TrentinoMese aprile 2017

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ANNO XXV N. 302

APRILE 2017 9 771724 550805

ISSN 1724-5508

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appuntamenti, incontri e attualità trentina

UNA DONNA NEL MOTORE A NOVE ANNI GABRIELLA PEDRONI È ANDATA CON PAPÀ A VEDERE UNA GARA DI KART: È STATO AMORE A PRIMA VISTA! ECCO A VOI, IL TRENTINO DI OGGI! 2017: COME STA LA NOSTRA PROVINCIA? E I SUOI ABITANTI? LAVORANO, STUDIANO, SI SPOSANO, VIAGGIANO... ABBIAMO RACCOLTO ALCUNI DATI ED ECCO UN INTERESSANTE RITRATTO...

SPECIALE ANIMALI QUATTRO PAGINE DEDICATE AI NOSTRI MIGLIORI AMICI

MANOLO UN CAFFÈ CON MAURIZIO ZANOLLA NELLA SUA CASA

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MAURO NERI E LE FIABE

TUTTO INIZIA QUANDO DA BAMBINO ASCOLTAVA I RACCONTI DELLA ZIA...

FILIPPO BAMBI, “QUINTO BEATLE” INSEGNA A PERGINE E SUI FAB FOUR HA GIRATO UN FILM

USTICA, TRENTINO

LA TRAGEDIA, DUE PERSONE COINVOLTE E IL TRENTINO


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RING di Tiziana Tomasini

a mali estremi UN’ESCLUSIVA TUTTA MASCHILE: LA CAOTICA NORMALITÀ DEI CALZINI CHE NON SI TROVANO MAI

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ivendo in casa con tre maschi in età quantomeno complessa, in fase di adolescenza – questo strano limbo in cui non si sa quando si entra e non si sa quando si esce, peggio di un girone dantesco – non è proprio possibile glissare su un argomento che in questo periodo fa parlare molto ed è di gran moda: le differenze di genere. Sì, perché se è giusto non avere pregiudizi e non ragionare con mentalità sessista, è altrettanto vero che esistono alcuni comportamenti che caratterizzano specificatamente e singolarmente l’universo maschile e quello femminile. Prendiamo i maschi, ad esempio. Avendoli sott’occhio per molto tempo, risaltano tutte quelle tipiche tipologie profondamente ancestrali, che resistono ad ogni programma educativo e pedagogico. Cominciamo dal fatto di gettare gli indumenti per terra... È una costante con tanto di preterintenzione, visto che è dalla prima infanzia che si ripete il concetto. Certo, portare i panni sporchi fino al bagno e magari inserirli nell’apposito contenitore, è un lavoraccio. E così i “Pollicini” seminano e lasciano tracce dietro di sé. Sparecchiare almeno le tazze della colazione? No, stanno bene lì sul tavolo fino a mezzogiorno, che male c’è? Non parliamo del cassetto delle posate. Sempre troppo lontano dal piatto e allora, con vocina dolce, nasce spontanea la richiesta: “Mi daresti un cucchiaio dato che sei lì?” Preciso, per correttezza, che nessuno in casa mia è invalido o diversamente abile, né tanto meno temporaneamente infortunato o poco atto a deambulare. Quindi perfettamente in grado di alzarsi autonomamente e dirigersi verso il soprannominato cassetto. “Ma hai male alle gambe?”, chiedo con risatina ironica. “No, ma visto che eri da quelle parti...” Ecco, è vero, sono io che sono là e non loro che sono lì. Logico. Ma l’aspetto più sconvolgente riguarda il non trovare mai nulla. Nonostante le cose siamo più o meno sempre nello stesso posto, loro – i maschi – non le trovano mai. “Dove sono i calzini?” “Hai provato a guardare in frigorifero?!” “Dai mamma, dico sul serio!” “Forse nel solito armadio dove da quando sei nato mettiamo i calzini? Forse eh, è solo un’ipotesi...” 8

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RING “Ah eccoli!” Penso che ogni tanto, se ne avessi il tempo, dovrei organizzare delle visite guidate nel mio appartamento. Indirizzate agli inquilini e finalizzate al ritrovo materiale. Come una vera guida, potrei illustrare dove conservo gli alimenti commestibili, dove posiziono gli indumenti di uno/l’altro/quell’altro, dov’è l’asciugacapelli e dove si trovano gli accappatoi. E per esagerare, potrei spingermi a spiegare che forse c’è qualcosa di steso ad asciugare, perchè non dare un’occhiata? E per finire con questo pseudo elenco delle particolarità dei giovani maschi, non posso non citare il sesto senso di interrompere un lavoro appena iniziato. Non passa volta in cui sto per sedermi alla scrivania e accendere il computer che arriva la voce: “Mamma ho fame!” “Mamma ho sete!” “Mamma che ore sono?” “Mamma mi accompagni..?” E naturalmente, se non rispondo o faccio finta di non aver sentito, insistono fino allo sfinimento. E allora stai per arrabbiarti e ti arrabbi, ma poi ti sciogli. Sì perchè arriva l’abbraccio, il sorriso, la promessa di portare su la spesa, la coccola inaspettata, il caffè caldo. E se loro potessero dire la loro? So già cosa direbbero dell’universo femminile, nella fattispecie io. Sono sempre nervosa e arrabbiata, soprattutto la sera (chissà come mai); continuo a piangere senza motivo; minaccio di staccare la luce se non la smettono di giocare con quei videogiochi e quei telefoni. Ma ci vogliamo bene. Quando ho avuto la febbre, un po’ di tempo fa, sono rimasta straordinariamente colpita dal loro atteggiamento premuroso. Mentre io ero a letto, il grande ha riordinato la cucina, il medio mi ha portato l’aspirina C ed il piccolo la pezza bagnata da mettere sulla fronte. Ebbene sì, mi sono commossa. La febbre però è durata un giorno solo. Poi siamo tornati in men che non si dica alla nostra caotica normalità dei calzini che non si trovano mai.


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RING di Denise Fasanelli

di Pino Loperfido

lost in glocal L’ARTE DEL “NON SI BUTTA VIA NIENTE”. QUELLA LOTTA FRA PASSATO E PRESENTE

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ono cresciuta fra la città e la campagna, con un nonno meccanico e una nonna che non gettava via nulla. Ho visto trasformare ceste in vasi, porte in tavoli, pezzi di automobili in giochi, legna in sgabelli, utensili e cenere. Ho mangiato polpette, canederli e pasticci fatti di avanzi del frigorifero senza finire in ospedale. Ho visto chilometri di fil di ferro assumere le forme più strane, scale divenire ornamenti, copertoni cambiare profilo e colore. Parlare di riciclo creativo sarebbe riduttivo. L’arte dell’arrangiarsi è subito riconoscibile in chi possiede quelle cantine, garage o piccoli angoli di case attrezzati a laboratorio. In quelle abitazioni dove si potrebbe passare le giornate a indovinare l’utilità passata di molti utensili, minuterie, cianfrusaglie, paccottiglie e rottami. Alcuni oggetti sembrano essere integrati perfettamente con ciò che li circonda, altri saltano agli occhi immediatamente, appaiono fuori luogo e, forse proprio per questo, perfettamente a loro agio. Nonna mi ha insegnato che le cose non smettono di essere utili quando diventano vecchie, proprio come le persone. Semplicemente si trasformano. Se gettiamo via qualcosa è perchè non siamo in grado di coglierne l’utilità, di guardare oltre, di plasmare ciò che ci circonda. Tutto può mutare struttura o funzione, oggetti di qualunque genere possono essere una risorsa. Ho visto vecchie chincaglierie cambiare destinazione d’uso più d’una volta nelle sue mani, adattandosi di continuo al suo volere. So quanta fatica costa alle persone come lei disfarsi di qualcosa, ammettere che no, non c’è più niente da fare, il paziente è già in decomposizione. “Lo butto via dopo” e, quel dopo, può significare anche decenni. La chiamano l’arte dell’arrangiarsi questa capacità di modellare le cose facendo tesoro di quel che si possiede. Eppure non credo sia una definizione che rende merito a quella che è sì un’arte ma un’arte che guarda oltre, dentro. Dentro a qualcosa che stava già lì, latente e, con la trasformazione, prende nuova forma. È l’arte del risuscitare, dando salvezza agli utensili e restituendoci un mondo meno usa e getta. Un misto fra lo scolpire, il riciclo e il “far mosina”, come si dice in casa nostra. Un’arte che sa di antico, di olio per officine, truccioli di legno e sudore. Tanto sudore. Un’arte sempre meno praticata e, proprio per questo, preziosissima. È l’arte di chi non ha, ma sa fare. L’eterna lotta tra l’essere ed il possedere, tra il vecchio e il nuovo. Tra il passato ed il futuro. Oppure, mi piace pensare, proprio la capacità di trasformare, e trasformarci, annullando questa distanza, questa eterna lotta.

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QUANDO IL PORTAFOGLIO DEI BENZINAI CI INSEGNAVA L’UMILTÀ

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on ci sono più i benzinai di una volta. Ve li ricordate? Quei signori pasciuti che si avvicinavano al finestrino e ci chiamavano “capo” e ogni volta ci facevano segno di andare un po’ più avanti oppure un pelino più indietro (chissà perché non ci fermavamo mai nel posto giusto...). Infilavano la pompa e mentre il carburante fluiva ci dedicavano le loro attenzioni, dandoci dentro con la spazzola insaponata sul parabrezza, fissandoci nelle palle degli occhi attraverso la trasparenza del vetro, facendoci sentire un po’ dei vermi per averli ridotti in schiavitù a quel modo. Se avanzava tempo, questi mitici signori ci ordinavano di aprire il cofano e davano un’occhiata al livello dell’olio dispensando sempre bonari sorrisi a tutti gli occupanti il veicolo. Al momento di pagare, poi, tiravano fuori lui: il portafoglio. Che non era un portafoglio umano, ma una specie di grossa pagnotta farcita al prosciutto da cui spuntavano fuori i faccioni di Michelangelo Buonarroti, Cristoforo Colombo, Leonardo da Vinci, sì insomma, tutte quelle banconote di cui la nostra famiglia ignorava l’esistenza e si potevano ammirare solo in quel contesto. Certo, porgere le nostre diecimila lire era umiliante al cospetto di tutte quelle celebrità, ci faceva sentire allegramente miserabili, ma allo stesso tempo ci faceva prendere coscienza della nostra condizione proletaria. Aveva insomma un che di educativo il portafoglio del benzinaio. Un vero e proprio monito sociale. I benzinai di oggi sono diversi. Intanto, sono diventati invisibili. Una volta entravi al distributore e lo vedevi in lontananza l’uomo della provvidenza, con la sua tuta blu, il cappellino, pronto ad accoglierti a braccia aperte. Oggi scendi dall’auto e sei costretto a guardarti attorno smarrito. Per prima cosa devi capire se il distributore è aperto o meno, perché attorno non c’è nessuno. Pompe nel deserto. Sarà un self service con il bancomat o con la cassa? Niente ci aiuta a capirlo. Ci affacciamo nei locali della cassa e intravvediamo una ragazzina che si guarda le unghie. Boh. Iniziamo il rifornimento, ammorbandoci le mani con quell’olezzo caratteristico e pensiamo che anche se ci laveremo le mani sette volte e le strofineremo con il bruschino stasera, a tavola, puzzeranno ancora di benzina. Finiamo il rifornimento e non ci piace lasciare un importo con la virgola, anche se già sappiamo che pagheremo con il bancomat. Non è elegante. Il benzinaio di una volta centrava sempre la cifra tonda con un tocco, come un gioco di prestigio. Sì, erano un po’ dei maghi i benzinai di una volta. Con quei portafogli, poi... 11

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RING di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi SANT’AGATA DI BESENELLO: COSA CI FANNO DUE MARIE SU QUELL’ALTARE?!

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er quasi quarant’anni i fedeli di Besenello sono entrati nella chiesa parrocchiale di Sant’Agata e, rivolgendo l’attenzione alla tardoquattrocentesca cappella Trapp – rivolta ad oriente, verso l’Eden ma anche in direzione del potente castello dell’omonima famiglia –, l’hanno trovata vuota. Il grande altare ligneo databile al XVI secolo, di chiara fattura rinascimentale e dalle inequivocabili forme tedesche, scolpito nel cirmolo da un valente artista che si firmava H T, non era più visibile e le donne non potevano più pregare Sant’Anna, la madre di Maria, colei che veniva invocata come protettrice delle donne incinte, che a lei si rivolgevano per ottenere da Dio tre grandi favori: un parto felice, un figlio sano e latte sufficiente per poterlo allevare. Da lei si recavano anche le lavandaie e le ricamatrici per chiedere qualche grazia. L’altare, per questioni di sicurezza, era stato trasferito nelle prestigiose sale del Castello del Buonconsiglio a Trento. Ovviamente la cappella rimase vuota e silenziosa e gli occhi dei fedeli si diressero altrove. Nonostante i restauri eseguiti alcuni anni fa, per l’altare ormai si era persa ogni speranza. Fortunatamente però c’è chi ha creduto fortemente che un altare, per quanto sia un’opera d’arte da salvaguardare, debba trovarsi lì, nel luogo dove era stato progettato, per cui era nato. Questa persona è il parroco di Besenello don Roberto Ghetta, che in tutti questi anni ha cercato il modo per risolvere il problema. Riuscendoci. Contattata la soprintendente alle Belle Arti, Laura Dal Prà, odierna direttrice del Buonconsiglio, si sono messi attorno ad un tavolo e la soluzione è stata trovata: un’operazione forse unica a livello europeo. Ovvero interpellando la scuola del legno dell’Istituto di Formazione Professionale “S. Pertini” di Trento, con sede a Villazzano, e coinvolgendo lo scultore Egidio Petri, si è deciso di creare una copia dell’altare. Ciò è stato possibile grazie ad un innovativo scanner a 3D e all’uso di un software specialistico e di un robot che ha ritagliato, sbozzando, nel legno di tiglio – lo stesso con il quale furono scolpiti gli originali – le sagome delle statue (ben 6) più quattro bassorilievi. Poi ci hanno pensato gli studenti del IV anno, diretti dal professor Roberto Pedrotti, a rifinire il tutto, coadiuvati in questo da Egidio Petri, che con scalpello e sgorbia ha ridato luce alle statue. Ebbene alcuni giorni fa, il giorno di Sant’Agata, festa della patrona di Besenello, la copia dell’altare ligneo è stata collocata al suo posto, con grande gratitudine dei fedeli del paese e non solo. Anche gli storici dell’arte si sono subito gettati sul manufatto che finalmente, nella sua giusta cornice, può oggi restituire il contesto in cui era 12

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RING nato. L’altare lascia però molti nodi da sciogliere su cui gli investigatori dell’arte potranno sbizzarrirsi. Ad esempio le tre statue nelle nicchie raffigurano tre donne: Maria, Anna e la catanese Sant’Agata. Ma quest’ultima, santa, vergine e martire, ha in mano un libro e noi sappiamo benissimo che il suo simbolo sono i due seni depositati su di un piatto, frutto del martirio quando venne fustigata e sottoposta al violento strappo delle mammelle, mediante tenaglie. Allora chi è la Santa di destra? E poi, dando per scontato che Maria sia quella collocata a sinistra, con il Bimbo in braccio che tiene una mela (o il mondo sferico, che però al tempo la chiesa pensava fosse ancora piatto, e già qui ci sarebbe da riflettere), quella al centro dovrebbe essere Sant’Anna la progenitrice. Ma, a parte il tipo di fazzoletto che le fascia il volto, sembrerebbe molto più giovane di Maria stessa. E poi anche lei tiene in mano un Bambino con la mela (mondo sferico). E noi sappiamo benissimo che Sant’Anna Metterza reggeva in braccio la Madonna, sua figlia Maria. O, stando alla cultura orientale-bizantina, quel Bambino altro non è che suo marito San Gioacchino, una rappresentazione iconografica comune nelle chiese francescane del sei-settecento. Ma qui siamo di fronte ad un’opera del Cinquecento. E poi tra la figura di un marito e quella di un bambino ne corre di acqua. Alla fin fine potrebbe essere un’altra Maria con il Bambino. Cosa ci fanno poi due Marie su di un altare è tutto da scoprire. Spetterà agli storici darci una risposta. Noi pensiamo che uno zampino ce lo possano mettere anche gli studenti dell’Istituto “Pertini” che hanno eseguito il lavoro. Per loro è già stata una grande esperienza formativa, unire il saper fare con il conoscere l’iconografia e la storia di questo altare. Un ulteriore tassello potrebbe essere quello di predisporre una sapiente ricerca sulle anomalie, stranezze, atipicità di questo altare ligneo, scoprendo che il passato era forse più vivace, intrigante e strano che non la realtà unidimensionale odierna. Quest’esperienza rimane comunque una bella tappa sulla strada dell’interdisciplinarietà, del portare la realtà nella scuola e la scuola nella realtà, trovando collaboratori validi anche fuori dai ruoli istituzionali, come lo scultore Egidio Petri ben insegna.


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Trentino e Alto Adige in degustazione a Palazzo Roccabruna Trento | 29 aprile 2017 | h. 14.00-21.00 Nella cornice rinascimentale di Palazzo Roccabruna quindici vignaioli trentini e quindici vignaioli altoatesini propongono in degustazione i propri vini, abbinati a prodotti del territorio, per un pomeriggio dedicato alla scoperta del rapporto fra uomo, montagna e vino. L’evento è promosso dal Consorzio Vignaioli del Trentino e dall’Associazione Vignaioli dell’Alto Adige in collaborazione con la Camera di Commercio di Trento e con la Camera di Commercio di Bolzano nell’ambito del Trento Filmfestival. EVENTI COLLATERALI Laboratorio enogastronomico | Venerdì 28 aprile, ore 18.00 I vignaioli del Trentino-Alto Adige si raccontano Il giornalista del quotidiano La Stampa, Paolo Massobrio, modera un incontro dedicato alla viticoltura di montagna con testimonianze e degustazioni enogastronomiche. A tavola con la cucina del Trentino-Alto Adige | Sabato 29 aprile, ore 19.00 – 22.00 Menù di territorio: Trentino e Alto Adige in degustazione Gli chef del Rifugio Roda di Vael (Vigo di Fassa - TN) e del Chemnitzer Hütte (Lappago - BZ) si cimentano in un gustoso menù a quattro mani dedicato al Trentino-Alto Adige ed abbinato ai vini in mostra. Per la partecipazione al laboratorio enogastronomico e alla cena telefonare in orario d’ufficio allo 0461 887101


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RING di Silvia Tarter

verde ostinato SIAMO TUTTI GIOCHERELLONI: PER CAMBIARE ABITUDINE A VOLTE BASTA UN GIOCO

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ualche settimana fa è riapparso il concorso “Trentino Pedala” (www.trentinopedala.tn.it) , un cicloconcorso organizzato da Provincia Autonoma di Trento, Ökoistitut Südtirol e Europaregion Euregio, esteso a tutto il territorio del Trentino, l’Alto – Adige e il Tirolo. Il concorso si rivolge ad aziende, enti, comuni, associazioni, scuole, gruppi, ma anche singoli cittadini a cui propone di percorrere almeno 100 km in bicicletta, a partire dal 15 marzo, data di inizio del progetto, fino al 15 settembre. Gli aspiranti ciclisti possono registare di volta in volta il numero di km percorsi sul sito del concorso, oppure tramite l’omonima applicazione per smartphone. Alla fine, a settembre, durante la Settimana Europea della Mobilità Sostenibile, verranno decretati i vincitori, suddivisi in diverse categorie. L’idea, lanciata per la prima volta l’anno scorso, ha avuto parecchio successo, riuscendo a riunire oltre 2201 partecipanti che hanno percorso 1 milione e 473.616 km sulle due ruote, evitando così di immettere nell’ambiente 267.373 kg di anidride carbonica, per un risparmio di 433.243 euro. Lo scopo del progetto naturalmente è quello di sensibilizzare i cittadini verso la scelta di una mobilità sostenibile per i propri spostamenti quotidiani, abituandosi ad utilizzare altri mezzi, come la bicicletta, non solo nei momenti di svago, ma in luogo della tradizionale automobile, anche per recarsi al lavoro. In questa seconda edizione, infatti, è stata introdotta anche l’iniziativa “in bici al lavoro”, per invogliare, attraverso un’estrazione di premi che avverrà a luglio, anche i lavoratori ad avvalersi sempre più delle due ruote con l’arrivo della bella stagione. Che la bicicletta faccia bene, all’ambiente, riducendo la quantità di emissioni, alla nostra salute e al nostro fisico, oltre che al nostro umore lo sappiamo tutti, non serve che ce lo dica nessuno. L’intelligenza di questa iniziativa però sta nel fatto di riuscire a sfruttare la capacità di coinvolgimento che hanno i giochi e le sfide, per incentivare le persone ad aderire. Questo meccanismo affatto banale si chiama gamification, dall’inglese game, gioco. Concetto che deriva infatti dal mondo dei videogame e sta a significare “ludicizzazione”; in pratica fa si che proponendo delle attività, anche noiose, attraverso modalità giocose i cittadini vengano incentivati ad agire, riuscendo così anche nella difficilissima impresa di modificare qualcuna delle loro abitudini. Al mondo esistono moltissimi

RING esempi che dimostrano come questo approccio funzioni più di quelli tradizionali per stimolare la motivazione. In America, ad esempio, un’organizzazione no profit qualche tempo fa ha ideato un gioco tramite una piattaforma web per sensibilizzare in merito al tema dell’impoverimento della classe media. Si trattava di una simulazione in cui il protagonista del gioco era costretto ad effettuare delle scelte potendo contare però su un budget molto ridotto che comportava una sua difficoltà e una certa riflessione per prendere una decisione. Grazie a questo processo di immedesimazione, alla fine l’organizzazione è riuscita a raccogliere molte più donazioni che ricorrendo alle comunicazioni tradizionali dove si invita semplicemente a donare, magari, come in alcuni casi, agendo sul senso di colpa, che finisce per risultare addirittura fastidioso talvolta. Oppure, altra idea interessante è quella di una nota casa automobilistica, che produce anche auto ibride e tramite un’applicazione per cellulare permette di monitorare in tempo reale quanto carburante si stia consumando, confrontandolo, e assegnando un punteggio, con quello consumato da altri automobilisti nella stessa città, comune, quartiere ecc. cosa che invoglia il guidatore, per spirito di competizione, a guidare in maniera più lenta, costante, attenta ai consumi e di conseguenza anche più sostenibile per l’ambiente. Insomma, ragazzini, ragazzi o adulti che siamo, la nostra attitudine per il gioco, e non c’è nulla di cui vergognarsi o da nascondere in questo, non si esaurisce con l’età, anzi. Il gioco stimola la creatività, la capacità di adattamento e la flessibilità del nostro cervello, oltre a farci star bene facendoci divertire, per questo è davvero essenziale. E utilizzarlo come strumento di marketing, anche a fini etici e sostenibili, può davvero essere una strategia vincente, anche per dar vita a nuove idee innovative e perché no, lavorative.

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RING di Stefano Margheri

caninamente IL CANE IN GIARDINO È LA SOLUZIONE IDEALE? ANCHE NO... E SPIEGHIAMO IL PERCHÉ!

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ersonalmente ho sempre “invidiato” i proprietari di cani muniti di adeguato giardino, soprattutto ora che i primi acciacchi cominciano ad emergere. Ma non per ciò che può sembrare logico per l’immaginario collettivo, ossia dedicare al mio amico cane un apposito spazio nel quale potrà rimanere nelle lunghe ore di attesa o, addirittura, anche durante la mia permanenza in casa. Il cane da solo in giardino è, infatti, un’idea contraria al suo stesso essere cane, un “predatore sociale” bisognoso di vivere la vita insieme ai componenti del “branco” di appartenenza. E quei componenti siamo proprio noi, intesi come tutti coloro che compongono la famiglia, si tratti di una sola persona o di un “gruppo sociale” allargato. Purtroppo, gli usi e costumi ancora in voga portano in sé il luogo comune secondo il quale vige l’assioma “No giardino, no cane”, presupponendo che la felicità del nostro amico consista nell’avere uno spazio elevato ove correre e giocare in solitaria. Ebbene, se ci fermassimo ad osservare un qualsiasi cane presente in una zona esterna alla casa, noteremo che le possibili azioni sarebbero due: dormire, se possibile vicino alla porta di accesso alla casa stessa, oppure abbaiare verso ogni possibile intruso. Eh già, altre soluzioni non potrebbero esserci, se pensiamo che per il cane attivarsi significa condividere i momenti con il “padrone”, si tratti di mura domestiche, di zone esterne o dell’universo mondo. Senza di noi, tutto cambia e gli stati emozionali più frequenti potranno andare dalla frustrazione alla tristezza. Verrebbe da dire che questa sua dipendenza da noi, dalle nostre scelte e dal nostro agire, derivi proprio dall’averlo reso cane, mediante i lunghi processi di selezione ed addomesticamento. Così l’abbiamo voluto e così è diventato, tanto da considerarsi le lunghe ore in solitaria come un vero e proprio “maltrattamento”. Si parla in gergo “tecnico” di “isolamento sociale”, condizione che sarebbe ascrivibile anche all’essere umano. Una sorta di “prigioniero” in un castello “dorato”, ove l’unica attività, a parte quella del sonno, sarà attendere il passaggio di un altro cane, o di una persona, per dire loro che lì, in quel posto specifico, c’è proprio lui e lui lo starà difendendo. Non essendoci nulla da fare, almeno l’abbaiare permetterà di scaricare il “disagio” addirittura affermando a se stesso di essere riuscito, mediante la 16

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voce, a mandare via chiunque fosse passato in zona. Poi, di nuovo un po’ di sonno, e nuovamente abbai verso chiunque apparisse all’orizzonte. Milioni di cani nel mondo vivono ancora questo tipo di vita e molti dei proprietari rimangono convinti di aver fatto il massimo per l’amato quattro zampe. Come gestire, quindi, il rapporto “cane-giardino”? In primo luogo sarà opportuno garantire le uscite quotidiane al di là dello spazio casalingo, consentendo al nostro amico di conoscere persone, luoghi e altri cani in ambiti diversi. Si tratti di città, campagna o sentieri boschivi, il tutto sarà compiuto insieme a noi, magari svolgendo alcuni esercizi divertenti, o addirittura vivendo l’esperienza di attività cinofilo sportive al solo scopo di appagarlo e di svagarci. Poi, una volta ritornati, gli insegneremo a rimanere in casa nei luoghi appropriati, coinvolgendolo nelle ordinarie dinamiche famigliari. Nei momenti della nostra inevitabile assenza, per lavoro o altre ragioni, lo abitueremo a stare all’interno, magari in “compagnia” di un osso o di un gioco. Se sarà stato sufficientemente appagato, ridurremo a zero le probabilità di abbai inappropriati, o di distruttività di oggetti a noi cari. Il giardino diventerà così un momento di ulteriore vita condivisa, quando tempo o condizioni atmosferiche non ci consentiranno di affacciarci al mondo esterno. In giardino potremo introdurre i primi esercizi di educazione, proporre nuovi giochi, lanciare la palla e così via. Pur con le dovute cautele, sarà anche possibile invitare qualche “amico a quattro zampe”, quasi si trattasse di puri momenti di svago e di divertimento. E in giardino ci potrà fare compagnia nelle usuali faccende di manutenzione, noi a “lavorare” e lui a seguirci con attenzione e curiosità. Ma quando tutto ciò sarà concluso, il ritorno tra le mura domestiche varrà anche per lui, divenendo così l’esterno una sorta di elemento aggiuntivo e non sostitutivo. Il giardino servirà, infine, quando le nostre condizioni di salute non consentiranno scampagnate in altri posti, magari per condurlo a fare i bisogni di rito. E a coloro che penseranno che il tenerlo al di fuori vorrà dire sicurezza, si potrà rispondere che il cane in casa diventerà uno “strumento” di protezione ancora più efficace; niente sarà, infatti, più deterrente di un abbaio al di qua della porta, divenendo la voce una sorta di avvertimento a desistere. Così facendo, otterremo la tutela sperata, senza che egli stesso possa rischiare di divenire “vittima” di chissà quale attacco fisico o, peggio ancora, di irrimediabili avvelenamenti. Il giardino, quindi, da vivere e godere in gruppo, senza isolamenti o catene! lamiaellie@gmail.com


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IL PUNTO DI RIFERIMENTO PER IL MONDO CASA – GIARDINO – LAVORO

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FRANZINELLI


trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI

il dialetto in-forma FORMIGHE FEMINISTE

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uesta volta parliamo di formiche”. “De formighe? Ma no g’hat gnent de meio?” “Ascolta e poi dimmi...” Le formiche sono degli imenotteri, insetti sociali che vivono in grandi colonie, formicai che ospitano anche due milioni di individui, eretti sopra il suolo con foglie e altri materiali, scavati nelle cavità del terreno e nelle fessure delle rocce… Sat che beghe da foch en de ‘sti mega-condomìni! Invece niente beghe: una vita tranquilla, perfettamente ordinata… Ma se ho lezù che le formighe le è sempre en guera en tra de lore! Non tra di loro, ma con le altre: ci sono qualcosa come seimila specie di formiche, tutte straniere tra di loro. Sai quante Iliadi? potremmo parlarne per anni! Per adesso ne dico qualcosa, facendo qualche esempio. Ci sono le formiche rosse (Formica rufa), frequenti anche nei nostri boschi dove costruiscono formicai a monticelli di aghi di conifere, detti “acervi.” Pur essendo prive di pungiglione, le formiche rosse combattenti possono sparare, anche a distanza, un micidiale veleno urticante, detto appunto acido formico. Per chi se lo becca sono cavoli acidi; ma all’uomo le formiche rosse si rendono utili, distruggendo un enorme numero di insetti dannosi.

E alora, ensemenidi, se ve senté su ‘n formigar, grateve e ringrazé! Esatto! Le formiche rosse, come altre specie, sono anche alate. O meglio sono alati i maschi, mentre le femmine lo sono solo all’inizio e, una volta fecondate perdono le ali e cominciano a deporre le uova. E i mas-ci? I maschi – dopo avere fatto felici nel volo nuziale le femmine, fecondandole, dopo cinque o sei settimane muoiono. Sono probabilmente le formiche femministe le più aggressive – allenate come sono a stroncare i maschi nel volo nuziale – quelle che penetrano in un’altra colonia, eliminando chi gli sbarra la strada, ammazzando la legittima regina per ridurre in schiavitù l’intero formicaio. Ma che romantiche ‘ste formighe feministe! Applicando questi metodi le formiche vivono sulla terra da almeno 150 milioni di anni (in confronto a loro noi siamo nati ieri…). Hanno quindi una spaventosa capacità di sopravvivenza e un’enorme potenza (osservatele quando stanno portando al formicaio un peso molte volte superiore a quello del loro corpo). Tra le migliaia di specie di formiche presenti anche da noi c’è la formica argentina (Frydormirmex humilis). La quale sarà anche humilis, ma distruggendo sostanze commestibili di ogni tipo e frequentando materiali in decomposizione può diffondere germi patogeni. Ci sono poi formiche yankee dette mietitrici, che raccolgono una grande quantità di semi, accumulandoli nei loro nidi. E formiche che producono miele, raccogliendolo nel loro addome per rifornire le loro compagne. Ma adèss basta co le formighe: le m’è vegnude a mi, ai brazzi!. Dime dell’0rs Formigraròl! “Non esiste!” “Ma come, non esiste! Se me’l ricordo mi da bocia, embalsamà, quando marinavo la scola e per passarme el temp nevo zo al Museo de Storia Natural, che adèss i lo ciama el Muse!” Era solo un orsetto morto da piccolo che si suppose si nutrisse solo di formiche… Por diàol, che menù… E invece come tutti gli orsi mangiava di tutto. Ma tu va’ tranquillo nei boschi. I tipi come te li sente dall’odore: sai che, se dovesse mangiarti, si intossica!” renzofrancescotti@libero.it

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trentinodadonnaadonna di LOREDANA CONT

PIÙ FURBO DELLE DONNE!

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ono dell’idea che la natura, la Grande Madre Natura, non fa niente a caso. Sono sicura che ogni cosa che succede in natura ha un senso, una finalità, un’utilità. Anche le cose più incomprensibili hanno una spiegazione. Tipo quando fai il barbecue, e il fumo invece che innalzarsi gioioso verso il cielo, esce da sotto, ti punta e ti rincorre. E tu ti sposti e lù el te vegn drio, ti nascondi e lui ti aspetta con pazienza per tornare ad avvolgerti, quasi a stringerti in un suo impalpabile abbraccio che ti lascia il suo aroma addosso e le lacrime agli occhi, e tu non capisci perché il fumo fa così! Potrebbe essere una forma di affetto nei tuoi confronti, potrebbe essere che il fumo si è innamorato di te! Una riproposizione della mitologia greca dove i

omeni i se ennamoreva de bestie, de fiori, de luganeghe, de nuvole e viceversa! Non è che perché non capiamo qualcosa quel qualcosa non abbia un senso! Io la penso così. E poi c’è il fatto inconfutabile che ad ogni azione corrisponde una conseguenza, più o meno prevedibile. Te ghe dai na sberla a to fiol può darsi che si metta a piangere, può darsi che ti risponda male, può darsi che ti arrivi in casa l’assistente sociale e allora te sei a posto! Le conseguenze bisogna prevederle anche quando sono imprevedibili, e bisogna sempre tenere presente che in natura ogni cosa, anche la più inanimata, ha un suo modo di comportarsi, anzi, di ragionare. Il latte, per esempio, è qualcosa di vivo, fatto di fermenti, di enzimi, di batteri e di tutta una serie di componenti che se li guardi al microscopio si muovono, si modificano, si rincorrono, prolificano. Ecco, non c’è dubbio che il comportamento del latte segua una sua logica: il latte è dispettoso. E vorìa dir che el latte el la gà en particolare co le donne che, a differenza degli uomini, le è anca bone de produrlo. Questa indole birbanta del latte si manifesta quando lo metti sul fuoco. Dicono che quello di adesso “a lunga conversazione” basti solo riscaldarlo, ma ci hanno insegnato fin da piccoli che il latte bisogna bollirlo sennò va a male, e siccome non è il caso di perdere le sane abitudini acquisite fin da piccoli, normalmente lo mettiamo sulla fiamma e el fen boìr. Sai che ci mette quei due tre minuti, e te ghe tendi che no ‘l vaga per sora. E lo guardi. È lì fermo. Dopo inizia a tremolare, ma appena un poco. Poi fa quella patina, quella specie di tela leggera, che la trema anca quela e ti lì a tenderghe da essere pronta a spegnere la fiamma appena inizia ad alzarsi. E lui ti guarda, tremola, ma non si alza. E ti te aspetti. E aspetta anche lui. El temp de girar l’ocio per veder che ora l’è e l’ha fat en salt, l’è nà fora dala pignata, l’ha smorzà la fiamma e l’ha fat na spuzza inconfondibile de lat brusà. N’altra volta!!! El latte el te frega anca entant che te ‘l vardi. Anca entant che te ghe tendi! El latte el te frega sempre. L’è una delle poche robe al mondo pù furbe delle donne…. Vogliatevi bene!!!

Loredana 21

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Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher, Gennj Springhetti Hanno collaborato a questo numero: Paolo Chiesa, Loredana Cont, Lara Deflorian, Stefania D’Elia, Fabio De Santi, Fiorenzo Degasperi, Denise Fasanelli, Renzo Francescotti, Daniele Magagnin, Stefano Margheri, Francesca Mazzalai, Maurizio Panizza, Silvia Tarter, Tiziana Tomasini, Daniele Valersi

SOMMARIO APRILE 2017 Ring

6 COMMENTI 16 IL DIALETTO INFORMA 19 DA DONNA A DONNA

Attualità

22 IL TRENTINO OGGI

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Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. TRENTO Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 studiotn@trentinomese.it Direzione pubblicità: Rosario Genovese BOLZANO Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 bazarbz@bazar.it Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Litotipografia Alcione Lavis (TN)

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MANOLO E LA FORZA DI GRAVITÀ

38 GABRIELLA PEDRONI 42 IN SAUNA IN MALGA 46 DÜRER IN TRENTINO

Progetto grafico: Fabio Monauni Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170

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USTICA, TRENTINO

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GIACOMO FESTI, NONSCRITTORE IL “QUINTO” BEATLE MAURO NERI DIEGO MAZZONELLI CON LE MANI NELLA TERRA SPECIALE BOLZANO SPECIALE ANIMALI

Panorama

78 EDUCA 86 EXPO VALSUGANA 90 “LO SOFFIA IL CIELO” 92 BIBLIOÈ 93 MANNARINO 94 DANZA A TRENTO 96 TRENTO FILMFESTIVAL 98 MUSICA CLASSICA 100 CARMEN CONSOLI 103 C’È ELIO A SETTENOVECENTO

Giorno per giorno

104 MOSTRE 108 APPUNTAMENTI DEL MESE

Scoop&news 116 120 122 123 127

I MATRIMONI DEL MESE PARLANDO DI DONNE... IL SIGILLO A FRANCESCOTTI ASSOCIAZIONE AMATORI ARTE CON L’FBK AL CERN

Rubriche

128 LIBRI E LIBRERIE 130 #TRENTINOMESE CONTEST info@trentinomese.it www.trentinomese.it

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trentinoattualità di Silvia Tarter

IL TRENTINO

OGGI

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ai che c’è? C’è che l’Istituto di Statistica della Provincia Autonoma di Trento ha da poco pubblicato l’ultima edizione di “Conoscere il Trentino”, il rapporto annuale di dati e statistiche sul territorio della nostra provincia, riferiti agli anni 2014 e 2015. Vi si trovano informazioni sull’utilizzo del suolo, sul numero dei suoi abitanti, la loro età e provenienza, ma anche in materia di scuola e università, economia e lavoro. Analisi che ci fanno capire come la nostra realtà sia cambiata e stia cambiando sensibilmente in questi anni. Da una parte la popolazione che invecchia, il numero di matrimoni e di nuovi nati che calano e l’aumento, anche da noi, dei disoccupati; d’altro canto però crescono anche alcuni settori economici, come il turismo e 24

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le nuove imprese fondate e gestite da giovani, donne e stranieri, le start-up e le industrie per la produzione di energia rinnovabile. Abbiamo raccolto un po’ di dati per cercare di ricostruire un’immagine del Trentino di oggi, un Trentino che guarda al futuro, barcamenandosi tra dinamiche sociali ed economiche sempre più globalizzate, fragili, e in rapida evoluzione. DOVE VIVIAMO? TANTI BOSCHI E POCHE CASE... Il Trentino gode della fama di essere una regione molto verde, caratterizzata da splendidi paesaggi montani e ricca di boschi e laghi. Ma è ancora così? Secondo le ultime statistiche elaborate dalla Provincia (Fonte: Conoscere il Trentino, ISPAT, Edzione 2016) non possiamo pro-

COME STA IL NOSTRO TRENTINO? E I SUOI ABITANTI? LAVORANO, STUDIANO, SI SPOSANO, VIAGGIANO... ABBIAMO RACCOLTO ALCUNI DATI PER FARE UN PICCOLO RITRATTO DELLA NOSTRA REGIONE

prio lamentarci. Infatti, oltre la metà della superficie del nostro territorio, il 53,4% è ricoperta di boschi. A questi si aggiungono tutte le aree protette, e quindi parchi naturali ed aree ad alta integrità naturale, che arrivano a toccare un buon 31,2%. Quasi il 10%, invece (9,8%), delle nostre risicate pianure e delle colline è riservato all’agricoltura. E le città? La

percentuale di aree urbanizzate è ancora molto bassa, ammonta solamente al 2% come si nota nel grafico, e gli abitanti vivono in 210 comuni. In fondo, questa non è affatto una sorpresa, vista l’orografia della nostra terra, prevalentemente montuosa, tanto che la maggior parte della sua superficie è distribuita al di sopra dei 1400 metri.


trentinoattualità I TERREMOTI? DAL 1980 SONO PIÙ FREQUENTI...

TIPOLOGIA ZONE TRENTINE

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imanendo in tema di ambiente e territorio, un dato da non sottovalutare è la frequenza, in questi ultimi anni, dei terremoti nel territorio provinciale, che dagli anni ’80 a oggi è letteralmente centuplicata. Nell’82 ad esempio si erano registrati 46 episodi, per una magnitudo massima (l’unità di misura dell’energia sprigionata dall’evento sismico) pari a 3,1. Nel 2015 gli episodi sono stati ben 499, con una magnitudo media pari a 0,9 e una massima che ha toccato invece i 4,1 gradi.

INQUINAMENTO D’accordo, abbiamo la fortuna di vivere in uno splendido paesaggio alpino, ancora poco invaso dalle costruzioni rispetto ad altre realtà. E certamente la nostra aria è più salubre se confrontata con quella di grandi metropoli come Milano e Roma, per restare in Italia, ma anche noi, comunque, dobbiamo prestare attenzione alla qualità di quel che respiriamo. Nel 2014, infatti, in alcune giornate abbiamo superato la soglia consentita per legge di polveri sottili presenti nell’aria, le cosiddette PM 10 (dall’inglese Particular Matter, ovvero materiale particulato, in cui rientrano polvere, fumo, microgocce di sostanze liquide). In testa, tra le aree monitorate, si piazza Borgo Valsugana con ben 11 giornate di sforamento nel corso dell’anno; seguono Trento Nord (8); Riva

del Garda (6); Trento centro e Rovereto a pari merito con 3 giornate extra limiti. Ad ogni modo, la buona notizia è che le giornate di superamento dei limiti sono scese sensibilmente da una decina d’anni a questa parte. Basti pensare che nel 2005 Trento Nord aveva “sgarrato” per ben 81 giorni e Borgo Valsugana per 67! (Fonte: PAT, APPA).

QUANTI SIAMO? DA DOVE VENIAMO? STIAMO INVECCHIANDO? In tutto, la nostra bella regione a forma di farfalla ospita 538.223 abitanti, oltre cento mila in più degli anni Settanta. E in questo mezzo milione di persone, le trentine superano i trentini: si contano infatti 274.953 signore contro a 263.270 maschietti. Lo stesso vale per il capoluogo, dove vivono 61.117 donne contro 56.200 uomini, per un totale quindi di 117.317 cittadini di Trento. Stiamo diventando però, sia uomini che donne, sempre più vecchi: l’età media della popolazione infatti è piuttosto alta ed in continua

I CENTRI PIÙ INQUINATI

crescita, pari a 43,4 anni (41,9 gli uomini, 44,8 le donne); negli anni Ottanta, appena tre decenni fa, arrivava in media ai 38. In fondo, l’invecchiamento della popolazione è cosa comune a molte società “avanzate”, dove il tasso di natalità, il rapporto tra numero di nati e popolazione residente media per 1000 abitanti in un anno, si abbassa, (il nostro attualmente è pari a 9 in media), e si alza invece l’indice di vecchiaia, ovvero il rapporto tra la popolazione con più di 65 anni e quella fino ai 14 anni (ogni 100 abitanti), oggi arrivato a un valore di 142 (85 negli anni ’80). Questo comporta, ovviamente, un crescente impiego di risorse a favore di misure assistenziali a sostegno delle persone anziane. L’età media alla morte, infatti, si aggira intorno agli 80 anni, 77 per gli uomini e 84,2 per le donne, quando nel 2000 arrivava rispettivamente a 73 anni e 80. Insomma calano i nati e la vita si allunga sempre di più. Ad ogni modo, fortunatamente negli ultimi trent’anni è progressivamente diminuito anche il tasso di mortalità infantile (numero di morti su 1000 nati vivi in 25

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trentinoattualità

un anno), passato da 10,1 ad appena 2,3. E gli stranieri quanti sono? Quanto incidono sulle nascite? Ad oggi rappresentano il 9% del totale, contando in tutto 48.466 residenti, che scelgono di vivere, come è comprensibile, soprattutto in Valle dell’Adige e Vallagarina dove si trovano le città principali, ma anche nella zona dell’Alto Garda. Nel 2000 erano invece pari a 14.380 abitanti, il 3%. Se qualcuno avesse l’impressione che la loro presenza sia continuamente in aumento dovrebbe però ricredersi: rispetto a due anni prima, stando ai dati del 2015, sono infatti calati di oltre 2000 unità (naturalmente anche per via dell’acquisizione della cittadinanza da parte di alcuni soggetti), nel 2013 infatti erano 50.833 persone. Anche il tasso di natalità delle famiglie straniere si è abbassato considerevolmente dal 26

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2000 ad oggi, passando da un valore di 24,2 del 2000 al 17,5 del 2015, ma continua ad essere più elevato del nostro, pari ad 8,1, per una media di natalità regionale che ammonta quindi a 9. Le nostre famiglie infatti, che sono in tutto 233.001, mediamente, sono sempre più piccole,con una media di 2,3 componenti per famiglia, mentre nel Novanta era di 2,6. Diminuiscono quindi le coppie con figli (35,2%), e aumentano quelle senza (24,1%), così come le persone che vivono sole, andando ad ingrossare le fila di quelle che sono definite, con un termine che pare quasi un ossimoro, famiglie monoparentali (35,3%). Si tende inoltre a sposarsi meno, meno in chiesa e sempre più tardi, anche perché spesso, specie fra le coppie giovani, si preferisce andare a convivere per un periodo di prova, o come

scelta definitiva per iniziare una vita familiare. I matrimoni religiosi celebrati nel 2015 sono stati appena 677, contro agli 886 civili, per un totale di 1563 unioni. Una decina di anni fa, nel ’95, i sì pronunciati davanti all’altare erano in tutto 2414, di cui 1818 in chiesa, e solamente 596 in presenza del sindaco. I novelli sposi oltretutto sono meno giovani: l’età media di uno sposo arriva infatti ai 35 anni e a 31,9 quella della sposa, dai rispettivi 30,3 e 27,2 della fine degli anni Novanta. Ritardando il matrimonio, anche se questa non è naturalmente l’unica causa, si innalza anche l’età in cui si concepiscono figli, che è salita dai 25-29 anni di età della madre nel 1990 ai 30-34 anni nel 2015. Se in generale calano i matrimoni sono invece in crescita quelli misti: nel 2015 sono 144 quelli dove la sposa è straniera e 62 quelli dove è lo sposo a non essere italiano; in 32 casi invece entrambi i coniugi sono stranieri. (Ispat) L’anno scorso, infine, si sono celebrati nella nostra regione

anche i primi matrimoni tra persone dello stesso sesso, alla luce della nuova legge sulle unioni civili approvata lo scorso maggio. PIÙ DISOCCUPATI, MA ANCHE PIÙ IMPRESE GIOVANILI, FEMMINILI E STRANIERE Nonostante il Trentino possa apparire un’isola felice, le dif-


trentinoattualità

ficoltà economiche non mancano anche da noi. Il rischio di povertà o esclusione sociale è infatti in lieve crescita, pari al 13,6% nel 2014, poco più dell’anno prima, così come il rischio di povertà, 10%, e

l’indice di intensità lavorativa molto bassa – quantificato sulla base delle persone che l’anno precedente hanno lavorato per meno del 20% del loro potenziale – che ha raggiunto il 6,8%, il doppio dell’anno precedente. In generale, comunque, tendiamo a risparmiare di più e a ridurre i consumi in determinate categorie, quali la casa e le utenze, la sanità e l’istruzione, dove la spesa è scesa leggermente, mentre siamo più spendaccioni sul fronte dell’alimentazione e il divertimento, con più uscite per cibi e bevande, ma anche per serate al ristorante, spettacoli e intrattenimenti vari. Arriviamo quindi al tasto dolente: il lavoro. Attualmente gli occupati in Trentino ammontano a 232.534 persone, e la forza lavoro, ovvero il numero che comprende sia occupati che persone in cerca di occupazione, raggiunge quota 249.516. Sono occupati più gli uomini delle donne, con un tasso di occupazione pari al 72,3%, contro il 59,8%, anche se negli anni, mentre il tasso degli occupati uomini

è rimasto pressoché invariato – anzi, è leggermente sceso – quello femminile è aumentato, passando dal 44,5% del ‘93 al 59,8% appunto del 2015. La percentuale di disoccupati rimane comunque più alta tra le donne, con il 7,4% contro il 6,6% dei “colleghi” maschi; il tasso di disoccupazione medio regionale è quindi del 6,9%, in leggero calo rispetto al 7,1% del 2014, ma più che raddoppiato dal 2000, quando toccava appena il 3,4% della forza lavoro. Attualmente in Trentino la stragrande maggioranza delle persone è occupata nel settore dei servizi, con una percentuale che supera il 70%, un restante 25,5 nell’industria

e solo il 4,2% nell’agricoltura, che a metà degli anni ’90 occupava da sola oltre il 40% dei lavoratori. Il numero di imprese attive nella nostra regione è diminuito progressivamente, passando da un totale di 48.557 del 2009 alle 46.911 del 2015. In alcuni settori però c’è stata una leggera crescita rispetto all’anno prima, ad esempio in ambito agricolo, in quello della fornitura energetica o nei servizi di alloggio e ristorazione. È interessante notare, in particolare, come siano aumentate le imprese giovanili, femminili e straniere registrate negli ultimi anni, grazie anche alle politiche intraprese dall’amministrazione

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trentinoattualità tra questi le più “acculturate” sono le donne, ben 5404 del totale!

NUMERO DI IMPRESE ATTIVE

provinciale, con incentivi volti a sostenere l’imprenditoria delle donne e dei giovani al di sotto dei 35 anni. Le nuove imprese giovanili sono attive soprattutto nel settore dell’agricoltura, delle costruzioni e del commercio, mentre quelle femminili sempre nell’agricoltura, nel commercio e nei servizi di ristorazione. Gli stranieri invece, sia comunitari che non, sono attivi soprattutto in attività di costruzione, commercio e ristorazione. Seguendo le tendenze a livello globale, anche da noi negli ultimi anni è poi cresciuto il numero di Start-up, ossia le imprese a carattere innovativo; nel 2015 se ne contano 39: 10 nel settore industriale e 29 nei servizi. SCUOLA E CULTURA: PIÙ ISCRITTI AL LICEO, MENO ALLE PROFESSIONALI Quali sono le scuole superiori più gettonate? In testa ci sono l’istituto tecnico, con 9140 iscritti; i licei scientifici, classici e linguistici con 7626 alunni nel complesso, in netta crescita dal 2000 ad oggi, mentre si nota un netto calo, da una 15ina di anni a questa parte, degli iscritti negli istituti professionali: appena 28

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839 alunni, contro i 1801 del 2000! Chissà, forse a dettare questa scelta la speranza di qualche chances in più per trovare un lavoro considerato maggiormente qualificato? Aumentano invece gli iscritti ai corsi provinciali di formazione professionale, per lo più nel settore dei servizi alla persona e turistico, – sempre ben frequentato industria e artigianato – per un totale ad oggi di 5652 iscritti. E all’Università? Vuoi per la crescente precarizzazione, titolo o non titolo gli iscritti ad una facoltà universitaria sono diminuiti progressivamente dopo il boom degli anni 2000: sono 12.891 nel 2014/2015, contro i 14.755 di 9 anni fa. Tra gli atenei prescelti troviamo al primo posto, nonostante la precarietà solitamente associata a queste facoltà, gli ambiti umanistici (lettere e filosofia, psicologia, sociologia) con 3446 iscritti in tutto, cui seguono ingegneria e architettura, con 2084 e, dopo un bello stacco, la “scienza grigia”, economia, e gli studi in ambito sanitario (rispettivamente 1556 e 1539 iscritti). E se calano le giovani matricole, sono in crescita gli studenti dai capelli imbiancati. Gli iscritti alle università della Terza età sono infatti 6451, e

SETTORI ECONOMICI AGRICOLTURA PIÙ BIO In Trentino come è noto, si coltivano soprattutto mele ed uva, la cui produzione è progressivamente aumentata negli ultimi dieci anni, seppur con qualche oscillazione. Nel 2015 abbiamo vendemmiato infatti 1.255.169 quintali di uva, (941.315 di bianca e 313.854 di nera) e raccolto 5.358.990 quintali di mele. Tra le altre colture sono piuttosto diffuse le fragole (45.000

quintali), le olive (15.187 q) e l’actinidia, ovvero i kiwi (16.250 q). In generale poi, qualunque tipo di coltura ha visto aumentare le superifici coltivate con metodo biologico, pari, nel 2015 a 8.093,29 ettari. Quanto all’allevamento, si allevano soprattutto bovini, anche se sono in calo rispetto a una decina di anni fa, mentre cresce l’allevamento di ovini, caprini ed equini. MENO ALBERGHI E PIÙ AGRITUR; IN CRESCITA GLI STRANIERI Nonostante il turismo sia aumentato molto negli ultimi

CRESCE L’INDUSTRIA DI ENERGIA PULITA

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l nostro territorio è caratterizzato da piccole e medie industrie, la maggior parte infatti con un solo addetto impiegato (59,9%) oppure con un numero che varia dai 2 ai 9 addetti (34,7%). Il settore industriale, che sta vivendo tuttora un periodo di crisi, ha visto aumentare negli anni soprattutto l’industria delle costruzioni, dove sebbene il numero di imprese sia in calo dal 2013, vanta ancora il maggior numero di addetti: 18.647 nel 2014. Si sono drasticamente ridotte invece, dal 2000, le industrie siderurgiche e di apparecchiature elettroniche, elettriche e di lavorazione minerali non metalliferi. È interessante poi la crescita del settore energetico, che dopo un sensibile calo di produzione negli anni ’90 e metà del 2000, nel 2014 ha moltiplicato la produzione energetica, sia per quanto riguarda l’idroelettrico, che il tradizionale termoelettrico, ma lentamente aumentano anche le energie alternative come il fotovoltaico. Stiamo diventando infatti sempre più “bravi” nella produzione di energia pulita: dal 2000 a questa parte sono raddoppiati gli impianti di energia idroelettrica da fonti naturali, 209, e dal 2010 a oggi, gli impianti per la produzione di fotovoltaico sono addirittura triplicati: ne contiamo oggi 14.183. Più timida la crescita di impianti eolici, 5, e di energia termoelettrica da biomasse, 25.


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trentinoattualità PRODUZIONE AGRICOLA IN QUINTALI RIFERITI AL 2015

anni, ad oggi in tutto il Trentino si contano meno alberghi che a metà degli anni ‘80: nel 2015 sono in tutto 1513, mentre trentanni fa erano 1843. Prendono sempre più piede infatti, anche da noi, nuove tipologie di strutture ricettive, come campeggi, agriturismi, rifugi, malghe, affittacamere, B&B o seconde case, che si accaparrano un numero sempre maggiore di turisti. Ad ogni modo ce n’è per tutti, mai come nel 2015 infatti abbiamo visto un nume-

con 1.498.461 tra quelli in albergo e in esercizi complementari. I turisti italiani sono cresciuti invece più lentamente, arrivando comunque nel 2015 a superare i 2 milioni di arrivi, che diventano quasi quattro se si contano quelli in alloggi privati e seconde case. Tra i turisti italiani che vengono a visitarci, i più affezionati sono nettamente i lombardi, ma anche emiliani, veneti e laziali amano passeggiare tra le nostre montagne. Fra gli stranieri invece, rimangono fedelmente saldi al primo po-

sto i tedeschi seguiti, con un bel salto, da polacchi, inglesi e cechi. E quali sono le mete preferite? Tra i luoghi più gettonati spiccano l’Alto Garda e la Val di Fassa, ma piacciono molto anche Val di Sole e Giudicarie (riferiti a numero presenze alloggiate in alberghi e esercizi complementari). Anche noi trentini, comunque, almeno una vacanzina all’anno la facciamo, anche se ne rimane una buona fetta, trasversale a tutte le età, che non se lo può permettere, pari a 68.245 persone. (Ispat 2013). ■

ALTRI FRUTTI

ro tanto elevato di arrivi nel nostro territorio: oltre 3 milioni in alberghi ed esercizi complementari (3.783.916) e più di 1 milione e 600 (1.670.236) tra alloggi privati e seconde case, per un totale di oltre 30 milioni di presenze (ovvero il numero di notti trascorse dagli ospiti). A queste cifre hanno contribuito in buona parte i turisti stranieri, la cui presenza è cresciuta vertiginosamente da fine anni ‘80 ad oggi, per arrivare, nel 2015 a superare il milione di arrivi,

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trentinoincontri di Pino Loperfido

UN CAFFÈ A CASA DI...

MAURIZIO ZANOLLA “MANOLO”: COME HO VINTO LA GRAVITÀ LA SUA CASA È IN PRIMIERO E L’HA COSTRUITA TUTTA CON LE SUE MANI. LE SUE MANI, APPUNTO, QUELLE CHE L’HANNO RESO FAMOSO, CHE TANTE VOLTE HANNO AVUTO IN PUGNO LA SUA VITA; QUELLE MANI CHE NE HANNO FATTO UNO DEGLI INVENTORI DELL’ARRAMPICATA MODERNA. MA È IL SUO PENSIERO QUELLO CHE FORSE OGGI, ALLA SOGLIA DEI SESSANT’ANNI, CI AFFASCINA DI PIÙ. LA SUA IDEA SULLE INTRICATE, MISTERIOSE E SCONVOLGENTI COSE DEL MONDO E DELLA VITA

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ntervistarlo è difficile. Non solo perché lui è molto restio all’esposizione mediatica. Sì, insomma, non ama stare sulle copertine e immolarsi al sacro altare del giornalismo. Anche perché poi questi “sacramenta” di imbrattacarte tendono sempre a parlare di sé piuttosto che del personaggi che hanno di fronte. Ma intervistare Maurizio Zanolla, in arte “Manolo” è difficile anche per ragioni di geolocalizzazione. Voglio dire: arrivare in Primiero è relativamente facile, il difficile poi è arrampicarsi su quel pendio al limitar del bosco, con i cilindri dell’auto “cittadina” che urlano di dolore. Senza contare che dobbiamo bussare a diverse porte prima di giungere alla sua. Ma la cordialità con cui ci accoglie ripaga – noi e la nostra auto – di ogni sforzo. La sua è la tipica casetta che in tanti sognano, quando nei momenti di stress prefigurano una definitiva quanto immaginifica fuga dal mondo civilizzato. Soffitti bassi, cimeli e ammenicoli in ogni dove, un calore che ti avvolge e ti mette a tuo agio. “L’ho costruita con le mia mani” dice Maurizio, puntandoci addosso come laser quei due occhioni chiari. È non è certo un modo di dire. L’ha costruita veramente lui, pezzo per pezzo, con le sue… mani. Eccole qua le altre protagoniste di questo ritratto, la mani di Manolo: una propaggine dell’uomo, dell’anima e del cuore. Non due semplici arti di utilità, ma due coprotagoniste di una vita intera. 32

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Davanti all’entrata di casa, tra sculture e attrezzi di lavoro

Stiamo parlando, di fatto, di uno degli inventori dell’arrampicata moderna. Di uno che nel 1978 ha aperto 28 vie in un mese. Di uno che a 54 anni suonati ha aperto una via di grado 9a e che a 59 anni ha ripetuto una via aperta nel 1981. Qui si parla di uno preciso, preparato, allenato. Uno degli unici quattro incidenti gravi li ha avuti in macchina. E non guidava lui. E poi uno così è bello sentirlo parlare a prescindere, anche di grandi temi, come la vita e la morte. C’è nelle sue parole un’umiltà a tratti sconcertante che però non fa altro che rafforzare la dignità delle sue parole. E poi, sai che c’è? Che quel suo timbro grave, quella parlata nervosa, cadenzata ricorda, per lo stupore, la purezza e la lucidità, quella di Pier Paolo Pasolini. Che gli assomiglia pure un po’ fisicamente.

GRANDI, IMPONENTI, MISTERIOSISSIME MONTAGNE Ci mettiamo a sedere, osservati di sottecchi dalla moglie, Cristina Zorzi, mentre con eleganza stira gli indumenti di famiglia. Tutti e due i coniugi Zanolla indossano un curioso berretto di lana d’ordinanza, quasi un marchio di riconoscimento. Ma cappelli a parte, la prima domanda ce la portiamo dentro sin dall’inziio del viaggio che ci avrebbe condotti fin lì: “Perché ti chiamano Manolo? O il Mago”. Maurizio allarga le braccia, come a dire “Cominciamo bene con questo…” e poi aggiunge di non dare alcuna importanza a quei soprannomi. Avrebbero potuto essere anche altri. “Forse qualcosa di peggio”, sorride. Una delle curiosità della sua biografia è che i suoi genitori con la montagna non c’entrano proprio nulla. “Mio papà Gio-

Libro sul comodino “No place to hide. Sotto controllo. Edward Snowden e la sorveglianza di massa” di Glenn Greenwald Musica prediletta? Leonard Cohen, ma anche Dylan Springsteen e Neil Young. Qual è il film preferito? Vado davvero poco al cinema... Il piatto preferito? Mi piace la pasta al dente con il pomodoro. Se non avesse fatto quello che ha fatto cosa avrebbe voluto fare? Non ne ho la più pallida idea. La cosa che le fa più paura? La paura di avere paura. Il suo sogno ricorrente? Nessuno.

vanni Zanolla (1928-1998) l’ho visto davvero poco, è emigrato subito prima in Svizzera, poi in Africa, Libia, a lavorare in questi enormi cantieri”. La mamma Gemma Sampieri (1934-2014) era anche lei di Feltre, città dove Maurizio fa le scuole superiori professionali. Appena preso il diploma di Maestro Birraio viene assunto al “Pedavena” di Feltre. Tuttavia dopo pochi mesi, il Nostro si rende conto che qualcosa non va. “Sì, diciamo pure che ne avevo piene le scatole. Non mi piaceva…” Così arrivano altri lavori, qua e là. Di stare chiuso in una frabbrica, lui proprio non ne vuole sapere. Arriva il servizio militare e lì intuisce qualcosa. “Avevo già cominciato a scalare, così inizio a pensare ad un mio possibile futuro in qualche ditta di disgaggi o roba del genere”. Ma facciamo dunque un passo indietro. “Ad un certo punto della mia vita, durante l’adolescenza, mi sono fatto una domanda… Avevo tutte queste montagne intorno a me, eppure nessuno mi aveva ancora parlato di loro. Tutti parevano ignorarle, i miei genitori in primis”. Una specie di complotto, come se parlare di montagne avesse potuto 33

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BOTTAeRISPOSTA

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trentinoincontri alterare in un certo senso ogni equilibrio familiare. “Pensa che mio nonno non mi ha mai nemmeno nominato il nome della montagna sulla quale nasceva il torrente che lambiva la nostra casa”. Mamma Gemma aveva 17 fratelli e nessuno aveva mai nominato una sola cima. Erano solo contorni inesistenti. Come poteva non incuriosire il ragazzo questo silenzio reticente? Questa mancanza? Ecco, proprio una mancanza era quella che Maurizio avvertiva, un anelito sconosciuto che lo spingeva con il pensiero oltre il limite dei prati, dove il mondo pareva finire. È nell’indole di ogni adolescente evadere da qualcosa, soprattutto se ti senti un po’ abbottonato in quei luoghi. Non hai un ambiente, una prospettiva “ti ritrovi in una piazza: la piazza in cui sono cresciuto nell’adolescenza è quella dove ho imparato molte cose… ad esempio pensare in termini collettivi con tutta la confusione e la rivoluzione di quegli anni. Fino a che ad un certo punto, dopo

l’ennesimo ritrovo al bar, capita che ti venga un dubbio: Ma sto buttando forse via la mia vita?” LA PRIMA VOLTA: LA PIETRA È FRAGILE E PERFETTA E fu così che quello che anni dopo diventerà uno dei più forti e innovativi scalatori di tutti i tempi imbocca il suo primo sentiero di montagna, sulle Vette Feltrine. Come è stata quella prima volta? “Affascinante. Perché a mano a mano che salivo ho visto che il territorio si deformava. Dall’alto tutto si confondeva, ogni punto di riferimento precedente era perduto. E poi le pietre…” Cioè? “All’inizio io le avevo viste con mio padre quando mi aveva portato in moto da parenti e mi era parso un caos… La seconda volta mi ha conquistato la perfezione di quelle pietre che però mi sono parse fragili. Fragili e perfette”. Il passo successivo è stato quelo di metterci le mani su quelle rocce. Come per caso e chissà perché, Maurizio incontra

uno, un certo Roberto, che stranamente non ha mai visto nei suoi giri in piazza. “Sai che c’è – gli fa quello una sera – domani si va a scalare”. “A scalare?!” Fatto sta che in due ore la scalata è bell’e conclusa e a Maurizio è parsa la cosa più semplice di questo mondo. “Non capivo perché loro facessero tanta fatica… A me pareva talmente elementare… Ho pensato, vedrai che nei dintorni ci saranno pareti molto più difficili di questa…” Maurizio capisce subito che scalare lo diverte, anche perché è come se lui quella roba lì l’avesse sempre fatta. Un talento naturale venuto dai meandri dell’inconscio, da misteriosi richiami ancestrali. da una dimensiome parallela. IL BUSINESS? MOLTO MEGLIO ARRAMPICARE La prima idea che viene da questa esperienza è quella di farne un lavoro di questa strana “abilità”. Così, assieme ad un socio, Maurizio mette su una ditta di disgaggi e comincia a girare l’Italia. Il lavoro è tanto e ricercato. In tre o quattro anni l’azienda cresce, diventa un consorzio e lì Maurizio si ferma. Il business fine a se stesso di certo non fa per lui. O quanto meno non è quello che cerca. Segue la strada della professione di guida alpina, comincia a fare da consulente per lo sviluppo di prodotti e attrezzature alpinistiche. Siamo nei primi anni Ottanta. Il turismo comincia ad affacciarsi in un modo nuovo. Sono anni poi in cui si sviluppa tantissimo la tecnologia dei materiali. “Le scarpe, la sostituzione dei chiodi… per l’arrampicata e per l’alpinismo in genere è stata una rivoluzione”. Teniamo conto che Maurizio entra in questo mondo senza averne alcuna nozione. “Per me Messner o Bonatti po-

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trentinoincontri Agli inizi della carriera

tevano essere due ciclisti…”, scherza. La cultura si fa sul campo, come si suol dire. Poi è arrivata quella unica fatale reclame della Sector... “Era stato Rolly Marchi a propormi. Ci ha messo un po’ a convincermi... All’inizio io non volevo”. “La cosa strana, che ancora oggi non riesco a capire è come un ragazzino di 16 anni si sia approciato alla montagna e prepotentemente abbia deciso di affrontarla in modo diverso. A me non interessava arrivare in cima a qualsiasi costo. Anche per questo ho rinunciato fin da subito ai chiodi…” LA PRIMA SFIDA DA SUPERARE? LA PAURA. A 16 ANNI UNO SI SENTE IMMORTALE Già, i chiodi. Eccolo il punto. Uno scalatore che fa a meno dei chiodi è un po’ come un equilibrista che cammina sul filo senza la rete di sicurezza. Un azzardo. O l’inseguimento di una perfezione, chi lo sa. “Ovviamente non avevo ancora una preparazione da poter andare ovunque… Ma liberarsi da questo retaggio alpinistico mi è parso un passo da fare”, ammette. E la paura? “Quella è stata la prima sfida da superare. Per quanto incosciente,

la paura l’avvertivo. Come l’ho avvertita molto nitidamente durante la prima scalata”. L’unico modo per non avere più paura è superarla. Esorcizzarla. Sebbene il limite tra coraggio e incoscienza sia, a quella età, davvero sottile; solo un budello che impedisce alle due sensazioni di coincidere, distruggendo la sensatezza di quello che si fa. “Certo dipende dall’età. A sedici anni uno non pensa certo a morire. Anzi. Si sente immortale”.

ARRAMPICARSI È UN GESTO CHE CI PORTIAMO DENTRO C’è qualcosa di primordiale nel gesto dell’arrampicata. E qualcosa di mistico, probabilmente. Pensiamo ai nostri progenitori pieni di peli che per sopravvivere dovevano arrivare lassù, dove si era rintanata la possibile preda. Ma pensiamo anche al bambino che si arrampica per varcare le arcigne sponde del lettino. Ma pensiamo anche al salire, all’elevazione fisica che si porta dietro – come in una cordata – quella metafisica. “L’arrampicarsi è qualcosa che ci appartiene come esseri umani. Qualcosa che forse serve allo sviluppo percettivo “Nel contatto con la roccia, la cosa che amo di più è la possibilità di trovarci un percorso. Non obbligato. Dove hai la fantasia e la creatività per andare avanti”. “È un po’ la metafora della vita?”, proponiamo. Maurizio precisa: “In una corsia in pista puoi correre all’interno di un corridoio tracciato. Su una parete tutto è aperto, la corsia devi disegnarla tu. E non è detto che sia possibile farlo… Poi, più vai avanti e più trovi stimolante l’addentrarti nell’impossibile”. Il rapporto con la Natura, con la Madre Terra, per uno come Maurizio Zanolla, in

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trentinoincontri arte Manolo, in arte Il Mago, è sempre stato importante. Fin dall’inizio. Un’importanza che però è cresciuta esponenzialmente col passare degli anni. “La Natura oramai mi appartiene perché ho trascorso una vita in Lei”. “LA NATURA? STIAMO ANDANDO IN UNA DIREZIONE SBAGLIATA” Donald Trump ha recentemente rigettato molte tesi ambientaliste sposate dalla precedente Amministrazione. Cosa ne pensi? “Sono pessimista. Mi rendo conto che ho due figli e dovrei cercare di non esserlo, ma… Della Natura non possiamo farne a meno e invece mi pare che stiamo andando in una direzione sbagliata”. E a livello locale? Non trovi eccessiva una certa promozione turistica che tende oramai a portare i turisti direttamente in vetta attraverso comode modernissime funivie o asfaltando strade di montagna fino all’uscio del rifugio. Maurizio non si scompone nemmeno un po’. “È tutta una questione di compromessi”, dice. “Io non ho una preparazione per pronunciarmi su questo, anche se mi rendo conto che ciò che dico può essere importante per qualcuno. Sono contrario, ovvio che lo sono. Come sono contrario ad esempio all’eccessiva chiodatura delle falesie e delle vie. Quando ho cominciato non avrei immaginato che si sarebbe arrivati alle pareti in plastica e alle Olimpiadi, con le competizioni…”. Chiediamo a Manolo se lui ci pensava a queste competizioni o se ha sempre pensato all’arrampicata come a una sfida solitaria. Ci risponde che prima di misurarsi con gli altri bisognerebbe imparare a farlo con se stessi. Questa

SECTOR: IN PRINCIPIO FU UNA RECLAME

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el 1990, Manolo entra a far parte del “No limit Sector Team”. Chi non ricorda una entusiasmante pubblicità di un climber che arrampicava in solitaria, con i suoi aderentissimi panta-collant bianchi, di moda degli anni 80, ed una lunga chioma di capelli: era Manolo che reclamizzava l’orologio della Sector. “Quella volta me la vidi brutta”, ci confessa. “L’elicottero era a secco di carburante ed io son rimasto non so quanto in cima al cocuzzolo. Senza notizie e in balia del maltempo...” Fatto sta che quella reclame gli dà improvvisamente una notorietà a livello mondiale.

è un’attività che ti mette davanti alla tua nudità. La montagna ti spoglia mentre sali. Sempre di più. E ti permette di guardarti in una dimensione da cui non puoi più fuggire. Pensiamo alle centinaia e centinaia di ragazzi che praticano l’arrampicata sportiva e chiediamo a Maurizio se si rende conto di essere stato lui a provocare quel movimento. Lui fa un’alzata di spalle e ci dice che se non fosse stato lui lo avrebbe fatto qualcun altro. Disar-

Alle “Invasioni Barbariche”, nel 2013 36

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mante. “La cosa bella – aggiunge – è che tanti ragazzi possono sperimentare qualcosa di diverso rispetto alla vita alienante che spesso si fa in città”. O davanti ad uno smartphone… QUELLA VOLTA IN TV, DALLA BIGNARDI: DUE MONDI DIVERSI A CONFRONTO Già gli smartphone. Oggi si pensa di godere di una libertà che in realtà non c’è. Sono due mondi diversi. Ed è a questo punto dell’intervista che ci torna alla mente la puntata delle “Invasioni barbariche” in cui un disorientato Manolo entra nello studio milanese e si sottopone alla raffica di domande di Daria Bignardi. Solo che domande e risposte spesso non sono coerenti. “Mi hanno chiesto di tornare, ma ho detto di no… Quello mio e quello della trasmissione erano mondi troppo diversi”. Forse chi non vive certe cose non le può comprendere. “Diventa anche difficile spiegarle… vedi, di fronte a certe situazioni la cosa migliore sarebbe: Vi dico quello che volete sentirvi dire e finiamola lì. A volte mi rendo conto di essere vagamente controccorrente”. Ti viene mai il timore che qualcuno voglia farti passare un po’ da clown a


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fini mediatici? La risposta è perentoria: “Credo sia una sacrosanto diritto di tutti pensare ad uno scalatore come ad uno scemo, ma potrebbe benissimo anche essere il contrario; forse sono solo punti di vista. Di sicuro scalare le montagne almeno non fa male agli altri”. Sai che c’è? Che questo e altri concetti espressi da Maurizio contengono un non so che di rivoluzionario. Ma rivoluzione è una parola che lo spaventa un po’. “Più che altro sono concetti anacronistici, se pensiamo che vengono espressi in questo presente che assomiglia tanto a una diligenza impazzita, con i cavalli che

corrono a perdifiato e nessuno sul predellino. Sono andati via tutti. Il posto di comando è vuoto. È questa la cosa pazzesca”. “IO UN SOPRAVVISSUTO? SÌ, CI VUOLE TANTA, TANTA FORTUNA. E PREPARAZIONE” È lunga la storia di Manolo. E sono tanti i compagni di cordata che non ce l’hanno fatta e oggi non possono essere qui a raccontare la loro storia, così come sta facendo lui. Gli domandiamo se si sente un po’ un sopravvissuto. “Assolutamente sì. Tutta questione di fortuna.

Bisogna essere fortunati. Mi sentirei un arrogante se fossi convinto di essere uscito da certe situazioni semplicemente perché ero preparato o bravo. Perché non potrò mai sapere quanto sottile è stato quel filo che mi ha tenuto su. Sarebbe bastato un attimo, forse, e io non lo saprò mai”. Ma la Natura può tradire? “No, lei non tradisce mai. Bisogna solo avere la consapevolezza che entrando in quei luoghi devi accettare un certo Destino. Se qualcuno cade e muore non può c’entrare la Natura. Evito sempre quelle stupide tavole rotonde che si fanno subito dopo qualche incidente in montagna, trovo irrispettoso il fatto di non accettare che uno abbia la libertà di muoversi in quell’ambiente. Oggi siamo arrivati al punto che se non mi porto dietro il telefono sono una specie di coglione. Ma lasciatemi libero! L’ho scelto io di andare senza telefono, di mia spontanea volontà. Non penso che inciderò più di tanto sul Servizio Sanitario… Sicuramente meno di tutti gli incidenti di sci…” una risata prova ad allentare la tensione che l’argomento sta provocando. Una cosa è certa: bisogna essere preparati. Oggi purtroppo sono in troppi quelli che passano qualche ora davanti ad un computer e si sentono pronti per affrontare qualsiasi impresa. Magari senza guardare nemmeno il Meteo. La tecnologia ti dà un sacco di false si37

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trentinoincontri curezze, se non la sai gestire bene... “Ricordiamoci che in montagna basta mettere il piede in un modo sbagliato sul sentiero per far sì che quella diventi l’ultima cosa che fai in vita tua…” Diamo un’occhiata ai nomi delle vie aperte da Manolo. Definirli originali è troppo poco. Può essere un libro (“Il Mattino dei Maghi”), può essere un inno alla diversità (“Rudolf Nurejev”). Ma quando concepisci il nome da dare alla via? “Potrebbe essere in ogni momento, durante, prima… O poco dopo averla completata”. “L’UNICA COSA NON GARANTITA? IL RITORNO…” Qual è il tuo rapporto con la forza di gravità? “L’avverti subito. È implacabile, purtroppo. L’arrampicata a differenza di altre discipline si caratterizza per questo, per questa inesorabile attrazione verso il basso. Una forza da contrastare durante tutta la salita, ti senti calamitato. Ma questo è anche il bello dell’arrampicata”. La prima cosa arrivato in cima? “In alcune situazioni, dovevo concentrarmi sul ritorno… In montagna essere in cima non significa essere già a casa”. E mentre sali cosa pensi? “Intanto bisogna raggiungere una situazione ottimale per partire. Devi rilassarti, ma non troppo. Trovare una fluidità, una quiete mentale. Non è facile e non è per tutti. La montagna è aperta a tutti, ma non è per tutti. La mente può permetterti di arrivare, ma può anche paralizzarti”. Sul biglietto con cui l’esploratore Ernest Henry Shackleton cercava marinai per tornare in Antartide c’era scritto: “L’unica cosa non garantita è il ritorno…” Nell’animo umano c’è una spinta verso l’ignoto, verso il pericolo, verso i posti più lontani, profondi, ripidi. Forse anche passare una vita dietro una scrivania può essere pericoloso, suggeriamo... “Potrebbe essere, magari un po’ meno”, conclude Manolo. Un’ultima domanda: “Come ti vedi da vecchio?”. “Mi sto già vedendo. A parte gli scherzi. Se continuo a peggiorare con la rapidità degli ultimi anni, male…” Certo, il fisico sta cominciando a presentare il conto. Aveva provato ad avvisare, a consigliare, ma questi mai veniva ascoltato. E poi, un corpo umano non è certo programmato per fare le cose che quest’uomo ha fatto (e ancora fa) nella sua vita. E nemmeno per pronunciare parole di una saggezza tanto antica, granitica, umile e vera. ■ 38

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ARRAMPICATA FILOSOFICA E ROMANTICA

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anolo ha iniziato ad arrampicare all’età di 17 anni ed ha sempre privilegiato l’arrampicata su placca o sul verticale, piuttosto che sugli strapiombi. La sua evoluzione tecnica passa attraverso l’utilizzo di appigli sempre più piccoli, equilibri molto precari su itinerari con protezioni spesso psicologiche, enfatizzando così l’arrampicata globale, non solo fisica quindi ma anche mentale. Nel 1976 liberò la via Cassin alla Torre Trieste (6c) e la Bonatti al Grand Capucin. Nel 1978, in un mese aprì 28 vie, tra le quali I piazaroi, sulla Cima della Madonna alle Pale di San Martino (7b). Alla fine degli anni Settanta apre vie in montagna con gradi e protezioni severi per l’epoca come Lucertola Schizofrenica in Totoga nel 1979 (9 chiodi, fino al 6b) o “Supermatita” sul Sass Maor nel 1980 (7 chiodi, fino al 6b). In falesia sale tra i primi al mondo i gradi più alti con Il Mattino dei Maghi 7c+ nel 1981 in Totoga e con Ultimo Movimento 8b nel 1986 (anche primo 8b italiano). L’8c arriva con la prima salita di The Dream in Val Noana nel 1991 e poi con la ripetizione nel 2001 della via di Rolando Larcher del 1992 L’Arte di Salire in Alto a Celva. Nel 1998 sale Appigli Ridicoli nella falesia del Baule, gradata prima 8b e poi 9a dopo la chiusura di due buchi artificiali avvenuta nel 2001. Nel 2006, a 48 anni, sale il suo primo 9a, Bain de Sang nella falesia svizzera di Saint-Loup, via di Fred Nicole del 1993. Nel 2008, a 50 anni, sempre a Saint-Loup sale Bimbaluna, via di 9a+ di François Nicole del 2004. Nel 1984 realizzò la prima ripetizione della via attraverso il pesce in Marmolada. Al 1993 risale la prima ascensione della via Nureyev al Sass Maor con chiodatura dall’alto (8a) In montagna ha aperto e liberato vie lunghe di alta difficoltà come Cani Morti sulle Pale di San Martino con Riccardo Scarian nel 2004 e Solo per vecchi guerrieri sulle Vette Feltrine nel 2006. Il 24 agosto 2009, a 51 anni, chioda e libera “Eternit” la via nata dalla prosecuzione di O ce l’hai… o ne hai bisogno nella falesia del Baule. Il grado proposto è 9a ma, soprattutto per Manolo questa è una via che apre l’arrampicata su placca verticale ad un’altra dimensione. Oggi, a quasi 60 anni, Manolo non ha ancora smesso di scalare. Lo scorso anno ha salito ancora vie difficili vicine all’8c...


© Annalisa Parisi

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PRIMAVERA IN VAL CANALI VERDI PRATI FIORITI, LA MERAVIGLIA DELLE CIME DOLOMITICHE E LE TRADIZIONI LOCALI, PER CELEBRARE L’ARRIVO DELLA BELLA STAGIONE vengono lavorati ed utilizzati i prodotti legati alla filiera della lana e del latte. È possibile così vedere la tosatura delle pecore, la filatura, la cardatura, la tessitura e tintura naturale della lana; assistere alla mungitura a mano e successivamente al processo di caseificazione. In programma anche divertenti ed interessanti laboratori manuali e creativi sia per i piccoli che grandi. Ad attendere i visitatori simpatici asinelli pronti

per passeggiate someggiate e le carrozze trainate da cavalli Norici ed Avelignesi. La mobilità in Val Canali, è resa ancora più divertente se avviene in sella alle mountain bike a pedalata assistita messe a disposizione dall’ente Parco. In una giornata così non possono certo mancare le tentazioni di gola con assaggi di prodotti locali e piatti prelibati da assaporare in uno dei ristoranti della Val Canali. Il forte legame che unisce

© stradadeiformaggi.it

a Val Canali è senza dubbio uno dei luoghi più suggestivi della Valle di Primiero nel cuore del Parco Naturale PaneveggioPale di San Martino, un vero scrigno in cui si conserva buona parte dell’elevata biodiversità delle Alpi. Ed è proprio qui che il 24 e 25 aprile si celebra l’arrivo della bella stagione con Primavera in Val Canali, un evento organizzato dall’Ente Parco in collaborazione con gli Allevatori e Ristoratori della Val Canali, artigiani e hobbisti locali, Caseificio Sociale di Primiero, Strada dei Formaggi delle Dolomiti e APT S.Mart. Il lungo ponte del 25 aprile diventa così occasione perfetta per scoprire il mondo degli allevatori, che in Val Canali custodiscono le loro greggi di pecore e capre, mandrie di vacche e vitelli, conoscere da vicino come

gli animali, ed in particolare il cavallo all’uomo è l’animo anche di Boskavai, in programma ad Imèr i prossimi 27 e 28 maggio: un evento che celebra il rapporto di complicità tra uomo e cavallo, con carovane di splendidi esemplari equini, gare di tiro del tronco, tecniche di taglio e sramatura che rivelano l’abilità dei boscaioli nelle prove di triathlon. ■ Per info: 0439 62407 infoprimiero@sanmartino.com

Primavera in

Val Canali 24-25 aprile 2017

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LAVORI DELL’ALTRO SESSO

UNA DONNA NEL MOTORE

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randi occhi scuri, sorriso spontaneo e fisico minuto… ma non lasciatevi ingannare dalle apparenze: Gabriella Pedroni, classe 1981, ha grinta da vendere e lo sanno bene sulle piste dove, dal 2000, continua a collezionare un riconoscimento dietro l’altro. Le gare automobilistiche non sono esattamente uno sport femminile, ma Gabriella è riuscita a ritagliarsi una posizione di tutto rispetto; tanto da essere ormai diventata un’icona conosciuta da molti trentini. Quando è nata questa passione?, chiedo. “Ci sono nata, la ho nel sangue e mi è stata tramandata dai miei genitori, assistere alle corse automobilistiche è sempre stata una delle grandi passioni della mia famiglia. Nessuno era mai sceso in pista prima 40

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di me, ma la velocità mi scorreva nel sangue fin dai primi anni di vita.” Ride, persa nei ricordi, poi mi confida “Come tutte le bambine giocavo con le Barbie, ma mentre quelle delle mie amiche si preparano per uscire con Ken o fare shopping, le mie si vestivano per scendere in pista: sapessi che sfide insieme a mia sorella con le nostre Barbie a bordo dei loro mezzi!” “Poi a 9 anni, la svolta. Sono andata a Lonato con mio papà a vedere una gara di Kart, me ne sono innamorata e l’ho supplicato di lasciarmi fare un giro della pista. È stato bellissimo, una vera rivelazione; in quel momento ho capito che quella sarebbe sempre stata la mia strada. Mio padre ha assecondato questa mia passione regalandomi un Kart che abbiamo lasciato nelle scuderie sul Gar-

di Stefania D’Elia

A NOVE ANNI È ANDATA CON PAPÀ A VEDERE UNA GARA DI KART. È STATA UNA RIVELAZIONE. IN QUEL MOMENTO GABRIELLA PEDRONI – CLASSE 1981 – HA CAPITO CHE QUELLA SAREBBE STATA LA SUA STRADA. IN POCO TEMPO È ARRIVATA ALLA FORMULA 3000, L’ANTICAMERA DELLA FORMULA UNO. DA ALLORA, KART, AUTO IN PISTA, RALLY IN MONTAGNA, GUIDA SICURA, MECCANICO, INGEGNERE E ORA GUIDA ANCHE IL CAMION… E HA FONDATO ANCHE UNA SCUOLA DI GUIDA SICURA, LA “GREEN DRIVING ACADEMY”. UNICO PROBLEMA CHE NON RIESCE A RISOLVERE? PARCHEGGIARE IN CITTÀ... da. Al tempo non mi rendevo conto del grande sacrificio che faceva, ma tutte le domeniche mi accompagnava a provare, mi incoraggiava e non ha mai cercato di dissuadermi. Non lo ringrazierò mai abbastanza per questo, è sempre stato la mia roccia, il mio sostegno, il mio fan numero uno. Ancora oggi

mi accompagna sempre in pista, mi piace saperlo al mio fianco: mi dà sicurezza.” E anche tua mamma ha sempre appoggiato tutto questo? “Non posso fare a meno di pensare alla mia di mamma, che si faceva prendere dall’ansia anche quando passeggiavo in bicicletta alla sostenuta velocità di tre Gabriella alla guida della F3000 Lola Zyteck, con la quale ha vinto una gara assoluta in Croazia


trentinoincontri Con l’amato Ringo

chilometri orari nel cortile di casa. Ride, ancora, e il suo sorriso è proprio contagioso. “Mia mamma all’inizio non sapeva nulla. Mio padre mi portava in pista di nascosto, ben conscio che non me lo avrebbe mai permesso. Quando l’ha scoperto hanno litigato tantissimo, io mi sentivo in colpa, ma poi ha capito che i motori avrebbero sempre fatto parte della mia vita”. “E quindi si è arresa”, concludo. “Sì, ma ad una condizione: lo studio

non ne avrebbe mai risentito. Sapeva che se in pista le cose non fossero andate nel migliore dei modi avrei avuto bisogno di un piano B. È stata la mia ancora di salvezza.” Sono letteralmente rapita: ascoltare la sua storia è come assistere ad uno spettacolo: aspetti il colpo di scena e sai che arriverà presto. “Negli anni ho vinto tantissimi premi ed è stato inevitabile: ad un certo punto credevo di essere invincibile. Sono arrivata fino alla Formula 3000

(l’anticamera della Formula Uno) e vedevo tutta la strada spianata. Poi mi sono scontrata con la realtà: correre in pista ad alto livello costa. Tanto. Troppo, e ho dovuto fare un passo indietro. È stato doloroso, quello è stato un periodo molto duro per me, ma ho potuto contare su un’ampia rete di salvataggio: la mia famiglia che ha creduto in me in ogni momento, gli amici che mi hanno sempre sostenuta, il mio fidanzato e il lavoro come ingegnere”. Anche quello un lavoro non proprio “da signora”. Un largo sorriso le illumina gli occhi. “Mi piace essere indipendente, sporcarmi le mani, chiave inglese in mano mi occupo anche della manutenzione di motori e macchine. Se c’è un problema in pista so che è solo colpa mia e non posso prendermela con nessun altro. Ho un officina meccanica in un garage a Mezzolombardo, è la mia casa delle bambole: adoro mettere le mani nei motori, mi rilassa.” Come se non ci fossero già abbastanza elementi per ca-

pire che per quanto riguarda Gabriella il detto “donna al volante pericolo costante” non vale, inizia a parlarmi della sua scuola di guida sicura. “Troppe persone credono di saper guidare solo perché hanno percorso lunghi tratti, magari in autostrada. Ma saper guidare è un altra cosa: è saper gestire gli imprevisti, le frenate improvvise, gli acquazzoni in montagna e la strada disconnessa. Per questo insieme a Stefano, il mio fidanzato ho creato, nel 2003, la scuola di guida sicura Green Driving Academy. Sono ancora troppi i ragazzi che, patente fresca in mano, si sentono piloti provetti, fanno incidenti, a volte anche gravi, perché non hanno la minima idea di cosa significhi condurre una macchina. Lavoro molto con le scuole e sapere di fare qualcosa di concreto per la sicurezza dei giovani mi riempie di orgoglio. Ecco perché dico che il lavoro mi ha in un certo senso salvato la vita. Non ho coronato quello che era il mio sogno (arrivare in Formula Uno), ma ho collezionato

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Con il fidanzato Stefano Nadalini e la Fiat 500 che usano nei corsi di guida sicura

Sul podio della prima Coppa Europa nel 2014 (è stata la prima ragazza a vincere un campionato assoluto in questa specialità)

così tante soddisfazioni che non posso che essere grata per tutto quello che ho.” Quindi nessun rimpianto? Alza gli occhi al cielo e sbuffa “Sì, uno sì. Non sono ancora riuscita a vincere la Trento Bondone! Sono anni che ci provo ma nulla! Ma quest’anno sento che è la volta buona, mi sto preparando tantissimo solo per quello! Ma quando gli uomini ti vedono scendere in pista, cosa pensano? “All’inizio è stata proprio dura, una donna al volante non viene mai presa seriamente e nessun errore viene perdonato. Un solo esempio: quando un pilota (uomo) emergente si approccia per le prime volte ad una gara ed inevitabilmente sbaglia, il commento è: “Deve ancora farsi le ossa!” Se il pilota è donna, la cosa meno offensiva che si sente dire è: “Si vede che non è il suo campo!” I pregiudizi sono tanti e gara dopo gara io e le altre donne pilota (non sono tante ma cominciano ad aumentare) cerchiamo di abbatterli tutti.” Si illumina “Ma negli anni le cose sono

migliorate parecchio, ormai sono diventata una di loro, non mi vedono più come la giovane ragazza che prova a correre in pista, ora sono a tutti gli effetti un avversario.” Rapporto conflittuale quindi? “No, per nulla. Anzi! Siamo rivali in pista ma fuori, scesi dalle nostre macchine, siamo compagni. Con alcuni piloti ho instaurato un vero rapporto d’amicizia e complicità. La cosa che mi fa più sorridere? Che nonostante siano ormai passati parecchi anni, io per loro sono ancora la Gabriellina. E con le donne? C’è competi-

zione fuori in pista? “Non direi. Siamo poche e cerchiamo di fare fronte comune. Mi piace avere un bel rapporto con tutti e mi pare, finora, di esserci riuscita”. Non posso darle torto, Gabriella ha un modo di fare così semplice e spontaneo che è impossibile non sentirsi completamente a proprio agio in sua compagnia. Poche decine di minuti di chiacchierata e già la sento come una vecchia amica! “Ti faccio vedere un po’ di cose belle!”, dice aprendo la porta dello studio. Mi mostra una serie di trofei “Questo è l’ufficio di mio papà, molte

In posa assieme a Juan Pablo Montoya, pilota di F1 dal 2001 al 2006 42

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coppe sono qui, perché è grazie a lui che ho iniziato a correre in pista, è a lui che dedico ogni mia vittoria… e d’altra parte credo che se portassi via questi trofei dalla sua vista non me lo perdonerebbe mai”. Come si fa a non essere orgogliosi di una figlia del genere? Non solo per le coppe vinte, ma soprattutto per la bella persona che si sta rivelando parola dopo parola. Mi accompagna in un’altra stanza “Questo è il modellino della mia macchina… e questo è il mio camion, quello che uso per andare a fare le gare”. Guidi anche il camion? Risposta affermativa. Quindi, ricapitolando: kart, auto in pista, rally in montagna, guida sicura, meccanico, ingegnere e ora anche il camion… ma c’è qualcosa che non ti riesce?” “I parcheggi! È una cosa che fa tantissimo ridere chi mi conosce, sono negata per i parcheggi in città!” Ecco il colpo di scena finale, non lo credevo possibile, ma ora che ho scoperto che abbiamo anche qualcosa in comune, mi sta ■ ancora più simpatica.



trentinoattualità trentinobenessere

VIAGGIO AL TERMINE DELLO STRESS

di Tiziana Tomasini

IN SAUNA IN... MALGA SIAMO QUASI RIMASTI SENZA PAROLE. GIUSTO DUE PER SCRIVERE L’ARTICOLO. PAESAGGIO MOZZAFIATO, OTTIMA ACCOGLIENZA E QUALCHE ORA TRA CALORE E NEVE, IN GIUSTA ASSONANZA. TUTTO QUESTO A MALGA MILLEGROBBE

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iornata splendida: cielo limpido, sole costante e indiscutibile aria di primavera. La nostra meta oggi è un centro benessere nuovissimo, inaugurato di recente ma situato in una location notissima agli appassionati di sci di fondo e di outdoor montano: Malga Millegrobbe. Dopo aver oltrepassato gli abitati di Folgaria e Lavarone, si entra in territorio cimbro; poco dopo Luserna, si apre lo spettacolare panorama. Una vasta distesa pianeggiante delimitata dal bosco e baciata dal sole. La neve resiste ancora quassù e rende ancora più affascinante il nostro percorso. Il figlio del titolare – mentre sorvolano letteralmente sopra di noi strudel e cappuccini profumati diretti ai tavoli della grande terrazza – ci accompagna all’ingresso del centro 44

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benessere, assaporiamo il clima domenicale che piace molto ai trentini e non solo: sport, buona tavola e tanta natura intorno. Ma una volta varcata la soglia, il tempo si ferma. Solo il rumore dell’acqua e i profumi delle essenze scandiscono il tempo. Ci accoglie Elena, che ci presenta l’area wellness e con molta gentilezza ci accompagna allo spogliatoio. Notevole: ampio e con armadietti capienti e funzionali… dettaglio non proprio scontato. Dopo una doccia tiepida, siamo pronti per entrare. Notiamo subito un’interessante particolarità: su ogni cabina, oltre alle indicazioni su tipologia, temperatura e grado di umidità, compare il nome affiancato dalla versione in cimbro. Ecco così che “la umida” diventa ad esempio

“da Molkate”, insieme a “da Labe” e “da Bermarste”. In una sorta di grande spazio centrale troviamo quindi il bagno turco, una finlandese e una bio, sempre secca ma più leggera. Da un versante si apre poi una vasta e confortevole zona riposo, dall’altra invece si accede all’area ristoro. Qui trovano posto tisane e brocche di acqua fresca con ghiaccio e limone; di bella

presentazione anche i vassoi con frutta fresca ben assortita. Ma quella che stiamo per vedere adesso è il punto forte del centro wellness: una grande finlandese in cui troneggia una grande stufa. Disposte ad anfiteatro, le panche in legno chiaro sono tutte rivolte verso la meravigliosa vetrata che si affaccia sulla piana innevata. E così, mentre Elena procede al ri-


trentinobenessere

tuale dell’aufuguss – ovvero la gettata di vapore, dodici minuti nei quali si pongono sul braciere palle di ghiaccio profumate da olii essenziali e si sventola l’asciugamano, portando ai presenti lingue di calore – si suda molto e si ammira il panorama. Si raggiunge l’apice dello spettacolo quando compare alla nostra vista una slitta trainata dai cani. Sembra davvero di essere in un film ambientato nel Grande Nord. E quando a rituale finito usciamo all’aperto a respirare aria fresca, sotto i piedi scricchiola la neve. Una sensazione davvero unica ed indimenticabile. Parlando con il proprietario di questo centro benessere, veniamo a sapere che ha in progetto di ampliare l’area esterna, attrezzandola di una vasca idromassaggio. Gli spazi ci sono e la richiesta di questo tipo di relax all’aperto pure… Molti gradiscono, dopo aver sudato a lungo nelle diverse cabine, interval-

INFO Il centro wellness è aperto nel fine settimana (da venerdì a domenica) con orario 15-20. Consigliabile la prenotazione. L’ingresso al centro costa 18 euro. Loc. Malga Millegrobbe, Lavarone. www.malgamillegrobbe.it pagina Facebook Cell. 348.7476813

lare le sedute con momenti di calde bollicine all’esterno, con l’opportunità di respirare aria buona. E siamo sicuri che il progetto si realizzerà, in quanto il titolare Massimo Osele appare deciso e determinato a rendere ottimale e attrezzato in tutta la sua completezza questo centro wellness. Ed ha anche molte idee per animarlo in maniera particolare: feste per eventi (coscritti e gruppi di amici), “aperisauna”, cioè aperitivi alcolici e non in sauna, cene diverse allietate da gettate di vapore, nonché momenti di totale relax con la musicoterapia. Quest’ultima declinazione del benessere è molto in voga in questo momento; per essere davvero efficace richiede tuttavia un numero limitato di persone: per questo motivo, per questo tipo di eventi si richiede la prenotazione. Insomma ci è piaciuto molto, abbiamo provato tutto e chiacchierato anche con amici di Trento giunti anche loro qui in maniera casuale. Il fatto è che tra “saunisti” funziona molto il discorso del passaparola. E quando un posto funziona e piace, se ne parla. Come è normale che sia. Peccato che questo pomeriggio sia letteralmente volato. Ora ci aspettano molti chilometri per rientrare in città. Ma con un ottimo ricordo e con il proposito di ritornare. ■

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trentinoattualità trentinostoria

PASSARONO DI QUI...

di Francesca Mazzalai

Il Dos Trento con la Chiesa di Sant’Apollinare

ALBRECHT DÜRER “DEVE BEN ESSERE UN FRAGILE INTELLETTO COLUI CHE NON S’ARRISCHIA A INVENTARE QUALCOSA DI NUOVO, MA S’ACCONTENTA DI SEGUIRE LA STRADA USATA”. COSÌ SCRIVE ALL FINE DEL QUATTROCENTO ALBRECHT DÜRER, IL PIÙ IMPORTANTE ESPONENTE DELL’ARTE E DELLA CULTURA RINASCIMENTALE DEL NORD EUROPA. DA NORIMBERGA A VENEZIA, PASSANDO PER LA VALLE DI CEMBRA, TRENTO E ARCO, DÜRER AVRÀ MODO DI VISITARE LUOGHI NUOVI, SEGUENDO QUELL’ISTINTO CHE COME LUI STESSO DICE LO PORTA AD ANDARE “OLTRE”. I DISEGNI CHE DEDICA AI PAESAGGI CHE INCONTRA LUNGO IL SUO CAMMINO FARANNO CONOSCERE IL TRENTINO IN TUTTO IL MONDO

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embra, 1494. Siamo ai primi accenni d’autunno, in un imprecisato giorno d’ottobre, quando uno sconosciuto artista tedesco di ventitré anni mette piede in Valle di Cembra. Il suo nome è Albrecht Dürer. Non è così strano a quell’epoca che uno straniero diretto a Venezia (come lui) utilizzi quella via per raggiungere la Valsugana e la città lagunare. Si tratta di una “scorciatoia” che i mercanti locali cono-

scono bene e che sfruttano volentieri per raggiungere il Veneto (stando attenti a muoversi preferibilmente in gruppo, soprattutto quando traspostano della merce). Il rischio per un viaggiatore solitario di finire preda di una banda di briganti è troppo alto perché anche il più ingenuo dei viandanti non ne sia a conoscenza e non agisca di conseguenza. Perciò possiamo facilmente immaginare il giovane Albrecht, a piedi Il castello di Segonzano

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o a cavallo, in compagnia di qualche altro viaggiatore. Quello appena intrapreso è un percorso molto importante e impegnativo per Dürer. Non solo per le centinaia di chilometri da percorrere per

arrivare a Venezia, ma anche e soprattutto perché Dürer sa che una volta arrivato là potrà finalmente ammirare di persona i capolavori di geni dell’arte come Giovanni Bellini (il Giambellino) e Andrea


trentinostoria

Mantegna. È il suo sogno. Da sempre. E mettere piede in Italia ne è la realizzazione. Eppure, per quanto Dürer sia ansioso di giungere a Venezia, non è la fretta a spingerlo ad abbandonare la strada “maestra” che dopo Innsbruck e Bolzano avrebbe previsto anche il passaggio nella città di Trento. Su questa inaspettata deviazione di percorso si sono fatte molte ipotesi. C’è chi sostiene che l’artista, arrivando da Norimberga (dove era appena scoppiata un’epidemia di peste), volesse sfuggire agli inevitabili sbarramenti messi lungo la strada per fermare i possibili “infetti” provenienti da Nord. Altre fonti citano la grande alluvione che colpì il Trentino proprio in quell’ottobre. Ripiegare verso la valle dell’Avisio sarebbe stato in quel caso l’unico modo per non incorrere nel rischio della piena dell’Adige. Secondo entrambe queste versioni l’artista di Norimberga passa dalla Valle di Cembra nel viaggio di andata verso Venezia (e non in quello di ritorno, come sostiene qualcuno) e arriva in queste zone proprio nel mese di ottobre. Il mese in cui cade un anni-

versario di non poco conto per la storia dell’umanità. Esattamente due anni prima infatti l’esploratore e navigatore genovese Cristoforo Colombo mette piede per la prima volta nel continente americano, scoprendo il “Nuovo Mondo”. Sono anni di grandi scoperte, di rivoluzioni culturali ed economiche. In Europa il Medioevo lascia il posto all’età moderna, a un nuovo ideale di vita, alla concezione dell’uomo al centro dell’universo. Si assiste all’ascesa sociale della borghesia, in Italia si consolidano le Signorie. E sempre in Italia prendono forma i capolavori di personaggi come Botticelli, Donatello, Piero della Francesca, Leonardo da Vinci. È un’epoca che non a caso passerà alla storia con il termine di “Rinascimento”. Appena qualche decennio prima, nel 1456, è stato stampato il primo libro (la famosa Bibbia “a 42 linee”) con l’innovativa tecnica dei “caratteri mobili”, messa a punto dallo stampatore tedesco Johann von Gutemberg. In un clima di simile fermento è impensabile per un giovane e talentuoso artista come Albrecht Dürer rimanere chiuso tutto il giorno nella minuscola bottega orafa del padre, limitandosi a disegnar monili. Ed è con soddisfazione che Dürer ormai adulto ripenserà alla decisione maturata in quel periodo, quando aveva appena sedici anni. Già allora aveva intuito che il suo destino non era quello di seguire le orme paterne. Così, dopo aver ottenuto da Albrecht Dürer senior il permesso di dedicarsi alla sua passione per la pittura ed essere stato ceduto (certamente malvolentieri) alla bottega del miglior pittore di Norimberga (Michael Wolgemut) per fare quattro anni di pratica, Dürer si era sentito pronto per lasciare la città in cui era nato. Era ora di pro-

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trentinostoria trentinoattualità vare a conoscere il mondo. Il tirocinio gli era stato decisamente utile. Wolgemut non era certo l’ultimo arrivato nel campo dell’arte tedesca del Quattrocento. Stiamo parlando di un artista importante e molto richiesto, anche da committenti parecchio lontani da Norimberga. Nella sua bottega lavoravano diversi apprendisti. Ma, per quanto ultimo arrivato, Dürer risaltava su tutti. Il giovanissimo Albrecht imparava alla velocità della luce, i suoi progressi nella pittura erano sbalorditivi. L’apprendistato presso Wolgemut aveva affinato anche le sue doti di incisore, rendendolo sicuro nell’arte della xilografia, un campo in cui già da tempo Wolgemut eccelleva. La xilografia è una stampa a rilievo. Si prende un blocco di legno, lo si ricopre di un impasto bianco su cui viene disegnato il soggetto da riprodurre, dopodichè il blocco viene “tagliato” in modo che il legno venga asportato da entrambi i lati della linea che si vuole evidenziare. Una volta spalmato l’inchiostro sul legno, si procede a imprimere il disegno su carta. Nel Quattrocento le xilogra-

Il Castello del Buonconsiglio

fie sono utilizzate soprattutto per illustrare le pagine dei libri. E la bravura di Wolgemut è tale da permettergli di prendere alle sue dipendenze uno stampatore e dare vita a pubblicazioni che per numero e qualità di disegni non ha precedenti. Eppure tutto questo a Dürer non basta. Terminato l’apprendistato, come sappiamo, Albrecht cerca un nuovo Maestro, qualcuno che possa colmare la sua fame di conoscenza, e si dirige a Colmar, dove si trova il laboratorio di un altro grandissimo artista: Martin Schongauer, la cui

inarrivabile maestria nell’incidere il rame è conosciuta in tutta la Germania. Anche Schongauer – proprio come Dürer – ha cominciato la sua carriera facendo l’orafo, e Albrecht è certo di poter apprendere da lui la miglior tecnica esistente in quegli anni. Peccato che al suo arrivo a Colmar, il Maestro se ne sia già andato: Schongauer è morto da pochissimi mesi, lasciando la bottega in mano ai fratelli Ludwig, Caspar e Paul che accolgono Dürer con calore e lo invitano a rimanere. Albrecht accetta e rimane a

IL SENTIERO DEL DÜRER

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oltre mezzo millennio di distanza dal viaggio di Albrecht Dürer in Italia, è ancora oggi possibile ripercorrere l’itinerario che portò il grande artista tedesco ad attraversare il Trentino. Sappiamo che dopo un probabile soggiorno al Klösterle (l’ospizio di San Floriano che a quell’epoca ospitava numerosi viandanti di passaggio) Dürer raggiunse Pochi di Salorno e seguì il sentiero che passando per il lago Santo lo portò fino alla Valle di Cembra, attraversando il Passo Sauch, a 915 metri s.l.m.. Circa 25 chilometri a piedi, partendo da Pochi (Salorno) per arrivare alle Piramidi di Segonzano. Se si sceglie di partire dal Klösterle, l’itinerario si allunga di altri 10 km. Un percorso poco adatto a chi non è allenato. Ma gli scorci che si possono ammirare percorrendolo, soprattutto in primavera e autunno, valgono certamente la fatica. Per coloro che invece preferiscono una gita meno impegnativa, l’Apt Pinè Cembra sta organizzando per domenica 28 maggio 2017 la “Dürer & Co. Trekking and minitrekking guidato tra storia, cultura, natura ed enograstronomia”. Si parte da Palù di Giovo per arrivare a Segonzano, con la possibilità di scegliere fra due percorsi: trekking di 17 km e minitrekking di 6 km (adatto alle famiglie). Info: www.durerweg.it

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Colmar quasi anno, finché, a metà del 1492, la sua irrequietezza prende ancora una volta il sopravvento spingendolo a ripartire. La nuova meta è Basilea. L’istinto l’ha portato nel posto giusto. È infatti proprio a Basilea che il talento di Dürer trova terreno fertile. La città possiede una sviluppatissima e moderna industria della carta. Per disegnatori e incisori come Dürer le offerte di lavoro sono numerosissime, tanto che in soli due anni Albrecht porta a termine oltre 250 illustrazioni di libri. A Pentecoste del 1494 Dürer fa ritorno nella città natale per sposare una giovane e sconosciuta ragazza di nome Agnes Frey. E stato Albrecht Dürer senior a combinare il matrimonio per lui. Agnes è la tipica ragazza borghese del tempo, grande amministratrice della casa e del patrimonio che porta in dote a Dürer una somma di denaro molto cospicua. Certamente non è una donna innamorata. I due praticamente non si sono mai visti e purtroppo non potrebbero essere più diversi, tanto che a pochi mesi dalle nozze Albrecht adduce impellenti impegni di lavoro e riprende a viaggiare. È l’autunno del 1494 quando il pittore intraprende quel viaggio che riterrà sempre una sorta di risveglio, l’entrata in un mondo nuovo: l’Italia. È finalmente il coronamento dei suoi studi artistici, la conoscenza dell’antichità classica, che fino a quel momento gli era sconosciuta. Il suo itinerario lo porta prima ad Augusta, poi a Innsbruck, al Brennero, Bressanone e Chiusa. Da Egna, come sappiamo, devia verso la Valle di Cembra. Affascinato dalla quiete e dalla serenità che circondano quei luoghi, Dürer più di una volta estrae dalla sacca i fogli e l’inchiostro per fermarsi a disegnare. Spesso a paesaggio ultimato prende i colori (ha portato



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A tutto Nosiola

DiVinNosiola nelle cantine della Valle dei Laghi

Domenica 23 aprile DiVinNosiola, evento culturale ed enogastronomico del Trentino propone per il 2017 la seconda edizione di DiVinNosiola Ecorunning, una corsa tra i vigneti, le cantine, i laghi e i borghi più suggestivi della Valle dei Laghi. Tre le formule di gara: la Marathon (42 km), la Half Marathon (21 km) e la Duo Half Marathon (10+11 km). Per gli amanti delle escursioni all’aria aperta è prevista inoltre una passeggiata ludico motoria guidata con accompagnatore di territorio (9 km).

domenica 16 e lunedì 17 aprile

1-30 aprile

7,8,21,22,23 aprile

Speciale vacanza DiVinNosiola Un ringraziamento particolare a


trentinostoria con sé solo gli acquerelli, leggeri e pratici da trasportare in viaggio) e libera la fantasia creando effetti di luce, trasparenze. Grazie a un attento studio compiuto da Antonino Rusconi e pubblicato nel 1936 oggi possiamo conoscere i luoghi ritratti piu di cinquecento anni fa da Dürer. Rusconi ci racconta che lungo il tragitto verso Venezia il pittore tedesco raggiunge Salorno, per poi salire verso Cembra. Inizia qui la serie di acquerelli a cui Dürer si dedica in quei giorni. Analizzando il paesaggio, la luce e le ombre dei dipinti Rusconi identifica i giorni (metà ottobre) e addirittura l’orario in cui il pittore di Norimberga dipinge. I Monti italiani vengono dipinti al mattino, mentre il “Castello italiano” (il castello di Segonzano visto da Faver) sembra essere stato eseguito di pomeriggio. Poi ancora il “Castello in riva all’acqua” (sempre Segonzano ma visto dal ponte di Cantilaga, sull’Avisio) al mattino presto. Sembra impossibile che Dürer possa aver disegnato tutto questo senza fermarsi almeno due giorni in Valle di Cembra. Anche perché sempre a questi luoghi sono riconducibili altri acquerelli: gli Alberi sul dosso, il Mulino ad acqua e la Capanna alpestre (lungo la strada fra Cembra e

Il Castello del Arco

il ponte di Cantilaga). Terminato il suo soggiorno in Valle di Cembra, Dürer prosegue il suo viaggio verso Pergine e attraverso la Valsugana giunge finalmente a Venezia. A quel tempo la Serenissima è sinonimo di ricchezza, gioielli e sfarzo. È abitata da circa 200 mila persone ed è giustamente considerata la più ricca realtà dell’Occidente, nonché il centro di tutti i beni che provengono da Oriente. Dürer si tratterrà nella città lagunare fino alla primavera successiva, visitando biblioteche, gallerie d’arte e lavorando il più possibile per i veneziani. È una realtà del tutto nuova per l’artista, il quale rimane a bocca aperta di fronte a una simile abbondanza di opere d’arte. I giorni e le settimane tra-

scorrono velocissimi e prima che se ne renda conto è già tempo di tornare a Norimberga. La vita familiare lo reclama. La data del suo rientro è fissata per aprile del 1495. Durante il tragitto di ritorno il pittore, costeggiando il lago di Garda, giunge ad Arco e ne dipinge la Rocca. Da lì prosegue verso Trento, e una volta giunto in città vi rimane per qualche giorno, ospitato da alcune famiglie patrizie. In una delle sue passeggiate a nord della città, Dürer si trova ad ammirare la città dall’alto, abbracciandola in un solo sguardo. Da questo colpo d’occhio nasce l’ispirazione per il suo acquerello dedicato a Trento. Una veduta della città che rimarrà nella storia per essere in assoluto la più antica e ancora oggi la

più rinomata. Il fiume Adige, che a quel tempo scorreva al centro della città e rappresentava un’importante via di comunicazione e commercio fra l’Italia settentrionale e i territori dell’Impero, risalta in tutta la sua bellezza. Nelle sue acque si rispecchiano il cielo, le rive, le case circostanti, le torri, mentre intorno alla città Dürer non manca di riprodurre la Vigolana e le pendici del Bondone. A questa che è stata definita “la prima immagine compiuta della città di Trento” (R. Bocchi), Dürer aggiungerà anche un acquerello intitolato Il dosso di Trento e infine Il castello di Trento, ovvero il castello del Buonconsiglio. Dürer si rimette quindi in viaggio e con il cuore già gonfio di nostalgia per ciò che si lascia alle spalle raggiunge Norimberga. Nei secoli successivi, i disegni e gli acquerelli di quel passaggio in Trentino viaggeranno di mano in mano per giungere infine nei grandi musei come il Louvre di Parigi, il Museo Nazionale di Berlino, il London British Museum, portando le immagini della Valle di Cembra, di Arco e Trento in tutto il mondo. Di quella straordinaria serie di acquerelli, solo uno (la Capanna alpestre, conservato presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano) troverà casa in Italia. Ma questa è proprio ■ un’altra storia. Siete curiosi di ammirare la nuova mostra d’arte contemporanea, di gustare i nuovi menù di stagione, di scoprire il programma dei concerti e degli eventi del 2017? TUTTE LE INFORMAZIONI su www.castelpergine.it

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trentinoattualità trentinostoria

DENTRO LA STORIA

di Maurizio Panizza

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TRENTO. USTICA È STATA QUI A 37 ANNI DALLA STRAGE E A POCHI MESI DALLA CORAGGIOSA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI PALERMO CHE OBBLIGA LO STATO ITALIANO A RISARCIRE LE VITTIME DEL DISASTRO, NEL RICORDO DI QUEL VOLO MAI CONCLUSO RACCONTIAMO DI DUE PERSONE “SPECIALI” COINVOLTE NELLA TRAGEDIA. DUE UOMINI CHE IN MODO DIVERSO LASCIARONO IN TRENTINO UNA TRACCIA PROFONDA DEL LORO PASSAGGIO PER UMANITÀ, IMPEGNO E GENEROSITÀ

D

i Ustica, di quella giornata del 27 giugno del 1980, oggi rimane ben poco. Di certo, restano ancora tanti giornali e fotografie e nei tribunali scaffali di faldoni zeppi di perizie e testimonianze dove, fra poche cose vere, si annidano infinite falsità e depistaggi di soggetti infedeli chiamati impropriamente “servitori” dello Stato. Rimane pure un collage di pezzi del relitto, ricostruiti ed esposti al pubblico come un corpo morto nel Museo della Memoria, a Bologna. 54

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Ustica, un’isola al largo di Palermo, dista da Trento più di 1500 chilometri: una distanza enorme che ben poche cose mette in comune fra le due località se non le bellezze naturali dei rispettivi orizzonti. Eppure, qualcosa del dramma di Ustica – così poco conosciuta in provincia prima di quel tragico tuffo in mare – è rimasto anche da noi: il ricordo commosso di Alberto Bonfietti, perito nel disastro, e la toccante testimonianza di Roberto Superchi che sul Dc9 Itavia aveva sua figlia Giuliana.

Nel corso di una manifestazione a Trento si nota Alberto Bonfietti, a sinistra, con il megafono


trentinostoria

Era il 1967 quando un ragazzo alto e magro, con gli occhiali spessi e la fronte ampia, scendeva alla stazione ferroviaria di Trento. Quello studente un po’ stranito e vestito in maniera vagamente hippy, veniva da Mantova e si chiamava Alberto Bonfietti. Come tanti altri ragazzi spinti dall’ansia di cambiare il mondo, era approdato in Trentino perché attratto dalla promettente Facoltà di Sociologia, la prima in Italia, avviata da pochi anni. L’impatto iniziale con la città fu subito la partecipazione a un seminario sul primo libro del Capitale tenuto da Renato Curcio, in quegli anni studente modello. Qui, a Trento – città del Concilio ancora piuttosto chiusa e bigotta – Alberto avrebbe conosciuto i grandi ideali di libertà, giustizia e uguaglianza; qui avrebbe iniziato a respirare l’aria della lotta di classe e poi partecipato attivamente a quello che passerà alla storia come il nobile, rivoluzionario e controverso movimento del Sessantotto. Un periodo di grandi speranze, ricco di contatti e di confronti con la politica a cavallo fra il mondo studentesco e quello delle fabbriche. In un ricordo apparso su “Lotta Continua” il mese successivo alla tragedia, un giovane Mario Cossali così descrisse il suo primo incontro con Bonfietti: “Quando lo conobbi mi metteva soggezione,

era contrario alle imprecisioni, ai pressapochismi, era un duro. Sotto la scorza, però, la polpa era dolcissima: per farla emergere bastava una battuta, un bicchiere di vino buono, un riferimento più diretto alle relazioni personali, magari alle madri o all’amore”. Dalle stesse pagine Ettore Camuffo (un altro attore della contestazione trentina, oggi sociologo) si rivolse direttamente ad Alberto con grande commozione: “Una delle cose più belle che credo di avere vissuto con te è successa quando a Trento, vicini ad un passaggio a livello, siamo andati avanti al corteo degli studenti e abbiamo visto venire incontro gli operai con le loro bandiere. Ci siamo guardati e avevamo tutti e due gli occhi rossi, ci siamo detti «è bello vero?». Alberto Bonfietti visse quegli anni da protagonista. Lo fu prima a Trento, e successivamente in “Lotta Continua” per una decina d’anni, dalla nascita del movimento fino alla sua chiusura. Tuttavia, Bonfietti fu un protagonista con uno speciale segno distintivo rispetto ad altri: quello di dirigente positivo e concreto, fine ed elegante nei modi, disilluso forse, ma comunque sempre molto preparato e apprezzato. È per questo che ripercorrendo le numerose pagine che gli dedicò all’indomani della morte il “suo” giornale “Lot-

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trentinostoria trentinoattualità ta Continua” (del quale furono direttori, fra gli altri, Marco Pannella, Pier Paolo Pasolini, Giampiero Mughini, Alexander Langer), oggi possiamo raccontare e comprendere chi fu realmente Bonfietti. Così lo ricordò Adriano Sofri, il 29 giugno 1980, in un lungo editoriale: “Alberto Bonfietti in Lotta Continua ha avuto una parte determinante. Lui era tra le persone più ricche di ironia ma anche di serietà ch’io abbia incontrato e amato. Aveva una solida formazione politico-sociologica, si era addestrato sui «classici», si impegnava sempre a dare alle idee che sosteneva una forma organica e coerente. E quando le riunioni finivano, Alberto era fra quelli di cui più si desiderava la compagnia e l’amicizia. Nel ’77 lo incontrai ancora (l’anno prima il movimento si era sciolto, ndr), in un periodo in cui per noi la rivoluzione cessava di essere un desiderio e non era ancora diventata un rimorso. Un tempo in cui si stava zitti e si aspettava: chi con più distacco, chi con più attenzione e speranza, Alberto fra questi e forse con più delusione.” Di giorni più recenti è invece la testimonianza che il prof. Vincenzo Calì, già Direttore del Museo Trentino del Risorgimento, ci ha consegnato: “Alberto Bonfietti era una persona mite, aperta al dialogo e attenta a comprendere le ragioni dell’altro. Dal 1968 e fino alla fine dell’autunno caldo vivemmo in stretto contatto all’interno del movimento studentesco. Ci perdemmo di vista nel 1970, quando io partii per il militare e lui continuò il suo impegno all’interno del Collettivo veneto e del Comitato Nazionale di Lotta Continua. Si rifece vivo a Trento a fine anni Settanta, intenzionato a terminare gli studi interrotti e mi chiese di seguirlo nel percorso di ricerca per la tesi di laurea. Non aveva perso l’ironia e quel suo atteggiamento più 56

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da gentiluomo liberale che da contestatore. Scherzando, mi diceva che finita l’ubriacatura contestativa, il lavoro che si era cercato, quello di portiere di notte all’Hotel di Piazzale Roma a Venezia, gli lasciava ora molto tempo libero. Gli incontri per la tesi si fecero frequenti, fino a quel terribile 27 giugno in cui ci raggiunse la notizia della strage. Pochi giorni prima mi aveva annunciato un viaggio a Palermo per andare a trovare la figlia Silvia, di 7 anni.”

Quel lontano 1980 sarà un anno nerissimo, difficile da dimenticare per il nostro Paese. Infatti, a distanza di poco più di un mese dalla tragedia di Ustica, una bomba esploderà nella stazione di Bologna il 2 agosto e stavolta le vittime saranno 85. A novembre un terribile terremoto devasterà l’Irpinia: la violenza del sisma e la pessima gestione dei soccorsi causeranno alla fine più di duemila morti. Di certo il 1980 non lo dimen-

Trento, 1969. Sit-in degli addii. In fondo a sinistra, seduto in maglione bianco, si riconosce Mauro Rostagno. Alla sua sinistra, Vincenzo Calì in giacca scura

ticò mai Roberto Superchi che perse nel mare di Ustica la figlia Giuliana di 11 anni. Un destino, il suo, simile e contrario a quello di Alberto Bonfietti: in quel caso era un padre che andava a Palermo per incontrare la figlia. In questo, era la figlia che andava dal padre. La piccola Giuliana si imbarcò il 27 giugno all’aeroporto di Bologna. Come tutti i bambini affidati alle hostess, portava al collo un contrassegno di riconoscimento. Alle 20.08, con due lunghissime ore di ritardo, il DC9 Itavia decollò con destinazione l’aeroporto di Punta Raisi, a Palermo. Il volo per la Sicilia non era nuovo per Giuliana. L’ultimo era stato a Pasqua. Questa volta, però, era molto diverso. Stavolta Giuliana non avrebbe passato qualche settimana con il suo papà – come prassi dei figli di genitori separati – ma sarebbe andata a vivere definitivamente con lui. Giuliana sorridente, prima di salire sulla scaletta dell’aereo salutò da lontano i nonni. Né loro, né il papà Roberto l’avrebbero più rivista. Poco prima delle 21, infatti, la traccia del DC 9 scomparve dai radar. La mattina dopo tutti i giornali riportavano in prima pagina la notizia della tragedia, mentre nel giro di qualche ora cominciarono ad essere individuati i resti dell’aereo e i primi cadaveri che galleggiavano sull’acqua. Passarono i giorni e iniziarono ad apparire dubbi inquietanti sulle cause, alimentati ulteriormente dal silenzio delle autorità. Le ipotesi sulle quali si appuntarono sin da subito le indagini furono essenzialmente due: un missile lanciato da un aereo militare, oppure una bomba a bordo. Nessuno, però, riuscì in quei giorni a venire a capo del mistero perché sia presso le istituzioni italiane che all’estero, si innescò un’abietta azione di occultamento delle prove e di inquinamento delle inda-


trentinostoria gini, tipica peraltro di tutte le più orrende stragi del Paese. Così, passarono le settimane e i mesi. Passarono poi anche gli anni, ma le risposte tanto attese non arrivarono mai. L’unica cosa conosciuta erano solo i freddi dati statistici del disastro: 81 le vittime, di cui 13 bambini. Solo 38 le salme recuperate. Nel 1999 il giudice Rosario Priore – concludendo la più lunga istruttoria della storia giudiziaria del nostro paese – affermò: “L’incidente al Dc9 è occorso a seguito di azione militare di intercettamento. Il Dc9 è stato abbattuto”. Ma il nome di chi avesse eseguito l’abbattimento non c’era ancora e non ci sarebbe mai stato. Nel frattempo era stata fondata l’Associazione dei parenti della vittime con a capo Daria Bonfietti, sorella di Alberto, e in quegli stessi anni anche Roberto Superchi, papà di Giuliana, stava combattendo come un leone per la verità. Nei primi anni Novanta, Superchi aveva lasciato i villaggi turistici siciliani, dove lavorava come animatore, per

Roberto Superchi

venire a fare l’albergatore a Folgaria. Chi scrive, lo conobbe proprio in quel periodo e lo intervistò più volte per conto del giornale Alto Adige. Rabbia e strazio erano gli stessi di dieci anni prima, così come la determinazione per cercare di scoprire la verità. Aveva lanciato nel 1992 un’iniziativa con l’idea di sostenere le spese legali dei parenti delle vittime. La chiamò “50 lire per la verità”. Con essa raccolse 75 milioni di lire che poi, però, donò in beneficien-

za alla Lega del Filo d’Oro. Ma con quella raccolta, movimentò le coscienze, rianimò l’indignazione degli italiani, chiamò l’opinione pubblica a sostenere le indagini e i processi. Non mollò mai, neppure in tempi più recenti, dopo aver lasciato il Trentino e fatto ritorno in Sicilia. Lo dimostrò qualche anno fa denunciando per l’ennesima volta dal palco del “Maurizio Costanzo Show” il vergognoso silenzio della politica. L’ultima sua iniziativa è del gennaio 2016: una lettera al Premier Matteo Renzi. Scrive Superchi: “Egregio Presidente, faccia il possibile e anche l’impossibile per ottenere dai nostri alleati la verità su chi ha tolto la vita a mia figlia quella sera. Lei è giovane, ma già da qualche anno ha la fortuna di essere padre. Anche io – prosegue Superchi – avevo questa gioia, quella che si prova quando si è padre di una bimba stupenda. La mia, Giuliana, aveva 11 anni, e quando l’ho persa stava venendo da me, a Palermo”. Oggi, a 37 anni di distan-

Benessere alle terme

…una tradizione di salute

Alberto Bonfietti

za, per Giuliana, come per Alberto, non ci sono fiori da portare su di una tomba: i loro corpi si sono uniti al mare in quel tragico volo. Di essi rimane solo il vivo ricordo personale in chi li conobbe e una memoria collettiva purtroppo sempre più sbiadita e dimenticata. Oggi, per le giovani generazioni Ustica è solo un luogo di vacanza, solo un’isola nel mare di Sicilia. Ustica, così lontana e così bella, attraverso quei lutti in un certo senso era passata anche in Trentino, ma in quegli anni pochi di noi se n’era■ no accorti.

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trentinoincontri trentinoattualità di Denise Fasanelli

GIACOMO FESTI, CLASSE 1990, DI ROVERETO, È UN NON-SCRITTORE. LIBRI, RACCONTI E UN BLOG DI RECENSIONI CINEMATOGRAFICHE

NON-SCRITTORI SI NASCE

N

on si definisce scrittore, nonostante i quattro libri pubblicati, uno in arrivo ed un sesto in lavorazione. Tutto in meno di cinque anni, con case editrici diverse. “Lo scrittore per definirsi tale, deve mantenersi con il suo lavoro oltre ad essere pubblicato”. E basterebbe questo a far capire di avere a che fare con una persona che non ci sta ad accontentarsi, uno che punta in alto. Classe 1990, nato a Rovereto, Giacomo Festi è uno che non si ferma mai, un vulcano di energie, di idee. Intervistandolo si ha l’impressione di uno che soffre a stare fermo, seduto, un iperattivo cronico, in senso positivo. Libri, racconti e un blog di cinema, “Recensioni ribelli” che gestisce con cura e costanza. 58

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Ha mani grandi, gesticola mentre parla ma in modo composto, senza eccessi, ogni tanto stringe i pugni, quasi a volersi contenere, a scaricare la tensione. Parlando con lui si ha la sensazione di poter andare avanti per ore senza ripetersi. Ha gli occhi nocciola, occhi che gli somigliano, costantemente in movimento, lievemente inclinati internamente, gli infondono una leggera aria malinconica e molta espressività quando usa le sopracciglia per enfatizzare un concetto, una sensazione. Un certo male di vivere, la voglia di piegare una realtà grigia e inospitale. “Ho avuto una vita, fino a qui, che definirei burrascosa, condita da una sana dose di arrabbiatura verso le storture di questo mondo, che mi hanno portato dove

sono. Per me, scrivere ha molto poco a che fare con il dare risposte, preferisco concentrarmi sulle domande ed aiutare il lettore, attraverso il mio punto di vista sul mondo e su varie tematiche, a porsi interrogativi importanti”. La sua passione per la scrittura inizia da piccolo, guardando i cartoni animati. “Crescendo mi sono appassionato al cinema e,

soprattutto, alle storie. Dai fumetti, in particolare quelli di Katsuhiro Otomo, Naoki Urasawa, Alan Moore e Neil Gaiman, sono approdato, ancora ragazzo, al fantasy con J.R.R. Tolkien e il suo Il Signore degli Anelli, che mi ha portato a conoscere autori del calibro di Moorcoock, Hobb ed Herbert. In un secondo momento mi sono appassionato a Stephen King, col suo ciclo de La Tor-


trentinoincontri re Nera. Ad oggi, gli autori che preferisco sono Philip K. Dick, insieme a Dennis Lehane, Ernest Hemingway, Fëdor Dostoevskij, Franz Kafka, Richard Matheson e Patrick Süskind”. Inizia come fumettista ma, a suo dire, in modo fallimentare. Finita l’Accademia di Sceneggiatura a Torino, si mette al lavoro e completa la sua prima opera, a soli ventitre anni, “Storia di uomini invisibili”, pubblicata per Nativi Digitali Editore nel 2013. “È la storia a cui sono più affezionato, essendo il mio esordio letterario, quella di Tommaso, Franco e degli altri “invisibili” che, dietro a una patina fantastica e surreale, racconta la crudeltà della nostra società e le sofferenze dei nostri tempi, appassiona e fa riflettere: non siamo in fondo un po’ tutti invisibili, a modo nostro?” Il libro successivo arriva subito, nel 2014 pubblica infatti “Doppio singolo” (Editrice GDS). “Una storia di ossessioni e scoperte condite da molta ironia, una storia di gelosie, odio e amore, un horror con colpi di scena che sfociano nel soprannaturale, a ricordarci quanto possa essere terribile scavare dentro di sè, quanto possa spaventare la realtà”. Non si ferma un attimo Giacomo e, l’anno seguente, pubblica un nuovo romanzo “Vita da scarabocchio” (Leucotea edizioni). “Narra di un disegno che trova il coraggio di staccarsi dal muro, contro ogni regola, e incontra sulla sua strada un’adolescente obesa, emarginata dai coetani, infelice ed insoddisfatta. Una storia di sofferenza, di vite nascoste dietro a identità che non sono le nostre, soffocate, obbedienti alle regole preconfezionate dalla società che appaiono inviolabili, almeno finchè non arriva uno

scarabocchio informe ad insegnarci qualcosa su di noi”. L’ultimo suo libro uscito è un miscuglio tra un fantasy e un noir, si intitola “La strana indagine di Thomas Winslow” (Duetredue edizioni, 2016) ed è colmo di citazioni e riferimenti, un racconto sull’identità e, al contempo, un omaggio alle storie, un tributo a tutti i generi letterari, anche quelli più inaspettati. Perchè, a Giacomo, le cose semplici non sembrano piacere e, di questo libro, dice: “Mi sono messo alla prova, sono stato messo alla prova dai vari fatti che ne hanno ritardato la pubblicazione, ma alla fine ne sono uscito soddisfatto e contento. E’ il libro di cui vado più fiero”. Gli chiedo se, dopo le esperienze di pubblicazioni di ebook e cartaceo, abbia preferenze fra i due. Insomma, se sia una persona legata al romanticismo che suscita in molti la carta stampata, sia come lettore sia come scrittore. “Preferisco il computer. In realtà solo per pura comodità, credo infatti che si possa leggere ovunque; se si è interessati a leggere, computer o carta fa davvero poca differenza. Certo, fa molto più effetto una bella libreria con i suoi scaffali rispetto ad un piccolo tablet contenente gli stessi titoli. Ma, se ti piace così tanto la carta, puoi sempre comprare un camion di cellulosa!” Lo dice sfoderando un fendente bianco, un sorriso regolare. La sua è una bocca ampia, labbra sottili su cui è adagiato un naso lungo dalle forme poco spigolose. Porta una barba sfatta ma non trasandata, un look abbastanza di moda, capelli scuri e folti. Un viso ovale, senza troppi spigoli, ben proporzionato. Un ragazzo avvenente, dall’aspetto curato ma non troppo. Un fisico atletico di cui si dice sempre insoddi-

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trentinoincontri sfatto. Sì, è un ragazzo un po’ narciso, sicuro di sè e per nulla modesto, però umile e con i piedi per terra. Uno dalle tante sfaccettature, dalla battuta sempre pronta di cui fa volentieri sfoggio. Ironico e dissacrante. Nonostante quest’aurea che potrebbe renderlo un po’ antipatico a chi considera la modestia come qualità importante, si dice conscio di avere ancora molto da imparare e aperto alle critiche, purchè costruttive. Sa bene che le stroncature possono fare parte del gioco. Come molti suoi coetanei, conduce una vita fatta di precariato, lavori salutari e un mondo difficile da comprendere, in cui trovare il proprio spazio. Però lui è testardo e ha già deciso che realizzerà i suoi sogni, a tutti i costi. Le difficoltà non lo spaventano, servono da stimolo a suo dire. Quando gli chiedo quale tipologia di finale preferisca, ovvero vissero tutti felici e contenti oppure no?, mi risponde così: “Mi soffermo sul vissero, il finale

non è importante. La felicità è un’illusione fatta di brevi momenti. Per quel che mi riguarda è molto più importante la serenità, l’equilibrio. L’uomo ha paura della casualità che caratterizza le nostre vite, per questo si inventa e si fa scudo di numerose micropaure, come quella di piacere, di non deludere gli altri o se stessi e via dicendo. Siamo molto bravi a complicarci la vita, in realtà”. Alla domanda cosa vuoi fare da grande, vestendosi del suo narcisismo e della sua aurea di “non-scrittore”, mi risponde che le soddisfazioni sono l’inizio della fine. Lui non si vede da grande, non ci pensa. “L’importante è il qui ed ora, l’equilibrio con cui si vive la propria continua metamorfosi. Il must è crescere, sempre ed insistentemente. Mi fermo solo quando mi sento sopraffatto. Capita tuffandosi a capofitto nelle cose, ogni tanto ho bisogno di tirare il freno anche io e, distanziandomi da tutto, provare a mettere meglio a fuoco il dove sto andando, trovare

l’equilibrio migliore, prezioso e difficile da raggiungere. Tutto per ripartire al massimo, vivendo il qui ed ora in modo completo, buttandosi appieno nelle cose”. Quando si parla di giovani e territorio appare molto disincantato, forse un po’ pessimista. “Ho vissuto a Torino, una città straordinaria che amo enormemente e mi ha regalato tanto. Mi piacciono gli spazi vasti, adoro le grandi città, sono ricche di spunti ed offrono la possibilità di interagire con numerose persone differenti, ci vivrei molto volentieri se non avessi altri doveri e necessità. Un posto dove non potrei mai vivere sono i piccoli paesi di montagna, queste cime montuose che circondano il panorama, le vivo come soffocanti. Rovereto è una bella cittadina, vivace in campo musicale ma, per quanto riguarda altri campi, la trovo piuttosto immobile, poco esuberante. A chi volesse intraprendere la sua strada ha pochi e ben mirati consigli da dare: “La cosa è fare attenzione

a ciò che si firma. Ho avuto qualche esperienza con i contratti e consiglio vivamente di leggere anche fra le righe quello che si sta stipulando. Oltre a leggere di tutto, anche quello che sembra non essere nelle nostre corde, cosa importantissima, è non accontentarsi mai, migliorarsi sempre. E poi, dico sempre, quando qualcosa vi piace, fermatevi e chiedetevi perchè mi è piaciuta?, sembra una domanda banale ma ■ non è affatto così”.

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trentinoincontri FILIPPO BAMBI, ARTISTA E MUSICISTA, INSEGNA INGLESE ALLA SCUOLA PRIMARIA DI PRIMO GRADO DON MILANI DI PERGINE. LA SUA PASSIONE PER L’INGHILTERRA E PER I BEATLES È COSÌ GRANDE CHE NEL 2005 HA SCRITTO LA SUA TESI DI LAUREA SULL’ARTE DI STUART SUTCLIFFE, IL QUINTO BEATLE. FILIPPO È ANCHE L’IDEATORE DI “PLAY THE BEATLES”, IL CORTOMETRAGGIO INTERPRETATO DAI SUOI ALUNNI CHE È STATO PRESENTATO IN VARIE CITTÀ D’ITALIA E NEL 2016 ANCHE A LIVERPOOL, ALLA CONVENTION CHE CELEBRA ANNUALMENTE I FAB FOUR

L

a prima volta che ha sentito e visto i Beatles è stato sulla RAI nel 1996, nel documentario realizzato in occasione dell’uscita di “The Beatles Anthology”, il progetto multimediale del 1994 che celebrava gli “Scarafaggi”. Filippo aveva 12 anni e guardando le immagini delle origini della Band Inglese che aveva rivoluzionato la musica capì che da quel momento nulla sarebbe stato più come prima per lui. “Guardavo il porto di Liverpool con il sottofondo di A day in the life e venivo letteralmente rapito da quell’acqua e da quegli enormi edifici vicino alla banchina”, ricorda Filippo, “mi accorgevo che quei quattro ragazzi con i capelli a caschetto muovevano dentro di me delle sensazioni profonde, così forti a livello sensoriale che mi sembrava di

essere lì con loro e di sentire l’odore del porto”. Fu davvero un momento fondamentale che da lì in poi lo accompagnò dando una precisa direzione creativa a tutta la sua esistenza che da quel momento si divise in due categorie molto personali: le cose reali (come la musica, i disegni e gli amici) e quelle irreali come la scuola e tutto il resto. IL POTERE DELLA MUSICA Filippo, da ragazzo, considerava le persone che suonavano uno strumento come degli esseri superiori e irraggiungibili, capaci con la loro musica di fare delle magie e pensava che lui non sarebbe mai stato in grado di fare qualcosa del genere. “Io allora amavo il disegno come del resto lo amo adesso. E usavo risme

e risme di carta disegnando animali e personaggi avventurosi cercando di descrivere su carta anche altri tipi di sensazioni, come un suono o un profumo. E in quei momenti mi accorgevo che era come se stessi suonando uno strumento anch’io, producendo una sorta di suono muto”. E questo suo modo di mettere su carta i suoni insieme alle sensazioni, diventò più importante quando iniziò a usare il computer creando, con il programma di grafica Paint, delle tavole a commento delle varie canzoni dei Beatles. Dopo elementari e medie, Filippo si diplomò al Liceo Classico Arcivescovile di Trento.

IL “QUINTO BEATLE” di Paolo Chiesa

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trentinoincontri L’AMORE PER L’INGHILTERRA E LA MUSICA DEGLI ZUTONS Durante le estati delle superiori Filippo iniziò a fare dei soggiorni studio in Inghilterra per imparare la lingua, ospite di una famiglia: la “sua” famiglia inglese. “Ogni estate ritornavo da loro e mi legavo sempre di più all’Inghilterra”. E quando compì 17 anni la sua famiglia “adottiva” gli fece un regalo che ancora di più consolidò la sua passione (se ce ne fosse stato bisogno): un viaggio in treno per conoscere Liverpool, la città natale dei Beatles, dove gli Scarafaggi iniziarono la loro straordinaria avventura. E ancora una volta la magia di questa passione lo avvolse fin da quando, dal finestrino del vagone, Filippo vide la zona industriale di Liverpool sostituire la campagna inglese, per poi godersi l’arrivo in città. “Appena ho iniziato a girare per Liverpool ho avuto una sensazione di apertura con il cielo del Nord che mi faceva respirare meglio. La città è stata bravissima perché ha risposto in maniera perfetta alle mie aspettative accogliendomi in maniera fantastica, facendomi vedere la sua architettura monumentale e il suo porto magico. Per me è stato un vero schiaffo emozionale”. Filippo, a Liverpool, iniziò a tornarci spesso anche dopo il diploma ed essersi iscritto alla Facoltà di Lingue. Da maggio a settembre si trasferiva lì facendo vari lavori, nei Pub ma anche in una Galleria d’arte, integrandosi sempre più nella città che fin da bambino aveva sognato e amato. Ed a Liverpool la musica, quella musica che da bambino idealizzava come irraggiungibile lo accolse, insieme alla chitarra che nel frattempo aveva iniziato a suonare. Ci fu l’incontro con alcuni ragazzi che sarebbero diventati gli Zutons, un gruppo musicale con i quali iniziò a collaborare. “Gli Zutons sono dei veri amici e una band eccezionale” dice Filippo, “il loro pezzo più famoso è Valerie, una canzone che è stata cantata anche da Amy Winehouse. Rimaniamo in contatto e quando vado a Liverpool, se è possibile, li vado a trovare”.

Filippo Bampi a Liverpool, il regno dei Beatles

Stuart, un taccuino con queste parole di Sutcliffe: “Quando disegno seguo le sensazioni della musica”. Filippo ne restò colpito perché parlava di una cosa che succedeva anche a lui e che diventò l’argomento della sua tesi di laurea: “La sinestesia nell’arte di Stuart Sutcliffe”, (la sinestesia è una figura retorica che prevede l’accostamento di due parole appartenenti a due piani sensoriali diversi, come nel caso di una musica che l’artista trasforma in un disegno). L’INSEGNAMENTO Dopo la laurea Filippo ha iniziato ad insegnare e il destino lo ha portato ad essere uno dei docenti della Scuola Primaria di Primo Grado (le elementari, per intenderci) Don Milani di Pergine, la stessa scuola che ha frequentato lui da bambino. Filippo insegna tramite il C.L.I.L. (Content and Language Integrated Learning), il “sistema di apprendimento integrato di contenuti disciplinari in lingua straniera veicolare” con il quale gli alunni imparano

LA LAUREA SULLA SINESTESIA Nel 2005, a un mese dalla discussione della tesi, Filippo si trovava a Liverpool dove stava cercando di riordinare le idee per poterla presentare al meglio. E lì fu colpito dalla visione di un dipinto di Stuart Sutcliffe, il quinto Beatle morto nel 1962, tanto da iniziare una ricerca che lo portò a trovare, tramite un’anziana signora che era stata la fidanzata di

le altre materie usando l’inglese. Ed a lui, creativo com’è, non poteva che venire in mente un’idea non solo didattica, ma anche artistica che riguardasse, naturalmente, i Beatles. Ed è qui che nasce il cortometraggio “Play the Beatles”, girato a Pergine con protagonisti proprio i bambini delle Scuole Don Milani. DA “A HARD DAY’S NIGHT” A “PLAY THE BEATLES” Nel 1964, per lanciare l’album dei Beatles “A Hard Day’s Night”, in Inghilterra uscì un film omonimo che in Italia venne distribuito con il titolo “Tutti per uno” e che aveva per protagonisti i quattro baronetti. Nel film Paul, John, George e Ringo, a Londra per un concerto televisivo, vivono una serie di divertenti avventure, inseguiti dai fan e tormentati dal nonno di Paul, un anziano signore che gliene combina di tutti i colori, allontanando addirittura Ringo poche ore prima del concerto. Il lieto fine, dopo il ritrovamento di Ringo, è naturalmente la loro esibizione sul palco. Filippo, con la collaborazione di Gabriele Buselli, ha creato una sorta di remake di “A Hard Day’s Night”, con protagonisti gli alunni della Scuola Elementare Don Milani di Pergine. Nel filmato quattro di loro, con tanto di parrucche nere a caschetto, impersonano i Beatles che vengono inseguiti per le strade di Pergine da una folla di fan interpretati dai loro compagni. Ci sono molti riferimenti a Liverpool e scene girate in vari ambienti perginesi, con il concerto finale che si svolge nell’Auditorium delle Scuole Don Milani. Naturalmente non poteva mancare il nonno, la cui parte è recitata da Diego Bonvecchio. Il film è stato proiettato a Pergine ma anche a Bologna, ad Aviano, a Sanremo e alla Convention annuale degli appassionati dei Beatles che si è svolta nell’agosto 2016 a Liverpool. ■

La locandina del cortometraggio 63

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MAURO NERI: TRA FIABE E LEGGENDE di Renzo Francescotti

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veva sei, sette anni Mauro Neri quando cominciò a trascorrere le estati ad Arco, in casa di sua zia materna Pia. D’estate la madre di Mauro faceva l’infermiera nelle colonie marine di Candriai e Cesenatico e affidava il piccolo a sua sorella. Per il ragazzo era un triplice divertimento: perché imparava a conoscere Arco, affascinante cittadina dal clima mediterraneo, sovrastata da un castello immortalato dal Dürer, con il rione Stranforio sotto la rupe del castello, e poi antiche case e misteriosi vicoli, dove tutti si conoscevano; perché poteva seguire la zia col suo borsone da postina che nel turno pomeridiano (il più leggero di quelli che erano allora i due turni di distribuzione) aveva il tempo di conversare e le donne coccolavano il nipotino; e infine perché la sera, gli raccontava leggende del castello. Come quella del prigioniero che scendeva dalla cella nell’inferno e poi rientrava in

TUTTO È COMINCIATO TRA I VICOLI DI ARCO, QUANDO DA BAMBINO ASCOLTAVA I RACCONTI DELLE LEGGENDE NARRATE DALLA ZIA. POI È ARRIVATA LA CARRIERA GIORNALISTICA, DA “VITA TRENTINA” ALLA INDIMENTICABILE AVVENTURA DI “POSTER GIOVANI”. QUINDI LE LETTURE PER BAMBINI E LA PASSIONE PER I RACCONTI DELLA GRANDE GUERRA prigione raccontando quello che aveva visto. Mauro – che è nato a Trento nel 1950 e ha un fratello, Paolo, architetto, tre anni più giovane di lui - ritrovò quell’atmosfera favolosa, quando a sette anni cominciò a frequentare gli Scout da lupetto. Si riunivano nell’oratorio di Santa Maria al sabato pomeriggio e l’akela Sandro Dori raccontava ogni volta una nuova storia. In seguito scoprì i racconti della giungla di Kipling, imparando

che il capo dei lupetti si chiamava così perché Akela era il capo-branco dei lupi. A sua volta, a ventun anni, Mauro divenne anche lui un akela, rimanendo tra gli Scout per un ventennio, sino a 27 anni quando, dopo gli studi classici, cominciò a lavorare. Iniziò nel 1977 come collaboratore del settimanale ”Vita Trentina” diretto da don Vittorio Cristelli, il famoso Civi. L’anno dopo fu assunto come giornalista, affiancando Ful-

Lettura del “Gatto Marameo” ai Supermercati Poli 64

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vio Gardumi e sostituendo Alberto Folgheraiter, passato alla RAI: “Don Cristelli era venuto a sapere della mia passione per le fiabe e del fatto che la sera le raccontavo per addormentare la mia figlioletta Veronica. Così mi propose di curare una pagina per ragazzi, come aveva fatto anni prima con notevole successo Carlo Cimadom. “Inventai La pagina del Contafiabe, lanciando un’idea che si dimostrò molto felice: quella di rivolgermi ai ragazzi delle scuole, affinché inventassero un titolo sotto il quale, ogni sabato, io avrei scritto una


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Anni ‘60. Con Alberto Folgheraiter e Fulvio Gardumi

Anni ‘80. Con Bernardinatti e Fulvio Gardumi

fiaba. I ragazzi accolsero alla grande l’invito proponendo titoli curiosi quanto ardui. Fu un successo: nel giro di due anni, dal 1980 all’1982, uscirono due raccolte di queste fiabe, con le illustrazioni di Fulvio Bernardini (poi divenuto Fulber, anche lui agli inizi di carriera), pubblicate da Il Quadrifoglio, una piccola editrice che mettemmo su”. Nel 1985, Mauro lascia “Vita Trentina” divenendo responsabile del progetto provinciale Ambiente Cultura Turismo. Come scrittore, dal settore delle fiabe passa a quello delle leggende. Era successo che l’editore Innocenti aveva pubblicato nel 1978 le “Fiabe trentine“ raccolte nel 1800 dallo scrittore Christian Schneller, ispettore scolastico che abitò diversi anni a Rovereto. Quel libro, tradotto dall’altoatesina Irene Andergassen e adattato in italiano da Mauro Neri può essere

biente e l’arte innanzitutto ai ragazzi, ai giovani del Trentino, ma anche a quelli di altre regioni. Dopo tre anni, all’apice del successo, l’avventura di “Poster Giovani” terminò. Non terminò certo la carriera del nostro Mauro, che anzi continuò in ascesa. Tra le cose più notevoli che pubblicò in quegli anni va citato “Il cavaliere delle Dolomiti“ (Marsilio, 1991), un romanzo fantasy sulla saga dei Fanes. Se ne fecero tre edizioni. Ogni capitolo iniziava con una ballata. In seguito queste ballate furono musicate dal meranese Franco Ferrarese, arrangiate da Marino Fabrizio e incise in un CD con lo stesso titolo del libro. A proposito di musica, le leggende trentine hanno ispirato a Neri una serie di canzoni interpretate dal Coro Croz Corona, entrate nel repertorio di altri cori non solo trentini.

considerato il prototipo di tutti i libri di fiabe pubblicati in Trentino nel ‘900: “Oltre alla fiabe, erano contenute una ventina di leggende – racconta Neri. Di lì mi venne l’idea di iniziare una ricerca sulle leggende trentine. Per “Vita Trentina” dovevo spesso girare le valli: cominciai a raccogliere dalla voce degli anziani le leggende locali. Alla fine ne avevo messe assieme oltre 1500. Mi rivolsi a Luigino Mattei direttore dell’Editrice Panorama e, nel 1996, uscì il primo volume delle “Mille leggende del Trentino”; l’anno dopo furono pubblicati gli altri due. Per essere precisi le leggende pubblicate erano 999: in coda c’erano delle pagine bianche lasciate al lettore che volesse trascriverci la millesima…” Quell’anno si concluse anche la splendida avventura di “Poster Giovani” il mensile creato per far scoprire l’am-

Reading di “Scemo di guerra” al Rifugio Barana di Cima Telegrafo

E sei di esse sono state musicate addirittura da Giorgio Moroder, il celebre musicista gardenese che vive negli USA, vincitore di tre Oscar. Come è stato possibile? Diciamo con un po’di fortuna. Giuseppe Solera, che stava lavorando sul CD citato, aveva suonato da giovane con Moroder in un complessino. Ebbe l’idea di contattare il suo vecchio amico che si prestò molto volentieri a musicare quelle sei canzoni. Dopo aver arato per lungo tempo i campi delle fiabe e delle leggende, negli ultimi anni, Neri si è messo a vangare i campi della storia, soprattutto di quelli della Grande Guerra. Le ultime notizie che abbiamo di lui ci informano che ha cominciato a lavorare intorno alla figura di Padre Kino. Attendiamo con curiosità questa ennesima avventura letteraria di Mauro Neri. ■

2012. Castello del Buonconsiglio, letture di “Gellindotto de Ghiandedoro” 65

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Amici Artisti

di Renzo Francescotti

Q

uando ho conosciuto Diego Mazzonelli, l’artista trentino scomparso a 71 anni il 15 settembre 2014? Penso che fosse il 1970, al Centro Bernardo Clesio, quando Diego apparve in quel Centro creato dall’illuminato vescovo Gottardi come “quadrivio” (così recita la lapide nell’ingresso) di scambi culturali, nelle vecchie scuderie del palazzo Vescovile. Il “Clesio” nel fatidico Sessantotto era divenuto la “tana” del Gruppo “Neruda” ed era coordinato da quel grande poeta religioso che è stato don Mario Bebber, assieme a don Luciano Franch, già segretario del vescovo Gottardi. Mazzonelli non si era prima di allora fatto conoscere con nessuna esposizione. Arrivò lì al Clesio con alcuni album di disegni in bianco e nero, mostrandoli a don Luciano e a me. Nessuno dei due sino ad allora aveva mai scritto niente di critica d’arte. A dirla tutta quei disegnini di triangoli, quadrati, cerchi e altre figure geometriche mi lasciarono abbastanza freddo: mi parevano (e sono tuttora convinto che lo fossero) esercitazioni scolastiche. Il che ci dice come Mazzonelli ebbe a crescere rapidamente se è ve-

EMERGENDO DAL BUIO INTERIORE DIEGO MAZZONELLI A 32 ANNI PARTECIPA ALLA SUA PRIMA MOSTRA. FONDA “ASTRAZIONE OGGETTIVA”. LA SUA CONCEZIONE INIZIALE DELL’ARTE È FILOSOFICA, CONCETTUALE, A SUA PITTURA INIZIALE È GEOMETRICA, RIGOROSAMENTE PROGETTATA... ro che, poco dopo, nel 1974, a 32 anni, partecipa alla sua prima mostra, una collettiva alla Galleria d’Arte Milano 2 di Trento, spazio in cui tenne l’anno dopo la sua prima personale. Passa un anno e Mazzonelli fonda “Astrazione Oggettiva” (essendone fondamentalmente il teorico, data la sua preparazione filosofica) assieme a Schmid, Senesi, Wenter Marini, Cappelletti, Pellegrini, da molti definita “movimento”, ma a mio avviso evento sopravvalutato, pur non sottovalutando la sua importanza,

“Astrazione oggettiva”: Aldo-Schmid, Luigi Senesi, Mauro Cappelletti, Diego Mazzonelli, Gianni Pellegrini e Giuseppe Wenter Marini 66

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non tanto di gruppo, ma di sviluppi ed esiti individuali. “Astrazione oggettiva” era un gruppo di sei giovani artisti trentini dalle intenzioni molto ambiziose, che voleva subordinare le ”intenzioni soggettive” alle “condizioni oggettive”, realizzandosi come “pratica sociale” (siamo nella scia del “68”, anche se siamo in pieno riflusso (e i “nostri sei “non mostrano di essersene accorti). Accade così che l’attività del gruppo si esaurisca con la presentazione – nel gennaio del 1976, alla Biblioteca di Pergine – di una cartella di serigrafie. Non ci fu nessuna mostra e quando Schmid e Senesi scomparvero tragicamente in un disastro ferroviario due anni dopo, nel 1978, “Astrazione Oggettiva” era già finita, spaccata com’era (anche se nessuno lo ha mai scritto) da un dissidio interno insanabile. Ma torniamo a Diego, che era nato nel 1943 in piena Seconda guerra mondiale, a Terlago (dove i Mazzonelli abitavano da secoli). Suo padre era un valido maestro elementare che si trasferì con la famiglia a Trento quando Diego aveva tre anni. Il ragazzo non fece

studi artistici limitandosi, per un anno, a frequentare i corsi di disegno dal vero all’Università popolare dove insegnava il grande Remo Wolf (“un mostro di bravura” come lo definì). Dopo la maturità al Liceo Classico “Prati”, va a studiare alla Statale di Milano, dove ha la fortuna di avere come docente di estetica quel Gillo Dorfles (tuttora vivente, ultracentenario) che spalanca l’Italia all’arte contemporanea, soprattutto americana. Mazzonelli ci teneva a definirsi “un filosofo”: veniva infatti da studi filosofici che variavano dal materialismo dialettico di Hegel per arrivare al “silenzio” di Wittgenstein (“di ciò di cui non si può parlare si deve tacere”). La sua concezione iniziale dell’arte è dunque fi-


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losofica, concettuale; la sua pittura iniziale è geometrica, rigorosamente progettata, scientista. Rifiuta il figurativo, il sentimentale, il decorativo, l’ornamento (mi viene in mente Adolf Loos, che nel 1908 scrisse “Ornamento e delitto”, considerando appunto l’ornamento un “delitto”…). Ma dopo un primo decennio, nel 1984, c’è una svolta, un nuovo corso. Le sue certezze formali vacillano. Vengono messe in discussione: subentra anche in lui la curiosità di sperimentare nuovi materiali, nuove forme. Il suo lavoro, che era stato progettato sino all’ossessione, sente il richiamo di una creatività più libera, di una felicità fantastica, di un lirismo coloristico. Così le sue “Tipologie cromatiche”, che scompongono i piani a ventaglio, suggeriscono prospettive, afferrano la gioia cromatica, il gusto della decorazione: tutte cose sino ad allora tenacemente rifiutate. Un periodo in cui Mazzonelli utilizza in dosi massicce il nero, sembra contrapporsi

questa stagione della gioia cromatica scoperta, facendo magari pensare a certi periodi di depressione che percorsero cupamente certi artisti. In realtà non è così. Non si tratta di un nero di lutto, ma di un ”nero come colore, non come assenza, ma come dimensione mentale” come dirà lui stesso. Poi di nuovo l’esplosione giocosa dei colori primari e non in cui le tessere di colore sono accostate con una tecnica che ricorda quella divisionista. Talvolta l’esplosione cromatica emerge da un fondo nero, anche in una serie di pitture-sculture. Verrebbe da pensare all’emersione dal buio del subconscio, ma forse si tratta solo di un non-colore di sfondo che fa esplodere i colori veri. O forse sono presenti tutti e due gli aspetti… Nel 2008, viene presentata al Centro Santa Chiara, un’ampia esposizione che documenta l’itinerario artistico di Mazzonelli, uno dei più suggestivi e significativi artisti trentini dell’ultimo mezzo secolo. ■

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di Silvia Tarter

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bambini di oggi, i cosidetti nativi digitali, sono perennemente connessi a dispositivi tecnologici quali tablet, cellulari e computer, tanto che spesso finiscono per conoscere meglio la realtà virtuale rispetto a quella reale. Talvolta capita che non sappiano neppure, eh sì, succede anche nel verde Trentino, che i pomodori da noi maturano solo d’estate, come si faccia lo yogurt o quali siano i nomi delle foglie degli alberi. Da questa constatazione, è nata l’idea dei campi estivi Mani Verdi, Green Hands Summer Camp, creata da Azul Fernandez, conosciuta come Azzurra, ingegnere elettrico di energie sostenibili e docente di madrelingua inglese, insieme al marito ingegniere ambientale e tecnico esperto di agricoltura biologica. Tutto è nato dopo una vacanza insieme in un agriturismo immerso nella natura. “Guardando i bambini ospitati nella struttura che preferivano messaggiare al cellulare piuttosto che giocare nel prato, mi sono chiesta che cosa facessero i loro genitori alla loro età,

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CON LE MANI... IN TERRA SONO APERTE LE ISCRIZIONI PER IL CAMPO ESTIVO DIURNO MANI VERDI, UN PROGETTO RIVOLTO AI BAMBINI DELLE ELEMENTARI PER IMPARARE L’INGLESE CONOSCENDO, COLTIVANDO E CUCINANDO I PRODOTTI DELLA TERRA, IN COLLABORAZIONE CON AGRITURISMI BIOLOGICI LOCALI SELEZIONATI ed ho ripensato a come sia stata diversa la mia infanzia, quando passavo molto tempo all’aperto inventandomi storie e giocando, tanto che tornavo sempre a casa sporca di terra!” Racconta Azzurra. Nata in Argentina 27 anni fa, è cresciuta, ha studiato e lavorato in Australia prima di arrivare in Italia, dove ha continuato

a lavorare come ingegnere. Qui si è accorta ben presto che il lavoro non godeva della stessa considerazione come in altri paesi, e che la vita in ufficio non faceva per lei, smaniosa di fare qualcosa che avesse una ripercussione sociale. Così, dopo un po’ ha deciso di proporsi come insegnante di madrelingua inglese a un noto istituto che organizza corsi di lingue e, ottenuta l’abilitazione, ha iniziato a mettere a punto il suo progetto parallelo, ora giunto alla seconda edizione. Mani Verdi è un campus estivo rivolto a bambini dai 6 agli 11 anni che si svolgerà in 3 agriturismi biologici in diverse località: a Lavis a Maso Toldin (10-14 luglio o 17-21 luglio) all’agriturismo Il Gallo di Patone (24-28 luglio o 7-11 agosto) e all’azienda agricola Campenal di Dro (31 luglio4 agosto o 21-25 agosto). I bambini iscritti potranno partecipare a lezioni di inglese

che nulla hanno a che vedere con i metodi tradizionali delle ore scolastiche. Le attività infatti si svolgeranno per lo più all’aperto, nelle terrazze o nei prati ed orti circostanti degli agritur e saranno piuttosto dinamiche. A partire dalle 9 del mattino i bambini inizieranno a muoversi facendo ginnastica e imparando come si traducono i nomi e i movimenti in inglese. “I bambini sono troppo fermi e anche a scuola le ore di educazione fisica sono poche” afferma Azzurra, che nella scuola australiana praticava 5 ore di ginnastica alla settimana, “l’attività fisica aiuta la concentrazione, per questo alternare lo studio al movimento è ideale per imparare ad organizzare meglio i compiti”. Ma soprattutto, i piccoli alunni potranno mettere letteralmente le mani in terra: impareranno a coltivare un orto biologico, a riconoscere e raccogliere verdure ed erbe selvatiche


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Azul Fernandez, “Azzurra”

realizzando degli erbari e apprendendo i procedimenti di produzione del cibo e il valore e il sapore della stagionalità. Toccherà infatti a loro aiutare ed assistere nella preparazione di pranzo e merende, per abituarsi ad assaporare sapori tradizionali e a mangiare le verdure, con la soddisfazione di gustare qualcosa preparato da loro stessi, e perché no, imparando nuove ricette da insegnare anche alle mamme. A volte mentre assaggiano questi piatti, come gli gnocchi di patate o il pane con farine biologiche

fatti in casa, capita che facciano dei confronti con ciò che mangiano abitualmente, che magari ha un sapore diverso, ammette Azzurra, ma così hanno modo di riflettere, di porsi delle domande. E l’obbiettivo è proprio questo, aggiunge, riuscire a stimolare i bambini che spesso appaiono poco curiosi e con scarso spirito d’iniziativa. In realtà basta saperli coinvolgere con entusiasmo e mostrare loro quanto può essere divertente riscoprire il legame con la natura e con i prodotti della terra, imparando a svolgere delle attività manuali e nel frattempo persino a parlare l’inglese. “Imparare la lingua per assimilazione associandola ad attività concrete, spiega Azzurra, permette di fissarla meglio piuttosto che partendo dallo studio delle regole grammaticali”. Insomma, l’idea l’anno scorso è piaciuta molto, tanto che anche quest’anno viene riproposta. Il numero di posti è limitato (al massimo gruppi di 10 bambini) e il costo di partecipazione per ciascun bambino è di € 360 a settimana (inclusivo di materiali didattici, pranzi e merende con prodotti locali e biologici). Per iscriversi è possibile contattare Azzurra tramite il sito www.campoestivomaniverdi.com o al numero 331.9161222. ■

VACANZE ESTIVE IN INGLESE 2017 SECONDA EDIZIONE

Campo estivo diurno settimanale in inglese per bambini e ragazzi età dai 6 agli 11 anni con insegnante madrelingua australiana certificata TEFL

A LAVIS, ISERA E ARCO ATTIVITÀ SVOLTE IN INGLESE • Coltivazione di un orto biologico (accompagnati da un esperto in agricoltura biologica) • Riconoscimento di piante ed ortaggi • Manualità e laboratori pratici: creazione di un erbario, fare il pane e biscotti, riscoprire i sensi dell’olfatto e gusto • Lezioni di inglese di gruppo e individuali

QUANDO E DOVE

LAVIS - Masi di Pressano c/o Agritur Biologico Maso Toldin 10-14 luglio oppure 17-21 luglio PATONE ISERA - Rovereto c/o Agriturismo Biologico Il Gallo 24-28 luglio oppure 7-11 agosto

DRO - Arco c/o Azienda agricola biologica Campenal 31 luglio - 4 agosto oppure 21-25 agosto

Posti limitati

Promozione 2 settimane

Sconto fratelli Ulteriori informazioni ed iscrizioni:

www.campoestivomaniverdi.com tel. 331 9161222

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SPECIALE BOLZANO SPECIALE BOLZANO SPECIALE BOLZANO

a cura di Daniele Magagnin

Teatro LE NOZZE DI FIGARO Sabato 1 aprile; ore 20:00 Domenica 2 aprile; ore 17:00 Teatro Comunale Bolzano, Piazza Verdi 40 Un capolavoro del teatro musicale di tutti i tempi. Un’opera di grande attualità che, ancora oggi, fa gridare allo “scandalo”. Tutto in Le nozze di Figaro ruota attorno al sesso e all’eros: per Mozart, che la compose nel 1786 dando avvio alla fortunata collaborazione con il librettista Lorenzo Da Ponte, si trattava di un pretesto per prendersi gioco delle classi sociali della sua epoca che da lì a poco sarebbero state travolte dalla Rivoluzione Francese. La vicenda si svolge in un intreccio serrato e folle, nel corso di una giornata di passione travolgente, piena di eventi di segno opposto, drammatici e comici. I parallelismi con i nostri giorni non sono poi così casuali. Spettacolo FESTIVAL STUDENTESCO 2017 Sabato 1 aprile; ore 20:00 Seconda serata classica Venerdì 7 aprile; ore 20:00 Prima serata moderna Sabato 8 aprile; ore 20:00 Seconda serata moderna Gli studenti di tutte le scuole superiori della provincia autonoma di Bolzano di entrambi i gruppi linguistici si sfideranno in una vera e propria gara a colpi d’arte e musica. Sport: sci alpino 21° SÜDTIROL GARDENISSIMA Sabato 1 aprile; Val Gardena/Seceda Südtirol Gardenissima è lo slalom gigante più lungo del mondo: 6 chilometri di pista dalla cima del Seceda fino alla stazione a valle del Col Raiser. 70

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TEATRO DI QUALITÀ, FIERE E BUONA CUCINA APRILE IN PROVINCIA DI BOLZANO CON SPETTACOLI IMPORTANTI, RASSEGNE ESPOSITIVE DI VARIO GENERE, IL FESTIVAL STUDENTESCO E LE OFFERTE GASTRONOMICHE A BASE DI ASPARAGI È aperto ad atleti di ogni livello, basta avere un certificato medico di idoneità sportiva e una tessera FISI che può anche essere richiesta al momento dell’iscrizione. Teatro GHETTO DELUXE PROJECT BZ Martedì 4 aprile; ore 20:00 Domenica 9 aprile; ore 18:00 Teatro Comunale Bolzano (Studio), Piazza Verdi 40 Adolescenti ospiti in uno studio TV: in mezz’ora di trasmissione possono presentare la loro città. Ma la redazione impone continuamente nuovi compiti e manipola il loro show. Tra i giovani inizia pian piano un clima di concorrenza e diffidenza. La decisione di partecipare al giochetto della stazione TV o di restare fedeli alla loro storia diventa difficile. Teatro FEDRA Giovedì 6 aprile; ore 20:30 Venerdì 7 aprile; ore 20:30 Sabato 8 aprile; ore 20:30 Domenica 9 aprile; ore 16:00 Teatro Comunale Bolzano, Piazza Verdi 40 Animale e carnale, onirica in stile lynchano, chirurgica e passionale nello stesso tempo, questa nuova rilettura della Fedra è una profonda indagine sull’uomo, che riguarda

l’irriducibile, insondabile eros. Investigare su un mito. Nella messa in scena della tragedia di Seneca, il regista e filosofo Andrea De Rosa compie un’indagine affascinante sui lati oscuri dell’animo umano, su quelle forze potenti e misteriose descritte dalla mitologia. Sposa del re di Atene Teseo, Fedra arde di passione amorosa per il suo figliastro Ippolito. Il giovane Ippolito però, è un discendente della regina delle amazzoni, devoto esclusivamente alla caccia e distaccato dai legami familiari, e respinge l’offerta della sua matrigna e regina. Fedra, in preda a un furore incontrollabile, mediterà contro di lui una feroce vendetta.

Una sera, inaspettatamente, grazie a una camomilla calda, Claudia riesce a entrare nella casa della signorina Maria e finalmente a conoscerla. Nasce un’amicizia unica e indissolubile, le camomille bevute insieme diventano un appuntamento quotidiano e, grazie ai racconti e alle storie della signorina Maria, Claudia conosce donne incredibili, artiste famose e complicate, cresce e diventa grande. Diventa a sua volta un’artista famosa e una mamma affettuosa, che porta con sé il desiderio di raccontare e trasmettere l’amore e la passione per la vita e per il mondo dello spettacolo, così come la signorina Maria ha fatto con lei.

Teatro STORIE DI CLAUDIA Venerdì 7 aprile; ore 21:00, Teatro Cristallo via Dalmazia Bolzano In un vecchio palazzo di Roma vive Claudia, una bambina allegra e curiosa; nello stesso palazzo, al pianterreno, abita la signorina Maria, un’anziana ed eccentrica signora, che ama la musica e colleziona ricordi, ritratti e libri di donne famose che hanno cambiato la storia. Da sempre la signorina Maria e il suo appartamento sono l’attrazione segreta per tutti i bambini del cortile.

Fiera TIPWORLD: legame e motore! ... legame con il territorio e motore dell’economia locale! Da sabato 8 a martedì 11 aprile: Piazza Mercato di Stegona, Brunico (9.30 - 18.00) La tradizionale fiera della Val Pusteria nei suoi 39 anni di storia si è sviluppata fino a diventare un equilibrato mix tra fiera specializzata e fiera campionaria. Gli oltre 200 espositori appartenenti ai settori gastronomico, alberghiero, artigianale e delle costruzioni attirano ogni anno più di 20.000


SPECIALE BOLZANO SPECIALE BOLZANO SPECIALE BOLZANO visitatori, tra cui consumatori finali come anche professionisti di settore. La Tipworld Srl, nel corso degli anni, è riuscita con successo a migliorare non solo l’offerta espositiva, bensì l’immagine della fiera nel suo complesso, fino a rendere la Tipworld l’evento da non perdere in Val Pusteria.

del signor Hoppy è la signora Silver. Vorrebbe parlarle, invitarla a bere il tè, conquistarla... ma lei non vede altro che il suo grande amore: Alfio. Alfio non è né biondo né rosso, né alto né basso, né magro né grasso... Alfio è una tartaruga! E il signor Hoppy è terribilmente geloso.

Teatro BOZNER AUTORENTAGE 2017 Venerdì 7 e sabato 8 aprile; ore 19:00 Teatro Comunale Bolzano (Studio), Piazza Verdi 40 Le Vereinigte Bühnen Bozen si sono poste l’obiettivo di scoprire e sostenere a lungo termine autori contemporanei nati o residenti in Tirolo. Si dedicano alla giovane letteratura drammatica e la nuova lirica e prosa sudtirolese in collaborazione con il Südtiroler Künstlerbund e il suo gruppo di lavoro letterario.

Teatro danza BLACK&LIGHT Danza, teatro, acrobatica, video art in un viaggio tra sogno e fantasia Martedì 4 aprile, ore 20.30 Bressanone: Forum Sabato 8 aprile, ore 20.30 Brunico: Haus Michael Pacher Venerdì 7aprile, ore 20.30 Vipiteno: Teatro Comunale Domenica 9 aprile, ore 20.30 Merano: Teatro Puccini Un viaggio incentrato sul sogno e la fantasia, risultato dalla contaminazione di varie discipline: danza, teatro fisico, acrobatica, ma anche video art. Uno spettacolo capace di comunicare, divertire e affascinare, che unisce professionalità e serietà artistica all’intrattenimento. Black&Light della compagnia eVolution dance theater è un’esperienza in costante trasformazione, che nasce dall’unione delle performance di maggior impatto visivo delle due produzioni FireFly e ElectriCity in cui prendono vita, tra colori e luci in movimento, creature mai viste: slittano nello spazio, si elevano dal suolo, si snodano e si riuniscono con movimenti delicati e misurati.

Cucina LA STAGIONE DEGLI ASPARAGI DI TERLANO Dal 6 aprile al 20 maggio Nelle località di Vilpiano, Settequerce e Terlano la coltivazione di asparagi vanta una tradizione centenaria. Oggi, circa 15 contadini coltivano asparagi di alta qualità su circa 10 ettari di terreno, commercializzandoli con il marchio e il sigillo di qualità Margarete. Eleganti nell’aspetto e delicati nel gusto, gli asparagi di Terlano sono particolarmente apprezzati dagli appassionati di questa candida verdura primaverile. Teatro HAPPY HOPPY Sabato 8 aprile; ore 16:30, Teatro Cristallo via Dalmazia Bolzano Hoppy è un timido signore in pensione. La signora Silver è una stravagante vedova che ha il giardino proprio sotto al balcone del signor Hoppy. Entrambi hanno un grande amore che li fa sospirare. L’amore

Teatro L’ARCA DE NOÈ Domenica 9 aprile 2017, 16:30 Teatro Cristallo via Dalmazia Bolzano La trama si snoda nel racconto delle vicende di una famiglia trentina a cavallo tra ’800 e ’900. Il patriarca è Camillo, un farmacista dai trascorsi garibaldini la cui figlia Lisa, di professione levatrice, è sposata a Panfilo, un irriducibile stacanovista del sonno,

settimane delle specialità si gira tutto intorno a questo ortaggio sano. 7 ristoranti nella zona di Nalles propongono specialità a base dell’asparago.

anch’egli farmacista, naturalmente a riposo, e sostituito dall’aiutante Reginaldo. Lisa e Panfilo hanno una figlia, Silvia, e il quadro familiare si chiude con Linda, sorella nubile (ma non troppo) di Lisa. In mezzo a tutti, Mariota, la collaboratrice familiare tutto fare che tutto fa: dal provvedere a Stefanino, figlio illegittimo di sua nipote, al vincere un terno al lotto, allo sposarsi con Reginaldo...

Teatro COMPAGNIA SHARON FRIDMAN - HASTA DONDE / CAÍDA LIBRE Mercoledì 12 aprile; ore 20:30, Teatro Comunale Bolzano, Piazza Verdi 40 Il giovane coreografo israeliano Sharon Fridman, da anni residente in Spagna, nutre i suoi lavori con una danza estremamente fisica e al tempo stesso profondamente poetica. Base di ricerca è la contact improvisation per spaziare poi verso l’essere umano, le sue relazioni e dinamiche sociali. Così in Caída Libre, brano che unisce sei professionisti e una ventina di amatori scelti in loco, sviluppa il tema della caduta e del riscatto; in ¿Hasta Dónde?, duetto pluripremiato e suo cavallo di battaglia, cerca la totale fiducia nel corpo dell’altro.

Sport: mountain bike MARLENE SÜDTIROL SUNSHINE RACE Sabato 8 e domenica 9 aprile; Nalles Diventata ormai un appuntamento fisso per l’apertura della stagione ciclistica, la gara di mountain bike di categoria C1 Marlene Südtirol Sunshine Race ogni anno attira gli atleti di ben 20 nazioni diverse che si riuniscono a Nalles per cimentarsi su un tracciato tecnico e impegnativo. Inserita nelle ”Int. d’Italia Series” e nel circuito austriaco MLA, il “Marlene Südtirol Sunshine Race” presenta un tracciato impegnativo dal punto di vista tecnico, spesso praticato come ultima gara di allenamento prima della coppa del mondo.

Cucina TEMPO DI ASPARAGI A CASTELBELLO Dal 13 aprile al 28 maggio Castelbello attende i visitatori, oltre che con tesori paesaggistici e storico-artistici, anche con eventi gastronomici e pregevoli prodotti. Ed ecco che in primavera tutto ruota intorno all’asparago di Castelbello, che finisce appena colto nelle pentole della cucina locale. Da metà aprile fino alla fine di maggio si svolgono ogni anno a Castelbello-Ciardes le settimane degli asparagi nei ristoranti e nelle osterie locali.

Cucina SETTIMANE DEGLI ASPARAGI A NALLES Dal 10 aprile al 12 maggio Già gli antichi Greci, Romani ed Egizi conoscevano l’efficacia dell’asparago. Nelle

Musica CONCERTO DI PASQUA A CAMPO TURES Domenica 16 aprile; ore 20:00, Valli di Tures ed Aurina Una lunga tradizione della banda musicale civica di 71

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SPECIALE BOLZANO SPECIALE BOLZANO SPECIALE BOLZANO trentinopanorama Campo Tures: ogni domenica di Pasqua nella sala comunale si svolge un concerto serale in atmosfera festosa. Si interpretano brani di noti compositori. Ippica 121a EDIZIONE CORSE TRADIZIONALI DEI CAVALLI HAFLINGER E SFILATA Lunedì 17 aprile; Merano Ippodromo Dal 1896, le corse degli Haflinger del lunedì di Pasqua rappresentano un’attrazione sia per la popolazione locale che per gli ospiti. Nel corso di questi 120 anni, le corse al galoppo dei cavalli Haflinger sono sempre rimaste fedeli alla tradizione coniugando sport e folclore. Così come in quel lontano martedì di Pasqua del 1896, ancora oggi le competizioni sono precedute da un corteo in costume tipico nel centro della città. Le corse si svolgono nel pomeriggio all’ippodromo di Merano (via Palade). Teatro DIANA & LADY D Martedì 18 aprile; ore 20:30, Teatro Comunale Bolzano, Piazza Verdi 40 La regale personalità di Serena Autieri chiude la stagione di Bolzano con uno dei grandi eventi del teatro italiano, a poche settimane dalla prima assoluta: un inno all’amore e alla vita. Diana & Lady D è un dialogo per voce sola in cui Serena Autieri illumina le due anime di una delle maggiori icone planetarie del nostro tempo. L’infanzia difficile, la felice adolescenza, la vita controversa con Carlo, le maestose cerimonie reali, le raggianti apparizioni nella moda e nella mondanità, il volontariato, i discutibili amanti, la solitudine affiorano in un flusso di memoria intenso e poetico, contrappuntato da hit anglosassoni (Beatles, Elton John) e arrangiati per la protagonista. 72

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Fiera PROWINTER Da 19 a 21 aprile; 09.00 17.00, Fiera Bolzano Ll’unica fiera b2b in italia dedicata agli sport di montagna- A Prowinter l’innovazione è di casa: nel ricco programma di appuntamenti, in cui trovano spazio le tradizionali premiazioni di fine stagione dei migliori atleti, uno spazio importante è dedicato alle giovani startup ed alle loro nuove idee per il futuro degli sport di montagna. Qui è possibile infatti incontrare operatori qualificati del settore, scoprire le proposte di prodotti e servizi offerti dal mercato e trovare partner, realizzare progetti, curare e ampliare la rete di contatti professionali. Teatro ANGELO PINTUS ORMAI SONO UNA MILF Mercoledì 19 aprile: ore 20:30, Teatro Comunale Bolzano, Piazza Verdi 40 Come cambia la vita a quarant’anni? Cambia che non puoi più mangiare quello che mangiavi prima. Che sei ancora troppo giovane per fare alcune cose, ma già troppo vecchio per farne altre La vita a quarant’anni raccontata e vista con gli occhi di chi si sente sempre quel bambino che quando vedeva gli amici quarantenni dei propri genitori li considerava “vecchi” e si meravigliava di quanto vivessero a lungo ”i grandi”. E che ora guardandosi allo specchio pensa di essere sempre più in forma, anche se ormai è un uomo fatto. Un uomo? Una signora! Anzi una milf! Fiera KLIMAMOBILITY 2017 Giovedì 20 aprile; 09.00 17.00, Fiera Bolzano IL B2B DAY È... Un evento che riunisce per una giornata le menti decisionali e operative dei settori della mobilità sostenibile, con l’obiettivo di aggiornarsi e trarre ispirazione da un

mix di contributi diversi. Imprenditori, ricercatori e città modello europee collaborano per pensare delle migliori politiche energetiche, per promuovere l’utilizzo delle energie alternative e realizzare in modo sostenibile gli obiettivi nel campo delle smart city e della smart mobility.

luogo nei suggestivi paesi di Egna e Montagna. Una giuria internazionale, dopo aver degustato i Pinot Nero concorrenti, li offre all’assaggio di un pubblico appassionato. È previsto anche un vasto programma che comprende degustazioni guidate e seminari.

Teatro LO STRANO CASO DELLA NOTTE DI SAN LORENZO Giovedi 27 aprile; ore 20:30 Venerdi 28 aprile: ore 20:30 Sabato 29 aprile; ore 20:30 Domenica 30 aprile; ore 16:00 Teatro Comunale Bolzano (Studio), Piazza Verdi 40 Che ruolo gioca il caso nella vita di ognuno di noi? Quanto influisce sulle nostre scelte e in che misura le nostre scelte lo determinano? Prendendo spunto da un fatto di cronaca nera realmente accaduto in Alto Adige, Lo strano caso della notte di San Lorenzo di Roberto Cavosi si propone di indagare la casualità, ironizzando sulle spire della realtà che, in contraddizione al suo stesso significato, è così subdola e cangiante da ingannare tutti noi, nascondendo il suo vero volto. Una storia vera dalla quale il teatro prende spunto per raccontare le molteplici sfumature dell’umanità, di come le definizioni di colpevolezza o innocenza siano molto più labili di quanto si possa pensare.

Sport ÖTZI-ALPIN-MARATHON: DAI FIORI AL GHIACCIO! Sabato 29 aprile; Naturno - Maso Corto (Val Senales) La Ötzi Maratona Alpina si disputa in 3 discipline (mountainbike, corsa e sci). Da Naturno i concorrenti devono percorrere 24,2 km. in sella alla mountainbike fino a Madonna di Senales, per poi proseguire di corsa fino a Maso Corto per un tratto di 11,8 km. Si prosegue, sugli sci, fino all’arrivo presso il Glacier Hotel Grawand dopo aver superato ben 1.201 metri di dislivello. La competizione prevede una classifica individuale e una per le staffette.

Enologia GIORNATE ALTOATESINE DEL PINOT NERO Bolzano Vigneti e Dolomiti; dal 28 aprile all’8 maggio I vigneti fanno parte del paesaggio, della cultura e della vita quotidiana. Sulle pendici assolate intorno alla collina Castelfeder, il Pinot Nero trova delle condizioni particolarmente favorevoli. Le Giornate altoatesine del Pinot Nero rendono omaggio al “re dei vini rossi” e hanno

Folklore USANZA TIROLESE MAI”INSCHNELLN” Domenica 30 aprile; Prato Stelvio (Val Venosta) I frustatori “Goaßlschnöller” salutano con le loro fruste i “Goaßln”, l’inizio dell’incantevole mese di maggio. Maschi e donne si incontrano sui prati “Theinenwiesen”, sopra Prato allo Stelvio e con la notte lo spettacolo si sposta nel centro del paese. Inizio ore 20:00. Fiera TEMPOLIBERO Dal 28 aprile al primo maggio; 9.30 - 18.30, Fiera Bolzano Senso di libertà, voglia di sport e di acquisti a prezzi fiera sono le motivazioni delle famiglie che sempre più numerose scelgono di visitare Tempo Libero con le sue circa 400 aziende espositrici. ■


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LA BIBLIOTECA CLAUDIA AUGUSTA RACCOGLIE E CUSTODISCE LA STORIA DELLA NOSTRA TERRA

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i potrebbe dire, senza timore di smentite, che la Biblioteca provinciale Italiana “Claudia Augusta”, ente strumentale autonomo della Provincia autonoma di Bolzano-Alto Adige, è una autentica “fonte del sapere … del territorio”. A guidare la struttura, dal primo novembre 2001, è la dottoressa Valeria Trevisan direttrice, ma soprattutto “anima e cuore” di un sito importante e strategico, situato “provvisoriamente”, in attesa del tanto agognato “Polo bibliotecario” bolzanino, in via Mendola 5. Dottoressa Trevisan, come possiamo descrivere in poche parole la “culla della cultura”? “La Biblioteca Provinciale italiana Claudia Augusta è stata istituita con legge provinciale del 1999. Dall’inizio del 2016 è un ufficio della Ripartizione Cultura Italiana, la sua riorganizzazione è stata regolata con il Decreto del Presidente della Giunta Provinciale del novembre 2015. La particolare attenzione rivolta alla raccolta locale si affianca ad una sezione di saggistica, sempre più ampia, volta ad approfondire ogni ramo del sapere, dalla storia alla filosofia, dalla ge-

LA DIRETTRICE VALERIA TREVISAN ILLUSTRA LA MISSION DELL’ENTE PROVINCIALE CHE SI OCCUPA DI RACCOLTA E DIFFUSIONE DI TUTTO CIÒ CHE PRESENTI UN LEGAME CON L’ALTO ADIGE, IL TRENTINO, IL TIROLO STORICO E LE REGIONI ALPINE IN GENERALE OLTRE AD UNA SEZIONE DI SAGGISTICA, SEMPRE PIÙ AMPIA opolitica alle scienze. L’indagine sul locale è intesa come raccolta e diffusione di tutto ciò che presenti un legame con l’Alto Adige, il Trentino, il Tirolo storico e le regioni alpine in generale. Si raccolgono pertanto scritti ed opere, ma anche studi e ricerche, tesi di laurea e periodici, documenti su ogni tipo di supporto, sia quello tradizionale sia quello multimediale, al fine di contribuire alla conoscenza ed alla valorizzazione del territorio, e non solo, nei suoi molteplici aspetti. L’attenzione rivolta alla saggistica e alla ricerca si coniuga ad un’intensa attività di promozione della lettura e del sapere in senso lato, at-

traverso incontri settimanali con uomini e donne attivi nei settori della ricerca, del giornalismo, della narrativa”. Un patrimonio di grande valore … “La biblioteca ha un patrimonio pari a circa 900 tra periodici e quotidiani, 1.000 tra cd, cd-rom, vhs e dvd; banche dati su cd-rom; numerose enciclopedie e monografie, fotografie, cartine geografiche, un archivio orale, per un totale di circa 95.000 media. Il patrimonio bibliografico, pubblicistico-informativo e multimediale, costantemente accresciuto tramite acquisti, donazioni e scambi, viene catalogato ed è reperibile anche nel catalogo on-line. Patrimonio della biblioteca: libri di interesse locale e/o di autori locali, libri di interesse generale, tesi di laurea, aventi per oggetto di ricerca argomenti di attinenza locale, letteratura grigia, banche dati, fondi e donazioni da parte di personalità e istituzioni della

cultura locale, dizionari ed enciclopedie, risorse elettroniche (VHS, DVD, CD, CDRom), fotografie, manifesti, periodici. I servizi riguardano: lettura e consultazione in sede di libri, periodici, vhs, cd, dvd, e cd- rom, prestito, reference, fotocopie e scansioni, consultazione internet con 5 postazioni, visite guidate e assistenza a consultazione, attività di promozione della biblioteca e della lettura, periodici digitalizzati consultabili gratuitamente on-line. La Biblioteca Provinciale Italiana Claudia Augusta fornisce in prestito monografie, materiale audiovisivo e multimediale, fotocopie di articoli dalle proprie collezioni alle biblioteche aderenti al servizio di prestito interbibliotecario provinciale che ne facciano richiesta”. La biblioteca digitale oltre alla banca dati bibliografica sull’Alto Adige, dispone della digitalizzazione dei periodici locali “La Provincia di Bolzano”, “Il Piccolo Posto”, “La Voce del

Valeria Trevisan, direttrice della Biblioteca Claudia Augusta 73

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L’Assessore alla cultura Christian Tommasini e Valeria Trevisan, direttrice biblioteca Claudia Augusta

Sella”, digitalizzazione Archivio per l’Alto Adige, Atesia Augusta, “La Domenica del Corriere”, “La Tribuna Illustrata”, “Libro antico” e periodici vari. La “Claudia Augusta”, da anni è impegnata nella certosina opera di recupero di diari, memoriali, racconti, manoscritti, foto e quant’altro documenti e ricostruisca la storia locale dell’Alto Adige da un punto di vista diverso da quello scientifico-tradizionale. La sezione di memorialistica custodisce e cataloga tutto il materiale raccolto, consultabile anche online. «Ricordare, dimenticare, rielaborare, rimuovere – sottolinea la direttrice, Valeria Trevisan – sono scelte individuali e spesso anche collettive che esprimono una posizione ben precisa nei confronti di eventi, persone e fatti che hanno segnato la vita personale e collettiva di ciascuno di noi. La memoria è pertanto un concetto duplice, si esprime a livello individuale e collettivo, ma anche in senso temporale. Può riguardare un ricordo, fissato subito, trascritto, fotografato, quasi contestualmente all’evento, ma può essere anche un percorso a ritroso, un viaggio nel proprio vissuto, una rielaborazione di eventi, di persone a distanza di tempo. Nel multiforme panorama letterario recentemente sta conoscendo un nuovo slancio la memorialistica, che raccoglie scritti autobiografici, collettivi, 74

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manoscritti, racconti e diari, il cui oggetto e anche le finalità spesso coincidono, in quanto si cerca di ricostruire, di fissare dei ricordi, per riappropriarsene e per trasmetterli agli altri». La Biblioteca Provinciale Italiana “Claudia Augusta” ha iniziato nel 2003 un lungo e accurato lavoro alla scoperta della memoria e della memorialistica locale che ha portato alla ricostruzione della storia attraverso le testimonianze. Come? «Attraverso la memorialistica si possono individuare indubbiamente dei tasselli importanti per la ricostruzione di un periodo storico, o per lo meno per avere uno spaccato concreto, realistico e umano, documentato non da fonti tradizionali e più scientifiche, ma da spontanee dichiarazioni di persone singole o gruppi che consegnano immagini, emozioni legati ad un episodio o momento storico. Come biblioteca e come ente con la responsabilità di costruire una raccolta anche legata al territorio, la BPI Claudia Augusta ha coinvolto prima di tutto il pubblico con numerosi incontri nel 2003 legati al tema della memoria e dell’identità, seguiti con grande interesse e consenso di pubblico. Visti questi risultati nel 2004 è stato avviato il progetto delle videointerviste, una sorta di archivio orale – previsto dalle linee Unesco per le biblioteche – che conta attualmente oltre 150 videointerviste a personaggi che hanno contribuito o continuano a farlo in vari settori della vita locale. Di questo processo di ricostruzione e di documentazione locale fa parte anche la sezione memorialistica, che raccoglie appunto scritti di varia estensione, consultabili sia nella forma cartacea originale, sia in rete nella sezione Memorialistica dedicata a questo specifico settore. La Biblioteca Provinciale Ita-

liana ”Claudia Augusta” intende procedere nel lavoro di recupero, di custodia e di promozione della memorialistica, acquisendo, catalogando e mettendo in linea tutto il materiale che può contribuire a conoscere un volto più umano e quotidiano della nostra storia collettiva». Ideato, organizzato e promosso dalla Biblioteca il premio “Claudia Augusta, in cosa consiste? «Il premio Claudia Augusta riguarda le tesi di diploma, di laurea specialistica e di ricerca di interesse provinciale, al fine di raccogliere e documentare i molteplici aspetti della vita e della cultura locale, diffondendone la conoscenza. Al premio possono accedere tutte le persone iscritte ad Università italiane o che hanno frequentato le stesse nell’ambito degli scambi interuniversitari previsti dall’Unione Europea e abbiano redatto una tesi di interesse provinciale in lingua italiana. La domanda di partecipazione al premio va presentata entro due anni dal conseguimento del titolo accademico: laurea, specializzazione, dottorato di ricerca». Un modo per acquisire preziosi documenti di ricerca che possano contribuire in maniera sempre attuale e scientifica alla conoscenza del territorio e dei vari aspetti… «Le tesi consegnate verranno catalogate e messe a disposizione del pubblico per la sola consultazione in sede. La Biblioteca intende mantenere il legame creatosi con i giovani, che ad essa si sono rivolti per le loro – con conferenze tematiche all’interno della rassegna “La ricerca in Alto Adige” le persone che hanno aderito al premio possono, se lo desiderano, presentare, in maniera più divulgativa, pubblicamente il proprio lavoro, le ricerche svolte e coinvolgere così un pubblico più ampio. L’iniziativa ha sempre riscontrato un grande interesse e

ha visto la partecipazione alle serate di presentazione di un pubblico assai vario. Grazie alla raccolta di questi materiali scientifici, la Biblioteca Provinciale Italiana “Claudia Augusta” può ringiovanire le sue dotazioni con aggiornamenti sul mondo della ricerca riferita al territorio altoatesino mettendoli a disposizione dell’intera comunità». Chi sono i fruitori della struttura? «Persone di tutte le età e molti giovani, coloro che si rivolgono alla nostra struttura per ricerche e tesi, coloro che ritroviamo poi come partecipanti al concorso e coinvolgiamo poi». Cos’è la “biblioteca d’autore”? «Tra le tante cose che facciamo da quando è nata questa struttura, c’è l’accoglienza delle biblioteche di privati. Ci è capitato di ricevere quella di Andrea Mascagni. Studiando i libri che ha acquistato e letto si riesce a farsi un’idea di qual è stato il percorso della persona, gli interessi, le passioni eccetera. Un’altra collezione importante è quella di Luigi Serravalli e, più recentemente quella di Alba Costamagna, attualmente attiva come scrittrice di libri di saggistica nell’ambito della storia dell’arte. Alba Costamagna molto legata alla nostra terra, è una persona molto conosciuta nell’ambito culturale ed artistico nazionale ed internazionale anche per il fatto di aver diretto fino al 2005, uno dei poli museali italiani di maggior rilievo, Galleria Borghese a Roma, che ha contribuito a riaprire al pubblico restituendo così un prezioso tesoro alla cittadinanza, valorizzandolo con iniziative e collaborazioni che hanno portato Galleria Borghese ad una rinascita di interesse da parte del pubblico e delle istituzioni. Ha donato alla “Claudia Augusta” il suo patrimonio librario, costituito da più di 1200 testi ■ specialistici».


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GLI ANIMALI DOMESTICI POSSONO ESSERE UNA FONTE DI BENESSERE PSICOLOGICO E UN SOSTEGNO MORALE PER CHIUNQUE. SCOPRIAMO I SEGRETI PER TENERLI IN CASA... di Giada Vicenzi

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uasi la metà degli italiani ospita in casa un animale da compagnia. C’è chi ne ha solo uno (il 22,5%), chi ne ha due o tre (13%), chi ancora di più (7,4%). Secondo Euromonitor la presenza degli animali nelle nostre case è rimasta costante negli ultimi anni: i pet sono circa 60 milioni, di cui quasi 7 milioni sono cani e 7,5 milioni sono gatti. Gli uccelli sono 12,9 milioni, i piccoli mammiferi e rettili 3,2 milioni e i pesci 29,9 milioni. Cifre non sempre concordi, che restano comunque impressionanti. La risposta di questo successo sta nel famoso detto “il cane è il miglior amico dell’uomo”, che può tranquillamente essere esteso a tutta la categoria dei pet (gatti, criceti, iguane, conigli, ecc.): molte persone trovano che un animale domestico sia indispensabile, perché capace di donare q u e l l ’a m o re incondizionato e disinteressato così difficile da trovare nei rapporti umani. Più della metà dei proprietari di animali considera il proprio amico come un membro della famiglia, al punto da farlo addirittura

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dormire nel proprio letto, e una buona fetta di persone sposate o conviventi afferma che l’animale sia in grado di ascoltare meglio del partner. Esagerazioni? Forse. Ciò non toglie che gli animali domestici siano per i proprietari una fonte di benessere psicologico e un sostegno morale nei periodi difficili della vita. Ma non solo: alcune ricerche evidenziano un minor tasso di mortalità nei pazienti post-infartuati che sono proprietari di un cane, rispetto a chi non ne ha. Ugualmente, pazienti medicalizzati che beneficiano di un regolare contatto con animali hanno bisogno di meno farmaci: ecco perché la pet therapy, che si basa proprio sull’interazione uomo-animale, in questi anni si è così diffusa. Il semplice gesto di accarezzare un animale può ridurre il battito cardiaco, regolare la respirazione e abbassare la pressione. Un toccasana contro lo stress.

In Italia il mercato dei prodotti alimentari per cani e gatti ha chiuso il 2015 con un fatturato di quasi 2 miliardi di euro (1.914 milioni,


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fonte Assalco), per un totale di 551.200 tonnellate di cibo. Altri 17,2 milioni di euro sono stati spesi in alimenti per gli altri animali da compagnia. In generale quasi l’80% di chi ha un animale non spende più di 50 euro mensili per il proprio pet (+6,4% nel 2017 rispetto al 2016, fonte Eurispes).

Una corretta alimentazione è importante per tutti, anche per i nostri animali. Alimentati con cibo sano

ed equilibrato, i nostri amici non solo cresceranno vivaci e in salute, ma riusciremo a ridurre l’insorgenza di allergie o patologie gravi come infarto, obesità, problemi articolari, insufficienza renale. Per trovare l’alimentazione giusta per il nostro amico ci si può affidare all’esperienza dei negozi specializzati. Alessio Ciola e Katiuscia Battisti, titolari del negozio “Le Loro Coccole” di Levico, spiegano: «Il mangime varia in base all’età, all’attività fisica, a esigenze specifiche: i cuccioli hanno bisogno di

cibi più proteici rispetto a un animale anziano. I cani adulti hanno mangimi differenziati in base alla taglia e ci sono crocchette di forma particolare, per quegli animali che soffrono di prognatismo (boxer e gatti persiani). Ricordiamo che per determinate patologie occorre sempre chiedere al veterinario e che spesso quei pochi euro risparmiati sul cibo se ne vanno in medicinali». Luca Odorizzi, titolare di “Pianeta Coda”, pet shop con sede a Mezzolombardo, specializzato in alimenti di qualità per cani,

Prodotti di alta qualità per cani, gatti, roditori, ornitologia e acquariologia oltre a consulenze e diete personalizzate per cani e gatti, abbinate a consigli degli accessori e giochi utili.

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La salute dei nostri amici passa anche dalla pulizia: questo è vero per tutti i cani e per alcune razze di gatti, lo conferma Tiziana Caruso, addestratrice e dog sitter che a Rovereto gestisce la “Toelettatura di Alice” ed effettua anche lavaggi a domicilio. Con la sua associazione Alice’s Project si occupa anche di offrire assistenza e aiuto agli animali in strutture pubbliche e private: «Lavare il proprio amico a quattro zampe è una questione estetica, ma soprattutto, di igiene: un cane non lavato diventa veicolo di sporco,

gatti, roditori, pesci e uccelli, che effettua anche consegne a domicilio, aggiunge: «Non sempre il prezzo più alto è indice di migliore qualità. Il mio consiglio è di non fermarsi al marchio, ma di leggere bene l’etichetta, evitando additivi chimici e orientandosi verso prodotti naturali. Se ci sono dubbi, basta rivolgersi a un negozio specializzato, siamo ben felici di consigliare il cibo più adatto. Suggerisco di preferire prodotti low grain

(cioè con pochi cereali), o in certi casi addirittura grain free. Privilegiare cereali nobili, come il farro, il sorgo e il riso integrale, evitando mangimi contenenti glutine di frumento, spesso causa di problemi digestivi e alla cute: attenzione quindi a sintomi come vomito, diarrea o problemi di pelle. Senza dimenticare che uno stile di vita sano non significa solo cibo di qualità, ma anche la giusta attività fisica».

cattivi odori e parassiti, soffre di lesioni alla pelle e alle orecchie. La toelettatura del proprio cane, specie se lo si tiene in casa, è una di quelle operazioni cui nessuno dovrebbe prescindere per prevenire eventuali malattie nell’animale e preservare la salubrità dell’ambiente domestico. Per questo in assenza di necessità specifiche raccomando un lavaggio mensile, anche se la frequenza varia in base al pelo, alla stagione, al trattamento antiparassitario. La toelettatura è indispensabile per alcune razze canine, come lhasa apso, collie, barboncino, ma anche per alcuni gatti, pensiamo agli angora, ai persiani, che hanno bisogno non solo di lavaggi,


trentinospecialeanimali ma anche di spazzolature e tosature periodiche». Molti proprietari preferiscono occuparsi personalmente del lavaggio del loro cane: «È un momento che rafforza la complicità – spiegano Alessio e Katiuscia di “Le Loro Coccole” di Levico – a patto, però, di utilizzare i prodotti giusti. Il nostro negozio dispone di due postazioni di lavaggio self-service per lavare da sé il cane o il gatto. È un modo per andare incontro a tutti coloro che per problemi di tempo e spazio non possono lavare gli animali a casa. Inoltre è pensato per quegli animali che necessitano della vicinanza del loro padrone quando vengono lavati. Lavaggio e tosatura si possono eseguire in autonomia durante l’orario di apertura, in uno spazio provvisto di varie attrezzature pensate per la toelettatura o il semplice lavaggio». Che si tratti di alimentazione o di pulizia, «il valore aggiunto di rivolgersi a un negozio specializzato – conclude Luca Odorizzi

di “Pianeta Coda” di Mezzolombardo – è che si può trovare un professionista in grado di rispondere a tutte le domande sul corretto bilanciamento tra proteine, carboidrati, grassi e fibre per il cane, sulla dieta più adatta per il gatto, come e quando effettuare il lavaggio, quale antiparassitario usare; una consulenza e un punto di riferimento insostituibili per risparmiare tempo e sul lungo periodo anche denaro».

Oltre la metà di coloro che possiedono un animale, lo hanno salvato dalla strada o lo hanno preso in un canile (e simili). Nei restanti casi l’animale è stato acquistato o regalato (fonte Eurispes). Chi decide di adottare un animale abbandonato, nei canili e nei gattili ne troverà di ogni taglia ed età. Oltre alle strutture comunali, sul territorio operano anche as-

sociazioni, le più note sono Enpa e Lav. Alcuni animali ospiti dei rifugi hanno alle spalle storie difficili: fatevi consigliare dai volontari, vi aiuteranno a trovare l’amico che fa per voi. Chi è orientato all’acquisto si può rivolgere a un allevamento amatoriale o professionale, gli obblighi di tracciabilità e salute di cuccioli e genitori sono i medesimi, oppure a un negozio. Diffidare delle inserzioni su internet, che spesso nascondono trafficanti e intermediari senza scrupoli. Al negozio “Le Loro Coccole” Alessio e Katiuscia vendono anche piccoli animali. «Sono tra i regali più richiesti a Natale e per la promozione – raccontano –. Ma un animale non è un giocattolo. È un essere vivente con necessità fisiche ed emozioni. Per questo prima di adottarne uno occorre pensarci bene. Al gatto va cambiata la lettiera ogni giorno e il cane deve fare la passeg-

LE LORO COCCOLE

siamo in Viale Lido, 7 a Levico Terme - Tel. 0461 706741

giata anche se piove e fa freddo». Insomma, grandi o piccoli che siano, i nostri amici andranno accuditi regolarmente. L’impegno è per sempre. Ma in fondo quello che chiedono è davvero poca cosa, rispetto all’amore e alla gioia che ■ possono regalare.

ORARIO NEGOZIO: Dal MARTEDÌ al SABATO 09.00-12.00 / 15.30-19.00 LUNEDÌ 09.00-12.00

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li economisti Tito Boeri e Stefano Zamagni, il sociologo Franco Garelli, gli scrittori Claudia De Lillo e Matteo Bussola. E ancora il gastronauta Davide Paolini, i giornalisti Piero Sansonetti e Enzo Romeo; Sabrina Bono capogabinetto del MIUR e la resistente curda Ezel Alcu, sono alcuni degli ospiti del festival dell’educazione che si terrà dal 7 al 9 aprile a Rovereto sul tema “PASSAGGI”. In tre giorni più di 130 esperti di discipline diverse rifletteranno sui profondi cambiamenti - sociali, economici culturali, tecnologici, e professionali che attraversano la società provando a suggerire nuovi approcci e metodologie educativi per costruire il futuro. EDUCA dà spazio a tutti i linguaggi, anche quelli artistici, culturali e al gioco per riconquistare l’educazione anche come esperienza gioiosa, appassionante e divertente. Il 7, 8 e 9 aprile a Rovereto, VIII edizione del festival dell’educazione dedicata al tema PASSAGGI, propone appuntamenti – seminari, presentazioni di libri e ricerche, laboratori, giochi, spet-

TUTTI I “PASSAGGI” DI EDUCA L’OTTAVA EDIZIONE DEL FESTIVAL DELL’EDUCAZIONE SI TERRÀ DAL 7 AL 9 APRILE A ROVERETO SUL TEMA “PASSAGGI”. TRA I PROTAGONISTI, ECONOMISTI, SOCIOLOGI E GIORNALISTI tacoli e mostre – con ospiti di fama nazionale e internazionale dedicati a bambini, giovani, genitori, insegnanti ed educatori e per tutti coloro che hanno passione per il futuro. Il programma è elaborato dal Comitato promotore con il supporto scientifico di Fondazione Bruno Kessler, Fondazione Franco Demarchi e IPRASE e il coordinamento organizzativo di Con.Solida, ed è arricchito dalle proposte di molte agenzie educative, scuole, associazioni, cooperative, istituzioni, enti di ricerca e culturali. Il tema di quest’anno si intitola iconi-

L’ULTIMA MOSTRA AL CASTELLO DI PERGINE È DI RIGORTH

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erena Neff e Theo Schneider salutano Castel Pergine dopo 25 anni con una bellissima mostra, intitolata “Sense of belonging”. Accoglie le opere di Roger Rigorth che sono già state installate. L’inaugurazione è prevista per sabato 22 aprile, alle 17 con buffet e concerto. Rigorth è già noto al pubblico trentino, essendo una sua opera esposta anche ad Arte Sella. Ma l’ultima stagione dei due simpatici gestori comincerà già venerdì 7 aprile con la cena romantica di Sant’Egesippo, una “vera alternativa a quella di San Valentino”, dicono Verena e Theo. Non mancherà la consueta e introvabile atmosfera del castello, un menu di classe e la rinomata ospitalità. www.castelpergine.it

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camente “Passaggi”. Nuove povertà economiche, culturali ed educative. Esodi di massa, ma anche scelte migratorie individuali (volute o subite); confini geopolitici che si spostano. Eventi violenti che minano alle fondamenta la vita delle persone. Innovazioni tecnologiche e scientifiche che cambiano il modo di comunicare, lavorare, viaggiare. E ancora nuove professioni che nascono, magari per durare l’arco di pochi anni; lavori che mancano mentre altri dilagano invadendo il tempo della vita famigliare e sociale. Famiglie che si compongo-

no e ricompongono in modi continuamente diversi. Fenomeni questi che impattano sulle dimensioni fondamentali individuali e collettive: le diseguaglianze, la frammentazione e le solitudini aumentano e i diritti sanciti nelle carte costituzionali e nelle dichiarazioni internazionali rischiano progressivamente di diventare nel vivere quotidiano parole di carta svuotate di significato. Tutto pare essere messo in discussione, ma quanto è veramente discusso e approfondito? Programma completo su www.educaonline.it ■


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www.termedilevico.it

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mesi primaverili sono particolarmente indicati per effettuare un ciclo di cure termali per riprendersi dall’inverno e prepararsi al meglio per la bella stagione. L’acqua solfato arsenicale ferruginosa, nota con il nome di “Acqua Forte”, grazie alle sue proprietà benefiche rappresenta un valido aiuto. Ma cos’ha quest’acqua di così speciale? La vera proprietà dell’acqua termale è quella di prendersi cura della nostra salute e del nostro benessere: un rimedio naturale per alleviare, prevenire e curare patologie, migliorando la nostra qualità di vita. Ecco cosa vi offriamo alle Terme di Levico: Fangoterapia per alleviare notevolmente i dolori e le tensioni tipiche dell’artrosi e dei reumatismi extra-articolari, svolgendo un effetto antinfiammatorio che migliora la mobilità di corpo e articolazioni. Balneoterapia: è efficace nel trattamento delle patologie osteo-articolari e delle malattie della pelle, come

IL 10 APRILE RIAPRONO LE TERME DI LEVICO! MANCANO POCHI GIORNI ALL’APERTURA DEL PALAZZO DELLE TERME DI LEVICO, SPECIALIZZATO CENTRO DI CURA DOVE IL TERMALISMO VANTA UNA SOLIDA E ANTICA TRADIZIONE: DA OLTRE 150 ANNI INFATTI CI PRENDIAMO CURA DELLA VOSTRA SALUTE E DEL VOSTRO BENESSERE

psoriasi e dermatite atopica. Cure inalatorie: aerosol, inalazioni, docce nasali, ventilazioni polmonari ecc: il reparto delle cure inalatorie offre una serie di trattamenti su misura, specializzati nella cura e nella prevenzione di patologie respiratorie e stagionali, molto comuni nei bambini. Irrigazioni vaginali: sono

particolarmente indicate nella cura delle affezioni croniche dell’apparato genitale femminile per la loro azione antinfiammatoria e antibatterica. Le Terme di Levico e Vetriolo sono convenzionate con il Sistema Sanitario Nazionale e consentono l’accesso ai trattamenti con ricetta medica, pagando esclusivamente il ticket. A pagamento è possibile inoltre effettuare: fisioterapia, kinesiterapia, riabilitazione motoria, massaggi e trattamenti beauty. BENESSERE TERMALE Sappiamo quanto sia importante ritagliarsi degli spazi per la cura di sé nella frenesia della vita quotidiana,

prendersi del tempo per coccolarsi e volersi bene. Ecco perché le Terme di Levico propongono una serie di innovativi trattamenti beauty, formulati sfruttando al massimo le potenzialità dell’acqua termale. Massaggi, percorsi termali, proposte di benessere e “remise en forme”: non solo salute, ma il relax di un momento dedicato solo a te! ■

INFO TERME DI LEVICO E VETRIOLO Viale Vittorio Emanuele, 10 38056 Levico Terme (TN) Tel. 0461 706077 info@termedilevico.it www.termedilevico.it

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VIA DEL BRENNERO, 320 | TRENTO


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www.joinki.it

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na nuova modalità di apprendimento delle lingue e di scambio culturale per le famiglie è quella offerta dall’agenzia Joinki The Culture Connector con il programma internazionale tutor linguistico in Trentino che promuove la nostra regione come meta di scambi culturali e di ospitalità per le famiglie del tutor linguistico. Il tutor è un madrelingua tedesca e/o inglese, oppure con una conoscenza a livello C2 di tedesco e inglese, uno studente universitario e/o un insegnante, che ama trasmettere la propria lingua madre e con esperienza pregressa di tutoraggio linguistico selezionato da agenzie straniere che organizzano programmi internazionali. Ma cosa fa il tutor in famiglia? Il tutor dà principalmente supporto linguistico in cambio dell’ospitalità in famiglia (da 1 a 3 mesi) e mira il suo intervento in base alle diverse esigenze dei membri della famiglia e pianifica modalità e obiettivi nell’insegnamento della lingua offrendo 15 ore settimanali di supporto linguistico o conversazione. Attraverso particolari accordi e programmazioni, Joinki rende la figura del tutor

APPRENDERE LE LINGUE IN FAMIGLIA IL NUOVO PROGRAMMA INTERNAZIONALE TUTOR LINGUISTICO IN TRENTINO linguistico direttamente utilizzabile per attivare scambi culturali e motivare all’apprendimento linguistico in progetti organizzati da Comunità di valle, Comuni, nelle attività estive o anche nelle scuole di ogni ordine e grado che vogliono aderire al progetto in affiancamento agli insegnanti di lingue straniere. Il progetto sperimentale avviato con successo nel Comune di Cles nel 2016, grazie dall’assessore alle politiche sociali, ha portato tutor madrelingua inglese e tedesco nelle famiglie, nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle attività della cittadina. Ora Joinki si apre a nuovi territori del Trentino che vogliono aderire all’iniziativa ed attivare progetti che coinvolgano le famiglie e la società. Le richieste dalle famiglie arrivano da da tutta la regione e Joinki intende, vista la complessità del coodi namento del

programma, dare priorità a richieste concentrate in singoli territori dove si riscontri la collaborazione anche degli enti territoriali. Joinki raccoglie le adesioni delle famiglie, si occupa dell’assegnazione del tutor con le caratteristiche richieste e predispone il programma di uscite sul territorio e la rete territoriale dei servizi a supporto della permanenza del tutor. Il sito di Joinki è rivolto all’estero – ci racconta Sabrina Pasquin – project manager di Joinki insieme a Sara Covi e intende promuovere e rappresentare in futuro il Trentino all’estero nei suoi diversi ambiti turistici. Fondamentale in questa fase è stata la colla-

borazione iniziale con APT Val di Non. Piace il programma Joinki agli aspiranti tutor e alle famiglie? Bè tantissimo, Joinki rappresenta una novità per il Trentino e offre un servizio di qualità ai tutor e alle famiglie. ■

INFO JOINKI Cell. 338 1821874 info@joinki.it www.joinki.it

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Serafini

di Giada Vicenzi

DA LAVIS A VIENNA E RITORNO. LA STORIA DEL GELATO A 5 STELLE IL “TEMPIO DEL GELATO” SI TROVA A LAVIS: UN’ESPERIENZA DI GUSTO INDIMENTICABILE E UN’OFFERTA VASTISSIMA TRA DOLCE E SALATO, PER ACCONTENTARE LA GOLOSITÀ DI GRANDI E PICCOLI IN OGNI MOMENTO DELLA GIORNATA

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na pausa pranzo veloce, ma senza rinunciare a prodotti freschi e genuini e a piatti sfiziosi cucinati al momento; un gelato che è un’esperienza di gusto fuori dal comune; un the e

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Il titolare Rocco Serafini

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dei pasticcini con le amiche; un aperitivo con i migliori vini del territorio; torte golose per celebrare le occasioni più importanti: tutto questo e molto di più si trova al Caffè Gelateria Serafini di Lavis. Non

solo un caffè, non solo una gelateria, ma vero e proprio tempio del gelato artigianale e di molte altre prelibatezze, un locale accogliente e fornitissimo dove sentirsi a casa in ogni momento, dal mattino fino a tarda sera. Vero fiore all’occhiello dell’accoglienza trentina, al punto da potersi fregiare del marchio di qualità Trentino e del marchio Family, il Caffè Gelateria Serafini ha alle spalle una storia decennale, fatta di emigrazione, duro lavoro e successo. La storia comincia quando, nel lontano 1973, il quattordicenne Rocco Serafini saluta la sua val di Cembra e va a Vienna, a lavorare come garzone del gelataio trentino

Iginio Alberti, famiglia di gelatieri che avevano appreso i segreti dell’arte pasticcera nientemeno che in casa Sacher. Dopo aver appreso l’arte e imparato i segreti del gelato perfetto, a vent’anni Il figlio, Roberto Serafini


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La famiglia

Serafini

Rocco decide di fare il grande salto, acquistando una gelateria nel centro della capitale austriaca: è l’inizio di 25 anni di successi. In breve tempo Serafini riesce a conquistare il palato dei viennesi, veri appassionati di gelato artigianale, attestandosi fra le migliori gelaterie della città. Delle 126 gelaterie di Vienna, la metà erano italiane: una produzione considerevole sia per qualità che per quantità, che andava tutelata: nacque

così l’Associazione gelatieri italiani in Austria, di cui anche Serafini faceva parte, con il suo marchio, creato proprio in quegli anni. Alla fine degli anni Novanta Rocco Serafini e la moglie Luciana decidono che è tempo di portare anche in Trentino la qualità, la cura per i dettagli, l’atmosfera raffinata e accogliente (caratteristiche tipicamente asburgiche) che hanno fatto la fortuna del locale di Vienna. Nell’estate del 1999 viene inaugurato a Lavis, sulla strada che collega Trento a Bolzano, il Caffè Gelateria Serafini, che in breve tempo diventa punto di riferimento non solo per i trentini, ma anche per frotte di turisti, che escono dall’autostrada apposta per fare tappa in quello che tutti chiamano “tempio del gelato”. E non a caso. La famiglia Serafini per il gelato ha un vero culto e nella sua preparazione non transige: solo ingredienti naturali, solo materie prime freschissime e

di stagione, solo latte biologico trentino e una lavorazione con macchinari professionali, tra cui un omogeneizzatore, che permette di disperdere meglio i grassi del latte e della panna, conferendo al gelato un sapore pieno e rotondo e una cremosità irresistibile. Per i gusti non c’è che l’imbarazzo della scelta: il variegato ricotta e fichi, o ricotta e uvetta sultanina. La mela, il kiwi, i classici, gli insoliti. Poi ci sono le coppe e le composizioni, ispirate a musiche, avvenimenti o personaggi emblematici come Sissi. Nel 2012 Serafini compare fra le cinque migliori gelaterie d’Italia, nel 2014 entra nella classifica delle 60 migliori gelaterie italiane del Gambero Rosso, ora Serafini può addirittura fregiarsi di essere l’unica gelateria a 5 stelle del Belpaese. Il segreto di questo successo sono i prodotti genuini e di altissima qualità, uniti alla grande esperienza e professionalità e questo vale anche per gli altri peccati di gola che il locale propone alla clientela. Perché Serafini non è solo gelato: torte e

semifreddi a base di latte bio trentino, frutta e ingredienti naturali (anche senza glutine per i celiaci o senza latte per gli intolleranti al lattosio), centrifugati di frutta e verdura freschissime, semifreddi, crêpe, fondute, cioccolate calde e una carta da the esclusiva. I vini del territorio hanno un posto d’onore: impossibile non fermarsi ad assaggiare un bicchiere di freschissime bollicine di montagna o di vellutato teroldego. Serafini è un locale, dove qualità, tradizione e modernità riescono ad andare a braccetto. Provare per credere. Che sia per una merenda sostanziosa, un pranzo, una coppa di gelato o un long drink non importa: Rocco, Luciana e i tre figli Roberto, Stefano e Lorena vi accoglieranno a braccia aperte. E noi siamo pronti a scommettere che tornerete. ■

INFO GELATERIA SERAFINI Lavis - Via Cembra, 27 T. 0461.245148 Gelateria Serafini

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trentinomese di Giada Vicenzi

www.socialdent.it

A dx, il dr. Ranieri Gnesotto, igienista

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n bel sorriso è prima di tutto un sorriso sano. Curare la salute dei propri denti è quindi la prima regola da seguire per sfoggiare sempre un sorriso smagliante. La parola chiave è prevenzione, che deve essere iniziata fin da piccoli con controlli specifici e regolari, accompagnata da un’igiene orale quotidiana. Importantissimo è affidarsi all’esperienza di un dentista serio, professionale e aggiornato, che possa aiutare tutta la vostra famiglia a preservare la salute e la bellezza dei vostri denti. Non è un sogno, ma una certezza che si chiama Socialdent: lo studio di Mezzolombardo, oltre a

PER DENTI FORTI E SANI FIN DA BAMBINI IGIENE, CONTROLLI PERIODICI E TECNOLOGIA ALL’AVANGUARDIA: ECCO IL SEGRETO PER AVERE DENTI SANI E BELLI. AFFIDATEVI ALL’ESPERIENZA E ALLA PREPARAZIONE DELLO STUDIO SOCIALDENT vantare un team di professionisti specializzati nei vari campi della cura dentale, dispone di una strumentazione e di una tecnologia all’avanguardia tra le più innovative e meno invasive, che consente di trattare con successo ogni tipo di disturbo. In questo modo l’equipe di dentisti, ortodonzisti e chirurghi di Socialdent riesce a rispondere ad ogni esigenza dei suoi pazienti in modo veloce e personalizzato.

Il dr. Domenico Alati, direttore Sanitario

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Uno dei punti di forza del lavoro di Socialdent è la Tac dentale 3D, un macchinario di ultimissima generazione arrivato in studio da poche settimane, che permette di visualizzare nel dettaglio e in tre dimensioni le caratteristiche strutturali, l’altezza e lo spessore dell’osso. La Tac 3D è fondamentale per risolvere con successo i casi più difficili, perché permette Il dr. Giuseppe Alati, maxilofacciale 86

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di capire come sono posizionati i denti. Questo consente un intervento tempestivo e mirato in caso di malocclusioni e cattivo allineamento dei denti. Problemi che non sono da sottovalutare: una malocclusione può provocare non solo problemi di masticazione, ma addirittura dolore cervicale, mal di schiena, mal di testa, ronzii alle orecchie. Una volta


trentinomese Il dr. Paolo Magnaguagno

individuato il problema, lo si può risolvere completamente con l’uso di apparecchi Invisalign® invisibili e non invasivi. Analogamente, con l’uso costante di un byte si possono risolvere anche i fastidiosi disturbi dell’Atm (articolazione temporo-mandibolare), causa di emicrania, dolori, nausea, mal di testa, vertigini, dolori cervicali. A volte la malocclusione è

così minima da passare completamente inosservata al paziente, che non accusa alcun sintomo. Ecco perché è importante fissare non solo una visita dal dentista, ma anche dall’ortodonzista, che è un dentista specializzato proprio nella cura delle malocclusioni. Una visita dall’ortodonzista è fondamentale per i bambini, che anzi dovrebbero effettuare controlli periodici, per verificare il corretto sviluppo delle ossa e dei denti e intervenire subito, prima che la malocclusione possa causare altri problemi quali carie e dolori articolari. La Tac 3D viene impiegata anche dai chirurghi maxillofacciali per pianificare gli interventi di impianto. Anche in questo caso, l’altissima professionalità di Socialdent

viene incontro a quei pazienti che presentano una struttura ossea fragile o insufficiente: Socialdent è l’unica struttura della zona ad effettuare interventi di innesto osseo con una tecnica più efficace e molto meno invasiva, che prevede il ricorso ad osso di banca, grazie a una speciale convenzione con la Banca dei tessuti di Treviso. Rispetto all’osso sintetico, generalmente impiegato dai dentisti, l’osso di banca garantisce una durata nel tempo proprio perché diventa un tutt’uno con la struttura ossea di base, ricostruendola completamente. I dentisti di Socialdent sono anche gli unici in Trentino a utilizzare in studio la laserterapia, efficacissima soprattutto per guarire le malattie parodontali (la comune piorrea) senza ricorrere alla chirurgia

tradizionale. La parodontite viene quindi curata evitando l’apertura chirurgica delle gengive, senza anestesia e senza lo stress di un’operazione. Insomma, qualunque sia la vostra età e il vostro disturbo, il team di professionisti di Socialdent è a vostra disposizione per risolverlo, fornendo un servizio immediato e una prima consulenza professionale completa e senza impegno. Un motivo in più per prenotare una visita per voi e i vostri bambini! ■

La dr.ssa Elisabetta Pontarolo, ortodonzista

INFO SOCIALDENT Mezzolombardo (TN) Loc. La Rupe via Trento, 115-117 Tel: 0461.600461 trento@socialdent.it

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INGRESSO GRATUITO

www.bsifiere.com

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a ventunesima edizione di Expo Valsugana Lagorai aprirà ai visitatori venerdi 29 aprile alle ore 9.00 per proseguire fino a domenica 1 maggio 2017 al Palalevico a Levico Terme, nella splendida cornice del vicino lago di Levico. Cuore della fiera è il PALALEVICO, la struttura fieristico-congressuale che ha ospitato le ultime quattro edizioni, mentre gli spazi esterni, di cui alcuni coperti, si trovano adiacenti alla struttura e sul viale Lido. L’orario di apertura nei tre giorni è dalle 9.00 fino alle 19.00. La rassegna rappresenta un appuntamento importante per tutta l’economia del Trentino Orientale ed in particolare per tutta la Valsugana, una tradizione che si rinnova di anno in anno portando sempre all’attenzione la realtà economica della Valle e promuovendo tutto il territorio. In fiera si potranno trovare: serramenti, mobili per arredo interni ed esterni, energie alternative, impianti fotovoltaici, scale per interni ed esterni, complementi d’arredo, pavimenti, rivestimenti, elettronica, macchine operatrici, autovetture, artigianato, prodotti tipici, servizi, sicurezza, impiantistica. Artigianato, industria, commercio, servizi, nuove tecnologie, sono i settori rappresentati e in gran parte la provenienza degli espositori è locale, particolare attenzione in questa edizione ad alcuni temi di grande attualità quali la qualità delle produzioni e la sicurezza in casa, quindi impianti di allarme, porte blindate, serramenti antisfondamento, sistemi antintrusione. In poche parole una fiera per la casa, i complementi di arredo per interno ed esterno, le novità per il ri88

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EXPO VALSUGANA LAGHI LAGORAI NELLA SPLENDIDA CORNICE DEL LAGO DI LEVICO A LEVICO TERME DAL 29 APRILE AL 1° MAGGIO LA VENTUNESIMA EDIZIONE DELLA FIERA PER LA CASA, GLI ARREDI E IL BENESSERE sparmio energetico e per il benessere personale. Sempre più persone sono sensibili al “VIVERE BENE“ nelle varie dimensioni: ambientale, residenziale, nell’alimentazione e nella sicurezza. Per questo la sala Asburgo al primo piano del palalevico è dedicata interamente al benessere fisico e mentale con la presentazione di prodotti naturali per il corpo, accessori trattati naturalmente utili al benessere generale, un’area sarà dedicata al settore biologico Trentino sia dell’alimentazione che delle produzioni naturali, oltre che ai rimedi naturali e alle erbe officinali, ai prodotti naturali e ai prodotti per la cura della persona. Per la quarta volta gli artigiani di Levico si presentano assieme realizzando un grande spazio espositivo per presentare le produzioni locali e le aziende, oltre che l’esposizio-

ne di vere opere interamente realizzate artigianalmente. Viale Lido sarà interamente occupato dalle tradizionali casette in legno per i produttori locali: formaggi, confetture, vini, salumi del Trentino con la possibilità di fare degustazioni e assaggi delle produzioni locali. GLI EVENTI PRINCIPALI: L’Opera Armida Barelli, Centro di formazione professionale di Levico Terme, sarà presente con i propri alunni/e per dimostrazioni di acconciatura ed estetica. L’istituto alberghiero di Levico con i suo alunni che realizzeranno aperitivi analcoolici, dolcetti trentini, cooking show con prodotti trentini. Sul palco si alterneranno poi dimostrazioni e brevi corsi di cucina, degustazioni di prodotti tipici, dimostrazioni di artigianato locale.

SEMINARI: a cura dell’Associazione Artigiani e del BIM del Brenta, sono in via di definizione i temi che saranno affrontati in questa edizione AREA BAMBINI: Nel Palalevico una grande area sarà dedicata al MONDO LEGO, si potranno vedere in esposizione i modellini e tante costruzioni LEGO, sarà realizzata un’area gioco per i bambini che potranno realizzare le costruzioni e i modellini con i famosi mattoncini. La fattoria degli animali, giri in centro con i pony. Novità di questa edizione le dimostrazioni di agility dog?? E le dimostrazioni con i cani addestrati a condurre le greggi di pecore. Giochi gonfiabili e piste con le mini automobili. Per il tempo libero si potranno apprezzare le evoluzioni degli aeromodelli sul campo sportivo a cura del gruppo aeromodellistico Valsugana. Le esibizioni dell’Associazione volo libero trentino con voli in deltaplano e parapendio. Ricordiamo che l’ingresso è gratuito sia in fiera che a tutti gli eventi in programma. Info: www.bsifiere.com ■




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www.acliservizi.it

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nche per il 2017 il modello 730 presenta alcune novità: detraibilità delle assicurazioni a tutela delle persone con disabilità grave, delle spese sostenute da giovani coppie per l’arredo dell’immobile da adibire ad abitazione principale, dell’IVA pagata nel 2016 per l’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B, delle spese sostenute per l’installazione e messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo da remoto; deducibilità delle erogazioni liberali a tutela delle persone con disabilità grave, credito d’imposta per le spese di videosorveglianza. Per avere tutte le informazioni utili alla situazione fiscale tua e della tua famiglia rivolgiti a Caf Acli. Caf Acli, nel 2017, è ancora più conveniente perché ti garantisce il rimborso dell’eventuale credito in busta paga entro i consueti mesi estivi; la compilazione del 730 tramite l’Agenzia delle Entrate, invece, prevede non solo la diretta assunzione di responsabilità sulla dichiarazione, ma anche controlli preventivi dell’Agenzia che potrebbero comportare un ritardo di 6 mesi per il rimborso dell’eventuale credito.

730/2017... TORNA A CASA È ORA DI FARE LA DICHIARAZIONE DEI REDDITI! AFFIDATI AI NOSTRI ESPERTI FISCALI! Verifica sul nostro sito acliservizi.it o presso la tua Cassa Rurale, la tua Azienda o l’Associazione cui aderisci l’eventuale convenzione con il CAF ACLI, potrai beneficiare di un accesso agevolato ai nostri Servizi e troverai l’applicazione di tariffe ridotte. Il servizio è offerto su appuntamento e non è richiesta alcuna tessera associativa. Il Centro Fiscale delle Acli è

attivo con 16 Centri Operativi diffusi sull’intero territorio della provincia. Le attività svolte sono, in via prioritaria, 730, UNICO, RED, IUC, ISEE e ICEF. Nel tempo, l’offerta dei servizi si è ampliata con il Servizio Successioni, l’elaborazione di Contabilità (anche di imprenditori agricoli e di enti non profit), il Servizio Paghe Lavoratori Domestici ed il Servizio Locazioni.

Per tutte le news fiscali e opportunità previste da CAF ACLI tieniti aggiornato sulla nostra pagina facebook CAF ACLI trentino e sul nostro sito acliservizi.it. PRENOTA LA TUA DICHIARAZIONE! Rivolgiti al CAF ACLI - per info e appuntamenti telefona al numero 0461.277277 e-mail info@aclitrentine.it sito www.acliservizi.it. ■

Le principali scadenze per i contribuenti che si rivolgono al CAF ACLI per la compilazione del Modello 730/2017 sono: 15 aprile 2017 07 luglio 2017 23 luglio 2017 da luglio 2017 (agosto per i pensionati) 30 settembre 2017 25 ottobre 2017 novembre 2017 10 novembre 2017

L’agenzia delle entrate metterà a disposizione il Modello 730 precompilato sul sito internet www.agenziaentrate.gov.it Ultimo giorno per la presentazione al CAF ACLI del Modello 730/2017 Termine ultimo entro il quale il CAF ACLI deve consegnare al contribuente copia del Modello 730/2017 e del prospetto di liquidazione Il contribuente riceve la retribuzione con i rimborsi o le trattenute risultanti dal Modello 730/2017 Termine ultimo per comunicare al datore di lavoro di non voler effettuare il secondo o unico acconto IRPEF ovvero di volerlo effettuare in misura inferiore Ultimo giorno per la presentazione al CAF ACLI del Modello 730/2017 integrativo Il contribuente riceve la retribuzione con le eventuali trattenute relative al secondo o unico acconto IRPEF - CEDOLARE SECCA Termine ultimo entro il quale il CAF ACLI deve consegnare al contribuente copia del Modello 730/2017 integrativo e del prospetto di liquidazione

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www.centrosantachiara.it

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na madre e un figlio ai tempi della società dei consumi e delle immagini: lei chiusa in casa e teledipendente; lui considerato “strano” e con grosse difficoltà relazionali. Entrambi si creano un proprio mondo per sopravvivere e sfogano le frustrazioni attraverso due monologhi intrecciati. Lo specchio della condizione attuale di molte famiglie escluse da una società ancora spaventata dalle diversità. È questo il filo conduttore dello spettacolo teatrale “Lo soffia il cielo” proposto venerdì 7 aprile alle ore 20.30 nella cornice del Teatro Sociale per la rassegna Altre Tendenze del Centro S.Chiara. Nato in occasione del Premio di regia “Festival Fantasio 2015” del quale Stefano Cordella è risultato vincitore, lo spetta-

“LO SOFFIA IL CIELO” LO SPETTACOLO PRENDE VITA DA DUE TESTI DI MASSIMO SGORBANI E VEDE IN SCENA CINZIA SPANÒ E FRANCESCO ERRICO colo prende vita da due testi di Massimo Sgorbani e vede in scena Cinzia Spanò e Francesco Errico per una produzione TrentoSpettacoli – Compagnia Oyes. “Lo soffia il cielo (Un atto d’amore)” è una drammaturgia che prende vita da Le cose sottili dell’aria e Angelo della gravità, due testi di Massimo Sgorbani, uno degli autori e

drammaturghi più rilevanti in Italia, già Premio Riccione e Premio Enriquez alla drammaturgia. L’incontro tra il giovane regista milanese Stefano Cordella, co-fondatore della compagnia Oyes, e i due testi di Sgorbani avviene in occasione di un premio di regia (Festival Fantasio 2015), che Cordella vince. Da qui parte una ricerca dram-

maturgica e poetica che si avvicina all’immaginario di Sgorbani, fatto di un’umanità dolente e disturbata, eppure disperatamente affamata di vita autentica nelle molte possibili derive della diversità. In questo adattamento drammaturgico i protagonisti del testo sono infatti una Madre e un Figlio ai tempi della società dei consumi e delle immagini: i due personaggi sfogano le proprie frustrazioni attraverso due monologhi intrecciati, nei quali vengono svelate le drammatiche conseguenze del bisogno d’amore del figlio... ■

DUE FILM: SU LAIBACH E ROLLING STONES

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er gli amanti della musica industriale più colta e creativa i Laibach restano uno dei punti di riferimento imprescindibili per il loro spirito libero e provocatorio. Alla formazione della ex Jugoslavia è dedicato il documentario musicale “Libération Day” di Ugis Olte e Morten Traavik proposto il 6 aprile a Sanbàpolis per la rassegna “Volume” del Centro S.Chiara. I Laibach, la band cult ex jugoslava ora slovena,

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sono il primo gruppo rock ad essersi esibito in Corea del nord. Mettendo a confronto le strette differenze ideologiche e culturali, la band lotta per passare la censura prima che le proprie canzoni vengano scatenate su un pubblico che non è mai stato esposto al rock alternativo. Nati nel 1980, l’anno della morte del fondatore Tito e difficile periodo per la Jugoslavia, i Laibach si oppongono a qualunque etichetta fosse rock, pop, techno. Amano autodefinirsi ingegneri dell’animo umano: sono infatti capaci di far pensare, ballare e marciare con la stessa musica. Il 20 aprile invece le immagini saranno quelle del film “Olé, Olé, Olé!: A Trip Across Latin America” dedicato alla leggendaria formazione inglese. Un documentario, che racconta l’avventura degli Stones in Sudamerica e che segue il tour dei Rolling Stones nei primi mesi del 2016 attraverso dieci città latinoamericane concluso con un concerto all’aperto all’Avana, Cuba, dove la band si è esibita per la prima volta. Un road movie che celebra il potere rivoluzionario del Rock in modo divertente e indagatore. Il film racconta il tour, la cultura locale e il legame unico che esiste tra i popoli dell’America Latina e i Rolling Stones e combina le vibranti riprese dal vivo con altre più intime che ci portano nel mondo della band guidata da Mike Jagger. Diretto da Paul Dougdale, mago dei video musicali.


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www.ilgiardinodellespezie.it

di Alessandro Lever

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nche gli sguardi meno attenti avranno sicuramente messo a fuoco qualcosa di nuovo nel parco de “Il Giardino delle Spezie”. Sono state rinnovate le altalene e il castello è stato ampliato. Tutte le pavimentazioni anti trauma sono state completamente rifatte. Due nuovi giochi hanno poi fatto la loro comparsa: il labirinto gigante e il flipper gigante, due elementi interamente in legno che gli ospiti (non solo i più piccoli) sapranno apprezzare. I menù della cucina e della pizzeria, smessa la consistenza tipica invernale, iniziano a presentare le proposte primaverili, più leggere, preparandosi di mano in mano ad abbracciare i piatti estivi. Gli ingredienti, il più possibile di origine locale,

APRILE NON TI SCOPRIRE! SCOPRIAMO COSA BOLLE IN PENTOLA QUEST’ANNO AL “GIARDINO DELLE SPEZIE” DI PADERGNONE sono selezionati ed abbinati sapientemente nelle ricette tipiche trentine, con uova ed asparagi a farla da padrone nelle prossime settimane. Continua la collaborazione con la vicina Comunità Terapeutica “Casa di Giano”, con il nuovo progetto AlimentaMente: riunirsi alla tavola che offre i frutti della terra lavorata con passione e in modo naturale da persone che cercano di tornare alla vita. L’iniziativa sarà poi spiegata, assieme al menù, direttamente in loco. La gelateria, che per la

verità non si è mai fermata nemmeno nelle giornate invernali più fredde, propone un aumento della varietà dei gusti di frutta, accanto alle golose creme, a quelle classiche ed agli innovativi semifreddi, nei quali la ricerca degli accostamenti degli aromi risulta in modo più evidente. Finalmente disponibile il calendario degli eventi per l’estate, con appuntamenti tutti i mercoledì sera e i venerdì sera dal 16 giugno al 30 agosto, con animatori, clown e musicisti ad alter-

narsi nell’intrattenimento soprattutto dei bambini, veri protagonisti di queste serate. Essere aggiornati su menù, attività ed eventi speciali è facile: attraverso il sito internet o la pagina Facebook si possono avere tutte le informazioni necessarie; oppure è sufficiente iscriversi alla newsletter per ricevere periodicamente (ma in modo non insistente!) le news del Ristorante. È arrivata la primavera: Il Giardino delle Spezie vi aspetta, naturalmente in famiglia. ■

RISTORANTE - PIZZERIA - GELATERIA

nat uralment e in famiglia!

PADERGNONE (TN) Via Nazionale, 109 - 0461.340122 www.ilgiardinodellespezie.it - info@ilgiardinodellespezie.it 93

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www.cultura.trentino.it/Biblio

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al 21 al 25 aprile 2017, a Palazzo delle Albere di Trento, si tiene la seconda edizione di Biblioè, manifestazione dedicata alla valorizzazione e promozione del Sistema Bibliotecario Trentino, che quest’anno compirà quarant’anni. Dal 1977 le biblioteche presenti sul territorio provinciale accompagnano e aiutano la crescita culturale e sociale del nostro territorio grazie ad un insieme integrato di istituzioni pubbliche comunali e provinciali, speciali e di conservazione per garantire con la massima efficacia il diritto dei cittadini all’informazione, alla documentazione e all’aggiornamento. Gli spazi di Palazzo delle Albere sono dedicati ai racconti, ai pensieri e alle opinioni dei bibliotecari che il Sistema l’hanno visto nascere, svilupparsi e trasformarsi nella realtà attuale, rilevando sia i traguardi raggiunti sia quelli ancora da superare. Biblioè tutta un’altra storia, pone l’accento sui racconti di vita che, intrecciandosi a dimensioni più ampie e comunitarie, rivelano sfumature, prospettive e punti di vista differenti o ancora storie personali, che partendo dalla memoria privata e personale riescono

BIBLIOÈ TUTTA UN’ALTRA STORIA... TORNA LA MANIFESTAZIONE DEDICATA ALLA VALORIZZAZIONE E PROMOZIONE DEL SISTEMA BIBLIOTECARIO TRENTINO. AL PALAZZO DELLE ALBERE DI TRENTO DAL 21 AL 25 APRILE a trasformarsi in narrazioni comuni: sarà la storia con la s minuscola che dialoga con la grande Storia, perché “l’illusione più pericolosa è che esista soltanto un’unica realtà” (Paul Watzlawick). Sale dedicate ai generi letterari della biografia, dell’autobiografia, dell’inchiesta, del romanzo storico, del graphic journalism e del fumetto di tipo storico, così come dei classici dell’infanzia in versioni particolarmente inusuali danno vita a una straordinaria biblioteca temporanea nella quale le persone possono fermarsi a leggere, ad ascol-

tare presentazioni, musica o letture ad alta voce e ancora partecipare ai molti laboratori di scrittura creativa e di fumetto. Ai bambini e ai ragazzi è dedicata particolare attenzione proponendo la nuova bibliografia del progetto nazionale Nati per Leggere o opere di editoria sperimentale, come i silent book e la collana Tantibambini, che negli anni Settanta del XX secolo, vide Bruno Munari coordinare autori e illustratori per un nuovo tipo di prodotto editoriale. I graphic journalism e i fumetti mostrano come giovani e adulti possono accostarsi agli avvenimenti storici in un modo diverso, ricco di punti di vista personali, di emozioni e testimonianze dirette. Anche per quest’anno l’intento di Biblioè è di accendere i riflettori sulle biblioteche come snodi territoriali capaci di attivare un reticolo esteso e intenso di relazioni fondate sul leggere, sull’ascoltare, sull’osservare, sul confronto critico ma anche sulla condivisione e sull’apprendimento continuo. ■

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di Fabio De Santi

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l nuovo live di Mannarino, legato al suo quarto album “Apriti cielo” arriverà anche a Riva del Garda, il 22 aprile al Palameeting, tappa che si aggiunge al calendario di concerti dell’Apriti Cielo Tour per il quale sono stati già venduti oltre 35mila biglietti, con cinque date sold out e 4 raddoppi. Con questi numeri Mannarino è stabilmente tra gli artisti più venduti nella classifica ufficiale di Ticketone. Un evento quello con Mannarino che viene organizzato da Fiabamusic e Sideout. “Apriti cielo”, uscito per Universal, è il titolo del quarto album di Mannarino, uscito il 13 gennaio e anticipato dai singoli Apriti Cielo e Arca di Noè. Il disco ha debuttato al 1° posto della classifica Fimi dei dischi più venduti, su Spotify ha già superato i 2 milioni di streaming e su YouTube il videoclip di Apriti Cielo ha raggiunto 1 milione di views. Quello di Mannarino è un disco intenso e controcorrente nella sua genuina verità. È merce rara essere nazionalpopolare facendo una ricerca artistica rigorosa, probabilmente questo è il più grande pregio di Mannarino che, con

MANNARINO IL 22 APRILE A RIVA DEL GARDA, AL PALAMEETING, UNA TAPPA CHE SI AGGIUNGE AL CALENDARIO DI CONCERTI DELL’APRITI CIELO TOUR questo quarto album, riesce ancora una volta nell’intento. Mannarino nasce a Roma nel 1979. Inizia la sua attività artistica a partire dal 2001 quando, girando per l’antica suburra del rione Monti, si esibisce in session a cavallo tra il djing e il live acustico. Lasciandosi alle spalle queste esperienze di “dj con la chitarra” nel 2006 dà vita alla Kampina, una band formata da cinque elementi. Con questa formazione Mannarino comincia ad esibirsi nei maggiori club e locali della capitale fino ad approdare in veste di cantautore in vari festival, club e nelle piazze, anche in ambiti che esulano dal contesto strettamente

musicale. Successivamente si esibisce in performances dal vivo e viene invitato da Fiorello e Baldini nella trasmissione “Viva Radio 2”. Lo stesso anno sale sul palco del Teatro Ambra Jovinelli di Roma nello spetta-

colo “Agostino, tutti contro tutti” (regia di Massimiliano Bruno) dove viene notato da Serena Dandini che lo vuole con sé, per tre stagioni consecutive, nella trasmissione televisiva di Rai3 “Parla con me”. A febbraio 2009 David Riondino e Dario Vergassola lo invitano a partecipare alla trasmissione radiofonica di Radio2 Rai“ Vasco de Gama”, per cui compone la sigla. Pochi mesi dopo esce il suo primo disco di inediti “Bar della rabbia” e distribuito dalla Universal Music, che lo fa approdare per la prima volta al Concertone del 1° Maggio. A luglio dello stesso anno vince il Premio Giorgio Gaber a Viareggio e il suo disco è finalista alla Targa Tenco nella categoria “Album emergenti – Opera prima”. A novembre, nell’ambito del Premio Tenco si esibisce sul palco del Teatro Ariston di Sanremo. ■

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di Lara Deflorian

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aranno due gli spettacoli che in questo mese, a Trento e a Bolzano, andranno a chiudere la stagione di InDanza organizzata dal Centro Santa Chiara. Due rappresentazioni che si differenziano per genere e per natura, ma che entrambe stimoleranno l’interesse dello spettatore. E così, il 12 aprile al teatro Comunale di Bolzano, potremo assistere a due creazioni del giovane coreografo israeliano Sheron Fridman, da anni residente in Spagna, per lui terra di nutrimento e ispirazione. Fautore di una “danza sociale”, Fridman sviluppa una sua ricerca sulle relazioni umane, sul contatto con l’altro e sulla necessità di comunità, attraverso la contact improvisation, una tecnica della danza contemporanea nella quale i punti di contatto fisico tra due o più danzatori fungono da slancio

EVOLUTION DANCE THEATER SHERON FRIDMAN A BOLZANO E L’EVOLUTION DANCE THEATER A TRENTO: UNA “DANZA SOCIALE”, TRA CONTATTO FISICO E IMPROVVISAZIONE per una scrittura coreografica che, pur muovendosi all’interno di alcuni schemi predeterminati, si sviluppa attraverso l’improvvisazione. Questa libertà gestuale inevitabilmente porta le sue creazioni ad una realtà del corpo e al suo bisogno continuo di contatto fisico e sociale e ciò emerge chiaramente anche nel pezzo

che vedremo a Bolzano ¿Hasta Dónde?, il duetto pluripremiato e cavallo di battaglia di Fridman, che parte proprio dalla relazione con l’altro in cui due personalità s’interrogano sul concetto di distanza per dare vita a un equilibrio, che si costruisce sulla trasmissione di un impulso, sulla capacità di recepirlo, tollerarlo e resti-

tuirlo, sull’abilità di spingere e di farsi spingere attraverso una manipolazione fisica. Nel secondo lavoro presentato a Bolzano, Caìda Libre, vedremo in scena sei danzatori professionisti e una ventina di amatori scelti in loco. Anche in questo pezzo emerge la dimensione del reale, attraverso il quale

LA DANZA INCLUSIVA DI ORIENTE OCCIDENTE

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ell’ambito del progetto europeo Moving Beyond Inclusion, in cui Oriente Occidente rappresenta l’Italia in partnership con Regno Unito, Germania, Croazia, Svezia e Svizzera, proseguono le azioni che stanno portando il Festival di Rovereto ad assumere anche una connotazione sociale e ad avere un ruolo di primo piano non solo nell’ambito della danza contemporanea, ma anche nell’ambito della danza inclusiva. Infatti, in seguito alle tre giornate dello scorso settembre finalizzate al confronto e alla condivisione di esperienze e idee in cui la rete italiana #unlimited ha trovato nuovi contatti, coinvolgendo ad oggi oltre 26 soggetti tra artisti, compagnie e associazioni, il progetto di Oriente Occidente si sviluppa verso la definizione di un quadro istituzionale e legislativo di riferimento, inerente questa pratica non solo culturale e artistica, ma anche sociale. Le iniziative per il 2017 riguardano nello specifico la creazione di un sito internet sulla danza inclusiva, che sarà il primo portale on-line a mettere in relazione e coordinare le varie realtà italiane; la produzione del nuovo spettacolo della compagnia Balletto Civile/Bad Lambs, che coinvolgerà gli artisti con disabilità Aristide Rontini, Giuseppe Comuniello, Giacomo Curti; la realizzazione di un programma unitario di proposte formative coordinate e promosse da Oriente Occidente e messe in atto dal Cid (Centro internazionale

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della danza) e dai partner della rete italiana, con 105 giornate di attività e 24 soggetti coinvolti, che toccherà nove città italiane. Inoltre, sempre all’interno del progetto Moving Beyond Inclusion, la prossima edizione del festival Oriente Occidente ospiterà la prima mondiale del nuovo spettacolo della compagnia inglese Candoco, lavoro commissionato alla coreografa israeliana Yasmeen Godder, e dall’11 al 15 settembre ospiterà un laboratorio internazionale di danza inclusiva con 30 artisti europei e tre coreografi internazionali. Lara Deflorian


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Fridman sposta la sua ricerca sul senso di sopravvivenza e sulle dinamiche che portano alla composizione e al disfacimento di una comunità. Caìda Libre è stato definito “un interessante, ipnotizzante e instancabile lavoro corale… di grande impatto visivo il movimento e l’energia generati dal centro del gruppo che si propaga fino all’esterno, fino all’ultimo danzatore”. A Trento, invece, dopo aver solcato i palcoscenici più decentrati della regione, il 20 aprile al teatro Sociale potremo vedere all’opera l’Evolution Dance Theater, compagnia diretta dal coreografo di origini statunitense ed ex danzatore dei Momix Anthony Heinl, che si caratterizza per i suoi effetti speciali e le sue acrobazie volanti. Night Garden è il titolo della creazione presentata, in cui come in un giardino notturno al chiaro di luna si potrà scoprire un mondo fantastico, attraverso giochi di luce, siluette in movimento e tanti altri colpi di scena. “Vortici di vento fluorescente – spiegano gli ideatori – avvolgono lo spettatore in un abbraccio fluttuante, lampi di luce percorrono il palco, la luce cambia e si apre una finestra per guardare di nascosto e scoprire cosa si cela dietro al velo segreto del giardino notturno,

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© 2015 Alberto Deponti

dove nulla è come sembra.” Prima di approdare a Trento, la Evolution Dance Theater si esibirà nell’ambito del circuito regionale della danza il 4 aprile al teatro Forum di Bressanone, il 7 aprile al teatro Comunale di Vipiteno, l’8 aprile al teatro Michael Pacher di Brunico e il 9 aprile al teatro Puccini di Merano. Lo spettacolo presentato sarà Black&Light, una sorta di concentrato di sette anni di lavoro della compagnia, sulla fusione di atletismo e visionarietà, e un lavoro di ricerca centrato sulla tecnologia, la danza, il suono e il colore. Sempre nell’ambito del circuito della danza il 31 marzo al teatro Parrocchiale di Cles e l’1 aprile al Palafiemme di Cavalese, ritroveremo la compagnia Naturalis Labor interprete di Passiontango, una creazione contemporanea su musica dal vivo di Luciano Padovani, centrata sul potere seduttivo e passionale del tango, inteso come “metafora della vita e dell’amore”. Infine il 18 aprile al teatro S. Pietro di Mezzolombardo la E.Sperimenti Dance Company sarà protagonista di Hopera. Compagnia toscana eclettica nel genere, che dall’hip hop e break dance spazia al contemporaneo e dal modern arriva al teatro-danza, la E.sperimenti Dance Company si caratterizza per una forma espressiva contaminata finalizzata alla creazione di un proprio stile nuovo. In Hopera nove danzatori saranno gli interpreti di un viaggio che tocca le arie e le melodie celebri del “bel canto” nelle coreografie di Mattia de Virgiliis, Francesco Di Luzio, Federica Galimberti. Il linguaggio utilizzato, tutt’altro che classico, è fruibile, raffinato, ironico e contaminato da intrecci gestuali e il susseguirsi dei quadri proposti mettono in luce il binomio tradizione-innovazione, che caratterizza questa compagnia. ■

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di Nicola Tomasi

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TRENTO FILM FESTIVAL DAL 27 APRILE AL 7 MAGGIO, LA 65A EDIZIONE. L’ISLANDA PROTAGONISTA. IL MANIFESTO DELLA RASSEGNA FIRMATO DA GUIDO SCARABOTTOLO

Opera di xxx

ritorno alla natura, di un contatto con un ambiente meno antropizzato e più selvaggio. Le gravi crisi climatiche in atto – continua il presidente del festival – stanno modificando la nostra vita in modo significativo, facendo emergere, da un lato, la necessità di un adattamento a questi cambiamenti in termini di prevenzione e gestione dei rischi, penso soprattutto agli eventi come le straordinarie nevicate in Abruzzo e la tragedia della valanga a Rigopiano; e, dall’altro, l’urgenza di un impegno maggiore per preservare l’ambiente in cui viviamo, fondando le nostre scelte e comportamenti sulla base delle leggi che governano la natura, in modo sostenibile. Da questo punto di vista la montagna, la sua cultura e i problemi cui deve fare fron-

disegno di Guido Scarabottolo

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l Trento Film Festival ha presentato oggi in una conferenza stampa che si è svolta a Trento, a Palazzo Roccabruna, le prime anticipazioni della 65. edizione della rassegna (che si svolgerà dal 27 aprile al 7 maggio) rendendo noto il Paese ospite protagonista della Sezione “Destinazione…” che quest’anno sarà l’Islanda e l’immagine del manifesto, firmata dall’artista Guido Scarabottolo. Il Paese ospite della 65. edizione del festival sarà l’Islanda. «L’Islanda – ha spiegato il presidente De Martin – costituirà uno dei momenti più importati della manifestazione. Con un ricco programma cinematografico e di eventi, andremo alla scoperta di questo Paese dalla natura unica e affascinante, dove la forte crescita del turismo mette di fronte a nuove sfide, specchio di quello che tanti altri paesi custodi di straordinari patrimoni naturali devono affrontare, ovvero il dilemma tra l’opportunità di nuove fonti di reddito e la sostenibilità sociale e ambientale. Partendo proprio dall’Islanda rifletteremo durante il festival sul rapporto tra l’uomo e la natura perché si avverte un bisogno sempre più forte di

te possono rappresentare un territorio ideale dove compiere un percorso per conoscere, scoprire o sperimentare diversi stili di vita all’insegna della sostenibilità». Il manifesto della rassegna è firmato dall’artista e illustratore Guido Scarabottolo, il quale spiega così la sua opera: «La montagna è

il luogo del silenzio. Il silenzio è il luogo della possibilità. La montagna è anche il luogo dell’eco. E l’eco è la possibilità di ascoltarsi”. Continuerà l’impegno del Festival per fare “viaggiare” il pubblico, alla scoperta di luoghi unici e affascinanti, intendendo il viaggio come esperienza di conoscenza dell’altro, come contaminazione dei punti di vista e come apertura dei propri confini. In quest’ambito da questa edizione, insieme a Montura si intensifica il rapporto con il progetto FuoriRotta. L’asse dell’intera programmazione cinematografica dedicata all’Islanda sarà il rapporto tra gli islandesi e la loro terra, con la natura, gli animali, soprattutto con la tradizione secolare degli allevamenti, ma si parlerà anche delle battaglie a difesa dell’ambiente contro l’abuso dello sfruttamento delle risorse naturali, delle conseguenze sociali dovute alla crisi finanziaria e delle rapide trasformazioni dell’industria ittica, i cui interessi mettono a rischio un intero stile di vita e organizzazione sociale tradizionalmente basati sulla pesca. Il programma “Destinazione… Islanda” si avvale della collaborazione ufficiale con Icelandic Film Centre, l’ente nazionale di promozio■ ne cinematografica.


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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

a Trattoria Biancospino propone menù curati e diversificati, pensati per soddisfare ogni palato, anche il più esigente. Si va dai piatti locali per i più tradizionalisti, come l’intramontabile tortel di patate, le pappardelle al sugo di cacciagione o i ravioli caserecci, alle portate a base di pesce fresco, dagli antipasti misti ai primi piatti ai gran fritti, ai menù a base di carne, dove oltre alle proposte più tradizionali spiccano il bisonte, lo struzzo e il black angus irlandese, preparati seguendo varie lavorazioni. Ma qui si può gustare anche una buona pizza oppure, per i più curiosi, lasciarsi tentare dai sapori “calienti” della tradizione latina, godendo allo stesso tempo di un vivace intrattenimento musicale. Nelle occasioni speciali, infatti, nelle serate al Biancospino profumi spagnoli come quelli di una corposa sangria, una paella de carne y de mar o delle saporite tortillas del Messico si mescolano alle note del cantautore spagnolo Juan de la Cruz con la sua chitarra, per rendere ancora più speciale un momento conviviale come la cena. Oltre al menù

SERATA AL “BIANCOSPINO” UN POSTO TRANQUILLO IMMERSO NEL VERDE DELLA CAMPAGNA, A POCHI PASSI DALLA ZONA INDUSTRIALE DI SPINI DI GARDOLO, DOVE ASSAPORARE PRELIBATEZZE DELLA TRADIZIONE TRENTINA E NON SOLO. IL LUOGO IDEALE PER TRASCORRERE UNA SERATA IN ALLEGRIA IN UN’ATMOSFERA CALDA E ACCOGLIENTE latinoamericano tante sono le proposte tematiche che il fantasioso titolare Roberto Piancastelli insieme al suo staff, 9 persone in tutto, ha ideato per allietare la sua clientela: “Nei fine settimana organizziamo delle cene a tema, con menù particolari come i “Nudi e Crudi”, piatti a base di carne e pesce crudi o “Siamo fritti”, specialità di terra e di mare fritte” spiega. Naturalmente ci sono anche le ricette della tradizione italiana e d’oltralpe, e non mancano le proposte legate ai prodotti stagionali. Adesso è il momento degli asparagi, da assaggiare in tutte le salse, insieme al capretto, in una carbonara di asparagi o nella classica salsa bolzanina. I piatti qui vengono preparati esclusivamente con ingredienti di stagione e

il più possibile a kilometri zero, prestando inoltre sempre attenzione alle intolleranze alimentari, con la creazione di proposte alternative. Il tutto sorseggiando magari un buon vino trentino o una birra artigianale. Naturalmente, parlando di menù a tema, non potrà mancare un menù ad hoc per le festività di Pasqua e Pasquetta, che sarà possibile consultare sulla pagina Facebook o sul sito, dove si può anche prenotare direttamente una cena. Il Biancospino è inoltre il posto ideale anche per cresime e comunioni, compleanni e feste di laurea. Lo spazio infatti non manca, tanto che il ristorante riesce ad ospitare fino a 90 coperti, tra la sala interna e la nuova veranda che offre uno spazio confortevole e accogliente, dove festeggiare con amici e parenti o ritagliarsi semplicemente un momento di tranquillità di coppia lontani dal caos. A pochi metri da qui si trova infatti anche la pista ciclabile che costeggia l’Adige e le campagne. Aperto tutti i giorni, tranne il lunedì e il martedì sera, al Biancospino si può anche pranzare con i

buoni pasto, scegliendo tra un menù veloce ideale per la pausa pranzo dal lavoro, oppure tra il menù di terra o quello di mare. Altrimenti, finito il lavoro ci si può semplicemente fermare qui per bere un aperitivo e scambiare quattro chiacchiere e un sorriso, che in questo luogo familiare davvero non mancano mai. ■

INFO Via al Pont dei Vodi, 39 Spini di Gardolo (Trento) Tel. 0461 961038 Cell. 381.173711 trattoria@biancospino.info www.biancospino.info Trattoria Biancospino Orari d’apertura: dalle 11 alle 22.30. Chiuso il lunedì e martedì sera.

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di Daniele Valersi

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anto giovani talenti emergenti quanto miti consacrati del panorama musicale mondiale saranno nelle nostre sale in questo mese, con programmi comprendenti i pilastri della migliore musica come pure proposte inusuali o divertenti. Per la stagione sinfonica dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento avremo a Trento il pianista Arcadi Volodos (12 aprile, Auditorium, ore 20.30) con la direzione di Arvo Volmer, direttore principale della compagine regionale. Volodos, nativo di San Pietroburgo, è un fenomeno più unico che raro, a trent’anni è giunto ai vertici del pianismo mondiale senza aver vinto alcun concorso, solo con l’abbrivio di una carriera travolgente: al suo attivo ha ormai tredici incisioni discografiche, alcune delle quali premiate; sostiene un’intensa attività da solista con circa sessanta concerti l’anno. Proporrà il Concerto n. 2 op. 83 di Johannes Brahms, che affiancherà “Pan och Echo” op. 53a di Jean Sibelius e la Sinfonia n. 9 op. 60 di Dmitri Shostakovich. Ritorna a Trento con l’Orchestra Haydn Elim Chan (26 aprile, Auditorium, ore 20.30), ventottenne nata a Hong Kong (ma cittadina britannica), prima donna a vincere il concorso per direttori d’orchestra “Donatella Flick”, competizione che

Mischa Maisky

MAISKY: UN GRANDE APRILE DI CLASSICA È UNO DEI PIÙ GRANDI VIOLONCELLISTI VIVENTI E SUONERÀ A TRENTO IL 26 APRILE. SARÀ LUI LA PUNTA DI DIAMANTE DI UNA SERIE DI APPUNTAMENTI TRENTINI CON LA MUSICA CLASSICA ha la London Symphony Orchestra quale partner. Chan dirigerà una nuova composizione di Giorgio Battistelli in prima esecuzione assoluta, oltre alla Sinfonia n. 4 op. 120 di Robert Schumann e al Concerto per violoncello e orchestra n. 2 op. 104 di Antonin Dvorak, con Mischa Maisky quale solista. Maisky, lettone di nascita ma cittadino del mondo, uno dei più grandi violoncellisti viventi, assurto alla notorietà internazionale dopo la vittoria al prestigioso Concorso Chaikovskij di Mosca, suona uno strumento originale del Settecento, costruito dal liutaio veneziano Montagnana. Tre gli appuntamenti dell’Associazione Filarmonica di Rovereto, che questo mese

conclude la sua stagione: il 1° aprile (Teatro Zandonai, ore 21) la Rotary Orchester Deutschland, con Rasmus Baumann quale direttore e Thomas Duis solista al pianoforte, si esibisce per un evento benefico nell’Ouverture della mozartiana “Clemenza di Tito” K621, nel Concerto n. 4 op. 58 per pianoforte di Ludwig van Beethoven e nella Sinfonia n. 3 D200 di Franz Schubert. Il 7 aprile (Rovereto, Sala Filarmonica, ore 20.45) l’ensemble formato da Nabila Chajai, Pier Luigi Maestri, Lorenzo Guzzoni, Marianne van Campenhout, Milo Maestri, Klaus Manfrini propone pagine di Claude Debussy, Jean Cras, Marcel Tournier, Maurice Ravel; il 12 apile (Sala Filarmonica, ore

String soloists

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20.45) il concerto conclusivo, il recital “Albe” del pianista Alfonso Alberti, con brani di F. Couperin, R. Schumann, F. Gardella, O. Messiaen. Unico appuntamento del mese per la Società Filarmonica di Trento, il concerto della Kremerata Baltica diretta da Gidon Kremer (giovedì 13, Sala della Filarmonica, 20.45) conclude la prima parte della stagione (che riprenderà il 5-10); sono in programma pagine di G. Pelecis, J. S. Bach, Schubert/Kissine, G. Kancheli, A. Piazzolla. I due appuntamenti mattutini dei “Concerti della domenica” (Trento, Sala della Filarmonica, ore 10.30) comprendono “Classica for dummies” (9 aprile), un’ esilarante proposta fuori dalle righe della MicroBand (Luca Domenicali e Danilo Maggio), quindi il talento rampante degli “String soloists” (23 aprile), virtuosi europei guidati dalla violinista Janneke van Prooijen e dal suo prezioso “Francesco Ruggieri” del 1683, impegnati in brani di Antonio Vivaldi, Pietro Antonio Locatelli, Joseph Haydn. ■


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uest’anno c’è un motivo in più per far visita alla Val di Non in primavera. C’è infatti un castello con nove secoli di vita che dal 7 aprile sarà visitabile. Si tratta di Castel Valer, nel comune di Ville d’Anaunia che sarà visitabile ogni mese (tranne novembre) con visite guidate garantite anche per Pasqua, il ponte del 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno. Il pubblico potrà visitare grazie ad un accompagnamento narrato da esperte guide la

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CASTEL VALER APRE AL PUBBLICO GRANDE NOVITÀ: DAL 7 APRILE IL MANIERO DELLA VAL DI NON SARÀ VISITABILE cappella di San Valerio, la sala dei cavalli, il ponte, il cortile, i giardini, la cantina, il salone degli stemmi, la cucina gotica e gli studi adiacenti, la loggia e loggiato e le camere madruzziane. Le visite guidate partiranno ad ogni ora senza bisogno di prenotazione. In totale da aprile a gennaio sono previsti 141 giorni di apertura e più di 850 occasioni per visitare il maniero. Tutte le date, gli orari e i prezzi sono consultabili sul

sito www.visitcastelvaler.it. Il dato straordinario di Castel Valer è il fatto che si tratta di un maniero tutt’oggi abitato dalla stessa famiglia nobile. Tutto quello che il visitatore potrà ammirare internamente ed esternamente non è frutto di un processo asetticamente museale, ma è legato organicamente all’evoluzione del maniero nei secoli, alla sua storia e alla sua quotidianità odierna. Varcare le porte di Castel Valer sarà come fare

un viaggio nel tempo e veder scorrere davanti agli occhi una parte della storia dell’Europa. La famiglia da cui è abitato senza interruzioni dal 1368 ad oggi è quella dei conti Spaur che da una zona apparentemente lontana dalla grande storia europea ha avuto una posizione di spicco nelle vicende del Tirolo, dell’impero austro-ungarico, della Baviera e di altre corti della Mitteleuropa. Per ulteriori informazioni dettagliate: APT Val di Non Tel. 0463.830133 info@visitvaldinon.it ■ www.visitcastelvaler.it

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armen Consoli torna a Trento con il nuovo tour “Eco di Sirene”, un suono e degli arrangiamenti molto sperimentali, pensati appositamente per la formazione con archi e chitarra acustica. Il tour che ha già fatto registrare 10 sold out di fila nelle prime 10 date farà tappa anche all’Auditorium S.Chiara di Trento il prossimo 20 aprile nella data organizzata da Fiabamusic. Il nuovo live nei teatri, partito da Belluno sabato 25 febbraio, mette a segno i suoi primi successi. Un progetto magico ed originale che rispecchia l’anima di grande sperimentatrice di Carmen, una delle più apprezzate artiste italiane, che salirà sul palco in punta di plettro con due musiciste Emilia Belfiore e Claudia della Gatta, in un trio acustico

CARMEN CONSOLI IL PROGETTO ORIGINALE CHE RISPECCHIA L’ANIMA DI UNA GRANDISSIMA SPERIMENTATRICE. A TRENTO IL 20 APRILE composto da chitarra, violino e violoncello. Il progetto è lo sviluppo del fortunatissimo tour Anello Mancante (2008), nel quale Carmen si esibiva sola sul palco con le sue 6 chitarre acustiche. “Eco di sirene” si apre infatti con un breve set di sola voce e chitarra. Come in quel concerto, la musica sarà la tela sulla quale tracciare riflessioni e impressioni personali; qui

però i tre strumenti acustici si rimandano suggestioni diverse sugli stessi temi musicali e argomenti, dando così corpo all’ambivalenza connaturata al titolo stesso, Eco di sirene. Una sirena è infatti al tempo stesso un suono d’allarme ed una creatura magica che canta per avvisare del pericolo. Una sirena ama e custodisce, assorda e allerta. Una sirena incanta e seduce. Ma può

anche urlare e proteggere. È una mostruosa chimera ed una dolce fanciulla in cerca di un’anima. Eco di sirene è quindi uno spazio nel quale accogliere e dar voce e corpo alle domande sul presente, ai piccoli momenti di gioia quotidiana, alla pluralità di risposte individuali. Un concerto che si annuncia all’insegna del sold out per quella che è stata la prima artista italiana a calcare il palco dello Stadio Olimpico di Roma, l’unica italiana a partecipare in Etiopia alle celebrazioni della scomparsa di Bob Marley, si è esibita come headliner a Central Park... ■

LA PRIMAVERA A MERANO CELEBRA IL RISVEGLIO DELLA NATURA

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erano è una città che sorge in una conca in mezzo alla natura: le alte montagne del Gruppo del Tessa la circondano con la loro imponenza, il fiume Passirio la attraversa nel suo centro, le palme la decorano e la ricca vegetazione dei parchi e dei giardini la occupa con fierezza. Grazie al suo clima temperato, infatti, crescono facilmente piante mediterranee e tropicali e nella stagione della primavera, la città si trasforma in un tripudio di profumi e di colori di piante e fiori. Merano da sempre è una “città giardino”, anche se il riconoscimento ufficiale è giunto nel 2015 con la partecipazione al Concorso Entente Florale Europe, in cui ha ricevuto il “Gold Award”, soddisfacendo rigidissimi criteri valutativi e trovandosi in competizione con altri 15 comuni europei sulla messa a dimora di fiori e arbusti, sulla cura di spazi verdi e parchi e sul numero di azioni sensibili sotto il profilo ecologico e ambientale. Tra le principali iniziative in programma, gli “atelier viaggianti” associati al libro per bambini su Merano di Steven Guarnaccia; alla storia narrata saranno ispirate anche installazioni e composizioni floreali posizionate in diversi punti della città. Sarà anche realizzato un nuovo accesso al Passirio all’altez-

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za della Wandelhalle, il loggiato che funge da passeggiata coperta, godibile soprattutto nella stagione invernale. In primavera poi, per ammirare la rinascita della natura dopo l’inverno, è assolutamente consigliata una visita ai Giardini di Castel Trauttmansdorff, dove oltre 80 ambienti botanici rappresentativi di tutto il pianeta si esibiscono in tutta la loro bellezza in un anfiteatro naturale di 12 ettari. Per ulteriori informazioni: www.merano.eu


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FIORINDA: PER FARE TUTTO CI VUOLE UN FIORE! Per “Aprile dolce fiorire”, a Mollaro va in scena la quinta edizione di Fiorinda, il dolce spettacolo della fioritura dei meleti! Dall’8 al 9 aprile il borgo della Val di Non si mette in festa e diventa un’allegra vetrina incentrata su agricoltura, prodotti locali, enogastronomia, cultura, artigianato, sport e innovazione. www.fiorinda.org 4 VILLE IN FIORE: PASSEGGIATA TRA I MELETI IN FIORE Nel mese fiorito, un grande classico è La “Quattro Ville in Fiore”, evento amato da runner super allenati, ma anche di chi vuole godersi una tranquilla passeggiata prima-

Foto © Marta Eccher

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DOLCE FIORIRE

PRIMA DEI FRUTTI CI SONO I FIORI E, PROPRIO PER QUESTO, UNA TERRA DI FRUTTI PER ECCELLENZA COME LA VAL DI NON, DEDICA L’INTERO MESE DI APRILE AI FIORI! verile! Domenica 23 aprile il percorso – 11 o 5 km - tocca alcuni dei più bei castelli della Val di Non, come Castel Nanno e l’imponente Castel Valer, congiungendo ad anello i suggestivi borghi contadini che formano le Quattro Ville d’Anaunia. www.quattrovilleinfiore.it CLES: MOSTRA MERCATO DELL’AGRICOLTURA L’1 e 2 maggio, la fiera di Cles ospita le più importanti novità del settore, le macchine agricole, il mercato delle piante da frutto, animali da cortile e

focus dedicati alle tecniche della coltivazione dell’orto fatto in casa. Anche le attività didattiche per i più piccoli la rendono un interessante laboratorio a cielo aperto per grandi e bambini. Foto © Marta Eccher

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prile dolce fiorire” è una scatola magica en plein air che racchiude appuntamenti legati alla floricoltura e alle piante selvatiche, passeggiate tra i filari di melo, menù a tema, weekend in agriturismo in cui è possibile adottare un melo, passeggiate in campagna e molto altro!

INCONTRI CON GLI AGRICOLTORI “A PORTE APERTE” Oltre ai tre eventi principali, “Aprile dolce fiorire” proporrà numerose iniziative legate alla Strada della Mela. Le aziende agricole e produttrici di derivati della mela daranno vita a incontri a “porte aperte” per i visitatori, accompagnandoli nei luoghi di produzione e illustrando loro le tecniche di coltivazione e di lavorazione della frutta. Scoprite tutti gli appuntamenti in calendario su www. apriledolcefiorire.com ■

FREE STYLE SALONE UNISEX

di Sara Condini

Ci prendiamo cura dei tuoi capelli Orario: 8.30-17 (mar/mer), 10-18.30 (gio), 8.30-17.30 (ven), 8-15 (sab)

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G

li Almamegretta tornano in Trentino per presentare il loro ultimo disco “EnnEnne” uscito anche in una nuova vesta dai colori dub. La formazione napoletana guidata dalla voce di Raiz sarà il 30 aprile allo Smart Lab di Rovereto nella serata organizzata da Side Out insieme ai ragazzi dello Smart. Un titolo EnnEnne preso in prestito dall’acronimo di “Nescio Nomen”, una delle frasi coniate per registrare all’anagrafe chi nasce da genitori ignoti. Il lavoro della band napoletana sfugge da sempre a qualsiasi tentativo di catalogazione: caratteristica costante è quella di mettere in relazione diversi elementi musicali e culturali. Dunque, definirlo servendosi dell’espressione EnnEnne è perfetto sia nell’accezione

ALMAMEGRETTA IL 30 APRILE ALLO SMART LAB DI ROVERETO PER PRESENTARE IL LORO ULTIMO ATTESISSIMO DISCO INTITOLATO “ENNENNE” etimologica – non cono scendo precisamente il nome di quella che è la propria espressione musicale – che in quella che per traslato gli attribuisce un’origine incerta e spuria. Il disco contiene dieci canzoni con nove inediti e una versione di “Ciucculatina d’’a ferrovia”, vecchio successo di Nino D’Angelo e riunisce la line-up origina-

ria della band. Il missaggio è stato affidato alle mani sapienti del produttore Adrian Sherwood. Gli Almamegretta tornano nella loro formazione dei primi album con Gennario Tesone, Paolo Polcari e il vocalist Raiz e una serie di collaborazioni; dai già rodati e facenti parte della live band. Fra le collaborazioni del disco anche quella con Cristina Do-

nadio attrice teatrale e televisiva che molti conoscono nel ruolo di co-protagonista nella seconda stagione del serial “Gomorra”); quest’ultima regala un recitato all’interno del brano “Votta a passà” insieme alle allieve del Liceo “Elsa Morante” di Scampia. In generale le canzoni scritte per EnnEnne risentono di diverse fonti d’ispirazione benchè al centro del loro mondo musicale continui ad esserci il dub di provenienza inglese, inteso più come metodo compositivo che nella sua accezione reggae vera e ■ propria.

JAZZ’ABOUT: GOGO PENGUIN E SNARKY PUPPY

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ono due gli eventi per la rassegna JazzAbout proposti in aprile a partire da quello con i Gogo Penguin che suoneranno il 13 aprile al Teatro Sanbàpolis. Pianoforte, basso, batteria: una delle formazioni più tradizionali e classiche del jazz. Ma di classico e tradizionale, nella musica degli inglesi GoGo Penguin, c’è poco. Il jazz c’è, certo, ma ci sono Shostakovic e Debussy e soprattutto c’è tantissima elettronica, dall’avanguardismo storico di Brian Eno alle frontiere estreme di Aphex Twin fino all’eleganza suprema dei Massive Attack. Il sound dei GoGo Penguin, leggasi Chris Illingworth, piano, Nick Blacka, contrabasso e Rob Turner, batteria, infatti attinge da molti settori della musica elettronica contemporanea. È stato descritto come “elettronica acustica”, un termine che riassume perfettamente il loro modus operandi. “Molti dei pezzi di questo album sono iniziati come composizioni elettroniche che ho creato con sequencer come Logic o AbleSnarky Puppy ton”, dice il batterista Turner, “li

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ho poi proposti alla band trovando il modo di riprodurli acusticamente”. Le influenze apparentemente disparate di elettronica, jazz e musica classica nel DNA musicale dei GoGo Penguin risaltano in un suono immediatamente riconoscibile e convincente. Man Made Object è il loro ultimo lavoro uscito lo scorso febbraio 2016. Sarà l’Auditorium S.Chiara ad ospitare invece, il 22 aprile, il live degli Snarky Puppy appena premiati a Los Angeles con il loro terzo Grammy Awards consecutivo, questa volta per il miglior album di musica strumentale contemporanea (Culcha Vulcha, uscito nel 2016). Che sarebbe tornato in Italia il prossimo anno insieme agli Snarky, lo aveva annunciato Michael League, l’anno scorso a Fiesole, durante l’ultima data (sold out) dello “European Tour 2016”. Fondatore e produttore degli Snarky Puppy, con la sua etichetta Groud Up, Michael League non solo ha prodotto l’ultimo album di David Crosby intitolato “Lighthouse” ma ha anche suonato e scritto diversi brani insieme a lui.


trentinopanorama

di Fabio De Santi

C’

è anche Stefano Belisario, in arte Elio, vocalist delle Storie Tese fra i protagonisti di “Settenovocento” il nuovo festival trentino nato da un progetto congiunto di WAM Festival Internazionale W.A. Mozart a Rovereto, Centro Internazionale di Studi Riccardo Zandonai e Accademia di Musica Antica, che si terrà a Rovereto dal 22 aprile al 14 maggio. L’obiettivo di “Settenovecento” è quello di unificare le numerose proposte musicali del territorio in un unico calendario di concerti, le tre realtà trentine hanno dato vita a un modello di collaborazione artistica, organizzativa e promozionale unico nel suo genere che, pur sfruttando i vantaggi della cooperazione, valorizza l’individualità dei soggetti aderenti. La direzione artistica, condivisa da Angela Romagnoli (WAM Festival Mozart), Romano Vettori (Accademia Musica Antica), Diego Cescotti e Federica Fortunato (Centro Studi Zandonai), ha confezionato un cartellone di alto profilo che fa della varietà il suo punto di forza, accostando con una certa libertà generi musicali, periodi storici, ricordi, spunti di riflessione e luoghi. Il titolo di questa prima edizione, “Risonanze”, evoca gli echi musicali fra un’epoca e l’altra e celebra una serie di anniversari, di natura anche molto differente, che rimandano a una memoria sonora sfaccettata: dai 450 anni dalla nascita di Monteverdi, al centenario della prima guerra mondiale. Il festival si articola in tre fine settimana: 22-25 aprile, 5-7 maggio, 12-14 maggio. L’apertura, il 22 aprile, sarà affidata a Elio e i Fiati Associati, protagonisti al Tea-

C’È ELIO A SETTENOVOCENTO: DAL 22 APRILE AL 14 MAGGIO, IL NUOVO FESTIVAL NATO DA UN PROGETTO CONGIUNTO DI WAM, FESTIVAL MOZART, CENTRO STUDI ZANDONAI tro Zandonai di Rovereto di “Mozart alias Rossini”. Elio, fra i più versatili artisti italiani, sfida in scena due maestri affini per genio e carattere e si fa loro cantore – nei panni di quel Figaro caro a entrambi – accompagnato da I Fiati Associati, ovvero Massimo Mercelli (flauto), Fabio Bagnoli (oboe), Riccardo Crocilla (clarinetto), Paolo Carlini (fagotto), Paolo Faggi

(corno). Segue, domenica 23 aprile, il tradizionale appuntamento al Giardino Bridi-De Probizer, luogo mozartiano per eccellenza, quest’anno affidato al sax di Giulio Gianì. Il giovane artista accompagnerà il pubblico in un percorso nel parco, punteggiato da improvvisazioni su temi mozartiani alternate a letture da un pamphlet di Giuseppe Antonio Bridi. A

chiusura del primo fine settimana, martedì 25 aprile, l’ensemble vocale e strumentale dell’Accademia di Musica Antica e dell’Institut für Aufführungspraxis della Kunstuniversität di Graz diretto da Romano Vettori omaggerà Claudio Monteverdi nel 450° anniversario della nascita, evento celebrato dalle rassegne di tutto il mondo. ■

ALBERTO FERRARI DEI VERDENA, 7 APRILE

È

un anteprima assoluta quella che vedrà protagonista Alberto Ferrari dei Verdena il 7 aprile al Teatro Sanbàpolis per la rassegna “Transiti” curata da Alberto Campo ed organizzata dal Centro S. Chiara. Dopo un biennio zeppo di musica registrata su disco (i due volumi di Endkadenz) e suonata dal vivo (con tappe in Italia e anche all’estero), i Verdena si prendono una pausa prima di cominciare il lavoro in vista del prossimo album. È approfittando di questa congiuntura che “Transiti” ha immaginato di coinvolgere Alberto Ferrari, cantante, chitarrista/pianista e punto focale della band bergamasca, nella realizzazione di un progetto speciale. In collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino prende forma così la sonorizzazione originale del film muto “Genuine”, girato nel 1920 da Robert Wiene sulla scia del classico Das Kabinet des Dr. Caligari noto anche come Il gabinetto del dottor Caligari, un classico dell’Espressionismo, che lo rese celebre ma nello stesso tempo oscurò il resto della sua opera. La storia è quella di Percy, un pittore, dopo aver completato il ritratto della sacerdotessa Genuine ne rimane completamente stregato tanto da rinchiudersi in casa e non vedere più nessuno. La relazione dialettica fra drammaturgia cinematografica d’inizio Novecento e creazione musicale figlia del nostro tempo attribuisce valore e fascino all’esperimento, che Trento ospita, come evidenziato, in anteprima. Tanta dunque la curiosità per comprendere con quali vesti sonore Alberto Ferrari saprà vestire le immagini di “Genius”.

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DALLE ALPI ALLA SIBERIA: L’IMMENSITÀ IN MOSTRA

L’

infinito, la vastità, l’immensità. Soltanto di fronte ai grandi deserti africani o asiatici, agli spazi americani, si può toccare con mano – e

con la mente – il senso della curvatura dell’orizzonte, di un qui che diventa altrove e di un altrove che si perde nell’universo. Fabio Pasini, fotografo, ci porta invece a scoprire come anche il paesaggio europeo possa fregiarsi del termine “infinito”. Lo ha fatto ripercorrendo, per migliaia di chilometri, i sentieri del “Fronte italiano” ai confini tra Polonia e la grande Russia, cogliendoli con la sua macchina fotografica a foro stenopeico – procedimento fotografico che sfrutta il principio della camera oscura per la riproduzione di immagini –, immergendo lo spettatore in un fluido atemporale. La mostra di queste opere racchiuse sotto il titolo di Zdhat.

Dalle Alpi alla Siberia è allestita presso le Gallerie di Piedicastello,

organizzata dalla Fondazione Museo Storico del Trentino e aperta dal martedì alla domenica (9.00-18.00) fino al 25 giugno (ingresso libero). L’autore lo avevamo già conosciuto nella bella mostra allestita nel 2015 nelle sale del Museo Storico Italiano della

TRENTO: OMAGGIO A RENATO PANCHERI

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enato Pancheri ha esposto più volte negli spazi del Grand Hotel Trento, come d’altronde anche molti altri artisti. Nel 1942 l’hotel aveva presentato gli arazzi di Fortunato Depero e il fratello, Gino Pancheri, aveva scritto un testo dichiarando la nuova costruzione come la prima opera architettonica, più importante nel proprio settore, a livello europeo. Le opere di questa esposizione (14 aprile-14 giugno) risultano fra le migliori in assoluto, in quanto eseguite in un periodo di grande maturità e ancora di grande forza espressiva, nonostante l’età già avanzata. Al contrario, la serenità acquisita nel corso del tempo, gli permette di esprimere la propria carica espressiva con dei dipinti che potremmo inserire in una corrente post-impressionista e nel contempo espressionista. In “Valle solitaria” del 1983 la pennellata è estremamente immediata e nel contempo non priva di riflessività, dona un tono ampio alla composizione che si legge chiaramente come un paesaggio in partenza e in astratto come diversa lettura. In “Paesaggio con alberi” del 2001 un’armonia di contrasti fra colori rosati, verdi e blu, costruiscono una natura di un mondo sognato ed estremamente concreto. Questa esposizione dovrebbe precedere un omaggio a livello istituzionale a dieci anni dalla scomparsa. In definitiva è naturalmente un artista del proprio tempo, come aveva dichiarato Alfonso Gatto con quella felicità di non sapere che determinava la spontaneità e la forza dell’opera.

Guerra di Rovereto, fotografie che riguardavano sempre la I guerra mondiale (“Attesa. Sul fronte dolomitico della Grande Guerra”). Avevamo scoperto un viaggiatore, un esploratore, oltre che ad essere campione italiano di canoa,

un idealista che rincorre viaggi e spedizioni complesse che, di primo acchito, potrebbero sembrare folli e inusuali, ma che hanno invece a monte una approfondita ricerca e motivazione, sia essa soltanto quella di rincorrere un sogno. Ma è con questo ciclo di opere, con questo viaggio nel grande freddo russo che il senso del viaggiare si mescola irrimediabilmente con quello dell’infinito. E, un tempo, con quello della morte. L’immensità è qualche cosa di più di una sensazione visiva. Per gli abitanti della grande Russia, frequentatori abituali di questo contesto geografico che per migliaia di chilometri resta privo di delimitazioni, gli spazi diventano presupposti per sgomberare ogni cosa, liberare la mente da ogni barriera. E ad abbatterla, all’occorrenza. Ben lo sapevano, in passato,

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trentinomostre i mongoli, quando i loro cavalli erano sferzati dal vento che non smette quasi mai, dove il sole si abbatte a più di quaranta gradi in estati rotte a tratti da clamorosi temporali che deflagrano con tuoni, fulmini e grandine spaventevoli. Oppure l’inverno, quando il gelo cristallizza i colori di una natura spietata, sovente a meno quarantacinque gradi sotto lo zero. C’è poco spazio per i climi intermedi, in un territorio sigillato da un cielo di un blu solido, in un habitat che a ogni giugno viene comunque infiocchettato dal fiorire sgargiante delle piante. I mari sono ignoti e lontani. E la lontananza ne fa un sogno, una visione mitica che nella mentalità nomade e russa prende non di rado la forma di laghi giganteschi, o di fiumi insormontabili. In questo inferno hanno camminato, pregato, cantato, cercato di fregare la morte, migliaia di soldati italiani, venendo a contatto con il popolo russo, un popolo definito di grande bontà di cuore, e sviluppato nel più alto grado il sentimento dell’ospitalità. Fabio Pasini ha ripercorso tutto questo, spostandosi in treno per decine di migliaia di chilometri. Da ogni scatto emerge una dimensione soggettiva, come percezione personale derivata dalla

BRENTONICO Mostre CORPI DISARMATI: LA MECCANICA DELLA NORMALITÁ Apertura: fino a domenica 2 luglio 2017. Palazzo Eccheli-Baisi, Via Mantova, 4. La mostra, curata da Mara Dissegna, Rodolfo Taiani ed Emanuele Togni, affronta il tema dei tanti reduci che fecero ritorno alle proprie case al termine della prima guerra mondiale menomati nel corpo e nello spirito. Ingresso gratuito Info: per aperture e orari www.museostorico.it Tel. 0461.1747000; www.comune. brentonico.tn.it Tel. 0464.395059.

CAVALESE Mostre UN PATRIMONIO DI CARTA. I DOCUMENTI DI FIEMME TRA STORIA E TUTELA Apertura: fino a lunedì 17 aprile 2017. Palazzo della magnifica comunità di Fiemme. Orario estivo: 10/12 - 15/18,30. Info: www.palazzomagnifica.eu, email: palazzo@ mcfiemme.eu, Tel. 0462.340812. Mostre MOSTRI IN MOSTRA Apertura: fino a lunedì 17 aprile. Palazzo della Magnifica Comunità. Esposizione delle opere di Luca Pojer dedicate alla mitologica figura del Krampus. Mostra visitabile con orario 10-12/15/18.30 ogni venerdì, sabato e domenica. Info: www.visitfiemme.it.

PERGINE VALSUGANA

frequentazione di questo luogo, e una dimensione oggettiva, fatta di cose, di fenomeni presenti nello spazio geografico. Il tutto si coniuga nel paesaggio inteso come storia, storia naturale, storia sociale, storia militare, storia e basta. L’autore fa emergere la tragedia della I guerra mondiale attraverso il bianco e nero dei paesaggi, tragedia che in queste terre ha assunto le caratteristiche dell’Apocalisse, complice il clima, la ruvidità della terra, il biancore abbacinante della neve, il cielo terso oppure il cielo caliginoso se non l’assenza di cielo durante le tempeste di neve. Se in queste fotografie troviamo le certezze spaesanti di un territorio infinito, nel carattere dell’autore troviamo invece una parola Inuit (esquimese) che ben lo definiscono: Uppa, che vuol dire forse. Domani dove sei? Uppa qui o uppa lì. Comunque sempre con la macchina fotografica pronta a catturare l’esistente o a dar forma ad un sogno perché dal momento “in cui matura l’idea, il sogno del viaggio, è irrazionalità pura però porto a termine le cose solo quando mi sento razionalmente a posto”.

Mostre ROGER RIGORTH - SENSE OF BELONGING Apertura: da sabato 22 aprile a domenica 5 novembre. Castello. Mostre di sculture di Roger Rigorth a cura di Theo Schneider e Verena Neff, coordinatore Riccardo Cordero. Saranno esposte circa 20 opere. Orario: da martedì a domenica dalle 10.00 alle 22.00, lunedì dalle 17.00 alle 22.00. Info: Castel Pergine Tel. 0461.531158; verena@castelpergine.it; www. castelpergine.it.

RIVA DEL GARDA Mostre ITALO BRESSAN - ANIME Apertura: da domenica 9 aprile a domenica 11 giugno. Museo. Mostra personale a cura di Daniela Ferrari. Info: info@museoaltogarda.it; www.museoaltogarda.it.

ROVERETO Mostre PERFORMANCE: CORPO PRIVATO E CORPO SOCIALE Apertura: fino a domenica 7 maggio 2017. Casa D’Arte Futurista Depero, Via dei Portici 38. A partire dal multiforme ingegno di Depero,

la mostra approfondisce l’idea di corpo come luogo di ricerca attraverso un nucleo di opere provenienti dal Mart e una selezione di documenti dell’Archivio del ‘900. In mostra anche tre video esemplari di performance di Yoko Ono, Vito Acconci e Sarenco. Orario: martedi - domenica ore 10-18, lunedi chiuso. Info: www.mart.trento.it. Mostre FOCUS COLLEZIONI: TRA NUCLEARE E PATAFISICA. LIBRI E RIVISTE DALLA DONAZIONE BAJ Apertura: fino a domenica 2 aprile 2017. Mart, Corso Bettini. La selezione in mostra spazia dall’editoria delle avanguardie storiche, con numerosi esempi di area futurista, dadaista e surrealista, alle riviste sperimentali del secondo Novecento, come “Il Gesto” (1955-1959) e “Documenti d’Arte d’Oggi” (1954-1958), alle pubblicazioni di alcune collane del Collège de ‘Pataphysique. Sono inoltre esposti libri di Baj e di artisti e intellettuali che, avendo condiviso tratti del suo percorso creativo, hanno trovato posto nella sua raccolta privata. Orario: martedì - domenica 10-18/ Venerdì 10-21. Lunedì chiuso. Biglietto Intero: 11 € / Ridotto: 7 €. Info: www.mart.trento.it. Mostre IO, ROBOTTO. AUTOMI IN COMPAGNIA Apertura: da venerdì 24 febbraio a lunedì 28 agosto. Palazzo Alberti Poja, Corso Bettini. Una collezione di oltre 90 automi per raccontare la storia e l’evoluzione dei robot da intrattenimento che faranno parte della nostra vita quotidiana. Info: www.visitrovereto.it. Mostre IN GUERRA SUL MONTE BALDO Apertura: fino a domenica 11 giugno. Castello. Mostra fotografica. Orario: dal martedì alla domenica ore 10-18. Info: www.museodellaguerra.it. Mostre GLI IMPROBABILI SPOSI ENRICO FUOCHI Apertura: da sabato 18 marzo a domenica 2 aprile. Biblioteca civica “G. Tartarotti”. Mostra fotografica. Orario: lunedì-sabato ore 9-22; domenica ore 9-13. Info: www.visitrovereto.it.

SAN MICHELE ALL’ADIGE Mostre 5° FESTIVAL DELL’ETNOGRAFIA DEL TRENTINO Apertura: da sabato 22 a domenica 23 aprile. Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina. Evento presso il complesso monumentale di San Michele all’Adige, a cura del 107

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trentinomostre Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina con la partecipazione di Etnografia trentina in rete. Le proposte culturali degli ecomusei e dei musei territoriali del Trentino confluiscono nella grande festa di primavera dedicata agli amici del territorio, agli operatori del settore, alle comunità locali, alle famiglie, che viene organizzata nella splendida cornice del complesso monumentale di San Michele all’Adige. Ecco quindi musica, balli folk, cori, teatro dei burattini, racconti, documentari, giochi, laboratori, attività artigiane, colture tradizionali negli incontri con gli esperti, prodotti del territorio, e tanto altro ancora in due giornate che si rivolgono al pubblico di tutte le età. Info: www. museosanmichele.it.

TRENTO Mostre I TRENTINI NELLA GUERRA EUROPEA 1914-1920 Apertura: fino a domenica 30 dicembre 2018. Le Gallerie, Piedicastello. Una mostra che racconta il dramma dei trentini nel corso del primo conflitto mondiale. Orario: da martedì a domenica ore 9.0018.00 (lunedì chiuso). Ingresso libero. Info: www.fondazione.museostorico.it. Mostre ESTINZIONI Apertura: fino a lunedì 26 giugno 2017. MUSE - Museo delle Scienze, corso del Lavoro e della Scienza 3, Trento. Storie di catastrofi e altre opportunità il MUSE dà il via a un ambizioso progetto che mette in dialogo le ricerche e le riflessioni sulla sesta estinzione di massa - ovvero la crisi ecologica che stiamo vivendo - con le dinamiche che hanno caratterizzato le cinque grandi estinzioni paleontologiche avvenute negli ultimi 500 milioni di anni. Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato e domenica 10-19. Costi intero € 10, ridotto € 8. Info: www.muse.it; Tel. 0461.270311; museinfo@muse.it.

Mostre BRUNIVO BUTTARELLI L’ESTINZIONE. OVVERO LA VITA OLTRE LA MORTE Apertura: da sabato 1 ottobre 2016 a mercoledì 26 luglio 2017. Parco del MUSE e parco del quartiere Le Albere. Ingresso libero. Info: www.muse.it. Mostre CHIESA, IMPERO E TURCHERIE Apertura: da sabato 3 dicembre 2016 a lunedì 1 maggio 2017. Castello del Buonconsiglio, via Bernardo Clesio 5. Giuseppe Alberti pittore e architetto nel Trentino barocco. Costo biglietto intero € 10, ridotto € 8. Chiuso lunedì non festivo, 25 dicembre e 1° gennaio. Info: info@buonconsiglio.it; Tel. 0461.492811 (dal lun al ven dalle 9 alle 13). Ore 9.30-17. Mostre T-ESSERE MEMORIA Apertura: fino a giovedì 20 aprile. S.A.S.S. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, piazza Cesare Battisti. Il museo incontra l’Alzheimer. Orario: da martedì a domenica 9-13 e 14-17.30. Chiuso il lunedì. Ingresso libero. Info: Tel. 0461.492161; uff.beniarcheologici@provincia.tn.it.

Mostre ALMANACCO 70. ARCHITETTURA E ASTRAZIONE Apertura: fino a domenica 14 maggio. Galleria Civica, via Belenzani 44. Indagine delle connessioni tra architettura e arte astratta a Trento negli anni ‘70. Muovendo da una selezione di materiali d’archivio e dalle fotografie di Fernando Guerra, l’esposizione ripercorre la storia di alcuni edifici progettati da Marcello Armani, Luciano Perini e Gian Leo Salvotti. La mostra propone, inoltre, un inedito confronto visivo con le opere di Carlo Andreani, Italo Bressan, Mauro Cappelletti, Silvio Cattani, Bruno Colorio, Giancarlo Gardumi, Annamaria Gelmi, Diego Mazzonelli, Romano Perusini, Aldo Schmid e Luigi Senesi. Orario: da martedi a domenica 10-13 e 14-18. Lunedì chiuso. Biglietto intero 2 €, gratuito per mart membership e bambini fino a 14 anni; ingresso gratuito ogni prima domenica del mese. Info: civica@ mart.tn.it; Tel. 0461.985511. Mostre NUVOLE NERE CIELO AZZURRO RO - WANG ZHONGJIE Apertura: da venerdì 3 marzo a domenica 2 aprile. SpazioKN - Vicolo dei Dall’Armi 15 (ingresso da Piaz-

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LIGABUE

GIORGIA

ZUCCHERO

‘energia che riversa sul palco, e che gli è restituita moltiplicata dai fan che affollano i suoi concerti, lo ha reso grande protagonista della scena live; spettacoli esauriti ovunque su e giù per l’Italia, e, nel 2005, l’imponente evento al Campovolo di Reggio Emilia: 180.000 persone, il più grande concerto di sempre in Europa per numero di paganti.

A marzo 2017 partirà il nuovo attesissimo tour di Giorgia, Oronero Tour, che la porterà dal vivo nei principali palazzi dello sport italiani. Il nuovo tour seguirà la pubblicazione del nuovo lavoro discografico dell’artista Oronero, il decimo album di inediti.

Dopo aver richiamato oltre 115.000 spettatori da tutta Italia, Europa e non solo durante le undici date all’Arena di Verona dello scorso settembre, e aver registrato il sold out nelle date del “Black Cat World Tour 2016”, Zucchero sarà di nuovo protagonista nell’anfiteatro veronese con 5 nuovi imperdibili show.

Dopo il grande successo che li ha visti incantare 6000 persone nell’affascinante cornice di Piazza Santa Croce a Firenze lo scorso 1° luglio, IL VOLO è pronto a far rivivere al suo pubblico le emozioni di un evento unico e irripetibile con un album speciale: “Notte Magica - A tribute To the Three Tenors”,

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VERONA AGSM Forum Piazzale Atleti Azzurri d’Italia 1, 20 aprile 2017 ore 21

IL VOLO


trentinomostre za Pasi). Mostra a cura di Monica Demattè. In collaborazione don Moartspace www.moartspace. com. Info: Cell. 349.3865792; spaziokn@gmail.com. Mostre APOCALISSE Apertura: fino a lunedì 17 aprile. Duomo di Trento. Esposizione di Luigi Facchinelli. Orario: ore 9-12 e 14.30-20. Mostre MICHELE PARISI OBLIO Apertura: da sabato 4 marzo a sabato 13 maggio. c/o Paolo Maria Deanesi. Mostra a cura di Gabriele Salvaterra. Orario: mer-gio-ven-sab 15-19; altri giorni su appuntamento. Info: gallery@paolomariadeanesi.it; www.paolomariadeanesi.it. Mostre LOTNSREB. BERSNTOL ALLA VICEVERSA Apertura: fino a mercoledì 5 aprile. Palazzo delle Albere, via San Severino. In mostra le bellezze della Valle dei Mocheni, esaltate appieno da numerose immagini di grande formato. L’ambiente urbano e l’animo più rilassante della Valle vengono giustapposti, creando dei cortocircuiti logici che stimolano la comunicazione nella sua forma più dinamica e originale. Orario: ore 10-18. Ingresso libero. Info: www.muse.it. Mostre MAHEELA, QUANDO ESSERE DONNE È UNA SFIDA QUOTIDIANA Apertura: fino a venerdì 28 aprile. Le Gallerie, Piedicastello. Mostra fotografica a cura di Luca Chistè. L’esposizione, composta da 60 fotografie, nasce dalla volontà di promuovere in Italia la conoscenza del Nepal e della condizione femminile in questo paese: “Maheela” significa, infatti, donna in lingua nepalese. Suddivisa in tre sezioni, corrispondenti alle visioni dei tre autori Giuseppe Benanti, Giacomo d’Orlando e Paolo Piechele, la mostra offre una lettura composita e articolata della realtà nepalese. Orario: da martedì a domenica ore 9-18. Chiuso lunedì. Info: www. apeirononlus.it. Mostre ZHDAT’: DALLE ALPI ALLA SIBERIA - PAESAGGI DI OGGI, STORIE DI IERI (19141920) Apertura: fino a domenica 25 giugno. Le Gallerie, Piedicastello. In questa mostra il fotografo Fabio Pasini presenta e interpreta i luoghi della memoria della Grande Guerra. Sono paesaggi fermi nel tempo capaci di suscitare riflessioni e approfondimenti. Dopo aver camminato sui sentieri del “ Fronte italiano” e aver fissato i paesaggi con la sua macchina a foro stenopeico, Pasini si è spostato nella grande Russia percorrendo decina di migliaia di chilometri in

treno rimanendo impressionato dalla vastità del paesaggio. Orario: da martedì a domenica ore 9-18. Ingresso libero. Info: www. museostorico.it; Tel. 0461.230482; info@museostorico.it. Mostre MOSTRA DIVINNOSIOLA Apertura: da giovedì 30 marzo a sabato 22 aprile. Palazzo Roccabruna. 23 cantine espongono il Vino Nosiola, il Trentino DOC Vino Santo, le grappe monovitigno di Nosiola e di vinaccia di Trentino DOC Vino Santo. Orario: martedì e mercoledì: 9-12/14-17; giovedì e venerdì: 9-12/14-20; sabato: 17-20. Domenica, lunedì e festivi: chiuso. Info: APT Trento, Monte Bondone e Valle dei laghi www. discovertrento.it. Mostre NARRAZIONI - MARISA POSTAL Apertura: da venerdì 31 marzo a sabato 15 aprile. Galleria d’Arte Fogolino, Via SS. Trinità, 30. Mostra personale. Orario: ore 10-12/16-19. Chiuso lunedì mattina e festivi. Info: galleriafogolino@gmail.com.

Mostre RENATO PANCHERI Apertura: da venerdì 14 aprile a mercoledì 14 giugno. Grand Hotel Trento, Piazza Dante 20. Mostra personale.

VIGO DI FASSA Mostre MOSTRA FOTOGRAFICA ITINERANTE Apertura: fino a sabato 15 aprile. Vie del paese. Mostra fotografica itinerante dedicata al Carnevale Ladino. Ingresso libero. Info: www. fassa.com.

MAURO BERLANDA PER WALTER BONATTI

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on un linguaggio pittorico efficace, estremamente originale ed immediatamente riconoscibile, Mauro Berlanda (in mostra a Villalagarina, Palazzo Libera fino al 7 maggio) “congela” l’attimo perfetto, quell’attimo magico che si è fissato nella sua memoria e nel suo animo d’artista, ricreandolo, immutato, sulla tela in tutta la sua ammaliante bellezza. Colori pieni e vivaci, luci abbaglianti ed ombre minacciose, il fascino del silenzio, persino l’inconfondibile odore dell’aria pura e cristallina delle alte cime avvolgono l’incredulo osservatore trasportandolo in un mondo fantastico, ispirato dal reale ed immediatamente sublimato in una dimensione di divina eternità dalla felice mano del pittore. Un mondo popolato da nubi e da venti che sibilano giocando tra le alte cime, rifugio sicuro solo per pochi arditi animali ed in cui la presenza umana è sporadico, evanescente ricordo o improbabile, onirica visione. Accanto ad opere dedicate alle cime ed ai paesaggi dolomitici, alle grandi vette himalayane con un particolare omaggio all’indimenticabile Walter Bonatti, nell’opera di Berlanda appare anche un particolare interesse per la Guerra Bianca, la guerra disumana che vide migliaia di giovanissimi soldati combattere, soffrire e morire di freddo e di stenti sulle montagne e sui ghiacciai delle nostre Alpi durante il Primo Conflitto Mondiale. La mostra personale “Tracce nel silenzio. Uomini e montagne, ricordando Walter Bonatti” propone al pubblico, nella splendida cornice di Palazzo Libera a Villalagarina, un avvincente percorso con una trentina di opere, tutti acrilici su tavola o tela, realizzati dall’artista ledrense negli ultimi anni. Nicoletta Tamanini

VILLA LAGARINA Mostre MAURO BERLANDA - TRACCE NEL SILENZIO - UOMINI E MONTAGNE Apertura: da sabato 25 marzo a domenica 7 maggio. Palazzo Libera. Mostra personale ricordando Walter Bonatti a cura di Nicoletta Tamanini. Orario: mercoledì, giovedì, venerdì ore 14-18; sabato, domenica e festivi ore 10-18. Lunedì e martedì chiuso. Ingresso libero. Info: www.comune.villalagarina.tn.it; cultura@comune. villalagarina.tn.it.

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trentinoappuntamenti APPUNTAMENTI DI APRILE 1 SABATO Cultura ARGENTARIO DAY Circoscrizione Argentario. Piccole e grandi azioni di miglioramento, pulizia e manutenzione di beni comuni urbani. Tutto il giorno. Info: argentario.day@gmail.com. Enogastronomia PASSEGGIATA GASTRONOMICA A RVÒU Revò. Ore 19. Centro storico. Cucine aperte dalle 19.00 nella suggestiva cornice dei vòuti e della cantine del borgo, con possibilità di gustare i prodotti della tradizione gastronomica nonesa, e non solo, con un buon bicchiere di vino Groppello. Musica con gruppi itineranti. Info: Pro Loco Revò 0463 431003. Enogastronomia DIVINNOSIOLA A PALAZZO ROCCABRUNA Trento. Ore 19-22. Palazzo Roccabruna. A tavola con la cucina trentina, con i presidii Slow Food e “A tutto Nosiola” | Locanda D&D Maso Sasso di Nogaredo. Info e programma dettagliato: www.discovertrento.it. Teatro STORIE DI CLAUDIA Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Giampiero Solari, Claudia Gerini, Paola Galassi, Michela Andreozzi, regia Giampiero Solari con Claudia Gerini. Produzione Compagnia ENFI Teatro - Artisti Riuniti. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; pinfo@centrosantachiara.it. Teatro PARCHEGGIO A PAGAMENTO Mezzocorona. Ore 20.45. Teatro dell’Oratorio. Spettacolo di Italo Conti con la Filodrammatica “Arcobaleno” di Arco. Nell’ambito della Rassegna Teatrale a Mezzocorona. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro QUE DE MOLINA Cognola. Ore 20.45. Teatro Auditorium. Spettacolo di Giorgio Clementi con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “Insieme a teatro sull’Argentario”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro COSSÌ NOL VAL Tuenno. Ore 21. Oratorio Parrocchiale. Spettacolo di Luciano Lunghi con la Filodrammatica “Toblino” di Sarche. Nell’ambito della Rassegna Teatrale organizzata dal Gruppo Teatrale e dal Comu-

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ne di Villa Anaunia. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro UN GRAZIOSO VIAVAI Dro. Ore 20.45. Teatro Oratorio. Spettacolo con la “Filolevico” di Levico Terme. Nell’ambito della 10ª Rassegna Teatrale Primavera a teatro “Nilo Faitelli”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TOVARISC - MILIARDARI SENZA UN SOLDO Romallo. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Jaques Deval con la Compagnia “GAD - Città di Trento”. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “Franco & Ivana”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TORTA DE POMI Mori. Ore 20.45. Teatro Sociale. Spettacolo di Massimo Lazzeri con l’Associazione “Teatro delle Quisquilie” di Trento. Nell’ambito della 32ª edizione della Rassegna Teatrale “Gustavo Modena”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTA COLPA DEL RAFREDOR Mattarello. Ore 20.30. Sala Polifunzionale Comunale. Spettacolo di e con la Compagnia “S. Siro” di Lasino. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA MOGLIE, L’AMANTE E... IL MONSIGNORE Civezzano. Ore 20.45. Teatro “Luigi Pirandello”. Spettacolo di Roberto Fera con la Filodrammatica di Civezzano. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

2 DOMENICA Enogastronomia PASSEGGIATA GASTRONOMICA A RVÒU Revò. Dalle ore 11.30. Centro storico. Cucine aperte dalle 19.00 nella suggestiva cornice dei vòuti e della cantine del borgo, con possibilità di gustare i prodotti della tradizione gastronomica nonesa, e non solo, con un buon bicchiere di vino Groppello. Musica con gruppi itineranti. Info: Pro Loco Revò 0463 431003. Musica CONCERTI D’ORGANO PER IL TEMPO DI QUARESIMA Trento. Ore 17. Cattedrale di Trento. Concerto con Sebastiano Bernocchi. Dalle 17:00 alle 17:15 sarà data illustrazione di un’opera d’arte del pittore Luigi Facchinelli. Ingresso libero e gratuito. Info: www.associazionerenatolunelli.org.

Teatro STORIE DI CLAUDIA Trento. Ore 16. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Giampiero Solari, Claudia Gerini, Paola Galassi, Michela Andreozzi, regia Giampiero Solari con Claudia Gerini. Produzione Compagnia ENFI Teatro - Artisti Riuniti. Info: www.centrosantachiara.it. Teatro IN SETTE CERCAN MOGLIE IL MUSICAL Tesero. Ore 16. Teatro Comunale. Spettacolo con la Filodrammatica “Lucio Deflorian” di Tesero. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro PARCHEGGIO A PAGAMENTO Dimaro. Ore 14.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Italo Conti con il Gruppo Teatrale Rumo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

4 MARTEDÌ Cultura OPEN-BUC, OPEN-BOOK Trento. Ore 17.30. Biblioteca Universitaria Centrale, via Adalberto Libera, quartiere “Le Albere”. Andrea Di Nicola, docente della Facoltà di Giurisprudenza. Confessioni di un trafficante di uomini (con Giampaolo Musumeci, Chiarelettere). Ingresso gratuito suggerita la prenotazione online. Info: eventiunitn@unitn.it.

5 MERCOLEDÌ Corsi DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. c/o Associazione Mana. Per iscrizioni e informazioni: mimosa.2009@live.it. Cultura APRILE CON L’AUTORE Sanzeno. Ore 20.30. Centro Culturale d’Anaunia - Casa de Gentili. “San Romedio. Una via sacra attraverso il tirolo storico” con Fiorenzo Degasperi.

6 GIOVEDÌ Cultura I GIOVEDÌ DELLA NATURA Ronzone. Ore 20.30. c/o Agritur Casa Miramonte - via Mendola, 75. Conferenza tenuta dal naturalista Sergio Abram: “Siepi, muretti a secco e biodiversità perduta” - Importanza ecologica di alberi, arbusti, siepi, muri a secco ecc. Animali e piante delle siepi e dei muri a secco - E altro. Ingresso a pagamento. Info: Sergio Abram 347.1087626; Giancarlo Abram 340.5342112. Enogastronomia DIVINNOSIOLA A PALAZZO ROCCABRUNA Trento. Ore 19-21. Palazzo Roccabruna. Laboratorio di degustazione “La Nosiola o il Nosiola? Questo è il dilemma” a cura di ONAV. Info e programma dettagliato: www. discovertrento.it. Enogastronomia DIVINNOSIOLA A PALAZZO ROCCABRUNA Trento. Ore 19-21. Palazzo Roccabruna. Passito è passione. Degustazioni di Trentino DOC Vino Santo. Info e programma dettagliato: www.discovertrento.it. Musica PENSA MUSICALE Trento. Ore 18. Sala Filarmonica. Concerto con la voce di Anna Maria Chiuri, acclamato soprano il cui timbro inconfondibile giocherà col ‘canto’ della viola di Maurizio Barbetti e del pianoforte di Paolo Zannini, in un prezioso gioco di rimandi e simmetrie. Info: www.unitn.it. Musica FLICORNO D’ORO. XIX CONCORSO BANDISTICO INTERNAZIONALE Riva del Garda. Sala 1000 del Palazzo dei Congressi. 45 bande europee si contenderanno il primo posto di questo ormai tradizionale concorso. Programma dettagliato su www.flicornodoro.it.



trentinoappuntamenti Teatro IL MAESTRO E MARGHERITA Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro comunale. Info: Teatro comunale di PergineTel. 0461.511332 (biglietteria); info@teatrodipergine.it.

7 VENERDÌ Cultura CONVEGNO Predaia. Ore 20.30. Fraz. Taio Palamela Sala Congressi Cocea. Convegno “Trentino sostenibile: il futuro diventa presente”. Saluti e introduzione a cura di Ennio Magnani Presidente APOT (Associazione Produttori Ortofruttcoli Trentini). Intervengono Alessandro Dalpiaz, direttore APOT ed Assomela (Associazione produttori mele italiani) e Roberto della Casa, docente universitario, titolare società Agroter e curatore della ricerca. Convegno organizzato da APOT in collaborazione con la Cassa Rurale d’Anaunia. Info: www. visitvaldinon.it. Cultura EDUCA IL FESTIVAL DELL’EDUCAZIONE - VIII EDIZIONE Rovereto. EDUCA dà spazio a tutti i linguaggi, anche quelli artistici, culturali e al gioco per riconquistare l’educazione anche come esperienza gioiosa, appassionante

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e divertente. Il festival dell’educazione dedicato al tema PASSAGGI, propone appuntamenti - seminari, presentazioni di libri e ricerche, laboratori, giochi, spettacoli e mostre - con ospiti di fama nazionale e internazionale dedicati a bambini, giovani, genitori, insegnanti ed educatori e per tutti coloro che hanno passione per il futuro. Il programma è arricchito dalle proposte di molte agenzie educative, scuole, associazioni, cooperative, istituzioni, enti di ricerca e culturali. Per programma dettagliato visitate il sito www.educaonline.it. Info: info@educaonline.it; . Enogastronomia DIVINNOSIOLA A PALAZZO ROCCABRUNA Trento. Ore 19-21. Palazzo Roccabruna. Passito è passione. Degustazioni di Trentino DOC Vino Santo. Info e programma dettagliato: www.discovertrento.it. Musica ALBERTO FERRARI Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, Via della Malpensada 88. Alberto Ferrari - cantante, chitarrista/pianista e punto focale della band bergamasca Verdena - in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino sonorizza il film muto Genuine, girato nel 1920 da Robert Wiene sulla scia del classico Das Kabinet des Dr. Caligari. Si tratta di un’opera in

cui il regista tedesco riafferma la propria vocazione espressionista, ambientandola tuttavia in uno scenario nel quale l’atmosfera onirica è screziata da tonalità prossime all’horror: un soggetto ideale per la sensibilità artistica di Ferrari, insieme armoniosamente lirica e visionaria in senso psichedelico. La relazione dialettica fra drammaturgia cinematografica d’inizio Novecento e creazione musicale figlia del nostro tempo attribuisce valore e fascino all’esperimento, che Trento ospita in anteprima assoluta. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; pinfo@centrosantachiara.it. Musica FLICORNO D’ORO. XIX CONCORSO BANDISTICO INTERNAZIONALE Riva del Garda. Sala 1000 del Palazzo dei Congressi. 45 bande europee si contenderanno il primo posto di questo ormai tradizionale concorso. Programma dettagliato su www.flicornodoro.it. Teatro LO SOFFIA IL CIELO Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Massimo Sgorbani, drammaturgia e regia Stefano Cordella con Cinzia Spanò e Francesco Errico. Produzione TrentoSpettacoli - Compagnia Oyes. Nato in occa-

sione del Premio di regia “Festival Fantasio 2015” del quale Stefano Cordella è risultato vincitore, lo spettacolo prende vita da due testi di Massimo Sgorbani. Una madre e un figlio ai tempi della società dei consumi e delle immagini: lei chiusa in casa e teledipendente; lui considerato “strano” e con grosse difficoltà relazionali. Entrambi si creano un proprio mondo per sopravvivere e sfogano le frustrazioni attraverso due monologhi intrecciati. Lo specchio della condizione attuale di molte famiglie escluse da una società ancora spaventata dalle diversità. Biglietto intero da 10 a 20 €; ridotto da 10 a 18 €. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; pinfo@centrosantachiara.it.

8 SABATO Cultura EDUCA IL FESTIVAL DELL’EDUCAZIONE - VIII EDIZIONE Rovereto. EDUCA dà spazio a tutti i linguaggi, anche quelli artistici, culturali e al gioco per riconquistare l’educazione anche come esperienza gioiosa, appassionante e divertente. Il festival dell’educazione dedicato al tema PASSAGGI, propone appuntamenti - seminari, presentazioni di libri e ricerche, laboratori, giochi, spettacoli e mostre - con ospiti di fama nazionale


trentinoappuntamenti e internazionale dedicati a bambini, giovani, genitori, insegnanti ed educatori e per tutti coloro che hanno passione per il futuro. Il programma è arricchito dalle proposte di molte agenzie educative, scuole, associazioni, cooperative, istituzioni, enti di ricerca e culturali. Per programma dettagliato visitate il sito www.educaonline.it. Info: info@educaonline.it; . Enogastronomia FIORINDA: PER FARE TUTTO CI VUOLE UN FIORE Predaia. Dalle ore 11 alle 22. Fraz. Mollaro. Centro storico. La festa che celebra l’arrivo della primavera in Val di Non. Una colorata vetrina di cultura, enogastronomia, frutticoltura e prodotti tipici che rendono unica la valle trentina della mela DOP con tantissime attività per grandi e piccini! Maggiori info e programma dettagliato su www. fiorinda.org.

dal Don Giovanni di Molière con la Compagnia delle Arti di Trento. Una commedia brillante, uno spettacolo in costume in cui si ripropone l’eterna contrapposizione tra l’uomo e Dio, il sacro e il profano, il libero pensiero e il dogma attraverso il divertente dialogo tra Don Giovanni, il padrone, conquistatore donnaiolo incallito e Sganarello, il servo, uomo di semplice ma arguto buon senso. Biglietto 8 € intero, 7 € ridotto. Info: Tel. 0461.534321; organizzazione@teatrodimeano.it. Teatro DELITI QUASI PERFETI Coredo. Ore 21. Teatro Dolomiti. Spettacolo di Lina Lisciotto con il Gruppo Filodrammatico “Coredano” di Coredo. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “4 risate a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it.

Enogastronomia DIVINNOSIOLA A PALAZZO ROCCABRUNA Trento. Ore 19-21. Palazzo Roccabruna. Passito è passione. Degustazioni di Trentino DOC Vino Santo. Info e programma dettagliato: www.discovertrento.it.

Teatro BARUFE EN FAMEGIA Tenno. Ore 20.45. Teatro “Don Bosco”.Spettacolo di Giacinto Gallina con la Compagnia di Lizzana. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “Tenno a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Enogastronomia DIVINNOSIOLA A PALAZZO ROCCABRUNA Trento. Ore 19-22. Palazzo Roccabruna. A tavola con la cucina trentina, con i presidi Slow Food e “A tutto Nosiola” | Osteria La Cantinetta - Varena. Info e programma dettagliato: www.discovertrento.it.

Teatro PITOST CHE EN FUNERAL Cognola. Ore 20.45. Teatro Auditorium. Spettacolo di Elio Fox con la Compagnia “Filogamar” di Cognola. Nell’ambito della Rassegna Teatrale “Insieme a teatro sull’Argentario”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it.

Musica FLICORNO D’ORO. XIX CONCORSO BANDISTICO INTERNAZIONALE Riva del Garda. Sala 1000 del Palazzo dei Congressi. 45 bande europee si contenderanno il primo posto di questo ormai tradizionale concorso. Programma dettagliato su www.flicornodoro.it.

Teatro LE AVVENTURE DI PINOCCHIO Levico Terme. Ore 20. Teatro “Mons. Caproni”. Spettacolo di e con la Filo Junior Levico. Nell’ambito della 15ª Rassegna Teatrale “Franco & Daniela”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Musica PIANOFORTE A QUATTRO MANI / DUO EWERS KUHN Trento. Ore 21. Sala SOSAT, Via Malpaga 17. Concerto con Christoph Ewers e Michael Kuhn, pianoforte (Germania) su musiche di Rautavaara, Messiaen, Bizet, Liszt, Dvorak. Teatro IL MAESTRO E MARGHERITA Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro comunale. Info: Teatro comunale di PergineTel. 0461.511332 (biglietteria); info@teatrodipergine.it. Teatro NÉ AL CIELO, NÉ ALL’INFERNO, NÉ AL LUPO MANNARO Meano. Ore 21. Teatro, via delle Sugarine 22. Spettacolo tratto

Teatro MAMME ROVENTI Predazzo. Ore 21. Auditorium Casa della Gioventù. Spettacolo di David Christner - trad. Leonardo Franchini con la Compagnia “GAD - Città di Trento”. Nell’ambito della 20ª Rassegna Teatrale “Chi è di scena?”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro CIACERE ZIGHI E REBALTON... TUTI MATI E GNANCA UNO DE BON Lavarone. Ore 21. Teatro “Dolomiti”.Spettacolo di Andrea Cortelletti con la Compagnia “Follie d’Autore” di Ciré di Pergine. Nell’ambito della 5ª edizione della Rassegna Teatrale “Lavarone a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

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trentinoappuntamenti Teatro BON DÌ BON AN, DAME NA BONA MAN Mori. Ore 20.45. Teatro Sociale. Spettacolo da “Buon anno porco mondo!” di Corrado Vallerotti con la “Filobastia” di Preore. Nell’ambito della 32ª edizione della Rassegna Teatrale “Gustavo Modena”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro IL PASSIO DI MARIA Mori. Chiesa Arcipretale. Dopo la santa messa serale. Spettacolo da “Donna de paradiso” di Jacopone da Todi con la Compagnia “Gustavo Modena” di Mori. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Teatro TERRA DI NESSUNO Casatta diValfloriana. Ore 20.30. Teatro. Spettacolo di Eraldo Baldini con “T.I.M. - Teatro Instabile Meano. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Cultura CONFERENZA Trento. Ore 14-17. c/o Dipartimento di Lettere e Filosofia - Via Tommaso Gar, 14. Aula 421 (sala riunioni 4° piano). “L’Umanista a scuola - parte I” con Elena Franchi (docente a contratto Università di Trento). Info: labsa@lett.unitn.it.

9 DOMENICA Cultura EDUCA IL FESTIVAL DELL’EDUCAZIONE - VIII EDIZIONE Rovereto. EDUCA dà spazio a tutti i linguaggi, anche quelli artistici, culturali e al gioco per riconquistare l’educazione anche come esperienza gioiosa, appassionante e divertente. Il festival dell’educazione dedicato al tema PASSAGGI, propone appuntamenti - seminari, presentazioni di libri e ricerche, laboratori, giochi, spettacoli e mostre - con ospiti di fama nazionale e internazionale dedicati a bambini, giovani, genitori, insegnanti ed educatori e per tutti coloro che hanno passione per il futuro. Il programma è arricchito dalle proposte di molte agenzie educative, scuole, associazioni, cooperative, istituzioni, enti di ricerca e culturali. Per programma dettagliato visitate il sito www.educaonline.it. Info: info@educaonline.it; . Enogastronomia FIORINDA: PER FARE TUTTO CI VUOLE UN FIORE Predaia. Dalle ore 9 alle 22. Fraz. Mollaro. Centro storico. La festa che celebra l’arrivo della primavera in Val di Non. Una colorata vetrina di cultura, enogastronomia, frutticoltura e prodotti tipici che rendono unica la valle trentina della mela DOP con tantissime attività per grandi e piccini! Maggiori info e programma dettagliato su www. fiorinda.org. Musica FLICORNO D’ORO. XIX CONCORSO BANDISTICO INTERNAZIONALE Riva del Garda. La cerimonia di chiusura in programma domenica 9 aprile verrà aperta con il concerto dei “The Riverboys” proseguendo con la proclamazione dei vincitori e la consegna dei premi prevista alle ore 21.00 presso la Sala 1000 del Palazzo dei Congressi. Programma dettagliato su www. flicornodoro.it.

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10 LUNEDÌ

12 MERCOLEDÌ Cultura APRILE CON L’AUTORE Sanzeno. Ore 20.30. Centro Culturale d’Anaunia - Casa de Gentili. “Al tocco della campana a stormo” con Alberto Mosca. Info: www. centroculturaledanaunia.it. Musica «ORCHESTRA HAYDN» Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Spettacolo con Arvo Volmer, direttore e Arcadi Volodos, pianoforte su musiche di Jean Sibelius: Pan och Eco, op. 53a; Dmitrij Sostakovic: Sinfonia n. 9 in mi bemolle maggiore, op. 60; J. Brahms: Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in si bemolle maggiore, op. 83. Biglietto intero € 25, ridotto over 65 € 15, ridotto under 26 € 5. Info: www.haydn.it; info@haydn.it; n. verde 800.086890.

13 GIOVEDÌ Cultura I GIOVEDÌ DELLA NATURA Ronzone. Ore 20.30. c/o Agritur Casa Miramonte - via Mendola, 75. Conferenza tenuta dal naturalista Sergio Abram: “L’agricoltura degli Dei: agricoltura ultra consapevole, un’altra agricoltura” - Se desideri conoscere un altro modo per coltivare orto, giardino, frutteto e vigneto, senza alcun utilizzo di fitofarmaci, ed essere informato(a) su problematiche inerenti all’agricoltura, questa è una conferenza da non perdere. Ingresso a pagamento. Info: Sergio Abram 347.1087626; Giancarlo Abram 340.5342112. Danza LA BAJADERA Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Opera di Imre Emmerich Kálmán, 1921. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; pinfo@centrosantachiara.it.

Musica GOGO PENGUIN Trento. Ore 21. Teatro Sanbapolis, via Malpensada 88. Pianoforte, basso, batteria: una delle formazioni più tradizionali e classiche del jazz. Ma di classico e tradizionale, nella musica degli inglesi GoGo Penguin, c’è poco. Il jazz c’è, certo, ma ci sono Shostakovic e Debussy e soprattutto c’è tantissima elettronica, dall’avanguardismo storico di Brian Eno alle frontiere estreme di Aphex Twin fino all’eleganza suprema dei Massive Attack. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; pinfo@ centrosantachiara.it. Musica KREMERATA BALTICA Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Concerto con Clara-Jumi Kang, violino e Gidon Kremer, violino e direttore su musiche di G. Pelecis: “The last song”; J. S. Bach: Doppio Concerto BWV 1043 in re min.; Schubert-Kissine: Fantasia in Do magg. per violino e orchestra d’archi; G. Kancheli: Twilight; A. Piazzolla: “Celos”, Grand Tango. Biglietto intero 25 €, ridotto € 18 (oltre i 65 anni), ridotto € 8 (fino a 25 anni). Info: Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it.

15 SABATO Enogastronomia FESTA DEI OVI LevicoTerme. Via Slucca de Matteoni, piazzale ex scuole. La manifestazione avrà luogo con qualsiasi condizione meteo. Grande vaso della fortuna, dalle ore 9.00. Musica e allegria, vino e bibite a volontà. Cucina povera di un tempo “Denti de can col conziero e ovi sodi”. Info: APT Valsugana ufficio di Levico Terme Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it . Musica FUZZ ORCHESTRA + APPALOOSA Rovereto. Ore 20. SmartLab, Viale Trento 47/49. Nell’ambito di #UploadOnTour. Nel corso della serata si esibiranno anche tre band iscritte all’edizione 2017 di UploadSounds. É previsto un biglietto d’ingresso di 5 euro. Info: www.uploadsounds.eu. Tradizione MERCATINI DI PASQUA Fiera di Primiero. Nel suggestivo centro pedonale di Fiera di Primiero, con esposizione nelle casette di prodotti locali, intrattenimento musicale, laboratori e animazione per i bambini. Info: www.sanmartino.com.

16 DOMENICA Famiglia VISITA GUIDATA ALLA SCOPERTA DELLE MERAVIGLIE CUSTODITE DALLA CENTRALE DI SANTA MASSENZA Santa Massenza. Ore 15 e 17. Centrale idroelettrica. Un’esperienza sorprendente, che attraverso percorsi inediti farà scoprire come l’acqua diventa energia. All’interno di questa splendida cornice potrete assistere anche a spettacoli teatrali itineranti a cura della Compagnia Koiné, che vi farà scoprire e degustare i migliori vini da uve Nosiola e la terra che fa crescere i suoi tralci e sostiene i suoi vitigni. E per i più piccoli una scena tutta dedicata a loro con assaggi delle uve appassite sulle “àrele”. Costo: € 12,00 adulti - € 6,00 bambini fino ai 12 anni compiuti. La quota comprende: ingresso, visita guidata alla Centrale, spettacoli teatrali e degustazioni di vino Nosiola Trentino abbinate a prodotti realizzati dal Panificio Tecchiolli di Cavedine. Prenotazione obbligatoria: APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi Tel. 0461.216000; info@ discovervalledeilaghi.it; www.hydrotourdolomiti.it. Per i più piccoli LABORATORI DEL WEEKEND DI PASQUA Santa Massenza. Dalle ore 16.30 alle 18. Centrale idroelettrica. Ecomuseo propone un laboratorio dedicato ai bambini dove verrà raccontata la storia dell’uva essiccata sulle “àrele” che servirà per produrre il Vino Santo. Sarà possibile assaggiare gli acini d’uva zuccherini e i bimbi potranno mettere le mani in pasta preparando una pagnottella dolce all’uva da portare a casa. Tutto questo all’interno della cornice della Centrale Idroelettrica di Santa Massenza in uno spazio allestito con “àrele”, i tipici essiccatoi del Vino Santo. Max 15 bambini. Prenotazione obbligatoria: APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi Tel. 0461.216000; info@discovervalledeilaghi.it; www.hydrotourdolomiti.it. Teatro SOGNO POETICO DI UNA GALLINA RITMICA (OVVERO: “AH, STIAMO FRESCHI SE LA GALINA CANTA”) Marcena di Rumo. Ore 20.45. Auditorium. Spettacolo di Italo Conti con il Gruppo Teatrale Rumo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Tradizione MERCATINI DI PASQUA Fiera di Primiero. Nel suggestivo centro pedonale di Fiera di Primiero, con esposizione nelle casette di prodotti locali, intrattenimento musicale, laboratori e animazione per i bambini. Info: www.sanmartino.com.


trentinoappuntamenti 17 LUNEDÌ Famiglia ALMELETO: UNA VERA MELAVVENTURA - VISITA GUIDATA Romallo. Ore 14. Ufficio Parco Fluviale Novella. Sei curioso di scoprire tutti i segreti sulla regina della Val di Non, la MELA? Alle 14.00 assieme a Donata, potrai conoscere questo nuovo percorso ludico-didattico! Avrai modo di vivere una vera e propria Melavventura e lungo il percorso non mancherà una gustosa merenda a base di prodotti del territorio! Durata attività: 2 ore e 30 circa. Costo: € 5,00 adulti; bambini fino a 12 anni gratis. Info e prenotazioni: Cell. 329.8366160 - Tel. 0463.432064. Famiglia VISITA GUIDATA ALLA SCOPERTA DELLE MERAVIGLIE CUSTODITE DALLA CENTRALE DI SANTA MASSENZA Santa Massenza. Ore 15 e 17. Centrale idroelettrica. Un’esperienza sorprendente, che attraverso percorsi inediti farà scoprire come l’acqua diventa energia. All’interno di questa splendida cornice potrete assistere anche a spettacoli teatrali itineranti a cura della Compagnia Koiné, che vi farà scoprire e degustare i migliori vini da uve Nosiola e la terra che fa crescere i suoi tralci e sostiene i suoi vitigni. E per i più piccoli una scena tutta dedicata a loro con assaggi delle uve appassite sulle “àrele”. Costo: € 12,00 adulti - € 6,00 bambini fino ai 12 anni compiuti. La quota comprende: ingresso, visita guidata alla Centrale, spettacoli teatrali e degustazioni di vino Nosiola Trentino abbinate a prodotti realizzati dal Panificio Tecchiolli di Cavedine. Prenotazione obbligatoria: APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi Tel. 0461.216000; info@ discovervalledeilaghi.it; www.hydrotourdolomiti.it. Per i più piccoli LABORATORI DEL WEEKEND DI PASQUA Santa Massenza. Dalle ore 16.30 alle 18. Centrale idroelettrica. Ecomuseo propone un laboratorio dedicato ai bambini dove verrà raccontata la storia dell’uva essiccata sulle “àrele” che servirà per produrre il Vino Santo. Sarà possibile assaggiare gli acini d’uva zuccherini e i bimbi potranno mettere le mani in pasta preparando una pagnottella dolce all’uva da portare a casa. Tutto questo all’interno della cornice della Centrale Idroelettrica di Santa Massenza in uno spazio allestito con “àrele”, i tipici essiccatoi del Vino Santo. Max 15 bambini. Prenotazione obbligatoria: APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi Tel. 0461.216000;

info@discovervalledeilaghi.it; www.hydrotourdolomiti.it . Tradizione MERCATINI DI PASQUA Fiera di Primiero. Nel suggestivo centro pedonale di Fiera di Primiero, con esposizione nelle casette di prodotti locali, intrattenimento musicale, laboratori e animazione per i bambini. Info: www.sanmartino.com.

19 MERCOLEDÌ Corsi DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. c/o Associazione Mana. Per iscrizioni e informazioni: mimosa.2009@ live.it. Cultura APRILE CON L’AUTORE Sanzeno. Ore 20.30. Centro Culturale d’Anaunia - Casa de Gentili. “Microbanchieri: Casse rurali ed evoluzione gestionale” con Alberto Ianes. Info: www.centroculturaledanaunia.it. Cultura SEED BANK Trento. Ore 18. MUSE - Museo delle Scienze, corso del Lavoro e della Scienza 3. Conservare i semi per mettere al sicuro la biodiversità con Costantino Bonomi, Conservatore Responsabile Sezione Botanica - MUSE. Info: partecipazione gratuita, suggerita la prenotazione allo 0461.270311; eventiunitn@unitn.it. Teatro VOGLIO ESSERE INCINTO Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro. Prima assoluta del nuovo spettacolo della Compagnia EstroTeatro. Info: Teatro comunale di Pergine Tel. 0461.511332 (biglietteria); info@teatrodipergine.it.

20 GIOVEDÌ Cultura I GIOVEDÌ DELLA NATURA Ronzone. Ore 20.30. c/o Agritur Casa Miramonte - via Mendola, 75. Conferenza tenuta dal naturalista Sergio Abram: “Nidi artificiali, mangiatoie e tanti animali in giardino” - Con pochi mezzi è possibile aumentare notevolmente la biodiversità nel giardino, nell’orto, nel frutteto, nel vigneto e perfino sul balcone e sul davanzale di una finestra per la gioia di bambini e adulti, di disabili, di ammalati e di anziani. Come portare azione, vita, interesse, spirito d’osservazione, gioia, nuovi sogni e altro all’interno delle famiglie, delle scuole, degli istituti di cura, di attività per disabili e di riposo per anziani. Ingresso a pagamento. Info: Sergio Abram 347.1087626; Giancarlo Abram 340.5342112. Danza NIGHT GARDEN Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettaco-

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trentinoappuntamenti lo Evolution Dance Theater; coreografie e regia Anthony Heinl. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; pinfo@centrosantachiara.it. Musica CARMEN CONSOLI IN CONCERTO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, Via S. Croce. Carmen Consoli torna a Trento con il nuovo tour “Eco di Sirene” ed un suono e degli arrangiamenti molto sperimentali, pensati appositamente per la formazione con archi e chitarra acustica. Prevendita biglietti presso la redazione di Trentinomese Via Ghiaie, 15 - Trento.

21 VENERDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Ore 14-17. c/o Dipartimento di Lettere e Filosofia - Via Tommaso Gar, 14. Aula 421 (sala riunioni 4° piano). “L’Umanista a scuola - parte II” con Manuela Valle (docente presso il Liceo Classico G. Prati). Info: labsa@lett.unitn.it. Teatro LE SORELLE TRAPUNTA Mezzolombardo. Ore 20.30. Teatro “S. Pietro”. Spettacolo di Giuseppina Cattaneo con la Filodrammatica di Viarago. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

22 SABATO Cultura INAUGURAZIONE MOSTRA ROGER RIGORTH Pergine Valsugana. Ore 17. Castello. Concerto e buffet. Info: Castel Pergine Tel. 0461.531158; verena@castelpergine.it; www. castelpergine.it. Enogastronomia DIVINNOSIOLA A PALAZZO ROCCABRUNA Trento. Ore 19-22. Palazzo Roccabruna. A tavola con la cucina trentina, con i presidi Slow Food e “A tutto Nosiola” | 4 Ristorante Genzianella di Madonna di Campiglio. Info e programma dettagliato: www.discovertrento.it. Musica SNARKY PUPPY Trento. Ore 21. Teatro Auditorium Santa Chiara, via Santa Croce 67. Un collettivo aperto. Anzi, meglio detto: una vera e propria famiglia. Non a caso infatti gli Snarky Puppy si riferiscono a se stessi chiamandosi “The Fam”, quando vanno in giro. Nati su impulso del bassista Micheal League nel 2004, da anni hanno il loro quartier generale a Brooklyn, a New York, anche se le origini di gran parte dei componenti mette in campo il Texas e gli studi alla University of North Texas. Musicisti di vaglia, tutti con un background prima di tutto legato al jazz ma con nel portfolio collabo-

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razioni assai varie con nomi come Erykah Badu, Marcus Miller, Justin Timberlake, Roy Hargrove, Snoop Dogg. Il risultato? Una visione musicale fresca, aperta, giocosa - ma al tempo stesso di altissima qualità. Info: www.centrosantachiara. it; n. verde 800.013952; pinfo@ centrosantachiara.it. Musica BANDA SOCIALE DI PERGINE CON MASSIMO LAZZERI Pergine Valsugana. Ore 20.30. Teatro comunale. Musica d’autore. Diretta dal M.o Claudio Dorigato. Musica dal folk alla classica e moderna. Canzoni di Massimo Lazzeri armonizzate per banda dal M.o Claudio Dorigato. Biglietto € 5 intero: € 4 ridotto. Info: Teatro Comunale di PergineTel. 0461.511332 (biglietteria); info@teatrodipergine. it; www.teatrodipergine.it. Musica MANNARINO Riva del Garda. Ore 21. Palameeting. Il nuovo live di Mannarino arriverà anche a Riva del Garda, tappa che si aggiunge al calendario di concerti dell’Apriti Cielo Tour per il quale sono stati già venduti oltre 35mila biglietti, con cinque date sold out e 4 raddoppi. Teatro NON ERA LA QUINTA, MA ERA LA NONA Trento. Ore 21. Teatro di Meano, via delle Sugarine 22. Spettacolo di Aldo Nicolaj con Filo Bastia di Preore; regia di Jacopo Roccabruna. La comune passione per la musica di Beethoven di Carlo e Bruno, rispettivamente marito e amante della sensuale ed esuberante Eva, manda all’ aria il criminoso e diabolico piano della donna intenzionata a liberarsi del consorte con la complicità dell’‘altro’. Ma i due uomini si incontrano e, nonostante un’ iniziale diffidenza, scoprono di non essere poi tanto diversi, arrivando addirittura a provare simpatia l’uno per l’altro. Info: Tel. 0461.534321; organizzazione@teatrodimeano.it. Teatro BASTA NA BATUDA PER NA RISADA Mezzocorona. Ore 20.45. Teatro dell’Oratorio. Spettacolo di cabaret di e con la Filodrammatica “S. Gottardo” di Mezzocorona. Nell’ambito della Rassegna Teatrale a Mezzocorona. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EL SARIA MASSA BEL SE’L FUSSA VERA Dro. Ore 20.45. Teatro Oratorio. Spettacolo di Adriana Zardini con la Filodrammatica di Civezzano. Nell’ambito della 10ª Rassegna Teatrale Primavera a teatro “Nilo Faitelli”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

FESTIVAL ETNOGRAFIA

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i terrà sabato 22 e domenica 23 aprile al Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, San Michele all’Adige il festival dell’Etnografia del Trentino. Con la partecipazione di Etnografia trentina in rete. Le proposte culturali degli ecomusei e dei musei territoriali del Trentino confluiscono nella grande festa di primavera dedicata agli amici del territorio, agli operatori del settore, alle comunità locali, alle famiglie, che viene organizzata nella splendida cornice del complesso monumentale di San Michele all’Adige. Ecco quindi musica, balli folk, cori, teatro dei burattini, racconti, documentari, giochi, laboratori, attività artigiane, colture tradizionali negli incontri con gli esperti, prodotti del territorio, e tanto altro ancora in due giornate che si rivolgono al pubblico di tutte le età.

Teatro ARSENICO E VECCHI MERLETTI Predazzo. Ore 21. Auditorium Casa della Gioventù. Spettacolo di Kesselring - adatt. di Donato Dellagiacoma con la Filodrammatica “Romano Dellagiacoma” di Predazzo. Nell’ambito della 20ª Rassegna Teatrale “Chi è di scena?”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LETTO A POIS Mori. Ore 20.45. Teatro Sociale. Spettacolo di Ray Cooney e John Chapmann con la Compagnia “Uno, nessuno, centomila” di Bressanone. Nell’ambito della 32ª edizione della Rassegna Teatrale “Gustavo Modena”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Tradizione ORTINPARCO 2017 “TRASPARENZE” Levico Terme. Parco delle Terme. Kermesse dedicata all’orto e al giardino. L’intento è di riprodurre la memoria di tradizioni colturali e culturali, di rinnovare in maniera creativa saggezze contadine e sapienze artigianali, con lo scopo di portare l’orto su un piano di nobiltà complessa, proponendolo non solo come un fatto agricolo e spazio verde coltivato, ma anche

come una grande occasione di socialità e di cultura. Info: Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale Tel. 0461.706824; parco.levico@provincia.tn.it; www.naturambiente. provincia.tn.it.

23 DOMENICA Musica CONTRASTI - FESTIVAL DI MUSICHE DEL ‘900 E CONTEMPORANEE / 4A EDIZIONE Trento. Sala Caritro, Via Calepina 1. Un altro doppio concerto, tenuto dal MotoContrario ensemble: nelle sue variabili e particolari combinazioni strumentali, l’ensemble presenterà, tra gli altri, brani di giovanissimi compositori studenti della classe di Composizione, tenuta da Ivan Fedele, della prestigiosa Accademia di S.Cecilia di Roma. Alcune di questi lavori sono stati scritti appositamente per MotoContrario e saranno eseguiti in prima assoluta. Ingresso libero. Info: motocontrario.it. Tradizione ORTINPARCO 2017 “TRASPARENZE” Levico Terme. Parco delle Terme. Kermesse dedicata all’orto e al giardino. L’intento è di riprodurre la memoria di tradizioni colturali e culturali, di rinnovare in manie-


trentinoappuntamenti ra creativa saggezze contadine e sapienze artigianali, con lo scopo di portare l’orto su un piano di nobiltà complessa, proponendolo non solo come un fatto agricolo e spazio verde coltivato, ma anche come una grande occasione di socialità e di cultura. Info: Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale Tel. 0461.706824; parco.levico@provincia.tn.it; www.naturambiente. provincia.tn.it. Tradizione SAGRA DI S. GIORGIO Castello Tesino. Dalle ore 8 per tutta la giornata tradizionale fiera con bancherelle lungo Via Dante. Dalle ore 9, Piazza Marconi e Via Fabio Filzi: mercatino del libro usato, riviste e immagini. Dalle 10 in poi, Giardini di Via Dante: apertura stand gastronomico del Gruppo Alpini. Ore 10, Giardini di Via Dante: esibizione Banda e Gruppo Folk di Castello Tesino. Dalle 14, Giardini di Via Dante: apertura stand gastronomico. Info: APT Castello Tesino Tel. 0461.593322.

24 LUNEDÌ Teatro GIUSTIZIA E LIBERTÀ Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro. Info: Teatro comunale di Pergine Tel. 0461.511332 (biglietteria); info@teatrodipergine.it. Tradizione PRIMAVERA IN VAL CANALI Per vivere due giornate in uno dei luoghi più suggestivi del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino. Info: www.sanmartino.com. Tradizione ORTINPARCO 2017 “TRASPARENZE” Levico Terme. Parco delle Terme. Kermesse dedicata all’orto e al giardino. L’intento è di riprodurre la memoria di tradizioni colturali e culturali, di rinnovare in maniera creativa saggezze contadine e sapienze artigianali, con lo scopo di portare l’orto su un piano di nobiltà complessa, proponendolo non solo come un fatto agricolo e spazio verde coltivato, ma anche come una grande occasione di socialità e di cultura. Info: Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale Tel. 0461.706824; parco.levico@provincia.tn.it; www.naturambiente. provincia.tn.it.

25 MARTEDÌ Tradizione PRIMAVERA IN VAL CANALI Per vivere due giornate in uno dei luoghi più suggestivi del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino. Info: www.sanmartino.com.

Tradizione ORTINPARCO 2017 “TRASPARENZE” Levico Terme. Parco delle Terme. Kermesse dedicata all’orto e al giardino. L’intento è di riprodurre la memoria di tradizioni colturali e culturali, di rinnovare in maniera creativa saggezze contadine e sapienze artigianali, con lo scopo di portare l’orto su un piano di nobiltà complessa, proponendolo non solo come un fatto agricolo e spazio verde coltivato, ma anche come una grande occasione di socialità e di cultura. Info: Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale Tel. 0461.706824; parco.levico@provincia.tn.it; www.naturambiente. provincia.tn.it.

26 MERCOLEDÌ Musica «ORCHESTRA HAYDN» Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Spettacolo Orchestra Sinfonica Haydn di Bolzano e Trento con Stanislav Kochanovsky, direttore e Mischa Maisky, violoncello su musiche di A. Dvorak: Concerto per violoncello e orchestra n. 2 in si minore, op. 104; Giorgio Battistelli: Nuova Composizione e R. Schumann: Sinfonia n. 4 in re minore, op. 120. Biglietto intero € 25, ridotto over 65 € 15, ridotto under 26 € 5. Info: www.haydn.it; n. verde 800.086890; info@haydn.it. Musica ROSEN, RAFFAELLI, SANTANIELLO TRIO Trento. Ore 21.30. Il Circolino/ Circolo del Tennis, Piazza Venezia. Concerto con Michael Rosen, sax; Stefano Raffaelli, piano; Domenico Santaniello contrabbasso. Ingresso gratuito. Info: www.trentinojazz.com.

27 GIOVEDÌ Cultura I GIOVEDÌ DELLA NATURA Ronzone. Ore 20.30. c/o Agritur Casa Miramonte - via Mendola, 75. Conferenza tenuta dal naturalista Sergio Abram: “Rettili e anfibi: se li conosci non li temi e li rispetti” - Aspetti biologici, etologici ed ecologici di rettili e anfibi, che vivono nei nostri territori - Differenze morfologiche tra serpenti velenosi e non - Come favorire la loro presenza nei vari ambienti. Ingresso a pagamento. Info: Sergio Abram 347.1087626; Giancarlo Abram 340.5342112. Musica LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA Trento. Ore 21. Teatro Sanbapolis. In questo live set Vasco Brondi sarà accompagnato sul palco da una band di quattro elementi: Marco Ulcigrai (chitarra), Matteo Bennici (basso), Giusto Correnti

(batteria) e Angelo Trabace (tastiere) con una scaletta che accanto al presente fatto di canzoni quali A forma di fulmine, Qui, Coprifuoco, Nel profondo Veneto, Waltz degli scafisti, Iperconnessi, Stelle Marine, Moscerini e Viaggi disorganizzati vedrà anche brani dai suoi lavori precedenti. Info: www.centrosantachiara.it.

28 VENERDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Ore 14-17. c/o Dipartimento di Lettere e Filosofia - Via Tommaso Gar, 14. Aula 003. “L’Umanista e l’organizzazione di eventi culturali” con Francesco Filippi (presidente dell’Associazione Deina Trentino Alto-Adige, responsabile culturale dell’Arci di Bolzano) e Nicola Spagnolli (docente di scuola secondaria di II grado). Info: labsa@lett.unitn.it. Teatro INTELLIGENZA Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro comunale. Spettacolo teatrale. Info: Tel. 0461.511332 (biglietteria); info@teatrodipergine.it.

29 SABATO Cultura APERTURA STAGIONE 2017 FORTE POZZACCHIO-WERK VALMORBIA DI TRAMBILENO Trambileno. Riapre al pubblico Forte Pozzacchio-Werk Valmorbia di Trambileno. La fortezza austro-ungarica interamente scavata nella roccia. Orario d’accesso: 10.00-18.00 (ultimo biglietto d’ingresso verso le ore 16.30). Info 345.1267009; www.fortepozzacchio.it. Teatro DOMANDO LA CASA ITEA Dro. Ore 20.45. Teatro Oratorio. Spettacolo di Loredana Cont con “Fomefilò” Filodrammatica Ledrense di Molina di Ledro. Nell’ambito della 10ª Rassegna Teatrale Primavera a teatro “Nilo Faitelli”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EL SARIA MASSA BEL SE’L FUSSA VERA Mori. Ore 20.45. Teatro Sociale. Spettacolo di Adriana Zardini con la Filodrammatica di Civezzano. Nell’ambito della 32ª edizione della Rassegna Teatrale “Gustavo Modena”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Tradizione FESTA PATRONALE DI GOBBERA Tre giorni di festa patronale alla Gobbera con serate danzanti, stand gastronomici e intrattenimento per grandi e piccini. Info: www.sanmartino.com.

Tradizione EXPO VALSUGANA LAGORAI Levico Terme. Palalevico, viale lido, dalle ore 9 alle 19. Mostra mercato della Valsugana e del Trentino Orientale. Uno dei temi principali della fiera è il “vivere bene” nelle varie dimensioni, prodotti della terra e al benessere generale, un’area dedicata al settore biologico Trentino sia dell’alimentazione che delle produzioni naturali. Oltre ai settori fieristici tradizionali presenti, artigianato, industria, commercio, servizi, nuove tecnologie. All’interno della rassegna troveranno spazio espositori che si occupano di “Bio-edilizia e del risparmio energetico” dal fotovoltaico, ai serramenti alle isolazioni e alle energie alternative. Info: Bsi Fiere www.bsifiere.com; Tel. 0461.751252; info@bsifiere.com; info@palalevico.com.

30 DOMENICA Musica ALMAMEGRETTA IN CONCERTO Rovereto. Ore 22. SmartLab. Una delle formazioni più note dell’elettronica contaminata da radici popolari sarà infatti in concerto allo Smart Lab per presentare il suo ultimo disco EnnEnne, riletto dalla band recentemente anche in una veste dub, nella serata organizzata da Side Out insieme ai ragazzi dello Smart. Info: www.almamegretta.net. Tradizione FESTA PATRONALE DI GOBBERA Tre giorni di festa patronale alla Gobbera con serate danzanti, stand gastronomici e intrattenimento per grandi e piccini. Info: www.sanmartino.com. Tradizione EXPO VALSUGANA LAGORAI LevicoTerme. Palalevico, viale lido, dalle ore 9 alle 19. Mostra mercato della Valsugana e del Trentino Orientale. Info: Bsi Fiere www.bsifiere.com; Tel. 0461.751252; info@ bsifiere.com; info@palalevico.com. Tradizione FESTA DEI MELI IN FIORE Caldonazzo. Esposizione e vendita di piante e fiori, artigianato, prodotti biologici e tipici regionali. L’appuntamento è e nelle vie del centro di Caldonazzo. Protagoniste della festa, sono la fioritura e la mela, la cui coltivazione caratterizza la campagna di Caldonazzo, tra l’abitato e il lago. Oltre a bancarelle con le mele, assaggi enogastronomici e artigianato, sono in programma musica e animazione per bambini. Possibilità di pranzare presso il teatro tenda con i piatti realizzati dai ristoratori della zona con prodotti locali. Info: Pro Loco Lago di Caldonazzo prolocolagocaldonazzo@gmail. com; Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it.

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trentinomatrimoni SOLO PER I NOSTRI LETTORI, QUESTO MESE LE NOZZE DI GIOVANNA CON LUCA E DI ANNA CON LORIS

I MATRIMONI DEL MESE

Lei Nome: Giovanna Età: 29 Nata: Trento Residente: Cavedine Vestito e scarpe Fashion Gallery - Trento Parrucchiere: Salone Csk Go Coppola Tn Truccatore: Salone Csk Go Coppola Tn Occupazione: Impiegata (Volontaria VV.FF.)

Lui Nome: Luca Età: 37 Nato: Trento Vestito e scarpe: Boggi - Trento Barbiere: Studio 79 - Mezzolombardo Residente: Mezzolombardo Occupazione: Imprenditore agricolo 118

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trentinomatrimoni Servizio fotografico: Roberta Pisoni www.robertapisoni.it

Matrimonio: Data: Luogo: Invitati: Ricevimento: Catering: Torta: Fiori e Bouquet: Bomboniere: Intrattenimenti: Video: Viaggio di nozze: Vivranno a:

Religioso 19 novembre 2016 Chiesa di S. Biagio - Vigo Cavedine 197 Palacongressi - Andalo Trentino Catering Pasticceria La Stua - Andalo Tiziana Frizzera - Vezzano Lorenzo Lorenzi - Riva del Garda Coro della Sosat Emilio Santinelli - Riva del Garda Thailandia, 18 giorni Mezzolombardo

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trentinomatrimoni Matrimonio: Officiante: Data: Luogo: Ricevimento: Invitati: Anelli: Fiori e bouquet: Torta: Intrattenimenti: Viaggio di nozze: Vivranno a:

Servizio fotografico: Trintinaglia Wedding Photo www.trintinaglia.com

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Religioso don Franco Pedrini 10 dicembre 2016 S. Giuliana - Levico Terme Prime Rose - Levico Terme 125 Kifra - Trento Il Petalo - Borgo Valsugana La Pinetana - Baselga di Pinè Ivano Lucchi Dj Argentina e Uruguay - 30 giorni Cognola di Trento


trentinomatrimoni

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Lui

Nome: Anna Anni: 36 Nato a: Levico Terme Residente a: Trento, Cognola Scarpe: Michelacci - Trento Parrucchiere: L’officina del makeup - Trento Truccatore: Claudia Jclo Make Up - Trento Occupazione: Insegnante

Nome: Loris Anni: 34 Nato a: Trento Residente a: Trento, Cognola Vestito: Calvin Klein - Mattarello Scarpe: Pierrot - Levico Terne Barbiere: Immagine Uomo - Trento Occupazione: Tecnico viticolo

Figli Nome: Bianca Anni: 5

Nome: Bruno Anni: 2 121

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trentinoscoop&news

PASSEGGIATA TRA ATMOSFERA E GUSTO “CINQUANT’ANNI NON SONO BASTATI!” LA STORICA ESPERIENZA DI ROSA OLIVA SULLE PARI OPPORTUNITÀ

A CALDARO, DOMENICA 23 APRILE, DALLE ORE 10 ALLE 18

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caldi raggi primaverili invitano grandi e piccini a trascorrere questa bellissima giornata all’aperto. Una passeggiata che vi condurrà da un’azienda all’altra e vi farà scoprire le innumerevoli sfaccettature del paese vinicolo di Caldaro. Nel corso della giornata inoltre, le aziende associate a wein.kaltern, vi sorprenderanno con un variegato programma fatto di eccellenti vini, specialità culinarie, musica, artigianato locale e molto altro ancora. Un’intera giornata dedicata alla scoperta del paese vinicolo di Caldaro al Lago. http://www.wein.kaltern.com/it/una-passeggiata-traatmosfera-e-gusto.html

C’

era una volta una studentessa di Giurisprudenza che, dopo aver conseguito brillantemente la laurea, decise di partecipare al concorso in Magistratura: quello era il suo sogno, amministrare la giustizia. Era la fine degli anni ’50. Si parlava di ricostruzione e si sperava in un boom. Le donne avevano conquistato il diritto di voto. E invece Rosa Oliva scoprì che – nonostante l’articolo 3 della Costituzione Italiana – alle donne non era consentito accedere alle carriere pubbliche di magistrata, prefetta e diplomatica. Così Rosa Oliva cominciò la sua battaglia, si affidò al “suo” professore di diritto costituzionale, Costantino Mortati, e riuscì a far cancellare la legge iniqua il 13 maggio 1960, con la sentenza numero 33 della Corte Costituzionale. Il 21 febbraio, Rosa Oliva è stata ospite della Commissione Provinciale Pari Opportunità di Trento che, insieme alla CPO di Bolzano e al Soroptimist International club di Trento, l’ha invitata a raccontare la sua esperienza. Altra relatrice di grande spessore culturale e umano è stata la prof. Anna Maria Isastia, docente di Storia contemporanea presso l’Università La Sapienza di Roma, studiosa di storia delle donne, già Presidente Nazionale del Soroptimist d’Italia. La presidente della CPO, avv. Simonetta Fedrizzi, ha fatto gli onori di casa, invitando tutti a riflettere sulla condizione femminile e sottolineando come ancora non esista nella nostra Provincia la doppia preferenza di genere, seguita a ruota dalle relatrici che hanno considerato quanta disparità di trattamento ci sia ancora oggi fra uomini e donne, quanto siano diversi gli stipendi a parità di lavoro e carica, quanto poche siano le donne nei ruoli apicali. A volte, le donne sembrano invisibili. Possono dare il loro

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cognome ad un figlio soltanto se non c’è nessun uomo che rivendichi la paternità. Spesso gli impegni di cura le obbligano a lasciare il lavoro. Soltanto nel 1999 hanno avuto accesso alle carriere militari. Successivamente, è stata la volta delle testimoni: Margit Fliri, prima magistrata a Bolzano, e Federica Romanelli, responsabile dell’Unità Operativa presso APSS di Trento e Rovereto, entrambe giunte ai vertici di carriere solitamente maschili. Altro intervento interessante è stato quello di Paola Toffol, vicepresidente della CPO di Bolzano, che ha parlato anche di immigrazione e detenzione delle donne. In conclusione, si è ribadito che tutte le conquiste delle donne sono state frutto di impegno e che nulla si può dare per definitivo, come ha ricordato il prof. Gerardo Marotta, fondatore dell’Istituto di Studi filosofici di Napoli, recentemente scomparso, augurando a tutte le donne di non abbassare la guardia perché “i diritti si conquistano con difficoltà, e si possono perdere facilmente”. Il bel libro “Cinquant’anni non sono bastati – Le carriere delle donne a partire dalla sentenza n.33/1960 della Corte costituzionale”, di Isastia e Oliva, invita a conoscere il passato e a riflettere su come siamo e come saremo, nella speranza che le donne non debbano più soffrire “la solitudine dei numeri UNO”, trovandosi da sole in contesti in cui gli altri appartengono al sesso maschile. Luciana Grillo Da sinistra, Anna Maria Isastia, Rosa Oliva, Luciana Grillo e Simonetta Fedrizzi


Opera di xxx

disegno di Guido Scarabottolo


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PREMIO CARACRISTI PER L’AMBIENTE 2016 A FRANCESCOTTI L’AQUILA DI SAN VENCESLAO RICONOSCIMENTO PER IL POETA TRENTINO, PER LA SUA ATTIVITÀ CULTURALE ED EDITORIALE, OLTRE CHE PER I TRASCORSI DA INSEGNANTE

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l sin­da­co di Trento, Ales­san­dro An­dreat­ta, ha con­se­gna­ to il 14 marzo scorso l’Aqui­la di San Ven­ce­slao, an­ti­co si­gil­lo del­la cit­tà, al poe­ta Ren­zo Fran­ce­scot­ti. «La sua – ha det­to An­dreat­ta – è una poe­sia ci­vi­le co­me ci­vil­men­ te im­pe­gna­ta è la sua vi­ta». Un riconoscimento che è un ringraziamento per il grande lavoro fatto da Francescotti per la cultura trentina e della città di Trento. Poeta, scrittore, fondatore del “Gruppo Neruda”, animatore della storica Pro Cultura, Renzo Francescotti ha scritto più di cinquanta libri tra cataloghi d’arte, romanzi, racconti e saggi storici e sulla lingua trentina. Nel suo discorso, il Sindaco di Trento ha ricordato anche i trascorsi di Francescotti come insegnante. “A cercare il bandolo di questa Sua vita così intensa e impegnata, ci si imbatte subito nella Sua professione-vocazione di insegnante. Insegnante creativo, capace di riconoscere e di far sbocciare i talenti, dentro alle aule di scuola e, come vedremo, anche fuori, nel mondo che per lui è stato una sorta di libera, informale accademia. “L’insegnante che tutti noi avremmo voluto”, mi ha detto un suo ex allievo, per la capacità di spaziare, collegare, leggere la realtà alla luce della poesia e la poesia alla luce della realtà. E siccome la passione è contagiosa, chi l’ha incontrato sui banchi di scuola

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ono stati tre i premiati alla quarta edizione del Premio Paolo Caracristi per l’Ambiente, indetto da Comune e Dolomiti Energia per promuovere la riduzione dei rifiuti, la raccolta differenziata e la cura del territorio, ma soprattutto per ricordare la figura di Paolo Caracristi, dipendente del Servizio Ambiente scomparso prematuramente nel gennaio 2012. L’edizione 2016 del Premio era stata riservata ai soggetti privati, alle Associazioni o Comitati che si sono impegnati in interventi di pulizia del territorio e rimozione dei rifiuti abbandonati, attraverso l’adesione al progetto “Al mio quartiere ci penso anch’io”. I 3.000 euro messi a disposizione da Dolomiti Ambiente sono stati assegnati al Gruppo Speleologico Trentino, all’Associazione Noi Quartieri Trento Sud con l’Associazione Villazzano Tre” e i Gruppi Scout Trento 1 e 12, in collaborazione con la circoscrizione Oltrefersina e all’Associazione Puli... Amo Gardolo (nella foto con l’Assessore Robol).

è diventato a sua volta una persona appassionata di una cultura viva, mai esclusivamente libresca, sempre militante e impegnata. Una cultura trasversale perché una delle caratteristiche che La contraddistinguono è quella di aver favorito e praticato, sempre e in ogni modo, l’intersezione e il dialogo tra i linguaggi: poesia e pittura, musica e scultura, teatro e saggistica, lingua e dialetto. La capacità maieutica dimostrata come insegnante è stata esercitata senza risparmio anche al di fuori delle aule. Non mi voglio soffermare sui dettagli di questa attività di promozione culturale, così importante tanto per i singoli talenti da Lei scoperti e valorizzati, quanto per la città e per tutto il Trentino, diventati anche grazie a Lei luoghi di una produzione culturale originale, periferie feconde e creative capaci di attirare su di sé un’attenzione di livello nazionale...”.


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ASSOCIAZIONE AMATORI ARTE - GRUPPO TRENTO NEL CAPOLUOGO, UNA SELEZIONE DI RECENTI LAVORI REALIZZATI DAGLI ALLIEVI DEL MAESTRO GIORGIO PERILLI

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umerose sono le Associazioni trentine impegnate da decenni in un’intensa attività di promozione sociale e culturale volta ad avvicinare all’arte un pubblico sempre più ampio ed eterogeneo. Tra queste un posto di particolare rilievo spetta al Gruppo Trento, Associazione Amatori Arte, nato dall’entusiasmo di alcuni allievi del celebre corso di pittura tenuto dall’artista Giorgio Perilli. In occasione dei 10 anni di fondazione ufficiale del Gruppo e di ben trent’anni di vita del corso di pittura, nato dapprima in seno dell’Università Popolare Trentina, continuato quindi come percorso artistico proposto dall’Università della Terza Età e seguito negli anni da più di duecento appassionati, l’Associazione culturale ha proposto, nello scorso mese di marzo presso Sala Thun di Torre Mirana a Trento, un’interessante collettiva. L’apprezzata iniziativa, allestita nel suo percorso espositivo dall’architetto Michele Anderle, ha proposto una selezione di recenti lavori realizzati dagli allievi

del Maestro Perilli. Per tutti “il Professore”, l’artista di origini abruzzesi residente in Trentino fin dai primi anni Sessanta, è stato per decenni stimato docente di disegno e storia dell’arte presso il Liceo Scientifico Galilei di Trento coniugando questo suo impegno con l’attività di studioso e di fine saggista. Fin dalla sua fondazione particolarmente sensibile al recupero e alla valorizzazione di artisti del recente passato nati e formatisi sul nostro territorio, il Gruppo Trento si distingue per l’organizzazione di incontri con personalità dell’arte e della cultura e per cicli di conferenze di approfondimento su temi originali e poco noti della storia dell’arte. Appuntamenti di particolare rilievo per il Gruppo sono inoltre le iniziative espositive, preziose occasioni di dialogo e confronto tra gli allievi stessi e il pubblico. Da un impegno personale e da un incontro collettivo a scadenza settimanale nascono, in un luogo che ricorda le antiche botteghe d’arte, dipinti di pregevole fattura, tra cui opere di raro virtuosismo tecnico frutto della costanza di appassionati provenienti da varie esperienze personali, lavorative e professionali che, attratti dal rigoroso metodo didattico del loro docente, hanno costituto nel tempo un gruppo di lavoro solido ed affiatato. Partendo da un accurato disegno preparatorio tracciato osservando un soggetto reale, i cavalletti vicini tra loro, i soci dell’Associazione, scegliendo la tecnica pittorica a ciascuno più congeniale e guidati dai preziosi consigli di Perilli, passano alla fase esecutiva del lavoro artistico sperimentando le nozioni apprese durante le lezioni teoriche. L’esposizione di Sala Thun ha proposto una trentina di dipinti frutto dell’impegno di venti allievi del corso rivelando abilità e talenti di particolare spessore in opere chiaramente legate al un comune esercizio svolto nel corso dell’attività didattica. Prevalentemente realizzati ad olio con rari esempi di acquerello e di uso del pastello e tutti rigorosamente ispirati alla realtà, intensi ritratti si sono alternati a suggestivi scorci di Trento, raffinate nature morte ed eleganti composizioni floreali hanno dialogato con magici bagliori di preziose suppellettili trascinando i numerosissimi visitatori in un affascinante ed originale viaggio in cui magistralmente ed armonicamente si fondono talento e impegno di persone assai diverse tra loro unite dall’amicizia e da una comune, profonda passione per la pittura e, più in generale, per l’arte. Nicoletta Tamanini 125

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PASQUA IN PEDIATRIA AL SANTA CHIARA KARNEVAL AM BONDBERG. MONTE BONDONE IN FESTA PER IL CARNEVALE LA MANIFESTAZIONE È STATA REALIZZATA DALLA PRO LOCO MONTE BONDONE

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opo l’iniziativa Natale in Pediatria che si è tenuta il 17 dicembre scorso, con la consegna di giocattoli ai piccoli degenti, ecco la Pasqua in Pediatria. Venerdì 14 aprile, alle 17 l’Associazione culturale Amici della Città consegnerà (un tizio vestito da gallina...) delle uova di cioccolato ai quaranta bimbi degenti nel reparto di pediatria dell’ospedale Santa Chiara di Trento. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di regalare ai bambini un piccolo momento di svago e di allegria, tenendo conto di quanto sia difficile per loro ritrovarsi in un lettino d’ospedale e quanto questo sia ancora più spiacevole se il ricovero avviene durante i giorni delle feste. Un pensiero, un piccolo dono (uova di cioccolato), soprattutto in un momento intenso come quello della solennità Pasquale, in cui ci si ferma a riflettere sul dolore e sul disagio di chi è meno fortunato e vive il dramma di una malattia, cercando di riportare i piccoli pazienti alla loro dimensione abituale, fatta di giochi e fantasie; sarà la seconda visita di tante altre. Gli Amici della Città ringraziano il Direttore generale dell’Apss Paolo Bordon, la Primaria di Pediatria Annunziata di Palma, la dott.ssa Silvia Atti, la dott.ssa Monica Trappolin, la dott.ssa Cristiana Cadonna, la dott.ssa Desirèe Tonazzo e tutto il personale infermieristico per la preziosa disponibilità, sensibilità e professionalità.

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l 24, 25, 27 e 28 febbraio è andato in scena sul Monte Bondone il Carnevale. Una quattro giorni all’insegna del divertimento per tutta la famiglia, che ha intervallato le sfilate in maschera allo sci e l’enogastronomia alla cultura. La manifestazione è stata realizzata dalla Pro Loco Monte Bondone in sinergia con le altre realtà che sul territorio si adoperano quotidianamente per promuovere la montagna ovvero l’Apt di Trento, l’Associazione Operatori Monte Bondone, la Trento Funivie, lo Sci Club Monte Bondone, la Monkey Animation e Monte Bondone #Live. I festeggiamenti si sono aperti con la storica mascherata enogastronomica di venerdì 24 febbraio, una rievocazione degli anni Settanta che ha premiato le sei coppie con i costumi più originali. Durante l’itinerario i partecipanti hanno potuto degustare le prelibatezze locali offerte nei vari punti ristoro, dando un voto al cibo degustato. Sabato 25 febbraio il protagonista indiscusso della giornata è stato invece Capitan Ventosa, alias Fabrizio Fontana, che si è fermato tutto il giorno sull’Alpe di Trento, dividendosi tra sciate, incontri con i fan e spettacoli. Dopo l’emozionante discesa dei maestri di sci dalla cima del Palòn con le fiaccole, è stato distribuito a tutti un buon bicchiere di vin brulé. In serata è stato lasciato spazio alla cultura con la presentazione del libro “I racconti del Monte Bondone” di Renzo Francescotti (ed. Curcu & Genovese). Il lunedì i bambini hanno potuto 126

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godere di un momento magico dedicato completamente a loro: il laboratorio creativo coordinato da Giorgia Todesca, interamente pensato per preparare tutto l’occorrente per il gran finale del carnevale che, nonostante il maltempo che ha costretto al rinvio di 24 ore, è andato in scena mercoledì 1 marzo. L’ultimo giorno sono stati proposti truccabimbi, sfilata in maschera e, infine, dolci e bevande per tutti con la premiazione delle maschere e dei gruppi. Alla giornata conclusiva hanno preso parte, oltre a Sergio Costa, presidente della Pro Loco, anche Elda Verones, direttrice dell’Apt con il suo vice presidente Alberto Dallapellegrina, e Dario Maestranzi, consigliere comunale delegato per il Monte Bondone. Per i festeggiamenti finali è arrivato sull’Alpe il pubblico delle grandi occasioni, complici il bel tempo e la neve caduta il giorno prima, e si è così concluso un evento che ha riscosso molto successo ed entusiasmo. Questo a dimostrazione che creare sinergie e promuovere la montagna non è un’utopia, ma una realtà che sa rendere unici momenti della vita quotidiana quali i festeggiamenti per il carnevale! Antonella Beozzo


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PIANETA TRENTINO DELLA MUSICA ROCK TRA LE PROPOSTE DEL PALINSESTO RADIOFONICO REGIONALE DI APRILE

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o scorso 20 febbraio è arrivato in Val di Fiemme un nutrito gruppo di studenti del Liceo Scientifico Caprarica di Amatrice per trascorrere un periodo di svago e di sci in Val di Fiemme. Ad accompagnarli per la Valle e sulle piste delle ski area Alpe Lusia-Bellamonte, dell’Alpe Cermis e Ski Center Latemar, sono stati i ragazzi dell’Istituto “La Rosa Bianca di Predazzo”, gli insegnanti delle due scuole, i maestri di sci, ma soprattutto un istruttore speciale: Alberto Tomba, campione di sport e di generosità. Tomba “La Bomba” ha sciato con loro il 23 febbraio nello Ski Center Latemar, facendo scoprire ai ragazzi la bellezza dello sci alpino e svelando qualche segreto da fuoriclasse. L’idea di ospitare i ragazzi di Amatrice è venuta a Maria Chiara Corso, una studentessa della scuola superiore di Predazzo. Anche questo è un modo per dimostrare la vicinanza di Fiemme e del Trentino alle popolazioni colpite dal sisma, oltre che per condividere momenti di amicizia, di sport e per instaurare relazioni autentiche. Foto: Pierluigi Orler

a programmazione radiofonica a diffusione regionale su Radio1 della Struttura di Programmi della Sede RAI di Trento, che prende il via dal 4 aprile e si protrarrà fino alla fine di giugno, prevede: il martedì, alle 12.25, “Fauna da brivido. 13 enigmi animali in Trentino”: sceneggiato radiofonico dove una nota scrittrice milanese viene in Trentino per cercare di scrivere un libro incentrato su storie di animali prodigiosi e mitologici. Le 13 puntate sono curate da Daniele Torresan. Segue, alle 12.40, “In fieri. Il senso del futuro in felici incontri: idee e persone”. La trasmissione, curata da Giorgio Balducci, punta a mettere a fuoco la percezione e l’idea di futuro in tempi che appaiono incerti. Gli ospiti presenti ci aiuteranno quindi a capire come uscirne. Alle 13.20 va in onda “School rocks”: il ciclo di trasmissioni intende indagare alcuni ambiti della scuola trentina sentendo le voci di chi la vive e la fa ogni giorno. Il martedì si conclude con “Trento 1940-1945: i testimoni raccontano. Proiezioni integrative della memoria.”: testimonianze talvolta commoventi, sicuramente emozionanti per far conoscere fatti e circostanze; per non dimenticare episodi e momenti di un periodo storico che ha inciso nella vita dei protagonisti e di chi ha vissuto quell’esperienza indirettamente. Le tredici puntate sono curate da Flavio Pedrotti. Il mercoledì si apre, alle 12.25, con “A piedi nudi sul palco”. Prosegue l’appuntamento con il calendario 2017 degli spettacoli provinciali-regionali e gli incontri con autori, artisti e protagonisti del momento dello spettacolo in genere. Le 13 puntate sono curate da Flavio Pedrotti. Alle 12.45 si propone “Trento città del coniglio”, adattamento radiofonico dal libro omonimo di Giorgio Antoniacomi, con letture di Mario Cagol. Il programma è curato da Stefano

ALBERTO TOMBA IN PISTA IN FIEMME CON I RAGAZZI DI AMATRICE

Uccia. Alle 13.20 “Pianeta trentino della musica rock”, a cura di Daniele Torresan. La vita musicale trentina dei generi “leggeri” è raccontata con le storie dei gruppi musicali e dei singoli artisti: i compositori, gli interpreti e gli esecutori. Il venerdì, alle 12.25, si propone, a cura di Flavio Pedrotti, “Quote rosa: sfumature e gradazioni alpine”. Il programma ripercorre le imprese delle donne trentine che hanno lasciato un contributo, magari poco conosciuto ma altrettanto importante, alla storia dell’arrampicata e dell’alpinismo in un periodo che va dall’Ottocento fino ai giorni nostri. Alle 12.40 “Vademecum frugoli 0-6 anni. Riflessioni, consigli e opportunità per genitori curiosi”. Un viaggio, curato da Stefano Uccia, per conoscere ed approfondire i temi dell’infanzia attraverso le diverse fasi della crescita e dell’evoluzione psicologica del bambino dalla nascita fino alla scolarizzazione. Alle 13.20 “Il sommario”: spazio dedicato alla comicità dove ospiti surreali, guidati da Mario Cagol, propongono idee innovative. Il venerdì si chiude (inizio alle 13.45) con “Enrosadira: i colori delle dolomiti” programma, curato da Giorgio Balducci, che si occupa di cultura, sport, ed ambiente alpino. 127

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PRESENTATI I GRANDI EVENTI SU LAGHI E FIUMI CONFRATERNITA TONCO DE PONTESEL NEWS PROSSIMO APPUNTAMENTO “GOLOSO” VENERDÌ 7 APRILE CON GLI ASPARAGI

PRODUCONO CIRCA IL 40 PER CENTO DELLE PRESENZE ESTIVE

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ncora non si è chiuso l’inverno per il turismo trentino, che fino a Pasqua propone ancora settimane appetibili con lunghe giornate sulla neve al tiepido sole di primavera, ma sui laghi tutto è pronto per l’avvio di una nuova e lunga stagione di attività e di eventi velici al massimo livello. Oltre un centinaio gli appuntamenti in totale per oltre 300 giornate - gara. Al primo posto, naturalmente, le acque del Garda trentino, dove da aprile a ottobre sono in programma 73 manifestazioni di vela windsurf organizzate dai cinque circoli velici, ma anche i laghi di Ledro, Caldonazzo e i corsi d’acqua del Noce e del Vanoi saranno teatro di importanti appuntamenti di alto contenuto sportivo, in grado di richiamare numerosi appassionati e formidabile veicolo di promozione capace di assicurare anche una grande visibilità mediatica all’intero Trentino. Questo ricco calendario di eventi è stato presentato il 21 marzo scorso nella sede di Trentino Marketing dai circoli velici e dai comitati organizzatori delle maggiori manifestazioni, incontro al quale ha partecipato l’Assessore provinciale al turismo e promozione Michele Dallapiccola. È stato Maurizio Rossini, Ceo di Trentino Marketing, a fornire i dati che evidenziano l’importanza di questo target turistico con spiccate caratteristiche di internazionalizzazione.

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opo la prima uscita del 24 febbraio, con i succulenti salumi di Massimo Cis, noto salumiere di Bezzecca, ripartono gli appuntamenti enogastronomici primaverili della Confraternita Tonco de Pontesel. Cis ha presentato la sua lucanica trentina che è stata per anni presidio Slow Food e il suo speck è in grado di confrontarsi con i migliori dell’Alto Adige. In abbinamento una piccola grande cantina: San Michael di San Michele all’Adige con i suoi interessantissimi spumanti: un metodo classico bianco ed un corposo metodo classico rosato. Non è stata da meno la seconda puntata, venerdì 10 marzo, Gran Bollito in collaborazione con La Tenuta di San Leonardo: sette differenti tagli di carne con le classiche tre salse, la peverada, la verde e la mostarda - il tutto magistralmente cucinato dallo staff del Mas dela Fam in” primis” ovviamente dei tortellini “Valeggio” in brodo gentilmente proposti dalla Cinzia del Chicco di Grano e per finire in dolcezza una Zuppa dell’Inglese - curata dal Gran Maestro Andrea Bassetti. Ottimi i vini della Tenuta San Leonardo a partire con Tenuta San Leonardo, Villa Gresti e alla fine il prestigioso San Leonardo. L’appuntamento, tenutosi venerdì 24 marzo, si intitolava “A tutta birra”, e ha visto la presenza della grande zitologa – studiosa della birra e della sua produzione – Sabrina Smaniotto, che con la sua profonda conoscenza ha fatto viaggiare i presenti nel magico mondo della birra consigliando anche gli abbinamenti con il cibo agli chef del Mas dela Fam, le birre da usare per la preparazione dei piatti, ne è scaturito un menù molto stimolante e piacevole. 128

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Si proseguirà, venerdì 7 aprile con un piacevole incontro con la primavera, serata a base di Asparagi (a confronto le diverse origini di Zambana e Romagnano). Sarà previsto un menù con 5 portate in abbinamento alle promettenti novità della Cantina Zeni di Grumo San Michele rossara 2015 (antico vitigno della Rotaliana) e Sauvignon 2016 raccontati da Rudi Zeni. Altri appuntamenti: il 28 aprile “le cruditè di pesce” in abbinamento il meglio dei Gewürztraminer del Trentino Alto Adige, con 5 cantine a confronto. Prossimamente, venerdi 14 maggio, serata di confronto con i migliori vini premiati sul Gambero Rosso. Inoltre, a fine maggio la III edizione della Gran Tenzone del “Tonco de pontesel” a seguire il verdetto della Giuria, che proclamerà “Il Principe del Tonco de pontesel de Trent - anno 2017”. È previsto alle ore 12:30 un sontuoso banchetto con Lo Popolo. Per Info e prenotazioni 348.3504497.


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CON FBK, VIAGGIO AL CENTRO DELLA FISICA AL CERN DI GINEVRA 14 STUDENTI VINCITORI DI “FBK JUNIOR”

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ono partiti al mattino presto da Trento con un pullman carico di curiosità. Meta: Ginevra, Svizzera, 7 ore di viaggio. Hanno attraversato il confine italiano, ammirato la maestosità del Monte Bianco e poi dritti fino al più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle, l’Istituto europeo per la ricerca nucleare (in inglese European Organization for Nuclear Research), comunemente conosciuto con la sigla CERN. Gli studenti protagonisti di questa storia sono i migliori apprendisti ricercatori che, a conclusione della maratona di presentazione dei tirocini estivi 2016, hanno ricevuto come premio il viaggio nella “culla” delle più importanti ricerche nel campo della fisica. Alle 15.30 dello scorso 18 gennaio, il gruppo (Maria Rosatti, Francesco Campi, Daniele Defrancesco, Francesca Saltori, Nicola Anesi e Andrea Laudadio, Johnny Gretter, Gabriele Libardi, Lorenzo Beltrame, Ruggero Tomaselli, Francesco Failo e Sara Endrizzi, Gloria Divina e Alessandro Pallaoro) era già arrivato agli acceleratori di particelle, accolto dai ricercatori italiani Antonella Del Rosso, fisica, e Marco Buzio, superesperto di magneti. Caschetto in testa e partenza verso i laboratori dove si svolgono i test dei magneti di LHC, il Large Hadron Collider, che si estende su una circonferenza di 27 chilometri sottoterra e permette di studiare le particelle elementari in condizioni sperimentali paragonabili a quelle dei primi momenti di vita dell’Universo. Ad accompagnarli nell’esplorazione del CERN c’erano anche Micaela Vettori, coordinatrice del

programma FBK Junior e tre docenti degli Istituti coinvolti. Gli studenti, nelle due giornate di viaggio studio, hanno potuto osservare il SincroCiclotrone, la mostra “Universe of Particles” e scendere nella famosa caverna di ATLAS (A Toroidal LHC ApparatuS), uno dei sei rivelatori di particelle costruiti per l’LHC. Affascinati dalle parole dei ricercatori, tra cui Manuela Cirilli – del Medical Applications Section Leader Industry – e l’ingegnere Claudio Bortolin, i ragazzi hanno vissuto in prima persona l’entusiasmo che caratterizza il lavoro sul campo degli studiosi. “Di ora in ora” – racconta Micaela Vettori – “ho visto crescere lo spirito di squadra in ragazzi che non si conoscevano, ma sono diventati amici proprio nella condivisione dello spirito di avventura che abbiamo respirato nei colloqui con i ricercatori”. Una volta tornati a Trento, la percezione di aver vinto un premio importante è stata evidente. “Esperienza unica” – esordisce Francesca Saltori, dell’Istituto “Marie Curie” di Pergine. “Ci siamo conosciuti durante questo viaggio e abbiamo imparato moltissime cose di questo luogo fantastico, dove ci sono sempre scoperte nuove e sempre più cose da conoscere sul nostro universo, sulla fisica e sulle particelle. Abbiamo avuto l’occasione di incontrare molti ricercatori che lavorano lì, che ci hanno raccontato la loro esperienza e la loro attività di ricerca.” E ancora, Francesco Campi (Liceo “Galilei”): “Un viaggio molto interessante, istruttivo e unico perché abbiamo avuto la possibilità di scendere nel tunnel e vedere dal vivo un esperimento. Un’esperienza emozionante perché vedere un centro di ricerca di questa grandezza mi ha dato l’idea di quanto sia importante la ricerca e di quante cose ancora si possono scoprire.” “Esperienza stupenda” – aggiunge Elie Massaad, docente del Collegio Arcivescovile di Trento, che ha accompagnato gli studenti al CERN. “Ringrazio FBK che ha permesso a questi ragazzi di vivere un’esperienza di stage e di vincere questo premio. I ragazzi durante la visita erano frizzanti, molto svegli, coinvolti e intelligenti. Addirittura uno di loro vorrebbe fare il ricercatore al CERN”.

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IL LIBRO DEL MESE

LA TARGA DELLA PRO CULTURA A SILVANO FORTI POETA DIALETTALE TRENTINO TRA I PIÙ SIGNIFICATIVI DEGLI ULTIMI 50 ANNI

IL LIBRO DI ENNIO MARCELLI RACCONTA LA STORIA DI BRUNO FALCK, L’UOMO CHE HA FONDATO E DIRETTO PER CINQUANT’ANNI LE ACCIAIERIE DI BOLZANO. UN’AVVINCENTE STORIA AZIENDALE, MA ANCHE CULTURALE DI UN’INTERA COMUNITÀ

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nche un’azienda industriale ha uno spirito che la guida e questo spirito è il sogno, l’obiettivo della vita dell’uomo che la fonda e le dà un impronta ben definita. Questo uomo è Bruno Falck, giovane ingegnere, che riceve da suo padre l’incarico di fondare uno stabilimento a Bolzano per produrre acciai speciali. Bruno proviene da una famiglia nota da circa un secolo nell’industria siderurgica e si dedica con passione alla costruzione e all’avvio del nuovo stabilimento; sceglie e ordina impianti industriali, ma sceglie anche dirigenti e personale da trasferire a Bolzano dagli stabilimenti lombardi della Falck. Vuole nella sua azienda personale valido e di sua fiducia. I prodotti delle Acciaierie di Bolzano ottengono importanti successi e si affermano sui mercati nazionali e internazionali e Bruno Falck dichiara che i risultati sono stati raggiunti, oltre che per l’efficienza degli impianti tecnologici, anche grazie alla fattiva collaborazione e professionalità di tutti i dipendenti. In

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a prestigiosa “Targa della Pro Cultura” che da trent’anni a questa parte è stata assegnata ai più famosi artisti trentini ha premiato in alcuni casi anche figure di letterati: come Nunzio Carmeni (alla memoria), Elio Fox e Renzo Francescotti. Qualche settimana fa è stata la volta di Silvano Forti, poeta dialettale trentino tra i più significativi di questo ultimo mezzo secolo. Nato nel 1927 nell’odierno sobborgo di Romagnano di Trento, allora paese agricolo, Forti ha festeggiato da poco i suoi novant’anni. Di lui e della sua produzione hanno parlato gli studiosi del dialetto trentino Elio Fox e Renzo Francescotti. Fox ha detto della sua amicizia di lunga data col poeta e della sua appartenenza al “Cenacolo”. Francescotti dal canto suo ha compiuto un’analisi della sua produzione letteraria espressa in una decina di opere, iniziata cinquant’anni fa coi Fiori ‘n d’el forment, un libro di versi che non nasconde la sua dipendenza dal modello tradizionale, in particolare del rivano Giacomo Floriani. Forti lasciò passare ben 17 anni prima di arrivare alla sua seconda raccolta di versi I dì dela merla, che restano secondo Francescotti il suo libro di poesia più bello e importante. Vincitrice del prestigioso premio di poesia “Aque slosse”, che una volta ogni cinque anni premia il più bel libro di poesia in dialetto del Triveneto, quest’opera è l’espressione di un poeta che canta la civiltà contadina giunta alla soglia della modernità, esprimendone le contraddizioni con angoscia. Alcune delle più belle liriche di Silvano Forti sono state lette magistralmente da Arrigo Dalfovo, colonna del Gruppo ”Neruda”, e da Antonia Dalpiaz, del “Cenacolo”.

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trentinolibreria Franco Rella Il segreto di Manet Bompiani Édouard Manet è uno dei pittori più apprezzati e anche uno dei più misteriosi: le tele che suscitarono scandalo nei suoi contemporanei non smettono di provocare oggi inquietudine e disagio. Poeti, scrittori e filosofi (da Zola e Mallarmé fino a Foucault) hanno cercato di penetrare il mistero che avvolge sguardi e ambientazioni dei suoi quadri. Bataille sostiene che “l’Olympia svela ai nostri occhi il segreto di Manet”, Bourdieu riconosce nelle sue opere la “bomba simbolica” che ha aperto la strada drammatica e avventurosa all’arte del XX e del XXI secolo. Franco Rella indaga le ragioni profonde della capacità attrattiva di Manet, soprattutto attraverso la lettura di Bataille che propone una vera e propria “scuola dello sguardo”. Perché è solo attraverso le parole di grandi scrittori che riusciamo a cogliere a pieno la forza dirompente degli artisti. Nessuno di questi scrittori è interessato ai problemi della storia dell’arte...

Mattia Civico Badheea – Dalla Siria in Italia con il corridoio umanitario Il Margine Per ricominciare una vita, in fuga dal proprio Paese, rischiare la vita: alla grande ingiustizia dei nostri tempi ci siamo quasi assuefatti. La politica populista dei muri e del rifiuto, oggi, sembra vincente. Trentamila esseri umani, dal 1988, sono morti alle frontiere dell’Europa, cercando una terra che li accogliesse. Fuggivano dalla guerra e hanno trovato la morte nel mare nostro. Ma non è, non deve essere un destino ineluttabile. La storia di Badheea e della sua famiglia lo dimostra. Badheea è una dei 93 siriani In questo libro/intervista, in cui per la che un anno fa, esattamente il 29 febbraio primapartendo volta ricordi biografici intrecciano 2016, da un campo si profughi del con riflessioni sull’esistenza e sul Libano sono arrivati sani e salvi in Italia. presente del mo In aereo, senza trafficanti né barconi: un viaggio sicuro grazie al primo corridoio umanitario organizzato da Comunità di Sant’Egidio, Tavola valdese, Federazione delle Chiese evangeliche, dopo che i corpi civili di pace dell’Operazione Colomba della Comunità Giovanni XXIII li avevano protetti durante la permanenza nei campi profughi.

più di un’occasione egli sottolinea l’importanza del fatto che si realizzi all’interno dell’azienda una solidarietà operativa fra dirigenza e maestranze. A Bolzano la crisi degli alloggi è gravissima praticamente fino alle soglie del 2000. Falck avverte il problema già nel 1937 e ancora in periodo bellico inizia a costruire alloggi per i suoi dipendenti. L’opera di costruzione di alloggi sociali impegna l’azienda fino alla metà degli anni ottanta. Bruno Falck guida le Acciaierie di Bolzano per quasi mezzo secolo e, sia lui che i suoi collaboratori più diretti, manifestano in vari momenti attenzione e sollecitudine anche per problemi e necessità della città, che, nel 1985 dona al presidente una medaglia d’oro in segno di riconoscenza. Così comincia la prefazione del libro: “Prima di entrare a far parte dell’organico tecnico delle Acciaierie di Bolzano, fui invitato a presentarmi in azienda per un colloquio preliminare. Fui accolto in un salottino da tre signori e, dopo i convenevoli di rito, due di loro avviarono con me una conversazione su argomenti tecnici. L’altro personaggio, che sembrava il più influente e che in seguito imparai a conoscere come il dottor Franco Arena responsabile del personale impiegati, mi osservava con cura e pareva esaminasse ogni mio gesto e parola. Seguiva attentamente la conversazione, senza parteciparvi, finché ad un certo punto intervenne e mi chiese: - Lei sa che cosa produciamo noi? - Acciaio, acciaio speciale – risposi, molto sinteticamente. - Ha detto bene, ma cos’è secondo lei l’acciaio speciale,

Giorgio Barchiesi, Roberto Dottori Trekking etc. Proposte alpinistiche ed escursionistiche sulle montagne del Trentino Nitida Immagine Un libro che viene dal web. Capita non di rado che il contenuto di un libro sia riportato, in modo più o meno legittimo, sul web. Questo libro segue invece il percorso opposto, essendo erede diretto e legittimo del sito web www. trekking-etc.it. Esso contiene 40 itinerari di montagna e falesie, scelti tra le centinaia che si trovano nel sito. Come il sito, anche il libro descrive percorsi molto vari in termini di tipologia, lunghezza e difficoltà. Questo dà l’opportunità di apprezzare differenti approcci alla montagna e al territorio, o quantunque offre una buona rosa di possibilità tra cui scegliere. Pensiamo al libro come ad un oggetto tangibile, sfogliabile, concreto, che si acquista o riceve in regalo, e trova posto nella libreria di casa. Ma soprattutto si infila facilmente nella tasca dello zaino, per essere sempre pronto alla consultazione.

oppure, quando un acciaio diventa speciale? Facendo ricorso alle reminiscenze dello studio della tecnologia risposi: - L’acciaio è una lega di Ferro e Carbonio con una percentuale massima di quest’ultimo di circa il 2%; concentrazioni superiori di Ferro portano la lega nel campo delle ghise. All’acciaio possono essere aggiunti metalli, come Nichel, Cromo, Molibdeno, Tungsteno, Manganese ed altri, che permettono di fabbricare acciai legati, dotati di caratteristiche meccaniche specifiche, che rendono più pregiato il prodotto e quindi lo fanno diventare speciale. - È corretto, ma solo in parte – rispose il dott. Arena – perché l’arricchimento dell’acciaio con i metalli pregiati, che lei ha citato, permette di ottenere un prodotto con caratteristiche tecnologiche migliori. La specialità, quella che siamo capaci di dare noi ai nostri acciai, deriva dal ciclo di lavorazione che noi, Acciaierie di Bolzano, abbiamo sperimentato, messo in atto e continuamente perfezionato...”

Ennio Marcelli

Le acciaierie di Bolzano

L’arte di fabbricare acciaio Curcu & Genovese (Euro 15,00)

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#TRENTINOMESE CONTEST: ANDIAMO TUTTI SULL’ALPE DI SIUSI OGNI MESE, LE TRE FOTOGRAFIE PIÙ VOTATE VERRANNO PUBBLICATE QUI. PARTECIPA ANCHE TU AL CHALLENGE DEL NOSTRO MAGAZINE

@enza_di_lecce Al secondo posto: Val di Sole.

@emilou2910 Al primo posto: Alpe di Siusi, Val Gardena, Dolomiti.

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IL REGOLAMENTO DEL NOSTRO CONCORSO

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eguire la pagina @trentinomese su Instagram; la foto vincitrice sarà pubblicata sulla nostra rivista cartacea il mese seguente alla pubblicazione online; per decretare la foto vincitrice si terrà conto dei “mi piace” ricevuti, dal primo del mese al venti del mese (per esigenze di stampa); solo le foto che saranno selezionate da noi e

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pubblicate sulla nostra pagina Instagram @trentinomese potranno partecipare al concorso; per esser selezionati vi ricordiamo di utilizzare il nostro hashtag; ricordatevi di segnalare il luogo o localizzare la foto, saranno valide solamente le foto scattate in Trentino Alto Adige. Grazie a tutti anticipatamente!

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