Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Trento. Contiene i.p.
ANNO XXIV N. 288
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FEBBRAIO 2016 9 771724 550805
ISSN 1724-5508
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appuntamenti, incontri e attualità trentina
INVERNO IN MALGA (CON O SENZA NEVE) QUANTO CI PIACCIONO LE MALGHE E I RIFUGI APERTI IN QUESTA STAGIONE... I GEMELLI DEL TRATTORE L’AGRICOLTURA TRENTINA DEVE MOLTO AI FRATELLI ZANOTTI
CARNEVALE IN TRENTINO TRA SFILATE DI CARRI ALLEGORICI, SPETTACOLI E SCENETTE, MUSICA E GUSTOSE MACCHERONATE IN PIAZZA, O SGNOCCOLATE AL RAGÙ, A SECONDA DELLA FRAZIONE IN CUI CI SI TROVA, NON C’È CHE L’IMBARAZZO DELLA SCELTA PER GLI AMANTI DI QUESTA COLORATISSIMA FESTA
ETTORE TOLOMEI E LA SUA “PULIZIA ETNICA”
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RING
trentinocommenti
RING di Pino Loperfido
di Tiziana Tomasini
perfidie
a mali estremi
COSE CHE AL GIORNO D’OGGI NON SI FANNO PIÙ, PARTE SECONDA: L’AUTOSTOP
INVERNO: L’ARMADIETTO DEI MEDICINALI RIDIVENTA IL PROTAGONISTA DELLA CASA
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otizia letta qualche mese fa. All’ennesima auto che non accennava a fermarsi per dargli un passaggio, ‘sto tizio le ha scagliato contro un contenitore dell’immondizia trovato sul ciglio della strada. Perché, voglio dire, uno se ne sta lunghi minuti con quel pollice di fuori, con quell’espressione ambigua tra il compassionevole e il rassicurante, controllandosi incessantemente l’abbigliamento e la postura e poi, cavolo, nessuna di quelle auto sfreccianti si ferma?! Per forza che all’autostoppista gli vengono i cinque minuti. Il fatto è che oggi è il concetto stesso di autostop ad essere desueto. Dice: per forza che non si ferma nessuno, nemmeno di fronte ad avvenenti turiste olandesi: questo mondo è pieno di pazzi e di delinquenti, maniaci e compagnia bella. Vabbè vabbè, dai, non attacchiamo con la solfa del “un tempo qui era tutta campagna e si viveva meglio”. Il passatismo è lo sport preferito di chi fa della lagna una scelta di vita. Oggi non ci si ferma più anche per paura di fare quattro chiacchiere, di condividere il viaggio con un estraneo. Ma ce li ricordiamo gli autostop di una volta? Non facevi a tempo ad alzare il braccio che già si fermavano in quattro o cinque. C’è gente che s’è girata l’Europa in autostop, alla faccia delle agenzie di viaggio e del portafogli di mamma e papà. E oggi? Ognuno ha la sua automobile e ci viaggia orgogliosamente da solo, isolato dal mondo esterno, impermeabile ad eventuali richieste di passaggio. Personalmente, l’ultima volta che ho fatto autostop è stato nell’autunno del 1993, da Vigolo Vattaro a Trento. Si fermò un macchinone guidato da un simpatico signore con la barbetta bianca che in seguito scoprii essere il noto orafo Settimo Tamanini, in arte Mastro 7 che, scusandosi, chiese se potevamo passare un attimo dal negozio di Mattarello. “Faccia pure”, dissi io. “Ci metto un secondo soltanto”, rispose lui (lo ricordo come fosse ieri). Bene. Non solo lasciò la chiave inserita nel cruscotto, ma il sedile posteriore era colmo di custodie di ogni tipo... Un episodio che spiega tutto. Anche il motivo a causa del quale oggi l’autostop non esiste più. Anche se, dobbiamo dire la verità, la colpa non è solo degli automobilisti terrorizzati, ma pure degli autostoppisti. Che si sono estinti, come i dinosauri. Oppure hanno pensato di evolversi, pagando servizi come BlaBlaCar. Così non si rischia di starsene lì, lunghi minuti, con pollice all’insù a sorbirsi l’indifferenza e il ghigno di scherno di chi sta al posto di guida. 6
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ome da copione arriva puntuale il periodo dei mali di stagione, delle patologie virali, degli starnuti a raffica e degli stati influenzali. Consultati medici di base e pediatri, rincaso con il lungo elenco dei rimedi farmacologici indispensabili per la guarigione. Convinta di essere super attrezzata, parto alla ricerca del medicinale giusto nel famigerato armadietto dei medicinali, che ora – al culmine dell’inverno – diventa l’indiscutibile protagonista dell’arredo casalingo. I quattro scaffali a disposizione sono colmi di boccette e scatoline, impossibile non trovare quello che serve. E invece no, amara sorpresa. Alcune confezioni sono fantasma, nel senso che rimane solo l’involucro esterno, senza alcun contenuto; alcuni flaconi di sciroppo contengono solo poche gocce, divenendo così praticamente inservibili; molte scatole contengono medicinali generici, dai nomi incomprensibili e quindi difficilmente riconoscibili ed identificabili. Altra nota dolente, la data di scadenza. Stranamente quelli apparentemente integri sono scaduti da mesi o addirittura da anni, se non forse da decenni. Ispezionando meglio nelle retrovie del mobile compaiono quelli probabilmente fuori produzione, con ancora il prezzo in lire… Riporto alla luce anche l’apparecchio per l’aerosolterapia, pur trovando ostico ed estremamente fastidioso il suono martellante che richiede almeno due aspirine: smonto, inserisco, attacco i fili, ma purtroppo manca un pezzo. Niente, archivio anche quello. Emergono anche le scatole dei cerotti: un’infinità, certo, ma tutte mal assortite; rarissimi quelli di formato standard – cioè medio rettangolari – mentre abbondano quelli minuscoli e rotondi, per ferite inspiegabili, che nessuno utilizza mai. Decido di fare ordine e raduno ciò che non serve; riesco a riempire ben tre buste capienti. Percorso qualche chilometro, arrivo al centro raccolta materiali pronta a gettare il tutto nell’apposito contenitore. Ma l’uomo di sorveglianza mi blocca, facendomi notare che i farmaci vanno eliminati senza le scatole di cartone. Altra mezz’ora di selezione. Finalmente termino il lavoro. Adesso non resta che recarsi in farmacia per acquistare tutto il necessario ed anche di più: fluidificanti, espettoranti, analgesici, disinfettanti. Naturalmente con un preventivo spese da paura. “Non avrebbe qualcosa anche per lo stress da farmaco?” chiedo con tono ironico. “Certo, preferisce compressa o granulare? Sciroppo o sospensione?”
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RING di Fiorenzo Degasperi
scempi ed esempi LO STATUTO COMUNALE: UN PONTE TRA PASSATO E FUTURO. L’ESEMPIO DI PINÉ
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irovagando per archivi, statuti comunali e storie di paese si scopre che soltanto alcuni comuni trentini hanno fatto premettere, alla stesura dei principi, diritti e doveri dei cittadini, una prolusione approfondita storico-ambientale mirata, oltre che alla difesa e alla tutela del proprio territorio, al recupero della propria memoria storica. Tra questi paesi spicca lo statuto di Pinè, pubblicato come supplemento n. 1 al B.U. n. 37/I-II del 16 settembre 2014, steso precedentemente per mano del compianto Aldo Gorfer. Un vero e proprio trattato di geografia storica e artistica che pone le basi, se letto attentamente, ad una politica mirata alla conservazione di un ricco patrimonio umano e storico, cordone ombelicale tra il passato, il presente e il futuro, parametro irrinunciabile per la valorizzazione del territorio e, soprattutto, per la sua tutela. La maggior parte dei comuni dedica alla propria storia e alle proprie radici sì e no una decina di righe, trasformando così uno strumento importante come lo Statuto Comunale in una mera elencazione burocratica di diritti e doveri, slegata però da ogni matrice storica.
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RING È come se il passato fosse un peso, un bagaglio invece che una risorsa. Porgendo l’orecchio, l’occhio e la mente alla storia – mai frase fu più appropriata che la ciceroniana Historia magistra vitae (la Storia è maestra di vita) – si potrebbero invece evitare moltissimi errori nella gestione del proprio territorio o nella progettazione di eventi che, sebbene portino immediatamente un arricchimento, snaturano però completamente i valori religiosi e umani. L’esempio più eclatante sono i mercatini di Natale, ormai slegati completamente dalla tradizione religiosa e da quella umana per presentarsi soltanto come evento turistico-commerciale, falsificando così i valori più genuini nel rispetto di secolari eventi festivi. Da che mondo è mondo l’apertura dei mercatini dovrebbe coincidere con la prima domenica di Avvento e con l’accensione della prima candela sulla tavola imbandita. No, ormai in Trentino vengono aperti già ben prima, qualcuno, come il Comune di Pergine, inaugura perfino il 14 novembre, trasformando l’evento in una succursale caotica e insignificante dei Centri Commerciali. In faccia al rispetto dei valori. I nostri vicini di Bolzano invece, giustamente, rispettano rigorosamente l’apertura con la prima domenica di Avvento, coerente con la tradizione e con i valori di quella terra. Ritornando ai nostri Statuti Comunali, sempre i nostri vicini sudtirolesi hanno tracciato, già tra gli anni Ottanta e Novanta, delle linee guida per salvaguardare l’armonia fra l’uomo e la natura, trasformando lo Statuto in un progetto a cui attenersi e con cui ogni piano regolatore futuro
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RING deve confrontarsi, nella consapevolezza che il paesaggio rurale antropizzato formato dall’uomo nel corso dell’evoluzione storica – dando la sua impronta attraverso il lavoro e la cultura – è un valore fondamentale per la vita quotidiana. Lì generazioni di solerti contadini hanno plasmato il suolo in maniera molteplice, rispettando un corretto rapporto con l’ambiente alpino e creando un mondo agreste equilibrato ed incantevole, rimasto in gran parte immutato fino ai giorni nostri. Villaggi e masi singoli si inseriscono armoniosamente fra campi, prati e pascoli, immersi fra boschi di conifere che giungono fino agli alpeggi. Il lavoro che aveva intrapreso Aldo Gorfer di indagine, scavo e recupero della storia territoriale per salvaguardarne la cultura paesaggistica – nel senso più pieno e profondo del termine – è stato purtroppo interrotto. In Sudtirolo due autori come il botanico e zoologo Peter Ortner e il fotografo Christoph Mayr avevano tracciato, già nel 1993, paese per paese, le caratteristiche storiche e naturali da difendere e preservare, presentando un corposo volume sul polimorfismo del paesaggio rurale umanizzato sudtirolese, in modo tale da aiutare gli organi pubblici dei vari paesi, e quelli che si sarebbero succeduti nel corso degli anni, a comprenderne l’essenza e l’anima stessa del territorio, cercando di motivare e mantenere integro il connubio fra cultura umana e cultura del paesaggio. Il risultato era quello – ben raggiunto, come ne ha esperienza di chi frequenta quella terra – di far emergere con forza l’idea di un determinato paesaggio e la percezione di tale carattere che ha la popolazione residente e quella turistica. Il risultato di quella ricerca è stata la premessa ad ogni Statuto di una parte storicogeografico-naturalistico come tema culturale sfociante in una politica culturale del paesaggio stesso. La legislazione va già in questa direzione, considerando il paesaggio in modo dilatato, come incontro tra storia e luoghi, come prodotto di culture che vivono nel tempo e operano nello spazio, ma poi non trova concretizzazione nel quotidiano. Perché da noi, in Trentino, non si riprendono in mano gli Statuti comunali mancanti di questa fondamentale premessa e non si traccia una nuova cornice cucendo valori del passato con una crescita armonica del proprio territorio? Sicuramente il primo risultato di salvaguardia e di valorizzazione turistica, vedrebbe, per fare solo un esempio, la tutela dell’antica viabilità orizzontale, quella fitta trama di sentieri e mulattiere che univa un paese ad un altro, le case di fondovalle con le malghe, con i boschi-risorsa, con i laghi e i torrenti, una viabilità oggi quasi del tutto scomparsa o ridotta a lunghi serpenti asfaltati o cementificati, che ripropongono modalità urbane in un territorio che urbano non è e non lo dovrebbe essere. Ricordiamoci che il turismo colto e intelligente disdegna di trascorrere il suo tempo in luoghi dove si ripetono ritmi, paesaggi e vedute urbane, prediligendo l’altro, la diversità del luogo, la sua storia peculiare.
di Astrid Mazzola
il midollo della vita A PROPOSITO DELLA MERAVIGLIA
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n quest’inverno ricco di sorprese ho la fortuna di fare la lettrice di storie per i bambini per una biblioteca. Bello vedere la sorpresa di un piccolo amico chiacchierone, che sosteneva di saper indovinare sempre il finale dei libri, nel vedere un buco vero fatto in un libro da un drago disegnato; mi commuovo sempre quando i bimbi accolgono con gioia la mia piccola sigla e fanno a turno per suonare la chitarra, entusiasti che un ammasso di legno e corde riesca a produrre suoni tanto armonici. A volte mi domando come sarebbe il mondo se tutti questi bambini diventassero adulti conservando la capacità di meravigliarsi e aprirsi alla novità. Dev’esserci qualcosa che non funziona nel percorso che ci separa dall’età adulta. Ultimamente mi sono trovata a riflettere sul significato della meraviglia. Ho un account Facebook e capita anche a me di essere fagocitata dall’oceano dei messaggi lasciati sulle bacheche. Ma, lo ammetto, è utile: è una finestra su modi di vita distanti dal mio. E poi le pubblicità della televisione e le quarte di copertina dei libri (tanto per citare alcuni esempi) promettono di “stupire e sconvolgere”. “Dopo averlo letto, visto, ascoltato non sarete più gli stessi”. L’incontro ideale con il meraviglioso, oggi, è breve e bruciante; e lascia una scia che dura pochi secondi, subito rimpiazzato da un “nuovo meraviglioso” ancor più potente. Mi sembra di vedere un mondo di bambini che vorrebbero meravigliarsi ancora, ma non ne hanno più la capacità. Perché la meraviglia, credo, non nasce fuori di noi. Chi ha spento in noi l’attitudine a lasciarci meravigliare? La consuetudine? E allora perché certe persone possono arrivare a cent’anni e continuare a stupirsi per gli eventi più semplici? E a ben guardare c’è da stupirsi per mille esistenze. Per l’universo e le sue leggi solo in minima parte svelate, per il sole che sorge ogni mattino, per i modi incredibili che ha la vita di propagarsi, per la complessità di ogni singola creatura e per quanto d’inspiegabile e magico ci capita ogni giorno. Eppure viviamo anestetizzati, attendendo che qualcuno ci dica: “Ehi, guarda un po’ qui e stupisciti”. Davvero, io credo che ci sia qualcosa che non funziona, da qualche parte. C’è un bell’albo illustrato, intitolato “Se vuoi vedere una balena”, di Julie Fogliano ed Erin E. Stead, che dice bene quanto sia semplice eppure potente l’evento meraviglioso. Il bambino protagonista, in viaggio con il suo cagnolino su una barca in mezzo al mare, sa che per vedere una balena bisogna essere concentrati ma, soprattutto, avere pazienza. È nello spazio dell’attesa che la meraviglia si ingrandisce, si preannuncia, diventa tale. E la balena c’è: sull’ultima pagina, e non ha bisogno di comparire con fuochi d’artificio. Perché c’è tutta quella strada prima. 9
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RING di Stefania d’Elia
istruzioni per l’uso IL “GIORNO ZERO”: QUANDO E COME CI SI ACCORGE DI ASPETTARE UN BAMBINO
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inora ho parlato tanto del dopo: di come ci si accorge (o non ci si accorge) che si sta per partorire. Di cosa può fare (o non fare) un papà in sala parto e di come ci si prepara (o come ci si illude di prepararsi) al lungo viaggio per diventare genitori. Ma cosa succede prima? Lo spirito materno è come Natale: quando arriva arriva. È possibile andare a dormire con l’unico pensiero dello smalto per le unghie e svegliarsi la mattina dopo con l’inesorabile certezza che l’orologio biologico abbia iniziato a battere i suoi ultimi rintocchi. Siamo donne, questo può capitarci benissimo a 20 anni come a 45, certe cose non cambiano. Un avvertimento; anche gli uomini potrebbero sentir battere nello stesso momento l’orologio biologico: solo che il loro è un altro modello che li spinge a correre a comprare una play station o qualche modellino di un super eroe anni ’80. Quando si decide di avere un figlio la cosa importante è non considerare il concepimento un lavoro: quindi mettete via tabelle, statistiche, termometri per tastare la temperatura e quant’altro... la spontaneità prima di tutto. La stessa spontaneità con cui io 9 anni fa, ho casualmente controllato il calendario, fatto crocette, tastato il seno, sentito un vago dolore da “ovulazione” e chiamato mio marito al lavoro dicendo “questa sera non tardare che abbiamo da fare.” Insomma va bene tutto... l’importante è non perdere di vista il romanticismo! Ricordo il mio “giorno zero” mi sono svegliata la mattina sperando di cogliere dal mio corpo qualche segno rivelatore, invece nulla: niente seno lievitato magicamente da una prima scarsa ad una 3 abbondante, nessun sogno premonitore, nessun dolore alle parti interessate... Neanche un coro di cicogne fuori dalla finestra che faceva balletti propiziatori, niente! E quelli sono i giorni più duri (sì, insomma, più duri finché non arrivano gli altri giorni duri). Aspetti con ansia di poter far il test di gravidanza e intanto cerchi di capire se la tua pancia stia brontolando per colpa della pasta e fagioli mangiata il giorno prima o se invece sta cercando di dirti qualcosa. Ma per scoprirlo ti tocca aspettare il ciclo o, si spera, la sua assenza! Un’avvertenza (questo è un articolo pieno di avvertenze, sembra il bugiardino della Tachipirina), come ritardo non vale il “il mese scorso mi sono
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RING venute alle 08.14 del mattino, ora sono le 09.01 e ancora tutto tace”; per esultare aspetta almeno un paio di giorni! Quando arriva il momento, quando il ritardo è tale da giustificare l’acquisto di un test di gravidanza ti sentirai un po’ la regina del mondo: nel tuo grembo potrebbe esserci un bambino, grazie a te la razza umana non scomparirà... non importa se ogni giorno centinaia di persone partoriscono, non importa se non sei che una goccia nel mare delle partorienti, ti senti comunque parte di un esclusivo club d’elite. Il test di gravidanza merita una menzione a parte. Cercare di fare pipì sopra quella specie di cannuccia è impossibile: anni di apprendistato nei bagni pubblici con chiappe in aria e borsa in mano non bastano. Il sistema migliore è usare un bicchierino (che poi è allenamento, una donna in attesa passerà i prossimi 9 mesi a fare pipì nel bicchierino), in cui poi immergere il test. E qualsiasi sia il risultato, ti coglierà di sorpresa: È positivo? Non te lo aspettavi, stai per diventare mamma, mille dubbi ti colgono ed è probabile che scoppierai in un irrefrenabile pianto disperato. È negativo? E tu che ti sentivi già un po’ mamma. Pure se la maternità era un pensiero che ti faceva rabbrividire fino a 10 minuti prima, il test negativo ti permette di scoprire lati nascosti del tuo essere. È probabile che scoppierai in un irrefrenabile pianto disperato. Il test è incomprensibile? Niente, è probabile che scoppierai in un irrefrenabile pianto disperato causato dalla frustrazione e dall’incertezza. Ma no stupirti certi test sembrano concepiti da un patito dell’enigmistica: conta le lineette verticali, sottrai le lineette orizzontali, moltiplica il numero di scarpe di tua nonna e aggiungi il numero di portate del pranzo del tuo matrimonio, togli l’anno di nascita del futuro papà. Se il risultato è un numero pari sei incinta, altrimenti no. E preparatevi che questo è solo l’inizio!
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di Gianfranco Gramola
diario rotaliano QUANDO TI RIVOLTANO L’APPARTAMENTO (E L’ESISTENZA) COME UN CALZINO
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ra i fatti drammatici e incresciosi che popolano le prime pagine dei giornali c’è la notizia che i furti d’appartamento sono in vertiginoso aumento. In Italia, dati alla mano, avvengono 30 furti ogni ora, ossia uno ogni due minuti. Uno scenario sconvolgente che raffredda gli entusiasmi della vita. Leggendo i quotidiani locali scopro che anche la nostra regione è stata presa di mira, perché recentemente anche molte abitazioni sono state saccheggiate, creando un problema preoccupante, un allarme sociale da fa star male solo a parlarne. L’ossessione del furto crea nel cittadino un marasma interiore che si insinua nelle sue notti di allerta, di dormiveglia e di sottile paura. Il nuovo identikit dei topi d’appartamento dice che molti di questi sono ex miliziani provenienti dalla Bosnia e dall’Ucraina e questo lo conferma il dato che 6 arrestati su 10 sono stranieri. Bande di masnadieri si spartiscono il territorio, scavalcano muri e cancelli, si arrampicano su per le grondaie, sfondano vetri, i più esperti fanno leva alla base dell’anta, aprono le serrature più sofisticate e disattivano allarmi con un’abilità incredibile. Una volta entrati rivoltano l’appartamento come calzini facendo man bassa di oggetti di valore, denaro e oggetti tecnologici, palesando una cattiveria sopra le righe, una volontà sfacciata. Sono persone abituate alla violenza, che non hanno nessun problema a “neutralizzare” il componente della famiglia rimasto in casa e nei casi più drammatici la rapina può degenerare in omicidio. Chi entra in casa altrui ha sempre cattive intenzioni ed è sempre pronto ad usare metodi violenti se scoperti in flagrante. Il colmo è che il cittadino che cerca di difendersi dai ladri, rischia di andare in galera, perché le cronache recenti riportano che in alcuni casi le vittime sono state condannate a risarcire i ladri che avevano violato gli altrui domicili. Un inversione di ruoli dove la vittima passa per carnefice. Come si dice “Il danno e anche le beffe”. I criminali senza paura sono le conseguenze del nostro buonismo e di una giustizia troppo leggera. Quelli che dovrebbero fare le riforme vivono in una campana di vetro superprotetta, a spese di quei cittadini lasciati inermi di fronte alla delinquenza. “L’Italia – dice sfogandosi un cittadino in Tv – ha bisogno di una riforma della Giustizia più dura con chi sbaglia o crea danno al prossimo, ma forse i nostri politici non si sono accorti di questa urgenza. Al di là di un maggior impegno delle forze dell’ordine credo che ci sia solo da rassegnarsi”.
Personalmente mi auguro che la politica cominci ad applicare pene più severe verso chi viola la proprietà privata, perché il furto in casa lo considero uno stupro domestico. Perché è una brutta sensazione rientrare dopo una giornata di lavoro o una vacanza e trovare la propria casa messa a soqquadro. È molto avvilente perché i criminali che rovistano tra le tue cose, si portano via, oltre alle tue cose, anche la pace e la serenità domestica. Una denuncia di furto non basta a cancellare il senso d’impotente frustrazione che si prova davanti a questo scempio, alla rabbia che deflagra e la cappa d’inquietudine che avvolge, che turba. Dai furti possiamo provare a proteggerci mettendo delle inferriate alle finestre, ma sicuramente non è un bel vivere con la visuale che hanno quelli che stanno in carcere. Però possiamo difenderci da questi criminali arroganti e senza scrupoli giocando d’anticipo e usare qualche precauzione o affidandoci alla tecnologia. Ad esempio non scrivere sui social (Facebook e Twitter) i propri movimenti. Lasciare la radio o la televisione accese, oppure installare un sistema d’illuminazione che ogni tanto la luce si accende e si spegne. Chiedere ad una persona fidata di liberare la cassetta della posta dalla pubblicità, perché se accumulata può essere un indicatore di assenza. Piccoli accorgimenti che non risolveranno il problema, ma aiuteranno sicuramente la gente a vivere più serena. La mia è una voce di un cittadino amareggiato e sconsolato. Invito i cittadini a dare voce alla loro rabbia, sperando che i giornali facciano eco ai loro disagi e pretendano dallo Stato leggi più severe, garanzie di sicurezza e la certezza che siano i banditi a vivere dietro le sbarre e non i cittadini onesti costretti a difendersi. 11
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trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI
il dialetto in-forma EL GIGIOTI DEI SCANDERLÒTI
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o finì de taiar zo scàndole: vago a fàrmen do càndole!” È stato il mio amico Gigioti (el Gigioti dei Scanderloti come lo abbiamo sempre chiamato) a farmi questo annuncio, aggiungendo: ”Vègnet anca ti?” Perché lo chiamano così? Perché da quando aveva pochi anni girava per le strade prendendo a calci i scanderlòti. Lui oltre che il Pelè dei scanderlòti è anche uno dei miei consulenti più preziosi delle parlate trentine: “Scanderlòti? Sì, ma se dis anca: scandorlòti, candorlòti, canderlòti…” In italiano si traduce con ‘barattoli’. E càndola come lo traduci? Con ‘bricco’ o anche con ‘caraffa’, parole che entrambi ci vengono dal Vicino Oriente: la prima dal turco ibrìk (che ci ha dato anche ‘brocca’); e la seconda dall’arabo gharrafa. Un gran bel viaggio di queste due parole per approdare nel dialetto trentino! Prima del diffondersi del vetro si beveva dalle càndole, ovvero da bricchi e caraffe;
che erano di terracotta, di terraglia (terracotta smaltata), di maiolica o addirittura di porcellana, di peltro, di argento per chi se lo poteva permettere. Ma il modo di dire “vago a béverme na càndola” è poi rimasto anche se si riferisce al bicér o al bichér (al maschile), alla bicéra o alla bichéra (al femminile). Il mio amico Gigioti è possessore di un rustico in cui ha voluto conservare il tetto a scàndole. Lo scrivo senza usare il corsivo dato che ’scandola’ si dice anche in italiano. E non deriva dal tedesco Schnidel, (checché ne pensino i biliosi-folcloristici Schützen, altrimenti chiamati in trentino sìzzeri ovvero gabanòti), ma dal termine latino scàndula, che vuol dire ‘assicella’. “Perché non fai al tuo rustico un bel tetto di lamiera zincata?” ho chiesto una volta al mio amico Gigioti, ogni anno vedendolo affaticarsi a cambiare scàndole al tetto del suo rustico.” Perché no vòi na banda enruzenida sul me fenìl: me basta de quela che gh’è al Governo!, mi ha risposto. “E perché le scàndole non te le compri, invece che stare lì a farle, una per una, con quella lama a due manici?” (devo chiedergli il nome in dialetto di quell’attrezzo: sicuramente ce l’avrà…). Allora mi ha spiegato che è vero che le scàndole le fanno a macchina anche certe segherie, col legno di larice; ma le macchine tagliano le vene del legno, così che le scàndole durano poco, marciscono prima. “E poi, vuoi mettere la soddisfazione di farti le cose da te?” ha aggiunto il Pelé dei Scanderlòti. Anch’io (anche se lui era indubbiamente più bravo) da ragazzo prendevo a calci i barattoli. Mia madre era disperata: “Te strazzi tute le scarpe cossita!” “Meio strazzar scarpe che linzòi!” replicavo io, col detto sentito da mio padre, il quale certamente preferiva un figlio che prendesse a pedate i scanderlòti (e non, ad esempio, i compagnòti) e che non stesse a letto ammalato a consumare lenzuola. La versione maxi dei scanderloti è quella dei bandóni. Ma quelli non è il caso di prenderli a calci: non ti distruggeresti solo le scarpe, ma i piedi. Ti potresti però divertire picchiandoli con un bastone, se hai senso del ritmo, usandoli come tamburi. Anzi, ora che ci penso: è sin da ragazzo che non mi sfogo a bàter bandoni. Ne ho qualcuno in cantina. Ci scendo. Con tute ‘ste bande de ladri che gira, al rumor dei bandóni chissà che no le se spaventa!” renzofrancescotti@libero.it
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trentinodadonnaadonna di LOREDANA CONT
SE NON SAI L’INGLESE NON CAPISCI PIÙ L’ITALIANO
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ecentemente un consigliere comunale di una ridente città del basso Trentino, posta all’ombra della quercia di cui non faccio il nome per questione di privacy, ha espresso dalle pagine di un quotidiano, tutto il suo disappunto per l’uso eccessivo di parole inglesi nel linguaggio corrente, anche da parte delle istituzioni. Si chiede perché usare un’altra lingua quando le stesse parole ci sono anche in italiano. Pazienza se dici pagare il ticket, o fare un selfie, o inviare una email, o andare in un bed & breakfast, … ma cosa sono tutte ste parole straniere che ci confondono? Dicono che a volte le parole inglesi spiegano meglio un concetto, un sentimento, un’azione e allora ecco che c’è il car sharing, la spending review, la location, e poi uno è trendy e (se non si offende) è anche cool… Per non parlare degli hot spot (centro di accoglienza), green city (città verde), smart city (città attiva, intelligente), urban center (centro urbano). Un cittadino, che al bar (o al pub?) stava commentando quello che leggeva, mi ha detto che si associa al lamento, che no se ghe ‘n pol pù de ste parole, che Urban Center si dovrebbe chiamare Urbano Senter, e in quanto a “Senter” non ho capito se era un cognome o una piccola e tortuosa stradicciola….
Io, pur amando le lingue, difendo strenuamente l’uso dell’italiano dove possibile (è logico che parlando di computer devo dire che uso il mouse, mica posso dire che uso il topo) e non mi piace che un po’ alla volta il nostro bell’idioma perda i pezzi. E che dire delle persone di una certa età, che non hanno acquisito neanche quelle poche parole di inglese che abbiamo noi pur non avendolo mai studiato, grazie alle canzoni dei Beatles e ad un po’ di tecnologia? Tempo fa ho visto nella hall dell’ospedale una coppia di una certa età che cercava di prenotare una visita medica. Hanno chiesto in portineria dove andare e la risposta è stata: “Al front office!” Dove?! Alla reception! Si sono quindi aggirati spaesati qua e là, poi hanno deciso di mettersi in coda ad una coda “che da qualche banda arivem de sicur”. Arrivati davanti all’impiegata la moglie ha detto “Dobbiamo prenotare una visita ortopedica per mio marito per un zinochio”. “Siete passati dal call center?” Panico totale e sguardi sconsolati. “Oh Dio…. Sa vola che ghe diga… dal Bren Center sen passadi de sicur… ma da sto Call Center no me par… Sa vola, con tute ste strade spacade su, se fa de quei giri che se perde l’orientamento”. Di fronte alla evidente difficoltà dei due soggetti, l’impiegata ha chiesto da che dottore intendevano andare. “Dal dott. Rivalti” “Vediamo un po’. Il dottor Rivalti ha un briefing”. Loro si sono guardati: “Un briefing? Dev’esser de quele machine giaponesi che le consuma poc. Me par che ho vist la pubblicità ala televisiom…” “Un altro dottore?” “El dottor Natali” “Vediamo, vediamo… Il dottor Natali ha una convention”. Altri sguardi. “Dev’esser na stazion-wagon. E il dottor Cimoni?” “Quello ha un meeting...” “Bem, enveze noi gavem el Lasonil e nem en vanti con quelo….” E sono andati via. Ensoma, se no te sai l’inglese no te capissi pù gnanca el taliam…. Vogliatevi bene! Anzi: peace and love…. Loredana P.S. Per le parole che ho scritto in corsivo no ghè gnente da far: o te le scrivi per inglese o no te sai cossa scriver. Adess chi èlo che ghe lo dis al consigliere comunale?
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Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher, Gennj Springhetti Hanno collaborato a questo numero: Paolo Chiesa, Silvia Conotter, Loredana Cont, Luciano De Carli, Lara Deflorian, Stefania D’Elia, Fabio De Santi, Fiorenzo Degasperi, Renzo Francescotti, Flora Graiff, Francesca Mazzalai, Astrid Mazzola, Maurizio Panizza, Silvia Tarter, Tiziana Tomasini
SOMMARIO FEBBRAIO2016 Ring
4 COMMENTI 10 IL DIALETTO INFORMA 11 DA DONNA A DONNA
Attualità 14
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Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. TRENTO Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 studiotn@trentinomese.it Direzione pubblicità: Rosario Genovese BOLZANO Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 Fax 0471.930743 bazarbz@bazar.it Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Alcione Trento Registrazione Tribunale di Trento n. 536 4 aprile 1987
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(un anno, 12 numeri a Euro 20,00) BOLLETTINO POSTALE c/c N. 11492386 Curcu & Genovese Associati TM Via Ghiaie, 15 38122 TRENTO BONIFICO BANCARIO CASSA RURALE DI TRENTO IBAN IT15 E083 0401 8040 0000 3080 485 CARTA DI CREDITO Telefonando allo 0461.362122 DIRETTAMENTE PRESSO L’UFFICIO ABBONAMENTI Via Ghiaie 15 Trento Tel. 0461.362107 ufficioabbonamenti@trentinomese.it I Suoi dati saranno trattati per dar corso al suo abbonamento; il conferimento dei dati è necessario per perseguire la finalità del trattamento; i Suoi dati saranno trattati con modalità manuali, informatiche e/o telematiche e non saranno diffusi. Lei potrà rivolgersi (anche telefonicamente) al Servizio Privacy presso il titolare del trattamento per esercitare i diritti previsti dall’art. 7 del D.lgs 196/03. Titolare del trattamento dei dati è la CURCU & GENOVESE ASSOCIATI S.r.l., Via Ghiaie, 15 – 38122 Trento Tel 0461.362122 AVVISO AI LETTORI La scelta degli appuntamenti è a cura della redazione. La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti delle programmazioni annunciate.
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CARNEVALE IN TRENTINO
INVERNO IN MALGA
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Progetto grafico: Fabio Monauni Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170
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SPECIALE SAN VALENTINO “SENSO” TRENTINO DI VISCONTI ETTORE TOLOMEI
NAPOLEONE A TRENTO
36 MONTANARO DELLA TELA 40 ZANOTTI: I GEMELLI DEL TRATTORE
Panorama
46 PINK FLOYD TRIBUTE 47 PINTUS 48 TONY ALLEN 49 GLEN MILLER ORCHESTRA 50 MARCO PAOLINI E... 51 SKI TOUR PANORAMA 52 SHAKESPEARE DANCE
Giorno per giorno
54 MOSTRE 58 APPUNTAMENTI DEL MESE
Scoop&news 68 74 75 76 77 78 81
I MATRIMONI DEL MESE LUCI E OMBRE DEL LEGNO IL SOUND DEI “MALAGA FLO” RICORDO DI NINO DALLAGIACOMA “ALLA SCOPERTA DEL TRENTINO” CORSO DI POESIA CENACOLO VALSUGANA
Rubriche
78 LIBRI E LIBRERIE 80 VOLTI NELLA STORIA 82 LA VIGNETTA
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trentinoattualità di Silvia Tarter
CARNEVALE
in Trentino L
a festa più pazza e scanzonata di tutto l’anno in Trentino fa rivivere tradizioni e folklore della nostra terra e delle sue usanze più antiche, ma accogliendo anche personaggi e costumi di
TRA SFILATE DI CARRI ALLEGORICI, SPETTACOLI E SCENETTE, MUSICA E GUSTOSE MACCHERONATE IN PIAZZA, O SGNOCCOLATE AL RAGÙ, A SECONDA DELLA FRAZIONE IN CUI CI SI TROVA, NON C’È CHE L’IMBARAZZO DELLA SCELTA PER GLI AMANTI DI QUESTA COLORATISSIMA FESTA 16
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altre località d’Europa. In ogni valle si rispolverano vecchi riti e tradizioni popolari, facendo riapparire, per qualche giorno, personaggi legati alla nostra storia, che si mescolano alle mascherine sempre nuove,
trentinoattualità nate dalla creatività del nostro tempo. Tra sfilate di carri allegorici, spettacoli e scenette, musica e gustose maccheronate in piazza, o sgnoccolate al ragù, a seconda della frazione in cui si trova, non c’è che l’imbarazzo della scelta per gli amanti di questa coloratissima festa.
poi è un traguardo davvero speciale, poiché la celebre festa raggiunge 140 anni di età.
Ad aprire le danze, come ogni anno, sarà il paese di San Michele all’Adige, che darà il via alla festa già a partire da sabato 30 gennaio con un ritrovo sotto il tendone in Piazza Municipio, proponendo musica e divertimento fino a tardi, per poi continuare domenica 31, con l’ormai celebre Gran carnevale alpino, organizzato dal Comune insieme al Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, che parteciperà alla sfilata dei carri portando i suoi gruppi storici. Sarà una festa coloratissima, dove accanto a maschere moderne sfileranno personaggi con indosso i costumi tipici della tradizione, tra cui figureranno anche modelli dei carnevali di diverse vallate europee.
In Valle di Cembra, tra le tante proposte, dal 5 al 9 febbraio torna invece l’appuntamento con uno dei più antichi e longevi carnevali del Trentino, il carnevale di Grauno, che ha mantenuto nel tempo il celebre rituale del rogo del pino, un gesto propiziatore di fecondità. Si comincia qualche giorno prima con la spedizione nei boschi dei dintorni alla ricerca del pino da tagliare. Il tronco viene poi sramato e trascinato nella piazza principale del paese il martedì grasso, dove viene piantato nella bùsa de carnevàl all’imbrunire. All’uomo che è stato l’ultimo sposo dell’anno toccherà poi battezzare il pino con un rametto intinto nel vino e infine dargli fuoco. Attorno al falò si ballerà poi per tutta la serata, mentre gli anziani del paese faranno pronostici sull’andamento del nuovo anno osservando la direzione delle scintille di fuoco.
Il 30 gennaio si inizia a festeggiare anche ad Arco, che per qualche giornata, dal 30 al 31 gennaio e dal 6 al 7 febbraio, si trasformerà nuovamente nella città dei Balocchi. Artisti e giocolieri torneranno a popolare le vie del centro, e ci saranno tanti giochi gonfiabili e intrattenimenti per la gioia dei più piccini. Quest’anno per il Carnevalarco-Arcoland
Tornando in città, neppure il capoluogo mancherà di rendere onore al carnevale, dal 4 al 9 febbraio. La tradizionale sfilata dei carri allegorici si terrà nel pomeriggio di sabato 6 febbraio, con musica e divertimento per i bambini. Per i più golosi non mancheranno poi krapfen e bevande calde. Ma ci saranno tante occasioni di festa anche in tutti i
Lagorai
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trentinoattualità
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Spostandosi in un’altra valle, a partire dalla sera del 6 febbraio si potrà decidere invece di andare a fare quattro salti a Storo, in Valle del Chiese, dove si festeggia un carnevale a suon di musica e divertimento, curato dalla Pro Loco M2. La sera del sabato 6, dalle 21.00 si ballerà in compagnia degli Eiffel 65, mentre la domenica, a partire dalle 18.30, sarà all’insegna di karaoke e musica latinoamericana. Tra un ballo e un aperitivo insomma, anche i più grandicelli avranno modo
Nella vicina Valle di Fassa il carnevale non è semplicemente la festa che precede il periodo di Quaresima, ma
Giornate internazionali delle orchidee
21a edizione
05 – sab. 06 – dom. 07 Blauhaus.it
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febbraio 2016 ore 9–18 ----------------------------------------------------
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venerdì > La lunga notte delle orchidee, dalle ore 19: una festa per tutti i sensi. Fatevi incantare da una serata piena di sorprese. Collezionisti appassionati ed espositori Vi accompagneranno attraverso le rarità nella storica Serra III. Nuovamente con noi i coltivatori appassionati di orchidee e cactus, nazionali ed internazionali.
un’occasione per celebrare l’identità ladina. Dal 17 gennaio al 9 febbraio in diverse località, da Pozza di Fassa, a Soraga, a Vigo di Fassa, a Campitello e Moena, ricompariranno le maschèredes, rappresentazioni burlesche di personaggi dell’antica quotidianità fassana. Tra balli, sfilate di Bufòn, Marascons e Lachè, i personaggi del folklore ladino, spettacoli teatrali e gare sulla neve, il programma della vallata si presenta davvero ricco ed allettante. Chiusura in bellezza, infine, con ila Gran Falò a Campitello di Fassa, la sera del 9 febbraio, che segnerà la fine delle ven.di carnevale. – sab. – feste
A Palù del Fersina, in valle dei Mòcheni ritorna infine uno dei carnevali più curiosi di tutta la regione, che trae origine probabilmente dagli antichi riti propiziatori legati all’avvento della primavera, ovvero la tradizionale rappresentazione di bètscho, un vecchio ingobbito, e della sua consorte bètscha. Durante la giornata di martedì grasso, questi due caratteristici personaggi con il volto dipinto di nero, che portano rispettivamente un bastone e una scopa, vagano per il paese augurando abbondanza e fertilità a chi li riceve, accompagnati da un Oeartrogar (un portatore di uova), che raccoglie uova dom. come offerta. ■
Giornate internazionali delle orchidee
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sobborghi vicini, a cominciare da Ravina, con la sua famosa “sgnocolada” del martedì grasso.
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Per chi fosse in cerca di qualche cosa di più folkloristico, il 6 febbraio in Valle di Fiemme si celebra un carnevale tutto particolare, Il carnevale dei Matòci. Un lungo corteo di personaggi colorati con indosso le tradizionali maschere di legno, le facère, sfilerà per il Comune di Valfloriana fino a Casatta, affrontando diversi ostacoli lungo il percorso, ed esibedosi in una pungente serie di botta e risposta per poter passare da un paesino all’altro della valle. La sfilata terminerà nella piazza dove con un buon bicchiere di brulé si potrà dare il via alle danze, insieme ad Arlecchini, i Sonatori, la Bèla, gli Sposi e i Paiàci, tutti personaggi della tradizione locale.
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di divertirsi. Quest’anno inoltre saranno coinvolte assieme alla Pro Loco anche le scuole materne, per la sfilata delle mascherine di martedì grasso.
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di Silvia Conotter
INVERNO IN MALGA
(CON O SENZA NEVE) QUANTO CI PIACCIONO LE MALGHE E I RIFUGI APERTI IN QUESTA STAGIONE, LONTANE DAI CIRCUITI CAOTICI DELLE STAZIONI SCIISTICHE E RAGGIUNGIBILI A PIEDI NEL BOSCO! ECCO ALLORA UNA SELEZIONE DELLE PASSEGGIATE PIÙ BELLE, IN TUTTO L’ALTO ADIGE. E CHE DIVERTIMENTO SCENDERE POI CON LA SLITTA…
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periamo che quando questo numero di Trentino Mese sarà tra le vostre mani tutto il nostro splendido territorio sia coperto da un bel manto di neve! Già, perchè se non è poi così raro che si verifichino inverni di questo tipo, con temperature alte e scarse precipitazioni, la neve sotto i piedi ci manca. Le piste da sci - perfette in tutta la nostra regione grazie agli impianti di innevamento artificiale - non bastano agli appassionati di montagna. Allora ecco 20
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qui un po’ di idee per passeggiate meravigliose in Alto Adige. Fattibili con o senza neve.
MALGA BELRIPOSO
Si raggiunge in un’ora circa partendo dall’imponente e sempre affascinante Santuario della Madonna di Pietralba. Bellissima da fare con le ciaspole, anche in notturna. Chi è in compagnia di bambini piccoli può invece arrivare lì vicino con l’auto, passando da Aldino e
seguendo per circa 6 chilometri la strada asfaltata. La Schönrastalm (il suo nome in tedesco, “alm” significa “malga”) è una meraviglia, con lunghe tavolate al sole pronte per ospitare chi si vuole godere la bellezza dell’ambiente naturale, dolci pendii su cui slittare e salette interne curate nei dettagli. La cucina offre piatti tipici, taglieri di speck della casa, canederli di vari tipi, polenta con formaggio fuso e salsiccia, ma anche bicchieri di latte fresco, panna con zucchero di
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Malga Innerhofer
canna e cannella, yogurt fatto in casa. Nei dintorni potrete effettuare diverse passeggiate: un’ora per arrivare al rifugio Capanna Nuova, due per arrivare al Corno Bianco ed ammirare lo splendido panorama sul Latemar e la Val di Fiemme. Attenzione: apertura in inverno solo nei fine settimana. Dalle 9 alle 11, su prenotazione (0471.886731), potrete concedervi un brunch speciale, dolce e salato, al costo di 12 euro a persona.
TUFF ALM
Una meta imperdibile, aperta in inverno fino a Pasqua solo il venerdì, il sabato e la domenica. Arrivati a Fiè allo Sciliar si svolta a destra seguendo le indicazioni per il laghetto, già di per sé una meraviglia. In un’oretta si arriva in quella che
alcuni anni fa è stata definita “la più bella malga dell’Alto Adige”, sicuramente a ragione anche se si contende il primato con tante altre deliziose strutture. La strada è in costante salita, ma è questo il bello: arrivati in cima potrete poi noleggiare uno slittino e tornare a valle senza fatica. Ma prima di scendere a gran velocità vi aspettano diversi animali da cortile, come i cavalli e i conigli (in estate anche i lama), un bel parco giochi, un panorama mozzafiato ed un’ottima cucina casalinga. Con la neve i prati circostanti sono l’ideale per slittare: in questo caso l’utilizzo della slitta è gratuito.
MALGA INNERHOFER
Nella pittoresca Valle Aurina, laterale della più famosa Val Pusteria, il giro del-
le tre malghe - aperte in inverno tutti i giorni - è d’obbligo. Si sale da Riobianco (Luttago), per un’ora circa. Le nevicate di metà gennaio regalano ai visitatori la grande emozione di chi aspettava con ansia di poter rivedere immense distese coperte di bianco. Tanta neve, almeno mezzo metro. La stradina sale il versante della montagna con una pendenza costante. Attenzione agli slittini in discesa e a qualche scialpinista salito al mattino e di ritorno a casa! Dopo questi 400 metri di dislivello e un’ora circa arriverete ai pascoli di questa malga deliziosa a 1743 metri d’altitudine: appena si entra ecco la cucina casalinga a vista, dove vi prepareranno al momento tante prelibatezze a prezzi contenuti. Dopodiché potete sistemarvi in una delle due stube (che come sedie hanno tronchi d’albero con i cuscini sopra o panche in legno con i cuscini) oppure direttamente in cucina. Se si vuole si può scendere direttamente con lo slittino (noleggio a 1,50 euro, si lascia all’arrivo), oppure proseguire verso le altre due malghe: la Marxegger, ad una ventina di minuti, o alla malga Pircher, altri dieci.
L’ORA DEL FANTASMA
Da non perdere, se siete in Valle Aurina l’appuntamento di ogni giovedì a Castel Tures. Le mura antiche ospitano infatti un’ambientazione unica, con i bambini travestiti da fantasmi che con una lanterna in mano andranno alla scoperta del castello. Ovviamente un’esplorazione di un gruppo di soli bambini sarebbe un po’ troppo inquietante, quindi i maestri da sci della scuola di sci Speikboden parteciperanno come protettori speciali. Ci sarà anche una fata ad accompagnare i piccoli fantasmi raccontando favole e
Tuff Alm
Rifugio Langfenn
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trentinoattualità Rastner Hütte
bini in un’atmosfera deliziosa. In inverno è chiuso solo il lunedì.
RASTNER HÜTTE Tuff Alm
leggende del mondo dei cavalieri. Possono partecipare bambini dai sei ai dodici anni. Info e prenotazioni: 0474678526.
RIFUGIO LANGFENN
Da Bolzano si seguono le indicazioni per S.Genesio, distante una decina di chilometri, fino al ristorante Edelweiss. Una breve salita ed ecco i bellissimi pascoli dell’altopiano del Salto, a circa 1500 metri d’altitudine, con baite di legno disseminate qua e là ed un sentiero arrichito dalle installazioni a tema realizzate dagli alunni della scuola elementare del posto. Ad ognuna corrisponde una leggenda, descritta in tre lingue: tedesco, italiano ed inglese. Scoprirete così la storia del drago del castello Rafenstein, la sirena rapita, il gomitolo senza fine e così via. Un bel modo per coinvolgere i più piccoli durante il cammino, che troveranno streghe appese, draghi formati con i tronchi 22
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di betulla e manichini che rappresentano gli uomini e i lavori di un tempo. In un’ora e mezza circa arriverete in località Langfenn, con l’omonima trattoria ed una chiesetta da cartolina. Alla vostra destra le cime del Sassolungo e Sassopiatto in lontananza, ma soprattutto all’arrivo un grande parco giochi in legno, di quelli che solo in Alto Adige si possono trovare. E per concludere in bellezza, piatti tipici a volontà, rigorosamente fatti in casa. A Langfeen ci si arriva anche dal parcheggio Schermoos (a Meltina, proseguendo diritti con la macchina) in una ventina di minuti. Sentiero comodo, pianeggiante, perfetto per tirare sul bob o la slitta i più piccoli.
STÖFFLHÜTTE
Sull’incantevole Alpe di Villandro, sopra Chiusa, è il Paradiso a 1750 metri d’altitudine. Si seguono seguendo le indicazioni Villandro e poi Gasser Hütte, dove si parcheggia. Si arriva al rifugio con una bella passeggiata di un paio d’ore, prevalentemente pianeggiante, camminando a fianco della strada forestale che d’inverno si trasforma in una divertente pista per gli slittini di un chilometro e mezzo. Illuminata ogni venerdì dalle 18 alle 21. L’Alpe è bellissima, con maestose cime in lontananza a farci compagnia, dal gruppo delle Odle al Sella. Dopo soli venti minuti di passeggiata troverete la Moir-in-Plun Hütte, una bella baita in posizione soleggiata con giochi per bambini e una gustosa cucina, ma vale la pena di fare un po’ di fatica in più e arrivare allo Stöfflhütte, con i suoi 2000 metri d’altitudine, splendida vista, ottima cucina e qualche gioco per i bam-
L’Alpe di Rodengo è sempre garanzia di posti magici e di squisiti piatti nei rifugi. Questo è solo uno dei tanti itinerari che amiamo ripercorrere in ogni stagione, ma sono uno più bello dell’altro. Il problema è spesso solo la scelta. Da Rio Pusteria si segue l’indicazione che in breve arriva al piccolo paese di Rodengo, dominato dall’imponente castello. Proseguendo in macchina per circa mezz’ora in mezzo nel bosco, ecco apparire l’altopiano in tutto il suo splendore. La passeggiata, di circa un’ora e mezza in leggera salita, percorre vasti prati dove fanno capolino diverse baite. A mezz’ora di strada ecco la prima malga, con ottimi piatti altoatesini, mentre dopo un’altra ora ecco la Rastner Hütte, con la sua ambientazione tipica e gli ormai famosi tris canederli al formaggio e strudel di ricotta. L’Alto Adige offre mille e una possibilità di questo tipo. Questa è solo una piccola selezione di quanto di bello offre questo territorio spesso ancora incontaminato. Basta solo avere voglia di scoprirlo. ■ Stöfflhütte
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mpossibile dimenticarsi di San Valentino. Anche quest’anno è arrivato il suo momento. A colpo d’occhio sui calendari, tra le giornate allungate di fine inverno, nei cuoricini delle vetrine… un’esplosione di LOVE non appena si intravedono i primi tepori di febbraio, tanti baci con stelline
e rosso di passione quando si preannuncia il risveglio della stagione dei fiori e degli amori. È fisiologico, è biologico, è chimicamente riconosciuto. Il Santo più amato dagli innamorati ritorna simbolicamente, sempre giovane, tra vecchio e nuovo, tra tradizione e tecnologia,
tra classico e moderno. Non importa se siete tra quelli che non amano particolarmente le ricorrenze, che non ricordano i compleanni e gli anniversari … tutto è tollerabile, tranne Lui. Se siete una coppia, San Valentino si festeggia. Punto. Questione di attimi,
indimenticabili. Gli innamorati in questo giorno pretendono un riconoscimento formale e concreto del sentimento più dolce. Piccolo, tenero, profumato, luccicante e soprattutto vero, sentito e partecipato. Ma attenzione a non scadere nella banalità … il rischio è altissimo e direttamente proporzionale all’età. Se infatti gli adolescenti alle prime esperienze amorose hanno facoltà di proporre e proporsi anche nelle versioni più semplici e spontanee – quali i cioccolatini, gli orsacchiotti ed i ciondoli – gli innamorati con più esperienza devono escogitare nuove strategie di intervento … Come stupire allora l’altra metà? Semplice. Con l’effetto sorpresa. Che non si traduce necessariamente in un regalo (troppo) costoso … la sorpresa implica un uso adeguato della fantasia, per trovare qualcosa di speciale,
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trentinoSpeciale San Valentino di veramente unico, di sorprendentemente esclusivo. Per rendere l’evento romantico più atteso dell’anno come un momento unico, esistono formule speciali da sperimentare. E allora perché non cominciare da qualcosa di estremamente accattivante, come mascherine svolazzanti e pizzi di una lingerie da suscitare emozioni strepitose? Una rapida occhiata al web e tutto si carica inaspettatamente di nuovi stimoli… solo digitando Sexy Costumi sfileranno per voi infinite proposte intime e sensuali per una serata da condividere con la persona del cuore… Il gioco sottile del travestimento – irresistibile ed intrigante – coglie spunti dal periodo del Carnevale ma si caratterizza per una vena del tutto inconfondibile… A questo punto conviene osare l’inconfessabile: perché non indossare, tra le innumerevoli proposte, l’originale costume “Regina di cuori?”, modello unico di alta sartoria da vestire indissolubilmente coordinato ai guanti lunghi di raso ed alle strepitose calze autoreggenti di Leg Avenue guarnite di cuori dai colori ammalianti? Se l’idea vi piace, la linea medioevale intercala l’uso di parrucche ed accessori a tema, per una scena vagamente retrò… Se poi amate quel qualcosa in più da brivido per questa importante occasione sentimentale, lanciatevi nella solida fantasia del Burlesque, capace di presentare, con i suoi capi intimi originali e decisamente attraenti, il lato inconscio del vostro essere. Per i tradizionalisti
dell’amore, esiste sempre il classico ed intramontabile. Al di là dei luoghi comuni, delle crisi economiche e delle banalità, l’oggetto prezioso resiste e si distingue nel panorama variegato dei pensieri d’amore. L’orologio che scandisce i tempi della vostra relazione, il bracciale con i vostri nomi intrecciati, il girocollo che impreziosisce i lineamenti… Sono dettagli, certo, ma di grande valore affettivo. E per i super tecnologici, c’è l’imbarazzo della scelta: dalla telefonia personalizzata e a tema – cover d’eccezione tempestate di brillantini, ultimissimi modelli in grado di distinguervi romanticamente con ”il regalo” per antonomasia, bracciali digitali che misurano tutto, dalle calorie bruciate ai tempi dello sport. Anche l’arredo casa può costituire il regalo d’eccezione: moderni complementi per gli ambienti domestici o pezzi rari di antiquariato per dare un tocco assolutamente personale e particolare a questa ricorrenza. Sempre nel gusto classico, va messo in rilievo il valore emozionale di un regalo basato sulla bellezza, sia di lei, sia di lui. Accanto all’intramontabile profumo – fragranze note o nuove sperimentazioni – risulteranno graditissimi anche elementi di cosmetica quotidiana ma di classe, come rossetti dalle tinte accese, mascara impreziositi da dettagli unici ed esclusivi, ombretti di tonalità diverse, per poter scegliere sempre. Per il nostro lui valgono le stesse regole. Attualmente la ricerca estetica maschile ha sempre maggiori attenzioni, verso un ideale 25
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di definita perfezione. Via libera dunque ai sapori maschili, in tutte le loro declinazioni. Originale la trousse da viaggio anche per lui, con vasta scelta di prodotti in formato mignon. Gettonatissime anche le confezioni ricche di essenze da utilizzare nelle spa e nei centri benessere: sali profumati, fanghi da applicazione, oli da massaggio e prodotti idratanti. Interessanti anche le scelte di cosmetica bio: declinare la bellezza in elementi di natura erboristica, regala sicuramente un tocco di fascino in più, con un’attenzione anche alla salvaguardia dell’ambiente e ad una scelta di vita il più possibile sana e naturale. L’angolo libri offre a San Valentino un’infinita gamma di scelta. Dai classici dell’amore, ai manuali del sesso, dai test della personalità alle diverse sfumature della passione. Gli alternativi si divertiranno a scegliere anche guide turistiche alle città dell’amore… Parigi e le capitali in primis. E chissà che la lettura e la scoperta di luoghi intriganti non offra anche qualche ispirazione di viaggio! L’oggettistica d’autore offre vari e diversificati spunti d’amore: le tazze a forma di cuore che unite formano un solo elemento, il berretto in lana con qualche cuore rosso, la tortiera a forma di cuore per confezionare dolci da favola, da condividere naturalmente con lui/lei. Di spicco anche il supporto porta calici (anch’esso a forma di cuore) per il brindisi speciale, nonché l’orologio da parete – rosso – per scandire le vostre ore liete.
Anche tutto il settore valigeria propone una serie a tema: trolley, borsoni personalizzati con il Santo dell’amore ma anche borse e borsette con cuori ovunque, per un regalo utilissimo e tangibile. Il settore dolciario naturalmente trionfa in questa ricorrenza: dalle piccole confezioni di praline dal cioccolato più afrodisiaco, fino ai classici cuori di fondente o al latte per addolcire proprio tutti gli innamorati. Le confezioni regalo sono sorprendenti perché sempre riutilizzabili; belle scatole di latta, romantici cestini di vimini, confezioni in legno per gli spiriti più genuini. Ma il sentimento si può tradurre anche in una sola parola: benessere. La chiave interpretativa per conquistare o confermare il cuore del vostro lui o della vostra lei si trova proprio nelle splendide occasioni per rilassarsi e coccolarsi senza tregua: momenti lunghi costituiti da bagni aromatici alternati a deliziose cene e spazi riposo
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Ma se il datore di lavoro non la pensa come voi, non ci pensa nemmeno a darvi due/tre giorni di ferie e vi vuole assolutamente in ufficio il 14 alle ore 8.00, il mazzo di fiori e l’invito a cena restano gli intramontabili assi nella manica, da sfoderare con disinvoltura e straordinaria originalità. Per le coppie dinamiche e sportive, basta solamente scegliere tra le innumerevoli proposte che il genere propone: dalle romantiche camminate con le ciaspole al chiaro di
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luna, alla cena in rifugio ad alta quota, per assaporare cibi e sensazioni intrise di tradizioni e nuove delicatezze. E se la fuga d’amore vi intriga, non resta che prenotare un favoloso last minute a due, per evadere dai ritmi quotidiani ed assaggiare le sabbie africane dai colori sensuali. La cenetta del cuore vedrà come protagonisti i fiori, rigorosamente colorati secondo le vostre inclinazioni: assolutamente sì al rosso dell’amore, lasciando ampio spazio
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indimenticabili! Sempre nel segno del relax, non potete perdere esperienze indimenticabili, quali vinoterapia o massaggio di coppia. Sperimentare per credere… Non esiste altro rimedio altrettanto efficace contro lo stress della vita quotidiana, a cui tutti purtroppo siamo soggetti. “Staccare la spina”, dilatare i collegamenti con il mondo e concedersi qualche ora di sano rilassamento muscolare e mentale è sicuramente la soluzione migliore per ricaricarsi.
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alle sfumature del colore ed alle variegate tonalità che caratterizzano la vostra love story. Un’attenzione particolare alla tavola, curata nei minimi dettagli ed arricchita di quei particolari che rendono felice il partner e lo prendono per la gola: una volta all’anno si può, senza reticenze… Allora poniamo l’attenzione verso gli alimenti “BIO”, curando i minimi dettagli e rispondendo a quelle naturali esigenze che l’alimentazione richiede anche e soprattutto in questi momenti straordinari. E per un semplicissimo segnale d’amore? Un cuore di stoffa, una gamma di saponi profumati, un set di candele e candeline romantiche dai mille aromi, un indumento caldo ed avvolgente. Per non dimenticare un giorno speciale, che merita di essere celebrato nella sua naturale completezza. Da dividere con chi si ama o con chi si vorrebbe dividere la vita. O semplicemente per stare bene insieme, in nome dell’amore. Tante idee, un unico obiettivo: rendersi felici.
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trentinocinema di Renzo Francescotti
IL “SENSO“ DI VISCONTI PER IL TRENTINO TRATTO DA UN RACCONTO DI CAMILLO BOITO, IL FILM “SENSO” FU UNO DEI CAPOLAVORI DI LUCHINO VISCONTI. MOLTI LO CONOSCONO, POCHI SANNO CHE LA STORIA È AMBIENTATA IN TRENTINO...
C’
è un racconto scritto dal fratello del famoso Arrigo Boito, esponente di spicco della Scapigliatura Milanese, poeta, librettista di Verdi, musicista, autore del ”Mefistofele”. Questo racconto ha ispirato un capolavoro del cinema mondiale firmato da Luchino Visconti. Perché ne vogliamo parlare? Perché è un crocevia di fatti, personaggi, luoghi di grande interesse legati al Trentino. Quale il titolo di questo racconto, che cosa narra e chi ne è l’autore? Cominciamo da lui. Fratello del celebre Arrigo, ”scapigliato”, romano di nascita (1836), ma milanese di adozione, Camillo Boito fu allievo del padovano Pietro Selvatico (18031880). Ed ecco il primo aggancio col Trentino: Selvatico, entusiasta sostenitore dello
stile neogotico, in un’epoca in cui si rivisitavano un po’ tutti gli stili architettonici, è l’architetto che progettò in perfetto stile neogotico (nella seconda metà dell’800) la facciata della chiesa di San Pietro di Trento. Boito fu architetto, restauratore, docente a Brera per quasi mezzo secolo. Come scrittore, nel 1876 pubblicò le “Novelle vane” e nel 1883 le “Nuove novelle vane” in cui è contenuta “Senso”, un racconto di una quarantina di pagine, che è quello che ci interessa, perché ha per protagonista una contessa trentina ed è in gran parte ambientato a Trento. Il sottotitolo del racconto è ”Dallo scartafaccio segreto della contessa Livia”. La vicenda inizia nel 1865, l’anno precedente alla Terza
guerra d’Indipendenza e viene affidata appunto a uno “scartafaccio” destinato a rimanere segreto e distrutto alla scomparsa della protagonista. Della contessa Livia, non si dice il cognome: l’autore immagina che lei rievochi, a 39 anni di età, la sua vicenda d’amore, vissuta a 23 anni. Livia è sposata a 22, usando tutte le armi della seduzione con un uomo che ha quarant’anni più di lei,
Alida Valli e Visconti sul set 28
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nobile trentino deputato alla dieta di Innsbruck, che lei definisce come “un pover’uomo che non osava chiedere la mia mano”. Inizia la vita mondana della contessa che a Venezia conosce Remigio Ruz, un ventiquattrenne sottotenente dell’esercito austroungarico, “Forte, bello, perverso, vile, mi piacque!” Livia riesce a farlo spostare a Trento dove amoreggiano. Ma la guerra sta per scoppiare, Remigio è trasferito a Verona. Elena gli offre una notevole quantità di denaro perché corrompa dei medici che lo dichiarino malato e così possa evitare di combattere. Un giorno, viaggiando con una carrozza da Trento a Verona, dalle quattro di mattina alle nove di sera, raggiunge l’amante. Dalla porta socchiusa lo scopre mentre amoreggia
trentinocinema
Luchino Visconti durante le riprese del film
La locandina
Camillo Boito
con una donna. Pazza di gelosia lo denuncia all’autorità militare. Il tenente Remigio e il medico del reggimento vengono condannati a morte, fucilati all’alba a Castel San Pietro. La contessa assiste alla fucilazione. Questa la storia narrata in “Senso”. Una settantina di anni dopo, Luchino Visconti la riprese e ci ricavò uno dei suo capolavori. È il 1954. Undici anni prima, in piena guerra, il regista aveva girato “Ossessione”, considerato il primo film del neorealismo. Ora siamo in piena guerra fredda, con i due partiti più forti, DC e PCI che si fronteggiano. “Senso”, oltre che essere il primo film a colori di Visconti, è anche la sua prima pellicola di ambiente storico, non neorealistica: non ci sono attori tratti dalla strada, ambienti proletari, povertà di mezzi nella realizzazione. I protagonisti sono due attori molto noti, l’americano Farley Granger e Alida Valli. Granger è diventato noto per aver recitato da protagonista in due film di Alfred Hitchcock, ”Nodo alla gola” (1948) e “L’altro uomo” (1951). Alida Valli, a 33 anni, è una eccezionale attrice – una delle maggiori in assoluto della storia del cinema italiano – che ha recitato sia in Italia che a Hollywood. In Italia al suo esordio a soli vent’anni, in ”Piccolo mondo antico” (1941) di Soldati, al Festival di Venezia si era guadagnata la
ra, oltre a Suso Cecchi D’amico e Giorgio Prosperi, gli scrittori americani Tennessee Williams e Paul Bowles, i romanzieri italiani Giorgio Bassani e Carlo Alianello. E lo stesso Visconti. Nel film la residenza della contessa non è più il palazzo di Trento, ma una villa lussuosa (le scene sono girate a Villa Godi Malinverni di Lugo di Vicenza).La Livia del racconto acquista il cognome di Serpieri e dimostra almeno dieci anni di più (più o meno quelli della Valli che ne aveva allora 33). Nel film i soldi che vengono utilizzati a corrompere i medici non sono quelli del marito di Livia, come nel racconto, ma quelli che il cugino, Roberto Ussoni, ha raccolto tra i filo-italiani per finanziare un’insurrezione anti-austriaca. Alla fine Livia raggiunge a Verona l’amante – il tenente austriaco Franz Mahler – scoprendolo con una prostituta. Scoperto, lui la schernisce, la insulta. Lei lo denuncia e assiste alla sua fucilazione, in un’alba livida. Il finale è diverso rispetto al rac-
conto: molto più drammatico e spettacolare. La protagonista, dopo la fucilazione dell’amante, impazzita dal dolore, si aggira per le strade di Verona gridando il suo nome, tra i soldati austroungarici che festeggiano la vittoria di Custoza. Il film di Visconti non venne premiato al Festival di Venezia: ci fu il veto della Dc perché non venisse premiato questo film “scandaloso”, opera di un regista che – nonostante il suo titolo di conte di Lonate e il grande patrimonio – era iscritto al partito comunista e lo rimase sino alla morte. In ogni caso “Senso” riscosse uno spettacolare consenso di pubblico e di critica. Alla fine, una chicca: nel film di Visconti la villa della contessa viene ubicata ad Aldeno. In una scena si vede smontare lei dalla carrozza e si sentono voci di servitori e contadini che parlano in dialetto: manco a dirlo non è la parlata di Aldeno, e neanche una parlata trentina, ma una veneta… Rimane un enigma: come mai si è pensato ad Aldeno, dove non è mai esistita nella storia nessuna villa lussuosa, al contrario dei vicini paesi della Destra d’Adige, ricchi di ville e palazzi aristocratici? E chi, tra gli scenografi, ha avuto questa “pensata”? Chissà se lo sapremo mai… Intanto però i aldenèri possono andare orgogliosi che il loro paese figuri in un capolavoro della storia ■ del cinema.
Coppa Volpi come migliore attrice. Nel dopoguerra (1947), un altro film con Soldati “Eugenia Grandet”. Poi l’avevano chiamata a Hollywood dove era stata protagonista ne ”Il caso Paradine” di Hitchcock, accanto a Gregory Peck, e ne ”Il terzo uomo” di Carol Reed, accanto a Orson Welles. Alida era nata a Pola: sua madre, pianista istriana, si chiamava Silvia Obrekar; suo padre, Gino Altenburger, era professore di filosofia, critico musicale discendente da una famiglia di origine tirolese, ma di sentimenti patriottici italiani. Ed era – anche se non sono in molti a saperlo – un trentino (ed ecco un altro forte aggancio con il Trentino; e non sarà l’ultimo…). Prestigioso anche il “parterre” dei collaboratori di Visconti: due giovani assistenti alla regia, Francesco Rosi e Franco Zeffirelli, che diventeranno famosi registi; un direttore della fotografia, Giuseppe Rotunno, che nel 1980 avrà una nomination all’Oscar. Infine una squadra di ben sette scenografi (una cosa mai vista) che annove-
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trentinoattualità trentinostoria
DENTRO LA STORIA
di Maurizio Panizza
maurizio@panizza.tn.it
“TU NON HAI VINTO” LE VICENDE DI ETTORE TOLOMEI, L’UOMO CHE NELLA PRIMA METÀ DEL ‘900 DIVISE I DESTINI DELL’ALTO ADIGE, DEL TRENTINO E DELL’ITALIA. IDEOLOGO DELL’ITALIANITÀ DEL SUD-TIROLO, PORTÒ ALLE ESTREME CONSEGUENZE I PROPOSITI DI UNA VITA, ARRIVANDO PERSINO AD IPOTIZZARE LA DEPORTAZIONE DELLE POPOLAZIONI DI LINGUA TEDESCA. LA SUA FORZATA OPERA DI ITALIANIZZAZIONE DELL’ALTO ADIGE – DI CUI ANCORA SE NE PAGANO LE CONSEGUENZE – OGGI SAREBBE CHIAMATA “PULIZIA ETNICA” E COLUI CHE SCIAGURATAMENTE NE FU L’APOLOGO, L’ESALTATORE PUBBLICO, ADESSO SAREBBE CONSIDERATO DAI TRIBUNALI INTERNAZIONALI UN VERO E PROPRIO CRIMINALE DI GUERRA
U
na decina di anni fa, in una buia notte d’estate, all’interno di un piccolo cimitero dell’Alto Adige veniva profanata una tomba. Non era la prima volta che ciò accadeva. In effetti, quella era solo una delle tante offese a cui era stato sottoposto il sepolcro da quando lì erano state tumulate, più di cinquant’anni prima, le spoglie mortali di un discusso personaggio. A dire il vero, il primo atto di terrorismo avvenne nel 1947, quando degli sconosciuti fecero saltare in aria il monumento funebre 30
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che l’uomo, ancora in vita, si era già fatto costruire. Un fatto analogo accadde poi nel 1957 e un altro ancora nel 1979. In quell’ennesima occasione il sarcofago rimase distrutto e i resti mummificati che conteneva furono scaraventati a molti metri di distanza. I continui lavori di ricostruzione furono sempre pagati dallo Stato. Quello del 2006, di cui si diceva, fu dunque l’ultimo atto di vandalismo in ordine di tempo, almeno fino ad oggi. All’indomani, un giornale locale riportava
in cronaca: “Durante il fine settimana, degli ignoti hanno scempiato la tomba di Ettore Tolomei nel comune di Montagna, imbrattandola con la scritta «Tu non hai vinto». Ma chi era Tolomei, questo personaggio così odiato? L’Enciclopedia Treccani (con la quale lui stesso collaborò) lo descrive così: “Tolomèi, Ettore, conte. (Rovereto 1865 - Roma 1952). Si adoperò per la diffusione della cultura italiana in Alto Adige, dando vita all’Archivio per l’Alto
trentinostoria Adige (1906-47). Lottò per il confine del Brennero durante e dopo la prima guerra mondiale, fu commissario per l’Alto Adige e promosse la trasformazione in italiano della toponomastica e dei cognomi della regione.” Pur con tutto il rispetto per la prestigiosa enciclopedia, questa vaga descrizione non spiega il motivo di tanto rancore e disprezzo. Vediamolo, dunque, da vicino, questo roveretano semi-sconosciuto alla maggior parte di noi e cerchiamo di capire. Ettore Tolomei nacque in Trentino, da famiglia di origini toscane, il 15 ottobre del 1865 a Rovereto, in una grande casa situata sull’attuale Corso Bettini, angolo di via Paganini. Il padre era un ricco commerciante di legnami. Già durante gli studi, Ettore manifestò un forte desiderio affinché il Trentino - il Sud Tirolo austriaco di lingua italiana passasse all’Italia, corroborato in questo da un acceso nazionalismo respirato da sempre in famiglia. Nel 1884 accadde un fatto che rafforzò ulteriormente il giovane Tolomei nelle sue convinzioni irredentiste. Il 4 gennaio la polizia arrestò il fratello minore, Ferruccio, di soli 15 anni, studente presso le scuole commerciali di Trento, per aver lanciato durante la notte dei volantini inneggianti alla ribellione contro l’Austria. Il gesto costò al ragazzo quattro mesi di carcere e la vicenda, seguita da Ettore
a Firenze, dove frequentava l’università, lo colpì fortemente, facendo crescere in lui ancora di più il suo odio antiaustriaco. Un’altra circostanza contribuì a formare politicamente il Tolomei: l’incontro nelle aule universitarie con il prof. Bartolomeo Malfatti, pure lui trentino irredentista. Le costanti frequentazioni con il Malfatti avviarono il giovane roveretano verso un particolare interesse nella ricerca geografica e toponomastica, convincendolo che proprio dallo studio dei nomi si poteva dedurre che non solo il Trentino, ma pure il Sud Tirolo (l’attuale Alto Adige) avrebbero dovuto appartenere per diritto storico all’Italia. Dopo essersi laureato e aver esercitato
per pochi mesi l’incarico di professore di lettere presso il ginnasio italiano di Tunisi, il Tolomei rientrò in Austria con l’idea fissa di recitare un ruolo da protagonista nella battaglia per il passaggio della sua terra all’Italia. Convinto che per prima cosa si dovesse lavorare sulla propaganda (in tal senso il Tolomei precorse i tempi), nel 1890 riuscì a farsi finanziare da un ricco industriale un settimanale tutto suo, “La Nazione Italiana”, uno strumento prezioso di promozione e di affermazione ideologica anche personale. Da qui il giovane professore iniziò la sua lunga e assillante campagna monotematica che lo accompagnò per tutta la vita, però con una distinzione importante rispetto ad altri irredentisti trentini: quella di pretendere sempre e senza condizioni pure l’annessione dell’Alto Adige, nome quest’ultimo da lui stesso riportato in auge dopo un breve uso in epoca napoleonica per indicare i territori che vanno da Salorno sino al Brennero. Il Tolomei, infatti, sosteneva che i confini naturali dell’Italia - sia geografici che culturali - erano da fissare in coincidenza col crinale alpino del Brennero. Dalle pagine del suo settimanale (e più tardi da quelle dell’«Archivio per l’Alto Adige», altra sua creatura editoriale) arrivò addirittura a contestare l’esistenza storica e geografica del Sud Tirolo tedesco, negando più avanti anche la ragion d’essere dell’area
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Cimitero di Montagna (Bz). Vicino al cipresso era situata la tomba di Ettore Tolomei, distrutta da una bomba nel marzo del 1979
di lingua e cultura ladina. Insomma, un fanatismo nazionalista che metteva in imbarazzo pure i compagni di lotta, i quali aspiravano sì a vedere riconosciuti i diritti del Trentino, ma che si trovavano in disaccordo su quanto sosteneva il Tolomei a riguardo dell’Alto Adige. Interessante, a tal proposito, una lettera che gli scriverà l’amico e concittadino Paolo Orsi. Così ragiona l’archeologo: “Ho un dubbio tremendo che noi si domandi troppo e che per troppo volere non tutto si raggiunga: l’Alto Adige fino al Brennero potrebbe essere per noi una Vandea che ci darà noja per un secolo!” Di rimando, il Tolomei afferma: “I sedimenti germanici nell’Alto Adige sono solo un residuo di conquista. Ma chiunque volti la gleba sul versante meridionale alpino, egli è italiano.” Ovvia la conclusione: per il prof. Tolomei l’Alto Adige è indiscutibilmente italiano per posizione, storia e cultura. Il fatto poi che sia abitato per la quasi totalità da genti tedesche, per il roveretano diventa una questione irrilevante, come a dire un’insignificante casualità storica. Nel 1906, acquista a Gleno, nei pressi di Montagne, in provincia di Bolzano, un maso che adatta a castello integrandolo con tanto di torre. Da lì in avanti, questo diventerà il suo quartier generale al quale darà il nome altisonante di “Museo della Rivendicazione dell’Alto Adige”. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, capendo che la situazione in Austria stava diventando pericolosa e che quanto detto da lui, e tollerato dalle autorità fino a quel punto, poteva ora 32
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trasformarsi in alto tradimento, il Tolomei ritenne utile passare il confine e scendere in Italia. A questa decisione, seguirono mesi di intensissima propaganda nei circoli irredentisti romani, oltre a numerosi contatti avuti con personaggi importanti, enti e ministeri per illustrare le prospettive tanto agognate. Intanto l’Italia - gettata alle ortiche la Triplice Alleanza stipulata con Austria e Germania anni prima - stava ora per concludere un nuovo patto con Londra e Parigi. Un patto segreto che fra altre cose prevedeva, appunto, in caso di vittoria, il confine dell’Italia al Brennero. Non possiamo dire quale ruolo diretto ebbe il Tolomei in tutto questo. Certamente si può affermare che la campagna di stampa battente da lui organizzata nel corso degli anni precedenti aveva finito per convincere anche i più elevati gradi della nomenclatura politica al Governo. E quindi, tenuto conto che all’epoca, a Roma dell’Alto Adige si sapeva poco o nulla, è evidente che in quella circostanza fu concesso al professor Tolomei, e ai suoi studi, un notevole credito di fiducia. Oggi conosciamo tutti quali furono gli esiti della guerra e come portarono al disfacimento dell’Impero Asburgico. L’Austria, sconfitta, dovette cedere nel 1919 all’Italia, oltre a Trieste e all’Istria, pure il Trentino e l’Alto Adige: era la grande vittoria di Tolomei, attesa da sempre. Per il Governo italiano, invece, l’Alto Adige iniziò ben presto a diventare un serio problema, rendendosi conto che la gestione di quel territorio si stava rivelando estremamente complicata.
Pochi anni dopo, quando nel 1922, con la “Marcia su Roma” giunse al governo Benito Mussolini, Tolomei era pronto per riproporsi al nuovo arrivato che per lui, comunque, nuovo non era. Già aveva aderito l’anno prima al Partito Nazionale Fascista e ancora in precedenza aveva avviato un’intensa corrispondenza con il futuro Duce a riguardo della questione altoatesina. Dunque, l’avvento del Fascismo trovò un Tolomei già preparato a condividere una politica di oppressione e violenza in luogo di quella di pacifica convivenza sin qui tentata dal Commissario Civile per la Venezia Tridentina, on. Credaro. Così, fra diverse vicende, nel ’23 si arrivò alla nomina di Tolomei a Senatore del Regno. Nello stesso periodo, sempre riguardo all’Alto Adige, lui dichiarò: “L’Italia deve affermare il suo diritto e il suo genio, reimprimendo con tutti i nomi dei monti e delle acque, delle città e dei paesi fino all’ultimo casolare, il sigillo perenne del nazionale dominio.” Nel ’28 Tolomei uscì allo scoperto decidendo di incontrare a Monaco un giovane Hitler ancora agli inizi della sua “carriera” politica. Con lui, convenne che affinché l’amicizia fra i due popoli potesse consolidarsi sarebbe stata necessaria una netta rinuncia della Germania all’Alto Adige. L’ipotesi venne accettata e così, con la disponibilità di Hitler, iniziò a delinearsi un più agevole percorso, ma le nefaste conseguenze non avrebbero tardato a manifestarsi. A partire dal 1933, sulla base di un decreto fascista che costringeva la popolazione al cambio dei cognomi, il sen. Tolomei si dedica alla stesura definitiva di un “Prontuario” di oltre seimila cognomi tedeschi da italianizzare: un’aberrazione. Ricavandone a campione solo alcuni da tale lista, il cognome Hofer, ad esempio, fu trasformato in Dal Maso, Arlanch divenne Arlango, Unterchirker Sottochiesa e Hitler tradotto in Dalla Capanna. Uno “studio” di conversione effettuato a volte su basi etimologiche, in altre per sola traduzione o assonanza, in altre ancora per pura fantasia. A distanza di alcuni anni Tolomei, comunque, ammise: “L’applicazione delle norme è stata fatta un po’ troppo burocraticamente, senza la cooperazione degli enti scientifici meglio adatti ad assicurare la perfetta rispondenza alle ragioni storiche e linguistiche. Da ciò non pochi errori.” Purtroppo eravamo solo all’inizio. Nel 1938 si arrivò a ciò che Tolomei invocava da sempre e cioè ad un atto risolutivo:
trentinostoria
Al centro della foto, il sen. Tolomei durante una manifestazione fascista
il plebiscito. Il senatore era al settimo cielo. Grazie a Mussolini e a Hitler la questione altoatesina stava per concludersi definitivamente. Egli scrisse più tardi nel suo Archivio: “Il trattato fra Roma e Berlino sul trasferimento dei sudtirolesi è qualcosa di meraviglioso, la cosa più grande che sia stata intrapresa dalla Guerra in qua per l’assimilazione dell’Alto Adige.” È da dire che le ritrosie diplomatiche dei due Paesi vennero facilmente superate anche perché Hitler intravide nella possibilità dell’esodo dei sud-tirolesi uno strumento straordinario da utilizzare per germanizzare aree a rischio o di futura conquista. Come prima ipotesi pensò all’Alsazia, una ricca regione a confine con la Francia, da sempre tenace oppositore del Reich: grazie agli altoatesini qui si sarebbe potuta realizzare una solida muraglia contro l’influenza francese. In seguito, un’idea analoga sarà prevista per la Crimea dove, cacciati via gli ebrei, sarebbero stati poi insediati i nuovi coloni. Infine, in una visione forse più romantica, ma sempre di interesse nazionalistico, si parlò pure di un trasferimento dei sud-tirolesi nella Franca-Contea. Infatti la “Commissione per il consolidamento dell’etnia germanica” scrisse che tale regione “è come il Tirolo della Francia, cioè una natura grandiosa e pittoresca al posto dei monumenti, dove il cuore dell’uomo è improntato a questo ambiente, alla sua forza e alla sua grandezza. Un luogo dove i sud-tirolesi potranno trovare rapidamente la loro «Heimat»”. Così, in un clima di forte violenza psicologica, con la regia di funzionari agli
ordini diretti di Himmler, il novanta per cento della popolazione optò per la cittadinanza tedesca pur sapendo che ciò avrebbe comportato l’abbandono della terra e della propria casa in cui era vissuta per generazioni. Con quest’atto disumano, tutto ormai era compiuto. Del resto, nel momento in cui Germania e Italia si apprestavano a conquistare l’Europa, la questione di quei 200 mila altoatesini non poteva e non doveva essere un problema per i rispettivi governi. Ettore Tolomei, formalmente defilato in quella circostanza, ovviamente ne fu l’ideologo, il “mandante”, il responsabile morale. Dopo quarant’anni che studiava e predicava l’italianizzazione forzata del Sud Tirolo con la “rieducazione” politico-culturale dei suoi abitanti; dopo che era stato proibito l’uso ufficiale del tedesco, chiuse le scuole tedesche, sciolti i partiti, soppressi i giornali, sostituiti gli impiegati e i funzionari tedeschi, insediati podestà italiani, cambiati i nomi dei paesi, delle località, delle vie e delle persone… il Tolomei non avrebbe mai potuto sentirsi estraneo a tale violenza, né, per la verità, mai tentò di farlo. Quell’ingiustizia perpetrata allora, noi oggi la chiameremmo “pulizia etnica” e chi ne fu l’apologo adesso sarebbe considerato dai tribunali internazionali un vero e proprio criminale. Ettore Tolomei, tuttavia, dopo la guerra proseguì tranquillo la sua vita ancora convinto di essere stato dalla parte del giusto. Morì a Roma nel 1952, alla veneranda età di 86 anni, quando per l’Alto Adige non era ancora arrivata la pace sociale.
Per quella terra, allora sfortunata, sarebbero venuti infatti altri anni e altri problemi. L’accordo Degasperi-Gruber per l’autonomia era già stato stipulato, ma le dure manifestazioni per il “Los von Rom” e il “Los von Trient” (“Via da Roma” e “Via da Trento”) erano di là da venire, così come gli attentati dinamitardi, le trame dei servizi segreti, le uccisioni di carabinieri e di guardie di finanza, gli aspri contrasti politici fra la popolazione di lingua tedesca e di quella italiana. Tutte conseguenze di odio e di vendetta venute a seguito delle sciagurate decisioni ideate e imposte soprattutto dal Tolomei. Alla fine, comunque, per ritornare al titolo di apertura, il protagonista di questa storia non uscì vincitore dalla sua ostinata e assurda battaglia. Con gli anni, in Alto Adige vinse, invece – seppur faticosamente – la riappacificazione, la convivenza, il buon senso e la ragionevolezza. Oggi il nome di Ettore Tolomei – ormai sconosciuto alle giovani generazioni - quando viene evocato, nella maggioranza dei casi esprime ancora fastidio, vergogna, rabbia e risentimento. Per questo il ruolo della società, della politica e delle istituzione rimane sempre quello di fare in modo che la memoria resti ben viva, che gli errori del passato non vengano mai più ripetuti e che la riconciliazione e la pacifica convivenza vincano ogni volta sugli estremismi, da qualsiasi parte essi provengano. ■
La torre della residenza di Tolomei a Gleno (Bz) 33
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PASSARONO DI QUI...
di Francesca Mazzalai
UNA GIORNATA PARTICOLARE IL SOGNO DI NAPOLEONE BONAPARTE È CONQUISTARE L’ EUROPA. RIESCE A DIVENTARE IMPERATORE DI FRANCIA, RE D’ITALIA, A FAR IMPRIGIONARE IL PAPA E A FAR CAPITOLARE MEZZA EUROPA. L’INCREDIBILE CARRIERA LO PORTERÀ ANCHE NEL PRINCIPATO VESCOVILE DI TRENTO, ALLE DIECI DEL MATTINO DEL 5 SETTEMBRE 1796
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inque settembre 1796. Sono le 10 del mattino e un giovane generale francese si incammina con passo deciso verso il Castello del Buonconsiglio di Trento. L’uomo, oltre che piccolo di statura, è piuttosto magro. I capelli gli scendono lunghi sulle spalle, il volto appare sulfureo, occhi grigio azzurri. Sguardo gelido. Indossa un vestito turchino ricamato in oro e un cappel34
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lo nero dalla foggia inusuale. Almeno per gli abitanti di Trento, che lo scrutano da lontano. Alla notizia del suo arrivo i portoni chiusi del Castello si aprono all’istante, e una volta entrato, il generale si dirige subito verso le stanze dell’appartamento vescovile, dove alloggia. Finalmente solo, si toglie l’ampio cappello dalla testa e si massaggia con una mano la testa dolorante maledicen-
do la moda dei copricapo così rigidi e sempre troppo ruvidi. Il suo sfogo dura pochi secondi. Poi, afferrando di malavoglia l’odiato cappello, si ricompone ed esce velocemente dalle sue stanze per andare a conferire con le autorità del posto che lo attendono per presentarsi. C’è agitazione nell’aria. Trento e i suoi abitanti aspettano con ansia di sapere qualcosa di più su quest’uomo e sulle sue intenzioni.
Anche perché su di lui corrono mille voci contrastanti. Qualcuno lo definisce un matematico qualcun altro un visionario. Ha fama di essere un abilissimo stratega militare, capace di piegare qualsiasi nemico. Per gli uomini del suo esercito lui è semplicemente il capo indiscusso. Il suo nome è Napoleone Bonaparte. Sotto il suo comando le truppe francesi sono venute alla conquista del territorio
trentinostoria trentino, e hanno ricacciato verso nord le forze armate austriache accorse a difendere il Principato vescovile di Trento. In quel lontano settembre del 1796 il generale Bonaparte è ancora un giovane generale quasi del tutto sconosciuto. Solo pochi mesi prima, il 27 marzo, è stato nominato Comandante dell’Armata d’Italia, composta da 38 mila soldati destinati alla cosiddetta Campagna d’Italia, un’operazione militare organizzata dalla Francia rivoluzionaria contro le monarchie dell’antico regime, come il Regno di Sardegna e lo Stato Pontificio. La nomina di Napoleone ha suscitato non poche polemiche. Si tratta di un ragazzo di appena 26 anni, ritenuto poco esperto, e di lui sono note solo le sue influenti frequentazioni nei salotti che contano di Parigi. A maldigerire più di tutti questa nomina è André Massena. Promettente e capace, è conosciuto per la sua energia, il suo intuito strategico e (a dirla tutta) anche per la sua spietatezza unita ad una irrefrenabile avidità personale. Qualità che inaspettatamente non gli valgono la conquista del titolo, e così Massena deve accontentarsi del secondo posto, il che significa partire per l’Italia al comando di Bonaparte. A dimostrazione dell’effet-
tivo valore di Napoleone, il suo esercito ottiene il primo successo quello stesso anno. Bonaparte esordisce conquistando il Piemonte, poi si impossessa della Lombardia e infine risale il fiume Adige verso nord, sottraendo terreno agli austriaci chilometro dopo chilometro. È appunto il 5 settembre quando Napoleone mette finalmente piede a Trento. L’esercito austriaco si è già dato alla fuga, non prima però di aver salutato la popolazione trentina a suon di violenze e razzie, suscitando più di qualche ragionevole protesta. Così, tra la paura per l’invasore e il risentimento per chi
avrebbe dovuto difenderli, i trentini si dividono, non sapendo che partito prendere. Da una parte si teme l’arrivo dei soldati di Napoleone. E non a torto. I bei modi dei francesi si sono fatti conoscere già novant’anni prima, nel 1703 quando in una sola tragica giornata, per ironia della sorte ancora una volta il 5 settembre, i francesi mettono a ferro e fuoco la città, seminando il panico nella popolazione e facendo piovere dall’alto del Doss Trento generose e tonanti palle di cannone, una delle quali finirà nientemeno che sul tetto del Duomo, lasciando letteralmente a bocca aperta i trentini presenti.
D’altra parte c’è anche chi aspetta pieno di speranza l’arrivo dei francesi, che per qualcuno potrebbe portare finalmente a Trento quel vento di libertà e uguaglianza di cui tanto si parla in tutta Europa. La rivoluzione francese del 1789 ha i suoi sostenitori anche in Trentino, e coloro che aspirano a una nuova forma di governo del territorio sono sempre di più. Soprattutto ora che la loro fedele obbedienza agli statuti del Principato è stata ripagata con la precipitosa fuga del Principe vescovo della città. Alle prime avvisaglie dell’arrivo dei francesi, Pietro Vigilio Thun si è infatti dato prontamente alla macchia, spiazzando chiunque confidava in lui per trattare con gli invasori francesi. Ma ormai è troppo tardi per le polemiche. Quel fatidico 5 settembre del 1796 è un lunedì mattina. Il giorno precedente si sono visti sfilare a Trento numerosi soldati, ma inizialmente nessuno gli ha dato peso. Scrive Gianangelo Ducati, testimone dell’epoca: il 4 di settembre, giorno di domenica, correva la festa dei S.S. Angeli Custodi, sagra a Mattarello. Ero impegnato in una partita di palla. Si pranzò in tutta allegria e dopo il vespro cominciò la partita. Passava bensì di tratto in tratto qualche picchetto di croati e qualche drappello di Ussari,
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trentinostoria
La Battaglia di Calliano
gente solitamente destinata a coprire le ritirate; ma eravamo tanto avvezzi al continuo ardirivieni di truppe che non badammo e si proseguì la partita!”. Gianangelo scoprirà presto che quei soldati in ritirata rappresentano la fine di un’epoca, e che, almeno per un po’, il gioco del pallone dovrà attendere. Col passare delle ore infatti la situazione si fa sempre più preoccupante. Giunge la notizia che Rovereto è caduta nelle mani dei francesi. E fra i trentini si diffonde il terrore. Trento è un Principato vescovile: si tratta non solo di un titolo conquistato da secoli, ma di una condizione politica che garantisce indipendenza amministrativa e legislativa dall’Impero. Il Principato risale al 1027. Ma ora che i francesi sono alle porte, sono molti in città a temere che quella longeva e preziosa autonomia sia ormai arrivata al termine. Sono le otto del mattino quando l’esercito francese entra in città. Agli occhi dei soldati Trento 36
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si presenta in maniera quasi irreale. Silenziosa e deserta. Tutte le porte, le botteghe, le case e le chiese sono sbarrate. Quasi nessuno osa aggirarsi per le strade. Il luogotenente André Massena, fedele alla sua fama di sciacallo, si dirige immediatamente alla Municipalità per arraffare tutto quello che è contenuto nelle Casse pubbliche. Anche la sua armata non perde tempo e i soldati si riversano per le campagne tra Trento e Calliano, in teoria alla ricerca dei tedeschi in fuga, in pratica per fare incetta di vino, formaggi, biancheria, e ancora denaro, gioie e orologi. È un vero e proprio saccheggio. Di uguaglianza e libertà neanche l’ombra. I francesi distruggono tutto quello che non riescono a portare con loro. Il generale Napoleone Bonaparte arriva a Trento poche ore dopo l’ingresso in città del luogotenente Massena. Come sappiamo, del Principe Vescovo Pietro Vigilio Thun non c’è più nessuna traccia. Il rappresentante del potere temporale (nonché guida spi-
rituale) del Principato risulta introvabile. La città è stata abbandonata nelle mani del nemico. Nell’imbarazzo generale per la fuga del Principe, è il monsignor decano a presentarsi al cospetto di Napoleone. Ma prima ancora che possa presentare all’invasore i Consoli reggenti, il decano viene rapidamente messo al suo posto da Bonaparte. “Voi prete – sentenzia Na-
poleone – vi azzardate d’immischiarvi in affari politici e civili, uscite entro sei ore dal territorio altrimenti vi farò fucilare”. Tutto il clero, continua Bonaparte, sarà sotto la protezione della Repubblica Francese e della Prelodata Eccellenza Sua, “purché niuno ardisca di prender la minima ingerenza negli affari del secolo, essendo ciò anche interamente uniforme al Vangelo, che prescrive tutta la ubbidienza al governo ed un intero distacco da tutte le cose temporali.” Napoleone ha parlato chiaro. La sua insofferenza verso il potere esercitato dalla Chiesa è manifesta. Evidentemente il vescovo Thun non è fuggito a caso. Eppure chi teme che con Napoleone i saccheggi si facciano (se possibile) ancor più brutali viene rapidamente smentito. Al contrario, con l’arrivo di Bonaparte le razzie si placano subito. Su richiesta del Podestà vengono persino restituiti i Pegni del Monte di Pietà precedentemente sequestrati da Massena. Qualcuno commenterà con malizia che si tratti di una mossa propagandistica. Anche perché Napoleone ordina che venga restituito
Felix Philippoteaux: “Bonaparte a la bataille de Rivoli”
trentinostoria ai legittimi proprietari tutto quello che non oltrepassa il valore di 200 lire francesi. Come a volersi rendere ben accetto alle classi più indigenti. Qualunque sia l’intento del gesto, vero è che nelle cronache dell’epoca Napoleone viene descritto come effettivamente attento ai diritti dei più deboli e inflessibile nel punire i soprusi che non si addicono alle massime di libertà e uguaglianza proclamate dalla sua armata. I suoi sottoposti però non sembrano così disposti a tener fede a tali principi. Si racconta di una totale rovina delle campagne trentine, di un’armata sempre più affamata e avida che consuma tutto, dalla biada alle vettovaglie. Vige in quei giorni cupi la legge del più forte. E fra le tante sentenze adottate dagli ufficiali francesi in quel periodo, ne spicca una tra le più curiose. Ad una povera donna di Pinè viene rubato da un soldato il porco lasciandole la testa. La misera ricorre al capitano portando nel grembiule la testa del porco e per commuoverlo gli dice: Eccellenza che cosa devo farne della testa che non è buona a nulla? Se non è buona datela a me che saprò cosa farne. Sentenzia il capitano, che con un sol gesto la prende, l’attacca al cavallo e lascia la donna sorpresa della sentenza pronunciata. Ma tutto è destinato a tornare presto alla normalità. Il soggiorno a Trento del generale Napoleone è breve: a mezzogiorno del 6 settembre 1796, a sole 24 ore dal suo arrivo, Bonaparte si rimette in sella all’inseparabile cavallo bianco e parte con Massena alla volta di Pergine. Poi è la volta di Borgo, e ancora avanti, incitando i suoi soldati contro l’armata austriaca.
Vittoria dopo vittoria i francesi si fanno strada lungo tutta la Valsugana, per entrare infine quella sera stessa in una Bassano sbigottita e incredula, che al posto di Bonaparte attendeva fiduciosa il generale austriaco. Il genio militare di Napoleone è ormai indiscusso: la sua sarà una marcia trionfale che lo porterà di lì a pochi anni a diventare Console a vita e poi addirittura ad autoincoronarsi Imperatore dei Francesi. Un destino curioso per un uomo che di francese in realtà ha ben poco. Napoleone nasce infatti ad Ajaccio, ai confini del regno, in una Corsica ceduta da Genova alla Francia appena un anno prima della sua nascita. E lui stesso in gioventù proclama a gran voce il suo non sentirsi francese. Quando la patria non è più, un buon patriota deve morire aveva scritto nel 1787, dove per patria intendeva ovviamente la sua amata isola. Parole in qualche modo profetiche. Sarà la stessa Francia infatti a rinnegare Napoleone, non appena il suo luminoso astro comincerà a sbiadire. La disastrosa campagna di Russia del 1812 fa pericolosamente vacillare la sua fama di Infallibile e la terribile battaglia di Waterloo segnerà la sua fine per sempre. Esiliato nel 1816 sull’Isola di Sant’Elena, vi morirà - appunto senza patria - il 5 maggio 1821. Il Trentino, che era stato per un breve istante testimone delle sue gesta, passa nel frattempo dalle mani dei francesi a quelle degli austriaci. Nel 1815, con la Restaurazione, il Principato vescovile di Trento smette definitivamente di esistere. Il titolo di Principe vescovo avrà invece una vita molto più longeva. Sarà solo Papa Pio XII ad abolirne l’uso, nel 1953. Ben 138 anni più tardi. Ma questa è un’altra storia. ■
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Amici Artisti
di Renzo Francescotti
MONTANARO DELLA TELA
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l cognome trentino Bertoldi, il cui ceppo è nella frazione omonima di Lavarone, pare un cognome italiano. In effetti è di derivazione germanica, da “Berthold”. Il pittore Marco Bertoldi, nato a Lavarone nel 1911, che aveva studiato alle Accademie Lipinsky di Roma e Cignaroli di Verona, apprendendo ad affinare l’affresco facendo l’assistente del pittore padovano Antonio Fasal; lo conobbi negli anni ’90 alla Galleria “Fogolino” di Trento, animata da Mariano Fracalossi. Di lui mi colpì la bonomia e quella arrotata “erre”, teutonica, erede dall’immigrazione medievale di genti germaniche sugli altopiani di Lavarone e Folgaria. Lui aveva quasi
MARCO BERTOLDI, DA LAVARONE, REALIZZA AFFRESCHI, MOSAICI E GRAFFITI IN OGNI ANGOLO DEL TRENTINO. QUELLA VOLTA CHE LA MOGLIE NON VOLLE ESPORRE LE SUE OPERE... AMAVA DIRE: “LA FIGURA NON SCOMPARE MAI COMPLETAMENTE...” quarant’anni più di me, ma diventammo abbastanza amici, nonostante la distanza anagrafica. Abitavamo abbastanza vicini: io nei pressi delle Dame di Sion e lui nella zona di Gocciadoro, vicino alla villetta di Bruno Colorio. Con lui Marco ha condiviso una buona fetta di vita. Quando, nel 1953, dopo aver insegnato negli anni della guerre all’Istituto di Pozza di Fassa, Colorio fonda a Trento l’Istituto d’arte “A. Vittoria”, assie-
Lilia Slomp Ferrari, Marco Bertoldi e Renzo Francescotti
Renzo Francescotti
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me ad altri noti artisti, come Bonacina. La Seppi chiama Marco Bertoldi, che vi insegnerà sino alla pensione. Nel frattempo Marco realizza affreschi, mosaici e graffiti (di cui è stato un antesignano da noi) in innumerevoli centri del Trentino e in alcuni anche fuori: dalle opere sacre a Trento nelle chiese di San Pio X e San Bartolomeo a quelle nella natia Lavarone nella frazione da cui ha preso il cognome. E poi (tra le altre, a Moena, Folgaria, Vezzano, Piné, Caldonazzo, Terme di Rabbi; in Alto Adige a Laghetti; in Lombardia in quel di Brescia, a Maerna di Valvestino. Sono di norma opere d’arte a tema religioso: affreschi, mosaici e graffiti nelle chiese, nelle cappelle e nei tabernacoli, nelle Vie Crucis. Marco aveva studiato nelle Accademie la storia dell’Arte, era padrone di diverse tecniche. E le opere che realizza sono sospese tra la grande tradizione artistica e un’atmosfera popolare che lui ha respirato nel suo altopiano da quando era bambino, che diviene la sua cifra pittorica. Intanto, col passo collaudato del montanaro, che non forza mai il ritmo per non rimanere senza fiato, nella pittura laica,
da cavalletto, a cui sempre di più si dedica con nature morte e paesaggi inventati, si stacca progressivamente da una visione figurativa, naturalistica per avvicinarsi all’astratto, senza però mai del tutto volendo appartenervi. È un cammino che lo accomuna ancora al grande Colorio. Lui stesso afferma: “La figura non scompare mai completamente, è nascosta e confusa nei piani dello spazio, di volta in volta illuminati per evidenziare un dettaglio, un particolare, un frammento.” Di Marco Bertoldi ho avuto la ventura di presentare, per scritto e oralmente, poco prima della sua scomparsa, tre importanti mostre, a Lavarone e a Trento. La prima a Lavarone nell’agosto del 1995, nella sede delle vecchie Scuole; la seconda, ancora a Lavarone, nella sede del Municipio; la terza, sempre in quel 1997, in ottobre, organizzata nella Galleria Argo a Trento dall’amico Paolo Decarli, troppo presto scomparso. Andai a casa di Marco per scegliere le opere per quell’antologica alla Argo: dopo un paio d’ore di confronto tutto pareva a posto. Fu allora che, teutonicamente, intervenne la moglie, sino a quel momento rimasta in silenzio, annunciando: “Questa no, neanche questa e nemmeno questa e quest’altra”: non voleva che fossero esposte e messe in vendita. La cosa risultava antipatica; ma non c’era niente da fare. Quel 1997, due anni prima della scomparsa dell’artista, risultò fatidico per Marco Bertoldi, perché, a completare il quadro, noi della ”Pro Cultura”, su mio suggerimento, il 30 aprile lo onorammo con la prestigiosa “Targa”, di cui sono stati insigniti i maggiori artisti trentini. Marco aveva 86 anni. Fu l’ultima soddisfazione della sua vita terminata due anni dopo. ■ CATINACCIO TRENTINO MESE 84,5X241 1
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di Paolo Chiesa
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ianni Angeletti è nato a Venezia e fin da bambino è sempre stato attratto dal mondo della creatività e questo lo ha portato fatalmente a frequentare la Scuola d’Arte e a partecipare, anche se non iscritto, alle lezioni dell’Accademia delle Belle Arti, assistendo in particolare agli studi sull’anatomia. Nella sua voglia di conoscere ha sempre approfondito la storia dell’arte e del costume, per curiosità ma anche con la consapevolezza che un bagaglio professionale gli sarebbe servito nel suo percorso artistico. A Venezia Angeletti ha iniziato a lavorare come grafico pubblicitario e vetrinista in un’epoca nella quale i computer non c’erano e la fantasia e la manualità erano le uniche risorse a sua disposizione. Questa attività ha sempre accompagnato la sua produzione artistica che è stata ininterrotta fin dagli anni ’60. Dopo avere lavorato come dipendente in un Grande Magazzino, ben presto il lavoro lo ha portato a lasciare Venezia per approdare a Milano e a Torino, dove ha curato i lanci pubblicitari e le vetrine di realtà come Coin, Upim, Standa e La Rinascente, oltre a gestire l’allestimento scenografico di realtà diverse: dai saloni automobilistici ai convegni dei partiti politici. Dalla metà degli anni ’80 a quella degli anni ’90, le sue opere hanno iniziato a essere conosciute in Italia ma anche all’estero con creazioni ed esposizioni a Lubiana e Monaco di Baviera e in Francia, Spagna e Olanda. Durante la sua vita Angeletti ha sempre dipinto, sperimentando stili diversi: dal cubismo al figurativo, dall’astratto al metafisico utilizzando varie tecniche: dall’olio all’acquerello, dalle tempere alle chine. Nel 1992 con il fratello apre a Mona40
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FOTOROMANZO LO CHIAMANO “IL VENEZIANO”, PERCHÉ È NATO NELLA CITTÀ LAGUNARE. MA GIANNI ANGELETTI, È UN CITTADINO DEL MONDO E UN “ARTISTA A TUTTO TONDO, NON SOLO PITTORE”. CI RACCONTA DI QUANDO GIRAVA PER MONACO IN COSTUME VENEZIANO E PARRUCCA E DI QUANDO È STATO ATTORE DI FOTOROMANZI. E CI SVELA IL SUO DESIDERIO PIÙ GRANDE... co di Baviera un negozio di abbigliamento grandi firme del quale cura la vetrina e l’aspetto pubblicitario. E qui c’è l’intuizione: vicino al negozio apre uno studio espositivo dove fa conoscere i suoi quadri e cura mostre di altri, oltre a creare rappresentazioni teatrali e di ballo con scenografie sue: “i tedeschi impazzivano quando indossavo il mio costume d’epoca veneziano e venivano entusiasti alle mostre e alle rappresentazioni. Avevamo creato un bel giro artistico intorno al negozio di abbigliamento: siamo stati un po’ dei precursori sotto questo aspetto. Esponevo in ristoranti e in spazi aperti i miei dipinti su Venezia che in Germania erano molto apprezzati”. A Monaco diventa un personaggio, tanto da venire chiamato a recitare nei fotoromanzi della rivista “Bravo” che all’epoca andavano tanto di moda. Per una decina d’anni Angeletti fa la spola tra Monaco e Roma partecipando anche a mostre Collettive
con grandi artisti come Ugo Attardi, Giuseppe Schiariti e Renzo Vespignani. Ci sono anche delle frequentazioni in Trentino dove espone in sala Maier a Pergine, a Borgo Valsugana e al Centro d’arte “La Fonte” di Caldonazzo. Gianni Angeletti è sempre stato un precursore e anche in Trentino ha portato un vento di novità allestendo vetrine e scenografie anche nelle aziende, come per l’apertura di Elettrocasa a Trento o per degli eventi presso le Cantine dei Conti Bossi Fedrigotti a Rovereto. Ma non sono mancate mostre di sue opere dove lui, in costume veneziano curava lo spettacolo teatrale
e danzante di un gruppo di ballerine. È stato chiamato a curare l’allestimento del Bookshop del Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto presso il Palazzo delle Albere a Trento e non si contano le sue esposizioni e scenografie un po’ in tutte le manifestazioni trentine di grande affluenza come l’Autunno Trentino, i Mercatini di Natale, le varie Feste turistiche organizzate a Pergine, Levico e Borgo Valsugana. Era fatale poi che in Trentino ci venisse ad abitare, prima a Trento (dove in seguito a un incendio andò persa una parte dei suoi quadri oltre ad altra
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documentazione), poi a Pergine e a Levico, per fermarsi infine a Marter di Roncegno, in una casa che è diventata anche laboratorio e in pratica una specie di museo perché sui muri sono esposte decine di sue opere e creazioni. Gianni Angeletti inizia a raccontarti la sua vita attraverso le sue opere che ti accolgono già dal cortile dove si trovano composizioni in latta e dentro il garage, dove ci sono quadri, cartelloni e manifesti che pubblicizzano mostre e performance della sua carriera. “Sono un cattivo venditore di me stesso”, dice, ma in realtà non c’è miglior presentazione che guardare (anche senza essere un esperto) le opere che ti fa vedere e lasciarsi trasportare dai suoi racconti nella sua idea del mondo e della vita. I quadri mostrano nudi di donna che fanno da sfondo a palazzi e condomini che si ritorcono su se stessi o a monumenti come il palazzo Ducale a Venezia o il Nettuno di piazza Duomo a Trento, o ancora a capitelli e fontane di Borgo e Pergine Valsugana. Ci sono anche acquerelli delle quattro stagioni, chine e collage pubblicitari visionari e coloratissimi. Entrando in casa si vedono le maschere vene-
ziane su legno e su gesso e le composizioni fatte con la latta che rappresentano gondole e animali e le radici levigate e scolpite in forme umane. È una vera casa museo la sua, dal piano terra dove ci sono enormi quadri in bianco e nero alla mansarda dove davanti alla sua “Megalopoli autunnale” Angeletti spiega: “fa parte dei miei modulari metafisici, dove in piccoli quadrati cerco di dare con la tecnica del puntinismo un’idea diversa della realtà”. Ci sono anche dei Quadri Materici realizzati con pittura abbinata a materiali inconsueti come pezzi di stoffa, legno, metallo e altro. L’artista ci tiene a spiegare: “i miei soggetti: queste donne, questi palazzi, rappresentano l’oppressiva mancanza di libertà che ci circonda e il desiderio di fuggire verso grandi spazi senza cemento e ambienti inquinati”. E questo suo bisogno di evadere si ripercuote anche sulle sue ultime produzioni. Alla pittura Angeletti ha da tempo affiancato altri tipi di creazioni, come la “papier skulptur” che ha imparato in Germania, con la quale realizza grandi opere in carta di oggetti e animali o come la lavorazione della latta, utilizzando i grandi barattoli vuoti che nei bar riempiono la macchina del caffè con i quali costruisce anche in questo caso animali, treni, monumenti e altre figure. Alcuni dei suoi ultimi lavori sono opere sempre di latta realizzate con la martellatura fatta con martello e punzone. “Ho un desiderio”, dice, “quello di riuscire a organizzare una mostra dove esporre le mie opere come riassunto della mia vita, dagli inizi di Venezia al periodo della Baviera fino ai giorni nostri, con i miei ultimi lavori fatti con il materiale di riciclo”. Una bella idea che speriamo si possa realizzare, e chissà che nell’occasione non si possa rivedere anche il costume d’epoca del Veneziano. ■
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PREMIATA DITTA
di Pino Loperfido
ZANOTTI I GEMELLI DEL TRATTORE L’AGRICOLTURA TRENTINA DEVE MOLTO A QUESTI DUE SIGNORI SORRIDENTI E A LORO PADRE CARLO, IL CAPOSTIPITE, CHE FONDA AD ALA LA PRIMA AZIENDA, NEL 1947. STESSA GENIALITÀ E LUNGIMIRANZA DEL GENITORE DENOTERANNO QUINDI CESARE E GIORDANO, GEMELLI, CHE FARANNO DELLA DITTA ZANOTTI UNO DEI PUNTI DI RIFERIMENTO DEL SETTORE. E SPOSERANNO DUE SORELLE...
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a Seconda guerra mondiale è alle spalle. Il conflitto ha lasciato dietro di sé macerie e povertà anche in Trentino. Ci si guarda attorno. Ogni categoria, contadini o artigiani che siano, cominciano a rimboccarsi le maniche e a scrutare l’orizzonte del proprio futuro. Carlo Zanotti (1905-1983) non è più un ragazzino, eppure anche a lui tocca reinventarsi una vita. Ed è sull’agricoltura che decide di puntare. O meglio sulla futuribile meccanizzazione del lavoro agricolo che di lì a poco rivoluzionerà il settore. UNO CHE PROPRIO NON SA STARSENE CON LE MANI IN MANO Ma tutto comincia quando conosce e si innamora di Colomba Tognotti, conosciuta nel bar di famiglia, lo storico Bar Commercio che proprio suo padre, Gaetano Zanotti, gestisce fin dagli anni Trenta. Gaetano sposato con Pia Zamboni, che oltre a Carlo gli dà una figlia: Anna, impiegata alla Cassa Rurale di Ala. Il Bar Commercio era il fulcro del paese di Ala, aveva una sala biliardo ed era sede della polisportiva “Slanzi Alense” e della futura squadra di calcio. Già al tempo, Carlo possedeva una falegnameria, una fabbrica del ghiaccio e un gassosificio dove si produceva la famosa “spuma” con la bottiglia con la sfera. Carlo inizia l’Università a Verona, ma non la porta a termine. È un tipo poco inquadrabile, animato già da mille idee. Tra le altre cose, diventa segretario dell’Ospedale di Ala e segretario della Pro Loco. Fatale l’incontro, sempre nel veronese, con la “Motori Slanzi”. Oltre a seguire 42
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le aziende di famiglia, Carlo diventa rappresentante e concessionario di alcune società. Tra queste, la “Motori Slanzi” di Novellara, specializzata nell’assemblaggio di impianti di irrigazione a pioggia e anti-brina. Siamo in Vallagarina. Carlo è tenace, sa come proporsi e soprattutto conosce le macchine. Lavora così bene sul territorio, al punto da persuadere la casa madre ad aprire una filiale in Trentino, proprio ad Ala. E siccome proprio non sa starsene con le mani in mano, nemmeno dopo giornata, e non dimentica i suoi trascorsi come calciatore in gioventù, Carlo segue la società sportiva. Nel frattempo si è sposato con Colomba. Lo alletta, però, l’idea di aprire in contemporanea due negozi a Trento e a Bolzano. Gruppo di famiglia nel 2007, da sinistra: Roberta, Nella, Giordano, Enrica, Claudia, Camilla, Laura, Cesare, Emma, Valentina, Riccardo e Luca
Ad Ala comincia a costruire trattori con portata di 80 quintali, un record per quei tempi. Il tutto in collaborazione con marchio Same: sono trattori industriali per il traino di rimorchi speciali, carrelli ferroviari e per il trasporto dei containers, nei porti, aeroporti. Purtoppo non li brevettò... 1947, TRENTO, ECCOCI QUI! NASCE LA “DITTA F.LLI ZANOTTI” Mentre Carlo e Colomba rimangono ad Ala, nel 1947 Cesare e Giordano si trasferiscono a Trento. In via Venezia vede la luce una nuova creatura: la Ditta F.lli Zanotti, un’azienda tutta loro. Contemporaneamente il Nostro continua a lavorare come rappresentate della Slanzi e dell’Italpioggia. Oramai, in pochissimi anni, grazie a competenza e passione, è diventato un punto di riferimento imprescindibile per gli agricoltori trentini. Gli affari vanno a gonfie vele. I trentini, pian piano, si tirano fuori dalle
trentinoincontri miserie della guerra e incrementano i consumi. Zanotti gestisce la filiale in Alto Adige, in Piazza Verdi a Bolzano, dove i contadini sudtirolesi possono vedere per la prima volta i trattori Lesa e nuovissimi International Harverster inglesi. L’azienda cresce, dunque, e nei primi anni Cinquanta si cambia sede più volte per adattarsi alle mutate esigenze aziendali. La Ditta Zanotti si trasferisce prima in via Brennero – di fronte a Rangoni, officina ai Solteri – e quindi in via Bonporto, accanto alla Centrale Ortofrutticola, con l’officina che si sposta in via Verdi. CESARE E GIORDANO, I GEMELLI DEL TRATTORE: UN GENIO E UN DESTINO COMUNE L’anima imprenditoriale contagia da subito anche i due figli gemelli di Carlo e Colomba (Mariapia e Renata, le figlie femmine, restano a gestire le aziende paterne). Giordano si diploma perito edile (al contrario di Cesare che ha dovuto abbandonare gli studi per aiutare il padre). Lavora per l’Enel e al contempo progetta lavori di grande importanza, come gli acquedotti. Da qui a fondare un’azienda sua, la Generalscavi, il passo è davvero breve. Lo fa nel 1966, anno della disastrosa alluvione. Realizza così in quegli anni grandi opere di acquedotti tuttora funzionanti in Trentino e ai confini del bellunese. In virtù di questa specializzazione Cesare imposta la sua offerta soprattutto sulle macchine agricole e industriali (ruspe,
1941. Giordano e Cesare nel giorno della loro Prima Comunione
Cesare, Enrica e Giordano, nel 2007
caterpillar, ecc.). Tuttavia la cosa va avanti fino al 1974, quando per varie traversie sindacali e problemi di salute dovuti alle condizioni di lavoro estreme, Giordano decide di tornare all’ovile, assieme al fratello gemello. 1959, SPIAGGIA DEGLI OLIVI: GALEOTTO FU IL BALLO E CHI CI ANDÒ La società famigliare, dunque, si ricompatta proprio nel momento in cui la motorizzazione in agricoltura conosce il suo boom. Tanto per intenderci, sono anni in cui si vendono decine e decine delle mitiche motozappa Motom ogni santo giorno. Uniti sul lavoro, ma anche negli affari di cuore, i due fratelli Zanotti, a cui nel 1963, papà Carlo lascerà l’azienda. Già, perché un pomeriggio piovoso, del lunedì di Pasqua di quattro anni prima, i due giovincelli vanno a ballare alla Spiaggia degli Olivi, sul Lago di Garda. Lì conoscono per caso queste due sorelle, la
diciottenne Nella Bitante e sua sorella più piccola, Laura, poco più che adolescente. Le due ragazzine sono andate a Riva in torpedone assieme ad un folto gruppo di amiche. Tuttavia il fascino di questi due ragazzi motorizzati le induce a farsi riaccompagnare a casa proprio da loro. Di lì ha inizio una bella amicizia che più avanti sfocerà nell’amore e nel (doppio) matrimonio: il 23 aprile 1961 Nella e Giordano e il 29 giugno dell’anno dopo Laura e Cesare, ambedue nella Chiesa di Cristo Re a Trento. “NON ABBIAMO FIGLI MASCHI!” E CON QUESTO?! Due gemelli più due sorelle è un’operazione che come risultato non può che dare una famiglia allargata ante litteram. È anche per questo che le figlie di Cesare e di Laura – Enrica e le gemelle Claudia e Roberta – verranno allevate da Nella che di figli non ne avrà. Sì perché, va bene l’amore, ma gli affari vanno avanti, e in negozio c’è un gran lavoro da fare.
2016. Luca Gualteroni e Enrica Zanotti 43
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RICONOSCIMENTI E PREMI
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1990. Roberta e Enrica durante la Fiera di San Giuseppe, a Trento
Laura dà una mano con l’amministrazione e continua a rassicurare suo marito su una questione che pare angustiarlo. Il fatto di non avere figli maschi non lo lascia per niente tranquillo. “Non abbiamo figli maschi!” è il suo mantra preferito di quegli anni. Fino a che, non arriva il giorno in cui la coriacea primogenita Enrica non sbotta: “Piantiamola con questa storia. Quello che puà fare un maschio lo posso fare pure io”. E c’ha ragione, non siamo più nell’Ottocento… E oltre ad avere ragione lo dimostra con i fatti, accompagnando l’azienda nell’era dei personal computer. LE DONNE PORTANO LA “ZANOTTI” DRITTO DRITTO NEL TERZO MILLENNIO Ecco che allora la terza generazione Zanotti comincia a gestire la ditta portando nuova linfa e un ulteriore input di rinnovamento tecnologico. Particolare attenzione viene data all’ambiente, curando l’aspetto qualitativo in odo da realizzare i prodotti con strumenti che rispettino al meglio l’ambiente e siano meno dannosi per coloro che li usano. Un’attenzione al verde da chi il verde ce l’ha nel cuore da tre generazioni. Enrica e, per alcuni anni, Roberta prendono le redini (Claudia seguirà altre strade professionali) e innovano, seguendo l’andamento del mercato. Le ruspe sono solo un ricordo lontano. Adesso ci sono macchine sempre più sofisticate, attrezzature all’avanguardia. Certo lo scetticismo rispetto alle donne è ancora grande, almeno in questo settore. I primi tempi, Enrica fa molta fatica a rapportarsi con la mentalità contadina che non concepisce la presenza femminile in posti tradizionalmente maschili. 44
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anotti è oggi concessionaria Honda Master Dealer per il Trentino, un riconoscimento ottenuto per l’impegno, la professionalità e le elevate competenze tecniche: corsi di aggiornamento dei tecnici e del personale del magazzino; attrezzature adeguate in officina, requisiti di sicurezza e rispetto delle normative e dell’ambiente; riparazione e vendita con esclusivo utilizzo di ricambi originali e lubrificanti indicati dalla casa madre; esposizione permanente nel negozio dell’intera gamma dei prodotti Honda. Nel 2007, in Giappone, Enrica Zanotti ha ricevuto il premio HONDA come migliore concessionario a livello italiano. Nel 2011 altro importante riconoscimento, “Imprese nella Storia”, in cui la Zanotti è stata selezionata tra quaranta imprese di terza generazione in tutta Italia.
Ma sul morire del Novecento si apre anche tutto il nuovo mercato del giardinaggio privato, settore in cui la Ditta Zanotti investe con decisione, diventando uno dei leader in regione. Nel 1992, a dar manforte a Enrica, arriva Luca Gualteroni, suo marito, che si occupa delle vendite; è inoltre produttore di una vasta gamma di macchinari delle migliori marche. Il “pensionato” Cesare, intanto, (lui e Giordano lo sono dal 2000) si dedica
Anni ‘70. Giordano sovrintende i lavori per l’acquedotto di Mezzolombardo
ad un’altra delle sue grandi passioni di sempre: lo sci. L’ultima gara di slalom gigante veterani la vince addirittura nel 2013, a 78 anni suonati. Nel 1995, l’azienda si trasferisce nell’attuale sede di via Pietrastretta (oggi Via Comboni). Ironia della sorte, siamo a poche decine di metri dal punto in cui Carlo Zanotti impiantò la sua primissima officina. Un proverbiale ritorno alle origini che chiude il cerchio di tre generazioni, una storia che ora si affaccia sulla modernità stando al passo con i tempi, ma tenendo sempre un provvidenziale sguardo verso il passato. Tanto è vero che se cercate un pezzo di ricambio “introvabile”, sapete dove andare a cercarlo... ■ La sede attuale di Via Comboni a Trento. Il negozio è stato rinnovato solo pochi mesi fa
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a Tosi S er ramenti produce, dal 1988 ad Arco (Trento), grazie all’intraprendenza e alla passione per il settore di Flavio Tosi, serramenti in PVC e materiale composito con un’ampia gamma di profili, caratterizzati da alte prestazioni tecniche a livello d’isolamento termico, acustico, di sicurezza e con un vasto assortimento di colori e accessori che permettono di creare un prodotto personalizzato, dall’estetica unica, tipica del “Made in Italy”. Gli investimenti dedicati alla ricerca tecnologica le hanno poi permesso di ottenere un ambizioso brevetto internazionale per l'innovativo metodo di assemblaggio dei serramenti. Il particolare impegno nei settori di ricerca e sviluppo, nonché i costanti controlli qualitativi in ogni fase di lavorazione, legati anche al fatto di essere certificati ISO 9001:2008, permettono alla Tosi Serramenti di offrire ai clienti la massima garanzia di qualità ed affidabilità senza trascurare l’eleganza ed il design. Tosi serramenti ha collaborato con il MIT di Boston per un progetto riguardante lo sviluppo per la creazione di una casa domotica. Nell’attuale sede di Arco, funzionale e spaziosa, si trovano la produzione, il magazzino e gli uffici. Attualmente l'A-
Il titolare, Flavio Tosi
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zienda può contare numerosi collaboratori, assegnati nei vari reparti ed uffici: tecnico, commerciale, amministrativo, produttivo, logistico e di posa in opera. Grazie ad una strutturata rete di vendita diretta e indiretta, i prodotti sono distribuiti in gran parte delle regioni italiane. Il radicamento territoriale, il dimensionamento aziendale e l'intuito risolutivo di Flavio Tosi costituiscono elementi caratterizzanti dell’Azienda che le hanno permesso un importante consolidamento, guardando con fiducia e determinazione al futuro. PVC AMICO DELLA NATURA Il PVC di Tosi Serramenti è amico della natura questo perché il cloruro di polivinile, noto anche come polivinilcloruro o con la sigla PVC, è il polimero del cloruro di vinile ed è costituito per il 57% da sale. Si tratta di un materiale termoplastico di origine prevalentemente naturale, che fa un uso ridotto di mate-
rie prime ed è riciclabile per il 97%. In particolare il PVC impiegato per i serramenti è un PVC “rigido” e quindi esente da plastificanti. È insensibile agli acidi, inattaccabile dai microorganismi delle muffe ed autoestinguente, non contiene ftalati, presenta una elevata rigidità ed è un ottimo isolamento termico. L’elevato potere isolante permette un notevole risparmio di energia e conseguenti ridotte emissioni di CO ². Inoltre i rinforzi in acciaio sono certificati contro la radioattività. Da tutte le LCA (Life Cycle Analyses - Analisi Ciclo Vita) effettuate, il PVC risulta essere il materiale che richiede il più basso consumo di energia e di risorse non rinnovabili e uno dei meno inquinanti, migliore rispetto a molte alternative cosiddette “tradizionali”. CON UN VIAGGIO TRE SCOPERTE Siete curiosi di conoscere come nasce un serramento? Volete toccare con mano la realtà produttiva di Tosi Ser-
ramenti? Ogni venerdì pomeriggio su prenotazione, la Tosi Serramenti apre le sue porte e vi accompagna alla scoperta della qualità, della solidità, della cura del dettaglio, guidandovi all’interno della propria realtà produttiva alla conoscenza delle varie fasi che portano alla creazione di un serramento. Un progetto nato dalla collaborazione dell’azienda con Ingarda, l’Agraria di Riva del Garda e il distretto Habitech, una formula che permette di poter toccare con mano il prodotto, assaporando i prodotti del nostro territorio. Ad ogni fine giro, infatti, verrà offerto un assaggio enogastronomico di prodotti locali, si riceverà un gadget, un omaggio enogastronomico, un buono sconto da usare per acquisti nel negozio di Agraria di Riva del Garda con la Tosi Card, carta nominativa che dà diritto ad usufruire di uno sconto nei ristoranti convenzionati della zona. Aderire è facile, basta prenotare la visita scrivendo una mail a sonia.angeli@tosiserramenti.it oppure compilando la scheda che troverete sul sito ■ www.tosiserramenti.it
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a oggi andare dal dentista non è più un motivo per perderci il sonno. Non da quando abbiamo visitato SOCIALDENT di Mezzolombardo. Qui, infatti, abbiamo scoperto che esiste una concezione tutta nuova di intendere e mettere in pratica le cure dentali. E un indizio sul perché ce lo dà subito il nome. Quel “Social” non è una trovata per rendere più accattivante il nome del centro, bensì la chiave per cogliere la mission di questo centro dentale all’avanguardia. Le paure quando si va dal dentista, si sa, sono due: una è riferita al fastidio fisico, l’altra a quello “del portafoglio”. Da SOCIALDENT entrambi i timori vengono prontamente scongiurati: il primo grazie all’altissima professionalità di chi vi opera, a partire dal Direttore Sanitario, dr. Gianpaolo Magnaguagno, al dr. Domenico Alati e alla responsabile amministrativa, dott.ssa Annachiara Magnaguagno. I servizi offerti riguardano tutte le branche dell’odontoiatria: conservativa, endodonzia, ortodonzia, implantologia, chirurgia orale, igiene. Lo studio si avvale di tecnologie all’avanguardia, tra cui l’ortopantomografo che permette di eseguire in sede lastre panoramiche e teleradiografie. Il dr. Gianpaolo Magnaguagno, direttore Sanitario
ALTA PROFESSIONALITÀ, SERVIZI AL TOP, PREZZI ACCESSIBILI, CONVENZIONI E... SOLIDARIETÀ: TUTTO QUESTO È SOCIALDENT DI MEZZOLOMBARDO
Riguardo al secondo tipo di paura che può cogliere il potenziale cliente, quella relativa ai costi, che dire? Per coloro che cercano un servizio di indiscussa qualità, a prezzi economicamente accessibili, questo è decisamente il posto giusto. E che quanto detto corrisponda al vero lo si capisce fin dalla prima visita, gratuita, durante la quale particolare
attenzione viene posta allo stato di salute della bocca con lo scopo di individuare eventuali problematiche e consigliare così i migliori piani di trattamento da seguire. Al paziente si offrono diverse modalità di pagamento: può pagare a rate nel corso dei lavori oppure accedere ad un finanziamento che fino a 24 mesi è a reale tasso zero.
Lo studio inoltre è convenzionato con diversi enti attivi sul territorio, come i principali sindacati (CGIL, CISL, UIL, FENALT), le Acli, la Croce Rossa Italiana, l’Auser, etc.. Questo significa che i pazienti che presentano la tessera di una di queste realtà hanno diritto ad accedere un listino prezzi privilegiato, scontato di circa il 30/40% rispetto al listino standard. Chi non fosse iscritto a nessuno degli enti convenzionati può comunque accedere agli sconti facendo la tessera SOCIALDENT, con cui ci si associa all’Associazione SOCIALDENT. La tessera costa 25 euro ma ha una validità illimitata e riguarda tutto il nucleo familiare. Inoltre l’intero ricavato dal tesseramento viene devoluto al Tavolo della solidarietà di Mezzolombardo, una rete di associazioni che si occupa di sostenere economicamente le famiglie in difficoltà, in collaborazione con i servizi sociali. ■
INFO SOCIALDENT Mezzolombardo (TN) Loc. La Rupe via Trento, 115-117 Tel: 0461.600461 trento@socialdent.it
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di Fabio De Santi
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na formazione nata a Rimini nel 2006 con un unico, preciso, obiettivo: quello di riprodurre il più fedelmente possibile la musica dei leggendari Pink Floyd. Loro sono i Sound Project e saranno in concerto sabato 13 febbraio, dalle 21, all’Auditorium S.Chiara di Trento con il concerto tributo ai Pink Floyd. Le suggestioni e le atmosfere della band inglese sono nettare per i musicisti del gruppo, che oltre a rappresentare una tribute band costituisce soprattutto un progetto musicale: Sound Project appunto. Fondamentale, oltre alla passione e all’entusiasmo scaturiti fin dagli esordi, lo studio preciso delle peculiarità musicali e ritmiche dei brani targati Gilmour, Waters, Wright e Mason nonché degli arrangiamenti
PINK FLOYD TRIBUTE LORO SONO I SOUND PROJECT E SARANNO IN CONCERTO SABATO 13 FEBBRAIO, DALLE 21, ALL’AUDITORIUM DI TRENTO CON LE SUGGESTIONI E LE ATMOSFERE DELLA STORICA BAND INGLESE e il tentativo di riprodurre al meglio il loro sound. Nel loro show dedicato alla leggendaria formazione inglese vengono eseguiti dal vivo, brani tratti dai più celebri LP, oltre ad alcune rivisitazioni degli anni sichedelici floydiani che hanno reso il gruppo famoso
in tutto il mondo. Particolare cura viene posta alla ricerca fedele dei suoni, eseguiti tutti dal vivo e senza basi pre registrate, qualità fondamentale per la riproduzione delle magiche atmosfere che avvolgono i concerti dei Pink Floyd. In questi anni di grandi successi
FONDAZIONE AIDA: DALLA PROSA AL CINEMA
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ossini, Mascagni, Caikovski, ma anche arie d’opera e classici da Kurt Weill a George Gershwin accompagnano il racconto di All’opera il lupo e i sette capretti di scena al Teatro Valle dei Laghi lunedì 8 febbraio, ore 16.30. Un melodramma portato in scena dal Teatrino dei Fondi che, se da una parte esplora tematiche quali la paura, l’inganno, il travestimento, presenti nella favola, dall’altra affascina sul piano visivo rivelando il lato “nascosto” di un oggetto animato, tra sorprese e colpi di scena. Proseguono inoltre gli appuntamenti con la danza organizzati da Fondazione Aida e il Centro Servizi Culturali Santa Chiara. Sabato 13 febbraio, ore 20.45, torna a Vezzano la compagnia Naturalis Labor questa volta con Cinco miradas, spettacolo che si può definire sinonimo di flamenco. Ogni ballerina rappresenterà il flamenco a proprio modo, sviluppando sulla scena l’interiorità e la personalità di questa danza. Il risultato è un insieme di stili, da quello più sensuale di Siviglia, a quello più conturbante e ritmico di Jerez De La Frontera, fino alla fusione dei due nel più moderno stile madrileno. Venerdì 19 febbraio, ore 20.45, Margherita Antonelli, Alessandra Faiella, Rita Pelusio e Claudia Penoni, quattro esilaranti attrici comiche, “scendono in campo” in Questa sera no escort e commentano con una satira dissacrante lo stato delle donne italiane di oggi. Si alternano sulla scena tra monologhi e canzoni, presentando al pubblico personaggi esilaranti quali: la majorette di Arcore, la disperata housewife di Pinerolo, l’antropologa esperta in tronisti e la giovane arrivista che fa carriera grazie al lato b. Partendo dal presupposto che per una donna contemporanea l’unico lavoro sicuro e ben remunerato sembra essere quello della escort. www.fondazioneaida.it
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riscossi nelle arene e nei Teatri tra i più prestigiosi d’Italia, i Sound Project hanno avuto l’onore di avere con loro sul palcoscenico della Repubblica di San Marino la storica corista dei Pink Floyd, Durga McBroom, con uno spettacolo che ha visto la partecipazione di appassionati floydiani accorsi da tutta Italia. Per la band romagnola si tratta del ritorno in Trentino Alto Adige dopo gli spettacoli del 2014 a Bolzano al Teatro Cristallo e al Teatro Comunale. Leonardo Bollini (chitarra) è l’interprete della voce solista ed è un cantante, musicista e compositore autodidatta mentre Sophie Rossini, Moira Mogentale e Sara Fortini sono invece le coriste del gruppo. La chitarra solista è affidata a Luca Pesaresi che dopo diverse esperienze ha trovato nella “Sound Project Pink Floyd Tribute Band”, oltre che degli amici, la perfetta armonia musicale/filosofica rincorsa negli anni precedenti. Massimo Marzaloni cura quella effettistica che contribuisce insieme alle tastiere, i sintetizzatori e l’hammond di Claudia Ciuffoli all’evocazione delle atmosfere che hanno reso inconfondibili e unici i Pink Floyd. ■
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opo aver fatto registrare quattro sold out in altrettante apparizioni negli ultimi due anni all’Auditorium S. Chiara, l’ultimo l’aprile scorso, Angelo Pintus ritorna a Trento con il suo nuovo show “Ormai sono una milf”. L’appuntamento, organizzato da Fiabamusic in collaborazione con il Centro Servizi S. Chiara di Trento, è quello del 28 febbraio, alle ore 17. “Ormai sono una milf” è il nuovo spettacolo di Angelo Pintus, reduce dal successo di “50 Sfumature di…Pintus“, record di incassi e di presenze in tutt’Italia. Un vero fenomeno che lo ha traghettato direttamente al festival di Sanremo come ospite comico, per un ulteriore bagno di notorietà. Il filo conduttore dello show lo spiega alla sua maniera il comico triestino: “Come cambia la vita a quarant’anni? Cambia che non puoi più mangiare quello che mangiavi prima… Che sei ancora troppo giovane per fare alcune cose, ma già troppo vecchio per farne altre... La vita a quarant’anni raccontata e vista con gli occhi di chi si sente sempre quel bambino
IL RITORNO DI PINTUS L’IRRESISTIBILE L’APPUNTAMENTO, ORGANIZZATO DA FIABAMUSIC IN COLLABORAZIONE CON IL CENTRO SERVIZI S. CHIARA DI TRENTO, È QUELLO DEL 28 FEBBRAIO, ALLE ORE 17 che quando vedeva gli amici quarantenni dei propri genitori li considerava “vecchi” e si meravigliava di quanto vivessero a lungo “i grandi”. E che ora guardandosi allo specchio pensa di essere sempre più in forma, anche se ormai è un uomo fatto. Un uomo? Una signora! Anzi… una milf!“. Classe 1975, triestino ma di radici sarde, Angelo Pintus si è formato, come molti altri protagonisti della scena cabarettistica, nei villaggi turistici e ha debuttato sulle scene teatrali e televisive esibendo-
si in coppia con Max Vitale. Dal 2009 è una presenza fissa sulle reti Mediaset in programmi di successo quali Guida al campionato e Colorado. Sue le divertenti imitazioni di personaggi famosi del mondo dello sport e dello spettacolo quali Bruno Pizzul, Josè Mourinho, Valentino Rossi, Marco Mengoni, Max Pezzali. Prima di gettarsi in questa nuova avventura ha sbancato i teatri italiani con il suo show “Cinquanta sfumature di Pintus” in cui aiutava il pubblico a capire che fare il comico è,
in realtà, molto più facile di quanto si voglia far credere, perché la comicità è dappertutto: «nei politici che litigano, in alcune storie assurde di alcuni programmi televisivi, nella pubblicità. Basti pensare che Banderas parla con una gallina che si chiama Rosita!». A chi gli ha chiesto come fa un classe 1975 come lui ad arrivare ad un pubblico fatto anche di tennagers Pintus ha risposto: “In primo luogo mi reputo mentalmente evoluto – sorride Pintus – e capace di stare sul pezzo. Non sono è più un ragazzino ma mi piace essere sempre aggiornato ad esempio su quello che ascoltano i giovani di oggi”. Mentre sulla sua “ansia da show” in cui è sempre in movimento ha detto: “Mi piace molto una comicità fisica come nel caso di questo spettacolo in cui in certi momenti mi muovo come un forsennato su basi musicali. I miei sketch sono molto veloci perché mi piacciono le cose rapide che non annoiano me e chi mi ascolta. Sono un tantino frenetico ma credo che cosi ci sia maggiore attenzione da parte del pubblico. Quindi tento di essere rapido appunto ma come si suol dire incisivo”. ■ 49
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n’ar tista che condurrà il pubblico nel cuore dell’afrobeat di Fela Kuti, di cui fu a lungo batterista: un suono importante in Africa quanto lo è stato il reggae di Bob Marley in Giamaica. E di lì, però, Allen articolerà un suono che s’irradia in molte direzioni diverse, dal jazz all’hip hop, sulla falsariga di un cammino artistico che lo ha portato a collaborare con un’infinità di musicisti, tra i quali per primo Damon Albarn dei Blur». Sono queste le parole che Alberto Campo direttore artistico della rassegna «Transiti: musiche in movimento» adopera per delineare il carisma di un personaggio come il nigeriano Tony Allen in concerto il 10 febbraio al Teatro di Sanbapolis per l’evento organizzato dal Centro Sevizi Culturali S.Chiara. Tony Allen è considerato come l’uomo che ha fornito forza motrice all’afrobeat, inno-
TONY ALLEN CONCERTO AFROBEAT IL 10 FEBBRAIO AL TEATRO DI SANBAPOLIS PER L’EVENTO ORGANIZZATO DAL CENTRO SEVIZI CULTURALI S.CHIARA vativo stile musicale coniato a cavallo tra gli anni Sessanta e i Settanta in Nigeria da Fela Kuti fondendo folklore locale e ritmi afroamericani. Della formazione guidata dal “black president”, autentico eroe nazionale d’opposizione in patria, Tony Allen è stato a lungo batterista e direttore musicale: a tutti gli effetti una sorta di fiduciario artistico per centinaia di concerti e decine di dischi. Interrotta quella memorabile partner-
ship nel 1979, Allen ha avviato una carriera da solista che l’ha portato a intersecare via via le rotte del jazz, del reggae, del rap e del pop, senza tradire comunque il precetto fondante del movente originario: mantenere vivi, aggiornandoli, i codici della tradizione. Definito tempo fa da Brian Eno “forse il migliore batterista che sia mai esistito”, il musicista di Lagos ha avuto modo di collaborare strada facendo con
un’infinità di artisti, primo fra tutti Damon Albarn dei Blur, che l’ha voluto al suo fianco negli esperimenti compiuti con The Good, The Bad & The Queen e Rocketjuice And The Moon. Raggiunta la veneranda età di 75 anni, Allen non dà segni di stanchezza e continua a macinare chilometri su chilometri in tournée, l’ultima delle quali innescata dal decimo lavoro a suo nome, “Film of Life”, ■ uscito nel 2014.
MULATU ASTATKE IL 18 FEBBRAIO A TRENTO
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i apre, il 18 febbraio all’Auditorium S. Chiara, sulle note del grande musicista etiope Mulatatu Astatke il 2016 della rassegna Jazz’About proposta dal Centro Servizi Culturali S. Chiara. Una serie di eventi che si intrecciano e lambiscono i territori del jazz classico per un cartellone curato da Denis Longhi con una serie di live che ha già portato a Trento e Rovereto artisti come Roy Ayers e la Cinematic Orchestra e che vedrà nei prossimi mesi i live di Bugge Wesseltoft, Robert Glasper e Matthew Herbert. Un crocevia di culture: la musica di Mulatu Astatke è un’esperienza tanto preziosa quanto coinvolgente. Preziosa, perché tutti i linguaggi sonori da lui parlati sono sviluppati con una competenza tecnica eccezionale, rifinendo ogni singolo particolare con attenzione infinita; coinvolgente, perché gli elementi che compongono il suo “Ethio-jazz” sono la ricchezza melodica ed armonica del jazz, la forza ritmica della musica africana, la sensualità delle inflessioni latine – difficile immaginare una formula più “calda”. Formula che Astatke (etiope, nato nel 1943, ma con una lunga preparazione musicale forgiata tra Europa e Stati Uniti, prima di fare ritorno nella terra natìa) ha ideato e sviluppato prima
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di altri, più di altri, meglio di altri. Facendolo sempre con gusto e stile, senza mai cercare l’effetto facile o scadere nella dozzinalità. Ad accompagnare Mulatu Astatke, vibraphone, wurlitzer and percussions, ci saranno James Arben: saxophone, bass clarinet and flute, Byron Wallen, trumpet, Danny Keane, cello, Nick Ramm, piano and tastiere, Neil Charles, basso, Richard Olatunde Baker, percussioni e Jon Scott alla batteria.
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n’ensemble che fa rivivere in tour il mito della Swing Era e del leggendario Glenn Miller uno fra i più importanti musicisti del primo novecento grazie a classici come “Moonlight Serenade”, “I got rihthm”, “A string of pearls”, “Little Brown Jug”, “In the mood”, “Pennsylvania 6 - 50 0 0”, ecc.. Si tratta della Glenn Miller Orchestra che in questo 2016 torna in Italia per quattro concerti nell’ambito del tour “It’s Glenn Miller Time”. Un tour che farà tappa anche a Trento con il concerto “The History of Big Bands” in programma domenica 14 febbraio all’Auditorium Santa Chiara con l’organizzazione di Fiabamusic in collaborazione con il Centro Servizi Santa Chiara (inizio ore 21). Il nuovo show della Glenn Miller Orchestra rappresenta un vero e proprio tributo a un’epoca, quella della Swing Era, e ai protagonisti di quella musica che ha fatto innamorare il mondo, su tutti Glenn Miller, fondatore nel 1938 dell’omonima orchestra e tragicamente scomparso con il suo aereo nel 1944 sul Canale della Manica, mentre portava la sua musica ai soldati dell’esercito alleato sul fronte francese. L’attuale ensemble, capeggiato dal musicista, compositore e direttore d’orchestra Wil Salden e composto da eccellenti musicisti, ripropone alla perfezione il sound dell’epoca in una lunga serie di omaggi. Un tributo sarà riservato anche alla grande Ella Fitzgerald, da molti considerata come la miglior voce femminile di tutti i tempi. La Glenn Miller Orchestra prende il suo nome dal grande compositore americano che creò quel gruppo proprio nel 1938: una formazione
GLENN MILLER ORCHESTRA IL 14 FEBBRAIO A TRENTO UN VERO E PROPRIO TRIBUTO A UN’EPOCA, QUELLA DELLA SWING ERA, NEL NOME DEL GRANDE MUSICISTA AMERICANO che cominciò ad ottenere un grande successo di pubblico quando siglò un contratto fisso al Glen Island Casino e fu ingaggiato in alcuni spettacoli radiofonici. Nel 1939 incise i primi dischi di successo e nel 1940 l’orchestra assunse la sua formazione classica, con musicisti come Ray Anthony, Billy May, Bobby Hackett e Ray Eberle. A cavallo tra gli anni trenta e quaranta fu l’orchestra più popolare negli Stati Uniti. Nel 1941 raggiunge la prima posizione nella classifica Billboard Hot 100. Nel 1942
Miller si arruolò volontario nell’aviazione degli Stati Uniti, per dare il suo contributo alla guerra che il suo paese stava combattendo. Con il grado di capitano (e in seguito maggiore), fu messo a capo di un’orchestra militare, la Army Air Force Band, il 9 luglio 1944 e assegnato all’intrattenimento delle truppe in Inghilterra.Il 10 febbraio 1942 Glenn Miller ricevette il primo Disco d’oro della storia per la sua incisione di Chattanooga Choo Choo, che aveva venduto oltre un milione di copie in appena tre mesi. Per
celebrare il successo del suo artista, la casa discografica RCA Victor si inventò la trovata pubblicitaria di dipingere d’oro una copia del disco e gliela consegnò a sorpresa durante una trasmissione radiofonica in diretta. Miller scomparve improvvisamente il 15 dicembre 1944, mentre sorvolava la Manica a bordo di un aereo militare per raggiungere Parigi, dove la sua orchestra avrebbe dovuto suonare per i soldati che avevano da poco liberato la capitale francese. Lo stile di Glenn Miller si identifica per l’uso di formazioni orchestrali molto numerose, con corpose sezioni fiati, melodie estremamente orecchiabili (quasi un easy listening del jazz). Alla ricerca di un nuovo sound, Miller modificò l’organico delle sezioni fiati con un maggiore uso delle sezioni di ance e degli ottoni con la sordina. Ne risultò un suono più vellutato e meno aggressivo, adatto anche a orecchie meno avvezze all’ascolto del jazz. ■ 51
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trentinopanorama Marco Paolini
di Silvia Tarter
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l mese di febbraio si caratterizza per un cartellone molto fitto, ricco di appuntamenti davvero da non perdere, per divertirsi, emozionarsi, viaggiare nel passato e riflettere sui problemi più attuali della nostra società. Si comincia mercoledì 3 febbraio con Sorry, Boys alle 20.30 al Teatro Sociale, progetto artistico di Marta Cuscunà, che continua con quest’opera il suo lavoro sulle resistenze femminili, ispirandosi all’episodio realmente accaduto nel 2008 in una scuola superiore del Massachussets, ovvero il caso di 18 ragazzine minorenni, rimaste contemporaneamente tutte incinta. Un’occasione per riflettere sulla fragilità della nostra società e dei suoi modelli, spesso non in grado di trasmettere un ideale di solidità e maturità capace di far crescere i ragazzi con la giusta consapevolezza rispetto alle proprie azioni. Per portare a teatro anche i bambini, il 6 e 7 febbraio, entrambi i giorni sia alle 16 che alle 17.30, al Teatro Cuminetti va in scena lo spettacolo Con la bambola in tasca, della Compagnia Solares Fondazione delle Arti - Teatro delle Briciole, una deliziosa storia che racconta del passaggio generazionale del “senso femminile” dell’intuito da
BALLATA DI UOMINI E CANI TRA GLI SPETTACOLI IN PROGRAMMA, OLTRE A QUELLO DI MARCO PAOLINI, “SERVO PER DUE” CON PIERFRANCESCO FAVINO E “LAIKA” DI E CON ASCANIO CELESTINI Ascanio Celestini
una madre a una figlia, simboleggiato da una bambola da portare sempre in tasca. Di grande effetto l’incontro musicale con il violoncello di Francesco Dillon, l’8 febbraio alle 20.45 all’Auditorium Melotti. Nel suo Popular contexts, volume 9, questo ragazzo torinese, curioso indagatore di diverse correnti della musica contemporanea, farà dialogare i suoni classici del suo strumento con sonorità elettroniche registrate, per creare un’affascinante fusione che mostri al pubblico l’interazione tra uomo e tecnologia. In tema di mescolanze e intrecci musicali arriva anche “Transiti”, l’esibizione di Tony Allen, il 10 febbraio alle 21 al Teatro di Sanbàpolis, musicista e batterista di Lagos, in
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Nigeria, dall’esperienza eclettica che spazia dall’afro beat al jazz, fino al raggae, rap e persino il pop. Per la stagione di prosa torna invece l’affezionato Marco Paolini con Ballata di uomini e cani, l’11 febbraio alle 20.30 al Teatro Sociale, in cartellone fino al 14 febbraio, spettacolo tributo dedicato all’amato scrittore Jack London. Partendo da alcuni brani dell’autore americano, l’attore creerà una narrazione orale che avrà come filo conduttore il rapporto tra i cani e i propri padroni, e dalle epopee vagabonde dei cercatori d’oro dell’Ottocento arriverà a toccare il cuore delle problematiche di oggi. Il 13 febbraio l’Auditorium Santa Chiara ospiterà invece un concerto tributo ai Pink Floyd di cui parliamo in un altro articolo di questo giornale. Il 18 febbraio per la rassegna Altre Tendenze, andrà in scena Laika, alle 20.30 al Teatro Sociale, di e con Ascanio Celestini, che si calerà nei panni di un insolito Gesù contemporaneo alle prese con i propri dubbi e le proprie debolezze, chiuso in un appartamento di periferia ad osservare quello che accade senza intervenire. Ad accom-
pagnarlo nel suo monologo la voce del fedele Pietro, che al contrario di Gesù è sempre fuori casa immerso nella realtà e nei suoi problemi, e quella di un barbone, un emigrante sfuggito alla miseria del proprio paese. Il 25 febbraio, alle 20.30 al Teatro Sociale, in cartellone fino al 28 febbraio, per la rassegna Grande Prosa arriva invece Servo per due, del drammaturgo inglese Richard Bean, tratto da Il servitore di due padroni di Goldoni, per la regia di Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli. In questa brillante commedia verbale e visiva, ambientata nella Rimini degli anni ’30, i due attori protagonisti alternano battute spiritose e movenze da acrobati, regalando al pubblico un momento di vero divertimento. ■
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area sciabile in Val di Fassa è così stata ampliata creando un unico circuito, sci ai piedi, collegato tra i versanti Col Rodella – Pordoi – Belvedere – Ciampac – Buffaure – Catinaccio. Gli sciatori possono così avventurarsi su quasi 70 km di piste perfettamente innevate, servite da 39 moderni impianti di risalita. Lo ski tour Panorama, come dice il nome, offre un affascinante spettacolo sulle cime più belle delle Dolomiti, patrimonio dell’Unesco, e un’esperienza memorabile sulle candide piste adatte a soddisfare le diverse esigenze. Per i più esperti le emozioni sono forti lungo la pista Belvedere2, molto tecnica e panoramica, la fantastica nera Ciampac con i vari cambi di pendenza, e la nera Vulcano che è un salto nel vuoto da fare tutto d’un fiato fino a Pozza di Fassa con uno scorcio magnifico sul Catinaccio. E ancora, al Ciampedie, le discese dove si allenavano i campioni, come la pista Thoeni e le ripide serpentine con i muri da domare della nera Tomba. Tra le piste dello Ski Tour Panorama è possibile ritrovarsi a sciare fianco a fianco con gli atleti della Coppa del Mondo.
Alberto Folgheraiter immagini di
Gianni Zotta
NOVITÀ ALLO SKI TOUR PANORAMA LA STAGIONE INVERNALE IN VAL DI FASSA È RICCA DI NOVITÀ CON L’APERTURA DEL NUOVO IMPIANTO FUNIVIARIO FUNIFOR ALBA – COL DEI ROSSI, CHE COLLEGA ALBA DI CANAZEI E LA SKI AREA DEL CIAMPAC CON LA SKI AREA BELVEDERE
Per gli appassionati di freestyle i punti di riferimento della zona sono lo snowpark Dolomiti Canazei e il Buffaure Snowpark; il mondo dei salti e del rail con sicuri jump, fun box per tutti i gu-
sti. E ancora tanta adrenalina saltando sul big airbag del Belvedere, una delle attrazioni di maggior richiamo. Il divertimento è assicurato anche per i più piccoli al parco giochi sulla neve: l’In-
dian Village, il Kinderpark Ciampedie e il fun park Enrosadira. Quando arriva la sera, se non si è ancora stanchi, è possibile godersi il fascino dello sci notturno allo Skistadium Aloch. Tra le altre novità dell’inverno si ricorda l’apertura del nuovo deposito sci situato presso la cabinovia Pozza-Buffaure e il nuovo efficiente servizio skibus Pozza-Vigo di Fassa, che collega le due ski aree. ■ Info: Catinaccio Impianti a Fune S.p.A. Strada de Col de Mé, 10 38039 Vigo di Fassa (TN) Tel. 0462.763242 www.catinacciodolomiti.it info@catinacciodolomiti.it
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di Lara Deflorian
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resentare una nuova versione di un titolo noto al grande pubblico, rappresenta sempre un azzardo, soprattutto per l’inevitabile confronto con le grandi opere del passato. Nell’ambito della stagione di InDanza, il 23 febbraio al teatro Sociale di Trento, potremo assistere proprio ad uno di questi esempi, nella presentazione di Romeo e Giulietta, il conosciutissimo dramma shakespeariano composto nel 1938 da Sergej Prokovief, coreografato lo scorso anno da Davide Bombana e commissionato per i giovanissimi interpreti del Junior Balletto di Toscana (JBdT). Di quest’opera le differenti versioni realizzate sono state veramente tante: tra le più famose contemporanee spiccano quella italiana a sfondo mafioso di Fabrizio Monteverde e quella francese sugli scontri tra i senza tetto e
SHAKESPEARE DANCE IL CLASSICISSIMO “ROMEO E GIULIETTA”, IN SCENA NELL’AMBITO DELLA STAGIONE DI INDANZA IL 23 FEBBRAIO AL TEATRO SOCIALE DI TRENTO la milizia dirigente di Angelin Preljocaj. Ma senza ombra di dubbio anche questo Romeo e Giulietta che potremo vedere a Trento, definito “fresco, poetico e intenso” dalla giuria del Premio Danza & Danza, che lo ha proclamato miglior produzione italiana del 2015, non deluderà gli spettatori. Il suo creatore, Davide Bombana, forte di una solida forma-
zione classico-accademica maturata alla scuola e nel teatro della Scala di Milano, oltre alle diverse esperienze europee, a proposito del suo lavoro si è così espresso: “Romeo e Giulietta è il balletto che ho danzato con più frequenza nella mia carriera di ballerino, impersonando i ruoli di Romeo e Mercuzio innumerevoli volte in diverse versioni
coreografiche. Il capolavoro di Prokovief, lacerante nella sua tragicità, mi sta a cuore forse più di ogni altro balletto. Personalmente trovo che la vicenda di Romeo e Giulietta sia di grande attualità oggi più che mai. L’intolleranza, la violenza, gli odi atavici, gli scontri tra faide ed etnie diverse hanno raggiunto oggi un grado di tensione come forse mai in
L’ASSOLO DI MICHELE ABBONDANZA
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n seguito alla riapertura del teatro Zandonai di Rovereto, oltre agli spettacoli di Oriente Occidente, pochi spettacoli di danza hanno calcato la scena. Tra i pochi ricordiamo, presente agli eventi inaugurali ma non solo, la compagnia trentina di teatro-danza Abbondanza/Bertoni, che si ripropone anche quest’anno nell’ambito della programmazione del Comune di Rovereto. Il 2 febbraio Michele Abbondanza sarà il solo interprete di I Dream, un pezzo da lui creato assieme ad Antonella Bertoni, con la collaborazione del danzatore e coreografo Tommaso Monza. Non è facile essere creatori e interpreti di un assolo, vera prova di maturità artistica che deve saper bastare a sé stessa. Non è quindi giustificabile per la sua forma economica che riduce i costi di produzione, poiché in primis deve nascere da un bisogno intimo reale per riuscire a sopravvivere. “Questa prima occasione di solitudine scenica - scrive Michele Abbondanza - mi induce all’outing coreografico, a una riflessione sul presente in forma di memoria…Capita che alcune visioni ti prendano le gambe, ti facciano infilare una parrucca e non ti impediscano più di recitare una patetica felicità.
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Immagini che improvvisamente appaiono come in un sogno ed ecco che la memoria del corpo esce allo scoperto… coreografie, passi, esercizi ma anche semplici camminate, azioni di servizio, posizioni di pausa sedute; tic e riflessi condizionati che escono come un flusso di memoria inconscio ed incosciente…”. Potremmo quindi definire I Dream una sorta di bilancio artistico, un gioco allo specchio che attinge al “caleidoscopio della mente”, per far rivivere il passato fino a spingersi verso un futuro “buio” che non si lascia vedere. Nel far riaffiorare il ricordo corporeo, inevitabilmente si arriva alla fragilità di emozioni che vengono lasciate sospese e che, nella visione di questa sorta di “diario”, si possono cogliere nella proiezione di alcuni video di una vita artistica pluritrentennale, quella di Abbondanza appunto, vissuta. “Avremmo potuto andare avanti anni con le prove di questo primo assolo di Michele – sottolinea Antonella Bertoni nella sua presentazione – nell’osservazione dei ricordi che uscivano dall’armadio come vestiti smessi. I fantasmi del passato (e del presente) hanno soffiato sul fuoco alimentandolo, senza raccontarsi…” (L.D.)
trentinopanorama
passato. La vera tragedia di Romeo e Giulietta rimane la sconfitta dell’amore, al suo stadio più puro, davanti alla cecità e alla barbarie dell’odio razziale, del conflitto di ideologie e religioni…”. Spogliato in primis di ogni fronzolo medievale, la versione di Bombana si presenta di grande attualità per il riferimento agli scontri nell’area balcanica, con i Montecchi e i Capuleti che si contrappongo per l’appartenenza religiosa in una guerra tra cristiani e musulmani. Più che credibili risultano inoltre essere gli interpreti: i giovanissimi danzatori reclutati da Cristina Bozzolini, fondatrice e direttrice della prestigiosa scuola del Balletto di Toscana. Divenuto operativo nel 2005, il Junior Balletto di Toscana costituisce la struttura produttiva di tirocinio professionale della Scuola del Balletto di Toscana, oggi uno dei più qualificati enti di alta formazione a livello europeo per danzatori classici e contemporanei, che presenta la duplice finalità di testare nuovi autori e nuovi interpreti della più giovane generazione dai 16 ai 21 anni. Oltre alla rappresentazione del 23 febbraio, il BJdT tornerà in Alto Adige con Romeo e Giulietta a Bolzano, Vipiteno e Bressanone in marzo e a Brunico e Merano in aprile. Oltre a questo imperdibile appuntamento, il CSC S. Chiara propone in questo mese altri sei spettacoli di danza, inseriti nel circuito provinciale che vedrà rappresentati quattro spettacoli. Il 5 febbraio al teatro Parrocchiale di
Cles ritroveremo la eVolution dance theater, interprete nel “viaggio incentrato sul sogno e la fantasia” di Black&Light, un lavoro sulla fusione di atletismo e visionarità, che coniuga una pluralità di ricerche legate alla tecnologia, alla danza, al suono e al colore. Il 7 febbraio al teatro Comunale di Pergine e il 20 febbraio al teatro Comunale di Mezzolombardo, la Compagnia toscana di Simona Bucci presenterà lo spettacolo per bambini ispirato alla favola Il gatto con gli stivali, un lavoro che stimola una serie d’interrogativi, che avvicinano i più piccoli all’espressione corporea attraverso la forma educativa della danza. Il 13 febbraio al teatro Valle dei Laghi di Vezzano, la Compagnia vicentina Naturalis Labor, sarà protagonista di Cincos Miradas, uno spettacolo che scandisce il passo del ritmo temporale della vita, catapultando lo spettatore nelle più suggestive atmosfere flamenche, alternando ritmiche conturbanti a melodie suggestive e indimenticabili. Infine il 14 febbraio al teatro Comunale di Tesero e il 16 febbraio al teatro Comunale di Mezzolombardo andrà in scena In Chopin con il Balletto Teatro di Torino, diretto da Loredana Furno. In questa creazione il coreografo Marco De Alteriis entra pienamente nello spirito del compositore Chopin per rappresentare, in una dimensione immaginaria, una storia d’amore e di solitudine, ma anche una voglia di cercarsi e di scoprirsi. ■
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trentinomostre
GLI ORIZZONTI VERTICALI DI TURRA E ROCCA
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ue artisti trentini dialogano tra loro.
Gianluigi Rocca, pittore, disegnatore, insegnante all’Accademia di Brera di disegno
e Simone
Turra, scultore, disegnatore, artista
a tempo pieno (la materia, si sa, è possessiva e totalizzante). Volendo ambientarli geograficamente, il primo proviene dal Trentino occidentale (Deggia, Banale, classe 1957), il secondo dalle brumose terre del Primiero (Tonadico, classe 1969), Trentino orientale. Si sono incontrati in un antico palazzo a Cavalese, Palazzo Firmian, ora sede del Centro Arte Contemporanea. Le loro opere sono racchiuse sotto un titolo significativo, voluto dal curatore Elio Vanzo, per delinearne immediatamente il senso: “Orizzonti
verticali”. Perché
laggiù, oltre la curvatura dell’infinito, si innalza la materia diventata montagna e su quella montagna vivono uomini e donne, i quali scandiscono lo scorrere del tempo
OMAGGIO ALLA “TRENTINA” DORIAN
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al 2 marzo al 18 aprile il Centro Culturale “La Firma” di Riva del Garda sarà protagonista a Roma con l’esposizione dedicata alla Diva del cinema degli anni Cinquanta e Sessanta che visse in Trentino dopo il ritiro dalle scene. In esposizione anche le fotografie di Chiara Samugheo, la più grande fotografa italiana del dopoguerra, che ritrasse Dorian Gray per i più prestigiosi settimanali dell’epoca. Prestigioso riconoscimento per il Centro Culturale “La Firma” di Riva del Garda”. La mostra “Chiam atemi Divina” dedicata all’attrice Dorian Gray sarà ospitata dal 2 marzo al 18 aprile presso la Casa del Cinema di Roma. L’esposizione, curata da Franco Delli Guanti e Ludovico Maillet, vuole rendere omaggio alla figura di una grande Diva del cinema italiano degli anni Cinquanta e Sessanta che scelse di vivere in Trentino nel momento in cui, ancora giovanissima, decise di ritirarsi dalle scene. I due autori trentini vogliono con questa mostra portare alla luce un’altra pagina di storia del cinema italiano rendendo omaggio all’attrice Dorian Gray. Nata a Bolzano ma vissuta per quasi cinquant’anni a Torcegno in Valsugana, Maria Luisa Mangini, questo il vero nome, ha girato 32 film insieme ai più grandi attori dell’epoca. Il grande pubblico la ricorda soprattutto per il ruolo della “malafemmina” in “Totò, Peppino e la... malafemmina” (1956). Federico Fellini la chiamò a recitare nella parte di Jessy, l’amante di Amedeo Nazzari in “Le notti di Cabiria”.
utilizzando oggetti carichi di memoria. Gli orizzonti verticali vogliono narrare il viaggio di due artisti all’interno del mondo alpino e, più in generale, del mondo umano. La carta/cartone/cartoncino è la terra prediletta di Gianluigi Rocca, alterego di quella fatta di rughe, crepe, intersecata da nodose radici e da delicati tappeti di muschio. Pentagramma della nascita, vita e morte delle cose. La matita colorata è, prevalentemente, lo strumento utilizzato per depositare segni composti come fossero note musicali: ad ogni frammento corrisponde un’apertura su di un mondo in cui si insinuano la fantasia e l’immaginazione. Due elementi questi che sono compagni di viaggio fedeli e rassicuranti all’interno di un itinerario fortemente realistico. 56
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trentinomostre E così quando l’artista si accinge a trattare gli oggetti che vede depositati su di un’asse lignea – piatti di alluminio, bicchieri, colabrodo, posate, “gamele”, mestoli, ecc. – come fossero minuscole particelle di un tempo passato arrivato fino a noi casualmente, è proprio l’immaginazione che restituisce valore e dignità a quegli oggetti. Il secchiello che un tempo si usava per andare a prendere il latte nella stalla di sotto, o al casello, oggi non è un oggetto morto, una natura morta: è un documento che parla per chi sa ascoltarlo, che ci tramanda l’alfa e l’omega della vita quotidiana. Odora, è piacevole alla vista, è il frutto di secoli di applicazione funzionale al lavoro che fanno sì che questi oggetti dipinti da Gianluigi Rocca si arroghino a tutt’oggi, e domani, e tra cent’anni, di essere ancora soggetti di un panorama che noi stiamo lentamente ma inesorabilmente trasformando in tragedia, e che se accolti nel nostro mondo possono nuovamente far sì che il gesto di prendere e usare sia ancora un atto di forte valore semantico e umano. Simone Turra coniuga le forme figurative con quelle spontanee e informali, facendole nascere dal caldo legno, dal freddo marmo, dall’infuocato bronzo. Per ogni elemento utilizzato l’artista mantiene la sua personalità: nella fusione bronzea ritrova le venature vive che nascono dalla terra e si innalzano verso il cielo. Nella pietra osserva le incrinature e le fratture che segnano il trascorrere del tempo. Nella terracotta e nella ceramica si serve del legno-fuoco per modificare la materia e trasformarla in forme e volumi. Le sue figure umane, allungate sui tavoli o appese in stato di rilassamento muscolare, definiscono longitudinalmente e in profondità lo spazio circostante e con esso entrano in dialogo serrato. Sono figure vicine alle forme e all’energia primordiale della natura stessa: tronchi possenti dai rami nodosi che si allungano verso il cielo come busti dalle braccia protese, radici spezzate come piedi giganti che sostengono la massa ma fanno anche provare il senso della vertigine, della caduta e della possibilità della mancanza di equilibrio, o strutture geometriche che si sforzano di contenere l’incontenibile, la difformità della natura che è incapace di conformarsi a un ideale di contenimento plastico. Il risultato trova una sua forza straordinaria in un linguaggio la cui essenzialità espressiva non ha moto centripeto ma centrifugo: è una scultura che guardando a se stessa e alle fonti della vita naturale è erratica, si allarga nello spazio tridimensionale e lo supera fino a toccare un orizzonte esistenziale. Una bella mostra da non perdere, due artisti trentini che hanno saputo superare i confini mentali e fisici delle montagne per disperdersi per il mondo. Info orari: www.artecavalese.it
CAVALESE Mostre BEBPI ZANON - IL PITTURE DELLA NATURA Apertura: fino a domenica 11 settembre 2016. Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme - p.zza Cesare Battisti, 2. Mostra personale. Info: www.mcfiemme.eu.
RIVA DEL GARDA Fiere EXPO RIVA HOTEL - 40A EDIZIONE Apertura: da domenica 31 gennaio a mercoledì 3 febbraio. Fierecongressi, Via Baltera, 20. Manifestazione storica dedicata all’Ospitalità e alla Ristorazione, alla sua 40a edizione, è da diversi anni uno dei maggiori appuntamenti fieristici del Nord Italia, patrocinata da Federalberghi e Federturismo Confindustria. È suddivisa in 4 grandi aree tematiche: indoor & outdoor contract, coffee & beverage, food & equipment; eco & wellness. Info: www.exporivahotel.it.
ROVERETO Mostre DEVALLE (1940-2013) Apertura: da venerdì 16 ottobre 2015 a domenica 14 febbraio 2016. Mart. Mart la prima retrospettiva su Beppe Devalle presenta, attraverso un excursus completo nel percorso creativo dell’artista, uno dei protagonisti del nostro tempo, grande maestro della pittura italiana. Orario: mar-dom 10-18; ven. 10-21. Lunedì chiuso. Info: www. mart.trento.it. Mostre GLI SPOSTATI. PROFUGHI, FLÜCHTLINGE, UPRCHLÍCI.1914-1919 Apertura: fino a domenica 3 aprile 2016. Palazzo Alberti Poja. Corso Bettini, 41. Una mostra dedicata alla vicenda dei profughi trentini nella Prima guerra mondiale. L’esposizione comprende foto, testi di diari e di lettere, mappe e tabelle appositamente predisposte, dipinti, assieme ai quaderni delle memorie, alle cartoline e ai fogli gualciti delle lettere (ma ci sono anche lettere scritte su cortecce d’albero), ai bauli, ai registri dei campi profughi, agli oggetti riportati dai profughi dal loro esilio. Orario: chiuso il lunedì, il 25 dicembre e il 1° gennaio; da martedì a domenica 9-12/15-18. Ingresso gratuito. Info: www.fondazionemcr.it; Tel. 0464.452800. Mostre SINFONIA DI UN’ESECUZIONE I MASBEDO AL MART Apertura: fino al 14 febbraio. Al Mart il nuovo progetto dei MASBEDO, realizzato nei boschi della Val di Fiemme. Oltre alla mostra in Museo, una video audio per-
formance con i Marlene Kuntz al Teatro Zandonai. Info: www. mart.tn.it
TRENTO Mostre I TRENTINI NELLA GUERRA EUROPEA 1914-1920 Apertura: fino a domenica 30 dicembre 2018. Le Gallerie, Piedicastello. Una mostra che racconta il dramma dei trentini nel corso del primo conflitto mondiale. Orario: da martedì a domenica ore 9.0018.00 (lunedì chiuso). Ingresso libero. Info: www.fondazione.museostorico.it. Mostre CITTÀ FORTEZZA: TRENTO 1915-1918 Apertura: da venerdì 10 luglio 2015 a domenica 10 luglio 2016. Gallerie di Piedicastello. Trento e la Grande guerra. Il percorso della mostra porta i visitatori in una Trento trasformata in un’enorme caserma, una città fortezza governata dai militari, dove gli edifici pubblici e privati sono usati come ospedali per i soldati e i cittadini rimasti vedono limitate le loro libertà, devono convivere con i soldati e con i prigionieri, stretti dalla paura e dalla carestia. Orario: da martedì a domenica 9-18 (chiuso il lunedì, il 25 dicembre e il 1° gennaio). Ingresso libero. Info: fondazione. museostorico.it; Tel. 0461.230482; info@museostorico.it.
Mostre MIO DOLCE PAESE, DOVE SEI? IDENTITÀ PERDUTE DA ROUAULT AI CONTEMPORANEI Apertura: fino a lunedì 29 febbraio 2016. Museo Diocesano Tridentino, Palazzo Pretorio, Piazza Duomo 18. La mostra espone per la prima volta a Trento il celebre Miserere di Georges Rouault (Parigi, 1871 - 1958). Il ciclo, composto da 58 incisioni, fu concepito negli anni della Prima Guerra Mondiale, ripreso tra il 1922 e il 1927 ma pubblicato solo nel 1948, è considerato dalla critica la testimonianza più intensa e significativa dell’artista francese, ritenuto il più grande pittore religioso del Novecento. Orario: lunedì, mer-
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trentinomostre coledì, giovedì, venerdì, sabato 9.30-12.30 e 14-17.30; domenica 10-13 e 14-18. Ingresso 3,00 € (ingresso gratuito ogni prima domenica del mese). Info: www. museodiocesanotridentino.it; Tel. 0461.234419; info@museodiocesanotridentino.it. Mostre BLACK AND WHITE DONALD BAECHLER Apertura: da giovedì 8 ottobre 2015 a domenica 28 febbraio 2016. Studio d’Arte Raffaelli - Palazzo Wolkenstein - Via Livio Marchetti, 17. Mostra personale dell’artista. Protagonisti assoluti dell’esposizione sono eleganti fiori in bianco e nero su carta e su tela, nuova e riuscita proposizione di un tema già caro all’artista. Inoltre, per la prima volta in Italia, in esclusiva per lo Studio d’Arte Raffaelli, saranno in mostra alcune sculture di bronzo, raffinata espressione a tutto tondo del vocabolario artistico di Baechler. Info: Studio d’Arte Raffaelli Tel. 0461.982595; studioraffaelli@tin.it. Mostre LA RIVOLUZIONE DELLA VOCE - LA STORIA ORALE CI RACCONTA L’ITALIA Apertura: fino a domenica 14 febbraio 2016. Gallerie di Piedicastel-
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lo. La mostra propone un percorso multimediale e interattivo di esplorazione e scoperta delle fonti orali come strumento di ricerca storiografica in Italia. Una riflessione che avrà al centro, da un lato, i testimoni, le loro storie, il modo di raccontare, le ricadute che grandi e piccoli eventi storici hanno avuto sulle loro vite e sulle comunità di cui fanno parte. Dall’altro, i ricercatori: dai primi “sperimentatori” degli anni Cinquanta e Sessanta, alla svolta culturale della nuova sinistra degli anni Settanta e Ottanta, fino al riconoscimento della storia orale come disciplina di ricerca storiografica, con uno sguardo sul presente e sui tanti studiosi, più o meno giovani, che indagano quotidianamente i tanti territori e le tante storie di cui è composto il nostro Paese. Orario: da martedì a domenica 9-18 (chiuso il lunedì). Ingresso libero. Info: fondazione.museostorico. it; Tel. 0461.230482; info@museostorico.it. Mostre 35-45: GUERRE E TOTALITARISMI IN UNA REGIONE DI CONFINE Apertura: fino a lunedì 5 settembre 2016. Gallerie di Piedicastello. La mostra 35-45: Guerre e totalitarismi in una regione di confine
rico.it; Tel. 0461.230482; info@museostorico.it.
propone una lettura del periodo 1935-1945 in un’ottica locale, evidenziando gli effetti che questo decennio produsse nelle province di Trento, Bolzano e nel Land Tirol. Orario: da martedì a domenica 9-18 (chiuso il lunedì, il 25 dicembre e il 1° gennaio). Ingresso libero. Info: fondazione.museosto-
Mostre IL QUARTIERE LE ALBERE A TRENTO - ARCHITETTURA E SPAZI URBANI Apertura: fino a domenica 28 febbraio 2016. Gallerie di Piedicastello. Il nuovo quartiere delle Albere, realizzato grazie alle imponenti opere di Renzo Piano, rappresenta un terreno fertile di indagine fotografica, sia sotto il profilo urbanistico, sia in una dimensione più propriamente sociologica se si considera il rapporto che, i nuovi spazi delle Albere, intrattengono con i cittadini e con i visitatori del Muse. In tale potenziale e articolato scenario di indagine, si è deciso di operare una raccolta di immagini fotografiche che potessero costituire un momento di riflessione e aprire un dibattito sull’essenza di questo nuovo quartiere, lasciando spazio a interessanti contaminazioni con altre realtà culturali attente ai temi dello sviluppo urbano. Il corpus della rassegna si basa su 36 immagini, scattate in diverse stagioni e con molteplici tecniche di ripresa. Immagini di Luca Chistè. A cura di Alessandro Franceschini. Orario: da martedì a domenica 9-18. Ingresso libero. Info: fondazione.museostorico.
trentinomostre
it; Tel. 0461.230482; info@museostorico.it.
gmail.com; galleriadartefogolino. wordpress.com.
Mostre LE SCELTE DI GREZLER Apertura: fino a domenica 1 maggio 2016. Castello del Buonconsiglio. La mostra “Le scelte di Grezler. Opere antiche della collezione ITAS”, curata da Francesca de Gramatica e Francesca Jurman, vuole essere un omaggio a un uomo che ha avuto una grande passione: l’arte. Info: www.buonconsiglio.it.
Mostre ACQUA! ALLA SCOPERTA DELLA MOLECOLA PIÙ PREZIOSA Apertura: fino a venerdì 11 marzo. Palazzo Lodron, piazza Lodron 31. Mostra didattica interattiva e itinerante che vuole sensibilizzare i giovani visitatori (dagli 8 ai 13 anni) sulla tematica della risorsa acqua, in particolare sulla necessità di limitarne il più possibile lo spreco e l’inquinamento. Attraverso le interattività delle varie esposizioni, infatti, si affrontano tematiche diverse quali l’inquinamento, la depurazione, l’uso in agricoltura, le caratteristiche biologiche dei corsi d’acqua, i bioindicatori, le buone pratiche. Orario: mercoledì, giovedì e venerdì ore 10-12 e 14.30-16.30. Ingresso libero. Info: www.cultura.trentino.it
Mostre LUCI ED OMBRE DEL LEGNO Apertura: da venerdì 15 gennaio a mercoledì 17 febbraio. Palazzo Roccabruna: Dal Simposio del Tesino una mostra di scultura in legno. Vinzenz Senoner, Dino Damiani, Toni Venzo, Angelo Bettoni con la partecipazione di Othmar Winkler. Orario: martedì e mercoledì ore 9-12/14-16; giovedì e venerdì ore 9-12/14-20; sabato ore 17-20. Info: Palazzo Roccabruna Tel. 0461.887101; www.palazzoroccabruna.it. Mostre PAU BRASIL Apertura: da venerdì 22 gennaio a domenica 10 aprile. Museo delle Scienze, corso del Lavoro e della Scienza, 3. Mostra di pittura naturalistica di Margherita Leoni. Orario: da martedì a venerdì 10-18, mercoledì 10-21, sabato, domenica e festivi: 10-19. Info: www.muse.it; Tel. 0461.270311; museinfo@muse.it. Mostre LUOGHI Apertura: da venerdì 29 gennaio a martedì 16 febbraio. Galleria d’Arte Moderna M.Fogolino - Via SS. Trinità, 30. Mostra personale di Carla Caldonazzi e Adriano Fracalossi. Orario: lunedì 16-19; da martedì a sabato 10-12/16-19. Domenica e lunedì mattina chiuso. Info: Tel. 0461.234482; galleriafogolino@
Feste FESTA UNICA IN TRE ATTI: ARTE Il Gran Carnevale di Trento di quest’anno triplica i suoi appuntamenti proponendo una festa che coinvolgerà in un “gioco” unico tre luoghi della simbolo città: la Galleria Civica di Trento (giovedì 4 febbraio), Palazzo Roccabruna (sabato 6 febbraio) e il MUSE – Museo delle Scienze (martedì 9 febbraio). ingresso libero e gratuito. Info: www.mart.trento.it
ZAMBANA VECCHIA Mostre CARLO DEVIGILI - SE LE API SONO POCHE Apertura: da sabato 13 febbraio a sabato 12 marzo. Associazione culturale “Mana” - Piazza Umberto Nobile, 1. Ultime opere. Info solo su appuntamento Tel. 346.0014586 - 0461.242187.
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trentinoappuntamenti
CARNEVALE CON COMICITÀ E TANTA MUSICA
L
oro sono i Sound
Project e saranno
in concerto sabato 13 febbraio, dalle 21, all’Auditorium S.Chiara di Trento con il
concerto tributo ai Pink Floyd curate da Sergio Fant. Un tour, quello della storica Glenn
Miller
Orchestra, che farà tappa anche a Trento con
il concerto “The History of Big Bands” in programma domenica 14 febbraio all’Auditorium Santa Chiara. Si apre, il 18 febbraio all’Auditorium S. Chiara, sulle
note del grande musicista etiope Mulatatu Astatke il 2016 della rassegna Jazz’About. il nigeriano Tony Allen, considerato come l’uomo che ha fornito forza motrice all’afrobeat, sarà in concerto il 10 febbraio al Teatro di Sanbapolis. Per il teatro, venerdì 19 febbraio, ore 20.45, Margherita Antonelli, Alessandra Faiella, Rita Pelusio e Claudia Penoni, quattro esilaranti attrici
MARCO PAOLINI
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agli anni Settanta al 1994 ha fatto parte di vari gruppi teatrali. È in uno di questi, il Teatro Settimo di Torino, che inizia a raccontare storie, nascono gli “Album”, i primi episodi di una lunga biografia collettiva che attraversa la storia italiana dagli anni ’60 ai giorni nostri. Nel 1999 ha fondato Jolefilm, la società con cui produce tutti i suoi spettacoli e con cui sviluppa la passione per il cinema e il documentario. Noto al grande pubblico per Il racconto del Vajont si distingue quale autore e interprete di narrazioni di forte impatto civile (I-TIGI racconto per Ustica, Parlamento chimico, Il Sergente, Bhopal 2 dicembre ’84, U 238, Miserabili) e per la capacità di raccontare il cambiamento della società attraverso i dialetti e la poesia sviluppata con il ciclo dei Bestiari. Appassionato di mappe, di treni e di viaggio, traccia i suoi racconti con un’attenzione speciale al paesaggio, al suo mutarsi e alla storia (come nel Milione). Artigiano e manutentore del mestiere di raccontare storie, sa portare quest’arte antica al grande pubblico con memorabili dirette televisive (tra cui ITIS Galileo e Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute, seguiti da quasi due milioni di telespettatori su La7). Nella stagione 2015/2016 Marco Paolini riprenderà lo spettacolo Ballata di uomini e cani. Dedicata a Jack London, presenterà uno studio per un nuovo album Numero Primo e sarà in scena con i giovani attori del Teatro Nazionale Palestinese in Hamlet in Jerusalem con la regia di Gabriele Vacis.
comiche, “scendono in
campo” in ”Questa
sera no escort” e commentano con una satira dissacrante lo stato delle donne italiane di oggi.
Celestini. In cartellone fino al 14 febbraio, lo
L’appuntamento, organizzato da Fiabamusic in
spettacolo di Paolini avrà come filo conduttore il
collaborazione con il Centro Servizi S. Chiara di Trento,
rapporto tra i cani e i propri padroni, e dalle epopee
è quello del 28 febbraio, alle ore 17. “Ormai sono una
vagabonde dei cercatori d’oro dell’Ottocento arriverà a
milf” è il nuovo spettacolo di Angelo
Pintus,
toccare il cuore delle problematiche di oggi
reduce dal successo di “50 Sfumature di…Pintus“,
Nell’ambito della stagione di InDanza, il 23 febbraio
record di incassi e di presenze in tutt’Italia
al teatro Sociale di Trento, potremo assistere proprio
Per il teatro, Tra gli spettacoli in programma, oltre a
ad uno di questi esempi, nella presentazione di
ecco “Servo per due” con Pierfrancesco
dramma shakespeariano composto nel 1938 da Sergej
“Ballata di uomini e cani” di Marco
Paolini,
Favino e “Laika” di e con Ascanio 60
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Romeo e Giulietta, il conosciutissimo
Prokovief.
trentinoappuntamenti 1 LUNEDÌ Musica ITALIAN CLARINET CONSORT Trento. Ore 20.45. Sala della Società Filarmonica, Via Verdi. Concerto su musiche di M. Mangani, H. Gualdi, F.&M. Jeanjean, G.Gershwin/H.Gualdi, A. Piazzolla. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.mobi.
3 MERCOLEDÌ Musica ORCHESTRA HAYDN Trento. Ore 20.30. Auditorium. Arvo volmer, direttore; Alexander Toradze, pianoforte su musiche di Mikhail Glinka: Ruslan e Ljudmila: Ouverture; Sergej Prokof’ev: Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in sol minore, op. 16; Pëtr Il’i ajkovskij: Sinfonia n. 6 in si minore, op. 74 “Patetica”. Info: www.haydn.it. Teatro LADY MORTACCIA, LA VITA È MERAVIGLIOSA! Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro. Lady Mortaccia è uno spettacolo musicale dalle tinte gotiche e irriverenti, in cui Veronica Pivetti veste i panni di una morte moderna, dinoccolata, sarcastica e candida. Falce al fianco, l’ombrosa signora canta e delira raccontandoci la vita dal suo punto di vista, ovvero l’aldilà. Armati di sorrisi e con l’anima in tasca si può provare ad oltrepassare quella soglia dove Lady Mortaccia ci aspetta per farci sorridere e pensare a uno dei pochi tabù inviolati della nostra epoca, ma soprattutto per rivelarci che la vita è meravigliosa! Spettacolo di Giovanna Gra con Veronica Pivetti, Oreste Valente ed Elisa Benedetta Marinoni, musiche di Maurizio Abeni, regia di Giovanna Gra. Info: Teatro di Pergine Tel. 0461.511332. Teatro SORRY, BOYS Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana, 19. Marta Cuscunà indica ai giovani maschi la strada della felicità. Co-produzione Centrale Fies, Operaestate Festival. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.
sugana.it; info@visitvalsugana.it; Tel. 0461.727700. Folklore CARNEVALE E MACCHERONATA DEL GIOVEDÌ GRASSO LevicoTerme. A partire dalle ore 12. Via Slucca e Matteoni, piazzale ex Scuole. Info: www.visitvalsugana.it; info@visitvalsugana.it; Tel. 0461.727700. Folklore MACCHERONATA 2016 Tezze Valsugana. A partire dalle ore 12. Piazza Monumento. Info: www.visitvalsugana.it; info@visitvalsugana.it; Tel. 0461.727700. Teatro BALLO AL SAVOY Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana, 19. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.
5 VENERDÌ Folklore CARNEVALE DI GRAUNO 2016 Grauno. Dalle ore 19. Teatro tenda e loc. La Pozza. Carnevale tra i più longevi del Trentino, caratterizzato dal rituale del rogo del pino, considerato rito di propiziazione e fecondità. Info: Pro Loco di Grauno Tel. 0461.685002. Musica CONCERTO Trento. Ore 20.30. Auditorium S. Chiara. Concerto e Cerimonia di inaugurazione anno accademico 2015-2016. Orchestra e Coro da Camera del Conservatorio “F.A. Bonporti” di Trento e Riva del Garda. Direttore principale Julian Lombana. Direttori Lorenzo Donati, Giancarlo Guarino con la partecipazione degli studenti vincitori del Premio nazionale Abbado e del Premio Fratelli Pedrotti su musiche di G. Mahler, G. Rossini, I. Strawinskij. Info: www.conservatorio.tn.it Tel. 0461.261673. inso sui biglietti: 800.013952.
Cultura EDUCAZIONE E PERSONA - UNA REALTÀ, TRE DIMENSIONI Trento. Ore 20.30. Collegio Arcivescovile C. Endrici - Via Endrici, 23. “Psiche” con Alberto Carrara LC. Info: Tel. 0461.1731200; www. arcivescoviletrento.it.
Teatro COL SOLE IN FRONTE - LA STORIA DI RITA ROSANI, DONNA CORAGGIOSA NagoTorbole. Ore 21. Teatro Casa della Comunità. Spettacolo di Paolo Ragno, con Michele Perazzoli (basso acustico), Nicola Tonin (chitarra acustica e cori), Matteo Micheloni (batteria e cori), Gabriele Gabrizio Giuliani (chitarra, voce recitante e cori), Franco Manzini (voce e reading), regia di Franco Manzini. Con la Compagnia Regina Mab. Info: Tel. 0464.505181; www.comune.nago-torbole.tn.it; ww.altogardacultura.it.
Folklore SFILATA DI CARNEVALE Grigno. A partire dalle ore 12. Centro paese. Info: www.visitval-
Teatro DESAPARECIDOS Trento. Ore 21. Teatro Portland, via Papiria 8, Piedicastello. Orario: da
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6 a 12 €. Spettacolo drammaturgia e regia di Mirko D’Urso con Lidia Castella, Jacopo Costantini, Mirko D’Urso, Sara Marconi, Stefano Vinacci. Info: www.teatroportland.it; Tel. 0461.924470; prenotazioni@teatroportland.it. Teatro LE BARUFFE CHIOZZOTTE Rovereto. Ore 20.45. Teatro “Zandonai”.Spettacolo di Carlo Goldoni con la Compagnia “Teatronovo” di Chioggia. Per il Concorso Nazionale “Sipario d’Oro 2016”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTI BONI DE CIACERAR Castellano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Nino Berti” di Rovereto. Per il Circuito Teatrale “Sipario d’Oro 2016”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.
6 SABATO Folklore IL CARNEVALE DEI MATOCI Valfloriana. Un lungo corteo di personaggi con maschere lignee e costumi sgargianti scende di villaggio in villaggio per incontrarsi sulla piazza principale di Casatta. Per raggiungere la meta, i “matoci” devono superare una serie di ostacoli e impegnarsi in scanzonati “botta e risposta” satirici, un sistema che richiama l’antico sistema di dazi e pedaggi da pagare per passare da un paese all’altro. Giunti a Casatta i “matoci” vengono accolti dalle maschere guidate dagli “arlecchini” che danno il via alla festa con balli, scherzi, dolci e vin brulè. Info: Apt Valle di Fiemme Tel. 0462.241111. Folklore CARNEVALE DI GRAUNO 2016 Grauno. Teatro tenda e loc. La Pozza. Carnevale tra i più longevi del Trentino, caratterizzato dal rituale del rogo del pino, considerato rito di propiziazione e fecon-
dità. Info: Pro Loco di Grauno Tel. 0461.685002. Musica FESTA DI CARNEVALE A SORAGA Soraga. Ore 21. Sala Polivalente de La Gran Ciasa. Ballo in maschera per festeggiare il Carnevale insieme al gruppo musicale Dolomiten Bier Band. Premiazione della maschera più bella. Info: www.fassa.com. Musica MIND THE GAP / RADIO80 FEATURING ALBERTO CAMERINI Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale, Piazza Garibaldi, 5. Un viaggio nella musica poprock degli anni ‘60-80. Uno spettacolo unico che nasce dall’incontro esplosivo di due cover band trentine tra le più seguite: Mind The Gap Live Band e Radiottanta con Special Guest Alberto Camerini Ingresso biglietti: € 15 intero / € 13,50 ridotto / € 12 amici del teatro. Info: www.teatrodipergine.it. Teatro ODE ALLA VITA. SPETTACOLO POETICO PER FAMIGLIE Trento. Ore 17.30. Teatro Cuminetti, Via Santa Croce, 67. Spettacolo consigliato a partire dai 3 anni. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Teatro BASTA PARLAR MALE DELE DONE Gardolo. Ore 20.45. Teatro “Gigi Cona”. Spettacolo di Claudio Pasquini cob la “Filolevico” di Levico Terme. Per la 28ª edizione de “L’Alegra Ribalta”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LE PAGINE PÙ BELE Povo. Ore 20.45. Teatro “Concordia”. Spettacolo con la Filodrammatica “Concordia ‘74” di Povo in occasione della serata finale e
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trentinoappuntamenti delle premiazioni. Per la 28ª edizione di “Isidoro Trentin - Festival del teatro umoristico” 2015. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro NO’L ME PIASS Zambana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di e con l’Associazione Culturale “La Baraca” di Martignano. Per la 12ª Rassegna Teatrale organizzata dalla Filodrammatica “Teatro a Zambana”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro SANTA VITTORIOSA PALACE HOTEL Coredo. Ore 21. Teatro Parrocchiale “Cinema Dolomiti”. Spettacolo di Luisa Pachera con l’Associazione Culturale “Grenzland” di Avio. Per la Rassegna Teatrale a Coredo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro INNAMORARSI A SETT’ANTANNI Olle Valsugana. Ore 20.45. Teatro “San D. Savio”. Spettacolo di Giancarlo Migliorini con la Compagnia “Piccolo Teatro Pineta” di Pineta di Laives. Per la stagione teatrale ad Olle. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro MAI VISTO IN TV Cognola. Ore 20.45. Auditorium. Spettacolo di e con Lucio Gardin. Per “Insieme a Teatro sull’Argentario”.Info: Co.F.As.Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TOCATÌ Nago. Ore 21. Teatro Casa. Spettacolo di Giorgio Tosi - trad. e adattam. dialettale di Giusy Zanvettor con la Compagnia “El Mesedò” di Panchià. Per la 21ª edizione della Rassegna Teatrale “Bruno Cattoi”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LE ALEGRE COMARI DE... Malè. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo liberamente tratto da
“Le allegre comari di Windsor” di William Shakespeare - traduzione e adattamento di Giorgio Clementi con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la 24ª Rassegna di Teatro Amatoriale “Teatrando” 2016. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ‘L SAGRESTAN DE DON ALBINO Marcena di Rumo. Ore 20.45. Auditorium. Spettacolo di Luciano Zendron - tratto da un lavoro di Dino Belmondo con la Filodrammatica “Arca di Noè” di Mattarello. Per la Rassegna Teatrale Rumo 2016. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ANASTASIA, IL MUSICAL Ala. Ore 20.45. Teatro “Sartori”. Spettacolo con la Compagnia “Strapaes” di S. Giacomo di Laives. Per il Circuito Teatrale “Sipario d’Oro 2016”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro MISSION DAL PARADIS Trambileno. Ore 20.45. Auditorium “Moscheri”. Spettacolo di Antonella Zucchini con la Filodrammatica di Viarago. Per il Circuito Teatrale “Sipario d’Oro 2016”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA TV DEI TONI MARCI Bedollo. Ore 20.30. Nuovo Teatro Comunale di Centrale. Per l’8^ Rassegna Teatrale “Foie de Bedol” spettacolo di cabaret con I Toni Marci di Trento. Durante l’intervallo tra il 1° e il 2° atto verranno estratti tre premi a beneficio degli spettatori presenti in sala. Ingresso unico: 6,00. Info: Tel. 0461.556624.
7 DOMENICA Danza IL GATTO CON GLI STIVALI Pergine Valsugana. Ore 16. Teatro. Spettacolo con la Compagnia Simona Bucci. Liberamente ispirato al “Gatto con gli stivali”. Interpreti Fabio Bacaloni e Roberto Lori.
Costumi e direzione artistica Simona Bucci. La fiaba narra la storia dell’eredità di un mugnaio ai suoi tre figli: un mulino, un asino e un gatto. L’ultimogenito, cui spetta il gatto, ne è dispiaciuto, ma da quel momento la sua vita cambia. Grazie al dono della parola e dell’astuzia, l’animale lo aiuterà a fare fortuna, fino a farlo sposare alla figlia del re. Info: Teatro di Pergine Tel. 0461.511332.
dell’inganno. Attraverso l’uso delle ombre i bambini affronteranno le parti oscure e le sfaccettature della realtà ma saranno anche utilizzate per giocare ad osservare le tante facce che un oggetto può assumere, una tazza, ad esempio, vista in un certo modo può sembrare la sagoma di un lupo... Info: www. teatrovalledeilaghi.it.
Folklore EL CARNASCÈR DE CIAMPEDEL Campitello di Fassa. Ore 14.30. Piaz de Ciampedel. Una pazza sfilata tra scherzi, sketch e risate. Accanto a “Laché”, “Bufon” e “Marascons” il corteo si arricchisce di maschere che raffigurano ironicamente i mestieri tradizionali, assieme a “faceres da bel e da burt”, i “strions” e “la stries” (stregoni e streghe) e personaggi della tradiizione e delle leggende della Val di Fassa. Info: www. fassa.com.
Folklore GRAN FALÒ - SALUTIAMO IL CARNEVALE Campitello di Fassa. Ore 20.30. Pian. A conclusione del Carnevale, dopo una maratona di campanelli indossati dai giovani del paese, verrà dato fuoro al falò posto sotto l’abitato di Pian, per terminare ufficialmente il periodo carnevalesco. Info: www.fassa.com.
Folklore CARNEVALE DI GRAUNO 2016 Grauno. Teatro tenda e loc. La Pozza. Carnevale tra i più longevi del Trentino, caratterizzato dal rituale del rogo del pino, considerato rito di propiziazione e fecondità. Info: Pro Loco di Grauno Tel. 0461.685002. Musica ASPETTANDO TOSCA... I CONCERTI DELLA DOMENICA 2016 Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica, via Verdi 30. Selezione di arie e passi da Tosca di Giacomo Puccini con Simona Maria Cianchi (Floria Tosca); Alessandro Goldoni (Mario Cavaradossi); Young Hoon Kim (Barone Scarpia); Luigi Orfeo (voce recitante) con l’Ensemble Euritmus. Biglietto: € 5,00 intero, € 2,00 ridotto (fino a 14 anni). Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Teatro REGAI DE NOZE Trento. Ore 16. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di Valerio Di Piramo con l’Associazione Culturale “Le Voci di Dentro” di Mezzolombardo. Per la 20ª edizione di “Palcoscenico Trentino”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
8 LUNEDÌ Teatro ragazzi ALL’OPERA...IL LUPO E I SETTE CAPRETTI Vezzano. Ore 16.30. Teatro Valle dei Laghi. Spettacolo con Il Teatrino dei Fondi. Una storia classica dei Grimm che tutti i bambini amano ascoltare e riascoltare ancora... La versione teatrale ha lo scopo di indagare i temi della paura e
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Folklore IL CARNEVALE IN PIAZZA A MOENA Moena. Ore 14.30. Piaz de Sotegrava. Torna il classico appuntamento con i carri allegorici e la festa con musica e premiazione dei migliori costumi, dolci e bevande per tutti. Info: www.fassa.com. Folklore CARNASCIAR A VIGO DI FASSA Vigo di Fassa. Dalle ore 15. Centro del paese. Grande sfilata dei carri per il centro del paese. La festa continua a seguire in Piaz J.B. Massar con dolci tipici e maschere fassane. Info: www.fassa.com. Folklore CARNEVALE DI BEDOLLO Bedollo. Vie del paese. Tradizionale festa di Carnevale in cui verrà bruciato il Carnevale. Info: A.p.T. Tel. 0461.557028. Folklore CARNEVALE 2016 Civezzano. Baita Alpina. Festa di Carnevale con sfilata delle mascherine da piazza S. Maria alla Baita Alpina con la Banda Sociale di Civezzano. A seguire distribuzione di polenta lucanica, formaggio, vin caldo e freddo e bibite per tutti e caramelle e panini con la nutella per i più piccoli. Info: www.anacivezzano.com. Folklore CARNEVALE DI GRAUNO 2016 Grauno. Teatro tenda e loc. La Pozza. Carnevale tra i più longevi del Trentino, caratterizzato dal rituale del rogo del pino, considerato rito di propiziazione e fecondità. Info: Pro Loco di Grauno Tel. 0461.685002.
10 MERCOLEDÌ Musica TONY ALLEN - RASSEGNA TRANSITI Trento. Ore 21. Sanbàpolis, Via della Malpensada, 82. Il nigeriano Tony
trentinoappuntamenti Allen, esponente dei suoni d’Africa, è uno degli artisti rappresentativi di scene musicali in cui è evidente la relazione dialettica fra tradizione originaria e slancio innovativo, dunque fra passato e futuro, radicato nella millenaria cultura del continente, ma capace al tempo stesso di misurarla sul metro della contemporaneità. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.
11 GIOVEDÌ Teatro BALLATA DI UOMINI E CANI Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana, 19. Il tributo a Jack London di Marco Paolini: tre racconti nei quali sono protagonisti uomini e cani. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800 013952; www.centrosantachiara.it.
12 VENERDÌ Cultura FORTI D’INVERNO - VERSI LA VOCE DEI POETI NELLA GRANDE GUERRA Lardaro. Ore 15. Forte Larino. Di e con Giacomo Anderle e Alessio Kogoj. Una produzione “I Teatri Soffiati”. Reading poetico e musicale. Un flusso ininterrotto di poesie nate durante la prima guerra mondiale, accompagnato dalla musica dal vivo e da interventi di live electronics nell’intenzione di creare un tempo di ascolto profondo e acceso. Ingresso libero. Info: www.trentinograndeguerra.it. Cultura EDUCAZIONE E PERSONA - UNA REALTÀ, TRE DIMENSIONI Trento. Ore 20.30. Collegio Arcivescovile C. Endrici - Via Endrici, 23. “Corpo” con Mario Adinolfi - Emmanuele Di Leo. Info: Tel. 0461.1731200; www.arcivescoviletrento.it. Musica STAGIONE SOCIETÀ FILARMONICA Trento. Ore 20.45. Sala della Società Filarmonica, Via Verdi. Grigory Sokolov, pianoforte su musiche di F. Chopin: Notturno in Si magg. op. 32; Notturno in La magg. op. 32; Sonata n. 2 in si min. op. 35. Info: Società Filarmonica: Tel. 0461.985244; www.filarmonicatrento.mobi. Musica L’ANGELO DEL SOLDATO OPERA EVENTO MUSICALE MULTIMEDIALE SENSORIALE Borgo Valsugana. Ore 20.30. Teatro del Centro Scolastico. Info: www.visitvalsugana.it; info@visitvalsugana.it; Tel. 0461.727700. Teatro BALLATA DI UOMINI E CANI Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana, 19. Il tributo
a Jack London di Marco Paolini: tre racconti nei quali sono protagonisti uomini e cani. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800 013952; www.centrosantachiara.it. Teatro NIENTE DA DICHIARARE? Rovereto. Ore 20.45. Teatro “Zandonai”.Spettacolo di Charles Maurice Hennequin e Pierre Veber con la Compagnia “Al Castello” di Foligno. Per il Concorso Nazionale “Sipario d’Oro 2016”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BARUFE IN FAMEGIA Vallarsa. Ore 20.45. Teatro “Sant’Anna”. Spettacolo di Giacinto Gallina con la Compagnia di Lizzana. Per il Circuito Teatrale “Sipario d’Oro 2016”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
13 SABATO Corsi BIOENERGETICA PER LA SALUTE: ESERCIZI PER IL MAL DI SCHIENA Zambana vecchia. Ore 10-12. Associazione di volontariato “Mana” - Via Molini. Si svolgerà un incontro di gruppo utile per curare i problemi della schiena utilizzando gli esercizi proposti da A. Lowen per ottenere distensione e benessere psicofisico. Conduce Dott. Rosanna Rossetti - Psicologa e Psicoterapeuta specializzata; www.rosannarossetti.com. Per informazioni e iscrizioni (entro il 10 febbraio) tel. 3332520975 o scrivere a rossettirosanna1@gmail.com. Danza CINCO MIRADAS NATURALIS LABOR Vezzano. Ore 20.45. Teatro Valle dei Laghi, Via Stoppani, Loc. Lusan. Suggestive atmosfere flamenche. Ogni ballerina del gruppo rappresenterà il flamenco a proprio modo, sviluppando sulla scena l’interiorità e la personalità di questa danza. Il risultato è un insieme di stili, da quello più sensuale di Siviglia, a quello più conturbante e ritmico di Jerez De La Frontera, fino alla fusione dei due nel più moderno stile madrileno. Fierezza, sensualità, pacatezza, leggerezza, eleganza, tutto questo è Cinco Miradas un insieme di ingredienti che danno forma ad uno spettacolo veramente unico. Info: Teatro Valle dei Laghi Tel. 0461.340158. Musica L’ANGELO DEL SOLDATO OPERA EVENTO MUSICALE MULTIMEDIALE SENSORIALE Borgo Valsugana. Ore 20.30. Teatro del Centro Scolastico. Info: www.visitvalsugana.it; info@visitvalsugana.it; Tel. 0461.727700.
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trentinoappuntamenti Musica PINK FLOYD TRIBUTE Trento. Ore 21. Teatro Auditorium S. Chiara. Appuntamento con il concerto tributo ai Pink Floyd dei Sound Project. Verranno eseguiti dal vivo, brani tratti dai più celebri LP, oltre ad alcune rivisitazioni degli anni psichedelici floydiani che hanno reso la band inglese famosa in tutto il mondo. Info: www. centrosantachiara.it. Teatro BALLATA DI UOMINI E CANI Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana, 19. Il tributo a Jack London di Marco Paolini: tre racconti nei quali sono protagonisti uomini e cani. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800 013952; www.centrosantachiara.it. Teatro APOGEO MUSICA E SPETTACOLO: RIDI E LASCIA RIDERE! Tezze Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Info: www.visitvalsugana.it; info@visitvalsugana. it; Tel. 0461.727700. Teatro LE ALEGRE COMARI DE... Civezzano. Ore 20.45. Teatro “Luigi Pirandello”. Spettacolo da “Le allegre comari di Windsor” di William Shakespeare - trad. e adattam. dialettale di Giorgio Clementi. Per la Rassegna Teatrale “Bruno Palaoro” 2015. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTI BONI DE CIACERAR S. Lorenzo in Banale. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Nino Berti” di Rovereto. Per la rassegna “Insieme a Teatro” 2015/16. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro UN, DUE, TRE... TUTTI AL VARIETÉ Valfloriana. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo brillante, trasformismi, musica, cabaret, danza, ecc... con la Compagnia “Appunti & Scarabocchi” di Gardolo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro EN VEDOF ALEGRO Storo. Ore 20.30. Teatro. Spettacolo di Moreno Burattini con la Filodrammatica “Toblino” di Sarche. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro SI INIZIA SEMPRE DAL PRONTO SOCCORSO Preore. Ore 20.45. Teatro “Casa Mondrone”. Spettacolo di Giuseppina Cattaneo con l’Associazione Culturale Teatrale “Libero Teatro” di Grumes. Per l’11ª edizione di “Preore a Teatro”. Info: Co.F.As.
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Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TERRA DI NESSUNO Mezzocorona. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Eraldo Baldini con T.I.M. - Teatro Instabile Meano. Per la Rassegna Teatrale a Mezzocorona. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PRIMA DE ‘NRABIARTE... CONTA Coredo. Ore 21. Teatro Parrocchiale “Cinema Dolomiti”. Spettacolo tratto da “Natale al basilico” di Valerio di Piramo - trad. e adattam. dialettale di Valerio Bombardelli. Per la Rassegna Teatrale a Coredo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EL MATRIMONI (NELA BONA E NELA CATIVA SORT) Cognola. Ore 20.45. Auditorium. Spettacolo di Alessandro Paolelli con il Gruppo “Prove de Teatro” di Calliano. Per “Insieme a Teatro sull’Argentario”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro SANTA VITTORIOSA PALACE HOTEL Nago. Ore 21. Teatro Casa. Spettacolo di Luisa Pachera con l’Associazione Culturale “Grenzland” di Avio. Per la 21ª edizione della Rassegna Teatrale “Bruno Cattoi”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro PURGA & CIOCCOLATO Malè. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Gian Carlo Pardini con il Gruppo Teatrale Rumo. Per la 24ª Rassegna di Teatro Amatoriale “Teatrando” 2016. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro CARRIOLE D’AMORE Lavis. Ore 21. Auditorium Comunale. Spettacolo di Claudio Morelli con la Filodrammatica di Canezza di Pergine. Per l’11ª edizione della Rassegna Teatrale “Ricordando Nicola”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL SOGNO MERAVIGLIOSO DI ALICE Levico Terme. Ore 21. Teatro “Mons. Caproni”. Spettacolo di Claudio Pasquini con la “Filolevico Junior” di Levico Terme. Per la 14ª edizione della Rassegna Teatrale “Franco & Daniela”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NO VE CAPISSO PÙ S. Martino di Castrozza. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale di Pri-
miero. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “La Grinta” di Arco. Per la 21ª edizione della Rassegna Teatrale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE Mori. Ore 20.45. Teatro Sociale. Spettacolo di William Shakespeare con la Compagnia “Cantieri Invisibili” di Verona. Per il Circuito Teatrale “Sipario d’Oro 2016”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro COPPIA APERTA, QUASI SPALANCATA Pedersano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Dario Fo e Franca Rame con la “Filobastia” di Preore. Per il Circuito Teatrale “Sipario d’Oro 2016”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LE ALLEGRE COMARI DE... Civezzano. Ore 20.45. Teatro comunale Luigi Pirandello. All’interno della Rassegna Teatrale Bruno Palaoro rappresentazione teatrale presentata dalla Compagnia Teatrale “I Commedianti” di Bolzano. Ingresso: intero € 6,00, ridotto € 4,00 (ragazzi fino a 12 anni). Apertura cassa alle 19, inizio spettacolo alle 20.45. Info: filocivezzano@ gmail.com, www.filocivezzano. altervista.org.
14 DOMENICA Musica GLENN MILLER ORCHESTRA Trento. Ore 21. Auditorium S. Chiara - Via Santa Croce, 67. Un’ensemble che fa rivivere in tour il mito della Swing Era e del leggendario Glenn Miller uno fra i più importanti musicisti del primo novecento. Info: www.centrosantachiara.it. Teatro BALLATA DI UOMINI E CANI Trento. Ore 16. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana, 19. Il tributo a Jack London di Marco Paolini: tre racconti nei quali sono protagonisti uomini e cani. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800 013952; www.centrosantachiara.it. Teatro TRIO IN UNO - I CONCERTI DELLA DOMENICA 2016 Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica, via Verdi 30. Biglietto: € 5,00 intero, € 2,00 ridotto (fino a 14 anni). Giulia Tamanini, Sax; José Ferreira, chitarra a sette corde; Pablo Schinke, violoncello su musiche di C. C. Mariano: Cristal; A. Piazzolla: Escualo; S. Assad: Menino; H. VillaLobos: Bachiana Brasileira n. 5 Cantilena; E. Gismonti: Sete Anéis; A. Piazzolla: Tema de Maria; Forrobodó:
Pablo Schinke, Celeste; R. Gnattali: Chiquinha Gonzaga; M. Pereira: Seu Tonico na ladeira. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Teatro DIVERSI? Civezzano. Ore 16. Teatro “Luigi Pirandello”. Spettacolo di e con l’Associazione Culturale “Anfiteatro” (Seregno - Monza-Brianza). Per la rassegna “Il grillo parlante (Teatro ragazzi). Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro GOBBO IL RE STORTA LA REGINA Calceranica. Ore 16.30. Teatro “S. Ermete”.Spettacolo di Aquilino con “I Giovani attori” del Circolo Culturale Filodrammatico di Ischia. Per la 13ª Rassegna Teatrale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA REGINA DELLA NEVE Mezzolombardo. Ore 16.30. Teatro “S. Pietro”. Spettacolo di Janna Konyaeva e “I Cuccioli” de La Logeta di Gardolo tratto dalla storia di Hans di Cristian Andersen con “I Cuccioli” de La Logeta di Gardolo. Per la 13ª Rassegna Teatrale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BASTAVA ‘NA BOTA Trento. Ore 16. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Concordia ‘74” di Povo. Per la 20ª edizione di “Palcoscenico Trentino”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro BASTA PARLAR MALE DELE DONE Zivignago. Ore 17.30. Teatro. Spettacolo di Claudio Pasquini con la “Filolevico” di Levico Terme. Per la Rassegna Teatrale “Zivignago sera in ... prosa”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro DIVERSI? Civezzano. Ore 16. Teatro comunale Luigi Pirandello. All’interno della rassegna teatrale per ragazzi “Il Grillo Parlante” spettacolo con l’Ass. Cult. Anfiteatro di Seregno, Monza Brianza. Ingresso: adulti € 4,00, ragazzi fino a 12 anni € 3,00. Info: filocivezzano@libero.it, www. filocivezzano.altervista.org.
15 LUNEDÌ Cultura C’ERA UNA VOLTA...ANZI DUE DELITTO E CASTIGO PERCORSO DI LETTURA Borgo Valsugana. Ore 20.30. Biblioteca Comunale. Info: www. visitvalsugana.it; info@visitvalsugana.it; Tel. 0461.727700.
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trentinoappuntamenti 16 MARTEDÌ
18 GIOVEDÌ
Teatro STAGIONE SOCIETÀ FILARMONICA Trento. Ore 20.45. Sala della Società Filarmonica, Via Verdi. Julia Hagen, violoncello e Chiara Opalio, pianoforte su musiche di L. v. Beethoven, J. Brahms, D. Shostakovich: Sonata per violoncello e pianoforte in re min. op. 40. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.mobi.
Musica MULATU ASTATKE - JAZZ ‘ABOUT Trento. Ore 21. Teatro Auditorium Santa Chiara, Via Santa Croce, 67. Biglietto intero € 15, ridotto convenzionati € 13, ridotto oltre 65 e meno di 26 anni € 10. Info: www,centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; pinfo@centrosantachiara.it.
Teatro UNA STANZA TUTTA PER SÉ Trento. Ore 21. Sanbàpolis, Via della Malpensada, 88. Dal celebre saggio di Virginia Woolf. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.
Teatro LAIKA Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana, 19. Un Gesù improbabile, che dice di essere stato mandato molte volte nel mondo, si confronta con i propri dubbi e le proprie paure. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800 013952; www.centrosantachiara.it.
17 MERCOLEDÌ Teatro ARE YOU US? Trento. Ore 21. Sanbàpolis, Via della Malpensada, 88. Compagnia Glimt. Lo spettacolo a forte impatto emotivo della Danse Escalade. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800 013952; www. centrosantachiara.it.
19 VENERDÌ
Teatro COMMEDIANS Vezzano. Ore 20.45. Teatro Valle dei Laghi, loc. Luson. Per la rassegna “Specchi riflessi”. Spettacolo con Margherita Antonelli, Rita Pelusio, Alessandra Faiella, Claudia Penoni, Nicoletta Ramorino e Rossana Mola. Il testo, scritto dal drammaturgo britannico Trevor Griffiths nel 1975,
ci presenta un gruppo di aspiranti comici, allievi di un ex attore impegnato politicamente, alle prese con il provino che potrebbe cambiar loro la vita. Ad esaminarli sarà un pezzo grosso dello show business. Il tutor è portavoce di una comicità graffiante, che vuole incidere sulla realtà affrontando temi di carattere sociale; il talent scout, al contrario, vede nella comicità il puro svago che non deve impensierire il pubblico. Quando fu messo in scena nel 1985, da attori come Paolo Rossi e Claudio Bisio, anticipava problematiche e temi che nel nostro Paese sarebbero diventati dirompenti con l’accrescersi d’importanza delle televisioni private e il conseguente obnubilamento di massa. Dopo trent’anni è nata l’idea di innovare completamente la messa in scena dello spettacolo, per offrire al pubblico una versione assolutamente inedita, completamente al femminile. Info: www.teatrovalledeilaghi.it. Teatro ELETTROCARDIODRAMMA Trento. Ore 21. Teatro Portland, via Papiria 8, Piedicastello. Spettacolo di e con Leonardo Capuano. Biglietto da € 6,00 a € 12,00. Info: www.teatroportland.it; Tel. 0461.924470; prenotazioni@teatroportland.it.
Teatro PRENDIMI SUL SERIO! UN MUSICAL BIONDISSIMO Rovereto. Ore 20.45. Teatro “Zandonai”. Musical tratto da “Legally Blonde” di Laurence O’Keefe, Nell Benjamin e Heather Hach con il Gruppo “Genesi” di Cesena. Per il Concorso Nazionale “Sipario d’Oro 2016”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA CAMERIERA BRILLANTE Mori. Ore 20.45. Teatro Sociale. Spettacolo di Carlo Goldoni con la Compagnia “La Barcaccia” di Verona. Per il Circuito Teatrale “Sipario d’Oro 2016”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro A TUT G’È RIMEDIO Pomarolo. Ore 20.45. Auditorium. Spettacolo da “La panacea di tutti i mali” di Antonella Zucchini con la Compagnia Teatrale “El Mesedò” di Panchià. Per il Circuito Teatrale “Sipario d’Oro 2016”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTI BONI DE CIACERAR Volano. Ore 20.45. Teatro “Concordia”. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Nino Berti” di Rovereto. Per il Circuito
RIVENDITE AUTORIZZATE BIGLIETTI, CONCERTI, SPETTACOLO, SPORT & CULTURA
TRENTO – Via Ghiaie 15 Tel. 0461 362111 – annunci@bazar.it
Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.00-18.00
66
BOLZANO – Via Bari 15 Tel. 0471 930993 – bazarbz@bazar.it lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.30-18.30 chiuso il mercoledì e giovedì pomeriggio
GLENN MILLER ORCHESTRA
MARCO TRAVAGLIO
DANIELE SILVESTRI
HAIR
L’attuale ensemble, capeggiato dal musicista, compositore e direttore d’orchestra Will Salden, e composta da eccellenti musicisti, riproporrà alla perfezione il sound dell’epoca in una lunga serie di omaggi anche ad altri importanti direttori d’orchestra e musicisti, sia uomini che donne, come Count Basie, Harry James e Ray Anthony.
Nel suo nuovo recital teatrale, tutto da ridere per non piangere, Marco Travaglio - con l’aiuto dell’attrice Giorgia Salari, per la regìa di Valerio Binasco - racconta come i giornalisti, gli intellettuali e gli opinionisti più servili del mondo hanno beatificato, osannato, magnificato, propagandato e smarchettato la peggior classe dirigente del mondo, issando sul piedistallo politici incapaci di ogni colore, ma(g) nager voraci, (im)prenditori falliti che hanno quasi distrutto l’Italia e stanno completando l’opera.
Daniele Silvestri annuncia il suo ritorno: all’inizio del 2016 pubblicherà infatti un nuovo album di inediti a cinque anni di distanza da “S.C.O.T.C.H.”. Alla pubblicazione del disco farà seguito il primo tour teatrale della sua carriera che prenderà il via a marzo e che toccherà tutte le regioni italiane.
Un rituale, una celebrazione estatica, una protesta, un happening, una commedia, una tragedia, Hair rompe ogni regola teatrale, come i suoi protagonisti, gli hippies, ruppero ogni norma sociale stabilita
TRENTO Auditorium S. Chiara 14 febbraio 2016 ore 21
TRENTO Auditorium S. Chiara 11 marzo 2016 ore 21
TRENTO Auditorium S. Chiara 15 aprile 2016 ore 21
TRENTO Auditorium S. Chiara 15 maggio 2016 ore 21
tmfebbraio
trentinoappuntamenti Teatrale “Sipario d’Oro 2016”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro EL MATRIMONI (NELA BONA E NELA CATIVA SORT) Serravalle. Ore 20.45. Teatro “Concordia”. Spettacolo di Alessandro Mario Paolelli con il Gruppo “Prove de Teatro” di Calliano. Per il Circuito Teatrale “Sipario d’Oro 2016”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
20 SABATO Musica MUSICA E MAGIA MINIFILARMONICA 2016 Trento. Ore 17.30. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. La musica, come la magia, è frutto di tanto allenamento, impegno e dedizione. Venite a vedere il nostro mago illusionista! (La Direzione si scusa in anticipo con il gentile pubblico...). I Minipolifonici. Le tre MMM: Mago, Maghetti, Musicisti: Mario Cagol, Gianni Muraro, Stefano Rossi, Letizia Grassi, Nicola Bighetti, Norberto Martinelli. Ingresso libero. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Teatro BASTAVA ‘NA BOTA Bedollo. Ore 20.30. Teatro Nuovo. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Concordia ‘74” di Povo. Per l’8ª edizione di “Foie de Bedol”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro COMPAGNIA AMATORIALE Gardolo. Ore 20.45. Teatro “Gigi Cona”. Spettacolo di Italo Conti con la Filodrammatica “La Logeta” di Gardolo. Per la 28ª edizione de “L’Alegra Ribalta”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PRIMA DE’NRABIARTE... CONTA! Zambana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo da “Natale al basilico” di Valerio Di Piramo - trad. dialettale e adattamento di Valerio Bombardelli con la Filodrammatica di Sopramonte. Per la 12ª Rassegna Teatrale organizzata dalla Filodrammatica “Teatro a Zambana”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro UNA SERATA AL... CAMPANILE OlleValsugana. Ore 20.45. Teatro “San D. Savio”. Otto brevi atti comici del famoso umorista Achille Campanile, legati in un’unica trama con la Compagnia Teatrale “Appunti & Scarabocchi” di Gardolo. Per la stagione teatrale ad Olle. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.
Teatro BON DÌ BON AN, DAME NA BONA MAN Martignano. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo tratto da “Buon anno porco mondo” di Corrado Vallerotti - traduzione dialettale e adattamento di Jacopo Roccabruna con “Filobastia” di Preore. Per “Insieme a Teatro sull’Argentario”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro MASSA VECIO PER ME FIOLA Nago. Ore 21. Teatro Casa. Spettacolo di Loredana Cont con la Compagnia “Filogamar” di Cognola. Per la 21ª edizione della Rassegna Teatrale “Bruno Cattoi”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro PURGA & CIOCCOLATO Marcena di Rumo. Ore 20.45. Auditorium. Spettacolo di Gian Carlo Pardini con il Gruppo Teatrale Rumo. Per la Rassegna Teatrale Rumo 2016. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro RESTAURO MOBILI ANTICHI Levico Terme. Ore 21. Teatro “Mons. Caproni”. Spettacolo di Lorenzo Dalmonech con la Filodrammatica di Verla. Per la 14ª edizione della Rassegna Teatrale “Franco & Daniela”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TORTA DE POMI Lizzana. Ore 20.45. Teatro “San Floriano”. Spettacolo di Massimo Lazzeri con la Compagnia “Teatro delle Quisquilie” di Trento. Per il Concorso Regionale “Sipario d’Oro 2016”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA NEF DEL ZIO ANSELMO Trambileno. Ore 20.45. Auditorium “Moscheri”. Spettacolo di Valerio di Piramo con la Filodrammatica “S. Rocco” di Nave S. Rocco. Per il Circuito Teatrale “Sipario d’Oro 2016”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EN VEDOF ALEGRO Castellano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Moreno Burattini con la Filodrammatica “Toblino” di Sarche. Per il Circuito Teatrale “Sipario d’Oro 2016”.Info: Co.F.As.Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PARCHEGGIO A PAGAMENTO Vallarsa. Ore 20.45. Teatro “Sant’Anna”. Spettacolo di Italo Conti con la Filodrammatica “Arcobaleno” di Arco. Per il Circuito Teatrale “Sipario d’Oro 2016”.Info:
Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro E VAI COL JAZZ! SCANDALI, PUPE E DELITTI... A CHICAGO Avio. Ore 20.45. Teatro. Musical tratto dal film “Chicago” di Rob Marshall con la Compagnia “Teatro del Greco” di Verona. Per il Circuito Teatrale “Sipario d’Oro 2016”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.
21 DOMENICA Musica QUINTETTO CON EMANUELE SEGRE - I CONCERTI DELLA DOMENICA 2016 Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica, via Verdi 30. Emanuele Segre, chitarra; Francesco Iorio, violino; Ole Jacob Frederiksen, violino; Gabriele Marangoni, viola; Alejandro Biancotti, violoncello su musiche di F. J. Haydn: Quartetto in Re magg. Hob. III:8; L. van Beethoven: Quartetto op. 18 n. 4; G. Boccherini: Quintetto IV in Re magg.; G. 448 “Fandango”.Biglietto € 5,00 intero, € 2,00 ridotto (fino a 14 anni). Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Teatro COMPAGNIA AMATORIALE Gardolo. Ore 20.45. Teatro “Gigi Cona”. Spettacolo di Italo Conti con la Filodrammatica “La Logeta” di Gardolo. Per la 28ª edizione de “L’Alegra Ribalta”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NA CROCIERA DE... SOGNO Gardolo. Ore 16.30. Teatro “Gigi Cona”. Spettacolo di Gigliola Brunelli con la Filo “S. Genesio” di Calavino e Associazione “Oasi della Valle dei Laghi. Per la 13ª Rassegna Teatrale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’ERA EN DÌ DE PRIMAVERA Trento. Ore 16. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di Antonia Dalpiaz con la Compagnia Teatrale “Virtus in Arte” di Malè e il Gruppo di danza “Dancing Soul”. Per la 20ª edizione di “Palcoscenico Trentino”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.
22 LUNEDÌ Cultura C’ERA UNA VOLTA...ANZI DUE IL SIGNORE DEGLI ANELLI PERCORSO DI LETTURA Borgo Valsugana. Ore 20.30. Biblioteca Comunale. Info: www. visitvalsugana.it; info@visitvalsugana.it; Tel. 0461.727700.
23 MARTEDÌ Danza ROMEO E GIULIETTA Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana, 19. Drammaturgia e coreografia di Davide Bombana. Musica di Sergej Sergeevi Prokof’ev. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www. centrosantachiara.it.
24 MERCOLEDÌ Musica JESÚS LÓPEZ COBOS E ANU KOMSI IN CONCERTO Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Concerto su musiche di Wolfgang Amadeus Mozart: Idomeneo: Ouvertüre kv 366, Vorrei spiegarvi, oh Dio! Aria, kv 418; Benjamin Britten: Les illuminations, op. 18; Ludwig van Beethoven: Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore, op. 55 “Eroica”. Biglietto intero € 25, ridotto over 65 € 15, ridotto under 26 € 5. Info: www.haydn.it; n. verde 800.086890; info@haydn.it.
25 GIOVEDÌ Cultura EDUCAZIONE E PERSONA - UNA REALTÀ, TRE DIMENSIONI Trento. Ore 20.30. Collegio Arcivescovile C. Endrici - Via Endrici, 23. “Anima” con Pierluigi Pavone. Info: Tel. 0461.1731200; www.arcivescoviletrento.it. Danza FLAMENCO LUNARES: CINCO MIRADAS Borgo Valsugana. Ore 20.45. Teatro del Centro Scolastico. Info: www.visitvalsugana.it; info@visitvalsugana.it; Tel. 0461.727700. Teatro SERVO PER DUE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana, 19. “One Man, Two Guvnors” di Richard Bean tratto da Il Servitore di due padroni di Carlo Goldoni. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.
26 VENERDÌ Musica FRANCESCA DEGO, SILVIA CHIESA E MARIANGELA VACATELLO Trento. Ore 20.45. Sala della Società Filarmonica, Via Verdi, 30. Francesca Dego, violino; Silvia Chiesa, violoncello; Mariangela Vacatello, pianoforte su musiche di F. Mendelssohn: Trio n. 2 op. 66 in do min., F. Schubert: Trio -Notturno op. 148 in Mi bem. magg. D. 897, J. Brahms: Trio n. 3 op. 101 in do min. Biglietto € 25 intero, € 18 ridotto oltre i 65 anni, € 8 ridotto fino a 25 anni. Info: Società Filarmonica tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it.
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trentinoappuntamenti Teatro SERVO PER DUE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana, 19. “One Man, Two Guvnors” di Richard Bean tratto da Il Servitore di due padroni di Carlo Goldoni. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Teatro L’ARTE DELLA COMMEDIA Rovereto. Ore 20.45. Teatro “Zandonai”. Spettacolo di Eduardo De Filippo con la Compagnia dell’Eclissi di Salerno. Per il Concorso Nazionale “Sipario d’Oro 2016”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro SANTA VITTORIOSA PALACE HOTEL Pomarolo. Ore 20.45. Auditorium. Spettacolo di Luisa Pachera con l’Associazione Culturale “Grenzland” di Avio. Per il Circuito Teatrale “Sipario d’Oro 2016”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA CAMERIERA BRILLANTE Volano. Ore 20.45. Teatro “Concordia”. Spettacolo di Carlo Goldoni con la Compagnia “La Barcaccia” di Verona. Per il Circuito Teatrale “Sipario d’Oro 2016”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro QUALCHEDUNI HA FAT I CORNI Serravalle. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “La Grinta” di Arco. Per il Circuito Teatrale “Sipario d’Oro 2016”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
27 SABATO Cabaret MARIO CAGOL CABARET Faver. Ore 21. Molin de Portegnach. imperdibile appuntamento con la comicità di Mario Cagol. Ingresso: € 12,00. Info: info@sorgente90.org, www.sorgente90.org. Teatro SERVO PER DUE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana, 19. “One Man, Two Guvnors” di Richard Bean tratto da Il Servitore di due padroni di Carlo Goldoni. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Teatro BASTAVA ‘NA BOTA Civezzano. Ore 20.45. Teatro “Luigi Pirandello”. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Concordia ‘74” di Povo. Per la Rassegna Teatrale “Bruno Palaoro” 2015. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
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Teatro INNAMORARSI A SETTANT’ANNI Mezzocorona. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Giancarlo Migliorini con la Compagnia “Piccolo Teatro Pineta” di Pineta di Laives. Per la Rassegna Teatrale a Mezzocorona. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA RIVOLUZIONE DEL DOLFO Coredo. Ore 21. Teatro Parrocchiale “Cinema Dolomiti”. Spettacolo di Michele Girardi con la Filodrammatica “El Filò” di Taio. Per la Rassegna Teatrale a Coredo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro PRIMA DE ‘NRABIARTE... CONTA! Cognola. Ore 20.45. Auditorium. Spettacolo tratto da “Natale al basilico” di Valerio Di Piramo - trad. dialettale e adattam. di Valerio Bombardelli con la Filodrammatica di Sopramonte. Per “Insieme a Teatro sull’Argentario”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro NATALE AL BASILICO Malè. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo di Valerio Di Piramo con la Compagnia “Virtus in Arte” di Malè. Per la 24ª Rassegna di Teatro Amatoriale “Teatrando” 2016. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro BASTA PARLAR MALE DELE DONE! Verla di Giovo. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Claudio Pasquini con la “Filolevico” di Levico Terme. Per la 9ª edizione della Rassegna Teatrale “Il Pellicano”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EN VEDOF ALEGRO Lavis. Ore 21. Auditorium Comunale. Spettacolo di Moreno Burattini con la Filodrammatica “Toblino” di Sarche. Per l’11ª edizione della Rassegna Teatrale “Ricordando Nicola”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro I CANEDERLI I È ‘NDAI AL BECO (P.O.T. PRODOTTO ORIGINALE TELVATO) Levico Terme. Ore 21. Teatro “Mons. Caproni”. Spettacolo di e con la Filodrammatica di Telve. Per la 14ª edizione della Rassegna Teatrale “Franco & Daniela”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro È SOLTANTO UN GIOCO S. Martino di Castrozza. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale di Primiero. Spettacolo di e con il G.T.C.
di Roncegno. Per la 21ª edizione della Rassegna Teatrale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTI BONI DE CIACERAR Dro. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Nino Berti” di Rovereto. Per la 19ª edizione della Rassegna Dialettale di Primavera “Nilo Faitelli”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro TERRA DI NESSUNO Lizzana. Ore 20.45. Teatro “San Floriano”. Spettacolo di Eraldo Baldini con T.I.M. - Teatro Instabile Meano. Per il Concorso Regionale “Sipario d’Oro 2016”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL PIACERE DELL’ONESTÀ Mori. Ore 20.45. Teatro Sociale. Spettacolo di Luigi Pirandello con la Compagnia dell’Eclissi di Salerno. Per il Circuito Teatrale “Sipario d’Oro 2016”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EL SAGRESTAN DE DON ALBINO Pedersano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Luciano Zendron tratto da un lavoro di Dino Belmondo con la Filodrammatica “Arca di Noè” di Mattarello. Per il Circuito Teatrale “Sipario d’Oro 2016”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro SINCERAMENTE BUGIARDI Avio. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Alan Ayckbourn con la Compagnia “Nautilus Cantiere Teatrale” di Vicenza. Per il Circuito Teatrale “Sipario d’Oro 2016”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.
28 DOMENICA Cabaret ANGELO PINTUS IN “ORMAI SONO UNA MILF” Trento. Ore 17. Teatro Auditorium S. Chiara. Info: www.centrosantachiara.it. Musica CORO E ORCHESTRA BAROCCA “ANDREA PALLADIO” - I CONCERTI DELLA DOMENICA 2016 Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica, via Verdi 30. Coro e Orchestra barocca “Andrea Palladio”; Enrico Zanovello, direttore su musiche di G.F. Händel: Peace & Celebration, Ode for the Birthday of Queen Anne, Concerto grosso op. 3 n. 2, The Anthem on the peace, Zadok the priest. Biglietto € 5,00 intero, € 2,00 ridotto (fino a 14 anni). Info: www.filarmonica-
trento.it; Tel. 0461.985244; info@ filarmonica-trento.it. Teatro SERVO PER DUE Trento. Ore 16. Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana, 19. “One Man, Two Guvnors” di Richard Bean tratto da Il Servitore di due padroni di Carlo Goldoni. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it. Teatro LA SECONDA TRINCEA (STORIE DI DONNE NELLA GRANDE GUERRA) Bedollo. Ore 16.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Giulio Visintainer con la Filodrammatica “La Marianela” di Romallo, Scuola Media e Coro “Maddalene” di Revò. Per la 13ª Rassegna Teatrale di Teatro Amatoriale per Ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro NON ERA LA QUINTA, ERA LANONA Preore. Ore 20.45. Teatro “Casa Mondrone”. Spettacolo di Aldo Nicolaj con la “Filobastia” di Preore. Per l’11ª edizione di “Preore a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NUDA E PER POCHI SOLDI Trento. Ore 16. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Ce.Dro” di Dro. Per la 20ª edizione di “Palcoscenico Trentino”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro SANTA VITTORIOSA PALACE HOTEL Zivignago. Ore 17.30. Teatro. Spettacolo di Luisa Pachera con l’Associazione Culturale “Grenzland” di Avio. Per la Rassegna Teatrale “Zivignago sera in ... prosa”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it.
GLI APPUNTAMENTI DI MARZO 2 MERCOLEDÌ Musica YVES ABEL E MARCO MANDOLINI IN CONCERTO Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Concerto su musiche di Maurice Ravel: Pavane pour une infante défunte; Ottorino Respighi: Concerto gregoriano per violino e orchestra, p 135; Gabriel Fauré: Pavane, op. 50; Georges Bizet: L’Arlésienne. Biglietto intero € 25, ridotto over 65 € 15, ridotto under 26 € 5. Info: www.haydn.it; n. verde 800.086890; info@haydn.it.
Photo by Claudio Libera
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trentinomatrimoni SOLO PER I NOSTRI LETTORI, LE NOZZE DI SILVIA CON SALVATORE DI ELISA CON MARCELLO E DI SONIA CON DUARTE
I MATRIMONI DEL MESE
Lei
Lui
Nome: Silvia Nata a: Trento Residente a: Trento Vestito: Max Mara Eugenia Avanesian, Nagua Beauty & Hair Parrucchiere: Truccatore: Carmela Ascione, Estetica pi첫 Occupazione: Giornalista
Nome: Salvatore Nato a: Torre del Greco (Na) Residente a: Trento Vestito: Brian Dales Occupazione: Capo Squadra Mobile di Trento
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trentinomatrimoni Servizio fotografico: Roberta Pisoni www.robertapisoni.it
Matrimonio: Civile Data: 22 settembre 2015 Luogo: Trento Celebrante: Alessandro Andreatta, Sindaco Invitati: 13 al pranzo, 100 alla festa Pranzo: Osteria Le Due Spade - Trento Festa: Ristorante “Ciolda” - Lago di Caldonazzo Fiori e bouquet: Francesca Matteucci Anelli: Tomasi Gioielli - Trento Bomboniere: M&M’s Torta nuziale: Filippi & Gardumi - Trento Viaggio di nozze: Ischia, Napoli e poi Valle Aurina, 15 giorni Vivranno a: Trento
Curiosità: Matrimonio organizzato in 20 giorni, dopo un fidanzamento di 7 anni. sull’onda di uno slancio d’amore. La sposa è arrivata in via Belenzani a piedi, accompagnata dal padre e da Samuel, figlio dello sposo, sulle note di “Serenate to Spring” dei Secret Garden (violino suonato da Michael lsac Girardi). Durante la cerimonia civile si sono susseguiti diversi brani, accompagnati anche dalla musica del pianoforte, che hanno reso magica l’atmosfera e dato vita ad una stato di grande emozione generale: “Canone in Re” di Pachelbel, “Il Cigno” di Saint-Saëns e “Marcia nuziale” di Mendelssohn. Finale con un medley di grandi classici e colonne sonore di film: “My way” di Sinatra, “La vita è bella” di Piovani, “Il postino” di Bacalov, “La califfa” di Morricone, “Tema d’amore” da “Romeo e Giuiletta” di Rota, “Nuovo cinema paradiso” di Morricone e “Now we are free” di Williams (da “Il gladiatore”). Pranzo solo con gli amici e i parenti più stretti, e poi grande festa il giorno successivo con un centinaio di invitati provenienti da tutto il Trentino, sul lago di Caldonazzo. Parole chiave: allegria, semplicità ed amicizia. 71
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trentinomatrimoni Matrimonio: Data: Luogo: Ricevimento: Invitati: Fiori e bouquet: Anelli: Torta: Viaggio di nozze: Andranno a vivere a: Figli:
Religioso 6 giugno 2015 Pejo Hotel Domina Home - Parco dello Stelvio 130 “La Baita” - Malé “De Rubens” - Malé Pasticceria Girasole - Malè Madagascar, 15 giorni Cogolo Azzurra e Nicholas
Servizio fotografico a cura di: Tamara Cagnin Photography www.tamaracagnin.com
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Lei Nome: Elisa Anni: 31 Nata a: Cles Residente a: Pejo Vestito, scarpe: Fashion Gallery - Trento Parrucchiere: Salone Karisma - Dimaro
Lui Nome: Marcello Anni: 37 Nato a: Cles Residente a: Cogolo Vestito, scarpe: Fashion Gallery - Trento Barbiere: “Da Zaby� - Cogolo Occupazione: Artigiano
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Lei Nome: Sonia Anni: 30 Nata a: Borgo Valsugana Residente a: Regensdorf (Svizzera) Scarpe: Carlin Calzature - Pergine Parrucchiere: Mod’Art, Annarosa Pasa - Borgo Truccatore: Mod’Art, Annarosa Pasa - Borgo Occupazione: Servizio al cliente (Fifa TMS)
Lui Nome: Duarte Anni: 29 Nato a: Cabeceiras de Basto (Portogallo) Residente a: Regensdorf (Svizzera) Vestito, scarpe: Baratto - Lavis Barbiere: Salone Emanuela - Levico Terme Occupazione: Costruzioni stradali
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trentinomatrimoni Servizio fotografico: Trintinaglia Wedding Photo www.trintinaglia.com Regia e wedding planner: Cinzia Fonso Eventi
Matrimonio: Data: Luogo: Invitati: Ricevimento: Fiori e bouquet: Video: Anelli: Bomboniere: Torta nuziale: Viaggio di nozze: Vivranno a:
Religioso 8 agosto 2015 Spera Valsugana 90 Paoli Hotel - Lochere di Caldonazzo Cinzia Fonso Emilio Santinelli Gioielleria Balestra, Arsiè Trintinaglia Wedding Borgo Cristo d’Oro - Samone Thailandia, 17 giorni Regensdorf, Svizzera
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NUOVI VERTICI PER LE CANTINE FERRARI “LUCI E OMBRE DEL LEGNO” A TRENTO LA PRIMA TAPPA DELLA SEGUITISSIMA MOSTRA
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ra il 2002 quando a Castello Tesino venne inaugurata la prima edizione del Simposio “Luci e ombre del legno”. Fu sùbito un successo e la manifestazione, ideata e capeggiata da Remo Tomasetti, negli anni seguenti, si estese ai Comuni di Pieve Tesino, Cinte Tesino e Bieno, giungendo nel 2015 alla sua 14° edizione. Dopo le prime quattro edizioni un decisivo salto di qualità (caso unico tra tutti i Simposi di scultura in legno che si svolgono in Italia) avvenne quando si decise di esporre in una mostra itinerante in varie città le opere dei tre primi classificati, accompagnate da quelle di un “padrino”, ovvero un affermato scultore in legno del Trentino-Alto Adige. Complessivamente venti sculture escono dai confini regionali per essere conosciute sul territorio nazionale, accompagnate da un prestigioso catalogo. La prima tappa della mostra itinerante si è svolta a Trento a Palazzo Roccabruna; seguiranno le altre tappe a Verona, Dozza (BO), Monzuno (BO), Borgo Valsugana e Vignola (MO). All’inaugurazione della Mostra accompagnata dall’elegante catalogo, a Trento, davanti a un numeroso pubblico, presentati da Gabriele Bertacchini, colonna dell’Organizzazione, brevemente sono intervenuti in molti: il “patron” Tomasetti; il senatore Panizza; l’assessore alla Cultura del Comune di Trento, Robol; Leveghi, segretario gen. della CCIAA padrona di casa; la sindaca di Pieve Tesino Gioseffi; l’ass. alla Cultura di Castello Tesino Sordo; il presidente della PEFC, Ferrari; e Ravelli dell’ APT della Valsugana. Ha concluso Lo scrittore e critico Renzo Francescotti, sin dalla prima edizione presidente della Giuria, che sinteticamente ha palato degli artisti e delle opere esposte. A cominciare da quelle del “padrino” che 76
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BENIAMINO GAROFALO È IL NUOVO DIRETTORE GENERALE
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e Cantine Ferrari hanno nominato nuovo Direttore Generale Beniamino Garofalo. Questa scelta conferma la volontà di orientarsi sempre di più verso una logica manageriale, attraendo nuovi talenti per continuare a migliorare l’organizzazione e l’efficienza, ma mantenendo saldi i valori e la cultura d’impresa di cui la famiglia è garante e che da oltre un secolo contraddistinguono la Casa. Milanese, 45 anni, sposato e padre di una bambina, Garofalo ha maturato importanti esperienze professionali in multinazionali del largo consumo come Danone, Heinz e Pepsico, ricoprendo ruoli nell’area marketing, sales e trade marketing. Nel 2007 è entrato nel Gruppo LVMH con ruoli di General Manager nel settore beauty sviluppando competenze nel mercato del lusso e nel retail come VP Sales and Network Development di Sephora. quest’anno è stato il grande Othmar Winkler: proseguendo con il valdostano Giuseppe Bettoni, vincitore del premio PEFC; col vincitore del terzo premio, il vicentino Toni Venzo; col vincitore del secondo premio, il novarese Dino Damiani. Concludendo con il gardenese Vinzenz Senoner di Santa Cristina che, dopo essersi piazzato terzo e secondo negli anni precedenti, è giunto al risultato pieno lo scorso anno con un’opera ispirata alla morte per incidente stradale della piemontese Isaballa Corni, vincitrice del Simposio del 2011. Una morte particolarmente toccante perché Isabella portava in grembo il suo primo bimbo.
trentinoscoop&news
LA BOCCIOFILA TUENNO PER L’AUTISMO IL SOUND ACCATTIVANTE DEI MALAGA FLO UN GRUPPO MADE IN TRENTINO DA TENERE D’OCCHIO ESCE CON UN CD
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i piace mescolare un sacco di influenze diverse. In noi convivono l’idolatria per il progressive rock anni Settanta e per Richard Benson, i nostri miti sono i mirabolanti Casiopea (gruppo nipponico di fusion porno che consigliamo di ascoltare assolutamente) e altri capisaldi come Herbie Hancock, Pat Metheny, Esperanza Spalding e gli Snarky Puppy... Tra i fenomeni locali che attirano maggiormente la nostra attenzione sicuramente da citare è pop_x. Ci piace scrivere pezzi complicati che non sappiamo suonare, però ve li suoniamo lo stesso.” Parola dei Malaga Flo, gruppo made in Trentino da tenere d’occhio, eccome. Poche settimane fa, a metà dicembre, il loro primo album, “Quando passate a prendermi?”, sontuoso nella copertina e nella veste grafica, sorprendente nelle sonorità che percorrono gli otto pezzi che lo compongono. Otto songs nel segno dei generi cui si richiamano, orgogliosamente: standard, fusion, prog, funk e, se serve, scialla. Da “L’amaro” a “Juicy Andromeda” passando - in compagnia di testi spiazzanti eppure mai banali - per “Carta bianca”, “Turnaround”, la scorretta e ammiccante “Song for Etta T”, “Se questo cirmolo potesse parlare” (al Cirmolo Studios hanno registrato parte del loro cd d’esordio realizzato con il tecnico del suono Marco Ober), “N. 6” e “Orologio”. I Malaga Flo, nome il cui significato è ignoto al 75% dei suoi componenti, è un gruppo nato nel 2011 e sono Marco Zuccatti (basso e contrabbasso), Enrico Benedetti (pianoforte, pianole e synth), Davide Visintainer (batteria e percussioni) e Tommaso Santini (chitarra e violino). Oltre che con Aura
onfortati dai successi organizzativi ed agonistici registrati lo scorso anno in occasione della ripresa delle attività dopo un periodo di pausa forzata gli sportivi della Bocciofila “Al Parco” di Tuenno in Valle di Non hanno deciso di affrontare con un certo anticipo una nuova stagione. Portatori di entusiasmo e carichi di volontà verso questa disciplina amatoriale che spesso riesce ad abbinare lo sport alla solidarietà, il gruppo condotto e trascinato dal presidente Natale Corradini che ha trovato preziosa collaborazione in modo particolare nel più giovane della società, Federico Valentini (nella foto da sinistra) è al lavoro per preparare un evento particolare che aprirà ufficialmente la stagione organizzativa. Si tratta di una gara in programma per domenica 28 febbraio, a terne con partecipazione libera che si svolgerà sulle corsie del bocciodromo di Ossana in Val di Sole la cui bocciofila ha messo a disposizione dei “colleghi” nonesi l’infrastruttura sportiva per questa iniziativa dal risvolto umano e sociale. Non c’è solo sport e quindi agonismo nella proposta del club di Natale Corradini ma anche e soprattutto, seguendo quanto già sta facendo con la classica maratona l’US Ronzone Sportinsieme, un impegno rivolto a Casa Sebastiano, la struttura che sta nascendo a Coredo a favore dell’autismo. C.R. Zanghellini (sua la voce, che non passa certo inosservata, in quattro canzoni dell’album, sua la costante presenza al fianco della band) si esibiscono pure con i cantanti Filippo Camin e Chiara Chistè. Nel 2012 hanno vinto il primo premio della seconda edizione dello Young Tribute Festival di Calavino, con un primo inedito dal titolo “L’Amaro”. Nello stesso anno registrano presso il Gulliver Studio di Pergine, insieme al tecnico del suono Alessandro Battisti, le demo dei primi due inediti: “L’Amaro” e “Carta bianca”. Nel 2013, lavorando sempre con Battisti, registrano una propria versione del brano di George Shearing, “Lullaby of birdland”. A settembre 2014 realizzano il concerto “The Malaga Experience”, con tre cantanti sul palco e una formazione allargata con fiati e percussioni. Nel 2015, con il nuovo singolo “Orologio”, si classificano nelle fasi finali di UploadSounds e Centro Musica Awards esibendosi sul palco delle feste vigiliane a Trento e aggiudicandosi il premio speciale “Note Studentesche”. Dall’estate 2015 si esibiscono anche con la nota cantante e violoncellista trentina Adele Pardi. 77
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MASTRO 7 “PREMIA” ROSARIO FIORELLO NINO DALLAGIACOMA: IL POETA TIPOGRAFO I SUOI SCRITTI RACCOLTI IN UN UNICO VOLUME INTITOLATO “ENSIEME”
ALLA MANIFESTAZIONE “CORTINA TERZO MILLENNIO”
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l prestigioso premio “Raponzolo d’Argento” che Cortina Terzo Millennio assegna al personaggio dell’anno, è stato conferito in questi giorni a Rosario Fiorello, con la seguente motivazione: una vita dedicata alla comunicazione e allo spettacolo per la sua eccezionale carica umana ed artistica, che gli ha permesso di essere sempre sincero e trasparente, arrivando al cuore delle persone. Nella foto dalla destra: Rosanna Ghedina, giornalista e promotrice del Premio, Rosario Fiorello e Luca Tamanini di Mastro 7 che crea preziosi riconoscimenti a livello internazionale.
Luglio 2012. Nino Dallagiacoma con la figlia Romana e il nipote Manuele.
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ino Dallagiacoma nasce a Sanremo il 16 gennaio 1933. Arrivò a Levico Terme con la madre, all’età di due anni e visse nella casa della sua nonna Rosa. Per un certo periodo, durante la primissima infanzia, per permettere alla madre di lavorare, venne affidato ad un collegio di Trento, gestito da suore. Conobbe in pieno gli anni terribili e devastanti della seconda guerra mondiale, proprio nell’età in cui, ogni bimbo dovrebbe vivere con gioia e spensieratezza, pensando solo allo studio e al gioco. Lui invece, assieme ai suoi coetanei, provò sulla sua pelle le paure, la fame, le miserie, la distruzione, la morte che quel conflitto riversò anche sulla terra trentina. All’età di quattordici anni cominciò a lavorare presso la tipografia dello zio Luigi con entusiasmo e passione. Nel 1957 conobbe la sua futura moglie, Fulvia, lavisana di nascita ma “trapiantata” a Levico per aiutare il fratello Giuseppe, che l’anno prima aveva aperto un negozio di ferramenta, casalinghi ed elettrodomestici. Fu amore a prima vista, sugellato poi dal matrimonio celebrato il 9 aprile 1961 e dal quale nacquero le figlie Claudia e Romana. Negli anni Settanta, Nino rilevò la tipografia dello zio, mettendosi in proprio. Già in gioventù manifestò il suo grande amore per la montagna, aderendo alla SAT e partecipando vivamente a gite, escursioni e manifestazioni varie. Anche la bicicletta 78
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fu da subito una sua grande passione. Assieme ad un gruppo di amici e sostenitori, negli anni 70 tondò il “Pedale Levicense”. Lo sci fu un altro momento di svago e divertimento per lui, nonché tramite diretto per vivere a contatto con la natura. Fra i tanti interessi che ebbe durante la vita, uno solo non lo abbandonò mai e lo accompagnò fino alla fine: la passione di scrivere poesie nel dialetto del suo paese, raccontandone le usanze, le tradizioni, la devozione religiosa dei tempi andati, i personaggi che ne fecero la storia, gli angoli più suggestivi, i vissuti, il paesaggio, i momenti più tristi, le emozioni più coinvolgenti. Anche negli ultimi tempi, con la vista compromessa ed il tremito alla mano, non desisteva ad abbozzare su un foglio bianco qualche rima, una strofa, un verso. Perché quelle parole gli sgorgavano con naturalezza da dentro, dal cuore, senza alcuno sforzo o fatica; lui doveva imprimerle sulla carta, per se stesso, per gli altri, per tutti. Il suo lascito culturale, tre volumi di poesie e racconti, pubblicati dal 1978 al 1993, arricchito dagli ultimi suoi scritti recenti, sono stati raccolti in un unico volume dal titolo molto eloquente, “Ensieme”. L’ultimo omaggio a questo umile artista alla sua gente, alla sua “città”, alla sua terra. Info: tel. 328.5990628.
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CRISTINA FERRARI ”LUNGO IL CAMMINO” “ALLA SCOPERTA DEL TRENTINO” CON LA RAI FRANCO MARZATICO PROTAGONISTA DI UNO SPECIALE SULLE MINORANZE
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no sguardo alla programmazione di “Tapis Roulant”, rotocalco di Rai Regionale, in onda domenica 7 febbraio (ore 9.40 circa su RAI3 ed in replica sul canale 103 del Digitale Terrestre alle ore 22.30). Tra i numerosi servizi previsti, segnaliamo “Alla scoperta del Trentino”. In questa sesta puntata visiteremo i luoghi della memoria della gente trentina, sulle tracce dei venditori ambulanti che dalle valli della nostra terra arrivarono fino alle Americhe e alla Corte di Russia. Ci recheremo nel luogo natale del più grande statista trentino: Alcide De Gasperi. Il programma è condotto da Francesca Mazzalai. La regia è di Stefano Uccia. Inizia un nuovo ciclo di episodi del programma TV “Girar per boschi”. In collaborazione con il Servizio Foreste e Fauna della PAT, le telecamere della RAI andranno a scoprire la vita nelle frazioni di montagna, le curiosità legate alla flora e alla fauna dei boschi. Guidati da una Guardia Forestale, nel corso degli episodi televisivi, si potranno ascoltare degli importanti suggerimenti per un corretto escursionismo alpino ed ammirare scenari montani poco conosciuti. La prima puntata ci porterà a Medìl, piccola frazione del Comune di Moena. Regia di Daniele Torresan. Uno sguardo sull’arte con “Baschenis: i pittori itineranti”. Nel quadro della pittura a fresco trentina, hanno avuto un ruolo del tutto particolare i pittori itineranti. Per oltre settant’anni, fra il 1470 e il 1540 circa, i Baschenis, padre e figlio, zio e cugini, nonno e nipote furono attivi in dozzine di chiese delle valli Giudicarie, Rendena, Sole e di Non creando un patrimonio pittorico di rara unità stilistica, contraddistinta da una fresca vena discorsiva di schietta impronta popolare e dalla fusione di elementi gotici e rinascimentali. Il programma propone un itinerario cognitivo, ben corredato da Patrizia Orsingher, finalizzato ad illustrare e far conoscere al pubblico televisivo questo straordinario patrimonio artistico. Regia di Flavio Pedrotti. Domenica 21 febbraio, dopo la settima puntata di “Alla
L’ANTOLOGIA “LUNGO IL CAMMINO”
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resca di stampa l’antologia “Lungo il cammino” della poetessa Cristina Ferrari: a novembre 2015 l’editrice Ediemme di Salerno ha riunito in 180 pagine più di 150 liriche in lingua italiana della poetessa trentino/giudicariese, Cristina Ferrari, che a ritmo triennale” sforna” le proprie plaquette, sillogi, si presta per incontri radiofonici e televisivi sulla poesia. “Giudicariese” perché svariate liriche hanno il proprio incipit nel territorio di Rendena-Giudicarie-Chiese, ove la famiglia risiedeva in vacanza, dove la poetessa ha coltivato amicizie e voluto conoscere montagne e cime del Brenta, fin dall’adolescenza. Il corpo del volume è diviso in sei settori in cui la scrittrice rivive ”Affetti”, dedica poi la propria attenzione a ”Motivi stagionali ed esistenziali”, si sofferma sui “Ricordi”scolastici e di studio, su impressioni ambientali. Una ventina di liriche sono dedicate proprio alle Giudicarie con i paesi di Cerana, Daone, Stenico, le Valli del Brenta, le montagne, torrenti e fiumi del parco vicino. Altre venti poesie sono di intonazione religiosa, componente che è sempre emersa negli anni nella produzione della poetessa Ferrari. Emergono in queste poesie le aspirazioni, i ricordi, i temporanei abbandoni psicologici, la successiva ripresa “Verso la vita”, riflessioni su ”Lo scorrere della vita”, l’impegno di scavo nei circuiti della parola. Il volume sarà prossimamente presentato in diverse occasioni ed incontri culturali con il sostegno di momenti musicali. (Luciano De Carli)
scoperta del Trentino”, (Francesca Mazzalai, guidata da Franco Marzatico, si è recata nelle valli popolate da abitanti che hanno conservato lingue antiche: la Valle dei Mocheni e l’Altipiano di Luserna, dove da mille anni si tramandano costumi altrove perduti) “L’oro verde del Kosovo”. È la prima via ferrata che sia mai stata realizzata sulle Alpi albanesi. Il progetto, finanziato dall’Associazione Trentino coi Balcani e costruito con il supporto di conoscenze e materiali della Società degli alpinisti tridentini, ha coinvolto i giovani e le comunità locali. Infine, “La coscienza al Vero”, dove le telecamere della Rai fanno visita al Mart di Rovereto, in occasione della mostra: “La coscienza del vero”. La mostra, visitabile al Mart fino al 03 aprile p.v., intende indagare momenti della cultura figurativa ottocentesca, nella stagione compresa tra il Romanticismo e l’Impressionismo, ovvero fra il 1840 e il 1895, anno della prima Biennale di Venezia. La regia è di Flavio Pedrotti. 79
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IL LIBRO DEL MESE
DA GUIDO GOZZANO A TESS GALLAGHER APERTE LE ISCRIZIONI AL 18° CORSO DI POESIA DI VILLA S. IGNAZIO
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iciotto anni fa, ospitato da Villa S. Ignazio sulla collina delle Laste, veniva aperto il primo corso di poesia condotto da Renzo Francescotti, poeta di notorietà nazionale con oltre venti libri di versi pubblicati, quattro dei quali tradotti all’estero. Il corso era gratuito, ma con un numero limitato di venti iscritti. L’iniziativa si è fatta conoscere ed è cresciuta negli anni, è diventata famosa, ponendosi due obbiettivi fondamentali. Primo: in un tempo impoetico come è il nostro, in cui i poeti e la poesia sembrano chiusi all’angolo, allenarsi a leggere la poesia, a riconoscerla, a farla propria. Secondo: provare ad esprimersi in poesia, poiché in ognuno di noi esiste un nucleo di creatività, si tratta di individuarlo e affinarlo. In questi anni è così accaduto che diversi corsisti abbiano imparato a scrivere in versi, abbiano vinto premi in concorsi, abbiano pubblicato la loro prima raccolta di poesie, continuando poi. Il 18° Corso di Poesia inizierà lunedì primo febbraio e procederà, a Villa S. Ignazio, dalle ore 20.30 alle 22, in 16 incontri, per quattro mesi, sino alla fine di maggio e sarà concluso con la pubblicazione di una “plaquette” (in 30 copie numerate a mano) con le poesie a tema unico composte dagli alunni del corso. Anche quest’anno sono 6 i poeti “invitati” (come usano dire i corsisti): due poeti italiani, ovvero Giuseppe Giusti, il più famoso poeta satirico della letteratura italiana e Guido Gozzano, il caposcuola dei Crepuscolari. Seguiranno Langston Hughes, poeta americano di colore e Ernesto Cardenal, poeta del Nicaragua che ha superato i 90 anni. Concluderanno due poeti viventi, Charles Simic, serbo-americano e la statunitense Tess Gallagher. Confermando che il Corso resta rigorosamente gratuito e i partecipanti sono limitati a una ventina, poiché solitamente le richieste sono superiori ai posti disponibili si consiglia di iscriversi tempestivamente. (e-mail:fernanda@beozzo. it). Se si abbisognasse di ulteriori informazioni rivolgersi al conduttore prof. Renzo Francescotti (tel. 0461.232542).
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COME ARTISTA LA SUA FIGURA È ANCORA TUTTA DA VALORIZZARE E PROMUOVERE. PROVA A FARE LUCE SU DON LUCIANO CARNESSALI UNA NUOVA PUBBLICAZIONE, CURATA DA SERENA MORELLI, VINCITRICE DEL CONCORSO PAPALEONI XI
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on Luciano Carnessali è figura assai nota nell’ambiente artistico trentino e nell’ambiente sociale giudicariese. Artista, cacciatore, sacerdote. Sono almeno tre le vite di don Luciano Carnessali, originario di Godenzo (Comano Terme) ma parroco a Seo-Sclemo per 43 anni. Come artista la sua figura è ancora tutta da valorizzare e promuovere, anche se le sue opere sparse in Trentino e all’estero risultano abbastanza conosciute. Per questo come Centro Studi Judicaria di Tione di Trento cogliamo con estremo favore l’occasione di pubblicare nella collana Judicaria Summa Laganensis la tesi di laurea della dottoressa Serena Morelli (Seo di Stenico) discussa nell’anno accademico 2011/2012 al Corso di laurea in Conservazione e gestione dei Beni Culturali dell’Università di Trento, relativa
trentinolibreria Paolo Morando ‘80. L’inizio della barbarie Laterza “Italians do it better”: sono le parole d’ordine lanciate da una maglietta indossata da Madonna, mentre Paolo Rossi diventa il simbolo di un’Italia che vuole lasciarsi per sempre alle spalle stragi e terrorismo. Sono gli Ottanta: gli anni dell’edonismo, dell’arricchimento, quando eravamo un Paese invidiato da mezzo mondo. Gli adolescenti di allora ricordano quegli anni con nostalgia: Nikka Costa, Maradona, Goldrake, gli Europe di The Final Countdown, il tormentone Gioca Jouer, il Cacao Meravigliao di Arbore, Il tempo delle mele, il Ciao della Piaggio, il succo di frutta Billy, il piccoletto del mio amico Arnold, i Puffi, il Tom Cruise di Top Gun... Eppure, a guardar meglio, è il decennio delle mode effimere e classiste, dell’imbarbarimento della politica e della convivenza civile. Di baby pensioni. E debito pubblico al galoppo...
A cura di Manuela Crepaz L’Amore di una vita Publistampa Edizioni
Alberto Mosca Flavon e i Conti Spaur Nitida Immagine Editrice
È uscito il volume L’Amore di una vita, che fa rivivere, attraverso il racconto di Giacomo Faoro, cent’anni di vita valligiana. Giacomo, per tutti el Meto, è un narratore nato. Le sue avvincenti storie del passato recente aprono squarci inediti sullo sviluppo turistico di San Martino di Castrozza e sulla costruzione degli impianti di risalita, che hanno permesso alla perla dolomitica di entrare di diritto tra le capitali alpine per eccellenza. La vita stessa di Meto è Storia: si ripercorrono le quotidiane vicissitudini delle famiglie di montagna, seguendo il protagonista, che a cinque anni rimane orfano della mamma. Frequenterà la scuola fascista a Tonadico e poi quella redenta a San Martino, quando il papà Evaristo si trasferisce lassù dopo la costruzione di “Casa Guide” con Giovanni Marin, Bortolo Zagonel e i loro figli.
Flavon e il Contà tornano protagonisti del dibattito storiografico con una pubblicazione edita da Nitida Immagine Editrice. Ne Flavon e i conti Spaur l’autore ripercorre la storia di Flavon e del Contà sotto molteplici aspetti, legati prima di tutto alla presenza della famiglia Spaur, ma allargati nel contesto sociale, economico e culturale di questo antico e nobile territorio anaune. Il volume, riccamente illustrato, ricostruisce la presenza della famiglia Spaur quale dinastia del Contà, attraverso la genealogia, la presentazione delle figure più illustri del casato, il funzionamento della giurisdizione signorile e i rapporti con i sudditi e le comunità rurali, la presentazione dei luoghi degli Spaur a Flavon (con il castello e il palazzo), Terres, fino a Mezzolombardo, Bressanone, Velturno e Brunico. Il volume ha una presentazione del conte Ulrico Spaur di Flavon e Valer.
all’opera critica sullo scultore don Luciano Carnessali, vincitrice del concorso Papaleoni XI, concluso a Daone il 23 agosto 2014. L’arte di don Luciano Carnessali spazia dalla pittura, la sua prima vocazione esercitata sulle orme di Fortunato Depero e alla parigina Académie de la Grande Chaumière sugli insegnamenti del maestro Edmond Moirignot, alla scultura, in particolare la lavorazione del bronzo, alla scuola del francescano fra Silvio Bottes. Una scultura ispirata ai classici del Novecento italiano come Arturo Martini, attraverso il maestro Augusto Murer, ma sostanzialmente autonoma nell’esplicazione di un messaggio umano e civile prima che religioso. In questo percorso si iscrivono nella parabola tracciata da Serena Morelli tanto l’influenza casariniana nelle opere di carattere sacro quanto l’esperienza maturata nell’ultima sua grande opera, l’Edicola del cacciatore in val d’Ambiez. Nato a Godenzo nel 1928, la scomparsa di don Luciano avviene in tragiche circostanze nei pressi di Pietramurata, di ritorno dalla fonderia di Verona, la sera del 27 marzo 2003. La passione per l’arte era in lui connaturata con la vocazione religiosa, fin dal seminario: dopo l’ordinazione religiosa (1955), aveva svolto per un breve periodo le funzioni di collaboratore a Besenello e a Denno, finché nel 1960 diviene parroco di Seo-Sclemo. Proprio nel Banale Esteriore don Luciano trova il suo ambiente ideale, dove si rifugia volentieri rincorrendo caprioli e camosci, e soprattutto coltiva la sua antica passione per l’arte. Nella schiettezza della gente di montagna egli trova la sua fonte principale di ispirazione, cui per nessun motivo è disposto a rinunciare.
Le sue opere sono diffuse in tutta Italia e anche all’estero, specialmente in Germania, dove era molto conosciuta la sua arte. I suoi monumenti ai Caduti campeggiano a Denno, Strembo, Zambana e Saone, i portali delle chiese a Sirmione, Nomi e Sclemo, nonché Padergnone, Zambana, S.Ambrogio di Valpolicella, Cerro veronese, Cordenons e Tombetta. Le Viae Crucis dal canto loro fanno bella mostra di sé a Milano, Nave di Sacile, Cogolo; i battisteri intarsiati e lavorati ancora a Milano, Merano, Padergnone. E la pala d’altare a S. Giovanni del Tempio di Sacile. All’estero sue opere si trovano attualmente a Densberg, a Coblenza, a Daun, e in vari centri dell’Assia. All’artista, Serena Morelli aveva dedicato una mostra di Ars Venandi e Comune di San Lorenzo in Banale presso la “Casa Osei” durante la stagione 2012: a maggior ragione la tesi di laurea andava premiata con una pubblicazione ricca di documentazione e corredata riccamente dalle immagini delle opere di don Luciano. Graziano Riccadonna presidente Centro Studi Judicaria
Serena Morelli
Don Luciano Carnessali Artista
Curcu & Genovese (Euro 35,00)
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Volti nella Storia
la frase
Per saperne di più:
«Beato chi intende la carità, poiché fa tesoro di molta misericordia per quel giorno in cui il ricco e il povero non saranno distinti che dalle praticate virtù....»
“Mons. Giovanni Battista Zanella..., Ambrosi Francesco, in Scrittori ed artisti trentini, Trento, Zippel, 1883, pp. 203-204. Mons. Giovanni Battista Zanella: parole di commemorazione lette ai 22 dicembre 1923 inaugurandosi solennemente il busto di Lui nell’asilo infantile, Vigilio Zanolini, Trento, Arti Grafiche Tridentum, 1924.
GIOVANNI BATTISTA ZANELLA (1808-1883) ETÀ
d’indipendenza del 1859. Il suo attivismo gli costò l’inclusione tra i “compromessi politici”, e fu segnalato tra i nemici dichiarati dell’Austria. Riuscì a salvarsi.
Detto Don Zoan, nacque il 12 agosto 1808 a Trento, figlio di Domenico Grossi, sarto e proprietario di una piccola campagna a Muralta, e Anna, nella via oggi denominata via Cavour.
CONCILIO
SACERDOTE Appena terminato il ginnasio, entrò in seminario e fu ordinato sacerdote il 25 luglio del 1832. Venne nominato cooperatore della parrocchia di Santa Maria a Trento, nel quartiere della Portela, luogo a cui rimarrà legato per tutta la vita, conquistando il cuore dei suoi parrocchiani.
COLERA Uomo generoso e zelante, mise in pratica il suo spirito di carità durante l’epidemia di colera che colpì gli stati italiani nel 1835, prestando assistenza ai malati e ai moribondi, senza timore di contagio.
L’ASILO In quell’epoca tormentata da guerre e epidemie, molti bambini vivevano in condizioni miserevoli, abbandonati a se stessi. Un giorno in particolare Don Zanella assistette ad una scena molto triste: vide “un bambino derelitto ed affamato, razzolante fra le ossa gittate in un cortile”, come scrisse Luisa Anzoletti, cosa che lo toccò profondamente, spingendolo a decidere di fondare un asilo. Sostenuto dall’appoggio del vescovo e dopo essersi recato a Cremona da don Ferrante Aporti, l’uomo che aveva aperto il primo asilo d’Italia, nel 1842 riuscì a realizzare il suo desiderio: aprire una struttura per ospitare i più bisognosi, in Piazza Vittoria, dove oggi si trova la sede della Banca d’Italia.
IL NUOVO ASILO Il numero di piccoli ospiti dell’asilo cresceva, così come le dosi di “moseta”
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La Scuola Materna G.B. Zanella, oggi
che sorella Antonia, la cuoca, doveva preparare per loro. Così, nel ’43, Don Zanella acquistò una casa più grande, nella piazzetta dietro alla chiesa di Santa Maria Maggiore, dove potè accogliere anche bambini più piccoli.
CAPPELLANO Don Zanella fu anche cappellano nelle carceri, dove andava sovente a celebrare le messe e a confessare i detenuti.
ARCHEOLOGIA Al di là dell’attività sacerdotale, fu un appassionato cultore di oggetti d’antichità, che collezionò e conservò con cura in una raccolta preziosa di reperti etruschi e romani.
In occasione dell’apertura del concilio ecumenico (1845-1863), attivo e indaffarato come sempre si diede da fare per far erigere una colonna commemorativa, fatta costruire in soli 28 giorni dal maestro Oradini. Sulla colonna, che è tuttora visibile in prossimità della chiesa di Santa Maria, venne posta una statua della Madonna e fatta incidere un’epigrafe.
PER LA PORTELA Dopo la morte di monsignor Boninsegna, prese il suo posto di parroco di Santa Maria, nel 1872. Si dedicò anima e corpo alla parrocchia, contribuendo anche ad arricchire la chiesa di opere d’arte, alle quali dedicò la monografia: “S.Maria di Trento”, pubblicata nel 1879.
RICONOSCIMENTI Per celebrare i suoi cinquant’anni di sacerdozio venne nominato protonotario apostolico da Papa Leone XIII, nonché suo prelato domestico.
LA FINE
IRREDENTISTA Patriota e infervorato irredentista, amava l’Italia come la sua Trento, tanto che partecipò anche ai moti del 1848 e contribuì ad animare i combattenti trentini per la difesa della Lombardia durante la guerra
Don Zanella morì il 23 dicembre del 1883. Alla sua morte, l’asilo passò al principe vescovo Carlo Valussi, che spostò la sede in piazza Leonardo da Vinci, dove venne completata tra il 1886 e il 1927.
Hanno detto di lui “Si distinse per infaticabile zelo, per pietà, per evangelica carità nella privata e pubblica vita, e sotto tutte le forme sino a quella del puro eroismo.”
trentinoscoop&news
QUANTI RECITAL IN QUESTI MESI! INSTANCABILE IL CENACOLO VALSUGANA DI POESIA
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l Cenacolo Valsugana di poesia, forte dei suoi 25 aderenti, ha realizzato tutto il programma 2015 con molti recital presso Case di Riposo, Biblioteche, Scuole e piazze di Paese, presso Centri di Cultura cittadini a Rovereto, Trento, Mori. Ha effettuato quattro incontri con diversi altri Gruppi poetici della Regione, ha fatto conoscere le proprie liriche sulle tematiche, individuate per il programma 2015: fiori, montagna, leggende, sentimenti, folklore, amore e poesie del periodo natalizio. Presso la Biblioteca di Levico, il poeta e regista Stefano Borile ha guidato diversi incontri di poesia e scrittura creativa. Alla fine del corso gli iscritti hanno realizzato bei racconti sul proprio vissuto e su temi di fantasia. Per il pubblico levicense il Cenacolo ha proposto una prima ricostruzione storica sul “Profugato in Austria, Boemia , Moravia ed in Italia, con una mostra di foto” ed articoli aperta per 10 giorni presso le sale dell’Hotel Wellness & Sport “Cristallo”. Queste proposte storiche sono state apprezzate dalla Giunta della Comunità che ha sostenuto 10 incontri sul territorio dell’Alta Valsugana. Il testo è tratto dalle ricerche effettuate dal presidente Luciano De Carli, testo con intermezzi specifici e col coinvolgimento dell’intero gruppo di poeti. Presso la Casa di riposo di Via Pive a Pergine, il Cenacolo ha realizzato per gli ospiti il recital “Abeti, renne, slitte nell’attesa di Gesù Bambino”. L’incontro è avvenuto con la partecipazione di molti ospiti e famigliari. Sono state presentate le poesie classiche del periodo natalizie e numerose altre dei poeti del Cenacolo Valsugana. Il chitarrista e pianista Roberto Murari ha eseguito gli intermezzi musicali tradizionali e moderni attinenti alla tematica natalizia. Sergio Balestra, poeta-musicista di Sant’Orsola ha presentato la sua canzone Re magi/Epifania coadiuvato
dalla fisarmonica di Flavio Conci e voce di Diego Orecchio. Certe poesie ed alcuni canti erono conosciuti dagli ospiti che con viva partecipazione cantavano o recitavano assieme ai poeti, con sorpresa e gioia del gruppo d’animazione. Presso la Casa di Riposo di Levico Terme invece è seguito il recital “Santa Luzia l’è vezina e sta arivando el Bambinèl”, per gli ospiti un innovativo spettacolo serale, con le musiche dell’intero Gruppo ”Prosdocimus” violino, chitarre, fisarmonica, banjo/ mandolino. Accanto alle proprie liriche si sono recitate agli ospiti poesie che gli anziani avevano imperato durante il loro periodo scolastico Marino Moretti o Ada Negri, Marco Pola e Lino Lucchi, Pascoli e Carducci, Antonietta Bonelli ed Edda Falzorgher, poeti trentini ed internazionali. Alla fine della serata tutti si sono ritrovati a cantare le canzoni del tempo passato come fossero stata una vera famiglia. Da ultimo il recital pomeridiano presso la piazza di Miola di Pinè -“El paès dei Presepi”con tutto il Prosdocimus all’erta, ma pure con il poeta Sergio Balestra in qualità di autore di “Ballata per l’Epifania” 10 poeti e 5 musicisti per onorare tutti i Santi che portano i doni, ma anche Gesù Bambino che anima l’atmosfera del Santo Natale. Qualche poeta, in chiave ironica, ha aggiunto liriche sulla Befana, sulla Fine e Capodanno, su san Silvestro. Il gruppo dei Poeti e Musicisti aderenti, cresce come crescono le richieste di una presenza attiva, pronta e partecipe delle attività che concorrono a far gustare la cultura popolare, il folklore locale. Per il 2016 il Cenacolo realizzerà un “Recital sulla Shoah“, frutto di una collaborazione Balestra/Borile: tutti i poeti del Gruppo saranno coinvolti per la recita, rivolta al pubblico della città, ai frequentatori della Biblioteca ed alle Scuole. Luciano De Carli
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Le lune di Kako / di Flora Graiff
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l recente crac di Banca Marche, Etruria, CariFe e CariChieti, in cui sono rimasti coinvolti circa 12.500 risparmiatori, ha messo in evidenza la fragilità e l’opacità del sistema creditizio italiano. Come è stato possibile, ci si chiede, che funzionari di banca “della porta accanto” abbiano potuto vendere prodotti finanziari ad altissimo rischio ad anziani pensionati che volevano solo mettere i propri soldi al sicuro non certo arricchirsi con ardite speculazione? C’è una cosa che lascia davvero di stucco: quando c’è un crac, a pagare non sono mai i manager ma solo i risparmiatori. Sarà utile tornare a meditare su quanto dice quel personaggio dell’Opera di tre soldi di Bertolt Brecht: “Cos’è una rapina in banca a confronto della fondazione di una banca?”
FLORA GRAIFF Cartoonist e giornalista pubblicista, vive fra Merano e Trento. Dopo aver studiato restauro a Firenze e xilografia con Remo Wolf, crea Kako, bimbo protagonista di una strip seriale lanciata dalle riviste Linus e Snoopy e poi approdata sul web. Artista eclettica, ha al
suo attivo anche radiodrammi per la Rai, vignette satiriche per quotidiani, tavole per l’Atlante delle Guerre e pastelli per plaquettes di poesie inedite di Alda Merini, Ezra Pound, Salvatore Quasimodo e Marina Cvetaeva. Tra i critici che hanno scritto di lei Enrico Crispolti e Luca Beatrice.