TrentinoMese novembre 2014

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ANNO XXII N. 273

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NOVEMBRE 2014 9 771724 550829

ISSN 1724-5508

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appuntamenti, incontri e attualità trentina

MINI GUIDA PER NEOGENITORI TRENTINI

SPECIALE RENTINE: T IE R E L IL T IS D N TERRITORIO ESSENZE DI U

MARIAPOLI LA PICCOLA CITTÀ DI CHIARA LUBICH

1914-1918: UNDICESIMA PUNTATA L’IMPERATORE “BEATO” CHE TENTÒ LA PACE I CAMPREGHER “DA NOI, SI VIVE DI SOLO PANE”

BARBARA BERTOLDI AGGRAPPATA ALLE NOTE

GIORGIO LENZI

La voce delle Dolomiti


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RING di Pino Loperfido

perfidie

LASCIAMO CHE GLI ADOLESCENTI VIVANO LA PROPRIA ETÀ E BASTA. PAROLA DI UN’ATTEMPATA BACHECA DI FACEBOOK

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alve, sono la bacheca facebook di un 50enne che ce l’ha con gli adolescenti. Già. Costui ritiene che siano tutti dei perdigiorno, che vadano educati sempre e comunque e che tale opera sociale vada eseguita a colpi di bastone e di invettive, un po’ come si faceva negli anni Cinquanta del Novecento. Il mio utilizzatore è convinto che i giovani siano dei debosciati che vanno dietro alle mode, che si affacciano alla realtà in maniera totalmente acritica, che nella vita non hanno voglia di fare nulla, che non si preoccupano minimamente del proprio futuro, che non hanno capito che in questo mondo devono cominciare a lottare e a sgomitare da subito se non vogliono soccombere, che sono capaci solamente di stare tutto il santo giorno con gli occhi su un telefonino a controllare “che si dice” proprio su Facebook. A tal proposito, io, che di Facebook sono una bacheca onesta e a mio modo riservata, non dovrei fare certe confidenze, ma ritengo che di fronte ad un’arroganza e ad una presunzione tale, quali sono quelle del mio utilizzatore, non si possa davvero tacere. Per questo ho deciso di vuotare il sacco. Anzi, la bacheca. È ora che si sappia che il mio utilizzatore pubblica spesso “stati” imbarazzanti per brevità ed ermetismo. Alcuni esempi? “Arrabbiato” oppure “Dispiaciuto”... Non credo si sia mai chiesto cosa possano capire gli altri di simili concise espressioni. Il mio utilizzatore piazza spesso foto di sè medesimo, i cosiddetti “selfies”. Si tratta perlopiù di primi piani (anche se alcune volte lo si può notare ripreso di spalle o solitario in lontananza: non sono ancora

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RING riuscita a capire come ciò sia possibile senza la complicità di qualcun altro). Il mio utilizzatore ci tiene a far sapere con costanza agli altri la musica che sta ascoltando, il film che sta guardando, la pietanza che sta degustando o il luogo in cui sta trascorrendo le vacanze. Il mio utilizzatore è sempre il primo a celebrare le celebrità appena scomparse. Il mio utilizzatore scrive almeno venti post al giorno e si ritiene una persona impegnata, mentre considera dei perfetti fannulloni coloro che tengono le bacheche intonse per settimane o addirittura mesi (non considera minimamente l’ipotesi che quel qualcuno abbia qualcos’altro da fare nella vita reale...) Ma soprattutto Il mio utilizzatore mi usa per scrivere cose contro gli adolescenti. E ogni volta che accade sono costretta a vergognarmi del mio lavoro e, pregando, chiedo al mio Creatore, Mark Zuckerberg, di liberarmi dal giogo a cui sono costretta. Soprattutto perché trovo che la maggior parte delle accuse rivolte agli adolescenti siano infondate. Io sono nata nel lontano 2008 e solo ora che ho una certa età credo di aver capito perché i grandi, come il mio utilizzatore, ce l’hanno con loro: perché rimpiangono il fatto di non avere più la loro età, ed essendo rimasti tali nella testa li odiano, ma solo perché odiano se stessi. E nei volti di quei ragazzi vedono lo stesso identico ragazzo e ragazza di 30 e 40 anni prima. Ci vedono, in quegli sguardi truci e incupiti, tutte le opportunità che hanno avuto loro in gioventù e che non hanno saputo o voluto cogliere. Si incazzano perché idealmente caricano i ragazzi di responsabilità abnormi, assurde e spropositate – tutte le responsabilità di una vita intera concentrate in un anno o due – e non capiscono che per loro non è il momento di inventare vaccini, costituire aziende, farsi venire idee geniali o salvare l’umanità, bensì di vivere semplicemente la propria età; liberi di non fare nulla di eccezionale, liberi di annoiarsi, liberi di sbagliare, di urlare contro il mondo, di non mettere in ordine la propria camera, di non alzarsi presto al mattino, di non essere ligi a nessun dovere. Niente di più e niente di meno di quanto hanno fatto i loro genitori alla loro età. Il mio utilizzatore e i suoi coetanei hanno 50 anni o giù di lì e, per paura e per viltà, per la prima volta nella storia umana, si sono invece rifiutati di crescere. E quindi... eccoci qui, ora, con un esercito di adulti-bambini che il meglio che hanno saputo fare per i propri figli è stato forgiare una classe politica inetta, un’economia globalizzata e fagocitante, una classe dirigente composta da zombie vecchissimi e inamovibili e, infine, il mondo digitale da cui io stessa vi scrivo; un mondo parallelo, finto, dacché del mondo reale era già stato saccheggiato tutto. Lavoro, aspettative e speranza comprese. I compari del mio utilizzatore hanno passato la vita a tessere le lodi del futuro e della tecnologia, a predire un mondo che sarebbe stato più giusto, ricco ed equo, un mondo in cui il benessere avrebbe cancellato i conflitti tra nazioni e religioni ed invece... Avete visto cosa hanno lasciato ai ragazzi del 2014? La cenere, i resti, le rovine ed una bacheca di Facebook. Non dovrebbero essere incazzati secondo voi?


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RING di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi LA CITTÀ E L’UTOPIA NEL LIBRO DI GIAN LEO SALVOTTI

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e realtà sono innumerevoli come ci ricorda Luigi Pirandello, non una ma centomila. Si sovrappongono, si incastrano come scatole cinesi, in un sottile o pesante gioco degli specchi. Gian Leo Salvotti, nella sua veste di architetto-filosofo, ci ha insegnato e mostrato, nel corso degli anni, come la “casa” sia lo specchio fedele dell’inconscio e come un approccio “castellano” ad essa ci possa proiettare in una dimensione plurima di incastonamenti, spazi obliqui, giochi chiaroscurali di luci e di ombre. Il castello come luogo dell’anima, dinamico e vitale, il modulo ripetitivo come territorio dell’assenza, della statica e quindi sinonimo di morte. Il suo metodo architettonicofilosofico lo ha oggi proiettato sulla città di Trento, una città sempre più dimenticata, sconosciuta ai più nelle sue ricchissime valenze magiche e mandaliche che neppure l’archeologia ha saputo recuperare se non come “summa” di sterili dati archivistici. Ave Tridentum Dissolutio idemitatis te salutat è un piccolo libro, scandito in 18 scene e 8 lettere, che ci introduce nella città del tridente assurto, in questo contesto, ad esempio formale e sostanziale di vita spirituale e materiale. La città del tridente in ossequio all’apparato oggi al potere ritiene di rivolgersi alla tecnica e alle figure che in senso metaforico la rappresentano per chieder loro un farmaco che dissolva la carie dell’identità di cui il tridente soffre e non si cura. La carie altro non è che un’esasperata applicazione urbanistica ed architettonica (con tutti i suoi risvolti umani e di valori) troppo legata al tecnicismo, ad una forma di razionalità che lascia in sospeso ed esenti i fiumi e i torrenti dello spirituale, del magico e dell’irrazionale. Salvotti compie un viaggio nella storia della città toccando i più svariati lidi poetici e filosofici, in una sorta di deriva surreale dove, per chi sa interpretare l’ermetico viandante, si svela il volto dimenticato e sconosciuto di quella che, fino a non molti anni fa, era considerata una “città magica”. Una città espressa dalle proprie sacre misure, dagli antichi riti, dagli allineamenti astronomici ma, soprattutto, lasciando che le pietre stesse ci parlino attraverso gli stili che si sono sovrapposti nel corso dei secoli quando le acque del fiume Adige e quelle del torrente Fersina s’incontravano (talvolta con odio) con il mondo degli uomini, spartendone vantaggi e pensieri mortali. Ciò che il contemporaneo non sa più offrire. L’urbanizzazione di questi ultimi anni nega invece,

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RING secondo l’autore, le forme forti o deboli – ma comunque sempre saldamente radicate alle radici della filosofia – di un pensiero medioevale, classico, neoclassico, transclassico (transavanguardia, la condizione postmoderna). Da cui la saettante frase, quasi un haiku, ai posteri dunque l’ardua esperienza del balbettio di una città dell’identità rimasta senza. La tecnica fa rima con potenza e con violenza. In un momento in cui di memoria non se ne ravviene, lo sbaglio architettonico urbanistico può solo, dopo che ha combinato il patacrac, mentir alla ragion pura, scusandoti col dir sono buonafede. Ma ormai il danno è fatto, il silenzio cade sulla distruzione delle geometrie legate al cardo e al decumano, spezzando le forme reticolari, scassinando con noncuranza gli assi cartesiani dove l’organismo cittadino ordinario non troverà più la sua forma palese e aggregativa. L’architettura non svolge più la funzione di coprire come una pelle i pensieri e i sogni dell’uomo. Oggi l’architettura è il frutto dei sogni mostri di onnipotenza e di un’interpretazione narcisistica della realtà. Spingendoci più in profondità, il testo diventa cantos di un’interiorità urbana lentamente svelata, rammentandoci che fu concepita per restare immutata nei secoli, mantenendo l’equilibrio dell’eterna tensione del cerchio, del quadrato e del triangolo, dove la razionalità si trova lungo le anse del fiume Adige e la parte sacra si ergeva sui sacri colli, ponendo al centro il palatium del potere, punto d’unione tra la forza spirituale e quella razionale, dove il cielo comunica con la terra. Libro di non facile lettura, poggiante su un ricco strato di citazioni e di scorribande concettuali, impaginato in forma di croce dove le due braccia sono equidistanti, le quali separano la magia della parola dalla magia della forma X, dell’ignoto e dell’incognita. Ogni pagina è una sorta di disegno mandalico, apparendoci sotto la forma di assi reticolati, cerchi, allineamenti tuttora rintracciabili e fissati sul “cammino” annuale del sole/vita che lascia, in queste pagine, labili tracce di speranza che devono essere lette oltre l’immagine nichilista di un Friedrich Nietzsche che rimpiange l’aurora della dionisiaca società del passato. Oggi alla città è allor e se mai negato un laboratorio trascendente dove l’indeterminato vive e appare via via nel fiorir di figure arcane e oggi assenti. Una città quella odierna di fantasmi, di girovaghi zombie, una città senz’anima dove le figure del mito se ne sono andate melanconiche, scacciate, come un tempo gli anarchici, senza aver colpa. Eppure, nonostante i danni e le distruzioni degli architetti modaioli, dei Renzo Piano e dei Mario Botta, sotto sotto, possiamo ancora, grazie anche a questo libro del cuore, comprendere e capire una città incantata in cui è vivo l’eco dell’incontro fra la sapienza dell’oriente e quella dell’occidente. Si tratta sempre della città come luogo fondato su principi eterni e trascendenti, frutto di conoscenze immemorabili, per lo più a noi ormai sconosciute, secondo l’incessante alternarsi della luce e del buio, del solare e del tellurico.

di Tiziana Tomasini

di Carlo Martinelli

a mali estremi L’EMANCIPAZIONE FEMMINILE PASSA ANCHE DAL SIFONE

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el percorso impervio ed estenuante della vita domestica una donna che si ritiene moderna si trova inevitabilmente a dover fare i conti con una miriade di imprevisti, che spaziano dai bucati dimenticati nella lavatrice ai filtri della lavastoviglie mai visionati, dagli armadi che da mesi richiedono a gran voce il cambio stagione (ma quale? Ho perso il conto) agli infiniti inventari di incombenze da risolvere nel quotidiano. Ritenendomi soddisfatta di aver sostituito ben due lampadine led e di aver finalmente imparato la differenza tra cacciavite e brugola, in tempi recentissimi sono stata ulteriormente messa a dura prova da un oggetto tubiforme ed astruso che fino a poco tempo fa era per me ancora un illustre sconosciuto, un mistero criptico ed inesplicabile: il sifone del lavandino. Trovandomi da sola fra le quattro mura di casa, in una giornata di tranquillità apparente, rilevavo con crescente sorpresa e disperazione una macchia d’acqua ai piedi del lavandino, che con misteriosi disegni fluidi andava appropriandosi, con sconvolgente rapidità, di tutto il calpestabile. Verificavo sommariamente e decidevo per il “piano A”, ovvero la chiamata all’idraulico di fiducia. Nessuna risposta. Mentre visionavo via web la situazione e cercavo di escogitare una soluzione rapida ed indolore, percorrevo mentalmente la lista di amici che avrebbe potuto intervenire fisicamente o con consigli telefonici a risolvere il problema prima dell’allagamento. Captate due o tre dritte e scattate alcune foto al sifone maledetto, mi adoperavo per il grande passo, la sostituzione della parte di tubo. Secchio, strofinacci in abbondanza e cartello con un imperativo che non lasciava dubbi: NON APRIRE IL RUBINETTO. Convinta di eseguire una missione di dimensioni stratosferiche quanto eccezionali, mi recavo prontamente nel negozio di genere, per acquistare un degno sostituto dell’attrezzo che mi ha consentito di vivere una sensazione unica, paragonabile all’ebbrezza di una domus veneziana. Con il nuovo sifone sottobraccio partivo sicura verso la fase di montaggio, ma la vita vuole che dovessi incontrare altre stimolanti difficoltà: l’attacco non corrispondeva al pezzo da avvitare, occorreva una riduzione. Un caro amico mi indirizzava al recupero dell’anello mancante e finalmente - guanti tecnici da lavapiatti e ciabattine da doccia – l’opera giungeva a compimento. Ancora adesso, a giorni di distanza, osservo con orgoglio tutto femminile l’acqua che scorre senza lasciare traccia; una soddisfazione senza eguali, una conquista dei tempi post moderni, una rivalsa sugli idraulici introvabili. Un nuovo traguardo per lo status femminile, in attesa di un’altra adrenalinica prova di vita.

alla carlona LA SCELTA DEI CONIGLI TRA LE ALBERE E IL CAMPOSANTO...

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el tempo in cui su facebook il record delle foto postate tocca ai gatti, è inevitabile che anche nel quieto Trentino a far rumore siano ancora una volta gli animali. E se la vicenda di Daniza ha fatto registrare picchi di isteria assoluta, ecco un’altra storia, a metà tra il serio e il comico, che è già leggendaria. Già. Stanchi di essere associati solo alla polenta, i conigli di Trento si sono organizzati in brigata e hanno deciso di mettere in scacco gli umani. Qualcuno storcerà il naso e qualche altro potrebbe persino gridare a scarso rispetto per i defunti, però chi scrive – nella singolar tenzone che oppone i conigli alle istituzioni – sta con i conigli. Quei roditori che hanno eletto il cimitero di via Giusti a loro dimora e che, dopo mesi di proteste e polemiche, sono ora cacciati per essere collocati altrove, lontano da umani e campi coltivati. Peraltro l’inizio della caccia grossa ai conigli è stato da comiche. Non ne hanno preso uno che fosse uno. E loro, graziosi ed imperturbabili, scorazzano tra le tombe, ricordandoci vieppiù la caducità della condizione umana. Ricordati uomo che non solo sei polvere e che polvere ritornerai, ma sappi pure che a Trento ti faranno compagnia, notturna e diurna, pattuglie tutt’altro che discrete di conigli. Diciamocelo. Ce la siamo un po’ cercata. Loro, i conigli, se ne stavano beati a scorazzare lungo l’Adige e l’Adigetto: gli è che i lavori per fare spazio al quartiere extralusso di Renzo Piano hanno tolto spazio proprio a loro. Certo, avrebbero potuto spostarsi in massa proprio nel quartiere delle Albere, nuovo di zecca. Ma i conigli sono animali così graziosi, adorati dai bambini, protagonisti guasconi di film e cartoni animati, indimenticabili eroi di uno dei romanzi cult della seconda metà del Novecento – il best seller mondiale “La collina dei conigli” –, che hanno un bisogno quasi naturale di mettersi in vista, in bella mostra. E nell’assemblea plenaria che hanno tenuto lungo l’Adigetto, per decidere cosa fare, hanno approvato all’unanimità un documento. “Noi, conigli di Trento Urbe, visto e considerato come stanno le cose, non abbiamo dubbi. Tra le Albere e il camposanto siamo costretti ad una scelta obbligata. Andremo dove c’è più vita”. E così hanno fatto. 13

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trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI

il dialetto informa ORTÌGHE E ORTIGADE

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ossa piànzet?” “Ho ciapà n’ortigada”.”Bravo, scimunito”, ”Te fai prest a dirlo, ti che te g’hai le breghe longhe!””Ma dai che le orticate fanno bene ai reumatismi!” “Ma mi no g’ho i reumi…” “Aspetta e ti verranno”. L’urtica maggiore – nei dialetti dell’asta dell’Adige ortìga, nelle Giudicarie urtìga, nel ladino della Badia urtìs, nel germanico di Luserna essel – è una pianta infestante tipica della cosiddetta flora ammoniacale, ovvero dei terreni molto concimati dagli animali di allevamento. Come le vicinanze delle malghe e delle stalle… ”Però mi l’ortigada l’ho ciapàda endó che no gh’era né malghe né stale…” ”Perché non guardi dove metti i piedi!” ”Vardavo de no méterli en de le boazze e enveze i ho messi en le ortìghe…” In ogni caso, anche se l’ortica viene considerata un’erbaccia infestante in effetti di un’erba molto utile si tratta. Oltre che curare anche i reumatismi più rognosi, le foglie secche venivano utilizzate in infusione come depurativo del sangue, i semi venivano usati per curare le malattie urinarie, le radici servivano contro l’idropisia… ”…e i gambi per darte le ortigade. Elo vera che dento le ortighe gh’è el velen?” “In effetti i peli rigidi delle ortiche contengono una sostanza simile al veleno dei serpenti…” “El disevo, mi: ho ciapà n’ortigada che me par de morir. Èlo vera che su a l’Ortigara i è morti en tanti per le ortigade?” Ma non diciamo sciocchezze! La quantità di sostanza velenosa nei peli delle ortiche è presente in così minime dosi che risulta persino salutare… ”Salutare per ti che no te g’hai le braghe corte…” “Sempre sul tema dell’utilità delle ortiche va detto che tuttora si può ricavare da queste piante una fibra con cui tessere una tela…” “L’è vera. A mi i me n’ha regalà na camisa: l’ho messa e ho ciapà n’ortigada!” Ma non diciamo sciocchezze: le ortiche bollite perdono ogni effetto urticante e son ottime anche da mangiare. Proprio ieri sono andato in un noto ristorante e ho avuto il piacere di mangiare un piatto di gnocchi di ortica. Ottimi. Anche se un po’ salati… “G’hè scampà zo massa sal?” No, nel senso di un po’ troppo costosi… “E ‘po dime a mi che son ensemenì: te magni ortighe e te le paghi ‘n ocio!” “Sulle ortiche e su parecchie parole derivate da questo sostantivo che corrisponde al latino urtica si potrebbe parlare a lungo, così come potremmo citare diversi modi dire. Orticaio, ad esempio è un luogo infestato dalle ortiche; orticante, o urticante, si dice di una sostanza il cui contatto irrita la pelle..”. ”L’è vera, sior professor. 14

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Son disposto a testimoniar…” “La stessa parola orticazione ha origine dal sostantivo ortica così come…” “Cossita come la parola ortigada, che l’è quela che ho ciapà mi. Ma no l’è question de esser ensemenidi: l’è question de averghe o no averghe le braghe corte…” “Basta con queste interruzioni, basta con questi volgari termini dialettali! Qui si parla in italiano: Italiani imparate l’italiano! ha scritto la famosa poetessa Patrizia Valduga, in due versi memorabili. E se si conosce l’italiano si sa che la parola orticaria viene da ortica, così come il modo di dire “buttare la tonaca alle ortiche” che si dice di un prete… “…en prete restà nudo come en vermo…” Di un prete o frate tornato allo stato laicale. Si dice anche buttare un progetto alle ortiche per significare una cosa utile e importante buttata via. Nel nostro paese purtroppo non si contano più le promesse finite nelle ortiche, ovvero le cose che in origine erano sane, finite… “El digo mi: a putane…”

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ccoci qua... nel mese più triste dell’anno... ma siccome dobbiamo essere ottimisti dirò “il mese più allegro dell’anno”. In fondo c’è sempre la possibilità di vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Novembre è veramente un mese che, anche a voler essere ottimisti, ti mette tristezza: arriva il freddo, foglie secche dappertutto, le giornate si fanno corte perché tolgono l’ora legale... A proposito: io propongo di lasciare l’ora legale tutto l’anno. Almeno abbiamo la certezza che qualcosa di legale in Italia ci è rimasta! L’arrivo di novembre comincia con una visita al cimitero, che è un momento di malinconia ma, per fortuna, anche di ricordo, di memoria, di intimo colloquio con le persone che amiamo ancora e non vediamo più. E’ la giornata dei santi nella quale, non ho ancora capito come mai, si sta a casa dal lavoro per festeggiare i morti. Poi arriva il due novembre, giorno dei morti, e si va a lavorare! Perché? Di questi tempi credo sia per farci capire che dovremo lavorare fino alla fine dei nostri giorni, visto che la data del pensionamento è sempre più lontana. Novembre però comincia con la festa di Halloween, questa americanata alla quale devo ancora abituarmi e che ha cambiato il modo di iniziare questo mese. Provate a chiedere a qualcuno, dai 2 ai 30 anni, cos’è il primo novembre: pensate che vi rispondano “il giorno d’Ognissanti”? È Halloween! E il due novembre cos’è? E’ il giorno dopo di Halloween.... E’ come per il 15 d’agosto: pochi ricordano che fino a qualche decennio fa era definito nei nostri paesi e nelle nostre valli “el dì de l’Assunta”. Adesso è per tutti e indiscutibilmente ferragosto. D’altra parte con questi contratti a tempo determinato credo che neanche la Madonna possa ritenersi Assunta. Halloween... che inizia la sera del 31 ottobre con le feste dove si va mascherati da scheletri, da vampiri, da streghe... con i bambini che vanno di casa in casa a suonare i campanelli e a proporre la nota frase “dolcetto o scherzetto”... una specie di “essere o non essere” ma meno letteraria. Io ero impreparata a queste nuove usanze... Pochi anni fa, alle 10 di sera, addormentata davanti alla TV sotto al playd, sono stata svegliata di soprassalto da una imperiosa scampanellata. Oh Dio chi sarà a quest’ora? Cosa sarà successo? E al citofono mi sono sentita dire

“dolcetto o scherzetto?”. “Come scusa?” “Dolcetto o scherzetto?” Disorientata ho detto “Ma mi veramente...” e la risposta è stata “Ma và a dormir vècia bacucca che l’è meio”.... E in giro ci sono zucche sdentate che ridono in ogni forma: decorazioni, candele, portacandele, portavasi.... zucche dappertutto. Noi esportiamo in America le nostre menti migliori con la fuga dei cervelli, e cosa ci portiamo qui in cambio? Zucche vuote. Forse dobbiamo rivedere qualcosa nell’import-export.... Pochi giorni prima di Halloween, sarà che avevo mangiato risotto con la zucca, ho fatto un sogno terrificante: ho visto qualcuno avvicinarsi al mio cancello e suonare il campanello. Era Matteo Renzi con 80 euro in mano che al citofono mi diceva “dolcetto o scherzetto?” Vogliatevi bene!

Loredana

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Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher, Gennj Springhetti Hanno collaborato a questo numero: Paolo Chiesa, Silvia Conotter, Loredana Cont, Lara Deflorian, Fabio De Santi, Fiorenzo Degasperi, Alberto Folgheraiter, Renzo Francescotti, Flora Graiff, Gianfranco Gramola, Carlo Martinelli, Francesca Negri, Silvia Tarter, Nicola Tomasi, Tiziana Tomasini, Giada Vicenzi Grafica: Fabio Monauni Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170 Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. TRENTO Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 studiotn@trentinomese.it Direzione pubblicità: Rosario Genovese BOLZANO Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 Fax 0471.930743 bazarbz@bazar.it Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Alcione Trento Registrazione Tribunale di Trento n. 536 4 aprile 1987

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(un anno, 12 numeri a Euro 20,00) BOLLETTINO POSTALE c/c N. 11492386 Curcu & Genovese Associati TM Via Ghiaie, 15 38122 TRENTO BONIFICO BANCARIO CASSA RURALE DI TRENTO IBAN IT15 E083 0401 8040 0000 3080 485 CARTA DI CREDITO Telefonando allo 0461.362122 DIRETTAMENTE PRESSO L’UFFICIO ABBONAMENTI Via Ghiaie 15 Trento Tel. 0461.362107 ufficioabbonamenti@trentinomese.it I Suoi dati saranno trattati per dar corso al suo abbonamento; il conferimento dei dati è necessario per perseguire la finalità del trattamento; i Suoi dati saranno trattati con modalità manuali, informatiche e/o telematiche e non saranno diffusi. Lei potrà rivolgersi (anche telefonicamente) al Servizio Privacy presso il titolare del trattamento per esercitare i diritti previsti dall’art. 7 del D.lgs 196/03. Titolare del trattamento dei dati è la CURCU & GENOVESE ASSOCIATI S.r.l., Via Ghiaie, 15 – 38122 Trento Tel 0461.362122 AVVISO AI LETTORI La scelta degli appuntamenti è a cura della redazione. La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti delle programmazioni annunciate.

SOMMARIO NOVEMBRE2014

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Ring

8 COMMENTI 12 IL DIALETTO INFORMA 15 DA DONNA A DONNA

Attualità

18 GIORGIO LENZI E LO JODLER 22 I CAMPREGHER, DAL 1871

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IL PAZIENTE INGLESE

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IL SOLDATO CONTADINO

28 L’IMPERATORE “BEATO” 36 38 40 44 46 52 59

I MISTERI DEL POPOLO DOGON UN PARTIGIANO TRA NOI MARIAPOLI: LA PICCOLA CITTÀ BARBARA BERTOLDI IL TRENTINO DEI BAMBINI ITALO BRESSAN FOCUS DISTILLERIE

Panorama 66 67 68 71 78 80 84 85

BAGLIONI & CREMONINI FRANCO BATTIATO LA FAMIGLIE AL MUSEO L’ANIMA DELLO YOGA TEATRO A TRENTO LA STAGIONE IN-DANZA BOLLANI SHOW NATALE DEI POPOLI

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FRANCESCA NEGRI IN TV I MATRIMONI DEL MESE CUCINA TRENTINA IN SARDEGNA IL SUCCESSO DI “MEDITA” IL CORAGGIO DI BEBE VIO È FESTA PER FRANCESCO VOLPI

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trentinoincontri di Paolo Chiesa

UN CAFFÈ A CASA DI...

GIORGIO LENZI, UNO JODLER PER AMICO HA UN CURRICULUM ARTISTICO DI TUTTO RISPETTO, CHE ABBRACCIA MOLTI DECENNI DEL SECOLO SCORSO. HA FATTO CONOSCERE QUESTO GENERE MUSICALE IN TUTTO IL MONDO. PROVATE A DIGITARE IL SUO NOME SU YOUTUBE, NE VEDRETE DELLE BELLE. ...E SE FOSSE NATO A MERANO AVREBBE AVUTO PIÙ CONSIDERAZIONE DI QUELLA CHE GLI HA RISERVATO IL TRENTINO FINO AD OGGI

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el mondo dello spettacolo nazionale è una piccola icona che ha valicato i confini trentini, ma anche italiani, per diventare una star musicale anche nel mondo germanico e negli Stati Uniti, soprattutto tra gli italiani emigrati e i loro discendenti e non solo. Stiamo parlando di Giorgio Lenzi di Le-

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vico Terme. Chi scrive se lo ricorda in un memorabile sketch televisivo del 1973 con Renato Pozzetto, nel programma “Il poeta e il contadino”. Giorgio Lenzi, nei panni di un assicuratore, rispondeva cantando con lo jodler alle richieste di chiarimento del fantastico Pozzetto di quell’epoca (lo si trova su Youtube

digitando “L’assicuratore musicale”). Lenzi mi accoglie con un sorriso e con una gran classe; stile che mi aveva già trasmesso nella telefonata di alcuni giorni prima. Il suo italiano è privo di inflessioni dialettali, come si conviene ad un artista cosmopolita che tanto ha girato nel corso della carriera.

“FRANK SINATRA SU TUTTI” Libri preferiti? Tutti quelli del trentino Carlo Martinelli Il film preferito? “Robin Hood” con Kevin Costner. Ma la tv la guarda? Seguo i pro grammi sportivi, soprattutto di calcio. E invece a proposito di musica, che cantante le piace? Frank Sinatra. Qual è il suo piatto preferito? Polenta, crauti e lucanica. Il sogno ricorrente? A volte sogno i miei genitori.

Il salotto della casa levicense – dove vive con la seconda moglie Luisa, originaria del bellunese – è in pratica un’unica galleria fotografica che lo ritrae nelle varie tappe della sua carriera insieme ai tantissimi personaggi con i quali ha condiviso il suo percorso artistico: Mike Bongiorno, Beppe Grillo, Enzo Jannacci, Simona Ventura, Claudio Lippi, Gene Gnocchi, Massimo Boldi, Fabio Fazio e altri ancora. Scalpita per iniziare a raccontare e mi mostra con giustificato orgoglio le tappe salienti del suo percorso artistico. Un curriculum che forse nessun altro trentino può vantare in questo settore dello spettacolo. Ci sediamo davanti al caffè e lui mi racconta anche di sé, della sua vita prima e dopo essere “diventato” Giorgio Lenzi, ma anche della sua quotidianità, fatta di gesti semplici, ma anche di concerti come quello tenuto davanti a 2000 persone, il 26 settembre scorso all’interporto di Trento all’interno della manifestazione: “Trento e la Baviera. Oktoberfest”. E canta anche Giorgio Lenzi, in questo pomeriggio, per spiegarmi come funziona lo jodler e per condire in musica le riposte alle mie domande. È contento della mia visita, perché: “I giornali trentini mi hanno aiutato a farmi conoscere, ma ora non scrivono più molto di me”.

ll caffè è pronto!

L’AFFETTO DEI FAN E IL RAMMARICO PER... Sono due le cose che più volte emergono nel corso della nostra chiacchierata. La prima è: “L’affetto che le persone mi manifestano ogni giorno, sia che si tratti dei concittadini di Levico, sia dei turisti che vengono in Trentino e che, dopo avermi riconosciuto, vogliono stringermi la mano”. La seconda cosa è il rammarico che non ci sia stato finora un

riconoscimento ufficiale da parte della Provincia autonoma di Trento riguardo alla sua pluriennale attività: “Ultimamente ho provato più volte a cercare il presidente Ugo Rossi per un colloquio, ma finora sono riuscito a parlare solo con le sue segretarie”. Ecco, nel suo racconto sommesso, ma colmo di giustificato orgoglio e dignità per il contributo artistico che ha dato nella sua carriera, rimane il dispiacere di

Dall’album dei ricordi di Giorgio Lenzi. Dall’alto in senso orario, con Massimo Boldi, Mike Bongiorno, Beppe Grillo e Enzo Jannacci 21

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trentinoincontri riesca a organizzare un concerto annuale in piazza della chiesa come quello che c’è stato nell’ormai lontano 2011. E nel periodo dei mercatini di Natale, non si riuscirebbe a far esibire un personaggio tanto caratteristico? Già, per Giorgio Lenzi si tratta in pratica di una nuova sfida. Per uno che negli anni ’70 ha vinto la scommessa azzardatissima di riuscire a far apprezzare un genere, lo jodler, che i manager non reputavano per nulla redditizio. Alla fine ha avuto ragione lui, grazie ad una tecnica vocale che nemmeno molti tedeschi possedevano. Una nuova sfida, quindi, che lui accetta con lo stile che lo contraddistingue e con l’uscita a breve di un nuovo disco intitolato “Dolomiti, mio amor”, prevista per l’inizio del 2015.

1973. Con Renato Pozzetto, nel programma televisivo “Il poeta e il contadino”.

non essere apprezzato come vorrebbe, proprio nei luoghi che ha contribuito a far conoscere in giro per il mondo. Strano che Levico Terme in particolare, ma anche il Trentino in generale, non valorizzi questa risorsa musicale che non chiede altro di potersi esprimere. Se Giorgio Lenzi fosse nato a Merano probabilmente verrebbe richiesto in ogni manifestazione altoatesina per cantare e promuovere la cultura musicale tradizionale delle Alpi. Da noi non succede: strano davvero che non ci sia l’intuizione di inserire l’allegra voce di Giorgio Lenzi in una delle tante iniziative estive che si tengono da queste parti... O che non si

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LA STORIA DI... GIORGIO LIBARDI Figlio unico, Giorgio Libardi, non ancora “Lenzi”, è un ragazzo molto intraprendente, dotato di una spiccata personalità, che si dà da fare in casa. Si iscrive alla scuola alberghiera di Levico che all’epoca era situata presso l’attuale Hotel Eden. Segue la specializzazione sul lago di Como all’Hotel Bretagne. Quando si presenta per lui l’occasione di fare l’aiuto cuoco all’Albergo Roma di Bellagio, coglie la palla al balzo, inizia a lavorare, continuando a studiare, imparando tra l’altro anche il francese. Nel frattempo si appassiona al canto. Una dote innata, la sua, che lo porta a vincere un festival musicale a Trento con la celebre hit di Frank Sinatra, “Stranger in the night”. La voglia di imparare e un pizzico di ambizione lo portano poi in Svizzera,

IL PREMIO

COS’È LO JODLER

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l premio di cui Giorgio Lenzi va più fiero è il Diploma di Medaglia d’oro del “Foyer des Artistes”, il Centro internazionale di cultura, che ha ricevuto nell’Aula Magna dell’università di Roma nel 1996, ricevuto con la seguente motivazione: “per le non comuni doti dimostrate realizzando e interpretando melodie di rara suggestione tipiche dell’area dolomitica che assurgono a simbolo universale per lo specifico messaggio culturale in esse contenuto”.

dove completa la sua preparazione professionale e si diploma Chef di cucina imparando nel frattempo pure il tedesco e lo spagnolo. E qui avviene la svolta: un’orchestra di musica popolare che si esibisce nell’albergo in cui lavora. Giorgio si appassiona allo jodler e inizia a ripetere questo stile dimostrando un’attitudine innata e straordinaria, tanto da cominciare ad alternare il lavoro di cuoco a quello di cantante, iscrivendosi alla Siae. A 27 anni, il ritorno a Levico Terme, dove nel frattempo la mamma ha aperto una pensioncina e dove lui inizia a fare il cuoco. Però la sua voglia di progredire lo spinge a iniziare un percorso professionale che lo porta a lavorare in varie realtà alberghiere, tra le quali l’Hotel Aurora, il Grand Hotel Trento e anche il Navarro, un night di Bolzano. In quegli anni, il suo desiderio recondito è anche quello di dirigere un hotel. Cosicché quando legge la ricerca di lavoro per “direttore e animatore” all’Hotel Facchin al Passo della Mendola in Alta Val di Non, non ha dubbi. Inutile dire che al “Facchin” non perde occasione per intrattenere gli ospiti cantando. E la sua voce potente e gli jodler piacciono molto ai clienti, tra i quali, una sera, si trovano anche alcuni funzionari della Rai...

in Canada con “Italianissimo Sera”. Per non parlare delle crociere per la Costa Armatori e dei concerti che in breve lo consacrarono come una vera star della musica tirolese, tanto da valergli il titolo, con il quale è ormai conosciuto dappertutto di “Voce delle Dolomiti”. Una “Voce” che ha all’attivo vari dischi: “Per gioco e per amore”; “Ciao Dolomiti”; “Un giorno sul Bondone”; “Giorgio Lenzi, la Voce delle Dolomiti”; “Vi mostreremo le Dolomiti” e “Le più belle canzoni di montagna”.

cco cosa ci dice a proposito l’Enciclopedia Treccani: “jodler (o jodel) Tipico gorgheggio su vocali o su sillabe di puro valore fonetico, con passaggi continui dal registro di petto a quello di testa. È praticato sia nei canti popolari dei paesi europei alpini (Austria, Svizzera) sia in quelli delle culture di interesse etnomusicologico.” Dopo qualche giorno, Giorgio riceve un telegramma da Pippo Baudo in persona, che gli propone di partecipare alla trasmissione radiofonica “Settimana corta”, nella quale c’è anche Sandra Mondaini. Lui ci pensa un po’ e , rassicurato dal proprietario dell’Hotel che gli garantisce il posto, parte per Milano. Ed è qui che inizia la storia di Giorgio Lenzi. LA STORIA DI... GIORGIO LENZI Grazie al Pippo nazionale, Giorgio vede spalancarsi le porte della notorietà. Il trentino che canta come un tedesco di monti, prati e belle ragazze bionde, piace un sacco. Nel giro di pochi anni Libardi, che nel frattempo ha assunto il cognome d’arte di “Lenzi”, partecipa a tutti i più famosi spettacoli e show televisivi della Rai e di Mediaset: “Batti quattro” condotto da Gino Bramieri, “Il poeta e il contadino” con Cochi e Renato, la “Canzonissima” di Pippo Baudo, “Fantastico” condotto da Beppe Grillo, Loretta Goggi e Heather Parisi, “Si ride sulle Dolomiti” con Barbara Boncompagni, “Saltimbanchi si muore” in compagnia di Enzo Jannacci, “3, 2, 1… contatto” con Paolo Bonolis, “Il grande gioco dell’oca” di Gigi Sabani, “Dove sono i Pirenei” condotto da Rosanna Cancellieri, “Quelli che il calcio” prima

con Marino Bartoletti e poi con Fabio Fazio, “Uno mattina”, “La stangata” con Enzo Iachetti e Lorella Cuccarini, “I 6 mestieri” condotto da Claudio Lippi, “La ruota della fortuna” di Mike Bongiorno, “Un’ora per voi” con Corrado, “Buona domenica” con Maurizio Costanzo. A queste apparizioni va aggiunta la conduzione in proprio del programma “Folk Italia”. Ma non c’è solo la televisione nazionale, perché Giorgio Lenzi esporta lo jodler anche all’estero: su Capodistria con “Pian Cavallo Special”, in Svizzera insieme al Quartetto Cetra alla “Tombola televisiva svizzera”, in Germania con “Panorama musicale italiano”, “Sonntagskonzert” e “Bergmelodie”,

IL NUOVO DISCO IN ANTEPRIMA Nel futuro di Giorgio Lenzi, dunque, c’è un nuovo disco, scritto insieme al musicista e discografico meranese Konrad Plaickner. Proprio mentre ne parliamo, Lenzi mette nel lettore un cd e mi fa sentire in anteprima la canzone che dà il titolo al disco. I classici gorgheggi tirolesi lasciano il posto per una volta a uno stile melodico, con i testi dedicati comunque alle “sue montagne”. Uno stile che è fatto apposta per una voce che sa essere delicata e potente allo stesso modo come la sua. È felice per il suo percorso artistico, il cantante trentino, “perché, dice lui, fatto tutto controcorrente e su una strada in salita, cercando di usare l’onestà e l’intelligenza per raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissato”. Che non sono finiti, verrebbe da dire, perché la sua voglia di cantare e di esibirsi è rimasta intatta. Siamo in chiusura, Lenzi ha un pensiero finale per il suo sponsor, Giancarlo Alberini, titolare dell’Alpina Games di Trento, e ovviamente per sua moglie Luisa che “mi appoggia e mi sostiene nel mio percorso fin da quando mi sostituiva nella cucina dell’albergo di famiglia per permettermi di andare a Milano o a Roma a registrare le puntate delle trasmissioni televisive”. ■

Da sinistra, con Gene Gnocchi, Claudio Lippi, Simona Ventura 23

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trentinoincontri Si ringrazia per la collaborazione la signora Maria Ferrari in Campregher

PREMIATA DITTA

I CAMPREGHER: DA NOI, SI VIVE DI SOLO PANE

di Pino Loperfido

Roberto e, a destra, Fernando Campregher

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ove c’è un corso d’acqua c’è un mulino e dove c’è un mulino di solito c’è profumo di farina. Antonio Banderas e i suoi biscotti c’entrano poco, anche perché in questa storia siamo alla fine del Settecento a Calceranica, sugli argini del torrente Mandola. I molini, a dire la verità, significano anche altro: segherie, fucine, ma la piana prospiciente al Lago di Caldonazzo offre un coreografico colpo d’occhio, con tutto quel mais e frumento. Certo, sulle tavole dell’epoca troviamo la polenta e poi il pane, anche se quest’ultimo era cibo rinomato e costoso assai, ma non in termini assoluti. Una bina, per dire, costava negli anni Trenta del Novecento qualcosa come dieci centesimi di lira, equivalente a circa dieci centesimi di euro attuali. A fare la differenza, però, era la situazione sociale disastrata. La povertà era condizione diffusa e fatalisticamente accettata ai più. Nel XIX secolo a Calceranica il pane se lo possono permettere in pochi. Ad esempio i nonni di Giulio Ferrari, inventore dello spumante trentino. Gli altri

mangiano polenta, sfidando il rischio concreto di beccarsi la pellagra. 1871; APRE LA “PISTORIA” IN CALCERANICA E di farina e pane a Calceranica e in tutta la Valsugana si è occupata soprattutto una famiglia: i Campregher. Le prime notizie documentate parlano di una richiesta al Demanio per poter de-

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Benvenuto Campregher, nell’immagine tratta dalla sua memoria funebre del 1927

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L’ORIGINE DELL’ATTIVITÀ SI PERDE NELLA NOTTE DEI TEMPI. PER QUALCUNO, L’AZIENDA ESISTE FIN DAL XVII SECOLO, SEMPRE SULLE RIVE DELL’IMPETUOSO TORRENTE MANDOLA. A CALCERANICA, BENVENUTO CAMPREGHER COMINCIA A PRODURRE PANE NEL 1871. ED È SUBITO UN SUCCESSO 24

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viare il corso del Mandola. Pochi metri, per carità, giusto il necessario perché quelle acque impetuose comincino a far girare le pale in legno del Molino Campregher. Di pane prodotto serialmente non se ne parla almeno fino al 1871, quando la sua produzione comincia ad essere economicamente conveniente. L’idea è di Benvenuto Campregher. È il 12 maggio quando l’Imperial Regio Capitanato Distrettuale di Borgo accoglie l’apertura di una “pistoria” in Calceranica. Le notizie a riguardo sono molto frammentarie, assente la documentazione fotografica. Di Benvenuto e di tutto il suo lavoro ci restano solo due immagini: nella prima se ne sta beatamente seduto in mezzo ai figli e nell’altra mostra orgoglioso i suoi mustacchi bianchi sulla memoria funebre, datata 1927. Benvenuto era un personaggio molto noto, uno dei maggiorenti della zona, uno che aveva le mani in pasta, insomma, non solo in quella per il pane. A raccogliere l’eredità di famiglia, i due figli, Giacomo (1914-1982) e Bruno

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I CANI SANBERNARDO

IL COLLEZIONISTA DI MEMORIE FUNEBRI

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i è una curiosa presenza felina che accompagna la vita della famiglia Campregher. Si tratta dei cani Sanbernardo. Sono stati almeno dieci gli esemplari che si sono succeduti e che è possibile scorgere in ogni foto di famiglia. Uno dei più amati, appartenuto a Giacomo, si chiamava Turco. Il furgone per la consegna del pane e i panettieri. Quello con la camicia aperta è Giacomo Jr., papà di Fernando. Non manca il Sanbernardo d’ordinanza.

Giacomo Campregher in compagnia dei tre nipoti che erediteranno poi l’azienda. In primo piano, il Sanbernardo

(1925-1977). I Campregher attraversano le due guerre mondiali, quindi entrano trionfalmente negli anni del boom economico. L’azienda si sviluppa, si sposta nella adiacente sede di Via Miniera, si dota di un notevole sistema di distribuzione, dai carretti trainati dai cavalli si passa ad agili furgoncini a motore. Quello del prestinaio non è certo tra i mestieri meno faticosi, ma sono anni quelli in cui pur di evitare la povertà, diciamo, non si bada al capello. L’orario di lavoro va dall’accensione del forno a legna e di quello a carbone, alle 22 in punto, alla chiusura del mezzodì del giorno seguente. Negli anni Settanta, il consumo del pane si è oramai diffuso. Panini e pa-

1971. Giacomo Sr., i figli Bruno e Giacomo Jr., con parenti e amici il giorno dei festeggiamenti in occasione del centenario. 26

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La seconda sede del panificio Campregher. La vecchia si intravede sulla sinistra

gnotte sono oramai su tutte le tavole abitualmente. Il lavoro per i Campregher cresce e con una grande festa viene celebrato il primo secolo di vita dell’azienda. Si aprono i primi negozi e cominciano a imbiancarsi le mani i componenti della quarta generazione, quella attuale: Adriano, figlio di Bruno, e Fernando e Roberto, figli di Giacomo. Sono questi ultimi a gestire oggi l’azienda (Adriano ha cambiato attività, aprendo lo Chalet Rosa e la pizzeria Miniera sempre a Calceranica). Sono tre i negozi aperti, chiamati “Nonsolopane”, a Levico Terme e a Pergine, e “Il Forno” a Caldonazzo. Il bacino d’utenza ricalca, seppure con numeri diversi, un bacino che va dalla bassa Valsugana fino a Trento.

ra le curiosità che hanno accompagnato la stesura di questo articolo, quella di scoprire che Giacomo Campreger Sr. era un collezionista di di memorie funebri. Ne abbiamo trovate svariate centinaia, tutte incollate e ordinate in bella posta in un elegante album di fotografie. Vi trovano ospitalità le dipartite di tanti compaesani, gente semplice e sconosciuta, ma anche personaggi famosi, come l’irredentista Cesare Battisti.

Quinn, oggi monopolista mondiale del prodotto, ne avrebbe trovati alcuni semi in un vaso canopo...”). Altra curiosità quella legata alle tipologie di pane. C’è il Gramolà, forma ardita e originale tipica della tradizione trentina. Quindi le classicissime spaccate allo strutto (“il cui consumo venne imposto per legge negli anni Quaranta, per provare a rinvigorire la popolazione”), le ciabatte, dalla pasta molto morbida. Quindi abbiamo le forme importate: il kaiser altoatesino, al latte, e il pane tipo Altamura, lievitato con pasta madre. E

poi molti altri, baguette, mantovane, ecc.. Il tutto lievitato rigorosamente con lievito naturale. A Natale e a Pasqua poi, panettoni e colombe sono richiestissimi, senza contare i dolci: zelten, torte fregolote, treccia mochena ecc.. “TEMPI MODERNI, ECCOCI QUI!” Nel 2003, il panificio Campregher entra nella modernità. La sede produttiva si allarga trovando una sede più idonea al Villa Center di Caldonazzo, dove troviamo Fernando in un raro momento di tranquillità del suo lavoro. L’elettricità

ha accorciato e reso meno pesante il lavoro. I forni si scaldano prima e conservano meglio e più a lungo il calore. Le impastatrici automatiche fanno l’egregio lavoro di venti braccia in tempi irrisori. Ciononostante, i nostri “prestinai” montano alle 24 e dopo una notte “bianca” passata a sfornare, staccano alle 7.30 del mattino. Inevitabile, al giorno d’oggi, quando si scrive di un’attività economica, il confronto con la congiuntura sfavorevole. Con la crisi, insomma. “Il consumo è notevolmente calato negli ultimi anni, dice Fernando, un po’ per colpa di una certa propaganda legate alle diete e un po’ perché molti hanno preso l’abitudine di farsi il pane in casa”. Un po’ anche per motivazioni di ordine economico, aggiungiamo noi. Non si vive di solo pane. Ma quanto è buono, però, quello che fanno i Campregher... ■

LA LEGGENDA DEL KAMUT Ma tanto per gradire, entriamo un pelino nel “tecnico”. Fernando ci spiega che, un po’ in controtendenza rispetto agli usi comuni, lui predilige un impasto di tipo indiretto, ovvero si fa un preimpasto chiamato “biga” che si lascia fermentare per molte ore (diciamo da 16 a un massimo di 48 ore). “Questo permette di avere un’alveatura più fine e regolare – ci spiega Fernando –, una maggiore digeribilità, l’aumento dell’intensità di gusto e profumo e infine maggiori tempi di conservazione”. Ci racconta anche della questione celiaci (“In realtà non è la celiachia ad essersi diffusa, ma il quantitativo di glutine ad essere aumentato nel grano. Dagli anni Cinquanta ad oggi è triplicato”) e sulla leggenda legata alla farina di kamut (“Veniva inizialmente venduto nelle fiere agricole del Montana col nome di grano del faraone Tut. La parola Kamut infatti deriva dal relativo ideogramma geroglifico che significa grano. Bob 27

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Giancarlo Grisenti, Francesca, Giovanni Nella, Rossella Ghensi e Maurizio, il fisioterapista

IL PAZIENTE INGLESE

di Silvia Tarter

TRA LE TANTE NOTIZIE DI MALA SANITÀ CHE AFFOLLANO LE PAGINE DEI GIORNALI, CON EPISODI SPIACEVOLI ANCHE NEL NOSTRO AMATO TRENTINO, UN ESEMPIO POSITIVO DELL’EFFICACIA DELLA SANITÀ TRENTINA VISTA DA OCCHI ALTRUI: LA STORIA TUTTA ANGLO-RENDENA DI GIOVANNI (GIONNI) NELLA, UN LONDINESE FERITO E CURATO A VILLA ROSA, DOVE SI È SENTITO DAVVERO “IN FAMIGLIA”

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el pluripremiato film di Anthony Minghella, un conte ungherese completamente sfigurato da un incidente aereo nel deserto, trova accoglienza in un convento nel senese, dove viene accudito premurosamente dalla giovane canadese, Hena, che lo battezza il paziente inglese. Qualcosa di simile, – fortunatamente senza incidenti aerei e combattimenti di guerra – è accaduto a Giovanni Nella. Chiamato Gionni (con la G) nella Londra dove vive, è un gentile signore sessantottenne originario di Carisolo, un paesino della Val Rendena, l’unico dei suoi cinque fratelli ad essere nato in Trentino. Ancora bambino si è però trasferito insieme ai genitori nella capitale inglese, per fare fortuna. Il padre infatti, come tanti altri suoi valligiani costretti a spostarsi, faceva l’arrotino. Gionni ha vissuto praticamente sempre 28

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a Londra, ma il Trentino per lui rimane un po’ la sua casa. Per questo, ogni anno, ritorna a Carisolo nella vecchia abitazione di famiglia, per passare la settimana bianca sciando sulle piste innevate di Madonna di Campiglio. Ma quest’anno a Giovanni è capitato un brutto incidente. Il 20 maggio scorso è caduto mentre scendeva lungo una pista. Nel bel mezzo della sua vacanza trentina, si è ritrovato di colpo con due vertebre rotte e il midollo spinale danneggiato. All’improvviso il suo corpo si è immobilizzato, dal collo in giù era completamente paralizzato. Immediatamente sono arrivati i soccorsi. L’elicottero lo ha portato subito all’ospedale Santa Chiara, dove è rimasto per circa tre settimane, i primi dieci giorni in rianimazione, prima di essere trasferito a Villa Rosa a Pergine, l’ospedale riabilitativo di degenza

Enzo, la paziente Lili, l’ infermiera Martina, il fisioterapista Giancarlo Grisenti e Giovanni Nella durante la gita al Lago di Caldonazzo

dell’ospedale di Trento. Qui è iniziata la sua esperienza di english patient, che è durata sei mesi, fino a solo un paio di settimane fa, quando è rientrato nella sua abitazione londinese. In quelle lunghe settimane la moglie Barbara gli è rimasta vicino a dargli coraggio, ma fin dal primo momento, Gionni si è sentito accolto come in una famiglia in quella clinica che, allora, dominava la cittadina; racconta in un italiano cantilenato, condito con qualche ineliminabile parola in dialetto di Carisolo. “L’era come una famiglia. C’era una bella atmosfera. Non c’è mai stato un momento in cui mi sia sentito giù di morale”, dice. E si sa che un clima gradevole contribuisce ad aiutare la guarigione e a motivare chi è malato ad impegnarsi nelle cure. Ma riuscire ad uscire dalla paralisi completa è stato possibile anche grazie al continuo e costante esercizio a cui lo ha sottoposto il suo fisioterapista, Giancarlo Grisenti, “l’uomo mandato dal cielo”, lo definisce Gionni: “Era il fisioterapista giusto per me. Il primo giorno che sono arrivato hanno cominciato subito a fare la fisioterapia. Due ore tutti i giorni dalle nove e alle undici ero in piscina. Se vedeva che qualcosa non andava, Giancarlo cambiava, trovava sempre nuovi esercizi”. Ma Gionni ricorda con gratitudine anche il dottor Paolo Bortolotti e la dottoressa Nunzia Mazzini, così come tutto il personale: “Erano tutti gentili e sorridenti, dalle infermiere ai medici, al guardiano, alle donne delle pulizie.” In quel luogo piccolo, pulito e luminoso, si è sentito davvero assistito come paziente e trattato con rispetto e

umanità, non come un numero ospitato in uno dei tanti letti che riempiono i piani degli enormi ospedali di Londra. Anche il suo 68esimo compleanno lo ha festeggiato nel letto d’ospedale, insieme a medici e infermieri con tanto di torta e fotografie. Al fine settimana poi, cosa che nella severa Londra non sarebbe permessa, racconta, si poteva uscire. Gionni ha visitato la Val dei Mocheni e la Valle di Cembra che prima non conosceva, ma è uscito anche insieme agli altri pazienti e i membri dell’equipe, finendo talvolta col mangiare una pizza in riva al lago di Caldonazzo. Quasi una lunga vacanza insomma e, nella sua ca-

IL FILM

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l paziente inglese (The English Patient) è un film del 1996 diretto da Anthony Minghella, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore canadese Michael Ondaatje. “Il paziente inglese” è uno dei film più premiati della storia, mantenendo il record con Gigi di Vincente Minnelli e L’ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci per aver vinto ben 9 Oscar nel 1997, oltre a 2 Golden Globe e 6 BAFTA, mentre l’attrice Juliette Binoche fu premiata con l’Oscar (attrice non protagonista) e l’Orso d’Argento a Berlino come miglior attrice. Principali Interpreti, Ralph Fiennes, Juliette Binoche, Willem Dafoe e Kristin Scott Thomas.

mera con vista sulla montagne, scherza Gionni, si sentiva come in un hotel a 5 stelle. Dal suo balcone ha persino visto sfrecciare le biciclette del Giro d’Italia. Della competenza del personale di Villa Rosa si è accorto anche un amico di Gionni, mister Trevor Beedom, a suo tempo primario del London Hospital, uno dei sei ospedali più grandi della metropoli. Quando è venuto a far visita all’amico, prima in rianimazione al Santa Chiara e poi nella clinica gli ha detto meravigliato: “Non tornare in Inghilterra, perché non troverai questa atmosfera”. E Gionni infatti avrebbe potuto rimpatriare subito, dopo un paio di settimane, ma ha scelto di rimanere in Trentino proprio per il clima e la cura premurosa. “It was fantastic” ha commentato anche sua nuora quando lo ha visitato, che di professione è midwife, ovvero ostetrica. Ora che è appena rimpatriato, quando racconta in giro che cosa gli è successo, Gionni desta un po’ di sorpresa nei suoi interlocutori. L’Italia, spiega, in Inghilterra è considerato il seek child, il bambino malato d’Europa, dopo aver scalzato il posto che prima spettava a Spagna e Grecia. Chiaro, ammette, la realtà trentina probabilmente è più efficiente di altre, e ha contato il fatto di venir accudito in una realtà piccola. “Lo dico sinceramente, non ho alcun interesse a fare pubblicità, ma non posso davvero dire niente di negativo, dal soccorso in elicottero all’ospedale e a Villa Rosa.” A Londra di elicotteri il Pronto Soccorso ne ha uno solo, dice, anche perché non ci sono montagne ed è difficile atterrare in una città così grande. “Solo il mangiare, dice ridendo, al Santa Chiara non mi piaceva tanto.” Ora Gionni è sulla carrozzina, assistito da Barbara, ma si muove anche con le stampelle, anche se una gamba ha più difficoltà nel movimento dell’altra. Rispetto all’inizio è molto migliorato, in realtà non sarebbe riuscito a recuperare così senza tutti quegli esercizi. Fortunatamente, qualche possibilità di miglioramento c’è ancora, anche se il primo appuntamento con il fisioterapista, un privato, prenotato appena al suo rientro, è previsto per il 7 di novembre. Se si sentirà bene, chiaramente Gionni tornerà ancora in quel Trentino che un po’ gli appartiene, (ha una sorella che vive a Tione) per andare a Carisolo e a trovare gli amici di Villa Rosa, che ora possono raccontare di aver avuto per qualche mese il “loro” paziente inglese. ■ 29

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19141918 UNA “GUERRA TRA PARENTI” – UNDICESIMA PUNTATA

di Alberto Folgheraiter

L’IMPERATORE “BEATO” CHE TENTÒ LA PACE MENTRE INFURIAVANO I MASSACRI Carlo I in visita al campo di aviazione del Ciré a Pergine

DALLA GUERRA DEGLI ALTIPIANI ALLA SCONFITTA DI CAPORETTO - IL NUOVO RE E IMPERATORE CARLO I, SUCCEDUTO A FRANCESCO GIUSEPPE, NEL 1917 TENTA UNA “PACE SEPARATA” CON FRANCIA E INGHILTERRA – NON FU IL SOTTUFFICIALE DI TRES, FRANCESCHINI, A “TRADIRE” CESARE BATTISTI – LA SPIETATA CONDOTTA DELL’ESERCITO ITALIANO CON FUCILAZIONI E DECIMAZIONI

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uando salì al trono, alla morte di Francesco Giuseppe, il 21 novembre 1916, Carlo I di AsburgoLorena aveva 29 anni. Avrebbe regnato soltanto cinque anni. Fu re Carlo IV d’Ungheria, re Carlo III di Boemia e l’ultimo imperatore cattolico. Come usava tra le famiglie nobili, al battesimo gli furono imposti molti nomi: 30

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Karl Franz Josef Ludwig Hubert Georg Maria. Morì di polmonite, a Madera, che non aveva ancora 35 anni. Si era ritirato sull’isola portoghese dopo aver rimesso la carica di re e imperatore ai rappresentanti del popolo, a Vienna (11 novembre 1918), poiché aveva persa la prima Guerra Mondiale. Dalla principessa Zita di Borbone-Parma,

che aveva sposato nel 1911, aveva avuto otto figli. Carlo I è stato proclamato “beato” della Chiesa cattolica, da Giovanni Paolo II, il 3 ottobre 2004. Quando venne al mondo, il 17 aprile 1887, era il quinto nella linea di successione al trono degli Asburgo. Ad aprirgli la strada verso la corona imperiale fu una serie disgraziata di eventi: l’esecuzione, in Messico (1867) dell’arciduca Massimiliano, fratello di Francesco Giuseppe, morto senza figli; l’omicidio-suicidio a Mayerling (1889) del principe ereditario Rodolfo, unico erede maschio dell’Imperatore; infine, l’assassinio dello zio, Francesco Ferdinando, a Sarajevo (1914) i cui figli erano esclusi dalla successione al trono a causa del matrimonio morganatico che quest’ultimo aveva contratto nel 1900. Francesco Ferdinando fu, come si disse, la prima vittima della prima guerra mondiale. Quella morte turbò ma non addolorò l’imperatore regnante, Francesco Giu-

seppe, il quale non aveva mai digerito il matrimonio morganatico del suo erede dinastico. Tant’è che alla coppia assassinata a Sarajevo furono riservati soltanto funerali di seconda classe. Ben diversi da quelli di prima che sarebbero spettati all’Arciduca erede al trono. Del resto, Francesco Ferdinando non avrebbe voluto una tomba senza sua moglie nella Kaisergruft, la “cripta imperiale” nella Cripta dei Cappuccini, a Vienna. Nella penombra di quel cimitero sotterraneo, già attendevano la fine dei Tempi l’imperatrice Maria Teresa (morta nel 1780), il principe ereditario Rodolfo (1889) e l’imperatrice d’Austria e regina d’Ungheria Elisabetta (Sissi) di Baviera (1898). Poiché non avrebbe potuto trovarvi posto anche la moglie Sofia, duchessa di Hohenberg, “inferiore per nascita”, Francesco Ferdinando aveva disposto, con testamento, la propria sepoltura, assieme all’amata consorte, nel castello di Arstetten, nell’Austria Inferiore. Scrive Franz Herre che, dopo una benedizione a Vienna, “le due bare furono traghettate sul Danubio da Poechlarn ad Arstetten fra lampi, tuoni e pioggia. Nel mezzo del fiume, i cavalli del carro funebre si adombrarono e per poco morti e vivi non andarono a picco nel Danubio. Il 14 luglio 1914, l’arciduca Francesco Ferdinando d’Austria-Este e sua moglie, la duchessa Sofia von Hohenberg, vennero finalmente deposti nell’ultima dimora, di notte, come esigeva la legge della Casa degli Asburgo che ora si caricava di un più profondo significato”. Francesco Giuseppe liquidò la morte dell’erede al trono con l’osservazione che per lui era “un pensiero di meno” anche se, probabilmente, aveva il vago presagio che “Francesco Ferdinando gli avrebbe portato più sfortuna da morto che da vivo”. Benché la morte dell’Arciduca lo avesse costretto a interrompere le vacanze estive a Ischl, Francesco Giuseppe era rimasto a Vienna solo il tempo di partecipare al Consiglio di Ministri del 7 luglio 1914. Tuttavia, non attese neppure la conclusione della seduta e se ne tornò in Tirolo, lasciando così mano libera a coloro che volevano la guerra a tutti i costi con la Serbia. Francesco Giuseppe non voleva la guerra. Ne aveva già perdute due: nel 1859 e nel 1866. Ed era consapevole che l’Austria-Ungheria non avrebbe potuto combattere contemporaneamente nei Balcani e contro la Russia, “protettrice”

Carlo I visita le truppe a Trento

di Belgrado. Già Napoleone Bonaparte aveva osservato che l’Austria era sempre indietro “d’une idée, d’une année et d’une armée” (di un’idea, di un’annata e di un’armata). Alla morte di Francesco Giuseppe, “profondamente commosso e rattristato” il nuovo imperatore Carlo I esordì con l’elogio funebre del prozio: “La sua saggezza, il suo discernimento e le sue cure paterne hanno gettato le solide fondamenta di una pacifica convivenza e di un libero sviluppo e, superando disordini e pericoli, hanno guidato l’Austria-Ungheria attraverso una pace lunga e benefica fino alla vetta della potenza, dalla quale, insieme con alleati fedeli, essa sostiene la lotta contro i nemici che la attorniano. La sua opera deve essere completata e ultimata”. Vienna. Il sarcofago dell’Imperatore Franz Joseph

Di quale opera parlasse era abbastanza chiaro, conoscendo la sua indole: la pace. Infatti, appena salito al trono (21 novembre 1916), il giovane imperatore tentò di avviare una pace separata con Francia e Gran Bretagna e incaricò il cognato, Sisto di Borbone-Parma, di compiere passi in tal senso presso il governo italiano. L’Italia, peraltro, riluttante a un ritorno alla “geografia” prebellica, si saldò con le aspirazioni della Germania che avrebbe voluto una “pace vittoriosa”. La Francia, poi, avrebbe voluto riappropriarsi dell’Alsazia e della Lorena liberandosi della Germania una volta per sempre. Le trattative per una pace separata fallirono. Tuttavia, nel tentativo di conservare il trono e l’impero, Carlo I fece riconvocare la Camera dei Signori e la Camera dei Deputati che erano state chiuse allo scoppio della guerra. Correva l’anno 1917. La prima tornata del parlamento si tenne dal 31 maggio al 15 luglio. I parlamentari Trentini, a Vienna, erano otto: Alcide Degasperi, Enrico Conci, Germano Decarli, don Baldassare Delugan, don Guido de Gentili, Rodolfo Grandi e Albino Tonelli per il Partito Popolare; Valeriano Malfatti per i liberali. Il deputato Cesare Battisti era stato giustiziato, per “alto tradimento”, giusto l’anno prima. Don Guido de Gentili e Alcide Degasperi ottennero dal Parlamento l’istituzione di una commissione e il varo di una legge che regolasse le condizioni e il trattamento dei profughi di lingua italiana, deportati da due anni nelle “città di legno” dell’Austria e della Boemia. La proposta di legge fu illustrata al parlamento da Alcide Degasperi. La Camera approvò un testo che consentiva, con effetto retroattivo, una sovvenzione da 31

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trentinolagrandeguerra due a quattro corone per tutti coloro i quali, loro malgrado, erano stati sradicati dai loro paesi e dalle loro città. Un altro provvedimento, approvato nel settembre del 1917, fissava le linee per l’eventuale ritorno a casa dei profughi, peraltro dopo scrupolosi controlli, stante il clima di generale diffidenza nei confronti degli “austriaci di lingua italiana”. Il 17 ottobre 1917, nel Reichsrat, il Parlamento di Vienna, Alcide Degasperi rilevò amaramente: “Questa tribuna è l’ultimo posto libero che è rimasto dopo la soppressione d’ogni libertà civile a casa nostra”. Dalla primavera del 1915 la provincia di Trento era sotto occupazione militare. Le deportazioni, le angherie, avevano fatto crollare fra i Trentini la conclamata

trentinolagrandeguerra

Reichsrat di Vienna

fedeltà all’Imperatore che, complice il clero, aveva caratterizzato un secolo di storia locale. Lo sottolineò con efficacia una figlia del deputato Popolare trentino Enrico Conci, in una memoria privata dal titolo “Come vivemmo in Austria durante

la guerra – Noi Trentini”. Scriveva che i militari di provenienza dalla provincia di Trento erano guardati con sospetto, spesso indicati dai comandanti come “Politisch Unverlässlich” (politicamente inaffidabili). Quella sigla, chiamata dai Trentini “Pia Unione”, indicava agli ufficiali austriaci che avevano di fronte una persona della quale non dovevano fidarsi. “Così eran sempre maltrattati, dovevano fare i servizi più umilianti ed erano mandati in prima linea nei punti più pericolosi sul campo. […] Ma quanti ne son rimasti di quei poveri figlioli sui squallidi campi della Galizia, il cuore pieno di angoscia di dover morire inutilmente senza ideali, combattendo per una patria che odiavano”. Del resto, il 9 maggio 1916, il generale

UNA “FERROVIA DI GUERRA” CHIESTA DA MEZZO SECOLO

N

el 1917 fu completata e divenne operativa la “tramvia” della val di Fiemme. Ma solo per scopi meramente militari anche se l’andamento della guerra, quando la rotabile fu completata, fece passare la ferrovia in secondo piano. La “guerra degli Altipiani” si era esaurita nel giro di un mese; la disfatta di Caporetto era ancora nella mente degli alti comandi Austro-ungarici. Del resto quei binari non avevano mai avuto la… strada spianata. Se ne parlava fin dalla seconda metà del XIX secolo. La tramvia delle Valli dell’Avisio sarebbe dovuta partire da Lavis e raggiungere Predazzo attraverso la Val di Cembra, ma il governo austriaco ne aveva ostacolato a più riprese la realizzazione. Gli stessi fiemmazzi avevano accolto con una certa freddezza l’ipotesi di quel collegamento. Temevano, infatti, che la ferrovia lungo la Val di Cembra non sarebbe servita per il commercio del legname che era venduto soprattutto sulla piazza di Bolzano. Scrive Andrea Leonardi (“Depressione e risorgimento economico del Trentino: 1866-1914”, Temi, Trento 1976): “Certamente giocavano il loro ruolo anche motivi nazionali. Trento cioè, che vedeva minacciata l’italianità di Fassa e Fiemme, causa la costante penetrazione delle associazioni pangermaniste, tentava un recupero dell’italianità di quelle valli facendole convergere anziché sulla tedesca Bolzano sulla Trento italiana; d’altro canto Bolzano, che era già così ben penetrata economicamente in quelle valli, voleva anche favorire la penetrazione in esse delle sue associazioni culturali, per rendere in tal modo ancora più stretto il nesso economico”. A Bolzano era stato elaborato un progetto alternativo che prevedeva la partenza della ferrovia da Neumarkt-Egna, passo di S. Lugano e Cavalese. Nel tentativo di sbloccare una situazione che si trascinava da anni senza alcun risultato, fra Trentini e Tirolesi fu raggiunto un compromesso siglato

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a Bolzano (1894). Sarebbe stata realizzata la ferrovia LavisPredazzo ma con una diramazione da Cavalese a Egna. Da Innsbruck si appoggiava apertamente il progetto di Bolzano. Visto inutile ogni tentativo, il consiglio comunale di Trento (30 luglio 1897) rilanciò, garantendo un intervento sul 40% delle spese di costruzione della tramvia di Fiemme. Una spesa onerosa (5.600.000 corone di cui solo 1.220.000 corone sovvenzionate dallo Stato e dalla provincia tirolese) che fu approvata con 25 voti ed uno solo contrario. Servì a poco. Soltanto nel 1914 la Dieta Tirolese deliberò di “sussidiare la tramvia tedesca di Fiemme”. Una tramvia che, abbandonata la Valle di Cembra, avrebbe collegato Predazzo da Ora, in Sud Tirolo. C’era la guerra, la ferrovia serviva per “caricare” il fronte orientale. Fu realizzata a binario unico con uno scartamento ridotto di 76 centimetri. Qui forse è il caso di aggiungere che la Contea Principesca del Tirolo ed il Voralberg, la terza provincia austriaca per estensione, aveva una popolazione di 1.138.000 abitanti (60% Tedeschi, 38% Italiani, 2% Ladini) e due Consigli (o Diete) provinciali. La Dieta del Tirolo, con sede a Innsbruck, era formata da 96 deputati. Il Trentino poteva esprimerne 33 (uno ogni 11.800 abitanti), la parte tedesca 63 (uno ogni 8.900 abitanti).

von Lerch scriveva a chiare lettere in un memorandum che “nessun italiano sudtirolese deve essere considerato affidabile”. Pochi giorni dopo (luglio 1916) il Comando di Difesa Territoriale del Tirolo aveva diramato una nota di questo tenore: “Onde escludere il ritorno [degli internati] nel maggior numero possibile dei casi, sembra pertanto indispensabile cercare prove di atti penalmente rilevanti commessi dagli internati, avvalendosi di tutti i mezzi disponibili”. Nei confronti dei profughi Trentini e Istriani era palese un atteggiamento di sospetto e la convinzione che la maggior parte di costoro facesse la “spia” per l’Italia. In quei mesi di follia contro i Welschtiroler, i Tirolesi di lingua italiana, ci fu chi paventò l’idea di ripopolare un territorio vuotato dalle deportazioni con reduci di lingua tedesca. Del resto, qualora l’Austria-Ungheria e la Germania avessero vinto la guerra, c’era il progetto di imporre il tedesco come unica lingua di Stato. Un aspetto di questo clima si può “leggere” nella cattura e nella conseguente impiccagione di Cesare Battisti e Fabio Filzi, il 12 luglio 1916, nella fossa del castello del Buonconsiglio a Trento. Scrive Paolo Pombeni (“Il primo de Gasperi. La formazione di un leader politico, il Mulino, Bologna 2007, p. 188): “Anche qui il problema non è tanto per il fatto in sé (difficilmente una vicenda analoga sarebbe stata trattata nella sostanza diversamente su qualsiasi fronte di guerra), quanto nel contesto complessivo dello svolgimento dei fatti, ormai ricostruito in maniera ampia: anche in questo caso l’isteria della giustizia militare di dare un esempio, la spettacolarizzazione dell’esecuzione che segue immediatamente la condanna (esecuzione che si voleva addi-

Una messa al campo austriaco nel 1916

rittura pubblica, ma che in questo modo non era possibile per il divieto di legge, e che venne comunque tenuta in mezzo ad una folla di militari ostili che urlavano contro i condannati), la diffusione delle immagini con il boia sorridente davanti al trofeo dell’impiccato, il trattamento indecoroso riservato al cadavere che venne seppellito in maniera anonima”. Per completezza di verità, va detto che Cesare Battisti non fu “tradito” e “riconosciuto da un rinnegato della sua terra, l’alfiere Bruno Franceschini da Tres” come ha fatto credere, per quasi un secolo, certa storiografia. In tempi recenti si è stabilito che a indicare agli Austriaci la presenza di Cesare Battisti sul monte Corno di Vallarsa, dove fu catturato il 10 luglio 1916, furono due disertori dell’esercito italiano. Erano un sergente di Arzignano (Vicenza) e un

alpino di Soave (Verona) i quali si erano volontariamente consegnati agli Austriaci la sera del 3 luglio. Il tenente Bruno Franceschini, ufficiale del III Battaglione, 11° Compagnia del primo reggimento dei Landesschuetzen, aveva avuto solo la colpa di essere comandante della piazza di Aldeno dove Cesare Battisti era stato portato in ceppi. Alla fine della guerra, Bruno Franceschini riparò in Austria dove fece l’ingegnere civile. Quando il fascismo si appropriò della figura dell’irredentista socialista trentino Cesare Battisti, per farne un “eroe” da contrapporre al “traditore” com’era stato giudicato dagli Austriaci, Bruno Franceschini fu minacciato di morte se avesse varcato il confine del Brennero. Pure alcuni suoi congiunti, in Val di Non, subirono “avvertimenti” dai fascisti.

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I MASSACRI E LE DECIMAZIONI La guerra degli Altipiani, per parte austriaca chiamata “Strafexpedition”, cominciata il 15 maggio 1916, aveva, inutilmente, tentato di sfondare il fronte Trentino-Veneto per prendere alle spalle l’esercito italiano schierato sull’Isonzo. Si era esaurita nel giro di un mese, con il ripiegamento degli austro-ungarici (24 giugno) dopo la controffensiva della Ia armata decisa dal generale Cadorna il 16 giugno. Lo stesso Cadorna, il 28 maggio 1916 aveva ordinato la fucilazione, senza processo, di alcuni ufficiali e soldati del 141° reggimento di fanteria, i quali erano stati sopraffatti dagli Austriaci sull’altipiano di Asiago. Agli occhi del generale “macellaio” erano “soldati di scarso valore”. Fu una delle numerose fucilazioni che colpì centinaia di contadini in armi. Accadde anche in altri eserciti e su altri fronti. Già il 28 settembre 1915, il Comando Supremo aveva diramato una circolare che ordinava di “passare immediatamente per le armi i recalcitranti e i vigliacchi”. È certo che dall’ottobre del 1915 all’ottobre del 1917, nel Regio esercito italiano si ebbero 139 esecuzioni capitali e centinaia di soldati furono deferiti alla Corte marziale per supposte insubordinazioni. La “massima severità” ordinata da Cadorna, per mantenere la disciplina e il rispetto degli ufficiali, nel corso della guerra diventò “spietata crudeltà”. Ogni disordine, schiamazzo notturno, gesti di insofferenza verso i Superiori, furono occasione di condanne a morte “esemplari”, senza processo. In casi d’insubordinazione di gruppo, fu adottata la 34

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Kaiserjaeger sul fronte dolomitico nel 1918

Alpini caduti durante la battaglia sul monte Ortigara

ziché essere lasciati a riposo, per i soldati sopravvissuti e stremati il 15 luglio arrivò l’ordine di tornare nuovamente in prima linea sul monte Hermada (oggi Querceto) a est di Monfalcone. Sapevano che sul Carso e soprattutto per la Brigata Catanzaro, il destino era di morte. Divampò la sommossa. Dato l’allarme, dal Comando Supremo, a Udine, fu deciso l’invio di una Compagnia di Carabinieri con quattro automitragliatrici, due autocannoni e reparti di cavalleria. Circondata la Brigata Catanzaro, alle tre di notte tornò la calma. Era il primo ammutinamento nelle file dell’esercito Italiano. Quattro soldati furono immediatamente passati per le armi. Poche ore dopo, all’alba del 16 luglio, seguì la “decimazione” della Compagnia. Dodici fanti, scelti a caso,

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Luigi Cadorna generale “macellaio”

pratica delle “decimazioni”: la fucilazione di un soldato ogni dieci, scelto a caso. Nel corso della guerra, la fucilazione immediata senza processo e le decimazione furono circa trecento. Le condanne a morte dopo regolare processo circa quattromila, tremila delle quali in contumacia. Per 729 soldati seguì la fucilazione. Nel solo mese di maggio del 1917 furono eseguite 68 condanne a morte. Scrivono Mario Isnenghi e Giorgio Rochat (“La grande guerra”, il Mulino, 2008-2014): “L’aspetto più negativo (e più triste) della personalità di Cadorna e della sua opera di comando, fu l’incapacità di rispettare i soldati, oggetto soltanto di repressione e di denunce”. Ancora: “Un uomo rigido come Cadorna, che non si preoccupò mai di assumere informazioni dirette e concrete sulla realtà della vita in trincea, non poteva capire che nei combattimenti sul Carso era inevitabile e normale un certo livello di cedimenti individuali e collettivi, di gesti di insubordinazione e di protesta, di fughe e diserzioni”. L’insubordinazione più conosciuta e la decimazione più nota ebbe per protagonisti i soldati della “Brigata Catanzaro”. Accadde a S. Maria la Longa, un comune della bassa friulana. Tale Brigata era formata da contadini-soldato del sud Italia (in gran parte pugliesi e siciliani, ma c’erano anche calabresi e di altre regioni). Avevano combattuto in prima linea sul Carso ed erano sfiniti. La Brigata era stata ritirata dal fronte in seguito a gravi perdite subite il 23 e 24 maggio 1917. An-

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Aldeno: Cesare Battisti in ceppi verso Trento dopo la cattura (10 luglio 1916)

furono fucilati a ridosso del muro di cinta del cimitero di S. Cecilia e gettati in una fossa comune. La Brigata fu rispedita sul Carso. Il poeta-soldato, Gabriele d’Annunzio, che aveva assistito alla sommossa da una villa dove era ospite, fu testimone della decimazione: “Di schiena al muro grigio furono messi i fanti condannati alla fucilazione, tratti a sorte nel mucchio dei sediziosi. […] I morituri mi guardavano. I loro sguardi smarriti non più erravano ma si fermavano su di me che dovevo essere pallido come se la vita mi avesse abbandonato prima di abbandonarli”. Finita la guerra, i resti dei soldati uccisi per “decimazione” furono tumulati nell’Ossario di Udine, all’interno della chiesa di San Nicolò. Mario Saccà, un ricercatore catanzarese, ha recuperato i nomi dei rivoltosi passati per le armi. I sedici disgraziati facevano parte del 142° Reggimento. Oltre alla fucilazione al petto, si poteva esser uccisi con un colpo di pistola alle spalle. Non era “fuoco amico”, era l’esecuzione di un ordine dato ai Carabinieri qualora qualcuno si fosse rifiutato di uscire dalla trincea sotto le raffiche del nemico. Nel 1916-1917 la censura militare si fece ossessiva. Proibito leggere giornali che instillavano dubbi sulla condotta della guerra. Scrivendo ai familiari era proibito dimostrare scarso entusiasmo per la vita militare. Diversamente, si finiva in carcere. “Un soldato poteva essere fucilato per essere ritornato in ritardo dopo una licenza oppure per essere stato sorpreso a riferire o scrivere una frase ingiuriosa 36

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contro un suo superiore. Stessa sorte fu prevista per tutti quegli ufficiali che, anche per un solo momento avessero dubitato della tattica imposta dal Comando Supremo” (“Itinerari della Grande Guerra – Un viaggio nella storia”, 2010). Così andava la guerra fra Austria e Italia, sui fronti dal Trentino al Carso isontino. Per far fronte alle perdite servivano centomila soldati ogni mese, una parte dei quali era recuperata tra i feriti e gli ammalati degli ospedali da campo. Nell’uno e nell’altro esercito tra il 1916 e il 1917 si intensificò la chiamata alle armi di classi sempre più giovani e sempre più vecchie. Nel 1917 l’Italia aveva mobilitato due milioni di uomini; l’Austria-Ungheria che, nel 1916, aveva perduto un milione e set-

tecentomila soldati, fece ricorso all’aiuto dell’alleato tedesco, peraltro impegnato sul fronte occidentale contro Francia e Inghilterra. Per quanto riguarda l’Italia, il 1917 si caratterizzò per tre grandi offensive: la decima (23 maggio) e undicesima battaglia dell’Isonzo (17 agosto). Dopo un mese di combattimenti, quest’ultima si concluse con la perdita di 160mila uomini per parte italiana e 85mila fra gli austro-ungarici. Al principio di giugno si era avuta la battaglia dell’Ortigara, con la mobilitazione di trecentomila uomini su un fronte di 14 chilometri. Con perdite elevatissime, gli alpini conquistarono la vetta dell’Ortigara il 19 giugno; gli Austriaci contrattaccarono e ripresero le posizioni sei giorni dopo. Fallì miseramente, pertanto, l’obiettivo di Cadorna di eliminare il saliente (la parte più avanzata degli austriaci in territorio italiano) che si era formato sugli Altipiani con la Strafexpedition. Il bilancio della battaglia dell’Ortigara fu di venticinquemila morti fra gli Italiani e novemila fra gli austriaci. Poi venne, e pareva il principio della fine, la dodicesima battaglia dell’Isonzo, il 24 ottobre 1917. Fu la “disfatta di Caporetto”, costata all’esercito italiano quarantamila tra morti e feriti, 280mila prigionieri, 350mila militari sbandati, quattrocentomila civili in fuga e la perdita di migliaia di pezzi di artiglieria pesante, bombarde, munizioni, viveri e rifornimenti. Costata anche la defenestrazione, in ritardo, del comandante supremo Luigi Cadorna. Ce ne occuperemo la prossima puntata. ■ (11. CONTINUA))

di Alberto Folgheraiter

“L

a commedia è cominciata, bisogna portarla a termine”. Così, nel maggio 1915, scrisse alla moglie, Fosca Tasin, Isidoro Ravagni da Cadine. Da dieci mesi prestava servizio militare nella zona di Livinallongo, in provincia di Belluno. Qui c’erano due fortificazioni che facevano parte del Rayon V, il sistema di difesa del Trentino e del Bellunese da una temuta invasione degli italiani. Il Werk Corte, il forte Corte, costruito nel 1880, aveva il compito di presidiare il passo di Campolongo. Nei primi giorni di guerra con l’Italia, subì un attacco massiccio. Successivamente, fu abbandonato. Con il forte Corte, il Ruaz (Strassensperre Ruaz, tagliata stradale di Ruaz), fabbricato nel 1897 alle pendici del Col di Lana, formava lo sbarramento (Buchensteintal) lungo la strada da Livinallongo ad Arabba. Garantiva cioè la difesa delle valli Ladine. Letta la cartolina, arrivata dal forte Corte, la censura militare austriaca inviò i gendarmi di Cadine a interrogare la donna sul significato di quelle

Fosca Tasin e Isidoro Ravagni il giorno delle nozze

IL SOLDATO CONTADINO CHE SI CONSEGNÒ AGLI “ITALIANI”

parole. Fosca Tasin aveva alzato le spalle e risposto piccata: “Io non so niente, se volete sapere qualcosa chiedetelo a mio marito che è al fronte per voi”. Già il 2 novembre 1914, Isidoro Ravagni aveva spedito a casa una foto-cartolina, con la quale manifestava apertamente il suo disagio per la vita militare. Era una fotografia dell’intera guarnigione di forte Corte. “Cara Molie, ho pensato che è già 3 mesi che non vedi la mia persona e cosita ò pensato di spedirti questa cartolina che da una parte ci sono anche io con una seria facia propri arabiata per non fare questi misteri che stufa proprio una grinta da Corte e che stufi”. Accanto alla fotografia, la scritta: “Cara qua si trova la mia facia”. Con l’entrata in guerra dell’Italia, il 24 maggio 1915, anche il forte Corte fu colpito ripetutamente dai proietti dell’artiglieria italiana. Due

giorni dopo, respinto l’attacco, a Isidoro Ravagni fu ordinato di uscire dal forte e perlustrare i dintorni per verificare la presenza di soldati italiani feriti. Il kaiserjaeger si guardò attorno, fece qualche passo guardingo, girò dietro lo sbarramento e, appena fu fuori dalla vista delle sentinelle “austriache”, si diresse verso le linee “italiane”. Camminò a lungo. Prima di darsi prigioniero, così raccontò in seguito ai nipoti, aveva scaricato il fucile su una povera vacca che, incurante della guerra, stava brucando su un pendio della montagna. Attirata dagli spari, s’era fatta avanti una pattuglia di soldati che parlavano la sua stessa lingua. Preso in consegna dai “nemici”, Isidoro Ravagni fu mandato a Isernia a fare il contadino presso una fattoria. Il 6 giugno 1915, il coman-

dante del forte Corte, che era già stato “amministratore di Bondone” e, probabilmente, conosceva Fosca Tasin, la quale aveva fatto da interprete presso il forte di Cadine, scrisse una lettera alla donna. “Stimatissima Signora! Suo marito che si trovava di posto qui sembra sia fatto prigioniero dagli Italiani in un combattimento li 26 maggio. Partecipandole ciò voglio metterla fuori d’ogni pensiero”. Dopo tre anni da “faméi”, famiglio presso una fattoria di Isernia, alla fine della guerra Isidoro Ravagni tornò a Cadine. Dapprima fece ancora il contadino, a giornata. Poi fu assunto quale “guardafili” del Telegrafo. Isidoro Ravagni è morto a ottant’anni giusto mezzo secolo fa, il 30 novembre 1964. ■ 37

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trentinoattualità

trentinoattualità di Pino Loperfido e Paolo Curcu

Umberto Knycz tra Vincent Togo (fisico nucleare del CNR del GranSasso), di etnia Dogon, e il vescovo del Mali della diocesi di Mopti, Georges Fonghoro

MISTERI E VERITÀ DEL POPOLO DEI DOGON IN 45 ANNI, UMBERTO KNYCZ HA PERCORSO MIGLIAIA DI CHILOMETRI, BATTENDO I SENTIERI MENO PERCORRIBILI DEL CONTINENTE AFRICANO. UNA PASSIONE CHE ADESSO HA DECISO DI CONDIVIDERE CON IL PUBBLICO, IN UNA MOSTRA SUL POPOLO DEI DOGON DEL MALI

T

utto comincia nel 1969, quando un architetto francese consiglia a Umberto Knycz, appassionato viaggiatore trentino, di andare a dare un’occhiata nel Mali, dove ci sarebbe questo popolo interessante per la capacità di lavorazione del legno e del bronzo. Umberto inforca la Land Rover e parte: da Trento, attraverso la Tunisia, seguendo il percorso del fiume Niger, dopo 15mila chilometri giunge in quello che lui definisce ancora oggi come “il posto più bello del mondo”. Siamo nella zona della falesia di Bandiagara. I Dogon sono uno dei popoli 38

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meno conosciuti del Pianeta. Con la curiosità del viaggiatore e la perizia dell’antropologo, Umberto Knycz si approccia a loro, facendo subito amicizia con il capo villaggio. È l’inizio di una storia di amore tra un uomo e un popolo, un amore “culturale” nel vero senso latino del termine (còlere, coltivare), proprio perché con il passare degli anni Umberto continua ad avere cura e ad onorare questo incontro, con ripetuti viaggi e studi, anche sui numerosi reperti che si accumulano nella casa di San Donà a Trento. Quarantacique anni dopo, Umberto Knycz, in collabo-

razione con la Banca Popolare Volksbank, ha deciso di condividere la gioia e l’incanto che questi oggetti sanno suscitare con la collettività, organizzando una mostra nello Spazio Archeologico di Piazza Lodron 31 (orario: da martedì a domenica, 1012/15.30-18.30). Sì, insomma, non un posto a caso: siamo tra i resti della Trento romana ed è come se due civiltà lontanissime qui arrivino a darsi una vigorosa stretta di mano. Due civiltà, la prima finita quasi duemila anni fa e la seconda viva e vegeta anche se misconosciuta ai più, vero Umberto? “La zona delle falesie è piuttosto distante dalle grandi arterie che collegano il sud al nord del Mali. Anche per questo motivo i Dogon sono arrivati al 2014 ancora incorrotti dalla modernità”. Ma come si è arrivati all’idea di questa mostra? “Quando Silvia Ercoli, responsabile dell’Alto Consiglio del Mali, ha visto i miei “tesori” è rimasta letteralmente sconvolta dalla loro bellezza e mi ha introdotto a Vincent Togo, un importante fisico nucleare che ha la ventura di essere figlio del capo villaggio dei Dogon”. Ma cerchiamo di raccontare allora qualcosa di questa

esposizione e di questo popolo misterioso che pur non conoscendo la scrittura riesce a comunicare tante emozioni e sentimenti. Intanto, il villaggio, che vediamo nei superotto girati da Umberto all’inizio degli anni Settanta del secolo scorso. È costruito seguendo lo schema di un corpo umano: la testa è costituita dal toguna, la casa della parola, luogo dal soffitto bassissimo in cui gli anziani si ritrovano per deliberare sulle questioni più importanti. Perché il soffitto è basso?

Beh, per imporre a tutti di rimanere seduti, un modo per impedire alla discussione di degenerare. L’esposizione ha una sezione dedicata alle porte in legno delle abitazioni Dogon. Non semplici assi, ma vere opere d’arte colme di messaggi simbolici. Vi sono scolpite numerose figure che rappresentano gli avi della famiglia. Statue e bassorilievi ricordano le grandi sculture dell’isola di Pasqua, ma anche i volti oblunghi di Amedeo Modigliani o i lineamenti

asimmetrici di Pablo Picasso, segno che l’arte unifica i popoli e il tempo. Onnipresente la rappresentazione della maternità e quindi della fecondità. Anche per i Dogon l’affermazione sociale si misura con il numero dei figli. Solo la prole dà un senso all’esistenza. Ma poi ci sono le maschere, i monili e alcuni utensili come il telaio. Non c’è nessun oggetto che non rifletta il fascino dell’Africa, di un’esistenza incontaminata e a stretta connessione con i ritmi della Natura, madre e matrigna. Il pensiero che in un anfratto di qualche centinaio di metri quadri, nel cuore di Trento, vi sia un piccolo angolo di Africa è inebriante. Grazie all’instancabile lavoro di ricerca di Umberto Knycz anche noi smartphone-dipendenti possiamo dunque cogliere concetti spesso dimenticati come l’oggettività della bellezza, la trascendenza dei cicli naturali e l’universalità dell’essere umano, troppe volte ingabbiati in ruoli che di umano hanno poco o niente. ■ 39

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di Renzo Francescotti

È

nato a Padergnone nella valle dei Laghi il 14 ottobre 1919, Guido Sommadossi, crescendo in una famiglia di sentimenti antifascisti. Il padre Giuseppe aveva una macelleria a Vezzano; e poi, dal 1926, la trasferisce a Trento, in Via Perini. In famiglia ci sono quattro figli. Guido è rimasto ora l’unico. Il padre è costretto a chiudere la macelleria nel 1928: la famiglia andò ad abitare a Campotrentino in una casa senza luce, senza acqua, senza servizi. Il capofamiglia trovò lavoro come manovale e poi come cavatore di ghiaia nel Fersina, alla Busa. “Madre” Guido aveva un anno quando si ferì ad una gamba in una caduta in casa: curato male rimarrà con una gamba un po’ claudicante, anche se sarà rioperato da adulto, con qualche miglioramento. Arriva a studiare un paio d’anni al ginnasio ma poi, per ragioni di famiglia, è costretto a mollare. A 16 anni trova lavoro presso una ditta di noleggio dì automobili. Appena può prende la patente. Arriva l’8 settembre del 1943: nella sede dell’odierna Banca d’Italia c’era il Comando Militare generale. Poco distante, a Palazzo Sardagna, era insediata la Censura Militare. Il fratello di Guido, Luigi detto Gino, era di guardia con una quindicina di commilitoni. I tedeschi attaccarono il Comando Militare generale sparando anche con un carroarmato, catturando i soldati italiani. Quelli di guardia a Palazzo Sardagna riuscirono a fuggire rivestendosi con le divise dell’UNPA (un’organizzazione di intervento nei bombardamenti). Racconta Guido: “Mio fratello arrivò a casa all’alba dicendo che erano fuggiti abbandonando le armi, i 40

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UN PARTIGIANO TRA NOI IL 14 OTTOBRE IL TRENTINO GUIDO SOMMADOSSI, PARTIGIANO GAPPISTA A MILANO, HA COMPIUTO 95 ANNI. L’ANPI DEL TRENTINO LO HA FESTEGGIATO CON LA CONSEGNA DI UNA TARGA. QUESTA LA SUA STORIA moschetti, nelle cantine di palazzo Sardagna. Io conoscevo Italo Condini, famoso ex ciclista, che aveva una bottega nei pressi di Torre Verde. Sapevo che era un antifascista: gli parlai delle armi abbandonate. “Pòrtemele chì!” mi disse. Le misi in vecchi sacchi caricandole su un triciclo, buttandoci sopra qualche ferrovecchio per mascherare i sacchi. Le nascondemmo in un magazzino di Via San Martino. Credo che siano poi finite ai

Guido Sommadossi

partigiani della Val di Non. Se i tedeschi mi avessero fermato mentre spingevo a mano il pesante triciclo, mi avrebbero fucilato. Condini era un antifascista, così come l’ingegner Alessandro Montagna, direttore della SIT, di cui ero stato autista. Montagna fu poi costretto a licenziarsi; ma prima del suo licenziamento mi aveva fatto avere un prezioso documento in cui si dichiarava che facevo parte della SIPRAL, addetto ai rifornimenti alimentari. Era un documento in italiano e tedesco, firmato dal viceprefetto barione de Unterrichter. L’ingegner Montagna mi telefonò da Milano per chiedermi se ero disposto a raggiungerlo per aiutarlo. Prima ne avevo parlato con il pittore Degasperi che mi aveva fornito un indirizzo di componente della Resistenza da contattare. A Milano (erano i primi giorni di maggio del 1944) trovai alloggio nel palazzo del famoso costruttore aeronautico Gianni Caproni. All’ultimo

piano del palazzo era alloggiato un corpo d’una ventina di Vigili del Fuoco che intervenivano quasi giornalmente nella città bombardata. Tra loro c’erano elementi dei GAP, i Gruppi di Azione Patriottica.” Andai all’indirizzo fornitomi da Degasperi, nei pressi della Città degli Studi. Mi aprirono una ragazza e una donna piangenti davanti alla fotografia del loro figlio e fratello, morto mentre stava per collocare una bomba dei GAP contro i Tedeschi. Per fortuna i cadaveri dei due giovani non erano stati riconosciuti, altrimenti i tedeschi sarebbero arrivati in quella casa e avrebbero trovato anche me. Il contatto comunque era bruciato…” I GAP, Gruppi di azione Patriottica facevano parte del Comando generale delle Brigate Garibaldi dalla fine di settembre 1943. Erano piccoli gruppi di partigiani che nacquero su iniziativa del PCI, sull’esempio dei 2Mquis francesi. I gruppi erano composti da un capo-squadra,

da un vice-caposquadra e da due o tre altri gappisti reclutati rigorosamente tra i comunisti. Anche tra i militanti di Giustizia e Libertà, sull’esempio del PCI, vennero reclutati gruppi anch’essi detti GAP. I gappisti erano partigiani a tutti gli effetti: si differenziavano da quelli che combattevano sulle montagne, tra le colline o nelle paludi perché operavano nelle città, di solito nelle ore notturne compivano atti di sabotaggio, azioni militari e di eliminazione di nazifascisti, rientrando di giorno nella loro vita normale. Molto simili ai GAP furono le SAP, Squadre di Azione Patriottica che si formarono nell’estate del ’44 su suggerimento del comandante Italo Busetto (“Franco”), che comprendevano 15-20 uomini, sorte con l’obiettivo di espandere nelle città e nei centri abitati la partecipazione popolare alla lotta, finendo col non distinguersi dai GAP. Il nostro Guido Sommadossi svolgeva un’opera di affiancamento dei GAP, in attesa

di farvi parte ufficialmente. “Compivo azioni di esplorazione e informazione sui movimenti dei militari tedeschi, informandone i GAP”, continua a raccontare. “Un giorno di settembre del 1944 mi affidarono una missione: dovevo raggiungere Romano di Lombardia (una quarantina di chilometri da Milano), in bicicletta, per prendere contatto con Lazzarini. Era un industriale dolciario che aveva un negozio anche a Trento, collaboratore e fornitore dei partigiani. Il paese era circondato dai fascisti e dai tedeschi che sparavano con le mitragliere dai camion. Mi fermarono con una cinquantina di altri civili. Dalla scalinata della chiesa vedemmo che portavano via 8 o 9 persone: tra di esse c’era anche Lazzarini. Non ho più avuto notizie di lui: non so se lo abbiano fucilato o portato in un lager. Io mostrai il mio prezioso documento della SIPRAL e fui rilasciato. Un mese dopo, in ottobre, l’ingegner Montagna mi disse che avrei dovuto accompagnare in Trentino, in Val

di Gresta, uno zio e una zia dei Caproni. Mi procurò una “Millecento” e l’introvabile benzina. Era aperto il primo tratto di autostrada, a due corsie, da Milano a Brescia. Arrivati all’imbocco fummo bloccati: i partigiani avevano ucciso in un attentato il federale Resega (cui fu poi intitolata una brigata di repubblichini). Io mostrai il mio documento: un soldato tedesco salì sul predellino e con una paletta ci fece rimontare la colonna delle macchine ferme (una ventina). Usciti a Brescia, attraverso la Gardesana Occidentale arrivammo in Val di Gresta. Mi avevano detto che non era il caso di tornare a Milano. Così lasciai lì, la macchina, scesi a Mori, presi il treno e fui di nuovo a Trento. Mio padre era sfollato con due sue cugine a Parrocchia di Vallarsa, il paese di mia madre che era morta di tumore nel 1940, a 50 anni. Mio fratello Giuseppe era finito in un campo di concentramento a Norimberga. Io ero solo in un’abitazione di Via Malvasia. Una sera andai al cinema, al

Sociale: all’uscita fummo fermati, io e un gruppo di giovani. Ci arrestarono, ci visitarono, ci pesarono (io ero ridotto a 48 chili). La sera dopo ci portarono alla stazione ferroviaria: destinazione ignota. Saranno state le nove o le dieci di sera e arrivò il “Pippo”, il ricognitore angloamericano. Doveva aver visto qualche luce: sganciò tre bombe. Fuggimmo tutti. Io arrivai alle vicine caserme della Finanza: il piantone mi tirò dentro. Il mattino seguente, tornando a casa, trovai un carabiniere che mi chiese se conoscevo un certo Guido Sommadossi. “Mai sentito nominare”, risposi risoluto. Al pomeriggio presi la bicicletta e pedalando, passando per Rovereto giunsi in Vallarsa a Parrocchia, da mio padre. Era il 10 febbraio 1945. Lì in paese stetti ben nascosto per mesi. Il 24 aprile 1945 sentimmo il rombo di molti camion. Guardammo dalle finestre: i tedeschi stavano fuggendo. Dal Passo di Stava invece arrivavano i partigiani veneti... ■

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CHIARA E LE SUE SORELLE

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ilvia Lubich nasce a Trento il 22 gennaio 1920, seconda di quattro figli. Il padre è antifascista e socialista, la madre animata da una forte fede tradizionale. Ottenuto a pieni voti il diploma di maestra elementare, la giovane trova il suo punto di partenza per il cammino di fede in un viaggio a Loreto (1939), durante il quale si scioglie in lacrime davanti alla casetta della Sacra Famiglia di Nazareth e le si rivela un forte pensiero: “sarai seguita da una schiera di vergini”. Impegnata costantemente nella chiesa, assume il nome di Chiara. Negli anni bui del grande conflitto, si consacra alla chiamata di Dio: la data del 7 dicembre 1943 corrisponde simbolicamente all’inizio del movimento dei Focolari. Nel frattempo molte giovani donne la seguono, nel nome di quel “radicalismo evangelico assoluto”. Durante la guerra vive al civico 2 di via dei Cappuccini, oggi considerato il primo focolare: pochi vani ma tante anime che leggono il Vangelo. A poco a poco il gruppo si dilata, si forma l’idea di una spiritualità dell’unità. La frase evangelica “date e vi sarà dato” si concretizza giorno dopo giorno: gesti semplici, come il donare ai poveri. Fino alla costituzione di un grande movimento, che oggi trova linfa vitale nel chiaro messaggio della Parola di Dio.

di Tiziana Tomasini

PICCOLA CITTÀ NEL NOME DELLA PAROLA UNA FIGURA CARISMATICA - CHIARA LUBICH – E UNA MOLTITUDINE DI PERSONE A CALCARNE LE ORME. E IL QUARTIER GENERALE È IL CENTRO MARIAPOLI DI CADINE, NELLE CUI LINEE SI RITROVANO SCORCI URBANI “SIMBOLO” DELLA CITTÀ DI TRENTO. AL SUO INTERNO, ALLOGGI, CAPPELLE, AUDITORIUM. IL TUTTO IN NOME DELL’ECUMENISMO

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el pomeriggio di un ottobre estivo, si fatica a trovar parcheggio alle pendici dell’altura che sovrasta l’abitato di Cadine, a pochi chilometri dalla città di Trento. Il pellegrino, lo studioso, il visitatore anche occasionale intuiscono immediatamente che questo particolare agglomerato di costruzioni incastonate nella roccia, come un antico monastero, richiamano quotidianamente, giorno dopo giorno, notevoli flussi di persone. Guadagnarsi la salita ha un sapore quasi di conquista e, mentre i cancelli si schiudono, si percepisce che il luogo in cui si sta entrando è speciale. Le referenti che dialogano con noi, del

resto, vanno ampiamente a confermare il clima di intensa serenità e di impegno che caratterizzano il Centro Mariapoli, cuore logistico, e non solo, del Movimento dei Focolarini. E i Focolarini evocano soprattutto un nome: Chiara Lubich,

la donna di Trento che per prima ebbe l’intuizione del “Focolare” che oggi si riflette in questa grande piccola città, che al suo interno offre migliaia di posti letto, auditorium, cappelle per culti diversi, sale per incontri di tutti i tipi.

IN PRINCIPIO FU UN PAIO DI SCARPE DA UOMO. NUMERO 42 Tutto comincia nel 1943, durante la Seconda guerra mondiale, quando quelle che sarebbero in seguite divenute le prime focolarine ponevano attenzione a chi era più nel bisogno, dando quel poco che ognuno aveva. Erano in tanti a chiedere a Chiara Lubich e lei era sempre pronta a dare; certo davanti alla richiesta di un paio di scarpe da uomo n. 42 – lei che vive insieme alle sue prime amiche e compagne di viaggio, tutte donne – sembra non esserci soluzione, se non quella di invocare un aiuto più alto ed eccelso. Recatasi nella chiesetta di Santa Chiara, invoca per quel povero quella semplice esigenza materiale, ed uscita serena e tranquilla dal luogo di preghiera, incontra una signora – sua seguace – che le consegna un pacchetto, da donare ai suoi poveri. Si tratta proprio di un paio di scarpe n. 42. Da uomo. Un po’ quello che avviene per gli alimenti: in un periodo di inevitabile ristrettezza economica, Chiara riusciva a raccogliere e dare a chi ne aveva bisogno. In lei si concretizza, in modo molto sociale, la frase del Vangelo: “Date e vi sarà dato”. Il corridoio della piccola casetta in cui vivevano queste donne era sempre ingombro di scatole e scatoloni di chi dava per aver ricevuto. Con gli anni, queste prime esperienze si sono poi ripetute ed

amplificate, sempre nel nome della vita del Vangelo. E se adesso mele e patate servono più in altre zone del mondo, il dare si concretizza attualmente, anche se in diverso modo, a Mariapoli nell’offrire una comprensione, una condivisione, un ascolto. Oggi come allora. I centri Mariapoli hanno iniziato a nascere – attualmente sono distribuiti in circa quarantasei nazioni – proprio dall’esigenza di una formazione delle persone. Una formazione alla fraternità, alla cultura del dare, alla lettura evangelica che

possiamo declinare in termini molto più semplici, più umani, che rivestono il campo civile. Il centro quindi trova in questa pregnante motivazione la sua essenza. Nel 1976 emergeva in Triveneto l’esigenza di avere un punto centrale e centralizzante per poter formare tutte queste persone desiderose di conoscere. Vagliate varie possibilità, si individua Trento quale punto nevralgico ed una persona, vicina al movimento decide di mettere a disposizione il terreno per la costruzione del Centro Mariapoli. Seguendo il suo esempio, moltissimi altri hanno cominciato a contribuire alla realizzazione della struttura, chi con opere materiali, chi con la donazione di beni. Il tutto sempre in piena libertà e senza costrizioni di nessun genere. Sulla base di questo principio, mattone dopo mattone, con l’impegno dei volontari, il centro ha visto la luce, sviluppandosi tra non poche difficoltà. E nel 1986 Chiara lo inaugura. Tra le altre cose, quel giorno, dice: “Questo Centro ci ricorderà la Rivoluzione Evangelica che la Parola scatena ogniqualvolta la si mette in pratica con impegno; come per Essa gente dispersa diventa popolo; come persone che tra loro s’ignorano diventano comunità”. Il 24 gennaio 2009 il Centro verrà intitolato proprio a Chiara. E l’intitolazione simboleggerà un ritorno alle radici del Movimento, vedendo in Mariapoli il sigillo della sua storia. “PICCOLA TRENTO” GRAZIE AL LAVORO DI TUTTI L’architetto che ha progettato Mariapoli non ha semplicemente seguito un’idea, ma ha pensato il suo lavoro in re-

Il Vescovo Bressan accoglie un gruppo di fedeli Indù

L’auditorium Marilen 42

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lazione alla forma urbanistica di Trento, in particolare focalizzando il suo lavoro sui luoghi nei quali il Movimento è nato. Per esempio, la fontana del centro ricorda quella di piazza Cappuccini (primo luogo simbolo del movimento), le finestre sono simili a quelle del Duomo e molti altri scorci urbani, particolarmente cari ai Focolari, si ritrovano nelle linee del nucleo Mariapoli. Impresa non semplice quella di costruire sulla roccia; tuttavia anche la conformazione impervia del territorio ha un suo significato, leggibile in concetto più ampio e ragionato. Infatti il terrazzamento lungo e in salita ha suggerito la metafora di un ripido cammino in salita, con luoghi di sosta e di riflessione – come gli angoli per la lettura o aree per favorire l’incontro tra le persone –, ben amalgamato nell’ambiente circostante. La salita porta, anche simbolicamente, in una grande sala di quattrocento posti (l’auditorium Marilen) la cui disposizione evoca un grande manto protettivo e in cui la struttura lignea delle travi converge

Il Monaco buddista Phramaha Thongratana Thavorn in meditazione in una delle cappelle 44

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alla cappella dalla forma conica, elemento portante attorno a cui tutto ruota. Nel luogo dedicato alla Parola, una raggiera rappresenta la testimonianza. “Centro Parola di Vita” è stato infatti il primo nome della sede del Movimento. È davvero emozionante il resoconto dello stesso architetto che racconta come all’epoca della costruzione fossero in tanti a partecipare ai lavori, con l’impegno di chi si sta lavorando alla propria stessa casa. Responsabilità comune, patrimonio di tutti, una coralità di rapporti. Lo stesso avviene oggi: il Centro Mariapoli viene gestito da persone che mettono a disposizione le proprie competenze professionali. Pittori, falegnami, giardinieri, elettricisti, imprese del porfido da tutta Italia si alternano nei lavori. Arriva perfino un gruppo di pescatori di Marano Lagunare (Udine): aiutano a realizzare le pitture murali, lasciando per una settimana il proprio lavoro in un periodo favorevole per la pesca. Anche per l’accoglienza dei numerosi gruppi che transitano nell’area intitolata a Maria, esistono cucine e self service e adeguate zone atte al ricevimento; a turno, queste mansioni di servizio vengono svolte da volontari. Tutti, compresi quelli che alloggiano nella struttura stessa, offrono il meglio di sè, nel nome di Chiara Lubich e del principio di cogestione delle origini. Nel 1992 un’altra donazione. «Una persona che viene a conoscenza dell’indirizzo ecumenico del centro scrive a Chiara e si offre di aiutarla a completare il centro». Nel 1995 inizia la costruzione dell’area destinata all’ospitalità e dopo due anni è ultimata. Ma torniamo al 1986, al giorno dell’inaugurazione. Chiara, in quella importante occasione, parla di un centro di formazione e di un centro ecumenico, inserito in un contesto cittadino di vocazione ecumenica. Un terreno fertile, insomma. E la stessa nomenclatura originale – Parola di Vita – costituisce un importante

punto di aggancio con le altre Chiese. Non tutti gli aspetti della Chiesa cattolica vengono condivisi con gli altri Credo, ma sulla Parola ci si trova in accordo anche con luterani, anglicani e molte altre espressioni religiose.

chiese, tra le diverse religioni, alla cultura contemporanea. Mariapoli in futuro sarà sempre ecumenico, ma anche interreligioso, interculturale, perché sempre di più “il centro deve essere la casa”.

UN CENTRO PER L’ECUMENISMO Oggi, Mariapoli è diventato anche centro di formazione internazionale. Un punto di riferimento imprescindibile per chi fa dell’ecumenismo una ragione di vita. In questi giorni, ad esempio, ci sono i protagonisti e lo staff del festival Religion Today. Ma possiamo ricordare che anche il Dalai Lama è passato di qua. E per il futuro? Quali progetti e quali vedute per il centro? Anche per la programmazione del domani si seguono le linee guida dell’opera. Nella recente assemblea del Movimento – tenutasi a settembre – sono stati rimarcati gli orizzonti della Chiesa, cioè le emergenze, le periferie, il cammino verso l’umanità e l’immersione nelle problematiche sociali, cercando di fornire alcune risposte, che si troverebbero nel Vangelo, che avrebbe dato Gesù. Questa matrice si condivide anche con i laici e addirittura con i non credenti. Quelle divulgate, infatti, sono istanze universali: la fraternità, la solidarietà, il dialogo. Un parlare agli altri cristiani, agli altri movimenti, alle altre

TRENTO CITTÀ ARDENTE Nel contesto locale esiste il progetto “Città ardente”, proposto da Chiara nel 2001. Si parte da un suo pensiero di gioventù: “Vorrei una città incendiata dall’amore di Dio”. Quello che Chiara propone ai trentini, sempre seri, sensibili ed

Monsignor Carlo De Ferrari è il primo Vescovo di Trento che ha creduto nel nascere e nell’espandersi del Carisma di Chiara Lubich. A lui è dedicata la Cappella adiacente la Sala Marilen.

attenti all’altro, è l’opportunità di fare di Trento una città ancora più splendente, più modello di rapporti fraterni. Lancia una sfida che si declina in tanti modi a cui il centro Mariapoli è strettamente collegato. Mariapoli si catapulta così nel mondo e gestisce scuole internazionali di formazione nei settori più diversi ed articolati, come lo sport – inteso in senso di fraternità –, l’economia di comunione e quella civile; quindi il senso di questo centro sarà sempre più quello di fare “casa”.

IL MOVIMENTO DEI FOCOLARINI

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eneratosi nella città del Concilio in quel 1943 intriso di drammatici eventi, il giovane germoglio cristiano andava predicando la semplice vita del Vangelo vissuto, messo in pratica al di fuori della teorica lettura e della riflessione in sede di Messa. Terminato il tragico periodo bellico e compresa l’esigenza di un concreto supporto spirituale quanto pratico per la ricostruzione, l’opera dei Focolarini, con la carismatica Chiara Lubich in prima linea, puntava l’attenzione al bisogno del prossimo. Il movimento, parallelamente agli spostamenti delle genti, si allargava progressivamente, prima oltre provincia poi addirittura oltre confine, ripetendo valide esperienze e formando a poco a poco piccole comunità di persone che provavano questo intenso modus vivendi. Punto focale il Vangelo, le cui parole si potevano veramente vivere; l’esperienza della Parola portava uno stile di vita nuovo nei rapporti interpersonali. A macchia d’olio si è ampliata e diffusa così una curiosità ragionata sui perché e sulle diverse motivazioni intrinseche al movimento. Con la fine della Grande Guerra, lo sviluppo è stato oggetto di interesse da parte della chiesa, che viveva in quel periodo slanci di rinnovamento di quanti volevano riscattare gli anni cosiddetti bui; ma se per molte idee andava comunque rilevata e vagliata l’ortodossia di tante componenti, per i Focolarini era stato subito intuito quello che dal vescovo monsignor De Ferrari era stato definito come “il dito di Dio”. Un’intuizione arrivata fino ai giorni nostri. E destinata a proseguire il suo cammino.

Ma esiste anche una Mariapoli “esterna” agli angusti confini di Cadine, dove i volontari mettono in atto gli interventi umanitari e sociali. Molta attenzione viene data all’immigrazione – quella che possiamo definire accoglienza, oggetto di un recente convegno – e l’azione in città si muove in questo senso. Inoltre si sta sviluppando un progetto focalizzato sull’educazione, indirizzato alle scuole e a tutto il mondo educativo, sempre nel nome della fraternità. Il tutto costruito con l’ausilio di esperti incaricati di formare gli insegnanti. Una rete imponente, che raccoglie le maglie di una società fatta di uomini di buona volontà. Da mettere in rilievo, anche la recente collaborazione con il Conservatorio e la corrispondente ricerca di sintonie, anche musicali. Al di là della risonanza mondiale del Movimento, Trento rimane la città natale dei Focolarini. Si capisce anche contando i pernottamenti: 2.500 all’anno; a questi si aggiungono altri cinquemila transiti giornalieri. Insomma, d’ora in poi, quando girando attorno alle pendici del Monte Bondone, alzeremo lo sguardo verso l’alto, e vedremo questa piccola città, sapremo che si tratta di un centro in continua evoluzione, che per farlo si affida ad un motore potente, ma silenzioso, costruito su un’unica grande parola: quella evan■ gelica.

Un momento di festa 45

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di Gianfranco Gramola

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arbara Bertoldi è nata e vive a Trento. Maestra di violoncello, dal 1997 insegna ai giovani violoncello e musica d’insieme per archi presso la Scuola di Musica “I Minipolifonici” di Via Piave. È una ragazza simpatica e molto ironica. “Afferra le note – come direbbe il poeta – e le regala al mondo” – e viene da una famiglia di musicisti. “Sono la quinta di 5 figli – spiega – e ho un fratello più vecchio di 15 anni, che quando sono venuta al mondo suonava già. Poi ne è arrivato un altro..., insomma la musica era di casa. Per me è stato naturale appassionarmi. Sono stata indirizzata al violoncello da mio fratello maggiore, una scelta azzeccatissima devo dire”. Un direttore d’orchestra diceva: “Le note sono piccole lucciole che si accendono mentre cammini al buio”. Per lei cos’è la musica? Penso che sia una sorta di organizzatrice del mio tempo. Senza pensare in particolare a generi o formazioni in cui la pratico, tocca tutti gli ambiti della mia esistenza, mi dà da vivere e da gioire molto. È anche il modo di conoscere me stessa in primis e gli altri... Chi sono stati i suoi maestri? Io ho iniziato con Giuseppe Momo, qui a Trento al Conservatorio. Dopo il diploma ho studiato con i grandi della scuola italiana del violoncello, ossia con Enrico Dindo, con Mario Brunello e con Bonucci. Come ricorda il suo debutto in pubblico? Il primo saggio di classe a 11 anni. Ero una studentessa e me lo ricordo con molta tenerezza ed emozione. Ricordo che la sensazione era piace46

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AGGRAPPATA ALLE NOTE BARBARA BERTOLDI È CRESCIUTA A PANE E MUSICA. FA UN LAVORO CHE AMA E IN CUI METTE TUTTA SE STESSA. CI RACCONTA DEI SUOI INIZI, DALLA MALATTIA CHE L’HA ALLONTANATA DAL VIOLONCELLO E DI COME PROPRIO LA MUSICA L’HA RIMESSA IN PISTA vole nonostante l’emozione. Il primo concerto vero l’ho fatto a 18 anni. Ricordo che è stato uno dei più appaganti della mia vita... Suonai il quintetto per clarinetto e archi di Mozart e quello di Weber. Che tipo di musica suona? Ho fatto musica classica e musica da camera e il repertorio classico e romantico per tutta la mia vita. Ultimamente mi sono interessata alla musica barocca. Con dei colleghi ci stiamo dedicando molto a questa nuova avventura musicale. Musica del ‘600 e del ‘700 italiano in particolare. C’è un mondo incredibile da scoprire. Meraviglioso... Ma per la musica barocca servono strumenti appositi? È molto importante avere gli strumenti giusti, originali o copie di originali e montati con corde di budello. Io oltre ad avere uno strumento moderno, ho un violoncello barocco costruito dal giovane liutaio Gianmaria Stelze, mio ex alunno. Ma Stefano

Veggetti, il violoncellista che mi ha introdotta alla prassi barocca mi spronava da un po’ a cercare uno strumento piccolo, ossia un 3/4 da trasformare in 5 corde. Un “piccolo”, cioè uno strumento che diversamente dal violoncello ha una corda in più e si usa per opere scritte appositamente come alcune cantate di Bach, ma anche per molto repertorio che comunque risulta ostico con 4 corde. I suoi genitori l’hanno sempre incoraggiata o avevano altri progetti per lei? Nessuno aveva progetti per me. Mio padre diceva: “Basta che tu sia felice”. Invece mia madre ogni tanto si preoccupava perché si investivano dei soldi per i corsi. Mi hanno sempre aiutata e sostenuta. I suoi genitori sono trentini? Mio papà Franco, scomparso nel 2005, faceva il giornalista e professore universitario. Era un uomo molto brillante, molto creativo e sicuramente

mi ha trasmesso la passione per il lavoro. La mamma ha fatto la casalinga ed è una persona con una grande forza emotiva e una grande ricchezza interiore. È uscito il suo cd “Bestiario per violoncello narrante”. Ne vuole parlare? Una volta ad un convegno su mio papà ho fatto un intervento musicale. Ho cantato o meglio vocalizzato e suonato un pezzo e qualcuno mi ha detto: “Perché non metti anche le parole?”. Allora ho cominciato a pensare a questa cosa e poi sono nati alcuni pezzi che però venivano inseriti in un programma di musica contemporanea. Anche amici e colleghi mi hanno incoraggiato molto nel pubblicarli. Allora ho scritto altre canzoni, l’estate scorsa le ho registrate e nell’autunno dello stesso anno è uscito il cd con 8 canzoni. Ovviamente la produzione è mia, non avevo un’etichetta. Ho avuto delle ottime recensioni. Sono canzoni un po’ bizzarre, piene di gioia, ironia e con un pizzico

di effervescenza. E dentro c’è sempre un pensiero mio. Qual è stata la più grande soddisfazione artistica? L’essere riuscita a trovare l’equilibrio e la sintonia con cui poter lavorare. Aver avuto la stima di grandissimi musicisti. Ho avuto anche molte soddisfazioni con i miei studenti. Quando un ragazzino ottiene dei risultati, è entusiasta e si appassiona, è veramente la cosa più gratificante per un insegnante. Delusioni? La delusione più cocente è attribuibile a chi governa questo Paese. Non gliene importa molto della musica e questo è molto grave. Ciononostante noi si va avanti perché abbiamo tanta passione e questa non ce la toglie nessuno. Sono proprio le passioni che rendono bella e interessante la vita. Nel 2006 ha fondato un’associazione, la “Ensemble Lucilla May”. Che attività svolge? Abbiamo appena terminato l’ottava rassegna e con la nostra “Lucilla May” sosteniamo varie formazioni di musica antica, formazioni che vanno dal duo fino all’or-

chestra d’archi, arrivando a 12 elementi. Attiviamo anche altre iniziative: il prossimo incontro ha come tema “La follia”, quella di Erasmo di Rotterdam, ossia una follia buona, positiva. Sono sgobbate estenuanti per organizzare tutto, facciamo tutto gratis però è molto divertente, perché abbiamo uno spazio per giocare con la creatività e fare quello che vogliamo. Siamo stati inseriti in quasi tutti i cartelloni principali della città e questa è una bella gratificazione.

A chi si avvicina alla musica, che consigli vuole dare? Nella mia scuola si avvicinano ragazzi molto giovani che vanno dai 5 agli 8 anni. Il più delle volte sono spinti dai genitori e quindi poi è compito del genitore e dell’insegnante sostenerli in questo avvicinamento. Il problema è attendere che scatti la passione, perché il più delle volte si riduce ad essere un passatempo. Due anni fa, dopo un gran brutto periodo ha vissuto una sorta di rinascita spirituale e musicale... Sono stata male e mi sono “persa” per un paio di anni. Mi davo da fare ma non c’ero. Quando ne sono uscita ho ripreso in mano le mie canzoni, ho conosciuto Stefano Veggetti e mi sono dedicata a questo repertorio di musica antica. Dopo la malattia avevo la testa più sgombra di prima, e mi è servito per fare un passo avanti per me stessa e anche per quello che volevo fare. Mi sono avvicinata alle note come fossero impalcature a cui aggrapparsi per superare momenti di difficoltà. Cosa vuole trasmettere nei suoi concerti? Quest’estate ho partecipato ad un festival in Brianza. Devo dire che mi sto facendo conoscere in giro. La gente

viene per curiosità e qualcuno anche perché è appassionato. Ma io con le mie canzoni desidero comunicare vere e proprie scariche di gioiosa energia con una garbata eleganza musicale. A chi vuole dire “grazie”? Sicuramente a mio padre e a mia madre. E poi un pochino anche a me perché ho fatto tanto per me stessa anche se poi qualcuno mi può criticare dicendo che sono egoista ed egocentrica. Spero di non esserlo così tanto e se così fosse è perché forse è una mia necessità, perché mi sto facendo strada veramente da sola ed è una gran fatica. Prossimi progetti? Mi piacerebbe fare un altro cd, magari supportata da un’etichetta. Poi ho lo spettacolo “Cello messa tutta”, che sarà allo Spazio14 a Trento (domenica 7 dicembre alle 18, con la regia di Alessio Kogoj, il regista che dal 1996 si occupa stabilmente e professionalmente di teatro nella realizzazione di spettacoli per ragazzi, teatro di ricerca, narrazione teatrale, formazione al teatro ed è direttore artistico de “I Teatri Soffiati”). Lo spettacolo è una performance musicale e teatrale. All’interno ci sono alcune canzoni scritte da me, altre tratte dal mio cd “Bestiario per Violoncello Narrante”. Il programma è integrato da brani di George Gershwin, madrigali di Antonello da Rimini, un omaggio a Giorgio Conte ed uno a Giorgio Gaber. Le canzoni sono illuminate da brevi presentazioni, folli pensieri recitati e da una giusta dose di ironica simpatia. Diciamo che il risultato è un mix insolito e delicato in uno scambio incalzante tra parola, musica e teatro. Uno spettacolo sul filo della Felicità e in equilibrio con la Follia. Con la lente del quotidiano si osservano i comici comportamenti umani, e ancora intraviste metafore dell’amore e dell’arte. ■ 47

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di Silvia Conotter

O

k, il bimbo o la bimba sono nati. E ora? Sono tante le mamme, specialmente nel caso del primogenito, a trovarsi un po’ spiazzate: nuove abitudini, diversi tempi di organizzazione familiare e soprattutto la ricerca di nuove amicizie per non rimanere “intrappolati” costantemente in un rapporto a due. Diverse le strutture sul territorio nate negli ultimi anni per creare una rete di incontro e sostegno per le neomamme: luoghi progettati per ogni loro necessità che vengono gestiti da personale competente, in grado di fornire anche un appoggio psicologico in caso di bisogno. Ecco i principali. PUNTO FAMIGLIE Nella nuova sede in via Taramelli 17 (laterale di via Giusti) a Trento si alternano durante la settimana lo spazio neomamme (il venerdì dalle 9.30

È NATO! È NATO! ...E ORA? MINI GUIDA PER NEOGENITORI SUGLI SPAZI DISPONIBILI APPOSITAMENTE PER LORO SUL TERRITORIO. DOVE INCONTRARSI, CONFRONTARSI E TROVARE ANCHE UN SOSTEGNO PSICOLOGICO. alle 12 e 30) e quello intitolato “gioco e merenda” (il martedì dalle 16 alle 18 per bambini da 1 a 3 anni e il giovedì per bambini da 3 a 6 anni). Un prezioso osservatorio rispetto alla vita, ai bisogni, alle fragilità, ma anche alle strategie per fronteggiare i cambiamenti che caratterizzano le famiglie oggi, dove spesso prendono

il via riflessioni e progettualità nuove per dare vita a iniziative mirate sui bisogni individuati. La mattina del venerdì, riservata ad adulti di riferimento con bimbi fino a 12 mesi, è un luogo e un tempo per incontrarsi, scambiare esperienze, prendere un tè, condividere emozioni e pensieri. L’accesso è libero e gratuito, senza

bisogno di prenotazione. Gli spazi sono attrezzati per l’allattamento e il cambio dei neonati, e le operatrici del Punto Famiglie e dell’Associazione A.M.A.- Auto Mutuo Aiuto sono sempre presenti per l’accoglienza e la facilitazione dei momenti di confronto. Maggiori informazioni su www.puntofamiglie.it

KOINE’ Altra interessante realtà, presente a Trento per tanto tempo in via Palermo ora trasferita a Gardolo (via Rienza/Passirio 19), è gestita dalla cooperativa Progetto 92. Per futuri genitori, mamme e papà, ma anche nonni e tate, che desiderano trascorrere del tempo piacevole in un ambiente creato appositamente per i bambini dai 0 ai 6 anni. Lo spazio è dotato di un angolo cucina per scaldare pappe e biberon ed è attrezzato con un fasciatoio per il cambio dei pannolini. I più piccoli possono gattonare e fare i primi passi in un luogo accogliente, sicuro e attrezzato con giochi, oppure nell’angolo morbido per la primissima infanzia. I più grandi possono giocare e socializzare con nuovi amici, divertendosi con cuscini, materassi e altri strumenti pensati per il gioco motorio libero. Koinè è infatti un luogo in cui si possono sperimentare serenamente le prime esperienze di separazione dalla figura di riferimento, preparando e favorendo l’inserimento dei piccoli all’asilo.

Babla Casa

Questi gli orari di apertura: lunedì dalle 15.30 alle 18.30, martedì dalle 9 alle 12 spazio neomamme, mercoledì dalle 9 alle 12 e dalle 15.30 alle 18.30, giovedì dalle 9 alle 12. Apertura speciale autogestita il venerdì dalle 16 alle 18 dalle mamme. Tante anche le attività organizzate ad hoc, dai “laboratori pasticcevoli” che invitano alla manipolazione, ai racconti animati, ai corsi per bimbi e adulti, fino alle conversazioni educative legate ai temi della genitorialità... Un appuntamento speciale in cui poter raccontare e ascoltare, confrontarsi su dubbi, curiosità, paure e certezze del vivere la quotidianità. La tessera familiare di 10 ingressi costa 20 euro, 5 ingressi 12 euro (ogni ingresso corrisponde ad un timbro, indipendentemente dal numero di fratelli). Recentemente la cooperativa Progetto 92 ha dato vita a nuove realtà sul territorio: a Besenello c’è uno spazio di incontro genitori bambini (0-6 anni) presso il punto lettura del municipio, aperto il mercoledì e venerdì dalle 16.30 alle 18.30. Stessa fa-

scia d’età a Rovereto in via Benacense, 27 con un angolo morbido, giochi e attività per le diverse età, occasioni per e conoscere altri genitori, nonni, zii e trovare supporto e sollievo nella propria esperienza educativa. E’ aperto il mercoledì e il venerdì dalle 10 alle 12. Maggiori info su www.progetto92.it CENTRO CONTRASTO Dal 2002 il centro a Cadine (via del Molin, 34) si propone come contenitore di laboratori creativi, di iniziative, di spazi liberi ed organizzati, di percorsi educativi, ricreativi e culturali. Per i più piccoli c’è un’area dedicata con arredamento e giochi adatti alle loro esigenze e per i genitori uno spazio libero dove leggere, bere un caffè, scambiare opinioni sen-

za perdere di vista i bambini. I locali sono senza barriere, a piano terra con accesso facilitato per carrozzine e passeggini. La sala riservata ai bimbi da 0 a 4 anni è aperta tutti i giorni dal lunedì al venerdì sia la mattina dalle 9 alle 11 che al pomeriggio, con orario 15.3018.30. Una bella opportunità per le mamme, i papà, i nonni che vogliono trascorrere un po’ di tempo con i bimbi in un luogo sicuro e stimolante. Per accedere allo spazio si sottoscrive un’apposita tessera socio, valida per tutto l’anno, con quota simbolica di euro 10 a bambino. CENTRO FAMIGLIE VALSUGANA Nel cuore di Pergine (Vicolo Garberie 6/A) si trova questo bel punto di incontro, di con-

Tante idee regalo per il tuo Natale… LEVICO TERME | Viale Dante, 9 | Tel. 0461.1918124

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Nel segno del

LA PRIMA VOLTA A TRENTO, 29 E 30 NOVEMBRE

U

n ruscello dove trovare le pepite d’oro, una parete d’arrampicata per piccoli scalatori, mini corsi di corsi di circo, capoeira e un sacco di altri sport da provare, ma anche uno spazio dedicato ai bambini da 0 ai 3 anni e tantissimi laboratori per i più grandicelli per sperimentare fantasia e creatività. E poi spettacoli teatrali e animazione continua itinerante. Troverete tutto questo e molto di più al “Trentino dei bambini”, per la prima volta a Trento sabato 29 e domenica 30 novembre (negli spazi espositivi di Trento Fiere, dalle 10 alle 19): 5000 metri quadrati di esposizione su due piani, a disposizione di una manifestazione che vuole essere punto di incontro tra il territorio e le famiglie. Adulti e bambini potranno infatti conoscere e sperimentare in prima persona le proposte di tantissime realtà pubbliche e private: musei, cooperative, associazioni, consorzi, aziende agricole, fattorie didattiche, aziende, realtà sportive e molto altro. Non la solita fiera merceologica, dunque, ma due giornate in cui trascorrere del tempo di qualità con i propri bambini in una modalità originale. Maggiori informazioni sul sito www.iltrentinodeibambini.it

Cavallino Rampante

fronto e di sostegno per adulti di riferimento con bambini nella fascia d’età compresa tra i 0 e i 6 anni. Uno spazio aperto alle novità e alla spontaneità, con spazio giochi e angolo morbido per i più piccini, aperto martedì, giovedì e venerdì mattina dalle 9.30 alle 12, oltre al martedì e giovedì pomeriggio, dalle 15.30 alle 18. Il programma delle attività è molto intenso: corsi di yoga pre e post parto, corso di massaggio infantile, incontri tematici e formativi, consulenza psicologica e le-

Francesco Baracca tra Mito e Storia dal 25 ottobre 2014 al 12 aprile 2015

MUSEO DELL’AERONAUTICA GIANNI CAPRONI TRENTO

gale; laboratori manuali, corsi di musicalità, di avvicinamento alla lingua inglese e all’informatica. Per frequentare il Centro Famiglie e tutte le attività proposte è necessario essere soci: tessera socio effettivo € 25 a nucleo familiare, tessera socio ordinario € 5 a persona, valide fino ad agosto 2015. Maggiori informazioni su: www.famiglievalsugana.it In tutti questi spazi c’è la possibilità di avere un supporto anche di tipo psicologico, ma è anche vero che spesso può

essere utile anche una semplice chiacchierata tra mamme. Meglio ancora se con mamme formate e pronte a dare un aiuto. Ecco allora che chi risiede nel Comune di Trento, ha avuto un bambino da poco e ha bisogno di confrontarsi, ricevere qualche consiglio, o semplicemente parlare con qualcuno, può farlo contattando telefonicamente (o scrivendo un’email all’indirizzo sosneomamme@ yahoo.it) una delle otto mamme del gruppo SosNeomamme che hanno messo a di-

sposizione gratuitamente la propria esperienza per dare un po’ di sostegno a chi ne ha bisogno. Il gruppo nasce dall’idea di accompagnare le mamme del territorio durante un momento molto delicato ed importante - l’arrivo di un piccolo - mettendosi a disposizione per dare supporto a genitori alle prime armi. Il gruppo ha partecipato ad un percorso formativo al termine del quale sono diventate “consulenti tra pari”: questa figura è riconosciuta dall’Organizzazione mondiale della Sanità/Unicef ed è indicata come colei che sostiene la neofamiglia nella scelta di come alimentare il piccolo, gestirlo nei momenti di difficoltà e come prevenire o risolvere piccole complicazioni. Il gruppo partecipa regolarmente a momenti di confronto e formazione con la supervisione di personale professionale. Ma il Trentino è ricco anche di centri pomeridiani, con tantissime attività interessanti anche per i bambini e i ragazzi più grandi. Li scopriremo nel ■ prossimo numero!

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TERRA DI GRANDI EVENTI SPORTIVI

DA DICEMBRE A MARZO, IN TRENTINO, SONO NUMEROSE LE MANIFESTAZIONI INTERNAZIONALI DI ALTISSIMO LIVELLO. IL 22 DICEMBRE LA 3TRE DI MADONNA DI CAMPIGLIO TORNA NEL CALENDARIO DELLA COPPA DEL MONDO DI SCI ALPINO. IL GIORNO SUCCESSIVO, AD ANDALO, SPAZIO ALL’ALPINE ROCKFEST, MENTRE IL 10 E 11 GENNAIO 2015 I RIFLETTORI SI ACCENDERANNO SULLA TAPPA CONCLUSIVA DEL TOUR DE SKI, IN VAL DI FIEMME. NEL RICCO PROGRAMMA NON MANCANO LO SCIALPINISMO E LO SNOWBOARD

A

FOTO: EMILIANO MEUCCI

nche nella prossima stagione invernale il Trentino ospiterà una lunga serie di eventi sportivi di livello internazionale. I big mondiali di diverse specialità, tutte quelle che si possono praticare in un territorio dotato di strutture “naturali” eccezionali, ma anche di infrastrutture di eccellenza, oltre che di un esercito di volontari

efficientissimo, passeranno per le piste innevate o ghiacciate presenti in Trentino. Il primo grande evento ospitato dalla nostra provincia sarà la Coppa Europa femminile di sci alpino: l’11 e 12 dicembre, ad Andalo, si disputerà la gara di slalom gigante. Il 18 e 19 dicembre si proseguirà con la tappa fassana della Coppa Europa maschile:

in programma uno slalom speciale (probabile esordio per la formula “sprint”: prima manche classica, seguita da altre due discese più brevi, sul medesimo tracciato, per determinare il vincitore finale) sotto le luci dello “Ski Sta52

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dium Aloch” di Pozza, valido come 4° Memorial Elke Pastore ed uno slalom gigante. A contendersi il gradino più alto del podio ci saranno i migliori giovani emergenti, ambiziosi di raggiungere i vertici delle classifiche.

Pochi giorni prima la Val di Fassa ospiterà anche due tappe della Coppa del Mondo di snowboard. Venerdì 13 dicembre, infatti, i migliori specialisti internazionali della tavola si sfideranno sulla soleggiata pista Pra dei Tori, al Passo Costalunga. Il programma prevede anche numerosi eventi d’intrattenimento, come concerti, show e spettacoli pirotecnici. Il 22 dicembre la Coppa del Mondo di sci alpino torna a Madonna di Campiglio: tra i pali stretti del Canalone Miramonti i campioni del circo bianco si daranno battaglia per salire sul gradino più alto del podio della celebre 3Tre, slalom speciale in notturna che in passato ha esaltato le gesta di Stenmark (vincitore di otto edizioni), Tomba, Rocca e Hirscher, il più veloce nel 2012. Il giorno successivo, il 23 dicembre, l’Altopiano della Paganella riproporrà un evento capace di unire lo spettacolo agonistico offerto dagli atleti che prendono parte alla stessa Coppa del Mondo con la musica rock, un mix originale chiamato Alpine Rockfest. La competizione, uno slalom gigante che include anche uno spettacolare salto, eliminerà progressivamente i concorrenti più lenti fino a decretare il vincitore. Nelle precedenti edizioni vi hanno preso parte big quali Richard, Miller, Ligety (vincitore nel 2013), Olsson, Svindal, Jansrud, Innerhofer, Simoncelli, Berthod, Schoerghofer e Kucera. Il 4 gennaio, in Alta Val di Non, i riflettori si accenderanno sulla Ciaspolada. Regina tra gli eventi popolari d’Italia sulla neve, rappresenta il principale appuntamento a livello europeo per gli amanti delle racchette da neve, capace di richiamare annualmente oltre seimila partecipanti tra agonisti e amatori. Il 10 e 11 gennaio lo spettacolare Tour de Ski di sci

nordico approderà in Val di Fiemme, teatro, come da tradizione, della tappa conclusiva dell’evento. Sabato 10 spazio alla 10 km femminile e alla 15 km maschile a tecnica classica, gran chiusura, come da copione, con la scalata dell’Alpe del Cermis, in programma domenica 11. Spazio ai giovani talenti mondiali dello sci nordico, invece, il 17 e 18 gennaio grazie al Trofeo Topolino, di casa a Lago di Tesero, in Val di Fiemme. Questa sarà la 32ª edizione del “mondialino” giovanile, al quale prenderanno parte un migliaio di atleti di età compresa fra 8 e 16 anni. Il 25 gennaio toccherà invece

ai “bisonti” degli sci stretti. È questa la data della Marcialonga numero 42, settanta chilometri di neve tracciati tra Moena e Cavalese, che la rendono la regina delle granfondo di sci nordico. La competizione sarà ancora prova della FIS Marathon Cup, la Coppa del Mondo delle lunghe distanze. Il 31 gennaio e il 1° febbraio i riflettori si accenderanno sulla Coppa del Mondo di Combinata Nordica. Saranno lo Stadio del Salto di Predazzo e lo Stadio del Fondo di Lago di Tesero ad ospitare i migliori interpreti di questa disciplina, a due anni di distanza dai Campionati Mondiali svoltisi

sempre in Val di Fiemme. Divertimento, spettacolo e adrenalina saranno i principali ingredienti del World Rookie Tour, il famoso contest di snowboard giovanile, che andrà in scena sul Monte Bondone dal 25 febbraio al 1° marzo. Lo snowpark della montagna di Trento sarà il teatro della quarta edizione del Trentino Rookie Fest, una kermesse che includerà un contest di Halfpipe e uno di Slopestyle. Il 6 e 7 marzo i giovani campioni dello sci alpino si daranno appuntamento a Folgaria e sui vicini Altipiani di Lavarone e Luserna per dare vita al 54º Trofeo Topolino. Dal 1958, anno del debutto del cartone Disney al fianco dei piccoli sciatori, questo evento ha visto sfilare tra le sue porte e i suoi paletti migliaia di giovani di tutto il mondo, inclusi atleti che poi hanno fatto la storia dello sci. ■

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FOTO: DANIELE MOSNA

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trentinobottegad’artista

trentinobottegad’artista

di Renzo Francescotti

TRA LA LUCE E IL BUIO PER L’ASTRATTISTA ITALO BRESSAN, IL COLORE È UNA DELLE POSSIBILITÀ DELL’UOMO DI RAGGIUNGERE LA CONOSCENZA “Madre” “Gotico”, olio su tavola e colori su vetro, cm. 250x100, 2007

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ra il 1950, quando Italo Bressan nasceva a Vezzano (latinamente Vitianum), paese carico di storia a una dozzina di chilometri da Trento, nella Valle dei Laghi. È un villaggio con l’aria e il cielo spazzati nel pomeriggio dall’Ora del Garda, nelle vicinanze dei laghi di Santa Massenza che hanno boschi di lecci e un dolce clima mediterraneo; vale a dire un villaggio di limpidezze e colori mediterranei (cerchiamo di tenerlo presente quando guardiamo i quadri di Bressan). Suo padre, Leone, faceva il tappezziere: Italo era affascinato da quel mestiere, dai colori e dai disegni delle tappezzerie (teniamo presente anche questo...). Nel 1962, per ragioni di lavoro, la famiglia si trasferisce a Milano. Il ragazzo dodicenne nato e cresciuto in campagna si vede coì catapultato in una grande città: l’impatto è avventuroso e allo stesso tempo traumatico (cerchiamo di tener presente anche questo, se vogliamo penetrare il mondo pittorico 54

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di Bressan). A Milano, Italo comincia a disegnare e dipingere: paesaggi, nature morte, ritratti. Frequenta il Liceo artistico e poi l’Accademia di Brera, avendo come docente di scultura Alik Cavaliere e di pittura Domenico Purificato: il primo a incarnare il nuovo, il secondo la tradizione. A Brera si respira un’atmosfera di novità, una tensione al rinnovamento e Italo frequenta i corsi speciali istituiti da poco (frutto del Sessantotto…) di cromatologia, di psicologia delle forme, di estetica, di nuove tecniche come la serigrafia. Si diploma nel 1974 e di quell’anno è la prima personale, di arte astratta, a Milano

allo Studio Modem Art. Con gli anni (oltre a innumerevoli collettive) verranno esposizioni nelle maggiori città italiane e estere. A Trento, nel 1996, una grande mostra della Galleria Civica d’Arte Contemporanea nel Foyer del Centro Santa Chiara. I suoi pittori di culto sono astrattisti: tra gli italiani Mario Nigro, nato nel 1917 e scomparso nel 1992, un artista del MAC, Movimento per l’ Arte concreta, capeggiato dal critico e filosofo Gillo Dorfles e poi il friulano Afro, il veneto Tancredi. Tra gli stranieri, il tedesco Hans Hofmann, l’olandese Willem de Kooning, l’armeno Arshile

“Soffio nell’aria”, olio su carta, cm.120x100, 2014

Gorkj e il lettone Mark Rothko, tutti artisti europei che, varcato l’oceano, negli Stati Uniti posero le basi dell’espressionismo astratto, in cui il nostro Italo Bressan può essere tranquillamente iscritto. Tra i molti critici che si sono occupati della produzione artistica di Bressan, vogliamo ricordare Luciano Caramel, Flaminio Gualdoni, Guido Ballo, Claudio Cerritelli ed Elena Pontiggia. Quest’ultima, in un catalogo del 1988 che introduceva tre mostre di Bressan tenute quell’anno, dopo aver efficacemente individuato in questo artista trentino “dinamismo”, “effusione del colore”, “forme onnivore, vitali e vitalistiche”, definendolo allo stesso tempo “artista lirico”, gli chiede che osa rappresentava per lui il colore: “È la quinta dimensione. È una delle possibilità dell’uomo di raggiungere la conoscenza. In realtà il colore è un assoluto che racchiude in sé il tutto. È la fisicità e la spiritualità, la luce e l’oscurità.” Quando Bressan faceva queste affermazioni era ancora giovane, aveva meno di 40 anni. Ne avesse avuti un paio di più forse non le avrebbe fatte o le avrebbe attenuate (a quarant’anni non puoi più essere definito “giovane”…). Sono affermazioni giovanili entusiastiche, perentorie. Ad esempio, negli ultimissimi anni questo artista trentino che insegna a Brera, che vive tra Milano e Trento avendo il

“Respiro”, olio su tavola e colori su vetro, cm100x70, 2007

suo laboratorio a Vezzano nella casa paterna ristrutturata ha realizzato una serie di opere totalmente prive di colore: tele completamente bianche interrotte solo da piccoli elementi neri, dipinti o plasmati matericamente, a volte proiettanti sbaffi d’ombra. Per cui, a distanza di quasi trent’anni, immagino che potrebbe anche affermare che sono proprio il bianco e il nero gli elementi assoluti, quelli che comprendono tutti gli altri, anche i colori… Il piccolo catalogo di una mostra tenuta alla Galleria Montrasio di Monza documenta opere degli anni ’90, sotto il titolo “Forme come colore”: nel testo, Giovanni Anzani parla di “spazio che ora si protrae ed estende oltre gli instabili e improbabili limiti della tela, ora si contrae verso la superficie della medesima”. È uno spazio costantemente dominato dal colore, dai colori primari vitalisticamente accesi, percorsi dalle luci, contrapposti agli scuri che sembrano minacciosamente ingoiare i colori ma che in effetti, per contrasto, li vitalizzano. Una lotta viene rappresentata teatralmente sotto i nostri occhi: tra luce

e buio, fisicità e spiritualità, vita e morte. E tuttavia si direbbe che l’artista voglia ignorare questa rappresentazione, voglia evitare ogni indicazione dato che tutte le sue tele hanno per titolo un anonimo “Senza titolo” ( un po’ un vezzo o una moda in quegli anni). Come a dire: metteteci voi il titolo se volete, io sono troppo noncurante o pigro (per altro mettendo in difficoltà chi volesse citare una sua opera…). Trascorrono gli anni, si varca il Duemila e i titoli delle opere di Bressan, non solo riappaiono, ma diventano indicativi, elaborati, prolungati. Come in “Cristina nell’alhambra cammina sospesa”, ”Ruvido come il cuore di qualcuno” o “Come vetro, liquido, traspare acquatico”, un’opera tutta giocata sulle trasparenze del rosso scarlatto, in cui la volontà di indirizzare il fruitore a una certa lettura del quadro è sin troppo esplicita. Sono lavori in cui si potrebbero riconoscere, trasfigurati, “astratizzati” paesaggi di boschi, prati, laghi, imprinting della sua infanzia. Bressan realizza allora delle opere che, giustapponedo la pittura ad olio realizzata su carta e incollata a una tavola, alla pittura su vetro: assemblate in pannelli accostati questi quadri assumono notevoli dimensioni. Un’opera del 2001, dal titolo “Senza titolo” (e dagli!) è larga tre metri e alta due: dal pannello di sinistra una sorta di inquietante ala nera viene nel secondo pannello a incunearsi, nello spazio di colori gioiosi di un’aurora o di un tramonto; sino a conquistare, nel terzo pannello strisce di un cielo azzurro. Opere come questa, che sfruttano l’ambivalenza delle stesse forme risolte in colore, mutate dal supporto (la tavola o il vetro) sono di affascinante suggestione. E, allo stesso tempo, pittoricamente ci rappresentano l’eterna mutevolezza della vita, l’imprevedibilità della realtà. ■

...tutti i giorni baccalà in varie e gustose versioni...

...ed il nostro Tortel di patate ANCHE PIZZERIA INFO E PRENOTAZIONI: TRENTO - Corso Alpini, 14 Tel. 0461 825300 info@hoteleverest.it DOMENICA APERTO

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www.gruppoalpin.it

A

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

zienda dal management giovane e scattante, ma che poggia su basi e radici solide, il Gruppo Alpin è in grado di offrire servizi precisi e puntuali ai propri clienti, tramite un’assistenza continua e affidabile, prima e dopo l’acquisto, per rispondere il più possibile alle loro esigenze. Competitiva sul mercato regionale, dove si propone con una vasta gamma di autovetture, un parco auto che si aggira intorno ai 400 veicoli oltre ad una vasta scelta per l’usato e il Km 0, Alpin è sempre pronta ad intercettare nuove opportunità per ampliare la propria attività. Alla guida del gruppo, oggi, ci sono i due fratelli Christian e Mauro Dallavalle, rispettivamente responsabile marketing e direttore generale, che lavorano in quella che da poco più di una decina di anni a questa parte è la sede di Alpin, un grande e modernissimo stabile presso lo spazio di via Stella a Ravina, lungo la tangenziale. Ora come ora, il gruppo è fresco dell’acquisizione del brand della casa automobilistica coreana Kia, avvenuto a gennaio di quest’anno, per il quale è attualmente

A TUTTA RENAULT! IL GRUPPO ALPIN DI TRENTO, CONCESSIONARIO PER LE CASE AUTOMOBILISTICHE RENAULT E DACIA E, DALL’INIZIO DELL’ANNO, ANCHE PER LA COREANA KIA, GUARDA AL 2015 CON GRINTA E FIDUCIA, PROPONENDO I SUOI NUOVI PRODOTTI l’unico concessionario in Trentino, a conferma della solidità e affidabilità raggiunta dall’azienda. Alla Kia, il gruppo ha destinato un nuovo spazio di 700 metri quadri, vicino a quelli destinati ai suoi marchi storici Reanult e Dacia, brand che possono vantare le migliori performance positive del 2013. Dopo la novità di Kia, ora l’attenzione è rivolta ai nuovi prodotti Renault da lanciare sul mercato. Ecco in arrivo la nuova Twingo, un’automobile dal design rinnovato, con linee morbide e eleganti, un vero e proprio gioiellino da città, rispettoso dell’ambiente, come indica

la classe, la A, la più alta in termini di minore impatto ambientale, che si riferisce al quantitativo di emissioni rilasciate nell’aria. La Twingo è stata presentata a settembre, sia a Ravina che a

Bolzano, con una due giorni di festa presso il concessionario. Certo – verrebbe da dire – questi non sono periodi molto lieti nemmeno per il mercato delle automobili. E

I fratelli Christian e Mauro Dallavalle, titolari del Gruppo Alpin 57

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renault captur project runway. capture life.

anche i membri della famiChristian Dallavalle non lo spazi, adeguandoli al nuovo* GaMMa captur Da € 13.950 nega: “Il 2013 è stato difficiglia Dallavalle, i fratelli Knycz volume del lavoro. Nel 1999 cON rc per te 12 MeSI DI rca GratuIta** si decise allora per il trasferile, ma quest’anno, il 2014, si e Francesco Hartmann. Era è rivelato migliore del precemento nella sede attuale di un periodo fiorente, un perNuOVa tiNta Be-StYle dente.” E a confermare il suo corso in ascesa costante e Ravina, in via Stella.eScluSiVa Selleria sguardo proiettato sempre continua che portò l’azienDa qui, nel MultiMeDiale 2008, sempre SiSteMa r-liNK parKiNGdell’atcaMera verso l’indomani con enerda ad affermarsi sempre più sull’onda crescente cercHi iN leGa 17’’ DiaMaNtati BlacK gia e ottimismo, accenna già sul mercato e alla necessità tività, la famiglia Dallavalle al nuovo prodotto Renault, quindi di ampliare i propri decise di acquisire le quote che uscirà il prossimo anno. captur Wavedel tce 90cV monovolume S&S: prezzo scontato chiavi in mano, iVa inclusa, ipt e contributo pfu esclusi, valido in caso di ritiro di un usato con immatricolazione antecedente Si*alrenault tratta 31/12/2004 o da rottamare e di proprietà del cliente da almeno 6 mesi, con “ecoincentivi renault”. ** esempio di finanziamento: anticipo € 4.600; importo totale del credito € 9.350; 60 rate da € 198,89 comprensive, in caso di adesione, di finanziamento protetto e pack Service a € 249 comprendente 3 anni di assicurazione furto e incendio e 12 mesi di Espace, ilil cliente nuovo all’ocDriver insurance. inoltre beneficerà difiore 12 mesi di rc auto omaggio. importo totale dovuto dal consumatore € 11.933; taN 5,99% (tasso fisso); taeG 8,35%; spese istruttoria pratica € 300 + imposta di bollo in misura di legge, spese di incasso mensili € 3. Salvo approvazione fiNreNault. informazioni europee di base sul credito ai consumatori disponibili presso i punti vendita della rete renault convenzionati fiNreNault e sul sito www.finren.it. Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Offerta della rete renault che aderisce all’iniziativa chiello del marchio francese, valida fino al 31/10/2014. foto non rappresentativa del prodotto. emissioni di co : da 95 a 125 g/km. consumi (ciclo misto): da 3,6 a 5,4 l/100Km. emissioni e consumi omologati. un crossover elegante e robusto, che può ospitare da 5 a 7 posti. Insomma, i motori accesi alla Alpin li hanno sempre. Alle spalle CAPTUR dei PR_210x297.indd successi di E14_256_RN_STAMPA 1 26/09/14 20.21 oggi però, ci sono sempre le basi dell’intraprendenza della storia passata. L’avventura del Gruppo Alpin è iniziata cinquant’anni fa, nel 1964, con un unico punto vendita e di assistenza che si trovava in corso Buonarrotti. A gestirlo allora erano i fratelli Remo e Roberto Hartmann, che portarono l’azienda a crescere rapidamente ed allargarsi. All’inizio degli anni ’80 infatti, entrarono a far parte del gruppo 2

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della Hartmann Srl, mutando l’assetto organizzativo e il nome della società, che venne ribattezzata appunto Gruppo Alpin, nome che porta tuttora. Inizialmente il gruppo era l’unico concessionario regionale per il marchio Renault, poi arrivò anche Dacia. E ora, l’ultimo arrivato, Kia. Oltre alla sede di Ravina in via Stella, un altro concessionario ufficiale del gruppo si trova a Bolzano, in via Galvani, ma a garantire una diffusione su tutto il territorio regionale ci sono i rivenditori ufficiali, ad Arco, il centro Renault Manco, in via Caterina e a Rovereto, La MotoAuto di via Cavour. Il gruppo può contare anche su diverse carrozzerie (specializzate per Renault, Dacia, Kia e veicoli commerciali), dislocate sia nelle città principali della regione che nelle valli del Trentino: ad Arco, Rovereto, Tassullo, Spiazzo Rendena, Cavalese, Ronzone, Rallo di Tassullo, Pergine Valsugana, Avio, Monclassico e Tione; oltre all’Alto Adige, a Parcines, Bressanone, Brunico, Merano, Monguelfo e Cornaiano. ■

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trentinofocusdistillerie di Giada Vicenzi

DISTILLERIE TRENTINE: ESSENZE DI UN TERRITORIO di Giada Vicenzi

CUSTODI DI UN’ARTE ANTICA E PREZIOSA, CHE DÀ VITA A UN DISTILLATO SINONIMO DI PUREZZA E INTEGRITÀ: LA GRAPPA TRENTINA

T

radizione, metodo, territorio: sono questi i capisaldi attorno a cui si declina la qualità inconfondibile della grappa trentina. Un prodotto che affonda le radici nella storia, un’arte tramandata di padre in figlio, per generazioni. E che, tuttavia, ha saputo negli anni rinnovarsi, tenendo il passo con i tempi e con i cambiamenti dello stile di vita e delle abitudini delle persone. Insomma, dimentichiamo una volta per tutte il cliché del rude distillato da montanari infreddoliti: la grappa di oggi ha conquistato, a buon diritto, un posto di primo piano nei bar, nella ristorazione e nel salotto di casa, saziando i sensi in un’armonia di profumi, aromi e sapori, senza distinzioni di luogo di residenza o di sesso. I dati dimostrano che – crisi a parte – negli ultimi anni il

mercato della grappa trentina è andato crescendo e il merito sta proprio nella capacità dei produttori di saper incontrare le richieste di un pubblico sempre più attento, giovane, ma anche femminile. Tutto questo senza però venire meno ai tre capisaldi elencati all’inizio: che sia bianca o aromatica, giovane o invecchiata, in Trentino la grappa è sinonimo di qualità. Negli anni i distillatori locali hanno fatto della qualità della loro grappa una vera missione, di cui l’Istituto Tutela Grappa è garante e supervisore (vedi box). E in provincia di Trento la grappa è anche un settore importante per l’economia, basti pensare che solo in Trentino si produce il 10% del totale nazionale, vale a dire circa 4 milioni di bottiglie, distillando qualcosa come 25 mila tonnel-

late di vinacce freschissime. Il risultato sono distillati sublimi, che rappresentano la conclusione ideale di un pasto o l’accompagnamento perfetto a un momento di relax in famiglia o tra amici. Tradizione e innovazione, un binomio solo in apparenza antitetico, sono gli aspetti che maggiormente caratterizzano una realtà come la Distilleria Segnana. Fondata nel 1860 a Borgo Valsugana, con il suo secolo e mezzo di vita è la distilleria trentina che vanta la storia più lunga. Una storia che prosegue tuttora e che si rinnova, facendosi interprete e precorritrice dei tempi. Segnana ha saputo reinventare la grappa, facendone un distillato moderno, morbido e complesso. Nata per opera di Paolo Segnana, che a fine Ottocento andava di maso in

maso a distillare le vinacce con il carro carico di pentole e alambicchi, nel 1982 fu acquistata dalla famiglia Lunelli, la stessa dello Spumante Ferrari. Particolarmente attenti alla qualità e al legame con il territorio, i Lunelli hanno conservato e portato avanti il marchio Segnana, ormai noto e consolidato. Carica di storia e di successi, Segnana è oggi una distilleria all’avanguardia, che sorge accanto alle Canti-

Camilla Lunelli, Distilleria Segnana 61

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trentinofocusdistillerie ISTITUTO TUTELA GRAPPA DEL TRENTINO

UNA COOPERATIVA A GARANZIA DELLA QUALITÀ

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ISTITUTO TUTELA GRAPPA DEL TRENTINO UN ISTITUTO A GARANZIA DELLA QUALITÀ

Curcu&Genovese Associati s.r.l. - Südtiroler Studio s.r.l. - Riproduzione vietata

IL MARCHIO DEL TRIDENTE La Grappa Trentina di origine e qualità garantite è facilmente riconoscibile. Il sigillo con il Tridente, che il consumatore individua facilmente sulla bottiglia, prevede tutta una serie di controlli stabiliti dai produttori soci dell’Istituto di Tutela. Il marchio certifica che la Grappa: · è sicuramente prodotta con vinacce trentine · è stata controllata sia dal punto di vista chimico che organolettico. È quindi sicura per quanto attiene l’aspetto salutistico e perfettamente in linea con i livelli qualitativi previsti dal disciplinare di produzione.

62 TRENTO – Via Suffragio, 3 tmnovembre Tel. 348.3004686

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er sottolineare l’unicità e la qualità di un prodotto come la grappa trentina, negli anni Sessanta alcuni storici distillatori trentini (Bertagnolli, Pisoni, Sebastiani, Segnana e Bassetti), che già allora avevano compreso l’importanza delle regole di autodisciplina e dei controlli di qualità sulla grappa, decisero di dare vita ad un organismo di tutela. Dopo diversi anni di incontri e di sperimentazione sulle tecniche di produzione, nel 1969 nacque l’Istituto Tutela Grappa del Trentino – il primo in Italia – con il compito di valorizzare la produzione ottenuta esclusivamente da vinacce trentine e di qualificarla con il marchio del tridente, apposto e riconoscibile su ogni singola bottiglia, o con la scritta “Trentino Grappa”. Oggi l’Istituto conta 28 soci, dei quali 20 sono distillatori e rappresen¬tano la quasi totalità della produzione trentina. L’Istituto svolge un’azione di vigilanza sull’osservanza del regola¬mento di autodisciplina, recentemente aggiornato e sottoscritto dalla totalità dei distillatori, e promuove a livello locale e nazionale ini-ziative e studi per favorire il perfezionamento della produzione e l’incremento del consumo di Grappa trentina in Italia e all’estero. Attualmente è retto da un Consiglio composto da Beppe Bertagnolli (presidente), Bruno Pilzer (vicepresidente), Luigi Cappelletti, Carlo Pezzi, Bernardino Poli, Carlo Saracini e Rudy Zeni (consiglieri). I soci sono: Angeli, Bailoni, Bertagnolli G., Borgo Vecchio, Bresciani, Cappelletti Antica Erboristeria, Casimiro, Crucolo, Dallavalle Rossi d’Anaunia, Fedrizzi Stefano, Fondazione Mach, Francesco S. Massenza, Giori Distillati Trentini, Giovanni Poli, Marzadro, Maxentia, Paolazzi, Paolazzi Vittorio, Pezzi, Pilzer, Pisoni F.lli, Pravis, Riserva dell’Elmo Saracini, Segnana, Tarter, Vettorazzi F.lli, Zeni, Zuccatti.

ne Ferrari, a Ravina di Trento. Una vicinanza che garantisce prima di tutto la freschezza delle materie prime, perché le vinacce arrivano particolarmente ricche di mosto e di aromi. Solo 127 metri separano la pressatura dell’uva dagli alambicchi, inopinabile garanzia di freschezza. Nel rispetto della tradizione, il sistema di distillazione è rigorosamente discontinuo a bagnomaria, ma arricchito da nuovi accorgimenti tecnici frutto della ricerca dei mastri distillatori di Segnana, in collaborazione con la Fondazione Mach: ne è un esempio la ridistillazione della flemma con metodo brevettato Segnana, che permette di distillare solo la

parte più pura della vinaccia. Una volta distillata, la grappa riposa e affina per diversi mesi. Espressione dell’innata attitudine alla sperimentazione di casa Segnana sono le grappe invecchiate Solera Selezione e Solera di Solera, prodotte con il metodo di invecchiamento Solera, tipico dello sherry, che prevede l’annuale passaggio della grappa da un livello all’altro di una catasta di cinque piani di botti sovrapposte. Il risultato è un blend di grappe di 5 annate diverse, di grande complessità. Materia prima sono le vinacce impiegate per la produzione delle bollicine Ferrari: Chardonnay e Pinot Nero. La maturazione del prodotto

Trascorri un piacevole e caldo inverno con i prodotti

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Vin Brulé Bacchus Bevanda che bevuta molto calda giova, riscalda, conforta nei freddi e ventosi giorni invernali. Riscaldare senza far bollire.

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trentinofocusdistillerie avviene in legni pregiati, che conferiscono sentori speziati e vanigliati e un intenso colore ambrato. Ma la voglia di innovazione si scorge anche nella Grappa Sherry Cask, maturata nelle botti dello sherry, o nelle grappe Estrema e Cinquanta, ad alta gradazione, o ancora nella grappa Gentile, anch’essa di spiccata morbidezza ed eleganza. Tutte queste novità sono suggellate dal rinnovamento del packaging in bottiglie eleganti e sinuose, che si sposano perfettamente con l’avvolgente morbidezza loro contenuto. Ma tradizione e innovazione non fanno difetto nemmeno a una realtà come la Distilleria Bertagnolli di Mezzocorona, che negli anni è riuscita a rinnovarsi, dando un segnale forte al territorio e alla cultura imprenditoriale, e si presenta ora con un’immagine giovane e moderna. Ma sempre con le radici ben salde nel passato, in quella perizia ed esperienza che videro gli albori nel lontano 1870, quando Giulia de Kreutzenberg ed Edoardo Bertagnolli cominciarono a distillare le vinacce dei loro vitigni in Piana Rotaliana. Il carisma di Giulia unito alla passione di Edoardo per storti e alambicchi (veniva da una famiglia di farmacisti) e la presenza di una materia prima eccellente diedero i natali alla distilleria. Che di padre in figlio si è trasmessa prima a Giuseppe, poi a Mario e Franco e, infine, a Beppe e Livia Bertagnolli, la quarta generazione, quella dei cugini, da trent’anni alla guida

Beppe e Livia Bertagnolli

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dell’azienda. Per la Distilleria Bertagnolli l’innovazione è stata sia di tipo produttivo/qualitativo che culturale: da prodotto rude e tipicamente maschile, la grappa Bertagnolli è oggi un prodotto di grande complessità, raffinato e morbido, aperto anche al palato femminile. Il tutto a partire da vinacce freschissime, appena svinate e ricche di mosto, che vengono distillate con alambicco discontinuo a bagnomaria alimentato a vapore, un metodo che c’è solo in Trentino e che consente di mantenere intatti profumi, morbidezze e aromaticità delle vinacce di origine. Distilleria Bertagnolli è oggi un’azienda che guarda al futuro e che piano piano si sta ritagliando una nicchia di tutto rispetto sui mercati esteri; ma soprattutto è un’azienda che, nonostante la crisi, ha deciso di investire con fiducia in un restyling di immagine e in un progetto ampio di comunicazione. Il risultato è stato presentato a Vinitaly 2014 e si rivolge a un mercato giovane, nella convinzione che si debbano acculturare i giovani, introdurli alla conoscenza e alla filosofia del bere con gusto, sempre responsabile e ragionato. Il restyling ha coinvolto tutta la ricca linea di grappe monovarietali e barricate come anche il popolare Grappino Bianco e Oro e la celebre Koralis, riserva di più vitigni, tra i primi esempi di grappa barricata in Italia. Un’immagine aziendale nuova e giovane, come nuova e giovane è la presenza in azienda di Martina Bosetti, figlia di Livia Bertagnolli. E sempre per aprirsi a un mercato giovane e in continua evoluzione, Bertagnolli ha puntato anche su un sito internet completamente rinnovato, su una presenza massiccia sui social network e su una serie di eventi e happening in tutta Italia, da Milano alla Sardegna a Trento per divertirsi con nuove ricette e cocktail, ma soprattutto per diffondere la cultura sul

ASSOCIAZIONE DONNE DELLA GRAPPA

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n’associazione nazionale e tutta femminile, che dal 2001 si dedica alla promozione della grappa e che è stata fondata da un gruppo di imprenditrici del settore e giornaliste. L’idea è nata nel constatare la vivace presenza della donna nel settore della grappa, sia a livello imprenditoriale, produttivo e distributivo che di comunicazione. Lo scopo è quello di avvicinare al mondo della grappa tutte le donne, non solo le imprenditrici, ma anche le consumatrici, che vogliano conoscere questo importante prodotto italiano per imparare a gustarlo e proporlo con i Da sinistra: un’amica e Luisella migliori abbinamenti e con Martin (amiche dell’Associazione), modi raffinati e consoni Alessandra Gatti, Livia Bertagnolli, Valeria Luparia e Anna Marzadro al gusto e alla sensibilità femminile. Non soltanto promozione e allargamento del mercato, quindi, ma soprattutto la definizione di modalità nuove di utilizzo del prodotto, svincolandolo dalle logiche ristrette del dopo pasto. Insegnare l’arte dell’assaggio della grappa e i suoi impieghi nelle preparazioni culinarie, sia sotto il profilo tecnico che pratico, promuovere un consumo consapevole della grappa a partire dalla conoscenza delle sue origini, incoraggiare la crescita e lo sviluppo dell’imprenditorialità femminile mediante la condivisione di esperienze. Queste, in sintesi, le attività di un’associazione che dalla Sicilia al Trentino conta oggi più di 300 socie: produttrici, operatrici tecniche, imprenditrici di locali pubblici ed enoteche, giornaliste, barladies, nonché sapienti consumatrici provenienti da tutta Italia. Il Consiglio di amministrazione delle Donne della Grappa è composto da Valeria Luparia (presidente), Claudia Mazzetti (vicepresidente), Livia Bertagnolli (vicepresidente), Camilla Guiggi, Mariacarla Bonollo (consigliere) e Alessandra Gatti (segretaria).

distillato italiano (e trentino) per eccellenza. Fatta di tradizione e sapienza è anche la storia della Distilleria Marzadro, che vede i natali nel 1949 a Brancolino d’Isera per opera di Attilio Marzadro. Una professionalità e un impegno che si sono conservati intatti anche oggi, con la terza generazione, ma sempre nell’ottica di un’innovazione costante. Anche per

Marzadro c’è stata a un certo punto l’esigenza di svincolare la grappa da un consumo prettamente funzionale (digestivo, riscaldante) e restituirle il ruolo che le spetta, come parte integrante di una cultura e di un territorio. Marzadro ha quindi deciso di innovare, puntando su un miglioramento qualitativo, ma soprattutto su una nuova comunicazione e presentazione


trentinofocusdistillerie al consumatore, per eguagliare i distillati signorili e à la page. Obiettivo che si può dire pienamente raggiunto. Anche se la logica rimane quella di un tempo, dietro all’aspetto romantico del recupero della tradizione, Marzadro è un’azienda moderna e dinamica, in continuo aggiornamento ed evoluzione per operare al massimo delle potenzialità, nell’assoluto rispetto della qualità delle materie prime e dei sistemi di lavorazione. Paradossalmente è l’aspetto della comunicazione ad offrire le sfide maggiori, perché è fatta non con i canoni classici, ma mira al coinvolgimento totale del consumatore, con tutti i mezzi a disposizione. Fondamentale è per Marzadro raccontare che cosa c’è dietro a una bottiglia o a un bicchiere di distillato. Un principio che la distilleria lagarina porta avanti con una grande attività di promozione, assaggi e degustazioni, sia in Italia che all’estero, con l’obiettivo precipuo di allargare la conoscenza e gli orizzonti del consumatore. Attualmente Marzadro è una realtà aziendale di medie dimensioni, che dà lavoro a 75 dipendenti e che ha un team dirigenziale molto giovane, dove ciascuno si occupa di una branca specifica, ma il tutto mantenendo un impronta famigliare e artigianale molto forte e unita. Acqueviti, grappe, liquori, creme… la gamma di prodotti di Marzadro è davvero vasta e capace di rispondere a tutti i gusti ed

Le famiglie Poli, distillatori di Santa Massenza 66

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esigenze. Ma il prodotto più rappresentativo è sicuramente la grappa Le Diciotto Lune, una grappa stravecchia di alta qualità, prodotta con le migliori vinacce trentine distillate nel tipico alambicco e lasciata affinare per un minimo di diciotto mesi in piccole botti di legni pregiati. Il risultato è un blend finale dal profumo etereo e dal gusto rotondo, che unisce in maniera indissolubile e inconfondibile le caratteristiche del legno e della grappa. Ma se si parla di storia dei distillati trentini non si può non ricordare il «borgo della grappa», ovvero Santa Massenza nella Valle dei Laghi. Una zona dal punto di vista climatico particolarmente vocata alla coltivazione della vite e alle attività ad essa correlate, vinificazione e distillazione. Al punto che nella sola Santa Massenza si contano ben cinque distillerie. Segno che la tradizione qui è forte e radicata. Ed è una tradizione che la famiglia Casimiro Poli porta avanti dal 1924, lavorando le vigne di proprietà e trasferendo l’impegno – nei mesi invernali – nella piccola ma razionale distilleria artigianale per ricavare grappe fragranti di monovitigno e una serie di grappe aromatiche alle erbe officinali. Dopo la vendemmia vengono scelte le migliori vinacce, che senza alcuna torchiatura si distillano lentamente, sempre con il sistema discontinuo a bagnomaria, alimentato a vapore. Ne risultano grappe dalle notevoli componenti aromatiche e dal gusto morbido e rotondo, frutto dell’esperienza del maestro distillatore Bernardino Poli, che è anche il titolare dell’azienda. Non sono una distilleria, ma se si parla di tradizione non si può non descrivere l’Erboristeria Cappelletti, quella del «magico» e storico Elisir Novasalus. Da un’attività concentrata sulla raccolta e la conservazione delle erbe, da cui sono nati i primi amari, negli

La famiglia Marzadro

anni Cinquanta in casa Cappelletti è arrivata anche la grappa. La scelta di non distillare dà il vantaggio di poter scegliere la grappa della migliore qualità. Sono chiaramente grappe trentine, garantite e certificate dall’Istituto Tutela Grappa, che grazie alla materia prima freschissima e alla lavorazione rispettosa si propongono con un connubio di aromi e con una morbidezza impensabili in passato e che hanno conquistato via via anche il pubblico giovane e femminile. La grappa più rappresentativa di Cappelletti, arrivata attorno agli anni Settanta, è Cadevita: «aca de vita», acqua di vita. Una grappa trentina dal sapore deciso, ottenuta dalla distillazione con metodo discontinuo tradizionale delle vinacce fresche secondo un disciplinare rigoroso, secondo una filosofia racchiusa nella frase: «Grappa del Trentino, prodotta con amore, controllata con rigore». Da Cadevita deriva Cadevita

Maddalena Cappelletti tra le cisterne dei prodotti

Riserva, invecchiata 24 mesi in botti di rovere. Ci sono poi le grappe monovitigno: Amarone, Cabernet, Chardonnay, Lagrein, Müller Thurgau, Nosiola, Schiava, Marzemino, Moscato, Teroldego, Traminer e le grappe aromatizzate e arricchite di erbe e radici delle montagne trentine. Per far fronte alla crisi, ma soprattutto alle rigidissime sanzioni che penalizzano la guida in stato di ebbrezza, da Cappelletti si cerca di puntare sulla qualità più che sulla quantità. E si punta anche a nuove filosofie e frontiere di consumo. Con grappe più morbide e avvolgenti e cercando sempre il mix perfetto tra l’aroma e la giusta gradazione. Da circa tredici anni in azienda sono arrivati Maddalena e Luigi, a portare il testimone che fu prima di Giuseppe, Ferrante e Gianpaolo. Con loro l’azienda è ripartita con piglio deciso, ma misurato, studiando i cambiamenti del mercato e andando a proporsi con prodotti nuovi anche oltreoceano. Insomma, ne è passato di tempo da quando i distillati caserecci erano venduti di contrabbando e la grappa era sinonimo di contadini dalle guance rubizze e calzoni rattoppati. Da allora molte cose sono cambiate. E se adesso la grappa trentina ha trovato un posto anche sulle tavole e tra i palati più raffinati, lo si deve soprattutto a queste donne e a questi uomini, capaci di guardare lontano e di inventare il futuro con coraggio, ma soprattutto con i piedi ben piantati per terra, saldamente ancorati al territorio e alla tradizione. ■


trentinopanorama

trentinopanorama

di Fabio De Santi

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arà il suo ultimo cd “Con voi” arrivato per celebrare i suoi primi cinquant’anni di musica, al centro del “Convoi ReTour” segnato dallo slogan “Tutta un’altra musica. Tutti operai di quest’opera”, che farà tappa al Palasport di Trento il 5 novembre. Il cantiere, simbolo della ricostruzione ideale, si rimette in viaggio, per una nuova stagione di appuntamenti dal vivo: si tratta della seconda parte del progetto live di Claudio Baglioni che, da febbraio a maggio, in uno strepitoso crescendo, ha già letteralmente entusiasmato oltre duecentomila persone in tutta Italia. Il cantautore romano e il suo super-gruppo di 13 strumentisti, l’intera squadra di 90 carovanieri, ritornano sulla strada, con il pensiero guida di un tour che va incontro alla gente, dopo aver percorso già 6 mila chilometri, per 31 concerti e 90 ore di musica, in un eccezionale repertorio con tutti i più grandi successi e gli inediti dell’album “ConVoi”. Per un secondo giro altrettanto lungo e favoloso e

di Fabio De Santi

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CLAUDIO BAGLIONI IL CANTAUTORE FARÀ TAPPA AL PALASPORT IL 5 NOVEMBRE

una rappresentazione che è spettacolo, concerto, recital, musical, happening e racconto. “Tutta un’altra musica” si legge, a mo’ di graffito, su una delle pareti in costruzione del “cantiere”: l’originale spazio-scenico – un multiforme mondo in continua, sorprendente evoluzione – nel quale Baglioni ha voluto

ambientare il ConVoiTour 2014, per sottolineare l’idea portante del suo show: l’arte della ricostruzione. Uno spettacolo di suoni, luci e scene, esaltante e coinvolgente, affidato alla bellezza di melodie immortali che non smettono di appassionare generazioni di fan, all’intensità dei testi, alla forza di nuovi, trascinan-

ti arrangiamenti che rivelano un’anima vagamente rock, alla sensibilità verso ogni genere musicale e al sound ricco, solido e sapiente di una band che non si concede e non concede un solo attimo di tregua, alla fabbrica delle emozioni per un cantiere che, nelle intenzioni dell’artista, deve essere una sorta di non-stop di energie e di meraviglie. Nella band che accompagna Claudio Baglioni in questo tour c’è anche il batterista di Trento Stefano Pisetta che aveva già in passato collaborato con l’artista ■ capitolino.

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CESARE CREMONINI A TRENTO IL 25 NOVEMBRE

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ome sembrano lontani i i tempi, era la fine dello scorso millennio, in cui con i Lunapop Cesare Cremonini faceva impazzire le teenagers a colpi di scorribande motociclistiche sui “colli bolognesi”. Unico punto in comune fra i due Cremonini è il successo che lo accompagnava allora, giovanissimo, e oggi a trentaquattro anni, con una dimensione di cantautore dall’anima pop con grandi ambizioni. Quelle ambizioni che emergono anche dalla scelta di portare il suo ultimo disco “Logico” nella dimensione dei Palasport in un lungo tour iniziato a fine ottobre che lo porterà il 25 novembre al Palatrento nell’evento organizzato dalla Showtime Agency. Ad accompagnarlo sul palco nel “Logico Tour 2014” ci saranno l’ex Lunapop Nicola (Ballo) Balestri (basso); Andrea Morelli (chitarre); Alessandro De Crescenzo (chitarre); Michele Mecco Guidi (hammond); Nicola Peruch (elettronica e tastiere); Andrea Fontana (batteria); Chris Pescosta (cori e chitarra) e Roberta Montanari (cori). Al centro dello show

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le canzoni del suo ultimo disco uscito la scorsa primavera e trascinato dal successo estivo del brano “Logico#1” e nelle ultime settimane di “GreyGoose”, secondo singolo estratto

ranco Battiato alle prese con il suo passato nel nuovo progetto discografico «Joe Patti’s Experimental Group» che propone anche live in un tour che domenica 9 novembre farà tappa all’Auditorium S. Chiara di Trento per la stagione di Musica d’Autore. Un album «Joe Patti’s Experimental Group» in cui Battiato vuole ricostruire le visioni del suo passato andando quasi alle origini del suo percorso di artista: protagonista di questo lavoro e anche del nuovo tour sarà la musica elettronica e sperimentale a cui l’artista ha nel tempo dedicato un’ampia e dirompente produzione. Qualcosa insomma di diverso rispetto al Battiato che si è fatto conoscere dal grande pubblico negli anni ‘80, qualcosa che ha un rimando al periodo degli anni ‘70, a dischi considerati dalla critica assai difficili ma ormai di culto per la scena musicale italiana d’avanguardia. In questa occasione, infatti, insieme al suo sound engineer Pino

FRANCO BATTIATO DOMENICA 9 NOVEMBRE, ATTESO UN GRANDE CONCERTO ALL’AUDITORIUM S. CHIARA DI TRENTO. INIZIO ORE 21 «Pinaxa» Pischetola, l’artista ha deciso di costruire un album prendendo spunto dal suo vario e lungo percorso di sperimentatore e con approccio innovativo compie un viaggio tra rivisitazioni e nuove composizioni. La musica elettronica, da sempre uno dei grandi amori di Battiato, sarà così la protagonista di una serata indimenticabile, con tutti i riferimenti alla sua produzione anni ’70 di album come «Fetus», uscito per la label indipendente Bla Bla e che portava sulla cover di copertina l’immagine di un

dall’album. Un disco, “Logico”, accompagnato da precise coordinate. Quello disegnato da Cremonini è un terreno senza confini dove, lasciandosi alle spalle una ad una le dieci tracce cantate del disco, è impossibile annoiarsi. Ogni brano vive di vita propria, nessuno uguale all’altro. Se “La teoria dei colori” è stato un disco sull’amore, qui ci troviamo davanti ad un disco nuovo sotto tutti i punti di vista, che trova le proprie radici in Bagùs (2003) o Maggese (2005) e subito perde ogni catalogazione: in Logico anche la musica parla in ogni canzone appare e scompare una fotografia dell’anima del cantautore di Bologna, artista che non è mai stato sulla riva prevedibile del fiume di musica che ci gira intorno. E non si è mai ripetuto. Così è nato anche “Logico” il mondo di un romanziere che canta le proprie pagine. Anche quando concede ancora una volta con discrezione lo sguardo all’amore, come in “Cuore di cane”, sottesa da un pianoforte malinconico e da archi puntuali, le parole sono sorprendenti e l’angolazione così personale che ci si sente subito a casa. “Stare insieme” è la parola chiave, ma la serratura è nasco-

feto che venne anche censurata. Un lavoro che è stato definito come: «Un viaggio interiore di natura psichedelica con balzi dal microscopico della cellula all’infinito dello spazio, e che traeva la sua ispirazione dall’opera letteraria Il Mondo Nuovo di Aldous Huxle». In questo catalogo ci sono anche «Pollution», che conteneva brani come «Il silenzio del rumore» e «Areknames» senza dimenticare gli album «Sulle corde di Aries», «Clic» dedicato al musicista e amico Karlheinz Stockhausen e «M.lle le gladiator» con diversi cam-

pionamenti e sovraincisioni che danno spazio anche ai suoni d’organo che furono registrati nella cattedrale di Monreale. Una curiosità invece riguarda la denominazione di questo progetto che fa riferimento a tale Joe Patti, una figura di famiglia: “Joe Patti – ha svelato Battiato – era mio zio, fratello di mia madre, immigrato negli Stati Uniti, in Florida, a Pensacola, all’età di vent’anni. Diventò ricco aprendo un’impresa, che pescava ed esportava pesci. Mi piaceva il suono e così gli ho dedicato questo progetto”. ■

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sta, da scoprire. Sono d’amore, in fondo, anche i versi di “Io e Anna”, due persone che si sono conosciute prima di conoscersi davvero e ora, al confine tra il presente condiviso e un futuro diviso, si chiedono che cosa si siano persi, camminando insieme. Ogni canzone, come ogni suo disco sembra una reazione allergica al precedente. Ed ecco cosi arrivare “Grey Goose”: un fulmine con il cielo senza nuvole, annunciato da un synth robotico che ne scandisce il ritmo: “amore buongiorno/quando ti levi di torno, non vedo l’ora...”. Cremonini divertito di divertirsi si fa burla della retorica ed esorcizza ogni sentimento con l’ironia. Questi alcuni degli spunti di un disco capace di mescolare pop, elettronica, dance, prog rock e funk senza temere le contaminazioni e i rischi di sapersi mettere in gioco.

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u n e M smile

NEI MUSEI, LA STORIA PER LE FAMIGLIE

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to t a i p o prim o t t a i p o second torno con ffè a c & a u acq

IN OCCASIONE DEL CENTENARIO, NUOVI STRUMENTI INFORMATIVI A DISPOSIZIONE DELLE FAMIGLIE, NEI 19 MUSEI DELLA RETE TRENTINO GRANDE GUERRA. UN PROGETTO PER “DESCRIVERE, RACCONTARE E INTERPRETARE” LA PRIMA GUERRA MONDIALE E SCOPRIRE LE COLLEZIONI DEDICATE AI PIÙ PICCOLI

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per le famiglie, con contenuti accessibili anche ai bambini. In tutti i musei della Rete sono in distribuzione due schede illustrate sui temi della “Vita in trincea” e della “Guerra bianca”, che aiutano i bambini ad orientarsi negli spazi espositivi. Le tavole, dell’illustratrice Elena Modena, sono accompagnate da testi trilingui. Un modo per incoraggiare i bambini a visitare i musei, stimolando la curiosità alla ricerca degli oggetti più significativi conservati nelle sale. Nelle prossime settimane alle schede verranno abbinate delle didascalie, che completeranno le

informazioni contenute nelle illustrazioni. Tra gli altri prodotti destinati ai più piccoli, anche il libretto “Sulle tracce della Grande Guerra in Trentino”, realizzato in tre lingue in collaborazione con la Rete degli Ecomusei del Trentino, giunto alla terza ristampa. L’opuscolo è in vendita in tutti i musei della Rete a 1 euro. Le tavole contenute nel libretto

sono state trasformate in un video di animazione che con un linguaggio chiaro accoglie i bambini nel museo e li invita a proseguire la visita sul territorio alla ricerca dei segni della guerra ancora visibili. Il video sarà disponibile a breve all’interno dei musei della Rete e online sul sito www. trentinograndeguerra.it. Il portale www.trentinograndeguerra.it, che quest’anno è stato completamente rinnovato nella grafica e aggiornato nei contenuti, ospita un’intera sezione dedicata ai MUSEI. Dal sito si può anche scaricare il depliant con i contatti e gli orari dei musei. ■

I 19 MUSEI DELLA “RETE”

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ejo 1914–1918 La guerra sulla porta; Museo della Guerra di Vermiglio; Forte Strino; Museo della Guerra Bianca Adamellina “Recuperanti in Val Rendena” – Spiazzo Rendena; Museo della Grande Guerra in Valle del Chiese - Bersone; Museo Garibaldino e della Grande Guerra – Bezzecca; MAG Museo Alto Garda; Museo Storico Italiano della Guerra - Rovereto; Museo Forte Belvedere-Gschwent - Lavarone; Centro Documentazione Luserna; Mostra della Grande Guerra in Valsugana e sul Lagorai – Borgo Valsugana; Mostra permanente della Grande Guerra sul Lagorai – Caoria; Collezione di cimeli del Rifugio Cauriol – Ziano di Fiemme; “Sul fronte dei ricordi” – Moena; Museo della Grande Guerra 1914-18 – Passo Fedaia; Museo Nazionale Storico degli Alpini – Trento; Fondazione Museo storico del Trentino; Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni – Trento; Museo Casa De Gasperi – Pieve Tesino.

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ell’anno di avvio delle commemorazioni per il Centenario, la Rete dei Musei della Grande Guerra in Trentino ha avviato un importante progetto volto alla realizzazione di nuovi strumenti informativi da mettere a disposizione dei visitatori dei musei per facilitare la comprensione dei loro percorsi espositivi. Da anni i musei trentini si propongono al pubblico con uno strumento di presentazione comune: un depliant che raccoglie i contatti e gli orari di apertura; il pieghevole, in italiano, inglese e tedesco, viene distribuito nei musei e in tutti gli uffici turistici del Trentino. Nel corso dell’estate 2014, in alcuni musei della Rete sono stati realizzati nuovi depliant, pannelli illustrativi, mappe di visita e segnaletica finalizzati a rendere più semplice ed efficace la visita. Per offrire a tutti i visitatori, italiani e stranieri, la stessa qualità di servizio, i materiali sono stati prodotti in più lingue. Il cuore del progetto è stata la realizzazione di strumenti di supporto alla visita

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i si può avvicinare allo Yoga per diversi motivi: sciogliersi e diventare più leggeri, cercare flessibilità e stabilità nella schiena, fare qualcosa per la morale e per calmare i nervi, trovare tempo per se stessi, trovare un nuovo orientamento o avvicinarsi alla spiritualità e allo Yoga. C’è una possibilità d’incontrarsi in atmosfera aperta e semplice e soddisfare la curiosità e l’interesse verso questa pratica. C’è spazio per entrare in uno scambio d’idee parlando in italiano o in tedesco. L’occasione per tutti ci sarà sabato 15 novembre, alla Scuola di Yoga di Gardolo (via IV novembre 100). La posizione del triangolo è un bel esempio per questa pratica. È una postura di base dello Yoga. La qualità dell’anima di questa postura è l’ampiezza e l’armoniosa apertura. Durante le lezioni si conosce questa qualità e poi si riesce a sperimentarla. Passo dopo passo l’ampiezza si esterna sempre di più nella postura del triangolo, nel respiro e infine nella personalità. Nel praticare i vari esercizi si conosceranno

L’ANIMA DELLO YOGA UNA PRATICA DELLO YOGA SULLA BASE DELLE QUALITÀ DELL’ANIMA: LA SCUOLA DI GARDOLO PRESENTA LA PRATICA CON UN GIORNO DI PORTE APERTE, IL 15 NOVEMBRE anche altre qualità, come la forza di decisione, la qualità della libera visione d’insieme o della calma nel cuore ed altre ancora. Il programma di sabato 15 novembre prevede, dalle 10 alle 10.20 e dalle 15 alle 15.20, la Pratica del triangolo, un esercizio semplice di Yoga. Quindi, dalle 11 alle 11.20 e dalle 16.00 alle 16.20, la Pratica di un esercizio di rilassamento. A seguire, dalle 14 alle 14.20 e dalle 17 alle 17.20, la Pratica di un esercizio di respirazione. Alla conclusione, uno spuntino vegetariano biologico. Ingresso libero. Ma vediamo chi sono le due

docenti del corso. Sigrid Konigseder, insegnante di Yoga e di respirazione, esperta d’alimentazione e assistente sociale. Temi del suo insegnamento sono: come creare una bella postura

elegante, come calmarsi e al contempo riviversi, come edificare forze per la vita quotidiana e sociale. Barbara Holzer, insegnante di Yoga, di respirazione e docente d’educazione fisica. Il suo insegnamento vuole accompagnare le persone nella vita in modo edificante e salutare. A tal fine trova lo Yoga, e in particolare la “Nuova Volontà Yoga”, un ricco tesoro di pensieri e qualità. Per informazioni: Sigrid Konigseder 348-8399803 e www.yoga-trento.com, Barbara Holzer 342-6429239 e http://yogabarbaraholzer. wordpress.com ■

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itorna anche quest’anno il tradizionale e atteso appuntamento promosso dal Consorzio CRE per i progettisti del Trentino Alto Adige: nella splendida cornice del PalaRotari – Gruppo Mezzacorona a San Michele all’Adige si terrà il convegno Sistema edificio-impianto: la progettazione integrata di edifici efficienti, in programma il prossimo 27 novembre, dalle ore 14.30 alle 18. Il convegno, che gode del patrocinio della Confcommercio Trentino, Associazione Artigiani, Federcomated/Ufemat, sarà un’importante occasione di incontro e confronto sui temi più attuali dell’edilizia e della progettazione, avendo sempre al centro dell’attenzione l’uso efficiente dell’energia e il comfort di chi poi abiterà l’edificio, sia esso adibito a residenza o a luogo di lavoro. Il progettista deve considerare che realizzare un fabbricato efficiente e di alta qualità architettonica è l’obiettivo di

EDIFICI ANCORA PIÙ EFFICIENTI L’APPUNTAMENTO PROMOSSO DAL CONSORZIO CRE PER I PROGETTISTI DEL TRENTINO ALTO ADIGE SI TERRÀ AL PALAROTARI IL 27 NOVEMBRE una progettazione integrata, dove edificio ed impianto concorrono a raggiungere elevate prestazioni energetiche. L’utilizzo di tecnologie innovative e di fonti energetiche rinnovabili permettono di costruire edifici, oltre che performanti, sempre più rispettosi dell’ambiente e delle risorse non rinnovabili. Solo attraverso una progettazione accurata dell’involucro e degli impianti si possono raggiungere obiettivi di risparmio energetico, di sicurezza, di comfort. In tale contesto l’integrazione tra le componenti costruttive ed i sistemi tecnologici è fonte di numerosi vantaggi, dal miglioramento del comportamento ambientale, alla tutela e valorizzazione architettonica del patrimonio edilizio. Già in fase di progetto devono essere

previste soluzioni idonee ad ottimizzare le prestazioni del fabbricato, utilizzando tecnologie innovative e impiegando dispositivi integrati per lo sfruttamento delle energie rinnovabili. Si concretizza così un approccio sistemico in cui materiali e strutture dell’involucro si coordinano con la parte impiantistica, individuando le tecnologie energetiche innovative a basse emissioni. Al convegno sono stati invitati a parlare tre relatori che condivideranno la loro esperienza progettuale con i partecipanti: Peter Erlacher, perito industriale ed esperto di fisica edile ed edilizia sostenibile, tratterà di materiali e tecniche per il raffrescamento estivo e la gestione dell’umidità; l’architetto Lucia Corti, del Laboratorio di Architettura Eco-

nni: antatré a r a u q i d mbino , il suo ba di peli, Eccolo là sso, pieno o r g usco. e e d gran o da moll ll e v r e c n eu da uomo un fisico

logica di Padova, relazionerà sulla progettazione architettonica integrata agli impianti nelle ristrutturazioni; infine Luca Liviero, perito industriale di Energy Service di Padova, parlerà di impiantistica al servizio dell’edificio efficiente. Prima e dopo il convegno, i partecipanti potranno incontrare i tecnici delle più importanti aziende leader nel settore dell’edilizia sostenibile, toccando con mano soluzioni tecnologiche innovative e materiali ecocompatibili. Al termine, come di consueto, ci sarà un buffet con degustazione dei vini della Cantina Mezzacorona. Sono previsti crediti per la formazione continua per architetti, ingegneri, geometri e periti industriali. Info e iscrizioni al link http:// bit.ly/convegno_CRE2014 ■

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due caratteristici Mercatini di Natale della Valsugana si preparano ad accogliere i numerosi visitatori alla ricerca della magia natalizia con proposte originali e ricchi programmi di intrattenimento, in grado di rendere la visita dei Mercatini un’esperienza davvero emozionante. Un mondo magico per adulti e piccini. Il primo a partire sarà “Perzenland e la Valle Incantata”, il Mercatino di Natale di Pergine Valsugana che aprirà al pubblico sabato 15 novembre nel centro storico della località, alle porte della caratteristica Valle dei Mocheni. Anche per il 2014 il filo conduttore dell’evento sarà quello delle “minoranze linguistiche” e la seconda edizione della rassegna internazionale “Mondi Invisibili” si concentrerà in particolare sul tema delle leggende e delle fiabe. Saranno protagonisti del Mercatino i personaggi di Giuseppe Sebesta, artista

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ATMOSFERE NATALIZIE ANTEPRIMA ALLA SCOPERTA DEI MERCATINI DI NATALE DI LEVICO TERME E PERGINE VALSUGANA creatore di pupi, e alle fiabe saranno dedicati anche 4 concerti con la trascrizione in parole e musica di molte tra le più note leggende delle Dolomiti. Il Mercatino sarà allestito con le tipiche casette natalizie addobbate a festa, dove poter scoprire i profumi e i sapori della tradizione gastronomica e artigianale. Il suggestivo Mercatino di Natale di Levico Terme, inserito nella cornice

naturale davvero unica del secolare Parco degli Asburgo, aprirà invece sabato 22 novembre. Le caratteristiche casette natalizie, con l’esposizione di oggetti curiosi e prodotti saporiti del territorio, saranno dislocate lungo i viali del grande parco e il ricco programma di intrattenimento sarà contraddistinto da momenti musicali e da feste gastronomiche all’insegna di polenta e formaggi di malga.

Gli Elfi intratterranno i bambini con storie fantastiche e piccole creazioni natalizie realizzate in occasione di speciali laboratori, mentre una carrozza trainata da cavalli permetterà di visitare il parco e il vicino centro di Levico illuminato a festa, dove si svolgerà una mostra sui presepi artigianali e gli scultori lavoreranno il legno. Inoltre per grandi e bambini concerti e colorati spettacoli pirotecnici. ■

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A.M.A.A.T. (Associazione Mercanti d’Arte Antica del Trentino), aderente all’Associazione dei Commercianti al Dettaglio del Trentino, organizza la seconda edizione della manifestazione: “Cles: antiquariato a palazzo”, presso il prestigioso Palazzo Assessorile del capoluogo noneso, evento patrocinato dalla Provincia Autonoma di Trento e dalla Regione Trentino — Alto Adige. Dopo i lusinghieri risultati riscossi in occasione della prima edizione (ventuno espositori tra antiquari, galleristi, restauratori e attività di servizio, con oltre 6.000 visitatori nell’arco temporale delle tre settimane di apertura tra ottobre e novembre 2013) il comitato organizzatore, sulle ali dell’entusiasmo trasmesso in primis dall’amministrazione comunale, ha deciso di riproporre l’iniziativa, con alcune novità significative. Tra tutte, spicca indubbiamente la presenza della Tavola Clesiana, che verrà esposta in via del tutto eccezionale nello stesso luogo in cui venne ritrovata quasi 150 anni fa. Quest’anno la partecipazione è stata ampliata anche ad antiquari provenienti dalla vicina provincia di Bolzano a testimoniare l’apertura culturale verso i territori

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limitrofi e lo spessore qualitativo raggiunto; inoltre saranno presenti alcuni rappresentanti ed iscritti all’albo provinciale dei restauratori di beni culturali di Confartigianato Trento con le loro attività e laboratori di restauro che sono strettamente correlate e complementari al settore dell’antiquariato. Le mostre collaterali: Antiquariato a Palazzo non è soltanto una mostra selezionata dell’antiquariato trentino ed altoatesino, delle molteplici attività di restauro (ligneo, tessile, edilizio, ecc.) e di quelle di servizio (trasporti, assicurazioni, grafica computerizzata, ecc.), ma prevede anche due mostre collaterali. La prima è Antiche posate e argenti da tavola in Trentino-Alto Adige dal XIV al XX secolo, a cura del prof Umberto Raffaelli; la seconda Sigismondo Pellegrini: le chiusure di un tempo per aprirsi verso il mondo, un’interessantissima esposizione delle opere fotografiche del celebre fotografo clesiano sulle serrature nel corso dei secoli. Apertura: 15.00 - 19.00 nei giorni feriali 10.00 - 19.00 sabato e festivi - lunedì chiuso - Entrata libera Info: 0463 662091

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os’è esattamente il design? Cosa sta ad indicare questo termine ultimamente abusato o usato in maniera impropria? La visita che abbiamo fatto da “Details Design Store” di Via Suffragio a Trento ci ha fornito un importante chiarimento in merito; il design ha una missione: risolvere problemi attraverso uno strumento, il progetto. Ne parliamo con Roberta Pedrotti, titolare dello Store, nonché animatrice di una piccola comunità – anche online – di ricerca sul design. “Gli elementi da cui un oggetto di design non può proprio prescindere – ci spiega – sono anzitutto la funzionalità; non mi ha mai convinto il bello-ma-scomodo. Il lato estetico deve essere curato e l’oggetto deve esprimere funzionalità e, tranne alcuni casi, accessibilità economica”. Quindi viene, non in ordine di importanza, l’attenzione ai materiali. Da “Details Design Store” la sostenibilità è quasi una parola d’ordine. Il riciclo, quello “vero”, considerato che in giro ci sono molti che millantano... Come non rimanere stupiti allora davanti alle sedie realizzate dalla Cooperativa Alpi utiliz-

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zando materiale dismesso dell’Azienda Sanitaria. “Nemmeno le viti sono state acquistate” ci confida Roberta. Ma cambiando completamente genere e target, da “Details Design Store” si possono ammirare, e naturalmente acquistare, le lampade .exnovo e i gioielli .bijouets creati dalle stampanti 3D della HSL, di cui questo giornale si è occupato qual-

che numero addietro. Ma un’altra parola qui fondamentale è “manualità”. Le creazioni dei designer che troviamo in Via Suffragio spesso ci parlano di un passato non troppo lontano, di professioni e mestieri che credevamo perduti per sempre ed invece – et voilà – eccoteli qui, in un negozio nel centro storico di Trento. Ad esempio, Stefania Riccadonna, giovane

artigiana della Val Rendena, realizza incredibili scodelle, centrotavola e contenitori in legno di cirmolo, gelso e acero. Meritano una citazione anche le sedie ideate da un altro designer trentino, Matteo Dallagiacoma e l’allestimento stesso del negozio, pensato e realizzato dall’architetto Bruno Detassis. Se ancora non si è capito, più che ad una proposta commerciale, quella di Roberta Pedrotti assomiglia ad un lungo racconto, composto da storie diverse che conducono ad un unico finale: la bellezza. “Che è sempre oggettiva”, ci dice la titolare. E non solo a dispetto della celebre frase che Plutarco fa dire a Giulio Cesare: “De gustibus non disputandum est”. Entrasse oggi in Via Suffragio 74, l’Imperatore romano sarebbe costretto a rivedere la sua memorabile affermazione. ■

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tagione tradizionalmente dedicata al riposo, l’inverno in Vigolana si anima invece di nuova energia con tante iniziative legate all’inverno e al Natale. Apre la stagione Artigiani a Bosentino, il Mercatino di Natale: curiosando tra gli stand degli espositori, in un’atmosfera calda, curata e accogliente si potranno trovare gli oggetti più disparati, frutto della creatività e della passione degli artigiani che li hanno realizzati rigorosamente a mano. Giunto alla sua XIV edizione, il Mercatino di Natale di Bosentino si rinnova ogni anno nella veste e nei contenuti. Gli stand, costruiti appositamente per l’occasione, vengono allestiti all’interno delle sale del Palazzetto comunale di Bosentino dove, in un’atmosfera calda, curata ed accogliente, si potranno trovare gli oggetti più disparati, frutto della creatività e della passione degli espositori. La caratteristica peculiare e ormai rara di questo mercatino è che tutti i prodotti in vendita sono artigianali e rigorosamente fatti a mano. Chi conosce questo mercatino sa che, tra le bancarelle, si

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possono trovare regali unici, originali e mai banali, il cui valore non è dato soltanto dall’aspetto estetico ma anche dalla passione di chi lo ha realizzato artigianalmente e con amore. Durante l’apertura dei mercatini (6, 7, 8 e 13, 14 dicembre) la Pro Loco di Bosentino propone anche laboratori dedi-

cati ai bambini e momenti di degustazione di piatti tipici di una volta. Prosegue in clima natalizio l’iniziativa Presepi di Stelle: passeggiando all’interno dei nostri borghi potrete scoprire inaspettati presepi artigianali nascosti tra le vie dell’abitato, all’interno dei portici o sui balconi delle case. E per con-

cludere in dolcezza niente di meglio di una sosta gustosa accolti dai nostri ristoratori e dalle nostre aziende agricole. E, complice la neve, niente di meglio di una bella escursione con le ciaspole seguita da una cena in compagnia: ad ogni nevicata eccoci tutti pronti ad indossare le ciaspole per scoprire stupendi paesaggi innevati. Sul nostro sito www.vigolana.com e sulla pagina facebook Altopiano della Vigolana potrete scoprire tutti gli appuntamenti e tantissime foto. Info: CONSORZIO TURISTICO VIGOLANA Vattaro – Via San Rocco, 4 Tel. 0461.848350 ■ info@vigolana.com

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ovembre ricco di appuntamenti su tutto il territorio provinciale con qualche novità: apertura del teatro Zandonai a Rovereto, teatro Sociale a Trento più attivo rispetto all'Auditorium e nuova location, il Sanbàpolis a Trento sud per gli spettacoli dedicati alla scena contemporanea e ai nuovi linguaggi. Sarà Andrea Castelli ad aprire la Stagione di prosa al Sociale dal 6 al 9 novembre con il suo nuovo lavoro “Sanguinare inchiostro” che indaga sulla scrittura di coloro che si fecero testimoni dell'orrore della Grande Guerra, partendo dai diari dei soldati ai testi storici. Martedì 11 novembre, primo appuntamento con Tendenze Off al Teatro Sanbàpolis con “Primi passi sulla luna” di Andrea Cosentino che prende spunto dal quarantennale del primo allunaggio. Spazio anche al teatro amatoriale, ovvero a Palcoscenico trentino concorso Mario Roat promosso dalla Cofas: sabato 15 novembre al Cuminetti è di scena un testo di Luisa Pachera “Dove sono Jim e Rodrigo” con il Gruppo Grenzland di Avio. La storia

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SANGUINARE INCHIOSTRO TRA GLI APPUNTAMENTI A TEATRO DI NOVEMBRE SPICCA IL NUOVO LAVORO DI ANDREA CASTELLI. DA NON PERDERE, TRA GLI ALTRI, ANCHE FRANCO BRANCIAROLI NELL’ENRICO IV DI LUIGI PIRANDELLO è ambientata a Coquimbro, Cile, nel 1973: due bambini escono di casa e non vi fanno più ritorno. Le vicende sono narrate dalla madre, torturata perché voleva conoscere la verità. Domenica 16 novembre è la volta di “Peter Pan”, dalla favola di Barrie: musical proposto dalla compagnia di Lizzana. La magia di un racconto sempre affascinante che si avvale delle bellissime musiche di Edoardo Bennato. Il bravo Franco Branciaroli aprirà la Stagione di prosa di Rovereto il 19 novembre con “Enrico IV” di Luigi Pirandello, un allestimenFranco Branciaroli

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Il regista Marco Bernardi

to che conferma le qualità dell'attore reduce dai successi di “Servo di scena” e “Don Chisciotte”. Scritto nel 1921, il dramma è uno studio sul significato della pazzia e sul tema, caro all'autore, del rapporto fra personaggio e uomo, finzione e verità. Sempre di Pirandello ma all'Auditorium di Trento da venerdì 21 a domenica 23 novembre il Teatro Stabile di Bolzano diretto da Marco Bernardi mette in scena “La vita che ti diedi” con Patrizia Milani e Carlo Simoni. Bernardi, alla sua ultima regia come direttore dello Stabile, punta lo sguardo sui

personaggi femminili ed in questo contesto sull'amore materno che nel testo diventa ossessione. È la storia di Donn'Anna Luna che, in uno stato allucinatorio, si rifiuta di accettare la morte del figlio, benché il suo corpo si trovi in una stanza della sua casa e tenta disperatamente di mantenerlo in vita, oltre il limite della realtà. Sabato 29 nuovamente al Cuminetti per Palcoscenico Trentino con “Sogno poetico di una gallina ritmica -ovvero: ah, stiamo freschi se la gallina canta” di Achille Campanile, allestito dalla filodrammatica “La Marianela” di Romallo, un testo giocato sul registro del teatro dell'assurdo. Tutto prende il via da un equivoco: al posto di una qualificata domestica arriva un sedicente maggiordomo. Domenica 30 novembre è il turno della Filodrammatica di Telve Valsugana sul palco del Cuminetti con “En dì all'ospedale” di Camillo Vittici: scene di un giorno qualunque in un ospedale di provincia. Qui l'equivoco nasce da uno scambio di cartelle. Il tutto offerto, recita la locandina, nel dialetto telvato “s'ceto”. ■

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trentinopanorama Inbal Pinto Dance Company

di Lara Deflorian

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seguire un poco convincente inizio di stagione, siamo notevolmente più fiduciosi nel presentare il secondo appuntamento della stagione trentina di InDanza, che proseguirà il 13 novembre con l’israeliana Inbal Pinto Dance Company protagonista al teatro Sociale di Oyster (Ostrica), un’affascinante fiaba dalla poetica “felliniana”, interpretata dalla coppia artistica Inbal Pinto e Avshalom Pollak. Negli ultimi anni sempre più la danza israeliana si è fatta conoscere e apprezzare con fenomeni come la Batsheva Dance Company e il coreografo Ohad Naharin, la Kibbutz Contemporary Dance Company e Vertigo, per ci-

OYSTER DANCE DANZA IN TRENTINO: PRIMO APPUNTAMENTO IL 13 NOVEMBRE CON INBAL PINTO DANCE COMPANY tarne solo alcuni. Tutti conosciuti nell’ambito di Oriente Occidente, tra queste realtà si distingue anche la Inbal Pinto DC, formazione mista tra danza e arti visive nata nel 1969, che presenta tra i suoi cavalli di battaglia Oyster, uno spettacolo-gioiello di 15 anni fa che a poco a

poco, proprio come le ostriche, si dischiude e avvolge il pubblico nel suo universo fantasioso, paragonabile a una favola spezzettata evocativa. Un lavoro visionario caratterizzato da un’eterogeneità di suoni e di musiche, con personaggi eccentrici inafferrabili, dove si mesco-

lano acrobazie, mimo e altri elementi circensi che rimandano allo struggente mondo dei clown, con una serie d’anomalie appartenenti al regno dei sogni, ma anche ad una realtà trasfigurata. Oyster è una creazione per grandi e piccini che però non intende raccontare una sto-

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a riapertura di un teatro storico come quella dello Zandonai di Rovereto, rappresenta un avvenimento di significativa importanza anche per le realtà artistiche locali, come nel caso della Compagnia Abbondanza/Bertoni, l’unico ensemble che opera in Trentino a livello professionistico e che ha la sua residenza da quasi dieci anni nella città della quercia, fautore di una ricerca sempre attenta in ambito coreografico, registico, formativo e pedagogico, verso un movimento scenico contemporaneo fortemente teatrale. A tal proposito Michele Abbondanza e Antonella Bertoni si sono così espressi: “Per un artista la riapertura di un teatro significa avere una casa in più dove abitare e per tutti avere una casa in più da poter visitare per incontrare e conoscere. …Crediamo che la riapertura del teatro Zandonai sia l’opportunità di un inizio, una nuova partenza, qui a Rovereto che ci ospita e accoglie da anni, a cui apparteniamo e che nel nostro piccolo un po’ rappresentiamo”. In occasione di

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Compagnia Naturalis Labor

ria, ma piuttosto suscitare ricordi e rincorrere sorprese. A precedere lo spettacolo, sempre il 13 novembre alle ore 17.30 presso la Sala Medievale del teatro Sociale, è possibile partecipare a un incontro di approfondimento sulla rappresentazione e la danza israeliana, curato da Paola Carlucci. Altro appuntamento proposto a Trento al teatro Cuminetti il 28 novembre è con la Maratona di danza, organizzata quest’anno attraverso una nuova formula, che vede la collaborazione di un network giovane di

danza d’autore, denominato Anticorpi XL. La Maratona prende così il nome di Anticorpi eXpLo e in questa sua prima parte prevede l’esibizione di tre giovani realtà, selezionate il settembre scorso a Ravenna. In scena conosceremo Francesco Marilungo, formatosi alla Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano, interprete di Siegfried, eroe ed eroina, eros e psiche del celebre Lago dei cigni che con il suo sacrificio aspira alla perfezione. Vedremo poi Andrea Gallo Rosso, autore e interprete, assieme

Manolo Perazzi, di I meet you...if you want, un lavoro che indaga i rapporti umani e i condizionamenti che questi hanno nella nostra quotidianità. Infine potremo assistere a Panni stesi, una creazione di Antonio Minini sulla vita nei quartieri della Napoli “male”. Oltre alle iniziative programmate nel capoluogo trentino, il CSC Santa Chiara propone anche quest’anno il circuito provinciale con la possibilità di assistere nelle sale teatrali più decentrate e grazie alla sensibilità, purtroppo non sempre scontata nei confronti dell’arte tersi corea, delle amministrazioni comunali, a spettacoli di danza. Al teatro Comunale di Cimego il 29 novembre è prevista l’esibizione della Compagnia Naturalis Labor, l’ensemble fondato nel 1988 a Vicenza da Luciano Padovani e Francesca Mosele, impegnato in un costante lavoro di ricerca sulla danza contemporanea, sul tango e sui nuovi linguaggi dell’arte. A Cimego la compagnia sarà protagonista di Passion

tango, uno spettacolo di tango e musica creato dallo stesso Padovani: un gioco di coppia che si avvale dell’accompagnamento musicale eseguito dal vivo dal trio Lumière de tango e che si traduce in seduzione velata di nostalgia, intreccio di sguardi e tocchi leggeri, tra languidi abbandoni e scatti repentini, il tutto coniugato in coreografie di tango che sanno esaltare e appassionare il pubblico. Per info è possibile chiamare il numero verde 800 013952 oppure consultare il sito www.centrosantachiara.it. ■

questa grande riapertura il duo artistico ha pensato di rendere omaggio, attraverso due momenti denominati Made in Rovereto, proponendo una sintesi del loro procedere pedagogico e artistico. L’8 novembre dalle ore 12 alle 23, il pubblico potrà decidere e scegliere liberamente i tempi di coinvolgimento tra 11 ore di performance non-stop strutturate in 16 moduli coreografici reiterati proposti nella formula di brevi soli, micro-coreografie e improvvisazioni su palcoscenico, eseguite da 15 artisti (Elisa Barucchieri, Natascia Belsito, Roberto Castello, C&C Massari/Taviani, Roberto Cocconi, Francesco Collavino, Valentina Dal Mas, Daria Menichetti, Valentina Moar, Tommaso Monza, Alice Raffaelli, Giorgio Rossi, Irene Russolillo, Ambra Senatore, Francesca Zaccaria) e dalla Compagnia Abbondanza/Bertoni I BAMBINI. A seguire il 9 novembre alle ore 17 sempre allo Zandonai, la Compagnia Abbondanza/Bertoni ripropone il suo cavallo di battaglia, Romanzo d’infanzia, uno spettacolo con due interpreti pluripremiato, replicato più di 600 volte, tradotto e rappresentato in quattro lingue. Questa creazione ha come tema la vita e l’amore, espresso attraverso la danza e le parole, e seppur sia nato per un pubblico giovane, commuove gli adulti e fa ridere i bambini, con il risultato di porsi efficacemente verso più generazioni. (L.D.)

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I soci fondatori di TST

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“N

on siamo buoni, facciamo bene”, questo lo slogan della IV edizione dell’Autunno culturale promosso dal consorzio Con.Solida: una campagna di comunicazione e un programma di eventi che ha l’obiettivo di far conoscere la cooperazione sociale ai cittadini. “La nostra è chiaramente una provocazione – spiega Mariano Failoni, presidente del consorzio – ma non fine a se stessa, né credo banale. Non abbiamo nulla, infatti, contro i buoni sentimenti, anzi ci sono molte ricerche che dimostrano che generosità, altruismo, reciprocità sono determinanti nella scelta delle persone di lavorare nelle nostre organizzazioni. Quello che proviamo a combattere sono le generalizzazioni e le eccessive semplificazioni, positive o negative che siano. Vogliamo promuovere una reale conoscenza non solo di ciò che facciamo, ma anche di come lo facciamo, ovvero il nostro essere imprese sociali che producono in modo stabile e continuativo servizi di utilità collettiva, creando valore per il territorio e la comunità. Crediamo che il fine faccia la differenza e il fine ultimo delle nostre organizzazioni è il bene collettivo”. Dietro lo slogan c’è quindi il desiderio di uscire dalla logica del buonismo e proporre

Quando il fine fa la differenza. La cooperazione sociale è impegnata affinché i diritti fondamentali non siano privilegio di pochi, ma bene di tutti.

Donata Borgonovo Re nell’evento dell’autunno culturale del 2013

LA CULTURA DELLA COOPERAZIONE SOCIALE FILM, LIBRI, INCONTRO CON L’AUTORE, MUSICA E LABORATORI, CON L’OBIETTIVO DI FAR CONOSCERE LA COOPERAZIONE SOCIALE AI CITTADINI. IL TUTTO ORGANIZZATO DA CON.SOLIDA un cambio di vocabolario: da buono a fatto bene; da non profit a non speculazione; da donazioni a investimenti, da bisogno a diritto. “Vogliamo tutto questo – sottolinea Failoni – ben sapendo che spetta al cittadino la valutazione della qualità del servizio ricevuto, ma anche della coerenza tra ciò che viene dichiarato ed agito”. GLI APPUNTAMENTI Si inizia il 30 ottobre alle 17.30 con la presentazione del libro di Giovanni Moro “Contro il non profit” presso la sede della Volksbank di piazza Lodron. Per provocare un dibattito pubblico Con. Solida. ha invitato a Trento il sociologo che propone di fare tabula rasa del termine “non profit” perché “genera confusione, inganna l’opinione pubblica e favorisce comportamenti discutibili a danno di quelli da premia-

Giovanni Moro

re”. L’incontro, organizzato in collaborazione con CSV, sarà moderato da Pierangelo Giovanetti direttore de L’Adige. In contemporanea nel sito archeologico è esposta la suggestiva mostra “Mali, i Dogon popolo della falesia” di Umberto Knycz. L’autunno culturale prosegue con “Io sto con… chi indossa la t-shirt!” Giovedì 6 novembre a cura della cooperativa A.L.P.I. in collaborazione con il cinema Astra di Trento. Protagonista della serata il film “Io sto con la sposa” di Augugliaro, Del Grande e Al Nassiry: tratto da una storia realmente accaduta sulla strada da Milano a Stoccolma, il film oltre a raccontare le vite e i sogni di cinque palestinesi e siriani in fuga e dei loro speciali contrabbandieri, mostra un’Europa sconosciuta. L’ingresso è riservato e gratuito a partire dalle ore 18.00 per chi indossa la t-shirt con lo slogan e l’immagine dell’Autunno culturale, acquistabile prima del film e nel corso degli altri eventi della cooperazione sociale. Il programma si conclude venerdì 14 novembre dalle 17.30 alle 22.30 in via Passirio 13 a Trento con l’inaugurazione della sede di Trentino Social Tank, incubatore

Violetta Plotegher nell’evento dell’autunno culturale del 2013

d’impresa che valorizza e sviluppa nuove idee nel settore del welfare, dei servizi alla persona e dell’economia sociale. L’Hub sociale proporrà il racconto delle vicende di Adriano Olivetti, un percorso per scoprire l’innovatore che c’è in ognuno di noi; e ancora narrazioni, musica, giochi e laboratori per i bambini. Per maggiori dettagli sul programma www.cooperazionesociale.it ■

Ugo Rossi nell’evento dell’autunno culturale del 2013 85

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Illustrazione e grafica Federica Bordoni

illustrazione Massimo Caccia

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di Fabio De Santi

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territori elettrici e urbani della tromba di Terence Blanchard, colorati di Brasile nel caso di Stefano Bollani & Hamilton de Holanda, raffinati e innovativi quelli dei gruppi di Franco d’Andrea e Mark Turner, d’avanguardia come nel caso del quintetto di Jack DeJohnette, orchestrali e condivisivi nell’atteso appuntamento con Maria Schneider e l’Orchestra del Conservatorio Bonporti di Trento. Questi gli elementi della nuova Stagione Jazz proposta dal Centro Servizi Culturali S. Chiara che si muove anche quest'anno fra Trento e Rovereto. La Stagione Jazz del Centro Servizi Culturali S. Chiara si aprirà il 4 novembre, all’ Auditorium S. Chiara, dalle 21, con The Terence Blanchard E - Collective che accanto a Blanchard (tromba) vede Charles Altura (chitarra), Fabian Almazan (pianoforte-tastiere), Donald Ramsey (basso el.) e Oscar Seaton (batteria). Ci sono molti Terence Blanchard e ognuno di essi riserva delle fantastiche sorprese. C’è il trombettista prodigioso e precoce che viene dalla culla del jazz, New Orleans, e che si trova giovanissimo già nell’Orchestra di Lionel Hampton e nei Jazz Messengers di Art Blakey. . C’è infine il musicista maturo di oggi, che si muove con grande naturalezza tra hard-bop e altri linguaggi, che ha preso a cuore le sorti della propria città dopo il devastante uragano Katrina e che non smette di mettere cuore e curiosità nei propri progetti. Accade anche con questo nuovissimo E-Collective, quintetto che esplora sonorità elettriche grazie alla complicità di giovani e talentuosi colleghi come il chitarrista Charles Altura, il pianista Fabian Almazan, il bassista 86

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BOLLANI SHOW IN COPPIA CON HAMILTON DE HOLANDA IL 18 NOVEMBRE A TRENTO. PRIMA, IL GIORNO 4, C’È SPAZIO PER TERENCE BLANCHARD elettrico Donald Ramsey e il batterista Oscar Seaton. Sempre l’Auditorium, ma il 18 novembre, spazio al duo formato da Stefano Bollani (pianoforte) e da Hamilton De Holanda (mandolino)Se in questi anni c’è un jazzista, nella ricca scena italiana, che è riuscito a raggiungere anche il pubblico meno specializzato, questo è certamente

Stefano Bollani. Merito della sua travolgente bravura, certo, così come della sua innata capacità di fare spettacolo e comunicare in modo diretto e coinvolgente. Merito anche di un’innata curiosità verso i più vari generi musicali, siano essi il “classico” Gershwin o Carosone, il jazz tradizionale o la musica brasiliana. Appartiene a quest’ultima “passione”

di Bollani il duo con Hamilton de Holanda, virtuoso del bandolim (tradizionale mandolino utilizzato ad esempio nello choro). Il dialogo tra i due musicisti assume ogni volta un sapore speciale, fatto di complicità, di gioco, di intrecci ritmici iridescenti e di un lirismo agrodolce che fa subito breccia nel cuore di chi ascolta. E’ accaduto nel bellissimo disco “O que será” per la Ecm (la prestigiosa rivista Downbeat lo ha votato tra i migliori del 2013), accade di concerto in concerto, perché il feeling è qualcosa che si rinnova con l’energia del pubblico. ■

IL QUARTETTO MINETTI IN FILARMONICA

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ono tre gli appuntamenti in cartellone per la stagione concertistica della Società Filarmonica di Trento in questo mese di novembre. Il primo è quello di martedì 4 con Andrea Griminelli, flauto, e Irene Veneziano, pianoforte. Venerdì 14, si ascolteranno i musicisti del Quartetto Minetti: Maria Ehmer, Anna Knopp, violini, Milan Milojicic, viola e Leonhard Roczek, violoncello. Un quartetto nato nel terzo millennio che ha già stupito il pubblico per il modo vivace e comunicativo di leggere le grandi pagine della letteratura. Una visione assorbita negli anni di studio all’Università della Musica e delle Arti di Vienna e poi appresa dai grandi maestri dell’Alban Berg Quartet, dell’Artis Quartet, dell’Hagen e del Mosaique dai quali ultimi hanno preso l’idea di costituirsi professionalmente. Il nome Minetti Quartet fa riferimento a un’opera del famoso drammaturgo austriaco Thomas Bernhard (1939-1989) nato ad Ohlsdorf, città natale della componente femminile del complesso. Altra formazione in cartellone, mercoledì 26 novembre, è quella che ha scelto come sua denominazione quella di Quartetto Prometeo. La serata in programma assume un particolare rilievo e significato: attorno a quattro formidabili musicisti si uniscono infatti due strumentisti talentuosi della città di Trento come Roberta Gottardi e Stefano Guarino chiamati a collaborare per la proposizione di due poetiche pagine cameristiche firmate da Schubert e Brahms. Tutti i musicisti si riuniranno in fine nel segno di una prima esecuzione assoluta commissionata a Marco Uvietta.

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e luci per rischiarare il buio della sera, il profumo della cannella e degli aromi, una tazza bollente per riscaldarsi, la musica a rievocare ricordi lontani e i sapori tipici della tradizione, tutti i sensi sono coinvolti nella magia del Natale, ma è la complicità degli affetti a rendere quest’atmosfera davvero unica e speciale. Il Natale come momento di ritrovo, ma anche di accoglienza e di pace, una pace che non è da considerarsi scontata, ma frutto di conquiste e di una conoscenza che può scaturire solo dall’incontro tra culture e tradizioni diverse. È proprio questo il cuore pulsante del Natale dei Popoli a Rovereto, che in questa edizione si concentra su alcune delle popolazioni che presero parte alla Grande Guerra e che ora contribuiscono a rendere l’Europa quello straordinario crogiuolo di storie, peculiarità e usanze che rappresenta oggi e, seppur non senza difficoltà, guarda al futuro. Un tema che si rinnova anche quest’anno con l’arrivo delle rappresentanze di Polonia, Repubblica Ceca, Austria e di un coro friulano che presenta i canti degli italiani d’Austria. Un modo per trasformare l’attesa del Natale in un’occasione di conoscenza

NATALE DEI POPOLI IL NATALE E LA PACE SI INCONTRANO A ROVERETO

di realtà vicine e lontane, ma anche per scoprire alcune delle tradizioni a noi meno note della nostra piccola penisola e valorizzarle, il tutto attraverso la musica e l’artigianato dei paesi ospitati. Prodotti enogastronomici, artigianato e dolci della tradizione natalizia accolgono al mercatino i visitatori di questa

sesta edizione del Natale dei Popoli che apre a Rovereto dal 22 novembre 2014 al 6 gennaio 2015 insieme ad un fitto programma di appuntamenti per grandi e piccini come Il Natale dei bambini e I presepi del Natale.

un’unica voce, alla melodia seguirono le candele accese come stelle ad illuminare il buio della notte. Accadde così che i soldati tedeschi e inglesi, imitati poi anche da belgi e francesi, decisero di non spararsi addosso in quella che passerà alla storia come “La piccola pace nella Grande Guerra”. Un’esigenza intima e viscerale, quella di una tregua nei giorni del Natale, partita dall’animo dei soldati stessi e non imposta da poteri diversi. Un piccolo miracolo che Rovereto, Città della Pace, vuole ricordare con un racconto luminoso, accompagnato da un raffinato accompagnamento musicale di grande impatto emotivo. La luce proiettata sulle facciate dei palazzi del centro storico narra in modo suggestivo questo episodio creando un percorso simbolico e fortemente evocativo. Programma completo su www.mercatinodinatalerovereto.com ■

LA LUCE NELLA TREGUA DI NATALE Il Natale dei Popoli in occasione del centenario della Grande Guerra vuole dedicare quest’anno un momento per ricordare la Tregua di Natale del 1914 che avvenne proprio il 24 dicembre di cento anni fa. Improvvisamente, all’interno delle trincee della Prima Guerra Mondiale i soldati tedeschi intonarono uno dopo l’altro dei canti natalizi, ai quali gli inglesi sul fronte opposto fecero eco fondendosi in 87

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orna a Pergine Valsugana l’evento Natalizio “Perzenland & La Valle Incantata e Il Villaggio delle Meraviglie”, l’appuntamento ormai tradizionale (quella 2014/2015 è la quinta edizione) con la magia natalizia, le suggestioni delle leggende e il fitto calendario di eventi culturali folkloristici pensati per grandi e piccoli. È il Mercatino di Natale che inaugura la stagione invernale del Trentino e parte il 15 di novembre per finire in bellezza, il 6 gennaio 2015. Ma è ben più di un “Mercatino di Natale”. Anche per quest’anno è stato scelto un filo tematico che caratterizzerà la manifestazione perginese: oltre alle proposte commerciali selezionate, sulla scia del successo dello scorso anno, replica la rassegna internazionale “Mondi Invisibili atto Secondo”, nata per interagire e portare a conoscenza di un largo strato della popolazione italiana e straniera, le peculiarità culturali e di costume delle molteplici minoranze etniche codificate e riconosciute dalle istituzioni partendo proprio dalla cultura mochèna. Balli, atmosfere magiche con i Krampus di Amstetten (A), incontri con le culture minoritarie delle Dolomiti e dell’arco Alpino, racconti ed enogastronomia: tutto

MERCATINO DI NATALE DI PERGINE LARGO ALLE FIABE E ALLE CULTURE INCONTAMINATE DELLA MONTAGNA. DAL 15 NOVEMBRE 2014 AL 6 GENNAIO 2015 A PERGINE VALSUGANA IL NATALE È UNA “VALLE INCANTATA” questo incorniciato da un centro storico suggestivo con il Castello che sovrasta e il lago che illumina. La rassegna presenta le minoranze etnico-linguistiche in rapporto al mondo delle leggende e delle fiabe, con riferimento al mondo dell’infanzia, per sensibilizzare le nuove generazioni sul tema delle lingue minoritarie e delle culture che non si sono lasciate contaminare dalla progressiva globalizzazione (anche linguistica e culturale) in atto. Alcuni protagonisti della rassegna sono i personaggi di Giuseppe Šebesta (“Bèpo” per gli amici) artista creatore di pupi animati, cineasta, narratore e pittore, che ha cominciato a interessarsi di documentazione etnografica durante un periodo di

esilio volontario, nel secondo dopoguerra, proprio in valle dei Mòcheni, dove venne iniziato al fascino misterioso della fabbrilità montanara più ingegnosa ed autarchicamente più rigorosa. A lui ed alle fiabe delle Dolomiti sono dedicati 4 concerti della band Re7Minore dove Giuliano Bottura ha trascritto in parole e musica molte tra le più note leggende delle Dolomiti (arrangiamenti di Luca Coser e Claudio Ischia). Altra partecipazione dedicata ai bambini sono i concerti del coro Le Piccole Colonne. E il 14 dicembre appuntamento con la “Carrozza Matta” e il treno a vapore che parte da Bassano e arriva a Pergine (le prenotazioni: sono già chiuse in quanto il

treno è al completo. È probabile una replica in altra data da definire). Perzenland & La Valle Incantata – Il Villaggio delle Meraviglie è resa possibile grazie alle aziende aderenti al COPI, al Comune di Pergine (assessori al commercio Sergio Paoli, al Turismo Franco Demozzi, alla Cultura Angela Leonardelli), al Consorzio delle pro loco della Valle dei Mòcheni, insieme alle realtà associative perginesi, alla pro loco di Pergine Valsugana, a Pergine Spettacolo Aperto, a Magic Pubblicità, ma soprattutto con il contributo finanziario della Provincia Autonoma di Trento (attraverso la Legge Olivi) e della Cassa Rurale di Pergine. ■ 89

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trentinomostre compongono la popolazione dell’Afghanistan. Con i fili di

AFGHANISTAN: L’ARTE DEI TAPPETI “DI GUERRA”

N

oi occidentali non ci facciamo caso, lo calpestiamo tranquillamente senza pensarci. Eppure il tappeto non è semplicemente una serie di nodi che si

affiancano uno dopo l’altro. È un mondo, un mandala, un microcosmo e questo lo sanno bene gli orientali che lo considerano non solo un oggetto d’arredamento ma un elemento importante e fondamentale della vita personale, familiare e tribale. Il suo disegno non è mai casuale: esso è condizionato da idee e da sentimenti più volte millenari. La sua decorazione ha un valore magico: nelle trame si coniugano magia e simbolismo e non soltanto estetica. Il tappeto è così importante che dopo una morte viene

NOT MAN MADE

lana, in un insolito incontro tra antiche tradizioni e nuovi

PEDROTTI AL PALAZZO DELLA REGIONE

Colori, segni e folclori diversi si mescolano e diventano

S

manifesti per il proselitismo, iconografie celebrative,

i inaugura lunedì 10 novembre nel grande atrio dell’entrata di Palazzo della Regione a Trento una mostra inusuale, sicuramente provocatoria, di un artista, Roberto Pedrotti, approdato nel mondo dell’arte di recente e proveniente dagli antichi saperi artigianali. Figlio di chi, nel corso dei millenni, ha saputo maneggiare e conoscere le anime del legno trasformando la materia in poesia e in bellezza. “Not Man Made”, ovvero non fatto dall’uomo, non pensato dall’uomo, bensì dalla macchina, dal computer in primis. L’esposizione, formata da una decina di pannelli cromatici, vuol lanciare un’idea progettuale che affonda le radici nella constatazione che oggi le macchine possono fare qualsiasi cosa con i materiali. In questo caso il legno. Ideazione, progettazione, lavorazione si fondono e all’artista non rimane altro che constatarne gli esiti. Per assurdo, calandoci nel fantasmagorico mondo della fantascienza – ma poi non tanto –, la macchina ormai opera in modo quasi totalmente autonomo. Lo aveva già previsto Philip K. Dick nei suoi saettanti e profondi romanzi scritti negli anni Sessanta e Settanta. Roberto Pedrotti ne raccoglie gli esiti, abbraccia i risultati materiali della macchina, dipingendoli e appendendoli, accompagnando il tutto con la domanda: quale può essere il ruolo dell’uomo nei confronti di oggetti non voluti dal pensiero umano? L’argomento è un grande punto interrogativo. La risposta è un grande serpente che si dilunga tra l’arte sperimentale, il pensiero cibernetico, il nostro futuro, il senso stesso di fare arte. E non è un caso che Roberto Pedrotti, attraverso queste opere, abbia voluto lanciare al grande pubblico amante dell’arte una provocazione, fondando un movimento che porta lo stesso nome della mostra. Di sicuro rimangono questi grandi pannelli fatti di incastri, sovrapposizioni, angoli e voragini. Una sorta di labirinti della materia e della mente. L’esposizione chiude il 23 novembre.

essere sostituiti da stuoie prese da una moschea, che si lasciano sul pavimento della casa per tre giorni. Ebbene per ricordare la guerra, ogni guerra, il Mart ha

avuto, in collaborazione con CooperAction onlus, un’idea geniale e interessantissima per il mondo dell’arte. Una mostra allestita con 50 tappeti di guerra provenienti dall’Afghanistan, prodotti a partire dal 1979, a seguito dell’invasione sovietica di quel paese. Calpestare la guerra è l’esposizione più intelligente e stimolante che gli

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ostentazioni di potenza e, per i soldati stranieri, cimeli o souvenir di guerra. Alcuni di questi tappeti possono essere definiti vere e proprie opere d’arte concettuale che, inconsapevolmente, suggeriscono accostamenti con le tele di Alighiero Boetti o con il lavoro di Fortunato Depero. Tragicamente la narrazione della guerra si intreccia con la tradizione artistica. Dai primi tappeti, nei quali elicotteri e scene di violenza convivono con motivi ornamentali e iconografie tradizionali, si giunge in breve alla produzione quasi esclusiva di racconti bellici, anche in seguito all’incoraggiamento dei mujaheddin che vedono nei tappeti una forma di protesta e di propaganda. Kalashnikov, carri armati, armi e bombe a mano sono i soggetti dei war rugs. Le Torri Gemelle e gli stessi mujaheddin divengono simboli di resistenza e costituiscono nuove iconografie che inneggiano alla guerra e alla jihad. In pochi recenti decenni, quella afgana è dolorosamente diventata la produzione artistica più significativa, pregiata e storicamente estesa di tappeti di guerra. Soprattutto grazie agli occupanti, sovietici prima americani poi, i tappeti viaggiano oltre i confini del piccolo stato in conflitto perenne. In Europa come negli Stati Uniti vengono venduti e collezionati da veterani dell’esercito, collezionisti, mercanti che danno vita a un vero e proprio business. L’evidente valore artigianale,

talvolta fatto oggetto di riti popolari. Così accade a Fez, in Marocco, i tappeti del suolo della casa di un morto devono

simboli, si tesse un filone artistico del tutto originale.

storico e sociale rende i tappeti, oltre che pregiati articoli enti pubblici hanno saputo mettere in scena quest’anno. Allestita presso Casa

Depero a Rovereto – e

da collezione, oggetto di studio e esposizione in gallerie, manifestazioni e musei, come il Boca Museum of Art di

non poteva essere altrimenti visto che si parla di “arti

Philadelphia che ha recentemente dedicato una mostra ai

applicate” sebbene questi siano delle vere e proprie opere

war drugs afgani.

d’arte, un libro aperto sull’universo –, la mostra è curata da

Molti dei tappeti della Collezione, realizzati in anni recenti,

Nicoletta Boschiero e Edoardo Marino e rimarrà aperta fino

hanno un minor valore artigianale e comprendono errori

al 20 settembre 2015.

di esecuzione poiché tessuti nella maggior parte dei casi

Questi tappeti sono stati realizzati dai maestri annodatori

da bambini. L’Associazione CoooperAction collabora

a uso domestico e rappresentano la memoria collettiva

e sostiene un orfanotrofio afgano nel quale i bambini

e l’arte dei diversi gruppi etnici che, disorganicamente,

vengono accolti e educati.

LEVICO TERME Mercati MERCATINI DI NATALE 22 sabato. Tutti i weekend e periodo natalizio. Nella cornice unica del Parco Secolare degli Asburgo a Levico Terme, tornano i Mercatini di Natale più suggestivi del Trentino. Programma completo su: www. visit-levico.it. Info: APT Valsugana - Ufficio di Levico Terme, Tel. 0461.727700, info@visitvalsugana.it.

LUSERNA Mostre LA FAUNA DELLE ALPI IL RITORNO DEI GRANDI PREDATORI Apertura: fino a domenica 2 novembre. Centro Documentazione Luserna - Via Trento, 6. Con la mostra annuale la Fauna delle Alpi - il ritorno dei grandi predatori, curata da Thomas Conci della THC Design & Exhibit , il Centro Documentazione vuole promuovere una maggiore conoscenza dell’ambiente alpino approfondendo, non solo il rapporto tra la natura (paesaggio, ambiente, fauna, flora) e la comunità locale, ma soprattutto il tema dei grandi predatori (lince, orso, lupo, ...) che stanno tornando sulle montagne alpine. La mostra, che occuperà sia il secondo che il terzo piano del museo, sarà allestita attraverso numerose ricostruzioni di ambienti naturali, complete di animali tassidermizzati caratteristici delle Alpi, e di pannelli illustrativi bilingui. Una sala a piano terrà ospiterà una mostra fotografica di animali selvatici degli Altipiani Cimbri di Mirco Dalprà. Una serie di pannelli illustreranno le leggende cimbre relativi al rapporto con gli abitanti delle foreste. Orario: 10-12.30 e 14-18. Info: www.lusern.it. Mostre ALFABETO DELLA GRANDE GUERRA - 26 LETTERE PER NON DIMENTICARE Apertura: fino a domenica 2 novembre. Centro Documentazione Luserna - Via Trento, 6. Mostra curata dall’arch. Roberto Festi, per ricordare e far riflettere sull’immane conflitto mondiale di un secolo fa, che ha comportato la perdita della vita di milioni di soldati di ogni nazione, ma anche di vittime civili. Ventisei bare (tante quante le lettere dell’alfabeto) si trasformano in vetrine che contengono 26 oggetti originali legati al tema della guerra; e ogni bara è dedicata, in ordine alfabetico, ad un soldato (di ventisei nazioni diverse) che ha partecipato al conflitto. Info: www.lusern.it.

PERGINE VALSUGANA Mercati MERCATINI DI NATALE Apertura: da sabato 15 novembre a martedì 30 dicembre. Tutti i weekend e periodo natalizio. La magia dei mercatini di Natale nel centro storico di Pergine Valsugana, con bancarelle, musica, colori e tutta l’atmosfera del Natale. Programma completo su: www. ilvillaggiodellemeraviglie.com. Info: APT Valsugana - Ufficio di Pergine Valsugana, Tel. 0461.727760, pergine@visitvalsugana.it. Mostre FORME IN FERRO FORGIATE DA PAOLO BELLINI Apertura: da sabato 26 aprile a domenica 2 novembre. Castel Pergine. Più di trenta opere dell’artista lungo un percorso tra le due cinta murarie, nel giardino interno, nella sala d’entrata, nella Cantina Rosa, nella Prigione della Goccia e nella Sala del Trono. Inoltre alcuni dipinti si trovano nella sala da pranzo. Info: Castel Pergine - www.castelpergine.it.

PIEDICASTELLO Mostre LA GRANDE GUERRA SUL GRANDE SCHERMO Apertura: da lunedì 28 luglio 2014 a domenica 14 giugno 2015. Le Gallerie. Due gallerie, una bianca e una nera, due tunnel stradali in disuso. Una superficie di oltre 6.000 metri quadrati diventata sede espositiva originale e suggestiva gestita dalla Fondazione Museo storico del Trentino. Info: www.museostorico.it.

RIVA DEL GARDA Mostre AREONATURA. LO SGUARDO DI TULLIO PERICOLI SUL PAESAGGIO DELL’ALTO GARDA Apertura: da sabato 22 marzo a domenica 2 novembre. MAG Piazza C. Battisti, 3/A. A bordo di un aereo da turismo Tullio Pericoli ha sorvolato, in una mattina di fine novembre 2013, il territorio dell’Alto Garda, con l’intento di cogliere, per la prima volta dal cielo, la forma che il paesaggio gli avrebbe potuto restituire da quel particolare punto di vista. Durante il volo sono state scattate numerose fotografie di quella zona che dalla Valle dei Laghi si estende fino alle rive settentrionali del Garda. È attraverso la personale suggestione “aerea” e l’aiuto delle immagini fotografiche che Pericoli - nei mesi successivi - ha creato un ciclo di tavole che saranno esposte al MAG dalla primavera all’autunno prossimi. Si tratta di circa sessanta opere su carta di diverse dimensioni e tecniche (olii, acquerelli e matite). Il titolo della mostra, Areonatura, è un neologismo ideato dall’artista

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IL MUSE AI CONFINI DELLA CONOSCENZA

A NOVEMBRE ARRIVA “OLTRE IL LIMITE”

“O

ltre il limite. Viaggio ai confini della conoscenza” è la prima grande mostra del MUSE che inaugurerà a Trento il prossimo 8 novembre. Promossa dal Muse e dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, con la partecipazione dell’Agenzia Spaziale Italiana e con la collaborazione dell’Università di Trento è dedicata al tema del limite. Grazie ad exhibit interattivi, allestimenti, video ed esperienze multimediali i visitatori potranno avventurarsi alla scoperta dell’universo e dei suoi misteri. Tra i temi trattati, il big bang, l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, le relazioni tra energia e materia, l’antimateria, i limiti della mente e della tecnologia scientifica e la natura del tempo. *** Benvenuti nella tana del Bianconiglio. Uno spazio in cui il mondo così come lo conosciamo cessa di esistere, dove i paradossi della scienza prendono forma e ribaltano la nostra visione della realtà, come capitava ad Alice nel Paese delle Meraviglie. La porta d’ingresso non si trova nei romanzi di Lewis Carroll, ma a Trento, e più precisamente al MUSE, dove, il prossimo 8 novembre, verrà inaugurata “Oltre il Limite”. Si tratta della più grande e complessa mostra mai allestita dall’apertura del museo, nel 2013. Entrare sarà come oltrepassare la soglia invisibile tra ciò che si sa, o si crede di sapere, e l’abisso ancora da scoprire: al di là ci attende un mondo affascinante, dove tutto è possibile, e nulla è come sembra. La mostra è suddivisa in varie aree tematiche, che riflettono l’approccio multidisciplinare che caratterizza il MUSE: è una finestra che si apre sul big bang e l’espansione dell’universo, l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, le relazioni tra energia, materia e temperatura, l’antimateria, i limiti della mente e della tecnologia scientifica, la natura del tempo e molto altro. La complessità dei contenuti viene efficacemente tradotta in un’esperienza affascinante e al contempo comprensibile, attraverso l’utilizzo di video, exhibit interattivi, esperienze multimediali e installazioni, nate dalla collaborazione dell’INFN con videoartisti e programmatori creativi italiani, come camerAnebbia e Federica Grigoletto.

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trentinomostre per raccontare l’esperienza di un volo fatto per meglio decifrare la forma di quel particolare paesaggio. Info: www.museoaltogarda.it.

ROVERETO Mostre ALVARO SIZA - INSIDE THE UMAN BEING Apertura: da venerdì 4 luglio 2014 a domenica 8 febbraio 2015. Mart. La mostra è a cura di Roberto Cremascoli, con la partecipazione di Álvaro Siza e di Chiara Porcu, responsabile da oltre vent’anni dell’Archivio dell’architetto portoghese, e con il progetto di allestimento firmato dallo studio Cremascoli, Okumura, Rodrigues Arquitectos. Il percorso espositivo racconta l’itinerario artistico e professionale dell’architetto a partire dalle vicende storiche del suo paese, il Portogallo uscito da un lungo periodo di dittatura. Info: Mart Rovereto Tel. 0464.438887; www. mart.trento.it/alvarosiza. Mostre SCENARIO DI TERRA Apertura: da venerdì 4 luglio 2014 a domenica 8 febbraio 2015. Mart. Scenario di terra è il nuovo progetto che il Mart dedica al paesaggio, inteso come uno dei luoghi d’elezione dell’esperienza umana. Sviluppata dai curatori del Museo, l’esposizione poggia su un nucleo di opere provenienti dalla collezione permanente e su una selezione di materiali dai fondi archivistici del Mart, completati da prestiti e produzioni inedite. Info: Mart Rovereto Tel. 0464.438887; www.mart. trento.it/scenarioditerra. Mostre LA GUERRA CHE VERRÀ NON È LA PRIMA. GRANDE GUERRA 1914-2014 Apertura: da sabato 4 ottobre 2014 a domenica 20 settembre 2015. Mart. Commemorazione del centenario della Prima guerra mondiale, in collaborazione con importanti istituzioni culturali nazionali, costituisce la colonna portante di un grande progetto Mart/Grande guerra 1914-2014 che si sviluppa nelle tre sedi del Museo e si completa con un programma collaterale di eventi, incontri, convegni, appuntamenti. Info: Mart Rovereto www.mart.trento.it/guerra. Mostre CALPESTARE LA GUERRA Apertura: da sabato 11 ottobre 2014 a domenica 1 marzo 2015. Casa Depero. Inserito nell’ampio programma culturale Mart/Grande guerra 1914-2014 ideato per il Centenario della prima guerra mondiale, il progetto espositivo è a cura di Nicoletta Boschiero e Edoardo Marino e presenta parte di una delle maggiori collezioni d’Europa di tappeti di guerra. Info: Mart Rovereto www.mart.trento. it/calpestarelaguerra.

Mostre ARTE TIMBRICA ALDO PANCHERI Apertura: fino a martedì 6 gennaio 2015. c/o Grand Hotel Trento - Via Vittorio Alfieri, 1. Mostra personale. Info: Tel. 0461.271000.

TRENTO Mostre INFINITO PRESENTE. ELOGIO DELLA RELAZIONE Apertura: da lunedì 23 giugno a lunedì 10 novembre. Museo Diocesano Tridentino - Palazzo Pretorio - Piazza Duomo, 18. Mostra a cura di Andrea Dall’Asta, Domenica Primerano, Riccarda Turrina. Orari: dal 23 giugno al 30 settembre: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì: 9.3012.30/14.30-18.00; sabato e domenica: 10.00-13.00/14.00-18.00. Dal 1 ottobre al 10 novembre: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato: 9.30-12.30/14.00-17.30; domenica: 10.00-13.00/14.00-18.00. Giorni di chiusura: ogni martedì, 26 giugno, 15 agosto, 1 novembre. Info: Tel. 0461.234419;info@museodiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it. Mostre I TRENTINI NELLA GUERRA EUROPEA 1914-1920 Apertura: fino a domenica 30 dicembre 2018. Le Gallerie, Piedicastello. Una mostra che racconta il dramma dei trentini nel corso del primo conflitto mondiale. Orario: da martedì a domenica ore 9.0018.00 (lunedì chiuso). Ingresso libero. Info: www.fondazione.museostorico.it. Mostre RINASCIMENTI ECCENTRICI Apertura: da sabato 12 luglio a domenica 2 novembre. Castello del Buonconsiglio. Dosso Dossi al Castello del Buonconsiglio. Orario: chiuso il lunedì, 10.00-18.00. Info: www.buonconsiglio.it. Mostre AUTOBIOGRAFIA DI UN MONDO EX: LE COSE RACCONTANO Apertura: fino a domenica 23 novembre. c/o Gallerie di Piedicastello. Mostra multimediale. A 25 anni dalla caduta del muro di Berlino, un’esposizione di oggetti prestati da concittadini racconta la vita quotidiana nei paesi europei al di là della cortina di ferro, tra il 1945 e il 1989. Visite guidate gratuite per le scuole, su prenotazione. Orario: martedì-domenica ore 9-18. Ingresso libero. Info: Il Gioco degli Specchi Tel. 0461.916251; www. ilgiocodeglispecchi.org. Mostre FIORI E SOLDATI MICHELANGELO GALLIANI E ANDREW GILBERT Apertura: da sabato 4 ottobre a domenica 30 novembre. Palazzo Wolkenstein, Via Marchetti, 17. Orari: lun. ven.: 10-13/15.3019 e su appuntamento. Info: Buonanno arte contemporanea: buonannoac@virgilio.com; Cell. 333.9133314; Tel. 0461.262534. Studio d’Arte Raffaelli: studioraffaelli@tin.it; Tel. 0461.982595.

Mostre AFTERIMAGE RAPPRESENTAZIONI DEL CONFLITTO Apertura: da sabato 25 ottobre 2014 a domenica 1 febbraio 2015. Galleria Civica. La mostra si inserisce in Mart /Grande guerra 2014, l’ampio programma culturale ideato dal Mart in occasione del Centenario della Prima guerra mondiale che si sviluppa a Rovereto, in Museo e a Casa Depero, e a Trento negli spazi della Galleria Civica. A cura di Valeria Mancinelli, Chiara Nuzzi, Stefania Rispoli la mostra si misura con la relazione esistente tra immagini e conflitto nell’epoca contemporanea. Info: www.mart.trento.it/afterinage.

Mostre L’EUROPA CHE FU - STORIE DA TRENTO ALL’EUROPA Apertura: da domenica 5 ottobre a sabato 13 dicembre. Archivio di Stato - Via Maestri del Lavoro, 4. Info: www.archiviodistatotrento. beniculturali.it: Tel. 0461.829008. Mostre CLINKERMOTEL, EX-ITALCEMENTI UN’ARCHEOLOGIA DEL CONTEMPORANEO Apertura: fino a domenica 11 gennaio 2015. SASS, Spazio archeologico sotterraneo del Sas, piazza Cesare Battisti. Mostra fotografica di Pierluigi Cattani Faggion a cura di Layla Betti. Orario: da martedì a domenica 9-13 e 14-17.30. Info: www.trentinocultura.net/archeologia.asp; Tel. 0461.492182; uff. beniarcheologici@provincia.tn.it.

Mostre NEL SEGNO DEL CAVALLINO RAMPANTE - FRANCESCO BARACCA TRA MITO E STORIA Apertura: da sabato 25 ottobre 2014 a domenica 12 aprile 2015. Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni, via Lidorno 3. Una mostra per raccontare la figura del maggiore Asso della caccia italiana durante la Prima guerra mondiale e la storia del cavallino rampante, recentemente riconosciuto come il simbolo italiano più famoso al mondo. Orario: dal martedì al venerdì 10-13 e 14-18; sabato, domenica e festivi 10-18. Info: www.museocaproni.it; Tel. 0461.944888; museo.caproni@muse.it. Mostre PERSONALE DI JERZY GLUZEK Apertura: da venerdì 31 ottobre a venerdì 14 novembre. Studio d’Arte Andromeda, via Malpaga 17. Umorista polacco vincitore nel 2012 della ventunesima rassegna

orario: 17-19.30 con ingresso gratuito. Info: www.studioandromeda.net; Cell. 340.3431223. Mostre OLIMPIO CARI Apertura: da venerdì 7 a domenica 30 novembre. Sala Mostre dello Studio bibliografico Adige, Via Madruzzo 33. Olimpio Cari presenta le sue opere dipinti su vetro e sculture. Per informazioni Tel. 0461.262002; info@sbadige.com. Mostre OLTRE IL LIMITE. VIAGGIO AI CONFINI DELLA CONOSCENZA Apertura: da sabato 8 novembre a mercoledì 31 dicembre. Muse. Corso del lavoro e della scienza. Mostra dedicata al tema del limite. Grazie ad exhibit interattivi, allestimenti, video ed esperienze multimediali i visitatori potranno avventurarsi alla scoperta dell’universo e dei suoi misteri. Tra i temi trattati, il big bang, l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, le relazioni tra energia e materia, l’antimateria, i limiti della mente e della tecnologia scientifica e la natura del tempo. Info: www.muse.it. Mostre NOT MAN MADE Apertura: da lunedì 10 a domenica 23 novembre. Palazzo della Regione. Una mostra inusuale, sicuramente provocatoria, di un artista, Roberto Pedrotti, approdato nel mondo dell’arte di recente e proveniente dagli antichi saperi artigianali. L’esposizione, formata da una decina di pannelli cromatici, vuol lanciare un’idea progettuale che affonda le radici nella constatazione che oggi le macchine possono fare qualsiasi cosa con i materiali. Mostre VLAD NANC - THAT ‘70S SHOW Apertura: da venerdì 14 novembre 2014 a sabato 10 gennaio 2015. Galleria Boccanera via Milano 128/130. La mostra sarà incentrata sul pro-

cesso di assorbimento a lungo termine di cianfrusaglie, arredi, interior design, testi e materiali di propaganda degli Anni ‘70. Il titolo della mostra, That ‘70s Show, preso in prestito dall’omonima sitcom americana, mostrerà questo incontro senza precedenti tra l’Arte povera e i vistosi ornamenti e sfarzi degli Anni ‘70 o, ancora meglio, tra ostalgia e nostalgia. Orario: dal martedì al sabato 10 - 19 o su appuntamento. Info: www.arteboccanera. com; info@arteboccanera.com; tel. 0461.984206; cell. 340.5747013.

VIGO DI TON Mostre LA SEDUZIONE DEL CLASSICISMO - GIUSEPPE GRAFFONARA NELLE COLLEZIONI DEL CASTELLO DEL BUONCONSIGLIO Apertura: da sabato 19 luglio a domenica 9 novembre. Castel Thun. L’esposizione esplora l’opera dell’artista trentino, ripercorrendone la storia, dal laboratorio neoclassico della Roma canoviana, fino alle lungimiranti scelte delle acquisizioni pubbliche trentine dal XIX secolo ad oggi. Orario: 10-18. Info: www.buonconsiglio.it oppure Castel Thun Tel. 0461.492829.

VILLA LAGARINA Mostre COLORI DI UNA VITA Apertura: da sabato 27 settembre a domenica 2 novembre. Palazzo Libera. Mostra personale di Carla Bertolini a cura di Serena Giordani. Orario: da martedì a venerdì 14/18, sabato e domenica 10/12.3014/18. Info: 0464.414966.

ZAMBANA VECCHIA Mostre CARLO DEVIGILI - OPERE RECENTI Apertura: da sabato 18 ottobre a domenica 2 novembre. Casa dell’Associazione Mana. Per visite: 34600 14586.

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tmnovembre


trentinoappuntamenti

trentinoappuntamenti

GRANDE MUSICA NEL COLORE DEI MERCATINI

L’

inverno alle porte, il Natale, i Mercatini che lo anticipano e tre grandi nomi della musica cantautoriale italiana sono i temi di questo mese,

per quanto concerne il tempo libero in Trentino. I caratteristici e pittoreschi Mercatini

di Natale

del Trentino, da Trento a Levico Terme, da Pergine a Rovereto, si preparano ad accogliere i numerosi visitatori alla ricerca della magia natalizia con proposte originali e ricchi programmi di intrattenimento, in grado di rendere la visita dei Mercatini un’esperienza davvero emozionante. Ma si diceva dei grandi concerti. Domenica 9 novembre, attesa una grande esibizione all’Auditorium S. Chiara di Trento. Inizio ore 21 con l’indimenticabile autore di “Cuccuruccucu” e di “Bandiera Bianca”, Franco

Battiato. Ma c’è pure il giovane Cesare Cremonini, ex componente dei Lunapop, che propone una dimensione da Palasport, in un lungo tour iniziato a fine ottobre

STEFANO BOLLANI

N

ato a Milano ma cresciuto a Firenze, Stefano Bollani si diploma in pianoforte nel 1993. Compie studi classici e, quasi contemporaneamente, jazz con diversi insegnanti, tra i quali Luca Flores e Mauro Grossi. Dopo una breve esperienza pop con Irene Grandi, Raf e Jovanotti, prende la strada del jazz. Vanta collaborazioni con molti musicisti. La collaborazione più importante e prolifica è quella col suo mentore, il trombettista Enrico Rava, conosciuto nel 1996. Dal 1991 al 1995, ancor prima del successo planetario, è una presenza fissa al Barga Jazz Festival, la kermesse nata nel 1986 nel borgo medievale di Barga, in provincia di Lucca, come colonna della Barga Jazz Orchestra. Nel 1998 Bollani partecipa all’album Tenderlee for Chet di Lee Konitz e vince il premio della rivista Musica jazz come miglior nuovo talento. Nel 1999 partecipa all’album Rava Plays Rava di Enrico Rava, nel 2001 all’album Montréal Diary /B (Live) con Rava, nel 2004 all’album Easy Living di Rava con Gianluca Petrella e Roberto Gatto e nel 2005 all’album Tati di Rava con Paul Motian. Nel 2002 partecipa all’album Suite for Paolo (Lee Konitz in Italy 2002, Vol. 4) con Konitz e nel 2004 all’album Acquario dell’Arkè String Project con Gabriele Mirabassi. Tra gli ultimi lavori: I Visionari (2005), in formazione di quintetto, Piano Solo (2006), The Third Man (2007), con il trombettista Rava, Gershwin & More...Live! con Gatto e l’ultimo Carioca (2007), in cui il pianista con alcuni altri musicisti rivisita brani della tradizione brasiliana. Sempre nel 2007 Bollani vince l’Hans Koller European Jazz Prize come migliore musicista europeo dell’anno 2007.

che lo porterà il 25 novembre al Palatrento, nell’evento organizzato dalla Showtime Agency. Infine, sulle note del suo ultimo cd

musica, Claudio

stagione, siamo notevolmente più fiduciosi nel presentare il

i suoi primi cinquant’anni di

secondo appuntamento della stagione trentina di InDanza,

Baglioni farà tappa al Palasport

Ma rilassiamoci un attimo. Una proposta pratica basata

sullo Yoga, alla base delle qualità dell’anima: la scuola di Gardolo presenta la pratica con un giorno di porte aperte, il Per il teatro, tra i numerosi appuntamenti di novembre spicca il nuovo lavoro di Andrea

che proseguirà il 13 novembre con l’israeliana Inbal

Pinto Dance Company protagonista al teatro

Sociale di Oyster (Ostrica), un’affascinante fiaba dalla poetica “felliniana”. Sempre l’Auditorium, ma il 18 novembre, spazio al duo formato da Stefano

15 novembre.

Castelli, ispirato

alla Grande Guerra: “Sanguinare inchiostro”. Da non perdere, tra gli altri, anche Franco

tmnovembre

Capitolo danza. A seguire un poco convincente inizio di

“Con voi”, arrivato per celebrare

di Trento il 5 novembre.

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nell’Enrico IV, opera drammatica di Luigi Pirandello.

Branciaroli

Bollani (pianoforte) e da

Hamilton De Holanda (mandolino). Se in questi anni c’è un jazzista, nella ricca scena italiana, che è riuscito a raggiungere anche il pubblico meno specializzato, questo è certamente Stefano Bollani.

1 SABATO Musica TRENTO MUSICANTICA 2014 - I MUSICI GONZAGA Trento. Ore 21. Badia di San Lorenzo, via Pozzo 2. Ensemble Biscantores, dir. Luca Colombo. Il concerto farà il particolarissimo incanto dei Salmi e Mottetti scritti nella Mantova dei Gonzaga agli inizi del XVII secoloIngresso libero. Info: www.centrosantachiara. it; n. verde 800013952; info@centrosantachiara.it. Teatro PER NO NAR EN MALORA Riva del Garda. Ore 20.45. Teatro della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro. Spettacolo di Alberto Maria Betta con la Compagnia “I Sarcaioli” dell’Alto Garda. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro CANTI & RACCONTI Rovereto. Ore 20.45. Teatro S. Maria. Spettacolo di Gloria Gabrielli con il Gruppo “Amici del Teatro” di Serravalle - Associazione “Culturalmente” di Mori - Il Coro “Bianche Zime” di Rovereto. Per “Ugo Coelli” rassegna teatrale organizzata dalla Filodrammatica “Nino Berti” di Rovereto. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro NÉ AL CIELO NÉ ALL’INFERNO NÉ AL LUPO MANNARO Mori. Ore 20.45. Teatro Sociale. Spettacolo da “Don Giovanni” di Moliere - traduzione di Luigi Lunari con la Compagnia delle Arti di Trento. Per la XXX rassegna teatrale Gustavo Modena. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

2 DOMENICA Cultura INGRESSO E VISITA GUIDATA GRATUITA ALLA MOSTRA INFINITO PRESENTE. ELOGIO DELLA RELAZIONE Trento. Ore 16. La partecipazione all’iniziativa, riservata a singoli visitatori, non necessita di prenotazione. Ricordiamo inoltre che in occasione della prima domenica del mese l’ingresso al museo e alla mostra saranno gratuiti per l’intera giornata. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; www. museodiocesanotridentino.it.

3 LUNEDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Ore 17. Centro culturale Rosmini, Via Dordi 8. “Lezioni di storia dell’arte 2014: Problematiche del secolo XX” - seconda parte. Relazione fra la situazione artistica nazionale e quella tren-

tina. Conferenza tenuta dal Prof. Giorgio Perilli. Presenta la Prof.ssa Lia de Finis. Ingresso libero. Info: www.associazrosminitrento.it. Cultura ILLUSIONE DELL’INDIVIDUO Trento. Ore 17.15. Biblioteca comunale, via Roma, 55 - Sala Studio. Incontro filosofico con Aldo Riccadonna. Info: www.bibcom. trento.it.

4 MARTEDÌ Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Trento. Ore 16.45. Società Dante Alighieri - Via Dordi, 8. Presentazione del libro ed. Curcu&Genovese “Una storia bella” di Carla Casetti Bregantini. Relatori Nadia Scappini e Pino Loperfido. Info: www.curcuegenovese.it. Musica ANDREA GRIMINELLI E IRENE VENEZIANO IN CONCERTO Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Andrea Griminelli, flauto Irene Veneziano, pianoforte. A. Dvorak: Sonatina op. 100 in Sol magg.; O. Messiaen: Il merlo nero; F. Schubert: Variazioni su “Trockne Blumen” op. post. 160 D 802 in mi min.; F. Chopin: Scherzo n. 2 op. 31 in si bem. min.; M. Ignelzi: Sonata per flauto e pianoforte (Prima esecuzione assoluta su commissione della Società Filarmonica di Trento). C. Franck: Sonata in La magg. Info: www.filarmonica-trento.it. Musica THE TERENCE BLANCHARD E - COLLECTIVE Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Concerto Con Terence Blanchard (tromba), Charles Altura (chitarra), Fabian Almazan (pianoforte-tastiere), Donald Ramsey (basso el.), Oscar Seaton (batteria). Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800013952; info@centrosantachiara.it. Musica AMY DENIO AND THE TRIPTONS Trento. Ore 20.30. Sala Fondazione Caritro, via Calepina 1. Amy Denio sax alto, clarinetto, voce; Jessica Lurie contralto e sax tenore, voce: Sue Orfield tenor sax, voce; Tina Richerson sax baritono, voce; Robert Kainar batteria e percussioni. Le Tiptons sono un quartetto di sassofoni e batteria di fama internazionale. Ingresso gratuito. Info: www.trentinojazz.com.

5 MERCOLEDÌ Musica OU PISCES CRISIS Trento. Ore 20.30. Sala Fondazione Caritro, via Calepina 1. Ersilia Prosperi tromba, flicorno, ukulele, cori; Sabrina Coda Sax alto e soprano, cori; Martina Fadda lead vocal; Claudio Mosconi basso; Cri-

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6 GIOVEDÌ Cultura CROCI DI CELLULOIDE Trento. Ore 17.30. Museo diocesano tridentino, piazza Duomo 18. Un ciclo di incontri con esperti d’arte contemporanea, di architettura e di cinema, una riflessione sul senso dell’immagine sacra nella nostra società per conoscere e approfondire il tema del complesso rapporto tra arte e sacro nel nostro tempo. Ingresso libero e gratuito. Info: www. museodiocesanotridentino.it; Tel. 0461.234419; info@museodiocesanotridentino.it. Per i più piccoli CRESCO E CAMBIO Trento. Dalle 16.30 alle 17.30. Sezione ragazzi della Biblioteca comunale - via Roma, 55. Storie per bambini dai 3 ai 7 anni. Nel Bosco delle storie, Carol e Matteo, volontari in Servizio civile in biblioteca, racconteranno ai bambini ed alle bambine storie sul tema del giorno. In occasione delle letture, saranno disponibili gratuitamente copie della bibliografia. Info: www.

bibcom.trento.it;Tel. 0461.889521; info@bibcom.trento.it. Teatro SANGUINARE INCHIOSTRO Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Cronache dalla Grande Guerra. Spettacolo con il Teatro Stabile di Bolzano, di e con Andrea Castelli; regia Carmelo Rifici; scene Guido Buganza; costumi Margherita Baldoni. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800013952; info@centrosantachiara.it. Teatro I TRE PORCELLINI Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti, via Santa Croce 67. Spettacolo con Giallo Mare Minimal Teatro. Dal libro “I Tre Porcellini” di James Orchard Haliwell di Renzo Boldrini e Michelangelo Campanale, regia Michelangelo Campanale. Età: a partire dai 5 anni. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800013952; info@centrosantachiara.it.

7 VENERDÌ Cabaret SATYRIGUST 2014 Trento. Ore 20.30. c/o Old Bar&Food - Via Roggia Grande. Una serata fra cibo, monologhi, vino e vignette. Il tutto realizzato e gustato contemporaneamente. € 30 spettavcolo e enu completo. Posti limitati. Per info: Tel. 0461.263263. Teatro SANGUINARE INCHIOSTRO Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Cronache dalla Grande Guerra. Spettacolo con il Teatro Stabile di Bolzano, di e con Andrea Castelli; regia Carmelo Rifici; scene Guido Buganza; costumi Margherita Baldoni. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800013952; info@centrosantachiara.it.

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tmnovembre


trentinoappuntamenti Teatro I TRE PORCELLINI Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti, via Santa Croce 67. Spettacolo con Giallo Mare Minimal Teatro. Dal libro “I Tre Porcellini” di James Orchard Haliwell di Renzo Boldrini e Michelangelo Campanale, regia Michelangelo Campanale. Età: a partire dai 5 anni. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800013952; info@centrosantachiara.it. Tradizione SAGRA DI SAN LEONARDO Castelnuovo. Tradizionale appuntamento per assaggiare e degustare le tipiche Pezate de Agnelo presso il tendone riscaldato. Info: APT Valsugana - Ufficio di Borgo Valsugana, Tel. 0461.727740, borgovalsugana@visitvalsugana.it.

8 SABATO

trentinoappuntamenti

della tradizione argentina. Musica tradizionale argentina e una serie di canzoni che ispirano l’audience partecipativa di bambine e bambini. Direzione creativa Saul Beretta; costumi e scene di Cristina Crippi e Valentina Mazzola; regia di Andrea Taddei. Ingresso libero. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Teatro CIRCOPIZZA XXL (OVVERO EXTRALARGE) Vigolo Vattaro. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Giuseppe Marazzi con la FiloCircus.Laives & Arte Viva (Filodrammatica di Laives). Per la XII rassegna provinciale di teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Levico Terme. Ore 17.30. Biblioteca. Presentazione del libro ed. Curcu&Genovese “Anna e i burattini” di Gianfranco Mattera. Info: www.curcuegenovese.it.

Teatro LA BAITA DEGLI SPETTRI Bedollo. Ore 20.30. Teatro Nuovo. Spettacolo di Lillo & Greg con la Filodrammatica di Ora. Per “Foie de Bedol” - rassegna teatrale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Musica IL TANGO E IL TOPO Trento. Ore 17.30. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Una tango-fiaba

Teatro PILLOLE, AMORE E FRENESIA Sarche. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Arnoldo

Boscolo - trad. in dial. trentino di Stefano Giacomini con la Filo “Bastia” di Preore. Per la Rassegna teatrale organizzata dalla Filodrammatica “Toblino” di Sarche. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro VACANZE FORZATE (STESSA CASA ... STESSO MARE Rovereto. Ore 20.45. Teatro S. Maria. Spettacolo di Antonella Zucchini con la Filodrammatica di Viarago. Per “Ugo Coelli” rassegna teatrale organizzata dalla Filodrammatica “Nino Berti” di Rovereto. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ROBE DE L’ALTRO MONDO Civezzano. Ore 20.45. Teatro “Luigi Pirandello”.Spettacolo di Roberto Giacomozzi con la Filodrammatica “Lucio Deflorian” di Tesero. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PRIMA DE ‘NRABIARTE... CONTA! Sopramonte. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Spettacolo tratto da “Un Natale al basilico” di Valerio di Piramo - trad. in dial. trentino di Valerio Bombardelli con la Filodrammatica di Sopramonte. Per la

rassegna teatrale a Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

ti a loop; 11 ore di performances non-sto. Info: www.comune.rovereto.tn.it.

Teatro ZAPPING Mori. Ore 20.45. Teatro Sociale. Spettacolo di e con Mario Cagol “Supermario”.Per la XXX rassegna teatrale Gustavo Modena. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Teatro SANGUINARE INCHIOSTRO Trento. Ore 21. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Cronache dalla Grande Guerra. Spettacolo con il Teatro Stabile di Bolzano, di e con Andrea Castelli; regia Carmelo Rifici; scene Guido Buganza; costumi Margherita Baldoni. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800013952; info@centrosantachiara.it.

Teatro INSONNI D’UNA NOTTE DI ... TERZA ETÀ Telve Valsugana. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Gabriele Penner con l’Associazione Culturale Teatrale “Libero Teatro” di Grumes. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro DOLORI, DOLORI, DOLORI! Ravina. Ore 20.30. Teatro. Spettacolo di Gabriele Bernardi con la Filodrammatica “I Simpatici” di Roverè della Luna. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro OGGI SI VA E SI VIENE Rovereto. Dalle 12 alle 23. Teatro Zandonai. 15 artisti e la Compagnia Abbondanza/Bertoni / I BAMBINI; 16 moduli coreografici presenta-

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Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.00-18.00

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CLAUDIO BAGLIONI

SUBSONICA

Baglioni, il suo super-gruppo di 13 polistrumentisti, l’intera squadra di 90 carovanieri, ritornano sulla strada, con il pensiero guida di un tour che va incontro alla gente, dopo aver percorso già 6 mila chilometri, per 31 concerti e 90 ore di musica, in un eccezionale repertorio con tutti i più grandi successi e gli inediti dell’album “ConVoi”. Per un secondo giro altrettanto lungo e favoloso e una rappresentazione che è spettacolo, concerto, recital, musical, happening e racconto.

Live tutta l’energia delle potenti Subsonica Vibes, per uno show innovativo, sorprendente, inimitabile!

TRENTO Palatrento 5 novembre 2014 ore 21

VERONA Palasport 15 novembre 2014 ore 21

tmnovembre

Tradizione SAGRA DI SAN LEONARDO Castelnuovo. Tradizionale appuntamento per assaggiare e degustare le tipiche Pezate de Agnelo presso il tendone riscaldato. Info: APT Valsugana - Ufficio di Borgo Valsugana, Tel. 0461.727740, borgovalsugana@visitvalsugana.it.

9 DOMENICA

RIVENDITE AUTORIZZATE TRENTO – Via Ghiaie 15 Tel. 0461 362111 – annunci@bazar.it

Teatro ragazzi A PROPOSITO DI PITER PAN Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti, via Santa Croce 67. Spettacolo con la Compagnia Teatrale Stilema, liberamente ispirato alle visioni di J. M. Barrie di e con Silvano Antonelli con la partecipazione di Laura Righi. Età: a partire dai 3 anni. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800013952; info@centrosantachiara.it.

BOLZANO – Via Bari 15 Tel. 0471 930993 – bazarbz@bazar.it

Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.30-18.30

CESARE CREMONINI

BIAGIO ANTONACCI

Quattordici concerti da ottobre a novembre in tutta Italia, durante i quali Cesare riproporrà al pubblico molti dei suo maggiori successi dal 1999 ad oggi e i brani del nuovo lavoro “Logico”, il sesto album di inediti in uscita il 6 maggio, anticipato da “Logico #1” attualmente il brano più trasmesso dalle radio italiane.

Nel concerto il cantautore proporrà sia i brani che hanno caratterizzato il suo percorso musicale, dagli esordi fino ad oggi, sia gli inediti del suo ultimo album L’amore comporta, uscito lo scorso 8 aprile per Iris/Sony Music e stabile ai primi posti della classifica Fimi/Gfk degli album più venduti, che contiene brani che sono già diventati dei successi, come Ti penso raramente, Dolore e Forza e Tu sei bella.

TRENTO Palatrento 25 novembre 2014 ore 21

TRENTO Palatrento 16 dicembre 2014 ore 21

Cultura VISITE GUIDATE ALLA TORRE DI PIAZZA Trento. Ore 11. I biglietti, del costo di 7 euro, sono in vendita al Museo Diocesano Tridentino negli orari di apertura. È possibile acquistare il biglietto sia al momento, sia anticipatamente, riservando così il proprio posto per una data a scelta. Non è invece consentita la prenotazione telefonica o tramite email. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; www. museodiocesanotridentino.it. Musica CLAUDIO BAGLIONI IN CONCERTO Trento. Ore 21. Auditorium S. Chiara - Via S. Croce, 67. Prevendita biglietti anche presso la redazione di Trentinomese - Via Ghiaie, 15 - Trento.. Teatro LO SPAVENTAPASSERI - ALLA RICERCA DEL SEME DELLA FELICITÀ Calceranica al Lago. Ore 16.30. Teatro “S. Ermete”. Spettacolo di Camillo Avi con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la XII rassegna provinciale di teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro IL GIARDINO DIMENTICATO Cognola. Ore 16.30. Teatro “Auditorium”.Spettacolo di e con la Filodrammatica “Amici del Teatro” di Moena. Per la XII rassegna provinciale di teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ROMANZO D’INFANZIA Rovereto. Ore 17. Teatro Zandonai. Spettacolo dedicato a tutti coloro che non possono fare a meno dell’amore, danzato e parlato. Commuove gli adulti e fa ridere i bambini, per questo è vivamente richiesta la loro presenza, essendo una creazione nata soprattutto per un pubblico giovane. In scena 2 danzatori che si alternano tra essere genitori e figli e poi di nuovo padre e figlio e madre a figlia e poi fratelli, sì, soprattutto fratelli, e alternano il subire e il ribellarsi e difendere e scappare e tornare e farsi rapire per sempre senza ritorni: insomma vivere... Info: www. comune.rovereto.tn.it. Teatro SANGUINARE INCHIOSTRO Trento. Ore 16. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Cronache dalla Grande Guerra. Spettacolo con il Teatro Stabile di Bolzano, di e con Andrea Castelli; regia Carmelo Rifici; scene Guido Buganza; costumi Margherita Baldoni. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800013952; info@centrosantachiara.it. Teatro ragazzi A PROPOSITO DI PITER PAN Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti, via Santa Croce 67. Spettacolo con la Compagnia Teatrale Stilema, liberamente ispirato alle visioni di J. M. Barrie di e con Silvano Antonelli con la partecipazione di Laura Righi. Età: a partire dai 3 anni. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800013952; info@centrosantachiara.it. Tradizione SAGRA DI SAN LEONARDO Castelnuovo. Tradizionale appuntamento per assaggiare e degustare le tipiche Pezate de Agnelo presso il tendone riscaldato. Info: APT Valsugana - Ufficio di Borgo Valsugana, Tel. 0461.727740, borgovalsugana@visitvalsugana.it.

10 LUNEDÌ Musica TRENTO MUSICANTICA 2014 - DI GUERRA E DI PACE: LA PIFARESCA Trento. Ore 21. Castello del Buonconsiglio, via Bernardo Clesio 5. Il concerto si muove con un’alternanza continua tra brani rappresentativi delle guerra e della pace, e si ispira all’ampio repertorio tematico degli omaggianti compositori di corte, o a quello appartenente alla viva tradizione

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popolare. Ecco dunque titoli guerreschi, celebrativi o legati alle feste di corte o popolari. Citazioni musicali di temi militari e di temi legati alla vita cortigiana o di piazza: il fragore e i ritmi della battaglia, la frenesia e la spensieratezza delle feste. Ingresso gratuito. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800013952; info@centrosantachiara.it.

11 MARTEDÌ Cultura L’EUROPA CHE FU - STORIE DA TRENTO ALL’EUROPA Trento. Ore 17. Archivio di Stato Via Maestri del Lavoro, 4. “«...del resto voi siete i vincitori e noi i vinti». L’Italia al di là delle Alpi alla fine della grande Guerra” a cura di Rossella Ioppi. “Dal Mediterraneo all’Europa. I traffici commerciali attraverso le Alpi in antico regime. Evidenze archivistiche nel complesso documentario “Atti trentini” a cura di Katia Occhi - FBK-Istituto storico italo germanico. Info: www.archiviodistatotrento@ beniculturali.it; as-tn@beniculturali. it; Tel. 0461.829008. Folklore FESTA DEI FUOCHI DI SAN MARTINO Predazzo. Dopo il suono dell’Ave Maria si accendono grandiosi fuochi sui fianchi delle montagne. Segue sfilata con campanacci e ritrovo nella piazza principale di Predazzo. Info: www.visitfiemme.it. Musica VIOLINO E PIANOFORTE Trento. Ore 9. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Ingresso libero. Invito all’ascolto: concerti autunno 2014. Francesco Iorio, violino; Gabriele Iorio, pianoforte su musiche di L. van Beethoven, P. de Sarasate, J. Massenet, M. Ravel. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it.

Teatro ARLECCHINO SERVITORE DI DUE PADRONI Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Spettacolo di Carlo Goldoni; messa in scena Ferruccio Soleri, regia di Giorgio Strehler, collaborazione di Stefano de Luca. Info: www.comune.rovereto.tn.it. Teatro SANBÀPOLIS OFF - PRIMI PASSI SULLA LUNA Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, via della Malpensada 82-88. Produzione LITTA_produzioni - Pierfrancesco Pisani di Andrea Cosentino. Indicazioni di regia Andrea Virgilio Franceschi. Era il 20 luglio 1969 ed eravamo tutti davanti al televisore. Nulla avrebbe potuto rubare la scena a Neil Armstrong e ai suoi primi passi sulla Luna. In questa performance Andrea Cosentino inquadra immagini di un futuro ormai passato, prendendo spunto dal quarantennale del primo allunaggio. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800013952; info@ centrosantachiara.it.

12 MERCOLEDÌ Musica «ORCHESTRA HAYDN» Trento. Ore 20.30. Auditorium. Zhang Xian, direttore; Eugene Ugorski, violino; Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi su musiche di Antonín Dvo ák Karneval, op. 92; Erich Wolfgang Korngold - Concerto per violino e orchestra in re maggiore, op. 35; Antonín Dvo ák - Sinfonia n. 9 in mi minore, op. 95 “Dal Nuovo Mondo”. Info: www.haydn.it. Musica NOVELLE CRUDELI DI FRANCESCO CUSA Trento. Ore 20.30. Sala Fondazione Caritro, via Calepina 1. Alessandro Cevasco voce recitante, Sonata Islands: Emilio Galante flauto, Nicola Fazzini sax, Gabriele Evangelista contrabbasso, Francesco

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trentinoappuntamenti la montagna e pezzi popolari della tradizione corale trentina. Ingresso libero. Info: Coro Castion corocastion@libero.it. Teatro DOVE SONO JIM E RODRIGO? Trento. Ore 20.45. Teatro Cuminetti. Spettacolo di Luisa Pachera con l’Associazione Culturale “Grenzland” di Avio. Per la rassegna “Palcoscenico Trentino” - il concorso, premio Mario Roat. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Cusa batteria. Ingresso gratuito. Info: www.trentinojazz.com. Teatro ARLECCHINO SERVITORE DI DUE PADRONI Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Spettacolo di Carlo Goldoni; messa in scena Ferruccio Soleri, regia di Giorgio Strehler, collaborazione di Stefano de Luca. Info: www.comune.rovereto.tn.it.

13 GIOVEDÌ Danza OYSTER Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo con Inbal Pinto Dance Company, di Inbal Pinto e Avshalom Pollak Lighting. Info: www.centrosantachiara.it. Musica FESTIVAL INTERNAZIONALE DELL’ARMONICA A BOCCA Trento. Ore 21. Sala Fondazione Caritro - via Calepina, 1. per armonica e pianoforte con Santo Albertini (armonica cromatica) e Edoardo Bruni (pianoforte). Info: Associazione Amici dell’Armonica a bocca Tel. 340.5026235; associazione@armonicaamica.it; www.armonicaamica.it.

14 VENERDÌ Cultura LE NUOVE FRONTIERE DELL’INNOVAZIONE SOCIALE Trento. Ore 17.30-22.30. Via Passirio, 13. Dal racconto delle vicende di Adriano Olivetti ad un percorso per scoprire l’innovatore e l’imprenditore nascosto che c’è in te. Narrazioni, musica, giochi e laboratori per bambini per riscoprire la forza dei sogni, riflettere e confrontarsi sul significato dii nnovazione sociale oggi. Info: www. cooperazionesocialetrentina.it. Musica CONCERTO FILARMONICA Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Quartetto Minetti, Maria Eh-

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mer, Anna Knopp, violini; Milan Milojicic, viola; Leonhard Roczek, violoncello su musiche di J. Haydn, D. Sostakovic e F. Mendelssohn. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it. Musica OMAGGIO A RICCARDO ZANDONAI Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Info: www.haydn.it. Musica QUARTETTO MINETTI IN CONCERTO Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Maria Ehmer, Anna Knopp, violini; Milan Milojicic, viola; Leonhard Roczek, violoncello su musiche di J. Haydn, D. Sostakovic, F. Mendelssohn. Info: www.filarmonica-trento.it. Teatro THEATRUM MUNDI - TRENTO E IL SUO CONCILIO Tesero. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Luisa Pachera con la Compagnia “GAD - Città di Trento”. Per “Il piacere del teatro” - 23a rassegna teatrale organizzata dalla Filodrammatica “L. Deflorian” di Tesero. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA MIA STORIA ROMANTICA Trento. Ore 21. Teatro Portland. Spettacolo di D.C. Jackson - trad. di Marco Ghelardi con la Compagnia “Aria Teatro”. Per la rassegna teatrale “La bella stagione”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

15 SABATO Musica IN-CANTIAMO LA VALLE Cembra. Ore 20.30. Chiesa parrocchiale. Tradizionale rassegna di canti corali con i cori della Valle di Cembra. Il repertorio, davvero vario, è costituito da brani tratti dalla polifonia classica, canti del-

Teatro LO SPAVENTAPASSERI - ALLA RICERCA DEL SEME DELLA FELICITÀ Vigolo Vattaro. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Camillo Avi con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la XII rassegna provinciale di teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PER QUEL TERMPORAL SUL BRENTA Rovereto. Ore 20.45. Teatro S. Maria. Autore anonimo - elaborazione di Riccardo Gottardi con la Filodrammatica “Doss Caslir” di Cembra. Per “Ugo Coelli” rassegna teatrale organizzata dalla Filodrammatica “Nino Berti” di Rovereto. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro LA MIA STORIA ROMANTICA Trento. Ore 21. Teatro Portland. Spettacolo di D.C. Jackson - trad. di Marco Ghelardi con la Compagnia “Aria Teatro”. Per la rassegna teatrale “La bella stagione”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ‘L SAGRESTAN DE DON ALBINO Povo. Ore 21. Teatro “Concordia”. Spettacolo di Luciano Zendron - tratto da un lavoro di Dino Belmondo con la Filodrammatica “Arca di Noè” di Mattarello. Per la rassegna teatrale “Isidoro Trentin”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro REPARTO PATERNITÀ - UNA CORSA... IN CORSIA Pergine Valsugana. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Ray Cooney - trad. di Maria Teresa Petruzzi con la Filodrammatica “S. Martino” di Fornace. Per “Autunno a Teatro” rassegna teatrale organizzata dalla Filodrammatica “ACS Punto 3” di Canale di Pergine. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Teatro TERRA DI NESSUNO Nave S. Rocco. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Eraldo Baldini con T.I.M. - Teatro Instabile Meano. Per la rassegna teatrale a Nave S. Rocco organizzata dalla Filo “S. Rocco”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTI ‘N TERAPIA Gardolo. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Gloria Gabrielli con la Filodrammatica “La Logeta” di Gardolo. Per la rassegna “Alegra Ribalta” - XXVII rassegna teatrale organizzata dalla Filo “La Logeta” di Gardolo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Tradizione RASSEGNA-CONCORSO DI FORMAGGI DI MALGA Ivano Fracena. Si rinnova anche per il 2014 il concorso tra i formaggi di malga della Valsugana, quest’anno nella cornice di Castel Ivano, a Ivano Fracena. Degustazioni e laboratori. Info: APT Valsugana - Ufficio di Borgo Valsugana, Tel. 0461.727740, borgovalsugana@visitvalsugana.it.

16 DOMENICA Musica CANTI DELLA PICCOLA PATRIA Rovereto. Ore 17. Teatro Zandonai. Concerto con musiche di Riccardo Zandonai e della tradizione roveretana. Info: info@visitrovereto.it. Teatro PETER PAN - UN MUSICAL FANTASTICO... ADATTO A BAMBINI, RAGAZZI, ADULTI E PER TUTTE LE FAMIGLIE Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. Adattamento della favola di J.M. Barrie con le musiche di E. Bennato con la Compagnia di Lizzana. Per la rassegna “Palcoscenico Trentino” - il concorso, premio Mario Roat. Spettacolo fuori concorso. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro CIRCOPIZZA XXL (OVVERO EXTRALARGE) Calavino. Ore 16.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Giuseppe Marazzi con la FiloCircus.Laives & Arte Viva (Filodrammatica di Laives). Per la XII rassegna provinciale di teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA LUCE AZZURRA DELLA FELICITÀ Cognola. Ore 16.30. Teatro “Auditorium”. Spettacolo di e con i Giovani Attori del Circolo Culturale Filodrammatico di Ischia. Per

la XII rassegna provinciale di teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA MIA STORIA ROMANTICA Trento. Ore 10. Teatro Portland. Spettacolo di D.C. Jackson - trad. di Marco Ghelardi con la Compagnia “Aria Teatro”. Per la rassegna teatrale “La bella stagione”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi “PIERINO E IL LUPO” E “LITTLE SAD SAOUND” Civezzano. Ore 16. Teatro comunale Luigi Pirandello. All’interno della rassegna teatrale per ragazzi “Il Grillo Parlante” spettacolo con i burattini di Luciano Gottardi. Ingresso: adulti € 4,00, ragazzi fino a 12 anni € 3,00. Apertura biglietteria alle 15.30. Info: Compagnia Filodrammatica Civezzano filocivezzano@libero.it, www.filocivezzano.altervista.org. Tradizione RASSEGNA-CONCORSO DI FORMAGGI DI MALGA Ivano Fracena. Si rinnova anche per il 2014 il concorso tra i formaggi di malga della Valsugana, quest’anno nella cornice di Castel Ivano, a Ivano Fracena. Degustazioni e laboratori. Info: APT Valsugana - Ufficio di Borgo Valsugana, Tel. 0461.727740, borgovalsugana@visitvalsugana.it.

18 MARTEDÌ Musica GABRIELE PRODI Trento. Ore 9. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Gabriele Prodi, pianoforte su musiche di L. v. Beethoven, R. Schumann. Ingresso libero. Info: www.filarmonica-trento. it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Musica STEFANO BOLLANI HAMILTON DE HOLANDA DUO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Con Stefano Bollani (pianoforte) e Hamilton De Holanda (mandolino). Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800013952; info@centrosantachiara.it.

19 MERCOLEDÌ Musica SCHWINGUNGEN 77 ENTERTAINMENT Trento. Ore 20.30. Sala Fondazione Caritro, via Calepina 1. Schwingungen 77 Entertainment è un trio chitarristico incentrato sull’interplay creativo ed estemporaneo tra i musicisti, coinvolti al contempo in un serrato rapporto dialogico con le parti elettroniche pre-registrate.ai confini tra avant-jazz e sperimentazione elettronica. Il

lavoro è concettualmente ispirato all’estetica dell’arte futurista.Il trio è composto da Andrea Massaria, Alessandro Seravalle ed Enrico Merlin. Ingresso gratuito. Info: www.trentinojazz.com.

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20 GIOVEDÌ Musica TRENTO MUSICANTICA 2014 - CANTO GREGORIANO DAI MONUMENTA LITURGIAE ET CANTUS Trento. Ore 21. Badia di San Lorenzo, via Pozzo 2. Gruppo vocale Laurence Feininger, dir. Roberto Gianotti. Un concerto di canto gregoriano proposto dal Gruppo vocale Laurence Feininger diretto da Roberto Gianotti, preceduto alle 18,30 dalla presentazione della Collana “Monumenta litugiae et cantus”. Ingresso gratuito. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800013952; info@centrosantachiara.it.

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21 VENERDÌ Cultura CONOSCO L’AUTORE! Trento. Dalle 16.30 alle 17.30. Sezione ragazzi della Biblioteca comunale - via Roma, 55. Nel Bosco delle storie, Carol e Matteo, volontari in Servizio civile in biblioteca, racconteranno ai bambini ed alle bambine storie sul tema del giorno. In occasione delle letture, saranno disponibili gratuitamente copie della bibliografia. Info: www. bibcom.trento.it;Tel. 0461.889521; info@bibcom.trento.it. Teatro SENZA FILTRO - UNO SPETTACOLO PER ALDA MERINI Trento. Ore 21. Teatro Portland. Spettacolo dI Fabrizio Visconti e Rossella Rapisarda con la Compagnia “Eccentrici di Dadarò”. Per la rassegna teatrale “La bella stagione”.Info: Co.F.As.Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA VITA CHE TI DIEDI Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Spettacolo con il Teatro Stabile di Bolzano. di Luigi Pirandello; regia Marco Bernardi; scene Gisbert Jaekel; costumi Roberto Banci con Patrizia Milani e Carlo Simoni. Info: www.centrosantachiara. it; n. verde 800013952; info@centrosantachiara.it.

22 SABATO Cultura TEDXTRENTO 2014: CREATIVITÀ E DIVERSITÀ Trento. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Prestigiosa conferenza dedicata a scienza, tecnologia e innovazione con molte novità e speaker selezionati tra quelli con le migliori idee e storie

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Teatro LA LETTERA Bedollo. Ore 20.45. Teatro Nuovo. Spettacolo di Gianni Facchin con la Filodrammatica “San Giorgio” di Castel Tesino. Per “Foie de Bedol” - rassegna teatrale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Teatro ‘L SAGRESTAN DE DON ALBINO Pergine Valsugana. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Luciano Zendron - tratto da un lavoro di Dino Belmondo con la Filodrammatica “Arca di Noè” di Mattarello. Per “Autunno a Teatro” rassegna teatrale organizzata dalla Filodrammatica “ACS Punto 3” di Canale di Pergine. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro LA CINA DAI TARTANOC Sarche. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Francis Veber con la Filodrammatica “El Filò da la Val Rendena” di Pinzolo. Per la Rassegna teatrale organizzata dalla Filodrammatica “Toblino” di Sarche. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NO ‘L ME PIASS Civezzano. Ore 20.45. Teatro “Luigi Pirandello”. Spettacolo di e con l’Associazione Culturale “La Baraca” di Martignano. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’ANATRA ALL’ARANCIA Povo. Ore 21. Teatro “Concordia”. Spettacolo di W.D. Home e M.A. Sauvajon - trad. di Francesco Orsini con la Compagnia “GAD - Città di Trento. Per la rassegna teatra-

Teatro ME CUGNADA L’È NA STAR Gardolo. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Domenico e Massimo Canzano - trad. dialettale di Franco e Federica Kerschbaumer con la Filodrammatica “S. Gottardo” di Mezzocorona. Per la rassegna “Alegra Ribalta” - XXVII rassegna teatrale organizzata dalla Filo “La Logeta” di Gardolo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro PE NO NAR EN MALORA Rallo. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Alberto Maria Betta con la Compagnia “I Sarcaioli” dell’Alto Garda. Per “Teatrallo” - rassegna teatrale organizzata dalla Filo “R.a.l.” di Rallo. Info:

trentinoappuntamenti Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro VA TUT BEN... BASTA CHE I PAGA! Avio. Ore 20.30. Teatro. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “S. Rocco” di Nave S. Rocco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’OMINO DELLA PIOGGIA Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti, via Santa Croce 67. Con Studio TaDaa!. Spettacolo di e con Michele Cafaggi; regia Ted Luminarc. Età: a partire dai 3 anni. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800013952; info@centrosantachiara.it. Teatro LA VITA CHE TI DIEDI Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Spettacolo con il Teatro Stabile di Bolzano. di Luigi Pirandello; regia Marco Bernardi; scene Gisbert Jaekel; costumi Roberto Banci con Patrizia Milani e Carlo Simoni. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800013952; info@centrosantachiara.it.

23 DOMENICA Cultura VISITE GUIDATE ALLA TORRE DI PIAZZA Trento. Ore 11. I biglietti, del costo di 7 euro, sono in vendita al

Museo Diocesano Tridentino negli orari di apertura. È possibile acquistare il biglietto sia al momento, sia anticipatamente, riservando così il proprio posto per una data a scelta. Non è invece consentita la prenotazione telefonica o tramite email. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; www. museodiocesanotridentino.it. Teatro E NE SEN DITI... Cognola. Ore 16.30. Teatro “Auditorium”. Spettacolo di e con la Compagnia “I Rugantei de Roncogn”. Per la XII rassegna provinciale di teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PETER PAN - UN MUSICAL FANTASTICO” Moena. Ore 16.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo tratto dalla favola di J.M. Barrie con le musiche di E. Bennato con la Compagnia di Lizzana. Per la XII rassegna provinciale di teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LO SPAVENTAPASSERI - ALLA RICERCA DEL SEME DELLA FELICITÀ Olle Valsugana. Ore 16.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Camillo Avi con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per

la XII rassegna provinciale di teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA LUCE AZZURRA DELLA FELICITÀ Sopramonte. Ore 16. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di e con i Giovani del Circolo Culturale Filodrammatico di Ischia. Per la rassegna teatrale a Sopramonte. Ingresso libero. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’OMINO DELLA PIOGGIA Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti, via Santa Croce 67. Con Studio Ta-Daa!. Spettacolo di e con Michele Cafaggi; regia Ted Luminarc. Età: a partire dai 3 anni. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800013952; info@centrosantachiara.it. Teatro LA VITA CHE TI DIEDI Trento. Ore 16. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Spettacolo con il Teatro Stabile di Bolzano. di Luigi Pirandello; regia Marco Bernardi; scene Gisbert Jaekel; costumi Roberto Banci con Patrizia Milani e Carlo Simoni. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800013952; info@centrosantachiara.it.

24 LUNEDÌ Teatro SANBÀPOLIS OFF - MARIA ANTONIETTA Trento. O re 2 1. 3 0 . Teatro Sanbàpolis, via della Malpensada 82-88. Letizia Cesarini, vocalist e chitarrista. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800013952; info@centrosantachiara.it.

25 MARTEDÌ Cultura L’EUROPA CHE FU - STORIE DA TRENTO ALL’EUROPA Trento. Ore 17. Archivio di Stato Via Maestri del Lavoro, 4. “La prostituzione in Trentino fra ‘800 e ‘900” a cura di Nicola Fontana - Museo della guerra di Rovereto. “Una storia criminale tra Belgrado e Trento. La banda Battistig 19111915” a cura di Mirko Saltori. Info: www.archiviodistatotrento@beniculturali.it; as-tn@beniculturali.it; Tel. 0461.829008. Musica LE DUE VITE DI MARCELLO FERA Trento. Ore 20.30. Sala Fondazione Caritro, via Calepina 1. Spettacolo di Marcello Fera melologo per attrice e tre strumenti: Johanna Porcheddu - attrice Trio Conductus: Nathan Chizzali, Marcello Fera, Silvio Gabardi. Ingresso gratuito. Info: www.trentinojazz.com.

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Musica CESARE CREMONINI IN CONCERTO Trento. Ore 21. Palatrento - Via Fersina, 11. Prevendita biglietti anche presso la redazione di Trentinomese - Via Ghiaie, 15 - Trento.. Teatro QUASI QUASI PROVO ANCA MI Mori. Ore 20.45. Teatro Sociale. Spettacolo di Gloria Gabrielli con la Filodrammatica “Nino Berti” di Rovereto. Per la XXX rassegna teatrale Gustavo Modena. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

26 MERCOLEDÌ Musica CONCERTO FILARMONICA Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Quartetto Prometeo, Giulio Rovighi, violino; Aldo Campagnari, violino ; Massimo Piva, viola; Francesco Dillon, violoncello; Roberta Gottardi, clarinetto; Stefano Guarino, violoncello su musiche di J. Brahms, F. Schubert e M. Uvietta. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it. Musica QUARTETTO PROMETEO IN CONCERTO Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Quartetto Prometeo Giulio Rovighi, violino; Aldo Campagnari, violino; Massimo Piva, viola; Francesco Dillon, violoncello; Roberta Gottardi, clarinetto; Stefano Guarino, violoncello su musiche di J. Brahms, F. Schubert, M. Uvietta. Info: www. filarmonica-trento.it.

28 VENERDÌ Danza ANTICORPI EXPLO Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti, via Santa Croce 67. Anticorpi eXpLo è il nome attribuito alle maratone di danza frutto del rapporto instaurato con Anticorpi XL - Network Giovane di Danza d’Autore. Info: www.centrosantachiara.it. Teatro FIGARO - MONOLOGO SENZA CENSURE Trento. Ore 21. Teatro Portland. Spettacolo ispirato all’opera “Le nozze di Figaro” di P.A. Caròn De Beaumarchais - di e con Federico Vivaldi con la Compagnia “Spazio Elementare Teatro”.Per la rassegna teatrale “La bella stagione”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

29 SABATO Musica 1914 TERRA DI NESSUNO Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. “1914 Terra di nessuno” è

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trentinoappuntamenti uno spettacolo multimediale, dove i linguaggi artistici del contemporaneo (filmati, immagini e musica elettronica) si intrecciano a forme espressive tradizionali (il coro con il repertorio canoro e la recitazione tratta dai diari dei soldati) per una messa in scena originale ed attuale. I canti saranno eseguiti dal coro S. Ilario, diretto dal maestro Antonio Pileggi, assieme alle musiche del violoncello ed al canto della giovane ed affermata musicista Adele Pardi, e alla musica elettronica di Chiarastella Calconi, eclettica artista del suono elettronico. Info: info@visitrovereto.it. Musica GERONIMO ALLEGRETTO Trento. Ore 17.30. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Storia di un direttore d’orchestra di fama mondiale che perde la capacità di riconoscere i colori musicali e i segni che li indicano sulla partitura. A cura dei Minipolifonici. Ingresso libero. Info: www.filarmonicatrento.it; Tel. 0461.985244; info@ filarmonica-trento.it. Teatro SOGNO POETICO DI UNA GALLINA RITMICA Trento. Ore 20.45. Teatro Cuminetti. Ovvero: “Ah, stiamo freschi se la Galina canta”, tratto da “150 la gallina canta” di Achille Campanile con la Filodrammatica “La Marianela” di Romallo. Per la rassegna “Palcoscenico Trentino” - il concorso, premio Mario Roat. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro PETER E WENDY Tesero. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di James Matthew Barrie con la Filodrammatica “Lucio Deflorian” di Tesero. Per “Il piacere del teatro” - 23a rassegna teatrale organizzata dalla Filodrammatica “L. Deflorian” di Tesero. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

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Teatro NO’L ME PIASS Povo. Ore 21. Teatro “Concordia”. Spettacolo di e con l’Associazione Culturale “La Baraca” di Martignano. Per la rassegna teatrale “Isidoro Trentin”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NUDA E PER POCHI SOLDI Mori. Ore 20.45. Teatro Sociale. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Ce.Dro” di Dro. Per la XXX rassegna teatrale Gustavo Modena. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro CARRIOLE D’AMORE Pergine Valsugana. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Claudio Morelli con la Filodrammatica di Canezza di Pergine. Per “Autunno a Teatro” rassegna teatrale organizzata dalla Filodrammatica “ACS Punto 3” di Canale di Pergine. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTI ‘N TERAPIA Nave S. Rocco. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Gloria Gabrielli con la Filodrammatica “La Logeta” di Gardolo. Per la rassegna teatrale a Nave S. Rocco organizzata dalla Filo “S. Rocco”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

30 DOMENICA Teatro EN DÌ ALL’OSPEDALE Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. Spettacolo di Camillo Vittici - trad. in dial. telvato s’cet con la Filodrammatica di Telve Valsugana. Per la rassegna “Palcoscenico Trentino” - il concorso, premio Mario Roat. Spettacolo fuori concorso. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro LE AVVENTURE DI MOMO Cognola. Ore 16.30. Teatro “Auditorium”. Spettacolo di e con la Filodrammatica “Vi.Va” di Vigolo Vattaro. Per la XII rassegna provinciale di teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL GIARDINO DIMENTICATO Moena. Ore 16.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di e con la Filodrammatica “Amici del Teatro” di Moena. Per la XII rassegna provinciale di teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PETER E WENDY Tesero. Ore 16. Teatro Comunale. Spettacolo di James Matthew Barrie con la Filodrammatica “Lucio Deflorian” di Tesero. Per “Il piacere del teatro” - 23a rassegna teatrale organizzata dalla Filodrammatica “L. Deflorian” di Tesero. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

GLI APPUNTAMENTI DI DICEMBRE 2 MARTEDÌ Musica CONCERTO FILARMONICA Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Quartetto Fauré Erika Geldsetzer, violino; Sascha Frömbling, viola; Konstantin Heidrich, violoncello; Dirk Mommertz, pianoforte su musiche di G. Mahler, W. A. Mozart e J. Brahms. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it.

3 MERCOLEDÌ Musica «ORCHESTRA HAYDN» Trento. Ore 20.30. Auditorium. Ekhart Wycik, direttore; Roberto Cominati, pianoforte su musiche

VALENTINA MUSMECI

PIÙ FORTE, PIÙ IN ALTO IE STORIA DI UN PION

TINO, RE DEL VOLO TREN

FRANCESCO VOLPI

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IN L S IB w w UL RER w. NO IA cu ST O r c u R PP eg O S UR en IT E ov O ese .i t

di Felix Mendelssohn-Bartholdy: La favola della bella Melusina, Ouverture, op. 32; Robert Schumann: Concerto per pianoforte e orchestra in la minore, op. 54; Joseph Haydn: L’incontro improvviso: Sinfonia; Luigi Cherubini: Sinfonia in re maggiore. Info: www.haydn.it. Teatro SANBÀPOLIS OFF - TUTTO Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, via della Malpensada 82-88. Il testo di Rafael Spregelburd, allestito da una giovane compagnia di Rovereto, si caratterizza come una successione tre di fabulae morali per rispondere ad altrettante domande, tutte legate all’attualità: il rapporto fra organizzazione statale e burocrazia; il commercio nell’arte; religione e superstizione. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800013952; info@ centrosantachiara.it.

FRANCESCA NEGRI NUOVA WINE TUTOR DI RAI2

sito web del programma www.dettofatto.rai.it (puntata del 29 settembre e del 24 ottobre). Francesa tornerà in video attorno a metà novembre. Per sapere la data precisa basta tenere d’occhio la pagina Facebook di Detto Fatto https://www.facebook.com/DettoFattoRai2 che fornisce informazioni in tempo reale. Geisha Gourmet si può seguire su www.geishagourmet.com, il suo blog, e sulla pagina Facebook www.Facebook.com/ geishagourmet.

5 VENERDÌ Opera lirica RIGOLETTO Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Opera in tre atti di Francesco Maria Piave. Musica di Giuseppe Verdi, Direttore Giovanni di Stefano, regia Gian Domenico Vaccari. Scene Sormani-Cardaropoli su bozzetti di Lorenzo Ghiglia. Info: www. centrosantachiara.it.

7 DOMENICA Opera lirica RIGOLETTO Trento. Ore 16. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Opera in tre atti di Francesco Maria Piave. Musica di Giuseppe Verdi, Direttore Giovanni di Stefano, regia Gian Domenico Vaccari. Scene Sormani-Cardaropoli su bozzetti di Lorenzo Ghiglia. Info: www. centrosantachiara.it.

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rancesca Negri, giornalista e scrittrice nota al settore enogastronomico come Geisha Gourmet, nome del suo blog www.geishagourmet. com, è entrata nella squadra del programma di Rai2 Detto Fatto, condotto da Caterina Balivo. Francesca Negri entra nel cast della trasmissione in onda tutti i giorni dalle 14 alle 16 come wine tutor e a lei spetta il compito di spiegare al grande pubblico di Rai2 tutti i segreti e il fascino del vino, usando termini semplici e affrontando argomenti molto pratici. Si parte dall’ABC del vino e ogni tutorial di Francesca, in onda una volta al mese, affronterà tema come quali bicchiere scegliere a seconda della bottiglia che si stappa, quali sono gli strumenti ideali per aprire il vino, tutti i segreti del brindisi e così via. Donna del vino, Cavaliere del sovrano e nobilissimo ordine dell’Amarone e del Recioto, Francesca da sempre propone un modo di parlare di enogastronomia frizzante e glamour, ammiccante e sensuale. E un pizzico di sensualità ci sarà via via anche nei suoi tutorial, che si propongono di svelare piccoli segreti e buoni usi, ma soprattutto vogliono far capire che il vino non è niente di complicato, è un piacere da vivere e condividere, un ingrediente quotidiano o speciale, dipende dalle occasioni. Un vino da indossare come un abito, un profumo, una lingerie. Un vino espressione personale di stile, carattere e di stati d’animo. In punta di tacco 15, Francesca accompagnerà gli ascoltatori con la sua simpatia e il suo fascino in un viaggio intrigante nell’avvincente mondo di Bacco, guardato con gli occhi di una Venere appassionata, di una Geisha Gourmet dedita all’arte del vino e del cibo. I tutorial di Francesca sono disponibili online anche sul 103

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trentinomatrimoni PER I NOSTRI LETTORI, LE NOZZE DI GIULIA CON GIANNI E DI BARBARA CON PATRIZIO

I MATRIMONI DEL MESE

trentinomatrimoni Matrimonio: Religioso Data: 28 giugno 2014 Luogo: Vigo Cavedine Invitati: 130 Ricevimento: Grand Hotel Terme - Comano Fiori e Bouquet: Tessadri Fiori - Ala Bomboniere: Sposini Thun Torta: Pasticceria Bologna - Mori Viaggio: New York - Bahamas Durata: 20 giorni Vivranno a: Trento

Servizio fotografico a cura di: Roberta Pisoni www.robertapisoni.it

Lei Nome: Giulia Anni: 23 Nata a: Trento Residente a: Vigo Cavedine Occupazione: Educatrice Vestito: Nicole Spose - Bassano del Grappa Scarpe: Carlin Calzature - Pergine Valsugana

Lui Nome: Gianni Anni: 29 Nato a: Trento Residente a: Vigo Cavedine Occupazione: Impiegato Vestito e scarpe: Baratto - Lavis 104

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trentinomatrimoni

trentinomatrimoni Matrimonio: Religioso Data: 26 luglio 2014 Luogo: Bedollo (Tn) Invitati: 50 Ricevimento: Malga Stramaiolo - Bedollo Fiori e Bouquet: Fioreria Patricia - Miola di Pinè Bomboniere: Bottiglia di vino personalizzata Torta: Pasticceria Maffioletti - Civezzano Anelli: Gioielleria Nuova - Trento Lista di nozze: Industria del Viaggio - Pergine Vals. Musica: Simone Zanghellini Viaggio: West Coast U.S.A. - Las Vegas Durata: 15 giorni Vivranno a: Fornace Curiosità: “Perché un matrimonio in Malga? Perché entrambi amiamo la montagna e perché proprio lì, su quel sentiero, cinque anni e mezzo fa, ci siamo conosciuti”.

Lei Nome: Barbara Anni: 34 Nata a: Trento Residente a: Fornace Occupazione: Impiegata Vestito: Bermax - Trento Scarpe: Carlin Calzature - Pergine Valsugana Parrucchiere: Arte & Magia - Baselga di Pinè Truccatore: Arte & Magia - Baselga di Pinè

Lui Nome: Patrizio Anni: 33 Nato a: Trento Residente a: Fornace Occupazione: Impiegato Vestito: Bermax - Trento Scarpe: Carlin Calzature - Pergine Valsugana Barbiere: Salone Goccia - Baselga di Pinè

Servizio fotografico a cura di: Giorgia Cristelli www.cristelligiorgia.com 106

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trentinoscoop&news

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“VESTITI SOLIDALI”: IL GRAZIE DI CARITAS APPLAUSI PER L’ENOGASTRONOMIA TRENTINA AD ALGHERO

VINCONO FABIO POZZI E GIUSEPPE MAESTRANZI SI È CONCLUSA LA 23ª EDIZIONE DEL CIRCUITO “DOLOMITI GOLF CUP”

GIUSEPPE PRENCIPE, DEL RISTORANTE “DA PINO” DI SAN MICHELE ALL’ADIGE Danilo Moresco riceve la targa ricordo del gemellaggio da Natascia Lampis assessore allo sviluppo economico del Comune di Alghero.

Da sinistra, lo chef Giuseppe Prencipe, il giornalista Giuseppe Casagrande, il giornalista sardo Bruno Merella, lo chef Mauricio Marra e Marinella Argentieri, coordinatrice di Ristoranti Regionali

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l gemellaggio enogastronomico tra Alghero e Trento, realizzato nei giorni scorsi nella bella cittadina del nord ovest della Sardegna, ha raggiunto gli obbiettivi che si era posto: promuovere lo scambio di esperienze professionali tra gli chef chiamati a collaborare, approfondire la conoscenza dei prodotti tipici e della tradizione enogastronomica delle due regioni, porre l’attenzione della stampa quotidiana e di settore sul ruolo dell’enogastronomia regionale nell’offerta turistica del nostro paese; finalità che da sempre animano l’attività dell’associazione Ristoranti Regionali-Cucina DOC che ha promosso l’iniziativa, realizzata con il contributo della Fondazione M.E.T.A di Alghero. Splendida cornice dell’evento l’Hotel Carlos V affacciato sulla Riviera del Corallo che, in autunno, regala giornate dal clima estivo e tramonti mozzafiato. Applausi per lo chef executive Giuseppe Prencipe del ristorante Da Pino di San Michele all’Adige che ha presentato: insalata di porcini su cotechino di coniglio sfumato all’aceto di mele, abbinato al Muller Thurgau Lecroci dell’Azienda Agricola Zeni di San Michele all’Adige, orzotto mantecato al rosmarino e affogato di Sabbionara abbinato al Pinot nero Rosato sempre di Zeni. Gli ospiti del convivio hanno ugualmente apprezzato le proposte dello chef executive Mauricio 108

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Marra che, per il ristorante del Emperador del Carlos V Hotel, ha approntato: rotolo di maialino con cavolo verza, purea di melanzane e patate al forno, abbinato a Cagnulari della Cantina Santa Maria la Palma e panadas di pecorino e fichi d’india con abbamele, accompagnato da Soffio di Sole Vermentino passito della stessa cantina. La cena di gemellaggio si è aperta con la degustazione di Trentingrana e formaggi del Trentino sposati ad Akenta Brut, ultimo nato della cantina Santa Maria La Palma, protagonista del progetto di affinamento nelle profondità marine dell’area protetta di Capo Caccia – Isola Piana. Gli ospiti dell’incontro hanno conosciuto le peculiarità turistiche di Alghero: il centro storico che evidenzia l’impronta catalana della città, circondata da mura a picco sul mare e arricchita da un elegante porto turistico. La Riviera del Corallo, che dal centro cittadino si sviluppa per chilometri di spiagge e calette fino a Capo Caccia, custode delle Grotte di Nettuno, meraviglia geologica. Il programma non poteva escludere appuntamenti con la gastronomia locale proposta dagli associati della Sardegna a Ristoranti Regionali – Cucina DOC www. ristorantiregionali.it, che conta iscritti in nove regioni. A chiusura dei tre giorni di “educational”, la visita della cantina Santa Maria la Palma, 4 milioni di bottiglie prodotte ogni anno, in prevalenza da uve Vermentino vinificate per diverse etichette: dalla nota Aragosta, all’elegante Blu, al raffinato Papiri, all’avvolgente passito soffio di Sole fino al Brut Akenta (acronimo dell’augurio sardo a chent’annos) che sono stati degustati al ristorante Da Bruno di Fertilia. Lo chef patron Bruno Meloni, colonna della ristorazione algherese, ha proposto un menù di terra: crema di formaggio, prosciutto crudo di Desulo e olive al finocchietto selvatico, gnocchetti alla Bruno, foglie di rosa alla lepre, agnello con le olive e cinghiale alla barbaricina, questi ultimi abbinati ad un superbo Cannonau Riserva. A gennaio sarà San Michele all’Adige ad ospitare il “girone di ritorno” con Alghero e a mettere in vetrina le bellezze artistiche e naturali del Trentino. Il ruolo da protagonista sarà riservato, anche per questo appuntamento, all’enogastronomia carta vincente dell’offerta turistica di entrambe le regioni autonome.

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l Circuito Dolomiti Golf Cup si è articolato in 16 tappe da aprile a settembre nei golf del Trentino, dell’Alto Adige, del Veneto, Lombardia e Liguria facendo conoscere le Dolomiti attraverso il patrocinio della Fondazione Dolomiti-UNESCO, del CONI e dei manifesti di Franz J. Lenhart. Hanno partecipato più di 1.600 golfisti, di cui 118 finalisti. Sabato 27 settembre si è tenuta al Golf Club Verona la finale in una gionata di sole e i campioni uscenti, Renato Tessadri e Pierluigi Oradini, hanno dovuto cedere il passo a Fabio Pozzi del golf Lazzate che vincendo con 38 punti il 1° Netto di 1ª Categoria si è aggiudicato il Circuito Dolomiti Golf Cup 2014, assieme a Giuseppe Maestranzi del golf Rendena che ha vinto il 1° Lordo con 29 punti. A distanza di due lunghezze si sono classificati 2° e 3° di prima categoria, Francesco Fedrizzi del golf Rendena e Patrich Sommariva del golf Carezza. In 2ª Categoria Walter Brugger del golf Dolomiti con 39 punti ha vinto il 1° Netto; con 4 punti in meno si è classificata 2° Netto Enrica Catturani del golf Carlomagno mentre con 34 punti Agnese Pescolderung del golf Dolomiti ha vinto il terzo posto. In 3ª Categoria ha primeggiato la brava junior Ilaria Ponziani del golf Rapallo che con 36 punti ha vinto il 1° Netto mentre Alberto Pedrotti del golf Dolomiti con lo stesso punteggio ha dovuto accontentarsi del 2° posto. Nadia Riparini del golf Carezza con 34 punti si è classificata terza. La 1ª Lady lo ha vinto con 38 punti Chiara Furlan del golf Verona e, con 4 punti in meno, ha vinto il 1° Senior Bertha Pernstich di Verona. Il 1° Master se lo è aggiudicato con 35 punti

OBIETTIVI CENTRATI NELLA PRIMA OPERAZIONE DI RACCOLTA CHE SI È SVOLTA NELLA PARROCCHIA DI SAN CARLO BORROMEO A TRENTO

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inquanta volontari coinvolti (fra Caritas parrocchiale, Caritas diocesana e residenti in parrocchia), due giornate di lavoro e ben 15 tonnellate di vestiario raccolto. Sono i principali numeri che descrivono, in estrema sintesi, la piena riuscita della prima tappa sperimentale dell’iniziativa Caritas “Vestiti solidali”, la nuova modalità di “accoglienza degli indumenti” dismessi capace di sensibilizzare e coinvolgere maggiormente la comunità valorizzando il ruolo delle parrocchie. La prima raccolta si è svolta l’11 e il 12 ottobre alla parrocchia di San Carlo Borromeo a Trento, grazie alla collaborazione fra la parrocchia stessa e la Caritas. Un sentito ringraziamento viene rivolto dalla Caritas diocesana alla comunità di San Carlo, che ha risposto con grande partecipazione anche grazie alla visibilità data all’iniziativa dagli organi di informazione e al “passaparola” fra i residenti in parrocchia. La Caritas evidenzia le buone condizioni dei capi consegnati, segno di un “donare fraterno” nel rispetto delle persone. La quantità di indumenti raccolti consente di raggiungere i tre scopi designati: la distribuzione gratuita a famiglie o singoli in stato di necessità, la rivendita a prezzi popolari presso i negozi Caritas Altr’Uso di Trento e Rovereto e la raccolta fondi (per progetti della Caritas diocesana e parrocchiale) grazie alla quota di indumenti che saranno venduti ad una ditta specializzata. Visto il successo della prima tappa sperimentale, la Caritas intende proseguire con l’iniziativa “Vestiti solidali”, auspicando al contempo l’adesione di altre parrocchie.

Cesarina Sanfelici del golf Verona, il 1° Super Senior con 35 punti è andato a Emanuela Aldrighetti di Verona. Il 1° Porsche a Cesare Lauteri del golf Saturnia con 35 punti, il 2° Porsche a Enzo Ricci del golf Molinetto, con un punto in meno. Nella categoria unica Special Guest ha vinto il 1° Lordo Giovanni Glisenti con 33 punti del golf Verona. 1° Netto Giorgio Zenatti con 39 punti anche di Verona, mentre si è classificato secondo Paolo Debortoli con 39 punti del golf Villa Giusti; 3° Netto, Alberto Accorsi con 37 punti anche di Verona. 109

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ROVERETANI IN FILA PER I “FRANCOBOLLI” IN MIGLIAIA PER LA TERZA EDIZIONE DI “MEDITA”

IN MEMORIA DI CLORINDA E DI ANCILLA

DAL 26 AL 28 SETTEMBRE, IN PIAZZA FIERA A TRENTO: VENTI EDITORI PRESENTI, QUATTORDICI PRESENTAZIONI DI NOVITÀ EDITORIALI

INAUGURATA A TRENTO LA SEDE DELL’ASSOCIAZIONE “ORA VEGLIA”

APPASSIONATI E STUDENTI ALLA MOSTRA DI FILATELIA, NUMISMATICA E CARTOFILIA

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i è conclusa con grande successo la terza edizione di Medita, la Mostra dell’Editoria Trentina che si è svolta in Piazza Fiera a Trento. Venti editori presenti, 14 presentazioni di novità editoriali, la significativa mostra dell’artista trentino Bruno Lucchi e molti altri appuntamenti culturali hanno attirato migliaia di appassionati nei tre giorni dell’evento, dal 26 al 28 settembre, in piazza Fiera a Trento. Numeri che confermano la riuscita dell’iniziativa voluta dall’Associazione Editori Trentini e sostenuta dalla Provincia autonoma di Trento, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto e da Trentino marketing. 1700 i libri venduti. Un bilancio dunque estremamente positivo che ha confermato ancora una volta quanto grande sia l’interesse e l’amore dei trentini per il libro. Non per niente siamo la regione italiana in testa alle classifiche per persone di 6 anni e più che, anche nel 2013, hanno letto almeno un libro nel tempo libero.

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enerdì 10 ottobre, a settant’anni dal sacrificio di Clorinda Menguzzato “Veglia”, la diciannovenne partigiana medaglia d’oro della Resistenza è stata inaugurata la nuova sede dell’Associazione “Ora Veglia”. La sede è stata ricavata nel vecchio edificio sede del Centro Sociale Bruno, a Piedicastello, in Via Lungadige San Nicolò. Bravi i soci dell’Associazione (con in testa le sorelle Carla e Alberta Maistri e Giorgio Amorth) che hanno lavorato per mesi per rendere agibile e arredare lo spazio della nuova sede dell’Associazione, rimasta senza una sua sede dopo essere stata costretta ad abbandonare quella messa a disposizione dal Comune presso il Torrione. Con il saluto di Marta Rossaro, presidente dell’Associazione, figlia di Partigiani è iniziata la festa di insediamento. Renzo Francescotti, in veste di vicepresidente dell’ANPI e di storico della Resistenza trentina ha ricordato la figura di “Veglia”, che è assieme alla compagna Ancilla Marighetto trucidata quattro mesi dopo di lei, la più giovane medaglia oro della Resistenza. Successivamente Francescotti, questa volta in veste di direttore e fondatore del Gruppo “Neruda”, assieme all’attrice Chiara Turrini colonna del “Neruda” ha recitato una serie di poesie della resistenza e degli spettacoli che il “Neruda”, nei suoi 46 anni di vita, ha presentato in regione, in Italia e all’estero. Si sono così potute ascoltare – con l’intermezzo musicale dell’Associazione dello zampognaro Lagaro, poesie tratte dagli spettacoli ”Ora e sempre resistenza”, “Cantada dei emigranti”, “Celtica”, “Iris” . Calorosi gli applausi. Al termine Francescotti ha annunciato che donerà all’Associazione “Ora Veglia” lo storico scenario su tela “La Guèra dei Carnéri” (1978) dei pittori Varner, Ferrandi, U. Winkler e Duca (tre dei quali scomparsi) che impreziosirà la nuova sede.

olto pubblico domenica 13 ottobre alla XX mostra internazionale di filatelia, numismatica e cartofilia che si è svolta all’auditorium Melotti a Rovereto a cura del circolo culturale numismatico cittadino presieduto da Marco Turella. Nell’occasione è stata presentata la medaglia in argento e ottone bronzato dedicata ai 250 anni dalla nascita della Biblioteca civica Tartarotti di Rovereto. La medaglia è stata creata dal bozzetto di Abs Cavalli De Angeli Nicolly vincitrice del concorso indetto tra gli studenti dell’Istituto Depero. Alla Mostra erano presenti, oltre al direttivo del Circolo, il presidente della Comunità della Vallagarina Stefano Bisoffi, l’assessore del Comune di Rovereto Leone Manfredi, il direttore della Biblioteca Gianmario Baldi, il direttore della Fondazione Museo Civico Franco Finotti, il vice direttore della Cassa Rurale Luigi Giordani, le scuole… e numerosi appassionati. Il Circolo Culturale Numismatico Filatelico Roveretano, nato nel 1993 dall’unione fra il Circolo filatelico del 1962 e il Circolo numismatico del 1965, nasce da una comune passione: quella del collezionismo. Alcuni iniziano sin da piccoli a caccia di oggetti che conquistano la fantasia. Alle volte i più strani e disparati, dalle intramontabili figurine, fumetti, cartoline, modellini, monete e in mostra c’erano anche delle singolari cravatte che si rifacevano a Depero, Nespoli e così via. Nel collezionismo in genere, ma in quello filatelico e numismatico in particolare è stata impressa per sempre la storia di anni che hanno segnato, nel bene e nel male, il destino di noi tutti. Da anni il Circolo roveretano vanta un rapporto di collaborazione con le scuole primarie nell’introduzione alla filatelia, al punto che lo scorso anno sono stati coinvolti 238 alunni della scuole “R. Elena” di Rovereto, delle “A. Rosmini” di Marco, delle “G. Galvagni” di Pomarolo, di Mori e di Ronzo Chienis.

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UN GRANDE INCONTRO, UNA PERSONA SPECIALE BEBE VIO HA DICIASSETTE ANNI E SI ERA GIÀ AVVICINATA ALLA SCHERMA QUANDO UNA MALATTIA LE RUBÒ LE BRACCIA E LE GAMBE. ADESSO HA COSTITUITO UN’ASSOCIAZIONE ONLUS, ART4SPORT. E PUNTA AD ANDARE ALLE OLIMPIADI DEL 2016 IN BRASILE

trentinoscoop&news 2016, si allena con rigore ed entusiasmo, va anche a scuola e sostiene i suoi compagni, per i quali ha costituito un’Associazione Onlus, art4sport. Il nostro incontro non è stato casuale: in mattinata Bebe era stata ricevuta dal Papa e, nel pomeriggio, ha raggiunto le socie del Soroptimist International d’Italia, radunate a Roma per un Seminario. Ci ha raggiunto perché è la nostra testimonial: e chi meglio di una piccola donna coraggiosa e impavida potrebbe rappresentare le tante donne del Soroptimist, pronte a dare piuttosto che a ricevere, attente ai bisogni dei più deboli, aperte alle innovazioni scientifiche e tecnologiche? Ci ha raccontato con disinvoltura che le piace indossare la minigonna e calzare scarpe con i tacchi; ci ha confessato che vorrebbe convincere tutti i genitori di ragazzi amputati che i loro figli non sono fragili o deboli, non si stancano più degli altri, non hanno bisogno di una protezione che può diventare soffocante… sono ragazzi e basta! E poi ci ha fatto sorridere, raccontando che “da quando sono una Soroptimist, dovunque io vada, arrivano delle amiche a salutarmi, a farmi festa, ad abbracciarmi… e poi mi regalano le loro spilline… vorrei metterle tutte insieme”…ed io le ho risposto “come le decorazioni di un generale!”. Questa è la piccola Bebe, che ha molto da insegnare a tutti noi; le auguro che possa realizzare tutti i suoi sogni, conservando la spontaneità e la freschezza che ci ha incantate. Ha sottolineato il suo amore per la scuola, la scherma e lo scoutismo; ha detto che ama il disegno e che da grande le piacerebbe diventare regista. Intanto accumula ori e argenti con il suo fioretto, si dedica all’arrampicata e alla corsa veloce e, dopo essere stata tedofora a Londra nel 2012, si allena per le Olimpiadi del 2016 in Brasile. Forza, Bebe, siamo tutte con te! Luciana Grillo

Bebe Vio e Annamaria Isastia, presidente nazionale del Soroptimist d’Italia

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i sono momenti della vita che non si dimenticheranno, come l’incontro che ho avuto il privilegio di vivere con Bebe Vio, una ragazzina di 17 anni, zazzera bionda, occhi luminosi e sorriso contagioso: è campionessa di scherma, aspira alle Olimpiadi, è capofila di un gruppo di ragazzi “amputati”, di ragazzi cioè che, per i più diversi motivi, hanno subìto l’amputazione degli arti. Bebe, ossia Beatrice Maria, era una bambina bella, vivace, sportiva. Si era già avvicinata alla scherma quando una malattia le rubò le braccia e le gambe. Bebe non si lasciò andare, convinse i genitori a farle praticare ancora la sua amata scherma e riprese, come prima, ma in carrozzella. Poi, sia grazie alla straordinaria forza di questa ragazzina, sia grazie ai progressi tecnici, dalla carrozzella Bebe è passata alle protesi che le consentono di tirare di scherma “normalmente”. È di nuovo brava, vince con naturalezza, ha sconfitto persino la Vezzali, spera di partecipare alle Paraolimpiadi del

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Luciana Grillo, Bebe Vio, Susanna Raccis e Dina Nani

UNA SFILATA PER “LA STANZA DI AUDREY” QUANDO IL DISAGIO DIVENTA UNA “LA GABBIA”

GIOVEDÌ 16 OTTOBRE, A TRENTO

SU RAI TRE UN CORTOMETRAGGIO INTERPRETATO DA LUCIO GARDIN

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on solo cucina con “Cuochi d’artificio”, su Tapis Roulant, in onda domenica 2 novembre su Rai3. Anche storia, aneddoti e svago danno al pubblico televisivo la possibilità di penetrare il ricco e stimolante pianeta enogastronomico regionale e conoscere aspetti della cucina popolare talvolta trascurata. Continua l’appuntamento con i cuochi, gli chef nostrani, che interpretano le antiche ricette trentine con gusto e diletto personale abbinando i vini più adatti per degustare al meglio la leccornia. A seguire, un reportage sulla mostra “La guerra che verrà non è la prima”. La mostra, realizzata con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale, in collaborazione con importanti istituzioni culturali nazionali, costituisce la colonna portante del grande progetto Mart/Grande guerra 1914-2014, che si sviluppa nelle tre sedi del Museo e si completa con un programma collaterale di eventi, incontri, convegni, appuntamenti. A chiudere, “En plein air”. L’ecomuseo si propone di animare il territorio della valle del Vanoi dal punto di vista culturale, sociale ed economico, organizzando eventi in cooperazione con i soggetti della rete locale . Nella puntata del 16 novembre, prosegue il ciclo di trasmissioni sulla Grande Guerra in Trentino, realizzato

a serata evento di giovedì 16 ottobre ha avuto inizio alle ore 20 con l’apertura dei cancelli. L’entrata era solo su invito. A partecipare alla serata 300 persone. La location, gli spazi aperti della Galleria Civica di Trento, si è dimostrata raffinata ed elegante. Distinte le due sezioni: una parte lounge esterna dove bere un drink e chiacchierare ascoltando musica ed una parte interna adibita a show-room dove è stata ricreata una sorta di Stanza di Audrey in grande con un ingresso, un anticamera, un bagno ed una camera da letto dove gli abiti erano esposti integrati perfettamente con l’arredamento. La sfilata ha avuto inizino alle ore 20,30. Sette le modelle/clienti che hanno sfilato indossando i 60 outfit proposti per offrire un’anteprima di quella che sarà la collezione AI 2014/2015 de La Stanza di Audrey. Una serata glamour, femminile, elegante, giovane, di carattere, frizzante che ha portato un tocco di mondanità milanese (la mia città) qui a Trento. Le donne hanno voglia di sentirsi partecipi della moda, di viverla, di “usarla”, di sentirla vicina ed accessibile. Una moda divertente e comunicativa, internazionale ( la provenienza dei capi e lo stile sono tali: londinesi, francesi, spagnoli, italiani). Una moda che sia evento.

dalla Struttura di Programmazione della Rai di Trento in collaborazione con la Fondazione Museo Storico di Trento. La VI puntata tocca direttamente il conflitto in termini militari, con la consulenza scientifica di Camillo Zadra (provveditore Museo Storico Italiano Grande Guerra di Rovereto). È la volta de “La Gabbia”, un cortometraggio, scritto da Lucio Gardin e realizzato da RAI Trentino in collaborazione con la Fondazione Caritro, che racconta la storia del disagio di un’ adolescente sentitasi sola in mezzo ai suoi stessi amici e alla famiglia. Ma un evento casuale, un’immagine attraverso un vetro, le riempirà gli occhi di energia e coraggio. 113

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FRANCESCO VOLPI VOLA NEL GIORNO DEL SUO COMPLEANNO SUL MITICO CA100. GRANDE FESTA PER LUI ALL’AEROPORTO CAPRONI DI TRENTO

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atterrato con un rombo imponente il C27 Spartan, aereo militare da trasporto tattico, venuto il 12 ottobre a rendere omaggio da parte dell’Aeronautica Militare italiana al centesimo compleanno di Francesco Volpi. Ad aspettarlo presso l’Aeroporto Caproni di Trento il festeggiato, pimpante ed emozionato come un ragazzino al suo primo giorno di scuola, ed una folla di millecinquecento persone, che hanno assistito ad un evento eccezionale. “Non ho fatto niente per arrivare fino a 100 anni ma nemmeno niente per non arrivarci”, si è quasi giustificato, accogliendo sorridente la più alta onorificenza della Provincia di Trento, l’Aquila di San Venceslao, che rende

FOTO: DANIELE PANATO

A CENT’ANNI ANCORA TRA LE NUVOLE

Franceaco Volpi intervistato da Valentina Musmeci

omaggio a chi costruisce nel presente pensando al futuro, come ogni iniziativa che Volpi ha intrapreso nella sua vita. Ripercorrendo la vita del tenente Colonnello Francesco Volpi non tornano alla memoria solo il periodo della Seconda Guerra Mondiale, delle battaglie nella Campagna di Russia e sul Mediterraneo. Dopo la fine della guerra, Volpi portò infatti avanti quella che è stata definita una delle stagioni più proficue della cultura del volo in Italia: dagli anni ‘60 fu direttore dell’Aero Club Trento, facendolo stimare tra i migliori sul territorio nazionale; collaborò alla realizzazione del nuovo Aeroporto e successivamente al Museo dell’Aeronautica dedicato a Caproni, sempre con la piena collaborazione della Provincia. Nel frattempo si innamorò del volo in montagna e con un pugno di amici organizzò la prima scuola di volo in montagna dell’AIPM (Associazione Italiana Piloti di Montagna). Fu inoltre tra i fautori della costruzione dell’Altiporto del Passo del Tonale, fortemente voluto da Bruno Kessler, sotto l’egida e l’apporto finanziario della Provincia di Trento. È apparso emozionato e felice, pronto a partecipare con curiosità ed entusiasmo alla festa che i suoi amici piloti e addetti ai lavori dell’Aeroporto Caproni di Trento gli avevano organizzato in segno di stima e riconoscenza per quanto ha FOTO: BERNARDINATTI

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svolto negli anni a favore della cultura del volo trentino. Ventiquattro velivoli, tra storici e moderni, erano in esposizione sul display statico dell’Aeroporto con piloti e tecnici in grado di dare informazioni e dettagli sulle scuole di volo del territorio trentino; un simulatore di volo permetteva di provare l’emozione di salire su un aereo di linea, e mentre la gente poteva accedere liberamente al Museo Caproni, aperto al pubblico e con diversi laboratori per bambini a disposizione, è stato possibile compiere voli di gruppo in elicottero sopra la città di Trento. Nel piccolo salotto ricavato sulla pista, durante l’intervista pubblica con Valentina Musmeci, Francesco Volpi ha confermato che “Bacco e tabacco riducono l’uomo in cenere”, lasciando intendere che la temuta Venere non ha mai avuto influssi negativi sulla sua vita. “Vai piano e vola basso, dicono tutti i maestri ai bambini. Sbagliato! Vai forte e vola più in alto che puoi, questo direi io ai giovani. Mai accontentarsi, mai” ha detto, raccontando alcune avventure vissute, riportate nel volume “Più forte, più in alto”, che ripercorre in forma d’intervista la vita del Colonnello, della Curcu & Genovese editori. Al termine Volpi, che ha appena rinnovato la licenza di pilota, è salito sulla riproduzione del Caproni CA100, un aereo della Seconda Guerra mondiale, e con l’imprenditore Mario Marangoni come copilota è decollato e ha lasciato nel cielo una lunga striscia tricolore. L’evento ha tutti i risvolti dell’eccezionalità, non solo per il volo che il centenario ha saputo compiere, ma soprattutto per la possibilità di averlo realizzato con lo stesso velivolo utilizzato per prendere il brevetto nel 1935 a Cameri, Ferrara. Nel pomeriggio quasi duemila persone hanno potuto salutare la partenza del C27 Spartan, poco prima aperto e visitabile anche dall’interno.

IL LIBRO

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o non ho mai avuto paura perché la paura è una cosa che ti paralizza, ti toglie lucidità. In diversi episodi, se avessi avuto paura, non sarei certamente qui a raccontarti queste cose. Probabilmente fa parte anche di un mio modo di intendere la vita. Una cosa di cui sono convinto è che quando ci si trova di fronte alla morte, con l’appellarsi al padre eterno o pensare a qualcuno di caro, ciascuno devolve ad altri la propria responsabilità. Io non ho mai pensato a nessuno tranne che a me stesso, ad esprimere e tirar fuori da me il miglior esito che io potessi avere in quel momento. Ci voleva tutto l’impegno che avevo! Penso che questa sia una qualità non da tutti. È segno di grande senso di responsabilità per quello che fai e per quello che sei. Vivo fianco a fianco con la morte da quando avevo ventotto anni. Sono abituato alla morte, ho fatto la sua conoscenza molto tempo fa e da allora so che sono destinato a morire. Sono convinto che grazie a questa sensazione di precarietà sono sempre riuscito a fare tutto ciò che volevo. Perché non avevo tempo da perdere”. Musmeci Valentina Più forte, più in alto Storia di un pioniere del volo trentino: Francesco Volpi Curcu & Genovese, pag. 96, Euro 13,00

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IN RICORDO DI EMILIO GAVEZZOTTI “VOGUE ITALIA” A MILANO VAL BENE UN VIAGGIO

UNA DONAZIONE DI 50MILA EURO AL DIPARTIMENTO DI LETTERE E FILOSOFIA DI TRENTO

LA NOSTRA GIUSEPPINA ALLE PRESE ANCHE CON IL CIOCCOLATO

SPAZIO EVENT ART DI PERGINE VALSUGANA (VIA PETRARCA 36) HA PROPOSTO ANCHE QUEST’ANNO L’INIZIATIVA AGGANCIATA ALLA GIORNATA DEL CONTEMPORANEO DI AMACI

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ientrata dall’interessante visita in Piazza Castello a Milano in occasione del cinquantesimo anniversario della famosa rivista “Vogue Italia”, ecco subito una ripartenza per Rovereto vista la riapertura della fabbrica di uova al cioccolato Cisa di Rovereto. Assaggi vari tra cui il risotto al cioccolato (anche se il più gettonato rimane sempre il cioccolato puro). Ma Giuseppina adora perpetrare tra gli ospiti il suo gesto scaramantico-propiziatorio: il tenersi per mano. Assieme alla raccomandazione di volersi sempre bene, anche se qualcuno ci pesta i piedi. Per questi ultimi, vale la storica frase di John Kennedy: ”Perdona i tuoi nemici, ma non dimenticare i loro nomi”. Mara, Lella, Giusy, Roberta

Silva, Lucia, Giusy, Margo, Paola, Glorianna e Clara Tiziano, Maura e Giusy

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Martin, Monique, Giusy

WORLDWIDEART: LA SETTIMANA DEL “CONTEMPORANEO”

Da sinistra, il direttore del Dipartimento di Lettere e Filosofia, Fulvio Ferrari, la rettrice Daria de Pretis, Angelo Gavezzotti, fratello di Emilio Gavezzotti insieme ad alcuni familiari del docente e con la professoressa Elvira Migliario, la terza da destra

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icordare il fratello e sostenere dei giovani studiosi. Con queste motivazioni un professore milanese ha donato 50mila euro al Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento. Dietro alla sua decisione c’è una storia di eredità materiale e culturale, di legami di famiglia e con la città. Tutto inizia quando il Dipartimento di via Tommaso Gar riceve una proposta di donazione in denaro di 50 mila euro firmata da Angelo Gavezzotti per ricordare la figura del fratello Emilio, docente milanese e operatore culturale. Il donatore chiede che la somma venga utilizzata dal Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Ateneo trentino per finanziare assegni riservati a giovani studiosi in possesso del titolo di dottore di ricerca e che si occupino di argomenti attinenti la storia e la cultura dell’Impero Romano. In un paio di mesi la proposta viene accolta, vengono valutati gli aspetti legali e contabili e viene aperto il fondo “Donazione Gavezzotti Emilio”. La notizia del nuovo fondo intitolato a Emilio Gavezzotti è stata data in occasione della visita a Trento di Angelo Gavezzotti, già professore dell’Università di Milano, che ha incontrato la rettrice Daria de Pretis insieme al direttore del Dipartimento di Lettere e Filosofia Fulvio Ferrari e a Elvira Migliario, professoressa di Storia romana. «Nell’ottobre 2012 – racconta Angelo Gavezzotti – è venuto a mancare mio fratello Emilio, già assistente alla cattedra di Latino dell’Università di Milano, poi volto alla carriera di apprezzato giornalista, critico musicale e insegnante di Lettere al liceo “Volta” di Milano». Suo unico erede, il professore è venuto in possesso di un appartamento a Milano, poi venduto nell’aprile 2014. Quindi la decisione di fare alcune donazioni in ricordo del fratello.

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on il titolo WorldWideArt, parodia creativa che fa il verso al “www” di internet, alludendo all’estensione globale del fare artistico, Spazio Event Art di Pergine Valsugana (via Petrarca 36) ha proposto anche quest’anno una Settimana del contemporaneo, iniziativa agganciata alla Giornata del contemporaneo di AMACI (Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani), fissata su tutto il territorio nazionale per l’11 di ottobre. Significativo è anche il manifesto realizzato da Paolo Ober che fa riferimento ad un circolo totale esteso sia nello spazio che nel tempo. Infatti, secondo Marco Cruciani, uno dei curatori dell’evento, “il percorso artistico o meglio estetico-intellettuale è di ampia portata, non solo perché sono in gioco quasi tutte le tecniche artistiche, ma perché le molteplici sfumature del senso della realtà sono catturate e rappresentate, create, in una molteplicità di prospettive, ed è proprio questa molteplicità che rende interessante questo ensemble. Artisti di differenti culture, estrazioni sociali, età, scuole artistiche, etc. offrono ai fruitori il loro punto di vista e si aprono al contatto con altre prospettive artistiche.” La

manifestazione è stata curata anche da Barbara Vincenzi di Ferrara, ed ha preso forma grazie al prezioso contributo del coordinatore Claudio Cavalieri. La proposta ha avuto il patrocinio culturale di AMACI, di Adac-Mart e della Galleria Civica a Trento ed è stata organizzata con il sostegno di Archivio Monografico Arte Italiana (MI), Spazi Simultanea (FI), Weartgallery Uboldo Saronno (VA), Arte&Arte (VE), MegaArt (Roma). La proposta dell’associazione perginese si è articolata con due mostre realizzate in contemporanea su due locations diverse. Presso la propria sede dal 2 al 11 ottobre e presso Hortus Artieri di Trento dal 3 all’11 ottobre. Hanno partecipato 40 artisti. Per la figurazione, fotografia e arte digitale: Annamaria Adessi - TN, Walter Bernardi - BL, Claudia Bertera - TN, Chiara Bignardi - FE, Ekkard Bohm - Germania, Emma Civallero - BO, Enrico Dalfiume - BZ, Sergio Decarli - TN, Rita Demattio - TN, Paolo Dolzan - TN, Marisa Fontanesi - TN, Nicola Capiluppi aka RobotomoCO, Polo Gentile - TN, Claudio Giulianelli - Roma, Klaser Karla - TN, Franco Lancetti TN, Fabrizio Loiacono - Roma, Renato Marsilli - TN, Virginia Miceli - TV, Antonio Nepita - IM, Luciano Olzer - TN, Giovanna Orlando - PV, Antonio Pilato - MI, Elvio Ricca - Svizzera, Rosanna Prudel - TN, Paul Sark - TN, Renato Slaunich - BZ, Nicoletta Spinelli - RA, Daniela Usai - TN, Mary Zeni - TN. Per la scultura e installazioni: Claudio Cavalieri - TN, Giuseppe D’Angelo - PD, Letizia Jellici - TN, Marianna Merler - TN, Cristian Molin - BL, Sergio Moreletti - TN, Giampaolo Osele - TN, Roberto Piazza TN, Gianfranco Renzini - BS, Paola Tramontin - TN. Sabato 4 ottobre, presso la corte interna della Galleria Civica a Trento si è svolto il giorno dedicato alle performances. Davanti a un folto pubblico continuamente richiamato dalla strada, ha avuto luogo una performance di denuncia contro lo sfruttamento dei bambini africani per la separazione dei rifiuti tossici dagli scarti dei prodotti elettronici. Con il titolo “D’istruzione per l’uso” e la regia di Paul Sark l’acting ha coinvolto diversi altri artisti e le persone presenti, impiegandole in azioni simboliche rappresentanti vari aspetti di questa triste tematica. Sono seguiti due video di Paolo Ober ed altri due di Assia Franceschini. Ha concluso l’evento una esecuzione di free jazz con Sergio Decarli, M. Berteotti - G. Cramerotti e F. Larentis. Le foto e i video degli eventi saranno disponibili sul web, inoltre sarà prodotto un documentario, scaricabile dal sito www.spazioeventart.com. 117

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SOSTEGNO SICURO AI PROGETTI DEL FUTURO LOACKER POINT: NUOVA APERTURA A TRENTO IL NUOVO MODO DI GUSTARE LA BONTÀ ARRIVA IN PIAZZA FIERA. CONTINUA IL SUCCESSO DEL BRAND CHE UNISCE LOACKER MOCCARIA & LOACKER BRANDSTORE

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ra il 1925 quando Alfons Loacker creò la sua piccola azienda dolciaria artigianale nel cuore di Bolzano, capoluogo dell’Alto Adige. Il profondo impegno del fondatore e la sua instancabile ricerca della qualità hanno fatto sì che la piccola bottega si sviluppasse velocemente, dando vita a nuovi negozi. Nel corso degli anni, pur rimanendo familiare, l‘impresa ha visto uno sviluppo mondiale di successo. Attualmente milioni di consumatori in oltre 100 Paesi apprezzano e sono fedeli al gusto e alla qualità delle specialità Loacker, quali wafer, pasticceria e cioccolata. Oggi Loacker sceglie di recuperare le sue radici, ripristinando l‘idea originale della combinazione fra punto di vendita (Loacker BrandStore) e degustazione (Loacker Moccaria) dei suoi prodotti dolciari, con il suo Loacker Point. Il primo Loacker Point è stato aperto nel 2007 sul Brennero, ad oggi le Moccaria sono 5 con la nuova apertura di Trento In Piazza Fiera in pieno centro. Piazza Fiera è sede di eventi come il mercato di Natale, e numerose manifestazioni culturali. Il Loacker Point si sviluppa su 165 m2. La Moccaria è dotata di un’ampia terrazza di 100 m2 ideale per i mesi caldi, un luogo speciale dove prendere un aperitivo e godersi la bontà dei prodotti freschi Loacker e la miscela esclusiva di caffè oppure un succo fresco. Il 118

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GIOVEDÌ 20 NOVEMBRE L’ULTIMO GIORNO PER PRESENTARE ALLA FONDAZIONE CASSA RURALE DI TRENTO UN PROGETTO INNOVATIVO

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oco più di un mese a disposizione. Fino al 20 novembre, ultimo giorno per presentare alla Fondazione Cassa Rurale di Trento i progetti per il 2015. “La domanda può essere redatta e inoltrata alla nostra sede – spiegano i responsabili della Fondazione – da soggetti giuridici come enti, associazioni, organizzazioni nel campo dell’istruzione, formazione e promozione culturale, della solidarietà sociale e assistenza”. I progetti meritevoli di essere sostenuti devono presentare alcune caratteristiche, una in particolare. “Devono essere progetti innovativi e – viene precisato - diversi dall’attività ordinaria o che, se inseriti in essa, posseggano una componente marcata di novità”. Nel dettaglio: ogni soggetto potrà presentare solo un progetto; la priorità sarà data a soggetti che, nei due anni precedenti, non hanno già ricevuto finanziamenti; non potranno essere accolti progetti di soggetti nel cui consiglio di amministrazione siano presenti amministratori della Fondazione Cassa Rurale di Trento; eventuali altri partner del progetto dovranno essere diversi da banche o Fondazioni bancarie; la Fondazione Cassa Rurale di Trento potrà decidere di finanziare il progetto nel suo complesso o coprire solo una parte della cifra richiesta”. Le richieste dovranno pervenire entro il 20 novembre 2014 alla Fondazione Cassa Rurale di Trento, in via Belenzani 6 a Trento. Assegnazione entro il 20 dicembre. Per saperne di più e per visualizzare e scaricare la modulistica consultare il sito www.fondazionecassaruraleditrento.it

Loacker BrandStore è il cuore del Loacker Point, dove è possibile trovare la più ampia scelta dei prodotti Loacker. E’ l’unico luogo dove è possibile trovare tutta la gamma Loacker, inclusi i prodotti destinati al mercato estero, e le confezioni speciali. Sono presenti anche i gadget: tazze, bicchieri, zainetti e tanti accessori per vivere il mondo Loacker a 360 gradi. All’interno della Moccaria di Trento, per la prima volta, saranno installate delle “colatrici” con le creme Loacker più amate. Come in una fontana di cioccolato, le creme sono costantemente mescolate e restano morbide, calde e freschissime. La crema scelta verrà utilizzata per guarnire diversi prodotti come croissants e gelati oppure potrà essere aggiunta al caffè. La gestione della Loacker Moccaria di Trento sarà curata da Chiara Nicoletti e la sua famiglia, presenti nella realtà trentina con esercizi pubblici di successo da tre generazioni. La partnership, che unisce la giovane imprenditoria trentina e la prestigiosa e affermata pasticceria altoatesina, nasce per dare alla città di Trento un punto di riferimento giovane, ricco di tradizione e con un’accoglienza di altissimo livello.

LE COSE RACCONTANO UN “MONDO EX” IL GIOCO DEGLI SPECCHI E LA MOSTRA ALLE GALLERIE DI PIEDICASTELLO

IL “MATTONE” DEI BOCCIOFILI PER IL CENTRO SEBASTIANO OLTRE 500 LE PRESENZE AI 13 TORNEI. CONSEGNATO ALLA “FONDAZIONE” UN ASSEGNO DI TREMILA EURO

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l Gioco degli Specchi ha inaugurato il 3 ottobre, alle Gallerie di Piedicastello a Trento, la mostra multimediale Autobiografia di un mondo ex: le cose raccontano, aperta fino al 23 novembre. In questi mesi di preparazione molti concittadini, originari dei paesi ex comunisti, hanno raccontato ai volontari del Gioco degli Specchi il legame affettivo con gli oggetti che hanno messo a disposizione e che si possono vedere con le loro storie in un vasto spazio espositivo: la cravatta rossa dei pionieri di Lenin portata da qualcuno con orgoglio, da altri con insofferenza, foto di parenti che testimoniano deportazioni da un capo all’altro di un immenso paese, la radio usata anche per ascolti clandestini, lo scialle ricevuto in regalo alla partenza da una città tutta nuova che si è contribuito a fondare e molto

altro ancora. Oggetti comuni pieni di storia e di tempo, che raccontano concretamente quanto è stato vissuto in epoca comunista, al di là dei libri di storia, in una versione privata che invita a continuare il confronto e la scoperta perchè molti non sanno o non sanno abbastanza di questi luoghi, di questi tempi, della vita quotidiana di allora. Ad arricchire il racconto anche le videointerviste di Serena Tait, Soheila e Razi Mohebi, le postazioni audio per ricordare con la musica e per rallegrarsi con le storielle satiriche del tempo, recitate da Mario Cagol. L’ingresso alla mostra è libero; sono previste visite guidate gratuite per le scuole e per gruppi, su prenotazione. Il Gioco degli Specchi non chiude la sua raccolta e la sua riflessione sul periodo 1945-1989 e sui paesi del blocco sovietico: la raccolta continua on line. Basta prendere contatto con l’associazione, mandare la foto dell’oggetto e raccontarne storia e significato, il tutto verrà pubblicato nel sito. L’associazione invita anche ad approfondire la conoscenza dei paesi dell’area ex sovietica, con la lettura e partecipando al concorso «Parole in orbita. Le tue citazioni d’autore».

Da sinistra, Carla Susat, Pietro Perottino, Laura Cretti e Bruna Pellegrini

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opo un decennio di sostegno ai progetti portati avanti dall’Unicef a favore dell’infanzia in difficoltà, l’US Sportinsieme di Ronzone ha deciso di devolvere le risorse provenienti dallo svolgimento della tradizionale Maratona bocciofila alla realizzazione del Centro Sebastiano di Coredo, struttura aperta al territorio per la “normalizzazione” della patologia autistica nel contesto regionale attraverso servizi innovativi rifacendosi ai più recenti risultati della ricerca scientifica internazionale. L’iniziativa è dovuta in gran parte all’interessamento della Fondazione Trentina per l’autismo presieduta dal comm. Giovanni Coletti. Per quanto riguarda i protagonisti della Maratona, è cambiato l’obiettivo finale dell’iniziativa ma non sono cambiati l’entusiasmo e la propensione alla solidarietà dei bocciofili dal momento che nel corso dei 13 tornei estivi, disputati interamente ad Amblar, si sono registrate ben oltre 500 presenze. Alla cerimonia di premiazione sono intervenuti Maurizio Fondriest nella sua veste di testimonial, Antonia de Luca, dirigente e coofondatrice alla quale il presidente dell’US Sportinsieme, Carlo Recla, che ha consegnato l’assegno di tremila euro. Sono inoltre intervenuti il sindaco di Amblar, Bruna Pellegrini, la responsabile allo sport e politiche giovanili della Comunità di Valle, Laura Cretti e il presidente regionale del comitato bocce Pietro Perottino. Tutti hanno rivolto ai bocciofili, presenti in gran numero per assistere all’evento celebrativo, parole di apprezzamento e di esaltazione dei loro valori di altruismo e di solidarietà. Ospite d’onore della cerimonia il plurimedagliato campione paralimpico di sci nordico, l’altoatesino Roland Ruepp. Spazio infine alla consegna dei riconoscimenti assegnati ai protagonisti della 34a. Maratona. Questi i bocciofili premiati: Romano Brusco, Carla Susat, Renza Pompermaier, Bruna Zatta, Lidia Tomini, Noris Cremonese, Luigi Manfrin e Marco Zuccatti, Jolanda Zanetti, Bruna Zatta, Romano Brusco, Noris Cremonese, Bruno Muzzatti e Bruno Tomini.

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IL LIBRO DEL MESE

ANCHE A TRENTO IL PREMIO “LA GIARA” IL PREMIO LETTERARIO ORGANIZZATO DALLA RAI GIUNGE ALLA QUARTA EDIZIONE

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a Rai-Radiotelevisione Italiana bandisce la quarta edizione del Premio letterario “LA GIARA” aperto ai nuovi talenti della narrativa. Il Premio, che sarà assegnato ad un’opera di narrativa inedita (sono escluse le raccolte di racconti), è riservato a giovani scrittori residenti in Italia e di età compresa tra i diciotto e i trentanove anni. La selezione è su base regionale in funzione della Regione di residenza dell’autore. Gli autori residenti in Trentino dovranno inviare il materiale all’indirizzo della RAI - Radiotelevisione Italiana, Sede di Trento, Via F.lli Perini nr. 141 – 38122 (Per i residente in Alto Adige l’indirizzo è quello della RAI – Radiotelevisione Italiana, Sede di Bolzano, Piazza Mazzini nr. 23 – 39100). Il termine di presentazione delle opere è il 31 dicembre 2014. I romanzi saranno valutati e selezionati dalle Commissioni istituite nelle Sedi Regionali della RAI e composte da esperti del mondo della narrativa, del giornalismo e della cultura. Membri della Commissione della Sede di Trento della RAI, coordinata dal Direttore di Sede, Sergio Pezzola, sono il Direttore del Trentino, Alberto Faustini, il Direttore del Corriere del Trentino, Enrico Franco, il Direttore de L’Adige, Pierangelo Giovanetti, l’editore Roberto Keller ed il Dirigente del Dipartimento Cultura della Provincia Autonoma di Trento, Franco Marzatico. Le due opere migliori saranno segnalate dalla Commissione regionale alla Commissione nazionale entro il 31 marzo 2015. La Commissione nazionale provvederà ad indicare tra tutte le opere ricevute i 6 finalisti e tra essi, successivamente, il vincitore, il secondo ed il terzo classificato. La cerimonia di premiazione si terrà a fine luglio 2015 nel corso di un evento televisivo trasmesso sui canali RAI dalla Valle dei Templi di Agrigento. Il premio previsto per il vincitore è la pubblicazione e la distribuzione del libro a cura di Rai Eri e la possibilità di partecipare ad una serie di importanti trasmissioni televisive Rai per la promozione del libro, una opzione per l’eventuale trasposizione cinematografica o televisiva dell’opera. Per i dettagli dell’iniziativa è a disposizione il sito www.premioletterariolagiara.it attraverso il quale sarà possibile scaricare bando di concorso e modulo di iscrizione.

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NELLA PRIMA, OTTIMA, RACCOLTA DI RACCONTI DI GIANFRANCO MATTERA, “ANNA E I BURATTINI”, IL DENOMINATORE COMUNE È IL DOLORE E QUEL MALE DI VIVERE CHE NASCE NON DA UNA DISPOSIZIONE SOGGETTIVA, MA DALLE OGGETTIVE TRAGEDIE UMANE, QUI EMBLEMATICAMENTE RAPPRESENTATE DAI PROTAGONISTI DEI RACCONTI

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l racconto principale, che dà il titolo alla raccolta, è stato premiato qualche anno fa al concorso “Frontiere - Grenzen”. Nella motivazione del premio si leggeva, tra l’altro, che il testo “affronta un tema doloroso, la vita poco più che vegetativa di chi ha subito gravi lesioni cerebrali, ma lo fa con grande delicatezza e con uno stile asciutto e poetico. L’io narrante fa visita ogni giorno al fratello gemello, cerebroleso e ormai prossimo alla fine. Nell’istituto che lo accoglie ci sono altri “burattini” come lui, con i corpi immobili, le membra rigide come pezzi di legno. Insieme a loro c’è anche Anna, una ragazza di ventidue anni che soffre di una malattia congenita molto debilitante, e che tuttavia riesce almeno a strisciare sulle ginocchia. E

Morena Paola Carli L’orto dei bambini Creare e coltivare un orto in famiglia e a scuola Edizioni del Faro Il racconto originale di un’esperienza familiare nell’orto, scritto e illustrato a otto mani: è una raccolta di emozioni, sensazioni, profumi e colori (contiene più di duecento disegni ad acquarello), arricchita dall’esperienza diretta dei protagonisti nella coltivazione di un orto familiare e di un orto a scuola. Uno strumento didattico per chi è curioso e si stupisce davanti alle bellezze della Natura, qui troverà informazioni e spunti per osservare il mondo che ci circonda ed esplorare la vita dell’orto, sperimentare e indagare, capire come sono fatte le piante e imparare l’arte di produrre i propri ortaggi, coltivandoli nell’orto o in vasi posti sul balcone, conoscere la provenienza di quello che si mangia e imparare a cucinare e gustare i prodotti della terra.

Valentino Corona Meglio non chiedere Volevo andare da solo a Santiago Publistampa «Mi piace camminare. Che siano scoscesi sentieri di montagna o marciapiedi di città, boschi, prati, parchi urbani, stradine di campagna; col bel tempo o che piova o nevichi o tiri vento, purché si possa distendere ritmicamente le gambe e avanzare passo dopo passo. Mi fa sentire libero. Che le mie gambe mi possano portare dove voglio, mi ha sempre dato un senso di indipendenza fisica e spirituale». La Via Lattea si presta come un terreno ideale per corrispondere al desiderio di libertà. Ma la marcia di 800 chilometri tra il villaggio francese di SaintJean-Pied-de Port e la Galizia diventa soprattutto un’occasione di incontro con sorprendenti compagni di strada, i cui ritratti vengono tracciati con vivacità e partecipazione. Giorno dopo giorno, il cammino induce a un’articolata riflessione, in cui agli interrogativi sulla religione si intreccia la rievocazione delle tormentate vicende di una generazione.

che soprattutto sorride, sempre. Prendendosi cura di lei, guardando i suoi occhi “un po’ blu, un po’ verdi come il mare”, il narratore sembra finalmente trovare un senso nel non senso della malattia e della morte, e impara quanto poco basta per essere felici.” Ma i testi di Gianfranco Mattera – meridionale trapiantato a Pergine Valsugana, che di mestiere fa l’educatore – ha ricevuto anche un altro importante riconoscimento, ancora allo stato di inedito. Gli esaminatori del XXVII Premio “Italo Calvino”, il più importante concorso per testi inediti esistente in Italia, hanno espresso un giudizio molto lusinghiero, riassunto nelle righe che seguono. “I racconti di questa raccolta hanno come denominatore comune il dolore e quel male di vivere che nasce non da una disposizione soggettiva, ma dalle oggettive tragedie umane, qui emblematicamente rappresentate dai protagonisti dei racconti: Dora (Hotel Excelsior) che vive con senso di colpa l’essersi innamorata di un generale delle SS tanto da nascondere alla figlia nata da quell’amore la vera identità del padre; la Nunziatina

Loreta Failoni La voce della paura Reverdito Un bambino di quattro anni circa viene ritrovato mentre cammina sulla E18, l’autostrada che conduce a Stoccolma. Le ricerche sulla sua identità non portano a nulla. Il bambino, apparentemente sano, non parla e viene affidato alle cure di una coppia in attesa di adozione. Lars, il padre adottivo, giornalista del quotidiano “Svenska Dagbladet”, viene falciato in Afghanistan con alcuni colleghi mentre percorre la strada da Kandar a Zaranj. Emily, la mamma adottiva, illustratrice di libri per bambini, sconvolta dal dolore, si rifugia sull’isola di Gotland con il bambino. La pace dell’isola si trasforma in una sorta di incubo: il loro anziano vicino di casa viene brutalmente aggredito e ridotto in fin di vita. Inspiegabilmente madre e figlio entrano nel mirino di qualcuno. Inizia così un lavoro di ricerca condotto da Emily con l’aiuto di tre amici e del commissario di polizia dell’isola.

di Villa Orizzonte in cui questa delicata figura di donna ci ripropone il dramma dei manicomi; Anna dell’ultimo racconto (Anna e i burattini), cerebrolesa, che con il suo sorriso consola il dolore del protagonista per la sorte crudele toccata al fratello gemello, ridotto dalla malattia a “burattino”; e, infine, Mario, che si distingue dai protagonisti degli altri racconti poiché non rappresenta una realtà tragica, ma il disagio di vivere, sia pure con determinazione, la propria omosessualità. Le tematiche e i motivi ispiratori sono sostenuti da una scrittura efficace e da scelte stilistiche coerenti che dimostrano come l’autore domini abilmente e consapevolmente lo strumento linguistico. Le frasi brevi conferiscono forza espressiva e una certa qualità letteraria al contenuto e rendono serrato il ritmo narrativo. Personaggi credibili, equilibrata la struttura dei racconti e persuasiva l’ambientazione”. Insomma, le premesse e le referenze legate a questo “Anna e i burattini” ci sono e sono molto qualificate, non resta che leggerlo calandosi nell’umanità dolorosa e senza tempo che Mattera prova a trasmetterci. Un tentativo, a nostro avviso, molto ben riuscito.

Gianfranco Mattera

Anna e i burattini

Curcu & Genovese (Euro 8,00)

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trentinoscoop&news trentinolosapevateche?

Volti nella Storia

la frase

Per saperne di più:

“A noi tutti, percorrendo qualche volume dei suoi scritti, fu dato di ammirare il vasto ingegno dell’autore che si è creata meritamente la fama di insigne poeta.”

Nasce nel 1798 a Molina di Ledro da Filippo Nerio e Maddalena Brocchetti. Seguendo gli spostamenti del padre vive dapprima a Riva del Garda, poi a Trento, in Alto Adige ed a Bologna.

IL SALOTTO MAFFEI

A Milano sposa la contessa Clara Carrara Spinelli, animatrice, dal 1834, del celebre Salotto Maffei. I più noti artisti e patrioti del Risorgimento vi trascorrevano serate a discutere di arte e di letteratura. Tra gli altri, Francesco Hayez, Honorè de Balzac, Alessandro ManClara Maffei zoni, Franz Liszt, ritratta da Giuseppe Verdi e Francesco Hayez Giovanni Prati

TRADUTTORE

Grande conoscitore delle lingue straniere, tradusse in italiano molti capolavori delle letteratura tedesca e inglese; in particolare il teatro di Schiller, Otello e La tempesta di Shakespeare, molte opere di Goethe, tra cui Faust, e il Paradiso perduto di Milton. Nelle sue traduzioni cercò di adattare il pensiero originale dell’autore a quello del pubblico di lettori italiani.

GIUSEPPE VERDI

Confidente di Clara, il musicista di Busseto lo incarica di comporre il libretto dell’opera I Masnadieri, giudicato “carente” dalla critica dell’epoca.

LA PICCOLA OTTAVIA

MILANO E FIRENZE

Partecipa alle Cinque Giornate di Milano (18-23 marzo 1848). Il 28 luglio 1880 viene nominato cittadino onorario di Firenze.

IL DANDY E IL GIOCO

SENATORE

Nel 1879, su pressione di Benedetto Cairoli, viene nominato senatore del Regno e partecipa alla vita politica italiana.

DA CLARA A FRANCESCA

Nel 1846 Clara e Andrea divorziano. Lui inizia a frequentare Riva del Garda e la villa della sua pupilla Francesca Lutti, definita «la mia creazione, la mia figlia d’arte». Al contempo, nella città gardesana, organizza la propria ricca collezione d’arte.

VINCENZO MONTI

Fu discepolo del grande poeta e scrittore, nonché tradut tore dell’Iliade, entrando così a far parte della corrente letteraria classicista del XIX secolo.

Il ristorante presentato in questa rubrica è una libera scelta redazionale. Il nostro giudizio anche se critico, è espresso in “cuori” perchè, comunque, il difficile lavoro del ristoratore merita rispetto.

Segnalazioni e commenti: info@trentinomese.it

ZUSHI

Un anno dopo le nozze, nasce la piccola Ottavia, che muore appena nove mesi dopo la nascita, gettando la contessa in uno stato di profondo sconforto.

È un punto di riferimento dell’alta società milanese, dove la propria avvenenza e alcuni atteggiamenti da dandy fanno la sua fortuna presso alcune dame dell’aristocrazia. È frequentato re abituale di salotti, caffè Villa Lutti a Campo Lomaso e teatri. La dipendenza dal gioco d’azzardo gli fa accumulare una ingente somma di debiti.

Il ristorante

IN OGNI NUMERO trentinomese VI PROPONE UN RISTORANTE PROVATO PER VOI

Internet: http://it.wikipedia.org/wiki/Andrea_Maffei_(poeta) Scheda del senatore Maffei su www.senato.it http://www.treccani.it/enciclopedia/andrea-maffei_(Dizionario-Biografico) Bibliografia: Lettere di Andrea Maffei di Giovanni Mimmo Boninelli. Milano: Editrice Bibliografica, 1986-1991.

ANDREA GIOVANNI MAFFEI (1798-1885) ETÀ

trentinoristorante trentinoscoop&news

ONORIFICENZE

Già Conte e Nobile del Sacro Romano Impero, nel 1967 viene nominato Ufficiale dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro. L’anno seguente, Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia e, nel 1883, Cavaliere dell’Ordine civile di Savoia.

MORTE

Muore alla veneranda età di 87 anni, il 27 novembre 1885 a Milano.

IL GIAPPONESE CHE VIENE DAL VENETO CON QUALITÀ Arredi bianchi, essenziali, disegnati da un architetto che ricorre a linee pulite e minimaliste, musica chillout, gastronomia di buona qualità a un prezzo socialdemocratico (tra i 20 e i 40 euro a persona): Zushi, la catena di ristoranti giapponesi che parla veneto, propone un ambiente trendy e giovane, come pochi sulla piazza di Trento. Senza contare il lato social dei menu in sala, cliccabili su iPad, la possibilità di ordinare da casa con un’applicazione dello smartphone, i bentobox ripieni di maki e di insalate di alghe che arrivano a domicilio su piccole Smart verde pistacchio, o takeaway. Uno, due, tre, 15 ristoranti: così, oltre ai principali capoluoghi veneti, Zushi si è espanso a macchia d’olio di città in città, allargando il proprio Lebensraum a Trento, Trieste, Mantova, Modena, Parma, Bologna, Brescia, Bergamo e Milano, con una formula che al franchising ha progressivamente preferito la proprietà diretta, della casa madre veronese. Nel 2014 sbarca a Bolzano, Thiene (prima città non capoluogo), Torino, Firenze e Roma. Veniamo al cibo. Il menu è accattivante, ti spiega persino quante calorie fanno i piatti che ordini. Le tartare di pesce e crostacei sono interessanti – io ho assaggiato la tartare di gamberi rossi, granchio reale, avocado e lime – così come tutti i piatti cotti, in particolare lo spiedino di Capesante.

TE EDIZRI ZA ONE

Simpatici i bignè di sushi, ottima l’insalata d’alghe con peperoncino (wakame salad), mentre non mi hanno convinto i temaki e i maki, soprattutto per il riso un po’ troppo “colloso”. Sia chiaro, comunque buoni, ma potevano essere meglio. C’è anche una carta vini, con poche etichette ma davvero ben scelte. Una raccomandazione: non fatevi prendere troppo la mano, le porzioni sono abbondanti e potreste rischiare di ordinare troppo. ZUSHI Via Brennero, 2 - Trento Tel. 0461.092263 trento@zushi.eu Orari ristorante: 12-15/18.30-23 CIBO ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ (consegna a domicilio fino alle 22.30). Chiuso il lunedì AMBIENTE ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ PREZZO ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ e la domenica a pranzo.

LA CUCINA

delle nostre Valli

100 RICETTE CREATIVE NEL RISPETTO DELLE TRADIZIONI TRENTINE

hanno scritto di lui “L’Italia da sessant’anni ammira costantemente la forma e lo stile di lui, ammira l’arte difficilissima di piegarli ad esprimere con eleganza perenne i capolavori di parecchie grandi letterature straniere, senza mai offendere la sceltezza, la purezza della nostra lingua e il gusto classico degli italiani”. (sen. Terenzio Mamiani, 1879) 122

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Il Mondo di Kako / Dizionario della crisi

V COME “VITA MEDIA”

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a vita media in Italia è in continua crescita: le femmine 84,5 anni, i maschi 79,4. Gli ultracentenari, oggi 15 mila, sono il triplo rispetto a dieci anni fa. Dopo gli abitanti di Andorra, Macao e Giappone siamo i più longevi al mondo. La buona notizia dell’allungamento della vita si accompagna purtroppo ad un altro fenomeno negativo: il drastico abbassamento del tenore di vita. L’incrocio fra i due trend, vita più lunga e minore benessere economico, potrebbe indurre i pensionati italiani a trasferirsi in massa nei paesi dove il costo della vita è meno caro. Seguendo l’esempio dei diecimila pensionati tedeschi “emigrati” in Ungheria, Cechia, Ucraina, Turchia e Thailandia.

FLORA GRAIFF

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artoonist e giornalista pubblicista, vive fra Merano e Trento. Dopo aver studiato restauro a Firenze e xilografia con Remo Wolf, crea Kako, impertinente bimbo protagonista di una strip seriale lanciata dalle riviste “Linus” e “Snoopy”e poi approdata nel web. Due iBooks di Kako da un anno stazionano nella top ten della

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classifica dei comics che si possono scaricare gratis su iTunes. Artista eclettica, ha al suo attivo anche radiodrammi scritti per la Rai e pastelli eseguiti per plaquettes di poesie inedite di Alda Merini, Ezra Pound, Salvatore Quasimodo e Marina Cvetaeva. Le sue ultime sfide professionali comprendono favole illustrate e biglietti d’auguri con protagonista Kako.

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