TrentinoMese febbraio 2014

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SECONDA PUNTATA

UNA “GUERRA TRA PARENTI”

1914-1918

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RING di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi LA MONTAGNA SENZA MISTERO NON TOCCA PIÙ IL CUORE DELL’UOMO

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robabilmente chi mi legge si chiederà se soffro di dimenticanza. Alcune note stese nel passato, anche recente, ritornano inesorabilmente ad emergere. I tempi a ripetersi. Ma come? Ho appena scritto questo... Eppure mi accorgo che non basta scrivere una volta. Lo stesso problema si può affrontare da molti punti di vista. Poi ci sono le urgenze. Una di queste è proprio ciò che sta fuori di noi, la natura intesa in senso ampio del termine, includendo la montagna, il fiume, il bosco, la foresta, la selva, gli spazi aperti. Un tempo questi erano luoghi privilegiati per l’iniziazione, per la formazione dell’individuo. Entrare in una selva voleva dire apprendere i meccanismi di lettura del territorio per affrontarlo alla pari. Quello che oggi facciamo invece è tutto il contrario. Si cerca di urbanizzare il più possibile il mondo che sta fuori di noi, convinti di renderlo più sicuro, certo, noto e quindi, apparentemente, meno pericoloso. La foresta e la montagna stanno perdendo però la loro capacità

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RING di influenzare l’intimo e il cuore dell’Uomo, perché non ci sono più confronto, conoscenza, senso del pericolo, ignoto, mistero. Come la città, la montagna deve essere ormai sicura, comoda, organizzata, conoscibile e conosciuta. Senza veli, senza mistero. Perché il mistero, l’ignoto, è rischio, fa paura ma è – e le fiabe ce lo insegnano – attraverso questi elementi, che l’individuo nasce, cresce, si forma, si orienta. Provate ad andare una domenica invernale in montagna: code per arrivarci (quando non ci sono i mercatini di Natale, altrimenti più che code sono fiumane straripanti), code per trovare il parcheggio (altrimenti multe per doppia fila, perfino occupazione degli spazi per i disabili, ecc.), code per salire in seggiovia, code per mangiare, code per scendere. Tutto questo comporta arrabbiature, fegati ingrossati, scontri verbali se non fisici, ipertensione, spreco di denaro, la vittoria della quantità rispetto alla qualità (mangiare come la quotidiana mensa del posto di lavoro). Invece che la montagna rigenerante creiamo, noi stessi, una montagna degenerante, ripetitrice di ritmi e tempi urbani, di relazioni anch’esse cittadine – la solitudine tra la folla –, palcoscenico di sfilate dell’ultima moda in termini di sci, ciaspole, abbigliamento, occhiali da sole, ecc. Gli operatori turistici mi odieranno. Ma soltanto quelli che si accontentano del guadagno della serata, del giorno dopo, dell’adesso e tanto, e non quelli che invece sanno progettare, investire, sul lungo tempo, sulla qualità, sulla montagna non come vetrina luccicante, specchio per le allodole: valga per tutti l’esempio di Madonna di Campiglio, sorta di Milano 2 per pochi mesi, altrimenti luogo deserto e abbandonato da far invidia a qualche villaggio messicano. L’Ente pubblico dovrebbe sostenere, aiutare, sponsorizzare i secondi, evitando come la peste i primi. I primi sono portatori di ignoranza e distruzione, i secondi di cultura e formazione. Questo lo aveva già capito, secoli fa, Novalis, pseudonimo di Friedrich Leopol von Hardenberg (17721801), capostipite dei romantici, quando affermava che bisogna romanizzare il mondo. Così se ne riscopre il significato originario. E ciò significa conferire a ciò ch’è comune un senso più alto, al quotidiano un aspetto misterioso, al noto la dignità dell’ignoto, al finito l’apparenza dell’infinito. Le mille tabelle esplicative, i mille segnali – anche quelli del Cai-Sat/Alpenverein –, tolgono il senso del misterioso, dell’umiltà del luogo, parlano al cervello ma non al cuore. Bisogna far in modo che la natura ritorni a parlare all’uomo, ma con il suo linguaggio naturale che si deve, nuovamente, riscoprire. In questo modo, senza cartelli ed indicazioni, si favorisce la scoperta autonoma e quindi la valorizzazione delle proprie capacità. Da addestrare ed affinare. Più che recuperare, bisogna de recuperare, rendere nuovamente la foresta disumana e quindi educatrice. Vorrei riportare – non me ne voglia l’autore per la sintesi apportata – alcuni punti di un articolo di Franco Perco – Presidente Onorario dell’Associazione Italiana


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RING

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RING per la Gestione Faunistica –, apparso nel 2009 sulla rivista L’Italia Forestale e Montana con il titolo Foreste “disumane” per cervidi. Punti che potrebbero servire da vademecum ai nostri politici, agli operatori del settore, a tutti quelli che frequentano la montagna-natura: Desentierare, molti sentieri vanno occultati. La penetrazione va impedita. L’errore è quello di mantenerli o ripristinarli. Un sentiero va semplicemente cancellato. Deripulire, sui sentieri vanno lasciati gli ostacoli e asperità tali da impedire al frequentatore di camminare senza sapere cosa sta facendo. Desegnalare, non è affatto vero che la segnaletica è indispensabile. Ciò che esiste oggi è assolutamente più del troppo. Più segnalazione equivale a meno magia. Una buona guida cartacea mappata o umana aiuta ad apprendere come ci si muove in quel contesto. Allora è apprendimento, altrimenti è quotidianità e ritualità urbana. Niente cartelloni esplicativi nella natura, quelli parlano al cervello ma non all’anima. E per il cervello altri sono i luoghi deputati. Desportivizzare, qualsiasi sport è la negazione della fruizione consapevole della foresta/montagna, integrata nei suoi valori. La si vede come palestra soltanto del proprio esercizio fisico e della propria passione. Ormai si vedono sempre più individui che camminano guardando continuamente il gps invece di ciò che sta attorno (rumori, odori, sapori, visioni). Deassicurare, avvisare dei pericoli soltanto al limite dell’area urbana con quella naturale, evidenziando la diversità fra l’urbanizzato e il naturale. Develocizzare, vanno rafforzate tutte le condizioni che fanno, letteralmente, perdere tempo sia nel senso di far rallentare il percorso per godere/osservare meglio la Natura, che con il significato di non ammettere traversate veloci. Defacilitare, la penetrazione nella foresta/montagna, e in tutti gli ambienti naturali immuni dal significato di appendice urbana, deve essere resa poco agevole nel senso che va fatto – emotivamente – comprendere che si tratta di un ambiente altro, con proprie regole che non sono le nostre, che richiede un approccio diverso. Tutto questo può essere riassunto, in termini antropologici, in un esempio esemplare: Vipiteno, serata del 5 dicembre, San Nicolò. Arrivano i krampus, i millenari diavoli, terrorizzano i presenti con le loro fruste e le urla. Rito di iniziazione che affonda le radici nelle nebbie del tempo. Una madre italiana in visita corre dai vigili urbani, imprecando, richiamando la loro attenzione perché quegli esseri spaventano il loro bambino, lo traumatizzano. Però a 2000 metri, nelle stazioni turistiche invernali più famose, la musica è assordante, i giovani e non solo si fanno di coca, si ubriacano, vomitano, danzano, scendono di notte schiantandosi, procurano incidenti e morti. Ma quello è “normale”, è pubblicizzato, fa soldi. Qualcosa non va in questo mondo occidentale.

di Tiziana Tomasini

a mali estremi COME ABBIAMO INSEGNATO AI PIEMONTESI A SPALARE LA NEVE

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a proverbiale efficienza dei trentini e la spiccata tendenza a risolvere situazioni anche difficili si riconosce e si misura soprattutto fuori dai confini regionali. E se in patria non siamo profeti perché tutti comunque – per retaggio storico e culturale – abbiamo probabilmente ormai innato il senso di darci le mani da torno, oltre i nostrani limiti geografici si avverte che tale slancio, non è per niente scontato. Trovandoci in pieno periodo natalizio (per gli ormai consueti stages sportivi dei figli) in quel di Bardonecchia – nota località montana piemontese ai confini con la Francia nonché rinomata sede di trascorsi Giochi Olimpici Invernali – noi genitori al seguito abbiamo potuto constatare, con l’occhio attento del montanaro, situazioni di evidente criticità. Giunti nel bel mezzo di un’abbondante precipitazione nevosa protrattasi per ore, abbiamo potuto verificare la pressoché totale assenza dei mezzi spartineve per liberare il fondo stradale. I marciapiedi delle strade principali consistevano in ardui tracciati ricavati esclusivamente dal passaggio umano: nemmeno l’ombra di una pala comunale o privata, a rendere meno pericolosi i tragitti di residenti e turisti. Abbiamo visto (e, ahimè, subìto) voli incredibili di adulti e bambini, incapaci di far fronte al fondo insidioso che giorno dopo giorno diventava sempre più tortuoso per la presenza di tratti ghiacciati; molti, in alternativa al rischioso trekking pedonale urbano, tentavano la pericolosa camminata lungo la carreggiata, dall’aria malsana e dai sapori pregnanti, che spaziavano dal benzene a tutte le varietà irrespirabili di inquinanti. Nessuna traccia di volontari spalatori o di privati cittadini interessati almeno a rendere praticabili i propri accessi. E se situazioni analoghe diventano purtroppo emergenze vere in molte zone situate al Sud dell’Italia, mai ci si sarebbe aspettato di riconoscerle in aree montane avvezze alle tipiche caratteristiche climatiche invernali. Allora, tra un capitombolo ed una risata, fantastichiamo di armarci, noi trentini, di pale e badili e di rendere percorribile almeno quel tratto di strada che noi e i nostri ragazzi, per raggiungere il palazzetto luogo degli allenamenti, dobbiamo necessariamente percorrere non meno di quattro volte al giorno. Immaginiamo i riconoscimenti ufficiali non appena rientrati in territorio trentino, le medaglie al valore e le aquile al merito per aver insegnato ai piemontesi a spalare la neve con l’inossidabile quanto intramontabile materia prima: l’olio di gomito. 9

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di Francesca Negri

colpo di tacco IL GRANDE PRATO VERDE DELLE ALBERE

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è un grande prato verde / dove nascono speranze / che si chiamano ragazzi / Quello è il grande prato dell’amore…”, canta il nostro inossidabile Gianni Morandi nell’indimenticabile Un mondo d’amore. Anche a Trento c’è un grande prato verde nuovo di zecca: è quello de Le Albere, davanti a piazza delle Donne Lavoratrici (il cui nome, per una piazza che si trova vicino a Via Sanseverino, la rende quanto mai soggetta a facili battute. E poi, perché non c’è una piazza degli Uomini Lavoratori?), ovvero lo slargo dove sorge il nuovo palazzo di Itas. Si tratta di un prato davvero grande, che un domani – tra le altre cose – potrebbe ospitare dei gran bei concerti all’aperto. Durante la vacanze di Natale ho pensato bene di fare una passeggiata brucia-ciccia in quella zona, anche per rendermi un po’ conto della conformazione del nuovo quartiere, una delle opere di urbanizzazione – per la cronaca – più grandi d’Europa. Non voglio qui dilungarmi sui parapetti in legno già tutti rovinati, né su quelle belle vasche d’acqua a mo’ di ruscello che saranno le nuove case vacanze delle zanzare tigre che infestano Trento ormai da anni (spero che anche le mie, da via Bolghera decidano di andare a soggiornare lì, così almeno la smetteranno di pasteggiare allegramente con me), oppure su questi appartamenti-pollaio invenduti e via discorrendo: troppo è stato detto. Quello invece che mi è capitato di notare, con grande sorpresa, è questo parco enorme, bello, completamente fradicio di acqua. Era il 6 di gennaio e aveva piovuto per due

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giorni di fila. Il nostro grande prato verde era zuppo, impraticabile. È evidente che c’è stato un errore di progettazione, di pendenze. Anche le aree bambini erano fradice, ma si sa come sono loro, temerari fino al midollo pur di cavalcare un dondolo o scaraventarsi giù da uno scivolo. C’era un albero di betulla appena piantato, le cui radici non erano ancora riuscite a fare bella presa e così, con la terra tanto molle, aveva ceduto e si era sradicato. Poi c’erano i 4 grandi alberi, penso secolari, pini credo (non sono una grande esperta!) posizionati in avvallamenti che erano diventati stagni. Non so quanto ci metterà l’acqua ad andarsene da lì. Io che sono un’ottimista nata, non ho potuto comunque frenare il pensiero che se le radici di quei begli esemplari non marciscono in breve tempo sarà un miracolo. Panchine? Pochissime. Punti sacchetti per i cani? Non ne ho visti (però ho visto le trappole per le pantegane con tanto di avvertimenti del Comune, posizionate a intervalli regolari tra le siepi agli ingressi delle palazzine… Magari anche un barettino, un chiosco, lì in zona parco, invece che doversi spingere fino al Muse, non starebbe male, ma sono d’accordo, non è necessario. Non so se sia stato Renzo Piano a progettare anche il parco – ma mi pare di sì… Fatto sta che a Trento c’è un grande prato verde, dove però più che nascere speranze mi sa che nasceranno tanti problemi… Peccato!


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RING di Carlo Martinelli

alla carlona LO SPINELLO È STUPIDO, MA È TEMPO DI LEGALIZZARE LE DROGHE LEGGERE

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n paio di cose a mo’ di premessa, tanto per essere chiari e per sgomberare il campo da sempre possibili equivoci, in questo (ex) Bel Paese dove il sospetto e la dietrologia sono diventati l’infame modo di discutere, dibattere, dare e ricevere informazioni. Ordunque: chi scrive in vita sua ha fumato uno (dicesi uno) spinello. Ne trasse – si parla di quarant’anni fa – una sgradevole sensazione e, certamente, l’impressione che fumare o meno qualche foglia di “maria” non avrebbe cambiato di una virgola né di un’acca il suo modo di stare al mondo. Peraltro, ad essere chiari, stesso trattamento ha riservato, dopo le classiche sigarette adolescenziali, al fumo legale, quello dei pacchetti con i teschi in bella vista che annunciano morte imminente per coloro che non rinunciano al piacere ineffabile – così essi dicono – del tabacco. Sì, se uno spinello, un bicchiere di vino o una sigaretta devono essere surrogati in grado di aggiungere piaceri ad una esistenza magari banale, noiosa, ripetitiva, sorta di palliativi contro la stupidità e l’invidia – i veri mali di questi anni malati – allora tanto vale scegliere altrimenti e meglio. Cose meno costose e, garantito, assai più gratificanti. Alla rinfusa: una passeggiata, un abbraccio, una poesia, il sorriso di un bambino, un dribbling di Maradona, un piatto di spaghetti, un bel romanzo, un film possibilmente non panettone, un lavoro ben fatto, un sogno coltivato con pazienza, ascoltare storie, raccontare storie. Orbene, andiamo al dunque. Alla curiosa constatazione che esattamente a quarant’anni dal referendum sul divorzio – e a quarant’anni da quel primo ed ultimo spinello di chi incautamente ha scritto quel che state leggendo – un altro tema altrettanto lacerante sembra essere finalmente diventato maturo per scelte meno alla Ponzio Pilato. E, allora, eccola l’opinione che qualcuno potrebbe trovare in clamorosa antitesi con quanto fin qui affermato. Ed invece no, garantito. È ora e tempo che in questo (ex) Bel Paese le cosiddette droghe leggere siano legalizzate. È ora e tempo che sull’esempio di un piccolo grande Paese quale l’Uruguay – guidato da un presidente ex guerrigliero che è il sogno di tutti i cittadini onesti ed integri, dei tanti hombre vertical che ancora per fortuna esistono in un mondo pur infestato da squali, ladri e profittatori senza scrupoli – per non dire del Colorado e dell’Olanda “apripista”, è ora e tempo che anche l’Italia abbia il coraggio di legalizzare le droghe leggere. Lasciatelo dire a chi – anche con la vendita finalmente sottratta agli esseri più infami ed 12

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RING immondi che il mondo abbia conosciuto: gli spacciatori – continuerebbe a considerare poveri diavoli infelici coloro che pensano abbia un senso consumare droga, di qualsivoglia tipo. C’è contraddizione in questo enunciato? E perché mai? Togliere alle mafie e alla criminalità una facile e comoda merce di guadagno pare forse poco? Ricondurre al controllo di uno Stato – cui si chiederà immediatamente di attivare seri comportamenti dissuasori riguardo al consumo della droga medesima – un mercato altrimenti appaltato, di fatto, alle mafie di ogni tipo e colore, è davvero cosa di così poco conto? Certo, tutto questo presuppone uno Stato finalmente etico, non ambiguo. Capace ad esempio di non imitare lo squallido comportamento tenuto in questi anni nei confronti di un’altra piaga, quella delle slot machines. Una piaga non ancora compresa appieno, forse, nella sua devastante potenza distruttrice. Insomma, per dirla tutta: uno Stato che decide sì di legalizzare la vendita delle droghe leggere – delle pesanti manco si parla: vanno combattute con il lanciafiamme – ma che allo stesso tempo offre comportamenti, uomini, motivi, strumenti in grado di far capire, in particolare ai giovani, che drogarsi è cosa da stupidi, sempre. Così come è stupido ed inutile stordirsi con le slot machines o abbruttirsi con l’alcol. Ancora a scanso di equivoci: una partita a briscola è sempre benvenuta, un buon bicchiere di vino è doveroso, magari per accompagnare l’elenco di cui sopra delle cose da fare per far sì che la vita – comunque bella (chi scrive non ama Benigni, ndr.) – abbia tratti di leggerezza, passione, piacere. Ultima constatazione: chi è avanti con gli anni ricorda, forse, il clima infuocato e le polemiche accese che accompagnarono il referendum sul divorzio. Pareva dovesse cascare l’Italia se il divorzio fosse stato scelto dalla maggioranza degli italiani. Ed invece di problemi, grattacapi e vergogne ne abbiamo avute tanti, in questi quarant’anni. Ma certo non ascrivibili al divorzio. In fondo si trattò di lasciare la possibilità di una libera scelta, nient’altro. Così dovrà essere con le droghe leggere. Tolte dalle mani dei mafiosi criminali ed affidate a regole certe. Fermo restando quel che il consumatore di uno (dicesi uno) spinello in tutta la sua vita pacatamente ripete: drogarsi, in qualsivoglia modo, è stupido, sempre. Ma se uno vuole proprio farlo, è preferibile lo faccia pagando un prezzo giusto e le tasse allo Stato che non riempiendo le tasche ai delinquenti assassini.


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trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI

il dialetto in-forma EL ROSIGNÒL E LA ZIVÉTA

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usignolo, il volatile più cantato dai poeti, è dell’ordine dei passeriformi, della famiglia dei turdidi, della specie Luscinia megarhynchos. Vive sino a 11 anni, se in libertà, e sino a 20 se in cattività. Ma, di norma, in gabbia non vive, neanche se gli fai una gabbia d’oro: lo dice anche un proverbio della Val di Fiemme (“fiamaz”), che recita: Na gabia de òr no nutre l’usignòl. In gabbia, anche se è d’oro, l’usignolo non canta: muore. Gli usignoli hanno un piumaggio fulvo-brunastro. Così il maschio attira la femmina con romanze irresistibili (“’po, magari, riva na rachia…). Nei dialetti trentini questo piccolo volatile è via via chiamato “rosignòl”, “rosssignól”, “rossignöl”, “rossignuèl”, “usignòl”, “osignöl” ecc. Canta per lo più di notte: io ricordo di averlo sentito solo una volta, verso le sei del mattino, mentre stavo per prendere il treno attraversavo Piazza Dante e il canto si alzava alto, vibrante, trionfante sopra l’ampia piazza e tutti i giardini. Innumerevoli poeti hanno scritto di lui: dal grande Petrarca (“Quel rosignuol che sì soave piagne…”) a piccoli poeti della Valsugana come gli scomparsi Gino Divina e Renato Morizzo. Il primo nella poesia “El Rossignolo” (“Anca ‘st’ano manco male!/ zo là, drìo l’ospedale/ è tornà el me rossignolo…”) Il secondo ne “El rossignolo dei frati” con una breve lirica il cui incipit suona:“Note de magio, tiepida e serena; /ne l’orto, alto, canta el rosignolo / lontan - dai frati - che se sente apena /’naltro risponde e el par triste e solo… E infine, chi scrive, nella poesia” “A empizzar la chitara”, che si conclude così: “Dal dì che t’hai scoltà/ pianzer en rosignol / engualdì, / en rosignol scondù. / E t’hai sentì el destrani / de pianzer ensema a lu. “NO STÀ MÉTERTE LA BARETA, SE TE SPETA NA ZIVÈTA!” Se non volete incorrere nelle ire della dea Athena trattate bene la civetta: la dea odia gli stupidi e specialmente chi tratta male le civette, due volte stupidi. L’antica Atene, protetta da Pallade Athena, nata dal cervello di Giove, era piena di civette, ovvero 14

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di nottole perché vivono di notte. Per indicare un’azione stupida si diceva che era come portare vasi a Samo (strapiena di vasi) e nottole ad Atene. E così, scientificamente, la civetta appartiene alla specie Athene noctua, all’ordine degli strigiformi, alla famiglia degli strigidi: le streghe si chiamano così dal latino striga e dal greco strix, che vuol dire uccello notturno come, appunto è la civetta. Nei boschi dell’area alpina, oltre alla civetta comune vivono altre due specie: la civetta nana (Glaucidium passerinum) e la civetta capogrosso (Aegolius funereus). Dall’incrocio con la civetta nana e la civetta capogrosso si dice sia nata la civetta Brunetta. Poiché esce dal nido praticamente solo nelle ore notturne ed emette un verso lugubre è stata associata nei secoli ai riti notturni e sabbatici, al mistero e alla morte che annuncerebbe col suo verso cupo. D’altro canto ”civetta”si dice d’una donna che vuole essere seducente (qualche volta si definisce “civettone” anche un uomo). E allora, come possono stare assieme seduzione e morte? Purtroppo stanno assieme anche nella vita. In ogni caso la civetta è divenuta richiamo spesso mortale per altri uccelli perché, allacciata con un legaccio ad un trespolo, attirava gli altri volatili (soprattutto, le allodole) che venivano così catturati. Ma li attirava in che modo, se aveva un canto lugubre? Gli uccelli diurni erano attirati non dal suo canto (di giorno la civetta sta normalmente zitta), ma dall’aspetto strano di questo uccello, che sotto il sole appariva ensemenì. In dialetto è chiamata “zivéta”, “zuìta”, “zuéta”, “cevìta”, “cìuita”, “civòta”, ”gùia”, ecc. La civetta nana viene detta “zivetèla”, “zivetìn”, “zivéta pìzzola”; mentre la civetta capogrosso è chiamata indicativamente “civéta dale zate pelose” o “zivéta de mont”. Di una donna che vuole sedurre si dice che “la ziveta”. Esempio: “Va ben: ciapo la bareta e vago a trovar la Mariota”. “Varda che l’è na zivèta, la te lo dis to mama!”. “ A mi lè quele lì che me pias…” “Vergonóss: nó sta’ méterte la baréta se te speta na zivéta!” renzofrancescotti@libero.it


Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher, Gennj Springhetti Hanno collaborato a questo numero: Alberto Folgheraiter, Annalisa Borghese, Paolo Chiesa, Silvia Conotter, Lara Deflorian, Fiorenzo Degasperi, Fabio De Santi, Renzo Francescotti, Flora Graiff, i Maceta, Alice Manfredi, Carlo Martinelli, Francesca Negri, Tiziana Tomasini

SOMMARIO FEBBRAIO2014

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4 COMMENTI 12 IL DIALETTO IN-FORMA

Attualità 14

Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170

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BOLZANO - Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 Fax 0471.930743 Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Alcione - Trento Registrazione Tribunale di Trento n. 536 - 4 aprile 1987

BRUNO VACCARI

34 38 42 44 46

Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 - 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. TRENTO - Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 Fax 0461.935706 studiotn@bazar.it Direzione pubblicità: Rosario Genovese

UNA “GUERRA TRA PARENTI”

22 UNIVERSITÀ IN TUTTE LE LINGUE 26 I FAVOLOSI ANNI SESSANTA

Grafica: Fabio Monauni

BRUNO SANGUANINI CANI DA SLITTA NON-VIOLENTO È BELLO LUIGI BEVILACQUA SPECIALE SAN VALENTINO

Panorama

52 A TEATRO CON MAMMA E PAPÀ 54 I CONCERTI DELLA DOMENICA 55 SOCIETÀ FILARMONICA

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MAX PEZZALI

58 62 63 65 66 67

JOHN MAYALL “FUMATRICI DI PECORE” MOTIONHOUSE: PRIMA NAZIONALE IL “ROMANZO ITALIANO” DI TELESE TUTTO IL TEATRO DI FEBBRAIO SALVATORE ACCARDO

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IL MATRIMONIO DEL MESE LE MULTE “AL CONTRARIO” TRENTOINCANTA IN... SARDEGNA PAROLE AL CHIAR DI LUNA “STORIE DI DONNE” INSETTI DA COPERTINA LA NONNA DELLA SHOAH

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trentinoattualità 1914-1918 - UNA “GUERRA TRA PARENTI” – 2° PUNTATA

TRENTINO: I FANTASMI DELLA “GUERRA DEI VINTI” di Alberto Folgheraiter

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asta scorrere l’elenco dei caduti fra il 1914 e il 1945, sulle lapidi nei 438 cimiteri o su uno dei mille monumenti “ai caduti” del Trentino, per comprendere lo spaventoso bilancio di vite pagato per quella che gli storici moderni hanno classificato come la nuova “guerra dei Trent’anni”. Il primo e il secondo conflitto mondiale, infatti, furono strettamente legati a scelte frettolose e sbagliate al tavolo della pace, nel 1919. Le pesanti misure post belliche, imposte dalla Francia alla Germania, la quale aveva perso la guerra assieme all’Austria-Ungheria, furono terreno di coltura del nazismo e di tutto ciò che accadde nei vent’anni successivi. Basta scorrere l’elenco dei “caduti per la patria” per convenire con papa BenedetColonna di fanti germanici in Polonia

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to XV, il quale denunciò quella “inutile strage”, ammesso che vi siano mai state stragi “utili”. Tra i militari Trentini, le vittime della prima Guerra mondiale furono 11mila e cinquecento; i feriti più di 14mila e i prigionieri oltre 12mila. Ma quei morti “Trentini” furono vittime dalla parte “dei vinti”. Per tale ragione, sulla loro identità, oltre che sul loro numero, l’indomani dell’armistizio e del passaggio dal Trentino all’Italia calò una pesantissima “damnatio memoriae”. Soltanto a livello familiare e, talora, nelle singole comunità di origine si continuò a piangere quelle vittime “senza patria”, soldati austriaci di lingua italiana, mai considerati italiani. Neanche da morti. La commemorazione che ogni Nazione

riservò ai propri caduti, dal 1922 in Italia si arricchì di monumenti “agli eroi”, di cenotafi e con la pubblicazione di un “Albo d’oro dei caduti nella guerra 191518” dal quale furono esclusi – ça va sans dire – i morti trentini. Soltanto in anni recenti è stata avviata un’opera di revisione e di restituzione dell’onore perduto assieme alla memoria. L’ha compiuta il Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto che ha avuto il compito (e il finanziamento pubblico) per una ricerca sui “fantasmi” di quei soldati di lingua italiana che vestirono la divisa dell’esercito di Franz Joseph d’Asburgo. L’indagine, coordinata da Lodovico Tavernini, è sfociata in una rassegna (“Nel cuore nessuna croce manca”) che si è tenuta nel febbraio del


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TRENTINI ARRUOLATI FRA I KAISERJÄGER

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crive Sergio Benvenuti (Il Trentino durante la guerra 1914-1918, in “Storia del Trentino”, vol. V, ed. Il Mulino): “Nell’estate del 1914 dal Tirolo furono avviati al fronte nove reggimenti. Quattro di questi erano formati dai Tiroler Kaiserjäger (Cacciatori imperiali Tirolesi), un corpo scelto i cui appartenenti venivano reclutati nelle due province alpine del Tirolo e del Vorarlberg e addestrati per la guerra in montagna. Il 1. reggimento aveva la sede principale a Innsbruck e una secondaria a Trento. Il 2. aveva sede a Bolzano e Bressanone; il 3. a Rovereto e il 4. a Bregenz e a Riva del Garda. Tre reggimenti erano formati dai Landesschützen, chiamati comunemente in italiano Bersaglieri: il 1. Reggimento aveva sede a Trento; il 2. a Bolzano, il 3. a San Candido di Pusteria. Altri due reggimenti appartenevano alla Milizia territoriale (Landsturm): il 1. aveva sede a Innsbruck e il 2. a Bolzano. Ad essi erano arruolati uomini dai 33 ai 42 anni (in seguito fino ai 50) che avevano già prestato servizio militare di tre anni nei reggimenti dei Kaiserjäger o dei Landesschützen. […] Tutte queste formazioni militari costituivano, assieme a quelle del Salisburghese e dell’Austria Superiore, il XIV Corpo che, sotto gli ordini del generale Viktor Dankl, comandante della I. Armata, combatté dall’agosto 1914 al luglio 1915 contro i Russi, prima in Galizia e poi sui Carpazi”. Nel Tirolo (del nord e del sud) la mobilitazione di metà estate del 1914 interessò circa 63mila soldati. Ognuno dei quattro reggimenti di Kaiserjäger era formato per circa il 40% da soldati di lingua italiana e ladina. Scrive Hans Heiss (“I soldati trentini nella Prima Guerra mondiale”): “La mescolanza delle nazionalità rispondeva a un principio fondamentale dell’esercito comune, in conseguenza del quale la formazione di reggimenti purosangue costituiva una rarissima eccezione. Esso, in quanto istituzione sovranazionale, serviva alla Monarchia come «collante dell’Impero» e, pertanto, le tendenze nazionali o separatiste dovevano essere assolutamente combattute”.

2010 al palazzo della Regione a Trento. Lo storico e scrittore Quinto Antonelli, autore di ricerche sulla scrittura popolare e i temi della guerra mondiale, lo ha sottolineato nella lectio magistralis tenuta, lunedì 13 gennaio 2014 a Trento, per l’apertura dell’anno sociale della Società di studi Trentini di Scienze Storiche. Il nazionalismo fascista si impossessò di tragedie personali come l’impiccagione di Cesare Battisti (12 luglio 1916) per proporre l’immagine di un eroe, com-

battente per la patria e l’italianità della sua terra: il Trentino. Nel numero di gennaio di “Trentinomese” s’è ricordato che l’Austria era disposta a cedere i propri territori di lingua italiana purché il Regno dei Savoia restasse estraneo al conflitto europeo. Per molti decenni, la storiografia italiana ha voluto far passare la prima guerra mondiale come una “quarta guerra di Indipendenza” per le popolazioni italiane di confine.

Il perentorio ultimatum dell’AustriaUngheria alla Serbia, il 23 luglio 1914, aveva suscitato stupore nelle Cancellerie d’Europa soprattutto per il tono che non ammetteva repliche da parte di Belgrado. E quando, il 28 luglio, i cannoni della corona degli Asburgo avevano cominciato a tuonare contro la Serbia, ben pochi a Vienna parevano aver messo nel conto l’immediata mobilitazione generale della Russia in difesa dell’alleato balcanico. Avvenne il 30 luglio 1914. Il

Prigionieri russi in Polonia

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trentinoattualità giorno seguente era seguita la mobilitazione generale nei territori dell’Austria e dell’Ungheria. Meno di ventiquattro ore dopo, anche la Germania dichiarava guerra all’impero dello Zar e il 3 agosto, con l’invasione del Belgio che si era proclamato neutrale, le truppe del Kaiser marciavano contro la Francia. Alla Gran Bretagna, con Francia e Russia parte della “Triplice intesa”, non restò altro che schierarsi e incrociare le baionette contro la Germania e l’Austria-Ungheria. E l’Italia? Vincolata unicamente a intervenire in caso di aggressione subita dai due alleati (Austria-Ungheria e Germania), era stata alla finestra. Il 2 agosto 1914, il presidente del consiglio Salandra e il ministro degli Esteri, marchese Antonino di San Giuliano, avevano proclamato la neutralità del Regno d’Italia. Questo il comunicato del capo del Governo, Salandra: “La neutralità dell’Italia verso gli Stati belligeranti, decisa dal governo in conformità dei sentimenti del Paese, impone al Governo stesso e ai cittadini, obblighi che devono essere rigorosamente osservati. Il consiglio dei Aeroplano austriaco sorvola alcuni contadini serbi nei Balcani

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Ai piedi del monumento a Dante in attesa della tradotta

Ministri ha quindi deliberato che siano vietati arruolamenti e pubbliche manifestazioni favorevoli od ostili a qualsiasi Stato belligerante”. Dieci mesi dopo, con un voltafaccia senza precedenti, l’Italia non avrebbe esitato a schierarsi con le Nazioni della “Triplice intesa” per entrare in guerra contro l’Austria-Ungheria. Era il 24 maggio 1915. “Il Piave mormorò”. Da un secolo il Trentino era terra Austriaca. La chiamata alle armi per circa sessantamila uomini di questa popolazione di 377 mila unità (censimento del 1910) era cominciata nel cuore dell’estate del 1914. Il 31 luglio 1914 l’imperatore Francesco Giuseppe aveva ordinato la “mobilitazione generale” dei sudditi maschi nati dall’anno 1873 al 1893, dai 21 ai 41 anni. Tempo 24 ore e dovevano presentarsi ai centri di raccolta prestabiliti. Nel mese di novembre del 1914, e dopo i massacri sui confini orientali dell’Impero, furono convocati al fronte i giovani di vent’anni. Poco prima dell’entrata in guerra dell’Italia furono richiamati gli uomini fino a

cinquant’anni. Poi toccò ai diciottenni, fino alla leva (1917) dei nati nel 1900. Mancava un anno alla conclusione di quel tragico conflitto mondiale e il Ministero della Guerra, a Vienna, aveva bisogno di “carne fresca” per le “macellerie” ai confini meridionali dell’Impero, nello scontro con il Regno dei Savoia. Il 3 agosto 1914 il giornale “Il Trentino” uscì con un titolo a piena pagina: “La Grande Guerra è incominciata”. Il giorno seguente avvertiva: “L’incendio divampa”. Il quotidiano “Il Popolo” titolava: “Verso la grande tragedia”. E il giornale “Alto Adige”: “L’immane conflitto europeo è incominciato – La neutralità dell’Italia”. La censura militare era allertata e già le pagine mostravano qua e là i primi spazi bianchi. Con la mobilitazione generale, a Trento, era cominciato l’afflusso dei richiamati. Scriveva (4 agosto 1914) il giornale “Alto Adige”: “Ieri e oggi sono arrivati centinaia e centinaia di tedeschi e con essi sono parecchie migliaia di uomini che si sono consegnati. Ieri sono arrivati in lunghe file gli equini di tutta la regione,



trentinoattualità consegnati in seguito al bando. Nelle valli non si incontra più se non qualche ronzino che batte solingo gli stradoni. L’affluenza di tanta gente e di tanti animali in città, mentre le ha dato l’aspetto di una grande fiera, ha pure reso alquanto difficile l’approvvigionamento. Per alloggiare tutta questa gente furono adibiti i palazzi delle scuole, della cooperativa di esportazione, del Ginnasio”. [Le cronache dei giornali locali sono state puntualmente consultate e riprodotte per estratto nel volume “1915 - Monti Scarpazi, il Trentino nella Grande Guerra” che il giornalista Luigi Sardi e l’editore Curcu&Genovese hanno pubblicato nel 2005]. La maggior parte dei richiamati Trentini fu inviata a combattere in Galizia, la regione di confine tra l’Austria-Ungheria e l’impero dello Zar, oggi divisa fra Polonia e Ucraina. La Galizia aveva un territorio di 78.500 km quadrati, vale a dire dodici volte e mezza la provincia di Trento che ha una superficie di 6.212 km quadrati. La popolazione, di circa 8 milioni di unità, era formata da polacchi, ucraini (ruteni) e da ebrei (poco meno di un milione). Nella prima metà del XIX secolo, in questa regione-cuscinetto era stata sviluppata una robusta rete ferroviaria la cui progettazione era stata affidata all’ingegnere trentino Luigi Negrelli (1799-1858), noto in particolare per il progetto del canale di Suez. Ideata soprattutto per scopi militari, la ferrovia portò allo sviluppo urbano di alcune città: Leopoli (la capitale); Cracovia e Przemysl. Scrivono Arianna Tamburini e Marco Ischia (“Galizia: coordinate storico-geografiche”): “Queste roccaforti, nel 1910 contavano rispettivamente 206mila, 152mila e 46mila abitanti ed erano sedi del XI, del I e del X corpo d’armata dell’esercito austro-ungarico, con circa 63mila soldati in servizio attivo ripartiti in 38 reggimenti di fanteria e 20 di cavalleria, oltre a reparti di artiglieria ed altre specialità militari. Allo scoppio del primo conflitto mondiale, le tre città costituivano delle piazzeforti tra le maggiori dell’Impero e dell’Europa”. Nei primi mesi di guerra, la Galizia divenne un immenso campo di battaglia. L’impero zarista aveva schierato 47 divisioni di fanteria, 18 divisioni di cavalleria e tremila cannoni; l’impero austro-ungarico aveva a disposizione 32 divisioni di fanteria, 10 divisioni di cavalleria e duemila cannoni. Le tre città subirono i maggiori attacchi delle truppe russe. Przemysl, sul fiume San, per esempio, 20

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UN TEMPIO-MONUMENTO PER CESARE BATTISTI

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el tentativo di mitizzare l’italianità del Trentino, il regime fascista di Benito Mussolini si appropriò della figura del socialista Cesare Battisti (18751916), irredentista convinto, impiccato “per alto tradimento” dal boia Joseph Lang nel tardo pomeriggio del 12 luglio 1916. Cittadino austriaco, parlamentare a Vienna e consigliere (regionale) nella Dieta di Innsbruck, giornalista e geografo, due settimane dopo lo scoppio della guerra (11 agosto 1914) aveva lasciato il territorio austriaco per rifugiarsi in Italia. Si fece propugnatore della causa delle terre “irredente”; con comizi e articoli sui giornali sollecitò l’intervento dell’Italia contro la corona di Vienna. Allo scoppio della guerra fra Italia e Austria (24 maggio 1915) si arruolò quale volontario tra gli alpini del Battaglione Edolo. Combatté sulle montagne attorno al Trentino e il 10 luglio 1916, col grado di tenente, ricevette l’ordine di occupare la vetta del Corno di Vallarsa (1765 m) tenuta in pugno dagli Austriaci. Catturato assieme al sottotenente Fabio Filzi, fu trasferito a Trento in manette. Si disse che i due irredentisti erano stati traditi dai loro stessi compagni, anche se la storiografia ufficiale fa sapere che Cesare Battisti fu riconosciuto dal Welschtiroler Kaiserjaeger (Cacciatore imperiale trentino) Bruno Franceschini, della Val di Non. Sottoposto a un linciaggio, insultato e umiliato, Cesare Battisti fu processato dal triCesare Battisti tradotto al Castello del Buonconsiglio. bunale militare nel castello del Buonconsiglio e condannato a morte per impiccagione. Inutilmente Battisti chiese di essere fucilato per rispetto alla divisa militare che indossava. La richiesta fu respinta così come gli era stato negato un avvocato di fiducia. Alla sua figura, mitizzata come quella dell’“eroe italiano”, nelle città e nei paesi dello Stivale furono intitolate piazze e vie. Persino alcune logge massoniche (non era estraneo a quel mondo) presero il suo nome. Ma il monumento più celebre è il mausoleo che dal Doss Trento sovrasta la città. Fu ideato dall’architetto del regime, Ettore Fagiuoli, e inaugurato il 26 maggio 1935 con la traslazione dal cimitero cittadino dei resti dell’irredentista trentino. Il cinegiornale dell’Istituto Luce, il 29 maggio 1935 diramò un filmato di un minuto e 12 secondi. Corredato dalle immagini della traslazione, il testo, letto dallo speaker, diceva: “Alla presenza del sovrano [Vittorio Emanuele III] e delle più alte gerarchie del regime, si sono svolte le solenni onoranze a Cesare Battisti con la traslazione della salma dell’eroe all’imponente tempio-monumento, eretto per volontà del Duce sul Doss Trento, antico Campidoglio della romana Tridentum donde domina la città e la Valle dell’Adige”. Seguivano altri 50 secondi di immagini e musica. Le cime dei monti, attorno a Trento, erano ancora innevate. Il mausoleo (16 colonne di pietra su una base circolare) si ispira all’epoca imperiale romana. Giuseppe Gerola dettò l’epigrafe scolpita sulla trabeazione interna: “A Cesare Battisti che preparò a Trento l’unione alla Patria ed i nuovi destini”. Nella cripta, dove sono inumati i resti di Cesare Battisti, fu collocato un busto bianco di marmo, scolpito dall’artista trentino Eraldo Fozzer.


trentinoattualità

Carta dell’Impero Austro-Ungarico

Il Kaiser Guglielmo II passa in rassegna le truppe Austriache sul fronte Galiziano

assediata per due volte, riuscì a resistere per cinque mesi. Il 22 marzo 1915 vi fu la resa. Numerosi soldati trentini morirono nel tentativo di difendere la postazione. Scrive Hans Heiss: “Quanto rapidamente questo contingente dovesse essere

reintegrato, dipendeva dalle sorti della guerra e dall’entità delle perdite. La catastrofica fase iniziale del conflitto comportò un bilancio veramente terribile per l’esercito austriaco: nell’inverno 191415, esso era ridotto a uno scheletro,

che fu rimesso in funzione con reclute frettolosamente arruolate e addestrate”. Dal 28 agosto al 31 dicembre 1914, i quattro reggimenti Kaiserjäger avevano perso, in Galizia, 22.892 soldati. Tra di loro numerosi furono i Trentini. “Il reintegro avveniva soprattutto attingendo alla riserva, cosicché, nei primi mesi di guerra, si ricorse all’arruolamento di nuove reclute in misura piuttosto esigua. Nondimeno, nel novembre 1914, la leva fu estesa ai ventenni (nati nel 1894) e, negli ultimi due anni di guerra, furono chiamati alle armi anche i diciannovenni e i diciottenni”. Ancora Hans Heiss: “Com’è naturale, la prospettiva di dover prestare servizio in guerra spinse molti fra quanti erano chiamati alle armi a ricercare ogni possibilità di esenzione, legale e non: fra queste, infermità reali o simulate, pratiche di autolesionismo e svariate forme d’invalidità, oltre alla diserzione, a cui si faceva ricorso come ultima ratio. Più che una sentita motivazione nazionale e antiaustriaca, dunque, fu semplicemente 21

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LA MEMORIA PUBBLICA E IL CORDOGLIO PRIVATO

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Colonna di soldati in un paese della Polonia

l’esistenziale avversione alla guerra e ai suoi rischi a spingere non pochi Trentini a disertare. Ai circa 800 fuoriusciti dal Trentino e riparati in Italia che si erano arruolati, si devono, inoltre, aggiungere quanti erano emigrati in terra non italiana e oltreoceano, o che erano semplicemente scomparsi. La disponibilità alla guerra da parte dei Trentini precipitò a seguito delle repressioni contro di essi decretate dal governo austriaco dopo l’entrata in guerra dell’Italia nel maggio del 1915. L’evacuazione e il confino di una parte notevole della popolazione, oltre agli effetti della dittatura militare, minarono in modo decisivo la lealtà dei Trentini che, nell’agosto del 1914, erano ancora largamente favorevoli alla causa austriaca”. In prossimità dei luoghi di combattimento, oltre agli ospedali da campo furono improvvisati cimiteri militari. In Trentino circa 900. Negli anni successivi alla Grande guerra, molte salme furono esumate e collocate nei cimiteri monumentali che il fascismo stava via via predisponendo. I ricercatori del Museo di Rovereto calcolano che nei cimiteri del Trentino-Alto Adige siano stati sepolti trecentomila soldati con la divisa dell’Austria-Ungheria e trentamila caduti italiani. Degli 11.500 soldati di origine trentina, uccisi nel corso del conflitto mondiale, alcune migliaia persero la vita nei primi mesi di guerra. Furono sepolti nei boschi e nei campi della Polonia meridionale e dell’Ucraina dove crebbero foreste di croci. In uno dei quattrocento cimiteri militari austro-ungarici, sorti nei dintorni di Cracovia, in Polonia, (allora era Galizia) tra il 1916 e il 1918, è scritto: “Non pensate ai caduti e al dolore per le vite perdute […] godete riconoscenti ■ la pace”. CONTINUA SUL PROSSIMO NUMERO

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assata la prima guerra mondiale, l’elaborazione del lutto collettivo si accompagnò con la formazione di una “nuova geografia civile”, fatta di commemorazioni pubbliche, visite collettive ai luoghi delle battaglie, apertura di musei e intitolazione di piazze e di vie. “In Italia – scrivono i conservatori del Museo Storico Italiano della Guerra, di Rovereto - la memoria collettiva della guerra si costruì attorno a simboli di grande forza e a nuovi miti – i Caduti, la Patria, la Vittoria, il Milite Ignoto – e favorì l’affermarsi di un’immagine unitaria della nazione che aveva affrontato la tragedia del conflitto”. In Trentino-Alto Adige, alla fine degli anni Venti, cominciò un vasto programma di fascistizzazione della Grande Guerra e delle sue vittime. Entro il decennio successivo furono realizzati gli “ossari monumentali” e i “sacrari militari”. A Passo Resia (1939), l’ossario custodisce i resti di 312 soldati; al passo dello Stelvio racchiude le salme di 64 caduti; a San Candido (1939) il sacrario conserva i resti di 218 italiani e 10 austro-ungarici; al passo del Tonale vi trovarono collocazione i resti mortali di 847 militari italiani; a Bezzecca si conservano i resti di 61 garibaldini della III guerra di indipendenza italiana (1866) e di 37 soldati della prima guerra mondiale. Sul Pasubio, l’ossario (1926) è l’ultima dimora di 13mila caduti austriaci e italiani. Il sacrario militare di Rovereto (1938) contiene i resti di oltre ventimila militari italiani, austriaci e cecoslovacchi oltre che di Fabio Filzi e Damiano Chiesa. Nel cimitero di Trento sono conservati 3.202 militari (1.580 dei quali ignoti) recuperati in 34 cimiteri di guerra. Nello stesso cimitero, un monumento-ossario dei caduti austro-ungarici (1917) è la sepoltura di 8.076 soldati. Altri ottomila morti dell’Austria-Ungheria sono inumati nel sacrario germanico di passo Pordoi. I morti con la divisa dell’Austria-Ungheria furono raccolti soprattutto in alcuni cimiteri monumentali. A Bondo, in valle del Chiese, una collina fu rivestita di granito (1916) per decorare le tombe di 697 soldati. A Folgaria sono ammassati 2500 caduti dei quali 750 sono ignoti. A Slaghenaufi (Lavarone) 748 croci di legno segnano la sepoltura dei soldati caduti tra il 1916 e il 1918. A Costalta di Luserna invece vi sono 184 croci. Un cimitero anche a Caoria (1916) per i morti del passo Cinque Croci, mentre 663 morti dell’alta val di Fiemme e Fassa sono sistemati nel cimitero militare di Vigo. A Ora vi sono i resti di 953 caduti, mentre a Merano sono sepolti 1528 austro-ungarici e 281 italiani. A Varna di Bressanone furono sepolti 1226 morti con la divisa austriaca; a Brunico furono raccolti i resti di 793 caduti. Foto del 5th Feldjägerbattallion in Galizia.


VOLKER JESCHKEIT è nato nel 1954 in Germania. Ingegnere meccanico, dirige lavori edili per una società altoatesina. È stato ricercatore per il rilievo della fortezza di Trento, in particolare per le opere di fortificazioni campali del maggiore generale Franz Steinhart. Ha collaborato con l’archivio di Stato di Vienna, il Museo Storico della Guerra di Rovereto e con W. Rosner, direttore dell’Archivio di St. Pölten-Austria, massimo esperto per le fortificazioni austro-ungariche nel Trentino. Risiede a Villamontagna di Trento.

TRENTO Via Ghiaie, 15 Tel. 0461.362111 BOLZANO Via Bari, 15 Tel. 0471.930993 ROVERETO Via Magazol, 30 Tel. 0464.414404


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UNIVERSITÀ IN TUTTE LE LINGUE DEL MONDO Foto archivio Università di Trento

di Annalisa Borghese

NONOSTANTE L’ECCESSIVA BUROCRAZIA ITALIANA E LE NORMATIVE CHE CONTINUANO A CAMBIARE, L’ATENEO TRENTINO MANTIENE LA SUA SPECIFICITÀ INTERNAZIONALE CON CIRCA 300 FRA DOCENTI E RICERCATORI E OLTRE 1600 STUDENTI STRANIERI Jens Woelk

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i una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda” scriveva Italo Calvino e sembra possa essere il fil rouge dell’esperienza di chi – studente, ricercatore o docente arrivato da ogni dove – si trova oggi all’Università di Trento. Il percorso di studi spesso si intreccia con quello degli affetti, come è stato per Jens Woelk, professore associato di diritto costituzionale comparato, 24

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esperto di diritto dell’Unione Europea, con particolare riferimento all’area dei Balcani, e di minoranze etniche e autonomie regionali. Laureato a Ratisbona e poi ricercatore, è qui che incontra la studentessa trentina che sarebbe diventata sua moglie. Professione e vita sentimentale a poco a poco prendono la stessa direzione. Bolzano, all’Accademia Europea nel 1994 e sei anni dopo a Trento, e quando, con una gestualità tutta italiana dice “da noi è così”, intende qui e non

in Germania. Differenze tra la facoltà di giurisprudenza italiana e quella tedesca? «L’impostazione italiana è più accademica, improntata sulla disputa piuttosto che sul caso. In Germania, invece, lo spazio della riflessione è minore a vantaggio di un approccio pratico alla risoluzione del problema giuridico e risulta un modello più immediatamente spendibile». E internazionalizzare la didattica che cosa significa? «Formare persone in grado di lavorare in una realtà di progressiva


trentinoattualità provenienza e cultura diverse permette di imparare ad affrontare una stessa problematica in modi differenti e quindi di essere più efficaci nella sua risoluzione. Sul piano personale favorisce la comprensione della vita da prospettive multiple e la scoperta di nuove sfaccettature di noi stessi con conseguente migliore comprensione di sé e capacità di relazionarsi con gli altri». Difficoltà o problemi? «L’eccessiva burocrazia e il trattamento

Marie-Laure Baudet

mondializzazione. Alla Scuola di Studi Internazionali, in particolare, diamo molto valore allo studio comparato e transnazionale con un corso di laurea tutto in inglese. L’internazionalizzazione si chiama università. È l’università. Come dire che dovrebbe essere normale perché non ci sono limiti al pensiero. Per quanto mi riguarda, poi, non riuscirei a vivere in un ambiente ripiegato su se stesso». Del medesimo avviso Farid Melgani, professore associato di ingegneria elettronica e delle telecomunicazioni, laurea a Batna, in Algeria, magistero di due anni a Bagdad in previsione del dottorato, conseguito a Genova. «Un’esperienza multiculturale molto formativa non solo dal punto di vista professionale, ma an-

«In Italia gli stipendi sono bassi rispetto al resto dell’Europa e la laurea non ha il valore che dovrebbe avere. In Germania, ad esempio, conta molto di più...»

«Differenze culturali? «Il senso della comunità, ad esempio. Ho la sensazione che la famiglia qui sia “absolutely crucial”, assolutamente determinante.» economico – afferma Jens Woelk. – In Italia gli stipendi sono bassi rispetto al resto dell’Europa e la laurea non ha il valore che dovrebbe avere. In Germania, ad esempio, conta molto di più». Il professore non ha dubbi. Per restare in Italia non basta amare il proprio lavoro, occorre amare un po’ anche l’Italia. «Il problema più importante a mio avviso – prosegue Farid Melgani – è riuscire a creare dei meccanismi che vadano nella direzione di rendere gli studenti stranieri che si laureano presso il nostro ateneo ambasciatori delle nostre imprese nei loro paesi d’origine». Ultima in ordine di arrivo la biologa francese Marie-Laure Baudet che al Centro di Biologia Integrata dell’Università di Trento sta portando avanti la sua ricerca sulle connessioni neuronali coronando il suo sogno di liceale. È in quegli anni,

infatti, che si appassiona sempre di più allo studio delle scienze, al processo della scoperta e, come afferma lei stessa, «alla possibilità di generare nuova conoscenza». Intuisce così che il laboratorio sarà la sua strada. Laurea e dottorato in Canada e poi ricercatrice a Cambridge, a Trento lavora in modo indipendente usufruendo del cospicuo finanziamento della fondazione Armenise-Harvard che ogni anno sostiene uno o due scienziati meritevoli a livello internazionale. Come vive questa grande opportunità?«Con altrettanto senso di responsabilità. Credo che opportunità e responsabilità abbiano a che vedere con il senso della meritocrazia. Se continuo a lavorare sodo come ho fatto finora, a credere nel mio lavoro, a svolgerlo con passione e a raggiun-

«Che cos’ho scoperto di così bello da indurmi a rimanere? Il paesaggio, l’ordine, l’organizzazione, la tranquillità.» gere dei risultati, allora la mia ricerca si arricchirà di opportunità e responsabilità». Meritocrazia in Italia? «A Trento sì». E cos’altro? «Un territorio fertile per la ricerca e che offre buoni servizi e una natura bellissima». Differenze culturali? «Il senso della comunità, ad esempio. Ho la sensazione che la famiglia qui sia “absolutely crucial”, assolutamente determinante, probabilmente per la storia particolare dell’Italia, l’importanza delle città-stato nei secoli, un’unità nazionale recente e una spiccata diversità fra nord e sud. In Francia è già diverso, in Canada ancora di più. È quasi l’opposto. La gente ha un senso innato della comunità più

che umano. In quel periodo ho imparato ad imparare dagli altri». A Trento dai primi anni Duemila, un italiano pressoché perfetto appreso da autodidatta, si occupa di monitoraggi ambientali e biomedicali e di tecnologie assistive. Attualmente sta lavorando ad un prototipo per agevolare le persone non vedenti in luoghi chiusi, metterle cioè nella condizione di riconoscere oggetti e volti. «Sul piano della ricerca, la mescolanza di persone di 25

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trentinoattualità che della famiglia. Ad esempio rispetta le regole perché pensa che alla lunga sia vantaggioso per tutti e la famiglia non è così importante nel senso che persone di uno stesso nucleo familiare possono vivere anche a grande distanza e vedersi poco. Mi sembra che nel complesso le persone siano più individualiste, non che sia meglio o peggio, è solo una differenza culturale». Nessuna nostalgia? «Sono uscita di casa molto presto per proseguire i miei studi in Canada e in tutti questi anni ho fatto in modo di ricreare una piccola comunità attorno a me che poi, grazie ai social networks, sono riuscita a mantenere ovunque andassi». Figlia del mondo? «In un certo senso sì. Il lato positivo è che posso sentirmi a casa ovunque. Quello negativo è rappresentato dal rischio di non sentire il senso dell’appartenenza». Oggi, però, ha una famiglia e questo aiuta…«Certo! Ho un compagno, anch’egli ricercatore, e una bimba di pochi mesi. Dove ci sono loro, e la possibilità di proseguire le mie ricerche, c’è casa». DALLA PARTE DEGLI STUDENTI Dopo lo studio, l’aspetto più importante nella loro vita sono gli amici con i quali condividono la quotidianità, non solo il tempo libero. Per alcuni, sono stati proprio gli amici a indirizzarli nella scelta dell’università in Italia. Così Olga Yaroshenko, originaria di Sepastopoli, laureata a Kiev in traduzione e interpretariato, in seguito all’ incontro con alcuni ragazzi roveretani al mare, in Crimea, ha

«Cucchiaio si dice “cuciar” in dialetto e “cuchara” in spagnolo. E poi mi hanno raccontato che esiste una pianta che si chiama “lingua de vaca” e in spagnolo si dice “lengua de vaca”, praticamente lo stesso!» incominciato a pensare di frequentare la specialistica a Trento. Oggi è in dirittura d’arrivo per la laurea in mediazione linguistica, turismo e cultura e il sogno resta tutto trentino. «Mi piacerebbe tentare il dottorato e comunque restare in Italia, possibilmente qui a Trento. Durante le Universiadi ho fatto uno stage come traduttrice che mi ha dato lo spunto per l’argomento della tesi e mi ha confermato il desiderio di lavorare nel marketing 26

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territoriale». Che cos’hai scoperto di così bello da indurti a rimanere? «Il paesaggio, l’ordine, l’organizzazione, la tranquillità. E poi, sembra incredibile, i classici della letteratura russa! Sì, ho avuto una docente che mi ha riaperto gli occhi sui grandi mai così amati: Dostoevskij, Solgenitsin e Pelevin, che in Russia ancora non si studia». Nessuno choc culturale? «No, perché ero già abituata alla Francia dove durante il liceo ho trascorso un paio di mesi. All’inizio, quando sono arrivata un anno e mezzo fa, ero entusiasta di tutto. Poi sì, è sopraggiunto lo stress della lingua anche perché parlate spesso dialetto, ma l’ho superato e quando torno a casa tutto mi sembra così strano che finisco per sentirmi un po’ strana anch’io. Qui non mi succede». Con il dialetto ha dovuto fare i conti anche Veronica Ceniceros, messicana di Durango, al secondo anno di studi internazionali presso la facoltà

di sociologia. Veronica è ospite di una famiglia in Val dei Mocheni e un po’ di dialetto ha dovuto impararlo constatando con una certa sorpresa che alcune parole sono identiche allo spagnolo. «Cucchiaio si dice cuciar in dialetto e cuchara (leggi cuciara) in spagnolo. E poi mi hanno raccontato che esiste una pianta che si chiama lingua de vaca e in spagnolo si dice lengua de vaca, praticamente lo stesso». Veronica arriva all’Università di Trento dopo uno stage presso un’azienda di software di Durango che ha una filiale proprio in Trentino. «Il mio desiderio è laurearmi e trovare un lavoro che mi permetta di aiutare gli altri, restare in Italia o in Europa». Nessuna nostalgia di casa? «Sì, mi piace l’idea di poter tornare a casa per qualche tempo, ma poi di nuovo in viaggio. I miei lo sanno…». Ci sarà qualcosa che non ami di questo

ISCRITTI STRANIERI ANNO ACCADEMICO 2012-2013 TIPOLOGIA DI CORSO

CITTADINANZA COMUNITARIA

CITTADINANZA EXTRACOMUNITARIA

TOTALE STRANIERI

Corsi di laurea

218

950

1168

Dottorati

35

219

254

Corsi singoli

5

15

20

Master

14

10

24

Erasmus

119

10

129

Accordi bilaterali TOTALE

5

86

91

396

1290

1686

Fonte: Ufficio Studi, Università di Trento


trentinoattualità

L’IDEA DI “SAPERE” CHE SI RESPIRA IN UN ATENEO INTERNAZIONALE

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Il Palazzo dell’Istruzione di Rovereto

posto?! «Il freddo! Adoro il paesaggio, le passeggiate nei boschi, il Fersina, ma questo freddo proprio no! All’inizio non avevo neppure dei vestiti abbastanza pesanti, mi sono dovuta attrezzare».

«Una cosa che non amo di questo posto?! Il freddo! Adoro il paesaggio, le passeggiate nei boschi, il Fersina, ma questo freddo proprio no! All’inizio non avevo neppure dei vestiti abbastanza pesanti, mi sono dovuta attrezzare». Il freddo è un incubo anche per Patricia Ambomo , a Trento per la specialistica in letteratura euroamericana, traduzione e critica letteraria. Laureata in lingue all’università di Dschang, in Camerun, sogna di tornare a casa e mettere a frutto i suoi studi lavorando come traduttrice. «Mi manca l’aria calda del mio paese tutto l’anno e anche un po’ certi cibi. Ad esempio il platano, banane verdi e gialle che si cucinano, fritte sono buonissime. E naturalmente la mia grande famiglia». E che cosa ti porterai a casa? «Il paesaggio e la tranquillità. Poi qui ho imparato ad andare in bicicletta e a sciare. E un’altra cosa. Il fatto che i trentini sono “dritti”». Cioè? «Se hanno qualcosa da dirti, te lo dicono senza giri di parole. Non è così dappertutto e a me piace molto». Iman Honarpour, a Rovereto per la specialistica in scienze cognitive e il sogno di fare ricerca nel campo delle neuroscienze e della filosofia della mente, ha qualche anno in più perché alle spalle una lunga esperienza come insegnante di filosofia

uando si parla di studenti stranieri, di solito si pensa al programma Erasmus. In realtà internazionalizzazione è anche molto altro: accordi bilaterali con università in tutto il mondo, doppia laurea, un master in business studies, particolarissimo perché svolto interamente in inglese in quattro università, una per ogni semestre di studio, rispettivamente ad Annecy in Francia, Kassel in Germania, Lèon in Spagna e Trento, per l’appunto. «L’idea di esperienza formativa è cambiata. Un tempo era apprendimento del sapere, oggi è imparare a stare in un mondo globale – spiega Paolo Collini, professore ordinario di economia aziendale e prorettore vicario con delega alla didattica. – E poiché la globalizzazione è un dato di fatto per cui l’internazionalizzazione è un processo che non può mancare là dove c’è trasmissione di saperi». Qual è l’ idea di sapere che si respira in un ateneo internazionale? «Un sapere condiviso. La conoscenza è una sorta di bene comune nel mondo. Pensiamo alle piattaforme digitali standardizzate che agevolano l’apprendimento delle lingue e di altre competenze di base. Il ruolo dei formatori diventa così più dinamico e occorre essere in grado di aggiornare continuamente l’offerta formativa». Continuamente? «Sì, ad esempio è recente la messa a punto del programma di studi “Dual career” che prevede una certa flessibilità per gli atleti-studenti che gareggiano ad alti livelli e nello stesso tempo vogliono portare avanti la loro formazione universitaria». e logica al liceo e di assistente all’Università di Teheran, dove si è laureato. È pure autore di cinque saggi di psico-

«Cosa porterò a casa del Trentino? Il paesaggio e la tranquillità. Poi qui ho imparato ad andare in bicicletta e a sciare. E un’altra cosa. Il fatto che i trentini sono “dritti”. Cioè, se hanno qualcosa da dirti, te lo dicono senza giri di parole. Non è così dappertutto e a me piace molto». logia e filosofia e giornalista part time per un settimanale iraniano per il quale ogni tanto scrive ancora di argomenti

riguardanti la cultura italiana. «Italia e Iran sono entrambi paesi molto antichi dove si percepisce il senso della storia ma qui, a differenza di quello che accade nel mio paese d’origine, c’è una combinazione fantastica fra antichità e modernità senza che questo crei tensione». Per noi è la normalità. «E per me è il paradiso. Avete il Duomo e il Muse, palazzi antichi e centri di ricerca. Sa qual è il simbolo dell’Italia per me? Palazzo Fedrigotti, all’esterno così antico e all’interno un modernissimo centro di ricerca (il CIMeC) dove lavorano professori italiani e stranieri fra i più famosi al mondo». In effetti abbiamo una tradizione. «Nelle neuroscienze l’Italia è come la Ferrari. Per questo penso che un domani, come ricercatore, non mi dispiacerebbe fare esperienza anche in altri paesi, ma poi voglio tornare. Mi manca la mia famiglia e mi manca anche il Capodanno in primavera, ma qui mi sento ■ a casa».

PROFESSORI, RICERCATORI E DOTTORANDI ANNO ACCADEMICO 2012-2013 CITTADINANZA COMUNITARIA

CITTADINANZA EXTRACOMUNITARIA

TOTALE

Professori e ricercatori

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14

42

Dottorandi

32

203

235

TIPOLOGIA

Fonte: Ufficio Studi, Università di Trento

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trentinoattualità di Silvia Conotter

TUTTO UN ALTRO MONDO

I favolosi

anni sessanta PAOLO CURCU RACCONTA DI COME SI PASSÒ DALL’ORATORIO AL GIRO AL SASS, DALLE SERATE DEL “MAGGIO” ALLE TRASFERTE AL LIDO DI LEVICO

C

om’era la “movida trentina” negli anni Sessanta? Dove ci si incontrava? Cosa si faceva? L’abbiamo chiesto a chi ha vissuto da protagonista quei tempi: Paolo Curcu, contitolare della casa editrice Curcu & Genovese, classe 1948. Lo incontriamo alla scrivania del suo ufficio, indaffaratissimo nella gestione delle sua “creatura”. Ma non appena comincia a raccogliere i ricordi cambia completamente volto. Lo stress e il nervosismo lasciano subito posto a qualche allegra risata e al compiacimento per quei tempi, in cui ci si doveva sempre arrangiare e i pensieri principali erano due: la musica e le ragazze. Da dove partiamo? Dai primissimi Anni Sessanta direi, da quando il problema più importante per noi, generazione baby boomers (i nati dal 1945 al 1964) e come cantava Celentano, era di trovare una ragazza di sera e restare nel buio, soli, senza nessuno ecc.ecc.! La libertà era condizionata, dalla famiglia e dai soldi, sempre pochissimi. Il maggio era ancora il mese più bello perché si usciva tutte le sere per andare “a funzione”, anche se gli obiettivi erano altri. I bar di periferia erano strapieni di ra28

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gazzotti, imperava il calcetto, sostituito subito dagli americanissimi flipper. I più vecchi, quasi sempre millantando, ti riempivano la testa con le loro strepitose conquiste femminili. L’oratorio era ancora un punto di riferimento, anche cinematografico, e gli alberi lungo l’Adige erano strapieni di maggiolini, le “zorle”. Al cinema Italia, in piazza Silvio Pellico, si proiettavano i primi film osè vietati ai minori di 14 anni. Nell’estate del 1962 a 13 anni, falsificai la mia tessera calcistica per poter entrare a vedere “Mondo caldo di notte”. Ricordo ancora lo sguardo della cassiera, una matrona bionda. Nell’inverno dello stesso anno, legalmente perché quattordicenne, vidi al Cinema Modena “Il sorpasso”. Fu lì che mi innamorai di Catherine Spaak. Quasi tutti giocavamo in qualche squadra di rione e gli incontri domenicali, ai Bertoniani, in Santa Maria, a Cristo Re ecc. erano un punto fermo della domenica. Ma la movida? Fra un po’ ci arriviamo… Dopo il rock’n roll di Elvis de Pelvis e Jerry Lee Lewis, nel ‘63 anche a Trento qualcosa cominciò a muoversi. L’anno prima Kessler aveva inaugu-

Piazza Cesare Battisti

rato la Facoltà di Sociologia in via Verdi e la musica beat, nata in Inghilterra e subito diffusasi anche negli Stati Uniti, contagiò l’Italia e, con il canonico ritardo, anche la sonnolenta e clericale nostra città. Dai bar di periferia una gran parte di giovani cominciò a spostarsi in centro. Il Giro al Sass divenne il baricentro della socialità dei ragazzi di allora, soprattutto studenti. Al pomeriggio, verso le cinque o le sei, dopo avere teoricamente studiato, si piombava in città per riunirsi con gli amici. Ci si posizionava in luoghi strategici, per incrociare le ragazze che giravano, mai da sole, e spesso si partiva per il

giro contrario, per anticipare l’incontro. Quali erano i punti nevralgici del Giro al Sass? I bar naturalmente: il Rex di via Oss Mazzurana, di Lucia e Renato Nenele Biscaglia, praticamente un corridoio, per cui si era sempre davanti al piccolo ingresso, per le rabbie di Lucia. A sinistra il Pavone, con saletta microscopica con calcetto e grande sala tenebrosa quanto fumosa dove i già 30/40enni si massacravano a poker. Quasi di fronte il bar Trieste. Verso via Roma, il Sociale, già pasticceria, di Gianni “Budino” Tonini. Nell’omonima galleria spopo-


trentinoattualità

Via Oss Mazzurana

lava il nuovissimo e grande bar Tirrena, addirittura su due piani, come su due piani era anche la pasticceria Bertelli, con un delizioso quanto intimo salottino. In via Diaz c’era l’Universal, in via Belenzani l’Olimpia e, al Cantone, il mitico e storico Alpino, con tanto di felliniana cassiera, frequentato sette giorni su sette da molti meridionali perennemente impegnati a giocare la schedina: molto profondo, con un biliardo (altro gioco e passatempo molto in voga allora, con molte sale in città), la cui saletta in fondo era l’ideale per nascondersi a giocare a King quando si voleva marinare la scuola. Se aggiungi anche i bar di Piazza Duomo e tutti quelli che dimentico, capisci che l’offerta era enorme. In Luciano Da Canal alla “Vecchia Trento”

molti l’imponente Juke Box, una canzone 50 Lire, 3 per 100 Lire. Ma allora la movida? Aspetta ancora un attimo. Salvo qualche fratello maggiore, nessuno aveva la patente e le auto a disposizione erano pochissime. Molte le moto. La mia era un Capriolo 75 acquistata a 16 anni, dopo un’estate di lavoro alle Cantine Ferrari di via Verdi, a lavare bottiglie a 180 lire all’ora. All’epoca, il lavoro estivo per gli studenti era praticamente obbligatorio se volevi disporre di qualche lira: alla Cremogen a selezionare frutta, all’Europrofumi a tentare di vendere porta a porta prodotti (invendibili) per la casa, allo scalo Filzi a spianare vagoni di “bolognini” per i

Adalberta Brunelli, l’attuale direttrice del Coro Le Piccole Colonne, con Paolo Curcu alla batteria

porfidari di Albiano… Racimolata qualche lira, aggiunta alla miserrima paghetta, se c’era, l’impegno settimanale era rivolto ad organizzare una festa per la domenica pomeriggio, dato che le ragazze spesso non potevano uscire nemmeno il sabato sera. Colletta generale per acquistare le paste (l’amico Adriano Bertelli ci faceva lo sconto) aranciata, Coca Cola, più frequente la spuma rigorosamente gialla. Immancabile, per darti un po’ un tono, il pacchetto di Marlboro rosse, intercambiabili con le marche più strane: Peer, Astor, North Pole e, per i più tosti, le infumabili Gauloises blu. Nel corso della settimana, invece si fumavano le Nazionali semplici, 5 per 45 lire. Quindi il luogo. Inizialmente quasi sempre in case private. Anche a casa mia, disponibile dato che i miei genitori non c’erano mai la domenica pomeriggio, o a casa di Gigi Thiella, o nell’appartamento/sartoria dei Celva in via Marchetti. Giradischi in un angolo, sedie al muro, giù

le tapparelle, straccio sulla spia rossa, musica adatta (si partiva con Twist and shout o Satisfaction ma si passava rapidamente a Sapore di sale o Maria Elena, uno dei primi dischi che comprai nel ‘64, naturalmente da Gianni e Fausto “Domolux” Tonini di via Manci, seguito da Please please me dei Beatles), e giù a pomiciare. Perché di questo si trattava, e se andava bene. Una movida stanziale, quindi. Ecco, appunto. Le cose, però, sarebbero cambiate rapidamente. Infatti, final-

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trentinoattualità

mente compimmo anche i diciotto anni (credo sia stata l’attesa più attesa di tutta la nostra generazione) e quindi arrivarono le prime patenti e le prime macchine. Il sabato ci si ritrovava sì ai soliti bar, ma come punto base per partire verso le balere o i dancing in voga allora: Terlago, il lido di Levico, di San Cristoforo, lo Chalet de La Mot a Pinè, il Moulin Rouge e la Spiaggia degli Ulivi di Riva e tanti altri. Il centro storico era tutto percorribile in auto, a parte via Oriola, e via Oss Mazzurana, da cima a fondo, era il nostro parcheggio preferito. Si può cominciare a parlare di movida, quindi? Direi proprio di sì. Indispensabile ricordare che dal ‘64 in poi, in Italia era scoppiata la complessomania. La rivoluzione musicale del beat nata

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con i Beatles e i Rolling Stones e le altre decine di gruppi inglesi e americani, dilagò anche in Italia e portò alla nascita di molti gruppi nazionali, dall’Equipe 84 ai Nomadi, dai Dik Dik ai Camaleonti, dai Corvi ai Delfini. Il contagio si diffuse anche in Trentino e, dal ‘64 al ‘66, i complessi, così si chiamavano, nacquero come i funghi: dai borghesucci Maya di Marcantoni/ Brunelli/Dallabona ai Dollari di Franceschini/Gabrielli/Barelli, dai Flying Drakes (poi Britanni) dei Virgillito/Capuzzo/Stringari ai Federal Sound di Grosselli e Cadrobbi, dai Grunter di Dino Panato ai Monelli di Walter Merler, e poi i Gemini, I Dollari, I Luremal, I Filosofi, I Ragazzi del Sass e via esagerando. Impossibile citarli tutti. Nei teatri/cinema cittadini (al Dolomiti, al San Marco, al Modena, al Roma, all’Astra) si organizzavano, dagli stessi studenti, gare fra gruppi con una partecipazione straordinaria. Al Sociale l’Osit (Organizzazione Studentesca Istituto Tambosi) riempiva il teatro con la Stella della Bontà, una consolidata e paludata manifestazione benefica che subito si adeguò portando a Trento gruppi come i Dik Dik o l’Equipe 84. In tutto il Trentino, in ogni buco, si esibivano i gruppi locali. A Trento il Club Felpati, poi Mandragola accanto al I Felpati

I Flying Drakes

cinema Modena, contava centinaia di soci; si suonava alla Vecchia Trento di corso 3 Novembre (con l’indimenticabile Luciano Da Canal), alla Botte di piazza Duomo, ai Due Giganti con il Maestro Gorgazzini, all’Hotel Panorama, agli Specchi… La Cantinota era il locale più in voga: al bar, sopra, le storiche e immancabili prostitute si facevano un bianchetto e una “luganegheta” con stimati professionisti e commercianti; sotto, l’impa-

La didascalia è d’autore! Fra i “quattro eccentrici” si riconoscono Gianci Virgillito e Cludio Stringari dei Flying Drakes.

reggiabile Gianni Procura (“risottino, signori, risottino”), serviva fino a notte fonda i reduci della movida cittadina o lacustre e i personaggi dello spettacolo con, appunto, il suo risottino, la carbonara, gli strangolapreti. La movida si chiudeva definitivamente, con gli irriducibili, al bar Carla o al Groff: “È quasi giorno ormai e non ho fra le braccia che il ricordo di te…” Ma questo tu non lo puoi capire. Si fumava naturalmente. E la droga? La quantità di persone che fumavano era impressionante: al cinema c’era sempre una coltre violetta ed è un miracolo che al Teatro Sociale non sia mai divampato un incendio, visto che era completamente in legno e c’era chi dalla piccionaia tirava giù anche i mozziconi. Accesi, of course. All’ingresso in sala c’erano due maschere. Con una piccola mancia ti aprivano un palchetto… La droga? Poca,


trentinoattualità più roba e problemaccio da anni ‘70 in avanti. Un po’ di anfetamine, anche qualche canna girava, ma niente a che vedere con gli sballi dell’Lsd ecc. di Oltreoceano o Oltremanica. Jimi Hendrix morì nel 1970, Jim Morrison dei Doors 1971, Brian Jones dei Rolling Stones ancor prima, nel ’69. Le compagnie erano aperte? Direi di no. Erano possibili delle commistioni, ma generalmente erano ben definite. Ad esempio, io ho frequentato per anni un bar a pochi metri dove c’erano anche quelli che sarebbero poi diventati i miei soci, Giuseppe e Rosario Genovese: pur avendo degli amici in comune, non ci siamo mai parlati. Fra compagnie qualche rivalità si creava, per questioni di donne o per politica: finiva lungo l’Adige con qualche sfida fra i contendenti, niente di tragico: più scena che altro. Alcol ne girava? Abbastanza, soprattutto porcheria. Capitava spesso che qualcuno si ubriacasse, in particolare se non riusciva a combinare nulla con la ragazza che gli piaceva, la famosa balla triste. D’altra parte non ce n’erano per tutti e qualcuno rimaneva sempre tagliato fuori. Era sì cominciata la rivoluzione sessuale, ma agli sfigati nessuno “gliela dava”. C’era una possibilità per ovviare a questo: far parte di qualche gruppo musicale, possibilmente abbastanza famoso. Per quanto brutti, i musicisti infatti riuscivano comunque a “beccare”. Mi ricordo, a Trento, il batterista proprio dell’Equipe 84. Si chiamava Alfio, era alto un metro e cinquanta e brutto come la fame: eppure sai che assalto delle ragazzine!

I Grunter di Dino Panato al Teatro San Marco. Notare la scritta ai piedi del palco: “L’oratorio è uno stupendo fenomeno di popolo”

Sbaglio o anche lei faceva parte di un complesso? Suonavo la batteria. Vuoi insinuare qualche similitudine con Alfio? Faccio finta di non cogliere! Inizialmente ci chiamavamo le Fenici, poi I Nuovi Dollari. Eravamo in cinque, capacità musicali prossime allo zero, cambiali a go go per acquistare i strumenti e via a suonare senza saper suonare: all’epoca bastava, oggi ci farebbero neri di botte. Ma vi pagavano anche? Sì, noi, per esempio, l’estate suonavamo alla birreria di Roncegno il sabato e la domenica, dalle ventuno ad oltranza. 30.000 lire in totale, per le due serate. In cinque

Ma scusi, e il ‘68? Qui l’affare si fa complesso, va a finire che non finiamo più. Leggiti “Vietato obbedire” dell’amico giornalista Concetto Vecchio (Bur, pp. 252, euro 8,60) e ti fai un’idea di Trento dal 1962 al 1971. Un libro che i giornalisti trentini giovani come te dovrebbero assolutamente leggere. Comunque, personalmente e come tanti amici musicisti (ok, non dovrei definirmi così, lo ammetto...), non ho mai fatto politica attiva, ma da sempre ritengo che la musica rock, pop, beat e

partivamo da Candriai, spesso in autostop per risparmiare o perché nessuno ci portava. In più ci scalavano quello che bevevamo. Quello che restava era per pagare le cambiali di Gastone Albano. Ed era così per quasi tutti i complessi. Come era il look? A Trento c’erano due boutique al passo coi tempi: Carnaby Street di Wilma Tomasi in via San Marco e Ivanhoe in Galleria Tirrena, dove ho comprato la mia prima giacca (i primi jeans, arancione, per la “divisa” del complesso li avevo però comprati al Vittadello di piazza Battisti). C’erano gli emuli di Celentano con i pantaloni a zampa o addirittura con le scarpe bicolore, quelli dei Beatles con stivaletti e caschetto d’ordinanza o comunque capelli lunghi (i capelloni!) baffoni e basettoni. Le ragazze sfoggiavano le minigonne. Curiosa era comunque l’antitesi tra questo abbigliamento alternativo e il vestito “della festa”. Io ho una foto, in giacca e cravatta, mentre sul palco del teatro Sociale suono la batteria accompagnando Adalberta Brunelli, l’attuale direttrice del Coro Le Piccole colonne. Però ho i baffi e i basettoni.

rithm&blues abbia avuto un ruolo fondamentale nel mutamento epocale degli anni Sessanta. A prescindere dalla contestazione politica. Forse più di tante cose che poi, purtroppo, hanno partorito anche agli Anni di Piombo. Punto. Anzi no, ti dirò un’ultima cosa. Nel 1991, ho ideato, lavorato e sudato, aiutato anche da altri amici, per ricostituire e far esibire all’Hotel Trento dodici complessi degli Anni Sessanta. Un successo strepitoso che ha fatto ritornare la voglia di suonare anche a chi aveva smesso di suonare da anni, come me per esempio, tanto strepitoso che abbiamo replicato per altri due edizioni. Sai come avevo chiamato la reunion? L’Altro Sessantotto. Non so se mi spiego.. ■ 31

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trentinoattualità di Francesca Negri e Paolo Curcu

UN CAFFÈ A CASA DI...

IL ”CORRADO” DELLA VALLAGARINA A QUASI 50 ANNI DAL SUO PRIMO GIORNO DI LAVORO, BRUNO VACCARI NON HA NESSUNA INTENZIONE DI RITIRARSI. CHISSÀ CHE, INVECE, ORA NON RIESCA A REALIZZARE IL SUO SOGNO NEL CASSETTO, A PARTIRE DA UNA RACCOLTA DI POESIE DEL TUTTO PARTICOLARE…

P

otremmo chiamarlo lo “spiazarol” della Vallagarina, usando di questo termine dialettale trentino tutte le accezioni più positive. Bruno Vaccari è uno dei personaggi più noti del Trentino, non solo per la sua attività di organizzatore di eventi, ma soprattutto per la sua personalità, che da sempre lo ha visto impegnato nel sociale. Nato a Marco di Rovereto nel 1948, il fulcro di tutta la sua vita è sempre stato Villa Lagarina, dove vive con la moglie Carla e uno dei due figli, Nicola. «La mia vita ha sempre viaggiato su due binari, quello dell’associazionismo e quello del lavoro. Già a 12 anni ero in teatro a strappare i biglietti, sia il sabato che la domenica perché non mi piaceva tanto studiare…». Il prossimo anno taglierà un traguardo importante: i 50 anni di lavoro. Vero. A 17 anni, il primo settembre 1965, ho iniziato a lavorare. Prima di fondare la mia agenzia di eventi, ho fatto un po’ di tutto… Ripercorriamo un po’ i momenti più importanti. Ho iniziato lavorando da dipendente, in primis in un negozio di radio e tv ad Avio, dove – era il 1966 - ho conosciuto Carla, che lì faceva la segretaria. Poi arriva il momento di partire pe il servizio di leva e quando torno la cerco e ci risentiamo: lei era andata a lavorare alla Grundig, dove in quel momento stavano assumendo dei tecnici. Decido di 32

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fare il colloquio e vengo preso. Ho lavorato in Grundig dal febbraio del 1970 al 1979: durante quel periodo io e Carla ci sposiamo, nel 1972, e nasce il nostro primo figlio, Nicola (1975), oggi anche lui sposato e che mi ha regalato tre bellissime nipotine, Kira, Kasia e Kloe. Nel 1979 ho deciso di dire addio alla fabbrica perché ero stanco, distrutto da quei ritmi un po’ alienanti. Mi misi a fare il libero professionista e poi, quasi 30 anni fa, fondai l’agenzia di organizzazione eventi e comunicazione. Una scelta, alla fine, naturale, visto che a Villa Lagarina ho sempre fatto l’uomo immagine: sono sempre stato un tipo da palcoscenico,

mi piace definirmi ironicamente, un uomo prèt à portér, che va bene per tutte le occasioni. A che età ha iniziato a presentare o recitare? A 11 anni ero già sul palco a cantare, a 7 anni facevo il chierichetto (quest’anno sono 50 anni che faccio il lettore in chiesa e, per il tono della mia voce, mi scelgono sempre per leggere la messa di Natale), 50 anni fa facevo il mio primo ruolo teatrale. Io sono il fondatore degli scout a Villa Lagarina. Tutti i Carnevale e le feste di piazza, gli alpini, le ricorrenze a scuola, io c’ero sempre. Negli anni Settanta ho iniziato a presentare


trentinoattualità

Il libro che sta leggendo? L’amore è un difetto meraviglioso, romanzo d’esordio di Graeme Simsion. Il film preferito Vado poco al cinema e non ne ho uno in particolare che preferisco. Prediligo comunque le commedie. Il piatto preferito Il coniglio con la polenta che fa mia moglie, ma ne ho anche molti altri, perché mi piace la buona tavola! Se non avesse fatto quello che ha fatto, cosa avrebbe voluto fare? Il presentatore e il cantante-attore… Uno alla Corrado Mantoni, che è sempre stato il mio modello di riferimento. La cosa che le fa più paura? La solitudine. Sogno ricorrente Non ne ho. ufficialmente tutte le manifestazioni della zona: tra le cose più belle che ho fatto c’è il festival musicale alense, che ho presentato per ben 11 anni, un’edizione anche con Maria Concetta Mattei, quando lavorava ancora a Tva. E poi c’è stata la politica.

Credo che sia naturale, per chi partecipa così tanto come me alla vita collettiva, essere chiamato in qualche modo dalla politica. Nel 1980 sono stato candidato del Psi – erano gli ultimi anni di Craxi e ho fatto l’assessore alla cultura e allo sport. Nel 2010, invece, ho risposto alla chiamata dell’allora sindaco Alessio Manica, che mi aveva chiesto di rappresentare le associazioni della comunità di Villa Lagarina candidandomi per la Lista Civica (UPT e Pat). Vinciamo e mi propongono di fare l’assessore al turismo, commercio e promozione. Dopo due anni e mezzo, però, mi sono dimesso per far andare avanti un bravo giovane al posto mio, Alessandro Nicoletti. Oggi

sono da tre anni presidente della Famiglia Cooperativa di Villa Lagarina, dove siedo in consiglio da 35 anni. Lei sarà molto amato, ma anche un po’ invidiato, vero? In effetti è così, ma io dico sempre che il mio privilegio è esserci, non esserci per avere il privilegio. Lei è un po’ la memoria storica della Vallagarina. Quali sono i momenti più belli e quelli più brutti che ci sono stati negli ultimi 50 anni? A mio avviso, gli anni più belli sono stati i Settanta. Erano gli anni del “Club amici del disco”, che avevamo fondato a Rovereto. A quei tempi, ti divertivi con poco, con la semplicità delle cose: era un

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trentinoattualità

divertimento sano, che fossimo in due o in 200, ma la logica era sempre quella del divertimento trasparente. Gli anni più brutti, invece, forse sono stati quelli che hanno visto tante aziende chiudere, dalla Grundig in poi, e poi adesso, con la crisi di questi ultimi anni. È proprio vero che nulla sarà più come prima. Come è cambiato il mondo della comunicazione aziendale da quando ha iniziato a oggi? Le attività delle aziende sicuramente

si sono ridotte, ma le feste, i momenti d’incontro non sono stati tagliati. Si tagliano le pubblicità, non le occasioni per stare insieme, per fare squadra e sentirsi parte di una comunità. A proposito di comunità, uno come lei chissà quanti amici avrà su facebook… Ah, no, io non sono né su facebook, né su twitter, e non ho più nemmeno i biglietti da visita, perché tanto chi mi cerca sa dove trovarmi. Invece, sempre per

parlare di comunità, voglio dire che con l’arrivo a Villa Lagarina di don Maurizio, tre anni fa, ho ripreso a lavorare molto in chiesa. Ha una quarantina di anni e con la sua freschezza e l’utilizzo di strumenti giovani è riuscito ad aggregare quasi un centinaio di ragazzi. È davvero un punto di riferimento per noi ed è bello poterlo aiutare. Che rapporto hanno i giovani con il volontariato, secondo lei? Alcuni anni fa si stava perdendo, mentre oggi, invece, lo vedo vitale: è diverso da quello dei miei tempi, pero c’è. E forse la crisi ha aiutato a ritrovarsi. Sogni nel cassetto? Vorrei pubblicare una raccolta delle mie poesie, che ho scritto in momenti di gioia, quando sentivo emozioni particolarmente positive: parlano di famiglia, di amici, di natura, di stagioni, insomma, di vita... E poi vorrei divertirmi lavorando. Sono in pensione dal 2007, ma pago ancora Inps e via dicendo perché comunque continuano a chiamarmi per presentare eventi e serate di vario tipo. Il prossimo traguardo sono i miei primi 50 anni di lavoro, il primo settembre 2015, dopo, vedremo. Nella sua bella e grande casa a due passi dalla piazza centrale di Villa Lagarina, Bruno Vaccari sembra uscito da una pubblicità del Mulino Bianco. Sempre sorridente, sempre scherzoso e allegro, con il suo sorriso smagliante, quel filo di abbronzatura che basta per dare un tocco di vivacità all’incarnato, chi lo conosce sa che non c’è mai un giorno in cui sia particolarmente rabbuiato o di cattivo umore. E poi c’è quella sua passionaccia di abbinare sempre cravatta, orologio, occhiali, calzini e telefono cellulare dello stesso colore. «Apri l’armadio, vogliamo vedere quanti abbinamenti hai», lo esortiamo. Carla, un po’ materna, rassicura: «Pensa a un colore e a tutte le sue sfumature, e Bruno ce l’ha». Un vezzo che conferma l’anima istrionica e solare di uno dei personaggi più amati della Vallagarina. ■

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Carciofi

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trentinoattualità di Carlo Martinelli

IL COLLEZIONISTA

AL MUSEO (NON SOLO) VIRTUALE DEI COMPUTER E DEI TELEFONINI TRENT’ANNI E PASSA DI RICERCA E INSEGNAMENTO UNIVERSITARIO ACCOMPAGNATI DALLA ENCICLOPEDICA RACCOLTA DI OGGETTI E DOCUMENTI. COSÌ BRUNO SANGUANINI RACCONTA LA NOSTRA CONTEMPORANEITÀ: DALLA APPLE AI GADGET DELLE MULTINAZIONALI, DALLA PUBBLICITÀ ALLE CONSOLLE DEI VIDEOGIOCHI

I

l suo personale calendario delle ricorrenze degne di nota gli ha ricordato, ad inizio anno, che in questo 2014 l’era informatica, tecnologica e virtuale nella quale siamo liquidamente e felicemente (?) immersi segna la distanza di 30 anni dall’avvento del computer di Macintosh Apple, di internet free, di videogames e consolle su computer; e di 20 anni di web commerciale, del telefonino GSM, delle Fiere Itc in Italia, del Social

Network. Beh, non illudetevi. Gli appunti sul calendario sono la traccia minima, iniziale. Perché su tutti questi temi il signore di cui qui si parla – nel suo sito, pozzo senza fondo, museo virtuale che è totalmente reale, bussola per capire quello che è accaduto e sta accadendo lo si trova definito come Sociologist, Media Guru, Theorist of “Social Informance” – è in grado di proporre i contenuti di mostre a tema. Sì, decenni di appassionato insegnamenMacintosh LC, 1993

Mac-Sunflower, 2002 36

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to e ricerca sempre curiosa hanno fatto di Bruno Sanguanini un personaggio che qui inseriamo, non senza qualche remora, anche nella categoria dei collezionisti. Sì, perché quello che Sanguanini ha accumulato in trent’anni e passa non è tanto un hobby e una passione, semmai la prova pratica dei suoi studi, dei suoi libri, delle lezioni che nelle università, dove ha insegnato e ricercato, erano sempre gettonatissime. L’elenco parrebbe arido, ma a ben guardare i suoi interessi anticipano anche le

migliaia di oggetti che ha voluto catalogare e raccogliere, in un museo per ora personale che potrebbe in ogni momento diventare reale, se qualcuno volesse osare. E comunque Sanguanini, coerente col fatto che la rete e internet sono argomenti principe delle sue ricerche, tutti i suoi oggetti per ora li ha messi in rete, con tanto di foto, permettendo a chiunque di visitare dei musei virtuali dove trovare computer, telefonini, riviste, videogiochi, consolle, pubblicità. In pratica tutto ciò di cui,


trentinoattualità

IMac G3, 1998

scientificamente, si è occupato in questi decenni. Quasi a marcare la distanza con un mondo accademico spesso solo teorico, sottolinea come nel suo caso ci sia unione tra teoria e fase empirica, di esperienza: il toccare con mano. Nel suo caso il raccogliere materialmente gli oggetti che hanno cambiato la vita di noi postmoderni internettiani tra avatar, videoframe, droni, tablet e display. Perché si è occupato di teoria e metodologia della ricerca empirica qualitativa e quantitativa; sociologia teorico/empirica della comunicazione, dei media, dell’informazione, di politiche culturali, musei, turismo culturale, performing Toshiba portable 1988

arts, istituzioni e associazionismo culturale; eventi sportivi; news & internet, Ict, società dell’informazione; news & telecom, Tlc, telefonia mobile, social network. Il tutto accompagnato da una trentennale esperienza nella didattica con multimedia (statistiche, foto, video, on line). Immaginatevi dunque un signore - mantovano di origine, trentino di adozione, curioso e giramondo per vocazione che si è occupato e occupa, tanto per dire, di Generazione Internet, Star System Senza Frontiere, raduni di bikers selvaggi e della Lega Nord, fans di Star Trek, videogames in Italia, Transformers Boys,

bloggers, facebookers, hackers, sport & mega-eventi, musei, turisti d’arte, Webmaster Italia, campioni di LegoRobot, videofonini e Life Style Mobile, fandom dei festival musicali, giovani da sballo, hippies e neo-hippies, Rainbow people in Italia, giovani & disco-music, Rave, Rainbow, raduni. Immaginatevi poi che le sue ricerche, le sue interviste, i suoi saggi si accompagnino alla raccolta sistematica di tutto ciò che può – materialmente – documentare tutto questo. Che siano i primi computer della Apple, i telefonini quando pesavano due chili, i primi badge elettronici, le consolle videogioco quando il massimo era giocare a ping pong davanti ad uno schermo nero con due barre bianche e una pallina in movimento, le prime pubblicità di internet. Beh, tutte queste cose Bruno Sanguanini non le ha solo descritte e studiate, le ha raccolte, le mette a disposizione, almeno virtualmente, permette a tutti di ammirarle nel suo sito enciclopedico. Facile trovarlo: sanguanini punto it. Il curioso, ad esempio, sco-

prirà le immagini del “popolo dei telefonini”. Si tratta di fotografie scattate di nascosto a uomini e donne, giovani e adulti alle prese con un telefonino acceso. La documentazione è stata realizzata in maniera casuale ed in modo occulto. Lo scopo? Realizzare una ricerca sociale sul “comportamento in pubblico” in conformità ad alcuni principi della Visual Ethnography. L’intero repertorio ha la pretesa di essere un documento scientifico. Infatti, è suddiviso in capitoli. Ogni capitolo corrisponde ad un sito della vita quotidiana. Vediamo quindi dei telefonini accesi

Macintosh 128k, 1984 37

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trentinoattualità

COSÌ VI RACCONTO AVATAR E MONDO VIRTUALE

S

Compaq portable 1991

sull’autobus, sul treno, in piazza, sulla strada, al bar, al ristorante ed in pizzeria, nel parco pubblico, davanti a cinema ed a chiese, in uffici aperti al pubblico, nei luoghi di vacanza. Ma ci sono anche le immagini della “Pubblicità su carta” dei telefonini per documentare negli anni la “cultura della pubblicità” di genere. La collezione risponde ad uno scopo, rammenta Sanguanini: la documentazione. Si sa che dopo il primo sfoglio le pagine dei quotidiani e dei settimanali sono facilmente cestinate. Anche i depliant vanno facilmente nel dimenticatoio. La sorte peggiore tocca ai grandi manifesti murali. Gli uffici di marketing & comunicazione non fanno altrettanto, ma l’archivio è privato e l’accesso agli studiosi ed agli studenti non è sempre facile. Così, la collezione mira a fornire la

Ibook G3 38

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e c’è un’attitudine che Bruno Sanguanini – il suo sito, sanguanini.it è un’autentica miniera, un giacimento del sapere contemporaneo – persegue con coerenza è la chiarezza espositiva. Il farsi capire. Pregio non da poco se si considerano taluni atteggiamenti – e linguaggi – del mondo accademico. Abbiamo seguito una sua conferenza – il termine non rende giustizia: è stata una piacevole digressione tra Avatar e mondo virtuale. Leggiamolo, come se stessimo ascoltandolo. “Nel linguaggio giornalistico ma ancor più nelle riviste di informatica, telefonini, computer, videogiochi, si parla ricorrentemente di “Avatar”. Solo gli specialisti sanno dire di che cosa si tratti. La maggioranza di noi fa uso della parola senza approfondirne il significato, come se si trattasse di parola-fantasy. Invece, è bene interrogarsi su questa piccola novità. È un termine che proviene dal sanscrito. È utilizzato per designare la reincarnazione di una divinità in una figura che personifica alcuni caratteri sacri e non altri. Nella nostra cultura di massa, per esempio, l’Avatar è ben esemplificato da ciascuno dei sette nani di Walt Disney, laddove ciascuno di essi è portavoce di qualche carattere o senso del mondo selvatico e di qualche carattere o emozione del mondo umano-civilizzato. In Internet, l’Avatar è un personaggio-maschera, creato con la grafica digitale, dotato di forme, colori, espressioni, gesti, parole, dietro cui si nasconde il suo burattinaio, cioè il creativo umano. Perché ci sono degli Avatar digitali tra di noi? Il fenomeno non è nuovo. Il primo sbarco sulla Luna fu simulato via computer onde allenare gli astronauti. Già alla fine degli anni ’60, le invenzioni della computer graphic e dei videogames permisero di creare delle figure digitali (digital cartoon) che portarono al design di paesaggi artificiali, monumenti dell’antichità, architetture del futuro. Con queste interfacce grafiche fu possibile simulare il restauro dei beni culturali, i voli aerei invisibili in aree belliche, la pianificazione urbanistica a tre dimensioni, la nano-chirurgia via computer. Oggi, leggo sui giornali che l’istruzione a guidare l’automobile si può fare con un videogame dove c’è un Avatar predisposto dai tecnici dell’autodromo di Vallelunga. Che cos’è un “Mondo Virtuale”? È un mondo informatico fatto di intelligenza artificiale. Divenne una realtà quando, a partire dal 1982-1983, il governo statunitense rese libero l’accesso alle reti informatiche che chiamiamo Internet, lo scrittore William Gibson pubblicò il romanzo “Negromante”, la più nota opera dell’era cyberpunk e il cinema cominciò a progettare i film prima in formato videogame. I film della serie “Jurassic Park” sono basati su ambienti ed animali virtuali. La prima mostra italiana di macchine della Realtà Virtuale risale al 1994, a Roma. Lì, con la mia classe di sociologi, sperimentammo il casco, il guanto digitale, la tuta digitale per far vivere un Avatar in Rete, visualizzato sul monitor. Da quando ce ne interessiamo? Da almeno mezzo secolo: la costruzione di Internet ebbe inizio nel 1957, negli Usa. I giapponesi fecero il primo Piano informatico statale nel 1971. Sino alla fine degli anni ’70 restò una faccenda Usa, tra militari e centri di ricerca universitari. Le cose cambiarono quando nel 1982 il computer divenne piccolo, portatile, economicamente accessibile a tutti noi. Con il 1990 e l’invenzione del Web, i “Mondi Virtuali” sono tra di noi, per noi. D’altro canto, i trentenni di oggi sono stati svezzati con il Game Boy, il Tamagotschi, la Consolle ed i videogames in cameretta. Parliamo di “virtuale” ma si dovrebbe dire semplicemente “digitale”. Oggi, computer, iPod, Consolle, telefonino, sono qualcosa di più che delle macchine informatiche. In tasca, all’orecchio, davanti alla bocca, sotto gli occhi abbiamo una tecnologia, un medium, una protesi linguistica, ma anche un dispositivo di auto-cura dell’interazione con gli altri”.

documentazione di un corrente prodotto di consumo. Eppoi la collezione di tutti i prodotti della Apple, marchio che come pochi ha cambiato i nostri orizzonti. La stragrande maggioranza appartengono alle due epoche di Steve Jobs. La prima serie concer-

ne i tre computer Macintosh, con i relativi accessori, che risalgono al periodo 19841987. Jobs lasciò la Apple già allo scadere del 1995, ma il suo Mac continuò a essere prodotto, almeno sino alla metà degli anni ’90. La seconda serie dei computer

di Jobs è senz’altro la più consistente: va dal 1997 al 2010. Qui troviamo i famosi iMac G3 – a partire dal famoso Bondi del 1998 per arrivare ai modelli del 2001 ben rappresentati dal raro Dalmatian e dal Flower Power – ed i non meno noti ma


trentinoattualità

DAL CINEMA AI NANETTI DA GIARDINO: SAGGI E RICERCHE A TUTTO CAMPO

G

ià nella tesi con la quale si laurea, siamo a Trento, nel 1974, Bruno Sanguanini, delinea i campi dei multiformi interessi che da decenni esplora: “Dialettica tra realtà e immaginario nella cultura di massa. E in particolare nel cinema.” Guardacaso, è lui a spiegare che se proprio volete sapere quando è apparso per la prima volta l’iPad basta guardare il secondo episodio della saga di Guerre Stellari. Una tavoletta con immagini video, manovrabile con le dita, c’era lì, quindici anni prima del tablet Apple. Eppoi Sanguanini - che è stato tra le altre cose professore alla Facoltà di Sociologia a Trento e professore ordinario alla Facoltà di Scienze Motorie di Verona - vanta una produzione saggistica che già nei titoli è tutto un programma. Ha scritto Il pubblico all’italiana. Stato e Teatro; Dilettando Educa. Prima e dopo il Concilio di Trento; Fare cultura; Locale & Media, Informazione & Multimedia, Nanetti e Giardini in Italia; Grande Fratello: istruzioni per l’uso; Videofonini e Lifestyle Mobile; Vivere con il Telefonino! Inchieste sociali su consumi e culture. Sul suo sito, scaricabili gratis, sono disponibili tre monografie dedicate rispettivamente a: Festivalizzazione del Belpaese; Sociologia dei Festival Culturali; Società dell’Evento. Sono invece in corso quattro saggi di ricerca su: Telefonini d’Italia. Umanità-spot nella comunicazione mobile; Museopolis. Visitatori, Guide, Custodi, Direttori del Belpaese; Sociologia degli Sport-Eventi. Maratone, Mondiali, Olimpiadi; Internet in Italia. Fiere Ict/Tlc e Social Network: Storia e Sociologia. controversi Sun Flower. La collezione è costituita da una cinquantina di computer. Di ogni modello sono posseduti i diversi formati. Riunisce sia i computer da tavolo che i computer portatili. La serie dei computer portatili degli anni 1990-1997 appartiene all’epoca della Apple a cui Steve Jobs fu estraneo. Il varo nel 1997 del modello Newton con pennino, subito seguito dall’inatteso flop commerciale, segnò un cambio di rotta. Della seconda era di Jobs piuttosto curiosi sono i monitor G3 del 1998 nei formati di 15, 17 e 21 pollici. Sorprendenti sono i Display Cinema di diversi formati che sono associati al Cube da tavolo. La pretesa è di esibire “i più bei computer del mondo”. Di particolare pregio la dote completa dei

portatili ibook G3 Clamshell degli anni 1999-2000: tutti e cinque i colori sono a disposizione. “Il tutto - sottolinea Sanguanini - a disposizione per mostre ed esposizioni,

magari in attesa che un museo ne faccia richiesta per una sezione permanente. A questa collezione sono associate alcune migliaia di articoli a stampa riguardanti le cronache giornalistiche dal 1990 al 2013 su Apple”. Non è finita. Un’altra sezione del museo virtuale Sanguanini allinea una serie piuttosto vasta di oggetti che pubblicizzano la “marca” o il “logo” di una multinazionale del computer, di internet, del Web, dei social network. Si tratta di ogni sorta di oggetti: la stragrande maggioranza è in uso sul tavolo di ufficio. Non pochi, però, riguardano l’attività nel tempo libero. I prodotti esposti sono gli omaggi delle ditte, esposti negli stand di diverse Fiere ICT e TLC in Italia. Gadget per abilitare un mezzo pubblicitario, forse di basso profilo culturale, ma capace di favorire il contatto quotidiano tra il consumatore e la marca. La raccolta è iniziata nel 1994. “L’esposizio-

ne di gadget di marca in fiera ICT/TLC – spiega Sanguanini – è un fenomeno che continua. Tuttavia, con il secondo decennio del Duemila l’offerta di gadgets innovativi è sempre più rada. Da qui l’importanza di documentare il recente passato”. Ecco, il viaggio sembra finito. Ed invece, garantito, di stimoli e curiosità i musei virtuali eppure così reali - tutti noi abbiamo avuto e abbiamo a che fare con questi oggetti - di Bruno Sanguanini ne offrono a bizzeffe. Se poi con il professore inizia il dialogo, l’enciclopedica narrazione della contemporaneità, dal Grande Fratello di Orwell alle generazione Facebook dove tutti parlano e nessuno, o quasi, sembra ascoltare richiederebbe ore e ore. Sì, forse Bruno Sanguanini ha intrapreso il titanico tentativo di collezionare la vita quotidiana. Solo per questo merita un grazie. ■

Alberto Folgheraiter

I VILLAGGI DAI CAMINI SPENTI CONTINUA IL VIAGGIO NELLA PERIFERIA DEL TRENTINO DEL TERZO MILLENNIO

CURCU & GENOVESE

e, del primo volum so es cc su de Dopo il gran heraiter o di Alber to Folg illenio gi ag vi il ua in nt co rzo m l Trentino del te nella periferia de

2

VOLUME

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trentinoattualità di Tiziana Tomasini

BALLA CON I...

CANI DA SLITTA UN’ESPERIENZA INDIMENTICABILE, ASSOLUTAMENTE DA PROVARE: PERCORRERE QUALCHE CHILOMETRO NELLA NATURA VESTITA DI BIANCO SU UNA VERA SLITTA TRAINATA DA CANI… E PER I PIÙ ARDITI, LA POSSIBILITÀ DI METTERSI ALLA GUIDA. TUTTO QUESTO ALLA SCUOLA DI SLEDDOG “ATHABASKA”, IN UNA LOCATION DA FIABA

I

l paesaggio di questo inizio gennaio a passo Tremalzo – al cui valico si giunge dopo aver percorso la Valle di Ledro ed una sinuosa strada che conduce fino al rifugio “Garibaldi”, base logistica ed organizzativa dello sleddog - dalle cime e dai dolci pendii abbondantemente 40

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ammantati dai candidi cristalli, riporta parimenti a quelle ambientazioni tipiche delle terre nordiche a cui l’attività dei fratelli Maurizio e Lorenzo Cattafesta si ispira. I loro alaskan husky (trentasette, anzi quarantuno nella stagione invernale) non hanno bisogno di molte presen-

tazioni. Non appena giunti sulla neve, questi splendidi animali percepiscono la loro missione ed abbaiano impazienti. Mentre Maurizio prima dispone ordinatamente le imbragature e poi le infila via via ai cani festosi che gli girano intorno, scopriamo che prima di dedicarsi ani-

ma e corpo allo sleddog la sua professione era quella di falegname, poi accantonata per seguire la sua vera passione. Per la gioia (direi incontenibile) di bambini e – impossibile negarlo – anche degli adulti, i nostri esperti, originari di Carisolo, effettuano panoramici tour a bordo di slitte sia in questi luoghi (un tempo dotati di impianti di risalita e perciò tanto cari ai trentini), sia nel contesto più mondano ed internazionale di Madonna di Campiglio. Percorsi di circa tre chilometri tra tratti boschivi e piane innevate, a diretto contatto con una natura che in questa collocazione geografica riesce ancora a proporre un’offerta turistica calibrata e senza troppi eccessi. Per


A

trentinoattualità

ESCURSIONI IN SLITTA E LEZIONI DI CONDUZIONE

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ogni slitta occorrono otto animali, disposti a coppie per nulla casuali; “Come in una classe di scolari – paragona in modo calzante Maurizio – non si mettono vicini di banco alunni tra loro incompatibili, così in una muta di cani vanno valutate vicinanze ed accoppiamenti”. Caratteri forti con temperamenti più docili, spiriti guida accanto ad altri particolarmente disponibili a farsi condurre. Il ruolo dell’istruttore – ci tiene a precisare Maurizio – non consiste nell’addestrare quanto nel creare il gruppo, nel formare relazioni positive tra gli animali, nell’intuire e nel continuo sperimentare sinergie tra i diversi elementi. Solo quando si realizza questo tipo di coesione, la muta è pronta per trainare al meglio la slitta. Lungo l’emozionante tragitto a bordo che abbiamo avuto la

I fratelli Cattafesta in azione

fortuna di poter provare come passeggeri (un adulto e due bambini la portata massima), il nostro esperto - tra i continui e cadenzati richiami ai bellissimi alaskan husky in fase di conduzione a cui si aggiunge un giovane e giocherellone esemplare sciolto – racconta come questa esperienza abbia toccato nel profondo perfino alcuni gelidi turisti russi, colpiti dal grande feeling che si viene a creare tra questi stupendi animali. All’offerta, diciamo così, più contemplativa, si affianca quella della conduzione, rivolta sia ai più piccoli – a partire dai sei anni – sia agli adulti, con corsi specifici ed approfonditi. Lo strumento base, la slitta, è semplicemente essenziale: al posto di guida due listoni per posizionare i piedi, un freno sulla sinistra ed un’ancora sulla destra da sollevare al

a scuola di sleddog “Athabaska” – il cui nome riconduce agli indiani d’America che hanno dato origine a questa tipologia di cane, gli alaskani (selezionati tra bastardini e lupi, proprio come il protagonista dell’indimenticabile film “Balto”) – dà la possibilità di effettuare escursioni in slitta e lezioni di conduzione in tutta la stagione invernale. Le uscite, come del resto le affascinanti passeggiate con le ciaspole, si prenotano presso il rifugio “Garibaldi” (0464.598111), accogliente punto di partenza nonché ottimo ristorante tipico. Per conoscere l’attività nello specifico, basta consultare il sito www.athabaska.info, puntualmente arricchito di immagini, descrizioni e notizie.

Maurizio Cattafesta prima di attrezzare la slitta

momento della partenza; un materassino per i passeggeri che si collocano seduti con le gambe distese. In alcuni tratti particolarmente faticosi o difficoltosi quali curve o piccole salite – chiarisce ancora Maurizio – chi conduce dà una mano (anzi, un piede!) alla muta ed aiuta nella spinta per alleggerire così l’attività dei cani. Nell’esaltazione generale dell’evento, si intuisce il grande impegno dei due fratelli, che certamente non si limita a qualche ora di uscite sulla neve ma coinvolge a 360° le loro esistenze: la cura degli animali in primis, che non conosce stagioni e richiede sempre l’attenta ed amorevole presenza dell’uomo. Un impegno che si concretizza nei risultati: molte prenota-

zioni, larghi consensi, tante soddisfazioni. Che si riflettono negli sguardi limpidi dei bambini presenti, visibilmente emozionati, consapevoli di aver vissuto un’esperienza estremamente positiva. Da raccontare a tutti quelli che amano in modo incondizionato la natura e gli animali. O, più semplicemente, da raccontare. ■

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trentinoattualità

di Alice Manfredi

I

mmaginiamo un sistema in grado di prevenire i crimini. Un cervello elettronico o comunque non umano che consenta di capire in anticipo dove e quando avverrà un reato. Già sentito? Giusto. È il soggetto di un film di successo e probabilmente anche di diverse altre opere di creatività meno note. Immaginiamo allora che un sistema del genere sia il risultato non della fantasia di uno scrittore o di uno sceneggiatore, ma il frutto del lavoro di un gruppo di ricercatori. Supponiamo, infine, che questo prototipo venga costruito per prevedere la criminalità in una città tra le Alpi, nota, per fortuna, più per le sue bellezze naturali che per eventi criminali. Pensiamo insomma che il sistema sia costruito per prevenire i reati a Trento. Incredibile? Eppure è ciò a cui sta lavorando eCrime, un gruppo di ricerca dell’Università di Trento coordinato da Andrea Di Nicola, assieme a Comune, Questura e Fondazione Bruno Kessler. Il progetto si chiama eSecurity ed ha respiro internazionale, infatti, è cofinanziato con 400 mila euro

Andrea Di Nicola, coordinatore scientifico di eCrime 42

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CRIMINE SENZA PIÙ SEGRETI IN TRENTINO, ECRIME RAGGRUPPA I DATI A CONOSCENZA DELLE FORZE DELL’ORDINE IN UN SOFTWARE CHE CALCOLA QUANDO E DOVE È PIÙ PROBABILE CHE AVVENGANO EVENTI CRIMINALI dalla Commissione europea. Per capire la logica alla base di questa iniziativa, bisogna partire da un assunto della criminologia ambientale. Chi studia questi fenomeni sa che i reati non avvengono con costanza e ovunque, ma si concentrano in luoghi specifici e in determinati momenti. Se questo è vero, allora ha senso raccogliere i dati a conoscenza delle forze dell’ordine per costruire un software che possa calcolare quando e dove è più probabile che avvengano eventi criminali. Quello di eSecurity non è il primo esperimento in quest’ambito; programmi siffatti vengono utilizzati già in diverse parti del mondo. Però eSecurity è innovativo perché si intende “alimentare” il sistema con dati di diverso tipo, alcuni dei quali mai utilizzati fino ad ora. In gergo tecnico si dice che si passerà dalla “predictive policing” alla “predictive urban security”. Che vuol dire? In pratica, non si prenderanno in considerazione solo i dati sul quando e il dove sono avvenuti i crimini nel passato. A questi, pur importanti, si aggiungeranno informazioni di carattere ambientale – come l’illuminazione delle strade o l’inqui-

eCrime ha sede nella Facoltà di Giurisprudenza a Trento

namento – e altre più difficili da quantificare come il senso di insicurezza o il disordine sociale percepito. Tutte variabili che si ritiene abbiano a che fare con la frequenza dei reati. In altre parole, ad un modello che già pare funzioni, vengono aggiunti nuovi fattori considerati significativi per avvicinarsi meglio a qualcosa che assomigli alla predizione del crimine. Per ottenere questo risultato, un campione di 4000 residenti nel comune di Trento è stato invitato alla fine del 2013 a partecipare per quattro volte a distanza di sei mesi ad una cosiddetta indagine di “vittimizzazione”. Con questa strana espressione si intende


trentinoattualità una rilevazione sulla sicurezza oggettiva e percepita. Agli intervistati viene chiesto se hanno subito reati in passato e in che zona, se temono di subirne, o ancora, se percepiscono forme di degrado urbano. Un’indagine pilota, non rappresentativa nei numeri ma significativa per preparare le rilevazioni successive, era già stata commissionata dal Comune di Trento nel 2012. L’elaborazione dei dati aveva indicato che i trentini considerano la loro città non pericolosa, visto che circa il 70% si era dichiarato molto o abbastanza sicuro di camminare solo la sera nel proprio quartiere. Vedremo se con il tempo e con una metodologia più accurata i dati cambieranno. Certo è che uno strumento come una mappa cittadina in grado di segnalare i possibili prossimi crimini può diventare uno strumento fenomenale nelle mani delle forze dell’ordine. Più controverso un eventuale utilizzo diretto da parte dei cittadini. Infatti se le zone segnalate come “a

rischio” fossero di dominio pubblico, verrebbero per forza di cose evitate, divenendo di conseguenza ancora più marginali e poco frequentate; come in una sorta di profezia che si autoavvera. L’ambito di azione del gruppo di ricerca eCrime però non è solo locale. Anzi, avendo a che fare con la rete, è tendenzialmente privo di confini. Un altro progetto cui partecipano i ricercatori dell’Università di Trento si chiama “Fakecare” e si propone di studiare la diffusione dei farmaci contraffatti online e di individuare strumenti utili per combattere il fenomeno. L’iniziativa, a cui partecipano varie realtà tra cui l’Agenzia italiana del farmaco, adotta un approccio multidisciplinare che si serve di statistica, criminologia e scienze dell’informazione. Un “figlio” di questo progetto, o forse “fratello”, dovrebbe essere “Fakeshare”. L’idea è quella di realizzare uno strumento web condiviso da varie amministrazioni europee. Una specie di archivio che consenta di mettere in comune informazioni sulle

Olistica

Il degrado urbano è uno dei fattori considerati nel progetto eSecurity

“farmacie” online illegali i cui server di solito stanno fuori dall’Europa. Con un finanziamento della Commissione europea di 350mila euro si spera di trovare il modo per oscurare o bloccare questi siti. L’avversario da battere è in questo caso molto forte e pericoloso vista la mole di questo business criminale. Per averne un’idea basta considerare i risultati dell’operazione “Pangea V” che balzò all’ono-

Garuda

ERBORISTERIA - CENTRO NATUROPATIA E

Corso di

re delle cronache nell’autunno del 2012. Coordinata dall’Interpol, quest’azione portò in una settimana al sequestro di 3.750.000 farmaci contraffatti per un totale di oltre 10 milioni di dollari, all’arresto di 80 persone e alla chiusura di 18mila siti Internet. È chiaro che per sperare di affrontare fenomeni come questo, ricerca e innovazione devono affiancare le altre ■ forze in campo.

BENESSERE

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PRIMO SOCCORSO DOMESTICO

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Sabato 15 febbraio Dalle 14 alle 18

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Argomenti trattati Intervenire con sapienze antiche e nuove nei casi di necessità quotidiane più comuni.

Argomenti trattati Approccio alla legge dei Cinque Elementi Collegamenti tra organi e corrispondenze Come interpretare un piede Tecniche di massaggio

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trentinoattualità

di Paolo Chiesa

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assimiliano Pilati mi accoglie con il sorriso e la gentilezza che gli sono consueti, e mentre le sue bambine si informano giustamente sul motivo della mia visita, saliamo nella loro bella mansarda. Qui incontriamo il gatto Mingus e dopo avere sistemato un po’ di cose e aperto una bottiglia di birra lavisana, iniziamo la nostra chiacchierata. Massimiliano, originario di Pressano, quarant’anni, è sposato con Francesca e lavora come responsabile della Comunicazione e del Marketing per l’Associazione Agriturismo Trentino. Mi parla un po’ di sé e mi introduce nel suo mondo, quello della nonviolenza. I sentimenti antimilitaristi hanno sempre fatto parte della sua idea di vedere la vita e già durante la prima Guerra del Golfo del 1991, lo hanno portato a essere tra gli attivisti del Coordinamento degli studenti medi contro la guerra. Nel 1992, con il diploma di Perito Agrario conseguito a San Michele in tasca, si è trasferito a Bologna per frequentare la facoltà di Scienze Agrarie. Nel capoluogo emiliano è entrato in contatto con gli ambienti antagonisti fondando un collettivo universitario nella sua facoltà. Nel 1997, la lettura del libro “La mia obiezione di coscienza” di Pietro Pinna gli fa scoprire che l’opposizione alla guerra si sposa molto bene con la nonviolenza e scopre l’esistenza del Movimento Nonviolento. “Poi, durante un seminario estivo del Movimento ho sentito parlare di altreconomia e ho iniziato a interessarmi a un approccio nonviolento all’economia e alla teoria di opporsi a quello che ho ritenuto un Sistema ingiusto”. Dopo la partecipazione nel 1999 44

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NON VIOLENTO È BELLO MASSIMILIANO PILATI E IL MOVIMENTO NON VIOLENTO TRENTINO: NON SOLO CONTRO LA GUERRA, MA ANCHE CONTRO IL PROGETTO DI UN CENTRO COMMERCIALE, GLI F35, LA TAV. IN NOME DEL “FALLIBILISMO” al suo primo congresso del Movimento Nonviolento gli è stato proposto di far parte del Comitato di Coordinamento Nazionale e lui, molto volentieri ha accettato. Nello stesso periodo è stato obiettore di coscienza presso il Centro di documentazione Poggeschi e nella Segreteria obiettori della Caritas di Bologna. “Nel 2002 con la mia compagna Francesca sono tornato a vivere in Trentino dove ho frequentato la Casa per la Pace e il nodo trentino della Rete di Lilliput. Sono diventato referente del Movimento Nonviolento nel Forum Trentino per la Pace e ho fondato con alcuni amici del mio paese il gruppo “Impronte, laboratorio di partecipazione”, un’esperienza che mi ha fatto capire l’importanza, tutta personale, di un sano impegno locale libero dalla costrizione dei partiti”. E Massimiliano sa di cosa parla, visto che ci ha anche provato a farla la politica locale, ma deluso, è ben presto tornato a occuparsi attivamente del Movimento Nonviolento. E non poteva che essere altrimenti per uno che si ispira all’ascoltare e parlare di Aldo Capitini, colui che ha portato

per primo il pensiero nonviolento in Italia. E visto che la politica spesso più che ascoltare, parla, per Massimiliano non poteva davvero essere altrimenti. Ma per lui ci sono anche altri modi per occuparsi del sociale e del bene del proprio territorio: “Nel 2010 sono stato tra i promotori del Comitato Lavisano No Tav che si impegna contro la linea ad Alta Velocità che passerà nel nostro territorio e dal 2013 faccio parte dell’Associazione Politica Responsabile e con altri gestisco il portale www. politicaresponsabile.it che

è a disposizione di chiunque voglia discutere e confrontarsi sui temi e sui contenuti della cultura politica in Trentino”. È stato anche sui luoghi della Guerra dei Balcani per promuovere dei microprogetti di turismo rurale, ma a Martin Brod, in Bosnia, ha dovuto constatare che le troppe mine ancora presenti nei boschi della zona impedivano qualunque tipo di iniziativa. Per Massimiliano è molto importante anche la scrittura, che trova sfogo sul suo blog “Le banalità del Massi” e sul quotidiano online www.


trentinoattualità

larotaliana.it. E nei ritagli di tempo cura i social network del Movimento Nonviolento nazionale. Si occupa di molte cose, questo quarantenne lavisano, e al contempo cerca di non perdersi niente di quanto succede nella sua famiglia: dal libro che Anna deve leggere per scuola al dosaggio dell’uso del tablet di Margherita. Massimiliano, in Trentino cosa vuol dire essere nonviolenti? “Non è che la nonviolenza si fa solo dove c’è la guerra. Sono convinto che ognuno di noi deve essere attivo dal basso e nel posto dove vive. A Lavis cerco di prodigarmi perché non si costruisca il Centro Commerciale. Abbiamo raccolto delle firme contro gli F35 e ne abbiamo parlato in varie serate. E poi la nonviolenza è una sfida, deve esserci sempre: sul lavoro, tra vicini di casa, in famiglia, con gli amici”. (Come dargli torto, in un mondo dove tutti vogliono avere ragione e dove c’è il rischio di mettersi le mani addosso per un parcheggio?) A questo punto, il Massi propone un ragionamento che viene da sottoscrivere all’istante: quello del bisogno di “fallibilismo”. Di che si tratta? “Ultimamente in ogni ambito che frequento, sia nel lavoro che nell’impegno sociale, ho spesso a che fare con persone che ritengono le proprie convinzioni come le uniche degne di primeggiare sulle altre. Come se fossero dei dogmi assoluti e incrollabili, in pratica delle questioni di fede. Invece più uno è disposto a mettere in

discussione le sue convinzioni, più significa che le ha interiorizzate e che non teme il discutere e il dialogare su di esse”. Chi ha pochi dubbi sulle proprie idee spesso le brandisce come delle clave ideologiche e non accetta di mettere in dubbio né convinzioni né convincimenti. Ma allora come si fa? “Per me” conclude lui, “dovremmo essere tutti dei fallibilisti, con delle profonde convinzioni morali ma disposti a non ritenerle mai conclusive”. Due domande su due argomenti caldi nel mondo pacifista: No Tav e F35. “Sono contrario all’Alta Velocità e alle grandi infrastrutture che paiono calate dall’alto senza tenere ben presenti le reali esigenze delle popolazioni che si vedono attraversate (e sfregiate) da queste opere. Anche da un punto di vista di rilancio economico credo sia molto più utile mantenere in buono stato le strade, le scuole e le palestre. Per questi motivi sono solidale e partecipe con la grande protesta No Tav sia della Val di Susa che Trentina. Purtroppo, da una parte vi è una criminalizzazione del movimento e dall’altra vi è qualche utile idiota...”. E per quanto riguarda i cacciabombardieri? “Sono contrario anche al progetto di acquisto di una novantina di F35 perché sono delle armi costruite per eliminare persone, perché avranno un costo enorme e perché, con quei soldi, si potrebbero fare molte iniziative nel sociale, per l’ambiente e per tante altre questioni che ritengo prioritarie all’avere armamenti nuovi”. Forte questo Massimiliano, questo non violento che non spacca le vetrine ma rompe gli schemi: “essere amici della nonviolenza non vuol dire sfuggire i conflitti. A me i conflitti propositivi piacciono. È meglio affrontare le cose piuttosto che lasciarle sedimentare”. ■

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on Luigi Bevilacqua eravamo compagni di classe al “Rosmini” di Trento. Lui veniva da Gardolo e aveva la mano felice nel disegno, per cui faceva disegni come compito per i compagni di classe; ma il professor Segatta riconosceva implacabilmente la mano di Luigi e visionandoli esclamava “Bevilacqua!”. Io, finendo il mio tema di italiano con una mezz’ora di anticipo, dettavo pezzi di tema a compagni insabbiati. Dopo il diploma, lui per sette anni insegnò alle Elementari, per poi passare a fare il bibliotecario all’Università di Trento, per 25 anni sino alla pensione. Io andai a studiare a Padova. Ora ci siamo ritrovati tutti e due dalla parte dell’arte: lui a fare il pittore e io il critico. In tutti questi anni il nostro Luigi “Gardolòt doc” si è sempre dedicato alla pittura: per quasi vent’anni, dal 1977 al 1994 ha frequentato assiduamente i corsi del Gruppo “Sul lago”

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RIGOROSE SIMMETRIE BIBLIOTECARIO PER UN QUARTO DI SECOLO, IL GARDOLOTO LUIGI BEVILACQUA INSEGUE LA SEMPLICITÀ DELLA PITTURA FIGURATIVA, RIFIUTANDO OGNI COMPLICAZIONE, OGNI CEREBRALISMO Arti Visuali al Palazzo Roccabruna di Trento. Li dirigeva quell’eccezionale artista, nonché docente, che è stato Mariano Fracalossi, bravo anche a compiere analisi critiche; così nel “Quaderno n°1 del Corso 1983-’84” scriveva sulle prime prove artistiche di Bevilacqua: “Rispetto alla composizione precedente abbiamo un maggior forza del colore, siamo più legati alla forma, domina un senso di drammaticità favorita da due elementi: il colore, fondo e cupo e il frastagliarsi delle composizioni.” Dal 1995 Luigi fa parte del gruppo di artisti “La Fontana”; dell’Associazione è stato uno dei fondatori e ne è il presidente. Nel 1998 è stato tra i fondatori del Gruppo Acquarellisti Trentini e fa parte del Direttivo. Dal 1999 è iscritto dell’UCAI, (l’Unione cattolica degli Artisti italiani). Nel 2003-2004 ha frequentato corsi di pittura di icone presso la scuola di iconografia “Santi Martiri” di Trento, diretta da Fabio Nones. Insomma, una presenza molteplice la sua: sul piano della pittura, ma anche dell’associazionismo e dell’organizzazione di manifestazioni artistiche. Venendo ai suoi lavori più vi-

“Ragazza con vaso di fiori”

sti, nel 1992 ha lavorato nella nuova cappella dell’Oratorio, in particolare pitturando ad affresco i Quattro Evangelisti. Nel 2002, su richiesta della Trentini nel Mondo realizza un’opera sul tema dell’emigrazione, che viene riprodotta in 400 esemplari stampati e regalata agli emigranti trentini in USA che hanno partecipato alla XV Convention ITTONA. Bevilacqua non ama le esposizioni personali; tranne la ci-

tata mostra di icone non ha mai esposto in personali. Ha partecipato invece a innumerevoli collettive, in Italia e all’estero, con l’UCAI, con gli Acquerellisti Trentini e con “La Fontana”: preferisce scalare non in solitaria, ma in cordata; gli piace stare assieme agli altri, essere stimolato a misurarsi su nuovi temi proposti da queste mostre collettive. La sua è ormai un’attività espositiva trentennale. Agli inizi Luigi


trentinobottegad’artista

“Natura morta con aeroplano”

amava soprattutto la pittura a tempera e il tema delle nature morte; del 1984 è la sua “Natura morta con aeroplanino”, un’interessante tempera che vede gli oggetti in primo piano giocati sui bianchi, mentre quelli in secondo piano sono immersi in cromie scure. La contrapposizione non è solo nella scelta delle cromie, ma anche degli oggetti: in primo piano c’è un aeroplanino di carta, in secondo piano, un vecchio macinino. Nella semplicità della pittura figurativa (questo artista rifiuta ogni complicazione, ogni cerebralismo) si mimetizza il simbolismo di due età al limite: l’infanzia e la vecchiaia. Dopo il tema delle nature morte (che non è solo un tema tradizionale di origine fiamminga, ma anche di straordinaria modernità, se è vero che fu prediletto da Cézanne e dai cubisti) il nostro Luigi si è dedicato alle figure: del 1989 sono le due tempere “Passatempi d’altri tempi” e dell’anno seguente “Ragazza con vaso di fiori”. Si tratta di due lavori molto interessanti, che rivelano un figurativismo scorciato, stilizzato, in cui i tratti del viso delle due ragazze sono praticamente aboliti a favore dell’atteggiamento dei corpi,

del loro linguaggio. Nel primo la figura della donna che cuce è costruita piramidalmente (agisce la lezione di Cézanne); nella seconda le linee curve che contraddistinguono il corpo e la positura della ragazza ricordano un po’ Modigliani. Il colore nei lavori di quegli anni appare morigerato; così come appaiono controllate le forme. Col tempo e col passaggio dalla tempera all’acquerello il colore però esplode assieme al dinamismo delle forme. È il caso di “La dama bianca”, un acquerello del 2005 che prende le mosse dalla leggenda della “dama bianca” legata al Castello di Pergine, in cui divampa il rosso sanguinoso del cielo assieme ai cerchi delle cariche elettromagnetiche che percorrono vorticosamente il quadro. Luigi rivela una tecnica acquerellistica sorprendente, che gli permette di scatenare gestualmente linee e colori, liberandosi da una certa staticità che aveva condizionato le sue opere precedenti. Su questo versante possiamo accostare “Sul Lago”, dell’anno seguente, anch’esso un acquerello che fa squillare i colori. E se in precedenza avevamo visto filtrare suggestioni da Cézanne e Modigliani, qui sono le stampe giapponesi ad essere evocate, con le loro rigorose simmetrie, con il lago e le montagne sullo sfondo, con le anatre e le canne portate tutte in primo piano, quasi da poterle accarezzare, toccare. Si ritorna alla tempera con “Il marinaio violinista”: un’unica figura (questa volta, maschile), che assieme all’oggetto anch’esso protagonista (il violino) occupa il quadro. La figura del marinaio violinista – un ritratto ideale a mezza figura – è costruita con un rigore geometrico ma non intellettualistico. Ci appare come un individuo tranquillamente umano. Come è il nostro Luigi Bevilacqua. ■

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Una fes t a che dura da secoli Il tentativo della Chiesa cattolica di porre termine a un popolare rito pagano per la fertilità è all’origine di questa festa degli innamorati. Fin dal IV secolo a.C., i romani pagani rendevano omaggio, con un singolare rito annuale. Le celebrazioni e riti avvenivano in nome del dio Lupercus: i sacerdoti (detti Luperici) si recavano nella grotta dove si narrava che la Lupa avesse allattato Romolo e Remo e compivano riti e sacrifici, sangue degli animali veniva sparso per le vie della città e veniva istituita una sorta di Riffa dell’amore: un bambino estraeva a caso i nomi di un uomo e di una donna che erano chiamati a vivere in intimità per un anno al fine di compiere il rito della fertilità. Con l’avvento del Cristianesimo tutto iniziò a cambiare e numerose furono le lotte che i cristiani fecero alle feste e ai riti pagani. Papa Gelasio, nel 496 d.c., annullò la festa dei Lupercali e istituì, per il 14 febbraio, il culto di san Valentino, un vescovo nato a Terni (città di cui ancora oggi è il patrono) che aveva dedicato la vita alla sua città, ai tempi teatro di terribili persecuzioni ai danni dei seguaci di Gesù. Venne proclamato santo nel 197 d.C. da Papa San Feliciano e patrono degli innamorati perché, si narra, fu il primo ad aver celebrato l’unione tra un legionario pagano e una giovane donna cristiana. Sulla fine di san Valentino esistono due distinte versioni. La prima vuole che egli sia stato imprigionato e lapidato, lontano dalla sua città, per volere dell’imperatore Aureliano che diede il via a persecuzioni contro i cristiani; la seconda versione, invece, narra che san Valentino avesse tentato di convertire l’imperatore Claudio II e che questi lo avesse imprigionato e decapitato. Ma i dettagli “rosa” non mancano alla storia di san Valentino: qualcuno sostiene che, durante la sua prigionia, si fosse innamorato della figlia cieca del suo carceriere, Asterius, alla quale, grazie alla sua fede, avrebbe ridato la vista e, prima di essere decapitato, sempre a lei avrebbe inviato un biglietto di commiato firmato “dal vostro Valentino”. Una frase che è entrata nell’immaginario collettivo di tutto il mondo e che ancora oggi viene largamente usata per indicare una persona davvero innamorata.


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i chiude, l’8 febbraio, con lo spettacolo “Le quattro stagioni e piccolo vento” la rassegna “Anch’io a teatro con mamma e papà” organizzata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara (ore 16, Teatro Cuminetti). Uno spettacolo della Fondazione Aida tratto dal libro “Le quattro stagioni” di Chiara Carminati. Una proposta teatrale che coinvolge il pubblico dei più piccoli sul tema dell’ascolto della natura. Accompagnata dalle musiche di Antonio Vivaldi si snoda una storia frizzante che segue, con sorrisi e poesia, le avventure di Piccolo Vento attraverso le stagioni e i loro cambiamenti: paesaggi, colori, profumi, sfumature, suoni, musiche. I tre attori in scena parlano al pubblico, invitandolo all’osservazione delle piccole cose della natura e all’ascolto del racconto musicale. Alternandosi in danze e narrazioni, giocano insieme ai bambini ad ascoltare le parole di Piccolo Vento e ad accompagnarlo, scivolando da una

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A TEATRO CON MAMMA E PAPÀ “LE QUATTRO STAGIONI E PICCOLO VENTO” APRE LA RASSEGNA PER I PICCOLI SPETTATORI TEATRALI Scena tratta da “Le quattro stagioni e piccolo vento”

stagione all’altra, nella ricerca della sua mamma, Zefiro. È dedicato all’immortale e commovente “Cenerentola” lo spettacolo del 19 febbraio, sempre al Cuminetti, dalle 14.30, per “Scappo a Teatro - Scappo a Danza”. Una

Cenerentola moderna vive in un mondo fatto di invidie e gelosie, dove madri spregiudicate, per raggiungere i propri fini, manipolano le figlie come marionette. Figlie ammaestrate, viziate e sorde nel comprendere e accettare l’al-

tro. È la storia di un incontro, di un riscatto, di un ritrovarsi e di un capirsi attraverso il linguaggio della danza, fatto di parole che, per essere dette, non hanno bisogno della voce. Sempre nell’ambito della stessa rassegna il 26 febbraio verrà proposto “Nella rete”, uno spettacolo della compagnia Teatro del Buratto che affronta il tema dell’uso e abuso della rete internet. Le storie di tre adolescenti si intrecciano nella vita reale e in quella virtuale: tre personalità diverse, tre modi di vivere la stessa esperienza. La rete è il loro mondo, il loro modo di camminare nella realtà. Nascosti dallo schermo si aprono, si confidano, si sentono illusoriamente intoccabili. E così le barriere d’attenzione, a volte, finiscono per cadere. “Nella rete” propone molti spunti di riflessione su problematiche di grande attualità, come cyberbullismo, sexting e privacy. Questi temi potranno essere approfonditi, su richiesta, attraverso un laboratorio guidato da un esperto che ha contribuito alla creazione dello spettacolo o nel corso di un incontro di formazione con gli insegnanti referenti del progetto. Si cercherà di mettere in guardia dai rischi connessi all’uso dei nuovi media e di favorire l’acquisizione di strumenti atti a gestire le ■ situazioni di rischio.


trentinomese

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

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I

n questo periodo in cui in molte case sono arrivate le bollette per il riscaldamento e a molti sarà capitato di rimanere stupiti di quanto si spenda. Dai recenti dati una famiglia italiana spende nella media annualmente dai 1.500 ai 2.000 euro per l’energia (gas, gasolio, elettricità, combustibili vari). Nella zona del Trentino per via della lunga stagione invernale si spende qualcosa in più. Eppure ci sono tantissime possibilità per rendere una casa energeticamente più efficiente: da semplici miglioramenti e poco costosi fino ad interventi più onerosi che si ripagano però in diversi anni. Tuttavia per migliorare l’efficienza energetica della vostra abitazione, molto dipende da diversi fattori. Ad esempio dal vostro stile di vita, dalla dimensione della casa, dall’efficienza energetica dell’edificio, dalla località e posizione in cui si trova, ecc. Qualche trucco pratico per ridurre le spese di riscaldamento sono ad esempio: MAI OLTRE I 20 GRADI Mantenere una temperatura, in casa, non superiore ai 20 gradi, avendo l’accortezza di abbassarla durante le ore notturne e di spegnere il termosifone qualora fuori faccia caldo. RISCALDARE SOLO GLI AMBIENTI UTILIZZATI È consigliabile anche l’applicazione di valvole termosta-

RISCALDAMENTO: I TRUCCHI SALVABOLLETTA TRA SERRAMENTI ISOLANTI, CALDAIE A CONDENSAZIONE, DETRAZIONI FISCALI PER LE RIQUALIFICAZIONI ENERGETICHE E UN PO’ DI BUON SENSO SI POSSONO RISPARMIARE MOLTI SOLDI

Il colore arancio della termografia evidenzia la forte dispersione energetica che avviene dai serramenti.

tiche a ciascun calorifero. Le valvole termostatiche sono sistemi che permettono di diversificare la temperatura del termosifone in ogni stanza in base all’uso ed all’esposizione. CALDAIA Nel caso in cui si dovesse sostituire la caldaia, poi, è opportuno scegliere quelle a condensazione con bruciatore modulante, perché in grado di garantire la massima efficienza in qualsiasi condizione di funzionamento, anche a carico parziale. In ogni caso per iniziare a risparmiare sui salassi dovuti alle spese di riscaldamento occorre cominciare con quegli interventi che costano poco e rendono di più. Spesso è la soluzione più economica e semplice che dà il più grande risparmio. SERRAMENTI In questo momento la scelta migliore (grazie anche alla

detrazione fiscale del 65%) è sostituire i vecchi infissi con nuove finestre a risparmio energetico e vetri basso emissivi che garantiscono un elevato risparmio economico e abbinano un buon isolamento acustico. Occorre però ricordarsi che è necessario intervenire anche sui cassonetti delle tapparelle perché essi sono un punto critico per la dispersione del calore. Una delle aziende specializzate in questo tipo di intervento è Finstral che opera sul mercato della sostituzione da oltre 45 anni. Finstral da anni utilizza un sistema semplice che senza intervenire con opere murarie sostituisce le finestre in breve tempo. L’azienda sempre attenta all’aspetto ambientale propone serramenti ad alto isolamento termico che permettono di dare un taglio ai costi di riscaldamento ed

Una casa all’apparenza perfetta, evidenzia invece grandi problemi di isolazione termica.

aumentare il comfort della casa, garantendo un maggiore isolamento termo-acustico. L’investimento per effettuare l’acquisto di nuove finestre a risparmio energetico si ammortizza in breve tempo. Inoltre la sostituzione dei vecchi infissi, con serramenti nuovi della Finstral a basso consumo, godono delle detrazioni fiscali del 65%. Per maggiori informazioni: www.finstral.com ■

Pur in presenza di temperature invernali estreme, i serramenti Finstral garantiscono un isolamento termico molto elevato. 57

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trentinopanorama

Neonato Stefania

di Fabio de Santi

È

quello del 2 febbraio con il Trio Castalia il primo appuntamento di febbraio con la rassegna “I Concerti della Domenica” organizzati dalla Società Filarmonica ogni domenica (ingresso 5 euro intero, 3 euro ridotto). Il Trio Castalia formato da Alessia Pallaoro, violino, Barbara Misiewicz, violoncello e Roberto Arosio, pianoforte proporrà composizioni di L. van Beethoven e F. Schubert. Alessia Pallaoro (diplomata nel 2007) presso il Conservatorio Bonporti di Trento, ha successivamente conseguito il diploma di perfezionamento con lode presso il Conservatorio della Svizzera Italiana. Roberto Arosio si è laureato in pianoforte al Conservatorio G. Verdi di Milano sotto la guida di Ernesto Esposito perfezionandosi in seguito con Eugenio Bagnoli presso La Fondazione Cini di Venezia. Attualmente collabora come pianista accompagnatore con l’Accademia Chigiana di Siena. Domenica 9, spazio al duo formato da Roberta Alessandrini, arpa e Stefan Coles, violino con musiche di R. Kreutzer/ N. Bochsa, J. Massenet. G. Rossini, C. Saint-Saëns, G. Alessandrini, C. S a l ze d o , M .

Misiewicz Barbara

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CONCERTI DELLA DOMENICA PRIMO CONCERTO CON IL TRIO CASTALIA, IL 2 FEBBRAIO. IL 16 È LA VOLTA DEL “QUINTETTO” E IL 23 DEL PIANISTA GIAMPAOLO STUANI

Karolak Magdalena

Ravel e B. Andres. Roberta Alessandrini, veronese, dopo il diploma al Conservatorio “B. Marcello” di Venezia ottenuto con la massima votazione e la lode, si perfeziona con eminenti esponenti della scuola arpistica francese tra cui Pierre Jamet ed Elisabeth Fontan-Binoche. Svolge attività come arpista in varie orchestre nazionali, ma si dedica prevalentemente all’attività concertistica suonando in prestigiose sale da concerto in Italia e all’estero in molteplici formazioni: recital solistico, solista con orchestra, duo con violino, flauto, organo, pianoforte e ensembles di musica da camera. Stefan Coles già primo violino di spalla del Teatro Regio di Torino nel 1982, è stato primo violino di spalla al Teatro Massimo di Palermo dal 1988 al 1991. E’ promotore e Direttore artistico dell’Accademia

Giampaolo Stuani

Europea di Musica di Erba, essendosi sempre interessato all’insegnamento, all’estetica musicale e alla musica contemporanea. Membro di importanti complessi da camera, collabora con “I Musici” di Roma, partecipando a concerti, festivals e tournèe in Europa, Asia e America. Ha fatto parte di numerose giurie di Concorsi Nazionali e Internazionali. Tiene da diversi anni Master class di violino e musica da camera

Arosio Roberto

in Germania, Italia, Croazia e Spagna. Suona uno strumento di “scuola napoletana” della fine del 700. Protagonisti del concerto del 16 febbraio gli strumentisti del “Quintetto” formato da Magdalena Karolak, oboe, Miriam Caldarini, clarinetto, Alessandro Denabian, corno, Michele Fattori, fagotto e Stefania Neonato, fortepiano, mentre il 23 febbraio il pianista Giampaolo Stuani suonerà musiche di F. Chopin, I. Albeniz e F. Liszt. Già vincitore di numerosi Concorsi giovanili, Stuani si afferma a livello internazionale conseguendo il 1°premio allo “Scottish International Piano Competition” di Glasgow. Inoltre ha inciso per Naxos, Dynamyc, Olympia, Azzurra Music, Fontec e Onclassical. ■


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di Fabio de Santi

S

i apre con Chopin sulle note del pianoforte di Jan Lisiecki, venerdì 7, il mese di febbraio della Società Filarmonica di Trento. Una presenza d’assoluta eccellenza quella del ventenne pianista Jan Lisiecki, formidabile talento canadese ma di famiglia polacca, già acclamato alla Carnegie Hall di New York e nelle maggiori sale concertistiche del mondo. Una comparsa a Trento che segue quelle altrettanto straordinarie di Yuja Wang e Daniil Trifonov, accompagnandosi a Khatia Buniatishvili in una sorta di rassegna di giovani ed esplosive energie artistiche. Diplomatosi nella natia Calgary nel 2011, a soli quindici anni Jan Lisiecki firmava un contratto di esclusiva con Deutsche Grammophon, pubblicando nel 2013 un Cd interamente riservato agli Studi di Chopin op. 10 e op. 25. Oggi è acclamato e richiesto in tutto il mondo anche da orchestre e direttori prestigiosi. Non per questo ha rinunciato a un personale percorso di ricerca costruendo un suono complice delle due grandi lezioni storiche, quella classica e quella romantica. “Detesto l’idea di stare su un palco-

DOLCI NOTE ALLA FILARMONICA APRE JAN LISIECKI IL 7 FEBBRAIO. SEGUONO LE ESIBIZIONI DEL DUO ”KATONA TWINS” E DEL TRIO COMPOSTO DA CAROLIN WIDMANN, NICOLAS ALTSTAEDT E ALEXANDER LONQUICH

scenico come una scimmia a stupire la gente solo perché posso fare miracoli col pianoforte”, ha dichiarato di recente indicando non solo il dono prezioso di un talento ma una più ammirevole completezza e intensità interpretativa. Venerdì 14 spazio al duo ”Katona Twins” formato dai due gemelli chitarristi ungheresei Peter e Zoltan Katona. I Katona Twins, si muovono

con assoluta libertà, gusto e precisione fra le scritture rigorosamente classiche e i generi musicali più popolari chiedendo ai musicisti d’oggi pagine specifiche, trascrivendo personalmente Bach, Piazzolla e Vivaldi sino ai più famosi titoli della musica Pop. È un trio prestigioso di grandi solisti internazionali, qui riuniti nel segno di uno dei ca-

pitoli più alti della letteratura cameristica, quello firmato da Franz Schubert ad essere protagonista dell’evento del 25 febbraio. Carolin Widmann, violino, Nicolas Altstaedt, violoncello e Alexander Lonquich, pianoforte sono tra i migliori talenti di una generazione già storica. Alexander Lonquich, nato a Trier in Germania ma ormai italiano d’adozione, con Schubert vinceva già nel 1977 il Primo premio al Concorso Casagrande. Carolin Widmann come solista si è esibita con la Gewandhausorchester di Lipsia, l’Orchestre National de France, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e la Tonhalle-Orchester di Zurigo. ■

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di Fabio De Santi

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nche se prima con i tormentoni dei suoi 883, dal vulnerabile Uomo Ragno ad improbabili regole dell’amico, e come solista poi, Max Pezzali da quasi trent’anni è uno degli artisti fra i più popolari in Italia fa comunque effetto vedere l’insegna del tutto esaurito per una location come quella del Palasport di Trento. Una dimostrazione del seguito di cui gode questo cantante (quasi cantautore) capace di parlare a più di una generazione con le sue canzoni a presa, melodica, rapida. Proprio a Max Pezzali è affidato il primo grande evento di questo 2014 in Trentino con la data del 10 febbraio organizzata dalla Showtime Agency di Roland Barbacovi. Un tour che segue la pubblicazione del suo lavoro discografico,

IL RITORNO DI MAX DA QUASI TRENT’ANNI, MAX PEZZALI È UNO DEGLI ARTISTI FRA I PIÙ POPOLARI IN ITALIA. PREVISTO IL PIENONE AL PALASPORT DI TRENTO PER IL CONCERTO DEL 10 FEBBRAIO “Max 20”, che da oltre quindici settimane si conferma ai vertici della classifica degli album più venduti; pubblicato lo scorso 4 giugno per Atlantic / Warner Music, l’album contiene cinque inediti tra cui i due singoli “L’universo tranne noi”, colonna sonora dell’estate 2013, e “Ragazzo

inadeguato” e ben quattordici duetti con i più grandi artisti della scena musicale italiana, nei brani che hanno segnato la carriera di Max. Gli inediti parlano di attualità, stereotipi sociali, la situazione del Paese, sentimenti, nel linguaggio che contraddistingue da sempre il modo di co-

municare proprio di Pezzali. Sorpresa, inoltre, “Welcome Mr. President” e “Il Presidente di tutto il mondo” sono state scritte da Max Pezzali con Mauro Repetto. Nella rilettura delle sue canzoni invece ci sono artisti come Lorenzo Jovanotti Cherubini, Eros Ramazzotti, Giulia-

JOHN MAYALL: “RE LEAR” DEL BLUES INGLESE

“L

a sua opera monumentale non ha eguali nella storia del blues moderno. Mayall ha creato più brani di ogni altro bluesman ed e` l’unico ad aver tentato e (seppur saltuariamente) raggiunto la fusione sia con il rock che con il jazz. Ma, per quanto finemente cesellati, i numerosi classici del “Re Lear” del blues inglese sono rimasti lettera morta e tutti i suoi seguaci hanno prima o poi disertato la causa, chi per il jazz chi per l’hard-rock chi per la canzonetta”. Sono queste le parole che un critico musicale come Pietro Scaruffi usa per delineare i contorni di un musicista leggendario come John Mayall il bluesman inglese che sarà il 24 febbraio in concerto all’Auditorium di Trento per la Stagione di Musica d’Autore. Mayall, autentico totem del blues bianco, ha deciso di festeggiare i suoi primi ottant’anni di musica on stage con un nuovo tour attraverso il Vecchio Continente che lo porterà anche in Italia con alcuni live set. Per gli appassionati di quel rock sporco di blues il nome di John Mayall profuma di leggenda ed è ghiotta l’occasione di assistere ad un live di questo artista che, per i suoi ottant’anni,

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ha scelto di celebrarsi nel suo habitat naturale, sul palcoscenico. Spettacolare armonicista e grande conduttore di ensemble, John Mayall fu per anni il principale punto di riferimento della scena blues inglese. Il suo complesso, i Bluesbreakers, funse da cinghia di trasmissione fra il blues revival degli anni ‘50 e il blues-rock degli anni ‘60, allevando molti talenti che avrebbero fatto la storia del rock inglese. A dispetto del passare del tempo, Mayall non ha mai smesso di portare in giro on stage il suo blues, dotato di uno stile fondamentale che ha influenzato almeno tre generazioni di musicisti. Il bluesman inglese arriva in Italia con il suo “80th Anniversary Tour” accompagnato on stage da Rocky Athas (chitarra), Greg Rzab (basso) e Jay Davenport (batteria). Particolarmente capace nella scoperta di grandissimi talenti, dal gruppo di Mayall sono nati musicisti come Jack Bruce, Eric Clapton, che suonò con lui proprio nei Bluesbreakers prima di fondare i Cream, Mick Taylor, Larry Taylor e Peter Green. Nei primi anni settanta, Mayall raggiunse il successo commerciale negli Stati Uniti e si trasferì al Laurel Canyon, a Los Angeles.


trentinopanorama no Sangiorgi dei Negramaro, Cesare Cremonini, Claudio Baglioni, Fiorello in una simpaticissima rilettura dell’hit “Sei un mito”, e ancora Antonello Venditti, Raf, Van De Sfroos, Nek, Francesco Renga, Edoardo Bennato, Gianluca Grignani e Elio che da il suo tocco a “Nord Sud Ovest Est”. Proprio a fine gennaio Max Pezzali ha lanciato il suo nuovo singolo “I cowboy non mollano” che è uno degli inediti contenuti nell’album Max 20, nella top ten degli album più venduti del 2013.“In questi tempi difficili – ha spiegato Pezzali – il mondo sembra un gigantesco Far West senza certezze né punti di riferimento: ciarlatani, imbonitori e balordi di ogni genere imperversano nelle sconfinate praterie del terzo millennio. Per fortuna esiste ancora una maggioranza silenziosa di persone che badano ai fatti, alla concretezza e al duro lavoro, alzandosi ogni mattina senza darsi mai per vinti. Perché i cowboy non mollano”. “I Cowboy non mollano mai – La mia storia” (Isbn edizioni) è anche un libro, un’autobiografia di Max Pezzali che ripercorre gli episodi che hanno segnato la sua vita e la sua carriera. Il concerto di Max Pezzali sarà una carrellata fra i suoi maggiori successi di un percorso iniziato nel 1992 quando Pezzali con Mauro Repetto, sotto la sigla di 883 debutta al Festival di Castrocaro con “Non me la menare”. Il successo, sotto la guida del “Re mida” Claudio Cecchetto, arriva lo stesso anno con il primo album “Hanno ucciso l’uomo ragno” che raggiunge la prima posizione della Hit Parade con oltre 600.000 copie vendute. Il bis arriva nel ’93 con un altro must popettaro come “Nord Sud Ovest Est” che, trascinato da un singolone come “Sei un mito” vende oltre 1.300.000 copie . Gli

anni ’90 sono anche quelli di dischi come “La donna, il sogno e il grande incubo” che arriva al top delle charts con gli 883 che vincono per la seconda volta il “Festivalbar”, “La dura legge del gol”, che contiene un altro tormentone come “La regola dell’amico” e la raccolta “Gli anni” che contiene i grandi 883 con l’inedito “Io ci sarò”. Intanto da tempo Pezzali – rimasto da solo con la sua sigla 883 – sceglie di dare inizio alla sua carriera solista, quella a solo nome di Max Pezzali, in maniera ufficiale, nel 2001 con il disco “1 in +” seguito da album come “Time Out” e “Terraferma” che gli hanno permesso di restare al top fra gli artisti italiani più amati della musica leggera. Tornando alla sua dimensione attuale e al suo rapporto con il suo pubblico, Max Pezzali, in una recente intervista a Panorama ha dichiarato: “È bello incontrare i fan in giro per l’Italia. Devo dire che è un’esperienza interessante perché hai un contatto diverso con le persone. Vedo coetanei di quarant’anni e tanti ragazzi. È il segno che la tua musica non è più qualcosa che dipende da te, non la controlli più. Arriva a tutti, entra nella tradizione, nel repertorio classico delle persone”. E sul senso della sua raccolta: “Oggi, con il mio lavoro, mi sento molto più a mio agio dei miei esordi. L’esperienza è un tesoro molto più importante di quello che si possa immaginare. Dopo vent’anni bisogna guardare al passato solo per capire da dove arrivi, perché questo è l’unico modo per darti lo slancio giusto, quello che fai verso il futuro”. ■

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• Comodo accesso alla funivia con scala mobile dal centro di Vigo di Fassa • Rifugi in quota raggiungibili anche a piedi • Baby Park dove lasciare i bimbi in mani sicure • Scuola Sci direttamente sulle piste • Noleggio, deposito sci e ski service alla partenza degli impianti • Collegamento con Skitour Panorama • Innevamento programmato su tutte le piste • Percorsi con ciaspole

a Vigo di Fassa, il paese più soleggiato e panoramico della Val di Fassa, in pochi minuti si raggiunge l’altopiano del Ciampedie, il “Campo di Dio”: una balconata panoramica sulla Val di Fassa e sulle Dolomiti, a 2000 metri, al centro della conca del Gruppo del Catinaccio-Rosengarten, patrimonio naturale dell’umanità UNESCO. La skiarea è accessibile con le scale mobili e la funivia dal centro di Vigo, o con le seggiovie da Pera di Fassa ed offre 15 km di piste di ogni difficoltà. La più adrenalinica è la pista Thöni: una “rossa” di quasi 5 km che dai 2200 metri di Pra Martin scende fino a 1400, alla partenza della funivia a Vigo di Fassa. Imperdibile la pista nera Alberto Tomba, dedicata al campionissimo che sulle piste del Ciampedie ha preparato tante delle sue vittorie. La novità 2013/2014 è il miglioramento della pista Thöni il cui tratto centrale è stato sistemato per il divertimento degli sciatori esperti e per la miglior accessibilità dei principianti! La skiarea Catinaccio Rosengarten è ideale per la famiglia: il grande parco giochi è un riferimento consolidato dove l’accoglienza e l’organizzazione della Scuola di Sci permettono di lasciare i bambini in mani sicure. Vi sono 6 rifugi, di cui 5 raggiungibili a piedi dall’arrivo della funivia, con un’offerta

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di piatti della cucina tradizionale da gustare su terrazze dai panorami indimenticabili. L’offerta si completa con il noleggio, deposito sci e skiservice alla partenza e arrivo della funivia dove Rent&Go Sport Edy offre servizi sempre all’avanguardia. Al Ciampedie sono possibili anche escursioni con le ciaspole. Un primo percorso, è l’anello attorno all’altipiano del Ciampedie attraverso il bosco. Uscite con accompagnatore sono organizzate dalla Scuola di Sci di Vigo di Fassa. Un altro itinerario conduce fino alla conca di Gardeccia, un anfiteatro naturale unico al mondo, dove si trovano rifugi aperti con possibilità di pernottamento. Da qui, con percorso più impegnativo, si può proseguire verso i Rifugi Vajolet e Preuss e più oltre fino al Passo Principe dove il Rifugio Passo Principe apre i weekend di febbraio e marzo se le condizioni della neve lo consentono (verificare con il gestore l’apertura www. rifugiopassoprincipe.com). ■ Info skiarea: Tel. 0462.763242 www.catinacciodolomiti.it


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DÒLAONDES, IL REGNO DELL’ACQUA

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oi state nell’acqua, calda e salata, a 32 gradi. Ma siete fuori, all’aperto, in mezzo alla neve. Ecco, basta questo particolare – una delle perle di quello che è un autentico scrigno d’acqua – a rendere unico l’appuntamento con “segui le onde”. Sì, in ladino proprio questo vuol dire Dòlaondes, il suggestivo nome scelto dal centro acquatico di Canazei che, inaugurato nel giugno del 2012, ha rapidamente conquistato la Val di Fassa: chi la frequenta e chi ci vive. Una superficie complessiva di 2.400 mq e 4 aree tematiche – WATER & FUN, EGHES WELLNESS, SPORTS & FITNESS, EAT & DRINK – per un luogo tutto da scoprire. Dove nuotare, immergersi, divertirsi, rilassarsi, provare benessere, rigenerarsi grazie all’acqua che sgorga dalle montagne. Questo è Dòlaondes. Una grande varietà di vasche per i target più diversi, dove piccoli e grandi trovano la loro dimensione ideale. trovare la loro dimensione. Dove, idealmente incastonato tra le montagne che lo sovrastano, trovate lo scivolo parabolico più lungo del Trentino. 111 metri: si parte dall’esterno per lanciarsi poi dentro il cuore caldo ed accogliente di Dòlaondes. Divertimenti assicurato, sfide in serie grazie al cronometro che permette di misurare il tempo impiegato nella discesa e che aggiunge record a record. Nelle quattro aree tematiche tutto quanto serve a trasformare l’acqua in movimento, piacere, gioco per i più piccoli, benessere, relax e infine appagamento. Succede nel cuore delle Dolomiti ladine. Tra

confort e dettagli di altissima gamma il Dòlaondes è leader nel settore dei centri acquatici nell’intero arco alpino. Ogni luogo ha spazi pensati per destinatari diversi e altrettanti effetti benefici. Davvero un prezioso scrigno dell’acqua. Di un acqua color smeraldo, pura, seducente come quella che sgorga dalle montagne. Un salotto del relax con vista sulle Dolomiti, d’estate come d’inverno. Pensato, progettato e costruito in modo che ogni ospite possa trovarvi soddisfazione e appagamento per le proprie aspettative sportive, ludiche, di relax, benessere e divertimento. Con la vasca semiolimpionica pensata e strutturata per gli appassionati di nuoto, per gli atleti dei massimi ranghi sportivi che qui vorranno allenarsi trovando vantaggio dall’attività svolta in quota. Con la vasca FUN, di forma ellittica e con i vortici creati dall’acqua, con i lettini da idromassaggio e le docce cervicali. E là, dentro l’acqua, succede che le montagne sono a portata di mano, sembra quasi di toccarle. Il Colac, lo scoglio gigante, è indimenticabile al tramonto. Poi la culla acquatica dei più piccoli, dove l’acqua sembra accarezzarli, tiepida, accogliente, divertente, con lo scivolo, la cascate e la roccia ad incavo tempestata di luci. Poi ancora fuori, lungo il perimetro che guarda le montagne, la piscina ad acqua salata. Una chicca, una perla: il mare in centro, a Canazei. Qui si nuota ad ogni stagione e l’immersione in inverno, abbracciati dal calore dell’acqua marina, circondati dalla neve, diventa un sogno senza tempo. Un sogno che si realizza. ■

WATER & FUN Lunedì: 14.30 – 20.00 Martedì: 10.00 – 20.00 Mercoledì: 14.30 – 22.00 Giovedì: 10.00 – 20.00 Venerdì: 14.30 – 20.00 Sabato: 14.30 – 22.00 Domenica:14.30 – 20.00

EGHES WELLNESS Lunedì: 14.30 – 20.00 Martedì: 14.30 – 20.00 Mercoledì: 14.30 – 22.00 Giovedì: 14.30 – 20.00 Venerdì: 14.30 – 20.00 Sabato: 14.30 – 22.00 Domenica:14.30 – 20.00

Centro Acquatico Dòlaondes Canazei (TN) - Strèda del Piz, 7 Tel. 0462 601348 / 608811 - Fax: 0462 601507 info@dolaondes.it - www.dolaondes.it

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di Lara Deflorian

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ontinua la proposta della danza nei teatri periferici di provincia, con un duplice appuntamento a Vezzano e a Riva del Garda. L’8 febbraio al teatro Valle dei Laghi potremo assistere, a quanti non ne avessero avuta ancora l’occasione, alla creazione della compagnia trentina Abbondanza/Bertoni, la quale con Le fumatrici di pecora si confronta questa volta con la diversità, in un invito ad accettare la vita nella sua complessità e contraddittorietà, ma anche nei suoi valori più autentici, nella sua dignità, nobiltà e responsabilità. Il titolo bizzarro di questo lavoro sott’intende una grottesca e complice follia, che pone l’interrogativo sul tema dell’alterità, su cosa sia normale e non. “Da sempre affascinati dalle forme e dal multiforme – scrive Michele Abbondanza, regista della creazione – iniziamo a collaborare con interpreti straordinari, ovvero fuori dall’ordinario. Ognuno di loro è portatore sano di un handicap e ognuno di noi è portatore malato della nostra salute: proveremo a scambiarci le rispettive portate”. Il tutto nasce e si sviluppa da un’idea di Antonella Bertoni, protagonista in scena con Patrizia Birolo che co-

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FUMATRICI DI PECORE L’8 FEBBRAIO AL TEATRO VALLE DEI LAGHI POTREMO ASSISTERE ALLA CREAZIONE DELLA COMPAGNIA DI DANZA, TRENTINA, ABBONDANZA/BERTONI

nosciuto nel corso di una serie d’incontri laboratorio a Torino: “Guardandola lavorare – spiega Bertoni – ho colto con intensità quanto un corpo e una persona potessero esprimere un umore ballerino. Mi è parso di in-

travedere la sua vita essere una mancanza della sua vita, e questo ha causato in me un disorientamento. Da qui il desiderio di scrivere una partitura con lei...” Le due protagoniste nello spettacolo raccontano e interpretano, “senza veli addosso” e attraverso il linguaggio del teatro-danza, un rapporto osmotico che si sviluppa in una sorta di viaggio fatto di gesti e di infinite traiettorie rivelatrici e profondi cammini interiori. Il secondo appuntamento con Indanza vedrà al Palacongressi di Riva del Garda la compagnia sanremese Proballet, più volte ospite in provincia, esibirsi il 28 febbraio nello spettacolo Black and White – dal Buio alla Luce.

Creato da Marcello Algeri, direttore della stessa compagnia, questa creazione si caratterizza per la combinazione di linee classiche con movimenti contemporanei, dagli influssi minimalisti e surrealisti. Alcune sue rappresentazioni hanno visto la partecipazione straordinaria di Simona Aztori. A Riva del Garda vedremo in scena 10 danzatori artefici di una pura energia e protagonisti di un viaggio metaforico per uscire dal buio che esiste nell’animo profondo e dirigersi verso la luce, sinonimo di libertà. Con questo stesso spettacolo potremo rivedere la compagnia Proballet anche a Vezzano il 22 marzo. Per info: numero verde 800 013952 - www. centrosantachiara.it. ■


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di Lara Deflorian

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a stagione della danza, in scena al teatro Sociale di Trento questo mese, entrerà nel vivo della programmazione con uno spettacolo in prima nazionale che vedrà protagonista, il 18 febbraio, la compagnia anglosassone Motionhouse. Fondata nel 1988 da Louise Richards e Kevin Finnan, coreografo che due anni fa ha realizzato e diretto, tra l’altro, la cerimonia di apertura dei Giochi Paraolimpici di Londra, la Motionhouse è una delle maggiori compagnie di danza contemporanea in Gran Bretagna e le sue produzioni, ideate per sfidare e per deliziare il pubblico, si caratterizzano per la fusione d’immagini con azione e dinamismo derivanti dal teatro, dal circo, dalle acrobazie e dalle video-installazioni. Nei suoi oltre vent’anni di attività, quest’eclettica compagnia ha realizzato numerosi spettacoli innovativi: 17 produzioni integrali e un ampio numero di spettacoli di danza brevi, creati per i festival, sia in forma di estratto degli spettacoli principali sia come produzioni autonome, allestite nel Regno Unito, ma non solo. Motionhouse a Trento porterà una creazione del 2013,

PRIMA NAZIONALE TARGATA UK A TRENTO, ATTESO SPETTACOLO CHE VEDRÀ PROTAGONISTA, IL 18 FEBBRAIO, LA COMPAGNIA ANGLOSASSONE MOTIONHOUSE

nata per festeggiare i 25 anni di vita della compagnia. Broken/Seismic performance in a shifting world, questo è il titolo che tradotto significa Rottura/ performance sismica in un mondo in costante mutamento, è uno spettacolo che s’ispira al tema della relazione precaria dell’essere umano con la terra. Lo spet-

tacolo porta in scena la nostra ambivalenza verso il mondo e la natura, attraverso imprevedibili situazioni coreografiche e digitali. I danzatori si trovano così ad essere sospesi in aria, immersi nelle viscere della terra e poi nuovamente sospesi, e a superare, con un dinamismo mozzafiato, le crepe e i crateri di un mondo di illusioni dove niente è come sembra. Oltre ad essere multimediale, è una produzione imprevedibile che vede protagonisti danzatori superatletici con un’energia dirompente. Broken è l’ultima creazione di Kevin Finnan nata dalla collaborazione con il fantasioso e fedelissimo scenografo Simon Dormon e che si avvale, inoltre, delle proiezioni del celebre studio internazionale

Logela Multimedia e delle musiche originali di Sophy Smith e Tim Dickinson. Motionhouse si sperimenta anche in diversi ambienti e situazioni inusuali come parchi, spiagge, centri commerciali, case imponenti, oppure, come è avvenuto per lo spettacolo The Voyage creato per Londra Festival 2012, come l’allestimento di una nave da crociera a grandezza naturale posta nel centro di Birmingham; i danzatori si trovano ad interagire, oltre che con trapezisti, cantanti, anche con scavatori e gru, esplorando i legami tra la danza e il teatro visivo-fisico, attraverso un utilizzo strabiliante del linguaggio simbolico, della teatralità e dell’impatto immediato. Per info: numero ■ verde 800 013952.

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trentinopanorama Luca Telese

di Nicola Tomasi

ROMANZO ITALIANO LUCA TELESE PROPONE IL SUO MONOLOGO SULLA POLITICA E IL COSTUME NAZIONALE RACCONTATI NELLA SUA STAGIONE PIÙ DIFFICILE. MA A VEZZANO ARRIVANO ANCHE ALE&FRANZ

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uca Telese, giornalista, scrittore, nuovo volto di Matrix (Canale5), arriva al teatro Valle dei Laghi sabato primo febbraio (ore 20.45) con Romanzo italiano, un monologo sulla politica e il costume nazionale raccontati nella sua stagione più difficile. Nell’epoca della comunicazione, Luca Telese ripercor-

re personaggi e fatti di una stagione politica nazionale, quella attuale, in una successione alternata di parole ed immagini. Il conduttore di Matrix non manca inoltre di svelare alcuni meccanismi che ruotano ad oggi attorno alla televisione, visto il ruolo di prim’ordine che riveste quest’ultima nel fissare immagini e messaggi nella memoria delle perso-

ne. A seguire, il 20 febbraio (ore 20.45), sarà la volta a Vezzano di Ale & Franz con Lavori in corso. Il loro nuovo spettacolo, come già lascia presagire il tema, è un susseguirsi di scene e personaggi che ogni volta, dopo ogni spettacolo, mutano e cambiano aspetto. L’idea dei due comici è appunto questa: le idee e le suggestioni che nascono da

entrambi durante la prima fase di lavoro, necessita inevitabilmente del palco e dell’improvvisazione per delinearsi. I classici di Ale e Franz non mancheranno. La panchina, le scene noir insieme a tante altre inedite tutte da scoprire. Il pubblico farà la sua parte, come sempre, nel dare forma e colore alla loro performance. ■

FREE DOWNLOAD SU WWW.TRENTINOMESE.IT

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uesto mese sul nostro sito www.trentinomese.it e sulla pagina facebook, un assaggio della proposta musicale indipendente italiana e non solo; il tutto completamente gratis. In apertura della nostra compilation, un paio di composizioni sperimentali: la prima ad opera del collettivo Twinscapes, musica quasi lounge ad opera di due grandi bassisti (Lorenzo Feliciati e Colin Edwin) con un’icona della scena underground americana nelle vesti di produttore (Bill Laswell). A seguire troviamo il singolo dei Free Nelson Mandoom Jazz, power trio scozzese. Torniamo in Italia e troviamo il sound potente dei Vintage Violence, band lombarda che si era già fatta notare nel 2011 con il disco “Piccoli intrattenimenti musicali” e che ora ci riprova con l’album “Senza paura delle rovine”, uscito il 31 gennaio. Per gli amanti del dub/reggae, il quarto singolo proposto questo mese è quello degli umbri Raster; mentre la nostra ricerca a tutto tondo sulle novità musicali continua con il meglio del blues nostrano, ad opera di Guitar Ray and the Gamblers. Spostandoci verso territori più folk troviamo i Witko, band che incarna il filone della musica tradizionale

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emiliana e ne offre la naturale prosecuzione. In chiusura, troviamo “Astonishment”, il nuovo album dei Soundsick, una sintesi del meglio del rock sperimentale (Pink Floyd, Nirvana, Tool).



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di Antonia Dalpiaz

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a giovedì 6 a domenica 9 febbraio all’Auditorium è di scena “La coscienza di Zeno” di Tullio Kezich dal romanzo di Italo Svevo, con la compagnia Teatro Carcano di Milano diretta da Maurizio Scaparro. Sarà Giuseppe Pambieri a calarsi nel ruolo di Zeno, uomo fragile, capace però di mantenere un atteggiamento distaccato ed ironico di fronte ai cambiamenti della società. A Rovereto, sempre il 6, Michele Abbondanza ed Antonella Bertoni saranno i protagonisti di “Esecuzioni- duo d’assoli”. Ognuno dei due ballerini seguirà il suo percorso nello spazio, nel tempo e nelle forme che assume a seconda degli stati d’animo. Il 7 febbraio al teatro Portland di Via Papiria è di scena “Edith”, la storia di Edith Piaf con Sarah Blacchi. A Rovereto il 12 febbraio si alza il sipario su “Vita di Galileo” di Bertolt Brecht con Denis Fontanari. L’allestimento ripercorre tutta la vita del grande scienziato pisano, dall’invenzione del cannocchiale agli ultimi anni della sua vecchiaia. Giovedì 13 febbraio al Teatro Cuminetti la compagnia Macelleria Ettore propone “Amleto?” con Stefano Detassis e Maura Pettorruso. Due attori si calano nel ruolo di Amleto ed Ofelia, ma mescolano anche

“Muri - prima e dopo Basaglia”

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“VITA DI GALILEO” CON L’ATTESA PROVA DI DENIS FONTANARI, LE STAGIONI TEATRALI ENTRANO NEL VIVO. SI PARTE CON “LA COSCIENZA DI ZENO” DI KEZICH E SI ARRIVA A “MURI - PRIMA E DOPO BASAGLIA” DI RENATO SARTI le loro vite private, creando così una storia che allaccia teatro e realtà. Il 14 febbraio al teatro Portland appuntamento con la “Quinta mafia”, liberamente ispirato ad “Alveare”, romanzo inchiesta sulla ‘ndrangheta di Giuseppe Catozella. Quanto e come la mafia si sta muovendo al Nord? Sempre il 14 febbraio al Teatro Cuminetti nel percorso Tendenze Prosa, la compagnia TrentoSpettacoli porta in scena “Nip_not important person”, testi di Carmen Giordano e Marco Simiele. L’allestimento ha vinto la prima edizione del Premio nuova_scena.tn indetto dal Centro Santa Chiara. Tre attori si muovono sul palco come robot, offrendoci un osservatorio sulle relazioni tra perso-

“La coscienza di Zeno”

ne. Lella Costa e Paolo Calabresi saranno i protagonisti di “Nuda Proprietà” al Melotti di Rovereto il 19 febbraio. La storia di Carlo e di Iris che a sessant’anni decidono di rimettersi in gioco, riscoprendosi fra ironia e tenerezza. Da giovedì 20 a domenica 23 febbraio al Teatro Sociale, Alessandro Gassman sarà “RIII. Riccardo Terzo” di William Shakespeare. L’attore, qui anche regista, intende trasmetterci i molteplici significati di questa grande opera, liberandola da orpelli ed artificiosità. Il 21 febbraio al Teatro Portland replica di “Libero nel paese della resistenza” di e con Andrea Brunello. Le allucinanti vicende del ventennio fascista raccontate da Libero, un ragazzo molto speciale. Il 26 febbraio al Te-

atro alla Cartiera di Rovereto sarà proposto “Sonno” per la regia di Vincenzo Schino. Uno spettacolo che diventa esplorazione dell’inconscio, prendendo spunto dal mondo visivo di Goya e da quello visionario di Macbeth. Il 28 febbraio al Teatro Portland Maria Fabris e Chiara Stoppa sono i protagonisti di “Il ritratto della salute”, dedicato a tutti quelli che non riescono ad ascoltarsi e a riconoscere la propria strada. A Rovereto, sempre il 28 febbraio, al Teatro Melotti Giulia Lazzarini sarà la raffinata interprete di “Muri - prima e dopo Basaglia” di Renato Sarti. La testimonianza di un’infermiera che per anni ha vissuto a diretto contatto con i malati internati in manicomio. ■


trentinopanorama

www.haydn.it

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ccardo torna in concerto con l’Orchestra Haydn. L’artista napoletano, considerato uno dei più grandi violinisti del mondo, con un repertorio vastissimo, dai concerti da solista agli amati ensemble da camera, si esibirà mercoledì 12 febbraio all’Auditorium di Trento, ad ore 20.30, nel duplice ruolo di direttore e di solista. In programma il Concerto per violino in do maggiore di Joseph Haydn, la Sinfonia concertante per due violini in si minore op. 88 di Louis Spohr, che Accardo proporrà affiancato dalla moglie, la violinista Laura Gorna e “Notte trasfigurata” di Arnold Schönberg. Salvatore Accardo ha esordito all’età di tredici anni eseguendo in pubblico i Capricci di Paganini. A quindici anni ha vinto il primo premio al Concorso di Ginevra e, due anni dopo, nel 1958, il primo premio del Concorso Paganini di Genova. Da oltre mezzo secolo lavora regolarmente con le maggiori orchestre internazionali, affiancando all’attività di solista da una ventina d’anni anche quella di direttore d’orchestra. Oltre alle incisioni dei Capricci e dei Concerti per violino di Paganini per la Deutsche

MIRACOLO DELLA MUSICA IL GRANDE SALVATORE ACCARDO IN CONCERTO A TRENTO MERCOLEDÌ 12 FEBBRAIO, AFFIANCATO DALLA MOGLIE, LA VIOLINISTA LAURA GORNA Laura Gorna

Grammophon e a numerose registrazioni per la Philips, tra le quali le Sonate e le Partite di Bach per violino solo e l’integrale dell’opera per violino e orchestra di Max Bruch, Ac-

cardo ha inciso per ASV, Collins Classics, Dynamic, EMI, Fonè, Fonit Cetra, Nuova Era e Sony Classical. Nel corso della sua carriera Salvatore Accardo ha ricevuto numerosi premi, tra cui il Premio Abbiati dell’Associazione Nazionale Critici Musicali. Nel 1982 il Presidente della Repubblica Sandro Pertini lo ha nominato Cavaliere di Gran Croce, la più alta onorificenza della Repubblica Italiana. Nel 2001 gli è stato conferito il Premio “Una vita per la musica”. Suona due violini Stradivari, l’Uccello di Fuoco ex Saint-Exupéry (1718) e lo Hart ex Francescatti (1727). Recentemente ha pubbli-

cato per Mondadori “Il miracolo della musica”, una autobiografia che narra delle sue grandi amicizie in tutto il mondo e delle sue vere passioni, dal calcio (stava per diventare portiere nelle giovanili del Napoli al suo tifo per la Juventus) allo scopone, dove ha per compagno addirittura Maurizio Pollini, fino alla dalla barca a vela. Divenuto padre per la prima volta a 67 anni, ha due bambine, Ines e Irene che hanno già chiesto a papà e mamma due violini. “Per ora è solo un gioco”, dice Accardo “la musica è fondamentale nella vita di ogni essere umano: non si può vivere senza”. Info tickets tel. 0461.213834. ■

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IL CONCILIO DI TRENTO

I FATTI I LUOGHI I PROTAGONISTI

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trentinomostre

COLLEZIONI PRIVATE ALLA GALLERIA CIVICA

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a Galleria Civica di Trento, dopo aver perso la propria autonomia critica e creativa conquistata dopo anni e anni di lavoro da parte dei rispettivi

direttori che si sono avvicendati alla sua direzione, riapre i battenti sulla seconda mostra organizzata sotto il cappello Mart. Infatti, oggi come oggi, la

Galleria Civica di Trento è considerata la terza sede del polo museale che fa capo al Mart di Trento e Rovereto. La fagocitazione del pesciolino da

SILENT FRACTURE ALLA GALLERIA BOCCANERA

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a mostra di Nebojša Despotovic alla Galleria Boccanera di Trento (8 febbraio - 10 maggio ) è contemporaneamente una prosecuzione e una frattura della ricerca sugli aspetti formali e concettuali della pittura su cui l’autore si è concentrato durante il suo percorso artistico. Mentre in The Velvet Glove (2010), la sua precedente mostra nel medesimo spazio, Despotovic si era confrontato con soggetti infantili, esterni e colori vibranti, Silent Fracture presenta una maggiore maturità, con tutte le contraddizioni che essa implica. Soggetti più maturi, quasi mistici e oscuri interni, sono l’effetto di una riflessione sulla sua esperienza personale, oltre che una ricerca sulla forma per il raggiungimento di soluzioni più astratte nella sua ricerca visuale. Silent Fracture può essere interpretata come una metafora degli aspetti culturali dell’identità artistica di Despotovic – un artista che è stato, a causa delle sue origini, etichettato come Est Europeo, ma che ha effettivamente acquisito la sua educazione formale in Italia ed attualmente risiede a Berlino. Essendo distaccato dal contesto culturale della sua formazione, Despotovic è portato ad investigare un territorio specifico che appunto è il risultato di queste fratture. Info: www.arteboccanera.com

parte del pescecane potrebbe far pensare ad un gran successo di strategia ma, visto la confusione di ruoli che ultimamente la sede roveretana si compiace di fare pur di far cassetta, ciò non lo riteniamo confacente ad una seria politica culturale nel campo dell’arte contemporanea. Comunque, ritornando alla nostra mostra, quella organizzata oggi ripete, in un certo senso, ciò che circa vent’anni fa, aveva fatto Danilo Eccher. Ovvero raccogliere sulle bianche pareti delle sale cittadine di Via Belenzani le opere di artisti moderni e contemporanei

in possesso del collezionismo privato. Chiamata

a raccolta. Collezioni private in mostra, a cura di Roberto Festi con la collaborazione di Margherita de Pilati e Gabriele Lorenzoni, è il titolo dell’esposizione che si inaugurerà sabato 15 febbraio ad ore 18. Come viene dichiarato in catalogo, la mostra “sancisce il rapporto della Civica con il territorio in cui si inscrive e con chi lo abita proponendo opere d’arte del XX e del XXI secolo provenienti dalle maggiori collezioni private trentine. Un collezionismo spesso sconosciuto, riservato, intimo che il pubblico ha incontrato raramente”. Achille Bonito Oliva aveva definito il collezionista d’arte dicendo che formalmente non è una professione, ma 70

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trentinomostre un’attitudine che con il tempo costituisce un bagaglio molto complesso corrispondente al gusto dell’amatore che si rivolge verso l’arte”. Parliamo quindi di gusto, di oscillazioni del gusto, di interprete dello spirito della cultura del tempo, solitamente anticipatore di eventi e di successi. Il vero collezionista sa cogliere le discrepanze tra la realtà e l’immaginazione e impossessarsene delineando così le possibili vie dell’arte del presente e del futuro. Altresì il collezionista si può definire una persona che acquista e colleziona opere d’arte seguendo uno o più criteri tra gusto estetico, periodo storico, corrente artistica, opere di un solo artista, etc. Quello che distingue il collezionista privato e la sua collezione dalla collezione aziendale, oltre al soggetto, è la motivazione alla collezione. Mentre le aziende assecondano motivazioni legate alle strategie del marketing, miglioramento dell’ambiente di lavoro dei propri dipendenti e investimento del capitale, oltre che le ovvie agevolazioni fiscali, il collezionista privato si basa soprattutto sulle preferenze del gusto personale. In mostra troviamo quasi 100 opere datate tra gli anni Quaranta del 1900 e la più recente contemporaneità. Opere, molte delle quali inedite, tutte provenienti da prestigiose collezioni trentine pubbliche e private, significative del gusto e degli orientamenti di chi per anni ha raccolto e ricercato con metodo e passione tele, disegni e sculture, e che al contempo segnalano con una linea logica e chiara gli artisti che sono stati i protagonisti dell’arte trentina e internazionale tra la seconda metà del Novecento e l’oggi. La mostra, introdotta da un’icona volutamente fuori epoca dell’opera d’arte su commissione come Venere che scherza con due colombe di Francesco Hayez del 1830, è idealmente ordinata secondo quattro tematiche: il ritratto, il paesaggio, la natura morta e l’astrattismo. Le opere, scelte non solo per la qualità estetica e formale, ma anche e soprattutto per affinità stilistiche, permettono un excursus di grande interesse. Accanto ai nomi più noti dell’arte trentina (Iras Baldessari, Luigi Bonazza, Fausto Melotti, Umberto Moggioli, Gino Pancheri, Guido Polo, Luigi Senesi, Paolo Vallorz, Othmar Winkler, Remo Wolf...) si affiancano e si confrontano sorprendenti opere di artisti italiani ed internazionali come Afro, Giorgio de Chirico, Lyonel Feininger, Lucio Fontana, Jannis Kounellis, Joan Mirò, Giorgio Morandi, Karl Plattner, Mimmo Rotella, Mark Rothko, Yves Tanguy, Emilio Vedova... L’esposizione chiude l’11 maggio. Entrata euro 2. Orari: martedi-domenica 10-13/14-18, lunedì chiuso.

ARCO Mostre WHAT REMAINS... Apertura: da sabato 25 gennaio a domenica 23 febbraio. Casinò Municipale. Viale delle Palme, 6. Mostra personale di Sylvia Lippitz. Info: Tel. 0464.554444.

BORGO VALSUGANA Mostre ARGINI VARIABILI Apertura: da sabato 25 gennaio a domenica 23 febbraio. Spazio Klien. Piazza Degasperi. Mostra fotografica di Andrea Vicentini. Orario di apertura: dal martedì al sabato 10-12/16-19; domenica 10-12. Lunedì chiuso. Info: www.andreavicentini.com; Cell. 348.5657670; info@andreavicentini.com.

CAVALESE Mostre ANNAMARIA GELMI E ANNELIESE PICHLER L’IMMAGINE TERRESTRE Apertura: da venerdì 27 dicembre 2013 a domenica 20 aprile 2014. Centro Arte Contemporanea Cavalese - Piazzetta Rizzoli, 1. Fino al 6 gennaio e dal 12 al 20 aprile, aperto tutti i giorni tranne il lunedì. Nel restante periodo aperto sabato e domenica. Orario: 15.30-19.30. Info: Tel. 0462.235416; info@artecavalese.it; www.artecavalese.it.

FOLGARIA FRAZ. COSTA Mostre ANNAMARIA TARGHER Apertura: fino a domenica 27 aprile 2014. Alpen Hotel Eghel. - Via Maffei, 49. Orario: tutti i giorni 08.0024.00. Ingresso libero. .

PREDAZZO Mostre LE SCRITTE DEI PASTORI. TRE SECOLI DI GRAFFITISMO RUPESTRE FIEMMESE IN PROSPETTIVA ETNOARCHEOLOGICA Apertura: da venerdì 15 novembre 2013 a domenica 27 aprile 2014. Museo Geologico delle Dolomiti. Mostra a cura di Marta Bazzanella. Orario: da martedì a sabato ore 10-12.30/16-19. Aperture straordinarei: domencia 29 dicembre 2013 e domenica 5 gennaio 2014. Info: www.museosanmichele.it.

ROVERETO Mostre VISSI D’ARTE Apertura: da domenica 1 dicembre 2013 a venerdì 7 febbraio 2014. Palazzo Alberti Poja - Corso Bettini, 41. Viaggio nelle collezioni civiche di Rovereto tra fine Ottocento e inizio Novecento. Mostra permanente a cura di M. Cassali e P. Pizzamano. Orario: 9-12 e 15-

18; da martedì a domenica; chiuso lunedì. Info: Museo Civico Tel. 0464.452800; www.museocivico. rovereto.tn.it. Mostre OMAGGIO A DARIO WOLF Apertura: da lunedì 3 a venerdì 28 febbraio. Biblioteca Civica G. Tartarotti - C. Bettini, 43. In esposizione xilografie e acqueforti dell’artista trentino. A cura di Giongo e Cappelletti. Orario: da lunedì a sabato 9-22; domenica 9-13. Info: www. comune.rovereto.tn.it. Mostre MARIO RADICE, ARCHITETTURA, NUMERO, COLORE Apertura: da sabato 15 febbraio a domenica 8 giugno. Mart. La mostra presenta l’opera di Mario Radice, tra i massimi esponenti del gruppo degli astrattisti comaschi, precursore e figura di spicco nel panorama dei movimenti artistici degli anni Trenta. Attraverso la presentazione di materiali inediti e i confronti con gli artisti coevi, l’esposizione propone una rilettura storico-cririca dell’astrattismo italiano. Orari: da martedi a domenica dalle 10 alle 18. Venerdì dalle 10 alle 21. Lunedi chiuso. Info: 0464.431813; 800.397760; info@mart.trento.it. Mostre L’ESPERIENZA DELLA TOTALITÀ. EL LISSITZKY Apertura: da sabato 15 febbraio a domenica 8 giugno. Mart. La mostra ripercorre, attraverso circa 140 opere, lo sviluppo dell’arte di El Lissitzky. Pittura, fotografia, fotomontaggio, disegno e illustrazione, scultura, progetti architettonici e manifesti sono parte di un percorso ideale volto alla concretizzazione di una arte rivoluzionaria e collettiva. Orari: da martedi a domenica dalle 10 alle 18 Venerdì dalle 10 alle 21. Lunedi chiuso. Info: Tel. 0464.431813; 800,397760; info@mart.trento.it.

STORO Mostre HERMANN ZONTINI Apertura: da sabato 8 febbraio a sabato 8 marzo. Municipio, sale espositive - Piazza Europa, 5. Mostra retrospettiva dedicata a Hermann Zontini, artista storese (1958-2006) che si compone di numerose opere grafiche, pittoriche e scultoree che bene rappresentano le diverse stilistiche, particolarmente riferite agli ultimi anni della sua ricerca artistica. Orario di apertura: tutti i giorni 16/18.30.

TRENTO Mercati SAPORI DI PRIMAVERA Apertura: da giovedì 13 a domenica 16 febbraio. P.zza Fiera. Si tratta di una mostra mercato sui prodotti alimentari in programma nel periodo primaverile. La rassegna porta nel centro storico cittadino un ampio

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trentinomostre e articolato ventaglio delle più caratteristiche produzioni culinarie del territorio nazionale. L’iniziativa si snoda lungo un percorso del gusto alla scoperta di antichi saperi e tradizioni gastronomiche, che affondano le loro origini nella cultura contadina delle nostre regioni. Info. www.keeptop.it. Mostre ANDREW GILBERT ANDREW’S GLORIOUS ARMY CROSSES THE ALPS Apertura: fino a sabato 22 marzo 2014. Studio d’Arte Raffaelli. Info: Studio d’Arte Raffaelli Tel. 0461.982595; studioraffaelli@tin. it; www.studioraffaelli.com. Mostre GABRIELE D’ANNUNZIO AVIATORE Apertura: da sabato 16 novembre 2013 a domenica 30 marzo 2014. Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni. Una mostra dedicata al “Poeta Aviatore” nella ricorrenza dell’anno dannunziano. Mostre LA CITTÀ E L’ARCHEOLOGIA DEL SACRO. IL RECUPERO DELL’AREA DI SANTA MARIA MAGGIORE Apertura: da venerdì 29 novembre 2013 a domenica 23 febbraio 2014. Mostra a cura di Maria Teresa Guaitoli, Elisa Lopreite. Orario: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato: 9.30-12.30/14.00-17.30; domenica: 10.00-13.00/14.00-18.00. Chiuso tutti i martedì, 1° gennaio, 6 gennaio. Ingresso gratuito. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; info@museodiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it. Mostre PAESAGGI LONTANI E MERAVIGLIOSI Apertura: da venerdì 20 dicembre 2013 a domenica 4 maggio 2014. Castello del Buonconsiglio. L’antica Russia nelle stampe tesine del Museo Pushkin di Mosca. Mostra a cura di Eugene Bogatyrev e Lia Camerlengo. Info: Castello del Buonconsiglio Tel. 0461.492803; www.buonconsiglio.it. Mostre UN PARCO DI STORIE - ALLA SCOPERTA DELLE STATUE DI PIAZZA DANTE Apertura: fino a sabato 1 febbraio. Salone Manzoni, Biblioteca Comunale, Via Roma, 55. Una mostra alla scoperta dei personaggi illustri rappresentati nelle statue e nei busti che arricchiscono Piazza Dante e i suoi giardini, realizzati alla fine dell’Ottocento dopo lo spostamento del fiume Adige. Orario: lunedì-venerdì 8.30-20.30; sabato 8.30-18.30. Chiuso la domenica. Info: Tel. 230482; www. museostorico.it. Mostre CORPI DI REATO Apertura: da domenica 26 gennaio a domenica 30 marzo. Le Gallerie

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di Piedicastello. Un’archeologia visiva dei fenomeni mafiosi nell’Italia contemporanea. Mostra di Tommaso Bonaventura e Alessandro Imbriaco. Orario: martedì-domenica, ore 91-8. Lunedì chiuso. Ingresso libero. Info: Fondazione Museo storico del Trentino Tel. 0461.230482; info@museostorico. it; www.museostorico.it.

GROTTESCO GILBERT ALLO STUDIO D’ARTE RAFFAELLI

Mostre SILENT FRACTURE Apertura: da sabato 8 febbraio a sabato 10 maggio. Galleria Boccanera - via Milano, 128/130. Mostra di Neboj a Despotovi , a cura di Maja iri . Orari: da lunedì a sabato 10-19 o su appuntamento. Info: www. arteboccanera.com; info@arteboccanera.com; Tel. 0461.984206; Cell. 340.5747013. Mostre CHIAMATA A RACCOLTA. COLLEZIONI PRIVATE IN MOSTRA Apertura: da domenica 16 febbraio a domenica 11 maggio. Galleria Civica - Via Belenzani, 44. Una mostra per raccontare, attraverso oltre 100 opere, la passione, la ricerca e la dedizione dei collezionisti trentini. Dalla metà del secolo scorso fino alle ultime istanze, pitture, sculture, disegni, fotografie narrano un collezionismo spesso sconosciuto, riservato, intimo che il pubblico ha incontrato raramente. Orari: da martedi a domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18. Lunedi chiuso. Info: Tel. 0461.985511; 800.397760; civica@mart.tn.it. Mostre TERRE COLTIVATE - STORIA DEI PAESAGGI AGRARI DEL TRENTINO Piedicastello. Apertura: fino a domenica 8 giugno 2014. Le Gallerie di Piedicastello. Un’esposizione sulle continuità e sui cambiamenti che hanno riguardato la parte di territorio “usata” per garantire il sostentamento della popolazione e per trasformare l’agricoltura in uno dei fattori principali dell’economia trentina. Ingresso libero. Orario: mar-dom ore 9-18; lunedì chiuso. Info e prenotazioni: Tel. 0461.230482; www.museostorico.it; info@museostorico.it. Mostre STORIE DI GENERE – L’ALTRA METÀ DELLA COOPERAZIONE Trento. Sala Thun di Torre Mirana. Apertura: fino al 23 febbraio. L’allestimento propone un percorso documentario e fotografico, accompagnato dalle testimonianze di alcune protagoniste del mondo della cooperazione, presidenti, socie, lavoratrici, che si raccontano e raccontano la loro esperienza di donne nella cooperazione. Orario: tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 15 alle 19. Info: www.comune. trento.it

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rruento, disorientante, colto, popolare, fantasmagorico, saettante, irriverente. Si potrebbero usare mille aggettivi per cercare di capire l’arte dell’artista scozzese Andrew Gilbert. Di sicuro sappiamo che la sua tavolozza è uguale alla sua tela: un calderone ribollente di cromie, segni, gesti, collage, odori, spessori, volumi. Una sicurezza: la sua figurazione eclatante, sfacciata, prepotente, invadente. Come invadenti sono i suoi eserciti, guerrieri, soldati, gerarchi, che attraversano la storia delle armi e delle cronologie per offrirsi sul banchetto dell’irrisione. Quando l’artista ha saputo che avrebbe esposto allo Studio d’Arte Raffaelli di Trento – la mostra chiude il 28 febbraio, catalogo a cura di Shaka Spear –, scavalcando le Alpi ha deciso che il suo esercito squinternato con le divise rosse sarebbe passato da lì, ripetendo le orme di Annibale. E una volta arrivato nella piana dell’Adige, avrebbe dato l’ordine al suo esercito, come qualche secolo fa i nemici atavici francesi, di assalire il Castello del Buonconsiglio. Andrew Gilbert, cantastorie contemporaneo, è il patafisico d’oggi, un Ubu Roy-Alfred Jarri aggiornato. Le sue scorribande attraverso il tempo e lo spazio della storia militare al confine tra invenzione e tradizione, mescolando il tutto, ce lo rende simpatico. Profondamente satirico, talvolta grottesco, l’artista oscilla continuamente tra passato e presente rileggendo e riscrivendo la storia. Non si tratta di auto mistificazione, ma piuttosto di un’ironica consapevolezza del proprio ruolo di portavoce del presente attraverso l’illustrazione di un racconto bellico a un tempo reale e visionario. Dagli acrilici agli acquerelli su carta, fino alle installazioni scultoree, per questa meta espositiva è stato il Castello del Buonconsiglio a scatenare l’immaginario dell’artista. Una sala invece ha voluto dedicarla ad una sorta di ricreazione di un museo etnografico personalizzato: in questa sezione i colori forti e il tratto naive di Andrew Gilbert si confrontano con maschere tribali e trofei di guerra. 
Il tema della conquista, filo conduttore dell’esposizione, è trattato dall’artista in modo volutamente ambiguo combinando immagini forti, talvolta crude, con un linguaggio espressivo fintamente primitivo e simbolico. Fiorenzo Degasperi


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trentinoappuntamenti

IL VIOLINO DI ACCARDO ILLUMINA FEBBRAIO

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n febbraio carnevalesco, che si apre all’insegna della musica classica, con l’attesissimo ciclo de

“I Concerti della Domenica”.

Primo evento con il Trio Castalia, il 2 febbraio. Il 16 è la volta del “Quintetto” e il 23 del pianista Giampaolo Stuani.

Dolci note alla Società

Filarmonica di Via

Verdi, a Trento, Apre Jan Lisiecki il 7 febbraio. Seguono le esibizioni del duo ”Katona Twins” E del trio composto da Carolin Widmann, Nicolas Altstaedt e Alexander Lonquich. Ma è il nome del grande Salvatore

Accardo a

illuminare il febbraio “classico” della nostra provincia: si esibirà mercoledì 12 febbraio all’Auditorium di Trento, nel duplice ruolo di direttore e di solista. In programma il Concerto per violino in do maggiore

LUCA TELESE

G

iornalista parlamentare ed ex portavoce del Partito della Rifondazione Comunista e poi nell’ufficio stampa del Movimento dei Comunisti Unitari, inizia la sua carriera collaborando con l’Unità, il manifesto, Il Messaggero e Il Foglio. Dal 1999 al 2009 lavora per il quotidiano Il Giornale, occupandosi soprattutto di quanto avviene nella parte sinistra del sistema politico italiano e di spettacoli e cultura. Per lo stesso quotidiano dal 2007 ha seguito in particolare il Partito Democratico. Sebbene stesse lavorando per Il Giornale, quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi, il 21 agosto del 2008 Telese si definisce «un comunista italiano a lungo impegnato in un giornale di destra». È stato autore di alcune trasmissioni televisive. Dal 2007 conduce su LA7 il programma Tetris che intreccia politica e Tv. Dirige la collana “Radici nel Presente” della casa editrice Sperling & Kupfer. Dal giugno del 2010, con Luisella Costamagna, conduce In onda, talk show di approfondimento serale di LA7 e dal 4 maggio 2011 Fuoriluogo su Current. Contestualmente annuncia di essere già al lavoro per fondare un nuovo quotidiano nazionale, Pubblico Giornale, rivolto principalmente a lettori di sinistra. Nel settembre 2013 passa a Mediaset per condurre Matrix, programma televisivo di approfondimento politico in seconda serata.

di Joseph Haydn, la Sinfonia concertante per due violini in si minore op. 88 di Louis Spohr, che Accardo proporrà affiancato dalla moglie, la violinista Laura

Gorna e “Notte trasfigurata” di Arnold Schönberg.

Da quasi trent’anni, Max

Pezzali è uno degli artisti fra

i più popolari in Italia. Previsto il pienone al Palasport di Trento per il concerto del 10 febbraio.

John Mayall, il celeberrimo bluesman inglese, sarà il 24 febbraio in concerto all’Auditorium di Trento per la Stagione di Musica d’Autore. Mayall, autentico totem del blues bianco, ha deciso di festeggiare i suoi primi

potremo assistere alla creazione della compagnia di

danza, trentina, Abbondanza/Bertoni, intitolata “Le

fumatrici di pecore”.

A Trento, invece, atteso spettacolo che vedrà protagonista, il 18 febbraio, la compagnia anglosassone Motionhouse.

Per il teatro, Luca

Telese propone il suo monologo

sulla politica e il costume nazionale raccontati nella sua stagione più difficile. Ma a Vezzano arrivano anche due

Ale&Franz. Con l’attesa prova di Denis Fontanari in “Vita di Galileo” di Bertolt Brecht, le Stagioni teatrali volti noti della televisione:

entrano nel vivo. Si parte con “La coscienza di Zeno”

ottant’anni di musica on stage con un nuovo tour.

di Kezich e si arriva a “Muri - prima e dopo Basaglia” di

Per la danza, l’8 febbraio al teatro Valle dei Laghi

Renato Sarti.

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trentinoappuntamenti

Cultura VOCI E SUONI DALLE STORIE – BADABÙM! Rovereto. Ore 17. Biblioteca Civica, zona bambini. Letture animate per bambini dai 3 anni, con Cristina Gianni e Davide De Bona. Info: per prenotazioni Tel. 0464.452500; www. comune.rovereto.tn.it. Musica MINIFILARMONICA Trento. Ore 17.30. Sala dalla Filarmonica. Gli insegnanti dei Minipolifonici e altri loro amici vi accompagneranno in questa particolare passeggiata nella storia della musica. Ovviamente tutto ciò sarà realizzato con la vostra partecipazione; durante tutti gli spettacoli, infatti, sarete direttamente coinvolti in divertenti giochi musicali! Un’ottima occasione, quindi, per conoscere meglio tutti gli strumenti: l’oboe, il clarinetto, il pianoforte, il corno, il violino, il flauto, il violoncello e molti altri! Ingresso libero. Info: Società Filarmonica - Tel. 0461.985244; www. filarmonica-trento.it; info@filarmonica-trento.it. Teatro VACANZE FORZATE (STESSA CASA… STESO MARE) Viarago. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di Antonella Zucchini – tradotta in dialetto trentino con la Filodrammatica di Viarago. Per la rassegna teatrale “Viarago a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro U PARRINU Trento. Ore 21. Teatro Portland Via Papiria, 8. La mia storia con Padre Pino Puglisi ucciso dalla mafia di e con Christian Di Domenico – Produzione L’Albero dei Sogni. Info: www.teatroportland.it. Teatro SPECCHI RIFLESSI: ROMANZO ITALIANO - LUCA TELESE Vezzano. Ore 20.45. Teatro Valle dei Laghi, loc. Lusan. Un’orazione per immagini e video sull’Italia, la politica e il potere nell’anno della grande crisi. Info:Tel. 0461.340158; www.teatrovalledeilaghi.it.

Teatro STAGIONE DI PROSA: MI NO ME SOM NOTÀ Aldeno. Ore 20.45. Teatro Comunale. Info: Comune di Aldeno - Ufficio Segreteria Tel. 0461.842523; www.comune.aldeno.tn.it.

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Teatro NIENTE DA DICHIARARE? Rallo. Ore 21. Teatro. Spettacolo di Hennequin e Veber con la Filodrammatica “Amicizia” di Romeno. Per la rassegna teatrale “Teatrallo”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro QUELLO… BUONANIMA Povo. Ore 20.30. Teatro “Concordia”. Spettacolo di Ugo Palmerini. Trad. in dialetto trentino di Giorgio Clementi con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la XXVI Rassegna teatrale “Isidoro Trentin”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

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1 SABATO

Teatro VA TUT BEN… BASTA CHE I PAGA!!! Cognola. Ore 20.45. Teatro Auditorium (Scuole Medie). Spettacolo di Loredana Cont con la Filo “S. Rocco” di Nave S. Rocco. Per “Insieme a Teatro sull’Argentario”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA BAITA DEGLI SPETTRI Romallo. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Lillo & Greg con la Filodrammatica di Ora. Per la X Rassegna teatrale “Franco e Ivana”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro SAL & PEVER Malè. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Alfredo Pitteri con l’Associazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo in Banale. Per “Teatrando 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro AMOR E BATICOR Taio. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Loredana Cont con l’Associazione Teatrale “Le Voci di Dentro” di Mezzolombardo. Per la Rassegna teatrale “Amici del Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA NOT DE LE STRIE Zambana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Aldo Cirri – adattata e tradotta in dialetto trentino con la Filodrammatica “ACS Punto 3” di Canale di Pergine. Per la Rassegna teatrale di commedie in dialetto trentino. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

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trentinoappuntamenti Teatro BARUFE EN FAMEGIA Storo. Ore 21. Teatro Oratorio. Spettacolo di Giacinto Gallina con la Compagnia di Lizzana. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

della rassegna “A tutta scena!” spettacolo teatrale per bambini e ragazzi, con la compagnia AriaTeatro. Info: AriaTeatro 389 1151058, info@ariateatro.it, www.ariateatro.it, Teatro Comunale di Pergine info@teatrodipergine.it www.teatrodipergine.it.

Teatro DOLORI, DOLORI, DOLORI! Castello Tesino. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Gabriele Bernardi con la Filo “Nino Berti” di Rovereto. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Tradizione SAGRA DI SANT’AGATA Strigno. Fraz. Tomaselli. Tradizionale festa patronale di S. Agata a Strigno fraz. Tomaselli con musica, ballo liscio, maschere di carnevale, lotteria, stand enogastronomico con i tipici “grostoli”, dolcetti di carnevale. Info: www. visitvalsugana.it.

Teatro PILLOLE, AMORE E FRENESIA Nago Torbole. Ore 21. Teatro. Spettacolo tratto da “Mio suocero in rodaggio” di Aldo Boscolo con la Filo “Bastia” di Preore. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro FUM ‘N TEI OCI Primiero. Ore 20.30. Teatro. Spettacolo di R. Sposito e C. Romano – trad. in dialetto trentino di Carlo Giacomoni con la Filo “Concordia ‘74”di Povo. Info: Co.F.As.Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi LA STORIA DI ROMEO E GIULIETTA Bedollo. Ore 16.30. Nuovo Teatro Comunale di Centrale. All’interno

cultura.it; Tel. 0461.985244; www. filarmonica-trento.it.

Teatro NESSUNA STREGA Ischia di Pergine. Ore 16.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Guido Quarzo con l’Associazione Culturale “Le voci di dentro” di Mezzolombardo. Per la 11a rassegna provinciale di teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

2 DOMENICA Famiglia LA CIASPOLERA Viote Monte Bondone. Gara con racchette da neve agonistica e non. Info: www.gsmarzola.it; www.discovermontebondone.it. Musica I CONCERTI DELLA DOMENICA Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica. Via Verdi, 30. Trio Castalia Alessia Pallaoro, violino; Barbara Misiewicz, violoncello; Roberto Arosio, pianoforte su musiche di L. van Beethoven e F. Schubert. Info: Tel. 0461.884286; www.trento-

Teatro Co.F.As.”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it.

Teatro U PARRINU Trento. Ore 10. Teatro Portland Via Papiria, 8. La mia storia con Padre Pino Puglisi ucciso dalla mafia di e con Christian Di Domenico – Produzione L’Albero dei Sogni. Info: www.teatroportland.it. Teatro PURGA & CIOCCOLATO Trento. Ore 16. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di Gian Carlo Pardini con la Filodrammatica di Telve Valsugana. Per “La vetrina del

Teatro I SEGRETI NEL COR Zivignago. Ore 17.30. Teatro. Spettacolo di Alberto Maria Betta con la Compagnia “I Sarcaioli” dell’Alto Garda. Per la Rassegna teatrale “Zivignago sera in... prosa”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PÙ BUSIE… CHE POESIE Verla di Giovo. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di e con Loredana Cont con la Filodrammatica “I Dialettanti” di Rovereto. Per la Rassegna teatrale “Il Pellicano”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

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BOLZANO – Via Bari 15 Tel. 0471 930993 – bazarbz@bazar.it

Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.30-18.30

JOHN MAYALL

ANGELO PINTUS

GIOVANNI ALLEVI

STEVE HACKETT

Il bluesman inglese arriva con il suo “80th Anniversary Tour” in concerto in Italia per tre appuntamenti nel Febbraio 2014, con Rocky Athas (chitarra), Greg Rzab (basso) e Jay Davenport (batteria). L’ultimo album in studio è “Tough” del 2010, mentre è uscito nel 2012 “Live in London”, registrato durante il concerto nella Capitale inglese nel Novembre dell’anno precedente.

Torna l’esilarante spettacolo di Angelo Pintus: “Cinquanta sfumature di Pintus”.

Allevi porterà sul palco del Teatro Duse di bologna “Piano Solo ” con le melodie entrate ormai nell’immaginario musicale di tutto il suo pubblico e che lo hanno portato ad essere considerato l’enfant terrible della Musica Classica Contemporanea: da “Go with the flow”, a “Vento d’Europa”, senza dimenticare “Secret Love” e altri brani del suo ultimo album per pianoforte solo “Alien” ma eseguirà anche brani storici appartenenti ai suoi primi album, come “Cassetto” e “Filo di perle”, che non esegue in concerto da oltre 15 anni.

Se vi siete persi il concerto o nel live set non c’era uno dei vostri brani favoriti, ecco l’occasione per rivivere la magia senza tempo chiamata Genesis, grazie ad uno dei suoi artefici, Steve Hackett con la sua straordinaria band dal vivo.

TRENTO Teatro Auditorium Santa Chiara 24 febbraio 2014 ore 21

TRENTO Teatro Auditorium Santa Chiara 29 marzo 2014 ore 21 30 marzo 2014 ore 17

TRENTO Teatro Auditorium Santa Chiara 2 aprile 2014 ore 21

TRENTO Teatro Auditorium Santa Chiara 25 maggio 2014 ore 21.00

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trentinoappuntamenti Teatro L’EREDITÀ DELA PORA SUNTA Vigo Cavedine. Ore 17. Teatro. Spettacolo di Loredana Cont con la Filo “Tra ‘na roba e l’altra” di Cavrasto. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro I MUSICANTI DI BREMA Lavis. Ore 15.30 e 17. Auditorium Biblioteca. Spettacolo di pupazzi e burattini con il Teatro Glug (AR). Cosa??...una tromba, un tamburo e una fisarmonica suonati da un cane, una gatta e un asino? Ma che storia è mai questa? È la vecchia storia dei Grimm: quattro animali, contro tre briganti! A raccontarla ci sarà anche signor Gufo…sarà davvero sensazionale! Info: I biglietti sono prenotabili telefonicamente presso il comune di Lavis negli orari di ufficio (0461-248140) e posti in vendita il giorno della rappresentazione a partire dalle 14.30, direttamente alla cassa dell’Auditorium di Lavis al costo di 3 euro. Tradizione SAGRA DI SANT’AGATA Strigno. Fraz. Tomaselli. Tradizionale festa patronale di S. Agata a Strigno fraz. Tomaselli con musica, ballo liscio, maschere di carnevale, lotteria, stand enogastronomico con i tipici “grostoli”, dolcetti di carnevale. Info: www. visitvalsugana.it. Tradizione FESTA DI SAN BIAGIO CON ANIMAZIONE PER BAMBINI Bieno Valsugana. Festa di carnevale con pasta in piazza, a partire da mezzogiorno. Info: www.visitvalsugana.it.

BRONZOLO (BZ) 5 FEBBRAIO 2014

P

resso la Sala Civica del Comune di Bronzolo ore 20.00 presentazione del libro “Le vie del sale nel Tirolo storico” di Fiorenzo Degasperi – ed. Curcu&Genovese

3 LUNEDÌ Cultura CORSO DI STORIA DELLA MUSICA Rovereto. Ore 18. Biblioteca civica, sala multimediale. Con Barbara Broz - e l’Associazione Euritmus. Info: www.comune.rovereto.tn.it.

4 MARTEDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Ore 15. Aula 1 della Facoltà di Giurisprudenza, via Rosmini 27. “Nel mondo globalizzato c’è spazio per l’Italia?” Dialogo con Romani Prodi. Modera: Michele Andreaus, Università degli Studi di Trento. Per maggiori informazioni: www.unitn.it/evento/dialogo-prodi Cultura CONFERENZA Trento. Ore 16.45. Società Dante Alighieri, Via Dordi, 8. Conferenza: “Astrologia - noi come siamo?” Luci ed ombre del 2014, con Giuliana Raffaelli Bonassi. Info: Soc. Dante Alighieri - Tel. 0461.239994.

5 MERCOLEDÌ Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Rovereto. Ore 17.30. Sala conferenze Museo della Guerra. Con il libro nello zaino - Sui sentieri della Grande Guerra presentazione del libro di Oswald Mederle: “Sulle tracce del fronte tirolese Escursione sui luoghi della Grande Guerra 1915-1918” con Josef Nössing, storico a Cura Museo Storico Italiano della Guerra. Info: www.comune.rovereto.tn.it. Danza DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. Sede Associazione “Mana“. Per info e/o iscrizioni: mimosa.2009@ live.it.

6 GIOVEDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Ore 17. Associazione Culturale “Antonio Rosmini” - Via Dordi, 8. Conferenza: “La comunicazione scientifica”. Relatore: Prof. Massimiliano Bucchi - Dipartimento di Sociologia - Università di Trento. Info: Tel. e Fax 0461.239994; info@assrosmini.191.it; www.assciazrosminitrento.it.

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rale della Mitteleuropa, si svolge la vicenda di Zeno Cosini. Fragile e inadeguato di fronte ai cambiamenti della società, Zeno riesce però a mantenere sempre un atteggiamento ironico e distaccato nei confronti della vita, che gli permetterà di capirla meglio e, quindi, di crescere. Il testo, partendo da una seduta psicanalitica, evoca i momenti salienti della sua vita fino al bellissimo, inquietante monologo finale sulla ferocia e l’inutilità di quella guerra che di lì a poco avrebbe rivoluzionato tutto. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it .

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e dei territori di provenienza può dare. Durante la serata si potranno degustare da 15 a 72 birre diverse, accompagnate da gustosi stuzzichini. A tutti i partecipanti verrà rilasciato l’attestato di “Degustatore Echtes Bier”. Quota di partecipazione: € 8,50. Info: Francesco Roccabruna 347.1856003 per prenotazione obbligatoria; francesco@roccabruna-bevande. it, www.roccabruna-bevande.it. Musica CONCERTO FILARMONICA Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Jan Lisiecki, pianoforte su musiche di F. Chopin. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it.

Enogastronomia GIRO BIRRA VIP: PRESENTAZIONE E DEGUSTAZIONE DELLA VERA BIRRA Fornace. Ore 19. Antica Casa Roccabruna. Nella suggestiva sala del 1500 dell’Antica Casa Roccabruna, percorso guidato alla ricerca della migliore birra del mondo, per provare l’emozione che solo l’approfondita conoscenza della birra

Teatro LA COSCIENZA DI ZENO Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Spettacolo di Tullio Kezich dal romanzo di Italo Svevo con il Teatro Carcano Milano. Regia Maurizio Scaparro con Giuseppe Pambieri. Maurizio Scaparro fa proprio lo storico adattamento del romanzo di Svevo, che Tullio Kezich realizzò per il teatro nel 1964. Sullo sfondo di una Trieste cosmopolita e mercantile, ma anche crogiolo cultu-

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trentinoappuntamenti Per i più piccoli NANNA AL MUSEO Trento. MUSE Museo delle Scienze. È l’esclusiva esperienza per i bambini dai 5 ai 12 anni organizzata dal MUSE Museo delle Scienze di Trento. Quando si spengono le luci e tutti i visitatori lasciano le sale, il museo si trasforma in un luogo magico, a portata di bambino. Le stanze del museo prendono vita e si aprono all’esplorazione dei più piccoli, che nel cuore della notte possono aggirarsi tra orsi, lupi, balene, dinosauri e antenati preistorici... Info e prenotazioni: MUSE Tel. 0461.270311; www.muse.it.

verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it.

Teatro LA COSCIENZA DI ZENO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Spettacolo di Tullio Kezich dal romanzo di Italo Svevo con il Teatro Carcano Milano. Regia Maurizio Scaparro con Giuseppe Pambieri. Maurizio Scaparro fa proprio lo storico adattamento del romanzo di Svevo, che Tullio Kezich realizzò per il teatro nel 1964. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it .

Teatro AMOR E BATICOR Cognola. Ore 20.45. Teatro Auditorium (Scuole Medie). Spettacolo di Loredana Cont con l’Associazione Culturale “Le Voci di Dentro” di Mezzolombardo. Per “Insieme a Teatro sull’Argentario”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Teatro EL GILÈ ENSANGUINÀ Bedollo. Ore 20.30. Nuovo Teatro Comunale di Centrale. Per la sesta Rassegna Teatrale “Foie de Bedol” rappresentazione teatrale in dialetto trentino del testo di Bruno Groff, presentato dalla classe 5^ della Scuola Primaria “Abramo Andreatta” di Bedollo. Info: Comune di Bedollo Tel. 0461.556624.

Teatro UN’ALTRA STAGIONE: NARRENSCHIFF Trento. Ore 21. Teatro San Marco - Via San Bernardino, 8. Info: Teatro San Marco Tel. 0461.233522; www.teatrosanmarco.it. Teatro LA COSCIENZA DI ZENO Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Spettacolo di Tullio Kezich dal romanzo di Italo Svevo con il Teatro Carcano Milano. Regia Maurizio Scaparro con Giuseppe Pambieri. Maurizio Scaparro fa proprio lo storico adattamento del romanzo di Svevo, che Tullio Kezich realizzò per il teatro nel 1964. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it . Tradizione SAGRA DI SANTA APOLLONIA Spera Valsugana. Presso il centro polifunzionale grande festa di carnevale con musica, ballo, specialità gastronomiche, mascherine e lotteria. Info: www.visitvalsugana.it.

8 SABATO Cultura COSTELLAZIONI FAMILIARI Zambana vecchia. Ore 15-18. C/o associazione Mana. Metodo Bert Hellinger. Conduce la dott. ssa Julijana Osti. Comunicare la propria presenza scrivendo a: julijana.osti@libero.it. Danza LE FUMATRICI DI PECORE Vezzano. Ore 21. Teatro Valle dei Laghi. Un progetto di Antonella Bertoni, Regia di Michele Abbondanza. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara - Via S. Croce, 67 n.

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Teatro PER LA STRADA Civezzano. Ore 20.45. Teatro comunale Luigi Pirandello. All’interno della Rassegna Teatrale Bruno Palaoro rappresentazione teatrale presentata dalla filodrammatica Eccentrici Dadarò di Caronno Pertusella di Varese. Info: Compagnia Filodrammatica Civezzano filocivezzano@libero.it, www.filocivezzano.altervista.org. Teatro PARROCO PER TRE DÌ Rallo. Ore 21. Teatro. Spettacolo di Fabrizio Dettamanti con la Filodrammatica “R.A.L.” di Rallo. Per la rassegna teatrale “Teatrallo”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ROBE DA NO CREDER Sopramonte. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Emilio Luigi Motta con la Compagnia “S. Siro” di Lasino. Per la XXIII Rassegna teatrale organizzata dalla Filodrammatica di Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro PÙ BUSIE CHE… POESIE Povo. Ore 20.30. Teatro “Concordia”. Spettacolo di e con Loredana Cont con la Filodrammatica “I Dialettanti” di Rovereto. Per la XXVI Rassegna teatrale “Isidoro Trentin”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NON SPARATE SUL POSTINO Olle Valsugana. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Derek Benfield – trad. di Maria Teresa Petruzzo con il Gruppo “Zivignago ‘87” di Pergine. Per la Stagione teatrale 2014 organizzata dalla Filodrammatica di Olle. Info: Co.F.As. Tel.

Teatro EL MORO Preore. Ore 20.45. Teatro “Casa Mondrone”. Spettacolo con T.I.M. – Teatro Instabile Meano. Per la IX Rassegna teatrale “Preore a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro SOGNO POETICO DI UNA GALLINA RITMICA (OVVERO: AH, STIAMO FRESCHI SE LA GALLINA CANTA!) Romallo. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Giulio Visintainer con la Filodrammatica “La Marianela” di Romallo. Per la X Rassegna teatrale “Franco e Ivana”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LIOLÀ Malè. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Luigi Pirandello con la Filo “S. Martino” di Fornace. Per “Teatrando 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ME SON DESMISSIÀ EN PARADIS Taio. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Camillo Vittici con la Filodrammatica “Teatro a Zambana” di Zambana. Per la Rassegna teatrale “Amici del Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

“Fomefilò” con la Filodrammatica Ledrense di Molina di Ledro. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi LE QUATTRO STAGIONI E PICCOLO VENTO Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti, Via S. Croce, 67. Una proposta teatrale che coinvolge il pubblico dei più piccoli sul tema dell’ascolto della natura. Accompagnata dalle musiche di Antonio Vivaldi si snoda una storia frizzante che segue, con sorrisi e poesia, le avventure di Piccolo Vento attraverso le stagioni e i loro cambiamenti: paesaggi, colori, profumi, sfumature, suoni, musiche. I tre attori in scena parlano al pubblico, invitandolo all’osservazione delle piccole cose della natura e all’ascolto del racconto musicale. Alternandosi in danze e narrazioni, giocano insieme ai bambini ad ascoltare le parole di Piccolo Vento e ad accompagnarlo, scivolando da una stagione all’altra, nella ricerca della sua mamma, Zefiro. Info: Centro Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Tradizione SAGRA DI SANTA APOLLONIA Spera Valsugana. Presso il centro polifunzionale grande festa di carnevale con musica, ballo, specialità gastronomiche, mascherine e lotteria. Info: www.visitvalsugana.it.

9 DOMENICA Musica I CONCERTI DELLA DOMENICA Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica. Via Verdi, 30. Roberta Alessandrini, arpa; Stefan Coles, violino su musiche di R. Kreutzer/ N. Bochsa, J. Massenet, G. Rossini, C. Saint-Saëns, G. Alessandrini, C. Salzedo, M. Ravel e B. Andres. Info:Tel. 0461.884286; www. trentocultura.it; Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it.

Teatro DOLORI, DOLORI, DOLORI! Lavis. Ore 21. Auditorium Comunale. Spettacolo di Gabriele Bernardi con la Filodrammatica “Nino Berti” di Rovereto. Per la 9a Rassegna teatrale “Ricordando Nicola”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro VACANZE FORZATE (STESSA CASA… STESSO MARE) Vigo Cavedine. Ore 21. Teatro. Spettacolo di Antonella Zucchini – tradotta in dialetto trentino con la Filodrammatica di Viarago. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro I NIPOTI DOLENTI POSERO NagoTorbole. Ore 20.30. Teatro. Spettacolo di Giorgio Dell’Antonia

Teatro LA COSCIENZA DI ZENO Trento. Ore 16. Teatro Auditorium. Spettacolo di Tullio Kezich dal romanzo di Italo Svevo con il Teatro Carcano Milano. Regia Maurizio Scaparro con Giuseppe Pambieri. Maurizio Scaparro fa proprio lo storico adattamento del romanzo di Svevo, che Tullio Kezich realizzò per il teatro nel 1964. Info: Centro


trentinoappuntamenti Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it . Teatro VIAGGIO NEL MONDO DEI 5 SENSI Civezzano. Ore 16. Teatro comunale Luigi Pirandello. All’interno della rassegna teatrale per ragazzi “Il Grillo Parlante” spettacolo per bambini e ragazzi presentato dalla Filodrammatica Eccentrici Dadarò di Caronno Pertusella di Varese. Info: Compagnia Filodrammatica Civezzano filocivezzano@libero.it, www.filocivezzano.altervista.org.

lo all’osservazione delle piccole cose della natura e all’ascolto del racconto musicale. Alternandosi in danze e narrazioni, giocano insieme ai bambini ad ascoltare le parole di Piccolo Vento e ad accompagnarlo, scivolando da una stagione all’altra, nella ricerca della sua mamma, Zefiro. Info: Centro Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

Teatro A SAVERLE TUTE… NON SE ’N SBALIERÌA GNANCA MEZA! Trento. Ore 16. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di Andrea Cortelletti con musica dal vivo della band “Capybaras” e corpo di ballo e con la Compagnia “Follie d’Autore” città di Trento. Per “La vetrina del Teatro Co.F.As.”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTI ‘N TERAPIA Zivignago. Ore 17.30. Teatro. Spettacolo di Gloria Gabrielli con la Filodrammatica “La Logeta” di Gardolo. Per la Rassegna teatrale “Zivignago sera in... prosa”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ANGELINO MATERASSI NON PIGLIA SONNO! Lavis. Ore 15.30 e 17. Auditorium Biblioteca. Spettacolo d’ attore con voce narrante e clownerie con Matteo Trenti e Paola Ruffo (TN). Una buffa creatura vaga per campi, paesi e colline, trascinandosi dietro un lettino con ben otto, dico otto, materassi sopra… si chiama Angelino ed è da un po’ di tempo che non riesce a prendere sonno… colpa dei materassi? Nooo il motivo è un altro, anzi sono altri... Info: I biglietti sono prenotabili telefonicamente presso il comune di Lavis negli orari di ufficio (0461-248140) e posti in vendita il giorno della rappresentazione a partire dalle 14.30, direttamente alla cassa dell’Auditorium di Lavis al costo di 3 euro. Teatro ragazzi LE QUATTRO STAGIONI E PICCOLO VENTO Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti, Via S. Croce, 67. Una proposta teatrale che coinvolge il pubblico dei più piccoli sul tema dell’ascolto della natura. Accompagnata dalle musiche di Antonio Vivaldi si snoda una storia frizzante che segue, con sorrisi e poesia, le avventure di Piccolo Vento attraverso le stagioni e i loro cambiamenti: paesaggi, colori, profumi, sfumature, suoni, musiche. I tre attori in scena parlano al pubblico, invitando-

Tradizione SAGRA DI SANTA APOLLONIA Spera Valsugana. Presso il centro polifunzionale grande festa di carnevale con musica, ballo, specialità gastronomiche, mascherine e lotteria. Info: www.visitvalsugana.it.

10 LUNEDÌ Cultura CORSO DI STORIA DELLA MUSICA Rovereto. Ore 18. Biblioteca civica, sala multimediale. Con Barbara Broz e Associazione Eurithmus. Info: www.comune.rovereto.tn.it. Musica MAX PEZZALI IN CONCERTO Trento. Ore 21. PalaTrento, Via Fersina, 11. Info: Prevendita biglietti presso la redazione di Trentinomese - Via Ghiaie, 15.

11 MARTEDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Ore 20.45. Oratorio s. Antonio, via sant’Antonio 18, Bolghera. Conferenza dal titolo: “L’integrazione”. Relatore: Marcello Farina, prete e filosofo. Info: Tel. 0461.932373; dialogo.dicomunita@gmail.com.

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trentinoappuntamenti Cultura CONFERENZA Trento. Ore 16.45. Società Dante Alighieri, Via Dordi, 8. Conferenza: A proposito di Foibe: “La donna che uccise il generale” Pola, 10 febbraio 1947 - di Carla Carloni Mocavero. Presenta Luciana Grillo Laino. Info: Soc. Dante Alighieri Tel. 0461.239994. Cultura CONFERENZA Trento. Ore 20.45. Sala dell’Oratorio S. Antonio, Via S. Antonio,18 (Bolghera). Conferenza sull’integrazione con Marcello Farina, prete e filosofo. Entrata libera. Info: Gruppo Cultura dell’Associazione Oratorio s. Antonio Tel. 0461.932373 (Parrocchia s. Antonio); cell. 346.0235465; dialogo. dicomunita@gmail.com.

12 MERCOLEDÌ Musica SALVATORE ACCARDO E LAURA GORNA IN CONCERTO Trento. Ore 20.30. Auditorium Santa Chiara. Per la stagione sinfonica Orchestra Haydn 2013-2014 su musiche di J. Haydn, Louis Spohr e Arnold Schönberg. Info: Centro Servizi Culturali Santa

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Chiara n. verde 800.013952; www. centrosantachiara.it. Teatro VITA DI GALILEO Rovereto. Ore 20.45. Auditorium Fausto Melotti. Di Bertolt Brecht con Denis Fontanari, Giuseppe Amato, Riccardo Bellandi, Chiara Benedetti, Giuliano Comin, Christian Renzicchi, Paola Mitri, Andrea Pergolesi. Regia Riccardo Bellandi; produzione Compagnia AriaTeatro. Info: www.comune.rovereto.tn.it.

13 GIOVEDÌ Teatro AMLETO? Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti. Spettacolo con Stefano Detassis e Maura Pettorruso con la Macelleria Ettore_Teatro al Kg. Un’ipotesi intorno al testo shakespeariano, una domanda insita in quel punto interrogativo che accompagna il titolo. Fedele alla sua ricerca artistica che si nutre del confronto con i maestri (quelli che ognuno di noi ha ascoltato almeno una volta e, almeno una volta, ha desiderato tradire) “Macelleria Ettore” accetta la sfida elisabettiana. Due attori in uno spazio nudo provano Amleto, sprofondano nel testo, squarciano scene, scavano immagini e prendono derive

sorprendenti. Due vite alla prova, quelle di Amleto e di Ofelia. Fra attori e personaggi i piani si confondono e la vita si riversa in scena per lasciare una traccia, un’eco di sé. In una riscrittura che intercetta l’originale e lo attraversa, i due protagonisti raccontano la loro storia e, inevitabilmente, anche la nostra. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952.

14 VENERDÌ Enogastronomia GIRO BIRRA VIP: PRESENTAZIONE E DEGUSTAZIONE DELLA VERA BIRRA Fornace. Ore 19. Antica Casa Roccabruna. Nella suggestiva sala del 1500 dell’Antica Casa Roccabruna, percorso guidato alla ricerca della migliore birra del mondo, per provare l’emozione che solo l’approfondita conoscenza della birra e dei territori di provenienza può dare. Durante la serata si potranno degustare da 15 a 72 birre diverse, accompagnate da gustosi stuzzichini. A tutti i partecipanti verrà rilasciato l’attestato di “Degustatore Echtes Bier”. Quota di partecipazione: € 8,50. Info: Francesco Roccabruna 347.1856003 per prenotazione obbligatoria;

francesco@roccabruna-bevande. it, www.roccabruna-bevande.it. Musica CONCERTO FILARMONICA Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Katona Twins: Peter Katona, chitarra, Zoltan Katona, chitarra su musiche di Boccherini, J.S. Bach, A. Barrios Mangore, G. Bizet, P. Katona, I. Albéniz, J. Rodrigo, M. de Falla. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it. Teatro STAGIONE PROSA: NIP_NOT IMPORTANT PERSON Trento. Ore 20.30. Teatro Cuminetti, Via S. Croce, 67. Vincitore della prima edizione del “Premio nuova_scena.tn”. Info. Centro Culturali Servizi Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

15 SABATO Musica MINIFILARMONICA Trento. Ore 17.30. Sala dalla Filarmonica. Gli insegnanti dei Minipolifonici e altri loro amici vi accompagneranno in questa particolare passeggiata nella storia della musica. Ovviamente tutto ciò sarà realizzato con


trentinoappuntamenti la vostra partecipazione; durante tutti gli spettacoli, infatti, sarete direttamente coinvolti in divertenti giochi musicali! Un’ottima occasione, quindi, per conoscere meglio tutti gli strumenti: l’oboe, il clarinetto, il pianoforte, il corno, il violino, il flauto, il violoncello e molti altri! Ingresso libero. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; www.filarmonicatrento.it; info@filarmonica-trento.it. Teatro CAOS (REMIX) Pinzolo. Ore 21. Teatro Paladolomiti. Progetto e regia di Valeria Cavalli, Claudio Intropido con Francesco Alberici, Andrea Battistella, Ludovico D’Agostino, Jacopo Fracasso, Andrea Lietti, Isabella Perego, Maria Cristina Stucchi, Clara Terranova, Melissa Valtulini con la Compagnia Quelli di Grock. Info: www.trentinospettacoli.it. Teatro ANNE FRANK Aldeno. Ore 20.45. Teatro Comunale. Tratto da “Il Diario di Anne Frank” testo, regia e musiche originali di Emanuele Bergamaschi con Alessandro Calabrese, Luca Salata, Matteo Rubagotti, Emanuele Bergamaschi realizzato dal Gruppo Teatro a Pedali. Info: Comune di Aldeno Ufficio Segreteria Tel. 0461.842523; www.comune.aldeno.tn.it. Teatro ROBE DA NO CREDER Cognola. Ore 20.45. Teatro Auditorium (Scuole Medie). Spettacolo di Emilio Luigi Motta con la Compagnia “S. Siro” di Lasino. Per “Insieme a Teatro sull’Argentario”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’ANATRA ALL’ARANCIA Malè. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di W.D. Home e M.A. Sauvajon con la Compagnia “GAD – Città di Trento”. Per “Teatrando 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro I PROBLEMI DELA COIDURA Taio. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Ernesto Paternoster con il Gruppo Teatrale Rumo. Per la Rassegna teatrale “Amici del Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro SAL & PEVER Zambana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Alfredo Pitteri con l’Associazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo in Banale. Per la Rassegna teatrale di commedie in dialetto trentino. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Teatro SOGNO POETICO DI UNA GALLINA RITMICA – OVVERO: AH STIAMO FRESCHI SE LA GALLINA CANTA! Segonzano. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Giulio Visintainer con la Filodrammatica “La Marianela” di Romallo. Per la Rassegna teatrale 2014 organizzata dalla Filodrammatica “Nuovaribalta” di Segonzano. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BENIAMINO CIOPETA APALTATOR Povo. Ore 21. Teatro “Concordia”. Spettacolo di Artemio Giovagnoni – trad. in dialetto trentino di Carlo Giacomoni con la Filo “Concordia ‘74” di Povo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro VA TUT BEN… BASTA CHE I PAGA! Vigo Cavedine. Ore 20.30. Teatro. Spettacolo di Loredana Cont con la Filo “S. Rocco” di Nave S. Rocco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

16 DOMENICA Cultura PAROLE AL CHIAR DI LUNA Monte Bondone. Presso Bar al sole 2098, Monte Palon. Ore 16 ritrovo presso il Bondonero a Vason per la risalita. Ore 17 presentazione del volume “Ciaspolare in Trentino” volume II, di Marco Benedetti, una raccolta di 28 nuove proposte pensate per quanti si avvicinano all’escursionismo invernale con le ciaspole. Ore 19 cena presso il Bar al Sole (facoltativo). Per prenotazioni: 339.5988944. Info: info@valentinamusmeci.it; www.valentinamusmeci.it. Musica I CONCERTI DELLA DOMENICA Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica. Via Verdi, 30. Quintetto Magdalena Karolak, oboe; Miriam Caldarini, clarinetto; Alessandro Denabian, corno; Michele Fattori, fagotto; Stefania Neonato, fortepiano su musiche di W. A. Mpzart e L. van Beethoven. Info: Tel. 0461.884286; www.trentocultura.it; Tel. 0461.985244; www. filarmonica-trento.it.

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Teatro BOSIE, SEGRETI E SCONDIROLE Valfloriana. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Alberto Maria Betta con la Filo “Arcobaleno” di Arco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Tradizione CARNEVALE A TRENTO Trento. Parco divertimenti in Piazza Fiera con circa 15 attrazioni ludiche e l’antica giostra cavalli in Piazza Battisti. Fino al 4 marzo. Info: www.trentocultura.it; www. comune.trento.it

Tradizione SAGRA DI SANTA GIULIANA Baselga di Piné. Piazza di Sternigo. Tradizionale sagra di Santa Giuliana. Programma: alle 9.15 Santa Messa accompagnata dai canti del coro di Sternigo. Alle 10 apertura del vaso della fortuna. A seguire la “Sbigolada”: tradizionale gara degli spaghetti. Per tutta la giornata distribuzione di crostoli, vin brulé, brodo, bibite e spaghetti, animazione, giochi e musica per grandi e piccini. Info: A.p.T. Tel. 0461.557028. Tradizione SAGRA DI SAN VALENTINO Scurelle. Tradizionale festa di carnevale a partire dalle ore 12: gnocchi tutti, musica, maschere. Info: www.visitvalsugana.it.

Teatro TUTI EN TERAPIA Ravina. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Gloria Gabrielli con la Filodrammatica “La Logeta” di Gardolo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro PÙ BUSIE … CHE POESIE Nago Torbole. Ore 21. Teatro. Spettacolo di e con Loredana Cont con la Filodrammatica “I Dialettanti” di Rovereto. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

(GE). Si dice d’un bosco fatato ed eccolo sorgere per davvero… a protezione del palazzo, ecco che si cala il ponte levatoio… esce il Re con i suoi cortigiani e… la principessa? Se guardate bene dalla finestra della sua camera la vedrete, è… addormentata! Info: I biglietti sono prenotabili telefonicamente presso il comune di Lavis negli orari di ufficio (0461248140) e posti in vendita il giorno della rappresentazione a partire dalle 14.30, direttamente alla cassa dell’Auditorium di Lavis al costo di 3 euro.

Teatro NO VE CAPISSO PÙ Trento. Ore 16. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “La Grinta” di Arco. Per “La vetrina del Teatro Co.F.As.”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BENIAMINO CIOPETA APALTATOR Povo. Ore 16. Teatro “Concordia”. Spettacolo di Artemio Giovagnoni – trad. in dialetto trentino di Carlo Giacomoni con la Filo “Concordia ‘74” di Povo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO Lavis. Ore 15.30 e 17. Auditorium Biblioteca. Spettacolo d’attore e marionette CON Gino Balestrino

Cultura CONFERENZA Trento. Ore 16.45. Società Dante Alighieri, Via Dordi, 8. Conferenza: “I fratelli Trettel, poeti e missionari” - a cura del Cenacolo Valsugana con Luciano De Carli - con proiezione di un DVD. Info: Soc. Dante Alighieri - Tel. 0461.239994. Danza BROKEN - MOTIONHOUSE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale - Via Oss Mazzurana. Danzatori superatletici ed energia dirompente: ecco il segreto del successo della compagnia inglese Motionhouse. Fondata nel 1988 da Kevin Finnan e Louise Richards, Motionhouse festeggia nel 2013 venticinque anni di vita con lo spettacolo Broken | Seismic performance in a shifting world. Un titolo che è già un programma e al tempo stesso una promessa di tellurica visione. Ispirato al tema della relazione precaria dell’essere umano con la terra, Broken mette in scena la nostra ambivalenza verso il mondo e la natura attraverso imprevedibili situazioni coreografiche e digitali. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www. centrosantachiara.it.

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trentinoappuntamenti 19 MERCOLEDÌ Danza CENERENTOLA Trento. Ore 14.30. Teatro Cuminetti - Via Oss Mazzurana. Una Cenerentola moderna vive in un mondo fatto di invidie e gelosie, dove madri spregiudicate, per raggiungere i propri fini, manipolano le figlie come marionette. Figlie ammaestrate, viziate e sorde nel comprendere e accettare l’altro. È la storia di un incontro, di un riscatto, di un ritrovarsi e di un capirsi attraverso il linguaggio della danza, fatto di parole che, per essere dette, non hanno bisogno della voce. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Danza DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. Sede Associazione “Mana“. Per info e/o iscrizioni: mimosa.2009@ live.it. Teatro NUDA PROPRIETÀ Rovereto. Ore 20.45. Auditorium Fausto Melotti. Commedia di Lidia Ravera con Lella Costa e Paolo Calabresi. Regia di Emanuela Giordano; produzione La Contemporanea. Info: www.comune.rovereto.tn.it.

20 GIOVEDÌ Cultura LA LEGGENDA DEL SANTO BEVITORE Baselga di Piné. Ore 20.30. Biblioteca. Lettura scenica per due attori interpretata da Alessio Cogoj e Giacomo Anderle. Ingresso libero. Info: Biblioteca Tel. 0461.557951. Musica STAGIONE DEI CONCERTI Rovereto. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Oleksandr Semchuk violino e Bruno Canino pianoforte. Info: www.comune.rovereto.tn.it. Teatro LAVORI IN CORSO ALE&FRANZ Trento. Ore 20.45. Teatro Valle dei Laghi, loc. Lusan. Info: Teatro Valle dei Laghi Tel. 0461.340158; www. teatrovalledeilaghi.it. Teatro RICCARDO III - RICCARDO TERZO Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale - Via Oss Mazzurana. Di William Shakespeare traduzione e adattamento di Vitaliano Trevisan, ideazione scenica e regia Alessandro Gassmann. Alessandro Gassmann affronta, per la prima volta anche da regista, un testo di William Shakespeare con l’intento di trasmettere – grazie anche all’adattamento curato da Vitaliano Trevisan – i molteplici significati di questo capolavoro attraverso una struttura lessicale diretta e priva di filtri, ca-

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pace di liberare l’opera da ragnatele linguistiche e restituirne tutta la complessità, la forza, la bellezza e la straordinaria attualità. Un Riccardo III che, col suo violento furore, la sua feroce brama di potere, la sua follia omicida, la sua “diversità”, si propone di colpire al cuore, emozionare e coinvolgere il pubblico, trasportandolo in un viaggio affascinante e tragico attraverso le pieghe oscure dell’inconscio e nelle “deformità” congenite dell’animo umano. Info: Centro Santa Chiara n. verde 800.013952; www. centrosantachiara.it.

21 VENERDÌ Enogastronomia GIRO BIRRA VIP: PRESENTAZIONE E DEGUSTAZIONE DELLA VERA BIRRA Fornace. Ore 19. Antica Casa Roccabruna. Nella suggestiva sala del 1500 dell’Antica Casa Roccabruna, percorso guidato alla ricerca della migliore birra del mondo, per provare l’emozione che solo l’approfondita conoscenza della birra e dei territori di provenienza può dare. Durante la serata si potranno degustare da 15 a 72 birre diverse, accompagnate da gustosi stuzzichini. A tutti i partecipanti verrà rilasciato l’attestato di “Degustatore Echtes Bier”. Quota di partecipazione: € 8,50. Info: Francesco Roccabruna 347.1856003 per prenotazione obbligatoria; francesco@roccabruna-bevande. it, www.roccabruna-bevande.it. Teatro RICCARDO III - RICCARDO TERZO Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale - Via Oss Mazzurana. Di William Shakespeare traduzione e adattamento di Vitaliano Trevisan, ideazione scenica e regia Alessandro Gassmann. Info: Centro Santa Chiara n. verde 800.013952; www. centrosantachiara.it. Teatro UN’ALTRA STAGIONE - VITA DI GALILEO - BERTOLT BRECHT Trento. Ore 21. Teatro San Marco, Via San Bernardino, 8. Info: Teatro San Marco Tel. 0461.233522; www.teatrosanmarco.it. Teatro A SAVERLE TUTE… NON SE ‘N SBALIERIA GNANCA MEZA! Mezzolombardo. Ore 21. Teatro “S. Pietro”. Spettacolo di Andrea Cortelletti con la Compagnia Teatrale “Le Follie d’Autore Città di Trento” e Band Capybaras. Per la 3a edizione “Comedie a Mezombart”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

22 SABATO Teatro IL PIFFERAIO MAGICO OlleValsugana. Ore 16.30. Teatro Parrocchiale. L’uovo - Teatro stabile di Innovazione onlus. Età consigliata: dai 5 ai 10 anni. Ingresso unico € 3,00. Info: Biblioteca Comunale di Borgo Valsugana Tel. 0461.754052; www.valsuganacultura.it. Teatro RICCARDO III - RICCARDO TERZO Trento. Ore 21. Teatro Sociale - Via Oss Mazzurana. Di William Shakespeare traduzione e adattamento di Vitaliano Trevisan, ideazione scenica e regia Alessandro Gassmann. Info: Centro Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Teatro VA TUT BEN…BASTA CHE I PAGA!!! Bedollo. Ore 20.45. Nuovo Teatro Comunale di Centrale. Per la sesta Rassegna Teatrale “Foie de Bedol” rappresentazione teatrale in dialetto trentino del testo di Loredana Cont, presentato dalla filodrammatica Filo San Rocco di Nave San Rocco. Info: Comune di Bedollo Tel. 0461.556624. Teatro ME CUGNADA L’È NA STAR Civezzano. Ore 20.45. Teatro comunale Luigi Pirandello. All’interno della Rassegna Teatrale Bruno Palaoro rappresentazione teatrale in dialetto trentino presentata dalla Filodrammatica San Gottardo di Mezzocorona. Info: Compagnia Filodrammatica Civezzano filocivezzano@libero.it, www.filocivezzano.altervista.org. Teatro SIOR TODERO BRONTOLON Borgo Valsugana. Ore 20.45. Teatro Auditorium del Polo scolastico. Spettacolo di Carlo Goldoni con la Compagnia “Tremilioni” di Conegliano. Per la Stagione teatrale 2014 organizzata dalla Filodrammatica di Olle. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro FUM ‘N TEI OCI Cognola. Ore 20.45. Teatro Auditorium (Scuole Medie). Spettacolo di R. Sposito e C. Romano – trad. in dialetto trentino di Carlo Giacomoni con la Filo “Concordia ‘74” di Povo. Per “Insieme a Teatro sull’Argentario”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro THEATRUM MUNDI – TRENTO E IL SUO CONCILIO Malè. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Luisa Pachera con la Compagnia “ Gad Città di Trento”. Per “Teatrando 2014”.Info: Co.F.As.

Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro SCASI SCASI PROI ANCIA MI Taio. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Gloria Gabrielli con la Filodrammatica “La Revodana” di Revò. Per la Rassegna teatrale “Amici del Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ME SON DESMISSIÀ EN PARADIS Verla di Giovo. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Camillo Vittici con la Filodrammatica “Teatro a Zambana” di Zambana. Per la Rassegna teatrale “Il Pellicano”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NA TERRIBILE SUOCERA Lavis. Ore 21. Auditorium Comunale. Spettacolo con la Filodrammatica “Doss Caslir” di Cembra. Per la 9a Rassegna teatrale “Ricordando Nicola”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TE’N CONTO UNA, ANZI DOE Segonzano. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di e con Loredana Cont con la Filodrammatica “I Dialettanti” di Rovereto. Per la Rassegna teatrale 2014 organizzata dalla Filodrammatica “Nuovaribalta” di Segonzano. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro EN VEDOF ALLEGRO Dro. Ore 20.30. Teatro Oratorio. Spettacolo di Moreno Burattini – tradotta in dialetto trentino con la Filodrammatica “Toblino” di Sarche. Per la Rassegna Teatrale “Nilo Faitelli”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro AMOR E BATICOR S. Lorenzo in Banale. Ore 20.30. Teatro. Spettacolo di Loredana Cont con l’Associazione Culturale “Le Voci di Dentro” di Mezzolombardo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro I SEGRETI NEL COR Vigo Cavedine. Ore 21. Teatro. Spettacolo di Alberto Maria Betta con la Compagnia Teatrale “I Sarcaioli” dell’Alto Garda. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro QUELLO… BUONANIMA Castello Tesino. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Ugo Palmerini con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.


trentinoappuntamenti Teatro LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO Mezzolombardo. Ore 15.30. Teatro S. Pietro. Spettacolo d’attore con il Teatro Blu (BZ). Info: Comune di Mezzolombardo. Tradizione CARNEVALE A PINÉ 2014 Baselga di Piné. Oratorio G. B. Zorzi e vie del centro. Tradizionale festa di Carnevale di Piné. Programma: ritrovo delle maschere e dei carri alle 14.15 presso l’Oratorio G. B. Zorzi di Baselga di Piné. Alle 14.30 partenza dei carri e delle mascherine e sfilata lungo le vie del centro di Baselga di Piné. A seguire ritorno all’Oratorio, dove ci sarà animazione per grandi e piccini e dove gli Alpini di Baselga distribuiranno a tutti i partecipanti pasta, tè e brulé. Dalle 14.15. Info: A.p.T. Tel. 0461.557028.

23 DOMENICA Danza BLACK AND WHITE - DAL BUIO ALLA LUCE Riva del Garda. Ore 21. Palacongressi Sala dei Mille. Spettacolo di pura energia. Black and white creato da Marcello Algeri è un viaggio metaforico per uscire dal buio che esiste nell’animo profondo alla luce sinonimo di libertà. Con influssi minimalisti e surrealisti, il coreografo ha combinato linee classiche a movimenti contemporanei per creare un intenso balletto che guida lo spettatore all’interno di molteplici emozioni. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Folklore CARNEVALARCO 2014 Arco. Ore 14. Circuito dei giardini centrali. Sfilata dei carri allegorici. Sbandieratori, musica itinerante, percussioni. Info: www.gardatrentino.it. Musica I CONCERTI DELLA DOMENICA Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica. Via Verdi, 30. Giampaolo Stuani, pianoforte su musiche di F. Chopin, I. Albeniz e F. Liszt. Info: Tel. 0461.884286; www.trentocultura.it; Tel. 0461.985244; www. filarmonica-trento.it. Teatro RICCARDO III - RICCARDO TERZO Trento. Ore 16. Teatro Sociale - Via Oss Mazzurana. Di William Shakespeare traduzione e adattamento di Vitaliano Trevisan, ideazione scenica e regia Alessandro Gassmann. Info: Centro Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

Teatro NA CROCÉRA DE… SOGNO Trento. Ore 16. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di Gigliola Brunelli con la Filo “S. Genesio” di Calavino e Associazione “Oasi della Valle dei Laghi”. Per “La vetrina del Teatro Co.F.As.”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro UNA COPPIA APERTA ANZI SPALANCATA Preore. Ore 20.45. Teatro “Casa Mondrone”. Spettacolo a cura della Filo “Bastia” di Preore. Per la IX Rassegna teatrale “Preore a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro SPIRTO ALLEGRO Zivignago. Ore 17.30. Teatro. Spettacolo di Noel Coward con il Gruppo Teatrale Giovanile di Roncegno. Per la Rassegna teatrale “Zivignago sera in... prosa”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Tradizione CARNEVALE PIEVARAZO PieveTesino. Tradizionale festa di carnevale con pastasciutta gratis per tutti, sfilata delle maschere e dei carri allegorici. Info: www.visitvalsugana.it. Tradizione CARNEVALE A BORGO Borgo Valsugana. Bigoli al ragù e alle sarde offerti dai vigili del fuoco, carri allegorici e festa delle mascherine. Info: www.visitvalsugana.it. Tradizione CARNEVALE A PERGINE VALSUGANA Pergine Valsugana. A partire dalle 14 all’Oratorio sfilata a tema libero delle mascherine e giochi per bambini in Piazza Garibaldi. Dalle 16.30 pasta per tutti. Info: www. visitvalsugana.it.

24 LUNEDÌ Cultura CORSO DI STORIA DELLA MUSICA Rovereto. Ore 18. Biblioteca civica, sala multimediale. Con Barbara Broz - e l’Associazione Euritmus. Info: www.comune.rovereto.tn.it. Musica JOHN MAYALL IN CONCERTO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium - Via S. Croce, 67. Il leone del blues inglese John Mayall compie ottant’anni e sceglie di celebrarsi nel suo habitat naturale, sul palcoscenico. A dispetto del passare del tempo, John non ha mai smesso di portare in giro per il mondo il suo blues, dotato di uno stile fondamentale che ha influenzato almeno tre generazioni di musicisti. Il bluesman inglese arriva con il suo “80th Anniversary

Tour” in concerto in Italia per tre appuntamenti nel Febbraio 2014, con Rocky Athas (chitarra), Greg Rzab (basso) e Jay Davenport (batteria). L’ultimo album in studio è “Tough” del 2010, mentre è uscito nel 2012 “Live in London”, registrato durante il concerto nella Capitale inglese nel Novembre dell’anno precedente. Quello in programma a Trento all’Auditorium sarà il primo di una terna di concerti che lo vedrà in palcoscenico, successivamente, anche a Roma e Torino. Prevendite biglietti: presso la redazionale di Trentinomese - Via Ghiaie, 15.

25 MARTEDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Ore 20.45. Oratorio s. Antonio, via sant’Antonio 18, Bolghera. Conferenza dal titolo: “Pace e conflitti”. Relatore: Laura Ciaghi, operatrice volontaria internazionale. Info: Tel. 0461.932373; dialogo. dicomunita@gmail.com. Cultura CONFERENZA Trento. Ore 16.45. Società Dante Alighieri, Via Dordi, 8. Conferenza: “Li guiderò a fresche sorgenti” saggio di don Marcello Farina su Papa Francesco. Presenta Nadia Scappini Reina. Info: Soc. Dante Alighieri - Tel. 0461.239994. Cultura CONFERENZA Trento. Ore 20.45. Sala dell’Oratorio S. Antonio, Via S. Antonio,18 (Bolghera). Conferenza sulla pace e conflitti con Laura Ciaghi, operatrice volontaria internazionale. Entrata libera. Info: Gruppo Cultura dell’Associazione Oratorio s. Antonio Tel. 0461.932373 (Parrocchia s. Antonio); cell. 346.0235465; dialogo.dicomunita@gmail.com. Musica CONCERTO FILARMONICA Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Carolin Widmann, violino; Nicolas Altstaedt, violoncello; Alexander Lonquich, pianoforte su musiche di F. Schubert. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it.

26 MERCOLEDÌ Danza NELLA RETE Trento. Ore 10. Teatro Cuminetti. Lo spettacolo affronta il tema dell’uso e abuso della rete internet. Le storie di tre adolescenti si intrecciano nella vita reale e in quella virtuale: tre personalità diverse, tre modi di vivere la stessa esperienza. La rete è il loro mondo, il loro modo di camminare nella realtà. Nascosti dallo schermo si aprono, si confidano, si sentono illusoriamente intoccabili. E così le barriere d’attenzione, a volte, finiscono per cadere. Con il Teatro del Buratto, testo e regia di Renata Coluccini con Elisa Canfora, Stefano Panzeri, Ylenia Santo. Durata: 60 minuti. Età consigliata: dai 11 ai 17 anni. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Teatro SONNO Rovereto. Ore 20.45. Teatro alla Cartiera. Drammaturgia Letizia Buoso con Emiliano Austeri, Marta Bichisao, Riccardo Capozza, Gaetano Liberti, Fabio Venturelli; cura della visione e regia Vincenzo Schino; produzione Opera. Info: www.comune.rovereto.tn.it.

27 GIOVEDÌ Folklore MACCHERONATA DI CARNEVALE Riva del Garda. Ore 11-15. Piazzale Chiesa di San Giuseppe. Distribuzione gratuita di maccheroni al ragù. Info: www.gardatrentino.it. Musica CONCERTO DI CARNEVALE - ORCHESTRA HAYDN DI BOLZANO E TRENTO Vezzano. Ore 20.45. Teatro Valle dei Laghi, loc. Lusan. Musiche della dinastia Strauss. Direttore: Michael Tomaschek. Info: Teatro Valle dei Laghi Tel. 0461.340158; www.teatrovalledeilaghi.it. Tradizione CARNEVALE DEI BAMBINI E MACCHERONATA Levico Terme. Maccheronata in piazza Venezia dalle ore 12.00 e festa delle mascherine. Info: www. visitvalsugana.it.

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Musica ORCHESTRA HAYDN Rovereto. Auditorium Fausto Melotti. Concerto di Carnevale con Michael Tomaschek direttore. Info: www.comune.rovereto.tn.it.

Danza BLACK AND WHITE - DAL BUIO ALLA LUCE Riva del Garda. Ore 21. Palacongressi Sala dei Mille.Spettacolo di pura energia. Black and white creato da Marcello Algeri è un viaggio metaforico per uscire dal buio che esiste nell’animo profondo alla luce sinonimo di libertà. Con influssi minimalisti e surrealisti, il coreografo ha combinato linee classiche a movimenti contemporanei per creare un intenso balletto che guida lo 83

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trentinoappuntamenti spettatore all’interno di molteplici emozioni. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara - n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Enogastronomia GIRO BIRRA VIP Fornace. Ore 19. Antica Casa Roccabruna. Nella suggestiva sala del 1500 dell’Antica Casa Roccabruna, percorso guidato alla ricerca della migliore birra del mondo, per provare l’emozione che solo l’approfondita conoscenza della birra e dei territori di provenienza può dare. Durante la serata si potranno degustare da 15 a 72 birre diverse, accompagnate da gustosi stuzzichini. A tutti i partecipanti verrà rilasciato l’attestato di “Degustatore Echtes Bier”. Quota di partecipazione: € 8,50. Info: Francesco Roccabruna 347.1856003 per prenotazione obbligatoria; francesco@roccabruna-bevande. it, www.roccabruna-bevande.it. Folklore GNOCCHI IN PIAZZA Arco. Ore 12. Piazza III Novembre. Distribuzione gratuita di gnocchi di patate e brulè. Info: www. gardatrentino.it. Folklore GNOCCHI IN PIAZZA Dro. Ore 12. Piazza della Repubblica. Distribuzione gratuita di gnocchi di patate e brulè. Info: www. gardatrentino.it. Teatro UN’ALTRA STAGIONE: STORIE DI UOMINI Trento. Ore 21. Teatro San Marco, Via San Bernardino, 8. Info: Teatro San Marco Tel. 0461.233522; www.teatrosanmarco.it. Teatro TUTI ‘N TERAPIA Mezzolombardo. Ore 21. Teatro “S. Pietro”.Spettacolo di Gloria Gabrielli con la Filodrammatica “La Logeta” di Gardolo. Per la 3a edizione “Comedie a Mezombart”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro MURI PRIMA E DOPO BASAGLI Rovereto. Ore 20.45. Teatro civile. Commedia di Renato Sarti con Giulia Lazzarini, regia Renato Sarti, produzione Teatro della Cooperativa. Info: www.comune. rovereto.tn.it. Tradizione CARNEVALE A TRENTO Trento. Giochi e animazioni varie per bambini in Piazza Battisti. Info: www.trentocultura.it; www. comune.trento.it Tradizione CARNEVALE DI GRAUNO Grauno. Teatro tenda e loc. La Pozza. Carnevale tra i più longevi del Trentino, caratterizzato dal rituale del rogo del pino, considerato rito di propiziazione e fecondità. Programma: alle 20 cena di pesce e a seguire serata con musica e

ballo. Il Carnevale prosegue sabato 1 con cena e serata musicale, domenica 2 marzo con il pranzo, un pomeriggio di intrattenimenti e musica, la cena e una serata di ballo. Martedì 4 ci sarà la giornata centrale del Carnevale con il trascinamento del pino in piazza Bociat alle 9, una rappresentazione teatrale all’aperto alle 9.30, il cerimoniale del battesimo con innalzamento del pino nella “Busa del Carneval”, il pranzo a base di prodotti tipici trentini e specialità locali, l’allestimento del pino, un pomeriggio in compagnia con musica, ballo ed animazione, la sfilata lungo le vie del centro e il rogo del pino, momento clou della manifestazione, alle 19. Info: Pro Loco di Grauno Tel. 0461.685002.

MARZO 2014 1 SABATO Musica MINIFILARMONICA Trento. Ore 17.30. Sala dalla Filarmonica. Gli insegnanti dei Minipolifonici e altri loro amici vi accompagneranno in questa particolare passeggiata nella storia della musica. Ovviamente tutto ciò sarà realizzato con la vostra partecipazione; durante tutti gli spettacoli, infatti, sarete direttamente coinvolti in divertenti giochi musicali! Un’ottima occasione, quindi, per conoscere meglio tutti gli strumenti: l’oboe, il clarinetto, il pianoforte, il corno, il violino, il flauto, il violoncello e molti altri! Ingresso libero. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; www.filarmonicatrento.it; info@filarmonica-trento.it. Teatro L’ANATRA ALL’ARANCIA Trento. Ore 20.45. Teatro C. Demattè, Via per Belvedere, 4 – Ravina. Nell’ambito della Stagione teatrale RavinAteatro 2014 Il GAD città di Trento presenta “L’anatra all’arancia”. Quattro personaggi scolpiti tra comicità e satira psicologica, che animano una vicenda umoristica con continui colpi di scena e battute frizzanti, condiscono e danno sapore “all’anatra all’arancia” piatto aristocratico, che sta preparando per gli ospiti una divertentissima cameriera. Tradizione CARNEVALE A TRENTO Trento. Grande sfilata dei carri e dei gruppi allegorici nel centro storico, con partenza da Via Belenzani e arrivo per le premiazioni in Piazza Duomo. Info: www.trentocultura. it; www.comune.trento.it

2 DOMENICA Musica I CONCERTI DELLA DOMENICA Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica. Via Verdi, 30. Chorus Orchestra Gisella Ferrarin, voce; Stefano Menato, clarinetto-saxofono alto; Enrico Dellantonio, saxofono

soprano -tenore; Marco Pangrazzi, saxofono baritono - tenore; Paolo Trettel, tromba; Mauro Piazzi, trombone; Paolo Bernard, pianoforte - armonium; Roberto Gorgazzini, pianoforte - banjo; Roberto Dellantonio, contrabbasso; Stefano Pisetta, percussioni. Omaggio a Kurt Weil (19001950). Info: Tel. 0461.884286; www. trentocultura.it; Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it.

4 MARTEDÌ Tradizione CARNEVALE A TRENTO Trento. Racconto di una fiaba per bambini con Gellindo Ghiandedoro e distribuzione di piccoli gadget in Piazza Pasi e laboratori di trucco, distribuzione di bevande calde e krapfen, spettacoli di animazione e musica itinerante in Piazza Duomo. Info: www.trentocultura.it; www.comune.trento.it

5 MERCOLEDÌ Danza DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. Sede Associazione “Mana“. Per info e/o iscrizioni: mimosa.2009@live.it. Musica JOHANNES DEBUS E BORIS PETRUSHANSKY IN CONCERTO Trento. Ore 20.30. Auditorium Santa Chiara. Per la stagione sinfonica Orchestra Haydn 2013-2014 su musiche di J. Brahms, L. van Beethoven. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

6 GIOVEDÌ Danza CENDRILLON Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. “Cenerentola è un stella. Una stella che danza in via di realizzazione”. Thierry Malandain racconta così la sua ultima creazione che ha debuttato quest’estate a Versailles per l’ensemble che porta il suo nome. Fedele nella drammaturgia della celeberrima fiaba di Perrault e allo spirito della partitura di Prokof’ev, il coreografo francese ci restituisce in danza un sogno che passa attraverso la ricerca di un ideale, di una verità, della dualità che è in ognuno di noi. Scenografia minimalista, tempestata di scarpette, per non distogliere l’attenzione dalla danza, incantevole e immediata, neoclassica e al tempo stesso vibrante di sfumature di modernità. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Teatro LA TELA DEL RAGNO Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Spettacolo di Agatha Christie traduzione di Edoardo Erba, regia di Stefano Messina. Prosegue il fortunato sodalizio fra la compagnia Attori & Tecnici e Agatha Christie con la messa

in scena di uno dei testi più originali e brillanti dell’autrice britannica. L’improvvisa apparizione del cadavere di uno sconosciuto nella casa di Henry Brown, stimato diplomatico londinese, sprigiona un cocktail esplosivo. La moglie Clarissa, preoccupata per la carriera del marito, decide di farlo sparire con l’aiuto di alcuni amici e, in un crescendo di esilaranti bugie, cerca di dirottare le indagini. Ma, per colpa di una telefonata misteriosa, ben presto la situazione si complica e il divertimento è assicurato grazie all’intreccio fra intrighi familiari e l’evolversi di un’indagine ricca di colpi di scena. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www. centrosantachiara.it.

7 VENERDÌ Teatro LA TELA DEL RAGNO Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Spettacolo di Agatha Christie traduzione di Edoardo Erba, regia di Stefano Messina. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

8 SABATO Teatro LA TELA DEL RAGNO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Spettacolo di Agatha Christie traduzione di Edoardo Erba, regia di Stefano Messina. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

9 DOMENICA Musica I CONCERTI DELLA DOMENICA Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica. Via Verdi, 30. Simone Vebber, organo; Alessandro Marangoni, pianoforte su musiche di J.S. Bach / F. Busoni, J.S. Bach, F. Poulenc e M. Duprè. Info: Tel. 0461.884286; www. trentocultura.it; Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it. Teatro LA TELA DEL RAGNO Trento. Ore 16. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Spettacolo di Agatha Christie traduzione di Edoardo Erba, regia di Stefano Messina. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

10 LUNEDÌ Musica CONCERTO FILARMONICA Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica. Delitiae Musicae (Ensemble vocale-strumentale), Marco Longhini, direttore. Su musiche di B. Marini, C. Monteverdi. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; www. filarmonica-trento.it

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trentinoattualità trentinomatrimoni QUESTO MESE IL GIORNO PIÙ BELLO DI FRANCESCA E STEFANO SULLA RUBRICA DEDICATA AI FIORI D’ARANCIO

IL MATRIMONIO DEL MESE Matrimonio: Civile Data: 17 agosto 2013 Luogo: Palazzo Geremia - Trento Fiori, allestimenti e progettazione Cinzia Fonso Wedding Planner Anelli: Mosele Gioielli - Trento Invitati: 70 Ricevimento: Agritur Dosila - Lasino Catering: Ristorante Prime Rose - Levico Terme Bomboniere: Filippi - Trento Torta: Pasticceria Bologna - Mori Viaggio di nozze: Alpina Tourdolomit - Trento Destinazione: Zanzibar Durata viaggio: 9 giorni Vivranno a: Trento

IL MATRIMONIO DI FRANCESCA E STEFANO

Servizio fotografico a cura di: Rpberta Pisoni www.robertapisoni.it 86

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trentinomatrimoni

Lei Nome: Francesca Anni: 34 Nata a: Trento Residente a: Trento Vestito e scarpe: Fashion Gallery - Trento Parrucchiere: Chiara Andreolli Truccatore: Serena Mosna Occupazione: Educatore

Lui Nome: Stefano Anni: 38 Nato a: Trento Residente a: Trento Vestito e scarpe: Fashion Gallery - Trento Barbiere: Salone Ratko - Riva del Garda Occupazione: Educatore

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trentinoscoop&news

DALL’US RONZONE LE PIGOTTE DELL’UNICEF 750 BAMBINI DIVENTANO ECOVIGILI PER DARE MULTE “AL CONTRARIO” INIZIATIVA DIVERTENTE QUANTO ISTRUTTIVA QUELLA VOLUTA DALLA COMUNITÀ DELLA VALLAGARINA

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anno giurato, ricevuto la spilla identificativa e il blocchetto per le multe. 750 bambini della Vallagarina sono pronti a diventare ecovigili e gli adulti dovranno fare attenzione in questi giorni nell’avere comportamenti ambientali virtuosi. Al supermercato, per esempio, potrebbe capitare di imbattersi in un mini ecovigile, il quale se si accorge che fate la spesa con la vostra fidata borsa di stoffa, o se ricaricate i vostri flaconi di detersivi vuoti al posto di comprarne di nuovi, o se ancora decidete di attaccare l’etichetta direttamente sulla zucca dopo averla pesata, senza usare il sacchetto, potrebbe premiarvi con una multa-al-contrario. Iniziativa divertente quanto istruttiva quella voluta dalla Comunità della Vallagarina che per raggiungere l’obiettivo di formare i giovani cittadini fin dalla tenera età, dando loro gli strumenti e le conoscenze per gestire correttamente i rifiuti, ha voluto coinvolgere le scuole primarie del territorio per un percorso formativo e giocoso ideato dall’Associazione di Promozione Sociale H2o+ in collaborazione con la Rete Trentina di Educazione Ambientale dell’APPA, e il centro di riciclaggio creativo Remida di Rovereto. Hanno aderito al progetto 43 classi di quasi tutti gli istituti comprensivi della Comunità, per un totale di 750 bambini, i quali stanno tutti facendo una prova pratica per diventare Ecovigile proprio in questo periodo. L’idea è semplice: tutti i bambini coinvolti si sono impegnati a migliorare il livello della raccolta differenziata nella Comunità di Valle della Vallagarina (che è comunque cresciuto di quasi due punti percentuali nell’ultimo anno, raggiungendo il 67%) diventando degli ecovigili, ovvero dei guardiani al servizio dell’ambiente, che devono insegnare ai più grandi ad applicare la regola delle 4R: innanzitutto ridurre i rifiuti, prima e più importante regola di una buona raccolta differenziata, soprattutto in Trentino, visto che anche la Provincia l’ha adottata come principale 88

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margine della ormai tradizionale maratona bocciofila che l’US Ronzone Sportinsieme organizza ormai da oltre trent’anni a favore dei bambini dell’UNICEF che costantemente hanno bisogno dell’aiuto concreto e dell’Amicizia, esiste anche un momento particolare che si rinnova di anno in anno nel corso dell’incontro conclusivo di questa collaudata manifestazione che abbina felicemente lo sport alla solidarietà. È il premio speciale dei “fedelissimi” consegnato a coloro che hanno partecipato a tutte le gare previste dall’intenso programma 2013, venti tornei sparsi un po’ ovunque nella regione a conferma della popolarità che negli anni ha acquisito la maratona bocciofila. Presente Monica Franch, presidente del Comitato Alto Adige dell’UNICEF, le simpatiche “pigotte” realizzate dalle mani esperte di tante volontarie sono state consegnate quest’anno a Fernanda Liotto, Jolanza Zanetti, Bruna Osler, Noris Cremonese, Luigi Manfrin e Bruno Zanolini, quest’ultimo vincitore assoluto della maratona 2013 ex equo con Nerino Cont. Un’altra bella pagina, che va agli archivi con successo grazie soprattutto alla disponibilità ed alla sensibilità dei “bocciofili dal cuore buono” che già pensano all’attività di quest’anno. obiettivo da perseguire vista la graduale chiusura di tutte le discariche provinciali e dopo aver stralciato dal piano di sviluppo la costruzione di un termovalorizzatore. Seguono il riuso e il recupero, per arrivare poi alla raccolta differenziata, protagonista più importante del percorso. Tutti i piccoli ecovigili sono stati formati durante due ore di intervento in classe, curate da H2o+ assieme alla Rete trentina di Educazione ambientale, dove hanno potuto imparare tutti i consigli e i trucchetti per applicare le 4R, non ultimo la corretta differenziazione dei rifiuti. Per diventare un vero ecovigile, e ricevere il distintivo, senza la scritta in prova, ogni bambino dovrà sbizzarrire la fantasia e compilare almeno 20 verbali.


trentinoscoop&news

AQUILA DI S. VENCESLAO A FABRIZIO DA TRIESTE TRENTOINCANTA FESTEGGIA I SUOI VINCITORI

CONSEGNATA A PALAZZO GEREMIA, IL 13 GENNAIO SCORSO

ALLA FINALE NAZIONALE DEI GRANDI FESTIVALS ITALIANI

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i è conclusa a Santa Teresa Gallura la finale nazionale dei Grandi Festivals Italiani in programma dal 29 al 31 dicembre nel nuovissimo teatro comunale e in piazza Vittorio Emanuele I. La rassegna, giunta alla 8^ edizione, ha come direttore artistico il maestro Vince Tempera e madrina, il soprano Katia Ricciarelli, in giuria il cantautore Franco Fasano. La musica emergente made in TrentoIncanta ottiene un successo clamoroso alla finalissima dei Grandi Festivals Italiani. Il vincitore è infatti Giovanni Balduzzi, che approda di diritto a “Casa Sanremo”. Il premio come migliore interpretazione è andato a Laura Bazzanella, altro talento scoperto artisticamente da TrentoIncanta. Anche lei per diritto di merito va a “Casa Sanremo 2014”. Giovanni Balduzzi L’evento ha visto in gara oltre quaranta artisti provenienti da tutta Italia, vincitori di una dozzina di Festival canori aderenti al circuito, che si sono svolti in molte regioni italiane da maggio a novembre, i partecipanti hanno svolto attività artistiche ed informative dal 29 sera al 31 pomeriggio presso il teatro di Santa Teresa Gallura. Nel corso della notte di capodanno, sul palco coperto in Piazza Vittorio Emanuele I, Elisabetta Del Medico ha presentato i migliori cantanti del circuito, scelti fra i 32 artisti e/o gruppi musicali presenti, che poi si sono esibiti tutti assieme a pochi minuti dalla mezzanotte sotto la sapiente regia del maestro Vince Tempera. A giudicare gli artisti in gara è stata una commissione composta dallo stesso maestro Vince Tempera, che è il Direttore Artistico del circuito, dalla madrina Katia Ricciarelli e da altri esperti del settore come Franco Fasano. Grande successo dunque per i ragazzi di Trento Incanta e soddisfazione a piene mani da parte dello staff del Festival e BRA Editor. Il direttore artistico Roby Benci, soddisfatto si sbilancia e dice: “In Trentino ci sono molti talenti e questa è la conferma di ciò che dico. Spero per Giovanni e Laura di avere altre soddisfazioni come queste in futuro. E che altro dire? Trento Incanta è con voi, forza ragazzi”.

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l 13 gennaio scorso, si è svolta a Trento la Cerimonia di consegna dell’Aquila di S. Venceslao, antico sigillo della città di Trento al poeta Fabrizio Da Trieste. Nel suo discorso, il Sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, ha detto “La cerimonia di oggi – che la vede meritato ed ammirato protagonista – si muove, per così dire, tra due dimensioni: da un lato, la dimensione colloquiale dell’incontro fra persone che riconoscono in Lei una figura apprezzata, una presenza amica, un riferimento al quale si sentono legati da un’antica e solida consuetudine; dall’altro lato, la dimensione istituzionale, giustamente solenne, che sottolinea come nella Sua biografia, che preferisco chiamare la Sua vicenda umana, sia possibile cogliere un tratto esemplare e irripetibile. In questa vicenda credo si possano registrare, tra i numerosi elementi di interesse, almeno due circostanze del tutto peculiari e, direi, legate da una relazione di reciprocità: è incredibilmente evidente come tutta la sua vita esprima, tanto nella dimensione artistica quanto nella dimensione professionale, uno strenuo attaccamento al contesto, al territorio, alla dimensione locale, ai suoi linguaggi, alla sua identità. La parola-chiave è radicamento. È però altrettanto vero che questo radicamento ha una natura aperta e plurale”.

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PAROLE AL CHIAR DI LUNA SE CAMMINARE DI NOTTE IN MONTAGNA INVOGLIA LA LETTURA

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olitamente le presentazioni dei libri, quelli che non sono bestseller e che proprio per questo, in alcuni casi, vale la pena di leggere, si svolgono in anonime sale conferenze, sale civiche, centri polifunzionali, teatri comunali e oratori, scantinati bui e tendoni. Non questa volta. Oggi, 16 gennaio, la cornice della presentazione va a braccetto con il contenuto del libro, aumentando il potere suggestivo delle storie che questo contiene, perchè di ciò si tratta: di storie di montagna. La location non può essere da meno: in pieno inverno, in una notte di luna piena, il ritrovo è fissato ai 2098 m del rifugio Palon sul Monte Bondone. Chi vuole partecipare, è inteso, deve salire con le proprie gambe. Non ci sono strade asfaltate, ne impianti aperti a quest’ora - la partenza è fissata a Vason alle 6 di sera. Il buio è totale e la luna piena, uno dei protagonisti della serata, purtroppo è dall’altra parte della fitta coltre di nuvole che sta scaricando silenziosamente pesanti fiocchi di neve. La visibilità è ridotta al minimo. La luce del frontalino illumina solo un breve tratto della pista da sci che sto risalendo. Al mio fianco, con ai piedi gli sci d’alpinismo, c’è Valentina Musmeci. Anche lei è autrice di libri sulla montagna e dallo scorso anno organizza la manifestazione che mi vede coinvolto, che si intitola “Parole al chiar di luna”, vera e propria rassegna del libro in alta quota. La serata si ripeterà, con altri libri, altri autori e altre storie, nelle notti di luna piena di febbraio e di marzo (il 16 febbraio e il 16 marzo). Dopo un’ora circa di cammino, dal punto di partenza di Vason, raggiungiamo il rifugio, pallido grumo quadrato di luci rossastre che compare come uno spettro nella nebbia. Se fuori tira il vento, la neve bagna i vestiti, non si scorge anima viva, fa freddo e si gela, 90

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dentro l’atmosfera è totalmente diversa. La grande stufa a segatura posta nell’angolo di nord ovest riscalda tutto l’ambiente ed è circondata da candele accese e sedie su cui sono state stese le giacche ad asciugare. Su un lato ci sono dei divani e un tavolinetto che ci accoglie mentre mangiamo un piatto bollente di goulashsuppe. La bufera dopo cinque minuti è già un ricordo. Mentre mangiamo iniziano ad arrivare decine di persone alla spicciolata che occupano i tavoli e chiacchierano fragorosamente. Quasi tutti si riconoscono e si salutano come se fossero convitati ad un incontro segreto. Le sere invernali in cui Serena, la padrona di casa, tiene aperto, gli appassionati di scialpinismo si ritrovano in cima a bere una birra e a godersi il calore del rifugio. Dopo cena ci riuniamo tutti attorno alla stufa e Serena mi allunga un megafono sgangherato per amplificare un po’ la voce. Io inizio a parlare del Brenta e delle storie che assieme ad Efrem Ferrari ho raccolto nel libro “I GRANDI SENTIERI DELLE DOLOMITI - IL BRENTA” che presento. Le ampie vetrate non ci permettono di vedere le cime di quel gruppo che, se fosse sereno, da qui sarebbero ben visibili. Ma il racconto di pastori fantasma, di foreste millenarie sommerse, unito al contesto in cui ci troviamo, ci fa sembrare di essere là, ai piedi di quelle grandi e bellissime pareti dolomitiche. Solo alla fine, quando assieme a Valentina usciamo a riprendere i bastoncini e gli sci già semisepolti di neve, mi rendo conto che non è stata una vera presentazione, ma più una chiacchierata fra amici di vecchia e di nuova data attorno al fuoco, uniti tutti dalla stessa passione, quella per la montagna e le sue storie. Alessandro Cristofoletti


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26 NUOVE BABYSITTER QUALIFICATE DALLE ACLI A FEBBRAIO APRE IL NUOVO “SPORTELLO FAMIGLIA” PRESSO TUTTE LE SEDI ACLI DELLA PROVINCIA

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entisei nuove babysitter hanno concluso il corso di formazione promosso dalle Acli Trentine. L’iniziativa è stata finanziata in parte dall’Agenzia per la famiglia della provincia autonoma di Trento ed in parte grazie ai fondi raccolti dal 5 per mille delle Acli stesse. Il “Progetto Mary Poppins” rivolto alle baysitter rientra nel più generale Progetto Acli Care che contempla anche un percorso formativo per le collaboratrici famigliari denominato Acli Si/ Cura. Attraverso Acli Care si intende sviluppare e sostenere la conciliazione dai “0 ai 100 anni”, ovvero sostenere la famiglia dall’infanzia fino all’età adulta e quindi alla non autosufficienza. Sostenere la famiglia significa dare qualità al lavoro nel prendersi cura delle persone, nei confronti dei bambini per un affiancamento ai genitori condividendo il percorso educativo e di crescita per i loro figli, per le persone anziane o comunque per le persone non autosufficienti significa condividere le difficoltà per permettere la migliore quotidianità e serenità. Oltre la qualità della prestazione significa anche tutelare il lavoro e tutelare il lavoratore che è a contatto con le persone più deboli all’interno della famiglia, garantendo qualità e continuità. Luisa Masera, referente Acli per questi progetti, ha annunciato che nel corso del mese di febbraio in tutte le sedi Acli della provincia di Trento si potranno aprire gli sportelli di intermediazione famigliare rivolti rispettivamente alle babysitter e alle collaboratrici famigliari (badanti). Al Patronato Acli sarà demandato il compito dell’intermediazione fra la domanda e l’offerta delle famiglie e delle lavoratrici, mentre al Caf Acli spetterà il compito di gestire gli aspetti contrattuali. Sempre tramite Luisa Masera, le Acli hanno anche fatto esplicita richiesta per l’istituzione, da parte della provincia autonoma di Trento, di un vero e proprio albo professionale dei lavoratori e delle lavoratrici famigliari. È già previsto dalla legge sulla non

A RENATO ISCHIA LA TARGA MATTEO BANDELLO 2013 CONSEGNATA ALLA TEMPORARY GALLERY RISTORANTE 883

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o scorso 11 dicembre si è tenuta, presso la Temporary Gallery Ristorante 883 di Garda, la cerimonia di consegna della Targa Matteo Bandello 2013. Dopo il maestro Pino Castagna, artista di rilievo internazionale, a essere premiato quest’anno è stato lo scultore Renato Ischia, residente ad Arco. La consegna della Targa è stata effettuata da Andrea Torresani, organizzatore dell’evento alla presenza delle autorità e personalità dell’arte e della cultura. La Targa è stata istituita per ricordare il noto Renato Ischia e Pino Castagna novelliere da cui prende il nome, che soggiornò intorno al 1500 a più riprese, a Garda, ospite di Cesare Fregoso. Dalle novelle di Bandello, William Shakespeare trasse opere come Romeo and Juliet, La Dodicesima notte, Tanto rumore per nulla e The winter’ tale. autosufficienza quello delle assistenti famigliari (badanti), ma sarebbe auspicabile una rete di sostegno e valorizzazione della famiglia. Sostenere la famiglia che è sempre più sola, è sostenere la coppia, è valorizzare il ruolo educativo, valorizzare il ruolo di cura, valorizzare le relazioni. OBIETTIVI DEL PROGETTO MARY POPPINS Il Progetto Mary Poppins rappresenta una risorsa per le famiglie in risposta alle esigenze di conciliazione. Facilita l’individualizzazione di personale formato e qualificato per la cura e la gestione dei figli presso il proprio domicilio nel momento della necessità, in modo da favorire l’armonizzazione dei tempi di lavoro, della vita di famiglia e degli impegni educativi, con risposte sempre più flessibili, rapide e con soluzioni personalizzate. Dopo 55 colloqui di selezione, al corso si sono iscritte 35 persone delle quali 26 hanno ottenuto l’attestato, mentre le restanti devono ancora completare una parte del percorso. Gli obiettivi del percorso formativo erano quelli di creare una base comune di conoscenze affrontando alcuni temi fondamentali della relazione con il bambino, con la famiglia e con le realtà della comunità dal punto di vista del delicato ruolo della babysitter. Il percorso formativo, coordinato dalla dottoressa Silvia Xodo, ha previsto 75 ore di formazione di cui 30 di tirocinio presso servizi del territorio che si occupano di genitori e bambini. 91

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MENZIONE SPECIALE A MATTEO MARCHEL «STORIE DI DONNE»: C’È IL BANDO 2014 ALLE PRIME TRE OPERE CLASSIFICATE NELLE DUE DIVERSE SEZIONI ANDRÀ UN PREMIO CHE CONSISTERÀ IN UN BUONO-ACQUISTI

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orna lo spazio aperto alle voci femminili che raccontano di sé, della loro vita e delle loro esperienze; di ciò che è reale e quotidiano, ma anche dei sogni e delle ambizioni, delle piccole e grandi «evasioni»: è disponibile sul sito web del Comune di Arco (www.comune.arco.tn.it) il bando della nona edizione del concorso letterario «Storie di donne», organizzato dall’assessorato alla cultura del Comune di Arco e dalla biblioteca civica «Bruno Emmert». Consegna degli elaborati entro il 28 febbraio. Il concorso è aperto a racconti brevi inediti in lingua italiana e ad autrici di tutte le nazionalità, e il tema è libero; inoltre, è confermata anche quest’anno una seconda sezione, speciale, dedicata al tema dell’alcolismo femminile, fenomeno poco «visibile» ma in preoccupante crescita, realizzata in collaborazione con il gruppo Santo Stefano Riabilitazione dell’ospedale San Pancrazio. Alle prime tre opere classificate nelle due diverse sezioni andrà un premio che consisterà in un buono-acquisti rispettivamente di 300, 200 e 100 euro. Non è richiesta quota d’iscrizione. Informazioni si possono ottenere alla biblioteca civica «Emmert», al numero di telefono 0464 583657 oppure all’indirizzo email arco@biblio.infotn.it. Le opere partecipanti non devono superare la lunghezza di cinque cartelle, formato A4, di trenta righe dattiloscritte ciascuna, e non devono essere state premiate in altri concorsi. I racconti devono pervenire in busta chiusa in tre copie cartacee e su supporto elettronico (floppy disk, cdrom o dvd) all’indirizzo: «Storie di donne» (oppure «Storie di donne – Sezione speciale», c/o Cristina Bronzini, dirigente dell’Area servizi, palazzo municipale, piazza Tre Novembre, 38062 Arco (TN). Le copie cartacee devono essere completamente anonime, senza firma o segni particolari che possano far riconoscere l’autrice; il nominativo con il recapito va allegato a parte, in una busta chiusa da inserire in quella dove si collocano i racconti. Termine per la consegna: le ore 12 del 28 febbraio. Gli elaborati saranno esaminati da una commissione giudicatrice composta dalla presidente, dott.ssa Cristina Bronzini, dirigente dell’Area Servizi del Comune, e da tre membri di consolidata preparazione in àmbito letterario, giornalistico, medico, il cui giudizio sarà insindacabile. Si ricorda che in biblioteca sono disponibili le pubblicazioni realizzate con i racconti vincitori e segnalati delle edizioni precedenti.

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ASSEGNATA DALLA GIURIA DEL SULMONACINEMA FILM FESTIVAL

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atteo Marchel, il giovane protagonista del film di Andrea Segre “La prima neve”, girato fra Pergine Valsugana e la Valle dei Mocheni e sostenuto da Trentino Film Commission e Trentino Turismo e Promozione, ha ricevuto una menzione speciale dalla giuria del XXXI Sulmonacinema Film Festival (18-21 dicembre), presieduta da David Riondino. Queste le motivazioni: “Menzione speciale per l’interpretazione a Matteo Marchel per la sensibilità, la profondità e la maturità espressiva della sua performance”.

TAPIS ROULANT IL PALINSESTO DI RAI REGIONE

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ella prima puntata, in onda domenica 9 febbraio (ore 9.45 circa su RAI3), un video sulla mostra “Gabriele d’Annunzio Aviatore”, organizzata dalla Provincia autonoma di Trento e dal Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni. Un’occasione, ghiotta, con la testimonianza degli esperti e curatori, per avere una visione dell’esperienza del Vate in campo aeronautico, attraverso una serie di prestiti di opere selezionate da importanti realtà museali italiane, che affiancano un ricco corpus di autografi e cimeli dannunziani, appartenenti alle collezioni permanenti del Museo e per la prima volta esposti al pubblico. A seguire, la quinta puntata di“cuochi d’artificio”, l’appuntamento con la gastronomia trentina e le sue originarie ricette, raccontate, riproposte e reinterpretate con variazioni e modifiche. Il “salmerino alla gardesana” è la ricetta presentata dallo chef Stefano Bertoni con la presentazione di Lucio Gardin. È il turno delle formiche di Fabio Vettori che ci propongono un cartoon inedito dal titolo: “COMPAGNI DI VOLO”. Domenica 23 febbraio, uno speciale dedicato alla “Magnifica Comunità di Fiemme”, Istituzione di grande rilievo sotto il profilo economico-sociale, la Magnifica è ancora oggi un motore potente per i nove comuni della valle di Fiemme che la compongono con l’aggiunta di Moena e Trodena. Tre etnie, tre lingue (italiano, ladino e tedesco), che fanno di questo lembo di Trentino-Sud Tirolo un unicum storico di straordinario interesse. Lo spirito della teatralizzazione non è stato tradito dai mezzi televisivi, che hanno voluto mantenere intatto il suggestivo fascino del racconto, realizzando una ripresa : “in punta di piedi”.


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INSETTI DA COPERTINA PUBBLICATO SULLA RIVISTA ECOGRAPHY UNO STUDIO DI DUE RICERCATORI DEL MUSE MAURO GOBBI E MATTIA BRAMBILLA CHE NE CONQUISTA ANCHE LA COPERTINA

VIDEO CONTEST OOM+ DEDICATO AI RAGAZZI DELLA PROVINCIA DI TRENTO È ON LINE DA MERCOLEDI 18 DICEMBRE 2013 IL REGOLAMENTO SU WWW.ORAOMAIPIU.IT/CONTEST

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n risultato importante, quello ottenuto dalla Sezione di Zoologia degli Invertebrati e Idrobiologia del MUSE di Trento: sul numero di gennaio, la rivista internazionale Ecography (al terzo posto per importanza negli studi sulla conservazione della biodiversità su quaranta riviste di settore nel mondo), ha pubblicato un articolo dei due ricercatori Mauro Gobbi e Mattia Brambilla, dedicando anche la copertina della rivista al loro lavoro. Lo studio “A century of chasing the ice: delayed colonisation of ice-free sites by ground beetles along glacier forelands in the Alps” analizza la modalità di colonizzazione da parte degli insetti dei terreni deglacializzati in seguito al ritiro dei ghiacciai, fenomeno in costante aumento a causa dei cambiamenti climatici. Nonostante sia molto numerosa la letteratura scientifica inerente la potenziale perdita di biodiversità indotta da questi fenomeni, gli studi in grado di dimostrare quali siano i tempi con cui le comunità animali reagiscono ai cambiamenti climatici risultano ancora pochi. Il lavoro condotto su due ghiacciai lombardi (Ghiacciaio dei Forni e Vedretta del Pasquale) ha preso in considerazione i Coleotteri, appartenenti alla famiglia dei Carabidi. Attraverso attività di

ambia il TUO mondo ora o mai più. Realizza il tuo video immaginando il TUO futuro tra 20 anni. Chi sarai? Cosa farai? Come sarà il mondo in cui vivrai? Siamo lieti di segnalarvi che da mercoledì 18 dicembre è ON LINE il regolamento del video contest oom+, concorso dedicato ai ragazzi tra gli 11 e i 20 anni residenti in provincia di Trento. Le categorie di iscrizione sono due: CATEGORIA INDIVIDUALE: puoi partecipare da solo o con l’aiuto dei tuoi amici, ma l’iscrizione e la presentazione del video dovranno essere individuali. CATEGORIA CLASSE: se ti piace l’idea di coinvolgere tanti amici, proponi il contest alla tua classe e al tuo insegnante. Potrete iscrivervi insieme e il professore dovrà occuparsi di compilare il form che trovi qui. Per maggiori informazioni, restiamo a Vostra disposizione al numero 045/8001471 e alla mail contest@oraomaipiu.it. Il video contest di oom+ è un’iniziativa di Casse Rurali Trentine in collaborazione con Fondazione AIDA, con il patrocinio della Provincia Autonoma di Trento, del Comune di Trento ed il supporto di Trentino Film Commission. Il progetto testimonia l’attenzione particolare che le Casse Rurali dedicano ai giovani talentuosi e creativi del territorio trentino.

campo e analisi condotte utilizzando supporto GIS, i due ricercatori hanno sviluppato un modello statistico utile a stimare il tempo che i Coleotteri impiegano per reagire alle modificazioni dell’ambiente indotte dai cambiamenti climatici. La ricerca dimostra come la risposta alle variazioni ambientali legate al ritiro dei ghiacciai dipenda dalle caratteristiche di ciascuna specie. 93

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UN ALTRO SUCCESSO PER “DECIMA ROSA” PER IL GURU DEGLI SPARKLING ANNA MARIA CLEMENTI È LA MIGLIORE BOLLA D’ITALIA L’ETICHETTA DI CA’ DEL BOSCO DEDICATA ALLA MADRE DI MAURIZIO ZANELLA, RESIDENTE A OSSANA E CHE HA CONCESSO A TRENTINOMESE LA PRIMA INTERVISTA IN ASSOLUTO, ENTRA TRA I BEST WORLDWIDE SPARKLING WINE. PER IL TRENTINO AL TOP C’È IL GIULIO FERRARI

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nnamaria Clementi migliore d’Italia. La Signora del Franciacorta, fondatrice – assieme al marito trentino Albano Zanella al figlio Maurizio – di Ca’ del Bosco e da anni in buon ritiro a Ossana, brinda con soddisfazione a un riconoscimento prezioso e prestigioso. Il vino a lei dedicato, top di gamma della cantina franciacortina, è stato giudicato il migliore d’Italia da Mr Sparkling Wine, Tom Stevenson, considerato l’autorità mondiale in fatto di bollicine. Nel Franco Zanella con la madre Annamaria suo volume appena pubblicato da Christie’s, la casa d’aste, dal titolo “World Encyclopedia of Champagne & sparkling wine”, (Absolute Press, 50 sterline), 528 pagine, sono descritti i migliori sparkling del globo. Sono 61 le aziende recensite della Franciacorta e il voto più alto (90) è stato assegnato a Ca’ del Bosco per la Cuvée Annamaria Clementi, considerata da Stevenson imbattibile tra i vini italiani della categoria. La pagina si apre con un ringraziamento a Dio per aver dato a Zanella - che è anche presidente del consorzio Franciacorta - quel carattere visionario e quella passione per i grandi Champagne che ha contribuito a far nascere la Franciacorta, “una delle migliori zone al mondo in cui si produce sparkling wine”. Entusiasta, Zanella ha commentato: “Questo è il volume di riferimento a livello internazionale per gli Sparkling, e per noi ci sono valutazione lusinghiere che ci rendono orgogliosi”. Per il Trentino sul podio c’è, ça va sans dire, Ferrari della famiglia Lunelli (86) con il voto più alto alla Riserva del Fondatore. 94

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IL PROGETTO DI AURELIO LAINO SULL’IMPRESA “ADRIFT” VINCE IL BELOW ZERO PITCH AWARD

Aurelio Laino, primo a sinistra, con gli altri premiati

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al nord Europa per Decima Rosa video ottime notizie: pochi giorni fa, infatti, la casa di produzione trentina ha vinto il Below Zero Pitch Award di Tromso, in Norvegia. Below Zero è un concorso di idee, una possibilità per filmmaker di tutto il mondo di presentare il proprio progetto di documentario. L’unica condizione è che il film abbia come focus uno degli aspetti possibili della vita al Circolo Polare Artico. Il progetto trentino, presentato dal regista Aurelio Laino, ha riscosso il favore della giuria di Tromso: sarà un documentario su un’impresa che si realizzerà su un iceberg. Si tratta di “Adrift”, l’ultima idea firmata Alex Bellini, un avventuriero, come lui stesso ama definirsi, che ha a cuore il destino dell’ambiente. “Adrift” (termine inglese, significa “alla deriva”) è una singolare presa di posizione, un atto di responsabilità di un uomo nei confronti del mondo, di un uomo che - per sensibilizzare i cittadini al tema del cambiamento climatico - ha deciso di vivere per un anno intero su un iceberg, alla deriva tra Canada e Groenlandia. La vittoria del Below Zero è un passo fondamentale per Decima Rosa nella realizzazione del documentario su “Adrift”. Un riconoscimento importante come questo, infatti, apre innumerevoli possibilità nella ricerca dei mezzi necessari alla produzione del lavoro:I numerosi network televisivi e le istituzioni che hanno assistito alla presentazione possono contribuire in modo significativo a trasformare il progetto in realtà. Un successo, quello norvegese, che si aggiunge all’ottima notizia della partecipazione al Festival di Rotterdam di “Trento Symphonia”, la video installazione artistica realizzata dal collettivo Flatform con il sostegno di Trentino Film Commission, a cui Decima Rosa ha partecipato come produzione esecutiva, realizzando a latere anche il “Making of” del progetto. Dunque, da Tromso a Rotterdam, dal Canada alla Groenlandia, buon vento a Decima Rosa… passando per il Trentino! Luciana Grillo


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LA NONNA CHE RACCONTAVA LA SHOAH UNA STORIA DIFFICILE DA RACCONTARE IN PRIMA PERSONA: RICORDI FORTI E DOLOROSI NARRATI CON SEMPLICE IMMEDIATEZZA AD UN PUBBLICO DI GIOVANISSIMI. PERCHÉ L’OBIETTIVO PRIMO È “NON DIMENTICARE”

Susanne Raweh circondata dai bambini, dopo la testimonianza

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a sala conferenze della Fondazione Caritro, in questo mercoledì 15 gennaio dal cielo terso, è gremita di bambini. Sullo sfondo campeggia una grande carta geografica con i luoghi teatro delle tragiche vicende delle deportazioni. Ed al centro lei, Susanne Raweh, una degli ultimi testimoni viventi dell’Olocausto. Su sentito desiderio della figlia, ha realizzato un testo rivolto soprattutto ai più piccoli; un libro illustrato avente un’unica, grande finalità: rendere sempre vivo nella memoria universale quel ricordo. La voce della nonna – con tratti che riconducono alle tipiche inflessioni tedesche – è chiara e decisa; solo in qualche passaggio leggermente commossa e scossa dalle emozioni. Del resto, come lei stessa ammette al suo esordio, far riaffiorare quella parte dolorosa della sua vita è ogni volta una sofferenza interiore profonda e straziante. I ricordi emergono quasi a frammenti, flash di episodi vissuti da una bambina di appena quattro anni, rossa di capelli, molto vivace, dalla “linguaccia tremenda”, sempre alla ricerca di pozzanghere in cui saltare… Ed ecco, nel succedersi degli eventi storici, il racconto di quei passi – percepiti subito come estremamente pericolosi - avvertiti ancora lungo la strada. Poi l’immagine nitida di

quei soldati alti, biondi, vestiti di nero: le famigerate SS. Il ricordo prosegue sul rastrellamento e si fissa indelebile sugli innumerevoli camion (nei miei ricordi ci sono sempre dei camion”) che avrebbero portato Susanne e la sua famiglia da un campo di concentramento all’altro. Poi la pioggia battente ed una grande sala con tante persone che dormivano insieme. Ancora i camion e via, verso un campo che doveva essere una stalla:” lì si dormiva per terra, sulla paglia; d’estate c’erano molti insetti, il cibo veniva distribuito una volta al giorno ed era costituito da una brodaglia, piselli e cereali. Per i bisogni ci si serviva di una latrina.” Ogni giorno gli ebrei venivano condotti fuori dal campo per la costruzione di strade, che avrebbero dovuto portare i tedeschi alla conquista della Russia. E vicino a questa strada, il ricordo infantile di una bambina alla quale i contadini impietositi gettavano pannocchie di mais abbrustolite. Di quando in quando emergono nuovi aspetti, scaturiti da chissà quali percorsi della mente umana: Susanne rammenta un campo in cui ogni settimana venivano prelevati i malati che non servivano più e la percezione di se stessa nascosta prima in una buca – coperta dai sacchi di patate – poi sotto il letto ed un soldato che la trova, la prende per mano e la conduce, insieme alla madre, verso il camion degli infermi. E poi il racconto appassionato del comandante del lager, che – osservata la scena – intima al soldato di far tornare indietro la donna e la piccola. Sullo sfondo della disfatta delle truppe naziste a Stalingrado, i ricordi di un grande ghetto, di un lecca lecca e di una febbre altissima. E ancora fame e sete. Susanne racconta con evidente difficoltà di amici e conoscenti imbarcati su quelle tre navi dirette in Palestina, ma purtroppo affondate nel Mar Nero (non si conosce se ad opera dei nazisti o dei sovietici) e mai giunte a destinazione. Altre traversie e quel terribile viaggio in treno, con forti sensazioni di paura per il timore di essere riconosciuta dai molti soldati tedeschi presenti sul convoglio. “Ognuno sa in quale parte del corpo sente la paura… io ricordo di averla percepita nelle ginocchia” ed ancora adesso rivive dolorosamente quell’emozione. Poi l’incontro forte con la madre, ritrovata sporca e vestita di stracci; il mancato abbraccio che scaturisce dalle profonde sofferenze di una bambina, messa con crudeltà davanti alle ingiustizie della storia. Seguono i ricordi di Bucarest, gli anni duri e repressivi del regime comunista, gli studi e la definizione di “diavolo rosso” da parte degli insegnanti. Fluiscono più leggere le parole che rievocano la permanenza a Gerusalemme e Tel Aviv, il matrimonio, i figli, la permanenza a Torino, il ritorno in Israele e il ruolo di assistente sociale con specializzazione psichiatrica. E per finire la scrittura dei ricordi, con un forte invito a quei tanti bambini che la ascoltano attenti: “… è importante che la storia della famiglia rimanga nella memoria, perché la storia del mondo è fatta di tante, piccole storie. Io vi ho raccontato la mia piccola storia; non voglio che rimanga solo dentro di voi, ma voglio che la rendiate ben visibile a tutti: scrivetela, disegnatela e fatene una mostra per la fine dell’anno, così da farla conoscere anche ai vostri genitori ed amici. Adesso avete anche voi il compito di ricordare.” L’applauso fragoroso e le foto di rito. Per tutti i presenti, un incontro impossibile da dimenticare. Tiziana Tomasini 95

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IL LIBRO DEL MESE

APERTE LE ISCRIZIONI AL 16° CORSO DI VILLA SANT’IGNAZIO A TRENTO

LA RACCOLTA DI AFORISMI MESSA INSIEME DA GIORGIO DOBRILLA, SILVANO FUSO E STEFANO OSS, CORREDATA DAI LORO ILLUMINANTI COMMENTI, È UN PICCOLO ANTIDOTO PER SALVARSI DAI MOLTI EQUIVOCI CHE CIRCONDANO IL METODO SCIENTIFICO

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IMPARARE A “LEGGERE“ E A “FARE” POESIA ulla collina delle Laste a Trento, ospitato da Villa S. Ignazio, sedici anni fa si apriva il primo Corso di Poesia – lettura e scrittura. Condotto da Renzo Francescotti, il corso è sempre stato gratuito e limitato a venti iscritti. L’iniziativa, divenuta un punto di riferimento e cresciuta in successo con gli anni, più che mai importante e preziosa in un tempo così impoetico, come è il nostro, dove tutto sembra congiurare contro la parola in poesia, è unica nella nostra regione e tra le poche in Italia. Due sono i principali obbiettivi che il Corso si propone: imparare a “leggere“ la poesia, ovvero conoscerla, riconoscerla, capirla, penetrarla, metabolizzarla. Il secondo obbiettivo è quello di provare a esprimersi in poesia, dato che in ognun di noi esiste un nucleo di creatività; si tratta solo di scovarlo e coltivarlo. In questi anni è così avvenuto che diversi frequentatori dei corsi sono decollati col Ingeborg Bachmann loro primo o secondo libro di versi e molto sono stati premiati e segnalati in concorsi anche nazionali. In ogni caso è avvenuto per tutti – come confessano i frequentanti dei corsi al conduttore, Francescotti – “professore, ora quando leggo una poesia non è più la stessa cosa”. Nei quindici anni trascorsi sono stati quasi un centinaio i poeti di tutto il mondo “invitati” (come amano dire i corsisti). Ogni anno sono sei i poeti “invitati”, in due incontri di almeno un’ora e mezza ciascuno, ogni lunedì da febbraio a maggio, nella Sala del Caminetto a Villa S. Ignazio, con inizio alle ore 20.30. Quest’anno si comincerà lunedì 3 febbraio con le poesie degli Indiani d’America; proseguendo con due poeti italiani, il romanesco Cesare Pascarella e il post-ermetico Vittorio Sereni; seguiranno il francese Jaques Prevert, famoso anche come soggettista cinematografico e paroliere; il senegalese Leopold Senghor, che fu anche Presidente del suo Paese; per concludere con l’austriaca Ingeborg Bachmann, a lungo vissuta in Italia e morta tragicamente a Roma. Il Corso si concluderà a fine maggio con il recital delle poesie a tema unico, composte dai corsisti, pubblicate in un libriccino in “25 copie numerate a mano”. Poiché il corso è limitato a 20 frequentanti e le richieste sono di solito superiori ai posti disponibili si consiglia di iscriversi tempestivamente. Info: Villa S.Ignazio, tel. 0461.238720, mail: renzofrancescotti@libero.it. 96

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a nostra condizione può essere definita, in una battuta, come quella di un uomo nero che in una stanza nera, senza luce, cerca un cappello nero che potrebbe non esserci. Questa, secondo me, è la situazione della ricerca scientifica. Così, in un intervento sul «Corriere della Sera» dell’8 giugno 1986, poi pubblicato nella raccolta di saggi La scienza e i suoi nemici (Armando Editore, 2001), Karl Popper descrive il lavoro di chi si trova a cercare qualcosa di cui nessuno prima di lui conosceva l’esistenza: in una parola, lo scienziato. E in fondo è tutta lì, l’essenza sottile ma limpida del cammino della conoscenza scientifica, in quel “che potrebbe non esserci”. Perché una cosa è cercare qualcosa sapendo che, da qualche parte, c’è. Altro è brancolare nel buio armati soltanto del proprio patrimonio di conoscenza pregressa e della propria pazienza cercando quel cappello che potrebbe non esserci. O magari, si può aggiungere, potrebbe addirittura essere un paio di calzini. Non è un caso, forse, che un libro di uno dei maggiori epistemologi del Novecento faccia esplicito riferimento ai nemici della scienza. Che non sono certo un’espressione esclusiva del pensiero contemporaneo. Basti pensare all’accoglienza che ebbe la rivoluzione galileiana o alle critiche feroci cui fu sottoposto per decenni – e in parte lo è ancora – il darwinismo. Al di là dei pregiudizi della


trentinolibreria Silvia Vernaccini Rovereto e dintorni Athesia In questa nuova guida, l’autrice descrive 10 passeggiate urbane di grande interesse per conoscere Rovereto e i suoi musei e 30 escursioni per godere del territorio che circonda la città, itinerari non troppo impegnativi e godibili in ogni stagione dell’anno, adatti sia alle famiglie per la gita domenicale sia all’esperto escursionista. Percorsi tutti da fare a piedi ma alcuni, se si vuole, spingendo anche il passeggino, oppure con la mountain bike o con le racchette da neve in inverno: tutti raggiungibili con il trasporto pubblico. Nell’agile formato della guida l’escursionista trova dunque spunti per scoprire la storia antica e insieme la modernità di Rovereto «Città della Pace», il piacere dei suoi dintorni, delle campagne coltivate a vigneto, delle profonde vallate, delle boscose pendici di montagne segnate da sentieri e passeggiate. Oltre alla descrizione tecnica e a quella più culturale e turistica, ogni itinerario è supportato da belle fotografie e da una cartina TopMap realizzata dal cartografo Augusto Cavazzani.

Giuseppe Tognon Su De Gasperi Dieci lezioni di storia e di politica Fbk Press De Gasperi è stato un grande «autore» dell’Italia e dell’Europa. Il suo stile politico fu quello di un «realismo spirituale» originato da una severa esperienza di vita in cui una solida fede cristiana scandiva il ritmo di una forte passione politica. Le dieci Lezioni qui raccolte sono state presentate nell’arco di dieci anni – tra il 2004 e il 2013 – nel paese natale dello statista trentino, a Pieve Tesino, nella data anniversario della sua morte. Dalla loro lettura si potrà capire che se l’immagine di De Gasperi è legata alla storia della Democrazia cristiana e del sistema dei partiti di massa sorti dalle ceneri della guerra e del fascismo, la sua figura li supera abbondantemente, perché De Gasperi ebbe la fortuna di essere un politico alla frontiera di una missione, di un bisogno e di un sogno molto più grandi: la missione di portare i cattolici ad essere i nuovi protagonisti nella storia sociale e politica.

cultura dominante all’epoca di Galileo e Darwin, però, che contribuirono in misura considerevole ad alimentare quelle critiche, spesso gli argomenti di chi si oppone al cammino della scienza denotano qualche carenza di cultura scientifica, a cominciare dal metodo che proprio a partire da Galileo la scienza si è data per assicurarsi della validità delle proprie affermazioni. E che nel principio di falsificabilità di Popper trova il suo più profondo fondamento. Così ci troviamo in un’epoca in cui da una parte c’è chi pretende di confutare conclusioni raggiunte secondo i principi condivisi della comunità scientifica sulla base di affermazioni ideologiche, e dall’altra chi vorrebbe che la scienza desse risposta in tempo reale a tutte le domande. Dimenticando il cappello nero. O forse non avendone nemmeno la più pallida idea. E dato che siamo nell’era dell’informazione condivisa e accessibile a tutti, sono sempre più frequenti gli episodi in cui il mondo scientifico si trova a dover difendere le proprie scoperte, e a volte persino i propri principi costitutivi, da attacchi sistematici. Mentre vengono accolte in maniera acritica affermazioni pseudoscientifiche destituite di qualsiasi fondamento. Mai come oggi, però, la scienza e i prodotti della sua applicazione, la tecnologia, entrano in ogni attività umana. Perciò è tanto più preoccupante l’ignoranza scientifica, quando non l’aperta ostilità nei confronti della scienza. Perché, ci piaccia o no, le conoscenze scientifiche acquisite sono ingredienti fondamentali di ogni oggetto di uso quotidiano. Per questo oggi è cruciale la diffusione della

Carolina Castellano Spazi pubblici, discorsi segreti Istituzioni e settarismo nel Risorgimento italiano Gruppo Editoriale Tangram A partire dal triennio repubblicano, il settarismo diventa uno strumento di mobilitazione politica utilizzato da tutte le parti in gioco: quella dei sovrani “legittimi”, quelle dei movimenti democratici e costituzionali. Ciò ha contribuito alla proliferazione delle sette, sia progressiste che reazionarie, già prima del 1815. I protagonisti del Risorgimento hanno lasciato una memoria molto critica delle pratiche settarie, così diffuse nella penisola, nonostante la maggior parte di loro vi avesse preso parte, perché il settarismo è stato una forma di lotta politica contraddittoria, esposta alle infiltrazioni, che molti giudicano poco attrezzata per la rivoluzione nazionale. Esso tuttavia è stato un formidabile incubatore di culture politiche e un luogo molto frequentato della socializzazione politica.

cultura scientifica, e ogni cittadino dovrebbe essere a conoscenza dei metodi della scienza, delle sue straordinarie capacità e, anche, dei suoi limiti. No, non dobbiamo – e non possiamo – diventare tutti scienziati. Ma sarebbe quanto mai opportuno che – a cominciare dal sistema dell’istruzione – tutti avessimo a disposizione gli strumenti per poter valutare i progressi della conoscenza scientifica come ci vengono esposti dall’informazione e per difenderci dalle insidie di chi spera di propinarci soluzioni a buon mercato. E questi strumenti non sono altro che i fondamenti di una cultura della scienza, di cui trovate qualche importante accenno nelle pagine che seguono. La raccolta di aforismi messa insieme da Giorgio Dobrilla, Silvano Fuso e Stefano Oss, corredata dai loro illuminanti commenti, è già un primo, piccolo antidoto per salvarsi dai molti equivoci che circondano il metodo scientifico e la cultura scientifica, oltre che dai ciarlatani, paladini della falsa conoscenza. Marco Cattaneo Direttore responsabile di Le Scienze, di Mente&Cervello e del National Geographic Italia

Medicina e Scienza - Frasi, proverbi e aforismi commentati senza indulgenza A cura di Dobrilla Giorgio, Fuso Silvano e Oss Stefano

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Anche i Macéta nel loro piccolo... Fototeca Trentino S.p.A.

PRODOTTI TIPICI

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ull’italica tivù sta imperversando una miriade di programmi gastro-show, nel senso che non tutti trattano di buona cucina, anzi, spesso causano gastriti. Voci di corridoio ci hanno rivelato l’imminente allestimento di un “Master-Trent”, quindi si sta cercando in tutti i modi di rilanciare i prodotti tipici trentini, dei quali vi ricordiamo origini e virtù. MELA DELLA VAL DI NON DOP Un incunabolo custodito nel santuario di Santa Giustina ha svelato che il giardino dell’Eden era situato nel cuore del parco naturale delle Dolomiti del Brenta. Un autentico paradiso costellato da piante e mele. Adamo ed Eva vi vivevano felici e contenti, finchè un giorno tra i pomi s’insinuò il serpente del peccato che tentò la donna, anche se Qualcuno era stato chiaro: “NON mangiare la mela, NON mangiare la mela…”. Invece Eva mangiò la mela della Val di NON. Più tardi Adamo inventò i primi pesticidi della storia, poi il sistema biologico, integrato e biodinamico e del rettile sparirono le tracce. Ora la produzione raggiunge tutti i mercati mondiali: le mele più piccole in Europa, le grandi mele a New York. TRENTINGRANA DOP Rientra nella denominazione DOP perché il Parmigiano è nato PRIM. Quello trentino è un formaggio a pasta dura, ma sotto la crosta oleosa e giallastra si nasconde un carattere tenero e parzialmente scremato. Per produrlo servono due diverse mungiture e di questo le mucche ringraziano. Le forme cilindriche

I MACÉTA

“I

Macéta” sono i fratelli Luca e Siro Mantovani. Vivono fra Mantova e Tenno. Dal loro sito www.imaceta.com lanciano quotidianamente le “Maceta News” sul mondo, alcune delle quali apparse nelle edizioni 2004, 2008 e 2010 de “Le Formiche e le Cicale” di Gino & Michele – i padri di “Zelig” – e sull’Enciclopedia Universale della

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di Trentingrana pesano 35-40 kg, vengono commercializzate intere oppure in pezzature più piccole; la loro particolarità è che quando sentono prurito, si grattugiano. Le più depresse si riducono in scaglie, con occhiatura quasi assente; avrete capito che si tratta di un formaggio estremamente friabile. Una volta, in un caseificio di Baselga di Pinè, una forma di Trentingrana ha litigato con una di Parmigiano: ne è nata una grana… ASPARAGI DI ZAMBANA Prodotto delicato e pregiato, coltivato anche nella bassa Val d’Adige, Vallagarina, Alto Garda e Valsugana fin dall’Ottocento. Colpito da un periodo di crisi nelle vendite dovuto alla sua pronuncia plurale – “asparaghi” – ora la produzione è tornata ad ottimi livelli grazie all’intervento di un linguista. Lo prediligono anche gli struzzi, visto che cresce sotto la sabbia. La raccolta viene effettuata tra la fine di marzo e quella di maggio ancora manualmente o con mezzi tradizionali: le mani. In cucina si consuma cotto, condito con burro fuso o con uova sode. Si abbina a vini bianchi solo quando non deve guidare. CIUÌGA Specialità delle Valli Giudicarie, che tutti possono assaporare ma nessuno può… giudicarie, nemmeno tu. Ottenuta dalla lavorazione di tagli di maiale a dieta o vegani, con l’aggiunta di un trito di rape e il tutto insaccato in budello naturale e leggermente affumicato. La Ciuìga si consuma generalmente cotta, da sola o accompagnata da crauti, purè, polenta, legumi o verdure. Si può degustare in tutti i ristoranti della valle; risulta squisita a San Lorenzo, non è mai Banale. OLIO DEL GARDA Prodotto con olive raccolte a mano (entro il 15 gennaio) o coi piedi (entro il 20) e indubbiamente qui il sapore cambia. Una parte di olive viene interrogata insistentemente, altre vengono spremute: nessuna ha mai confessato. I cinque esperti chiamati a definirne il sapore sostengono che sia sapido, fruttato, piccante, amarognolo con sentori di mandorla dolce. Cinque pareri discordanti. Si concorda solo su un aspetto: l’olio extravergine d’Oliva del Garda è unto. Però è anche leggero e delicato, timido e introverso. Consumato a crudo può insaporire antipasti, carni bianche e pesce; consumato in bottiglia si consiglia di svitare il tappo; si consuma in Argentina solo quello in America Lattina. Malgrado le raccomandazioni dei genitori, ormai di vergine si può trovare solo il novello, di extravergine neanche quello. 1.continua Battuta (ed. Corriere della Sera-Smemoranda). Loro testi sono usciti sull’Agenda Ridens, pubblicata dall’omonima agenzia di spettacolo di buona parte dei comici di Zelig. Dopo aver pubblicato diversi libri - l’ultimo è “Fratelli di Taglia” (Sagoma ed.) storia umoristica del Risorgimento italiano - attualmente “I Macéta” collaborano al programma “Buone Nuove”, su Radio Italia.


trentinoristorante

Il ristorante

IN OGNI NUMERO trentinomese VI PROPONE UN RISTORANTE PROVATO PER VOI Il ristorante presentato in questa rubrica è una libera scelta redazionale. Il nostro giudizio anche se critico, è espresso in “cuori” perchè, comunque, il difficile lavoro del ristoratore merita rispetto.

Segnalazioni e commenti: info@trentinomese.it

DUE PINI DALLA FORMULA UNO ALLA “FORMULA GOURMET”

Anche questo mese siamo a Madonna di Campiglio per segnalarvi un ristorantino che ha cambiato gestione ed ora è davvero un’interessantissima alternativa ai tre locali stellati. Si tratta dei Due Pini, ristorante annesso, aperto anche agli esterni, dello Chalet del Sogno. L’ambiente da classica baita alpina riscalda l’atmosfera e prepara a piatti ben fatti, capaci di ritemprare il palato con piacevolezza. Il nuovo chef del locale è Pierlorenzo Minini, mentre il patron è l’istrionico Gabriele Seresina, che insieme già conducono Villa Sostaga, boutique hotel e ristorante a Gargnano. «La cucina che voglio proporvi è una cucina moderna, fantasiosa, capace di stupire ma soprattutto onesta, che non ceda alle mode, perché al giorno d’oggi non c’è più grande trasgressione della normalità», spiega Minini. Il suo menu ri-

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specchia tutto questo e sa stupire con piccoli dettagli vincenti, come nel caso della noce di capasanta in camicia di lardo del Trentino su cipolle caramellate in saor con pinoli e uvetta, oppure gli gnocchi di zucca con fonduta di formaggio Puzzone di Moena, resi accattivanti e originali da grani di melograno. Buone (e morbidissime) anche le guancette di vitello brasate al Teroldego con polenta di Storo alla brace, insalatina di mele e sedano, più normali i cappellacci fatti in casa in farcia di fagiano al burro versato e tartufo nero pregiato, il tortino di cioccolato fondente dal cuore tenero, salsa alle castagne e frutta sabbiata. Il menu è assai vasto, che vi consentirà di tornare anche più di una volta senza annoiarvi. Buona anche la carta dei vini. PS: Una chicca. Gabriele Seresina, prima di inventarsi albergatore e patron di ristorante, è stato uno dei nomi più noti delle auto da corsa e ben volentieri intrattiene i suoi ospiti con racconti a quattro ruote. Fondatore della Euroteam, scuderia di F3 con all’attivo ben 47 podi, e della Euroteam Engeneering, è stato l’uomo chiave in campo tecnico-meccanico dei più blasonati team di F1. CIBO ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ AMBIENTE ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ PREZZO ♥ ♥ ♥ ♥ ♥

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Il Mondo di Kako / Dizionario della crisi

M COME “MAFIA” S

econdo la Procura di Palermo, tra il 1992 e il 1994 lo Stato ha accettato di trattare con la mafia. Tutto ha inizio con l’esecuzione di Salvo Lima, uomo di Andreotti in Sicilia. La tesi è questa: Lima venne ammazzato perché, come avevano dimostrato le condanne del Maxiprocesso, non era ritenuto più capace di tutelare i mafiosi. Con la sua morte i boss pensavano di spaventare i vertici dello Stato e indurli ad avviare una trattativa mentre la successiva esecuzione di Falcone e Borsellino serviva ad eliminare due magistrati contrari ad ogni “intesa” tra Cosa Nostra e pezzi infedeli dello Stato. Resta ora da chiedersi: cosa c’entrano le mafie con l’economia? Tantissimo. Il loro “peso” è stimato in circa 170 miliardi, poco meno del 10% dell’intera ricchezza prodotta in Italia. Un fiume di denaro illegale utilizzato per ammazzare, corrompere e violare le regole del libero mercato.

FLORA GRAIFF

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artoonist e giornalista pubblicista, vive fra Merano e Trento. Dopo aver studiato restauro a Firenze e xilografia con Remo Wolf, crea Kako, impertinente bimbo protagonista di una strip seriale lanciata dalle riviste “Linus” e “Snoopy”e poi approdata nel web. Due iBooks di Kako da un anno stazionano nella top ten della

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classifica dei comics che si possono scaricare gratis su iTunes. Artista eclettica, ha al suo attivo anche radiodrammi scritti per la Rai e pastelli eseguiti per plaquettes di poesie inedite di Alda Merini, Ezra Pound, Salvatore Quasimodo e Marina Cvetaeva. Le sue ultime sfide professionali comprendono favole illustrate e biglietti d’auguri con protagonista Kako.


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