inizia a cantare come autodidatta in una band milanese con un repertorio fatto per lo più di rock italiano, finché si trasferisce a Trento per studiare alla facoltà di Sociologia e inizia a suonare nei locali trentini per mantenersi agli studi. Suona in un duo di cover fino al 2006 e dal 2008 inizia una collaborazione con il comico trentino Mario Cagol – conosciuto anche come SuperMario – che lo porta a misurarsi con il mondo del teatro in


trentinoincontri numerosi spettacoli e a diventare autore dei jingle della trasmissione radiofonica condotta dal comico trentino. Intanto inizia a scrivere canzoni e ascolta Jeff Buckley, i Beatles e Max Gazzè, l'heavy metal e Lucio Battisti, i Foo Fighters e Niccolò Fabi. Nel maggio del 2016 esce il primo album firmato interamente da Andrea Lelli, Pindaricamente, anticipato dal singolo Noi due. «L'ho scritta di getto – dice parlando di quella prima canzone che gli ha aperto la strada con le case discografiche – avevo bisogno di tradurre in parole le mie emozioni. Per me la musica è proprio questo: una terapia che mi aiuta a capirmi. Noi due è un testo intimo, come tutto il primo disco. Parla di una relazione ma parla di me. Credo che le relazioni siano uno specchio su di noi, il testo dice proprio questo: senza me non trovo te, senza te non trovi me. E il lancio della canzone è stato casuale: se avessi ragionato un po' di più forse avrei cambiato il titolo. Non è bellissimo, ma era quello che sentivo quando l'ho scritto». Lelli racconta la musica come il suo modo per leggersi dentro, per salvarsi da momenti difficili, per esorcizzare il dolore: «Quando mi chiedono se non vorrei qualcosa in più per la mia carriera da musicista, mi viene da sorridere: la musica non è il mio lavoro e non vorrei lo diventasse. Non vorrei mai che rispondere a esigenze professionali mi rubasse la passione che ho: la musica è il mio modo per stare bene, se diventasse un lavoro sono certo perderebbe questo valore che per me è invece fondamentale». E traduce questo con una definizione precisa: «Non sono un “musicista” – afferma – sono un “musicante”: scrivo di getto, non ho una tecnica così precisa come meriterebbe la definizione di musicista. La musica per me è emozione». L'emozione della musica e il suo non prendersi troppo sul serio, hanno portato però Andrea Lelli a stringere collaborazioni importanti: «La felicità e lo stupore che provo ogni volta che mi trovo ad avere a che fare con grandi artisti non ha pari – racconta con leg-

Ai mitici Abbey Road Studios di Londra con l'ingegnere del suono Andrea Simon Gibson

gerezza –: Noi due è stata masterizzata agli Abbey Road Studios di Londra da Simon Gibson, uno degli ingegneri del suono più importanti al mondo. Ho avuto il piacere di collaborare con nomi come Mogol, Maurizio Solieri, Matt Backer, Luca Colombo. Cosa potrei volere di più?». A questa domanda rispondo con un'altra domanda: come si combina questa visione un po' romantica, molto leggera e priva di aspettative con un contesto, quello della musica, che invece sembra fatto su misura per rispondere a esigenze di successo rapido? «Ora i giovani frequentano i talent show che mi sembrano dei veri e propri karaoke d'élite – dice – che raramente rappresentano vere occasioni per i giovani. Molto spesso è il contrario: giovani molto capaci che vengono sfruttati dalla tv. Logiche di prodotto sovrastano il talento che, paradossalmente, non riesce a trovare spazio. Un tempo

i produttori giravano nei locali dove si suonava dal vivo, trovavano delle voci interessanti e da lì iniziava un percorso che portava i musicisti a crescere. Ora invece devi arrivare subito, non c'è tempo per maturare artisticamente». E anche il contesto locale, secondo Lelli, pur essendo ricco di bravi musicisti non è accogliente: «In Trentino ci sono molti giovani bravi – afferma – ma gli spazi per suonare sono pochi. Ormai sono rari i gestori di locali che hanno interesse nella buona musica dal vivo: sempre più intrattenimento e meno ricerca». Un'ultima domanda sui suoi progetti futuri: «È stato sempre tutto casuale – dice – continuerà ad essere così. Vorrei più concerti live: questa è la mia priorità. Finirò il disco, forse per l'estate. E poi voglio continuare a intrecciare questa mia passione per la musica con artisti importanti come sto già facendo. Te l'ho già detto: cosa devo volere di più?» ■

Concerto unplugged a Eataly di Milano 35

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trentinostoria

CRONACHE DI UN TEMPO ANDATO

di Mario Eichta

Sacerdoti e religiosi a Katnenau durante il pranzo in baracca

LA FEDE SOTTO CHIAVE SACERDOTI TRENTINI, SUDDITI AUSTRIACI, ARRESTATI, INTERNATI O CONFINATI DALL’AUSTRIA DURANTE LA GRANDE GUERRA. GIÀ PRIMA, PERÒ, VI ERANO RELIGIOSI CHE SOSTENEVANO IDEE LIBERALI E CHE SI AFFIANCAVANO A TUTTI COLORO CHE SPERAVANO E SI ILLUDEVANO CHE LA SITUAZIONE SI MODIFICASSE E CHE LE VARIE ASPETTATIVE E CONCESSIONI TERRITORIALI E AUTONOMISTICHE POTESSERO ESSERE OTTENUTE IN VIA DIPLOMATICA E QUINDI SENZA SPARGIMENTO DI SANGUE

N

ell’ex impero au stro-ungarico il clero era notoriamente filogovernativo quindi filoasburgico e quindi molto influente sui propri parrocchiani. All’interno delle Diocesi e delle singole parrocchie, dei conventi dei religiosi e delle religiose spesso continuava la collaborazione ufficializzata con lo Stato e negli interessi dello Stato nei rapporti con i fedeli e le varie associazioni cattoliche esistenti. Questo succedeva anche nei territori dell’ex impero, dove notoriamente si parlava 36

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italiano come in Trentino, nell’Ampezzano, nell’Isontino, a Trieste, in Istria, a Fiume e in Dalmazia. Già prima della Grande Guerra vi erano sacerdoti e religiosi che sostenevano idee liberali e che si affiancavano a tutti coloro che speravano, e si illudevano, che la situazione si modificasse e che le varie aspettative e concessioni territoriali e autonomistiche potessero essere ottenute in via diplomatica e quindi senza spargimento di sangue. Allo scoppio della Grande Guerra, quindi già nel 1914,

quei sacerdoti e religiosi dissentirono spesso pubblicamente e quindi eroicamente dalle decisioni imperiali, di aver voluto una guerra che i popoli rifiutavano. I primi morti in guerra o in prigionia, le prime vedove di guerra, i primi orfani di guerra, i primi invalidi di guerra, i primi profughi e i primi internati e confinati, confermarono quella tragica visione, che vedeva le autorità militari sempre più ottusamente convinte, a perseverare nelle loro tragiche strategie di morte. Nel 1915 la situazione precipi-

tò anche per molti sacerdoti e religiosi. I documenti riservati con gli elenchi anche dei loro nomi, predisposti da tempo da parte della gendarmeria austriaca, vennero immediatamente utilizzati! Il sospetto di fomentare nella popolazione sentimenti contro la guerra, e quindi antiaustriaci, diede l’opportunità alle autorità militari imperiali, di effettuare arresti e provvedimenti di internamento e di confino, in ogni caso di allontanamento dalla cura d’anime nelle pro-


trentinostoria

Doveroso a questo punto il ricordo dell’impegno profuso da numerosi sacerdoti e religiosi anche del Trentino, così come dall’Ampezzano, dall’Isontino, da Treiste, dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia, che furono al seguito dei loro parrocchiani, evaquati spesso brutalmente dai loro territori e

trasferiti in sconosciute località all’interno di quell’ex vasto impero austroungarico. Doveroso pure sottolineare l’evangelico e pronto sostegno delle relative autorità diocesane e dei singoli decani e parroci austriaci, boemi, moravi, slovacchi e ungheresi che dovettero accogliere nelle loro comunità quelle famiglie disperate. Il Vescovo di Linz Mons. Johann Maria Gföllner visitò più volte il campo dei profughi dei Trentini a Braunau am Inn. I campi di internamento erano stati predisposti già dal 1914, dalle autorità imperiali austriache, per le persone sospettate di irredentismo o di appartenere a nazioni, con cui l’Austria era in guerra, come Italiani, Inglesi, Giapponesi, Francesi che risiedevano o lavoravano all’interno dell’impero. Anche a Katzenau, presso Linz, esistevano all’interno delle baracche, dove i sacerdoti delle varie confessioni come la cattolica, la greco-ortodossa e l’ebraica, potevano svolgere in qualche modo e sempre sotto controllo poliziesco la loro attività liturgica e confessionale. A Katzenau era la baracca 15 che dava una parvenza di chiesa e destinata al culto delle varie confessioni. Per i cattolici, fintanto che i cele-

NOVITÀ 2018/19

NUOVA SEGGIOVIA PIAN PECEI - CIAMPEDIE La skiarea ha rinnovato 3 impianti su 6 in due anni: • seggiovie Vajolet 1 e 2 nel 2017 e • Pian Pecei - Ciampedie nel 2018 ora la skiarea si presenta con due comodi accessi: • da Vigo di Fassa con le scale mobili e la funivia • da Pera di Fassa, lungo la SS48, con le nuove seggiovie Vajolet, utilizzabili anche da chi non scia, per escursioni a piedi o con le ciaspole. > > > > > >

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prie parrocchie o nei propri conventi o comunità religiose. Stesso destino anche per alcune religiose, come per Madre Antonietta Sterni, Superiora Provinciale delle Suore del Noviziato a Trento, arrestata a Trento in quanto suddita del Regno d’Italia, raggiunta dal provvedimento di internamento, anche se insignita di medaglia d’oro al merito dell’Impero, fu scortata al campo di internamento di Katzenau presso Linz, insieme alle consorelle Suor Cristina Bassi e Suor Giuditta de Capitani, pure suddite del Regno d’Italia. Vi giunsero il 9 ottobre 1915 e verrà loro assegnata la baracca n. 7 e successivamente la n. 9. L’8 dicembre 1915 poterono rientrare in Italia dalla Svizzera, insieme a suore francescane, essendo stato deciso dalle autorità militari austriache la loro consegna non ad auorità italiane, ma alla Croce Rossa svizzera.

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trentinostoria

SACERDOTI E RELIGIOSI DELLA DIOCESI DI TRENTO ESILIATI

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n chiusura del Centenario della Grande Guerra si dovrebbero ricordare anche tutti i sacerdoti e i religiosi della Diocesi di Trento che patirono la triste esperienza dell’esilio, onorandoli, magari visitando quei stessi luoghi. Ecco l’elenco dei sacerdoti che dopo l’arresto e l’internamento a Katzenau, vennero confinati nella Abbazia di Reichersberg, distretto di Ried im Innkreis-Regione dell’Alta Austria: Don Antonio Bampi - 1868 Gazzadina/Trento - Parroco di S. Brigida/Roncegno Don Costante Brigadoi - 1866 Predazzo - Sacerdote pensionato a Dermulo/Taio Don Corradini Antonio Castello di Fiemme - Parroco di Daiano Don Giovanni De Luca - 1862 Pozza di Fassa - Parroco di Campitello di Fassa Don Bruno Ferrazza - 1885 Bocenago - Cappellano a Levico † 1917 Reichersberg Don Alessandro Gius - 1881 Malosco - Parroco di Frassilongo/Garait Don Lino Gottardi - 1869 Vervò - Parroco di Flavon Don Pietro Grossi - 1877 Pozza di Fassa - Insegnante di Teologia al Seminario di Trento Don Massimino Jori - 1892 Alba di Canazei - Chierico Don Carlo Libardoni - 1888 Cappellano a Nomi Don Domenico Martinelli - 1869 Centa S. Nicolò - Parroco a Serravalle all’Adige/Ala Don Riccardo Mattei - 1875 Villagarina - Cappellano nella Parrocchia di S. Pietro a Trento Don Giuseppe Maurina - 1872 Spormaggiore - Parroco di Nave San Rocco Don Adolfo Merler - 1877 Cappellano degli Italiani a Bolzano Padre Gaetano Monsorno - Del convento dei Padri Francescani di Arco Don Giacinto Montelli - 1883 Celledizzo/Pejo-Cappellano a Mezzocorona Don Vigilio Nicolodi - 1887 Villagarina-Cappellano a Villagarina Don Rodolfo Pederiva - 1887 Vigo di Fassa - Parroco di Alba di Canazei Don Elvio Pezzi - 1864 Dercolo/Campodenno - Parroco di Besenello Don Cesare Refatti - 1871 Pergine - Parroco di Borgo Valsugana Don Mattia Springhetti - 1872 Cavareno - Parroco di Bozzana/Caldes Don Lodovico Zadra - 1865 Tres - Parroco a Rabbi Don Candido Zanella - 1881 Fucine/Ossana - Parroco di Celledizzo/Pejo Don Michele Zulian - 1874 Soraga

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KATZENAU, HOLLABRUN, GÖLLERSDORF

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ltri sacerdoti e religiosi trentini arrestati, internati o confinati a Katzenau, Hollabrun, Göllersdorf e in altre località nell’ex Impero. Padre Romano Aldegheri 1879 Cavalese - Religioso Francescano Don Giovanni Baratella 1863 Storo - Parroco a Giustino in Val Rendena confinato a Gross-Siegharts Don Enrico Battisti 1874 - Arciprete di Predazzo - confinato a Gross-Siegharts Don Vito Casari Parroco di Torcegno arrestato l’8.11.1915confinato Padre Angelo (Agostino) Cazzanelli 1862 Cornè/Brentonico - Religioso Cappuccino Don Eliso Chizzola Parroco di Aldeno Don Giovanni Coser Parroco di Lenzima Padre Bernardino Costantini Religioso Francescano Monsignor Guido de Gentili 1870 Civezzano - Professore di Teologia morale - Deputato al Parlamento di Vienna - confinato a Pulkau in Alta Austria Don Angelo Del Convitto Cappellano a Vigolo Vattaro Mons. Celestino Endrici 1866 Don - 1904-1918 Principe Vescovo di Trento - arrestato a Trento, confinato con il suo segretario Don Augusto Guadagnini (1879) nella Abbazia Cistercense di Heiligenkreuz. Don Raffaele Endrizzi arrestato e confinato a Pulkau, distretto di Hollabrunn Don Gregorio Framba 1877 Cogolo/Pejo - Confinato a Hollabrunn Don Guido Franzelli cappellano a Torcegno Don Ernesto Gardener 1869 Cavalese - parroco di Ziano Don Gualtiero Gentilini 1879 Romallo - Cappellano a Cloz branti rimaseso a Katzenau, era assicurata la S. Messa ogni mattino, anche alla Domenica. La cattolica Austria non fece eccezioni nel decidere la segregazione forzata dei suoi sudditi, accusati di minare le fondamenta di uno Stato che già da sé traballava da tempo. E così se la prese anche con sacerdoti, religiosi e religiose. Anche al campo di internamento di Katzenau (Linz) furono internati, dopo l’arresto eseguito dai gendarmi, numerosi rappresentanti della Chiesa, tacciati di simpatie italiane e contrari alla situazione politicosociale in cui vivevano. Gustav Reicher era il funzionario responsabile del campo di internamento di Katzenau,

Mons. Celestino Endrici venne arrestato a Trento e confinato nella Abbazia Cistercense di Heiligenkreuz

attuale territorio alla periferia di Linz lungo il Danubio, ed era coadiuvato dal segretario Nebodi con numerosi collaboratori tra militari e guardie. Reicher a un certo punto eseguì il trasferimento di parte dei sacerdoti diocesani e religiosi trentini, allora sudditi austriaci di lingua italiana e in accordo col Superiore dell’Abbazia dei Padri Ago-


trentinostoria Don Cesare Guarnieri 1873 Caldes - Parroco di Commezzadura Don Augusto Guadagnini Vigo di Fassa da Reichersberg confinato a Gross-Siegharts Don Giacomo Lazzer 1876 Campitello/Fassa - Parroco di Cornè/Brentonico Don Giovan Battista Lenzi Parroco di S. Croce/Bleggio-ex deputato alla Dieta Tirolese - † Innsbruck 1917 La sua salma fu rimpatriata dai parrocchianiil 26 aprile 1919 e ora riposa nel cimitero di S. Croce. Don Michele Longo 1886 S. Martino di Castrozza/Siror Parroco di S. Martino di Castrozza Confinato poi in Alta Austria, nell’Abbazia Premomstratense di Schlägl, distretto di Rohrbach. Don Giovanni Battista Malfatti - Parroco di Castelnuovo Don Pietro Martini 1874 Revò - Parroco a Roverè della Luna-† 1915 a Katzenau - 1929 sepolto a Revò. Don Pacifico Rosati 1860 Romeno - Parroco di Cogolo/Pejo Don Leopoldo Rossi Parroco di Sevignano/Segonzano Don Federico Sauda di Rovereto - confinato a Hollabrunn Don Vittorio Speccher Parroco di S. Apollinare a Trento Don Domenico Stoffella 1865 - Parroco di Vigo d’Anaunia/Ton Don Giuseppe Tonolli Parroco di Vezzano Don Giovanni Battista Vadagnini - Decano di Fassa Don Lodovico Zadra 1865 Tres - Parroco a Piazzola di Rabbi Don Paolo Zadra 1888 Tres - Cappellano a Roncegno confinato a Pottendorf/Landegg Don Vittorio Zadra di Tres - Parroco di Spormaggiore Don Candido Zanella 1881 Fucine/Ossana - Parroco di Celledizzo/Pejo Don Luigi Zanoni 1884 Cavedago - Parroco di Cavedago Padre Adriano Visintin 1881 Cavareno - Religioso Francescano - fu confinato a Eferding Padre Giuseppe Vianini 1879 Segno/Taio - Religioso Benedettino. stiniani di Reichersberg, li fece trasferire tra quelle mura. Il 18 novembre 1915 una ventina di sacerdoti entrò mestamente e sotto scorta della gendarmeria nell’Abbazia. All’inizio del 1916 giunsero in convento, sempre sotto scorta, altri quattro sacerdoti, internati in precedenza anche loro a Katzenau. Il Superiore dovette garantire alla i.-r. gendarmeria, di non rendere loro possibile nessun contatto con il mondo esterno. In pratica non potevano uscire mai dall’Abbazia! La loro corrispondenza doveva essere sempre esaminata dalla gendarmeria. Anche se quei tre anni di internamento in quel convento non furono trattati severamente

dai Padri Agostiniani, per i sacerdoti trentini quel periodo di segregazione e di inattività fu veramente una croce pesante da portare. Pasti separati in sala diversa e passeggiate solo all’interno dei giardini dell’Abbazia e sorvegliati. Si dedicarono con impegno agli studi teologici e contribuirono alle cerimonie liturgiche, celebrando nella chiesa dell’Abbazia la S. Messa. Verso la fine del 1917 i sacerdoti trentini furono liberati dal provvedimento di confino, ma gli ultimi otto sacerdoti rimasti, lasciarono l’Abbazia solo il 25 novembre 1918 e poterono ritornare in Trentino, diventato territorio del Regno d’Italia. Rimase fino al 1919 solo Don Carlo Libardoni. ■

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trentinoincontri di Paolo Chiesa

L’ARTE DI RIPRENDERE LA REALTÀ, MIGLIORANDOLA STEFANO BELLUMAT, ALIAS JOE BARBA È ORIGINARIO DI BORGO VALSUGANA MA ABITA A COGNOLA DOVE SVOLGE LA SUA PROFESSIONE DI VIDEO MAKER. UN LAVORO CHE HA REALIZZATO SPESSO PER GRANDI AZIENDE MA CHE ORA CERCA DI FARE PER DELLE REALTÀ PIÙ RADICATE SUL TERRITORIO ED A CONTATTO CON LE PERSONE. ANCHE PERCHÉ COME DICE LUI: «TUTTI I REGISTI HANNO UNA GRANDE RESPONSABILITÀ VERSO CHI GUARDA LE LORO OPERE». ED È PER QUESTO CHE LA SUA ARTE È RIVOLTA ANCHE AD ASSOCIAZIONI CHE SI OCCUPANO DI INSUFFICIENZA ALIMENTARE IN AFRICA O DI RAGAZZI “FUORI FAMIGLIA” CHE HANNO MOLTE STORIE DA RACCONTARE

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tefano Bellumat è diplomato Perito Meccanico ma già dalla terza superiore, «visto che in Italiano prendevo 8 e in matematica 4, avevo capito che forse la mia strada non era quella». Ed infatti si è laureato in Beni Culturali archivistici e librari, iniziando poi a lavorare come bibliotecario. Le sue passioni, oltre al calcio che lo vedeva segnare decine di gol con le squadre del Borgo, del Telve e dell’Ortigara Lefre, erano scrivere racconti e suonare la batteria con gli amici. Gli piaceva cioè creare storie con le parole e con la musica (molti ricordano le sue performance folk e rock con i Wooden Collective). E poi la scoperta, la prima volta che ha preso in mano una videocamera, che le storie che aveva in mente si potevano raccontare anche con i video. Per questo Stefano si è dedicato a “limare le proprie carenze” seguendo corsi di fotografia e di videoregistrazione, collaborando nel frattempo con Valsugana TV. Ed in particolare è stata la frequentazione del corso di “Storytelling and Performing Art-corso Filmmaking” presso la Scuola Holden di Torino con il conseguimento del relativo diploma, che gli ha dato la consapevolezza di essere in grado di creare una storia per poi filmarla e farla vedere e “vivere” alle altre persone. VIVA LA REVOLUCIÓN La prima creazione di Joe Barba è stata nel 2008 “Viva la Revolución”, un film 40

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trentinoincontri Sul set del video di “Intrecciando Nodi“ di Poor Works

realizzato in collaborazione con l’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona “S. Lorenzo e S. Maria della Misericordia” di Borgo Valsugana. Nel film, un gruppo di anziani non autosufficienti, residenti in una Residenza Sanitaria Assistenziale (ex Casa di Riposo), per attirare l’attenzione sulla propria condizione e rivendicare una vita diversa, decide di rapire e prendere in ostaggio il direttore della struttura. “Viva la Revolución” ha partecipato al Trentino Film Festival di Trento ed ha avuto un ottimo riscontro sia di pubblico che di critica.

prodotti commerciali per il web, web serie e documentari. Sono stati molti i suoi lavori per grosse realtà come FC Juventus, FCA (Fiat Chrysler Automobiles), Alfa Romeo, Bugatti, Fendi, Pitti eccetera. Poi però in Stefano ha iniziato a maturare la consapevolezza che il suo lavoro poteva essere un modo di promuovere realtà meno “consumistiche” e più radicate sul territorio e che hanno più a cuore le relazioni con le persone. Ne fanno parte i suoi lavori realizzati per

le Aziende di Promozione Turistica della Valsugana, della Paganella e della Val di Sole. Anche la tipologia dei suoi video ha iniziato ad essere meno orientata ad un unico filmato, magari costosissimo, ma più a brevi video da diffondere online e sui Social. LA RESPONSABILITÀ DI CHI CREA «Ho sempre cercato il modo di rappresentare con le storie la mia visione del mondo», dice Stefano, «e di provare,

DAI GRANDI NOMI ALLE REALTÀ PIÙ RADICATE SUL TERRITORIO L’intuizione di Stefano è stata quella di saper gestire in autonomia tutte le fasi del prodotto video, dalla creazione alla diffusione. Infatti Joe Barba si occupa della scrittura, della produzione, delle riprese, della regia e del montaggio senza bisogno di avvalersi di più professionisti specializzati in ognuna di queste fasi. E da lì è iniziata la sua attività di “Storyteller, Video Producer and Filmmaker” e cioè Narratore, produttore di video e regista con le prime collaborazioni locali fino ad arrivare agli oltre 300 prodotti tra videoclip musicali, 41

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trentinoincontri A Maputo, Mozambico, con due nativi

sta facendo di concreto per aiutare chi ne ha bisogno».

per quanto mi è possibile, di dare il mio apporto per cercare di migliorarlo. Una volta i buoni sentimenti, l’amore, l’altruismo, l’onestà, si trovavano solo nei libri ma ora, con l’evolversi della tecnologia e il venir meno della lettura soprattutto tra i giovani, quegli stessi sentimenti si possono rappresentare anche attraverso i video. Tutti i registi dovrebbero sapere di avere una grande responsabilità verso chi guarda le loro opere. Va bene la critica alla società nella quale viviamo ma anche i sentimenti devono avere il loro spazio nelle creazioni di noi registi. Prima di tutto perché il tempo che la gente spende nel guardare un film o un video non ritorna indietro e quindi non deve essere sprecato con delle storie scadenti. Ma soprattutto perché dobbiamo rappresentare cose belle che possano aiutare chi guarda a migliorare se stesso e la propria percezione del mondo e delle altre persone.»

Stefano è andato in Tunisia a registrare dei filmati. La seconda è AGEVOLANDO, l’Associazione che opera nell’ambito del disagio sociale dei minori e dei neomaggiorenni “fuori famiglia”, cioè quei ragazzi allontanati dalla famiglia a causa di negligenze, trascuratezze, maltrattamenti o abusi subiti oppure ragazze e ragazzi provenienti da altri Paesi e arrivati in Italia da soli, quando ancora minorenni. Joe Barba li aiuta con le sue capacità a raccontare le loro storie. In questo senso Stefano ha le idee chiare: «Si fa presto a dire che ci sono delle persone che hanno necessità del nostro aiuto ed altre che hanno difficoltà ad uscire da situazioni complicate. Ma noi creativi, come d’altronde chiunque nel mondo, dovrebbe domandarsi cosa

IL FUTURO Il futuro più importante per Stefano è quello che vedrà lui e la moglie Valentina diventare genitori, infatti proprio in questo mese di gennaio nascerà il loro bimbo. E per lui, Joe Barba si è chiuso in uno studio di registrazione insieme ai suoi amici musicisti per la realizzazione di un album di ninne nanne. Ma i prossimi mesi lo vedranno proseguire anche con le sue idee creative: magari con la scrittura di una Serie, cioè una fiction come quelle che spopolano ora in televisione ed online. E poi la prosecuzione della sua idea di diffondere la sua testimonianza non solo con le sue opere filmate: «il mio lavoro ha il valore aggiunto di poter trasmettere le mie idee per cercare di migliorare il mondo in cui viviamo e io cerco di farlo anche al CreativityLab, il promotore di sperimentazione e innovazione dell’Istituto Degasperi di Borgo Valsugana che è uno spazio dove le idee degli studenti trovano il modo di esprimersi. Ma anche in ambito universitario: recentemente ho portato la mia esperienza di Video Maker al Corso di Marketing e Comunicazione dell’Università di Parma.» DOVE TROVARE JOE BARBA Per essere aggiornati sulle molte attività di Joe Barba basta cercarlo su Facebook o guardare i suoi video digitando “Joe Barba on vimeo” od ancora andando a curiosare sul sito storytravelers.com dove Stefano condivide la sua passione per il viaggio con altri storytellers. ■

Con la moglie Valentina, in tenera attesa...

«IL MONDO CHE VORREI» Tra le molte attività di Stefano trovano spazio anche quelle che hanno un risvolto sociale, in collaborazione con chi si occupa di persone bisognose di aiuto. Si tratta di “A nodo mio”, un progetto di comunicazione sostenibile nato per aiutare Associazioni, Enti ed Organizzazioni Non Governative a raccontare il proprio operato. Citiamo due di queste iniziative: i video realizzati per CEFA (il Seme della Solidarietà), l’Organizzazione Non Governativa che aiuta le comunità più povere del mondo a raggiungere l’autosufficienza alimentare e il rispetto dei diritti fondamentali, per la quale 43

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trentinoteatro trentinoattualità UNA VICENDA TRAGICA CON ANCORA TANTE, TROPPE QUESTIONI TRISTEMENTE E VERGOGNOSAMENTE IRRISOLTE, MIRABILMENTE RESTITUITA ALLA MEMORIA COLLETTIVA DA PINO LOPERFIDO IN “CIÒ CHE NON SI PUÒ DIRE. IL RACCONTO DEL CERMIS”, DEL 2001, DA CUI È STATA TRATTA UN’INTENSA “ORAZIONE CIVILE”, INTITOLATA “CIÒ CHE NON SI PUÒ DIRE”, INTERPRETATA VENT’ANNI DOPO DA MARIO CAGOL

“GIUSTIZIA NESSUNA, RABBIA TANTA“ di Sandra Matuella

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ario Cagol è un attore tentino molto amato per la sua irresistibile vena comica e per la capacità di raccontare le storie, tutte le storie, anche le più drammatiche, come quella che prende le mosse il fatidico 3 febbraio 1998, quando un aereo Prowler della base americana di Aviano, sorvola la Valle di Fiemme e spezza i cavi della funivia del Cermis, a Cavalese, con venti persone a bordo. Una vicenda tragica con ancora tante, troppe questioni tristemente e vergognosamente irrisolte, mirabilmente restituita alla memoria collettiva da Pino Loperfido in “Cio che non si può dire. Il racconto del Cermis”, del 2001, da cui è stata tratta un’intensa “orazione civile”, intitolata “Ciò che non si può dire”, interpretata vent’anni dopo da Mario Cagol. L’attore porta in scena la versione puntualmente aggiornata da Pino Loperfido e ci racconta qual è stata l’emozione dominante all’idea di affrontare un testo drammatico così toccante, e quale è la sua emozione ora, dopo il dovuto rodaggio teatrale, nell’interpretare questa storia che costituisce ancora una ferita aperta della nostra terra. 44

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“La mia personale storia, legata a questo monologo di Pino Loperfido, parte tanti anni fa. Poco dopo la pubblicazione del testo di Ciò che non si può dire. Quindi una ventina di anni fa, ho letto un paio di pagine interpretandole e registrandole su una cassettina audio del tempo, credo una mitica Basf 60. La cassetta dentro una busta è finita nella bussola delle lettere di Pino. Lui ancora la conserva e dopo parecchio tempo ecco che le cose hanno fatto il loro corso fino alla realizzazione, dapprima della versione radiofonica per Rai Radio Uno in 13 puntate, poi la riedizione teatrale. Questo per spiegarti che la possibilità di poter interpretare un testo ben scritto, con argomenti diversi dal mio genere, mi affascinava da tempo. L’emozione più grande la vivo ogni volta sul palco quando tutta la gente presente si incammina con me in questo viaggio nel tempo e nella vita del protagonista, facendosi coinvolgere creando un’atmosfera unica. Ogni volta. L’argomento è sempre attuale, purtroppo, infatti sentiamo quotidianamente parlare di situazioni dove gli appelli delle persone non vengono considerati e solo... dopo... si corre ai ripari.

PROSSIME DATE 19 gennaio - Ora (BZ) 22 gennaio - Riva del Garda (TN) 26 gennaio - Brentonico (TN) 1 febbraio - Teatro Sociale (TN) 2 febbraio - Cavalese (TN) 3 febbraio - Meano (TN) 30 marzo - Levico Terme (TN) 15 giugno - Caldonazzo (TN)

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trentinoteatro Alessio Zeni, musica dal vivo in scena

CHI È

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ttore teatro, fiction tv, radiodrammi. Cabarettista. Presentatore brillante di manifestazioni ed eventi. Conduttore televisivo, dj radiofonico. Autore programmi radio e tv. Doppiatore. Mario Cagol nasce a Bolzano il 22 settembre 1969 e vive e risiede a Trento dal 1970. Vent’anni di esperienza radiofonica nelle maggiori realtà della Regione. Ideatore di programmi radiofonici, autore di spot pubblicitari, di fiction televisive. Sei anni nella prestigiosa compagnia teatrale di Andrea Castelli. Frequenta corsi di dizione e fonetica. Doppiaggio spot nazionali. Numerose esperienze teatrali e televisive. Per dieci anni conduzione radio in un’emittente radiofonica che copre parte del nord Italia (radio Viva fm). Il “Rododentro” è una sua trasmissione andata in onda per ben 14 stagioni su Radio 2 Rai. Negli ultimi anni prosegue la sua collaborazione con la trasmissione “Il Sommario” (contenitore comico) alla tredicesima edizione, su Radio Uno Rai. Ha partecipato, con piccole parti, a Fiction per Rai e Mediaset. Collabora con Radio Rai in qualità di attore in sceneggiati radiofonici e letture d’autore. Ha condotto tre edizioni della trasmissione “Italia per aria” per il canale tematico di viaggi DOVE Tv del pacchetto Sky. Monologhista teatrale (cabaret e non solo) presentatore tv.

Adesso è lei a dare voce e corpo alla vicenda del Cermis: due attori con una forte vocazione comica, che sono riusciti ad esprimere tutta la drammaticità di questo evento. Possiamo dire, a questo proposito, che il tragico non è altro che il comico visto di spalle? “Potrei anche dire che il tragico è il comico se lo guardi bene negli occhi, comunque sicuramente per chi fa questo mestiere, quello di cercare il sorriso sul volto della gente, spesso la malinconia fa capolino. Il desiderio di poter emozionare anche attraverso altri livelli diventa quasi una necessità e se questa reclama fortemente il suo spazio, credo possano solo uscire prodotti di qualità”. “Ciò che non si può dire”: per un attore questo titolo rappresenta già di per sé una bella sfida, perché invita a esprimere l’indicibile non tanto o non solo con la voce, ma con un linguaggio non verbale. Come ha lavorato su di sé a livello corporeo, mimico ed espressivo? “Ho avuto l’aiuto di persone qualificate che mi hanno dato le giuste indicazioni guardandomi dalla corretta angolazione, in questo caso il regista Mirko Corradini ha saputo cogliere ed evidenziare le mie caratteristiche comunicative, facendole emergere nei giusti momenti. Ritengo comunque la voce l’elemento portante, la voce per me è uno degli elementi fondamentali della comunicazione, unica, espressiva sempre, anche quando non ci si rende conto”. E la voce diventa protagonista anche attraverso la musica in questa rappresentazione, giusto? “Esatto, infatti sul palco con me a condividere l’emozione del racconto c’è l’amico Alessio Zeni, musicista e cantante dalle indiscusse qualità. Lui riesce ad elevare la storia e il mio raccontare attra-

verso l’emozione della musica e della sua voce. Interpreta per il monologo brani inediti appositamente creati ed interpretati in lingua inglese, volutamente, per dare un sapore molto più ampio al messaggio che si vuole dare”. Come pensa che questa sfida teatrale possa influire sul suo percorso artistico futuro? “Spero tanto di poter portare questo monologo oltre i confini regionali perché ritengo abbia tutte le caratteristiche per essere apprezzato ovunque, proprio perché il tema è assolutamente internazionale e senza tempo. L’intenzione è quella di mantenere comunque vive tutte due le mie “espressioni”, sia il lato comico e leggero permettendomi però ancora di esprimere sul palco anche gli altri aspetti del mio mestiere di comunicatore”. Una data importante da segnalare? “Sicuramente il primo febbraio al Teatro Sociale di Trento, li porteremo “Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis” e sarà una grande emozione poter raccontare questa storia nel teatro più ■ “emozionante” della città”.

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trentinoarte

Amici Artisti di Renzo Francescotti

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ingolare personaggio il nostro Salvatore Capossela, che abita a Vilazzano, ma è nato a Napoli nel quartiere Vomero; aveva solo tre mesi quando suo padre Luigi vinse un concorso per un posto all’Intendenza di Finanza di Trento. Salvatore è così un trentino da oltre cinquant’anni, anche se il dialetto lo capisce perfettamente ma non lo usa. Suo padre (scomparso nel 2008 a 85 anni, e a cui era attaccatissimo), era un appassionato di pittura: eseguiva copie da opere storiche, con grande cura, impiegando mesi per portarle a termine. Da lui Salvatore ha ereditato la passione per la pittura; dal nonno, falegname costruttore di mobili, la manualità, l’abilità a lavorare il legno: si è costruito anche qualche mobile per la cucina e, di norma, si fabbrica le cor-

“Il violinista” 46

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DIETRO IL VETRO SALVATORE CAPOSSELA HA EREDITATO DA SUO PADRE L'AMORE PER LA PITTURA E DA SUO NONNO LA MANUALITÀ. HA DIPINTO MIGLIAIA DI OPERE, ANCHE SU VETRO, A ROVESCIO... nici con vecchio legno, dalle misure e forme più varie. Salvatore non si vergogna di dire che è stato bocciato in prima elementare (“bocciato” è una parola che uno come me, che è stato docente per una vita, non sopporta: preferisco dire “fermato” per dare possibilità al ragazzo di maturare). Salvatore era dislessico e allora questo disturbo della lettura era poco noto e quindi penalizzato. Dopo lo studio concluso col diploma di avviamento professionale, Capossela ha lavorato come carrozziere, operaio alla Michelin e infine al CRM, dove opera tuttora. Si è sposato due volte, con due donne trentine: dalla prima ha avuto due figli, Lorenzo e Giulia Monica, che attualmente lavorano in Australia; dalla seconda compagna, Francesca, è nata Chiara, un deliziosa bambina di quattro anni. Di laboratori ne ha avuti diversi: uno che si affacciava verso le mura e Piazza di Fiera, sopra quello del molto noto Marco Berlanda; uno in Via Malpaga, aperto nell’anno

2000 e chiuso nel 2004; e infine uno aperto da poco, che lui si è ristrutturato aiutato da amici, all’inizio di Via San Bernardino, all’incrocio con Via Milano. Il nostro artista ha cominciato col dipingere su vetro nei primi anni Novanta. Non sapeva niente della storia della pittura su vetro, una pittura popolare praticata nei secoli scorsi soprattutto in Baviera, ma ripresa anche, modernamente, dagli artisti espressionisti del Die Brücke agli inizi del ’900. Era successo

“L’ultima cena”

che suo padre adoperasse come tavolozza dei pezzi di vetro e che Salvatore ne avesse osservato uno sul retro, rimanendo affascinato dal loro effetto coloristico. Così ha cominciato a dipingere sul retro dei vetri o di ritagli di plexiglas, servendosi non di pennelli ma delle dita. Aveva esposto questi lavori in una collettiva nel 1996 in Via Malpaga a Trento, promossa dall’Associazione “Arteria” (assieme al suo amico Giuliano Lunelli, pittore di nature mote di modello fiammingo,


trentinoarte “Autoritratto”

col quale e con altri avevano anche inventato il “Mercatino dei Gaudenti”); o in una mostra in Sala Maier a Pergine nel 1999. Quell’anno aveva avuto il suo quarto d’ora di notorietà nazionale, chiamato a esibirsi in diretta nella famosa trasmissione “Buona Domenica”, ospite di Maurizio Costanzo. Poi era passato a dipingere con pennelli e spatola, su tela o su tavola, pitturando soprattutto scorci di Trento. Ne scriveva Fiorenzo Degasperi in un articolo sull’Alto Adige, dell’aprile 1999, in cui definendo Capossela un artista atipico individuava la città come “campo di suggestioni e di sensazioni da cui partire per fare un discorso sulla visione. Una visione particolare legata strettamente al sentimento e allo scorrere del tempo”. Degasperi è praticamente l’unico critico che abbia scritto finora sul nostro artista; il quale non si è mai preoccupato di andare a tirare i critici per la giacchetta. E non ha mai finora trovato una personalità di peso che gli abbia dato dritte preziose quanto fondamentali. Per cui è successo (ed è il suo grosso limite) che ha camminato come un fiume che porta fango, scorie e cose morte assieme a materiali vitali. Un fiume che procede

ma anche recede nei meandri, avanza a zig-zag, scorre veloce e si impaluda. Capossela ha dipinto migliaia di quadri (troppi, a meno che non ti chiami Pablo Picasso…). In lui emerge un filone espressionistico sin dai primi anni di attività, con alcuni lavori di notevole originalità: Autoritratto (cm 30x30), acrilico e olio, del 1995, dove Salvatore si dipinge ingobbito sul cavalletto, con colori materici violenti. O Badia di San Lorenzo, dell’anno seguente (cm 53x 48), acrilico e olio a impasto grasso, materico, nel quale il cielo è occupato da guizzanti lacerti a cromie violente viola e verdi. Si può individuare poi un altro filone in cui la componente espressionistica si coniuga con quella ironica: così in Il violinista, ritratto di un musicista dal volto e dalle mani allungatissimi, sottilissimi baffi mongoli, il violino piccolissimo, tutte le forme e i colori deformati sul versante ironico e surreale. C’è anche un’altra componente, di eredità a mio avviso napoletana, pulcinellesca, anch’essa che va ad impastarsi (forse involontariamente) con un’ironia dal gusto ingenuo, naif. Così in L’ultima cena cm 50x70, olio e acrilico, in cui (a una stretta mensa quasi priva di pietanze, dove figurano anche due candele che non danno luce e ai tempi di Cristo non esistevano) siedono i dodici apostoli schiacciati spalla a spalla con Gesù: hanno facce patibolari, occhi enormi, Gesù ha un volto triste e spaventato e tutti mostrano in primo piano, sotto il tavolo, una selva di gambe legnose. Non propriamente un quadro d’arte sacra… Insomma, un outsider istintivo, spiazzante, sperimentalista a modo suo, il nostro Salvatore Capossela; e nei suoi momenti migliori sorprendente. Quando non dipinge p.n.f., “per necessità di famiglia”, come amo dire ■ talvolta… 47

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NUOVI DENTI, SUBITO! IMPIANTI DENTALI IN UN GIORNO, SENZA PUNTI E SENZA DOLORE. ALLO STUDIO SOCIALDENT DI MEZZOLOMBARDO CHIRURGIA GUIDATA, IMPIANTI ZIGOMATICI E CARICO IMMEDIATO

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terminata la pianificazione virtuale, una stampante 3D realizza una mascherina chirurgica che, applicata in bocca, permette al chirurgo di inserire gli impianti esattamente come progettato al computer. A questo punto, si applicano i nuovi denti.

L’implantologia a carico immediato permette di avere denti fissi da subito, posizionandoli sui nuovi impianti inseriti; in questo modo si evita il disagio di rimanere senza uno o più denti, aspettando la conclusione dei lavori protesici. Il termine “carico immediato”, infatti, significa che i denti sono posizionati all’istante in modo fisso, con una riabilitazione estetica e funzionale immediata. Grazie alle apparecchiature tecnologiche di ultima generazione, lo staff di Socialdent è in grado di eseguire in studio tutte le tappe della chirurgia guidata e si conferma tra gli studi dentistici più all’avanguardia del Trentino Alto Adige. La prima visita è completa e senza impegno: prenotate per scoprire tutte le offerte e le convenzioni di Socialdent! ■

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SPOSI D’INVERNO: UNA FAVOLA ANCOR PIÙ MAGICA PROFUMO DI FIORI D’ARANCIO O, MEGLIO, DI FIORI D’INVERNO. VOGLIAMO PRESENTARE TUTTO QUELLO CHE RIGUARDA IL MATRIMONIO, MEGLIO SE DA FAVOLA

a scelta dell’abito, gli addobbi floreali, la location, le bomboniere del momento, il trucco ed il mitico viaggio. Ma senza tralasciare l’aspetto pratico e concreto, come la lista nozze. Quindi tante idee e consigli per le noz-

ze perfette. Il matrimonio invernale è una delle proposte più interessanti nel panorama dell’organizzazione di matrimoni; funziona molto il matrimonio d’inverno in stile nordico, che vive tutta la sua pianificazione e il suo

allestimento sulla tematica della stagione fredda e delle atmosfere “da camino acceso”. Nessuno si spaventi per le basse temperature: a livello di allestimento, non esistono grandi differenze con i matrimoni primavera-

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trentinospecialesposi estate. Questo grazie alle strutture di ristorazione che costituiscono il set, capaci addirittura di realizzare dei buffet di aperitivi all’esterno. E se il primo grande ostacolo può sembrare lo svantaggio climatico, in compenso si arricchiscono in maniera proporzionale, le opportunità per fare un matrimonio speciale proprio nella stagione fredda. Pensiamo solo alla possibilità di reperire location, professionisti e fornitori in maniera molto più agevole e di godere di grandi attenzione da parte di chi si occuperà di ogni dettagli dei vostri preparativi, in quanto molto più “libero” da impegni, cosa molto più complessa in estate. Quando si pensa all’inverno, spesso, si cade nell’errore di vedere questo periodo come una stagione “morta”, priva di vita e vitalità, specie quando si pensa ai fiori. In realtà, pare che l’inverno sia proprio, per i fioristi, la stagione ideale per realizzare composizioni di matrimonio. D’inverno cambia tutto, per non dire che i prezzi dei fiori sono, in molti casi, più convenienti del solito – trattandosi di una “bassa stagione” – per gli eventi che ne richiedono in abbondanza, proprio come i matrimoni. Oltre al costo, un ulteriore vantaggio è dato dalla maggior disponibilità per la scelta della data; solitamente un’attività di floral design quotata e richiesta stipula contratti con gli sposi un anno prima, ma al contempo d’inverno si può “rischiare” con maggior relax e meno stress un matrimonio last-minute. Il Nord Italia è proprio nell’area in cui il matrimonio d’inverno ha avuto la crescita maggiore negli ultimi anni, vuoi per il clima, vuoi per una maggior recettività alle novità e al cambiamento. Questo ha portato gli esperti del settore a maturare un’esperienza davvero importante nel

campo dei winter wedding, che costituisce un valore aggiunto alla già completa offerta dei loro show room primaverili ed estivi e tutto ciò che vi ruota intorno. I recenti sondaggi indicano che i matrimoni hanno subito una certa flessione; in realtà ci si sposa di meno, ma chi affronta oggi il grande passo, lo compie con forse maggior convinzione di un tempo. E per lo stesso motivo esige una cerimonia – religiosa o civile che sia – altamente significativa, corredata di tutti quegli elementi che ne fanno un evento nella vita. Tante le novità d’Oltremanica pervenute ed entrate in uso anche da noi: dall’impiego del wedding planner (una sorta di organizzatore di matrimonio) alle cerimonie alternative, ispirate a culture lontane e da nuove suggestioni. A fianco delle nuove tendenze, tiene bene il classico, magari rivisitato e reinterpretato in canone attuale. Certo, sposarsi è un grande impegno, prima di tutto organizzativo; occorre trovare i tempi giusti e non in conflitto con il lavoro. Bisogna evitare di giungere al momento del sì senza un briciolo di energia e considerare come poco produttivo lo stress da cerimonia. In aiuto alle nuove coppie in lizza per il sì, arrivano anche le moderne tecnologie. La lista di nozze si manda anche via mail, i promemoria si appuntano sui tablet, gli indirizzi si recuperano anche sullo smartphone. L’ultimissima novità in campo di nozze è la Wedding App, un’applicazione scaricabile da tutti gli invitati per avere informazioni dettagliate e precise, nonché per seguire in prima linea lo svolgimento dei preparativi e la luna di miele. Una volta non c’era niente di tutto questo e ci si sposava lo stesso. Sta agli sposi di oggi utilizzare al meglio queste nuove opportunità. 51

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trentinospecialesposi na riuscita del risultato. Per questo motivo, ogni dettaglio va curato e seguito in modo adeguato, così da consentire il perfetto svolgimento del matrimonio. Sempre più indispensabile, a questo punto, la presenza della figura dell’organizzatore dell’evento (wedding planner), per cogliere ogni sfumatura e non rischiare di sbagliare. Anche perché sposarsi è sempre una favola, che va vissuta come tale. La funzione di questo guru delle nozze è importantissima, perché costruisce a vostra misura e a vostra immagine il percorso, crea il giusto equilibrio tra tutte le voci che compongono l’insieme unitario e non tralascia anche il più piccolo particolare. L’organizzazione del matrimonio resterà così nel cuore della sposa e sovente andrà a ripescare i ricordi non solo della cerimonia ma anche e soprattutto del lungo periodo di preparativi che ha vissuto in molti mesi. Il lavoro del/della wedding planner è totalizzante: tante ore passate con gli sposi per conoscere le loro passioni e tradurle in un evento da non dimenticare.

Stile e tendenza

Il matrimonio si evolve nel tempo e ciclicamente sorgono nuove tipologie, che rispecchiano le nostre naturali inclinazioni. Attualmente la tendenza segue lo stile all’inglese, che si caratterizza per sobrietà ed eleganza. Tutto è calibrato su questo filone: dalla scelta del luogo del ricevimento, che potrà essere un castello, alla ricerca dei dettagli di classe, come il filato dei tessuti, la posateria d’argento e le ceramiche dai toni pastello. Immancabile un angolo buffet per il tea time, con assaggi di tè e biscotti, a celebrare un momento sacro per l’Inghilterra. Anche il vestito della sposa può ricordare il momento retrò; di gran52

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de effetto un abito di stile Novecento, magari ricamato all’uncinetto o corredato da pizzi discreti. Anche l’automobile potrà essere una berlina o la classica Rolls-Royce, per rimanere aderenti e coerenti con uno degli stili più amati del momento.

Nuove indispensabili professioni: i wedding planners Il matrimonio è composto di tanti piccoli elementi, tutti collegati tra loro in un imprescindibile intreccio. Un po’ come gli ingredienti di una torta, che partecipano in misura importante alla buo-

La location ideale? Eccola I luoghi perfetti per la cerimonia ed il rinfresco non vanno idealizzati, ma creati e pensati su misura per gli sposi. La giusta soluzione deve essere un posto che trasmetta emozioni, che si colleghi ai vissuti dei protagonisti e che costituisca soprattutto un imperdibile scenario per fissare i momenti più belli ed intensi. Premesso questo, la tendenza attuale è quella del matrimonio green, in montagna, tra i vigneti, nelle fattorie. Molto gettonati anche i musei – che spesso mettono a disposizione sale e spazi adeguati – le baite alpine ed i vecchi fienili. Essenziale il raccordo con la vita dei pro-

tagonisti; i luoghi possono essere ispirati ad un particolare momento di vita, ad un ricordo d’infanzia, ad un’esperienza vissuta. Sempre nella lista dei favoriti le ville e i castelli, che regalano attimi indimenticabili. Vastissima la scelta, a seconda del numero degli invitati e del filo conduttore dell’evento.

Un classico: le foto Anche il servizio fotografico si evolve e subisce gli effetti e le tendenze del momento. Se la voglia di nuovo fa al caso vostro, se non vi sentite in linea con il classico fermo immagine e le pose studiate momento per momento, lasciatevi affascinare dalle novità più divertenti del momento. Arriva dall’America il Photoboot, che prende spunto dalle cabine in cui si fanno le fototessera e dove spesso gli amici ne approfittano per fermare un attimo divertente di una serata o di un momento di ritrovo in compagnia. Per realizzare questo simpatico procedimento nel giorno delle nozze è indispensabile avere a disposizione uno spazio allestito con uno sfondo a tema (neutro, western, a fumetti o paesaggistico) e allestire la scena con materiale ed accessori ispirati al contesto (baffi, occhiali, maschere, cappelli, ecc). Detto fatto, basta divertirsi e scattare foto. Che risulteranno indimenticabili.

Bomboniere e dintorni Le bomboniere, si sa, costituiscono un dettaglio importante, capace di descrivere appieno lo stile dell’evento. Anche in questo settore, le novità che fanno capolino e che accolgono sempre più i favori degli sposi, sono quelle ispirate all’ambiente, magari realizzate a mano e con occhio al budget. Moltissi-


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me coppie scelgono quindi l’abbinamento ecologia e risparmio, nella chiave della sostenibilità e dell’attenzione all’ambiente. Via libera allora ai materiali riciclati, al fai da te, alle soluzioni creative ed originali. Il primo materiale che sale alla mente e che risponde a queste peculiari caratteristiche è la carta. Ogni elemento decorativo può essere realizzato anche

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con carta di giornale e vecchi libri. Ma le idee sono tante e diversificate in questo settore: dalle bomboniere realizzate con vasetti della marmellata ai segnaposto costituiti da piantine. Se siete appassionati di decorazione, lavorate personalmente ogni singolo elemento, in modo da personalizzare e identificare con un tocco di originalità il vostro pensiero verde.

Un mito: la torta

I fiori, immancabili protagonisti

La torta costituisce il gran finale ad effetto e, dopo il momento del sì, si può definire il punto forte delle nozze, il momento più atteso. Spesso si riserva a questa frazione basilare della cerimonia una saletta riservata o un punto raccolto, così da creare la giusta atmosfera e l’intimità necessaria per il taglio della torta, simbolo e suggello del matrimonio. Quando viene svelata agli occhi degli invitati, diventa inevitabilmente la protagonista dell’evento. I colori sono quelli delle nozze: bianco, avorio, crema, perla; le altezze quelle desiderate, ma fanno molto tendenza i piani alti, dagli effetti 3D decisamente scenografici e ben visibili nelle immagini. Tante le idee da concretizzare: le decorazioni in pizzo (che magari ricordano l’abito in stile della sposa), le cascate di fiori dolci, le rose bianche disseminate ovunque, i morbidi drappeggi e i giochi cremosi impreziositi dai dettagli in oro e argento.

Delicati e profumati, colorati e coreografici. Questo, e molto altro ancora, rappresentano i fiori nell’ambito del matrimonio. Presenti ovunque, in ognuno dei singoli momenti che costituiscono la cerimonia, vanno scelti con cura e minuziosa dovizia, per renderli visibili ma al tempo stesso discreta presenza dai toni dolci e tematici. La passione per l’arte floreale si traduce nei gusti e nelle interpretazioni personali, ma anche in questo campo si fanno sentire le tendenze più recenti e decisamente molto accattivanti, dagli effetti stupefacenti. Il trend al momento parla di stile retrò, definito vintage style, un raffinato intreccio di sobrietà ed eleganza. Sfilano quindi le rose antiche, le peonie, le ortensie, le dalie; campagnoli e genuini i ranuncoli, accompagnanti da foglie di contorno che riportano alla stagione. I colori sono quelli delicati, assolutamente vincenti: il rosa antico, il

Agli sposi dedichiamo grandi cure: dalla compilazione del menù, (che scegliamo insieme a voi), fino ai dettagli legati all’accoglienza e alla preparazione degli ambienti, facendo divenire realtà ogni vostro desiderio

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trentinospecialesposi violetto della lavanda e tutte le sfumature del beige accesi intenzionalmente – ma solo a tratti ben delineati – dai toni accesi e vibranti del porpora, del corallo, del blu e del viola. Il bouquet della sposa, che sintetizza il filo conduttore floreale, riscopre l’abbinamento semplicità e raffinata eleganza e si traduce in un armonico insieme di calle e rose, delle tante versioni delle peonie e dei fiori che più rappresentano l’evento. Al fiore si aggiunge il particolare, che da dettaglio diventa protagonista: il glitter, l’inserto oro o argento, i cristalli scintillanti e l’inserto agreste con foglie di campo per un effetto country estremamente gradevole.

momento è quello a sirena, avente come punto forte la scollatura sulla schiena e la coda dell’abito che ricade in morbide forme; per un effetto scenico, il corpetto è scolpito e quasi intagliato, con giochi di trasparenze retrò. Per le super romantiche, la gonna ampia a balze, il monospalla, e lo strascico, anche appena accennato. Fondamentale esaltare il punto vita con preziose cinture o trasparenze sensuali. Sempre apprezzato anche il taglio dritto con mini strascico, per un abito all’insegna della sobrietà e del gusto classico e intramontabile.

Il vestito di lei? Un sogno, per sempre

La sposa deve risplendere in ogni minimo particolare, dalla testa ai piedi, senza tralasciare nulla di curatissimo e prezioso. Elemento importantissimo la scarpa, possibilmente scintillante, preziosa e raffinata. Le calzature giocano un ruolo fondamentale e vanno scelte seguendo lo stile del matrimonio, l’interpretazione dell’evento e naturalmente il look definito dall’abito. Di gran voga il tacco alto – che slancia e valorizza ogni figura – arricchito da un ampio plateau, sempre indicato per mettere in luce la siluette. Dettaglio perfetto è l’intaglio in pizzo o ricamato, impreziosito da cristalli. Sulla cresta dell’onda la scarpa in raso, quella tempestata di gioielli, il sandalo altissimo con tacco a spillo.

L’abito rappresenta le nozze, è il primo pensiero della sposa e del suo sogno. Esiste quello perfetto? Certamente, basta scegliere quello che risponde ai criteri necessari per il matrimonio: sensualità, raffinatezza ed eleganza. Per quante optano ad indossare un unico vestito per la celebrazione ed il rinfresco, la parola chiave deve anche essere una comodità quantomeno accettabile e semplice da indossare. Il colore, manco a dirlo, è il bianco in tutte le sue sfumature. Ma c’è chi osa anche con il colore – e le star americane ne sanno qualcosa – specie nelle gamme del rosa e dell’azzurro. Colori a parte, la sposa deve essere bella e seducente ma senza strafare; la tendenza del momento richiama a forme morbide che esaltano la femminilità, impreziosita e messa in risalto anche da scollature profonde, soprattutto sulla schiena. E se favola dev’essere, via ai tessuti da favola: inserti di pizzo, cristalli dappertutto, nuvole di velo e di tulle. L’abito del

Scarpe e tacchi, binomio vincente

I dettagli più intimi Tutti grandi marchi che firmano l’intimo femminile hanno uno spazio per la wedding collection, pensata per la donna esigente ed attenta alla propria femminilità. Sotto il vestito, che rappresenta l’essenza più visibile della sposa, la cura per i dettagli deve es-

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sere ai massimi livelli: dalla sottoveste alla giarrettiera, dal babydoll al body modellante. Indispensabile provare sempre l’intimo scelto sotto l’abito da sposa, per scongiurare la fuoriuscita di spalline o altri spiacevoli inconvenienti, come cuciture troppo vistose o tagli che segnano i fianchi. La scelta del reggiseno deve tener conto del risalto necessario alla scollatura: non troppo modesto ma nemmeno esplosivo. Per chi ne avesse bisogno, via libera ai capi intimi modellanti, che garantiscono un effetto dimagrimento immediato, di anche due taglie in meno. I

colori saranno strettamente coordinati all’abito, con la preferenza verso il bianco, il perla e l’avorio; apprezzabili e di gran moda anche i toni delicati delle tinte pastello. Le calze saranno trasparenti o bianche, meglio autoreggenti per un tocco ancora più sensuale. Per la prima notte di nozze, largo ai babydoll trasparenti, ai corsetti con un pizzico di audacia ed alle raffinate sottovesti di seta o di pizzo.

L’eleganza di lui Come la sposa, anche lo sposo diventa protagonista delle

nozze, a cominciare dall’abito. Attualmente esiste un vero e proprio vademecum tutto pensato per lui e per il suo look, che deve tener conto di alcuni elementi fondamentali. Innanzitutto è d’obbligo il tre pezzi, con un richiamo stretto al vestito della sposa. Per gli amanti del classico, largo spazio ai modelli che prevedono il tight in lana, con gilet a cinque bottoni o al gettonatissimo doppiopetto. La camicia di tendenza è rigorosamente bianca, con polsi doppi. La cravatta si alterna al papillon o al plastron di seta, secondo l’inclinazione e l’impostazione dell’intera ce-

rimonia. Ai dettagli classici, caratterizzati da uno stile sobrio e raffinato, si affiancano le innovazioni e le trovate più ardite, come gli inserti scintillanti sulla giacca da abbinare a qualche richiamo trendy sui polsini e sulla camicia. La scelta tra tradizionale e moderno è esclusivamente personale e personalizzabile; il colore del momento è l’azzurro, ma incontra moltissimi favori anche il classico impreziosito da dettagli nuovissimi e all’ultima moda, come i glitter che richiamano l’abito della sposa. Non trascurabili gli accessori, come l’orologio da polso e le bretelle, che danno un tocco di ricercatezza e di originalità, senza dimenticare il classico stile dello sposo. Largo spazio anche ai tessuti raffinati, proposti in tinte pastello. Per stupire e riconoscersi unici.

Un particolare importante: i gioielli A partire dalle fedi, i gioielli costituiscono un elemento essenziale e senza tempo. Linearità ed unicità, gusto classico con tocchi personali; queste sembrano essere oggi le tendenze del look gioielli per gli sposi. Ma attenzione, senza esagerare. Qualcosa di unico e prezioso sì, ma delimitato da regole precise ed imprescindibili.

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trentinospecialesposi Niente anelli e bracciali, che finirebbero per togliere alla fede il ruolo da protagonista; niente accessori troppo vistosi, che andrebbero a sottrarre attenzioni al vestito ed allo spazio riservato all’anulare. Via libera invece a gioielli piccoli e discreti, ma scegliendo solo il necessario ed evitando parure eccessivamente impegnative e visibili. Il gioiello va naturalmente a pari passo con l’abito e con l’intero look: se la scollatura è profonda, va delicatamente impreziosita; se la pettinatura è raccolta gli orecchini saranno indispensabile elemento che esalta l’acconciatura. Indispensabile, anche in questo caso, provare preventivamente gli abbinamenti, facendosi consigliare. Se ad esempio l’abito è tempestato di cristalli, giocare al minimo sul fronte preziosi, in modo da non abbagliare eccessivamente ed oscurare lo sposo. Le fedi sono ovviamente le protagoniste dei gioielli degli sposi; molto trendy quelle semplici in oro giallo o bianco, arricchite da un diamante.

Capelli e acconciatura: come stupire... semplicemente Sciolti o raccolti che siano, i capelli rappresentano e completano interamente lo stile dell’abito, interpretando appieno la lettura stilistica dell’evento. Le parole chiave in fatto di capelli sembrano essere tutte le diverse sfumature delle onde. Ravvivare l’acconciatura con morbidi ed ondulati stili, caratterizza il lato romantico del matrimonio e dona quell’effetto anni ’20 e ’50, tanto caro alle spose di oggi. Lungo o corto che sia il taglio, largo spazio al mosso ordinato. Messi al bando chignon troppo stretti e pieghe troppo tirate, è ora il momento dei capelli sciolti, disposti in onde vintage o trecce decorate con fiori, meglio se freschi e di immediato richiamo agli addobbi ed al bouquet. Per quante portano i capelli lunghi, si può scegliere di lasciarli cadere naturali sulle spalle o raccoglierli in maniera parziale, sempre però in modo

naturale. Sì anche alla coda di cavallo, preferibilmente chiusa, bassa o laterale, che cade morbida sulla spalla. Il tocco glam è costituito dal pizzo tra i capelli e il ritorno della veletta, accessorio che sostiene la tendenza vintage e dona un tocco di eleganza e di mistero. Sempre indispensabile la prova acconciatura corredata con l’abito indossato, per un riscontro immediato e completo del “look sposa” pensato.

Unghie perfette Mani e piedi devono essere ben curati nel giorno più bello. Contrariamente a quanto

si può pensare, questi sono i punti dove si concentra l’attenzione di tutti: dello sposo in primis, ma anche degli invitati, che vorranno ammirare la fede. Per avere unghie bellissime, deve essere realizzata la manicure basic, con un’accurata pulizia dell’unghia e relativa rimozione delle cuticole. Una volta stesa la base trasparente ed applicato in seguito uno smalto perlato bianco, si può scatenare la fantasia, decorando l’unghia con motivi pizzo, strass e glitter, sempre in stretta connessione con l’abito. Anche nel caso di queste fondamentali e molto visibili parti del corpo, la

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parola d’ordine è eleganza: no a nail troppo impegnative ed esteticamente pesanti, no ad unghie troppo lunghe o dalle forme insolite per non sottrarre attenzione al contesto generale della cerimonia.

Il trucco del giorno più bello Il trucco c’è e si deve vedere. Ma va studiato nei minimi

particolari, calibrato al look complessivo della sposa e realizzato con prodotti di alta qualità. Resterà un ricordo indelebile, che la protagonista delle nozze rivedrà per sempre nei filmati e nelle foto. Oltre all’effetto visivo, deve essere anche a prova di lacrime, di stress e di flash. La pelle deve essere preparata almeno una settimana prima con un peeling

e salvaguardata dai raggi solari. Indispensabile la scelta di una truccatrice, che vedrà preventivamente l’abito scelto, coglierà lo stile del matrimonio ed agirà di conseguenza. Labbra e occhi devono essere ben bilanciati tra di loro: chi ha occhi profondi e importanti, andrà ad alleggerire il trucco delle labbra; chi invece punta a mettere in risalto proprio queste ultime, alleggerirà gli occhi con tonalità chiari e naturali. Esistono anche alcuni semplici strategie per un trucco efficace e resistente. Largo ai toni di fondo del giallo, che meglio resistono agli scatti dei fotografi; attenzione a coordinare matita e rossetto per le labbra; tenere sottomano cipria e gloss.

La musica Elemento imprescindibile, la musica non può mancare neanche nella più semplice delle cerimonie, a partire dalla chiesa fino al momento del ballo. Le note valorizzano i momenti clou, li fissano nella memoria ed esaltano le emo-

zioni. Ma come scegliere la colonna sonora delle nozze? Indubbiamente esistono tracce che più si addicono a seconda della tipologia del matrimonio. Per il rito civile, le più richieste sono le canzoni d’amore, che magari hanno segnato indissolubilmente il legame tra i due innamorati. Per la cerimonia religiosa, è sempre attualissima la classica marcia nuziale di Mendelssohn per l’ingresso della sposa e quella di Wagner all’uscita degli sposi; all’offertorio, la struggente Ave Maria di Schubert. Durante il ricevimento, via libera ai generi preferiti ed ai ritmi più vivaci, avendo l’accortezza di non eccedere con il volume, per non penalizzare le conversazioni tra invitati. Vanno sempre fortissimo le compilation vintage dagli anni ’60 in poi, per la gioia di tutti gli invitati, anche i più datati.

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trentinospecialesposi ta il morbido cuscino a forma di cuore, ricamato con pizzi e con incise le iniziali degli sposi. Indubbiamente un effetto estetico di spessore, che va a suggellare il momento più importante di ogni cerimonia, lo scambio degli anelli. Ma anche un oggetto destinato a divenire un prezioso ricordo di questo momento di vita. In abbinamento al cuscinetto, un cuscino più grande – ma con le stesse caratteristiche a livello di consistenze e di decorazioni – pensato per decorare a tema il letto degli sposi. Una scelta di stile che si riconosce a prima vista.

L’invito Una partecipazione di nozze deve essere originale, accattivante, di classe ma sobria, in grado di attirare l’attenzione di chi legge. Il colore del cartoncino, i timbri decorativi, la scelta del carattere, le polverine decorative sono elementi basilari per la creazione degli inviti. Personalizzare, in questo caso, è d’obbligo; evitate di scopiazzare da amici e conoscenti, ma piuttosto prendete spunto per costruire idee originali. La tendenza è quella dello stile essenziale, pulito, fresco e gioioso. Le informazioni sono quelle essenziali, impreziosite anche da qualche piccola immagine – che non deve togliere spazio ai dati

dell’evento – e da richiami stilistici con l’organizzazione dell’evento. Stili rustici per le location agresti, stili eleganti e perlati per i castelli, stili sbarazzini per le celebrazioni alternative. Anche in questo ambito il fai da te diventa sempre più dominante, per sottolineare l’unicità della cerimonia e l’impronta unica dei protagonisti.

Liste e ancora liste I vantaggi di mettere nero su bianco, in forma sintetica, tutto quello che riguarda il matrimonio sono molteplici: da una parte consentono di fissare e memorizzare appuntamenti importanti, dall’altra di non far sfuggire nulla, per non incorrere in clamorose dimenticanze. Una grande lista globale conterrà dunque più argomenti, per i quali verranno stilate delle sottoliste, utilissime a sviscerare anche i più reconditi dettagli. La big list potrà poi essere passata a una persona di fiducia, per ricevere collaborazione. Va inoltre ricordata la buona consuetudine di prevedere una formula di ringraziamento da inviare ai partecipanti, avendo cura di segnare i regali ricevuti, personalizzando e comunicando la gratitudine per quanto ricevuto. In sintesi, nella lista andranno annotate date, numeri di telefono, tempi di consegna, possibil-

mente rispettando l’ordine in cui andranno fatte le cose.

Liste di nozze: ampia scelta per giuste scelte La lista perfetta? Forse non esiste, ma ci possiamo andar vicino… Avere a vostra disposizione una lista di nozze ha indubbiamente un gran valore dal lato pratico, ma soprattutto permette di evitare l’odioso inconveniente di accumulare doppioni nonché di avere la situazione costantemente aggiornata così da poter ringraziare in tempo reale

i donatori ed eventualmente rimpiazzare gli oggetti già acquistati che lasciano scoperte alcune fasce di prezzo. E allora, meglio farsi regalare dettagli dell’arredo o puntare su raffinati accessori? Meglio giocare con i sogni o realizzare praticità? Anche se può sembrare eccessivo, la lista di nozze sta diventando sempre più l’occasione per completare un desiderio, realizzare quei sogni. Proprio per questo è ormai di regola personalizzarla come meglio si crede, senza esitazioni: non solo le tradizionali porcellane e argenterie, ma anche pezzi

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trentinospecialesposi Calepina 55 a Trento. Ampi spazi per stili diversi, vasta scelta di elementi sempre nel nome della qualità. Una garanzia sul futuro: sì, perché l’indispensabile per fare di una casa “la propria casa” sta nello studio e nella cura degli elementi portanti che la costituiscono. Nella matura consapevolezza che praticità e funzionalità possono sposare stile e dettagli importanti.

Confetti e dolci proposte d’antiquariato, libri, mobili da giardino, viaggi, articoli per i propri hobby. Le varianti della lista di nozze sono però moltissime e si modellano realmente sul carattere della coppia... perché sposarsi è un fatto personalissimo. Ad esempio, una coppia eclettica e fantasiosa può realizzare una lista di nozze pezzetto per pezzetto, aggiungendo agli articoli di uso comune per la cucina, ai piccoli elettrodomestici, ai pezzi in

argento, ai soprammobili, tutte quelle ispirazioni che emergono man mano che il sogno comincia a costruirsi. È quindi consigliabile che la lista di nozze sia depositata in negozi specializzati, dove l’assortimento è molto ampio: come casalinghi e articoli da regalo. Tra le molte proposte, il più gettonato per le liste nozze sembra essere il negozio di articoli per il mondo casa, come FRANZINELLI CASALINGHI, di Via

Altro particolare, estremamente significante ma altrettanto discreto, è costituito dal cestino porta confetti. Disposto sulla tavola del rinfresco o rintracciabile in qualche spazio pensato appositamente per il momento della distribuzione e della condivisione, il cestino dovrà richiamare lo stile della cerimonia e la scelta dei tessuti per le tavole del ricevimento. Indispensabile la decorazione sobria ed elegante, ma altrettanto visibile e di scena, per colpire ancora una volta

nella ricerca del particolare. Immancabile il tulle di contorno, che andrà a rendere significativo l’assaggio dei confetti, simbolo delle nozze.

La luna di miele Il viaggio di nozze rimane, nel tempo, il momento più atteso dagli sposi, a suggellare un legame sottoforma di fuga romantica. Le mete più gettonate rimangono i paradisi tropicali e le destinazioni poco battute, come la Nuova Zelanda, il Perù, la Provenza, il Mozambico, la Birmania. Il viaggio è il momento più atteso perché dopo tanti preparativi e tanto stress, dopo tanti appuntamenti e il lunghissimo giorno del sì, arriva finalmente l’ora di fare i bagagli e partire. Ma dove andare? L’estero rimane in vetta alle destinazioni top, con mete che assecondano i sogni degli sposi. Ma anche l’Italia riacquista importanza, specie con soggiorni di lusso tra ville d’epoca, stazioni termali e hotel di charme. Sempre trendy le crociere, gli atolli sperduti ed anche le

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trentinospecialesposi destinazioni alternative (come ad esempio l’Irlanda) da percorrere in camper. Nelle liste di nozze compaiono, con sempre maggior frequenza, le quote viaggio: gli invitati mettono a disposizione chilometri di luna di miele, per rendere leggero il viaggio più bello della vita.

I riti del buon auspicio Ogni paese ed ogni cultura si caratterizza per i suoi riti benaugurali; per il matrimonio, abbiamo individuato quelli più importanti, ai quali si presta maggior attenzione. Il lancio del riso - che simboleggia la fertilità - e il volo delle colombe bianche - felicità per la coppia - sono forse i riti più comuni, più famosi e più celebrati nel mondo. Oltre a questi, compare una miriade di consuetudini, anche a livello locale e regionale, che coinvolge gli sposi. Con la cerimonia della sabbia ad esempio (in cui si mescolano due polveri diversamente colorate) si celebra l’unione di due sfumature; la cerimonia

del tè, di importazione cinese, trova successo anche in Italia – specie per un ricevimento informale – e viene riadattata secondo usanze e consuetudini locali. Suggestiva anche la cerimonia dell’accensione delle candele, in cui la luce illumina l’unione della coppia; in questo caso, due candele sottili ne accendono una grande, che simboleggia la vita insieme. Gli animi più ecologisti sceglieranno anche di piantare un albero insieme, mentre i più romantici opteranno per raccogliere in una scatolina piccoli ricordi dei momenti passati insieme e della cerimonia (come ad esempio il tappo dello champagne) come inizio di un nuovo cammino.

Un tocco in più Proponiamo alcuni piccoli dettagli per vivere nel migliore dei modi, non solo il giorno stesso del matrimonio, ma anche tutto il periodo di preparativi che lo precede. Innanzitutto la comodità: si può essere belli anche senza soffrire

troppo, altrimenti il ricordo della giornata rischia di essere offuscato da questi elementi negativi. Si dice “qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa di prestato, qualcosa di blu” ma non vuol dire che non possiate aggiungere il vostro ”qualcosa” personale. Nella stesura degli inviti, i futuri sposi avranno cura di essere precisi su luoghi e tempi, lasciando indicazioni anche sul percorso. Se la stagione è bella ed avete

programmato una location all’aperto, tenete sempre in considerazione il cosiddetto “piano B”, ovvero un luogo coperto in caso di maltempo. Visionatelo preventivamente ed assicuratevi che il personale sia attrezzato in questo senso. Nel giorno che dovrà essere indimenticabile, non mancate di mettere a disposizione degli invitati carta e penna, per lasciare – nero su bianco – le impressioni sul vostro evento. L’intrattenimento degli

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trentinospecialesposi Tutto il matrimonio, step by step

ospiti dovrà prevedere giochi per adulti e per bambini, senza tralasciare i particolari del gran finale, con palloncini, fuochi d’artificio ed il mitico lancio del bouquet.

Tanti stili per tanti gusti I fiori ovunque, portati in maniera anche vistosa o presenti in modo massiccio nella location, riconducono alle atmosfere vagamente hippy; lo stile country incanta per il suo carattere, che mescola

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selvaggio e raffinato, forte e delicato. E se i fiori fanno la differenza, anche lo stile ispirato alla vecchia America mette d’accordo proprio tutti, anche gli spiriti ribelli. L’insieme dei due elementi crea un effetto spettacolare ed è di grande tendenza. Naturalmente i colori saranno quelli pastello e su tutte le tonalità della sabbia; l’abito sarà fluido e morbido, dagli effetti naturali. Pochi e significativi gli accessori, che rivestono un ruolo importante e delineano lo stile scelto.

Dopo aver deciso di intraprendere il grande passo, occorre scegliere la data migliore, escludendo la sovrapposizione con eventi di carattere pubblico o altre cerimonie, anche interpellando familiari e amici per non incombere nell’incubo degli “impegni irrinunciabili”. Dalla scelta della data in poi, tutto sarà in salita e progressivamente carico di stress; una sorta di conto alla rovescia in cui bisogna pensare a moltissimi dettagli. Ma cosa c’è di veramente urgente da pianificare? Sicuramente la location per la cerimonia ed il ricevimento: la prenotazione dovrà essere tempestiva per ottenere spazi adeguati e non di rimedio. In secondo luogo, andrà stilata una prima lista di nozze, per capire il numero indicativo degli invitati. Poi largo spazio a tutti i professionisti del settore, che andranno contattati per presenza e preventivi: fiorista, fotografo, estetista, sarta, catering… La scelta

delle bomboniere e la parte predominante, la scelta dell’abito e degli accessori. Poi via alla lista nozze, con fedi, partecipazioni, menù, abito/trucco. Dopo tante corse e preparativi, regalatevi qualche ora di massaggi, di relax e di riposo. Importante anche fare i conti: stabilire quindi un budget, sentire vari esperti e annotare le situazioni più convenienti. Le partecipazioni vanno consegnate tre mesi prima della cerimonia, andrebbero scritte a mano e consegnate personalmente. Anche il mezzo degli sposi – l’auto d’epoca, la moto, il calesse – va prenotato per tempo e confermato pochi giorni prima dell’evento.

Noi ci sposiamo in Trentino Alto Adige! Una nuova tendenza tutta da scoprire… Un matrimonio in Trentino Alto Adige è l’ideale non solo per chi ama le basse temperature e desidera sposarsi in montagna e sulla neve, ma anche per chi sceglie l’inver-


trentinospecialesposi no per convolare a nozze. Quale luogo migliore quindi? I dati recenti parlano chiaro: sono sempre più numerose le coppie che scelgono di convolare a nozze in luoghi da favola, resi epici da scenari incantevoli. Qualche esempio? Spiagge o coste panoramiche, casali romantici o location famose. Nello specifico, molti scelgono la Toscana, la Puglia, la Costiera Amalfitana. Nuove destination weddings, in grado di rendere ancora più unico il momento più magico della vita. Voglia di nuovo, di stupire o desiderio di fare qualcosa di irripetibile? Un mix di tutti questi elementi. E allora perché non farlo in Trentino? Sposarsi in montagna è certo una scelta originale, specie per chi ama la cornice della natura nella sua essenza. E poi i matrimoni ed i ricevimenti svolti tra vallate, declivi montani e laghi circondati da rigogliosi boschi rievocano un mondo fatato, in cui l’amore trionfa sempre. Per chi invece ama la razionalità e preferisce la vita reale alle fiabe è preferibile scegliere una location cittadina, pur altret-

tanto romantica e dai sapori fiabeschi. Bolzano e Trento in primis – ma non solo – rappresentano per gli sposi una magnifica occasione che la regione ha da offrire. Si tratta di città ricche di storia, ma anche di arte e di eleganti locali per un matrimonio all’insegna della classe. Di questo recentissimo trend a sposarsi fuori dalle proprie mura, ne abbiamo parlato con Claudia Antolini di Trentino Weddings, che promuove i matrimoni in Trentino. Intanto va precisato che Trentino Weddings è costituito da un gruppo di lavoro molto affiatato e unito, capace di trasformare il sogno di un matrimonio perfetto in realtà. Tutti professionisti che saranno al tempo stesso altamente professionali e amichevoli: persone validissime, a cui poter confidare e affidare le proprie aspettative per il giorno più bello! Il team quindi è pronto: sponsorizza il Trentino per sposi alternativi. Amanti della montagna in tutte le stagioni, preparatevi! Oltre alle cime, alle malghe e ai rifugi, ci sono anche i laghi e perfino le piste da sci! Tren-

tino Weddings, dopo aver ascoltato i vostri desideri, pensa a tutto: coordinamento, location, cibo, foto, film, bomboniere, fiori e decorazioni, coordinato grafico, musica, viaggio di nozze e tante idee, il tutto per rendere e trasformare magicamente il giorno del vostro matrimonio come fosse una vera favola. Scegliere Trentino Weddings per le proprie nozze significa

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affidarsi all’esclusiva senza preoccupazioni, dedicando il proprio tempo a ciò che piace, lasciando agli esperti del team gli aspetti che possono generare stress. Insomma, bello, nuovo, originale e magico. Cosa volere di più? Promessi sposi, informatevi. Con Trentino Weddings il successo e la felicità sono assicurate. (www.trentinoweddings.com) ■

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di Fabio De Santi

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a forme sonore fra rock d’autore e musica pop cantautorale il nuovo album di Michele Cristoforetti. “Ancora Qui”, questo il titolo del cd, arriva a due anni di distanza dal precedente lavoro “Muoviti” e porta avanti un discorso musicale ricco di suggestioni. “Ancora Qui” ha una tracklist di sette canzoni, di cui 4 registrate in studio e 3 live, che mostrano l’evoluzione artistica e stilistica del cantautore dal suo ultimo album. Cristoforetti, infatti, si avvale di suoni più elettronici, accattivanti e moderni, che non vanno ad alterare il vero spirito cantautorale ma, al contrario, danno una veste nuova e originale alla sua musica. Il disco è carico di energia che prende una piega dance, pop o rock a seconda del messaggio da trasmettere. Il tutto è suggellato dall’inconfondibile timbro graffiato, caldo e profondo della sua voce, che ricopre una vasta gamma di colori e sa dipingere stati d’animo introspettivi e di ribalta. I primi tre brani “Libera”, “Padre Scanti” e “Ancora Qui”, quest’ultimo singolo ha anticipato il progetto lo scorso anno ed è stato presente nelle principali indie charts italiane, sono l’emblema di questo nuovo percorso. Sono pezzi molto carichi, ricchi di suoni moderni e veicolano 64

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IL NUOVO CD “ANCORA QUI” HA UNA TRACKLIST DI SETTE CANZONI, CHE MOSTRANO L’EVOLUZIONE ARTISTICA E STILISTICA DEL CANTAUTORE TRENTINO messaggi di forte attualità. Troviamo poi un tributo alla famiglia De Andrè con due tracce suonate live. Si tratta di “Fiume Sand Creek”, arrangiata in uno stile pop fresco e moderno, e “Cose Che Dimentico”, scritta da Cristiano DeAndrè e anch’essa rivisitata in chiave rock. Grande merito va anche al gruppo che affianca da sempre il cantautore, i Kascade, formati da Alessandro Piva e Francesco Rudari alle chitarre, Michele Rossi al basso, Daniele Zomer alle tastiere e Davide Dalle Vedove alla batteria.

Nell’ultima parte del cd c’è una sorta di ritorno alle origini con tracce come “Il Principe Sul Rospo” e la versione live di “Antologia Di Viaggio”, canzone presa in prestito dall’album “Muoviti”. Sui contorni del cd, Michele Cristoforetti ha spiegato a Trentinomese: “Dietro “Ancora Qui” c’è una mia ricerca costante che non esclude nessuna possibilità. Tutte le influenze avute nel corso di tutto questi anni hanno messo in rilievo un elettronica che prima non c’era e un intreccio strumentale molto più interessante. Vi è anche

l’influenza di strumentazione etnica (bouzouki greco e djembè): affascinandomi parecchio ho tentato, li dove possibile, di fonderla all’interno dell’atmosfera attuale dei miei brani. Credo che la ricerca della propria sonorità sia come cercare il posto migliore dove poter vivere”. Sui punti di contatto e sulle differenze maggiori, rispetto al debutto, il musicista di Avio invece spiega: “I contenuti non sono cambiati di molto, punto molto sulla caratterizzazione dei miei testi e le melodie che riportano sempre ad un ambiente piuttosto intimo e introverso. Voglio una linea personale, trascurando se necessario, strategie commerciali o altro. Non voglio mettermi limiti a livello musicale”. In questo 2019, che ha appena aperto le sue porte, Michele Cristoforetti punterà sulla dimensione live con una serie di concerti le cui coordinate si potranno trovare sul sito ufficiale www. michelecristoforetti.com. Il cd è disponibile anche su tutte le piattaforme digitali, anche in formato fisico su Amazon, nei negozi di dischi e nelle principali edicole della nostra provincia. ■


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di Nicola Tomasi

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ono passati vent’anni, era l’11 gennaio del 1999, dalla scomparsa di una più amati ed ispirati cantautori italiani. Vent’anni trascorsi senza Fabrizio De Andrè, senza le sue ballate piene di vita e d’anarchia, senza un musicista che ha fatto della forma canzone pura poesia. A Faber è dedicato l’evento “Mi innamoravo di tutto”, in scena allo Zandonai l’11 gennaio alle 21 e che gode del patrocinio del Comune di Rovereto. Si tratta di uno spettacolo ideato e scritto dal giornalista Paolo Ghezzi e che avrà come protagonista la formazione trentina degli Apocrifi e gli attori Annalisa Morsella e Alessio Dalla Cost. Il progetto si prefigge di raccontare l’amore di De Andrè, inteso come pietas, compassione e comprensione del prossimo attraverso una selezione di 21 brani strutturati in cinque quadri (acqua, terra, fuoco, aria, più un preludio) introdotti dall’interpretazione da parte di due attori, di testi inediti scritti da Paolo Ghezzi. Quello che si vivrà allo Zondonai è anche un momento importante per l’Associazione Apocrifi che da anni è impegnata a raccontare, sul territorio trentino e non solo, la musica e la poesia del cantautore genovese, le cui parole attraversano le generazioni e diventano linguaggio per tutti. In questa occasione la band s’esibirà al completo, con Luca Valduga alla voce, Lucio Zandonati alle chitarre, Eliana Sacco Comis a cori e percussioni, Walter Forrer alla fisarmonica, Elia Pedrotti al violino, Alessandro Saiani al basso, Gionata Raos alla batteria e Edoardo Pomarolli a chitarra, buzuki e

DEDICATO A FABER AL GRANDE FABRIZIO DE ANDRÉ È DEDICATO L’EVENTO “MI INNAMORAVO DI TUTTO” CON GLI APOCRIFI IN SCENA ALLO ZANDONAI L’11 GENNAIO ALLE 21 E CHE GODE DEL PATROCINIO DEL COMUNE DI ROVERETO

banjo. Gli Apocrifi sono nati nel 2004 e hanno eseguito concerti e spettacoli in tutto il territorio del Trentino Alto Adige e fuori regione. Dalla loro costituzione hanno avuto l’onore di collaborare con La Fondazione Fabrizio De Andrè di Genova e di condividere il palco con la scrittrice e critica letteraria Fernanda Pivano, l’amico genovese Don Andrea Gallo e il critico e con lo stesso Ghezzi, autore di due volumi su Fa-

brizio De Andrè - “Il vangelo secondo De Andrè” e “Per un bacio mai dato”. Tra gli ultimi progetti va menzionato sicuramente “la Buona Novella – storia di un nazareno”. Uno spettacolo tratto dal concept-album del musicista genovese che vede sul palco oltre una cinquantina di artisti tra cui il coro Martinella di Folgaria, attori e ballerini accompagnati da video realizzati in collaborazione con diverse realtà culturali del

territorio. “La musica – spiegano gli Apocrifi – ti inchioda al perimetro della vita che preferisci. Fabrizio de Andrè ha lasciato molte linee, tracciate con dolce schiettezza e spesso, con crude parole. Ha regalato la superficie del perimetro dove sono contenuti trent’anni di vita e di musica ed è stato “la buona coscienza della gente”. Gli Apocrifi sono meri “geometri” che rimarcano i segmenti del perimetro, riproponendo, in maniera filologicamente corretta, ma senza tralasciare il gusto di un’interpretazione personale, i brani del cantautore genovese che ne hanno decretato la figura di poeta. Dolcenera, La Domenica delle Salme, Khorakané, arrivando a Fiume Sand Creek e Bocca di Rosa, sono alcuni passi del concerto che gli otto componenti del gruppo propongono, trascinando il pubblico in un percorso ricco di significati e di storia. Gli Apocrifi mirano a ricostruire minuziosamente le ambientazioni sonore delle canzoni e fanno di un’intensa e penetrante interpretazione vocale il loro punto di forza. ■ 65

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l programma di Perzenland per il 2018-2019 è stato particolarmente denso: fra le prossime novità la Befana che scende dal cielo. Pergine Valsugana, dicembre 2018 - Nove anni fa nasceva il progetto di valorizzazione del centro storico di Pergine Valsugana in un periodo magico come quello natalizio. L’idea era quella di creare un evento che andasse oltre il classico mercatino di Natale, includendo alla natura commerciale una forte componente culturale con tanti rimandi e omaggi alle tradizioni della Valle Incantata. Il risultato? Il brand “Perzenland & La Valle Incantata” è oggi conosciuto in quasi tutta Italia e la cittadina di Pergine Valsugana, che ha sorpreso molti visitatori con la sua atmosfera raccolta e suggestiva, è diventata una meta turistica per le vacanze invernali, accogliente dalle festività di novembre fino all’Epifania.

ARRIVA LA BEFANA! DOPO LA FEUERNACHT, LA MARCIA DEI CANÓPI, LA CARROZZA MATTA , I BOVARI SVIZZERI, IL NATALE AL MERCATINO E IL CAPODANNO IN PIAZZA, ARRIVA LA BEFANA! LE ANIMAZIONI QUOTIDIANE CHE TROVERETE AL MERCATINO Le Foto sulla Slitta di Santa Klaus e le Lettere dei Desideri – La Cavalcata sui Pony – I Laboratori per i più piccoli di Sara Arcobaleno – La mostra dei Minerali del Lagorai e delle Dolomiti – I cento presepi di Palazzo Hippoliti - Il Presepe meccanico di S. Elisabetta – Il Presepe dei Canòpi sotto l’albero – I presepi di Via Maier e del Tegazzo – La Miniera Medioevale (Knappel) – Il concorso Fotografico su Istagram e tanto altro ancora. 1-4-5 GENNAIO IL RITO DELLA STELLA Da un’antica tradizione Dolo-

mitica e Mòchena una coloratissima e luminosa STELLA COMETA gira di porta in porta accompagnata da musiche e canti tradizionali. 6 GENNAIO LA BEFANA IN PIAZZA La Befana scende dall’alto in Piazza Municipio, con distribuzione della Polenta degli Alpini. Finale con cerimonia di chiusura del Mercatino. La continuità di PerzenLand & La Valle Incantata – è resa possibile grazie alle aziende aderenti al COPI (Consorzio Operatori Pergine Iniziative), agli espositori, al Comune di Pergine Valsugana, alla Pro Loco di Pergine Valsugana ed alle molte Associazioni Perginesi per il valido aiuto

negli allestimenti, all’APT Valsugana insieme al Consorzio delle pro loco della Valle dei Mòcheni per la promozione, a Pergine Spettacolo Aperto, ai contributi finanziari della Provincia Autonoma di Trento, del Comune di Pergine Valsugana e della Cassa Rurale Alta Valsugana. ■

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di Daniele Valersi

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er “Oper.A 20.21”, la stagione operistica che interessa i due capoluoghi della regione, andrà in scena a Trento, al Teatro Sanbapolis (sabato 19 alle ore 20 e domenica 20 alle ore 17), la prima assoluta di Dionysos Rising di Roberto David Rusconi, artista in residence della Fondazione Orchestra Haydn di Bolzano e Trento per quest’anno. Il cast si compone di Zachary Wilson (Dionysos), Ray Chenez (Ampelos), Cho Da Yung (Telete), Anna Quadratova (Semele), dei danzatori Luan De Lima, Britt Kamper-Nielsen, Hugo Le Brigand, Evandro Pedroni, Juliette Rahon. Sul podio dell’Orchestra Haydn è il direttore Timothy Redmond, la regia è di Michael Scheidt, scene e costumi di Nora Scheldi, luci di Michael

DIONYSOS RISING PER “OPER.A 20.21”, ANDRÀ IN SCENA A TRENTO, AL TEATRO SANBAPOLIS (19-20 GENNAIO), LA PRIMA ASSOLUTA DELL’OPERA DI ROBERTO DAVID RUSCONI Grundner, sound designer Peter Böhm, direttrice del coro Ingrun Fussenegger. L’allestimento si avvale di un innovativo sistema di diffusione audio chiamato “L-Isa”, progettato per migliorare l’esperienza della percezione eliminando

quegli inconvenienti insiti nella diffusione amplificata della musica, come le frequenze indesiderate che vengono percepite come “cattivo suono” e la distanza tra ciò che lo spettatore vede e la reale fonte sonora. Residente a Lon-

dra, Roberto David Rusconi ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali; attivo come compositore e come sound-designer, si definisce “un visionario produttore di musica fully immersive surround per l’opera, la danza,

ARVO VOLMER SUL PODIO DELL’ORCHESTRA ”HAYDN“

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ue notevoli partiture, antitetiche per le condizioni esistenziali degli autori quando le scrissero, formano il programma del 30 gennaio all’Auditorium di Trento (ore 20.30): la Sinfonia n. 3 op. 90 di Johannes Brahms e la Sinfonia n. 2 op. 61 di Robert Schumann; sul podio dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento è Arvo Volmer, suo direttore principale. Frutto di un Brahms talmente contento di sé da canticchiarne per strada i temi (durante le passeggiate quotidiane a Wiesbaden, dove la Sinfonia fu composta tra l'estate e l'autunno del 1883), la Terza è un lavoro più maturo e organico rispetto alle due precedenti. Con essa Brahms sembrò esser tornato agli intenti che avevano determinato la fisionomia della Prima, salutata da Hans von Bülow come la “decima di Beethoven”, riproponendone l’ampio respiro ma in una superiore, più personale sintesi formale e stilistica. Frutto doloroso di anni tormentati (1845/46) nei quali Schumann soffriva di depressioni, insonnia, rumori ossessivi nell'orecchio, la Seconda Sinfonia è un lavoro decisamente singolare per aspetti formali. Tuttavia la forma passa in secondo piano davanti all'eccezionale stato di grazia creativo del compositore, capace di toccare punte altissime di poesia che lasciano spesso trasparire un radioso senso di pace e ottimismo, quasi a voler travalicare le durissime circostanze della sua vita in quel periodo infelice. Arvo Volmer, nato nel 1962 a Tallinn (Estonia), ha studiato direzione d'orchestra con Olev Oja e Roman Matsov presso

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il Conservatorio Statale Estone nella propria città natale e, successivamente, con Ravil Martynov presso il Conservatorio Rimsky-Korsakov di Leningrado, dove ha conseguito il diploma nel 1990. Nel 1989 ha vinto il concorso Nikolai Malko a Copenaghen. Dal 1993 al 2001 è stato direttore musicale dell'Orchestra Nazionale Estone. E’ stato direttore artistico e direttore principale all'Estonian National Opera di Tallinn. Dal 1994 al 2005 è stato direttore principale e direttore artistico dell'Orchestra Sinfonica di Oulu in Finlandia e 2004 al 2013 Direttore Principale della Adelaide Symphony Orchestra in Australia. Ha anche diretto in Israele, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo e Repubblica Ceca. Nell'ottobre 2012 ha debuttato con l'Orchestra Haydn; dal 2015 è il suo direttore principale. (D.V.)


trentinopanorama il teatro musicale e il piccolo e grande schermo”. È lui in persona a parlarci del suo nuovo lavoro. Iniziamo dal sottotitolo “La follia di essere uomini”: quali aspetti dell’esistenza sono evidenziati come follia nella sua opera? L’esistenza di oggi avviene nell’horror vacui, il vuoto che alberga dentro noi stessi ci ha reso schiavi e nessuno di noi si rende conto che il tiranno, a cui giornalmente offriamo la vita nostra e dei nostri cari in libagione, altro non è che un limbo carico di bugie ed illusioni. I buy therefore I am era il terribile monito che era apparso anni fa per le strade di Londra, adesso è Look up! Alza lo sguardo da quei maledetti telefoni e scrutati dentro … abbraccia il sopra e l’intorno non solo il di fronte. Roberto Calasso e Guido Ceronetti, così come Yuval Noah Harari e Sherry Turkle, ci hanno avvertito da decenni ormai: abbiamo perso la memoria e con la memoria la consapevolezza, per non dire la conoscenza e la coscienza. Tutti noi, donne e uomini, violentatori quotidiani del nostro pianeta, pianifichiamo omicidi/genocidi delle altre specie, mentre veneriamo ogni bieco positivismo pseudoscientifico che ci faccia per un attimo dimenticare che siamo semplicemente …fumo, soffio che ha fame …Ben venga quindi la follia, che diventa cosi altro da qui, un luogo diverso che attinge a piene mani da un patrimonio antico di tipo mitico, un luogo in cui l’uomo deve rinascere; prima deve però riuscire a perdersi ed ingannarsi. Si chiami Dionysos o Locki, abbia natali altolocati o sia un semplice imbroglione, diventa per noi l’unico possibile maestro, in grado di incantare, sedurre, condurre e poi far dimenticare per finalmente ricominciare. Il riferimento letterario sono le “Dionysiaca” di

Nonno di Panopoli: quale legame c’è col mito di Dioniso della tradizione letteraria? In che cosa invece la sua opera se ne discosta? Il Dionysos rising è intimamente connesso all’opera di Nonno di Panopolis nella splendida, deflagrante traduzione di Dario Del Corno per Adelphi. I personaggi, il mito, il testo, perfino le note in calce sono tutte presenti e in modo anche esplicito. Il verso, la poesia, la visione e la febbre sono passati dentro di me in modo capillare durante gli anni della gestazione. Ovviamente nell’opera ci sono tracce dei miei compagni di viaggio Citati, Colli e soprattutto Calasso e Ceronetti. Soprattutto Nonno si è letteralmente impossessato di me ed io sono diventato il suo simulacro. Solo il respiro e cambiato un po’ ...il mito è tale solo se viene raccontato con la sensibilità dell’epoca in cui lo si rappresenta e il sogno oscuro non è mai stato così pieno di incubi come in questi tempi. Per la “prima” di Dionysos rising si utilizzerà un sistema audio innovativo: ce ne può illustrare le caratteristiche? La tecnologia L-Isa costituisce un elemento indispensabile dell'allestimento? Oppure Dionysos rising potrebbe andare in scena anche facendone a meno? Dionysos rising nasce come un’opera totale. Scritta per orchestra, coro, soli, attori, ballerini e immersione so-

nora. La prima di Trento e le repliche di Vienna saranno in versione cameristica ma spero di vedere il rito completo essere realizzato prima o poi. Il contributo di L-Isa per L- Acoustics rappresenta un’ambientazione sonora indispensabile così come lo è il surround sound per molti film di oggi e sicuramente per il binaural sound di podcast, audio libri e soundfield recording. Nel 21° secolo, pensare che l’ascolto in teatri possa soddisfare orecchie che crescono perennemente immerse nel suono e nel rumore, semplicemente non funziona ... la ricerca ci dice che il pubblico, in particolare se più giovane dei quarant’anni, rifiuta il suono prima ancora che l’estetica. Non sto parlando di volumi o di elettronica, al contrario, mi riferisco a un’ecologia dello spazio sonoro dove però il suono non rimane incastrato negli angoli di logge e palchi. Di un’ambientazione in cui i rumori, le voci e i suoni possono risultare naturali. Sfumature e chiaroscuro in grado di portare le emozioni alle ultime file e dietro le colonne anche quando il solista è riverso per terra. Dopo Wagner, vedere le spal-

le del direttore d’orchestra o altre forme non necessarie è diventato solo deleterio per la narrazione soprattutto per un teatro musicale che vuole raccontare storie che possano conquistare il cuore del pubblico di Netflix e Syfy e non solo quello di pochi nostalgici che stanno scomparendo. Quale dei suoi lavori considera il più importante? Quali obiettivi si pone per la sua attività futura? Ovviamene il Dionysos rising rappresenta un punto di arrivo e di verifica con il pubblico molto importante per me. Lo stesso dicasi per il balletto Kirke, con la straordinaria stella nascente della coreografia europea Sandrine Monin, lavoro che vedrà il suo completamento nel 2019. Però penso che Bletterbach che verrà presentato dall’Orchestra Haydn a febbraio, con Fulvio Falzarano e la direzione di Darrell Ang, sia il vero nuovo punto di partenza per me. Non solo l’idea di un genere che ho battezzato theatrical orchestra mi interessa moltissimo, ma la collaborazione con l’ottimo Massimo Bernardi del Muse mi ha aperto le orecchie e il cuore verso un’arte che deve essere necessaria, sostenibile, collegata al territorio e in grado di unire scienza ed arte in un’azione radicale di risveglio delle coscienze, senza la quale rischiamo di disintegrare il modo che Dio ci ha donato. L’ambiente crea l’uomo, la danza lo rende libero, la poesia lo fa diventare saggio e il teatro umile ma solo l’ascolto, profondo e attento, lo rende tutt’uno con il creato e ■ il respiro che lo anima. 69

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di Daniele Valersi

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a stagione entrante della Società Filarmonica di Trento si preannuncia ricca di appuntamenti con musicisti di grande statura artistica; quattro date sono riservate alle “New Stars”, giovani talenti per i quali si prevedono esiti memorabili. Trento. Il 14 gennaio si inizia con l’orchestra barocca “Modo Antiquo” diretta da Federico Maria Sardelli, gruppo contraddistinto da alto virtuosismo e profonda conoscenza della prassi esecutiva storica; presente nei principali teatri e festival della scena internazionale, Modo Antiquo conta più di quaranta incisioni discografiche; è impegnato soprattutto nella rinascita dell’opera vivaldiana ai giorni nostri, nonché nella divulgazione delle partiture più rare e degli inediti del “Prete rosso”. Con la titolazione “Il maestro e i suoi discepoli” saranno proposte pagine tra le più belle del genere “concerto grosso” di autori quali Arcangelo Corelli, Georg Friedrich Haendel, Antonio Vivaldi, Francesco Antonio Bonporti. Il 25 gennaio sarà quindi il tur-

SCHAROUN ENSEMBLE BERLIN AL VIA LA STAGIONE DELLA SOCIETÀ FILARMONICA DI TRENTO: GRANDI INTERPRETI E PROGRAMMI ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE no dello Scharoun Ensemble Berlin (Wolfram Brandl, Rachel Schmidt, Christophe Horak, Micha Afkham, Claudio Bohórquez, Peter Riegelbauer, Alexander Bader, Markus Weidmann, Stefan de Leval Jezierski), uno dei più importanti gruppi da camera della Germania, i cui membri fanno parte dei Berliner Philharmoniker. Ammirato per il timbro unico e per le sue vibranti interpretazioni, grazie al suo vasto repertorio che va dall’età del Barocco fino alla musica contemporanea, passando per classicismo, romanticismo e Novecento, l’ensemble si è affermato in tutto il mondo. A Trento, oltre all’immortale Settimino op. 20 di Ludwig van Beethoven, lo Scharoun Ensemble esegue le Variazioni su un tema di Schumann op. 9 di Johannes Brahms e “Quattro fantasie per ottetto” di Hans Werner Henze. Il binomio Schumann - Brahms sarà in auge il 5 febbraio col violoncellista Nicolas Altstaedt e il pianista Alexander Lonquich, mentre brani del più interessante NoIsabelle Von Keulen

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“Modo Antiquo”

vecento sono il menu della Bas - Baggio Sinfonietta (11 febbraio), fondata da Davide Cabassi e comprendente musicisti di straordinario valore tra i quali nominiamo il bolzanino Marco Pierobon. Il 18 febbraio riflettori puntati sul giovanissimo Alexander Malofeev, precoce stella che sbalordisce per la sicurezza con la quale affronta i capolavori del repertorio pianistico. Icona della musica da camera è il Quartetto Hagen (il 1° marzo), l’11 marzo la sala di via Verdi ospiterà il pianista Dmitry Shishkin, vincitore del famoso Concorso Internazionale di Ginevra (in accordo con Steinway Prizewinner);

l’appartenenza all’Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam è il denominatore comune del clarinettista Calogero Palermo e del GoYa Quartet, a Trento il 19 marzo. Pianoforte e fiati sono protagonisti il 2 aprile per mezzo di artisti quali Pietro De Maria, Alessandro Carbonare, Francesco Di Rosa, Guglielmo Pellarin e Francesco Bossone; Bach e Piazzolla in evidenza il 16 aprile con l’Isabelle van Keulen Ensemble, ultimo appuntamento prima della pausa estiva. I concerti riprenderanno poi il 4 ottobre con altri grandi nomi di cui vi parleremo nel corso del 2019. ■


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di Fabio De Santi

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no straordinario omaggio al maestro Ennio Morricone, con le più celebri colonne sonore, selezionate tra le oltre 400 musiche da film, dagli esordi con Sergio Leone (1964, “Per un pugno di dollari”) fino alle più recenti collaborazioni con Tornatore e Tarantino. È quello proposto nello spettacolo “Ennio Morricone. Musiche da Oscar” proposto dal Nuovo Teatro Verdi di Montecatini Terme il 12 gennaio all’Auditorium S. Chiara. Protagonista strumentale del concerto sarà il prestigioso Ensemble Le Muse, che ha avuto l’onore di rappresentare l’eccellenza musicale italiana all’inaugurazione del semestre di presidenza italiana presso l’Unione Europea. Diretto al pianoforte dal suo ideatore, il maestro Andrea

OMAGGIO A MORRICONE “MUSICHE DA OSCAR” PROPOSTO DAL NUOVO TEATRO VERDI DI MONTECATINI TERME IL 12 GENNAIO Albertini, e accompagnato dalla suadente voce di Angelica De Paoli, l’ensemble “Le Muse” condurrà il pubblico trentino attraverso un viaggio emozionale coinvolgente dentro l’universo creativo di Morricone. Il 25 febbraio 2007, dopo cinque candidature non premiate, gli è stato conferito, accompagnato da

una standing ovation tributatagli dalla platea, il Premio Oscar alla carriera, "per i suoi magnifici e multiformi contributi nell'arte della musica per film". A consegnargli il premio l'attore Clint Eastwood, icona dei film western di Sergio Leone. Nel 2016 il maestro ottiene il prestigioso riconoscimento alla Migliore colon-

na sonora, composta per The Hateful Eight, film di Quentin Tarantino. Musiche, quelle di Ennio Morricone, che diventano immagini, tanto sono radicate nella memoria collettiva, le scene di alcuni film che le colonne sonore del grande compositore hanno contribuito a far diventare celeberrimi. ■

GUANO PADANO PROTAGONISTI IL 25 GENNAIO A SANBÀPOLIS

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e mai è esistita una colonna sonora alla ricerca del proprio corrispondente nel mondo della pellicola, questo album dei Guano Padano si troverebbe sicuramente in buona compagnia insieme a opere di Fellini, Leone, Jarmusch e Sofia Coppola». Non servirebbe molto più delle parole di Joey Burns dei Calexico, riferite al primo album della band, per descrivere al meglio il mondo attorno al quale ruota la band di Danilo Gallo (basso), Alessandro “Asso” Stefana (chitarra) e Zeno De Rossi (batteria), questi ultimi in forza anche alla band di Vinicio Capossela. Proprio i Guano Padano saranno protagonisti dell’evento del 25 gennaio al Teatro Sanbàpolis per la rassegna Transiti, curata da Alberto Campo per il Centro S.Chiara. Per l’occasione il trio sarà impegnato a sonorizzare dal vivo il film muto “Coeur Fidèle”, melò sperimentale firmato nel 1923 dal regista francese Jean Epstein: nuovo atto della consolidata partnership fra “Transiti” e il Museo Nazionale del Cinema di Torino. L’immaginario dei Guano Padano è ricchissimo di sfumature, proprio come il tramonto di uno di quei film western che i tre tanto amano e che da subito ha fornito lo spunto principale attorno a cui legarsi: ci sono le atmosfere morriconiane dei film di Sergio Leone, ma pure delle decine di pellicole minori che hanno segnato un’irripetibile stagione cinematografica italiana. E poi il rock del deserto, il country, il folk, il jazz trasversale, il blues ovviamente e persino influenze surf. Il primo omonimo album, uscito prima Guano Padano

per l’americana Important Records e in seguito in Italia per Tremoloa, è uno splendido esempio della classe dei Guano Padano, accompagnati per l’occasione da una serie di ospiti da capogiro: Alessandro Alessandroni (il fischiatore delle indimenticabili colonne sonore morriconiane), Gary Lucas (chitarrista di Jeff Buckley e Captain Beefheart), Chris Speed (al clarinetto, collaboratore di John Zorn etc.) e Bobby Solo, chiamato ad interpretare un vecchio brano di Hank Williams, Ramblin’ Man, con tocco da maestro. Attorno al trio, si sono raccolti negli anni nomi di primissimo livello come quelli, tra gli altri, di Marc Ribot (John Zorn, Tom Waits etc.), ancora Chris Speed, il poliedrico Mike Patton (che ha incluso proprio Stefana nel suo progetto Mondo Cane), Paolo Botti (alla viola), Vincenzo Vasi (al theremin) e Paul Niehaus dei Lambchop.


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di Fabio De Santi

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na storia d’amore che nasce nelle “sere d’estate”, e poi tanto rock and roll, canzoni indimenticabili e coreografie travolgenti: sono gli ingredienti che hanno reso Grease, in più di 20 anni di repliche in Italia con la Compagnia della Rancia, un fenomeno che si conferma a ogni replica, più di 1.700 per oltre 1.750.000 spettatori. Una festa travolgente che dal 1997 accende le platee italiane, e ha dato il via alla musical-mania trasformandosi in un vero e proprio fenomeno di costume “pop”, un cult intergenerazionale. Proprio Grease approda per tre date il 21, 22 e 23 gennaio all’Auditorium S. Chiara organizzate da Fiabamusic insieme al Centro S. Chiar sull’onda dei festeggiamenti del 2018, quando

GREASE L’IMMORTALE MUSICAL LANCIATO DA JOHN TRAVOLTA E OLIVIA NEWTON-JOHN APPRODA IL 21, 22 E 23 GENNAIO ALL’AUDITORIUM S. CHIARA si sono festeggiati i 40 anni dall’uscita del film con John Travolta e Olivia NewtonJohn. Davvero Grease non è mai stato così attuale. In oltre 20 anni di successi strabilianti in Italia, nella versione della Compagnia della Rancia con la regia di Save-

rio Marconi, Grease si è trasformato in una macchina da applausi, cambiando il modo di vivere l’esperienza di andare a teatro. Oggi è una festa da condividere con amici e famiglie, senza riuscire a restare fermi sulle poltrone ma scatenarsi a ballare: un

inno all’amicizia, agli amori indimenticabili e assoluti dell’adolescenza. Si vedono tra il pubblico scatenarsi insieme almeno tre generazioni, ognuna innamorata di Grease per un motivo differente: la nostalgia del mondo perfetto degli anni Cinquan-

MUSICA MACCHINA: CAROL ROBINSON E JULIA ECKHARDT

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opo aver portato a Rovereto una leggenda del post cam XVI, e Julia Eckhardt, violista attiva a Bruxelles, con il punk e della no wave americana come Craig Leon, la solo per viola Occam IV. A seguire le musiciste eseguiranno rassegna Musica Macchina propone, mercoledì 23 gennail duetto Occam River I per viola e birbynë, strumento a io, alle 21, al Melotti il concerto di Carol Robinson e Julia fiato della tradizione lituana. Julia Eckhardt è una musicista Eckhardt con un programma dedicato ad Éliane Radigue, e curatrice, attiva al punto di contatto tra composizione figura storica e fondante della composizione contemporanea e improvvisazione, ed è anche fondatrice e direttrice arfrancese. Un evento, quello curato da Marco Sgabinazzi tistica dello spazio Q-O2 di Bruxelles. Carol Robinson è per il Centro S. Chiara, che porta verso le sonorità del live una compositrice e clarinettista franco-americana, anche “Occam” legato ad una musicista che è rimasta affascinata se questa è forse una definizione riduttiva per descrivedall’idea che i nostri corpi siano immerre l’eclettismo della sua esperienza e si e legati in un oceano di onde sonore passione. I suoi recenti lavori su disco Carol Robinson e Julia Eckhardt che mettono in contatto la terra con il mostrano l’ampio respiro del suo lavosole, i sistemi e le galassie che costiro. Oltre alle sue composizioni Billows, tuiscono l’universo. Questa immagine, Laima e Cross-Currents, ha registrato unita ai fini di essenzialità dettati dal interpretazioni di compositori contempoprincipio del rasoio di Occam, è stata ranei come Giacinto Scelsi, Luigi Nono, Morton Feldman e Luciano Berio, lafonte d’ispirazione per la serie di comvorando tuttavia anche negli ambiti del posizioni che Éliane Radigue ha denominato “Occam” e a cui è dedicato il rock alternativo e del jazz. Al centro del programma delle performance serali di live le composizioni di Éliane Radigue questo appuntamento, curato insieme una delle prime compositrici di elettroacustica nata a Parigi nel 1932 che si al collettivo Mu. Protagoniste del programma, la compositrice e clarinettista forma, prima studiando pianoforte, e poi franco-americana Carol Robinson, che frequentando gli esperimenti dei primi eseguirà il solo per clarinetto basso Occoncretisti francesi.

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ta, i ricordi legati al film e alle indimenticabili canzoni, l’immedesimazione in una storia d’amore senza tempo, tra ciuffi ribelli modellati con la brillantina, giubbotti di pelle e sbarazzine gonne a ruota. Grease, con la sua colonna sonora elettrizzante da Summer Nights a You’re the One That I Want e le coreografie irresistibili, piene di ritmo ed energia, ha fatto innamorare (e ballare) intere generazioni, ed è stato capace di trasformarsi in un fenomeno pop, sempre più vivo nella nostra estetica quotidiana, con personaggi diventati vere e proprie icone generazionali: un gruppo coinvolgente, capitanato da Danny Zuko (Giulio Corso), il leader dei T-Birds, innamorato di Sandy (Lucia Blanco), la ragazza acqua e sapone come Sandra Dee e Doris Day, che arriva a Rydell e, per riconquistare Danny dopo un flirt estivo, si trasforma diventando sexy e irresistibile. Insieme a loro, l’esplosivo Kenickie, la ribelle e spigolosa Rizzo, i T-Birds, le Pink Ladies, gli studenti dell’high school più celebre e un particolarissimo “angelo”. Grease nasce nel 1971 al Kingston Mines Chicago club, quando Jim Jacobs e Warren Casey decidono di realizzare un musical composto solo per chitarra; lo chiamano “Grease” per evocare i capelli imbrillantinati e lo stile

degli anni ’50. Un fatto poco noto: Grease è probabilmente l’unico grande spettacolo di Broadway interamente composto su chitarra. Due produttori, Ken Waissman e Maxine Fox, diedero fiducia alla geniale intuizione di Casey e trasferirono il musical a New York, puntando a non esasperare il concetto di “unto”, piuttosto repellente, ma a virarlo in quello di “lucido” e “brillante”. Un inno alla brillantina, come il ciuffo di Elvis, che non è unto, brilla e profuma. Via il fango e l’olio dalle macchine, largo alle cromature seducenti, Il musical ebbe un successo immediato e folgorante: Grease debuttò Off Broadway all’Eden Theatre il 14 febbraio 1972 e nello stesso anno ricevette sette nomination ai Tony Award; nel giugno dello stesso anno lo spettacolo si trasferì trionfalmente a Broadway, prima al Broadhurst Theatre e poi al Royale Theatre dove rimase in scena ininterrottamente fino al gennaio del 1988. Un successo diventato un “classico” in tutto il mondo, che ha visto anche la consacrazione teatrale di grandi attori come John Travolta (interprete di un ruolo minore, prima di indossare il giubbotto di Danny Zuko nel celebre film del 1978 – prodotto da Robert Stigwood, impresario dei Bee Gees – al fianco di Olivia NewtonJohn) e Richard Gere. La colonna sonora del film, solo dal 1991 (quando Nielsen Music ha iniziato a tracciare le vendite degli album) ha venduto più di 6 milioni di copie. Rimasta per settimane in vetta alle classifiche in molti paesi, continua ancora oggi a far ballare i più giovani e far sentire giovani gli adulti. La canzone “Hopelessly Devoted to You”, cantata nella versione cinematografica da Olivia Newton-John, ha ricevuto una nomination al premio Oscar per la migliore canzone originale nel 1979. ■

SULLE NOTE DI UN VALZER

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osa c'è di meglio che lasciarsi trascinare per una serata nel mondo del valzer viennese? La risposta si lega al concerto dell’ orchestra dei K&K Philharmoniker protagonista dell’evento del 26 gennaio, alle 21 all’Auditorium S. Chiara di Trento, organizzato dalla Showtime Agency di Merano. In questa occasione il pubblico potrà apprezzare la grande abilità e la perizia dei musicisti dei K&K Philharmoniker, che in questa data si esibiranno sotto la guida del noto direttore d’orchestra Maximilian Kendlinger. Il giovane direttore diciannovenne si è già esibito in diversi teatri prestigiosi, come la Gewandhaus di Lipsia, la Konzerthaus a Berlino e la Hr-Sendesaal presso Francoforte ed è considerato uno dei talenti emergenti della musica classici in Europa. La tournée che approda anche in Trento conta già oltre un milione di spettatori ed è stata ideata dal padre di Maximilian, Matthias Georg Kendlinger, grazie alla passione tramandata di padre in figlio è oggi uno dei più grandi successi dai tempi di Johann Strauss. A Berlino come a Stoccolma, a Copenaghen come a Parigi o nella Sala dorata del Musikverein di Vienna, il pubblico ha sempre riservato applausi e standing ovation per una delle Orchestre più note del Vecchio Continente. La registrazione dal vivo del "Wiener Johann Strauss Konzert-Gala", riproposta in più occasioni dalla rete televisiva tedesca Zdf, testimonia la portata di tale successo, ottenuto senza alcun contributo pubblico, dal momento che i K&K Philharmoniker sono interamente finanziati da enti privati. Oltre alle più famose melodie di Strauss, come le immancabili "Sul bel Danubio blu" e il "Kaiserwalzer", il programma della serata prevede evergreen e rarità scelte con cura e nella scaletta non mancheranno la «WeyprechtPayer-Marsch» o la polka di «Innig und sinnig» . Il tutto senza dimenticare anche le atmosfere del magico valzer «Greeting Valse, on English Airs» che da alcuni anni i K&K Philharmoniker hanno inserito nel loro repertorio.

Matthias Georg Kendlinger

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di Lara Deflorian

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umerosi e tutti all’insegna del contemporaneo gli appuntamenti di questo nuovo anno. Si inizierà il 18 gennaio a Rovereto dove al Mart, nell’ambito di Aperitivi inDanza, potremo assistere alla site-specific del giovane artista pugliese, associato al festival Oriente Occidente, Davide Valrosso. A seguire all’Auditorium Melotti il gruppo romano MK guidato da Michele Di Stefano, che abbiamo trovato nella scorsa edizione di Bolzano Danza in qualità di curatore della rassegna outdoor, eseguirà Robinson, l’opera firmata dallo stesso Di Stefano ispirata alla riscrittura di Robinson Crusoe di Michel Tournier, che racconta l’idea di esotico su cui proiettiamo desideri, progetti che non realizzeremo e paure. Il 21 gennaio al teatro Comunale di Tesero e il 22 genna-

CALLAS BALLET PALLET CU GRAN TEATRI DE GENEVE PORTERÀ IN SCENA LA DIVA, UNA PIECE PER 20 DANZATORI io al teatro Sociale di Trento andrà in scena Mediterranea, un lavoro evocativo del coreografo Mauro Bigonzetti, eseguito dalla compagnia Daniele Cipriani Entertainment. Sulle musiche di Mozart, Ligeti, da Palestrina e su melodie delle culture del Mediterraneo, questo lavoro è una vera circumnavigazione del Mediterraneo che fa viaggiare lo spettatore nello

spazio e nel tempo. Costruito su movimenti energetici e scanditi, che si alternano a passaggi estremamente lirici, Mediterranea si pone inoltre come un divenire continuo di suggestioni visive e rappresenta un inno alla comunione e alle differenze delle culture, che si sono confrontate nei secoli da una parte all’altra del Mare Nostrum. Un altro lavoro, che si pone di andare

oltre le differenze etnico-culturali, lo potremo vedere il 25 gennaio al Cinema Teatro di Cles, quando sette danzatori della compagnia torinese EgriBiancoDanza, diretta da Susanna Egri e Raphael Bianco, saranno protagonisti della coreografia dello stesso Bianco Beyond water worders, Oltre i confini dell’acqua, un mix sonoro che raccoglie e assembla alcune delle più importanti opere di grandi compositori dell’area mitteleuropea in un inno divertito alla pace tra i popoli, che trascende ogni

CAPODANNO IN LAGUNA PER ABBONDANZA/BERTONI

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ichele Abbondanza e Antonella Bertoni non sono certo neofiti a progetti e programmi che li vedono protagonisti sui canali della tv nazionale, ma l’onere e l’onore di creare le coreografie per il concerto tradizionale di Capodanno “made in Italy” di Venezia, da non confondere quindi con quello forse più conosciuto di Vienna, è giunta quest’anno per la prima volta ed è un’occasione più unica che rara. L’evento, diretto dal maestro coreano Myung-Whun Chung, sarà trasmesso in diretta dal Teatro alla Fenice su Rai1 l’1 gennaio 2019 alle ore 12.20 e sarà replicato su Rai5 alle ore 18.20. Per queste originali creazioni, di genere contemporaneo, firmate dal duo Abbondanza/Bertoni, sono stati coinvolti

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14 danzatori professionisti, alcuni storici collaboratori della compagnia, mentre altri sono stati coinvolti appositamente per questo progetto. La sigla di apertura è stata girata sull’isola di Burano e vedrà invece interpreti tre dei giovani danzatori della PICCOLA Compagnia: Chiara Giacomozzi, Giacomo Manica e Anna Manzana. Come di consueto, le musiche del concerto eseguite dal vivo dalla Fenice sono di compositori italiani e nello specifico per i brani coreografati eseguiti in differita, e che vedremo in televisione a inizio d’anno, sono state utilizzate musiche di Verdi e Respighi. Le riprese sono state girate a Venezia a fine novembre, dopo alcuni giorni di prova al Teatro alla Cartiera di Rovereto, sede della compagnia trentina, nelle location della Biennale Architettura 2018, del Conservatorio Benedetto Marcellosola e dell’isola di Burano. I danzatori indosseranno costumi ideati da Chiara Defant. (La. De.)


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confine alla ricerca di un’origine comune al di là di ogni eterogeneità, per suggellare un cammino comune di popoli. Lo stesso ensemble lo ritroveremo in scena il 26 gennaio al teatro G. Sartori di Ala con Omaggio a Nijinski, tre coreografie realizzate da Susanna Egri e Raphael Bianco, ispirate alle opere e alla vita di Vaslav Nijinski, danzatore, nonché coreografo geniale e rivoluzionario dei celebri Balletti Russi d’inizio Novecento. Il 29 gennaio, al Palazzo dei Congressi di Riva del Garda, conosceremo la DaCruDanceCompany, nata dall’unione artistica di due danzatori e coreografi tra i più rappresentativi del panorama della danza urbana italiana, Marisa Ragazzo e Omid Ighani. Innamorati entrambi della sperimentazione estrema e delle contaminazioni di stili e linguaggi, amano la velocità, il virtuosismo tecnico, la fusione dello spazio teatrale con il codice artistico della strada, dalla quale attingono le spinte verso l'arte nei suoi diversi aspetti. A Riva del Garda presenteranno theKITCHENtheory, un racconto teatrale dal linguaggio accattivante e fruibile al grande pubblico, che prende spunto dalla cucina, “il primo luogo da raggiungere al mattino e l’ultimo da visitare prima di andare a dormire… una zona di transito vivace o solitaria ma sempre e comunque piena di odori, ricordi, sensazioni, attese e

infiniti stati sospesi.” Il 30 gennaio, al teatro Comunale di Bolzano, c’è grande attesa per l’arrivo in regione del Pallet cu Gran Teatri de Geneve che dalla Svizzera porterà in scena Callas, una piece per 20 danzatori di Reinhild Hoffman, la danzatrice e coreografa tedesca quasi ottantenne pioniera del Tanztheater, che ha liberato la danza dai limiti imposti dalla tecnica accademica ed ha permesso ai corpi in movimento di potersi esprimere su soggetti della vita quotidiana. Un’intensa creazione su musiche di Delibes, Verdi, Thomas, Bizet, e Gluck che tratta di Maria Callas non in modo biografico, ma attraverso delle associazioni che si fanno con il suo nome. Diversi livelli di significati si intersecano e la stessa Hoffmann a proposito della Callas afferma: “Voglio narrare il suo percorso, la parte dei sacrifici e dei successi della sua carriera. Sono i soggetti scelti perché possiamo dire che, in un certo qual modo, ci possiamo identificare … Possiamo augurarci, nella vita privata o sul lavoro, di poter osare e superare ogni limite come lei ha saputo fare.” A chiudere il mese, il 31, al teatro Comunale di Pergine, si potrà assistere all’imperdibile Rossini Ouvertures della Spellbound Contemporary Dance diretta da Mauro Astolfi il quale, due anni fa, in occasione del 150esimo anniversario della morte di Gioacchino Rossini, ha voluto con questa creazione rendere omaggio alla “follia organizzata” della figura del compositore pesarese. La coreografia è costruita su una danza volutamente estrema, carica di energia, di vitalità, di incontri, di seduzioni e di suggestioni che vedremo essere splendidamente interpretata dalla compagnia romana in cui ritroveremo anche Giacomo Todeschi, il “nostro artista di casa”. ■

DOPO LE FESTE, TORNATE IN PISTA!

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initi i bagordi, non resta che fare i conti con i sensi di colpa e i chili di troppo. Per fortuna la stagione è ancora lunga: non buttatevi giù, buttatevi in pista! Con la Scuola Italiana di Sci e Snowboard Monte Bondone ogni occasione è buona: in mezz’ora si è a Vason, sul monte della nostra città, pronti per essere accompagnati dai migliori maestri e istruttori alla conquista della neve e dello stile perfetto. Da gennaio inizia la stagione più bella: piste perfettamente innevate e rivolte verso il sole, giornate sempre più lunghe e tutto il bello della montagna. Forza, quindi! Sci in spalla, sole in fronte e sorriso sulla bocca!

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di Daniele Valersi

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gni domenica mattina, fino al 17 marzo, chi ama la musica può iniziare bene la giornata con “I concerti della domenica”, rassegna giunta alla XXXVI edizione, che quest’anno offre un notevole panorama di solisti in grande maggioranza di scuola italiana, affermati in ambito nazionale e internazionale. L’organizzazione si avvale del supporto della Società Filarmonica, che vi impiega le sue risorse umane oltre a mettere a disposizione la sala. Tutti i nove concerti avranno luogo infatti nella sala di via Verdi 30, alle ore 10.30. L’esordio è affidato a una formazione che è una garanzia di successo: il Milano Saxophone Quartet, con musiche di A. Glazunov, G. Lago, Scarlatti/Sciarrino, G. Puccini, G. Rossini, T. Escaich. La formazione milanese (Damiano Grandesso sax soprano, Stefano Papa sax contralto, Massimiliano Girardi sax tenore, Livia Ferrara sax baritono) è nata nel 2010 dall’incontro di musicisti provenienti da Piemonte, Veneto, Lombardia e Trentino; si è formata sotto la guida di illustri maestri internazionali (in Francia, Austria e Italia), facendo di Vienna, Parigi, Milano e Trento le sedi delle loro impegnative prove. È invece un classico quartetto d’archi quello in locandina il 27 gennaio: il Quartetto Andrea Mascagni, fondato a Trento da Vincenzo Quaran-

I CONCERTI DELLA DOMENICA

Milano Saxophone Quartet

LA RASSEGNA, GIUNTA ALLA XXXVI EDIZIONE, QUEST’ANNO OFFRE UN PANORAMA DI SOLISTI IN GRANDE MAGGIORANZA DI SCUOLA ITALIANA, AFFERMATI ANCHE IN AMBITO INTERNAZIONALE ta, Alessia Pallaoro, Roberto Mendolicchio e Francesco Ciech, propone partiture di F. J. Haydn, A. Mascagni, F. Mendelssohn-Bartholdy. Denominatore comune dei quattro artisti è la collaborazione con l’Orchestra Haydn; per rappresentare al meglio la regione in cui vivono, i quattro hanno scelto il nome di un protagonista del territorio di profilo eccellente. L’intento è quello di ricordarne la figura di educatore, animatore culturale e appassionato uomo politico, riscoprendone e facendo conoscere anche le composizioni. Vincenzo Quaranta, nato a Salerno si trasferisce a Milano dove si diploma nel 1995. Già attivo presso la Fondazione Arena di Verona, dal 2016 ad oggi fa

parte dell’Orchestra Haydn. Alessia Pallaoro, nata a Trento nel 1986 si diploma al conservatorio “Bonporti” e si perfeziona a Lugano con Valery Gradow e Klaidi Sahatci. Diverse le esperienze orchestrali, sia come spalla che concertino. Roberto Mendolicchio, diplomato in viola al conservatorio “Martini” di Bologna, ha proseguito il suo percorso in Svizzera, all’Accademia di Musica di Sion e in Italia (con Danilo Rossi e Piero Farulli). Francesco Ciech si è diplomato a Trento e si è quindi perfezionato con Enrico Dindo, Piero Farulli e Franco Rossi. Dopo aver suonato nell’Orchestra da Camera di Mantova, Pegasus Chamber Orchestra di Milano e altre

formazioni cameristiche. La rassegna proseguirà poi con il recital chitarristico di Adriano Del Sal (3 febbraio), con il Trio Kanon il 10 febbraio (Lena Yokoyama violino, Alessandro Copia violoncello, Diego Maccagnola pianoforte), il 17 febbraio con il Trio Fedra (Simona Severini, chitarra e voce, Daniele Richiedei violino, viola e voce, Giulio Corini contrabbasso e voce), quindi (il 24 febbraio) col duo formato da Alessio Pianelli al violoncello e Mario Mortone al pianoforte. Il 3 marzo toccherà al pianista Alberto Ferro, impegnato in brani di F. Chopin, F. Liszt, S. Rachmaninov; l’orchestra da camera “Labirinti armonici” e la pianista Anna Geniushene (vincitrice del premio Musica da camera e dello Junior Academy al Concorso “Busoni”) si esibiranno il 10 marzo in pagine di Mozart e Haydn; il “Concerto per un’eclissi di luna (ovvero Sette modi per scalare la Luna)” concluderà la rassegna il 17 marzo, con la Piccola Orchestra Lumière e le musiche di Nicola Segatta. ■ Quartetto Andrea Mascagni


trentinopanorama “Copenaghen”

di Fabio De Santi

S

ono Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice i protagonisti di “Copenaghen” di Michael Frayn, in scena per la Stagione della Grande Prosa, dal 24 al 27 gennaio al Teatro Sociale. Uno spettacolo proposto dalla Compagnia Umberto Orsini e Teatro di Roma – Teatro Nazionale. “Io penso – racconta Orsini – che sarebbe stato un errore imperdonabile pensare di dar vita ad una Compagnia teatrale che porti il mio nome, senza pensare all’opportunità di rimettere in scena uno spettacolo come “Copenaghen”. Quando decisi di avere accanto a me un attore come Massimo Popolizio, mi era chiaro che questa collaborazione non sarebbe stata un episodio isolato. Era evidente che insieme avremmo potuto dare vita a qualcosa che oggi è sempre più difficile trovare e cioè a quel teatro di recitazione nel quale entrambi, seppure in epoche diverse, siamo cresciuti e al quale ci ispiriamo”. La trama di “Copenaghen” si lega ad un luogo che ricorda un’aula di fisica nella quale, immersi in un’atmosfera quasi irreale, tre persone, due uomini e una donna, parlano di cose successe in un lontano passato, cose avvenute tanto tempo prima, quando tutti e tre erano ancora vivi. Il loro tentativo è di chiarire che cosa avvenne nel lontano 1941 a Copenaghen quando improvvisamente il fisico tedesco Heisenberg fece visita al suo maestro Bohr in una Danimarca occupata dai nazisti. L’asse portante attorno al quale ruota lo spettacolo è dunque il motivo per cui l’allievo andò a Copenaghen a trovare il suo maestro.

INTRIGO A COPENHAGEN SONO UMBERTO ORSINI, MASSIMO POPOLIZIO E GIULIANA LOJODICE I PROTAGONISTI DELLA PIECE DI MICHAEL FRAYN IN SCENA DAL 24 AL 27 GENNAIO AL TEATRO SOCIALE nutrono nei decenni il loro rapporto. Sullo sfondo la coralità di una città/mondo dilaniata dalle contraddizioni del passato, del presente e di un futuro i cui confini feroci faticano ancora a delinearsi con nettezza. Il rapporto tra le biografie delle due donne con la storia particolare della loro amicizia e la storia di un Paese travagliato dalle sue metamorfosi si intreccia in una sorta di agone narrativo che procede per squarci subitanei ed epifanie improvvise attraverso il racconto delle due protagoniste. ■

“Aminta”

Il 15 gennaio, sempre al Sociale, in scena l’“Aminta” di Torquato Tasso per la regia Antonio Latella con Michelangelo Dalisi, Emanuele Turetta, Matilde Vigna e Giuliana Bianca Vigogna. Le suggestioni di Antonio Latella su Aminta di Torquato Tasso, portano stabilemobile a confrontarsi con il grande autore italiano, partendo dalla compresenza in esso di due forze: la spregiudicata ricerca di innovazione linguistica, e la tensione verso un classicismo da reinterpretare.

Mercoledì 30, al Sociale, spazio invece a “Storia di un’amicizia” uno spettacolo tratto dalla tetralogia L’amica geniale di Elena Ferrante con Chiara Lagani e Fiorenza Menni. Lo spettacolo, diviso in tre capitoli (Le due bambole, Il nuovo cognome e La bambina perduta), si basa sulla storia dell’amicizia tra due donne, seguendo passo passo la loro crescita individuale, il modo di influenzarsi reciprocamente, i sentimenti, le condizioni di distanza e prossimità che

“Storia di un’amicizia”

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trentinomostre

PERSONAGGI, MUSICHE, FORME, SCENE ASSURDE

I

l pazzesco, fantasmagorico, intrigante, provocatorio mondo del duo svedese Nathalie

Djurberg

& Hans Berg è visitabile ancora fino al 27 gennaio

nelle sale del pianeta MART, seconda tappa del progetto che coinvolge Moderna Museet e Schirn Kunsthalle. Una mostra eccezionale, splendida, fagocitante, curata da Lena Essling e Gianfranco Maraniello, i quali hanno messo in scena la più ampia rassegna mai realizzata dedicata al duo svedese di artisti, tra i più coinvolgenti che il panorama artistico attuale possa presentare. Lei, Nathalie Djurber (Lyseki, 1978), ha esposto nelle più importanti istituzioni internazionali, lui, Hans Berg, è un musicista, compositore, un nome che è una garanzia nel magmatico mondo della musica elettronica e della sperimentazione. Si sono trovati, ritrovati, e hanno deciso di calpestare le scene assieme: due bombe potenziali fuse in un’esplosione atomica di personaggi, colori, forme, musiche, scene assurde. Sembrerebbero figli

GIOVANNI SEGANTINI E I SUOI “FRATELLI”

A

lessandra Tiddia ha curato la mostra “Segantini e i suoi contemporanei. Temi e figure dell'Ottocento“ (Galleria Civica G. Segantini, via Segantini 9, Arco, Orario: ore 10-18). Attraverso tre nuclei tematici – Il paesaggio, Figure dell’infanzia, Figure femminili – il percorso espositivo affronta il confronto fra le opere di Giovanni Segantini, rese celeberrime dall‘azione capillare e intensa delle riproduzioni fotomeccaniche, e i lavori degli artisti trentini a lui contemporanei fra cui, ad esempio, Andrea Malfatti, Eugenio Prati, Bartolomeo Bezzi. In mostra le riproduzioni fotomeccaniche d’epoca che riproducono alcuni capolavori di Segantini (conservate nell’Archivio Grubicy–Benvenuti del Mart) introducono il confronto sui temi accennati con opere di altri artisti, a n c h ’e s s e provenienti dalle raccolte ottocentesche del M ar t. N el catalogo che accompagna l’esposizione Tiddia scrive: "Il paesaggio, la figura infantile e quella femminile sono i temi maggiormente indagati dalla produzione artistica di fine Ottocento, fino a diventare dei veri e propri generi. L‘antica suddivisione per generi della pittura informa il sistema dell’arte per tutto l’Ottocento, dalle aule dell’accademia alle sale espositive. Info: www.segantiniearco.it

nati da un parto esilarante di un padre surrealista e di una madre patafisica e per cantare le loro opere ci vorrebbero i versi poetanti di Isidore Ducasse conte di Lautreamont e

i conflitti e le ostilità che ci portano verso il baratro senza

la sua fantasia maledetta. Lui aveva cantato il male, loro, i

fine della morte. Sono lo specchio chiaro dell’inferno in cui

nostri artisti, cantano le contraddizioni della nostra società,

viviamo, si oppongono ad una società e ad una storia formata da anonimi personaggi di un’ignoranza profonda e senza speranze. Naturalmente loro hanno accentuato il diapason della critica, dell’ironia, per dire qualche cosa di nuovo sulla condizione dell’uomo. Hanno aperto le porte a cappuccetti rossi e lupi, a capovaccai e bamboline, alla pantera rosa e ad un’infinità di esseri e di volatili che ci lasciano esterrefatti. Nella sala grande del museo c’è un popolo variopinto che si aggira in attesa di spiccare il volo e saltarci addosso, sono lì in attesa di un “via” dato da uno starter invisibile, apparentemente muti e silenziosi ci osservano, ci seguono, le loro ali sono scosse da un fremito, ci guardano con i loro occhi grandi, pieni di critica apprensione, come se penetrassero nelle nostre vite quotidiane intrappolate in

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trentinomostre gelosie, vendette, cupidigie e lussurie bidimensionali. A cosa assomiglia il loro mondo? Sicuramente al mundus inversus, al mondo alla rovescia di medioevale memoria che però prolunga le sue dita ossute e lunghissime fin dentro il contemporaneo, facendosi compagno di strada, cercato od obbligato, di tutti noi. Mettendo in scena questi territori del possibile/impossibile, gli artisti si muovono nella labirintica galleria delle immagini, delle forme poliformiche, sia di origine colta che popolare. Sembra di assistere a scene carnevalesche che nascono direttamente dal nostro inconscio e dai nostri atti quotidiani, proiezioni mutevoli di sogni, utopie, speranze in un mondo “altro”. Ma loro, Nathalie Djurberg&Hans Berg, non ci portano oltre il limitar dell’infinito, si soffermano sulla soglia, aprendoci, anzi spalancandoci, la porta su questo pullulare di esseri di pezza, di creta, di frammenti filmici, di musiche che ti penetrano dentro e ti sollecitano i sensi attenuati dalle fasulle armonie fredde e cerebrali degli spot pubblicitari di profumi dove automi maschi e femmine, maschi che sono femmine, femmine che sono maschi, si aggirano come fantasmi sul palcoscenico dell’idiozia totale. Per concludere questo articolo userei le parole dei due artisti, che ben riassumono una pratica estetica ed artistica tra le più avvincenti dell’oggi: “Su con la vita, sì, siete deboli e sì, la vita è dura; sì, siete dei farabutti, peccatori e non siete nessuno, odiati e trascurati e incompresi. Vi date delle arie e mentite e tradite e inventate storie nella vostra testa distorcendo ogni esperienza. È come un viaggio nel fango e nella confusione con piccole boccate d’aria. Ma ehi, che boccate, che meravigliosi respiri senza compromessi, senza giudizio che racchiudono tutto l’amore per gli spregevoli, gli sbagliati, i pedanti e per il vostro sé miserabile, sporco, quel sé che non osa entrare in casa, che non osa sedersi sulla sedia, che non osa assaggiare il

ARCO Mostre SEGANTINI E I SUOI CONTEMPORANEI. TEMI E FIGURE DELL'OTTOCENTO Galleria Civica G. Segantini, via Segantini 9, Arco (Tn). Fino al 13 gennaio. Orario: ore 10.00 - 18.00 (lunedì chiuso). www.segantiniearco.it.

ALBIANO Mostre 21^ MOSTRA DI PRESEPI ARTIGIANALI Apertura: da sabato 15 dicembre 2018 a domenica 6 gennaio 2019. Casa della Cultura. Mostra di presepi artigianali. I presepi esposti sono circa 80 e sono realizzati dagli abitanti e dai ragazzi di Albiano. Sabato 15 alle 19 fiaccolata per le vie del paese con partenza dal piazzale della Chiesa per raggiungere il Museo del Porfido, dove, alle 20, ci sarà l’inaugurazione della mostra. Ingresso libero. Info: Tel. 0461.689502.

CIVEZZANO Mostre IL TEATRO DEI LETTORI Apertura: da venerdì 14 dicembre 2018 a venerdì 15 marzo 2019. Sala della Biblioteca. Leggere nella biblioteca di Civezzano. Sguardi e libri, visi e pagine, mani e parole, corpi e immagini nelle fotografie di Wolftraud de Concini. Info: Biblioteca comunale G.B. Borsieri - Tel. 0461.858400; civezzano@ biblio.infotn.it. Mostre FIABE NEL MONDO Apertura: da lunedì 7 gennaio a venerdì 29 marzo. Biblioteca. Mostra di libri per ragazzi da 0 a 12 anni. Un viaggio nella fiaba classica, nelle favole e nei racconti del mondo. Ingresso libero. Orario: dal lunedì al venerdì dalle 14.30 alle 18.30, martedì e giovedì anche dalle 10 alle 12.30. Info: Tel. 0461.858400

FIERA DI PRIMIERO Fiere FIERA DI NATALE Apertura: da venerdì 28 dicembre 2018 a domenica 6 gennaio

2019. Il centro di Fiera di Primiero si veste a festa e una passeggiata lungo la via dello shopping, tappa obbligata per chi si trova a trascorrere qualche giorno tra le Pale di San Martino, viene resa magica dalle luci di Natale, dai profumi di cannella e vin brulè e dalle dolci melodie di zampognari e suonatori di cornamuse. Qui e là piccole casette di legno allestite dai commercianti dove trovare i must have della stagione e al contempo far scoprire le gustose leccornie della gastronomia delle Dolomiti. Info: ww.sanmartino.com.

ROVERETO Mostre MARGHERITA SARFATTI. IL NOVECENTO ITALIANO NEL MONDO Apertura: fino a domenica 24 febbraio 2019. Mart - Corso Bettini, 43. Il Mart di Rovereto inaugura la grande mostra dedicata a Margherita Sarfatti, che rappresenta l’esito di anni di ricerche e approfondimenti e completa il ciclo di esposizioni realizzate nell’ultimo biennio. Il progetto comprende anche un’esposizione a Milano, organizzata dal Museo del Novecento e dalla casa editrice Electa. Ancora una volta, il museo di Rovereto collabora con le maggiori istituzioni della scena nazionale e internazionale, rinnovando l’impegno culturale per il quale è stato fondato. Info e prenotazioni: 800.397760; info@mart.tn.it; www.mart.tn.it/ viaggiointalia. Mostre IL MAESTRO E MARGHERITA. MARINETTI, SARFATTI E IL FUTURISMO NEGLI ANNI DI REGIME Casa d'Arte Futurista Depero. Orario: Martedi - Domenica ore 10.00 - 18.00, Lunedi chiuso / Opening, venerdì 19 ottobre ore 18.30. Fino al 14 febbraio. In concomitanza con la mostra allestita al Mart, il progetto espositivo di Casa Depero affronta un aspetto particolare dell’attività critica di Margherita Sarfatti, promotrice di Novecento Italiano e dell’idea di una moderna classicità: il suo rapporto con il Futurismo e con Filippo Tommaso Marinetti.

porridge, quel porridge amaro, quel porridge troppo caldo, quel porridge dal sapore dolce. Sì, voi siete perduti, sì, state affogando in occultamenti e scuse, i vostri piedi affondano nel fango e state combattendo e lottando. Trascinate quelle scarpe infangate nella stanza, e sì, siete i benvenuti, lo siete sempre stati, questa è la vostra casa, il vostro tempio, questo è tutto per voi. Questa è una celebrazione”. Un mese ancora per visitare un film concreto dove umorismo, oscurità, repulsione e attrazione vi cattureranno e occuperanno, per notti intere, i vostri sogni (o i vostri incubi). 79

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trentinomostre Dalla frequentazione del salotto milanese di Sarfatti alla Biennale di Venezia del 1926, la mostra ripercorre i principali momenti di questo confronto, approfondendo le vicende del Futurismo negli anni del regime. L’esposizione si avvale di un nucleo di opere provenienti dalle Collezioni museali e dell’importante documentazione del Fondo Sarfatti conservato presso l’Archivio del ’900. Mostre NATHALIE DJURBERG & HANS BERG Mart, Corso Bettini, Rovereto (Tn) Orario: Martedì - Domenica 10.00 - 18.00 / Venerdì 10.00 - 21.00 / Lunedì chiuso / La biglietteria chiude mezz'ora prima della chiusura del Museo / Opening venerdì 5 ottobre ore 19 con Electronic live set by Hans Berg alle ore 20. Note: Intero: 11 € / Ridotto: 7 €. A cura di Lena Essling e Gianfranco Maraniello. Mostre IL PIANTO DELLA NEVE MAURO BERLANDA Apertura: da domenica 23 dicembre 2018 a domenica 13 gennaio 2019. c/o Il Papavero - Piazza Malfatti, 13. Orario: 9.30-12.30/15.3019.00.

TIONE DI TRENTO Mostre BISTI - FOTOGRAFI A MADDONA DI CAMPIGLIO Apertura: da sabato 15 dicembre 2018 a sabato 5 gennaio 2019. Centro Studi Judicaria - Viale Dante, 46. Apertura: tutti i giorni 1618.30 - domeniche 10.30-12.30 / 16-18.30. Chiuso 25 dic./S. Natale - 26 dic./S. Stefano - 1 gen. 2019. Info: centrostudi@judicaria.it; Tel. 0465.322624.

TRENTO Mostre GENOMA UMANO - QUELLO CHE CI RENDE UNICI Apertura: da venerdì 23 febbraio 2018 a domenica 6 gennaio 2019. Muse - Museo delle Scienze. La mostra Genoma umano affronta interrogativi importanti per tutti e sui quali, oggi, si concentra un settore importante e promettente della ricerca in campo biologico. È un viaggio tra le nuove sfide offerte dalla genomica, sui rischi e le opportunità generati dall’applicazione delle nuove conoscenze ad ambiti sensibili come quello della salute. Grazie a un percorso interattivo e immersivo, attraverso video e multi-proiezioni e con l’aiuto di altri linguaggi come quello artistico, si affrontano tre questioni fondamentali: quanto conta il DNA, quali altri fattori intervengono nella sua definizione (ad esempio ambiente e stili di vita), come e quanto possiamo intervenire per modificarlo. Info: www.muse.it.

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Mostre FERRO, FUOCO, SANGUE! Apertura: fino a domenica 6 gennaio 2019. Gallerie Piedicastello, piazza di Piedicastello. Dopo l’allestimento a Palazzo Chiericati di Vicenza, arriva ora alle Gallerie una mostra di emozioni, di verità, che fanno realmente “vivere la Grande Guerra”,trasformando una “epopea,” conosciuta dai più solo attraverso i libri di storia, in quello che la guerra in realtà fu: “Ferro, fuoco e sangue”. Attraverso le fotografie di Giuliano Francesconi la mostra ci parla di paura, di fango, di fame, di sete, di freddo, degli orrori vissuti da milioni di uomini scaraventati in prima linea a scoprire un mondo severo e ignoto. Orario: da martedì a domenica 9.0018.00. Ingresso libero. Info: www. museostorico.it; Tel. 0461.230482; info@museostorico.it. Mostre GHIACCIAI Apertura: fino a sabato 23 marzo 2019. Muse - Corso del Lavoro e della Scienza 3. La mostra offre una fotografia dei ghiacciai che ricoprono il nostro pianeta da quattro prospettive: l’ambiente naturale glaciale e le dinamiche che lo mantengono in equilibrio; le attività scientifiche e i rilievi che permettono di quantificare lo stato di salute dei ghiacciai e di studiare i cambiamenti climatici degli ultimi secoli; le avventurose esplorazioni sui sentieri glaciologici; le vicende storiche e i miti legati ai luoghi più inospitali dell’ambiente montano. Il visitatore ha la possibilità di scoprire diverse realtà dell’attività glaciologica grazie a contenuti multimediali inseriti in strutture lignee, dalle linee essenziali e curiose. Orario: dal martedì al venerdì 10-18 sabato, domenica e festivi: 10-19. Chiuso il lunedì e il 25 dicembre. Biglietto entrata € 10,00; ridotto € 8,00. Info: www.muse.it; Tel. 0461.270311; museinfo@muse.it. Mostre PIETRE CHE CI PARLANO Apertura: fino a sabato 23 febbraio 2019. Muse Museo delle scienze, Corso del Lavoro e della Scienza 3. Esposizione sculture dell’artista trentino Paolo Colombini. A cura del critico Alberto Mattia Martini. Orario: dal martedì al venerdì dalle 10 alle 18; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19. Ingresso € 10, ridotto € 8. Info: www.muse. it; Tel. 0461.270311; museinfo@ muse.it. Mostre DI TERRA E DI FUOCO. IL SAN SEBASTIANO DI ANDREA RICCIO Apertura: fino a domenica 24 febbraio 2019. Castello del Buonconsiglio, via Clesio 5. A dieci anni esatti dall’importante rassegna monografica che il Castello del Buonconsiglio dedicò al grande scultore rinascimentale Andrea Briosco, detto il Riccio per la sua

60 ANNI DI GRAFICA RIVOLUZIONARIA

S

i intitola "Cartel Cubano" e sarà visitabile al Palazzo delle Albere di Trento fino al 24 febbraio (Mar., Merc., Gio., Ven., Dom. dalle 10.00 alle 18.00; Sabato e Domenica dalle 10.00 alle 19.00, chiuso il lunedi). Dall’inizio degli anni Quaranta si inaugurano a Cuba oltre 400 cinematografi (di cui un quarto all’Avana): i primi titoli ad essere proposti, di origine

europea, messicana ed argentina, sono pubblicizzati con uno stile di evidente derivazione occidentale, frutto dell’influenza dei vicini Stati Uniti. In seguito alla rivoluzione castrista, datata 1 gennaio 1959, e alla costituzione dell’ICAIC (Instituto Cubano de Arte e Industria Cinematográficos), istituito il 24 marzo 1959, i grafici iniziano ad interpretare con un nuovo stile i lungometraggi e documentari che giungono da ogni parte del globo. L’autonomia formale di cui godono, unita ad una capacità di sintesi espressiva unica, consentiranno loro di formare un originale movimento di veri e propri artisti dediti alla propaganda cinematografica.


trentinomostre capigliatura, il museo proporrà una nuova mostra che permetterà di ammirare una scultura inedita del famoso artista, nato a Trento nel 1470, raffigurante San Sebastiano. Orario: dalle 10.00 alle 18.00 esclusi lunedì non festivi e 25/12. Aperture straordinarie 1 gennaio dalle 11.00 alle 17.00, 24 e 31/12. Biglietto € 10, ridotto € 8. Info: www.buonconsiglio.it; Tel. 0461.492803. Mostre SOTTO IL CIELO D’EGITTO. UN CAPOLAVORO RITROVATO DI FRANCESCO HAYEZ Apertura: fino a domenica 24 febbraio 2019. Castello del Buonconsiglio via Clesio 5. La mostra, curata da Emanuela Rollandini, è dedicata allo straordinario Riposo durante la fuga in Egitto realizzato nel 1831 da Francesco Hayez, il più grande interprete della pittura romantica in Italia. Orario: apertura tutti i giorni, tranne i lunedì non festivi e il 25 dicembre dalle ore 9.30 alle 17.00. Ingresso € 10, ridotto € 8. Info: www.buonconsiglio.it; Tel. 0461.492803. Mostre EX POST Apertura: fino a domenica 3 marzo 2019. Galleria Civica, Via Belenzani 44. Esposizione opere di: Laurina Paperina, Rolando Tessadri, Luca Coser, Christian Fogarolli. Orario: da martedì a domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18. Info: www.mart.tn.it; Tel. 0461.985511; civica@mart.tn.it. Mostre IMMAGINI LATENTI 1919-1920 Apertura: fino a domenica 27 gennaio 2019. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, Piazza Cesare Battisti. La mostra “Immagini latenti” è parte di un più ampio progetto che include il riordino e la valorizzazione dell’Archivio della famiglia Dal Rì, un fondo privato conservato dagli eredi che finalmente viene reso pubblico e fruibile. Le quaranta stampe fotografiche Fine art in mostra sono una selezione degli oltre duecento negativi originali realizzati da Ettore Dal Rì tra il 1919 e il 1920 durante la Grande Guerra. Orario: 9.00 -13.00 e 14.00 -17.30. Chiuso il lunedì, escluso i lunedì festivi, 25 dicembre e 1° gennaio. Ingresso 2,50 €, ridotto 1,50 €, gratuito fino ai 14 anni, con Trentino Guest Card e Museum Pass - ingresso libero la prima domenica del mese. Info: Tel. 0461.492161; uff.beniarcheologici@provincia.tn.it. Mostre CARTEL CUBANO Apertura: fino a domenica 24 febbraio 2019. Palazzo delle Albere, via Sanseverino 43. Esposizione di 200 poster di grafica cubana postrivoluzione. La mostra permetterà di conoscere e comprendere,

attraverso gli occhi degli artisti, la complessa e articolata realtà cubana. Orario: da martedì a venerdì 10-18, sabato e domenica 10-19. Ingresso libero. Mostre NASCE GESÙ SPERANZA DEL MONDO Apertura: fino a domenica 6 gennaio 2019. Palazzo Thun (“Sala sotto”) Via Belenzani 19. Esposizione di oltre un centinaio di presepi realizzati con vari ed originali materiali dal “Gruppo Amici del Presepio di Mattarello”.Orario: Tutti i giorni orario: 14.30-18.30 inoltre tutte le domeniche e 8, 24, 25, 26 e 30 dicembre a partire dalle ore 10.00. Ingresso libero. Info: Cell. 346.0872500. Mostre NATALE IN BIANCO E NERO Apertura: fino a lunedì 7 gennaio 2019. Museo diocesano tridentino, piazza Duomo. L’esposizione presenta una selezione di incisioni appartenenti alla Collezione vescovile di stampe, una raccolta di circa 5.000 fogli realizzati tra il XVI e il XIX secolo da importanti incisori italiani, tedeschi, fiamminghi, francesi ed inglesi. La collezione, riunita dai principi vescovi di Trento a partire dal XVIII secolo, è considerata una delle più importati del Trivento ed annovera stampe di Agostino Carracci, Guido Reni, Jacques Callot, GiandomenicoTiepolo, Luca di Leyda e Rembrandt van Rijn. Un tesoro solitamente non esposto al pubblico, che il Museo intende valorizzare, offrendo ai visitatori l’opportunità di avvicinarsi al linguaggio incisorio e alla grafica attraverso opere di altissimo pregio. Orario: dal lunedì al sabato 9.30-12.30 / 14.00-17.30; domenica 10.00-13.00 / 14.00-18.00. La mostra è visitabile gratuitamente nelle sale del piano terra. Info: www.museodiocesanotridentino. it; Tel. 0461.234419; info@museodiocesanotridentino.it. Mostre LIFE, STILL Apertura: fino a domenica 31 marzo 2019. Gallerie Piedicastello, piazza di Piedicastello. La mostra è dedicata a tre città dello stato islamico distrutte dalla guerra: Mosul, Raqqa e Sirte, tre capitali dello stato islamico, tre luoghi devastati dalla guerra. Nella primavera del 2017 Alessio Romenzi è a Mosul, segue e fotografa l’avanzata dell’esercito iracheno. A raccontare la testimonianza di Romenzi è la curatrice della mostra Giovanna Calvenzi. Orario: dalle ore 9 alle 18. Ingresso libero. Info: www. museostorico.it; Tel. 0461.230482; info@museostorico.it.

EX-POST: UN PERCORSO ALLA GALLERIA CIVICA

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vent’anni dall’ultima pubblicazione e a cinque anni dall’inizio della gestione Mart della Galleria Civica di Trento, tornano i Quaderni ADAC: pubblicazioni che documentano e promuovono l’attività degli artisti attivi in Trentino. Trenta monografie furono date alle stampe tra il 1992 e il 1998. Oggi quattro agili e preziosi volumi rinnovano e rilanciano l’impegno del Mart nella documentazione del lavoro degli artisti più interessanti del territorio. Protagonisti: Laurina Paperina (1980), Rolando Tessadri (1968), Luca Coser (1965), Christian Fogarolli (1983). A loro è dedicata Ex post la mostra in corso alla Galleria Civica. Il percorso si sviluppa in quattro tappe, una per ogni artista. Si comincia con Luca Coser che presenta sei grandi tele realizzate tra il 2016 e il 2018 e un’installazione progettata appositamente per gli spazi dell’esposizione. Seguono tre sequenze delle Tessiture di Rolando Tessadri che dialogano con l’architettura della Galleria, espandendone i limiti. Ex post prosegue al piano interrato con le Animazioni video e le installazioni abitate dagli antieroi di fantasia di Laurina Paperina, tra i quali Shitman e le star dell’arte contemporanea che l’artista celebra e dissacra. La mostra si conclude con due sculture e due interventi site-specific di Christian Fogarolli che proseguono l’indagine degli ultimi anni sui concetti di alienazione e disagio mentale e fisico. Con queste quattro nuove scorrevoli monografie accompagnate dalla mostra Ex Post, l’ADAC, Archivio trentino Documentazione Artisti Contemporanei, si riconferma strumento di collegamento tra Museo, artisti, territorio, realtà associative culturali e appassionati d’arte. La mostra Ex post a cura di Gabriele Lorenzoni è in corso nelle sale espositive della Galleria Civica Trento fino al 3 marzo 2019.

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trentinoappuntamenti

UN NUOVO ANNO, EVENTI SEMPRE IMPERDIBILI

N

umerosi e tutti all’insegna del contemporaneo gli appuntamenti di danza di questo nuovo anno. Si inizierà il 18 gennaio a Rovereto dove al Mart,

nell’ambito di Aperitivi

inDanza, potremo

assistere alla site-specific del giovane artista pugliese, associato al festival Oriente Occidente, Davide

Valrosso. A seguire all’Auditorium Melotti il gruppo romano MK guidato da Michele Di Stefano, che abbiamo trovato nella scorsa edizione di Bolzano Danza in qualità di curatore della rassegna outdoor, eseguirà Robinson, l’opera firmata dallo stesso Di Stefano ispirata alla riscrittura di Robinson Crusoe di Michel Tournier, che racconta l’idea di esotico su cui proiettiamo desideri, progetti che non

ENNIO MORRICONE

E

nnio Morricone (Roma, 10 novembre 1928) è un compositore, musicista, direttore d’orchestra e arrangiatore italiano. Ha studiato al Conservatorio di Santa Cecilia, a Roma, dove si è diplomato in tromba; ha scritto le musiche per più di 500 film e serie TV, oltre che opere di musica contemporanea. La sua carriera include un’ampia gamma di generi compositivi, che fanno di lui uno dei più versatili, prolifici e influenti compositori di colonne sonore di tutti i tempi. Le musiche di Morricone sono state usate in più di 60 film vincitori di premi. Come giovane arrangiatore della RCA, ha contribuito anche a formare il sound degli anni Sessanta italiani, confezionando brani come Sapore di sale, Se telefonando, e i successi di Edoardo Vianello. Dal 1946 a oggi ha composto più di 100 brani classici, ma ciò che ha dato la fama mondiale a Morricone come compositore, sono state le musiche prodotte per il genere del western all’italiana, che lo hanno portato a collaborare con registi come Sergio Leone, Duccio Tessari e Sergio Corbucci, con titoli come la Trilogia del dollaro, Una pistola per Ringo, La resa dei conti, Il grande silenzio, Il mercenario, Il mio nome è Nessuno e la Trilogia del tempo.

realizzeremo e paure. Per “Oper.A 20.21”, la stagione operistica che interessa i due capoluoghi della regione, andrà in scena a Trento, al Teatro Sanbapolis (sabato 19 alle ore 20 e domenica 20 alle ore 17), la prima assoluta di Dionysos

Rising di

Roberto David Rusconi, artista in residence

selezionate tra le oltre 400 musiche da film, dagli esordi con Sergio Leone (1964, “Per un pugno di dollari”) fino

della Fondazione Orchestra Haydn di Bolzano e Trento per

alle più recenti collaborazioni con Tornatore e Tarantino.

quest’anno.

È quello proposto nello spettacolo “Ennio Morricone.

Una storia d’amore che nasce nelle “sere d’estate”,

Musiche da Oscar” proposto dal Nuovo Teatro Verdi di

e poi tanto rock and roll, canzoni indimenticabili e

Montecatini Terme il 12 gennaio all’Auditorium S. Chiara.

coreografie travolgenti: sono gli ingredienti che hanno

«Se mai è esistita una colonna sonora alla ricerca

reso Grease, in più di 20 anni di repliche in Italia con

del proprio corrispondente nel mondo della pellicola,

la Compagnia della Rancia, un fenomeno che si conferma

questo album dei Guano

a ogni replica, più di 1.700 per oltre 1.750.000 spettatori.

sicuramente in buona compagnia insieme a opere di

Una festa travolgente che dal 1997 accende le platee

Fellini, Leone, Jarmusch e Sofia Coppola». Non servirebbe

italiane, e ha dato il via alla musical-mania trasformandosi

molto più delle parole di Joey Burns dei Calexico, riferite al

in un vero e proprio fenomeno di costume “pop”, un cult

primo album della band, per descrivere al meglio il mondo

intergenerazionale. Proprio Grease approda per tre date il

attorno al quale ruota la band di Danilo Gallo (basso),

21, 22 e 23 gennaio all’Auditorium S. Chiara organizzate da

Alessandro “Asso” Stefana (chitarra) e Zeno De Rossi

Fiabamusic insieme al Centro S. Chiara.

(batteria), questi ultimi in forza anche alla band di Vinicio

Uno straordinario omaggio al maestro

Ennio

Morricone, con le più celebri colonne sonore, 82

tmgennaio

Padano si troverebbe

Capossela. Proprio i Guano Padano saranno protagonisti dell’evento del 25 gennaio al Teatro Sanbàpolis


trentinoappuntamenti 1 MARTEDÌ CAPODANNO DEI BAMBINI Trento. Ore 14.30-17.00. Piazza Santa Maria Maggiore. Spettacolo di magia e giochi con Animacri; bimbo dance con animazione e distribuzione di gadget; truccabimbi e sculture di palloncini; distribuzione gratuita di cioccolata calda e dolci natalizi. Ingresso gratuito. Info: ufficio.culturaturismo@comune.trento.it. Cultura EL PAÉS DEI PRESEPI: MOSTRA FOTOGRAFICA Baselga di Piné. Ex canonica di Miola. Scopri la realtà vista con gli occhi dei fotografi Daniela Zafarana e Pietro Masturzo e narrata attraverso le loro fotografie. Orario: 10-18. Info: Tel. 0461.557028. Enogastronomia EL PAÉS DEI PRESEPI: FESTA DELLA “LUGANEGA” Baselga di Piné. Piazza San Rocco a Miola. Per chi vuole assaporare la cucina e la tradizione locale La Grénz de Miola vi aspetta per gustare il tipico salume trentino. Orario: 10-18. Info: Tel. 0461.557028. Musica NOTE DI NATALE 2018 CONCERTO DI CAPODANNO Mezzolombardo. Ore 20.30. Teatro San Pietro. Concerto della Banda Cittadina di Mezzolombardo. Info: Scuola Musicale Guido Gallo Cell. 339 5655938; www. scuolamusicalegallo.it; Scuola di Musica Celestino Eccher Tel. 0463.424310; www.scuoladimusicaeccher.it. Musica CONCERTO DI CAPODANNO DI ALTAVALLE Altavalle. Ore 16. Palestra di Grumes. Concerto per festeggiare il nuovo anno con l’Orchestra Aurora. Info: info@vivigrumes.it. Musica EL PAÉS DEI PRESEPI: PINAITER HAUSMUSIK Baselga di Piné. Ore 15. Piazza S. Rocco a Miola. Concerto con i Pinaiter Hausmusik. Info: Tel. 0461.557028. Musica CONCERTO DI EPIFANIA Sopramonte. Ore 20.30. Chiesa Sacro Cuore di Gesù. Concerto del Coro Voci del Bondone. Ingresso gratuito. Per i più piccoli EL PAÉS DEI PRESEPI: “BIMBI CHE LEGGONO IL NATALE” Baselga di Piné. Ore 16-17. Avvolto delle Fiabe a Miola. Letture e racconti di fiabe natalizie per tutta la famiglia con Francesca Patton. Partecipazione gratuita. Info: Tel. 0461.557028.

2 MERCOLEDÌ Cultura EL PAÉS DEI PRESEPI: MOSTRA FOTOGRAFICA Baselga di Piné. Ex canonica di Miola. Scopri la realtà vista con gli occhi dei fotografi Daniela Zafarana e Pietro Masturzo e narrata attraverso le loro fotografie. Orario: 10-18. Info: Tel. 0461.557028. Cultura VISITA GUIDATA ALLA MOSTRA DELLE SCULTURE LIGNEE E AGLI ATTREZZI DI LAVORO NEI BOSCHI Castello Tesino. Dalle ore 15 alle 16. Palazzo Gallo. Info: Biblioteca di Castello Tesino Tel. 0461.593232. Escursionismo ESCURSIONI CON LE CIASPOLE Passo Brocon. Escursione notturna o diurna con guida alpina per vivere più da vicino la montagna in inverno. Info: € 20 a persona per le ciaspolate in notturna; € 30 a persona per le ciaspolate giornaliere. Le quote comprendono l’accompagnamento con Guida Alpina. Info: iscrizioni entro le ore 12 del giorno precedente; punto ritrovo, orario e percorso verranno concordati direttamente con la guida; tutte le attività possono essere richieste da singole persone o gruppi; si possono organizzare uscite in date anche diverse da quelle indicate. Info: Dolomiti Guides Tel. 339.1521119; www. dolomitiguides.com. Folklore CAUCASIAN PASSION Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Lezginka Russian State Dance Company. Piroette e lanci di pugnali, danze che decantano l’animo battagliero e l’onore di fieri guerrieri, dove il virtuosismo, l’atletismo e il temperamento dei ballerini dialogano con la grazia, il lirismo e la preziosità dei costumi delle danzatrici. Ingresso da € 20,00 a € 36,00. Info: info@centrosantachiara.it; n. verde 800.013952. Info: tel. 0464-430363. Musica EL PAÉS DEI PRESEPI: CORO AMIZI DE LA MONTAGNA Baselga di Piné. Ore 15. Piazza S. Rocco a Miola. Concerto corale con il Coro Amizi de la Montagna di Meano. Info: Tel. 0461.557028.

3 GIOVEDÌ Cultura EL PAÉS DEI PRESEPI: MOSTRA FOTOGRAFICA Baselga di Piné. Ex canonica di Miola. Scopri la realtà vista con gli occhi dei fotografi Daniela Zafarana e Pietro Masturzo e narrata attraverso le loro fotografie. Orario: 10-18. Info: Tel. 0461.557028.

Danza IL LAGO DEI CIGNI Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. A grande richiesta, dopo lo straordinario successo ottenuto nella stagione 2017/2018, le stelle della danza classica russa tornano ad aggiungersi all’organico del Moscow State Classical Ballet: Alexey Konkin, Sergei Skvortsov, Tatiana Pelmegova, Sergei Fedorkov, solo per citarne alcuni. Artisti eclettici, formati in patria e scelti accuratamente dalla maestra, étoile e produttrice Liudmila Titova, che sarà la loro capofila e impreziosirà il cast con le sue performance. Ingresso da € 27,00 a € 38,00. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@ centrosantachiara.it. Famiglia VISITA ALL’OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI CELADO Castello Tesino. Dalle ore 20.30 alle 22.30. Ritrovo direttamente presso l’Osservatorio di Celado alle ore 20.20. Una serata tra le stelle. È attivo a Castello Tesino l’Osservatorio Astronomico del Celado, un’occasione unica per ammirare il cielo stellato e la luna assieme all’Unione Astrofili del Tesino e della Valsugana. Prenotazione obbligatoria entro le 12.00 del giorno dell’osservazione presso: APT Valsugana - Ufficio di Castello Tesino - tel. 0461 727730. Ingresso: Adulti: € 5,00; bambini fino ai 5 anni: gratis; ragazzi dai 6 ai 17 anni: € 3,00. Info: Info: www.osservatoriodelcelado.net. Musica EL PAÉS DEI PRESEPI: CORO LAMBI CANTI Baselga di Piné. Ore 15. Piazza S. Rocco a Miola. Concerto corale con il Coro Lambi Canti di Palù di Giovo. Info: Tel. 0461.557028.

4 VENERDÌ Cultura EL PAÉS DEI PRESEPI: MOSTRA FOTOGRAFICA Baselga di Piné. Ex canonica di Miola. Scopri la realtà vista con gli occhi dei fotografi Daniela Zafarana e Pietro Masturzo e narrata attraverso le loro fotografie. Orario: 10-18. Info: Tel. 0461.557028. Cultura LA TREGUA DI NATALE RECITAL DI LUIGI SARDI CastelloTesino. Ore 20.30. Chiesa Parrocchiale. Recital di Luigi Sardi; voce narrante: Antonia Dalpiaz con musiche di Piergiorgio Lunelli. Il racconto di una serie di cessate il fuoco non ufficiali avvenuti nei giorni precedenti il Natale 2014 tra Benedetto XV e un giovane Alcide De Gasperi, con canzoni d’epoca quali Monti Scarpazi, Stelutis Alpinis e altre. Info: Biblioteca di Castello Tesino Tel. 0461.593232. Musica CANTA DELLA STELLA Altavalle. Dalle ore 18. Via del centro di Grumes. Tradizionale Canta della Stella per le vie del centro di Grumes con l’esecuzione di canti tradizionali. Info: info@ vivigrumes.it. Musica EL PAÉS DEI PRESEPI: CORO VOCI NEL VENTO Baselga di Piné. Ore 15. Piazza S. Rocco a Miola. Concerto corale con il Coro Voci nel Vento di Verla di Giovo. Info: Tel. 0461.557028. Teatro ‘NA FIOLA DA MARIDAR Revò. Ore 20.30. Auditorium Scuole Medie. Spettacolo di Stefano Palmucci con la Filodrammatica “La Revodana” di Revò. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

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trentinoappuntamenti 5 SABATO Cultura EL PAÉS DEI PRESEPI: MOSTRA FOTOGRAFICA Baselga di Piné. Ex canonica di Miola. Scopri la realtà vista con gli occhi dei fotografi Daniela Zafarana e Pietro Masturzo e narrata attraverso le loro fotografie. Orario: 10-18. Info: Tel. 0461.557028. Cultura SPIRIT OF THE ICE Baselga di Piné. Ore 18. Stadio del Ghiaccio. Inaugurazione della mostra delle opere tratte dal serbatoio di immagini di ambienti naturali, per quanto possibile incontaminati, scattate da Claudio Pollini nell’area del lago Bajkal in Siberia, che aspirano a narrare la purezza e l’immensità del grande lago, patrimonio dell’UNESCO dal 1996. Ingresso libero. Info: Tel. 0461.554167. Escursionismo ESCURSIONI CON LE CIASPOLE Passo Brocon. Escursione notturna o diurna con guida alpina per vivere più da vicino la montagna in inverno. Info: € 20 a persona per le ciaspolate in notturna; € 30 a persona per le ciaspolate giornaliere. Le quote comprendono l’accompagnamento con Guida Alpina. Info: iscrizioni entro le ore 12 del giorno precedente; punto ritrovo, orario e percorso verranno concordati direttamente con la guida; tutte le attività possono essere richieste da singole persone o gruppi; si possono organizzare uscite in date anche diverse da quelle indicate. Info: Dolomiti Guides Tel. 339.1521119; www. dolomitiguides.com. Famiglia NATALE IN CORSO ROMA Baselga di Piné. Ore 15.30-18. Corso Roma. Vieni a scoprire la magica atmosfera di Natale del centro storico di Baselga di Piné. Tra animazione natalizia, negozi, botteghe storiche e locali caratteristici, dove acquistare i tuoi regali, potrai passare un pomeriggio di divertimento con tutta la famiglia. Troverai Comicandò e truccabimbi e potrai riscaldarti con un té caldo. E, per tutti i bimbi, un gustoso dolcetto. Info: Tel. 0461.557028. Famiglia VISITA GUIDATA ALLA GROTTA DEL CALGERON Grigno Valsugana. Ritrovo presso la stazione Fs di Grigno alle ore 08:45 di ogni sabato. Si percorre un sentiero nel bosco con un dislivello di circa 200 metri e dopo 30 minuti si raggiunge l’ingresso. Dopo pochi metri a bordo di un canotto si supera un laghetto e si prosegue a piedi per circa 400 m. Durata della visita: circa 3 ore

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complessive. Costo 15,00€ a persona. Per visite fino a sei persone € 90,00. Il materiale tecnico (canotto e casco) viene fornito dall’organizzazione. Per informazioni e prenotazioni telefonare a Mirco 327.9184910. Famiglia NOTTE BIANCA Trento. Centro storico. Musica e animazione nelle vie del Centro storico. Ingresso gratuito. Musica NOTE DI NATALE 2018 CANTA DELLA STELLA Faedo. Ore 17. Centro storico. A cura della Pro Loco di Faedo. Info: Scuola Musicale Guido Gallo Cell. 339 5655938; www.scuolamusicalegallo.it; Scuola di Musica Celestino Eccher Tel. 0463.424310; www.scuoladimusicaeccher.it. Musica EL PAÉS DEI PRESEPI: BIFOLK BAND Baselga di Piné. Ore 15. Piazza S. Rocco a Miola. Concerto itinerante della Bifolk Band. Info: Tel. 0461.557028. Musica CANTA DELLA STELLA Sover. Ore 16-21. Vie del centro di Piscine. Il Minicoro La Valle, con costumi da Re Magi e pastori e con la Stella rotante, fa rivivere questa antica tradizione, visitando le case, i portici e gli anfratti del paese, con l’esecuzione di antiche melodie natalizie della “Stella”,per portare a tutti l’augurio per il nuovo anno. Info: Cell. 333.9856590; www.corolavalle.com. Teatro LA BADANTE DEL NONO Civezzano. Ore 20.45. Teatro “Luigi Pirandello”. Spettacolo di Fabio Svaldi con la Filodrammatica “El Lumac” di Piazze di Bedollo. Nell’ambito della 15ª Rassegna Teatrale “Bruno Palaoro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro BERTOLDO Preore. Ore 21. Teatro “Casa Mondrone”. Spettacolo di Giulio Cesare Croce - trad. dialettale e adattamento di Camillo Caresia con la Filodrammatica “S. Martino” di Fornace. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “Preore a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro RIDI E LASSA RIDER Lasino. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di e con Loredana Cont. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “Dilettando Insegna”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Teatro LA PAZIENZA DELSIGNOR PREVOSTO Viarago. Ore 20.30. Teatro. Spettacolo di Luigi Galli con la Filodrammatica “Arcobaleno” di Arco. Nell’ambito della 7ª Rassegna Teatrale “Viarago a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’HOTEL DEL LIBERO SCAMBIO Valfloriana di Casatta. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Georges Feydeau con la Compagnia “Gustavo Modena” di Mori. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ME TOCA NAR A MAR...TIRIO Villa Lagarina. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Giorgio Clementi con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro POLLICINO Meano. Ore 17. Teatro - via delle Sugarine 22. Spettacolo con Simona Gambaro e Paolo Piano / Teatro del Piccione / Fondazione Luzzati - Teatro della Tosse con Simona Gambaro e Paolo Piano. Info: Tel. 0461.511332; info@teatrodimeano.it. Teatro ragazzi GLI AIUTANTI DI BABBO NATALE Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti via Santa Croce 67. Rossoteatro/ Ullallà teatro con Pippo Gentile e Alessandro Rossi. Ambientato nel fantastico mondo del Natale, il racconto interpretato da Pippo gentile e Alessandro Rossi mette in scena i due aiutanti di Babbo Natale, intenti a preparare gli ultimi regali prima che cominci la meravigliosa notte di Natale. Nel loro piccolo laboratorio dovrebbero assemblare giocattoli, impacchettare bambole e stivare i pacchi nella slitta del capo... ma com’è possibile non iniziare a giocare davanti a tutti quei giochi? Comincia così un’interminabile sfida a colpi di giochi inventati, scherzi reciproci e impensabili gare di ballo. Riusciranno i due aiutanti a completare il lavoro in tempo prima che cominci la magica notte di Natale? Età consigliata: dai 3 anni. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Tradizione ANGOLO ARTIGIANALE NATALIZIO DI IMÈR Imer. Un mercatino insolito, che viene ospitato dall’antica segheria del paese di Imèr e che permette di fare un tuffo nel mondo dell’hobbistica e dell’artigianato natalizio a km 0 dove trovare regali originali dal successo assicurato. Info: www.sanmartino.com.

6 DOMENICA Cultura EL PAÉS DEI PRESEPI: MOSTRA FOTOGRAFICA Baselga di Piné. Ex canonica di Miola. Scopri la realtà vista con gli occhi dei fotografi Daniela Zafarana e Pietro Masturzo e narrata attraverso le loro fotografie. Orario: 10-18. Info: Tel. 0461.557028. Cultura SERATA DI RACCONTI “E MI PIACE LA NOTTE ASCOLTARE LE STELLE” Castello Tesino. Ore 20. Osservatorio Astronomico di Celado. Serata di racconti per bambini e famiglie con gli Astrofili. Info: www.osservatoriodelcelado.net; APT Valsugana uff. di Castello Tesino Tel. 0461.727730. Enogastronomia EL PAÉS DEI PRESEPI: FESTA DEL TORTEL Baselga di Piné. Piazza San Rocco a Miola. Per chi vuole assaporare la cucina e la tradizione locale La Grénz de Miola vi aspetta per gustare il tipico “tortel de patate”. Orario: 10-18. Info: Tel. 0461.557028. Musica NOTE DI NATALE 2018 CONCERTO DEI RE MAGI San Michele all’Adige. Ore 15. Sala Polifunzionale del Municipio. Canti della Montagna a cura della Sezione S.A.T. di San Michele all’Adige. Info: Scuola Musicale Guido Gallo Cell. 339 5655938; www. scuolamusicalegallo.it; Scuola di Musica Celestino Eccher Tel. 0463.424310; www.scuoladimusicaeccher.it. Musica EL PAÉS DEI PRESEPI: CORO LE PICCOLE COLONNE Baselga di Piné. Ore 15. Concerto dell’Epifania del Coro Piccole Colonne, diretto da Adalberta Brunelli, con un repertorio che spazia dalle più belle canzoni natalizie alle melodie internazionali classiche. Al termine la Befana distribuirà dolcetti a tutti i bimbi. Info: Tel. 0461.557028. Teatro DO PEI ‘NTE NA SCARPA Coredo. Ore 17. Teatro “Dolomiti”. Spettacolo di Antonia Dalpiaz con il Gruppo Filodrammatico “Coredano” di Coredo. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “Quattro risate a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi GLI AIUTANTI DI BABBO NATALE Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti via Santa Croce 67. Rossoteatro/ Ullallà teatro con Pippo Gentile e Alessandro Rossi. Ambientato nel fantastico mondo del Natale, il racconto interpretato da Pippo


trentinoappuntamenti gentile e Alessandro Rossi mette in scena i due aiutanti di Babbo Natale, intenti a preparare gli ultimi regali prima che cominci la meravigliosa notte di Natale. Nel loro piccolo laboratorio dovrebbero assemblare giocattoli, impacchettare bambole e stivare i pacchi nella slitta del capo... ma com’è possibile non iniziare a giocare davanti a tutti quei giochi? Comincia così un’interminabile sfida a colpi di giochi inventati, scherzi reciproci e impensabili gare di ballo. Riusciranno i due aiutanti a completare il lavoro in tempo prima che cominci la magica notte di Natale? Età consigliata: dai 3 anni. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@ centrosantachiara.it. Teatro ragazzi PICCOLI IDILLI: KANU Pergine Valsugana. Ore 16. Teatro Comunale di Pergine, P.zza Garibaldi 5/g. Con Bintou Ouattara; accompagnamento musicale a cura di Kady Coulibaly (voce, bara e calebasse) e Daouda Diabate (voce, kora, gangan). Età consigliata: dai 4 anni. Info: www.teatrodipergine.it 10 GIOVEDÌ

sviluppa in una serie di scene, dal ritmo molto serrato e dalla linea comica che rapisce lo spettatore portandolo all’interno di un mondo fatto di silenzi, sguardi e risate. Spettacolo vincitore del Festival Internazionale di regia “Fantasio” 2017. Info: Tel. 0461.511332; info@ teatrodimeano.it. Teatro SICILIA TEATRO: IL BERRETTO A SONAGLI Lavis. Ore 21. Teatro Auditorium. Spettacolo Sicilia Teatro, di Luigi Pirandello con Sebastiano Lo Monaco, Maria Rosaria Carli, Clelia Piscitello, Claudio Mazzenga, Rosario Petix, Lina Bernardi e Maria Laura Caselli. Regia di Sebastiano Lo Monaco. Info: www. comune.lavis.tn.it

12 SABATO Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Pergine Valsugana. Ore 17.30. Libreria Athena. “L’ombra dell’apocalisse” di Massimiliano Unterrichter. Con letture di Stefano Borile e dell’autore. Info: www. curcugenovese.it

Teatro TRAINSPOTTING Villazzano. Ore 20.45. Teatro Via Giordano 6. Festival Internazionale di Regia teatrale Fantasio. Tieffe Teatro Milano, versione di Wajdi Mouawad sul romanzo di Irvine Welsh. Ingresso intero 12 €, ridotto 10€. Info: www.teatrodivillazzano.it; Tel. 0461.913706; info@teatrodivillazzano.it.

Teatro LA LOCANDIERA-ESPRIT DE POMME DE TERRE Meano. Ore 20.45. Teatro, via delle Sugarine 22. La locandiera- Esprit de pomme de terre: un grande classico italiano rivisitato in chiave contemporanea. Il lavoro si concentra soprattutto su due aspetti: il passaggio dalla commedia dell’arte al dramma borghese che Goldoni inizia con La Locandiera, quindi la profondità dei personaggi che non sono più legati all’improvvisazione e allo stereotipo delle maschere, ma iniziano ad avere una psicologia e un percorso emotivo e la sfida di rappresentare il testo partendo dal corpo inserendo il mimo, la danza e il clown teatrale. La performance si

Musica OMAGGIO A MORRICONE MUSICHE DA OSCAR Trento. Ore 21. Auditorium Santa Chiara di Trento. Uno straordinario omaggio al maestro Ennio Morricone, con le più celebri colonne sonore, selezionate tra le oltre 400 musiche da film, dagli esordi con Sergio Leone. Info: www.discovertrento.it. Teatro STANDAP Cognola. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di e con Mario Cagol. Nell’ambito della rassegna “Insieme a Teatro sull’Argentario” ed. 2019. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro UN CURIOSO ACCIDENTE Mori. Ore 20.45. Teatro “Sociale”. Spettacolo di Carlo Goldoni con la Compagnia “Gustavo Modena” di Mori. Nell’ambito della 34ª Rassegna Teatrale “Gustavo Modena”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

11 VENERDÌ Teatro TALITA KUM Trento. Ore 21. Teatro Portland, Via Papiria 8. Un’immersione nel silenzio per “auscultare” l’anima e l’inconscio. Addentrandoci passo dopo passo in questo profondo buio primordiale avvertiamo una musica, insistente, che chiede di essere danzata. Info: www.info@ teatroportland.it;Tel. 0461.924470; info@teatroportland.it.

contatto con l’ambiente montano delle Dolomiti. Prove di auto soccorso in valanga, ciaspolate, scialpinismo di primo e secondo livello, arrampicata su ghiaccio e freeride: attività da praticare in tutta sicurezza in compagnia dei professionisti della montagna, le Guide Alpine “Aquile” della scuola di alpinismo e scialpinismo di San Martino di Castrozza e Primiero. Info: www.sanmartino.com.

Escursionismo ESCURSIONI CON LE CIASPOLE Passo Brocon. Escursione notturna o diurna con guida alpina per vivere più da vicino la montagna in inverno. Info: € 20 a persona per le ciaspolate in notturna; € 30 a persona per le ciaspolate giornaliere. Le quote comprendono l’accompagnamento con Guida Alpina. Info: iscrizioni entro le ore 12 del giorno precedente; punto ritrovo, orario e percorso verranno concordati direttamente con la guida; tutte le attività possono essere richieste da singole persone o gruppi; si possono organizzare uscite in date anche diverse da quelle indicate. Info: Dolomiti Guides Tel. 339.1521119; www. dolomitiguides.com. Montagna “AQUILE” WINTER CAMP Passo Rolle. Gli incredibili panorami di Passo Rolle saranno lo sfondo di una giornata all’insegna delle più belle attività outdoor a

Teatro MAMME ROVENTI Bedollo. Ore 20.45. Teatro Nuovo. Spettacolo di David. W. Christner - trad. Leonardo Franchini con la Compagnia “GAD - Città di Trento. Nell’ambito della 11ª Rassegna Teatrale “Foie de Bedol”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTTI AL CENTRO BENESSERE Gardolo. Ore 20.45. Teatro “Gigi Cona”. Spettacolo di Franco Kerschbaumer con la Filodrammatica “S. Gottardo” di Mezzocorona. Nell’ambito della 31ª Rassegna Teatrale “Alegra Ribalta”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTA COLPA DEL RAFREDOR Sopramonte. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di e con la Compagnia “S. Siro” di Lasino. Nell’ambito della 28ª Rassegna Teatrale a Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BASTAVA ‘NA BOTA Povo. Ore 21. Teatro “Concordia”. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Concordia ‘74” di

Povo. Nell’ambito della 31ª Rassegna Teatrale “Isidoro Trentini”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ANIMA TRENTINA - CERCASI TRENTINO S’CET Lasino. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Antonia Dalpiaz con “Filobastia” di Preore. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “Dilettando Insegna”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro MAREMMA MAIALA!!! Coredo. Ore 21. Teatro “Dolomiti”. Spettacolo di Valerio Di Piramo (adattata in dialetto trentino) con il Gruppo “Prove de Teatro” di Calliano. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “Quattro risate a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BASTA PARLAR MALE DELE DONE Zambana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Claudio Pasquini con la “Filolevico” di Levico Terme. Nell’ambito della Rassegna Teatrale di Zambana. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BERTOLDO Olle. Ore 20.45. Teatro “San Domenico Savio”.Spettacolo di Giulio Cesare Croce - trad. dialettale di Camillo Caresia con la Filodrammatica “S. Martino” di Fornace. Nell’ambito della Rassegna Teatrale dialettale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro INTERNO CON CADAVERE Romallo. Ore 21. Teatro “San Domenico Savio”. Spettacolo di Aldo Nicolaj con il Gruppo Teatrale “Gianni Corradini” di Villazzano. Nell’ambito della 15ª rassegna teatrale “Franco e Ivana emozioni di Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ONORANZE FUNEBRI MALCONTENTI (WWW. SCAMPAMORTE.COM) Storo. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Italo Conti - traduz. di Carmelo e Manuel Caliari con la Filodrammatica “Tra ‘na roba e l’altra” di Cavrasto. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NE VEDEM AL BAR Tenno. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Massimo Lazzeri con la Compagnia “I Sarcaioli” dell’Alto Garda. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

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trentinoappuntamenti Teatro “EL CONVENTO DEL SANTO SPIRITO” RAPPRESENTAZIONE TEATRALE BRILLANTE Castello Tesino. Ore 20.45. Teatro S. Giorgio. Rappresentazione teatrale brillante con la Filodrammatica di Telve. Info: Biblioteca di Castello Tesino Tel. 0461.593232. Teatro ragazzi RACCONTO ALLA ROVESCIA Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti - via Santa Croce 67. Spettacolo di e con Claudio Milani. Musiche originali Andrea Bernasconi, Emanuele Lo Porto, Debora Chiantella. Età consigliata: dai 3 anni. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.

13 DOMENICA Musica NOTE DI NATALE 2018 CONCERTO PER IL NUOVO ANNO Mezzolombardo. Ore 15.30. Chiesa dei Frati Francescani. Coro Voci Bianche G. Gallo - Coro Giovanile G .Gallo - Gruppo Vocale G. Gallo - Ensemble d’archi G. Gallo Eccher. Info: Scuola Musicale Guido Gallo Cell. 339 5655938; www. scuolamusicalegallo.it; Scuola di Musica Celestino Eccher Tel. 0463.424310; www.scuoladimusicaeccher.it. Teatro LA NEO DEL ZIO ANSELMO Pergine Valsugana. Ore 17.30. Teatro “San Domenico Savio”. Spettacolo di Valerio Di Piramo con la Filodrammatica “Vi.Va.” di Vigolo Vattaro. Nell’ambito della rassegna teatrale “Zivignago sera in... prosa”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTTI AL CENTRO BENESSERE Trento. Ore 16. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di Franco Kerschbaumer con la Filodrammatica “S. Gottardo” di Mezzocorona. Nell’ambito della rassegna teatrale “La vetrina del teatro Co.F.As.”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

14 LUNEDÌ Musica MODO ANTIQUO Trento. Ore 20.30. Società Filarmonica Trento. Orchestra Barocca Modo Antiquo; Federico Maria Sardelli (direttore); Paolo Pollastri, Simone Bensi, oboi. Programma: A. Corelli: da Concerti grossi op. VI: Concerto grosso n. 1 in Re magg. (versione con trombe e oboi); G.F. Haendel; Dai Concerti grossi op. VI: Concerto grosso n. 6 in sol min.; A. Vivaldi: Sinfonia dall’opera Il Farnace; G.F.Haendel: Dai Con-

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certi grossi op. III: Concerto grosso n. 4 in Fa magg.; A. Bonporti: Concerto in Re magg. op. XI, n. 8 per violino, archi e Bc; A. Vivaldi: Sonata RV 820 in Sol magg. per violino violoncello e Bc; A. Corelli: da Concerti grossi op. VI: Concerto grosso n. 4 in Re magg. Info: www.filarmonica-trento.it.

15 MARTEDÌ Teatro LA GOVERNANTE CON ORNELLA MUTI Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. La vicenda de La Governante, è imperniata su Caterina Leher, governante francese assunta in casa Platania. Famiglia siciliana e borghese trapiantata a Roma il cui patriarca, Leopoldo, ha sacrificato la vita di una figlia, morta suicida, ai pregiudizi della sua morale. Info: Comune di Rovereto - Ufficio Turismo e grandi eventi Tel. 0464.452253; cultura@comune.rovereto.tn.it; www. comune.rovereto.tn.it; www.teatro-zandonai.it. Teatro AMINTA Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Per la sua ultima sfida Antonio Latella ha scelto di confrontarsi con Torquato Tasso e con la grandezza dei suoi versi. “Aminta”, opera composta dal celebre autore italiano nel 1573, è un dramma pastorale che racconta le vicende del pastore Aminta e del suo amore per la ninfa Silvia. Un testo che rivela la compresenza di due forze: la spregiudicata ricerca di innovazione linguistica e la tensione verso un classicismo da reinterpretare. Spettacolo di di Torquato Tasso, drammaturga Linda Dalisi, con Michelangelo Dalisi, Emanuele Turetta, Matilde Vigna, Giuliana Bianca Vigogna, regia Antonio Latella. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@ centrosantachiara.it.

16 MERCOLEDÌ Cultura DALLE DOLOMITI ALL’EVEREST Altavalle. Ore 20.30. Molin de Portegnach a Faver. Serata con Sergio Martini che, oltre ad aver scalato tutte le montagne di 8.000 m, è un alpinista completo. Info e prenotazioni: info@sorgente90. org; www.sorgente90.org. Cultura DI STORIE E DI STRADE. LE CITTÀ RACCONTANO. TRIESTE Giovo. Ore 20.30. Biblioteca Comunale a Verla. All’interno della rassegna “Di storie e di strade. Le città raccontano”, che approfondisce il tema delle città divise attraverso la letteratura e le arti, viaggio alla scoperta di Trie-

ste con la giornalista Emanuela Macrì. Ingresso libero. Info: Tel. 0461.684735.

18 VENERDÌ Musica LA TRAVIATA Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium, Via S. Croce. In scena La Traviata è un'opera in tre atti di Giuseppe Verdi. Con Orchestra Filarmonica del Veneto , Coro Lirico San Filippo Neri. Regia di Stefania De Carli. Direttore e Maestro concertatore Riccardo Leòn Boeretto. Maestro del coro Ubaldo Composta. Teatro IT’S APP TO YOU Trento. Ore 21. Teatro Portland, Via Papiria 8. It’s App to You è il primo videogioco a Teatro! Una realtà virtuale immersiva a 360°! Una semplice applicazione da scaricare sul cellulare per muovere e governare il personaggio virtuale. Ma qual è il confine tra la finzione e la realtà? Se la virtualità si rivelasse più reale di quanto credi? Se fosse il gioco a controllare te? Da un’idea di Leonardo Manzan, di e con Andrea Delfino, Paola Giannini, Leonardo Manzan. Regia Leonardo Manzan. Info: www.info@ teatroportland.it;Tel. 0461.924470; info@teatroportland.it.

19 SABATO Musica DIONYSOS RISING Trento. Ore 20. Teatro Sanbapolis, Via della Malpensada. Vivrete un’esperienza acustica avvolgente, un’immersione sonora totale, grazie all’utilizzo di sofisticate strumentazioni. E alla fine, accadrà qualcosa di inaspettato. Un rave o qualcosa che gli assomiglia. Direzione musicale: Timothy Redmond. Regia: Michael Scheidl. Orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Coproduzione: netzzeit di Vienna, Fondazione Haydn di Bolzano e Trento. Info: www.haydn.it Musica L’OPERA DI AMANDA E DJ SET Altavalle. Ore 21.30. Molin de Portegnach a Faver. Indi rock e dream pop con L’Opera di Amanda e Dj Set con Space Yeah del collettivo Steel Wheels. Ingresso libero. Info e prenotazioni: info@sorgente90.org; www.sorgente90.org. Teatro BERTOLDO Meano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Giulio Cesare Croce - trad. dialettale di Camillo Caresia con la Filodrammatica “S. Martino” di Fornace. Nell’ambito della rassegna “TAM TAM”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro ME TOCA NAR AL MAR... TIRIO Pannone. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Giorgio Clementi con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Nell’ambito della 34ª Rassegna Teatrale “Gustavo Modena”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ISABELLA, TRE CARAVELLE E UN CACCIABALLE Civezzano. Ore 20.45. Teatro “Luigi Pirandello”. Spettacolo di Dario Fo con “T.I.M. - Teatro Instabile Meano”. Nell’ambito della 15ª Rassegna Teatrale “Bruno Palaoro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTTI AL CENTRO BENESSERE Povo. Ore 21. Teatro “Concordia”. Spettacolo di Franco Kerschbaumer con la Filodrammatica “S. Gottardo” di Mezzocorona. Nell’ambito della 31ª Rassegna Teatrale “Isidoro Trentini”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BASTAVA ‘NA BOTA Preore. Ore 21. Teatro “Casa Mondrone”. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Concordia ‘74” di Povo. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “Preore a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro THE SHOW NUST GO ON! Levico Terme. Ore 20.45. Teatro “Mons. Caproni”. Spettacolo di Valerio Di Piramo con la Filodrammatica di Civezzano. Nell’ambito della 17ª edizione della Rassegna Teatrale “Franco & Daniela”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NON DIRMI CHE NON SEI FELICE Lasino. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Menegoldo Perridini con il Circolo Culturale Filodrammatico di Ischia. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “Dilettando Insegna”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PAREVA NA BELLA IDEA Viarago. Ore 20.30. Teatro. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica di Viarago. Nell’ambito della 7ª Rassegna Teatrale “Viarago a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.


trentinoappuntamenti Teatro EN CASTEL EN VENDITA Vigo di Ton. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Gigliola Brunelli con la Filodrammatica “S. Genesio” di Calavino. Nell’ambito della 16ª rassegna teatrale “Una sera a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ONORANZE FUNEBRI MALCONTENTI (WWW. SCAMPAMORTE.COM) Larido. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Italo Conti - traduz. di Carmelo e Manuel Caliari con la Filodrammatica “Tra ‘na roba e l’altra” di Cavrasto. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NE VEDEM AL BAR S. Lorenzo in Banale. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Massimo Lazzeri con la Compagnia “I Sarcaioli” dell’Alto Garda. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ATTENTI AL PARROCO Storo. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Ernesto Paternoster con la Filodrammatica “La Grinta” di Arco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro SORELLE. DIO VEDE E PROVVEDE. Villazzano. Ore 20.45. Teatro, Via Giordano 6. Un coinvolgente evento creativo di teatro, musica e danza in cui ventidue protagonisti, giovani e meno giovani, danno vita sul palcoscenico alla divertente, elettrizzante energia di un musical inedito valorizzato dalla drammaturgia di Roberto Marafante e dalle canzoni originali di Ariele Manfrini. Info: www.teatrodivillazzano.it; Tel. 0461.913706; info@teatrodivillazzano.it. Teatro G’HO ‘NA FIOLA... BELISSIMA Ravina. Ore 20.45. Teatro Claudio Demattè Via per Belvedere 4. La Filodrammatica di Sopramonte presenta G’ho ‘na fiola belissima di Valerio DiPiramo. Adattamento dialettale di Valerio Bombardelli. Regia di Marco Nardelli. Info: Cell. 389.6465371; info@ravina.tn.it. Teatro ragazzi I TESORI NELLA VALIGIA Vigolo Vattaro. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Janna Konyaeva con “I Cuccioli” de “La Logeta” di Gardolo. Nell’ambito della 16ª Rassegna Provinciale di Teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

20 DOMENICA Musica DIONYSOS RISING Trento. Ore 17. Teatro Sanbapolis, Via della Malpensada. Vivrete un’esperienza acustica avvolgente, un’immersione sonora totale, grazie all’utilizzo di sofisticate strumentazioni. E alla fine, accadrà qualcosa di inaspettato. Un rave o qualcosa che gli assomiglia. Direzione musicale: Timothy Redmond. Regia: Michael Scheidl. Orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Coproduzione: netzzeit di Vienna, Fondazione Haydn di Bolzano e Trento. Info: www.haydn.it Teatro L’HOTEL DEL LIBERO SCAMBIO Grumes. Ore 16. Teatro “Le Fontanelle”. Spettacolo di Georges Feydeau con la Compagnia “Gustavo Modena” di Mori. Nell’ambito della Rassegna Teatrale a Grumes. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro PAREVA NA BELLA IDEA Viarago. Ore 20.30. Teatro. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica di Viarago. Nell’ambito della 7ª Rassegna Teatrale “Viarago a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PU BUSIE CHE POESIE Coredo. Ore 17. Teatro “Dolomiti”. Spettacolo di e con Loredana Cont. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “Quattro risate a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA SALUTE L’È TUT Trento. Ore 16. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di Gabriele Bernardi con l’Associazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo in Banale. Nell’ambito della rassegna teatrale “La vetrina del teatro Co.F.As.”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

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22 MARTEDÌ Danza MEDITERRANEA Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Daniele Cipriani Entertainment. Coreografia Mauro Bigonzetti su musiche di W.A. Mozart, G. Ligeti, G.P. da Palestrina e musiche delle culture del Mediterraneo. Info: www. centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Teatro CIÒ CHE NON SI PUÒ DIRE Riva del Garda. Ore 20.45. Teatro. Tratto da “Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis” di Pino Loperfido / Regia di Mirko Corradini / Musiche originali in scena Alessio Zeni / Con Mario Cagol.

23 MERCOLEDÌ Escursionismo ESCURSIONI CON LE CIASPOLE Passo Brocon. Escursione notturna o diurna con guida alpina per vivere più da vicino la montagna in inverno. Info: € 20 a persona per le ciaspolate in notturna; € 30 a persona per le ciaspolate giornaliere. Le quote comprendono l’accompagnamento con Guida Alpina. Info: iscrizioni entro le ore 12 del giorno precedente; punto ritrovo, orario e percorso verranno concordati direttamente con la guida; tutte le attività possono essere richieste da singole persone o gruppi; si possono organizzare uscite in date anche diverse da quelle indicate. Info: Dolomiti Guides Tel. 339.1521119; www. dolomitiguides.com. Musica OCCAM + RADIO88 24 Rovereto. Ore 18 e 21. Auditorium Melotti, Corso Bettini. Protagoniste del programma, la compositrice e clarinettista franco-americana Carol Robinson, che eseguirà il solo per clarinetto basso OCCAM XVI, e Julia Eckhardt, violista attiva a Bruxelles, con il solo per viola OCCAM IV. A seguire le musiciste eseguiranno il duetto OCCAM River I per viola e birbyné, strumento a fiato della tradizione lituana. I concerti saranno preceduti, alle 18.00 nel Basement dell’Auditorium, da Radio88, intervento del collettivo MU. Ingresso intero € 5. Info: www.centrosantachiara. it; n. verde 800.013952; info@ centrosantachiara.it. Teatro COPENAGHEN Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. A diciannove anni di distanza, Umberto Orsi-

ni, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice tornano nuovamente insieme per ridare vita ad una tra le pièce più note dell’autore britannico. Un dramma storico-scientifico, ambientato nella Copenaghen del 1941 occupata dai nazisti, alla vigilia dello scoppio della bomba atomica. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.

25 VENERDÌ LA STORIA D’ITAGLIA Villazzano. Ore 20.45. Teatro, Via Giordano 6. Spettacolo con la Compagnia A.M.O.; di Alessandro Tirocchi, Maurizio Paniconi, Claudio Pallottini; regia di Marco Simeoli con Daniele Derogatis, Valeria Monetti, Maurizio Paniconi, Alessandro Tirocchi. Info: www.teatrodivillazzano.it; Tel. 0461.913706; info@teatrodivillazzano.it. Musica GUANO PADANO Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis. Nell’ambito della Rassegna “Transiti”. Per l’occasione il trio sarà impegnato a sonorizzare dal vivo il film muto “Coeur Fidèle”, melò sperimentale firmato nel 1923 dal regista francese Jean Epstein: nuovo atto della consolidata partnership fra “Transiti” e il Museo Nazionale del Cinema di Torino. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952. Musica SHAROUN ENSEMBLE BERLIN Trento. Ore 20.30. Società Filarmonica Trento. Scharoun Ensemble Berlin: Wolfram Brandl, Rachel Schmidt, Christophe Horak, violini; Micha Afkham, viola; Claudio Bohórquez, violoncello; Peter Riegelbauer, contrabbasso; Alexander Bader, clarinetto; Markus Weidmann, fagotto; Stefan de Leval Jezierski, clarinetto. Programma: J. Brahms: Variazioni su un tema di Schumann op. 9 (trascr. per ottetto di D. Glanert); H.W. Henze: Quattro Fantasie per ottetto; L.v. Beethoven: Settimino op. 20 in Mi bem. magg. Info: www.filarmonica-trento.it. Teatro COPENAGHEN Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. A diciannove anni di distanza, Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice tornano nuovamente insieme per ridare vita ad una tra le pièce più note dell’autore britannico. Un dramma storico-scientifico, ambientato nella Copenaghen del 1941 occupata dai nazisti, alla vigilia dello scoppio della bomba atomica. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.

26 SABATO LA STORIA D’ITAGLIA Villazzano. Ore 20.45. Teatro, Via Giordano 6. Spettacolo con la Compagnia A.M.O.; di Alessandro Tirocchi, Maurizio Paniconi, Claudio Pallottini; regia di Marco Simeoli con Daniele Derogatis, Valeria Monetti, Maurizio Paniconi, Alessandro Tirocchi. Info: www.teatrodivillazzano.it; Tel. 0461.913706; info@teatrodivillazzano.it. Escursionismo ESCURSIONI CON LE CIASPOLE Passo Brocon. Escursione notturna o diurna con guida alpina per vivere più da vicino la montagna in inverno. Info: € 20 a persona per le ciaspolate in notturna; € 30 a persona per le ciaspolate giornaliere. Le quote comprendono l’accompagnamento con Guida Alpina. Info: iscrizioni entro le ore 12 del giorno precedente; punto ritrovo, orario e percorso verranno concordati direttamente con la guida; tutte le attività possono essere richieste da singole persone o gruppi; si possono organizzare uscite in date anche diverse da quelle indicate. Info: Dolomiti Guides Tel. 339.1521119; www. dolomitiguides.com. Montagna SAN MARTINO TELEMARK EVENT Ski Area San Martino di Castrozza - Passo Rolle. Appuntamento con il Raduno San Martino Telemark Event il 26 e 27 gennaio sulle nevi di San Martino di Castrozza-Passo Rolle. La due giorni, dedicata alla sciata a tallone libero, prevede un villaggio in quota con le ultime novità del settore e la possibilità di provare materiali all’avanguardia. A fare da contorno sessioni di sci accompagnato, corsi clinic, telemark imprinting, una divertente caccia al tesoro lungo le piste del Carosello delle Malghe, tanta musica e naturalmente il divertimento e l’allegria che contraddistinguono i telemarker. Info: www.sanmartino.com. Musica WIENER JOHANN STRAUSS KONZERT - GALA Trento. Ore 21. Auditorium Santa Chiara. Un concentrato di precisione mozzafiato da tutto esaurito: il pubblico potrà apprezzare il concerto dei K&K Philharmoniker, che in questa data si esibiranno sotto la guida del popolare diciannovenne Maximilian Kendlinger. Il giovane direttore si è già esibito in diverse sale concertistiche, come la Gewandhaus di Lipsia, la Konzerthaus a Berlino e la hr-Sendesaal presso Francoforte. Info: www.centrosantachiara. it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.

Teatro VAMPADE D’ISTÀ Cognola. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Antonia Dalpiaz con la Filodrammatica “Ce.Dro” di Dro. Nell’ambito della rassegna “Insieme a Teatro sull’Argentario” ed. 2019. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ATTENTI AL PARROCO Bedollo. Ore 20.45. Teatro Nuovo. Spettacolo di Ernesto Paternoster con la Filodrammatica “La Grinta” di Arco. Nell’ambito della 11ª Rassegna Teatrale “Foie de Bedol”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA SALUTE L’È TUT Gardolo. Ore 20.45. Teatro “Gigi Cona”. Spettacolo di Gabriele Bernardi con l’Associazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo in Banale. Nell’ambito della 31ª Rassegna Teatrale “Alegra Ribalta”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro COLPA DEI CRAUTI E DELL’AMOR Sopramonte. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Concordia ‘74” di Povo. Nell’ambito della 28ª Rassegna Teatrale a Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ANIMA TRENTINA - CERCASI TRENTINO S’CET Povo. Ore 21. Teatro “Concordia”. Spettacolo di Antonia Dalpiaz con la “Filobastia” di Preore. Nell’ambito della 31ª Rassegna Teatrale “Isidoro Trentini”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’HOTEL DEL LIBERO SCAMBIO Lasino. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Georges Feydeau con la Compagnia “Gustavo Modena” di Mori. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “Dilettando Insegna”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PAREVA NA BELLA IDEA Viarago. Ore 20.30. Teatro. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica di Viarago. Nell’ambito della 7ª Rassegna Teatrale “Viarago a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EN CASTEL EN VENDITA Coredo. Ore 21. Teatro “Dolomiti”. Spettacolo di Gigliola Brunelli con la Filodrammatica “S. Genesio” di Calavino. Nell’ambito

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trentinoappuntamenti della Rassegna Teatrale “Quattro risate a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA SIARPA DE LA SPOSA Zambana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Gabriella Scalfi con l’Associazione Culturale “Libero Teatro” di Grumes. Nell’ambito della Rassegna Teatrale di Zambana. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ME TOCA NAR AL MAR... TIRIO Olle. Ore 20.45. Teatro “San Domenico Savio”. Spettacolo di Giorgio Clementi con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Nell’ambito della Rassegna Teatrale dialettale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’OSTERIA DELLA PACE Romallo. Ore 21. Teatro “San Domenico Savio”. Spettacolo di Luisa Pachera con la Filodrammatica di Ton. Nell’ambito della 15ª rassegna teatrale “Franco e Ivana - emozioni di Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro PIAZZA ROSSA Lavis. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Claudio Morelli con la Filodrammatica di Canezza. Nell’ambito della 14ª rassegna teatrale “Ricordando Nicola”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro EL COSIN DAL AUSTRALIA Mezzocorona. Ore 20.45. Teatro dell’Oratorio. Spettacolo di Andrea Oldani con la Filodrammatica “La Sortiva” di Denno. Nell’ambito della rassegna teatrale “S. Gottardo”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro COPENAGHEN Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. A diciannove anni di distanza, Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice tornano nuovamente insieme per ridare vita ad una tra le pièce più note dell’autore britannico. Un dramma storico-scientifico, ambientato nella Copenaghen del 1941 occupata dai nazisti, alla vigilia dello scoppio della bomba atomica. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.

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Teatro PETER PAN Trento. Ore 17. Teatro, via delle Sugarine 22. Lo spettacolo è una serie di immagini, che si susseguono, accompagnate da un costante tessuto sonoro dove i paesaggi, come in un film degli anni ‘30, si modificano. In questi colori chiari, grigi, seppia, marroni della scenografia si scopre, con pochi tratti essenziali, l’ambiente di Londra e dell’Isola che non c’è. La particolarità della messa in scena e dello sviluppo scenografico è quella che, in breve tempo, l’immagine cambia, si modifica creando i vari luoghi della storia. Info:Tel. 0461.511332; info@ teatrodimeano.it. Teatro ragazzi I MUSICANTI DI BREMA Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti via Santa Croce 67. Sulla scena un campo di papaveri a perdita d’occhio, Brema all’orizzonte e pupazzi che suonano (veramente!) meravigliose musiche della tradizione folk francese. Un asino che suona l’organetto, un cane con la grancassa, un gatto con l’ukulele ed un gallo alle prese con una cornamusa. Sono questi gli ingredienti de “I musicanti di Brema”,spettacolo con il quale Valentino Dragano aggiunge un ulteriore, poetico, tassello alla propria ricerca comica, musicale e teatrale, per il mondo dell’infanzia. Un grande classico dei fratelli Grimm, rappresentato in maniera densa, poetica, evocativa e divertente. Perché “suonare, divertirsi e divertire è la felicità!” Età consigliata: dai 5 ai 10 anni. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.

27 DOMENICA Montagna SAN MARTINO TELEMARK EVENT Ski Area San Martino di Castrozza - Passo Rolle. Appuntamento con il Raduno San Martino Telemark Event il 26 e 27 gennaio sulle nevi di San Martino di Castrozza-Passo Rolle. La due giorni, dedicata alla sciata a tallone libero, prevede un villaggio in quota con le ultime novità del settore e la possibilità di provare materiali all’avanguardia. A fare da contorno sessioni di sci accompagnato, corsi clinic, telemark imprinting, una divertente caccia al tesoro lungo le piste del Carosello delle Malghe, tanta musica e naturalmente il divertimento e l’allegria che contraddistinguono i telemarker. Info: www.sanmartino.com. Per i più piccoli SPAZIO AI PICCOLI: “LA CICAL, LA FORMICA E LE QUATTRO STAGIONI” Altavalle. Ore 16. Molin de Portegnach a Faver. Spettacolo per bambini dai 3 agli 11 anni basato

sulle favole di Esopo. Info: info@ sorgente90.org; www.sorgente90.org. Teatro LA STUPIDITÀ DELL’UOMO COMUNE Grumes. Ore 16. Teatro “Le Fontanelle”. Spettacolo di e con la Compagnia “I Giovani” di Roncegno. Nell’ambito della Rassegna Teatrale a Grumes. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro INTERNO CON CADAVERE Pergine Valsugana. Ore 17.30. Teatro “San Domenico Savio”. Spettacolo di Aldo Nicolaj con il Gruppo Teatrale “Gianni Corradini” di Villazzano. Nell’ambito della rassegna teatrale “Zivignago sera in... prosa”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro RUMORI FUORI SCENA Trento. Ore 16. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di Michael Frayn - trad. Filippo Ottoni con la Filodrammatica “Don Bosco” di Pergine. Nell’ambito della rassegna teatrale “La vetrina del teatro Co.F.As.”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro COPENAGHEN Trento. Ore 16. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. A diciannove anni di distanza, Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice tornano nuovamente insieme per ridare vita ad una tra le pièce più note dell’autore britannico. Un dramma storico-scientifico, ambientato nella Copenaghen del 1941 occupata dai nazisti, alla vigilia dello scoppio della bomba atomica. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Teatro IL PICCOLO PRINCIPE STORIE DI SABBIA Villazzano. Ore 16. Teatro, Via Giordano 6. Uno spettacolo interattivo che fonde insieme sand-art, musica e teatro e che ci racconta l’emozionante storia del Piccolo Principe dal punto di vista dell’aviatore. Info: www.teatrodivillazzano.it; Tel. 0461.913706; info@ teatrodivillazzano.it. Teatro ragazzi I MUSICANTI DI BREMA Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti via Santa Croce 67. Sulla scena un campo di papaveri a perdita d’occhio, Brema all’orizzonte e pupazzi che suonano (veramente!) meravigliose musiche della tradizione folk francese. Un asino che suona l’organetto, un cane con la grancassa, un gatto con l’ukulele ed un gallo alle prese con una cornamusa. Sono questi gli ingredienti de “I musicanti di Brema”,spettacolo con il quale Valentino Dragano ag-

giunge un ulteriore, poetico, tassello alla propria ricerca comica, musicale e teatrale, per il mondo dell’infanzia. Un grande classico dei fratelli Grimm, rappresentato in maniera densa, poetica, evocativa e divertente. Perché “suonare, divertirsi e divertire è la felicità!” Età consigliata: dai 5 ai 10 anni. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.

30 MERCOLEDÌ Cultura SI PARTE PER SCOPRIRE Altavalle. Ore 20.30. Molin de Portegnach a Faver. Serata con Elio Mazzalai, Alessandro Forti, Simone Navarini, Nicola Cont e Martin Giovanazzi, ragazzi accomunati dalla passione per la montagna, con racconti, immagini e video proiezioni. Ingresso libero. Info: info@sorgente90.org; www.sorgente90.org. Musica ARVO VOLMER Trento. Ore 20.30. Auditorium Santa Chiara, Via S. Croce 67. Concerto su musiche di J. Brahms: Sinfonia n. 3 in fa maggiore, op. 90; R. Schumann: Sinfonia n. 2 in do maggiore, op. 61. Info: www. haydn.it; n. verde 800.013952; info@haydn.it. Musica CORDE RESONANTI Arco. Ore 20.30. Palazzo dei Panni, via Segantini. Concerto su musiche di F. Schubert con Daniele Lutterotti, tenore e Midori Kuhara, pianoforte. Ingresso libero. Info: www.comune.arco.tn.it Teatro STORIA DI UN’AMICIZIA Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Arriva per la prima volta nei teatri italiani la narrativa di Elena Ferrante, la scrittrice italiana più venduta nel nostro Paese e non solo. Diviso in tre capitoli, il testo si basa sulla storia dell’amicizia tra due donne, seguendo passo passo la loro crescita individuale, il modo di influenzarsi reciprocamente, i sentimenti, le condizioni di distanza e prossimità che nutrono nei decenni il loro rapporto. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.

GLI APPUNTAMENTI DI FEBBRAIO 1 VENERDÌ Danza JEUX D’ÉCHELLES Trento. Ore 21. Teatro SanbàPolis, via della Malpensada 80-88. Creazione di Fabrice Guillot; ex alpinista, oggi coreografo e ideatore di sorprendenti spettacoli aerei, mette qui in scena un rigoroso rituale


trentinoappuntamenti ascensionale. I giochi di scale a cui rimanda il titolo francese sono da intendersi qui letteralmente come tre danzatori acrobati che scalano una serie di pioli nel vuoto. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Teatro THE SHOW MUST GO ON Tesero. Ore 21. Teatro “Lucio Deflorian”. Spettacolo con la Filodrammatica di Civezzano, di Valerio di Piramo, regia di Roberto Claudiani. Nell’ambito della 27a edizione della rassegna “Il piacere del teatro”.Info: www.filotesero.it. Teatro TUTTO QUELLO CHE VOLETE Trento. Ore 21. Teatro Portland, Via Papiria 8. Lucie è una drammaturga di successo. Eppure, per troppa felicità, ha smarrito completamente la vena creativa. Fino all’arrivo di Thomas, il nuovo vicino di casa. Dopo 6 mesi di sold out a Parigi, per la prima volta in esclusiva in Italia, una commedia raffinatissima e intelligente nel segno di Pirandello, ma con leggerezza tutta francese. Spettacolo di Matthieu Delaporte- Alexandre de la Patellière; con Rossella Rapisarda, Emanuele Arrigazzi e Antonio Rosti. Regia Fabrizio Visconti. Info: www.info@teatroportland.it Tel. 0461.924470; info@teatroportland.it. Teatro CIÒ CHE NON SI PUÒ DIRE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Tratto da “Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis” di Pino Loperfido / Regia di Mirko Corradini / Musiche originali in scena Alessio Zeni / Con Mario Cagol.

Musiche originali in scena Alessio Zeni / Con Mario Cagol. Teatro BERTOLDO Villazzano. Ore 20.45. Teatro, Via Giordano 6. Spettacolo con la Compagnia Filo San Martino Fornace. Al cospetto del trono del re s’aggira un uomo barbuto, vien dai campi, è rozzo e deforme il villano, assai scaltro e molto astuto, diventa consigliere personale del real sovrano, sgarbuglia senza indugio ogni suo singolar reclamo. Info: www.teatrodivillazzano.it; Tel. 0461.913706; info@teatrodivillazzano.it. Teatro ONESTI SE NASSE, FURBI SE DIVENTA Ravina di Trento. Ore 20.45. Teatro Claudio Demattè Via per Belvedere 4. La Filodrammatica Nino Berti di Rovereto presenta Onesti se nasse, furbi se diventa di Loredana Cont. Info: Cell. 389.6465371; info@ravina.tn.it.

3 DOMENICA Musica MALIKA AYANE IN CONCERTO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium Santa Chiara. Malika Ayane torna sulla scena musicale dopo due anni di lavoro con un nuovo album e un nuovo tour, da novembre nei club e nei teatri, e debutta con il nuovo singolo “Stracciabudella” (Sugar)! Un pezzo di lei, scritto di suo pugno con il musicista Shridhar Solanki, che anticipa il nuovo album dal titolo “Domino”. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.

2 SABATO Escursionismo ESCURSIONI CON LE CIASPOLE Passo Brocon. Escursione notturna o diurna con guida alpina per vivere più da vicino la montagna in inverno. Info: € 20 a persona per le ciaspolate in notturna; € 30 a persona per le ciaspolate giornaliere. Le quote comprendono l’accompagnamento con Guida Alpina. Info: iscrizioni entro le ore 12 del giorno precedente; punto ritrovo, orario e percorso verranno concordati direttamente con la guida; tutte le attività possono essere richieste da singole persone o gruppi; si possono organizzare uscite in date anche diverse da quelle indicate. Info: Dolomiti Guides Tel. 339.1521119; www. dolomitiguides.com. Teatro CIÒ CHE NON SI PUÒ DIRE Cavalese. Ore 20.45. Teatro. Tratto da “Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis” di Pino Loperfido / Regia di Mirko Corradini /

Teatro CIÒ CHE NON SI PUÒ DIRE Meano. Ore 20.45. Teatro. Tratto da “Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis” di Pino Loperfido / Regia di Mirko Corradini / Musiche originali in scena Alessio Zeni / Con Mario Cagol.

5 MARTEDÌ Musica CONCERTO Trento. Ore 20.30. Società Filarmonica. Nicolas Altstaedt, violoncello Alexander Lonquich, pianoforte. Programma: R. Schumann: Phantasiestücke, op. 73; J. Brahms: Sonata n. 1 in mi min.

op. 38; R. Schumann: Fünf Stücke im Volkston, op. 102; J. Brahms: Sonata n. 2 in Fa magg. op. 99. Info: www.filarmonica-trento.it.

6 MERCOLEDÌ Musica DARRELL ANG Trento. Ore 20.30. Auditorium Santa Chiara, Via S. Croce 67. Darrell Ang Fulvio Falzarano voce recitante; Karl Leister clarinetto; Stefano Ricci clarinetto su musiche di Roberto David Rusconi: Artist in residence 2019; Bletterbach* per voce recitante e orchestra; Felix M. Bartholdy: Konzertstück per due clarinetti n. 1 in fa minore, op. 113; Konzertstück per due clarinetti n. 2 in re minore, op. 114; J. Brahms: Serenata n. 1 in re maggiore, op. 11. Info: www.haydn.it; n. verde 800.013952; info@haydn.it.

7 GIOVEDÌ Teatro VINCENT VAN GOGH Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Stefano Massini; regia Alessandro Magi con Alessandro Preziosi; produzione Khora Teatro - Teatro Stabile D’Abruzzo. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.

8 VENERDÌ Teatro VINCENT VAN GOGH Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Stefano Massini; regia Alessandro Magi con Alessandro Preziosi; produzione Khora Teatro - Teatro Stabile D’Abruzzo. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Teatro LA RECITA IMPOSSIBILE Meano. Ore 20.45. Teatro, via delle Sugarine 22. Da un’idea di Stefano Pagin con Giuseppe Amato, Chiara Benedetti, Denis Fontanari, Marisa Grimaldo, Elisabetta Mazzullo, Christian Renzecchi. Info: Tel. 0461.511332; info@teatrodimeano.it.

9 SABATO Escursionismo ESCURSIONI CON LE CIASPOLE Passo Brocon. Escursione notturna o diurna con guida alpina per vivere più da vicino la montagna in inverno. Info: € 20 a persona per le ciaspolate in notturna; € 30 a persona per le ciaspolate giornaliere. Le quote comprendono l’accompagnamento con Guida Alpina. Info: iscrizioni entro le ore 12 del giorno precedente; punto ritrovo, orario e percorso verran-

no concordati direttamente con la guida; tutte le attività possono essere richieste da singole persone o gruppi; si possono organizzare uscite in date anche diverse da quelle indicate. Info: Dolomiti Guides Tel. 339.1521119; www. dolomitiguides.com. Musica LA BOTTEGA DELLE NOTE Trento. Ore 17.30. Via Verdi 30. La Bottega delle note, uno spettacolo che unisce teatro, discipline circensi e musica dal vivo, trasportando gli spettatori in una strampalata bottega di strumenti musicali, dove da generazioni i più giovani della famiglia sono sempre pronti a servire i propri clienti con professionalità, efficienza e soprattutto passione. Il pubblico verrà direttamente coinvolto nel vortice di divertimento, acrobazie, giocoleria, sorprese e salti mortali che lasceranno gli spettatori col fiato sospeso. Duo Fluo: Paolo Tonezzer e Eleonora Postinger; Ensemble vocale “Ad Maiora”; Alessandro Arnoldo, direttore. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Teatro VINCENT VAN GOGH Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Stefano Massini; regia Alessandro Magi con Alessandro Preziosi; produzione Khora Teatro - Teatro Stabile D’Abruzzo. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Teatro ragazzi SAPORE DI SALE. L’ODISSEA DI UNA SARDINA Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti via Santa Croce 67. La Baracca - Testoni ragazzi di e con Bruno Cappagli, Fabio Galanti. Età consigliata: dai 3 agli 8 anni.Info. www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.

10 DOMENICA Teatro VINCENT VAN GOGH Trento. Ore 16. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Stefano Massini; regia Alessandro Magi con Alessandro Preziosi; produzione Khora Teatro - Teatro Stabile D’Abruzzo. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Teatro ragazzi SAPORE DI SALE. L’ODISSEA DI UNA SARDINA Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti via Santa Croce 67. La Baracca - Testoni ragazzi di e con Bruno Cappagli, Fabio Galanti. Età consigliata: dai 3 agli 8 anni.Info. www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.

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trentinomatrimoni SOLO PER I NOSTRI LETTORI, QUESTO MESE DUE REPORTAGE DI NOZZE: VALENTINA CON PIETRO E DI GIORGIA CON STEFANO

I MATRIMONI DEL MESE Lei Nome: Valentina Anni: 25 Nato a: Cavalese Residente a: Vigo di Fassa Vestito: Nicole Spose - Bolzano Scarpe: Pura Lopez - Bolzano Parrucchiere: Fascino Coiffeur - Pera di Fassa Truccatrice: Cemin Estetica - Pera di Fassa Testimone: Lara Trottner Occupazione: Insegnante

Lui Nome: Pietro Anni: 27 Nato a: Cavalese Residente a: Campitello Vestito: Oberrauch Zitt - Bolzano Scarpe: Rizzoli - Bolzano Barbiere: Fascino Coiffeur Testimone: Nicola Riz Occupazione: Maestro di sci - Falegname

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trentinomatrimoni Matrimonio: Data: Luogo: Fiori e bouquet: Anelli: Banchetto: Numero invitati: Torta: Bomboniere: Animazione: Video: Lista di nozze: Viaggio di nozze: Vivranno a:

Religioso 13 ottobre 2018 Sen Jèn di Fassa Florart - Pozza di Fassa Gioielleria Obletter - Pozza di Fassa Sport Hotel Majarè 160 La Lum de Roisc - Soraga di Fassa Laboratorio Sociale Val di Fassa - Baita Checco Pazedins Jacopo Bernard Videomaker New Baldense Viaggi - Costermano Thailandia, 14 giorni Campitello di Fassa

Servizio fotografico: Trintinaglia Wedding Photo www.trintinaglia.com

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trentinomatrimoni Matrimonio: Data: Luogo celebrazione: Anelli: Banchetto: Catering: Torta: Invitati: Animazione: Agenzia viaggio: Viaggio di nozze:

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Religioso 6 ottobre 2018 Faedo Gioielleria Comper - Rovereto Castel Pietra Perbacco Pasticceria Bologna - Mori 120 Mauro e Catia; Kรถnihsberger Musikanten; Spritz Band Viaggiogiovani - Trento Sudafrica e Mauritius

Servizio fotografico: Roberta Pisoni www.robertapisoni.it


trentinomatrimoni

Lei

Lui

Nome: Giorgia Anni: 29 Residente a: Faedo Vestito: Loris Mode Sposi Scarpe: Carlin Calzature - Pergine Parrucchiere: Luisa Parucchieri - Mezzolombardo Truccatrice: Officina del makeup - Trento Occupazione: Infermiera

Nome: Stefano Anni: 29 Residente a: Folgaria Vestito: Trachtenmode Runggaldier Barbiere: Salone Francesco - Folgaria Occupazione: Musicista

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LA VAL DI FASSA INVASA DAGLI INFLUENCER PETERLONGO PREMIATO CON TRENTINOMESE IL NOSTRO COLLABORATORE TERZO AL PREMIO “PORRO“

DAL 16 DICEMBRE, TRA CANAZEI E CAMPITELLO, TORNA SU REAL TIME “THE HOTTEST WINTER 2018“ CON L'ICONA SOCIAL VALENTINA VIGNALI

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rriva il freddo ed è tempo di scegliere l'outfit più giusto per l’inverno con “The Hottest Winter 2018". Da domenica 16 dicembre – tra le località alpine più belle della Val di Fassa – nell'ambito delle iniziative organizzate a dicembre dall'Ale Piva Production, torna la versione invernale del contest che la scorsa estate ha sbancato il web. Con “The Hottest Winter 2018” alcuni fra gli influencer più amati e seguiti del web, capitanati dalla conturbante cestista-modella riminese Valentina Vignali, saranno i protagonisti di un reality sui generis, nel corso del quale indosseranno e “daranno vita” ai capi invernali in gara che saranno "recensiti" dai cyber-utenti attraverso un sistema di votazione online.

I tre premiati: Fabio Peterlongo è il primo a sinistra

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ono tre i giovani giornalisti che si sono aggiudicati l'edizione 2018 del "Premio Renato Porro", dedicato alla memoria del giornalista scomparso vent'anni fa, tra i fondatori del Corecom (Comitato Regionale per le Comunicazioni) del Trentino. I vincitori sono riusciti a rispondere in maniera pertinente al tema del bando, attraverso la proposta di un articolo pubblicato nel corso dell'ultimo anno. Il titolo del bando era “Profili e storie di persone che raccontano il nostro tempo”. Al secondo posto tra i premiati c'è il giornalista Fabio Peterlongo, collaboratore di questa rivista, cronista per il quotidiano "Trentino" e speaker per Radio Dolomiti. Insieme a lui sono stati premiati il direttore della testata online "Il Dolomiti" Luca Pianesi, e Marco Mazzurana di "Vita trentina", classificatosi terzo. Il lavoro che ha consentito a Peterlongo la conquista del secondo posto racconta le vicende biografiche di Maria Benigni, ben conosciuta dalla cittadinanza trentina come la libraia della storica "Libreria Benigni" in via Belenzani a pochi passi da piazza Duomo. L'articolo è stato pubblicato nell'agosto scorso con il titolo: "Il libro è un amico paziente". L'intervista con l'81enne signora Benigni è stata l'occasione per tratteggiare un punto di vista straordinario su quasi un secolo di storia della città, sulle attuali condizioni dell'industria culturale e sui mutamenti del mondo dell'editoria ad opera della 96

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tecnologia. Peterlongo ha espresso parole di profonda soddisfazione per il premio ricevuto: « È stata un'emozione che non avevo mai vissuto prima, persino più forte di quella che ho provato il giorno della laurea. Ma io non ho poi fatto molto: mi sono limitato ad intuire come dietro la porta di quella libreria ci fosse una storia da raccontare. Ho cercato di farlo ricorrendo a una prosa ricca ed espressiva, differente dallo stile freddo e distaccato tipico della cronaca». Il giornalista ha spiegato come è nato l'articolo: «Come tutti i trentini, conoscevo già la signora Benigni. Sono cresciuto in centro storico e sono sempre stato attratto da scaffali e librerie come da una calamita. Poi un giorno, mentre passavo davanti alla vetrina per sbirciare le novità esposte, mi sono chiesto: "Perché non fare qualche domanda a quella signora così gentile? Chissà quante ne ha da raccontare"». Peterlongo ha spiegato perché ha scelto l'avventura del giornalismo: «Il giornalismo non lo scegli, è lui che ti chiama. Risponde a un'esigenza profonda di mettere chiarezza nella complessità del mondo. Quello che conta, almeno per me, è scrivere e raccontare al meglio delle mie capacità le piccole e grandi storie che incontro».


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FORMAGGIO “SOLIDALE” PER I BOSCHI DI FIEMME CONSEGNATI I DIPLOMI DI “CITTADINI ATTIVI” DAL COMUNE DI ALA, IL 14 DICEMBRE A OTTANTA PERSONE

UN PROGETTO DELLA FONDAZIONE MACH, DEL LOCALE CASEIFICIO E DELLA MAGNIFICA COMUNITÀ

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li studenti della Fondazione Edmund Mach e il Caseificio sociale Val di Fiemme-Cavalese hanno ideato una caciottina che, dalla Vigilia di Natale e per tutto il 2019, sarà venduta a valligiani e turisti. Parte del ricavato sarà donato dal Caseificio alla Magnifica Comunità di Fiemme per mettere a dimora nuove piantine di abete rosso in sostituzione di quelle distrutte dagli eventi atmosferici estremi del 29 e 30 ottobre scorso. Sono questi gli ingredienti del progetto “Per fare un albero ci vuole un…formaggio”, presentato questa mattina a Cavalese alla presenza dello scario della Magnifica Comunità di Fiemme, Giacomo Boninsegna, del presidente del Caseificio, Saverio Trettel, e del presidente della Fondazione Edmund Mach, Andrea Segrè.

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diplomi sono stati consegnati nella sede degli alpini, a parco Perlè, dalla giunta comunale. I progetti che nel 2018 sono rientrati nel “regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura dei beni comuni” sono stati due. Il primo ha riguardato Serravalle, dove un gruppo di donne ha preso in carico la manutenzione delle fioriere nel centro storico. Il secondo, ideato dalla cooperativa Punto d'Approdo ed in particolare da Daniel Lobagueira, ha visto protagonisti persone di origine straniera (quelli seguiti dal Cinformi e altri ancora, non esclusivamente residenti ad Ala ma anche in altri Comuni della Vallagarina) assieme ad alcune associazioni del territorio; tutti assieme hanno gestito degli interventi di manutenzione e abbellimento in centro e a Santa Margherita, coordinati dal cantiere comunale. Hanno così verniciato panchine, pulito parchi e aree pubbliche, sistemato steccati e così via. A Santa Margherita hanno operato con il gruppo Pensionati e con i giovani del gruppo gestione campo sportivo. Questo gruppo ha svolto attività ogni due settimane, dall'inizio della primavera sino a novembre, lavorando il sabato mattina. Molto attivo in questo percorso si è rivelato il gruppo di cittadini di origine nigeriana presente ad Ala, “Ala Community”, che ha così potuto intessere nuovi legami con gli “autoctoni”. “Questi diplomi sono un riconoscimento simbolico – ha detto l'assessore Gianni Saiani, promotore dei “beni comuni” – con il quale la nostra amministrazione riconosce l'importanza di quanto è stato fatto. Per la

prima volta, con questo regolamento, abbiamo visto lavorare assieme associazioni e persone diverse, giovani e anziani, italiani e stranieri”. “Siamo il secondo Comune in Trentino ad aver adottato questo regolamento – ha detto il sindaco Claudio Soini – e non lo abbiamo fatto per “far risparmiare soldi al Comune”, bensì per creare un nuovo senso di comunità. Questo senso si sta perdendo al giorno d'oggi, e va recuperato. Questi progetti ci aiutano a fare manutenzioni, ma anche a fare integrazione, tra giovani e meno giovani, tra chi qui è nato e chi viene da paesi lontani. Credo che questo esempio vada seguito, anche da chi ci governa, perché così si recuperano quei valori che rischiamo di perdere in questa società impazzita”. Soini ha anche ricordato il giovane giornalista Antonio Megalizzi, vittima dell'attentato di Strasburgo. “E ora dobbiamo andare avanti, perché solo così potremo continuare ad andare avanti ed essere esempio per la comunità e le amministrazioni vicine”, è stato l'invito della vicesindaca Antonella Tomasi. Conclusa la cerimonia, è stata la volta di una cena comunitaria, preparata assieme da tutti i volontari. 97

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IL PRIMIERO IN VETRINA A MELAVERDE NATALE 2018: ECCO IL PRANZO DELL’AMICIZIA

EDOARDO RASPELLI ALLA SCOPERTA DELLA VALLE TRENTINA

TRADIZIONE CONFERMATA DA GIUSEPPINA AL GRAND HOTEL TRENTO

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empre tanta gioia, serenità ed allegria durante ll pranzo dell’amicizia nello storico Hotel Trento, che si protrae annualmente dal 1996. Nell'occasione, come spesso accade, ha aggiunto un pizzico di cultura presentando il libro “USA in viaggio“ dell'amica cardiologa Maura Marchiori. Commossa dalle numerose amiche presenti ha spiegato che ama la sacralità della parola e che possiede due libri: uno di oro dove inserisce i nomi delle persone vere di parola, ed uno nero con i pochi nomi dei cosiddetti "tirabidoni". Il pranzo è stato sereno. Tra i vari invitati, un’amica proveniente da Parigi: nel ringraziarla per l'invito, le ha confidato, dandole grande soddisfazione, che era un pochino depressa ma poi coinvolta dalla gioia di vivere e dalla serenità che aleggiava nella sala il sole è entrato nel suo cuore. Infine, dopo il gioioso saltellante e scampanellante Babbo Natale, la torta dell'amicizia e baci, abbracci con l’arrivederci al primo dicembre del prossimo anno.

1) Elena Setti, Giusy, Ossanna, Lory Bettonte; 2) In piedi, modelle con Giusy; seduti Fernando, amore di Francesca e Francesca; 3) In piedi le modelle-vallette Debby, Jenny, Anna, Anna, Tatiana, Sofia, Giusy e Nadia; seduti: Elena, Adriana, cav. Franco Doris; 4) Babbo Natale gira fra i tavoli; 5) In piedi, modelle-vallette con Giusy; seduti Fiammetta, Giorgio, Sara Ferrari, Claudio, Lucia Pedot. 98

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ue storie ambientate nelle bellezze del territorio del Primiero sono state al centro della puntata di Melaverde e sono andate in onda il 16 dicembre a mezzogiorno su Canale 5. Il conduttore Edoardo Raspelli in questa puntata ha visitato due speciali realtà che parlano di passione per gli animali e per l’allevamento e di amore per le proprie radici, entrambe accomunate dal desiderio di regalare benessere e serenità agli altri. Questo viaggio ha preso le mosse dall’Azienda Agricola Broch per continuare presso il B&B il Camin che Fuma. I protagonisti della prima storia sono Giacomo e sua moglie che abitano tra i boschi che si arrampicano fin a Passo Cereda. Da loro è possibile vivere la vita contadina poiché allevano vacche (Bruna Alpina), capre (razza Mochena), pecore, cavalli, asinelli, conigli e galline. Annesso all’allevamento è presente un laboratorio per la trasformazione del latte vaccino e caprino; con il latte si producono formaggi e in particolare il caratteristico “Botìro di Primiero”. Protagonisti della seconda storia sono Gianna e Cornelio che hanno scelto di andare a vivere in un luogo quasi abbandonato. Gianna aveva due sogni che è riuscita a concretizzare: avere delle camere dove ospitare le persone e far scoprire che un luogo apparentemente “spento” può dimostrarsi ricco di spiritualità, nel quale i piccoli gesti assumono un grande valore. Gianna e Cornelio hanno prima ristrutturato un rudere abbandonato recuperando i prati intorno alla baita e poi hanno donato e continuano a donare agli ospiti una dimensione incantata, nella quale la tv è sostituita dai libri, da carta e penna e da momenti di raccoglimento.


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TANTI AUGURI AL CAMPANILE DI RONZONE «L’AMICIZIA NELLA NEVE»

L’INAUGURAZIONE È AVVENUTA ESATTAMENTE 65 ANNI FA

NATALE “CREATTIVO“: VINCE LA 3B DELLE SCUOLE BRESADOLA

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i è svolta venerdì 14 dicembre, nella sala Falconetto di palazzo Geremia, la premiazione della nona edizione del concorso Natale creaTtivo: luci, riciclo e solidarietà. Nove le classi della città, tra scuole elementare e medie, che hanno partecipato al concorso, per un totale di circa 160 bambini coinvolti. Durante la premiazione, spazio anche al resoconto da parte di Unicef del mercatino di solidarietà, realizzato con i bigliettini fatti dai bambini e venduti in occasione dell'inaugurazione della mostra delle opere partecipanti al concorso, lo scorso 1° dicembre. Sono stati raccolti 278,08 euro che andranno a sostenere una scuola di Bangladesh. Ecco i premi finali, accompagnati dalle relative motivazioni della commissione giudicatrice, che ha valutato le creazioni e le lettere augurali che le accompagnano: Primo premio: L'amicizia nella neve, classe 3B scuola media Bresadola La luce è tradotta in termine di relazione e amicizia. Di impatto il contrasto dei materiali utilizzati: vetro e neve, elementi freddi, vengono scaldati dal calore dell'incontro autentico tra le persone. Relazione che supera freddo e solitudine. Disposizione armonica degli elementi decorativi, con una sproporzione delle figure umane che ne evidenzia l'importanza. Il testo, sviluppato in una struttura equilibrata, esprime l'importanza della relazione, del confronto, della solidarietà nella concretezza, con uno sguardo che da Trento si rivolge al mondo. Secondo premio: Luci del Natale, classe 3A scuola di San Vito Creazione originale con l'esplorazione della città e delle sue montagne, conoscere e riconoscere gli elementi che caratterizzano Trento. Le luci lungo il profilo della città

ergi nell’ampia valle, alto e sereno, novello campanile di Ronzone. Per quanto tempo mai la tua canzone ci canterai prima di venir meno? Testimonio fedel nei dì venturi del fatal divenir di nostra gente, che tu possa vedere solamente tranquilli eventi e tempi più sicuri”. Così si esprimeva sessantacinque anni fa “Ronzonensis” nell’apertura della lode scritta in onore del nuovo campanile di Ronzone: la sua costruzione, che al tempo della consacrazione della nuova chiesa in data 27 maggio 1951, sembrava un sogno assai lontano, in breve volgere di tempo è diventata realtà per l’opera intelligente e indefessa dell’allora parroco don Enrico Callovini. Egli, così come aveva fatto in precedenza, seppe risolvere il problema finanziario (merita ricordare il concorso determinante di interventi da parte del Comune e della Regione) e bruciare le tappe per portare a termine l’opera da accostare a completamento della chiesa parrocchiale destinata a sostituire quella di Sant’Antonio, rivelatasi assai incapace a far fronte alla nuove esigenze. Anche il progetto del campanile, come quello della chiesa, è dovuto all’ing. Efrem Ferrari mentre i lavori di muratura sono stati effettuati dalla ditta fratelli Endrizzi di Cavareno. L’inaugurazione di questa opera è avvenuta esattamente 65 anni fa, il 13 dicembre giorno di Santa Lucia del 1953.

sembrano riscaldare e proteggere tutta Trento, nel silenzio della notte di Natale. Si respira il valore poetico dell'opera. Nel testo la luce è come speranza e solidarietà della comunità che si riunisce e si aiuta. Vi è un'attenzione al territorio e ai bisogni delle persone che vi vivono. Terzo premio: La luce è dentro di noi, classe 3A scuola Schmid La composizione, che evoca un'opera di arte contemporanea, risulta delicata ed equilibrata con l'utilizzo di numerosi elementi naturali. Il colore giallo delle foglie autunnali sembra illuminare e riscaldare con delicatezza l'osservatore. Nella lettera emerge il significato del dono. Ogni elemento utilizzato ha un preciso valore simbolico. Apprezzato il collegamento tra il testo della lettera e l'opera. 99

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PREMIATI I PROGETTI DI TRE GIOVANI “CERVELLI“ FESTIVAL CINEMAZERO2018 SI È TENUTO DAL 29.11 AL 2.12 AL TEATRO SANBÀPOLIS DI TRENTO

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l Festival CinemaZERO, giunto all’undicesima edizione, ha confermato e rafforzato la formula lanciata nella scorsa edizione: un denso programma di ben quattro giorni (di cui due, il sabato e la domenica, dalle 16 a tarda sera) che ha offerto due concorsi di cortometraggi rispettivamente per sedici e otto film, e sedici opere fuori concorso (sia lungometraggi che corti) di autori di grande rilievo internazionale, per un totale di ben quarantatré film proiettati per più di venti ore in sala. Ancora qualche dato per comprendere fino in fondo la rilevanza di questo festival: dei film fuori concorso nove non erano mai stati proiettati in Italia, e di dieci film il FCZ ha curato la sottotitolazione italiana. A queste opere va aggiunto il video che Mark Cousins, un autore e critico di fama mondiale, conosciuto per l’eccezionale e monumentale opera di 15 ore The Story of Film, ha dedicato, su commissione del festival, ai temi di questa edizione. Il concorso principale ha invece visto in competizione sedici opere entro i 20’ scelte fra le seicentocinquantasei pervenute da tutto il mondo e capaci di comporre un affresco estremamente significativo di cosa sia oggi il cinema iper-indipendente e autonomo. Solo un paio di queste opere avevano avuto altri passaggi in Italia, d’altra parte otto su sedici sono state prodotte nel 2018. Dodici dei sedici titoli complessivi sono stati tradotti e sottotitolati dagli organizzatori del FCZ . Oltre al concorso principale, per il secondo anno il festival ha proposto il progetto/concorso SguardoZERO, con otto film inediti che durassero al massimo 5’, prodotti da autori under 30 domiciliati in Trentino, in diretta collaborazione con il festival. Alla produzione di queste otto opere, va aggiunta quella di tre film di montaggio di Found Footage 100

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UNA BORSA DI STUDIO DELLA FONDAZIONE CASSA RURALE TRENTO

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alorizzare le giovani menti del nostro territorio in vari campi di studio con un aiuto concreto e significativo caratterizza la filosofia di questa iniziativa”: le Borse di studio, ognuna del valore di dodicimila euro, sono pensate e indirizzate a neolaureati che intendono proseguire gli studi in Istituti universitari o di ricerca, in Trentino, in Italia o all'estero. Fondamentale è possedere un progetto interessante e originale, già attivo o in partenza, accettato da Istituti di alto livello”. Il comitato di valutazione che ha esaminato i progetti era formato dal presidente Diego Schelfi, da Mirta Alberti curatrice e organizzatrice di TEDx Trento e da Samuela Caliari, responsabile area programmi del Muse. Alla cerimonia di premiazione, accanto alla presidente della Fondazione Cassa Rurale di Trento, Rossana Gramegna, è prevista la partecipazione di Giorgio Fracalossi presidente della Cassa Rurale di Trento. La consegna è avvenuta venerdì 21 dicembre alla sala conferenze della Cassa Rurale di Trento. Tre le aree tematiche premiate. Economico-giuridica: Sebastiano Angeli, 21 anni di Pergine Valsugana, laurea triennale in studi internazionali all’Università di Trento, premiato dalla Fondazione per il progetto “Gestione delle crisi e della sicurezza” a Leiden. Tecnico-scientifica: Diana Wrona, 25 anni di Trento, laurea magistrale in medicina e chirurgia all’Università di Bologna, premiata dalla Fondazione per il progetto “Identificazione e validazione del primo biomarcatore di sensibilità al glutine celiaca” a Bologna. Umanistico-artistica: Giulia Ciola, 22 anni di Trento, laurea triennale in Lettere all’Alma Mater Studiorum di Bologna, premiata dalla Fondazione per il progetto “Fashion design – design di moda” a Copenaghen. (per lo più materiali provenienti da YouTube e Facebook) realizzati per l’occasione. Tre i filoni principali di questa edizione, che per alcuni autori o film si incrociano, offrendo una visione sfaccettata e ricchissima di tutto quanto può essere considerato “cinema zero” oggi, rispetto sia a quanto accade nell’attualità della produzione cinematografica, che a un’eredità che è ancora possibile raccogliere dal passato. I tre filoni sono il video-diario d’autore, il found footage (ovvero fare film montando materiali girati da altri) e lo smartphone filmmaking (girare film con lo smartphone): si va dai classici di Chris Marker e Baruchello e Grifi, al già citato Mark Cousins, presente in programma anche con il film What Is This Film Called Love?, fino ad autori emergenti come Sean Baker, Dean Fleischer-Camp, Sebastiano Luca Insinga e ai sei giovani filmmaker e youtuber selezionati da Hot Docs, il più importante festival di documentario del Nord America. Le quattro giornate del Festival CinemaZERO si sono tenute a Sanbàpolis a ingresso gratuito.


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IL PREMIO FERRARI A CLAIRE LAPLACE IL MONDO IN TRENTINO: ESPERIENZE, RACCONTI E... SUL PALINSESTO RADIOFONICO RAI

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a programmazione radiofonica a diffusione regionale su Radio1 della Struttura di Programmi della Sede RAI di Trento, che prende il via dal primo gennaio e si protrarrà fino alla fine di marzo, prevede il martedì, alle 12.25: “Il mondo in Trentino: esperienze, racconti e riflessioni tra culture”. In Trentino sono presenti più di 133 etnie diverse. 13 puntate per raccontare le diverse esperienze di vita; una sorta di parallelismo su svariate tematiche tra il mondo d’origine ed il territorio di approdo. Segue, alle 12.40: “Storie di piccole e grandi svolte”, persone al di là del consueto, che però sono ricche di umanità, capaci di cambiare il loro e forse anche il nostro piccolo mondo. Alle 13.20 va in onda: “Nel solco del jazz. Incontri e ascolti sulla scena trentina del jazz”, programma musicale, le cui tredici puntate, si articolano tra divulgazione e scoperta di un genere musicale ampio e variegato. Il martedì si conclude (inizio ad ore 13.40) con: “Innovazioni: creatività delle invenzioni”. Un viaggio a ritroso nel tempo, alla scoperta delle origini di strumenti e utensili ed alle storie che si nascondono dietro tanti oggetti di uso comune. Il mercoledì si apre, alle 12.25, con: “Safari Trentino: iconografia della natura”. Il programma, racconta la ricchezza faunistica straordinaria di cui gode il Trentino, grazie all’integrità e varietà ambientale del suo territorio. Alle 12.45 si propone: “VivinTrentino”. Tredici puntate dedicate a tematiche di pubblico interesse relative alla realtà provinciale. Alle 13.20: “Il libro di ghiaccio. Rivelazioni sotto gli zero gradi”. Il programma, partendo da uno scenario globale, analizza la situazione dei ghiacciai

ASSEGNATO IL PREMIO DEL PUBBLICO “ROVERETO CITTÀ DELLA PACE”

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i è conclusa con il Concerto Finale alla Filarmonica di Rovereto la III edizione del PREMIO FERRARI dedicato al pianoforte storico. Il Premio del Pubblico “Rovereto Città della Pace” è andato alla francese Claire Laplace, che ha ottenuto anche il Premio speciale del Museo del Pianoforte Antico per la ricerca e l’esecuzione di brani della compositrice Helene de Montgeroult. La giuria, formata da Arthur Schoonderwoerd, Temenuschka Vesselinova e Romano Vettori ha poi deciso di distribuire ben cinque Premi Ferrari Formazione ai pianisti Patricia Garcia Gil (Spagna) Matteo Bogazzi (Italia), e al Trio Les Lumières formato dal violinista Xie Tianren (Cina), dal violoncellista Florent Dartinet (Francia) e dal pianista Hugo Philippeau (Francia). Quest’anno il PremioFerrari di Rovereto, che fa parte del progetto Euregiomusica, si è esteso sul territorio trentino coinvolgendo la preziosa realtà del Museo del Pianoforte Antico di Ala. Il concorso ha inaugurato la innovativa formula della masterclass con Concerto. I partecipanti, provenienti da Germania, Italia, Francia e Cina hanno potuto approfondire con i maestri A. Schoonderwoerd, J. Demus e T. Vesselinova brani di Haydn, Mozart, Beethoven e vari altri autori direttamente su strumenti originali del Museo o su fedeli copie.

in Trentino. Conclude le trasmissioni del mercoledì, iniziando alle ore 13.40: “La stagione delle favole”, una serie di favole trentine nate dalla penna di Sandra Frizzera e lette da Mario Cagol. Il venerdì, alle 12.25, si propone: “I segreti del dialetto: paradigma di una varietà linguistica”. Un programma sui dialetti trentini che presentano al loro interno due grandi sistemi linguistici: quello galloitalico e quello veneto, oltre a zone ascrivibili alla lingua ladina o a quella germanica. Alle 12.40: “Il mondo della neve: il lavoro nascosto”. Al di là del palcoscenico televisivo, il mondo dello sport, anche invernale, presenta tanti aspetti che il grande pubblico non conosce. Il programma si sofferma su questi aspetti nascosti approfondendoli. Alle 13.20: “Il sommario”, spazio dedicato alla comicità trentina dove ospiti surreali, guidati da Mario Cagol, propongono idee innovative. Il venerdì si chiude (inizio ad ore 13.45) con: “Enrosadira: i colori delle Dolomiti” programma che si occupa di cultura, sport, sci ed ambiente alpino. Infine lo spazio domenicale, su RADIODUE con inizio ad ore 14.00, è occupato da: “Musicissimissima”, programma musicale che esplora il mondo della musica e i riferimenti culturali trentini. 101

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EUROCHOCOLATE ANDALO: BUONA LA PRIMA!

NEVE E CIOCCOLATO SI CONFERMANO UNA RICETTA DI MARKETING TERRITORIALE GOLOSA E VINCENTE

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i è conclusa con oltre 600 kg di cioccolato distribuiti e la piena soddisfazione di visitatori, promotori e organizzatori la prima intensa edizione di Eurochocolate Christmas, la golosa quattro giorni dedicata all’irresistibile e amatissimo Cibo degli Dèi. Il festoso format ludico-didattico e commerciale, da ben 25 anni alla base del successo di Eurochocolate in Italia e all’estero, si è infatti confermato anche in Trentino una ricetta di marketing territoriale golosa e vincente. L’evento è stato promosso dall’Azienda per il Turismo Dolomiti Paganella, Trentino Marketing, l’Assessorato al Turismo della Provincia Autonoma di Trento e dai Consorzi Turistici dell’Altopiano della Paganella, che raggruppa i Comuni di Andalo, Fai della Paganella, Molveno, Cavedago e Spormaggiore. “Questa prima edizione – dichiara Maurizio Rossini, Ceo di Trentino Marketing – grazie al suo collaudato format si è inserita con successo nell’offerta del Trentino e in un periodo di avvio della stagione sempre delicato, come quello che precede le festività del Natale. Sapremo fare sicuramente tesoro delle molte positività emerse da questa prima esperienza per migliorarla ulteriormente in vista dell’edizione 2019”. “Eurochocolate Christmas – afferma Anna Rosa Donini, Presidente APT Dolomiti Paganella – ha portato aria di 102

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gioia e festa su tutto l’altopiano della Paganella e sulle piste soleggiate della skiarea. Il coinvolgimento del territorio e l’entusiasmo degli ospiti presenti, ci fanno già pensare e ben sperare in una seconda edizione ancora più partecipata. La partnership DOLOMITI PAGANELLA – PERUGIA ha dimostrato una grande forza. Ci tengo pertanto a ringraziare tutti coloro che indirettamente o direttamente hanno contribuito alla buona riuscita dell’evento.” Sia in vetta che a valle, le numerose attività a tema cacao e cioccolato, inserite nel ricco programma dell’evento, hanno saputo creare un dolce filo conduttore tra i vari Comuni del Comprensorio della Paganella e rappresentato un’imperdibile occasione per valorizzare le numerose eccellenze, produttive e paesaggistiche, del territorio. A dimostrarlo le oltre cinquanta strutture, tra hotel, bar, enoteche, rifugi, centri benessere e ristoranti, che hanno aderito all’iniziativa Circuiti diffusi proponendo esclusive attività a tema. Il maestoso Choco Circus, allestito ad Andalo, ha pienamente centrato il suo obiettivo di catalizzatore dell’evento registrando, in settimana, l’entusiasta partecipazione delle scuole e, nel weekend, il tutto esaurito. Adulti e bambini hanno potuto così apprendere, divertendosi, l’affascinante storia del cioccolato, dalle lontane piantagioni alle cioccolaterie di tutto il mondo, assaporando i gustosi omaggi offerti da ICAM e Melinda. Sempre affollate e seguite con grande interesse, le degustazioni del ricco calendario Masterchoc, dove professionisti del settore come Alberto Lorenzin, Danilo D’Ambra, Arianna Petrini e Mirko Della Vecchia, hanno deliziato il pubblico proponendo golosi abbinamenti di cacao e cioccolato con le eccellenze della produzione tipica locale. Gli incontri si sono svolti in collaborazione con Icam – Cioco Pasticceria, Vanini, Istituto Tutela Grappe del Trentino, L’Angelica – BuonisSsima e Melinda.


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MUSEI ALTOATESINI IN COREA DEL SUD «MUSE SOCIAL STORE» IL NUOVO SPAZIO DEL MUSE DEDICATO A INCLUSIONE E COESIONE SOCIALE

LE ATTIVITÀ DI MEDIAZIONE SONO STATE RECENTEMENTE PRESENTATE A UN CONVEGNO INTERNAZIONALE

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ome comunicano i loro contenuti ai diversi pubblici i musei dell’Alto Adige, in particolare nelle loro attività educative? Se lo sono chiesto anche in Corea del Sud, alla Haany University di Daegu, dove le pratiche di mediazione dei musei altoatesini sono state recentemente presentate a un convegno internazionale sull’educazione permanente al museo. Verena Malfertheiner della Ripartizione provinciale Musei ha parlato dell’utilizzo di elementi teatrali nella mediazione museale, sulla scorta di esempi presi dal Museo Archeologico dell’Alto Adige di Bolzano e dal Palais Mamming Museum di Merano. Al convegno hanno partecipato relatori da Germania, Svizzera, Corea del Sud e Mongolia. I temi affrontati andavano dalle proposte dei musei per le scuole a quelle per pubblici con esigenze particolari, ai programmi per anziani e al ruolo sociale dei musei.

È

stato inaugurato da poche sttimane il nuovo MUSE SOCIAL STORE un’officina del fare dove la competenza scientifica dello staff MUSE e l’esperienza della cooperativa sociale Progetto 92 si fondono dando vita a prodotti originali, sostenibili ed educativi. Un progetto di inclusione sociale che si estende a tutta la comunità offrendo servizi e laboratori per famiglie e bambini. Lo spazio, in Via Calepina 10 a Trento, sarà animato da attività messe a punto dai partner di progetto, in particolar modo la società cooperativa Progetto 92 curerà la componente laboratoriale in cui prenderanno forma le idee dei ricercatori MUSE e la possibilità di acquisto in loco e su commessa, il Forum delle Associazioni Famigliari del Trentino ospiterà per alcune giornate alla settimana lo Sportello Famiglia mentre la Fondazione De Marchi e l’Ecomuseo dell’Argentario, insieme al MUSE, gestiranno iniziative di mediazione culturale. L’attenzione per progetti di accessibilità e di inclusione delle categorie svantaggiate o in difficoltà è uno degli elementi che caratterizzano l’attività del MUSE. In questi anni, numerose sono state le azioni sviluppate in collaborazione con le istituzioni culturali locali e i soggetti attivi nel terzo settore. Altrettanto importante è stato il dialogo con le realtà cooperative del territorio,

interessate a creare sinergie con il MUSE per sviluppare percorsi educativi e terapeutici, lavorazione di prodotti legati ai temi della scienza e della natura. In quest’ottica rientra oggi la creazione del marchio “MUSE – Social Store”, un intero progetto con la finalità di creare opportunità occupazionali e laboratoriali nell’ambito di percorsi di socializzazione al lavoro, rivolte a soggetti socialmente svantaggiati, mediante la produzione di oggetti e la messa a disposizione di un luogo di riferimento. Un approccio che potrà essere esteso, in futuro, anche alla eventuale collaborazione con istituti scolastici e con Associazioni che operano nel terzo settore. Per poter realizzare le attività connesse al MUSE – Social Store, il Muse ha reso disponibili gli spazi di Via Calepina 10 (ex biblioteca pubblica ancora nelle disponibilità del Museo) e uno staff che contribuisca al contenuto naturalistico e scientifico. Il personale dell’area promo-commerciale agirà inoltre a supporto dell’attività laboratoriale e di animazione sociale portata avanti dai partner socio educativi. 103

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IL LIBRO DEL MESE

UN PIERINO TRENTINO IN 4 PRESENTAZIONI IL LIBRO A LEVICO TERME, VIGOLO VATTARO, ISERA E A TRENTO

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n Pierino trentino, la più recente fatica letteraria di Renzo Francescotti, edita da Curcu Genovese, continua a registrare l’interesse dalla critica e del pubblico. L’ultima di una serie di recensioni è stata quella pubblicata sulla rivista “Il Cristallo” di ottobre, a firma di Eugen Galasso. Quanto al pubblico ha potuto giovarsi nelle settimane scorse di ben quattro presentazioni nel giro di otto giorni. Si è cominciato a Trento al Circolo delle Cave il 22 novembre, dove, introdotto dalla presidente del Circolo Maria Rosa Maistri, l’autore ha parlato del suo libro, letto alcune pagine e dialogato col pubblico. Il 27 novembre nella Locanda delle Tre Chiavi di Isera, il critico Mario Cossali ha presentato l’opera di Francescotti, mentre lo stesso autore e la brava Chiara Turrini del Gruppo ”Neruda” hanno letto alcuni brani. Il 29 novembre, nella Biblioteca di Vigolo Vattaro, introdotto da Franca Rigotti, l’autore ha parlato del suo libro e letto alcune pagine, spalleggiato da Chiara Turrini. La quarta presentazione si è svolta a Levico Terme il 30 novembre, nella sede del Circolo pensionati, dove l’autore, introdotto dal presidente Marco Francescatti, ha presentato questa recente sua opera, leggendo alcune pagine assieme all’efficace Fernanda Beozzo. “Un Pierino trentino” è l’unica opera autobiografica di Renzo Francescotti cha annovera nelle sua vasta produzione oltre cinquanta opere tra cui sei romanzi e due libri di racconti. Quest’ultima sua opera, un’esplorazione della sua infanzia con qualche puntata nell’adolescenza, che finisce con la perdita di suo padre a 17 anni, è stata definita da Francescotti “un romanzo a racconti”. Sono 18 racconti autobiografici che, se letti in sequenza, compongono un romanzo. Originale quindi il “format” così come è inconfondibile lo stile di Renzo Francescotti che rievoca le avventure del ”Pierino trentino” tra bombardamenti, sfollamenti, scontri partigiani e dopoguerra, alternando pagine drammatiche con quelle ironiche, nel suo stile personalissimo.

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RENZO MARIA GROSSELLI E STEFANO DELUCCA HANNO DOCUMENTATO L’ODISSEA DI ABRAMO. DAL 1914 AL 1918, LA FATICA, LA PAURA E LA MORTE NEL DIARIO DI ABRAMO CELLI, SOLDATO DI VALSUGANA

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erchè un altro diario di un soldato trentino, o tirolese italiano, visti i tempi, nella Grande guerra? Molti ne sono stati pubblicati e basterebbe qui ricordare le due collane edite dal Museo storico di Trento col Museo storico italiano della guerra di Rovereto e, in seguito, dalla Fondazione Museo storico del Trentino di Trento e i vari diari, o brandelli di diario, dati alle stampe qui e là da privati o da altre istituzioni nel corso di decenni. Semplice, perché questo “altro” diario, ovvero Piccolo compendio delle mie memorie scritte al campo. Mia vita trascorsa in guerra è di un soldato, Abramo Clorindo Celli di Tezze di Grigno, che fu chiamato alle armi fin dai primi giorni dall’entrata in guerra dell’Impero austroungarico e che combatté in prima linea sostanzialmente fino alla sconfitta del suo esercito (anche se le sue memorie scritte si fermano, e vedremo le ipotesi che si possono tessere su questo fatto, a pochi mesi dalla cessazione delle ostilità) e poi anche perché ebbe la sorte di affrontare il nemico su cinque fronti: in Galizia, in Romania, in Veneto e due volte (sul lato lombardo e


trentinolibreria Giorgio Salomon Laghi. Paesaggi umani e coscienze naturali del Trentino Publistampa Microcosmi singolari che parzialmente si smarcano dall’identità territoriale predominante, quella montana, per proporsi con caratteri propri. Si tratta dei laghi. Incastonati nel territorio alpino del Trentino con una densità straordinaria, i laghi rappresentano un modo diverso di vivere lo spazio, innestandosi nella montagna con forme differenti di socialità, di economia, di rapporto con l’ambiente. È proprio su questo che si concentra il lavoro proposto qui da Giorgio Salomon con un reportage fotografico che percorre gli specchi d’acqua trentini, in una ricognizione occasionale e non esaustiva, che inquadra soprattutto la gente che li frequenta. Una serie di paesaggi umani in cui l’azione antropica si intreccia con una dimensione naturale fatta di mobilità delle forme, dei confini e delle coscienze.

Andrea Gasparini Coràio! Augh!

Heinrich Gasteiger, Sigrid Thaler Rizzolli Il cirmolo Athesia

Coràio! è una favola moderna e agrodolce scitta da Andrea Gasparini, cresciuto in Primiero. Tra le pagine trovano spazio la poesia, l'indignazione, l'ironia, il surreale e momenti di profondo lirismo. Durante è un venticinquenne bolognese e consegna pizze a domicilio per un ristorante indiano di dubbia fama: il Namasté. È il secondogenito di una famiglia come tante, composta da personalità stoiche che non si lasciano abbattere dai rovesci della vita. Il padre Anselmo è momentaneamente disoccupato, ma intenzionato a diventare il nuovo MasterChef d'Italia. questoSerena libro/intervista, per la LaInmadre rinegozia in la cui propria prima volta ricordi biograficidiventando si intrecciano professionalità d'insegnante con riflessioni e sul dalla educatrice di un sull’esistenza adolescente affetto presentedidel mo sindrome Asperger. La sorella Libera, infine, è una stagista che lavora in una struttura d'accoglienza per migranti e s'innamora di un utente ivoriano. Dopo mille avventure, ognuno guadagnerà quel posto nel mondo per cui ha lottato col sudore e a testa alta.

Il pino cembro Il re delle Alpi: Il pino cembro o cirmolo si è guadagnato di diritto questo appellativo. Da millenni infatti gli uomini lo tengono in grande considerazione per le sue straordinarie caratteristiche. Questo libro non solo ci permette di conoscere meglio l ambiente in cui vive il cirmolo, apprendere vecchi saperi popolari e le nuove scoperte scientifiche, ma contiene anche molti consigli su come utilizzare il cirmolo in cucina, in casa e nella cosmesi naturale. Il cirmolo: la sua capacità di adattarsi alle condizioni montane più estreme. Usi e medicina popolare l utilizzo del legno di cirmolo ieri e oggi. Nuove scoperte scientifiche: sostanze vitali per migliorare la qualità del sonno e per stimolare il nostro stato di salute. Utilizzo del potere del cirmolo: silvoterapia, gemmoterapia, aromaterapia e incensi a base di cirmolo. Ricette per la salute e il benessere: unguenti, saponi, tinture e miele, grappa e tisana a base di cirmolo. Ricette: pane vegano di cirmolo e mela, risotto al cirmolo e porcini, krapfen al cirmolo, mele e mirtilli....

sul lato veneto) nel suo Tirolo Italiano. Una storia a suo modo eccezionale insomma. Ma c’è dell’altro. Ecco l’attacco del diario: Era un bel giorno di estate, il 1 agosto del 1914, il sole risplendeva sereno nell’ampio orizzonte azzurro, ma sulla terra, c’era molta agitazione, come sogliono fare le api prima di sciamare. Una bella maniera di stare in scrittura quella del soldato “Celli Abramo”. Ma chi era Abramo Celli? In verità, di certo e documentato sappiamo molto poco di lui. E quanto sappiamo lo dobbiamo in parte ai ricordi del nipote Sisto Celli, ma soprattutto alle indagini anagrafiche del co-curatore di questo volume Stefano Delucca. Abramo era nato, da Abramo (di Tommaso) e Clotilde Gonzo, il 2 febbraio del 1884 nella frazione di Martincelli, estremo lembo di Valsugana ai confini con il Veneto, quindi all’epoca con lo Stato italiano. Morì nel 1955. Si maritò ben prima della Grande guerra con Caterina Fattore (1885-1961) ed ebbe da lei 6 figli nati vivi, tre dei quali prima dello scoppio del conflitto: Prosdocimo Camillo era nato nel 1909, Tommaso nel 1911 ed Ettore nel 1913. A loro sarebbero seguiti Teresa (1920), Marcello (1922) e Attilio (1924). Abramo era il quarto di undici figli, nati tra il 1878 e il 1895. Quando partì per la guerra aveva trent’anni e tre figli quindi, un uomo fatto e con una famiglia sulle spalle. Pare ovvio che anche Abramo rispondesse alle caratteristiche indicate da un documento dell’8 maggio 1917 dal delegato di P. S., di Vicenza, Pasquale Figurati: Precedentemente allo scoppio della guerra la

popolazione di Tezze, come quella di Grigno, si dimostrò senza eccezioni accanitamente austriacante, non facendo mistero, anzi ostentando, la propria ostilità ad ogni idea di italianità. I pochi giovinastri, che per gravi difetti fisici erano stati esclusi dal richiamo al servizio militare in Austria, solevano spesso venire a cantare nei pressi della linea di confine canzonacce oltraggiose per la nostra Patria e per la sacra persona del nostro Re – mentre non era raro il caso che braccianti regnicoli, di passaggio per Tezze, venissero provocati ed aggrediti. Non aveva dubbio il Figurati sul fatto che <la generalità degli abitanti> di Tezze vivesse allo stesso modo l’appartenza, in qualità di cittadini, all’impero austroungarico (o impero asburgico): Non si trovò mai persone – aggiunge infatti – che avesse manifestato il minimo sentimento di simpatia per la causa nazionale (nda, italiana). Inoltre al confine si doveva stare continuamente sul chi vive per eludere i continui tentativi di incursioni da parte di individui, muniti di regolari passaporti da parte delle i. r. Autorità, che evidentemente erano incaricati di venire nel territorio del Regno... (Dall'introduzione dell'Autore)

Renzo Maria Grosselli - Stefano Delucca

L’Odissea di Abramo

Curcu Genovese (Euro 16,00)

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trentinolosapevate trentinoscoop&news

Strade di Trento La frase

Per saperne di più:

"E penso a te o Madre mia, a te mio Padre infelice, a voi cari fratello e sorelle, a voi che mi amate tanto e che non mi vedrete forse mai più”

Mauro Lando Trento nuova Le sue strade, le sue storie Curcu Genovese pag. 392, Euro 25,00

VIA CESARE ABBA (RIONE SANTA CHIARA)

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racciata tra il 1955 ed il 1965 in concomitanza della costruzione di una serie di edifici che la fiancheggiano, via Cesare Abba è nata grazie al fatto che l’“Istituto Arcivescovile per Sordi Giovanni Nepomuceno de Tschiderer”, allora noto come Istituto per i sordomuti (via Piave) aveva messo in vendita una serie di lotti di terreno tra il proprio spazio di pertinenza e via dei Mille nel rione Santa Chiara. Ne è risultata una strada breve e senza alcun sbocco, un’area per residenze con scarsi legami con lo spazio circostante. La sua caratteristica è certamente una buona dose di tranquillità dovuta alla presenza del solo traffico di accesso alle case, ma ha pagato qualche pegno alla edificazione intensiva. Il lato nord della via è caratterizzato dalla presenza di un alto muro, sormontato da una recinzione metallica, che protegge lo spazio dell’Istituto dei sordomuti. A fine 2015 è terminata la costruzione di un ampliamento della casa di riposo che fa riferimento all’Istituto ora denominato “Azienda pubblica di servizi alla persona Beato de Tschiderer”. Il lato sud di via Abba è invece tutto percorso da edifici. Il primo che si incontra è 106

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il “condominio Ambiez” costruito a partire dal 1962 su progetto dell’architetto Efrem Ferrari per l’impresa Lonardi: si leva sul retro di un complesso del 1959 che fa da spartiacque con via dei Mille. La curiosità è che benché sia il primo edificio lungo la via, è stato l’ultimo ad essere stato costruito. In più, nel corso della sua edificazione l’amministrazione comunale non autorizzò la destinazione a spazio commerciale del piano terreno. A fianco si erge un grande complesso condominiale costruito tra il 1956 ed il 1957 su progetto dell’architetto Efrem Ferrari. È composto di due corpi di fabbrica di quattro piani legati tra loro da un ingresso rientrante e dal vano delle scale. Si arriva poi a due case di abitazione di stampo signorile. La prima venne edifi-

cata nel 1956 per la proprietà di Maria ed Emma Franzinelli su progetto dell’ingegnere Gaetano Bazzani. È il progettista del pressoché contemporaneo edificio della casa di cura Villa Bianca in via Piave. Si arriva quindi alla palazzina costruita tra il 1956 ed il 1957 per la proprietà del farmacista dottor Carlo Alberto de Battaglia. Il progetto, con richiami razionalistici, è dell’ingegner Dario Alberini a cui si deve il “Dispensario provinciale di igiene sociale” di via Malta costruito tra il 1952 ed il 1955. Via Abba, che venne denominata ufficialmente nel 1958, prosegue poi con altri quattro edifici di cui due non sul fronte strada, ma in un’articolazione a lato del terreno dell’Istituto.

Chi era: Giuseppe Cesare Abba nacque a Cairo Montenotte (provincia di Savona) nel 1838. Dopo una prima formazione presso gli Scolopi, si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Genova, dove studiò per qualche tempo. Nel 1860 si arruolò con Garibaldi partecipando alla spedizione dei Mille, esperienza fondamentale nella sua biografia, rievocata in molte delle opere.


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eguire la pagina @trentinomese su Instagram; la foto vincitrice sarà pubblicata sulla nostra rivista cartacea il mese seguente alla pubblicazione online; per decretare la foto vincitrice si terrà conto dei “mi piace” ricevuti, dal primo del mese al venti del mese (per esigenze di stampa); solo le foto che saranno selezionate da noi e

pubblicate sulla nostra pagina Instagram @trentinomese potranno partecipare al concorso; per esser selezionati vi ricordiamo di utilizzare il nostro hashtag; ricordatevi di segnalare il luogo o localizzare la foto, saranno valide solamente le foto scattate in Trentino Alto Adige. Grazie a tutti anticipatamente!

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