TrentinoMese marzo 2018

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FOTOGRAFIA: DOMENICO RAFFA PER INSTAGRAM

ANNO XXVI N. 313

euro 2,00 www.trentinomese.it

MARZO 2018 9 771724 550805

ISSN 1724-5508

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appuntamenti, incontri e attualità trentina

IL “PADRINO” DELLE DOLOMITI COME E QUANDO DEODAT DE DOLOMIEU LE SCOPRÌ

UN AMORE AL DI SOPRA DELLA VITA IN UN LIBRO LA STORIA DI DOMENICO 1968. LA GRANDE OCCUPAZIONE MAURO LANDO RACCONTA PER TRENTINOMESE QUELL’ANNO “FATALE” LA “GUERRA” DI CLEMENTE A ROVERETO, I CONFLITTI DEL GIOVANE REBORA

UN CAFFÈ CON...

MARCO CONSOLI: COME DIVENTARE MODELLO PER CASO DARIA DEFLORIAN ATTRICE, REGISTA CON IL TEATRO “DENTRO”

“TRENTO POETRY SLAM” CRESCE L’ENTUSIASMO PER LE BATTAGLIE E COLPI DI VERSI

IL MATRIMONIO DEL MESE

PIERFRANCESCO PORRELLI “LA DANZA E LA MONTAGNA SONO LE MIE PASSIONI”


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di Pino Loperfido

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ELEZIONI 2018: CHE FINE HANNO FATTO I SANTINI, I MANIFESTI E SOPRATTUTTO I COMIZI?

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uello che più mi rimarrà impresso di questa tornata elettorale non saranno le promesse mirabolanti e neppure i numeri a casaccio sparati da più di un candidato. Quello che ricorderò negli anni a venire saranno... i pannelli per le affissioni. Avete presente quelle lastre metalliche o talvolta di masonite che i Comuni piazzano qui o là durante la campagna elettorale? Compaiono ad ogni tornata, puntuali come le tasse, si ergono immobili e muti come un monito che lo Stato lancia al cittadino: “Ricordati che devi votare, ostrega!”, o qualcosa del genere. L’ardito Catilina ci scriveva il programma elettorale sui muri dei monumenti. A Pompei vi sono una moltitudine di epigrafi “elettorali” ottimamente conservate. In tempi più recenti, vi erano questi spazi contesi aspramente dai candidati, che sgomitavano peggio dei velocisti alla Milano-Sanremo. Ricordate le sortite notturne, quando misteriosi adepti, mariti insospettabili (“Ma ndò te vai a ‘ste ore?!” “Tasi, dormi tì, che dopo te digo...”), con i rotoli sotto il braccio e un secchio di colla si aggiravano circospetti per le strade del paese?! Notte dopo notte, ad ogni manifesto se ne sovrapponeva uno della compagine avversa, e così via, fino ad avere strati di carta e colla di diversi millimetri di spessore. Ebbene, oggi di quei pannelli non frega praticamente più a nessuno. I candidati sono già decisi dai partiti e la ics va messa sul simbolo. Chi glielo fa fare dunque all’aspirante parlamentare di spendere tutti quei soldini in tipografia? Ecco, allora quello che mi porterò nel cuore sarà il ricordo di questi pannelli semivuoti, così ignorati,

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umiliati dall’indifferenza dei partiti. Una desolazione che intristisce perché è il simbolo dello scollamento oramai evidente tra la politica e gli elettori. Un tempo erano i manifesti, i santini, i pieghevoli, i camioncini foderati da faccioni rubicondi parcheggiati in punti strategici sulle statali. Poi c’erano i comizi? Chi se li ricorda più i comizi? Non parlo delle adunate oceaniche con raggi laser, ospiti, ricchi premi e cotillon che qualche impavido leader ancora oggi propone. Parlo dei paesi, delle piazze del mercato, dei giardini pubblici, delle auto che giravano con il megafono, dell’aspirante politico, cioè, che sfidava la folla a viso aperto, parlando quasi sempre di cose concrete, vicine alla gente. Come dimenticare quei vocioni amplificati che echeggiavano in piazza, alla domenica sera, certi faccioni paonazzi, ciccioni urlanti e sudati? A volte erano un po’ ridicoli, va bene, ma vivaddio ci mettevano la faccia. E non si risparmiavano (Enrico Berlinguer ci morì su uno di quei palchi). Insomma, dei giganti al confronto degli ominicchi (e femminicchie...) di oggi che se la dicono e se la contano in convention a cui vengono invitati esclusivamente amici e conoscenti. Nessuno si sogna più di parlare davanti a possibili oppositori, vedendosi costretti a spiegare, motivare, dare corpo e senso alle proprie promesse elettorali. È come se il cittadino oggi non avesse più diritto ad un confronto, ad un’informazione “diretta”. Parlano tanto degli indecisi, di quella fascia di elettori che decide all’ultimo momento chi votare; ma se oggi questo povero cristo si vuol fare un’idea dove deve andare? I tabelloni sono esclusi, santini non ne fa più nessuno, i giornali hanno ognuno il proprio orientamento, i comizi sono usanze del pleistocene, se proprio vuoi ci sono la televisione con i suoi sconcertanti “confronti” cronometrati, intervallati dalla pubblicità, oppure – ultima spiaggia – il web, ma lì rischi di finire tra le grinfie dei famelici leoni da tastiera, che con tutta probabilità ignorano chi fosse Enrico Berlinguer (“Speta-mò: no l’è ‘l terzino del PSG?”) e mai e poi mai si confronterebbero con qualcosa di più umano e cartaceo di un computer.


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RING di Stefano Margheri

caninamente E SE PRENDESSI UN SECONDO CANE? BUONA IDEA, MA PRIMA SFATIAMO I LUOGHI COMUNI!

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l piacere di avere un cane al proprio fianco, come ineguagliabile compagno di vita, può portare ad impeti di entusiasmo tali da far dire a noi stessi: ”E se ne prendessi un altro?”. Ebbene, una tale scelta richiederà alcune considerazioni preliminari, grazie alle quali verranno infranti molti luoghi comuni. Innanzitutto, dovremo considerare l’impegno energetico, temporale e, se volessimo essere pratici, anche economico. Infatti, alla frequente affermazione secondo la quale “come ne gestisco uno, potrò farcela anche con due”, bisognerebbe rispondere semplicemente che uno più uno non fa uno, ma… due. Questo significa che molte delle attività sino ad oggi dedicate al primo cane dovranno essere mantenute, aggiungendo a queste le nuove attenzioni in favore del secondo. Quest’ultimo, soprattutto se cucciolo, ma anche nel caso di cani adulti adottati da allevamenti o canili, necessiterà della nostra completa dedizione e ciò spesso dovrà avvenire in “assenza” del primo cane. Se vorremo permettere al nuovo arrivato di conoscere correttamente il mondo che lo circonda, di imparare le usuali regole di gestione e di sviluppare la sua personalità in modo autonomo, molte delle esperienze quotidiane dovranno riguardare noi e colui che avremo accolto. Diversamente, la presenza costante del cane “guida” rischierà di “condizionare”, nel bene e nel male, i comportamenti del nuovo amico, il quale non raggiungerà mai un sufficiente grado di sicurezza e convinzione nei propri mezzi. Questo significherà che, almeno nel medio periodo, si effettueranno uscite separate di un cane dall’altro, raddoppiando il tempo a disposizione. In aggiunta, allo scopo di costruire un efficace e coeso rapporto tra noi e il “secondo”, dovremo prevedere momenti di gioco, educazione ed esperienza esclusivamente a due, pur sapendo che, concluso tutto ciò, sarà d’obbligo dedicare la routine quotidiana a chi vi era prima. Insomma, un notevole incremento dei piacevoli oneri che dovrà essere messo in conto, soprattutto in un’epoca in cui il tempo a disposizione si riduce sempre di più. Non dimentichiamoci, poi, che al di là degli aspetti “romantici”, ogni cane presenta un costo, effettivo e potenziale, di cure veterinarie, e ciò tanto in riferimento ai minimi vaccini annuali, quanto a fronte di eventuali urgenze fatte di interventi ed operazioni. Vi sarà, poi, la variabile della cosiddetta “accettazione”, ben sapendo che il primo cane potrà presentare una certa ritrosia iniziale nel ritrovarsi in casa il nuovo arrivato. Nel caso di un cucciolo, infatti, sarà quasi scontata una certa 10

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RING insofferenza da parte dell’adulto, mentre in ipotesi di un altro cane di età simile potranno emergere condizioni competitive di difficile gestione. Nelle prime settimane, quindi, il proprietario dovrà prestare estrema attenzione alle normali dinamiche di allargamento del “branco”, evitando ogni forma di conflitto e garantendo al primo cane i benefici e i vantaggi acquisiti fino a quel momento. Quando poi si giungerà ad avergli fatti diventare i “migliori amici”, si dovrà ben sapere che due o più cani che vivono insieme formeranno, inevitabilmente, un piccolo “branco”, con la possibilità che noi stessi, fino a quel momento al centro dell’universo, potremo perdere una certa importanza. Per tale ragione, dovranno essere definite e consolidate regole di gestione coerenti e rigorose, in modo da far comprendere che, al di là della novità avvenuta, noi continueremo ad essere “leader” indiscussi. Infine, alcuni dubbi potranno emergere sulla tipologia del nuovo compagno da affiancare, anche in riferimento all’età e al sesso. Certamente, per ragioni di corretta comunicazione intraspecifica, sarà opportuno riferirsi a soggetti di taglia simile, in modo da prevedere modalità di interazione fisica equilibrate e prive di malintesi. Se, poi, volessimo parlare di razza, sarebbe ideale mantenersi sulla stessa tipologia, posto che soggetti del medesimo ceppo presenteranno “dialetti” comunicativi di agevole comprensione. Sul sesso, poi, sarà consigliabile presentare soggetti di genere opposto, in quanto ciò permetterà di ridurre le probabilità di contrasti che potranno, in alcuni casi, rivelarsi fatali. Un ultimo quesito potrebbe riguardare il momento in cui il nostro amico potrà essere affiancato da un futuro compagno di giochi. Ebbene, logica vorrebbe che egli possa aver raggiunto una maturità psico – fisica presso che totale, riferendoci mediamente almeno ai tre anni. In questa fase di sviluppo, infatti, la quasi totalità dei cani avrà potuto raggiungere un sostanziale equilibrio comportamentale e caratteriale, essendo state superate le critiche fasi dell’infanzia e dell’adolescenza. Nemmeno troppo in avanti si dovrà andare, essendo per un cane anziano molto difficile da tollerare l’entrata in famiglia di un altro conspecifico, giovane o adulto che sia. La riflessione finale sarà, quindi, di estrema sintesi: sì alla scelta di un nuovo arrivo, ma nel rispetto pieno e totale di colui che già ci troviamo a fianco.


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FESTA DEI 2018 CAMPEGGIATORI 24-25 MARZO V

i piacciono le vacanze all’aria aperta, in campeggio o con il camper? Siete quel tipo di persona che il weekend parte per una nuova avventura? La Festa dei Campeggiatori è ciò che fa per voi! Un momento di ritrovo per tutti gli amanti del campeggio e della vita all’aria aperta. Siete alla vostra prima esperienza? Vi manca qualcosa? Vi sentite nervosi prima di ogni partenza per la paura di avere dimenticato sempre qualcosa? A vostra disposizione mettiamo lo staff di Campertours, sempre pronto ad aiutarvi con la risposta giusta ad ogni vostra esigenza. Se il campeggio è la vostra passione, vi sentirete da Campertours come un bambino in un negozio di caramelle. È il luogo in cui la vacanza diventa realtà sotto i vostri occhi: 500 metri quadri espositivi, che in occasione della festa dei campeggiatori si arricchiranno di un esposizione dei nostri migliori prodotti nel piazzale esterno. PROGRAMMA Per iniziare al meglio la giornata vi offriremo caffè e brioche. La mattinata proseguirà con la presenza di un responsabile esperto Fiamma, che sarà lieto di rispondere alle vostre domande più tecniche, e per quelli che si sentono ancora giovincelli ci sarà il calcetto balilla. Grande attenzione anche per i più piccoli, che potranno divertirsi con lo scivolo, ballando la baby dance, giocando con le enormi bolle di sapone e che potranno anche farsi truccare da una trucca-bimbi professionista. Per concludere in bellezza ci sarà il nutella party, dove gola e divertimento andranno a pari passo. +++INOLTRE Per ringraziarvi nel modo migliore abbiamo deciso di offrirvi uno sconto speciale su oltre 6.000 articoli da campeggio e tempo libero!

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RING di Tiziana Tomasini

di Silvia Tarter

a mali estremi

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LA SOLIDARIETÀ E IL SENSO DEL LIMITE “GRAZIE” AD UNA FRENATA, E AD UN ARTO INGESSATO

SE IL GIUSTO VALORE DIVENTASSE DI MODA: L’INSOSPETTABILE IMPATTO AMBIENTALE DEI VESTITI

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lle volte basta poco. Un evento inaspettato, una banale fatalità, un attimo in cui tutto cambia. Insomma qualcosa che proprio non ti aspettavi e che invece arriva e ti sconvolge, almeno temporaneamente, la vita. A me è successo di recente con quello che si può definire un infortunio per semplice distrazione, e che si è tradotto con un arto immobilizzato dal gesso per un lungo mese. Io, che come tanti immagino, vive questo tempo con la convinzione di dover fare sempre – possibilmente al meglio – mille cose. Dobbiamo muoverci ad altissimi ritmi in tutti i campi perché è questo che il mondo intorno si aspetta da noi. Ci sentiamo sempre chiamati in prima linea e facciamo i salti mortali per farlo. Fino a quando qualcuno o qualcosa dice STOP. Una frenata improvvisa, di quelle che lasciano i segni degli pneumatici sull’asfalto. Per me è stato così. Da un giorno all’altro, anzi da un’ora all’altra, il mio frenetico mondo ha subito un forte rallentamento: niente lavoro, niente sport, nessuna attività manuale. Con la consapevolezza di non essere più onnipotente e di dover perdere necessariamente un pezzettino della propria autonomia. Con una mano ingessata fin quasi al gomito, non si riesce a fare molto. Semplici ma fondamentali azioni come aprire un barattolo, imbottire un panino, stendere il bucato diventano imprese sovraumane e impossibili da realizzare senza aiuto. Allora ti rendi conto che cosa significa avere un handicap, nel senso ampio del termine. Devi sempre dipendere da qualcuno e chiedere una mano. Che non sempre te la dà volentieri e che magari sbuffa perché stava facendo altro. E poi chiedere non è così facile, soprattutto se nella vita sei tu quello super autonomo, che di solito invece organizza e tira, bene o male, le fila del discorso. È una situazione che ti permette anche di verificare quanti tengono veramente a te. Una sorta di cartina tornasole dei tuoi contatti. Amici e colleghi di lavoro che ti scrivono con regolarità, si informano dell’evolversi della situazione, ti vengono a trovare. Altri invece che non si fanno più sentire. Come se fossi fuori gioco, ormai inservibile e quindi escluso dal giro. E che magari dopo, quando tornerai in pista, faranno finta di essere ancora amici. Alcuni forse non hanno avuto il tempo per farsi sentire, presi dalla loro vita travolgente. Anch’io forse non sempre sono stata costante con il mio prossimo, ma questa situazione mi ha insegnato che sono le piccole cose a farti felice. Partendo da un semplice “Ciao, come va?” 12

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imperdibile appuntamento con le svendite di fine stagione ha finito, negli ultimi anni, col protrarsi sempre di più e col ripetersi in più occasioni durante l’anno. Certo, c’è da mettere in conto la concorrenza, sfrenata, del mercato on line anche nel settore dell’abbigliamento, che sicuramente ha portato a determinate scelte, quali ad esempio saldi vertiginosi, in alcuni casi, e prolungati. Mettere della merce in saldo cambia ridimensionandolo, il suo valore economico, ma non il suo valore qualitativo, che rimane lo stesso di prima. Nella nostra percezione però, spesso associamo all’acquisto un valore ridotto in termini di necessarietà: spinti dal costo ribassato tendiamo talvolta a fare acquisti con maggiore leggerezza, senza pensarci troppo su. Forse dovremmo chiederci prima di acquistarli se ci servono davvero, ad esempio, tre maglioncini girocollo... Altrimenti, si finisce per favorire un meccanismo di accumulo-ansia da scorta di vestiti, scarpe, che talvolta, contrariamente alle iniziali prospettive, rimangono destinati a giacere indisturbati sui fondali dei nostri armadi per anni. E l’impatto ambientale?! Quando ragioniamo sulla necessarietà di un capo di abbigliamento. Non ci pensiamo mai, ma l’industria della moda rappresenta una delle maggiori fonti d’inquinamento al mondo, seconda solo all’industria petrolifera. Questo è valido, purtroppo, anche se riferito ad alcuni materiali di origine naturale, come il cotone. Questa coltura infatti è responsabile di enormi danni ambientali: per coltivarlo si usano pesticidi e diserbanti come il famoso glifosato, causa di malattie nelle persone che lavorano nei campi, specie in Sudamerica. Una volta raccolto, il cotone va lavato, trattato e sbiancato, così come accade con il lino, la canapa, con fibre di origine animale come seta e cachemire, e sintetiche, come nylon e acrilico. Questi tessuti sono poi sottoposti a resinature, fissaggi, spray... trattamenti molto dannosi dal punto di vista ambientale (pensiamo che ad esempio un paio di jeans richiede 50 trattamenti per l’amato effetto vissuto, e oltre 3500 l d’acqua). Tuttavia qualcosina pare muoversi sulla sostenibilità anche in questo campo. Esistono infatti anche tessuti certificati biologici, come il cotone bio, e realtà, anche italiane, attente a queste tematiche, che recuperano i tessuti scartati dalle grandi firme. Certo, non potremo fare incetta di vestiti, orientandoci verso acquisti di questo tipo (dove i costi sono comunque inferiori rispetto ai capi firmati) come durante la corsa ai saldi. Ma forse avremmo attribuito a questi abiti il giusto valore, che non è sempre e solo economico.



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RING di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi LARGO AI “GIOVANI”, MA ANCHE LARGO AI “VECCHI”... IL PASSATO NON È SEMPRE NEGATIVO

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argo ai giovani, in tutti i settori, in tutti gli ambienti. Una frase ricorrente, a maggior ragione oggi quando un’inclemente legge nata da un mero calcolo statistico costringe noi “anziani” a rimanere al lavoro procurando più danni che benefici. Il “puer”, il giovane, è lo scopritore, il battitore di nuove piste, l’innovatore, il Mercurio Briccone, l’innovatore e il curioso, l’ardente e il capriccioso. Mentre noi “senes”, i vecchi, gli anziani – nonostante quello che ci dicono o ci vogliono far credere la moda e la pubblicità –, siamo sterili, luttuosi, saturnini, solitari, deboli e stanchi, divoratori di figli. Anche se può capitare che l’anziano abbia una mente molto più fanciullesca di quella dei giovani e che i giovani provino invece, nei confronti del mondo e della quotidianità, una stanchezza generale, apatica, conformista e solitaria (grazie alla fagocitante rete, sempre connessi, sempre più soli). Comunque io lascerei immediatamente il mio posto di lavoro optando, senza rimpianti e senza ripensamenti – anzi con il cuore colmo di felicità estrema – per l’agognata pensione, grazie alla quale riappropriarmi finalmente del “mio” tempo, da gestire assecondando i miei bioritmi. Purtroppo questo non è possibile perché oltre alla nostra pensione dobbiamo pagare anche quelle d’oro, i vitalizi, ecc. Ma, ritornando ai nostri “puer” e “senex”, non tutto ciò che proviene dal mondo giovanile è apportatore di sana riflessione, valutazione, pronostico. Ad esempio la memoria storica, la conoscenza di ciò che era e che ora non è più, quella è ancora racchiusa nelle menti e nelle esperienze dei “senex”. Non a caso Saturno, il signore

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RING del tempo, è il dio dell’agricoltura: è lui che detiene le conoscenze della morte e della rinascita della natura, signore dell’Età dell’oro quando gli uomini avevano abbondanza di ogni cosa. Oggi, nei paesi, soltanto gli anziani conoscono i vecchi sentieri ormai desueti, le storie che si narravano attorno al fuoco, i luoghi in cui erano i termini e i confini benedetti ogni anno durante le Rogazioni, gli spazi in cui si poteva o non si poteva costruire: tutti elementi della cultura che la maggior parte dei giovani non riconosce più. Quindi in alcuni settori il motto “largo ai giovani” deve lasciar spazio anche a chi invece “ricorda”, perché il passato non è sempre negativo, conservatore, tradizionalista ma, come ci hanno sempre insegnato citando Cicerone, la storia è maestra di vita. Se chi ha costruito la strada provinciale Lasino (valle del Vent) - Lagolo - Viotte (Monte Bondone) avesse ascoltato i consigli degli anziani del paese avrebbe risparmiato qualche mese di lavoro. I vecchi di Lasino, guardando le macchine che spianavano il bosco sopra il paese, hanno avvisato che lì terminavano i tovi, i canali utilizzati per secoli per trascinare la legna a valle, e che durante i temporali di forte intensità l’acqua trascinava giù pietrisco. I costruttori hanno proseguito imperterriti e al primo temporale estivo si sono ritrovati la strada invasa di materiale. Quindi, interrompendo i lavori, hanno dovuto consolidare e ripristinare i tovi interrotti. Un tempo c’era maggior disponibilità ad ascoltare le “memorie storiche” dei paesi. Ecco un esempio. Siamo nel Cinquecento e c’è in atto un conflitto di interessi tra il monastero degli agostiniani di San Michele all’Adige e la famiglia dei Thun, appoggiata da Mezzolombardo. L’oggetto del contendere è la riapertura, chiesta dai Thun, dell’antico alveo dell’Adige in quel momento bloccato per iniziativa di San Michele da una certa rosta de legnami o sia cavaleti allo scopo di dare all’Adige più facile exito ma togliendo terra a quelli di Mezzolombardo. La questione non è di poco conto, come dimostrano i corposi fascicoli riservati a questa disputa presenti nell’Archivio Thun. Il 1547 è l’anno dei memoriali e degli interrogatori. Ebbene, nella primavera dello stesso anno, davanti al segretario della commissione vescovile, consigliere Giovanni Francesco Alessandrini, si presentano diciassette persone di diversa provenienza e professione, ma tutte di età avanzata e tutte in grado di raccontare qualcosa di interessante sul danno idrografico e ambientale procurato, a loro dire, dalle improvvide iniziative del Monastero. Saranno gli homini vechi a far pendere la bilancia a favore dei Thun. Tra loro troviamo zattieri di Sacco, lavorieri di fiume, pescatori, piccoli possessori di terreni, pastori, ecc. Sono loro che hanno la memoria storica, cosa che nessun giovane di quel periodo aveva. Intelligentemente i giudici hanno saputo “ascoltare” e non hanno relegato in un angolo, come accade oggi, i visi rugosi che però detengono le mappe della memoria.


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RING di Denise Fasanelli

di Fabio Peterlongo

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blues di provincia

IL CORAGGIO DI TROVARE IL TEMPO, MALGRADO LA NOSTALGIA

IL MESTIERE DELLA PROFESSORESSA

ra seduto nel soggiorno di casa di sua madre, di quelli classici composti da una cristalliera a più ante, con dentro il servizio buono, un mobile buffet, una cucina a legna e un grande tavolo centrale, illuminato dalla luce che penetrava dalle finestre. Stava analizzando per l’ennesima volta la sua ossessione per il tempo, il tempo che scorre inesorabile, sfugge, manca, tempo che non è mai abbastanza. Pensava a quando era piccolo, alla nonna Elsa che preparava grandi pasti per tutti, all’antico ordine della tavola imbandita, della famiglia numerosa raccolta intorno ad essa e dei flemmatici riti familiari ormai sbiaditi nella memoria. Tutto gli era sembrato di dimensioni maggiori o, forse, era soltanto piccolo e le cose gli apparivano più grandi di come erano. Seduto su quella sedia scricchiolante, pensando alla storia recente, alle fotografie dei suoi nonni e genitori dimenticate in fondo ai cassetti, ai filmini che non vengono più proiettati perché nel frattempo le tecnologie si sono evolute, al dispiacere di essere rimasto il solo testimone di quelle cronache quotidiane, simbolo dell’evoluzione di un’intera comunità, se ne stava lì, stritolato all’interno di un pasto frugale e solitario. Stritolato dalla fretta del quotidiano, dalla solitudine, giorno dopo giorno, mentre i ricordi sbiadivano insieme a quella confortante sensazione di calore che era solito ritrovare nella cucina di famiglia, luogo dove si preparavano i pasti ma, soprattutto, luogo simbolo della fabbricazioni dei legami familiari più significativi, luogo in cui qualcuno, con il gusto delle cure amorevoli, cucinava appositamente per qualcun’altro. Seduto a capotavola, solingo, malediceva aver lasciato posto all’incertezza del tempo, padrone e dominatore di tutte le sue scelte, ladro di affetti, colpevole, secondo lui, di quella destrutturazione dei ruoli. Tempo tiranno, principale nemico della famiglia, con cui si inizia a combattere la mattina presto per finire solo a notte inoltrata. Colpevole del malessere che si era impadronito di genitori come lui che vedono crescere i figli molto più velocemente di quanto i figli non percepiscano la loro stessa crescita, colpevole dell’allontanamento tra persone che un tempo si amavano. Un orologio biologico interno per cui la sensazione della fuga in avanti era diventata sempre più insopportabile, più forte man mano che gli anni procedevano, così il non avere tempo era diventata la scusa costante con cui riempiva le giornate, con cui allontanava la voglia di sentire i figli lontani, l’ex moglie o qualche amico. Il coraggio di trovare il tempo era qualcosa che non gli apparteneva più, nonostante la nostalgia.

a professoressa Riccardoni approfittava dei momenti di tranquillità che precedono l’inizio delle lezioni per rileggere l’orario della mattinata per la classe 3^B. Prime due ore, lingua italiana: «Insulti e minacce». Terza ora, educazione fisica: «Pugni e brutalità». Quarta ora, scienze sociali: «Sottomissione del diverso». Quinta ora, applicazioni tecniche: «Sfregi a coltellate». Quello era il programma di studio proposto dal consiglio degli studenti, approvato enfaticamente dai genitori e accettato dal collegio docenti dopo che in diversi avevano subito delle vendette trasversali in stile «La piovra». La professoressa dà una rapida occhiata all’orologio: 7 e 42, ancora 8 minuti prima che arrivino «loro». Pensò al professor Bombazzi, poverino. Aveva cercato di spiegare la Costituzione ad una studentessa pakistana, la cui famiglia aveva delle vedute religiose un po’ conservatrici. 7 e 43, la prof Riccardoni avverte la presenza di un vociare indistinto provenire dalle vicinanze della scuola. Ripensa al povero Bombazzi e alla sua sventura: a casa, la studentessa pakistana aveva subito delle percosse da parte del tribunale di famiglia. 7 e 44, si ode lo scalpiccio delle scarpe degli insegnanti che nel corridoio si muovono nervosamente. Il padre della ragazza pakistana poi aveva rincorso il Bombazzi fin dentro un vicolo e con l’aiuto di una mazza d’acciaio gli aveva spiegato che le sue interferenze nell’educazione della figlia non erano opportune. 7 e 45, una vibrazione improvvisa e crescente increspa la superficie del bicchiere d’acqua sulla cattedra. Povero Bombazzi, era ancora in ospedale. Ma gli era andata anche bene, in confronto a quello che era successo alla Stefanelli. 7 e 46, il rombo lontano prende corpo, la cattedra inizia a muoversi, si rovescia il bicchiere d’acqua, sui registri. La prof Riccardoni avverte una chiusura alla bocca dello stomaco. Se pensa alla povera Stefanelli e a quella sua lapide così sobria. 7 e 48, «loro» sfondano il portone d’entrata, l’onda d’urto si propaga fino al terzo piano. La Stefanelli aveva dato un insufficiente alla persona sbagliata. 7 e 49, centinaia di paia di «Converse» dalla suola di gomma percuotono i pavimenti dei corridoi, mentre i più deboli vengono calpestati. La prof Riccardoni si concentra e cerca di racimolare il coraggio. Si accomoda il tailleur e la camicetta a fiori, sia mai che venga ripresa e finisca su internet. 7 e 50, pochi istanti e «loro» saranno in classe. La professoressa Riccardoni non sa cosa le riserverà il futuro: le prime parole che pronuncerà quel giorno, saranno, «Ragazzi, seduti, oggi prova a sorpresa».

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trentinocommenti trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI

il dialetto in-forma SGÀLMERE

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gàlmere, ma anche sgàlmare, oppure dàlmadre, (Val di Cembra) o gàlmedre, ovvero sgàlbare come son dette nelle Giudicarie; sgiàvare in padovano E via cantando. Il fatto che esistano tanti nomi, tante varianti sta a rivelare che si sta parlando di qualcosa di cui si faceva una grande uso in tutte le valli trentine e non solo. In effetti si tratta di calzature che sono state anche chiamate “le scarpe dei poveri”. Con la tomaia di cuoio e le suole di legno che venivano rivestite di gomma recuperata da vecchi copertoni di bicicletta, per evitare scivolate, per prolungarne la durata. E anche per evitare il fastidioso martellamento di chi camminava sul selciato e marciapiedi, all’esterno, su pavimenti duri all’interno. Perché mordessero meglio nella neve e nel ghiaccio potevano anche essere chiodate con le broche a zapa dette anche zape da scarpa per la loro forma che ricordava quella di piccole zappe, fabbricate a mano dai famosi ciuaròi della Val di Ledro. Le sgàlmere, usate soprattutto dai matelòti, implacabili distruttori di calzature, presentavano molti vantaggi: erano molto sane perché il legno isolava dall’umidità e lasciava traspirare i piedi; erano molto economiche perché il caliar del paese te le poteva vendere per poco e c’era anche chi se le sapeva fare in casa; si poteva risparmiare calzetti e calzettoni sostituendoli con la paglia che veniva cambiata ogni tre, quattro giorni. Per prolungarne la durata si rivestivano le punte con una fascetta di banda, di latta, perché si sapeva che i boci amavano prendere a calci i scandorlòti, i barattoli: ”E anca perché cossita le peàde entél cul le vegniva for meio!” A parte i giorni di festa per gran parte dell’anno erano le uniche calzature usate. Veniva la bella stagione e i ragazzi se le levavano per mettersi scalzi. All’inizio era dura, ma dopo un po’ la natura provvida produceva sotto i piedi una suola di cuoio naturale. Ma le sgàlmere erano usate anche dagli adulti, soprattutto per lavorare nei luoghi umidi come le stalle, i casèi, le cantine. Le donne invece usavano gli zoccoli: una gran festa di suole di legno! “Èla finida co ‘sto zocolamento, ‘craménto? – esclamava il nonno. Deme chì zòcoi e sgàlmere che ghe embroco soto ‘n toch de coperton, sgalmeróni che no sé altro!”

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Sgalmerón si diceva di un camminatore scalcagnato, sgraziato. Sgalmeràda poteva essere sia una pedata che una gran camminata (“Ho fat na sgalmeràda che m’ha taià le gambe, diàol bestia!” “Brào, dugo: mi enveze che le gambe me taio zo na lugànega!”, replicava il nonno che aveva finito di risuolare sgàlmere e zòcoi). Sino agli anni Sessanta c’era a Trento, affacciato su Piazza Venezia, un negozio che vendeva sgàlmere. Possibile, se ormai erano cadute in disuso da decenni, sostituite dagli scarponi con la suola di wibram? Possibile, perché c’era ancora una certa richiesta da parte dei lavoratori costretti a operare in luoghi umidi. Le sgàlmere ho avuto la ventura di usarle anch’io, a undici anni. Accadde che in prima media mi mandarono a settembre in una materia, per la ripicca di un insegnante. Così, per castigo, mio padre mi inviò a Malga Juribello in Val di Fiemme (la più bella del Trentino), gestita da un a suo amico casaro). Dovetti indossate le sgàlmere e al mattino aiutare a ripulire el stalón dalla grass. Per fortuna arrivò il figlio del casaro: con lui e con le sgàlmere, passai una delle più belle estati della mia vita. renzofrancescotti@libero.it


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Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher, Gennj Springhetti Hanno collaborato a questo numero: Paolo Chiesa, Lara Deflorian, Fabio De Santi, Fiorenzo Degasperi, Denise Fasanelli, Renzo Francescotti, Luciana Grillo, Mauro Lando, Stefano Margheri, Francesca Mazzalai, Maurizio Panizza, Fabio Peterlongo, Silvia Tarter, Tiziana Tomasini, Daniele Valersi, Giada Vicenzi Progetto grafico: Fabio Monauni Redazione: Trentino Mese Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461.362155 0461.362127 Editrice: Curcu Genovese S.r.l. Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461.362122 0461.362155 Concessionaria Pubblicità: S.E.T.A. Società Editrice Tipografica Atesina S.p.A. Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461.934494 Stampa: Litotipografia Alcione Lavis (TN) Registrazione Tribunale di Trento n. 536 4 aprile 1987

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SOMMARIO MARZO 2018 Ring

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6 COMMENTI 16 IL DIALETTO INFORMA

Attualità 20

MARCO CONSOLI

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1968: LA GRANDE OCCUPAZIONE UN AMORE AL DI SOPRA DELLA VITA DARIA DEFLORIAN “TRENTO POETRY SLAM” DEODAT: IL “PADRINO” DELLE DOLOMITI UN POETA NEL LAGER LA “GUERRA” DI REBORA DANZA & MONTAGNA LUNGO LA VIA SACRA DEI SANTUARI SPECIALE GIARDINAGGIO

Panorama 70 71 72 73 74 75 76 78 79 82 85

LA VISIONE DI HORESH FIEMME SKI JAZZ DUO GRANATO LEVANTE IN CONCERTO LEE RANALDO DENTE + CATALANO GRANDE PROSA JAMES SENESE RICCARDO ROSSI: “THAT’S LIFE!” SPECIALE “CLASSICA” GENOMA: “QUELLO CHE CI RENDE UNICI”

Giorno per giorno

86 MOSTRE 90 APPUNTAMENTI DEL MESE

Scoop&news 104 106 107 108 109 110

IL MATRIMONIO DEL MESE NUOVO PRESIDENTE PER L’ORCHESTRA LOCANDA MARGON “RESPECT WOMAN” WEIRDO PARTY IN VIA SUFFRAGIO UN “PIERINO” A TRENTO

Rubriche

110 LIBRI E LIBRERIE 111 LO SAPEVATE CHE... 112 #TRENTINOMESE CONTEST info@trentinomese.it www.trentinomese.it


trentinoincontri di Pino Loperfido

UN CAFFÈ CON...

MARCO CONSOLI: COME DIVENTARE MODELLO PER CASO CURIOSA LA VITA, DELLE VOLTE: SI PERDE IL LAVORO DOPO TRENT’ANNI E ANZICHÉ IL BARATRO SI APRONO PORTE SCONOSCIUTE. MARCO CONSOLI, 53 ANNI, CONOSCIUTO ANCHE PER IL FESTIVAL VARTALENT, SI È RITROVATO QUASI PER CASO DAVANTI AGLI OBBIETTIVI DI FOTOGRAFI E SU RIVISTE E CATALOGHI FOTOGRAFICI DI TUTTO IL MONDO. DI QUANTO GLI È ACCADUTO DICE “DEVO ANCORA PESARLO, PERCEPIRLO E CAPIRLO APPIENO...”

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alvolta le strade che il destino predispone rispetto alle nostre vite è sorprendente. Capita cioè che la vita prenda direzioni impensabili e sconosciute, che conducono laddove un uomo o una donna mai e poi mai avrebbero immaginato di andare. Lo si capisce anche ascoltando storie come quella di Marco Consoli, professionista trentino, 53 anni. Il suo nome è noto soprattutto per essere stato l’ideatore di Vartalent, il festival canoro che tanto successo ha riscosso e sta riscuotendo in Trentino, ma anche fuori. Vediamo come tutto ha avuto inizio... “Chiudendo un’esperienza lavorativa di quasi trent’anni – racconta Consoli – ho preso questa occasione, vivendola in modo assolutamente positivo. Mentre il novantanove per cento delle persone vive questo evento come un dramma, a me è capitato di guardarmi attorno…” Un evento che non giunge proprio inaspettato. “Nel tempo, avevo previsto che prima o poi sarebbe potuto succedere, così mi ero preparato una serie di ammortizzatori emotivi (e finanziari…) per riuscire a gestire questa situazione qualora fosse arrivato il momento”. È stato come se tutte le mie filosofie di vita, di scelte personali spesso controcorrente rispetto ai luoghi comuni si fossero concretizzate… La cosa più strana, però, è stata trovarsi all’improvviso con del tempo a disposizione”, dice Consoli. Tempo che ha utilizzato inizialmente per viaggiare Belgrado, Serbia. Backstage servizio fotografico di Jelena Petrovic

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trentinoincontri FOTOGRAFIA: MIRCO ZANCANELLA PER INSTAGRAM

Sulla copertina del magazine Rente, in una fotografia di Vesna Andjic per iStock

molto, in Europa, ma anche in Oriente (vedi impressioni del viaggio giapponese nella pagina seguente). Effetto di una mente libera e curiosa, scevra da condizionamenti di massa. “Ho raggiunto grandi obiettivi: sono stato in cinque continenti, ho visto le sette meraviglie del mondo e 12 su 14 finaliste; sono stato nelle sette città con maggior concentrazione di grattacieli; riguardo all’Europa mi mancano solo tre stati per completarla”. Insomma, il mondo è bello perché vario: c’è chi perde il lavoro e si dispera, e chi invece grazie a questo evento scopre

un lato di se stesso che proprio ignorava. Anche perché uno sente le parole “modello” o “modella” e davanti agli occhi cristallizza subito sinuosi imberbi giovinetti, ragazzotte e ninfette varie, colte in pose più o meno ammiccanti a seconda del prodotto da reclamizzare. Quasi mai si pensa che la popolazione mondiale sta lentamente invecchiando e con essa anche il target medio delle agenzie pubblicitarie. Voglio dire: non puoi mettere un sedicenne a fare da testimonial ad un apparecchio acustico. E sulla rampa montascale per disabili non ci puoi mettere certo

mettere Cara Delevingne. Chiaro, no? Il fatto è che non ci si pensa, ma pur vivendo nella società dell’immagine, quasi mai ci domandiamo da dove quelle immagini provengano. Prendiamo ad esempio la copertina del magazine tedesco “Rente”, che vede un sorridente Consoli assieme ad una compagna di viaggio su uno scooter... “Non cercavo un lavoro, non subito. L’obiettivo era quello di trovare un’occupazione che mi permettesse di gestire il mio tempo in una maniera diversa. L’orario d’ufficio non mi allettava più…”. Marco non aveva un’idea pre-

Da sinistra, Goran Bogicevic per iStock e due scatti di Teodor Lazarev per Shutterstock 23

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trentinoincontri

DOMANDE FISSE Il libro che sta leggendo? “Il profeta” di Khalil Gibran (a dire la verità è sempre sul mio comodino e mi piacere rileggerlo). Il piatto preferito? Prima di iniziare la carriera di modello e di frequentare la Serbia: la pizza, ora la Pljeskavica e Ajvar. Il film del cuore? Due: “La vita è bella“ e “Grease”. Cantante, compositore o gruppo preferito? Ascolto ogni genere di musica anche per motivi professionali legati a VarTalent. In questo momento: Sam Smith. La cosa che le fa più paura? Io non ho nessuna paura (neanche della morte). Il sogno ricorrente? Il mio subconscio realizza vere e proprie telenovelas con le persone che ho incontrato durante la giornata o qualche giorno prima. Se non avesse fatto quello che ha fatto, cosa avrebbe voluto fare? Sono sempre proiettato verso il futuro e non ho alcun rimpianto. Ho vissuto 10 vite “normali” quindi ne ho fatte di cose.

Goran Bogicevic per iStock

Goran Bogicevic per iStock

cisa e ha aspettato che si presentasse l’occasione giusta. “Quello che mi è capitato devo ancora pesarlo, percepirlo e capirlo appieno”. Insomma, Marco ha scoperto sulla propria pelle che esiste un mercato incredibile per i modelli over 50. Ci sono centinaia di fotografi in Europa “disperati” perché non riescono a trovare persone disposte a fare questo lavoro. Perché di vero lavoro si tratta, professione retribuita e richiestissima... Certo, probabilmente è anche comprensibile il perché: uno a cinquant’anni un lavoro ce l’ha già da almeno un quarto di secolo e chi non ce l’ha di certo non va a pensare di mettersi in posa davanti ad un obbiettivo. Ma come è iniziato tutto questo?

“L’anello di congiunzione in questa mia storia ha il nome di una città: Belgrado”. Un popolo e una città che lo affascinano da subito. “La Serbia è fondamentale in quello che mi è capitato. Lì non c’è la pressione e la competitività che puoi trovare, ad esempio, in una delle capitali della moda mondiali come Milano…”. Ma c’è dell’altro. Gli italiani laggiù sono molto benvoluti e rispettati. “I serbi sono un popolo molto aperto (anche se, venendo da Trento, è facile vedere aperture un po’ ovunque...)”, scherza Consoli. Può accadere anche così di scoprire un mondo di cui si ignorava l’esistenza. “Oggi l’uomo maturo funziona ed è richiestissimo dal punto di vista comunicativo”. Pensiamo al “caso”

Uno scatto di Vesna Andjic per iStock sul balcone di casa Consoli a Lavis, con vista Paganella 24

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Teodor Lazarev per Shutterstock


trentinoincontri creato da Gianluca Vacchi e i suoi tormentoni multimediali. Un appeal di cui non si sospettava l’esistenza. Le agenzie utilizzano sempre di più modelli di questo tipo per pubblicizzare i propri prodotti. “Non è solo perché la popolazione invecchia, ma anche perché determinati prodotti hanno come target solo uomini e donne di quell’età”. A quel punto Marco apre una pagina Instagram e decide di fare un servizio fotografico autoprodotto. Così, tanto per vedere l’effetto che fa. E l’effetto è stato quello di vedersi in una veste completamente nuova. “Ho capito a quel punto che la cosa poteva funzionare…”, conclude. “A Belgrado avevo dei contatti con Zorica, un’amica che gestisce un negozio di abiti vintage, la quale boccia le mie foto, sostenendo che non mi rappresentano”. Perché? “Perché non ero naturale. Non sorridevo. non ero io, insomma. E

In camice bianco, sempre davanti all’obbiettivo di Goran Bogicevic per iStock

lei lo ha capito subito. Così mi ha messo in contatto con Aleksandra Russo, una modella serba”. Quello che accade dopo è davvero da trama di una commedia hollywoodiana. Marco incontra Alessandra, chattano

IMPRESSIONI GIAPPONESI

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ella mia vita ho viaggiato tanto e raggiunto grandi obiettivi e quindi sono sempre più esigente. Il viaggio in Giappone aveva due obiettivi turistici specifici: 1) Tokyo (fra le 7 città con la maggior concentrazione di grattacieli e l’unica che mi mancava da visitare). 2) Kyoto e i suoi templi (in particolare il tempio di Kiyomizu-dera (inserito fra le 21 finaliste al concorso per la proclamazione delle 7 meraviglie del mondo moderno - ne ho visitate in totale 19 su 21 e tutte le prime 7 classificate). Al di là degli obiettivi iniziali ho scoperto una civiltà evoluta e ideale. Un mix di tradizione e tecnologia e soprattutto un senso civico che mi permette di collocare il Giappone al primo posto al mondo. Nei tredici giorni trascorsi nel paese del sol levante ho respirato un clima di ordine, pulizia, rispetto e cordialità a livelli assoluti. A Tokyo (metropoli con più di 15 milioni di abitanti) non trovi una carta e mozziconi di sigaretta per terra e non parliamo delle terribili chewingum (che tappezzano tutti i marciapiedi delle nostre città). Non esistono cestini per la città perché la gente è educata a smaltire a casa propria le proprie immondizie. È vietato fumare per strada o solo in aree dedicate. La gente, per educazione, non mangia e non beve per strada, conseguentemente non sporca. La metropolitana è così pulita che potresti dormire per terra e quando piove tutti ripongono l’ombrello in coperture di plastica così non gocciola (io non l’ho fatto e ho pulito l’acqua gocciolata per ter-

in inglese, ma ahimé non si capiscono… Lui le dice di essere in cerca di una rivista, lei gli risponde che ha molti contatti con dei fotografi di stock, gli album online dove sono in vendita le fotografie”. Insomma, una vera e

ra dal mio ombrello con un fazzoletto di carta). I sacchi dell’immondizia posizionati sulla strada per la raccolta sono ricoperti da una rete plastica blu per evitare che possano muoversi. È impressionante il rispetto delle file. Non vedi una persona fuori dalla fila, ovunque: dalla Metro al Supermercato, dal Ristorante al Museo. La sicurezza: in tanti supermercati le casse sono posizionate al centro dei locali e non in prossimità della porta di ingresso evidentemente perché la possibilità di subire furti è prossima allo zero. Il ringraziamento è un must e persino i conducenti degli autobus pubblici ti ringraziano per essere salito sul loro mezzo (fra l’altro il conducente dell’autobus guida, fa cassa, annuncia le fermate con un microfono ad archetto e ringrazia). Le persone non urlano e non corrono e non ti puntano gli occhi addosso (perché straniero e visibilmente diverso nei tratti somatici). Tanto alto il livello di rispetto ed educazione che in alcuni bagni pubblici alcuni Water tecnologici (famosi in Giappone) oltre alle varie opzioni per effettuare il bidet hanno persino un pulsante che permette di riprodurre il suono dello sciacquone (con varie intensità) per evitare che all’esterno possano sentire i naturali rumori corporali. Ho scoperto una civiltà dove tutto quello che noi facciamo fatica a realizzare esiste. Tanti nostri amministratori pubblici dovrebbero visitare il Giappone. (m.c.)

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trentinoincontri

Il pannello pubblicitario dell’aeroporto internazionale di Fiumicino a Roma

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è in corso di aggiornamento); Marco Consoli Producer Artist (con tutti i suoi progetti artistici dagli Haiku a VarTalent, da Etna Arte 2001 a Montagna è arte, ecc.). Marco Consoli è un uomo che ha un grande pregio: guarda sempre avanti e riesce a non avere mai pensieri negativi, tutto quello che arriva lo vede come un regalo, come qualcosa in più che la vita ha deciso di regalargli. Un regalo grosso, considerato che è diventata una professione retribuita e ricercata. Certo, tutto questo non è esente da costi e “sacrifici”. Mantenere atletico il fisico dopo i cinquanta non è proprio così facile, senza contare poi una certa attenzione a tavola e i dovuti tagli agli stravizi. Ma come si dice: è tutta salute! Sempre che il vedersi su riviste e cataloghi di tutto il mondo, nelle vesti più disparate, dal manager all’ingegnere, dal sommelier al maestro yoga non gli provochi di tanto in tanto qualche crisi di identità. PS: E proprio mentre questo numero sta andando in stampa ci informano che all’aeroporto internazionale di Fiumicino di Roma, un sorridente Mar-

co Consoli versione manager fa bella mostra di sé su un gigantesco pannello pubblicitario, davanti al quale ogni giorno passano migliaia di persone... ■

FOTOGRAFIA: DOMENICO RAFFA PER INSTAGRAM

propria gag involontaria. Dopo di che combina un incontro con due fotografi professionisti, Alex e Vesna, marito e moglie, che gli chiedono di posare per loro. Le jeux sont fait! “Per un po’ ho continuato a non capire a cosa servissero tutti quegli scatti, finché un bel giorno… non gli è venuta un’idea: ho cercato un’immagine su Google e mi sono ritrovato sulla copertina di un magazine tedesco...”. Da allora sono passati alcuni mesi, e Marco non si è più fermato. Oggi ha tremila fotografie in giro per il mondo, la sua pagina Instagram m_consoli ad oggi conta circa 33mila followers. Ben sei fotografie sono finite sul sito della prestigiosa rivista finanziaria Forbes. Su Facebook Consoli si è fatto letteralmente in quattro, con un profilo per ogni stagione: Marco Consoli Man (pagina personale); Marco Consoli Traveler (su cui carica tutte le fotografie dei suoi viaggi recenti); Marco Consoli Model Actor (contiene tutte le fotografie realizzate come modello e attore – ne contiene già duemilacinquecento ed



trentinoanniversario

CINQUANT’ANNI E UN MESE

di Mauro Lando

1968

LA GRANDE

E N O I Z A P U C OC

E INIZIA QUESTO MES NTATE PU A O” NT IL “RACCO LE DI UN ANNO SPECIA

MEZZO SECOLO FA TRENTO ASSISTETTE AD UN FENOMENO CHE IN CONTEMPORANEA SI DIFFONDEVA IN TUTTO IL MONDO OCCIDENTALE: UNA GENERAZIONE SI AFFACCIAVA E VOLEVA CAMBIARE LA SOCIETÀ. IL SESSANTOTTO INIZIAVA UN PERCORSO, NON SEMPRE RETTILINEO: È STATO PERÒ IMPORTANTE. ECCO COSA È SUCCESSO A PARTIRE DA QUELL’ANNO: FACOLTÀ CHIUSA, SACERDOTI SOLIDALI, INCONTRI ALLARGATI, UNIVERSITÀ CRITICA, CONTROQUARESIMALE, STUDENTI MEDI IN AGITAZIONE, SCONTRI SINDACALI E POI ANNI DELLA TENSIONE

D

a un continente all’altro il mondo era in ebollizione: ad appiccare il fuoco era una generazione che, come se fosse una propria necessità vitale, voleva cambiare tutto. Era il 1968, mezzo secolo fa, e tutto quello che allora è successo si chiama ora Sessantotto. Da qualunque parte la si guardi, quella data ha segnato uno spartiacque, un primo ed un dopo. Inconsapevolmente, proprio in quell’anno Trento si avviò a vivere un proprio momento straordinario perché la città non fu (come al solito) periferia del mondo e dell’Europa, ma uno dei luoghi centrali di quel movimento che, pur tra tante contraddizioni, cercò di immagina28

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Nove sacerdoti iscritti a Sociologia che diffusero un documento di sostegno verso gli occupanti


trentinoanniversario Quaresima 1968: Sorbi e i suoi compagni escono dalla Cattedrale dopo essersi dichiarati “non d’accordo” con la predica. Foto tratta da: “Trento 1950-1980. Trent’anni di storia e cronaca” Temi editrice

re un altro futuro. Dentro la città il luogo centrale non furono i tradizionali palazzi del potere, ma il grande complesso di via Verdi che ospitava (e ospita tutt’ora) la facoltà di Sociologia. Quell’edificio ha infatti racchiuso per 68 giorni (numero inevitabilmente simbolico), dal 31 gennaio al 7 aprile, quella che è chiamata la “grande occupazione” di Sociologia. Fu l’incubatrice del Sessantotto trentino e del suo mito che i decenni hanno dilatato e sfuocato. A distanza di mezzo secolo e per ridefinire i fatti, vanno individuati alcuni punti fermi, così anche da renderli più saldi. Nulla toglie poi che alla mitologia sia sempre riservato un suo ampio spazio. Cosa è successo quindi cinquant’anni e un mese fa a Trento? Successe che nelle prime ore del 31 gennaio 1968 l’assemblea degli studenti approvò con 254 voti favorevoli, 7 contrari e 12 astenuti l’occupazione immediata della facoltà. L’occasione che portò ad indire l’assemblea era poco più che banale, ma aveva dietro di sé il contrasto forte verso l’allora rettore Mario Volpato (la denominazione esatta era direttore) a causa di sue decisioni e orientamenti allora ritenuti autoritari. L’obiettivo della protesta divenne subito la “lotta all’autoritarismo accademico”: non per nulla sulla facciata del palazzo venne appeso uno striscione con la scritta “Potere studentesco”. Si avviò così una centrifuga di iniziative

e incontri dentro l’università occupata che contribuì a consolidare la protesta mettendola in relazione con quanto succedeva in altre università. Un esempio: il 6 febbraio, a pochi giorni dall’inizio, si tenne nella facoltà un convegno nazionale con delegazioni di studenti provenienti dalle università occupate o in stato di mobilitazione di Padova, Venezia, Trieste, Brescia Milano, Firenze Genova. Altri incontri simili si ripeterono, ma il primo spicca per la rapidità con cui era stato promosso. Questo segnala il non isolamento di Sociologia. Va detto che nell’ambito dell’occupazione, pur con qualche improvvisazione

si crearono contro-corsi, commissioni politiche, seminari autogestiti. Uno di questi ultimi vide la partecipazione di Franco Basaglia, lo psichiatra promotore della riforma del 1978 in materia di cure psichiatriche. Si sviluppò così l’università critica. Due giorni dopo l’incontro con i rappresentanti delle altre università, il’8 febbraio, arrivò un’inaspettata solidarietà proveniente dal mondo cattolico, il che caratterizzò culturalmente e politicamente l’occupazione e quel che poi ne scaturì. Lo scossone sull’opinione pubblica fu impresso da nove sacerdoti iscritti a Sociologia che diffusero un documento

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Sit in in Piazza Duomo

di sostegno verso gli occupanti e di comprensione verso le loro ragioni. Tra l’altro i sacerdoti affermavano che “in forza dell’esigenza di forti cambiamenti e di profonde ristrutturazioni, così ripetutamente richiamate in linea generale dal Papa di fronte all’attuale sistema economico sociale, assume tutto il suo valore anche la lotta che gli studenti universitari di Trento, come in tutta Italia ed anche in tutta la società occidentale (...) conducono non tanto e non solo per meri interessi sindacalistici e corporativi, ma soprattutto per più generali esigenze di giustizia e di democrazia...”. Erano gli anni del fermento post-conciliare e anche nel panorama italiano ed europeo questa apertura di credito ecclesiale servì a caratterizzare il Sessantotto trentino. Non bisogna però tirare troppo la corda: la “grande occupazione” si spezzò infatti con il “controquaresimale”. Si era in Quaresima e allora, come tutti gli anni, la Curia affidava ad un predicatore, di solito non trentino, l’incarico di tenere un sermone a conclusione della funzione pomeridiana in Duomo Successe che la sera del 26 marzo 1968 lo studente Paolo Sorbi si levò dai banchi nella navata contestando le parole del sacerdote. Arrivò a dire solo “Non è vero” e venne allontanato dai fedeli. Uscì dal Duomo assieme ad un gruppo di universitari che erano con lui. Tutto questo, con la definizione di “controquaresimale” proseguì per quattro sere consecutive con l’interruzione del predicatore, l’ uscita di un gruppo di studenti, anche medi, dal Duomo e un capannello

davanti al portone impegnati a leggere testi di padre Ernesto Balducci e don Lorenzo Milani relativi alle inquietudini delle coscienze cristiane. La ripetuta contestazione al quaresimalista e le plateali modalità di protesta in Duomo toccò l’animo di molti trentini diventati insofferenti della presenza della facoltà occupata e delle iniziative studentesche. Per questo la sera del 29 marzo scoppiarono dei tafferugli all’uscita del Duomo, seguiti da un assalto alla facoltà da parte di gruppi di cittadini. Per evitare guai peggiori gli studenti si asserragliarono dentro l’edificio e la polizia si pose a difesa dei circa 150 occupanti. Il presidio

La facoltà di Sociologia occupata 30

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della polizia durò per tutti i giorni successivi. Si capì così che ormai l’occupazione doveva cessare. E così fu: con la mediazione di Marco Boato l’assemblea decise la fine dell’occupazione, si costituì il “Movimento studentesco”, ci volle poi qualche giorno e il 7 aprile la facoltà fu tutta sgomberata. Il Sessantotto però non era finito, anzi “uscì” sulla città entrando, tramite la cosiddetta contestazione, nelle scuole superiori, affiancò le vertenze sindacali, si radicò nei movimenti cattolici conciliari. Ebbe anche filoni di aspra contrapposizione ideologica. Diede luogo ad azioni esemplari come l’assalto il 3 novembre alle auto del corteo del presidente della Repubblica Giuseppe Saragat in città per commemorare i 50 anni dalla fine della prima guerra mondiale. In quell’anno epocale e tumultuoso si cominciò a scrivere storie belle, ma anche storie sbagliate che portarono agli anni di piombo e che, per qualche anno e in qualche occasione, sfiorarono anche Trento con gli attentati e le aggressioni dei cosiddetti “anni della tensione”. GLI ANNI DELLA TENSIONE ei cosiddetti “dintorni” del Sessantotto, e negli anni seguenti, l’Italia fu percorsa da episodi drammatici e tragici che hanno trovato alimento nel clima politico tumultuoso, nelle contrapposizioni ideologiche e nell’oscurità di qualche trama. Se si vuole indicare una data, è a partire dalla strage di piazza Fontana, avve-

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trentinoanniversario Giuseppe Saragat e Edo Benedetti

nuta a Milano il 12 dicembre 1969, che si è avviata una fase di radicalizzazione e di terrorismo di sinistra e destra. In questo contesto c’entra poco il Sessantotto come tale, ma si sa che i fenomeni, una volta avviati, hanno percorsi che li portano lontano. Ne è esempio l’uccisione dell’on. Aldo Moro avvenuta a Roma il 9 maggio 1978 per iniziativa delle Brigate rosse. Erano gli anni di piombo. In più, va ricordato che Renato Curcio e Margherita Cagol, fondatori a Milano delle Brigate Rosse, erano stati partecipi della “grande occupazione” di Sociologia. Non è questo il luogo per ricordare in dettaglio taluni episodi trentini di quel periodo anche perché fortunatamente il nostro territorio fu solo sfiorato dalla violenza in confronto a quanto è

successo nel resto del Paese. Va però segnalato che pur in dimensioni diverse anche Trento ebbe una stagione di manifestazioni dure, di bombe, di attentati e di aggressioni: fortunatamente non si sparse sangue. Col passare dei decenni il velo dell’oblio è calato, ma qualche episodio va pur ricordato. Si cominciò con due bombe, molto simili a petardi, che scoppiarono il 10 aprile 1969 alla Regione e il 12 aprile 1969 alla sede dell’Inps invia Orfane. Furono collocate da un giovane trentino che con quelle esplosioni voleva reagire contro l’apatia degli universitari. Si arrivò al 17 aprile 1970 con una prima giornata di guerriglia in città dopo un processo a due studenti. Ci fu anche un lancio di pietre e contro il giornale l’Adige

allora con sede di fronte a Sociologia. Pochi giorni dopo il 20 aprile la Dc organizzò una grande manifestazione in piazza Duomo. Un’azione che lasciò molti strascichi è stato il cosiddetto “Trenta luglio 1970” alla Ignis – Iret di Gardolo. In quel giorno, al termine di scontri tra neofascisti, operai e sindacalisti, furono bloccati ai cancelli della fabbrica a Spini di Gardolo il consigliere regionale Msi Andrea Mitolo ed il segretario del sindacato di destra Cisnal, Gastone del Piccolo. Un gruppo di operai li collocò alla testa di un corteo nel corso del quale vennero malmenati, posti alla gogna e portati per le strade della città. Arrivò a Trento anche la “domenica di fuoco”: era il 4 ottobre 1970 quando

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LA GRANDE ONDA DELLE OCCUPAZIONI

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ei primi mesi del 1968 le università di tutta Italia furono percorse dall’onda delle occupazioni. L’elenco che segue ne è la dimostrazione. GENNAIO 10 Torino, occupazione di Palazzo Campana sede delle facoltà umanistiche. 11 Padova, occupate cinque facoltà dopo l’intervento della polizia in un’assemblea. 17 Pisa, occupazione della Sapienza; sgomberata dalla polizia. 23 Firenze, occupazione a magistero, seguiranno architettura e lettere. 24 Lecce, 25 Siena. 31 Trento. FEBBRAIO 2 Roma, occupazione delle facoltà di lettere, architettura e di un istituto di medicina. Seguiranno magistero e fisica, giurisprudenza, statistica, e scienze politiche. 5 Napoli, occupazione di architettura e rettorato. 19 Pavia medicina. 20 Pisa Scuola normale. 21 Messina, Bologna, Napoli, occupazioni. 23 Roma, lettere, fisica, scienze politiche. 23 Milano, medicina. 24 Modena, chimica. 26 Trieste, lettere; Padova, lettere e magistero.

27 Bologna, fisica. 28 Palermo, lettere e lingue; Milano, fisica. 29 Roma, incidenti e università chiusa fino al 4 marzo. 29 Torino, Palazzo Campana; Catania occupazione. MARZO 1 Roma scontri tra polizia e studenti a Valle Giulia. 2 Firenze, architettura e magistero; Venezia, architettura; Bologna, magistero; Sassari, rettorato e giurisprudenza; Palermo, ingegneria. 5 Milano, Liceo Parini e Politecnico; Genova, fisica e rettorato; Bari, chimica; Torino, fisica e scienze politiche; Cagliari, lettere e magistero; Ancona, economia e commercio. 11 Milano, Università cattolica. 12 Modena occupazione, 15 Palermo, magistero; Messina, medicina; Perugia, architettura. APRILE 1 Ferrara, occupazione. 2 Genova, magistero. 5 Parma, fisica, scienze e rettorato. 8 Bologna, rettorato; Torino, medicina. 18 Roma, lettere. 22 Roma, fisica. MAGGIO 24 Milano, Università Cattolica. 28 Milano, Politecnico. 29 Milano, Università statale.

4 ottobre 1970 : La “domenica di fuoco”

a breve distanza l’una dall’altra scoppiarono tre bombe nelle toilette di tre sale cinematografiche (Roma, Supercinema, Sociale). Si ebbero solo lievi feriti, ma due settimane dopo, il 15 ottobre una bomba fu fatta esplodere anche nella toilette del municipio a palazzo Thun. Un altro episodio che destò scalpore avvenne il 19 gennaio 1971 e solo per caso non diede luogo ad una strage. Pochi minuti dopo le una della notte l’artificiere dei carabinieri fece esplodere con tutte le cautele una sacca contenente un razzo antigrandine lasciata appesa al monumento ai Caduti in Albania nei giardini davanti al Tribunale a Trento. La bomba era stata preparata per il giorno dopo quando nella mattinata si sarebbe dovuto celebrare un processo legato ad un episodio avvenuto nell’ottobre 1970 in via Pilati presso le carceri, nell’ambito delle proteste per gli arresti a seguito dei fatti del “Trenta luglio”. Uno degli imputati era un docente di Sociologia, il quale alla vigilia del processo rimase ferito in un incidente stradale. Saputo dell’infortunio, l’udienza fu rinviata come pure la manifestazione di protesta che avrebbe dovuto svolgersi sotto le finestre del Palazzo di giustizia. Se all’indomani vi fosse realmente stata la manifestazione l’ordigno appeso al monumento avrebbe provocato una strage. SINDACATO effetto più immediato e visibile della “grande occupazione” di Sociologia si manifestò nel sindacato e nelle vertenze di lavoro proprio per la presenza di studenti nelle assemblee sindacali e nei picchetti davanti ai cancelli delle fabbri-

L’ Facoltà di Sociologia di Trento, 1968. Gli occupanti e la pausa caffè (ultimo a destra, Renato Curcio). Foto tratta da: “Trento 1950-1980. Trent’anni di storia e cronaca” Temi editrice

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trentinoanniversario che. Non sempre, soprattutto all’inizio, il rapporto degli studenti con il sindacato fu facile perché un certo estremismo cozzava contro le prassi delle relazioni industriali. Se il Movimento studentesco dovette tenere conto di questo, la strategia sindacale dal canto suo fece un balzo quanto a modi di contrattazione, ma anche come capacità di opposizione. Va segnalato che poco più di un mese dopo l’occupazione già gruppi di studenti partecipavano ai picchetti davanti ai cancelli dello stabilimento Michelin in via Sanseverino. Successe che il 25 maggio 1968 si verificò un duro scontro caratterizzato da una carica di polizia e carabinieri proprio davanti alla fabbrica. In quella occasione il sindacalista Giuseppe Mattei, leader della Cisl, dovette essere portato all’ospedale per farsi medicare. Questo fu un inizio che innescò una tensione prima di allora raramente percepita nelle vertenze sindacali. Il caso non fu isolato nel tempo ed emerse forte nell’ “autunno caldo” del 1969. Due altri esempi riferiti al 1968. A Rovereto il 10 ottobre cinquemila dimostranti, moltissimi studenti, scesero in piazza a sostegno della vertenza delle lavoratrici dello stabilimento Pirelli. Una tale partecipazione non si era mai vista in Vallagarina. Il 14 novembre 1968, in occasione dello sciopero nazionale per le pensioni, a Trento i magazzini Upim di via Manci

Sociologi, operai, sindacalisti davanti ai cancelli della Michelin sui quali è stata alzata bandiera rossa. - Foto tratta da: “Trento 1950-1980. Trent’anni di storia e cronaca” Temi editrice

furono assediati perché non avevano abbassato le saracinesche e successivamente si arrivò ad un’invasione della Regione con scontri con la polizia. Va chiarito che il cosiddetto “Autunno caldo” è quello del 1969 e la denominazione sta ad indicare la stagione politica e sindacale, una sorta di prosecuzione del Sessantotto e della Contestazione, che si allargò in tutta Italia ed all’interno della quale Trento ebbe la sua parte. Successe infatti che tra il settembre ed il dicembre del ‘69 la questione operaia in Italia esplose con una forza che né i sindacalisti né gli imprenditori

avevano previsto. Era in corso il rinnovo contemporaneo di 32 contratti collettivi di lavoro riguardanti cinque milioni di lavoratori dell’industria, dell’agricoltura e di altri settori. Le tensioni covate da tempo, la sensibilità politica maturata, il senso di unità portò a vaste mobilitazioni nei grandi centri industriali, ma anche in territori più periferici come il Trentino dove già nel 1968 si era fatta una sorta di prova generale. Nel bel mezzo il 12 dicembre 1969 a Milano vi fu la bomba neofascista di piazza Fontana che cambiò il clima politico generale. (1 - continua) ■

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trentinolibri Enzo Milano e Eleonora Castellano, i genitori del piccolo Domenico

di Paolo Chiesa

Un amore al di sopra della vita IL 23 MARZO, ALLA BIBLIOTECA DIOCESANA VIGILIANUM DI TRENTO, CI SARÀ LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO SCRITTO DA ELEONORA CASTELLANO, MAMMA DI UN BAMBINO SPECIALE: DOMENICO, CHE IN SEGUITO A UN ANEURISMA MOLTO RARO NON CAMMINA, NON PARLA E NON VEDE. SIAMO ANDATI A TROVARLI PER FARCI RACCONTARE LA LORO STORIA...

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a casa di Eleonora ed Enzo è molto bella e fa trasparire la cura per i dettagli ma anche l’attenzione alla praticità che caratterizzano questa coppia affiatata e dalla forza d’animo enorme. Eleonora è “per metà napoletana e per metà casertana” mentre Enzo viene dal Salento. Abitano a Civezzano da nove anni e in precedenza Enzo, che lavora nella polizia penitenziaria, aveva vissuto per sei anni a Trento in caserma. Li incontriamo per condividere la loro esperienza dopo la nascita nel 2012 di Domenico, affetto da un aneurisma molto raro chiamato “Ampolla del Galeno” che ha comportato per il piccolo sei interventi operatori molto delicati e che ha causato delle gravi lesioni cerebrali: infatti il bimbo non cammina, non parla e non vede. Ha una derivazione intraventricolare sottocutanea che drena il flusso del liquido 34

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cerebrale: “una macchinetta”, come la chiama Enzo, “che permette il funzionamento dei ventricoli cerebrali danneggiati in seguito all’aneurisma che altrimenti non farebbero circolare il liquor, cioè il fluido che bagna il sistema nervoso centrale, proteggendo il cervello e il midollo spinale da eventuali traumi”. Domenico viene alimentato tramite PEG, una tecnica che consente la nutrizione attraverso un tubicino collegato direttamente allo stomaco da un foro praticato nell’addome ed ha degli ausili speciali che permettono di poterlo trasportare in tranquillità, come una sedia su misura per lui e un allestimento adeguato per l’automobile del papà. LA STORIA DI DOMENICO La storia di Domenico e della sua famiglia è raccontata in un libro scritto davvero

in modo avvincente da Eleonora: “Un amore al di sopra della vita”, che si legge tutto d’un fiato perché, davvero, avvince dalla prima all’ultima pagina. Ed in questo nostro incontro, Eleonora ed Enzo raccontano i vari momenti della loro vita che lei ha descritto così bene su carta. Eleonora ripercorre la sua fanciullezza con gli studi da stilista, l’aiuto nell’azienda commerciale di famiglia, i primi lavori come creatrice di abiti e il momento nel quale ha conosciuto Enzo nel villaggio turistico dove lei faceva la costumista e lui lavorava nel ristorante, fino al trasferimento in Trentino dove lui era già venuto per lavorare nella polizia penitenziaria. Il libro ricostruisce soprattutto quello che è successo dopo la nascita di Domenico perché il vero protagonista è proprio lui, che ora ha 5 anni e 5 mesi. Enzo lo prende in braccio dal letto e lo fa acco-


trentinolibri Domenico, sorridente, dopo il bagnetto

modare sulla sua particolare sedia che lo sostiene in maniera adeguata porgendogli un cagnolino giocattolo che subito Domenico abbraccia e tiene stretto a sé. “È il nostro leoncino”, dice Eleonora, “perché è davvero coraggioso e dopo aver subito tante cose brutte combatte ogni giorno con noi e ci dà tanta forza per andare avanti”. Domenico ha un viso dolce ed un’espressione che lo rende subito simpatico. Rimane vicino a noi e i suoi genitori se lo mangiano con gli occhi sorridendo quando il bimbo ogni tanto si assopisce, anche perché solitamente Domenico non è un gran dormiglione. UN PERCORSO COMPLICATO Eleonora ci racconta in modo molto chiaro il percorso sanitario ed ospedaliero che hanno compiuto e che per fortuna ha trovato nel Centro di rianimazione neonatale dell’Ospedale Gaslini di Genova una struttura “specializzata per bambini speciali” come dice lei, con un personale dalla grande professionalità ed umanità. Dopo alcune gravidanze non andate a buon fine e per le quali purtroppo non vennero fatte delle indagini approfondite, nel 2012 Eleonora rimase nuovamente incinta e dopo alcuni mesi, in seguito a degli esami venne riscontrato nel nascituro un aneurisma cerebrale in seguito al quale Eleonora andò a Milano per fare una risonanza fetale che confermò la prima diagnosi. Dopo un breve ritorno a Trento Enzo ed Eleonora partirono per l’Ospedale Gaslini di Genova, un centro all’avanguardia adatto per il loro problema. Il loro racconto è avvincente come lo è la lettura del libro di Eleonora e ci accompagna, dopo una serie di preoccupazioni che purtroppo è facile immaginare, alla nascita di Domenico, alle operazioni che il piccolo ha dovuto subire e alle complicazioni che la sua patologia ha comportato. IL RITORNO IN TRENTINO E LE DIFFICOLTÀ Dopo il rientro a casa, per la famiglia di Domenico sono iniziate delle difficoltà sanitarie che si sono sommate alle esigenze che ha ogni bambino piccolo. “La sanità in Trentino funziona bene” dice Eleonora, “ci sono stati dati tutti gli aiuti possibili previsti dalle problematiche di Domenico, dagli ausili all’aiuto economico, ma per le sue esigenze particolari abbiamo trovato delle difficoltà. Qui in

Trentino per certe disabilità infantili gravi non c’è una struttura unica dove poter fare le varie terapie come fisioterapia, psicomotricità, logopedia finalizzata all’alimentazione per via orale, piscina, musicoterapia etc.”. Purtroppo sembra che la realtà sia proprio questa e davvero è un’assurdità che per Domenico l’unica possibilità sia quella di andare a Bolzano una volta alla settimana per fare fisioterapia e piscina. “Ho incontrato anche l’assessore provinciale alla Sanità”, racconta Eleonora, “e gli ho raccontato la mia esperienza spiegandogli che per competenza territoriale dovremmo andare a Pergine dove però per Domenico c’è posto solo alle 8 del mattino, ma lui a quell’ora viene alimentato con l’aiuto di un computer della pappa al quale deve rimanere attaccato per tre ore”. UN ALTRO TIPO DI DISPIACERE Dalle parole di Enzo ed Eleonora traspare anche un altro tipo di dispiacere: quello di avere fatto fatica, loro così aperti e solari, a costruire in Trentino dei rapporti interpersonali, sia prima ma ancora di più dopo la nascita di Domenico. Ed a questo si aggiunge il fatto, riportato nel libro, di non avere trovato neanche il conforto di chi ha invece mantenuto un certo distacco, proprio quando ne avrebbero avuto bisogno. A differenza di padre Francesco, il frate francescano che è stato vicino ad Eleonora in tutta la loro permanenza all’ospedale di Genova con un affetto genuino e che le ha dato la forza per sopportare quello che stava loro accadendo. “Questo mancato conforto è stato un grande dispiacere per noi”, dice Eleonora, “siamo molto credenti ma, dopo quello che abbiamo passato la nostra fede è stata messa a dura prova perché è difficile accettare che possa succedere questo a un bambino, per non

parlare del nostro secondogenito che non è nato a causa della stessa patologia di Domenico: si sarebbe chiamato Graziano. Comunque ci siamo fatti forza l’un l’altro e siamo andati avanti e ora la presenza di Domenico ci permette di continuare con ancora più coraggio con l’aiuto delle nostre famiglie che anche se sono lontane ci danno un aiuto importante”. UNA LEZIONE DI VITA Ora Domenico dorme nel suo lettino. Enzo ed Eleonora ci dicono che desiderano solo che la loro famiglia possa rimanere in salute e che presto in Trentino possa esserci un Centro pediatrico “specializzato sui bambini speciali”. Trascorrere queste due ore con Domenico e la sua famiglia è stata una lezione di vita che ci ha permesso di conoscere delle persone dall’umanità e dalla forza d’animo molto grandi che nonostante un’esperienza che li ha messi a dura prova sono unite più che mai e riescono a trasmettere una sensazione positiva. La stessa che si ha leggendo “Un amore al di sopra della vita” e che permette di guardare alla quotidianità con un occhio diverso. Una parte del ricavato dalla vendita del libro sarà devoluta ai piccoli del centro di rianimazione neonatale e pediatrica dell’Ospedale di Genova. ■

23 MARZO, AL “VIGILIANUM”

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na storia vera, struggente, quella di Domenico, un bambino di 5 anni affetto da una rarissima patologia. Domenico abita a Civezzano con papà Vincenzo e mamma Eleonora, proprio quest’ultima ha voluto raccontare in prima persona il corso degli eventi, affidando il doloroso ricordo alle pagine del libro che verrà presentato il 23 marzo, alle ore 17, alla Biblioteca Vigilianum di Trento (Via Endrici 14). PAG. 118 - EURO 15,00 WWW.CURCUGENOVESE.IT

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trentinoteatro DARIA DEFLORIAN, AUTRICE, REGISTA E PERFORMER DI SPETTACOLI TEATRALI CON RADICI TRENTINE. MA NON SOLO: VINCITRICE DEL PREMIO UBU 2012 COME MIGLIOR ATTRICE CON “REALITY” ED APPREZZATA PROTAGONISTA SUL PALCOSCENICO PARIGINO ED AL TEATRO DI ROMA (“CE NE ANDIAMO PER NON DARVI ALTRE PREOCCUPAZIONI”), TANTO PER CITARE ALCUNI MOMENTI DELLA SUA BRILLANTE CARRIERA. FRUTTO DELLA PASSIONE PER IL TEATRO E DELLA CONSOLIDATA COLLABORAZIONE ARTISTICA CON ANTONIO TAGLIARINI

Il teatro “dentro” C

hissà se per lei, che ora respira arie eteree di teatro – dove l’immaginazione incontra la realtà – permane ancora il ricordo del profumo pregnante e selvatico del bosco della Val di Fiemme. Sì, perché Daria Deflorian è cresciuta a Tesero. Il padre falegname è stato attore, da giovane, nella filodrammatica del paese. E la madre genovese casalinga, “con grandi capacità di commedie e tragedie nel quotidiano…” Buone premesse quindi per quell’inclinazione che maturerà con sempre maggior consapevolezza verso una scelta artistica per nulla facile. Ma quali sono state le tappe fondamentali del suo percorso artistico? Ho lavorato come attrice e assistente alla regia, da sempre ho creato miei spettacoli, ma ho trovato la mia strada dopo l’incontro con Antonio Tagliarini con cui lavoro regolarmente da dieci anni. I nostri lavori sono scritti, diretti ed interpretati da noi, a volte soli in scena altre volte con l’interpretazione e collaborazione di altri performer. Daria, da Tesero al teatro di ampio respiro: come è successo? Come è iniziata la tua carriera? Dove vivi attualmente? 36

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Finite le superiori sono andata a Bologna a studiare teatro al Dams e subito mi sono iscritta anche ad una scuola di teatro; dalla metà degli anni Ottanta mi sono trasferita a Roma, dove vivo ancora oggi. La prima decisione non è lontana da come lavoro oggi: con i miei compagni di corso della scuola di teatro abbiamo fondato una compagnia. Che tipo di studi hai intrapreso per seguire questa inclinazione? Oltre al Dams e alla scuola di teatro ho studiato a lungo e quando posso continuo a studiare, sia discipline legate al corpo che alla voce, ma tra tutti gli studi è stato molto importante all’inizio stu-

di Tiziana Tomasini

diare acting (cioè teatro, recitazione) con un insegnante italoamericano, secondo i principi dell’Actor’s Studio. Cosa ti piace del fare teatro rispetto ad altre forme di espressione artistica? Tante cose, ma tra tutte la dimensione collettiva e quella artigianale. Il rapporto diretto con il pubblico e la ripresentazione del lavoro attraverso le repliche, ogni volta una scommessa per mantenere vive le scoperte fatte durante le prove. Teatro classico e teatro moderno: dove ti esprimi meglio? Assolutamente nel teatro moderno, anzi mi viene da dire contemporaneo. Mi pia-


trentinoteatro

Daria on stage con Antonio Tagliarini

ce il legame con il presente sia a livello di contenuti che di forme. Spesso la recitazione viene definita un genere di nicchia, rivolto ad un pubblico ristretto… concordi con questa affermazione? In parte è così, ma è anche vero che prima di essere mainstream (nel senso di convenzionale, di massa) tutte le grandi rivelazioni in ogni campo sono state un genere di nicchia. Bisogna covare le idee e le scoperte lontani dai riflettori per poter poi affrontare la visibilità senza rimanerne schiacciati. Qual è la situazione del teatro in Italia? Ed in Trentino? Conosco poco la situazione trentina ma è molto interessante che una delle realtà più innovative e interessanti - non solo a livello nazionale – stia a Dro, Centrale Fies, con la quale abbiamo collaborato per una delle nostre creazioni. Rispetto alla situazione nazionale posso dire che, per quanto complesso, mi sembra fondamentale il dialogo tra nuove generazioni e istituzioni. Questo non vuol dire rinunciare alla cultura underground,

ma è una nostra responsabilità riuscire a cercare di rinnovare il teatro pubblico italiano. Com’è invece in Europa? Ci sono maggiori opportunità? Conosco la situazione francese, in parte quella svizzera…la differenza fondamentale è nell’importanza che la cultura in generale e quella delle performance dal vivo in particolare ha in Francia e in altri Paesi europei. Tutti o moltissimi leggono, vanno a teatro, al cinema, a vedere le mostre, ad ascoltare musica dal vivo. Ogni espressione aiuta l’altra. La cultura insieme all’educazione è un indice fondamentale della civiltà di un Paese. Hai ricevuto molti premi e riconoscimenti; qual è stata l’esperienza più esaltante? Il primo premio, come spesso succede, non si scorda mai. Essere premiata nel 2012 con il Premio Ubu come migliore attrice per il nostro Reality e per L’Origine del mondo di Lucia Calamaro è stato bellissimo. Quali sono le tue proiezioni per il futuro? Riuscire a mantenere viva la ricerca, la curiosità, la concentrazione sulle cose essenziali, sulle relazioni, gli incontri, nonostante l’aumento delle responsabilità e delle aspettative. Come si riesce ad interiorizzare un ruolo? E’ un fattore istintivo o si matura con l’esperienza? Entrambe le cose. Mi piace l’immagine di James Hillmann (lo psicologo statunitense del “fare anima”) quando paragona la persona ad una ghianda che è seme e frutto nello stesso tempo. Crescere vuol dire riconnettersi alla

propria natura originaria, quindi da una parte l’istinto, dall’altra un quotidiano lavoro di pratica. Cosa consiglieresti ad un/una giovane per avvicinarsi al mondo del teatro? Non avere fretta, studiare, incontrare belle persone, se possibile andare all’estero. Recitare è considerata una sorta di terapia, consigliata a ragazzi ed adulti per affrontare meglio la vita e le sue problematiche. Cosa ne pensi? È possibile migliorare il rapporto con se stessi e con gli altri facendo teatro? Non ho mai creduto al teatro come terapia, credo che si faccia molta confusione se si affrontano le cose confondendo il piano espressivo rispetto a quello curativo. Questo non toglie la verità di quello che dice, sicuramente è vero che fare teatro è un ottimo modo per allenarsi a conoscersi e a riuscire a stare con gli altri. Si continua a parlare della questione “molestie” nell’ambito dello spettacolo. Qual è il tuo pensiero? Penso che sia una questione che doveva esplodere, lo strapotere - in qualunque direzione si esprima - è terribile. Rimane un rischio di assolutizzazione e di puritanesimo altrettanto assurdi ed innaturali…come sempre la natura umana è fragile e poco regolamentabile. Che rapporto hai con la tua terra d’origine? Ti manca? Torni spesso in Trentino? Mi sento da sempre trentina, e certo mi mancano molte cose, dal paesaggio innevato o verde intenso, il legame con la mia famiglia e con le persone della mia infanzia e adolescenza. Cerco di tornarci spesso, anche se negli ultimi anni non sempre riesco a farlo spesso come vorrei. ■ Roma, Piazza del Popolo – Foto di Claudia Pajewski

“Il cielo non è un fondale” 37

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trentinopoesia Adriano Cataldo

di Fabio Peterlongo

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a poesia entusiasma, altroché, anche nel nostro Trentino. Questa forma d’espressione, tutt’altro che relegata nei libri di scuola, ha trovato una nuova vita grazie all’avvento dei «poetry slam», che si tengono con regolarità nei locali del territorio. I «poetry slam» sono manifestazioni in cui i poeti si «sfidano» a colpi di versi, strofi, voce e gestualità, con una formula in parte mutuata dal mondo dell’hip hop, dove le «battle» tra rapper sono ormai un classico. I poeti presentano esibizioni dagli stili quanto mai differenti: incandescenti, raffinate, provocatorie, sofisticate. Un fiume di parole che attira nei locali un pubblico numeroso, fino al «tutto esaurito». I poeti migliori, poi, possono proseguire il percorso fino alle finali nazionali. Per capirne di più, abbiamo chiesto lumi ad Adriano Cataldo, organizzatore di «Trento Poetry slam», ed a Mattia Zadra, poeta ventisettenne di Mezzolombardo, che con queste manifestazioni si sta facendo notare da un pubblico vasto e con ottimi risultati; a settembre è uscito il suo primo libro di poesie, «Tutto quello che non ho», illustrato da Silvia Benedetti, edito da Mora Editrice. ADRIANO CATALDO Adriano, la poesia delle origini veniva recitata in pub-

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BATTAGLIE A COLPI DI VERSI SONO QUELLE CHE COMBATTONO I PRODI “SOLDATI” DEL «TRENTO POETRY SLAM»: UN FIUME DI PAROLE CHE STA ATTIRANDO NEI LOCALI UN PUBBLICO SEMPRE PIÙ NUMEROSO ED ENTUSIASTA blico per il divertimento e l’educazione della comunità. Volete recuperare questo spirito? In parte sì, con i «poetry slam» la poesia diventa più popolare, anche perché la competizione attira l’interesse del pubblico. CI sono dei precedenti illustri: nel Rinascimento, Leon Battista Alberti aveva organizzato delle “tenzoni” per promuovere la lingua volgare. A questi precedenti storici, si aggiunge la commistione con l’immaginario hip hop. Come si organizza una serata di «poetry slam»? A Trento abbiamo un’ottima rete di locali che ci ospitano e sostengono: «Bookique»,

«Arsenale», «Scaletta», «Gatto Gordo», «Cafè de la paix». Una volta fissata una data, lanciamo la chiamata alla partecipazione via Facebook. Ad una serata partecipano al massimo sette poeti, con due performance a testa. Vengono scelte cinque persone nel pubblico che fanno da giuria. Poi i tre poeti più votati si cimentano in un terzo «giro» di esibizioni, fino alla proclamazione del vincitore. Vi rivolgete solo ai poeti del territorio o non ci sono confini? L’anno scorso il fenomeno era sostanzialmente locale, ma da quando ci siamo fatti notare i partecipanti arrivano anche da fuori regione: Torino, Ce-

sena, Firenze, ecc. Poi ci sono i «professionisti» del «poetry slam»: sono artisti che girano tutte le edizioni locali per aumentare la possibilità di partecipare alle finali nazionali. Queste partecipazioni non solo portano visibilità al nostro circuito, ma fanno crescere il livello qualitativo di chi si esibisce. Quanti poeti avete scoperto? Qual è l’identikit del poeta da «slam»? L’anno scorso abbiamo coinvolto circa 30 poeti nell’arco di sei date, quest’anno abbiamo ridotto il numero dei partecipanti per alleggerire le serate, ma ne abbiamo comunque coinvolti 18. La percentuale è al 70% di maschi e al 30%


trentinopoesia Lucia Rosanna Gambuzzi

di femmine; è difficile capire il perché di questa prevalenza maschile, forse gli uomini hanno una maggiore tendenza a competere e mettersi in mostra in mezzo a un pubblico, chissà. Com’è la risposta del pubblico? La partecipazione del pubblico è sempre stata crescente in termini numerici: siamo partiti con un seguito di 20 o 30 curiosi, mentre oggi riempiamo i locali, il che fa piacere anche agli esercenti. MATTIA ZADRA Mattia, come ti avvicini al mondo del «poetry slam»? Scrivevo narrativa per conto mio, poi mi sono trovato a fare delle letture pubbliche di poesie insieme a Guido Catalano. Mi ha consigliato di farmi le ossa nei «poetry slam», perché rappresentano anche un bagno di umiltà. Lo stesso Guido ha iniziato facendo «slam», prima di affermarsi come uno dei poeti più conosciuti. Dopo le prime esperienze non esaltanti, mi sono riavvicinato a queste serate grazie alla direzione frizzante e innovativa impressa da Adriano Cataldo e Lucia Rossana Gambuzzi. Sono arrivato al secondo posto in una serata ed in questo modo ho conquistato l’accesso alla finale provinciale. Sono arrivato secondo anche lì, ma dopo

la rinuncia da parte del primo classificato a partecipare alla finale nazionale, ci sono andato io. Così ho scoperto il mondo della poesia fuori dal Trentino. Quali sono le differenze tra la scena locale e quella nazionale? La poesia si trasforma, diventa una performance incredibile e si trasfigura in una sorta di «battle», come quelle che fanno i rapper. Scopri tecniche diverse: c’è chi si concentra solo sul testo, chi si esprime attraverso esibizioni vulcaniche. Io, che non sono un animale da palcoscenico, mi trovo meglio a impostare la voce e portare un testo efficace, usando la gestualità delle mani. Di cosa parli nelle tue poesie? All’inizio scrivevo d’amore, che è la cosa più facile da fare e la più difficile da fare bene. Poi mi sono diretto verso temi più impegnati. Oggi mi interesso della storia delle persone che hanno avuto più sfortune che colpe, i «poveri diavoli»: tossicodipendenti, persone con la dipendenza dal gioco, migranti. Cerco di mostrare come queste persone abbiano dietro di sé delle storie per le quale tu che hai avuto più fortuna saresti messo anche peggio. Questo è il senso del mio lavoro, una sorta di spettacolo «work in

progress» dal titolo «Empathy for the devil». Come sono i rapporti tra i poeti delle «poetry slam»? L’estate scorsa ho fatto il «divano tour», tra Milano e Monza: ci si ospita sui reciproci divani di casa, tutti uniti dal comune desiderio di portare ovunque la poesia. Senti di essere in una famiglia, credo ci sia un’atmosfera simile a quella che raccontano nel rugby, dove c’è il terzo tempo, un momento dedicato alla condivisione e al rispetto dell’avversario. C’è un rapporto speciale con le tribù poetiche dell’Emilia Romagna, come con i Zoopalco e con il gruppo cesenate «Voceversa»: con loro si è formata una specie di gemellaggio, ci ospitiamo gli uni con gli altri ogni volta che possiamo. Tornerai alla narrativa o la poesia ormai ti assorbe totalmente? La poesia mi assorbe, ma sto lavorando ad

un progetto per un romanzo. I romanzi però richiedono tanto impegno, quindi cercherò di far coesistere prosa e poesia: prossimamente parteciperò alle finali regionali dei «poetry slam» in Trentino e in EmiliaRomagna. ■

Mattia Zadra

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trentinoscoperte di Francesca Mazzalai

Foto di Andreas Tamanini

LE MONTAGNE E IL LORO “PADRINO”

DOLOMITI ANCORA OGGI LE STRAORDINARIE MONTAGNE CHE LUI HA ESPLORATO PORTANO IL SUO NOME. SONO LE NOSTRE DOLOMITI, E LUI È IL NATURALISTA FRANCESE DÉODAT GUY SILVAIN TANCRÈDE GRATET DE DOLOMIEU. AL SUO IMPEGNO COME GEOLOGO E ALLA SUA DEDIZIONE TOTALE ALLA SCIENZA DOBBIAMO LA SCOPERTA DELLA “DOLOMITE”, IL MINERALE CHE COMPONE LA ROCCIA DEI NOSTRI “MONTI PALLIDI”

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hiunque abbia avuto modo di ammirare lo spettacolo delle Dolomiti conosce perfettamente l’effetto che queste montagne suscitano nell’animo di chi le vede. Trovarsi di fronte a un tramonto o a un’alba che riflette luci e colori sulle cime delle Dolomiti è un’esperienza unica, che supera l’immaginazione. Non stupisce che già in epoche lontane siano fiorite leggende intorno alle nude rocce di queste montagne chiama-

te anche Monti Pallidi. Salvani (gli uomini della selva) e anguane (le donne d’acqua) sono solo alcuni dei personaggi fantastici le cui gesta sono state tramandate di generazione in generazione. Le storie di queste figure mitiche venivano raccontate davanti al focolare, nelle lunghe e fredde giornate invernali, quando per le famiglie era usuale ritrovarsi in casa. Chi a ricamare, chi a filare la lana, chi a riparare gli attrezzi per i campi. Quello era il momento Cristalli di Dolomia

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trentinoscoperte

Déodat Guy Silvain de Dolomieu

in cui la fantasia poteva esprimersi e streghe, orchi, draghi prendevano vita nei racconti degli adulti per la gioia dei più piccoli. Una delle storie più amate dagli abitanti delle Dolomiti era proprio la leggenda dei Monti Pallidi. Si narrava infatti che un tempo, in un regno antico, quelle montagne fossero scure. Come tutte le altre cime delle Alpi. Un bel giorno però il principe del regno prese come moglie la dolce e bellissima figlia della Luna. Ma lei, allontanata dalla sua terra natale, cominciò poco a poco a deperire. Sempre di più. E allora il principe, per far sentire la sposa in un paesaggio a lei più familiare, decise di stringere un patto con i salvani, il popolo custode dei segreti della natura. Lui offrì loro protezione fra i boschi e le montagne delle Dolomiti. I salvani in cambio filarono in una sole notte i raggi della luna e rivestirono le montagne di una fitta rete di luce e fili d’argento, donando loro un costante e tenue pallore lunare, che rimase così per

sempre. In effetti la particolarità della roccia dolomitica stuzzica da sempre la curiosità dell’uomo. E l’origine remota di queste montagne contribuisce ad aumentarne fascino. Camminare lungo un sentiero e imbattersi in una conchiglia (o in una roccia su cui è impressa l’impronta di un animale marino) ci riporta indietro di milioni di anni, a un tempo mitico in cui i Monti Pallidi erano completamente immersi nell’acqua del mare. Barriere coralline, spettacolari lagune intervallate da bocche vulcaniche sempre attive, che davano vita a isolotti sabbiosi. Questo è lo scenario che ci saremmo trovati di fronte allora. La rigogliosa vegetazione subacquea ricopriva il fondo, ospitando moltitudini di molluschi e invertebrati. È da questa lontanissima epoca che prendono forma le mille sfaccettature delle rocce, le sfumature colorate, gli strati chiari (di origine calcarea) e quelli scuri (vulcanici). Eppure, per quanto attraenti, questi particolari non sono mai stati analizzati nel corso

della storia dell’uomo. Fino a quando, tra la fine del ’700 e l’inizio dell’’800, alcuni temerari studiosi si sono spinti dalla pianura sulle montagne, decisi a dare una spiegazione scientifica allo spettacolo naturalistico che si stagliava davanti ai loro occhi. Il francese Déodat Guy Silvain de Dolomieu è lo studioso cui dobbiamo il primo accenno in assoluto alle Dolomiti. È proprio dal cognome di questo appassionato geologo che il minerale di cui sono composte le Dolomiti ha preso il nome di “dolomite”, e quella roccia stessa (composta principalmente da dolomite) si chiama oggi “dolomia”. Dolomieu mette piede per la prima volta in Trentino nell’estate del 1789. Percorre da sud verso nord la valle dell’Adige, attraversa il Trentino e si spinge verso il Brennero, raccogliendo lungo il percorso quelle pietre particolari che saranno fondamentali per i suoi studi. Dolomieu è abituato a viaggiare molto e la scomodità dei mezzi di trasporto del tempo non lo scoraggia. Anzi. Ogni spostamento è l’occasione per cercare nuovi tipi di roccia da aggiungere alla sua preziosa collezione. Déodat, figlio cadetto di una ricca famiglia nobiliare, non era stato in realtà destinato

a diventare uomo di scienza. A soli due anni infatti il padre lo aveva affiliato all’Ordine di Malta, affinchè diventasse un militare. Compiuti sedici anni Dolomieu parte dunque per la sua prima missione al servizio dei Cavalieri. Per tutti il noviziato cominciava con le “carovane”, ovvero un periodo da trascorrere a bordo di una delle navi galere dell’Ordine. Ed è quello che Dolomieu fa per due anni. Nel frattempo, costretto a rinunciare agli studi che tanto lo appassionavano (aveva ottenuto dal pade di poter studiare a Parigi per ben tre anni prima del noviziato), trova sollievo nell’altra sua grande passione: l’osservazione della natura. Proprio in quel periodo in mare Dolomieu prende l’abitudine di dormire sul ponte, all’aria aperta. Sotto le stelle. Finchè il 27 giugno del 1768, mentre si trova in navigazione vicino a Gaeta, la vita lo mette improvvisamente di fronte a una svolta. È un litigio con un camerata a scatenare tutto. In seguito all’accesa discussione, Bonaventura de Crécy Monnay, di 21 anni, sfida Dolomieu a duello. Come prevede l’obbligo d’onore dell’epoca Déodat raccoglie il guanto. L’epilogo è drammatico. Nella sfida Bonaventura cade a terra ucciso, e a quel punto il

Nicolas Théodore De Saussure 41

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trentinoscoperte

futuro di Dolomieu è segnato. Le regole dell’Ordine prevedono per lui non solo la perdita dell’abito ma anche e soprattutto il carcere a vita. “Sarà ben nota a Vostra Eminenza – scriverà Déodat, supplicando la grazia a Papa Clemente XIII – la disgrazia accadutami in Gaeta, dove fui obbligato ad accettare un duello per via del quale restò ucciso il mio avversario.

Adesso soccombo alla pena essendo stato condannato dal Ven.do Consiglio a restare in Gova, alla disposizione del Gran Maestro. Nove mesi dopo, trascorsi in carcere a studiare filosofia e scienze sui libri che alcuni confratelli riescono a fargli avere, Dolomieu può tornare in libertà. Il Papa ha concesso la grazia. Per il giovane francese è possibile ora riprendere il mare e completare il tirocinio per l’Ordine. Nel frattempo però ciò che ha letto in prigione e soprattutto l’incontro con alcuni uomini di scienza gli fanno maturare un’idea precisa per il suo futuro: Dolomieu vuole viaggiare e studiare la natura in tutti i suoi elementi. A qualunque costo. Mettendosi contro l’Ordine di Malta, contro il padre, contro tutti i vantaggi e gli agi che la vita gli potrebbe offrire. È l’inizio di una nuova, entusiasmante

Rifugio Tosa Pedrotti, Dolomiti di Brenta 42

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vita. La curiosità e la voglia di conoscere lo spingono ad abbandonare le comodità e intraprendere esplorazioni continue. Talvolta a cavallo, molto più spesso a piedi. Déodat si approccia subito alla geologia e si addentra nelle miniere e nelle grotte francesi. Poi si sposta in Portogallo dove studia le formazioni vulcaniche. Al termine di ogni esplorazione Dolomieu fa ritorno a Malta, dove trascorre gli inverni in attesa di reimbarcarsi e ricominciare a perlustrare l’Europa. Che si tratti di eleganti vascelli, di semplici pescherecci o imbarcazioni di fortuna, per Dolomieu non fa alcuna differenza. A partire dagli anni ’80 la sua meta preferita sembra essere l’Italia. Il sud, con i vulcani, le isole Lipari e le Ponziane. E poi il nord, che scopre quando si spinge fino al Veneto e le Alpi nell’estate del 1788 per sfuggire al caldo torrido di Roma. Ma è la primavera dell’anno successivo che Dolomieu intraprende il suo viaggio più importante, quello in Tirolo. “Un viaggio di trecento leghe attraverso le montagne, spesso a piedi”. In Francia sono i giorni turbolenti della rivoluzione e mentre nella patria di Déodat il popolo stremato dalla fame si rivolta contro l’ordine costituito (assaltando anche il castello dove lui è nato e dando alle fiamme tutto quello che

trovano), il novello “alpinista” si addentra fra le guglie delle Dolomiti, scoprendo quella particolare pietra calcarea di cui sono composte. Il su viaggio comincia da Venezia. Direzione: Innsbruck. Per arrivarci però non passa né da Verona né da Trento. il suo itinerario lo porta direttamente nel cuore delle Dolomiti. Arrivato a Dobbiaco, il nostro naturalista è già carico di campioni di minerali. A Innsbruck, prima di rimettersi in viaggio, è la volta di fare l’inventario. Tutto ciò che ha raccolto nel suo percorso, comprese le numerose escursioni tra valli minori, viene meticolosamente classificato e inviato a Venezia (in un paio di pesantissime casse). Dopodichè è già ora di ripartire, questa volta verso sud. Dolomieu fa tappa a Kollmann (Colma, in Valle d’Isarco), poi nel villaggio di Teis (Tiso, in Val di Funes). Per arrivare a Bolzano Dolomieu evita accuratamente la più comoda valle dell’Isarco e si addentra fra le montagne dello Sciliar e le Dolomiti di Siusi, raccogliendo numerosi altri minerali: granito, porfido, pietre calcaree. Quando Dolomieu riparte da Bolzano diretto a Trento ha già spedito altre due casse colme a Venezia, e non sembra affatto intenzionato a smettere di cercare nuovi minerali - tra cui quella che in futuro verrà denominata


trentinoscoperte

“dolomite”, che raccoglie in Trentino prelevandola dalle cenge orizzontali delle montagne. “Si tratta – scriverà Dolomieu – di pietra calcare biancastra e grigiastra a grana fine, molto dura, senza trasparenza, che fa difficilmente effervescenza con gli acidi. Raccolta sulle montagne fra Bolzano e Trento”. Ua volta arrivato a Trento, Dolomieu effettua diverse perlustrazioni nei dintorni. Sale lungo la valle del Fersina (la

valle dei Mòcheni), attraversa Pergine e arriva a Fierozzo. Ridiscende la valle e, una volta tornato a Pergine, prende la Valsugana e raggiunge Levico. Da lì sale verso Vetriolo, dove visita le miniere di rame e ferro. Déodat sembra instancabile. Tornato a Trento si mette in cammino verso Rovereto e da lì, anziché seguire l’Adige verso Verona, prende il versante destro della valle e si arrampica sul Monte Baldo. Quando ridiscende le montagne e arriva a Verona è il 26 settembre. Dolomieu invia a Venezia le ultime due casse di minerali (compresi quelli raccolti sulle Dolomiti). Difficile immaginare un uomo più entusiasta di lui in quel momento. Il bagaglio è carico di materiale da studiare, fra cui lave e pietre grigie. E nel tragitto che lo porta verso sud, a Firenze, Dolomieu osserva altre pietre calcaree

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trentinoscoperte Tre cime di Lavaredo

UNA SPECIE MINERALOGICA

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a dolomia è una roccia sedimentaria carbonatica costituita principalmente dal minerale dolomite, chimicamente un carbonato doppio di calcio e magnesio. Quando in un calcare la calcite è parzialmente sostituita da dolomite, esso viene chiamato calcare magnesiaco, calcare dolomitico o dolomia calcarea in funzione della specie mineralogica dominante in percentuale. Il metodo tradizionalmente usato per distinguere, in maniera speditiva sul terreno, nelle rocce carbonatiche fra calcare e dolomia è la prova dell’acido cloridrico (HCl): una goccia di acido (diluito in acqua al 5% di concentrazione) viene versata su un campione di roccia: il calcare reagisce immediatamente con una schiuma effervescente, mentre la dolomia rimane apparentemente inerte. La dolomitizzazione si verifica in condizioni ambientali particolari quali possono essere quelle ipersaline come ad esempio in ambienti tidali e lacustri, o in zone del sottosuolo dove si incontrano e mescolano acqua meteorica e acqua marina cioè in condizioni schizoaline. Inoltre, anche l’attività biologica può essere un fattore importante nel processo di dolomitizzazione, visto che la materia organica, in particolare alghe e batteri, sembra ne favorisca lo sviluppo. I criteri per la classificazione delle dolomie possono essere sia composizionali, riguardanti il rapporto calcio/magnesio, tessiturali e genetici. Le Dolomie di precipitazione diretta, o primarie, sono rarissime e la precipitazione diretta di dolomite nell’acqua marina è fondamentalmente un problema di nucleazione molecolare che è un processo estremamente lento a basse temperature e, inoltre, la struttura della dolomite è Dolomia del Triassico dalla Slovacchia altamente ordinata. Tra gli Autori è opinione corrente che tale processo sia stato estremamente raro anche nel passato geologico, tranne però, durante il Precambriano o il Paleozoico in cui la precipitazione diretta sarebbe stata favorita dall’alta pressione di anidride carbonica nell’atmosfera, dovuta alle ancora frequentissime eruzioni vulcaniche che, inoltre, producevano un elevato rapporto Magnesio/ Calcio nelle acque. Le Dolomie di sostituzione, invece, rappresentano la maggior parte delle dolomie antiche e recenti. Si formano a causa della conversione di un precursore minerale costituito da carbonato di calcio (solitamente calcite o aragonite), che sia sedimento sciolto o roccia, in dolomite: questo processo consiste essenzialmente in una parziale sostituzione degli atomi di calcio con quelli di magnesio.

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e vulcaniche. E ancora argille di vari colori di cui, come lui stesso annota “si fa un gran commercio”. Arrivato a Firenze, Dolomieu si reca ripetutamente alle gallerie della città alla ricerca di marmi antichi duri da collegare alla dolomite trovata Trentino. In quei mesi caldi della rivoluzione francese, di cui Dolomieu condivide i principi, il naturalista francese attende l’esito degli eventi. Le sue nobili origini gli rendono pericoloso il ritorno in patria e lui trascorre quei giorni a Firenze ospite del Gran Duca Fleuriau de Bellevue, anche lui appassionato di mineralogia. Insieme i due esaminano quei pochi campioni che Dolomieu ha trattenuto con sé dalle casse spedite alla Serenissima, e compiono i primi esperimenti sulla roccia dolomitica. Negli anni successivi Dolomieu tornerà ripetutamente in Trentino per approfondire la sua più grande scoperta, ma è certo che quello del 1789 rimane in assoluto uno dei suoi viaggi più straordinari. I passi avanti (nel campo della paleontologia, della mineralogia e naturalmente della geologia) dovuti a quella staordinaria esplorazione segneranno un decisivo progresso nella conoscenza delle Alpi orientali e della singolarità delle Dolomiti. S arà appunto in onore dell’impegno scientifico del naturalista francese che nel 1796 il suo collega – e ammiratore – Nicolas Théodore De Saussure proporrà alla comunità scientifica che il minerale scoperto da Dolomieu prenda il nome di “dolomite”. In uno scambio di fair play Dolomieu rilancerà, proponendo a sua volta il termine “saussurite”. A vincere, come sappiamo, sarà la dolomite. Ma questo riconoscimento non placherà certo la voglia di Dolomieu di continuare a esplorare, di fare

nuove scoperte. La sua vita sarà interamente dedicata alla scienza, come si capisce da ciò che scrive di ritorno dalle Alpi poco prima di morire: “ … in questo ultimo viaggio così come nei precedenti ho raccolto molte altre osservazioni sui ricoprimenti, addossamenti e riempimenti, sulle sovrapposizioni e sui “deplacements”; fenomeni assai importanti per la storia fisica del nostro globo che non sono stati presi in sufficiente considerazione mentre potrebbero fornire la soluzione dei più essenziali problemi geologici e condurre a risultati ben opposti alla maggior parte delle teorie ricevute. Ma le mie osservazioni su questi argomenti hanno ancora bisogno di essere generalizzate; le mie opinioni hanno pure bisogno di essere rafforzate con nuovi esempi; e Dio sa se la mia vita basterà a tutte le ricerche che io medito. Io le racconterò agli scienziati che seguiranno la stessa carriera dove io mi sarò fermato.” Così sarà in effetti. Il testimone lasciato da Dolomieu verrà raccolto da numerosi altri scienziati e naturalisti che proseguiranno la sua opera di scoperta e faranno conoscere le Dolomiti in tutto il mondo. Ma questa è un’altra storia. ■


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UN POETA NEL LAGER

di Renzo Francescotti

EGIDIO MENEGHETTI FU UNO DEI QUASI DIECIMILA INTERNATI NEL LAGER DI BOLZANO IN FUNZIONE PER DIECI MESI DALL’ESTATE DEL 1944 ALLA FINE DEL SECONDO CONFLITTO MONDIALE. NEI SUOI VERSI L’ECO DI QUEI GIORNI ATROCI. MICHAEL “MISCHA” SEIFERT ERA IL FAMIGERATO BOIA CHE VERRÀ ESTRADATO IN ITALIA SOLO NEL 2008. TRA GLI ALTRI PRIGIONIERI, TITA PIAZ, DON NARCISO SORDO E IL CELEBRE PRESENTATORE ITALO-AMERICANO MIKE BONGIORNO Nel’aria de Bolsàn gh’è primavera / el cielo de Bolsàn l’è rosa-blu, / ma tuti sente na tempesta nera / longo la vale che la rampa su…

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ono i versi in dialetto veronese di Egidio Meneghetti, che aprono “Cante en piassa”, pubblicato a Venezia da Neri Pozza nel 1955. Meneghetti, come vedremo, fu uno dei quasi diecimila internati nel Lager di Bolzano in funzione per dieci mesi dall’estate del 46

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1944 alla fine del secondo conflitto mondiale. È noto che l’unico campo di sterminio in Italia, in cui funzionava un forno crematorio, fu la Risiera di San Sabba a Trieste. Il lager di Bolzano, come quello di Fossoli nel Modenese, furono due campi di raccolta, di transito, per poter avviare i prigionieri ai campi di sterminio della Germania. Questo non toglie che anche a Fossoli e Bolzano non siano state praticate torture e uccisioni, non ci siano stati centinaia di morti. Nei dieci mesi in cui

Michael “Mischa” Seifert (Landau, 16 marzo 1924 - Caserta, 6 novembre 2010), militare ucraino naturalizzato tedesco. Criminale di guerra

rimase aperto si calcola che siano state rinchiuse a Bolzano quasi diecimila persone: 48 furono le uccisioni accertate, ma circa 300 quelle ipotizzate. I prigionieri erano stati arrestati prevalentemente in Trentino-Alto Adige, nel Veneto e in Lombardia: erano partigiani, famigliari di partigiani, oppositori politici, ebrei, testimoni di Geova, zingari, preti, donne con bambini... 3.500 di essi vennero caricati sui carri-bestiame dei treni che varcavano il Brennero per portarli ai Lager


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Egidio Meneghetti (Verona, 14 novembre 1892 - Padova, 4 marzo 1961) è stato un medico, farmacologo e accademico italiano

di Mauthausen, Flossenburg, Dachau, Ravensbrück, Auchswitz. Ben pochi fecero ritorno. Gli altri furono trattenuti a Bolzano e dislocati anche in altre località dell’ Alto Adige, come Colle Isarco, Merano, Certosa di Senales, Sarentino, Moso di Passiria, Vipiteno, Dobbiaco: sotto gli occhi di tutti… I superstiti furono liberati a scaglioni dal 29 aprile al 3 maggio 1944. Tra i primissimi ad esservi rinchiuso fu il futuro presentatore Mike Bongiorno, arrestato perché stava tentando di

Michael Seifert nel 2008

espatriare in Svizzera. Fra i trentini, il leggendario Diavolo Delle Dolomiti Tita Piaz, arrestato come oppositore al nazifascismo (che raccomandava ai suoi compagni di prigionia di rifare al meglio le loro cucce per dimostrare ai tedeschi che non avevano perduto il senso della dignità). Tita si salvò da una morte quasi certa nei lager tedeschi perché col 1945, a causa dei bombardamenti delle ferrovie, non fu più possibile ai tedeschi deportare altri prigionieri. In precedenza era stato invece deportato don Narciso Sordo, arrestato perché era in contatto a Castello Tesino con i partigiani del leggendario Battaglione Gherlenda, morto di stenti e violenze a Mauthausen, poche settimane prima della fine della guerra. A Bolzano agì anche Misha, come addetto alla sorveglianza assieme a Otto Stein. Nato a Landau in Ucraina da genitori germanici, naturalizzato tedesco, Misha ovvero Michael Seifert, membro delle SS, fu inviato in Italia per la sorveglianza nel lager di Fossoli dove uccise almeno 18 civili. Ventenne, giunto a Bolzano assieme Otto Stein, anche lui di origini ucraine, si scatenò in una serie di atrocità tanto da essere soprannominato “Il Boia di Bolzano”. Egidio Meneghetti , nell’opera citata, ne fa una descrizione potente, soprattutto delle sue mani: ”…La crapa tonda coi cavéi rasà / invanti la se pianta / sensa col,/ e le mane… le mane… quele mane/ querte de mace nere e peli rossi, / coi dedi desnoseladi, longhi, grossi, / che termina a batocio / anca quando che el dorme o no ‘l fa gnente, / piàn a piàn le se sèra, le se strense, / le se struca, le spàsima en convulso, / se fa viola le onge, s’cioca i ossi / e deventa sponcion i peli rossi…” . Ma chi era Egidio Meneghetti? Era nato a Verona nel 1892. Lureatosi a Padova in

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2004: IL RICORDO E LE LACRIME DI MIKE

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e lo ricordo grande, robusto, biondo. Misha, lo chiamavano. Una mattina mi ha chiuso in una specie di gabbia per polli all’interno del campo di concentramento di Bolzano. Sì, mi piacerebbe rivederlo in faccia, anche se è passato tanto tempo”. Anche Mike Bongiorno, il presentatore che è stato matricola 2264 del carcere di San Vittore, passò dal Polizeiliches Durchgangslager e incontrò Michael Seifert, “il boia di Bolzano: “Ero stato arrestato dai nazisti il 20 aprile del ‘44, mentre stavo preparandomi ad attraversare il confine svizzero”, ricorda il presentatore. “Il passaporto americano, che avevo buttato un po’ incoscientemente dalla finestra mentre l’alberghetto veniva circondato, era stato trovato da uno della Gestapo. E così mi portarono a San Vittore, dove – continua passando al tempo presente, come se quel ricordo bruciasse ancora – mi faccio sessantaquattro giorni di isolamento completo, poi mi mettono in cella con un altro detenuto e alla fine mi danno anche qualche permesso per svolgere i lavoretti all’interno del carcere. Quando passo dall’infermeria, c’è Montanelli, che mi dà un bigliettino per sua moglie. Se ci penso, al rischio che ho corso. Me lo sono messo in bocca e l’ho consegnato”. Il complice che stava con “il boia di Bolzano”, Otto Stein, non è mai stato identificato: “Giravano sempre insieme”, confermò il presentatore. “Chissà che fine ha fatto... Io ho perdonato, ma sono vivo, avevo compiuto i miei vent’anni in carcere, le ferite si sono rimarginate. Quando parlo con dei miei amici ebrei, persone che hanno perso familiari e hanno subito atrocità inenarrabili, vedo odio, nei loro occhi. E capisco che La commozione di Mike Bongiorno durante la sua possono avere ragione”. visita a Bolzano del giugno 2004.

medicina si era dedicato alla farmacologia. Nel 1932, a 40 anni, era divenuto direttore dell’Istituto Farmacologico dell’Università di Padova che diresse sino alla morte, pubblicando un centinaio di studi. Nel dicembre 1943 erano rimaste uccise da un bombardamento a Padova la moglie

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Maria e la figlia Lina. La sera precedente, rischiando quanto meno il campo di concentramento, avevano distribuito manifestini nel quartiere operaio dell’Arcella. Socialista convinto, antifascista esponente del movimento Giustizia e Libertà aveva fondato il CLN de Veneto, assieme

al comunista Concetto Marchesi, (come lui docente universitario a Padova e autore della più famosa storia della letteratura latina), assieme al democristiano Saggin e all’azionista Silvio Trentin. Il 7 gennaio 1945 era astato arrestato, interrogato e torturato dai fascisti della Banda Carità e

portato nel lager di Bolzano. E qui lo troviamo, piegato dal dolore ma non spezzato. Nei suoi versi dall’accento doloroso e umanissimo che in particolar modo il dialetto può comunicarci, col suo bulino poetico Meneghetti incide anche il ritratto del Bortolo Pissuti, un furlàn magro biondo / con ‘na bocheta rossa da butina…Aveva tentato di scappare dal campo e lo rinchiusero nella cella di rigore. Per tre giorni aveva implorato Misha e Otto gridando che non voleva morire, chiamando sua madre: E nela note avanti dela Pasqua / s’è sentido là drento un gran roveio / come de gente / che se branca infuria / e un sigo stofegado in rantolar. / Ma dopo no se sente che ’n ansemar / pesante e rauco e ingordo / come quando ale bestie del saraglio / i ghe dà carne cruda da magnar. L’è Pasqua. De matina. E lu l’è in tera / longo tirado / duro come el giasso: / ocio sbarado nela facia nera, / nuda la pansa cola carne in basso / ingrumada de sangue e rosegà. / Nela pase de Pasqua tase tuti. / Imobili. De piera. / E nela cela nera/ tase el pianto de Bortolo Pissuti. Versi che non potrebbero essere più nudi, in cui i vuoti sono altrettanti intensi dei pieni, in cui la potenza realistica de dialetto è certamente superiore a quella del linguaggio nazionale. E da ultimo i versi dedicati all’ebreeta, i più struggenti, i più disperati nel loro disarmato accento: Stanote s’è smorsada l’ebreeta


Photo © Tamara Cagnin

trentinostoria

Il prof. Egidio Meneghetti a Padova dopo la liberazione

/ come ‘na candeleta / dela seriola / consumà. / Quel giorno che l’è entrada nela cela / l’era morbida, bela / e par l’amor / maura, / ma nela facia, piena / de paura, / sbate duo oci carghi d’en dolor / che ‘l se sprofonda en secoli de pena. / I l’à butada / sora ‘l tavolasso / i l’à lassada sola, / qualche giorno. Fin tanto che ‘na sera / Missa e Oto / i s’à enciavadi nela cela nera / e i gh’è restadi per ‘na note intiera. / E dala cela vièn par ore ore / straco un lamento de butin che more./ Da quea note no l’à più parlà,/ da quela note no l’à più magnà../ L’è là, cuciada in tera, muta, chieta, / nel scuro dela cela / che la speta / de morir./ Sempre più magra la deventa e picola / sempre più larghi ghe deventa i oci.” Arrivò finalmente la conclusione della guerra, i tedeschi fuggirono bruciando la

documentazione; fuggirono le due SS ucraine Misha e Otto, sempre in coppia nel compiere nefandezze e se ne persero le tracce. Il colpo di fortuna arrivò con la scoperta del famigerato “Armadio della Vergogna” in cui, tra gli altri, si scoprì un incartamento che riguardava Misha, ovvero Michael Seifert, raggiunto nel dopoguerra da decine di denunce, (insabbiate, nel clima della Guerra Fredda – come oggetti di propaganda). Mutato il clima, su segnalazione dell’ Anpi, Misha fu rintracciato in Canada dal giornalista Bill Keay, nel novembre del 2000, poco prima che a Verona iniziasse il processo contro Seifert. Nel processo furono ascoltate decine di testimonianze: particolarmente puntuale quella di Egidio Meneghetti, che nei suoi versi aveva scolpito i bestiali comportamenti dell’SS. “Il Boia di Bolzano” fu alla fine condannato all’ergastolo (uno dei pochissimi criminali nazisti che poté essere condannato da tribunali italiani). Le pratiche di estradizione furono lunghe; ma alla fine Seifert giunse in Italia il 16 febbraio 2008, rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. In cella cadde, rompendosi il femore. Ricoverato all’ospedale di Caserta, vi morì il 6 novembre 2010. Aveva 86 anni. Egidio Meneghetti era scomparso mezzo secolo prima, a 69 anni, nel 1961. ■

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Il campo di Bolzano 49

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trentinopoesia

LA “GUERRA” DI CLEMENTE

di Silvia Tarter

LA STORIA DI UN CONFLITTO COMBATTUTO TRA LE TRINCEE, MA ANCHE DI UNA GUERRA INTESTINA, SPIRITUALE, VERSO LA RICERCA DI SENSO E LA SALVEZZA. UNO SPETTACOLO TEATRALE INEDITO, BASATO SULLE OPERE DEL POETA ROSMINIANO CLEMENTE REBORA E SULLA SUA TRAGICA E SCONVOLGENTE ESPERIENZA AL FRONTE, PER RIFLETTERE, A PARTIRE DAI SUOI SCRITTI, SUGLI ORRORI DI TUTTE LE GUERRE...

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l 21 marzo, nell’ambito della terza edizione delle giornate rosminiane a Rovereto, (dal 19 al 24 marzo), debutterà nello splendido teatro Zandonai lo spettacolo “La soglia della morte... marciare nella luce”, Clemente Rebora e la grande guerra, interpretato dalla compagnia Prove de Teatro di Calliano. L’idea di realizzare uno spettacolo sull’esperienza di guerra di Clemente Rebora è partita dalla Biblioteca Rosminiana di Rovereto, istituita nel 1985 dai Padri rosminiani a Palazzo Rosmini, casa natale appunto del filosofo religioso Antonio Rosmini. Oltre che nell’ambito delle giornate dedicate al grande pensatore roveretano, lo spettacolo si inserisce anche tra le diverse manifestazioni volte a ricordare, a cent’anni di distanza, la tragedia della Prima Guerra Mondiale. Una tragedia che il poeta Clemente Rebora visse in prima persona, e che 50

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sconvolse profondamente il suo animo già tormentato, segnando una svolta nella sua esistenza e nella sua opera letteraria successiva.

La locandina dello spettacolo

CLEMENTE REBORA E LA CONVERSIONE È bene fare però qualche cenno storico su questo personaggio, il cui spessore letterario, dal quale emerge una profonda tensione spirituale, è forse ancora sottovalutato. Nato a Milano il 6 gennaio del 1885 in una famiglia laica, mazziniana, si laurea in lettere con il massimo dei voti all’Accademia Scientifico-Letteraria di Milano, conseguendo un diploma di magistero per le materie letterarie, per poi dedicarsi all’insegnamento. Clemente Rebora fu autore di alcune raccolte poetiche, come i Frammenti Lirici, pubblicati nel 1913 da Prezzolini, traduzioni, in particolare di autori russi come Tolstoj


trentinopoesia La stanza di Palazzo Rosmini dove per 7 anni alloggiò Clemente Rebora

CLEMENTE REBORA A ROVERETO

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e Gogol, e prose, oltre che collaborazioni con varie riviste letterarie. A caratterizzare in modo peculiare la sua figura è il fatto che la sua esperienza umana, e quindi anche letteraria, sia segnata da una sorta di spartiacque, che vede, potremmo dire così, un prima e un dopo. Quel prima è la sua parte di vita dominata da uno spirito inquieto e tormentato, in un’angosciosa ricerca di senso, in contrasto con l’eredità spirituale paterna, che traspare anche dalle sue poesie. Una delle più celebri, forse il suo capolavoro, è contenuta nella sua seconda raccolta poetica, i Canti anonimi (1922), intitolata Dall’immagine tesa. In questo brano si avverte questo forte anelito in cerca di una verità verso cui indirizzare la propria vita: Dall’immagine tesa/vigilo l’istante/con imminenza di attesa - /e non aspetto nessuno: / nell’ombra accesa/ spio il campanello/ che impercettibile spande/ un polline di suono-/ e non aspetto nessuno: / [...]. La vita dopo, di Clemente Rebora, è quella successiva alla sua conversione religiosa e al suo ingresso, piuttosto tardivo, a 44 anni, nell’ordine dei padri rosminiani, entrando inizialmente presso il Calvario di Domodossola, per poi ricoprire incarichi in diversi luoghi, tra cui Stresa e anche Rovereto. Molti scritti segnalano che ci fu un momento particolare a determinare questa conversione, i cui semi erano già in potenza nell’animo del poeta. Mentre teneva una conferenza sulla figura di Cristo e la donna infatti, nel 1928, fu preso da una forte commozione e gli mancò la

parola, tanto che dovette interrompere la lezione. (“Parola zittì chiacchiere mie!”, scriverà poi nel su Curriculum Vitae, 1955). Fu come una vera e propria folgorazione che servì ad indicargli, finalmente, con chiarezza, quale fosse la strada da percorrere: il sacerdozio. Dopo questa scelta anche la sua produzione letteraria muterà. Superato un periodo di sterilità creativa infatti, un lungo silenzio poetico dove lui stesso si definisce “torrente che non ha che ciottoli”, torna a riavvicinarsi alla scrittura poetica, che diventa ora una voce che si affianca, come una compagna, alla liturgia, per celebrare il Signore e il divino; così scrive il poeta in una lettera al fratello Piero, nel 1950, ritrovando nuovo impulso, proprio grazie alla Fede, per l’espressione della sua vocazione poetica: “la poesia è uno scoprire e stabilire convenienze e richiami tra il Cielo e la terra e in noi e tra di noi. La poesia intesa in modo totale, ossia cattolico, è la bellezza che rende palese, come arcano riverbero, la Bontà infinita che ha sì gran braccia.” CLEMENTE REBORA E LA GUERRA In tutta la vita di Clemente Rebora in realtà, in quei 43 anni che precedettero la sua conversione, si possono collezionare tracce che orientano alla scelta della Fede; una direzione verso cui si muoveva sin da giovane, come attratto da un destino di cui non era del tutto consapevole. Tra queste anche l’esperienza devastante della Grande Guerra, che, naturalmente, contribuì a mutare profondamente il suo animo, avvicinan-

orse non tutti sanno che Clemente Rebora è stato anche un po’ trentino. Il poeta e padre milanese infatti trascorse 7 anni della sua vita nella città della Quercia, precisamente dal 1945 al 1952, dove faceva il confessore nella chiesa di Loreto ed entrò anche a far parte dell’Accademia degli Agiati. In quegli anni alloggiava in una stanzetta all’ultimo piano nella casa natale di Antonio Rosmini, che si trova su corso Rosmini (visitabile su appuntamento). La stanza è un ambiente molto semplice, sobrio e modesto, con un letto, una scrivania, dove il padre si sedeva a leggere e studiare; un crocifisso, un inginocchiatoio per pregare e pochi altri oggetti. Quando vi abitava Rebora non c’era il riscaldamento e il poeta si copriva quindi con due coperte, scaldandosi talvolta con una stufetta elettrica. Al palazzo arrivava molta gente bisognosa a chiedere aiuto e lui, racconta un testimone, scendeva e saliva più volte al giorno le rampe di scale dell’edificio, per andare incontro a quelle persone e riceverle con un sorriso e qualche piccolo aiuto. Prestava con impegno il suo servizio a favore della comunità, tanto che la sua memoria rimase impressa in maniera indelebile negli animi dei roveretani. Rimase in Trentino fino a che non si trasferì a Stresa, in Piemonte, presso un centro rosminiano, dove morì il 1 novembre 1957. Il suo corpo riposa lì, nel santuario del SS. Crocifisso, dove si trovano anche le spoglie di Antonio Rosmini.

Diploma che attesta il riconoscimento a far parte dell’Accademia degli Agiati di Rovereto

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trentinopoesia Clemente Rebora sottotenente di fanteria, alla vigilia della Grande Guerra.

dolo ancor più all’esperienza religiosa. Quando scoppiò il conflitto mondiale Rebora dimorava ancora a Milano; nel marzo del 1915, con l’entrata in guerra dell’Italia, fu chiamato alle armi e dopo qualche mese, raggiunto il grado di sottotenente nel 72°esimo reggimento fanteria Puglia venne mandato a combattere sul fronte del Carso e dell’Isonzo, dove si consumarono orrende stragi che provocarono la morte di migliaia di soldati. Il battaglione di Rebora entrò nelle trincee alla fine di ottobre, quando già iniziava a fare freddo. In una delle sue tante lettere, Clemente scrive infatti così alla madre: “Mamma, sono nella guerra ove è più torva: fango, mari di fango e bora freddissima, e putrefazione fra incessanti cinici rombi violentissimi. E Clemente è fatto aguzzino e carnefice. Martirio inimmaginabile.” Durante la tragica battaglia di Podgora, vicino a Gorizia, Rebora venne ferito a causa dell’esplosione di un Obice 305 dell’artiglieria austroungarica che lo colpì alla testa, e fu seppellito dalla frana causata dall’esplosione. Rimase fortemente traumatizzato. Per qualche anno passerà infatti da un ospedale militare all’altro, depresso, sballottato tra una visita di controllo e l’altra, senza mai riprendersi completamente, tanto che verrà riformato poiché gli fu diagnosticata l’infermità mentale. Trascorse anche un periodo in manicomio, a Reggio Emilia, prima di riuscire a tornare nella sua Milano nel 1918 e dedicarsi all’insegnamento in scuole private e all’attività di conferenziere. La guerra finisce, ma lo spirito del poeta è ormai lacerato dagli anni vissuti “tra melma e sangue”, in quella che lui definisce “stanza dell’ammazzatoio”, “caverna di Barbablù”, “tremendo festino di Moloch”. Un orrore vissuto in prima persona che trova sfogo nelle sue lettere (“[...] Si vive e si muore come uno sputerebbe.”) e nelle sue poesie: “[...]Tu uomo, di guerra/ A chi ignora non dire; / Non dire la cosa, ove l’uomo

/ E la vita s’intendono ancora.[..]” (da Voce di vedetta morta), dove sfoga la sua affannata ricerca di un senso, che giustifichi quella inutile strage di vite. LO SPETTACOLO Il racconto dello spettacolo “La soglia della morte...marciare nella luce”, Clemente Rebora e la grande guerra, parte quindi da qui, dal racconto del vissuto del poeta durante il conflitto, ricostruito e rievocato attraverso le sue lettere strazianti e le sue liriche dal ritmo convulso e frantumato, per raccontare la sua lacerante esperienza in guerra, e allo stesso tempo tratteggiare il suo itinerario verso la salvezza, grazie alla rivelazione della Fede. Un tema certo non facile da rappresentare in un’ora di scena, ma proprio per questo accolto come sfida entusiasmante dalla compagnia Prove de Teatro di Calliano, che lo proporrà al pubblico in maniera creativa e originale, ricorrendo a diversi linguaggi. Oltre alla lettura di estratti di lettere e poesie di Rebora infatti, la scena sarà accompagnata da voci e suoni, videoproiezioni di immagini storiche e di immagini contemporanee; da musiche dal vivo, coreografie, e dal teatro delle ombre. Le musiche saranno anche molto lontane dall’epoca del scrittore, più vicine alla sensibilità moderna. Lo spettacolo infatti non si limita ad un’artistica rappresentazione di un passato di guerra, ma mira anche a creare un legame tra la parabola umana del poeta e l’attualità della condizione umana, lanciando un messaggio forte, di pace, di accoglienza, di compassione verso l’altro. Un messaggio che prende a prestito parole e testimonianze di un protagonista della Grande Guerra per scuotere un’umanità che sembra non aver imparato nulla dal proprio passato e ripete continuamente, nel susseguirsi di nuove barbarie, gli stessi errori. “La soglia della morte... marciare nella luce” è diretto dalla regista Benedetta Conte, anche autrice della drammaturgia

insieme a Paola Camerone, e interpretato dagli attori della Compagnia Prove de Teatro di Calliano: Enrico Tisi, Lia Torboli, Mattia Romani, Romano Panizza. Ad accompagnare la scena, la musica dal vivo di Nicola Mittempergher e la coreografia di ombre della maestra d’ombre Paola Camerone. Lo spettacolo andrà in scena già al mattino per gli studenti delle scuole superiori di Rovereto, mentre alla sera alle ore 20.45, fuori abbonamento, sarà aperto a tutti ad ingresso libero, al teatro Zandonai. Per le dimensioni contenute della scenografia, si presta ad essere replicato in altri teatri, anche di dimensioni più ridotte, e a venire inserito quindi in altre programmazioni celebrative del centenario delle Grande Guerra. Il gruppo teatrale Prove de Teatro di Calliano fa sapere poi che è disponibile a replicare lo spettacolo per altre classi delle scuole superiori. Per informazioni ulteriori o per prendere contatto, è possibile scrivere a: cultura@comune.rovereto.tn.it, oppure telefonare al numero 0464-452253 ■

Lettere, scritti, immagini e articoli riguardanti il poeta, conservati nella stanza dove alloggiò a Rovereto 52

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di Lara Deflorian

A

17 anni ha raggiunto i 4.000 metri di altezza arrivando in cima all’Ortles e oggi, all’età di 23 anni, Pierfrancesco Porrelli danza stabilmente nella compagnia spagnola di danza contemporanea Thomas Noone Dance. La sua costanza e la sua concretezza lo aiutano nell’impegno quotidiano con la danza, ma anche nel suo salire la montagna, l’altra disciplina, nonché grande passione, che ha praticato sin da piccolo seguendo le orme paterne. Il papà, infatti, è un ex alpinista, mentre la mamma all’età di cinque anni lo ha iniziato alla pratica tersicorea. Pierfrancesco, nella sua loquace timidezza, ci ha raccontato il suo percorso artistico e in parte anche di vita. Come si è evoluto il suo percorso nella danza? Ho iniziato lo studio della danza a Trento al Club La Fourmie e per anni l’ho vissuto come un hobby che ho portato avanti contemporaneamente ad altri sport come l’equitazione, il judo e l’andare in montagna. Quand’ero piccolo mia mamma mi diceva che sarei diventato un ballerino anche se io, essendo un bambino cicciottello, non avrei mai immaginato di avere un futuro in

DANZA & MONTAGNA LA COSTANZA E LA CONCRETEZZA DI PIERFRANCESCO PORRELLI LO AIUTANO NELL’IMPEGNO QUOTIDIANO CON LA DANZA, MA ANCHE NELL’ALTRA SUA GRANDE PASSIONE, CHE HA PRATICATO SIN DA PICCOLO... quest’ambito. Ho poi frequentato il liceo musicale-coreutico dove, negli ultimi due anni, ho iniziato a pensare che avrei potuto realizzarmi nella danza e in qualcosa, quindi, che mi piaceva fare per davvero. Mi sono impegnato e per compensare le mie lacune nella danza classica, sono mi sono recato a Bolzano a lezione dall’ex danzatrice e coreografa Chiara Tanesini. Durante l’ultimo anno di liceo ho sostenuto alcune audizioni per proseguire gli studi accademici a livello internazionale, un’occasione che mi è ser-

vita per mettermi alla prova. Come ha vissuto l’esperienza delle audizioni? Ho sostenuto e superato tre audizioni: una per l’accademia The Place di Londra, una per il Rudra Bejart di Losanna e una per il D.A.F. di Roma. In Svizzera, all’accademia del Rudra Bejart, la competizione era davvero alta, poiché i partecipanti provenivano da ogni parte del mondo e l’ambito è classico. Dopo aver superato le prime due fasi, all’ultimo step ho dovuto eseguire un’improvvisazione al termine della quale un insegnante

Uno scatto pubblicitario (Kia, Concessionaria Gruppo Alpin) 54

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mi si è avvicinato dicendomi «good job». Questo mi ha incoraggiato e mi ha dato sicurezza. Alla fine ho scelto di frequentare l’accademia triennale D.A.F. di Roma, diretta da Mauro Astolfi, in quanto ho preferito approfondire la mia formazione in Italia sapendo che poi per lavorare, considerata la difficile situazione nel nostro territorio, avrei dovuto emigrare all’estero. A Roma ho conosciuto grandi maestri, anche se l’ambiente non è certo facile. Per riuscire a raggiungere dei buoni risultati per me è sempre stato fondamentale essere costante nella mia quotidianità. Come è arrivato a danzare a Barcellona nella compagnia di Thomas Noone? “Durante il secondo anno di studio a Roma ho conosciuto come «guest teacher» Thomas Noone, il qaule mi ha selezionato per la sua compagnia a Barcellona, in sostituzione di un suo danzatore che era andato via. Su consiglio anche di Astolfi ho accettato il nuovo incarico. Sono quindi andato in Spagna anche se ho continuato a fare la spola tra Roma e Barcellona, poiché contemporaneamente


trentinodanza ho continuato e concluso gli esami all’accademia. Qual è il lavoro che porta avanti questa compagnia? Nonostante la TND abbia sede in Spagna, a Barcellona, il direttore artistico Thomas Noone è londinese. In compagnia siamo in sei: due italiani, io che sono il più giovane e una ragazza marchigiana, e quattro spagnoli. Lavorare con Thomas Noone è davvero interessante e piacevole poiché lui riesce a mettere a proprio agio i suoi danzatori e a non farli sentire sotto pressione. Il genere di danza è contemporaneo e gli spettacoli creati si rivolgono a una diversa tipologia di pubblico, poiché si realizzano anche spettacoli per l’infanzia. Ora stiamo lavorando alla nuova produzione Closer, realizzata da Noone, con cui debutteremo ufficialmente in maggio a Londra. Per la compagnia io ho danzato anche nella versione contemporanea di Medea, che abbiamo portato in tournée in Corea del Sud, in Libano, in giro per la Spagna e in Italia siamo stati in Piemonte. Questo mese danzerà a Rovereto nella coreografia “… In There”. Che cosa può dire al riguardo? Nel giugno dello scorso anno sono stato selezionato per una breve creazione allestita a Tesero nell’ambito di Trentino Danza Estate in collaborazione con la Federa-

zione trentina delle scuole di danza. Ho avuto così modo di partecipare, assieme ad altri cinque danzatori, a questo laboratorio coreografico diretto dalla danzatrice, coreografa e insegnante, Caterina Felicioni. Questo pezzo breve della durata di 13 minuti, è dinamico e vuol essere una ricerca sulle relazioni e il loro intreccio, con passi a due, momenti di gruppo e assoli. Lo eseguiremo il 2 marzo all’Auditorium Melotti di Rovereto in apertura della serata inserita nel circuito regionale della danza. Come concilia la danza alla sua passione per la montagna? Mio papà avrebbe visto per me un futuro come guida alpina, mentre mia mamma mi vedeva ballerino. Per il quieto vivere ho quindi coltivato la passione per la montagna e parallelamente ho continuato a studiare danza, inizialmente soprattutto per far piacere a mia mamma, che è venuta a mancare quando ero piccolo. Lei mi diceva di continuare a danzare e questo me lo ha ripetuto fino alla fine. Le sue parole le porto dentro di me tutti i giorni. In montagna trovo pace e tranquillità e quando sono in alto mi sembra anche di esserle più vicino. Seppur io non mi senta un coreografo, ma un danzatore che si trova all’inizio di un percorso, l’anno scorso sono riuscito a realizzare un video

in cui ho cercato di coniugare danza e montagna. È un mio studio in cui ho voluto far emergere la maestosità del paesaggio montano, quello suggestivo della val Martello in Alto Adige. Nella coreografia danzo insieme a Federica Costantini, che ho voluto per rappresentare un’entità che inizialmente fatico ad accettare, ma che poi non voglio più far andare via. Alla fine mi rimane il ricordo, che nella realtà ho voluto dedicare alla mia cara mamma. Vorrei poter far partecipare questo mio video clip a qualche rassegna, magari al Trento Film Festival, …chissà… Cosa vede nel suo futuro? Mi piace pensare a una cosa che ho sentito dire a Messner, che ammiro e che ho avuto modo di conoscere quando ero piccolo: la vita è una continua esplorazione e si struttura a stadi, una sequenza di fasi in cui si possono fare

cose diverse. Io mi sento vicino alla montagna, ma voglio anche continuare a danzare. Cerco quindi di portare avanti contemporaneamente le due cose. In questo periodo sto lavorando anche con il coreografo Daniele Ziglioli, che mi ha scelto per il suo progetto di formazione in compagnia Theater Box. Ci troviamo nei week end per lavorare ad una creazione, il cui debutto sarà in giugno o in luglio. Nella danza non bisogna adagiarsi, non bisogna mai considerarsi arrivati. A me piace dare tutto me stesso ed esplorare; lavoro con costanza su cose complesse, che fatico a fare, poiché penso che un danzatore oggi più che mai debba essere versatile. Oggi ho bisogno di continuare a danzare, ma un domani mi piacerebbe riuscire anche a trasmettere la mia esperienza ad altri. ■

Pierfrancesco in “Here I am... presente” (TDE Lab 2017) 55

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trentinoitinerari

LUNGO LA VIA SACRA DEI SANTUARI DALLA COMPARSA DI MONTAGNAGA ALLA MADONNA DELL’AIUTO DI SEGONZANO di Fiorenzo Degasperi

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gni luogo è attraversato da complessi sistemi viari, più o meno visibili, che mettono in collegamento paesi, valli, particolari centri di attrazione naturale e spirituale. Sentieri, mulattiere, tracce diventate strade, uniscono storie diverse e, per chi le valorizza riportandole in superficie dalle profondità del tempo, disvelano una ragnatela di cammini perduti. Sono le vie del Sacro. Si incrociano, si sovrappongono, si perdono per poi ritrovarsi. Su queste vie venivano costruite chiese, capitelli lignei e in pietra, tabernacoli, ancone, croci incise nella roccia. La “Via dei Santuari” tracciata sull’altopiano di Pinè e nella limitrofa Valle di Cembra, che unisce il Santuario della Comparsa a Montagnaga con il più discreto e appartato Santuario della Madonna dell’Aiuto presso Segonzano, è la riscoperta di un antico percorso che si snoda per 22 km attraverso le due valli, immerso nel verde e nella tranquillità, elementi questi che permettono meditazioni accompagnate dalla conoscenza di un territorio che rivela, a chi sa ascoltare, vedere e percepire, luoghi solitari, incantevoli, ricchi di storia e di leggenda. Il percorso Montagnaga, il luogo della Comparsa

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ricalca il già ben sperimentato, da almeno diecimila anni, sentiero utilizzato dai cacciatori mesolitici che, dai ripari del fondovalle atesino, si dipartivano verso le alte praterie del Lagorai a caccia di animali. Cacciatori che hanno lasciato dietro di sé una miriade di micropresenze anche sacrali, legate ai riti compiuti attorno al fuoco per ingraziarsi il Signore e la Signora degli Animali. Ora questi dèi senza nome sono stati sostituiti dal pantheon cristiano, in primis la Madonna, Maria, la madre di Cristo. Ed è proprio a questa figura, che nel tempo ha preso il posto di Cristo e di Dio nel cuore dei fedeli, che è dedicato questo percorso. Infatti, all’inizio e alla fine, all’alfa e all’omega dell’itinerario, troviamo due luoghi sacri a lei dedicati. Il Santuario della Madonna di Caravaggio a Montagnaga di Pinè, o della Comparsa – come lo chiamano i trentini per via dell’apparizione della Madonna, in uno splendore grandissimo entrare in chiesa, alla pastorella Domenica Targa, – è collocato verso oriente della valle di Pinè, ai confini della sottostante Valsugana. La Comparsa è un luogo fisico, oggi diventato parco dello Spirito, che da

sempre ha attirato i devoti, forse ancor prima che la vicina chiesa di S. Anna a Montagnaga (del XVI secolo), vedesse, secondo Domenica Targa – che nacque a Guarda, la longobarda Varda o Guardia, il 9 agosto 1699 e lì morì il 24 ottobre 1764 –, la Madonna per ben tre volte e altre due nei dintorni. Oggi, l’edificio religioso dedicato ad Anna, la madre di Maria, presenta, oltre che la sepoltura della pastorella, una ricca presenza di ex voto datati a partire dal 1730 e offerti Montagnaga, chiesa del Redentore, la Scala Santa


trentinoitinerari ITINERARIO Punto di partenza/arrivo Montagnaga, La Comparsa (m 927), arrivo alla Madonna dell’Aiuto (m 877) nei pressi di Segonzano. Percorso Dalla Comparsa ci si dirige verso Montagnaga: nei pressi della IV Stazione del “Mistero della Comparsa”, si svolta a sinistra passando per la frazione Fregolotti, fino ad incontrare i segnavia del Mesotrekking. D’ora in poi li seguiamo transitando per l’amena località del Laghestel, biotopo, sfiorando la frazione di Vigo, salendo poi a Miola e scendendo al lago di Serraia che costeggiamo ad oriente. Si prosegue, sempre sulla riva orientale anche del successivo lago delle Piazze sbucando nei pressi di un albergo. Compiuti una decina di metri sulla strada provinciale per Centrale, troviamo a sinistra della strada il segnavia della pista ciclabile Casei-Varda: la seguiamo toccando il suggestivo capitello del

tutt’oggi. Molti portano la firma in tedesco a testimonianza dell’importanza del Santuario, e sono collocati nella famosa stanza dove venivano rinchiusi gli ossessi durante il rito dell’esorcismo. Nei pressi del Monumento al Redentore con la famosa Scala Santa lignea composta da 28 gradini, al cui interno fu posta Montagnaga, chiesa di S. Anna

Crocifisso (voto per il colera del 1855) per pervenire in località Centrale (m 1055). Svoltiamo a sinistra per Bedollo e dopo un centinaio di metri, sempre sulla sinistra, troviamo le indicazioni “Sentiero E5” (Sentiero Europeo) e “Piramidi di Segonzano”. Percorriamo questa parte assai suggestiva tra boschi di conifere e frazioni dal fascino antico come Quaras e Luch, per arrivare a Segonzano, senza dimenticarci di guardare le sottostanti piramidi di terra, antichi giganti pietrificati da maledizioni. A Segonzano ci teniamo nella parte alta del paese, attraversando le frazioni di Stedro (m 753), Sabion e Casal. A Stedro abbandoniamo il segnavia E5 per proseguire per stradina asfaltata fino ad immetterci sulla Via Crucis che ci conduce al Santuario della Madonna dell’Aiuto. Tempi: ore 5.30/6 Dislivello: 350 m tra saliscendi

della terra raccolta in varie località della Terrasanta. La Scala ha messo a dura prova le ginocchia di migliaia di fedeli. Nella conca della Comparsa dove, secondo la leggenda, la Madonna apparve per la prima volta, ci sono una sorgente d’acqua che sgorga freschissima e un enorme masso, trasportato

dai ghiacciai, che presenta una serie di coppelle di preistorica memoria, elementi che stabiliscono da soli la magia e l’importanza del luogo. Un tempo i pellegrini arrivavano qui non solo per le indulgenze, ma anche per la richiesta di intercessione affinché il male oscuro, ovvero l’ossessione, la possessione, venisse scacciato, tramite l’esorcismo. Si chiedeva inoltre la protezione per il bestiame dal contagio e dalle malattie. Il fatto che la Congregazione dei Riti non avesse mai confermato la suppo-

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trentinoitinerari INFO A Montagnaga da visitare il Museo del Turismo Trentino sito nel vecchio Albergo alla Corona. L’Albergo costituisce uno dei primi esempi in provincia di costruzione dedicata esclusivamente ad attività alberghiera. Fondato nel 1883 da Carlo Tommasini senior e da sua moglie Luigia Froner è rimasto attivo, per tre generazioni, sino al 2002. Oggi è sede del museo. Info per visite guidate: Biblioteca Comunale di Baselga di Pinè, tel. 0461.557951, www.visitpinecembra.it.

sta apparizione, non servì a distogliere i fedeli dal recarsi a Montagnaga fin dai primi tempi. Il Santuario della Madonna dell’Aiuto, presso Segonzano, in val di Cembra, è stato eretto sull’antica via di collegamento tra la valle, la val di Fiemme e l’altopiano di Pinè. La fondazione di questo santuario si perde nella notte dei tempi. Divenne tale quando, attorno alla metà del Settecento, Ferdinando Francesco a Prato, nativo di Segonzano, fu chiamato a ricoprire la carica di canonico della cattedrale di Passavia in Baviera. In quel luogo si pregava Maria Hilf, Maria dell’Aiuto, frutto di un voto dei fedeli di Baviera, Austria e Boemia, perché

erano stati risparmiati dai pericoli della guerra dei Trent’anni, salvati dalla peste nera del 1634 e dal pericolo dei Turchi nel 1683. L’immagine dipinta tanto venerata che raffigurava la Madonna con il Bambino era una copia del celebre capolavoro di Lukas Cranach il Vecchio. Ferdinando Francesco a Prato ne fece fare un’ulteriore copia e la portò qui. L’antica cappella medioevale fu rinnovata e da quel giorno accolse centinaia di fedeli. Una leggenda narra, invece, che fu un pastorello a trovare la sacra icona appesa ad un albero e perché le intemperie non la rovinassero la portò nella chiesa curaziale di Segonzano. La notte però scompariva per essere ritrovata nuovamente nel bosco. Lì era il luogo prescelto dalla Madonna, lì dove regnavano il silenzio e il canto degli uccelli. Così fu deciso di innalzarvi una cappella, curata nel corso dei secoli da vari eremiti. Il santuario è meta di pellegrinaggi il 24 maggio e la prima domenica di settembre con processioni da Faver, sull’al-

tra sponda dell’Avisio, dalle frazioni di Segonzano e dall’intera valle. Quelli di Bedollo e Brusago arrivano invece il primo maggio, ma quest’ultima è un’altra storia che racconteremo in un altro itinerario. La gente veniva a piedi arrivando anche alla sera precedente, bivaccando entro la chiesetta, sotto il gigantesco tiglio o dormendo sul fieno nelle ospitali case di Sabion. Per qualche anno, verso la metà del 1800, il Giudizio di Cembra obbligò la gente a non sostare Bedollo, chiesa di S. Osvaldo

Il lago della Serraia

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trentinoitinerari

Il lago delle Piazze

nel bosco, imponendo a tutti di tornare in paese in processione dove potevano ristorarsi nei pubblici locali o presso le famiglie dei conoscenti, evitando feste, bagordi, risse e comportamenti disdicevoli. Furono inviati perfino avvisi ai sacerdoti dei paesi della Valle perché non venissero al santuario la prima domenica di settembre visto che le loro chiese si svuotavano. La Via Sacra dei Santuari ci fa camminare dentro la storia e la leggenda. Diverse le chiese che si toccano, anche con piccole deviazioni, facendoci scoprire dei veri e propri gioielli d’arte e d’architettura. Lungo la strada poi, oltre che alle consuete Via Crucis, ci imbattiamo in numerosi capitelli eretti in ricordo del colera che qui, per secoli, ha imperversato, come prima la peste, decimando la popolazione o costringendola all’emigrazione. Anche la natura aiuta a capire il senso stesso dell’essere al mondo. Oltre ai boschi, alle rocce porfiriche, agli scenari spettacolari, è l’acqua il filo conduttore di questo viag-

Le piramidi di Segonzano un tempo erano giganti

nerazione e ci trasmette una quiete che oggi, nel frastuono della vita contemporanea, è difficile trovare. Poi i sentieri ci conducono al cuore dell’anima delle persone, facendoci incontrare vecchi centri abitati, villaggi e frazioni altrimenti dimenticate, come Quaras (=appezzamento di terra di forma quadrata), vero e proprio gioiello dell’architettura rurale, della solitudine e dell’isolamento. ■

L’immagine miracolosa della Madonna dell’Aiuto

gio. Dalla sorgente della Comparsa a quella che sgorga presso la Madonna dell’Aiuto, passando per il Laghestel, biotopo, i laghi di Serraia e delle Piazze, questo elemento ci indica purezza, rige-

La magica frazione di Quaras

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a bella stagione sta lentamente avanzando, lasciandosi alle spalle il lungo inverno. Nelle giornate di marzo, caratterizzate da un clima decisamente meno rigido e dal sole che scalda con maggior intensità, nasce spontaneo ripensare alla ciclica rinascita del verde ed alla conseguente organizzazione degli angoli di natura di cui disponiamo. Per quanti non possano godere di ampi spazi da dedicare alle coltivazioni di fiori e frutti, consigliamo di curare balconi e davanzali con le tipiche fioriture stagionali; quanti invece hanno la fortuna di avere un giardino od un orto possono pianificare gli interventi per questa nuova primavera, anche alla luce di attuali tendenze, di piacevoli fragranze e di ritrovate combinazioni. Partendo dal presupposto che circondarsi di verde contribuisce in larga parte al nostro benessere, è certo che prendersi cura di piante ed affini è un’attività sana e gratificante per il corpo e soprattutto per lo spirito: è un ottimo e rilassante impegno per alleggerire i carichi importanti dei consueti doveri lavorativi; inoltre i risultati risultano essere altamente appaganti e soddisfacenti. Chi non ammira estasiato questo o quel davanzale piacevolmente decorato di macchie fiorite dai mille colori? Quanto cambia una terrazza arredata di verde, con rampicanti e piante ornamentali? Come si riesce a trasformare un giardino in un’ordinata esplosione di fiori e piante? Le possibilità di creare qualcosa di unico e speciale esistono concretamente: ogni realtà può venire gradevolmente trasformata in una piccola oasi di natura, con semplici accorgimenti e costanza nella manutenzione. Prendersi cura del verde, quindi, non ha nessuna controindicazione e nessun effetto indesiderato, anche per i più piccoli. Avvicinare bambini e ragazzi alle sane attività di giardinaggio contribu-

isce ad arricchire il patrimonio delle conoscenze e contemporaneamente ad educare al rispetto dell’ambiente. COLTIVARE L’ORTO: UNA PASSIONE VERDE È giunto il momento di risvegliare l’orto, assecondando i primi tepori primaverili. È arrivata l’ora di gettare le basi per avere produzioni sane e abbondanti. Il primo metodo di intervento è senza dubbio la pulizia delle aree destinate a nuova semina, per disporre il terreno nelle condizioni ottimali di lavorazione. Conviene quindi procedere con la rimozione dei detriti vegetali ancora presenti, andando ad eliminare non solo le parti superficiali ma anche gli apparati radicali. Per l’eliminazione dei materiali, è possibile provvedere a due fondamentali tipi di destinazione: la combustione (sempre con i dovuti accorgimenti, possibilmente su una lamiera sollevata dal terreno precedentemente ben irrigato) ed il compostaggio (solo se residui sani e non marci). Dopo questa prima ed importante operazione, in attesa di intervenire a semina, si deve aver cura di ripristinare il sistema di scolo, per consentire all’acqua piovana di non stagnare in ruscellamenti nocivi. Tali primari interventi sono da compiere per ogni tipo di orto, dalpiù grande al più piccolo, dall’ampia metratura al cosiddetto “fazzoletto” casalingo. Spinaci, melanzane, pomodori, zucchine, fagioli, carote, piselli, patate e cavolfiori sono forse gli ortaggi più coltivati. Verificata la fertilità del terreno, si può procedere a semina, facendo attenzione alle fasi lunari: esistono calendari precisi e dettagliati su cosa seminare ed in quale momento, risalenti alle solide tradizioni contadine. Generalmente le potature si effettuano in fase di luna calante, le semine in fase di luna crescente. Nell’ambito dello spazio dedicato alla coltivazione, va

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PIANTE E FIORI: ISTRUZIONI PER IL RISVEGLIO DELLA BELLA STAGIONE Le primule sono piccole piantine perenni della famiglia delle Primulacee, dai fiori molto colorati; sono tra le prime specie a sbocciare e rappresentano simbolicamente l’atteso passaggio dalla stagione invernale alla stagione primaverile. Sono piante molto resistenti e si distinguono per dare una nota decisa di colore ai nostri balconi già sul fini-

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re del freddo. Posizionate in modo adeguato e con poche cure di manutenzione, queste simpatiche piantine restano fiorite fino a primavera inoltrata. Le primule, che ormai è possibile acquistare un po’ ovunque, necessitano di adeguato trapianto non appena giungono nelle nostre abitazioni, a garanzia di una sicura sopravvivenza. Ma come si fa? Qual è il metodo più efficace d’intervento? Al momento della messa a dimora, si deve scegliere una cassetta con larghezza e profondità di almeno venticinque centimetri. I fori di drenaggio vanno accuratamente coperti utilizzando cocci ridotti a piccoli pezzi; sul fondo va steso uno strato di argilla, con la funzione di isolante. La cassetta va riempita fino a tre centimetri dal bordo con terriccio composto da un mix di torba terriccio universale e sabbia, in proporzioni equilibrate. Con una paletta si procede quindi alle sistemazione delle piantine all’interno della cassetta, facendo attenzione a comprimere il composto intorno alle radici e innaffiando abbondan-

temente. Naturalmente l’annaffiatura deve essere regolare e continua, in modo che il terriccio sia sempre umido; periodicamente si deve aggiungere del concime liquido specifico, sciolto nell’acqua. Vanno tolte le foglie morte o ingiallite, nonché i fiori appassiti. In estate le piantine di primula vanno conservate in luogo fresco, (ad una temperatura compresa tra 10° 16°C), in posizione luminosa ma protetta dai raggi diretti del sole. In autunno si può ricominciare a concimare. GIARDINI SPECIALI La voglia crescente di avere a disposizione uno spazio verde è testimoniata dai numeri elevati di partecipazione alle fiere ed alle mostre tematiche. Pare che il desiderio italiano ed europeo di disporre di angoli verdi sia un’istintiva risposta ai tempi di crisi: una vita più sana, più genuina e vissuta all’aria aperta, contribuisca a far ritrovare ed apprezzare i valori essenziali della vita. I saloni del gardening offrono attualmente una panoramica vastissima ed ar-

ticolata, per tutte le esigenze e le metrature. Si presentano agli appassionati del genere nuove tendenze e produzioni: si va dai mobili da esterno di alta qualità alle ultimissime soluzioni per il giardinaggio tradizionale e l’orticoltura; dalle tecniche avanzate ai macchinari dell’immediato futuro. La novità rilevante consiste nel fatto che tutti – ma proprio tutti – possono avere un giardino personale: ogni spazio domestico può essere considerato idoneo alla creazione di un angolo verde. Questo desiderio si traduce in realtà e si esprime ottimamente anche su un terrazzo, su un balcone, nell’angolo del soggiorno; non solo: le soluzioni più originali sfruttano tutti gli spazi e si realizzano in nuove fantasie che si sviluppano in senso orizzontale, in verticale, persino pensile e ciondolante. Lo spazio fisico non è più un problema; ogni appassionato di natura può arricchire con il verde quanto ha a disposizione. Luogo di benessere e relax, il giardino è anche interpretabile come luogo di meditazione e

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senz’altro ritagliato un angolo per l’eliminazione dell’organico, nonché un limitrofo vano per riporre gli attrezzi da lavoro e quanto necessario per l’irrigazione, manuale o programmata. Nella scelta delle varietà da porre a semina, non vanno dimenticate le piante aromatiche – per arricchire i sapori della cucina – e quelle ornamentali; la gamma è infinita, si possono selezionare le varietà che più si prediligono e che ben si intonano al contesto ambientale, per risultati gradevoli alla vista e di sicuro effetto ornamentale.

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di pace, secondo i principi delle filosofie orientali. Un angolo di verde rappresenta una via di fuga dalla realtà quotidiana e diventa, in taluni casi, una sorta di terapia. Il giardino su misura, definito dagli esperti del settore “urban farm”, è interpretabile in mille modi diversi: nel green di casa si riesce a ritrovare il tempo di leggere un libro, si ritrova la piacevole sensazione di assaporare attimi di tranquillità, si possono ospitare gli amici e trascorrere momenti conviviali in un luogo di tendenza. Curiosando tra le recentissime linee guida del settore, scopriamo che la scelta esotica è decisamente “out”, a favore di piante e fiori autoctoni, nel più ampio rispetto dell’habitat e del contesto di vita. In definitiva, è sempre più condivisa la volontà di assecondare climi e terreni del nostro ambiente naturale. Da non dimenticare una delle risorse primarie per la crescita del verde casalingo, l’acqua. Quello che viene considerato il più grande patrimonio dell’umanità, va gestito con parsimonia ed oculatezza, attraverso una progettazione attenta a sfruttare e calibrare al meglio l’utilizzo di strumenti per l’irrigazione. DITELO CON I FIORI Uno dei grandi sogni degli amanti del verde è quello di riuscire a realizzare splendidi mazzi di fiori recisi. Pare che oggi, con la dovuta pratica e con una minima spesa, si pos66

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sa riuscire a realizzare proprio questa importante ambizione, coltivando direttamente la materia prima. Del resto, a ben considerare, nelle nostre vite non mancano le occasioni per donare o ricevere fiori: compleanni, ricorrenze, festività, eventi pubblici e momenti intimi; in queste circostanze, i fiori rappresentano i sentimenti e creano relazioni positive. Un tempo, le residenze signorili destinavano ampie parti del giardino alla coltivazioni di fiori, per poi abbellire gli ambienti interni; attualmente, chi possiede un giardino, può – in egual maniera – stabilire una zona precisa destinata alle piante da taglio. Anche in spazi di verde ridotti, con attenta progettazione, si possono mescolare piante adatte per i mazzi; per evitare l’antiestetico effetto creato da vuoti, si consiglia la scelta di varietà con fioritura che si protrae per diversi mesi. Il luogo giusto per tale progetto verde deve innanzitutto ricevere pieno sole; parallelamente va considerato il terreno, preparato all’uso e ben drenato. Nel momento in cui le piante si trovano a pochi centimetri di altezza, si provvede a distribuire in modo uniforme uno strato di paglia specifica o foglie, per evitare la crescita di erbacce indesiderate e per mantenere la giusta umidità del suolo. In fase di piena produzione, occorre somministrare dosi regolari di concime, per arricchire l’alimentazione dei vegetali. Non da ultimo,

è indispensabile controllare la presenza di ospiti indesiderati (come ad esempio gli afidi) ed eventualmente provvedere rapidamente all’eliminazione con metodi biologici o con antiparassitari chimici. La scelta di quali varietà piantare è naturalmente illimitata; certo bisogna fare attenzione al ritmo delle stagioni; per i mazzi di primavera/estate gli esperti del settore consigliano anemone giapponese, garofano, limonio, margherita, rosa, viburno e nigella. TUTTO L’OCCORRENTE PER IL GIARDINO PERFETTO La potatura non può e non deve essere un problema: basta acquistare le cesoie potatrici di ultima generazione, che permettono di distribuire la forza esercitata dalle dita in maniera uniforme. Esistono cesoie per ogni specifico utilizzo, dalla semplice pulitura dei fiori fino alle più complesse potature per arbusti e piccoli alberi. Una delle ultimissime del settore giardinaggio è la serra gonfiabile, che si gonfia (e naturalmente si sgonfia) come un canotto. Collocabile ovunque, trova spazio dal salotto al balcone e si rivela essere una pratica soluzione per non rinunciare alla gioia di circondarsi di piante, anche in situazioni di superfici abitative estremamente ridotte e limitate. Riporre gli attrezzi per il giardinaggio può costituire davve-

ro un problema; tuttavia esistono sul mercato funzionali strutture a baule, in grado di contenere quanto necessario e riparando dal freddo e dall’umidità quanto occorre per il garden. I bauli e le cassapanche idonee all’uso sono costruite in resina, plastica e vetroresina, per una conservazione ottimale del materiale. In ambito di irrigazione, il mercato offre oggi ampia ed articolata disponibilità di strutture e modelli, che tengono naturalmente conto delle reali necessità di innaffiatura, con molto riguardo anche al risparmio di risorse ed al rispetto ambientale. Secondo questa logica, molteplici sono i sistemi dotati di timer e regolazioni programmate, per una resa interpretabile nell’ottica dell’ottimizzazione dei risultati. Anche il compostaggio oggi non è più un problema: alle più datate strutture molto ingombranti, pesanti ed invasive, si vanno attualmente ad utilizzare contenitori di facile montaggio e smontaggio, anche senza attrezzi. Le operazioni di riempimento sono rese sempre più snelle ed agevoli grazie ad aperture parziali e facilitate, che evitano anche la spiacevole fuoriuscita di cattivi odori. IL FIORE PER ANTONOMASIA: L’ORTENSIA Sotto il termine di ortensia si racchiudono circa ottanta specie tra arbusti e rampicanti,


trentinoorti&giardini originarie dalla Cina. La varietà più coltivata (Hydrangea macrophilla) è quella che tutti conosciamo ed amiamo, caratterizzata da grosse infiorescenze a forma di globo e dai colori diversi che sfumano dal bianco al rosa, dal rosso all’azzurro. Considerato il loro sviluppo, queste piante sono idonee alla coltivazione in vaso come a quella in piena terra. Per una crescita regolare ed ordinata, la specie va potata secondo precisi criteri ed a seconda della tipica specificità: potature sbagliate possono seriamente compromettere la fioritura. La varietà sopra menzionata deve essere potata in questo periodo dell’anno, seguendo precisi passaggi operativi. I rami più vecchi vanno eliminati alla base per dare vigore al cespuglio; tali rami sono facilmente riconoscibili per il loro colore molto scuro, quasi nero. Si procede quindi alla rimozione dei fiori secchi, avendo cura di tagliare sopra l’ultima coppia di gemme, quelle che poi saranno i fiori della stagione successiva. Quanti possiedono nel loro

giardino questa bella pianta ornamentale, devono provvedere – qualora siano coltivate da oltre dieci anni – ad una potatura ancor più radicale, eliminando i fusti più vecchi fino al livello del suolo. La motivazione è duplice e facilmente intuibile: ne deriva il ringiovanimento della pianta e l’illuminazione delle parti più interne. UNA SERRA, MOLTE PIANTE Anche le piccole strutture da terrazza richiedono costante impegno e puntuale manutenzione, in modo che tutto funzioni secondo quanto progettato. Esistono regole dalle quali non si può prescindere, sia per mantenere un ambiente interno sano e idoneo alla vita delle piante, sia per assicurare crescita e integrità delle specie vegetali. Una delle prime attenzioni riguarda l’esposizione: la serra deve essere collocata in pieno sole per questione di temperature e di illuminazione. Per fare in modo che la luce solare venga sfruttata al massimo, la superficie della

serra deve essere pulita e disinfettata periodicamente, sia all’interno che all’esterno. Ne deriva che è buona consuetudine evitare di appoggiare alle pareti arredi ed oggetti di vario genere, per non compromettere i risultati di crescita. Ogni quindici giorni si deve inoltre provvedere alla rotazione dei vasi di un quarto di giro, per favorire un’esposizione completa e uniforme delle piante. Attenzione al rischio di sovraffollamento: nelle serre, specialmente in quelle più piccole, si tende a riempire ogni minimo spazio. Se troppo ravvicinate, il rischio è che la vegetazione sia compromessa e sovrapposta; il contatto con il vetro poi può essere deleterio, perché il contatto con le superfici causa con facilità ustioni, ingiallimenti e necrosi. Esiste inoltre una precisa gerarchia di collocazione: a livello del terreno vanno posizionati i vasi più grandi; quelli di dimensioni ridotte si sistemano preferibilmente su scale o mensole regolabili in altezza; al centro si posano i vasi con le piante ad alberello, con la chioma slanciata verso

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PICCOLI ANGOLI DI VERDE: LE SERRE Sottolineato che è questo il periodo ottimale per scegliere le varietà preferite ed effettuare le semine, si può progettare la crescita di molte qualità floreali, incluse quelle di difficile reperibilità. La struttura portante dell’aiuola modello – sia essa annuale o perenne – prevede la collocazione di arbusti piacevolmente colorati, come ad esempio l’eucalipto: le sue foglie azzurrine ben si intonano al viburno, che in primavera fiorisce regalando grosse e voluminose infiorescenze ed in autunno si trasformano piacevolmente in bacche di

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l’alto. La serra deve essere dotata anche di un termostato, per verificarne la temperatura; se posizionata in luogo molto soleggiato, non si rende necessario un riscaldamento supplementare rispetto a quello solare; se le condizioni esterne sono particolarmente rigide, conviene far uso di candele a lunga durata, avendo cura di isolare l’ambiente con materiale plastico.

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trentinoorti&giardini color rosso vivo. Per la bordura, conviene puntare sul classico: la rosa a cespuglio e le sue varie declinazioni, per risultati di sicuro effetto e di lunga durata. Analizzando l’intero e complesso panorama della floricoltura, si possono individuare specie ideali per un progetto annuale – come calendula, campanula, cosmos, nicotiana, viola del pensiero, petunia, girasole – e varietà perfette per obiettivi più a lungo termine, come achillea, campanula, coreopsis, delphinium, digitale, echinacea, heuchera, lupino, papavero, salvia sclarea, veronica. Per fornire qualche caratteristica specifica, si può aggiungere che la rosa sboccia ininterrottamente durante tutta la bella stagione; fiore robusto, può avere diverse dimensioni; le varietà più piccole sono facili da coltivare e si rendono ideali per formare siepi e bordure, con effetti ottici strepitosi. Altro immancabile elemento decorativo risulta essere l’edera: pianta molto comune, cresce ovunque in zone non troppo soleggiate; resiste al freddo e le sue note foglie verde scuro con venature di color argento, arricchiscono in maniera rilevante a decorare aiuole e giardini. Il viburno è una pianta estremamente ornamentale, che in primavera si presenta con fiori

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bianchi e profumati – dalla caratteristica crescita a ombrello – ed in autunno si rinnova con frutti carnosi a grappolo, che riescono a resistere anche alla stagione invernale. COLTIVARE FIORI E PIANTE: UN TREND CRESCENTE PER IL BENESSERE “Bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”. Con queste parole Peppino Impastato, grande eroe dell’antimafia contemporanea, indicava la strada, per contrapporre al brutto e all’orrore del crimine, e del degrado, un modello reale di riscatto. L’Associazione Asproflor associa molti dei produttori florovivaisti italiani. Il suo obiettivo è quello di promuovere la cultura della floricoltura italiana, ma anche il turismo del verde e dell’ecosostenibilità, con al centro il fiore e la sua immensa suggestione che tanti poeti ha ispirato. Proprio così: provate ad immaginare i nostri comuni, i nostri borghi e – perché no? – i nostri centri urbani delle grandi città colorati di vasi pieni di fiori. In ogni angolo, su ogni davanzale, in ogni anfratto di piazza e di via. Quasi un sogno, al quale molti comuni ita-

liani hanno voluto partecipare, con il concorso “Comuni fioriti” organizzato da Asproflor. Un evento al quale aderiscono, ogni anno, città e paesi di tutta la nostra bellissima penisola. “Comuni fioriti” diventa sempre più un appuntamento unico, capace di declinare il rispetto e la valorizzazione dell’ambiente, con uno sviluppo armonioso e sostenibile. In tutta Europa, progetti analoghi sono proposti da decenni. Turismo e commercio trovano, in una città più bella da vedersi e da viversi, il terreno sul quale “germogliare”. Sono all’incirca 25.000 le città e i villaggi che partecipano in Europa a concorsi analoghi. Il ritorno in termini economici è evidente, con un incremento del turismo e delle presenze sul posto e un aumento dei livelli di produttività delle attività commerciali. C’è anche, tuttavia, un aspetto pedagogico e quindi culturale. Una cittadinanza educata all’attenzione, alla ricerca del bello, alla valorizzazione del proprio habitat diventa più forte, più protagonista. Spesso, non sempre, la ricerca del profitto ha messo in subordine l’estetica e la qualità della vita. I risultati che si ottengono migliorano le relazione umane, tutte. Si crea anche una sana competizione. A livello europeo, per esempio, il concorso “Entente Florale”

mette in concorrenza i comuni più fioriti di 11 distinti paesi. Anche Asproflor ha voluto essere protagonista e, dal 2006, sono stati diversi i riconoscimenti ottenuti dai borghi italiani. I VANTAGGI La floricultura contribuisce al miglioramento del quadro di vita e dell’ambiente urbano. Una sorta di brochure verso i turisti, verso chi sta scegliendo dove acquistare o costruire casa, verso anche le imprese che stanno vagliando dove aprire un nuovo ufficio o un’unità produttiva. Del resto quante volte avete sentito “Fiorire è accogliere”? Se sommiamo tutti questi effetti virtuosi e positivi, assistiamo anche alla creazione di nuovi posti di lavoro. Ogni anno, abbiamo voluto, con una pubblicazione, raccontare i tanti progetti dei comuni partecipanti. Stiamo sviluppando, con attenzione, anche la comunicazione web e social, ormai sempre più importanti. ■


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nostro rapporto con il marchio Opel è una storia lunga cinquant’anni. Era il 1958, infatti, quando Emilio Franceschi portò il marchio della casa automobilistica tedesca a Trento. All’inizio l’azienda era costituita da una semplice officina autorizzata con sede nel cuore del centro storico, ma in oltre mezzo secolo di strada ne è stata fatta parecchia e la piccola officina è diventata una delle più importanti concessionarie automobilistiche della provincia, l’unica con il marchio Opel. Oggi abbiamo una moderna sede a Trento in via di Spini, 4 ed a Mori in via del Dazio 19. In questi spazi ha collocazione un’ampia esposizione di veicoli nuovi OPEL, KM 0 dei marchi Opel e del Gruppo FCA, un’ampia vasta scelta di veicoli usati. L’officina, la carrozzeria, il reparto gomme, il centro revisioni e lo spazio gas e metano. A questo si aggiunge un fornito magazzino di ricambi e accessori. Infatti, offriamo un servizio di assistenza non solo per il marchio Opel ma anche del gruppo FCA (Alfa Romeo, Fiat, Lancia, Abarth).


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di Lara Deflorian

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nche in questo mese il carnet della danza in regione, organizzata dal Centro Culturale S. Chiara, si presenta ricco e variegato. Da segnalare in primis è senz’altro l’appuntamento con la danza internazionale in programma il 20 marzo al teatro Sociale di Trento, quando potremo conoscere la compagnia giovanile del carismatico coreografo israeliano Hofesh Shechter, artista associato al Sadler’s Wells di Londra. Fondata due anni fa, la Shechter II è un progetto volto al sostegno di otto giovani talenti tra i 18 e i 25 anni, scelti attraverso una rigorosissima selezione. Hofesh Shechter è riconosciuto come uno degli artisti più emozionanti di oggi ed è noto per la composizione di partiture musicali d’atmosfera a complemento della fisicità peculiare delle sue coreografie. È direttore artistico della Hofesh Shechter Company e della Shechter II, entrambe con base nel Regno Unito. Di Shechter a Trento potremo vedere Clowns, creato per il Nederlands Dans Theater I e una nuovissima creazione di cui non si conosce ancora nulla. Sempre il 20 marzo, alla

LA VISIONE DI HOFESH L’APPUNTAMENTO CON LA DANZA INTERNAZIONALE È IL 20 MARZO AL TEATRO SOCIALE DI TRENTO. MA CI SONO ALTRI SPETTACOLI DA NON PERDERE... Sala Medioevale del Sociale, prima dello spettacolo si potrà assistere all’incontro condotto dal critico Francesca Pedroni, Hofesh Shechter: danzare per essere vivi, per conoscere e approfondire il lavoro di questo coreografo. Il circuito regionale vedrà poi protagonista l’1 marzo al teatro Comunale di Tesero il Balletto di Siena con Grande Suite Classique Verdiana, una carrellata di coreografie classiche di Marco Batti, che mettono in scena i personaggi verdiani legandoli alle vi-

La compagnia Stalker_Daniele Albanese in “Von”

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cende biografiche del celebre Maestro. Il 2 marzo all’Auditorium Melotti di Rovereto po tremo assistere alla breve coreografia …In there di Caterina Felicioni realizzata nell’ambito di Trentino Danza Estate Lab in collaborazione con la Federazione trentina delle scuole di danza. Il titolo di questa creazione in italiano è “...Lì dentro” ed è un lavoro sulle relazioni per sette danzatori, tra cui figura anche Pierfrancesco Porrelli (vedi intervista), che esprime come la vita sia fatta di relazioni che a volte scegliamo e che a volte ci catturano senza rendercene conto, e che creano uno spazio da cui non vorremmo mai uscire, oppure che sfioriamo o che a volte non sopportiamo. A seguire, sempre il 2 marzo, la compagnia Stalker_Daniele Albanese eseguirà Von, un lavoro di movimento, luce e suono, di energia e suggestioni, in cui s’indaga la zona immaginaria di confine e di passaggio tra ciò che è chiaro e leggibile e ciò che è oscuro e misterioso. L’ultimo appuntamento della

stagione con la danza verticale sarà il 9 marzo al teatro Sanbàpolis di Trento con la compagnia francese Lève Un Peu Les Bras! che presenterà D’ici-bas, un’esperienza di coabitazione in cui quattro interpreti utilizzano le loro capacità fisiche e artistiche per saltare, “volare”, arrampicarsi e condividere uno spazio. Il 22 marzo al teatro Sartori di Ala potremo assistere a Danza d’autore, i migliori brani tratti dal repertorio della compagnia emiliana MM Contemporary Dance Company. E infine il 29 marzo al teatro Cristallo di Bolzano andrà in scena Ai migranti del Collettivo 320chili, realtà associata alla storia Sosta Palmizi. Vincitore del premio Equilibrio nel 2010 questa creazione è “un album fotografico in cui ogni foto si sviluppa in profondità e nella dimensione del tempo. Ai migranti si serve dei materiali piuttosto che delle forme, delle azioni piuttosto che delle parole…è un’esperienza emotivamente forte, in cui diversi piani di lettura si sovrappongono”. ■


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L’

esperienza di ascolto è delle più insolite e stimolanti, che la si viva con gli sci ai piedi oppure rilassati sulle terrazze panoramiche dei più noti rifugi del comprensorio dolomitico: con il Dolomiti Ski Jazz la musica esce dai teatri e raggiunge le piste da sci, creando un intreccio di natura, sport invernali ed emozioni sonore, dal 10 al 17 marzo in tutta la Val di Fiemme. Artisti di fama come Gegè Telesforo, Javier Girotto, Francesco Bearzatti, Scott Hamilton saranno coprotagonisti del festival assieme ai più suggestivi panorami delle Dolomiti innevate. Ogni giorno all’ora di pranzo, il Dolomiti Ski Jazz sale in alta quota. Nei concerti in vetta (tutti a ingresso gratuito) il jazz assumerà mille sfumature, come in uno slalom tra gli stili musicali: le sonorità di New Orleans con la Tiger Dixie Band; gli organ grooves del quartetto di Alberto Marsico e del trio di Marco Castelli; i ritmi etnici dei Kora Beat; il soul e il rhythm and blues della cantante statunitense Shanna Waterstown; le canzoni swin-

SOLE E JAZZ SULLA NEVE PER UNA SETTIMANA DI RITMO E DIVERTIMENTO CON IL DOLOMITI SKI JAZZ, DAL 10 AL 17 MARZO IN TUTTA LA VAL DI FIEMME, LA MUSICA ESCE DAI TEATRI E RAGGIUNGE LE PISTE DA SCI

ganti di Francesca Bertazzo Hart e di Eva Eminger. Al calar del sole il Dolomiti Ski Jazz scende a valle e si accomoda in teatro. Anche senza la tenuta sportiva da sci la musica continua a essere

dinamica e coinvolgente, in equilibrio tra arte ed entertainment: con il quintetto del vocalist, oltre che celeberrimo conduttore radio-televisivo, Gegè Telesforo; il pianista francese Christian Sauvage;

i Barionda, formazione con quattro notevoli solisti tutti al sax baritono (Javier Girotto, Florian Bramböck, Helga Plankensteiner e Giorgio Beberi); il trio di Michele Polga; il sassofonista statunitense Scott Hamilton, un riferimento assoluto quando si parla di modern swing; l’Hardrada Quartet; il Tinissima Quartet del sassofonista Francesco Bearzatti. ■

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Foto orlerimages.com

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www.duogranato.com

di Fabio De Santi

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errà presentato il 24 marzo alle 18 nello spazio live del Metrò Rec di Riva del Garda il secondo cd “Soliloquy for Two” dei Duo Granato la formazione composta dal bolzanino Cristian Battaglioli al sax e dal pianista di Trento Marco Rinaudo. Proprio ai Metro Rec stato registrato e mixato da Marco Sirio Pivetti il disco forgiato nello studio si trova uno stupendo Yamaha a coda della nuova serie X, C5X. In circolazione dal 2013 il Duo Granato si è impegnato in un’intensa attività artistica, tra concerti e concorsi, fino alla realizzazione di due album. Il Duo inizia fin dalle origini un accurato lavoro sulla musica da camera per sax e pianoforte, studiando e interpretando importanti compositori, perfezionandosi in una minuziosa ricerca degli aspetti interpretativi del repertorio affrontato e nella cura degli aspetti timbrici e del suono per migliorare sempre di piu l’equilibrio dei due strumenti. La scelta intelligente dei brani presentati è in grado di adattarsi a diverse situazioni di concerto. Come raccontano le loro note biografihce il Duo Granato partecipa a numerosi concorsi Nazionali e Internazionali, classificandosi sempre tra i primi posti: in particolare, nel 2015 vince il primo premio assoluto al Concorso Internazionale di musica da camera “Città di Padova”. Nell’ambito dello stesso concorso, vince il premio “Città di Padova”, primo gruppo italiano ad aggiudicarsi tale riconoscimento. Entrambi i musicisti hanno lavorato con importanti fondazioni, associazioni e festival tra i quali spiccano l’Orchestra Haydn, I Pomeriggi Musicali, la Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli, la Biennale Musica di Ve74

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DUO GRANATO APPUNTAMENTO IL 24 MARZO ALLE 18 NELLO SPAZIO LIVE DEL METRÒ REC DI RIVA DEL GARDA IL SECONDO CD “SOLILOQUY FOR TWO” nezia, Mondi Sonori, Festival Musica 900, Accademia dei Cameristi di Bari e tante altre. Il primo cd del Duo Granata “Desert Sketches” esce nel 2015 e contiene musiche di Creston, Ibert, Van Klaveren, Muczynski e Rota-Ceschi mentre il nuovo cd “Soliloquy for Two” ha una dimensione

diversa. “Il concetto all’origine di questo nostro secondo album – spiegano Cristian Battaglioli e Marco Rinaudo – è intimamente legato al “duo” nella sua accezione più profonda e matura. Il duo, più di ogni altra formazione cameristica, rifinisce negli anni un gusto musicale personale,

uno stile caratteristico che si rispecchia anche nella scelta del repertorio. I musicisti suonano per se stessi e per il duo nel medesimo momento, in un soliloquio i cui contrasti trasfigurano in un dialogo armonioso”. “Soliloquy for Two” contiene musica di compositori come Piazzolla e Rota in gran parte arrangiata e riadattata dagli stessi artisti. Il nuovo disco spazia dalla musica classica del Novecento italiano di Nino Rota, celebre compositore non solo di colonne sonore ma anche di preziose pagine di musica da camera. Si proseguirà con il Nuevo Tango argentino di Astor Piazzolla, con tanghi celebri e altri meno conosciuti tratti dalla vastissima opera di questo meraviglioso compositore. Il viaggio musicale del Duo approderà poi in Grecia con la evocativa Suite Hellenique di Pedro Iturralde. Si ritorna in Italia, nel profondo sud, nella Sicilia dell’arte dimenticata e riscoperta, con Spasimo Fragments del celeberrimo Giovanni Sollima. Infine un omaggio al rag-time, omaggio però «francese» del compositore Jean Matitia, con il Devil’s Rag, pura effervescenza musicale. ■


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“È

stato divertente. Ma mi è mancato fare musica, non parlarne soltanto, come ho fatto per due mesi. L’ho capito la serata di X Factor in cui ho cantato: ho attraversato il teatro come un cavallo”. Sono queste le parole che ha usato in un intervista a Vanity Fair Levante, una delle voci femminili al top oggi in Italia, sia per la sua partecipazione come giudice al talent X Factor su Sky sia per il successo estivo del brano «Pezzo di me». La cantautrice siciliana sarà anche a Trento, il 3 marzo all’Auditorium, per un concerto organizzato da Fiabamusic con il Centro Santa Chiara. Dopo un anno all’insegna del successo dell’ultimo lavoro discografico «Nel caos di stanze stupefacenti», del suo primo romanzo «Se non ti vedo non esisti» (Rizzoli), due tour da tutto esaurito e il debutto televisivo, Levante torna dal vivo in tour quest’anno con un nuovo spettacolo. Prima la sigla sarà quella di «Caos in Europa tour 2018» con Levante che porterà all’estero un concerto più rock, poi dal 24 febbraio tornerà in Italia con uno spettacolo più raccolto sotto la sigla di «Caos in teatro tour 2018». Si trat-

IL “CAOS IN TEATRO” CON LEVANTE LA CANTAUTRICE SICILIANA SARÀ ANCHE A TRENTO, IL 3 MARZO ALL’AUDITORIUM, PER UN CONCERTO ORGANIZZATO DA FIABAMUSIC ta di un tour con concerti nei principali teatri italiani e i brani dell’artista proposti dal vivo avranno arrangiamenti del tutto inediti. Oggi, intanto, esce il nuovo singolo «Gesù Cristo sono io» un brano scritto nel 2016, ispirato dai tristi fatti di cronaca di donne che subiscono soprusi, all’interno di una coppia ma anche della stessa società. Nel testo, Levante esprime un messaggio di forza e guarda alla natura femminile con fiducia e senza pietismi. Proprio si questo pezzo Levante ha raccontato “L’ho scritta nel 2016, e più che al sexual harassment pensavo al suicidio di Tiziana Canto-

ne. Il singolo è stato lanciato adesso, e mi imbarazza che qualcuno possa pensare sia una scelta strumentale. Ma ancora di più mi imbarazza rendermi conto che nel 2017 dobbiamo ancora parlare di violenza di genere”. Sul suo soprannome a Faremusica ha spiegato: “Levante nasce come soprannome, nella mia vita da ragazzina, quindi niente a che a fare con l’arte. Era un’estate afosissima, in provincia di Catania, vivevo ancora in Sicilia. E nella noia totale di quell’agosto, un’amichetta scherzando mi chiamò Levante. Era un nome ispirato al personaggio principale del film di Leonardo Pierac-

cioni “il Ciclone”. Poi quando verso i 18 anni mi trovai a firmare il mio primo contratto discografico, il produttore mi chiese se avessi un nome d’arte, perché effettivamente Claudia Lagona non suonava benissimo. Io ho risposto che un nome d’arte non ce l’avevo, ma che avevo questo soprannome che piacque a tutti. E così Levante divenne il mio nome d’arte. Il bello è che il significato è il contrario del mio nome Claudia, che significa zoppicante, claudicante, mentre Levante è colui che si alza in piedi. L’ho trovata una casualità, ammesso che esita, molto bella e anche romantica”. ■

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di Fabio De Santi

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ochi gruppi hanno segnato la musica americana del secolo scorso come i Sonic Youth. La “Gioventù Sonica” ha conquistato l’universo underground con alcuni album imprescindibili come “Bad Moon Rising “, “Evol”, “Daydream Nation”, “Goo” e “ Washing Machine”. Nella line up dei Sonic Youth accanto a Thurston Moore, Kim Gordon e Steve Shelley anche il chitarrista e cantante oltrechè organista Lee Ranaldo. Un musicista Lee Ranaldo che torna in Italia per una serie di date fra cui quella del 6 marzo al Teatro di Sanbàpolis per la rassegna Transiti proposta dal Centro S. Chiara. Da quando è cessata l’attività dei Sonic Youth, Lee Ranaldo ha intensificato il ritmo lavorativo da solista, anche in veste di narratore e artista visivo. Ultima ramificazione discografica del suo estro irrequieto è l’album “Electric Trim”, dove buona parte dei testi delle canzoni è stata elaborata insieme all’affermato scrittore Jona-

L’EX CHITARRISTA DEI SONIC YOUTH TORNA IN ITALIA PER UNA SERIE DI DATE FRA CUI QUELLA DEL 6 MARZO A SANBÀPOLIS than Lethem. Ad affiancare il chitarrista newyorkese nella trasposizione in concerto di quel repertorio è un trio di musicisti di cui fanno parte i pluristrumentisti spagnoli Raul “Refree” Fernandez e Cayo Machancoses. Lee Mark Ranaldo, classe 1956, nel 2003 è stato incluso al 33º posto della lista dei 100 migliori chitarristi secondo Rolling Stone scelta da David Fricke. Parallelamente al lavoro, peraltro ingente, con i Sonic Youth Ranaldo ha sviluppato

una produzione solista a partire dal 1987, quando ha pubblicato il primo album From Here to Infinity. In seguito sono usciti anche Scriptures of the Golden Eternity, Envisioning nel Amarillo Ramp e Oasis of Whispers Negli anni successivi alla consacrazione dei Sonic Youth (dopo l’album Daydream Nation del 1988), all’attività di musicista e scrittore Ranaldo affiancò quella di produttore con gruppi quali Babes in Toyland, You Am I e Deity Guns. Diverse

le ambientazioni del live del 23 sempre a Sanbàpolis con Gilles Peterson nel suo live “Worldwide”- Gilles Peterson che ormai da più di due decenni è una delle più autorevoli voci al mondo (se non semplicemente la più autorevole…) per tutti coloro che amano muoversi fra le coordinate della club culture da un lato (house, techno e derive varie) e del rare groove dall’altro (funk, soul, jazz) incrociandole e facendole “parlare” fra di loro. Dj, speaker radiofonico (per la BBC), direttore artistico di festival ed eventi speciali, arriva a Jazz’About per fare da “guest curator” in due serate in cui porterà sul palco artisti che lui stesso ha contribuito a scoprire e lanciare. ■

ROBERTO CORRADINI INCONTRA I LETTORI TRENTINI

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el corrente mese, lo scrittore trentino Roberto Corradini avrà due nuove occasioni per presentare i suoi romanzi “Il sangue e l’inchiostro” e “Gente Libera”, editi entrambi da Curcu Genovese. Precisamente, incontrerà i suoi lettori: mercoledì 21 marzo 2018, ad ore 20.30, nell’aula magna del Centro Formazione Professionale ENAIP di Primiero (via Forno 12, Transacqua) dov’è stato insegnante dal 1975 al 1980. E venerdì 23 marzo 2018, ad ore 19.30, nella sala “Yoga - L’Ascolto al centro” a Trento in via San Marco 12. Ecco alcuni stralci di recensioni uscite negli ultimi mesi. “Tra una lettera e l’altra del romanzo “Il sangue e l’inchiostro” i contesti familiari dei due protagonisti cambiano, si costruiscono o si disfano, come i contesti storici generali in cui sono inseriti. Cosicché, i singoli capitoli diventano un inesorabile avvicendarsi di storie veloci portate da lettere

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che viaggiano lente…” (dalla postfazione di Francesco Filippi, settembre 2016). “La chiave di lettura del romanzo “Gente Libera” non è il rimpianto del tempo che fu, ma la cura delle tracce scritte e orali che i padri e le madri hanno lasciato della loro esistenza; non solo per consentirci di conoscere le nostre origini, ma anche per spronarci a conservare e rafforzare il patrimonio di valori che ci hanno lasciato.” (dalla postfazione di Luciano Pontalti, luglio 2017). “Prima con “Il sangue e l’inchiostro” poi con “Gente Libera”, Roberto Corradini incuriosisce ed avvince raccontando Storie di ordinaria e straordinaria quotidianità che hanno come sfondo La Storia dei 100 anni che vanno dal 1850 al 1950: quella che ha modellato il mondo come lo abbiamo trovato.” (Fazia Mazzer, febbraio 2018).


trentinopanorama

di Fabio De Santi

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pproda anche a Trento, il 14 marzo al Teatro SanbàPolis uno dei tour più curiosi di questo 2018 sul fronte della musica d’autore italiana. Si tratta di “Contemporaneamente insieme” lo spettacolo che vede insieme sul palco Dente, uno dei più amati cantautori italiani e il poeta Guido Catalano. Rime semiacustiche, metafore in quattro quarti danzano, dando vita a uno spettacolo inedito ed estremamente originale con la regia di Lodo Guenzi de Lo Stato Sociale. Non un reading, non un concerto, non una commedia dialettale e nemmeno uno spettacolo circense, non un balletto, un workshop, uno spogliarello burlesco e neppure una dimostrazione di prodotti di bellezza o aspirapolveri: il cantautore emiliano e il poeta torinese incrociano chitarra e penna, per parlare d’amore a modo loro. Guido Catalano è un poeta e scrittore che pubblica per Rizzoli e collabora con Il Corriere della Sera Torino e Smemoranda con sua scrittura che si avvicina al mondo della musica. Nelle sue note biografiche si legge: “A 17 anni decide che vuole diven-

DENTE + CATALANO “CONTEMPORANEAMENTE INSIEME” È IL TITOLO DELLO SPETTACOLO CHE VEDE INSIEME SUL PALCO DENTE, UNO DEI PIÙ AMATI CANTAUTORI ITALIANI, E IL POETA GUIDO CATALANO. A TRENTO, IL 14 MARZO tare una rockstar, più tardi ripiega sulla figura di poeta professionista vivente, che ci sono più posti liberi. Produce sei libri di poesie. Le raccolte “Ti Amo Ma Posso Spiegarti” e “Piuttosto Che Morire M’Ammazzo” vendono oltre 30.000 copie”. La lobby dei poeti lo accusa di essere un cabarettista, la lobby dei cabarettisti di essere un poeta: nonostante tutto Catalano rimane vittima di un passaparola irresistibile e i suoi versi iniziano a diffondersi sui social, nei bar delle periferie, nei circoli Arci, nelle librerie, sui palchi dei centri

sociali, nei festival letterari e anche in quelli musicali. Nel febbraio 2016 pubblica per Rizzoli, il primo romanzo “D’Amore Si Muore Ma Io No”, che riscuote un grande successo. Per l’occasione dichiara alla stampa: “Chiedermi di scrivere un romanzo è come chiedere a uno che ha sempre corso i 100 metri di tentare la maratona. Ma io amo le sfide e spero che, crampi a parte, questo libro possa regalarmi anche qualche soddisfazione”. Giuseppe Peveri in arte Dente è un nome di punta della musica italiana, un cantautore dal

linguaggio raffinato, dotato di grande originalità e di un indiscutibile talento. Negli anni Dente ha conquistato un pubblico sempre più numeroso e affezionato riuscendo a imporre il suo personalissimo linguaggio pop dai tratti essenziali e ricercati. Ad oggi ha pubblicato sei album in studio, un Ep digitale e un libro. Ha collaborato con numerosissimi artisti del panorama italiano come autore, coautore o duettando con Perturbazione, Enrico Ruggeri, Arisa, Mengoni, Le Luci Della centrale Elettrica ■ e Manuel Agnelli.

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“Sorelle Materassi”

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ono tre gli appuntamenti del mese di marzo per la “Grande Prosa” del Centro S.Chiara a partire da quello con le “Sorelle Materassi” nel libero adattamento di Ugo Chiti dal romanzo di Aldo Palazzeschi. Sul palcoscenico del Teatro Sociale dal 1 al 4 saliranno anche Lucia Poli, Milena Vukotic e Marilù Prati sotto la regia di Geppy Gleijeses. Le Sorelle Materassi è il capolavoro di Aldo Palazzeschi. Gli adattamenti del romanzo hanno sempre goduto di straordinario successo, al cinema come in televisione ed in teatro. In questo caso ci avvaliamo dell’adattamento originale scritto per l’occasione da Ugo Chiti, uno dei più importanti drammaturghi italiani, dell’interpretazione

GRANDE PROSA

SUL PALCOSCENICO DEL TEATRO SOCIALE, IN MARZO, SALIRANNO ANCHE LUCIA POLI, MILENA VUKOTIC E NATALINO BALASSO di tre splendide attrici e beniamine del pubblico come Lucia Poli, Milena Vukotic e Marilù Prati e della regia di Geppy Gleijeses, reduce dai successi di A Santa Lucia di Raffaele Viviani, L’importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde e Miseria e Nobiltà di Eduardo Scarpetta. Ambientato nei primi anni del XX secolo nel sobborgo di Firenze Coverciano, narra la vicenda di quattro donne che vivono una vita tranquilla e isolata. Tutto sembra scorrere su tranquilli binari quando nella casa giunge Remo, il giovane figlio di una quarta sorella

morta ad Ancona. Bello, pieno di vita, spiritoso, il giovane attira subito le attenzioni e le cure delle donne i cui sentimenti parevano addormentati in un susseguirsi di scadenze sempre uguali. A poco a poco Teresa e Carolina spendono tutti i loro risparmi per soddisfare le crescenti esigenze del nipote, poi iniziano a indebitarsi e infine sono costrette a mettere in vendita la casa e i terreni che avevano ereditato dal padre. È Natalino Balasso il protagonista principale di “Smith & Wesson” di Alessandro Baricco per la regia di Ga-

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“Il nome della rosa”

briele Vacis proposto al Sociale dal 15 al 18. Proprio Vacis racconta “È raro che io metta in scena testi teatrali. Di solito li scrivo con gli attori, i testi. Di solito, più che scritti, sono trascritti. Cioè: parlo con gli attori, che di solito sono anche autori, o, come dicevo un tempo, autori della loro presenza in scena. Poi improvvisiamo, costruiamo situazioni per l’azione e così nascono gli spettacoli. C’è una sola eccezione. Un testo l’ho messo in scena: Novecento di Alessandro Baricco. Ma è un’eccezione in tutti i sensi. Baricco ha scritto quel


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testo perché lo mettessi in scena io, con Eugenio Allegri. E la stessa cosa è accaduta per Smith & Wesson. Baricco ha visto molti dei miei spettacoli, conosce il mio lavoro, come io conosco il suo”. Negli ultimi vent’anni Vacis e Baricco hanno condiviso molte esperienze, sul palcoscenico come nella scuola Holden. “Così – spiega il regista – si è realizzato in questo spettacolo uno scambio ideale che mi permette di “usare” quello che scrive come se fosse il frutto di una composizione. Infatti, l’ho detto: Baricco non ha scritto un testo, ha scritto uno spettacolo”. La scrittura di Baricco contiene l’azione. Quello che si deve fare è estrarla. Considerando una cosa che a me piace molto: Baricco non ha paura dei sentimenti. Però se ne vergogna sempre un po’. È un omaggio ad Umberto Eco invece “Il nome della rosa” nella versione teatrale di Stefano Massini per la regia e adattamento di Leo Muscato al Sociale dal 22 al 25. La prima versione teatrale del capolavoro di Umberto Eco è dedicato al celebre scrittore firmato da Stefano Massini, tra gli autori teatrali più apprezzati in Italia e all’estero. Leo Muscato dirige un cast di grandi interpreti, in un crossover genera-

zionale che non mancherà di animare un testo scritto per la scena ma all’altezza del grande romanzo. Muscato, che alterna regie di prosa a quelle liriche, ha trovato nel romanzo di Eco una sfida appassionante e, nei suoi Appunti per una messa in scena, scrive: «Dietro ad un racconto avvincente e trascinante, il romanzo di Umberto Eco nasconde una storia dagli infiniti livelli di lettura; un incrocio di segni dove ognuno ne nasconde un altro. La struttura stessa del romanzo è di forte matrice teatrale”. Ad interpretare Il nome della rosa un cast di grandi interpreti: Luca Lazzareschi (nel ruolo di Guglielmo da Baskerville), Luigi Diberti (il vecchio Adso), Renato Carpentieri (Jorge da Burgos), Eugenio Allegri (Ubertino da Casale, francescano e Bernardo Gui, inquisitore), Giovanni Anzaldo (il giovane Adso). Delle musiche originali, frammiste a canti gregoriani eseguiti a cappella dagli stessi interpreti, contribuiranno a creare dei luoghi di astrazione in cui la parola possa farsi materia per una fruizione antinaturalistica della vicenda narrata, e alimentare nello spettatore una dimensione percettiva che lo porti a dimenticarsi, per un paio d’ore, del film di Jean-Jacques Annaud. ■

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educe da un lunghissimo tour (oltre 200 concerti in tre anni) che lo ha portato a girare l’Italia e l’Europa per promozionare O’ Sanghe (Ala Bianca/Warner), album uscito nel 2016 e vincitore della Targa Tenco, l’instancabile artista partenopeo James Senese nel 2018 festeggia i suoi primi 50 anni di carriera con un doppio album dal vivo, registrato durante il tour invernale scorso, che conterrà i suoi grandi successi e due inediti, e un tour ricco di sorprese, entrambi previsti per aprile 2018. In attesa del disco James Senese anima dei Napoli Centrale è in tour per una serie di date che porteranno la storica formazione napoletana anche al Melotti di Rovereto l’8 marzo alle 21. La formazione attuale dei Napoli Centrale accanto a James Senese, alla voce e sax, vede Ernesto Vitolo alle tastiere, Gigi De Rienzo al basso e Agostino Marangolo alla batteria. Questa, non va dimenticato, è anche la band che

JAMESE SENESE “NAPOLI CENTRALE” È IN TOUR PER UNA SERIE DI DATE: TAPPA AL MELOTTI DI ROVERETO L’8 MARZO ha registrato “Nero a metà” di Pino Daniele, forse il disco più famoso dello scomparso artista napoletano. James Senese e Napoli Centrale: ovvero, i musicisti che fin dalla fine degli anni ‘70 hanno messo gambe all’aria mille (pre)giudizi e luoghi comuni mettendo in perfetto, naturalissimo contatto jazz-funk e canzone napoletana (ed è da questa commistione, e da queste persone, che è nata l’ascesa di Pino Daniele nella prima parte della sua carriera), così come impegno civile e voglia

di suonare liberamente, dando libero sfogo alla creatività, senza gabbie predeterminate. Al centro del live anche il cd “O Sanghe” che è il nuovo orizzonte su cui si volge lo sguardo del sassofonista partenopeo, mai fermo due volte nello stesso posto. All’interno del disco tutti i riferimenti artistici che hanno fatto grande la sua musica, con una rinnovata carica espressiva. Funk, blues, venature jazz, e tanto mediterraneo, tanta Napoli nelle melodie, nelle storie raccontate; vita, la-

voro, lotte quotidiane per la sopravvivenza, amore, fede. In “O sanghe” c’è groove da vendere, come solo James sa. A settant’anni compiuti, Senese si conferma come un artista senza tempo, con una riconoscibilità immediata ed un cuore intatto, che parla agli ultimi. A chiudere la serata ci penserà Mr. Scruff, all’anagrafe Andy Carthy: un personaggio “pesante”, trattandosi di uno dei nomi di punta di una label di enorme prestigio come la Ninja Tune. Ruolo guadagnato fin dalla fine degli anni ‘90 grazie alla sua incredibile e gioiosa abilità nel mescolare house, funk, soul, hip hop, breakbeat e stranezze assortite. ■

“DIRTY DANCING”: DOPPIO SHOW ALL’AUDITORIUM SANTA CHIARA

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ono passati più di trent’anni, era il 1987, quando uscì il film “Dirty Dancing” - diretto da Emile Ardolino e interpretato da Patrick Swayze e Jennifer Grey. Una pellicola diventata un cult capace di vincere l’Oscar con il brano portante della colonna sonora, (I’ve Had) The Time of My Life ed il Golden Globe, senza dimenticare che d i due interpreti, Bill Medley e Jennifer Warnes, si aggiudicarono un Grammy Award come miglior duetto. Originariamente partito con un budget ridotto e senza attori famosissimi (ad eccezione di Jerry Orbach in un ruolo di supporto), Dirty Dancing è diventato un enorme successo. Guadagnando oltre 214 milioni di dollari in tutto il mondo e diventando il primo film a vendere più di un milione di copie in home video. A questa pellicola si lega il musical “Dirty Dancing” un concentrato di romanticismo, sensualità

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e musiche travolgenti che dopo il successo registrato nella stagione 2014/2015, con oltre 115.000 spettatori nei primi tre mesi di show e un gran finale all’Arena di Verona, torna in grande spolvero per celebrare i 30 anni di un film divenuto cult. Il tour di Dirty Dancing farà tappa anche a Trento, con un doppio show il 13 e il 14 marzo all’Auditorium Santa Chiara, nello spettacolo organizzato da Fiabamusic con il Centro servizi culturali S. Chiara. L’intramontabile storia d’amore tra Baby e Johnny continuerà ad appassionare i moltissimi fan in un lungo tour italiano che toccherà i più importanti palcoscenici nazionali. La produzione è targata Wizard Productions e la regia porta la firma di Federico Bellone. L’adattamento del giovane e talentuoso regista italiano ha incontrato il favore della critica, inducendo i produttori del format originale inglese ad assumere la regia italiana quale regia ufficiale dello spettacolo internazionale. In occasione del trentesimo anniversario del film, lo spettacolo celebrerà quel


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he cos’è la vita? Una risposta non c’è, perché è diversa per ogni individuo. Ma per ogni fase della vita ognuno di noi ha qualcosa in comune. Da adolescenti seguivamo le mode e vestivamo tutti allo stesso modo; superati i 50, facciamo tutti più o meno quattro conti con esami clinici e check-up fisici vari, a 40 “è l’età migliore”, a 20 “magari averceli ancora” e così via. E a 90? “ad arrivarci..”. Riccardo Rossi, dopo averci raccontato con L’amore è un gambero pregi e difetti dell’amore – e degli uomini – nella sua ossessiva e maniacale “schedatura” del genere umano, torna a descriverci pregi e difetti della vita, e degli uomini. Lo farà a Borgo Valsugana, il 16 marzo, con il monologo “That’s life – Questa è la mia vita!” Attraverso aneddoti personali e l’osservazione di amici, parenti e chiunque gli capiti a tiro, Riccardo ci racconta cosa è la vita con tutte le sue storpiature, le goffaggini e gli impacci per farci ridere, di noi!

THAT’S LIFE! QUESTA È LA MIA VITA! UNICA DATA IN TRENTINO ALTO ADIGE PER L’ISTRIONICO RICCARDO ROSSI, VENERDÌ 16 MARZO (ORE 20,45) AL TEATRO DI BORGO VALSUGANA Anche se pensiamo che capiti sempre e solo agli altri. Riccardo Rossi comincia la sua carriera di attore con il film College del 1984. Ha lavorato tra cinema, pubblicità e televisione con i più grandi registi italiani: Dino Risi, Giuseppe Tornatore, Alessandro D’Alatri. Nel 2002, debutta a teatro come autore e attore realizzando con quest’ultimo, dal titolo “L’amore è un gambero”, 7

spettacoli. In televisione ha condotto Assolo, la carrellata di comici in onda su La7 e i collegamenti di Quelli del calcio. Ha preso anche parte al programma “Nessundorma” (2004) di Raidue in qualità di conduttore al fianco di Paola Cortellesi. È collaboratore di Rosario Fiorello come autore ed è stato ospite fisso del Fiorelloshow. Dal 2011 al 2014 oggi è andato in onda in tv con “Cuochi & Fiamme” su

La7d e su “DOVE TV” con “Conosco un posticino”. Ha scritto e pubblicato due libri: Pagine Rossi (Mondadori) e Alla mia età (Baldini Castoldi Dalai). Il 19 Marzo del 2015 è uscito “La prima volta (di mia figlia)” che lo ha visto debuttare nelle vesti di Regista. Prevendita biglietti presso gli sportelli delle Casse Rurali del Trentino fino alle ore 15,30 del giorno della rappresentazione. ■

successo cinematografico che negli anni ha raggiunto risultati stupefacenti: oltre 40 milioni di copie della colonna sonora vendute e, solo negli Stati Uniti, oltre 11 milioni di dvd e BluRay. Fedele trasposizione teatrale del film ambientato in una lontana estate degli anni ‘60, Dirty Dancing il Musical (The Classic Story on Stage) racconta il magico e movimentato incontro tra la giovane Baby Houseman e il fascinoso maestro di ballo Johnny Castle: e nella tipica atmosfera festosa del villaggio turistico nasce la loro storia d’amore, accompagnata da musiche e balli. Eleanor Bergstein, autrice del film e dello spettacolo teatrale, ha affiancato il team italiano nella scelta del cast a garanzia della professionalità degli attori e della qualità dello show. Un’orchestra di cinque elementi esegue i pezzi più famosi della colonna sonora fra cui proprio quella “Time Of My Life” diventata un classico e non solo per la vittoria del Premio Oscar. La colonna sonora di Dirty Dancing – The Classic Story On Stage conta anche altri grandi successi come “Hungry Eyes”, “Hey Baby”, “Do you love me?”, e l’indimenticabile “(I’ve had) The time of my life”, tutte magistralmente interpretate dal vivo dal nostro cast.

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di Fabio De Santi

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o scelto un titolo come Equilibrium per il mio nuovo album perché sta a significare che l’equilibrio è un ideale a cui tutti tendiamo, ma spesso le scelte più importanti della nostra vita nascono nel momento in cui ci sbilanciamo, abbandonando le nostre certezze per intraprendere nuove strade”. Sono queste le parole che Giovanni Allevi usa per delineare le forme del suo nuovo cd “Equlibirum” al centro del live del 23 marzo all’Auditorium S. Chiara di Trento L’artista sarà sul palco con il pianoforte accompagnato da 13 selezionati Archi dell’Orchestra Sinfonica Italiana. Una inedita e intima formazione che darà vita alle magiche note dell’ultimo album di studio di Allevi. Allevi, in equilibrio perfetto nella sua musica tra “compositore, pianista e direttore d’orchestra”, durante il concerto assumerà col carisma e la leggerezza che lo contraddistinguono, tutti i diversi ruoli, attraverso una scaletta che vedrà alternare le atmosfere seducenti delle nuove composizioni e i brani più celebri della sua ventennale carriera. L’Equilibrium Tour è stato anticipato il 15 novembre da una Première evento al Teatro dal Verme di Milano insieme all’Orchestra Sinfonica Italiana di 60 elementi. Qui verrà eseguito infatti per la prima volta in Europa, dopo la première mondiale negli USA dello scorso 26 agosto, anche il “Concerto per Pianoforte e Orchestra n.1”, la nuova composizione con orchestra contenuta nell’ultimo album di Allevi, che vedrà al pianoforte il virtuoso Jeffrey Biegel e alla direzione il Maestro Jeffrey Reed, mentre nella seconda parte del concerto sarà lo stesso 82

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GIOVANNI ALLEVI LE FORME DEL SUO NUOVO CD “EQUILIBIRUM” AL CENTRO DEL LIVE DEL 23 MARZO A TRENTO. L’ARTISTA SARÀ SUL PALCO ACCOMPAGNATO DA 13 SELEZIONATI ARCHI DELL’ORCHESTRA SINFONICA ITALIANA Giovanni Allevi a salire sul palco per l’esecuzione delle altre nuove composizioni di “Equilibrium”, protagonista sia come pianista che come direttore d’orchestra. Jeans, T-shirt, scarpe da ginnastica. È così che il M° Giovanni Allevi va incontro al suo pubblico nei teatri più prestigiosi del mondo, dalla Carnegie Hall di New York all’Auditorium della Città Proibita di Pechino. Compositore, direttore d’orchestra e pianista, ha stregato con le sue note milioni di

giovani, che affascinati dal suo esempio, si avvicinano alla musica colta e all’arte creativa della composizione. Da vero innovatore, il suo intento estetico è quello di gettare le basi di una nuova Musica Classica Contemporanea, dove le forme complesse della classicità inglobano contenuti appartenenti alla vita attorno a noi, adesso. Nonostante i suoi diplomi in Pianoforte e Composizione col massimo dei voti e la sua laurea con Lode in Filosofia,

presenta una personalità candida assai vicina all’indole infantile, anche se a tratti emerge tutta la sua statura accademica. Timidissimo e schivo sembra perfettamente a suo agio davanti le folle, con cui riesce a stabilire un dialogo profondo ed emozionale, sia alla guida di un’orchestra sinfonica che davanti al suo amato pianoforte. Il pubblico, trasversale, di tutte le età e nazionalità lo segue con instancabile entusiasmo nelle sue numerose tournée, trasformando i teatri in arene degne di una rockstar. Personaggio amato e controverso, ha riportato la Musica al centro delle discussioni accademiche, anche con dibattiti dai toni accesi, ma nei suoi confronti non mancano attestazioni di stima da parte di eccellenze del mondo culturale e scientifico, come il cantante lirico Andrea Bocelli, l’étoile Roberto Bolle, l’architetto Renzo Piano, il Premio Nobel Michael Gorbaciov e lo scrittore John Grisham. Oltre la composizione musicale, la sua grande passione è la Meccanica Quantistica, oggetto della sua tesi di Laurea in Filosofia “Il vuoto nella fisica contemporanea”. ■


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er la stagione della Società Filarmonica di Trento si profilano tre appuntamenti di grande caratura (Sala della Filarmonica, ore 20.30), sia con promettenti, giovani “star” sia con virtuosi già conosciuti e apprezzati dal pubblico del sodalizio trentino, oltre che celebrati nelle migliori sale in tutto il mondo. Il 2 marzo si esibisce il duo formato da Isabelle Faust (violino) e Alexander Melnikov (pianoforte); sono in programma la Sonata F-A-E (composta nel 1853 da Robert Schumann, Albert Dietrich e Johannes Brahms per Joseph Joachim, il famoso violinista amico dei tre compositori) e tre sonate di Brahms (n. 1 op. 78 “Regenlied”, n. 2 op. 100 “Thun” e n. 3 op. 108). Il muoversi sul palcoscenico, il gesto asciutto, preciso, sempre elegante sono marca inconfondibile delle performance di Isabelle Faust, come indimenticabile è il suono del suo Stradivari noto per il nome fiabesco di “Bella Addormentata” (1704) perché dimenticato in una cassa per ben 150 anni. Il suo stile è la nota personale di un’originalità capace di conquistare il pubblico delle sale più prestigiose al mondo e d’imporsi con le orchestre più autorevoli, con le quali continua ad esibirsi. La vittoria al Concorso Paganini di Genova segnò l’avviamento a una carriera di altissimo livello. Suo abituale partner al pianoforte è Alexander Melnikov, diplomato al Conservatorio di Mosca e particolarmente legato a Svjatoslav Richter. Le sue vittorie ai concorsi “Robert Schumann” (1989) e “Reine Elisabeth” (1991) testimoniano doti e qualità strumentali fuori del comune. Il 13 marzo pagine di Felix Mendelssohn - Bar tholdy, György Ligeti e Claude De-

QUARTETTO VAN KUIJK IL 13 MARZO, PAGINE DI MENDELSSOHN, LIGETI E DEBUSSY. MA GIÀ IL 2 CI SONO ISABELLE FAUST (VIOLINO) E ALEXANDER MELNIKOV (PIANOFORTE). IL 19, RITORNA A TRENTO IVETA APKALNA bussy sono proposte dal Quartetto Van Kuijk (Nicolas Van Kuijk, Sylvain FavreBulle, Emmanuel François, François Robin). Fondato nel 2012 a Parigi, il “Van Kuijk” ha vinto nel 2015 il Primo premio al concorso internazionale della Wigmore Hall di Londra. Entrato subito nei “Bbc 3 New Generation Artists” per il triennio 201517, è stato scelto pure dalla Philharmonie di Parigi quale “Rising Star” per la stagione 2017-18. Questi riconoscimenti si aggiungono al 1° premio e al premio del pubblico

L’organista lettone Iveta Apkalna 84

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al concorso di Trondheim in Norvegia (2013) e, in Francia, alla vittoria del “Fnapec-Musiques d’Ensembles”, oltre alla nomina quali migliori allievi dell’Accademia del Festival di Aix-en-Provence (2014). Una formazione nata adulta, si direbbe, ma con tutte le qualità di energia, entusiasmo e gioia di un fortunato gruppo giovanile. Lunedì 19 Ritorna a Trento, dopo il successo ottenuto nella passata stagione, l’organista lettone Iveta Apkalna, in questa occasione in compagnia del “Latvian Radio

Choir” diretto da Sigvards Kava; sono in programma musiche corali dei paesi baltici e pagine per organo di J. S. Bach. Organista d’eccezione, nata nel 1976 a Rezekne, Iveta Apkalna ha dedicato anni intensi di studio al pianoforte e all’organo, prima in patria, poi alla “London Guildhall School of Music”, quindi all’Accademia di Musica di Stoccarda. Le sue innegabili doti sono state riconosciute con l’assegnazione del premio “Johann Sebastian Bach” (2002), del “Latvian Great Music Award” (2003). Oggi, grazie alle sue performance effervescenti per brillantezza tecnica, intelligenti per scelte programmatiche e a una presenza scenica carismatica, Apkalna è una autentica stella. Il Latvian Radio Choir, uno dei migliori cori da camera professionali in Europa, è ospite in sale tra le più ambite quali il Concertgebouw, la Berliner Konzerthaus, la Philharmonie di Montpellier, il Théâtre des Champs-Élysées, oltre che a New York e alla Biennale di Venezia. ■


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di Daniele Valersi

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a rassegna “I concerti della domenica” (Trento, Sala della Filarmonica, ore 10.30) in questo meseconclude il suo calendario; per il 4 marzo ha in programma il concerto del duo Gabriele Bortoluzzi (violino) e Federica Bortoluzzi (pianoforte), che propongono la Sonata K379 di Wolfgang Amadeus Mozart, la Sonata n. 9 op. 47 “Kreutzer” di Ludwig van Beethoven e la Sonata n. 3 op. 108 di Johannes Brahms. Gli autori scelti sono tra i massimi rappresentanti di quel clima riflessivo e quasi segreto percorso soprattutto dalla letteratura tedesca, a volte capace di varcare lo spazio raccolto e chiuso dei salotti per raggiungere la più ampia popolarità (come nel caso della beethoveniana “Kreutzer”). Nata a Milano nel 1988 in una famiglia di musicisti, Federica Bortoluzzi deve la sua formazione e il perfezionamento ad Andrea Lucchesini e Maria Tipo, dai quali ha appreso e condiviso una ricerca e un pensiero che hanno segnato la sua crescita musicale. La sua attività concertistica si svolge sia in Italia che all’estero, recenti sono le sue partecipazioni al Ravello Festival e al Festival dei due Mondi di Spoleto. Il fratello Gabriele Bertoluzzi, nato nel 1994, si è diplomato in violino al Conservatorio “G. Verdi” di Milano nel 2013. Già giovanissimo risulta vincitore di concorsi internazionali e nazionali; dopo il perfezionamento con Klaidi Sahatci ha intensificato la sua attività nelle capitali d’Europa, senza abbandonare la sua collaborazione con il Teatro alla Scala di Milano. Seguirà (11 marzo) l’appuntamento con l’ensemble vocale “Ad Maiora”, il suo direttore Alessandro Arnoldo e

Ensemble vocale “Ad Maiora”

I CONCERTI DELLA DOMENICA

L’ENSEMBLE VOCALE AD MAIORA È TRA I PROTAGONISTI DEL MESE DI MARZO ALLA FILARMONICA, ASSIEME AL DUO BORTOLUZZI E...

Gabriele Bortoluzzi

gli strumentisti Giovanni Lorenzi, Francesco Failo, Luca Geat, Mitja Liboni, Michele Weiss, impegnati in brani di Bach, Esenvalds, Forbes, Whitacre, Lauridsen, Gjeilo, Lawry, Malatesta, Rachel, Cohen/Pentatonix, Battisti/ Susana, Modugno/Cadario. “Ad Maiora” nasce nel 2015 grazie alla collaborazione con la compositrice Cecilia Vettorazzi, che gli affida la riorchestrazione della “Missa Benedicite Gentes”. Il 18 marzo il pianista Francesco Maria Moncher e la

Piccola Orchestra Lumière diretta da Giancarlo Guarino sono impegnati nella prima esecuzione assoluta di tre partiture commissionate dalla Società Filarmonica di Trento: Piccolo concerto n. 1 per orchestra da camera e pianoforte di Massimo Priori, “Waiting – Serenata per Elisa” di Claudio Bonometti e il Concerto per pianoforte di Nicola Segatta. I tre compositori, di scuole diverse, sono impegnati nel compito, non sempre facile, di mantenere il rapporto col pubblico declinando tendenze e generi. La forma scelta per questi brani è quella del concerto solistico, che dà modo di accostare la perizia strumentale alla creatività degli autori. Un brillante rappresentante dell’ultima generazione di pianisti trentini, Gabriele Iorio, è protagonista del recital di domenica 25, ultimo appuntamento della rassegna, il cui programma comprende Lu-

dwig van Beethoven (Sonata n. 31 op. 110, Sonata n. 32 op. 111) e Johannes Brahms (Tre intermezzi op. 117). Nato a Trento nel 1994, Gabriele Iorio ha da poco conseguito la Laurea Specialistica di secondo livello (con lode e menzione) presso il Conservatorio “F. A. Bonporti” nella classe di Antonella Costa. Si presenta con un programma autorevole, volto alla lettura di capolavori della tastiera, sintesi non solo di un percorso formativo impegnativo, ma segno anche di un preciso indirizzo per una specializzazione già avviata sulla scia di grandi maestri che Iorio ha cominciato a frequentare ■ Federica Bortoluzzi

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di Daniele Valersi

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spite ormai abituale della stagione sinfonica dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, ritorna Ottavio Dantone (il 7 marzo a Trento, Auditorium, ore 20.30), che insieme al contralto Delphine Galou proporrà la Sinfonia n. 83 Hob. I: 83 “La Poule” di Joseph Haydn e una selezione di arie e pagine sinfoniche da “Dorilla in Tempe”, “L’incoronazione di Dario”, “Andromeda liberata” (di Antonio Vivaldi), “Alcina”, “Giulio Cesare in Egitto”, “Rinaldo” (di Georg Friedrich Haendel), “Paride ed Elena” (di Christoph Willibald Gluck). Delphine Galou ha iniziato la sua carriera nel 2000 con l’ensemble “Jeunes Voix du Rhin”; nata a Parigi, si è dedicata allo studio del pianoforte e del canto, ha studiato inoltre Filosofia alla Sorbona. Le rare qualità della sua voce hanno determinato la sua affermazione quale interprete nei ruoli più virtuosistici del repertorio barocco, particolarmente apprezzata quale spe cialista di G. F. Haendel. Tra i nomi più in vi -

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ILYA GRINGOLTS PER LA STAGIONE SINFONICA DELL’ORCHESTRA HAYDN DI BOLZANO E TRENTO, RITORNANO IL NOTO VIOLINISTA (7 MARZO) E OTTAVIO DANTONE CON IL CONTRALTO DELPHINE GALOU (28 MARZO) sta per la musica antica vi è quello di Ottavio Dantone: attivo come clavicembalista e come direttore, ha studiato al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano dove si è diplomato in Organo e in Clavicembalo. Numerosi e ambiti i suoi riconoscimenti, tra i quali si ricordano il premio per il Basso continuo all’International Paris Festival (1985) e l’International Bruges Musica A ntiqua (19 8 6 ). Dal 1996 dirige l ’A c c a d e mia Bizan tina, ormai accreditata come uno degli ensemble di strumenti antichi più noti e competenti a livello internazionale. Numerose le sue registrazioni discografiche, sia come solista che in qualità di direttore, per etichette tra le più prestigiose quali Decca, Deutsche Grammophon, HarDelphine Galou

Ottavio Dantone

monia Mundi, Naïve. Intense anche le sue collaborazioni con artisti di fama mondiale, sia in ambito concertistico che discografico: per citarne alcuni ricordiamo Claudio Abbado, Viktoria Mullova, Andreas Scholl. Mercoledì 28 salirà sul podio dell’orchestra regionale il direttore Darrell Ang, quale solista al violino si ascolterà Ilya Gringolts; in programma le Sei Danze tedesche D820 e la Sinfonia n. 3 D200 (nella trascrizione di Anton Webern) di Franz Schubert, il Concerto per violino e orchestra op. 35 di Pëtr Il’ic Ciajkovskij. Nato a Singapore, Ang è figura emergente tra i giovani direttori asiatici, lanciato al “top” di una brillante car-

riera dal trionfo al 50° Besançon International Young Conductor’s Competition, dove ha vinto i tre principali premi. È ospite di alcune tra le più grandi orchestre del mondo, come Philharmonia Orchestra, London Philharmonic, Royal Liverpool, Royal Philharmonic, Orchestre de Radio France, Orchestre Nationale de Lyon, Munich Radio, Konzerthausorchester Berlin, Nhk Symphony, Yomiuri Nippon per menzionarne solo una parte. Ha studiato a S. Pietroburgo e a Yale, con la guida di Lorin Maazel, Sir Colin Davis, EsaPekka Salonen. Il violinista russo Ilya Gringolts conquista le platee per il virtuosismo e la sensibile musicalità delle sue interpretazioni; sempre in cerca di nuove sfide musicali, si dedica anche alla musica contemporanea e alla ricerca di pagine di rara esecuzione, oltre che al grande repertorio solistico con orchestra. Suona con le più celebri orchestre in tutto il mondo, è primo violino del Quartetto Gringolts, da lui fondato nel 2008; ha realizzato diverse registrazioni discografiche, premiate dalla critica internazionale. ■


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di Nicola Tomasi

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a mostra “Genoma umano. Quello che ci rende unici” affronta interrogativi che ci riguardano profondamente e sui quali, oggi, è focalizzato un settore importante e promettente della ricerca in campo biologico. “Genoma umano” sarà quindi un vero e proprio viaggio tra le nuove sfide offerte dalla genomica – una scienza in continua evoluzione che non manca di suscitare interrogativi e dubbi anche sul piano etico – con un focus su opportunità e rischi originati dall’applicazione delle nuove conoscenze ad ambiti particolarmente sensibili, quali la salute. Grazie a un percorso interattivo e immersivo - che potrà contare su numerosi supporti multimediali ed exhibit in grado di toccare le corde più profonde della sensibilità personale – attraverso video e multi-proiezioni di grande impatto scenico e la mediazione dell’arte – la mostra affronterà tre questioni fondamentali sul patrimonio genetico umano: quanto conta il DNA, quali altri fattori intervengono nella sua definizione (ad esempio ambiente e stili di vita), come e quanto possiamo intervenire per modificarlo. Un cambio di scala – dal macro al micro – che tuttavia non trascura la componente umana e sociale, porterà il pubblico a esplorare un mondo affascinante, che custodiamo dentro di noi e che ci rende ciò che siamo: unici. IL PERCORSO DELLA MOSTRA Il percorso espositivo si svolge attorno a quattro temi principali: il sequenziamento completo del genoma umano; l’attuale conoscenza dei suoi elementi e caratteristiche; le mutazioni genetiche che stanno alla base delle

GENOMA QUELLO CHE CI RENDE UNICI

PERCHÉ LE PERSONE SONO TUTTE DIVERSE? DA DOVE PROVENGONO I TALENTI? PERCHÉ C’È CHI INVECCHIA IN MODO INVIDIABILE E CHI, PURTROPPO, NO? PERCHÉ LA VITA HA UN TERMINE BIOLOGICO E COME POSSIAMO PREVENIRE LE MALATTIE? DAL 24 FEBBRAIO AL MUSE, MUSEO DELLE SCIENZE DI TRENTO... differenze tra individui e altri cambiamenti che influenzano il nostro fenotipo; le tecniche di ricerca d’avanguardia per la salute umana. Le tematiche proposte riguardano quindi lo stato delle conoscenze sulla genomica, le predisposizioni a talenti e malattie, le possibilità di curarsi con terapie mirate e personalizzate. L’allestimento – opera dell’Architetto Lorenzo Greppi – è frutto di un

lavoro di curatela scientifica da parte del MUSE, con la consulenza di un Comitato Scientifico nazionale composto di ricercatori ed esperti. Qui particolare spazio trovano modalità di mediazione scientifica immersive, con video e multi-proiezioni di grande impatto scenico. La ‘contaminazione’ artistica nella mostra è evidente in più spazi. In particolare, l’installazione preparata ad

hoc da Claud Hesse, artista visiva specializzata sui temi del dna e del genoma, farà riflettere sul rapporto tra componente biologica, ‘stili di vita’ e benessere sottolineando come alcune esperienze vissute possano incidere sull’espressione dei geni, in forma anche ereditabile. IN PARTICOLARE, DA NON PERDERE IN MOSTRA… Il tema delle mutazioni genetiche, che contribuiscono anche a generare la diversità genetica della nostra e di altre specie, si presenta al pubblico tramite un exhibit interattivo e originale. Sei persone, tutte con una storia da raccontare. Ognuna di queste storie rimanda al rapporto che queste persone hanno con la consapevolezza di portare in sé caratteristiche e tratti genetici particolari, per sottolineare aspetti che riguardano l’impatto della genetica medica a livello personale e sociale. Hai mai acquistato un test genetico on-line? Nella mostra è possibile farlo. ■ 87

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IL LINGUAGGIO SILENZIOSO DEL CORPO

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he sia vetro, legno, terracotta, bronzo, vetroresina o semplicemente un frammento arboreo,

l’artista gardenese Hermann Josef Runggaldier (Ortisei, 1948) riesce a materializzare nelle sue opere le caratteristiche esistenziali dell’uomo contemporaneo. E lo fa mettendo in scena sculture – singole, ambientate, installate – di uomini e di donne in cui il linguaggio silenzioso del corpo si concretizza nelle posture, nella gestualità delle mani – ricordandoci segni e gesti sacrali di santi bizantini – e, soprattutto, nello sguardo. Che siano opere a grandezza naturale oppure apparizioni accalcate su di un piccolo palcoscenico della vita, queste immagini ci trasmettono angosce, paure, terrori, indecisioni, tentennamenti dell’uomo nella vita quotidiana. La vita frenetica ci porta a correre, a rincorrere obiettivi e mete, calpestando luoghi e territori talvolta sovraffollati, ma la nostra figura è profondamente solitaria, sola. Da qui lo status esistenzialista delle opere dell’artista. Ci

NEBOJŠA DESPOTOVIC

B

occanera Gallery presenta la mostra personale di Nebojša Despotovic (Belgrade, SRB in 1982), Between the devil and the deep blue sea ovvero freie Kartoffeln (Opening 23 marzo, ore 18, Boccanera Gallery, via Alto Adige 176, Trento). C’è un momento dove l’opera d’arte prende forma che, come fruitori, non vedremo mai. È un momento riservato solo all’autore, che nell’intimità del proprio studio, costruisce nel tempo il suo pezzo. Nella terza personale di Despotovic alla galleria Boccanera di Trento, i 200 metri quadrati dello spazio ospiteranno l’ultima produzione di dipinti dell’artista in connessione con gli elementi che l’hanno accompagnato nel processo creativo, contestualizzandoli in una monumentale installazione ambientale, curata dallo stesso artista. Nebojša pubblica il processo di creazione dell’opera nello studio installando in galleria gli oggetti che l’hanno circondata, i residui che ha lasciato rivelando la vitale corrispondenza che li lega nell’esistenza reciproca, rompendo l’innaturale equilibrio dello spazio espositivo canonico. Insieme ai dipinti, gli oggetti comporranno un’installazione composta di wall painting e scenografie per dare una rappresentazione più comprensibile del mondo che può manifestarsi solo nell’atto della creazione.

stringiamo nella gente, diventiamo massa, ma non siamo “comunitariamente” con gli altri. L’Io si erge prepotente anche quando è stretto a riccio e, pur sfregandoci l’un con l’altro, in realtà lo spazio tra l’Io e l’Altro è immenso. E questo lo testimonia la gestualità ripiegata su se stessa, lo sguardo che va oltre la dimensione fisica. L’artista ha capito l’importanza dei gesti e delle posture, degli sguardi e dei silenzi: tutto questo è in relazione con il posto che occupa

il corpo in questa società. Meglio dello scritto, i gesti impegnano la persona nella sua interezza; assicurano un contatto fisico tra le persone o con degli oggetti, anch’essi rivestiti di un alto valore simbolico. Forse non è del tutto casuale che alcune opere siano acefale, senza la testa – pensiamo alle statue bronzee, dalle esili forme nordiche, novelle sculture di una Riace ormai dimenticata e mitica –, con i corpi che sembrano “aghi”. Qualcuno ha scritto che Runggaldier racconta la commedia umana in cui i personaggi interagiscono, avvicinandosi o allontanandosi, chinando il capo per la timidezza o affrontando lo sguardo altrui con compostezza e gentilezza. Sì, è vero, l’artista sa cogliere anche nel suo mondo profano ciò che il mondo sacro gli ha insegnato (non dimentichiamo che, da buon gardenese, incide il religioso e il sacro affinché fedeli e osservanti si prostrino a terra con gli occhi ingordi su quanto la statua di un santo può offrire in termini di miglioramento alla nostra povera qualità quotidiana). Le sue

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trentinomostre “Maternità”, le “Crocefissioni”, il “Padre Misericordioso” sono scesi dall’empireo, sono fuoriusciti dalle mandorle romaniche per farsi figure e immagini terrene, per trasformarsi in personaggi che possiamo incontrare durante la nostra passeggiata lungo il troj paian o inerpicandoci sui sentieri che conducono a quel luogo magico e mitico sovrastato con discrezione dalla chiesa di San Giacomo a Sacun. Runggaldier ci racconta, attraverso le sue opere, una comunicazione del segno, dove l’uomo, sacralmente, di solito sta in piedi, con le braccia composte, con le dita parlanti (se non benedicenti sicuramente protettive e difensive), le gambe unite a formare un solo tronco, le cui radici noi non vediamo ma che si perdono e si ramificano nella madre terra che ci sostiene. Sono persone o alberi? Sono figure o totem? In queste sculture c’è tutto l’insegnamento di Marino Marini, di Henry Moore, dell’immaginario primitivo e della tradizione ladina. E quando le figure sono catturate, imprigionate – o nascoste e mimetizzate – da una foresta di legni e foglie, di rami e fronde, ecco allora farsi strada l’ambiente, il contesto: piccoli teatrini su cui inscenare i valori persi, smarriti e dimenticati dell’esistenza. Ecco perché sono così intriganti queste sculture. Hermann Josef Runggaldier sta esplorando la storia del gesto e dello spazio sociale, di quel prodotto della società umana che, del tutto istantaneo ed effimero, è tuttavia assai determinante nello svolgersi delle relazioni sociali. La gestualità, lo sguardo, come “uso sociale del corpo”, pur mutando e trasformandosi di volta in volta, ci trasmette un codice di valori e di significati preciso e duraturo, altre volte interrogativo, dubbioso, ubiquo e misterioso. Ma tutto ciò è fortemente radicato nella coscienza collettiva dell’oggi. La personale di Hermann Josef Runggaldier è allestita, con il titolo “ZwischenKörper”, presso le sale della galleria Antonella Cattani Contemporary Art a Bolzano (Via Rosengarten, 1a, info www.antonellacattaniart.com) fino al 30 aprile. Catalogo a cura di Heinrich Schwazer.

ARCO Mostre CAVO, CAVI, CAVE... CAVES. SPAZI OSCURI, DA RIEMPIRE DI SAPERE Apertura: fino a venerdì 16 marzo. Palazzo dei Panni. Attraverso una serie di conferenze, incontri didattici, visite sul territorio, seguendo una mostra itinerante e con l’aiuto delle nuove tecnologie, si percorrono vari punti di osservazione, dal macroscopico al microscopico, dall’artificiale al naturale, dal sotterraneo all’extraterrestre, per far luce su un mondo nascosto e affascinante. Orario: dal lunedì al giovedì dalle ore 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 18.30, il venerdì dalle ore 9 alle 18.30, il sabato dalle ore 9 alle 12. Info: www.museocivico. rovereto.tn.it.

BRENTONICO Mostre CORPI (DIS)ARMATI: LABORIOSA MORTE: I DISASTRI DELLA GUERRA Apertura: fino a domenica 1 luglio 2018. Palazzo Eccheli Baisi, Via Mantova. Temi guida della mostra, che propone perlopiù riproduzioni, ma ospita anche documenti originali, sono pertanto la persistenza, la pervasività e l’ossessività di taluni canoni espressivi che associano soprattutto alla guerra e ai suoi strumenti di distruzione l’instancabile, insaziabile e universale opera di sterminio dell’uomo sull’uomo, al pari, se non in misura maggiore,, a quella compiuta dalle grandi epidemie del passato come la peste. Orario: Da lunedì a domenica, ore 10.30-13.00; 14.00-18.00. Lunedì chiuso. Ingresso libero. Info: fondazione.museostorico.it.

CAVALESE Mostre OTHMAR WINKLER. EUROPA Apertura: da Martedì 26 dicembre 2017 a Lunedì 02 aprile 2018 Dove: Centro d’arte contemporanea, Palazzo Firmian, Cavalese (Tn) Orario: orari di apertura: informazioni nel sito ufficiale della mostra. In mostra sculture di Othmar Winkler. Informazioni e orari: www. artecavalese.com.

FOLGARIA ANNAMARIA TARGHER - PERSISTENZA DEL MELOGRANO. PUNICA GRANATUM Folgaria. Apertura: da sabato 23 dicembre 2017 a lunedì 2 aprile 2018 c/o Hotel Four Seasons - Via Emilio Colpi, 108. Mostra Personale. Orario: tutti i giorni ore 8-23.

LEVICO TERME PAROLE SCAVATE LevicoTerme. Apertura: da sabato 25 novembre 2017 a domenica 4 novembre 2018. Nella ricorrenza

del Centenario della Grande Guerra, il progetto espositivo di Bruno Lucchi intende proporre una ampia e articolata riflessione sul tema tramite il connubio tra installazioni scultoree e gli spazi così fortemente connotati del Forte delle Benne. Apertura invernale in occasione dei mercatini: 25, 26 novembre 2017; 2, 3, 8, 9, 10, 16, 17, 23, 24, 26, 30, 31 dicembre 2017; 1, 6 e 7 gennaio 2018. Apertura 2018: 31 marzo al 4 novembre.

PERGINE VALSUGANA Mostre VIRGINIA SARTORI | POLLUTIO PERFORMANCE. OGGETTI. VIDEO Data: da Giovedì 22 febbraio a Lunedì 05 marzo 2018. Dove: Galleria Contempo, Via Tomaso Maier 48A, Pergine Valsugana. Orario: dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00, domenica e lunedi su appuntamento / Inaugurazione e Performance il 22 febbraio 2018 alle ore 19. Costo/note: Ingresso libero / Info: tel. 340.5682286, mail: dorabulart@gmail.com La manifestazione è il primo evento nell`ambito del programma della galleria Contempo - “Smart Start”, dedicato all’arte giovane / La mostra rimarrà visitabile fino al 05 marzo 2018.

RIVA DEL GARDA Fiere EXPO RIVA CACCIA PESCA AMBIENTE Apertura: da sabato 24 a domenica 25 marzo. Fierecongressi, Via Baltera 20. Mostra-mercato del Trentino Alto Adige dedicata alla caccia, in particolare caccia alpina e caccia di selezione e al mondo della pesca, principalmente pesca mosca e spinning. Si tratta di una mostra mercato rivolta prevalentemente a negozi di attrezzatura, abbigliamento, calzature e accessori per la caccia e la pesca e rappresenta ormai un appuntamento irrinunciabile per gli appassionati che possono fare acquisti a prezzi convenienti. Info: Tel. 0464.570133; info@exporivacacciapescambiente.it; www. exporivacacciapescambiente.it. Mostre CHIAMATEMI DIVINA: DORIAN GRAY Apertura: da sabato 3 a venerdì 30 marzo. Galleria Civica “G. Craffonara. Storia di un’attrice dimenticata a cura di Franco Delli Guanti e Ludovico Maillet. Orario: 10-13.30/17-22. Info: Centro culturale La Firma Cell. 339.5245896; infolafirma@gmail.com; Franco Delli Guanti 330.239131, info@ mediaomnia.it. 89

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trentinomostre ROVERETO Mostre CARLO ALFANO. SOGGETTO SPAZIO SOGGETTO Apertura: fino a lunedì 12 marzo 2018. Mart, Corso Bettini. Mostra a cura di Denis Isaia e Gianfranco Maraniello. Prima grande retrospettiva ospitata da un’istituzione, la mostra monografica esplora l’opera dell’artista che ha segnato gli sviluppi delle ricerche concettuali italiane. In collaborazione con Archivio Alfano. Martedì-domenica 10-18, venerdì 10-21. Lunedì chiuso. Biglietto € 11, ridotto € 7. Info: www.mart.trento.it. Mostre REALISMO MAGICO L’INCANTO NELLA PITTURA ITALIANA DEGLI ANNI VENTI E TRENTA Apertura: da domenica 3 dicembre 2017 a lunedì 2 aprile 2018. Mart. Mostra a cura di Gabriella Belli e Valerio Terraroli. Provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, le oltre 70 opere in mostra descrivono una parabola dell’arte significativamente legata agli eventi politici e culturali, tra gli anni Venti e Trenta. Contorni netti e volumi solidi non contrastano con la magia delle pitture in mostra, realizzate da diversi artisti tra i quali spiccano Cagnaccio di San Pietro, Felice Casorati, Antonio Donghi, Achille Funi, Carlo Levi e Ubaldo Oppi. Info: www.mart.tn.it Mostre FRANCESCO LO SAVIO Apertura fino a Domenica 18 marzo 2018. Mart, Corso Bettini. Orario: Martedì - Domenica 10.00 - 18.00 / Venerdì 10.00 - 21.00 / Lunedì chiuso / La biglietteria chiude mezz’ora prima della chiusura del Museo / opening il 5 novembre nell’ambito dell’Open Day. Costo/ note: Intero: 11 € / Ridotto: 7 € Sito internet: www.mart.trento.it A cura di Silvia Lucchesi, Alberto Salvadori, Riccardo Venturi. Una mostra che riscopre l’opera di un artista tra i più interessanti nel panorama italiano e internazionale del secondo Novecento.

TRENTO Mostre I TRENTINI NELLA GUERRA EUROPEA 1914-1920 Apertura: fino a domenica 30 dicembre 2018. Le Gallerie, Piedicastello. Una mostra che racconta il dramma dei trentini nel corso del primo conflitto mondiale. Orario: da martedì a domenica ore 9.0018.00 (lunedì chiuso). Ingresso libero. Info: www.fondazione.museostorico.it. Mostre L’ULTIMO ANNO. 1917-1918 Apertura: fino a domenica 4 novembre 2018. Gallerie Piedicastello. Nella Galleria Nera, 300 metri di installazioni, scenografie, approfondimenti, filmati e documentari originali dell’epoca ripercorrono l’ultimo anno della Grande Guerra. Orario: da martedì a domenica, dalle 9.00 alle 18.00. Chiuso lunedì. Ingresso libero. Info: www. museostorico.it; Tel. 0461.230482; info@museostorico.it. Mostre BÄST: UNDER/ABOVE Apertura: fino a venerdì 30 marzo 2018. Cellar Contemporary by Davide Raffaelli - Via San Martino, 52. Prima personale dell’artista americano in Italia con la quale si porterà lo spirito e la cultura undeground di Brooklyn a Trento. Info: Tel. 0461.1481271; info@ cellarcontemporary.com; www. cellarcontemporary.com/it. Mostre CARLA IACONO - REVELATION Apertura: da venerdì 22 dicembre 2017 a lunedì 26 marzo 2018. Museo Diocesano Tridentino. Mostra a cura di Clelia Belgrado e Domenica Primerano. Orari: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato: 9.30-12.30/14-17.30; domenica: 1013/14-18; giorni di chiusura: ogni martedì, 1° gennaio, 6 gennaio. Info: Tel. 0461.234419; info@museodiocesanotridentino.it; www. museodiocesanotridentino.it. Mostre NINI SU MARTE Apertura: fino a martedì 6 marzo. Impact Hub, Via Sanseverino 95. “Cronistorie” è il NiNi-diario

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di viaggio, disegnato nel corso degli ultimi anni in vari paesi, in omaggio alla diversità di un mondo che ogni cento metri cambia, come diceva Roberto Bolaño. Raccoglie scorci di vite, pensieri, intuizioni, sensazioni - lasciando all’inchiostro la narrazione di ciò che le parole non sempre sono in grado di raccontare. “The International Lovers’ Manifesto” raccoglie le regole del gioco di chi, nella vita, non è mai sazio - né si accontenta di esserlo. Impara! Osa! Gioca! Suona! Viaggia! Sogna! Allora sarai un amante internazionale - e questi i tuoi principi fondamentali. Orario: dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18. Entrata libera. Info: trento. impacthub.net. Mostre GENOMA UMANO - QUELLO CHE CI RENDE UNICI Apertura: da venerdì 23 febbraio 2018 a domenica 6 gennaio 2019. Muse - Museo delle Scienze. La mostra Genoma umano affronta interrogativi importanti per tutti e sui quali, oggi, si concentra un settore importante e promettente della ricerca in campo biologico. È un viaggio tra le nuove sfide offerte dalla genomica, sui rischi e le opportunità generati dall’applicazione delle nuove conoscenze ad ambiti sensibili come quello della salute. Grazie a un percorso interattivo e immersivo, attraverso video e multi-proiezioni e con l’aiuto di altri linguaggi come quello artistico, si affrontano tre questioni fondamentali: quanto conta il DNA, quali altri fattori intervengono nella sua definizione (ad esempio ambiente e stili di vita), come e quanto possiamo intervenire per modificarlo. Info: www.muse.it. Mostre GUERRE O PACE Apertura: da mercoledì 21 marzo a lunedì 16 aprile. Palazzo Trentini. Quindici artisti di Roma, Milano, Vienna e Tokyo, e trentini, propongono con tecniche diverse i loro pensieri, le interpretazioni: le visioni del nostro pianeta lacerato, piagato, insanguinato.

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Fiera 72° MOSTRA DELL’AGRICOLTURA 2018 17-18 marzo 2018 - Polo espositivo Trento Expo in via Briamasco 2. In mostra macchinari e attrezzi per l’agricoltura, il giardinaggio e l’allevamento, uno spazio dedicato alle piante officinali, aromatiche e alle piante grasse, prodotti d’artigianato, stand gastronomici, e l’immancabile polo zootecnico. E ancora laboratori per i bambini e le famiglie, e assaggi e racconti. La Mostra è dislocata su 10 mila metri quadrati, con padiglioni interni e piazzali esterni. Orari: 9.3018.30. Info: www.mostraagricolturatrento.com Fiera LA CASOLARA. LE MIGLIORI PRODUZIONI LATTIEROCASEARIE 17 - 18 marzo 2018. Polo espositivo Trento Expo in via Briamasco 2. Per gli amanti del formaggio anche quest’anno torna La Casolara, in una veste nuova, con numerose attività, laboratori, menù a tema e degustazioni guidate. Una quarantina gli espositori presenti che metteranno in mostra il frutto delle loro produzioni, dalle 10 alle 19. Info: www.lacasolara.com Mostre NEBOJ A DESPOTOVI - BETWEEN THE DEVIL AND THE DEEP BLUE SEA OVVERO FREIE KARTOFFELN Apertura: da venerdì 23 marzo a sabato 28 aprile. Boccanera Gallery - Via Alto Adige, 176. Mostra personale. Info: www.arteboccanera.com. Cultura FRAMMENTI DI VITA - 65 SCATTI DI GIOS BERNARDI Trento. Palazzo Roccabruna - Via SS. Trinità, 24. Apertura: fino a venerdì 23 marzo. La mostra raccoglie una serie di scatti, rigorosamente in bianco e nero, che Gios Bernardi, medico radiologo, ha realizzato in un arco di tempo che va dagli anni ‘50 ai primi anni ‘70. Sessantacinque scatti che ci restituiscono frammenti di vita raccontati attraverso sguardi e sorrisi di sorprendente intensità. Mostra fotografica a cura di Manuela Baldracchi e Paola Bernardi. Ingresso gratuito. Orari di apertura: martedì e mercoledì ore 9-12/14-17; giovedì e venerdì ore 9-12/14-20; sabato ore 17-20 Mostre COSTRUIRE IL TRENTINO. PREMIO DI ARCHITETTURA Apertura: da Sabato 27 gennaio a Domenica 04 marzo 2018. Galleria Civica Trento, Via Belenzani 44. Orario: Martedi - Domenica ore 10.00-13.00/14.00 - 18.00, Lunedi chiuso. Sito internet: www. mart.trento.it. Alla Galleria Civica di Trento una mostra dedicata alla sesta edizione del Premio di ar-


trentinomostre chitettura. Nato con l’obiettivo di promuovere la cultura dell’architettura contemporanea nella Provincia autonoma di Trento, il Premio porta all’attenzione dell’opinione pubblica i migliori edifici realizzati sul territorio, stimolando il dialogo fra addetti ai lavori, istituzioni e cittadini. L’ultimo appuntamento, nel 2012, ha raccolto 146 progetti. La nuova edizione è organizzata dal Circolo Trentino per l’Architettura Contemporanea - Citrac con l’Ordine degli Architetti della Provincia di Trento. Mostre TRENTO FILM FESTIVAL: MANIFESTI 1952 - 2017 Apertura: da Sabato 11 novembre 2017 a Sabato 06 ottobre 2018. Palazzo Roccabruna, Via S. S. Trinità. Orario: Lunedì: chiuso / Martedì e mercoledì dalle ore 8.30 alle 12.00, dalle ore 14.00 alle ore 17.00 / Giovedì e venerdì dalle ore 8.30 alle 12.00, dalle ore 14.00 alle ore 20.00 / Sabato dalle 17.00 alle 20. Costo/note: ingresso libero. Mostra a cura di Roberto Festi. Informazioni: www.palazzoroccabruna.it.

VAL DI SELLA Mostre ONISHI YASUAKI: REVERSE OF VOLUME Apertura: fino a Martedì 01 maggio 2018. Dove: Malga Costa, Val di Sella. In questa installazione intitolata Reverse of volume, lo spazio è delineato da un contorno di forme vaghe, somiglianti a crinali montani. Linee verticali riempiono la parte alta dello spazio. Entrando in questo spazio vuoto, il visitatore è immerso nelle variazioni di ombre e luci soffuse create dal movimento delicato dei fogli, sperimentando una nuova sensibilità data dal percepire una scultura dal suo lato rovescio. Onishi Yasuaki crea sculture che rileggono lo spazio normalmente percepito come vuoto o bianco, attraverso temi potenti quali il volume, la verticalità e la distanza. Usando materiali che non conservano facilmente le forme, quali la colla e i fogli di polietilene, e lavorando con movimenti che dialogano con gli eventi e con il tempo, percepiti come elementi compositivi anch’essi, l’artista applica una delicata sensibilità nel tracciare forme lungo il confine situato tra essere umano e natura. Il materiale trasformato in questo lavoro d’artista, diventa una sostanza che evidenzia l’invisibile e lo spazio si muta in un vascello di bellezza che conserva immaginazione e pensieri infiniti. Attraverso le sculture di Onishi possiamo percepire le scintille del rovescio del mondo in cui viviamo. Informazioni: www.artesella.it.

“GUERRE O PACE” QUINDICI ARTISTI A PALAZZO TRENTINI DESCRIVONO LE LORO VISIONI. UN VIAGGIO NEL DOLORE E NELLA GIOIA. S’INAUGURA IL 21 MARZO ALLE ORE 18

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oltivare la memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza....” sono parole di Liliana Segre neo senatrice sopravvissuta ai campi di sterminio. La memoria è fatta di ricordi trasformati in testimonianze e riflessioni impresse sulla carta e sulle tele. La memoria diventa collettiva quando scorre fra le mani operose degli artisti e si trasforma in messaggio senza spazio e tempo. È quanto ha pensato Aldo Pancheri, pittore ed incisore trentino, fondatore del “Movimento Arte Timbrica”, quando ha ideato “Guerre O Pace” mostra allestita, in collaborazione con il Centro d’Arte La Fonte di Caldonazzo, a Palazzo Trentini sede del Consiglio Provinciale. Quindici artisti,di Roma, Milano, Vienna e Tokyo, e trentini, propongono con tecniche diverse, fino al 16 aprile, i loro pensieri, le interpretazioni: le visioni del nostro pianeta lacerato, piagato, insanguinato. In Guerre o Pace la scultrice romana Alba Gonzales ci colpisce con la scheletrica orripilante raffigurazione della guerra e la sognante Irenea, la costruttrice di pace. Bruno Lucchi affida le sue plastiche creazioni alle poesie di Giuseppe Ungaretti che dalla guerra trasse alcuni lavori che gli valsero il Nobel. Simone Turra sceglie la terracotta e il marmo per raffigurare il peccato, la desasparecida e la riconciliazione. Elena Fia Fozzer sottolinea il contrasto fra invasione ed armonia con la filosofia geometrica del cerchi nel quadrato, lacerati entrambi dalle punte triangolari. Sergio Dangelo 85 anni e Lome, Lorenzo Menguzzato, 50 anni sintetizzano l’esperienza di due generazioni collaborando ad opere coloratissime di grande impatto visivo. Paolo Tomio sviluppa tre opere sulla strage degli innocenti usando colori freddi dove il dramma diventa agghiacciante. Paolo Borioli affida il suo pensiero sul tramonto della ragione, causa di ogni guerra, ai colori del cielo affidando all’azzurro il sogno di pace. Aldo Pancheri affronta il tema con la consueta, colorata poesia unita alla tecnica dell’arte timbrica descrivendo l’inferno della guerra e il silenzio della pace. Pietro Verdini si lascia attrarre da alcuni sprazzi di varie tinte frammiste ai classici blu e nero, per descrivere la mostruosa ragione degli uomini, la perdita della coscienza. Il giapponese Shuhei Matsuyama affonda nei diversi toni del bianco il contrasto fra guerre e pace, la tela diventa un sudario trafitto dall’orizzonte oltre il quale s’ intravvede la speranza. Rudolf Hass si affida al collage per offrire coloratissimi ambienti quotidiani. Barbara Cappello (foto a sinistra) trascende il suo essere donna non concedendo nulla alla tenerezza e ci fa riflettere sullo strazio del corpo attraversato dai proiettili delle ideologie. Silvio Cattani si lascia contaminare dalla poesia di Garcia Lorca odiato in quanto poeta e ancor di più come omosessuale. Infine Nicoletta Veronesi le cui opere geometriche, coloratissime circondano i simboli della prigionia nella guerra e della libertà in pace. La mostra aperta fino al 16 aprile negli orari di ufficio consente un viaggio nel colorato e fantasioso mondo di artisti nostri contemporanei ed un’esperienza artistica all’altezza delle migliori proposte del nostro tempo Waimer Perinelli

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trentinoappuntamenti

TRE GRANDI MOMENTI A TEATRO E MOLTO ALTRO

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ono tre gli appuntamenti del mese di marzo per la “Grande Prosa” del Centro S.Chiara a partire da quello con le “Sorelle Materassi” nel libero

adattamento di Ugo Chiti dal romanzo di Aldo Palazzeschi. È Natalino

Balasso il protagonista principale di

“Smith & Wesson” di Alessandro Baricco per la regia di Gabriele Vacis proposto al Sociale dal 15 al 18. un omaggio ad Umberto Eco invece “Il nome della rosa” nella versione teatrale di Stefano Massini per la regia e adattamento di Leo Muscato al Sociale dal 22 al 25. Approda anche a Trento, il 14 marzo al Teatro SanbàPolis uno dei tour più curiosi di questo 2018 sul fronte della musica d’autore italiana. Si tratta di “Contemporaneamente insieme” lo spettacolo che vede insieme sul palco

Dente, uno dei più amati cantautori italiani, e il poeta Guido Catalano. È una delle voci femminili al top oggi in Italia, sia per la

GUIDO CATALANO

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asce a Torino nel 1971. A 17 anni decide che vuole diventare una rockstar, più tardi ripiega sulla figura di poeta professionista vivente, che ci sono più posti liberi. Produce sei libri di poesie. Le raccolte Ti Amo Ma Posso Spiegarti e Piuttosto Che Morire M’Ammazzo, edite da Miraggi Edizioni, vendono oltre 30.000 copie. La lobby dei poeti lo accusa di essere un cabarettista, la lobby dei cabarettisti di essere un poeta: nonostante tutto Catalano rimane vittima di un passaparola irresistibile e i suoi versi iniziano a diffondersi sui social, nei bar delle periferie, nei circoli Arci, nelle librerie, sui palchi dei centri sociali, nei festival letterari e anche in quelli musicali. Conquista anche i palchi dei teatri e dei live club più importanti d’Italia registrando diversi sold out. Nel febbraio 2016 pubblica per Rizzoli, il primo romanzo dell’ultimo dei poeti, D’Amore Si Muore Ma Io No. Parte per il suo Grand Tour 2016, dopo più di cento date in tutta Italia isole comprese, 34.000 km e diversi sold out, si ritira a vita solitaria nella sua dimora torinese. Il 2017 è l’anno del nuovo libro di poesie dal titolo Ogni Volta Che Mi Baci Muore Un Nazista, edito da Rizzoli.

sua partecipazione come giudice al talent X Factor su Sky

James Senese nel 2018 festeggia i suoi primi 50

sia per il successo estivo del brano «Pezzo di me». La

anni di carriera con un doppio album dal vivo, registrato

cantautrice siciliana Levante sarà anche a Trento, il 3 marzo all’Auditorium, per un concerto organizzato da Fiabamusic con il

durante il tour invernale scorso, che conterrà i suoi grandi successi e due inediti, e un tour ricco di sorprese, entrambi previsti per aprile 2018. In attesa del disco James Senese

Centro Santa Chiara.

anima dei Napoli

Reduce da un lunghissimo

di date che porteranno la storica formazione napoletana

tour (oltre 200 concerti in tre anni) che lo ha portato a girare l’Italia e l’Europa per promozionare O’ Sanghe (Ala Bianca/Warner), album uscito nel 2016 e vincitore della Targa Tenco, l’instancabile artista partenopeo

Centrale è in tour per una serie

anche al Melotti di Rovereto l’8 marzo alle 21.

Giovanni Allevi usa per delineare le forme del

suo nuovo cd “Equlibirum” al centro del live del 23 marzo all’Auditorium S. Chiara di Trento L’artista sarà sul palco con il pianoforte accompagnato da 13 selezionati Archi dell’Orchestra Sinfonica Italiana. Un musicista Lee

Ranaldo (ex Sonic Youth) che

torna in Italia per una serie di date fra cui quella del 6 marzo al Teatro di Sanbàpolis per la rassegna Transiti proposta dal Centro S. Chiara.

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trentinoappuntamenti 1 GIOVEDÌ Cultura CHI È DI SCENA? Pergine Valsugana. Ore 18. Teatro Comunale. Foyer “B. Roner”. Appunti di storia del teatro narrati e interpretati dalla voce del prof. Piero Leonardi. “La commedia e il Melodramma nel Sei e Settecento. Molière e Goldoni. Tra Settecento e Ottocento. Da Alfieri a Manzoni: il Romanticismo. Per prenotazioni e info: Cell. 335.7636793 o scrivere un e-mail a amicidellastoriapergine@gmail.com. Cultura CONFERENZA Mattarello. Ore 20.30. Centro civico S. Vigilio - Sala Perini. “Viaggi di guerre e povertà: Uganda, Kuwait, Afganistan”. Dialogo e immagini con Giorgio Salomon. Si parlerà di viaggi in bici, a piedi; viaggi intrapresi per documentare e testimoniare eventi; viaggi fatti con la fantasia e la speranza; impegni concreti per la soluzione di problemi intrinseci al territorio; la grande storia dei viaggi biblici di ieri e oggi. Teatro FATTI DI NUMERI Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, via della Malpensada 82. Teatro dell’Orsa. Spettacolo di Monica Morini, Bernardino Bonzani, Michele Ferri, Annamaria Gozzi, Alessandro Scillitani con Monica Morini, Bernardino Bonzani, Michele Ferri, Gaetano Nenna. Info: www.teatrodellameraviglia.it. Teatro GITIESSE ARTISTI RIUNITI: SORELLE MATERASSI Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana. Libero adattamento di Ugo Chiti, dal romanzo di Aldo Palazzeschi. Regia Geppy Gleijeses con Lucia Poli, Milena Vukotic e Marilù Prati. Info: www. centrosantachiara.it. Teatro SORELLE MATERASSI Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale - Via Oss Mazzurana, 19. Il romanzo capolavoro di Aldo Palazzeschi, pubblicato nel 1934 e già più volte approdato con successo al cinema, in televisione e in teatro, torna felicemente sulle scene in uno spettacolo di grande divertimento. Ambientato nei primi anni del secolo scorso, narra la vicenda di quattro donne che vivono una vita tranquilla e isolata: tre sorelle e la loro fedele domestica. Tutto sembra scorrere su tranquilli binari, quando in casa Materassi giunge il giovane nipote Remo. Bello, pieno di vita e spiritoso, diventa l’oggetto di una predilezione venata di inconsapevole sensualità. E così il sereno benessere della vita familiare comincia a incrinarsi... Libero adattamento di Ugo Chiti, dal romanzo di Aldo Palazzeschi, regia Geppy Gleijeses con Lucia

Poli, Milena Vukotic e Marilù Prati. Info: www.csc.tn.it; n. verde 800.013952.

2 VENERDÌ Cultura CHI È DI SCENA? Pergine Valsugana. Ore 18. Teatro Comunale. Foyer “B. Roner”. Appunti di storia del teatro narrati e interpretati dalla voce del prof. Piero Leonardi. “L’Ottocento. Il teatro borghese. Il teatro russo e scandinavo. Ibsen. Verso il teatro contemporaneo. Il dissolvimento della ragione: da Pirandello a Beckett. Per prenotazioni e info: Cell. 335.7636793 o scrivere un e-mail a amicidellastoriapergine@ gmail.com. Danza VON Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti. Compagnia STALKER_Daniele Albanese; idea e realizzazione di Daniele Albanese, con Daniele Albanese, Marta Ciappina e Giulio Petrucci, musica originale di Lorenzo Donadei e Luca Nasciuti. L’orizzonte degli eventi delimita, in un buco nero, una immaginaria superficie di spazio-tempo, una zona di confine e di passaggio tra ciò che è chiaro e leggibile e ciò che è oscuro e misterioso. È questa la zona di indagine di Von: una riflessione sulla danza intesa come continua mutazione e trasformazione. Info: www.teatro-zandonai. it; www.comune.rovereto.tn.it. Danza ANDREA SCANZI: RENZUSCONI Trento. Ore 18 e ore 21. Teatro S. Marco, Via San Bernardino 6. In scena il nuovo spettacolo di Andrea Scanzi. Biglietto unico 20,00 €. Prenotazione via e-mail artedelfarridere@gmail.com. Info: www. teatrosanmarco.it. Musica CONCERTO Trento. Ore 20.30. Società Filarmonica - Via Verdi, 30. Concerto con Isabelle Faust, violino e Alexander Melnikov, pianoforte su musiche di Schumann/Brahms/ Dietrich: Sonata F-A-E; J. Brahms: Sonata n. 1 op. 78 ‘Regenlied’; J. Brahms: Sonata n. 2 op. 100 ‘Thun’; J. Brahms: Sonata n. 3 op. 108. Info: Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it; www. filarmonica-trento.it. Musica GALEFFI Rovereto. Ore 21. Smart Lab, Viale Trento. Musica con il cantautore indie romano Galeffi. Ingresso 10 €. Teatro SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE Rovereto. Ore 20.45. Teatro “Zandonai”.Spettacolo di Luigi Pirandello con la Compagnia Teatrale “al Castello” di Foligno. Nell’ambito

della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Concorso nazionale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA CAMERIERA BRILLANTE Pomarolo. Ore 20.45. Auditorium. Spettacolo di Carlo Goldoni con la Compagnia “La Barcaccia” di Verona. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Circuito. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro GRISÙ, GIUSEPPE E MARIA Volano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Gianni Clementi con la Compagnia Teatrale “La Moscheta” di Colognola ai Colli. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Circuito. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro SORELLE MATERASSI Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale - Via Oss Mazzurana, 19. Libero adattamento di Ugo Chiti, dal romanzo di Aldo Palazzeschi, regia Geppy Gleijeses con Lucia Poli, Milena Vukotic e Marilù Prati. Info: www.csc.tn.it; n. verde 800.013952. Teatro IL COSMONAUTA DANTE ALLE ORIGINI DELL’UNIVERSO Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, Via della Malpensada 82. Dante aveva (forse) capito tutto... il Big Bang e Dio sono la stessa cosa? Di Anna Pegoretti (Dipartimento di Studi Umanistici, Università Roma Tre) e Leonardo Ricci (Dipartimento di Fisica, Università di Trento). Info: www.teatrodellameraviglia. it; Tel. 0461.924470; info@teatroportland.it.

3 SABATO Escursionismo S’CIAVATADA AL CIAR DE LUNA Bedollo. Ciaspolata dal Bio Hotel Brusago e dal Passo del Redebus fino all’Agritur Malga Stramaiolo con cena, musica e brûlé per tutti. fino al Programma: alle 18 partenza dal Bio Hotel Brusago o dal Passo del Redebus. Dalle 20 alle 21 arrivo dei partecipanti all’Agritur Malga Stramaiolo e brûlé per tutti e dalle 21 cena con menù tipico, musica e tanta allegria a malga Stramaiolo. Partecipazione a pagamento, Cell. 340.1708438. Info e iscrizioni: 340.542853. Musica LEVANTE Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, Via Santa Croce. La cantautrice siciliana torna in tour nel 2018 con i suoi nuovi spettacoli “Caos in Europa” e “Caos nei teatri”. Info: www.centrosantachiara.it. Musica AMELIA - STORIA DI UNA DONNA STRAORDINARIA Tione. Ore 20. Teatro Comunale. Progetto a cura della Scuola di Musica “I Minipolifonici” di Trento, in collaborazione con SMG - Scuola Musicale Giudicarie. Musica di Valentina Massetti; Giulia Panozzo, solista nel ruolo di Amelia; Coro Voci Bianche “I Minipolifonici”; Annalia Nardelli, maestra del coro; Orchestra Giovanile “I Minipolifonici”; Stefano Chicco, direttore. Info: Tel. 0465.322921. Musica IF - PINK FLOYD TRIBUTE BAND Pergine Valsugana. Ore 21. Teatro Comunale. La band milanese inaugura il tour 2018 con “The secret of mrs. Floyd”, lo show che vuole aggiungere l’ “ingrediente segreto” ad uno spettacolo già ricco di effetti speciali. L’eterea musica dei Pink Floyd suonata interamente dal vivo, animata dall’ormai consolidato corpo di 93

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trentinoappuntamenti ballo M.A.Dancers dà vita a un’intrigante “storia nella storia” nella quale il video inedito è un inaspettato filo conduttore. Info: www. visitvalsugana.it. Teatro L’ANGELO NATO DA UN SOGNO Altavalle. Ore 21. Molin de Portegnach a Faver. Spettacolo teatrale di e con Enzo Cecchi. Ingresso: € 10,00. Info: info@sorgente90.org; www.sorgente90.org. Teatro QUANDO LA MOGLIE È IN VACANZA Civezzano. Ore 20.45. Teatro comunale Luigi Pirandello. All’interno della XIV Rassegna Teatrale Bruno Palaoro rappresentazione teatrale presentata dall’Ass. Cult. Luci della Ribalta di Bolzano. Ingresso: intero € 6,00, ragazzi fino a 12 anni € 4,00. Info: filocivezzano@gmail. com; www.filocivezzano.it. Teatro L’HOTEL DEL LIBERO SCAMBIO S. Lorenzo in Banale. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di George Feydeau con la Compagnia “Gustavo Modena” di Mori. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro BASTA PARLAR MALE DELE DONE! Lavarone. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Claudio Pasquini con la “Filolevico” di Levico Terme. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TANGO, MONSIEUR? Albiano. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Aldo Lo Castro con la Filodrammatica di Ora. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro VOLEVO IL MAGGIORDOMO Civezzano. Ore 20.45. Teatro “Luigi Pirandello”. Spettacolo di Mario Alessandro Paolelli con il Gruppo Teatrale “Sipario Amico” di Merano. Nell’ambito della rassegna teatrale “Bruno Palaoro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’OSTERIA DELLA PACE Coredo. Ore 21. Teatro “Dolomiti”. Spettacolo di Luisa Pachera con la Filodrammatica di Ton. Nell’ambito della rassegna teatrale “4 risate a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUA MOGLIE NON LO FAREBBE Villazzano. Ore 20.45. Nuovo Teatro. Spettacolo di e con l’Associazione Culturale “La Baraca”

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di Martignano. Nell’ambito della rassegna teatrale a Villazzano. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro VAGO... MA TORNO! Zambana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo da “I tre testamenti” di Giuseppina Cattaneo trad. e adattamento dialettale di Giusy Zanvettor con la Compagnia “Aldebaran” di Ziano di Fiemme. Nell’ambito della 14ª rassegna teatrale in dialetto trentino. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ROMPIBALLE Cognola. Ore 20.45. Teatro Auditorium. Spettacolo di Francis Veber - trad. di Filippo Ottoni con “T.I.M. - Teatro Instabile Meano”. Nell’ambito di “Insieme a teatro sull’Argentario 2018”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro GO NA FIOLA BELLISSIMA Mezzocorona. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Valerio Di Piramo - trad. dialettale di Valerio Bombardelli con la Filodrammatica di Sopramonte. Nell’ambito della rassegna teatrale 2018. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro EN SO TANTE SUL SOL LEVANTE Rumo. Ore 20.45. Auditorium. Spettacolo di Andrea Oldani - trad. e adattam. dialettale di Ernesto Paternoster con la Filodrammatica “S. Rocco” di Nave S. Rocco. Nell’ambito della rassegna teatrale 2018. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro GIALLO CANARINO Malé. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Mario Pozzoli con la Compagnia Teatrale “Virtus in Arte” di Malè. Nell’ambito della rassegna teatrale “Teatrando 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro RICETTE D’AMORE Tuenno. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Cinzia Berni con il Gruppo Teatrale Giovanile di Roncegno. Nell’ambito della rassegna teatrale a Tuenno. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro BERTOLDO Lizzana. Ore 20.45. Teatro “S. Floriano”. Spettacolo di Giulio Cesare Croce con la Filodrammatica “S. Martino” di Fornace. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Concorso regionale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro LE SORELLE TRAPUNTA Serravalle. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Giuseppina Cattaneo con la Filodrammatica di Viarago. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Circuito. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EL PRINCIPE REMENGO Sabbionara d’Avio. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Graziano Ferrari con il Gruppo Teatrale “I Sottotesto” di Nogaredo. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Circuito. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro COME SI RAPINA UNA BANCA Mori. Ore 20.45. Teatro “Sociale”. Spettacolo di Samy Fayad con la Compagnia Teatrale “Giorgio Totola” di Verona. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Circuito. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTTI AL CENTRO BENESSERE Trambileno. Ore 20.45. Auditorium “Moscheri”. Spettacolo di Franco Kerschbaumer con la Filodrammatica “S. Gottardo” di Mezzocorona. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Circuito. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TE’NERAMENTE ENSEMA Vallarsa. Ore 20.45. Teatro “S. Anna”. Spettacolo di Antonia Dalpiaz con il Gruppo Teatrale “Gianni Corradini” di Villazzano. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Circuito. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro MASSA VECIO PER ME FIOLA Pedersano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Loredana Cont con la Compagnia “Filogamar” di Cognola. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Circuito. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BASTA PARLAR MALE DELE DONE Lavarone. Ore 21. Cinema-Teatro “Dolomiti”. Spettacolo di Claudio Pasquini con “Filolevico” di Levico Terme. Nell’ambito della 6ª edizione di Lavarone a teatro. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro SORELLE MATERASSI Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale - Via Oss Mazzurana, 19. Libero adattamento di Ugo Chiti,

dal romanzo di Aldo Palazzeschi, regia Geppy Gleijeses con Lucia Poli, Milena Vukotic e Marilù Prati. Info: www.csc.tn.it; n. verde 800.013952. Teatro SOTTO UN’ALTRA LUCE. LO SPETTACOLO DELLA FISICA Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, Via della Malpensada 82. La fisica come la vedono i ricercatori, fatta di emozioni, incantesimi e scoperte. Uno spettacolo per bambini dai 9 ai 99 anni, in grado di incuriosire, coinvolgere e incantare attraverso il linguaggio e la meraviglia della scienza. Spettacolo di e con Marina Carpineti, Marco Giliberti e Nicola Ludwig. Regia di Flavio Albanese. Una produzione “Lo spettacolo della Fisica” del Dipartimento di Fisica della Statale di Milano. Info: www.teatrodellameraviglia.it; Tel. 0461.924470; info@ teatroportland.it. Teatro ragazzi LA REGINA DELL’ACQUA Trento. Ore 20. Teatro San Marco, Via San Bernardino 8. In questa rivisitazione della fiaba “La regina della neve”,il coniglio Cilindro interpreterà la parte di Kai e la papera Diva quella di Gerda. Tra loro però non corre buon sangue. Per raccontare la fiaba avranno bisogno dell’aiuto del pubblico. Produzione: Gli Alcuni, di D. Stefanato e con L. Feltrin e M. Re. Info: www.teatrosanmarco.it, Tel. 0461.233522; info@teatrosanmarco.it.

4 DOMENICA Cultura IO PER TE SONO L’ALTRO Trento. Ore 16. Spettacolo a cura di il Funambolo con Clara Setti e Guido Laino. Io per te sono l’altro propone un racconto eccentrico delle opere del Museo, che modifica, interroga e confonde continuamente la posizione dell’altro. L’azione teatrale prende spunto da alcune opere esposte che raccontano di viaggi, di ospitalità ricevuta o negata, di apertura o di diffidenza nei confronti dello sconosciuto, del restare fuori o dell’essere ammessi dentro, dell’altro, dell’estraneo, dello straniero. Partecipazione libera e gratuita. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; www.museodiocesanotridentino.it. Montagna 28^ SCIALPINISTICA LAGORAI CIMA D’ASTA Cima d’Asta. Gara di scialpinismo lungo i pendii del massiccio di Cima D’Asta, considerata imperdibile dagli amanti degli sci con le pelli di foca poiché questa competizione unisce due irrinunciabili elementi per chi sceglie di cimentarsi nello scialpinismo: una natura ancora incontaminata e un percorso di alto livello. La presenza sul tracciato di gara di moltissimi


trentinoappuntamenti Volontari, Soccorritori preparati e una buona organizzazione, ha dato alla manifestazione una costante crescita. Vi aspettiamo tutti, per vivere assieme sportivamente una giornata indimenticabile... Info: www.cimadastaskialp.it. Musica CONCERTO DI CANZONI POPOLARI Villazzano. Ore 16. Teatro di Villazzano, Via U. Giordano 6. Concerto de Gli amici della fisa di Pietramurata. Info: www.teatrodivillazzano.it. Musica I CONCERTI DELLA DOMENICA Trento. Ore 10.30. Società Filarmonica, Via Verdi 30. Gabriele Bortoluzzi - violino; Federica Bortoluzzi - pianoforte. W. A. Mozart (1756-1791): Sonata in Sol magg. KV 379; L. van Beethoven (17701827): Sonata in La magg. n. 9 op. 47 “Kreutzer”; J. Brahms (18331897): Sonata in re min. n. 3 op. 108. Info: www.filarmonica-trento. it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Teatro EL CAMP DEI FRATI Trento. Ore 16. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di Silvio Castelli con il Gruppo “Amici del Teatro” di Serravalle. Nell’ambito della 22ª edizione di Palcoscenico Trentino Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro SORELLE MATERASSI Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale - Via Oss Mazzurana, 19. Libero adattamento di Ugo Chiti, dal romanzo di Aldo Palazzeschi, regia Geppy Gleijeses con Lucia Poli, Milena Vukotic e Marilù Prati. Info: www.csc.tn.it; n. verde 800.013952. Teatro PARLA COME MANGI: LA FISICA AL RISTORANTE Trento. Ore 18. Teatro Sanbàpolis, Via della Malpensada 82. Una lezione con degustazione! Una lezione di arte culinaria e di fisica... per capire un po’ meglio cosa c’è dietro (e dentro) il cibo che mangiamo. Di e con Marina Carpineti - Dipartimento di Fisica Università degli Studi di Milano e gli studenti dell’Alta Formazione Professionale della Cucina e della Ristorazione dell’Istituto ENAIP di Tione di Trento. Info: www.teatrodellameraviglia.it; Tel. 0461.924470; info@ teatroportland.it. Teatro COSE DELL’ANTI-MONDO Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, Via della Malpensada 82. Storia di come ci siamo imbattuti nell’antimateria e di come poi però non l’abbiamo (quasi) mai vista. Di e con Roberto Iuppa - Dipartimento

di Fisica Università degli Studi di Trento e con Nadia Ischia (artista della sabbia). Info: www.teatrodellameraviglia.it; Tel. 0461.924470; info@teatroportland.it.

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Musica GERSHWIN & BERNSTEIN Trento. Ore 9 e ore 10. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. G. Gershwin: Rapsodia in Blue L. Bernstein: West Side Story. Accanto ad alcuni brani improvvisati, saranno impegnati in due grandi pagine Societa’ soggetta di all’attivita’ di edirezione e coordinamento di Gruppo SpaGiotto via Giotto – 39100 Bolzano.Das DasUnternehmen Unternehmen untersoggetta all’attivita’ direzione coordinamento da partedadiparte Gruppo SantiniSantini Spa via 4/a 4/a – 39100 Bolzano. unterclassiche della musica Societa’ vicina al und steht der Leitung und Koordination derSantini GruppeAG Santini • CF &02754960215 P.IVA 02754960215 & MwSt.Nr. 500.000i.vi.v v.e.Gesellschaftskapital Gesellschaftskapital steht der Leitung Koordination der Gruppe • CFAG & P.IVA St.Nr.St.Nr. & MwSt.Nr. Cap.Cap. soc.soc. 500.000 - -v.e. Ufficio Registro imprese: CCIAA BZ,diNumero di iscrizione 02754960215 • Eintragung die Handelskammer Bozen, Eintragungsnummer 02754960215 02754960215 Ufficio Registro imprese: CCIAA BZ, Numero iscrizione 02754960215 • Eintragung in dieinHandelskammer Bozen, Eintragungsnummer jazz firmate dall’americano GeorCF & P.IVA 01535160210 St.Nr. & MwSt.Nr. Banca Cassa di Risparmio di Bolzano ge Gershwin: la Rapsodia in Blue CF &Cap. P.IVA 01133050219 St.Nr. & MwSt.Nr. Banca Cassa Rurale di Bolzano Ag.3 soc. 100.000 € Ges. Kap. Bank Sparkasse Bozen Cap.Ufficio soc. 500.000 i.v. - v.e.CCIAA Ges. Kap. Raiffeisenkasse 3 e da Leonard Bernstein: West SiRegistro €imprese: BZ, Nr. d. iscr. 01535160210 BankIBAN IT 39 T 06045Bozen 11616Ag. 000000021000 Uff. reg. impr. C.C.I.A.A. BZ 01133050219 Eintr. HK BZ IBAN: IT 86 Y 08081 11603 000303000702 de Story nella quale lavoreranno assieme a due pianoforti. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonicatrento.it.

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Societa’ soggetta all’attivita’ direzione e BZ, coordinamento da parte di Gruppo•Santini Spainvia 4/a – 39100 Bolzano. Das Unternehmen unterUfficio Registro di imprese: CCIAA Numero di iscrizione 02754960215 Eintragung dieGiotto Handelskammer Bozen, Eintragungsnummer 02754960215 steht der Leitung und Koordination der Gruppe Santini AG • CF & P.IVA 02754960215 St.Nr. & MwSt.Nr. Cap. soc. 500.000 i.v - v.e. Gesellschaftskapital Ufficio Registro imprese: CCIAA BZ, Numero diCFiscrizione 02754960215St.Nr. • Eintragung in die Handelskammer Banca Bozen,Cassa Eintragungsnummer & P.IVA 01713030219 & MwSt.Nr. Rurale di Bolzano02754960215


trentinoappuntamenti Musica OTTAVIO DANTONE IN CONCERTO Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium Santa Chiara, via Santa Croce 67. Ottavio Dantone, direttore; Delphine Galou, contralto su musiche di A. Vivaldi: Dorilla in Tempe: Sinfonia; L’incoronazione di Dario: “D’un bel viso”; Andromeda liberata: “Sovente il sole”. G. F. Händel: Alcina: Ouverture, Gavotte, Sarabande, Alla breve; Alcina: “Vorrei vendicarmi”; Giulio Cesare in Egitto: “Se in fiorito ameno prato”; Rinaldo: “Venti, turbini, prestate”. C. W. Gluck: Paride ed Elena: “Le belle immagini d’un dolce amore”. J. Haydn: Sinfonia n. 83 in sol minore, Hob. I: 83 “La Poule”Biglietto intero 25 €, ridotto over 65 15 €, ridotto under 26 5 €. Info: www.haydn.it. Teatro MOGLIE E BUOI Trento. Ore 21. Teatro S. Marco, Via San Bernardino 6. Spettacolo di e con Coro Castel Pergine e Il teatro delle quisquilie. Info: www. teatrosanmarco.it. Teatro SIC TRANSIT GLORIA MUNDI - E SE IL PROSSIMO PAPA FOSSE DONNA? Ala. Ore 21. Teatro G. Sartori. Ippogrifo Produzioni. Drammaturgia e regia di Alberto Rizzi, con Chiara Mascalzoni. Info su costi, biglietti, abbonamenti: www.comune.ala.tn.it.

8 GIOVEDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Ore 17.30. Museo Diocesano Tridentino. “Il velo: un’eredità, una permanenza, un paradosso, un oggetto che fa discutere”. Con Maria Giuseppina Muzzarelli. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; www.museodiocesanotridentino.it. Cultura IL VELO: UN’EREDITÀ, UNA PERMANENZA, UN PARADOSSO, UN OGGETTO CHE FA DISCUTERE Trento. Ore 17.30. Museo Diocesano Tridentino, Piazza Duomo 18. Ciclo di incontri a margine della mostra Re-velation. Con Maria Giuseppina Muzzarelli. La partecipazione agli incontri è libera e gratuita. Info: Tel. 0461.234419; info@museodiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it. Cultura CONFERENZA Trento. Ore 17.30. Museo Diocesano Tridentino. “Il velo: un’eredità, una permanenza, un paradosso, un oggetto che fa discutere”. Conferenza di Maria Giuseppina Muzzarelli. Info: Museo Diocesano

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Tridentino Tel. 0461.234419; www. museodiocesanotridentino.it. Montagna LA SPORTIVA EPIC SKI TOUR Val di Fiemme - Val di Fassa. Fantastiche gare di sci alpinismo che verranno disputate tra la Val di Fiemme e Val di Fassa accompagnate da intrattenimento e festeggiamenti. Info: www.epicskitour.com. Musica BELIZE Pergine Valsugana. Ore 20.30. Foyer del Teatro Comunale. A Pergine arrivano i Belize con un sound che interpreta le molteplici sfaccettature dell’urban music per la terza data trentina di #UploadOnTour + 3 bands UploadSounds 2018. Info: www.uploadsounds.eu. Musica JAMES SENESE E NAPOLI CENTRALE E MR. SCRUFF Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti. Info: www.centrosantachiara. it; n. verde: 800.013952 .

9 VENERDÌ Danza D’ICI-BAS Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, via della Malpensada n. 88. Compagnie Lève un Peu les Bras; soggetto/messa in scena Paul Canestraro, interpretazione Camille Brulais o Anna Konopksa, Niels Dalery, Pauline Journe, Clément Le Disquay scenografia Clementine Dercq, Hannah Daugreih luci Fabrice Sarcy musiche Paul Canestraro produzione Compagnie Lève Un Peu Les Bras. Un’esperienza di coabitazione in cui quattro interpreti utilizzano le loro capacità fisiche e artistiche per saltare, volare, arrampicarsi e condividere uno spazio tanto fisico quanto psicologico. Lo spazio chiuso li costringe a trovare nuove soluzioni dimensionali, nuove prospettive relazionali. La dimostrazione che la coesione ci rende più forti e che la possibilità di vivere insieme può essere la fonte di una grande speranza. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Enogastronomia HAPPY CHEESE Passo Valles. Ore 17. Rifugio Capanna Valles. Formaggi e prodotti di Fiemme & vini Cantine Monfort. Info: www.visitfiemme.it. Montagna LA SPORTIVA EPIC SKI TOUR Val di Fiemme - Val di Fassa. Fantastiche gare di sci alpinismo che verranno disputate tra la Val di Fiemme e Val di Fassa accompagnate da intrattenimento e festeggiamenti. Info: www.epicskitour.com.

Teatro EL PORO PERO Rovereto. Ore 20.45. Teatro “Zandonai”. Spettacolo di Achille Campanile con la Compagnia Teatrale “La Barcaccia” di Verona. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Concorso nazionale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PERICOLO DI COPPIA Pomarolo. Ore 20.45. Auditorium. Spettacolo di Marco Cavallaro con l’Associazione Culturale “Le Voci di Dentro” di Mezzolombardo. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Circuito. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro CAMERA A ORE Volano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Elisabetta Squarcina da Fritz Wempner con il Teatro dell’Attorchio di Cavaion Veronese. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Circuito. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ANIMALI DA BAR Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Una commedia divertente, ma feroce e graffiante, ambientata in un bar abitato da personaggi strani: un vecchio razzista; una donna ucraina che sta affittando il proprio utero a una coppia italiana; un imprenditore ipocondriaco; un buddista che subisce violenze domestiche dalla moglie; uno zoppo che deruba le case dei morti il giorno del loro funerale; uno scrittore alcolizzato. Sei animali notturni, che provano a combattere, nonostante tutto, aggrappati ai loro squallidi sogni. Spettacolo di Gabriele Di Luca; regia Alessandro Tedeschi, Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti con Beatrice Schiros, Gabriele Di Luca, Pier Luigi Pasino, Paolo Li Volsi. Info: www.csc.tn.it; n. verde 800.013952. Teatro RIFIUTI SPECIALI: M.OTHER Arco. Ore 21. Centro giovani intercomunale Cantiere 26. Testo e regia di Manuela Fischietti con Manuela Fischietti, Ornela Marcon e Beatrice Uber. Teatro ARDITODESÌO: MIO FRATELLO RINCORRE I DINOSAURI Trento. Ore 21. Adattamento teatrale di Christian Di Domenico e Carlo Turati. Dall’omonimo romanzo di Giacomo Mazzariol. Con Christian Di Domenico. Regia Andrea Brunello. Lo spettacolo sarà accompagnato da una degustazione di vini offerta da Cantina Vivallis durante la quale sarà possibile confrontarsi con i componenti

delle compagnie ospitate. Info: www.teatroportland.it.

10 SABATO Cultura IL MIO POSTO NEL MONDO Mattarello. Ore 20.30. Centro civico S. Vigilio. Sala Perini. Spettacolo musicale di e con il coro Vocinmusica. Spettacolo musicale ideato, prodotto e interpretato da un gruppo di giovani, con l’intento di far viaggiare lo spettatore attraverso diversi continenti e culture. Vuole scuotere l’animo umano con domande che troppo spesso sono anestetizzate dalla nostra società e dal nostro agio. Esorta a riflettere e mettersi ancora una volta in cammino perché non si finisce mai di cercare il proprio posto nel mondo. Ingresso libero. Enogastronomia HAPPY CHEESE Bellamonte. Ore 11. Baita Ciamp de le Strie. Puzzone di Moena DOP e vini Villa Corniole. Info: www.visitfiemme.it. Montagna LA SPORTIVA EPIC SKI TOUR Val di Fiemme - Val di Fassa. Fantastiche gare di sci alpinismo che verranno disputate tra la Val di Fiemme e Val di Fassa accompagnate da intrattenimento e festeggiamenti. Info: www.epicskitour.com. Musica DOLOMITI SKI JAZZ 2018 Val di Fiemme. Ore 12. Baita Ciamp de le Strie, Bellamonte. “Happy Cheese” con Tiger Dixie Band (Italia); Paolo Trettel (tromba), Stefano Menato (clarinetto), Fiorenzo Zeni (sax), Gigi Grata (trombone), Andrea Boschetti (banjo), Giorgio Beberi (sax basso), Claudio Ischia (batteria). Ore 21. Auditorium Palafiemme, Cavalese. Gegè Telesforo Quintet (Italia): Gegè Telesforo (voce), Alfonso Deidda (sax, flauto, tastiere, voce), Seby Burgio (pianoforte, tastiere), “Brother” Joseph Bassi (contrabbasso), Dario Panza (batteria). Info: www.dolomitiskijazz. com; info@dolomitiskijazz.com. Musica BOMBABÀ! CORORCHESTRA DEL MONTE BALDO E CORO ANTHEA Brentonico. Ore 21. Cinema Teatro Monte Baldo. Coro Anthea sezioni femminile e mista, Attilio Amitrano fisarmonica, Andreaceleste Broggio arpa, Cristian Ferrari pianoforte, Gabriele Girardelli armonica a bocca, Imerio Lorenzini chitarra, Manuel Michelini corno, Davide Sberze violino, Massimo Zenatti clarinetto. Quinto Canali ideazione e direttore. Info: www. trentinospettacoli.it.


trentinoappuntamenti Teatro IL GATTO IN TASCA Roncegno Terme. Ore 20.45. Teatro parrocchiale. Spettacolo con la Filodrammatica “Amicizia” - Romeno, commedia di George Feydeau, regia di Bruno Vanzo. Biglietto intero € 7, ridotto € 6. Info: www.visitvalsugana.it. Teatro TOVARISC - MILIARDARI SENZA UN SOLDO Ravina. Ore 20.30. Teatro “Demattè”.Spettacolo di Jaques Deval - trad. di Luigi Lunari con la Compagnia “GAD - Città di Trento”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro BERTOLDO Valforiana di Casatta. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Giulio Cesare Croce - libero adatta. In dial. trentino di Camillo Caresia con la Filodrammatica “S. Martino” di Fornace. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro M’ENSONIAVI LA MERICA Meano. Ore 20.45. Teatro “Piccolo di Meano”. Spettacolo di Francesco Leonardi con il Gruppo Teatrale Tuenno. Nell’ambito della rassegna teatrale “Tam Tam”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro DO PEI NTE NA SCARPA Coredo. Ore 16. Teatro “Dolomiti”. Spettacolo di Antonia Dalpiaz con il Gruppo Filodrammatico

“Coredano” di Coredo. Nell’ambito della rassegna teatrale “4 risate a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro QUEI DE MOLINA Olle Valsugana. Ore 20.45. Teatro “S. Domenico Savio”. Spettacolo di Giorgio Clementi con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Nell’ambito della stagione teatrale a Olle. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BASTA PARLAR MALE DE LE DONE Cognola. Ore 20.45. Teatro Auditorium. Spettacolo di Claudio Pasquini con la “Filolevico” di Levico Terme. Nell’ambito di “Insieme a teatro sull’Argentario 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ANIMA TRENTINA Dro. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Antonia Dalpiaz con la “Filobastia” di Preore. Nell’ambito di Primavera a Teatro “Nilo Faitelli”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro 7 MINUTI Lizzana. Ore 20.45. Teatro “S. Floriano”. Spettacolo di Stefano Massini con “T.I.M. - Teatro Instabile Meano. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Concorso regionale. Info:

Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro UNA DELLE ULTIME SERE DI CARNOVALE Ala. Ore 20.45. Teatro “Sartori”. Spettacolo di Carlo Goldoni con il Gruppo Teatrale “La Trappola” di Vicenza. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Circuito. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro RUMORS Avio. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Neil Simons con la Compagnia Teatrale “Colonna Infame” di Conegliano Veneto. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Circuito. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LUNGA VITA AL RE BEMOLLE Mori. Ore 20.45. Teatro “Sociale”. Spettacolo di Alberto Bronzato con Cantieri Invisibili di Verona. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Circuito. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro COSSÌ NO’L VAL Vallarsa. Ore 20.45. Teatro “S. Anna”. Spettacolo di Luciano Lunghi con la Filodrammatica “Toblino” di Sarche. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Circuito. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro LA FAMIGLIA DELL’ANTIQUARIO Castellano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Carlo Goldoni cpn la Compagnia “Gustavo Modena” di Mori. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Circuito. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTI BONI DE CIACERAR Predazzo. Ore 21. Auditorium Casa della Gioventù. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Nino Berti” di Rovereto. Nell’ambito della 21ª Rassegna teatrale “Chi è di scena? 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro GRAN PANIKO AL BAZAR Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. In scena: Lucas Elias, Carlo Coppadoro, Lucio Sagone, Nicola Rinaldo, Monica Rois, Nicolò Toschi, Nicolò Antioco Ximenes, Federico Bassi, Giorgia Capovivo, Samanta Fois. Regia: Giovanni Dispenza. Il Circo paniko è un circo contemporaneo senza animali, creato da artisti non discendenti da famiglie del circo tradizionale. Per info o biglietti: Tel.0461.511332; info@teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it.

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trentinoappuntamenti Teatro ASSOCIAZIONE FILODRAMMATICA L’ARTE DELLE MUSE: LA BELLA E LA BESTIA Riva del Garda. Ore 21. Palazzo dei Congressi, sala Garda. Spettacolo di teatro musicale ispirato alla fiaba francese del 1756 “La Belle e la Bête”.Testi a cura di Maria Pia Molinari. Musiche a cura di Francesco Maria Moncher. Coreografie a cura di Giacomo Marcheschi. Ingresso gratuito. Teatro ragazzi BOXTROLLS - LE SCATOLE MAGICHE Trento. Ore 20. Teatro San Marco, Via San Bernardino 8. Rassegna “La famiglia va a teatro e al cinema il sabato sera”. Direzione artistica di Massimo Lazzeri. La storia dei bizzarri e dispettosi Boxtrolls, creature fantastiche che vivono sottoterra e che hanno amorevolmente cresciuto Uovo, un ragazzo umano, raccontata attraverso un mix di stop motion e disegni fatti a mano e con il computer. Info: www.teatrosanmarco.it; Tel. 0461.233522; info@teatrosanmarco.it.

11 DOMENICA Montagna LA SPORTIVA EPIC SKI TOUR Val di Fiemme - Val di Fassa. Fantastiche gare di sci alpinismo che verranno disputate tra la Val di Fiemme e Val di Fassa accompagnate da intrattenimento e festeggiamenti. Info: www.epicskitour.com. Musica DOLOMITI SKI JAZZ 2018 Val di Fiemme. Ore 14. Rifugio Fuciade, Passo San Pellegrino. Alberto Marsico Quartet (Italia): Alberto Marsico (organo Hammond), Diego Borotti (sax), Lorenzo Frizzera (chitarra), Enrico Tommasini (batteria). Info: www.dolomitiskijazz. com; info@dolomitiskijazz.com. Musica ESEMEMBLE VOCALE “AD MAIORA” Trento. Ore 10.30. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Un programma di sala sempre in movimento, da Bach, Whitacre e Battisti alla musica popolare della Sardegna, con voci accostate a strumenti o lasciate sole a vibrare. A dirigere Ad Maiora è Alessandro Arnoldo, nato a Trento, ma con diploma in Direzione d’orchestra ottenuto al Conserv torio Giuseppe Verdi di Milano e un perfezionamento presso l’Accademia Chigiana di Siena, già significativamente applaudito in teatri e sale importanti alla testa di svariate compagini orchestrali. Info: www.filarmonicatrento.it; Tel. 0461.985244; info@ filarmonica-trento.it.

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Teatro LA NEÓ DEL ZIO ANSELMO Zivignago. Ore 17.30. Teatro. Spettacolo di Valerio Di Piramo con la Filodrammatica “Vi.Va.” di Vigolo Vattaro. Nell’ambito della rassegna teatrale “Zivignago sera in... prosa”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro GRAN PANIKO AL BAZAR Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. In scena: Lucas Elias, Carlo Coppadoro, Lucio Sagone, Nicola Rinaldo, Monica Rois, Nicolò Toschi, Nicolò Antioco Ximenes, Federico Bassi, Giorgia Capovivo, Samanta Fois. Regia: Giovanni Dispenza. Il Circo paniko è un circo contemporaneo senza animali, creato da artisti non discendenti da famiglie del circo tradizionale. Per info o biglietti: Tel.0461.511332; info@teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it. Teatro COPPIA APERTA, QUASI SPALANCATA Meano. Ore 16. Teatro, via delle Sugarine 22. Spettacolo di Dario Fo e Franca Rame con Denis Fontanari, Simonetta Guarino e Andreapietro Anselmi, scene e costumi Federica Rigon, regia Riccardo Bellandi. Biglietto 12 € intero, 10 € ridotto. Info: www.teatrodimeano.it; Tel. 0461.511332 (martedìvenerdì ore 17-20 e sabato ore 1013); info@teatrodimeano.it. Teatro ragazzi METTI UNA BARBIE SUL CARRO ARMATO Villazzano. Ore 16. Teatro, via U. Giordano 6. Come mai le differenze tra maschi e femmine diventano disuguaglianze tra uomini e donne? Lo spettacolo parte da una riflessione sul gioco e sui giocattoli e su come i bambini sono educati dalla società in modo differente a seconda del genere. Per bambini dagli 8 anni. Info: www.teatrodivillazzano.it; Tel. 0461.913706; info@teatrodivillazzano.it.

12 LUNEDÌ Musica DOLOMITI SKI JAZZ 2018 Val di Fiemme. Ore 21. Palazzo della Magnifica Comunità, Cavalese. Christian Sauvage “RespirArt” (Francia): Christian Sauvage (pianoforte). Info: www.dolomitiskijazz. com; info@dolomitiskijazz.com.

13 MARTEDÌ Danza DIRTY DANCING: IL MUSICAL Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, Via S. Croce. Dopo il successo registrato nella stagione 2014/2015, con oltre 115.000 spettatori nei primi tre mesi di show e un gran finale all’Arena di Verona, Dirty Dancing il musical torna in grande spolvero per celebrare

i 30 anni di un film divenuto cult sin dalla sua prima uscita, datata 21 agosto 1987. Info: www.centrosantachiara.it. Musica CONCERTO Trento. Ore 20.30. Società Filarmonica - Via Verdi, 30. Concerto con il Quartetto Van Kuijk: Nicolas Van Kuijk, violino; Sylvain FavreBulle, violino; Emmanuel François, viola; François Robin, violoncello su musiche di F. Mendelssohn: Quartetto n. 4 in mi min. op. 44 n. 2; G. Ligeti: Quartetto n. 1; C. Debussy: Quartetto in sol min. op. 10. Info: Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it; www. filarmonica-trento.it. Musica DOLOMITI SKI JAZZ 2018 Val di Fiemme. Ore 12. Rifugio Zischgalm, Pampeago. Kora Beat (Italia, Senegal), Cheikh Fall (voce, kora), Gianni Denitto (sax, effetti), Andrea Di Marco (basso elettrico), Badara Dieng (percussioni), Samba Fall (batteria). Ore 21. Sala Polifunzionale, Castello di Fiemme. Barionda (Argentina, Austria, Italia) Javier Girotto (sax baritono), Florian Bramböck (sax baritono), Helga Plankensteiner (sax baritono), Giorgio Beberi (sax baritono), Mauro Beggio (batteria). Info: www.dolomitiskijazz.com; info@ dolomitiskijazz.com. Musica QUARTETTO VAN KUIJK Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Quartetto Van Kuijk: Nicolas Van Kuijk violino; Sylvain Favre-Bulle violino; Emmanuel François viola; François Robin violoncello su musiche di F. Mendelssohn: Quartetto n. 4 in mi min. op. 44 n. 2; G. Ligeti: Quartetto n. 1; C. Debussy: Quartetto in sol min. op. 10. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Teatro KEBAB Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di: Gianina Carbonariu. Regia: Riccardo Bellandi; con: Chiara Benedetti, Andreapietro Anselmi, Daniele Ronco. Produzione: ariaTeatro. Tre ragazzi, un paese allo sfascio, la voglia di realizzare comunque i propri sogni. Una storia semplice e terribile, per chi crede ancora ai sogni ma non è disposto a usare qualsiasi mezzo per raggiungerli. La produzione di ariaTeatro del pluripremiato testo di Gianina Carbunariu è una storia semplice e terribile di questi tre ragazzi romeni che lasciano il loro paese per seguire i loro sogni in Irlanda: Madalina, diventare una pop-star, Voicu, guadagnare più soldi e Bogdan, lavorare nel campo delle arti visive. Per info o biglietti: Tel.0461.511332; info@teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it.

Teatro SFORTUNATO DEPERO Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. SFortunato Depero racconta la vita e il percorso artistico di uno dei più emblematici artisti italiani del ‘900. Info: www.teatro-zandonai.it; www.comune. rovereto.tn.it.

14 MERCOLEDÌ Danza DIRTY DANCING: IL MUSICAL Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, Via S. Croce. Dopo il successo registrato nella stagione 2014/2015, con oltre 115.000 spettatori nei primi tre mesi di show e un gran finale all’Arena di Verona, Dirty Dancing il musical torna in grande spolvero per celebrare i 30 anni di un film divenuto cult sin dalla sua prima uscita, datata 21 agosto 1987. Info: www.centrosantachiara.it. Enogastronomia LE RADICI NEL VINO Aldeno. Ore 20. Sede del Consorzio Vignaioli del Trentino - Via Roma, 35. Le alchimie del terroir interpretate in sei diversi vini. Degustazione (sei vini). Costo: 20 € a serata (90 € per il pacchetto completo). Per info e prenotazioni: comunicazionevignaiolitrentino@ gmail.com. Musica DOLOMITI SKI JAZZ 2018 Val di Fiemme. Ore 12. Eurotel, Cermis. Marco Castelli Organ Trio “Porti di mare” (Italia): Marco Castelli (sax tenore), Matteo Alfonso (organo Hammond), Marco Vattovani (batteria). Ore 21. Cheers Bar, Cavalese. Michele Polga Trio (Italia): Michele Polga (sax), Lorenzo Conte (contrabbasso), Giancarlo Bianchetti (batteria) segue Jam Session. Info: www.dolomitiskijazz.com; info@dolomitiskijazz.com. Musica DENTE E CATALANO Trento. Ore 21. Teatro SanbàPolis. Primo tour nazionale che mescola musica e poesia e ironia e divertimento in quantità “Contemporaneamente insieme”. Il cantautore emiliano e il poeta torinese incrociano chitarra e penna, per parlare d’amore a modo loro.

15 GIOVEDÌ Escursionismo #TRENTINOSKISUNRISE Ski Center Latemar. Rifugio Monte Agnello. Lascia la tua prima scia nella luce dell’alba per goderti l’aria frizzante, la neve immacolata e un paesaggio dolomitico mozzafiato. Lo spettacolo è servito con una ricca colazione dolce e salata in rifugio, con prodotti tipici del Trentino e della Val di Fiemme, fra cui yogurt, latte, dolci di mele trentine, formaggio, salumi, uova. Info: www.visitfiemme.it.


trentinoappuntamenti Musica DOLOMITI SKI JAZZ 2018 Val di Fiemme. Ore 12. Chalet Valbona, Alpe Lusia. Shanna Waterstown Band (USA, Italia): Shanna Waterstown (voce), Carmelo Tartamella (chitarra), Roberto Gorgazzini (organo Hammond), Enzo Carpentieri (batteria). Ore 21. Teatro Comunale, Tesero. “Penta Big Band” della Scuola di Musica “Il Pentagramma” di Tesero (Italia): Scott Hamilton Quartet (USA, Italia, Svizzera); Scott Hamilton (sax), Paolo Birro (pianoforte); Aldo Zunino (contrabbasso), Alfred Kramer (batteria). Info: www.dolomitiskijazz.com; info@dolomitiskijazz.com. Musica «ORCHESTRA HAYDN» Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Direttore: Michael Balke. Edward Elgar - Introduzione e Allegro per quartetti d’archi e orchestra, op. 47; Stefano Ferrario - primo violino; Roberto Tomada - secondo violino; Gabriele Marangoni - viola; Luca Pasqual - violoncello; Josef Suk Serenata in mi bemolle maggiore per orchestra d’archi, op. 6; Domenico Cimarosa - Il matrimonio segreto, Sinfonia; Luigi Boccherini - Sinfonia n. 6 in re minore “La casa del diavolo”, op. 12/4 G. 506. Info: Teatro Comunale di Pergine info@teatrodipergine.it; Tel.

0461.511332(biglietteria); www. teatrodipergine.it. Teatro SMITH & WESSON Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Una coppia sgangherata, in un Far West popolato da truffatori e falliti. Tom e Jerry o, per meglio dire, Smith & Wesson sono due personaggi che vivono di piccoli espedienti. Si incontrano davanti alle cascate del Niagara nel 1902: il primo si è inventato meteorologo, l’altro invece è un “pescatore”, nel senso che pesca i corpi di chi si suicida gettandosi nelle cascate. Ma, un giorno, arriva Rachel Green, una giornalista che sogna di diventare famosa. Ha bisogno di una storia memorabile e, prima di scriverla, è disposta a viverla in prima persona. E così chiede aiuto a questi due simpatici farabutti. Spettacolo di Alessandro Baricco; regia Gabriele Vacis con Natalino Balasso e Fausto Russo Alesi; produzione Teatro Stabile del Veneto; Teatro Stabile di Torino. Info: www.csc. tn.it; n. verde 800.013952. Teatro MARCO CORTESI/TEATRO CIVILE: IL MURO Trento. Ore 21. Teatro S. Marco, Via San Bernardino 6. Info: www. teatrosanmarco.it.

16 VENERDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Ore 17.30. Museo Diocesano Tridentino. “Il velo nel mondo islamico”. Con Sumaya Abdel Qader e Sara Hejazi. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; www.museodiocesanotridentino.it. Cultura IL VELO NEL MONDO ISLAMICO Trento. Ore 17.30. Museo Diocesano Tridentino, Piazza Duomo 18. Ciclo di incontri a margine della mostra Re-velation. Con Sumaya Abdel Qader e Sara Hejazi. La partecipazione agli incontri è libera e gratuita. Info: Tel. 0461.234419; info@museodiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it. Cultura CONFERENZA Trento. Ore 17.30. Museo Diocesano Tridentino. “Il velo nel mondo islamico”.Incontro con Sumaya Abdel Qader e Sara Hejazi. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; www.museodiocesanotridentino.it. Enogastronomia HAPPY CHEESE Làtemar. Ore 11. Baita Passo Feudo. Formaggi di Fiemme e vi-

ni Altemasi Trentodoc. Info: www. visitfiemme.it. Enogastronomia HAPPY CHEESE Predazzo. Ore 18. Wine Bar Hotel Ancora. Formaggi di Fiemme e F.lli Pisoni Trentodoc. Info: www. visitfiemme.it. Musica DOLOMITI SKI JAZZ 2018 Val di Fiemme. Ore 12. Rifugio Passo Feudo, Ski Center Latemar. “Happy Cheese” con Francesca Bertazzo Hart Quartet (Italia): Francesca Bertazzo Hart (voce, chitarra), Ettore Martin (sax tenore), Beppe Pilotto (contrabbasso), Enrico Tommasini (batteria). Ore 17:30, Biblioteca Comunale Predazzo. “La filosofia di Han Bennink. L’improvvisazione secondo un batterista”. Presentazione del libro di Raul Catalano (Mimesis Edizioni). Ore 21. Wine Bar Bellavista, Cavalese. Hardrada Quartet (Danimarca, Francia, Germania, Italia): Daniel Buch (sax baritono), Antoine Spranger (pianoforte), Adrian Christensen (contrabbasso), Daniele Patton (batteria), segue Jam Session. Info: www. dolomitiskijazz.com; info@dolomitiskijazz.com. Teatro OH, CHE BELLA GUERRA! Rovereto. Ore 20.45. Teatro “Zandonai”. Spettacolo di Luigi Lunari con la Compagnia “GAD

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trentinoappuntamenti - Città di Trento”. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Concorso nazionale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro PASSO BUOLE, TERMOPILI D’ITALIA E D’EUROPA Pomarolo. Ore 20.45. Auditorium. Spettacolo di Alberto Sighele con la Compagnia “Fonetica” di Rovereto. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Circuito. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro I MORTI NO I PAGA TASSE Volano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo da Nicola Manzari con la Compagnia “Strapaes” di S. Giacomo di Laives. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Circuito. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro THAT’S LIFE Borgo Valsugana. Ore 20.45. Cinema Teatro del Centro scolastico. That’s life - Questa è la vita! è il nuovo imperdibile spettacolo teatrale di Riccardo Rossi, scritto dallo stesso attore, insieme ad Alberto Di Risio, autore, tra gli altri, anche di Fiorello. Con la consueta elegante ironia che lo contraddistingue, in questo esilarante show l’attore romano racconta la sua personale visione della vita, con tutte le sue storpiature, goffaggini e impacci, per farci ridere... di noi. Info: Coordinamento Teatrale Trentino Tel. 0461.420788; coordinamento@ trentinospettacoli.it; www.trentinospettacoli.it. Teatro SMITH & WESSON Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Alessandro Baricco; regia Gabriele Vacis con Natalino Balasso e Fausto Russo Alesi; produzione Teatro Stabile del Veneto; Teatro Stabile di Torino. Info: www.csc. tn.it; n. verde 800.013952. Teatro ADELINA - LUCKY LOVE Meano. Ore 20.45. Teatro, via delle Sugarine 22. Spettacolo di e con Isabella Macchi, produzione Spazio Teatro 89. Biglietto 12 € intero, 10 € ridotto. Info: www. teatrodimeano.it Tel. 0461.511332 (martedì-venerdì ore 17-20 e sabato ore 10-13); info@teatrodimeano.it.

17 SABATO Cultura CONVERSAZIONE CON IMMAGINI Trento. Ore 17. Auditorium della Scuola Musicale il Diapason. Via Veneto, 43. “Ogni uomo è un danzatore

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l’insegnamento fondamentale di Rudolf Laban”.Rudolf Laban, grande maestro del primo novecento, ha dato alla danza moderna e contemporanea le leggi fondamentali del movimento espressivo e ha affermato e sperimentato per primo come la danza possa essere un’arte per tutti, senza limiti di età, condizione e abilità. Con Eugenia Casini Ropa chi ha introdotto gli studi storici sulla danza nell’università italiana. Già docente del DAMS di Bologna, è presidente della DES, Associazione Nazionale Danza Educazione Società. Ingresso libero. Info: Scuola Musicale Il Diapason - Via V. Veneto, 43; Tel. 0461.1975204; ildiapason@ildiapason.com; www.ildiapason.com. Cultura PROIEZIONE VIDEO Trento. Ore 18. Auditorium della Scuola Musicale il Diapason - Via Verdi, 43. “Seconda Pelle Abbondanza-Bertoni, una vita in movimento”. Documentario della Struttura Programmi Rai di Trento Idea, Elisa Dossi - Regia, Giorgio Balducci - Montaggio, Agostino Libera. “L’arte non va compresa, va vissuta. Il capire in teatro deve diventare sentire”. Così Michele Abbondanza e Antonella Bertoni descrivono il loro lavoro. Così si sono anche incontrati, dando vita al teatrodanza italiano. Con Elisa Dossi, giornalista Rai, laureata in filosofia, lavora alla TGR di Trento. Ha realizzato diversi documentari e lavorato come inviata per Agorà (Rai3). Info: Scuola Musicale Il Diapason - Via V. Veneto, 43; Tel. 0461.1975204; ildiapason@ildiapason.com; www.ildiapason.com. Musica FIEMME DJ SKI FEST Val di Fiemme. Decollano coinvolgenti performance deejay dalle piste da sci. Artisti della consolle europei si esibiscono, a colpi di mixer, nei rifugi della Val di Fiemme, fra le Dolomiti del Trentino. Lo sci incontra il ritmo deejay nello Ski Center Latemar, sull’Alpe Cermis e nella skiarea Bellamonte-Alpe Lusia. Mentre alla sera, Predazzo e Cavalese puntano i riflettori sui migliori deejay italiani, con i protagonisti di Radio 105. Proprio a Cavalese per la serata finale in piazza saranno nostro spiti Pippo Palmieri e Paolo Noise, direttamente dallo Zoo di 105. Per programma dettagliato visitate il sito www.visitfiemme.it. Musica DOLOMITI SKI JAZZ 2018 Val di Fiemme. Ore 12. Chalet Caserina, Pampeago: Eva Eminger and Band (Repubblica Ceca): Eva Eminger (voce), Jan tolba (sax), Vladimír Strnad (pianoforte), Jan Greifoner (contrabbasso). Ore 21. Cinema Teatro Comunale, Predazzo. Francesco Bearzatti Tinissima Quartet: “This Machine Kills Fascists” Suite for Woody Guthrie (Italia): Francesco Bearzatti (sax,

clarinetto), Giovanni Falzone (tromba), Danilo Gallo (basso), Zeno de Rossi (batteria). Ore 23. Poldo Pub, Predazzo: Curly Frog Power Trio (Italia). Francisco Mosna (chitarra, voce), Paolo Tiago Murari (basso elettrico), Alessandro Ruocco (batteria), segue Jam Session. Info: www.dolomitiskijazz.com; info@ dolomitiskijazz.com. Musica I CAVALIERI ERRANTI Ravina di Trento. Ore 20. Sala Polivalente “Demattè”, via per Belvedere 4. Serata-concerto ad ingresso libero, per la Settimana Nazionale per la Prevenzione Oncologica (17-25 marzo 2018) alla sua XVII edizione. L’evento prevede la presentazione di LILT a cura del Presidente Mario Cristofolini, ma al centro sarà l’esibizione del gruppo “I Cavalieri Erranti”, formazione nata dall’unione di tre volti noti della musica trentina, i cantautori Giuliano Bottura e Luca Coser, autori delle musiche e dei testi, e il chitarrista Marco Latino, che firma anche gli arrangiamenti dei brani. Al termine verrà offerto un “brindisi in salute” presso la sala della circoscrizione situata al primo piano dello stabile, sopra il Centro diurno anziani. Info: www. lilttrento.it. Musica ELEPHANT CLAPS Trento. Ore 21. Bookique, Via Torre d’Augusto. Concerto afro funk, jazz con Elephant Claps. Teatro SPETTACOLO TEATRALE Civezzano. Ore 20.45. Teatro comunale Luigi Pirandello. Spettacolo di chiusura della XIV Rassegna Teatrale Bruno Palaoro presentato dalla Compagnia Filodrammatica Civezzano. Ingresso: intero € 6,00, ragazzi fino a 12 anni € 4,00. Info:

filocivezzano@gmail.com; www. filocivezzano.it. Teatro TUTTI AL CENTRO BENESSERE S. Lorenzo in Banale. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Franco Kerschbaumer con la Filodrammatica “S. Gottardo” di Mezzocorona. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PICCOLA RIBELLE Levico Terme. Ore 20. Teatro “Mons. Caproni”. Spettacolo per bambini “Filolevico Junior” di Levico Terme. Nell’ambito della 16ª Rassegna Teatrale “Franco&Daniela”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BON DÌ BON AN, DAME NA BONA MAN Villazzano. Ore 20.45. Nuovo Teatro. Spettacolo da “Buon anno porco mondo” di Corrado Vallerotti con la “Filobastia” di Preore. Nell’ambito della rassegna teatrale a Villazzano. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro QUEL CHE NO SE FARIA PER L’EREDITÀ Zambana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo omaggio a Edoardo Scarpetta - traduzione Riccardo Gottardi con la Filodrammatica “Nuova Ribalta” di Segonzano. Nell’ambito della 14ª rassegna teatrale in dialetto trentino. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

A Merano il Bazar dei Libri dal 23 marzo all’8 aprile

Gli editori dell’Alto Adige associati all’Unione Commercio Turismo Servizi Alto Adige metteranno in vendita sotto le eleganti tensostrutture di Piazza della Rena\Sandplaz di Merano centinaia di libri a prezzi particolari di 3, 5, 7 e 10 Euro. Una proposta da non perdere per gli amanti dei libri e un’ottima occasione per un regalo intelligente e utile! Vi aspettiamo tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 19 dal 23 marzo all’8 aprile. Sono presenti le Case Editrici: Alphabeta, Athesia-Tappeiner, Curcu Genovese, Folio, Raetia e Weger.


trentinoappuntamenti Teatro ME TOCA NAR AL MAR... TIRIO Cognola. Ore 20.45. Teatro Auditorium. Spettacolo di Giorgio Clementi con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Nell’ambito di “Insieme a teatro sull’Argentario 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro A ROBAR PUEC SE VA EN PRESON Mezzocorona. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Stefano Palmucci con la Filodrammatica “La Revodana” di Revò. Nell’ambito della rassegna teatrale 2018. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro A L’INFERNO NO GHÈ POSTO Tuenno. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Roberto Caprara con la Filodrammatica “El Filò” di Taio. Nell’ambito della rassegna teatrale a Tuenno. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’HOTEL DEL LIBERO SCAMBIO Lizzana. Ore 20.45. Teatro “S. Floriano”. Spettacolo di George Feydeau con la Compagnia “Gustavo Modena” di Mori. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Concorso regionale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ROMEO E GIULIETTA L’AMORE È SALTIMBANCO Mori. Ore 20.45. Teatro “Sociale”. Spettacolo di Marco Zoppello con “StivalaccioTeatro” di Scorzè. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Circuito. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EN VEDOF ALEGRO Trambileno. Ore 20.45. Auditorium “Moscheri”. Spettacolo di Moreno Burattini con la Filodrammatica “Toblino” di Sarche. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Circuito. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro M’ENSONIAVI LA MERICA Vallarsa. Ore 20.45. Teatro “S. Anna”. Spettacolo di Francesco Leonardi con il Gruppo Teatrale Tuenno. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Circuito. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro LA TERRA PROMESSA 1939 - OPZIONI - SCENE DALL’ESILIO SUDTIROLESE Pedersano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Josef Feichtinger versione in dialetto trentino di Elisabetta Squarcina con la Filodrammatica di Laives. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Circuito. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TONI MARCI... MA FRESCHI Lavarone. Ore 21. Cinema-Teatro “Dolomiti”. Spettacolo di Andrea Midena e “I Toni Marci” con l’Associazione Culturale “I Toni Marci” di Trento. Nell’ambito della 6ª edizione di Lavarone a teatro. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro SMITH & WESSON Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Alessandro Baricco; regia Gabriele Vacis con Natalino Balasso e Fausto Russo Alesi; produzione Teatro Stabile del Veneto; Teatro Stabile di Torino. Info: www.csc. tn.it; n. verde 800.013952. Teatro UOVA TOSTE Meano. Ore 20. Teatro, via delle Sugarine, 22. Spettacolo testo e regia Daniele Ronco; con Daniele Ronco e Costanza Frola. Biglietto 12 € intero, 10 € ridotto. Età consigliata dai 4 anni. Info: www.teatrodimeano.it; Tel. 0461.511332 (martedì-venerdì ore 17-20 e sabato ore 10-13); info@teatrodimeano.it. Teatro FRAGILE DUO POETICOMICO Brentonico. Ore 21. Cinema Teatro Monte Baldo. Produzione Pantakin Circoteatro, con Benoit Roland, Emanuele Pasqualini, musiche originali eseguite dal vivo dal Maestro Flavio Costa, regia di Ted Keijser. Info: www.trentinospettacoli.it.

18 DOMENICA Musica FIEMME DJ SKI FEST Val di Fiemme. Decollano coinvolgenti performance deejay dalle piste da sci. Artisti della consolle europei si esibiscono, a colpi di mixer, nei rifugi della Val di Fiemme, fra le Dolomiti del Trentino. Lo sci incontra il ritmo deejay nello Ski Center Latemar, sull’Alpe Cermis e nella skiarea Bellamonte-Alpe Lusia. Mentre alla sera, Predazzo e Cavalese puntano i riflettori sui migliori deejay italiani, con i protagonisti di Radio 105. Proprio a Cavalese per la serata finale in piazza saranno nostro spiti Pippo Palmieri e Paolo Noise, direttamente dallo Zoo di 105. Per pro-

gramma dettagliato visitate il sito www.visitfiemme.it. Musica CONCERTO FILARMONICA Trento. Ore 10.30. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Francesco Maria Moncher pianoforte; La Piccola Orchestra Lumière; Giancarlo Guarino direttore su musiche di M. Priori (*1962): Piccolo concerto n. 1 per orchestra da camera e pianoforte; C. Bonometti (*1979): “Waiting”, Serenata per Elisa; N. Segatta (*1982): Concerto per pianoforte. Prime esecuzioni assolute; commissione Società Filarmonica. Info: www.filarmonicatrento.it; Tel. 0461.985244; info@ filarmonica-trento.it. Teatro VAGO... MA TORNO!!! Trento. Ore 16. Teatro “S. Marco”. Spettacolo da “I tre testamenti” di Giuseppina Cattaneo - trad. e adattam. dialettale di Giusy Zanvettor con la Compagnia “Aldebaran” di Ziano di Fiemme. Nell’ambito della 22ª edizione di Palcoscenico Trentino Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro SMITH & WESSON Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Alessandro Baricco; regia Gabriele Vacis con Natalino Balasso e Fausto Russo Alesi; produzione Teatro Stabile del Veneto; Teatro Stabile di Torino. Info: www.csc. tn.it; n. verde 800.013952.

19 LUNEDÌ Musica CONCERTO Trento. Ore 20.30. Società Filarmonica - Via Verdi, 30. Concerto con Iveta Apkalna, organo; Latvian Radio Choir - Dir.: Sigvards K ava. Musiche corali dei paesi baltici e pagine per organo di J.S. Bach. Info: Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it; www.filarmonica-trento.it. Musica FIEMME DJ SKI FEST Val di Fiemme. Decollano coinvolgenti performance deejay dalle piste da sci. Artisti della consolle europei si esibiscono, a colpi di mixer, nei rifugi della Val di Fiemme, fra le Dolomiti del Trentino. Lo sci incontra il ritmo deejay nello Ski Center Latemar, sull’Alpe Cermis e nella skiarea Bellamonte-Alpe Lusia. Mentre alla sera, Predazzo e Cavalese puntano i riflettori sui migliori deejay italiani, con i protagonisti di Radio 105. Proprio a Cavalese per la serata finale in piazza saranno nostro spiti Pippo Palmieri e Paolo Noise, direttamente dallo Zoo di 105. Per programma dettagliato visitate il sito www.visitfiemme.it.

Musica IVETA APKALNA, ORGANO LATVIAN CHOIR Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Iveta Apkalna organo Latvian Radio Choir; Dir.: Sigvards K ava su musiche corali dei paesi baltici e pagine per organo di J.S. Bach. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it.

20 MARTEDÌ Danza CLOWNS + CREAZIONE 2018 Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Coreografia e musica: Hofesh Shechter. Biglietto da € 10 a € 25. Info: www. centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Musica FIEMME DJ SKI FEST Val di Fiemme. Decollano coinvolgenti performance deejay dalle piste da sci. Artisti della consolle europei si esibiscono, a colpi di mixer, nei rifugi della Val di Fiemme, fra le Dolomiti del Trentino. Lo sci incontra il ritmo deejay nello Ski Center Latemar, sull’Alpe Cermis e nella skiarea Bellamonte-Alpe Lusia. Mentre alla sera, Predazzo e Cavalese puntano i riflettori sui migliori deejay italiani, con i protagonisti di Radio 105. Proprio a Cavalese per la serata finale in piazza saranno nostro spiti Pippo Palmieri e Paolo Noise, direttamente dallo Zoo di 105. Per programma dettagliato visitate il sito www.visitfiemme.it.

21 MERCOLEDÌ Cultura UN LIBRO OGNI TRENTA SECONDI Altavalle. Ore 20.30. Molin de Portegnach a Faver. Carlo Martinelli, giornalista, scrittore, ex libraio, racconta di librerie d’un tempo e castelli, dove si regalano libri, romanzi proibiti, racconti brevissimi e poesie misteriose, di collezionisti incalliti, bibliofili e bibliofolli, titoli assurdi e introvabili, autori clandestini e titoli bugiardi, libri che diventano oggetto di voluttà e mistero. Ingresso libero. Info: info@sorgente90.org; www. sorgente90.org. Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Transacqua. Ore 20.30. c/o ENAIP - centro Formazione Professionale - Via Forno, 12. Aula Magna. Presentazione del libro di Roberto Corradini: “Gente Libera”, ed. Curcu Genovese. Presentano: Liliana Cerqueni e Raffaele Bonaccorso. Info: www. curcugenovese.it.

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trentinoappuntamenti Cultura CONFERENZA Trento. Ore 17.30. Museo Diocesano Tridentino. “Dal testo all’immagine Il Vangelo attraverso lo sguardo di un teologo e di uno storico dell’arte” con don Marcello Farina e Ezio Chini. Don Marcello Farina ed Ezio Chini proporranno in questo incontro una lettura parallela di un episodio del Vangelo che è stato fonte di ispirazione per alcune opere del Museo Diocesano Tridentino. L’attenzione si soffermerà in particolare sul dipinto di Carl Henrici (1780 circa) La comunione degli apostoli, una tela di grande interesse storico-artistico e iconografico. II dipinto della collezione sarà al centro del dialogo di due diverse ‘voci’, due punti di vista originali capaci di osservare queste opere da prospettive differenti e complementari. La partecipazione all’incontro è libera e gratuita. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; www. museodiocesanotridentino.it. Musica FIEMME DJ SKI FEST Val di Fiemme. Decollano coinvolgenti performance deejay dalle piste da sci. Artisti della consolle europei si esibiscono, a colpi di mixer, nei rifugi della Val di Fiemme, fra le Dolomiti del Trentino. Lo sci incontra il ritmo deejay nello Ski Center Latemar, sull’Alpe Cermis e nella skiarea Bellamonte-Alpe Lusia. Mentre alla sera, Predazzo e Cavalese puntano i riflettori sui migliori deejay italiani, con i protagonisti di Radio 105. Proprio a Cavalese per la serata finale in piazza saranno nostro spiti Pippo Palmieri e Paolo Noise, direttamente dallo Zoo di 105. Per programma dettagliato visitate il sito www.visitfiemme.it. Teatro VOGLIO ESSERE INCINTO Villazzano. Ore 20.45. Teatro di Villazzano, via U. Giordano 6. Spettacolo di e con Mirko Corradini. Voglio essere incinto racconta la storia di un uomo che fin da bambino è stato invidioso delle donne, della loro forza, delle mestruazioni, della gravidanza e del sogno di sentir crescere una vita dentro il proprio corpo. Un ragazzino che diventando adulto non smetterà di provare una forte invidia nei confronti del mondo femminile, derivante dalla consapevolezza che le donne hanno un ruolo maggiore rispetto agli uomini in quello che è il vero scopo di ogni essere umano, creare vita. Info: www.teatrodivillazzano. it; Tel. 0461.913706; info@teatrodivillazzano.it. Teatro LA SOGLIA DELLA MORTE... MARCIARE NELLA LUCE CLEMENTE REBORA E LA GRANDE GUERRA Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Gli anni sono quelli della

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Grande Guerra che, con la sua azione devastatrice, ha coperto d’ombra un’intera generazione, segnando profondamente anche le successive e lasciando segni indelebili nei luoghi e nei cuori di chi quei territori vive. Ingresso libero. Info: www.teatro-zandonai. it; www.comune.rovereto.tn.it.

22 GIOVEDÌ GIGI INNAMORARSI A PARIGI Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. In scena: Compagnia Corrado Abbati Nuova produzione in esclusiva nazionale. Musical: Alan Jay Lerner - su musiche di Frederick Loewe. Traduzione, adattamento e regia: Corrado Abbati. Gigì è l’omonimo famoso racconto di Colette trasportato in musical dagli stessi autori di My Fair Lady (A. J. Lerner e F. Loewe) e coperto da una miriade di riconoscimenti tra cui nove premi Oscar. La storia è dolce e romantica, piena di buoni sentimenti e di arguta ironia. Gigì è una ragazza parigina allegra e spensierata ma destinata a diventare una cortigiana. Gaston è invece un annoiato e giovane viveur che conduce una vita gaudente fra locali alla moda e belle donne che però non lo divertono quanto la spontaneità e l’ingenuità di Gigì. La nonna e la zia di Gigì riescono alla fine a trasformarla in una ragazza raffinata, ma Gaston rimpiange la vecchia Gigì. Quindi tutto finito? No vivere con la nuova Gigì vuol dire comunque vivere sempre con la sua Gigì. E vissero felici e contenti. Info e biglietti: Tel. 0461.511332; info@teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it. Cultura VIAGGI BIBLICI: IERI E OGGI Mattarello. Ore 20.30. Centro civico S. Vigilio - Sala Perini. Relatore don Marcello Farina. I grandi esodi della storia millenaria dell’uomo raccontati nei testi biblici, ma attualizzati con eventi che ieri e oggi hanno sempre visto l’uomo come protagonista di spostamenti spontanei e/o forzati. Ingresso libero. Danza DANZA D’AUTORE Ala. Ore 21. Teatro G. Sartori. I migliori brani tratti dal repertorio della MM Contemporary Dance Company.. Info su costi, biglietti, abbonamenti: www.comune. ala.tn.it. Musica FIEMME DJ SKI FEST Val di Fiemme. Decollano coinvolgenti performance deejay dalle piste da sci. Artisti della consolle europei si esibiscono, a colpi di mixer, nei rifugi della Val di Fiemme, fra le Dolomiti del Trentino. Lo sci incontra il ritmo deejay nello Ski Center Latemar, sull’Alpe Cermis e nella skiarea Bellamonte-Alpe Lusia. Mentre alla sera, Predazzo e Cavalese puntano i riflettori sui migliori deejay italiani, con i pro-

tagonisti di Radio 105. Proprio a Cavalese per la serata finale in piazza saranno nostro spiti Pippo Palmieri e Paolo Noise, direttamente dallo Zoo di 105. Per programma dettagliato visitate il sito www.visitfiemme.it. Teatro VOGLIO ESSERE INCINTO Villazzano. Ore 20.45. Teatro di Villazzano, via U. Giordano 6. Spettacolo di e con Mirko Corradini. Info: www.teatrodivillazzano.it; Tel. 0461.913706; info@teatrodivillazzano.it. Teatro IL NOME DELLA ROSA Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Un omaggio a Umberto Eco nella scrittura drammaturgica di Stefano Massini che porta sulla scena teatrale questo romanzo che, dietro ad un racconto avvincente e trascinante, nasconde una storia dagli infiniti livelli di lettura. Nel momento culminante della lotta tra Chiesa e Impero che travaglia l’Europa, su uno sfondo storico-politico-teologico, si dipana un racconto dal ritmo serrato in cui l’azione principale sembra essere la risoluzione di un giallo. Lo spettacolo racconta la storia con una lieve leggerezza che, qua e là, sollecita il riso. Un cast di interpreti selezionato anima, in un crossover generazionale, un testo scritto per la scena, ma all’altezza del grande romanzo. Spettacolo di Stefano Massini, dal romanzo di Umberto Eco, regia Leo Muscato con Eugenio Allegri, Giovanni Anzaldo, Renato Carpentieri, Luigi Diberti, Luca Lazzareschi. Info: www.csc.tn.it; n. verde 800.013952.

23 VENERDÌ Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Trento. Ore 19.30. Via S. Marco, 12. Presentazione dei libri di Roberto Corradini: “Gente Libera” e “Il sangue e l’inchiostro”,ed. Curcu Genovese. Presenta: Fazia Mazzer. Ingresso libero. Info: www. curcugenovese.it. Musica FIEMME DJ SKI FEST Val di Fiemme. Decollano coinvolgenti performance deejay dalle piste da sci. Artisti della consolle europei si esibiscono, a colpi di mixer, nei rifugi della Val di Fiemme, fra le Dolomiti del Trentino. Lo sci incontra il ritmo deejay nello Ski Center Latemar, sull’Alpe Cermis e nella skiarea Bellamonte-Alpe Lusia. Mentre alla sera, Predazzo e Cavalese puntano i riflettori sui migliori deejay italiani, con i protagonisti di Radio 105. Proprio a Cavalese per la serata finale in piazza saranno nostro spiti Pippo Palmieri e Paolo Noise, direttamente dallo Zoo di 105. Per programma dettagliato visitate il sito www.visitfiemme.it.

Musica GILLES PETERSON PRESENTS “WORLDWIDE” Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, via della Malpensada 88. Biglietto intero € 22, ridotto € 16 posto non numerato. Nell’ambito di Jazz’About 2017-2018. Info: n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Musica GIOVANNI ALLEVI EQUILIBRIUM TOUR IN CONCERTO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, Via S. Croce. Giovanni Allevi torna a calcare i palcoscenici di tutta Italia con una nuova grande tournée di pianoforte e archi. Prevendite biglietti presso la redazione di Trentinomese - Via Ghiaie, 15 - 38122 Trento. Musica CONCERTO Trento. Ore 20.45. Museo Diocesano Tridentino. “Musica altrove Giovani musicisti in concerto per ASIA Trento”.Concerto dell’Ensamble Ametista, gruppo formato da giovani musicisti di talento: Sebastian Cañas al clarinetto, Manuel Sabucedo Mañá al violino, Chiara Morstabilini viola e CarolinaTalamo violoncello. Il programma prevede musiche di L. V. Beethoven, Igor Stravinsky, Bernhard Henrik Crusell e Astor Piazolla. L’ingresso al concerto è libero e gratuito. La serata è un evento di fundraising a favore dei progetti di ASIA Trento. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; www.museodiocesanotridentino.it. Teatro MALANOVA Trento. Ore 21. Teatro Portland. Spettacolo tratto dal libro “Malanova” di Cristina Zagaria e Anna Maria Scarfò con la Compagnia “Sciara Progetti/Ture magro”. Nell’ambito della rassegna teatrale “La bella stagione 2017/18”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro 1,2,3 SHAKESPEARE Rovereto. Ore 20.45. Teatro “Zandonai”. Spettacolo con Ronzinante Teatro di Merate. Nell’ambito della rassegna teatrale “Sipario d’Oro 2018” - Serata finale e delle premiazioni. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL NOME DELLA ROSA Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Stefano Massini, dal romanzo di Umberto Eco, regia Leo Muscato con Eugenio Allegri, Giovanni Anzaldo, Renato Carpentieri, Luigi Diberti, Luca Lazzareschi. Info: www.csc.tn.it; n. verde 800.013952.


trentinoappuntamenti 24 SABATO CONCERTO BANDA CITTADINA DI MEZZOLOMBARDO Pergine Valsugana. Ore 18. Teatro Comunale. Quarta stagione di musica per banda. Maestro: Gianni Muraro. Biglietti: € 5 intero; € 4 ridotto; tagliando abbonamenti n.4. Per maggiori informazioni: Teatro Comunale di Pergine info@teatrodipergine.it; Tel. 0461 511332 (biglietteria); www.teatrodipergine.it. Cultura DANZARE INSIEME Trento. Dalle ore 16 alle 18.30. Auditorium della Scuola Musicale il Diapason - Via Verdi, 43. “Colibrì danze per genitori e bambini”. La danza prende spunto dalla letteratura per l’infanzia e diventa un’occasione per vivere la danza in prima persona e condividere la gioia del movimento. Un laboratorio insolito per adulti accompagnati da bambini (età minima 4/5 anni). Tariffa 15€ a famiglia. Con Rosa Edith Tapia Peña, danzatrice e insegnante di danza, dal 2015 dirige la sezione DiDanza della Scuola Musicale il Diapason. Info: Scuola Musicale Il Diapason - Via V. Veneto, 43; Tel. 0461.1975204; ildiapason@ildiapason.com; www. ildiapason.com. Montagna CIMA D’ASTA SKI RAID 2018 PieveTesino. Ore 8 - ritrovo presso Camping Valmalene e partenza con ski alp per Rifugio Cima d’Asta. Ore 12 - arrivo presso il Rifugio, ristoro e pranzo al sacco - organizzazione pernotto e pomeriggio libero. Ore 19 - cena dell’alpinista e pernotto presso Rifugio Cima d’Asta. Domenica 25 marzo: Ore 6.30 - sveglia e colazione presso il Rifugio. Ore 8 - organizzazione materiali e partenza per gli itinerari di giornata (Cima d’Asta o discesa diretta). Ore 11 arrivo presso Rifugio Refavaie e ristoro caldo (thè e fetta di torta). Ore 12 - partenza verso Camping Valmalene con pullman . Ore 14 - pasta party presso Camping Valmalene ed estrazione premi lotteria. La manifestazione si svolgerà al raggiungimento di almeno 40 partecipanti. Quota di partecipazione: 100 € a persona. Info e prenotazioni: Tel. 347.6875357 oppure 347.8402125; vivilamontagna@gmail.com. Musica FIEMME DJ SKI FEST Val di Fiemme. Decollano coinvolgenti performance deejay dalle piste da sci. Artisti della consolle europei si esibiscono, a colpi di mixer, nei rifugi della Val di Fiemme, fra le Dolomiti del Trentino. Lo sci incontra il ritmo deejay nello Ski Center Latemar, sull’Alpe Cermis e nella skiarea Bellamonte-Alpe Lusia. Mentre alla sera, Predazzo e Cavalese puntano i riflettori sui migliori deejay italiani, con i protagonisti di Radio 105. Proprio a Cavalese per

la serata finale in piazza saranno nostro spiti Pippo Palmieri e Paolo Noise, direttamente dallo Zoo di 105. Per programma dettagliato visitate il sito www.visitfiemme.it. Musica GRAN CONCERTO LIRICO Villazzano. Ore 20.45. Teatro di Villazzano, via U. Giordano 6. Associazione musicale Aurona. Nel terzo appuntamento dedicato alla lirica le voci conquistano la ribalta. Il pubblico verrà accompagnato attraverso un percorso di famose arie, duetti e cori di grande impatto emotivo attraverso il mondo dell’opera italiana. Info: www.teatrodivillazzano.it Tel. 0461.913706; info@teatrodivillazzano.it. Musica DUO GRANATO IN CONCERTO Riva del Garda. Ore 18. MetròRec. Presentazione del cd: “Soliloquy for two”. Info: www. duogranato.com. Teatro LA STUPIDITÀ DELL’UOMO COMUNE RoncegnoTerme. Ore 20.45. Teatro parrocchiale. Spettacolo con la Compagnia dei Giovani - Trento, commedia di Corrado Vallerotti, regia di Michele Torresani. Biglietto intero € 7, ridotto € 6. Info: www. visitvalsugana.it. Teatro INTERNO CON CADAVERE Ravina. Ore 20.30. Teatro “Demattè”. Spettacolo di Aldo Nicolaj con il Gruppo Teatrale “Gianni Corradini” di Villazzano. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’HOTEL DEL LIBERO SCAMBIO Romeno. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di George Feydeau con la Compagnia “Gustavo Modena” di Mori. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUA MOGLIE NON LO FAREBBE OlleValsugana. Ore 20.45. Teatro “S. Domenico Savio”.Spettacolo di e con l’Associazione Culturale “La Baraca” di Martignano. Nell’ambito della stagione teatrale a Olle. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EN FUGA COL CATETERE Zambana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Eva De Rosa e Massimo Canzano - trad. e adattam. dialettale a cura della Compagnia con la Filodrammatica “Teatro a Zambana” di Zambana. Nell’ambito della 14ª rassegna teatrale in dialetto trentino. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Teatro PER EN PIAZER... CHE DISPIAZER Dro. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Andrea Tasin con la Filodrammatica “S. Ermete” di Calceranica. Nell’ambito di Primavera a Teatro “Nilo Faitelli”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro PERICOLO DI COPPIA Tuenno. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Marco Cavallaro con l’Associazione Culturale “Le Voci di Dentro” di Mezzolombardo. Nell’ambito della rassegna teatrale a Tuenno. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA SALUTE L’È TUT Predazzo. Ore 21. Auditorium Casa della Gioventù. Spettacolo di Gabriele Bernardi con l’Associazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo in Banale. Nell’ambito della 21ª Rassegna teatrale “Chi è di scena? 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL NOME DELLA ROSA Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Stefano Massini, dal romanzo di Umberto Eco, regia Leo Muscato con Eugenio Allegri, Giovanni Anzaldo, Renato Carpentieri, Luigi Diberti, Luca Lazzareschi. Info: www.csc.tn.it; n. verde 800.013952. Teatro SIAMO TUTTI SULLA STESSA ARCA Meano. Ore 20. Teatro di Meano, via delle Sugarine 22. Biglietto 12 € intero, 10 € ridotto. Età consigliata dai 6 anni. Spettacolo di e con Andreapietro Anselmi e Klaus Saccardo. Info: www.teatrodimeano.it; Tel. 0461.511332 (martedìvenerdì ore 17-20 e sabato ore 1013); info@teatrodimeano.it.

25 DOMENICA Cultura PERFORMANCE Trento. Ore 18. Auditorium della Scuola Musicale il Diapason - Via Verdi, 43. “Fotografie corpo e parole” del collettivo Fragile Artists, performers, fotografe e dramaturghe. Presentiamo al pubblico il risultato performativo della residenza creativa presso la Scuola Musicale il Diapason, uno spaccato della nostra ricerca, fatta di fotografia corpo e parole. Info: Scuola Musicale Il Diapason - Via V. Veneto, 43; Tel. 0461.1975204; ildiapason@ildiapason.com; www. ildiapason.com.

Cultura VISITA GUIDATA ALLE COLLEZIONI DEL MUSEO Trento. Ore 16. Museo Diocesano Tridentino. Visita guidata alla collezione permanente, indirizzata a singoli visitatori e piccoli gruppi. La visita guidata, compresa nel biglietto d’ingresso al museo, offre l’opportunità di conoscere lo straordinario patrimonio di arte e cultura custodito nelle sale di Palazzo Pretorio, antica residenza vescovile eretta a fianco della cattedrale di San Vigilio. La partecipazione è libera e non necessita di prenotazione. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; www. museodiocesanotridentino.it. Musica XX FLICORNO D’ORO SERATA DI CHIUSURA Riva del Garda. Palazzo dei Congressi – Sala 1000. Ore 20.15. Concerto di chiusura The Riverboys. Ore 21.30. Proclamazione dei vincitori e consegna dei premi. Info: Associazione Flicorno d’Oro Via Liberazione, 7 www.flicornodoro.it; www.gardatrentino.it Musica GABRIELE IORIO PIANOFORTE Trento. Ore 10.30. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. L. van Beethoven: Sonata n. 31 op. 110 J. Brahms: Tre intermezzi op. 117 L. van Beethoven: Sonata n. 32 op. 111. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Teatro COMPAGNIA AMATORIALE (E SE FUSSA LA FIN DELA LEGGE MERLIN?) Trento. Ore 16. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di Italo Conti - trad. dialettale e adattam. di Federico Gozzer con la Filodrammatica “La Logeta” di Gardolo. Nell’ambito della 22ª edizione di Palcoscenico Trentino Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL NOME DELLA ROSA Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Stefano Massini, dal romanzo di Umberto Eco, regia Leo Muscato con Eugenio Allegri, Giovanni Anzaldo, Renato Carpentieri, Luigi Diberti, Luca Lazzareschi. Info: www.csc.tn.it; n. verde 800.013952. Teatro INVISIBILI GENERAZIONI Brentonico. Ore 21. Cinema Teatro Monte Baldo. Spettacolo di Elementare Teatro, testo e regia Carolina De La Calle Casanova, con Marco Ottolini, Paola Tintinelli, Valentina Scuderi e Federico Vivaldi. Info: www.trentinospettacoli.it.

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trentinoappuntamenti Teatro ragazzi PINOCCHIO: STORIA DI UN BURATTINO Altavalle. Ore 16. Molin de Portegnach a Faver. Spettacolo teatrale per bambini e ragazzi, tratto dal testo di Carlo Collodi, presentato dall’Associazione Culturale “Amici di Parola di Trento”. A seguire merenda golosa. Ingresso: € 3,00, comprensivi di merenda. Info: info@sorgente90.org; www. sorgente90.org.

27 MARTEDÌ Musica FRANCESCA MICHIELIN IN CONCERTO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, Via Santa Croce. Prevendita biglietti presso la redazione di Trentinomese - Via Ghiaie, 15 - 38122 Trento.

28 MERCOLEDÌ Cultura SERATA CON PADRE ANTONINO Altavalle. Ore 20.30. Molin de Portegnach a Faver. Serata con padre Antonino Butterini, che torna al Molin con il suo prezioso momento di fede e riflessione. Ingresso libero. Info: info@sorgente90.org; www.sorgente90.org. Danza BESTIE IN SCENA Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana. Di Emma Dante, produzione Compagnia Sud Costa Occidentale / Piccolo Teatro di Milano - Festival d’Avignon. Spettacolo quasi del tutto privo di parole, ma scosso da suoni e rumori, è caratterizzato dalla nudità degli attori. “Bestie di scena” è giocato lungo la linea dello spazio e del tempo, con un prima e un dopo, senza però appoggiarsi su alcuna storia raccontata. Gli attori sono corpi agiti da forze che arrivano dall’esterno e che, in un continuo gioco di sguardi verso e con il pubblico, si compattano in un corpo solo, per poi nuovamente frammentarsi e scontrarsi. Per il Ciclo “Altre Tendenze” Info: www. centrosantachiara.it. Enogastronomia COLUI CHE DOMINAVA GLI ODORI, DOMINAVA IL CUORE DEGLI UOMINI Aldeno. Ore 20. Sede del Consorzio Vignaioli del Trentino - Via Roma, 35. Di come alcuni vini sappiano colpirci per i loro aromi caratteristici. Degustazione (sei vini). Costo: 20 € a serata (90 € per il pacchetto completo). Per info e prenotazioni: comunicazionevignaiolitrentino@gmail.com. Musica «ORCHESTRA HAYDN» Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium Santa Chiara, via Santa Croce 67. Darrel Ang, direttore; Ilya

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Gringolts, violino su musiche di F. Schubert/Anton Webern: 6 Danze tedesche, D 820; F. Schubert: Sinfonia n. 3 in re maggiore, D 200; P. I. ajkovskij: Concerto per violino e orchestra in re maggiore, op. 35. Biglietto intero 25 €, ridotto over 65 15 €, ridotto under 26 5 €. Info: n. verde 800.013952; info@ centrosantachiara.it. Teatro UNO CHE CONOSCEVO Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Drammaturgia e regia: Corrado Accordino con: Corrado Accordino, Riccardo Buffonini, Veronica Franzosi, Valentina, Mandruzzato, Chiara Tomei. Per info o biglietti: Tel.0461.511332; info@teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it. Teatro BESTIE DI SCENA Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo quasi del tutto privo di parole, ma scosso da suoni e rumori, è caratterizzato dalla nudità degli attori. “Bestie di scena” è giocato lungo la linea dello spazio e del tempo, con un prima e un dopo, senza però appoggiarsi su alcuna storia raccontata. Gli attori sono corpi agiti da forze che arrivano dall’esterno e che, in un continuo gioco di sguardi verso e con il pubblico, si compattano in un corpo solo, per poi nuovamente frammentarsi e scontrarsi. Spettacolo di Emma Dante; produzione Compagnia Sud Costa Occidentale. Piccolo Teatro di Milano - Festival d’Avignon. Info: www.csc.tn.it; n. verde 800.013952. Teatro LA MORTE E LA FANCIULLA Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Regia e coreografia Michele Abbondanza e Antonella Bertoni su musiche di F. Schubert: La morte e la fanciullaIn scena tre differenti “capolavori”. Uno musicale: il quartetto in re minore “La morte e la fanciulla” di Franz Schubert. Uno fisico: l’essere umano nell’eccellenza delle sue dinamiche. Uno spirituale-filosofico: il mistero della fine e il suo continuo sguardo su di noi. Info: www.teatro-zandonai. it; www.comune.rovereto.tn.it.

praline, tavolette al latte, fondenti e aromatizzate, creme spalmabili, liquori al cioccolato, freschi e deliziosi abbinamenti di frutta e cioccolato e raffinate creazioni e sculture realizzate dai maestri cioccolatieri provenienti da tutta Italia caratterizza la mostra-mercato del cioccolato. Pomeriggio: dalle 15:00 alle 16:30 Concerto del gruppo: “Black Lady”. Dalle 17:00 alle 18:00. Concerto del gruppo (BLUE GARDEN). Info: www.gardatrentino.it; Tel. 0464.554800

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Enogastronomia CHOCOMUSIC MUSICA PER IL PALATO! Riva del Garda. Mattina: dalle 10:30/11:00 sfilata ed esibizione del Corpo bandistico Riva del Garda. Pomeriggio:dalle 13:30 alle 15:00. Concerto del Coro RigoDritto. Dalle 15:00 alle 16:30. Esibizione dell’Accademy of Dance and Ballroom ADS. Info: Info: www.gardatrentino.it; Tel. 0464.554800 Teatro SOGNO POETICO DI UNA GALLINA RITMICA (OVVERO: AH, STIAMO FRESCHI SE LA GALINA CANTA) Mezzocorona. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo da “150 la gallina canta” di Achille Campanile con la Filodrammatica “La Marianela” di Romallo. Nell’ambito della rassegna teatrale 2018. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro FUORI Trento. Ore 20.45. Teatro di Meano, via delle Sugarine 22. Spettacolo di e con Daniele Gattano. Entrata € 4 (con aperitivo). In-

fo: www.teatrodimeano.it; Tel. 0461.511332 (martedì-venerdì ore 17-20 e sabato ore 10-13); info@ teatrodimeano.it.

GLI APPUNTAMENTI DI APRILE 1 DOMENICA Enogastronomia CHOCOMUSIC MUSICA PER IL PALATO! Riva del Garda. Pomeriggio: dalle 15:00 alle 16:00. Concerto “Evolution” (gruppo del Corpo bandistico Riva del Garda). Dalle 17:00 alle 18:00. Concerto “Evolution” (gruppo del Corpo bandistico Riva del Garda) (BLUE GARDEN). Info: www.gardatrentino.it; Tel. 0464.554800

2 LUNEDÌ Enogastronomia CHOCOMUSIC MUSICA PER IL PALATO! Riva del Garda. Mattina. Indicativamente dalle ore 11:00. Piccola sfilata e presenza in piazza del gruppo: “Non solo Teatro” in costumi asburgici. Pomeriggio. Dalle 14:00 alle 15:00. esibizione di ballo a cura del gruppo “Onda Garda Dance” dell’Associazione Coordinamento Alto Garda e Ledro 60 e +. Dalle 15:30. Apertura Uovo Gigante alla presenza del gruppo “Non solo Teatro”.A seguire esibizione del gruppo “Non solo Teatro” in costumi asburgici. Info: www. gardatrentino.it; Tel. 0464.554800

A Merano il Bazar dei Libri dal 23 marzo all’8 aprile

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Enogastronomia CHOCOMUSIC MUSICA PER IL PALATO! Riva del Garda. La centralissima piazza Cesare Battisti ospiterà, infatti, la quinta edizione di “ChocoMusic, musica per il palato!”. Quattro giorni di appuntamenti da non perdere: cooking show, degustazioni, lezioni di cioccolato, laboratori per bambini in programma presso la Fabbrica del Cioccolato, la grande struttura che mostra in presa diretta tutte le fasi di lavorazione del cioccolato. Un ricco assortimento di gustose

Gli editori dell’Alto Adige associati all’Unione Commercio Turismo Servizi Alto Adige metteranno in vendita sotto le eleganti tensostrutture di Piazza della Rena\Sandplaz di Merano centinaia di libri a prezzi particolari di 3, 5, 7 e 10 Euro. Una proposta da non perdere per gli amanti dei libri e un’ottima occasione per un regalo intelligente e utile! Vi aspettiamo tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 19 dal 23 marzo all’8 aprile. Sono presenti le Case Editrici: Alphabeta, Athesia-Tappeiner, Curcu Genovese, Folio, Raetia e Weger.


trentinoappuntamenti 3 MARTEDÌ

5 GIOVEDÌ

Teatro ARDITODESÌO: MIO FRATELLO RINCORRE I DINOSAURI Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale, Piazza Garibaldi 5/g. Adattamento teatrale di Christian Di Domenico e Carlo Turati. Dall’omonimo romanzo di Giacomo Mazzariol. Con Christian Di Domenico. Regia Andrea Brunello. Lo spettacolo sarà accompagnato da una degustazione di vini offerta da Cantina Vivallis durante la quale sarà possibile confrontarsi con i componenti delle compagnie ospitate. Info: www. teatrodipergine.it.

4 MERCOLEDÌ Danza LA DANZA DELLE LIBELLULE Trento.Teatro Sociale. Spettacolo con la Compagnia Teatro Musica Novecento. Orchestra “Cantieri d’Arte”. Coro del Teatro Sociale di Trento direttore Stefano Giaroli, registi Silvia Felisetti, Alessandro Brachetti. Corpo di Ballo “Accademia”. Biglietti: intero da 18 €. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952

Teatro IL SECONDO FIGLIO DI DIO Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Vita, morte e miracoli di David Lazzaretti. Dopo aver raccontato il dramma degli esuli istriani, Simone Cristicchi è ora alle prese con la vicenda incredibile, ma realmente accaduta, di David Lazzaretti, detto il “Cristo dell’Amiata”: l’utopia di un mistico visionario di fine ottocento capace di unire fede e comunità, religione e giustizia sociale. È il luglio del 1878 e, in cima a una montagna, un uomo si proclama reincarnazione di Gesù Cristo. Tra canzoni inedite e recitazione, il narratore protagonista ricostruisce la parabola di questo personaggio discusso che persegue il sogno di una società più giusta, fondata sull’istruzione, la solidarietà e l’uguaglianza. Spettacolo di Manfredi Rutelli e Simone Cristicchi; regia Antonio Calenda; con Simone Cristicchi. Info: www.csc.tn.it n. verde 800.013952. Teatro PERFETTA Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Di Mattia Torre con Geppy Cucciari. Perfetta è un monologo teatrale che racconta un mese di vita di una donna attraverso le quattro fasi del ciclo femminile. Durata 1 h. 30. Info: www.teatro-zandonai.it; www.comune.rovereto.tn.it.

6 VENERDÌ Musica PIANO AND OTHERS Trento. Ore 9 e ore 11. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. G. Gershwin: Rapsodia in Blue L. Bernstein: West Side Story Alessandro Bianchini, Roberto Pangrazzi, percussioni Antonio Maria Fracchetti, Stefano Visintainer, pianoforti. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Musica JULIE’S HAIRCUT Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, via della Malpensada 88. Sonorizzazione del film di Josef von Sternberg “The Last Command” a cura dei Julie’s Haircut, fra le band più longeve della scena indipendente italiana. Biglietto intero 10 €, ridotto under 26 5 €. Info: n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Teatro IL SECONDO FIGLIO DI DIO Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Manfredi Rutelli e Simone Cristicchi; regia Antonio Calenda; con Simone Cristicchi. Info: www.csc.tn.it n. verde 800.013952.

7 SABATO Musica JAKE THE SMOKER Arco. Ore 20.30. Cantiere 26, Via Caproni Maini 26/E. Arriva al Can-

tiere 26 di Arco per #UploadOnTour Jake The Smoker, punta di diamante della scena rap italiana + 3 bands UploadSounds 2018. Info: www.uploadsounds.eu. Musica CONCERTO Brentonico. Ore 21. Cinema Teatro Monte Baldo. Concerto del Coro della Sat, Mauro Pedrotti direttore. Info: www.trentinospettacoli.it. Teatro IL SECONDO FIGLIO DI DIO Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Manfredi Rutelli e Simone Cristicchi; regia Antonio Calenda; con Simone Cristicchi. Info: www. csc.tn.it n. verde 800.013952. Teatro I.A. NESSUNO MI AMA OFFLINE Meano. Ore 20. Teatro di Meano, via delle Sugarine 22. Spettacolo di e con Klaus Saccardo; scenografie Studio Quadriluni; produzione ariaTeatro. Biglietto 12 € intero, 10 € ridotto. Età consigliata dai 12 anni. Info: www.teatrodimeano.it Tel. 0461.511332 (martedì-venerdì ore 17-20 e sabato ore 10-13); info@teatrodimeano.it.

Dopo il grande successo sui social è arrivato finalmente il ricettario di

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trentinomatrimoni SOLO PER I NOSTRI LETTORI, QUESTO MESE LE IMMAGINI DELLE NOZZE DI MICHELA CON LUCA

IL MATRIMONIO DEL MESE Lei Nome: Michela Età: 29 Nata: Rovereto Residente: Rovereto Parrucchiere: zia Ornella Bianchi Occupazione: Commerciante

Lui Nome: Luca Età: 32 Nato: Caltanissetta Residente: Rovereto Vestito: Capuano Military Store - BZ Scarpe: Abbigliamento Baratto - Lavis Barbiere: Innovation Studio - Rovereto Occupazione: Militare

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trentinomatrimoni Matrimonio: Data: Ricevimento: Catering: Invitati: Fiori e Bouquet: Anelli: Torta: Lista nozze: Viaggio di nozze: Vivranno a:

Civile 9 settembre 2017 Maso Speron D’Oro - Rovereto Prime Rose - Levico Terme 75 Cinzia Fonso Eventi - Marano Polello Pasticceria Bologna - Mori Vallagarina Tour - Rovereto Maldive, 9 giorni Rovereto

Servizio fotografico: Trintinaglia Wedding Photo www.trintinaglia.com Wedding planner: Cinzia Fonso Eventi 107

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È PAUL GASSER IL NUOVO PRESIDENTE AMICIZIA, CULTURA, ELEGANZA E DIVERTIMENTO CON GIUSEPPINA ALL’OPERETTA “LA VEDOVA ALLEGRA”

CAMBIO DELLA GUARDIA AI VERTICI DELLA FONDAZIONE HAYDN DI BOLZANO E TRENTO Chiara Zanoni e Paul Gasser

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uesta volta Giuseppina ha voluto coronare le sue parole chiave che usa abitualmente alle sue feste: “Amicizia, cultura, eleganza e divertimento”, nell’inimitabile cornice romantica di Venezia. Nel primo pomeriggio, con un gruppo di amiche si è recata al teatro La Fenice per assistere all’operetta “La vedova allegra” di Franz Lehar, poi in giro per calli e callette distribuendo sorrisi ed allegria. Infine ad una mostra di pittura del suo amico Bruno e a seguire una cenetta durante la quale Claudio, suo marito, ha presentato brevemente il libro della loro storia d’amore levando al cielo i calici inneggiando al “volemose tanto ben”.

Dall’alto, Stefy, Rosy, Patty, Giuseppina e Mapi; la soprano Eleonora con Giuseppina; Giuseppina e la soprano Ling Mej; Mark, Margie, Giuseppina, Claudio, Lizabeth e George. 108

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arà l’altoatesino Paul Gasser a presiedere il nuovo board della Fondazione Haydn di Bolzano e Trento per il prossimo quinquennio (2018-2022). Il CdA ha ratificato nella serata di ieri il cambio della guardia ai vertici dell’ente, con l’entrata in carica di Gasser quale nuovo Presidente della Fondazione su indicazione della Regione Trentino - Alto Adige e l’elezione alla vicepresidenza di Chiara Zanoni (in rappresentanza della Provincia Autonoma di Trento), già Presidente della Fondazione dal 2013 al 2017. Rimangono confermati nel board Felix Resch e Sonia Carli, designati rispettivamente dalla Provincia Autonoma di Bolzano e dal Comune di Trento, mentre di nuova nomina è Paolo Vanoni, direttore Strategia e Finanza di Alperia, in rappresentanza del Comune di Bolzano. Rinnovato anche il collegio dei Revisori dei Conti, composto ora da Lorenza Saiani (Presidente), Sonia Rossi e Patrick Bergmeister. Il neo-presidente è un appassionato di musica e segue con molto interesse l’attività artistica dell’ente culturale, che dal 2015 oltre alla gestione dell’attività sinfonica dell’Orchestra Haydn organizza anche la Stagione d’Opera regionale e il Festival Bolzano Danza. «Sono consapevole della grande responsabilità che comporta guidare una realtà come la Fondazione Haydn, primo ente musicale della Regione» – ha dichiarato Paul Gasser. «Sono molto felice per questo nuovo incarico e lieto di poter mettere a disposizione le mie esperienze manageriali per dare continuità e nuovi impulsi all’Istituzione. Un impegno che intendo portare avanti con il supporto del CdA e con la collaborazione di tutta la struttura organizzativa della Fondazione Haydn. Nei primi 100 giorni del mio mandato ho intenzione di entrare nelle dinamiche dell’ente: già ora, dopo i primi incontri, posso dire che intravedo nuove forme di coinvolgimento del settore privato. E nei prossimi mesi mi impegnerò assieme al CdA della Fondazione per elaborare le linee strategiche per il prossimo quinquennio».


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LA LOCANDA MARGON SI RINNOVA... PRESENTATO UFFICIALMENTE IL 9 FEBBRAIO IL RESTYLING DEL RISTORANTE DI CASA FERRARI GUIDATO DALLO CHEF ALFIO GHEZZI

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na dimora di campagna contemporanea, dove accogliere chi desidera provare un’esperienza enogastronomica di altissimo livello. Questo il concetto alla base del progetto di restyling, seguito dall’architetto Diletta Stazzi, di Locanda Margon, il ristorante del Gruppo Lunelli immerso tra i vigneti a pochi passi da Trento. Locanda Margon, che lo chef Alfio Ghezzi ha portato alle due stelle Michelin nel 2016, accompagna con il nuovo interior design il percorso di crescita della sua cucina, aggiungendo ulteriore piacevolezza agli ambienti e regalando così un’esperienza di ospitalità sempre più completa. Come in una casa, gli ospiti sono accolti nel “Salotto Gourmet”, dove carte da parati e arredi vintage sono sapientemente abbinati a elementi del miglior design italiano, come le sedute B&B e le stoffe Dedar e Rubelli. L’attenzione all’italianità e alla raffinatezza dei nuovi ambienti si riflette nella proposta gastronomica, di cui la pulizia del gusto è l’elemento centrale, esaltato da una scelta di materie prime di altissima qualità, spesso legate al territorio trentino. La “Veranda”, immersa nel verde dei vigneti, ricorda i classici giardini d’inverno, con uno stile essenziale che sposa l’offerta gastronomica di questo spazio della Locanda, dedicato a chi non vuole rinunciare alla qualità anche in una cucina più semplice e veloce. Il risultato è un ambiente armonico, dove gli spazi dialogano tra loro e con la cucina e si trasformano a seconda dei momenti in cui sono vissuti. Locanda Margon si conferma così una tappa fondamentale del percorso del “Bello e del Buono” di Casa Ferrari, un

itinerario che inizia con la visita in cantina, prosegue nella vicina Villa Margon, splendido complesso cinquecentesco, sede di rappresentanza del Gruppo Lunelli, e si conclude proprio alla Locanda con un viaggio enogastronomico legato alle bollicine Trentodoc. Un viaggio che amplierà i propri orizzonti nei prossimi mesi proponendo il ciclo di cene “Quattro mani e mille bolle”, in collaborazione con altri grandi rappresentanti della cucina italiana. Primo appuntamento il 14 marzo con Nino di Costanzo, chef del Danì Maison di Ischia e maestro della cucina di pesce, per un’esperienza gastronomica in cui i sapori di montagna si alterneranno a quelli mediterranei, con un risultato che si preannuncia sorprendente.

Alfio Ghezzi e Matteo Lunelli circondati dai ragazzi dello 109 staff

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“RESPECT WOMAN”: UN CAMMINO CONDIVISO SETTE CLUB ROTARY TRENTINI SI SONO ATTIVATI PER CONTRASTARE LA VIOLENZA CHE, NEI MODI PIÙ VARI, SI MANIFESTA CONTRO LE DONNE

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ell’immaginario collettivo i club come il Rotary e il Soroptimist fanno pensare a cene distinte, a signore e signori di una certa età che discutono di affari e politica o di shopping e babysitter, ad ambienti raffinati e destinati a pochi privilegiati. Oggi, i soci di tanti club che operano sul territorio trentino – uomini e donne – si rimboccano le maniche e si mettono al servizio della comunità, non si limitano a elargire oboli, ma studiano strategie e prospettive per tentare di risolvere problemi sociali. E hanno scoperto che INSIEME è più facile raggiungere lo scopo. Così, per l’anno sociale in corso, sette club Rotary trentini – Fiemme e Fassa, Madonna di Campiglio, Riva del Garda, Rovereto, Trentino nord, Trento e Valsugana –, la FIDAPA BPW sezione di Trento, il Soroptimist International club di Trento, il Lions club Trento del Concilio, la Fondazione “Famiglia Materna” di Rovereto e l’Alfid (Associazione laica famiglie in difficoltà) si sono attivati per contrastare la violenza che, nei modi più vari, si manifesta contro le donne e hanno progettato un percorso declinato in più modi, con eventi comuni ed altri gestiti da ciascun attore. Durante la conferenza stampa di presentazione, il prof. Antonio Frattari, presidente del Rotary club Trento, ricordando che “Quando si sogna da soli, si fa un sogno. Quando si sogna insieme si realizza un progetto” ha dato il via agli eventi in novembre: presso l’Istituto Pozzo-Buonarroti è stato rappresentato lo spettacolo teatrale “Come le rose” su testi della Dandini, presentato qualche giorno prima anche a Mori. Il dr. Alessandro Piccoli, presidente del Rotary club Rovereto, promotore del progetto, ha ribadito l’utilità del 110

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lavorare insieme, partendo dalla formazione di docenti e discenti del Liceo “Filzi” di Rovereto. Il presidente del Rotary club Valsugana, dr. Vincenzo Circosta, ha ribadito la necessità di coinvolgere alcune scuole della Valsugana ed ha organizzato un evento che ha raccolto un pubblico numeroso al teatro di Pergine: ospite d’onore Alessandro Meluzzi, noto psichiatra e accademico, dopo aver precedentemente ascoltato nel suo club la dr.ssa Maggio, dirigente della Polizia di Stato, e la dr.ssa Minella Chilà, funzionaria del Commissariato di Governo, sempre per approfondire il tema della violenza di genere, con dati statistici e norme di legge. Le presidenti di Fidapa, Kathy Podestà, e del Soroptimist, Marilena Guerra, insieme con Anna Michelini, direttrice di “Famiglia Materna” hanno incontrato gli studenti di tre Istituti superiori (Curie di Pergine, Buonarroti e Tambosi di Trento) per parlare con loro di violenza di genere, mettendo al centro gli uomini maltrattanti. In febbraio, sempre insieme, tutti gli artefici di questo progetto si sono ritrovati ospiti della P.A.T. per discutere sulla possibilità di CambiaMenti, ponendo l’accento sul fatto che il problema “violenza” debba essere inteso come “problema maschile”, dato che percentualmente sono assai più numerosi gli uomini violenti delle donne. Si è anche ricordato come, nel compiere un femminicidio, in alta percentuale gli assassini ricorrano poi al suicidio. Testimonianza chiara di una insopprimibile fragilità. Insieme agli assessori Ferrari e Zeni, ne hanno parlato la dr.ssa Maggio e il dr. Pasquale Profiti, sostituto procuratore, mentre Marilena Guerra, direttrice del telegiornale di TrentinoTv, ha intervistato un uomo che volontariamente ha deciso di partecipare ad un Corso per uomini maltrattanti e senza timore lo ha confermato davanti alle telecamere. Un altro momento interessante della serata è stato l’ascolto di alcune pagine del saggio “Marito Amore Incubo” della psicoterapeuta Paola M. Taufer. Un altro importante evento è previsto a Rovereto in marzo, quando si terrà il Convegno sul tema “Relazioni libere dalla violenza” organizzato da Relive, partner dei Rotary club insieme alla Cooperativa Sociale “Punto d’approdo” di Rovereto e alla Fondazione Italiana Accenture. Molti altri saranno gli eventi aperti al pubblico, perché più ampio sia il raggio d’azione di “Respect Woman” e sempre vivo rimarrà l’impegno dei club, sostenuti anche dalla “Rotary Onlus distrettuale”, per informare, educare, prevenire, correggere e sensibilizzare chi vive sul territorio trentino, dove nell’ultimo quinquennio le denunce per atti di violenza contro le donne sono state più di 2.300.


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TUTTI AL WEIRDO PARTY DI TRENTO IL 24 MARZO AL DETAILS DESIGN STORE DI VIA SUFFRAGIO LE NOVITÀ PE18: WEIRDO E LINEN COLLECTION, POTS&DOTS COLLECTION. LIVE MUSIC E DEGUSTAZIONE DI BIRRA ARTIGIANALE TRENTINA

L’impegno di tanti è sicuramente una conquista; il progetto condiviso, importante e ambizioso, ci aiuterà a capire che i fatti di violenza accadono anche vicino a noi, che non si deve far finta di non vedere o non sentire, che tutti abbiamo il dovere di impegnarci al fianco di chi subisce violenza. E non dobbiamo dimenticare che esiste una legge che permette ad ogni cittadino di denunciare atti di violenza e di chiedere al Questore di mettere in atto un “ammonimento” che, secondo la dr.ssa Maggio, spesso ottiene il risultato di far prendere coscienza al violento, che probabilmente, temendo sanzioni gravi, non si lascerà più andare a gesti inconsulti. Chi denuncia sarà noto alle Forze dell’Ordine, ma rimarrà anonimo per il denunciato. Quindi, assumiamoci, da cittadini consapevoli, le nostre responsabilità e, se sentiamo urla e minacce, non esitiamo a renderle note a chi di dovere. Luciana Grillo

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eirdo Collection, che nasce dalla collaborazione tra Elitra e Basement, è una collezione di t-shirt e magliette ricamate per uomo e donna che sarà al centro di un evento a Trento, il 24 marzo (Details Design Store, Via del Suffragio, 74). Per la linea femminile, interamente cucita a mano, sono stati usati in modo creativo tessuti tradizionali come la viscosa e il fresco lana: materiali naturali e morbidi al tatto di altissima qualità. Perché Weirdo? Perché sono tutti pezzi unici e numerati; ogni capo ha una sua anima e personalità ognuno ha così la possibilità di trovare la propria weirdo t-shirt - quella in cui ci si sente a proprio agio e che riesce a dare valore alla tua personalità. Perché come il protagonista della graphic novel di Francesco Guarnaccia, l’alieno Weirdo per l’appunto, che racconta la sua esperienza sulla Terra nella missione di analizzare la specie umana, pone l’attenzione su diverso e diversità. Fa riflettere che un osservatore esterno riesca a farsi come unico vero amico un gatto che condivide con lui la curiosità per il mondo che lo circonda, mentre il resto dell’umanità sembra troppo impegnato con se stesso. Cosa ha ispirato Details Design Store? Innanzitutto i più profondi interessi: la musica, l’arte, la letteratura, il cinema… i testi di artisti internazionali come The National o Radiohead, le opere di Magritte o di Maurizio Cattelan così come le scene di Wes Anderson sono stati input incredibili per la nostra creatività. Perché il lino? Perché è un tessuto naturale molto resistente, fresco ed estivo, chic e informale al tempo stesso. Cosa ha ispirato invece nella scelta dei colori? La luce tersa dell’alba primaverile per il bianco, il cielo notturno e le profondità oceaniche per il blu, l’impalpabilità della sabbia per il colore naturale del lino, le foglie vellutate e profumate degli orti estivi per il verde salvia, ecc..

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trentinolibreria

IL LIBRO DEL MESE

“UN PIERINO TRENTINO” SI PRESENTA... IL NUOVO ROMANZO AUTOBIOGRAFICO DI RENZO FRANCESCOTTI

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ala gremita, pubblico caldo e attento per la presentazione del nuovo libro di Renzo Francescotti, “Un Pierino trentino”, nella sala del Centro “Rosmini” a Trento. Relatore Alessandro Franceschini, direttore del mensile UCT, che ha dialogato con l’autore, la serata ha visto anche la partecipazione del Gruppo ”Neruda” con Arrigo Dalfovo e Chiara Turrini, che hanno letto alcuni brani. Il presentatore ha messo in luce lo spessore culturale di Francescotti, da oltre mezzo secolo attivo come poeta in lingua e dialetto: Francescotti non aveva però mai scritto, né in prosa né in poesia, un libro autobiografico. “Come mai – gli ha chiesto Franceschini – quando la maggior parte degli autori, di norma, attingono dalle loro vicende autobiografiche il materiale?”. “Forse per timidezza, ma anche per gelosia del mio mondo: non mi piace parlare di me”, è stata la risposta. Questo libro che contiene 18 racconti può essere considerato un ”romanzo a racconti”, originale quindi anche nel suo “format”. Dalla casa a Trento nei pressi di Port’Aquila le storie si allargano ad Aldeno dove il “Pierino” era sfollato con la famiglia dopo i primi due bombardamenti, a Pedersano (il paese di sua nonna materna), a Ravina dove la madre faceva scuola, a Zuclo in cui andavano a villeggiare, alla Malga Juribello, in Val di Fiemme dove il ”Pierino” fu messo in castigo. La cosa più difficile, ha spiegato l’autore, è stata quella di riuscire a rivedere la realtà con gli occhi di un bambino: bisogna scalpellare via tutte le incrostazioni dell’adulto. I morti sotto le bombe, i partigiani ammazzati, la fame della guerra e del dopoguerra si alternano con altri tranci di vita in cui il narratore rivela anche la sua anima scanzonata, ironica e, autoironica, da “Pierino appunto”.

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UN RICETTARIO PROVENIENTE DA UNA OTTOCENTESCA FAMIGLIA BORGHESE DI TRENTO, RIPRESENTATO OGGI. VI TROVIAMO RICETTE PIUTTOSTO CHIARE E BREVI, CON INDICAZIONI ESSENZIALI PER LA PREPARAZIONE...

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ell’archivio della famiglia Pedrotti, oggi conservato presso la Biblioteca Comunale di Trento, si conserva un manoscritto del 1825 contenente un ricettario dell’epoca. Come attesta l’etichetta originale apposta al quaderno, si tratta de La cuoca in cucina, ovvero virtuose novelle molto dilettevoli e nutritive, opera di Aurelia Pedrotti. Costei, nata nel 1799 e sposata nel 1828 all’ingegner Pietro Clementi di Verona, città nella quale trascorse il resto della sua vita, apparteneva a una ragguardevole famiglia trentina, imparentata con i Balista e i Rosmini, che acquistò notevole ricchezza con le attività imprenditoriali di Pietro (1807-1874), fratello minore di Aurelia. Non avendo figli, Pietro lasciò in eredità le sue sostanze al pronipote Giovanni (1867-1938). Su questa bella figura di patriota, studioso e imprenditore si è recentemente tenuta una mostra con catalogo, che approfondisce la sua attività di fotografo amatoriale. Proprio grazie alla discendenza di Giovanni è giunto alla Biblioteca Comunale, con l’archivio di famiglia, un consistente fondo

Da sinistra, Chiara Turrini, Arrigo Dalfovo, Renzo Francescotti e Alessandro Franceschini


trentinolibreria Gian Paolo Margonari Via dei migranti stagionali. Un viaggio nella memoria da Malè (Val di Sole) a Riva del Garda Centro Studi Judicaria L’opera parla di un fenomeno che segnò tutto il Trentino nei secoli passati: l’emigrazione stagionale. In questo caso però lo sguardo si sofferma sulla vicenda specifica che nel tempo vide parolòti, segantini, spazzacamini, pastori, solandri e giudicariesi, avviarsi attraverso i monti per raggiungere la località gardesana come tappa verso la pianura padana. Il testo è anche un invito a percorrere fisicamente quel cammino, a viaggiare a piedi. E infatti Margonari, noto proprio per la sua straordinaria passione nel camminare lungo le vie e i sentieri per poi illustrarli, trasforma il libro in guida, fornendo tutti gli elementi e le informazioni per passare dalla “memoria” all’esperienza diretta. Il libro infine assume un significato particolare se consideriamo che il 2018 è stato indicato come l’Anno Europeo del Patrimonio culturale.

Vilma Kaisermann Selvatica Edizioni Publistampa La vita di Matilde è semplice e complicata insieme, con lo sguardo sempre rivolto alla natura, madre più benevola e accogliente di quella morta quando lei era ancora bambina, lasciandole in eredità un fardello di parole che le piegherà per sempre le spalle. La storia, collocabile negli anni Cinquanta del secolo scorso, si dipana in ambiente rurale, segnato dalla fatica, da una tradizione patrilineare e dai ritmi di una vita essenziale che piano piano viene contaminata dalla modernità. Le vicende narrate attingono ai ricordi dei genitori dell’autrice, In questo creando un libro/ intreccio tra intervista, il vero e la in cui per fantasia. la prima Un romanzo volta ricordi diverso, si biografici un distillatocon di vita narrato sull’esistenza in modo intrecciano riflessioni e circolare, denso di immagini dove è bello sul presente del mo precipitare, capace di risvegliare ricordi che non sapevi di avere.

fotografico e il ricettario della prozia Aurelia. Questo si compone di 64 pagine manoscritte, più una carta sciolta contenente pure una ricetta, per un totale di circa 180 ricette. Esse non sono suddivise per generi o sezioni, ma riportate di seguito senz’ordine apparente. Spicca la presenza di molti dolci – in assoluto la maggioranza, un’ottantina – e zuppe (mose), sono sorprendentemente numerosi i piatti di pesce (dalla zuppa di gambari alle salciccie di pesce, dai canedelini di pesce alle tenche in potacchio), mentre quelli di carne non risultano affatto preponderanti. Trattandosi di un ricettario proveniente da una famiglia borghese e da un’area di cerniera come il Trentino del periodo asburgico, non mancano ricette di una certa raffinatezza e provenienti da altre zone, dalle offelle mantovane ai Maultaschen, dai buzzolai al budino alla francese: così il pesce potrà esser preparato ‘all’italiana’ o ‘all’alemanna’, ma anche ‘alla francese’ o ‘alla polacca’. Le ricette sono piuttosto chiare e brevi, con indicazioni essenziali per la preparazione; alcuni termini d’epoca o dialettali (ampomole per lamponi, cornale per corniole), sia per gli ingredienti che per gli strumenti di cucina, vengono opportunamente chiariti in nota e aggiungono un fascino particolare al susseguirsi delle pietanze, che risultano in parte riproponibili. Il manoscritto Pedrotti non è ignoto agli studiosi, comparendo ad esempio nella tesi di Filippo Gratton Per un catalogo dei manoscritti di cucina del Trentino (sec.XVII-XX). Schede e analisi.

Riccardo Petrella Nel nome dell’umanità Un patto sociale mondiale tra tutti gli abitanti della terra Il Margine Il filo rosso del nuovo libro di Riccardo Petrella, una delle voci più autorevoli a livello internazionale sui beni comuni e in particolare sul diritto all’acqua, è questo: l’umanità ha bisogno di un nuovo patto sociale mondiale, fondato sulla fine della globalizzazione guerriera, sulla cessazione di una economia predatrice della vita sulla Terra, sullo sradicamento delle cause strutturali dell’ineguaglianza e dell’impoverimento dei più. Come? Il libro è ricco di fatti, di analisi, e di proposte di soluzioni realizzabili. L’autore chiama l’umanità a liberarsi dalla paura e dal pragmatismo cinico, a essere audace. Utopica, cioè costruttrice.

Con un taglio invece divulgativo è redatto Cucina trentina del Settecento di Aldo Bertoluzza, altro imprescindibile riferimento, in cui l’autore propone una selezione commentata di ricette da tre manoscritti: a quello ora citato di Libera si affiancano il Libro di Cucina dei Cresseri de Breitenstein, pure settecentesco, e quello cosiddetto Menestrina, trascrizione tardo ottocentesca di un originale risalente a prima del 1820. Numerose sono, dato l’ambito cronologico, le ricette che ricorrono nei tre manoscritti, dai mostacciòli (detti anche mostazzoli, mostazzini o mostazzoni) alle mose, dai piatti di uova ai sorbetti, dai profezzeni ai piatti di riso. Non meraviglierà quindi che alcune di esse compaiano pure nel manoscritto Pedrotti, dalla polenta nel manipolo alla zuppa putrida ai profezzeni. Siamo certi che questa pubblicazione di un manoscritto inedito possa avere una sua validità sia in chiave di storia culinaria che come recupero di antiche ricette, per gli esercenti e gli chef del territorio, e costituire un gradevole oggetto da regalo per gli amanti della cucina. (Alessandro Pasetti Medin)

A cura di Alessandro Pasetti Medin, Andrea Bassetti e Fiorenzo Degasperi

La Cuoca in cucina Ovvero virtuose novelle molto dilettevoli e nutritive Curcu Genovese (Euro 20,00)

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trentinoscoop&news

Volti nella Storia

La frase

Per saperne di più:

“La vera poesia della vita femminile è lo studio di gradire, anche nel modo più umile, i propri cari”

L’arte per la vita: Giulia Turco Lazzari, di Giuseppe Errico, in La Tavola rotonda. - Napoli n.18 (19 mag. 1901); p. 138-139. Giulia Turco Turcati e Eugenio Prati, di Alberto Pattini, Trento, Associazione culturale Giulia Turcati, 2009 L’opera letteraia di Jacopo Turco, Ernesta Bittanti Battisti in Tridentum, Trento, A. 14 (1912), fasc. 7 ; p. [301]-311

GIULIA TURCO (1848-1912) ETÀ Giulia Turco Turcati, conosciuta anche come Turcatti o Turco Lazzari, nacque nella nobile famiglia dei Turco Turcati il 1 aprile 1948, a Trento. Il padre era il barone Simone, mentre la madre la contessa Virginia Alberti Poja.

VOCAZIONE ARTISTICA Grazie alla sua condizione agiata, sin da ragazzina Giulia potè dedicarsi a coltivare le sue passioni: la pittura, la musica, le scienze naturali, e infine, molti anni dopo, la letteratura. Ad incoraggiarla fu soprattutto la madre, vedova precoce, che scelse di concentrare le sue attenzioni sull’educazione culturale della bambina.

LO PSEUDONIMO Conosciuta soprattutto come scrittrice, fu solo dopo i 40 anni che Giulia Turco iniziò però a collaborare con alcune riviste letterarie, come Rivista delle Signorine, Strenna Trentina, Rivista d’Italia. Sin da subito scelse di adottare uno pseudonimo maschile, Jacopo Turco, anziché il suo vero nome, per modestia o, più probabilmente, per avere maggiori possibilità di carriera nel mondo letterario.

LE NOVELLE Già attiva nella scrittura di articoli per riviste, solo nel 1896 approda alla scrittura di fantasia. Dopo aver pubblicato infatti il racconto La storia di un ciliegio, si dedica a Canzone senza parole, una novella molto apprezzata dai critici a cui ne seguirono molte altre, tutte di tema amoroso, come Il romanzo di Luisa Hercolani (1895), Sal-

vatrice e Evangelina (1897), La fanciulla straniera, quest’ultima giudicata notevolissima da Ernesta Bittanti, moglie di Battisti e biografa della Turco.

I ROMANZI Nel 1901, Jacopo-Giulia esordisce con un romanzo, Fede, a cui farà seguito un secondo romanzo più maturo nello stile e nei contenuti, Gabriele Iva, pubblicato nel 1911. Ernesta Bittanti lo definì “il testamento ideale e morale dell’autrice” dove “Narrazione, dialogizzazione, episodi, descrizioni, lingua, tutto vi raggiunge un grado di perfezione.”

LE ALTRE ATTIVITÀ Non sono letterata, Giulia Turco continuò a coltivare negli anni anche la sua passione per la musica, di cui era fine conoscitrice. Accompagnava al pianoforte il marito nei concerti e pubblicò diversi articoli su grandi compositori come Mozart e Strauss. Eclettica e curiosa, tra i suoi scritti figurano anche testi di scienze naturali, come lo studio dei funghi, Miceti (1894), o ancora, manuali di cucina ricchi di ricette e consigli e molto apprezzati come il voluminoso tomo Manuale di cucina, pasticceria e credenza per uso di famiglie compilato sull’esperienza di una donna italiana (1904) e Il piccolo focolare (1908).

CONTESTO CULTURALE L’ambiente che circondava la scrittrice era ricco di stimoli culturali. Nella sua casa a Sopramonte, dove viveva con il marito, il musicista Raffaello Lazzari sposato nel 1877, diede vita ad un vero e proprio salotto culturale, animato da molti stimati artisti e intellettuali come Eugenio Prati, suo caro amico, Luisa Anzelotti, GiacoE. Prati, Ritratto della mo Bresadola, baronessa Giulia Turco Antonio FogazzaTurcato Lazzari, part. ro. Il pittore Bartolomeo Bezzi era invece suo nipote.

RICONOSCIMENTI Giulia Turco entrò a far parte dell’Accademia degli Agiati. Nel 1898 inoltre, vinse un concorso letterario, nella cui giuria figurava Fogazzaro.

LA FINE Giulia Turco morì il 3 agosto 1912. La sua fama, diminuita dopo la sua morte, ha vissuto ultimente un rinnovato interesse. Nel 2005, a Sopramonte è nata l’Associazione culturale Giulia Turcati, “con lo scopo di far rivivere la storia e le antiche tradizioni del sobborgo trentino attraverso manifestazioni e collaborazioni in grado di coinvolgere l’intero territorio”.

CURIOSITÀ Giacomo Bresadola le dedicò un fungo, la Russola Turci.

Hanno detto di lui: “L’autrice era dotata di una facile fantasia inventiva, di una disinvoltura di narrazione notevole” Ernesta Bittanti 114

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#TRENTINOMESE CONTEST: IL BELLISSIMO CAMPANILE DI BRUNICO OGNI MESE, LE TRE FOTOGRAFIE PIÙ VOTATE VERRANNO PUBBLICATE QUI. PARTECIPA ANCHE TU AL CHALLENGE DEL NOSTRO MAGAZINE

@valentina.franzoi Al 2° posto: Parco Naturale Puez-Odle, Val di Funes

@miky_ph Al primo posto: Brunico, Val Pusteria

@andreastamanini Al terzo posto: Santuario di San Romedio, Val di Non

IL REGOLAMENTO DEL NOSTRO CONCORSO

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eguire la pagina @trentinomese su Instagram; la foto vincitrice sarà pubblicata sulla nostra rivista cartacea il mese seguente alla pubblicazione online; per decretare la foto vincitrice si terrà conto dei “mi piace” ricevuti, dal primo del mese al venti del mese (per esigenze di stampa); solo le foto che saranno selezionate da noi e

pubblicate sulla nostra pagina Instagram @trentinomese potranno partecipare al concorso; per esser selezionati vi ricordiamo di utilizzare il nostro hashtag; ricordatevi di segnalare il luogo o localizzare la foto, saranno valide solamente le foto scattate in Trentino Alto Adige. Grazie a tutti anticipatamente!

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