Tmfebbraio

Page 1

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Trento. Contiene i.p.

ANNO XXIII N. 276

euro 2,00 www.trentinomese.it

FEBBRAIO 2015 9 771724 550805

ISSN 1724-5508

15002 >

appuntamenti, incontri e attualità trentina

CARNEVALE IN TRENTINO

NANCY BERTI DOPO AVER FATTO DANZARE CARL LEWIS E ANDREA BOCELLI, È LA VOLTA DI “AMICI”

FEBBRAIO COLORA LE PIAZZE TRENTINE CON LE SUE MASCHERE, RENDENDOLE FESTOSE A SUON DI MUSICA E CORIANDOLI

UNA CAMPANA PER LA PACE ROVERETO LA OSPITA SUL COLLE MIRAVALLE. SIMBOLO DI PACIFICAZIONE E FRATELLANZA LA “MATA HARI” TRENTINA SI CHIAMAVA LUISA ZENI, ANDÒ IN TERRITORIO AUSTRIACO PER RACCOGLIERE PREZIOSE INFORMAZIONI...

“NON PIÙ UN POPOLO MA LE ROVINE D’UN POPOLO” LA DENUNCIA, DI ALCIDE DEGASPERI, IL 4 OTTOBRE 1918


Curcu&Genovese Associati S.r.l. - S端dtiroler Studio S.r.l. - Riproduzione vietata

Si confezionano ABITI e CAMICIE su misura

LAVIS

ABITI CERIMONIA SPOSO INVITATI - UOMO - DONNA TAGLIE REGOLARI E CONFORMATE

Cerimonia

38015 LAVIS (TN) - Via Nazionale, 15 - Tel. 0461.246484 - Fax 0461.241830


Otto giorni di concerti nella neve, nei rifugi, nei pub e nei teatri della Val di Fiemme. Scendono in pista artisti e gruppi di fama mondiale. Dagli USA: Wayne Escoffery Quartet, Jack Walrath & Gary Smulyan e dall'Italia: Marcello Tonolo Quartet featuring Chris Cheek, Randy Johnston Italian Organ Quartet e XYQuartet INFO: APT Val di Fiemme, tel. 0462 241111; monica.deflorian@visitfiemme.it; info@dolomitiskijazz.com www.dolomitiskijazz.com


RING

trentinocommenti

RING di Pino Loperfido

di Tiziana Tomasini

perfidie

QUANDO FINISCE ESATTAMENTE LA DOMENICA? A PRANZO, TRA IL PRIMO E IL SECONDO

Q

ualcuno crede che finisca addirittura alla mezzanotte del sabato, per l’orologio termina alle zero-zero del lunedì mattina. In realtà, la domenica, il giorno del riposo, dello svago (ma anche dei migliori epici scazzi familiari...) ha una scadenza meno definita e precisa di quanto non si possa immaginare. Nel “Sabato del Villaggio”, Giacomino Leopardi si ingegnò a descriverci le aspettative che ognuno di noi si crea per il giorno di festa e che poi vengono puntualmente deluse; la parte migliore del giorno della festa è l’attesa di quel giorno, perché una volta che ci sei dentro ti c’impantani e sei già con la testa al lunedì. Ma quando finisce, dunque, la domenica? Di certo non al mattino, quando ci si alza con quella smania di fare, creare, vedere; si vorrebbe fare praticamente tutto quello che non si è riusciti a fare durante la settimana precedente. La giornata davanti è lunga, se non fosse che a un certo punto, la domenica... finisce. Quando? Accade all’incirca durante il pranzo, che di solito è un po’ più strutturato di quelli degli altri giorni, specie se si fa a casa di genitori, suoceri, nel qual caso assume quasi i caratteri del rito. Durante questo pranzo, se ci fate caso, c’è un momento – all’incirca tra la prima e la seconda portata – in cui a tavola cala uno strano silenzio. Un di quei momenti in cui, guarda caso, nessuno sta dicendo nulla. Prima che uno dei convitati trovi il tempo per ovviare all’imbarazzo, dicendo la prima castroneria che gli passa per la testa (ad esempio, il classico “Mamma mia, che silenzio...”) ecco che si percepisce il fattaccio: la domenica è ufficialmente terminata. Sì, è vero che mancano ancora il secondo, il dolce, il caffè e l’ammazzacaffè. È vero che ci sta tutto il pomeriggio, col giornale, il pisolino, la messa serale, il brodino davanti alla domenica sportiva, ma... Niente da fare. In quel momento, la domenica è finita, sembra quasi di sentire una voce nell’aria, un altoparlante che l’annuncia al mondo: “Signore e signori, la domenica è finita”. È talmente evidente che ti viene quasi da imprecare (“ma porc... stai a vedere che è finita per davvero!”) Qualcuno allora prova a ribellarsi a questa sorta di dittatura. In quattro e quattr’otto organizza qualcosa per il resto della giornata: cinema, museo, superpasseggiata alla trentina con abbigliamento termico, gelateria, visita a casa di amici. Per un po’ ci si riesce anche ad illudere che la domenica sia ancora lì, viva e vegeta. Almeno fino a quando non si notano le facce da lunedì degli altri, anche loro vittime della morte straziante e prematura del dì di festa. 6

tmfebbraio

a mali estremi LINGUE STRANIERE A SCUOLA: NE PARLIAMO?

A

pprezzabile quanto discutibile la svolta sull’insegnamento delle lingue straniere a scuola. La sottoscritta – che insegna Lettere – avanza qualche perplessità sulla lenta e progressiva svalutazione dell’italiano, retrocesso in serie minori e compresso in poche ore, alla stregua di elemento ormai inservibile alla formazione culturale del futuro adulto e giunto ormai in fase di rottamazione. Poco importa della lingua dei padri, di Dante e soci, dei famigerati congiuntivi che ancora all’università si sbagliano con indescrivibile disinvoltura. La priorità del momento storico pare essere la comunicazione in altra lingua. Principio giustissimo ed inconfutabile, considerato che chi non mastica, anche in maniera rudimentale, l’inglese – ormai requisito presente in ogni curriculum – trova senz’altro maggiori difficoltà nell’affrontare la ricerca di un’occupazione e lo stesso mondo lavorativo, infarcito di espressioni d’Oltremanica ormai in qualsiasi settore ed a qualsiasi livello. Assodata quindi l’importanza fondamentale di imparare le lingue, pur a scapito dell’italiano, nasce spontanea una riflessione, scaturita dall’esperienza personale. Trovandomi in Piemonte per uno stage sportivo del figlio judoka presso il celebre Villaggio Olimpico di Bardonecchia, ho avuto occasione di verificare le gravi lacune del sistema di insegnamento delle lingue in Italia. Il mio giovane atleta – dieci anni, fine della scuola primaria, con valutazione “ottimo” in pagella sia di inglese, sia di tedesco – conosciuti coetanei di altre nazioni, instaurava – come è naturale e spontaneo per l’età – rapporti amichevoli. Ma oltre al linguaggio dello sport e delle proiezioni tipiche delle arti marziali, emergevano progressivamente palesi difficoltà nell’instaurare una semplice conversazione. Mentre i ragazzini israeliani, presenti in buon numero all’evento, dimostravano una notevole scioltezza nel parlare l’inglese, il mio ragazzino chiedeva informazioni a noi adulti sui rudimenti della conversazione minima (“Come ti chiami?” “Da che città vieni?”). “Ma come?” – Rispondevo io, tra l’incredulo e il divertito – “Non hai “Ottimo” di inglese? Cosa avete studiato a scuola?” Apprendevo solo in quel momento gli argomenti di studio della lingua inglese: i colori, le materie scolastiche, i giorni della settimana, l’orologio… Un insegnamento per settori, se così si può dire, impartito in italiano e poi tradotto. Ah, dei suddetti argomenti in effetti sapeva tutto, ma mi ha profondamente stupito che non fosse riuscito ad intavolare una basilare conversazione con i giovani stranieri. Allora largo alle lingue – non dimenticando l’italiano – ma sospetto che vadano decisamente rivisti gli approcci e le dinamiche di insegnamento. Parliamone. Anche nella lingua madre.


G


trentinocommenti

RING

RING

di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi I CORRIDOI SEMPRE PIÙ STRETTI DELLA TRANSUMANZA

E

cco, sono arrivati. Si vedono improvvisamente o, forse, ancor prima della vista è l’udito a percepirli. Dapprima un vagito perentorio, repentino, con una sfumatura angosciante. Poi un canto corale, all’unisono, con gli occhi rivolti verso il cielo. Rispettando un calendario di marcia tutto loro – nemmeno la meteorologia riesce ad incidere sul partire o il rimanere –, sono arrivate anche quest’anno, nel fondovalle, le greggi di pecore. In questi giorni – sto scrivendo martedì 13 gennaio –, sulla pista ciclabile e sulle campagne limitrofe tra Volano e Sacco, ci si imbatte in un grande gregge, sorvegliato a vista da diversi cani che rappresentano un mix di incroci voluti o sbadatamente trovati, tra cui spicca uno splendido cane pastore del Lagorai. Pecore, qualche capra, diversi caproni, una coppia di asini con il loro piccolo che non smette di compiere acrobazie e… una mucca. I grandi occhi delle pecore rivolti verso l’alto mi ricordano che la vita delle popolazioni nomadi era un tempo regolata sulla luna e sulle stelle. Luna e stelle erano (e forse per qualcuno lo sono ancora) compagne, protettrici, guide. Mentre l’agricoltore faceva dipendere il lavoro dei campi dal dio della pioggia e delle intemperie, l’allevatore, il nomade, trovava protezione e rifugio nel dio della luna che dispensava fertilità a uomini ed animali. Ma nonostante questa ricchezza arcaica, purtroppo rimasta imprigionata nella fitta rete dei pregiudizi e dell’ignoranza, le greggi che transitano dalle nostre terre non hanno per niente vita facile. Come ogni anno, scoppiano le polemiche. Lettere inferocite ai giornali, servizi televisivi e radiofonici mettono le pecore sotto accusa: “sporcano la pista

8

tmfebbraio

ciclabile, divorano le piantine. Ovini invasori…”. Qualcuno è arrivato a dire perfino “meglio i diserbanti delle pecore”. Una sequela di appellativi che accostano il mite belare all’invasione dei trifidi fantascientifici. Di fronte a queste polemiche mi sembra di essere tornati giovani, quando si andava al cinema a vedere i film western dove c’erano i buoni (i coltivatori, i sedentari, gli accasati, i recinti) e i cattivi (gli allevatori, i nomadi, i senza tetto e senza casa, ostili ad ogni recinzione). Ma poi ti accorgi che non siamo in un film, che diverse volte gli integerrimi vigili urbani, o chi per loro, elevano ai pastori salatissime multe per aver “sconfinato”, rendendo ancor più ardua una scelta di vita già di per sé difficile, non produttiva, sicuramente non così remunerativa da far sognare le candide spiagge oceaniche. Eh sì, perché alle lamentele tutte urbane e cittadine contro chi sporca – ma tutto l’amore per la natura dove è andato a finire? Magari sono le stesse persone che l’estate strapagano un albergo in un paesino del Sudtirolo per sentire i “veri odori” della stalla... – ci si mette anche la burocrazia, la moltitudine di norme, commi, leggi comunali, provinciali, regionali, statali. E tutte che imbrigliano, cercano di azzerare, di cancellare, di far dimenticare il nomadismo della transumanza. Una volta scoraggiato definitivamente il passaggio dal proprio comune di questi “sporcatori”, tra qualche anno si recupereranno i sentieri della


G

RING

trentinocommenti

RING di Astrid Mazzola

il midollo della vita VIVERE “ALTROVE”, LONTANO DALLE LEGGI DELL’APPARENZA

A

transumanza, si pubblicizzeranno i percorsi, sortiranno le guide e gli esperti, si racconteranno storie …. sulle ceneri di un passato recente. Ma i soggetti, le pecore, non ci saranno più e i turisti potranno camminare sui sentieri puliti, lindi, esenti da concimi naturali. Ricordiamo ad esempio che con la nuova normativa i pastori sono obbligati a comunicare il loro piano di pascolo/spostamento al momento della discesa dall’Alpe. Si fa la domanda per i Comuni in cui avverrà il pascolo vagante ed è obbligatorio indicare anche le date. Sapete bene come sia impossibile prevedere esattamente dove, come, ma soprattutto quando si sposterà il gregge! Chi ha esperienza di lunghi cammini in totale libertà, non rispettando tappe e orari, sa che gli imprevisti sono innumerevoli e molti sono e devono essere cercati, lasciandosi andare ad un cammino a zig zag, visitando, conoscendo, cercando di qua e di là. La fitta rete di millenaria transumanza si sta sempre più riducendo a degli stretti corridoi da attraversare in velocità. Il passaggio delle greggi è ormai vissuto più come fastidio da quasi tutti, perfino dai ciclisti che si lamentano che la pista è sporca, che possono scivolare e insozzare le loro sgargianti tutine da Las Vegas. Eppure, quando passava il gregge dalla mia scuola elementare, il maestro faceva uscire tutti gli scolari e si andava incontro ai pastori. Si giocava, si parlava, si annusava, si toccava, si conosceva. Una lezione di vita che rimaneva indelebile nella mente e nel corpo. Valeva molto più di mille parole. Vedevamo dal vivo le pecore che nei giorni precedenti erano adagiate nel presepio e stampate sulla carta da regalo. Altri tempi. È con rammarico profondo, con desolata costernazione che mi trovo lontano anni luce dai tanti – e non sono certo i bambini – che si lamentano delle greggi che sporcano. E gli Enti a ruota continuano a creare norme su norme invece che eliminarle trovando vie alternative o concordate in modo più umano, magari attorno ad un fuoco, con un buon bicchiere di vino in mano. Poi le pagine patinate della Provincia Autonoma di Trento parlano di colture di pregio, di mantenimento della biodiversità, del ritorno alla terra, della salvaguardia delle razze bovine, ovine, caprine, della qualità e dell’armonia della nostra terra…

volte me lo chiedono, a volte me lo chiedo. Perché vivo qui, nella sperduta e meravigliosa Valle di Sella? Perché ho sempre desiderato essere “altrove”. Che non significa lontano dalla città, ma lontano dal modo di vivere oggi considerato “normale”, dal mix di ansia-produttività-fretta-divertimento-autodifesa presentatoci come l’unico modo possibile di percorrere la vita. Il fatto che la distanza fisica non sia il centro della questione lo dimostra la difficoltà con cui, pur in mezzo ai boschi, riesco ad inoltrarmi nell’altrove che ho scelto. È la stessa società a incalzarti per farti vivere “normalmente”: sguinzagliandoti dietro le scadenze, il “bisogno” di soldi, le leggi dell’apparenza, il caos vociante e febbrile del mondo. In definitiva, è solo il modo in cui riesci a rispondere a queste invasioni rimanendo fermo in te stesso, consapevole dell’essenziale, a farti stare “altrove”. Per me, che ho bisogno di Natura, la distanza è anche fisica. Perché voglio vivere altrove? Perché credo che la cosiddetta “vita normale” sia una bugia che ci siamo raccontati l’un l’altro così tante volte che alla fine siamo arrivati a crederci davvero: una gigantesca illusione di massa che non ci fa più felici, il minimo che potremmo aspettarci da un’illusione utile. La felicità, certo, è uno stato personale, ma io credo di conoscere poche persone felici, o serene, o soddisfatte. Nella nostra vita c’è posto per molta incertezza, ma se tornassi indietro credo farei le stesse scelte, perché ciò che conta è che sto vivendo la vita che desidero. Abbiamo ristrutturato casa in parte con le nostre mani: è stato faticoso. Ricordo orribili giorni di novembre con la casa ghiacciata e piena di polvere, fango dappertutto e la sensazione persistente di aver distrutto più di quello che potevamo ricostruire. Non abbiamo la tv. Orto e frutteto sono fonti di soddisfazioni intermittenti, ma per integrarne i frutti ci sono il gruppo di acquisto solidale e i suoceri dal provvidenziale orto sovradimensionato. Non siamo certo ricchi, ma abbiamo le cose importanti – le nostre famiglie che ci sostengono, noi stessi, nostra figlia e lo spazio un po’ strambo che ci stiamo ritagliando nel mondo. Ci sono cose che mi hanno dato serenità: imparare a rimediare ai guasti elettrici; aiutare mio marito a progettare e costruire i mobili; piantare il mais in primavera e poi mangiare la polenta in inverno; potare gli alberi (con risultati dubbi, ma è bello accorgersi di iniziare a capire, col tempo, la loro crescita); ospitare gli amici; avere tempo per stare con mia figlia, portarla nella fascia per i sentieri del bosco, insegnarle gli odori e i versi degli uccelli. E qualche volta sono stata anche felice. E qualche volta ho anche riso di gusto, come nessuno fa quasi più. 9

tmfebbraio


trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI

il dialetto informa SGARZI, BUTI, BULI E SGAZABÙLI

M

arcello Pasquale (non è un doppio nome, il secondo è un cognome) non è solo un eccezionale ceramista al tornio, con un laboratorio a Levico Terme, ma anche un eccezionale amico. Tra i tanti suoi interessi c’è il collezionismo di antichi attrezzi dagli usi più strani e di altrettanto antichi e strani termini dialettali. Così quando ci incontriamo è anche una sagra del dialetto. L’ultima che volta stavamo parlando del significato di sgarzi e sgarzar mi ha raccontato che al suo paese (per la verità l’imperatore Francesco Giuseppe oltre un secolo fa ha proclamato Levico “città”) c’era un ometto anziano, piccolo e storto che di soprannome faceva Sgarzabùli. ”Perché, papà i lo ciamava cossìta?” chiedeva il piccolo Marcello. “Perché de buli el n’avava sgarzadi tanti!” “Sgarzabùli” non doveva essere solo un soprannome e quindi un nome proprio; ma anche un nome comune, ha perso il gusto del dialetto può cogliere il sapore. Ma per gustare questo sapore occorre qualche spiegazione. Gli sgarzi sono i tralci della vite ma possono essere detti così anche i pampini. In italiano per togliere i pampini esiste il verbo “spampanare” (in dialetto “spampanar” vuol dire un’altra cosa, ovvero propalare una chiacchiera, gridarla ai quattro venti). Per favorire la maturazione dell’uva era ed è in uso togliere germogli (buti), tralci (sgarzi) e pampini, ovvero bisogna sgarzar. E all’ometto levicense, pìcol e svérgol dei ricordi fanciulleschi del nostro Marcello non difettava certo il fegato se a certi bulli el gavéva dat zo na sgerzada. Bullo è una parola che in dialetto non raddoppia. Ma in italiano sì (anche se talvolta può essere usata senza il raddoppiamento). L’origine del sostantivo è oscuro: a mio avviso può essere una delle tante parole che ci hanno lasciato i Celti (in inglese, fitto di parole celtiche, “bull” significa toro, che è come è noto un animale prepotente, violento, pericoloso). Così i bulli. Recente è il neologismo “bullismo” di cui negli ultimi tempi si fa un gran consumo, parallelamente all’espandersi del fenomeno, sempre più preoccupante, nelle strade e nella scuola. Ormai anche le giovanissime rappresentanti del “gentil sesso” (avere notato le virgolette?), scimmiottando il peggio dei maschi sotto forma di turpiloquio e prepotenza anche fisica, “menano” come menadi (ho sempre pensato che queste baccanti si chiamassero così perché, ubriache troppo spesso come erano, “menavano” alla grande). Ho cercato sui dizionari più aggiornati se, accanto al maschile bullo, prevedono anche il sostantivo al femminile. Niente. Allora suggerisco alle iper-femministe – per par condicio – di chiedere ai glottologi di sdoganare il sostantivo “bulla” 10

tmfebbraio

e di farlo inserire nei dizionari. Qui ragazzi c’è poco da scherzare. Ricordo quando (da professore alle Medie, non tanti secoli fa), dalla conservazione ci certe colleghe, venni a sapere che un ragazzo della mia classe (il tipico bullo di classe, una testa più alto e dieci chili più pesante dei suoi piccoli compagni, anche perché più volte ripetente) aveva pestato fuori dal portone della scuola un ragazzino piccolo e stremì (che non era della mia classe). Ebbene: il giorno dopo, entrato in classe, al pestatore feci un mazzo così, ovvero en cul come na brenta. Per il resto dell’anno fu un agnellino. Adesso, arrivato dagli States, come di prammatica, c’è lo sconcertante “knockout game”: addirittura il cazzotto da k.o. sparato ad un estraneo (in America ci sono stati anche dei morti…). La madre degli idioti è sempre incinta e la moda è arrivata anche da noi: un cazzotto che ha spedito il colpito all’ospedale è stato sparato da un ragazzo trentino su un ragazzo che non conosceva: per “divertimento”, la notte di Natale! La sopraffazione, la violenza, il disprezzo della vita cominciano così. Bisogna prevenirli, colpirli alla radice. Di fronte a tanti buli è necessario che si moltiplichino gli sgarzabùli. renzofrancescotti@libero.it



trentinodadonnaadonna di LOREDANA CONT

OH DIO, MI SI È BLOCCATO IL METABOLISMO...

E

ccoci qua donne, all’inizio di un nuovo anno, con tanti buoni propositi e con qualche chilo da smaltire, perché a noi il panettone non va a finire nello stomaco ma si appoggia delicatamente e vistosamente sui fianchi! Sembra che questo sia dovuto al fatto che le donne hanno il metabolismo diverso da quello degli uomini i quali, peraltro, sono convinti di non averlo nemmeno perché credono sia cose di donne... In effetti io ho sempre sentito solo donne parlare di metabolismo. Va molto di moda oggi dire di avere il metabolismo lento o, meglio ancora, il metabolismo bloccato. Una volta si bloccava la schiena, la caldaia, il traffico, l’ascensore... Tempo fa ho detto alla mia anziana vicina di casa: “Credo di avere il metabolismo bloccato”. E lei mi ha risposto: “Ala provà a ciamar l’idraulico?”

Comunque, poter dire di avere il metabolismo bloccato in parte ci tranquillizza perché giustifica e assolve la nostra tendenza a ingrassare. In realtà noi non ingrassiamo, noi ci gonfiamo, o questo perlomeno è quello di cui siamo convinte. “Basta che magna na fieta de torta e me sgionfo subit!” “Alora te gai qualche intolleranza, magari ai lieviti” “Diset?” Digo. D’altra parte, la funzione del lievito non forse è quella di gonfiare? O magari l’intolleranza potrebbe essere a qualche altra sostanza. La mia vicina mi ha detto: “Sala che me fiola no la pol pù magnar pam?” E come mai? “La è intollerante ai glutei”… In effetti el pam sui glutei te ‘l vedi. Per fortuna, per sgonfiarci ci sono tanti prodotti: sciroppi, gocce, beveroni, pirole, flaconzini, alghe en polver, sali iodurati, gel al peperoncino, cerotti a base di erbe, bendaggi intrisi di olio drenante, fanghi del mar Morto da spalmarsi addosso come nutella sul pane. Ma quello che va per la maggiore sono le tisane, che te capissi che le te fa bem sol a sentir i nomi: tisana al ginko biloba, infuso allo zenzero e curcuma del Mandacarù, che no te sai cossa l’è ma la promete miracoi, tisana drenante al tarassaco, che no l’è altro che tisana de denti de cagn, infuso alle bacche di rosa canina, che da noi l’è sempre stà el strupacul e no s’ha mai offeso nissuni. Evidentemente questi ritrovati della scienza sono una miniera d’oro per i produttori e quindi si possono acquistare ovunque, dalla farmacia al supermarket, dal megastore al mercato settimanale, dall’autogrill al tabacchino, e naturalmente alla posta. Forza e coraggio donne che gennaio è il mese in cui, dopo gli eccessi natalizi, ci mettiamo in carreggiata, chiedendo una mano alla nostra estetista di fiducia e concedendoci brindisi de beveroni broénti per sbloccar el metabolismo... Forza che la primavera è alle porte e il cambio di stagione comporta nuovi vestiari e quindi dobbiamo farci trovare in forma... certo non come quando ci siamo sposate che “pesévo 48 chili e ghevo la taglia 40”. Ci avete fatto caso che a una certa età, quando le donne parlano della loro gioventù, e in particolare di quando si sono sposate, no ghe n’era una de grasse, erano tutte sotto i 50 chili? Ma quando mai! Che per metà di loro il marito, per portarle in braccio dentro la porta di casa, gà tocà far do viazi!! Vogliatevi bene!!!

12

tmfebbraio

Loredana


Nuova Classe C Station Wagon. Il massimo indispensabile.

Tua con DrivePass, da 306 euro al mese. Da oggi con un 1 anno di RCA inclusa. • 35 canoni leasing da 306 euro* • 1 anno di assicurazione RCA • 3 anni di manutenzione ordinaria e assicurazione furto incendio • Anticipo 7.900 euro • Dopo 3 anni puoi restituirla • TAN fisso 5,9% e TAEG 6,94%

Riscatto finale € 19.671 e chilometraggio totale 80.000 km. *DrivePass Leasing esempio per Classe C 180 BlueTEC SW Automatic Executive. Prezzo chiavi in mano € 34.209 (IVA, Messa su strada e contributi Mercedes-Benz Italia/Concessionaria inclusi, IPT esclusa). Importo totale finanziato € 26.310, importo totale dovuto dal consumatore € 30.921 (anticipo escluso), incluse spese istruttoria e attivazione polizza € 368, imposta di bollo € 16 e spese incasso € 4,27. Valori IVA inclusa. Salvo approvazione Mercedes-Benz Financial. Con assicurazione RCA per 12 mesi, assicurazione incendio e furto feel Star base per 36 mesi e manutenzione ServicePlus Compact per 36 mesi/80.000 km. Offerta soggetta a disponibilità limitata per contratti sottoscritti dal 1 gennaio al 28 febbraio 2015 e immatricolazioni fino al 31 marzo 2015, non cumulabile con altre iniziative in corso. Lista concessionarie aderenti all’iniziativa e maggiori info su mercedes-benz.it. Fogli informativi e condizioni della polizza disponibili presso le concessionarie Mercedes-Benz e sul sito internet della Società. L’offerta è valida su tutta la gamma, motorizzazioni AMG escluse. La vettura raffigurata è una Classe C SW Exclusive. Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Consumo combinato (km/l): 11,6 (C 63 AMG SW con cerchi da 19”) e 26,3 (C 300 BlueTEC HYBRID SW con cerchi da 17”). Emissioni CO2 (g/km): 200 (C 63 AMG SW con cerchi da 19”) e 99 (C 300 BlueTEC HYBRID SW con cerchi da 17”).


ristrutturazione.

La tua casa è in buone mani.

Trentino Service, dei fratelli Pezzi, ristruttura dal 1982. Perché costruttori non ci si improvvisa. Ristrutturazioni complete “chiavi in mano” Opere edili di ogni genere Impianti idraulici ed elettrici Pavimenti e rivestimenti in legno e piastrelle

Pareti e controsoffitti in cartongesso Pitture e cappotti Tetti Impermeabilizzazioni

Ristrutturare non è mai stato così facile. Di noi ti puoi fidare.

Trento Via di Lamar, 2 (strada statale Trento-Lavis)

0461.408522

trento@trentinoservice.com

www.trentinoservice.com


Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher, Gennj Springhetti Hanno collaborato a questo numero: Paolo Chiesa, Silvia Conotter, Loredana Cont, Antonia Dalpiaz, Lara Deflorian, Fabio De Santi, Fiorenzo Degasperi, Alberto Folgheraiter, Renzo Francescotti, Flora Graiff, Astrid Mazzola, Francesca Negri, Silvia Tarter, Tiziana Tomasini

SOMMARIO FEBBRAIO2015

tm

Ring

4 COMMENTI 8 IL DIALETTO INFORMA 10 DA DONNA A DONNA

Attualità

14 LA MATA HARI TRENTINA 18 UN POPOLO, DUE PATRIE 23 LA PANDEMIA PORTATA DALLA GUERRA

Progetto grafico: Fabio Monauni Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170 Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. TRENTO Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 studiotn@trentinomese.it Direzione pubblicità: Rosario Genovese BOLZANO Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 Fax 0471.930743 bazarbz@bazar.it Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Alcione Trento Registrazione Tribunale di Trento n. 536 4 aprile 1987

26

LA CAMPANA DEI CADUTI

30 32 36 40 42 44 47 50

FRANZINELLI, BOTTEGA STORICA SANTULIANA, PREMIATA DITTA NANCY BERTI LA RADIO UTILE I TONI MARCI IL TRENTINO DEI BAMBINI SPECIALE SAN VALENTINO BOTTEGA D’ARTISTA

Panorama 52 54 55 56 59 60

VIVA IL CARNEVALE LEO GULLOTTA ALESSANDRO GENOVESE ANDREA CASTELLI CONCERTI DELLA DOMENICA TEO TEOCOLI

Giorno per giorno COME ABBONARSI:

(un anno, 12 numeri a Euro 20,00) BOLLETTINO POSTALE c/c N. 11492386 Curcu & Genovese Associati TM Via Ghiaie, 15 38122 TRENTO BONIFICO BANCARIO CASSA RURALE DI TRENTO IBAN IT15 E083 0401 8040 0000 3080 485 CARTA DI CREDITO Telefonando allo 0461.362122 DIRETTAMENTE PRESSO L’UFFICIO ABBONAMENTI Via Ghiaie 15 Trento Tel. 0461.362107 ufficioabbonamenti@trentinomese.it I Suoi dati saranno trattati per dar corso al suo abbonamento; il conferimento dei dati è necessario per perseguire la finalità del trattamento; i Suoi dati saranno trattati con modalità manuali, informatiche e/o telematiche e non saranno diffusi. Lei potrà rivolgersi (anche telefonicamente) al Servizio Privacy presso il titolare del trattamento per esercitare i diritti previsti dall’art. 7 del D.lgs 196/03. Titolare del trattamento dei dati è la CURCU & GENOVESE ASSOCIATI S.r.l., Via Ghiaie, 15 – 38122 Trento Tel 0461.362122 AVVISO AI LETTORI La scelta degli appuntamenti è a cura della redazione. La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti delle programmazioni annunciate.

tm

64 MOSTRE 68 APPUNTAMENTI DEL MESE

Scoop&news 78 81 82 83 84 85

IL MATRIMONIO DEL MESE NATALE DEI POPOLI CORSO DI POESIA COMPAGNIA BALLETTO CLASSICO I TESINI, LE STAMPE E IL MONDO CARTOLINE LIEBIG

Rubriche 86 88 89 90

LIBRI E LIBRERIE VOLTI NELLA STORIA IL RISTORANTE LA VIGNETTA

info@trentinomese.it www.trentinomese.it


trentinolastoria di Silvia Tarter

LA STORIA CON LA S MAIUSCOLA È SCRITTA DA TANTI NOMI, NOMI DI UOMINI PER LO PIÙ, MA QUALCUNO ANCHE DI DONNA. TRA QUESTE C’È ANCHE UNA GIOVANE EROINA TRENTINA, CHE ANDÒ IN TERRITORIO AUSTRIACO PER RACCOGLIERE PREZIOSE INFORMAZIONI SUL NEMICO

Luisa Z eni

LA PICCOLA “MATA HARI”

Q

uella di Luisa Zeni è una storia che forse non tutti conoscono, ma che fa parte della nostra memoria trentina e di quella di Arco, la città dove nacque nel 1896, al tempo sotto dominio asburgico. La sua breve avventura non può che suscitare ammirazione e anche un po’ di sorpresa, nello scoprire un simile eroismo nel corpicino di una giovane donna, poco più che una ragazzina. Luisa Zeni proveniva da una famiglia umile, il padre faceva il fabbro, la madre morì quando lei era ancora piccola e dovette imparare fin da subito a contare sulle proprie forze. In quegli anni che precedevano lo scoppio della Grande Guerra, il Trentino pulsava di fermento irredentista, e anche la piccola Luisa ne fu contagiata. Alcune testimonianze, forse anche un po’ romanzate, raccontano come fin dai tempi 16

tmfebbraio

della scuola manifestasse il suo spirito patriottico. Nel volume che pubblicherà nel 1926, Briciole, ricordi di una donna in guerra, si racconta l’aneddoto di come rispose al suo ispettore scolastico Prospero Marchetti, quando lui le chiese: «Che faresti se l’Italia movesse in guerra contro l’Austria?» «Andrei sul Brione a gettar giù sassi» «Ma contro chi?» «Contro i tedeschi, così gli italiani avanzerebbero». Nel 1914, ormai compiuti diciott’anni, Luisa poté mettere in pratica il suo amor di patria, partecipando alla propaganda irredentista del Comitato degli irredenti Adriatici e Trentini, che si era costituito a metà del 1914 a Milano. Tra i membri del gruppo c’era anche Cesare Battisti, che Luisa nel suo libro descrive con calorosa ammirazione «Ma su tutti si innalzava, come

apparizione radiosa, Cesare Battisit! Bello, dolce, severo aveva il volto; nerissimo e folti i capelli, fiero e fendente il pizzo; (…) Quando, sulle pubbliche vie, nelle piazze, nei teatri, egli si presentava a far sentire la voce e il grido degli oppressi era un delirio che trascinava le folle; era un fuoco d’entusiasmo,

Il barone Silvio a Prato, agente italiano in Svizzera

che divampava al soffio della sua ardente parola ispirata». Ma fu l’anno dopo che per Luisa iniziò la vera avventura. Il colonnello a capo del Servizio Ufficio informazioni, Tullio Marchetti, capitano della Prima Armata stava cercando una giovane recluta, che potesse muoversi come spia spingendosi oltre il confine, in territorio austriaco, per raccogliere informazioni preziose. Nessuno voleva proporsi per una simile missione, e fu Luisa, lei, donna, appena diciannovenne, l’unica che scelse di offrire il proprio coraggio, come ricorda Marchetti: «unica persona, fra le molte interpellate di ambo i sessi, che accettò senza titubanza il pericoloso incarico». Animata dall’ardore incosciente della sua giovane età e dalla ferma volontà di contribuire a salvare il Regno d’Italia, Luisa aveva accettato: «Oh gioia infinita! Sono la prescel-


Tullio Marchetti, capo del Servizio Ufficio informazioni che “arruolò” Luisa Zeni

ta! In uno slancio dell’anima, spinta dal più ardente amore per questa mia patria bella, dominata tutta da un desiderio prepotente di darmi tutta all’Italia nostra, fosse pur col sacrificio della vita, accetto, Dio sarà con me». Sarebbe partita in treno da Brescia per arrivare, attraversando la Valle dell’Adige, nella città di Innsbruck, che rivestiva allora un’importanza strategica per lo svolgimento delle operazioni militari. Luisa partì il 22 maggio, due giorni prima che venisse dichiarata la guerra. Con sé aveva soltanto dell’inchiostro simpatico, qualche soldo necessario per vivere, alcuni contatti utili, tra cui il barone Silvio a Prato, un agente italiano in Svizzera a cui avrebbe dovuto indirizzare la sua corrispondenza, e dei documenti falsi per convalidare il suo alias, il suo alter ego austriaco: Josephine Müller. Passato il confine con l’Austria, ad Ossenigo una pattuglia di soldati austriaci la intercettò e la ricondusse ad Ala negli Uffici del Comando di Stazione, per farla interrogare e perquisire da un tenente. Luisa ebbe subito la prontezza, quella prontezza che la salverà in altre occasioni, di pronunciare il suo falso nome e raccontare di essere un’austriaca in fuga dall’Italia

per ricongiungersi con la sua patria. Temeva che durante la perquisizione venisse scoperto che era una spia: tra le animelle dei bottoni teneva infatti nascosti gli indirizzi e i contatti degli svizzeri ai quali avrebbe dovuto trasmettere le informazioni. Nella borsetta invece teneva l’inchiostro simpatico e il reagente. Tutto andò liscio, la fortuna l’assistì e venne rilasciata con un foglietto, per prendere quella sera stessa insieme ad altri evacuati il treno per Innsbruck. Raggiunta Trento, dove fu fatta salire un’altra ondata di evacuandi, finalmente, dopo molte ore, la corsa arrivò ad Innsbruck. Una volta messo piede nella città austriaca Luisa prese alloggio all’Union Hotel, frequentato da ufficiali di numerosi comandi militari. Si era insinuata nel nido del nemico ed ora poteva iniziare il suo lavoro. Con grande cautela ascoltava tutto ciò che poteva esserle utile, raccoglieva informazioni che appuntava su foglietti di carta che nascondeva con cura all’interno dei bottoni degli abiti: «Mia regola stretta, costante, mai abbandonata e neanche allentata: osservar tutto senza fissar mai nulla; far anzi la distratta: più occhiate alle nuvole che al suolo e alla gente; ma queste poche rapide come frecce e penetranti. Così restavano bene in mente le immagini e ad esse ben saldi i pensieri, che poi fissavo per iscritto appena possibile, mandando a chi dall’altra parte aspettava». Le sue relazioni precise e dettagliate venivano inviate in Svizzera, al barone a Prato, che notò quanto fosse efficiente quella giovane agente trentina, la persona adatta per quella missione. A volte Luisa si spingeva fino alla frontiera, in Pusteria; nei suoi giri attraversava ponti, posti di controllo, depositi e caserme, dove si accattivava

Catinaccio x TRENTINO MESE.indd 1

areagrafica.tn.it 0462 230018

trentinolastoria

17

16-12-2014 10:49:08 tmfebbraio


trentinolastoria

LUISA ZENI SCRITTRICE

A

testimonianza della sua avventura, Luisa Zeni mise nero su bianco le sue peripezie, pubblicando il volume Briciole, sopra accennato, nel 1926, dove raccontò quanto aveva vissuto a Innsbruck in quei primi mesi di guerra con un linguaggio semplice, ma che lascia traboccare dietro all’ingenuità del suo trasporto, una ferma determinazione e un forte orgoglio, per poter contribuire concretamente al bene dell’Italia. A questo seguirono altri volumi: Irredento, pubblicato nel 1928 e Figli d’Italia, nel 1932.

DOPO INNSBRUCK: «CREATURA AMMIRABILE»

N

ell’inverno del 1915-1916, Luisa Zeni conseguì l’attestato di idoneità della Scuola delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, finendo a prestare servizio agli infettivi nel contumaciale Arena. Iniziava però ad avere dei problemi di salute, il suo fisico si era affaticato troppo nei mesi vissuti ad Innsbruck, e il duro lavoro come crocerossina aveva peggiorato fortemente il suo stato. Finita la guerra si era quindi ritirata in Val di Lanzo a curare la propria salute, quando decise di sposare la causa di Fiume, la cittadina sulla Dalmazia quasi per metà abitata da italiani, non concessa all’Italia dopo il patto di Londra. Dopo che Gabriele D’Annunzio compì l’impresa del 12 settembre 1919, invadendo la città con i suoi 2600 militari e proclamandone l’annessione al Regno d’Italia, Luisa partì da sola, disposta a tutto, travestendosi nuovamente da uomo, per raggiungerlo e rendersi utile. Venne assegnata all’impegnativo compito di assistere Gabriele i civili. La sua determinazione, D’Annunzio il suo coraggio e la sua umiltà la fecero benvolere anche da D’Annunzio, che la definì «creatura ammirabile» e manifestò sempre il suo affetto e la sua ammirazione per lei. Ma la malattia che affaticava il suo corpo non le dava tregua e dopo il Natale di sangue, l’attacco della flotta Andrea Doria alla città dalmata nel 1920, rientrò definitivamente in Italia. Trascorse a Roma gli ultimi anni di vita, continuando a collaborare con il colonnello Marchetti, coltivando i suoi ideali patriottici. Fino a quando, la malattia che la piegava non si portò via questa donna dal corpo tanto fragile, quanto lo spirito tanto ardimentoso, nel 1940.

18

tmfebbraio

Da sx in piedi: Mario Scottoni, Arturo Castelli, Antonio Piscel, Tullio Marchetti (Capo dell’ufficio informazioni (ITO) della 1a Armata a Verona), Silvio a Prato, Antonio di Soragna; seduti C. “Finzi” Pettorelli Lalatta, Livio Fiorio (foto Museo Guerra Rovereto)

le simpatie dei soldati portando loro tabacco e cioccolata in regalo. Dopo qualche tempo, per non farsi scoprire abbandonò l’Hotel andando a stare in una casa privata, e iniziò a frequentare un gruppo di Trentini innamorati dell’Italia, mantenendo sempre il suo segreto. Ma i sospetti circolavano e le pattuglie austriache iniziarono le perquisizioni, irrompendo anche nelle case private. Una sera piombarono anche nella casa dove si trovavano Luisa e gli amici trentini. Terrorizzati, riuscirono a nascondersi dove capitava, ma qualcuno venne ammanettato e portato via. Di loro la ragazza non seppe più nulla. Dato che le perquisizioni diventavano sempre più frequenti, nella sua stanzetta Luisa si era ingegnata per nascondere i suoi “corpi del reato”, le boccette d’inchiostro chimico e il reagente. Dietro l’armadio, con un trapano e uno scalpello aveva forato il pavimento di legno, ricavando uno spazio dove aveva nascosto le boccette. Se fossero state trovate sarebbe stata condannata a morte. La ragazza cercava di sopravvivere con poco in quei giorni di guerra, continuando a lavorare con estrema attenzione e astuzia. Tentava di distogliersi da occhi indagatori e si faceva passare per una sempliciotta, una giovane frivola e stupida, da un au-

striaco ficcanaso che aveva preso a seguirla e interessarsi a lei. La piccola spia di Arco rimase in Austria per tre mesi, fino al 9 di agosto. Dalle perquisizioni si era passati agli arresti di massa: i Verräter, i traditori, gli irredenti, venivano catturati e giustiziati. Tenendosi informata sulla sorte dei suoi compatrioti, con il cuore in gola, la ragazza andava avanti nel suo gioco pericoloso, fino a che, alla fine di luglio, non venne smascherata dalla polizia nemica e dall’Evidenzbüro, il servizio di intelligence militare austroungarico. Una mattina quattordici uomini armati si presentarono a casa sua per condurla alla Kloster Kaserme. Conservando il suo sangue freddo e un atteggiamento di sfida Luisa li seguì. «Non volli tuttavia mostrarmi sgomenta; ricordo anzi, che quasi sorrisi di scherno. In quel momento mi sentii tutta presa da una forza interna, che superava in me la povera donna inerme, sino al punto d’impormi di lanciare alla sbirraglia brutale quella sfida». Fu gettata in una stanza, nuda, al buio. Nonostante temesse per la sua sorte, si sentiva orgogliosa di aver servito la sua patria, che ora invocava in quella cella umida. Quando la presero per interrogarla sulla sua identità sfoderò la scusa che si era preparata. Disse di servirsi


trentinolastoria

del nome tedesco per non rischiare di essere maltrattata, come capitava a chi portava un nome che suonava italiano. Raccontò poi la verità sulla sua famiglia: il padre prestava servizio come soldato in Panarotta, suo fratello in Galizia, mentre lo zio sacerdote era al fronte nell’I.R. Esercito come cappellano militare; il resto dei parenti confinato in Moravia, ma lei non li avrebbe raggiunti. Anche questa volta la giovane trentina dallo spirito acuto se la cavò, ma non poteva uscire fuori dai confini della città e l’avrebbero tenuta sotto stretta sorveglianza. Il 7 agosto 1915 infatti i poliziotti tornarono a cercarla. La padrona di casa avvisò la ragazza che erano passati e sarebbero tornati a prenderla. Non c’era tempo da perdere, l’avrebbero uccisa. Luisa doveva fuggire, lasciare Innsbruck e l’Austria. Era notte. La giovane donna si travestì da uomo, indossando un costume tirolese. A piedi raggiunse la piccola stazione di Hall, appena fuori città e salì su un treno diretto a Feldkirch, per cambiare successivamente e dirigersi in Svizzera. La corsa arrivò a destinazione, Luisa doveva ora su-

perare i controlli. C’erano gendarmi dappertutto. Tenuta sotto sguardo da due di loro che sorvegliavano i binari, si fece strada tra i rimpatriandi italiani in coda e presentò un inservibile foglio di legittimazione, che le era stato rilasciato al Municipio di Innsbruck, che venne respinto. Fingendo che fosse tutto in regola, la ragazza si mosse, foglio alla mano bene in vista, verso la stazione, passando tra i gendarmi che non le chiesero nulla. Esausta, attese con ansia il treno per la Svizzera. Era fatta. Dichiarandosi al servizio della Prima Armata riuscì a raggirare anche i controlli a Zurigo ed arrivò finalmente in Italia, a Milano, per raggiungere il colonnello Tullio Marchetti. La sua rocambolesca avventura come Mata Hari trentina poteva dirsi conclusa. Per ricompensarla della sua lealtà e del suo coraggio, nel 1921 il capo del Servizio Ufficio Informazioni fece il suo nome alla Commissione per le ricompense del Ministero della Guerra, affinché le venisse dato un riconoscimento, con queste motivazioni: «È certo che essa, conscia dei pericoli cui andava incontro, diede prova di grande ardimento, arrischiando la vita, soprattutto nella sua qualità di Trentina e ciò per puro amore di patria e non per denaro, avendo essa compiuto sino al limite del possibile il suo servizio col minimo della spesa e senza guadagno di sorta, né diretto né indiretto… il suo agire arditissimo e nobile ebbe ed ha un valore maggiore che se fosse stato compiuto da un uomo, dato che nessun uomo si è sentito il coraggio di quanto la Zeni ha fatto». A Luisa Zeni venne consegnata la medaglia d’argento al valore militare, che ricevette dalle mani del Re in persona. ■

SUL MONTE BONDONE SCI E DIVERTIMENTO NIGHT&DAY! Divertimento puro, piste perfettamente innevate a mezz’ora dalla città, larghe, sicure e soleggiate per la gioia di grandi e piccini! E tutto questo a prezzi speciali per i residenti in regione: GIORNALIERO ADULTO da euro 25,00

E quando scende la sera… Hai mai provato l’emozione di sciare sotto le stelle, guardando il lontananza la città ricoperta di luci? Ogni giovedì e sabato sera, 5 km di piste aperte, lo snowpark, animazione e après ski all’aperto! SKIPASS SERALE euro 13,00

[euro 10,50 sotto i 16 anni] Sono validi gli skipass stagionali. Tutti i servizi a portata di mano: maestri di sci, noleggi attrezzatura, ristoranti e skibar, parcheggi gratuiti. TRENTO FUNIVIE SPA T. 0461 948187 // funivie@montebondone.it www.ski.montebondone.it

19

trentino_mese_84,5x240_gennaio.indd 1

tmfebbraio

19/01/15 14:15


trentinolagrandeguerra 19141918 UN POPOLO, DUE PATRIE – QUATTORDICESIMA PUNTATA di Alberto Folgheraiter

“NON PIÙ UN POPOLO MA LE ROVINE D’UN POPOLO” LA DENUNCIA, DI ALCIDE DEGASPERI, IL 4 OTTOBRE 1918, IN UNA DRAMMATICA SEDUTA DEL PARLAMENTO A VIENNA DOVE PARLÒ DI UNA “PERSECUZIONE DI FERRO E FUOCO SENZA RISCONTRI NELLA STORIA” SCATENATA DAI PANGERMANISTI NEI CONFRONTI DELLA POPOLAZIONE TRENTINA. UN POPOLO, RIDOTTO COME “MEMBRA SPARSE D’UN ORGANISMO ENTRATO IN AGONIA”

I

l calendario degli ultimi due mesi del 1917, il più terribile fino a quel momento dei tre anni di guerra, è un rosario “doloroso” di avanzamenti e di ritirate. Dopo la rotta di Caporetto (31 ottobre 1917), vi fu la ritirata degli Italiani dall’Isonzo al Tagliamento e, infine, sulla sponda destra del Piave (4 novembre 1917). Seguirono l’occupazione “tedesca” di Cortina d’Ampezzo (5 novembre 1917) e il cambio al vertice del Comando Supremo italiano (8 novembre 1917). Il 10 novembre i soldati tedeschi di Otto von Below, catturati diecimila militari italiani a Longarone, occuparono Belluno. Dilagati in Cadore, i soldati degli Imperi centrali raggiunsero Vittorio Veneto, sessanta chilometri da Venezia. Nel territorio conquistato dagli austro-tedeschi, che comprendeva in tutto o in parte le province italiane di Udine, Belluno, Treviso, Venezia e Vicenza, viveva un milione di persone. Nelle zone rurali furono compiuti stupri e saccheggi, razzie e violenze. Nell’estremo tentativo di fermare l’avanzata nemica, le truppe italiane si erano attestate sulle coste del monte Grappa. Intanto, abbandonate Asiago e Camporovere, completamente devastate, anche la I. Armata si era ritirata su una linea a oriente dell’altipiano. Contro la I. Armata mosse un’offensiva (11 novembre) il generale Conrad. Teatro della battaglia, le Melette, le montagne attorno a Gallio. Due giorni dopo cominciarono violenti scontri e cannoneggiamenti sul monte Grappa con un attacco delle truppe tedesche di von Below contro la IV armata del generale Mario Nicolis di Robilant. La battaglia 20

tmfebbraio

del Grappa si arrestò il 21 dicembre 1917, senza grandi conquiste e senza che il generale del Kaiser potesse coronare con successo il tentato sfondamento delle linee italiane. Il 1918, ultimo anno di guerra, cominciò con l’esposizione al Congresso degli Stati Uniti di un piano di pace, in quattordici punti, del presidente Woodrow Wilson (1856-1924). Convinto che l’unica via di uscita dalla guerra sarebbe stata solo una “pace senza vincitori”, il capo della Casa Bianca propose un accordo per l’uguaglianza fra le Nazioni; l’autodeterminazione dei Popoli; una riduzione degli armamenti e la libertà di navigazione sui mari del pianeta. Il presidente degli Stati

Uniti sollecitava poi la creazione di una “Società delle Nazioni” la quale avrebbe dovuto sovrintendere e conservare “l’assetto politico-territoriale sancito dai trattati di pace”. Inoltre, il “piano Wilson” prevedeva “la più ampia possibilità di sviluppo autonomo” per le popolazioni dell’Impero austriaco e una “rettifica delle frontiere italiane secondo le linee di demarcazione riconoscibili fra le varie nazionalità”. Quel piano incontrò più ostacoli che consensi. Cechi e Slovacchi protestarono perché non si parlava di indipendenza ma solo di “sviluppo autonomo” per i popoli della duplice monarchia danubiana. Gli Italiani capirono che, pur ottenendo

L’imperatore Carlo I° in visita alle postazioni militari in Trentino, nel mese di gennaio del 1917

Il generale Armando Diaz


trentinolagrandeguerra

L’imperatore Carlo I° a Trento, vicino al Buonconsiglio, sulla strada Imperiale verso Lavis

il Trentino e la Venezia Giulia, avrebbero dovuto dire addio alle mire sull’Istria e sulla Dalmazia. Per non parlare dell’appetito sui territori ex Ottomani manifestato al momento della stipula (24 aprile 1915) del patto (non più segreto) di Londra. Il “maggio radioso” del 1915 era lontano e si profilava all’orizzonte quella che, con altro slogan efficace dello stesso Gabriele D’Annunzio, sarebbe stata definita la “vittoria mutilata”. La guerra contro l’Austria e la Germania andava vinta ad ogni costo – si disse a Roma - e senza alcuna “pace separata” come, invece, si andava profilando (9 febbraio 1918) a Brest-Litovsk fra gli Imperi centrali e l’Ucraina.

Intanto, dopo un tentativo di pace della Germania con la Russia (10 febbraio), la parola era tornata alle armi (18 febbraio) con cinquantadue divisioni tedesche impegnate in replicati combattimenti sul fronte orientale. Per i tedeschi, quella nuova impresa era stata quasi una passeggiata, tanto che Lenin (24 febbraio) aveva fatto pressione sui Commissari del Popolo perché fossero accettate, pena danni peggiori, le dure condizioni di pace poste dalla Germania. La firma del trattato fra Russia e Germania, Austria-Ungheria, Bulgaria e Turchia fu posta alle 17 del 3 marzo 1918 a BrestLitovsk. La Russia rinunciava alle province baltiche, alla Polonia, alla Finlandia, alla Bielorussia, alla Moldavia, all’Ucraina e al Caucaso. Perdeva in tal modo un terzo della popolazione che aveva prima della guerra. In forza dello stesso trattato, i bolscevichi accettarono di liberare 630mila prigionieri di guerra austro-ungarici. In quei primi mesi del quarto anno di guerra, si erano intensificate le incursioni aeree. Il 27 febbraio 1918, gli austriaci avevano bombardato dal cielo Venezia, Padova e Treviso. A Venezia vi furono 52 morti. Due settimane dopo, uno Zeppelin tedesco, partito dalla Bulgaria, aveva sganciato su Napoli 64 quintali di bombe. Nel corso della guerra le città italiane subiranno poco meno di cinquecento incursioni aeree con un bilancio di 984 vittime e più di mille feriti. Era l’undici marzo 1918. Quel giorno, ne-

La carta geografica dell’Europa alla vigilia della Grande guerra

gli Stati Uniti si manifestò il primo caso di febbre spagnola, una pandemia che la guerra avrebbe veicolato sui campi minati e nelle città sconvolte di tutta Europa (vedi articolo a p. 23) Questo è quanto accadeva “oltre la frontiera”. In Trentino, dopo gli arresti del 4 gennaio 1918, operati sulla scorta dei documenti trovati negli archivi del Comando Supremo, a Palmanova in Friuli, e la “devastazione civica operata a Trento”, s’intensificò l’opera di germanizzazione della popolazione rimasta. Il commissario della polizia, Rudolf Muck, deliberò (8 gennaio) di “riaprire gli asili cittadini per istillare l’austriacantismo nelle tenere menti dei bimbi e voleva coprirne le spese mettendo le mani sui patrimoni degli asili e delle disciolte Società Nazionali”. C’era un giornale, “Il Risveglio austriaco”, che aveva preso il posto del “Risveglio Tridentino” e che faceva da cassa di risonanza alle iniziative dell’Imperial regio Commissario di Polizia. Per contro, il foglio non mancava di criticare, anche in modo pesante, le iniziative parlamentari dei sette deputati trentini a Vienna. Essi erano: il barone Valeriano Malfatti, per i liberali; Enrico Conci, Germano Decarli, Alcide Degasperi, Guido de Gentili, Rodolfo Grandi e Albino Tonelli per i popolari. Quando fu riconvocato il Parlamento (maggio 1917) mancava il socialista Cesare Battisti il quale era stato giustiziato un anno prima per “alto tradimento”. L’on. Conci tuonò dallo scranno del Reichsrat, a Vienna: “Il nuovo capo della polizia, ha inaugurato a Trento un sistema di terrore e di violente persecuzioni. È divenuto un piccolo Pascià e chi non si conforma ai suoi cenni ha da attendersi un decreto di internamento o confinamento. Quest’uomo, considerandosi chiamato all’educazione della cittadinanza, istituisce una società di giovani… in cui insinua l’odio contro i migliori cittadini e cerca di guadagnarli alla nobile arte della delazione! […] Anche per l’arbitrio e per l’imprudenza di un impiegato di polizia, sia pure in tempo di conflitti bellici, sia pure in territorio di guerra, sia pure anche di fronte ad italiani, vi devono essere dei limiti, e tali limiti sono stati dal capo dell’Ufficio di polizia di Trento da tempo e di molto sorpassati”! Ancora: “Forse non è bene per uno Stato di accumulare troppe ire e troppi odii […] La persona di cui sono stato spiacente dovermi occupare a lungo, rappresenta un 21

tmfebbraio


trentinolagrandeguerra

In alto: La carta geografica del Nord-est dopo lo sfondamento di Caporetto (autunno 1917) – Sotto: la carta geografica del Nord-est dopo il trattato di Saint-Germain (381 articoli) del 10 settembre 1919, che attribuì all’Italia il Trentino-Alto Adige, la Venezia Giulia, e l’Istria.

sistema; è necessario che questo sistema e quella persona finalmente scompaiano”. Questo sistema poteva contare sull’appoggio incondizionato del “Risveglio Austriaco”. Per garantire maggior sicurezza ai confini dell’Impero, nell’edizione del 10 gennaio 1918, il giornale proponeva una sorta di “Alpenvorland” ante litteram. L’Austria, dopo Caporetto considerata già vincitrice della guerra, avrebbe dovuto incorporare il territorio fra Feltre e Primolano “a tutela” delle valli dell’Avisio, del Cismon e del Brenta; gli altipiani dei Sette e dei Tredici comuni; il pendio meridionale del Coston; le valli “di là” della Borcola e del Pian delle Fugazze; le vallette d’Anguilla, Squaranto, Mezzane e Progno; Ossenigo; il Monte Baldo fino alla Valpolicella, com22

tmfebbraio

presa la Chiusa di Verona; il lago d’Idro. Frattanto, i deputati trentini a Vienna reiterarono la richiesta di autonomia nello Stato multinazionale. Anche perché, il 5 novembre 1917, i deputati di lingua tedesca del Tirolo, riuniti a Merano sotto la presidenza del Capitano provinciale, avevano dichiarato “di respingere all’unanimità qualsiasi separazione nazionale”. Inoltre, avevano invocato dal Governo centrale una “azione energica di repressione contro gli italiani, facendo voti che l’attuale prosecuzione politica degli internamenti, delle sospensioni di impiegati e maestri italiani, e dello scioglimento d’ogni società italiana abbia a continuare”. In quell’inverno del 1918, a Trento, come nelle altre città dell’Impero, la fame stava

ormai diventando una costante. Spesso mancava il pane. Nelle valli i militari sequestravano le mandrie di bestiame “sfuggite” a precedenti requisizioni. Il burro della Val di Non era tolto ai legittimi proprietari e spedito oltre Brennero. Le interpellanze dei parlamentari trentini al Governo si sprecavano, senza nemmeno lo straccio di una qualche risposta. In questo clima, il 9 maggio 1918, a Vipiteno, si tenne un “congresso del popolo tedesco del Tirolo”, a conclusione del quale e “chiedendo una pace ragionevole corrispondente ai grandi successi delle Potenze centrali” fu approvato un ordine del giorno che ricalcava le tesi del “Risveglio Austriaco”: “Verso l’Italia il Congresso domanda che siano stabiliti confini naturali che proteggano meglio il Tirolo e l’Austria e che aggreghino all’Austria le colonie tedesche alpine dei Sette e dei 13 comuni, si chiedono perciò rettificazioni della frontiera dalla valle dell’Oglio fino alla sponda meridionale del lago di Garda e da questa sino al lembo meridionale delle Alpi veneto-friulane; nonché una cospicua indennità di guerra…; che la lingua tedesca sia proclamata lingua di Stato; che tutte le istituzioni statali austriache siano tedeschizzate interamente…; che sia proclamata l’unità e l’indivisibilità del Tirolo, da Kufstein fino alla chiusa di Verona; che si rifiuti nella forma più recisa qualsiasi autonomia alla parte meridionale della provincia, del così detto Welschtirol; che si combatta inesorabilmente l’irredentismo tirolese, favorendo e proteggendo anzitutto il tedeschismo nel Tirolo meridionale ed espellendo tutti gli elementi irredentistici; che non siano amnistiati o reintegrati nei loro uffici i traditori italiani (“welsche”); che le loro sostanze sequestrabili siano confiscate ed impiegate a lenire i danni causati dalla guerra e specialmente a soccorrere i fedeli combattenti tirolesi; che a vescovo di Trento sia nominato un buon tedesco Tirolese; che nella diocesi di Trento siano allevati preti tedescofili e che tutti gli istituti scolastici del Welschtirol siano completamente riformati, introducendo l’insegnamento della lingua tedesca come materia obbligatoria in ogni scuola”. Per contro, il deputato trentino Conci, nei giorni della Pentecoste del 1918, aveva partecipato al congresso di Praga (19 maggio), convocato dai rappresentanti di tutte le Nazionalità non tedesche dell’Impero. In quell’Assise, il deputato trentino aveva dichiarato: “Quando vidi con quale inflessibile tenacia i cechi affrontarono le ingiuste persecuzioni politiche e osservai con quale devozione ed entusiasmo tutta la vostra


trentinolagrandeguerra Nazione si schierò attorno ai suoi migliori e integri cittadini, mi persuasi che questa Nazione mai potrà soccombere e la sua causa dovrà un giorno trionfare. È mio ardente augurio che questo trionfo giunga sollecito. È l’augurio d’un perseguitato ai perseguitati, del rappresentante di un popolo oppresso e gemente ancor sempre sotto grave pressione. Possa il ruggente leone ceco [lo stemma boemo porta un leone rampante] fra poco accasciarsi tranquillo e soddisfatto del suo trionfo”. Per questa partecipazione al congresso di Praga, l’on. Enrico Conci fu destituito dalla carica di vice-capitano provinciale del Tirolo, accusato dalla stampa pangermanista di aver parlato solo a titolo personale. L’accusa fu subito respinta dall’on. Degasperi: “Se l’on. Conci, a Praga, ha protestato contro l’oppressione degli Italiani, ed ha espresso le sue simpatie per la lotta che i ciechi ingaggiarono contro il centralismo tedesco, sapeva a buon diritto di affermare il pensiero di noi tutti” (da “Il Martirio del Trentino”, 1919). I contrasti fra i rappresentanti del Trentino e la maggioranza parlamentare a Vienna, si fecero più intensi mano a mano che la guerra volgeva al termine. Il 4 ottobre 1918, un mese prima della capitolazione dell’Austria-Ungheria, il deputato popolare, Alcide Degasperi, accusò il Governo di non “essersi preso cura di applicare il diritto di autodeterminazione dei popoli nel 1915, prima dello scoppio della guerra con l’Italia e di aver scatenato sul Trentino, con la fine di maggio, una persecuzione di ferro e fuoco senza riscontri nella storia, mentre il pangermanismo tentava di invadere per opera militare il paese, per cui gli italiani dell’Austria non dovevano avere alcun diritto politico, alcun avvenire nazionale”. Dalla tribuna del Parlamento di Vienna, Alcide Degasperi tracciò un quadro drammatico della situazione trentina: “Signori! Dei 350mila trentini all’incirca che vivono ora entro i confini austriaci, quasi 300mila stanno nella linea del fuoco o presso il fronte, il resto all’interno in Comuni stranieri o nei baraccamenti. Di tutti io conosco le condizioni di vita, dalla Valsugana, ove tra i più grandi sacrifici e in faccia alla morte lavorano a sgombrare il terreno, da tre anni incolto, dalla zizzania e dagli ordigni di guerra rimastivi, alla Val Lagarina, ove vivono nelle cantine, a qualche paese vicino a Trento ove il contadino lavora la campagna col fucile al fianco, per difendere i suoi prodotti dalle rapine dei soldati, alle Giudicarie e Primiero, dove la fame è

ospite assiduo di ogni focolare domestico, a tutte le altre regioni [valli] del Trentino, sulle quali, oltre tutte le conseguenze della guerra, grava direttamente l’immane peso di due armate, che in parte rubano i magri prodotti del suolo (in un Comune di Fiemme fino al 40 per cento del raccolto delle patate), in parte lo contendono alla popolazione civile. Una piccola parte di questo popolo abita all’interno [deportata nelle “città di legno” dell’Impero] in distretti in cui ebbi a constatare con orrore che bambini e vecchi soccombono con una progressione allarmante, che ragazze prima fiorenti portano ora in massa nel petto il germe della prossima fine [tubercolosi], e che gli altri tutti devono letteralmente combattere cogli indigeni per un pezzo di pane. Non più un popolo, ma le rovine d’un popolo, membra sparse d’un organismo entrato in agonia”. Ancora più diretto l’atto di accusa nei confronti del Governo provinciale di Innsbruck: “Vedete com’è ridotto il contrastato Trentino; vedete voi, tirolesi tedeschi, in quali condizioni si trova il tanto odiato Tirolo italiano; vedete voi, persecutori burocrati, se i tanto sospettati irredentisti possano muoversi; vedete, finalmente, violenti dittatori militari, come il paese si dissangua, e rispondetemi con franchezza e sincerità: c’è più scopo di disperdere come cani arrabbiati, con deportazioni politiche ed esilii, questi uomini, così martoriati dal pensiero per la mera esistenza, di perseguitarli con pazzi processi, di vessarli con tutte le violenze poliziesche e militari? […] La cancelleria di Innsbruck, nella quale i fili del dispotismo militare, delle tendenze germanizzatrici e della miopia politica tirolese si sono intrecciati a formare la direttiva politica costante, codesta Cancelleria d’Innsbruck faccia alto una volta innanzi alla nostra miseria e cessi di frugare col suo bisturi politico entro dei corpi che sono già semicadaveri! Finitela una volta di gettare in braccio alla fame dei poveri maestri di scuola che si sono logorati la vita per uno stipendio irrisorio; cessate di negare agli esiliati il ritorno in patria; smettetela di importunare i capitani distrettuali coi vostri decreti e misure repressive da prendere, mentre fuori, in anticamera, la popolazione affamata domanda pane”. Così parlò Alcide Degasperi al Reichsrat di Vienna, il 4 ottobre 1918. La guerra europea volgeva al termine (ne parleremo nella prossima puntata) e l’imperatore Carlo I, nel tentativo di salvare il trono e la corona, il 16 ottobre diramò un proclama. Per la parte austriaca dell’Im-

Il proclama del 16 ottobre 1918, con il quale l’imperatore Carlo I concedeva ai “suoi popoli” l’opportunità di diventare uno “Stato federale” con il rispetto delle diverse nazionalità.

pero, istituiva un Ordinamento Federale, basato sul principio delle diverse nazionalità. Tale proclama fu subito rifiutato dal Consiglio nazionale di Zagabria. Il giorno seguente, il parlamento ungherese dichiarò l’indipendenza dal regno d’Austria. Quanto ai deputati di lingua italiana, a Vienna, considerato che era scaduto il tempo delle trattative circa il futuro assetto dello Stato, il 24 ottobre 1918 decisero di costituirsi in “Fascio nazionale”. Il giorno seguente, l’on. Conci, a nome del nuovo gruppo dichiarò in Parlamento che tutte le terre di lingua italiana facenti parte della monarchia austro-ungarica, nessuna esclusa, erano da considerarsi, fin da quel momento, staccate dalla stessa. Pertanto, disse, i loro rappresentanti non avevano più alcun motivo per trattare con il Governo austriaco “formando esse virtualmente parte dello Stato italiano”. Tempo una settimana e l’esercito italiano avrebbe occupato Trento e Trieste. ■ (14. CONTINUA)

23

tmfebbraio


MyMUSE Card La tessera per entrare al MUSE ogni volta che vuoi

Per sentirsi come a casa e avere sempre voglia di tornare

li ria to rri te di Se

Scopri il programma di membership individuale del MUSE: è il tuo modo di vivere il museo, rispecchia le tue esigenze e i tuoi interessi, ti garantisce ingresso illimitato per un anno e tanti vantaggi per il tempo libero.

MUSE - Museo delle Scienze Corso del Lavoro e della Scienza, 3 38123 - Trento. www.muse.it


trentinolagrandeguerra di Alberto Folgheraiter

1918: LA PANDEMIA PORTATA DALLA GUERRA FU IMPROPRIAMENTE CHIAMATA “SPAGNOLA” PERCHÉ IL VIRUS FU TRASFERITO IN EUROPA DAI SOLDATI AMERICANI CHE PER PRIMI LO AVEVANO CONTRATTO IN UN FORTE DEL TEXAS. LA “SPAGNOLA” DECUPLICÒ I MORTI DELLA GUERRA (375MILA VITTIME IN ITALIA, FORSE DIECIMILA I MORTI IN TRENTINO). ASSIEME ALLA FAME, FU ANCHE LA PROBABILE CAUSA SCATENANTE DEL CROLLO DELL’AUSTRIA-UNGHERIA

T

re grandi avvenimenti caratterizzarono l’anno 1917: l’entrata in guerra degli Stati Uniti; la rivoluzione bolscevica e la pace separata dei Soviet; la disfatta di Caporetto. Sin dal principio della guerra, la Gran Bretagna aveva cercato di affamare la Germania del Kaiser attuando un blocco navale. Per tutta risposta, a partire da febbraio del 1917 i Tedeschi avevano intensificato la guerra sottomarina silurando le navi che dagli Stati Uniti rifornivano l’Europa e gli alleati dell’Intesa. Già nel maggio del 1915, al largo dell’Irlanda, il siluro di un sottomarino tedesco aveva affondato il transatlantico britannico “Lusitania” (1.198 morti e tra questi 128 di nazionalità USA). Due anni dopo, la ripresa degli attacchi degli U-Boot nell’Atlantico aveva spinto gli Stati Uniti a entrare in guerra contro la Germania (7 aprile 1917) a fianco delle Nazioni dell’Intesa (Gran Bretagna, Francia e Italia). Furono proprio le truppe americane inviate in Europa a veicolare di qua dall’Atlantico la più spaventosa pandemia del XX secolo. Chiamata impropriamente “Spagnola”, tra il 1918 e il 1920 causò la morte di decine di milioni di esseri umani. Tutto era cominciato in una fattoria della contea di Haskell, in Texas, poco meno di trecento chilometri da Fort Riley, in Kansas, l’11 marzo 1918. Un’America contadina, frontiera della frontiera. Le rare famiglie che vi abitavano vivevano in promiscuità con polli e maiali. In quella fattoria di Haskell, nel gennaio del 1918 i medici avevano rilevato i primi casi di “polmonite fulminante”. Il virus restò circoscritto e confinato per alcune settimane, fino a quando uno dei

Lazzaretto per il ricovero dei colpiti dalla febbre “Spganola”

ragazzi della Contea fu arruolato a Fort Riley per essere mandato alla guerra in Europa assieme ad altri ventiseimila connazionali. La mattina dell’11 marzo 1918, prima un sergente, poi un caporale e, via via, altri militari cominciarono a riversarsi nell’infermeria del campo. Lamentavano febbre alta, vomito, dissenteria e tosse violenta con bava di sangue. A mezzogiorno i ricoverati nell’ospedale da campo erano già 107. Una settimana più tardi avevano raggiunto il numero di 522. Il sergente Albert Gitchell morì quattro giorni dopo il ricovero e il suo fu il primo caso ufficiale di morte per spagnola. Una pandemia che in dodici mesi causò più vittime di tutte le guerre del XX secolo. Moltiplicò per cinque, se

non per dieci il numero dei soldati morti nel corso della prima guerra mondiale (che furono poco meno di diecimilioni); tre volte le vittime della peste nera del 1348 in Europa (trenta milioni, un terzo della popolazione complessiva). Secondo il Bulletin of Medical History, fra settembre e dicembre del 1918 fu infettato un miliardo di persone. I morti oscillarono fra 40 e 100 milioni. A due mesi dal primo caso erano già stati coinvolti nel contagio ventiquattro dei ventisei campi d’addestramento militare e colpite trenta delle cinquanta maggiori città degli Stati Uniti. Come i topi della peste del Trecento, annidati nelle stive dei velieri, i soldati americani trasferirono l’infezione dalla costa orientale degli Stati Uniti all’Europa. Il virus superò l’At25

tmfebbraio


trentinolagrandeguerra

LA GUERRA MONDIALE SCONFISSE LA PELLAGRA

C

ostata 11.700 morti, decine di migliaia di profughi, un territorio devastato e uno spaventoso bilancio dei danni, in Trentino la prima guerra mondiale provocò almeno un fatto positivo: la scomparsa della pellagra. Fu una malattia che colpiva la popolazione povera, coloro cioè che si nutrivano solo con farina di mais. Lo fece risaltare, alla ripresa delle pubblicazioni del “Bollettino dell’Associazione Medica Trentina”, il dott. Guido de Probizer, il “padre” riconosciuto della… guerra senza quartiere alla pellagra. Il Bollettino, le cui pubblicazioni erano state sospese nei primi mesi del 1915, uscì nuovamente nel 1921. Scrisse, pertanto il medico roveretano, nel numero di luglio, anno XXXVI: “L’endemia pellagrosa, che aveva raggiunto il suo massimo nel 1904, si era poi abbassata fino a 3500 nel 1915 ed ora, dopo la guerra, si può dire praticamente scomparsa. Il controllo sul granoturco, i miglioramenti dietetici furono i fattori che influirono sulla discesa dell’endemia; assai utile fu l’istituzione di pellagrosari, che servirono anche come centri di propaganda, la sostituzione del pane alla polenta, la costruzione di nuovi panifici. Durante la guerra, non ostante le difficoltà alimentari, la pellagra scomparve, ciò che si spiega con il fatto che la farina di granturco era diventata una rarità; nel Friuli, invece, costretto a nutrirsi in gran parte di polenta, si ebbe, con la deficiente nutrizione, durante l’invasione, un notevole aumento di pellagra”.

lantico e si propagò nelle trincee e sui campi di battaglia. La penisola Iberica non ebbe alcuna primogenitura nell’infezione planetaria che passò alla storia come febbre spagnola. L’unica “colpa” degli Iberici, non partecipando alla guerra, fu che la Spagna non aveva adottato la censura militare. Nel maggio del 1918, l’agenzia di notizie “Fabra” diramò un dispaccio, annunciando che otto milioni di spagnoli erano a letto con la febbre e che lo stesso re Alfonso XIII (1886-1941) stava poco bene. Una febbre bislacca: durava tre giorni e poi, almeno in quei primi mesi, scompariva. Certo, si registrava qua e là qualche morte sospetta, ma erano soltanto le avvisaglie di un fenomeno carsico che, scomparso ai primi caldi, sarebbe ricomparso nell’autunno del 1918 ben più virulento. Taluni hanno calcolato che, tra il 1918 e il 1921, i morti siano stati “appena” 21 milioni e 642 mila. In Europa, tra i Paesi maggiormente colpiti figurava la Russia con 450 mila vittime, seguita a ruota dall’Italia che ebbe non meno di 375 mila morti. Sono dati calcolati per difetto stante la rigida censura militare. Gli alti comandi, infatti, non consentivano la propagazione di notizie che avrebbero potuto abbattere ulteriormente il morale delle truppe e delle popolazioni già stremate dalla guerra. Nell’inverno del 1918 l’Italia contava trentasei milioni di abitanti. Complessi26

tmfebbraio

vamente, gli italiani colpiti dalla spagnola furono almeno cinque milioni. Nel Regno dei Savoia, i primi casi si ebbero in provincia di Vicenza. Era settembre del 1918 quando un capitano medico dei reparti d’assalto dell’esercito Italiano, invitò il sindaco di Sossano a chiudere le scuole perché tra “il militare” si era manifestata “un’epidemia di tifo”. Nell’impero degli Asburgo, con l’esercito stremato da quattro anni di guerra su più fronti, la spagnola causò la morte di circa due milioni di soldati. Tanto che, secondo alcuni storici austriaci, sarebbe stata

questa la causa principale della sconfitta della monarchia danubiana. Non è dato sapere con certezza quante furono le vittime nel SudTirolo italiano (il Welschtirol), appena diventato “Trentino”. Chi, come noi, ipotizza una cifra di diecimila morti lo fa a spanne. Infatti, tale ipotesi è formulata tenendo conto che la popolazione trentina, nel 1920, superava di poco le 350 mila unità (centomila delle quali avevano dovuto abbandonare il Trentino negli anni della guerra) e la mortalità, in quel periodo, risulta più che raddoppiata. Nessun atto, nei registri parrocchiali, porta la scritta “spagnola” tra le “cause di morte”. Sono segnati, invece, numerosi casi di morte per “grippe” (lo stesso vocabolo significa “influenza” anche in spagnolo, francese e tedesco). Per quanto riguarda la sanità c’è un “buco nero” su ciò che accadde in quei mesi tra la popolazione sbandata e frastornata del Trentino. Nei documenti, relativi al periodo fine 1918-1919, non esiste alcuna relazione riferita alla febbre spagnola. Solo qualche cenno, qua e là. Nella confusione del primo dopoguerra in taluni registri parrocchiali (sotto l’Austria, i parroci fungevano anche da funzionari di Stato Civile) fu tralasciata la registrazione delle “cause di morte”. Il 17 ottobre 1918, due settimane prima che finisse la guerra, il parroco di Segonzano, Antonio Tasin, scrisse una lettera all’Ordinariato di Trento: “Con sommo dolore compio il dovere di partecipare a codesto Rev.mo Ufficio la morte di don Giuseppe Rauzi, coo-

Ospedale da campo, negli Stati Uniti, per i colpiti dalla pandemia


trentinolagrandeguerra peratore di qui, avvenuta il giorno 16 corrente ad ore 4 pomeridiane in seguito a grippe e miocardite”. Febbre “spagnola”, appunto. Giuseppe Olmi (“Studi Trentini”, 1996): “Anche ammettendo che, nel Trentino, la spagnola non abbia colpito con particolare intensità, appare, infatti, comunque strano che di essa non venga in pratica mai fatto alcun accenno nei vari giornali quotidiani della regione. […] L’impressione che si ricava, pur sulla base di pochi dati, è che nel Trentino le autorità (prima militari e poi civili), consapevoli dei notevoli sforzi che dovevano essere compiuti da tutti per avviare una ricostruzione, abbiano prolungato nel tempo ed esteso un po’ su tutte le malattie di tipo endemico che si manifestavano, questa cappa di silenzio o, almeno, di scarsa informazione”. Vi fu mancanza d’informazioni persino nelle cronache dei conventi, di solito puntuali e precise anche su ciò che accadeva all’esterno. Il cronologo dei frati minori della provincia di S. Vigilio, Fulgenzio Guardia, scrisse: “Nel mese di luglio 1918 si sviluppò a Trento e in Austria una malattia denominata dalla stampa spagnola, e che il nostro medico dottor Pergher la classificò come gastroenterite. La maggior parte dei cittadini ne furono tocchi compresi i frati (del convento) di S. Bernardino. Era una specie di dissenteria. Detta malattia in autunno si sviluppò sotto un altro aspetto, con un malessere generale, febbre alta e qualche volta con polmonite doppia. La chiamavano anche col nome di grippe. Molti furono i morti, specialmente giovani, in conseguenza di questa malattia. I medici la chiamarono peste polmonare, ma non avevano rimedi per impedirla. Si diffuse per tutta l’Europa e perfino nell’America. Eccetto qualche Padre vecchio, tutti ne furono colpiti dalla stessa qui in S. Bernardino e negli altri conventi”. Non c’è famiglia, in Trentino, che non abbia avuto congiunti ghermiti dalla pandemia divampata negli ultimi mesi di guerra e proseguita sino alla primaveraestate del 1920. I nonni raccontavano di quella febbre che aveva colpito lo zio o la cognata o la vicina di casa, i quali erano finiti, in pochi giorni, al cimitero. Morti di spagnola si ebbero fino a tutta la primavera del 1920. Sennonché tra le cause di morte l’indicazione più frequente fu bronchite, polmonite, pneumonia. Si ipotizza che la spagnola possa aver fatto “le prove generali” ben prima del 1918. Infatti, tra il 1916 e il 1917, nu-

MENO DI DUECENTO MEDICI NEL TRENTINO DEL DOPOGUERRA

L’

indomani della prima guerra mondiale, gli iscritti alla “Camera medica (ordine dei medici) di Trento” erano 199 (oggi sono 2.488; 466 gli odontoiatri). Tra di loro figuravano nomi di spicco della sanità trentina post-bellica: il dott. Saverio Adami, direttore dell’ospedale di Tesero; il dott. Andrea Baroni direttore dell’ospedale di Borgo; il dott. Romano Bezzi, direttore del civico ospedale di Trento; il dott. Antonio Ciurcentaler, medico provinciale; il pediatra Carlo d’Anna; il dott. Benedetto Dordi, primario di chirurgia all’ospedale di Rovereto; il dott. Vittorio Fiorio, direttore dell’ospedale di Riva; il dott. Giusto Galli, direttore dell’ospedale di Madice (Bleggio); il dott. Guido Garbini, direttore del Manicomio di Pergine Valsugana; il dott. Giuseppe Gilli, primario di chirurgia del civico ospedale di Trento; il dott. Azor Girardi, presidente della Camera Medica; l’oculista di Riva del Garda dott. Alessandro de Lutti; il dott. Tomaso Merler, assistente di chirurgia all’ospedale di Trento; il dott. Luigi Miori, direttore dell’ospedale di Arco; il dott. Leopoldo Pergher, già direttore dell’ospedale di Tesero e del civico ospedale di Trento; il roveretano dott. Guido de Probizer, Ispettore Sanitario Provinciale; il dott. Gino Rigoni, direttore del laboratorio batteriologico di Trento; il ginecologo Giovanni Sartori di Trento; il dott. Alfeo Scrinzi, direttore dell’ospedale di Levico; il dott. Ivo Silvestri, direttore dell’ospedale di Cles; il dott. Vittorio Stenico, specialista in malattie nervose; il dott. Vincenzo Valdagni, ginecologo di Tenna. Soltanto sei i medici-dentisti iscritti (1921) alla “Camera” Trentina: il dott. Guido Binelli, di Riva del Garda; il dott. Giuseppe Confalonieri di Trento; il dott. Emilio Gerosa, di Trento; il dott. Carlo Lachman di Trento; il dott. Cesare Seppi di Trento; il dott. Ermenegildo Sicher, pure di Trento.

merosi militari britannici morirono per un’epidemia di catarro con sintomi che, due anni dopo, parvero simili a quelli della spagnola. “Molti uomini avevano contratto l’influenza e molti ne erano morti ma poiché la guerra imponeva di mantenere il segreto, il personale militare non aveva fatto parola della malattia e dei decessi” (R. Collier, La malattia che atterrì il mondo). Anche in Trentino i medici militari evitarono di parlare dell’epidemia. Lasciarono traccia in qualche diario postumo. Il medico Leopoldo Pergher (1868-1960) nei suoi “Appunti” del mese di novembre 1918, scriveva: “Così improvvisamente la sera del 2 novembre mi trovai sulle spalle il Ginnasio vescovile con 80 malati gravissimi, e l’ospedale Pardubitz con un centinaio circa di malati e di feriti gravissimi. Oltre a questo, io aveva assunto col primo del mese il servizio di medico comunale per la parrocchia di S. Maria [a Trento] e avevo molto lavoro in città per la clientela privata, data l’assenza da città di molti medici e l’imperversare dell’epidemia di febbre spagnola”. Il 4 novembre 1918, il medico Pergher fu incaricato dal comando italiano (che aveva preso possesso della città di Trento

il giorno precedente) di occuparsi della sepoltura dei cadaveri. Ricordò (1923): “Al mattino del 5 novembre, al cimitero, eranvi circa 94 cadaveri insepolti e più di venti erano i cadaveri ancor giacenti nei vari ospedali. Di questi cadaveri, 39 erano sconosciuti, una dozzina doveva la morte a ferite d’arma da fuoco, gli altri (quasi tutti austriaci) erano morti in seguito ad avvelenamento per gas asfissianti o a complicazioni da influenza (febbre spagnola)”. Il virus contagiò una popolazione indebolita dalla guerra. Di lì a qualche tempo, ci fu una coda della pandemia: l’encefalite letargica, chiamata in Trentino “mal dela nona”. Tale forma di encefalite, che fin dal 1916 si era si manifestata nei territori della corona di Vienna, con la guerra si propagò in tutta Europa per raggiungere, più tardi, gli Stati Uniti. Negli anni Venti del XX secolo uccise almeno cinque milioni di persone. L’epidemia si estinse verso il 1930. In seguito, la maggior parte dei sopravvissuti, sviluppò i sintomi del morbo di Parkinson. Quanto alla “spagnola”, che era venuta dagli USA, negli Stati Uniti condusse alla tomba migliaia di emigrati. Tra di loro anche numerosi “Tirolesi”. ■ 27

tmfebbraio


trentinoamarcord Nancy Berti con Andrea Bocelli a “Ballando con le stelle”

di Nicola Tomasi

UNA CAMPANA PER LA PACE

28

tmfebbraio


trentinoamarcord LA CITTÀ DI ROVERETO OSPITA SUL COLLE MIRAVALLE LA CAMPANA DEI CADUTI, MARIA DOLENS, VOLUTA DAL SACERDOTE ROVERETANO DON ANTONIO ROSSARO ALL’INDOMANI DELLA GRANDE GUERRA, COME SIMBOLO IMPERITURO DI CONDANNA DEL CONFLITTO, DI PACIFICAZIONE DELLE COSCIENZE, DI FRATELLANZA...

D

a oltre ottant’anni la Campana dei Caduti, fa udire ogni sera i suoi rintocchi per celebrare i Caduti di tutto il mondo. E mai come quest’anno, in cui si celebra il centenario del Primo conflitto mondiale, la valenza simbolica di questo monumero assume altezze vertiginose e mai raggiunte prima. Ma ripercorriamo assieme, per sommi capi, la lunga storia di questo monumento. Alcuni mesi prima del suo trasferimento a Rovereto, il 5 maggio 1921, passeggiando sotto l’Arco della Pace a Milano, Don Antonio Rossaro lesse in un giornale che in quello stesso momento in tutta la Francia, migliaia di cannoni stavano celebrando il centenario della morte di Napoleone: “Sotto la volta dello storico arco stavo assorto col pensiero nel folgorio di quell’epoca, quando d’un tratto, alzando lo sguardo ad un tramonto di fiamma, così bello verso il Resegone, fui sorpreso dal suono dell’Ave Maria di un vicino Convento. Il mio cuore si trovò subito travolto da un tumulto di armi e di canti claustrali, fra due mondi cozzanti fra loro, quello della Guerra e quello della Pace. Lontano, i rombi del cannone si dileguavano nell’immensità dell’orizzonte; vicino, lo squillo di una campanella si sperdeva nelle misteriose ragioni del cuore”. Nacque così l’idea di una campana fusa con il metallo dei cannoni che suonasse per tutti i caduti, vittime della guerra. Don Rossaro costituì un Comitato d’Onore formato da importanti personalità e un Comitato Esecutivo “Pro Campana dei Caduti” composto da don Rossaro stesso, presieduto dal comm. Augusto Sartorelli, presidente dell’Ossario di Castel Dante da altre personalità, quali il dott. Luigi Paoli, il direttore della Cassa di Risparmio, cav. Osvaldo Masotti, consigliere comunale, e il dott. Ezio Dusini, l’ing. Francesco Tommazzolli, il rag. Melchiade Endrizzi e l’arch. Giovanni Tiella. Pochi mesi dopo, ottenuto il patrocinio della Regina madre, Margherita di Savoia, annunciò l’inizio di accordi con le nazioni ex belligeranti. Tra i primi a rispondere furono i Ministeri della Guerra italiano, francese e ceco-

Don Antonio Rossaro

slovacco. Contemporaneamente lanciò dalle pagine della rivista “Alba Trentina”, nel numero di aprile- maggio 1922, una sottoscrizione nazionale per raccogliere finanziamenti. La Campana dei Caduti venne solennemente inaugurata il 4 ottobre 1925 alla presenza del Re, Vittorio Emanuele III. Tuttavia, se dal punto di vista estetico poteva considerarsi riuscita, altrettanto non si poteva dire per il suo suono. Don Rossaro, già dal 1933, aveva deciso per la rifusione e inoltre, anche il “castel-

letto” in travi di legno che la sorreggeva aveva subito un certo deperimento che non permetteva più di continuare il suono a slancio. Per questo motivo in particolare il 21 luglio 1937 la Campana suonò per l’ultima volta a distesa, e questo fu il primo passo verso la rifusione, contrassegnato dal motto “Post facta resurgo”. Da quel giorno, con la sospensione del funzionamento a motore elettrico, il suono veniva ottenuto muovendo manualmente il solo battaglio, tirato a corda, mentre invece la Campana rimaneva immobile. Il 2 novembre 1937, fu il giorno dell’ultimo suono. Con un rito solenne i rintocchi di Maria Dolens vennero trasmessi al mondo, come accadeva ormai ogni anno dal 1930, ma quella fu l’ultima volta. Nei tredici anni della sua missione, la Campana aveva suonato 4.155 volte, battendo più di 400.000 rintocchi. L’8 marzo 1938, dopo che la Campana fu staccata dal supporto e fatta scivolare lungo un piano inclinato fino al bordo delle mura, da una squadra di artiglieri del 4° Corpo d’Armata di Bolzano, venne fatta precipitare nel vuoto con l’intenzione di frantumarla, ma essa piombò nel fossato del castello rimanendo sorprendentemente intatta e in posizione verticale. A seguito di questo imprevisto, dopo essere stata coricata su di un fianco, il 15 marzo venne rotta a colpi di maglio, nel corso di una particolare cerimonia di saluto alla quale parteciparono le scolaresche delle scuole elementari della città.

29

tmfebbraio


trentinoamarcord Fu ancora compito dello scultore Stefano Zuech rivedere il bassorilievo della nuova Campana che, comportando un maggior peso di circa 50 quintali rispetto alla precedente, necessitava di alcune modifiche per coprire un metro e mezzo di superficie in più del manto. Alle ore 16.30 del 12 ottobre 1938 ebbe luogo, alla fonderia Cavadini di Verona, il rito dell’inaugurazione per la rifusione della nuova Campana, celebrato dall’arciprete di Rovereto, mons. Virgilio Parteli, alla presenza di un numeroso pubblico. Subito dopo la benedizione un piccolo corteo si portò alla bocca del forno, dove la “piccola italiana” Silvana Rancan recava una coppa d’argento colma di monete inviate dagli Stati ex belligeranti, che le autorità presenti gettarono nel fuoco. Il fonditore, a quel tempo, lanciò il grido rituale, ”In nome di Dio”, cui seguì l’apertura della bocca del forno. Ma il metallo liquido, rigurgitato dalla fornace, nell’urto della colata ruppe la forma: si dovette perciò sospendere il lavoro. A succedere a don Rossaro, morto il 2 novembre del 1951, quale Reggente dell’Opera Campana dei Caduti, fu chiamato dal Comune di Rovereto padre Renato Eusebio Jori, cappuccino e cappellano militare presso la Legione

IL REGGENTE

Dal 2003 è Reggente della Fondazione Opera Campana dei Caduti Alberto Robol. Nato a Riva del Garda nel 1945, è stato Consigliere regionale per la Provincia di Trento nella legislatura 1988-1993, dal 1991 al 2001 è Senatore della Repubblica nel Collegio di Trento, poi di Rovereto, infine nuovamente di Trento. Nel 1995-96 è Segretario Provinciale del Partito Popolare. Giornalista pubblicista, ha pubblicato nell’ultimo decennio del secolo scorso Tra utopia e realismo, Dieci anni fa una segreteria e . I giovani del circolo Kennedy a Rovereto.

30

tmfebbraio

della Guardia di Finanza di Trento, che ne assunse l’incarico il 15 maggio 1953. Anche la terza Campana, come la seconda, nacque da quella precedente, che una volta giunta alle Fonderie Capanni, nel maggio del 1961, fu fatta a pezzi. E mentre a Rovereto montavano le polemiche sulla futura collocazione, l’opera tranquilla e silenziosa dei fonditori procedeva lentamente, ma procedeva. I lavori furono anche “visitati” alcune volte dalle autorità roveretane: una prima volta quando la “seconda” Maria Dolens era ancora integra, un’altra quando lo stampo era pronto e si stavano collocando i bassorilievi e infine il giorno della fusione che finalmente giunse il 1° ottobre 1964. Quel giorno, 270 quintali di metallo incandescente, quello della precedente Campana più altro ad integrazione, furono colati nello stampo ad una temperatura di 1230 gradi. Sabato 30 ottobre 1965 Maria Dolens venne portata in piazza S. Pietro, grandiosa, lucida, solenne, e risplendente al sole autunnale di Roma, pronta ad essere benedetta da Papa Paolo VI. Intanto, l’8 settembre del 1968, all’età di 92 anni moriva anche lo scultore Stefano Zuech, l’autore dei pregevoli bassorilievi che ornavano la parte esterna della prima Campana, poi ripresi nelle successive fusioni. Ricorreva ancora in quell’anno il cinquantesimo anniversario della fine della prima guerra mondiale e per l’occasione venne inciso un disco a 45 giri riproducente i rintocchi del sacro bronzo. Il 20 febbraio 1984 venne nominato quale terzo “reggente,” Pietro Monti, già sindaco di Rovereto dal 1978 al 1983. Spettava dunque a lui continuare il cammino intrapreso da don Rossaro e da padre Jori, guardando al futuro con la volontà di realizzare la sistemazione definitiva della Campana sul colle di Miravalle, valorizzandone il significato simbolico e contemporaneamente perseguendo l’obiettivo “dell’educazione della pace”

Padre Eusebio Jori

stimolandone la riflessione e la diffusione del suo concetto nell’accezione più ampia del termine, attraverso l’organizzazione di appuntamenti internazionali anche di alto profilo, creando occasioni di crescita del dialogo pacifista: tra persone, gruppi, etnie e religioni, e costruendo in questo modo le basi per proiettare ed estendere, sempre più nel “mondo globale“ del terzo millennio, la politica della pace. In quell’anno 1984 ricorreva anche il sessantesimo anniversario della fusione del primo bronzo ed il ventesimo della terza fusione. Allo stesso tempo si voleva ricordare anche il centenario della nascita di don Rossaro, caduto l’anno precedente. Sul manto di “Maria Dolens” sono incisi gli augusti autografi dettati dai Sommi Pontefici Pio XII: “Nulla è perduto con la Pace. Tutto può essere perduto con la guerra”. Giovanni XXIII: “In pace hominum ordinata concordia et tranquilla libertas”. Da oltre ottant’anni la Campana dei Caduti, fa udire ogni sera i suoi rintocchi per celebrare i Caduti di tutto il mondo, senza distinzioni di fede o di nazionalità e per rivolgere un severo monito ai viventi: “Non più la guerra”. ■


Carciofo

Foto ©Lucio Tonina

Curcu&Genovese Associati s.r.l. - Südtiroler Studio s.r.l. - Riproduzione vietata

Febbraio, mese del

Il nostro chef Claudio Agostini in febbraio propone un gustoso menu a base di carciofi! Venite a gu stare le sfiziose ricette! È gradita la prenotazione

È sempre in funzione il servizio di pizzeria con le nostre pizze a impasto classico, integrale o bioleggero

TRENTO - Via Milano, 148 Tel. 0461.262022 Fax 0461.223120 www.doctrento.it info@doctrento.it

• APERTO TUTTI I GIORNI • SABATO E DOMENICA dalle ore 17.00


trentinoattualità

BOTTEGHE STORICHE

Nancy Berti con Andrea Bocelli

di Stefano Voltolini e Claudio a “Ballando con leRensi stelle”

COMINCIA DA QUESTO NUMERO UNA NUOVA RUBRICA DI TRENTINOMESE, DEDICATA ALLE BOTTEGHE STORICHE DI TRENTO RACCOLTE NEL LIBRO EDITO DA CURCU & GENOVESE

FRANZINELLI: DAI CHIODI AL FUTURO LA DATA DA TENERE A MENTE È IL 1845. È IN QUELL’ANNO CHE APRE IL NEGOZIO DI VICOLO DEL LICEO. UNA DELLE BOTTEGHE PIÙ ANTICHE DELLA CITTÀ DI TRENTO

U

n impero della ferramenta – con un catalogo in cui trovano spazio 24.000 referenze diverse – nato 170 anni fa (cifra tonda) dal commercio di un unico prodotto che tuttavia appartiene per definizione al settore: i chiodi. Basta questo per capire la traiettoria compiuta dalla famiglia Franzinelli, un nome che tutti i trentini, e non solo, conoscono bene. Quando si parla di botteghe storiche è impossibile non pensare a loro. Un solo cognome indica un’azienda che poggia su tre punti vendita e sul magazzino-centro di spedizioni dal quale parte la merce destinata ai dettaglianti di Trentino, Alto Adige e Veneto. Tutto parte da tondini di ferro di varia lunghezza e diametro. Oggetti semplici e preziosi, ancora oggi, ma in particolar modo due secoli fa, quando venivano utilizzati anche per fondamentali oggetti di uso comune e quotidiano: le scarpe. I chiodi servivano, infatti, per tenere at32

tmfebbraio

taccata la suola alla tomaia. Si trattava di calzature grosse, alla buona diremmo ora, ma utilizzate dalla gran parte della popolazione contadina e lavoratrice. I chiodi erano quindi strumenti utilissimi nella vita quotidiana. Da questo mondo parte il percorso dei Franzinelli. La data da tenere a mente è il 1845. Settantatré anni prima che il Trentino diventasse

italiano. “Siamo la più antica bottega storica di Trento” precisa, pensando a tutta la storia trascorsa da quell’anno, Elena Franzinelli, che collabora in azienda. Il titolare, dal 1956, è invece il marito Alberto Franzinelli. Sono storia le tappe dell’epopea raccontate nelle cronache e nei libri. Tra le firme quelle di Renzo Maria Grosselli, Carlo Martinelli (giornalisti rispettivamente di l’Adige e Trentino), e di Valerio Poggi. I capostipiti della famiglia sono i fratelli Pietro e Bortolo che portavano a Trento i chiodi realizzati in val di Ledro, precisamente a Legòs, dove erano concentrati i laboratori (le “chioderie”). I due fratelli Franzinelli facevano la spola con un carretto trainato da un cavallo. Come racconta Alberto Franzinelli a Grosselli, i commercianti partivano dal capoluogo portando alimentari e vestiario, i prodotti di cui gli artigiani avevano bisogno. In cambio caricavano sul mezzo chiodi di tutti i tipi. “Quelli tondi ­– ancora una volta è Alberto a ricordare, mentre Grosselli prende nota –, per sgàlmere e scarponi, i quadrati per la carpenteria e i tradizionali a gambo tondo”. Il viaggio era talmente complicato rispetto a oggi che l’attraversamento della Busa del Garda, racconta


trentinoattualità

Pietro Franzinelli con Flaminio Piccoli

a voce Elena Franzinelli, i due la facevano in barca. A Riva scendevano e riprendevano per Trento. A fine Ottocento dal deposito di chiodi di via San Pietro si passa al negozio specializzato in ferramenta. Il presidio di vicolo del Liceo – che negli anni Novanta del Novecento sarà oggetto di una riuscita riqualificazione – diventa la sede centrale dell’azienda. Stavolta è Martinelli, sempre in occasione dell’inaugurazione del negozio ristrutturato, che a intervento finito loda la qualità del lavoro: “Vicino il nuovo e gli antichi muri a vista – scrive il 21 novembre 1996 –, volte con mattoni alla veneziana e acciaio postmoderno, i vecchi cassetti costruiti un secolo fa su misura e capaci di contenere tutte le ferramenta di questo mondo con le luci moderne strategicamente disposte”. L’idea dell’apertura si deve a Vigilio, uno dei figli di Pietro (Bortolo invece non aveva eredi). L’attività va bene e si lavora: ben sette dei dodici figli di Vigilio rimangono in bottega dalle stelle alle stelle, come si

diceva una volta. Dal primissimo mattino alla sera tardi. Una dedizione al proprio mestiere che ha sempre contraddistinto la genia di commercianti. «Vivevano sopra la bottega. La casa era tutta dei Franzinelli – racconta Elena –. Non erano privilegi. Lavoravano tantissimo sotto la guida del nonno, che era per così dire “padrone”». Supervisionava tutto insomma. “Spesso non mangiavano neanche”, aggiunge la moglie di Alberto, nato nel 1937, che ha preso in mano l’attività nel 1956. Ad aiutare i genitori ci sono i figli Pier Vigilio e Marco. L’altra figlia, Eliana, è in contatto costante con la famiglia da Hong Kong, dove vive e lavora come manager dell’arredamento. La mamma ne parla con orgoglio. “Con noi ha lavorato tre anni, curando il primo catalogo generale dell’ingrosso e l’informatizzazione dell’azienda”. Passaggi che testimoniano la spinta all’aggiornamento mai tralasciata dai Franzinelli in cinque generazioni. La prima è quella dei fratelli Pietro e Bortolo, la seconda quella di Vigilio, che a sua volta aveva 12 figli. Col tempo ne rimangono sul campo due, Silvio e Pietro. Quest’ultimo diviene una figura conosciutissima a Trento. Tantissimi trentini lo conoscono da dietro al bancone. Nato nel 1891, si ritira nei primissimi anni Ottanta. Per trent’anni dunque accompagna il figlio Alberto, quest’ultimo aiutato oggi dai figli che costituiscono la quinta generazione Franzinelli. L’ampliamento dell’azienda avviene con le ultime due generazioni. Il deposito di Roggia Grande, a cui si accede anche dalla corte interna (adibita a parcheggio per i clienti), viene trasformato. Non più magazzino ma spazio commerciale dedicato al giardinaggio e al commercio delle stufe. A pochi metri di distanza verso sud rimane il punto vendita centrale di vicolo del Liceo, ristrutturato nel 1997. “Una delle esigenze dell’economia è stata quella di specializzarsi, naturalmente sempre nella qualità”, commenta Elena. Eccola dunque la forza dei Franzinelli. Una realtà con oltre 50 dipendenti, di cui 12 per i negozi e i restanti per l’ingrosso, che vanta 5-6 camion e copre gran parte del fatturato dell’impresa. Dieci i rappresentanti: “Sono loro – parole di Elena – le colonne della ditta”. “Assortimento e qualità” il binomio vincente. “Siamo all’avanguardia nell’aggiornamento dell’offerta – rimarca la titolare –. La ricerca di prodotti è continua. Mio figlio Marco una volta al mese vede in riunione i rappresentanti delle aziende fornitrici più importanti. E andiamo nelle fiere internazionali più

prestigiose del settore, soprattutto in Germania, ma anche in Cina. L’ingrosso ha ottocento fornitori e mille negozi riforniti. Franzinelli conta sull’efficienza nelle spedizioni: “Il magazzino poggia su un grande equilibrio nei tempi. Ci vogliono precisione e velocità.” Il magazzino è a Besenello, nella zona produttiva che dà sulla statale per Rovereto. La sede attuale è aperta dal 1997, anno in cui Alberto ha festeggiato i 50 anni in azienda. “Non si poteva più venire con i camion in centro storico” aggiunge la commerciante. Scelta giusta: impossibile pensare oggi di mandare avanti un ingrosso da dentro la parte storica della città. I Franzinelli corrono, in un mondo che corre veloce. E il pensiero di Elena torna alla figlia Eliana, che ha trovato la sua strada in giro per il globo e rende orgogliosa la famiglia. ■

IL LIBRO Scritto dal giornalista Stefano Voltolini e corredato dalle splendide immagini di Claudio Rensi, il volume “Le Botteghe Storiche di Trento” è stato pubblicato nel 2014 da Curcu & Genovese. pag. 184 Euro 15,00 www.curcuegenovese.it

33

tmfebbraio


trentinoincontri

PREMIATA

DITTA

di Renzo Francescotti

IL CHIRURGO DELLE AUTO ATTILIO SANTULIANA HA SOLO QUINDICI ANNI QUANDO, NEL 1963, ENTRA COME OPERAIO NELLA CAPRONI DI ARCO. NEL 1975 COMINCIA A FARE IL CARROZZIERE A TEMPO PIENO. IN PRATICA, NON HA PIÙ SMESSO

N

on sembrava promettere molto il piccolo Attilio quando nacque a San Martino di Arco, poco dopo la fine della guerra, nel 1947, gemello settimino (con la sorellina che morirà a quattro mesi). La madre, Beppina, aveva sposato Tullio, di famiglia contadina che, assieme ai fratelli commerciava la carbonella prodotta nella zona di Troiana. “Tilio”, come è chiamato tutt’ora, crebbe all’inizio mingherlino. Lo si vede in una foto a pochi anni,

si i suoi giovani compagni di lavoro), per poi, fuori, al massimo dare una mano in campagna o piuttosto andando “a morose”. Lui, nei momenti liberi, appassionato di meccanica come è sempre stato, preferiva andare a imparare dallo scomparso Francesco Oliosi che aveva un’officina a

Malcesine. Anche suo fratello Bruno aveva un’officina di carrozzeria a San Martino di Arco. E anche lì il nostro Tilio andava a dare una mano, a imparare il mestiere, “divertendosi”. I suoi coetanei si divertivano strazzando scarpe nelle balere, accarezzando e palpeggiando le curve

con la sua capra: pascolarla nella campagna arcense (ora in gran parte cementificata), certamente gli giovò. E studiare solo sino a completare le elementari non lo ha penalizzato più di tanto se è arrivato dove vedremo. Per ragioni di famiglia non fece il servizio militare. Aveva solo quindici anni quando, nel 1963, entrò come operaio nella Caproni di Arco dove si costruiva la famosa moto Capriolo. Ma el Tilio non si limitava a lavorare in fabbrica (come tutti o quaAttilio a 19 anni con la Jeep Willys per il soccorso stradale

34

tmfebbraio


trentinoincontri

Attilio (a destra appoggiato) con un suo dipendente, nella carrozzeria

delle morose (per chiamarle così…). Il nostro Tilio invece si divertiva ad accarezzare e palpeggiare le curve delle automobili (anche se una fidanzata – giovanissima – come vedremo, l’aveva anche lui, ma probabilmente la teneva nascosta). Aumentando la clientela, suo fratello trasferì l’officina di carrozzeria, a Chiarano di Arco. La ingrandì anche assumendo suo fratello Attilio. Il quale si sposa nel 1972, a 25 anni, nella parrocchiale di Vigne, frazione di Arco, villaggio di Patrizia Bortoluzzi, più giovane di lui di cinque anni,

dopo un fidanzamento durato sette anni. (Sette anni? Vuol dire che era iniziato quando lui aveva 18 anni e lei 13? Esattamente. Orpo!) Pur senza aver avuto il tempo di farsi un’esperienza con le donne il nostro Attilio ha dimostrato di aver avuto intelligenza e intuizione, sposando una donna che gli ha fatto da splendida spalla nella famiglia e nell’azienda (è notorio che accanto a un grande uomo c’è sempre una grande donna: e se non c’è vuol dire che lui non ha avuto occhio o è stato un po’ móna e se l’è lasciata scappare). Oltre a gestire la carrozzeria, che aveva cinque dipendenti, Bruno fa il venditore d’auto. E nel maggio del 1975 decide di farlo a tempo pieno, cedendo l’officina al fratello ventottenne Attilio. Con la passione del “Tilio” e la competenza amministrativa di Patrizia l’azienda passa ad otto operai, crescendo velocemente. Cresce anche la famiglia: nel ‘74 nasce Clara, nel’76 Laura, nell’80 Elisa, nell’86 Paola. Il nostro “Tilio” è beato tra le donne, coccolato da una moglie e quattro figlie. E mettici in seguito tre altre femminucce (due figlie della primogenita Clara e una della terzogenita Elisa) e l’harem del ”Tilio” è completo. Viene il 1979 e si inizia a costruire il Centro Artigianale di

35

tmfebbraio


trentinoincontri Attilio e Patrizia in Sardegna nel 2009

Arco: la Carrozzeria Santuliana, costruita a tempo di record nell’arco di un anno, vi si insedia l’anno seguente. Il capannone si scorge da lontano, alto una decina di metri per favorire, attraverso ventilatori e aspiratori, la respirazione, la dispersione del pulviscolo delle vernici, per non compromettere la salute. La Carrozzeria Santuliana una delle più grandi e moderne dell’Alto Garda e, probabilmente, del Trentino. Attualmente vi lavorano 12 operai più tre soci. Quella di Attilio Santuliana è una grande scommessa con un altrettanto grande rischio: d’accordo, c’è il contributo della Provincia, ma ci vuole altro: il nostro ”Tilio” si vende

36

tmfebbraio

una casa di proprietà a San Martino, per 12 milioni di lire, contro un mutuo di 180 milioni da pagare. Per estinguerlo negli anni punta sulla svalutazione e sull’aumento di lavoro. Per aumentare le entrate si assume il soccorso stradale dell’ACI, un incarico non particolarmente ambìto: si tratta di essere in grado di accorrere con personale professionale e attrezzatura adeguata, in qualsiasi momento, con la pioggia e la neve, di notte e di giorno, nei giorni di lavoro e festivi. E chi glielo fa fare al nostro Santuliana? Non gli basta il molto lavoro che già ha? Ma il “Tilio” ha sempre avuto una grande immaginazione. Così, il Nostro immaginò che il cliente la cui macchina incidentata fosse portata dal mezzo di soccorso nella Carrozzeria Santuliana, pur non essendo obbligato a farla riparare in quella carrozzeria, salvo eccezioni, non l’avrebbe portata da un’altra parte. E ci vide giusto. Il soccorso stradale continua tuttora, 24 ore su 24, con Carlo, Stefano e Zaccaria sempre a disposizione, non solo nel Garda Trentino ma anche sulle sponde veronesi e bresciane. E inoltre il “Tilio” immaginava che non sta scritto da nessuna parte che i tempi favorevoli durano sempre. E quindi bisogna premunirsi, muovere in tempo i ciapp, come dicono nella confinante provincia di Brescia. Nel 1998 la primogenita Chiara (che attualmente,

subentrata a sua madre, cura l’amministrazione e tutti i contatti con clienti e fornitori, lavorando come una stakanovista e mostrando un sorriso con le fossette) si sposa col rivano Carlo Reversi. Carlo impara l’arte del carrozziere, venendo assunto come dipendente. Sarebbero tanti gli episodi di soccorso stradale da citare ma “si farebbe l’alba.” Ne vogliamo citare solo uno accaduto negli anni ’80, quando un motociclista di Rovereto ebbe un incidente lungo il lago di Garda, a Tempesta nei pressi di Malcesine, in provincia di Verona. Volò oltre il parapetto finendo sulla riva del lago. Tra lui e la gardesana soprastante c’era una fascia impervia di arbusti: né gli infermieri dell’autoambulanza, né i pompieri erano riusciti a raggiungerlo. Ma gli operatori della Carrozzeria Santuliana, accorsi con il furgone di soccorso, riuscirono con il braccio della gru a calare una portantina sino a pelo dell’acqua: i pompieri vi caricarono l’infortunato che fu trasportato all’ospedale. Aveva tutte due le gambe spezzate ma riuscì a cavarsela. Resterebbe da parlare della grande passione per l’arte di quest’uomo che, con la sola licenza elementare – tranquillo, pacioso, modesto, amichevole, efficiente – ha dimostrato di essere un manager e impresario di successo. La passione per l’arte lo ha portato ad essere amico di tanti artisti non solo trentini: in particolare di quello straordinario artista che è stato Gianni Longinotti, pittore padovano-trentino con una casa-museo nel borgo medioevale di Canale di Tenno “uno dei più bei borghi d’Italia” (è in gran parte grazie a lui se questo borgo affascinante si è salvato). E Attilio ha sempre sostenuto concretamente Longinotti: di recente anche nella mostra a lui dedicata, a sette anni dalla sua scompar-

sa, a Casartisti di Canale di Tenno. Che dire, inoltre, della sua passione e della sua abilità di restauratore di automobili d’epoca: arrivano anche da fuori provincia per avvalersi della sua maestria di restauratore ai vertici. Si è anche tirato su il genero Carlo che è diventato – anche su questo versante – il suo braccio destro. Lavorando en tra le ore, vale a dire di sabato e di domenica (lui non lo considera un lavoro, ma un divertimento), impiegandoci mesi e anche anni, coadiuvato dal genero, ha restaurato innumerevoli modelli (come una Lancia Augusta spyder del 1934, una Citroen a trazione anteriore del 1936, una Giulietta Sprint del 1936 e via cantando…). Se mancano, i pezzi originali vanno rintracciati nei depositi delle fabbriche, nei mercatini specializzati di tutta Europa. Ora la ricerca è facilitata da Internet. Ma esistono anche ditte specializzate che ricostruiscono, ad alto costo, i pezzi introvabili. “Come ve la vedete con la crisi?” gli chiedo. “Morde du-

Attilio nel 1967


trentinoincontri

La soluzione per i Vostri rifiuti di cantiere!

Zio Bruno

anche con più prolunghe, sino a ospitare per il pranzo preparato da mamma Patrizia (indimenticabile la polenta via via con coniglio, spezzatino, gulasch alla trentina, fegatini, funghi, da lecàrse i dedi, aahh…). Anche chi scrive ci è stato invitato: tra adulti e bambini di famiglia, alcuni parenti e dipendenti eravamo in diciotto. “Come mai così tanti?” chiesi a “Tilio” (che non si era messo a capotavola, lasciandovi un parente, più anziano arrivato da “oltre-confine”, da Malcesine). “Normale: l’è ogni doménega cossita…” ■

Curcu & Genovese Associati S.r.l. - Südtiroler Studio S.r.l. - riproduzione vietata

ro anche nel nostro campo: non tanto perché manchi il lavoro – le carrozzerie sverzade bisogna pur ripararle – quanto perché scarseggiano i soldi, si stenta a essere pagati. Comunque, cerchiamo di tener duro…” Crisi a parte, alla fin de la fèra, penso che questo “gemellino settimino” sia perfettamente cosciente di essere stato bravo ma anche fortunato. E dopo tanto lavoro ed impegno, serenamente si gode momenti di soddisfazione. Per esempio la domenica a pranzo, quando la tavola viene allungata

NUOVO CENTRO ROTTAMAZIONE VEICOLI. Eseguiamo i seguenti servizi: - Rottamazione Veicoli - Emissione pratica PRA con cancellazione veicolo - Ritiro del mezzo presso il cliente

Numero verde

800 726 116

Per un’offerta personalizzata:

0471 195195 37

tmfebbraio


trentinoincontri Nancy Berti con Andrea Bocelli a “Ballando con le stelle”

BALLARE È UN MESTIERE SERIO (E DURO)

di Gianfranco Gramola

HA DANZATO CON SPORTIVI COME FILIPPO MAGNINI, CARL LEWIS E CON ATTORI E CANTANTI COME RON MOSS E ANDREA BOCELLI. È NANCY BERTI (BALLERINA E COREOGRAFA) UNA DELLE DANZATRICI PIÙ PREMIATE A LIVELLO MONDIALE. CHE ORA INSEGNA AI BALLERINI DI “AMICI”

N

ancy Berti è una bella e simpatica ragazza di Rovereto, di 31 anni. Di professione fa la ballerina e l’insegnante di ballo. “Dico sempre che sono nata ballando – spiega Nancy – perché i miei genitori avevano una sala da ballo. Io ballavo quando ero ancora nella pancia di mia madre e quindi non potevo che diventare una ballerina. Ho iniziato a fare danza classica che ero ancora all’asilo. Un po’ più grandicella ho attaccato con i balli latino americani, un po’ per gioco (c’era un ragazzo del mio paese che cercava una ballerina. Mia madre e la madre di questo ragazzo si conoscevano e hanno combinato la coppia). Da lì non 38

tmfebbraio

ho più smesso di ballare e la danza è diventata la mia strada”. Quando ha capito che il ballo poteva diventare la sua professione? Fin da piccola quando mi chiedevano cosa volessi fare da grande, dicevo sempre: “La ballerina”. È sempre stata una mia fissazione. Finita ragioneria, dovevo scegliere se iscrivermi all’università o meno. Ho ragionato un attimo e ho pensato che il ballo sarebbe stata la mia strada e che se non avessi scelto in quel momento non lo avrei fatto più, mentre l’università facevo sempre a tempo a farla. Così mi sono buttata a

capofitto sul ballo. Ho iniziato a studiare seriamente la danza latinoamericana. Ho fatto esperienza all’estero, ad esempio con le gare… La fortuna o il destino mi hanno aiutata a vedere le cose con chiarezza. In una realtà piccola come Rovereto non è affatto semplice intraprendere una carriera del genere. Quali sono le doti per diventare una brava ballerina? Una ballerina deve avere determinate caratteristiche fisiche, su questo non ci piove. In questo io sono stata fortunata. Iniziando da piccola ho cominciato da subito a “curare” il mio corpo e a farlo crescere in modo armonico fin da piccolissima. Sono alta, magra, slanciata: in questo la natura mi ha aiutata. Oltre alle doti fisiche e tecniche che poi una ballerina deve sviluppare negli anni, io penso che una buona parte del merito vada soprattutto al carattere e alla mentalità che si hanno. Il mondo della danza è un mondo duro. Quanto conta per una ballerina la scelta del partner? Le danze latino-americane sono danze a coppia, per cui la scelta di un partner giu-


trentinoincontri sto è tutto. Soprattutto se si pensa che in questo lavoro non è solo un semplice compagno di ballo, ma è colui che condivide la maggior parte del tempo con te: viaggiando, allenandosi, insegnando insieme. Insomma non deve essere solo un buon ballerino tecnicamente, ma anche un buon collega, amico, complice... Ci si deve poter fidare, aiutare, compensare e sostenere a vicenda in tutto e per tutto. Si è un team a tutti gli effetti, per cui le caratteristiche dei componenti di questo team sono fondamentali. Prima di entrare in scena ha un rito scaramantico? Nessun particolare rito scaramantico. La preparazione del look, la concentrazione e il riscaldamento prendono già abbastanza tempo, da non lasciarne per particolari scaramanzie. Diciamo che forse ho sviluppato diverse piccole abitudini. Certo prima della gara ci si scambia un canonico “in bocca al lupo”... Con che spirito affronta il pubblico? Sono attualmente in un periodo di transizione, perché da un anno e mezzo a questa parte preparo i ragazzi della trasmissione “Amici” proprio ad affrontare il pubblico. Quando ballavo e basta, per me il pubblico era tutto. Ne avevo proprio bisogno, perché mi dava carica ed entusiasmo. I suoi studenti la apprezzano? Proprio oggi, mentre stavo spiegando a dei ragazzi come fare certi movimenti, vedevo che mi capivano al volo... Lì ho compreso di riuscire ad esprimermi con

loro nella maniera ottimale: sono momenti che ti ripagano di tutto. È una sensazione che se uno non la prova, non può capirla. Poi anche quando lavori tanto con il tuo corpo, studi tecnica e fai ore di allenamento sono dei momenti di gusto e di soddisfazione. Come quando uno cucina un piatto e se lo vuole gustare fino alla fine. Prima di entrare in pista cosa prova? È il momento più difficile, perché lì la concentrazione è più alta; c’è tensione. Almeno fino a quando parte la musica. Da quel momento in poi, che si sia su una pista che in un teatro, c’è la musica che ti trasporta e ti rilassa. Con le gare di ballo ha girato mezzo mondo. Qual è il pubblico più freddo e quello più caloroso? Il più freddo in assoluto è senza dubbi quello russo. Ho un ricordo brutto perché lì ho trovato l’atmosfera glaciale, in tutti i sensi, non solo per via della loro temperatura. Sarà stato un episodio, ma quella volta mi sono sentita una sorta di oggetto di intrattenimento. Era una competizione molto bella, eravamo al Cremlino, durante una cena di gala. Mi sono sentita un po’ umiliata perché le persone invece di guardare la gara ed esserne coinvolte, guardavano nel loro piatto e mangiavano. In Giappone, invece, le ballerine sono portate in palmo di mano; come da noi i calciatori. Sono una sorta di superstar. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che i giapponesi nutrono una specie di culto

Nancy Berti con Mirco Bergamasco a “Ballando con le stelle”

Con Carl Lewis

per il ballerino italiano. Ricordo i ragazzini che chiedevano gli autografi e le foto... In ogni caso, il pubblico più caloroso resta senza dubbio quello italiano. Ha vinto numerosi premi. A quale è più legata? Nelle competizioni come premio riceviamo solitamente trofei: coppe, targhe, ecc. A casa ne ho una bacheca e un armadio pieno. In una competizione che abbiamo fatto in Inghilterra abbiamo vinto una Rising Star. Ho un ricordo bellissimo di questa giornata perché volevo assolutamente vincere per avere poi la possibilità di entrare nella rosa delle prime 24 coppie a livello mondiale. Una vittoria talmente desiderata che la soddisfazione al momento della premiazione mi ha fatto venire la pelle d’oca. Quante ore al giorno si esercita? Qual è la sua giornata tipo? Di solito non conto le ore. Il mio è un continuo dare alla danza. Ci sono giorni in cui non faccio neanche un’ora di allenamento perché sono impegnata in lezioni, preparazioni fisiche, esibizioni e viaggi. Come capita di riuscire a passare anche otto ore esclusivamente su una coreografia. Il mio lavoro non è esclusivamente in sala, quindi comporta tante cose. Per esempio quando noi ballerini proviamo i vestiti da competizione, che sono particolarmente studiati, capita di passare una giornata a costruirsi un look per una gara e questo fa parte del nostro lavoro. In quel momento non ci si allena fisicamente, ma tutto fa parte di una preparazione all’agonismo. Quindi le ore che uno dedica a questa disciplina sono vera39

tmfebbraio


trentinoincontri

mente tante. Io dico spesso che anche le ore del sonno fanno parte del nostro lavoro perché se non recuperiamo bene la stanchezza poi non rendiamo come dovremmo. Scusi la domanda indiscreta: si è mai innamorata di un collega? Attualmente ho un fidanzato che fa parte del mondo del ballo: l’ho conociuto quando ho smesso di ballare per intraprendere la carriera di insegnante. Diciamo che durante il periodo agonistico ho mantenuto la concentrazione sul ballo: non c’era tempo, non c’era spazio o forse neanche la voglia per farsi distrarre dai sentimenti. Ha lavorato come insegnante di ballo a “Ballando con le stelle”. Come ricorda questa esperienza? La prima esperienza è stata nel 2007 e poi nel 2010. Ho dovuto declinare più volte l’invito al programma, perché impegnata con gare agonistiche a cui non volevo assolutamente mancare. L’anno scorso, terminata l’attività agonistica, ho partecipato quattro volte a “Ballando con le stelle”, sempre per l’ospite del “Ballerino per una notte”. La ricordo come una piacevolissima esperienza anche se si riduceva tutto alle due giornate di prove. È stato molto bello. Una grande soddisfazione far ballare per la prima volta questi personaggi famosi. Vederli ballare con disinvoltura mi ha riempito di orgoglio. Ho lavorato con sportivi come Filippo Magnini, Carl Lewis e con artisti come Ron Moss, Andrea Bocelli. Di questa esperienza mi è rimasta molto impressa la grande umanità di queste personalità. Adesso lavora negli studi di Cinecittà, ad “Amici” di Maria De Filippi. Come vive questa nuova avventura? “Amici” è una storia diversa. Ho terminato la mia esperienza a “Ballando 40

tmfebbraio

con le stelle” nel novembre del 2013 e a gennaio 2014 qui ad “Amici” hanno introdotto il ballo latino americano. La produzione ha chiesto all’associazione nazionale maestri di ballo di indicare una figura di riferimento. Sono stati forniti alcuni nomi fra cui anche il mio. All’inizio non sapevo quale sarebbe stato il mio ruolo; avevo capito che riguardava il casting. Dovevo starci solo alcuni giorni, invece ci sono rimasta da gennaio fino alla fine di maggio, cioè quando è finito il programma. Ho accompagnato decine di ragazzi nella crescita. Quindi si è trattatp di un lavoro completamente diverso dai miei precedenti. Mai uno screzio con la ballerina e coreografa Alessandra Celentano? So che ha un carattere non facilissimo. Alessandra è la persona più umana e carina del programma. Non è vero che è antipatica, come sostiene qualcuno. Giustamente ci tiene ad essere severa e professionale con i ragazzi e come insegnante che rappresenta la categoria di danza classica soprattutto. Però al di là di questo è una persona umilissima, gentilissima, disponibile, con cui si può parlare senza problemi. Milly Carlucci e Maria De Filippi cosa dicono di lei? Milly mi ha voluta più volte in trasmissione: alla fine ho ballato con sei ospiti. Mi ha affidata i suoi ospiti più importanti, come Andrea Bocelli. E per me questo era un segno di fiducia. Certo iniziare “Amici” mi ha ovviamente allontanato dall’altro programma, che è della concorrenza. Anche Maria De Filippi mi ha apprezzata molto. Che consiglio si sente di dare ad una aspirante ballerina? Che deve sentire la passione dentro, altrimenti è meglio non cominciare. Se vuole veramente diventare una ballerina e sente che è la sua strada, il mio consiglio è quello di non mollare mai. Poi di tornare in sala giorno dopo giorno, ripartire ogni giorno sempre con più umiltà – e ce ne vuole tanta! – e poi tanto lavoro, tanta fatica e tanto sacrificio e poi i risultati arriveranno. Mai cercare scuse o scorciatoie. È un lavoro duro, eppure se tornassi indietro rifarei tutto da capo, senza cambiare una virgola. Quanto hanno contato le sue radici trentine nella sua professione? Certamente nella formazione del mio carattere tanto determinato. La tenacia del montanaro che vuole raggiungere la vetta è dentro di me. Poi il fatto di vivere in una piccola realtà e non in una metro-

In azione ad “Amici”

poli mi ha aiutata a non avere distrazioni, quando ero concentrata solo ed esclusivamente sulla danza. Poi quando sono stata “pronta” sono andata ad esplorare quella realtà molto grande che c’era fuori dal Trentino e dall’Italia. C’è qualcosa che le manca di Rovereto, quando è via per lavoro? Di Rovereto mi manca la pace. Il poter vivere una realtà un po’ più raccolta. Mi manca molto la casa, il calore della famiglia, mia mamma che prepara la minestra, potermi mettere il pigiama e i calzini pesanti, poter stare un attimo davanti alla televisione. Tutte queste cose quando sono in giro per alberghi non posso permettermele perché non si può certo dire che le camere d’albergo creino familiarità. Non hai quel calore che ti permette di rilassarti e di caricarti. A Rovereto ci torno poche volte purtroppo, ma ci torno sempre volentieri per trovare i mie genitori, per trovare gli amici e... per mettermi sul divano in pigiama. Cos’ha sacrificato per arrivare al successo professionale? Non li definirei sacrifici. Ho semplicemente lottato tanto per quello che volevo, fortemente, e questo mi ha portato via del tempo che avrei potuto impiegare in attività più comuni, come facevano le mie coetanee. Ma in fondo ero proprio io che non volevo usare il mio tempo per attività comuni. Per cui per me il vero sacrificio sarebbe stato piuttosto non fare niente per far avverare i miei sogni e non potermi prendere le attuali soddisfazioni. Vuole lanciare un messaggio ai trentini? Sì! Vorrei dire loro di provare ad uscire, almeno ogni tanto, dai confini della nostra regione e di rischiare. Anche se è un momento di crisi e a livello economico non siamo messi bene. Invito loro a non aver paura a uscire da quella che è la piccola realtà, perché con un po’ di buona volontà si riesce ad arrivare in qualunque posto. ■


ALESSIO BERTOLLI

con GIULIA TOMASI prefazione di ANNIBALE SALSA

Euro 29,00 (240 pagine) www.curcuegenovese.it

IL TRENTINO DALLE DOLOMITI AL LAGO DI GARDA Vallate, colline, montagne, flora e fauna

TRENTINO

OUTDOOR CURCU & GENOVESE


trentinoattualità

di Paolo Chiesa

D

urante la chiacchierata con Diego Lombardi ed Edoardo Rispoli, nell’ordine presidente e segretario del Radio Club Valsugana, la prima cosa che viene in mente è: in un mondo nel quale internet e la tecnologia digitale sono diventati i protagonisti della comunicazione, c’è ancora posto per il buon vecchio metodo di parlare tramite le onde radio? “Immagina di trovarti in una situazione di emergenza come quella rappresentata da un terremoto o da un’alluvione”, dice Diego, “in questi casi estremi le prime cose che saltano sono le comunicazioni. Niente te“Madre” lefono, niente internet. Per i soccorritori restano solo le radio”. Che è poi quello che è successo quando c’è stato il terremoto dell’Aquila o durante le alluvioni che hanno colpito l’Italia negli ultimi anni. “Qui in Trentino, grazie al cielo non si verificano da tempo situazioni limite simili, ma se succedesse, quello è il nostro compito principale, e noi siamo sempre pronti”, aggiunge Edoardo. Ok ragazzi, ci raccontate qual è la storia del vostro Club? LA STORIA DEL RADIO CLUB VALSUGANA Il Valsugana Servizio Radio è nato alla fine degli anni ’80 da un gruppo di amici appassionati di comunicazioni via radio che amavano smanettare con i “baracchini”, i mitici ricetrasmettitori CB, il cui nome deriva da “Citizen band”, cioè Banda Cittadina, la tipologia di frequenze radio per la comunicazione privata. In pratica quella che si vede usare in viaggio dai camionisti quando parlano nei microfoni con termini che ormai sono conosciuti anche fuori dal mondo delle radio: Roger (ricevuto), K (cambio), Trabac42

tmfebbraio

LA RADIO UTILE NON SOLO CHIACCHIERE COL “BARACCHINO”. I RADIOAMATORI DI BORGO VALSUGANA, SONO ABILITATI DALLA PROTEZIONE CIVILE A GESTIRE I CONTATTI CON I MEZZI DI SOCCORSO. SOPRATTUTTO, IN CASO DI CALAMITÀ, QUANDO LE COMUNICAZIONI TELEFONICHE E INTERNET SONO LE PRIME A SALTARE... co (lavoro), HI (che ridere), Bailamme (confusione) e altri ancora. Gli amici del baracchino di quegli anni, che si divertivano a parlare tra di loro, usando rigorosamente un nominativo personalizzato, hanno poi avuto un’evoluzione da passatempo casalingo a qualcosa di più organizzato e dal valore sociale, iniziando a operare come Associazione di Volontari di Protezione Civile. Il loro ruolo era quello di prestare servizio sul famoso

Il Direttivo del Radioclub

canale 9 adibito internazionalmente alle chiamate d’emergenza. In quel periodo non esistevano ancora i telefoni cellulari e ogni chiamata d’emergenza fatta da chiunque avesse una radio CB a bordo del proprio veicolo veniva gestita dal “baracchino” della sede di Borgo Valsugana o dalle stazioni radio nelle abitazioni dei singoli volontari, garantendo un’immediata risposta alle varie necessità e informando gli enti preposti

al soccorso perché potessero inviare i mezzi più idonei. Nei primi anni il più assiduo operatore in ascolto era Kazandjan Nichan il mitico “CB Locomotiva” che gestiva il bar della stazione ferroviaria di Levico Terme. Durante le ore notturne i volontari, secondo dei turni prestabiliti, svolgevano servizio di ascolto radio presso la sede di Borgo Valsugana restando sempre in ascolto sul canale 9. Già da quegli anni i radioamatori iniziarono anche a svolgere i servizi di radioassistenza alle varie manifestazioni organizzate sul territorio della Valsugana: gare ciclistiche, motociclistiche, podistiche ma anche altro, visto che furono loro a fare l’assistenza radio alla visita del 1995 di papa Giovanni Paolo II a Trento. LA STORIA RECENTE Negli anni 2000, con la diffusione su larga scala dei telefoni cellulari, l’associazione sembrava destinata a morte certa, forse anche per una mancanza di attivi-


trentinoattualità tà e di scopi. Ma nel 2006 quel gruppo di amici del “baracchino”, con l’aiuto di alcuni nuovi appassionati del mondo delle telecomunicazioni, hanno avuto l’idea di rilanciare il progetto iniziale rinominando la vecchia associazione in Radio Club Valsugana e trasformandola in un’organizzazione non lucrativa Onlus. Oggi le tecnologie di trasmissione sono cambiate e il Radio Club mette a disposizione le sue capacità e i suoi servizi a tutte le associazioni locali che lo richiedono per fornire il servizio di radio assistenza che è fondamentale per la sicurezza e la buona riuscita delle varie manifestazioni da loro organizzate. Ad esempio, sono stati loro a gestire le comunicazioni radio sui percorsi della 3TBike di Telve Valsugana, della settimana tricolore di ciclismo e del rally storico della Valsugana, facendo pervenire all’arrivo tutti i dati in tempo reale. “Durante la Festa d’Europa del 2013”, ricorda Diego, “i tecnici del gruppo hanno messo in collegamento radio il sindaco di Borgo e quello della città austriaca gemellata Bludenz, che hanno potuto parlare tra di loro apprezzando i nostri sistemi

di dove si trovava, permettendo di fare raggiungere l’infortunata con un elicottero. La signora, dopo essere stata soccorsa dal personale potè così essere trasportata all’ospedale.

Al rally storico della Valsugana

e la nostra professionalità”. Ma non va dimenticato il loro ruolo di supporto ai soccorsi, tanto che nel 2014 il Comune di Borgo Valsugana ha inserito l’associazione nel proprio Piano comunale di Protezione Civile, nel settore Funzioni di Supporto F6Telecomunicazioni. UN ESEMPIO DELL’UTILITÀ Un esempio di quanto l’attività dei radioamatori possa essere utile se non addirittura fondamentale? Nel 2011 una signora che stava facendo un’escursione su un sentiero che porta al Monte Ortigara, cadde procurandosi una frattura a una gamba. In quella zona i telefoni cellulari non funzionano e i vari escursionisti che passavano non potevano allertare i soccorsi. Per fortuna uno di loro era

Simulazione di ricerca persona con i vigili del fuoco di Civezzano

Diego Lombardi, il presidente del Radio Club Valsugana, che con la sua ricetrasmittente lanciò un messaggio di soccorso captato a Barco di Levico da Edoardo Rispoli che riuscì con la sua apparecchiatura personale a stabilire un contatto con il luogo dell’incidente e a raccogliere le prime informazioni su quanto era successo. Grazie a un particolare sistema di trasmissione chiamato APRS, che sulla base della trasmissione di segnali radio digitali permette la localizzazione di una stazione radioamatoriale, Edoardo riuscì a localizzare le coordinate del luogo da dove era stato lanciato l’allarme. In questo modo Edoardo contattò via telefono la centrale 118 di Trentino Emergenza, comunicando con precisione le condizioni sanitarie dell’infortunata e le coordinate esatte

AI GIORNI NOSTRI Chi pensa quindi che con le radio ci si diverta e basta si sbaglia, perché la professionalità dei radioamatori è altissima, visto che ognuno di loro ha dovuto sostenere un esame di radiotecnica previsto dal ministero delle comunicazioni. Gente preparata, l’unica abilitata a montare ponti radio alla pari dei Vigili del fuoco e delle Forze Armate. Le novità in corso per l’associazione, riguardano il progetto Radioamatore 2.0, cioè il radioamatore nell’era di internet e con la sempre più grande diffusione di smartphone e tablet. È stato organizzato un corso di 5 lezioni per imparare a programmare il sistema Arduino, cioè un microprocessore dai più svariati utilizzi e sono previsti altri corsi relativi alle reti Wifi, all’uso del pc unito alla radio per inviare email e file in situazioni di emergenza, e ad altre iniziative rivolte ad avvicinare all’associazione gli appassionati, i giovani in particolare. ■

A Calceranica con gli scout 43

tmfebbraio


trentinoattualità

di Pino Loperfido

TONI MARCI, MA BUONI L’Osteria “Alla Scaletta” di Trento

T

utto è cominciato quando facendo teatro “serio” Franco, Gabriele e Marcello si sono accorti che il pubblico rideva anche durante le scene più tragiche, fai conto Amleto con il teschio di Yorick in mano. Fare i comici è parsa loro una strada naturale, considerate le doti dimostrate. Scherzi a parte, è il 2007 quando il duo Franco & Marcello, che si esibisce regolarmente allo storico Wallenda di Trento, si unisce a Gabriele, proveniente da un‘esperienza con Estroteatro. È così che nascono i Toni Marci. Curiosa la storia legata alla scelta del nome. Racconta GabrieDa sinistra, Gabriele, Marcello e Franco

A DISPETTO DEL NOME, IN SCENA RIFUGGONO SISTEMATICAMENTE LE VOLGARITÀ, UN PO’ PERCHÉ IL MONDO CHE CI CIRCONDA LO È GIÀ ABBASTANZA DI SUO. BREVE STORIA DI FRANCO, GABRIELE E MARCELLO: COMICI, ORGANIZZATORI E FORMATORI le: “Deriva dal soprannome di Franco, Toni (abbreviazione del cognome Toniolatti), e dall’abbreviazione del nome di Marcello, Marci. Poi sono arrivato io e ho aggiunto la “I”. Ma a dispetto del nome, in scena rifuggono sistematicamente le volgarità, un po’ perché il mondo che ci circonda lo è già abbastanza di suo, e poi perché non amano cercare la risata facile facile, quella suscitata da parolacce oramai di uso

comune. Meglio la battuta semplice, pulita, ma efficace. E non disdegna, il Trio, di fare anche pensare, sebbene aborrano in toto ad esempio la satira politica. “Uno degli

sketch più recenti riguarda il Quartiere delle Albere, a cui dedichiamo una versione riveduta e corretta della canzone di Jannacci, Vengo anch’io, no tu no...”

LE DATE Calendario della V stagione di “PUNTO.CABARET” ore 21:30 all’osteria “LA SCALETTA” Martedì 10 febbraio DUILIO PIZZOCCHI Martedì 10 marzo RICHI BROKOR Martedì 14 aprile PAOLO FRANCESCHINI Martedì 12 maggio RENZO SINACORI Martedì 13 ottobre ITALO GIGLIOLI Martedì 10 novembre DOMENICO LANNUTTI Martedì 8 dicembre NANDO TIMOTEO Calendario 2015 trio comico I TONI MARCI Domenica 1 febbraio ore 20:00 Teatro di LARDARO Venerdì 6 febbraio ore 20:30 Teatro di AVIO Sabato 7 febbraio ore 21:00 Teatro di NAGO-TORBOLE Sabato 14 febbraio ore 20:30 Teatro di CAVEDINE Sabato 21 febbraio ore 20:30 Teatro di TAIO Sabato 28 febbraio ore 21:00 Teatro di FONDO 6 e 7 marzo Scuola Estroteatro TRENTO stage d’improvvisazione La Scaletta Via S. Maria Maddalena Trento 0461.239523

44

tmfebbraio


trentinoattualità

INFO

www.itonimarci.it Trento 377.1796791 mail: tonimarcitrento@ gmail.com

Un’indole innata, l’inclinazione all’esibizione comica, nata sui banchi di scuola, quando tutti andavano a chiedere imitazioni e barzellette. “Insomma, un po’ ce lo sentivamo dove saremmo andati a parare di lì a qualche anno” ci confessa Gabriele. Ma è vero che i trentini sono musoni e non ridono manco a sparargli? “No, direi che non è proprio così. Tutto sta ad entrare subito in empatia con il pubblico e farlo abbastanza in fretta, all’inizio dello spettacolo. Una volta fatto questo, una volta rotto il proverbiale ghiaccio, la strada è un po’ più in discesa.” Ma torniamo alla storia. Franco, Gabriele e Marcello sono l’unico trio comico trentino. Uniti da una forte amicizia e dalla passione per la comicità, dopo una decennale esperienza teatrale, decidono di dedicarsi al cabaret e

Con Alberto Patrucco

debuttano nel 2007 come trio comico “I Toni Marci”. I tre ragazzi sono autori, attori e interpreti di personaggi e sketch originali, si esibiscono in serate d’intrattenimento comico in locali, cene e convention, fiere e feste, teatri e piazze. Sono stati finalisti di svariati Festival Nazionali di Cabaret, frequentano i “Laboratori Zelig” di Bologna e Verona e collaborano attivamente con il comico e autore televisivo Lucio Gardin. Dal 2009 sono Direttori Artistici delle stagioni comiche di “Punto.Cabaret” a Trento e promuovono il messaggio sociale: “Una risata apre il cuore al volontariato” con “Liberamente Insieme” per ANFFAS Trentino. Dal 2010 presentano le selezioni e le

finali regionali del Concorso Nazionale “La Bella d’Italia”. Dal 2012 fanno parte degli improvvisatori del circuito nazionale “amatori” di Match d’Improvvisazione Teatrale. Una specialità che loro usano molto nei loro appuntamenti con il pubblico. Consistono nell’affidare una parte dell’esibizione al puro caso, coinvolgendo gli spettatori che diventano così curiosamente coprotagonisti. A proposito della collaborazione con Gardin, Gabriele dice che “lavorare con Lucio è per noi molto importante, soprattutto per quanto riguarda il rapporto del comico con il testo. Lui è uno meticoloso e non lascia nulla al caso.” E la scrittura dei testi, come avviene? “lavoriamo prima

ognuno per suo conto, poi mettiamo assieme.” Eh, già, perché un cabarettista deve anche studiare. Così come i Toni Marci stanno studiando anche con Paolo Nani – famoso attore teatrale e regista teatrale – l’uso del linguaggio corporeo. Forte è la loro attenzione verso il sociale. Dal 2014 portano in Trentino il progetto “Riso fa buon sangue” in collaborazione con AVIS Trentino, un’occasione per far ridere e raccogliere, al contempo, nuovi donatori di sangue. Franco, Gabriele e Marcello sono comici, sì, questo lo avevamo capito, ma sono pure formatori. Sì, perché la comicità si può insegnare, proprio in virtù dei suoi effetti benefici sull’umore e – sostengono alcuni medici – pure sulle condizioni di salute generali e nella prevenzione di determinate patologie fisiche, oltre a quelle dello spirito. Così, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia, i Toni Marci, proprio a partire da febbraio, lavorano con i detenuti del carcere di Spini di Gardolo. Dunque, se l’articolo vi ha incuriosito a sufficienza, possiamo andare a vedere i Toni Marci e seguirli nei loro appuntamenti, affollatissimi, che si tengono Alla Scaletta di Trento, con grandi ed esilaranti ospiti. ■

Con Lucio Gardin 45

tmfebbraio


trentinoattualità

di Silvia Conotter

L

a neve quest’anno si è fatta desiderare, ma finalmente ora le montagne trentine ci aspettano con la loro magica atmosfera. E voi sapete che sono tantissime le ski area in Trentino a misura di famiglia con dei parchi giochi invernali davvero carini? La maggior parte di essi offrono anche il servizio “kinderheim”, cioè la possibilità di lasciare i bambini per qualche ora in compagnia di esperti educatori mentre mamma e papà sciano, ma sono anche dei luoghi interessanti per trascorrere del tempo tutti assieme quando fa freddo oppure dopo una bella passeggiata nella natura circostante. IL REGNO DEI DRAGHI A monte della cabinovia Predazzo-Gardonè il parco giochi “Il regno dei draghi” (tutti i giorni dalle 9.30 alle 16) propone interessanti laboratori in compagnia di personale specializzato. Nei dintorni ci si può avventurare anche alla scoperta delle meravigliose installazioni tematiche del percorso estivo, come le colorate ali di drago oppure il gigantesco uovo posto su un intreccio di rami contenente chissà quale strana creatura. Fiore all’occhiello è però una proposta unica in Trentino: l’Alpine coaster Gardonè, una slittovia da brividi! Quasi un chilometro di dossi, salti ed un giro a 360 gradi da percorrere in sella a velocissime slitte a due posti che raggiungono anche i 40 chilometri orari. Aperta tutti i giorni dalle 11 alle 16.30, è per bambini dai 5 anni (fino ai 14 accompagnati). KINDERPARK CIAMPEDIE Stazione sciistica particolarmente adatta per le famiglie, 46

tmfebbraio

QUANTE SORPRESE IN ALTA QUOTA

Tutti in fila sul tapis roulant al Predaia Park, Val di Non

NON SOLO SCI... GITE IN MOTOSLITTA E “SALSICCIATE”, IGLOO CHE OSPITANO BIBLIOTECHE ED ATTIVITÀ CREATIVE, SLITTOVIE ADRENALINICHE, CORSI DI CUCINA PER APPRENDISTI CUOCHI: IL TRENTINO È RICCO DI PROPOSTE CURIOSE NELLE SKI AREA A MISURA DI FAMIGLIA. SCOPRIAMO QUALI... è uno dei pochi posti in cui ci si può rifugiare quando tira vento grazie alla sua posizione protetta tra le montagne. Ci si arriva in 5 minuti di funivia da Vigo di Fassa e si rimane estasiati di fronte allo splendido panorama: il gruppo del Catinaccio, con la Roda di Vael, le Cigolade, le Torri del Vajolet e i frastagliati dirupi del Larsec… e ancora in lontananza il Sella e il Pordoi, la maestosa Marmolada, il Lagorai e il Latemar. Tutti i giorni, dalle 9 alle 16, è aperto il grande parco giochi attrezzato con giochi

gonfiabili e giostre. Per fare una splendida passeggiata nel bosco, meta obbligata è il Rifugio Gardeccia (un’ora, pianeggiante), situato proprio sotto le Torri del Vajolet. MARTINO IL LUPO BIRICHINO A S.Martino di Castrozza il regno dei bambini è un’accogliente casetta in legno situata proprio di fronte al Rifugio Tognola, che si trova proprio all’arrivo della telecabina. Ogni mercoledì appuntamento con “Mani in Pista”. Uno spazio dedicato ai piccoli

Discese adrenaliniche sull’Alpine coaster di Gardonè

“cuochi apprendisti” che si potranno cimentare in una golosa ricetta a base di ingredienti genuini provenienti dal nostro territorio: dai canederli alle crostatine con la marmellata, dallo strudel di ricotta ai biscotti di mais e miele, per finire con il laboratorio del formaggio. E se avete gli sci non dimenticate di entrare nel Fantabosco, un percorso didattico ed escursionistico nel cuore del Parco Naturale di Paneveggio e delle Pale di San Martino. Potrete così sciare nella magia degli alberi innevati e conoscere gli animali del parco come il cervo, il capriolo, la lepre, il tasso, la marmotta, il camoscio, il gallo forcello grazie a simpatici cartelli informativi. LA TANA DEGLI GNOMI La ski area dell’Alpe Lusia è perfetto per le famiglie, con un kinderheim alla partenza degli impianti di risalita che offre tutti i giorni attività divertenti per i propri piccoli aspiranti gnomi. A disposizione gratuitamente nursery, scaldabiberon, uso cucina, brandine e cuscini. Subito fuori un bellissimo parco gio-


trentinoattualità chi e dolci pendii per slittare, oltre che la nuovissima pista per bob e slittini lunga ben 1600 metri. E se giocando vi viene fame non perdete le “Notti delle salsicce tra i denti”. Tutti i sabati sera, presso la Baita Morea, un programma speciale: arrivo in motoslitta, piccola escursione lungo i sentieri dell’Alpe e, aspettando che le stelle iniziano il loro turno di notte, una bella cena a base di salsicce, formaggio e polenta. Ritorno in motoslitta verso le 22. L’attività è indicata per adulti e famiglie con ragazzi dai dieci anni in su (prenotazione obbligatoria entro le 20 del venerdì al 335.5956840). PREDAIA PARK Un tappeto “magico”, per risalire senza fatica il pendio e scendere a tutta velocità con slittini e tubby, gonfiabili e parco giochi all’aperto. Trovate tutto questo sull’altopiano della Val di Non, dove potrete sperimentare anche un’esperienza unica: la snow bike. Grazie ad apposite mountain bike dotate di gomme chiodate e freni a disco affronte-

Il Laricino Park a Bellamonte

rete il manto innevato senza problemi. Per bambini dagli 8 anni in su. WINTER PARK Ad Andalo il luogo più amato dai bambini è senza dubbio il Winterpark, accanto al centro sportivo. Casco obbligatorio fino a 14 anni e diverse piste per scendere seduti su grandi ciambelle di plastica: una multi corsia e l’altra provvista di parabole, per chi vuole avere qualche brivido in più, ma anche

Val di Non: in mountain bike anche d’inverno

un’area separata dedicata ai classici bob e slittini. Per i più piccoli c’è il baby park, con sagome cavalcabili, tende da indiani e qualche altro gioco per i primi approcci con la neve. L’area è ampia e soleggiata, perfetta per chi vuole rilassarsi al sole, mentre chi vuole muoversi un po’ può effettuare il giro attorno al vicino lago: una bella passeggiata pianeggiante da effettuare anche con il passeggino oppure trainando i bimbi con il bob.

BOLBENOLANDIA Realtà vicino a Tione considerata perfetta per chi si avvicina alla pratica dello sci, grazie alle pendenze molto dolci e la vicinanza. All’interno di Bolbenolandia è inoltre presente una zona interamente dedicata alle discese con bob e slittini e l’emozionante “pista gommoni” con le sue curve paraboliche che attira bambini di tutte le età. LE NOVITÀ Oltre al Biblioigloo, Andalo re-

di Cattani Matteo

MATERASSI - RETI - GUANCIALI - PIUMINI

NUOVA APERTURA MEZZOLOMBARDO - Via 4 Novembre, 40/b

47

tmfebbraio


Biblioigloo ai Prati di Gaggia.

gala per questa nuova stagione invernale ben due nuovi parchi in quota: uno all’arrivo della seggiovia di Fai, l’altro al Dosson, all’intermedia della telecabina: il regno dei gonfiabili. Nuova proposta anche a Madonna di Campiglio, che finora rimaneva un po’ scoperta sui servizi dedicati alle famiglie. Fino ad aprile, dalle 10 alle 16 ecco “La baita del bimbo”, un miniclub per bambini con varie proposte. Ormai rodato invece quello di Pinzolo a Prà Rodont, che quest’anno è stato ampliato e dotato di un comodo tapis roulant: tutti i giorni dalle 10 alle 15 appuntamento alla “Tana di Rendy” con diverse attività. E nei dintorni alcune belle possibilità di passeggiate facili con le ciaspole, sia nel bosco innevato che

Andalo. Libri, laboratori creativi, wifi gratuito e vista sul Brenta

immersi in un paesaggio da favola come l’itinerario magico che porta fino alla Malga Bregn da l’Ors. Perché alla fine per stupire i bambini non c’è niente di meglio che gli effetti speciali proposti dalla natura. AI PRATI DI GAGGIA LA PRIMA BIBLIOTECA IN QUOTA Che gli impianti di Valle Bianca e la Biblioteca di Andalo fossero un passo avanti rispetto a tante altre realtà l’avevamo già scoperto quest’estate con l’iniziativa “In...Gaggia un libro: 1.333 libri sul livello del mare”, una piccola biblioteca per bambini, ragazzi e famiglie ospitata all’interno dello Chalet Forst. Ma quest’inverno si sono superati, con la realizzazione

DAVIDE ALLEGRI - ANDREA CASNA

L ’ARMATA

napoleonica dei Grigioni in Tirolo IN LIB R SUL E R IA OP w w w.c NOSTRO PURE SIT urcueg e n ove O se.it

48

tmfebbraio

del bellissimo “Biblioigloo”: una struttura trasparente a forma di igloo appunto, con vista sul Brenta, di 11 metri di diametro e 5,5 metri di altezza, raggiungibile con la telecabina da Andalo (andata e ritorno gratuiti per i bambini fino a 8 anni; 5,70 € dai 9 ai 14 anni; 6,30 gli adulti). In pochi minuti anche chi non scia o ha il passeggino arriva in questa conca ampia e soleggiata – dove i bambini possono pure slittare – che ospita questa grande struttura, con libri da leggere lì o prendere in prestito, laboratori creativi e spazio morbido per i più piccoli. Ad accesso libero e con wifi gratuito, è aperta sempre dalle ore 10 alle 16. Tutti i giorni, inoltre, dalle 10.30 alle 12 e dalle 13.30 alle 15 appuntamento

con i laboratori di arte, cultura e natura tenuti dall’artista Tarci che dà sempre grande spazio alla fantasia e al riciclo creativo (bambini fino a 5 anni accompagnati dai genitori, costo laboratori € 10, € 8 residenti in provincia di Trento). Il costo del laboratorio comprende anche un gettone per accedere al Gaggia Park (discesa gommoni per bimbi, lì a fianco) ed è valido come biglietto giornaliero al Maso Effo (Andalo, zona Palacongressi, grande spazio coperto con un gonfiabile a forma di trenino lungo 20 metri, un’area morbida, parete di mini arrampicata, mini campo di calcetto e spazio Legoland) e al nuovo kinderheim al Dosson (gonfiabili), raggiungibile con la telecabina Paganella 2001 ■


trentinoattualità

San Valent ino

14 febbraio

Q

uest’anno, Carnevale e San Valentino arrivano a braccetto. Il giorno dedicato all’eros, in cui è consuetudine trascorrere momenti romantici in compagnia del proprio innamorato, cade nei giorni clou del Carnevale 2015 e questo potrebbe essere un’occasione unica per sfoggiare un look sorprendente nonché per dare sfogo a tutta la vostra creatività, magari indossando un costume sexy e originale, da abbinare a capi di lingerie romantica e ad accessori sensuali, truc-

chi particolari e mascherine misteriose e lussuose. Dove trovarli? Se nei negozi della città non c’è niente che fa al caso vostro, il web è sicuramente un mare magnum in cui troverete solo l’imbarazzo della scelta. Tra gli indirizzi più gettonati c’è sicuramente Sexy Costumi, dove poter scovare abiti eleganti, raffinati e seducenti come ad esempio Il costume Regina di Cuori, un vero e proprio capolavoro di sartoria da indossare con gli accessori in coordinato, come i bellissimi guanti in raso, oppure con le

FIORERIA

splendide calze autoreggenti con cuori di Leg Avenue. Di grande tendenza per il 2013 anche lo stile medievale, per San Valentino declinato, ca va sans dire, in chiave sensuale, interpretando una dama d’altri tempi imbellettata con parrucche d’epoca in stile Luigi XIV e, indispensabile per un tocco di mistero e fascino, la maschera veneziana con asta e piume. Un must che ha contraddistinto tutto il 2012 e che continua a imporsi nel mondo della moda e dello spettacolo è, come è noto, il Burlesque,

altro tema da “cavalcare” per il vostro 14 febbraio, giocando con lingerie vintage e accessori burlesque in coordinato. Se invece il travestimento non fa per voi nemmeno in questo periodo carnascialesco, ma siete stanchi dei soliti modi di festeggiare la festa degli innamorati, ecco qualche idea alternativa. Se le cenette romantiche vi sembrano un modo superato di celebrare il giorno dell’amore, perché non organizzare un weekend benessere in un centro termale o in una

DA ALDO ATELIER

Il vostro laboratorio floreale Intrecci di fiori, colori e decorazioni fanno nascere bouquet profumati e composizioni personalizzate

Quando natura e creatività insieme sanno muovere le emozioni! TRENTO - Piazza Santa Maria Maggiore 30 Tel./Fax 0461 984554 – info@fioreriadaaldo.it www.fioreriadaaldo.it seguici su

49

tmfebbraio


SPA? La cosa più romantica è fare un bagno di petali di rose o un massaggio rilassante in coppia, se non addirittura un trattamento in tandem di vinoterapia. Se siete una coppia sportiva, invece, potete considerare l’idea di festeggiare con una bella ciaspolata notturna al chiaro di luna, e anche qui, a partire dal Monte Bondone fino ad arrivare a Madonna di Campiglio, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Se invece non sapete rinunciare alle cenette romantiche, l’idea è quella di partire, magari last minute, e festeggiare San Valentino a Marrakech cenando sul tetto di una rhiad. A SAN VALENTINO, TANTI PECCATI DI GOLA Partendo dai classici cioccolatini e fiori la regola fondamentale è fare attenzione alla provenienza. Per quanto riguarda i primi, acquistateli biologici, o ancora meglio, realizzateli con le vostre mani. Vi basterà sciogliere a bagnomaria del cioccolato fondente, aggiungervi della frutta secca tritata, versare il tutto

all’interno di comuni stampini da ghiaccio – meglio se di forme originali – e lasciarli raffreddare prima a temperatura ambiente e poi in frigorifero per almeno un’ora. Il risultato, e la soddisfazione, sono garantiti. Per quanto riguarda gli immancabili fiori, la scelta è tra un bel mazzo di quelli recisi e un’originale pianta in vaso, che magari non sarà “per sempre” ma durerà sicuramente più a lungo. A proposito di fiori recisi: sceglieteli possibilmente di provenienza italiana e di stagione, come il calicanto, i garofani, le violaciocche o le gerbere, da arricchire con colorate e inusuali bacche. Assolutamente da evitare le artificiose – oltre che di cattivo gusto – rose blu. Passando poi al momento della cena, se organizzate un romantico tête-a-tête spegnete la luce e lasciate che a illuminare la tavola siano tante candele di cera d’api al 100%, naturali e profumatissime, mentre per quanto riguarda il menu, dovrà essere a minor impatto ambientale possibile, per cui limitate il

consumo di carne e scegliete prodotti di stagione e di chiara provenienza italiana. Se invece optate per un’uscita romantica cercate ristoranti che propongono prodotti biologici e cucina tipica tradizionale, meglio se di propria produzione. Ma se volete osare, infilatevi in un locale alternativo, con tante proposte di esotismi, di ostriche e di caviale per dimostrare al partner tutto il vostro amore. Infine, se per voi è tradizione scambiarvi un piccolo cadeaux, perché non sceglierlo fai-da-te? Cornici decorate, fiori di stoffa, romantici biglietti personalizzati, saponi o ancora, viste le temperature, calde sciarpe e maglioni fatti a mano: l’unico limite è la fantasia. Infine, Se invece non vi sentite portate per l’handmade, non disperate: potete sempre optare per il mercato equo e solidale o, in alternativa, per le associazioni come la LAV, Tree-Nation o il WWF, che per l’occasione permettono di regalare speciali adozioni – di cani, alberi o specie a rischio. Napoletano, cinese, thailan-

dese o americano? O trentino perché no? Tipico, genuino, country, autentico, moderno, informale, classico o elegantissimo? No, non stiamo parlando dell’uomo ideale … stiamo parlando del ristorante ideale nel quale trascorrere la serata di San Valentino. Con l’uomo che può essere anche quello ideale. Sì, perché il legame tra cibo e amore è strettissimo. E se è vero ed appurato che i cibi afrodisiaci derivano etimologicamente da Afrodite – dea dell’amore –, è anche scientificamente provato che il rapporto con il cibo ed il rapporto (od i rapporti ) amorosi sono in stretta correlazione. Atmosfera, gusti, forme, sa-

CI TROVATE SOLO NEL NUOVO PUNTO VENDITA IN VIA BRIAMASCO 48 (angolo Via A. Rosmini 108) Il tuo S. Valentino con un semplice clic Composizioni personalizzate per ogni Innamorato

FD BLUMEN.IT

IL TUO FIORISTA ONLINE A TRENTO

FDBLUMEN.IT IL TUO FIORISTA ONLINE A TRENTO

FDBLUMEN.IT

Consegne a domicilio con la massima discrezione Possibilità di prenotazione e pagamento online

Tel. 0461.234478 / 0461.262991 – info@fdblumen.it 50

tmfebbraio


trentinoattualità pori, profumi ed aromi… tutte caratteristiche riconducibili sia all’una sia all’altra categoria. In virtù di queste considerazioni, l’invito a cena nella ricorrenza del 14 febbraio acquista una sfumatura di accentuata sensualità, tutta da interpretare a seconda di come, dove, cosa e soprattutto chi. La location ha decisamente un’importanza fondamentale, e si presta ad immediate interpretazioni. Ottimi i ristoranti panoramici, con scenari naturali che fanno da sfondo alle pietanze. Simboleggiano la volontà di andare oltre alla cena, di guardare avanti e di progettare qualcosa insieme, con ampie vedute. Le terrazze naturali del Trentino sulle quali gustare cibo con chi ci piace sono tante, non resta che scegliere la più romantica: laghi, rocche, vette, altipiani, forti, castelli. Tante soluzioni, tante proposte, tanta voglia di passare una serata nel segno dell’amore. Ricordando la stretta correlazione tra cibo e amore. Ricordando che ogni luogo ha un significato, ogni amore ha il suo tempo, ogni età ha il suo amore, ogni cibo simboleggia la voglia di vivere. Come l’amore. FESTEGGIARE L’AMORE IN SENSO UNIVERSALE Ma la vera rivoluzione di San Valentino si chiama International Quirkyalone Day, un modo insolito per festeggiare l’amore in senso universale. Di cosa si tratta? “Quirkyalone” è un neologismo riferito a qualcuno che ama essere unico (ma non si oppone ad essere in un rapporto sentimentale), e generalmente preferisce stare da solo piuttosto che, come dice il proverbio, male accompagnato. La Giornata Internazionale Quirkyalone, ovviamente, è il 14 febbraio, giorno in cui dal 2003 a oggi in oltre 40 città

del mondo si celebrano tutti i tipi di amore: romantico, platonico, familiare, amichevole. Le coppie (soprattutto i quirkytogethers, naturalmente), sono invitati a partecipare perché l’IQC non è altro che un invito a celebrare per un giorno se stessi e le cose che si amano di più fare, da soli e in compagnia: una passeggiata, lo shopping con le amiche, una visita a un museo, un film al cinema, una cena nel proprio posto preferito o anche solo una serata sul divano di casa, con una buona lettura e un buon bicchier di vino. IL CLASSICO GIOIELLO È PER SEMPRE Quale che sia lo spirito con cui lo fate (amore? amicizia?), regalare un gioiello nel giorno di San Valetntino è sempre un’ottima soluzione. I gioielli sono da sempre e da chiunque molto apprezzati. Non esiste persona al mondo che non apprezzi un gioiello ricevuto in dono per celebrare un momento speciale, una ricorrenza o un evento particolarmente significativo della vita. L’importante è adeguare il gioiello all’occasione e ai gusti estetici di chi lo dovrà ricevere. Se una persona è solita indossare solo ornamenti in oro, difficilmente gradirà dei gioielli moderni in acciaio o materiali meno preziosi, così come è vero il contrario, perché i gioielli raccontano le personalità delle persone. Un anello con diamanti, una veretta che vada a tener saldo un altro anello. Oppure un diamante solitario simbolo di eternità, fedeltà e purezza, mentre la donna dovrebbe regalare al compagno un orologio o dei gemelli. Ma la festa degli innamorati è chiaramente un ottimo momento per donare al proprio partner qualcosa di prezioso, molte sono le case che in occasione della ricorrenza presentano linee dedicate con speciali forme e colori che richiamano l’amore. ■

FLORICOLTURA PIAZZERA STEFANO

Via Quadrifoglio 5/A - Nave San Rocco Tel. 0461.870500 www.floricolturapiazzera.it F E S T A

D E L L ’

ORCHIDEA alla Floricoltura Piazzera Domenica 8 febbraio dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00 inizia il mese dell’orchidea alla Floricoltura Piazzera! Vieni a conoscere tutte le varietà di queste affascinanti piante ad un prezzo promozionale!!!

Inoltre ogni sabato del mese saranno presenti gli esperti dell’Associazione Trentino Orchidee che effettueranno potature e rinvasi!

Seguici su

ORARIO: dal lunedì al sabato 8-12 / 14.30-19 Domenica chiuso

alo g e r ee o d i e nt l vostr o a t … er i ntin p Vale San 51

tmfebbraio


trentinobottegad’artista

di Renzo Francescotti

L’

alto Garda è uno splendido territorio (io ne sono innamorato), trentino, ma con un’anima mediterranea. Prima di me questo “piccolo mare calato tra i monti” – come mi piace definirlo – ha affascinato personaggi come Goethe, Kafka, d’Annunzio, Mussolini… Sul numero scorso ho parlato di un artista tedesco-trentino, Ernesto Luigi Hages, che vi risiede per alcuni mesi all’anno. Ora è la volta di Alberto Fiorenzato, artista padovano-trentino, che dalla città del Santo “scappa via“ appena può per venire a stare nel famoso borgo medievale di Canale di Tenno, abitando “Madre” un’antica casa restaurata con amore. “Padovano-trentino”, ho definito Fiorenzato. Ma in che misura “trentino”? Andiamo un po’ indietro con la moviola. Nel 1984 Alberto va nello studio padovano di Gianni Longinotti, per acquistare un suo dipinto. Longinotti – scomparso a 80 anni nel 2007 – è in quel periodo un pittore di fama nazionale che ha inoltre il merito di

“Il mio ritratto“, dedicato a Eugenia Zanvello Anselmi 52

tmfebbraio

NELL’IMMENSITÀ DELLA NATURA IL SUO MAESTRO È IL PADOVANO GIANNI LONGINOTTI, CHE NE INFLUENZA LA FORMAZIONE ARTISTICA. PER ALBERTO FIORENZATO UN IMMAGINARIO FATTO DI ALBERI, GABBIANI, SIRENE E ALTRE BELLEZZE esser stato un pioniere nella salvaguardia e nella valorizzazione di Canale di Tenno, vale a dire di uno dei più bei borghi d’Italia. L’incontro con Longinotti è determinante. “Cominciammo a frequentarci – racconta – e dopo un breve periodo, a scadenza quasi settimanale, entravo nello studio di Longinotti e sotto i suoi insegnamenti iniziavo decisamente a dipingere. Il rapporto e la stima reciproca si intensificavano sempre di più e il maestro cominciava a coinvolgermi nelle sue opere. Dipingevamo, fumavamo, programmavamo assieme, ridevamo assieme…” Nel 1991, Alberto acquista, accanto alla casa-museo di Longinotti, una porzione di un antico edificio abbandonato, restaurandolo. Alberto, di professione architetto, era stato sino ad allora un pittore sostanzialmente autodidatta. Longinotti gli parlò della gande tradizione della pittura veneta e non solo: gli fornì i “fondamentali”, gli insegnò i segreti della pittura ad olio, gli suggerì di allargare il respiro delle sue tele, gli diede l’esempio di una ecce-

zionale pittura di memorie com’è la sua. Insomma gli fece da maestro e anche un po’ da padre. Alberto aveva esordito a soli 19 anni con una mostra a Padova. Erano opere in cui prevaleva una grafica surreale, che guardava soprattutto a Dalì, alle sue opere inquietanti. Per spiegarlo bisogna tener presente che Alberto era stato un bambino solitario, timidissimo: senza amici e senza giochi (se non quelli immaginari che riusciva spesso a inventarsi), senza attività ludiche e sportive con i suoi coetanei, periodicamente afflitto da misteriosi mali. Apparentemente gracile, in seguito divenne un bel ragazzone e poi un uomo con barba e folti capelli inanellati, che avrebbe potuto figurare alla grande nei film biblici. Un tipo che attraeva le donne, le quali (Alberto si è sposato a solo vent’anni) hanno avuto un ruolo da protagoniste nella sua vita e nella sua pittura. E alle donne, ai ritratti delle due mogli che ha avuto (la prima, Ornella, una ragazza molto più giovane di lui, allegra e solare,

e l’attuale, Luisa, anch’ella molo più giovane di lui, una donna sensibile e stimolante che lo convincerà a divenire padre della loro figlia Greta) Alberto dedicherà alcune tele indimenticabili. Il suo immaginario è fatto soprattutto di alberi: di alberi solitari o di alberi in associazione, ovvero di boschi, in lavori che lui connota spesso con titoli estesi, meditativi e lirici come “Andare per boschi il mese di novembre, sedersi e ascoltare”. Il suo è un lungo viaggio attraverso gli alberi e i boschi, in tavole


trentinobottegad’artista

“Greta Nina”

quasi monocromatiche, in cui prevalgono i grigi e gli scuri, un viaggio dantesco tra “selve oscure” in cui alla fine, impensabilmente, esplode il colore: il rosso amaranto in “Notturno” (2008), il giallo oro antico in “Tra i pioppi con il giallo del sole” (2013); il rosso scarlatto in “Perso tra i pioppi”, dello stesso anno. Poi ci sono i ritratti. È del 1982 “Il mio ritratto“, dedicato a Eugenia

“Luisa” (particolare)

Zanvello Anselmi, la psicanalista di tipo freudiano che lo sosteneva. Il nostro Alberto si ritrae addobbato in indumenti difficilmente definbile, con un poncho lacero a emblematizzare la precarietà delle sue condizioni psicologiche, ma anche quelle della condizione umana. Quasi bucando la tela ci viene incontro, anzi addosso, un Alberto Fiorenzato giovane e baffuto, che sta fotografando. Punta l’obbiettivo su di noi, anzi, inquietantemente contro di noi. Poi ci sono i ritratti femminili come quello dedicato a Elena, un nudo di una travolgente energia erotica. E quello dal titolo “Luisa”, la moglie di Alberto, colta mente si sporge da una coperta-drappo cezanniana. E poi il ritratto della giovanissima figlia Greta, che emerge da acque marine in una visione notturna. Nel filone dei grandissimi ritrattist veneti quali Giorgione e Tiziano, Fiorenzato ci regala alcune immagini che emanano un’energia icastica e sono tra le sue creazioni più significative.

Dopo gli alberi e i ritratti, i paesaggi e le marine. I paesaggi sono specialmente quelli dei Colli Euganei, vicini a Padova, in cui vaga il fantasma di Francesco Petrarca che – dopo gli anni di soggiorno in Provenza dove aveva incontrato l’innamoramento per Laura – venne a stabilirsi ad Arquà, trovandovi la morte e la sepoltura. Alberto vi rivela anche la sua abilità di architetto e quindi particolarmente affidabile sia nella prospettiva di ampi spazi, che negli scorci architettonici. Infine le marine come “Un ricordo del mare”, “Mareggiata” (2007) o (altro titolo fiume) “Vorrei salire e vedere nuovi e raggiungibili orizzonti”, un quadro in cui si librano gabbiani in volo a tentare di bucare marosi che si impennano, con una picca figura umana che sembra sovrastata dall’immensità della natura. “Trentino” Alberto lo è non solo perché appena può fugge nel Borgo Medioevale di Canale, ma perché fra gli artisti trentini ha molti amici, a cominciare dai componenti

degli “Amici dell’arte” di Riva del Garda, Associazione di cui è socio. Nei prossimi mesi, alla Galleria Civica di Riva del Grada, organizzata dalla sua Associazione è prevista un’ampia esposizione di oltre quarant’anni di pittura di Fiorenzato (una mostra che non ha mai potuto tenere finora nella sua città di Padova…). E sarà supportata da un’ampia monografia che ripercorre tutto il suo itinerario artistico. Per realizzarla il nostro Alberto ha scelto chi scrive: ovvero, guardacaso, ■ un critico trentino…

Lagorai

www.montitrentini.com 53

tmfebbraio


trentinopanorama

di Nicola Tomasi

I

l Carnevale trentino ha il sapore della tradizione e del folklore. Nei vari luoghi vengono celebrati riti antichi che rievocano le abitudini popolari. Feste di piazza, sfilate di carri allegorici, rievocazioni di buffi personaggi che escono dalle valli o di prestigiose figure collegate alla storia della nostra terra. Di fatto, anche questo Carnevale cololerà le piazze trentine con le sue maschere, le renderà festose a suon di musica e coriandoli, le profumerà con fumi di maccheroni e gnocchi al sugo, o di pasta con le sarde, come per esempio vuole la tradizione tipica del Garda. CARNEVALE DEI MATÒCI Val di Fiemme, 14 febbraio In Val di Fiemme il sabato grasso viene festeggiato con il “Carnevale dei Matòci”, che ripropone a Valfloriana l’antica usanza dei cortei nuziali, trasformata in manifestazione carnevalesca all’inizio del secolo scorso. I Matòci sono buffi personaggi che indossano abiti vivaci, abbelliti con fiocchi e coccarde dai colori sgargianti e con il volto ricoperto da tradizionali maschere in legno (le facère). CARNEVALE LADINO - Val di Fassa, dal 17 gennaio al 17 febbraio In Val di Fassa il Carnevale appare come una celebrazione dell’identità ladina. Da Penia, a Canazei, e da Mazzin a Moena vanno in scena in diverse giornate le “mascherèdes”, spettacoli burleschi e canzonatori in ladino. Il momento centrale dei festeggiamenti è la sfilata di Bufòn, Marascons e Lachè. CARNEVALARCO - ARCOLAND: La città dei Balocchi - Arco, dal 7 al 15 febbraio Colori, maschere, musica e 54

tmfebbraio

VIVA IL CARNEVALE ANCHE QUESTO CARNEVALE COLORERÀ LE PIAZZE TRENTINE CON LE SUE MASCHERE, LE RENDERÀ FESTOSE A SUON DI MUSICA E CORIANDOLI per magia il centro storico di Arco si trasforma in un vero parco dei divertimenti per i più piccoli con l’allegria di trampolieri, clown e giocolieri. Non solo, un ricco programma di intrattenimento è previsto anche per gli adulti, con concerti, degustazioni in piazza e feste mascherate. GR AN CARNEVALE DI STORO - Valle del Chiese, dal 14 al 21 febbraio La 48° edizione del Carnevale a Storo prevede un ricco programma con divertimento assicurato per grandi e piccini. Serate danzanti, sfilate dei carri, spazi riservati ai ragazzi e ai bambini e chi più ne ha più ne metta; Gran Ballo in maschera per chiudere in bellezza. Le principali sfilate

di carnevale si svolgeranno martedì 17 febbraio dalle ore 14, e sabato 21 febbraio sempre dalle ore 14. CARNEVALE IN VAL DEI MÒCHENI - Palù del Fersina, 17 febbraio In Valle dei Mocheni, precisamente a Palù del Fersina, va in scena un’altra rappresentazione nel segno della tradizione: nel giorno del martedì grasso, nelle ore antimeridiane, una singolare comitiva composta dall’anziano (il «betscho»), l’anziana (la «betcha»), il portatore di uova (l’«oiertroger») ed i coscritti (i «koskrittn») iniziano la vestizione nel maso più alto del paese Vròttn e poi percorrono i sentieri tra i vari masi seminando prosperità ed abbondanza.

CARNEVALE DI GRAUNO Val di Cembra, dal 13 al 15 e martedì 17 febbraio Il Carnevale di Grauno, uno dei più antichi dell’arco Alpino, segue un rituale che è rimasto pressoché immutato nel tempo. Il rito ha inizio la notte dell’Epifania e finisce il martedì grasso, quando un grande pino sramato viene trasportato nella piazza del paese dove si raccontano i vizi e le virtù dei paesani. CARNEVALE A TRENTO Tradizionali sfilate di carri e spettacoli in piazza per le feste di Carnevale di Trento, per la gioia di grandi e piccini. Feste minori si ripetono in tutti i sobborghi di Trento, e nelle località della Valle dei Laghi. GRAN CARNEVALE ALPINO A SAN MICHELE ALL’ADIGE - 7 e 8 febbraio Appuntamento a nord di Trento, in Piana Rotaliana, per un Carnevale che sta riscuotendo sempre più successo, organizzato dal Comune di San Michele all’Adige e dal Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, specializzato proprio in studi etnologici sui carnevali alpini. Alle sfilate partecipano anche gruppi di maschere tradizionali provenienti dalle vallate alpine di diversi paesi europei. ■


trentinopanorama

www.catinacciodolomiti.it

V

igo di Fassa, altopiano del Ciampedie, Skiarea Catinaccio. Luoghi dove gli amanti della montagna invernale trovano soddisfazione. Perché? Dal centro di Vigo, in pochi minuti si raggiunge l’altopiano del Ciampedie una balconata panoramica sulla Val di Fassa e sulle Dolomiti, a 2.000 metri, al centro della conca del Gruppo del Catinaccio-Rosengarten, patrimonio naturale dell’umanità Unesco. La skiarea è all’interno dello Skitour Panorama, il tour delle più belle piste della Val di Fassa (www.skitourpanorama.com), ed offre 15 km di piste di ogni difficoltà. Si accede con le scale mobili e la funivia dal centro di Vigo, o con le seggiovie da Pera di Fassa. Importanti novità quest’anno in quanto a piste: la pista Thöni, la più lunga e divertente della skiarea, è stata completamente rinnovata. Il restyling, iniziato nel 2010, si completa con le modifiche alla parte bassa del percorso, dove vi aspetta un nuovo ed entusiasmante pendio, largo e omogeneo, assieme ad un ripristinato “canalone” che offre una nuova variante

SCIARE, CAMMINARE, MANGIARE SKI AREA CATINACCIO ROSENGARTEN: LUOGO DOVE GLI AMANTI DELLA MONTAGNA INVERNALE TROVANO SODDISFAZIONE

“nera” alla parte finale. Quasi 4 km di divertimento dai 2.200 metri di Pra Martin ai 1.400 di Vigo. E da non mancare la pista nera Alberto Tomba! La skiarea dà il benvenuto alle famiglie con il grande parco giochi, e l’organizzazione professionale della Scuola di Sci di Vigo, con servizi di

custodia e animazione per i bambini. Per gli amanti della gastronomia, vi sono 6 rifugi, di cui 5 raggiungibili a piedi dall’arrivo della funivia, con un’offerta di piatti tradizionali da gustare su terrazze dai panorami indimenticabili. E poi al Ciampedie sono possibili anche escursioni

con le ciaspole, con uscite accompagnate organizzate dalla Scuola di Sci di Vigo di Fassa. Un primo percorso, è l’anello attorno all’altipiano del Ciampedie attraverso il bosco. Un altro itinerario conduce fino alla conca di Gardeccia, dove si trovano rifugi aperti con possibilità di pernottamento. Da qui, con percorso più impegnativo, si può proseguire verso i Rifugi Vajolet e Preuss e più oltre fino al Passo Principe dove il Rifugio Passo Principe apre i weekend da febbraio a Pasqua se le condizioni della neve lo consentono (verificare l’apertura www. rifugiopassoprincipe.com). ■ Info skiarea: Tel. 0462.763242 www.catinacciodolomiti.it

55

tmfebbraio


trentinopanorama

di Antonia Dalpiaz

A

l teatro Zandonai di Rovereto il 2 febbraio Fausto Paravidino è autore ed interprete de “I vicini”, una produzione del Teatro Stabile di Bolzano. È una pièce sulle nostre paure reali ed immaginarie, su noi stessi e sugli altri che ha come punto di indagine la casa, la famiglia, la coppia intrecciate nelle tensioni della nostra realtà quotidiana. Sempre a Rovereto il 6 febbraio è di scena “Onorata società. Il Vajont dopo il Vajont” di Francesco Niccolini con Patrizia Zanco, regia di Daniela Mattiuzzi. Vajonet 9 ottobre 1963: precipita una montagna, cade su un bacino idroelettrico: 1917 morti. Fatalità? Natura crudele o calcolo del profitto? L’onorata società è un coro di personaggi che raccontano la loro versione di questa indimenticabile tragedia. Al Teatro Auditorium di Trento dal 6 all’8 febbraio il Teatro Elfo/Puccini presenta “Frost/Nixon” di Peter Morgan, uno spettacolo di Ferdinando Bruni ed Elio Capitani. Nella messa in scena i riflettori sono puntati sul primo caso storico di giornalismo-spettacolo. “Alto Fragile”Genovese

56

tmfebbraio

LEO GULLOTTA PER LE STAGIONI DI TRENTO E BOLZANO, L’ATTORE SICILIANO È IL PROTAGONISTA DI “PRIMA DEL SILENZIO”, TRATTO DALL’OPERA DI GIUSEPPE PATRONI GRIFFI Si tratta dell’intervista che l’anchorman David Frost fece nel 1977 a Richard Nixon sullo scandalo del Watergate. Una riflessione sui limiti del potere politico e di quello mediatico. Sempre il 6 febbraio al Teatro Portland il gruppo Officina Teatro propone “Innocente”, tratto dal romanzo di John Grisham, drammaturgia, regia ed interpretazione di Mirko D’Urso. E’ l’incredibile e triste vicenda di Ron Williamson, giovane speranza del Baseball americano, che viene accusato ingiustamente di un omicidio commesso ai danni di una giovane donna e condannato alla pena capitale. Ma lui è

deciso a voler dimostrare a tutti i costi la sua innocenza. Giovedì 12 febbraio al Teatro Sanbapòlis per la rassegna Tendenze Off, Trento Spettacoli propone “Alto-fragile” di e con Maura Pettorruso, Stefano Pietro Detassis, Flora Sarrubbo, Christian Mair. Lo spettacolo riflette sul centenario della Grande Guerra nell’Alto Adige/Sud Tirol, portando in scena la dialettica tra due lingue e tra due culture. Il 13 ed il 14 febbraio al Teatro Portland viene proposto il lavoro “Torno indietro ed uccido il nonno” con Roberto Abbiati ed Andrea Brunello. Dove va il tempo che passa? E da dove viene ? Di che cosa è fatto? Lo spettacolo ha a che fare proprio con queste domande, sollevate da un uomo anziano la cui vita è agli sgoccioli. Il 16 ed il 17 febbraio al Teatro Zandonai di Rovereto Angela Finocchiaro, Maria Amelia Monti e Stefano Annoni sono i protagonisti di “La scena”, testo e regia di Cristina Comencini. Due amiche mature, dai caratteri opposti, leggono una domenica mattina una scena di teatro che una delle due deve recitare l’indomani. Ci penserà un giovane uomo a mescolare le carte, innescando

una serie di divertenti equivoci. Da giovedì 19 a domenica 22 Leo Gullotta è il protagonista di “Prima del silenzio” tratto dall’opera di Giuseppe Patroni Griffi. Un vecchio poeta si lascia alle spalle tutto, moglie, figlio, poesia, per vivere il piacere di parlare con un ragazzo al quale lo legano amicizia, sesso, amore ed incomprensione generazionale. Il 20 febbraio al Teatro Portland Manuel Renga è il regista di “Portami in un posto carino” di Tobia Rossi. Christian e Carlo abitano in una anonima città del nord Italia. La loro routine viene sconvolta da un brutale episodio di violenza omofoba, nel quale un giovane omosessuale perde la vita. Al teatro Zandonai il 26 febbraio torna la Familie Floz con “Garage d’or”. Tre uomini sentono il desiderio di evadere da mogli esigenti, figli disadattati e vite apparentemente fallite. Spinti da sogni proibiti, apriranno una porta che non potranno più chiudere. Il 27 febbraio al teatro Portland, Stefano Cenci è l’autore ed il regista di “Ofelia 4e48 (Ofelia in quattro e quattr’otto). Sulla scena si alternano Ofelia ed Amleto in un impazzito gioco di ruoli, inquietante e divertente al tempo stesso. ■


trentinopanorama

di Pino Loperfido

D

i lui ricordiamo un’agile raccolta di racconti pubblicata qualche anno fa, intitolata “Eravamo davvero felici”: di quel libro ci erano rimaste in mente la levità della narrazione, le vite ostinate dei protagonisti di quelle storie, un sottile e irresistibile velo di malinconia che ammantava le pagine. Ora, che Alessandro Genovese ha dato alle stampe la sua seconda raccolta (“In equilibrio precario”, Italic Pequod, pag. 136, Euro 15) vi abbiamo ritrovato gli stessi elementi e tutto ci è tornato alla mente. Le nuove fulminanti storie, scritte da Genovese, sono sirene che cantano al lettore le gesta di un’umanità irrisolta, in cerca di se stessa e di un senso da dare alle proprie vite. Umanità che è bello stare ad ascoltare, perché più che di una lettura, proprio di un ascolto si potrebbe parlare, tanto è il coinvolgimento a cui è chiamato il lettore di questi racconti. La quotidianità viene rotta da una curiosa episodica come se uomini e donne, in queste storie, si ribellassero ad un preimpostato flusso vitale, come pedine di un complesso videogame programmate minuziosamente da un creatore di software geniale: il Destino. Gente guascona e un po’ burlona che si diverte a uscire dal seminato, a prendere per i fondelli il tempo, lo spazio e la materia. Come fa ad esempio l’insospettabile signora di “Rivelazione”, che con la complicità del marito si lascia cadere in una rete di trasgressione che mai avrebbe immaginato. E ad un certo punto si scopre, sorpresa, ad affermare: “Non ho quasi più paura”. Così come l’operaio di “Un giorno come tanti” che viene ritratto nella sua quo-

INERMI, IN BILICO, TRA IL BENE E IL MALE

“Vecchia osteria”, 1997

LE NOVE FULMINANTI STORIE SCRITTE DAL TRENTINO ALESSANDRO GENOVESE SONO SIRENE CHE CANTANO AL LETTORE LE GESTA DI UN’UMANITÀ IRRISOLTA, IN CERCA DI SE STESSA E DI UN SIGNIFICATO DA DARE ALLE PROPRIE VITE tidianità lavorativa più brutale, quella che nasconde il segreto di una sconfitta che qui è bene non svelare. E nel suo viaggio verso il posto di lavoro è tutto un fiorire di personaggi, una sorta di racconti nel racconto, scatole cinesi fatte di storie lievi eppure indelebili, proprio come l’inchiostro sulla carta. Ci sono poi dei momenti in cui l’appuntamento con il destino non si può più posticipare: è quello che accade al proAlessandro Genovese

tagonista di “Ipertensione”, un po’ alter ego dell’uomo del racconto precedente. Vengono in mente i milioni e milioni di vite che transitano sul pianeta Terra e non lasciano alcun tipo di impronta; ebbene, è soprattutto in racconti come questo che Alessandro Genovese rende loro onore, ricordandone le apparentemente banali e inutili gesta. Un po’ come accade in “L’ultima parola”, dove i ruoli di lui e di lei si scambiano e quel

che ci si aspetta, pagina dopo pagina, avviene in modo clamorosamente contrario a come ce l’eravamo aspettato. Mai dire mai, insomma, sembra dire Genovese, la vita ti può sorprendere quando meno te l’aspetti. È a lei e a lei sola che spetta l’ultima parola, appunto. E all’umanità, resa accumulo di stucchevoli pedine che può solo eseguire ordini, su percorsi prestabiliti – come i giocatori del calciobalilla che hanno gambe e braccia saldate e possono solo fare su e giù di pochi centimetri –; a questa umanità torva cosa resta da fare se non contemplare catatonicamente il Creato? Magari abbrancati ad un partner occasionale che conosciamo a malapena. Proprio come accade nell’ultima scena dell’ultimo racconto, “Aironi”. Lui e lei osservano il mondo tutt’attorno con la cura e lo sgomento dei terremotati che non riescono a distogliere lo sguardo dalla propria casa, inesorabilmente distrutta dalla violenza del sisma. Perché non finisce mai di stupirci la vita, nel bene e, soprattutto, nel male. ■ 57

tmfebbraio


trentinopanorama

www.andreacastelli.it

S

i intitola “Libere storie” ed è il nuovo monologo di Andrea Castelli, prodotto da Trento Spettacoli, con l’organizzazione di Daniele Filosi. Una tournèe iniziata trionfalmente l’8 gennaio a Mezzolombardo, che a febbraio approderà a Sarnonico (sabato 7) e poi via via in tutto il Trentino per giungere ad aprile a Trento, al Teatro Cuminetti. Un pacato ritorno alla parola, attraverso le storie. Semplici o complicate che siano esse raccontano le esperienze che costituiscono il bagaglio personale, il cosid-

58

tmfebbraio

LE “LIBERE STORIE” DI ANDREA TORNA CON UN NUOVO MONOLOGO L’ISTRIONICO ANDREA CASTELLI, PRIMA DATA DEL MESE DI FEBBRAIO, A SARNONICO, SABATO 7 detto “vissuto”, di una persona. Che si voglia o no contengono sempre un “avviso ai naviganti” i quali, prima o poi – ma sempre prima che sia troppo tardi – dovrebbero trarne indicazioni per il viaggio. La vita a volte ci suggerisce cose importanti, attraverso le persone che ci accompagnano o che incontriamo, ed anche attraverso le storie che viviamo. Però non sempre – e quasi mai subito – si comprende quali perle sono contenute in avvenimenti o persone che abbiamo sfiorato con imperdonabile superficialità. A volte si può rimediare, a volte no. Ecco perché in questo incontro Andrea Castelli cercherà (raccontando in modo divertente come da anni fa in teatro) di seguire una sottile linea che identifichi e scovi eventuali segnali che, magari tardi, gli hanno fatto capire come era tracciata la strada che si trovava davanti. Che l’abbia capito è ancora da vedere, ma intanto lo racconta. E forse nel ritrovarsi insieme a rivivere casi della vita, avventure, gesta e peripezie si può imbattersi in un minimo comun denominatore che ci fa tornare a casa un

po’ più sollevati. Il progetto nasce dalla collaborazione tra Andrea Castelli e TrentoSpettacoli, giovane e dinamica realtà produttiva e distributiva. L’occasione di incontro è avvenuta nel gennaio 2012 per lo spettacolo ‘Processo alla banalità del male’, scritto e diretto da Maura Pettorruso, e con Andrea Castelli nel ruolo da protagonista. Da qui l’idea di collaborare su un progetto originale di Andrea Castelli, per cui TrentoSpettacoli si occuperà della parte organizzativa e distributiva. Una dimostrazione concreta di quanto sia possibile e necessario fare rete e creare collaborazioni concrete anche in ambito culturale. Andrea Castelli non ha cer-

to bisogno di presentazioni. Da decenni è “il volto” del teatro trentino. Attore professionista, autore e doppiatore. Si fa conoscere in regione prima con l’innovativo gruppo de “I Spiazaroi” (1975-2000) e poi per i suoi monologhi in dialetto trentino. Ama variare dal brillante al serio, dal classico al moderno, dal dialetto all’italiano. Recita e collabora con il Teatro Stabile di Bolzano. È stato diretto da registi come Marco Bernardi, Liliana Cavani, Gabriele Cipollitti, Luciano Emmer, Carmelo Rifici. Indimenticabile, qualche anno fa, la sua interpretazione del monologo di Pino Loperfido, “Ciò che non si può dire - Il racconto del Cermis”, portato nei teatri di tutta Italia. ■

LE DATE DEL 2015 MEZZOLOMBARDO, Teatro San Pietro, giovedì 8 gennaio BRENTONICO, Teatro Comunale, sabato 10 gennaio TEZZE DI GRIGNO, Teatro, sabato 31 gennaio SARNONICO, Teatro Covi, sabato 7 febbraio ALDENO, Teatro Comunale, sabato 21 febbraio BOLZANO, Teatro Cristallo, venerdì 20 febbraio e domenica 22 febbraio (pomeridiana) VEZZANO, Teatro Valle dei Laghi, sabato 28 febbraio CIVEZZANO, Teatro Pirandello, sabato 7 marzo FAVER, Molin de Portegnach, sabato 21 marzo LOCCA DI CONCEI, Auditorium, sabato 11 aprile TRENTO, Teatro Cuminetti, domenica 19 aprile (pomeridiana e serale)


trentinopanorama

di Lara Deflorian

I

n questo mese la stagione della danza del CSC S. Chiara darà la possibilità di assistere a due creazioni imperdibili di Shen Wei, artista famoso a livello internazionale per il grande valore e l’ampio raggio della sua visione artistica, nonché creatore poliedrico capace di una poetica antica-moderna e orientale-occidentale allo stesso tempo. Al teatro Sociale di Trento sarà ospite, l’11 febbraio con la sua Shen Wei Dance Arts, di cui è direttore artistico e oltre ad essere coreografo e direttore di scena, nelle sue creazioni si occupa anche dell’ideazione di luci, scene, costumi e trucco; è inoltre pittore e regista. Dieci anni fa Shen Wei con la sua compagnia è intervenuto nell’ambito di Oriente Occidente presentando, sempre al Sociale, l’indimenticabile Folding, una creazione dalla raffinata leggerezza orientale, con i danzatori che galleggiano in un limbo surreale. Shen Wei ha studiato calligrafia dall’età di sette anni e arte dell’opera cinese dall’età di nove. La sua carriera lo ha visto passare dalla pratica dell’antica tradizione alla danza contemporanea cinese, che gli ha fatto vincere nel 1995 una borsa di studio presso il Nikolais/Louis Dan-

SHEN WEI A INDANZA A TRENTO POTREMO VEDERE NEAR THE TERRACE, SULLE MUSICHE DI ARVO PÄRT, E MAP ce Lab di New York, facendolo allontanare dalla madre patria anche in seguito ad una disapprovazione governativa per aver creato 1994, Beijing, Summer, un lavoro considerato “politicamente filo-occidentale”. A New York nel 2000 fonda la Shen Wei Dance Arts, tra i gruppi più interessanti della danza mondiale e lo stesso Shen Wei viene considerato un artista della danza totale, alla ricerca di un nuovo approccio al movimento e al corpo, sia per il danzatore che per lo spettatore. Ogni sua opera sviluppa un originale vocabolario fisico basato sulla ricerca del movimento e la coreografia,

reale e astratta contemporaneamente, congiunge forme estetiche orientali ed occidentali e elementi scenici volti a creare una mise-en-scène pittorica e ibrida. Il risultato è un’“affascinante fantasia in movimento”. A proposito del suo lavoro Shen Wei dichiara: “In tanti anni di sperimentazione, ho elaborato uno stile di puro movimento figurativo e profondamente personale. La mia estetica trova le sue radici nei principi che regolano le strutture di base del movimento.” A Trento potremo vedere la Shen Wei Dance Arts protagonista di due creazioni: Near the Terrace, concepito nel 2000 sulle musiche pregne del minimalismo sacro di Arvo Pärt e Map, caratterizzato dalla geografia melodica e ritmica del minimalismo ipnotico di Steve Reich. Oltre ad ispirarsi alle opere del pittore belga surrealista Paul Delvaux, con cui Wei sente di condividere la stessa sensibilità artistica, Near the Terrace viene realizzato da Shen Wei in un periodo in cui esaminava i movimenti quotidiani ed esplorava la loro connessione alle diverse sensibilità delle

tecniche di danza e di interpretazione. Map presenta una danza che traccia i contorni di cinque “mappe del movimento”, documentanti il terreno corporale della tecnica coreografica di Shen Wei. Grazie alla struttura che presenta in scena assoli, piccoli gruppi di ballerini e parti con il coinvolgimento dell’intero ensemble, “Map si costruisce sul potere dei corpi e sul ritmo della musica, per culminare in un magistrale vortice di energia. Questa miscela di geometrie, ritmiche e di movimento, perfettamente calibrate all’interno della mappa dello spettacolo sfociano in un crescere di energia e bellezza, passione e razionalità, turbinii infiammati e cristallizzazioni perfette”. Anche in questo mese il CSC S. Chiara inoltre propone spettacoli di danza nei teatri di provincia come il flamenco contemporaneo della compagnia Naturalis Labor, in scena il 3 febbraio al Palacongressi di Riva del Garda, oppure la compagnia Kaos Balletto di Firenze, protagonista l’11 febbraio al teatro Comunale di Pergine e, infine, la serata di gala con la Compagnia Balletto Classico Cosi-Stefanesco, presente il 21, al teatro Valle dei Laghi di Vezzano e il 26, sempre di febbraio, al teatro S. Pietro di Mezzolombardo. ■ 59

tmfebbraio


trentinopanorama

di Lara Deflorian

D

opo aver partecipato agli eventi inaugurali del teatro Zandonai di Rovereto con un intero week end all’insegna della danza, la compagnia di casa Abbondanza-Bertoni sarà nuovamente in scena nel restaurato teatro cittadino il prossimo 21 febbraio con Duel, spettacolo di teatro-danza tra scultura e coreografia che ha visto il suo debutto lo scorso anno nell’ambito di Bolzano Danza. In occasione del novantesimo compleanno dell’artista altoatesino Adolf Vallazza, le sue sculture-totem diventano in Duel elementi con cui tessere un discorso narrativo e di movimento, trasformando la scena in un luogo d’incontro e di scontro tra artisti e interpreti di diverse età come Eleonora Chiocchini, Francesco Pacelli, Marco Pericoli, lo stesso Michele Abbondanza e la compagnia Abbondanza/ Bertoni I B A M B I N I.

DUEL A ROVERETO LA COMPAGNIA ABBONDANZA-BERTONI SARÀ NUOVAMENTE IN SCENA NEL RESTAURATO TEATRO CITTADINO IL PROSSIMO 21 FEBBRAIO Questa creazione è centrata sulla tematica del “due”, come compresenza di soggetto e oggetto, di accettazione e di rifiuto dell’altro tra opera umana e biologica, in cui Michele Abbondanza e Antonella Bertoni cercano di creare un confronto fra corpo del danzatore e legno della scultura. “Per fare questo ci siamo ispirati al Libro della Genesi, in riferimento soprattutto alla primissima

parte, la cosiddetta preistoria biblica…Immaginando i tre totem come portatori di un’entità trascendente, abbiamo posto di fronte a essi, a turno, tre diverse tipologie di umanità, identificabili in tre diverse e successive generazioni.” Così il primo atto con il totem rettangolare è finalizzato a rappresentare il primo uomo e la prima donna, il secondo atto che vede la scultura di forma triango-

lare ha come protagonista la seconda generazione della coppia originaria, mentre il terzo atto con il totem circolare, dal Diluvio Universale si arriva ad una nuova vita con la presenza in scena dei bambini e adolescenti, “piccoli artisti generosi e coraggiosi – scrive Bertoni – che accogliendo il passaggio di testimone, aprono una strada nel tempo e pieni di speranza ci traghettano nel futuro.” ■

“TRE PUNTI DI ROSSO”: UNA SERATA “CON” ALFONSINA

A

ll’interno delle attività per il primo semestre 2015 dell’Associazione Mafalda Donne Trento si colloca la serata, presentazione del libro di Luisa Gretter Adamoli “Tre punti di rosso” (Curcu & Genovese). L’evento si svolgerà mercoledì 11 Febbraio, alle 20, all’Hotel America di Trento. Ospite della serata, naturalmente sarà l’autrice del romanzo, Luisa Gretter Adamoli. La storia narrata nel libro, che ha avuto due ristampe e ha riscosso un grande successo di pubblico, riguarda le vicende della più che ventenne Alfonsina Gonzaga Madruzzo che venne data in sposa a Gianangelo Gaudenzio Madruzzo, uno dei personaggi più in vista del Tirolo, capitano della Rocca di Riva del Garda, e legato da grande amicizia al duca di Mantova, Vincenzo I Gonzaga. Alfonsina lasciò così la pianura per affrontare il viaggio verso il grande lago con un marito del tutto sconosciuto. A Riva si trovò a trascorrere un’esistenza di agi, di affetti e di ricchezza ma

60

tmfebbraio

anche segnata da lutti, frustrazione profonda e impegni gravosi. Nonostante tutto, tra numerosi cambiamenti e colpi di scena, da ragazza timida ed esitante, Alfonsina diventò signora di potere, amata e rispettata. Fu l’unica donna “committente” mai ritratta da un pittore (in questo caso Martino Teofilo Polacco) in una chiesa che, dopo la morte del marito, l’aveva vista partecipe della sua costruzione, in una cornice d’arte di sorprendente bellezza: l’Inviolata. Tutto ciò in un territorio, quello del principato vescovile di Trento, governato dagli ultimi eredi di una dinastia legata a doppio filo sia all’impero sia al papato della Controriforma, in uno scenario di vaste dimensioni come quello del Sacro Romano Impero. Al termine della serata dell’11 febbraio, per chi lo gradisce, è prevista la cena; la quota di partecipazione è di 30 euro. Per prenotazioni e informazioni: Carolina Marangoni presso Boutique Carol, Via del Suffragio, 55 a Trento o telefonando al 0461.235965.


trentinopanorama

www.filarmonica-trento.it

I

l violino di Maristella Patuzzi e il pianoforte di Mario Patuzzi segneranno, domenica 1, il primo appuntamento di febbraio per la rassegna “I concerti della domenica”. Maristella Patuzzi, cresciuta in una famiglia di musicisti, ha mostrato precoci doti musicali, registrando a undici anni Tzigane di Ravel, per la Televisione svizzera e incidendo, a tredici, un disco dal vivo per la Sony. Dal 2002 ha tenuto

concerti come solista con l’Orchestra della Svizzera Italiana, di Padova e del Veneto, con l’Adelphi Symphony Orchestra di Long Island a New York, l’Orchestra da camera di Lucerna e la Philharmonia Orchestra di Londra. Attualmente suona uno Stradivari del 1687, prestatole da un collezionista privato. Mario Patuzzi a diciannove anni ottiene, sotto la guida di Bruno Mezzena, il diploma in pianoforte al Conservatorio “Bonporti” di Trento che lo nomina, alla stessa età, titolare della cattedra di pianoforte principale. Domenica 8, protagonisti saranno Elisa Pichler, Isabella Pisoni, Dania Tosi, soprani. Mariapia Bortolotti, mezzosoprano Marco Franceschi, Roberto Garniga, corni Flora Vedovelli, arpa Antonio Camponogara, pianoforte e il coro “I Filarmonici” sotto la direzione

CONCERTI DELLA DOMENICA IL VIOLINO DI MARISTELLA PATUZZI E IL PIANOFORTE DI MARIO PATUZZI APRONO IL SECONDO MESE DI CONCERTI PROPOSTI ALLA SALA DELLA FILARMONICA di Sandro Filippi. Il Coro Filarmonico Trentino si costituisce nel 2007 al fine di svolgere un’attività concertistica a progetto e partecipare a manifestazioni di rilevo collaborando con diversi artisti. Per la rivista “Amadeus” (dicembre 2013) ha pubblicato un CD di “Musiche di ispirazione mariana del giovane Ferruccio Busoni”. Il Quartetto Indaco, domenica 15, sarà affiancato dal clarinetto

di John Diamanti nell’esecuzione di composizioni di W. A. Mozart e D. Sostakovic in una trascrizione da melodie popolari per clarinetto e quartetto d’archi. Il Quartetto Indaco nasce presso la Scuola di Musica di Fiesole nel 2007 sotto la guida di Piero Farulli e Andrea Nannoni. L. van Beethoven, D. Sostakovic e J. Brahms saranno il cuore del concerto del Trio Concordiae del 22 febbraio.

Il Trio Concordiae è una giovane e versatile formazione emergente che da subito ha attirato l’attenzione del pubblico e della critica dimostrando una straordinaria espressività, profonda comprensione della musica e un elegante amalgama sonoro. Il suo repertorio comprende le opere più rappresentative del periodo barocco, classico e romantico fino alla musica ■ contemporanea.

QUARTETTO KELEMEN

È

quello del 10 febbraio con il Quartetto Kelemen il primo concerto in cartellone di questo mese per la stagione della Società Filarmonica. Il Quartetto Kelemen, fondato a Budapest nel 2009, è il vincitore, con giuria unanime, del Premio Paolo Borciani 2014 al quale la Società Filarmonica di Trento partecipa mettendo a disposizione dei premiati la propria sala. In pochi anni si è guadagnato la fama di uno tra i più emozionanti gruppi di musica da camera del mondo. Lunedì 16, invece, protagonisti saranno Adolfo Gutierrez Arenas, violoncello e Javier Perianes, pianoforte con un programma di sala che prevede composizioni di R. Schumann, J. Brahms, L. van Beethoven e F. Mendelssohn. Il programma scelto per la serata è profondamente immerso nella temperie romantica in perfetta sintonia con il suono tenebroso ma morbido del violoncello. Le note di pianoforte di Ingolf Wunder segneranno il concerto del 27 febbraio. I due autori scelti per la sua prima apparizione a Trento, Chopin e Liszt, si prestano particolarmente a evidenziare queste caratteristiche costanti nelle sue letture ormai proposte, ricercate e apprezzate in tante associazioni musicali. Il suo talento, infatti, è già stato riconosciuto e ammirato alla Tonhalle di Zurigo, al Musikverein e Konzerthaus di Vienna, alla London’s Wigmore Hall, a Berlino, Tokyo e Amburgo.

61

tmfebbraio


trentinopanorama BIGLIETTI, CONCERTI, SPETTACOLO, SPORT & CULTURA

RIVENDITE AUTORIZZATE

di Fabio De Santi

G

li appunti comici e l´effervescenza dei personaggi creati da un fuoriclasse della comicità come Teo Teocoli, presentati in veri e propri pamphlet teatrali capaci di coinvolgere e divertire il pubblico. Sono quelli contenuti nel nuovo show del comico milanese “Restyling. Faccio tutto” che aprirà il 28 febbraio all’Auditorium S. Chiara di Trento la rassegna di comici “Cabaret: ti amo” organizzata da Fiabamusic in collaborazione con l’associazione Piattaforma (ore 21). Forte dell’esperienza maturata da oltre dieci anni sui palchi più prestigiosi, l´artista racchiude in “Restyling. Faccio tutto” oltre 50 anni di carriera, attraverso uno spettacolo che si articola tra cabaret, canzone, cinema, tv e teatro con una serie di personaggi e monologhi che Teo presenterà in teatro con qualche aggiornamento dettato dai tempi cambiati. Le nuove storie di Felice Caccamo, Celentano, Ray Charles e degli altri suoi “cavalli di battaglia”, vengono reinterpretate in una chiave più attuale ed innovativa. Uno show che è la sintesi tra cabaret e varietà con un repertorio irripetibile di gag, canzoni e storie con perifrasi esilaranti che rendono lo spettacolo una serata da ricordare, dove, attraverso l´improvvisazione sublime e la gestualità unica di un grande “showman”, sa-

62

tmfebbraio

TEO TEOCOLI APPUNTI COMICI CONTENUTI NEL NUOVO SHOW DEL COMICO MILANESE “RESTYLING. FACCIO TUTTO” CHE APRIRÀ IL 28 FEBBRAIO ALL’AUDITORIUM S. CHIARA DI TRENTO LA RASSEGNA DI COMICI “CABARET: TI AMO” ORGANIZZATA DA FIABAMUSIC IN COLLABORAZIONE CON L’ASSOCIAZIONE PIATTAFORMA ranno raccontati retroscena esilaranti. Con la sua immancabile band, la Doctor Beat Band, il mattatore meneghino canterà e condurrà il pubblico in un bel viaggio nel tempo e nello spazio, fatto di storie inedite e di canzoni per uno show davvero nuovo eppure uno degli appuntamenti tradizionali più attesi in teatro. “Restyling Faccio Tutto” diventa un susseguirsi di monologhi, gag e divertenti momenti musicali, la miriade di sue imitazioni e le parodie più celebri che hanno reso popolare l´artista entrando nella storia della televisione. In una parola, uno show dove si ride molto. Uno spettacolo di puro divertimento, di improvvisazione come solo Teo è capace di condurre e, grazie al suo smisurato talento artistico riesce a portare in scea il repertorio senza una

scaletta, ma affidandosi alle emozioni e all´ispirazione del momento, in un “viaggio a ritroso” nella sua carriera di attore, cantante, ballerino, uscendo ed entrando nei tanti personaggi che ha reso. Un nuovo “one man show” cucito sulle migliori doti di Teo Teocoli, un ritorno alle origini e all´essenzialità della comicità attraverso tutte le forme di spettacolo leggero: gli appunti comici e l´effervescenza dei personaggi più famosi presentati in veri e propri “pamphlet”, restituiscono ogni sera al pubblico un fuoriclasse della comicità, che ha deciso di frequentare poco la televisione e di dedicare al cinema italiano solo alcuni apprezzati camei (come in “Bar Sport”, tratto dal libro di Stefano Benni) apprezzatissi-

mi dalla critica e dal pubblico. Giocato su più registri, il “Teo Teocoli Show – Restyling Faccio Tutto” è la sintesi tra cabaret e varietà, con canzoni, “maschere” inconfondibili e storie con perifrasi esilaranti che rendono lo spettacolo un viaggio e una serata da ricordare. Nato a Taranto nel febbraio del 1945 Antonio Teocoli si trasferisce a cercare fortuna in quella che diventerà la sua città, Milano, dove negli anni ‘70 ha inizio la sua carriera come comico con le esibizioni nello storico locale milanese “Derby”, terreno fertile per la nascita di tantissimi artisti come Renato Pozzetto e Massimo Boldi. Esordisce nel 1973 nel mondo della televisione in un divertente programma su quello che all’epoca dei fatti veniva chiamato secondo programma, per poi assumere il nome di Rai Due. Nel corso degli anni ha partecipato a diverse trasmissioni di successo come ad esempio “Drive In”, “Una rotonda sul mare”, “Emilio”, “Mai dire goal” con le sue indimenticabili maschere. Tra tanti programmi che lo hanno visto protagonista nelle vesti di conduttore ci sono “Scherzi a parte”, “Paperissima” e tantissimi altri ancora. ■


trentinopanorama

www.ski.montebondone.it

P

iste perfettamente innevate, soleggiate di giorno o illuminate dalla luna, a mezz’ora dalla città. Sul Monte Bondone la giornata non finisce mai! La Skiarea vanta discese per tutti i gradi di difficoltà: dai 4 chilometri di adrenalina pura della Gran Pista – attraverso prati e boschi di conifere e betulle, serviti dalla seggiovia Rocce Rosse che con i suoi 809 metri di dislivello percorsi in poco più di 7 minuti è la seggiovia con il maggior dislivello di tutta Europa – alle splendide piste baby, soleggiate, larghe e mai troppo affollate per la sicurezza dei piccoli campioni. C’è infatti chi conosce il Monte Bondone come il miglior campo scuola del Trentino, dove imparare a fare le prime curve sulla neve percorrendo l’ampissima “Cordela” da destra a sinistra, e chi invece preferisce ammirare la città vista di notte da Cima Montesel. Sci e snowboard acquistano forse ancora qualcosa in più se praticati di notte, sotto la luce della luna e sotto un romantico cielo stellato. Ogni giovedì e sabato sera dalle 20.00 alle 22.30, i 40 globi illuminanti posizionati a bordo pista rischiareran-

NIGHT&DAY SUL MONTE BONDONE SCI E DIVERTIMENTO CON IL SOLE E… SOTTO LE STELLE: L’OFFERTA NIGHT&DAY DEL MONTE BONDONE RIESCE A SODDISFARE OGNI ESIGENZA! no la neve per permettere agli appassionati di continuare le discese anche sotto le stelle su 5 km di piste (Diagonale Montesel, Cordela, Lavaman) e nello snowpark. Dunque… HAPPY SNOW! Non solo sci, ma un vero e proprio evento delle serate cittadine invernali. I non sciatori potranno divertirsi nel grande aprés ski all’aperto della piana di Vason, una tappa obbligata nella serata, ritrovo ideale di sciatori e non per raccontare

agli amici le emozioni della discesa notturna, ascoltare buona musica, ballare con gli scarponi ai piedi e riscaldarsi con un buon Bombardino. Lo skipass serale ha un costo di € 13,00 per gli adulti e senior ed € 10,50 per i bambini e ragazzi (PREZZI BLOCCATI!). Sono validi anche gli skipass stagionali Monte Bondone e Superskirama, oltre ai plurigiornalieri a partire dai 4 giorni. Il collegamento tra il Monte Bondone e Tren-

nni: antatré a r a u q i d mbino , il suo ba di peli, Eccolo là sso, pieno o r g usco. e e d gran o da moll ll e v r e c n eu da uomo un fisico

to per le serate Happy Snow - scia in notturna è assicurato dal servizio navetta dedicato a pagamento (€ 5,00) con un minimo di 10 persone (Prenotazione obbligatoria entro le h. 17.00 del giovedì e del sabato: APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi | tel. +39 0461 216000 - info@di■ scovertrento.it). INFO: www.ski.montebondone.it funivie@montebondone.it Tel. 0461/948187 Monte Bondone

IN L S IB w w UL RER w. NO IA cu ST O r c u R PP eg O S UR en IT E ov O ese .i t

Arianna Lattisi

LA SUOCERA

romanzo

curcu & genovese

63

tmfebbraio



trentinomese

www.cornicigabbana.it

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

I

l 15 febbraio 1965 apre la bottega d’arte a Rovereto in piazza delle Oche, una Bottega d’Arte nel vero senso della parola, perché si eseguono vari mestieri. la doratura a foglia il restauro e la decorazione. Paolo Gabbana, anche se molto giovane, è già provetto falegname ed ebanista, con la lavorazione cornici e Grazia con la decorazione di ceramiche e mobili tirolesi. Il 1976 vede, assieme alla nascita di Roberto, l’inizio della terza generazione e il trasferimento nell’attuale sede di via Rialto che si arricchisce con una più ampia e completa falegnameria ed un esteso spazio espositivo. Una grande passione per il proprio lavoro accomuna Paolo e Grazia che costruiscono con sacrificio e con grande determinazione la “Bottega d’Arte“ attuale. Il figlio Roberto da qualche anno è il nuovo titolare e continua con uguale se non maggiore passione ed entusiasmo il lavoro dei genitori. L’artigianato è una componente fondamentale

I 50 ANNI DI GABBANA LA BOTTEGA D’ARTE È DIVENTATA UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER ROVERETO E PER IL TRENTINO del patrimonio culturale di una città anche per questo motivo la Bottega d’Arte Gabbana è diventata in tanti anni un punto di riferimento per Rovereto e per tutto il Trentino. Alla Bottega d’Arte si possono trovare oltre 3000 tipi di cornici, modelli classici, lavorati, anticati fino a soluzioni modernissime sempre con con accuratezza, precisione, creatività e molta attenzione

nel trovare le soluzioni giuste alle esigenze del cliente. L’attenzione verso il cliente è una particolarità offerta da sempre, il cliente “vede” la qualità della merce esposta, non solo cornici, alla “ Bottega d’Arte” si possono trovare in vendita oltre 800 poster, stampe di tipo antico e un vasto assortimento di dipinti ad olio, poi grandi tele con riproduzioni di opere di geni della

pittura come Klimt Monet e lo stesso Depero. Alla” Bottega d’Arte” sono moltissimi i prodotti eseguiti su misura dai pannelli decorativi agli specchi e alle specchiere, ai complementi d’arredo come portafoto, portamedaglie e vetrinette, ai vassoi e orologi per ricami oltre a tanti altri oggetti ordinabili su misura, ricordiamo anche gli elementi ritagliati nel cartone. Sul sito internet www.cornicigabbana.it e alla pagina Facebook potete trovare i consigli per raggiungere in maniera più comoda possibile la sede di via Rialto a Rovereto. ■


trentinomostre

QUANDO SONO I LIBRI A PARLARE DEI LIBRI

C

onoscere ciò che non conosciamo. Sembra questa la frase che soggiace alla mostra collettiva organizzata presso la Galleria Arte Boccanera

di Trento, la quale indaga, fino al 31 marzo, la giovane pittura polacca di cui noi, ovviamente, poco se non niente sappiamo. Con il titolo For me, abstraction is real! un gruppo di artisti, che non vogliono essere una corrente e nemmeno una moda, presentano i loro lavori e sono: Tomek Baran, Alicja Bielawska, Justyna Kisielewska, Tomasz Kowalski, Piotr Łakomy, Cezary Poniatowski, Katarzyna Przezwanska. Gli unisce il fatto che sono nati tutti negli anni Ottanta. Gli interessi degli artisti ruotano intorno ad un’astrazione ed un minimalismo ampiamente compresi con opere basate su soluzioni grafiche e geometriche, sull’analisi della macchia e della linea, sullo studio del colore, delle sue qualità, del suo potere o dell’impotenza e sui limiti o possibilità che ne risultano; sull’allontanarsi dalla tela verso altri materiali, sul passare da due dimensioni allo spazio e, inoltre, sull’inserimento

SCULTURE IN LEGNO A PALAZZO ROCCABRUNA

A

Palazzo Roccabruna di Trento si è aperta la Mostra “Luci ed ombre del legno, una mostra che viaggia 2015”. È la prima tappa di una mostra itinerante, visitabile al Palazzo Roccabruna sino al 15 febbraio, per poi essere trasferita alla Rocca Sforzesca di Bagnara di Romagna (Ra), Rocca Sforzesca di Dozza ( BO), Palazzo Alidosi di Castel del Rio (Bo), Spazio Erika Klien di Borgo Valsugana e Sala Spaur di Mezzolombardo. All’apertura della Mostra hanno tra gli altri parlato gli organizzatori Remo Tomasetti e Gabriele Bertacchini e il presidente della Giuria, Renzo Francescotti. La mostra (l’ottava della serie), espone ventun sculture in legno di quello che è stato definito “ll più bel Simposio di sculture in legno d’Italia, ovvero il concorso internazionale “Luci ed ombre del legno” giunto alla sua tredicesima edizione, conclusosi a Castello Tesino l’ultima settimana del luglio scorso. Gli scultori premiati sono stati Mario Iral di Belluno, Dino Damiani di Novara, il trentino Matteo Zeni di Mezzano, ognuno in mostra con cinque sculture. Sono stati affiancati da un “padrino”, ovvero uno scultore affermato come il fassano Rinaldo Cigolla, anche lui con cinque opere. Novità di quest’ultima edizione il PEFC Italia, attribuito al trentino di Tenno Livio Tasin, la cui scultura premiata sarà esposta con le altre per essere infine custodita stabilmente a Perugia, sede della PEFC.

letterale della luce, del tempo e dello spazio dentro la tecnica pittorica. La narrazione della mostra guiderà lo spettatore partendo dalle opere in cui è visibile un’aspirazione alla semplicità e alla geometrizzazione, attraverso l’astrazione coloristica, fino al minimalismo radicale e alla rinuncia completa alla tela. Al fine di creare un’opera site specific è stata invitata Katarzyna Przezwanska (nata

66

tmfebbraio

nel 1984) per la quale il colore è diventato uno strumento artistico di base. L’artista, che nelle sue opere si riferisce alle tradizioni pittoriche dell’avanguardia, ha modificato cromaticamente lo spazio della galleria. Il colore è servito come uno strumento per effettuare un’analisi dell’ambiente, le qualità di ogni colore in sistemi geometrici sottolineano le funzioni di tutte le stanze e le divisioni architettoniche. Questo lavoro costituisce anche lo sfondo e l’allestimento per tutte le opere presentate alla mostra. La feconda e variegata Associazione Hortus Artieri – Trento, nell’incantevole vicolo dei Birri, 7, proprio dietro Piazza del Duomo – ci ha abituato oramai ad offrirci esposizioni intriganti e particolari, le quali camminano all’interno del mondo della cultura alta, slegate però da ogni moda. Questa volta ci presenta la mostra Il

libro


trentinomostre d’artista, ovvero libri che parlano di libri. Il libro d’artista è un lavoro artistico realizzato in forma di libro. Numerato e in tiratura limitata oppure prodotto come oggetto unico, il libro d’artista può essere realizzato in varie forme e materiali, esprime comunque il piacere del fare e quello di raccontare, a volte senza parole, mondi immaginari di poesia tattile e visiva. Tre artisti presentano i loro lavori offrendoci un mondo variegato che gli ha affascinati con le sue possibilità di sperimentazione: Alda

Failoni, Paola Ponzellini e Franco Vecchiet.

Per tutti prevale il senso del libro come oggetto: collage su fogli di piombo per Franco Vecchiet; libri trasformati in preziosi scrigni che custodiscono nidi d’uccello e a loro volta racchiusi in antiche voliere per Alda Failoni; pagine dipinte e arricchite con collage e fogli d’argento, inserite in scatole a loro volta dipinte per Paola Ponzellini. Tre mondi assolutamente diversi, ma che partono dal principio che la vita è fatta di piccoli frammenti, come dice William Borroughs, di sfumature potremmo aggiungere, le stesse che gli artisti propongono nelle loro opere nel tentativo di raccontare la propria visione della vita. Così il senso della memoria custodita e dell’ordine nelle eleganti pagine di Alda Failoni, si mescolano alle stravaganti e raffinatissime invenzioni di un mondo costruito su frammenti di realtà di Paola Ponzellini che pesca dal quotidiano immagini tra le più disparate che poi rimescola sui fogli a comporre un racconto fantastico; mentre Franco Vecchiet racconta il mondo che lo circonda attraverso la composizione di pagine di diario, come le definisce, costruendo collage di frammenti di tutto l’universo Gutenberg: ritagli di pagine di giornale, di libri, riviste, biglietti dell’autobus che rielabora come documentazione della nostra realtà sfuggente, fermata però su pagine di piombo, che durano nel tempo. Durante il periodo della mostra Alda Failoni racconta la nascita del libro d’artista, il percorso ideativo, l’uso di materiali diversi, la realizzazione dell’esemplare unico. La mostra chiude il 7 febbraio. Orari: martedi-sabato ore 10.30-12.30, giovedi, venerdi, sabato anche il pomeriggio 17.30-19.30.

BONDO Mostre INTERNI - BRUNO LUCCHI PAOLO PETRÒ Apertura: da sabato 20 dicembre 2014 a domenica 1 febbraio 2015. Antica Chiesa di San Barnaba. Da un’idea di Mario Zanetti, testo critico di Gabriele Lorenzoni; evento culturale prodotto da Studio d’Arte Zanetti. Info e orari su: www.zanettiarte.com; Tel. 0365.902009; info@zanettiarte.com.

CORTINA D’AMPEZZO Mostre MASTRO 7 - SETTIMO TAMANINI Apertura: da lunedì 22 dicembre 2014 a domenica 15 febbraio 2015. c/o Grand Hotel Miramont Majestic, in loc. Pezie 103. Mostra personale dedicata al nostro artista Settimo Tamanini, per ammirare le opere delle Grandi Madri e i Frammenti di Icone in rame soffiato naturale. Info: www.mastro7.it.

PIEDICASTELLO Mostre LA GRANDE GUERRA SUL GRANDE SCHERMO Apertura: da lunedì 28 luglio 2014 a domenica 14 giugno 2015. Le Gallerie. Due gallerie, una bianca e una nera, due tunnel stradali in disuso. Una superficie di oltre 6.000 metri quadrati diventata sede espositiva originale e suggestiva gestita dalla Fondazione Museo storico del Trentino. Info: www.museostorico.it.

PREDAZZO Mostre 1864-2014 CENTOCINQUANTA: LA NASCITA DELL’ALPINISMO IN TRENTINO Apertura: da martedì 16 dicembre 2014 a domenica 15 febbraio 2015. Museo geologico delle Dolomiti. Mostra curata da Marco Benedetti, Roberto Bombarda, Riccardo Decarli e Fabrizio Torchio. Orario: dal martedì al sabato (ore 10-12.30 e 16-19); aperto anche domenica 04/01.

ROVERETO Mostre ALVARO SIZA - INSIDE THE UMAN BEING Apertura: da venerdì 4 luglio 2014 a domenica 8 febbraio 2015. Mart. La mostra è a cura di Roberto Cremascoli, con la partecipazione di Álvaro Siza e di Chiara Porcu, responsabile da oltre vent’anni dell’Archivio dell’architetto portoghese, e con il progetto di allestimento firmato dallo studio Cremascoli, Okumura, Rodrigues Arquitectos. Il percorso espositivo racconta l’itinerario artistico e professionale dell’architetto a partire

dalle vicende storiche del suo paese, il Portogallo uscito da un lungo periodo di dittatura. Info: Mart Rovereto Tel. 0464.438887; www. mart.trento.it/alvarosiza. Mostre SCENARIO DI TERRA Apertura: da venerdì 4 luglio 2014 a domenica 8 febbraio 2015. Mart. Scenario di terra è il nuovo progetto che il Mart dedica al paesaggio, inteso come uno dei luoghi d’elezione dell’esperienza umana. Sviluppata dai curatori del Museo, l’esposizione poggia su un nucleo di opere provenienti dalla collezione permanente e su una selezione di materiali dai fondi archivistici del Mart, completati da prestiti e produzioni inedite. Info: Mart Rovereto Tel. 0464.438887; www.mart. trento.it/scenarioditerra. Mostre LA GUERRA CHE VERRÀ NON È LA PRIMA. GRANDE GUERRA 1914-2014 Apertura: da sabato 4 ottobre 2014 a domenica 20 settembre 2015. Mart. Commemorazione del centenario della Prima guerra mondiale, in collaborazione con importanti istituzioni culturali nazionali, costituisce la colonna portante di un grande progetto Mart/Grande guerra 1914-2014 che si sviluppa nelle tre sedi del Museo e si completa con un programma collaterale di eventi, incontri, convegni, appuntamenti. Info: Mart Rovereto www.mart.trento.it/guerra. Mostre CALPESTARE LA GUERRA Apertura: da sabato 11 ottobre 2014 a domenica 1 marzo 2015. Casa Depero. Inserito nell’ampio programma culturale Mart/Grande guerra 1914-2014 ideato per il Centenario della prima guerra mondiale, il progetto espositivo è a cura di Nicoletta Boschiero e Edoardo Marino e presenta parte di una delle maggiori collezioni d’Europa di tappeti di guerra. Info: Mart Rovereto www.mart.trento. it/calpestarelaguerra.

TRENTO Mostre I TRENTINI NELLA GUERRA EUROPEA 1914-1920 Apertura: fino a domenica 30 dicembre 2018. Le Gallerie, Piedicastello. Una mostra che racconta il dramma dei trentini nel corso del primo conflitto mondiale. Orario: da martedì a domenica ore 9.0018.00 (lunedì chiuso). Ingresso libero. Info: www.fondazione.museostorico.it. Mostre AFTERIMAGE RAPPRESENTAZIONI DEL CONFLITTO Apertura: da sabato 25 ottobre 2014 a domenica 1 febbraio 2015. Galleria Civica. La mostra si inserisce in Mart /Grande guerra

67

tmfebbraio


trentinomostre 2014, l’ampio programma culturale ideato dal Mart in occasione del Centenario della Prima guerra mondiale che si sviluppa a Rovereto, in Museo e a Casa Depero, e a Trento negli spazi della Galleria Civica. A cura di Valeria Mancinelli, Chiara Nuzzi, Stefania Rispoli la mostra si misura con la relazione esistente tra immagini e conflitto nell’epoca contemporanea. Info: www.mart.trento.it/afterinage.

Palazzo Thun - Cappella Vantini, Via delle Orne, 1. La mostra presenterà - oltre a vari ritratti di famiglia ottocenteschi (Matteo Thun, Raimondina Thurn, Carolina d’Arsio, Violante Martinengo Cesaresco) dipinti da Ludovico Lipparini, Giovanni Pock e Ferdinando Bassi e al prezioso busto marmoreo di Raimondina Thurn scolpito da Luigi Ferrari. Info: info@discovertrento.it.

Mostre NEL SEGNO DEL CAVALLINO RAMPANTE - FRANCESCO BARACCA TRA MITO E STORIA Apertura: da sabato 25 ottobre 2014 a domenica 12 aprile 2015. Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni, via Lidorno 3. Una mostra per raccontare la figura del maggiore Asso della caccia italiana durante la Prima guerra mondiale e la storia del cavallino rampante, recentemente riconosciuto come il simbolo italiano più famoso al mondo. Orario: dal martedì al venerdì 10-13 e 14-18; sabato, domenica e festivi 10-18. Info: www.museocaproni.it; Tel. 0461.944888; museo.caproni@muse.it.

Mostre ACQUISIZIONI PER L’OTTOCENTO Apertura: da sabato 22 novembre 2014 a domenica 1 febbraio 2015. Torre Vanga - Piazza della Portela, 1. Nel percorso espositivo si potranno ammirare ad esempio alcune limpide Vedute di Trento del pittore veronese Giuseppe Canella, commissionate nel 1835 dal conte Malfatti, in un confronto inedito e suggestivo con la veduta della città esemplarmente presentata da una rara carta da parati; il gusto dell’epoca si riflette anche nei salotti di casa Crivelli, che in mostra ripropongono le atmosfere di un’antica dimora signorile perginese. Orario: ore 10-18. Ingresso libero. Chiuso il lunedì, Natale e Capodanno. Info: info@discovertrento.it.

Mostre OLTRE IL LIMITE. VIAGGIO AI CONFINI DELLA CONOSCENZA Apertura: fino a domenica 14 giugno 2015. Muse. Corso del lavoro e della scienza. Mostra dedicata al tema del limite. Grazie ad exhibit interattivi, allestimenti, video ed esperienze multimediali i visitatori potranno avventurarsi alla scoperta dell’universo e dei suoi misteri. Tra i temi trattati, il big bang, l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, le relazioni tra energia e materia, l’antimateria, i limiti della mente e della tecnologia scientifica e la natura del tempo. Info: www.muse.it. Mostre RITORNO A CASA. OPERE RITROVATE DELLA COLLEZIONE THUN Apertura: da sabato 22 novembre 2014 a domenica 1 febbraio 2015.

Mostre RED MOUNTAIN - MINJUNG KIM Apertura: da giovedì 11 dicembre 2014 a domenica 1 marzo 2015. Mostra personale dell’artista coreana Minjung Kim. Info: Studio d’Arte Raffaelli - Palazzo Wolkenstein Tel. T. 0461.982595; studioraffaelli@tin.it, www.studioraffaelli.com. Mostre DONI PREZIOSI - OPERE E IMMAGINI DALLE COLLEZIONI MUSEALI Apertura: da sabato 13 dicembre 2014 a domenica 22 marzo 2015. Castello del Buonconsiglio. L’esposizione presenterà un’articolata selezione di preziose opere d’arte provenienti dalle collezioni museali del Castello del Buoncon-

siglio, accomunate da un comune filo conduttore: il dono nell’arte. In questa mostra, allestita nelle sale del Castello del Buonconsiglio, il dono viene visto come chiave di lettura della società che ne ha fatto espressione di affetti privati o strumento dei più delicati rapporti diplomatici. Orario 9.30-17, chiuso il lunedì, il 15 dicembre 2014 e l’1 gennaio 2015. Info: www.buonconsiglio.it. Mostre TEMPO DI LUPI - LA STORIA DI UN RITORNO Apertura: da sabato 20 dicembre 2014 a domenica 1 marzo 2015. MUSE, Museo delle Scienze, Corso del Lavoro e della Scienza 3. Orario: da martedì a venerdì 10-18, sabato, domenica e festivi 10-19. Info: www.muse.it; Tel. 0461.270311; museinfo@muse.it. Mostre ARTE CUCINA SOLIDARIETA Apertura: da giovedì 1 gennaio a martedì 31 marzo. c/o Ristorante San Marco - Parco S. Marco. Mostra dell’Artista Annamaria Rossi Zen. Mostre FOR ME, ABSTRACTION IS REAL! Apertura: da sabato 17 gennaio a martedì 31 marzo. Boccanera Gallery. Mostra a cura di Katarzyna Ko odziej, Magdalena Komornicka. Artisti coinvolti: Tomasz Baran, Alicja Bielawska, Justyna Kisielewska, Tomasz Kowalski, Piotr akomy, Cezary Poniatowski,Katarzyna Przezwa ska. Info: www.arteboccanera.com. Mostre L’ACQUA BRUCIA Apertura: da venerdì 23 gennaio a domenica 8 febbraio. Sala Thun e Cantine di Torre Mirana, palazzo Thun, Via Belenzani 3. La mostra affronta vari aspetti di questo fondamentale e prezioso elemento, generatrice di vita e di morte l’acqua è determinante per tutti gli es-

seri viventi. Il valore dell’acqua è immenso, vitale ma sottovalutato. C’è poca acqua sul pianeta che sia accessibile all’uomo e agli altri esseri viventi e la popolazione in continuo aumento, gli sprechi, l’inquinamento riducono il suo margine giorno dopo giorno. Progetto espositivo di Mara Fabbro, a cura di Giovanni Granzotto. Orario: giovedì e venerdì 14-18; sabato e domenica 10-13 e 14-18. Ingresso libero: Info: www.marababbro. com; mara.fabbro@gmail.com. Mostre MARIANO FRACALOSSI (1923-2004) UN’AVVENTURA NEL MONDO DELL’ARTE Apertura: da venerdì 23 gennaio a sabato 7 marzo. Palazzo Trentini. Mostra omaggio a Mariano Fracalossi. Orario: dal lunedì al venerdì ore 10-18; sabato ore 912, festivi chiuso. Mostre LIBRI D’ARTISTA - LIBRI CHE PARLANO DI LIBRI Apertura: da venerdì 23 gennaio a sabato 7 febbraio. Vicolo dei Birri, 7. Alda Failoni, Paola Ponzellini, Franco Vecchiet. Orario: dal martedì al sabato ore 10.30-12.30; giovedì, venerdì, sabato ore 17.30-19.30. Info: www.bortusartieri.it. Mostre ALLA STESSA MENSA, TRA RITO E QUOTIDIANITÀ. PERCORSI DI RIFLESSIONE ATTRAVERSO L’ARTE Apertura: da venerdì 6 a sabato 28 febbraio. La piccola mostra si collega idealmente ad Expo 2015 e presenta una serie di opere incentrate sul tema della mensa e della cucina. Partendo dalle raffigurazioni dell’Ultima cena e passando attraverso altri episodi sacri e profani, l’esposizione mira a far riflettere anche su aspetti quali la convivialità, la famiglia e la condivisione. Info: Tel. 0461.234419; www.museodiocesanotridentino.it.

Passeggiare in Trentino-Alto Adige

35

SEMPLICI ITINERARI PER GRANDI E PICCOLI

Dopo il grande successo di pubblico del libro-guida dedicato ad “Andar per malghe in Trentino”, l’autore ritorna ad occuparsi dell’escursionismo nella nostra regione.

68

tmfebbraio

IN L S IB w w UL RER w. NO IA cu ST O r c u R PP eg O S UR en IT E ov O ese .i t



trentinoappuntamenti

FEBBRAIO E CARNEVALE: COMANDA LA COMICITÀ

F

ebbraio è per tradizione il mese

del

Carnevale. Il Carnevale trentino ha da sempre

il sapore della tradizione e del folklore. Nei vari luoghi

vengono celebrati riti antichi che rievocano le abitudini popolari. Da

Trento alla Val di Fassa,

feste di piazza, sfilate di carri allegorici, rievocazioni di buffi personaggi che escono dalle valli o di prestigiose figure collegate alla storia della nostra terra trentina. Gli appunti comici e l´effervescenza dei personaggi creati da un fuoriclasse della comicità come Teo

Teocoli,

presentati in veri e propri pamphlet teatrali capaci di coinvolgere e divertire il pubblico. Sono quelli contenuti nel nuovo show del comico milanese “Restyling. Faccio tutto” che aprirà il 28 febbraio all’Auditorium S. Chiara di Trento la rassegna di comici “Cabaret: ti amo”. Sempre per la comicità, ricordiamo la

rassegna Punto.Cabaret organizzata dai Toni Marci all’Osteria La Scaletta di Trento. Per la musica classica, il violino di Maristella Patuzzi e il pianoforte

LEO GULLOTTA

U

ltimo di sei figli, fin da piccolo si è avvicinato al mondo dello spettacolo, facendo la comparsa al Teatro Massimo Bellini di Catania. Nella sua pluridecennale carriera di attore, Leo Gullotta ha recitato al cinema e in teatro in commedie e lavori drammatici e ha partecipato a numerosi sceneggiati e varietà per la televisione. Ha svolto inoltre l’attività di doppiatore, prestando la sua voce all’attore Joe Pesci. Maturato un periodo di rodaggio sui palcoscenici del Campanella, del Carlino, del Puff, La Chanson, a partire dagli anni Ottanta ha acquisito una crescente popolarità, non soltanto televisiva, come attore della compagnia del Bagaglino, per la quale ha realizzato innumerevoli parodie, prima fra tutte quella della signora Leonida, divenuta un personaggio quasi leggendario della storia della televisione italiana. Nel marzo 1995 dichiara la propria omosessualità al settimanale Rome gay. Nel marzo 2012 denuncia dalle pagine del quotidiano Leggo di essersi visto negare il ruolo di Don Puglisi nell’omonima serie televisiva RAI in quanto omosessuale, per il dissenso di un alto dirigente dell’azienda. Nel 2010 ha festeggiato i cinquant’anni di attività artistica. Nel 2011 ha prodotto insieme a Fabio Grossi il film-documentario In arte Lilia Silvi ideato e diretto da Mimmo Verdesca che racconta la vita e la carriera dell’ultima diva del Cinema dei telefoni bianchi, Lilia Silvi. Il documentario ha vinto il Nastro d’argento 2012 per il Miglior Documentario dedicato al Cinema e ha partecipato con grande successo alla VI edizione del Festival internazionale del film di Roma, al BIF&ST 2012 e al 30º Valdarno Cinema Fedic dove ha vinto il premio della giuria “Giglio Fiorentino d’argento”. Ha raccontato la sua vita nell’autobiografia Mille fili d’erba. Ovvero: come vivere felici anche su questa terra (1998; Di Renzo Editore).

di Mario Patuzzi segneranno, domenica 1, il primo appuntamento di febbraio per la rassegna “I

concerti della domenica”. È,

invece, quello del 10 febbraio con il Quartetto Kelemen il

l’11 febbraio con la sua Shen

Wei Dance Arts,

di cui è direttore artistico e oltre ad essere coreografo e

primo concerto in cartellone di questo mese per la stagione

direttore di scena.

della Società Filarmonica.

Per le Stagioni di Trento e Bolzano, l’attore siciliano

Ed eccoci alla danza. Dopo aver partecipato agli eventi

Leo Gullotta sarà il protagonista di “Prima del

inaugurali del teatro Zandonai di Rovereto con un intero

silenzio” tratto dall’opera di Giuseppe Patroni Griffi. Il 16

week end all’insegna della danza, la compagnia di casa

ed il 17 febbraio al Teatro Zandonai di Rovereto Angela

Abbondanza-Bertoni sarà nuovamente

Finocchiaro, Maria Amelia Monti e Stefano Annoni sono i

in scena nel restaurato teatro cittadino il prossimo 21

protagonisti di “La

febbraio con Duel. Al teatro Sociale di Trento sarà ospite,

Comencini.

70

tmfebbraio

scena”, testo e regia di Cristina


trentinoappuntamenti 1 DOMENICA Cultura VISITA GUIDATA GRATUITA ALLE COLLEZIONI DEL MUSEO DIOCESANO TRIDENTINO Trento. Ore 16. Le opere esposte nelle sale del Museo Diocesano Tridentino raccontano moltissime storie: le storie degli artisti che le hanno create, dei committenti, dei luoghi da dove provengono e dei grandi eventi della storia. La visita guidata alle collezioni del museo è un’occasione da non perdere per conoscere queste storie e osservare splendidi esempi della ricca produzione artistica locale tra il XIII e il XIX secolo. L’appuntamento è fissato per le ore 16.00 presso la biglietteria del Museo Diocesano. La partecipazione è libera, gratuita e non necessita di prenotazione Ricordiamo inoltre che in occasione della prima domenica del mese l’ingresso al museo sarà gratuito per l’intera giornata. Orario di apertura: 10.00-13.00 / 14.00-18.00. Info: Tel. 0461.234419; www.museodiocesanotridentino.it. Danza TARANTA ATELIER Rovereto. Ore 10-13. CID-Centro Internazionale della Danza. Laboratorio di danza teatrale sugli aspetti simbolici, iconografici, letterari e rituali del Tarantismo e della Pizzica salentina. Durante il laboratorio di danza teatrale, Taranta Atelier, si studiano i passi dei differenti stili di Tarantella, si creano coreograficamente sequenze danzate e insieme si costruisce una storia, il cui tema è “il Tarantismo, oggi”. Condotto da Maristella Martella. Costo 80 €. Info: cid@centrodelladanza.it. Musica I CONCERTI DELLA DOMENICA Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica. Maristella Patuzzi, violino; Mario Patuzzi: pianoforte su musiche di E. Bloch (1880-1959): Baal Shem. Three Pictures of Chassidic Life (1923); C. Saint-Saëns (1835-1921): Danse macabre in sol minore op. 40 (1876); M. Castelnuovo-Tedesco (1895-1968: Parafrasi da concertO su “Largo al factotum” dal Barbiere di Siviglia; M. Ravel (1875-1937): Sonata; W. Lutoslawski (1913-1994): Subito. M. Ravel: Tzigane. Info: www.filarmonica-trento.it. Teatro TERRA DI NESSUNO Trento. Ore 16. Teatro S. Marco. Commedia di Eraldo Baldini con T.I.M. - Teatro Instabile Meano. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro CIRCOPIZZA XXL (OVVERO EXTRALARGE) Gardolo. Ore 16.30. Teatro Comunale. Commedia di Giuseppe Marazzi con la FiloCircus.Laives & Arte Viva (Filodrammatica di Laives). Per la XII Rassegna Provinciale di teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

Febbraio

il mese dell’amore… …anche all’Hotel Adige!

Teatro LA TV DEI TONI MARCI Lardaro. Ore 20. Teatro. Spettacolo di e con “I Toni Marci” di Trento. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro MISSION DAL PARADIS Viarago. Ore 17.30. Teatro Parrocchiale. Commedia di Antonella Zucchini con la Filodrammatica di Viarago. Per la rassegna teatrale “Viarago a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro MOLLETTA COMIC SHOW Bieno Valsugana. Ore 14. Piazza Maggiore. Spettacolo teatro di strada. Info: Biblioteca di Strigno Tel. 0461.762620. Teatro ragazzi CENERENTOLA Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti, via Santa Croce 67. Spettacolo con la Compagnia Teatrale La luna nel letto. Across the universe con Annarita De Michele, Luigi Tagliente, Nunzia Antonino, Paolo Gubello. Regia, scene e luci Michelangelo Campanale. Info: www.centrosantachiara.it, n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Teatro ragazzi UN TRENO CARICO DI FILASTROCCHE Vezzano. Ore 16.30. Teatro Valle dei Laghi,Via Stoppani, loc. Lusan. Vezzano. Info: Teatro Valle dei Laghi Tel. 0461.340158; www.teatrovalledeilaghi.it

4 MERCOLEDÌ Corsi DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. c/o sede Associazione “Mana”. Info: mimosa.2009@live.it. Musica CONCERTO ORCHESTRA HAYDN: DIRETTORE CHRISTOPH POPPEN Trento. Ore 20.30. Auditorium Santa Chiara, via Santa Croce 67. Christoph Poppen, Alessandro Carbonare clarinetto di bassetto, Ferran Cruixent: prima esecuzione assoluta su musiche di Wolfgang Amadeus Mozart: Concerto per clarinetto e orchestra in la maggiore, k 622; Johannes Brahms: Sinfonia n. 3 in fa maggiore, op. 90. Info: www.haydn.it.

TRENTO – Loc. Mattarello – T. 0461.944545 www.adigehotel.it

Per i più piccoli TROVA L’INTRUSO IMPARARE LA STORIA GIOCANDO E APERITIVO DEL “PERTEGANTE” Pieve Tesino. Dalle ore 18 alle 19. Museo Casa De Gasperi. Attività per piccoli e per grandi. Info: Museo Tel. 0461.594382 oppure 366.6341678.

5 GIOVEDÌ Corsi MOVIMENTO IN DANZA Trento. Ore 19-20.30. Centro Teatro, Viale degli Olmi 24. Le tecniche provengono dalla Danzaterapia:danze ritmiche come l’Expressione Primitive, danza spontanea e creativa, danze meditative, movimento autentico e tecniche per armonizzazione e rilassamento. Per partecipare non è necessario saper ballare , nessuno giudica ed è giudicato. Info: 339.4602596 o scrivere a: natalina.susat@libero. it; www.laltrarte.org.

6 VENERDÌ Teatro INNOCENTE Trento. Ore 21. Teatro Portland, via Papiria 8, Piedicastello. Spettacolo con Officina Teatro. Tratto dal romanzo di John Grisham Drammaturgia, Regia e Interpretazione Mirko D’Urso. Lo spettacolo è sconsigliato ad un pubblico inferiore ai 16 anni. L’incredibile e triste vicenda di Ron Williamson, giovane speranza del Baseball americano ingiustamente accusato di omicidio e condannato alla pena capitale. Info: www.teatroportland.it; Tel. 0461.924470; info@teatroportland.it. Teatro FROST/NIXON Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Spettacolo con il Teatro Elfo Puccini. Traduzione di Lucio De Capitani, uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani con Fer-

dinando Bruni David Frost, Elio De Capitani Richard Nixon. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Teatro PRIMA CHE SIA MASA TARDI... Faver. Ore 21. Molin de Portegnach. Spettacolo teatrale di e con Loredana Cont, che con molta ironia e autoironia pone l’attenzione sulla vita di tutti i giorni, sulla normalità e sulle contraddizioni della nostra quotidianità e società. Info: Sorgente ‘90 info@sorgente90.org, www.sorgente90.org.

7 SABATO Musica PIERINO E IL LUPO Trento. Ore 17.30. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Coro e orchestra a cura del Conservatorio di Vicenza. Info: www.filarmonica-trento. it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Teatro FROST/NIXON Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Spettacolo con il Teatro Elfo Puccini. Traduzione di Lucio De Capitani, uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani con Ferdinando Bruni David Frost, Elio De Capitani Richard Nixon. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@ centrosantachiara.it. Teatro NON SOLO ANIMALI DA FAVOLA... SULLA STRADA ROMANA DEL SASS Trento. Ore 16. SASS, Spazio archeologico sotterraneo del Sas, piazza Cesare Battisti. Spettacoli teatrali per bambini con il gruppo Emit Flesti. Teatro NUDA E PER POCHI SOLDI Bedollo. Ore 20.45. Teatro Nuovo. Commedia di Loredana Cont con la Filodrammatica “Ce.Dro”

71

tmfebbraio


trentinoappuntamenti di Dro. Per “Foie de Bedol”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LE TRE MARIE Civezzano. Ore 20.45. Teatro “Luigi Pirandello”.Commedia di Valerio di Piramo con la Compagnia Teatrale “Sipario Amico” di Merano. Per la 21a edizione “Bruno Palaoro”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro MISSION DAL PARADIS Povo. Ore 21. Teatro “Concordia”. Commedia di Antonella Zucchini con la Filodrammatica di Viarago. Per la rassegna teatrale “Isidoro Trentin”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro PILLOLE, AMORE E FRENESIA Gardolo. Ore 20.45. Teatro Comunale “Gigi Cona”.Commedia tratto da “Mio suocero in rodaggio” di Arnaldo Boscolo - adattam. dial. di Stefano Giacomini. Per la XXVII rassegna teatrale “Alegra Ribalta”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro QUALCHEDUNI HA FAT I CORNI Verla di Giovo. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di Loredana Cont con la Filodrammatica “La Grinta” di Arco. Per l’8a edizione della rassegna teatrale de Pellicano. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EN DÌ ALL’OSPEDALE Mezzocorona. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di Camillo Vittici con la Filodrammatica di Telve Valsugana. Per la rassegna teatrale “S. Gottardo”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EN VEDOF ALEGRO Mezzocorona. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di Moreno Burattini con la Filodrammatica “Toblino” di Sarche. Per la rassegna teatrale “S. Gottardo”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro EL PROCESS OlleValsugana. Ore 20.45. Teatro “San D. Savio”. Commedia di Roberto Caprara con il Gruppo “Amici del Teatro” di Serravalle. Per la rassegna teatrale dialettale 2015.

Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro QUASI QUASI PROVO ANCA MI Martignano. Ore 20.45. Teatro Oratorio. Commedia di Gloria Gabrielli con la Filodrammatica “Nino Berti” di Rovereto. Per la rassegna “Insieme a teatro sull’Argentario”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro SOGNO POETICO DI UNA GALLINA RITMICA (OVVERO: “AH, STIAMO FRESCHI SE LA GALINA CANTA”) Malé. Ore 21. Teatro. Commedia tratta da “150 la gallina canta” di Achille Campanile con la Filodrammatica “La Marianela” di Romallo. Per la rassegna “Teatrando 2015”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro VA TUT BEN... BASTA CHE I PAGA! Lavis. Ore 21. Auditorium Comunale. Commedia di Loredana Cont con la Filodrammatica “S. Rocco” di Nave S. Rocco. Per la rassegna “Ricordando Nicola”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro PER QUEL TEMPORAL SUL BRENTA Dro. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia con autore anonimo - trad. dialett. e adattamento di Riccardo Gottardi con la Filodrammatica “Doss Caslir” di Cembra. Per la rassegna “Nino Faitelli” 8a edizione della rassegna teatrale di primavera. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro INNAMORARSI A SETTANT’ANNI Vigo di Ton. Ore 20.30. Teatro Comunale. Commedia di Giancarlo Migliorini con la Compagnia “Piccolo Teatro Pineta” di Pineta di Laives. Per la 12a edizione di “Una sera a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ‘NA CROCIERA DE... SOGNO Zambana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Commedia di Gigliola Brunelli con la Filodrammatica “S. Genesio” di Calavino e Associazione “Oasi della Valle dei Laghi”. Per “Zambana a teatro 2015”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.

RIVENDITE AUTORIZZATE BIGLIETTI, CONCERTI, SPETTACOLO, SPORT & CULTURA

TRENTO – Via Ghiaie 15 Tel. 0461 362111 – annunci@bazar.it

Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.00-18.00

Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.30-18.30

ANDREA PUCCI

TERESA MANNINO

IRENE GRANDI

Forte della esperienza maturata da oltre 10 anni sui palchi più prestigiosi, l’Artista racchiude in “RESTYLING” oltre 50 anni di carriera, uno spettacolo che si articola tra cabaret, canzone, cinema, tv e teatro con una serie di personaggi e monologhi che Teo presenterà in teatro con qualche aggiornamento dettato dai tempi cambiati.

La comicità di Andrea Pucci è semplice e diretta, per questo piace ai più giovani ma anche ai nonni. C’E’ SOLO DA RIDERE… è la raccolta delle sue migliori proposte elaborate espressamente per esibizioni teatrali. Lo spettacolo, in atto unico, è concettualmente divisibili in tre parti: LA SOCIETÀ IN CUI VIVIAMO; VOI; IO. Oltre un’ora e mezza di puro divertimento senza pensieri, per una serata “leggera”.

Pensa sempre a quello che dice e dice sempre quello che pensa. Si potrebbe sintetizzare in questo modo il carattere che contraddistingue Teresa Mannino che, in questo suo nuovo lavoro teatrale, attraversa strade e temi diversi ed istintivi: l’amore, la vita, il tradimento, gli uomini e le donne, la passione per la conoscenza e per la propria terra. E con la stessa passione racconterà i tormenti di Penelope e quelli della vicina di casa.

Una canzone scritta da lei per Sanremo, un tour teatrale che la vede protagonista assoluta e un nuovo contratto discografico: tante le novità che riguardano Irene Grandi in questo 2015 ancora sulla soglia, ma soprattutto tanti i suoi progetti che svelano una donna nuova, più ricca e complessa artisticamente, più consapevole.

TRENTO Auditorium S. Chiara 28 febbraio 2015 ore 21

TRENTO Auditorium S. Chiara 14 marzo 2015 ore 21

TRENTO Auditorium S. Chiara 21 aprile 2015 ore 21

TRENTO Auditorium S. Chiara 24 maggio 2015 ore 21

TEO TEOCOLI

72

BOLZANO – Via Bari 15 Tel. 0471 930993 – bazarbz@bazar.it

tmfebbraio


trentinoappuntamenti Teatro LA È STADA GROSSA Taio. Ore 21. Teatro Cinema Culturale. Commedia di Loredana Cont con la Filodrammatica “La Revodana” di Revò. Per “Amici del Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro VA TUT BEN... BASTA CHE I PAGA! Lavis. Ore 20.45. Auditorium. Commedia di Loredana Cont con la Filodrammatica “S. Rocco” di Nave S. Rocco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro SAL E PEVER Ravina. Ore 21. Teatro “Demattè”. Commedia di Alfredo Pitteri con l’Associazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo in Banale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro SARÒ COME LA TATIANA Casatta diValfloriana. Ore 20.30. Teatro Comunale. Commedia di Massimo Brusasco con la Compagnia Teatrale “Strapaes” di S. Giacomo di Laives. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA TV DEI TONI MARCI Nago Torbole. Ore 21. Teatro. Spettacolo di e con “I Toni Marci” di Trento. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro SANTA VITTORIOSA PALACE HOTEL Ala. Ore 20.30. Teatro “Sartori”. Commedia di Luisa Pachera con l’Associazione Culturale “Grenzland” di Avio. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Tradizione CARNEVALE A PINÉ 2015 Baselga di Piné. Oratorio G. B. Zorzi e vie del centro. Tradizionale festa di Carnevale di Piné. Programma: ritrovo delle maschere e dei carri alle 14.15. Alle 14.30 partenza dei carri e delle mascherine e sfilata lungo le vie del centro di Baselga di Piné. A seguire ritorno all’Oratorio, dove ci sarà animazione per grandi e piccini e dove gli Alpini di Baselga distribuiranno a tutti i partecipanti pasta, tè e brulé. Info: A.p.T. Tel. 0461.557028.

8 DOMENICA Corsi IO DOMENICA DISEGNO - LA LUCE Trento. c/o Studio d’Arte Andromeda - Via Malpaga, 17. Giornata di approfondimento sui temi fondamentali del disegno. “Disegnare la luce”. Orario: 9-12.30/14-18. Per informazioni e iscrizioni tele-

fonare a: Toti 340.3412733 oppure Umberto 340.1483985. Il costo del corso, comprensivo di tutto il materiale necessario è di € 60,00. Cultura VISITE GUIDATE ALLA TORRE DI PIAZZA Trento. Ore 11. La Torre di Piazza, detta anche Torre civica, è un monumento di grande valenza storica e identitaria che da secoli rappresenta un simbolo inconfondibile della città di Trento. I biglietti, del costo di 7 euro, sono in vendita al Museo Diocesano Tridentino negli orari di apertura. È possibile acquistare il biglietto sia al momento, sia anticipatamente, riservando così il proprio posto per una data a scelta. Info: Tel. 0461.234419; www.museodiocesanotridentino.it. Musica CORO I FILARMONICI E SANDRO FILIPPI IN CONCERTO Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica, via Verdi 30. Elisa Pichler,Isabella Pisoni, Dania Tosi, soprani; Mariapia Bortolotti, mezzosoprano; Marco Franceschi, Roberto Garniga, corni; Flora Vedovelli, arpa; Antonio Camponogara, pianoforte; Coro “I Filarmonici”; Sandro Filippi, direttore su musiche di F. Schubert (1797-1828), J. Brahms (1833-1897). Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244. Teatro FROST/NIXON Trento. Ore 16. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Spettacolo con il Teatro Elfo Puccini. Traduzione di Lucio De Capitani, uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani con Ferdinando Bruni David Frost, Elio De Capitani Richard Nixon. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@ centrosantachiara.it. Teatro TOCATÌ Trento. Ore 16. Teatro S. Marco. Commedia di Giorgio Tosi - trad. dialettale di Giusy Zanvettor con la Compagnia Teatrale “El Mesedò” di Panchià. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro QUELLO... BUONANIMA Sopramonte. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia di Ugo Palmerini con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la rassegna teatrale “Isidoro Trentin”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro CIACERE, ZIGHI E REBALTON... TUTI MATI E GNANCA UNO DE BON! Zivignago. Ore 17.30. Teatro. Spettacolo di Andrea Cortelletti con la Compagnia “Follie d’autore città di Trento”. Per la rassegna teatrale “Zivignago sera in... prosa”.

Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Tradizione CARNEVALE A BORGO Borgo Valsugana. Ore 12. Tradizionale Bigolada con Sfilata dei carri e dei Gruppi. Info: Biblioteca di Borgo Valsugana Tel. 0461.754052.

10 MARTEDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Ore 20.45. Sala polifunzionale parrocchia di S. Antonio, via S. Antonio 20. “’900: eredità profetiche per il 2000. La relazione con l’Altro dal ‘900 alle neuroscienze”. Info: dialogo.dicomunita@gmail.com. Musica QUARTETTO KELEMEN IN CONCERTO Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Quartetto Kelemen (Premio Borciani 2014); Barnabás Kelemen, violino; Gábor Homoki, violino e viola; Katalin Kokas, violino e viola; Dóra Kokas, violoncello su musiche di F.J. Haydn: Quartetto in re min. op. 76 n. 2; F. Mendelssohn: Quartetto in la min. op. 13; B. Bartok: Quartetto n. 5. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Teatro RAGGI DI LUCE Trento. Teatro Cuminetti, via Santa Croce 67. Ore 9.00 (secondo ciclo scuola primaria); 11.00 (terzo anno scuola dell’infanzia e primo ciclo primaria). Spettacolo con La Baracca Testoni Ragazzi. Risparmio energetico ed energie sostenibili. Progetto in collaborazione con il MUSE. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.

11 MERCOLEDÌ Cultura PRESENTAZIONE LIBRO Trento. Ore 20. Hotel America - Via torre Verde, 50. Presentazione del libro: “Tre punti di rosso” di Luisa Gretter Adamoli ed. Curcu&Genovese. Conduce Milena Di Camillo. Al termine della serata, per chi lo gradisce, è prevista la cena; la quota di partecipazione è di 30 euro .Per prenotare si prega di rivolgersi alla Presidente Associazione Mafalda Donne Trento: Carolimna Marangoni presso presso Boutique Carol, Via del Suffragio, 55 Trento o tel. 0461.235965. Danza MAP - NEAR THE TERRACE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo con Shen Wei Dance Arts. Info: www.centrosantachiara.it.

12 GIOVEDÌ Cultura VISITA GUIDATA ALLA BASILICA PALEOCRISTIANA DI SAN VIGILIO Trento. Ore 16. A un anno dalla morte di mons. Iginio Rogger, il Museo Diocesano Tridentino ricorda la figura del suo direttore proponendo una visita guidata alla Basilica Paleocristiana di San Vigilio, area archeologica indagata da mons. Rogger tra il 1964 e il 1977. Info: Tel. 0461.234419; www.museodiocesanotridentino.it. Teatro ALTO - FRAGILE Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, via della Malpensada 82-88. Spettacolo di e con Maura Pettorruso, Stefano Pietro Detassis, Flora Sarrubbo, Christian Mair. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.

73

tmfebbraio


trentinoappuntamenti 13 VENERDÌ Teatro TORNO INDIETRO E UCCIDO IL NONNO Trento. Ore 21. Teatro Portland. Commedia di e con Roberto Abbiati e Andrea Brunello con la Compagnia “Arditodesìo” Teatro Portland. Per “La bella stagione del Portland”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

14 SABATO Teatro OSCAR E LA DAMA IN ROSA Cognola. Ore 20.45. Teatro. Commedia tratta dal romanzo di Eric-Emmanuel Schmitt con ARRT - Attori Riuniti Rovereto Trento. Per la rassegna “Insieme a teatro sull’Argentario”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro DESTINAZIONE LIBERTÀ (LE PORTE DELLA MONTAGNA) Malé. Ore 21. Teatro. Musical di e con il Gruppo Giovanile “Strade Aperte” di Vermiglio. Per la rassegna “Teatrando 2015”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro TORNO INDIETRO E UCCIDO IL NONNO Trento. Ore 21. Teatro Portland. Commedia di e con Roberto Abbiati e Andrea Brunello con la Compagnia “Arditodesìo” Teatro Portland. Per “La bella stagione del Portland”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EL PROCESS Taio. Ore 21. Teatro Cinema Culturale. Commedia di Roberto Caprara con il Gruppo “Amici del Teatro” di Serravalle. Per “Amici del Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro QUASI QUASI PROVO ANCA MI Trambileno. Ore 20.45. Auditorium Comunale “Moscheri”. Commedia di Gloria Gabrielli con la Filodrammatica “Nino Berti” di Rovereto. Per “Sipario d’oro 2015”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro MI NO ME SOM NOTÀ Pedersano. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Leonardo Franchini con la Compagnia dell’Attimo di Rovereto. Per “Sipario d’oro 2015”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TERRA DI NESSUNO Levico Terme. Ore 20.30. Teatro Comunale. Commedia di

74

tmfebbraio

Eraldo Baldini con T.I.M. - Teatro Instabile Meano. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA TV DEI TONI MARCI Cavedine. Ore 20.30. Teatro. Commedia di e con “I Toni Marci” di Trento. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro CIACERE, ZIGHI E REBALTON, TUTI MATI E GNANCA UNO DE BON! Nago. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Andrea Cortelletti con la Compagnia “Follie d’autore” Città di Trento. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro ATTENTO ALLA CIOCCOLATA, CALLAGHAN! Rumo. Ore 20.45. Auditorium “Marcena”. Commedia di Quattrocchi e Cattivelli con il Gruppo Teatrale Tuenno. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’ACQUA E IL MISTERO DI MARIPURA Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti, via Santa Croce 67. Spettacolo dal libro “L’acqua e il mistero di Maripura” di Chiara Carminati con con Manuel Buttus, Sonia Cossettini, Valentina Recchia. Regia Nicoletta Vicentini. Età: a partire dai 6 anni. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Teatro SPECCHI RIFLESSI PAOLO HENDEL Vezzano. Ore 20.45. Teatro Valle dei Laghi, Via Stoppani, loc. Lusan. Info: Teatro Valle dei Laghi tel. 0461 340158; www.teatrovalledeilaghi.it Tradizione CARNEVALE A TRENTO Centro storico e Piazza Duomo. Grande sfilata dei carri allegorici e dei gruppi mascherati. Info: www. trentocultura.it

15 DOMENICA Musica JOHN DIAMANTI FOX E QUARTETTO INDACO IN CONCERTO Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica, via Verdi 30. John Diamanti-Fox, clarinetto; Quartetto Indaco: Eleonora Matsuno, violini; Jamiang Santi, violino; Francesca Turcato, viola; Isabel Vaz, violoncello su musiche di W. A. Mozart (1756-1791): Quintetto in La magg. per clarinetto e archi KV. 581; Allegro - Larghetto - Minuetto e trio - Allegretto con variazioni; D.

Sostakovic (1906-1975): Quartetto per archi in Mi bem. magg. n. 9 op. 117; Moderato con moto - Adagio - Allegretto - Adagio - Allegro. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Teatro CARRIOLE D’AMORE Trento. Ore 16. Teatro S. Marco. Commedia di Claudio Morelli con la Filodrammatica di Canezza di Pergine. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TORNO INDIETRO E UCCIDO IL NONNO Trento. Ore 10. Teatro Portland. Commedia di e con Roberto Abbiati e Andrea Brunello con la Compagnia “Arditodesìo” Teatro Portland. Per “La bella stagione del Portland”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’ACQUA E IL MISTERO DI MARIPURA Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti, via Santa Croce 67. Spettacolo dal libro “L’acqua e il mistero di Maripura” di Chiara Carminati con con Manuel Buttus, Sonia Cossettini, Valentina Recchia. Regia Nicoletta Vicentini. Età: a partire dai 6 anni. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Tradizione CARNEVALE PIEVARAZO Pieve Tesino. A partire dalle ore 10. Piazza Buffa Schievano. Musica, carri allegorici, vaso della fortuna, pastasciutta e crostoli per tutti, animazione per bambini. Info: APT Valsugana ufficio di Castello Tesino Tel. 0461.593322.

16 LUNEDÌ Musica ADOLFO GUTIERREZ ARENAS E JAVIER PERIANES IN CONCERTO Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Adolfo Gutierrez Arenas, violoncello; Javier Perianes, pianoforte su musiche di R. Schumann: Drei Fantasiestücke op. 73 in la min.; J. Brahms: Sonata in mi min. op. 38; L. van Beethoven: Sonata in sol min. op. 5 n. 2; F. Mendelssohn: Sonata in Re magg. op. 58. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Teatro LA SCENA Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Due amiche mature leggono una domenica mattina una scena di teatro che una delle due deve recitare l’indomani. I loro caratteri opposti si rivelano subito dal modo in cui sentono e interpretano il monologo: per Lucia, attrice,

quelle righe raccontano fragilità e temibili tempeste dell’anima; per Maria, dirigente di banca separata e madre di due bambini, le tempeste della scena sono allegri ed erotici terremoti interni, occasioni di vita. Due femminilità opposte. Con Angela Finocchiaro, Maria Amelia Monti, Stefano Annoni, testo e regia Cristina Comencini Info: cultura@comune.rovereto. tn.it; Tel. 0464.452253

17 MARTEDÌ Teatro LA SCENA Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Con Angela Finocchiaro, Maria Amelia Monti, Stefano Annoni, testo e regia Cristina Comencini Info: cultura@comune.rovereto.tn.it; Tel. 0464.452253 Tradizione BIGOLADA DI CARNEVALE Strigno. A partire dalle ore 12. Piazza Municipio. Info: APT Valsugana ufficio di Borgo Valsugana Tel. 0461.727740. Tradizione CARNEVALE A TRENTO Piazza Duomo e Piazza C. Battisti, Laboratorio maschere, teatro di strada, favole per bambini, distribuzione bevande calde e krapfen. Info: www.trentocultura.it

18 MERCOLEDÌ Corsi DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. c/o sede Associazione “Mana”. Info: mimosa.2009@live.it. Tradizione PASTA IN PIAZZA Castello Tesino. A partire dalle ore 12. Tradizionale pastasciutta in piazza San Giorgio. Info: APT Valsugana ufficio di Castello Tesino Tel. 0461.593322.

19 GIOVEDÌ Teatro PRIMA DEL SILENZIO Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Tratto dall’opera di Giuseppe Patroni Griffi con Leo Gullotta e Eugenio Franceschini e con l’apparizione speciale di Paola Gassman. Regia Fabio Grossi. Info: www.centrosantachiara. it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.

20 VENERDÌ Teatro PORTAMI IN UN POSTO CARINO Trento. Ore 21. Teatro Portland. Commedia di Tobia Rossi con la Compagnia “Chronos3”. Per “La bella stagione del Portland”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.


trentinoappuntamenti Teatro PRIMA DEL SILENZIO Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Tratto dall’opera di Giuseppe Patroni Griffi con Leo Gullotta e Eugenio Franceschini e con l’apparizione speciale di Paola Gassman. Regia Fabio Grossi. Info: www.centrosantachiara. it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.

21 SABATO Corsi COSTELLAZIONI FAMILIARI Zambana vecchia. Ore 15-18. c/o sede Associazione “Mana”. Metodo Bert Hellinger con Julijana Osti. Info: julijana.osti@libero. it - 320.0790075. Teatro CARRIOLE D’AMORE Bedollo. Ore 20.45. Teatro Nuovo. Commedia di Claudio Morelli con la Filodrammatica di Canezza di Pergine. Per “Foie de Bedol”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NUDA E PER POCHI SOLDI Civezzano. Ore 20.45. Teatro “Luigi Pirandello”. Commedia di Loredana Cont con la Filodrammatica “Ce.Dro” di Dro. Per la 21a edizione “Bruno Palaoro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro SARÒ COME LA TATIANA Gardolo. Ore 20.45. Teatro Comunale “Gigi Cona”.Commedia di Massimo Brusasco con la Compagnia “Strapes” di S. Giacomo di Laives. Per la XXVII rassegna teatrale “Alegra Ribalta”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NO’L ME PIASS Olle Valsugana. Ore 20.45. Teatro “San D. Savio”. Commedia di e con l’Associazione Culturale “La Baraca” di Martignano. Per la rassegna teatrale dialettale 2015. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro I PROBLEMI DELA COIDURA Cognola. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Ernesto Paternoster con il Gruppo Teatrale Rumo. Per la rassegna “Insieme a teatro sull’Argentario”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ‘L SAGRESTAN DE DON ALBINO Lavis. Ore 21. Auditorium Comunale. Commedia di Luciano Zendron - tratto da un lavoro di Dino Belmondo con la Filodrammatica “Arca di Noè” di Mattarello. Per la rassegna “Ricordando Nicola”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro PARCHEGGIO A PAGAMENTO Vigo di Ton. Ore 20.30. Teatro Comunale. Commedia di Italo Conti - trad. dialettale di Romano Turrini con la Filodrammatica “Arcobaleno” di Arco. Per la 12a edizione di “Una sera a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA NOT DE LE STRIE Zambana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Commedia di Aldo Cirri con la Filodrammatica “ACS Punto 3” di Canale di Pergine. Per “Zambana a teatro 2015”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA TV DEI TONI MARCI Taio. Ore 21. Teatro Cinema Culturale. Spettacolo di e con “I Toni Marci” di Trento. Per la rassegna teatrale “Amici del Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro MISSION DAL PARADIS Castellano. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Antonella Zucchini con la Filodrammatica di Viarago. Per “Sipario d’oro 2015”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro MI NO ME SON NOTÀ Mori. Ore 20.45. Teatro “Sociale”. Commedia di Leonardo Franchini con la Compagnia dell’Attimo di Rovereto. Per “Sipario d’oro 2015”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PETER PAN - UN MUSICAL FANTASTICO Serravalle. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo con la Compagnia di Lizzana. Per “Sipario d’oro 2015”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PETER & WENDY UN’AVVENTURA INFINITA Levico Terme. Ore 20. Teatro “Mons. Caproni”. Commedia liberamente ispirata a “Peter Pan” di J.M. Barrie - adattam. di Stefano Borile Filolevico di Levico Terme. Per la 13a edizione di “Franco & Daniela”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PENSIOM CHE REBALTOM Nago. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Gloria Gabrielli con la Filodrammatica “La Scena” di Arco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PARCHEGGIO A PAGAMENTO Vigo di Ton. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Italo Conti - trad. dialettale e adattamento di Romano

Turrini con la Filodrammatica “Arcobaleno” di Arco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BASTAVA ‘NA BOTA Povo. Ore 21. Teatro “Concordia”. Commedia di Loredana Cont con la Filodrammatica “Concordia ‘74” di Povo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PRIMA DE ‘NRABIARTE... CONTA! Rumo. Ore 20.45. Auditorium “Marcena”. Da “Natale al basilico” di Valerio Di Piramo - trad. dialett. e adattamento di Valerio Bombardelli con la Filodrammatica di Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PRIMA DEL SILENZIO Trento. Ore 21. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Tratto dall’opera di Giuseppe Patroni Griffi con Leo Gullotta e Eugenio Franceschini e con l’apparizione speciale di Paola Gassman. Regia Fabio Grossi. Info: www.centrosantachiara. it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Teatro IL NONNO ARABO Ravina di Trento. Ore 20.45. Sala polivalente Claudio Demattè, via per Belvedere 4. Spettacolo con la Compagnia Filodrammatica di Nunzio Cocivera di Civezzano. Info: www.ravina.tn.it; Tel. 0461.1860935; info@ravina.tn.it. Teatro LIBERE STORIE ANDREA CASTELLI Vezzano. Ore 20.45. Teatro Valle dei Laghi, Via Stoppani, loc. Lusan. Info: Teatro Valle dei Laghi Tel. 0461.340158; www.teatrovalledeilaghi.it Tradizione LA CASOLARA Trento. Dalle 10 alle 19. Piazza Fiera. La tradizionale fiera delle migliori produzioni di formaggio. Un itinerario all’insegna del gusto, durante il quale si possono assaggiare e apprezzare le peculiarità delle diverse produzioni artigianali dei formaggi tipici dell’arco alpino. Info: www.lacasolara.com; www. trentofiere.com

22 DOMENICA Cultura VISITE GUIDATE ALLA TORRE DI PIAZZA Trento. Ore 11. La Torre di Piazza, detta anche Torre civica, è un monumento di grande valenza storica e identitaria che da secoli rappresenta un simbolo inconfondibile della città di Trento. I biglietti, del costo di 7 euro, sono in vendita al Museo Diocesano Tridentino negli

orari di apertura. È possibile acquistare il biglietto sia al momento, sia anticipatamente, riservando così il proprio posto per una data a scelta. Info: Tel. 0461.234419; www.museodiocesanotridentino.it. Musica TRIO CONCORDIAE IN CONCERTO Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica, via Verdi 30. Trio Concordiae Savva Fatkulin, violino; Tobia Revolti, violoncello; Asya Nebolsina, pianoforte su musiche di L. van Beethoven (1770-1827): Trio n. 1 in Mi bem. magg. op. 1; Allegro -Adagio cantabile-Scherzo. Allegro assai - Finale. Presto; D. Sostakovic (1906-1975): Trio n. 8 in do min. op. 1: Allegro Moderato - Scherzo. Tempo di Minuetto - Andante - Allegretto; J. Brahms (1833-1897): Trio n. 2 in Do magg. op. 87: Allegro - Andante con moto - Scherzo. Presto - Finale. Allegro giocoso. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Teatro INSONNI DI UNA NOTTE... DI TERZA ETÀ Trento. Ore 16. Teatro S. Marco. Commedia di Gabrielle Penner. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro UBALDO PICCOLO CAVALIERE SFORTUNATO Civezzano. Ore 16. Teatro “Luigi Pirandello”. Commedia con Tearticolo - Theater mit figuren - Klotten (Germania). Per la rassegna teatrale “Il Grillo parlante”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA BAITA DEGLI SPETTRI Zivignago. Ore 17.30. Teatro. Commedia di Lillo & Greg con la Filodrammatica di Ora. Per la rassegna teatrale “Zivignago sera in... prosa”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL NASO Lavis. Ore 18.30. Auditorium. Commedia di Nikolaj Gogol con la Filodrammatica “Italo Verner” di Lavis. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro BASTAVA ‘NA BOTA Povo. Ore 16. Teatro “Concordia”. Commedia di Loredana Cont con la Filodrammatica “Concordia ‘74” di Povo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PRIMA DEL SILENZIO Trento. Ore 16. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Tratto dall’opera di Giuseppe Patroni Griffi con Leo Gullotta e Eugenio Franceschi-

75

tmfebbraio


trentinoappuntamenti ni e con l’apparizione speciale di Paola Gassman. Regia Fabio Grossi. Info: www.centrosantachiara. it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Tradizione LA CASOLARA Trento. Dalle 10 alle 19. Piazza Fiera. La tradizionale fiera delle migliori produzioni di formaggio. Un itinerario all’insegna del gusto, durante il quale si possono assaggiare e apprezzare le peculiarità delle diverse produzioni artigianali dei formaggi tipici dell’arco alpino. Info: www.lacasolara.com; www. trentofiere.com

23 LUNEDÌ Musica DANIELE CELONA Trento. O re 2 1. 3 0 . Teatro Sanbàpolis, via della Malpensada 82-88. Artista sofisticato e spontaneo, è capace di alternare con disinvoltura rock sanguigno e struggenti ballate, lamento d’amore e invettiva sociale, memorie d’infanzia e malinconie solitarie. L’immaginario di Daniele Celona è talmente variegato da rendere impossibili le più canoniche classificazioni. Musicalmente siamo dalle parti di un rock autorale, eppure a tratti si è sfiorati da una delicatezza di fondo talmente soffusa da pensare ad atteggiamenti confidenziali d’antico regime. Info: www.centrosantachiara.it; Tel. 800.013952; info@centrosantachiara.it.

76

tmfebbraio

24 MARTEDÌ Cultura CONFERENZA Trento. Ore 20.45. Sala polifunzionale parrocchia di S. Antonio, via S. Antonio 20. “’900: eredità profetiche per il 2000. La relazione con l’Altro dal ‘900 alle neuroscienze”. Info: dialogo.dicomunita@gmail.com.

25 MERCOLEDÌ Musica CONCERTO ORCHESTRA HAYDN: DIRETTORE PIETARI INKINEN Trento. Ore 20.30. Auditorium Santa Chiara, via Santa Croce 67. Pietari Inkinen; Sasha Maisky violino; Mischa Maisky violoncello; su musiche di Richard Wagner: Siegfried-Idyll; Johannes Brahms: Concerto doppio per violino, violoncello e orchestra in la minore, op. 102; Felix Mendelssohn-Bartholdy: Sinfonia n. 4 in la maggiore, op. 90 “Italiana”. Info: www. haydn.it.

26 GIOVEDÌ Musical SCUGNIZZA Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Con il Teatro Musica Novecento. Operetta in due Atti di Mario Costa. Regia Alessandro Brachetti. Orchestra “Cantieri d’Arte” diretta da Stefano Giaroli. Info: www.centrosan-

tachiara.it; Tel. 800.013952; info@ centrosantachiara.it.

27 VENERDÌ Musica INGOLF WUNDER IN CONCERTO Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Ingolf Wunder, pianoforte su musiche di F. Chopin: Notturno in mi min. op. 55 n. 2 - Notturno in Si magg. op. 62 n. 1- Allegro da concerto in La magg. op. 46 - Andante spianato e Grande Polonaise brillante op. 22; F. Liszt: Hexaméron, Morceau de concert - Consolation n. 3 - Mephisto Waltz n. 1. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Teatro OFELIA 4E48 (OFELIA IN QUATTRO E QUATTR’OTTO) Trento. Ore 21. Teatro Portland. Commedia di Stefano Cenci con la Compagnia “Stefano Cenci”. Per “La bella stagione del Portland”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro AMLETO CON LA PEARÀ Rovereto. Ore 20.45. Teatro “Riccardo Zandonai”. Commedia di Roberto Puliero con la Compagnia “La Barcaccia”. Per “Sipario d’oro 2015”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

Teatro NO’L ME PIASS Volano. Ore 20.45. Teatro “Concordia”. Commedia di e con l’Associazione Culturale “La Baraca” di Martignano. Per “Sipario d’oro 2015”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it. Teatro BARUFE IN FAMEGLIA Brentonico. Ore 20.45. Teatro “Monte Baldo”. Commedia di Giacinto Gallina con la Compagnia di Lizzana. Per “Sipario d’oro 2015”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BASTAVA ‘NA BOTA Pomarolo. Ore 20.45. Auditorium Comunale. Commedia di Loredana Cont con la Filodrammatica “Concordia ‘74” di Povo. Per “Sipario d’oro 2015”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

28 SABATO Musica CONCERTO GROSSO Trento. Ore 17.30. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Concerto grosso? Ma cosa significa, vi starete chiedendo... È semplicemente una musica di tanti anni fa, del periodo dei castelli, delle danze con le dame e dei parrucconi. Venite a sentire e scoprirete queste musiche. A cura dei Minipolifonici. Ingresso libero. Info: www.filarmonica-tren-


Espongono: Albertini Renata - Berlanda Lucia - Calabrese Raffaele - Capra Carla - Casatta Liana - Cognola Bruna Corradini Giuseppina - Decarli Carla - Degasperi Pier Paolo - Fedel Paolo - Fuga Elena Graziadei Elena - Ianes Alessandra - Iantoschi Palma - Marchesoni Marcella - Pedroni Gabriella Schmidt Mariagrazia - Selva Adriana - Stefani Danielle - Tomasi Dolores - Trentini Iole Zanzotti Anna - Zini Marta - Zocchio Saloni Fiorella - Zuccatti Germana Inaugurazione:


trentinoappuntamenti to.it; tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Musica MALEGRIA - PRIMOS ESTILES E I MOSCABURRO Faver. Ore 21.30. Molin de Portegnach. Serata di musica dal vivo con una serata acustica con i Malegria - Primos Estiles e I Moscaburro. Ingresso libero. Info: Sorgente ‘90 info@sorgente90. org, www.sorgente90.org. Teatro ISTERICAMENTE FOBICI Cognola. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Lorenzo Denicolai con il Gruppo Teatro Giovanile di Roncogno. Per la rassegna “Insieme a teatro sull’Argentario”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’ANATRA ALL’ARANCIA Dro. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Commedia di W.D. Homes e M.A. Sauvajon con la Compagnia “GAD - Città di Trento. Per la rassegna “Nino Faitelli” - 8a edizione della rassegna teatrale di primavera. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TERRA DI NESSUNO Lavarone. Ore 20.30. Teatro-Cinema “Dolomiti”. Commedia di Eraldo Baldini con T.I.M. - Teatro Instabile di Meano. Per la 3a edizione di “Lavarone a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ROBIN HOOD Lizzana. Ore 20.45. Teatro “S. Floriano”. Commedia di Lara Tonello con la Compagnia “Teatroimmagine”. Per “Sipario d’oro 2015”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro MASSA VECIO PER ME FIOLA Trambileno. Ore 20.45. Auditorium Comunale “Moscheri”. Commedia di Loredana Cont con la Compagnia “Filogamar” di Cognola. Per “Sipario d’oro 2015”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro TOCATÌ Pedersano. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Giorgio Tosi - trad. dial. di Giusy Zanvettor con la Compagnia “El Mesedò” di Panchià. Per “Sipario d’oro 2015”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro QUELLO... BUONANIMA Serravalle. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Ugo Palmerini con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per “Sipario d’oro 2015”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.

78

tmfebbraio

Teatro TUTTI I MATTI I FA I SO ATI Avio. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo da testi di Shakespeare e Goldini con la Compagnia “Teatro dell’Attorchio”. Per “Sipario d’oro 2015”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro REPARTO PATERNITÀ Levico Terme. Ore 20.45. Teatro “Mons. Caproni”. Commedia di Ray Cooney - trad. di Maria Teresa Petruzzi con la Filodrammatica “S. Martino” di Fornace. Per la 13a edizione di “Franco & Daniela”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTI ‘N TERAPIA Pressano. Ore 20.30. Teatro. Commedia di Gloria Gabrielli con la Filodrammatica “La Logeta” di Gardolo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA TV DEI TONI MARCI Fondo. Ore 21. Teatro. Commedia di e con “I Toni Marci” di Trento. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TEO TEOCOLI IN RESTYLING Trento. Ore 21. Teatro Auditorium Santa Chiara. Gli appunti comici e l’effervescenza dei personaggi creati da un fuoriclasse della comicità come Teo Teocoli, presentati in veri e propri pamphlet teatrali. Forte della esperienza maturata da oltre 10 anni sui palchi più prestigiosi, l’Artista racchiude in “Restyling” oltre 50 anni di carriera, uno spettacolo che si articola tra cabaret, canzone, cinema, tv e teatro con una serie di personaggi e monologhi che Teo presenterà in teatro con qualche aggiornamento dettato dai tempi cambiati. Info: n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it Teatro LIBERE STORIE ANDREA CASTELLI Vezzano. Ore 20.45. Teatro Valle dei Laghi, Via Stoppani, loc. Lusan. Info: Teatro Valle dei Laghi Tel. 0461.340158; www.teatrovalledeilaghi.it Teatro ragazzi NON SOLO ANIMALI DA FAVOLA... SULLA STRADA ROMANA DEL SASS Trento. Ore 16. SASS, Spazio archeologico sotterraneo del Sas, piazza Cesare Battisti. Spettacoli teatrali per bambini con il gruppo Emit Flest. Ingresso libero.

1 DOMENICA Musica ENSEMBLE LA DOUCEUR ET L’ESPIRIT IN CONCERTO Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica, via Verdi 30. La Douceur

et l’Espirit: Veronika Egger, violino e viola da gamba; Nadia Prousch, flauto dolce; Anika Dobreff, oboe; Marianna Bisacchi, cembalo su musiche di G.Ph. Telemann (1681-1767): Trio in re min. per flauto dolce, oboe e b.c.; A. Corelli (1653-1713): “Sonata da chiesa a trè” in Fa magg. per oboe, violino e b.c.; J. Morel (1700-1749): Ciaccona in Trio per flauto dolce, viola da gamba e b.c.; J.D. Hardt (1696-1763): Sonata in la min. per viola da gamba e b.c.; J.Ch. Pepusch (1667-1752): Sonata in sol min. per flauto dolce, oboe e b.c.; J. F. Fasch (1688-1758): Sonata in Si bem. magg. per flauto dolce, oboe e b.c. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Teatro ragazzi FAGIOLINO E IL MAGICO LIBRO DEI DESTINI Fiera di Primiero. Ore 17. Teatro di Pieve. Testo e regia Franco Simoni con Franco Simoni e Romana Simoni. Con Città di Ferrara (Ferrara). Info: www.labottegadellarte.eu.

4 MERCOLEDÌ Corsi DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. c/o sede Associazione “Mana”. Info: mimosa.2009@live.it. Musica CONCERTO ORCHESTRA HAYDN: DIRETTORE ANDREA BATTISTONI Trento. Ore 20.30. Auditorium Santa Chiara, via Santa Croce 67. Andrea Battistoni; Stefan Milenkovich violino; Arthur Honegger: Pastorale d’été; Pëtr Il’iC Cajkovskij: Concerto per violino e orchestra in re maggiore, op. 35; Edward Elgar: Serenata per archi in mi minore, op. 20; Sergej Prokof’ev: Sinfonia n. 1 in re maggiore, op. 25 “Classica”.Info: www.haydn.it.

6 VENERDÌ Teatro MORSI A VUOTO Trento. Ore 21. Teatro Portland, via Papiria 8, Piedicastello. Un testo di Francesco d’Amore e Luciana Maniaci con Francesco d’Amore e Luciana Maniaci. Regia di Filippo Renda. Info: www.teatroportland.it; Tel. 0461.924470; info@ teatroportland.it. Teatro SINFONIA D’AUTUNNO Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Con il Teatro Stabile dell’Umbria - Fondazione Brunello Cucinelli. Tratto dall’opera di Ingmar Bergman con Anna Maria Guarnieri, e con Valeria Milillo, Danilo Nigrelli, Silvia Salvatori. Regia Gabriele Lavia. Info: www.centrosantachiara.it; Tel. 800.013952; info@centrosantachiara.it.

7 SABATO Teatro SINFONIA D’AUTUNNO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Con il Teatro Stabile dell’Umbria - Fondazione Brunello Cucinelli. Tratto dall’opera di Ingmar Bergman con Anna Maria Guarnieri, e con Valeria Milillo, Danilo Nigrelli, Silvia Salvatori. Regia Gabriele Lavia. Info: www.centrosantachiara.it; Tel. 800.013952; info@centrosantachiara.it. Teatro EN CASO DISPERÀ Trento. Ore 20.45. Sala polivalente Claudio Demattè, via per Belvedere 4. Spettacolo comico in dialetto trentino con la Filodrammatica di Cavrasto. Di Maria Pellegri Beber. Info: www.ravina.tn.it; Tel. 0461.1860935; info@ravina.tn.it.

8 DOMENICA Musica TRIO ARTRE IN CONCERTO Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica, via Verdi 30. Trio arTre: Marcello Defant, violino; Sebastiano Severi, violoncello; Giacomo Battarino, pianoforte su musiche di F. Kiel (1821-1885) Trio op. 3 in Re magg.; M. Anzoletti (1867-1929): Trio in La magg.; R. Lazzari (1845-1924): Trio in Fa magg.; R. Schumann (18101856): Trio in Fa magg. op. 80. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Teatro SINFONIA D’AUTUNNO Trento. Ore 16. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Con il Teatro Stabile dell’Umbria - Fondazione Brunello Cucinelli. Tratto dall’opera di Ingmar Bergman con Anna Maria Guarnieri, e con Valeria Milillo, Danilo Nigrelli, Silvia Salvatori. Regia Gabriele Lavia. Info: www.centrosantachiara.it; Tel. 800.013952; info@centrosantachiara.it.

9 LUNEDÌ Musica RETO BIERI, NICOLAS ALTSTAEDT E HERBERT SCHUCH IN CONCERTO Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Reto Bieri, clarinetto; Nicolas Altstaedt, violoncello; Herbert Schuch, pianoforte su musiche di L. v. Beethoven: Trio „Gassenhauer”in Si bem. magg. op. 11; R. Schumann: Sei studi in forma ; canonica, op. 56 (arr. di T. Kirchner); J. Widmann: Nachtstück; J. Brahms: Trio in la min. op. 114. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it.


Photo by Claudio Libera

Made in Italy

MARTA SALA STUDIO MODA SPOSA Showroom

MEZZOCORONA Corso Quattro Novembre, 103 Tel: 0461.605137 info@martasala.com www.martasala.com


trentinomatrimoni PER I NOSTRI LETTORI, LE NOZZE DI LARA CON CLAUDIO

IL MATRIMONIO DEL MESE Lei Nome: Lara Anni: 32 Nata a: Trento Parrucchiere: Salone Mara - Mezzocorona

Lui Nome: Claudio Anni: 32 Nato a: Bolzano Vestito: Shalia Sposa - Arco Barbiere: Salone Mirage - Bolzano

80

tmfebbraio


trentinomatrimoni Servizio fotografico a cura di: Roberta Pisoni www.robertapisoni.it

Matrimonio: Data: Luogo: Invitati: Ricevimento: Anelli: Fiori e Bouquet: Lista di nozze: Viaggio: Durata: Vivranno a:

Religioso 19 luglio 2014 Albiano 130 Villa Bertagnolli - Mattarello Gioielleria Obrelli - Lavis L’angolo del Fiore - Albiano Michela Fiori - Mezzocorona Calisio Travel - Trento New York e Aruba 14 giorni Caraibi... Anzi, Trento

81

tmfebbraio


TUTTI IN MONTAGNA TRENTO Via Ghiaie, 15 Tel. 0461.362111 - Fax 0461.362150

EDIZIONI CURCU & GENOVESE

BOLZANO Via Bari, 15 Tel. 0471.930993 - Fax 0471.930743

WWW.CURCUEGENOVESE.IT

ANDREA GILLI

BAMBINI SI PARTE... ZAINO IN SPALLA!

NOVIT À

40 itinerari per famiglie in Trentino-Alto Adige

PAGINE 160, FORMATO 14x20 CM. ISBN 978-88-6876-031-1 - EURO 14,00

FIORENZO DEGASPERI

PASSEGGIARE IN TRENTINO-ALTO ADIGE

35 semplici itinerari per grandi e piccoli PAGINE 208, FORMATO 21x21 CM. ISBN 978-88-6876-023-6 - EURO 16,90

Prefazione di Dino Pedrotti

Convinto sostenitore dell’idea che “senza fatica nulla si ottiene”, l’autore cerca di avvicinare i suoi figli ai saperi della natura attraverso attività, laboratori del fare, esperienze di vita montana come ad esempio mungere una mucca, fare il formaggio, dormire in rifugio. Questa raccolta di percorsi, sperimentati con la mia famiglia ed adatti a tutti, possa essere una guida pratica ed il più possibile esaustiva per organizzare delle gite in montagna, avvicinare o incuriosire il lettore all’escursionismo e trasmettere quelle stesse emozioni che ha provato l’autore durante queste camminate...

Dopo il grande successo di pubblico del libro-guida dedicato ad “Andar per malghe in Trentino”, l’autore ritorna ad occuparsi di escursionismo, indicando tempi e dislivelli delle mete proposte e volgendo una particolare attenzione alle passeggiate adatte anche a famiglie con bambini e passeggini. 35 itinerari scelti per la loro bellezza, la tranquillità, l’interesse storico-archeologico, il fiabesco, il naturalistico. 20 passeggiate in Trentino, 15 in Alto Adige, effettuabili quasi tutte nell’intero arco dell’anno, indipendentemente dalle stagioni...

BARBARA GOIO - UGO MERLO

TREKKING CON I BAMBINI FIORENZO DEGASPERI

ANDAR PER MALGHE IN TRENTINO

GR SUCCAENDE SSO

30 semplici itinerari per grandi e piccoli

28 itinerari per i più piccoli tra le montagne del Trentino

PAG. 168, FORMATO 14X20 CM. ISBN 88-89898-17-8 - EURO 15,00

BEST SEL TER LERS EDIZIOZA NE

PAGINE 176, FORMATO 21x21 CM. ISBN 978-88-96737-59-0 - EURO 15,00

Le malghe sono state costruite a metà strada tra la terra e il cielo. L’habitat risulta essere dolce, idilliaco, ameno. Per questo una gita ad una malga è sempre l’occasione per intraprendere un divertente viaggio nella natura, a contatto con gli animali, con una professione antica quanto l’uomo, con paesaggi attraenti e riposanti. I percorsi sono stati studiati e scelti, tra i tanti, affinché le famiglie possano trovare un equilibrio e un’armonia. I tempi e i dislivelli degli itinerari permettono gite tranquille e rilassanti, passo dopo passo, a stretto contatto con il mondo delle storie antiche.

La guida raccoglie una trentina di itinerari completamente immersi nella natura da percorrere a piedi tra le montagne del Trentino. Si tratta di gite di diversa durata, calibrate sulle esigenze dei più piccoli, ma che permettono anche agli adulti di apprezzare angoli e paesaggi decisamente entusiasmanti. Lo sforzo fisico non è mai eccessivo, ma è comunque adeguato, e richiede una certa dose di determinazione: il nemico numero uno dei bambini non è infatti la fatica, ma la noia. Il volume raccoglie inoltre brevi indicazioni utili per superare ogni momento di crisi, informazioni dettagliate sul tragitto, schede naturalistiche su piante e animali, curiosità storiche e geografiche.


trentinoscoop&news

CON SCINGLE LA FESTA È TUTTA PER I SINGLE NATALE DEI POPOLI: OLTRE 400 MILA PRESENZE

A FOLGARIA UN WEEKEND ORIGINALE FRA MUSICA, NATURA, GUSTO, ALLEGRIA, SPORT E BENESSERE

RICADUTA RECORD SUL TERRITORIO: 10 MILIONI DI EURO

A

I

l grande afflusso di visitatori ha caratterizzato tutto il periodo di apertura del Natale dei Popoli, con la presenza di nuovi arrivi e il ritorno di persone che avevano già visitato il mercatino nelle passate edizioni. La stima dei visitatori complessivi si aggira intorno alle 400.000 presenze (indicativamente per la maggior parte provenienti da Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio) con una ricaduta sul territorio di circa 10 milioni di euro. Le giornate di maggior afflusso di visitatori sono state quelle del ponte dell’8 dicembre con una stima approssimativa di 120.000 persone. I pullman stimati dal comando dei vigili urbani della città sono circa 80 per ogni fine settimana e 250 camper. Un notevole incremento dei visitatori rispetto allo scorso anno a testimonianza della rilevanza che il Natale dei Popoli sta assumendo sempre più all’interno del panorama delle mete da visitare nel periodo natalizio, sottolineato anche dal primo posto ottenuto nella classifica dedicata ai mercatini del sito Trivago come rapporto qualità/prezzo. Un Natale che si differenzia per la sua connotazione culturale e che regala qualcosa in più al visitatore offrendo uno scorcio dell’ampia proposta turistica offerto della città della Quercia. Una passeggiata al mercatino rappresenta, infatti, anche un’ottima opportunità per combinare la visita a uno dei poli culturali della città: Mart, Casa d’Arte Futurista Depero, Museo Civico di rovereto e Museo Storico Italiano della Guerra, ma anche semplicemente per ammirare gli splendidi palazzi rinascimentali e

Folgaria, in una delle località più belle e facilmente raggiungibili viene proposto un evento speciale e originale, intitolato “Scingle”, un weekend sulla neve per fare amicizia fra musica, natura, gusto, allegria, sport e benessere. La tre giorni per uomini e donne soli è in programma dal 12 al 15 marzo in uno degli hotel della rinomata località turistica trentina. Scingle è l’evento-vacanza dedicato a single, sciatori e non, gruppi di amici e amiche, sportivi o pigri amanti del relax. Di certo della compagnia, del gusto, del divertimento, delle novità. L’occasione di un weekend diverso, una fuga dalla routine per qualche giorno, o una settimana bianca di relax e divertimento con un finale che gli organizzatori preannunciano e definiscono “esplosivo”. Per saperne di più sull’offerta e sul programma all inclusive con attività nella neve e nei locali più belli della zona, gare a coppie, aperitivi in quota, serate di musica, gusto, adrenalina, emozioni basta dare un’occhiata su www.trentinoeventieturismo.it o sulla pagina facebook dedicata. INFO e PRENOTAZIONI info@trentinoeventieturismo.it tel 0464 720273 www.trentinoeventieturismo.it

settecenteschi del centro storico. I giorni complessivi di apertura sono stati 46. Quello di Rovereto è stato uno dei primi mercatini in Trentino a tenere aperto fino al 6 gennaio. 83

tmfebbraio


trentinoscoop&news

SFOGLIA IL TUO MUSEO RITORNA A FEBBRAIO APERTO A VILLA S. IGNAZIO IL 17° CORSO DI POESIA

IL SALOTTO LIBRARIO DEL MAG

TRA I POETI “INVITATI”, ADA NEGRI, GIACOMO NOVENTA E CESAR VALLEJO

T

S

ono aperte le iscrizioni al 17° Corso di poesia ospitato a Villa S. Ignazio a Trento, sulla collina delle Laste. Unico nel suo genere, quanto meno nella nostra regione, condotto sin dall’inizio dal prof. Renzo Francescotti, il corso è gratuito ma con un numero limitato a venti iscritti. L’iniziativa, che è divenuta un punto di riferimento, si è fatta conoscere ed è cresciuta negli anni ha due principali obbiettivi. Primo: in un tempo impoetico come è il nostro allenare a “leggere” la poesia, ovvero imparare ad “annusarla”, riconoscerla, penetrarla, farla propria. Per secondo provare ad esprimersi in poesia: poiché in ognuno di noi esiste un nucleo di creatività si tratta di scovarlo e affinarlo. In questi anni è così accaduto che diversi corsisti abbiano pubblicato il loro primo libro di versi (e anche il secondo), abbiano partecipato a concorsi in cui sono stati premiati e segnalati. In ogni caso hanno imparato quanto costi scrivere anche solo qualche verso dignitoso. Il conduttore del corso Renzo Francescotti e i partecipanti non amano dire che i poeti sono da loro “studiati”; ma invece che vengono “convocati”, “invitati” a parlare, a colloquiare. Si comincerà con i lirici greci antichi tradotti da Quasimodo; per proseguire con Ada Negri, poetessa sin troppo famosa nel recente passato, poi quasi dimenticata e ora indagata nei suoi testi meno noti ma più autentici. Seguirà una “chicca ”come quella di Ernesto Ragazzoni, poeta poco noto ma straordinario per ironia e fantasia. 84

tmfebbraio

orna ad abitare gli spazi del Museo di Riva del Garda l’iniziativa Sfoglia il tuo Museo, giunta alla sua seconda edizione e dedicata alla presentazione e alla vendita delle pubblicazioni del MAG e alla promozione e diffusione della cultura del libro attraverso attività a tema. Da sabato 7 fino a venerdì 27 febbraio, il piano terra del Museo di Riva del Garda sarà allestito come un’accogliente libreria, un salotto dove soffermarsi a sfogliare le pagine dei libri che hanno fatto la storia del MAG fino alle più recenti edizioni, ma anche dove partecipare a maratone di lettura, presentazioni di libri, narrazioni, reading, proiezioni di film e laboratori per bambini/e. Dal lunedì al venerdì, il salotto librario rimarrà aperto in orario d’ufficio, mentre nelle giornate dei sabati 7, 14 e 21 febbraio, Sfoglia il tuo Museo si trasformerà in una zona lounge dove grandi e bambini potranno trascorrere piacevoli momenti accomunati tra loro dall’interesse per il libro e la lettura nelle loro più svariate sfaccettature. Sfoglia il tuo Museo aprirà i battenti sabato 7 febbraio con una festosa maratona di lettura alla quale tutti, anche i bambini, potranno partecipare, portando il passo di un libro a loro caro da leggere ad alta voce. Il sabato successivo, 14 febbraio, sono in programma il laboratorio creativo per bambini/e e famiglie Clap! Info: 0464.573869. Dopo di lui un eccezionale poeta in dialetto, il veneziano Giacomo Noventa. Quindi un magistrale poeta peruviano morto esule a Parigi, Cesar Vallejo, quasi sconosciuto in Italia. Chiudendo con i poeti afro-americani di impegno civile. Il corso inizierà lunedì 2 febbraio alle ore 20,30 proseguendo ogni lunedì sino alla fine di maggio, per 16 incontri, gli ultimi quattro dei quali dedicati a esercizi di scrittura poetica. Poiché i partecipanti sono limitati a una ventina e solitamente le richieste sono superiori ai posti disponibili si consiglia di iscriversi tempestivamente. Info: Villa S. Ignazio, tel. 0461.238720; mail: renzofrancescotti@libero.it


trentinoscoop&news

HAGES E TASIN A VILLA LAGARINA COMPAGNIA BALLETTO CLASSICO IN TOUR IL GRUPPO GUIDATO DA LILIANA COSI E DA MARINEL STEFANESCU

S

u iniziativa del Centro Santa Chiara di Trento, la Compagnia Balletto Classico di Liliana Cosi e Marinel Stefanescu ha compiuto un tour in quattro teatri del Trentino, il primo appuntamento è stato il 6 dicembre al Centro Polifunzionale di Condino. Uno spazio nuovo per la danza classica, come è nuova l’iniziativa del Centro Santa Chiara, di voler promuovere il balletto e offrire al pubblico, a condizioni molto agevolate, la possibilità di godere uno spettacolo di altissima qualità e nello stesso tempo di grande impatto emotivo. Nuova è anche la presenza della più prestigiosa Compagnia di Balletto Classico italiana in questa città che, pur essendo ormai alla sua 37° stagione e avendo al suo attivo migliaia di

NEGLI AMPI E LUMINOSI SPAZI DI PALAZZO LIBERA

N

egli ampi e luminosi spazi di Palazzo Libera a Villa Lagarina, davanti a un pubblico particolarmente numeroso, si è aperta la mostra dedicata al pittore Luigi Ernesto Hages e lo sculture Livio Tasin. Ha introdotto la mostra l’assessore comunale alla Cultura di Villa Lagarina Marco Vender che ha sottolineato la bellezza dell’esposizione. Luigi Ernesto Hages – ha spiegato il critico Renzo Francescotti – è nato a Milano da madre friulana, cresciuto dai nonni in Friuli e poi emigrato in Francia e in Germania, dove ha fatto il minatore e l’operaio, ma sempre perseguendo la pittura frequentando corsi d’arte anche accademici. Vive in Germania ma per la maggior parte dell’anno a Cologna in vista del Garda. È un abile ritrattista e pittore di figure. Oltre ai ritratti ha esposto a Palazzo Libera una serie di eccezionali dipinti sul tema del tango, opere che liberano una straordinaria energia vitalistica ed erotica. Anche Livio Tasin vive a Cologna. È un affermato scultore che sa lavorare con grande perizia molti materiali: la pietra, la terracotta, il bronzo ma soprattutto il legno. Ha al suo attivo numerose opere pubbliche nel Basso Sarca e anche fuori regione. È stato definito uno scultore ”dialettale” (e Tasin dà frequentemente titoli in dialetto alle sue opere), poiché le sue sculture del dialetto hanno qualità uniche come la freschezza, l’immediatezza, la cordialità verso la vita, la scherzosità, l’ironia. In questo nostro tempo così violento e disperato, ha concluso Renzo Francescotti, c’è più che mai bisogno di artisti come Hages e Tasin, che sappiano esprimere l’amore verso l’essere umano, la vita e la natura. spettacoli in tutta Italia, non si era mai esibita a Condino. Il “Galà di Balletto” della Compagnia Cosi-Stefanescu avrà un programma molto variato e accattivante, adatto sia agli amanti del balletto come alle persone che ancora non l’hanno mai visto. Nello spettacolo infatti si sono potute ammirare coreografie del gran pas de deux dello ‘Schiaccianoci’ e del ‘Don Chisciotte’ o dell’’Uccello Azzurro’, ma anche brani più moderni come, ‘Ricordo di Chopin, ‘Clair de lune’ di Debussy, la ‘Czardasc’ di Raymonda o l’adagio dello ‘Spartacus’ e la ‘Nostalgia’ sulla famosissima seconda Rapsodia di Liszt. Il palco del Centro Polifunzionale verrà infatti adattato per poter ospitare un tale programma. Nel tour del Trentino della Compagnia CosiStefanescu dopo Condino è stata la volta il 30 dicembre di Riva del Garda al Palazzo dei Congressi e quindi a febbraio il 21 al Teatro dei Laghi di Vezzano e il 26 al Teatro S. Pietro di Mezzolombardo. Altra novità, negli spettacoli di Riva del Garda e di Mezzolombardo alcuni allievi delle Scuole di ballo locali daranno un ‘benvenuto’ in palcoscenico con una breve esibizione introduttiva. 85

tmfebbraio


trentinoscoop&news

“PER VIA”: I TESINI, LE STAMPE E IL MONDO MA SU RAI3 PROSEGUE ANCHE IL CICLO SULLA GRANDE GUERRA IN TRENTINO

C

onsueto e atteso appuntamento con la trasmissione “Tapis Roulant”, in onda domenica 8 febbraio (ore 9.45 circa su RAI3 ed in replica sul canale 103 del Digitale Terrestre alle ore 22.30). La puntata si apre con “Per Via: i tesini, le stampe e il mondo”. Inaugurata a Pieve Tesino l’aprile dello scorso anno, “Per Via” è una struttura museale che narra con grande quantità di materiali ed una profonda indagine storica, quanto il Tesino a partire dal 600 diede al mondo Infatti i Tesini, dapprima come venditori ambulanti e poi come stampatori-commercianti, si fecero conoscere ovunque e furono citati da grandi letterati quali Tolstoj. Al loro rientro a casa molti di loro non solo a volte riportarono corpose ricchezze ma anche idee e culture diverse. Il museo, gestito dalla fondazione Alcide De Gasperi, racconta la storia di una comunità caratterizzata da un impressionante cosmopolitismo. A seguire, “Cuochi d’artificio”. Non solo cucina: anche storia, aneddoti e svago danno al pubblico televisivo la possibilità di penetrare il ricco e stimolante pianeta enogastronomico regionale e conoscere aspetti della cucina popolare talvolta trascurata: chef nostrani interpretano antiche ricette trentine con gusto e diletto personale, abbinando i vini più adatti per degustare al meglio la leccornia. Questa settimana è di scena lo chef Giuseppe Ceci che propone: “Gnocchi di castagne in cialda croccante”. Domenica 22 febbraio, prosegue il ciclo sulla Grande guerra in Trentino, con la regia di Ugo Slomp. La nona puntata ha come tema “La Straexpedition” la spedizione punitiva, o Frühjahrsoffensive ossia offensiva di primavera. Da tempo il generale Conrad von Hötzendorf, capo di stato maggiore austro-ungarico, propugnava l’idea di un’offensiva condotta a fondo sul suolo italiano. Nella notte tra il 14 e il 15 maggio 1916 l’artiglieria austro-

86

tmfebbraio

VOLKSBANK DEVOLVE 50.000 EURO A UNDICI ASSOCIAZIONI 6.500 EURO VANNO A “GENITORI SOGGETTI AUTISTICI DEL TRENTINO”

B

anca Popolare · Volksbank è una banca regionale e presente sul territorio. Lo ha dimostrato anche con la campagna nataliza 2014 svoltasi all’insegna della solidarietà. Al posto dei consueti regali, la Banca ha voluto donare aiuti tangibili, in segno di apprezzamento verso le associazioni impegnate nei vari ambiti del sociale. Una di queste è l’associazione “Genitori Soggetti Autistici del Trentino”. Il sostegno arriva con 6.500 euro donati per un progetto che intende creare un centro socio-educativo per autistici. L’associazione fornisce aiuto nei processi di integrazione del soggetto autistico e sostegno alle famiglie. La seconda associazione che consegue una donazione di 6.000 euro è l’associazione “Amici del Paese di Oz” che offre sostegno ai bambini affetti da sindrome di Down e altre patologie e alle loro famiglie nei vari ambiti della crescita, dall’infanzia fino all’età adulta. Sono stati i soci e i clienti della Banca che esprimendo il proprio voto di preferenza durante l’Avvento hanno deciso la somma da destinare a tale progetto.

ungarica cominciò un bombardamento a tappeto (tecnica finora mai utilizzata sul fronte italiano), che di fatto colse impreparati molti comandi italiani. L’altopiano di Asiago divenne teatro di combattimenti asperrimi : più di duecento pezzi d’artiglieria aprirono il fuoco, il III Corpo austroungarico sorpassò le difese italiane anche grazie al terreno in gran parte nevoso. Con l’aiuto dello storico militare Alessandro Massignani verranno analizzate le principali offensive e battaglie svoltesi nel settore alpino trentino. Continua l’appuntamento con gli chef del territorio: la gara coinvolge lo chef Fabiana Iachelini con Daniel Ceschi che propongono: “Offelle al casolet”.


trentinoscoop&news

MASSIMO D’AMBROSIO NUOVO QUESTORE LA STORIA D’ITALIA NELLE STORICHE FIGURINE LIEBIG E LAVAZZA

RICEVUTO A TRENTO DAL COMMISSARIO DEL GOVERNO, PREFETTO FRANCESCO SQUARCINA

NEI MUSEI DI RONZONE

N

T

ra i soggetti del collezionismo che tramanda il passato un posto di assoluto prestigio viene riservato ancor oggi dalle mitiche figurine emesse dalla “Liebig”. Un vero “boom” per quei tempi ormai lontani, un interesse che ha contagiato il grande pubblico che ha dimostrato di gradire quell’originale strumento di comunicazione diretta attraverso preziose stampe in miniatura realizzate da raffinati artisti. Le figurine Liebig sono ancora oggi considerate come la prima e più popolari “enciclopedia” a colori capace di “incantare” su scala diffusa collezionisti ed appassionati di ogni età. Ben consapevole dell’enorme successo e dall’ormai valenza collezionistica su scala mondiale riscosso dalle figurine Liebig, allo stesso modo anche l’azienda italiana Luigi Lavazza S.p.A. decise di promuovere i propri prodotti attraverso la distribuzione di figurine. La prima serie di sei figurine Lavazza venne stampata nel 1949. Lo schema

el pomeriggio del 26 gennaio scorso, a Palazzo del Governo, il Commissario del Governo, prefetto Francesco Squarcina, ha ricevuto la visita di insediamento del nuovo Questore, Massimo D’Ambrosio insediatosi oggi a Trento dopo una lunga carriera di dirigente presso il Ministero dell’Interno. 62 anni il prossimo agosto, sposato, due figli, dirigente negli anni di vari servizi nella capitale, tra cui una serie di commissariati. Nel 1998 è stato assegnato alla Direzione centrale del personale (ora Direzione centrale per le risorse umane), come direttore della 2/a divisione del Servizio sovrintendenti assistenti e agenti. Promosso dirigente superiore nel 2009, dal dicembre dello stesso anno ne ha assunto la direzione. Nel corso di un lungo e cordiale colloquio, in un clima di reciproca cordialità, il Commissario del Governo ha esaminato la situazione dell’ordine pubblico e della sicurezza in Trentino. A conclusione dell’incontro, il prefetto Squarcina confermando il più sincero benvenuto, ha rivolto al Questore D’Ambrosio l’augurio più sincero di buon lavoro. è pressoché identico alle figurine Liebig del periodo: ciascuna serie è costituita da sei figurine di dimensioni 7 × 11 centimetri. Tutte e sei le figurine a fronte offrono un’illustrazione a tema (scene inerenti alla produzione e alla distribuzione del caffè, ma anche storia, geografia, scienze, natura, letteratura...), mentre a tergo didascalie approfondite completano il quadretto. La collezione terminò con la serie nº 283 del 1969. Oggi una preziosa serie di questi piccoli capolavori artistici provenienti dalla raccolta di Luciana Recla, ha trovato posto in una sala dei Musei di Ronzone, serie che racconta la storia d’Italia, dalla breccia di Porta Pia al gesto eroico di Enrico Toti nella prima guerra mondiale in un susseguirsi di avvenimenti che ci ricordano soprattutto, e non è da sottovalutare, la validità anche culturale di queste realizzazioni che entravano nelle case delle famiglie portando informazioni preziose sugli argomenti più svariati e, per allora attuali. Info: lucianarecla@alice.it Cell. 3474278769 87

tmfebbraio


trentinolibreria

IL LIBRO DEL MESE

“CIALENDER NONES” SULLA GRANDE GUERRA REALIZZATO DALLA “CARTE DELLA REGOLA” CON LA COLLABORAZIONE DI TUTTE LE ASSOCIAZIONI LOCALI

Grandi manovre a Cavareno

L’

edizione numero 12 del “cialènder nones” rappresenta un impegno non certo indifferente realizzato dalla “Carte della Regola” con la preziosa collaborazione di tutte le associazioni di volontariato di Cavareno. È un numero da collezione per accompagnare i mesi del nuovo anno attraverso le foto che richiamano il passato, quello della grande guerra vissuta anche in Trentino. Immagini che scorrono come ricordi non ancora sbiaditi e “firmate” da alcuni soldati della Stiria che erano di stanza a Cavareno per un periodo di addestramento nei primi mesi invernali del 1917. Le foto ritraggono i militari nelle varie fasi della loro giornata impegnati nel lavoro e nei passatempi. Il “cialènder” ovviamente è scritto tutto in dialetto e, come per i numeri degli anni scorsi, come detto ormai preziosi ricordi dei collezionisti, è stato curato con esperienza ormai collaudata da Stefano Battocletti che si è avvalso di un eccezionale documento fotografico, testimonianza di alto valore storico ed umano, due diari fotografici tenuti da soldati austriaci di stanza a Cavareno, retrovie del Fronte. La particolarità di questo numero in copertina, una poesia toccante e drammatica, sulla guerra scritta dal maestro Francesco Gottardi di Vervò, reduce di guerra, scritta nelle trincee della Galizia.

88

tmfebbraio

IL SESTO VOLUME SULLA “FORTEZZA DI TRENTO” CURATO DALL’ESPERTO JESCHKEIT VOLKER VA AD ANALIZZARE I TERRITORI DI MATTARELLO, ROMAGNANO, VIGOLANA, DELLA VAL STORNADA E DELLA VAL DI CEI

Q

uesta parte della collana descrive le fortificazioni campali principali e più importanti delle sezioni difensive del fronte meridionale della Fortezza di Trento. Si tratta qui dei settori I e II, dunque del vero e proprio fronte meridionale delle due linee di cintura interne, ma anche delle loro postazioni avanzate e delle linee che si estendevano fino a Calliano. Le descrizioni delle fortificazioni campali comprendono dunque la Val di Cei, il gruppo della Pastornada/Val Stornada e la Vigolana. È questa l’occasione per fare un’importante precisazione: la divisione in sezioni di difesa e la loro numerazione in senso antiorario adottate si basano sull’ultimo documento geografico rinvenibile prima dello scoppio della guerra nel maggio del 1915. Questa mappa era stata redatta dal Comando di artiglieria della Fortezza di Trento. Non riporta alcuna data, ma l’elenco delle postazioni di artiglieria ci consente di dedurre che sia stata stilata tra l’inverno del


trentinolibreria Miguel Benasayag, Riccardo Mazzeo C’è una vita prima della morte? Erickson

Alessandro Franceschini, Paolo Sandri Nel paesaggio BQE Editrice

Questo libro parla di come è cambiato, nell’Occidente contemporaneo, il modo di vivere l’età anziana. In passato, un “vecchio” era l’immagine autorevole a cui i giovani guardavano con rispetto e da cui cercavano esempio e ispirazione. Oggi, invece, l’età dei legami fluidi e dei rapporti virtuali genera persone che invecchiano senza diventare anziane, e le costringe a scegliere tra le opzioni, egualmente svalutanti, di abdicare al proprio ruolo di guida pagando il prezzo dell’esclusione sociale o imitare i ragazzi in una deriva di ridicolo giovanilismo. D’altro canto, alla negazione dell’età anziana corrisponde in modo speculare lo smarrimento di quella giovanile, sempre meno in grado di riconoscere il proprio desiderio, formattata dalla società dei consumi e incapace di assumere le reali possibilità della propria giovinezza.

L’itinerario fotografico proposto da Paolo Sandri e la riflessione teorica suggerita da Alessandro Franceschini ci offrono, in queste pagine, l’occasione per riflettere sul rapporto tra paesaggio ed identità. I corsi d’acqua del fiume Brenta e dei torrenti Vanoi e Cismon ed i paesaggi che vanno di volta in volta a modellare

grazie al loro incessante lavoro di erosione del sostrato morfologico, appaiono estremamente interessanti per raccontare lo “stato” del paesaggio nella modernità e, di conseguenza, lo stato dell’identità delle comunità che sono in essi insediate. Ecco che il paesaggio diventa, ancora una volta, una straordinaria metafora per comprendere le modalità attraverso le quali un popolo, tramite il proprio lavoro, costruisce e si relaziona al proprio intorno.

1914 e la primavera del 1915. Questa divisione organizzativa non la si può confondere tuttavia con altri precedenti frazionamenti in settori o in distretti difensivi. Già nel 1905, ad esempio, la fortezza era stata suddivisa in otto settori, documenti ancora precedenti la ripartiscono invece in 5 distretti di difesa. Per non confondere il lettore, nella descrizione delle fortificazioni campali mi atterrò strettamente alla suddivisione impiegata dal Comando di artiglieria della Fortezza di Trento. Sarà impossibile descrivere qui le centinaia di caverne che furono costruite. Documenterò nel dettaglio il tracciato delle principali linee difensive e delle rispettive trincee, qualora siano ancora in un buono stato di conservazione e si riescano a individuare con facilità. È importante che il lettore abbia a portata di mano le altre parti che compongono questa serie di volumi: nella descrizione delle strutture difensive delle singole sezioni mi riferirò infatti ai rispettivi capitoli degli altri testi. Presentiamo qui ancora una volta la carta geografica del settore dell’artiglieria di Trento. Servirà per orientarsi e collocare in un ordine le sezioni di difesa dalla I alla VII della Fortezza di Trento e della sua sezione VIII interna alla città. In molti ordini esse sono menzionate tuttavia anche come settori difensivi I fino al VIII. Il Comando di artiglieria e la Direzione del Genio di Trento utilizzavano però l’espressione sezioni difensive. Il fronte meridionale della Fortezza di Trento nella primavera del 1915, nascono due linee di cintura interne! (Museo

Valentino Corona Meglio non chiedere Volevo andare da solo a Santiago Publistampa «Mi piace camminare. Ovunque. Che siano scoscesi sentieri di montagna o marciapiedi di città, boschi, prati, parchi urbani, stradine di campagna; col bel tempo o che piova o nevichi o tiri vento, purché si possa distendere ritmicamente le gambe e avanzare passo dopo passo. Mi fa sentire libero. Che le mie gambe mi possano portare dove voglio, mi ha sempre dato un senso di indipendenza fisica e spirituale». La Via Lattea si presta come un terreno ideale per corrispondere al desiderio di libertà. Ma la marcia di 800 chilometri tra il villaggio francese di Saint-Jean-Pied-de Port e la Galizia diventa soprattutto un’occasione di incontro con sorprendenti compagni di strada, i cui ritratti vengono tracciati con vivacità e partecipazione. Giorno dopo giorno, il cammino induce fatalmente a un’articolata riflessione, semiseria ma attenta...

storico italiano della guerra di Rovereto). Le aree descritte iniziano nella parte inferiore a destra con la sezione I e scorrono in senso antiorario fino a che la sezione VII (con il fiume Adige al centro) si incontra nuovamente nella parte inferiore a sinistra della cartina con la sezione I (vedi a questo proposito la descrizione dettagliata delle altre sezioni negli altri volumi della collana). Non ci concentreremo in questa occasione sui vecchi forti e sulle batterie risalenti al XIX secolo della Fortezza di Trento. Nel 1915 queste opere furono disarmate, demolite oppure le si impiegò semplicemente come bersagli fittizi e come alloggi o magazzini; non potevano più svolgere alcun ruolo nella difesa della fortificazione. Le strutture difensive moderne del Maggiore Generale Steinhart, direttore del Genio di Trento, erano a prova di bomba e ben camuffate, al riparo sotto la roccia. Si trattava delle cosiddette fortificazioni campali che si inserivano nel nuovo ampliamento della Fortezza di Trento. È bene distinguere qui tra le batterie di posizione fisse dell’armamento di sicurezza, situate in caverne come batterie fiancheggianti in caverna o di batterie in postazioni in calcestruzzo, e le postazioni campali delle batterie mobili dell’artiglieria da fortezza. (J.V.) Jeschkeit Volker

Il Fronte meridionale della Fortezza di Trento

Mattarello, Romagnano, Vigolana, Val Stornada e Val di Cei Curcu & Genovese (Euro 24,00)

89

tmfebbraio


trentinoscoop&news trentinolosapevate

Volti nella Storia

la frase

Per saperne di più:

«Può bestemmiare un ricco. Non considererò mai una bestemmia quella di uno che lavora.»

Bibliografia: don Mario bebber. Bardo di Dio, di Renzo Francescotti, Il Margine, Trento. Video:: Apocalisse minima, docufiction di Piera Gasperi, Massimo Libardi e Agrippino Russo. Contributo critico di don Vittorio Cristelli.

DON MARIO BEBBER (1921-1975) ETÀ

Nasce a Levico Terme il 20 novembre del 1921. Frequenta gli studi ginnasiali e teologici al seminario vescovile di Trento.

CON I GIOVANI

Con gli studenti instaura da subito un rapporto amichevole, di sostegno sociale e religioso, con una spontaneità ed una serenità d’animo da essere contraccambiato dagli stessi studenti con gli stessi sentimenti. Don Mario non si limita però al mero impegno scolastico, ma si fa fautore di attività sportive e culturali, come ad esempio con la società ciclistica “Aurora” e il Gruppo “Neruda”.

IL PICCHIO

È lo pseudonimo con il quale spesso firma le pubblicazioni di brani poetici sulla stampa locale.

LO SCHELETRO

Gli viene tolto il posto di assistente spirituale del movimento studentesco e cade in una cupa depressione. Va ad abitare nelle soffitte dell’Istituto Tambosi. Recupera uno scheletro dal laboratorio di scienze naturali e l’attacca all’entrata della sua stanza, con la scritta: “Entrate, più avanti è un uomo”.

LA MORTE

SACERDOZIO

Nel 1945 viene ordinato sacerdote a Malé. Qui si era trasferito durante gli sfollamenti delle città di fondo valle a causa dei bombardamenti del conflitto bellico. La missione sacerdotale e di cooperatore lo vede attivo a Vigo Lomaso, a Borgo Sacco di Rovereto e a Tione.

INSEGNANTE

Diviene docente di religione a Trento, prima al Collegio Arcivescovile, poi all’Istituto per ragionieri e geometri “Tambosi”. Queste esperienze gli permettono di avvicinarsi al mondo giovanile in anni attraversati da forti fermenti sociali e politici.

Il gruppo Neruda

LA POESIA

È stato definito: “Uno dei più importanti poeti religiosi del nostro tempo”. I suoi componimenti affrontano parimenti temi sociali e temi religiosi, che a volte si intersecano abilmente tra loro. Tra le sue opere si ricordano “Poesie di un prete” (1970), “L’amore sporca”. “L’ultimo viaggio”, titolo presago della fine, uscirà postumo nel 1996.

La fine lo coglie improvvisamente il 4 agosto 1975, nella sua Levico, mentre lavora a una trilogia intitolata “Il libro delle Scritture”. Tornando da una passeggiata nei boschi sopra Vetriolo, dopo una gita un po’ più lunga del solito, dice alla madre: Son na masa lontan e un attimo dopo muore tra le sue braccia, fulminato da un infarto, a poco più di 50 anni.

IN RADIO

Si intitolava “Schegge di Vangelo” la trasmissione curata da don Bebber che andava in onda alla radio regionale.

hanno detto di lui “La sua poesia nasceva dalla passione di prete, da quella passione che ricollega spontaneamente tutto a Dio: quello che di bene e quello che di male scorre nel mondo” (don Onorio Spada) “Don Mario ha realizzato nella sua vita e nella sua poesia, se stesso secondo Cristo che sulla Croce ha trasformato l’amore in dolore, perché possiamo trasformare il dolore in amore” (Guido Lorenzi) 90

tmfebbraio


trentinoristorante

Il ristorante

IN OGNI NUMERO trentinomese VI PROPONE UN RISTORANTE PROVATO PER VOI Il ristorante presentato in questa rubrica è una libera scelta redazionale. Il nostro giudizio anche se critico, è espresso in “cuori” perchè, comunque, il difficile lavoro del ristoratore merita rispetto.

Segnalazioni e commenti: info@trentinomese.it

IL PIZZICAGNOLO IL RE DEI PANINI

L’enciclopedia della buona tavola, lo chef stellato dei panini. È questa la fama che si è meritato Guerrino Gramola, classe 1952. La sua fama di paninaro ed esperto pizzicagnolo ovvero, per citare il vocabolario, “venditore al minuto di salumi e formaggi” ed altre specialità alimentari, già da tempo ha superato i confini rotaliani. La sua bottega di Mezzolombardo, infatti, è citata in articoli di riviste nazionali e internazionali e può addirittura annoverare un fan club nato su facebook, un gruppo intitolato “Guerrino il re del panino”. L’esperienza che vi attende varcando la soglia del negozio

TE EDIZRI ZA ONE

di Guerrino è, in un certo senso, simile a quella che si può fare alla corte di un grande chef. Guerrino, infatti, ne sa una più del diavolo in merito a prodotti enogastronomici di altissimo livello e da lui i foodie sicuramente possono avere grandi soddisfazioni. Pochi tavoli, poi, consentono di sedersi a gustare le creazioni del Pizzicagnolo più amato del Trentino, che dal 1997 sforna panini di alta classe conditi con salsine segrete (che la Rete definisce “commoventi”, “micidiali”, “poetici”, e così lo sono davvero), taglieri traboccanti di salumi e formaggi deliziosi, ma anche torte e strudel. In questo periodo dell’anno pare che una delle sue specialità che va per la maggiore sia “L’apripista”, cornetto salato di farina di grano saraceno con lardo di Colonnata e Gorgonzola, perfetto prima di affrontare una giornata sulla neve. Anche se stiamo parlando “solo” di panini e taglieri, l’esperienza gourmet è assicurata. Del resto, Lord Boyd Orr, politico inglese direttore generale della FAO e Premio Nobel per la pace, diceva: “Se la gente deve scegliere tra la libertà e i panini, sceglierà i panini”. IL PIZZICAGNOLO Via Cavalleggeri D’Udine, 5 Mezzolombardo 0461.606189

LA CUCINA

delle nostre Valli

100 RICETTE CREATIVE NEL RISPETTO DELLE TRADIZIONI TRENTINE

91

tmfebbraio


trentinoscoop&news trentinolavignetta

Le lune di Kako / di Flora Graiff

R

icordate l’hastag di Matteo Renzi #enricostaisereno? Sappiamo come è finita: Renzi premier proprio al posto di Enrico Letta. Ricordate quando Gianfranco Fini, allora leader di Alleanza Nazionale, aveva giurato che non avrebbe incontrato Umberto Bossi, allora capo della Lega, nemmeno per bere un caffè. Un caffè no, ma alleati di governo, invece, sì. Ora è la volta di Matteo Salvini, il nuovo segretario della Lega: dopo aver intonato cori razzisti contro i napoletani, non trova nulla di strano a chiedere voti anche a loro. Insomma, se Kako fosse un politico, la sua amichetta Milla avrebbe seri motivi di preoccuparsi qualora vedesse comparire su Twitter l’hastag #millastaiserena.

FLORA GRAIFF

C

artoonist e giornalista pubblicista, vive fra Merano e Trento. Dopo aver studiato restauro a Firenze e xilografia con Remo Wolf, crea Kako, bimbo protagonista di una strip seriale lanciata dalle riviste Linus e Snoopy e poi approdata sul web. Artista eclettica,

92

tmfebbraio

ha al suo attivo anche radiodrammi per la Rai, vignette satiriche per quotidiani, tavole per l’Atlante delle Guerre e pastelli per plaquettes di poesie inedite di Alda Merini, Ezra Pound, Salvatore Quasimodo e Marina Cvetaeva. Tra i critici che hanno scritto di lei Enrico Crispolti e Luca Beatrice.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.