TrentinoMese gennaio 2018

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FOTOGRAFIA: FRANCESCO BARONIO

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RING di Tiziana Tomasini

a mali estremi SE GLI ARMADIETTI POTESSERO PARLARE! DOLCI CONFIDENZE DA SPOGLIATOIO…

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l caldo profumo avvolge già solcando l’ingresso. E diventa prepotentemente significativo nei corridoi illuminati al neon. Nella mia ormai radicata dipendenza al cloro delle piscine ed alla pratica natatoria, scopro di avere delle reiterate abitudini, che vanno dall’uso di quella particolare doccia all’utilizzo dello stesso armadietto. Forse fa parte dello schema mentale umano: sentirsi rassicurati da una serie di azioni che si ripetono a cadenza regolare. E così succede che, arrivata negli spogliatoi, punto dritta a quello in alto – numero

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RING dispari – vicino al passaggio verso l’accesso alle vasche. E, guarda caso, ho via via constatato che lo stesso succede alle altre utenti dell’impianto sportivo. Non esiste limite di età: giovani e meno giovani, ognuna consolida una rassicurante consuetudine. È da anni che ho, in questa regolare frequentazione, delle vicine. Si potrebbero definire semplicemente come “vicine di deposito effetti personali”, eppure sono qualcosa in più. Si tratta di alcune giovani ragazze che si allenano quotidianamente in una squadra locale. Chiamiamola casualità. O abitudine, appunto. E proprio per quello che si definisce un semplice rapporto di buon vicinato – avendo più o meno gli stessi orari – mi capita spesso di armeggiare gomito a gomito con queste nuove generazioni. E di loro ho imparato a conoscere, giorno dopo giorno, stralci e frammenti di gioie e dolori, litigate e abbracci, risate e lacrime. Conosco anche qualche frammento in più delle loro giovani vite… ma non posso farne parola. Loro conoscono me e probabilmente – nel mio medesimo modo e misura – avranno captato un messaggio, una risposta al telefono, un sorriso o un malumore. Faccio una vita dura, densa di problemi. Forse lo avranno capito. E la piscina rappresenta l’ancora di salvezza, l’antistress che salva. Fanno una vita dura, queste giovani atlete; finita la scuola, si recano subito in piscina ed in attesa dell’allenamento, consumano il loro pasto sulle panchine dell’ingresso. Entrano in vasca alle 14.00, per finire alle 16.00. Poi a casa a fare i compiti e a studiare e per chi ha ancora energia in corpo, c’è sempre l’altra sessione di allenamento serale, a partire dalle 18.00. E intanto raccontano della prof che “ce l’ha su con me”, del moroso che non scrive e che è proprio uno ***, del compagno o della compagna di vasca che quella cosa lì non doveva assolutamente raccontarla in giro. E se non ci fosse un gap generazionale piuttosto rilevante, vorrei anch’io inserirmi in quelle tenere confidenze adolescenziali, raccontando che – tutto sommato – le cose non cambiano nella vita, anche a decenni di distanza… Si continua a litigare con qualcuno che non ci capisce, si incontrano mille difficoltà di relazione sul posto di lavoro come in famiglia; si crede nell’eternità dei rapporti e nelle amicizie, per poi venire spesso smentiti. Si continuano ad usare troppo i “SEMPRE” ed i “MAI”, anche se le cose finiscono o si credono irrealizzabili. E quanti *** che non scrivono, non rispondono o pensano di avere nelle mani il destino degli altri si trovano sul proprio cammino? Diciamo un numero relativamente importante. Vorrei dirglielo, ma invece non dico niente. Queste ragazze lo scopriranno da sole. Tra una vasca e l’altra. Tra gli attimi intensi di felicità e le lacerazioni del cuore. Che si assestano e guariscono con il tempo, stemprate dalle acque fresche della piscina.


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RING di Stefano Margheri

caninamente PER IL CANE LA NEVE È IL MASSIMO DEL PIACERE! MA ATTENZIONE A FREDDO, GHIACCIO E PROFONDITÀ

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uando la vediamo scendere copiosa, nel silenzio che soltanto lei sa donare, sarà facile immaginarci insieme al nostro amico, tra corse sfrenate e balzi improvvisi. Ebbene sì, ai cani, o per lo meno a quasi tutti i cani, la neve piace assai, divenendo al contempo eccitante e coinvolgente. Sarà per il suo stesso substrato morbido e fresco, ed anche per il comparire raramente, ma appena i nostri amici vi appoggiano sopra le zampe, la risposta è sempre di gioia e compiacimento. Dovremo, tuttavia, adottare alcune precauzioni volte a prevenire l’insorgenza di possibili effetti “collaterali”. Partendo proprio dalle zampe, o meglio dai polpastrelli, sarà opportuno tutelarli con apposite creme “anti neve”, presenti in commercio presso i negozi dedicati agli animali domestici. Questi prodotti, costituiti da zinco ed altri minerali ben miscelati, permettono di evitare tagli e screpolature, andando a formare una sorta di sottile pellicola tra gli stessi polpastrelli e l’esterno. Basterà spalmare il tutto poco prima di immergerci nella superficie nevosa, eventualmente integrando con altra quantità nel corso della passeggiata quotidiana. Al termine di essa, dovremo controllare ugualmente l’estremità delle zampe, in modo da togliere i possibili ghiaccioli posizionatosi tra gli interstizi digitali. Altri aspetti precauzionali riguarderanno l’attività motoria, nonché l’approccio con la neve mediante naso e bocca. Sotto il primo profilo, complici le fredde temperature, sarà consigliabile attendere la liberazione dal guinzaglio mediante una breve passeggiata di riscaldamento. Infatti, così facendo, permetteremo alla muscolatura del nostro amico di scaldarsi progressivamente, riducendo la possibilità che, galoppando all’improvviso, possa essere sottoposto a strappi e contratture. Un altrettanto breve giro al passo sarà svolto a termine del divertimento, sempre al guinzaglio ed a velocità medio bassa. Tale procedura avrà lo scopo di realizzare una sorta di “defaticamento”, evitando la messa in macchina in una condizione aerobica ancora accentuata. Relativamente al rapporto con la neve, molti saranno i cani affascinati da una sostanza fredda e friabile, con il pericolo di ingestione di quantità tali da produrre disagi all’apparato gastro enterico. Se ciò si verificasse, sarà opportuno distrarre il nostro amico con ripetuti richiami, magari lanciando una pallina o un frisbee in modo da occupare la sua bocca nell’agguantare quanto rincorso e catturato. Dovremo, invece, evitare l’usanza del gioco a 8

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RING “palle di neve”, giacché questo indurrebbe un predatore come il cane a considerare quel “pezzo” rotondo e bianco come un qualcosa da agguantare ed ingerire. In ogni caso, ideale sarà tenere sempre in casa qualche prodotto anti diarroico, qualora l’eccessiva ingestione avesse prodotto un inevitabile mal di pancia. Anche la scelta del tipo di neve sarà determinante; dovremo, infatti, escludere le zone eccessivamente ghiacciate, in modo da contrastare il pericolo di cadute rovinose. Pur avendo egli, rispetto a noi, quattro “ruote motrici”, il ghiaccio puro potrà togliergli il sufficiente equilibrio, recando danno alle zampe stesse. Non sarà il massimo nemmeno la neve di altezza elevata, dovendo il fedele amico deambulare affondando ripetutamente gli arti con un eccesso di fatica. Probabilmente, nell’atto del divertimento, egli si non si accorgerà degli sforzi profusi, con tuttavia il pericolo di formazione di piccole lesioni ai tendini e alle giunture. Ideale sarà, quindi, una neve friabile e soffice, esposta di alcuni centimetri, quasi si trattasse di un tappeto morbido dentro il quale appoggiare gli arti senza sprofondare. Se comunque lo vedessimo in obiettiva difficoltà, potremo alternare la parte dedicata alla libertà di corsa con momenti di camminata al guinzaglio, persino fermandoci un poco per farlo rifiatare. Se non sarà necessario, potremo evitare di proporgli dell’acqua fredda, attendendo il ritorno a casa per farlo dissetare. Per i cani meno inclini alle temperature nevose, poi, potranno essere adottati specifici “cappottini”, impermeabili all’esterno e rivestiti all’interno. Essi saranno soprattutto utili per le razze a “pelo raso”, ovvero per coloro che, per caratteristica morfologica, si trovassero privi del c.d. “sotto pelo”. Queste pettorine che rivestono l’intero tronco, permettono infatti di mantenere una temperatura corporea sufficientemente adeguata e potranno divenire utili, a termine della corsa, persino ai cani più avvezzi al freddo polare. Un ultimo e pericoloso “nemico” sarà, infine, il “sale da strada”, ossia quei granelli che, a termine di ogni nevicata, vengono depositati dagli automezzi per aiutare noi stessi, e le nostre macchine, a non perdere l’equilibrio o sbandare. Ebbene, questi minuscoli “diamanti” giallastri potranno provocare sgradevoli bruciature proprio ai polpastrelli digitali, inducendo il malcapitato a sollevare le zampe in segno di forte fastidio. Evitiamo, quindi, zone potenzialmente “minate”, quali parcheggi nei pressi delle piste da sci, o stradine secondarie. Avvicinandoci direttamente al substrato nevoso, escluderemo ogni pericolo, assistendo con occhi fieri alle sue grandi capacità di “predatore artico”! lamiaellie@gmail.com


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RING di Silvia Tarter

di Pino Loperfido

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LE PASSIONI SONO UN´ARMA CONTRO LA PAURA

CIBO, MA QUANTO CI COSTI? (NON SOLO AL PORTAFOGLIO!)

nostri sono inequivocabilmente anni caratterizzati dalla paura. Paura del terrorismo, paura della crisi economica, paura del diverso, paura delle malattie, paura del futuro. Ci sono leader politici, in Italia e nel mondo, che fanno del loro intero programma un unico mastodontico spot alla paura; una barriera mentale, ostinata, contro chi non è identico a noi, chi non ha la pelle del nostro stesso colore, chi non parla la nostra lingua, chi non crede nel nostro stesso Dio. La politica ha capito che la paura è il guinzaglio ideale per dirigere i cittadini sul solco tracciato dall’ideologia e per questo ne sta gradualmente facendo il suo leit motiv. Così, immersi in questo immenso e sinistro brusìo, ci lasciamo paralizzare per davvero da un timore generalizzato, per tutto e nei confronti di tutti, restando sovente impotenti, inerti, spenti, soli. Che poi è quanto di meglio non chieda il Potere: cittadini presi nella loro individualità, perdippiù tenuti in catene virtuali attraverso lo schermo di un tablet o di uno smartphone. Quando è preso singolarmente – questo è un dato di fatto – l’uomo è più “docile“, più controllabile e influenzabile. Prendendo le mosse dal filosofo Baruch Spinoza, richiamato da un recente saggio di Miguel Benasayag e Gérard Schmit, possiamo dire che uno dei possibili antidoti alla paura sono le passioni. In tutta la sua opera Spinoza non cessa di denunciare tre generi di personaggi: l’uomo dalle passioni tristi; l’uomo che sfrutta queste passioni tristi, che ha bisogno di esse per stabilire il suo potere; infine, l’uomo che si rattrista per la condizione umana. Spinoza prefigurava questa “epoca delle passioni tristi“ perché vedeva nel proprio presente un ripiegamento e un’implosione delle aspettative, morali e sociali. Sotto tanti punti di vista la definizione spinoziana può adattarsi bene ai nostri tempi. Ma perché, allora, non provare a coniugare i due concetti, brandendo queste passioni, invertendone la polarità, scuotendo la rassegnazione con la quale il tempo le ha incrostate, agitandole in aria come armi di offesa, sotto i bastioni del castello nemico: la paura. Il tutto attraverso l’arte, i libri, la musica da sempre veicoli ideali delle passioni, ma pensiamo anche alle passioni civili che da sempre muovono lo spirito umano. C´è una passione per l’arte, una per lo sport, una per le scienze storiche, per la tutela della memoria. Ma c´è anche una passione “amorosa“ che – salvata da possibili derive solipsistiche – può animare la volontà, l’altruismo, la generosità. Una passione per la vita, per le vite degli altri, per gli altri stessi, una passione per la verità. Più in generale, si potrebbe dire, c´è una passione per la bellezza. E la bellezza, secondo il Principe Myskin – l’idiota di Fëdor Dostoevskij – salverà il mondo. Lo salverà da cosa se non dalla paura?

uperate le festività natalizie, dopo i consueti consigli sui manicaretti vari da cucinare, per fare un figurone sulle tavolate imbandite per amici e parenti, ci prepariamo a sorbirci consueti consigli in tv su come smaltire i chili accumulati durante le grandi mangiate. Dietisti, dietologi e più o meno attendibili esperti si prodigheranno per rivelarci, quasi come oracoli, diete miracolose per farci perdere peso e riacquistare la forma. Anche nella nostra regione infatti, nonostante una geografia che invita allo sport, l’aumento di peso della popolazione è diventato un problema sempre più serio, tanto che, notizia del mese scorso, è partito un piano regionale, che coinvolge università, aziende sanitarie ed enti di ricerca, per rimettere in forma i trentini, combattendo l’obesità, e dunque le patologie ad essa legate. I trentini in sovrappeso, risulta dalle indagini, sono infatti più del 50%, mentre quasi il 20%, un quinto, è addirittura obeso. Un problema piuttosto grave questo, che comporta chiaramente anche un ingente numero di ricoveri ospedalieri. Allora, ricapitolando, si spende tanto per mangiare, e poi ancora di più per pagare un dietologo e seguire una dieta e poi per combattere sovrappeso e obesità, quando dall’altra parte, va detto, 795 milioni di persone nel mondo soffrono di malnutrizione. Ma si spende anche, purtroppo, quando il cibo invece non lo mangiamo, e decidiamo di buttarlo via. Un terzo delle terre emerse del nostro pianeta (circa il 34,3%) è infatti occupato da pascoli e terreni agricoli, che servono a produrre il nostro cibo, pari a circa, secondo la FAO, in tutto 5 miliardi di ettari. Per trasformare gli animali allevati e i vegetali coltivati in cibo di cui nutrirci consumiamo poi il 70% dell’acqua dolce del nostro pianeta – peraltro già a disposizione in una percentuale ridotta rispetto alla totale disponibilità di acqua sulla Terra – che corrisponde circa a 5000 litri a testa di acqua consumata per mangiare, al giorno. Senza contare poi, l’ulteriore danno ambientale provocato dal nostro nutrimento, che è causa del 30% delle emissioni umane globali di gas serra. Uno scenario destinato, come sappiamo, a crescere, visto che la crescita della popolazione prevista per la fine del secolo ci porterà a dividere il pianeta, e le sue risorse, tra i 9,7 e gli 11 miliardi di esseri umani. Quanto verrà a costare a quel punto il cibo per poter sfamare tante bocche? Quanto ci costerà produrlo con meno risorse, in un numero limitato di terreni fertili, sempre più impoveriti da siccità e alterazioni climatiche? Di certo non lo si può prevedere... C’è anche chi poi parla di nutrirsi di insetti – cosa che tra l’altro avviene già in più parti del mondo – insetti come cavalette, grilli, locuste... Ve lo immaginate?!

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RING di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi QUANDO IL PRESEPIO ERA CONOSCENZA DEL MONDO

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Denno sono più di 84 i presepi presenti lungo le antiche strade, a Miola di Pinè oltre 100 per la felicità dei bambini, a Rango ogni avvolto offre una visione sul magico mondo natalizio e, nella storica sede secolare di Tesero, sono esposti veri e propri capolavori che coprono l’arco di quasi trecento anni. A Canale di Tenno c’è il presepio vivente, e così anche a Calavino. Si può dire che ormai in Trentino, durante il periodo natalizio, ogni paese e ogni frazione allestisca un presepio. È estremamente positiva questa presenza presepiale capillare perché coinvolge il senso comunitario dei villaggi – sebbene, da buon trentino, qualcuno ancora sbuffa perché la zent la ven dentro casa mia –, è un invito al viaggiare per visitare e a sentirsi una volta tanto non turisti ma ospiti, e mostra strategie e fantasie messe in moto nel costruire queste scenografie che, nonostante tutto, ci fanno ancora sognare. Visitando i luoghi, parlando con la gente, dialogando con i costruttori di presepi, mi sono accorto che a quasi tutti sfugge il vero significato simbolico del presepio stesso, dei suoi personaggi, del perché ci sono gli zampognari, il mugnaio, il pastore che dorme, i tre angeli sopra la grotta, ecc. Oggi i presepi sono veramente spettacolari, vere e proprie opere d’arte, ma talvolta si rivelano essere dei palcoscenici naturalistici estranei allo spirito religioso e sacrale che per secoli ha sostenuto la loro creazione. E allora ho pensato di ripercorrere nuovamente le antiche strade e chiedere ad un gruppo di allievi delle classi prime dell’Istituto di Formazione Professionale “S. Pertini” di Trento, sezione Operatore del legno, di creare loro un presepio, allestendolo poi nella sede di quello che resta dell’edificio della stessa scuola – sezione Servizi alla persona – di Viale Verona. Coinvolgendo l’insegnante di IRC (religione), Roberta Moschini, si è proceduto in questo modo: preparazione nelle classi dell’evento natalizio, intervento del sottoscritto sull’aspetto simbolico dello stesso, visita a Denno per osservare le molteplici possibilità del costruire e, infine, costruzione ed esposizione. Un’esperienza che è durata poche settimane ma che ci ha fatto scoprire una storia millenaria, e il risultato “naif” ha un valore completamente differente perché è stato raggiunto con azioni e scelte consapevoli di ogni ruolo che le figure giocano al suo interno. Riporto di seguito l’introduzione del lavoro svolto: «Un tempo l’odore della neve in arrivo coincideva con la casa che si animava nella preparazione del presepio. Tutta la famiglia era coinvolta nel ripetere l’antico gesto della costruzione, per quanto povera, del presepio: ogni statuetta aveva il

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RING suo significato, il tempo scandiva l’avvicinarsi del momento magico in cui si depositava nella culla il Bambin Gesù. Le prime rappresentazioni del presepio risalgono al IV secolo, quando il bambino lo si vede posato direttamente sulla nuda terra, come per rimarcare antichi riti e arcaiche feste propiziatorie di fine d’anno, quando un profondo senso di angoscia prendeva gli uomini di fronte allo spettacolo terrificante di una natura che, non generando più i suoi frutti, sembrava destinata a spegnersi per sempre. Testimonianze ricordano che già ad Alessandria d’Egitto, proprio la notte del 24 dicembre, si svolgeva una festa rituale in cui, mentre si portava in processione un bambino fasciato raffigurante Horus, figlio divino di Iside, i sacerdoti annunciavano al popolo che la Vergine Iside aveva partorito e che il Sole era tornato a splendere in cielo. Un ricordo di ciò rimane vivo nei ceppi o fuochi di Natale, accesi nelle case in alcuni paesi delle nostre valli per tutta la notte, a simboleggiare il tentativo di incatenare il sole e costringerlo a un ritorno forzato sulla terra. Ed è per questo che il presepe viene fatto di sera o di notte. È nella notte di Natale che si depone il Bambino nella culla, non dimenticando che in origine la festa del Natale coincideva con quella dell’Epifania, come avviene ancor oggi nei paesi cristiano ortodossi, e non con il 25 dicembre, festa del romano Sol Invictus. In Occidente, sotto l’influsso francescano (1223), il Natale assume un carattere più pittoresco con la rappresentazione popolare del presepe. La pietà s’intenerisce e si attarda sull’aspetto umano del mistero, mettendo in luce la festa intima della “Sacra Famiglia”, dell’Uomo-Dio, composizione molto diffusa in occidente e del tutto sconosciuta in oriente dove prevale il Dio-Uomo. È anche vero che accanto alle versioni ufficiali, quelle scarne riportate dai Vangeli e a cui sono legate le iconografie più classiche, esistono molte varianti frutto di tradizioni parallele, raccolte dai Vangeli apocrifi con le loro allusioni misteriose o esoteriche. In mancanza poi di canoni strutturati – ad es. i Vangeli non parlano della grotta – gli artisti hanno arricchito, fino ad oggi, le figure e le composizioni attribuendo loro significati e simboli i più diversificati. In regione è arrivato fino a noi l’esempio di un presepio scarno, essenziale, legato alla tradizione ortodossa, lontano dall’immagine idilliaca di un bambinello. Nella porta medioevale d’Aricarda nel santuario di S. Romedio, metà nascosta nello stipite sinistro, c’è una Natività con la Madonna e il Bambino sdraiati, mentre nella parte più interna, non visibili, ci sono il bue e l’asino. Il BambinoCristo ha un’aureola suddivisa da tre croci, irradiante la Luce trisolare, come si legge nei testi bizantini: dopotutto il Natale non è la festa anche della Luce? Al tralcio di vite che sovrasta viene delegata la funzione di farci capire che queste sacre figure sono all’entrata di una grotta: il Bambino giace sull’orlo dell’abisso, all’entrata tenebrosa delle viscere, là dove è collocato l’Inferno. Il Cristo è nato all’ombra della morte. La Natività inclina i cieli fino agli inferi e noi contempliamo, adagiato nella mangiatoia, l’Agnello di Betlem che ha vinto il serpente e dato la pace al mondo.» Un’esperienza unica di recupero delle radici e di conoscenze di varie esperienze religiose che ha lasciato stupefatto il sottoscritto in primis e poi tutti gli allievi.


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FANTOZZI AI MERCATINI DI NATALE

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nche Fantozzi ha visitato i mercatini di Natale del Trentino. Artefice della malefatta era stato il ragionier Filini, il feroce organizzatore di gite. Il ritrovo era stato fissato per l’orario agghiacciante delle 2 e trenta del mattino, presso il casello dell’autostrada, ma Filini era come al solito mostruosamente in ritardo. Nell’attesa, i fumi delle auto e il gelo della notte avevano reso Fantozzi e famiglia assolutamente irriconoscibili ed erano stati scambiati numerose volte per dei profughi alla ricerca di un passaggio oltre il Brennero. Alle 5 e trenta, partirono con la macchina di Filini. Il programma era implacabile: avrebbero visitato Andalo, Arco, Caldonazzo, Canale di Tenno, Folgaria, Levico, Pergine Valsugana, Predazzo, Rango, Rovereto, Trento; tutto in rigoroso ordine alfabetico nell’arco di una sola giornata di torrido traffico prenatalizio. Disse Filini: «Sarà meraviglioso, Fantocci, vedrà che esperienza alpina!». Fantozzi emise un risolino d’entusiasmo, ma un terribile presentimento gli causava una stretta acida allo stomaco. Alle 7 erano ad Andalo: Fantozzi si guardava in giro sconsolato, le casette del mercatino erano ancora tutte chiuse. «Cosa fa lì, Fantocci! Venghi qui che facciamo colazione!». Entrarono nel bar del paese, dove la famigliola venne squadrata da capo a piedi in maniera inquietante da un gruppo di muratori albanesi, distratti per qualche istante dagli schermi del videopoker. La colazione prevedeva fin da subito un vin brulè: «Ma, Filini, sono le 7 e 17 del mattino...». «Suvvia Fantocci, siamo o non siamo in Trentino per visitare i mercatini di Natale? Alla santé!». Fantozzi si convinse, ridacchiò e sollevando il bicchiere di vin brulè disse: «E questo me lo tracanno io!». Inghiottì spavaldo 50 centilitri di vin brulè rovente in un colpo solo, inconsapevole di stare ingerendo un fiotto di lava da 18mila gradi. Con il tratto digerente leggermente congestionato da quella escursione termica, Fantozzi perse i sensi. Si risvegliò sedici ore dopo nel reparto gravi ustionati dell’ospedale Santa Chiara, dove era stato trasportato in elisoccorso. Gli furono addebitati 10mila euro di conto per il viaggio in elicottero. L’infermiera gli porse un plico da un chilo e settecento di cambiali, con beneficiaria la Provincia autonoma di Trento, che Fantozzi firmò ancora in stato di semincoscienza. La sua famiglia e Filini rientrarono pochi minuti dopo: avevano visitato tutti i mercatini previsti dal programma; la Pina aveva comperato diciassette gatti di Thun, la piccola Ughina gli sembrava completamente ubriaca di brulè, mentre Filini aveva gli occhi bianchi di chi ha visto cose inenarrabili che avrebbe voluto dimenticare.

andato in bottega, ha comprato viti e bulloni, un sacchetto che ondeggiando suona fastidiosamente tra le mani, ricordandogli la solitudine del Natale appena trascorso, degli addobbi, la mancanza del vociare dei nipoti, del rumore delle padelle di sua moglie. Da sopra il bavero del giaccone ha detto qualcosa di retorico al commesso riguardo alla neve, qualcosa sull’imprevidibilità delle stagioni, sfregandosi le mani per riscaldarle. Il ragazzo dietro al bancone ha atteso il pagamento del conto, immobile ed impassibile, osservandolo contare le monete due volte con le mani ruvide e tremanti. “Non lavorerà con questo freddo?” L’anziano, stringendosi al suo sacchetto, ha alzato leggermente le spalle ricurve mentre si allontanava, toccandosi appena il cappello per salutare. Rientrato a casa, ha messo una “stela” nella stufa per non lasciar morire il fuoco, si è versato una tazza di caffè d’orzo, seduto a capotavola. Ha contato le viti e i bulloni due volte, messo le monete avanzate in una ciotola di legno, si è faticosamente tolto gli abiti e infilato la tuta da lavoro, un vecchio “toni” blu, unto e rattoppato. Poi è sceso nella sua cantina, tra i vecchi volti e le stalle disabitate dove al muro poggiano ancora rastrelli, forche, zappe e altri attrezzi impolverati. Ha atteso in piedi, nel silenzio che lo circondava, di abituarsi al freddo, ai quadrati di luce che rifletteva la finestra sporca e addobbata dalle ragnatele, respirando gli odori di olio motore, legna e fertilizzante. Si è diretto al suo banco di lavoro sovrastato dalla rastrelliera carica di cacciaviti, pinze, tronchesi, cesoie, martelli, seghetti ed ha svuotato il prezioso sacchetto tra l’incudine ed la morsa, diviso pazientemente i bulloni dalle viti, sistemati nei cassetti insieme alle decine e decine di altri uguali acquistati nei mesi e negli anni precedenti. Ha pulito e lucidato il fedele trapano, ha carteggiato un pezzo di legno dolce, di abete rosso appartenente ad una vecchia credenza. Dopo un sospiro si è guardato attorno, ha avvertito la stanchezza nelle ossa, ha risalito le scale. Si è lasciato scivolare su una sedia appoggiando i gomiti al tavolo per reggersi la testa. Lo ha risvegliato il campanello, il viso sorridente e rotondo della nipote che vede sempre più di rado da quando si è trasferita. Si è subito ricordato perchè quel pezzo di legno di abete rosso fosse tanto importante, per chi sta sistemando quella vecchia credenza. Ha detto qualcosa di retorico riguardo alla neve, all’imprevedibilità delle stagioni e le ha offerto una tazza di caffè mentre con gesti sicuri ravvivava il fuoco. “Non lavorerai mica con questo freddo, nonno?” Le ha sorriso tra le rughe, senza bisogno di dire nulla, mentre lei, scuotendo la testa, gli stringeva le mani con fare materno. 14

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trentinocommenti trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI

il dialetto in-forma EN SDRAMAZ PER EL SDRAMELÓN…

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all’arabo “matrah”, cuscino, passando per l’italiano materasso è venuto il sostantivo dialettale trentino sdramàz, materasso e una serie di altri termini. In italiano esiste la parola ”stramazzo” che sta per “saccone”,” strapunto” e il verbo “stramazzare”, cadere pesantemente. “E en dialet gh’è ‘sdramazzar’: ah che bel sdramazzar quando che se è strachi!”. “Sì ma, attenta che in dialetto sdramazzàr (o sdramazzèr) sta per materassaio. E non è il caso che ti lasci cadere su di lui.” “Alora enveze de ‘sdramazzarme’ vòl dir che zercherò de sdravacarme…“. “Come una vacca?”. ”Pian co le ofese: mi son na putela onesta!”. ”No ne dubito: volevo solo farti notare che sdravacarse, così come l’italiano stravaccarsi significano appunto sdraiarsi come una vacca. Non sono quindi termini particolarmente eleganti…”. ”Va ben, zercherò de no sdravacarme…” “Altrimenti potrebbero dirti che sei una sdramelóna!”. “Na sdramelóna? El me diga, professor, elo che l’è cossita lezù: da endó vègnela ‘sta parola?” “A mio avviso viene dal verbo dialettale sdramàr, che vuol dire diramare, sfrondare. Uno sdramelón, figurativamente, è uno a cui sono stati tolti i rami disordinatamente, o che, se deve diramare una pianta, lo fa rozzamente”. “Na volta ho sentì anca darghe del ‘sdramanà’ a uno…” “Direi che è una variante di sdramelón...”. “Ensoma i sdramelóni e le sdramelóne, o i sdramànadi i gaverìa bisògn de na bona sdregiada per sistemarse...”. “Il fatto è che le sdrége, ovvero le striglie, sono ormai quasi introvabili. Si vedevano ancora pochi anni fa, di solito appese un chiodo all’interno delle porte delle stalle di paese. Sono degli attrezzi che servono per grattar via le incrostazioni di sterco, inevitabili sul pelo degli animali che si stravaccano sul pavimento delle stalle sporco di letame. Ma le piccole stalle di paese sono sparite assieme alla strigile… Che però sono rimaste in uso nei grandi allevamenti dei bovini e soprattutto degli equini, nelle scuderie e nei maneggi, in cui strigliare i cavalli e spazzolarli sino a farne rilucere il pelo è un punto d’onore per i padroni dell’animale”.

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“Ho conossù en nigeriano rivà en Italia coi barconi. A veder come chì i trata i cavài e i migranti ghè vegnù n’idea. El s’è procurà na pèl de caval, el se l’è cosìda adòss e el s’è missià en tra i cavài. Cossita i g’ha fat la docia (l’era mesi che no ‘l se podeva lavar e el spuzzava come en béch), i l’ha sdregià e spazzolà, i g’h fat el siampo e ala fini i g’ha sbianzà perfin el deodorante…” “Bufale!”. ”No bufale: pitost, cavale!”. “Bufale, balle ho detto! Ma perché spacci queste storie inventate che poi nessuno più ti crede quelle vere?” “Ma élo, professor, a quele che i inventa ala television o sui giornàli, ghe crédelo?” “Ti puoi immaginare…” “E alor perché no ’l me crede a mi, che enmagino bele storie… No èla na bela storia questa del negro che el se traveste da caval perché ‘l vòl che anca a elo i ghe daga na sdregiada, na spazzolada, i ghe faga el siampo e i ghe meta anca el deodorante? Ensoma perché no ‘l poda esser tratà men d’en caval? El sarà na bufala come che el dis élo, professor, ma, a pensarghe, l’è na storia pu vera de quele vere…” renzofrancescotti@libero.it


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SOMMARIO GENNAIO 2018

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In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher, Gennj Springhetti

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Hanno collaborato a questo numero: Paolo Chiesa, Lara Deflorian, Fabio De Santi, Fiorenzo Degasperi, Denise Fasanelli, Renzo Francescotti, Stefano Margheri, Francesca Mazzalai, Maurizio Panizza, Fabio Peterlongo, Silvia Tarter, Tiziana Tomasini, Daniele Valersi, Giada Vicenzi

Attualità

Progetto grafico: Fabio Monauni Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170 Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. TRENTO Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 studiotn@trentinomese.it Direzione pubblicità: Rosario Genovese BOLZANO Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 bazarbz@bazar.it Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Litotipografia Alcione Lavis (TN) Registrazione Tribunale di Trento n. 536 4 aprile 1987

4 COMMENTI 14 IL DIALETTO INFORMA

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CLAUDIA ANDREATTI

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UN BAGAGLIO LEGGERO PER IL 2018? LIVIO PRANZELORES FABIO MARCHESONI ANGELA DEMATTÈ ALBERT CEOLAN E LA “PRIMAVERA” SILVIA VERNACCINI D.H. LAWRENCE SUL GARDA SPECIALE SPOSI

Panorama

59 JOHN PONTA 60 SPORT, CHE PASSIONE! 62 IL CASELLANTE 64 CONCERTI DELLA DOMENICA 66 FILARMONICA DI TRENTO 66 COMA_COSE 68 JACK LA FURIA 68 “ETTORE MAJORANA” 70 CLASSICI, NON CLASSICI 72 QUINTETTO BARTHOLDY

Giorno per giorno

72 MOSTRE 76 APPUNTAMENTI DEL MESE

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I MATRIMONI DEL MESE LO SCRIGNO MOCHENO AVICOLTURA IN FIERA LA CENA DI GIUSEPPINA LICEALI ALLE OLIMPIADI DI DEBATE BENEMERENZE CONI 2017 IL LIBRO DI MONS. BRESSAN PALINSESTO RAI

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94 LIBRI E LIBRERIE 97 LO SAPEVATE CHE... 98 #TRENTINOMESE CONTEST

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trentinoincontri di Tiziana Tomasini

UN CAFFÈ A CASA DI...

CLAUDIA ANDREATTI: PRIMA LA PERSONA POI IL “PERSONAGGIO” LA NOSTRA MISS ITALIA 2006 RACCONTA CON ENTUSIASMO L’EVOLUZIONE DELLA SUA CARRIERA NEL MONDO DELLO SPETTACOLO, TRA NOSTALGIA DEL TRENTINO E LE NUOVE ESPERIENZE LAVORATIVE. E SAREBBE PRONTA PER…

Ciao Claudia, innanzitutto ripresentiamoci. Qual è o quali sono le definizioni che ti rispecchiano di più? Ex Miss Italia, presentatrice, annunciatrice, modella… Come ti piace essere definita? Ciao!!! A dire il vero, vanno bene tutte queste definizioni; per un tempo determinato sono stata ognuna di queste figure e sicuramente in me vive ancora oggi qualcosa di questi ruoli. Non rinnego il mio passato, personale e professionale, anzi ne vado molto fiera, sono orgogliosa di ogni tappa del mio percorso. Essere però riconosciuta come Claudia è il massimo che potrei chiedere. Perché Claudia lo sarò per sempre, qualunque professione io faccia; nel mio privato ovviamente ma anche sul lavoro arriva prima la persona e poi il personaggio. Penso sia questa la vera chiave del successo nella vita. Facciamo un salto indietro nel tempo, anno 2006, Incoronazione a Miss Italia. Cosa ricordi di quel momento? Raccontaci un po’ di emozioni. 20

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FOTOGRAFIA: FRANCESCO BARONIO

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a le idee chiare, Claudia. Si capisce subito. Del resto, ne ha percorsa di strada dal quel 2006 che le ha offerto molte opportunità. Alcune colte con soddisfazione, altre forse sfuggite, altre ancora non considerate motivo di crescita, per cui rifiutate. L’esperienza insegna anche questo. L’importante è affrontare la vita con determinazione. Qualità che – oltre alla bellezza e alla simpatia – certo non manca a Claudia Andreatti. Oggi come allora.


trentinoincontri

Claudia con i suoi genitori

Il giorno della vittoria a Miss Italia

Riguardo al 2006 e alle emozioni al momento della vittoria di Miss Italia potrei sparare la solita e vaga vagonata di banalità: lacrime, tremarella, felicità mista a incredulità; ma la verità è che non capivo niente di ciò che mi stava accadendo e tutt’ora ho difficoltà a descrivere con precisione quel momento che ha certamente segnato la mia vita. Forse ho cominciato a metabolizzarlo solo quest’anno nel vedere un’altra trentina proclamata Miss Italia. Quali sono state le prime opportunità nel mondo dello spettacolo dopo quella vittoria? Le opportunità erano quotidiane. Ogni giorno una scoperta, un incontro, un viaggio, una sorpresa! Una bambina di

A “Mezzogiorno in famiglia”

provincia che tutt’a un tratto si ritrova principessa: il sogno di ogni ragazza! Ne ero però poco consapevole, quindi vivevo tutto con assoluta spontaneità e per questo probabilmente qualche occasione lavorativa me la sono “giocata” meno bene di quanto avrei potuto fare fossi stata un po’ più grande e matura… ma nessun rimpianto, è andata come doveva andare! Cosa hai accettato? A cosa hai detto di no? Ho sempre accettato tutte le possibilità di crescita che in questi 10 anni di ininterrotto lavoro la mia azienda mi ha offerto, senza mai snobbarne nemmeno mezza. Per me la Rai non è la televisio-

ne come la intendono i telespettatori, per me la Rai è il mio posto di lavoro e in esso ho sempre investito tutta la mia professionalità e dedizione proprio come fa un avvocato in tribunale o uno chef nella sua cucina o come un giornalaio nella sua edicola. Ho detto NO e dirò sempre NO alle perdite di tempo - che per mia fortuna inquadro abbastanza velocemente - che non danno nessun valore aggiunto al mio percorso. Ultimamente si sta molto parlando di pressioni maschili sul femminile nel mondo delle celebrità… Cosa ne pensi? È successo anche a te di ricevere proposte particolari? Grazie al cielo non sono mai stata prota-

L’articolo uscito su “Oggi” con Claudia davanti al Castello di Pergine 21

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trentinoincontri

DOMANDE FISSE Il libro che sta leggendo? Fatico a concentrarmi quando sono in viaggio e preferisco dedicare il mio tempo ai copioni e approfondendo qualche argomento per il lavoro; quando arrivo a casa o in albergo crollo letteralmente sul letto! Il piatto preferito? Sono sempre stata una buona forchetta quindi tanti ma nessuno in particolare. Ce ne sono pero’ alcuni che piu’ di altri li associo alla mia infanzia come il ‘tortel di patate’ bello croccante oppure gli spatzle ai quattro formaggi, che a casa mia vengono chiamati ‘pasta dei poveri’ per gli ingredienti semplici che li compongono. Il film del cuore? Quelli di Giuseppe Tornatore mi colpiscono sempre positivamente e mi rimangono impressi; fotografia magica e colonne sonore coinvolgenti. E poi ci sono tutti i grandi classici walt Disney, che non sono proprio film ma mi hanno tenuto compagnia più e più volte da bambina. Cantante, compositore o gruppo preferito? Ogni periodo della mia vita ha un suo cantante e quindi una canzone che mi rimane in testa. Attualmente nella mia playlist vanno per la maggiore Cesare Cremonini e Coez. Per La sezione relax invece non rinuncio mai alle note di Einaudi. Se non avesse fatto quello che ha fatto, cosa avrebbe voluto fare? Avrei sicuramente studiato come si deve, mi sarei laureata, non averlo fatto è un mio grande dispiacere. Mi va bene la mia vita ma non mi sarebbe nemmeno dispiaciuto un percorso ‘normale’ come tante mie coetanee fanno. La cosa che le fa più paura? Che accada qualcosa i miei genitori. Non riesco ad immaginare una vita senza di loro. Il suo sogno ricorrente? Raramente ricordo i sogni che faccio. Da bambina pero’ spesso sognavo di lanciarmi nel vuoto; appena mi buttavo ero terrorizzata perché pensavo di cadere e farmi male invece poi mi spuntavano le ali ed ero sopraffatta dalla sensazione di libertà e pace infinita.

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gonista di uno di questi pietosi approcci da parte di “signori” gravitanti nel mondo dello spettacolo, ma esistono, basta dire che sono invenzioni fantasiose! Troppe volte amiche e amici mi hanno riportato episodi simili, apprezzamenti più o meno velati per capire se ci potessero stare oppure no. E allora sono felice di questa mobilitazione generale, dolorosa ma doverosa! Augurandomi pulisca, faccia giustizia e riporti in auge un po’ di sana meritocrazia. Attualmente a cosa stai lavorando? Sono entrata nel mio secondo anno di “Mezzogiorno in Famiglia”, un fortunato programma di Rai Due, in onda ogni sabato e domenica. Lavorare con un maestro della TV come Michele Guardì per me è un onore stratosferico. Ogni weekend è sinonimo di crescita. Da quest’anno nel cast si è aggiunta un’altra trentina, Adriana Volpe ed è tutto ancora più familiare.

Trento e dintorni. Quando torni cosa ti manca, cosa trovi di immutato e cosa trovi di diverso nella dimensione provinciale trentina? Direi che quando non torno, mi manca qualcosa :-) Ammiro la dedizione, la precisione, la serietà, il rigore, la buona volontà dei miei corregionali, qualità che girando sempre più difficilmente si trovano. Riguardo la qualità della vita, la dimensione provinciale è indubbio sia sempre una sicurezza in più nella salvaguardia dei valori e nel mantenimento dei ritmi “umani”. Nelle grandi città va tutto iper veloce, sei uno, sei nessuno e sei centomila; la provincia invece protegge e permette forse di raggiungere con più facilità un equilibrio. Sei soddisfatta della tua carriera? Cosa vorresti ancora realizzare? Sono molto soddisfatta della mia gavetta, ogni piccolo passo in avanti è stato una conquista personale oltre che


trentinoincontri FOTOGRAFIA: FRANCESCO BARONIO

CHI È

O

professionale. Mai nessuno mi ha fatto sconti o mi ha favorita in alcun modo e ciò non può che inorgoglirmi. Nel mio essere impulsiva ho sempre ragionato a lungo raggio: seminare per raccogliere bene e a lungo, verso il futuro. Mi sentirei pronta quindi per un grande raccolto che per me vorrebbe dire una vera e autonoma conduzione in studio. Sei in forma fisica strepitosa, ne hanno parlato sui giornali e sulla grande rete. Cosa fai per mantenerti in forma? Faccio tante rinunce. È assurdo negare che il mio lavoro non sia composto anche dall’esteriorità, quindi devo per forza di cose curare il mio aspetto. Sto molto attenta a tavola, prediligo alimenti poco lavorati, poveri di zuccheri e ricchi di proteine e grassi buoni. Come attività fisica pratico la corsa, o meglio la rincor-

sa al treno con annesso sollevamento valigie, perché in quei momenti guarda caso i gentiluomini non ci sono mai… Quest’anno un’altra Miss Italia trentina… hai conosciuto Alice? Ho conosciuto Alice, ci messaggiamo saltuariamente. Ci chiamano “zia e nipote”. Una brava ragazza, sveglia e determinata. Le auguro che queste caratteristiche la agevolino in qualunque mestiere lei decida di fare “da grande”. Perché questo è solo l’inizio! Cosa ne pensi del successo “made in Trentino”? Cosa abbiamo di speciale? Siamo teste dure. Quando crediamo in qualcosa non molliamo; perseveriamo ma sempre muovendoci onestamente nel rispetto di chi ci circonda. E questo vale per tutti i trentini e altoatesini. Siamo bella e brava gente!

riginaria di Pergine Valsugana, approda al mondo dello spettacolo tramite il concorso di Miss Italia che nel 2006 la incorona la più bella. La sua vittoria ha colpito parecchi poiché è stata la prima Miss Italia degli ultimi anni a conquistare il titolo portando i capelli molto corti. Questo titolo le regala l’opportunità di scoprire l’universo della TV affermando il suo interesse per lo spettacolo. Prima di essere eletta Miss Italia è partita per un programma scolastico organizzato dalla WEP negli Stati Uniti dove ha studiato presso un college di El Paso in Texas. Carriera televisiva Un anno dopo la sua vittoria, è stata scelta in sostituzione di Barbara Matera come signorina buonasera di Raiuno. Da gennaio a maggio 2010 conduce Sette Note, appuntamento della domenica notte di Rai Uno interamente dedicato alla musica, ideato da Gigi Marzullo. Nell’estate 2010 riveste il ruolo di inviata in Unomattina estate condotto da Pierluigi Diaco e Georgia Luzi, trasmesso da Rai Uno. Il 31 dicembre 2011 da piazza del Plebiscito di Napoli presenta, con Fabrizio Gatta, Capodanno italiano, programma trasmesso in diretta su Rai uno in seconda serata. Dal 7 gennaio 2012 partecipa come concorrente a Ballando con le stelle su Rai 1, in coppia con Samuel Peron, essendo poi eliminati alla 4ª puntata. [8] Dal 15 luglio 2012 su Rai 1 conduce, insieme a Enrica Maria Saraniti e Natalia Borges, il programma itinerante L’Italia che non sai, diario di viaggio nei luoghi meno conosciuti dell’Italia. Il 14 agosto 2012 per Rai 1, dall’Accademia Nazionale di danza in Roma, presenta in seconda serata Premio Roma Danza 2012. Dal 5 ottobre 2012 presenta la rubrica sportiva Sport Up in onda tutti i venerdì alle 15 su Rai Sport 1. Il 15 dicembre 2014 presenta assieme a Enzo Decaro la diciannovesima edizione del Premio Louis Braille. Nella stagione televisiva 2016-2017 è inviata della trasmissione Mezzogiorno in famiglia, in onda ogni sabato e domenica mattina su Rai 2.

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trentinoattualità

L’ANNO CHE VERRÀ

di TrentinoMese

UN BAGAGLIO LEGGERO PER IL NUOVO ANNO? COME SARÀ IL 2018? UN ANNO PIÙ FACILE O PIÙ DIFFICILE DEL PRECEDENTE? ABBIAMO CHIESTO AD ALCUNI COLLABORATORI DI QUESTA RIVISTA DI ESPRIMERSI SUL TEMA. DAI LORO INTERVENTI È RISULTATO UN DESIDERIO DIFFUSO DI UN MAGGIOR DIALOGO, DI OTTIMISMO E DI LENTEZZA. MA ANCHE DI ATTIVISMO E DI UNA SANA PRESA DI POSIZIONE PER COMINCIARE A CAMBIARE LE COSE. E INFINE LA SPERANZA CHE I TROPPO SPESSO VITUPERATI GIOVANI SIANO LA NOSTRA CHIAVE PER IL FUTURO

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trentinoattualità

L’OTTIMISMO CI DEVE BASTARE PER TUTTO L’ANNO, CERCHIAMO DI AMMINISTRARLO di Denise Fasanelli

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opravvissuti alle feste, ora ci aspetta la grande tradizione dei buoni propositi per i prossimi 365 “nuovi” giorni. Ricordiamo però che l’ottimismo ci deve bastare per tutto l’anno, cerchiamo quindi di amministrarlo con parsimonia. Il 2018 sarà un anno pieno di cose nuove e, perchè no, di ritorni al passato, di buone e cattive notizie, come ogni anno che si rispetti. Sarà il futuro, quello tanto atteso, quello che diventerà per troppi, troppo in fretta, un ricordo. Siamo allenati all’incertezza, alla precarietà, alla mancanza di pianificazione, di fantasia ed invece avremmo bisogno di poter immaginare di più questo futuro con piedi ben piantati nell’oggi, di affrontare nuove sfide e superare vecchie visioni o pregiudizi. Sarebbe bello riscoprire rinverdite le nostre città, pulite e confortevoli, gli spazi educativi organizzati e sicuri, i servizi sociali efficienti ed accessibili, l’economia rinvigorita, nuove opportunità per l’innovazione e la creatività, senza dimenticarsi di chi fatica, di chi ha bisogno di supporto o incentivi. Sarebbe bello ritrovarsi a vivere una realtà che sia maggiormente a misura d’uomo, donna o bambino. Cosa cambierà nel nostro territorio, nella nostra comunità, nel nostro quotidiano? L’augurio, al di là delle tante idee avveniristiche, dell’inter-con-

nettività, della fantascienza, dei tanti progetti di rilancio, delle azioni di promozione, è quello di ritrovare la serietà, la capacità di fare ed essere collettività, di mantenere gli impegni, di condividere, di assumersi responsabilità, sia come amministratori della cosa pubblica sia come semplici cittadini. E, perché no, anche nel privato, come persone, perché tutto parte da noi in fondo. L’augurio è quello di riuscirci, pur tra mille difficoltà e dopo infiniti errori da compiere. Errori nuovi, stupefacenti che ci portino ad un effettivo cambiamento. Perché i buoni propositi e gli auguri sono importanti ma essenziale è fare cose nuove, provare cose nuove, sbagliare, imparare e rifare.

NON PIÙ SOLO MONOLOGHI MA DIALOGHI di Paolo Chiesa

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cco alcune piccole cose (e una cosa grande) che succederanno nel mio 2018 ideale. Iniziamo dalle prime? La scrittura verrà considerata una passione come un’altra della quale si potrà parlare e non sarà inspiegabilmente un argomento da evitare. Gli automobilisti, dopo aver saltato una precedenza, faranno un cenno di scusa e nei pressi di un incrocio incasinato rallenteranno per agevolare l’uscita di qualche collega a quattro ruote. Nelle conversazioni non ci saranno più solo monologhi ma dialoghi dove tutti riescono a parlare. I bambini non tireranno più sassi alle anatre del lago (o perlomeno i genitori gli spiegheranno che non si deve). Verranno rila-

sciati e richiesti più scontrini fiscali. Chi non mangia carne non passerà più intere cene a giustificarsi con camerieri e commensali. Alle partite di calcio giovanili i genitori non sbraiteranno tutto il tempo contro l’arbitro o gli avversari dei figli. A proposito: nel 2018 il calcio di rigore verrà accettato sia quando sarà a favore (come succede anche ora) sia quando sarà a sfavore (come adesso non accade mai). Nei film italiani gli attori con un marcato accento dialettale e quelli che si mangiano le parole verranno doppiati. Nelle code e nelle sale d’attesa le persone, oltre a lamentarsi, ne approfitteranno per scambiare due parole o per leggere qualche pagina di un libro. I ragazzi sceglieranno le scuole superiori e le facoltà universitarie non solo in base alla minore distanza da casa. Le persone godranno delle gioie e dei successi degli altri. Gli amici, quelli veri, non avranno paura a dirsi che si vogliono bene. I Social Network verranno usati per rimanere in contatto con qualcuno, per informarsi o per farsi una risata e non per sparare cose che di persona non si riuscirebbero a dire mai. E per finire la cosa un po’ più importante: nel 2018 i politici, gli amministratori e gli imprenditori (ma anche i cittadini comuni) faranno di tutto per tutelare l’ambiente dove vivono e la salute delle persone.

UN ANNO DEDICATO AI RAGAZZI di Silvia Tarter

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he cosa augurarsi per questo nuovo anno, appena iniziato? Certo la lista sarebbe davvero molto lunga... dall’appianamento delle tensioni nucleari internazionali ad una seria presa di posizione rispetto agli impegni fissati alle varie riunioni mondiali, per fronteggiare l’innalzamento delle temperature del

nostro bel pianeta, per fare solo qualche esempio. Vorrei però augurare a ciascuno di voi qualcosa di più semplice, immediato, che è alla portata di tutti, ma che può davvero fare e farci tanto bene. Voglio augurare a tutti di dialogare di più, tra generazioni diverse, con i ragazzi giovani. Come possiamo davvero conoscerci, infatti, se non dialoghiamo? Se non ci ascoltiamo, ma ascoltando davvero, seriamente, i pensieri, le idee, i problemi, che ciascuna generazione porta con sè? Ho la fortuna di lavorare da qualche tempo nelle scuole, a tu per tu con i ragazzi che si apprestano a mettere piede nella

maggiore età (che peraltro non è mai automaticamente simbolo di maturità). Posso quindi conoscere un po’ più da vicino le loro speranze, i loro sogni, soprattutto le loro paure. Molti di loro sono davvero in gamba, brillanti, svegli, più di quanto non fossi io alla loro età. Sanno già che li aspetta un futuro difficile, ne sono consapevoli, e questo li spaventa ma li aiuta anche a porsi degli interrogativi, a cercare delle alternative, o magari a crearle da soli. Maneggiano continuamente la tecnologia ma molti ne sono già stanchi, più dei loro genitori, e sono invece, piuttosto, affamati di relazioni, di esperienze, di autenticità. E soprattutto chiedono, quasi gridandolo dietro ai loro silenziosi sguardi che talvolta sfuggono ritrosi e altre che ti fissano con aria di sfida, che qualcuno li ascolti, che si prenda del tempo per loro, per starli a sentire in silenzio, mettendo da parte ritornelli di 25

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trentinoattualità parole, piene di informazioni, giudizi o lezioncine. Parlando e ascoltando questi ragazzi, potremmo scoprire davvero molte cose inaspettate sui piccoli adulti di domani, magari sfatando qualche facile preconcetto; cose che ci aiuteranno poi, oltretutto, a conoscere meglio anche noi stessi.

PROPRIETARI CONSAPEVOLI E CANI SODDISFATTI! di Stefano Margheri

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l lavoro che svolgo, quello di educatore ed istruttore cinofilo, mi induce spesso a riflessioni circa gli obiettivi più “elevati” da perseguire, andando oltre l’insegnamento di specifici comportamenti, ovvero l’introduzione di tecniche di “rieducazione”. Inevitabilmente, questo andare al di là del problema specifico conduce a ragionamenti di insieme, volti ad immaginare come sarebbe il mondo, canino e umano, se alcuni aspetti cambiassero radicalmente. Ebbene, due sono gli elementi ai quali spesso mi dedico in silenzio: la consapevolezza dei proprietari ed il giusto grado di appagamento del fedele amico. Riguardo ai proprietari, infatti, non è raro assistere a scelte azzardate circa il cane acquistato o adottato, tanto in riferimento alla tipologia, quanto in relazione alle esigenze espresse dal cane stesso. In altre parole, si assiste di frequente a decisioni c.d. “di pancia”, magari condizionate da trovate pubblicitarie o da superficiali scritti sul web. Ecco che, come di incanto, ci si trova dinanzi al cosiddetto “cane 26

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problema”, essendo stato quel singolo soggetto inserito in un contesto famigliare e sociale poco compatibile. La scelta del cane giusto, quindi, come speranza per il futuro, facendo un’effettiva valutazione tra le caratteristiche morfo – funzionali di quest’ultimo e l’ambiente, famigliare e sociale, dove verrà inserito. Tale obiettivo pone le basi sull’importanza dell’informazione preventiva, essendo basilare che, prima dell’arrivo in casa, ogni futuro proprietario possa divenire destinatario degli effettivi pro e contro che potranno spettargli. In correlazione a ciò, il dibattuto tema dell’appagamento psico – fisico del cane, ben sapendo che non tutti gli individui di questa specie esigeranno condizioni di coinvolgimento e di attività identiche. Nell’immaginario dell’anno che verrà, quindi, un pensiero è rivolto alla speranza a che ogni singolo cane, in base alle proprie caratteristiche di ceppo e di razza, possa compiere nel quotidiano tutte quelle azioni, sensoriali, cognitive e motorie, atte a garantirgli un effettivo e completo soddisfacimento dei bisogni di cui è portatore. Solo così potremo sperare in un meraviglioso 2018 a… sei zampe!

L’INCERTEZZA DEI NUMERI DISPARI

di Maurizio Panizza

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ieccoci. Un altro anno si è aggiunto alla nostra età, a quella del calendario gregoriano, all’età degli animali e degli alberi, persino a quella dei sassi, i quali – diversamente dagli umani – nulla hanno mai avuto da obbiettare nell’avere uno o mille anni in più. Tuttavia, lasciando perdere i sassi, da quando gli uomini hanno imparato a contare il tempo (e a raccontarlo), un velo di mistero c’è sempre stato sul passaggio dall’an-

no vecchio a quello nuovo. Per non dire del cambio di millennio! Eppure di fronte a tali circostanze sappiamo che la natura non si scompone: che sia il 31 dicembre o il primo di gennaio, piante e animali continuano i propri ritmi del tutto indisturbati, e Terra e stelle proseguono il loro corso senza il minimo turbamento. La “convenzione” del tempo è tutta nostra, di un’umanità che oltre a saper contare e pensare, sa fare anche un sacco di altre cose, dalle più straordinarie a quelle più aberranti. Comunque sia, devo dire che personalmente ogni dicembre metto in pratica un metodo originale, quanto improbabile, da cui ricavare le previsioni per il futuro. Funziona così: se la somma dei numeri che compongono l’anno in arrivo dà un numero “pari”, la sorte sarà propizia, o addirittura generosa se tale risultato è divisibile più volte. Se, invece, l’esito è un numero dispari, nulla di buono si profilerà all’orizzonte, peggio ancora se la somma risulterà indivisibile. Per cui, ora, vedete voi cosa pensare dal momento che secondo questo calcolo applicato al 2018, il risultato è esattamente 11. Metodi a parte, tutti sappiamo come ogni “prossimo anno” sia una specie di Giano bifronte che da una parte rappresenta la speranza del cuore e dall’altra le previsioni della ragione. Se dunque è così, mi si chiede come vedo il 2018. Con una buona dose di sicurezza, prevedo che sarà un anno più difficile del precedente, del resto non serve essere degli ora-

coli per capirlo. Attenzione, però: difficile non tanto per via di eventuali catastrofi naturali (sempre imprevedibili), quanto piuttosto per via delle “catastrofi” causate dagli uomini. A livello mondiale, ad esempio, abbiamo la questione sempre aperta del riscaldamento globale. Subito dopo, quella di un Presidente Trump, imprevedibile e squilibrato quasi quanto quel Kim Jong. Un che dall’altra parte della Terra minaccia la pace mondiale. Per non dire, poi, della Cina che annuncia un riarmo senza precedenti, o della Germania in forte instabilità politica. Sull’Italia, allo stesso modo pesano grandi incertezze politiche ed economiche, peraltro non nuove al Paese. E in Trentino? Se per fortuna il patto sociale tiene ancora, non poche nubi si profilano all’orizzonte dell’Autonomia. Infatti, l’attacco sferrato da più parti non pare tenere in nessun conto le specificità della nostra terra e soprattutto non considera assolutamente la qualità con cui qui si utilizza lo strumento dell’Autonomia. Fin qui i miei ragionamenti che, ovviamente, contemplano anche gli auspici. Per cui l’augurio, per quanto riguarda il nostro Trentino, è quello di sapere rafforzare il senso di responsabilità e di appartenenza, smettere di stare a guardare e solo criticare. Ma anche finirla di scrivere minchiate su Facebook e finalmente tutti, nel proprio ambito sociale, rimboccarsi le maniche e fare qualcosa di buono. Non lasciamo a pochi, Papa compreso, pazienza e saggezza. Se sarà così, benvenuto 2018!

SE CORRIAMO TROPPO LA FELICITÀ NON CI POTRÀ RAGGIUNGERE di Francesca Mazzalai

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ono passati tanti, tantissimi anni da quando fra


trentinoattualità l’aristocrazia e gli intellettuali d’europa era in voga il famoso “Grand Tour”. Parliamo di quel viaggio di formazione che portava chi voleva arricchire la propria istruzione (e poteva permetterselo) a spostarsi nelle più interessanti località europee alla scoperta della storia antica. Con la sua abbondanza di opere d’arte e preziosi reperti archeologici, l’Italia era senz’altro la meta più ambita. E così, dall’Inghilterra, dalla Germania, dalla Francia i giovani rampolli della nobiltà europea si mettevano in carrozza diretti a sud. Roma, Firenze, Napoli, la Sicilia, ma

anche Bologna, Ravenna, Pisa, Milano e Venezia. Per i più fortunati il Tour durava diversi mesi, in alcuni casi un paio d’anni. Per scegliere gli itinerari e i luoghi di sosta ci si affidava alle guide del tempo, alle “dritte” di chi li aveva preceduti, ma anche al caso, alla fortuna. Ed è proprio così che questi viaggiatori hanno scoperto il Trentino. Semplicemente attraversandolo, mentre si dirigevano verso sud. Le pagine dei loro diari sono ricche di descrizioni sul nostro territorio, sui colori della natura, sull’atmosfera che li ha accolti. Si percepisce nelle loro pagine tutto lo stupore e la gioia dell’imbattersi in ciò che non ci si aspettava. Certo, ora il tempo a nostra disposizione è poco. La destinazione la decidiamo a tavolino, sappiamo da dove partire e soprattutto dove vogliamo arrivare. Scegliamo i collegamenti più rapidi: Il

nostro obiettivo è diventato la mèta, più del viaggio in sé. Difficile allora cogliere il variare del paesaggio davanti ai nostri occhi, come accadeva ai viaggiatori che nel ‘600 si spostavano a bordo di una carrozza o in sella a un cavallo. E allora, se volessi esprimere un desiderio per il 2018 che è appena iniziato, sarebbe proprio quello di poter vedere il mondo – o anche solo ciò che ci sta attorno – con un po’ più di lentezza, oserei dire “a passo d’uomo”, lasciandoci andare all’imprevisto, alla possibilità di farci sorprendere, magari anche col rischio di sbagliare strada. Forse potremmo scoprire che è proprio dove non ce l’aspettavamo che si nasconde qualcosa di prezioso. E magari potremmo renderci conto che la felicità è anche questione di “ritmo”, perché se corriamo sempre così velocemente in avanti è più difficile che questa riesca a raggiungerci. Ovviamente è solo un’ipotesi. Mi saprete dire. Buon 2018 a tutti.

CHE SIA L’ANNO DELLE SVOLTE PER TUTTI di Tiziana Tomasini

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orrei che il 2018 fosse per tutti l’anno delle svolte: una conquista personale, una promozione inaspettata, un traguardo raggiunto. Vorrei che fosse l’anno della svolta, ma quella che riguarda la viabilità su Corso III Novembre. Poter cioè girare a sinistra su via Piave senza dover fare il giro dell’isolato. Vorrei che i miei figli studiassero senza le consuete e pressanti prediche e/o minacce del genitore rompiscatole (la sottoscritta, nello specifico). Vorrei che i miei studenti ricordassero qualcosa di più di Leopardi, oltre al fatto che era gobbo perché studiava

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trentinoattualità

tanto… (“Vede prof che fa male studiare?!”) Vorrei che l’automobilista medio trentino fosse un po’ più sciolto nelle partenze ai semafori e che sfoderasse meno il dito medio quando gli ricordi che è verde. Vorrei che quando dico: “Nella vita non esiste solo la Playstation” non mi rispondessero: “È vero, c’è anche l’Xbox”. Vorrei avere più tempo per tutto e meno ansia nella gestione del mio mondo: non posso alzarmi alle sei e arrivare a scuola sul filo del campanello perché devo comunque fare in modo che tutto sia a posto. Vorrei avere più tempo per tutti quelli che me lo chiedono. Ma c’è sempre qualcosa o qualcuno che chiama, che chiede, che urla più forte. Vorrei che la vita allentasse leggermente i ritmi, senza bruciare le tappe intermedie: diciamo “BASTA!” ai panettoni di settembre, alle casette del vin brulè a fine estate e alle uova di Pasqua in febbraio. Vorrei tenere una posta dei lettori su un giornale, anche senza compenso. Un piccolo spazio per avere un contatto diretto. Una posta del cuore… e dintorni. Vorrei la saggezza filosofica del più piccolo dei miei figli, che quando dico: “Non ce la farò mai”, mi risponde: “Ti sembra questo il modo di incominciare?! Se parti già con questa mentalità negativa, guarda…”. Vorrei che qualche evento culturale avesse almeno la stessa risonanza della “festa del canederlo”. 28

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Vorrei solo un sorriso quando sono giù di morale e un terzo bacio da qualcuno che non me lo darà mai. Vorrei non desiderare troppo e ricordarmi più spesso di quel famoso adagio, che recita più o meno così: “Attento a ciò che desideri, perché potresti ottenerlo”. Buon 2018 a tutti.

FATE E FOLLETTI, RIDATECI IL DONO DELLA SECONDA VISTA di Fiorenzo Degasperi

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chi posso chiedere di esaudire i miei sogni? Sicuramente a Babbo Natale, quell’uomo ingombrante per la sua stazza, ma veloce come il vento gelido del nord grazie alle sue renne, perché lui, al giorno d’oggi, è rimasto quasi l’unico nella nostra cara terra a poter ancora materializzare desideri e speranze. A lui mi rivolgo per la mia insolita supplica: che gli abitanti del Regno segreto ritornino visibili e si affaccino nuovamente nella nostra impoverita società. Cari coboldi e leucoporni,

vuol più essere innocente. Cosa vorrei? La semplicità, la sensibilità, la capacità di sognare ciò che non si vede. Vorrei che apparisse nuovamente la fatina e mi suggerisse le parole per ricreare le mappe di una terra, la mia terra, che sono diventate illeggibili. Non si sa più come raggiungere l’armonia tra uomo e natura, tra terra e cielo, tra io e l’altro, non è più chiaro quali siano le vie per arrivarci. Né sappiamo se tali vie – un tempo sentieri del cuore – siano ancora aperte. Viviamo in un grande teatro dei tormenti, all’interno di uno spettacolo farsesco dove la replica è pane quotidiano. Caro popolo del Regno segreto, soltanto tu puoi dissipare i pregiudizi che circondano, soltanto tu puoi ridarci il dono della “seconda vista” affinché possiamo vedere un raggio di sole che illumini la nostra speranza. Facci uscire da questo mondo inquietante perché siamo consapevoli che sono le fate a rivelare l’inconsistenza della scienza empirica che ci ha condotto sull’orlo del baratro.

LAVORARE SENZA CHE IL LAVORO CI PROSCIUGHI

di Fabio Peterlongo

U adorati gnomi e fate, aguane e homeni selvadeghi, folletti e orchetti a torto maltrattati: ritornate a ricordarci quando il mondo non conosceva confini, quando il visibile si confondeva con l’invisibile, la realtà con l’irrealtà, quando tutto era sacro e il termine “profano” non era ancora apparso nei polverosi libri degli amanuensi di ogni epoca e latitudine. Fate in modo che le uniche carte d’identità valide siano quelle delle figure di fantasia. Personaggi ingenui in un mondo che non

n anno è un arco di tempo tremendamente lungo per essere immaginato in un colpo solo. È un esercizio che si riesce a fare solo in retrospettiva, quando l’anno sta terminando. Abbiamo solo allora, piuttosto precisa nella mente, una carrellata di motivi, di situazioni, di raggiungimenti, che fa dire: «Beh, quest’anno è stato così». Si chiude un anno che, per quanto mi riguarda, è stato a dir poco sorprendente: ho raggiunto alcune soddisfazioni che a fine 2016 non riuscivo nemmeno ad intravedere e che invece sono avvenute,

soprattutto a livello professionale. Ecco, vorrei che il 2018 fosse in qualche modo simile al 2017: vorrei che l’anno che arriva continuasse a sorprendermi come ha fatto il suo predecessore; vorrei svegliarmi felice di fare tante delle cose che amo, prima di tutto scrivere, e scrivere molto. Vorrei immaginare il 2018 come l’anno in cui le conquiste si consolidano e danno alcuni frutti, anche se saran-

no i primi frutti, primizie delicate e fragili, più da tornare a piantare che da consumare ingolositi dal loro aspetto. Vorrei però che il 2018 fosse anche un anno diverso: tornando a dare spazio agli affetti e al piacere di incontri nuovi, senza che quest’ansia di dover lavorare sempre mi prosciughi. Che sia anche un anno di riscoperte: vecchi amici che tornano, vecchie abitudini che sembrano perse nel passato e che ci ricordano con nostalgia tempi più semplici; mi riferisco, ad esempio, alla capacità di passeggiare finché il tempo non perde significato, lasciando vagare l’immaginazione e raccogliendo suggestioni per un nuovo racconto o un nuovo libro. Vorrei un 2018 che mi riporti a contatto con me stesso, dopo alcuni anni di corse e fatiche. Insomma, vorrei un anno nuovo che torni ad essere uno spazio troppo lungo per essere immaginato in un colpo solo. E non più soltanto il lampo subitaneo di un tempo troppo rapido e troppo frenetico. Questo è il 2018 che spero per me. Sento di condividere con tutta la redazione e con i lettori questo augurio.


trentinoattualità UN 2018 UN PO’ RETRÓ, DAL SAPORE DEGLI ANNI ‘80 di Stefania D’Elia

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icordo quando da piccola guardavo il nuovo calendario appeso alla parete della cucina, rigorosamente omaggio di una qualche banca o cassa rurale, e fantasticavo su quei 365 (366 in caso di anno bisestile) tutti nuovi. Mi piaceva sfogliare quelle 12 pagine che profumavano di nuovo, guardare le fasi lunari che ai miei occhi rappresentavano qualcosa di magico e misterioso, i santi e i giorni di festa; scoprire

quando sarebbero caduti la Pasqua e il Carnevale; Ferragosto no... è una festività che ho imparato ad apprezzare solo con il mio ingresso nel mondo del lavoro: prima era solo una giornata d’estate in mezzo ad altre 100 giornate d’estate. Ma soprattutto amavo trovare il giorno del mio compleanno, segno tangibile che io c’ero; avrei festeggiato in un giorno festivo o feriale? Avrei dovuto aspettare il sabato successivo per la festa con i miei amici? Quello che davvero cercavo di capire scrutando le pagine era: avrei festeggiato con il sole o con la pioggia? Ma quello neanche il calendario più dettagliato avrebbe saputo dirmelo quindi mi accontentavo di osservare la luna calante o crescente fantasticando su come le maree avrebbero influenzato la presenza di nuvole temporalesche. Sono passati tanti anni da allora e oggi mi si chiede:

come immagino e spero che sia questo 2018? Una domanda che potrebbe essere banale ma che non lo è perché racchiude in sé tutte le aspettative che si ripongono in un nuovo inizio: quali sono le cose da buttare del 2017 appena passato e quali sono invece le cose da salvare? Mi auguro un 2018 un po’ retró, dal sapore degli anni ‘80, quando il santo del giorno condivideva lo spazio con la lista della spesa e gli impegni della settimana. Quando non era Google calendar a ricordarti l’appuntamento del dentista ma quel promemoria un po’ storto e incomprensibile scritto con una penna scarica sul calendario in cucina. Vorrei un 2018 pieno di cose genuine: come gli 85 panettoni comprati in offerta al supermercato per tutte le colazioni a venire da qui all’università. E non come adesso che il tre gennaio ti ritrovi la colomba pasquale ad ammiccare sorniona dallo scaffale. Vorrei un gennaio di avanzi: i canederli della nonna fatti con il pane raffermo e gli affettati tagliati a pezzi grossi. Vorrei un brodo di carne che sa di carne e non di conservanti. Mi auguro un 2018 di pace. Ma quella vera: un armistizio sincero tra uomini e orsi, tra lupi e uomini, tra uomini e uomini. E visto che sono una sognatrice vorrei la pace anche tra vaccinisti e no vax, perché la speranza è sempre l’ultima a morire. Mi auguro un 2018 di sorrisi, quelli spontanei che scaldano il cuore, vorrei che la gente ci provasse a praticare gentilezza a casaccio, perché una buona azione fa meglio a chi la fa che a chi la riceve. Mi auguro un 2018 in cui chi è in fila al supermercato riesca a far passare chi, dietro, è in attesa o ha in mano solo una scatola di biscotti. Io ci ho provato e devo dire che è molto meno stressante che guardare il soffitto fingendo

di non accorgersi di non avere gente intorno. Mi auguro un 2018 con abbastanza sole da scaldare le ossa, ma anche abbastanza pioggia da innaffiare i campi. Ma niente grandine però: che per l’aperitivo ci organizziamo con il ghiaccio che abbiamo nel frigo. Insomma, non mi aspetto e non mi auguro grandi cose per questo anno appena nato, solo tanta felicità quella vera. Se si guardano le cose con il sorriso, tutto sembra già più bello.

2018: FORSE È GIUNTO IL MOMENTO DI INCAZZARSI di Pino Loperfido

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vorrei vedere se non lo facessimo… Già allo scoccare della mezzanotte, un immenso fiume di rabbia sarà oramai disceso dai monti, dalla nostre case, dai nostri pensieri e sarà sceso, questo fiume, fino a valle, al mare, e nel suo corso avrà cominciato a travolgere quanto di sbagliato ancora persiste e attenta alla nostra serenità. Cominciamolo così, questo 2018: incazzati col mondo, col destino, con le gomme antineve, con Mark Zucker-

berg e col dentista che – ad ogni anno che passa – continua ad aumentare il suo onorario. Partiamo con la grinta di Usain Bolt all’ultima gara della sua carriera, senza riscaldamento, ma arrabbiati. E chi se ne frega se a metà gara dovremo fermarci a causa dei crampi. Vuoi mettere? Percorriamo ad ampie falcate i mesi che ci attendono

mostrando i denti alle finte offerte speciali dei supermercati, al prezzo della benzina, alle mille promesse che ci verranno fatte da politici o aspiranti tali in quest’anno inquietante, con elezioni di ogni tipo, e Chiara Ferragni che ci mostra cosa comprare e cosa no. Sbattiamocene le scatole delle fake news, della controinformazione e delle bufale. Anzi, creiamone di nuove pure noi, disseminiamo le nostre città di notizie false in modo che nemmeno il cronista più attento possa più riuscire ad orientarsi. Chiediamo l’indipendenza, come la Catalogna. Sì, l’indipendenza dalla verità, protestando per il prezzo troppo alto che ha oramai raggiunto. E una verità che costa troppo non è più nemmeno una verità, ma solo il banale contrario di una bugia. Incazziamoci contro chi ci dice che i bitcoin sono un affare e contro chi dice che i bitcoin sono una truffa. Incazziamoci contro chi ci dice qualsiasi cosa, senza prima aver chiesto il nostro parere. Alziamo la voce quando qualcuno si permette di parlare in nostro nome, di assegnarci patenti di destra o di sinistra. Urliamo poi contro chi dice che la colpa è dei giovani – sempre con ‘sti giovani, ma lasciateli in pace una buona volta –, della mafia, di Renzidimaiosalvini se dovremo andare in pensione a settantun’anni. Al diavolo pure la pensione, se quando arriva abbiamo sprecato la nostra vita correndo dietro ai pifferai magici. Che ce ne facciamo della pensione se senza il lavoro non riusciamo nemmeno a vivere? Gridiamo, allora in questo ispido 2018, gridiamo sempre, con la consapevolezza che per urlare non è necessario aprire la bocca, bensì spalancare la mente e scardinare le ante d’acciaio che ancora celano il nostro cuore. ■ 29

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trentinoincontri di Pino Loperfido

IL RAGAZZO DEL DICIANNOVE CHE LIVIO PRANZELORES, CLASSE 1919, VIVA NEL CULTO DELLA FIGURA DEL PADRE ANTONIO LO SI PERCEPISCE ENTRANDO NELLA SUA CASA DI SAN PIO X. TERMINA IL LICEO NEL 1940, POI SE NE VA IN PERÙ A PRODURRE CAFFÈ. IL RITORNO A TRENTO E L’IMPIEGO PLURIDECENNALE ALL’INAIL. MA SONO I SUOI MERITI CULTURALI A FARNE UN PERSONAGGIO PUBBLICO: EDITORE DELLE OPERE DEL PADRE E ASSIDUO FREQUENTATORE DEL PANORAMA CULTURALE TRENTINO

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uo padre è stato Antonio, liberale, storico e giornalista trentino, badiota di origini ladine, cantore nel primo 900 del paesaggio montano, la cultura, la storia del Trentino. Personaggio storico, irredentista, già incarcerato dagli austriaci ad Innsbruck nel 1904 assieme a 136 studenti, tra cui Alcide Degasperi e Cesare Battisti. E che Livio Pranzelores, classe 1919, viva nel culto della figura paterna lo si percepisce entrando nella sua casa di San Pio X. Un po’ ovunque ci sono cimeli, fotografie, ricordi di ogni sorta. Certo è un po’ il retaggio di chi sta per compiere il secolo di vita e l’esperienza si è accumulata esponenzialmente assieme ai ricordi. Uno di questi è legato a nonno Giuseppe che aveva una calzoleria in via Roma e a nonna Prassede Redi a cui era dedicata la Villa immersa nel verde, 30

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all’altezza dell’attuale Via Verdi. Terzo di quattro fratelli – gli altri sono Lucrezio (1913), Prassede (1914) e Scipio (1923) – Livio ha terminato il Liceo Prati nel 1940. Lo stesso anno della morte di Antonio. C’è una bellissima foto che lo ritrae assieme ai suoi compagni e ai professori Gozzer (di cui decenni dopo curerà gli scritti), Lachner, Betta, Pisoni. “Sono l’unico sopravvissuto. Fino a qualche tempo fa ci si incontrava tutti gli anni...”, dice con una velata malinconia. Eh, già, l’altro retaggio di chi ha la ventura di vivere tanto a lungo è quello di lasciare tanti compagni per strada. Durante la Seconda guerra mondiale, è sottotenente di fanteria, divisione Brennero, al comando base di Patrasso quando scatta il voltafaccia dell’otto settembre. Sfugge a Cefalonia e scappa in montagna con i partigiani greci. “C’era

Antonio Pranzelores (1880-1940)


trentinoincontri

2017, Livio con suo nipote. Sotto, i quattro fratelli Pranzelores

un ufficiale piemontese, di cui non ricordo il nome, che saputo delle mie intenzioni di fuga mi disse gelido: Fosse per me la farei fucilare”. Poco tempo dopo, la fuga non ha un buon esito, e Livio si ritrova prigioniero, un anno e mezzo di cattività in un campo in Turingia, fino al 1945. Esperienza che ha ricordato nel libro “Noi del Lager”. Dopo la guerra, per Livio si aprono le porte del Nuovo Mondo. Raggiunge in Perù sua sorella Prassede che ha sposato un imprenditore piemontese proprietario di diversi mulini. Lì inizialmente

Trento, Liceo Prati, 30 giugno 1940. Livio Pranzelores è il giovane nel tondo bianco

il Nostro fa un po’ di tutto, rappresentante e altri piccoli incarichi. Quindi, assieme a Prassede, apre a Lima una torrefazione del famoso caffè Caracolito: “Caracol vuol dire chiocciola” ci tiene a precisare. In una vita lunga cento anni, un lustro deve durare davvero un soffio, un attimo sfuggente passato il quale, ritroviamo il nostro Livio Pranzelores tornare in Italia, nella sua città natale e ritrova la mamma, Marina Gretter, della famiglia proprietaria del maso omonimo che ancora oggi c’è sopra Pergine. In Val Badia, invece, c’è ancora un Maso Pranzelores. Inizia una impeccabile carriera dirigenziale all’Inail, assistendo nel frattempo all’intitolazione della strada dedicata al padre, da parte del sindaco Nilo Piccoli. Conosce Pia Pighi, colei che diventerà sua moglie, durante gli anni Cinquanta. Si sposano nel 1956. Le due figlie nasceranno di lì a poco, Micaela e Anita. Insomma, siamo di fronte ad un uomo che è stato soldato, lavoratore, padre di famiglia, viaggiatore, imprenditore. Tuttavia i meriti di Livio sono soprattutto culturali. Al punto che è stato insignito nel tempo della Medaglia al merito as-

segnata dal Consiglio dei ministri per la sua prigionia in Germania e del titolo di commendatore della Repubblica italiana. È un vero cultura di storia patria, ha ripubblicato a più riprese gli scritti del padre ma anche del partigiano cattolico Giovanni Gozzer, libri sul ruolo dei missionari trentini nell’America latina, sulla salvezza di palazzo delle Albere, sul fautore del darwinismo Giovanni Canestrini, sul dimenticato hotel Panorama. Poi c’è la battaglia per la funivia di Sardagna, sulla quale recentemente l’editore Curcu & Genovese ha ripubblicato in anastatica la Guida del Monte Bondone. Lo stesso editore ha ridato alle stampe uno storico testo del compianto giornalista Gian Pacher, “Cara Vecchia Trento” . Ha quasi cento anni il Livio, ma lo si vede in città molto più assiduo di molti ventenni che magari se ne stanno chiusi in casa o davanti allo schermo di un tablet. Questo coriaceo testimone del Novecento, per quanto la salute glielo consenta ancora, partecipa assiduamente alla vita culturale della città, prendendo parte a conferenze, incontri e presentazioni, con lo stesso entusiasmo di molti, molti anni fa. ■

Villa Prassede, avita dimora dei Pranzelores, in loc. Briamasco. A destra, la stessa prospettiva oggi (foto A. Tamanini) 31

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trentinoattualità

Il prof. Fabio Marchesoni

IL COSMO PARE AVERE SEMPRE MENO SEGRETI PER NOI “INSIGNIFICANTI” ESSERI UMANI. LA SCOPERTA DELLE ONDE GRAVITAZIONALI DEL 2016 CI HA CATAPULTATI IN SCENARI DEL TUTTO INEDITI. TRA I FISICI CHE HANNO LAVORATO AL PROGETTO EUROPEO “VIRGO” C’È ANCHE UNO SCIENZIATO DI ORIGINI TRENTINE. SI CHIAMA FABIO MARCHESONI, FISICO NUCLEARE, CHE HA FREQUENTATO IL LICEO “PRATI” DI TRENTO ED È ORIGINARIO DI CALDONAZZO

LE ONDE DEL DESTINO

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ato da padre trentino, che fu tra i fondatori e leader della CISL provinciale fino a tutto l’autunno caldo, e da madre toscana, Fabio Marchesoni ha frequentato il liceo Prati di Trento, insieme con il fratello e la sorella, prima di spostarsi in Toscana per studiare fisica all’università di Pisa e iniziare così la sua carriera nel mondo della ricerca. Tra i primi aderenti di Virgo, il progetto europeo per la rivelazione delle onde gravitazionali che ha progettato l’antenna interferometrica installata a Pisa, è professore di fisica all’Università di Camerino (dove tra l’altro, curiosamente insegnò e divenne rettore un suo lontano parente, il botanico Vittorio Marchesoni, il trentino scopritore dell’alga rossa di Tovel) e ricercatore, affermato in particolare per le sue ricerche sul rumore nei sistemi biologici e in quelli artificiali; è stato visiting professor presso molte università straniere; è foreign expert del governo cinese e ricopre numerosi altri incarichi, che svolge viaggiando per mezzo mondo. Tra tutti questi spostamenti siamo riusciti ad intercettarlo per farci raccontare, e spiegare, il fenomeno delle onde gravitazionali. Se ne è infatti parlato molto ultimamente, 32

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dopo le più recenti rilevazioni avvenute lo scorso agosto, ma il primo annuncio della loro esistenza, ci spiega, risale all’11 febbraio 2016, quando in una conferenza stampa tenutasi a Washington i team di LIGO (il progetto americano) e Virgo comunicarono di aver osservato per la prima volta l’emissione di un segnale gravitazionale causato, secondo una

di Silvia Tarter

teoria formulata da Albert Einstein 100 anni prima, dal collasso di due buchi neri avvenuto circa un miliardo e mezzo di anni fa. Lo scienziato tedesco aveva ipotizzato che, nell’ambito della relatività generale, le masse di due corpi stellari rotanti uno attorno all’altro modificano lo spazio-tempo come se si muovessero sospesi da una membrana elastica. Tali Uno degli specchi di Virgo


trentinoattualità perturbazioni si propagano nello spazio alla velocità della luce e arrivano fino a noi sotto forma di onde, gravitazionali per l’appunto, di intensità quasi impercettibile. Professor Marchesoni, un’ipotesi ardita quella di Einstein! Sì, e probabilmente proprio per questo, Einstein mise le mani avanti precisando che la possibilità di misurare le onde gravitazionali era forse illusoria e al più di interesse academico, anche a causa dei limiti tecnologici di allora. Per la dimostrazione della validità della relatività generale considerò allora altri test che riteneva più abbordabili. Da allora che cosa accadde? Furono condotte comunque ricerche sperimentali in questo campo? Per anni la fisica sperimentale ebbe altre priorità. Negli anni ’60, però, lo studioso americano Joe Weber riprese la teoria di Einstein e sviluppò per primo un’idea per rivelare le onde gravitazionali, utilizzando un grosso cilindro metallico. La sua idea era che in presenza di una grande esplosione cosmica in grado di generare un impulso di tali onde, questo avrebbe provocato una contrazione del cilindro, variandone la lunghezza per un istante. Come conseguenza il cilindro si sarebbe messo a vibrare (da cui il termine barra risonante), un po’ come una campana a seguito di una martellata. Il problema era però che la medesima deformazione della barra poteva essere generata anche da altre cause, che era difficile distinguere. Fu pubblicata la scoperta e ci fu un certo clamore, ma i risultati di Weber non furono più riprodotti. Servirono però a far nascere un filone sperimentale, appunto quello delle barre risonanti, che vide gli italiani Edoardo Amaldi e Guido Pizzella tra i leader mondiali. Nel 1987 però gli esperimenti con queste barre si lasciarono sfuggire una grossa opportunità: nel marzo di quell’anno infatti esplose una supernova nella nostra galassia così grossa da essere visibile; un evento raro (accade due o tre volte ogni secolo) che avrebbe permesso alle barre di misurare il segnale, ma in quel momento erano, in Italia come altrove, tutte in manutenzione. Un’occasione persa... E poi cosa accadde? A fine anni ’80 l’italiano Adalberto Giazzotto dell’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) e il francese Alain Brillet del CNRS (Centre National de la Recherche Scientifique) si erano riproposti di sostituire le barre risonanti con interferometri laser riprendendo un’idea fino

Una simulazione delle onde gravitazionali

ad allora solo ipotizzata a livello teorico (vedi box). Il problema però era come eliminare disturbi di altra origine, quali i tremori sismici, ma anche vibrazioni del suolo come quelle di treni e auto, che mascherano i segnali gravitazionali. Così, ideò un sistema di filtri, una sorta di ammortizzatori alti oltre 10m, in grado di filtrare tutti i rumori meccanici esterni. Io stesso venni contattato da Giazzotto in quanto esperto di analisi dei rumori. Se Giazzotto si occupò più della parte meccanica del progetto, il francese Brillet invece era un esperto di laser e mise a punto un nuovo sistema di laser potenti e silenziosi. Queste competenze erano alla base del progetto che in 7 firmatari (4 italiani e 3 francesi) sottoponemmo all’INFN e il CNRS. Dopo uno studio preliminare venne dato finalmente il via libera nel 1994. L’ideazione e la costruzione dell’interferometro è dunque prima europea che americana...

Anche gli americani avevano avanzato una proposta alla NSF (National Science Foundation), ma fu bocciata a causa di vari problemi tecnologici irrisolti. Diciamo però che studiando il progetto approvato in Europa riuscirono a perfezionare e a far approvare anche il loro. Le sigle adottate sono Virgo, per l’interferometro europeo, e Ligo (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory) per quello americano. Come è nata l’idea di chiamare Virgo l’antenna su suolo italiano? Virgo prende il nome dalla costellazione delle Vergine. Dal punto di vista teorico, sapevamo che la sorgente più probabile per osservare onde gravitazionali erano i sistemi binari di stelle di neutroni. Queste negli ultimi minuti della loro esistenza ruotano così vicine le une alle altre che alla fine collassano, emettendo prolungati e intensi impulsi di onde gravitazionali. Dietro la costellazione della Vergine appunto, lontano 53 milioni di anni luce da noi, è posizionato un cluster di oltre mille galassie che si pensa possa avere un’alta concentrazione di sistemi stellari binari di questo tipo, grande a sufficienza da compensare la distanza, pensavamo, e permetterci di osservare un qualche segnale gravitazionale. Ma inizialmente non riuscimmo purtroppo a vedere nulla. Le stelle neutrone sono dunque una delle possibili sorgenti di onde gravitazionali. Quali sono le altre e quali caratteristiche devono avere? Le sorgenti possono essere le più diverse. La caratteristica comune è un’alta concentrazione asimmetrica di massa variabile nel tempo. Una stella che esplode alla fine del suo ciclo, ad esempio,

L’interferometro Virgo di di Cascina, Pisa 33

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trentinoattualità non sarebbe un buon candidato, poiché si espande in maniera quasi sferica, cioè simmetrica. I candidati migliori per rilevare le onde gravitazionali sono quindi sistemi formati da due masse enormi ultra-concentrate che ruotano attraendosi a vicenda, fino a fondersi in un’unica massa. Le due masse devono ruotare assai velocemente e a corte distanze l’una dall’altra per avere un’emissione rivelabile di onde gravitazionali. Le sorgenti che possiamo vedere noi al momento possono dunque essere formate da 2 buchi neri, 2 stelle di neutroni oppure un buco nero e una stella di neutroni. Tornando alla storia delle rivelazioni, quali furono poi gli altri passi decisivi verso la scoperta delle onde? Nel 1993 venne assegnato a Russel Hulse e Joseph Taylor il premio Nobel per la fisica a per l’osservazione di due stelle pulsar, stelle neutrone -una visibile dalla Terra, una no-, fortemente magnetizzate che dai poli emettono dei fasci di luce gamma di altissima frequenza e particelle. I due studiosi erano riusciti infatti a dimostrare che queste stelle presentavano una rotazione irregolare: il loro periodo di rotazione aumentava nel tempo, segno questo che la distanza tra loro era in costante diminuzione. Hulse e Tyler riuscirono a dimostrare che l’energia potenziale che le due stelle perdevano coincideva con l’energia emessa sotto forma di onde gravitazionali come previsto da Einstein. Un risultato che ci aiutò molto a convincere gli enti finanziatori della bontà dei nostri progetti. Dopodiché iniziò il durissimo periodo della costruzione degli interferometri: riuscìmmo a metterli in funzione solo dopo 10 anni di sforzi e lenti progressi. In Italia venne scelta la sede di Pisa, visto che un gran numero di costruttori veniva da lì; il grosso della tecnologia meccanica era di appannaggio italiano, mentre i francesi si occuparono essenzialmente della parte ottica. L’antenna Virgo era ed è gestita tuttora da Ego, (European Gravitational Observatory), un’ente autonomo di proprietà italo-francese. Il primo segnale diretto delle onde arrivò però molto dopo... Dobbiamo arrivare al 14 settembre 2015, quando viene confermato il segnale prodotto da due buchi neri rispettivamente di 29 e 36 masse solari, che spiraleggiavano a 1,3 miliardi di anni luce di distanza da noi fino a fondersi in un buco nero più grande. Noi riuscimmo ad osservarli solo negli ultimi 20 millisecondi di vita, quando il loro segnale gravitazionale era 34

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Fabio Marchesoni durante una conferenza

diventato così intenso da essere percepibile a terra. La cosa interessante è che non solo abbiamo rivelato per la prima volta le onde gravitazionali in modo diretto, ma siamo stati anche in grado di affermare che la sorgente non poteva che essere costituita da due buchi neri. Questo evento venne rilevato però solo dalle due antenne americane (una si trova in Tennessee e l’altra nello stato di Washington) perché a Virgo erano ancora in corso dei lavori di miglioramento. Utilizzando due antenne si può essere certi della natura gravitazionale del segnale captato, utilizzandone tre si riesce anche a determinare la zona di cielo da cui proviene. E arriviamo infine al 14 agosto 2017, la data che ha confermato ulteriormente l’esistenza delle onde. Che cosa ha determinato questa osservazione? Il 14 agosto, con la rivelazione del segnale da parte di tutte e 3 le antenne (Virgo e le 2 antenne di Ligo) abbiamo dimostrato l’esistenza di sorgenti di onde gravitazionali alle quali non corrisponde nessuna emissione elettromagnetica; i due buchi neri osservati infatti non erano immersi nella materia, – come è noto i buchi neri mangiano la materia comune, e precipitando questa emette radiazioni – attorno non c’era nulla, orbitavano nel vuoto intergalattico. Inoltre questi buchi neri erano di grandi dimensioni. In effetti, ad oggi abbiamo visto buchi neri grandi e più frequenti di quanto ci aspettassimo. Un’ipotesi affascinante e tutta ancora da verificare è che si tratti di buchi neri primordiali. Solo una piccola parte della materia originatasi con l’esplosione del Big Bang, circa il 4-5%, è divenuta visibile e di questa siamo formati anche noi, mentre tutto

il resto sfugge alle nostre osservazioni ed è detta perciò oscura. La materia mancante magari è rimasta fin dall’inizio nella forma di buco nero... Se fosse vero non solo avremmo dimostrato l’esistenza delle onde gravitazionali, ma avremmo anche contribuito a risolvere il mistero della materia oscura. Nell’ultima conferenza stampa di qualche mese fa, alla National Science Foundation di Washington si è annunciato un nuovo evento, e con esso l’inizio di una nuova era astrofisica. Che cosa significa esattamente? Il segnale captato il 17 agosto scorso che abbiamo annunciato in conferenza è diverso dai precedenti. Si tratta finalmente dell’avvistamento di due stelle di neutroni nella costellazione dell’Idra, che collassano a circa a 130 milioni di anni luce da noi. Siamo riusciti ad osservare il segnale per 99 secondi, ma la cosa più interessante è che, ancor prima che noi avessimo verificato la natura del segnale gravitazionale, i satelliti Fermi della Nasa e Integral dell’ESA avevano registrato un breve lampo gamma, cioè di radiazione elettromagnetica di altissima energia, arrivato sulla terra 1.7 secondi dopo il segnale gravitazionale. Le posizioni delle sorgenti di onde gravitazionali e di raggi gamma erano sovrapponibili; da qui la conclusione che la sorgente di onde gravitazionali e la sorgente di raggi gamma coincidessero! Si trovavano nello stesso punto, nella periferia della galassia NGC4993, i raggi gamma erano quindi conseguenza dello scontro delle due stelle. L’ulteriore emissione elettromagnetica dopo l’esplosione, con componente ultravioletta, visibile, e infrarossa, ci ha permesso di caratterizzare il processo di fusione stellare come una kilonova. Nei giorni successivi all’esplosione delle due stelle, poi, attorno al piccolo buco nero prodottosi dalla fusione si è formato una sorta di disco di accrescimento che contiene, fra l’altro, anche metalli pesanti come oro e platino. Per l’astrofisica è un risultato clamoroso, perché la possibilità di usare segnali gravitazionali per indicare tempo e posizione di una fusione o esplosione stellare, e di puntare quindi simultaneamente vari sistemi di rivelazione elettromagnetica (telescopi) e particellare in quel punto del cielo, consente un’osservazione dettagliata dei processi astrofisici prima inimmaginabile. È la nascita di una nuova branca dell’astrofisica sperimentale, l’astrofisica a multimessaggero, ottenuta cioè combinando segnali da “messagge-


trentinoattualità ri” diversi (raggi gamma, X, ultravioletti, visibili, infrarossi, raggi cosmici, onde radio, ecc). Veniamo quindi al premio Nobel, consegnato il 3 ottobre agli americani Kip Thorne, Ray Weiss e Barry Barish. Poiché Virgo ha una partecipazione italiana, che cosa rappresenta questo Nobel a livello italiano? Da un certo punto di vista è un Nobel perso. Chiaramente gli americani sono stati furbi ad avere investito nella costruzione di 2 antenne contro la singola antenna europea, il che avrebbe garantito loro almeno una parte del riconoscimento. Purtroppo noi abbiamo perso il vantaggio iniziale a causa dei finanziamenti arrivati, dopo la crisi finanziaria del 2008, con il contagocce, ma soprattutto di problemi di management. A livello istituzionale, gli enti finanziatori, l’INFN in Italia e il CNRS in Francia, non hanno mai creduto veramente in Virgo, percepito come un po’ estraneo alla missione scientifica dei due enti. Altri team europei di dimensioni minori (tedeschi e scozzesi), per ragioni di visibilità nazionale, preferirono entrate a far parte di Ligo piuttosto che accettare una leadership italo-francese, con ciò impedendo di fare di Virgo un progetto veramente europeo. Fa riflettere, in particolare, il caso di giovani collaboratori che sono stati fondamentali per la prima realizzazione dell’antenna, i quali, non riuscendo a trovare posizioni stabili in Italia, hanno accettato vantaggiose offerte di lavoro da parte di Ligo, regalando così il nostro know-how alla “concorrenza”. Va riconosciuta anche qui la concretezza dell’imprenditorialità USA: i nostri colleghi di Ligo sono riusciti a fare meglio con quello che avevano o potevano trovare sul mercato, senza fronzoli, mentre noi spesso ci divertiamo (e perdiamo) nella ricerca della soluzione accademicamente più brillante. Dei tre vincitori del premio, infatti, uno è un fisico sperimentale, il secondo un teorico e il terzo ha svolto un ruolo soprattutto

Rappresentazione grafica delle stelle di neutroni che si avvicinano fino a fondersi tra loro

di manager. Essere capaci di portare a termine un progetto di grandi dimensioni è spesso altra cosa che concepire l’idea di base. Ad ogni modo, per noi membri dell’intera collaborazione, Ligo e Virgo, è stata comunque una grande avventura: siamo riusciti a portare a termine un progetto durato oltre 25 anni con risultati che faranno la storia della fisica. Quanto è costato l’intero progetto? Il costo non è così alto come si potrebbe pensare. Ligo e Virgo non si possono considerare “big science” come il CERN o il telescopio Hubble della Nasa. Il costo totale è dell’ordine di 1.5 miliardi di euro, con la quota italo-francese che assomma a circa un terzo e ripartito in 25 anni. Va poi considerato il valore umano del progetto. Abbiamo avuto centinaia e centinaia di giovani collaboratori i quali, lavorando nei nostri laboratori, hanno acquisito competenze nei più svariati settori tecnologici. La maggior parte di loro ora lavora come esperti di informatica, di ottica laser, nanotecnologie, e altro ancora. Quale sarà quindi lo scenario futuro? C’è margine per continuare ad investire sul fronte delle onde gravitazionali quindi? Certamente l’astrofisica gravitazionale è una delle nuove frontiere della ricerca. Sarà sempre più concorrenziale. Nel giro di pochi anni ci saranno 7-8 interferometri nel mondo, ormai si è aperta la via. Osserviamo così tanti eventi usando queste macchine che è possibile fare della nuova ricerca di qualità con costi sostenibili. Lo hanno capito Cina, Australia, e Giappone... Gli americani stanno costruendo una copia delle loro antenne in India e, probabilmente, nel prossimo futuro si staccheranno da noi. Noi potremmo allora costruirne una di

nuova concezione sotto l’egida della Commissione Europea e collaborare per esempio con giapponesi. Lo studio delle onde gravitazionali, comunque, diventerà sempre più uno strumento di osservazione del cosmo. Professor Marchesoni, per finire, le vorrei chiedere, che ricordo ha del Trentino? E come vede il Trentino di oggi? Ho un ricordo romantico. Ho lasciato Trento da liceale nel ‘72 e vi sono tornato una sola volta per partecipare a un convegno a Fai della Paganella. Mio padre ci portava spesso in giro per le valli quando doveva incontrate degli iscritti al sindacato che avevano bisogno del suo aiuto: contadini da poco passati a lavorare in fabbrica o miniera, famiglie numerose, paesini dove le donne facevano ancora il bucato a mano nelle fontane. Ricordo compagni di liceo che avevano problemi a scrivere in italiano e ‘ridevano dietro’ a me e mio fratello, chiamandoci “taiani” (italiani). Da allora so che il Trentino è cresciuto economicamente e socialmente, ha fatto buon uso dello statuto di provincia autonoma e dei relativi benefici economici e ha saputo sviluppare una peculiare vocazione turistica come territorio a cavallo di due bacini linguistici. Credo che essere una provincia italiana non sia stato affatto un handicap per il Trentino, anzi. E penso sarà così anche in futuro. Insomma, è chiaro che queste scoperte possono aprire tante nuove affascinanti prospettive di ricerca, che potranno dirci sempre di più sui fenomeni che accadono nell’universo, e in cui anche l’Italia – nel progetto Virgo collaborano infatti quasi 300 scienziati italiani – continuerà ■ ad avere un ruolo importante.

Ray Weiss, Barry Barish e Kip Thorne: premi Nobel per la Fisica 2017 35

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trentinodanza

di Lara Deflorian

È

nata e cresciuta a Trento la venticinquenne Angela Demattè. Parallelamente allo studio della danza contemporanea alla scuola di Wally Holzhauser, ha iniziato a esibirsi come semi-professionista nella compagnia LAM, facente capo alla stessa scuola di danza. Ora stabilmente vive e lavora in Svizzera, dove porta avanti con impegno e successo la professione da lei tanto amata. Com’è arrivata la sua passione per la danza? Questa è un’arte che ho sempre apprezzato e gli insegnanti con cui ho studiato me l’hanno fatta amare, anche se diventare una danzatrice professionista non era uno dei miei sogni da bambina. Ma il caso e la vita mi hanno portato a intraprendere questo cammino e così la mia passione per la danza è cresciuta. In questo ambito qual è stato il suo percorso formativo? Ho iniziato a ballare da piccolina, quando mia mamma mi ha iscritta alla scuola di danza contemporanea L’altro movimento di Wally Holzhauser. Nel corso degli anni la danza per me è diventata sempre più importante, soprattutto quando ho iniziato a frequentare il liceo coreutico, proprio dietro casa mia, che aveva appena attivato questo percorso sperimentale che mi ha permesso di avvicinarmi a diversi stili coreutici e di studiare la danza anche sui libri. Al quinto anno ho poi iniziato a sostenere diverse audizioni all’estero per poter accedere a delle accademie, fino a quando sono stata accettata ad Artez, un’accademia che si trova ad Arnhem, in Olanda. Qua ho vissuto un’esperienza significativa che mi ha fatto crescere in maniera versatile. Ho iniziato un percorso che mi appassiona molto di coreogra36

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ANGELA DEMATTÈ PARALLELAMENTE ALLO STUDIO DELLA DANZA CONTEMPORANEA ALLA SCUOLA DI WALLY HOLZHAUSER, HA INIZIATO A ESIBIRSI NELLA COMPAGNIA LAM. ORA VIVE E LAVORA IN SVIZZERA fia e drammaturgia, elementi fondamentali per la mia professione di ballerina. L’accademia mi ha inoltre preparata, fisicamente e intellettualmente, al mondo della danza professionale che ho imparato a conoscere in tutte le sue forme, entrando in contatto anche con una moltitudine di altre discipline artistiche come la musica, l’arte grafica, la moda, il teatro, il design del prodotto… Come è arrivata l’opportunità di danzare in Svizzera al Konzert Theater di Berna? Durante il terzo anno in accademia, la direttrice del teatro di Berna è venuta a fare delle audizioni per un tirocinio nella mia scuola e mi ha selezionato per la sua compagnia. Dalla stagione 2014/2015 ho iniziato a far parte dell’ensemble in qualità di tirocinante e da allora faccio parte della compagnia in pianta stabile. Nonostante la sua giovane età, alla luce dell’esperienza fatta fino ad ora, quali sono gli aspetti positivi e negativi della professione coreutica? La danza è un’espressione

artistica bellissima ed è una disciplina che il pubblico può godersi fino in fondo solo se vissuta dal vivo. Penso che questa sia una delle cose magiche della danza, l’essere sul palco e riuscire a far parte di quella magia. Inoltre la danza fa maturare più velocemente, poiché i ballerini in giovane età devono lasciare la propria casa e spesso il proprio paese

per poter studiare e lavorare. Questo comporta un’accelerazione nella crescita che rende le persone più tolleranti, predisposte al cambiamento e aperte mentalmente e aiuta i danzatori ad affrontare meglio il lavoro interiore di ricerca personale rispetto a ciò che devono interpretare. La professione del danzatore è particolare anche nella sua


trentinodanza

contraddizione poiché richiede un corpo forte e in forma tipici della giovane età, ma al contempo necessita di una maturità e un’esperienza di vita necessarie per l’interpretazione, tipica dell’essere adulti. Un aspetto che adoro particolarmente è l’internazionalità di questa esperienza: poter incontrare, conoscere e lavorare con tante persone che arrivano da tutto il mondo e sono portatrici di una loro cultura e loro tradizioni. Un aspetto negativo, che riguarda tanti altri ambiti artistici, deriva da un’instabilità economica che non sempre dà possibilità di lavoro. La vita del danzatore, a parte poche eccezioni, è nomade e senza tante sicurezze: può essere eccitante e avventurosa, ma anche molto instabile. Io non so ancora come si svolgerà la mia carriera nel futuro, ma temo un po’ questa instabilità. Quali sono ad oggi le sue esperienze come danzatrice più soddisfacenti? Come ballerina direi l’aver potuto interpretare una creazione di Yumin Yng, un mio collega che ha sviluppato un pezzo ispirato all’architetto Le Corbusier e che ha debuttato quest’anno ad aprile. Ma per quanto adori la sfida dell’interpretare idee altrui, i progetti che amo e mi coinvolgono di più sono comunque quelli creati da me. In accademia in Olanda ho avuto la possibilità di seguire un corso di coreografia e negli ultimi anni qua in teatro a Berna ho avuto

diverse occasioni di concepire e sviluppare mie creazioni che poi sono entrate a far parte anche della competizione coreografica Tanz Platform Bern. Attualmente in cosa è impegnata? Con la Compagnia da poco abbiamo debuttato con un programma, su musica eseguita dal vivo, articolato in tre pezzi, uno di Stravinskij, uno di Debussy e un altro di Ravel, con coreografie di Ivgi&Greben, Sidi Larbi ed Etienne Bechard. Al momento sono impegnata nella nuova produzione che avrà la premiere a febbraio. Si tratta di un’altra serata composta di tre pezzi: uno di James Wilton, uno di Ihsan Rustem e una di Estefania Miranda, la direttrice del teatro di Berna. Quali sono i suoi progetti professionali? Mi sto avvicinando sempre più ad una visione della danza concettuale, intesa come un tutt’uno con la drammaturgia e la ricerca artistica. Sono molto interessata ad approfondire il lavoro di ricerca per capire cosa succede durante il processo di creazione di un pezzo di danza. Sicuramente continuerò a ballare e cercherò posti e situazioni in cui questo sia possibile. Sono molto affascinata dall’approccio alla danza in Svezia e in Belgio. Continuerò a creare e a studiare coreografia, anche se questa è una passione che posso maturare nel tempo e praticare soprattutto quando smetterò di danzare. Com’è vivere in Svizzera? La Svizzera è un paese fantastico. Sono ormai tre anni che vivo a Berna, nella parte tedesca, ma ogni volta che si prende un treno e si cambia cantone, sembra di essere in un altro paese. La natura è mozzafiato e la qualità di vita è molto alta e forse proprio per questi standard così alti è facile amarla. Ma l’Italia mi manca moltissimo! Ogni giorno non ■ vedo l’ora di tornarci…

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trentinoattualità

di Fiorenzo Degasperi

A

lbert Ceolan con questo Racconto di Primavera. Viaggio fotografico tra natura e tradizioni nelle Alpi – seconda tappa di un racconto visivo delle quattro stagioni – ci ha condotti fuori dal ciclo invernale, dal senso di sonno profondo e di morte che contraddistingue i mesi del silenzio e del freddo. Più che il termine italiano “primavera” – dal latino ver, splendere – è il suo corrispettivo tedesco “Frühlings” che meglio suscita, anche foneticamente, il senso del risveglio, del rifiorimento e delle rinascite. Frühlings, frullo, frullo d’ali, cinguettio, ovvero il rumore delle ali degli uccelli che si levano in volo. Gli uccelli si possono sentire frullare passeggiando nella famosa “Frühlingstal”, Valle della Primavera, collegamento tra Caldaro e il lago di Monticolo, oppure sfogliando le foto dell’upupa colta mentre becca un insetto, o nello stormire delle gallinelle d’acqua che s’alzano in volo dal lago d’Ampola, nel Trentino occidentale, saltellando come un sasso tirato per gioco a pelo d’acqua da mano fanciullesca. Per scattare certe foto ci vuole pazienza, maestria, senso dell’attesa, prontezza di riflessi, capacità di cogliere e di intuire ciò che avverrà dopo, anticipandone

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UN CLIC SULLA RINASCITA DEL MONDO ALPINO NE LA “PRIMAVERA” DI ALBERTO CEOLAN IL FOTOGRAFO DI SALORNO RACCONTA L’ALBA DEL NUOVO ANNO TRA NATURA E RITI PROPIZIATORI le mosse. Non è da tutti. Come non è da tutti sapere e ricordarsi che lì, in quel luogo, in un dato periodo e soltanto in quelle giornate, avvengono dei fenomeni naturali che suscitano il senso della bellezza, della pace, della tranquillità, dell’armonia, come la distesa infinita di crocus in fiore che fanno da contraltare alle innevate, candide, fredde cime della Vallelunga (Val Venosta). Oppure catturare le api danzatrici mentre succhiano il polline coniugando colore con colore: come l’ape raccoglie il succo dei fiori senza danneggiarne colore e profumo, così il saggio dimori nel mondo, recita una frase di

Buddha riportata a commento di una sequenza fotografica dedicata a questi insetti, così amati dalla mitologia greca da accostarli a Kore e alle Ninfe (ma erano sacri anche ad Artemide, Visnù e Krishna). Lo sciame aggrappato al ramo

d’albero è un incanto per lo sguardo: centinaia e centinaia di api di cui percepiamo il ronzio affastellate attorno all’invisibile presenza della regina, dea madre, la cui esistenza è percepita mentalmente ma giustamente, come tutte le


trentinoattualità

cose sacre, è velata ai profani. Soltanto Albert Ceolan ha il potere di sollevare con delicatezza i veli che la natura che si desta stende sopra i propri figli. Il Martin Pescatore ingobbito e con lo sguardo truce si presenta di fronte a noi come un soggetto ovvio e naturale, ma ovvio non è. Sfido il lettore a raccontarci quante volte si è trovato di fronte a questa scena, oppure alla cisposa cincia con ciuffo, all’incanto silente del pettirosso. Sono gocce di poesia che si vedono quotidianamente nell’Öztal tirolese, come il picchio nero con il becco aperto colto in un canto d’amore che la nuova stagione porta con sé. Primavera. Non si risveglia soltanto la natura. L’istinto sboccia in tutto il suo furore e l’airone cinerino si staglia inusualmente su di un ramo di pino in attesa di qualche ranocchio che si dimena nel lago bianco, nel Parco del Monte Corno. Ma non c’è sol-

tanto il microcosmo, seppur in esso – e Ceolan ce lo racconta – sia contenuto anche tutto il macrocosmo. Dal piccolo al grande, dal fiore che, accanto all’incredibile tessitura della terra arata, apre i suoi primi timidi petali gialli (come il sole, come la vita, come la speranza) nell’ondulato terreno di pascolo della Grünau im Almtal, nel salisburghese. Le Alpi sono anche quelle, i luoghi c’incantano sempre, siano essi colti nelle selvagge contrade della Valfloriana o nelle mistiche/mitiche terre della Provenza (Tanneron) o nel ventre della terra geologica del Pian della Nana, sulle propaggini orientali del Gruppo del Brenta. Il libro si sfoglia per 175 pagine e le foto riprodotte sono più di 250, una lunga teoria di immagini che sembrano le centinaia di pecore colte mentre s’immergono nei verdi pascoli novelli o la lunga processione di mucche con-

dotte al pascolo sulle ultime chine della catena dell’Adamello (Croce Domini). Tutte, inevitabilmente, raccontano la nascita e la fioritura della dea Flora, dei miti e delle leggende che si nascondono dietro ad ogni specchio lacustre. D’altronde questo tenero colore verde che addolcisce anche le impervie e rudi montagne della Val Malenco ha un carattere gioioso, una scanzonata malizia, come di un monello che sa di averla combinata grossa e di essere scampato all’inevitabile ceffone. Il verde è scappato al gelido inverno, forse grazie anche ai dischi solari gettati dai giovani venostani verso il vuoto, oppure alle pire infuocate che sprigionano caldo e sicurezza richiamando il sole che piano piano allunga il proprio passo e che i giovani di

Lungau, nel Salzburgerland, preparano per settimane in attesa che arrivi la notte dell’equinozio (dal latino “aequus nox”, notte uguale) di primavera e che si possano innalzare al vento canti fecondi, ballando una danza cosmica che richiama l’immutabilità ciclica del tempo che sempre ritorna. Così, per l’ennesima volta, Albert Ceolan ci ha incantato, ci ha “fatato”, ci ha stregato. Le sue foto sono e devono essere soltanto degli stimoli affinché il nostro corpo e la nostra mente s’incamminino lungo i sentieri cercando di cogliere ciò che abbiamo visto. Lui ci ha indicato, svelandoli, i segreti della natura; a noi il compito di perseguire in questo viaggio comune di rispetto, armonia, gioia e speranza. ■

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trentinoincontri DOPO LA LAUREA, A 24 ANNI, SILVIA VERNACCINI DIVENTA GUIDA TURISTICA E ACCOMPAGNATRICE. MA SONO I LIBRI UNA DELLE SUE GRANDI PASSIONI. NE PUBBLICA TANTI E DI SUCCESSO, TRA CUI “BENEDETTA ACQUA”. IMPORTANTE IL SODALIZIO PROFESSIONALE E UMANO CON LO SCRITTORE MAURO NERI, CONOSCIUTO A “VITA TRENTINA”

LA SIGNORA DEI BAEDEKER di Renzo Francescotti

N

el 1836, in Germania, l’editore Karl Baedeker pubblicò la sua prima guida di viaggio per turisti. Ebbe così tanto successo che ne seguirono innumerevoli altre (con la casa editrice spostata dai suoi discendenti prima a Coblenza e poi a Lipsia). E le guide turistiche, famose per la loro scrupolosa esattezza, diedero nome al sostantivo “Baedeker”... Sono andato a trovare Silvia Vernaccini nella sua abitazione nei pressi della parrocchiale di Sant’Antonio a Trento: era

indaffarata perché il giorno seguente suo figlio Davide avrebbe discusso la tesi di laurea alla facoltà trentina di Giurisprudenza. Ma abbiamo fatto ugualmente una chiacchierata tranquilla, senza registratori Silvia di “baedeker” ne ha scritti una trentina, iniziando nel 1989, con ”Passeggiando nel verde 1” (Saturnia). Aveva 29 anni. Silvia è nata a Trento, maturità al liceo classico, laurea a 23 anni al Dams, indirizzo artistico col massimo dei voti e la lode, iscritta all’albo dei giornalisti pubblicisti nel 1985, insegnante di materie letterarie e tecnica turistica, giornalista a “Vita Trentina” e in seguito dipendente di ruolo alla Provincia autonoma di Trento, dove lavora tuttora. ”Che bambina e ragazzina sei stata?”. “Da bambina ero molto sportiva: dagli otto ai quindici anni ho tirato di scherma, ho praticato la vela con la Velica Trentina, prodiere negli “Snipe”, ho fatto gare di sci con lo “Sci Club Trento” e col

“Benedetta Acqua”, uno dei libri di successo di Silvia Vernaccini 40

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“Biancaneve”. Ah, dimenticavo: alle Medie sono stata anche campionessa provinciale di getto del peso…” Si accorge che – mingherlina com’è – la guardo piuttosto stupito: “Avevo le braccia forti per via della scherma…” chiarisce: ”Ma non trascuravo lo studio o gli interessi culturali per lo sport. Ero una gran lettrice, soprattutto di gialli. Al Liceo “Prati”, alternandomi con una mia amica di scuola, un capitolo per ciascuna, scrivemmo un romanzo fantasioso; lavorai anche a riordinare la biblioteca della scuola. Al Museo di Scienze Naturali a Palazzo Sardagna, aiutavo il direttore Gino Tomasi a sistemare le collezioni di insetti e farfalle. Dopo la laurea, a 24 anni, diventai guida turistica e accompagnatrice, mi occupai di arte scrivendo di pittori e presentandoli alle mostre, collaborando con la Rai di Trento con la rubrica “Vivere l’arte nel Trentino”. Poi la nostra Silvia iniziò a pubblicare una serie di libri (non guide turistiche, ma mono-

In veste di guida turistica

grafie), cominciando nel 1989 coi “Baschenis de Averaria. Pittori itineranti nel Trentino” (Temi). E poi, tra le più significative, due opere edite da Artimedia nel 2003, entrambi vincitrici del Cardo d’argento, Premio ITAS, Letteratura di montagna: “Piante e erbe delle Dolomiti “ e “Guida al Folklore del Trentino.” Del 2009, è “Benedetta acqua”, pubblicato da Curcu & Genovese, con le fotografie di Gianni Zotta, libro sui santi legati all’acqua: San Giovanni Nepomuceno, San Nicola da Bari e San Cristoforo. Il primo, predicatore alla corte di re Venceslao di Boemia, fatto


trentinoincontri

1986. Una presentazione alla Galleria Fogolino

tinate”, 1998, (Panorama, in coppia con Mauro Neri), che si spinge fuori regione, ”Andreas Hofer - 35 itinerari sulle tracce dell’oste Barbon” edito dalla Provincia nel 2009. Per arrivare all’ultimo, del 2016, anch’esso che varca i confini fuori della regione, ”Da Malcesine a Peschiera. 40 itinerari attraverso il Garda Veronese.” Tutte le sue quasi trentennali camminate Silvia, ”La signora dei baedeker” le ha fatte con il marito in veste di fotografo, lo scrittore Mauro Neri, conosciuto quando lavoravano assieme a “Vita Trentina”; e i cani yorkshire Gip, Dokie e l’attuale Brandy, di due anni. Una sola volta è stata costretta a camminare da sola e – poco dotata di senso dell’orientamento come confessa di essere – è riuscita a non perdersi servendosi, novella Arianna, di due gomitoli di lana, azzurro e rosa, appendendo i fili agli alberi… Dal 2002, Silvia ha scritto articoli culturali e recensioni sul ”Corriere del Trentino”. E dal 2007, In “Risparmilandia” sul web, cura la rubrica “I consigli degli Spaventapasseri”, in cui approfondisce certi argomenti per bambini, mentre Mauro Neri scrive delle fiabe. Insomma una coppia ideale, oliata e collaudata: Mauro con la sua sconfinata fantasia e Silvia con la sua pragmatica organizzazione. ■

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da lui annegare nella Moldava gettandolo dal famoso Ponte Carlo di Praga. Il secondo protettore dei naviganti, di mare, di lago o di fiume, (nella chiesa parrocchia di San Martino a Trento distrutta dalle bombe, esisteva un altare degli zatterieri a lui dedicato). E nel territorio di Cavalese, in passato soggetto alle disastrose alluvioni dell’Avisio e del Rio Gambis che attraversa l’abitato, sono frequenti le raffigurazioni in pittura e scultura di San Giovanni Nepomuceno. ll terzo è il santo traghettatore, protettore dei viandanti e pellegrini. Sappiamo che veniva dipinto sulle facciate di chiese e cappelle, grande, ben visibile da lontano, in modo da essere scorto dai viandanti che si sentivano rassicurati e gli recitavano una prece. Se poi avevano il tempo di avvicinarsi scoprivano che aveva due occhi immensi, sporgenti, da marziano. ”Perché lo dipingevano così?” chiedo a Silvia: ”Per attirare l’attenzione sui suoi occhi che, potendo guardare da vicino il pellegrino, rafforzavano la protezione”. Qualcuno, malizioso, potrebbe pensare: per attirare il viandante che lasciasse il suo obolo… Ed ora i “baedeker”. Il primo, ”La valle di Fassa” è del 1992 (ed. Arca). Da allora una trentina di guide turistiche; come “Sulla Via Claudia Augusta Al-

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PASSARONO DI QUI...

di Francesca Mazzalai

LO SCRITTORE DELL’EROS C’È CHI LO HA DEFINITO “SCANDALOSO”, “DISSACRANTE”, “OLTRAGGIOSO”. D.H. LAWRENCE È UNO DEGLI SCRITTORI PIÙ DISCUSSI DEL SUO TEMPO, TANTO CHE ALCUNI DEI SUOI ROMANZI SONO STATI CENSURATI E PROIBITI. NATO IN INGHILTERRA NEL 1885, D.H. LAWRENCE È IN COSTANTE LOTTA CON LA SOCIETÀ CHE LO CIRCONDA. LA SUA INSAZIABILE CURIOSITÀ LO SPINGE A VIAGGIARE IN TUTTO IL MONDO E A TRASFERIRSI PER DIVERSI MESI SUL LAGO DI GARDA, DOVE SCRIVE UNA DELLE SUE OPERE PIÙ CELEBRI: “FIGLI E AMANTI”

“A

rrivarono a Trento – in treno – e si accorsero subito che nessuno li capiva. Era davvero il versante meridionale adesso. Dal treno avevano visto le uve pendere, così nere, sotto i pampini, e uomini e donne nelle vigne che alzavano gli occhi. La vendemmia era cominciata. Il mondo era cambiato, lo si sentì immediatamente. La stazione a Trento era ancora austriaca – lì si era ancora sul suolo germanico. Ma non appena fuori, sulla piazza con i suoi vistosi fiori,

e per le strade della città, si capiva di aver oltrepassato la misteriosa linea di confine. Era un pomeriggio di sole. Ma per le strade c’era un non so che di oscuro, furtivo, come se tutti guardassero come animali sospettosi dalla profondità di cavernose case. Le botteghe erano aperte: ma sembravano abbandonate, neglette. Quella segreta, sospettosa, desolata atmosfera che pervade tutte le città del sud, appena si svicola dalla strada principale, era molto evidente a Trento”.

Così inizia il ventitreesimo capitolo di Mister Nonn, il romanzo autobiografico che David Herbert Lawrence scrive fra il 1920 e il 1921. Mister Noon è diviso in due parti. La prima è ambientata nella provincia dell’Inghilterra vittoriana. Nella seconda parte, quella che interessa a noi, Lawrence racconta esplicitamente una parte della propria vita, descrivendo attraverso il suo alter ego – Gilbert Noon – il viaggio intrapreso dalla Germania verso il Trentino e il lago di Garda. Il libro di maggior successo di Lawrence

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trentinostoria una distesa di tavolini ormai vuoti. L’orario del pranzo è già finito e il cameriere ha l’aria di volersene andare prima possibile. Frieda e Lawrence si avventano sul cibo rimasto (quasi freddo, ma poco importa) e bevono la loro birra di gusto. “Dunque questa è Trento! Ne avevo sentito parlare ma non credevo di trovarla così” commenta Frieda dubbiosa. Lawrence sembra molto più convinto di lei. Come scrive nel romanzo: “A dir la verità, la calda, mezzo desolata, mezzo furtiva indifferenza della prima città meridionale ch’egli avesse mai visto lo seduceva. Quell’indefinibile fiacca, il senso che nessuno s’incarichi o si curi di nulla, e la vita si trascina, senza che nessuno dia una mano gli riusciva piuttosto affascinante. Percepiva la curiosa indifferenza, mezzo desta, del sud – e al fondo di essa qualcosa di pagano, solo per metà morale, non all’erta. Per Johanna era un’esperienza nuova, ma poco congeniale”. Quando finiscono di mangiare sono ormai le tre del pomeriggio. I due si aggirano per le strade sbirciando la vetrina di qualche negozio e attingono alle loro scarse riserve di denaro per fare un unico acquisto: un dizionario tedesco-italiano. Il resto del tempo lo passano cercando un appartamento in affitto dove potersi stabilire per un po’. Ma senza risultato. Per quella sera dovranno accontentarsi di una stanza sopra il ristorante dove hanno pranzato. Quando recuperano gli zaini dal deposito della stazione sta ormai calando il sole e le strade si riempiono di giovani e chiassosissimi soldati in divisa. Sono tedeschi e austriaci che passano tutta la giornata nella caserma vicina e che di sera si ritrovano a bere e a fare un po’ di festa. C’è chi suona con la cornetta qual-

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È il settembre del 1912 quando lo scrittore inglese e la sua compagna Frieda von Richthofen (cugina del celebre Barone Rosso) si mettono in cammino. Letteralmente: proprio a piedi. La destinazione in quel momento è ignota. Va bene ovunque purchè lontano da Londra, dove Frieda ha appena abbandonato marito e figli per fuggire insieme a lui. “Non avevano tanti soldi – continua Lawrence nel romanzo riferendosi a se stesso e a Frieda (che in Mister Noon porta il nome di Johanna) e volevano mangiare, non avendo pranzato a mezzogiorno. Quindi entrarono in un piccolo caffè, dall’aria semplice, e chiesero uova e latte. L’uomo li guardò con aria negativa e rispose: “Non parliamo tedesco”. Johanna ripetè la sua domanda in tedesco. “Non si capisce. Non facciamo mangiare”. L’uomo scosse la testa e stette là, grezzo, negativo: uno zero ostile nell’atmosfera”. Come spiega Lawrence nel romanzo, né lui né Frieda comprendono una sola parola di italiano. E, a quanto pare, il cameriere non sembra intenzionato a facilitare la conversazione. I due amanti (Frieda e Lawrence si sposeranno due anni più tardi, nel 1914, appena ufficializzato il divorzio di lei) tentano la fortuna in un caffè dall’aria più raccomandabile, dove “un ometto tutto lindo in giacca bianca” sembra capire la loro lingua. Ma il risultato è il medesimo, niente cibo. Il pane del mattino è finito, per la sfornata del pomeriggio è presto. Dunque? La fame è tanta e la frustrazione è tale da far sbottare la donna: “È mostruoso! Si deve pur mangiare”. La coppia viene allora indirizzata verso un ristorante poco lontano. Nell’incamminarsi si ritrovano soli per le vie assolate di Trento. Quando arrivano al locale si trovano di fronte

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trentinostoria trentinoattualità che motivetto americano, chi canta a squarciagola. Finchè alle nove in punto si fanno sentire le trombe militari che segnalano la ritirata e la città ritorna nel silenzio. All’alba del mattino successivo Lawrence e Frieda sono già svegli. Alla luce del sole la stanza appare in tutta la sua sporcizia e una veloce perlustrazione nel bagno in fondo al corridoio li convince a uscire senz’altro. Dopo una rapida colazione è tempo di ricominciare a cercare una casa, ma trovare un appartamento in affitto sembra quasi un’utopia. Esausti, dopo ore di tentativi, si siedono per un attimo in piazza Dante. “…osservarono la statua nuova di quell’antipatico poeta e gli alberi e le aiuole d’erba. E Johanna con in testa il vecchio cappello di paglia ormai disperatamente e per sempre striato dal colore che era colato dal nastro rosa, in un Burberry sformato sui fianchi come quello di una vagabonda, con un vestito tutto acciaccato, consunto, di volle di cotone scuro, la povera Johanna sedeva su una panchina in Piazza Dante in quella spettrale città di Trento e singhiozzava amaramente.”. Per un attimo la realtà le appare sotto la luce peggiore. E i sensi di colpa riaffiorano di colpo. È passato poco tempo da quando Frieda ha abbandonato Londra, la sua casa e i suoi bambini per seguire un uomo che conosce da pochissimo e che la sta portando lontano dal suo ambiente e dalle sue abitudini. Tutto è accaduto pochi mesi prima. È un giorno d’aprile di quello stesso anno quando Frieda incontra per la prima volta D.H Lawrence. David, che ha ventisette anni, è stato invitato a pranzo dal marito di Frieda, Ernest Weekley - professore di Lawrence all’università - a proposito di un lettorato in un’università tedesca. “Me lo vedo quando entrò

Da sinistra, John Middleton, Murry Frieda e D.H. Lawrence

in casa” scriverà Frieda nelle sue memorie. “Una lunga figura sottile, leste gambe dritte, movimenti svelti, sicuri. Appariva così evidentemente semplice. Eppure catturò la mia attenzione. Ci fu qualcosa in più che mi colpì gli occhi. Che razza di individuo era costui? Per mezz’ora prima di pranzo parlammo nella mia stanza, le portefinestre spalancate, le tende svolazzanti nel vento primaverile, i miei figli che giocavano sul prato. Disse che aveva rinunciato ai suoi tentativi di conoscere le donne. Rimasi sorpresa dal modo in cui le biasimava senza pietà. Non avevo mai sentito niente del genere prima. (…) parlammo di Edipo e dalle nostre parole si coglieva un senso di intesa. Dopo essere andato via quella notte percorse tutto il tragitto a piedi fino a casa. Fu un cammino di almeno cinque ore. Appena dopo mi scrisse: “Siete la donna più affascinante di tutta l’Inghilterra”. Dopo quell’incontro ne seguirà un altro, e un altro ancora. Le conversazioni fra i due si fanno sempre più intime, finchè lei, una notte che il marito è assente, chiede a Lawrence di rimanere con lei.

“No – le risponderà lo scrittore – io non resterò nella casa di tuo marito mentre lui è via, ma tu dovrai dirgli la verità e noi fuggiremo insieme, perché io ti amo”. Una proposta piuttosto audace a inizio ‘900. Eppure Frieda non esita. Certamente teme per la reazione del marito, si dispera all’idea di dover abbandonare i suoi bambini, ma il mattino seguente i due amanti sono già alla stazione di Charing Cross, mano nella mano. Per non lasciarsi più. “Se volgo lo sguardo indietro – ricorderà Frieda – mi meraviglio del fatto che Lawrence si sia potuto innamorare di me a prima vista come ha fatto. Raramente penso di es-

sere stata una donna molto amabile a quel tempo. Avevo trentun’anni e tre bambini. Il mio matrimonio sembrava un successo. Avevo tutto ciò che una donna potesse ragionevolmente chiedere. Eppure eccomi lì, completamente “a pezzi”, per usare una delle espressioni di Lawrence”. Quell’incontro sconvolgerà la sua vita. ”Sembrava che mi avesse sollevata anima e corpo dal mio passato. Questo giovane uomo di ventisei anni aveva preso il mio fato, tutto il mio destino, nelle sue mani. E ci conoscevamo da appena sei settimane. Non mi rimaneva altro da fare che arrendermi”. “Ci mettemmo in moto a piedi - ricorda Frieda a proposito della loro fuga verso sud. Negli zaini c’era una piccola lampada a spirito; per risparmiare avremmo cucinato il nostro cibo presso il ciglio della strada”. Quest’avventura riempie entrambi di eccitazione (“percorremmo i densi campi verdi della valle dell’Isar, ci arrampicammo lungo le colline e discendemmo di nuovo”). Dormono nei fienili, scoprendo che il vento e la pioggia non sono i compagni ideali per dormire sulla paglia. Quando infine mettono piede a Trento sono esausti e sempre più poveri. Dopo lo sfogo di Frieda in piazza Dante, Lawrence non si lascia comunque scorag-

Immagine tratta dal film “L’amante di Lady Chatterley” (1981). 44

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trentinostoria

Ancora Frieda e D.H. Lawrence

giare e la convince a salire sul primo treno diretto a Riva del Garda (allora “città sede di presidio austriaco”) per andare a visitare quel lago che è apparso loro come un miraggio in un manifesto della stazione di Trento. “C’era un treno in partenza proprio allora – si legge in Mister Noon – e una folla di contadini solidi, atticciati, intorno alla biglietteria. Gilbert ritirò gli zaini e si mise in coda. Cambiarono treno prima di arrivare alla frontiera e presero un trenino secondario. Strano era lo scenario. C’erano vigne e poi appezzamenti di granturco alto, molto alto, di un giallo secco, eppoi boschetti di gelsi, e poi acqua e alte canne come bambù, alte canne arruffate, e strani rosei paesini, tutti solatii, e strane macchie di cipressi e poi rocce aguzze e pendici di ginepri – e poi rocce scure e una cascata – e alcuni aranci, scuri. Tutto sembrava così lussureggiante, quasi tropicale, e tutto così intessuto di sole.” Giunti a Riva Lawrence e Frieda si trovano di fronte il lago scintillante al sole. Lasciati gli zaini alla stazione, i due si avviano lungo la strada bianca e polverosa che porta in centro. “Riva - scriverà Lawrence in una lettera - è ancora Austria, ma è italiana come un gelataio. Naturalmente i soldati sono austriaci. L’Austria è buffa. Così ospitale. Gli ufficiali sono tutti soldatini di cioccolata. Ti fanno attraversare la dogana con un buongiorno. A Trento c’era una gran folla alla bigliettera, poi è giunto il

treno. Così un uomo, un alto ufficiale della stazione, girò intorno e disse loro di affrettarsi. Non fece nessuna differenza. Hai presente i modi liberi e facili degli uomini di un pub, gli austriaci li hanno sempre i loro allegri modi da taverna. “Rovereto – Riva – Ala!” strillò improvvisamente l’ufficiale. Io, tra la moltitudine di soldati e di italiani con il sombrero nero, attirai la sua attenzione. Alzò il dito verso di me. Poi mi condusse con gli altri due nell’ufficio della biglietteria. L’impiegato stava comodamente appoggiato allo sportello. Potevo vedere la folla dall’altra parte. Poi l’ufficiale disse all’addetto alle prenotazioni “Ein Rovereto – zwie Riva – ein Mori”. L’impiegato si girò amabilmente, lasciò la folla infuriata e prenotò i biglietti senza fretta. Nel frattempo il treno per l’Italia stazionò e ci aspettò. Questa è l’Austria dico io, “Aspettava me, il treno per l’Italia”. A Riva del Garda D.H. Lawrence e Frieda von Richthofen si fermeranno poco. La stagione turistica è in pieno svolgimento, la presenza della ricca clientela internazionale fa volare i prezzi di hotel e ristoranti alle stelle e costringe la coppia a trasferirsi in un luogo un po’ più defilato, a Villa di Gargnano, dove rimarranno fino alla primavera del 1913. Dopodichè il loro spirito curioso e inquieto li spingerà a rimettersi ancora una volta in viaggio. Ma questa è un’altra ■ storia.

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A TRENTO RESTYLING PER AUTOINDUSTRIALE

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

LA STELLA DI MERCEDES È TORNA A SPLENDERE IN TRENTINO. AUTOINDUSTRIALE INIZIA IL NUOVO ANNO CON LA SEDE DI TRENTO COMPLETAMENTE RINNOVATA

È

stata inaugurata alcune settimane fa a Ravina di Trento, alla presenza di numerosi esponenti del tessuto economico trentino, la nuova sede di Autoindustriale. Una giornata caratterizzata da una folta partecipazione di pubblico giunto numeroso per l’evento, ammirare le nuove linee architettoniche dell’edificio 46

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e la vasta gamma di vetture e veicoli Mercedes. Nel nuovo salone, infatti, fanno bella mostra di sé, oltre alle novità del marchio stellato, un’area dedicata alle richiestissime Smart, ai van per il trasporto di merci o persone e ai truck. L’attrezzata officina inoltre d’ora in poi sarà in grado di fornire un servizio completo a 360°

per tutti i veicoli in offerti da Autoindustriale. Un importante investimento per Autoindustriale sottolineato anche dal direttore di Confindustria Trento l’ingegner Roberto Busato. Nel suo discorso di consegna di una targa alla famiglia Baumgartner ha affermato l’importanza delle aziende che hanno voglia di investire sul

territorio provinciale e che innescano così un proficuo volano economico in termini di occupazione, sviluppo e crescita economica. Tra gli altri ospiti d’onore erano presenti il direttore dell’ACI Trento Alberto Ansaldi, per Mercedes-Benz Italia il vice presidente dell’Unione delle Concessionarie Mercedes Adolfo Cosentino,


Alois e Renate Baumgartner insieme agli ospiti d’onore e il team di Autoindustriale dopo il taglio del nastro

numerosi area manager e il direttore rete Ivan Vellucci. Nel porgere i complimenti al dottor Baumgartner per l’ottima riuscita della ristrutturazione, Vellucci ha sottolineando quanto sia importante per Mercedes avere dei partner affidabili sul territorio e che solo un concessionario in grado di offrire la gamma completa dei prodotti e servizi del marchio con la Stella può soddisfare tutte le esigenze dei clienti Mercedes e Smart. Il dott. Alois Baumgartner, amministratore delegato del Gruppo Autoindustriale, ha poi concluso mostrandosi molto contento della grande partecipazione. Il salone era infatti affollato da numerosi clienti, amici, fornitori e altri partner della famiglia Autoindustriale. Al termine dei discorsi non poteva mancare la benedizione della nuova struttura, dei collaboratori e di tutti i presenti da parte di don Walter Rizzi al quale è seguito il fatidico taglio del nastro alla presenza di tutte le autorità intervenute. Altri momenti emozionanti sono stati vissuti quando il responsabile degli istruttori della AMG Driving Academy ha pre-

sentato con delle doti di agilità la nuovissima punta di diamante del Motorsport Mercedes: la AMG GTR. La giornata di festa è proseguita piacevolmente con brindisi e intrattenimento anche per i bambini. UN’OFFERTA COMPLETA DALLA A ALLA SMART Autoindustriale nelle due sedi in Trentino a Trento e Rovereto è in grado di offrire la gamma completa della Casa di Stoccarda dalla compatta Smart fino ai possenti truck per le cave e i trasporti internazionali e i versatili Unimog. L’offerta di vetture e veicoli usati completano il range dei prodotti disponibili nelle due realtá. Le officine ufficiali Mercedes-Benz sono in grado di offrire i servizi di officina e carrozzeria per vetture, van ■ e anche truck.

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Oggi

Sposi JUST MARRIED, OGGI SPOSI E TUTTO QUELLO CHE RIGUARDA IL MATRIMONIO, MEGLIO SE DA FAVOLA… LA SCELTA DELL’ABITO, GLI ADDOBBI FLOREALI, LA LOCATION, LE BOMBONIERE DEL MOMENTO, IL TRUCCO ED IL MITICO VIAGGIO. TANTE IDEE E CONSIGLI PER LE NOZZE PERFETTE

I

recenti sondaggi indicano che i matrimoni hanno subito una certa flessione; in realtà ci si sposa di meno, ma chi affronta oggi il grande passo, lo compie con forse maggior convinzione di un tempo. E per lo stesso motivo esige una cerimonia – religiosa o civile che sia – altamente significativa, corredata di tutti quegli elementi che ne

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fanno un evento nella vita. Tante le novità d’Oltremanica pervenute ed entrate in uso anche da noi: dall’impiego del wedding planner (una sorta di organizzatore di matrimonio) alle cerimonie alternative, ispirate a culture lontane e da nuove suggestioni. A fianco delle nuove tendenze, tiene bene il classico, magari rivisitato e reinterpretato in ca-

none attuale. Certo sposarsi è un grande impegno, prima di tutto organizzativo; occorre trovare i tempi giusti e non in conflitto con il lavoro. Bisogna evitare di giungere al momento del sì senza un briciolo di energia e considerare come poco produttivo lo stress da cerimonia. In aiuto alle nuove coppie in lizza per il sì, arrivano anche le moderne tecnologie. La lista di nozze si manda anche via mail, i promemoria si appuntano sui tablet, gli indirizzi si recuperano anche sullo smartphone. L’ultimissima novità in campo di nozze è la Wedding App, un’applicazione scaricabile da tutti gli invitati per avere informazioni dettagliate e precise, nonché per seguire in prima linea lo svolgimento dei preparativi e la luna di miele. Una volta non c’era niente di tutto questo e ci si sposava lo stesso. Sta

agli sposi di oggi utilizzare al meglio queste nuove opportunità.

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TANTI STILI, TANTE TENDENZE

Il matrimonio si evolve nel tempo e ciclicamente sorgono nuove tipologie, che rispecchiano le nostre naturali inclinazioni. Attualmente la tendenza segue lo stile all’inglese, che si caratterizza per sobrietà ed eleganza. Tutto è calibrato su questo filone: dalla scelta del luogo del ricevimento, che potrà essere un castello, alla ricerca dei dettagli di classe, come il filato dei tessuti, la posateria d’argento e le ceramiche dai toni pastello. Immancabile un angolo buffet per il tea time, con assaggi di tè e biscotti, a celebrare un momento sacro per l’Inghilterra. Anche


trentinospecialesposi il vestito della sposa può ricordare il momento retrò; di grande effetto un abito di stile Novecento, magari ricamato all’uncinetto o corredato da pizzi discreti. Anche l’automobile potrà essere una berlina o la classica Rolls-Royce, per rimanere aderenti e coerenti con uno degli stili più amati del momento.

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IL SUCCESSO DEI WEDDING PLANNERS

Il matrimonio è composto di tanti piccoli elementi, tutti collegati tra loro in un imprescindibile intreccio. Un po’ come gli ingredienti di una torta, che partecipano in misura importante alla buona riuscita del risultato. Per questo motivo, ogni dettaglio va curato e seguito in modo adeguato, così da consentire il perfetto svolgimento del matrimonio. Sempre più indispensabile, a questo punto, la presenza della figura dell’organizzatore dell’evento (wedding planner), per cogliere ogni sfumatura e non rischiare di sbagliare. Anche perché sposarsi

è sempre una favola, che va vissuta come tale. La funzione di questo guru delle nozze è importantissima, perché costruisce a vostra misura e a vostra immagine il percorso, crea il giusto equilibrio tra tutte le voci che compongono l’insieme unitario e non tralascia anche il più piccolo particolare. L’organizzazione del matrimonio resterà così nel cuore della sposa e sovente andrà a ripescare i ricordi non solo della cerimonia ma anche e soprattutto del lungo periodo di preparativi che ha vissuto in molti mesi. Il lavoro del/della wedding planner è totalizzante: tante ore passate con gli sposi per conoscere le loro passioni e tradurle in un evento da non dimenticare.

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LA LOCATION

I luoghi perfetti per la cerimonia ed il rinfresco non vanno idealizzati, ma creati e pensati su misura per gli sposi. La giusta soluzione deve essere un posto che trasmetta emozioni, che si colleghi ai vissuti dei protagonisti e che costituisca soprattutto

un imperdibile scenario per fissare i momenti più belli ed intensi. Premesso questo, la tendenza attuale è quella del matrimonio green, in montagna, tra i vigneti, nelle fattorie. Molto gettonati anche i musei – che spesso mettono a disposizione sale e spazi adeguati – le baite alpine ed i vecchi fienili. Essenziale il raccordo con la vita dei protagonisti; i luoghi possono essere ispirati ad un particolare momento di vita, ad un ricordo d’infanzia, ad un’esperienza vissuta. Sempre nella lista dei favoriti le ville e i castelli, che regalano attimi indimenticabili. Vastissima la scelta, a seconda del numero degli invitati e del filo conduttore dell’evento.

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FOTO E DINTORNI

Anche il servizio fotografico si evolve e subisce gli effetti e le tendenze del momento. Se la voglia di nuovo fa al caso vostro, se non vi sentite in linea con il classico fermo immagine e le pose studiate momento per momento, lasciatevi affascinare dalle

novità più divertenti del momento. Arriva dall’America il Photoboot, che prende spunto dalle cabine in cui si fanno le fototessera e dove spesso gli amici ne approfittano per fermare un attimo divertente di una serata o di un momento di ritrovo in compagnia. Per realizzare questo simpatico procedimento nel giorno delle nozze è indispensabile avere a disposizione uno spazio allestito con uno sfondo a tema (neutro, western, a fumetti o paesaggistico) e allestire la scena con materiale ed accessori ispirati al contesto (baffi, occhiali, maschere, cappelli, ecc). Detto fatto, basta divertirsi e scattare foto. Che risulteranno indimenticabili.

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MONDO BOMBONIERA

Le bomboniere, si sa, costituiscono un dettaglio importante, capace di descrivere appieno lo stile dell’evento. Anche in questo settore, le novità che fanno capolino e che accolgono sempre più i favori degli sposi, sono quelle

Abiti da sposa e cerimonia

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trentinospecialesposi ispirate all’ambiente, magari realizzate a mano e con occhio al budget. Moltissime coppie scelgono quindi l’abbinamento ecologia e risparmio, nella chiave della sostenibilità e dell’attenzione all’ambiente. Via libera allora ai materiali riciclati, al fai da te, alle soluzioni creative ed originali. Il primo materiale che sale alla mente e che risponde a queste peculiari caratteristiche è la carta. Ogni elemento decorativo può essere realizzato anche con carta di giornale e vecchi libri. Ma le idee sono tante e diversificate in questo settore: dalle bomboniere realizzate con vasetti della marmellata ai segnaposto costituiti da piantine. Se siete appassionati di decorazione, lavorate personalmente ogni singolo elemento, in modo da personalizzare e identificare con un tocco di originalità il vostro pensiero verde. LA TORTA, O WEDDING CAKE

La torta costituisce il gran finale ad effetto e, dopo il momento del sì, si può definire

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FIORI, SEMPRE PROTAGONISTI

Delicati e profumati, colorati e coreografici. Questo, e molto

altro ancora, rappresentano i fiori nell’ambito del matrimonio. Presenti ovunque, in ognuno dei singoli momenti che costituiscono la cerimonia, vanno scelti con cura e minuziosa dovizia, per renderli visibili ma al tempo stesso discreta presenza dai toni dolci e tematici. La passione per l’arte floreale si traduce nei gusti e nelle interpretazioni personali, ma anche in questo campo si fanno sentire le tendenze più recenti e decisamente molto accattivanti, dagli effetti stupefacenti. Il trend al momento parla di stile retrò, definito vintage style, un raffinato intreccio di sobrietà ed eleganza. Sfilano quindi le rose antiche, le peonie, le ortensie, le dalie; campagnoli e genuini i ranuncoli, accompagnanti da foglie di contorno che riportano alla stagione. I colori sono quelli delicati, assolutamente vincenti: il rosa antico, il violetto della lavanda e tutte le sfumature del beige accesi intenzionalmente – ma solo a tratti ben delineati – dai toni accesi e vibranti del porpora, del corallo, del blu e del viola.

Il bouquet della sposa, che sintetizza il filo conduttore floreale, riscopre l’abbinamento semplicità e raffinata eleganza e si traduce in un armonico insieme di calle e rose, delle tante versioni delle peonie e dei fiori più rappresentano l’evento. Al fiore si aggiunge il particolare, che da dettaglio diventa protagonista: il glitter, l’inserto oro o argento, i cristalli scintillanti e l’inserto agreste con foglie di campo per un effetto country estremamente gradevole.

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L’ABITO DI LEI

L’abito rappresenta le nozze, è il primo pensiero della sposa e del suo sogno. Esiste quello perfetto? Certamente, basta scegliere quello che risponda ai criteri necessari per il matrimonio: sensualità, raffinatezza ed eleganza. Per quante optano ad indossare un unico vestito per la celebrazione ed il rinfresco, la parola chiave deve anche essere una comodità quantomeno accettabile e semplice da indossare. Il colore, manco a dirlo, è il bianco in

Agli sposi dedichiamo grandi cure: dalla compilazione del menu, che scegliamo insieme a loro, fino ai dettagli legati all’accoglienza e alla preparazione degli ambienti, facendo realtà ogni vostro desiderio.

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il punto forte delle nozze, il momento più atteso. Spesso si riserva a questa frazione basilare della cerimonia una saletta riservata o un punto raccolto, così da creare la giusta atmosfera e l’intimità necessaria per il taglio della torta, simbolo e suggello del matrimonio. Quando viene svelata agli occhi degli invitati, diventa inevitabilmente la protagonista dell’evento. I colori sono quelli delle nozze: bianco, avorio, crema, perla; le altezze quelle desiderate, ma fanno molto tendenza i piani alti, dagli effetti 3D decisamente scenografici e ben visibili nelle immagini. Tante le idee da concretizzare: le decorazioni in pizzo (che magari ricordano l’abito in stile della sposa), le cascate di fiori dolci, le rose bianche disseminate ovunque, i morbidi drappeggi e i giochi cremosi impreziositi dai dettagli in oro e argento.

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trentinospecialesposi tutte le sue sfumature. Ma c’è chi osa anche con il colore – e le star americane ne sanno qualcosa – specie nelle gamme del rosa e dell’azzurro. Colori a parte, la sposa deve essere bella e seducente ma senza strafare; la tendenza del momento richiama a forme morbide che esaltano la femminilità, impreziosita e messa in risalto anche da scollature profonde, soprattutto sulla schiena. E se favola dev’essere, via ai tessuti da favola: inserti di pizzo, cristalli dappertutto, nuvole di velo e di tulle. L’abito del momento è quello a sirena, avente come punto forte la scollatura sulla schiena e la coda dell’abito che ricade in morbide forme; per un effetto scenico, il corpetto è scolpito e quasi intagliato, con giochi di trasparenze retrò. Per le super romantiche, la gonna ampia a balze, il monospalla, e lo strascico, anche appena accennato. Fondamentale esaltare il punto vita con preziose cinture o trasparenze sensuali. Sempre apprezzato anche il taglio dritto con mini strascico, per un abito all’in-

segna della sobrietà e del gusto classico e intramontabile.

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SCARPA E TACCHI, BINOMIO VINCENTE

La sposa deve risplendere in ogni minimo particolare, dalla testa ai piedi, senza tralasciare nulla di curatissimo e prezioso. Elemento importantissimo la scarpa, possibilmente scintillante, preziosa e raffinata. Le calzature giocano un ruolo fondamentale e vanno scelte seguendo lo stile del matrimonio, l’interpretazione dell’evento e naturalmente il look definito dall’abito. Di gran voga il tacco alto – che slancia e valorizza ogni figura – arricchito da un ampio plateau, sempre indicato per mettere in luce la siluette. Dettaglio perfetto è l’intaglio in pizzo o ricamato, impreziosito da cristalli. Sulla cresta dell’onda la scarpa in raso, quella tempestata di gioielli, il sandalo altissimo con tacco a spillo.

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L’INTIMO PERFETTO

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mano l’intimo femminile hanno uno spazio per la wedding collection, pensata per la donna esigente ed attenta alla propria femminilità. Sotto il vestito, che rappresenta l’essenza più visibile della sposa, la cura per i dettagli deve essere ai massimi livelli: dalla sottoveste alla giarrettiera, dal babydoll al body modellante. Indispensabile provare sempre l’intimo scelto sotto l’abito da sposa per scongiurare la fuoriuscita di spalline o altri spiacevoli inconvenienti, come cuciture troppo vistose o tagli che segnano i fianchi. La scelta del reggiseno deve tener conto del risalto necessario alla scollatura: non troppo modesto ma nemmeno esplosivo. Per chi ne avesse bisogno, via libera ai capi intimi modellanti, che garantiscono un effetto dimagrimento immediato, di anche due taglie in meno. I colori saranno strettamente coordinati all’abito, con la preferenza verso il bianco, il perla e l’avorio; apprezzabili e di gran moda anche i toni delicati delle tinte pastello. Le calze saranno trasparenti o bianche,

meglio autoreggenti per un tocco ancora più sensuale. Per la prima notte di nozze, largo ai babydoll trasparenti, ai corsetti con un pizzico di audacia ed alle raffinate sottovesti di seta o di pizzo.

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L’ABITO DI LUI

Come la sposa, anche lo sposo diventa protagonista delle nozze, a cominciare dall’abito. Attualmente esiste un vero e proprio vademecum tutto pensato per lui e per il suo look, che deve tener conto di alcuni elementi fondamentali. Innanzitutto è d’obbligo il tre pezzi, con un richiamo stretto al vestito della sposa. Per gli amanti del classico, largo spazio ai modelli che prevedono il tight in lana, con gilet a cinque bottoni o al gettonatissimo doppiopetto. La camicia di tendenza è rigorosamente bianca, con polsi doppi. La cravatta si alterna al papillon o al plastron di seta, secondo l’inclinazione e l’impostazione dell’intera cerimonia. Ai dettagli classici, caratterizzati da uno stile sobrio e raffinato, si affiancano le innovazioni e le

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trentinospecialesposi trovate più ardite, come gli inserti scintillanti sulla giacca da abbinare a qualche richiamo trendy sui polsini e sulla camicia. La scelta tra tradizionale e moderno è esclusivamente personale e personalizzabile; il colore del momento è l’azzurro, ma incontra moltissimi favori anche il classico impreziosito da dettagli nuovissimi e all’ultima moda, come i glitter che richiamano l’abito della sposa. Non trascurabili gli accessori, come l’orologio da polso e le bretelle, che danno un tocco di ricercatezza e di originalità, senza dimenticare il classico stile dello sposo. Largo spazio anche ai tessuti raffinati, proposti in tinte pastello. Per stupire e riconoscersi unici.

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IL DETTAGLIO IMPORTANTE: I GIOIELLI

A partire dalle fedi, i gioielli costituiscono un elemento essenziale e senza tempo. Linearità ed unicità, gusto classico con tocchi personali; queste sembrano essere oggi le tendenze del look gioielli per gli sposi. Ma attenzione, senza esagerare. Qualcosa di unico e prezioso sì, ma delimitato da regole precise ed imprescindibili. Niente anelli e bracciali, che finirebbero per togliere alla fede il ruolo da protagonista; niente accesso-

ri troppo vistosi, che andrebbero a sottrarre attenzioni al vestito ed allo spazio riservato all’anulare. Via libera invece a gioielli piccoli e discreti, ma scegliendo solo il necessario ed evitando parure eccessivamente impegnative e visibili. Il gioiello va naturalmente a pari passo con l’abito e con l’intero look: se la scollatura è profonda, va delicatamente impreziosita; se la pettinatura è raccolta gli orecchini saranno indispensabile elemento che esalta l’acconciatura. Indispensabile, anche in questo caso, provare preventivamente gli abbinamenti, facendosi consigliare. Se ad esempio l’abito è tempestato di cristalli, giocare al minimo sul fronte preziosi, in modo da non abbagliare eccessivamente ed oscurare lo sposo. Le fedi sono ovviamente le protagoniste dei gioielli degli sposi; molto trendy quelle semplici in oro giallo o bianco, arricchite da un diamante.

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CAPELLI, OVVERO HAIRSTYLE

Sciolti o raccolti che siano, i capelli rappresentano e completano interamente lo stile dell’abito, interpretando appieno la lettura stilistica dell’evento. Le parole chiave in fatto di capelli sembrano essere tutte le diverse sfumature delle onde. Ravvivare

l’acconciatura con morbidi ed ondulati stili, caratterizza il lato romantico del matrimonio e dona quell’effetto anni ’20 e ’50, tanto caro alle spose di oggi. Lungo o corto che sia il taglio, largo spazio al mosso ordinato. Messi al bando chignon troppo stretti e pieghe troppo tirate, è ora il momento dei capelli sciolti, disposti in onde vintage o trecce decorate con fiori, meglio se freschi e di immediato richiamo agli addobbi ed al bouquet. Per quante portano i capelli lunghi, si può scegliere di lasciarli cadere naturali sulle spalle o raccoglierli in maniera parziale, sempre però in modo naturale. Sì anche alla coda di cavallo, preferibilmente chiusa, bassa o laterale, che cade morbida sulla spalla. Il tocco glam è costituito dal pizzo tra i capelli e il ritorno della veletta, accessorio che sostiene la tendenza vintage e dona un tocco di eleganza e di mistero. Sempre indispensabile la prova acconciatura corredata con l’abito indossato, per un riscontro immediato e completo del look sposa pensato.

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NAIL ART

Mani e piedi devono essere ben curati nel giorno più bello. Contrariamente a quanto si può pensare, questi sono i punti dove si concentra l’attenzione di tutti: dello sposo

in primis, ma anche degli invitati, che vorranno ammirare la fede. Per avere unghie bellissime, deve essere realizzata la manicure basic, con un’accurata pulizia dell’unghia e relativa rimozione delle cuticole. Una volta stesa la base la base trasparente ed applicato in seguito uno smalto perlato bianco, si può scatenare la fantasia, decorando l’unghia con motivi pizzo, strass e glitter, sempre in stretta connessione con l’abito. Anche nel caso di queste fondamentali e molto visibili parti del corpo, la parola d’ordine è eleganza: no a nail troppo impegnative ed esteticamente pesanti, no ad unghie troppo lunghe o dalle forme insolite per non sottrarre attenzione al contesto generale della cerimonia.

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IL TRUCCO DEL GIORNO PIÙ BELLO

Il trucco c’è e si deve vedere. Ma va studiato nei minimi particolari, calibrato al look complessivo della sposa e realizzato con prodotti di alta qualità. Resterà un ricordo indelebile, che la protagonista delle nozze rivedrà per sempre nei filmati e nelle foto. Oltre all’effetto visivo, deve essere anche a prova di lacrime, di stress e di flash. La pelle deve essere preparata almeno una settimana prima con un peeling e salvaguardata

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trentinospecialesposi dai raggi solari. Indispensabile la scelta di una truccatrice, che vedrà preventivamente l’abito scelto, coglierà lo stile del matrimonio ed agirà di conseguenza. Labbra e occhi devono essere ben bilanciati tra di loro: chi ha occhi profondi e importanti, andrà ad alleggerire il trucco delle labbra; chi invece punta a mettere in risalto proprio queste ultime, alleggerirà gli occhi con tonalità chiari e naturali. Esistono anche alcuni semplici strategie per un trucco efficace e resistente. Largo ai toni di fondo del giallo, che meglio resistono agli scatti dei fotografi; attenzione a coordinare matita e rossetto per le labbra; tenere sottomano cipria e gloss.

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LA MUSICA

Elemento imprescindibile, la musica non può mancare neanche nella più semplice delle cerimonie, a partire dalla chiesa fino al momento del ballo. Le note valorizzano i momenti clou, li fissano nella memoria ed esaltano le emozioni. Ma come scegliere la colonna sonora delle nozze? Indubbiamente esistono tracce che più si addicono a seconda della tipologia del matrimonio. Per il rito civile, le più richieste sono le canzoni d’amore, che magari hanno segnato indissolubilmente il legame tra i due innamora-

ti. Per la cerimonia religiosa, è sempre attualissima la classica marcia nuziale di Mendelssohn per l’ingresso della sposa e quella di Wagner all’uscita degli sposi; all’offertorio, la struggente Ave Maria di Schubert. Durante il ricevimento, via libera ai generi preferiti ed ai ritmi più vivaci, avendo l’accortezza di non eccedere con il volume, per non penalizzare le conversazioni tra invitati. Vanno sempre fortissimo le compilation vintage dagli anni ’60 in poi, per la gioia di tutti gli invitati, anche i più datati.

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IL COFANETTO PORTAFEDI

Altro dettaglio di stile, la scelta di un elemento portafedi. Attualmente è salito alla ribalta il morbido cuscino a forma di cuore, ricamato con pizzi e con incise le iniziali degli sposi. Indubbiamente un effetto estetico di spessore, che va a suggellare il momento più importante di ogni cerimonia, lo scambio degli anelli. Ma anche un oggetto destinato a divenire un prezioso ricordo di questo momento di vita. In abbinamento al cuscinetto, un cuscino più grande – ma con le stesse caratteristiche a livello di consistenze e di decorazioni – pensato per decorare a tema il letto degli sposi. Una scelta di stile che si riconosce a prima vista.

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L’INVITO

Una partecipazione di nozze deve essere originale, accattivante, di classe ma sobria, in grado di attirare l’attenzione di chi legge. Il colore del cartoncino, i timbri decorativi, la scelta del carattere, le polverine decorative sono elementi basilari per la creazione degli inviti. Personalizzare, in questo caso, è d’obbligo; evitate di scopiazzare da amici e conoscenti, ma piuttosto prendete spunto per costruire idee originali. La tendenza è quello dello stile essenziale, pulito, fresco e gioioso. Le informazioni sono quelle essenziali, impreziosite anche da qualche piccola immagine – che non deve togliere spazio ai dati dell’evento – e da richiami stilistici con l’organizzazione dell’evento. Stili rustici per le location agresti, stili eleganti e perlati per i castelli, stili sbarazzini per le celebrazioni alternative. Anche in questo ambito il fai da te diventa sempre più dominante, per sottolineare l’unicità della cerimonia e l’impronta unica dei protagonisti.

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UNA LISTA PER TUTTO

I vantaggi di mettere nero su bianco, in forma sintetica, tutto quello che riguarda il matrimonio sono molteplici:

da una parte consentono di fissare e memorizzare appuntamenti importanti, dall’altra di non far sfuggire nulla, per non incorrere in clamorose dimenticanze. Una grande lista globale conterrà dunque più argomenti, per i quali verranno stilate delle sottoliste, utilissime a sviscerare anche i più reconditi dettagli. La big list potrà poi essere passata a una persona di fiducia, per ricevere collaborazione. Va inoltre ricordata la buona consuetudine di prevedere una formula di ringraziamento da inviare ai partecipanti, avendo cura di segnare i regali ricevuti, personalizzando e comunicando la gratitudine per quanto ricevuto. In sintesi, nella lista andranno annotate date, numeri di telefono, tempi di consegna, possibilmente rispettando l’ordine in cui andranno fatte le cose.

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CONFETTI E DINTORNI

Altro particolare estremamente significante ma altrettanto discreto è costituito dal cestino porta confetti. Disposto sulla tavola del rinfresco o rintracciabile in qualche spazio pensato appositamente per il momento della distribuzione e della condivisione, il cestino dovrà richiamare lo stile della cerimonia e la scelta dei tessuti per le tavole del ricevimento. Indispensabile la

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trentinospecialesposi decorazione sobria ed elegante, ma altrettanto visibile e di scena, per colpire ancora una volta nella ricerca del particolare. Immancabile il tulle di contorno, che andrà a rendere significativo l’assaggio dei confetti, simbolo delle nozze.

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LA LUNA DI MIELE

Il viaggio di nozze rimane, nel tempo, il momento più atteso dagli sposi, a suggellare un legame sottoforma di fuga romantica. Le mete più gettonate rimangono i paradisi tropicali e le destinazioni poco battute, come la Nuova Zelanda, il Perù, la Provenza, il Mozambico, la Birmania. Il viaggio è il momento più atteso perché dopo tanti preparativi e tanto stress, dopo tanti appuntamenti e il lunghissimo giorno del sì, arriva finalmente l’ora di fare i bagagli e partire. Ma dove andare? L’estero rimane in vetta alle destinazioni top, con mete che assecondano i sogni degli sposi. Ma anche l’Italia riacquista importanza, specie con soggiorni di lusso tra ville d’epoca, stazioni termali e hotel di charme. Sempre trendy le crociere, gli atolli sperduti ed anche le alternative destinazioni (come ad esempio l’Irlanda) da percorrere in camper. Nelle liste di nozze compaiono con sempre maggior frequenza le quote viaggio: gli invitati mettono a disposizione chilometri di luna di miele, per rendere leggero il viaggio più bello della vita.

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I RITI DEL BUON AUSPICIO

Ogni paese ed ogni cultura si caratterizza per i suoi riti benaugurali; per il matrimonio, abbiamo individuato quelli più importanti, ai quali si presta maggior attenzione. Il lancio del riso – che simboleggia la fertilità – e il volo delle colombe bianche – felicità per la coppia – sono forse i riti

più comuni, più famosi e più celebrati nel mondo. Oltre a questi, compare una miriade di consuetudini, anche a livello locale e regionale, che coinvolge gli sposi. Con la cerimonia della sabbia ad esempio (in cui si mescolano due polveri diversamente colorate) si celebra l’unione di due sfumature. La cerimonia del tè, di importazione cinese, trova successo anche in Italia – specie per un ricevimento informale – e viene riadattata secondo usanze e consuetudini locali. Suggestiva anche la cerimonia dell’accensione delle candele, in cui la luce illumina l’unione della coppia; in questo caso, due candele sottili ne accendono una grande, che simboleggia la vita insieme. Gli animi più ecologisti sceglieranno anche di piantare un albero insieme, mentre i più romantici opteranno per raccogliere in una scatolina piccoli ricordi dei momenti passati insieme e della cerimonia (come ad esempio il tappo dello champagne) come inizio di un nuovo cammino.

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Finalmente anche a Trento sono sbocciati i bellissimi ed esclusivi fiori di Frida’s, il brand made in Italy che ha rivoluzionato il concetto di fioreria. Frida’s è la più grande catena italiana di fiori e, da oggi, è possibile acquistare le stupende creazioni degli appassionati flower designers anche nel punto vendita di via San Pietro, 64, in pieno centro storico a Trento, dove Lorenzo e Serena vi aspettano per stupirvi con la loro creatività e professionalità.

QUALCHE PICCOLO SUGGERIMENTO

Proponiamo alcuni piccoli dettagli per vivere nel migliore dei modi non solo il giorno stesso del matrimonio, ma anche tutto il periodo di preparativi che lo precede. Innanzitutto la comodità: si può essere belli anche senza soffrire troppo, altrimenti il ricordo della giornata rischia di essere offuscato da questi elementi negativi. Si dice “qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa di prestato, qualcosa di blu” ma non vuol dire che non possiate aggiungere il vostro ”qualcosa” personale. Nella stesura degli inviti, i futuri sposi avranno cura di essere precisi su luoghi e tempi, lasciando indicazioni anche sul percorso. Se la stagione è bella ed avete programmato una loca-

Frida’s è un brand riconosciuto non solo per la creazione di bouquet originali e composizioni floreali scenografiche, ma anche per la realizzare e supporto di allestimenti di eventi e cerimonie. Da oltre 10 anni, infatti, Frida's accompagna i futuri sposi nel momento più importante della loro vita. L’allestimento floreale è talmente importante che nulla può essere lasciato al caso e Frida's, con le sue esperte maestre fioraie, ricrea le giuste atmosfere e le perfette armonie di stile e colore in ogni occasione. Eleganza, ricercatezza, esperienza e professionalità sono le caratteristiche distintive di Frida’s, il brand d’eccellenza nell’arte floreale.

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trentinospecialesposi tion all’aperto, tenete sempre in considerazione il cosiddetto “piano B”, ovvero un luogo coperto in caso di maltempo. Visionatelo preventivamente ed assicuratevi che il personale sia attrezzato in questo senso. Nel giorno che dovrà essere indimenticabile, non mancate di mettere a disposizione degli invitati carta e penna, per lasciare – nero su bianco – le impressioni sul vostro evento. L’intrattenimento degli ospiti dovrà prevedere giochi per adulti e per bambini, senza tralasciare i particolari del gran finale, con palloncini, fuochi d’artificio ed il mitico lancio del bouquet.

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MIX COUNTRY &FLOWER

I fiori ovunque, portati in maniera anche vistosa o presenti in modo massiccio nella location, riconducono alle atmosfere vagamente hippy; lo stile country incanta per il suo carattere, che mescola selvaggio e raffinato, forte e delicato. E se i fiori fanno la differenza, anche lo stile ispirato alla vecchia America mette d’accordo proprio tutti, anche gli spiriti ribelli. L’insieme dei due elementi crea un effetto spettacolare ed è di grande tendenza. Naturalmente i colori saranno quelli pastello e su tutte le tonalità della sabbia; l’abito sarà fluido e morbido, dagli effetti naturali. Pochi e significativi gli accessori, che rivestono un ruolo importante e delineano lo stile scelto.

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TUTTO IL MATRIMONIO, STEP BY STEP

Dopo aver deciso di intraprendere il grande passo, occorre scegliere la data migliore, escludendo la sovrapposizione con eventi di carattere pubblico o altre cerimonie, anche interpellando familiari e amici per non

incombere nell’incubo degli “impegni irrinunciabili”. Dalla scelta della data in poi, tutto sarà in salita e progressivamente carico di stress; una sorta di conto alla rovescia in cui bisogna pensare a moltissimi dettagli. Ma cosa c’è di veramente urgente da pianificare? Sicuramente la location per la cerimonia ed il ricevimento: la prenotazione dovrà essere tempestiva per ottenere spazi adeguati e non di rimedio. In secondo luogo, andrà stilata una prima lista di nozze, per capire il numero indicativo degli invitati. Poi largo spazio a tutti i professionisti del settore, che andranno contattati per presenza e preventivi: fiorista, fotografo, estetista, sarta, catering… La scelta delle bomboniere e la parte predominante, la scelta dell’abito e degli accessori. Poi via alla lista nozze, con fedi, partecipazioni, menù, abito-trucco. Dopo tante corse e preparativi, regalatevi qualche ora di massaggi, di relax e di riposo. Importante anche fare i conti: stabilire quindi un budget, sentire vari esperti e annotare le situazioni più convenienti. Le partecipazioni vanno consegnate tre mesi prima della cerimonia, andrebbero scritte a mano e consegnate personalmente. Anche il mezzo degli sposi – l’auto d’epoca, la moto, il calesse – va prenotato per tempo e confermato pochi giorni prima dell’evento. ■


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he si tratti del banchetto di un matrimonio, del buffet di un battesimo o del coffe break di un convegno di lavoro, per un risultato perfetto è bene affidarsi a professionisti esperti, in grado di organizzare tutto nei minimi dettagli. Trentino Catering di Mezzolombardo, azienda giovane e dinamica ma con alle spalle l’esperienza decennale di Alfonso Malfatti nel settore della ristorazione e del catering, offre le soluzioni migliori in termini di qualità dei prodotti, allestimento e costo finale, garantendo grande libertà organizzativa alle coppie che stanno progettando il loro giorno speciale, come alle aziende per meeting di lavoro e convegni. Materie prime di qualità, ricette originali, servizio impeccabile e mise en place raffinata uniti al dinamismo del team di lavoro fanno di Trentino Catering la regia perfetta per ogni tipo di evento. Per un matrimonio o un battesimo, per una convention aziendale o un’inaugurazione, Trentino Catering offre proposte su misura in base al numero e alla tipologia di ospiti, secondo lo stile o il tema prescelto, per

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CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE Trentino Catering è stato fra i primi ad aderire al progetto “Food for Good” contro lo spreco di cibo: tutti gli alimenti non consumati e recuperabili vengono donati al Banco Alimentare del Trentino Alto Adige Onlus, che li distribuisce alle strutture caritative presenti sul territorio.

OGNI EVENTO È UNICO MATERIE PRIME DI QUALITÀ, RICETTE ORIGINALI, SERVIZIO IMPECCABILE E ALLESTIMENTI RAFFINATI FANNO DI TRENTINO CATERING LA REGIA PERFETTA PER MATRIMONI, EVENTI AZIENDALI E FESTE PRIVATE

dare a ogni evento uno stile unico in linea con il budget del cliente. Le proposte di Trentino Catering sono tutte all inclusive e il prezzo finale è sempre certo, senza brutte sorprese. In particolare, i futuri sposi possono scegliere tra quattro tipologie di servizio personalizzabili a piacere non solo nel menu, ma in tutti i dettagli della festa: dall’aperitivo di benvenuto con finger food alla fontana di cioccolato, dall’open bar alla zona lounge con cocktail e tanto altro.

Particolarmente attento alla territorialità e alla stagionalità, Trentino Catering ha in menu diverse portate tipiche, prediligendo una produzione casalinga (pane, pasta e piccola pasticceria secca sono fatti a mano) e prodotti a filiera trentina in collaborazione con aziende artigiane e cantine locali. Il risultato sono menu attenti al territorio, in grado però di soddisfare la clientela internazionale e le diverse esigenze alimentari e culturali degli ospiti, dalle preparazioni senza glutine, a

quelle vegetariane e vegane e persino halal. Trentino Catering ha tutte le carte in regola per trasformare un evento in un avvenimento speciale e ogni piccola gioia in un sogno realizzato. ■

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trentinomesestyle di marcia nel dettaglio o un’illustrazione grafica dei sistemi di assistenza alla guida. In combinazione con il sistema di navigazione è anche possibile visualizzare la mappa in grandi dimensioni a tutto schermo. Sarà inoltre possibile personalizzare le informazioni a disposizione del guidatore, rendendole accessibili più rapidamente ed evitando così le potenziali distrazioni. CONNETTIVITÀ: IL TUO MONDO A PORTATA DI MANO Per assecondare la sempre maggiore

esigenza di integrazione con il mondo mobile, T-Roc offre di serie, su tutta la gamma, l’App-Connect, per utilizzare le App del proprio smartphone dal display del sistema di Infotainment. PERSONALIZZAZIONE: MOSTRA CHI SEI VERAMENTE Con T-Roc, Volkswagen offre un livello di personalizzazione mai raggiunto pri-

ma. Agli undici colori di carrozzeria a disposizione si aggiungono i quattro del tetto a contrasto. Per aggiungere un tocco di colore ad ogni viaggio. Anche negli interni il colore diventa protagonista, con la possibilità di scegliere fra quattro diverse combinazioni. Compresi gli inserti delle porte e della consolle, intonati al dashpad centrale. Nell’allestimento Style sono personalizzabili anche i cerchi in lega Mayfield da 17 pollici, che è possibile scegliere fra quattro diverse varianti, di cui tre bicolore.

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na grande passione per la musica che si intreccia con quella per i cavalli hanno segnato fino ad oggi la vita di Gianni Pontarelli in arte Johnny Ponta. Nato a Pontecorvo e cresciuto a Vallemaio nel frusinate Pontarelli dopo essere diventato tecnico federale della Fise per l’equitazione americana e campione regionale di Reining costruisce il centro di ippoterapia a Salorno (Bolzano) dove vive con la sua famiglia i suoi cavalli e i suoi cani. Un’attività la sua che si sposa con l’amore per le sette note. La musica parallelamente agli studi per diventare medico è sempre stata una costante nella sua vita con diversi concerti e partecipazioni a concorsi tra cui quello legato alla memoria di Paolo Pavanello a Trento. Dopo il primo album “Maval” uscito nel 2016 Johnny Ponta ha inciso il suo secondo cd “Provaci! realizzato tra Bolzano e Nashville con collaborazioni importanti come Charlie Morgan ex batterista di Elton John. Un lavoro che il cantautore ci racconta in questa intervista e che verrà presentato in un doppio live 12 e 13 gennaio al Teatro Comunale Gries di Bolzano con inizio alle ore 21 per un evento organizzato dalla Showtime in collaborazione con Radio Italia Anni ’60. Johnny, iniziamo dal tuo nuovo cd: come ha preso forma questo disco? Questo nuovo cd è la continuazione del primo dal titolo “Maval”. Il mio debutto discografico era dedicato alle mie origini (Vallemaio in provincia di Frosinone) questo invece a mio padre è stato lui a farmi scoprire la passione per la musica. Una registrazione fra Bol-

JOHNNY PONTA QUALCHE DOMANDA A GIANNI PONTARELLI, IN ARTE JOHNNY PONTA. DOPO I CAVALLI, LA SUA GRANDE PASSIONE: LA MUSICA. ECCO IL NUOVO CD zano e la patria del country Nashville. Quando ho iniziato questo progetto avevo in mente dei suoni di accompagnamento che sono i classici del country americano. Appena avuta la conferma del contatto in America non ho avuto dubbi e abbiamo subito iniziato. E questo titolo “Provaci!” da dove nasce? Provaci! in origine si chiamava il musicista ed è dedicata proprio a questa categoria. Poi mi sono reso conto che poteva essere estesa a tutti

e allora è venuto fuori il titolo “Provaci”. Come definiresti la tua musica e quali sono i tuoi punti di riferimento musicali, i tuoi miti? Mi ritengo un cantautore che scrive per necessità, è qualcosa che ho dentro e prima poi viene fuori. La prima poesia a sei anni e la prima canzone a dieci. Sono cresciuto con il folk italiano la tarantella da cui ho assorbito il ritmo. Il nonno in America nell’indiana mi ha lasciato la curiosità e la voglia di esplorare quel mondo associato poi ai cavalli sempre di razza americana e ai cani con cui vivo a Salorno. Di sicuro Johnny Cash mi ha aperto una nuova prospettiva e ho capito che le mie canzoni anche vecchie potevano essere inserite nel nuovo genere che sto portando avanti. Non è un country vecchio ma moderno come va di moda anche in America vedi Brad Pasley. Quanta importanza hanno le parole, i testi nel tuo fare musica? I testi li ritengo fondamentali spesso nascono prima della melodia. Parliamo del live di Gries: che spettacolo sarà e chi ti accompagnerà in questa avventura on stage?

Il doppio concerto di Gries del 12 e 13 gennaio avrà un duplice aspetto: lancio del nuovo cd e festa con le associazioni con cui collaboro come Aias, Lebenshilfe e Upad di Bolzan. Al mio fianco ci saranno i musicisti Andreas Marmsoler (basso), Manuel Thoma (batteria), Matteo Rossetto (chitarra) e Mattia Mariotti (chitarra) che è stato anche il produttore del disco. In America Paul Umbach di Nashville ha curato il mixaggio e Charlie Morgan ex Elton John ha suonato la batteria. Il tuo quotidiano ti porta a vivere nel segno dei cavalli: quanto ti ispira il contatto con loro nella tua produzione musicale? I cavalli e i cani con cui appunto vivo mi danno la giusta serenità e i ritmi di una vita semplice che io definisco country. Associata alla mia professione di medico che amo allo stesso modo. Il sogno nel cassetto di Johnny Ponta? A cinquant’anni dopo aver vissuto una vita piena non ho grosse pretese di sicuro mi piacerebbe che il rapporto con la natura e gli animali fosse più presente e lo stile di vita più semplice magari ascoltando e suonando della ■ bella musica country. 61

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di Giada Vicenzi www.posturaedequilibrio.it

E

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

nergia: è la prima parola che mi viene in mente quando faccio la conoscenza di Antonella Endrici Dell’Agnolo. O meglio, quando entro in contatto con lei, perché Antonella è a tal punto coinvolgente che è impossibile non lasciarsi toccare dalle emozioni e dal calore che naturalmente sprigiona. Un’energia che viene dal corpo, dagli occhi, dai gesti e dalle parole, un’energia positiva che da sempre la guida nella vita e nel lavoro. Instancabile e iperattiva fin da bambina («Andavo in bicicletta con i pattini!», mi racconta ridendo per far capire quanto sia sempre stata vivace), fin da giovane Antonella si è spinta con insaziabile curiosità verso lo studio e l’approfondimento di tutte quelle discipline che hanno a che fare con il fitness, inteso in senso letterale come “stato di benessere dell’individuo” e oggi è una personal trainer affermata e preparata in diversi campi. L’aspetto che più di tutti contraddistingue il suo lavoro, accanto alla preparazione e alla serietà professionale, è l’approccio olistico, che considera il benessere della

SPORT, CHE PASSIONE! PERSONAL TRAINER AFFERMATA, GRANDE SPORTIVA E CURIOSA DI NATURA: ANTONELLA ENDRICI DELL’AGNOLO PASSA DALLA PALESTRA, ALLA PISCINA, ALLA CHITARRA, ALLE LINGUE STRANIERE. INSTANCABILE E TRAVOLGENTE, LA SUA PAROLA D’ORDINE È: NON FERMARSI MAI! persona nella totalità di corpo e mente e unisce i punti di forza di diverse discipline. «Mi occupo di ginnastica a corpo libero, aerobica, ginnastica in acqua, nuoto, rieducazione posturale e fitness olistico, cioè yoga e training autogeno – spiega –. Offro percorsi personalizzati individuali o per piccoli gruppi, anche a domicilio.

Antonella nel suo elemento naturale: l’acqua 62

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Spesso collaboro con medici per la rieducazione posturale di adulti e bambini. C’è chi ha bisogno di pochi incontri, chi invece viene da anni e considera la mia palestra (in via del Commercio 30 a Trento, ndr) come la seconda casa». L’attenzione di Antonella si concentra non solo sulla componente fisica, ma anche su quella psicologica

La chitarra, un’altra grande passione

ed emozionale: «La componente psicosomatica – conferma – è sempre presente in ogni problema, per questo intervenire in tal senso può aiutare molto le persone». Di tutte queste discipline Antonella è esperta grazie non solo ad anni di studio (oltre al diploma di personal trainer, è anche istruttrice federale di nuoto di secondo livello


trentinomese e assistente bagnanti), ma anche ad una pratica e ad un aggiornamento costante: «Frequento molti corsi di aggiornamento, so prattutto in Francia, motivo per cui ho voluto imparare bene il francese, e in molti casi questi corsi mi hanno portato a interessanti collaborazioni professionali». Anche le vacanze di Antonella sono spesso finalizzate alla ricerca e al miglioramento della sua professionalità: «Nel 2017 sono stata quasi un mese nello Yucatan, in Messico, accompagnata da una guida maya alla scoperta dei “cenotes” più lontani dal turismo: luoghi sacri per gli antichi Maya, dove ho svolto dei percorsi di rigenerazione interiore e meditazione profonda. Alcuni anni fa, invece, ho vissuto alcuni giorni nel deserto egiziano con una tribù di beduini, per fare un percorso di riequilibrio energetico nel silenzio del deserto». Sport e benessere per Antonella sono un lavoro, ma anche uno stile di vita. Sempre in movimento, pratica un sacco di discipline: corsa, sci, ciaspole, arrampicata, ma soprattutto nuoto, perché il suo elemento prediletto è l’acqua, al punto che, in caso di soggiorni o spostamenti fuori casa, si informa prima sulle piscine

Yoga nella natura

disponibili e appena arrivata nella località di destinazione si concede una lunga nuotata. Ma la curiosità e l’intraprendenza di Antonella non si fermano allo sport: ama le lingue straniere, la letteratura (su tutti, Oscar Wilde) e la musica. Da alcuni anni suona la chitarra e assieme al marito Giorgio, medico ortopedico, forma un duo: «Io chitarra, lui sassofono. Ci piace il be-bop jazz, quello più melodico, per capirci, suoniamo in locali e feste private e abbiamo appena inciso un cd: una faticaccia

superiore a qualsiasi prestazione sportiva, ma una grande soddisfazione!». «Il tempo lo si trova, basta spegnere la tv», dice Antonella con gli occhi che sorridono, intercettando la mia domanda con la grande empatia che la contraddistingue e che lei ovviamente utilizza nel lavoro per “sintonizzarsi” con le persone e capire i loro bisogni più profondi: «Con tutti i miei “allievi” ho un rapporto di fiducia, con molti di loro ho stretto anche un’amicizia che va avanti da anni. Il fatto che le persone conservino nel

tempo un bel ricordo del percorso fatto e addirittura coinvolgano amici e parenti, significa che sono riuscita a portare qualcosa di positivo nelle loro vite. Questa per me è la ricompensa più ■ grande».

INFO ANTONELLA ENDRICI DELL’AGNOLO Trento Via del Commercio, 30 Cell. 347.7554200 antonelladellagnolo@virgilio.it www.posturaedequilibrio.it

Con alcune allieve nella palestra di via del Commercio 30 a Trento 63

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di Fabio De Santi

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ostellato di personaggi reali fantasiosamente trasfigurati, una rappresentazione teatrale che parla di una metamorfosi che passa attraverso il dolore della maternità negata e della guerra, ma è anche una narrazione in musica divertita e irridente del periodo fascista nella Sicilia degli anni Quaranta. È questo il filo conduttore de “Il casellante” in scena al Teatro Sociale dal 25 al 28 per la stagione della “Grande Prosa” con tre interpreti del calibro di Moni Ovadia, Valeria Contadino e Mario Incudine. “Il casellante” è, fra i romanzi di Andrea Camilleri, uno dei più struggenti e al tempo stesso divertenti del ciclo cosiddetto mitologico. Dalla già collaudata collaborazione fra il romanziere siciliano e il regista Giuseppe Dipasquale

IL CASELLANTE AL TEATRO SOCIALE DAL 25 AL 28 PER LA STAGIONE DELLA “GRANDE PROSA” CON INTERPRETI DEL CALIBRO DI OVADIA, CONTADINO E INCUDINE è nata una trasposizione scenica (quasi una commedia musicale) di questo “giallo” che disegna i tratti di una Sicilia arcaica e moderna, comica e tragica. Il racconto di Camilleri secondo a Maruzza Musumeci e prima de Il Sonaglio, è un racconto ambientato nella Sicilia di Ca-

milleri, terra di contraddizioni e paradossi, che narra la vicenda di una metamorfosi. Ma questa Sicilia è la Vigàta di Camilleri che diventa ogni volta metafora di un modo di essere e ragionare le cose di Sicilia. Dopo il successo ottenuto dalle trasposizioni per il teatro de Il birraio di

“SOCRATE IL SOPRAVVISSUTO. COME LE FOGLIE”

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ono due, a Trento e Rovereto, gli appuntamenti teatrali della rassegna “Altre Tendenze” del Centro S. Chiara per questo inizio 2018. L’11 al Teatro Sociale, dalle 20,30, in scena “Socrate il sopravvissuto. Come le foglie”. Dal romanzo “Il sopravvissuto” di Antonio Scurati per la regia di Simone Derai la compagnia Anagoor entra all’interno di una scuola, inseguendo alcune pagine del romanzo e assumendo il punto di vista di chi si dispone di fronte ad un gruppo di giovani, incaricato della loro educazione. La vicenda di uno studente che massacra a colpi di pistola l’intera commissione di maturità lasciando in vita il solo insegnante di storia e filosofia, si intreccia con gli ultimi momenti di vita di Socrate, prima della condanna a morte. In un tempo, il nostro, che porta con sé vorticosi mutamenti, la questione educativa sembra diventata un tema marginale e insieme una montagna inaffrontabile, sempre aggirata per mezzo di riforme scolastiche dannatamente parziali che mortificano insegnanti e ragazzi e il processo stesso della conoscenza. Con Socrate il sopravvissuto Anagoor entra all’interno di una classe, in una scuola come tante. Lo fa inseguendo alcune pagine del romanzo di Antonio Scurati, Il sopravvissuto e assumendo il punto di vista di chi si dispone di fronte ad un gruppo di giovani incaricato della loro educazione. Non un adattamento teatrale del romanzo, ma, come di consueto nelle creazioni di Anagoor, alcune tra le pagine più emblematiche del libro si intrecciano come un fiume carsico ad altre vicende, altre parole, altre dimensioni temporali.

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Preston, La concessione del telefono, che insieme a La Cattura, Troppu trafficu ppi nenti, La Signora Leuca, Cannibardo e la Sicilia costituiscono la drammaturgia degli ultimi anni, l’autore del romanzo e il regista dell’opera tornano nuovamente insieme per riproporre al pubblico teatrale nazionale una nuova avventura dai racconti camilleriani. Una vicenda affogata nel mondo mitologico di Camilleri, che vive di personaggi reali, trasfigurati nella sua grande fantasia di narratore. Una vicenda emblematica che disegna i tratti di una Sicilia arcaica e moderna, comica e tragica, ferocemente logica e paradossale ad un tempo. “La parola, ed il giuoco”, racconta il regista Giuseppe Dipasquale, “che con essa e di essa è possibile intraprendere, fa di questo testo un oggetto naturale da essere iniziato e elaborato all’interno di un’alchimia teatrale vitale e creativa. Altro aspetto è quello della lingua di Camilleri. Una lingua personale, originalissima, che calca e ricalca, in una divertita e teatralissima sinfonia di parlate una meravigliosa sicilitudine linguistica, fatta di neologismi, di sintassi travestita. ■


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di Fabio De Santi

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orse la più celebre commedia musicale degli anni 2000 che ha strappato applausi in tutto il mondo e ha fatto scatenare il pubblico con le mitiche canzoni degli Abba: a quasi 10 anni dal film con Meryl Streep, arriva in Italia una nuovissima versione di ‘Mamma Mia!’ che per la prima volta sarà realizzata da una grande produzione tutta italiana, con protagonisti tre attori amatissimi dal grande pubblico come Luca Ward, Paolo Conticini e Sergio Muniz. Fra le tappe del tour di “Mamma Mia” ci sono anche tre date all’Auditorium S. Chiara di Trento, il 19 e 20 gennaio alle 21, e in fascia pomeridiana sempre il 20 alle ore 17. Un evento organizzato da Fiabamusic in collaborazione con il Centro Servizi Culturali S. Chiara che ha nel ruolo protagonista femminile la rivelazione del Musical italiano Sabrina Marciano (reduce da una clamorosa affermazione nel ruolo della maestra di danza nell’acclamato Billy Elliot) circondata da un cast di oltre 30 artisti e un’orchestra che suonerà dal vivo posizionata all’interno della scena. Un’ambientazione tecnologica e sorprendente con vera acqua di mare e bagnasciuga, caratterizzerà uno show prodotto dalla PeepArrow Entertainment e Il Teatro Sistina per la regia e l’adattamento di Massimo Romeo Piparo.“Mamma Mia! è uno di quei musical che si sogna un po’ tutta la vita, soprattutto chi come me è cresciuto sulle note degli Abba”, spiega Massimo Romeo Piparo, aggiungendo che questo Musical farà scoprire al pubblico “uno spettacolo super femminista in cui le donne sono le vincitrici assolute”.

“MAMMA MIA” FRA LE TAPPE DEL TOUR DEL CELEBRE MUSICAL CI SONO TRE SPETTACOLI A TRENTO, IL 19 E 20 GENNAIO ALLE 21; IL 20 ANCHE IN POMERIDIANA Divertente, romantico, capace di trasportare il pubblico tra le bellezze di un’isoletta greca del Mar Mediterraneo, al ritmo travolgente della musica degli Abba: da quasi 20 anni l’appassionante storia della giovane Sophie, che alla vigilia del matrimonio realizza il proprio sogno di essere accompagnata all’altare dal padre che non ha mai conosciuto prima, riscuote consensi e sold out in tutto il mondo. Questa commedia musicale adatta a ogni età approda finalmente in Italia in un’inedita versione interamente rinnovata e creata da un team esclusivamente italiano, che ha realizzato tutto lo spettacolo, dalla regia alle

scenografie, dalle coreografie ai costumi, traducendo integralmente i dialoghi e le 24 canzoni degli Abba suonate dal vivo da un’orchestra... Un grande allestimento che unisce le nuove tecnologie alla magia meccanica del teatro, una storia leggera ma non banale, ironica e delicata, che racconta l’amore maturo accanto a quello giovanile, indagando grandi sentimenti come il rapporto tra madre e figlia, l’amicizia e il coraggio, ma soprattutto una commedia che, attraverso due donne straordinarie, celebra la ricerca della felicità anche a costo di sfidare le convenzioni. Tre volti del piccolo e grande schermo amatissimi dagli

spettatori italiani e già affermati anche nel Musical, saranno i protagonisti maschili: nei panni dei “probabili” papà di Sophie, arriveranno i bravissimi e sempre affascinanti Luca Ward (My Fair Lady, Tutti Insieme Appassionatamente), Paolo Conticini (Vacanze Romane) e Sergio Muniz (The Full Monty), nei personaggi che nel film vennero interpretati da Pierce Brosnan, Stellan Skarsgard e Colin Firth. Rispetto alla versione ufficiale, il Musical ideato da Piparo preferisce allo stile ‘minimal’ inglese una messa in scena più ricca e spettacolare. ■ 65

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di Daniele Valersi

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a popolare rassegna “I concerti della domenica” prende l’avvio il 21 gennaio con i chitarristi Marko Topchii e Lorenzo Bernardi (Sala della Filarmonica, ore 10.30); sono in programma brani di Johann Sebastian Bach (Preludio – Fuga – Allegro BWV 998), Napoléon Coste (Fantasie dramatique “Le départ” op. 31), Agustín Barrios Mangorè (Confesión), Mauro Giuliani (Sei variazioni op. 49 e Overture da Elisabetta Regina d’Inghilterra di Rossini), Francisco Tarrega (Recuerdos de la Alhambra, Variazioni sul Carnevale di Venezia), Mario Castelnuovo Tedesco (Capriccio Diabolico), Nikita Koškin (Introduzione e Vivace). Lorenzo Bernardi si è diplomato brillantemente al Conservatorio Bonporti di Trento nel 2015 con Norma Lutzemberger, si è quindi

CONCERTI DELLA DOMENICA LA TRADIZIONALE RASSEGNA PRENDE L’AVVIO IL 21 GENNAIO CON I CHITARRISTI MARKO TOPCHII E LORENZO BERNARDI perfezionato al Conservatorio di Sassari con Emanuele Buono. È recente la sua tournée in Giappone, che si aggiunge a concerti in Spagna, U.S.A. e Argentina dopo l’affermazione in concorsi nazionali e internazionali. Marko Topchii ha già alle spalle oltre cinquanta premi in competizioni internazionali, l’ultimo

dei quali (ottobre 2017) conseguito in Italia al concorso internazionale “Michele Pittaluga” di Alessandria. Secondo appuntamento domenica 28 con Alessandro Bianchini, Roberto Pangrazzi (percussioni) e Antonio Maria Fracchetti, Stefano Visintainer (pianoforte) che proporranno

“Rapsodia in Blue” e “Un Americano a Parigi” di George Gershwin, oltre a “West Side Story” di Leonard Bernstein. Gershwin e Bernstein assieme: la commedia musicale, il musical, la canzone e il ballo, uno stato d’animo, un’atmosfera, un “mood” inafferrabile fatto di ritmi, melodie, armonie, timbri indimenticabili. Tre “evergreen” modellati sui ritmi e le melodie più attraenti e incantevoli, nati inaspettatamente dall’incontro tra la musica jazz e la musica classica, proposti in mille versioni strumentali. ■

“ETTORE MAJORANA. CRONACA DI INFINITE SCOMPARSE”

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PER.A 20.21 – Escape from reality, la stagione d’opera regionale della Fondazione Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, prosegue in gennaio a Trento (Teatro Sociale, 20 gennaio alle ore 20 e domenica 21 alle ore 17) con “Ettore Majorana. Cronaca di infinite scomparse” di Roberto Vetrano su libretto di Stefano Simone Pintor (anche regista), un’opera dallo spettacolare allestimento multimediale che racconta ed esplora le tante ipotesi che si sono susseguite sulla misteriosa scomparsa del celebre fisico nucleare. Jacopo Rivani sarà sul podio dell’Orchestra Haydn, scene e

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costumi sono di Gregorio Zurla, luci di Fiammetta Baldiserri, video di “Design Studio Antimateria”. I ruoli sono interpretati da Lucas Moreira Cardoso (Ettore Majorana), Cecilia Bernini (la Cantante), Pietro Toscano (Dio), Tiberia Monica Naghi e Federica Livi (la Fisica), Ugo Tarquini (l’Antimajorana); il “Coro OperaLombardia” è preparato da Diego Maccagnola. Presentata in prima assoluta il 28 ottobre 2017 al Teatro Sociale di Como, “Ettore Majorana” ha vinto il concorso europeo “OperaOggi” indetto da “OperaLombardia”. Significativa è anche la collaborazione fra OPER.A 20.21 e il MUSE: presso il Palazzo delle Albere il pubblico potrà partecipare a “Escape room Cryptolocked Majorana”: i partecipanti saranno chiusi in una stanza e osservati da una regia che condurrà il gioco; avendo a disposizione un tempo limitato dovranno sbloccare la via d’uscita contando solo sulle proprie capacità logiche. Majorana è stato uno dei fisici atomici più importanti del secolo scorso: nel 1938, a soli 31 anni, sparì senza lasciare traccia. Molte le ipotesi avanzate sul suo caso, mai risolto. L’opera non racconta la sua biografia, ma si sofferma sulla sparizione dello scienziato siciliano e su numerose congetture verosimili ed inverosimili. Un sistema di proiezione illumina la scena e la sala, immergendo il pubblico in un mare in tempesta e poi in un vortice di equazioni matematiche. (D.V.)


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di Giulia Moser

“ICE IN THE HEART” IL GHIACCIO NEL CUORE

© Alberto Moser

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uest’estate è stato presentato il libro “Ice in the heart - Il Ghiaccio nel cuore”, che mostra la storia del pattinaggio a Baselga di Pinè. L’idea di realizzare un documento sulla storia degli sport del ghiaccio a Piné è nata verso la fine del 2014. Da grande appassionato del ghiaccio, Pierluigi Bernardi, ideatore e curatore del volume, ascoltando i racconti estremamente vividi e avvincenti degli anziani del posto ha avuto la necessità di raccogliere queste memorie ormai offuscate nel tempo, prima che potessero sparire. Tutta la comunità ha aiutato, tra la raccolta di fotografie e testimonianze più o meno storiche, per immortalare questi ricordi per sempre. Da queste testimonianze, si capisce che gli ultimi 70 anni della storia di Pinè vanno pari passo con lo sviluppo degli sport su ghiaccio. Enrico Colombini e l’Ice

PRESENTATO IL LIBRO CHE RACCONTA CON FOTOGRAFIE E TESTI LA STORIA DEL PATTINAGGIO SULL’ALTOPIANO DI PINÉ DAL 1946 AI GIORNI NOSTRI. Rink Pinè, hanno condiviso quest’idea con grande entusiasmo, promuovendo la pubblicazione dell’opera con l’aiuto dei contributi di alcuni sponsor istituzionali e privati. L’opera è divisa in tre parti. La prima è un saggio storico realizzato dal giornalista-storico Renzo Maria Grosselli che ha mirato a ricostruire la storia, senza tralasciare sfumature della realtà odierna, del pattinaggio su ghiaccio a Pinè, specie nel settore della velocità, ma anche dell’Hockey Club Piné e dell’Artistico Ghiaccio Pinè. La seconda parte del libro, curata direttamente da Bernar-

di, è stata condotta con una ricerca di foto durata due anni, al termine della quale le immagini tra il 1946 e il 2000 hanno superato le 2000 unità. Per questo l’idea iniziale della raccolta si è trasformata in un progetto di racconto fotografico. Una narrazione riportata in una sequenza temporale e suddivisa in alcuni macro capitoli: il lago, la pista, i grandi eventi, le discipline e la tecnica e il cuore. La terza ed ultima parte contiene dei dati storici riguardanti i risultati delle manifestazioni che si sono susseguite negli anni, i record della pista del lago della Serraia

e dell’Ice Rink Piné e degli atleti pinetani più titolati. Leggendo questo volume, si può capire quanto una passione sia in grado di dare emozioni alle persone, e quanto possa spingere un intero territorio a crescere fino a diventare uno dei suoi principali volti e a renderlo noto a tutto il mondo. Oggi l’Ice Rink Pinè è centro federale del pattinaggio di velocità e sta ospitando il raduno degli atleti olimpici che si stanno preparando per le Olimpiadi di Pyeongchang 2018 e sta organizzando i Mondiali Junior 2019 di Speed Skating. ■

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Filippo Gorini

di Daniele Valersi

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er l’affezionato pubblico della Società Filarmonica di Trento la stagione 2018 si profila ricca di proposte del massimo interesse, oltre a introdurre qualche novità. Ci sarà il piacere del riascolto per diversi artisti che si sono fatti apprezzare nelle precedenti edizioni, ma pure qualche debutto, oltre alla presenza di un nucleo di giovani artisti emergenti, che si stanno rapidamente affermando nel panorama internazionale e che saranno a Trento per la prima volta. A questi ultimi dà particolare rilievo “New Stars”, un mini abbonamento per quattro serate nelle quali si potranno ascoltare il pianismo smagliante ma controllato del poco più che ventenne Filippo Gorini (15 gennaio), quindi il Quartetto Van Kuijk (13 marzo), fondato a Parigi

SOCIETÀ FILARMONICA DI TRENTO LA STAGIONE 2018 SI PROFILA RICCA DI PROPOSTE DEL MASSIMO INTERESSE, OLTRE A INTRODURRE QUALCHE NOVITÀ. SI PARTE IL 15 GENNAIO CON FILIPPO GORINI nel 2012, appena nominato “Rising Star” per la stagione 2017‐18 dalla Philharmonie di Parigi; poi la voce del soprano calabrese Francesca Aspromonte (12 ottobre), che ha già meravigliato il pubblico di Carnegie e Wigmore Hall, del Musikverein di Vienna e del festival ad Aix‐en‐Provence; infine lo Josef Suk Piano

Quartet (30 novembre), che ha conquistato il “Premio Trio di Trieste” per la musica da camera. Altra novità da tenere presente sarà il cambiamento dell’orario d’inizio degli spettacoli, che con l’anno entrante sarà fissato alle 20.30 e non più alle 20.45 (sempre nella sala di via Verdi 30). Fanno spic-

co nel cartellone tre violinisti d’eccezione: Leonidas Kavakos, Isabelle Faust e la giovanissima Klara-Jumi Kang, tre differenti generazioni anche se anagraficamente non troppo distanti. Incomparabili partiture preclassiche saranno proposte dal “Concerto de’ Cavalieri” diretto da Marcello Di Lisa (con Mau-

COMA_COSE, DUO RIVELAZIONE A ROVERETO

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i sarà anche lo SmartLab di Rovereto il 13 gennaio fra le tappe dell’Inverno Tour targato Coma_Cose il duo rivelazione che unisce suoni urban e cantautorato ed è emerso grazie al successo di “Anima Lattina” , “Deserto”, “Jugoslavia”. Il duo milanese si esibirà in nove concerti sui palchi delle principali città italiane partendo proprio da Milano, loro città adottiva e in parte musa ispiratrice del progetto. I brani dei Coma Cose, unendo universi apparen-

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temente lontani come il rap/urban e il cantautorato, hanno dato nuova linfa all’hip hop italiano. Il 2017 è l’anno zero del duo: con la pubblicazione dei singoli Golgota, Deserto, Cannibalismo e Jugoslavia la rete s’innamora fin da subito della loro musica. Il 13 ottobre esce l’EP “Inverno ticinese” trascinato proprio da “Anima latina” che supera i 100mila ascolti su Spotify, e da più di un mese risuona nella Viral 50 - Italia. La loro musica allarga e del rap andando a recuperare, con chiari riferimenti, anche i cantautori italiani senza tempo; una quotidianità raccontata con punchline, nostalgia battistiana e attitudine punk con tanto di citazione dei Joy Division proprio nella canzone “Deserto”. I testi sono malinconici, diretti: molti ruotano intorno a Milano, ai suoi quartieri, alla sensazione che si ha nel viverla tutti i giorni. Non è però solo questione di Navigli: i luoghi, le persone, i sentimenti delle canzoni dei Coma_Cose parlano a tutti grazie anche a versi come: “E tra tutta questa musica che esce fuori, il mio artista Rap preferito è De Gregori”. Quasi per caso nell’inverno del 2016 prende vita Coma_Cose, un duo composto da Fausto Lama, già musicista e produttore e Francesca alias California, DJ, voce e capelli corti. L’incontro è avvenuto in modo fortuito, i due lavorano entrambi come commessi in un negozio e parlando spesso di musica, nasce la voglia di provare a fare qualcosa insieme.


trentinopanorama Leonidas Kavakos

rice Steger quale solista) e dal già citato “Pomo d’oro” col soprano Aspromonte. Quale garanzia dei concerti di Alexander Lonquich con Cristina Barbuti, Lukas Vondraceck, Beatrice Rana con il Quartetto Modigliani, Adolfo Gutierrez Arenas bastano i loro nomi. La straordinaria organista Iveta Apkalna ritorna a Trento, questa volta in compagnia del “ Latvian Choir”, la formazione vocale nazionale della Lettonia. Si ascolteranno inoltre il Signum Saxophone Quartet, il Trio Sitkovetsky, la star del pianoforte Yulianna Avdeeva (prima donna trionfatrice nel concorso “Chopin” di Varsavia, quarantacinque anni dopo Martha Argerich) e, sul versante del quartetto d’archi, il Quartetto Armida e il Gringolts Quartet (insieme a Meta4 Quartet). In cartellone per il 15 gennaio, Filippo Gorini è l’ultimo tra i talenti pianistici emergenti

sulla scena internazionale; formatosi con Maria Grazia Bellocchio, dopo la vittoria al concorso “Telekom-Beethoven” di Bonn (nel 2015), il mitico Alfred Brendel si offerse quale insegnante per il giovane Gorini (classe 1995) che ora lavora regolarmente con il maestro austriaco (nato nel 1931), oltre che con Pavel Gililov al Mozarteum di Salisburgo. A Trento si esibirà nella Sonata “Hammerklavier” di Beethoven (n. 29 op. 106), oltre che nel Tema e Variazioni WoO24 di Robert Schumann e nelle Sette Fantasie op. 116 di Johannes Brahms. Il 23 gennaio Leonidas Kavakos (violino) ed Enrico Pace (pianoforte) interpreteranno “Suite Italienne” di Igor Stravinskij, Sonata n. 1 op. 80 di Sergej Prokof’ev, “Distance de fée” di Toru Takemitsu e Sonata in la magg. di César Franck. Concludono il mese di gennaio Adolfo Gutiérrez Arenas al violoncello e Nicola Eimer al pianoforte (lunedì 29), interpreti di grande prestigio, che saranno impegnati in “Tre schizzi” di Ernst Bloch, Sonata n. 2 op. 100 “Thun” e Sonata n. 3 op. 108 di Johannes Brahms, Sonata op. 5 n. 1 di Beethoven. Oltre alla stagione concertistica, che rimane sempre l’evento qualificante e di riferimento, la Filarmonica trentina ravviverà l’offerta culturale con “I concerti della domenica”, con “Invito all’ascolto”, “Fa-Re”, “MiniFilarmonica” e con le serate jazz. ■

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di Nicola Tomasi

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l nome di Jake La Furia si lega sia ai Club Dogo, formazione di culto del rap italiano, sia a quella del suo percorso da solista che lo ha reso un punto di riferimento per i sempre più numerosi appassionati del genere. Per la prima volta Jake La Furia, pseudonimo di Francesco Vigorelli, sarà in Trentino nell’appuntamento del 6 gennaio all’Artè Disco di Trento nell’evento organizzato dai tipi dell’Artè con il supporto di Sideout. Milanese, classe 1979, Jake La Furia è un rapper, disc jockey e produttore discografico italiano, componente dei Club Dogo. Dopo l’esordio da solista con l’album “Musica Commerciale” (certificato Disco d’Oro), Jake La Furia non se ne è mai si è solo preso il tempo necessario per dipingere il mondo che lo circonda, in apparente

JAKE LA FURIA FRANCESCO VIGORELLI (QUESTO IL SUO VERO NOME) SARÀ IN TRENTINO NELL’APPUNTAMENTO DEL 6 GENNAIO ALL’ARTÈ DISCO contrasto con quello coloratissimo realizzato dagli iconici artisti Van Orton per la copertina del suo ultimo cd dal titolo “Fuori da qui”. Ad anticipare temi e atmosfere del nuovo disco, sono stati i brani già disponibili con il pre-order: “El Chapo”, caratterizzato dal marchio di fabbrica dei 2nd Roof e da

rime insieme nerissime e ironiche, e “Testa o Croce”, dove Jake si presenta in compagnia del fenomeno dell’underground Egreen. Il primo singolo ufficiale è il brano che dà il titolo all’album: “Fuori Da Qui”. Scritto con Alessandro Raina, “Fuori da qui” è uno di quei pezzi che, da soli, riescono a fotografare

passato, presente e futuro di un artista. Attraverso la sorprendente collaborazione con Luca Carboni, Jake La Furia sembra voler mostrare al suo pubblico un pezzo della sua storia, un “luogo musicale” che gli appartiene, e per farlo sceglie di condividere il brano con un cantautore che lo ha accompagnato negli anni. La naturale predisposizione dell’autore di “Luca Lo Stesso” e “Bologna è Una Regola” per le linee melodiche meno scontate trova un dialogo perfetto con il flow del rapper milanese. ■

CANTACLES STORY

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arà il Cinema Teatro di Cles, giovedì 4 gennaio alle ore 20.45, ad ospitare “CantaCles Story”, uno spettacolo di varietà dedicato al prestigioso concorso canoro che si svolge ormai da diversi anni nel capoluogo anauniense durante l’estate. L’evento, ad entrata libera, è organizzato dal Consorzio Cles Iniziative, una realtà formata da numerosi commercianti di Cles, che conta tra i suoi obiettivi anche quello di contribuire alla crescita socio-culturale della Comunità, sostenendo e promuovendo numerose iniziative e progetti. “CantaCles Story – ci ha raccontato il Presidente del Consorzio Marco Cattani – vuole ricordare tutti i vincitori di uno dei concorsi musicali più importanti e longevi della Provincia di Trento, offrendo al pubblico uno spettacolo di

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varietà all’italiana”. Proprio così, perché non solo si esibiranno i vincitori delle edizioni del concorso, con una cover interpretata dal vivo, ma ci saranno ospiti, attori, musicisti e sorprese ad impreziosire una serata che tutta la Val di Non sta attendendo. Il concorso musicale CantaCles nasce nell’anno duemila e prende il posto di un primo importante esperimento itinerante, molto seguito ed apprezzato, tenutosi negli anni precedenti (“Festival di Non”, promosso da Valentino Magnani). Negli anni CantaCles ha cambiato formule, giurie, ospiti e cantanti, ha subìto alcuni anni di stop, per poi ritornare nel 2016, riscuotendo sempre i favori del pubblico, tanto da essere l’evento di punta dell’estate clesiana. Al “CantaCles Story” di gennaio saranno inoltre presenti Rita Lucetti e Odiraa Ezeifedi, già vincitrici del premio della critica. Invitati a partecipare anche coloro che hanno organizzato e condotto l’evento negli anni: dal presentatore storico Valerio Rigotti (negli ultimi due anni la presentazione e direzione artistica è stata affidata a Luciano Brusinelli), al Direttore artistico di numerose edizioni Gianni Mascotti, ad Andrea Paternoster, per anni organizzatore e promotore del concorso.Lo spettacolo sarà impreziosito dalla partecipazione del cantautore trentino Giovanni Balduzzi, che presenterà alcuni dei suoi ultimi lavori discografici e dall’attore Michele Comite, che interpreterà dei monologhi dell’amato Giorgio Gaber.


© ApT Trento_A. Russolo

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www.skimontebondone.it

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ci e snowboard acquistano forse ancora qualcosa in più se praticati di notte, sotto la luce della luna e sotto un romantico cielo stellato… e sul Monte Bondone, la giornata non finisce mai, con gli oltre 40 globi illuminanti posizionati a bordo pista che rischiarano la neve per permettere agli appassionati di continuare le discese anche sotto le stelle. Si può scegliere tra piste facili e adatte a tutti, come la “Cordela” e la “Diagonale Montesel”, oppure optare per la pista “Lavaman”, per elevare la pendenza ed il divertimento. Ai giovani più spericolati ed alle loro spettacolari evoluzioni è riservato lo “Snowpark Monte Bondone”, uno dei pochi aperti in notturna, che vuol rappresentare un’ottima alternativa di aggregazione per un divertimento sano, giovane e sportivo. E in questa stagione 2017 2018 lo Snowpark si presenterà ai riders in una vesta completamente rinnovata, con le linee ridisegnate e una nuova illuminazione con fari a LED, per aumentare ancora di più la visibilità e per provare le evoluzioni in totale sicurezza. Sciare sotto le stelle è un’e-

SCIARE DI NOTTE, SOTTO LE STELLE IN BONDONE OGNI MARTEDÌ E GIOVEDÌ SERA A PARTIRE DAL 26 DICEMBRE 2017 sperienza unica, che contraddistingue ormai l’offerta NIGHT&DAY del Monte Bondone, che da anni appassiona la città di Trento e dintorni, dal momento che l’80% dei frequentatori è rappresentato proprio da giovani “locals”, famiglie con bambini al seguito, sciatori, snowboarder, freestyler di tutti i livelli che hanno riscoperto ed apprezzato la loro montagna in questa nuova veste incantata. Dunque… HAPPY SNOW! Non solo sci, ma un vero e proprio evento delle serate cittadine invernali. I non sciatori potranno divertirsi nel grande aprés ski all’aperto della piana di Vason, curato con musica e balli con i ragazzi dell’animazione, ritrovo ideale di sciatori e non per raccontare agli ami-

ci le emozioni della discesa notturna, ascoltare buona musica, ballare con gli scarponi ai piedi e riscaldarsi con una buona cioccolata calda. Chi invece vuole rilassarsi a caldo, tante le opportunità per riunirsi con gli amici nei ristoranti, pizzerie, skibar e centri benessere aperti fino a tarda sera. E in questa stagione il divertimento alla sera raddoppia! Al consueto appuntamento del giovedì, dalle 20.00 alle 22.30, si aggiunge l’appuntamento del martedì sera. Lo skipass serale ha un costo di € 14,00 per gli adulti ed € 11,00 per i bambini e ragazzi. Sono validi anche gli skipass stagionali Monte Bondone e Superskirama, oltre ai plurigiornalieri

con fotografia (skipass min. 4 giorni). Il collegamento tra il Monte Bondone e Trento per le serate di sci notturno è assicurato dal servizio navetta dedicato a pagamento (euro 5,00 a tratta – minimo 10 persone paganti). Prenotazione obbligatoria entro le ore 17.00 del martedì e del giovedì presso l’APT Trento Monte Bondone Valle dei Laghi. All’andata è possibile utilizzare la corriera di linea extraurbana con partenza da Trento alle ore 18.00; tariffa conforme a quella del trasporto pubblico extraurbano Info: TRENTO FUNIVIE SPA www.skimontebondone.it funivie@montebondone.it ■ Tel. 0461.948187

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di Lara Deflorian

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l nuovo anno, per quanto concerne il ricco cartellone della danza in regione, inizia con una proposta tipica, l’opera classica natalizia più famosa e più rappresentata al mondo: Lo Schiaccianoci. La versione in scena il 4 gennaio a Trento all’Auditorium S. Chiara, per i motivi più volte esplicitati legati agli spazi, ai costi e al livello tecnico-interpretativo delle compagnie, potrebbe non soddisfare le aspettative dei ballettofili, nonostante questa volta l’ensemble in scena presenti alcune “russian stars” guidate da Liudmila Titova e porti il nome di Moscow State Classical Ballet. La critica pare abbia apprezzato la bellezza e l’eleganza di questi danzatori che cercheranno in scena un equilibrio attraverso l’armonizzazione della tensione, la perfezione del movimento e il rigore stilistico dell’arte del balletto classico. La coreografia di questo Schiaccianoci sarà comunque quella classica, salvo qualche piccola rivisitazione, così come musiche sono quelle, sempre in grado di far sognare, di P.I.Chiaikovski. A seguire, il 12 gennaio al fine di favorire il ricambio generazionale puntando sull’innovazione artistica, sulla scena coreutica nazionale e sul far emergere la vitalità della danza e dei nuovi autori, nell’ambito del progetto artistico che fa capo alla rete “Anticorpi XL - Network per la giovane danza d’autore”, all’Auditorium Melotti di Rovereto potremo assistete ai due spettacoli Pink Elephant di Siro Guglielmi e Non ricordo di Simone Zambelli. Sempre nell’ottica contemporanea, seppur rimanendo nell’ambito e nel rigore del flamenco, il 17 gennaio al Teatro Comunale di Bolzano la giovanissima “bailaora” Patricia Guerrero sarà 72

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CLASSICI NON CLASSICI L’OPERA CLASSICA NATALIZIA PIÙ FAMOSA, LO SCHIACCIANOCI, IN SCENA IL 4 GENNAIO A TRENTO ALL’AUDITORIUM S. CHIARA protagonista di Catedral, spettacolo in prima nazionale con le musiche suonate dal vivo, che vede un’ambientazione che ricorda una chiesa. A fare le veci del celebre concerto viennese di capodanno, la proposta della danza in regione proseguirà poi il 12 gennaio al Teatro di Cles con la compagnia ligure Ariston Proballet, protagonista in Serata Viennese delle coreografie di Marcello Algeri. Sulle musiche coinvolgenti dei valzer di Johann Strauss e su alcuni celebri pezzi d’opera, il pubblico sarà catapultato idealmente nei meravigliosi salotti viennesi e al termine dello spettacolo sarà anche invitato a partecipare attivamente ad una lezione di valzer con vero e proprio “maestro di danza”. Di genere totalmente contemporaneo sarà invece il 13 gennaio al teatro di Tesero

e il 15 gennaio al teatro di Pergine la versione de Lo Schiaccianoci presentata dai sei danzatori della Compagnia Natiscalzi. Quella proposta è una reinterpretazione sia coreografica sia musicale del celebre balletto e a tal proposito gli autori, Tommaso Monza e Claudia Rossi Valli, scrivono: “Uno dei nostri intenti è quello di rendere Lo Schiaccianoci uno spettacolo, quanto più possibile, «pop”, nell’accezione di popolare, condiviso con il territorio. Una ricorrenza popolare, un appuntamento, uno spazio di incontro.” Attenzione quindi a non farsi ingannare dai titoli di noti balletti classici poiché dietro raramente si cela uno spettacolo di danza classica. Un’altra rivisitazione sarà quella proposta il 20 gennaio al teatro Sociale di Mori dove il Balletto di Siena, prendendo

spunto dall’opera di Giacomo Puccini e dal libretto di Giacosa, proporrà una versione moderna e riorchestrata della Madame Butterfly. Il coreografo Marco Batti ed il compositore Riccardo Joshua presentano la loro Butterfly, una donna vittima dei propri sentimenti e del senso di una quasi dovuta sottomissione, accostandola ad elementi scenografici posti a simbolo delle navi. Sempre il Balletto di Siena sarà protagonista il 30 gennaio al Palazzo dei congressi di Riva del Garda di Grande Suite Classique Verdiana, di una carrellata di coreografie classiche di Marco Batti, che mettono in scena i personaggi verdiani legandoli alle vicende biografiche del Grande Maestro. La compagnia emiliana MM Contemporary Dance Company il 23 gennaio al Cinema Teatro di Cles sarà poi protagonista di un contemporaneo Bolero Soirée, un trittico di alcuni estratti da coreografie di grande successo come Bolero, di Michele Merola, Carmen Sweet, di Emanuele Soavi e Le Silfidi con le coreografie di Gustavo Ramirez Sansano. Infine il 31 gennaio al teatro Sartori di Ala il circuito presenterà la Compagnia Tango Brujo nel suo Dolores Hotel – Tango e altre storie, in cui otto interpreti sono i pittoreschi e chimerici ospiti che si incontrano nelle atmosfere ■ soffuse di un albergo.


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di Daniele Valersi

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ll’interno del terzo Corso di Musica Antica “Città di Ala”, organizzato dalla Società Filarmonica di Ala, diversi sono gli appuntamenti aperti al pubblico. Rossella Croce, Laura Pontecorvo, Luigi Lupo, Gaetano Nasillo, Guido Morini, concertisti affermati in campo internazionale, sono i titolari dei corsi che si svolgono dal 3 al 6 gennaio; giovedì 4, a Palazzo Pizzini (ore 18.30) Daniele Valersi presenterà il cd “Invenzioni da camera a violino solo” di Francesco Antonio Bonporti, seguirà il relativo concerto (Rossella Croce violino, Fabio Ciofini basso continuo); venerdì 5 (Auditorium della Cassa Rurale, ore 18.30) conferenza di Vania Dal Maso e presentazione del suo volume “Teoria e pratica della musica italiana del Rinascimento” (LIM, 2017); sabato 6 il concerto conclusivo (Palazzo Pizzini, ore 18.30). L’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento inaugura il mese con i concerti d’inizio anno; alla direzione vi è Erich Polz, quale solista il soprano Romana Amerling: a Merano il 1° gennaio, a Bolzano il 2, a Cavalese il 3 (Palafiemme, ore 21) a Pinzolo il 4 (Paladolomiti, ore 20.30), a Bressanone il 5. L’unico appuntamento di gennaio della stagione sinfonica è mercoledì 31 a Trento (Auditorium, ore 20.30), con Anna Tifu quale violino solista e John Axelrod sul podio; sono in programma: “La fiaba della bella Melusina” op. 32 e il Concerto per violino e orchestra op. 64 di Felix Mendelssohn-Bartholdy, “Intermezzo” op. 8 di Franz Schrecker e la Sinfonia n. 2 di Kurt Weill. Vincitrice nel 2007 del prestigioso concorso internazionale George Enescu di Bucarest, Anna

QUINTETTO BARTHOLDY I PROGRAMMI DI GENAIO DELL’ORCHESTRA HAYDN E DELLA SOCIETÀ FILARMONICA DI ROVERETO. CORSO DI MUSICA ANTICA “CITTÀ DI ALA”

Romana Amerling

Tifu è considerata una delle migliori interpreti della sua generazione. Nata a Cagliari, ha iniziato gli studi musicali all’età di sei anni sotto la guida del padre, vincendo poi il 1° Premio con Menzione speciale di merito alla rassegna di Vittorio Veneto. A undici anni ha debuttato come solista con l’Orchestre Nationale des Pays de la Loire, a dodici anni il debutto alla Scala di Milano con il Concerto n. 1 di Max Bruch. Quattordicenne, vince 1° premio al Concorso Internazionale “Viotti Valse-

sia” e il 1° premio al Concorso Internazionale “M. Abbado” di Stresa. Si diploma (appena quindicenne) al Conservatorio di Cagliari con il massimo dei voti e la Menzione d’Onore. Ha studiato dall’età di otto anni per dieci anni con Salvatore Accardo all’Accademia Walter Stauffer di Cremona e successivamente all’Accademia Chigiana di Siena, dove nel 2004 ha ottenuto il Diploma d’Onore. La Società Filarmonica di Rovereto ha in locandina il Quintetto Bartholdy (Anke Dill, Ulf Schneider, Barbara Westphal, Volker Jacobsen, Gustav Rivinius) per venerdì 12 gennaio (Rovereto, Sala Filarmonica, ore 20.45); saranno eseguiti il Quintetto op. 87 di Felix MendelssohnBartholdy, Due movimenti di Alexander von Zemlinsky, il Quintetto in fa maggiore di Anton Bruckner. Nel 2009, in occasione dei 200 anni dalla nascita di Mendelssohn, cinque musicisti tedeschi decisero di dar vita stabilmente a un quintetto a lui intitolato; la profonda e prolungata esperienza cameristica di ogni componente conferisce alle interpretazioni del “Bartholdy” una forza di coesione, un’omogeneità interpretativa Filippo Gamba

e un virtuosismo strumentale di prim’ordine. Giovedì 25 è la volta del violinista Domenico Nordio e del pianista Filippo Gamba, impegnati nella Sonata n. 1 op. 13 di Gabriel Fauré, nella Sonata per violino e pianoforte di Claude Debussy e nella Sonata n. 2 op. 121 di Robert Schumann. Allievo di Corrado Romano e di Michèle Auclair, Domenico Nordio è nato a Venezia nel 1971 e ha tenuto il suo primo recital a dieci anni, vincendo a sedici anni il Concorso Internazionale “Viotti” di Vercelli (con Yehudy Menuhin come presidente di giuria). Dopo le affermazioni ai Concorsi “Thibaud” di Parigi, “Sigall” di Viña del Mar e “Francescatti” di Marsiglia, il Gran Premio dell’Eurovisione lo ha lanciato verso una carriera internazionale. ■

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LE ICONE SU VETRO. FRAGILI DEVOZIONI

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i sono due mostre d’arte che bisognerebbe visitare una dopo l’altra. Apparentemente lontanissime per età e provenienza delle opere, sono in realtà

vicinissime per essere ambedue l’espressione di un sotterraneo fiume popolare vitale, energico. La prima mostra s’intitola “Fragili

devozioni” ed è allestita, fino

al 18 febbraio, presso le sale del Centro Culturale d’Anaunia a Casa de Gentili a Sanzeno. Si tratta di icone su vetro e specchio provenienti dalla collezione Morelli-Litta Modignani. La mostra, accompagnata da un interessante catalogo con testi di Renato Morelli (notissimo etnomusicologo in viaggio continuo tra le culture popolari e folkloriche italiane, slave, maghrebine, iraniane e cristiano ortodosse), Marcello Nebl, Cesare Poppi e Costantin Secara. L’icona su vetro o – per essere più corretti, stando alla definizione tedesca di Hinterglasmalerei – “dietro il vetro”, è realizzata con una tecnica molto antica e viene dipinta in negativo sul retro del vetro. Le sue radici affondano nel periodo barocco

ANNAMARIA TARGHER

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i intitola “Persistenza del Melograno. Punica Granatum” la mostra di Annamaria Targher che resterà aperta fino al 2 aprile 2018, all’Hotel Four Seasons di Folgaria. Il bellissimo Melograno, attualmente proposto quasi ossessivamente come frutto dell’eterna giovinezza, vanta una storia millenaria e trasversale. Per il Cristianesimo, il colore del suo succo richiamerebbe, infatti, il sangue: nell’iconografia relativa diventerà quindi simbolo di martirio. È pure menzionato tra le buone cose create da Dio. Alcuni studiosi di teologia ebraica hanno supposto che il frutto dell’Albero della vita del Giardino dell’Eden fosse da intendersi in realtà come una melagrana. In accordo col Corano, il melograno è citato per crescere nel giardino del Paradiso. Melograno è anche un colore che può essere descritto come un medio rosso-arancione. È molto simile al color corallo e al vermiglione. Il primo uso del termine melograno per descrivere tale colore risale al 1919. Annamaria Targher ripropone questo frutto, sì, come sospeso, fluttuante, ma anche con una densità pittorica che risulta essere quasi carnale. Tuttavia, i frutti non si svelano mai, rimangono racchiusi, non esibendo l’impudica bellezza del loro interno: delle commestibili bacche. È una protezione, ma anche una rivelazione per supposizione: così come avviene per i dogma.

quando un filone si stacca dal gusto “colto” per diventare espressione immediata e semplice della religiosità popolare, nata dalle mani callose e indurite dal freddo e dalla fatica di semplici contadini, spesso anche analfabeti. In regione furono per primi i Tesini, attorno alla fine del Settecento, e i Krumern, i Clomeri, venditori che andavano di maso in maso, a commercializzare figure sacre dipinte su cristallo. L’iconografia popolaresca, dalle forti tinte cromatiche,

dalle esplosioni di segni e forme tondeggianti, sebbene le tematiche strizzino l’occhio alle icone della cultura alta, affonda a piene mani nel mondo contadino. Dai vestiti al cavallo di san Giorgio, dai draghi alle storie dell’Antico e Nuovo Testamento, in questi vetri si possono leggere gli attributi della classe contadina: i vestiti, i contesti, i ricami e perfino le trame sono quelle dei tappeti stesi a terra. Un mondo familiare, un mondo popolare che faceva sentire vicini e amici santi, diavoli e Madonne. Non ci troviamo di fronte ad un’icona come porta regale verso il trascendente. Non c’è niente di ieratico in questi vetri, men che meno la minuziosità dei particolari, della costruzione geometrica o degli effetti di luce. Ma è proprio questo loro aspetto familiare e il sapiente mescolamento di alto e basso, di sacro e profano, talvolta di comico, che le rendono affascinanti e interessanti. Sono opere contaminate tra occidente e oriente, sovrapposte tra culture diverse che si scambiano temi, colori, sensazioni e speranze. Infatti

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trentinomostre diverse opere presenti in mostra provengono dall’area islamica, dalla Tunisia fino all’antica Persia. Erano lavori dipinti da contadini o da gente povera e indirizzati ai loro simili, ad altri contadini e ad altra gente povera che non poteva sicuramente permettersi di acquistare icone colte e che, d’altronde, non erano disposti a lasciare l’angolo delle preghiere della cucina sguarnito e vuoto. La seconda mostra che accostiamo a queste “Fragili devozioni” nasce sulle strade della cultura americana. Dai padri colti e ormai attestati della pop art, dell’Action Painting e di un numeroso stuolo di disegnatori della Marvel, sono nati in questi anni una serie di artisti “di strada” che conosciamo molte volte soltanto per la loro firma.

Davide Raffaelli, seguendo il fiuto giovanile per le cose che stanno a scavalco di confini linguistici, ci fa

conoscere BÄST: è una scritta

che compare da oltre 15 anni per le strade di Brooklyn, dietro alla quale, come scrive Michael Toomral in catalogo, si cela un erede delle pratiche di affissioni e sovrapposizione che portano alla ri-scrizione dell’identità del luogo su cui si opera. Un artista che opera e collabora con molti altri artisti – ha operato con Banksy per diverso tempo – tenendo sempre il punto fermo sul rimescolamento delle icone, soprattutto figure, facce, visi, creati con la composizione di decine e decine di colori, di collage (francobolli, carta dorata, fotografie, ecc.). Con BÄST siamo in pieno fiume newyorkese, in quella cultura di strada che ci ha educati in questi anni ad una nuova visualità e percezione degli spazi urbani, anche i più degradati. Qui non c’è sacro e profano. È questa una cultura lontana dalle esperienze religiose europee del passato – e del presente – ma è un’arte profondamente umana, di tutti e per tutti, nata per comunicare al passante e al barbone che dorme sotto i cartoni all’angolo della strada. È un remix di cultura alta e bassa ma appunto per questo estremamente vivificante, stimolante e ludica. In questi fogli troviamo un caos disordinato che ha una sua logica e un suo filo conduttore. D’altronde può benissimo capitare, “ascoltando un vinile, che il b-side si presenti a sorpresa più ricco e complesso del suo lato –a?” (Michael Toomral). BÄST, Under/Above espone al Cellar Contemporary di via San Martino n. 52, a Trento, fino al 30 marzo.

ALBIANO Mostre 20A MOSTRA DI PRESEPI ARTIGIANALI Apertura: da sabato 16 dicembre 2017 a sabato 6 gennaio 2018. Casa della Cultura. Tradizionale mostra di presepi artigianali. I presepi esposti sono circa 80 e sono realizzati dagli abitanti e dai ragazzi di Albiano. Sabato 16 alle 19 fiaccolata per le vie del paese con partenza dal piazzale della Chiesa per raggiungere il Museo del Porfido, dove si svolgerà una rappresentazione natalizia. Orario: 15-18. Ingresso libero. Info: Tel. 0461.683110.

CAVALESE Mostre MAGNIFICO MERCATINO DI NATALE Cavalese. Apertura: fino a sabato 6 gennaio 2018. Si chiama Magnifico, non solo per una ragione squisitamente estetica, ma anche perché incornicia l’antico Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme. Nel Magnifico Mercatino di Natale, a Cavalese, si passeggia in un giardino incantato, illuminato dalle candele e animato da spettacoli, laboratori d’arte e weekend tematici che riscoprono antiche tradizioni come le lavorazioni di lana, legno, erbe e miele, ma anche le danze popolari, i krampus e i costumi d’epoca. Le romantiche casette invitano a curiosare tra pantofole di lana cotta, cose di casa dal sapore antico, creazioni artistiche di legno, vetro e rame, vasi di ceramica con manici di legno, strudel, spiedini caramellati, waffel, succhi di mela e di mirtillo, e tentazioni della tradizione. Info: www.visitfiemme.it.

CIVEZZANO Mostre IL BOSCO NEI LIBRI Apertura: da venerdì 1 dicembre 2017 a venerdì 26 gennaio 2018. Biblioteca comunale. Mostra di libri sul tema del bosco per ragazzi da 0 a 12 anni. Ingresso libero. Orario: dal lunedì al venerdì dalle 14.30 alle 18.30, martedì anche dalle 10 alle 12.30. Info: Tel. 0461.858400. Mostre 4^ MOSTRA DI PRESEPI Apertura: da domenica 10 dicembre 2017 a domenica 7 gennaio 2018. Vie del centro e frazioni. Mostra di presepi artigianali lungo le vie del centro e nei portici di Civezzano e frazioni. Info: 338.6085771, 333.3082881, 346.6344884, ravgia@alice.it.

LEVICO TERME Mostre PAROLE SCAVATE Apertura: fino a domenica 4 novembre 2018 Nella ricorrenza del Centenario della Grande Guerra, il

progetto espositivo di Bruno Lucchi intende proporre una ampia e articolata riflessione sul tema tramite il connubio tra installazioni scultoree e gli spazi così fortemente connotati del Forte delle Benne. Apertura invernale in occasione dei mercatini: 25, 26 novembre 2017; 2, 3, 8, 9, 10, 16, 17, 23, 24, 26, 30, 31 dicembre 2017; 1, 6 e 7 gennaio 2018. Apertura 2018: 31 marzo al 4 novembre.

FOLGARIA Mostre ANNAMARIA TARGHER - PERSISTENZA DEL MELOGRANO. PUNICA GRANATUM Folgaria. Apertura: da sabato 23 dicembre 2017 a lunedì 2 aprile 2018. C/o Hotel Four Seasons - Via Emilio Colpi, 108. Mostra Personale. Orario: tutti i giorni ore 8-23.

FORNACE Mostre I PRESEPI DE FORNAS Apertura: da domenica 17 dicembre 2017 a domenica 7 gennaio 2018. Vie del paese. Da oltre dieci anni negli scorci più suggestivi del paese vengono realizzati dei presepi artigianali. Caratteristico anche il presepe nella chiesa di San Martino e gli oltre 40 presepi presenti al “Volt”, visitabili dalle 8 alle 20. Seguendo un percorso indicato dalle frecce che parte dal “Volt” è possibile immergersi in un’atmosfera natalizia particolare fatta da luci e colori. Info: 347.3104518.

ISERA Mostre ROMANO FURLANI APPUNTI DI VIAGGIO Apertura: da venerdì 22 dicembre 2017 a lunedì 22 gennaio 2018. Palazzo de Probizer - Piazza S. Vincenzo, 1. Mostra di Romano Furlani a cura di Mario Cossali e Remo Forchini. Ingresso libero. Orario: tutti i giorni ore 17-21; domenica ore 10-12/17-21. Chiuso 1° e 6 gennaio.

PERGINE VALSUGANA Mercati PERZENLAND: MERCATINI DI NATALE A PERGINE VALSUGANA Apertura: da sabato 11 novembre 2017 a domenica 7 gennaio 2018. Vie del centro storico, sabato e domenica dalle 10 alle 19. Pergine Valsugana celebra la leggenda di gnomi ed elfi che nel periodo dell’Avvento, scendevano a valle per offrire giochi, preziosi, decori e dolcezze di Natale. Il mercatino è anche una festa con cori, musici e giocolieri, spettacoli, luci e colori oltre a piccoli laboratori, mostre e degustazioni per le vie del centro. Info: www.visitvalsugana.it. 75

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trentinomostre ROVERETO Mostre FOCUS - LA RIVISTA COME LUOGO DI RICERCA ARTISTICA: IL PORTALE CAPTI Apertura: fino a domenica 28 gennaio 2018. Mart. Una mostra dedicata alle principali riviste sperimentali del secondo Novecento conservate nell’Archivio del ‘900 del Mart, digitalizzate e consultabili sul portale Capti. A corredo delle riviste sono esposti numerosi documenti provenienti dagli archivi personali dei protagonisti dell’editoria sperimentale del secondo Novecento, come Enrico Baj e Stelio Maria Martini: lettere, componimenti, manoscritti e dattiloscritti preparatori, fotografie e menabò originali, nonché materiali a meta strada tra documento e opera d’arte. Info: www.mart.tn.it/ focuscapti. Mostre FERITI. IMMAGINI DELLA GRANDE GUERRA Apertura: da domenica 29 ottobre 2017 a domenica 25 febbraio 2018. Rovereto. In 25 immagini, che fanno parte dell’archivio fotografico del Museo della Guerra, viene offerto uno spaccato degli effetti devastanti degli scontri e delle esplosioni sul corpo dei soldati sia dell’esercito italiano che di quello austro-ungarico impegnati sul fronte italo-austriaco. Orario: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18. Info: www. museodellaguerra.it. Mostre REALISMO MAGICO L’INCANTO NELLA PITTURA ITALIANA DEGLI ANNI VENTI E TRENTA Apertura: fino a lunedì 2 aprile 2018. Mart. Mostra a cura di Gabriella Belli e Valerio Terraroli. Provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, le oltre 70 opere in mostra descrivono una parabola dell’arte significativamente legata agli eventi politici e culturali, tra gli anni Venti e Trenta. Contorni netti e volumi solidi non contrastano con la magia delle pitture in mostra, realizzate da diversi artisti tra i quali spiccano Cagnaccio di San Pietro, Felice Casorati, Antonio Donghi, Achille Funi, Carlo Levi e Ubaldo Oppi. Info: www.mart.tn.it.

SANZENO Mostre FRAGILI DEVOZIONI. ICONE SU VETRO E SPECCHIO DELLA COLLEZIONE MORELLI LITTA MODIGNANI Apertura: fino a domenica 18 febbraio 2018. Sale del Centro Culturale d’Anaunia a Casa de Gentili. Si tratta di icone su vetro e specchio provenienti dalla collezione Morelli-Litta Modignani. La mostra, accompagnata da un interessante catalogo con testi di Renato Mo-

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relli (notissimo etnomusicologo in viaggio continuo tra le culture popolari e folkloriche italiane, slave, maghrebine, iraniane e cristiano ortodosse), Marcello Nebl, Cesare Poppi e Costantin Secara. Orario apertura: dal giovedì al venerdì 1519; sabato e domenica 10-12/15-19. Fino al 7 gennaio tutti i giorni dalle 15 alle 19. Lunedì 15 gennaio: Festa di San Romedio aperto tutto il giorno dalle 10 alle 19. Info: http:www. centroculturaledanaunia.it.

SOVER Mostre I PRESEPI DE MONT Apertura: da venerdì 22 dicembre 2017 a domenica 7 gennaio 2018. Mostra di oltre 40 presepi artigianali per le vie del paese di Montesover. Gli abitanti costruiscono all’esterno delle loro abitazioni dei presepi artigianali, che decorano le vie del centro. All’inizio della gradinata della chiesa sarà presente una mappa, che vi farà da guida per trovare anche i presepi più nascosti. Info: Tel. 0461.683110.

TIONE DI TRENTO Mostre STEFANIA RICCADONNA Apertura: da sabato 9 dicembre 2017 a domenica 7 gennaio 2018. Centro Studi Judicaria. Mostra personale. Apertura: tutti i giorni 1618.30; domeniche 10.30-12.30/1618.30. Chiuso 25 dicembre (S. Natale); 26 dicembre (S. Stefano), 1 gennaio 2018 e 6 gennaio 2018 (Epifania). Info: centrostudi@judicaria.it; Tel. 0465.322624.

TRENTO Mercati MERCATINO DI NATALE 2017 Apertura: fino a sabato 6 gennaio 2018. Piazza Fiera e Piazza Cesare Battisti. Tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.30. 8 dicembre: fino alle 23.00. 9 e 10 dicembre: fino alle ore 20.30. Nelle tipiche casette in legno, addobbate a tema, gli espositori offrono l’eccellenza della loro produzione artigianale e artistica per suggerire un piccolo dono da regalare o, perché no, da regalarsi. A rendere ancora più speciale il Mercatino di Natale, un itinerario enogastronomico tra le casette propone la degustazione dei più tipici prodotti del Trentino. Info: www.mercatinodinatale.tn.it.

Mostre I TRENTINI NELLA GUERRA EUROPEA 1914-1920 Apertura: fino a domenica 30 dicembre 2018. Le Gallerie, Piedicastello. Una mostra che racconta il dramma dei trentini nel corso del primo conflitto mondiale. Orario: da martedì a domenica ore 9.00-18.00 (lunedì chiuso). Ingresso libero. Info: www.fondazione.museostorico.it. Mostre SUL SET. FOTOROMANZI, GENERE E MODA NELL’ARCHIVIO DI FEDERICO VENDER Apertura: fino a domenica 7 gennaio 2018. Palazzo delle Albere. L’esposizione racconta l’opera di un grande fotografo che fu attivo anche come direttore della fotografia per i primi, fortunati fotoromanzi: nell’era del selfie, un percorso originale nella ricchezza dell’Archivio Fotografico Storico della Soprintendenza per i beni culturali, nei suoi intrecci con la scena artistica, editoriale e sociale degli anni Cinquanta. La mostra è aperta dal martedì al venerdì con orario 10-18, il sabato e la domenica 10-19, lunedì chiuso. Ingresso e partecipazione liberi e gratuiti. Info: Tel. 0461.492102/27.

Mostre SPACE GIRLS, SPACE WOMAN. LO SPAZIO VISTO DALLE DONNE Apertura: da domenica 24 settembre 2017 a domenica 7 gennaio 2018. Museo Caproni, via Lidorno. A Trento, mostra fotografica su chi sogna il proprio futuro nello spazio e chi oggi contribuisce alla realizzazione dei programmi spaziali. Orario: da martedì a venerdì: 10-13 / 14-18. Sabato e festivi: 10-18. Lunedì chiuso. Mostre ARCHIMEDE. L’INVENZIONE CHE DIVERTE Apertura: da domenica 1 ottobre 2017 a domenica 7 gennaio 2018. Muse - Museo delle Scienze, corso del Lavoro e della Scienza 3. Tra exhibit interattivi, ricostruzioni di macchinari e video multimediali, il percorso al museo racconta le intuizioni di Archimede, geniale inventore e matematico della classicità, nel campo della tecnologia meccanica - tanto fenomenali da renderlo l’antesignano del genio e dell’inventore - e offre testimonianze della civiltà tecnico-scientifica del III secolo a.C., periodo durante il quale visse lo scienzia-

to: sullo sfondo, le relazioni tra Siracusa e Alessandria d’Egitto, la città in cui Archimede e numerosi uomini di cultura soggiornarono in quell’epoca. Dopo un excursus storico e un focus sulle principali invenzioni e ricerche, l’esposizione approfondisce anche la seconda rinascita di Archimede, che avviene a partire dal XIII secolo con la progressiva riscoperta dei suoi scritti, e l’influenza esercitata su studiosi e geni rinascimentali del calibro di Leonardo da Vinci e galileo Galilei. Orario: da martedì a venerdì 10-18; sabato e domenica 10-19. Biglietto intero € 10, ridotto € 8. Info: museinfo@muse.it; Tel. 0461270311. Mostre JACOPO MAZZONELLI - TO BE PLAYED AT MAXIMUM VOLUME Apertura: fino a domenica 14 gennaio 2018. Galleria Civica. Mostra personale. La musica incontra le arti visive in un’ampia mostra personale dedicata al giovane artista trentino. A cura di Margherita De Pilati e Luigi Fassi. Orario: martedì - domenica 10.00-13.00/ 14.00 - 18.00. Lunedì chiuso. Ingresso € 2,00. Info: www.mart.tn.it. Mostre DENTRO. LA TRASFORMAZIONE DELLE PRIGIONI DI TRENTO NELL’OTTOCENTO Apertura: fino a sabato 13 gennaio 2018. Palazzo di Giustizia di Trento - largo Pigarelli, 1. L’esposizione racconta uno dei grandi cambiamenti che investono la città nelle seconda metà dell’Ottocento: il mutamento nell’amministrazione della giustizia e nella progettazione delle carceri sono tasselli di una serie di importanti modificazioni istituzionali e urbanistiche. L’allestimento si presenta al visitatore in modo suggestivo: otto alte “torri” scure propongono, al loro interno, materiali originali e testi che aiutano a comprendere il cambiamento in atto in città nel corso del XIX secolo. Ogni installazione offre una stretta finestra, una sorta di feritoia, da cui è possibile ammirare e leggere i materiali conservati all’interno. Orario: dal lunedì al venerdì dalle 10.00-18.30; sabato 10.00-14.00; chiuso domenica e festivi. Ingresso libero. Info: www. museostorico.it; Tel. 0461.230842; comunicazione@museostorico.it. Mostre L’ULTIMO ANNO. 1917-1918 Apertura: fino a domenica 4 novembre 2018. Gallerie Piedicastello. Nella Galleria Nera, 300 metri di installazioni, scenografie, approfondimenti, filmati e documentari originali dell’epoca ripercorrono l’ultimo anno della Grande Guerra. Orario: da martedì a domenica, dalle 9.00 alle 18.00. Chiuso lunedì. Ingresso libero. Info: www. museostorico.it; Tel. 0461.230482; info@museostorico.it.


trentinomostre Mostre TRENTO FILM FESTIVAL. I MANIFESTI 1952-2017 Apertura: fino a sabato 6 gennaio 2018. Palazzo Roccabruna, Via Santissima Trinitá 24. Una mostra dedicata ai manifesti del Trento Film Festival (dal 1952 al 2017). L’iniziativa è promossa dal Film Festival in collaborazione con le Camere di Commercio di Trento e di Bolzano. Orario: martedì e mercoledì 8.30-12 e 14-17; giovedì e venerdì 8.30-12 e 14-20, sabato 17-20. Dal 16 novembre al 10 dicembre, sabato e festivi 11-22, domenica 11-19. Info: www.palazzoroccabruna.it; Tel. 0461.887101; info@palazzoroccabruna.it.

Mostre VERRÀ NELLO SPLENDORE DELLA GLORIA Apertura: fino a venerdì 2 febbraio 2018. Aula San Giovanni - Cattedrale di San Vigilio. Sculture di Lino Sanzeni. Orario: ore 9-12/14.30-20. Mostre GIARDINO INCANTATO AL CASTELLO DEL BUONCONSIGLIO Apertura: fino a sabato 6 gennaio 2018. Castello del Buonconsiglio - via Bernardo Clesio, 5. La magia del Natale avvolge nel periodo delle festività anche il Castello del Buonconsiglio e il giardino di Castelvecchio si trasforma in un magnifico spazio natalizio. L’atmosfera di festa e la magnifica cornice architettonica del castello diventano così un luogo magico da cui lasciarsi affascinare. Orario: dalle 9.30 alle 17.00. Chiuso i lunedì non festivi, il 25 dicembre e il 1° gennaio. Ingresso libero nei giardini. Info: www. buonconsiglio.it; Tel. 0461.233770; info@buonconsiglio.it. Mostre OPERE RECENTI - IVO FRUET Apertura: da venerdì 1 dicembre 2017 a mercoledì 7 febbraio 2018. Grand Hotel Trento, Piazza Dante 20. Mostra personale. Allestimento a cura di Nicola Cicchelli. Mostre LUPI IN CITTÀ Apertura: da venerdì 1 dicembre 2017 a domenica 7 gennaio 2018. Nelle vie della città. È una mostra open air frutto di un concorso di idee per 8 progetti artistici, rivolto a giovani artisti italiani che si sono messi alla prova con un tema nuovo e di sferzante attualità: il rapporto uomo - lupo. Info: www. muse.it; Tel. 0461.270311; museinfo@muse.it.

Mostre PALAEONTOGRAPHICA Apertura: fino a domenica 14 gennaio 2018. S.A.S.S., Spazio archeologico sotterraneo del Sas, Piazza Cesare Battisti. Il progetto è un invito a regalare un secondo sguardo ad immaginari noti per riscoprirne parti coperte o scordate. Fisicamente i visitatori sono invitati a scendere nello Spazio Archeologico al Sas di Piazza Battisti, per trovare rifugio in un viaggio sotterraneo a contatto con stampe paleontografiche del XIX secolo in una pausa a contrasto con la contingenza natalizia imperante in superficie. La mostra è divisa in cinque sezioni in cui il percorso espositivo - chiaramente sfuocato - idealmente si articola: lo Stupore (l’estetica), l’Orizzonte (l’immaginario, l’escapismo, il posto dell’uomo nella natura), la Carne (il dato e l’interpretazione), il Monumento (oltre la morte) e il Sublime (la libertà e la vertigine). Orario: 9-13 / 14-17.30. Ingresso € 2,50, ridotto € 1,50, gratuito fino ai 14 anni. Ingresso gratuito domenica 7 gennaio. Chiuso il lunedì. Info: Tel. 0461.230171; uff.beniarcheologici@provincia.tn.it. Mostre TRA SEGNO E PITTURA SILVIO CATTANI - ANDREY VOLKOV Apertura: da venerdì 15 dicembre 2017 a venerdì 12 gennaio 2018. Palazzo Trentini. Mostra personale. Mostre BÄST: UNDER/ABOVE Apertura: fino a venerdì 30 marzo 2018. Cellar Contemporary by Davide Raffaelli - Via San Martino, 52. Prima personale dell’artista americano in Italia con la quale si porterà lo spirito e la cultura undeground di Brooklyn a Trento. Info: Tel. 0461.1481271; info@ cellarcontemporary.com; www. cellarcontemporary.com/it. Mostre TRA SEGNO E PITTURA SILVIO CATTANI / ANDREY VOLKOV Apertura: fino a venerdì 5 gennaio 2018. Palazzo Trentini. Mostra a cura di Mario Cossali e Remo Forchini. Orario: dal lunedì al venerdì ore 10-18; sabato ore 9-12. Domenica e festivi chiuso. Info: www.silviocattani.it; www.andrey-volkov.com.

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trentinoappuntamenti

IL MUSICAL E IL TEATRO PER ME PARI SONO...

C

ostellato di personaggi reali fantasiosamente trasfigurati, una rappresentazione teatrale che parla di una metamorfosi che passa attraverso il

dolore della maternità negata e della guerra, ma è anche una narrazione in musica divertita e irridente del periodo fascista nella Sicilia degli anni Quaranta. È questo il filo conduttore de “Il casellante” in scena al Teatro Sociale dal 25 al 28 per la stagione della “Grande Prosa” con tre interpreti del calibro di Moni

Ovadia, Valeria Contadino e Mario Incudine. “Il casellante” è, fra i romanzi di Andrea Camilleri, uno dei più struggenti e al tempo stesso divertenti del ciclo cosiddetto mitologico. Forse la più celebre commedia musicale degli anni 2000 che ha strappato applausi

ABBA

G

li ABBA sono stati un gruppo musicale pop svedese, quello scandinavo di maggiore successo. Hanno venduto oltre 300 milioni di dischi in tutto il mondo, con una costante vendita ogni anno. Gli ABBA hanno raggiunto un successo mondiale e sono considerati tra i più celebri esponenti della musica pop internazionale. Il nome del gruppo deriva da un acronimo formato dalle lettere iniziali dei nomi dei membri (Agnetha, Benny, Björn e Anni-Frid) e lo si trova scritto anche come Abba. La prima ‘B’ nella seconda versione del logo del nome del gruppo appare rovesciata a partire dal 1976. Il gruppo si costituì intorno al 1970 con la formazione che avrebbe sempre mantenuto: Björn Ulvaeus, Benny Andersson, Agnetha Fältskog e Anni-Frid Lyngstad (meglio conosciuta come “Frida”). Quattro anni dopo erano già all’apice della loro carriera musicale dopo aver vinto l’edizione dell’Eurovision Song Contest nel 1974 con Waterloo; da allora raggiunsero grande successo e popolarità mondiali. Al massimo della loro celebrità, entrambi i matrimoni dei componenti del gruppo (Björn con Agnetha e Benny con Frida) fallirono. Il gruppo si sciolse nel 1982 e, da allora, nessuna reunion è stata mai progettata dai quattro; nel 2000 fu proposto agli ABBA di riunirsi per un tour di 100 concerti in cambio di un compenso pari ad un miliardo di dollari, ma rifiutarono.

in tutto il mondo e ha fatto scatenare il pubblico con le mitiche canzoni

degli Abba: a quasi 10 anni dal film

L’Orchestra

Haydn di Bolzano e

con Meryl Streep, arriva in Italia una

Trento inaugura il mese con i concerti d’inizio anno; alla

nuovissima versione di ‘Mamma Mia!’

direzione vi è Erich Polz, quale solista il soprano Romana

che per la prima volta sarà realizzata da

Amerling: a Merano il 1° gennaio, a Bolzano il 2, a Cavalese

una grande produzione tutta italiana, con

il 3 (Palafiemme, ore 21) a Pinzolo il 4 (Paladolomiti,

protagonisti tre attori amatissimi dal grande pubblico come Luca Ward, Paolo Conticini e Sergio Muniz. Fra le tappe del tour di “Mamma Mia” ci sono anche tre date all’Auditorium S. Chiara di Trento, il 19 e 20 gennaio alle 21, e in fascia pomeridiana sempre il 20 alle ore 17. Il nome di Jake La Furia si lega sia ai Club Dogo, formazione di culto del rap italiano, sia a quella del suo percorso da solista che lo ha reso un punto di riferimento per i sempre più numerosi appassionati del genere. Per la prima volta Jake

La Furia, pseudonimo di

ore 20.30), a Bressanone il 5. L’unico appuntamento di gennaio della stagione sinfonica è mercoledì 31 a Trento (Auditorium, ore 20.30), con Anna Tifu quale violino solista e John Axelrod sul podio. La Società

Filarmonica di Rovereto ha

in locandina il Quintetto Bartholdy (Anke Dill, Ulf Schneider, Barbara Westphal, Volker Jacobsen, Gustav Rivinius) per venerdì 12 gennaio (Rovereto, Sala Filarmonica, ore 20.45); saranno eseguiti il Quintetto op. 87 di Felix Mendelssohn-

Francesco Vigorelli, sarà in Trentino nell’appuntamento del

Bartholdy, Due movimenti di Alexander von Zemlinsky, il

6 gennaio all’Artè Disco di Trento.

Quintetto in fa maggiore di Anton Bruckner

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trentinoappuntamenti 1 LUNEDÌ Enogastronomia EL PAÉS DEI PRESEPI: PINÉ CON GUSTO Baselga di Piné e Bedollo. Dalle ore 12 alle 18.30. Rassegna gastronomica al prezzo di € 18,00 per gli adulti e di € 12,00 per i bambini fino ai 12, bevande incluse. Organizza: A.p.T. con Ristorante Alla Comparsa, Ristorante Al Lago, Ristorante Italia, Ristorante La Scardola, Ristorante Miramonti, Ristorante Olimpic, Ristorante Ostaria del Maestro, Ristorante Pizzeria Cané in Fiore, Ristorante Pizzeria Maso Sveseri e Birreria Steak Speck Stube. Prenotazioni presso i ristoranti. Info: Tel. 0461.557028. Famiglia AI CONFINI DELL’UNIVERSO. VISITA AL PLANETARIO Trento. Ore 11.30 e 14.30. MUSE - Museo delle Scienze, corso del Lavoro e della Scienza 3. Sotto la cupola del planetario per osservare stelle, comete, galassie, pianeti e avvicinarsi alle meraviglie dell’Universo. Biglietto € 3,00 (oltre al biglietto d’ingresso: intero € 10, ridotto € 8). Info: www.muse.it; Tel. 0461.270311; museinfo@muse.it. Famiglia CAPODANNO DEI BAMBINI Trento. Ore 14.30-17. Piazza Santa Maria maggiore. Laboratori, animazione e spettacoli per bambini nella cornice de “La magica fabbrica del Natale”. Ingresso gratuito. Musica NOTE DI NATALE 2017 Mezzolombardo. Ore 20.30. Teatro San Pietro. “Concerto di Capodanno” della Banda Cittadina di Mezzolombardo. Info: Scuola Musicale Guido Gallo Cell. 339 5655938; www.scuolamusicalegallo.it. Musica SE BEN CHE SIAMO DONNE! Pergine Valsugana. Dalle ore 15 alle 18. Musica e spettacolo al femminile. Concerto di Catia Borgogno e Mauro. Info: APT Valsugana - Ufficio di Pergine Tel. 0461.727760; pergine@visitvalsugana.it. Teatro EL PAÉS DEI PRESEPI: “FAKIR SHOW” Baselga di Piné. Ore 16.30. Piazza S. Rocco a Miola. Teatro di strada con Fakir Show, uno spettacolo che sorprenderà grandi e piccoli. Info: Tel. 0461.557028. Tradizione GRAN BALLO DI CORTE E CONCERTO DI CAPODANNO Levico Terme. Ore 14. Parco secolare degli Asburgo. Gran ballo di Corte e il concerto di Capodanno per tornare indietro nel tempo e ballare il valzer con un membro della famiglia asburgica nella splendida cornice del parco.

Info: Consorzio Levico Terme in Centro www.visitlevicoterme.it; info@levicotermeincontra.com Azienda per il Turismo Valsugana Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it.

2 MARTEDÌ Cultura VISITA GUIDATA ALLA CHIESETTA DI S. IPPOLITO CastelloTesino. Ore 14.30. Ritrovo direttamente alla Chiesetta di S. Ippolito. Info: APT Valsugana uff. di Castello Tesino Tel. 0461.593322. Danza EL PAÉS DEI PRESEPI: SPETTACOLO DI DANZA Baselga di Piné. Ore 15. Piazza S. Rocco a Miola. Spettacolo di danza con i ballerini di A.S.D. Progetto Danza Padova. Info: Tel. 0461.557028. Enogastronomia EL PAÉS DEI PRESEPI: PINÉ CON GUSTO Baselga di Piné e Bedollo. Dalle ore 12 alle 18.30. Rassegna gastronomica al prezzo di € 18,00 per gli adulti e di € 12,00 per i bambini fino ai 12, bevande incluse. Organizza: A.p.T. con Ristorante Alla Comparsa, Ristorante Al Lago, Ristorante Italia, Ristorante La Scardola, Ristorante Miramonti, Ristorante Olimpic, Ristorante Ostaria del Maestro, Ristorante Pizzeria Cané in Fiore, Ristorante Pizzeria Maso Sveseri e Birreria Steak Speck Stube. Prenotazioni presso i ristoranti. Info: Tel. 0461.557028.

3 MERCOLEDÌ Enogastronomia EL PAÉS DEI PRESEPI: PINÉ CON GUSTO Baselga di Piné e Bedollo. Dalle ore 12 alle 18.30. Rassegna gastronomica al prezzo di € 18,00 per gli adulti e di € 12,00 per i bambini fino ai 12, bevande incluse. Organizza: A.p.T. con Ristorante Alla Comparsa, Ristorante Al Lago, Ristorante Italia, Ristorante La Scardola, Ristorante Miramonti, Ristorante Olimpic, Ristorante Ostaria del Maestro, Ristorante Pizzeria Cané in Fiore, Ristorante Pizzeria Maso Sveseri e Birreria Steak Speck Stube. Prenotazioni presso i ristoranti. Info: Tel. 0461.557028. Escursionismo CIASPOLATA NOTTURNA Passo Brocon. Ritrovo presso il parcheggio delle Funivie Lagorai al Passo Brocon. Prenotazione obbligatoria entro 36 ore precedenti l’escursione. Costo: 20 € a persona (comprensivi di accompagnamento con Guida Alpina). Info e prenotazioni: Tel. 339.1521119; www.dolomitiguides.com.

Famiglia ALLA CACCIA DI BABBO NATALE IN VACANZA, CON NICOLA ED ERMANNO Castello Tesino. Ore 16. Giardini di Via Dante. Divertente passeggiata lungo le vie del paese in compagnia di Nicola ed Ermanno, alla ricerca di Babbo Natale... Attività consigliata a famiglie e bambini. Info: Apt Valsugana uff. di Castello Tesino Tel. 0461.593322. Musica EL PAÉS DEI PRESEPI: ZINTOBOYS Baselga di Piné. Ore 15. Piazza S. Rocco a Miola. Concerto del gruppo Zintoboys. Info: Tel. 0461.557028.

4 GIOVEDÌ Danza LO SCHIACCIANOCI BALLETTO IN 2 ATTI Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, Centro Servizi Culturali S. Chiara, via Santa Croce, 67. Per la prima volta in Italia, arrivano i Russian Stars: alcune stelle della danza classica russa si aggiungono all’organico del Moscow State Classical Ballet: Olga Pavlova, Alexey Konkin, Sergei Skvortsov, Olga Doronina, Sergei Fedorkov. Artisti eclettici. Info: www.centrosantachiara.it; info@centrosantachiara.it. Famiglia VISITA GUIDATA AL CENTRO FLORA E FAUNA ALPINA IN NOTTURNA CastelloTesino. Ritrovo ore 20.30 davanti al Centro Flora e Fauna. Per informazioni: A.P.T. Valsugana, uff. di Castello Tesino Tel. 0461.593322; castellotesino@visitvalsugana.it. Musica EL PAÉS DEI PRESEPI: CORO LAMBI CANTI Baselga di Piné. Ore 15. Piazza S. Rocco a Miola. Concerto

del Coro Lambi Canti. Info: Tel. 0461.557028. Musica CANTACLES STORY Cles. Ore 20.45. Cinema Teatro. Le migliori canzoni del Cantacles, interpretate dai vincitori delle tredici edizioni. Con la partecipazione del cantautore Giovanni Balduzzi e dell’attore Michele Comite. Presenta Matteo Lorenzoni. Estrazione della lotteria Vincicles - Natale. Ingresso libero. Info: Pro loco Cles Tel. 0463.421376; info@prolococles.it.

5 VENERDÌ Cultura CONFERENZA Folgaria. Ore 17-18. Biblioteca del Post Hotel. In occasione della donazione alla biblioteca del libro “senza rete” l’autrice Maria Vittoria Cavina Saporetti sarà lieta d’incontrare amici bibliofili. Info: info@bolognainsieme.it. Famiglia PASSEGGIATA IN NOTTURNA E SERATA CULTURALE ALL’OSSERVATORIO ASTRONOMICO Castello Tesino. Ritrovo ore 20 presso Osservatorio Astronomico. Si consigliano: abbigliamento invernale, frontalino, bevande calde. Ore 21, per chi lo desidera e si è prenotato, visita guidata all’Osservatorio Astronomico. Costo visita Osservatorio: € 5 adulti; € 3 ragazzi 6-17 anni. Info: APT Valsugana uff. di Castello Tesino Tel. 0461.727730. Famiglia C’ERA UNA VOLTA IL VÒLTO Castello Tesino. Ore 17. Ritrovo in Piazza Trento. Passeggiata guidata, a lume di lanterna, per le vie del paese facendo rivivere vòlti, stalle e angoli caratteristici, animati con scene di vita quotidiana di un tempo. Si prega di munirsi di lanterna o torcia. Info: APT Valsugana uff. di Castello Tesino Tel. 0461.593322.

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trentinoappuntamenti Musica NOTE DI NATALE 2017 Faedo. Ore 17. Centro Storico. “Canta della Stella” a cura della Pro Loco di Faedo. Info: Scuola Musicale Guido Gallo Cell. 339 5655938; www.scuolamusicalegallo.it. Musica EL PAÉS DEI PRESEPI: BIFOLK BAND Baselga di Piné. Ore 15. Piazza S. Rocco a Miola. Concerto della Bifolk Band. Info:Tel. 0461.557028. Musica CANTA DELLA STELLA Sover. Ore 16-21. Vie del centro di Piscine. Il Minicoro La Valle, con costumi da Re Magi e pastori e con la Stella rotante, fa rivivere questa antica tradizione, visitando le case, i portici e gli anfratti del paese, con l’esecuzione di antiche melodie della “Stella”, per portare a tutti l’augurio per il nuovo anno. Info: Cell. 333.9856590; www. corolavalle.com. Musica CONCERTO DEL CORO VALSELLA Villa Agnedo. Ore 20.30. Chiesa di Agnedo. Info: www.visitvalsugana.it. Musica QUANDO L’ACQUA INCONTRA LA MUSICA Levico Terme. 18.30. Piscina comunale, Piazza G. Dalla Chiesa, 1. Alessandro Cristelli - Verona: piano Jazz solo, tributo a Theolonius Monk, Keith Jarret & Friends. Entrata Gratuita. Info: nicksartori@ email.it; Tel. 347.0809563. Musica CONCERTO DI EPIFANIA Sopramonte. Ore 20.30. Chiesa del Sacro Cuore di Gesù. Brani corali natalizi del repertorio popolare e polifonico. Laboratorio Musicale di Ravina e Coro Voci del Bondone.

6 SABATO Cultura PREMIAZIONE CONCORSO PRESEPI E ALBERI DI NATALE Bieno Valsugana. Ore 15. Sala ex Caseificio di Bieno. Info: Comune di Bieno Tel. 0461.596166. Enogastronomia EL PAÉS DEI PRESEPI: PINÉ CON GUSTO Baselga di Piné e Bedollo. Dalle ore 12 alle 18.30. Rassegna gastronomica al prezzo di € 18,00 per gli adulti e di € 12,00 per i bambini fino ai 12, bevande incluse. Organizza: A.p.T. con Ristorante Alla Comparsa, Ristorante Al Lago, Ristorante Italia, Ristorante La Scardola, Ristorante Miramonti, Ristorante Olimpic, Ristorante Ostaria del Maestro, Ristorante Pizzeria Cané in Fiore, Ristorante Pizzeria Maso Sveseri e Birreria Steak

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Speck Stube. Prenotazioni presso i ristoranti. Info: Tel. 0461.557028. Escursionismo LA CIASPOLADA - 45ESIMA EDIZIONE La Ciaspolada è la quint’essenza della Val di Non in inverno: tradizione, sport, divertimento in compagnia. Tutti gli ingredienti per rendere imperdibile questa corsa sulla neve con le racchette. Nata nel 1973, ogni anno La Ciaspolada porta nella nostra valle migliaia di persone che partecipano come atleti, alla gara non competitiva, o come semplici spettatori di una manifestazione che ha una lunga storia alle spalle. Per partecipare nella sezione non competitiva non serve avere una grande esperienza. Usare le ciaspole è facile, basta avere un minimo di allenamento sportivo, tanta voglia di divertirsi e... il gioco è fatto! Se non le avete, basta segnalarlo al momento dell’iscrizione e il comitato di organizzazione ve le farà trovare in ufficio o direttamente dove soggiornate.Info: novella@ ciaspolada.it. Famiglia RADUNO E SFILATA DEI “BOVARI BERNESI” Pergine Valsugana. Dalle 14 alle 18. Per il Mercatino di Natale a Pergine Valsugana, raduno e Sfilata dei “Bovari Bernesi” nel lungo le vie del centro storico e in Piazza Municipio. Info: APT Valsugana Ufficio di Pergine Tel. 0461.727760; pergine@visitvalsugana.it. Famiglia LA BEFANA EN CONTRADA Pergine Valsugana. Dalle 14 alle 18. Lungo le vie del centro storico e in Piazza Municipio. Info: APT Valsugana - Ufficio di Pergine Tel. 0461.727760; pergine@visitvalsugana.it. Musica NOTE DI NATALE 2017 San Michele all’Adige. Ore 15. Sala Polifunzionale del Municipio. “Concerto dei Re Magi” Canti della Montagna a cura della Sezione SAT di San Michele all’Adige. Info: Scuola Musicale Guido Gallo Cell. 339 5655938; www.scuolamusicalegallo.it. Musica NOTE DI NATALE 2017 Roveré della Luna. Ore 20.30. Chiesa di S. Caterina d’Alessandria. “Chorus Band in Concerto” a cura della Pro Loco e dell’Amministrazione Comunale di Roverè della Luna. Info: Scuola Musicale Guido Gallo Cell. 339 5655938; www. scuolamusicalegallo.it. Musica EL PAÉS DEI PRESEPI: CORO PICCOLE COLONNE Baselga di Piné. Ore 15. Piazza San Rocco a Miola. Concerto dell’Epifania del Coro Piccole Colonne, diretto da Adalberta Brunelli, con un repertorio che spazia

dalle più belle canzoni natalizie alle melodie internazionali classiche. Al termine del concerto lancio di palloncini in ricordo di Antoniana. Info: Tel. 0461.557028. Musica EL PAÉS DEI PRESEPI: SANTA MESSA E CONCERTO Baselga di Piné. Ore 18. Chiesa di S. Rocco di Miola. Per ricordare Antoniana, preziosa collaboratrice de El Paés dei Presepi e de La Grènz de Miola, S. Messa con concerto dei Pinaiter Hausmusik. Info: Tel. 0461.557028. Musica JAKE LA FURIA Trento. Ore 22. Artè Disco. Info e prenotazioni: www.artetrento.it. Per i più piccoli ARRIVA LA BEFANA! Castello Tesino. Ore 15. Giardini di Via Dante. Dolcetti per tutti i bambini! Info: www.visitvalsugana.it. Per i più piccoli LA BEFANA DEI “TOSATI” Pieve Tesino. Palestra comunale. Distribuzione dei doni a tutti i bambini presenti. Info: Biblioteca di Pieve Tesino Tel. 0461.594162. Teatro BERTOLDO Civezzano. Ore 20.45. Teatro comunale Luigi Pirandello. All’interno della XIV Rassegna Teatrale Bruno Palaoro rappresentazione teatrale presentata dalla Filodrammatica S. Martino di Fornace. Ingresso: intero € 6,00, ragazzi fino a 12 anni € 4,00. Apertura cassa alle 20. Info: filocivezzano@gmail.com; www. filocivezzano.it. Teatro MAMME ROVENTI Lasino. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di D.W. Christner con la Compagnia “GAD - città di Trento”.Nell’ambito della rassegna teatrale “Dilettando insegna 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro PITOST CHE EN FUNERAL Valfloriana. Ore 20.30. Casatta. Teatro Comunale. Spettacolo di Elio Fox con la Compagnia “Filogamar” di Cognola. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro PINOCCHIO Borgo Valsugana. Ore 16.30 e 20.45. Cinema Teatro del Centro Scolastico. Si tratta di una fiaba musicale scritta da Enrico Tiso, dove la banda e il narratore sono i protagonisti di un viaggio nel racconto e nella musica, in compagnia di Geppetto, Il Grillo Parlante, la Fata Turchina e tutti i personaggi di questa conosciutissima storia. Gli spettatori saranno catturati da uno spettacolo unico nel suo genere, dove la musica fa da cornice alla narrazione e il testo narrativo com-

pleta e impreziosisce i brani musicali. Info: www.visitvalsugana.it. Teatro COPPIA APERTA, QUASI SPALANCATA Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro. La prorompente forza comica dell’attrice Simonetta Guarino (la stravagante casalinga di Zelig), unita alla forza e all’ironia di Denis Fontanari, ci trascineranno in un’irresistibile risata intelligente. Quello che Dario Fo e Franca Rame non si sono mai stancati di regalarci. Per info o biglietti: Tel. 0461.511332; info@teatridipergine. it; www.teatrodipergine.it. Teatro IL MIO POSTO NEL MONDO Ravina. Ore 20.45. Sala polivalente Claudio Dematté, Via per Belvedere 4. Uno spettacolo musicale che vuol far viaggiare lo spettatore attraverso diversi continenti e culture. Vuole scuotere l’animo umano con domande che troppo spesso sono anestetizzate dalla nostra società e dal nostro agio. Esorta a riflettere e a mettersi ancora una volta in cammino perché non si finisce mai di cercare il proprio posto nel mondo. Ingresso intero € 8, ridotto (fino a 16 anni) € 6. Info: www.ravina.tn.it; Tel. 389.6465371; info@ravina.tn.it. Tradizione SFILATA DELLA CORTE ASBURGICA Levico Terme. Ore 16. Parco secolare degli Asburgo. Sfilata della Corte Asburgica per tornare indietro nel tempo e ammirare la famiglia asburgica nella splendida cornice del parco. Info: Consorzio Levico Terme in Centro www.visitlevicoterme.it; info@levicotermeincontra.com - Azienda per il Turismo Valsugana Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it.

7 DOMENICA Enogastronomia EL PAÉS DEI PRESEPI: PINÉ CON GUSTO Baselga di Piné e Bedollo. Dalle ore 12 alle 18.30. Rassegna gastronomica al prezzo di € 18,00 per gli adulti e di € 12,00 per i bambini fino ai 12, bevande incluse. Organizza: A.p.T. con Ristorante Alla Comparsa, Ristorante Al Lago, Ristorante Italia, Ristorante La Scardola, Ristorante Miramonti, Ristorante Olimpic, Ristorante Ostaria del Maestro, Ristorante Pizzeria Cané in Fiore, Ristorante Pizzeria Maso Sveseri e Birreria Steak Speck Stube. Prenotazioni presso i ristoranti. Info: Tel. 0461.557028. Enogastronomia EL PAÉS DEI PRESEPI: FESTA DEL CANEDERLO Baselga di Piné. Ore 10-18. Piazza San Rocco a Miola. Per chi vuole assaporare la cucina e la tradizione locale La Grénz de Miola vi aspetta


trentinoappuntamenti per gustare i suoi canederli. Info: Tel. 0461.557028. Enogastronomia LA POLENTA DEGLI ALPINI Pergine Valsugana. Ore 15. Centro storico. Per informazioni: APT Valsugana - Ufficio di Pergine Tel. 0461.727760; pergine@visitvalsugana.it. Musica NOTE DI NATALE 2017 Mezzolombardo. Ore 15.30. Chiesa dei Frati Francescani. “Concerto per il Nuovo Anno” Coro Voci Bianche G. Gallo - Coro Giovanile G. Gallo Gruppo Vocale G. Gallo - Ensemble d’archi G. Gallo-C. Eccher in collaborazione Gruppo Alpini Mezzolombardo. Info: Scuola Musicale Guido Gallo Cell. 339 5655938; www.scuolamusicalegallo.it. Musica EL PAÉS DEI PRESEPI: CANTA DELLA STELLA Baselga di Piné. Ore 15. Piazza S. Rocco a Miola. Il Coro La Valle, con i costumi da Re Magi e la Stella rotante, fa rivivere l’antica tradizione della “stella” con l’esecuzione di canti antichi del XVII secolo e brani tradizionali natalizi. Info: Tel. 0461.557028. Musica SE BEN CHE SIAMO DONNE! Pergine Valsugana. Dalle ore 15 alle 18. Musica e spettacolo al femminile. Performance musicale teatrale di Sara Arcobaleno e Serena The voice. Info: APT Valsugana Ufficio di Pergine Tel. 0461.727760; pergine@visitvalsugana.it. Teatro UN CURIOSO ACCIDENTE Pannone. Ore 16.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Carlo Goldoni con l’Associazione Teatrale “Alense” di Ala in collaborazione con la Compagnia “Gustavo Modena” di Mori. Nell’ambito della 33ª Rassegna di teatro amatoriale “Gustavo Modena”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro COPPIA APERTA, QUASI SPALANCATA Pergine Valsugana. Ore 10. Teatro. La prorompente forza comica dell’attrice Simonetta Guarino (la stravagante casalinga di Zelig), unita alla forza e all’ironia di Denis Fontanari, ci trascineranno in un’irresistibile risata intelligente. Quello che Dario Fo e Franca Rame non si sono mai stancati di regalarci. Per info o biglietti: Tel. 0461.511332; info@teatridipergine. it; www.teatrodipergine.it.

9 MARTEDÌ Teatro MARITI E MOGLI Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro. Nelle simultaneità delle relazioni e degli intrecci clandestini, nelle rotture e nelle improvvise

riconciliazioni, nei vagheggiamenti a volte comicissimi a volte paradossali, si percepiscono le “piccole altezze degli esseri umani”, così familiari a Bergman, a Strindberg. E, nel perdersi in danze all’unisono, su musiche bellissime da Louis Armstrong a Etta James, Cecho. Info: Tel. 0461.511332; info@teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it.

10 MERCOLEDÌ Escursionismo CIASPOLATA NOTTURNA Passo Brocon. Ritrovo presso il parcheggio delle Funivie Lagorai al Passo Brocon. Prenotazione obbligatoria entro 36 ore precedenti l’escursione. Costo: 20 € a persona (comprensivi di accompagnamento con Guida Alpina). Info e prenotazioni: Tel. 339.1521119; www.dolomitiguides.com.

11 GIOVEDÌ Teatro SOCRATE IL SOPRAVVISSUTO Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Anagoor entra all’interno di una scuola, inseguendo alcune pagine del romanzo di Antonio Scurati Il sopravvissuto e assumendo il punto di vista di chi si dispone di fronte ad un gruppo di giovani, incaricato della loro educazione. La vicenda di uno studente che massacra a colpi di pistola l’intera commissione di maturità lasciando in vita il solo insegnante di storia e filosofia, si intreccia con gli ultimi momenti di vita di Socrate, prima della condanna a morte. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952.

12 VENERDÌ Danza SERATA ANTICORPI EXPLO Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti. Si tratta di un progetto artistico che fa capo alla rete «Anticorpi XL - Network per la giovane danza d’autore» alla quale aderiscono il Centro Servizi Culturali S. Chiara, l’Associazione Incontri Internazionali di Rovereto - Oriente Occidente e Bolzano Danza. Favorendo il ricambio generazionale sulla scena coreutica nazionale, si punta a riconoscerne l’innovazione artistica e a far emergere la vitalità della danza e dei nuovi autori. Info: www.centrosantachiara.it. Danza SERATA VIENNESE Cles. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Spettacolo con Ariston Proballet, musica Strauss e varie musiche di opera, coreografia Marcello Algeri, direzione Sabrina Rinaldi Compagnia Ariston Proballet, costumi Atelier Proballet. Info: Tel. 329.0213251; cinemateatrocles.com.

Teatro SEMPRE DOMENICA Trento. Ore 21. Teatro Portland. Spettacolo di Clara Sancricca con la Compagnia “Controcanto Collettivo”. Nell’ambito de “La bella stagione 2017-2018” - Rassegna Teatrale Organizzata dal Portland di Trento. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro SORELLE. DIO VEDE E PROVVEDE! Rovereto. Ore 20.45. Teatro “Zandonai”. Musical di Roberto Marafante con la Compagnia di Lizzana. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it.

13 SABATO Danza LO SCHIACCIANOCI Tesero. Ore 21. Cinema Teatro Comunale. Opera fantastica in atto unico per ensemble di danzatori e tappeto elastico. Spettacolo di Tommaso Monza e Claudia Rossi Valli con Marco Bissoli, Francesco Collavino, Michela Cotterchio, Elda Gallo, Tommaso Monza, Seydi Rodriguez Gutierrez, Claudia Rossi Valli, musica dal vivo Angel Ballester Veliz. Info: Tel. 0462.815040; www.cinematesero.com. Famiglia PASSEGGIATA E VISITA AL MUSEO FLORA E FAUNA Castello Tesino. Ore 16. Ritrovo Giardini di Via Dante. Passeggiata con accompagnatore con arrivo e visita guidata al Museo Flora e Fauna. Info: APT Valsugana uff. di Castello Tesino, Tel. 0461.593322. Musica COMA_COSE - INVERNO TOUR Rovereto. Ore 21. @SmartLab. Band che ha stupito pubblico e critica solo con una manciata di video e un EP. Sarà uno show dove ripercorrere le atmosfere più rap dei primi brani, ma, anche quelle più calde del recente EP “Inverno Ticinese”. Ingresso € 9 (no prevendita). . Musica ALDO TAGLIAPIETRA IN CONCERTO Pergine Valsugana. Ore 20.45. Uno dei protagonisti del rock italiano, Aldo Tagliapietra, propone un live che mescola tutte le sue più belle canzoni, portate al successo da Le Orme negli anni ‘70 e rese indimenticabili dalla sua inconfondibile voce, per un concerto di due ore all’insegna della grande musica rock italiana. Insieme a lui un eccezionale team di musicisti di altissimo livello: alle tastiere Andrea De Nardi, alle chitarre Matteo Ballarin, al basso Andrea Ghion, alla batteria Manuel Smaniotto. Biglietti: 16 € intero; 14,50 € ridotto; 13 € ridotto Amici del teatro. Info: Tel. 0461.511332;

info@teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it. Teatro BERTOLDO Bedollo. Ore 20.30. Nuovo Teatro Comunale di Centrale. Per l’11^ Rassegna Teatrale “Foie de Bedol” rappresentazione teatrale del testo di Giulio Cesare Croce, adattato in dialetto trentino da Camillo Caresia, presentato dalla Filodrammatica San Martino di Fornace. Durante l’intervallo estrazione di tre premi a beneficio degli spettatori. Ingresso unico: 6,00. Prevendita biglietti presso il Comune di Bedollo dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12. Info: Tel. 0461.556624. Teatro APRI TU PER FAVORE Lasino. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Sergio Marolla con la Compagnia “Piccolo Teatro Pineta” di Pineta di Laives. Nell’ambito della rassegna teatrale “Dilettando insegna 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro EL PRINCIPE REMENGO AL TEMP DELE CIGONE... STORIE DE AMORI E DE ROGNE Mori. Ore 20.45. Teatro “Sociale”. Spettacolo di Graziano Ferrari con il Gruppo Teatrale “I Sottotesto” di Nogaredo. Nell’ambito della 33ª Rassegna di teatro amatoriale “Gustavo Modena”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro TE’NERAMENTE ENSEMA Viarago. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Antonia Dlapiaz con il Gruppo Teatrale “Gianni Corradini” di Villazzano. Nell’ambito della 6ª Rassegna Teatrale “Viarago a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro LA PARONA DEL GRANT HOTEL Povo. Ore 20.30. Teatro “Concordia”. Spettacolo di Silvio Olin con la Filodrammatica “ACS - Punto 3” di Canale di Pergine. Nell’ambito della 30ª Rassegna di Teatro Amatoriale “Isidoro Trentin”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www. cofas.it. Teatro A ROBAR PUEC SE VA EN PRESON Coredo. Ore 21. Teatro “Dolomiti”. Spettacolo di Stefano Palmucci con la Filodrammatica “La Revodana” di Revò. Nell’ambito della rassegna teatrale “4 risate a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro QUEI DE MOLINA Villa Lagarina. Ore 21. Teatro “Carlo Baldessari”. Spettacolo di Giorgio Clementi con la Compa-

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Alberto Folgheraiter accompagna e descrive 220 immagini di un Trentino Meraviglioso. Il Trentino dei laghi e delle Dolomiti, dei boschi e della fauna, della storia e della cultura, il Trentino degli uomini che lo abitano da ottomila anni è proposto in questa spettacolare sintesi fotografica.

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trentinoappuntamenti gnia “Argento Vivo” di Cognola. Nell’ambito della stagione teatrale 2017/2018. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro BASTA PARLAR MALE DE LE DONE Sopramonte. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Claudio Pasquini con la “Filolevico” di Levico Terme. Nell’ambito della 27ª rassegna teatrale a Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro VAGO... MA TORNO Gardolo. Ore 20.45. Teatro “Gigi Cona”.Spettacolo tratto da “I tre testamenti” di Giuseppina Cattaneo con la Compagnia “Aldebaran” di Ziano di Fiemme. Nell’ambito della 30ª edizione de “L’alegra ribalta”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro COSSÌ NO’L VAL Olle Valsugana. Ore 20.45. Teatro “S. Domenico Savio”. Spettacolo di Luciano Lunghi con la Filodrammatica “Toblino” di Sarche. Nell’ambito della stagione teatrale a Olle 2018. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro CERCASI TRENTINO S’CÈT Preore. Ore 20.45. Teatro “Casa Mondrone”. Spettacolo di Antonia Dalpiaz con “Filobastia” di Preore. Nell’ambito della 13ª edizione di Preore a Teatro. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro BERTOLDO Bedollo. Ore 20.45. Teatro Nuovo. Spettacolo di Giulio Cesare Croce - libero adatta. In dial. trentino di Camillo Caresia con la Filodrammatica “S. Martino” di Fornace. Nell’ambito della 10ª rassegna teatrale “Foie de Bedol”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro SORELLE. DIO VEDE E PROVVEDE! Rovereto. Ore 20.45. Teatro “Zandonai”. Musical di Roberto Marafante con la Compagnia di Lizzana. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro POP UP Meano. Ore 20. Teatro - via delle Sugarine 22. Biglietti 6 € intero, 5,50 € ridotto. Età consigliata: 3-6 anni. “Pop up” coinvolge sia i più piccoli che i più grandi, richiede la messa in campo della fantasia, del gioco, dell’immaginazione; e infine fa riflettere sull’animazione nell’epoca del digitale. Suoni, immagini, movimenti e rumori interagiscono per raccontare di sogni e minacce, di inviti e paure, cercando di dialogare con i piccoli spettatori e raggiungere il loro mondo. Lo spettacolo

ha una durata di 45 minuti circa. Info: www.teatrodimeano.it; Tel. 0461.511332 (martedì-venerdì ore 17-20 e sabato ore 10-13); info@ teatrodimeano.it. Teatro LA “NEO” DEL ZIO ANSELMO Ravina. Ore 20.45. Sala polivalente Claudio Dematté, Via per Belvedere 4. Una storia dai contorni surreali, una commedia che potrebbe benissimo far parte del repertorio del grande Woody Allen. Biglietto intero € 8, ridotto (fino a 16 anni) € 6. Info: www. ravina.tn.it; Tel. 389.6465371; info@ravina.tn.it. Teatro MINCHIA SIGNOR TENENTE Villazzano. Ore 20.45. Regia di Nicola Pistoia con Antonio Grosso, Gaspare Di Stefano, Alessandra Falanga, Francesco Nannarelli, Antonello Pascale, Francesco Stella, Ariele Vincenti e con Natale Russo. Sicilia 1992, in un piccolo paesino dell’isola c’è una caserma dei carabinieri, posta sul cucuzzolo di una montagna. I nostri militari, ognuno proveniente da una diversa regione italiana, affrontano la quotidianità del paesino, dove la cosa che turba di più la gente del posto è il ladro di galline: una volpe!! L’arrivo di un tenente destabilizzerà l’unione dei cinque carabinieri. È la commedia cult degli ultimi anni: si parla di mafia, ma in modo incredibilmente comico e originale, si ride tanto e, alla fine, si riflette. Info: www.teatrodivillazzano.it; Tel. 0461.913706; info@teatrodivillazzano.it.

14 DOMENICA Teatro IL PICCOLO IGNAZIO E IL GENIO DELLA MUSICA Civezzano. Ore 16. Teatro comunale Luigi Pirandello. All’interno della XI Rassegna teatrale per ragazzi “Il Grillo Parlante” spettacolo con i burattini di Luciano Gottardi. Ingresso: adulti € 5,00, ragazzi fino a 12 anni € 3,00. Apertura biglietteria alle 15.30. Info: filocivezzano@ gmail.com; www.filocivezzano.it. Teatro CERCASI TRENTINO S’CÈT Preore. Ore 20.45. Teatro “Casa Mondrone”. Spettacolo di Antonia Dalpiaz con “Filobastia” di Preore. Nell’ambito della 13ª edizione di Preore a Teatro. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro TANGO, MONSIEUR? Grumes . Ore 16. Teatro “Le Fontanelle”. Spettacolo di Aldo Lo Castro con la Filodrammatica di Ora. Nell’ambito della 12ª Rassegna Teatrale a Grumes 2017/2018. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it.

Teatro LE SORELLE TRAPUNTA Trento. Ore 16. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di Giuseppina Cattaneo con la Filodrammatica di Viarago. Nell’ambito della 22ª edizione di Palcoscenico Trentino Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro MAMME ROVENTI Zivignago. Ore 17.30. Tearo. Spettacolo di David W. Christner con la Compagnia “GAD - Città di Trento”. Nell’ambito di “Zivignago sera in... prosa”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro POP UP. UN FOSSILE DI CARTONE ANIMATO Pergine Valsugana. Ore 16. Teatro Comunale. Un fossile di cartone animato..ma che vuol dire? Uno spettacolo alla riscoperta del libro animato. Età consigliata: 3-6 anni. Durata: 45 minuti circa. Info: Tel. 0461.511332; info@teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it. Teatro MINCHIA SIGNOR TENENTE Villazzano. Ore 16. Regia di Nicola Pistoia con Antonio Grosso, Gaspare Di Stefano, Alessandra Falanga, Francesco Nannarelli, Antonello Pascale, Francesco Stella, Ariele Vincenti e con Natale Russo. Sicilia 1992, in un piccolo paesino dell’isola c’è una caserma dei carabinieri, posta sul cucuzzolo di una montagna. I nostri militari, ognuno proveniente da una diversa regione italiana, affrontano la quotidianità del paesino, dove la cosa che turba di più la gente del posto è il ladro di galline: una volpe!! L’arrivo di un tenente destabilizzerà l’unione dei cinque carabinieri. È la commedia cult degli ultimi anni: si parla di mafia, ma in modo incredibilmente comico e originale, si ride tanto e, alla fine, si riflette. Info: www.teatrodivillazzano.it; Tel. 0461.913706; info@teatrodivillazzano.it.

15 LUNEDÌ Musica CONCERTO Trento. Ore 20.30. Società Filarmonica - Via Verdi, 30. Concerto con Filippo Gorini, pianoforte su musiche di R. Schumann: Tema e Variazioni in Mi bem. magg. WoO 24 “Geistervariationen”; J. Brahms: 7 Fantasie op. 116; L. van Beethoven: Sonata n. 29 in Si bem. magg. op. 106 “Hammerklavier”.Info: Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it; www. filarmonica-trento.it. Teatro LO SCHIACCIANOCI Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Un balletto classico rivisto. Un’opera fantastica in atto unico per ensamble di dan-

zatori e tappeto elastico con la Compagnia Natiscalzi DT. Info: Tel. 0461.511332; info@teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it.

16 MARTEDÌ Teatro LACCI Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Spettacolo di Domenico Starnone tratto dall’omonimo romanzo edito da Einaudi con Silvio Orlando e con Roberto Nobile, Sergio Romano, Maria Laura Rondanini, Vanessa Scalera, Giacomo de Cataldo Regia Armando Pugliese. Durata 1h e 40’. Info: Ufficio cultura e teatro Tel. 0464.452253; cultura@comune.rovereto.tn.it; www. teatro-zandonai.it; www.comune. rovereto.tn.it.

17 MERCOLEDÌ Escursionismo CIASPOLATA NOTTURNA Passo Brocon. Ritrovo presso il parcheggio delle Funivie Lagorai al Passo Brocon. Prenotazione obbligatoria entro 36 ore precedenti l’escursione. Costo: 20 € a persona (comprensivi di accompagnamento con Guida Alpina). Info e prenotazioni: Tel. 339.1521119; www.dolomitiguides.com.

18 GIOVEDÌ Teatro ROMEO E GIULIETTA, L’AMORE È SALTIMBANCO Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro comunale. Uno spettacolo caratterizzato da effervescenza e misura, improvvisazione e controllo, pizzichi di follia e tonnellate di competenza, tutto tenuto in grande equilibrio. Info: Tel. 0461.511332; info@teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it. Teatro MILITE IGNOTO QUINDICIDICIOTTO Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti. Spettacolo di e con Mario Perrotta, produzione Permàr - Archivio Diaristico Nazionale, Duel - La Piccionaia. Mario Perrotta, esponente di primo piano del “teatro di narrazione”, racconta la Grande Guerra rivolgendo l’attenzione alle piccole storie e alle parole di che ha vissuto e descritto quegli eventi da un particolarissimo punto d’osservazione: le trincee. In questi luoghi gli “italiani” si sono ritrovati vicini per la prima volta, accomunati dalla paura e dallo spaesamento per quell’evento più grande di loro, acuito dalla babele di dialetti che vi risuonavano. Info: www.cultura.rovereto.tn.it.

20 SABATO Danza BUTTERFLY Mori. Ore 20.45. Teatro Sociale Gustavo Modena. Spettacolo

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trentinoappuntamenti con il Balletto di Siena. Regia e coreografia Marco Batti. musica Riccardo Joshua Moretti. Famiglia GIOPPINO E IL MISTERO DEL CASTELLO Olle Valsugana. Ore 16.30. Teatro. I Burattini di Daniele Cortesi. Ingresso unico € 3,00. Info: www. visitvalsugana.it. Musica LE FAVOLE A ROVESCIO Trento. Ore 17.30. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Biglietto adulti € 3, bimbi € 1. Testo di Gianni Rodari; voce: Gianluca Arnò con musiche di Nicola Segatta. Esecutori: La Piccol(issim)a Orchestra Lumière: pianoforte: Francesco Moncher; oboe: Francesco Lovecchio; clarinetto: John Diamanti-Fox; corno: Silvia Festa; fagotto: Igor Delaiti. Nell’ambito della Stagione MiniFilarmonica 2017. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Musica ETTORE MAJORANA Trento. Ore 20. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Opera 2018: Escape from reality. Info: n. verde 800 013952; info@centrosantachiara.it; www.centrosantachiara.it. Teatro COMPAGNIA AMATORIALE Civezzano. Ore 20.45. Teatro comunale Luigi Pirandello. All’interno della XIV Rassegna Teatrale Bruno Palaoro rappresentazione teatrale presentata dalla Filodrammatica La Logeta di Gardolo. Ingresso: intero € 6,00, ragazzi fino a 12 anni € 4,00. Apertura cassa alle 20. Info: filocivezzano@gmail.com; www.filocivezzano.it. Teatro ATTENTI AL PARROCO! Lasino. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Ernesto Paternoster con la Filodrammatica “La Grinta” di Arco. Nell’ambito della rassegna teatrale “Dilettando insegna 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro SU CO LE RECE Viarago. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di e con Loredana Cont. Nell’ambito della 6ª Rassegna Teatrale “Viarago a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro COSSÌ NO’L VAL Povo. Ore 20.30. Teatro “Concordia”. Spettacolo di Luciano Lunghi con la Filodrammatica “Toblino” di Sarche. Nell’ambito della 30ª Rassegna di Teatro Amatoriale “Isidoro Trentin”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro TUT PER SPARMIAR Levico Terme. Ore 20.45. Teatro “Mons. Caproni”. Spettacolo di

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Diego Tasin con la Filodrammatica “S. Ermete” di Calceranica. Nell’ambito della 16ª Rassegna Teatrale “Franco&Daniela”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www. cofas.it. Teatro LA TV DEI TONI MARCI Villazzano. Ore 20.45. Nuovo teatro. Spettacolo di e con “I Toni Marci”.Nell’ambito della rassegna teatrale a Villazzano. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro I CANEDERLI I È ‘NDAI AL BÈCO Zambana. Ore 20.45. Teatro Comunale. Spettacolo di e con la Filodrammatica di Telve. Nell’ambito della 14ª rassegna teatrale in dialetto trentino. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro BASTA NA BATUDA PER NA RISADA Mezzocorona. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di e con la Filodrammatica “S. Gottardo” di Mezzocorona. Nell’ambito della rassegna teatrale 2018. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro QUEI DE MOLINA Cognola. Teatro Auditorium. Spettacolo di Giorgio Clementi con la Compagnia “Argento Vivo” di Cognola. Nell’ambito della rassegna di teatro amatoriale “Insieme a teatro sull’Argentario 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www. cofas.it. Teatro VAGO... MA TORNO! Capriana. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo tratto da “I tre testamenti” di Giuseppina Cattaneo con la Compagnia “Aldebaran” di Ziano di Fiemme. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro LA FAMIGLIA DELL’ANTIQUARIO - OVVERO: LA SUOCERA E LA NUORA Giustino. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Carlo Goldoni con la Compagnia “Gustavo Modena” di Mori. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro GIROTONDO Meano. Ore 20.45. Teatro - via delle Sugarine 22. Spettacolo di Arthur Schnitzler con Paola Mitri e Christian Renzicchi; regia Giuseppe Amato. Biglietto € 12 intero, € 10 ridotto. Info: www.teatrodimeano.it; Tel. 0461 511332 (martedì-venerdì ore 17-20 e sabato ore 10-13); info@teatrodimeano.it. Teatro ragazzi ROBINSON CRUSOE. L’AVVENTURA Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti - Centro Servizi Culturali S. Chiara - via S. Croce 67. Spettacolo con

ideazione e scrittura Simone Guerro, Silvano Fiordelmondo, Francesco Mattioni. Il romanzo di Daniel Defoe rivive sul palco in uno spettacolo dolce e divertente. Siamo nel 1630 e Robinson all’età di 19 anni decide di lasciare la famiglia, alla ricerca della sua libertà. Un naufragio lo lascerà solo su un’isola in mezzo all’oceano dove si dedicherà in solitudine a costruire il suo mondo. Finché un uomo a cui darà il nome di Venerdì approda sull’isola: finalmente qualcuno con cui parlare. Ma dopo 23 anni passati sull’isola, ecco una nave approdare e Robinson potrà tornare a casa portando con se Venerdì che però si rifiuterà di seguirlo. Spettacolo in continua evoluzione, con una musica coinvolgente e due attori dalle cui abili prendono vita le marionette protagoniste della storia: Robinson e Venerdì. Biglietto bambini (da 3 a 12 anni) € 4.00 - adulti € 6.00 - bambini under 3 anni. Età consigliata: dai 5 anni. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@ centrosantachiara.it.

21 DOMENICA Musica ETTORE MAJORANA Trento. Ore 17. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Opera 2018: Escape from reality. Info: n. verde 800 013952; info@centrosantachiara.it; www.centrosantachiara.it. Musica MARKO TOPCHII E LORENZO BERNARDI Trento. Ore 10.30. Società Filarmonica - Via Verdi, 30. Concerto su musiche di Johann Sebastian Bach (Preludio - Fuga - Allegro BWV 998), Napoléon Coste (Fantasie dramatique “Le départ” op. 31), Agustín Barrios Mangorè (Confesión), Mauro Giuliani (Sei variazioni op. 49 e Overture da Elisabetta Regina d’Inghilterra di Rossini), Francisco Tarrega (Recuerdos de la Alhambra, Variazioni sul Carnevale di Venezia), Mario Castelnuovo Tedesco (Capriccio Diabolico), Nikita Ko kin (Introduzione e Vivace). Per “I Concerti della domenica”. Info: Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it; www.filarmonica-trento.it. Teatro TE’NERAMENTE ENSEMA Coredo. Ore 16.30. Teatro “Dolomiti”. Spettacolo di Antonia Dalpiaz con il Gruppo Teatrale “Gianni Corradini” di Villazzano. Nell’ambito della rassegna teatrale “4 risate a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro TUA MOGLIE NON LO FAREBBE Grumes. Ore 16. Teatro “Le Fontanelle”. Spettacolo di e con l’Associazione Culturale “La Baraca” di Martignano. Nell’ambi-

to della 12ª Rassegna Teatrale a Grumes 2017/2018. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro TANGO, MONSIEUR? Trento. Ore 16. Teatro “S. Marco”. Spettacolo di Aldo Lo Castro con la Filodrammatica di Ora. Nell’ambito della 22ª edizione di Palcoscenico Trentino Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro ragazzi ROBINSON CRUSOE. L’AVVENTURA Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti - Centro Servizi Culturali S. Chiara - via S. Croce 67. Spettacolo con ideazione e scrittura Simone Guerro, Silvano Fiordelmondo, Francesco Mattioni. Il romanzo di Daniel Defoe rivive sul palco in uno spettacolo dolce e divertente. Siamo nel 1630 e Robinson all’età di 19 anni decide di lasciare la famiglia, alla ricerca della sua libertà. Un naufragio lo lascerà solo su un’isola in mezzo all’oceano dove si dedicherà in solitudine a costruire il suo mondo. Finché un uomo a cui darà il nome di Venerdì approda sull’isola: finalmente qualcuno con cui parlare. Ma dopo 23 anni passati sull’isola, ecco una nave approdare e Robinson potrà tornare a casa portando con se Venerdì che però si rifiuterà di seguirlo. Spettacolo in continua evoluzione, con una musica coinvolgente e due attori dalle cui abili prendono vita le marionette protagoniste della storia: Robinson e Venerdì. Biglietto bambini (da 3 a 12 anni) € 4.00 - adulti € 6.00 - bambini under 3 anni. Età consigliata: dai 5 anni. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@ centrosantachiara.it.

23 MARTEDÌ Danza BOLERO SOIRÉE Cles. Ore 21. Teatro Parrocchiale. La compagnia porta in scena alcuni estratti da coreografie di grande successo: Bolero di Michele Merola e i passi a due di Carmen Sweet e di Le Silfidi, rispettivamente firmati da emanuele Soavi e Gustavo Ramirez Sansano. Info: Tel. 329.0213251; www.cinemateatrocles.com. Musica CONCERTO Trento. Ore 20.30. Società Filarmonica - Via Verdi, 30. Concerto con Le nidas Kavakos, violino; Enrico Pace, pianoforte su musiche di L. Janá ek: Sonata per violino e pianoforte; F. Schubert: Fantasia in Do magg. D 934; O. Messiaen: Thème et variations; L. van Beethoven: Sonata n. 10 in Sol magg. op. 96. Info: Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it; www.filarmonica-trento.it.


trentinoappuntamenti 24 MERCOLEDÌ Cultura L’ITALIA VISTA A PIEDI Altavalle. Ore 20.30. Molin de Portegnach a Faver. Immagini, racconti ed aneddoti, a cura di Egidio Fedrizzi, sull’Italia vista a piedi, seguendo le vie degli antichi pellegrini. Ingresso: € 3,00. Info: info@sorgente90.org; www. sorgente90.org. Teatro TONI SARTANA E LE STREGHE DI BAGDAD LA CATIVISSIMA CAPITOLO II Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Spettacolo con Natalino Balasso, Francesca Botti, Andrea Collavino, Marta Dalla Via, Denis Fasolo, Beatrice Niero. Durata 2h e 10’. Info: Ufficio cultura e teatro Tel. 0464.452253; cultura@ comune.rovereto.tn.it; www.teatro-zandonai.it; www.comune. rovereto.tn.it.

25 GIOVEDÌ Teatro IL CASELLANTE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Il casellante è, fra i romanzi di Andrea Camilleri, uno dei più struggenti e al tempo stesso divertenti. Dalla già collaudata collaborazione fra il romanziere siciliano e il regista Giuseppe Dipasquale è nata una trasposizione scenica (quasi una commedia musicale) di questo “giallo” che disegna i tratti di una Sicilia arcaica e moderna, comica e tragica. Costellato di personaggi reali fantasiosamente trasfigurati, parla di una metamorfosi che passa attraverso il dolore della maternità negata e della guerra, ma è anche una narrazione in musica divertita e irridente del periodo fascista nella Sicilia degli anni Quaranta. Spettacolo con Moni Ovadia, Valeria Contadino e Mario Incudine. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952. Teatro MORTIMER & WANDA Pergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro comunale. Spettacolo di Marina Thoves con Marina Thoves e Mario Zucca. Info: Tel. 0461.511332; info@teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it. Teatro COSMO LIFE Villazzano. Ore 20.45. Teatro, via U. Giordano 6. Spettacolo con Andrea Bonfanti, Irene Buosi, Giacomo Postinghel; regia e adattamento di Nicola Piffer, con EstroTeatro. Sono passati miliardi di anni da quando la materia contenuta tutta in un punto è esplosa, creando la vita. La nostra esistenza è solo un frammento di questo processo di creazione e distruzione, è una parte infinitesimale rispetto al tempo dell’universo. Eppure qualcosa accomuna il nostro cammino e quello del cosmo: la

lenta espansione, i continui cambiamenti, la creazione e il collasso di entità. Ogni avvenimento nella nostra vita è un piccolo Big Bang e tutto quello che avviene può essere paragonato alla vita del cosmo. Info: www.teatrodivillazzano.it; Tel. 0461.913706; info@ teatrodivillazzano.it.

26 VENERDÌ Teatro IL CASELLANTE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Il casellante è, fra i romanzi di Andrea Camilleri, uno dei più struggenti e al tempo stesso divertenti. Dalla già collaudata collaborazione fra il romanziere siciliano e il regista Giuseppe Dipasquale è nata una trasposizione scenica (quasi una commedia musicale) di questo “giallo” che disegna i tratti di una Sicilia arcaica e moderna, comica e tragica. Costellato di personaggi reali fantasiosamente trasfigurati, parla di una metamorfosi che passa attraverso il dolore della maternità negata e della guerra, ma è anche una narrazione in musica divertita e irridente del periodo fascista nella Sicilia degli anni Quaranta. Spettacolo con Moni Ovadia, Valeria Contadino e Mario Incudine. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952. Teatro SOSPIRO D’ANIMA Trento. Ore 21. Teatro Portland. Spettacolo di e con Aida Talliente. Nell’ambito de “La bella stagione 2017-2018” - Rassegna Teatrale Organizzata dal Portland di Trento. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it.

27 SABATO Famiglia TRENTINO SKI SUNRISE Passo Brocon. L’aria frizzante del mattino, il sole che sorge tra le montagne, la neve immacolata degli impianti Funivie Lagorai di Passo Brocon. E poi una ricca colazione allo Chalet Paradiso a 1900 metri di quota, con un terrazzo che offre una vista a 360° sul Lagorai, sull’imponente Cima d’Asta e sulle Pale di San Martino. Programma dettagliato e costi su www.visitvalsugana.it o APT Valsugana - Lagorai Ufficio di Castello Tesino Tel. 0461.593322 oppure 0461.727730; castellotesino@visitvalsugana.it. Famiglia CIASPOLATA AL CHIARO DI LUNA Passo Brocon. Attività le guide alpine Dolomiti Guides. Ritrovo presso il parcheggio delle Funivie Lagorai al Passo Brocon. Prenotazione obbligatoria entro 36 ore precedenti l’escursione. Costo: 20 € a persona (comprensivi di accompagnamento con Guida Alpina). Info e prenotazioni: Tel. 339.1521119; www.dolomitiguides.com.

Musica CONCERTO “COME FARFALLE IN UN CAMPO” Pergine Valsugana. Ore 18. Teatro Comunale. Concerto con la Banda Sociale di Pergine. Voci da Terezìn 1942-1944 con musiche composte da musicisti internati nel campo di concentramento di Terezìn. Da un’idea di: Wolftraud de Concini; attori: Manuela Bertoldi, Ester D’Amato, Fabio Gaccioli; arrangiamenti e direzione: Maestro Claudio Dorigato; drammaturgia e regia: Massimo Lazzeri, Antonella Bragagna. Biglietti: €5 intero; €4 ridotto. Info: Teatro Comunale di Pergine info@teatrodipergine.it; Tel. 0461.511332; www.teatrodipergine.it. Teatro NORIMBERGA 1945: PROCESSO PER CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ Altavalle. Ore 20.30. Molin de Portegnach a Faver. Tacconto teatrale sul più grande processo della storia e le atroci responsabilità della Germania razzista sull’Olocausto. Ingresso: € 4,00 per i soci, € 5,00 per i non soci. Info: info@sorgente90.org; www. sorgente90.org. Teatro PIAZZA ROSSA Bedollo. Ore 20.30. Nuovo Teatro Comunale di Centrale. Per l’11^ Rassegna Teatrale “Foie de Bedol” rappresentazione teatrale della commedia in due atti di Claudio Morelli, presentata dalla Filodrammatica di Canezza. Durante l’intervallo estrazione di tre premi a beneficio degli spettatori. Ingresso unico: 6,00. Prevendita biglietti presso il Comune di Bedollo dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12. Info: Tel. 0461.556624. Teatro IL CASELLANTE Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale. Il casellante è, fra i romanzi di Andrea Camilleri, uno dei più struggenti e al tempo stesso divertenti. Dalla già collaudata collaborazione fra il romanziere siciliano e il regista Giuseppe Dipasquale è nata una trasposizione scenica (quasi una commedia musicale) di questo “giallo” che disegna i tratti di una Sicilia arcaica e moderna, comica e tragica. Costellato di personaggi reali fantasiosamente trasfigurati, parla di una metamorfosi che passa attraverso il dolore della maternità negata e della guerra, ma è anche una narrazione in musica divertita e irridente del periodo fascista nella Sicilia degli anni Quaranta. Spettacolo con Moni Ovadia, Valeria Contadino e Mario Incudine. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952. Teatro TUA MOGLIE NON LO FAREBBE Lasino. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di e con l’As-

sociazione Culturale “La Baraca” di Martignano. Nell’ambito della rassegna teatrale “Dilettando insegna 2018”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro BASTAVA ‘NA BOTA Mori. Ore 20.45. Teatro “Sociale”. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Concordia ‘74” di Povo. Nell’ambito della 33ª Rassegna di teatro amatoriale “Gustavo Modena”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro SOSPIRO D’ANIMA Trento. Ore 21. Teatro Portland. Spettacolo di e con Aida Talliente. Nell’ambito de “La bella stagione 2017-2018” - Rassegna Teatrale Organizzata dal Portland di Trento. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro ATTENTI AL PARROCO! Povo. Ore 20.30. Teatro “Concordia”. Spettacolo di Ernesto Paternoster con la Filodrammatica “La Grinta” di Arco. Nell’ambito della 30ª Rassegna di Teatro Amatoriale “Isidoro Trentin”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro IL GATTO IN TASCA Coredo. Ore 21. Teatro “Dolomiti”. Spettacolo di Georges Feydeau - trad. di Cutolo Calvi Cecilia con la Filodrammatica “Amicizia” di Romeno. Nell’ambito della rassegna teatrale “4 risate a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro CHE BEL MISTER FAR EL GIARDINIER Villa Lagarina. Ore 21. Teatro “Carlo Baldessari”. Spettacolo di Stefano Palmucci con la Filodrammatica “R.A.L.” di Rallo. Nell’ambito della stagione teatrale 2017/2018. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro I CANEDERLI I È ‘NDAI AL BÉCO (PRODOTTO ORIGINALE TELVATO) Sopramonte. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di e con la Filodrammatica di Telve. Nell’ambito della 27ª rassegna teatrale a Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro BERTOLDO Gardolo. Ore 20.45. Teatro “Gigi Cona”. Spettacolo di Giulio Cesare Croce - libero adatta. In dial. trentino di Camillo Caresia con la Filodrammatica “S. Martino” di Fornace. Nell’ambito della 30ª edizione de “L’alegra ribalta”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it.

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trentinoappuntamenti Teatro LE SORELLE TRAPUNTA OlleValsugana. Ore 20.45. Teatro “S. Domenico Savio”.Spettacolo di Giuseppina Cattaneo con la Filodrammatica di Viarago. Nell’ambito della stagione teatrale a Olle 2018. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro LA MOGLIE, L’AMANTE E IL MONSIGNORE Preore. Ore 20.45. Teatro “Casa Mondrone”. Spettacolo di Roberto Fera con la Filodrammatica di Civezzano. Nell’ambito della 13ª edizione di Preore a Teatro. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www. cofas.it. Teatro PIAZZA ROSSA Bedollo. Ore 20.45. Teatro Nuovo. Spettacolo di Claudio Morelli con la Filodrammatica di Canezza di Pergine. Nell’ambito della 10ª rassegna teatrale “Foie de Bedol”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro BARUFE IN FAMEGIA Cognola. Ore 20.45. Teatro Auditorium. Spettacolo di Giacinto Gallina con la Compagnia di Lizzana. Nell’ambito della rassegna di teatro amatoriale “Insieme a teatro sull’Argentario 2018”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it.

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Teatro TUT PER SPARMIAR Lavis. Ore 20.45. Auditorium Comunale. Spettacolo di e con la Filodrammatica “S. Ermete” di Calceranica. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro L’HOTEL DEL LIBERO SCAMBIO Molveno. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di George Feydeau con la Compagnia “Gustavo Modena” di Mori. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro ISABELLA, TRE CARAVELLE E UN CACCIABALLE Meano. Ore 20.45. Teatro, via delle Sugarine 22. Spettacolo di Dario Fo con T.I.M. - Teatro Instabile di Meano; regia Nicola Merci. Biglietto € 8 intero, € 7 ridotto. Info: www.teatrodimeano.it; Tel. 0461.511332 (martedì-venerdì ore 17-20 e sabato ore 10-13); info@ teatrodimeano.it. Teatro COLAZIONE DA OCCHIOBELLO (ANCHE DA ASPORTO) Ravina. Ore 20.45. Sala polivalente Claudio Dematté, Via per Belvedere 4. Spettacolo di Carlo Saglia, adattamento di Silvino Gonzato. Con Estravagario teatro di Verona. La storia è ambientata in una pasticceria di un piccolo

paese della provincia veneta. Lo zucchero delle paste, dopo una serie di clamorosi eventi, diventerà per molti, amaro e velenoso. Un variegato mix di battute e gags, differenti inflessioni dialettali, ritmo incalzante per uno spettacolo divertente ma non privo di spunti di riflessione su una realtà fin troppo presente nelle attuali cronache. Biglietto intero 8 €, ridotto (fino a 16 anni) 6 €. Info: www.ravina.tn.it; Tel. 389.6465371; info@ ravina.tn.it. Teatro HO ADOTTATO MIO FRATELLO Villazzano. Ore 20.45. Teatro, via U. Giordano 6. Spettacolo con Agricantus Produzioni di Mirko Cannella, Nicolò Innocenzi, Michele Iovane, Jey Libertino, Nazzareno Mattei. Dopo la morte dei genitori, due fratelli si trovano a condividere la loro unica eredità: un appartamento. Bruno è strafottente e scansafatiche, l’opposto del fratello Francesco che è intraprendente e crede negli antichi valori. I problemi iniziano quando il primo, per coprire le spese, affitta la stanza dei genitori a due ragazzi appena trasferitisi dal lontano Sud. Senza ovviamente dirlo a Francesco! Inizia così una rocambolesca convivenza a quattro... Info: www.teatrodivillazzano.it; Tel. 0461.913706; info@teatrodivillazzano.it.

Teatro PERLASCA. IL CORAGGIO DI DIRE NO Rovereto. Ore 20.45. Teatro Zandonai. Spettacolo di e con Alessandro Albertin, regia Michela Ottolini. Durata 1h e 20’. Info: Ufficio cultura e teatro Tel. 0464.452253; cultura@comune.rovereto.tn.it; www. teatro-zandonai.it; www.comune. rovereto.tn.it.

28 DOMENICA Musica CONCERTO Trento. Ore 10.30. Società Filarmonica - Via Verdi, 30. Alessandro Bianchini, Roberto Pangrazzi (percussioni) e Antonio Maria Fracchetti, Stefano Visintainer (pianoforte) che proporranno “Rapsodia in Blue” e “Un Americano a Parigi” di George Gershwin, oltre a “West Side Story” di Leonard Bernstein. Per “I Concerti della domenica”.Info: Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it; www. filarmonica-trento.it. Teatro IL CASELLANTE Trento. Ore 16. Teatro Sociale. Il casellante è, fra i romanzi di Andrea Camilleri, uno dei più struggenti e al tempo stesso divertenti. Dalla già collaudata collaborazione fra il romanziere siciliano e il regista Giuseppe Dipasquale è nata una trasposizione scenica (quasi


trentinoappuntamenti una commedia musicale) di questo “giallo” che disegna i tratti di una Sicilia arcaica e moderna, comica e tragica. Costellato di personaggi reali fantasiosamente trasfigurati, parla di una metamorfosi che passa attraverso il dolore della maternità negata e della guerra, ma è anche una narrazione in musica divertita e irridente del periodo fascista nella Sicilia degli anni Quaranta. Spettacolo con Moni Ovadia, Valeria Contadino e Mario Incudine. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952. Teatro LA CENA DEI CRETINI Grumes. Ore 16. Teatro “Le Fontanelle”.Spettacolo di Francis Veber con la Filodrammatica di Laives. Nell’ambito della 12ª Rassegna Teatrale a Grumes 2017/2018. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro CUPIDO SFORZÀ, REBALTON ASSICURÀ Trento. Ore 16. Teatro “S. Marco”. Rielaborazione testo di Riccardo Gottardi con la Filodrammatica “Doss Caslir” di Cembra. Nell’ambito della 22ª edizione di Palcoscenico Trentino Rassegna Provinciale di Teatro Amatoriale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; www.cofas.it. Teatro IL PICCOLO CLOWN Pergine Valsugana. Ore 16. Teatro Comunale. Una nuova produzione per bambini e famiglie dell’artista trentino Klaus Saccardo. Età consigliata: dai 3 anni. Info: Tel. 0461.511332; info@ teatrodipergine.it; www.teatrodipergine.it. Teatro HO ADOTTATO MIO FRATELLO Villazzano. Ore 16. Teatro, via U. Giordano 6. Spettacolo con Agricantus Produzioni di Mirko Cannella, Nicolò Innocenzi, Michele Iovane, Jey Libertino, Nazzareno Mattei. Dopo la morte dei genitori, due fratelli si trovano a condividere la loro unica eredità: un appartamento. Bruno è strafottente e scansafatiche, l’opposto del fratello Francesco che è intraprendente e crede negli antichi valori. I problemi iniziano quando il primo, per coprire le spese, affitta la stanza dei genitori a due ragazzi appena trasferitisi dal lontano Sud. Senza ovviamente dirlo a Francesco! Inizia così una rocambolesca convivenza a quattro... Info: www.teatrodivillazzano.it; Tel. 0461.913706; info@teatrodivillazzano.it.

29 LUNEDÌ Musica CONCERTO Trento. Ore 20.30. Società Filarmonica - Via Verdi, 30. Concerto con Adolfo Gutiérrez Arenas, vio-

loncello su musiche di E. Bloch: Dalla vita ebraica, Tre schizzi; J. Brahms: Sonata n. 2 in La magg. op. 100 ‘Thun’; L. van Beethoven: Sonata op. 5 n. 1; J. Brahms: Sonata n. 3 in re min. op. 108. Info: Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it; www.filarmonica-trento.it.

30 MARTEDÌ Danza GRANDE SUITE CLASSIQUE VERDIANA Riva del Garda. Ore 21. Sala Garda - Palazzo dei Congressi. Una carrellata di coreografie classiche di Marco Batti, che mettono in scena i personaggi verdiani legandoli alle vicende biografiche del Grande Maestro. Info: Tel. 0464.570139; www.rivadelgardacongressi.it.

31 MERCOLEDÌ Danza DOLORES HOTEL - TANGO E ALTRE STORIE Ala. Ore 21. Teatro Sartori. Compagnia Tango Brujo; ideazione, regia, coreografia Laura Pulin; Coreografie di tango Margarita Klurflan e Walter Cardozo; Creato e interpretato da Walter Cardozo, Cristiano Dall’Ara, Maria Rosa Franzin, Elena Friso, Margarita Klurflan, Sebastian Romero, Claudia Sorgato; musiche O. Fresedo, J. D’Arienzo, F. Canaro, P. Tschaikovsky, C. Gounod, F. Salamanca, C. Garcia, B. Herrmann. Info su costi, biglietti, abbonamenti: www. comune.ala.tn.it. Escursionismo CIASPOLATA NOTTURNA Passo Brocon. Ritrovo presso il parcheggio delle Funivie Lagorai al Passo Brocon. Prenotazione obbligatoria entro 36 ore precedenti l’escursione. Costo: 20 € a persona (comprensivi di accompagnamento con Guida Alpina). Info e prenotazioni: Tel. 339.1521119; www.dolomitiguides.com. Musica JOHN AXELROD E ANNA TIFU IN CONCERTO Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium Santa Chiara, via Santa Croce 67. John Axelrod, direttore; Anna Tifu, violino su musiche di F. Mendelssohn: La fiaba della bella Melusina, op. 32; Concerto per violino e orchestra in mi minore, op. 64; Franz Schreker: Intermezzo, op. 8; Kurt Weill: Sinfonia n. 2. Biglietto intero 25 €, ridotto over 65 15 €, ridotto under 26 5 €. Info: www.haydn.it. Teatro LAIKA Meano. Ore 20.45. Teatro, via delle Sugarine 22. Spettacolo di Ascanio Celestini, regia Ascanio Celestini con Ascanio Celestini e Gianluca Casadei alla fisarmonica. Biglietto 12 € intero, 10 € ridotto. Info: www.teatrodimeano.it; Tel.

0461.511332; (martedì-venerdì ore 17-20 e sabato ore 10-13); info@ teatrodimeano.it. Teatro GEPPETTO E GEPPETTO Rovereto. Ore 21. Auditorium Melotti. Spettacolo di e con Tindaro Granata, Alessia Bellotto, Angelo Di Genio, Carlo Guasconi, Paolo Li Volsi, Lucia Rea, Roberta Rosignoli Teatro Stabile di Genova, Colline Torinesi - Proxima Res. Una storia partorita dalla fantasia di Tindaro Granata e dalle paure della gente incontrata per strada, parlando di figli nati da omosessuali. Tony e Luca stanno insieme da diversi anni: sono una famiglia. Ma per essere una famiglia felice c’è bisogno di portatori sani di gioia: i bambini. Lo spettacolo racconta il desiderio di un padre di farsi amare da un figlio e di un ragazzo di ritrovare una figura paterna, vissuta nell’assenza della figura materna. Info: www.cultura.rovereto.tn.it.

GLI APPUNTAMENTI DI FEBBRAIO 2 VENERDÌ Danza TIRAVOL Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, via della Malpensada n. 88. Coreografia Agnes Fustagueras I Puig e David Soubies osservatori, composizione musicale David Soubies, suoni e luci Jérémi Guerin design luci “PP” Patrick Ponchant costumi Aurèlie Jacob; produzione/distribuzione Emilie Dubois. Spettacolo che naviga tra forza e fragilità, trasporta il pubblico in un universo sospeso. Appesi ad una struttura a prisma, una sorta di labirinto di ferro, due danzatori-acrobati giocano ondeggiando, barcollando e volteggiando. TiraVoL è la storia di un viaggio, di un incontro; è un dialogo tra due culture, tra il lato nord e il lato sud di una sola montagna. Un inno alla diversità che si snoda tra illusione e realtà.Biglietto da 5 a 10 €. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@ centrosantachiara.it. Musica L’EVOLUZIONE DEL MUSICAL... IN 50 MINUTI! Trento. Ore 9 e ore 11. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Una manciata di minuti per oltre cento anni di storia! Un lampo di tempo concentrato, sufficiente alla voce profonda di Matteo Ferrari, sostenuta al pianoforte dalla grande esperienza di Nella Hristova, per ricostruire la storia brillante di un genere che, sin dalla fine dell’Ottocento, ha divertito e fatto piangere milioni di persone nelle sale di America ed Europa. Canto, recitazione, danza, melodia, ritmo e colore strumentale hanno dato vita a un genere di commedia musicale brillante, subito amplificata dal cinema,

ancora oggi ricercata e studiata da migliaia di giovani. Magiche e indimenticabili - arricchite nel suono dai timbri di chitarra, contrabbasso e batteria - vengono qui presentate le melodie di Gilbert & Sullivan, George Gershwin e P.G. Wodehouse, Leonard Bernstein, Stephen Sondheim, Richard Rodgers ... dai titoli memorabili: Love To Me, I Got Life, Oh, What A Beautiful Mornin’, Oklahoma, I Am The Very Model, They Can’t Take... Biglietto intero € 25, ridotto € 18, universitari € 8. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it .

3 SABATO Teatro COSSÌ NO ‘L VA Villazzano. Ore 20.45. Teatro, via U. Giordano 6. Spettacolo con la Filodrammatica Toblino di Sarche. Paolo è in corsa per l’elezione a senatore grazie agli appoggi esterni di persone influenti più che per i suoi meriti e capacità. La moglie Giulia lo appoggia ma unicamente per il prestigio sociale ed economico che ne potrà conseguire. La commedia s’impernia sui frenetici preparativi per un’intervista che il futuro senatore deve rilasciare a una famosa giornalista tutt’altro che accomodante. I due devono però fare i conti con Linda, sorella di Paolo, la quale è singolare e dotata di poteri paranormali. Info: www.teatrodivillazzano.it; Tel. 0461.913706; info@teatrodivillazzano.it. Teatro ragazzi IL PAESE SENZA PAROLE Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti - via S. Croce 67. Spettacolo con Marianna Batelli e Alessandro Rossi; testo di Roberto Anglisani e Alessandro Rossi; musiche originali Marcello Batelli; coreografie Marianna Batelli. Biglietto entrata: bambini (da 3 a 12 anni) € 4,00 adulti € 6,00 - bambini under 3 anni abbonamento/biglietto omaggio oltre il terzo figlio abbonamento/ biglietto omaggio. Età consigliata: dai 5 anni. Info: www.centrosantachiara.it; n.verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.

4 DOMENICA Musical HANSEL & GRETEL E IL MALEFICIO DELLA FORESTA NERA Rovereto . Ore 15 e 18.30. Teatro Zandonai. Musical liberamente ispirato alla fiaba dei fratelli Grimm, regia Luca Lovato - Antonio Lanzillotti. Info: Ufficio cultura e teatro Tel. 0464.452253; cultura@comune.rovereto.tn.it; www. teatro-zandonai.it; www.comune. rovereto.tn.it.

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trentinomatrimoni SOLO PER I NOSTRI LETTORI, QUESTO MESE LE NOZZE DI GIULIA CON ANDREA E ILARIA CON SILVIO

I MATRIMONI DEL MESE Lei Nome: Giulia Età: 30 Nata: Trento Residente: Altopiano della Vigolana Parrucchiere: Maria Pia Parrucchieri - Tn Truccatore: Maria Pia Parrucchieri - Tn Occupazione: Impiegata

Lui Nome: Andrea Età: 32 Nato: Trento Residente: Altopiano della Vigolana Scarpe: Calzature Pedrotti - Trento Barbiere: Ten-s Parrucchiere - Trento Occupazione: Impiegato

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trentinomatrimoni Servizio fotografico: Roberta Pisoni www.robertapisoni.it

Matrimonio: Data e Luogo: Ricevimento: Fiori e Bouquet: Anelli: Torta:

Religioso 23 settembre 2017, Ravina Berry House - Alt. Vigolana Fioreria da Aldo - Trento Mosele Gioielli - Trento Pasticceria Bailoni - Vattaro

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trentinomatrimoni Matrimonio: Data: Luogo: Ricevimento: Musica: Torta: Fiori e bouquet: Invitati: Anelli: Viaggio di nozze: Vivranno a:

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Religioso 11 novembre 2017 Santuario delle Laste - Trento Ristorante Da Pino - S. Michele A/A Fabio e la sua fisarmonica Pasticceria Bertelli - Trento Officina Verde - Trento 100 Obrelli - Lavis PerĂš, 12 giorni Cembra

Servizio fotografico: Trintinaglia Wedding Photo www.trintinaglia.com


trentinomatrimoni

Lei

Lui

Nome: Ilaria Anni: 29 Nato a: Trento Residente a: Cembra Vestito: Fashion Gallery - Trento Scarpe: Due Leoni - Trento Occupazione: Commessa

Nome: Silvio Anni: 29 Nato a: Trento Residente a: Cembra Vestito: Baratto - Lavis Scarpe: Due Leoni - Trento Barbiere: Salone Beauty - Lisignago Occupazione: Imprenditore agricolo

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PLANKER PORTABANDIERA ITALIANO AI GIOCHI LO SCRIGNO MOCHENO UN NUOVO GAME QUIZ TELEVISIVO TRENTINO

CI SONO ANCHE GARY E SPIKE GLI STORICI FUNNY ANIMALS A FUMETTI DI FULVIO BERNARDINI

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partire dal 1° gennaio 2018 Gary e Spike, gli storici funny animals a fumetti di Fulvio Bernardini (Fulber) celebrano i loro primi quarant’anni di carriera cartacea anche nelle sale cinema di Trento. L’esordio avviene grazie ad un breve cartone animato prodotto da Fulber Creazioni per le sale cinema Modena, Vittoria, Astra e Roma di Trento. In tutte le 9 sale infatti verrà proiettato lo short animato in 2D classica che promuove un altrettanto originale progetto televisivo di cui il cartone è la sigla d’apertura. Si tratta di un nuovo gioco a quiz televisivo per ragazzi dal titolo Lo Scrigno Mòcheno, (Bersntoler Schótzkóstn) ideato, scritto e prodotto artisticamente dal cartoonist trentino e finanziato dalla Comunità Alta Valsugana e Bersntol e dalla Provincia Autonoma di Trento. Lo scrigno Mòcheno™ è un nuovo format televisivo in 12 puntate settimanali per la promozione delle Minoranze Linguistiche promosso dalla Comunità Alta Valsugana e Bersntol e voluto fortemente da Bruno Groff. Dal 16 dicembre scorso è in programmazione ogni sabato su TML canale 642 di TrentinoTV e in replica la domenica alle 14.30 e alle 20. Il progetto, è nato esternamente alle strutture televisive, cioè nel paese di Frassilongo dove all’interno della grande Sala Consiliare è stato allestito un set permanente dove sono state girate nei mesi di aprile e maggio dello scorso anno, dodici puntate

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na carriera ricca di successi conquistati con orgoglio e determinazione per lasciare un segno positivo e carico di soddisfazioni. Ha gareggiato sempre mettendo in campo abilità non certo minori dei normodotati, forse in qualche caso maggiori, solo diverse. Ha messo il sigillo più autorevole negli impegni più importanti e prestigiosi assicurandosi la medaglia di bronzo nel supergigante a Salt Lake City nel 2002 e ripetendosi poi due anni dopo nella discesa libera a Wildschoneu. L’altoatesino Florian Planker ha poi lasciato lo sci agonistico per entrare nella formazione italiana di para ice hockey conquistando il titolo europeo nel 2011 e vice campione europeo nel 2016. Da non tralasciare poi l’apporto che Planker ha portato alla squadra delle Aquile del Sudtirolo, formazione nella quale milita, per nove volte campione d’Italia. Si stanno avvicinando la Paralipiadi di PyeonChang in Corea del Sud e per il 40enne atleta di para ice hockey saranno i sesti giochi in carriera, tre come sciatore e tre come pedina importante nella formazione della disciplina del ghiaccio. Planker con questo curriculum davvero esaltante è stato scelto come portabandiera degli atleti azzurri in Corea del Sud, un riconoscimento accolto con soddisfazione anche in Valle di Non dove grazie all’ US Ronzone Sportinsieme con la collaborazione del Hockey Club Fondo e della Cooperativa Smeraldo gli Hockeisti sono “di casa” ormai per la preparazione in vista degli appuntamenti internazionali. (c.r.)

di mezz’ora l’una. In post-produzione sono stati inseriti molti effetti speciali e piccole animazioni che interagiscono con il girato reale e conferiscono al progetto tv quell’aura di magia che lo contraddistingue. All’interno del gioco sono presenti 24 mini documentari che valorizzano luoghi caratteristici e le aree geografiche suggestive della Valle dei Mòcheni. Non mancano naturalmente gli ospiti; personaggi tipici come i Krumer o la Graostana, che appartengono alla storia e alla tradizione popolare della comunità mòchena. L’obiettivo del gioco a quiz televisivo è infatti quello di riproporre la magìa di un territorio dove ancora è possibile respirare l’atmosfera di un tempo: la Valle dei Mòcheni (non a caso definita La Valle Incantata). Il set misura 9 metri di lunghezza per 2 e


trentinoscoop&news mezzo di altezza e 4 di profondità con tanto di prato verde costruito all’interno della Sala Consiliare a Frassilongo grazie alla disponibilità del Primo cittadino, Bruno Groff van Kreller promotore anche dell’intero progetto. Allinterno di questo set ci sono i veri protagonisti di questo originale gamequiz: ragazzi di età compresa tra gli otto e i tredici anni che all’interno del Bosco Magico si sfidano a suon di domande a quiz sulla storia mòchena con due schieramenti contrapposti, rappresentanti la Comunità linguistica della Valle dei Mòcheni e la Provincia di Trento. Non solo giocatori ma altrettante perle preziose che arricchiscono con la loro spontaneità e freschezza il format. L’originale pluriquiz, chiamato così perchè pensato in due lingue, quella mòchena e quella italiana, si avvale di due conduttori: Sara Toller per le squadre della valle dei mòcheni e Stefano Bencompagnato per quelle della provincia di Trento. Poi c’è il gioco a quiz ideato e scritto da Fulber, qui nelle vesti di produttore artistico, è promosso dalla Comunità Alta Valsugana e Bersntol e si avvale della regia di Alessandro Bencivenga, La squadra che ha contribuito alla costruzione del programma diretta da Bencivenga si avvale della presenza di cameraman quali Rocco Serafini, Mauro Fontana e Alessio Brugnara e del fonico di presa diretta, Oscar Serafini. Mentre Bra Editor in collaborazione con F.A.M.A. si è occupata in post produzione dei contributi filmati delle riprese panoramiche della Valle con un drone e degli effetti speciali che arricchiscono il set. In qualità di segretaria di produzione da segnalare il prezioso contributo di Nadia Clementi, già giornalista de L’Adigetto e per la consulenza storica della Valle e la gestione delle squadre mòchene, l’insegnante Cristiana Ploner. Insomma, è un appuntamento da non perdere, per grandi e per piccini, mocheni e non. Ogni sabato alle ore 16.30 su TML canale 642 di Trentino TV e in replica la domenica alle 14.30 e alle 20.

CAMPIONATI ITALIANI DI AVICOLTURA ALLA FEDERAZIONE PROVINCIALE ALLEVATORI, A TRENTO

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rima a volta a Trento per la rassegna che vede confrontarsi settecento esemplari di una sessantina di allevatori. L’evento è stato ospitato il 16 e 17 dicembre negli spazi, appositamente allestiti, della Federazione Provinciale Allevatori, alcune settimane fa teatro del Campionato Italiano delle razze ciuffate. “Questo appuntamento è riservato all’avicoltura amatoriale, vale a dire l’allevamento di polli ornamentali di razze pure – spiega Giuseppe da Giau, presidente della Fiav -Federazione Italiana Allevatori Associazioni Avicole. In mostra contiamo delle autentiche rarità perché sono esemplari lontani dalla visione o dal concetto comune, classico o tradizionale che si ha della produzione avicola legata a polli, tacchini, anatre, oche e faraone”. La giornata di sabato 16 è stata dedicata alla valutazione. La commissione esaminatrice ha espresso il proprio giudizio assegnando la coccarda tricolore, riconoscimento tra i più ambiti per ogni avicoltore. “La cerimonia di premiazione – aggiunge da Giau – di domenica ha rappresentato l’atto conclusivo della nostra manifestazione che sarà aperta al pubblico per l’intero week end”. Adulti e bambini hanno pouto ammirare le tante razze giunte nel capoluogo trentino per mettersi in mostra e per andare a caccia dell’ambito titolo tricolore: Livornese, Polverara, Ancona, Valdarno, Mericanel della Brianza, Padovana, Padovana riccia, Olandese Ciuffata, Faverolles, Marans, Cocincina, Brahma, Wyandotte, Barbute di Anversa e di Watermael, Olandesine Nane, Serama, Bantam senza dimenticare il tacchino nero italiano e il tacchino dei Colli Euganei destinati ad arricchire ulteriormente un panorama già ricco.

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LICEALI ALLE OLIMPIADI DI DEBATE PRANZO DELL’AMICIZIA CON LA MITICA GIUSEPPINA

I RAGAZZI DEL “ROSMINI” HANNO RAPPRESENTATO IL TRENTINO

AL GRAND HOTEL TRENTO IL TRADIZIONALE APPUNTAMENTO

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l freddo acre, tagliente, penetrante e pungente non ha fermato l’inesauribile carica vitale di Giuseppina, che con le sue esplosioni di gioia ed allegria ha organizzato, come ogni anno, il consueto travolgente pranzo dell’amicizia per scambiarsi gli auguri natalizi nel prestigioso Grand Hotel Trento. Nella grande sala, i sempre più numerosi amici, prendendo posto ai tavoli hanno percepito in ogni angolo quella magia natalizia ed hanno accolto l’arrivo di Babbo Natale, munito di 2 sacchi, con uno scroscio di applausi. Mentre ognuno estraeva un piccolo pacchettino dai sacchi, Giuseppina raccomandava di tenere i doni sempre in tasca, e alla bisogna ricordarsi di dire una preghiera e andare sempre avanti con serenità e allegria: come diceva lo scrittore Walter Scott: ”La vita senza allegria è come una lampada senza olio”.

Marco Masè

Da sx, amica di Giulio e cugina, Giulio, Piergiorgio, Andrea, Maurizio, Lihua e Fernando. In piedi: Maritza, Giada, Nadia, Rita, Jenny, Venice, Debby, Nicoletta.

Seduti, Giulia, Daniela, Ria, Filippo, Angela, Alessandro, Pietro (di spalle). In piedi: Jenny, Nadia, Venice, Giusy, Giada, Debby, Tatiana. 94

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Dal 15 al 18 novembre si sono svolte a Roma le prime Olimpiadi italiane di debate e una squadra di quattro ragazzi della IV DM del Liceo Rosmini ha rappresentato il Trentino in questa importante competizione. Si è trattato di un’opportunità unica per incontrare e dialogare con giovani studenti provenienti da ogni parte d’Italia e del coronamento di un progetto che ha coinvolto tutta la classe quarta delle scienze applicate, vincitrice l’anno scorso del torneo trentino A suon di parole. Le squadre, che rappresentavano tutte le regioni d’Italia, si sono confrontate con entusiasmo e fair play in sei dibattiti serrati sia su temi preparati che Impromptu e alla fine è risultata vincitrice la squadra della Puglia, premiata dal Ministro Fedeli nella sala Capitolare della biblioteca del Senato. I nostri ragazzi hanno dibattutto con entusiasmo e si sono fatti onore, riuscendo ad imparare e ad adeguarsi velocemente alle regole dei World Schools Debating Championships a cui non erano abituati. Soprattutto però questa esperienza ci ha dato la possibilità di riflettere sugli aspetti etici del dibattito, che deve essere sempre occasione di confronto e mai semplice esercizio sofistico. Il vero debater è colui che riesce a cogliere gli aspetti di verità presenti in ogni posizione, che riesce a ricucire il discorso, a portare l’avversario dalla sua parte proponendo una terza possibilità che rende infine inutile la contrapposizione. Queste Olimpiadi di debate sono state per questi giovani studenti preparati l’occasione per avvicinarsi alla vera politica, per conoscere tante realtà positive che pur esistono nella scuola italiana, per riconoscersi come la parte migliore del nostro Paese. Si è riflettutto inoltre sull’importanza delle minoranze, sulla possibilità di far emergere attraverso il dibattitto posizioni solo apparentemente deboli e quindi sulla necessità di ascoltare l’altro in un’ottica finalmente democratica.


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LEVEGHI PRESIDENTE DEL TRENTO FILM FESTIVAL BENEMERENZE CONI 2017 AL TEATRO SANBÀPOLIS TUTTO ESAURITO PER FESTEGGIARE LE ECCELLENZE DELLO SPORT TRENTINO CAMPIONI E GIOVANI PROMESSE INSIEME NELLA NUOVA CASA DEL CONI

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n autentico momento di sport e per lo sport quello andato in scena il 28 novembre a Trento in occasione delle Benemerenze Sportive CONI 2017. Si sono dati appuntamento atleti, tecnici e rappresentanti delle società sportive del Trentino che per l’attività svolta hanno saputo dar lustro allo sport italiano. A far gli onori di casa Paola Mora, presidente del CONI Trentino, che ha introdotto il pomeriggio di premiazioni elogiando il calore del numeroso pubblico, segnale di un lavoro certosino partito da lontano. Un discorso d’apertura breve, ma incisivo quello della prima donna alla guida di un organo di governo CONI che ha sottolineato alcuni punti cardine della nuova politica provinciale al servizio dello sport. La Giunta CONI composta da Paolo Crepaz, vicepresidente vicario, dal vicepresidente Gilberto Gozzer con Berta Fontana, Massimo Bernardoni, don Daniele Laghi, Massimo Eccel, Lino Orler e Norbert Bonvecchio ha assegnato le onorificenze in ben sei categorie: Medaglia d’oro al Valore Atletico, Medaglia d’argento al Valore Atletico, Medaglia

NICOLETTA FAVARON NOMINATA VICEPRESIDENTE

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l nuovo Consiglio direttivo del Trento Film Festival che si è riunito per la prima volta oggi pomeriggio dopo la nomina di qualche giorno fa da parte dell’Assemblea dei soci (costituiti dai Comuni di Trento e di Bolzano, dal CAI e dalla Camera di Commercio di Trento) ha eletto presidente della rassegna per il prossimo triennio 2018-2020 Mauro Leveghi (già consigliere del festival) che succede a Roberto De Martin. Vicepresidente è stata nominata la film-maker Nicoletta Favaron. Oltre ai neo presidente e vicepresidente, il nuovo Consiglio direttivo è composto dai riconfermati Carlo Ancona, Anna Facchini, Giorgio Gajer, Sandro Magnoni, Roberto De Martin e Franco de Battaglia e dai nuovi entranti Franco Capraro (già revisore dei conti del festival) Michaela Oberhuber, Angelo Schena e Renata Viviani. Il Consiglio direttivo ha inoltre riconfermato lo staff del festival, diretto da Luana Bisesti.

di bronzo al Valore Atletico, Palma d’argento al Merito Tecnico, Palma di bronzo al Merito Tecnico, Stella di bronzo al Merito Sportivo (dirigenti) e la Stella di bronzo al Merito Sportivo riservata alla società sportiva. Sugli scudi nomi noti dello sport italiano come Francesca Dallapè, Medaglia d’oro al Valore Atletico grazie all’argento olimpico di Rio 2016 e Yeman Crippa, Medaglia di bronzo, già campione italiano cross e 1.500 e talento del mezzofondo già affermato a livello europeo. Una Medaglia di bronzo è entrata pure nella Giunta CONI grazie a Norbert Bonvecchio, rappresentante degli atleti e campione italiano di lancio del giavellotto. A seguire è arrivato il turno dei tecnici e delle società come la Ciclistica Dro che in questo 2017 ha raggiunto i cinquant’anni d’attività.

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IL LIBRO DEL MESE

UN NUOVO LIBRO PER MONS. LUIGI BRESSAN SI INTITOLA: “BUON NATALE - AUGURI DA TUTTO IL MONDO”

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resentato il 14 dicembre, presso la Sala Rosa del Palazzo della Regione il volume di monsignor Luigi Bressan intitolato “Buon Natale - Auguri da tutto il mondo”. L’iniziativa, organizzata dal Consiglio regionale, è stata aperta dall’auspicio del Vicepresidente Lorenzo Ossanna affinchè il libro di monsignor Bressan permetta a tutti di fermarsi, di prendere il tempo per recuperare il senso del vero messaggio cristiano. Per tutti noi il Natale rappresenta una occasione di festa, ma è soprattutto un momento di riflessione. In questo edificio, dal grandissimo valore istituzionale per la nostra Regione, anche quest’anno ho fortemente voluto portare un segno inequivocabile di quella fede, di quella devozione che contraddistingue la cultura, l’identità della nostra terra. L’anno scorso un grande presepe all’entrata e quest’anno questa presentazione molto particolare. Quando parliamo di Natale pensiamo alla natività, e la nascita rimanda alle radici. E le radici di mons. Bressan sono quelle che gli hanno consentito di pensare un’opera dal taglio universale come questa. E senza questa visione globale del mondo non si può immaginare un’opera come quella che stiamo presentando oggi. Un libro che porta con sé una grossa eredità: quella di stimolare in tutti i lettori la riflessione. 350 immagini da tutto il globo, non di una natività, ma della Natività, di quella Natività Universale con un comune denominatore che rimane il messaggio di pace e bontà mai come oggi così attuale e così moderno ad ogni latitudine ed in ogni condizione socio politica. A seguire è intervenuto l’editore Luigi Reverdito e, in conclusione, l’illustre autore del volume. Monsignor Luigi Bressan, prima di passare alla descrizione delle cartoline più significative contenute nel libro e provenienti da ogni angolo del pianeta, ha voluto soffermarsi sul valore del Natale che va oltre le differenze culturali dei vari popoli. Moderatore dell’incontro è stato Diego Andreatta, Direttore di “Vita Trentina”.

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INTERVISTA ESCLUSIVA A RENZO FRANCESCOTTI IN OCCASIONE DELL’USCITA DEI SUOI ATTESI RACCONTI AUTOBIOGRAFICI RIUNITI IN VOLUME SOTTO IL TITOLO EVOCATIVO DI “UN PIERINO TRENTINO” Sappiamo che hai finora pubblicato oltre cinquanta libri: di poesia in italiano, di poesia in dialetto (nella quale sei annoverato tra i più importanti poeti nazionali), di saggistica, di narrativa. Senza parlare di una trentina di cataloghi e monografie d’arte. Questo “Un Pierino trentino” lei ama definirlo “romanzo autobiografico a racconti”. Vuoi chiarire meglio? Si tratta di un’opera composta di diciotto racconti, che potrebbero essere letti come tali: hanno un inizio, un’introduzione, uno svolgimento, una conclusione. Li potresti leggere anche non in ordine, iniziando o proseguendo da quello che vuoi. Ma se letti nel loro ordine cronologico, come nell’indice, compongono un romanzo: quello della mia infanzia, con qualche puntata nella mia adolescenza. I poeti e i narratori – in prevalenza – traggono dal materiale autobiografico la loro ispirazione: non ci ricordiamo però di aver letto, né in prosa né in poesia qualcosa di autobiografico che tu abbia scritto. È così oppure ci sbagliamo? È proprio così. In poesia ho scritto quelli che io chiamo poemetti dove via via mi sono ispirato alle rivolte contadine in Trentino,


trentinolibreria Sergio Paoli Al termine del servizio redigere dettagliata relazione. Il ritorno Ritorna, con la seconda edizione di racconti ambientati a Trento, Sergio Paoli, poliziotto della Questura di Trento col vizio di scrivere. Il nuovo lavoro, rinnova e completa la prima edizione uscita nel 2009, arricchita di nuovi quindici racconti, tratti o ispirati da fatti realmente accaduti nelle strade cittadine e nei sobborghi di Trento. Sergio Paoli ci fa salire a bordo di una pantera della Polizia di Stato, seduti dietro “come in una Volante da tre, di quelle di una volta”, e ci conduce nelle viscere di una Trento spesso notturna e sconosciuta ai più. Uno spaccato di vita trentina, raccontata con passione e ironia. L’autore ci rassicura che non vi saranno sparatorie né scene improbabili da film, al massimo parteciperete a qualche scazzottata e a qualche corsa a rotta di collo tra le vie della città. Alla fine si ride, si sorride e in qualche occasione ci si commuove. Qualcuno si riconoscerà in quelli che, ci assicura Paoli, sono fatti realmente accaduti o liberamente ispirati alla realtà.

Pietro Marsili - Patrizio Tapparelli Bormiolli. Le stufe a olle di Trento (1763-1889) Edizioni Osiride

Francesco Roat Religiosità in Nietzsche Mimesis

Dopo diversi anni di studi, indagini archivistiche e sopralluoghi finalmente è uscito quello che si presenta come il più accurato studio scientifico e, insieme, il più elegante prodotto editoriale mai dedicato alle ceramiche trentine. Di gran lunga lo studio più approfondito mai uscito in italiano su di una singola manifattura ceramica dedita alla produzione di stufe. Viene indagato un argomento altrimenti inedito. Nel 1763 Giuseppe Bormiolli insediò a Trento una manifattura di vetri e ceramiche che, passando da padre aInfiglio e da zio a nipote, prosperò fino questo libro/intervista, in cui per la al 1889 particolare stufe a primaproducendo volta ricordiin biografici si intrecciano olle: sia monumentali a formaecilindrica o con riflessioni sull’esistenza sul rettangolare, presente del sia mocomponibili con mattonelle di formato più piccolo. Molte di esse sono vere opere d’arte di impareggiabile bellezza e finitura estetica, assai apprezzate e diffuse in case nobiliari e agiate della città e dei paesi limitrofi. Il libro costituisce una fonte ricchissima di informazioni e curiosità per appassionati, studiosi e collezionisti.

È assurdo pensare che in Nietzsche sia presente un afflato religioso? Roat crede di no, ritenendo anzi che dai testi del Nostro emerga una spiritualità analoga a quella dei mistici d’ogni tempo e luogo. Soprattutto lo Zarathustra sembra mettere in luce una tale prospettiva. Si pensi solo allo spirito profetico incarnato dal protagonista del capolavoro nicciano: nunzio d’un nuovo vangelo da contrapporre ai quattro canonici. Il suo è infatti il kerigma d’un nuovo modo di porsi nei confronti del mondo e di Dio, che il Nostro definisce morto, cioè scomparso dall’orizzonte moderno. L’ipotesi che in Nietzsche si dia una forma, sia pur eccentrica, di religiosità viene confortata altresì dalla sua fede in un nuovo modo di filosofare che si smarchi dalla teorizzazione concettuale e propenda per una parola poetica: aperta a quell’eccedenza che avvertiamo in ogni cosa verso cui si rivolga il nostro sguardo, se contemplativo.

a Fra Dolcino e Margherita da Trento, agli indiani d’America, alle storie d’emigranti, alla vicenda di Padre Kino…Nei miei romanzi i personaggi sono quelli dei prigionieri trentini in Russia nelle Grande Guerra, della Guerra di Spagna e dei partigiani, di uomini e donne vissuti tra le due guerre o nei dopoguerra, di chi è vissuto o è passato sul Monte Bondone... Mai niente di autobiografico dunque. Come mai? Le ragioni potrebbero essere diverse. Per una sorta di pudore per cui non amo parlare di me, ma ascoltare gli altri: mi è sempre piaciuto fare domande piuttosto che dare risposte. Così sono andato a cercarmi coloro che avevano le storie più interessanti, più avvincenti, più avventurose(come non potevano certo essere le mie, autobiografiche) e me le sono fatte raccontare. Sono nati così – integrati coi documenti – i mei saggi storici; e – arricchiti con la mia immaginazione empaticamente, i miei romanzi. Un ”Pierino trentino”: perché questo titolo? Avevo pensato un primo titolo, ”Con occhi di ragazzo”. Però, ripensandoci, l’ho trovato poco incisivo, un po’ evanescente. Allora l’ho cambiato completamente, con un titolo facile a ricordare. Con le due parole che compongono il titolo, in rima tra di loro, ti suggerisce il sapore delle filastrocche dell’infanzia. Ed è un titolo che ti incuriosisce: di che Pierino si tratta? È quello frizzante delle storielle, è il Pierino la peste o quello di Pierino e il Lupo?

Appunto: quale “Pierino”? Bisogna leggere il libro per capirlo. Pierino sono evidentemente io, che nel primo racconto, ”Chiamatemi Daniele”, si qualifica con questo nome ; ma poi se lo dimentica. Nel libro, visti con gli occhi smarriti d’un ragazzo, ci sono i morti della Portèla coi loro lacerti volati sugli alberi di Piazza Dante; ci sono i partigiani ammazzati ad Aldeno dove eravamo sfollati (un imprinting di tutte le mie storie della Resistenza). Ci sono le storie delle capre di mia nonna a Pedersano, quando mi dovevo mettere scalzo per essere accettato dalla tribù dei “Presàni”; quelle delle ironiche e giocose sulle epiche scazzottate con la tribù dei “Zucli”, nel paese dove andavamo a villeggiare nella vecchia casa abbandonata dagli zii d’America. C’è la storia di mio padre soffocato dall’asma, dopo una lunga malattia, un lutto mai del tutto elaborato. Storie viste con gli occhi stupefatti del ragazzo, con la tragedia della guerra simboleggiata da una favolosa trota marmorata affiorata nei canali della campagna, soffocata dalle bombe al fosforo. Molto sono i registri letterari in questo mio libro. Che comprende anche l’attualizzazione tra ieri e l’oggi, narrata in corsivo in certe pagine introduttive ad alcuni racconti, in cui posso dire anche di aver liberato la mia anima di poeta. Renzo Francescotti

Un Pierino trentino

Curcu & Genovese (Euro 15,00)

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trentinoscoop&news

“PIANETA TRENTINO DELLA MUSICA JAZZ”. PROGRAMMAZIONE RADIOFONICA A DIFFUSIONE REGIONALE SU RADIO1

“Pianeta musica jazz”: Giuseppe Segala, Daniele Torrresan e un’ospite

L

a programmazione radiofonica a diffusione regionale su Radio1 della Struttura di Programmi della Sede RAI di Trento, che prende il via dal 2 gennaio p.v. e si protrarrà fino alla fine di marzo 2018, prevede: il martedì, alle 12.25, “La vita meravigliosa: le Alpi tra scienza ed ecologia”: il programma racconta la biodiversità alpina come bene prezioso da tutelare a livello scientifico, sociale e culturale. Naturalisti, etologi, genetisti, botanici raccontano quanto sta facendo la ricerca trentina per salvaguardare la biodiversità. Segue, alle 12.40, “Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis”: monologo di Pino Loperfido dedicato all’incidente del Cermis in cui un aereo americano ha tranciato i cavi della funivia e provocato di fatto una strage. Letture affidate a Mario Cagol. Alle 13.20 va in onda “Neveveloce nevelenta”: il programma tratta degli sport invernali e turismo a loro collegati nell’evoluzione tecnica/tecnologica ed economica degli ultimi anni. Il martedì si conclude con “Titolo quinto: le esigenze della collettività”. Riforma dello statuto e sulla consulta: i tempi principali emersi nei dibattiti in Consulta (e contenuti nel documento preliminare) ma anche le reazioni e le proposte da parte dei cittadini. Il mercoledì si apre, alle 12.25, con “Intervalli collettivi. Estensione divulgativa del tempo”. Il programma, in una concatenazione di rappresentazioni ed evocazioni (artistica, teatrale, cinematografica, canora o musicale, radiofonica, televisiva), esplorando anche il passato lontano, mette in evidenza proposte ed idee presenti sul territorio vivacizzando le tendenze contemporanee. Un

calendario, un almanacco di ciò che accade e accadde …. Eventi che si sviluppano nel tempo; “ieri”, oggi e domani. Alle 12.45 si propone “VivinTrentino” tredici puntate dedicate alle tematiche di pubblico interesse relative alla realtà provinciale. Mario Cagol Alle 13.20 “Pianeta trentino della musica jazz”. La vita musicale trentina dei generi “leggeri” è raccontata con le storie dei gruppi musicali e dei singoli artisti: i compositori, gli interpreti e gli esecutori. Conclude le trasmissioni del mercoledì, iniziando alle ore 13.40, “Diari di scuola”, una serie di racconti scritti da Alessandro Tamburini e letti da Mario Cagol danno forma alla vita della e nella scuola. Il venerdì, alle 12.25, si propone: “Donne ribelli. Storie di femmine che combattono”. Il programma esplora alcune tra le più avvincenti storie di donne del nostro territorio che per un motivo o per un altro hanno manifestato la loro disubbidienza, la loro rivolta nei confronti di un mondo che ha cercato di escluderle, condannarle, giudicarle e punirle. Alle 12.40 “Vademecum 7-14. Tra fanciullezza e preadolescenza”. Un percorso attraverso la fascia d’età tra i 7 ed i 14 anni: temi, curiosità e consigli su questa importante e delicata fase della vita. Alle 13.20 “Il Sommario”: spazio dedicato alla comicità dove ospiti surreali, guidati da Mario Cagol, propongono idee innovative. Il venerdì si chiude (inizio ad ore 13.45) con “Enrosadira: i colori delle Dolomiti” programma che si occupa di cultura, sport, sci ed ambiente alpino. Infine lo spazio domenicale, su RADIODUE con inizio ad ore 14.00, è occupato dalla replica di “C’era una volta” che propone il racconto delle fiabe tradizionali, adattate alla realtà e alla storia trentina.

Francesca Mazzalai e Stefano Uccia 98

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trentinolosapevate

Volti nella Storia La frase

Per saperne di più:

“Il colore è dentro di me, come è dentro di me la necessità di percorrere lo spazio delle sue apparizioni e apparenze”

Aldo Schmid: astrazioni cromatiche, a cura di Daniela Ferrari, Rovereto, MART, 2014 Aldo Schmid: 1935-1978, catalogo ragionato, a cura di Grazia Corradini Schmid e Riccarda Turrina.

ALDO SCHMID (1935-1978) ETÀ Il pittore Aldo Schmid nacque a Trento il 3 maggio 1935, da una famiglia di origini viennesi. Suo padre era un tipografo.

EDUCAZIONE FISICA Dopo gli studi magistrali si iscrisse ai corsi abilitanti per l’insegnamento dell’educazione fisica, a Belluno. Nel periodo giovanile parteciperà, con buoni risultati, anche ad alcune gare competitive di atletica a livello nazionale.

sua carriera pittorica, tanto che iniziò ad essere invitato ad importanti mostre in tutta Italia e ad esporre le sue personali in varie città: a Venezia, nella Galleria Il Cavallino, a Milano, Firenze, Verona e Bologna. A Milano gli verrà conferito il Premio San Fedele, poiché ritenuto uno tra i migliori giovani artisti italiani.

L’AVVICINAMENTO ALL’ARTE Iniziò la sua carriera di pittore piuttosto tardi; dal 1959 al 1960 frequentò la Schüle des Sehns di Kokoschka a Salisburgo, ma nel frattempo aveva già cominciato ad interessarsi all’arte, studiando le avanguardie e stringendo contatti con vari artisti, durante i suoi viaggi a Venezia e Roma.

LA PRIMA MOSTRA La sua prima esposizione infatti risale al 1957, a Riva del Garda, presso il Museo Civico La Rocca.

PITTURA SCIENTIFICA L’incontro con il maestro Kokoschka lo influenzò inizialmente nel delineare un’immagine dell’uomo febbrile e drammatica. Dopodichè la sua nota stilistica si ricompose in un’ordinata ricerca di sintesi figurativa prestando attenzione, in particolare, allo studio delle materie e dei procedimenti tecnici della pittura e della luce, ricorrendo a mezzi fotomeccani su tela sensibilizzata.

LA CARRIERA DECOLLA Durante l’esperienza di studio a Salisburgo, conlusa nel ’60, ebbe modo di confrontarsi con altri artisti a livello internazionale, e di dare un forte slancio alla

L’ANALISI DEL COLORE Il fulcro della sua ricerca artistica fu sempre il colore, nella sua struttura e nei suoi abbinamenti. Agli abbinamenti cromatici dedicò delle vere e proprie prove scientifiche e pratiche, studiando, in modo matematico, tutte le permutazioni cromatiche di un numero di 6 colori, e ottenendo infine un totale di 720 combinazioni possibili. Realizzò quindi altrettante tele, che furono esposte nella Sala Comunale delle Esposizioni di Reggio Emilia, disposte su due file parallele.

ILLUMINATION Frequentando gli artisti che esploravano le nuove tendenze visuali, entrò in contatto con il pittore giapponese Nobuya Abe, che lo incluse nel gruppo illumination, di cui facevano parte esponenti di

vari paesi accomunati dalla ricerca per l’astrazione.

LE OPERE Alla fine degli anni ’60 concluse il ciclo delle “Strutture colore” e diede avvio alla “Sequenze” e alle “Frequenze” che si incentravano su un processo di indagine dei rapporti fra colori primari e secondari. Nel 1973 realizzò dei cicli di opere che venivano progettate in base ai luoghi espositivi, per ricercare una totale integrazione con l’ambiente. Due anni dopo, invece, terminò il suo ciclo di 720 permutazioni del “Non nero” e nel 1976 realizzò le “Cromotipie”, delle radiazioni cromatiche. Venne anche invitato alla XXXVI Biennale di Venezia dove espose una serie di lavori grafici.

ASTRAZIONE OGGETTIVA Nel 1977 fondò il gruppo artistico Astrazione oggettiva, a cui aderirono noti artisti trentini: Wenter Marini, Luigi Senesi, Mauro Cappelletti, Diego Mazzonelli, Gianni Pellegrini e Giancarlo Gardumi, che aderirono ad un programma elaborato da lui.

LA FINE Aldo Schmid morì il 15 aprile 1978, durante un incidente ferroviario tra Firenze e Bologna. Stava rientrando da un viaggio a Roma, dove era andato a discutere dell’introduzione di un suo libro sulla teoria del colore, con un importante editore. Nell’incidente venne coinvolto anche l’artista Luigi Senesi.

Hanno detto di lui: “Aldo Schmid ha esplorato nuovi mezzi linguistici nella sua ricerca pittorica rivolta alla percezione visiva e alla purezza formale del colore, contribuendo ad attirare l’attenzione dell’arte e della critica europea in Trentino”. Gabriella Belli 99

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trentinoscoop&news # trentinomese

#TRENTINOMESE CONTEST: MALGA VENEGIOTA, IN VAL VENEGIA OGNI MESE, LE TRE FOTOGRAFIE PIÙ VOTATE VERRANNO PUBBLICATE QUI. PARTECIPA ANCHE TU AL CHALLENGE DEL NOSTRO MAGAZINE

@luigi.cristoforetti Al secondo posto: Val di Rabbi

@foolsontour

@patriziasnow

Al primo posto:

Al terzo posto:

Malga Venegiota, Val Venegia

Gruppo Maddalene, Val di Non, verso Malga Kessel

IL REGOLAMENTO DEL NOSTRO CONCORSO

S

eguire la pagina @trentinomese su Instagram; la foto vincitrice sarà pubblicata sulla nostra rivista cartacea il mese seguente alla pubblicazione online; per decretare la foto vincitrice si terrà conto dei “mi piace” ricevuti, dal primo del mese al venti del mese (per esigenze di stampa); solo le foto che saranno selezionate da noi e

100

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pubblicate sulla nostra pagina Instagram @trentinomese potranno partecipare al concorso; per esser selezionati vi ricordiamo di utilizzare il nostro hashtag; ricordatevi di segnalare il luogo o localizzare la foto, saranno valide solamente le foto scattate in Trentino Alto Adige. Grazie a tutti anticipatamente!


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