TrentinoMese ottobre 2014

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ANNO XXII N. 272

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OTTOBRE 2014 9 771724 550829

ISSN 1724-5508

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appuntamenti, incontri e attualità trentina

“A BOCCA APERTA” TUTTI I MUSEI TRENTINI A MISURA DI BAMBINO LOREDANA CONT ORSI, PERCORSI E DISCORSI GIORDANO PACENZA NEI TERRITORI DELL’INFANZIA

CAPPELLETTI: LA STORIA DELL’AMARO CHE... “QUANDO CI VUOLE CI VUOLE” FABIO E ROMANA, 1973 UN AMORE AL TEMPO DELLA CORTINA DI FERRO SPECIALE AGARINA: VINO IN VALL TRADIZIONE TRA GUSTO E

CARLO GUERRIERI GONZAGA Il Marchese, i trattori e quel vino sublime



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RING

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RING di Pino Loperfido

di Tiziana Tomasini

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a mali estremi COMINCIA LA SCUOLA: CON LE LISTE DEI MATERIALI, LA CARTOLERIA È A DOMICILIO

TERRORISTI ISLAMICI A ROMA? INDOVINATE UN PO’ CHI SAREBBE LÌ, A CONTRASTARLI...

a grande macchina organizzativa ha ripreso faticosamente a funzionare. Qualche ingranaggio da oliare, una messa a punto piuttosto sommaria, ma finalmente ci siamo. E dire che la prima settimana di scuola è stata una vera rivoluzione, un maremoto, un turbinio di incombenze insuperabili, una sequela di “comprami/dammi/ fammi” in grado di stendere e radere al suolo i più alti vertici manageriali. L’elenco del materiale scolastico da acquistare, sciorinato nelle famigerate liste (la cui accezione suona terribilmente di obbligo) è stato prontamente consegnato agli scolari il primo giorno di scuola. Facilissimo cadere in errore, perché il quaderno a quadretti richiesto è con il margine per un figlio e senza margine per l’altro; le foderine sono gialle rosse verdi blu per il piccolo e rigorosamente trasparenti per il più grande; il raccoglitore deve avere due anelli di media grandezza in una classe, tre piccoli nell’altra. Preparata mamma, in assetto da guerra, armata di forbici, etichette e nastro adesivo mi sono rassegnata a trascorrere parte degli splendidi ed assolati pomeriggi settembrini tra piegature di libri ed etichettatura quaderni, incassando (quasi) di buon grado ogni novità dell’ultim’ora: i colori a pastello grossi e non sottili, le penne cancellabili solo a punta fine, le matite rigorosamente HB. Informatissima ed organizzata, ho conversato amabilmente con i figli sulla miglior colla, sul rinforzo ad anelli più resistente, sulla busta plastificata lucida piuttosto che zigrinata. E che dire della scelta del diario? Ovviamente aggressivo, con teschi in copertina, titoli forti ed aforismi a piè pagina tratti dai discorsi ritmici del miglior rapper in circolazione. Apparentemente soddisfatta dell’immenso lavoro svolto, vengo colta in contropiede dalla richiesta del figlio maggiore: portadocumenti plastificato, in cui riporre le dispense. Panico. Non ce l’ho. Ormai alle soglie dell’esaurimento nervoso, decido allora di destinare gli ultimi scaffali della libreria al settore cartoleria. In due giorni riesco a raccogliere un piccolo tesoro di cancelleria, da sfoderare anche alla più singolare delle richieste. Una sorta di scrigno magico, una specie di cilindro fatato dal quale estrarre ogni desiderio scolastico in corso d’opera. Al quale attingere immancabilmente anche nel momento in cui, guarda caso, riaffiorano nei ragazzi i ricordi ed i memento degli insegnanti: la domenica sera...

nerovestiti dell’Isis, il movimento estremista che sta terrorizzando il mondo (o quanto meno sta provando a farlo) nell’ennesimo, farneticante messaggio all’umanità, si sono riferiti anche all’Italia: “Conquisteremo la vostra Roma, faremo a pezzi le vostre croci, ridurremo in schiavitù le vostre donne”. Bene. Sì, insomma, volenti o nolenti siamo stati tirati in ballo anche noi, pantofolai italici, sonnacchiosi e pallonari discendenti di Enea, che pensavamo di poter continuare a pensare ai casi nostri, mentre il pianeta se ne va a remengo. Le reazioni? Beh, a livello virtuale sono state tante e coraggiose. Anche se “coraggiose” si fa per dire. Forse perché chi scriveva “Venite, venite...” aveva la certezza che questi qui non verranno mai. O chi proclamava: “Sarò lì ad aspettarvi” pensava di farlo mediante i movimenti di un mouse o facendo danzare i polpastrelli su di un touchscreen. Ma ipotizziamo fantascientificamente (speriamo...) che questi macellai arrivino a Roma, armati dei loro coltellini affilati: quanti e quali italiani si farebbero trovare lì per affrontarli? Procediamo con ordine. Iniziamo a levare donne incinte, bambini, vecchi, ammalati e impediti di ogni genere. Togliamo pure i 60enni, 70enni e oltre che di tragedie probabilmente ne hanno già viste abbastanza nei decenni passati. Veniamo ai giovani, diciamo, dai sedici ai trentacinque: un terzo di questi verrebbe immobilizzato dal raggio buonista-pacifista-animalista-ambientalista, fornito dalla stragrande maggioranza dei nostri politici e da tutti i Credo religiosi, Chiesa cattolica in testa (“La violenza non è mai una soluzione. Il dialogo rimane l’arma più efficace”). Un altro terzo si limiterebbe ad agire virtualmente, come è oramai costume, scrivendo lunghissimi e ben scritti, ma poco efficaci post su Facebook, promuovendo petizioni e raccolte di firme, ecc. L’ultimo terzo perderebbe il treno per la Capitale distratto dall’inviolabile campionato di calcio, dalle nuove offerte della Vodafone o dalle fotografie del nuovo matrimonio della Canalis. Insomma, l’avete capito o no a chi toccherebbe andare a fronteggiare i nerovestiti? A noi 40-50enni, fisicamente ancora abbastanza prestanti, alle prese con la sfiancante crisi psicologica di mezza età, sballottati tra le crisi adolescenziali dei figli e le prime avvisaglie della menopausa delle consorti, troppo vecchi per inventarsi un lavoro, troppo giovani per poter ipotizzare un qualche tipo di pensione. Già, proprio a noi toccherà farlo, che l’ultima volta che le abbiamo date o prese era il 1975 e sapevamo più cose di Plutone e di Urano che di uno stato islamico e dei suoi sanguinari adepti.

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RING di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi IL CAMMINARE DA SOLI PORTA CON SÉ UNA RICCHEZZA

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i aggirano sempre in branco, non si isolano mai. Basta aprire un giornale quotidiano e scorrere le notizie: decine e decine di appuntamenti raccolgono le persone e gli organizzano le vacanze, le feste, le escursioni. Si chiama “socializzazione”. In una società dove sempre è sempre più difficile trovare il tempo per incontrare gli altri, le molteplici attività dell’associazionismo volontario o meno – pensiamo ai tanti corsi di tutti i tipi che si trovano sul territorio – si propagano ovunque. Qualsiasi attività oggi è strutturata: tempi, pensieri, sogni, utopie. Si deve essere sempre “connessi” a qualcuno. Così assistiamo a lunghe code che salgono i monti, intruppate, ubbidienti alle guide che decidono quando partire, quando fermarsi, cosa guardare, come mangiare, che discorsi fare. Tutto organizzato, tutto apparentemente tranquillo. Si evitano le ansie di doversi organizzare le cose, l’ansia di partire, l’ansia di perdersi e di ritrovarsi, l’ansia del conoscere un territorio sconosciuto, magari di incontrare gente che non si conosce. Il gruppo è il luogo dove ognuno può giocarsi le maschere che vuole, spendersi per quello che è, oppure mimetizzarsi dietro ad abbigliamenti che parlano per lui, a parole che fluiscono come un torrente impetuoso fatte di slogan, di status symbol linguistici.

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Sia ben chiaro. Tutto ciò può aiutare veramente chi ha bisogno di sentirsi “appartenente” a qualcuno, chi è timido, introverso, chiuso e si trova così agevolato ad intessere rapporti positivi che lo aiutino ad uscire fuori dalla malinconia saturnina e dal silenzio dell’isolamento. Qualcuno/a, perfino, ha trovato l’amore della sua vita oppure una spalla temporanea su cui piangere tristi abbandoni e conquiste fallite. Il branco è utile, è una forma di difesa, di aiuto reciproco, di sopravvivenza. Ma, allo stesso tempo, può essere un limite perché impedisce all’individuo di conoscere, di essere libero, di appropriarsi, secondo i suoi tempi e i suoi ritmi, di ciò che sta fuori e di ciò che sta dentro (pensieri, umori, sogni). Di certo preferisco vedere, in montagna (al mare, collina o pianura) gruppi di persone camminare assieme piuttosto che individui solitari con cuffiette, ormai parte integrante delle orecchie, telefonino sempre in mano, con lo sguardo perso nella rete, indifferenti a ciò che succede attorno, agli odori, ai profumi, alle scenografie naturali. Ma anche in questo caso si è in “relazione”, in contatto continuo. Il vecchio autoscatto è diventato moda chiamandolo con il solito inglesismo (selfie): l’importante non è il contesto, il panorama, i luoghi, le atmosfere, ma spedire immediatamente agli amici il proprio narcisistico ritratto. Eppure il camminare da soli porta con sé una ricchezza, fisica e psichica, incredibile. Le difficoltà nel farlo le aveva ben descritte, in poche righe, alcuni anni fa Paolo Rumiz su “La Repubblica”. Ma al di là dell’aspetto psicologico, vorrei ricordare, riallacciandomi agli antichi greci e romani o ai viandanti medioevali, che quando si cammina non si è mai da soli. C’è tutto un mondo sonoro che ci circonda e che abbiamo perso la capacità di interpretarlo. Si chiama fonosfera, ovvero l’insieme di suoni che riempiono l’aria, il colpo di martello di un fabbro, la macina di un


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RING mulino che gira, il richiamo di un pastore, un sasso che rotola da una parete che ci fa capire tanto di quella parte di territorio, ecc. Ma soprattutto è il variegato mondo degli animali che, da tempi immemorabili, ci fa compagnia, ci accompagna, ci aiuta a comprendere i cambiamenti del tempo. Latrati, ragli, nitriti, belati, grugniti, cinguettii, lo strisciare delle serpi, sono tutte voci che si trasformano in messaggi di buono o cattivo augurio, che annunciano cambiamenti di stagione o meteorologici, che ci raccontano di leggende e antichi miti. Il nostro viaggio non è mai solitario quindi. Con tutto il mondo che sta fuori di noi, in quella sorta di Babele degli animali – lo stesso si può fare con la ricchezza che ognuno ha dentro di sé, con la propria animalità –, si può dialogare, parlare, arrabbiarsi, unirsi in coro, prendere le distanze, struggersi, cantare, urlare, ecc. Tante strategie relazionali e comunicative che diventano apprendimento, visto che fra gli animali le differenze sono notevoli, così come tra gli uomini d’altronde, come ci ricordava Eliano: la natura ha dotato gli animali di un’immensa varietà di voci e di linguaggi … proprio come ha fatto con gli uomini, e se lo Sciita parla una lingua diversa dall’Indiano o dall’Etiope, anche fra gli animali l’uno ruggisce, l’altro raglia, l’altro ancora bela… Imparare ad essere “soli” per scoprire la ricchezza del mondo, di ciò che ci circonda. E forse impareremo a rispettare di più gli animali. Cercando di gettare via i condizionamenti secolari che hanno cercato di impedire all’uomo di “essere anche lui animale tra gli animali”. Fin dal medioevo, infatti, Dio non vuole che gli uomini siano imitatori delle voces animali. Un tardivo seguace di Ausonio, Eugenio da Toledo (VII secolo d.C.), condannava spietatamente l’assunzione di maschere sonore animali ritenendole indegne di un uomo, scrivendo smettila di spalancare invano la bocca a questo modo, smettila di spaccarti i polmoni, smettila infine di straziare la tua povera gola! Dio non ama ciò da cui aborre anche un omiciattolo sano. Eppure per gli antichi le voci degli animali costituivano sonorità ominose, di buono e di cattivo augurio. Erano voci che predicevano il tempo o annunciavano la stagione, e per questo motivo venivano ascoltate con particolare interesse da contadini, viandanti, naviganti; ma anche voci capaci di resuscitare nella mente la traccia di antichi racconti. L’andare accompagnati da questo mondo non ci fa più sentire soli, ma siamo sempre in compagnia. Ma per farlo dobbiamo trovare il coraggio di compiere il primo passo: organizzare la nostra uscita per poi chiudere la porta dietro di noi e incamminarci per le strade del mondo. Contemplando anche che ci si possa perdere. Prima o poi ritroveremo noi stessi. Possiamo quindi parlare liberamente con tutto ciò che sta fuori di noi – come facevano un tempo i santi e gli eremiti –, senza per questo essere catturati e rinchiusi in qualche manicomio. Siamo più normali noi che non chi parla ad alta voce ad un telefono coinvolgendoci nella propria vita privata a cui noi, sinceramente, non siamo minimamente interessati.

di Gianfranco Gramola

diario rotaliano LA DISCIPLINA E L’AMORE PER SCONFIGGERE IL “MALE OSCURO”

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a mia amica Paola Massari, ex moglie di Claudio Baglioni, scrive su Facebook: “Ho regalato alla depressione due anni della mia vita. Ho creduto di essermela lasciata alle spalle. Ma lei si è innamorata della mia anima ed è tornata a chiederle ospitalità. Ed io lo racconto a voi, perché questa è la mia verità”. Roba da pelle d’oca, ma purtroppo è una atroce realtà. La depressione è una condizione patologica a cui va incontro, nell’intero corso dell’esistenza, fra il 7 e il 15 per cento delle persone. La cosiddetta “bestia nera” ha fatto molte vittime illustri, da Winston Churcill ad Hemingway, da De Gaulle a Dante, da Michelangelo a Shakespeare, e poi Indro Montanelli, Loredana Bertè, Vittorio Gassman, ecc… Lo scrittore e giornalista Roberto Gervaso, ha scritto parecchio su questa “magagna”, descrivendola con minuziosità, dato che anche lui ne è stato vittima, dispensando preziosi consigli per annientarla. “È un male terribile, che ti assale e ti tormenta – spiega Gervaso – un male che non ti dà pace e ti fa desiderare la fine di tutto. La vita ti addenta, non solo perde la sua luce e i suoi colori, ma ti diventa insopportabile. Vedi tutto nero e non vuoi vedere nessuno. Ti chiudi in te stesso, i pensieri più cupi e più funesti attraversano la tua mente, accavallandosi, ingigantendosi, travolgendoti. Non è facile non diventare schiavi delle idee fisse, che sono sempre idee sbagliate, che ti incalzano e ti torturano l’anima, fiaccandoti il corpo. Vorresti farla finita”. Ho chiesto al giornalista come si può uscire da questo incubo e lui mi ha risposto: “Per venire fuori da questo incubo, bisogna dare un ordine severo alla propria vita, alla propria giornata. Bisogna imporsi una disciplina spartana, fare lunghe passeggiate e non stare mai soli. Leggere buoni libri (non di medicina), ascoltare tanta musica, trovarsi qualche hobby e coltivarlo con interesse. Guardare film allegri, commedie. Il miglior medico del depresso è il depresso stesso, però alcuni farmaci prescritti rigorosamente, possono essere uno strumento infallibile di guarigione. Ho conosciuto alcuni depressi, depressi famosi e fortunati che, innamorandosi, hanno ritrovato la serenità e conosciuto la felicità. L’amore è la terapia più efficace e miracolosa contro questo male oscuro”. Non è facile, circondato dal buio, vedere una luce o anche una semplice, impercettibile fiammella. Mi hanno detto che il migliore amico o il peggior nemico del malato è il malato stesso e che il male oscuro distrugge solo chi si lascia distruggere. Ma il male più terribile, la cosa più atroce sono il terrore e la paura, quasi la certezza, di non farcela. Una sensazione sbagliata, ma purtroppo fortissima. 13

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trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI

il dialetto informa “ÈSSE” COME SARMÁNDOLA, SANGUETA, SBOVO...

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uesta volta parliamo di tre animaletti decisamente piccoli, tutti e tre con l’iniziale “èsse”, cominciando con la, salamandra. Nei dialetti trentini viene chiamata sarmàndola, salmàndraga, sarmàntaga, fermàntola, beguro… Si tratta di un anfibio dell’odine dei caudati o urodeli, famiglia salamamdridi, specie Salamadra pezzata (Salamandra salamandra).È lunga una ventina di centimetri, vive in parte dell’Africa e dell’Asia e in Europa, tranne che al Nord e nelle isole. Vive nei terreni umidi, nei boschi di latifoglie, misti o di sole conifere, ma anche in giardini e parchi dove ci sia acqua. Si nutre di lombrichi, larve di insetti ecc. È quindi ritenuto un animaletto utile. Ma a chi? Non certo al lombrico (in dialetto bigato, bissòl, aratèra, verm de tera, zentanìn ecc.). Inoltre il lombrico è utilissimo a smuovere la terra, cosi come sono utili tanti insetti di cui la salamandra si ciba. Insomma il concetto di utilità, come ogni altro concetto, è relativo. La salamandra la puoi individuare nelle giornate umide o di notte, lungo i viottoli, le siepi, i muretti a secco mentre procede lenta e strisciante. Indifesa come sembra si difende però schizzando un liquido repellente. Anche la colorazione

appariscente della sua pelle è un avvertimento: steme fora dei pèi, porzèi! Si riteneva che le salamandra non bruciasse se gettate nel fuoco: era il simbolo dell’eterna rigenerazione. Passando alle sanguisughe ( in dialetto sanguéte o sanguétole diciamo che un tempo questi piccoli invertebrati una volta erano conosciuti da tutti, soprattutto dai ragazzi. Dai ragazzi, perché? Perché erano loro di norma a dargli la caccia (o la pesca), nei fossi, negli stagni, nelle zone umide. Per mangiarle? No, per venderle in farmacia o ai dottori flebotomi che potremmo anche chiamare dottori cavasangue. Se un paziente aveva il cosiddetto ”sangue grosso” o un eccesso di pressione, l’unico rimedio erano i salassi. Si facevano incidendo le vene con le lancette oppure, in modo meno traumatico, piazzando le sanguéte sulle carni della persona in cura. Le sanguisughe succhiavano il sangue, gonfiandosi loro e “sgonfiando” il sangue del paziente. Di uno che era magro e pallido si diceva che l’è ciucià dale sanguéte. Di uno che ti sfrutta, ti prosciuga, tuttora si dice che l’è na sanguéta. Di uno che ti si attacca e non ti molla più si dice che el te se taca come na sanguétola. Adesso, chi sa che cos’è il baéto, lo scarabòto, il bagòs? (quest’ultimo, non il famoso formaggio di Bagolino). Nessuno? Allora ve lo dico in altri modi: bòu, bào, sbòbol, sbòo, bovo, sbovo. Scarafaggio: finalmente! L’hai indovinato proprio tu, perché da piccolo ti dicevano l’è brut come e sbovo? Scherzo. In napoletano c’è il famoso detto: ogni scarafone è bello a mamma sua. In Trentino non c’è un analogo: per gli sbovi non esiste proprio nessuna simpatia, soprattutto da parte delle donne: solo guerra aperta. Gli scarafaggi maschi sono dotati di ali, le femmine no. Girano di notte mentre durante il giorno se ne stanno nascosti. Si nutrono i sostanze organiche e di esse gli alimenti che vengono custoditi in casa, specialmente i vanzaròti. La loro presenza è concentrata nel periodo più caldo. Rientri a casa una sera d’estate, accendi la luce e puoi trovare il pavimento pieno di scarafaggi. Allora è battaglia di annientamento perché le loro feci maleodoranti contaminano i cibi. Le residenze ideali degli sbovi sono le vecchie case piene di crepe e di umidità. O quelle in cui abita una donna trolpa. Non sai cosa sia una donna trolpa? Vuol dire pigra, faolènza… Auguri per quela che te sposerai ti! renzofrancescotti@libero.it

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trentinodadonnaadonna di LOREDANA CONT

ORSI, PERCORSI E DISCORSI Siamo tutti dispiaciuti della fine ingloriosa di Daniza. In fondo è una mamma morta per aver difeso i suoi cuccioli, seguendo quell’istinto che la natura regala alle femmine, le quali arrivano anche ad uccidere per salvaguardare la vita dei propri piccoli. Sono proprio fortunati i cuccioli d’animale, hanno grandi madri che fanno da corazza contro le insidie del mondo. Non sono così fortunati i cuccioli d’uomo. Alla nascita si fanno feste e regali e si appendono fiocchi rosa e azzurri ma poi, a volte hanno madri (e padri) che calpestano la loro infanzia in mille modi, abbandonano, rinnegano, violentano uccidono... Poveri i nostri cuccioli.... Detto questo, io sono qui per portare un momento di leggerezza nella vostra giornata, e quindi passo avanti, pur rimanendo nell’argomento, perchè adesso la Provincia ha la sua bella gatta da pelare, anzi orsa... In qualche maniera, ne siamo certi, troverà dei correttivi, valuterà soluzioni, la ghe meterà su na pèzza in attesa che le acque si calmino... Ed ecco cosa ritengo che succederà a breve. Verrà emesso un un dì-gi-pì (decreto della Giunta Provinciale) firmato Rossi (non vi sembra una firma falsa, seconda solo a Pincopallino?) dove verranno stilate delle direttive per far vedere all’Italia e al mondo intero (che ‘n de sta storia s’è intromess tutti, anca la brigitbardò) che per rimediare ai problemi degli orsi il Trentino si sta muovendo. I testo sarà più o meno così: “Il progetto Life Ursus continua, però si dovrà parlare dell’orso il meno possibile. Per favorire un dignitoso silenzio le parole Orso e Orsa sono bandite dal vocabolario trentino, come pure tutti i nomi che le contengono. Vengono depennate dal dizionario le parole DISCORSO, PERCORSO, CONCORSO, RICORSO, MORSO, SCORSO, CORSO. Se uno intende fare ricorso per quel concorso del mese scorso fatto sul corso dopo tre mesi di corso... sono cavoli suoi. Non potranno essere pronunciate parole come BORSA e CORSA... neanche se va di corsa con la borsa sulla opel corsa.... Vietato mettere recinzioni ORSOGRIL, proibito citare ORSON WELLES.... Saranno tolte dalle gare di nuoto i 100 metri DORSO che saranno sostituiti con i 100 rana, i 100 farfalla, i 100 delfino, prima che taca a arrivar proteste anca per quei. La toponomastica astrale sarà modificata sostituendo l’ORSA MAGGIORE con la zanzara tigre maggiore che quela se pol coparla seguendo il manuale d’istruzioni e nessuno protesta. In forma precauzionale, e chiedendo anticipatamente in-

dulgenza plenaria al Vescovo Bressan, verranno eliminati tutti i conventi delle ORSOLINE prima che arrivino cortei di protesta. Saranno cancellati dall’anagrafe cognomi come ORSI, BORSI, ORSINGHER e, saranno sostituiti con CUNEI, BUNEI, CUNINGHER visto che de quei ghe n’avem quanti che volem, specie a Trent. Unica citazione ammessa, anzi incentivata, sarà MAL DE L’ORS, da considerarsi quale giusta vendetta degli orsi stessi. E poi dite che non abbiamo rimediato!! Vogliatevi bene!

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Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher, Gennj Springhetti Hanno collaborato a questo numero: Paolo Chiesa, Silvia Conotter, Loredana Cont, Lara Deflorian, Fabio De Santi, Fiorenzo Degasperi, Alberto Folgheraiter, Renzo Francescotti, Flora Graiff, Gianfranco Gramola, Camilla Nacci, Silvia Tarter, Nicola Tomasi, Tiziana Tomasini, Giada Vicenzi Grafica: Fabio Monauni Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170 Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. TRENTO Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 studiotn@trentinomese.it Direzione pubblicità: Rosario Genovese BOLZANO Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 Fax 0471.930743 bazarbz@bazar.it Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Alcione Trento Registrazione Tribunale di Trento n. 536 4 aprile 1987

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SOMMARIO OTTOBRE2014

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8 COMMENTI 12 IL DIALETTO INFORMA 15 DA DONNA A DONNA

Attualità 18 28

CARLO GUERRIERI GONZAGA CAPPELLETTI E L’ELISIR NOVASALUS

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L’ODISSEA DEI VENTICINQUEMILA

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QUANDO OGNI NOME HA UNA STORIA

38 LA GUERRA CHE VERRÀ NON È LA PRIMA 42 44 48 52 54 59

MEDITERRANEO TRENTINO, 1935 L’AMORE OLTRE LA CORTINA DI FERRO IL TRENTINO DEI BAMBINI GIORDANO PACENZA IL TRENTINO VITO DA LASSÙ SPECIALE VALLAGARINA E VINO

Panorama 66 68 72 74 79 80 82 86 87

FRANCESCO RENGA ORCHESTRA «HAYDN» ANTONIO CORNACCHIONE GINO PAOLI PER IL NUOVO “ZANDONAI” LA STAGIONE IN-DANZA SOCIETÀ FILARMONICA ARTIGIANI E DESIGNER GALLIANI E GILBERT

Giorno per giorno

88 MOSTRE 92 APPUNTAMENTI DEL MESE

Scoop&news 100 104 105 106 109 112

I MATRIMONI DEL MESE PREMIATO ALBERT CEOLAN GRANDE FERRARI PERLÈ MONDO MERLOT 2014 “I AM BAMBÙ” A TRENTO TRIENNALE DEL LEGNO

Rubriche

110 LIBRI E LIBRERIE 113 VOLTI NELLA STORIA 114 LA VIGNETTA info@trentinomese.it www.trentinomese.it


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UN CAFFÉ A CASA DI...

di Pino Loperfido e Paolo Curcu

CARLO GUERRIERI GONZAGA: IL MARCHESE, I TRATTORI E QUEL VINO SUBLIME

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trentinoincontri LA SPLENDIDA COLLEZIONE DI VECCHI TRATTORI CONSERVATA NELLA TENUTA DI SAN LEONARDO, AI MASI DI AVIO, NON È CHE LA PUNTA DELL’ICEBERG DI UN PICCOLO MONDO DI STORIE. TUTTO QUI È INTRECCIATO CON LA VITE E CON L’ENOLOGIA, MA TUTT’ATTORNO ALEGGIANO I RICORDI, LE GENEALOGIE E LE LEGGENDE

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assare una mattinata con un signore come Carlo Guerrieri Gonzaga equivale a fare un corso intensivo ed accelerato di stile, condito da cenni storici, enologici e agro-silvestri. Vederlo passare da un trattore a una jeep, indossare le vesti di Cicerone tra antichi utensili agricoli e gli impervi sentieri della sua tenuta, ascoltarlo mentre racconta le meraviglie della cantina e i cari ricordi legati alla sua famiglia, vestito in maniera impeccabile, denota un che di prodigioso. Eravamo venuti a San Leonardo di Avio con l’intenzione di visionare una collezione di trattori d’epoca, per la rubrica “Il collezionista”. Se non che, ci siamo dovuti rendere ben presto conto che quella pur incredibile raccolta di mezzi non era che la punta dell’iceberg in questo mondo di storie che è la tenuta del Marchese Guerrieri Gonzaga. L’antico cognome della famiglia – e parliamo di prima del 1400 – era Terzi, mutato poi in Guerrieri allorché nel 1445 uno dei suoi membri, Niccolò figlio di Ottobono, ebbe un ruolo di primo piano nella conquista della marchigiana rocca di Fermo. Nello stesso anno Niccolò andò ad offrire i suoi servigi alla corte mantovana dei Gonzaga e lo stesso fece il figlio Ludovico al quale, in segno di riconoscenza, il Marchese Francesco concesse nel 1506 il diritto di aggiungere al proprio, il nome e lo stemma Gonzaga nonché il titolo di Mar-

Carlo Guerrieri Gonzaga posa di fronte ad uno dei trattori della collezione. Sullo sfondo, l’imponente modernissima vendemmiatrice meccanica di cui il Marchese va particolarmente fiero

chese. È Carlo stesso a raccontarcelo, mentre con grande eleganza ci invita a camminare sul suo personale tappeto fatto di parole e ricordi, nell’interminabile e strettissimo corridoio del tempo. LA TENUTA SAN LEONARDO: PIÙ CHE UN’AZIENDA, UN SODALIZIO UMANO Da dove cominciare, allora? Dal vino, ovvio. Tutto a San Leonardo è intrecciato bene o male con la vite. È la storia che ne è intrisa. Una storia che ha i volti dei numerosi lavoranti, discendenti di fami-

IN TRENTINO

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er la stabile presenza della famiglia Guerrieri Gonzaga in Trentino si deve attendere il 1894 quando il Marchese Tullo, nonno di Carlo Guerrieri Gonzaga, sposò Gemma de Gresti (foto), alla cui famiglia apparteneva da quasi due secoli la Tenuta San Leonardo. Fu loro figlio Anselmo a guardare alla proprietà con nuovo spirito imprenditoriale, a limitare le varie culture per valorizzare le potenzialità viticole dell’azienda dove erano già presenti varietà di matrice internazionale. Alla Tenuta San Leonardo, da quasi cinquant’anni, Carlo Guerrieri Gonzaga dedica la quasi totalità delle sue attenzioni e del suo tempo, nulla sfugge alla sua garbata supervisione, si tratti della cura dei vigneti o delle varie fasi di vendemmia, delle pratiche di cantina come dei contatti con il mondo che dei suoi vini è amico e cliente. Da vari anni anche il figlio Anselmo è impegnato a tempo pieno in azienda e come il padre è innamorato di questa terra trentina, anche se spesso deve allontanarsene proprio per far conoscere in contrade lontane i vini della Tenuta.

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glie che “vantano” almeno un secolo di frequentazione. “Vantano”, sì. Perché le squisite gentilezza e disponibilità di Carlo Guerrieri Gonzaga fanno ben comprendere questo attaccamento all’azienda. Ma più che azienda, si dovrebbe trovare un qualche neologismo ad illustrare questa comunità unica nel suo genere, quanto meno in Trentino. Per dirne solo una, la signora Cesira, che salutiamo all’entrata, è la mamma di Luigi Tinelli che, praticamente da una vita, è il Direttore, nonché memoria storica della Tenuta. La sua mamma, invece, è stata in passato la direttrice di Villa de Gresti, la splendida costruzione in stile liberty, immersa nel verde, residenza della famiglia. Insomma, il sodalizio umano che qui si è stabilito tanti anni fa prosegue, in un clima di grande serenità, fiducia e reciproca collaborazione. Carlo ci fa subito scendere nella cantina. Un locale molto alto, scavato sotto il giardino, immerso nella penombra. Ma, sorpresa!, codesta non è che l’anticamera della cantina vera e propria, cui accediamo attraverso una parete-scaffale scorrevole e dalla cui imponenza ci lasciamo volentieri ammaliare. La produzione del vino a San Leonardo comincia alla fine del XVIII secolo, per conto della Corte Imperiale di Vienna e arriva fino ad oggi con l’opera di Carlo Guerrieri Gonzaga, primo vero “tecnico” della famiglia, la cui formazione è stata dettata non solo dalla prospettiva di gestire in prima persona il patrimonio agricolo familiare, ma soprattutto da una viva curiosità per i grandi vini, Bordeaux in primis. Da questo nasce la sua decisione di stu-


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“ALLA TV? SOLO I DOCUMENTARI E I DIBATTITI” Qual è l’ultimo libro che ha letto? The story of wine di Hugh Johnson Il film preferito? Salvate il soldato Ryan di Steven Spielberg. Ma la tv la guarda? Esclusivamente documentari e dibattiti. E invece a proposito di musica, che cantante le piace? Lucio Dalla. Qual è il suo piatto preferito? I tortelli di zucca. Il sogno ricorrente? Paesaggi naturali.

diare enologia a Losanna e approfondire le conoscenze con viaggi di studio in Francia ed in Toscana. Il mestiere di vignaiolo, in altre parole, è stato vissuto da Carlo con un respiro di spessore internazionale che d’altra parte è la cifra stessa della sua famiglia. Ma cosa pensa il Marchese del vino trentino? “Abbiamo grandi tecnici, ottimi manager, come ad esempio il dott. Zanoni di Cavit, insomma, potrebbe portare a risultati eccelsi, ma...” L’avevamo capito che c’era un “ma”. E quel “ma” è incentrato sull’atteggiamento culturale

Nel soppalco ricavato all’interno del Museo sono conservati preziosissimi documenti cartacei e fotografici, alcuni risalenti addirittura al XIII secolo.

del fare il vignaiolo da queste parti, dove l’assistenzialismo fa comodo, ma non è sempre il miglior servizio reso alla qualità del prodotto. E nemmeno alla professionalità e al coraggio imprenditoriale di chi lo produce. ATTREZZI E RICORDI: “QUANDO IL FALEGNAME MI RIPARAVA I GIOCATTOLI” C’è un grande ritratto di Anselmo Guerrieri Gonzaga, all’ingresso del Museo di attrezzi e utensili agricoli che nel corso di almeno un secolo sono stati adoperati nella Tenuta ed ora fanno bella mostra di sé in questo ex fienile, perfettamente puliti, restaurati e catalogati, come avviene nel più efficiente dei

musei etnografici. Viene da pensare che alcune realtà museali trentine le abbiano fatto la corte, vero Marchese? “Ho collaborato in alcune occasioni con il Museo di San Michele, con cui ho firmato una convenzione, e con Giuseppe Sebesta. Proprio lui ha trovato un documento che tetimoniava come, da queste parti, già attorno all’anno Mille si coltivava la vite”. Gli attrezzi sono innumerevoli. Ci vorrebbe una settimana per osservare con attenzione tutto. Scorgiamo una selezionatrice di sementi che è un gioiello di inventiva, una sgranocchia pannocchie, un’irroratrice in legno del 1904 e poi ancora il necessaire per la bachicoltura (“Da un piccolo bozzolo di un centimetro di diametro si ricavava un chilometro di filo...”), quindi mantici, utensili di ogni sorta. Tutto a ricordarci che, mentre oggi a chi lavora in Tenuta non è richiesta una sola competenza specifica, c’è stato un tempo in cui a San Leonardo operavano un falegname, un fabbro, ecc. “Da bambino amavo tantissimo starmene in falegnameria a farmi costruire o riparare qualche giocattolo”, ricorda un po’ sognante il Marchese. Nel soppalco ricavato all’interno del Museo sono conservati preziosissimi documenti cartacei e fotografici, alcuni risalenti addirittura al XIII secolo. Ce n’è da far impallidire anche il più intraprendente dei collezionisti. Un coacervo di testimonianze di enorme utilità storica per la collettività, non solo trentina e italiana. Uno spazio considerevole è dedicato alla figura della Marchesa Gemma Guerrieri Gonzaga, che nel 1916 riuscì, 23

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trentinoincontri grazie al suo spirito caritatevole ed alla sua determinazione, a far rimpatriare dalla Russia un numero davvero impressionante – 12mila persone – di prigionieri trentini, triestini ed istriani dell’esercito austro-ungarico, detenuti in Siberia in campi di concentramento. MINI SAFARI ALLA SCOPERTA DEL PARCO Insomma, trecento ettari non sono propriamente un monolocale e il Marchese lo sa bene. Per questo ci fa montare su una jeep scoperta e si prepara ad accompagnarci in una sorta di mini safari, lungo i sentieri della Tenuta, che è tagliata tra l’altro dall’antichissima Via Claudia Augusta. Eccole le vigne, le “regine” di questo luogo incantato. L’estate è stata quella che tutti sappiamo e gli effetti, purtroppo, si vedono. “Questo è stato un anno terribile per chi produce vino. Qualcosa di mai visto. Almeno non dal XVI secolo in poi” sostiene Carlo. Già, un’estate, questa 2014, piovosissima e fredda che stamane, però, ci ha concesso una gradita parentesi soleggiata e ben temperata. Ruggisce

la jeep, mentre ci arrampichiamo verso Villa De Gresti, poche centinaia di metri più su rispetto alla Cantina. Il Marchese guarda a destra e a sinistra velocemente, guida e ci racconta, e al suo occhio attento non sfugge nulla. Si è accorto, ad esempio, che gli pneumatici hanno segnato leggermente la ghiaia. Per questo quando incontriamo il giardiniere di

origine filippina (che lavora qui da 30 anni) si rammarica con lui per averne inficiato un pochino il lavoro mattutino. La residenza famigliare è austera, completamente immersa nel verde del parco, in compagnia di alberi secolari di ogni specie. Durante la prima guerra mondiale la villa di San Leonardo fu sede del comando del 29° corpo di armata

Durante il nostra visita ci imbattiamo in Luigi Tinelli, una vita al servizio della Tenuta San Leonardo

GEMMA DE GRESTI: “SALVATE IL SOLDATO FRANCHINI”

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ur essendo il momento più tragico che possa capitare secolo si adoperò a favore degli internati trentini in Russia e ad una civiltà nel corso della sua storia, la guerra è un in Galizia, durante la Prima guerra mondiale. momento “magico” dal punto di vista narrativo perché sono Il 6 novembre di ogni anno, a San Leonardo di Borghetto d’Avio, si tiene la tradizionale sagra che attira tutte le famiglie migliaia le storie che si intrecciano oltre le linee di fuoco e contadine del circondario. Si lucidano le pentole di rame e si corrono lungo le trincee. E sono stati migliaia gli artisti che, indossa il vestito delle feste. Al mattino grande partecipazione prendendo spunto da fatti di guerra, hanno costruito le loro opere migliori. Uno di questi è Steven Spielberg che con per la Messa cantata. “Salvate il soldato Ryan” nel 1999 si è portato a casa ben Nel 1914 lo svolgimento della sagra avviene in tono più sommesso, in un’atmosfera molto meno festaiola degli anni prececinque premi Oscar. Il film narra della sorte di quattro fratelli americani che combattono durante la Seconda guerra mondiadenti. In agosto l’Austria è entrata in guerra contro Serbia le. Uno solo di loro si salverà e grazie all’intervento dello stato e Russia e sono già parecchi gli uomini di Borghetto e di Avio – di tutto il Trentino – che sono stati chiamati a combattere maggiore dell’esercito potrà riabbracciare la madre vedova. Chi sospettava che rovistansotto le insegne dell’esercito do nell’immenso archivio di imperialregio. Già si è avuta storie di Casa Guerrieri Gonnotizia di feriti, qualche morto addirittura. zaga saltasse fuori una vicenInsomma, quella che avrebbe da che ricorda così tanto la trama di quel famoso film? dovuto essere un momento Seppure le notizie in merito di allegria, oltre che di celenon siano tantissime, val la brazione liturgica, si trasforma pena di provare a raccontarla, quell’anno in una sorta di raduanche perché ci permetterà di no della tristezza. L’angoscia ricordare anche un’altra vicenla fa da padrona e serpeggia da, questa più celebre, legatra madri in pena e figli che ta alla figura della Marchesa attendono di avere notizie dei propri padri, lontani migliaia di Gemma Guerrieri Gonzaga, nobildonna che all’inizio del I quattro fratelli Franchini qualche anno dopo le vicende belliche chilometri da casa, abbando-

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trentinoincontri italiano, il 29 ottobre 1918 si presentarono alle linee il capitano austriaco Kamillo Ruggera accompagnato da un sergente portabandiera bianca e da un trombettiere che furono condotti bendati alla sede del comando. Erano latori della richiesta di armistizio. Nei giorni

I vigneti davanti a Villa De Gresti. Sullo sfondo, Borghetto d’Avio.

seguenti, sempre qui, proseguirono le trattative alla presenza anche del Colonnello Schneller, del Capitano di Fregata Principe Von Liecthtenstein e di Ruggera stesso, che accettarono le condizioni di armistizio, controfirmato dal comando supremo dell’esercito austroungarico. Il 3 novembre i firmatari lasciarono San Leonardo per recarsi a Villa Giusti ad Abano dove il giorno successivo fu firmato l’armistizio che segnò per l’Italia la fine della Prima Guerra Mondiale.

SOTTO A QUEL CASTAGNO, LE NOZZE DI TEODOLINDA E DI RE AUTARI “Le protezioni con cui abbiamo circondato la tenuta sono ancora troppo basse. I cervi sono in grado di saltarle, vengono qui e mangiano di tutto...” dice il Marchese, mostrandoci gli effetti delle crasse scorribande degli animali del bosco che, non di rado, si avvicinano addirittura a lambire le finestre dell’abitazione. I cinghiali hanno scavato una buca nel

Luigina Franchini

nati al beffardo giogo della guerra. Chi piange, chi implora, chi si dispera. Non c’è di che stare allegri, quel 6 novembre 1914, alla sagra di S. Leonardo a Borghetto d’Avio. E come fanno certi strumenti nelle orchestre a cui le partiture, per alcune battute, impongono di sovrastare per intensità tutto il resto della compagine musicale, così in mezzo a quella folla offesa dalla gravità del momento, ad un certo punto il pianto di una donna pare levarsi più in alto di tutti gli altri. Quella donna si chiama Rosina Franchini ed abita ai Masi d’Avio. In quel conflitto maledetto è stata costretta a mandarci non uno, non due; e nemmeno tre figli. Quattro sono, infatti, i ragazzi che hanno lasciato la sua casa ed ora si trovano impantanati nel mistero dell’odio. La guerra, che tutto travolge, non ha un addetto stampa o un ufficio comunicazione. Le notizie che di solito arrivano dal fronte sono frammentarie, spesso poco attendibili. Per avere un’idea del destino dei propri cari ci si deve affidare a poche sgrammaticate righe, magari consunte dall’umidità o dalla distanza. Rosina Franchini sospetta che il Beppi e l’Angelo siano stati feriti. L’Eugenio è per certo prigioniero dei russi in qualche landa avvolta dal gelo, come testimonia una cartolina della Croce Rossa sovietica che nulla dice del luogo di detenzione. Giovanni, invece, è scomparso sul fronte galiziano. Da diverso tempo, ormai, non scrive a casa. E in situazioni come questa

il silenzio sovente significa una sola cosa: morte. Il pianto della Rosina attira l’attenzione della Marchesa Gemma Guerrieri Gonzaga. Il lamento la commuove, ma soprattutto le cambia qualcosa dentro, perché da quel momento in poi la sua vita non sarà più la stessa. Rintracciare i soldati trentini imprigionati o feriti al fronte – in primis i figli della signora Franchini – diventerà per la Marchesa un imperativo: la missione di una vita. E forse non è solo una coincidenza che San Leonardo sia il Patrono dei prigionieri... Contrariamente alla vicenda narrata nel film di Spielberg, ove solo l’ultimo fratello avrà la buona sorte di salvarsi, i quattro fratelli Franchini potranno riabbracciare la madre e tornare ai Masi di Avio, con la guerra ormai lontana. Testimoni di una tragedia che senza il provvidenziale intervento della Marchesa non è detto avrebbe avuto la stessa felice conclusione. Eugenio Franchini rimarrà sempre legato alla tenuta di San Leonardo e alla famiglia Guerrieri Gonzaga. Subito dopo la fine della prima guerra mondiale diverrà fattore di fiducia della famiglia nella gestione e amministrazione della tenuta fino al 1942. A lui subentrerà il figlio Emo Franchini che tenne l’amministrazione dal 1942 al 1956. Tra i discendenti che ancora lavorano in azienda, nel reparto confezionamento, c’è Luigina Franchini, pronipote di Eugenio.

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Sopra, l’anticamera della cantina (foto in basso). A destra, il Marchese sull’altare della cappella di San Leonardo. Al suo interno sono tumulati i suoi antenati.

terreno per potersi fare il bagno. Ma eccoci quindi di fronte ad un possente tronco di castagno, piegato verso il terreno e sostenuto da un muricciolo di mattoni. Il Marchese ci spiega che si tratta dell’albero sotto il quale, secondo la leggenda (ma non troppo leggenda) ebbero luogo le nozze della bella Principessa Teodolinda, figlia del re di Bavaria, con Autari, re dei Longobardi. Era il 588 dopo Cristo. Ma per restare nell’ambito degli eventi documentati, è del 900 dopo Cristo, la prima testimonianza dell’esistenza di questo luogo,

allorché il Vescovo di Verona concesse al suo pari grado di Trento boschi, prati e vigne situate nei Campi Sarni. Il piccolo feudo fu poi passato nel 1215 ai Frati Crociferi – un ordine religioso assai diffuso nell’Europa del tardo Medio Evo – che vi edificarono il loro monastero e dettero vita ad una florida, per il tempo, attività agricola. Nel 1656 subentrò nella proprietà la nobile famiglia trentina de Gresti per divenirne poi proprietaria nel 1724. Persi in queste reminiscenze storiche, mentre la jeep morde il sentiero, vediamo venirci incontro un uomo in scooter. Si tratta proprio di Luigino Tinelli, l’attuale Direttore della Tenuta, che compie il suo mattutino giro di perlustrazione. Torniamo alla base, con gli occhi pieni di tutte le meraviglie vegetali che il Mar-

IL SAN LEONARDO, UN SIMBOLO

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ualità, qualità e qualità. E poi serietà, competenza, tradizione, attenzione quasi maniacale, ritualità e, infine, di nuovo qualità. A San Leonardo il vino si fa così, come solo in pochissimi altri luoghi avviene. L’etichetta simbolo della Tenuta si chiama proprio “San Leonardo”, un grande taglio bordolese di raffinata eleganza: diverse uve vengono vinificate e invecchiate separatamente: Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Carmeniére e Merlot. Prima dell’imbottigliamento avviene il taglio in proporzioni che variano in base al risutato di rigorose degustazioni, compiute barrique per barrique.

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chese ci ha mostrato. Ma non è finita qui. Il nome alla Tenuta e all’etichetta di punta viene dalla cappella di San Leonardo, un piccolo gioiello di arte sacra che contiene un affresco del XII secolo: quasi certamente il più antico del Trentino. E, infine, il caffé che dà il titolo alla rubrica lo prendiamo nel Bar Enoteca “La Botte”, situato proprio all’entrata della Tenuta. “È stato il mio primo atto imprenditoriale autonomo. Avevo diciotto anni. A mio padre l’idea non piacque per nulla” ricorda divertito Carlo Guerrieri Gonzaga. A suo padre sarebbe piaciuto certamente tutto il resto che è venuto dopo, commentiamo noi. Ad esempio, quel vino meraviglioso che nei decenni successivi ha “regalato” agli appassionati di tutto il mondo. ■


TEATRO

TEATRO COMUNALE ZANDONAI

TEATRO

UNIVERSITÀ POLOLARE TRENTINA

AMMINISTRAZIONE - COMMERCIO - MARKETING




trentinoincontri

PREMIATA DITTA

di Pino Loperfido e Paolo Curcu

Giampaolo Cappelletti negli anni Ottanta, al banco dell’Erboristeria di Piazza Fiera

QUEL MAGICO ELISIR CHE... “QUANDO CI VUOLE CI VUOLE” COSÌ RECITAVA UNO DEI CELEBRI SLOGAN DELL’ELISIR NOVASALUS DI CAPPELLETTI. DAL 1909 AD OGGI, ECCO LA STORIA DI UN’AZIENDA CHE COMINCIA CON GIUSEPPE DA CIAGO DI VEZZANO, PASSA PER SUO NIPOTE FERRANTE ED ARRIVA ALL’INDIMENTICATO, VULCANICO GIAMPAOLO. UN TEMPO A METÀ TRA LA SEMPLICE BEVANDA E LA PORTENTOSA MEDICINA, OGGI “CAPPELLETTI” È SIMBOLO DI UNA TRADIZIONE CHE SI RINNOVA, GRAZIE AD UNA INTRAPRENDENTE QUARTA GENERAZIONE 30

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uesta storia comincia come un film. Dissolvenza iniziale. Un uomo passeggia tra le piante sulle pendici di una montagna. Sembra cercare qualcosa. Individua un fiore, un arbusto, una piantina, si piega, annusa, talvolta tasta soltanto, ogni tanto raccoglie, riponendo il tutto in un cesto capace. La seconda scena ci porta in un piccolo stadio di provincia, negli anni Settanta. Prima del fischio d’inizio un uomo avvolto in un cappottone grigio porge una bottiglia di liquore all’arbitro. Un attimo dopo, lo speaker declama con voce assordante e metallica: “Elisir Novasalus, l’amaro che quando ci vuole ci vuole!” La terza scena si apre con un primo piano sul volto di un uomo, un sacerdote (chissà perché ce n’è sempre uno in storie come questa...), il celebre “prete di Margone”, medico ed erborista ante litteram celebre in tutto il Trentino. Il giovanissimo Giuseppe Cappelletti gli ha svuotato il cesto sul tavolo, in attesa della sua preziosissima consulenza. I titoli di coda del nostro film, narrano di Giuseppe che nasce a Ciago di Vezzano, sulle pendici del Monte Gazza, in Valle dei Laghi, nel 1880. Novello Thoreau, ama la vita all’aria aperta, alla ricerca delle ricchezze offerte dalla Natura circostante. Ben presto si appassiona alle erbe officinali e agli aromi “coloniali”. È animato dalla convinzione che le piante possono portare enormi benefici all’organismo umano, basta solo saperle scegliere, lavorare e quindi vendere. Questa passione naturalistica si concretizza nel 1909 quando, assieme ai suoi fratelli, Giuseppe apre una società “per la vendita di coloniali all’ingrosso ed al minuto”. Siamo a Trento, in Via Oss Mazzurana, nel cuore del Welschtirol, Impero Asburgico meridionale. Sono all’incirca gli anni in cui il gruppo Rockefeller e la Fondazione Carnegie stavano gettando le basi per la nascita di quella che diventerà la più grande impresa del mondo: quella farmaceutica. E per farlo si serviranno

Foto di famiglia per i Cappelletti di Ciago di Vezzano. Giuseppe quello in piedi, con le braccia conserte.

di un concetto di “medicina” nuovo di zecca, orientato più sulla cura dei sintomi che sul debellamento della cause. Non sappiamo come la pensava Giuseppe Cappelletti in proposito, ma possiamo ben immaginarlo. I rimedi naturali hanno funzionato per secoli, perché dubitarne? Ecco, dunque, alla fine degli anni Venti la nascita dell’Elisir Novasalus, il liquore-decotto-infuso dalla ricetta segretissima, che diventerà il simbolo assoluto dell’azienda per i seguenti cento anni. Nel 1920, mentre il Trentino si trasferisce nel Regno d’Italia, lo Stabilimento Chimico Industriale di Giuseppe Cappelletti si sposta in Piazza

Fiera, occupando un intero stabile prospiciente la spianata delle mura. Dodici anni dopo, accanto al titolo di Speziale, Giuseppe viene abilitato ufficialmente alla professione di Erborista. DAI FORZIERI DELLA BANCA AI TESORI DELLA NATURA Nel 1955, Ferrante Cappelletti ha 40 anni ed è un onesto ragioniere destinato forse a trascorrere la sua esistenza lavorativa tra le quattro mura di una banca. Se non fosse che anche lui ha una certa passionaccia per le erbe (è erborista). Cosicché alla morte di Giuseppe, è proprio suo nipote Ferrante a prendere il ti-

Lo stabilimento Cappelletti in Piazza Fiera a Trento. È la seconda sede dell’azienda. La prima, dal 1909 al 1920, fu attiva in via Oss Mazzurana. A sinistra, una parte dello stabilimento attuale 31

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LE 800 ETICHETTE DEL BAR BACCUS

È

il 1963, quando i Cappelletti aprono in piazza Fiera una nuova specie di negozio: un’enoteca. Il Baccus – questo il nome del locale – è una delle prime enoteche d’Italia. Per la prima volta, si possono acquistare in Trentino vini e liquori provenienti da tutto il mondo. Si calcola che siano oltre ottocento le etichette disponibili nel frequentatissimo negozio posto nel cuore della città di Trento. mone dell’azienda di famiglia. E la svolta non è da poco. Non solo perché gli anni Sessanta sono lì all’orizzonte con tutta la loro ventata di ottimismo e di modernità, ma anche perché Ferrante spinge sul fronte promozionale, portando la Cappelletti ad altezze – anche in termini di fatturato – fino ad allora sconosciute. Non basta cioè solo vendere semplicemente il prodotto. È bello e socialmente utile ampliare la conoscenza comune riguardo alle proprietà ed ai vantaggi derivanti dall’utilizzo di prodotti ricavati dalle erbe di montagna. Arrivano nuovi prodotti, tra cui l’Amaro Trentino, storico “rivale” dell’Amaro Alpino (vedi TrentinoMese di agosto). Ferrante commissiona ad un artista di una certa notorietà un manifesto pubblicitario che oggi troviamo appeso

Da sinistra, Maddalena e la signora Tiziana, moglie del compianto Giampaolo

all’entrata dell’attuale sede di Aldeno. Vi si vede uno spaccato di varia umanità, che si appropinqua all’Elisir Novasalus; uomini, donne e bambini acciaccati prima di sorseggiarlo e guariti completamente dopo aver trangugiato il magico Elisir. Addirittura un angelo mandato dal Cielo, tende il braccio verso la munifica infermierina... Si tratta di un’enfatizzazione che però ha i suoi fondamenti anche sulle testimonianze di alcuni clienti. Alla Cappelletti non sono rare le sortite di appassionati che si affacciano per ringraziare dei portentosi effetti. Ma ahinoi, attorno al 1970, la legislazione italiana obbliga anche l’azienda trentina ad una scelta: se fare del Novasalus un prodotto farmaceutico a tutti gli effetti o se preservarlo dalle grinfie delle multinazionali del settore e continuare a metterlo a disposizione di tutti nella piccola e nella grande distribuzione. Ferrante opta per quest’ultima scelta.

La ditta cresce, e trasferisce la produzione nel nuovo stabilimento di Ravina, allargando al contempo la gamma dei prodotti con i liquori dolci, alla frutta e le grappe. Arriviamo così agli anni Settanta, Ferrante introduce in azienda i tre figli, Giampaolo, Sandra e Corrado. Alla produzione liquoristica si aggiunge con notevole soddisfazione anche una linea di cosmesi naturale. Dei tre, sarà il primogenito, Giampaolo, a condurre trionfalmente l’azienda verso il nuovo Millennio. A lui, infatti, al momento della spartizione delle attività tra i fratelli-soci, rimarranno la produzione e la commercializzazione di tutti i liquori. GIAMPAOLO CAPPELLETTI: UNA NE PENSA E CENTO NE FA Definirlo “vulcanico” vuol dire sicuramente fare un torto alla sua memoria. Giampaolo Cappelletti è un uomo di

Giuseppe Capelletti posa professionalmente con un erbario del Mattioli e una pianta officinale. A sinistra, il celebre poster promozionale degli anni Sessanta che illustra gli effetti “miracolosi” dell’Elisir Novasalus 32

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trentinoincontri Prima di un match del Calcio Trento, Giampaolo Cappelletti regala una bottiglia di Elisir Novasalus all’arbitro. “Meglio dopo”, pare voler dire questi.

Da sinistra, Giampaolo, Ferrante, Sandra e Corrado

grande cultura, eclettico, entusiasta della vita e del suo lavoro. Non solo. Durante la sua breve esistenza, decide di dedicare gran parte delle sue energie alla comunità. Il suo impegno sociale lo porterà ad essere molto conosciuto, oltre che molto amato, in Trentino. Un uomo letteralmente innamorato del suo prossimo e, quindi, dell’associazionismo, di ogni ordine e grado. Nell’arco di pochi anni, diventa membro della Camera di Commercio, presidente della piccola Industria, presidente di una squadra di calcio femminile, giudice disciplinare della Federcalcio, sponsor di svariate attività. Tra le sue idee geniali, quella di fondare un Istituto di Tutela della Grappa Trentina che oggi è un caposaldo del controllo e della promozione della stessa. Ma Giampaolo non si ferma qui; è infatti anche giornalista, autore di articoli graffianti sui quotidiani locali. In politica, di cui ha un’altissima considerazione, è consigliere comunale a Trento per una legislatura. Sono gli anni del boom economico: magliette, cappellini e righelli Novasalus si vedono dappertutto, dalle corse campestri agli uffici della burocrazia. Cappelletti è sinonimo di Novasalus e viceversa. Insomma, il carisma e le capacità manageriali e relazionali di Giampaolo fanno sì che lo stabilimento di Ravina diventi piccolo. Si progetta allora un nuovo impianto, questa volta ad Aldeno. Ma il 2001,

Maddalena tra le cisterne dei prodotti

così come per le Torri Gemelle anche per la famiglia Cappelletti è provvido di sventura. Il passaggio alla nuova sede è incredibilmente difficoltoso a causa di alcuni impicci burocratici, ma soprattutto, in quello stesso anno, Giampaolo viene a mancare lasciando nello sconcerto la propria famiglia e tutta la comunità di Trento. SI RIPARTE IN QUARTA. CON LA QUARTA GENERAZIONE Ripartire e farlo con forza e decisione. La signora Tiziana ci ricorda quei momenti difficili e ringrazia ancora oggi i collaboratori che in quei giorni si fecero in quattro per portare avanti l’impresa. Oggi, sono Maddalena e Luigi a portare il testimone che fu di Giuseppe, Ferrante e Gianpaolo. Il piglio è quello deciso e serio di chi misura attentamente ogni passo. E tanto è l’attaccamento alla tradizione aziendale e famigliare. Una garanzia per il messaggio lanciato più di un secolo fa da quel ragazzo di Ciago di Vezzano che, con lo sguardo arcigno, amava andarsene su per i sentieri del Monte Gazza, alla ricerca di erbe che avrebbero contribuito alla salute del prossimo suo e di se stesso. ■

IL “SEGRETO” DEL NOVASALUS

È

il prodotto di punta e conosciuto in tutta Italia. Tutto viene fatto ancora con cura artigianale, dalla scelta delle erbe, radici e foglie migliori, utilizzando per quanto possibile quelle delle nostre montagne. Un attento dosaggio di bardana, tarassaco, aloe, genziana, frangula, china... più di trenta piante che vengono lavorate in modi differenti tra loro. A seconda di come viene utilizzato, l’Elisir Novasalus può essere digestivo, depurativo, ed aiutare la regolarità dell’organismo.

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trentinolagrandeguerra 19141918 UNA “GUERRA TRA PARENTI” – 10A PUNTATA

L’ODISSEA DI VENTICINQUEMILA “IRREDENTI” di Alberto Folgheraiter

UN VIAGGIO ATTORNO AL MONDO PER TORNARE A CASA (IN ITALIA) “NEL MESE D’AGOSTO SONO ANDATO GUERIER UN POCO PIÙ TARDI FU(I) PRIGIONIER E QUESTI RUSSI, PORCA MISERIA I M’A MENÀ FINO IN SIBERIA…”

B

ernardo Serafini, da Coltura di Ragoli, fatto prigioniero dai Russi nei primi giorni di guerra (agosto 1914), lasciò una lunga filastrocca sugli usi e i costumi della popolazione siberiana. Fu uno dei molti Trentini finiti 34

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nella steppa russa, fatti prigionieri o fuggiti, disertori, verso il nemico che pareva meno feroce di come la propaganda bellica lo aveva descritto. Intanto, il 29 maggio 1917, l’Imperial Regio Tribunale di Innsbruck, quale

corte competente di prima istanza, pronunciò una sentenza di condanna nei confronti di 74 imputati “per crimine di alto tradimento”. La condanna, in contumacia, ordinava la “confisca della sostanza esistente in Austria, mobile e immobile degli imputati” e ciò “a garanzia della pretesa di indennizzo dello Stato per il danno causato direttamente o indirettamente con l’azione criminosa, come pure a garanzia di espiazione per la violazione della legge”. Che cosa avevano fatto, che cosa era accaduto? “In base ai rilievi assunti dal Tribunale dell’i. r. Comando Militare di Presidio di Trento (Sezione Irredenti), numerose persone militari austriache di lingua


trentinolagrandeguerra italiana, prigioniere in Russia, sono sospette di aver preso accordi col nemico per il loro trasporto in Italia. Molte prove attestano che queste persone, dai diversi depositi di prigionieri nei quali erano ricoverate in Russia, furono concentrate a Kirsanov per essere da lì trasportate in Italia”. Augusto Tommasini (“Ricordi del Tribunale di Guerra a Trento 1914-1918”) nel 1926 scrisse che “da diversi articoli di giornali risulta che nell’epoca dal 9 ottobre 1916 al 17 novembre giunsero in Italia provenienti dalla Russia esattamente quattromila prigionieri di nazionalità [lingua] italiana e che questi austriaci vennero tutti indistintamente trasportati da Kirsanov”. I prigionieri austriaci di lingua italiana rientrati dalla Russia erano stati accolti a Torino, da qui mandati a Milano, dove c’era una Commissione dell’Emigrazione Trentina incaricata di stendere un “Elenco dei Prigionieri Irredenti rilasciati in Russia”. Del primo scaglione, formato da 33 ufficiali e 1663 militari, partito da Kirsanov e imbarcato ad Arcangelo il 24 settembre 1916 facevano parte anche 105 soldati delle valli Giudicarie (in Paolo Scalfi Baito, I Kirsanover, Giudicariesi prigionieri in Russia, 1914-1918). Arrivati a Milano, secondo un’informativa del Ministero italiano della Guerra (1934) tutti gli ufficiali e trecento soldati “irredenti” chiesero di essere arruolati nella guerra contro l’AustriaUngheria. Non furono gli unici “volontari” ma tra gli altri ex prigionieri russi trasferiti in Italia di lì a poco non vi fu alcun volontario inquadrato nel regio Esercito Italiano. Anche perché, dopo la cattura (10 luglio 1916) e l’impiccagione per “alto tradimento” di Cesare Battisti (12 luglio), era arrivato l’ordine del Comando Supremo italiano di non mandare in prima linea gli “irredenti”, vale a dire “austriaci di lingua italiana”. Come la guerra, tutto era cominciato nell’estate del 1914. Almeno quarantamila dei sessantamila Trentini, richiamati tra il 1914 e il 1918, furono mandati al fronte in Galizia, la più popolata e la più importante regione di confine dell’impero degli Asburgo (oggi divisa fra Polonia e Ucraina). In Galizia, i due eserciti – zarista e austro-ungarico – si fronteggiarono con devastanti perdite di uomini e di materiale bellico. La Galizia (un tempo “regno di Galizia e Lodomiria”), con capitale Leopoli, era stata formata, nella seconda metà del

XVIII secolo, sommando territori tolti alla Confederazione Polacco-Lituana e rimase territorio della duplice monarchia di Vienna-Budapest dal 1772 al 1918. Silvio Zucchelli, da Riva del Garda rievocò in un diario la sua storia personale di soldato e di prigioniero: “Il 16 agosto (1914) arrivammo in Galizia, vicino a Leopoli, in una zona di pianura: arrivammo col treno di notte ed eravamo già sulla linea del fronte. Noi eravamo nei campi di patate e i russi erano trincerati sulle colline. Ci mandarono all’attacco il giorno dopo: attaccammo coi cannoni e coi fucili e riuscimmo a prendere le trincee russe. Mi ricordo che il fondo delle trincee era tutto coperto di scorze di semi di girasole che i russi mangiavano in continuazione. Il 5 di settembre attaccammo nella zona di Bels; ma i russi riuscirono a chiuderci in una specie di ferro di cavallo. Il 7 attaccarono i russi; erano almeno il doppio di noi e ci ritirammo. Io feci una fuga di almeno un chilometro e finii... in bocca a loro. Fui fatto prigioniero nel paese di Rovaruska”. Nelle battaglie per la conquista di Primazyl e di Leopoli (autunno-inverno del 1914-1915) i Russi catturarono altre migliaia di soldati con la divisa dei Kaiserjaeger. Si scrisse di circa quindicimila Trentini finiti nelle mani dei Russi anche se, alla luce di nuovi studi, la cifra appare un tantino esagerata. Vero è peraltro che, nella carneficina seguita alle sconfitte austro-ungariche del 10 e 11 settembre 1914 (a Kraznik e

Leopoli) l’Austria-Ungheria perse circa quattrocentomila soldati (trecentomila tra morti e feriti, centomila prigionieri), più di un quinto del milione e 800 mila uomini chiamati alle armi. Vista la tragica fine dei loro compagni, numerosi contadini-soldato cominciarono a disertare, a darsi prigionieri dei cosacchi dello Zar. Fu un azzardo, la fuga da una fine sicura quanto imminente verso un ignoto che avrebbe potuto trovare definizione in una tregua data per certa di lì a poco. I feriti furono curati, gli uomini validi furono mandati nei campi a sostituire i contadini Russi chiamati alla guerra. Per qualcuno di questi “contadini-prigionieri” la guerra finì con un matrimonio, tant’è che sull’altipiano di Piné si ricordano ancora alcune donne russe le quali, finita davvero la guerra, seguirono i loro uomini in Trentino (si veda, in proposito, il volume “Talianski” di Renzo Francescotti, 1981). Per altri la guerra si concluse in modo rocambolesco. Fin dal tardo autunno del 1914, nel tentativo di attirare l’Italia tra le forze dell’Intesa (Russia, Francia e Inghilterra) lo Zar, Nicola II, si era impegnato con il re, Vittorio Emanuele III, a rilasciare i prigionieri di lingua italiana. L’offerta era stata cortesemente respinta con il pretesto che in quella guerra, l’Italia era (ancora) neutrale. Tuttavia, appena firmato il “patto segreto” di Londra (26 aprile 1915) con il quale l’Italia si impegnava ad aprire le ostilità, entro un mese, contro 35

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trentinolagrandeguerra l’Austria-Ungheria, la questione dei prigionieri “italiani” tornò in primo piano. Dispersi in 45 governatorati dell’impero russo, un territorio vasto quanto l’Europa, diventava un’impresa individuarli per consegnarli al re d’Italia. Dopo una lunga trattativa fra i due governi (italiano e russo) il 16 luglio 1916 (Cesare Battisti era stato impiccato quattro giorni prima), da Torino partì per la Russia una delegazione formata da 21 ufficiali. Tra di loro c’erano anche i trentini Guido Larcher, Lorenzo Parisi e Filiberto Poli. La delegazione avrebbe dovuto radunare i prigionieri “irredenti” a Kirsanov, una cittadina della Russia sud occidentale, e coordinare il loro trasferimento in Italia. In un primo tempo, il viaggio verso occidente sarebbe dovuto avvenire attraverso i Balcani (Romania, Bulgaria e Grecia) ma l’entrata in guerra della Bulgaria a fianco dell’Austria-Ungheria aveva fatto naufragare sul nascere il progetto. Il 6 settembre 1915, infatti, era stato firmato un accordo militare con gli Imperi centrali. La Bulgaria sarebbe entrata in guerra con 517 mila uomini contro la Serbia e la Macedonia serba. In contropartita avrebbe ottenuto il territorio della Macedonia, un porto sull’Adriatico e una parte dell’ex impero Ottomano. La dichiarazione

il maggiore dei carabinieri, Cosma Manera e il tenente Gaetano Bazzani a Vladivostok.

di guerra alla Serbia fu annunciata il 14 ottobre 1915; il giorno seguente Gran Bretagna e Montenegro e, il 16 ottobre, Francia e Serbia dichiararono guerra, a loro volta, contro la Bulgaria. A quel punto, per gli “irredenti” Trentini-Giuliani fu elaborato un itinerario alternativo. Sarebbero stati imbarcati nel porto di Arcangelo, sul Mar Bianco, trasferiti in Scozia e da qui, attraverso la Manica, in Francia da dove avreb-

bero poi raggiunto Torino e Milano. Per quattromila e duecento prigionieri “italiani” di Kirsanov il viaggio verso l’Italia - via Glasgow - durò circa un mese. Poi venne l’inverno, il terribile inverno del 1916. Reso impraticabile dai ghiacci, il mare del Nord si levò come una barriera naturale contro ogni tentativo di imbarco. Pochi mesi più tardi (marzo 1917) scop-

IL CAMPO DI RACCOLTA DEGLI “IRREDENTI” IN RUSSIA

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li “irredenti”, vale a dire i prigionieri di origine trentina e giuliano-dalmata, in Russia, furono concentrati a Kirsanov, un villaggio fondato nel XVII secolo e divenuto “città” nel 1779 sotto il regno di Caterina II. La vicenda dei “kirsanover” fu rievocata quindici anni dopo dal giornale di Torino, “La Stampa”, dopo che Gaetano Bazzani aveva pubblicato in volume le sue memorie (“Soldati italiani nella Russia in fiamme, 1915-1918”). Scrisse Cesare Guardini (25 ottobre 1933): “Sarebbe stato facile radunare in un solo campo questa ingente massa di prigionieri, ma nessuno, sino all’epoca della nostra entrata in guerra, ci pensò. Il primo a occuparsi della possibilità di convogliare gli Irredenti in un’unica località per poi avviarli in Italia, fu Virginio Gayda il quale, nel 1915, si trovava in missione a Pietrogrado. Egli scrisse anche alcuni articoli sull’argomento, che apparvero su La Stampa nella primavera del 1916, e s’adoprò con tanto fervore che ben presto fu creato il campo di Kirsànov, al quale i prigionieri Irredenti affluirono da tutti i punti della Russia. Il lavoro di rastrellamento nei campi di prigionieri fu tutt’altro che facile e venne ostacolato in tutti i modi da agenti austriaci che ammonivano gli Irredenti a non fidarsi degli Italiani. Ad onta di ciò, il campo di Kirsànov si andò popolando rapidamente. Nella piccola, tranquilla città russa

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gli Irredenti presero coscienza della loro vera nazionalità. Essi erano in maggioranza, scrive il Bazzani, “contadini nati e cresciuti in piccoli paesi dai quali, forse non si erano mai allontanati se non pel servizio militare, gente che l’Italia non l’aveva conosciuta che per quanto gliel’avevano dipinta le autorità austriache”. Nel campo di Kirsanov, dove furono radunati circa seimila “irredenti”, austriaci di lingua italiana, fu pubblicato anche un giornale clandestino, “La nostra Fede”, al quale collaboravano “i più colti del campo”. Il primo numero fu “poligrafato” nel mese di febbraio del 1916. Scrivevano i curatori: “Il nostro programma è nel titolo; il nostro scopo è puramente patriottico. Speriamo di poter rialzare il morale degli amici tutti qui radunati. Pubblicheremo quelle novità d’interesse comune che ci perverranno da qualunque parte, smentendo quelle notizie false, che circolano di volta in volta, non sappiamo se sparse ad arte o frutto di fantasia alquanto sgradevole. Faremo un quadro succinto dell’azione militare nei diversi campi di battaglia e cureremo pure la parte letteraria-culturale non dimenticando pure la formula dell’utile unito al dilettevole. Crediamo non sia necessario il precisare minuziosamente il nostro progetto; i numeri successivi in pratica lo verranno esplicando. Ci piace rilevare ch’è escluso ogni interesse materiale”.


trentinolagrandeguerra piava la rivoluzione bolscevica e la vita, per i prigionieri “italiani” di Kirsanov si fece più dura. Scrisse il dott. Ferruccio Spazzali di Cavalese che il cibo “era scarso e nauseante” e che “durante tutta l’epoca da ottobre al maggio i poveretti con una mano mangiavano e con l’altra si battevano il corpo, saltando continuamente per evitare il congelamento dei piedi”. Mentre a Pietrogrado la situazione precipitava nel caos, dall’Italia si decise di inviare in Russia una seconda delegazione per individuare e recuperare il maggior numero possibile di “irredenti” e provvedere al loro rimpatrio. Il tenente di cavalleria Gaetano Bazzani, trentino, addetto al Comando Genio della VIa Armata; il maggiore dei carabinieri, Cosma Manera e il tenente Icilio Bacic di Fiume arrivarono a Pietrogrado il 15 marzo, giorno dell’abdicazione al trono dello zar Nicola II. L’indomani anche il granduca Michele rinunciava alla corona, ponendo con ciò fine alla dinastia dei Romanov che aveva governato la Russia dal 1613. In quelle condizioni pareva difficile contattare tutti gli “irredenti” sparsi su un territorio immenso. Gaetano Bazzani e Icilio Bacic decisero di procedere divisi: il primo avrebbe

seguito il corso del Volga sino ad Astrakan; il secondo avrebbe perlustrato l’Ucraina sino a Odessa, sul mar Nero. In tal modo furono contattati altri “irredenti”, tutti avviati nel campo di Kirsanov dove, alla fine del 1917, si contavano 2600 ex prigionieri russi pronti per il viaggio di liberazione verso l’Italia. La guerra infuriava su vari fronti e le vie di transito si erano annullate a vicenda: attraverso il mare del Nord era impossibile passare poiché il ghiaccio avrebbe imprigionato qualsiasi natante; la via del Mar Nero era ostacolata dalla presenza dei soldati Tedeschi; la Scandinavia aveva frapposto mille difficoltà diplomatiche. Non restava che volgere i passi e lo sguardo verso oriente. Dalla Siberia a Vladiwostok, dal Giappone a San Francisco, dal Pacifico all’Atlantico, da New York a Gibilterra sino a Genova. Sarebbe faticoso oggi con gli aeroplani, immaginarsi cento anni fa! Ad ogni buon conto, il primo gruppo di “irredenti” lasciò Kirsanov il 28 dicembre 1917; nei giorni seguenti toccò ad altri. Ogni scaglione era formato da una quarantina di ex prigionieri i quali attendevano il treno che passava tre volte al giorno diretto a Vladivostok. L’ordine, per tutti, era di riunirsi nella città siberiana sulla costa del Pacifico. Fu un’impresa epica, un’Anàbasi come

la definì Bazzani, rievocando l’opera del greco Senofonte. Nel IV secolo avanti Cristo aveva narrato le peripezie di un’armata di diecimila uomini, al soldo di Ciro il giovane, partiti per strappare il trono di Persia al fratello Ataserse II e, dopo il fallimento dell’impresa, fuggiti verso il Ponto Eusino (il Mar Nero). “L’armata degli irredenti” si ricompose a Vladivostok nel mese di febbraio del 1918. Sulla costa del Pacifico erano stati predisposti alcuni campi di raccolta in previsione del successivo trasferimento negli Stati Uniti. Poiché la rivoluzione bolscevica era dilagata fino ai confini orientali dell’ex impero dello Zar, la missione italiana pensò di dirottare gli ex prigionieri in Cina, con un viaggio in treno attraverso la Manciuria. Gli “irredenti” e tra di loro anche 1600 Trentini, finirono accampati a Tientsin (oggi Tianjin) dove, fin dal 1902, c’era una colonia italiana, concessione del governo cinese all’Italia per l’appoggio dato con un corpo di spedizione nella rivolta dei Boxer (1899-1901). Il ritorno a casa andava per le lunghe. Il 25 aprile 1918 un centinaio di ex prigionieri, i più deboli e malaticci, fu imbarcato su un piroscafo che arrivò a San Francisco (Stati Uniti) due settimane più tardi. Da qui nuove peripezie, finché

DALLA RUSSIA DELLO ZAR ALLA GUERRA CIVILE DEI SOVIET

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on l’abdicazione dello zar Nicola II, nel marzo del 1917, e dopo tre anni di guerra devastante, la Russia scivolò verso il colpo di Stato dei bolscevichi (una corrente del Partito operaio socialdemocratico russo che prese il sopravvento sugli altri partiti). Accadde il 7 novembre 1917 (il 25 ottobre, secondo il calendario giuliano ancora in uso in Russia). Diciottomila bolscevichi che dilagavano nella capitale, Pietrogrado, circondarono il Palazzo d’Inverno. Era la sede del governo provvisorio che si era formato un mese prima. Nella notte, poco dopo le 22, dall’incrociatore “Aurora”, alla fonda a Pietrogrado partì un colpo di cannone (a salve). Era il segnale per la rivoluzione. Vi fu un rapido scambio di colpi, con una quindici morti fra le due parti. A mezzanotte, i bolscevichi, entrati nel palazzo, arrestarono i componenti del governo. Nei territori satelliti della Russia – Ucraina, Finlandia, Caucaso e paesi baltici – il crollo dell’impero favorì la nascita di movimenti indipendentisti. Ma ci fu anche chi, come il generale Mihail Vasilevic’ Alekseev (1859-1918), già Capo di Stato Maggiore dello zar Nicola II, non si rassegnò alla cacciata dei Romanov. Lungo il corso del Don raccolse ufficiali e reduci fedeli allo Zar con i quali, assieme ai cosacchi, formò l’Esercito Volontario dei “bianchi”. Inseguiti dai “rossi” di Lenin e senza armi a disposizione, i “bianchi”

cominciarono una ritirata di ottanta giorni, passata alla storia come la “Marcia del Ghiaccio”. Nell’agosto del 1918, con l’aiuto dei Cosacchi del Don, a Ekaterinodar, il generale Krasnov formò il primo governo della “Russia libera”. La famiglia dello Zar era stata sterminata il 16 luglio, a Ekaterinburg, poiché il bolscevichi temevano un tentativo di liberazione da parte dei “bianchi”. Nel frattempo, in Siberia, con i governi antibolscevichi, si insediava la “dittatura” dell’ammiraglio Kolciak, già comandante della flotta zarista del mar Nero.

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Vladivostok, 1919

il 27 giugno i “Kirsanover” sbarcarono a Genova. Un secondo gruppo, del quale facevano parte circa centocinquanta trentini, partì dalla Cina il 15 giugno 1918. Navigando per due oceani e attraversando gli Stati Uniti, impiegò due mesi e mezzo per raggiungere l’Italia.

LA COSTOSISSIMA “PACE SEPARATA”

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opo la Rivoluzione d’ottobre del 1917 (in verità, per il resto dell’Europa che aveva adottato il calendario gregoriano era già novembre) e la presa del potere da parte dei Soviet, la Russia aveva negoziato una pace separata con gli Imperi centrali (3 marzo 1918). In tal modo, l’ex impero zarista usciva dalla prima guerra mondiale pagando un prezzo molto elevato: sei miliardi di marchi quale indennità di guerra, e la perdita dei territori di Polonia orientale, Lituania, Curlandia, Livonia, Estonia, Finlandia, Ucraina e Transcaucasica. La Russia perdeva 56 milioni di abitanti (32% della popolazione), cinquemila fabbriche e quasi il 90% della produzione di carbone.

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Per coloro i quali non erano partiti si prospettarono nuovi contrattempi e nuove disavventure. In Russia, infatti, la rivoluzione si era trasformata in guerra civile tra “bianchi” (nostalgici dello Zar) e i “rossi”, i bolscevichi di Lenin. Nel tentativo di contenere la rivoluzione dei Soviet e impedire il dilagare delle idee rivoluzionarie di Lenin e Trockij, le potenze alleate decisero di appoggiare la resistenza dei “bianchi”. A Omsk, in Siberia, si era insediato un governo controrivoluzionario guidato dall’ammiraglio dello Zar, Alexander Kolciàk, al quale andarono in soccorso gli Stati occidentali. Tra questi anche l’Italia, intervenuta, come dichiarò il rappresentante italiano a Vladivostok, per “vedere portata a termine rapidamente la guerra civile in Russia e con ciò annullate le minacce e le ripercussioni del bolscevismo negli altri Paesi”. Più che altro fu un intervento di facciata che sarebbe dovuto servire all’Italia come biglietto di presentazione per sedersi al tavolo con i Grandi al momento della spartizione del bottino di guerra. Servì a poco, come vedremo in una prossima puntata, o non servì quanto sperato. Nell’estate del 1918, al “Regio Corpo di spedizione Italiano” partito da Torino per combattere contro i “rossi”, a fianco dei “bianchi” di Kolciàk, furono

aggregati 843 “irredenti” i quali contribuirono a formare i due battaglioni (chiamati “neri”, non solo per via delle mostrine) al comando del colonnello Frassini Camossi. A costoro fu assegnato il compito di controllare la Transiberiana e contrastare i bolscevichi. Il loro impegno durò un mese e mezzo, e si risolse in una sorta di operazione di polizia. Tanto è vero che nessuno dei 22 morti tra i soldati del Corpo di spedizione Italiano in Siberia cadde in combattimento. Dopo vari tentativi di riesumare l’impero perduto, le truppe di Kolciàk furono sopraffatte dai bolscevichi. E mentre gli italiani di smarcavano, l’ammiraglio che aveva cercato di lavare col sangue il regicidio dei Romanov, finì fucilato dai bolscevichi a Irkutsk. Agli italiani fu ordinato di tornare in patria. Con la circumnavigazione del globo, dal mar Cinese meridionale all’Adriatico, il 10 aprile 1920 i militari del Regio Corpo di Spedizione Italiano in Estremo Oriente raggiunsero Trieste. Partiti per la guerra quali sudditi della corona d’Austria, i Trentini tornarono a casa “regnicoli” di Casa Savoia. La prima guerra mondiale era finita da un anno e mezzo e già si stavano scavando le fondamenta della seconda. ■ (10. CONTINUA)


I funghi...

...i nostri protagonisti d’Autunno!!


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“LA GUERRA CHE VERRÀ NON È LA PRIMA”

Gohar Dashti Today’s Life and War (serie), 2008 Courtesy dell’artista e Robert Klein Gallery, Boston

AL MART DI ROVERETO INSTALLAZIONI, DISEGNI, INCISIONI, FOTOGRAFIE, DIPINTI, MANIFESTI, CARTOLINE, CORRISPONDENZE E DIARI SI MISURANO CON SPERIMENTAZIONI ARTISTICHE PIÙ RECENTI, INSTALLAZIONI SONORE, NARRAZIONI CINEMATOGRAFICHE: DOCUMENTARI ORIGINALI, VIDEO E FILM

È

visitabile fino al 20 settembre del prossimo anno “La guerra che verrà non è la prima. Grande guerra 1914-2014”, allestita al Mart di Rovereto. Muovendo dalla celebre poesia di Bertolt Brecht, “La guerra che verrà non è la prima. Prima ci sono state altre guerre. Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti. Fra i vinti la povera gente faceva la fame. 40

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Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente”, il museo prova a raccontare una storia da cui scaturisce un intenso viaggio che affonda le sue radici in quella guerra, ritrovandosi nella più tragica storia recente. La mostra sviluppa il tema adottando molteplici punti di vista e toccandone anche gli aspetti più sensibili, delicati e talvolta controversi.

Il percorso lascia emergere l’evento come risultato di una composizione narrativa in cui l’arte si confronta con la storia, la politica e l’antropologia. Ricorrendo a una sorta di complesso montaggio tematico e temporale, l’esposizione evita di seguire un preciso filo cronologico, dimostrando – tramite inediti accostamenti e cortocircuiti semantici – come tutte le guerre siano uguali e, allo stesso tempo, diverse. L’intento non è quello di inventariare i conflitti di ieri e di oggi, né quello di misconoscere le irriducibili differenze storiche, ma quello di mantenere aperta la ricerca e la riflessione in un luogo in cui ricordare non significhi ridurre un evento a qualcosa di pietrificato, archiviato e definitivamente sigillato in se stesso ma, all’opposto, riveli interpretazioni e riletture capaci di esprimerne

tutta la complessità. Nella mostra l’arte entra in contatto con la quotidianità, i capolavori delle avanguardie dialogano con la propaganda, la grammatica espositiva completa e rinnova il valore di documenti, reportage,

Fortunato Depero, Guerra-festa, 1925. Galleria Nazionale díArte Moderna, Roma


trentinoattualità Gino Severini, Cannoni in azione, 1915. Mart, Collezione VAF-Stiftung

testimonianze. Installazioni, disegni, incisioni, fotografie, dipinti, manifesti, cartoline, corrispondenze, diari condividono gli oltre tremila metri quadrati del piano superiore del Mart e si misurano con sperimentazioni artistiche più recenti, installazioni sonore, narrazioni cinematografiche: documentari originali, video e film. Esposti molti reperti bellici impiegati nella Prima guerra mondiale: ogni oggetto racconta la sua storia e il ritrovamento è il capitolo più recente di una vicenda ancora attuale. Il progetto allestitivo, realizzato da Martí Guixé, traduce le due anime, storica e contemporanea della mostra, costruendo un palinsesto che tiene insieme follia, disordine ritmo, luce e speranza. Alle espressioni della contemporaneità è affidato il compito di amalgamare e scandire il percorso e i tempi della visita. Ne scaturisce una visione trasversale che tiene conto dei punti di vista della storia, dell’arte e del pensiero contemporaneo che contestualizza il passato. Un racconto sulla guerra e della guerra. Un intreccio di capitoli dedicato ad alcuni protagonisti tra cui i soldati, le donne, i bambini, le figure di riferimento sociale come i medici, gli intellettuali e gli artisti. La mostra presenta alcuni capolavori storici provenienti dalle collezioni del Mart fra i quali opere di Giacomo Balla, Anselmo Bucci, Fortunato Depero e Gino Severini. Una lunga serie di prestigiosi prestiti nazionali e internazionali provenienti da collezioni pubbliche e private e gallerie completa il progetto. Numerose, inoltre, le opere di artisti che hanno vissuto il dramma della Grande guerra: la lista comprende, oltre ai già citati maestri dell’avanguardia italiana, Max Beckmann, Marc Chagall, Albin Egger-Lienz,

Adolf Helmberger, Osvaldo Licini, Arturo Martini, Pietro Morando, Mario Sironi ed è integrata dai lavori di registi dell’epoca come Filippo Butera, Segundo de Chomón ed Abel Gance. Tra gli artisti impegnati direttamente nel conflitto, un approfondimento è dedicato al fotografo cecoslovacco Josef Sudek. In mostra è la guerra non solo come esperienza vissuta in prima persona, ma anche come pensiero ricorrente nella ricerca di molti artisti tra cui Lida Abdul, Enrico Baj, Yael Bartana, Alberto Burri, Alighiero Boetti, Pascal Convert, Gohar Dashti e Berlinde De Bruyeckela.

Vengono inoltre presentate le migliori produzioni di alcuni artisti inediti al pubblico italiano come la serie completa delle 15 xilografie di Sandow Birk, che misurano oltre due metri e mezzo l’una. Fra le opere d’arte esposte figura anche l’intera serie “House beautiful bringing the war Home” di Martha Rosler, una tra le più note riflessioni sul rapporto fra guerra e media; “Atlantic Wall” di Magdalena Jetevola, installazione fotografica sui bunker della Seconda guerra mondiale, ispirata ai testi del filosofo francese Paul Virilio, “Picnic o il buon

soldato” di Fabio Mauri con la quale l’artista aveva creato una sorta di natura morta utilizzando reperti originali e di uso comune del periodo bellico. Paolo Ventura, già ospite della Casa d’arte futurista Depero nel 2013 con due serie fotografiche ispirate al grande maestro futurista, in occasione della mostra è stato invitato a realizzare un progetto context specific. Infine, per la prima volta, reduce dal recente restauro, si può ammirare “Guerra-festa” di Fortunato Depero, proveniente dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. In occasione della rassegna al Mart sono stati restaurati preziosi documenti d’archivio, opere, manifesti e reperti della Prima guerra mondiale provenienti dal Museo dell’aeronautica Gianni Caproni di Trento, dal Museo Civico del Risorgimento di Bologna, dalla Soprintendenza per i beni architettonici e archeologici della Provincia autonoma di Trento e dalla Soprintendenza per i beni storici, artistici e etnoantropologici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso – Collezione Salce. Info: www.mart.trento.it

Adi Nes, Untitled (dalla serie Soldiers), 1999. Courtesy dell’artista & Praz-Delavallade, Paris

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trentinoattualità trentinoincontri

di Paolo Chiesa

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ario Pallaoro è il curatore, con il gemello Lino, del Museo Pietra Viva di S. Orsola, nato dalla donazione al Comune di gran parte della loro collezione mineraria. Fin da ragazzi i due fratelli sono stati iniziati alla passione per i minerali dall’antropologo Paolo Dalmeri, lo scopritore del sito archeologico omonimo e hanno avuto come maestro il ricercatore e collezionista Giuliano Zampedri. Mario e Lino sono due vere autorità nel loro campo, tanto da essere stati invitati ventuno volte alla trasmissione televisiva Geo&Geo e sono notissimi sia in Italia che in Europa, dove organizzano delle seguitissime mostre di pietre e minerali. Qualche tempo fa, avendo avuto Mario come guida durante una visita al Museo, ne avevo apprezzato la velocità nel parlare, la sinteticità dei concetti espressi e la ricerca di chiarezza nell’esposizione

QUANDO OGNI NOME HA UNA STORIA SUA CON MARIO PALLAORO, ALLA SCOPERTA DI ALCUNI TOPONIMI E CURIOSITÀ DELLA VALLE DEI MOCHENI. FERSINA VIENE DA “FERRO”, VALSUGANA DERIVA DA “SUGARINA”. E LA LEGGENDA DI ORSOLA NARRA CHE... che lo spingeva a ripetere alcune frasi per farle capire meglio ai visitatori. In quell’occasione mi avevano incuriosito anche dei toponimi che Mario aveva usato, toponimi riferiti alla cultura e alla storia della Valle dei Mòcheni, in particolare, e all’Alta Valsugana in generale. Ma anche collegati agli usi pratici della vita di tutti i giorni.

LE AMETISTE DI ROBERT MUSIL

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o scrittore austriaco Robert Musil, autore del libro: “L’uomo senza qualità”, nel 1915, durante la Prima Guerra Mondiale, fu distaccato in Val dei Mòcheni come sottotenente dell’esercito austriaco che era schierato sul fronte situato sulla catena del Lagorai. In valle alloggiò a Palù del Fersina nell’ex canonica. Sembra si debba a lui la definizione che ancora oggi contraddistingue questi luoghi, quando parlò di “Valle incantata”. Le sue doti letterarie vennero stimolate dalla natura di questi posti che gli ispirarono alcuni suoi scritti. E proprio leggendo uno dei suoi romanzi: “Tre donne”, Mario Pallaoro era rimasto colpito da queste frasi: “Su in alto il bosco era scuro e la montagna si chiamava Selvot. Al di sopra del bosco grandi pascoli coperti di neve, in larghe dolci ondulazioni, accompagnano oltre, fra i monti vicini, la piccola valle ripida

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Adesso incontro Mario fuori dal museo e conveniamo di essere veloci perché entrambi abbiamo un altro impegno un’ora più tardi. E qui la sua velocissima parlantina è preziosa perché non si perde né in fronzoli né in lungaggini. Scrivere quello che dice però è un’impresa, per uno che deve prendere appunti... Ma per fortuna la sua voglia di

chiarire i concetti e qualche ripetizione mi permettono di portare a termine l’intervista. Ecco, in realtà più che un’intervista questo è un viaggio a tappe nella Val dei Mòcheni e oltre, dove i toponimi (alcuni ripresi da Lydia Flöss nel libro curato da Lino Beber “Mala e S.Orsola-Aichberg”, ma alcuni dei quali esclusivi “made in Pallaoro”), raccon-

nella quale doveva addentrarsi la spedizione. I montanari che venivano a portar latte e a comprare polenta recavano qualche volta grosse druse di cristalli o di ametiste che in molti crepacci crescono esuberanti come altrove i fiori nei prati”. Incuriositi da questa descrizione, Mario e Lino si sono recati sopra la Val Cava, verso il Passo della Portela, dove durante la Grande Guerra c’era un accampamento militare austriaco. E, rovistando e scavando tra i rododendri secondo l’indicazione di Musil, i due gemelli hanno trovato l’ametista, il quarzo violaceo del quale alcuni esemplari fanno bella mostra di sé in una speciale teca del Museo Pietra Viva. E Mario ci tiene a precisare: “questa teca vuole celebrare il centenario della Grande Guerra non con armi e descrizioni di combattimenti che io detesto, ma, oltre alle ametiste di Musil, con altri due oggetti ritrovati in quell’occasione: una pipa e un accendino costruito con una cartuccia, unico riferimento alle armi che è presente al museo”.


trentinoincontri tano storie. Partiamo. “Per me”, dice Mario, “Valle del Fersina vuol dire Valle del Ferro perché dalla Calcopirite (composta da rame, ferro e zolfo), che dopo il 1100 veniva estratta dalle miniere, si ricavava il rame e le scorie erano costituite dal ferro”. La ruggine rossa del ferro viene chiamata anche ocra e quando i bambini della valle avevano il morbillo o la varicella si diceva che avessero “le fersine”, per il colore rosso delle macchie sul viso che ricordavano appunto le ossidazioni del torrente Fersina. Dopo l’850, in questi posti non sono più stati estratti metalli, ma minerali: fluorite, quarzo, barite. “Con la fluorite si fa il rivestimento antiaderente delle padelle. La barite, caricata nelle stive delle

navi, per il suo poco peso in poco spazio, serviva appunto a dare il baricentro all’imbarcazione”. Mario, inoltre, dice che qui nei paraggi ci sono molti posti dove le pietre sono vive e a volerle ascoltare, raccontano delle storie. Narra la leggenda di Orsola, figlia di un re bretone, in seguito uccisa a Colonia dagli Unni di Attila, che passò per questi luoghi, lasciando traccia presso il torrente Rio delle vergini, e presso Malga Péc a 1600 metri di altitudine, dove su un masso sono rimasti i segni delle sue forme quando vi si sedette per lavorare a maglia. “La località Clòm deriva da Clomeri che vuol dire antichi camminatori, ma anche da klammer, voce del verbo frugare nei cassetti che

Menu di ottobre:

Mario e Lino Pallaoro nel Museo di S. Orsola

Cotechino, zucca, ricotta e prezzemolo *** Bigoi al teroldego con spuma di trentingrana allo scalogno, cicoria e uova di quaglia ***

La pagina tratta dal racconto “Tre donne” di Robert Musil

contraddistingue la figura dei venditori ambulanti”. Questi, finita nel 1750 l’attività mineraria della valle, si ritrovarono senza lavoro e Maria Teresa d’Austria, con un “decreto teresiano” decise che per indennizzarli, essi potevano fare commercio ambulante senza pagare dazio per tutto l’Impero. Sopra la piazza di Palù del Fersina c’è la località Tolleri il cui nome deriva dalle monete coniate ai tempi dei Conti del Tirolo, i “talleri”, appunto. In località Drazeri, drazavano”, cioè dragavano (setacciavano) la sabbia per cercarvi l’oro. In località Canòpi, c’era invece un giacimento dal quale i minatori “knop” estraevano l’argento. Mentre Mario parla arriva anche il gemello Lino, accompagnato dal cane Giove e i racconti dei due fratelli mi aiutano a scendere con l’immaginazione lungo la valle. Dalla miniera dei sette so-

spiri (per i suoi sette sfiati) di Viarago, venivano estratti rame e zinco. E in località “Ottone” durante i lavori per la realizzazione dell’Ospedale Villa Rosa sono stati trovati i forni fusori che da rame e zinco “creavano” proprio l’ottone. Scendendo verso il centro di Pergine, si incontra via Spolverine, dove veniva venduta la polvere per asciugare l’inchiostro. Con la pirite della miniera di Calceranica infatti, oltre all’acido solforico e alla polvere da sparo, dopo macinatura veniva prodotta la “Sugarina”, la polvere che veniva trasportata prima con i carri e poi con i treni a Venezia. Da qui poi partiva per essere venduta in tutta Europa per asciugare l’inchiostro sulle lettere, prima che per questo uso venissero inventati il tampone e poi la carta assorbente. “Per me”, ci dice Mario, “è dalla Sugarina che deve essere nato il nome Val Sugana”. ■

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trentinoattualità

di Nicola Tomasi

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na vicenda che corre veloce, appassionante e allo stesso tempo documentata, ad illustrare una storia che i trentini sino ad ora non avevano conosciuto. E che li ha visti protagonisti in un frangente difficile della storia mondiale, quello che porta dal 1935 alle fasi immeditamente successive del conflitto. Una microstoria che viene dagli autori del film calata nella macrostoria per offrire agli spettatori la possibilità di intendere a fondo la vicenda straordinaria che portò 150 tra uomini, donne, vecchi e bambini, in gran parte della Valle di Fiemme (con esigue minoranze “Madre” valsuganotte e primierotte) su una delle isole più belle del Mediterraneo, in una terra assolutamente estranea alle normali rotte migratorie del Trentino che al mondo ha dato centinaia di migliaia di emigranti nel corso di seicento anni. Il Dvd di Renzo M. Grosselli e Agrippino Russo “Il sogno breve di Campochiaro” (voluto e prodotto dalla Comunità Territoriale della Valle di Fiemm), riporta le vicende singolari e anzi uniche dei boscaioli e segantini fiemmesi inviati nell’isola di Rodi per conservare e dare sviluppo alle superfici boschive an-

MEDITERRANEO TRENTINO, 1935 “IL SOGNO BREVE DI CAMPOCHIARO” UN DOCUFILM DI RENZO MARIA GROSSELLI E AGRIPPINO RUSSO SULLA VICENDA DEI TRENTINI CHE FURONO INVIATI DAL FASCISMO A ITALIANIZZARE L’ISOLA DI RODI. TRATTO DAL LIBRO DEL 2012 “GLI UOMINI DEL LEGNO SULL’ISOLA DELLE ROSE” (CURCU & GENOVESE) che ai fini della sistemazione idrogeologica. Le parole della decana degli storici trentini, la professoressa Maria Garbari, illustrano i contenuti del docufilm che è stato presentato un paio di settimane fa a Cavalese, al Palafiemme, in una sala gremita di gente. Con le musiche originali di Luca Vianini e per una durata di 53 minuti, il film tratta appunto delle vicende di un

Agrippino Russo durante la lavorazione del docufilm 44

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gruppo di boscaioli, segantini e vivaisti che vennero chiamati a partire dal 1935 nel Possedimento italiano del Dodecaneso, un pugno di isole situate nel Mar Egeo Meridionale e abitate da una popolazione a maggioranza grecofona e a minoranza turcofona, per dedicarsi alla coltivazione delle locali foreste che rischiavano la distruzione dopo secoli di incuria. Il Dodecaneso era stato stato tolto dall’Italia all’Impero Ottomano, che lo aveva occupato per quattro secoli, nel 1912. Nel 1924 il governo di quelle terre era stato affidato a Mario Lago, un diplomatico piemontese, di fede liberale e giolittiana, devoto alla famiglia reale italiana. Un uomo che decise di fare di quel gruppo di isole la vetrina dell’impero italiano. Una dimostrazione cioè, di come gli italiani avessero il diritto di ricreae un loro impero, sulle ceneri di quello Roma-

no che per centinaia di anni aveva dominato il mondo sino allora conosciuto. E tentò di farlo senza usare la violenza tripica del fascismo, cercando comunque di italianizzare, poco a poco i nativi. Per fare ciò Lago riuscì, nell’arco dei dodici anni in cui governò a Rodi, ad importare molti capitali italiani e una schiera di professionisti, arti-


trentinoattualità giani e operai specializzati, oltreché contadini. In quel lasso di tempo il Dodecaneso si trasformò in un piccolo miracolo di sviluppo economico. Il governatore riorganizzò il sistema fondiario, creò nuove strutture viarie, organizzò i trasporti via mare e via terra, realizzò acquedotti ed ospedali, iniziò vasti progetti di specializzazione agricola, importò o creò in loco la piccola industria e rilanciò certi settori dell’artigianato. Ma seppe anche inventare un flusso turistico di elite a cui fornì alberghi di prima categoria, terme e rapidi collegamenti. Per fare questo dall’Italia erano giunti personaggi del calibro dell’architetto Florestano Di Fausto che con la collaborazione dello stesso governatore creò edifici di spettacolare bellezza. Il Dvd dà movimento e vita alla pubblicazione, sempre scritta da Grosselli “Gli uomini del legno sull’isola delle rose” (Curcu & Genovese, 2012) – ricorda Maria Garbari – che è stata e rimane un esempio di come possono essere fuse microstoria e macrostoria per dare concretezza e unità a tutti gli aspetti, compresi quelli sociali, degli eventi umani. Mario Lago si collegò verso il 1934 con il Trentino, attraverso la figura dell’ingegnere forestale Giuseppe Valcanover che all’epoca lavorava per il Demanio a Cavalese.

Renzo Grosselli sul set, con un abitante del posto

Ecco il trait d’union che portò a Rodi i fiemmesi. Alcuni capifamiglia partitono nei primi mesi del 1935 e le famiglie li seguirono a fine anno. Per loro, due architetti (in realtà erano poco più che geometri ma con eccellenti capacità di progettazione architettonica), Armando Barnabiti e Rodolfo Petracco, avevano realizzato un nuovo villaggio, Campochiaro, posto sulla collina a una trentina di chilometri dalla cittadina di Rodi. Una piazza magnifica e decine di case coloniche sparse lì attorno. I trentini avrebbero dovuto trasferirsi lì definitivamente. Si misero al lavoro e riuscirono a recuperare, nel giro di alcuni anni, la salute di quelle

foreste. Lontani da un Trentino che viveva una terribile crisi, si ritennero felici di vivere in una meravigliosa isola, in cui tra l’altro il loro lavoro era pagato più che degnamente. Ma poi, appunto la macrostoria, non si indirizzò nel senso da loro voluto: l’Italia fascista volle il suo posto al sole e, alla fine, dichiarò guerra alle potenze occidentali. Nel 1943 si arrese e il Dodecaneso passò sotto il tallone dei tedeschi. Molti fiemmesi resistettero in quella che ormai credevano la loro terra, anche dopo l’arrivo degli inglesi nel 1945. Ma entro il 1947 tutti se ne dovettero andare. Odiati dai greci del continente (l’Italia aveva proditoriamente

attaccato la Grecia durante il conflitto) ma amati dai vecchi rodioti che con Mario Lago avevano visto la loro terra risorgere. Ma il film di Grosselli e Russo non rappresenta solo un tragitto di storia: a parlare (di vita, di speranze, di conquiste e di sogni infranti) sono gli ultimi testimoni di quella esperienza, fiemmesi ma anche greci. Mentre sullo sfondo (il film è stato girato tra Fiemme e Rodi) scorrono le immagini bellissime dell’Egeo e di quella Campochiaro, stagliata tra il verde delle foreste e l’azzurro del mare, che è rimasta nei cuori in quegli emigranti, raggiungendo la consistenza del mito, verso cui corrono ancora in viaggi turistici che hanno il forte sapore dell’amore e della nostalgia. Renzo M. Grosselli è noto per essere ormai lo storico dell’emigrazione trentina nel mondo, avendo dato alle stampe molti volumi su questo argoment: nel film cura la sceneggiatura e la regia, mentre al montaggio e alla co-regia lo ha affiancato quell’Agrippino Russo che ha dalla sua una serie numerosa di film documentari, molto apprezzati, tra cui ricordiamo quello che ha magistralmente ricostruito i giorni di permanenza in Trentino del grande poeta americano Lawrence Ferlinghetti, dvd che lo stesso ha avuto occasione di apprezzare e lodare. ■

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trentinolastoria

E

ra il 1985 quando Romana Furlani, con sua madre Eva e con il figlio Donato di nove anni ( l’altro maschietto di undici anni era andato con suo marito Fabio a Villa Borghese), era in Piazza San Pietro a Roma. Quel giorno non era prevista una visita nella Città del Vaticano. Accadde però che Romana vide arrivare un gruppo di pellegrini con i loro costumi folcloristici, evidentemente in visita dal papa. Li riconobbe come polacchi. C’era un sacerdote accompagnatore appoggiato a una colonna della piazza: Romana gli si avvicinò rivolgendosi a lui parlando un perfetto polacco e, senza timidezze, gli chiese se poteva aggregarsi con i pellegrini. Il sacerdote rispose che le avrebbe procurato un

di Renzo Francescotti

L’AMORE AL TEMPO DELLA CORTINA DI FERRO

UNA STORIA DI INTEGRAZIONE DI QUANDO L’INTEGRAZIONE NON ESISTEVA. UN AMORE TRA UN TRENTINO E UNA POLACCA, FABIO FURLANI E ROMANA ZAREMBA, CHE PROBABILMENTE OGGI FA DELL’HOTEL TOMEI DI VATTARO IL RISTORANTE ETNICO PIÙ VECCHIO DEL TRENTINO

Romana e Fabio negli anni Settanta 46

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trentinolastoria permesso, per una persona. ”Se ci sono difficoltà, dica di essere mia sorella”. Romana non era una donna che si perde facilmente d’animo: con la madre e il figlioletto seguì la delegazione polacca di cui facevano parte sacerdoti, suore e un coro di voci bianche, superando ogni controllo, benché avesse il lasciapassare per un’unica persona. In tenuta casual (una maglietta traforata blu come i suoi occhi, un paio di pantaloni chiari e i sandali da cui sporgevano le dita laccate di rosso) fu incredibilmente ricevuta in visita privata dal papa. Alle domande di papa Wojtyla spiegò che erano della stessa città, Cracovia, che venivano da un piccolo paese tra le montagne, che il bambino aveva da poco fatto la Prima Comunione e che suo marito era in un altro luogo di Roma con l’altro piccolo. Sorridendo, il papa le rispose che ogni tanto bisognerebbe essere insieme. Tutto andò perfettamente: dal fotografo addetto vennero scattate splendide foto che Romana si portò a casa, a Vattaro.

Romana Zaremba, nel 1985, ricevuta da Karol Woityla

Per un certo tempo ci fu a casa sua la processione di coloro che volevano vedere le foto col papa. Finché lei si scocciò: disse che chi voleva vedere quelle foto doveva pagare. Così la processione cessò. Ma non mancarono le critiche (quando mai mancano? Un tale le disse che avrebbe dovuto vergognarsi di essersi presentata dal papa con i pantaloni, le unghie laccate in vista e la maglietta traforata. Romana rispose che lei, vestita così, dal papa era

stata ricevuta...). Insomma, avrete cominciato a capire che tipino è la nostra Romana. Ma perché aveva potuto rivolgersi ai pellegrini polacchi e al papa in perfetto polacco? Semplice: perché Romana Furlani è polacca. Romana è un nome italiano, ma che viene usato anche nella cattolicissima Polonia; Furlani è il suo cognome da sposata; il suo cognome di ragazza è Zaremba. Sono diversi anni ormai che anche in Trentino i matrimoni

misti sono diffusi. Ma oltre quarant’anni fa erano molto rari. Sposare poi un ragazza che veniva di là della Cortina di Ferro, che arrivava da un paese comunista era quasi impossibile. E allora facciamo un passo indietro: e parliamo di Fabio. L’albergo Tomei è proprio all’inizio del paese di Vattaro, sulla strada della Fricca. “Tomei” è il soprannome dei Furlani, ma quando inizia questa storia, alla fine degli anni ’60, al posto dell’albergo c’era ancora un‘osteria, la Locanda Alpina. Dopo il servizio militare Fabio andò un anno in Inghilterra, con il duplice obbiettivo di imparare l’inglese e di far pratica in cucina. La fece in un piccolo ristorante famigliare. Tornò in paese dove c’erano i suoi genitori e il fratello Romano, più grande di lui di qualche anno, pittore astrattista tra i più raffinati del Trentino. I Furlani possedevano l’osteria che poi trasformarono in albergo, una stalla con una decina di bestie, campi a Vattaro e vigneti ad Acquaviva, presso Mattarello. Anche se nato

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in una famiglia di possidenti, Fabio aveva simpatie di sinistra: per anni fu iscritto al PCI. Quando poteva gli piaceva girare ne paesi dell’Est, nei paesi del cosiddetto socialismo reale, anche per rendersi conto di persona se erano vere le voci che giravano su quei posti. Di quei paesi apprezzava l’assenza di disoccupazione, di droghe, di prostituzione, l’organizzazione scolastica e sanitaria. Arrivò in Polonia, a Cracovia alla fine del 1969. Tra tutti i paesi comunisti la Polonia godeva di un regime moderato con il premier Gomulka che, al potere da una quindicina d’anni, era riuscito ad alleggerire la pressione sovietica. Per altro Gomulka era alla vigilia della sua caduta, che avvenne nel 1970. Gli successe Gierek che continuò la sua politica. Quell’anno Fabio tornò in Polonia e vi conobbe una ragazza: era di un piccolo centro abitato non lontano da Cracovia, la vecchia capitale della Polonia, la città che aveva importato dall’Italia il Rinascimento, ricca di palazzi costruiti da architetti italiani. La ragazza aveva due grandi occhi blu, studiava Lettere all’Università di Cracovia, sognava di lavorare nella splendida biblioteca di quella città, una biblioteca ricca di meravigliosi libri rinascimentali. E, come molti polacchi, stravedeva per tutto ciò che è italiano e aveva anche un nome che suonava italiano: Romana, appunto. Romana e Fabio, 20 anni lei, 24 lui, comunicavano in inglese. Si piacquero subito e l’anno dopo Fabio la invitò a Vattaro. La ragazza chiese al suo governo il passaporto e a quello italiano il visto, che poteva essere anche rifiutato ( c’era un controllo severo per chi proveniva dai paesi di oltre cortina). Comunque le concessero il visto e Romana arrivò con la sua amica Dzidka, studentessa di medicina.

Visitarono Venezia, Padova, Verona e il lago di Garda. Le cose procedevano “seriamente”: non si trattava di un’avventura, tra una ragazza polacca e un ragazzo italiano. L’ultimo dell’anno del 1971 Fabio lo passò a Cracovia. Tornò in Trentino e per più di un anno i due si scrissero (in inglese). Venne il 1973, anno decisivo in cui decisero di sposarsi. Romana arrivò in Trentino con il permesso turistico di tre mesi che scadeva ai primi di dicembre. Nel frattempo, sia in Polonia che in Italia, dovevano essere fatte le pubblicazioni. Il tempo era stretto, il permesso di soggiorno stava per scadere, i carabinieri avvertirono la ragazza che, oltrepassato il termine, sarebbe dovuta rientrare in patria. Riuscirono a far accorciare il tempo delle pubblicazioni e finalmente, il 10 dicembre 1973, si sposarono a Vattaro, in Municipio. Così Romana venne ad abitare nell’albergo dei Furlani dove trovò, ma guarda, un cognato che si chiamava Romano, pittore astrattista. L’anno seguente nacque il primo maschietto, Luca, segui-

Un piatto di Golabki


trentinolastoria to due anni dopo da Donato. Venne inaugurato l’albergo che prese il posto della vecchia osteria. Era un albergo modernissimo, il più bello dell’altopiano della Vigolana, il primo che avesse un bagno in ogni stanza e la centralina telefonica, con una clientela soprattutto di inglesi che venivano a sciare in Panarotta o sul Monte Bondone; e poi austriaci, belgi, olandesi… L’albergo “integrava”, in un certo senso, quelli di Levico Terme quando erano al completo. Quando i bambini poterono

andare alla scuola materna Romana cominciò a lavorare in cucina, imparando le ricette trentine da sua suocera Teresina. Poi, negli anni ’80 ebbe l’idea di introdurre la cucina polacca. E il ristorante dei Tomei fu, molto probabilmente, l’unico nel Trentino (allora non esistevano da noi le cucine etniche) a proporre quel tipo di cucina. Quella polacca è una cucina mitteleuropea che presenta soprattutto ravioli e involtini di varie forme e vari ripieni: i “pierogi”, ravioli con diversi

Fabio Furlani e Romana Zaremba oggi. A sinistra, folklore davanti al “Tomei”

ripieni come carne, ricotta, funghi; i “golabki”, involtini di riso e carne; gli “zrazy”, involtini di carne con pancetta, cetriolo e senape… La cucina polacca ebbe molto successo: la domenica arrivava la “tribù medico-giornalistica” dei Tafner e degli Agostini; con i giornalisti Alberto, sua sorella Sandra con il marito Toni Cembran, anche lui giornalista, i medici fratelli Agostini Silvio e Gianni con la sorella Elena Prati (che, novantenni, immancabilmente ogni domenica arrivano

tutt’oggi a pranzo); da Rovereto arrivava il famoso avvocato Sandro Canestrini, la moglie di allora Nives Fedrigotti con la figlia Gloria, avvocatessa anch’ella. Insomma, un sacco di bella gente, tutti a fare la gita fuoriporta e a mangiare a Vattaro dai Tomei, all’ombra della Vigolana con le due guglie incredibili, la Madonnina e il Frate, a gustare la cucina trentina di Mamma Teresina e quella polacca di Romana. Un’integrazione facile, gustosa, su cui tutti si trovano sempre d’accordo… ■

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trentinoattualità

di Silvia Conotter

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n Trentino non c’è solo il Muse, che in poco più di un anno è diventato davvero una meta imperdibile per tantissime famiglie, ancor di più dopo la recente inaugurazione del Maxi Ohh! (spazio per genitori e bimbi da 0 a 5 anni) e le affascinanti notti da trascorrere all’interno della struttura. Abbiamo allora selezionato per voi tante altre realtà, meno note ma senza dubbio da visitare, con piccoli al seguito, in quest’autunno appena iniziato. MUSEO DEGLI SPAVENTAPASSERI A Marter, piccola frazione di Roncegno c’è un museo sorprendente proprio accanto alla pista ciclabile della Valsugana. Un tempo importante mulino ad acqua per i cereali, Mulino Angeli è stato trasformato nella “Casa degli spaventapasseri”. Tutto è nato con l’acquisizione degli scatti in-

A BOCCA APERTA ”IL TRENTINO DEI BAMBINI” HA SELEZIONATO PER VOI TANTE REALTÀ MUSEALI TRENTINE, MAGARI MENO NOTE, MA SENZA DUBBIO DA VISITARE CON I PICCOLI AL SEGUITO IN QUEST’AUTUNNO APPENA INIZIATO dimenticabili del fotoreporter Flavio Faganello. Ma questo è uno spazio che vive, che si rinnova di anno in anno grazie alle opere di artisti, bambini e scolaresche ispirati da questa tematica utilizzando i più svariati materiali: piatti di plastica, sacchi a pelo, rifiuti, elementi naturali. C’è anche un delizioso “spaventa paure”,

idea nata da alcune maestre per esorcizzare i timori dei loro piccoli alunni. Il Mulino poi è perfettamente conservato: divertitevi a scoprirne il funzionamento e i vari macchinari! Ad ottobre apertura il sabato e domenica 14-18. Biglietto intero 2€, ridotto 1€ per i bambini da 10 a 18 anni, gratuito fino a 10 anni e per

le famiglie con bambini nel giorno del loro compleanno. MUSEO PIETRA VIVA A Sant’Orsola, vicino Pergine, ecco il museo nato dalla passione dei gemelli Mario e Lino Pallaoro per il mondo dei minerali. I bambini potranno effettuare un entusiasmante viaggio a ritroso nel tempo,

IL 4 E 5 OTTOBRE, A LEVICO, IL TRENTINO DIVENTA DEI BAMBINI

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utto è pronto per la seconda edizione della manifestazione “Il Trentino dei bambini”, che si svolgerà sabato 4 e domenica 5 ottobre al Palalevico di Levico Terme, dalle 9.30 alle 19.30. Un’altra bella manifestazione (l’anno scorso ha attirato oltre 4 mila persone) in cui le famiglie potranno conoscere e sperimentare tantissime realtà pubbliche e private del territorio. Associazioni, cooperative, realtà museali, liberi professionisti, libri e giochi. Tutti con lo stesso filo conduttore: lo stare assieme. Non la solita fiera merceologica, dunque, ma due giornate in cui stare in compagnia dei propri bambini in una modalità divertente ed originale. Ci sarà un grande spazio dedicato alla fascia 0-3 anni, gestito dalle tagesmutter, così come ogni comodità per i neogenitori (punto allattamento, cambio pannolino, zona riposo, consulenti per l’allattamento e di pannolini lavabili, ...). Tantissimi stand verranno dedicati al “fare insie-

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me”, anche con i bambini più grandi: laboratori creativi con materiali naturali e di riuso, laboratori artistici (creazioni con l’argilla, pittura, riciclo creativo,...), incontri baby di sartoria e pasticceria, ma anche letture animate, tavoli a disposizione per giochi di gruppo e di strategia. E poi un’area dedicata alla pet teraphy, con la possibilità per i bambini di imparare ad instaurare con gli animali un rapporto di fiducia; dimostrazioni di pronto soccorso pediatrico a ciclo continuo per i genitori; “bar al buio” anche per i bambini; attività di sensibilizzazione sul rispetto dell’ambiente; un grande plastico con trenini elettrici; area divertimento con giochi e gonfiabili e tantissime altre sorprese. Non mancheranno infine animazione e spettacoli con bravissimi artisti capaci di lasciare grandi e piccoli a bocca aperta: trampolieri, truccabimbi, clown, giocolieri e maghi. Maggiori informazioni sul sito www.iltrentinodeibambini.it


trentinotrentinodeibambini pensati per le diverse fasce d’età: i più piccoli dipingono con i colori naturali (minerali polverizzati mischiati con il miele), i più grandi invece si sbizzarriscono tra minerali, fossili e creazione dei metalli. E per finire una divertente attività alla ricerca dell’oro: nel torrente in giardino, con il setaccio, si trovano infatti pepite e pietre preziose! All’aperto si trova anche un percorso nella natura da percorrere tutti assieme. Ingresso 5 euro, bambini dai 6 ai 12 anni 3,50 euro. Info: www.museopietraviva.it conoscendo in un modo davvero originale la pietra focaia e quella pomice, la pietra “pennarello”, ma anche i fossili e l’ambra contenente una zanzara, grazie all’originale racconto della storia di Franz, ideata come filo conduttore della visita. I più piccoli rimarranno affascinati dalla visita alla grotta con i coniglietti d’argento, dall’esplorazione, con le pile in testa, della caverna che riserva sempre nuove sorprese, ma anche dalla ricerca dei denti di dinosauro nella sabbia. L’ultimo piano è riservato al disegno e ai laboratori,

MUSEO DEL MIELE A Lavarone la famiglia Marigo, apicoltori da generazioni, soddisfa le curiosità di scolaresche, turisti e famiglie desiderose di scoprire il magico mondo delle api. Struttura familiare e accogliente, si inizia con un video introduttivo in una stanza tappezzata di colorati cartelloni che spiegano le abitudini di questi insetti. Affascinante la piccola arnia didattica, con le pareti di vetro e un passaggio che dà all’esterno: i bambini sgraneranno gli occhi nel vedere quel

brulicare di api indaffarate nelle loro faccende “domestiche”, si metteranno alla ricerca dell’ape regina e cominceranno con un’infinita serie di domande! Tenetevi pronti. Al piano di sotto si possono osservare, oltre agli indumenti tipici dell’apicoltore (tuta, maschera, protezioni, guanti e affumicatore, con i quali i più piccoli si divertono a giocare), una ricca collezione di arnie. provenienti anche dall’estero. Imparerete come funziona uno smielatore, un affumicatore e scoprirete tante curiosità, compreso il fatto

che il miele non ha scadenza e che, persino quello trovato nelle antiche tombe egizie, era conservato perfettamente. Immancabile un passaggio dal negozio ben curato e fornito adiacente al museo: miele, caramelle, melata, creme nocciola e miele, propoli, pappa reale, grappe. Le visite sono possibili tutto l’anno, su prenotazione (www.museodelmiele.com). MART (ROVERETO) Qui la parola d’ordine è “creatività”! Sarà un ottobre scoppiettante per famiglie

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trentinotrentinodeibambini trentinoattualità e bambini quello del Mart di Rovereto. Innanzitutto l’11 e 12 ottobre appuntamento con “Mart Up! Vivi il museo”, due giorni di attività didattiche, spettacoli ed eventi. Sabato 11 ottobre diversi laboratori: ore 10 “Una mela al giorno” (dai 4 anni); ore 11 “Gellindo Ghiandedoro e la festa di onomastico”, con lo scrittore Mauro Neri che leggerà in anteprima la prima storia della nuova serie (dai 7 anni); ore 15 “Storie di animali”, laboratorio di narrazione e di serigrafia (dai 6 anni). Domenica 12 ottobre: ore 10 “Tutto suona!”, laboratorio di sperimentazione giocosa di linguaggi sonori con strumenti musicali fatti con materiali di recupero (dai 3 anni); ore 15 “Era una volta”, lettura animata con la tecnica del Kamishibai, a cura dell’illustratore Emanuele Bertossi (dai 4 anni); ore 17 “Fare fiori di filo di ferro”, sulla creazione di una stilizzata forma floreale fatta piegando e intrecciando il filo di ferro (dai 5 anni). Attività gratuite, consigliata la prenotazione allo 0464 454135. Continuano poi i classici laboratori nel fine settimana, a

pagamento (3 euro): domenica 5 ottobre, ore 15, “Pioggia di foglie”, un’immersione in un microcosmo di forme e suggestioni, dove il fascino del mondo vegetale conduce alle sperimentazioni artistiche (dai 3 ai 10 anni); domenica 19 ottobre, ore 15, “Le mie mani come pennelli”, laboratorio che propone un approccio tattile alla pittura (dai 3 ai 10 anni); domenica 26 ottobre, ore 15, “C’era una volta un re”, incontro ispirato alla storia di un re, una regina e molte corone da costruire e indossare (dai 5 ai 12 anni). Alla Galleria Civica di Trento, invece, questo mese un solo appuntamento, l’11 ottobre: “Animali tra le pagine”, dai 4 ai 12 anni, laboratorio sulla costruzione di un libro a fisarmonica sul tema delle metamorfosi animali. MUSEO DELL’AERONAUTICA GIANNI CAPRONI Un luogo magico, non solo per i bambini. Qui infatti ogni giorno, dal martedì al venerdì (10-13/14-18), oltre a sabato e domenica (10-18) si può an-

dare a “scuola di volo”, grazie alle postazioni di pilotaggio virtuale che permettono di volare con un aliante, un piccolo aereo da turismo o con un grande aeromobile da trasporto passeggeri, o ancora con un elicottero, senza staccare l’ombra da terra! E per i più piccoli un colorato aereo permetterà di osservare e sperimentare il comportamento delle parti mobili ed apprendere così le prime semplici nozioni del pilotaggio, mentre in un angolo morbido ognuno potrà disegnare ed esporre le proprie creazioni. Domenica 12 ottobre è in programma una grande festa per celebrare il pilota Francesco Volpi “A cent’anni tra le nuvole”. Dalle 9 alle 15 attività per famiglie e

bambini ad ingresso gratuito, tra cui “Trova l’aereo del comandante”, uno speciale viaggio tra gli aerei del Museo alla scoperta delle loro storie e dei loro segreti, e “Un aereo… di compleanno!”, laboratorio in cui, ritagliando parti diverse di immagini degli aerei esposti in sala, i bambini potranno creare il loro speciale velivolo, ricordo di questa giornata speciale. Ma ogni weekend qui è una festa tra cacce al tesoro, spazi per sperimentare, costruire e programmare al computer il tuo robot. Ad ottobre ecco “Sulle ali della fantasia”: tra miti e leggende legate al volo, ognuno potrà realizzare il proprio elaborato “volante”. Date un’occhiata al sito: www.museocaproni.it.

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trentinotrentinodeibambini MUSEO CIVICO DI ROVERETO Altro luogo ricco di proposte affascinanti, dalla sezione dedicata alla robotica al planetario, con attività e spettacoli per bambini e ragazzi soprattutto nel weekend. Ma sabato 18 ottobre c’è una visita guidata da non perdere: “Come un detective sulle orme dei dinosauri, il sito paleontologico dei Lavini di Marco”. Attraverso i segni e le impronte impresse nelle rocce che costituiscono le pendici del Monte Zugna a Rovereto, l’itinerario porterà i visitatori - come una macchina del tempo - dai giorni nostri fino a 200 milioni di anni fa nel Periodo Giurassico, con i dinosauri, protagonisti per eccellenza dei tempi passati. Si andrà a ritroso, passando dall’evento della grande frana cantata da Dante, all’era glaciale, per arrivare alla formazione delle nostre montagne e ancora prima quando i dinosauri percorrevano la piattaforma di Trento. 10 euro per la partecipazione, iscrizione obbligatoria entro il 14 ottobre allo 0464 452800.

1 € per gli accompagnatori. Laboratori a numero chiuso della durata di 30 minuti l’uno. Prenotazione obbligatoria allo 0461 650314 o didattica@ museosanmichele.it

MUSEO DEGLI USI E COSTUMI A San Michele all’Adige si può prendere parte ad un lungo racconto che prende forma tra gli strumenti di lavoro e gli oggetti della vita quotidiana, passando dall’agricoltura all’arte del legno, del tessuto, della pietra, dei metalli, fino ai costumi, alla musica, alla devozione, alla ritualità folklorica. Un mondo popolare inaspettato, ricco di suggestioni e di creativa ingegnosità. In occasione di F@Mu 2014, la giornata nazionale delle Famiglie al Museo, domenica 12 ottobre si terrà, dalle 14.30

alle ore 17.30, un pomeriggio di laboratori didattico-creativi che faranno aprire idealmente quattro botteghe ai piccoli artigiani: della cucina, con lo chef Sabatino Iannone; della cosmesi naturale, con l’esperta Anna Rapposelli; delle candele in cera d’api, con l’apicoltore Marco Vettori; dell’artigianato creativo, con l’esperta Ivonne Pichler. Golosità salate, burro cacao, candele, braccialetti o portachiavi sono le creazioni che si potranno portare a casa dai 6 ai 13 anni. Costo 3 € a bambino (materiali inclusi) per i 4 laboratori. Tariffa speciale di

BASE TUONO Non capita tutti i giorni di imbattersi, tra pascoli e boschi di abete, in una base missilistica degli anni Sessanta - Settanta con tre possenti missili Nike-Hercules svettanti verso il cielo. Siamo a Folgaria, precisamente a Passo Coe, a 1600 m di quota. Unico allestimento del genere in Europa, si propone di raccontare la Guerra Fredda, che ha tenuto il mondo col fiato sospeso fino alla Caduta del Muro di Berlino, nel 1989. Aperta ad ottobre nei fine settimana è adatta indicativamente per le famiglie con bambini tra i 6 e i 15 anni, abbinando la singolarità dell’esposizione alla bellezza del luogo. Che dite? Vi piacciono queste proposte? Siamo certi che non avete mai visitato alcune di queste realtà. E’ per questo che c’è il Trentino dei bambini! ■

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trentinobottegad’artista

Giordano Pacenza, con la moglie Giorgia

di Renzo Francescotti

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urioso cognome quello di Giordano Pacenza, artista disegnatore e illustratore che vive a Vigolo Vattaro, padre di due gemelli, Matilde e Francesco. Pacenza potrebbe essere una variante di Piacenza (in tal caso potrebbe essere addirittura di origine ebraica), o avere a che fare con la parola “pace” (originario del Tesino, dove esiste il cognome Pace). In ogni caso Giordano è nato a Trento nel 1972. Suo padre Gilberto, che faceva il piazzista, è nato in Trentino ma è di origine calabra; la madre Fausta è di Mezzocorona. Studiando alle Medie, Giordano ha avuto “Madre” come insegnante di disegno il pittore Domenico Ferrari, che apprezzando le sue doti di disegnatore lo incoraggia a iscriversi all’Istituto d’Arte di Trento e – a soli 14 anni – allo Studio d’Arte “Andromeda”, la prestigiosa associazione nota in Italia e all’estero, guidata da Toti Buratti. La tecnica del fumetto è una componente fondamentale nelle illustrazioni di questo artista-illustratore. All’Istituto “A. Vittoria” il ragazzo ha come insegnanti artisti che rispondono al nome di Marcello Pola, di Giuseppe Debiasi, Mauro De Carli, Toti Buratti, Paolo Tartarotti. Diplomatosi, per tre anni Pacenza

NEI TERRITORI DELL’INFANZIA LA TECNICA DEL FUMETTO È UNA FONDAMENTALE NELLE OPERE DI GIORDANO PACENZA, ILLUSTRATORE, PITTORE, GRAFICO EDITORIALE. LE SUE DOTI? LA DUTTILITÀ, LA FLESSIBILITÀ, LA MIMESI... frequenta l’accademia privata “L. Cappiello” di Firenze, perfezionandosi in illustrazione e grafica editoriale, avendo vari maestri tra cui Roberto Innocenti, illustratore di fama internazionale, vincitore del ”Premio Andersen”. Nella storia dell’arte Pacenza trova particolarmente intrigante quel territorio artistico che sta tra il romanticismo e l’impressionismo: in tal senso un dei suoi artisti di culto è l’inglese Turner, favoloso paesaggista soprattutto di marine, romantico-visionario, pre-impressionista . Attorno ai vent’anni il nostro giovanotto di belle speranze comincia a interessarsi di illustrazioni per l’infanzia. I primi risultati concreti li incassa qual-

Dal libro “Un Presepe troppo vivente” di Alberto Pellai

che anno dopo: dal 1997 in poi quando per quattro volte consecutive viene premiato a Bolzano nel concorso biennale ”Montagne incantate”, internazionale, organizzato dall’Arge Alp, illustrando racconti di Pino Loperfido e di Romano Oss. Ma l’anno fatidico per Giordano è il Duemila, per due avvenimenti: il primo riguarda il fatto che, tra tanti disegnatori e illustratori molto bravi e attivi nella nostra regione, lui viene scelto per illustrate l’antologia Dal libro “Le Vivane delle Maddalene” 54

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di racconti ”Pagine di autori dell’arco alpino”, in cui figurano, tra gli altri, testi di Carmine Abate, Isabella Bossi Fedrigotti, Vivian Lamarque, oltre a chi scrive. Inoltre, sempre quell’anno, dopo aver operato per anni come disegnatore ”free lance” appoggiandosi ad agenzie, viene assunto come illustratore dalle Edizioni Erickson, prestigiosa editrice trentina, specializzata in testi di educazione, didattica, psicologia e sociale fondata dai trentini


trentinobottegad’artista Fabio Folgheraiter, docente alla Cattolica di Milano, e Dario Ianes, docente di Scienze dell’Educazione all’Università di Bolzano. Per la Erickson, Pacenza illustra, tra i moltissimi altri, due libri per ragazzi “Un presepe troppo vivente” (2006) e “Una calamita di mamma” (2007), racconti entrambe di Alberto Pellai, medico-scrittore milanese. Pacenza ha interpretato i racconti di Pellai con una sensibilità espressionista, guardando soprattutto a Grosz, disegnando figure impattanti, deformate, “carnali”. Ciò che colpisce nei territori dell’infanzia illustrati da Giordano Pacenza sono la sua duttilità, la flessibilità, la mimesi: in altre parole la sua capacità di volta in volta di immergersi in un ambiente, mutando coraggiosamente stili o registri. Ad esempio, “Le Vivane delle Maddalene” (2001) sono illustrate in uno stile surreale, con la prevalenza degli scuri rotti da sciabolate di luce, in cui filtra la lezione di Odilon Redon, il pittore ottocentesco capostipite di tutto l’immaginario surreale moderno. Altre volte il modello, liberamente interpretato è più allontanato. Come nell’ultimo libro di Pino Loperfido (“La Guerra bambina”, Curcu & Genovese), da poco uscito che, vede

Uno dei medaglioni contenuti nel libro “La Guerra Bambina”

4 E 5 OTTOBRE DALLE ORE 11.00 ALLE 21.00 Illustrazione per una copertina della rivista “Difficoltà di apprendimento”

soprattutto teste di ragazzi inserite in medaglioni, come i ritratti fotografici dell’800. Giordano si è immerso in un mondo ottocentesco di illustrazioni. Affidate al bianco e nero queste figure infantili sono risolte in un registro che utilizza un minimalismo dalla sorprendente espressività: stupisce l’intensità fisionomica, psicologica che Pacenza riesce ad esprime con pochi tocchi, nelle piccole bocche e nei grandi occhi di questi bambini dalle espressioni indimenticabili. Lo scorso anno il nostro autore è uscito dai confini regionali per approdare ad Ancona, alla Galleria Civica “Puccini”, dove ha esposto disegni decisamente diversi da quelli realizzati sinora: figurazioni geometricamente stilizzate. Assieme ad esse erano in esposizione anche piccole sculture realizzate con materiali diversi, perfino con la lana. Un Pacenza che si avvia per strade nuove? Personalmente questi suoi lavori mi interessano decisamente meno di altri. Lo stesso Giordano ammette che si tratta soprattutto di ricerca. Giusto che le tenti. Quanto ai suoi disegni inventati per il libro di Loperfido, sono stati esposti con successo, assieme ad altri, al recente Trentino Book Festival di Cadonazzo. Li hanno ammirati migliaia di persone… ■

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IL MONDO VISTO DA LASSÙ NEL TRENTINO TERRA AGUZZA DI MONTAGNA, TUTTA PROTESA VERSO L’ALTO, QUASI A SEGUIRE IL RICHIAMO VERTICALE DEL MISTERO DEI SUOI CIELI TERSI, QUANDO NON CORRUCCIATI DALLE TURBOLENZE, C’È UNA SCUOLA PER IMPARARE A SALIRE ANCORA PIÙ SU, PER IMPARARE A VOLARE. SI TRATTA DELL’ITALFLY, LA SCUOLA DI VOLO DA CUI OGNI GIORNO SI SOLLEVANO ELICOTTERI, COME GROSSI INSETTI CURIOSI CHE ATTRAVERSANO IL NOSTRO SPLENDIDO PAESAGGIO. ABBIAMO INCONTRATO QUALCUNO DEL TEAM…

di Silvia Tarter

L’

Italfly nasce nel ’83 grazie al Cavaliere del lavoro Mario Marangoni, che la fece derivare dalla sua Fly Company del 1972. Da piccola realtà privata partita con un solo bireattore Cessna, ora Italfly è un’azienda consolidata, che offre la possibilità di seguire dei corsi approvati dall’ENAC, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, per ottenere qualunque tipo di abilitazione come pilota di elicottero, con 27 corsi approvati. Quattro istruttori di elicottero fissi seguono i 56

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ragazzi (sono ancora maschi per lo più) che si iscrivono ai corsi, provenienti da tutta Italia e talvolta anche dall’estero, affiancando ad una parte di lezione teorica molto consistente – anche un anno e mezzo di lezioni tenute in lingua inglese – la pratica del volo. Insomma, una vera e propria scuola guida, però sospesi nell’aria. Le licenze possono essere fondamentalmente di due tipi: quella di pilota privato, l’equivalente di una patente B dell’automobile, e pilota commercia-

le, per fare del volo una vera e propria professione. “Su 13 dei vigili del fuoco del vicino nucleo, 12 sono stati nostri allievi”, afferma fieramente l’accountable manager, Gianguido Baldo, prima pilota di linea di Alitalia e impiegato di banca, al timone di Italfly dal ’98, quando Marangoni, allora presidente dell’Aeroclub, gli chiese di far parte dell’impresa e lui accettò. E infatti una buona parte dello sbocco professionale di tutti questi autisti dei cieli – l’azienda ne ha sfornati più


trentinoattualità di 700 in trent’anni di attività – è proprio nell’ambito del soccorso, spiega anche Lino Rivolta, uno degli istruttori. Una posizione chiaramente ambita per l’aspetto umano, dice, e che forse garantisce anche più stabilità di altre. Naturalmente, le prospettive di lavoro di chi vuole fare il pilota sono aperte a tutto il mondo, aggiunge, non ci si può aspettare di rimanere a casa propria. Lui stesso, racconta, ha lavorato in Cina, e a Taiwan, svolgendo lavori diversi, sempre per Ivano Andreatta, aria, mentre oggi responsabile invece si tende a manutenzione specializzarsi in una sola attività. Una visitina nell’hangar è d’obbligo. Qui elicotteri e aerei riposano silenziosamente nella semioscurità di fine serata, quasi a ricaricare le energie per i voli dell’indomani. L’azienda ha acquistato più di 30 velivoli, anche se, naturalmente, non si trovano tutti qui a Trento. Passeggiando nell’hangar troviamo tre elicotteri biposto R22 della Robinson, una ditta californiana, due quattro posti R44, un Piper giallo PA18 e un aereo Cessna-172 Gianguido Baldo SkyHawk II. Ogni sera, queste “macchinine volanti” richiedono un bel po’ di manutenzione da parte del responsabile, Ivano Andreatta, a cui seguirà comunque anche il controllo del pilota. Doppiamente sicure, insomma, nonostante quell’apparenza di leggerezza: basti pensare che l’R22 pesa meno di una 500! Oltre agli elicotteri della scuola, l’altra

QUEGLI ALPINISTI A MOTORE…

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imanendo con i piedi sempre per aria, a volare tra le nostre montagne ci sono anche le ali dei piloti di montagna. Nel 1973, dall’Aeroclub di Trento è nata la Scuola di Volo in Montagna. Una scuola pioniera per l’Italia, tra le prime a costituirsi, che in vent’anni di attività ha preparato 130 piloti provenienti da tutta Italia a sorvolare le alte quote. Nell’86 viene costituita finalmente un’associazione, per riunire, come già prima era avvenuto in paesi come Svizzera e Francia, i piloti di montagna, pochi eletti in grado di svolgere quest’ardua disciplina: l’AIPM, Associazione Italiana Piloti di Montagna, federata all’European Mountain Pilots. La proposta era scaturita per la prima volta nel maggio 1985 dal pilota Italo Battioli, durante il 15° raduno internazionale dei piloti di montagna. Ad oggi l’associazione Renato Fornaciari conta circa 250 soci. Ma che cosa fanno i piloti di montagna? “Le attività sono varie, spiega Renato Fornaciari (foto), pilota, consigliere e vicepresidente nazionale dell’AIPM, nonché uno dei più attivi promotori dell’associazione, “Si va dal monitoraggio all’antincendio ad esempio. Siamo stati anche sui ghiacciai con i ricercatori per effettuare il carotaggio, o ad occuparci del rifornimento dei rifugi. Una volta ci si occupava anche del soccorso.” Che differenza c’è rispetto al volo “normale”? “Il volo di montagna è qualcosa di diverso, è una passione che unisce quella per il volo a quella per la montagna, una via a metà strada tra il volo e l’alpinismo.” Tra i pionieri della Scuola di Volo in Montagna, infatti, c’era anche qualche alpinista, come Erich Abram, noto in particolare per aver partecipato alla spedizione sul K2. E come si concilia il volo con l’aspetto più “ambientalista” della montagna? Fornaciari su questo punto rassicura come l’impatto ambientale dei velivoli in termini di rumore e di inquinamento sia veramente molto limitato, inferiore persino a quello di un’auto. I loro velivoli Piper sono leggeri e silenziosi, dei muti ammiratori delle cime. La Scuola di Volo in Montagna a Trento al momento è chiusa. La sua chiusura ha coinciso con quella dell’Aeroclub Trento, nel 1996. Ora come ora ne rimangono una ad Aosta e una a Belluno, ma presto riaprirà nella nostra città, proprio in collaborazione con Italfly, per far volare ancora qualche alpinista dei cieli tra le nostre montagne. branca dell’attività di Italfly è il servizio di Aerotaxi, tramite leasing. Funziona proprio come un taxi aereo, permettendo di spostarsi più rapidamente, in ogni parte del mondo. L’aerotaxi è un servizio personalizzato ed è collegato con moltissimi aeroporti, oltre a garantire un notevole risparmio di tempo, spiega Gianguido Baldo. La convenienza in termini di tempo dipende ovviamente dalla destinazione. Per esempio, conviene per raggiungere una località come Kosiche, in Slovacchia, per cui in questo modo basta una giornata, quando normalmente per arrivarci occorrerebbe perdere due giorni, tra scali

e coincidenze. Viene da dire che però non tutti se lo possono permettere. Il costo va dai 3000 ai 7000 euro all’ora, a seconda dell’aeromobile scelto. Ma se si prende un sei posti ad esempio, il costo è sempre lo stesso e può essere suddiviso tra tutti i passeggeri e alla fine viene a costare come un volo di linea di prima classe, aggiunge. E l’aerotaxi nei tempi d’oro di Italfly lo hanno usato in tanti, anche personaggi noti come Woody Allen, Jodie Foster, Arafat, spesso con qualche curiosa pretesa da celebrità. “Woody Allen è un pazzo: nel tragitto dall’aeroporto di Mosca ha voluto che 57

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Lo staff di Italfly, tra cui l’istruttore Lino Rivolta, in basso al centro

Lo staff insieme alle Frecce Tricolore

evitassimo di passare sotto a qualunque cavalcavia. Poi voleva andare a mangiare solamente in certi ristoranti. Anche Jodie Foster ci ha fatti girare per tre giorni per cercare dove andare a mangiare perché è vegana. E Arafat? Lui ci dava sempre mance da cento euro, così come il cardinale Casaroli, anche lui piuttosto generoso. Abbiamo trasportato Sanson dei gelati, Mike Bongiorno, il ministro Tremonti, Benetton…” Parla di tempi d’oro, e ora? “Ora svolgiamo per lo più voli aziendali.” I paesi più gettonati al momento sono Est Europa e i paesi Arabi, paesi emergenti insomma. Anche questo, chiaramente, è un indice dei tempi che stanno cambiando. Il momento che stiamo attraversando non è poi certo dei più facili, dopo la tragedia dell’MH 17 della Malasya Airlines, l’aereo su cui viaggiavano quasi 300 persone, abbattuto da un missile al confine tra Russia e Ucraina, le tensioni in Libia, la guerra, infinita, tra Israele e Palestina, con i bombardamenti ripresi dopo il barlume di una tregua, con la minaccia che ora incombe anche sull’aeroporto di Ben Gurion a Tel Aviv. Aerei e aeroporti sono spesso i primi bersagli in questi casi di scontri internazionali. Il mondo è diventato piccolo, i collegamenti sono fondamentali, e anche in questa professione, ci sono in fondo non pochi rischi. Rischi che si corrono, al di là delle guerre, anche in una semplice esercitazione, come è accaduto qualche giorno fa nelle Marche ai quattro piloti italiani a bordo dei due Tornado. La ministra Pinotti ha ricordato l’esperienza dei piloti, ma di per sé anche l’esperienza non è sufficiente. L’uomo sbaglia, a volte in maniera fatale.

coloso di quanto si pensi. Gli incidenti finora accaduti per la scuola Italfly sono quasi sempre dovuti appunto ad errori umani. La macchina non sbaglia mai, è l’uomo invece “l’anello debole”, poiché spesso agisce sopravvalutando i propri limiti, spiega Lino. Per questo fare il pilota richiede molta attenzione e consapevolezza. Come in qualunque altro lavoro, e anche di più, mantenersi in uno stato di buona salute poi è fondamentale, con controlli in particolare alla vista, controlli che si intensificano con una frequenza di sei mesi una volta raggiunti i quarant’anni. I brevetti come pilota sono validi invece fino ai 65, mentre per il volo privato non ci sono limiti, se la salute è generosa. Basti pensare a Francesco Volpi, uno dei pionieri del volo in montagna che alla bella età di 99 anni, spegnerà 100 candeline ad ottobre, ancora vola. Ma cosa significa volare, per chi lo fa tutti i giorni? “Volare è una disciplina”, sentenzia l’istruttore Lino. Una disciplina che si riflette poi di conseguenza nella vita quotidiana. Anche nei corsi, spiega, si cercano di formare i partecipanti anche sotto il profilo umano, oltre che meramente tecnico, con lezioni di crew coordination (coordinamento dell’equipaggio)

Ma al di là di queste situazioni estreme, normalmente fare il pilota è meno peri58

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e situation management ad esempio, che aiutano a sviluppare la capacità di problem solving e di lavoro in gruppo. Persiste però ancora un immaginario un po’ distorto, forse retaggio di pregiudizi passati sul pilota per professione, o semplicemente l’amatore del volo, come di qualcuno facente parte di un club esclusivo, un po’ come accade per il golf, ricco, magari anche un po’ snob e strafottente. Ad oggi in effetti, gli iscritti come piloti privati sono diminuiti, per via della crisi che anche in questo senso si è fatta sentire, ma il volo in fondo, e i diretti interessati ci tengono a sottolinearlo, non è poi qualcosa di così esclusivo e potrebbe essere più diffuso, anche a livello turistico. Lino spiega che in Francia ci sono dei porticcioli dotati di postazione aereo in molte località turistiche. Ma qui da noi chi vola viene ancora visto talvolta come il riccone, quello che inquina e fa rumore, sprezzante del pericolo. Ci sono persone invece che pur di poter volare fanno a meno di comperarsi da vestire, tagliando quindi le spese su altro. E’ così che accade, per tutte le cose in realtà, se brucia quel fuoco che si chiama passione, e in chi fa questo mestiere sembra non estinguersi mai. Passione che sfocia anche nell’insegnamento, nel vedere di volta in volta come a poco a poco gli allievi migliorino e come la propria stessa pratica del volo possa sempre migliorare, in una brama all’infinito di perfezionarsi. Volare educa, mantiene sobri da alcool e fumo, e aiuta a conoscersi, a ricalcare i propri confini di uomini sulla base delle proprie forze. Un lavoro insomma che non annoia mai, anzi nonostante per chi lo svolge sia il quotidiano è ancora in grado di regalare stupore e meraviglia, lasciando sfuggire di tanto in tanto un pensiero da affidare al vento, di quanto sia bello il mondo da lassù. ■


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I

l tratto di valle solcato dall’Adige che va dal confine veronese fino alle porte di Trento prende il nome di Vallagarina, lontana etimologia tedesca per “la valle dei campi coltivati”. Nel raggio di pochi chilometri lo sguardo spazia dalle vette del Baldo trentino, a Rovereto, città d’arte e cultura, dalla Val di Gresta, nascosta e immersa nei ritmi della vita rurale, alla Vallarsa e alle Piccole Dolomiti, percorse dai sentieri della Grande Guerra, per fermarsi, infine, nel fondovalle, costellato di antichi castelli e coperto da un’ordinata geometria di vigneti. Un paesaggio incantevole, che resta impresso nella memoria proprio per il

contrasto tra la natura superba e aspra delle montagne e le distese di campi coltivati a vite: il lavoro dell’uomo, che con minuzia e pazienza cesella il paesaggio e si fa portatore di storia e di tradizione. Storia e tradizione sono i capisaldi che ci guidano in questo viaggio alla scoperta delle realtà enogastronomiche della Vallagarina. Realtà differenti, ma accomunate dal fatto di lavorare una terra a collaudata vocazione agricola, capace di trasferire le peculiarità dei diversi terreni in caratteristiche proprie dei suoi prodotti, che diventano ambasciatori di una precisa identità territoriale. La viticoltura come chiave fondamentale per la valoriz-

zazione di un territorio a torto considerato periferico: questo l’obiettivo della Cantina sociale Viticoltori in Avio, che di un vitigno “storico” e per troppo tempo bistrattato ha fatto la sua bandiera. Si tratta di quella particolare uva

autoctona che è l’Enantio, un tempo chiamata “lambrusco a foglia frastagliata”, espressione autentica e appassionata di questo territorio di confine. Un vitigno a cui Viticoltori in Avio, in collaborazione con

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trentinofocusvallagarina

Martin Mainenti di Borgo dei Posseri

l’associazione storico-culturale Memores, ha voluto affidare quest’anno anche un messaggio di memoria storica. Con l’inizio delle celebrazioni per il Centenario della Grande Guerra, ha creato una linea di Enantio con 13 etichette speciali, disegnate dall’abile mano del prof. Maurizio Cesarini: sei di esse raffigurano i soldati dell’Imperial Regio Esercito Austro-Ungarico, altre sei quelli del Regio Esercito Italiano, mentre una è dedicata alle vedove e agli orfani che patirono la lontananza – e in molti casi il lutto

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– dei propri cari. Ma l’attenzione alla storia in Vallagarina non si esprime solo nell’onorare i caduti che combatterono per una guerra che di grande ha solo il numero di morti e di sofferenti. Si esprime anche nel recupero di aree dismesse e abbandonate, che un tempo ricoprirono un ruolo importante nell’economia locale. È il caso dell’azienda agricola Borgo dei Posseri, posta in località Pozzo Basso sui terrazzamenti sopra Ala, a quota 500 metri, incastonata tra i boschi della val di Ronchi e di San

Valentino, seminascosta alla vista di chi percorre il fondovalle. Duecento e più ettari di natura, memoria rurale della comunità di Ala (era fondo agricolo e boschivo della nobile famiglia Taddei), che dopo anni di abbandono sono stati recuperati e riscoperti. Per nulla spaventati dallo stato di incuria del podere, degli edifici diroccati e dei campi ormai invasi dal bosco e dai rovi, Martin Mainenti e Maria Marangoni hanno intrapreso un ambizioso progetto: riportare all’antico splendore questo angolo di Trentino, producendo un vino che ne rispecchiasse l’unicità. Il progetto è riuscito in maniera eccellente e da qualche anno Borgo dei Posseri ha visto la rinascita della miglior viticoltura di montagna. E se il posto è bello e il vino è buono, cosa c’è di meglio che sorseggiarlo direttamente tra le radure, i boschi e i masi che lo vedono nascere? Da quest’anno Borgo dei Posseri offre un modo nuovo di degustare, che si chiama Enotour e che permette agli amanti del vino “enoturisti” di

assaggiare i vini dell’azienda lungo un percorso che attraversa l’intera tenuta. Ogni visitatore, munito di calice e cartina, può passeggiare liberamente tra masi e vigneti, seguendo un percorso attraverso vari punti di assaggio, denominati “Isole”, ciascuno posizionato accanto al vitigno che ha dato origine a quel particolare vino. Un modo di degustare diverso, libero da tempistiche, spazi e quantità assaggiate, che ha riscosso un enorme successo la scorsa primavera in occasione di Cantine Aperte e che adesso è disponibile sempre previa prenotazione, accordandosi direttamente con Martin Mainenti. Un ritorno al passato, o meglio la sperimentazione che si intreccia con la storia millenaria del vino, che ha già trovato molti estimatori è quello della Cantina Sociale Mori-Colli Zugna con il vino “Vittoria”: uno chardonnay in purezza da coltivazione biologica lasciato fermentare in anfore di terracotta per sei-sette mesi. Con un risultato straordinario sul piano organolettico: colore


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Luciano Tranquillini, direttore della Cantina Mori Colli Zugna

dorato, naso complesso e polposamente fruttato, bocca larga e calda, persistente, profonda ma al tempo stesso fresca e slanciata. Un esperimento ottimamente riuscito, che si lega a doppio filo con il territorio, visto che le anfore di vinificazione sono prodotte sempre a Mori dall’azienda Tava, che adesso, grazie alla collaborazione con l’enologo Luciano Tranquillini, ha aggiunto alla produzione di stufe anche quella di anfore per il vino. Una scelta curiosa e per ora ancora di nicchia, ma che potrebbe anche rivoluzionare il mondo del vino trentino. Le anfore, modellate a mano e cotte nei forni, contengono dai 230 ai 500 litri di vino. Secondo alcuni esperti le botti in acciaio e quelle in legno alterano troppo il sapore naturale dell’uva, mentre le anfore non aggiungono e tolgono niente alla qualità degli acini. Ecco perché la soluzione dei fratelli Tava potrebbe trovare sempre più consensi. In quest’area del Trentino meridionale l’attenzione al territorio non si esprime solo nella viticoltura: rispetto per la natura e agricoltura biologica sono, infatti, i motivi conduttori del recente sviluppo agricolo della Val di Gresta, un fenomeno identitario che ha portato la zona a presentarsi come “la valle degli orti biologici”. A rappresentare questa agricoltura eco-compatibile e

i suoi produttori è la Mostra Mercato, la manifestazione giunta alla 44esima edizione, ideata per valorizzare e promuovere la produzione bio locale, che quest’anno segnerà la nascita del “Biodistretto della Valle di Gresta”: il 12 ottobre ci sarà il convegno di presentazione dettagliata di questo progetto, che è unico in tutto il Trentino. La costituzione del Distretto biologico, che affianca alla produzione agricola bio la ristorazione, l’accoglienza turistica ma anche l’artigianato, l’urbanistica, l’edilizia e la gestione ambientale, segna una tappa e una sfida importante per il futuro agricolo della valle. Niente chimica, quindi, negli orti, ma neanche nei giardini pubblici, sulle strade e per costruire le abitazioni. Esempio di sviluppo sostenibile, gli agricoltori grestani e il consorzio che li riunisce hanno ora l’obiettivo dichiarato di esportare non solo i prodotti agricoli, creando reddito per la popolazione locale, ma lo stesso modello produttivo, che potrebbe fare da traino virtuoso a tutta l’agricoltura trentina. Proseguendo oltre Ronzo Chienis e scendendo verso Rovereto ci si viene a trovare nel territorio del Comune di Isera. Ci si è appena lasciati alle spalle le distese di campi coltivati a ortaggi, emblema di questa valle nascosta ma operosa, per incontrare, subito sulle colline di Isera, un altro simbolo in grado di rappresentare la tradizione della Vallagarina: il Marzemino. Celebrato da Mozart nel suo “Don Giovanni”, il Marzemino è forse il vino più tipico della Vallagarina, dove ha trovato l’habitat ideale, per raggiungere la massima espressione qualitativa proprio nella zona di Isera, dove i terreni conferiscono alle uve, e quindi al vino, una struttura e un bouquet eccezionali. Il Marzemino è uno dei “gioielli” della Cantina Sociale di Isera, cantina dalla tradizione ormai

La Locanda delle Tre Chiavi è nata il 6 dicembre 1997, nei locali prima Cantine Spagnolli, dall’idea di ristorazione come espressione culturale di Sergio Valentini e della sua compagna Annarita. Caratteristica del locale è la calda atmosfera data dalla struttura originale dei locali, dalle luci studiate per diffondere luce come se fossero candele, dalle bottiglie che sono in esposizione, ma che soppprattutto creano l’idea del buon vino accostato al buon cibo. Sergio Valentini, patron di questo nido gastronomico ha voluto un locale che fosse un “ristorante degustazione”, di qui l’attenta scelta delle ricette fatta con massima attenzione: dalle materie prime come anche dei vini.

ISERA (TN) – Via Vannetti, 8 Tel. e fax 0464 423721 info@locandadelletrechiavi.it www.locandadelletrechiavi.it

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NASCE IL BIODISTRETTO DELLA VAL DI GRESTA

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al 20 settembre al 19 ottobre la Mostra mercato della Val di Gresta torna ad animare le vie di Ronzo-Chienis. La 44a edizione porterà anche alla nascita del Biodistretto: il primo di tutto il Trentino. Questo darà nuovo slancio a un’economia basata sull’agricoltura biologica cui si affiancano, col medesimo spirito, il turismo e la ristorazione. Tale filosofia è stata adottata ormai da diversi anni e i contadini che lavorano questa terra sono stati veri e propri pionieri di una produzione che, sempre di più, incontra le nuove esigenze di consumatori attenti alla qualità e alla salubrità di ciò che portano in tavola. Accanto alla vendita diretta degli ortaggi, durante il mese di appuntamenti saranno proposti il giro dei vòlti coi prodotti della Val di Gresta accompagnati dai vini della cantina Mori Colli Zugna, la performance degli intagliatori di legno, la mostra dei funghi e ancora degustazioni ed escursioni. Laboratori per i bambini e l’appuntamento con la non competitiva gara «Biobike», dedicata alle famiglie, completano l’offerta. Programma completo su www.mostramercato.org. centenaria, ma che ha saputo rinnovarsi con intelligenza. Dalla scelta dei nuovi impianti sino al controllo sistematico dell’intero ciclo vegetativo, tutto è seguito e controllato rigorosamente, al fine di ottenere una produzione viticola di alta qualità. E la storia non fa difetto nemmeno alla Locanda delle Tre Chiavi di Isera. Non soltanto per via dei 17 anni di attività, ma anche perché l’edificio che ospita il ristorante è stato sede della cantina sociale di Isera fino a cento anni fa, poi sede della canti-

na Spagnolli fino a 30 anni fa. La locanda, nata da un’idea di Sergio Valentini e della moglie Annarita, è qualcosa in più di un ristorante: è un percorso nella scoperta del cibo, una filosofia a favore della riduzione delle distanze tra produzione e consumo. In linea con questo principio, nel menu è presente la lista dei fornitori alimentari. Seguendo sempre la filosofia del territorio, della filiera breve e dello slow food, la Locanda delle Tre Chiavi è diventata col tempo un vero luogo di cultura, narratore del territo-

Da sx, Mauro Baldessari (direttore Cantina Vivallis), Valter Salizzoni (Azienda Agricola Salizzoni), Walter Weber (Direttore della Cantina di Aldeno)

rio e anello fondamentale per lo sviluppo dell’enogastronomia locale. In quest’ottica la Locanda delle Tre Chiavi, da più di un anno dentro la rete dell’ecoristorazione, ha attuato una stretta collaborazione con gli altri soggetti operanti sul territorio, con le cantine in primis, ma anche con realtà come il Centro Didattico MusicaTeatroDanza di Rovereto, proponendosi come spazio dinamico e aperto anche a mostre ed esposizioni. Un progetto che culmina con la Cena dell’Alleanza tra i cuochi e i presidi Slow Food, che alla Locanda delle Tre Chiavi si svolgerà il 9 ottobre, e che devolverà una parte del ricavato al progetto dei Presidi Slow Food: un appuntamento da segnare in agenda, per dare un contributo concreto alla difesa della biodiversità e sostenere il lavoro di Slow Food nello sviluppo di mercati locali per i piccoli produttori. Alla Locanda delle Tre Chiavi, insomma, non si va solo per mangiare, ma soprattutto per

riscoprire e valorizzare un’identità territoriale, attraverso cui veicolare una proposta globale di territorio, cultura, tradizione e sviluppo economico della Vallagarina. Profondamente legata al suo passato, ma al tempo stesso proiettata verso il futuro, è anche la Cantina Vivallis di Nogaredo, che ha raccolto l’eredità della vecchia Società Agricoltori Vallagarina e quindi ha le radici ben salde nella cultura enologica della valle. L’obiettivo, a cui il direttore Mauro Baldessari e i soci lavorano, è ambizioso: produrre vini di qualità, che siano sintesi di tradizione e, attraverso l’uso di tecnologie avanzate, modernità, per continuare ad essere espressione coerente ma dinamica del territorio della Vallagarina. Per questo motivo la Cantina Vivallis, accanto allo sfuso, ha puntato con decisione sugli autoctoni, in particolare il Marzemino, che nella versione Superiore “dei Ziresi” ha di recente vinto la Corona Vini Buoni d’I-

Vogliamo farti conoscere i sentieri che attraversano la nostra azienda. Cosa può esserci di più emozionante che sorseggiare un vino direttamente tra le radure, i boschi ed i masi che lo vedono nascere? Per scoprirlo non vi resta che venire a trovarci! ALA (TN) – Loc. Pozzo Basso, 1 T. 0464 671899 – M. 335 8390501 www.borgodeiposseri.com

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trentinofocusvallagarina trentinoattualità

L’Enoteca della Cantina di Aldeno

talia. Un modo per valorizzare vini e vitigni a torto considerati marginali, ma che invece rappresentano un’identità enologica e culturale forte e specifica: la nostra. Enantio e Marzemino, solo per nominarne alcuni, sono varietà talmente intimamente legate con questo habitat naturale, che anche in un’annata difficile come quella attuale, sono comunque riuscite a riservare piacevoli sorprese. Perché sono vini da terre fredde, che tengono e hanno una buona resa anche in condizioni climatiche difficili come quelle di quest’anno e la cui appartenenza va rivendicata con orgoglio.

Forte di più di cento anni di storia, anche la Cantina Aldeno si è data da fare negli anni per mantenere vivo lo storico binomio Aldeno e uva, riuscendo a combinare la tradizione enologica che la contraddistingue con l’impegno ad aggiornare nel tempo tecnologie e impianti di lavorazione. In linea con questo spirito dinamico e innovativo, la Cantina Aldeno ha allargato la sua produzione e i suoi orizzonti, che dal 2011 includono anche il biologico. Cantina Aldeno è così la prima cooperativa del Trentino ad aver ottenuto la “certificazione di operatore biologico”. L’obiettivo è quello di differenziarsi,

offrendo un prodotto sempre più rispettoso dell’ambiente. I soci conferitori sono rimasti affascinati dal progetto e nel 2012 molti hanno deciso di passare al bio. Una scelta che non ha tardato a mostrare le prime conferme: basti pensare che quest’anno il vino Trentino Doc Gewürztraminer Bio Vegan si è aggiudicato il premio Cervim Bio 2014 del Cervim - Centro di Ricerca, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura Montana. Qualità confermata anche da un’altra vittoria di un altro grande vino: il Müller Thur-

gau “Athesim Flumen” Doc 2013 della Cantina di Aldeno si è aggiudicato la medaglia d’oro al Concorso enologico internazionale del Müller Thurgau, svoltosi quest’anno a Cembra nell’ambito della 27ª Rassegna Vini Müller Thurgau. Un cammino costellato di riconoscimenti che la Cantina Aldeno porta avanti anche con il suo rinomato Merlot, protagonista indiscusso tra la produzione, declinato in varie tipologie e annualmente celebrato proprio ad Aldeno alla Mostra dei Merlot d’Italia. ■

Il suggestivo ingresso della Locanda delle tre Chiavi di Isera

44a EDIZIONE

Mostra mercato della Val di Gresta

PRODOTTI BIOLOGICI ED INTEGRATI

RONZO-CHIENIS

Comune di Ronzo-Chienis

Comune di Mori

Provincia autonoma di Trento

20 SETTEMBRE | 19 OTTOBRE 2014

Rete trentina di educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile

Tutto questo nella Val di Gresta è di casa e per scoprirlo potete visitare la “Mostra mercato dei prodotti biologici ed integrati” che rivive da 44 anni e nella quale i coltivatori propongono e vendono direttamente i frutti della terra, coltivati con la stessa cura da secoli. Tutto il programma su:

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Comunità della Vallagarina

Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente

BIM dell’Adige

© osiride - rovereto

Avete mai assaggiato verdure e ortaggi coltivati nei campi tra i più alti d’Italia? E che ne dite di una vallata in cui boschi e vette si alternano a terrazzamenti ricchi di mais, cipolle, patate, sedani, zucche? E se ci fosse un luogo che da sempre ha scelto il biologico?



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di Fabio De Santi

È

affidata alla voce di Francesco Renga l’apertura della nuova stagione di Musica d’Autore organizzata dal Centro S. Chiara di Trento. Un evento, quello del 24 ottobre all’Auditorium S. Chiara che sarà accompagnato dall’insegna del tutto esaurito visto che i biglietti sono già evaporati in fase di prevendite nel corso dell’estate. Un segnale del seguito di cui gode l’ex anima dei Timoria che sarà a Trento in una delle tappe del suo «Tempo Reale Tour». Un concerto in cui Francesco Renga proporrà le canzoni del suo ultimo disco «Tempo Reale» trascinato dal successo del brano «Vivendo adesso» il primo singolo estratto dall’album e già certificato Disco d’Oro. Proprio «Vivendo adesso», canzone firmata dalla cantante Elisa e

FRANCESCO RENGA L’EX LEADER DEI TIMORIA SARÀ A TRENTO IN UNA TAPPA DEL «TEMPO REALE TOUR», IL 24 OTTOBRE «A un isolato da te», scritta da Roberto Casalino, sono stati i due pezzi che Renga ha portato sul palco dell’Ariston in occasione dell’ultimo Festival di Sanremo. In questo suo nuovo cd Renga dimostra di voler esplorare possibili nuove forme della sua voce grazie all’uso di nuovi registri e timbri come accade nel bra-

no «Il mio giorno più bello» scritto per lui da Fortunato Zampaglione. Fra le collaborazioni del disco anche quella con Alessandra Amoroso con cui Renga duetta in un pezzo destinato a diventare una hit come «L’amore altrove». Sul palco Francesco Renga ha una straordinaria presenza, fisica e vocale ed è capace

di passare attraverso cambi di registro, passaggi vocali complicatissimi ed emozionanti momenti di spettacolo. Il singolo con cui Renga ha segnato l’estate radiofonica tricolore è stato proprio “Il mio giorno più bello del mondo” una canzone che come ha raccontato in un’intervista l’artista: “Per me rappresentava una grande scommessa proprio perché non avevo mai cantato in questo modo. Sono contento che sia piaciuto. Mi hanno detto che fa venir voglia di sperare nell’amore,

CRISTINA DONÁ A TRENTO IL 13 OTTOBRE

“Q

uesto mio nuovo pezzo contiene l’idea madre da cui prende spunto tutto l’album dove ogni canzone nasce dalla necessità di ritrovare un’intimità con quello che ci circonda, la stessa che si prova quando guardiamo qualcuno dritto negli occhi, senza interferenze. Nel brano in questione descrivo il ricordo di un’ epoca che sembra lontana anni luce, un’epoca amata, dove pareva esserci spazio e tempo per ogni cosa. Dove tutto sembrava possibile. La memoria di un’infanzia, la mia come quella di tanti, vissuta in un momento in cui l’umanità sembrava in grado di avere uno slancio per migliorarsi”. Sono queste le parole che Cristina Donà ha usato per tratteggiare i contorni della canzone “Così vicini” che ha anticipato e nello stesso tempo da il titolo al suo nuovo cd, uscito lo scorso 23 settembre. La cantautrice lombarda ha deciso di presentare il nuovo disco con alcuni eventi speciali, anticipando di fatto il tour con la sua band che prenderà il via a novembre. Fra questi anche quello in programma lunedì 13

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ottobre nel teatro di Sanbapolis, la nuova struttura universitaria a Trento Sud, a partire dalle 21 e con ingresso libero. “L’incantautrice”, come viene chiamata la Donà dai suoi fans, presenterà dal vivo il suo lavoro affiancata dal musicista e produttore Saverio Lanza, con particolari ed inconsueti concerti-storytelling che racconteranno questo lavoro in un modo diverso, più intimo e “vicino”. L’album “Così vicini” ha richiesto come sottolinea la cantautrice “anni di lavoro, di confronto, di indagine nelle viscere di me stessa con l’urgenza implacabile di proteggere ciò che sta dentro di noi”. Le nuove canzoni, scritte insieme a Saverio Lanza, che ha prodotto l’album, stupiscono per il fascino degli spazi evocati e l’originalità espressiva. Cristina Donà ha iniziato il suo percorso artistico nei primi anni novanta contribuendo a definire una nuova stagione del rock di matrice mediterranea, divenendo prima punto di riferimento, poi figura ispiratrice per le nuove generazioni di musicisti italiani.


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provi a immaginare l’emozione nel sentirmelo dire. Molti mi hanno chiesto come mai non avessi scelto questo brano per Sanremo. Il motivo è che la versione che si sente in radio è impossibile da riprodurre dal vivo. Ci sono tante parole, cantate molto velocemente. In alcuni punti si sovrappongono persino le frasi”. In molti si attendono anche come prossimo lancio il pezzo “L’amore altrove” nato invece dalla collaborazione con Alessandra Amoroso, una cantante che Renga stima particolarmente: «Mi piacerebbe tantissimo. Alessandra sembra piccola e indifesa, ma ha una determinazione rara. La sua professionalità era già cosa nota, la sua bontà mi ha conquistato». Nato a Udine nel 1968 Renga, in tutti gli album della sua carriera, ha messo in luce notevoli capacità vocali: rock, melodia, tensione espressiva ed aperture orchestrali che caratterizzano oggi la sua musica. Ha debut-

tato come frontman di uno dei più influenti gruppi rock italiani degli anni ’90, i Timoria e ha proseguito poi da solista pubblicando cinque album che hanno segnato altrettante fasi della sua carriera in continua crescita artistica. Proprio con i Timoria, Renga affina le sue qualità di vocalist grazie a dischi come “Colori che esplodono”, era il 1990, “Ritmo e dolore!, “Storie per vivere”, “Viaggio senza vento”, probabilmente il lavoro più riuscito del gruppo, “2020 Speedball” e per ultimo “Eta Beta” pubblicato nel 1997 prima della sua uscita dalla band guidata poi da Omar Pedrini. Tantissimi i singoli che gli hanno portato fortuna, da “Raccontami” (premio della critica a Sanremo 2001) ad “Angelo” (brano vincitore del Festival di Sanremo 2005), passando attraverso alcune delle sue più belle pagine in musica. “Ci sarai”, “Cambio direzione”, “Favole”, “Mai così”, “Ancora di lei”, “Tracce di te” e “La tua bellezza” sono tutti brani del canzoniere di Renga che uniscono come pochi energia e melodia, potenza espressiva e grande immediatezza. Una voce che ha pochi uguali nel panorama italiano e che da sempre viaggia su altezze e intensità poco frequentate, richiamando da lontano la lezione di un grande artista che di Renga è sempre stato uno dei principali ispiratori e modelli, il cantante degli Area, Demetrio Stratos. ■ 69

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Arvo Volmer, nuovo Direttore principale dell’Orchestra “Haydn”

www.haydn.it

Evgeni Bozhanov

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a 55° Stagione sinfonica dell’Orchestra Haydn si annuncia particolarmente ricca e interessante, espressione del lavoro condiviso anzitutto tra chi la ha ideata nel suo impianto generale, il prof. Daniele Spini, e colui che dal podio dirigerà alcuni degli appuntamenti più significativi, Arvo Volmer, che dallo scorso settembre è il nuovo Direttore principale dell’Orchestra. Autorevole e colto, dotato di un grande talento interpretativo, il Maestro estone aprirà i battenti della nuova Stagione (due gli appuntamenti, martedì 21 ottobre all’Auditorium di Bolzano e mercoledì 22 all’Auditorium di Trento, che fanno seguito ai concerti inaugurali del rinnovato Teatro Zandonai di Rovereto il 18 e 19 ottobre) con la Nona sinfonia di Ludwig van Beethoven, forse il più amato fra i capolavori della storia della musica, certo quello che più di tutti sembra interpretarne il valore universale. La Nona colloca idealmente la nuova stagione sullo sfondo di una ricorrenza imponente e terribile: il centenario dello scoppio della Prima guerra mondiale, che nella nostra Regione e nelle nostre due Province deve essere ricordato e meditato, se possibile, ancor più che nelle altre zone 70

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VIAGGIO DA BACH AI CONTEMPORANEI AL VIA IL 22 OTTOBRE A TRENTO LA NUOVA STAGIONE DELL’ORCHESTRA HAYDN. SI INAUGURA CON LA NONA DI BEETHOVEN DIRETTA DA ARVO VOLMER, NUOVO DIRETTORE PRINCIPALE DELL’ORCHESTRA. PROSEGUE NEL FRATTEMPO LA CAMPAGNA ABBONAMENTI del mondo che furono coinvolte nel grande massacro, uscendone in vario modo irreversibilmente trasformate. Anche fra i solisti sono numerose le prime apparizioni: dai russi Boris Brovtsyn (violino) e Evgeni Bozhanov (pianoforte), al lettone Mischa Maisky (violoncello) che suonerà con il figlio Sascha (violino), dall’ungherese Polina Pasztircsák (soprano) a Stefano Ferrario (primo violino dell’Orchestra Haydn). Si confermano invece le presenze di Alessandro Carbonare (clarinetto) e Roberto Cominati (pianoforte), della

soprano bolzanina Sabina von Walther e, dal podio, di Andrea Battistoni, Christoph Poppen, Stefano Ranzani, Clemens Schuldt e Ekhart Wycik. Un cartellone, dunque, di altissimo livello artistico, in grado di competere con le maggiori stagioni italiane e internazionali, che si completa con la presenza significativa dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi diretta dalla cinese Zhang Xian (che dal 2009 ne è il Direttore musicale) nell’ambito della politica di scambi con altre istituzioni sinfoniche.

Polina Pasztircsák

Molti i giovani, per programmi che spaziano dal passato glorioso incarnato da Johann Sebastian Bach (affidato al grande barocchista Ottavio Dantone) al presente, anzi al domani, rappresentato da due novità, realizzate su commissione della Haydn dal catalano Ferran Cruixent, classe 1976, primo premio all’International Reinl Composition Competition (2001), e del tedesco Stefan Hanke, nato a Regensburg nel 1984, premiato al Concorso Internazionale “Neue Szenen” (2012). È aperta la campagna abbonamenti a Trento presso l’Auditorium S. Chiara, (Tel 0461.213834). ■


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i sono appuntamenti che diventano tradizione. Ne è un esempio la rassegna enogastronomica “Gli Antichi Sapori della Val di Non” che, nata per celebrare la tradizione gastronomia della Val di Non, è diventata essa stessa tradizione dell’autunno anaune. Per due settimane, dal 17 ottobre al 2 novembre 2014, nove tra i più quotati chef della valle trentina stupiranno i commensali proponendo antichi piatti della tradizione culinaria locale riletti grazie alla loro fantasia e abilità. Non mancheranno i piatti forti della cucina nonesa o trentina in generale: gli Strangolapreti della tradizione, il Tortel di Patate, i Canederli in brodo e lo Smacafam conzà. L’estate 2014 sarà ricordata come una delle più piovose degli ultimi 50 anni. I commensali troveranno di certo modo di consolarsi di tanto maltempo, sorridendo a tavola. Tanta pioggia significa infatti un’abbondanza di raccolto del sottobosco. Ecco quindi che i menù degli “Antichi Sapori” si arricchiscono quest’anno di ogni varietà di Funghi, per il diletto degli

ANTICHI, CARI, IMPERDIBILI SAPORI DAL 17 OTTOBRE AL 2 NOVEMBRE, IN VALLE DI NON, TORNANO I MENÙ DI UN TEMPO CUCINATI SECONDO RICETTA CONTADINA amanti del genere. Tra i tanti piatti cucinati con estrosità dai nove chef citiamo ad esempio il Brusolà Fumè alla griglia con misto di funghi della Val di Rumo, i tortelloni di pasta di patate padellati con brigiaudi dal mont (funghi di montagna), lo sformatino in pasta fillo ai funghi e naturalmente l’immancabile polenta accompagnata dai funghi d’autunno. Altro grande ingrediente dell’edizione 2014 degli “Antichi Sapori” sarà il Formaggio, naturalmente di montagna. Protagonista indiscusso sarà il Trentingrana DOP. Non mancheranno anche varietà nostrane e più casalinghe che verranno abbinate

in moltissimi piatti della rassegna. Solo per fare qualche esempio: il Nostrano alla piastra della Latteria sociale di Castelfondo, i formaggi di malga e del chjasel con mostarda di mele cotogne, il tomino di capra del caseificio di Coredo alla griglia, le croste de Formai Trentringrana DOP del caseificio di Coredo, le lenticchie al burro di malga, la torta de pan e formai e per finire in dolcezza la torta alla ricotta nostrana con miele di Tregiovo e confettura di mirtillo nero. In ognuno dei nove menù proposti, accanto alle varietà di vini DOC provenienti dalla Cantina CAVIT di Trento, partner ufficiale della rasse-

gna, sarà proposto in abbinamento al primo o al secondo anche un assaggio di Vino Groppello di Revò prodotto dalle locali aziende agricole che aderiscono ad “Antichi Sapori”. Per informazioni: APT Val di Non tel. 0463 830133 info@visitvaldinon.it www.visitvaldinon. ■ it/antichisapori

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ronache Sessuali di Antonio Cornacchione, spettacolo che ironicamente descrive le abitudini sessuali degli italiani dagli anni ’70, inaugura la stagione 2014/2015 del Teatro Valle dei Laghi (11 ottobre). Il 26 ottobre son di scena le avventure dei Tre Porcellini. Il 15 e 25 ottobre sono in programma gli incontri del progetto Free Entry: alcuni ragazzi della Valle dei Laghi modereranno gli incontri con Diego De Silva e Duccio Canestrini. La rassegna di prosa del Teatro Valle dei Laghi inaugurerà l’11 ottobre con Cronache Sessuali di e con Antonio Cornacchione, un one man show sulle abitudini sessuali degli italiani all’insegna della risata. Si parte dagli anni ‘70 per capire se la rivoluzione sessuale di quegli anni si è compiuta e se ha finalmente portato la felicità che prometteva o se invece ha alimentato soltanto frustrazione in quanto creatrice di un mondo di illusione lontano dalla realtà. Le domande sono semplici e dirette: se il sesso è la felicità dell’uomo moderno, allora le persone più felici della Terra sono gli attori porno? È vero che non è possibile aprire una scuola per attori porno in quanto gli studenti vorrebbero tutti ripetere l’anno? Ma il sesso è la via più facile per arrivare al successo? Si parte da questo per arrivare al racconto di varie storie che l’attore recita in prima persona: il ragazzo timido che s’innamora della porno star, l’uomo maturo che trova il punto g della moglie mentre cerca i calzini, la femminista che odiava gli uomini e amava le donne che copiano gli uomini. Per i ragazzi habitué della domenica pomeriggio, ore 74

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CRONACHE SESSUALI L’IRONICO SPETTACOLO DI E CON ANTONIO CORNACCHIONE INAUGURA L’11 OTTOBRE LA STAGIONE DEL “VALLE DEI LAGHI”. PER I PIÙ PICCOLI, DOMENICA 26, CI SONO I TRE PORCELLINI 16,30, il 26 ottobre sarà presentato I Tre Porcellini. Lo spettacolo, a prima vista potrebbe sembrare la classica storia del lupo e dei tre porcellini, se non fosse che, all’inizio della storia, il lupo si presenta alle selezioni di

un noto programma televisivo musicale ma non viene accettato; sbagliando strada, arriva ad una casa di mattoni dove crede di trovare un porcellino, ma dalla quale invece esce… una vecchina, che altri non è se non la nonna

di Cappuccetto Rosso (che questo lupo non ha nessuna intenzione di mangiare!), e i tre porcellini, una volta messo in fuga il lupo, decidono di intraprendere la carriera artistica e fondare un gruppo, la “Pig Band”. ■

STAGIONE LIRICA: SI COMINCIA CON IL “DON PASQUALE”

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i inaugura con il “Don Pasquale” di Donizetti, in calendario al Teatro Sociale venerdì 10 ottobre, ore 20.30 e domenica 12 alle ore 16, la nuova Stagione della Lirica. Quattro allestimenti lirici, due in scena a Trento e altrettanti a Bolzano, ed otto spettacoli di danza di cui sei saranno ospitati al Teatro Sociale di Trento e due al “Comunale” di Bolzano. Un doppio cartellone regionale per il quale si rinnova anche per la Stagione 2014/2015 la collaborazione del Centro Servizi Culturali S. Chiara con la Fondazione Orchestra Haydn e con la Fondazione Teatro Comunale e Auditorium di Bolzano. L’opera Don Pasquale di Gaetano Donizetti viene proposta con la regia di Maurizio Nichetti: una nuova produzione assegnata ad un regista noto soprattutto per la sua creatività nell’abbinare alla messa in scena teatrale nuovi linguaggi visuali e continuare così l’esplorazione delle possibili scenografie visuali, già avviata negli anni passati. Si è voluto rispettare un equilibrio, mantenendo questa linea per la nostra produzione annuale, ma co-producendo con il Teatro Comunale di Modena anche un titolo della grande tradizione verdiana, “Rigoletto” (in scena il 5 e 7 dicembre), in un allestimento assolutamente tradizionale, con la regia di Giandomenico Vaccari. Le produzioni liriche vedranno impegnata l’Orchestra regionale Haydn per l’esecuzione musicale e un cast cantanti di assoluto pregio. La nuova stagione sarà anche l’occasione per formalizzare l’istituzione di un coro lirico regionale, diretto dal M° Luigi Azzolini, che verrà impiegato in due dei quattro titoli della proposta stagionale, a suggello di una collaborazione che si auspica possa sempre più consolidarsi nel tempo.


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enza fine, Che cosa c’ è, Il cielo in una stanza, La gatta, Vivere ancora, Sassi, My funny Valentine, All of me, Sapore di sale e Ragazza di Ipanema. Queste alcune delle canzoni che si ascolteranno mercoledì 1 ottobre nell’evento “Un incontro in jazz” che vedrà sul palco uno dei cantautori più importanti di sempre della musica italiana: Gino Paoli. L’appuntamento sotto la sigla di “Un incontro in jazz” è organizzato all’Auditorium di Trento dalla Fondazione Caritro in occasione della Giornata Europea delle Fondazioni ed offerto alla collettività. Gino Paoli in questa occasione speciale avrà al suo fianco alcuni tra i migliori jazzisti italiani dei nostri giorni: Danilo Rea al pianoforte, Rosario Bonaccorso al contrabbasso, Fabrizio Sferra alla batteria e Flavio Boltro alla tromba. Il cantautore genovese ha scritto alcune tra le più belle pagine della musica d’autore italiana (da “Senza fine” a

GRANDE GINO LE INDIMENTICABILI CANZONI DI GINO PAOLI IN SCENA MERCOLEDÌ 1 OTTOBRE NELL’EVENTO “UN INCONTRO IN JAZZ”, ALL’AUDITORIUM DI TRENTO “Sapore di sale” a “La gatta”, solo per citare qualche titolo diventato imprescindile ), in questo concerto a Trento proporrà brani inediti, grandi classici della canzone internazionale e alcuni brani ri-arrangiati del suo repertorio. Con questo progetto, Paoli si conferma un autentico protagonista della scena musicale italiana, sempre capace di rinnovarsi, pur mantenendo le forme e i contenuti cantautoriali che da sempre lo contraddistinguono, coadiuvato dall’eleganza di Flavio Boltro, dalla liricità di Danilo Rea, dalla precisione di Rosario Bo-

naccorso e dall’esuberanza ritmica di Fabrizio Sferra. Un’artista, Paoli, che ha avuto una vita decisamente ricca di emozioni anche con momenti difficili, una vita vissuta intensamente come ha raccontato proprio in occasione del suo compleanno: “ Che vita è stata la mia? Ho fatto sempre quello che ho voluto. Ho avuto un gran culo. Non ho mai avuto il pensiero del traguardo, ai 40, ai 50 o ai 60. Penso di nascere tutte le mattine e di morire tutte le sere. Del resto a 16 anni non pensavo di arrivare neanche ai 30”. E ancora: “Non mi pento di niente. Potrei rivivere tutto

nella stessa maniera. Tutti i giorni sono legati uno all’altro come pagine di un libro. Non puoi prenderne una e strapparla solo perché ti piace”. Gli amici che erano al suo fianco sulla scena genovese, da Fabrizio De Andrè a Lauzi, se ne sono andati ma lui ha ancora molte cose da dire con lo spirito giusto: “Quarant’anni fa una persona di 80 anni era un vecchio che stava a casa e rompeva le scatole. Oggi a 80 anni puoi essere ancora attivo, una persona a tutti gli effetti. Poi gli artisti sono dei privilegiati, ma il segreto è sempre un cervello che continui a funzionare”. ■

“SHOPPING ASPETTANDO HALLOWEEN” A ROVERETO

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omenica 26 ottobre torna a Rovereto la nuova edizione di “Shopping Aspettando Halloween”, un evento voluto dai commercianti di Rovereto che invitano cittadini, turisti e semplici passanti occasionali a fermarsi per visitare il centro storico, ammirare piazze, monumenti e palazzi che ricordano le dominazioni passate, visitare i negozi e le botteghe storiche che evocano un ritorno alle vecchie tradizioni. Un evento per chi ama la magia, il divertimento e l’atmosfera, da vivere nel centro di Rovereto dove si può assistere a magici spettacoli, eventi imperdibili e dove l’ingresso è libero ma l’uscita non è garantita... Ad attendere i visitatori un ricco programma di eventi, animazioni ed installazioni tematiche… a partire dalle Vie delle Zucche, installazioni dedicate all’ortaggio simbolo per

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eccellenza della festa di Halloween, e dalla casetta della Strega, un luogo magico dove liberare la propria fantasia costruendo piccoli fantasmagorici fantasmini, simpatici gufetti, manici di scopa e tanto altro ancora.…ma anche giostrine e animazioni per bambini che non hanno paura e spettacoli itineranti di giocoleria pirotecnica ed equilibrismo aereo che si trasformano in straordinari momenti scenici capaci di trasportare in una dimensione d’altri tempi e di coinvolgere con magici effetti speciali. E per finire la Misteriosa Caccia al Tesoro, un momento speciale dedicato soprattutto ai più piccoli, invitati ad entrare nei negozi del centro storico dove, nascosti in magici anfratti, potranno scovare misteriosi oggetti. Scopri il programma completo su www. roveretoincentro.com



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Da martedì a venerdì, ore 1 Tariffa € 2,00 (oltre il bigliett Gradita la prenotazione 046

L’emozione di addormentarsi nelle sale del museo e trascorrere una notte tra orsi, lupi, balene e antenati preistorici

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17 ottobre, 21 novembre e 19 dicembre 2014 Per bambini dai 5 ai 12 anni e per adulti di ogni età Info e prenotazioni tel. 0461/270311

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Altopiano della Vigolana in autunno è davvero uno spettacolo per gli occhi! Le foglie cambiano colore e sorprendono per la vivacità dei rossi e dei gialli e il bosco emana nuovi profumi: sono gli ultimi colorati sprizzi di energia prima del bianco letargo invernale. In questa stagione la Vigolana riserva sorprese per il palato con i prodotti autunnali tipici del territorio: la pera, la castagna e il mais. Si inizia con la Festa della Pera, frutto un tempo molto diffuso nel paese di Vattaro: chi non ricorda la “torta de peri” che gli faceva la sua mamma? La Pro Loco organizza questa manifestazione unendo la tradizione del dolce tipico a momenti gustosi e divertenti che avranno il loro apice sabato 4 ottobre nel centro del paese con l’iPERmercato, tantissimi stand gastronomici e di artigianato locale in uno spirito di festa. L’Autunno prosegue con la Festa della Castagna di Centa San Nicolò: un tempo fonte di sostentamento per la popolazione locale, è oggi un frutto che rallegra le serate autunnali, abbinato da vino novello o mosto dolce. L’Associazione per la

BENESSERE ALL’ARIA APERTA L’AUTUNNO E I SUOI COLORI SULL’ALTOPIANO DELLA VIGOLANA. GASTRONOMIA PER TUTTI I GUSTI CON I PRODOTTI TIPICI DEL TERRITORIO

Tutela della Valle del Centa organizza per sabato 18 e domenica 19 ottobre La Festa della Castagna a Centa San Nicolò con le Casette dei Sapori per gustare i prodotti tipici, il Pranzo del Castanicoltore cucinato proprio dai nostri ristoratori, i Trekking del Gusto che abbinano la passeggiata tra i castagneti

e le degustazioni di prodotti tipici e soprattutto castagne e caldarroste per tutti. E nello stesso periodo, dal 10 ottobre al 9 novembre potrete gustare Sapori d’Autunno, un menu interamente dedicato alla castagna: direttamente dall’albero alla tavola attraverso manicaretti genuini e sfiziosi. Concluderà la stagione

Sfoiò, Filò, Falò: alcune cantine contadine apriranno le porte ai visitatori per celebrare assieme ai paesani il rito della fine dei lavori nei campi ed il meritato riposo invernale con lo sfoiò, l’antica tradizione che consiste nello sfogliare le pannocchie per farle poi seccare sui balconi. Troverete tutte le informazioni sul sito www.vigolana.com, foto e curiosità sulla nostra pagina facebook Altopiano della Vigolana e se volete ricevere la nostra newsletter scrivete ■ a info@vigolana.com INFO: Consorzio Turistico della Vigolana Via San Rocco 4 Vattaro Tel. 0461.848350 www.vigolana.com

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on Teatro a tutto schermo, nei sabati 4, 11 e 18 ottobre Il Teatro scende in Piazza attraverso un originale video per offrire al pubblico presente il piacere di assistere, all’aperto e nella maniera più informale, a spezzoni di opere, balletti e concerti solitamente proposti nella sale più esclusive. Un modo nuovo e diverso per conoscere, ascoltare, riscoprire i mille volti del Teatro, prendendo posto sulle poltroncine rosse che, per l’occasione, migrano dal loro luogo d’origine per incontrare i cittadini. Dal 4 al 18 ottobre le vetrine dei negozi del Centro Storico di Rovereto si vestono a festa per prepararsi a celebrare la riapertura dello Zandonai. Costumi, maschere, manifesti della storia passata, ma anche installazioni creative, marionette contemporanee, sipari moderni, diventano elementi salienti attraverso i quali rendere omaggio al Teatro di ieri e a quello che verrà. APERITEATRO Il piacere dello stare insieme, che rivive con e dentro al Teatro, viene rievocato nei bar del centro storico di Rovereto che, per l’occasione, dedicano uno speciale aperitivo al compositore Riccardo Zandonai. Il Bar Class mette in scena la passione, una passione fruttata arricchita da vino trentino, ispirata alla seducente storia di “Melenis”; al Bar Pasticceria Zaffiro un aperitivo frizzante e colorato guarnito di fresche fragole, un aperitivo a “Il Bacio”. L’amore è protagonista anche al Caffè De Min che brinda a “Giulietta e Romeo” con l’aperitivo degli innamorati, e continua al Caffè Excelsior con “Francesca da Rimini”, l’aperitivo

ASPETTANDO LO “ZANDONAI” DAL 4 AL 18 OTTOBRE LE VETRINE DEI NEGOZI DEL CENTRO STORICO DI ROVERETO SI VESTONO A FESTA PER PREPARARSI A CELEBRARE LA RIAPERTURA DELLO STORICO TEATRO DELLA CITTÀ dolce-amaro come la celebre quanto tormentata storia d’amore tra Paolo e Francesca. Ad attendervi anche La Caffetteria con “L’Uccellino d’oro”, l’aperitivo a base di mirtilli che si tinge dei riflessi dorati naturali donati da spumante Trento DOC; la Pasticceria Andreatta che crea due aperitivi, uno acolico ed uno analcolico, dalle tonalità rosate e aranciate, dedicate a “La Via della Finestra”; e l’ Enoteca Stappomatto con “Primavera in Val di Sole”, dove le bollicine Trento DOC incontrano i prodotti delle nostre valli, creando un’inedita sinfonia di sapori trentini. Per i più ironici il Bar Orange festeggia “La Coppa del Re” con apertivi colorati e fruttati serviti in simpatici bicchieri realizzati per l’occasione; mentre lo Snack Bar Stella d’Italia celebra “La Farsa Amorosa” con un aperitivo alla rosa che è il fiore dell’amore; e infine protagonisti indiscussi Al Silenzio “I Cavalieri di Ekebù”, dove Ekebù sarà naturalmente l’aperitivo e i Cavalieri due gustosi stuzzichini. In Campiello del Trivio lo chef Erica Petroni del Ristorante Al Trivio e l’associazione “La Pena Andalusa” propongono un omaggio all’opera Conchita. Flamenco

e Tapas: una “carrellata” di tapas creative che uniscono la tradizione spagnola ai sapori del territorio trentino. VALSE Sabato 18 ottobre, alle 17, Centro storico. Uno dei più entusiasmanti capolavori del teatro di piazza, uno spettacolo costruito intorno ad un dei miti della cultura sociale europea, il valzer. Sulle note della Bohème di Puccini e della Traviata di Verdi, gli artisti del Teatro Tascabile di Bergamo propongono un valzer ballato in acrobatica sui trampoli, accessori ormai classici del teatro open space. Ad ampliare la composizione abiti scollati, tulle e smoking per una performance dalla leggerezza vorticosa. CINQUE PASSI IN UNA STORIA Sabati 4, 11 e 18 ottobre, ore 16-18. Cinque tappe nel centro storico. Presso la caffetteria Bontadi incontreremo la giovanissima attrice Beatrice Casalis e sua madre in uno spaccato di vita quotidiana; in via Garibaldi l’incontro sarà con Filippo Maccari architetto pittore e scenografo, è stato l’artefice della costruzione del Teatro; in via

Rialto di fronte alle sue cariatidi realizzate per la Cappelleria Bacca troveremo Fortunato Depero artista futurista ma anche scenografo e disegnatore di costumi teatrali; in via Mercerie l’appuntamento più atteso, quello con Riccardo Zandonai il musicista e compositore roveretano a cui il Teatro è stato titolato; ed infine ad attenderci in Piazza Battisti le servette Corallina e Annetta o forse cortigiane o magari bisbetiche, insomma quelle che sanno tutto…di tutti! con storie, avventure, pettegolezzi ma anche… 18.18 OPENING MOB. 500 VOLTI RIEMPIONO L’ATTESA Il 18 ottobre, alle 18, in Corso Bettini. Un evento teatrale musicale che prende le mosse dall’attesa, un’attesa che occhieggia al passato e guarda al futuro. Suoni, frammenti di memorie. Più di 500 roveretani in scena: abitanti-musicisti, abitanti-attori, abitanti-danzatori, abitanti-coristi, per quel giorno semplicemente abitanti-protagonisti. Un evento rapido, improvviso, in mezzo alla folla, una performance, un teatro di strada che conduce al teatro e che diventa teatro. ■ 81

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di Lara Deflorian

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n un periodo in cui le risorse economiche scarseggiano maggiormente, più che mai è necessario unire le risorse e collaborare per cercare di presentare sempre e comunque prodotti di qualità. Con tale intenzionalità questo mese riprende la stagione della danza promossa dal Centro Servizi Culturali S.Chiara e organizzata attraverso un lavoro di rete che trascende i consueti confini e va a incontrare, come già era successo lo scorso anno, la Fondazione Teatro Comunale di Bolzano. L’offerta si trasforma quindi in regionale, poiché oltre ai sei spettacoli della consueta stagione di InDanza proposti al teatro Sociale di Trento, due si svolgeranno al teatro Comunale

Inbal Pinto Dance Company

STAGIONE INDANZA IN APERTURA IL 16 OTTOBRE A TRENTO, IL CORPO DI BALLO DELL’ARENA DI VERONA GUIDATO DA RENATO ZANELLA, GIÀ DIRETTORE DEL WIENER STAATSBALLET di Bolzano e uno anche al rinnovato teatro Zandonai di Rovereto. Al fine di agevolare e favorire la mobilità del pubblico trentino, come sempre gli organizzatori metteranno a disposizione degli interessati un pullman per gli spostamenti.

In apertura il 16 ottobre al Sociale di Trento, il Corpo di Ballo dell’Arena di Verona guidato da Renato Zanella, già direttore del Wiener Staatsballett e del Greek National Ballet, sarà protagonista della nuova produzione creata dallo stesso Zanella.

Sulle musiche di Mikis Theodorakis, la proposta vede una Medea riletta in chiave moderna, con incursioni nel contemporaneo oltre che nel neoclassico, presentata in un atto unico e con una scenografia essenziale. La tragedia di Euripide in cui

HAMBURG BALLET AL TEATRO ZANDONAI

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opo più di un decennio dall’inizio degli interminabili lavori di restauro, il teatro più antico del Trentino rialzerà il suo sipario all’insegna della danza. Il 30 ottobre al teatro Zandonai di Rovereto potremo così assistere ad un grande spettacolo, certamente degno per un evento di riapertura, con alcune delle stelle dell’Hamburg Ballett, una delle più prestigiose compagnie europee. Diretta dal coreografo americano nonché maestro del balletto narrativo del Novecento Jhon Neumaier, il Balletto d’Amburgo annovera tra i suoi danzatori principali l’italiana Silvia Azzoni la quale sarà protagonista a Rovereto, assieme ad altri ballerini solisti e principali della compagnia, del Gala Silvia Azzoni organizzato e proposto per l’occasione da Oriente Occidente. Dotata di versatilità, musicalità e tecnica impeccabile, Silvia Azzoni si è formata all’Accademia del Balletto di Amburgo e dal 2001 ne è principal dancer. Al fianco del marito Alexandre Ryabko, anche lui principal dell’Hamburg Ballett, di Carolina Agüero, Leslie Heylmann, Alexandr Trusch e Dario Franconi, sarà alla guida di una serata finalizzata a dare sfoggio sia al repertorio del maestro Neumeier, sia ad autori di ultima generazione emersi dal vivaio della compagnia, come l’ormai acclaHamburg Ballet mato artista praghese Jirí Bubenícek.

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Tre delle coreografie presentate portano la firma di Jhon Neimaier: What Love Tells Me, il lungo e intenso passo a due tratto dalla Terza Sinfonia di Gustav Mahler, interpretato dalla coppia Azzoni e Ryabko; Carmen, un altro passo a due questa, volta di natura “espressionista” in cui l’amore è prossimo al tramonto, sulle note della Carmen-Suite di Rodion Šcedrin; Nocturnes, sulla musica dei Notturni di Chopin eseguiti al pianoforte dal vivo da Michal Bialk, con in scena tutti e sei i danzatori. Il Gala allo Zandonai si completa, inoltre, di altre tre creazioni come Fragile Vessels, sulle note del Concerto n. 2 di Rachmaninov e tra le coreografie d’esordio di Jirí Bubenícek, fratello gemello di Otto, anche lui primo ballerino dell’Hamburg Ballett, entrambi noti in Italia per le esibizioni nei vari Bolle&Fiends, e il passo a due Coppelia, caposaldo del repertorio ottocentesco firmato da Petipa. Il Gran finale sulla conosciuta musica di Fancy Free di Leonard Bernstein, chiuderà la serata con un momento frizzante di forme e ritmo, composto dal giovane Sasha Riva, ballerino italiano dell’Hamburg Ballett e coreografo ospite della stessa compagnia giovanile fondata da Neumeier. Lara Deflorian


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Nel regno incantato di Casez la festa per la regina delle mele. La grande festa del raccolto, un grande evento che vedrà protagoniste la Val di Non e la Val di Sole, le Strade del Vino e dei Sapori del Trentino, le mele appena colte, le tradizioni e i sapori locali. La scoperta di luoghi testimoni di storia e cultura, i colori e i profumi dell’autunno, l’arte e il sapere popolare con musica, giochi e fiabe per divertirsi anche assieme ai più piccoli. Tutto questo vi aspetta nella valle incantata delle mele!

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Medea, madre e moglie vittima del tradimento del marito, si trova ad essere per vendetta carnefice dei suoi stessi figli, presenta un crudo realismo attuale e Zanella nella sua creazione, ne mette in luce l’aspetto più tragico in cui la protagonista racconta alle donne di Corinto il gesto estremo da lei compiuto. A Trento la stagione InDanza prosegue il 13 novembre con l’israeliana Inbal Pinto Dance Company che presenterà Oyster (Ostrica), un’affascinante fiaba già presentata otto anni fa nell’ambito di Oriente Occidente. La coppia artistica Inbal Pinto e Avshalom Pollak, sono gli artefici di uno spettacolo definito quasi “felliniano” per i suoi elementi poetici. Di tutt’altra natura poetica sarà invece lo spettacolo proposto l’1 dicembre al Comunale di Bolzano in cui la tedesca Dance Company Theater Osnabrück sarà protagonista del dramma shakespeariano di Romeo & Juliet, in cui il coreografo Mauro de Candia analizza il conflitto tra adolescenti e mondo adulto. A Trento il 18 dicembre si potrà assistere al Sociale allo spettacolo della compagnia

inglese Ballet Blak, gruppo multietnico ed estremamente dinamico sostenuto dal Royal Ballet, nato per dare visibilità ai danzatori di colore e asiatici. A seguire un graditissimo ritorno sarà quello dell’americana Shen Wei Dance Arts, prevista a Trento l’11 febbraio, la compagnia diretta dal coreografo, scenografo, costumista e pittore Shen Wei, cinese di nascita e statunitense d’adozione, che con la sua arte visionaria esprime un universo ibrido e incantevole intriso di Oriente e Occidente. ll secondo spettacolo del circuito regionale in programma a Bolzano avrà per protagonista il 3 marzo la compagnia statunitense di David Parsons, danzatore e coreografo storico della modern dance, che presenterà una raccolta di titoli scelti per festeggiare i 30 anni di vita della sua compagnia. L’unica compagnia italiana prevista nel cartellone di InDanza la troveremo il 24 marzo quando Emiliano Pellisari con la sua NoGravity Dance Company presenterà Comix, una danza atletica e surreale, proiettata verso l’alto. A chiudere la stagione della danza il 16 aprile, sempre al teatro Sociale, arriverà dall’Inghilterra la compagnia energica tutta al maschile dei Balletboyz, gruppo associato al Sadler’s Wells di Londra e in grado di spaziare attraverso generi diversi. Infine il 28 novembre e il 12 dicembre al teatro Cuminetti anche quest’anno saranno proposti due appuntamenti con la Maratona di danza “Anticorpi eXpLo”, nome che determina il rapporto instaurato con Anticorpi XL, un network giovane di danza d’autore. Le compagnie che arriveranno a Trento sono state selezionate nel mese di settembre a Ravenna. Info: 800.013952 e www. centrosantachiara.it. ■

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di Fabio De Santi

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iprende il 3 ottobre con l’evento legato alla London Brass, con un concerto “Dal Barocco al contemporaneo” il primo evento della seconda parte della Stagione Musicale della Società Filarmonica di Trento. La fama internazionale dei London Brass, ensemble di soli ottoni formatosi nel lontano 1986, è vasta quanto la loro imponente discografia prodotta prima con la Teldec (ora Warner Classics) e successivamente attraverso una specifica etichetta, la “An Evening With London Brass”. Venerdì 17 ottobre il palco sarà per la virtuosa del pianoforte Khatia Buniatishvili con un programma di sala che prevede l’esecuzione di composizioni di M. Ravel Gaspard de la Nuit e La Valse insieme a M. Mussorgsky Quadri da una Esposizione in Si bem. Magg. Giovanissima, ma già celebrata quale raffinata interprete dotata non

IL TALENTO DI KHATIA LA SOCIETÀ FILARMONICA DI TRENTO RIPARTE AD OTTOBRE. TRA I NOMI SPICCA QUELLO DELLA PIANISTA KHATIA BUNIATISHVILI solo di una tecnica strepitosa ma pure di una rara sensibilità, Khatia Buniatishvili torna a Trento dopo il suo debutto nel novembre del 2011 chiamata a interpretare una pagina particolarmente amata dal pubblico, gli immaginosi Quadri da una Esposizione. Nata nel 1987 a Tbilisi, Khatia Buniatishvili è cresciuta in Georgia iniziando lo studio del pianoforte sotto la guida della madre. Il suo talento è stato riconosciuto prestissimo e,

a sei anni, ha debuttato in concerto con un’orchestra. Concorsi e recital hanno segnato i primi passi della sua carriera, oggi egualmente svolta con intensità in Europa e America. Il suo talento è stato subito messo a frutto dalle orchestre sinfoniche più raffinate per presentare il grande repertorio pianistico. A chiudere il mese, lunedì 27. il trio “L’Estravagante” formato da Stefano Montanari, Elisa Citterio, violini,

Francesco Galligioni, violoncello, Maurizio Salerno, clavicembalo basato su autori del Settecento particolarmente curati dal gruppo, da Bach a Vivaldi; accanto a loro figura però il trentino Francesco Antonio Bonporti, allievo di Corelli, più volte copiato dallo stesso Bach. Dietro la sigla de L’Estravagante ci sono i violinisti Stefano Montanari, Elisa Citterio e Stefano Rossi, il violoncellista Francesco Galligioni e il clavicembalista nonché organista Maurizio Salerno, che trovano nell’ensemble la migliore espressione di un lavoro di gruppo e di quel raro affiatamento necessario per sviluppare qualsiasi progetto creativo. ■

”ANIMALI IN CARNEVALE” ALLA FILARMONICA

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opera forse più popolare di C. Saint-Saëns –”Animali in carnevale” – e la meno conosciuta di F. Poulenc si presenteranno, sabato 4 ottobre nella prestigiosa Sala Filarmonica di via Verdi, in una nuova veste: le musiche, eseguite dall’Orchestra da Camera di Trento “Ensemble Zandonai” diretta da Giancarlo Guarino, saranno introdotte da brevi racconti inediti scritti e letti da Chiara Lombardo, e accompagnate dalle colorate illustrazioni dell’artista Matteo Boato. Note, parole e immagini vi trasporteranno in un allegro mondo popolato da uomini e animali: protagonista degli “Animali in Carnevale”, il piccolo Giorgio che in vacanza farà conoscenza con misteriosi “animali veloci”

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Chiara Lombardo

(…che corrono sul tetto di casa...) e meno veloci, come la tartaruga disorientata o il pavido elefante. Nel “Bestiario” ascolterete tra le altre le vicende di un instabile dromedario, le trovate di un gambero parabolico e i tormenti di una carpa rosa dall’invidia. Lo spettacolo è stato organizzato grazie al sostegno della Provincia Autonoma di Trento, del Comune di Trento e di ITAS Assicurazioni. L’ingresso agli spettacoli (ore 17.30, il primo; ore 20.45 il secondo) è libero.


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nche se è vero che a una signora non si chiede l’età, Pomaria è orgogliosa di dichiarare la propria, festeggiando i 10 anni e presentandosi in una veste ancora più bella. Come da tradizione, a Casez saranno presenti tutte le varietà di mele Melinda, ma anche quelle antiche e rare esposte in una mostra pomologica tra le più ricche d’Italia. Con il passare del tempo, elemento chiave di Pomaria è diventata l’interattività. Protagonitsta del decimo anno sarà, quindi, il teatro con le “messe in scena di gusto” della famosa compagnia teatrale Koinè. Per festeggiare in modo speciale i 10 anni gli attori “occuperanno” tutto il borgo di Casez. Sarà possibile ad esempio partecipare alla raccolta delle mele dall’albero attraverso le divertenti istruzioni “radioguidate” date dagli attori della compagnia, e molto altro ancora. I visitatori unitamente ai momenti di gusto -teatro, avranno come di consueto la possibilità di prendere parte alle numerose attività che con mele e prodotti eno-gastronomici “di prossimità” sono l’elemento chiave della

LA FESTA DELLE MELE E I SAPORI DELLA VAL DI NON L’11 E IL 12 OTTOBRE, POMARIA FESTEGGIA 10 ANNI E SARÀ PIÙ BELLA CHE MAI CON I SUOI LABORATORI SUL GUSTO “VESTITI A FESTA” PER L’OCCASIONE

manifestazione: laboratori dove si lavora in gruppo per preparare dolci e marmellate, degustazioni Slow Food, concorsi d’arte e sfide per le mele più belle e più grandi. Un capitolo speciale è quello riservato ai bambini che po-

L’agricoltura in cucina... ...per rendere speciale ogni occasione!

tranno sperimentare la cottura di dolci e confetture in numerosi laboratori artigianali creati appositamente per loro (falegnameria, lavorazione di tessuti, filatura della lana) e in divertenti momenti di incontro con pony e animali da

cortile. Una grande attrattiva di Pomaria sono sempre le differenti isole espositive dell’evento. Una delle novità importanti della 10a edizione di “Pomaria” sarà la possibilità di partecipare ad un particolare “tour di degustazione” tra i vari produttori e le varie attività della festa. Al punto informativo centrale si potranno acquistare pacchetti di gettoni e scegliere presso quali stand utilizzarli, godendo naturalmente di trattamenti vantaggiosi tra cui molte degustazioni gratuite. Ultimo ma non meno importante, la ristorazione che proporrà piatti preparati con ingredienti della valle e del Trentino, assi portanti di ricette della tradizione o di gustose rivisitazioni. ■

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osa vede un falegname mentre guarda un bosco? Cosa sente un mugnaio mentre tocca l’acqua del ruscello dietro il suo mulino? Non è una questione solo di psicologia, e tanto meno di nostalgia: il rapporto tra un artigiano e il territorio ha qualcosa di prezioso e raro, che a un certo punto diventa oggetto concreto. Un giocattolo in legno d’ulivo, o una pagnotta di farro condensano l’esperienza autentica di un territorio. Gli studenti di design – che scommettono la propria carriera sulla capacità di realizzare oggetti di qualità – hanno molto da imparare dall’artigiano sotto casa. E a loro volta hanno molto da offrire: competenze comunicative, tecnologiche e progettuali. È questa l’idea alla base del corso di formazione “L’arti-

È QUESTA L’IDEA ALLA BASE DI UN INTERESSANTE CORSO DI FORMAZIONE IDEATO DA ITALIAN STORIES. IL MOMENTO DELLA VERITÀ È DAL 17 AL 19 OTTOBRE, PRESSO CENTRALE FIES...

giano e i nuovi codici semantici”, ideato dagli architetti Eleonora Odorizzi e Andrea Miserocchi. Il progetto fa parte del Master Relational Design, promosso da Abadir Accademia di Catania e ID lab di Milano. Teoria e pratica del design contem-

poraneo sono affiancati in modo originale. Agli studenti è stato chiesto di andare a conoscere un artigiano e di raccontarne non solo i prodotti, ma anche l’intero mondo di esperienze e relazioni che lo circonda, usando gli strumenti dei social network.

Dopo tre settimane di corso online, il momento della verità è dal 17 al 19 ottobre, presso Centrale Fies - art work space partner del modulo, negli spazi di Fies Core. Lì gli studenti incontreranno aziende italiane - e trentine come Poco design - selezionate da Italian Stories, nuovissimo marketplace che mette in rete l’artigianato italiano offrendo ai viaggiatori esperienze uniche con gli artigiani e il loro territorio. A contatto con gli artigiani gli studenti si sfideranno a progettare dei nuovi prodotti di merchandising territoriale. Chi ci riesce avrà acquisito una lezione fondamentale: imparare a usare i codici visivi del web, mantenendo però forti legami con le tradizioni ■ artigiane.

Foto: Claudia Corrent per Italian Stories 88

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di Camilla Nacci www.buonannoac.com www.studioraffaelli.com

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ue terreni di ricerca, due tecniche di lavoro, due visioni artistiche, e due esiti diversi: nelle opere di Michelangelo Galliani il marmo di Carrara dialoga con i metalli, talvolta posti a supporto delle candide figure scultoree, talvolta usati come elemento di rottura e di contrasto; nelle opere pittoriche di Andrew Gilbert i colori liberano narrazioni visionarie che spesso evocano episodi di guerra. Gli stessi personaggi che popolano i lavori su carta sembrano rivivere nelle installazioni site-specific, caratterizzati da forti effetti scenografici. Cosa accomuna, quindi, i due artisti? La proposta delle gallerie trentine Buonanno Arte Contemporanea e Studio d’Arte Raffaelli si è rivolta, come ogni estate, al Forte Strino di Vermiglio, promuovendo l’arte contemporanea con una mostra dedicata al tema della guerra. In occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale ha preso vita nelle sale del Forte il progetto espositivo “Forte Comune 1914/2014”, in cui per la prima volta è stata presentata la doppia personale di Galliani e Gilbert, che ha richiamato in soli tre mesi oltre 10.000 visitatori.

GALLIANI-GILBERT: “CONTRO LA GUERRA” LA MOSTRA “FIORI E SOLDATI”, ORGANIZZATA DA BUONANNO ARTE CONTEMPORANEA E STUDIO D’ARTE RAFFAELLI, INAUGURERÀ IL 4 OTTOBRE A PALAZZO WOLKENSTEIN, DOVE HANNO SEDE LE DUE GALLERIE

Ha la stessa anima la mostra “Fiori e soldati”, che inaugurerà il 4 ottobre a Palazzo Wolkenstein, dove hanno sede lo Studio d’Arte Raffaelli e la galleria Buonanno Arte Contemporanea. In un ideale prolungamento di “Forte Comune 1914/2014”, gli artisti, in collaborazione con i galleristi, hanno ripensato l’allestimento giocando sul contrasto tra il dolore e la speranza, tra il “dovere” di guerra e la gioia di vivere. Come nell’opera di Andrew Gilbert “The Rose of White War” una rosa nasce dal sangue tra la neve

della Guerra Bianca, così nell’opera di Michelangelo Galliani, che ha ispirato il titolo dell’esposizione, “Il fiore e il soldato”, dietro al volto sfigurato di un soldato si intravede un fiore inciso nel piombo. L’idea di accostare le opere di due artisti apparentemente così diversi non cessa di affascinare: Galliani si concentra sul senso di angoscia e sulla lacerazione portati dalla guerra attraverso la rappresentazione, senza vergogna, degli arti mutilati, e dei bossoli che hanno

simbolicamente causato lo strazio; Gilbert interpreta lo stato d’animo delle giovani leve al fronte, rivisitando i manifesti propagandistici dell’epoca e aggiungendovi spunti di riflessione ironici e pungenti; entrambi gli artisti, però, puntano l’indice contro la violenza. Dietro gli sguardi dei bambini-soldato di Gilbert c’è la stessa accusa urlata dal ragazzo morente dell’opera “P.G.R.” di Galliani: l’innocenza non deve pagare il prezzo della guerra. “Fiori e soldati” sarà visitabile fino al 30 novembre, rientrando tra gli eventi celebrativi della Grande Guerra e nelle Giornate del Contemporaneo promosse da AMACI; oltre ai lavori recenti, sarà in mostra l’opera inedita di Michelangelo Galliani “Principio e destino”, in cui il ritratto di un giovane, volutamente incompleto, guarda a un inevitabile futuro di morte con fiera serenità. ■ 89

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“AMORE IN FIORE” AI GIARDINI DI SISSI

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l percorso ArteNatura, nell’incantevole val di Sella (Valsugana), è uno di quei appuntamenti da non perdere. Almeno un paio di volte all’anno consigliamo

di intraprendere la tranquilla passeggiata che ci conduce, dal ponte della Strobela sul torrente Moggio fino a malga Costa, ad ammirare le opere e i pensieri dei migliori artisti internazionali che operano nella e con la natura. In questi ultimi anni sono prolificati gli eventi di questo tipo in vari paesi e località montante del Trentino e non tutti degni di essere chiamati “eventi artistici”, piuttosto invasioni abusive di territorio e rovina del paesaggio naturale. Ma ArteSella è e rimane l’evento primario dove l’arte e la natura hanno trovato la loro armonia. Oggi però consigliamo di visitare un’altra piccola ma esauriente mostra sulla natura, che ci permette di capire maggiormente i molteplici segreti meandrici del mondo vegetale. Vi porto a Merano, Castel Trauttmansdorff, dove ci accolgono gli splendidi e impareggiabili giardini. Non che noi non ne abbiamo. Penso soltanto al suggestivo e intrigante Giardino Botanico di Arco, ovvero l’Arboreto o Giardino Arciducale, conosciutissimo dal mondo nordico ma poco frequentato e noto qui da noi.

COLOMBELLI A RIVA

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elle suggestive dell’Hotel Liberty di Riva del Garda si è aperta il 5 settembre sorso una mostra di ventina di tele di Mario Colombelli, che rimarrà aperta sino alla metà di ottobre. Renzo Francescotti, scritture e critico che a questo artista milanese-trentino aveva dedicato una profilo su “TrentinoMese” nel luglio scorso, ha parlato di Colombelli e della sua pittura. Questo pittore che ormai risiede in Trentino, a Lasino, da quarantina d’anni - nato a Gorgonzola e d i p l o m ato all’Accademia di Brera con il famoso Domenico Purificato, docente di materie artistiche per circa un trentennio - è dotato, come ha spigato Francescotti, di una bravura tecnica stupefacente. Per una ventina d’anni Colombelli ha spinto in avanti un ciclo pittorico all’insegna di un rutilante colorismo ( il violetto cobalto è la sa cromia prediletta) e di figure e paesaggi stilizzati. Sono “figure danzanti” in cui filtrano certe suggestioni del dinamismo futurista e delle eleganze liberty. Emblematiche in tal senso e cinque ampie tele che figurano nel Municipi di Cavedine. Negli ultimi anni Colombelli ha maturato uno stile nuovo, ha iniziato un nuovo ciclo che vede la fotografia come base di partenza. Questo artista dall’abilità è anche un abile fotografo oltre che esperto di tecniche digitali. Parte da modelle dal vivo, fotografate in centinaia di scatti. Dopo di che ne sceglie uno e comincia a lavorarci, ad ambientarlo diversamente, arricchendolo di altri elementi, lavorandolo in classiche tele ad olio ma utilizzando un gusto moderno, fatto di colori-luce limpidissimi. I suoi quadri, ha spiegato Francescotti, solo a una prima vista superficiale appaiono iperrealisti. In realtà le sue non sono riproduzioni della natura, ma ri-creazioni all’insegna di un lirismo cromatico infiltrato di un unico tono, che nella realtà non esiste. Esiste solo nell’anima dell’artista.

Comunque ai Giardini di Sissi, eletti Giardino Internazionale dell’Anno 2013, si è aperta la mostra Amore in Fiore – L’eros nel Mondo Vegetale. L’esposizione allestita su due piani del castello, ci conduce in un percorso ardito e giocoso alla ricerca dei segreti più intimi del ciclo di vita delle piante. L’amore non è una scoperta degli esseri umani, bensì un’invenzione nata molto prima della comparsa dell’uomo. Pur di mantenere la specie e di trasmettere i propri geni alla generazione successiva, ogni espediente è valido e questo lo sanno bene le piante e 90

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trentinomostre la natura in generale. Proprio per raccontare ai visitatori come seducono i fiori e il mondo vegetale. La curiosa rassegna, appuntamento clou della stagione 2014, accompagna i visitatori attraverso un percorso misterioso e mistico, che con inaspettata giocosità mostra in che modo colori, forme e profumi siano utilizzati dal mondo vegetale per procreare. L’esposizione approfondisce i temi della sessualità delle piante per aiutare a comprendere quella degli esseri umani e porta i visitatori ad una maggiore consapevolezza sul ruolo fondamentale del “verde”, sul delicato rapporto uomo-ambiente che attraverso le strategie riproduttive delle piante garantisce la variabilità genetica e la biodiversità.

Nella prima parte della mostra gli ospiti sono catturati da un ambiente luminoso e colorato che li conduce in un viaggio divertente e ardito attraverso il mondo segreto dei fiori, alla scoperta di come possono sedurre, illudere e lavorare in accordo con la fauna, svelandone la struttura e le funzioni e approfondendo temi come l’impollinazione, la fecondazione e l’origine dei semi. Nella seconda parte, invece, i visitatori sono rapiti da un’atmosfera più mistica e misteriosa: le pareti scure svelano i segreti nascosti dei fiori e delle piante, da sempre amiche dei sentimenti degli uomini e capaci di influenzare in maniera positiva l’ambito sentimentale. Un percorso quello della mostra che porta alla scoperta del piacere che sanno regalare le piante dagli oli afrodisiaci agli elisir d’amore, che aiutano ad aprirsi emotivamente.

Una stagione all’insegna dell’amore, dove anche lo Schlossgarten, delizioso ristorante con terrazza panoramica situato all’interno dei Giardini di Sissi, per restare in tema propone menu romantici, colorati e con ingredienti afrodisiaci a base di peperoncino, vaniglia, cardamomo e cacao. Una mescolanza di deliziose specialità sudtirolesi e mediterranee avvalorano il benessere che si respira in questo angolo di paradiso fiorito, regalando vere emozioni di gusto.

 Un percorso da intraprendere come fosse un viaggio dantesco, di simbolo in simbolo, di pianta in pianta, per scoprire, tramite le piante, il funzionamento dell’universo in cui viviamo. Vera e propria opera d’arte. Gli elementi vegetali, infatti, esprimono allegorie recondite e sofisticati simbolismi, il quale invitano lo spettatore a leggere il grande libro della natura, che si fa interpretare, mostrandosi sempre aperto davanti a noi. La mostra chiude il 15 novembre. Info prezzi ed orari: www.trauttmansdorff.it.

ARCO Mostre DER BLITZ 2014 - L’ATLANTE Apertura: fino a domenica 5 ottobre. Galleria Civica G. Segantini. A cura di Denis Isaia, Federico Mazzonelli. Info: www.museoaltogarda.it.

LEVICO TERME Fiere IL TRENTINO DEI BAMBINI Apertura: da sabato 4 a domenica 5 ottobre. PalaLevico Expo Valsugana. Una manifestazione in cui le famiglie potranno conoscere e sperimentare tantissime realtà pubbliche e private del territorio. Associazioni, cooperative, realtà museali, liberi professionisti, libri e giochi. Tutti con lo stesso filo conduttore: lo stare assieme. Info: www.iltrentinodeibambini.it; www.palalevico.com. Ore 9.30-19.30. Fiere EXPO DOMANI SPOSI Apertura: da sabato 18 a domenica 19 ottobre. PalaLevico Expo Valsugana. Nella splendida cornice del lago di Levico Terme una piccola fiera completamente diversa dal solito modo di presentare un prodotto per i futuri sposi. Sono previsti vari momenti di animazione e spettacoli, sfilate di abiti da sposa con tutti gli accessori, abiti da cerimonia, per adulti e bambini. Info: www.palalevico.com. Ore 10-19.

LUSERNA Mostre LA FAUNA DELLE ALPI - IL RITORNO DEI GRANDI PREDATORI Apertura: fino a domenica 2 novembre. Centro Documentazione Luserna - Via Trento, 6. Con la mostra annuale la Fauna delle Alpi - il ritorno dei grandi predatori, curata da Thomas Conci della THC Design & Exhibit , il Centro Documentazione vuole promuovere una maggiore conoscenza dell’ambiente alpino approfondendo, non solo il rapporto tra la natura (paesaggio, ambiente, fauna, flora) e la comunità locale, ma soprattutto il tema dei grandi predatori (lince, orso, lupo, ...) che stanno tornando sulle montagne alpine. Orario: 10-12.30 e 14-18. Info: www.lusern.it. Mostre ALFABETO DELLA GRANDE GUERRA - 26 LETTERE PER NON DIMENTICARE Apertura: fino a domenica 2 novembre. Centro Documentazione Luserna - Via Trento, 6. Mostra curata dall’arch. Roberto Festi, per ricordare e far riflettere sull’immane conflitto mondiale di un secolo fa, che ha comportato la perdita della vita di milioni di soldati di ogni nazione, ma anche di vittime civili.

Ventisei bare (tante quante le lettere dell’alfabeto) si trasformano in vetrine che contengono 26 oggetti originali legati al tema della guerra; e ogni bara è dedicata, in ordine alfabetico, ad un soldato (di ventisei nazioni diverse) che ha partecipato al conflitto. Info: www.lusern.it.

NAGO TORBOLE Mostre NAGO-TORBOLE PHOTOFESTIVAL Apertura: da sabato 27 settembre a domenica 12 ottobre. Forte Superiore. Più di due settimane dedicate alla fotografia all’interno delle quali saranno proposte svariate attività non solo riservate agli esperti del settore. L’evento si propone di essere un importante momento di scambio tra esperti e simpatizzanti dell’arte fotografica che avranno così l’occasione di avvicinarsi a contenuti e lavori sia della fotografia amatoriale che di quella professionistica. Il programma completo della manifestazione con le indicazioni delle date e degli orari delle mostre, degli incontri e dei workshop, sarà consultabile sul sito dedicato: www.nagotorbole-photofestival.it.

PERGINE VALSUGANA Mostre FORME IN FERRO FORGIATE DA PAOLO BELLINI Apertura: da sabato 26 aprile a domenica 2 novembre. Castel Pergine. Più di trenta opere dell’artista lungo un percorso tra le due cinta murarie, nel giardino interno, nella sala d’entrata, nella Cantina Rosa, nella Prigione della Goccia e nella Sala del Trono. Inoltre alcuni dipinti si trovano nella sala da pranzo. Info: Castel Pergine .

PIEDICASTELLO Mostre LA GRANDE GUERRA SUL GRANDE SCHERMO Apertura: da lunedì 28 luglio 2014 a domenica 14 giugno 2015. Le Gallerie. Due gallerie, una bianca e una nera, due tunnel stradali in disuso. Una superficie di oltre 6.000 metri quadrati diventata sede espositiva originale e suggestiva gestita dalla Fondazione Museo storico del Trentino. Info: www.museostorico.it.

RIVA DEL GARDA Fiere IO CASA Apertura: da venerdì 3 a domenica 5 ottobre. Quartiere fieristico. Fiera del design, dell’arredo e della bioedilizia. Info: Ingarda Trentino Tel. 0464.554444; info@gardatrentino.it. Ore 10-18.

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PAOLO DOLZAN ALLA SPAZIO EVENT ART DI PERGINE

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ella sede di Pergine dal 5 al 12 di settembre è stata presentata un’idea dell’artista Paolo Dolzan che ha presentato una serie di opere di grandi dimensioni ispirate per quanto riguarda la tematica alle “Pinturas negras” di Goya. Durante l’inaugurazione, la mostra è stata integrata dal concerto del chitarrista Ulrich Sandner, che per ogni opera ha proposto una interpretazione musicale. Si tratta di un progetto itinerante intitolato “Il vecchio mulino e il pittore pazzo”, un concept multimediale per il quale è stato anche realizzato un cd, distribuito assieme al catalogo. Subito dopo questa iniziativa, dal 13 al 26 sono stati in esposizione gli artisti della mostra “Linee d’arte”, una sinergia realizzata con l’associazione artistico culturale “La Tavolozza” con sede nell’Oltrepo pavese, con la presentazione di Roberta Mezzadra. Questo contatto ha già prodotto una prima esposizione proprio in tale località in agosto, presso il Centro congressi di Varzi, dove hanno potuto esporre le proprie opere alcuni artisti della nostra provincia. Per il mese di ottobre Spazio Event Art propone l’avvenimento più impegnativo e prestigioso: la “giornata del contemporaneo AMACI”, che quest’anno comprende due esposizioni. Una a Pergine presso la propria sede dal 2 all’11 ottobre e una seconda a Trento presso Hortus Artieri, vicolo dei Birri, dal 3 al 11. Ma la grande novità di questa edizione sarà che la serie delle performances e delle proiezioni dei video avrà luogo nella Corte interna della Galleria Civica di Trento il 4 ottobre dalle 16.30 alle 19.50. L’importante location accoglie in questo modo la terza edizione di una manifestazione che trova la sua forza peculiare nella confermata caratteristica di incrociare le più varie espressioni artistiche. Tra le proposte presentate presso la galleria si segnala la performance “D’istruzioni per l’uso” che coinvolge contemporaneamente ben 17 artisti sotto la regia di Paul Sark e che intende essere voce forte di denuncia contro la schiavizzazione dei bambini e dei ragazzi che lavorano nelle grandi discariche di materiale elettronico ed informatico, soprattutto in Africa ed Asia. Il lavoro, duro e pericolosissimo per la salute, consiste nell’estrarre dalle carcasse i materiali preziosi, come oro, argento, rame e platino.

SpazioEventArt

Pergine Valsugana, via Petrarca 36 - www.spazioeventart.com

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Mostre AREONATURA. LO SGUARDO DI TULLIO PERICOLI SUL PAESAGGIO DELL’ALTO GARDA Apertura: da sabato 22 marzo a domenica 2 novembre. MAG Piazza C. Battisti, 3/A. A bordo di un aereo da turismo Tullio Pericoli ha sorvolato, in una mattina di fine novembre 2013, il territorio dell’Alto Garda, con l’intento di cogliere, per la prima volta dal cielo, la forma che il paesaggio gli avrebbe potuto restituire da quel particolare punto di vista. Durante il volo sono state scattate numerose fotografie di quella zona che dalla Valle dei Laghi si estende fino alle rive settentrionali del Garda. È attraverso la personale suggestione “aerea” e l’aiuto delle immagini fotografiche che Pericoli - nei mesi successivi - ha creato un ciclo di tavole che saranno esposte al MAG dalla primavera all’autunno prossimi. Si tratta di circa sessanta opere su carta di diverse dimensioni e tecniche (olii, acquerelli e matite). Il titolo della mostra, Areonatura, è un neologismo ideato dall’artista per raccontare l’esperienza di un volo fatto per meglio decifrare la forma di quel particolare paesaggio. Info: www.museoaltogarda.it. Mostre 100° GRANDE GUERRA MOSTRA COLLETTIVA 31 venerdì. Sala Civica “G. Craffonara”. Rassegna di artisti che vogliono commemorare il Centenario attraverso le loro opere. Ingresso gratuito. Info: Ingarda Trentino Tel. 0464.554444; info@gardatrentino. it. Ore 10.30-19.00.

RONZO CHIENIS Mercati MOSTRA MERCATO DELLA VAL DI GRESTA Apertura: da lunedì 20 a domenica 19 ottobre. Prodotti ortofrutticoli di qualità, attenzione alle pratiche dell’agricoltura biologica e integrata, eventi, laboratori, mostre, mestieri antichi e le professioni dell’artigianato. Il programma completo su www.mostramercato.org. Info: tel. 0464-802915.

ROVERETO Mostre ALVARO SIZA - INSIDE THE UMAN BEING Apertura: da venerdì 4 luglio 2014 a domenica 8 febbraio 2015. Mart. La mostra è a cura di Roberto Cremascoli, con la partecipazione di Álvaro Siza e di Chiara Porcu, responsabile da oltre vent’anni dell’Archivio dell’architetto portoghese, e con il progetto di allestimento firmato dallo studio Cremascoli, Okumura, Rodrigues Arquitectos. Il percorso espositivo racconta l’itinerario artistico e professionale dell’architetto a partire dalle vicende storiche del suo pa-

ese, il Portogallo uscito da un lungo periodo di dittatura. Info: Mart Rovereto Tel. 0464.438887; www. mart.trento.it/alvarosiza. Mostre SCENARIO DI TERRA Apertura: da venerdì 4 luglio 2014 a domenica 8 febbraio 2015. Mart. Scenario di terra è il nuovo progetto che il Mart dedica al paesaggio, inteso come uno dei luoghi d’elezione dell’esperienza umana. Sviluppata dai curatori del Museo, l’esposizione poggia su un nucleo di opere provenienti dalla collezione permanente e su una selezione di materiali dai fondi archivistici del Mart, completati da prestiti e produzioni inedite. Info: Mart Rovereto Tel. 0464.438887; www.mart. trento.it/scenarioditerra. Mostre LA GUERRA CHE VERRÀ NON È LA PRIMA. GRANDE GUERRA 1914-2014 Apertura: da sabato 4 ottobre 2014 a domenica 20 settembre 2015. Mart. Commemorazione del centenario della Prima guerra mondiale, in collaborazione con importanti istituzioni culturali nazionali, costituisce la colonna portante di un grande progetto Mart/Grande guerra 1914-2014 che si sviluppa nelle tre sedi del Museo e si completa con un programma collaterale di eventi, incontri, convegni, appuntamenti. Info: Mart Rovereto www.mart.trento.it/guerra. Mostre CALPESTARE LA GUERRA Apertura: da sabato 11 ottobre 2014 a domenica 1 marzo 2015. Casa Depero. Inserito nell’ampio programma culturale Mart/Grande guerra 1914-2014 ideato per il Centenario della prima guerra mondiale, il progetto espositivo è a cura di Nicoletta Boschiero e Edoardo Marino e presenta parte di una delle maggiori collezioni d’Europa di tappeti di guerra. Info: Mart Rovereto www.mart.trento. it/calpestarelaguerra.

TERME DI COMANO Mostre MOSTRA FOTOGRAFICA A “PORFOLIO” Apertura: da martedì 23 settembre a martedì 7 ottobre. Mostra collettiva con gli autori: Andreolli Agostino, Baroni Genny, Belforti Rossella, Bertini Antonio, Bonapace Emanuele, Bonfadini Federico, Bonfadini Stefania, Buselli Camilla, D’Agostino Alessandra, Farina Rosa, Fedrizzi Nicola, Foglio Cristina, Frizzi Oscar, Gottardi Udalrico, Gualtieri Marco, Imperadori Luciano, Martinelli Giacomo, Murinova Zuzana, Ongari Stefano, Panteghini Mario, Perottino Pietro, Rota Bruno, Scaia Andrea, Schergna Silvio, Strom Richard. Info: udalrico.gottardi.ug@gmail.com.


trentinomostre Bomporto. Orario: sabato 11 ore 9-19 - domenica 12 ore 9-18. Info: www.fieramineralitrento.it.

TRENTO Mostre INFINITO PRESENTE. ELOGIO DELLA RELAZIONE Apertura: da lunedì 23 giugno a lunedì 10 novembre. Museo Diocesano Tridentino - Palazzo Pretorio - Piazza Duomo, 18. Mostra a cura di Andrea Dall’Asta, Domenica Primerano, Riccarda Turrina. Orari: dal 23 giugno al 30 settembre: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì: 9.3012.30/14.30-18.00; sabato e domenica: 10.00-13.00/14.00-18.00. Dal 1 ottobre al 10 novembre: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato: 9.30-12.30/14.00-17.30; domenica: 10.00-13.00/14.00-18.00. Giorni di chiusura: ogni martedì, 26 giugno, 15 agosto, 1 novembre. Info: Tel. 0461.234419;info@museodiocesanotridentino.it; www. museodiocesanotridentino.it. Mostre TRENTINO IN POSA. FOTOGRAFIE DI GIOVANNI PEDROTTI ALLA VIGILIA DELLA GRANDE GUERRA Apertura: fino a domenica 12 ottobre. Torre Vanga e Palazzo Roccabruna. Il Trentino come appariva prima della Grande Guerra nelle immagini scattate da Giovanni Pedrotti. Orari Torre Vanga: 10--18. Lunedì chiuso. Orari Palazzo Roccabruna: dal martedì al venerdì: 10-12|15-18. Sabato: 10-18. Domenica e lunedì chiuso. Info: Soprintendenza dei Beni storico-artistici della Provincia Autonoma di Trento Tel. 0461.492101; Palazzo Roccabruna - Camera di Commercio Tel. 0461.887101. Mostre RINASCIMENTI ECCENTRICI Apertura: da sabato 12 luglio a domenica 2 novembre. Castello del Buonconsiglio. Dosso Dossi al Castello del Buonconsiglio. Orario: chiuso il lunedì, 10.00-18.00. Info: www.buonconsiglio.it. Mostre L’ULTIMO GIORNO DI PACE 27 LUGLIO 1914 Apertura: da venerdì 25 luglio a domenica 12 ottobre. PalazzoTrentini. Orario: lunedì-venerdì ore 10-18; sabato ore 9-12. Ingresso libero. Info: Società di Studi Trentini di Scienze Storiche Tel. 0461.314208; segreteria@studitrentini.it. Palazzo Trentini Tel. 0461.213219; presidenza@consiglio.provincia.it. Mostre S.L.O.I.: SETTANT’ANNI DI STORIA NELLA SOCIETÀ TRENTINA Apertura: fino a domenica 12 ottobre. Le Gallerie di Piedicastello. Mostra fotografica e informativa. Orario: da martedì a domenica ore 9-18. Ingresso libero. Info: www. trentoattiva.it.

Mostre AFTERIMAGE RAPPRESENTAZIONI DEL CONFLITTO Apertura: da sabato 25 ottobre 2014 a domenica 1 febbraio 2015. Galleria Civica. La mostra si inserisce in Mart /Grande guerra 2014, l’ampio programma culturale ideato dal Mart in occasione del Centenario della Prima guerra mondiale che si sviluppa a Rovereto, in Museo e a Casa Depero, e a Trento negli spazi della Galleria Civica. A cura di Valeria Mancinelli, Chiara Nuzzi, Stefania Rispoli la mostra si misura con la relazione esistente tra immagini e conflitto nell’epoca contemporanea. Info: www.mart.trento.it/afterinage. Mostre I TRENTINI NELLA GUERRA EUROPEA 1914-1920 Apertura: fino a domenica 30 dicembre 2018. Trento. Le Gallerie, Piedicastello. Una mostra che racconta il dramma dei trentini nel corso del primo conflitto mondiale. Orario: da martedì a domenica ore 9.00-18.00 (lunedì chiuso). Ingresso libero. Info: www.fondazione. museostorico.it.

VIGO DI TON Mostre FORESTE DI VITA Apertura: fino a domenica 5 ottobre. MUSE Museo delle Scienze, Corso del lavoro e della scienza 3. Mostra fotografica sulle foreste pluviali e le comunità native della Tanzania e dell’Amazzonia. Orario: da martedì a venerdì: 10-18; sabato e domenica: 10-19 (lunedì chiuso). Ingresso libero.. Mostre SOUNDART 10 GIORNI LIVE Apertura: da venerdì 26 settembre a domenica 5 ottobre. Cantine di Torre Mirana (Palazzo Thun), Via Belenzani 3, angolo via Manci 2. Propagazione sonora in spazio espositivo. Mostra personale dell’artista Osvaldo Cibils. Retrospettiva soundart, field recordings, 2005/2014, e realizzazione in situ durante dieci giorni dell’album “soundart10giorniLive”.Orario: dal lunedì alla domenica ore 15-19. Ingresso libero. I dettagli sul sito http://osvaldocibils. com/soundart10giorniLive/soundart10giorniLive.html. Mostre FRANCO MURER Apertura: da mercoledì 1 a venerdì 31 ottobre. Galleria d’Arte Il Ritrovo degli Artisti, via Endrici, 17, mostra di immagini sacre di Franco Murer eseguite dal 2000 al 2014. Orario: dal lunedì al sabato ore 10-12-1619. Per informazioni telefonare al numero 334.1028483.

Mostre RENART 2014 Apertura: da venerdì 3 a venerdì 31 ottobre. Sala Thun degli spazi espositivi di Torre Mirana (in Palazzo Thun, via Belenzani). Mostra di arte solidale promossa dall’APAN. Mostre FIORI E SOLDATI MICHELANGELO GALLIANI E ANDREW GILBERT Apertura: da sabato 4 ottobre a domenica 30 novembre. Palazzo Wolkenstein, Via Marchetti, 17. Orari: lun. ven.: 10-13/15.3019 e su appuntamento. Info: Buonanno arte contemporanea: buonannoac@virgilio.com; Cell. 333.9133314; Tel. 0461.262534. Studio d’Arte Raffaelli: studioraffaelli@tin.it; Tel. 0461.982595. Mostre L’EUROPA CHE FU - STORIE DA TRENTO ALL’EUROPA Apertura: da domenica 5 ottobre a sabato 13 dicembre. Archivio di Stato - Via Maestri del Lavoro, 4. Informazioni: www.archiviodistatotrento.beniculturali.it: Tel. 0461.829008. Mostre XIV FIERA MERCATO MINERALI FOSSILI PIETRE LAVORATE E DI ORNAMENTO Apertura: da sabato 11 a domenica 12 ottobre. Trento Fiere - via

Mostre LA SEDUZIONE DEL CLASSICISMO - GIUSEPPE GRAFFONARA NELLE COLLEZIONI DEL CASTELLO DEL BUONCONSIGLIO Apertura: da sabato 19 luglio a domenica 9 novembre. Castel Thun. L’esposizione esplora l’opera dell’artista trentino, ripercorrendone la storia, dal laboratorio neoclassico della Roma canoviana, fino alle lungimiranti scelte delle acquisizioni pubbliche trentine dal XIX secolo ad oggi. Orario: 10-18. Info: www.buonconsiglio.it oppure Castel Thun Tel. 0461.492829.

VILLA LAGARINA Mostre COLORI DI UNA VITA Apertura: da sabato 27 settembre a domenica 2 novembre. Palazzo Libera. Mostra personale di Carla Bertolini a cura di Serena Giordani. Orario: da martedì a venerdì 14/18, sabato e domenica 10/12.3014/18. Info: 0464.414966.

ZAMBANA VECCHIA Mostre CARLO DEVIGILI OPERE RECENTI Apertura: da sabato 18 ottobre a domenica 2 novembre. Casa dell’Associazione Mana. Per visite: 346.0014586.

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MESE DELLA MUSICA E DEL BUON GUSTO

L’

ottobre degli eventi, nel nostro bellissimo Trentino, si apre con due grandi nomi della musica italiana. Si comincia da subito, il giorno 1, con una vera e propria

leggenda vivente delle sette note italiche: stiamo parlando di Gino

Paoli che si esibirà a Trento nell’evento “Un

incontro in jazz”, all’auditorium Santa Chiara. Ma c’è anche

Francesco Renga, l’ex leader dei Timoria che

porterà nel capoluogo una tappa del «Tempo Reale Tour», il 24 ottobre. Cristina

Donà canta, invece, lunedì

13 ottobre nel teatro di Sanbapolis, la nuova struttura universitaria a Trento Sud. Al via il 22 ottobre, sempre a Trento, la nuova stagione dell’Orchestra

“Haydn” che si inaugura con la celeberrima Nona Sinfonia di Beethoven, diretta da Arvo Volmer, nuovo direttore principale dell’orchestra. Prosegue nel frattempo la campagna abbonamenti. Per la Stagione di

DUCCIO CANESTRINI

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asce a Rovereto, si laurea in Antropologia culturale a Siena, nel 1982. In seguito svolge ricerca sul campo in India sotto la guida del prof. Paul Bouissac, della Victoria University di Toronto (Canada), sulle tecniche del corpo degli acrobati del circo indiano che derivano da atti rituali e religiosi con particolare riguardo all’identità di casta degli artisti. Dal 1985 al 1995 è prima redattore, poi inviato del mensile di viaggi e geografia Airone, di Milano. Comincia così a viaggiare frequentemente. Insegna Antropologia del turismo all’Università di Trento, nel corso di Antropologia culturale presso la Facoltà di Sociologia, e conduce molti seminari di antropologia culturale e di antropologia del viaggio e del turismo nell’ambito di diversi master. Tra il 1995 e il 1996 dirige le riprese di cinque filmati documentari della serie televisiva A New World sul rapporto tra uomo e ambiente, per il programma Geo di Raitre, muovendosi tra Brasile, Etiopia e Belize. I documentari hanno avuto diversi riconoscimenti. In questo periodo inizia a scrivere libri divulgativi che ruotano attorno al concetto di Homo turisticus e concentra la sua attenzione nella divulgazione al grande pubblico, ideando le conferenze-spettacolo. Attualmente insegna Antropologia e Cinema nell’ambito del corso di laurea in Scienze del Turismo presso il Campus Universitario di Lucca ed è proboviro dell’Associazione Italiana Turismo Responsabile (Milano). È membro dell’Associazione Italiana per le Scienze Etnoantropologiche (AISEA, Roma) e dell’International Scientific Council for Island Development (Insula/Unesco, Parigi).

musica Lirica, si comincia con il “Don

Pasquale” di

Gaetano Donizetti, il 10 e il 12 ottobre, nei teatri di Trento e di Bolzano. Quindi grande attesa per il “Rigoletto” di dicembre. Dal canto suo, la Società

Filarmonica

riparte proprio ad ottobre. Tra i nomi spicca quello della pianista Khatia Buniatishvili. Spazio ora al gusto e all’enogastronomia. Dal 17 ottobre al 2 novembre, in Valle di Non, torna Gli

Sapori della Val di Non:

Antichi

i menù di un tempo

cucinati secondo ricetta contadina

Per restare in tema, l’11 e il 12 ottobre, Pomaria festeggia 10 anni e sarà più bella che mai con i suoi laboratori sul gusto “vestiti a festa” per l’occasione. A Rovereto, dal 4 al 18 ottobre le vetrine dei negozi

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del centro storico si vestono a festa per prepararsi a celebrare la riapertura dello storico teatro della città, lo “Zandonai”. Per la danza, in apertura il 16 ottobre a Trento, salirà sul palco il Corpo

di Ballo dell’Arena di Verona

guidato da Renato Zanella, già direttore del Wiener Staatsballet.

Chiudiamo con il teatro. Cronache Sessuali di Antonio Cornacchione, spettacolo che ironicamente descrive le abitudini sessuali degli italiani dagli anni ’70, inaugura la stagione del Teatro Valle dei Laghi (11 ottobre). Il 26 ottobre, pr i più piccini, i Tre Porcellini. Il 15 e 25 ottobre sono in programma gli incontri del progetto Free Entry: alcuni ragazzi della Valle dei Laghi modereranno gli incontri con Diego De Silva e Duccio

Canestrini.


trentinoappuntamenti 1 MERCOLEDÌ Cultura NAGOTORBOLE PHOTOFESTIVAL Torbole sul Garda Nago, Forte Superiore, LABA e Piazzetta Lietzmann. Ore 10-21. Più di due settimane dedicate alla fotografia: attività, mostre, workshop e conferenze. Info: Ingarda Trentino Tel. 0464.554444; info@ gardatrentino.it. Cultura THE NORTH GARDA LAKE FRONT, WORLD WAR CENTENARY 191418 Torbole sul Garda Nago, Piazzetta Lietzmann. Ore 8-23. 40 gigantografie di foto d’epoca per ricordare quella follia che fu per l’Alto Garda la prima guerra mondiale 19141918. Info: Ingarda Trentino Tel. 0464.554444; info@ gardatrentino.it. Musica GINO PAOLI “UN INCONTRO IN JAZZ” Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Fra i brani in programma, Il cielo in una stanza, Senza fine, Che cosa c’è, La gatta, Vivere ancora, Sassi, My funny Valentine, All of me, Sapore di sale e Ragazza di Ipanema. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

2 GIOVEDÌ Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Trento. Ore 17.30. Sala degli Affreschi, Biblioteca comunale - Via Roma, 55. “Ritratto dell’anima - Anima del ritratto” ed. Osiride a cura di Claudio Tugnoli. Presentazione a cura di Massimo Parolini. Saranno presenti il curatore Claudio Tugnoli e gli autori Sergio Filosi, Elisabetta G. Rizzioli, Paola Pizzamano, Roberto Pancheri, Elisabetta Doniselli, Pietro Marsilli. Info: www.bibcom.trento.it. Cultura THE NORTH GARDA LAKE FRONT, WORLD WAR CENTENARY 191418 Torbole sul Garda Nago, Piazzetta Lietzmann. Ore 8-23. 40 gigantografie di foto d’epoca per ricordare quella follia che fu per l’Alto Garda la prima guerra mondiale 19141918. Info: Ingarda Trentino Tel. 0464.554444; info@ gardatrentino.it. Tradizione LA PIAZZA DEI SAPORI 2014 Trento. Ore 9-20. Piazza Fiera. Rassegna dell’enogastronomia tipica italiana. La kermesse enogastronomica permette ai cittadini di Trento e ai numerosi visitatori di comparare e assaggiare cibi e vini caratteristici dei territori di tutta la penisola, difficilmente rintracciabili nei canali della grande distribuzio-

ne. Punto forte della manifestazione è l’idea di raccogliere in un unico luogo una variegata proposta di specialità.

3 VENERDÌ Cultura THE NORTH GARDA LAKE FRONT, WORLD WAR CENTENARY 191418 Torbole sul Garda Nago, Piazzetta Lietzmann. Ore 8-23. 40 gigantografie di foto d’epoca per ricordare quella follia che fu per l’Alto Garda la prima guerra mondiale 19141918. Info: Ingarda Trentino Tel. 0464.554444; info@ gardatrentino.it. Esposizione IO CASA Riva del Garda. Ore 10-18. Quartiere fieristico. Fiera del design, dell’arredo e della bioedilizia. Info: Ingarda Trentino Tel. 0464.554444; info@gardatrentino.it. Musica CONCERTO FILARMONICA Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica. London Brass (John Barclay, Andrew Crowley, Gareth Small, Dan Newell, trombe; Lindsay Shilling, Richard Edwards, Byron Fulcher, David Stewart, tromboni, Richard Bissill, corno e Oren Marshall, tuba. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it. Tradizione LA PIAZZA DEI SAPORI 2014 Trento. Ore 9-20. Piazza Fiera. Rassegna dell’enogastronomia tipica italiana. La kermesse enogastronomica permette ai cittadini di Trento e ai numerosi visitatori di comparare e assaggiare cibi e vini caratteristici dei territori di tutta la penisola, difficilmente rintracciabili nei canali della grande distribuzione. Punto forte della manifestazione è l’idea di raccogliere in un unico luogo una variegata proposta di specialità.

4 SABATO Cultura THE NORTH GARDA LAKE FRONT, WORLD WAR CENTENARY 191418 Torbole sul Garda Nago, Piazzetta Lietzmann. Ore 8-23. 40 gigantografie di foto d’epoca per ricordare quella follia che fu per l’Alto Garda la prima guerra mondiale 19141918. Info: Ingarda Trentino Tel. 0464.554444; info@ gardatrentino.it. Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Trento. Ore 17. Via Manzoni, 51 presso la libreria La seggiolina Blu. Presentazione del libro: “Il primo sguardo”. Info: Cell. 340.4861156.

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legro mondo popolato da uomini e animali...”. Musiche tratte da “Il Carnevale degli animali” di C. Saint-Saëns, - “Le Bestiaire” di F. Poulenc. Testi di Chiara Lombardo, immagini di Matteo Boato. Orchestra da Camera di Trento “Ensemble Zandonai”. Direttore Giancarlo Guarino. Ingresso libero. Teatro TUTI ‘N TERAPIA Riva del Garda. Ore 20.45. Teatro della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro. Commedia di Gloria Gabrielli con la Filodrammatica “La Logeta” di Gardolo. Per la rassegna “Ottobre a teatro” organizzata dalla Compagnia “I Sarcaioli” dell’Alto Garda. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Tradizione LA PIAZZA DEI SAPORI 2014 Trento. Ore 9-20. Piazza Fiera. Rassegna dell’enogastronomia tipica italiana. La kermesse enogastronomica permette ai cittadini di Trento e ai numerosi visitatori di comparare e assaggiare cibi e vini caratteristici dei territori di tutta la penisola, difficilmente rintracciabili nei canali della grande distribuzione. Punto forte della manifestazione è l’idea di raccogliere in un unico luogo una variegata proposta di specialità.

5 DOMENICA Cultura INGRESSO E VISITA GUIDATA GRATUITA ALLA MOSTRA INFINITO PRESENTE. ELOGIO DELLA RELAZIONE Trento. Ore 16. Museo Diocesano Tridentino. La partecipazione all’iniziativa, riservata a singoli visitatori, non necessita di prenotazione. Ricordiamo inoltre che in occasione della prima domenica del mese l’ingresso al museo e alla mostra saranno gratuiti per l’intera giornata. Info: Museo Diocesano Triden-

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trentinoappuntamenti tino Tel. 0461.234419; info@museodiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it. Cultura CONFERENZA Trento. Ore 16. Circolo culturale ricreativo “Leonardo Sciascia”, via al Torrione 6. “Salvatore Quasimodo”. Incontro culturale con Italo Benassi e Giuliana Raffaelli per parlare di Salvatore Quasimodo, poeta e scrittore siciliano, premio Nobel per la letteratura. Intermezzo musicale affidato al chitarrista Stefano Cattoni. Seguirà piccolo rinfresco. Ingresso libero. Enogastronomia I RIFUGI DEL GUSTO RIFUGIO CARLETTINI Scurelle. Weekend tematico per la rassegna “I rifugi del gusto” con escursione guidata al Bivacco Nassere e possibilità di pernottare e/o pranzare a prezzo convenzionato. Info e prenotazioni: Trentino Holidays, Tel. 0461.822000, info@thol. it; Apt Valsugana - ufficio di Borgo Valsugana, Tel. 0461.727740, borgovalsugana@visitvalsugana.it. Enogastronomia I RIFUGI DEL GUSTO RIFUGIO BARRICATA Grigno. Weekend tematico per la rassegna “I rifugi del gusto” con escursione guidata all’Anepoz a e

possibilità di pernottare e/o pranzare a prezzo convenzionato. Info e prenotazioni: Trentino Holidays, Tel. 0461.822000, info@thol.it; Apt Valsugana - ufficio di Borgo Valsugana, Tel. 0461.727740, borgovalsugana@visitvalsugana.it.

sta d’eccellenza della giornata sarà il radicchio, proposto in tante gustosissime forme, dal salato al dolce, per un menù completo e sopraffino adatto a tutti i palati Info: Comune di Bieno, Tel. 0461.596166.

Esposizione IL TRENTINO DEI BAMBINI Levico Terme. Ore 9.30-19.30. PalaLevico Expo Valsugana. Una manifestazione in cui le famiglie potranno conoscere e sperimentare tantissime realtà pubbliche e private del territorio. Associazioni, cooperative, realtà museali, liberi professionisti, libri e giochi. Tutti con lo stesso filo conduttore: lo stare assieme. Info: www. iltrentinodeibambini.it; www.palalevico.com.

Musica CONCERTO DELLE PICCOLE COLONNE Pergine Valsugana. Ore 17. Teatro. Info: Apt Valsugana - Ufficio di Pergine, Tel. 0461.727760, pergine@visitvalsugana.it.

Esposizione IO CASA Riva del Garda. Ore 10-18. Quartiere fieristico. Fiera del design, dell’arredo e della bioedilizia. Info: Ingarda Trentino Tel. 0464.554444; info@gardatrentino.it. Folklore 9^ FESTA DEL RADICCHIO DI BIENO Bieno Valsugana. Un evento dedicato alla cucina locale, ai sapori genuini e gustosi di una tradizione culinaria antichissima. Protagoni-

Teatro RISCOPRIRE LA POESIA Spini di Gardolo. Ore 20.30. Sala dell’Infanzia. Spettacolo di teatro-poesia di Vito Basiliana con la Compagnia “Appunti & Scarabocchi” di Gardolo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Tradizione LA PIAZZA DEI SAPORI 2014 Trento. Ore 9-20. Piazza Fiera. Rassegna dell’enogastronomia tipica italiana. La kermesse enogastronomica permette ai cittadini di Trento e ai numerosi visitatori di comparare e assaggiare cibi e vini caratteristici dei territori di tutta la penisola, difficilmente rintracciabili nei canali della grande distribuzione. Punto forte della manifesta-

zione è l’idea di raccogliere in un unico luogo una variegata proposta di specialità.

6 LUNEDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Centro culturale Rosmini, Via Dordi 8. “Lezioni di storia dell’arte 2014: Tiepolo”. Conferenza tenuta dal Prof. Giorgio Perilli. Presenta la Prof.ssa Lia de Finis. Ingresso libero. Info: www.associazrosminitrento.it.

9 GIOVEDÌ Cultura ALIMENTAZIONE SANA E CONSAPEVOLE Sopramonte. Ore 20.30. Aula magna della Scuola Primaria Sandro Pertini” via di Vincia, 7. Conferenza con il Dott. Michele Pizzinini medico chirurgo specialista in scienze dell’alimentazione: “Perché ci ammaliamo? Storia del comportamento alimentare dell’uomo”. Info: www.biodanzadharma.it.

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CESARE CREMONINI

FRANCESCO RENGA

CLAUDIO BAGLIONI

SUBSONICA

Sul palco Francesco Renga ha una straordinaria presenza, fisica e vocale. Procede spedito attraverso cambi di registro, passaggi vocali complicatissimi ed emozionanti momenti di spettacolo. Dopo i concerti di maggio, in autunno arriva Tempo Reale Tour, prodotto da F&P Group con date in tutta la penisola.

Baglioni, il suo super-gruppo di 13 polistrumentisti, l’intera squadra di 90 carovanieri, ritornano sulla strada, con il pensiero guida di un tour che va incontro alla gente, dopo aver percorso già 6 mila chilometri, per 31 concerti e 90 ore di musica, in un eccezionale repertorio con tutti i più grandi successi e gli inediti dell’album “ConVoi”. Per un secondo giro altrettanto lungo e favoloso e una rappresentazione che è spettacolo, concerto, recital, musical, happening e racconto.

Live tutta l’energia delle potenti Subsonica Vibes, per uno show innovativo, sorprendente, inimitabile!

Quattordici concerti da ottobre a novembre in tutta Italia, durante i quali Cesare riproporrà al pubblico molti dei suo maggiori successi dal 1999 ad oggi e i brani del nuovo lavoro “Logico”, il sesto album di inediti in uscita il 6 maggio, anticipato da “Logico #1” attualmente il brano più trasmesso dalle radio italiane.

TRENTO Teatro Auditorium S. Chiara 24 ottobre 2014 ore 21.00

TRENTO Palatrento 5 novembre 2014 ore 21

VERONA Palasport 15 novembre 2014 ore 21

TRENTO Palatrento 25 novembre 2014 ore 21

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trentinoappuntamenti Enogastronomia CENA SLOW FOOD DELL’ALLEANZA CON I VINI DEL AZ. AGR. CASTEL NOARNA Isera. Locanda le 3 Chiavi. Info: Tel. 0464.423721.

10 VENERDÌ Musica FESTIVAL INTERNAZIONALE DELL’ARMONICA A BOCCA Trento. Ore 17. Associazione Antonio Rosmini - via Dordi. “Conosciamo l’Armonica a bocca”. Conduce l’armonicista Santo Albertini. All’arpa Silvia Cagol. Info: Associazione Amici dell’Armonica a bocca Tel. 340.5026235; associazione@ armonicaamica.it; www.armonicaamica.it. Opera lirica DON PASQUALE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. È stata l’ultima opera comica di tradizione capace di resistere nel repertorio. Al brioso racconto delle disavventure dell’anziano scapolo “che s’ammoglia in tarda età”, dove la comicità abbonda, si accostano delicate note romantiche nella serenata del tenore Com’è gentil e nella cavatina del soprano So anch’io la virtù magica. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara - n. verde 800.013952.

11 SABATO Cultura ALLA SCOPERTA DI TRIDENTUM. LA CITTÀ SOTTERRANEA Trento. Ore 15.30. S.A.S.S., lo Spazio Sotterraneo Archeologico del Sass, in piazza Cesare Battisti. È un itinerario archeologico nel centro di Trento che porterà alla scoperta dei principali siti archeologici dell’antica Tridentum romana, dal S.A.S.S. a Porta Veronensis e alla Basilica Paleocristiana. Partecipazione 4 euro, prenotazione obbligatoria entro le ore 12 del giorno dell’iniziativa tel. 0461.230171, max 35 partecipanti. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; info@museodiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it. Teatro PILLOLE AMORE E FRENESIA Riva del Garda. Ore 20.45. Teatro della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro. Commedia di Arnaldo Boscolo - traduzione in dialetto trentino di Stefano Giacomini con la Filodrammatica “Bastia” di Preore. Per la rassegna “Ottobre a teatro” organizzata dalla Compagnia “I Sarcaioli” dell’Alto Garda. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL MALATO IMMAGINARIO Trento. Ore 20.45. Teatro Cuminetti. Commedia di Moliere -

trad. Daniela Dellagiacoma con la Filodrammatica “Romano Dellagiacoma” di Predazzo. Per Palcoscenico trentino, il concorso premio Mario Roat. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro A MÌ I OCI Bedollo. Ore 20.45. Teatro Nuovo. Commedia di Georges Feydeau con la Filodrammatica “El Lumac” di Piazze di Bedollo. Per la Rassegna Teatrale “Foie de Bedol” organizzata dal Comune di Bedollo in collaborazione con la Filo “Segosta ‘90” e la Filo “El Lumac” di Piazze di Bedollo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro REPARTO PATERNITÀ (UNA CORSA... IN CORSIA) Viarago. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di Ray Cooney - trad. di Maria Teresa Petruzzi con la Filodrammatica “S. Martino” di Fornace. Per la Rassegna Teatrale “Viarago a Teatro” organizzata dalla Filodrammatica di Viarago. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro EN VEDOF ALEGRO Sarche. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia di Moreno Burattini con la Filodrammatica “Toblino” di Sarche. Per la Rassegna Teatrale “Amici del Teatro” organizzata dalla Filodrammatica “Toblino” di Sarche. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro CRONACHE SESSUALI Vezzano Ore 20.45. Teatro Valle dei Laghi. Spettacolo con di e con Antonio Cornacchione. Info: Tel 0461.340158. Teatro ‘L SAGRESTAN DE DON ALBINO Cavedine. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Commedia di Luciano Zendron - tratto da un lavoro di Dino Belmondo con la Filodrammatica “Arca di Noè” di Mattarello. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

12 DOMENICA Cultura VISITA GUIDATA ALLA MOSTRA INFINITO PRESENTE. ELOGIO DELLA RELAZIONE Trento. Ore 16. La partecipazione all’iniziativa, riservata a singoli visitatori, non necessita di prenotazione ed è compresa nel biglietto d’ingresso. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; info@museodiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it.

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Cultura GIORNATA BANDIERE ARANCIONI Ledro. Info: Comune di Ledro Servizio Attività Produttive Tel. 0464.592756; www.comune. ledro.tn.it; www.bandierearancioni.it. Esposizione 8^ ESPOSIZIONE DI CAPRA PEZZATA MOCHENA E FIERA DEGLI ANIMALI Bedollo. Dalle ore 9. Centro Polifunzionale di Centrale. Manifestazione dedicata all’omonima e particolare razza caprina, con esposizione di oltre 150 capre. Durante tutta la durata della manifestazione sarà presente una fiera degli animali, un punto ristoro, un mercatino di prodotti tipici locali e i contadini potranno vendere i loro animali. Info: 349.3911803. Famiglia TROFEO PADRE E FIGLIO Predazzo. Gara a coppie a cronometro su strada, aperta a tutti gli appassionati di ciclismo, tesserati e non. Si. Il secondo trofeo “Padre e figlio Trentino” è organizzato dall’Unione ciclistica Valle di Cembra e dall’Azienda per il Turismo Val di Fiemme. La gara a coppie a cronometro parte alle 9.00 a Predazzo, presso il Centro sportivo per affrontare diversi tracciati nella campagna circostante. Per i bambini e i ragazzini inscritti alla Federazione Ciclismo è l’occasione di gareggiare con il loro papà. Info: www.visitfiemme.it. Opera lirica DON PASQUALE Trento. Ore 16. Teatro Sociale. È stata l’ultima opera comica di tradizione capace di resistere nel repertorio. Al brioso racconto delle disavventure dell’anziano scapolo “che s’ammoglia in tarda età”, dove la comicità abbonda, si accostano delicate note romantiche nella serenata del tenore Com’è gentil e nella cavatina del soprano So anch’io la virtù magica. Info:

Centro Servizi Culturali S. Chiara - n. verde 800.013952. Teatro PARIGI VAL BENE UNA VASCA Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. Commedia di Andrea Oldani - trad. in dial. trentino di Ernesto Paternoster con la Filodrammatica “La Sortiva” di Denno. Per Palcoscenico trentino, il concorso premio Mario Roat. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

13 LUNEDÌ Cultura CONFERENZA DI ELENA PONTIGGIA Trento. Ore 17.30. Museo Diocesano Tridentino. “Arte sacra nel ventesimo secolo: l’invenzione di nuove immagini”. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; info@museodiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it. Cultura CONFERENZA Trento. Ore 17. Centro culturale Rosmini, Via Dordi 8. “Lezioni di storia dell’arte 2014: L’Ottocento italiano” - prima parte. Un secolo di “grandi sconosciuti”. Conferenza tenuta dal Prof. Giorgio Perilli. Presenta la Prof.ssa Lia de Finis. Ingresso libero. Info: www.associazrosminitrento.it. Musica CRISTINA DONÀ IN CONCERTO Trento. Ore 21. Teatro Sanbapolis. Ingresso libero.

14 MARTEDÌ Cultura L’EUROPA CHE FU - STORIE DA TRENTO ALL’EUROPA Trento. Ore 17. Archivio di Stato Via Maestri del Lavoro, 4. Storie di emigrazione nel casellario politico fascista (1919-1925) a cura di Sara Decarli; “I legami con l’Europa

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trentinoappuntamenti

nella documentazione clesiana. Uno sguardo d’insieme. a cura di Franca Barbacovi. Info: www.archiviodistatotrento@beniculturali.it; as-tn@beniculturali. it; Tel. 0461.829008. Cultura RELIGION TODAY FILMFESTIVAL Arco. Ore 20.30. Auditorium Palazzo Panni. Il primo festival internazionale cinematografico sulle religioni, nato per diffondere la cultura della Pace. Info: Ingarda Trentino Tel. 0464.554444; info@ gardatrentino.it.

16 GIOVEDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Ore 18. Museo Diocesano Tridentino. “L’arte sacra, dalla tradizione alla contemporaneità. Due cortometraggi di Religion Today Film Festival”. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; info@museodiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it. Danza MEDEA Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Balletto in atto unico che unisce

danza di piglio neoclassico, teatro e letteratura, Medea prende le mosse dall’atto più tragico: il racconto della protagonista alle donne di Corinto del gesto estremo compiuto. Da lì, a ritroso, il coreografo ripercorre l’intera vicenda in una scenografia essenziale, composta da pochi oggetti dal forte valore simbolico. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara - n. verde 800.013952.

17 VENERDÌ Cultura ALIMENTAZIONE SANA E CONSAPEVOLE Sopramonte. Ore 20.30. Aula magna della Scuola Primaria Sandro Pertini” via di Vincia, 7. Conferenza con il Dott. Michele Pizzinini medico chirurgo specialista in scienze dell’alimentazione: “Perché si ingrassa? Mangiare meno o muoversi di più?”. Info: www. biodanzadharma.it. Cultura FESTIVAL DELLE PROFESSIONI Trento. P.zza Cesare Battisti a altre sedi cittadine. Il programma dettagliato della manifestazione è consultabile sul sito: www.festivadelleprofessioni.it.

DAVIDE ALLEGRI - ANDREA CASNA

L ’ARMATA

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Folklore 31^ CASTAGNADA BIANA Albiano. Tendone. Festa autunnale dedicata ad uno dei prodotti caratteristici della Valle di Cembra: il marrone di Albiano, coltivato da tempo immemorabile e impiegato con grande versatilità nella cucina locale. La manifestazione ricorda i tempi lontani in cui le donne di Albiano intrecciavano lunghe ghirlande, infilzando le castagne con l’ausilio di una cordicella e scendevano a Trento per venderle in occasioni particolari. Presso il teatro tenda riscaldato, in centro al paese, degustazioni e vendita di specialità gastronomiche a base di castagne e farina di castagne. Per tutte le tra giornate musica, ballo e animazione per grandi e piccini. Durante le tre giornate di festa funzionerà un grande spaccio con caldarroste, dolci di castagne, straboi, vin brulè e birra. Anche il 18 e 19 ottobre. Info: A.p.T. Tel. 0461.683110. Musica CONCERTO FILARMONICA Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Khatia Buniatishvili, pianoforte su musiche di M. Ravel e M. Mussorgsky. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; www. filarmonica-trento.it.

18 SABATO Cultura FESTIVAL DELLE PROFESSIONI Trento. P.zza Cesare Battisti a altre sedi cittadine. Il programma dettagliato della manifestazione è consultabile sul sito: www.festivadelleprofessioni.it. Esposizione EXPO DOMANI SPOSI LevicoTerme. Ore 10-19. PalaLevico Expo Valsugana. Nella splendida cornice del lago di Levico Terme una piccola fiera completamente diversa dal solito modo di presentare un prodotto per i futuri sposi. Sono previsti vari momenti di animazione e spettacoli, sfilate di abiti da sposa con tutti

gli accessori, abiti da cerimonia, per adulti e bambini. Info: www. palalevico.com. Musica «ORCHESTRA HAYDN» Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Arvo Volmer, direttore; Sabina von Walther, soprano; Annely Peebo, mezzosoprano; Dominik Wortig, tenore; Alejandro MarcoBuhrmester, baritono; Coro del Teatro Municipale di Piacenza; Corrado Casati, direttore del coro su musiche di Ludwig van Beethoven - Sinfonia n. 9 in re minore, op. 125. Info: www.haydn.it. Teatro LA LUPA Riva del Garda. Ore 20.45. Teatro della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro. Commedia di Giovanni Verga con la Compagnia “GAD - Città di Trento”. Per la rassegna “Ottobre a teatro” organizzata dalla Compagnia “I Sarcaioli” dell’Alto Garda. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NIENTE DA DICHIARARE? Trento. Ore 20.45. Teatro Cuminetti. Commedia di Adi C.M. Hennequin e P. Veber - trad. di Federico Magnano di San Lio con la Filodrammatica “Amicizia” di Romeno. Per Palcoscenico trentino, il concorso - premio Mario Roat. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

19 DOMENICA Cultura VISITA GUIDATA ALLA MOSTRA INFINITO PRESENTE. ELOGIO DELLA RELAZIONE Trento. Ore 16. La partecipazione all’iniziativa, riservata a singoli visitatori, non necessita di prenotazione ed è compresa nel biglietto d’ingresso. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; info@museodiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it.


trentinoappuntamenti

Esposizione EXPO DOMANI SPOSI LevicoTerme. Ore 10-19. PalaLevico Expo Valsugana. Nella splendida cornice del lago di Levico Terme una piccola fiera completamente diversa dal solito modo di presentare un prodotto per i futuri sposi. Sono previsti vari momenti di animazione e spettacoli, sfilate di abiti da sposa con tutti gli accessori, abiti da cerimonia, per adulti e bambini. Info: www. palalevico.com. Teatro CLASSE DI FERRO Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti. Commedia di Aldo Nicolaj con la Compagnia “Sipario Amico” di Merano. Per Palcoscenico trentino, il concorso - premio Mario Roat. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

20 LUNEDÌ Cultura CONFERENZA DI ANDREA DALL’ASTA Trento. Ore 17.30. Museo Diocesano Tridentino. “Sentinella, a che punto siamo della notte ... Quale arte sacra oggi?”. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; info@museodiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it. Cultura CONFERENZA Trento. Ore 17. Centro culturale Rosmini, Via Dordi 8. “Lezioni di storia dell’arte 2014: L’Ottocento italiano” - seconda parte. Un secolo di “grandi sconosciuti”. Conferenza tenuta dal Prof. Giorgio Perilli. Presenta la Prof.ssa Lia de Finis. Ingresso libero. Info: www. associazrosminitrento.it. Musica KHATIA BUNIATISHVILI IN CONCERTO Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Khatia Buniatishvili, pianoforte su musiche di M. Ravel - Gaspard de la Nuit. La Valse; M. Mussorgsky: Quadri da una Esposizione in Si bem. magg.. Info: www.filarmonica-trento.it.

22 MERCOLEDÌ Musica «ORCHESTRA HAYDN» Trento. Ore 20.30. Auditorium. Arvo Volmer, direttore; Sabina von Walther, soprano; Annely Peebo, mezzosoprano; Dominik Wortig, tenore; Alejandro Marco-Buhrmester, baritono; Coro del Teatro Municipale di Piacenza; Corrado Ca-

sati, direttore del coro su musiche di Ludwig van Beethoven Sinfonia n. 9 in re minore, op. 125. Info: www.haydn.it.

La soluzione per i Vostri rifiuti di cantiere!

23 GIOVEDÌ Musica FESTIVAL INTERNAZIONALE DELL’ARMONICA A BOCCA Trento. Ore 21. Sala Fondazione Caritro - via Calepina, 1. “Due strumenti da scoprire”. Info: Associazione Amici dell’Armonica a bocca Tel. 340.5026235; associazione@armonicaamica.it; www. armonicaamica.it.

24 VENERDÌ Cultura ALIMENTAZIONE SANA E CONSAPEVOLE Sopramonte. Ore 20.30. Aula magna della Scuola Primaria Sandro Pertini” via di Vincia, 7. Conferenza con il Dott. Michele Pizzinini medico chirurgo specialista in scienze dell’alimentazione: “Alimentazione quale causa e cura di malattia”. Info: www.biodanzadharma.it.

Curcu & Genovese Associati S.r.l. - Südtiroler Studio S.r.l. - riproduzione vietata

Cultura FESTIVAL DELLE PROFESSIONI Trento. P.zza Cesare Battisti a altre sedi cittadine. Il programma dettagliato della manifestazione è consultabile sul sito: www.festivadelleprofessioni.it.

Musica FRANCESCO RENGA IN CONCERTO Trento. Ore 21. Auditorium S. Chiara. Per acquisto biglietti: Redazione Trentinomese - Via Ghiaie, 15 - 38122 Trento. Tel. 0461.362122.

25 SABATO Cultura ALLA SCOPERTA DI TRIDENTUM. LA CITTÀ SOTTERRANEA Trento. Ore 15.30. S.A.S.S., lo Spazio Sotterraneo Archeologico del Sass, in piazza Cesare Battisti. È un itinerario archeologico nel centro di Trento che porterà alla scoperta dei principali siti archeologici dell’antica Tridentum romana, dal S.A.S.S. a Porta Veronensis e alla Basilica Paleocristiana. Partecipazione 4 euro, prenotazione obbligatoria entro le ore 12 del giorno dell’iniziativa tel. 0461.230171, max 35 partecipanti. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; info@museodiocesanotridentino. it; www.museodiocesanotridentino.it. Musica MENZELLA/MARIENTHAL QUARTET Pergine Valsugana. Ore 21. Teatro. Info: www.trentinojazz.com. Teatro PAROCO PER TRE DÌ Riva del Garda. Ore 20.45. Teatro della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro. Commedia di Fabrizio Dettamanti con la Filodrammatica “R.A.L.” di Rallo. Per la rassegna “Ottobre a teatro” organizzata dalla Compagnia “I Sarcaio-

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trentinoappuntamenti li” dell’Alto Garda. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NON TUTTI I LADRI VENGONO PER NUOCERE Bedollo. Ore 20.45. Teatro Nuovo. Commedia di Dario Fo con la Filodrammatica “El Grotel” di Condino. Per la Rassegna Teatrale “Foie de Bedol” organizzata dal Comune di Bedollo in collaborazione con la Filo “Segosta ‘90” e la Filo “El Lumac” di Piazze di Bedollo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PÙ BUSIE CHE POESIE Viarago. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di e con Loredana Cont con la Filodrammatica “I Dialettanti” di Rovereto. Per la Rassegna Teatrale “Viarago a Teatro” organizzata dalla Filodrammatica di Viarago. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro QUELLO... BUON ANIMA Sarche. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia di Ugo Palmerini cpn la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la Rassegna Teatrale “Amici del Teatro” organizzata dalla Filodrammatica “Toblino” di Sarche. Info: Co.F.As.

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Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

di Levico Terme, Tel. 0461.727700, info@visitvalsugana.it.

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Teatro Ragazzi TRE PORCELLINI Vezzano. Ore 16.30. Teatro Valle dei Laghi. Spettacolo tradizionale con la Compagnia Fondazione Aida. Info: Tel 0461.340158.

26 DOMENICA Cultura VISITA GUIDATA ALLA MOSTRA INFINITO PRESENTE. ELOGIO DELLA RELAZIONE Trento. Ore 16. La partecipazione all’iniziativa, riservata a singoli visitatori, non necessita di prenotazione ed è compresa nel biglietto d’ingresso. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; info@museodiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it. Tradizione 35^ FESTA DELLA CASTAGNA Roncegno Terme. Musica, balli, intrattenimento per bambini, bancarelli e specialità gastronomiche a base di castagne...e non solo! Info: Apt Valsugana - Ufficio

27 LUNEDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Ore 17. Centro culturale Rosmini, Via Dordi 8. “Lezioni di storia dell’arte 2014: Problematiche del secolo XX” - prima parte. I vari movimenti e gl’ignorati percorsi solitari. Conferenza tenuta dal Prof. Giorgio Perilli. Presenta la Prof.ssa Lia de Finis. Ingresso libero. Info: www.associazrosminitrento.it. Musica CONCERTO FILARMONICA Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica. L’Estravagante: Stefano Montanari, Elisa Citterio, violini; Francesco Galligioni, violoncello; Maurizio Salerno, clavicembalo su musiche di A. Corelli, A. Vivaldi, J.S. Bach, F.A. Bonporti. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; www. filarmonica-trento.it.

Musica L’ESTRAVAGANTE ENSEMBLE IN CONCERTO Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. L’Estravagante: Stefano Montanari, Elisa Citterio, violini; Francesco Galligioni, violoncello; Maurizio Salerno, clavicembalo su musiche di A. Corelli: Sonata n. 5 op. III in re min.; A. Vivaldi: Sonata n. 11 op. I in si min. per due violini e b.c; J. S. Bach: Sonata in Sol magg. BWV 1038 per due violini e b.c.; F.A. Bonporti: Sonata n. 6 op. I in Fa magg. per due violini, violoncello, organo. Sonata n. 8 op. I in la min. per due violini, violoncello, organo; A. Corelli: Sonata n. 10 in la min.; A. Vivaldi: Follia per due violini e b.c. op. I. Info: www.filarmonica-trento.it.

28 MARTEDÌ Cultura L’EUROPA CHE FU - STORIE DA TRENTO ALL’EUROPA Trento. Ore 17. Archivio di Stato Via Maestri del Lavoro, 4. “Mercanti trentini in Europa: i Salvadori durante l’età napoleonica”. a cura di Cinzia Lorandini - Università di Trento. “Krumer, ambulanti mocheni. Storie di commerci in terre lontane” a cura di Giordana Anesi - Istituto culturale mocheno. Info: www.archiviodistatotrento@ beniculturali.it; as-tn@beniculturali. it; Tel. 0461.829008.


trentinoappuntamenti Cultura INCONTRO INFORMATIVO SUL METODO MONTESSORI Trento. Ore 20.30. Via Calepina. 1 - Sala Fondazione Caritro. Si tratta di un incontro rivolto alle famiglie, ad educatori, docenti e, in generale, a quanti lavorano nei servizi educativi e scolastici, finalizzato alla presentazione dei corsi di specializzazione al Metodo Montessori, in partenza a Trento a gennaio 2015. Info: Melograno, Centro Informazione Maternità e Nascita Tel. 340.4861156; melograno.trento@gmail.com.

29 MERCOLEDÌ Musica «ORCHESTRA HAYDN» Trento. Ore 20.30. Auditorium. Arvo Volmer, direttore; Boris Brovtsyn, violino; su musiche di Max Reger - Eine Ballettsuite, op. 130; Dmitrij ostakovi - ìConcerto per violino e orchestra n. 2 in do diesis minore, op. 129; ìJean Sibelius - Sinfonia n. 5 in mi bemolle maggiore, op. 82. Info: www.haydn.it.

30 GIOVEDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Ore 17.30. Museo Diocesano Tridentino. “Arte e architettura nel contesto liturgico ecclesiale dopo il Concilio Vaticano II. Luci e ombre”. Incontro dibattito con don Giuliano Zanchi, don Tiziano Ghirelli, don Giulio Viviani. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; info@museodiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it. Danza ORIENTE OCCIDENTE Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Gala Silvia Azzoni & primi ballerini Hamburg Ballet. Per informazioni dettagliate visitate il sito www.orienteoccidente.it.

31 VENERDÌ Cultura I CODICI DEL VUOTO RICERCA INTERIORE E ARTE MARZIALE Trento. Ore 20.30-23.00. Via degli Olmi 26. L’associazione Via del Fuoco propone un evento gratuito dove sarà possibile sperimentare alcuni aspetti dell’insegnamento integrale racchiuso nei “Codici del Vuoto”, un Sistema di pratica intimamente legato all’Arte del Vivere e adattato alla mutata sensibilità della società contemporanea. Per informazioni e prenotazioni: laviadelfuoco@gmail.com oppure visitare il sito www.laviadelfuoco.it. Seppure non vincolante, è caldamente consigliata la prenotazione. Posti limitati.

Teatro ROBE DE L’ALTRO MONDO Trento. Ore 20.45. Teatro Cuminetti. Commedia di Roberto Giacomozzi con la Filodrammatica “Lucio Deflorian” di Tesero. Per Palcoscenico trentino, il concorso - premio Mario Roat. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BARBABLU Trento. Ore 21. Teatro Portland. Commedia di Roberta Spaventa con la Compagnia “Peo SpecificoTeatro”. Per la Rassegna teatrale “La bella stagione” organizzata da Portland. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

NOVEMBRE 3 LUNEDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Ore 17. Centro culturale Rosmini, Via Dordi 8. “Lezioni di storia dell’arte 2014: Problematiche del secolo XX” - seconda parte. Relazione fra la situazione artistica nazionale e quella trentina. Conferenza tenuta dal Prof. Giorgio Perilli. Presenta la Prof.ssa Lia de Finis. Ingresso libero. Info: www.associazrosminitrento.it.

4 MARTEDÌ Musica CONCERTO FILARMONICA Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Andrea Griminelli, flauto; Irene Veneziano, pianoforte su musiche di A. Dvorak, O. Messiaen, F. Schubert, F. Chopin, M. Ignelzi e C. Franck. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; www. filarmonica-trento.it. Musica ANDREA GRIMINELLI E IRENE VENEZIANO IN CONCERTO Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Andrea Griminelli, flauto. Irene Veneziano, pianoforte. A. Dvorak: Sonatina op. 100 in Sol magg.; O. Messiaen: Il merlo nero; F. Schubert: Variazioni su “Trockne Blumen” op. post. 160 D 802 in mi min.; F. Chopin: Scherzo n. 2 op. 31 in si bem. min.; M. Ignelzi: Sonata per flauto e pianoforte (Prima esecuzione assoluta su commissione della Società Filarmonica di Trento). C. Franck: Sonata in La magg. Info: www.filarmonica-trento.it.

5 MERCOLEDÌ Musica CLAUDIO BAGLIONI IN CONCERTO Trento. Ore 21. Palatrento. Per acquisto biglietti: Redazione Trentinomese - Via Ghiaie, 15 - 38122 Trento. Tel. 0461.362122.

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trentinomatrimoni PER I NOSTRI LETTORI, LE NOZZE DI LUCIA CON DAVIDE E DI MARRIT CON MATTEO

I MATRIMONI DEL MESE

Lei Nome: Lucia Anni: 37 Nata a: Cles Residente a: Sanzeno, loc. Casez Occupazione: Impiegata Parrucchiere: Salone Wilma - Fondo Vestito: M. Susat - Mezzocorona Estetista: Isabel Ometto

Lui Nome: Davide Anni: 50 Nato a: Cles Residente a: Sanzeno, loc. Casez Occupazione: Agricoltore Vestito: Fashion Gallery - Trento Barbiere: Salone Wilma - Fondo 102

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trentinomatrimoni Matrimonio: Civile Data: 7 giugno 2014 Luogo: Vigo di Ton, Castel Thun Invitati: 140 Ricevimento: Ristorante Da Pino - S. Michele All’Adige Fiori e Bouquet: Marini Sandra e Daniela - Cavareno Bomboniere: Duomo Center - Trento Torta: Pasticceria Francesco Rana Viaggio: Sri Lanka e Maldive Durata: 16 giorni Vivranno a: Sanzeno, loc. Casez Note: «Gli amici spettacolari che hanno reso il giorno del nostro matrimonio indimenticabile, con le loro sorprese, con i loro sorrisi, con le loro dediche, con i loro racconti e con il loro grande affetto!»

Servizio fotografico a cura di: Foto Flaim - Cles www.fotoflaim.it

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trentinomatrimoni

Matrimonio: Civile Data: 26 luglio 2014 Luogo: Villa de’ Mersi, Villazzano (Tn) Invitati: 126 Ricevimento: Palazzo Baroni a Prato, Segonzano Catering: Emozioni e Sapori, Baselga di Pinè Fiori e Bouquet: Toni dei Fiori - Villazzano Bomboniere: Fai da te Torta: Pasticceria Serraia - Baselga di Pinè Anelli: Gioielleria Obrelli - Lavis Viaggio: Curaçao, presso Livingstone Durata: 8 giorni Vivranno a: Baselga di Pinè Servizio fotografico a cura di: Lucio Tonina www.fototonina.com 104

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trentinomatrimoni

Lei Nome: Marrit Anni: 25 Nata a: Wjickel (Olanda) Residente a: Wjickel (Olanda) Occupazione: Atleta di pattinaggio velocità Parrucchiere: Salone Ida - Baselga di Pinè Truccatore: Ingrid, sorella della sposa Scarpe: www.etsy.com

Lui Nome: Matteo Anni: 29 Nato a: Trento Residente a: Baselga di Pinè Occupazione: Atleta G.d.F. di pattinaggio velocità Vestito: Baratto - Lavis Scarpe: Baratto - Lavis Barbiere: Salone Goccia - Baselga di Pinè

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trentinoscoop&news

BOLLICINE TRENTINE A MILANO

LEGGIMONTAGNA 2014, LA MONTAGNA NON SMETTE MAI DI STUPIRE PREMIO SPECIALE PER “TERRA IN MONTANIS” DI ALBERT CEOLAN

VOGUEFASHIONNIGHTOUT MILANO: 1177 ELEVEN SEVENTYSEVEN VESTE MASO MARTIS TRENTODOC

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ome nelle migliori favole, tutto accade in una notte: al VogueFashionNightOut di settembre a Milano, importanti personaggi della stampa e dello spettacolo hanno incontrato il Trentino e brindato con le bollicine Maso Martis TrentoDoc. Per l’occasione, Madame Martis e gli altri prodotti dell’azienda agricola biologica di Trento erano “vestite” dalla firma creativa e originale di 1177 eleven seventyseven, il nuovo brand lanciato da Calze Ileana. Gli autori della favola già prevedono un lieto fine: le personalizzazioni limited edition delle bollicine TrentoDoc e degli eccellenti vini del Trentino, in perfetto MasoMartis & 1177 style. Come da tradizione, l’evento organizzato da Vogue Italia ha aperto la settimana della moda a Milano. Un’intera notte dedicata al fashion e glamour, tra aperitivi, incontri e sfilate. Da CLAN, negozio di alta moda in Via Pontaccio, ha debuttato 1177, il nuovo brand lanciato da Calze Ileana per l’innovativa linea di calze distribuite in lattina. Al lancio dell’azienda di Alda e Luca Bondioli, erano presenti anche Roberta e Alessandro Stelzer, e Maso Martis ha avuto il piacere di “bagnare” l’evento con le proprie bollicine Trentodoc. Tutti i presenti erano incuriositi e divertiti dalla novità: le bottiglie Maso Martis vestite dalle celebri calze 1177 con i filati Dryarn prodotti dalla trentina Aquafil. Tra gli ospiti di Milano, Ana Laura Ribas e Giovanni Storti, del celeberrimo trio Aldo, Giovanni e Giacomo.

Giovanni Storti con Roberta e Alessandro Stelzer 106

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eggimontagna 2014, il concorso internazionale di Tolmezzo giunto alla sua 12a edizione e dedicato alle opere letterarie, ai video e alle scuole che si lasciano ispirare al mondo alpino, non ha tradito nemmeno stavolta le attese. Vincono Erminio Ferrari (narrativa), Riccardo Decarli e Fabrizio Torchio (saggistica), Albert Ceolan (premio speciale), Pier Paolo Giarolo e Alastair Charles (audiovisivi). La Casa Editrice Curcu & Genovese si è vista riconoscere un premio speciale della giuria al volume “Terra in montanis” di Albert Ceolan. Questa la motivazione: In questo caso la Giuria di LeggiMontagna per la categoria Saggistica ha deciso di attribuire un premio speciale a un libro che appartiene a quella categoria dei libri fotografici che troppo spesso non riescono a rifulgere per quello che valgono in quanto le loro immagini sono messe in secondo piano dalle parole e dai ragionamenti di altre opere. Ed è in questo senso che la giuria propone all’Asca di istituire in maniera continuativa una sezione dedicata, appunto, ai libri fotografici. L’opera di Ceolan conta su una grafica e una cura editoriale di alto livello in cui i temi naturalistici e antropici si combinano in perfetto equilibrio contando anche sulla capacità dell’autore di presentare aspetti sorprendentemente nuovi e poetici anche su temi abbondantemente inflazionati. Raramente le immagini hanno saputo valorizzare un territorio, una storia, una cultura come in questo volume.


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IL FERRARI PERLÉ CAMPIONE DEL MONDO “EUREKA”, LA RICERCA TRENTINA, SECONDO NOI

CON IL MILLESIMO 2007 IL TRENTODOC DEI LUNELLI CONQUISTA IL TITOLO DI MIGLIOR BOLLICINA, CHAMPAGNE ESCLUSA

LETTURE, DOCUMENTARI E ALTRO NELLA TRASMISSIONE “TAPIS ROULANT”

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a programmazione radiofonica della Struttura Programmi della Sede RAI di Trento, che prende il via dal primo ottobre, prevede: il martedì pomeriggio, alle 15, “Tesi di laurea. La movida delle idee”. Il programma, a cura di Stefano Uccia, è dedicato al mondo dell’università trentina. In ogni puntata un neo laureato racconterà la propria tesi e le difficoltà incontrate con lo scopo di dare agli ascoltatori un quadro completo delle diverse facoltà presenti sul territorio. Alle 15.15 va in onda “Racconti d’inverno”. Si tratta di 13 racconti scritti da Alessandro Tamburini e letti da Mario Cagol che accompagnano l’ascoltatore nel passaggio stagionale tra l’autunno e l’inverno. Il programma è curato da Giorgio Balducci. Segue ”La truffa è servita! Raggiri in cucina per tutti i gusti”: sceneggiato radiofonico, curato da Flavio Pedrotti avente per oggetto le truffe in cucina. Alle 15.45 si propone ”Eureka”, programma scritto e condotto da Elisabetta Curzel, curato da Flavio Flavio Pedrotti e Elisabetta Curzel Pedrotti, che cercherà di informare l’utente su alcuni degli studi attualmente in corso nel sistema della ricerca trentina. Il martedì si chiude, alle 16, con ”La volta che le bombe suonarono Bach”. Tredici racconti di Pino Loperfido, alcuni dei quali tratti dal libro “La guerra bambina” (Curcu & Genovese): episodi commoventi e crudeli vissuti con gli occhi innocenti dei bambini. Il programma è curato da Daniele Torresan. Il mercoledì, alle 15 “Rododentro” a cura di Flavio Pedrotti, dove Mario Cagol, autore e attore versatile, affronta i piccoli temi quotidiani ricavandone spunti di rara ilarità. Alle 15.30 “Trentino Alto Adige/Südtirol: una autonomia, molte culture”: programma in 14 puntate. Alle 15.45 si propone “Passaggi in Trentino”, un viaggio alla scoperta dei personaggi, dei luoghi, degli avvenimenti legati al Trentino. Una guida per conoscere il passato e comprendere meglio il nostro presente. Il programma, scritto e condotto da Francesca Mazzalai, è curato da Daniele Torresan. Alle 16 ”Accade a Trento”: quattordici incontri, a cura di Giorgio Balducci, che con la presenza di ospiti e

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ono firmate Ferrari le migliori bollicine al mondo, Champagne a parte. Il Trentodoc Ferrari Perlé 2007 è stato infatti incoronato “World Champion Sparkling Wine Outside of Champagne” nella prima edizione del “Champagne & Sparkling Wine World Championships”, concorso internazionale dedicato esclusivamente alle bollicine. Lanciata dall’inglese Tom Stevenson, un’autorità mondiale del settore, la competizione ha visto la partecipazione di 650 etichette di 16 paesi. Oltre a questo alloro, che lo consacra tra le migliori etichette del mondo, il Ferrari Perlé 2007 s’è imposto anche come prima bollicina italiana e primo Trentodoc. Il Ferrari Perlé, la cui prima annata risale al 1971, è stato il primo millesimato della casa e rappresenta, con la sua eleganza e armonia, la perfetta icona dello stile Ferrari. Chardonnay in purezza, nasce soltanto da uve coltivate, secondo principi di sostenibilità, nei vigneti di proprietà alle pendici dei monti del Trentino. “Questo risultato – commenta Matteo Lunelli, presidente delle Cantine Ferrari – ci riempie di orgoglio e testimonia una volta di più come il Trentino, grazie alla sua viticoltura di montagna, sia un territorio con una vocazione unica e straordinaria per creare bollicine di eccellenza.” organizzatori di iniziative “scandaglieranno” le principali occasioni culturali, sportive ed enogastronomiche, che Trento e il suo comprensorio offrono tra autunno e inverno. Il venerdì pomeriggio, a cura di Stefano Uccia “Attenti a noi due”, programma comico-satirico scritto e interpretato da Lucio Gardin e Loredana Cont. I “due”, in particolare, propongono gags e “siparietti” di tipica espressione trentina. Alle 15.30 va in onda “Vivimusica in Trentino. Un viaggio musicale nella voce degli artisti, degli organizzatori e del pubblico”. Il venerdì si chiude con “Enrosadira: i colori delle dolomiti” programma, curato da Giorgio Balducci, che si occupa di cultura, sport, ambiente alpino, turismo autunnale/invernale ed escursionismo. 107

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I PRESEPI PER QUESTA ESTATE CHE NON C’È MONDOMERLOT TORNA PER GLI APPASSIONATI

UNA MOSTRA “FUORI STAGIONE” DA AMMIRARE IN VALLE DI NON

DAL 24 AL 26 OTTOBRE LA RASSEGNA NATA AD ALDENO NEL 2000 PER VALORIZZARE UN VINO DA SEMPRE PROTAGONISTA DELLA VITICOLTURA DI QUESTA TERRA

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a mostra dei Merlot d’Italia (Teatro di Aldeno) nelle giornate di venerdì 24 (19.00-22.30), sabato 25 (1522.30) e domenica 26 ottobre (10.30-20.00) sarà preceduta dal 12° concorso nazionale Merlot d’Italia – riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole – che si svolgerà due settimane prima e che attraverso il giudizio di 36 commissari, scelti a livello nazionale sotto la guida del presidente delle commissioni Salvatore Maule (enologi, sommelier, giornalisti), proclamerà i migliori merlot italiani nelle varie categorie. In mostra si troveranno Merlot nazionali, top Merlot (vini fuoriclasse, alcuni difficilmente reperibili per le degustazioni a cominciare dal Masseto, vino-mito dell’enologia mondiale), internazionali e bordolesi trentini. Accanto alla mostra ogni anno una serie di eventi unici in palazzi di grande fascino che coinvolgono anche la città di Trento – venerdì pomeriggio a Palazzo Geremia – con la premiazione dei vincitori del concorso Merlot d’Italia e Rovereto – sabato mattina a Palazzo Piomarta – con un momento spettacolare dedicato quest’anno al confronto fra Merlot italiani e internazionali con Barbara Tamburini, Ruben Larentis e il coordinamento di Nereo Pederzolli. Ad Aldeno, da sempre cuore della manifestazione, altri prestigiosi eventi: sabato pomeriggio una degustazione guidata promossa da AIS Trentino su Merlot francesi e domenica pomeriggio una coordinata da ASPI Trentino su Calle e Orgno, Merlot dell’Az. Fasoli Gino. A queste vanno aggiunte le degustazioni organizzate in collaborazione con Trentino Sviluppo (Cantina Aldeno) che prevedono l’abbinamento fra merlot e prodotti tipici del Trentino. L’evento enogastronomico si svolgerà presso la sala ristorazione allestita presso la Cantina Aldeno dove negli anni sono stati protagonisti grandi chef (Claudio Melis, Alfio Ghezzi, Armin Mairhofer, Giorgio Nardelli, Andrea Voltolina ecc.). Qui sabato sera avrà luogo il Baccanale di MondoMerlot, serata dedicata all’enogastronomia e allo spettacolo mentre il pranzo della domenica (curato anche quest’anno da Sebastiano Cont, giovanissimo collaboratore dello chef stellato Alfio Ghezzi) sarà dedicato alla Cucina d’autore in abbinamento ai vini della locale cantina. Tutto questo (ma ci sono anche molti altri eventi collaterali quali la mostra di ricamo, tombolo e merletto, l’esposizione di pitture su porcellana, l’esposizione di lavori realizzati a maglia, taglio e cucito) è MondoMerlot; una prestigiosa vetrina nazionale di grande interesse per la qualità delle proposte progettuali offerte. Info: www.mondomerlot.it

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È

quasi il caso di dire che il paese di Ronzone ha indovinato la “stagione giusta...” per allestire nelle sale dei Musei una singolare rassegna come quella dei Presepi Artigianali. Nell’estate che non c’è, la mostra attira molti visitatori che hanno definito le opere esposte come “autentici capolavori” che suscitano emozioni e che non finiscono nel tempo, ma che si conservano nel cuore. Con questa iniziativa i Musei di Ronzone hanno individuato una vera e propria esca per “motivare” un flusso di visitatori entusiasti di tante bellezze, che piace a grandi e piccini. È un fascino segreto quello dell’arte di Elio Pellegrini di Meano di Trento che riesce a sorprendere con quei borghi antichi, i villaggi rurali, piccolo mondo che racchiude angoli e scorci ricchi di particolari curiosi come gli ambienti curati nei minimi particolari (vedi foto). Un altro artigiano che sa stupire è Claudio Biasiol di Cles, un artista che è prima di tutto ricco di amore per l’arte e poi di fantasia e di esperienza, per creare il Mistero della Natività inserendolo nei magnifici e suggestivi paesaggi con caratteristiche montane. La mostra rimarrà aperta fino al 20 ottobre. (c.r.)

Una immagine dell’edizione dello scorso anno di “MondoMerlot”


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FIORENZO DEGASPERI

PASSEGGIARE IN TRENTINO-ALTO ADIGE

35 semplici itinerari per grandi e piccoli PAGINE 208, FORMATO 21x21 CM. ISBN 978-88-6876-023-6 - EURO 16,90

Prefazione di Dino Pedrotti

Convinto sostenitore dell’idea che “senza fatica nulla si ottiene”, l’autore cerca di avvicinare i suoi figli ai saperi della natura attraverso attività, laboratori del fare, esperienze di vita montana come ad esempio mungere una mucca, fare il formaggio, dormire in rifugio. Questa raccolta di percorsi, sperimentati con la mia famiglia ed adatti a tutti, possa essere una guida pratica ed il più possibile esaustiva per organizzare delle gite in montagna, avvicinare o incuriosire il lettore all’escursionismo e trasmettere quelle stesse emozioni che ha provato l’autore durante queste camminate...

Dopo il grande successo di pubblico del libro-guida dedicato ad “Andar per malghe in Trentino”, l’autore ritorna ad occuparsi di escursionismo, indicando tempi e dislivelli delle mete proposte e volgendo una particolare attenzione alle passeggiate adatte anche a famiglie con bambini e passeggini. 35 itinerari scelti per la loro bellezza, la tranquillità, l’interesse storico-archeologico, il fiabesco, il naturalistico. 20 passeggiate in Trentino, 15 in Alto Adige, effettuabili quasi tutte nell’intero arco dell’anno, indipendentemente dalle stagioni...

BARBARA GOIO - UGO MERLO

TREKKING CON I BAMBINI FIORENZO DEGASPERI

ANDAR PER MALGHE IN TRENTINO

GR SUCCAENDE SSO

30 semplici itinerari per grandi e piccoli

28 itinerari per i più piccoli tra le montagne del Trentino

PAG. 168, FORMATO 14X20 CM. ISBN 88-89898-17-8 - EURO 15,00

BEST SEL TER LERS EDIZIOZA NE

PAGINE 176, FORMATO 21x21 CM. ISBN 978-88-96737-59-0 - EURO 15,00

Le malghe sono state costruite a metà strada tra la terra e il cielo. L’habitat risulta essere dolce, idilliaco, ameno. Per questo una gita ad una malga è sempre l’occasione per intraprendere un divertente viaggio nella natura, a contatto con gli animali, con una professione antica quanto l’uomo, con paesaggi attraenti e riposanti. I percorsi sono stati studiati e scelti, tra i tanti, affinché le famiglie possano trovare un equilibrio e un’armonia. I tempi e i dislivelli degli itinerari permettono gite tranquille e rilassanti, passo dopo passo, a stretto contatto con il mondo delle storie antiche.

La guida raccoglie una trentina di itinerari completamente immersi nella natura da percorrere a piedi tra le montagne del Trentino. Si tratta di gite di diversa durata, calibrate sulle esigenze dei più piccoli, ma che permettono anche agli adulti di apprezzare angoli e paesaggi decisamente entusiasmanti. Lo sforzo fisico non è mai eccessivo, ma è comunque adeguato, e richiede una certa dose di determinazione: il nemico numero uno dei bambini non è infatti la fatica, ma la noia. Il volume raccoglie inoltre brevi indicazioni utili per superare ogni momento di crisi, informazioni dettagliate sul tragitto, schede naturalistiche su piante e animali, curiosità storiche e geografiche.


trentinoscoop&news

NUOVA AREA SPORTIVA A MARTIGNANO I AM BAMBÙ APRE A TRENTO LO SHOWROOM

UN CAMPO PIÙ GRANDE E UNA PALAZZINA CON SERVIZI E SPAZI PER LA COMUNITÀ

L’IDEA NASCE DALLA CREATIVITÀ DI ANGELA MARIA MARCHETTI

È I AM BAMBÙ è un marchio specializzato in maglieria di lusso eco-sostenibile distribuito in negozi di qualità italiani e statunitensi. Giovedi 18 settembre ha aperto lo showroom a Trento in via Giovanni a Prato 4, (info: 0461.1581701 info@iambambu.com). L’idea nasce dalla creatività di Angela Maria Marchetti che si innamora della pianta e delle sue caratteristiche e potenzialità nel corso dei viaggi alla scoperta delle meravigliose isole Hawaii e ne fa un progetto imprenditoriale. L’elasticità e la flessibilità di questa pianta, che richiama nell’immaginario comune la dolcezza e l’armonia dei paesaggi orientali, si trasforma in un filato altrettanto morbido e setoso che dà vita agli indumenti disegnati da Angela Maria Marchetti. Si tratta di abbigliamento naturale che unisce due realtà lontane, ma straordinarie: le Hawaii e l’Italia e se uno più uno fa sempre tre, quando parliamo di passione e progetto, ecco un figlio del made in Italy di valore, che garantisce oltre alla bellezza anche la salute. Il marchio punta all’essenza delle cose: I AM (io sono) è pura consapevolezza dell’essere, BAMBÙ è la sua identificazione con una coscienza ecosostenibile e sociale. Il prodotto finale è, quindi, la materializzazione dell’idea di I am bambù, di un processo di consapevolezza nei confronti del futuro. Questo progetto vuole contaminare le menti per una maggiore sensibilizzazione al valore ambientale. La fibra di bambù è al 100% biodegradabile, ovviamente se smaltito correttamente. Il tessuto in bambù, correttamente lavorato, ha un’azione antibatterica, antifungica e antistatica anche dopo numerosi lavaggi. Le sue qualità naturali ne fanno il tessuto ideale per pelli sensibili, con tendenza ad allergie e/o dermatiti e per la pelle delicata dei bambini.

stata consegnata il 20 settembre alla comunità con una festa la nuova area sportiva di Martignano. L’apertura è fissata alle 17, ma già dal primissimo pomeriggio sarà possibile partecipare a tornei di calcio (categoria pulcini e “vecchie glorie”), esibizioni, musica e performance di strada. Dalle 8 della mattina, inoltre, undici giovani writers selezionati con il concorso StreetMartignano sono stati impegnati a decorare il muro che delimita l’accesso tra il campo e la palazzina sociale. La nuova area sportiva, progettata dai tecnici del Servizio Edilizia Pubblica e realizzata sull’area di quella già esistente, risponde alle nuove esigenze della comunità di Martignano. I lavori si sono conclusi a luglio di quest’anno e hanno richiesto un investimento complessivo di 2milioni e 885 mila euro. Sono stati completamente rifatti il campo sportivo e gli spogliatoi, e tutti gli spazi sono stati resi coerenti agli standard previsti dalle norme tecniche di settore. Il nuovo campo sportivo ha un fondo in erba sintetica di ultima generazione e dimensioni sensibilmente maggiori di quello precedente, con uno spazio di gioco di 100 x 60 metri, analogamente ai campi recentemente realizzati. L’impianto può, dunque, essere utilizzato fino alla categoria dilettanti. Completa la struttura, sul lato nord, la zona destinata al pubblico costituita dalla nuova tribuna con circa 100 posti. Sul lato sud, nello spazio tra il nuovo campo ed il centro tennis, è stata realizzata una struttura polivalente, al posto dei vecchi spogliatoi. L’edificio sociale si articola su tre piani e ospita oltre ai nuovi spogliatoi ed agli spazi ad uso sportivo al piano terra, una sala polifunzionale ad uso pubblico di 100 metri quadrati, uno spazio per le attività giovanili al piano interrato ed ampie sale per attività ed associazioni locali al primo piano. Il risultato dei lavori è una struttura perfettamente integrata con il vicino parco e il centro tennis nonché con l’asilo nido in via di realizzazione.

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trentinolibreria

IL LIBRO DEL MESE

ENRICO CROATTI VINCE A “AUTUNNO TRENTINO” SI È AGGIUDICATO IL TITOLO DI “CHEF IN STRADA” 2014

NEL LIBRO “L’ARMATA NAPOLEONICA DEI GRIGIONI IN TIROLO”, LE GESTA DEL GENERALE MACDONALD, DI COME LA SUA ARMATA HA ATTRAVERSATO VETTE INNEVATE PER INVADERE IL TIROLO MERIDIONALE. UN VIAGGIO – ANCHE GRAZIE ALLE MAPPE MILITARI – NEI PAESAGGI DEL TRENTINO DEL 1801

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iù il sipario per “Autunno Trentino”, il festival enogastronomico che ha saputo conquistare il pubblico con la sua formula tutta rinnovata e tesa alla valorizzazione dei prodotti di alta qualità della montagna. E questo è stato il tema anche di “Chef in Strada”, contest condotto dalla frizzante Francesca Negri che anche quest’anno ha visto una sfida “all’ultimo fornello” tra quattro interpreti di eccellenza della ristorazione regionale. Dopo la sfida di sabato tra Federico Parolari e Vinicio Tenni, è seguita quella di domenica tra Stefano Ghetta ed Enrico Croatti. Ed è stato proprio quest’ultimo, riminese di nascita ma trentino di adozione, a conquistare l’ambìto titolo di “Chef in Strada” 2014. A convincere la giuria, la sua ricetta “Ricordo di un Coniglio alla Paesana”, apprezzata soprattutto per la particolare tecnica utilizzata, in grado di coniugare sostanza, sapore e qualità. “Un concentrato di emozioni – ha dichiarato lo chef dopo la premiazione – anche perché, visto che non sono trentino, per me assume un valore ancora maggiore vincere qui. Sono felice perché il mio piatto è stato capito e premiato, perché è un piatto che viene dal cuore e perché è frutto di un lavoro di squadra, che gratifica anche i miei collaboratori”. A premiarlo con una prestigiosa pentola in rame firmata Navarini. Premio Navarini anche per gli altri tre partecipanti, che hanno ricevuto una grattugia creata su un modello antico. Francesco Antoniolli, Presidente Strada del Vino e dei Sapori del Trentino, gli ha fatto eco dicendosi “orgoglioso di questa edizione rinnovata, una sorta di ‘numero zero’ che ha dato una nuova impronta e immagine al festival e che continueremo ad integrare con nuove idee e proposte, per cercare di offrire al pubblico sempre qualcosa di inedito”. 112

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niziamo con una domanda: perché questa pubblicazione? Non è facile dare una risposta perché spiegare le motivazioni che portano gli storici ad intraprendere una ricerca non è cosa semplice, soprattutto se si tratta di un lavoro come questo. Nelle pagine il lettore apprenderà le gesta del generale Étienne Jacques Joseph Alexandre MacDonald, di come la sua armata ha attraversato vette innevate per invadere il Tirolo Meridionale e si calerà, grazie alle mappe militari, nei paesaggi del Trentino del 1801. Ritornando alla domanda iniziale, le risposte possono essere in sostanza due. In primis la casualità nell’aver trovato a Parigi la relazione scritta che accompagnava le mappe dell’Atlante militare del generale MacDonald conservate a Trento. Questo lavoro, quindi, non coincide con nessun centenario, bicentenario o anniversario da ricordare e commemorare, ma è il risultato finale di un mix fra casualità e curiosità. Il secondo motivo è legato al fatto che la storiografia locale, per quanto riguarda l’età napoleonica, ha sempre concentrato la gran parte della ricerca nello studio delle invasioni del 1796-97 e nella rivolta del 1809, mettendo in secondo piano la campagna del 1801 del


trentinolibreria Carla Ebli Disperso 1943: un’altra storia Nitida Immagine Storie di famiglia e di un’intera comunità si intrecciano nel ricordo di un disperso in Russia nel corso della seconda guerra mondiale. Una storia mai scritta, in cui il peso della parola “disperso” diventa leggero quando l’autrice decide di scrivere a questo zio mai conosciuto, cercando per lui una via per il ritorno a casa, riunendo labili tracce tra passato e presente. La storia di un uomo è anche la storia della piccola comunità alpina di Rumo, in Val di Non: storie talvolta dure, di gente semplice, povera ma dai forti sentimenti, coinvolta dalla guerra lontana e dalla lotta quotidiana per la sopravvivenza. Il tutto osservato e raccontato con intima partecipazione, da un punto di vista femminile profondo e talvolta sorprendente. Il libro, che ha goduto del sostegno della Fondazione Museo Storico del Trentino, porta la prefazione del suo direttore, Giuseppe Ferrandi.

Giusi Barbieri musicalfabeto Guida per l’insegnante Edizioni del Faro

A.C.S. - Canale 2014 Canale, Maso Puller, San Cristoforo ricordano i loro figli della guerra Publistampa

musicalfabeto presenta in modo graduale la lettura musicale con il do mobile, secondo il metodo Kodály. Il processo di apprendimento si sviluppa attraverso tredici filastrocche e ottantadue canzoni di cui sono fornite anche basi registrate di accompagnamento. La guida è strutturata in due parti. La prima parte presenta la metodologia didattica ed è ricca di esempi e suggerimenti operativi: le nozioni musicali di base sono raggruppate in una appendice, la proposta di programmazione triennale è strutturata in trentadue lezioni per anno, le tabelle di programmazione e l’indice analitico permettono di individuare velocemente gli esempi pratici dei contenuti. La seconda parte contiene l’analisi guidata dei singoli brani del corso, con partitura relativa alla base registrata, consigli pratici per l’insegnamento e proposte di esercizi di approfondimento.

Un libro come questo, dedicato a ritrovare, individuare e contare i mobilitati e i caduti della prima e della seconda guerra mondiale dei paesi di Canale, Maso Puller e San Cristoforo, ha richiesto una lunga ricerca. Alla fine del lavoro, come accade spesso, Lino Beber (autore di un lavoro condotto con amorevole cura) si è trovato tra le mani qualcosa di diverso da quello che pensava di trovare: aveva pensato «che non dovevano di certo essere numerosi coloro che avevano preso parte alle due guerre e che fortunatamente avevano fatto ritorno in patria; invece, con grande sorpresa, abbiamo raccolto diciotto nomi di reduci dal primo grande conflitto e ben cinquantuno che avevano partecipato a vario titolo alla seconda guerra mondiale». […] Una ricerca condotta su una piccola realtà come questa permette di riflettere su aspetti più generali della storia del nostro tempo.

generale MacDonald e l’ultima fase dell’epopea napoleonica caratterizzata dalla dominazione italica in terra trentina. Entrando maggiormente nello specifico, tale contributo apre una finestra su uno spaccato di storia locale: un passaggio importante caratterizzato dalla terza invasione napoleonica che portò, al termine dei trattati internazionali, alla soppressione dei principati vescovili di Trento e Bressanone e al loro accorpamento nella Contea del Tirolo. Elemento centrale di questo lavoro è la documentazione cartografica del territorio Trentino-Tirolese redatta dai cartografi franconapoleonici; documentazione che fornisce una descrizione paesaggistica dettagliata e inedita della Regione TrentinoAlto Adige. Il libro è stato organizzato in due sezioni ben distinte. Mentre nella prima sezione è stato dato ampio spazio alle fonti ed al punto di vista locale sulla campagna militare, attraverso le testimonianze provenienti dal Trentino (o Tirolo Meridionale), nella seconda parte è stato dato risalto alle fonti inedite ritrovate a Parigi ed alla cartografia contenuta nell’Atlas Macdonald, in modo da rappresentare il punto di vista dell’invasore, dell’esercito francese nei confronti del nostro territorio. Un libro per così dire «a due voci» per rendere conto della complessità e delle sfaccettature delle vicende politico-militari e sociali. Per la ricostruzione degli eventi bellici del 1800-1801 sono state quindi utilizzate, oltre alle fonti locali conservate presso l’archivio della Biblioteca Comunale di Trento e presso l’archivio del Museo Storico di Trento, fonti francesi

provenienti dall’archivio del Service Historique de l’Armée de Terre, il Servizio storico dell’esercito francese, un archivio militare con sede a Vincennes, alla periferia di Parigi. Grande spazio è stato dato alle carte geografiche, ed al loro commento. Sono opere meravigliose, uniche perché tutte realizzate a mano e straordinarie per la ricchezza del dettaglio e dei temi trattati. Ma il loro valore non termina solamente nel campo dei beni culturali, sebbene non sia certo una valenza secondaria. Queste carte possono portare alla scoperta di beni culturali, come le fortificazioni di periodo napoleonico del monte Brione o di Calliano, non ancora catalogate. Possono infine contribuire a risolvere antiche vertenze territoriali, quando riportano la presenza di un confine. Naturalmente bisogna considerare che nessuna carta geografica può rappresentare tutto, ed anzi bisogna tener presente che ogni realizzazione cartografica risponde a delle specifiche esigenze. Nel nostro caso si tratta dei bisogni militari, che richiedevano rappresentazioni comprensibili (specialmente nella resa di valli, dislivelli e rilievi) che tornassero utili per l’organizzazione di una campagna bellica.

Davide Allegri - Andrea Casna

l’Armata napoleonica dei Grigioni in Tirolo Curcu & Genovese (Euro 39,00)

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trentinoscoop&news

ASTERIA MULTIMEDIA VINCE IL PREMIO GOLD TORNA LA TRIENNALE INTERNAZIONALE DEL LEGNO

NELLA CATEGORIA MEDIO METRAGGIO, AL FIAMP 2014

PROMOSSA DALL’ASSOCIAZIONE ARTIGIANI, A TRENTO FIERE DAL 16 AL 19 OTTOBRE

T

orna ia Trento la Triennale Internazionale del Legno, manifestazione organizzata dall’Associazione Artigiani e Piccole Imprese della Provincia di Trento. L’evento si svolgerà a Trento Fiere dal 16 al 19 ottobre 2014 con orario 10-20. L’inaugurazione è prevista per il 16 ottobre. Il bosco in Trentino, che copre il 55% circa dell’intera superficie provinciale, è tra i testimoni più radicati del secolare rapporto tra le popolazioni montane ed i propri territori. Con il 4,5% della superficie nazionale, il Trentino produce il 30% del legname da lavoro italiano: è un dato importante che testimonia la consistenza del patrimonio forestale trentino, ma evoca anche una tradizione secolare di cura e tutela dell’ambiente boschivo, fortemente radicata nella storia delle comunità locali. Da questi presupposti è nata la Triennale Internazionale del Legno che, con il coinvolgimento della Provincia Autonoma di Trento, dell’Università degli studi di Trento, della CCIAA, del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, degli Ordini e Collegi professionali, dell’Associazione Giovani Architetti del Trentino, delle Scuole professionali del Legno e della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Trento, costituisce una tappa importante per evidenziare il ruolo fondamentale che la filiera foresta-legno-energia rappresenta per l’economia trentina. L’edizione 2014 della Triennale si caratterizza per il forte richiamo al design del mobile e per questo si è deciso di invitare, in qualità di ospite internazionale, la Svezia, da sempre paese all’avanguardia nell’utilizzo del legno nell’arredamento. Il tema della Triennale 2014 sarà l’INTRECCIO, inteso come miscellanea di stili, essenze legnose, funzionalità. Sul tema 20 architetti e designer trentini hanno progettato 20 oggetti

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A

steria Multimedia celebra i suoi 20 anni con un prestigioso riconoscimento: il premio internazionale FIAMP 2014, il Festival Internazionale dell’Audiovisivo e del Multimedia sul patrimonio organizzato dall’AVICOM, il Comitato internazionale per l’audiovisivo e le nuove tecnologie dell’immagine e del suono dell’ICOM (International Council Of Museum). La manifestazione valorizza la realizzazione e la diffusione di prodotti audiovisivi (film, video) e multimediali (CD-Rom, DVD-Rom, siti web, programmi interattivi) destinati ai musei. Con il filmato “Time Machine”, progettato e realizzato per l’allestimento del MUSE, il nuovo Museo delle Scienze di Trento, Asteria Multimedia ha vinto il premio Gold per la categoria medio metraggio. In 20 anni Asteria Multimedia ha progettato e realizzato 80 esposizioni in 20 città italiane. Tra i musei insigniti di importanti riconoscimenti: il MUSE (Museo delle Scienze di Trento) che ad aprile 2014, ha vinto il premio Luigi Micheletti - Fondazione Luigi Micheletti e European Museum Academy. Riconoscimento assegnato annualmente al migliore museo europeo che si è distinto per capacità di innovazione nell’ampio settore della storia contemporanea, dell’industria e della scienza.

che sono poi stati realizzati da 20 nostri artigiani. Novità di questa edizione sarà la varietà di oggetti prodotti che creerà grande interesse, anche dal punto di vista commerciale. Grandi novità anche per la formula utilizzata per la progettazione degli allestimenti che ha visto protagonisti 15 giovani architetti da tutta Italia che hanno progettato l’allestimento del piano “culturale” della Triennale. Il workshop, organizzato dall’Associazione Giovani Architetti del Trentino e sotto la guida di 3 docenti ed esperti esterni è durato 3 giorni (72 ore) e il risultato è stato davvero molto soddisfacente.


trentinolosapevateche?

Volti nella Storia

la frase

Per saperne di più:

“Perché non consentire alla gioventù di apprendere attraverso le voci di vecchi cimeli tutto un passato che è giusto vanto per la terra nostra?”

Archivi: Il fondo Bice Rizzi (1915-1981) è conservato presso il Museo storico in Trento (MST); segnatura AJ Bibliografia: in In ricordo di Bice Rizzi, in «Bollettino del Museo trentino del Risorgimento», Trento, a. XXXVIII (1989), nn.1-2. Paola Antolini, Vivere per la Patria, Fondazione Museo storico del Trentino, 2006.

BICE RIZZI (1894-1982) ETÀ

Nasce a San Bernardo di Rabbi, il 26 agosto 1894 e lì vive fino a quando il padre Candido non si sposta a Volano, nei primi anni del Novecento. I coniugi Rizzi con le tre figlie

ERNESTA BITTANTI

La vedova di Cesare Battisti per lei diventa quasi una madre. È sua discepola e ne condivide per tutta la vita gli ideali.

IL MUSEO

Dopo essere stata irredentista in una regione che ha sacrificato 10mila uomini per la gloria dell’Impero asburgico, è anti-autonomista in tempi di rivendicazioni autonomistiche, socialista in un Trentino compattamente democristiano, in strenua polemica con Alcide Degasperi, osannato dai trentini. © Fondazione Museo storico del Trentino

È tra le fondatrici del Museo trentino del Risorgimento che dirige fin dall’anno della sua istituzione, il 1923. La sua attività al Museo si protrae fino al 1964: quarant’anni di incessante azione volta ad incrementare gli archivi e la biblioteca.

CONTROCORRENTE

LA CONDANNA

Nel giugno 1915 il padre viene arrestato con l’accusa di spionaggio. Contemporaneamente viene emanato un mandato di cattura per Bice, accusata del medesimo reato. Dopo un processo che dura qualche mese, il 27 gennaio 1916 viene condannata a morte “per crimine di alto tradimento”.

IL CARCERE

La pena le viene commutata in dieci anni di carcere duro. Il 19 luglio 1916 lascia le carceri di Trento per Wiener Neudorf, sobborgo a 50 chilometri da Vienna: un durissimo carcere-convento in cui trova altre prigioniere politiche trentine. All’atto dell’amnistia del 2 luglio 1917, molte di queste vengono liberate. Inspiegabilmente, unica del gruppo, lei rimarrà in carcere fino al termine del conflitto.

Con Ernesta Bittanti Battisti

Con il Presidente Gronchi al Castello del Buonconsiglio

IL TRIBUNALE

RITO DELLA DOMENICA

Negli anni Trenta, il giorno di festa segue per lei uno schema ben preciso. Al mattino, si reca da Ernesta Battisti. Lì legge i giornali, discute di libri e di iniziative da prendere o da contrastare. A pranzo va dalla famiglia di Ezio Mosna, direttore del Trentino, membro del direttivo del Museo. Al pomeriggio, si trasferisce in casa di Giulio Benedetto Emert, intellettuale di stampo cattolico-liberale.

Negli anni Settanta, si batte invano per la conservazione del Tribunale ligneo ove si consumò il processo a Battisti e Filzi, al Castello del Buonconsiglio. La Soprintendenza decide che il valore degli affreschi di Dosso Dossi è superiore alla memoria dei due “martiri”. Bice ne rimarrà molto addolorata.

MORTE

Si spegne serenamente nella sua casa di Via Serafini, dove a volte le faceva compagnia sua sorella, il 27 aprile del 1982.

hanno scritto di lei “Bice Rizzi nasce alla Storia il 27 gennaio del 1916 come condannata a morte [...]. Ritengo sia importante partire da qui per iniziare a conoscere la sua persona: questo dato tragico costituisce l’imprinting, l’esperienza all’interno della quale Bice compie la sua parabola di maturazione di donna, cittadina, italiana. Una maturazione che dura tre lunghi e faticosi anni e ce la restituirà ben determinata a compiere scelte di vita non facili, pronta ad assumere su di sé, quasi segnata dal destino, un ruolo così insolito allora per una donna ma anche, lo possiamo dire col senno di poi, così indovinato per lei”. (Paola Antolini, “Vivere per la Patria”) 115

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trentinolavignetta trentinoscoop&news

Il Mondo di Kako / Dizionario della crisi

U COME “UNIONE EUROPEA” Pigs, maiali in inglese, è anche l’acronimo che indica i Paesi mediterranei accomunati da alto debito pubblico e bassa crescita: Portogallo, Italia, Grecia, Spagna. Nell’eurozona, i Pigs rappresentano una sorta di “bad area” contrapposta all’area virtuosa della Mitteleuropa e del Nord. Per ironia della sorte, a indossare la maglia nera dei Pigs è la Grecia, ossia il Paese dove è sorto il mito di Europa, la principessa fenicia rapita e amata da Zeus a cui il Vecchio Continente deve il suo nome. La fanciulla è celebrata dalla Bce con un ritratto riprodotto in formato lillipuziano sulla banda verticale argentata delle banconote della seconda serie, ma per ora solo sui tagli da 5 e 10 euro.

FLORA GRAIFF

C

artoonist e giornalista pubblicista, vive fra Merano e Trento. Dopo aver studiato restauro a Firenze e xilografia con Remo Wolf, crea Kako, impertinente bimbo protagonista di una strip seriale lanciata dalle riviste “Linus” e “Snoopy”e poi approdata nel web. Due iBooks di Kako da un anno stazionano nella top ten della

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classifica dei comics che si possono scaricare gratis su iTunes. Artista eclettica, ha al suo attivo anche radiodrammi scritti per la Rai e pastelli eseguiti per plaquettes di poesie inedite di Alda Merini, Ezra Pound, Salvatore Quasimodo e Marina Cvetaeva. Le sue ultime sfide professionali comprendono favole illustrate e biglietti d’auguri con protagonista Kako.


Trentino Service, dei fratelli Pezzi, ristruttura dal 1982. Perché costruttori non ci si improvvisa. Ristrutturazioni complete “chiavi in mano” Opere edili di ogni genere Impianti idraulici ed elettrici Pavimenti e rivestimenti in legno e piastrelle

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La vetrina dell’Alto Adige - 67a Edizione mer-dom: 9.30-18.30

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