ANNO XXIII N. 275
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GENNAIO 2015
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ISSN 1724-5508
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appuntamenti, incontri e attualità trentina
DON DANIELE LAGHI: UN GIOVANE “MASCHERATO” DA PRETE. IN VAL DEI MOCHENI I TRENTINI E LE ARMI COME L’INSICUREZZA SOCIALE FA AUMENTARE LE VENDITE DOPO CAPORETTO LA GUERRA E LA PROPAGANDA
LA GRANDE BELLEZZA IL NOSTRO TERRITORIO. ECCO DA DOVE RIPARTIRE PER RILANCIARE, NEL 2015, ECONOMIA, LAVORO E SOCIETÀ. COMINCIANDO CON UN BELLISSIMO LIBRO...
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RING di Pino Loperfido
di Tiziana Tomasini
perfidie
CON I GRANDI MARCHI LE CITTÀ INCENTIVANO IL COMMERCIO, MA DIVENTANO TUTTE UGUALI
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n pochissimo tempo sono arrivati – o stanno per arrivare – in città alcuni marchi della grande distribuzione internazionale: Alcott, H&M, Subway, Egual. Per qualcuno sono l’occasione per un importante cambio di rotta nella gestione del commercio. Intanto perché la si pianta lì, finalmente, con l’innalzamento di ulteriori templi di cemento dei centri commerciali, che oltre ad essere fuori città – e quindi a contribuire allo svuotamento di consumatori dalla stessa – sono sempre più spesso caratterizzati da “buchi” al proprio interno. Gli affitti altissimi e il calo della domanda causano frequenti chiusure e avvicendamenti di gestione, un fenomeno che non fa certo bene all’immagine complessiva del centro commerciale. L’arrivo dei megastore in centro, contribuisce, dunque, a dare ventata di freschezza all’offerta commerciale cittadina, riportando all’ombra del Nettuno nuovi target di consumatori, soprattutto giovani. Fino a l’altro ieri si era ragionato sul motto “piccolo è bello”, un assioma che non sempre si è rivelato vincente. Piccolo sarà pure “bello”, ma se non viene gestito bene e costantemente rinnovato, investendo adeguatamente i guadagni, rischia di rivelarsi un pericoloso boomerang, spingendo la domanda verso gli scintillanti outlet di periferia. La recente pubblicazione del pregevole libro sulle Botteghe storiche di Trento, scritto da Stefano Voltolini e pubblicato da Curcu & Genovese, ha fatto però riflettere su un altro aspetto della questione. Un ragionamento di ordine sociologico e culturale che verte soprattutto sull’identità. Nei decenni passati sono state spesso le botteghe a caratterizzare le città, a renderle riconoscibili e distinguibili, uniche in un certo senso. Il ruolo sociale che hanno avuto le botteghe – pensiamo soprattutto ai caffè, alle panetterie o alle librerie – ha sempre avuto grande rilevanza nella definizione di una coscienza collettiva urbana, che formava, prima, e rinsaldava poi quel sentimento di appartenenza che faceva di una città “una città” e dei suoi abitanti dei “cittadini”. L’arrivo dei megastore se da un lato accresce l’attrattiva commerciale, dall’altro impoverisce il dna del luogo, svuota di senso ogni considerazione di tipo campanilistico. Il rischio – nemmeno troppo teorico – è quello di arrivare ad una omologazione dei centri storici. A quel punto, le città si saranno svecchiate, vanteranno ghiotte attrattive commerciali per giovani e meno giovani, ma avranno un grande, evidente, paradossale difetto: saranno tutte uguali. 6
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a mali estremi LE FESTE CHE PROPRIO NON TI ASPETTI
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asciamo perdere le condizioni meteorologiche che ancora non hanno creato l’atmosfera; tralasciamo pure la prolungata magia delle feste avviata sempre più con largo anticipo, agli albori di un caldo autunno; aggiungiamoci anche – con un pizzico di sentita contrarietà – la tempestiva assegnazione dei compiti delle vacanze, che giacciono negli zaini scolastici dei nostri ragazzi già da qualche tempo… ed il gioco è fatto. Questo periodo dell’anno ricorda sempre più la trama di una de “Le favole a rovescio” di Gianni Rodari: situazioni sull’orlo del paradossale, circostanze sul precipizio del reale, momenti intensi di vera follia metropolitana – fatta di file interminabili, di semafori eterni, di lotte estreme per l’ultimo parcheggio – sintomi inequivocabili di un mondo veramente trasformato dai tempi. E mentre i turisti, individuabili e riconoscibilissimi dai doposci ai piedi anche per le vie del centro, si avventano famelici sui mercatini, sui piatti tipici e sul vin brulè, mi stupisco – ancora e non poco – ad osservare i segnali evidenti delle trasformazioni sociali. Uno dei venditori del simbolo primo per antonomasia (l’albero di Natale) è un africano: stanziato in un angolo trafficato di città, fornisce consigli su usi e manutenzioni, presenta altezze/vasi/ piedistalli con tutta la disinvoltura del boscaiolo locale più esperto in materia. I Babbi Natale cinesi sfoderano tutto il miglior repertorio elettronico: non importa se a grandi effetti corrispondono durate brevi; ciò che conta – oltre al contante – è ammaliare con cagnolini e personaggi improbabili dal cappellino rosso, che zampettano lungo i marciapiedi, al suono dei classici motivi a tema. Di sicuro effetto scenico le ragazze scosciate in miniabito rosso fuoco orlato di bianca rifinitura, con tanto di tacco 12 e sorriso smagliante, a distribuire pubblicità di catena tecnologica. E che dire del cocchiere alla guida della carrozza a cavalli che sfila per le vie di Bolzano… impossibile non notare il suo look alternativo. Niente mustacchi e divisa di rito ma piuttosto jeans, giubbotto in pelle, capelli lunghi raccolti in una coda e sigaretta in bocca. Mentre i viaggiatori ammirano estasiati le luminarie sui ponti, lui – briglie in una mano e cellulare nell’altra – chatta disinvolto collegato al mondo. Tanti aspetti di una festività che presenta molta materia e poca sostanza spirituale, da ritrovare e riscoprire nella spontanea gioia dei più piccoli, che ancora scrivono a mano la letterina e aggiungono in calce quel proposito che ha il sapore del vero significato del Natale: “SARO’ BRAVO”.
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RING di Fiorenzo Degasperi
scempi ed esempi LO SCEMPIO DEI CENTRI COMMERCIALI
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cendendo da Passo San Giovanni già si sente l’odore mediterraneo del lago di Garda. Dopo il rinato lago di Loppio i primi olivi ci vengono incontro, alternati dai vigneti che hanno fatto di questa conca, dove è adagiato il paese di Nago, la porta dell’arcaico Benacus. Paesaggio idilliaco, romantico, cantato e poetato da decine di artisti e letterati che dalle fredde terre del nord scendevano verso il caldo sole per “iniziarsi” al mondo. Ebbene, quando le cose sono splendide sembra che si debba fare di tutto per distruggerle. Al turismo, sempre più fonte di guadagno per la nostra terra, bisogna offrire “brutture” a tutti i costi, offendere il paesaggio stesso, violentarlo. Sono diversi anni che scendendo dal Passo di San Giovanni l’occhio s’imbatte nel grande e enorme scheletro di quello che doveva essere un centro commerciale. Gli squallidi muri, i pilastri, i ferri, la sporcizia, le macerie, formano ormai un cumulo di idiozia che qualcuno, in qualche ufficio comunale e provinciale, ha permesso. Un biglietto da visita che bisognerebbe recapitare direttamente a casa di chi ha posto i visti sui permessi di questo scandalo edilizio che rimarrà nella
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RING cronaca e nella storia del paesaggio gardesano ancora per chissà quanti anni. A parte la polemica sui centri commerciali, che sorgono come funghi distruggendo la piccola distribuzione, quella fatta di umanità, valori e conoscenze, distruggono il paesaggio, trasformano la terra in funghi-contenitori dove la gente si perde nei week-end (i non-luoghi di Augè), quello che ci disturba profondamente è vederli costruiti a metà, foresta di moncherini, di teschi cementificati dalle orbite vuote. Il territorio non è minimamente preso in considerazione, l’agricoltura neppure: sempre meno terra coltivabile, sempre più terra asfaltata e cementificata. Senza peraltro dimenticare che i grandi complessi commerciali di Via Santa Caterina tra Arco e Riva del Garda non sono lontani. Il caso di Nago però non è l’unico. A pochi chilometri, un altro capolavoro dell’intelligenza umana e dei permessi facili in una provincia che pensavamo amasse la terra sui cui cammina. Nell’antico paese di Mori – già rovinato nella sua periferia negli anni Settanta –, tra il centro e il bivio per la strada gardesana, un grande e fagocitante complesso di mattoni ci guarda con le sue orbite vuote. Doveva essere l’ennesimo centro commerciale, innalzato, si badi bene, a pochi chilometri dal “Millennium” roveretano. Quello di Nago è una cattedrale nel deserto, uno scheletro immobile, silenzioso, truce, che trasforma la bellezza di un paesaggio in una discarica di umanità, ma anche qui a Mori chi ha permesso tutto questo dovrebbe pagare per lo scempio che è stato fatto, per aver trasformato una periferia di un paese in una discarica a cielo aperto. È questo il territorio che noi vogliamo? È questo un biglietto da visita per un’economia che sempre
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RING di Astrid Mazzola
il midollo della vita I REGALI DELLA PRIMA NEVE: INTIMITÀ E GRATITUDINE
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di più dovrebbe fondarsi sul turismo, sull’accoglienza, sul bello e sulla qualità? Ripeto, chi ha permesso tutto questo? Quale ufficio ha abdicato alla sua funzione di controllo, di intelligente intervento calmieratore tra la rapacità speculativa e la storia stessa della terra? Gli speculatori ci tentano sempre, ma chi ha messo il timbro o ha approvato il piano, persone pubbliche con responsabilità pubbliche, quelli sì che devono rispondere alla comunità. Al di là dell’avvicendarsi delle legislature e del conseguente scarica-barile. Sta qui la differenza tra un potere che vuol essere tale in senso spregiativo (arrogante, miope, ignorante, ecc.) e un potere nato dal diritto che svolge la sua funzione per il “bene della collettività” come recita la Costituzione, “al servizio del popolo”. Oggi, 15 dicembre, sul “Trentino” leggiamo che è in previsione un altro grande Centro Commerciale a Lavis, località Masere, a pochi chilometri (e sono veramente pochi) da Trento. Ennesima cattedrale nel deserto? Ennesima distruzione dei legami sociali e relazionali ricchi di valori optando per la strada del mordi e fuggi, dei muri senza storia e senza memoria, della rovina dell’ambiente? E poi i nostri amministratori hanno il coraggio di lamentare che viviamo in una società senza valori?
ove dicembre: ieri sera siamo stati congedati da una luna accoccolata in un nido di nubi. Stanotte, svegliati verso le 4 dalla piccola Viviana, ci ha sorpresi un insolito biancore che illuminava la finestra. Lei era là: nel silenzio della notte, non vista, era scivolata sul paesaggio noto. Oggi il cielo era terso e l’aria era netta, rigenerata da ogni odore. Sono uscita per dedicarmi alla potatura e la Cima Dodici si spalancava davanti a me, scolpita nel bianco. Sulla strada passavano rare macchine e mi pervadeva un senso di pace, intimità e gratitudine: la prima nevicata dell’autunno, non giunta in valle, era tutta per noi. Ne sono certa: altrove le parole sono pronte ad avventarsi sulla neve. Come sempre, sull’autobus le signore che vanno al mercato del giovedì si lamenteranno per “i disagi”. Quando parlerò a qualcuno della “mia” neve, pochi avranno il coraggio di non dire: “Sì, è bella, ma sulle montagne: in valle è solo un problema”. Non mi sono mai lamentata della neve. Neppure quando, mentre mi recavo in Val di Fassa per tenere un laboratorio sulla narrazione, mi son trovata bloccata per ore al Passo di San Felice, a giocare a carte in un bar con gli altri passeggeri della corriera in attesa che la strada venisse liberata. Neppure quando, incinta, sono tornata dal lavoro e ho scoperto che lo spartineve aveva accumulato davanti all’imbocco della nostra stradina la neve spalata e ho dovuto farmi posto con la pala. Non mi sono mai lamentata e ne sono orgogliosa. Ogni volta che mi commuovo di fronte alla sorpresa mattutina degli alberi ridisegnati in bianco so di tener fede a una promessa fatta a me stessa da bambina: di non scordare mai di meravigliarmi e di essere grata per la bellezza che ci viene donata ogni giorno. La neve, poi, fa a noi abitanti della fretta e degli incontri mal digeriti così tanti regali che qualche disagio si può pure sopportare. Il telefono e internet che non funzionano: il non dover comunicare per forza. Una macchina bloccata: il camminare. Gesto così semplice e potente, che ci fa riscoprire il valore del nostro corpo e delle distanze. La strada chiusa: lo stare assieme. Escluse le emergenze, non c’è cosa che non possa essere rimandata per assaporare lo spazio di una nevicata. E riscoprire che hanno ragione i bambini, che d’improvviso si fermano, e grattano i cristalli ghiacciati con le unghie per sentire che rumore fanno, e prendono a calci i mucchi di neve, e tirano fuori la lingua per sentire i fiocchi che vi si sciolgono. Chi ha bisogno di regali di Natale, quando il semplice scendere di un fiocco dopo l’altro che fa silenziose le strade è sufficiente a riportarci tutto ciò di cui abbiamo bisogno? 9
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trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI
il dialetto informa PÈTENI, PETOLÓNI E PÉTI
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i pettini in dialetto ce n’è – o ce n’era – una batarìa (intesa non come cianfrusaglie, ma come insieme di cose, batteria. C’era – c’è – il pettine normale; la pètena (il pettine da ornamento per fermare le trecce); la petenìna, un piccolo pettine doppio, quasi quadrato, dai denti fittissimi: uno strumento di tortura non considerato come tale (se non da bambine e bambini) usato per sciogliere i capelli engropadi o per raschiare il cuoio cappelluto liberandolo dai pidocchi e dalle loro uova, i gèndeni, ovvero i lèndini. Petenàr è il verbo, da cui il sostantivo petenàda. ”Bocia vèi chì che te dago na petenàda!” “Sì, te saludo…” Il fatto è che, in senso figurato, petenàda significa “sgridata” o peggio. Le “petenade” le meriterebbero petolóni, “persone attaccaticce e noiose”, come recitano i dizionari. La parola viene dal dialettale pétola, ovvero: caccola; muco secco; pallina di sterco essiccato sul pelo delle bestie; lappola (ovvero piccola sfera erbacea munita di minuscoli uncini che si attaccano alla pelliccia agli animali e ai vestiti umani). Il petolón è quello che ti uncina non ti molla più. Anche perché, al contrario di te che sei sempre di corsa, lui non ha mai da fare una bella eva; e così è estremamente generoso nel regalarti il suo tempo (non ti regala mai altro, solo il suo tempo, rubandoti il tuo). Il petolón se riesce ad agganciarti el te ne dà zo na sgionfa: quest’ultimo è uno di quei termini in dialetto che sono praticamente, unici, intraducibili (il che dimostra che il linguaggio dialettale, in certi casi, è addirittura superiore alla lingua). I dialetti (tutti i dialetti) son meno logorati, meno imbastarditi, meno appiattiti del linguaggi nazionale: sono più freschi, più coloriti, più immediati, più efficaci della lingua nazionale. Sono un patrimonio che sarebbe delittuoso dilapidare. Come si potrebbe tradurre “n’ho ciapà na sgionfa?”: ne ho preso una gonfiatura? Ridicolo. Al massimo potresti sostituirlo con un’altra espressione dialettale: n’ho ciapà na petónza! “Petónza” sta per “una buona dose di qualcosa di negativo”, ad esempio una malattia…” “E comunque ricordéve el proverbi: vàrdete dal saete, dai toni e ancor pu dai petolóni.” “Questo proverbio non l’ho mai sentito…” “Per forza: l’ho enventà mi!” Sempre un appellativo all’insegna della p è petìz, che può essere tradotto da sostantivi come pedante, pignolo, schizzinoso… È probabile che abbia la stessa radice del termine italiano pettegolo… “E petùm?” “Petùm cosa?” ”Vègnelo da pét’?” “Non diciamo sciocchezze: cosa ha a che vedere petùm 10
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– che in dialetto vuol dire asfalto – con peto, termine che esiste anche in italiano e significa flatulenza? Assolutamente niente. Petùm viene dal latino bitumen che ha dato l’italiano bitume…” “Élo sì che la sa longa, professor!” “Perché non sono un petolón come te!” “E pét da endó vègnelo?“ “Dipende da dove sta la persona che lo ha emesso…” “Bona questa: volevo dir, da endò che vèn la parola…” “Péto lo troviamo anche in italiano e deriva dal latino pedere, che significa scorreggiare…” ”Élo sì che el la sa longa… Ma el me scusa, professor: lu èlo sposà?” “Per grazia del cielo mi sono salvato da questa calamità…” “Anca mi me son salvà, ma perché me son ricordà d’en proverbi che dis: spose zóvene, corni e cross, spose vece, peti e toss!” renzofrancescotti@libero.it
trentinodadonnaadonna di LOREDANA CONT
AHI, AHI, CHE BEI REGAI…
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ccoci qua, in pieno periodo Natalizio alle prese con i regali. È probabile che la crisi ci faccia cambiare abitudini ma per quest’anno vige ancora il vecchio e collaudato sistema. Non dimentichiamo che, come disse il grande pensatore John Wayne, “Un Natale senza regali è come un cow boy senza stivali”. Il problema dei regali colpisce spesso i mariti i quali, ogni anno, pochi giorni prima di Natale, fanno un maldestro tentativo di invertire la rotta, dicendo alla moglie: “Senti… st’am… el regal… no ne ‘l fem gnanca vera?” “Oh,
mi te l’ho zà comprà…” E qui vanno in crisi, perché non è per tirchieria che ci propongono di non fare il regalo, ma perché non sanno cosa comprare, perché il rischio di donarci qualcosa che non ci piace è altissimo. Il fatto è che spesso un uomo ci mette anni a capire che gusti ha la moglie, e quando finalmente crede di averlo capito lei li ha già cambiati seguendo la moda del momento, e quindi il regalo che arriva, è decisamente fuori moda… I più astuti per evitare sbagli evitano il regalo e sicuramente a sta maniera i la ‘ndovina. Ma, mariti a parte, permettetemi di dire che in questo periodo si va verso “l’ansia da regali” che non è l’ansia di farli, ma l’ansia di riceverli. Vanno di moda le candele: candele al limone, candele alla vaniglia, candele alla cannella, candele al peperoncino, candele allo zenzero, candele alla nutella, candele ai crauti, insomma tutte candele che credo siano più buone da mangiare che da bruciare. Io, un Natale dopo l’altro, ho accumulato tante candele che se le empizzo tutte me par de esser al zimiteri el dì dei morti! Voglio dire che sono belle, ma non è necessario che tutti, quando non sanno cosa regalare i te porta na candela! E poi ci sono le ceste-dono (sempre più piccole per la verità) nelle quali c’è la farina gialla al tartufo, lo zucchero di canna ai funghi porcini, tipi di pasta gigantesca come i fusilli che par eliche de elicottero, i paccheri che par tubi dell’acquedotto, ragù al porcospino, mostarda alla curcuma…. insomma generi alimentari tanto improponibili che più che generi sembrano suocere. Lo scorso anno ho avuto biscotti alle olive nere che li ha sputati anche il gatto, aceto alla cannella, cannella all’aceto e un panettone farcito con crema al cocco e capperi disidratati con un fiocco di foglia di banano. Che fare di fronte a tanta costosa fantasia? Seguendo quanto disse il grande filosofo inglese Mal dei Primitives “un regalo non si butta mai via” sto preparando una cesta, con i regali non utilizzati, da mandare al mio miglior nemico con tanti sinceri auguri. E siccome dicono che tutto il bene che si fa ritorna, presumo che fra qualche anno la stessa cesta, con lo stesso fiocco di foglia di banano, quando avrà fatto il giro dei conoscenti, tornerà da me… Aveva ragione il fisico Antoine Lavoisier “nulla si crea e nulla si distrugge”… specialmente i regali natalizi… Vogliatevi bene!
Loredana 12
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TEMPO dI LUPI La storia di un ritorno
Mostra itinerante nell’ambito di LIFE WOLFALPS progetto europeo per la conservazione e la gestione del lupo sulle Alpi
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Centro Uomini e Lupi, Entracque. Foto Michelangelo Giordano
20.12.2014 - 1.3.2015 MUSE Museo delle Scienze
Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher, Gennj Springhetti Hanno collaborato a questo numero: Paolo Chiesa, Silvia Conotter, Loredana Cont, Antonia Dalpiaz, Lara Deflorian, Fabio De Santi, Fiorenzo Degasperi, Alberto Folgheraiter, Renzo Francescotti, Flora Graiff, Astrid Mazzola, Francesca Negri, Silvia Tarter, Tiziana Tomasini, Progetto grafico: Fabio Monauni Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170 Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. TRENTO Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 studiotn@trentinomese.it Direzione pubblicità: Rosario Genovese BOLZANO Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 Fax 0471.930743 bazarbz@bazar.it Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Alcione Trento Registrazione Tribunale di Trento n. 536 4 aprile 1987
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SOMMARIO GENNAIO2015
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4 COMMENTI 8 IL DIALETTO INFORMA 10 DA DONNA A DONNA
Attualità 14 17
TRENTINO OUTDOOR BUON ANNO, TRENTINO!
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DON DANIELE LAGHI
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SEMBENINI STORY
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L’INVENZIONE DELLA PAURA DOPO CAPORETTO LA GUERRA DEL CIELO FURTO IN SEMINARIO ARTICOLO 3NTINO BOTTEGA D’ARTISTA SPECIALE SPOSI “DIFFONDERE LA DANZA”
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CON DE SICA A TEATRO MARIELLA NAVA LA TRAVIATA 2.0 DAVIDE VAN DE SFROOS
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IL MATRIMONIO DEL MESE L’IMPRENDITORE CINESE UNA SCUOLA D’ALTRI TEMPI H&M SBARCA A TRENTO PROFUMO, NUOVO PRESIDENTE L’ALTRA METÀ DEL CIELO 30 PITTORI PER UN POETA NUOVO LIBRO PER ELIO FOX
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LIBRI E LIBRERIE VOLTI NELLA STORIA IL RISTORANTE LA VIGNETTA
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trentinoattualità Foto Mauro Mendini
di Alberto Folgheraiter
TRENTINO OUTDOOR UNA BIBBIA PER CHI PORTA A SPASSO L’ANIMA PRESENTATO VENERDÌ 12 DICEMBRE AL PALAZZO ROCCABRUNA DI TRENTO IL NUOVO VOLUME DELLA CASA EDITRICE CURCU & GENOVESE
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on è per mettere subito i piedi nel piatto, ma se tra i promotori del turismo Trentino (aziende, tour operator, albergatori e rappresentanze di categoria) dominasse l’intelligenza, “Trentino outdoor” dovrebbe essere adottato come la Bibbia che si trova sul comodino, negli alberghi delle Nazioni evolute del pianeta. “Tu ospite soggiorni da noi e noi ti offriamo la possibilità di vedere, di capire, di
sperimentare in seguito il Trentino che ti sta accanto, fuori dalla porta: Trentino Outdoor, appunto”. Perché di una Bibbia, si tratta; una bibbia laica, per viaggiatori che portano il corpo a passeggio senza lasciare a casa l’anima. Ma se proprio non si vogliono scomodare i testi sacri, questo potrebbe essere definito un “Inno al Trentino” in carta patinata. Ricordate? Quando eravamo alle ele-
Alberto Folgheraiter con gli autori del libro Alessio Bertolli e Giulia Tomasi
mentari la maestra ci insegnava a leggere e scrivere e poi, ciliegina sull’anno scolastico, via con l’inno al Trentino: “Si slancian nel cielo le guglie dentate…”. Chissà perché, sfogliandolo, fresco di stampa, è venuto in mente proprio l’Inno al Trentino? La canzone, scritta (si tramanda) da Ernesta Bittanti Battisti e musicata da Guglielmo Bussoli, più probabilmente rimaneggiata su testo di un precedente “Inno al Tirolo”, sintetizza in musica ciò che Alessio Bertolli con la collaborazione di Giulia Tomasi descrive in “Trentino Outdoor”. Come ormai sta diventando tradizione della Casa (l’editrice Curcu&Genovese) anche su pungolo del grafico Fabio Monauni, il volume di 240 pagine si propone al viaggiatore (all’ospite, se gli 16
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trentinoattualità
Foto Anna Maria Detassis
Alessio Bertolli
albergatori sentissero da quell’orecchio) su tre livelli. Che cosa fa il lettore medio quando si trova in mano un’opera come questa? Primo: guarda le fotografie; secondo: scorre le didascalie; terzo legge il testo. Tutti e tre i livelli sono di ottima fattura. Per le fotografie, Alessio Bertolli e Fabio Monauni hanno pescato a piene mani nel baule di quei fotoamatori che ruotano attorno alla SAT e che già hanno dato prova di professionalità nel precedente volume “Naturalmente Trentino” che ha vinto, ça va sans dire, il primo premio Tolmezzo di letteratura di montagna, edizione 2013. Ma non poteva mancare qualche scatto di pregio di quell’Arturo Rossi che va considerato il principe nelle istantanee di animali. L’iconografia del volume è ampia, ben
scelta e armonicamente composta nei dieci ventiquattresimi del volume. Ogni scatto trova valore aggiunto nelle corpose didascalie (pari a un quarto del testo complessivo del libro) così come nei vari box di approfondimento che accompagnano lo sfoglio delle pagine. Il testo, infine: diviso in otto capitoli. Si parte con “Acque e ghiacciai”; a seguire: “Coltivi e frutteti”; “Prati e pascoli”; “Boschi e foreste”; “Lande e cespuglieti”; “Praterie alpine”; “Rocce e ghiaioni”; per finire con le “Dolomiti, patrimonio dell’Unesco”. Nel testo, mai banale, mai ripetitivo, si coglie l’essenza di questo territorio che più di un secolo fa quel grande geografo e giornalista che fu Cesare Battisti descrisse come una farfalla o, se si vuol essere più prosaici, come una foglia di vite.
Non sarà inutile, a questo punto, ripercorrere a volo di rondine qualche dato tolto dal volume e che fa parte della nostra carta d’identità. Dei 6.200 chilometri quadrati – tale è la superficie complessiva del Trentino – soltanto 26mila ettari di terra sono occupati da coltivazioni. I 297 laghi occupano tutti assieme 35km quadrati; ma ben 250 laghi La gremita sala di Palazzo Roccabruna, a Trento, alla presentazione del 12 dicembre
Foto Arturo Rossi 17
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Ermellino (foto Mauro Mendini)
sono sopra i 1500 metri di altitudine. Il più grande lago italiano, il Garda, ha un’estensione di 370 chilometri quadrati, ma solo 1.450 ettari sono in territorio Trentino. È, infatti, il bacino artificiale di Santa Giustina, in val di Non, dal 1951 che vanta il primato di essere il più grande lago completamente in provincia di Trento. La maggior parte dei laghi (novanta) si trova nel gruppo della Presanella-Adamello; sul Lagorai ce ne sono 84. Tanti
quanti i ghiacciai che sono un’ottantina per una superficie di 40 chilometri quadrati. I più vasti (pari al 60% della superficie) si trovano nel gruppo AdamelloPresanella; il 31% sull’Ortles-Cevedale. La Marmolada che in cinquant’anni (dal 1930 al 1980) ha avuto un arretramento al fronte del ghiacciaio pari a 50 metri, nei successivi trent’anni ha perso un fronte di 300 metri. Qualche altro dato: i prati e i pascoli del Trentino si sviluppano su 111mila ettari; la superficie agricola su 26 mila ettari (di questi: 40% coltivati a vite, 48% a frutteto e 12% seminativi). I boschi occupano il 60% dell’intera superficie trentina, dove crescono 500 milioni di alberi. Vale a dire mille piante d’alto fusto per ogni abitante. Si potrebbe continuare… Il prof. Annibale Salsa, già presidente nazionale del CAI, scrive nella prefazione che questo libro è riuscito “ad amalgamare perfettamente la divulgazione con il rigore scientifico”. Un libro per tutti, ma non da tutti. Il volume è dedicato a Gino Tomasi, direttore emerito del Museo di scienze naturali di Trento, scomparso nel mese di ottobre 2014.
Giulia Tomasi
Un’ultima annotazione: questo è un libro senza… uomini. Proprio così. L’antropizzazione della montagna, il modellamento del territorio, le trasformazioni dovute alla mano dell’uomo sono raccontate, certo. Ma l’uomo, almeno in fotografia, non c’è. È una scelta editoriale che Paolo Curcu rivendica in toto. Forse anche perché all’uomo e dintorni, al Trentino Indoor, ha in mente di dedicare un altro volume. ■ Il prossimo anno. Foto Francesco Vaona
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tmgennaio
trentinoattualità
Buon anno Trentino, COME STAI?
ANNO NUOVO, VITA NUOVA, MA ANCHE TEMPO DI BILANCI. MA COME SE LA PASSA IL NOSTRO TRENTINO? CHE COSA È SUCCESSO NEL FRATTEMPO? QUANTA GENTE SI È SPOSATA, È NATA, LAVORA, STUDIA O È ANDATA IN PENSIONE? ABBIAMO RACCOLTO QUALCHE DATO… di Silvia Tarter
UNA TERRA DI BOSCHI, MONTAGNE E PICCOLI COMUNI Terra di montagna e di boschi, il Trentino non smentisce la sua aura di luogo ancora piuttosto incontaminato e selvaggio. Oltre metà del suo territorio, infatti, è occupato da aree boscose: ben il 53,4% della sua superficie, che è pari a 6.207 km quadrati, è coperto da alberi. Un’altra buona fetta di questo spazio che va ad aggiungersi, il 31,2%, è riservata ad “aree ad elevata integrità naturale e protette”, come parchi e reti di riserve. Il 70% della superficie totale inoltre, è distribuito al di sopra dei 1000 metri. A quanto pare, le aree urbanizzate nella nostra regione montagnosa sono soltanto un 2%. Detto così, sembra ci siano 4 case sparse qua e là in una distesa di creste rivestite di boschi e poche città che accorpano tutti. In realtà i comuni sono 210 (da 217 che erano prima delle nuove direttive 2014 che hanno portato alla fusione di alcuni piccoli comuni, la scorsa primavera). Molti meno comunque rispetto ai 227 degli anni Sessanta o i 370 del 1921. Per lo più si trat-
I laghi di Levico e Caldonazzo (foto Herbert Lorenzoni Smit dal libro “Trentino Outdoor”)
ta di piccoli nuclei, compresi tra i 10 e i 20 km quadrati di estensione, oppure tra i 20 e i 40. La città di Trento con i suoi attuali 117.285 abitanti (circa 2.000 in più del 2012) assorbe un quinto dei trentini, in tutto 536.237. Di questi, la maggior parte sono donne: 274.252, 12 mila in più dei maschietti. SEMPRE PIÙ SOLITARI, MULTICULTURALI E VECCHIETTI Siamo sempre più tanti, ma viviamo sempre più spesso da soli. Le famiglie in Trenti-
no sono in tutto 230.580, per un totale di 530.550 componenti; ne deriva che in ogni famiglia convivono in media poco più di due individui (2,3%). Si sa, il tempo delle famiglie numerose comprese di nonne, zii scapoli e nipoti è finito da un pezzo. Oggi anche una persona single, di per sé, può costituire una famiglia, dando vita a un nucleo che si definisce monoparentale, e questi individui - monade sono ben il 32,5% del totale. In effetti i matrimoni sono calati vertiginosamente rispetto
a una ventina di anni fa, anche perché sempre più si tende a preferire la convivenza. Nel 1995 ad esempio, quelli celebrati tra civili (596) e religiosi (1818) sono stati 2.414. Oggi, nel 2013, ne sono stati registrati quasi un migliaio in meno, in tutto 1.579. Di questi, in controtendenza rispetto al passato, 739 religiosi contro 849 civili. Se a metà degli anni Novanta i matrimoni religiosi erano il 75,3%, ora si è passati in poco tempo al 46,8%, neppure la metà del totale. Ci si sposa meno, meno in 19
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trentinoattualità chiesa e non più giovanissimi. L’età media in cui si sale all’altare a pronunciare il fatidico sì è a 35 anni (34,6) per gli uomini e 32 (31,8) per le signore. Sposandosi più tardi, ovviamente, anche i pargoli molto spesso arrivano in ritardo: un terzo delle donne diventa madre infatti tra i 30 e i 34 anni, anche se c’è un buon 7% che sceglie la maternità addirittura dopo i 40 e oltre. Posticipare sempre più l’età in cui ci si sposa e si mettono al mondo bambini, non favorisce l’aumento del nostro tasso di natalità, ovvero il rapporto tra numero di nati e popolazione residente media in un determinato anno, moltiplicato per 1000. Attualmente, in Trentino si aggira intorno a 9,6 (al 9,1 quello di mortalità), quando nel 2000 era di 10,8. C’è da dire, che nella nostra provincia, negli ultimi anni è cresciuto parecchio anche il numero degli stranieri residenti: nel 2013 se ne contano 50.833 sul totale della popolazione, con un’incidenza quindi del 9,5%. E dei nuovi nati, per l’appunto, buona parte sono stranieri. Il loro tasso di natalità è in effetti più del doppio del nostro: 18,4 rispetto al nostro 8,7, da cui il dato medio di 9,6. Nonostante l’apporto degli stranieri, solitamente più giovani della media della nostra popolazione, stiamo diventando sempre più vecchi. Se a metà degli anni ’80 la fascia di popolazione più numerosa in Trentino era compresa tra i 20 e i 40 anni, ora si è innalzata, passando a quella tra i 40 e i 50. È grazie alla qualità della vita e agli sviluppi in campo sanitario se siamo diventati più longevi: l’età media alla morte si aggira intorno agli 80 anni, 76,5 per gli uomini e 83,4 per le donne, 3 anni di vita in più solo rispetto al 2000. Ma sono molto migliorate anche le speranze di vita dei bambini: basti pensare 20
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che solo nel 1981 il quoziente di mortalità infantile, il numero di morti nel primo anno di vita ogni mille nati vivi, era di 10,1, di cui il 7,3 in fascia neonatale, ovvero il primo mese di vita. Oggi fortunatamente il dato è sceso al 2,5, 2,3 per i neonati. In generale, quanto a salute, i trentini godono di un buono stato fisico. Il 34,1% di noi dichiara però di avere una o più malattie croniche. Si tratta soprattutto di ipertensione, artrosi e artrite e malattie allergiche. E la nostra ricchezza è in buona salute? La solita crisi fa la sua parte, tant’è che il senso di insoddisfazione per la propria condizione economica è piuttosto diffuso. Quasi metà della gente (49.5%) ritiene che la propria situazione, dal 2001 ad adesso, sia molto o un po’ peggiorata; per il 47,1% invece è invariata e un fortunato 3,4% la considera migliorata, anche se questa percentuale va assottigliandosi con gli anni, mentre si ingrossa quella di chi sente di essere peggiorato. Spesso parlando di povertà si pensa ad una delle categorie più deboli, che è quella dei pensionati, messi in difficoltà dall’aumento delle tasse e dal carovita. Visto l’innalzarsi della durata della vita, il numero di pensioni erogate dal 2002 ad oggi è aumentato passando da 129.331 a 133.010, così come l’importo medio mensile percepito: dai 577,03 euro medi del 2002 a 862,56 euro nel 2013. (Fonte INPS Osservatorio sulle pensioni) PIÙ SCOLARIZZATI E ACCULTURATI Negli ultimi anni, c’è di buono, il livello di scolarizzazione è aumentato notevolmente. Se negli anni ’80 il 50% delle persone si fermava alla licenza elementare, oggi il 42,3%, la fetta più grossa del totale, possiede un diploma di scuola media superiore; i laureati sono invece il 12,5%. Oltre 21 mila (21.839) sono gli alunni
USO DEL SUOLO IN TRENTINO (2013)
Fonte: Istat Servizio Statistica
iscritti a una scuola media superiore per l’anno scolastico 2013/2014, 6.223 invece ad un istituto professionale. Anche gli stranieri, poiché sono in crescita quelli che risiedono stabilmente, sono sempre più istruiti: se nel ’95 non se ne contava neppure uno alle superiori o alle professionali, gli iscritti all’anno scolastico 2013/2014 oggi so-
no 1.685 per la scuola media superiore e 1.177 per le professionali. Dopo le medie, la tendenza prevalente è quella di orientarsi verso un istituto tecnico (8.951 ragazzi) oppure un liceo, che sia linguistico, scientifico o classico (7.583 iscritti), diminuendo di conseguenza il numero di iscrizioni alle professionali, che quest’anno ha visto varcare
FAMIGLIE PER TIPO DI NUCLEO (2012)
Fonte: Istat Servizio Statistica
trentinoattualità I NUMERI DEGLI STRANIERI IN TRENTINO (2013) Percentuale degli stranieri in Trentino (2013)
90,5%
(536.237 ABITANTI)
9,5%
= (50.833 ABITANTI)
Abitanti in Trentino Abitanti stranieri in Trentino
Tasso di natalità degli stranieri in Trentino (2013)
81,6%
18,4%
Tasso di natalità in Trentino Tasso di natalità stranieri
Fonte: PAT Istat Servizio Statistica
le sue soglie solo 1.199 matricole. Sperando di investire sulla propria formazione, all’università ci vanno in tanti, soprattutto prediligendo facoltà umanistiche dove gli iscritti sono ben 3.460; seguono ingegneri e architetti (2.252) ed aspiranti economisti (1.722). In generale, comunque, se si guarda al tasso di scolarità del resto d’Italia, quello trentino è più alto: il 96,4% contro il 91% di media nazionale (dati per l’anno scolastico 2012/2013). Siamo più scolarizzati e, apparentemente, anche più acculturati. Nonostante la pessima fama a livello nazionale, il popolo dei lettori infatti è in crescita. Secondo i numeri dei prestiti bibliotecari, gli iscritti al prestito sono aumentati progressivamente (dai 95.340 del 1998 ai 140.685 del 2012), così come il totale dei volumi prestati: con quasi 1.500.000 prestiti effettuati nel 2012. Probabilmente anche a causa dell’aumento dei prezzi, comunque, la spesa destinata all’istruzione, alla cultura e agli spettacoli è aumentata, con una media di 207,5 € mensili per famiglia, il 7% dell’intera spesa mensile di una famiglia.
impiegati nel settore primario a favore dei servizi. Ora come ora solo il 3,4% della popolazione lavora la terra, mentre ben il 70% è impiegato nel settore terziario, nell’industria, i restanti. La disoccupazione purtroppo si fa sentire anche qui, anche se in misura minore rispetto ad altre zone d’Italia. Anche per via dell’innalzamento dell’età della vita la forza non lavorativa infatti
supera quella lavorativa. Sono 284.355 le persone che non lavorano, in cui rientrano ragazzini al di sotto dei 15 anni, anziani sopra i 64 e inattivi in età lavorativa, mentre la forza lavoro, dove gli occupati effettivi sono 232.368 ammonta a 248.690. Come nel resto d’Italia le donne sono penalizzate, poiché risultano meno occupate degli uomini: nel 2013 lavora solo il 57,6% di loro, contro il 73,5% dei colleghi, una disparità che comunque è andata affievolendosi con gli anni. Ne deriva naturalmente una percentuale più alta di donne disoccupate, 8,1% versus 5,6%, che dà una media del 6,7%, il tasso di disoccupazione 2013. AGRICOLTURA: TANTA FRUTTA SEMPRE PIÙ BIO Ma veniamo a una breve analisi della situazione lavorativa per ciascuno dei tre settori. Le aziende agricole sul nostro territorio sono oltre 16 mila e occupano una superficie totale di 408.863,63 ettari.
(2010) Da noi si coltivano soprattutto piante da frutto, mele in primis con 4.605.000 quintali prodotti nel 2013 e naturalmente l’uva, soprattutto bianca: 1.019.291 quintali raccolti nel 2013 rispetto ai 347.127 della rossa. Oltre a uva e mele, produciamo anche parecchie fragole, olive e ciliegie. Viste le tendenze sempre più green, si fanno spazio anche le produzioni da agricoltura biologica, con un deciso aumento, soprattutto per quanto riguarda il mondo della viticoltura. Il terreno coltivato con metodi sostenibili misura 5.902,89 ettari, quasi 2000 in più rispetto a dieci anni fa. Per quanto riguarda il ramo dell’allevamento, in Trentino alleviamo per lo più mucche (47.102) e pecore (28.300), meno le capre e i maiali. Fonte Pat Servizio Agricoltura 2013
INDUSTRIA ED ENERGIA La maggior parte delle attività industriali, crisi edilizia o meno, riguarda il settore delle
Gli splendidi vigneti della Valle di Cembra (foto Arturo Rossi dal libro “Trentino Outdoor”)
QUANTO LAVORANO I TRENTINI? Anche il Trentino non si discosta dalla generale tendenza degli ultimi decenni, che vuole una riduzione del numero di 21
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trentinoattualità QUANTI SIAMO E DOVE SIAMO? Popolazione residente al 01.01.2014 per comunità di Valle Comunità di valle
Superficie Incidenza Popolazione Stranieri territoriale percentuale residente residenti in km2 stranieri
Val di Fiemme
414,70
20.009
1.343
6,7
Primiero
413,39
10.019
440
4,4
577,99
27.384
1.910
7,0
360,12
53.652
4.094
7,6
135,34
11.322
990
8,7
Val di Non
597,12
39.436
3.909
9,9
Valle di Sole
611,57
15.747
1.293
8,2
Giudicarie
1.175,18
37.635
3.122
8,3
Alto Garda e Ledro
353,31
49.618
5.236
10,6
Vallagarina
622,76
89.974
9.243
10,3
Valsugana e Tesino Alta Valsugana e Bernstol Valle di Cembra
Comun General de Fascia Altipiani Cimbri Rotaliana Königsberg
317,85
10.070
665
6,5
106,15
4.599
233
5,1
94,40
29.592
3.499
11,8
Paganella
97,85
4.893
276
5,6
Territorio Val d’Adige
189,78
121.447
13.790
11,4
Valle dei Laghi
139,61
10.840
773
7,1
6.207,12
536.237
50.833
9,5
Provincia
Fonte: Istat Servizio Statistica
costruzioni, con ben 6.787 imprese che danno lavoro a oltre 21.601 addetti (2011). Seguono per diffusione le industrie siderurgiche e le fabbriche di apparecchi di metallo, meccanici e del legno. Per quanto riguarda l’industria dell’energia, la produzione di energia elettrica nella nostra regione deriva per lo più dagli impianti idroelettrici: nel 2013 si sono prodotti 4.332 milioni netti di Kwh con le centrali idroelettriche, mentre 850 dalla termoelettrica tradizionale e 158 dal fotovoltaico. L’uso di fonti rinnovabili per l’approvvigionamento energetico è infatti in continua crescita: nell’ultimo anno si sono prodotti 4.503,1 milioni di Kwh con energia pulita e gli impianti di energie rinnovabili (idroelettrica, fotovoltaico, eolico, biomassa) sono saliti da 104 nel 2000 a ben 13.449 nel 2013. 22
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I NUMERI DEL TURISMO IN TRENTINO Tra cime, boschi e laghi, il turismo è uno dei nostri punti di forza. Gli esercizi alberghieri in tutto sono 1.528, diminuiti rispetto agli anni ’80, ma a cui si sono andati via via affiancando più esercizi com-
plementari. Sempre di più anche le seconde case, in tutto quasi 45 mila in tutta la provincia, di cui 9.000 solo nelle Giudicarie. Le attività ricettive, in generale, si trovano soprattutto in Valle di Fassa, Alto Garda e Giudicarie. E il nostro turismo come sta? A quanto pare arrivi e presenze sono sempre di più. Nel 2013 il totale delle presenze, tra alloggi in albergo, esercizi complementari, privati e seconde case è di poco meno di 30 milioni. Il podio per la località più gettonata se l’è aggiudicato la comunità Alto Garda e Ledro. Ma chi sono i nostri turisti? Scelgono il Trentino per lo più tanti lombardi, ma anche emiliani e veneti. A darci una mano però, una vera e propria boccata d’ossigeno, sono sempre di più i turisti stranieri. Nel 2013 sono stati registrati 7.216.437 di presenze provenienti da altri paesi, soprattutto dalla vicina Germania, ma anche Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca e Russia. In fondo alla classifica i vicini sloveni. Oltre al turismo, un ambito del terziario che richiama molti lavoratori è il settore pubblico, che ha attirato negli anni sempre più occupati, specialmente gli enti dell’amministrazione locale e in quelli sanitari e nel pubblico allargato, che danno lavoro in tutto,
nel 2012, a quasi 50.000 persone (49.425). UN PO’ DI CONTI IN TASCA AI TRENTINI A conti fatti, come se la passa il nostro Trentino? Il prodotto interno lordo provinciale, cresciuto rispetto al 2000, è leggermente inferiore a quello di 2011 e 2012: nel 2013 si registrano 16.323.64 milioni di euro di PIL, per un valore di 30,61 mila euro a persona, dato che ci piazza comunque tra le prime cinque regioni d’Italia (inclusa la Provincia di Bolzano). C’è anche da dire che siamo piuttosto spendaccioni, con una media annua di quasi 20.000 euro spesi a famiglia per abitante. Per che cosa si spende? Casa dolce casa, naturalmente l’abitazione è al primo posto con 943,82 € di spesa media mensile familiare, seguono cibo e bevande, trasporti e comunicazioni. QUANTO GUADAGNANO I CITTADINI DI TRENTO? Che a Trento si viva bene ce lo confermano le statistiche. Nel dicembre 2013 la nostra città è stata incoronata dal quotidiano Sole 24 ORE la più vivibile d’Italia, seguita a ruota da Bolzano. E anche se l’anno appena passato Ravenna ci ha scalzati dal podio, Trento risulta comunque se-
I NUMERI DELLA CITTÀ DI TRENTO
Dati statistici riferiti al periodo d’imposta 2012 per il Comune di Trento Famiglie per numero di componenti
Totale famiglie 52.358
88,3%
(115.540 ABITANTI)
27,1%
87,7%
(14.206)
(45.933)
(8.444)
9,7% (5.084)
11,7%
2,6%
= (13.670 ABITANTI)
13,5% 38,7% (20.257)
(1.341)
Abitanti a Trento Abitanti stranieri a Trento
Famiglie italiane Famiglie straniere Famiglie miste
16,1% 7.083
4,5% 2.368
1 componente 2 componenti 3 componenti
4 componenti 5 o più componenti
conda. Ma qual è il reddito medio dei suoi cittadini? Sulla base delle dichiarazioni dei redditi per il 2012, raccolte dall’ufficio Statistica del Comune, per 89.891 dichiaranti emerge che il reddito medio imponibile dei cittadini è di 24.153 €, mentre a 19.776 € ammonta l’imponibile mediano (quello che divide esattamente a metà la distribuzione del reddito, posizionando il 50% dei contribuenti sopra tale soglia e l’altro 50% sotto), contro a una media nazionale di 19.747 €. Rispetto all’anno precedente, tenendo conto del tasso d’inflazione nazionale che è pari al 3%, il reddito mediano è diminuito, abbassandosi dell’1,6%. Siamo un po’ meno ricchi tutti quanti, insomma, tranne le fasce di età ultra ottantenni, dove invece il reddito è leggermente aumentato. Per metà dei cittadini di Trento, il reddito è inferiore ai 20 mila euro all’anno, mentre solamente per l’1,7% supera i 100.000 euro. Com’era prevedibile, sono soprattutto le donne che dichiarano cifre più basse: il reddito medio maschile supera quello delle donne del 61%, con una somma di 29.917 € di imponibile medio all’anno che stacca di parecchio i 18.570 € delle signore. Se fino ai 34 anni di età la differenza di reddito è abbastanza contenuta, salendo tende a crescere: nella fascia compresa tra i 65 e i 69 anni lo scarto è notevole, arrivando addirittura al 119% di differenza! Le donne più ricche comunque sono le cinquantenni (55-59), che arrivano a guadagnare 24.867 € l’anno. C‘è poi una magra consolazione per le signore. Per lo meno, se le entrate calano di anno in anno per chiunque, le donne perdono meno: -0,3% rispetto ai -2,4% degli uomini, a confronto con il 2011. Non tutte le zone della città sono ugualmente ricche, in alcuni quartieri si vive meglio
che in altri. Villazzano risulta in cima alla classifica, con 29.782 € mentre al gradino più basso si trova Gardolo con 19.363 € (reddito mediano imponibile). La ricchezza in molti casi dipende anche dall’etnia. Nel comune di Trento, infatti, l’8% dei dichiaranti è straniero, percentuale che sale al 12% se si considera la fascia di età inferiore ai 60 anni. L’età media degli stranieri a Trento è infatti molto inferiore rispetto a quella dei loro vicini trentini: 37,3 anni, rispetto ai nostri 53,7. Gli stranieri sono insomma più giovani e guadagnano molto meno dei trentini, circa la metà, differenza che si acuisce sempre più man mano che l’età avanza verso i 50-59 anni. I lavoratori stranieri più giovani però, guadagnano più dei loro coetanei under 24: 7.698 € contro i 7.306 € dei coetanei italiani, probabilmente anche perché iniziano a lavorare prima. A guadagnare di più tra gli stranieri sono gli albanesi, la comunità maggiormente diffusa nella nostra città dopo quella rumena. I più poveri invece gli immigrati ucraini e moldavi. Dando uno sguardo alla situazione delle famiglie, quasi tutte a Trento hanno almeno un dichiarante, anche se molti sono i dichiaranti single, il 36,1%. In generale, le famiglie più ricche sono quelle composte da 2 o 3 membri, più penalizzate invece le più numerose. Anche in questo caso le donne sole, o con uno o più figli guadagnano comunque meno dell’uomo solo, o solo con uno o più figli, che registra il reddito medio pro capite più alto: 30.405 €. La percentuale più alta di famiglie, l’11,8% ha un reddito imponibile medio compreso tra i 20.000 e i 25.000 €. Generalmente, rispetto all’anno prima, le famiglie sono quindi più povere, oggi guadagnano in media il 2,9% in meno. ■ Catinaccio x TRENTINO MESE.indd 1
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trentinoattualità
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trentinoattualità trentinoincontri di Paolo Chiesa
UN CAFFÈ A CASA DI...
DON DANIELE LAGHI, UN GIOVANE “MASCHERATO” DA PRETE TIFA JUVENTUS, AMA I DEEJAY, USA REGOLARMENTE FACEBOOK E WHATSAPP, LA VALLE DEI MOCHENI GLI HA CAMBIATO LA VITA. RITIENE CHE NON STIAMO VIVENDO UNA CRISI DELLA CHIESA, MA D’IDENTITÀ GENERALE, IN TUTTI GLI AMBITI, NELLA SOCIETÀ, NELLE FAMIGLIE. E COMBATTERE QUESTA CRISI È IL SUO LAVORO. ANZI, LA SUA MISSIONE
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l muratore che sta smontando i ponteggi dei lavori al nuovo tetto della canonica mi avverte: “guarda che don Daniele è quello dell’ultimo minuto”. E infatti è un quarto d’ora buono che lo aspetto al freddo fuori dalla canonica di Sant’Orsola. Campanello
e telefono non danno riscontri, ma… eccolo don Daniele che arriva di corsa e mi viene a salutare. Entriamo nella canonica da poco ristrutturata che è accogliente e luminosa. Una passata nel suo studio e Daniele, perché così verrebbe da chiamarlo, giovane e di-
sponibile com’è, mi precede in cucina dove mi offre un buon caffè, preparato mentre parla, ricorda e racconta. Racconta del suo percorso: originario di Santa Lucia di Chizzola di Ala, ora ha 34 anni. Il Seminario minore iniziato a 10 anni e mezzo. La scuola di ragioneria
Don Daniele Laghi benedice le due compagnie di stelàri (foto di Gianni Zotta tratta dal libro “I villaggi dai camini spenti” vol. 2 di Alberto Folgheraiter)
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trentinoincontri Con Papa Francesco
TUTTI I FILM CON DON CAMILLO! Libri preferiti? “Braccialetti rossi” di Albert Espinosa. Il film preferito? Tutti quelli con don Camillo, ovviamente... E invece a proposito di musica, quale predilige? DJ Matrix. Qual è il suo piatto preferito? Canederli con il sugo di cervo. Il sogno ricorrente? I miei sogni non li ricordo mai al risveglio. La sua paura più grande? Quella di scoprirmi inadatto al mio compito e alla mia missione.
all’Arcivescovile. Gli studi teologici. A 24 anni e mezzo è diventato viceparroco ad Arco. Una bella gavetta in un “paese vestito da città” come dice lui ma in senso positivo: per la vicinanza delle persone, il volontariato, la collaborazione, le feste. A 30 anni la proposta del vescovo che gli cambia la vita. Quella di diventare il parroco “titolare” di tutta la Val dei Mòcheni, un posto nel quale era stato solo una volta per andare al lago di Erdemolo. 6 parrocchie sparse su un
territorio abbastanza vasto con circa 2000 abitanti. Una di lingua italiana e 5 di minoranza mòchena. Ma le parole del farmacista di Arco, Carlo Tamanini, un uomo di 87 anni che per Daniele è sempre stato un amico lo hanno convinto: “vedrai che ti troverai bene perché la gente di montagna è genuina”. E così è stato: i suoi timori si sono diradati con il calore della gente che l’ha accolto perché dice: “i mòcheni hanno girato il mondo e sono tutto fuorché chiusi o limitati”. E poi qui il rispetto per il parro-
Don Daniele Laghi con Valentino Rossi
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trentinoincontri trentinoattualità co è lo stesso di una volta. Le autorità come il sindaco, il sacerdote e il maresciallo dei carabinieri sono viste con un occhio di riguardo. Anche perché don Daniele ha iniziato il suo lavoro con in testa i consigli di uno dei suoi maestri: don Dario Casagrande, che gli diceva sempre: “vai da tutti, prima di tutto dai malati, da chi crede ma anche da chi non va a messa”. E per questo gli vogliono bene. Ma questo prete giovane e moderno, come la pensa sui grandi argomenti che riguardano la chiesa e la tendenza a vedere calate le presenze alla messa? “Si tratta di una crisi d’identità generale, in tutti gli ambiti, nella società, nelle famiglie. Ora la chiesa sta cercando di recuperare il terreno perso anni fa. Le aperture di papa Francesco lo dimostrano”. Il celibato e il matrimonio per i sacerdoti? Il don risponde: “Ma siamo sicuri che sarebbe una buona cosa? Un prete, anche se sposato, non sarebbe mai in casa perché per il suo lavoro è sempre in giro. Non sarebbe un marito e un padre molto presente”. E per quanto riguarda le donne nella chiesa? “Una donna prete non credo sia possibile. Ma guarda che le donne hanno già un ruolo enorme. Sia come presenza tra i fedeli sia come rilievo nei ruoli attivi, amministrativi e di catechismo”. Chiudiamo la parentesi “alta” con una domanda scomoda sulla pedofilia all’interno del clero e don Daniele non si tira indietro neanche su questo: “bisogna intervenire dopo avere capito cosa è successo. Ci vuole fermezza ma anche attenzione a capire i problemi di chi si macchia di una cosa del genere. Don Daniele mostra il collarino con l’autografo di Alessandro Del Piero
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Ma soprattutto, la chiesa non può far finta di non vedere”. Ok, don Daniele, parliamo un po’ di te, di quello che fai, dei tuoi hobby. E qui esce davvero la figura di un giovane con l’abito da prete. Uno che usa Facebook e Whatsapp e che ama la musica tanto da fare da tramite per portare un deejay di Radio 105 alla sagra di Sant’Orsola. Uno che va a cena con gli amici e che si diverte perché, dice: “Un prete non è una persona triste”. Uno che la mattina appena sveglio apre la finestra e canta e
dopo che la signora Olga, proprietaria del bar Corona vicino alla canonica, gli risponde cantando, va a bere il caffè da lei insieme agli altri avventori della mattina. Uno che ama lo sport e che segue la Juventus e l’Aquila Basket. E un prete così, che va d’accordo con gli anziani e con i giovani, è un portatore sano di positività e per questo è stato scelto per fare da padre spirituale al giro del Trentino, ma anche per fare il consulente ecclesiastico del CSI provinciale, per fare parte della giunta del CONI Trentino e del comitato organizzatore di una tappa del Giro d’Italia con arrivo in Val dei Mòcheni. Ma don Daniele, quanti chilometri fai in bici in un anno? E lui candidamente risponde che su una bici non c’è neanche mai salito. Ma non importa, perché ormai è diventato uno dei simboli del ciclismo trentino, non solo a livello spirituale. E fanno fede le magliette regalategli da Nibali, da Giovanni Visconti, da Ivan Basso e il fatto che a breve celebrerà il matrimonio di Manuel Quinziato, il campione del mondo a cronosquadre che ha vinto con il perginese Daniel Oss. Ma non dimen-
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Diego Moltrer
tichiamoci che don Daniele un prete lo è davvero. E un prete vero. Uno che ogni mattina dice messa in una parrocchia diversa: Sant’Orsola, Roveda, Palù del Fersina, Frassilongo, Fierozzo san Francesco e Fierozzo san Felice, che il sabato ne celebra due e la domenica tre. Uno che si fa 38mila chilometri l’anno per andare su e giù per la valle. Uno che ha voluto ripristinare il pellegrinaggio da Fierozzo a Pietralba, all’ul-
timo del quale hanno partecipato un centinaio di persone. Ma anche uno che ha voluto il suono delle campane per le nascite e non solo quello per le morti. Uno al quale ogni anno i giovani di Sant’Orsola preparano il presepe in Chiesa. Ma anche uno che si è fatto fotografare sotto la neve con il crocefisso in braccio come don Camillo. Uno che nel messaggio di Natale 2014 ai fedeli, vicino agli orari delle messe e
Don Daniele Laghi dirige il canto della stella. (Foto di Gianni Zotta tratta dal libro “I villaggi dai camini spenti” vol. 2 di Alberto Folgheraiter)
delle confessioni ha scritto: “vi consiglio l’ultima canzone dell’amico Matteo “Dj Matrix”, «l’amore di 10 anni fa» che ci aiuta a rispolverare qualche valore, oggi messo da parte per lasciare, forse, troppo spazio alle nuove proposte della modernità: internet, smartphone, ipad ecc… dove tutto è diventato virtuale, dai contatti agli affetti e quindi ritrovare un linguaggio più autentico, vero e concreto dell’amore…”. Non male vero? Per questo don Daniele è diventato un personaggio. Ma uno di quelli che non se la tira. È da poco rientrato dai ritiri spirituali a Malcesine e a Loreto, dove ha recuperato energie e sonno, dove è riuscito a pregare e mangiare con tranquillità e a stare con gli altri preti condividendo idee e spiritualità. Non senza emoziononarsi, racconta che ha dovuto interrompere il ritiro dopo la morte di Diego Moltrer, il compianto presidente del consiglio regionale originario di Fierozzo. “si trattava di una figura importantissima e dirompente che rappresentava la parte sana della politica”, dice. Il caffè è finito da un po’ e don Daniele mi fa fare un giro per la casa e mi mostra i suoi libri, le sue foto, i suoi dischi, il collarino bianco autografato da Alessandro Del Piero. Ed è anche con queste cose che riesce ad avvicinarsi alla gente, perché non sembra una figura distante, anzi. C’è bisogno di persone come lui. “La chiesa sta aprendo nuove finestre nel muro che la circonda. E sta a noi preti aprire anche le porte, per poi lasciarle spalancate”, e che quando gli chiedo se mi manda un paio di foto sue mi risponde: “Ok. Te ne mando un paio con Whatsapp, le altre le puoi trovare ■ su Facebook”. 27
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I V N I N D L A A R
di Pino Loperfido
LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DI CHI, PER SICUREZZA PERSONALE, ACQUISTA UNA PISTOLA IN TRENTINO NON LA USA NEMMENO UNA VOLTA IN TUTTA LA VITA. EPPURE IL FATTO CHE GLI ACQUIRENTI SIANO IN AUMENTO DEVE FAR RIFLETTERE SULL’ORAMAI PRECARIO LIVELLO DI SICUREZZA SUL QUALE POSSONO CONTARE LE NOSTRE FAMIGLIE
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ccade sempre più spesso. Sconosciuti si introducono nelle case altrui creando scompiglio negli ambienti e nelle vite dei proprietari. C’è stato un tempo in cui il Trentino era considerato un’isola felice, una specie di Regno del Bengodi dove la gente aveva a cuore il bene comune e per esso operava e nessuno – ma proprio nessuno – si metteva in mente di sottrarre qualcosa a qualcun altro. Poi le cose sono cambiate. E a cambiare sono stati due fattori precipui: la situazione economica e la portata dei flussi migratori. Accanto ai furti nelle ville e negli appartamenti, sono cresciuti anche i casi di aggressione, soprattutto a danno delle donne. Ma che fare, dunque, di fronte a questi fenomeni crescenti di aggressione e di furti? Siamo andati a chiederlo a Dario Segantini e Carmen Pavanelli dell’Armeria del Centro di Trento. Una bella chiacchierata in questa specie di tempio dell’arma, circondati da pistole, coltelli, spade e ogni altra sorta di manufatto progettato e costruito – ci piace pensarlo – esclusivamente per l’autodifesa. “Ogni cosa che noi vendiamo 28
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qui dentro non è pensata per essere usata contro un’altra persona”. E questo ci consola subito un bel po’, anche perché Segantini ci spiega anche che gran parte del loro fatturato è indirizzato sulle arrmi di tipo sportivo. Ah, già, la tanto vituperata caccia... “Una pratica in notevole calo. Qualche anno fa, dal nostro negozio uscivano circa 150mila cartucce all’anno. Oggi siamo scesi a 5mila.” Le in-
cessanti – ed evidentemente proficue – campagne animaliste e l’abbassamento della disponibilità economica, ma anche del livello di benessere ne possono essere la causa. “Una volta a caccia ci si andava proprio per mangiare, oggi è diventata una pratica simile al bird-watching. Sono pochi i cacciatori che sparano davvero qualche colpo.” Armi sportive sono anche quelle usate nei poligoni,
ad esempio a Sopramonte oppure a Pergine. E non sono pochi gli adepti di questa disciplina, vagamente zen. Ma ci sono anche quelle ad aria compressa, cosiddette “declassificate”, quali balestre, archi, ecc. FACILE COMPRARE UNA PISTOLA. IL PROBLEMA É GESTIRLA DOPO Ma il discorso era partito puntando i riflettori sulla sicurez-
Dario Segantini, contitolare dell’Armeria del Centro di Trento. Le armi che vedete alle sue spalle sono riproduzioni. Quelle vere sono in cassaforte. Senza porto d’armi, infatti, il potenziale cliente non le può neppure guardare...
trentinoattualità za. O meglio, su quell’insicurezza che caratterizza il nostro presente. È la paura, dunque, a spingere un uomo o una donna a rivolgersi in Questura per richiedere il porto d’armi. Tenere una pistola o un fucile in casa è un’esperienza sempre più frequente tra i trentini, specie nelle zone più esclusive della città come la collina, dove sono anche più frequenti gli episodi criminosi più sopra citati. È prevista anche una visita periodica (ogni sei anni) che viene coordinata dal proprio medico curante. Insomma, come vediamo è abbastanza semplice ottenere il permesso. Strano se pensiamo che senza quel titolo una vera pistola o un vero fucile non li si possono nemmeno guardare (tanto è vero che in armeria, sono tenuti sotto chiave in cassaforte). Ma cosa vuol dire per una famiglia, sapere di avere un’arma in casa? Seppure in un posto sicuro, come prevede la legge? Dario Segantini ha le idee chiare in merito: “Intanto, come ho già accennato prima, chi compra non lo fa per offendere. Più che altro
si pensa ad una presenza deterrente”. Anche perché, aggiungiamo noi, usare una pistola, anche contro il bandito più spietato colto in flagrante, vuol dire esporsi ad un processo e, se le cose vanno proprio male, ad una paradossale condanna. Nel momento in cui premi un grilletto, puoi essere certo che la tua vita da quel momento in poi non sarà più la stessa.
LICENZA DI DETENZIONE D’ARMA PER DIFESA PERSONALE IN 5 MOSSE 1) Si va dal medico per il certificato anamnestico, ove si dichiara di non avere turbe psichiche, problemi di alcool o di droghe, ecc. 2) Al servizio di Igiene Pubblica della ASL, portando il certificato anamnestico, si richiede il certificato di idoneità psico-fisica per il rilascio del porto d’armi. 3) Contattare una sezione del Tiro a Segno Nazionale per fare il corso di abilitazione al maneggio delle armi. La segreteria dirà quali documenti portare, oltre al certificato medico. Una volta superata la prova di tiro, verrà rilasciato il certificato di idoneità al maneggio armi. Nota bene: la trafila al poligono non è necessaria se si è prestato il servizio militare, perchè in questo caso basterà presentare il foglio di congedo. 4) A questo punto si può fare la domanda per il rilascio del porto d’armi. Va presentata all’Ufficio Armi della Questura; in mancanza della Questura, si può presentare ad un Commissariato di Polizia o al Comando Carabinieri. 5) Attendere che l’iter burocratico faccia il suo corso. Se va bene, il porto d’armi arriva nel giro di un mese, a partire dalla data di presentazione della domanda.
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trentinoattualità zo immediato (es. pistola in fondina, fucile in spalla). Per “trasporto” di un’arma si intende lo spostamento da un luogo all’altro effettuato seguendo modalità tali da renderla non suscettibile di impiego immediato (es. fucile o pistola in valigetta). Il porto d’armi viene rilasciato solo per motivazioni più che valide, per esempio a persone che hanno ricevuto gravi minacce, o che svolgono attività potenzialmente rischiose. E le motivazioni vengono valutate con molta, ma molta attenzione. Sta conoscendo un vero e proprio boom di vendite lo spray al peperoncino per autodifesa
Quello che conta è l’equilibrio del titolare del porto d’armi. Ove per “equilibrio” si intende pure quello mentale, che di questi tempi non è sempre garantito ad aeternum. Anche per questo, molte di queste armi, hanno i pallini in gomma. Insomma, fanno male, anche molto male, ma non uccidono. “Le armi nelle case trentine sono in aumento, c’è più paura”. Ci sono alcuni stati americani che consigliano ai cittadini di tenere un’arma in casa. Dopo esserci stracciati le vesti per anni, adesso cominciamo ad avere pensieri simili pure noi. Anche se, con sorpresa, scopriamo che la stragrande maggioranza di chi fa questa scelta è destinato a non usare l’arma mai, nemmeno una volta in tutta la vita. DETENZIONE E PORTO D’ARMI: LA DIFFERENZA NON È DA POCO Bisogna fare molta attenzione a distinguere tra il porto ed il trasporto. Per “porto” di un’arma si intende la pronta disponibilità della stessa ad esser brandita in qualsiasi momento senza difficoltà, anche se scarica, e/o la suscettibilità di un suo utiliz30
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SPRAY CHE NON PROFUMANO, MA ACCECANO Un’arma non può mai essere considerata tale se non si tiene conto delle circostanze. Chiediamo a Segantini di spiegarci cosa vuol dire. “Non esiste un criterio oggettivo che possa fare di un oggetto un’arma. Dipende dalle circostanze, appunto. Se io vado in giro con un coltellino svizzero in tasca, quella non è un’arma. Ma se lo brandisco minaccioso, magari davanti a una scuola materna, allora ecco che automaticamente lo
La caccia: “Una pratica in notevole calo. Qualche anno fa, dal nostro negozio uscivano circa 150mila cartucce all’anno. Oggi siamo scesi a 5mila.”
diventa”. A pensarci bene, è lo stesso motivo per il quale dopo l’11 settembre 2001, nei check-in arrivano a trattenere ogni tipo di limetta, penna biro, shampoo e quant’altro. Raccontano in armeria, che dopo l’uscita del film “Rambo”, furono tantissimi ad andare a chiedergli quel particolare coltello, il kit di sopravvivenza, ecc. Magia del desiderio di emulazione. Allo stesso modo, la circostanza permette l’uso di certi aggeggi a scopo di difesa personale. “Ad esempio, – ci conforta l’esperienza di Dario Segantini – sta conoscendo un vero e proprio boom di vendite lo spray al pepe-
roncino per autodifesa, che oramai moltissime donne si tengono in borsetta accanto al fard e al rossetto. Sono tantissimi, infatti, i casi recenti di aggressione compiuti nei confronti di donne mentre girano per le strade o fanno sport o semplicemente rientrano a casa dopo una lunga giornata di lavoro. (A riprova di ciò, entra in quel momento una signora che chiede uno di questi spray. Molto accurata e tipicamente “femminile“ la scelta del colore della bomboletta... Alla fine, sceglie, paga ed esce dal negozio. Un po’ più tranquilla di quando era entrata, solo pochi istanti prima.”) ■
NEGLI STATES È UN DIRITTO
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l Secondo emendamento della Costituzione statunitense garantisce il diritto di possedere armi; come molti altri emendamenti, anche questo affonda le sue radici nelle occupazioni da parte dell’Impero britannico e spagnolo. Il possesso di un’arma da parte delle milizie cittadine, durante gli anni delle grandi colonizzazioni europee, era l’unico strumento che gli Statunitensi avessero per difendere territori, case e famiglie. Se tale diritto sia esteso ai privati cittadini o solo alle milizie statali – oggi eserciti – è tuttavia questione di acceso dibattito. Le Corti hanno interpretato il suo significato in diversi casi giudiziari sin dal 1900 anche in favore dei primi. In molti Stati, chiunque può richiedere ed ottenere la licenza al possesso di armi (salvo alcune prescrizioni) – anche se ogni Stato ha sue precise regole in merito: l’arma in questione, se portata con sé, deve essere visibile e non deve avere il colpo in canna. È vietato l’acquisto di armi da parte dei minori, ma non sempre il suo uso: in battute di caccia il minore può usare le armi solo se accompagnato da genitore o da persona competente. L’attore Liam Neeson, interprete “molto armato” del film “Taken 3 - L’ora della verità” ha dichiarato: “Non capisco come negli Stati Uniti possano esserci 316 milioni di abitanti e 300 milioni di armi da fuoco. Come si fa, quando quasi ogni giorno sulle prime pagine dei giornali si parla di ragazzini che entrano a scuola e sparano ai compagni? Negli Usa dicono che le armi sono un diritto fondamentale, che vietarle sarebbe una violazione della Costituzione, ma credo che i padri fondatori si rivolterebbero nella tomba se sapessero come stanno le cose...”.
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
trentinoincontri trentinoattualità
Si ringrazia vivamente per la collaborazione Michela Betta in Sembenini, che ha realizzato uno splendido libro sulla storia della famiglia
PREMIATA DITTA
di Silvia Tarter
11 giugno 1939, gara in salita Riva-Monte Brione dove Gino arrivò primo
SEMBENINI: UN VIAGGIO (IN MOTO) LUNGO 90 ANNI STORICO PUNTO DI RIFERIMENTO PER TUTTI GLI AMANTI DELLE DUE RUOTE, L’AZIENDA SEMBENINI HA RAGGIUNTO IL TRAGUARDO DEI NOVANT’ANNI. QUASI UN SECOLO FATTO DI LAVORO, PROFESSIONALITÀ E TANTA SODDISFAZIONE, PER UNA FAMIGLIA CHE GRAZIE ALLA SUA GRANDE PASSIONE PER LE MOTO, CHE DURA DA TRE GENERAZIONI, È ENTRATA A FAR PARTE DELLA STORIA DI RIVA DEL GARDA
I I riconoscimenti ottenuti che fanno onore all’attività sono i premi ricevuti dalla rivista Motociclismo nel 2007 e nel 2009 come Miglior Concessionario del Trentino Alto Adige. 32
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l negozio che si affaccia su via San Francesco a Riva del Garda, da due anni insieme alle sue moto espone fieramente anche la targa di Bottega Storica, riconoscimento che il sindaco di Riva, Adalberto Mosaner, assegnò nel 2012 a quella che fu una delle prime aziende della zona. Quando arrivò Gino Sembenini negli anni Trenta, su quell’edifico svettava l’insegna del Krautner Hotel Post, mentre il piano terra era occupato dagli spazi della tipografia Miori. Ma procediamo con ordine…
PROFESSIONE MECCANICO: GLI INIZI Il fondatore Gino Sembenini era originario di Bussolengo, dove nacque il 27 luglio del 1902. Suo padre, Ernesto Sembenini, dirigeva un magazzino di recupero, mentre la madre Silvia si occupava della casa e dei figli. Il padre morì ancora giovane, lasciando Gino a doversi rimboccare le maniche prestissimo per aiutare la sua famiglia. Gino cercò così di trasformare la sua grande passione per i motori in una professione e prima di partire militare nel 1920, andò a im-
trentinoincontri parare il mestiere presso un meccanico veronese, il signor Dario Rossi. Un aneddoto che Gino amava raccontare spesso, come ricorda il figlio Enzo, è il primo incontro con quello che sarebbe diventato un suo caro amico e datore di lavoro. Ragazzo volenteroso si presentò nell’officina del meccanico chiedendo: “Ghe serve n’omo?” e Dario gli rispose: “Sì, ma en do elo sto omo?” “Son mi!” ribatté prontamente il giovane Gino. Iniziò così la sua avventura nel mondo dei motori. IL DOPOGUERRA, LE PRIME GARE E IL LAVORO Mostriccio: così veniva chiamato. Uno che andava forte in moto ma anche nella vita. Tornato dalla guerra, ricominciò subito a lavorare presso l’amico Rossi. Nel 1918 il suo grande amore per i motori lo portò anche a partecipare alla sua prima gara, a Verona, mentre nel 1922 prese parte come meccanico alla mitica targa Florio, che in quegli anni si svolgeva in Sicilia. Ma non erano solo le gare a occupare i suoi sogni. Dopo molteplici sacrifici e duro impegno, nel 1924 riuscì a realizzare il suo primo grande desiderio: un negozio tutto suo, un piccolo spazio dietro le mura di Castelvecchio, nel cuore di Verona. In questo periodo si specializzò nella vendita di prestigiose motociclette come le svizzere Sacoche e le italiane Ancora. In quegli anni nel frattempo conobbe Pierina Erbisti, che sposò poi nel 1930. La bravura di Gino lo fece vincere anche ad un concorso promosso dalla nota azienda motociclistica Harley Davidson. Avrebbe potuto trasferirsi in America, ma lo trattenne l’amore per Pierina, consegnandolo a un futuro promettente che si sarebbe realizzato invece in Italia, sulle
Da destra, Enzo Sembenini con il figlio Andrea
Da destra, Luciano Sembenini con i figli Gino e Piero
rive del lago di Garda. Il fratello di Gino, Pilade, lavorava infatti in quella che allora era una piccola e tranquilla cittadina e chiese il loro aiuto per mandare avanti la sua attività. Senza esitare, la giovane coppia abbandonò Verona e si trasferì a Riva nel 1932. Ci volevano quel coraggio e quella forza d’animo che ancora oggi ammiriamo ai nostri nonni, per passare dalla vita dinamica e agiata della città ad una nuova casa, in un luogo dove non c’erano neppure le strade asfaltate, per cominciare una nuova vita. Nel 1934 aprirono il primo negozio in via Damiano Chiesa e trovarono casa lì vicino. Gino Sembenini era rappresentante per il Trentino delle case MotoSacoche, Matchless, A.J.S. e qualche anno dopo anche per la Benelli. Una moto allora costava circa 300 mila lire, sicuramente non alla portata di tutti, ma c’era co-
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munque tanto da fare, armeggiando tra i motori. Non cessarono neanche le gare e ben presto Gino si fece conoscere anche nell’alto Garda, quale valido ed esperto pilota. Ormai ben insediato nella comunità di Riva del Garda, l’intraprendente meccanico si diede da fare per diffondere lo sport del motociclismo, finora riservato ad una semplice sezione della Società Sportiva Benacense. Fu così che nel dicembre 1931 nacque il Moto Club Benacense, una nuova associazione sportiva più autonoma, creata insieme agli amici Fabio Bertagna, Andrea Alberti, Antonio Briosi, Guglielmo Castellani e Antonio Pollini. Erano gli anni in cui ai motori si aprivano facilmente le strade e il Moto Club Benacense partì subito con un’impennata: il
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trentinoincontri trentinoattualità moto club nazionale scelse proprio il Garda per una grande gara e nel 1932 arrivò il primo circuito cittadino, dove Gino si classificò primo. Seguirono tante altre gare, anche fuori regione, dove il Club dell’Alto Garda si fece onore, finendo sulle pagine di cronaca sportiva. Tra i centauri che sfrecciavano fendendo l’aria con i rombi dei loro motori, il nome di Sembenini lasciava spesso la sua scia, aggiudicandosi il podio. Nel frattempo, la vita in famiglia con Pierina continuava: il 13 ottobre del 1933 nacque Luciano, il primogenito, avviato anche lui sin da piccolo ad un destino tra ruote e pistoni, e cinque anni dopo arrivò anche Enzo, nato il 10 giugno 1938. L’attività andava decollando sempre di più tanto che nel 1938 Gino decise di prendere in affitto i locali della tipografia Miori e trasferirsi in via San Francesco, andando ad abitare poco distante, vicino all’Hotel Liberty. L’ultima gara che fu organizzata prima dell’inizio della guerra fu la Riva-Monte Brione nel 1939. Poi sul motociclismo, come su tutto il resto, calò il sipario. LA GUERRA Anche la vita serena della cittadina sul lago venne scossa in quegli anni dall’avvento della seconda guerra mondiale. Fu un periodo di difficoltà, di carestia. C’erano poche gomme da cambiare e bisognava arrangiarsi come meglio si poteva. Non era facile trovare del cibo, si comprava un po’ di pane nero con la tessera e Gino, fortunatamente congedato dalla guerra, si dava da fare per rimediare qualcosa da mangiare: un po’ d’olio, di farina, allevando galline in soffitta. Talvolta, scendeva fin giù a Verona con
L’onorevole Degasperi insieme al senatore Mott all’Expo Trento in via Torre D’Augusto nel 1948, davanti allo stand dei Sembenini
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GINO SEMBENINI, UNA VITA INTENSA
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ino Sembenini, chiamato affettuosamente “El Siorgino” dai suoi clienti, era un uomo dall’energia e il carisma non comuni. Nella sua vita, oltre ai motori riusciva a trovare lo spazio per coltivare innumerevoli hobby, dal giardinaggio, alle bocce, al biliardo, al lavoro del tornio.
un motocarro carico di legna, ormai introvabile in città, da portare alla madre. E proprio il motocarro diventò in quegli anni un nuovo e importante spiraglio in un mercato arido e sempre più difficile. Le nostre valli avevano un bisogno estremo di trasporti e trovarono in questo mezzo un ottimo compromesso. Gino partiva così da Riva con il mezzo nuovo o riparato verso la Val di Non e tornava spesso con quello da aggiustare carico di mele. Purtroppo, durante la guerra, i motocarri erano molto difficili da reperire e Gino li doveva andare a prendere fino a Pesaro, a 450 km di distanza. In quegli anni che costringevano ad escogitare continuamente il modo per racimolare qualche soldo, Gino cercò una nuova fonte di guadagno anche inventando e brevettando alcuni pezzi di ricambio. Tra questi il ventilatore, che nel 1942 venne commercializzato in tutta Italia. L’8 settembre del ’43, con l’annessione all’Alpervorland, la situazione di Riva, cerniera tra la Repubblica di Salò e il terzo Reich, divenne ancora più critica. Il terrore regnava per le strade, occupate dai soldati tedeschi, che si trovavano ovunque, persino addormentati sulle scale di casa propria, come accadde a Gino. Lui che aveva rifiutato sin dall’inizio di iscriversi al partito fascista, in quel periodo si mise anche a riparare le armi dei partigiani, racconta il figlio Luciano. Nella cittadina si era organizzato infatti uno dei comitati di resistenza. Luciano ricorda come uno dei giovani eroi della resistenza, Eugenio Impera, venne fucilato davanti alla sua famiglia dai nazisti, a poca distanza da casa sua. Il fratello Enzo allora era ancora molto piccolo, ma ricorda come furono sollevati dall’arrivo degli Americani: “Con gli Americani era tutto diverso, noi ragazzini andavamo per le vie del paese e loro ci distribuivano la cioccolata”. In quei giorni di tensione e disordine
che precedettero la fine della guerra, ci furono la battaglia e i bombardamenti che coinvolsero Riva e i paesi vicini. La cittadina insorse. I partigiani rivani, appoggiati dai cittadini e dai partigiani piemontesi della FIAT scappati dalle gallerie della Gardesana dove lavoravano, si unirono agli alleati per combattere e cacciare i nazisti. Il 28 aprile del 1945 la città era finalmente libera. La calma ripristinata con la fine della guerra non lasciava il tempo di riprendere fiato, ma imponeva di rialzarsi e darsi da fare. I Sembenini ripartirono per rimettere in piedi il loro futuro con 4 moto senza gomme, che avevano nascosto in un garage di viale Prati. La vita proseguiva e il 26 gennaio 1946 nacque anche Luisa. Non si poteva ancora parlare di normalità, i soldati americani popolavano Riva e gli effetti della guerra erano facilmente individuabili nei muri delle case distrutte, nei volti della gente, nelle piccole abitudini mutate. Pian piano, comunque, le cose ricominciarono a girare. Ritornarono le gare e i Sembenini realizzarono moto da corsa per i corridori, come Lino Marchi e Atos Planchesteiner, che partecipavano a diversi circuiti nazionali; Gino intanto tornò a partecipare alle gimkane e a vincere. L’azienda prendeva parte anche agli Expo, dove stavano in bella vista le sue Moto Morini, Matchless e Benelli. Una foto del ’48, presso l’Expo Trento in via Torre d’Augusto, mostra un curioso visitatore del loro stand intento ad osservare un sidecar snodabile Cavanna: era nientemeno che l’onorevole Alcide Degasperi. Instancabili, nel ’52 i Sembenini aprirono uno dei primi distributori di benzina di Riva, in viale Rovereto, dove andò a lavorare il giovane Enzo e quando il mercato altalenante ebbe una piccola crisi, senza perdersi d’animo si diedero anche al commercio di attrezzi agricoli.
trentinoincontri L’evoluzione del mercato motociclistico portò i Sembenini ad affiancare ai marchi italiani le novità dei marchi giapponesi, che in quegli anni iniziavano ad affermarsi sempre di più. Fu in un salone del ciclo e motociclo di Milano che Gino Sembenini vide un piccolo generatore di corrente a marchio Honda e fu proprio grazie a questa miniatura che si appassionò alle costruzioni della casa nipponica. Decise allora di acquistare il primo modello Honda per il suo negozio, una 175 DREAM a due cilindri. Era il 1967 e fu l’inizio di un’altra avventura, anche stavolta non facile, perché sulle moto d’importazione con cilindrata superiore a 125 cc, la tassazione del governo italiano era molto alta, il 38%, per favorire le case produttrici nazionali. Nonostante tutto la famiglia Sembenini è legata da ormai quasi mezzo secolo al marchio Honda, trattato in esclusiva dal 2000. I FIGLI LUCIANO ED ENZO: I NEGOZI DI RIVA, TRENTO E ROVERETO Verso la fine degli anni ’60, cavalcando il boom economico, la famiglia decise di allargare i suoi confini ed aprire altri negozi. Si lavorava molto, non esistevano le domeniche, racconta Enzo. L’entusiasmo di quegli anni però era tanto e la prospettiva di migliorarsi faceva da traino alle energie. Enzo e Luciano si impegnarono molto per espandere l’attività di famiglia. Mentre a Riva c’erano Gino con i meccanici, e la figlia Luisa che aiutava in negozio, i due fratelli, sempre supportati dal padre, intrapresero la sfida di aprire un altro negozio e scelsero proprio il capoluogo
Da sinistra, i fratelli Gino, Luisa ed Enzo Sembenini
trentino come nuova sede. Capirono quanto fosse importante essere presenti in un punto che permettesse la copertura di più zone, per ampliare la rete commerciale. Il negozio di Trento era una responsabilità che i due figli si assunsero volentieri. Nel 1959 trovarono un locale in via Prepositura e lì si stabilirono, decidendo poi di ampliarlo nel 1962. Per anni Luciano ed Enzo percorsero il tragitto da Riva a Trento due volte al giorno, finché Enzo non si sposò e si trasferì con la moglie Sonia vicino al negozio. Di quel periodo, Enzo ricorda vividamente l’acqua dell’Adige alle serrande della bottega di via Prepositura. Era il ’66 dell’alluvione di Trento e la casa produttrice Moto Morini, di cui era concessionario, gli scrisse per rassicurarlo che avrebbe provveduto a sostituire i mezzi rovinati. Agli inizi degli anni ’70, Enzo trovò un negozio più spazioso in via Brennero, dove rimase fino
TRE GENERAZIONI DA PREMIO
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al 2013. Ora, insieme al figlio Andrea che è ormai alla guida dell’attività di Trento, ha una nuova sede a Spini di Gardolo, in via Linz. Dopo la morte di Gino nel 1981, la sede storica di via San Francesco a Riva del Garda venne gestita dal figlio maggiore, Luciano. Qualche anno prima però, dal 1965 fino al 1969 il primogenito si era occupato del nuovo negozio a Rovereto, in via Campagnole, decidendo poi di destinarlo unicamente a vetrina e impegnarsi in quello di Riva. Oggi il testimone della bottega di Riva è passato a Gino e a Piero, i figli di Luciano. Il padre comunque, a 81 anni compiuti, non rinuncia ad arrivare tutti i giorni puntuale in ufficio, il luogo dove sulle orme di Gino Senior ha trascorso buona parte della sua vita. Seduto nel suo ufficio appare entusiasta e sereno, mentre mostra con orgoglio i premi, il negozio, vecchi articoli di giornale e fotografie. Ricordi che racchiudono una vita intera, quella di un’azienda che scavalca la storia di un’unica persona per abbracciare quella di tre generazioni e, in fondo, dell’intera ■ comunità di Riva del Garda.
umerosissimi sono i premi e i riconoscimenti che nel corso degli anni la famiglia Sembenini è riuscita a conquistare. Gino Sembenini Senior si è classificato 1° assoluto in diverse gare, come al Circuito Arsenale e al circuito del pozzo a Verona negli anni ’20. Negli anni ‘30 arrivò 1° nel circuito di Riva e in diverse altre gare disputate in zona e 1° assoluto nelle gare in salita RivaMonte Brione. Luciano si è aggiudicato il primo posto in 3 campionati italiani di gimkana, ma anche i suoi figli non sono stati da meno: Gino ha vinto un campionato italiano a squadre, mentre Piero ha vinto per 3 volte il campionato italiano e nel 1993 si è meritato il 5° posto nella prova del campionato mondiale di trial in Irlanda, classificandosi poi 11° nella classifica generale. Questi ultimi anni vedono Piero impegnato in due durissime gare di enduro estremo: l’Erzberg e l’Hell’s Gate, conosciute a livello internazionale per la difficoltà di riuscita, ma anche in queste si è distinto per i buoni risultati ottenuti. L’ultima gara affrontata in settembre è stata il campionato europeo di trial d’epoca, dove si è classificato primo con una Bultaco del 1975 dal telaio in titanio. Anche il fratello Gino ha partecipato fuori gara, ottenendo degli ottimi punteggi. Gino nell’officina di Dario Rossi 35
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trentinolagrandeguerra trentinoattualità 19141918 UNA “GUERRA TRA PARENTI” – TREDICESIMA PUNTATA di Alberto Folgheraiter
DOPO CAPORETTO LA GUERRA CON ALTRE ARMI: SPIONAGGIO E PROPAGANDA DESTITUITO CADORNA, L’ESERCITO ITALIANO AFFIDATO AL GENERALE ARMANDO DIAZ. FRATTANTO FU AVVIATA UN’INCHIESTA SULLE RESPONSABILITÀ DELLA DISFATTA DI CAPORETTO, MA LE CONCLUSIONI ARRIVARONO A GUERRA FINITA – NEL 1918 FIORIRONO I GIORNALI DI TRINCEA E FU POTENZIATO LO SPIONAGGIO MILITARE – NELLA FUGA DA CAPORETTO FU “DIMENTICATO” L’ARCHIVIO DEL COMANDO ITALIANO CON I NOMI DEGLI INFORMATORI “AUSTRIACI” DAL TRENTINO – TRA I NUMEROSI ARRESTATI ANCHE L’AVV. ADOLFO DE BERTOLINI ACCUSATO DI “ALTO TRADIMENTO”
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opo Caporetto nulla fu più come prima. Intanto, pressato da inglesi e francesi, il governo italiano fu costretto a “silurare” il generale comandante in capo, Cadorna. La sostituzione di Cadorna, già paventata al Re dal nuovo capo del Governo, Orlando, al momento del suo insediamento, il 7 novembre 1917 era stata imposta dal premier britannico Lloyd George al presidente del Consiglio italiano. Si erano incontrati, a Rapallo, assieme al primo ministro francese Painlevé, per concordare l’invio di truppe alleate sul fronte dell’Isonzo. A quel punto, benché tardivamente, la testa di Cadorna era rotolata nel cassetto della storia. Il comandante in capo fu subito sostituito con il generale Armando Diaz al quale furono affiancati i generali: Gaetano Giardino, già ministro della Guerra, e Pietro Badoglio, a lungo indiziato tra i responsabili della rotta di Caporetto. Ottenuto il cambio di comando, in poche settimane erano arrivati in Italia 130mila soldati francesi e 110mila britannici. Gli anglo-francesi si sarebbero dovuti impegnare fin da subito contro gli austro-tedeschi, ma i rispettivi comandanti si erano 36
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opposti. Come dichiarò anni dopo il generale francese Fayolle, le sue truppe avevano valicato le Alpi “non per salvare l’Italia, ma per mantenerla nell’alleanza”. Fra i militari italiani, peraltro, era subito balenato il sospetto che il compito degli anglo-francesi non fosse quello di alleati ma di sorveglianti. Caporetto segnò a lungo la coscienza nazionale. Né a rendere miele il fiele valse la Commissione d’inchiesta subito nominata. Furono sentiti mille testimoni; tra questi duecento generali e centocinquanta ufficiali superiori. Le conclusioni di quella commissione furono rese note soltanto nel 1919, a guerra finita. Benché fossero confermate le accuse a Cadorna e al suo antagonista Capello, a quel punto, con la vittoria conseguita da Diaz sugli austro-tedeschi, le ragioni e i torti restarono “sepolti” nei tre volumi di relazioni e di testimonianze. In questi stati d’animo tentò di incunearsi la propaganda austro-tedesca che in quel terzo anno di guerra si era fatta più raffinata e convincente. Del resto, le terre che, dopo appena mezzo secolo gli austriaci erano tornati a occupare non da tutti fu vista come una conquista. “Quan-
do le truppe italiane lasciano Gorizia e quelle imperiali vi rientrano – scrivono Mario Isnenghi e Giorgio Rochat (“La Grande Guerra”) – il sentimento che si diffonde non appare quello dell’occupazione e della conquista, ma quello della liberazione, del ricongiungimento patriottico: simmetrico, si può dire, al tripudio
Il generale Armando Diaz
trentinolagrandeguerra
per la liberazione di Gorizia vissuto solo un anno e mezzo prima da parte italiana”. Inevitabile trovare buona disposizione ad accogliere la propaganda. Dai traballanti velivoli, che da due anni erano impiegati sia dall’Austria come dall’Italia in bombardamenti e ricognizioni dall’alto, furono lanciati volantini sulle trincee italiane. Incitavano i soldati della corona dei Savoia a ripudiare la “tirannia inglese”, a respingere l’aiuto interessato della Gran Bretagna. “L’Inghilterra, definita il vampiro della Terra da Napoleone, persegue un solo obiettivo: lo sfrutta-
mento di tutti per assicurarsi il monopolio della tirannide sul mondo intero. Soldati Italiani […] l’Inghilterra vuole il vostro sangue per proseguire la guerra contro la Germania”. Si scriveva ai contadini-soldati, molti dei quali semianalfabeti, che gli inglesi erano imperialisti pericolosi, ben più di Francesi e Nordamericani; che le “potenze imperialistiche” se ne infischiavano degli italiani ai quali avrebbero comunque lasciato le postazioni più pericolose; che il mondo politico italiano era corrotto; che le terre “irredente”, il Tirolo e l’Istria, in realtà non erano abitate da italiani. Per tali ragioni a che cosa serviva continuare la guerra? Questo il testo di uno dei volantini “piovuti” sulle trincee italiane: “Mentre il vostro Alto comando cerca di ingannarvi ricorrendo a menzogne, truppe austro-tedesche hanno ormai raggiunto il Tagliamento, dietro il quale il vostro esercito tenta invano di resistere agli attacchi nemici […] Come potete ancora, dopo queste perdite, confidare nella realizzazione dei sogni del vostro Governo che pensava di poter rubare il Trentino e Trieste all’Austria indebolita”. Ancora: “L’Italia, oggi è sul punto di dissolversi. Tutto il Paese, da Milano a Napoli e Palermo, è in preda ai tumulti che possono essere soffocati solo mediante l’aiuto di truppe straniere”. Se non fecero presa le argomentazioni
Il colonnello Tullio Marchetti
della propaganda austro-tedesca, neppure le truppe franco-britanniche furono ben viste dagli italiani. Gli alleati - questo il passaparola - erano trattati con i guanti bianchi; a loro erano stati riservati alloggiamenti in ville e casali; avevano una paga migliore. Tant’è che “dove passavano gli inglesi, i prezzi triplicavano a vista d’occhio”, scrisse il giornalista Rino Alessi (1885-1970) al direttore del suo giornale (il “Messaggero” di Roma) chiedendo per questo un aumento di stipendio. Era partito per il fronte quale volontario e poiché i suoi articoli, come quelli di tutti i
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trentinoattualità trentinolagrandeguerra corrispondenti di guerra, erano censurati, inviava al direttore “lettere clandestine” che saranno pubblicate postume da figli in un volume (1966). Dopo Caporetto, fra le truppe italiane erano comparsi gli ufficiali della Propaganda (il servizio P): organizzavano incontri, conferenze, spettacoli di intrattenimento. Avevano l’ordine di tenere alto il morale dei soldati, di motivare il loro sacrificio, di far prefigurare la conclusione della guerra con la vittoria finale. Per dare l’idea del cambiamento di clima, fu favorita la stampa di numerosi “giornali di trincea”. I soldati che presidiavano il monte Grappa si videro recapitare settimanalmente “La trincea”; per le truppe della Val d’Astico fu stampato “L’Astico”; a marzo comparve tra i soldati della III. Armata, “la Tradotta”, seguito di lì a qualche settimana da “La Giberna”; la V. Armata aveva “La Ghirba” con una tiratura settimanale di quarantamila copie; e poi altre pubblicazioni si riversarono nelle trincee: “La Voce del Piave”, “Il Montello”; “Savoia”. Anche i quotidiani nazionali (dal “Corriere della Sera” a “Il Popolo d’Italia”, da “Il Resto del Carlino” a “Il Secolo”) si prestarono all’opera di propaganda e sensibilizzazione fra le truppe che attendevano di riconquistare il Friuli e di dare la spallata finale alla duplice Monarchia danubiana. Se gli alleati dell’Intesa al fronte erano trattati “da signori”, al principio del 1918 nell’esercito italiano furono aumentate le razioni alimentari (da 3.067 a 3.580 calorie al giorno). Fu una delle iniziative per evitare che il malumore fra le truppe potesse favorire una nuova Caporetto. Oltre alla licenza invernale di due settimane fu disposta una seconda licenza di dieci giorni. In vista di un’auspicata conclusione (vincente) della guerra e per l’assistenza ai militari dopo il congedo, fu fondata l’Opera Nazionale Combattenti. Sulla tenuta dei soldati italiani, sul loro morale e con lo scopo di prevenire sommosse fra i militari, vigilava il Servizio Informazioni diretto dal colonnello Tullio Marchetti (1871-1955). Di famiglia di Bolbeno trasferita a Milano, aveva frequentato la Scuola Militare di Modena. Ne era uscito (1891) con il grado di sottotenente degli Alpini. Nel 1902 entrò nel Servizio Informazioni Militari dell’esercito italiano. Per la sua rete di informazioni dal Trentino si avvalse della collaborazione di numerosi soci della SAT, la Società degli Alpinisti Tridentini fondata a Madonna di 38
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Campiglio (1872) da suo zio, Prospero Marchetti che ne fu il primo presidente. Colonnello dal 1917, Tullio Marchetti lasciò l’esercito nel 1919. Per i suoi servigi resi all’Italia fu promosso Generale di brigata (1926) e, in seguito, Generale di divisione nella riserva. A fine ottobre 1917, dopo la rotta di Caporetto (la XII battaglia dell’Isonzo), i soldati austro-tedeschi arrivarono a Palmanova, città-fortezza in provincia di Udine, dov’erano gli archivi del Comando Supremo dell’esercito italiano. Tra le carte abbandonate dagli italiani in fuga, avevano trovato documenti con informazioni riservate sul dislocamento delle artiglierie austriache nella Fortezza di Trento. Inoltre, c’era pure una lista con i nomi di 216 Trentini e “regnicoli”, abitanti cioè nel Regno d’Italia, i quali, fra il 1914 e il 1915, avevano avuto contatti con il Servizio Informazioni di Verona, retto proprio dal colonnello Marchetti. In una nota era perfino descritto il passaggio e la dislocazione di truppe in Trentino. Scrisse Aldo Gorfer (1968): “Se Caporetto aveva dato all’Austria un po’ di pane, alla politica aveva offerto molti strumenti per agire contro i Trentini. Un’ondata di arresti si verificò in gennaio (1918) riproponendo la situazione di paura del maggio 1915”. Infatti, sulla scorta della documentazione trovata a Palmanova, nei primi giorni di gennaio del 1918 furono arrestati 37 trentini e 4 “regnicoli”.Tra di loro, il direttore del SAIT, Bonfiglio Paolazzi, e l’ex deputato socialista Augusto Avancini. Ma il personaggio più noto fra gli arrestati per “alto tradimento” fu l’avvocato Adolfo de Bertolini (1871-1946), il quale dopo quaranta giorni di carcere nel castello del Buonconsiglio, il 14 febbraio 1918 fu trasferito a Innsbruck. L’accusa comportava la pena di morte. Al momento dell’arresto, l’avv. de Bertolini fungeva da amministratore ufficioso del Comune di Trento, incarico che aveva assunto il 20 maggio 1915, quando il podestà Vittorio Zippel era stato condannato a otto anni di carcere duro. Pure lui per “alto tradimento”. Il liberale Adolfo De Bertolini, tenente di artiglieria, era cugino del colonnello Tullio Marchetti il quale scriverà (1934) che “a motivo della sua posizione sociale bene addentro in molte faccende confidenziali politiche e militari, rese assai” (“Luci nel buio, Trentino sconosciuto, 1872-1915”). Sergio Benvenuti (“La Patria incerta”, Fondazione Museo Storico, 2013) spiega che “De Bertolini, allora vice podestà di
L’avv. Adolfo de Bertolini
Trento, aveva fatto pervenire [al cugino Tullio Marchetti] un documento riservatissimo nel quale erano elencate le prestazioni militari (alloggi, viveri, legname) che il comune avrebbe dovuto fornire in caso di mobilitazione. Inoltre, attraverso di lui poté conoscere le disposizioni, conservate nel municipio di Trento, attinenti alle chiamate alle armi, alla leva di massa e agli alloggiamenti per le manovre. Lo spionaggio a favore dell’esercito italiano era allora assai diffuso nel Trentino tra gli irredentisti e si intensificò mano a mano che ci si avvicinava all’entrata in guerra dell’Italia”. L’arresto dei “listati di Palmanova”, come furono definiti gli informatori del colonnello Marchetti, fu oggetto di interrogazioni parlamentari. Il 15 marzo 1918, il deputato popolare al Reichsrat di Vienna, Guido de Gentili, disse che “il dott. de Bertolini non è che una vittima della recrudescenza di persecuzioni manifestatesi nel nostro Paese”. Alcuni mesi dopo (11 ottobre 1918), pure il deputato Alcide Degasperi tornò sull’argomento: “Dei trentasette imputati, già quindici dovettero venire messi in libertà e finora contro nessuno degli imputati è stata ancora formulata l’accusa. […] Ma ora è venuto il momento di appellarsi all’opinione pubblica e soprattutto a questa sede, affinché il governo ponga fine a questo nuovo scandalo della giustizia militare”. L’avv. de Bertolini tornò a Trento, il 31 ottobre 1918, in cattive condizioni di salute. Si riprese, ma negli anni seguenti fu accusato da esponenti di altri partiti e poi dai fascisti di non aver speso parole, o rassegnato le dimissioni da amministratore del Comune, nel luglio del 1916, per tentare di salvare dalla forca il suo compagno di università, Cesare Battisti. (13. continua)
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di Alberto Folgheraiter
LA GUERRA DEL CIELO LA GUERRA DAL CIELO ALLO SCOPPIO DELLA GUERRA CON L’ITALIA, NEL TIROLO ITALIANO FURONO ALLESTITI VARI AEROPORTI MILITARI. IN PARTICOLARE: A GARDOLO, AL CIRÉ DI PERGINE,A CAMPO LOMASO E A CROVIANA, IN VAL DI SOLE
L’aeroporto del Ciré di Pergine
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opo le guerre di movimento del XIX secolo, la prima guerra mondiale fu prevalentemente una guerra di trincea. Ma fu pure la guerra nel corso della quale si sperimentarono le nuove armi: dalla mitragliatrice ai cannoni di lunga gittata, dai sottomarini ai palloni aerostatici gonfiati con elio, per finire con gli aerei. Velivoli leggeri, di legno e stoffa, sostituiti nel corso del conflitto europeo da “macchine” di metallo. L’aviazione era ancora “bambina” (il primo volo a motore dei fratelli Wright è del 1903) quando fu trasformata in strumento per la guerra. I pionieri del volo di guerra furono gli Italiani, con i primi esperimenti nel corso della guerra italo-turca (1911). Infatti, il primo bombardamento aereo della storia fu compiuto il 1. novembre 1911 sugli accampamenti turchi di Ainzara. In questo contribuì, per la parte italiana, un ingegnere trentino. Si chiamava Giovanni Battista Caproni, nato a Massone di Arco, nell’Oltresarca, nel 1886 e morto a Roma nel 1957. Divenuto ingegnere civile al politecnico di Monaco di Baviera (1907), l’anno seguente ottenne una specializzazione in elettrotecnica a Liegi (Belgio). Tornato a Massone,, si cimentò nella costruzione del primo velivolo a motore.
Al principio della guerra contro l’Austria-Ungheria, l’Italia acquistò quindici velivoli francesi. Ma già ad agosto del 1915, aerei usciti dalla fabbrica di Gianni Caproni, alla Malpensa, volavano lungo la linea del fronte. L’anno seguente, entrarono in esercizio alcuni caccia italiani, dotati di mitragliatrice e in grado di superare i duecento chilometri all’ora. Durante i tre anni di conflitto, dall’indu-
stria aeronautica italiana furono fabbricati 1.472 aerei; alla fine della guerra ne erano rimasti solo 552. Fu in quel periodo che, dopo aver perfezionato vari modelli, l’ing. Caproni elaborò il bombardiere “Ca.46” con una capacità di volo di oltre 150 km/h e di carico di 5 quintali di bombe. La prima squadra di aviazione italiana era Uno degli aerei dell’industria di Gianni Caproni
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Aerei austro-tedeschi pronti al decollo dalla pista del Ciré di Pergine
nata nel 1910 per intuizione del maggiore Giulio Douhet. Oltre alle incursioni in territorio nemico la guerra dell’aria si sviluppò sui duelli aerei e fu “consacrata” nel mito di alcuni piloti. Coloro i quali riuscivano ad abbattere almeno cinque velivoli nemici erano proclamati “Assi dell’aviazione”. Sul fronte austro-tedesco, l’asso più celebre dell’aviazione fu il pilota Manfred von Richtofen, soprannominato il “diavolo rosso” o il “barone rosso”. In quattro anni riuscì ad abbattere ottanta aerei nemici. Perse la vita a 25 anni, il 21 aprile 1918, nel corso di un combattimento aereo con velivoli inglesi nella regione della Somme, in Francia. Il pilota più conosciuto, per parte italiana, fu Francesco Baracca (1888-1918), medaglia d’oro al valore militare, schiantatosi sul Montello il 19 giugno 1918 dopo che il suo aereo era stato colpito dagli austriaci presso l’Abbazia di Nervesa (Treviso). L’orazione funebre fu tenuta dal poetasoldato-pilota Gabriele D’annunzio, il quale fin dal 1915 aveva compiuto voli in territorio nemico lanciando volantini inneggianti all’italianità delle città “irredente”. Compì un’incursione su Trieste (7 agosto) e su Trento (20 settembre). Galvanizzato dal successo di quei due voli, il 9 agosto 1918 guidò uno stormo di sette aeroplani direttamente sul cielo di Vienna. Qui lasciò cadere sulla città migliaia di volantini tricolore per invitare gli austriaci alla resa. Fin dal 1916 il Trentino aveva subito numerose incursioni aeree: bombe rudimentali furono fatte cadere sulla linea ferroviaria della Val d’Adige, a nord di Rovereto; sul campo di aviazione al Ciré 40
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di Pergine; sugli altipiani di Asiago e di Folgaria-Lavarone, in val di Travignolo. Nel Tirolo italiano (com’era chiamato, allora, il Trentino) l’arma aerea poteva contare su alcuni aeroporti con piste di terra battuta. A Gardolo, fra il fiume Adige e la ferrovia (che era stata inaugurata nel 1859), nel 1914 fu allestita una pista sulla quale far rullare alcuni aeroplani con le ali di legno rivestite di stoffa. Accanto furono costruite baracche per la manutenzione, i rifornimenti e il riparo degli aerei: gli hangar, appunto. A Gardolo la flotta aerea austro-ungarica arrivò fino a cinquanta velivoli. L’aeroporto fu bombardato a più riprese dall’aviazione italiana: nel 1916 e nel 1918. Quando ci fu il “rebaltòn”, il rovesciamento di campo con la rotta dell’esercito austriaco e l’arrivo degli italiani, il Il volantino lanciato da D’Annunzio su Vienna
4 novembre 1918, prima di fuggire verso nord i soldati della duplice monarchia danubiana incendiarono gli aerei e gli hangar, per lasciarsi alle spalle solo “terra bruciata”. Nel corso della seconda guerra mondiale (1939-1945), poiché prossimo al ponte dei Vodi, pertanto alla linea ferroviaria del Brennero sulla quale transitavano truppe e rifornimenti del Terzo Reich verso l’alta Italia occupata dai nazisti, l’aeroporto di Gardolo subì 244 bombardamenti degli alleati (Francia, Inghilterra e Stati Uniti). Tra gli aeroporti più importanti della Imperial-Regia Aviazione austro-ungarica (k.u.k Luftfahrtruppen) si segnala quello allestito al Ciré di Pergine, a ridosso del confine italiano, in posizione strategica e al centro dell’area del fronte italo-austriaco. A questo, per parte italiana, si contrapponeva l’aeroporto di Thiene in provincia di Vicenza. L’area dell’aeroporto era una campagna pianeggiante coltivata a mais e contornata da gelsi. Andava dal “col dela Roda” all’abitazione del “mas” del conte Manci. “Furono tagliati tutti gli alberi (gelsi) e spianati i prati da ambo le parti della carrozzabile che da Pergine conduceva a Trento. In questi lavori furono adoperate
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L’aeroporto di Gardolo
maestranze locali, i cosiddetti “militarizzati”, maschi e femmine tra i 15 e i 18 anni reclutati a Pergine e nei paesi vicini […] Sorse così un grande aeroporto per quel tempo (il più grande del Sudtirolo e uno dei maggiori dell’Impero) con 6 hangar per il deposito degli aerei e numerose baracche di legno, officine meccaniche, alloggi furerie, gabinetto fotografico: nel complesso, 47 baracche attrezzate. In totale, al Ciré c’erano circa 500 militari e una quarantina di aerei. La pista di atterraggio era lunga circa due chilometri” (“Pergine e la prima Guerra mondiale”, Amici della Storia, 1985). Negli hangar furono parcheggiati 42 aerei da guerra, biplani con l’inconfondibile croce nera sulle ali, destinati alla ricognizione sulle linee italiane, dall’altopiano delle Vezzene alle città della fascia di confine: Bassano del Grappa, Vicenza e Verona. Al Ciré di Pergine operarono due squadriglie dell’Imperial-Regia aviazione austriaca: la “Flik24” e la “Flik55j” della quale fecero parte tre assi della “Kaiser Staffel”, lo squadrone dell’Imperatore: gli austriaci Julius von Maier e Julius Arigi e l’ungherese Jòzsef Kiss. Quest’ultimo, definito il “Cavaliere del cielo” poiché cercava di risparmiare l’avversario mirando all’aereo e non al pilota, morì nel corso di un combattimento contro gli inglesi nel cielo di Santa Giustina, vicino a Lamon (Belluno), il 24 maggio 1918. Dopo il funerale, fu promosso ufficiale alla memoria. L’Ungheria ha intitolato a suo nome (2005) l’aeroporto di Szolnok, a 80 chilometri da Budapest.
Alla fine di ottobre del 1918, l’aeroporto del Ciré di Pergine fu evacuato e dato alle fiamme. Un altro aeroporto, per i velivoli che dovevano sorvolare le montagne del confine occidentale e la Val di Ledro, fu allestito nelle Giudicarie esteriori. Scriveva Aldo Gorfer (1987): “I gelsi della piana lomasina furono tagliati per aprirvi un campo di aviazione tattico. Le montagne verso l’Italia vennero fortificate. Un paesaggio eccezionale vi fu elaborato con l’impiego di numerosa manodopera civile e di prigionieri di guerra. Le varie strade “dei Russi”, “dei Serbi” ne restano testimonianza”. Un piccolo aeroporto fu recuperato dagli austriaci nel 1917, stendendo tavole di legno su un prato, a Croviana, in val di Sole. Furono approntati anche tre han-
gar per ricoverare gli aeroplani e come deposito del materiale bellico della X. armata. Da questa base decollavano gli aerei-spia che fotografavano le postazioni italiane di là dal passo del Tonale, sull’Adamello e sul Montozzo. Era la risposta ai velivoli italiani che si levavano da Brescia per raccogliere informazioni dall’alto sulla linea austro-ungarica. La predisposizione della pista e degli hangar fu affidata ai prigionieri russi che furono acquartierati nella soffitta della locanda gestita dalla famiglia Sartori. Anni dopo, Domenico Sartori, che all’epoca aveva quindici anni, ricordò: “Il campo fu allestito tra febbraio e marzo del 1917. I prigionieri russi impegnati nei lavori erano un’ottantina e dormivano sulla paglia che copriva il pavimento della soffitta. I prigionieri avevano molto da lavorare e poco da mangiare. La pista era larga cinquanta metri e lunga duecentocinquanta, delimitata da cubetti di legno di colore rosso e bianco. Era distinta in un settore di decollo, pavimentato con legno d’abete, e un settore per l’atterraggio, di terra battuta”. Gli otto aerei di base a Croviana, Hansa Brandeburg di fabbricazione tedesca, avevano un’autonomia di volo di circa 400 chilometri e erano dotati, oltre che di macchina fotografica per riprese dall’alto, di due mitragliatrici. Domenico Sartori vide cadere a un centinaio di metri dall’aeroporto l’aereo del tenente-pilota Hans Slanina il quale, rimasto imprigionato nella carlinga in fiamme, morì carbonizzato. “Nonostante il ripetersi di sei, sette analoghi incidenti, gli aerei continuarono a volare sino al 26-27 ottobre del 1918” ricordò Sartori su “La Fosina” (periodico della ■ Comunità di Croviana, 2000).
L’aeroporto di Croviana, allestito nella primavera del 1917
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trentinolastoria trentinoattualità di Alberto Folgheraiter
FURTO IN SEMINARIO: RUBATA LA DIVINA COMMEDIA IL MANOSCRITTO SCOMPARSO NEL 1907 DURANTE LE OPERAZIONI DI TRASLOCO DAL VECCHIO COLLEGIO DEI GESUITI DI VIA ROMA AL NUOVO SEMINARIO MAGGIORE DI VIA TRE NOVEMBRE A TRENTO. LA VERITÀ SALTÒ FUORI DOPO ALCUNI MESI. UN CODICE DANTESCO IN TUTTO SIMILE A QUELLO TRENTINO PROPOSTO IN VENDITA DA UN ANTIQUARIO DI FIRENZE. IL PREZZO? 60MILA EURO (DI OGGI)
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l clamoroso furto fu compiuto nell’estate del 1907, in coincidenza col trasloco della biblioteca del Seminario vescovile di Trento dal Collegio dei Gesuiti, di Contrada Longa (oggi via Roma) al nuovo imponente palazzo fabbricato fuori porta Santa Croce, nella campagna verso la Fersina (oggi via 3 Novembre). Una biblioteca dotata di migliaia di volumi – in parte acquistati, in parte frutto di lasciti e donazioni – che si era venuta formando fra il XVII e il XIX secolo. Tra i pezzi più antichi quanto preziosi, la biblioteca vantava (e vanta) un Codice manoscritto della Divina Commedia di Dante Alighieri (1265-1321), copiato da un amanuense (“non certo forte in latino, il che esclude che fosse un frate o un monaco”) sul finire del XIV secolo, vale a dire pochi decenni dopo la compilazione dell’opera del sommo poeta fiorentino. Un codice formato da 104 fogli di carta che, per la filigrana, si ritiene fabbricata fra il 1364 e il 1386. Scriveva don Vigilio Zanolini (“Studi Trentini”, II, 1921): “Come il nostro manoscritto giungesse in possesso del
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L’arcivescovo Bressan e la dott.ssa Laura Dalprà esaminano il codice dantesco della Biblioteca del Seminario diocesano
Seminario, non è noto. Molti dei suoi libri sono dovuti alla Biblioteca del Collegio de’ Gesuiti soppresso nel 1773; […] molti appartenevano al convento de’ Predicatori di S. Lorenzo, soppresso del pari negli ultimi due decenni del XVIII secolo; altri sono dovuti a un lascito di Pantaleone Borzio, altri infine a un legato Gentilotti. A quale categoria debba venir attribuito il nostro codice dantesco, non sappiamo”. Quel Codice era stato esposto in una mostra, a Trento, nel 1875. Molti lo avevano visto e ammirato. Forse qualcuno ci aveva fatto un pensierino, subito ricacciato. L’occasione buona per mettere le mani su quel Codice si presentò appunto nella fase di trasloco della biblioteca. I libri erano migliaia; le casse, una gran quantità. Quella che conteneva il Codice dantesco, assieme ad altri manoscritti “la cosa più preziosa della
biblioteca”, fu “inchiodata solidamente e portata nel refettorio (del vecchio seminario), un ampio locale a pianterreno, del quale fu chiusa la porta a chiave”. Così una dettagliata cronaca su “Come fu trafugato il Codice dantesco”, pubblicata da “il Trentino”, martedì 12 dicembre 1911. Torniamo all’estate del 1907. Il via vai dei seminaristi e dei facchini durò dal 24 giugno al 21 agosto. Quando i libri furono ricollocati sugli scaffali, nessuno, in quei giorni, fece caso all’assenza del prezioso manoscritto. Se ne accorse il bibliotecario, al ritorno dalle vacanze estive, sul finire del mese di agosto. Forse, si disse, il Codice era finito fra gli altri libri, forse… Ad ogni buon conto decise di non far trapelare la notizia anche per non allertare il ladro, se proprio di furto si trattava. Tuttavia, della questione fu interessato il bibliotecario della Comunale di Trento, Ludovico Oberziner. Verso la fine del 1907, il bibliotecario civico avvertì il collega del Seminario principesco vescovile che la libreria antiquaria di Firenze, De Marinis&C., offriva a un prezzo esorbitante un raro codice della Divina Commedia. Sulla fotografia stampata nel catalogo della libreria fiorentina, quel Codice aveva somiglianze col manoscritto tridentino. La didascalia, in francese, diceva: “Dante Alighieri, Divina Commedia, Manoscritto su carta del XIV secolo, con capolettera dipinti in rosso e blu. Vecchia rilegatura di cuoio di vacca, rossa, stampata a freddo. Prezzo 25.000 lire” (oggi, sia pure a spanne, circa 60mila euro). Scrisse don Vigilio Zanolini (“Studi Trentini”, Anno II, fasc. IV): “Oltre la descrizione abbastanza minuta, ma non esau-
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riente, del Codice, erano riprodotte nel catalogo alcune parti del poema. […] Chi aveva già visto e esaminato il Codice del Seminario, si accorse ben presto che tra esso e il manoscritto posto in vendita dalla casa antiquaria De Marinis, descritto nel catalogo, correvano delle analogie assai strette e delle somiglianze che non potevano essere attribuite a mero caso”. A quel punto, il bibliotecario del Seminario, Demetz, decise di partire per Firenze, così da poter esaminare di persona quel manoscritto. Ma a Firenze il Codice dantesco non c’era più: era stato spedito a Londra, dove viveva un acquirente interessato. Se l’affare non fosse andato in porto, assicurò l’antiquario, il Codice sarebbe stato spedito a Trento (allora era territorio austriaco) per un esame preventivo. Da dove proveniva, quel Codice? domandò il bibliotecario al titolare della libreria antiquaria. Da una nobile famiglia bresciana, ormai decaduta, la quale aveva chiesto di poter mantenere l’anonimato, rispose. Il mistero si infittiva. Un anno dopo, naufragata la possibile vendita in Gran Bretagna, il Codice fu spedito a Trento con la disponibilità del librario a cederlo per la somma di 8.015 lire. Sia pure con le debite proporzioni e col valore di acquisto della moneta ampiamente modificato, si potrebbe dire che per quel manoscritto, al cambio corrente, erano chiesti circa ventimila euro. Avuto per le mani il Codice dantesco, il bibliotecario del Seminario lo esaminò, lo fece controllare da altri esperti, e “colla dichiarazione che esso era il ma-
noscritto scomparso e che apparteneva di diritto al Seminario maggiore della diocesi” lo depositò presso il Tribunale di Trento. Il 12 marzo 1909, avuta la certezza del furto, fu presentata denuncia al Procuratore di Stato. L’autore del furto fu individuato qualche mese dopo a Innsbruck e trasferito in carcere a Trento. Si chiamava Ariberto Cassoni. Nato a Strada di Pieve di Bono, dopo una vita randagia e vari furti all’attivo, aveva lavorato come servo nel Seminario vescovile. Saputo del manoscritto durante le fasi del trasloco, lo aveva preso e si era licenziato dal Seminario. Tornato a casa, in Val del Chiese, il giorno seguente si era recato a Brescia. Qui, dopo aver girovagato col Codice avvolto in un foglio di giornale e aver bussato a varie biblioteche, lo aveva venduto al libraio Angelo Delai. Alla data del 3 agosto 1907, il libraio scrisse sul proprio registro di cassa: “Zinini Alfonso, da Trento, mi vendette un manoscritto miniato della Divina Commedia di Dante e si obbligò di prenderla di ritorno, ripassando da qui dopo un anno e di restituirmi l’importo pagato di Lire 50”. Tuttavia, dimostrando di non credere a un riscatto del Codice, il libraio bresciano lo aveva inviato a un antiquario di Firenze con il quale aveva pattuito una somma di 500 lire. Il processo al servo “sciocco” del Seminario vescovile si tenne a Trento, avanti la Corte d’Assise, nel dicembre 1911. La cronaca di quel processo fu pubblicata con ampio risalto dal giornale “Il Trentino”. Nel dibattimento fu esaminato il Codice, si discettò sul valore reale (dalle 12 alle 15 mila corone), furono interrogati vari testimoni. La pubblica accusa domandò la condanna dell’imputato. L’avv. Lutteri, per la parte civile, dichiarò: “Il Codice, creato nelle lunghe veglie da un amanuense, forse cinquant’anni dopo la morte di Dante, è cosa sacra, consacrata dal tempo, dalle memorie, dalla gloria di Dante. Questo furto è un sacrilegio, come quelli che il Cassoni commetteva quando scassinava i ceppi delle elemosine nella Val di Non. Perciò il Seminario, che ci tiene a quel Codice come a un tesoro, e lo può riavere solo attraverso la condanna dell’accusato, perché solo questa permetterà di ricuperare il prezioso cimelio, non solo al legittimo proprietario, ma anche al Paese che ne va altero”. L’avv. Conci, difensore del Cassoni,
dopo aver ribadito che il suo assistito si era “riabilitato (dai reati compiuti in Val di Non) con tredici anni di vita onesta”, negò l’identità del codice rubato con quello di Firenze: “Questa è una delle molte copie fatte quasi industrialmente da uno scolaro e non ha valore artistico. Di più poi, nessun teste ha detto di riconoscerlo indubbiamente per quello del Seminario”. Domandò, pertanto, la piena assoluzione del proprio assistito. La corte di Assise fu di diverso parere. Il 12 dicembre 1911 fu pronunciata la sentenza di condanna a tre anni di carcere duro nei confronti di Ariberto Cassoni. La sentenza fu confermata in secondo grado, meno di un mese dopo, il 9 gennaio 1912. E il Codice dantesco? Per riaverlo, il Seminario vescovile avrebbe dovuto avviare una causa civile, dall’esito non scontato, nei confronti del libraio bresciano e della Casa antiquaria di Firenze. Nell’incertezza, furono intavolate trattative con la Casa de Marinis che lo restituì al Seminario di Trento dietro il pagamento di 4 mila lire. Giusto in tempo, prima che cominciasse la guerra fra Italia e Austria. Ironia della sorte, a quel Codice dantesco taluni avevano attribuito una valenza quasi notarile sulla plurisecolare italianità di questa terra. ■
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trentinoattualità trentinoincontri di Pino Loperfido
“DA 20 ANNI VE LE CANTIAMO”
NO UN PO’ O S O IN T N 3 O CO GLI ARTICOL DERNI, I CEC O M I L L E R T IO. I MENES ZO MILLENN R E T L R E D I R GLI SQUALLO ANGIOLIE A O N A IR P IS I, SI SUN À COME NES DA VENT’ANN IT IN T N E R T O LA E SVISCERAN L A BERLINA. L A A L O D N E T ALTRO, MET AT TIVERIA MA SENZ A C
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ono vivi e vegeti. Proprio così. La storica band di rock, cosiddetto, demenziale è sempre in pista e, dopo un piccolo cambio di formazione, ha ripreso a calcare i palchi della provincia. Parliamo degli Articoli 3ntino, sul cui sito internet possiamo leggere una frase illuminante pronunciata dal compianto, vulcanico Germano Mosconi: “La volgarità è nell’orecchio di ascolta”. Un modo come un altro per dire che tutto è relativo. L’occasione per la quale parliamo degli Articolo 3ntinosu questa rivista è ghiotta: i vent’anni di vita del gruppo, nelle sue diverse denominazioni, un numero mica da poco. Diciamo che dopo gli inarrivabili Rolling Stones (50 anni di attività), i Nomadi, gli Status Quo e i Kiss vengono loro. Più o meno. Roberto Laino è il frontman della band, ovvero – come ama sottolineare lui – quel44
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lo che ogni volta ci mette la faccia. Gli poniamo subito una di quelle domande classiche-che.più-classiche-non. si può: qual è il segreto di questa longevità artistica? “Direi soprattutto mantenere la capacità di prendersi in giro. La grande autoironia che ci caratterizza.” E poi? “Il fatto di frequentarsi anche a riflettori spenti. Noi siamo i classici quattro amici al bar, anche se siamo in sei”.
E poi quando suonano (e cantano) si divertono davvero, e si vede. Questa è una condizione necessaria e sufficiente per poter essere on the road da così tanto tempo. Che poi non di sole canzonette trattasi, ma di vero e proprio cabaret. Il loro è un copione grazie al quale la teatralità, fondendosi con la musica, egregiamente suonata, crea un mix vincente. È per questo che gli Articolo 3ntino
ROBERTO “BRODEGON” LAINO - VOCE La colpa è sua. Ha dato il via a questo gruppo ma non se ne vuole prendere la responsabilità. E non sa nemmeno cantare. Ogni tanto si risveglia in case di sconosciuti senza nemmeno sapere come ci è arrivato. Poi svuota il frigo, usa il bagno senza tirare l’acqua e scappa. Spesso si appella alla semi infermità mentale. I figli hanno chiesto di cambiare il loro cognome.
piacciono tanto. Gli Articolo 3ntino nascono nel 2001 da una evoluzione dei TheRoldeg Stones, gruppo fondato da Roberto Laino nel lontano 1994. Mischiando cover di canzoni famose con il dialetto trentino, si contraddistinguono per i loro testi strampalati e surreal-demenziali. Esempi celebri le canzoni “Gioana dame en pòm”, “Col Dellai”, “I canederli” e tante tante altre. Dopo numerosissimi concerti in ogni angolo del Trentino (ma non solo), uno stop ufficiale nel febbraio 2013, ma di fatto il gruppo aveva praticamente chiuso nell’estate 2012 con l’abbandono di due musicisti che fin dal 1994 condividevano con Roberto questa avventura: Renato Labalestra e Pietro Cappelletti. Nel Febbraio di quest’anno Roberto, Renato, Pietro e Sergio Tessadri (ovvero il gruppo di lavoro che scriveva i testi degli Articolo) decidono di tornare
trentinoincontri MAX “SALAMANDRA” VIT - BATTERIA
SERGIO “NONNO” TESSADRI - TASTIERE
È il nuovo arrivato. Ma è molto ricercato. Si è avvicinato al ritmo della batteria zappando per anni nell’orto dello zio. Poi come battilamiera in un officina meccanica nonesa. Campione interregionale di twerking indoor, non disdegna di accompagnarsi con uomini anziani in cambio di una Peroni.
Considerato “il maturo” del gruppo, ha suonato come turnista per Chopin fino alla svolta ragtime agli inizi del secolo scorso. Vive in una casa di riposo per artisti anziani, spacciando giornali porno in cambio di nazionali senza filtro. Spesso per errore si presenta a centinaia di km di distanza dal luogo del concerto, passa la notte sotto un ponte, si ciba di avanzi di McDonalds poi torna a casa in autostop.
sui palchi anche a seguito di innumerevoli messaggi e richieste da parte dei fan che non hanno mai smesso di seguire gli Articolo almeno sulla pagina Facebook Articolo3ntino. Per fare questo, anche a causa degli impegni personali di ognuno, si avvalgono dell’apporto di due ulteriori musicisti: Paolo Mairer, già chitarrista dei TheRoldeg Stones e Max Vit alla batteria. Dopo un breve rodaggio con lo pseudonimo di “Armata BrancaLaino” che li ha visti impegnati in un mini tour nei pub del Trentino, la decisione di ripartire ufficialmente. Ma a chi vi ispirate? “Beh – esita un po’ Laino – con le dovute proporzioni, il gruppo che più ci ha influenzato nel nostro percorso artistico sono stati gli Squallor, di quei geniacci di Savio, Porcelli, Bigazzi e Pace.” La goliardia e le coloriture da coprolalia fanno solo da paravento a quello che è il loro vero intanto: la satira di costume e politica. Basti pensare ad alcuni brani come “Ettore” che ha fatto infuriare gli animalisti e “Orso gay” che oltre agli animalisti ha fatto innervosire anche qualcun altro..., o “Ahi Trentino”, con il qua-
le le hanno cantate ai politici che non voglino restituire il vitalizio regionale. “Ci piace stare sempre concentrati sulla cronaca locale, per poter tempestivamente sfornare instant song”. Sì, insomma, gli Articolo sono un po’ i menestrelli moderni, i Cecco Angiolieri del Terzo Millennio che divertendo e divertendosi mettono in musica un po’ di sanissima critica sociale, condita di autoironia. Sono passati due decenni, sono cambiate le generazioni che vi seguono ai concerti... “La cosa fa un po’ impressione, è vero. Ma al di là di questo è bello vedere padri e figli, uno a fianco dell’altro, cantare i nostri pezzi.” E voi? Come siete cambiati voi in questi quattro lustri? “Siamo cresciuti e maturati. Curiamo di più la nostra presentazione e abbiamo detto addio a certi stravizi del passato... Ma siamo gli stessi di vent’anni fa. Stessa voglia did i suonarle e di cantarle.” Questa l’attuale line up del gruppo: Roberto Laino, Renato Labalestra, Pietro Cappelletti, Sergio Tessadri. Con la collaborazione di Paolo Mairer e Max Vit. Per info: www. edgspettacoli.it ■
PAOLO “MANOLESTA” MAIRER - CHITARRA Se fosse un libro, sarebbe “A volte ritornano”. Se fosse un film, “il bisbetico domato”. E’ il virtuoso della chitarra, con cui ci va anche a letto generando due gemelli: Paul e Les. (Questa la capirò tra sei mesi) Già chitarrista dei TheRoldeg Stones, frequenta questa “famiglia anomala” con Roberto, Pietro e Renato da vent’anni. E non riesce a smettere.
PIETRO “LA ROCCIA” CAPPELLETTI - BASSO Da molti illustri esperti viene considerato uno dei 100 migliori bassisti di tutta Mattarello. Precedentemente drag queen nei locali più malfamati di Caracas è tornato per la rifondazione del gruppo, salvandosi così da una operazione definitiva che non gli avrebbe più permesso di orinare in piedi. Si ciba esclusivamente di malto e luppolo in ogni loro forma. Sembrerebbe il più normale del gruppo. Non lo è.
RENATO “GHEDDA” LABALESTRA - CHITARRA È l’alternativo della compagnia. Si è unito al gruppo grazie ad un annuncio che aveva lasciato nei bagni per camionisti sulla Salerno-Reggio Calabria. Veste solo materiale recuperato nei centri di raccolta, fingendosi profugo irakeno. Invece è un ex raccoglitore di pomodori nel Tavoliere delle Puglie, che ha raggiunto Trento in cerca di fortuna. Invece ha incontrato noi.
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trentinobottegad’artista “Vecchia osteria”, 1997
di Renzo Francescotti
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a un nome, anzi due, italiani, e un cognome tedesco Ernesto Luigi Hages, pittore che è nato a Milano da padre milanese e madre friulana, è stato adottato da un tedesco, è vissuto molti anni in Francia, vive con la moglie tedesca in Germania, dove ha una casa, ma anche una Gardesana a Cologna dove ha un appartamento in cui, da vent’anni viene a stare per molti mesi all’anno tra amici, sentendosi quindi anche un po’ trentino. Ma andiamo con ordine. Battezzato con i due nomi di Ernesto Luigi (ma in famiglia lo chiamavano Gigi) il nostro “eroe” nasce nel 1940. Sua “Madre” madre Teresa è arrivata nella metropoli lombarda per fare la domestica, da Sequals in provincia di Udine. Il padre Pietro fa in tempo a riconoscerlo come figlio naturale prima di partire per la guerra e morirvi. Così il ragazzo, a due mesi, viene portato dalla mamma a Sequals, dai nonni, crescendo nella campagna “furlana” (un po’ come Pier Paolo Pasolini a Casarsa). Nel frattempo la madre conosce,
“T. professionale”, 2014
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TANGO DIPINTO ERNESTO LUIGI HAGES È UN EFFICACE PAESAGGISTA; MA LE SUE COSE MIGLIORI SONO I RITRATTI E LE FIGURE UMANE durante la guerra, nel 1944, Wilhelm Hages, disertore della Wehrmacht, e se ne innamora, raggiungendolo in Germania, a guerra finita. Lo segue anche in Francia, a Pas de Calais, dove Wilhelm emigra trovandovi un posto da minatore. Poi anche Ernesto raggiunge in Francia il patrigno (che gli dà il suo cognome) rimanendovi sino al 1953; per poi tornare in Germania dove finisce le scuole elementari. In seguito lavora anche lui in miniera, come il patrigno, a Ziersdorf, presso Aquisgrana, in Renania. A 23 anni smette di fare il minatore per divenire operaio alla Bayer di Leverkusen. L’anno dopo si sposa con Edda da cui ha due figli: una femmina, Dagmar, e un maschio, Ralf. Cambiando Paesi e ambienti (dalla campagna, alla miniera, alla fabbrica) il nostro “Gigi” coltiva però la passione precoce per il disegno e la pittura: a 12, 13 anni comincia a frequentare corsi di pittura, a conoscere artisti. A 26 anni esordisce nella sua prima mostra di pittura, una collettiva a Colonia, esponendo ritratti: un genere pittorico a
cui è molto affezionato, che ha continuato a frequentare con intensità e in cui eccelle. La sua prima personale a Leverhusen alla Galleria “Spektrum” (Specchio). Ma a lui non si affievolisce, anzi si accresce, il bisogno di studiare, di imparare, di attrezzarsi sempre di più. Cosicché, dal 1996 al 1998, per tre anni (ad oltre cinquant’anni di età…) frequenta un’ Accademia d’arte privata a Colonia. Qualche anno prima la sua vita aveva fatto un’altra svolta: nel 1992, sul traghetto che lo sta portando in Norvegia, a fare sci da fondo, conosce la tedesca Hildegard. Si spo-
seranno e lei oggi è la sua preziosa collaboratrice. Sono andato a trovarli a Cologna con l’amico scultore Livio Tasin (che abita nello stesso paese) nel loro appartamento, balconata sul Garda, antico villaggio di origine romana, come testimonia il nome. Si sa che i popoli germanici sono sempre stati appassionati al Garda, da quando, da barbari, scoprirono la bellezza degli “alberi d’argento”, gli olivi, come antipasto delle dolcezze mediterranee, fino agli anni più recenti quando lo riscoprirono da turisti. Ammiratrice del Garda è, guardacaso, Hildegard e anche, ovviamente, l’italo-tedesco-trentino Ernesto Luigi, che ha dipinto affascinanti scorci gardesani come sentieri tra gli ulivi e antichi muretti a secco, scorci di paesi del Tennese come Cologna, Calvòla, Canale (“uno dei più bei borghi d’Italia”). Così come una cinquantina d’anni fa aveva cominciato a dipingere pionieristicamente Giacomo Vittone, fondatore tra il resto di quella associazione ”Amici dell’Arte” diretta da Luigi Meregalli, di cui Hages fa pare assieme a tanti altri tra cui l’amico Tasin. Associazione che ha organizzato prestigiose manifestazioni nell’alto Garda, in Trentino e fuori. Hages è un efficace paesaggista; ma le sue opere mi-
trentinobottegad’artista
gliori sono da individuare nei ritratti e nelle figure umane. Tra i ritrattisti di stampo naturalistico può essere considerato un piccolo maestro. Faccio solo qualche esempio di ritratti dipinti alla fine degli anni ’90. C’è il ritratto di un “Ragazzo della strada“, un olio su tela (tecnica classica quanto impegnativa che questo artista predilige) in cui il volto di un ragazzo della strada, di insolita dolcezza, smentisce la sua maglietta sbrindellata. Molto intenso anche il quadro “L’attenzione”, un’immagine della nipotina Gessica, pensosa e allo stesso tempo sorridente, su uno sfondo di sabbia incollata mescolata all’acrilico. Eccezionale, a mio avviso, l’olio su tela (50X40) dal titolo “Il vecchio”, ritratto di Georghios conosciuto in un locale in Germania: ha piccoli occhi scuri che sembrano bucare a stento le cespugliose sopracciglia, un mozzicone microscopico di cicca trattenuto (non si capisce come) dalle strette labbra sotto i baffi grigi. Poi, ritratti di magrebini “fermati” col pennello in un viaggio e il ritratto della moglie HiIdegard, seduta sul bordo dell’antica fontana di Calvòla (“ma no l’è pu cossita!” esclama l’amico Livio Tasin). Infine c’è il suo ciclo di opere più ampio,
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“Ragazzo della strada”, 1998
quello dedicato al tango. Si sa che questo ballo sia nato nella seconda parte dell’800 nella regione della Plata, tra l’Uruguay e l’Argentina. Un ballo sensuale e disinibito, nato nei locali malfamati tra gli immigrati, condannato dai benpensanti e proibito. Salvo a divenire col tempo un ballo insegnato nelle accademie. Nel tango un ruolo fondamentale lo hanno recitato musicisti di origine italiana: compositori come Anibal Troilo, Juan D’Arienzo, Carlos Di Sarli, Arnaldo Pugliese, Francisco De Caro, Enrique Delfino… Sino ad arrivare al monumentale Astor Piazzolla. Non ho notizie di pittori che abbiano cantato col pennello il tango: come ballo, come musica, come testo poetico, come canzone, come costume... (ma sicuramente, a vari livelli, ci saranno stati). Ora in ogni caso abbiamo Ernesto Luigi Hages – guarda caso di origine italiane anche lui – che al tango ha dedicato un ciclo di una ventina di tele ad olio di eccezionale forza. Usando una tecnica che ricorda quella di un Guttuso, di un Sassu, tra neorealismo, espressionismo e iperrealismo, Hages esplode in una serie di lavori dalla carica vitalista e sensuale, impattante. A mio giudizio sono i suoi quadri più risolti. Ne esporrà una ventina, assieme alle sculture dell’amico Livio Tasin, nella prestigiosa sede di Palazzo Libera a Villa Lagarina, dal 17 gennaio al primo marzo prossimi. ■
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O C I N U E E D R E V E R SEMP
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L’ABITO PER LEI E PER LUI, TRA TRADIZIONE, NOVITÀ E BON TON. LA FEDE NUZIALE È IL GIOIELLO PRESCELTO DALLA TRADIZIONE COME SIMBOLO DEL VINCOLO D’AMORE. COME ORGANIZZARE LA FESTA DEL DOPO CERIMONIA. LE BOMBONIERE E I CONFETTI, PER CONDIVIDERE LA GIOIA DI QUESTO EVENTO UNICO E INDIMENTICABILE. IL SERVIZIO FOTOGRAFICO È INDISPENSABILE MEZZO PER IMMORTALARE QUESTA IMPORTANTE GIORNATA
trentinospecialesposi
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nizia il 2015 e l’abito da sposa si veste di nuovo. Sempre diverso e sempre così eternamente romantico, il vestito più importante nella vita di una donna si riscopre quest’anno più colorato rispetto ai dettami della tradizione. La moda sceglie toni più freschi e frizzanti del solito bianco candido, per donne che vogliono sorprendere e distinguersi anche nel giorno del loro matrimonio. Vincenti le nuance dell’oro e dell’argento, le stoffe rosate, i seducenti toni del rosso e, vero must del 2009, il colore lilla. Altro grande protagonista delle passerelle è il pizzo in tutte le sue varianti. Dagli intrecci arabeggianti del pizzo macramè, all’impalpabile trasparenza e leggerezza di quello chantilly. Torna il volume nelle gonne, ampie e vaporose, che si contrappongono a stretti bustier. I tessuti sono il tulle o il taffettà e prediligono tagli che lasciano scoperta la schiena con profonde scollature sulle spalle o giochi di trasparenze creati da incantevoli intrecci di pizzo. Torna a calcare le passerelle l’abito corto, tra proposte sbarazzine al ginocchio e tagli asimmetrici che lasciano scoperte le caviglie e si allungano nella parte posteriore. La minigonna è oggi più grintosa e originale che mai. Si tratta di abiti da sposa più difficili da portare, adatti solo a determinate corporature, esili ma non troppo, con ginocchia snelle e polpacci definiti. Il vestito da sposa corto sarà
protagonista delle passerelle anche per il prossimo inverno, risposta alla voglia di novità che anche l’abito più tradizionale richiede con sempre crescente insistenza. Tra bustier che terminano a punta e minigonne ampie stile impero, vengono proposte anche mini a palloncino, a tubino e modelli dalle linee morbide e sinuose. Tra i dettagli, tornano ad ornare le spose i fiocchi: dai più piccoli, che incorniciano la scollatura, a quelli maxi, da annodare alla nuca o per segnare la vita o il seno negli abiti stile impero. Già di moda lo scorso anno, sono un must di questa stagione i cristalli Swarovski,
perfetti per illuminare viso e decolleté e disegnare giochi di luce sui tessuti più preziosi. UNA TRADIZIONE PREZIOSA La fede nuziale è il gioiello prescelto dalla tradizione come simbolo del vincolo d’amore e fedeltà che il matrimonio costituisce per gli sposi. Il momento del loro scambio è il più emozionante della cerimonia proprio perché suggella l’unione degli sposi e accompagna le promesse di amore e fedeltà eterni. Si tratta di un gioiello importante che va scelto con grande cura anche
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trentinospecialesposi perché, se tutto va bene, è destinato a restare al dito per tutta la vita. I modelli classici sono: la “francesina”, “regina delle fedi”, molto sottile e leggermente bombata; la fede piatta; la “fede incrociata”, a più cerchi, dal desing moderno; la “fede classica”, estremamente semplice, ma comunque molto raffinata, a fascia, con i bordi smussati; la fede con brillante; quella della sposa potrà essere modificata nel tempo per accogliere altri diamanti, simbolo dei tanti anni trascorsi insieme. Tra le possibili varianti, citiamo il recupero di un anello d’epoca prezioso e antico o, un’opzione adatta solo a sposi molto alternativi, la fede tatuata direttamente sulla pelle. Per quanto riguarda il metallo, oltre a tutte le varianti dell’oro, sempre più richiesto è il platino, puro, prezioso, raro e resistente. Importante in tal caso è affidarsi ad un gioielliere di fiducia che possa garantire l’autenticità del marchio originale (Pt 950). All’interno delle fedi è ammessa l’incisione dei nome degli sposi e la data del matrimonio, in ossequio ad un’antica usanza che risale al Settecento. La grammatura deve essere compresa tra i 3 ed i 16 grammi per non oltrepassare i limiti del buon gusto e non esagerare nel prezzo; la fede infatti, se non è griffata e presenta una lavorazione semplice, viene venduta secondo il prezzo del peso dell’oro impiegato.
MATRIMONIO ALL’ITALIANA Il matrimonio d’inverno sembra incontrare sempre più i desideri degli sposi italiani. L’impossibilità di stare all’aperto a lungo e la necessità di procurarsi abiti adeguati, di solito più costosi rispetto ai modelli estivi, sono gli unici svantaggi per chi sceglie di sposarsi nei mesi freddi. Organizzare la festa del dopo cerimonia al chiuso non è infatti un problema: castelli, masi, alberghi, ristoranti, ville, sono tutte ottime alternative, anche se le location più suggestive rimangono senz’altro il castello o il casale rustico. Entrambi infatti, soprattutto se incorniciati dal manto bianco della neve, permettono di creare ambienti accoglienti e caldi per un matrimonio davvero da favola. Il castello sarà cosparso di fiaccole e candele che segnano il percorso di sposi e invitati; i tavoli saranno apparecchiati con tovaglie damascate color panna o avorio, posate d’argento e piatti di porcellana. La stoffa in tinta verrà fermata alle sedie con romantici fiocchi, mentre le decorazioni floreali saranno classiche ed eleganti sui toni del bianco, magari con qualche inserto di colore acceso. Nel caso del casale è bene cercarne uno circondato da un bel paesaggio e, se possibile, dotato di una sala con caminetto: terrete le luci soffuse e, con l’aiuto di composizioni di candele di varie altezze, potrete creare un’atmosfera davvero unica. Per chi ama lo sfarzo è perfetta la villa d’epoca, una
delle location più eleganti, adatta ai matrimoni celebrati in cattedrale o in basilica, con la sposa in abito lungo. Questi luoghi consentono di utilizzare diversi ambienti: il banchetto si svolgerà in inverno nelle sale più grandi, ricche di affreschi e arredi preziosi, nel parco invece nei mesi più caldi. Si potranno allestire alcuni angoli riservati per consentire agli ospiti di chiacchierare tra loro in tutta tranquillità e disporre di una sala da ballo per il dopo cena; il parco e i giardini permettono inoltre di poter passeggiare e scattare bellissime fotografie, oltre che di ambientarvi l’aperitivo e il brindisi di chiusura. Chi non vuole rinunciare allo sfarzo e al fascino del passato ma nemmeno allontanarsi dal centro della città, può scegliere il palazzo d’epoca, perfetto per i matrimoni che si svolgono nei mesi invernali, quando è più scomodo muoversi con le automobili e la presenza di giardini e verde non è indispensabile. Se il palazzo è ubicato nei pressi della chiesa prescelta o del municipio, si potrà raggiungere il banchetto a piedi, in corteo. Il matrimonio nei mesi caldi prevede di solito il pranzo all’aperto, magari nel giardino di un castello, di una villa, ma anche di un maso più spartano; in questo caso conta moltissimo la bellezza del paesaggio circostante. Il casale rustico può essere la soluzione ideale, soprattutto se gli sposi preferiscono un matrimonio meno formale e a contatto con la natura.
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trentinospecialesposi Il classico ristornate rimane senz’altro la soluzione che più di ogni altra privilegia il pranzo “in senso stretto” e, anche per questo, si presta meglio ai festeggiamenti familiari. Anche se oggi, soprattutto alle coppie più giovani, può apparire una scelta obsoleta, si tratta di un’alternativa che offre molteplici possibilità. Potrete scegliere ristoranti lussuosi, posti in zone di pregio con meravigliosi panorami e organizzare un banchetto ricco e sfarzoso, oppure prenotare in un ristorante più “alla mano” e risparmiare un po’. Imprescindibile però scegliere un luogo ove sia garantita la bontà del pasto! A questa soluzione può essere abbinato anche un altro momento, magari in una diversa location, ad esempio una festa serale per gli invitati più giovani presso una discoteca o un club. TRA PIZZI E CONFETTI I confetti hanno alle loro spalle una lunga tradizione che si ricollega all’antica usanza romana di ricoprire noci, pinoli o nocciole con il miele in occasione di nascite o matrimoni. Il nome “confetto” – dal latino ‘confectum’, participio passato di conficere, ossia preparato, confezionato - nel Medioevo indicava infatti la frutta secca ricoperta di miele. La prima traccia scritta riguardante i confetti veri e propri risale alla fine del ‘400 e testimonia come la storia di questo dolce affondi le radici nella tradizione del nostro Paese e sia
da sempre collegata ad una funzione di buon augurio. L’Italia ancora oggi è fra i primi produttori di confetti al mondo (soprattutto in Abruzzo e Campania) anche se i maggiori consumatori sono il Portogallo e la Spagna. Famosi sono in particolare i confetti di Sulmona, realizzati con le mandorle di Avola (le più pregiate). La tradizione vuole che il confetto da matrimonio sia bianco, ad indicare la purezza dell’unione coniugale. Il rito del lancio dei confetti all’uscita del corteo dalla chiesa - in passato chiamato sciarra, ossia rissa, baccano, in riferimento ai bambini che correvano poi a raccogliere i dolci creando confusione - è una tradizione che ha origini pagane, ricollegandosi direttamente agli antichi riti d’invocazione di prosperità e fecondità. Anche oggi, del resto, i confetti sono simbolo di augurio per un matrimonio prospero e ricco di frutti e vanno sempre inseriti in numero dispari nelle bomboniere. Le bomboniere sono un omaggio degli sposi agli invitati e in generale a tutti coloro che hanno fatto loro un regalo di nozze, anche se non invitati come ringraziamento per aver condiviso insieme l’emozione di questo importante evento. La tradizione della bomboniera si ricollega a quella dei confetti; in passato, infatti, gli sposi avevano l’abitudine di donare agli ospiti un dolcetto in segno di ringraziamento che poi, con il tempo,
venne confezionato utilizzando un piccolo contenitore; all’interno di questo, che assunse forme sempre più variegate, si continuarono a racchiudere piccole prelibatezze, come noci e mandorle che, con la diffusione dello zucchero, cominciarono ad essere glassati (confetti). Gli oggetti più adatti a fungere da bomboniera sono quelli di piccole dimensioni, dalla statuetta in ceramica o cristallo, alla cornice in argento, alla scatola in vetro, l’importante è scegliere con gusto evitando oggetti troppo kitsch. Ad ogni oggetto va unito un sacchettino contenente i confetti e un piccolo biglietto con il nome della sposa, a sinistra, e quello dello sposo, a destra. Se il materiale lo permette, si possono far incidere o ricamare le iniziali degli sposi e la data delle nozze direttamente sulla bomboniera. Sarà comunque sufficiente donare a tutti gli invitati un semplice porta-confetti, ossia un sacchettino decorato, mentre si può riservare la bomboniera vera e propria, più costosa, agli ospiti di riguardo, come i testimoni e i parenti stretti. Le bomboniere vanno ordinate almeno due mesi prima della cerimonia e verranno consegnate dalla sposa agli invitati (una per ogni nucleo familiare) al termine del ricevimento, prima dei saluti. A chi non è stato invitato o non è presente alle nozze ma ha fatto un regalo, verranno consegnate al ritorno dalla luna di miele, senza far passare troppo tempo. Non
di Flora e Angela Cristofoletti
Solo da noi qualità e bomboniere personalizzate! Servizio confettate Borgo Valsugana (TN) Corso Ausugum, 24 Tel. 0461.757434 info@delizieincorso.it www.delizieincorso.it Visitate il nostro negozio online!
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trentinospecialesposi trentinoattualità è detto che, per chi vuole uscire dagli schemi della tradizione, la bomboniera non possa essere sostituita da un altro pensiero, più originale. SORRIDETE... FERMI COSÌ! Il servizio fotografico è indispensabile mezzo per immortalare questa importante giornata. Vi sconsigliamo di affidarvi esclusivamente ad amici e parenti, a meno che non abbiate in famiglia qualcuno di provata capacità e bravura. Preferite piuttosto un professionista del settore anche se la scelta non è sempre così facile. Vi suggeriamo di cercarlo con un certo anticipo (circa tre mesi prima delle nozze), visitando gli studi di diversi fotografi e visionando i loro precedenti lavori. Potrete così sincerarvi che il loro stile sia di vostro gradimento così come dell’abilità del professionista in questione. Procedete allora a definire i dettagli del servizio che richiedete: fate un elenco delle foto che assolutamente non devono mancare, informatevi su cosa è compreso nel prezzo e se i negativi rimarranno a voi oppure no. Chiedete di essere immortalati non solo nelle classiche fotografie in posa ma anche mentre vivete con naturalezza i vari momenti della giornata: le fotografie “rubate” sono quasi sempre le più belle. Il consueto album fotografico che privilegia immagini curate e studiate infatti, viene oggi di solito sostituito con uno più mo-
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derno che sappia cogliere sorrisi, abbracci, espressioni di sposi e invitati senza “disturbare”, in modo che risultino più spontanei possibili. Quando finalmente avrete in mano le stampe, scegliete le migliori e le più significative; potete quindi comporre voi stessi l’album di nozze, decidendo insieme come disporre le immagini e scrivendo a penna i vostri pensieri accanto alle foto, o affidare anche questo compito al vostro fotografo che senz’altro, grazie alle moderne tecniche di sviluppo e rielaborazione delle immagini, farà delle vostre fotografie un bellissimo libro di ricordi. Potete anche ingaggiare qualcuno perché giri un filmato o affidare questo compito ad un amico o un parente fidato: vi resterà così un ulteriore ricordo della giornata più importante della vostra storia d’amore. I punti da tenere a mente sono questi:
pianificare con il fotografo tutti i costi (a forfait, a stampa, ad ore), compresi i probabili extra; informarlo sulla data precisa di celebrazione del matrimonio; concordare i vari luoghi in cui sarà eseguito il servizio (casa della sposa, casa dello sposo, chiesa, luogo del ricevimento, ecc…); indicare gli scatti che non possono mancare; farsi dare il nome di un possibile sostituto del fotografo qualora subentrino “contrattempi dell’ultimo minuto”; stabilire l’orario preciso in cui è prevista la presenza del fotografo; stabilire il tipo di album che si intende realizzare nonché i tempi di consegna; stabilire le modalità dell’anticipo e della forma di pagamento; qualora si desideri avere anche i negativi, bisogna preventivamente richiederli in quanto, ai sensi della Legge sui Diritti d’autore, questi appartengono a chi fa le fotografie. ■
Photo by Claudio Libera
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trentinoincontri trentinoattualità
DIFFONDERE LA DANZA
di Lara Deflorian
INTERVISTA A FRANCESCO NARDELLI, DIRETTORE DEL CENTRO SERVIZI CULTURALI “SANTA CHIARA”
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al 2008 in provincia di Trento il Centro Servizi Culturali S. Chiara di Trento è artefice di un’interessante e riuscita iniziativa che prevede una programmazione della danza decentrata e fruibile nelle realtà teatrali dei centri di provincia. Fino ad oggi i Comuni che hanno aderito al Circuito provinciale InDanza sono 21: Rovereto, Trento, Ala, Pergine, Concei, Tesero, Borgo Valsugana, Riva del Garda, Cavalese, Tione, Vezzano,
Cles, Ton, Mezzolombardo, Predazzo, Pinzolo, Madonna di Campiglio, Cimego, Condino, Bolzano, Merano. “L’obiettivo è quello di diffondere la danza nella realtà provinciale – ci spiega il direttore del CSC S. Chiara Francesco Nardelli – è un’attività impegnativa che percepisce un contributo ministeriale.” Come si è sviluppato il Circuito e quali sono i rapporti intrecciati con le realtà locali?
CIRCUITO PROVINCIALE DELLA DANZA
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niziato nel novembre scorso, il Circuito provinciale della danza presenta sul territorio trentino, e non solo, una ricca programmazione che arriva fino a maggio, ma con la probabile possibilità che prosegua anche oltre. In questo primo mese del 2015 presenta cinque appuntamenti nei teatri di Pergine, Mezzolombardo, Tesero, Cavalese e Vezzano e mentre il 2014 si è concluso il 30 dicembre con la rappresentazione al Palacongressi di Riva del Garda del Gala di Balletto con la compagnia Cosi-Stefanescu, in replica il 21 febbraio al teatro Valle dei Laghi di Vezzano e il 26 sempre del prossimo mese, al teatro San Pietro di Mezzolombardo, impegnata nella presentazione di coreografie originali e alcune rivisitazioni di pezzi tratti dai celebri capolavori del repertorio, attraverso la tecnica classica, neo-classica e moderna, su musiche di Ciaikovski, Chopin, Drigo, Beethoven, Kaciaturian, Minkus, Assafiev, Skriabin e Liszt. Il nuovo anno invece al teatro comunale
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Sono stati coinvolti gli assessorati locali alla cultura, i quali chiedevano di avere delle innovazioni in ambito coreografico, attraverso la proposta di spettacoli calati dal nulla o sporadici senza un minimo di progettualità. Non riuscendo ad avere pubblico, rispetto a questo ci si è interrogati. Oggi il coinvolgimento degli enti locali è cambiato attraverso una mirata progettualità e la proposta di un ciclo, seppur breve, di rappresentazioni core-
di Pergine potremo assistere il 3 gennaio, ma con replica al teatro San Pietro di Mezzolombardo il 23 e al teatro comunale di Tesero il 24, sempre di gennaio, allo spettacolo Bolero eseguito dalla compagnia sanremese Ariston Proballet. Diretta da Marcello Algeri questo ensemble, la cui naturale giuridica è quella di un’associazione, si occupa di promozione, organizzazione e realizzazione di spettacoli culturali inerenti alla danza e tutte le arti che ruotano attorno ad essa; ma si occupa anche di opportunità professionali nell’ambito teatrale, di scambi culturali, premi, gemellaggi, aggiornamenti, organizzazione di festival, oltre ad interventi nelle scuole a favore dell’arte della danza e dell’espressione corporea. Bolero è uno spettacolo composto di tre parti: la prima prevede una coreografia dalle linee dinamiche sulle note di Bach, parzialmente remixate e suonate con percussioni e chitarra elettrica; la seconda parte prosegue con un gioco di coppie in una balera anni trenta su musiche di Brahms, mentre la terza parte prevede l’esecuzione del celebre Bolero di Ravel, quello che appunto da il titolo alla serata, eseguito attraverso uno
trentinoincontri ografiche. Si è cercato anche di offrire una rassegna che veda il coinvolgimento territoriale di più Comuni (lo scorso anno si è concretizzato il progetto con la Comunità di valle della Val di Fiemme, ndr), oppure attraverso la proposta, ad uno stesso Comune, di almeno tre rappresentazioni diverse. Con questa formula il pubblico ha risposto positivamente e l’iniziativa ogni anno si riconferma con l’adesione di nuovi Comuni. Quali sono quest’anno i Comuni coinvolti e con essi come avviene la collaborazione? I Comuni che hanno aderito all’iniziativa sono Cimego, Condino, Vezzano, Tesero, Cavalese, Riva del Garda, Pergine, Mezzolombardo, Bolzano, Merano. Gli assessorati contribuiscono alla spesa, anche se l’organizzazione è del CSC S. Chiara. Naturalmente cerchiamo poi la collaborazione delle scuole di danza del territorio di riferimento e poi abbiamo stipulato una convenzione con la federazione delle scuole provinciali di Trentino Danza. Siamo inoltre riusciti a far inserire nei programmi delle stagioni di prosa organizzate dal Coordinamento teatrale trentino, gli spettacoli di danza del circuito. Quali sviluppi potrà avere questo tipo di offerta? La programmazione 2014-2015 vede coinvolti anche i Comuni di Bolzano e di Merano. Dal prossimo anno l’intenzionalità è di proporre un circuito regionale, per incrementare il numero
di ciascuna rappresentazione. A breve dovremo anche ripresentare la domanda per il contributo triennale del FUS (Fondo Unico dello Spettacolo), la cui adesione progettuale rappresenta una grande opportunità, anche se i vincoli posti sono significativi. La riforma in atto per questo fondo ci sta ponendo di fronte alla sfida, non facile, di pensare ad un soggetto unico regionale che possa presentare la domanda sui singoli ambiti, danza, lirica, ecc... attraverso un’azione multidimensionale centrata su di un lavoro di rete, che porti a un incremento dell’attività. Come avviene la scelta artistica? Si cerca d’interpretare la richiesta attraverso la condivisione con le realtà locali di un progetto finalizzato anche a una crescita in termini di conoscenza.
stile moderno. Il secondo spettacolo previsto questo mese sarà il 4 gennaio al Palafiemme di Cavalese. Sempre la compagnia Ariston Proballet sarà protagonista di Schiaccianoci Suite, la fiaba natalizia coreografica per eccellenza, eseguita sulle magiche note di Ciaikovski. La versione proposta si caratterizza per un alleggerimento rispetto alla versione originale, realizzata per grandi palcoscenici e per compagnie con un corpo di ballo corposo, che, pur mantenendo integro il racconto che vede protagonista Clara e il suo principe-schiaccianoci,
Cerchiamo di offrire qualità, proponendo spettacoli non visionati sulla piazza trentina e di genere diverso come il classico, il contemporaneo o il flamenco. Attraverso la proposta di titoli noti cerchiamo di soddisfare la curiosità del pubblico proponendo, ad esempio, un qualcosa di diverso e meno conosciuto. Inizialmente raccogliamo una serie di proposte che possano essere spendibili negli spazi territoriali a disposizione, dopodiché noi proponiamo dei progetti i cui obiettivi devono essere condivisi in toto dai Comuni che aderiscono all’iniziativa. Le compagnie proposte sono in gran parte italiane, per esigenze di costo e, soprattutto, per un’indicazione ministeriale, come la richiesta di avere anche una circuitazione regionale.” ■
affronta temi di grande attualità come la differenza di razza, il ruolo della famiglia e la conservazione dei valori, l’amore come forza dominante per cambiare la società. Il 17 gennaio al Palafiemme di Cavalese e il 27 marzo in replica al teatro Valle dei Laghi di Vezzano, andrà in scena lo spettacolo Passion tango con la compagnia Naturalis Labor, l’ensemble fondato nel 1988 a Vicenza da Luciano Padovani e Francesca Mosele, impegnato in un costante lavoro di ricerca sulla danza contemporanea, sul tango e sui nuovi linguaggi dell’arte. Passion tango è uno spettacolo di tango e musica creato dallo stesso Padovani: un gioco di coppia che si avvale dell’accompagnamento musicale eseguito dal vivo dal trio Lumière de tango e che si traduce in seduzione velata di nostalgia, intreccio di sguardi e tocchi leggeri, tra languidi abbandoni e scatti repentini, il tutto coniugato in coreografie di tango che sanno esaltare e appassionare il pubblico. Il circuito proseguirà con altri appuntamenti che vedranno ad esempio protagonista il flamenco nel mese di febbraio, il tango a marzo, assieme a titoli che si possono rivolgere anche ai più piccoli come Pinocchio o il Mago di Oz, oppure ancora a Bolzano, ad esempio, coreografie su musiche di Verdi, Wagner e Mozart.
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di Antonia Dalpiaz
“A
spettando Go dot” di Samuel Beckett apre il sipario sul nuovo anno al Sociale di Trento. Dall’8 all’11 gennaio Antonio Salines è il protagonista di questa icona del teatro dell’Assurdo, considerato per anni un testo di provocazione e da sempre banco di prova per gli attori. I due vagabondi, Vladimiro ed Estragone sono diventati l’emblema non solo della condizione dell’uomo del Novecento, ma l’immagine anche attuale di esseri in attesa costante della morte in un cosmo ostile. Il 9 gennaio al Teatro Portland, Corrado Elia ripropone il suo cavallo di battaglia, ovvero “Don Chisciotte” da Miguel de Cervantes, dedicato a tutti i pazzi per amore, ai visionari e a coloro che darebbero la vita per realizzare un sogno. Domenica 11 gennaio al Teatro S.Marco il Gruppo Poe. mus propone, alle ore 17, lo spettacolo “Teatro Europeo in dialetto Trentino”, ovvero sette spezzoni di commedie tradotte in vernacolo da Bruno Groff. Martedì 13 gennaio al Teatro Sanbapòlis continua la rassegna Tendenze Off con “Virgilio brucia”, lavoro realizzato dalla compagnia
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CON DE SICA A TEATRO GRANDISSIMI NOMI PER CHI VUOLE PASSARE A TEATRO IL MESE DI GENNAIO: DAL CHRISTIAN NAZIONALE, A FAVINO, ALESSANDRO BENVENUTI, BERGONZONI E UN ATTESO “ASPETTANDO GODOT” Anagoor. Un testo che parte dai tre libri dell’Eneide per arrivare ad analizzare il back ground che ha originato la creazione poetica. Il 15 gennaio al Teatro Zandonai di Rovereto, Alessandro Bergonzoni propone “Nessi” ovvero un monologo sulle connessioni che servono per collegarsi ad altre vite, non necessariamente umane. È il 14.mo spettacolo da lui diretto ed interpretato, capace anche grazie ad una risata, di far riflettere sulla condizione dell’uomo contemporaneo. Da venerdì 16 a domenica 18 gennaio all’Auditorium di Trento è di scena il musical “Cinecittà”, uno spettacolo scritto ed interpretato da Christian De Sica che narra storie di vita vissuta e di figure nascoste dietro le quinte della scintillante città
del cinema. A Rovereto il 19 e 20 gennaio il Gruppo Danny Rose propone “Servo per due” tratto da “Il servitore dei due padroni” di Goldoni. Regia ed interpretazione di Pierfrancesco Favino. Bean, noto drammaturgo inglese contemporaneo ha rivisitato questa importante opera dell’autore veneziano ambientandola nei primi anni del secolo scorso. Il 22 gennaio al Teatro Sociale è la volta dell’operetta “Al cavallino bianco” con la Compagnia Teatro Musica Novecento e l’orchestra “Cantieri d’Arte” diretta da Stefano Giaroli. Le vicende sono ambientate in un alberghetto delle montagne austriache, dove non mancheranno i colpi di scena. Il 23 gennaio, a Rovereto, Danio Manfredini è il protagonista di “Vocazio-
“Aspettando Godot”
ne” la storia di una chiamata esistenziale che si crede separata e distinta dalla quotidianità, ma che invece ne rappresenta l’essenza. Dal 23 al 25 gennaio all’Auditorium di Trento, Alessandro Haber e Alessio Boni saranno in scena con “Il visitatore” di Eric Emmanuel Schmidt. Una commedia brillante, a tratti commovente che si confronta con il senso della vita e la libertà di coscienza all’interno della cornice del nazismo. Allo Zandonai di Rovereto, invece, il 30 gennaio, Alessandro Benvenuti e Barbara Valmorin saranno gli interpreti di “Zietta ed io” di Morris Panych. Kemp apprende da una lettera che sua zia Grace è morente. Si precipita da lei per ottenere l’eredità, ma la fine è ancora ■ lontana.
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mportanti novità per le piste della skiarea Catinaccio a Vigo di Fassa e Pera di Fassa. La pista Thöni, la pista più lunga e divertente della skiarea, è stata completamente rinnovata. Il restyling, iniziato nel 2010 con il collegamento Pra Martin-Thöni, si completa quest’anno con le modifiche alla parte bassa del percorso. Al posto dei tortuosi curvoni trovate un nuovo ed entusiasmante pendio largo e omogeneo. Inoltre, è stato ripristinato un “canalone” abbandonato da anni che offre una variante aggiuntiva alla parte finale della pista. In tutto quasi 5 km di divertimento dai 2200 metri di Pra Martin ai 1400 di Vigo. La skiarea è accessibile con le scale mobili e la funivia dal centro di Vigo, o con le seggiovie da Pera di Fassa. L’arrivo è l’altopiano del Ciampedie a 2000 metri, una balconata panoramica sulla Val di Fassa al centro del Gruppo Catinaccio-Rosengarten, patrimonio naturale dell’umanità UNESCO. L’area offre 15 km di piste dal “campo scuola” alla “nera”. Imperdibile la “nera” Alberto Tomba, dedicata al campionissimo che sulle piste del Ciampedie ha preparato tante delle sue vittorie.
NUOVE PISTE PER NUOVE EMOZIONI SKI AREA CATINACCIO ROSENGARTEN: UNA BALCONATA PANORAMICA SULLA VAL DI FASSA E SULLE DOLOMITI, A QUOTA 2000 METRI
La skiarea dà il benvenuto alle famiglie con il grande parco giochi, e l’organizzazione professionale della Scuola di Sci di Vigo, con servizi di custodia e animazione per i bambini, che possono divertirsi in sicurezza, per il relax di mamma e papà. L’offerta si completa con il noleggio, deposito sci e skiservice alla partenza e
all’arrivo della funivia dove Rent&Go Sport Edy offre servizi sempre all’avanguardia. La skiarea è all’interno dello Skitour Panorama, il tour della Val di Fassa, da Alba di Canazei a Vigo di Fassa e viceversa che unisce le zone del Ciampac, Buffaure e Catinaccio. Un tour dai panorami indimenticabili ma soprattut-
to dalle discese divertenti! Al Ciampedie si può vivere la neve anche senza sci! Sei rifugi, di cui cinque raggiungibili a piedi dall’arrivo della funivia, con ottima gastronomia e terrazze dai panorami indimenticabili. Vi sono anche passeggiate con le ciaspole attorno all’altopiano del Ciampedie (uscite accompagnate organizzate dalla Scuola di Sci) oppure verso la conca di Gardeccia, dove si trovano alcuni rifugi aperti anche con possibilità di pernottamento! Da qui, con percorso più impegnativo, si può proseguire verso la zona del Vajolet e del Passo Principe. ■ INFO SKIAREA: Tel. 0462.763242 www.catinacciodolomiti.it www.skitourpanorama.com
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di Fabio De Santi
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a cantante Mariella Nava, grazie alla collaborazione con il Gruppo Musicale Artegiovane di Tione ha scelto il Trentino per l’allestimento ed il debutto del suo nuovo concerto – spettacolo “Auguri al Mondo”. Dopo le prove che si sono svolte all’Auditorium di Tione a metà dicembre lo spettacolo debutterà nella stessa location il 2 gennaio per poi essere proposto ad Andalo il 3 gennaio presso il Centro Congressi ed a Aldeno il 5 gennaio al Teatro Comunale, per poi proseguire nel corso della prossima primavera con altre date su tutto il territorio nazionale. Lo spettacolo Auguri al Mondo si propone di offrire un momento di emozione e pensiero sul nostro tempo attraverso modalità diverse di comunicazione, usando brani della stessa autrice ma anche di altri interpreti italiani e stranieri, monologhi che rievocano figure particolarmente simboliche (come il premio nobel per la pace Malila o l’astronauta Samantha Cristoforetti) che nel corso del 2014 hanno saputo esprimere valori di speranza e di serenità o situazioni difficili che vanno denunciate per la sofferenza che generano nelle persone, come la violenza e la negazione dei diritti umani; nello spettacolo inoltre prenderanno corpo giochi di luce, video che commenteranno i brani cantati con immagini a tema. Un’iniziativa questa del Gruppo Musicale Artegiovane che si inserisce all’interno di una nuova stagione del gruppo che intende confrontarsi con il mondo professionistico a livello nazionale costruendo con artisti conosciuti progetti in grado di favorire una contaminazione fra un’esperienza sempre più interessante ed 60
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“AUGURI AL MONDO” MARIELLA NAVA IN TOUR IN TRENTINO: DEBUTTERÀ A TRENTO IL 2 GENNAIO PER POI ESSERE AD ANDALO IL 3 GENNAIO – AL CENTRO CONGRESSI – E AD ALDENO IL 5 GENNAIO AL TEATRO COMUNALE impegnativa nel campo del concerto tematico e della musica d’autore portato avanti da vent’anni dal Gruppo Musicale Artegiovane e l’esperienza artistica di soggetti e delle organizzazioni ad essi legate che operano su tutto il territorio nazionale. Questa prima esperienza vede coinvolta proprio Mariella Nava. Tarantina doc Mariella Nava è una delle cantautrici più stimate del panorama della musica leggera italiana:
un’artista che ha la particolarità di trattare con eleganza e spiccata sensibilità delicate tematiche sociali. Studia pianoforte. Uno dei più grandi successi di Mariella risale al 1996, con Per Amore, che grazie alla bella voce di Andrea Bocelli, fa il giro del mondo. Segue il suo album Dimmi che mi vuoi bene che riscuote notevoli consensi da parte della critica e contiene canzoni di alto contenuto poetico e di impegno
sociale. Strutture musicali e linguaggi nuovi e mai banali per toccare le corde delle forti emozioni, passando attraverso i pensieri, i brividi, il disagio, la tenerezza, la rabbia, le speranze, l’amore, il sorriso: insomma il nostro tempo o, per meglio dire, la vita. Fra gli altri momenti topici della sua vita artistica quello del 1999 quando partecipa al 49°Festival di Sanremo, nella Sezione Campioni con la canzone “Così è la vita”. ■
LISA DE LA SALLE
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i apre con tre concerti in questo mese di gennaio il ricco calendario di eventi proposto nella nuova stagione della Società Filarmonica di Trento. La prima data in calendario è quella di lunedì 12 gennaio con l’Ensemble Zafiro e musiche di W.A. Mozart e Giacomo Rossini. Il percorso artistico compiuto dal 1989, anno di fondazione, a oggi dall’Ensemble Zefiro rende onore alla cultura italiana che in Zefiro ha un punto di riferimento assoluto nell’interpretazione della musica per fiati del ’700 e ’800 con strumenti d’epoca. Martedì 20 le note saranno quelle del violinista Guido Rimonda e dei Solisti del Viotti Festival. Il programma presentato a Trento è tratto in parte dall’ultimo cd, Le Violon Noir, dedicato alle musiche inquietanti, ossessive, mirabolanti e sinistre frutto del mitico patto con il demonio. Guido Rimonda è una delle personalità musicali più complete e affascinanti dell’odierno panorama violinistico italiano. Le note del concerto di venerdì 30 gennaio saranno invece quelle del piano di Lise de la Salle con un programma di sala che prevede l’esecuzione di composizioni di Bach, Brahms, Debussy e Schumann. Fresca da un debutto alla Scala di Milano Lise de la Salle, pianista dotata di una speciale sensibilità estetica fra tanti giovani colleghi semplicemente estrosi o brillanti, è oramai avviata a una carriera internazionale prestigiosa che la porta a suonare nelle sale da concerto più importanti d’Europa, degli USA e in Asia.
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www.hotelvecchiomulino.eu
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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
gestire il ristorante è ora la famiglia Nardelli, Massimiliano, Sara, e con loro anche il piccolo Alessandro, che hanno rinnovato l’immagine del locale. I gestori hanno deciso di creare una cucina tradizionale attenta e colorata, che è sempre la più apprezzata dai palati trentini e ricercata anche dai turisti in cerca di sapori tipici. La formula invernale prevede un ricco menù, che varia di giorno in giorno, dove gustare piatti tipici trentini come canederli, polenta e selvaggina, ma anche pesce fresco di mare e portate adatte ai bambini. Per i più golosi, piuttosto curioso tra i dolci è il tiramisù fai da te, dove sono i clienti a decidere quanto
intingere i savoiardi nel caffè per ammorbidirli, prima di tuffarli in un’appetitosa crema al mascarpone. La vera novità però è che da adesso in poi al Mulino si potrà gustare anche una buona pizza, con farina di grano duro oppure integrale, cotta nel forno a legna: «Gli impasti per la pizza vengono realizzati con il lievito madre, e la pasta viene fatta lievitare per 48 ore, tra gli ingredienti utilizziamo prodotti biologici, insaccati senza conservanti e una passata di pomodoro davvero speciale», spiega Massimiliano. I suoi genitori e lo zio hanno sempre lavorato in questo settore: «Mio padre Marco, assieme al fratello, gestivano l’Hotel Posta a Cadine, poi hanno lavorato in diversi locali a Trento» racconta. Il cugino,
IL MULINO DEI SAPORI UN’ANTICA E SUGGESTIVA COSTRUZIONE A POCHI KM DA TRENTO, COMPLETAMENTE RINNOVATA. UN’ATMOSFERA CALDA E INFORMALE, CHE NON RINUNCIA ALL’ELEGANZA. È ANCHE HOTEL E PIZZERIA Carlo Alberto, gestisce La Stube del Galletto di Cadine, ed è proprio grazie a lui e a un percorso fatto assieme che ora anche Massimiliano e Sara hanno deciso di buttarsi in questa nuova avventura. A dargli una preziosa mano, aggiunge, lo chef grossetano Ottorino Mauri, uno dei top chef d’Italia che ha fornito degli utili consigli all’equipe dei cuochi e periodicamente li assiste nella creazione di nuovi piatti. Nella struttura lavorano infatti una decina di persone, tre in cucina e quattro in sala; il personale è giovane e dinamico e contribuisce a creare un’atmosfera calda e informale, ma senza mai rinunciare all’eleganza, nella cura dell’arredo e dei dettagli, oltre che nella presentazione dei piatti. Tra zona aperitivo, sala interna, veranda e sala sotterranea, il Vecchio Mulino può ospitare ben 120 coperti. Lo spazio insomma non manca, tanto che spesso vengono organizzati eventi ad hoc.
«Speriamo di poter ospitare anche i clienti di Trento, offrendo prodotti freschi e di qualità ad un prezzo accessibile a tutti» afferma Massimiliano. In effetti la città è vicina, ma la valle dei Laghi è separata dalla montagna, e forse più meta di passaggio per i turisti diretti verso il Garda, che per gli abitanti del capoluogo. Comunque, la zona è molto bella e ricca di attività e luoghi da visitare per chi si ferma anche dopo la cena. Non solo bar ristorante, il Vecchio Mulino è infatti anche hotel; dispone di 12 camere arredate con cura, in uno stile nordico dai colori tenui e rilassanti. Gli ospiti possono gustare delle abbondanti colazioni, e per loro è previsto anche il servizio pranzo al sacco, per chi volesse esplorare le bellezze della valle. Vicino al locale si trova poi la pista ciclabile che porta fino a Riva del Garda, attraversando i paesini puntellati di laghi e castelli, come Toblino, Santa Massenza, e Cavedine,
RISTORANTE PIZZERIA HOTEL AL VECCHIO MULINO Vezzano – loc. Naran, 1 Tel. 0461.1860364 info@hotelvecchiomulino.eu oppure, risalendo verso Nord, si può arrivare a piedi o in bici, fino a Terlago. Per il divertimento degli ospiti più piccoli nel prato circostante il ristorante ci sono dei giochi; inoltre, per coccolarsi un po’, l’hotel offre per i clienti dei servizi di trattamento per il benessere fisico. Insomma, lo svago è assicurato a tutte le età. Nell’insieme, il nuovo Vecchio Mulino si distingue dai luoghi più tradizionali, proponendo una formula dove il rustico si fonde a un ambiente moderno, in grado di attrarre sia i giovani sia le famiglie. «Il concetto principale è l’insieme di tutte le cose positive che abbiamo visto viaggiando» confessa Massimiliano. E quest’aria di nuovo, di fresco, di influssi internazionali si percepisce, trasmettendo una sensazione di armonia e relax in chi si ferma per un boccone gustoso, oppure per trascorrere qualche giorno in questo magico locale all’ombra del Monte Gaggia. ■ 61
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di Fabio De Santi
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i ripropone anche quest’anno, dall’11 gennaio all’8 marzo, la rassegna “I concerti della domenica” creata da Giuseppe Mazzeo e giunta oggi alla sua XXXII edizione. Si tratta di una singolare stagione di concerti collocata nella tarda mattinata delle domeniche che, come sottolineano gli orgainizzatori, popone: “Un cartellone attraente ma delicato, adatto a un pubblico più eterogeneo degli abituali frequentatori delle sale da concerto, meno condizionato dal rigore professionale ma in gentilito da un’affettività più naturale”. A questo pubblico la Società Filarmonica offre un cartellone dove riversare l’affetto verso alcuni musicisti della nostra terra che hanno saputo imporsi autorevolmente sui palcoscenici internazionali; un cartellone
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LA TRAVIATA 2.0 I CONCERTI DELLA DOMENICA SI APRONO IN MODO ORIGINALE, L’11 GENNAIO, CON UN CURIOSO MONOLOGO OPERISTICO DI PINO LOPERFIDO, CON RICCARDO GADOTTI E IL SOPRANO LETIZIA GROSSELLI dove riascoltare melodie e armonie custodite con affezione nella nostra memoria e nel quale scoprire anche qualche cosa di nuovo per allargare le nostre conoscenze. Primo evento in cartellone quello di
domenica 11 con “La Traviata 2.0” ovvero “Cronaca di tempi corrotti e calamitosi”. Il monologo dello scrittore e giornalista trentino Pino Loperfido – che ha esordito al Trentino Book Festival 2014 – dà forma ad una originalissima rilettura moderna dell’opera di Giuseppe Verdi. Protagonisti saranno Riccardo Gadotti, voce recitante, Maria Letizia Grosselli, soprano Domenico Menini, tenore e Walter Franceschini, baritono accompagnati dall’ Ensemble Labirinti Armonici. Con questa particolare “ Traviata 2.0”, anche una forma d’arte classica come l’Opera Lirica si assume le sue responsabilità e si fa mezzo per denunciare le storture di questi tempi “corrotti e calamitosi” che tanto assomigliano all’Italia di oggi: in questo cupo contesto, l’amore resta l’unica chiave funzionante per aprire ogni porta dell’animo umano. Domenica 16 le note saranno quelle del pianoforte di Francesco Maria Moncher, premiato in svariati concorsi di livello internazionale e ritenuto il più interessante e promettente talento mu-
sicale trentino. Ha suonato come solista con orchestre quali la J. Futura, la Haydn di Trento e di Bolzano, l’orchestra giovanile Luigi Cherubini (fondata da Riccardo Muti), la Junge Philarmonie Salzburg e la World Youth Orchestra. Le musiche di Piazzolla, Towner, Zivkovic e Dulbecco segneranno i passaggi del 25 gennaio con Alessandro Bianchini, Roberto Pangrazzi e Thomas Samonati ovvero il Double Mallets Trio, propongono insieme ad Andrea Dulbecco, musicista diviso fra composizione contemporanea e jazz, originali arrangiamenti di Piazzolla e di altri compositori. Il vibrafono solista dell’ospite ricopre un ruolo di primo piano, attorniato dalle percussioni. Il repertorio scelto, pur essendo in parte di impronta classica, è stato appositamente arrangiato per lasciare spazio alle improvvisazioni jazzistiche di Dulbecco e degli altri componenti. A un certo punto il quartetto lascerà i consueti strumenti per percuotere bidoni di latta da 200 litri abbandonandosi a una sorta di rituale dal forte impatto sonoro. ■
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è anche una tappa a Trento, quella di venerdì 30 gennaio all’Auditorium S. Chiara, fra quelle del “Tùur Teatràal” di Davide Van De Sfroos. Una serie di live set nella dimensione teatrale che vuole essere una rievocazione delle canzoni che nel passato hanno fatto la storia di Davide Van De Sfroos unita a una rivisitazione in chiave acustica di alcuni dei brani di “Goga e Magoga”. “Il Tùur Teatràal” sarà l’occasione per rispolverare alcuni dei brani rimasti a lungo chiusi in un cassetto – conferma Davide. C’è grande voglia di riscoprire il passato, affidandosi a quelle canzoni che ancora oggi fanno parte a pieno titolo della mia storia personale e musicale. Il teatro permette di rivisitare i brani in chiave acustica e intima, mescolando passato e presente, con uno sguardo perche’ no - anche al futuro”. Privilegiando la versione acustica dei brani, Davide Van De Sfroos sarà accompagnato in questo “Tuur Teatral” dal violino di Angapiemage Galliano Persico, dalle chitarre di Maurizio “Gnola” Glielmo e dal polistrumentista Andrea Cusmano. Nato a Monza, classe 1965, Davide Bernasconi è cresciuto a Mezzegra, nel “cuore” del lago di Como. Quasi tutte le sue canzoni (e i suoi libri) fanno capo al Lario, al suo spirito profondo, ai suoi lati sporchi e puliti, alle sue luci e alle ombre, ruotando attraverso tutti i paesi rivieraschi. La maggior parte dei testi è pensata, scritta e cantata in dialetto tremezzino (o laghée): una lingua più che un vernacolo, resa ancora più realistica da storie e personaggi assolutamente poetici. Il suo percorso musicale parte da
IL RITORNO DI VAN DE SFROOS A TRENTO VENERDÌ 30 GENNAIO, IL RITORNO DEL CANTAUTORE LOMBARDO, PER LA GIOIA DI TUTTI I SUOI SOSTENITORI TRENTINI lontano. Il primo cd è “Manicomi” nel 1995, a cui fanno seguito, dal 1999, “Breva & Tivan”, Premio Tenco come “Miglior autore emergente”; il mini “Per una poma”, che affronta in tono scanzonato temi biblici; “...e semm partii” nel 2001, disco d’oro con oltre 50mila copie vendute e Targa Tenco 2002 come “Miglior album in dialetto”. Fra i momenti più significativi del suo percorso artistico quello del febbraio 2011 quando partecipa alla 61ª edizione del Festival di Sanremo con “Yanez”, un brano sul celebre personaggio salgariano Yanez De Gomera, posizionandosi, a un passo dal podio, quarto nella classifica finale. Dal 2012 Davide Van De Sfroos si impegna in un grande progetto culturale multimediale: “Terra & Acqua” è uno spettacolo che vede l’artista proporre al pubblico narrazioni, canzoni e filmati ispirati al territorio lariano. Un format di successo che si declina anche attraverso una guida pubblicata anche in inglese, una newsletter ricca di informazioni per i lettori, e il sito Internet www.itinerarifolk. com. Altrettanto intensa è la parallela carriera del Davide Van De Sfroos scrittore. Nel 1997 dà alle stampe il libro di poesie “Perdonato dalle
lucertole”. Nel 2000 viene pubblicato “Capitan Slaff”: un poema epico fantasy, ambientato in un tempo mitico sul Lario, interamente scritto in lingua laghée. Nel 2003 esce per Bompiani “Le parole sognate dai pesci”, che l’autore stesso presenta così “...piccole storie non come la realtà le ha pescate, ma come i pesci le hanno sognate”. Nel 2005 arriva in libreria “Il mio nome è Herbert Fanucci” (edito Bompiani), un romanzo “on the road” cui la Tremezzina e il Centro lago fanno da scenografia e, che in poco meno di un mese, vende 20mila copie. Il 15 aprile 2014, a tre anni dal successo sanremese di Yanez, Davide consegna ai fan il suo nuovo disco di inediti, “Goga e Magoga”. Il nuovo lavoro debutta al secondo posto nella classifica di vendita di Fimi: è un risultato storico per l’artista lombardo, che supera anche il successo di “Pica!” e di “Yanez”. Un successo reso ancora più eclatante dalle peculiarità del disco, cantato, come sempre, in dialetto laghée e realizzato dall’etichetta personale del cantautore che non rinuncia a essere totalmente
indipendente, appoggiandosi al colosso Universal per la distribuzione a livello nazionale. Il videoclip del brano che ha dato nome all’album, realizzato in Alto Lago con il regista lariano Dario Tognocchi e un cast selezionato attraverso Facebook, sfiora le 96mila visualizzazioni su Youtube. ■
BIGLIETTI, CONCERTI, SPETTACOLO, SPORT & CULTURA
RIVENDITE AUTORIZZATE
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FIEMME: COMUNITÀ A SOSTEGNO DEI DEBOLI
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uesta volta consigliamo il lettore amante dell’arte di recarsi, complice i molti giorni di vacanza, a visitare non tanto una mostra temporanea quanto
un vero e proprio palazzo dalla storia quasi millenaria: il Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme a Cavalese. Restaurato qualche anno fa le sale del palazzo accolgono una vera e propria pinacoteca fatta di quadri, tele, affreschi e di un’architettura tra le più intriganti della valle. Il Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme nasce come sede temporanea per il vicario del principe vescovo di Trento che, come stabilito dai patti gebardini del 14 luglio del 1111, si recava in valle due volte l’anno per amministrare la giustizia. Come risulta dalle prime citazioni documentarie l’edificio fu eretto indicativamente verso la fine del XIII secolo. Queste non indicano la precisa collocazione del complesso ma, con ogni probabilità, si riferiscono al palazzo
A BONDO, ARTE E MUSICA
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abato 20 dicembre dalle 17.00 a Bondo (Tn) inaugura in occasione del Natale la mostra “Interni” che accosta, in un incontro inedito, la pittura sfaldata e gli spazi abbandonati e polverosi dell’artista bresciano Paolo Petrò alle figure leggere e monumentali in bronzo, acciaio e terracotta dello scultore trentino Bruno Lucchi. Da un’idea di Mario Zanetti con il contributo critico dello storico dell’arte Gabriele Lorenzoni, l’evento, prodotto dallo Studio d’Arte Zanetti, propone un suggestivo allestimento nell’Antica Chiesa di San Barnaba con opere non direttamente riconducibili alla sfera religiosa, ma che sprigionano una forza evocativa e spirituale capaci di integrarsi nello spazio liturgico e di guidare il visitatore in un percorso fatto di introspezione e interiorizzazione. Il risultato delle 24 opere esposte a Bondo fino a domenica 1 febbraio 2015, è una mostra intimamente riflessiva, che rivendica il concetto di periferia, in quanto luogo in cui vive la tradizione, in cui gli artisti trovano spazio e sensibilità e che rimarca i legami tra territori limitrofi per favorire sinergie virtuose. Il Comune di Bondo è infatti un luogo di passaggio sulla via che congiunge Trento e Brescia, ed è attualmente governato da una amministrazione, guidata dal sindaco Giuseppe Bonenti, che crede fermamente nella realizzazione di progetti culturali per la promozione del territorio, come dimostra la proficua collaborazione con Mario Zanetti dello Studio d’Arte Zanetti, che prosegue con successo da quattro anni. Grazie alla tenacia e agli investimenti mirati sul territorio dello Studio Zanetti, l’Antica Chiesa di San Barnaba si è trasformata in un centro culturale riconosciuto a livello nazionale, portando sul territorio oltre 12.000 appassionati. Un dato davvero sorprendente se comparato con il numero dei residenti che ammonta a circa 700 persone.
sorto vicino alla chiesa votiva di San Sebastiano. Dopo il 1314 il palazzo divenne sede fissa del rappresentante vescovile e, nel corso del secolo, il principe vescovo lo adibì a propria residenza estiva. A partire dal XV secolo, gli episcopi trentini si dedicarono ad importanti lavori di ampliamento, trasformazione e abbellimento. Udalrico III di Frundsberg (1486-1493) portò l’edificio alle dimensioni attuali unendo, in un’unica struttura, i corpi di fabbrica realizzati nelle epoche precedenti. L’intensa attività di riorganizzazione edilizia trovò massima espressione per volontà di Bernardo Clesio (1514-1539) e del suo successore Cristoforo Madruzzo (1539-1567) tra il
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1537 e il 1540. Furono impegnati artisti di altissimo livello, chiamati dalla fabbrica del Castello del Buonconsiglio L’’organico programma di rinnovamento prevedeva la separazione degli spazi abitativi riservati al principe vescovo da quelli destinati al vicario. Al secondo piano venne ricavata un’ampia sala delle udienze, al pianterreno furono realizzate nuove prigioni. Ne risultò una delle più belle residenze rinascimentali di tutto il Trentino. All’inizio dell’Ottocento la fine del principato vescovile segnò l’abolizione del palazzo a carcere.
trentinomostre Nel 1850 l’edificio fu acquistato dalla Magnifica Comunità Generale di Fiemme che, nel corso del Novecento, promosse diverse campagne di restauro per il recupero del monumento. Dopo l’ultimo intervento, conclusosi nel 2009, il palazzo è stato destinato a Museo-Pinacoteca ed è attualmente il polo culturale di riferimento per gli abitanti della valle. Di grande interesse lo straordinario ciclo di affreschi rinascimentali realizzati, con ogni probabilità, da Marcello Fogolino e la straordinaria collezione di quadri dipinti dai grandi artisti della Scuola Pittorica di Fiemme. All’interno del Palazzo si trova la Pinacoteca della Magnifica Comunità Generale di Fiemme. Il percorso si apre con i documenti più importanti della Comunità di Fiemme, originali e copie antiche dei primi statuti di valle,
ARCO Mercati MERCATINO DI NATALE AD ARCO Apertura: fino a martedì 6 gennaio 2015. Centro storico. Quasi 40 casette negli angoli più suggestivi del centro con mille idee regalo per il Natale. Ingresso gratuito. Info: www.gardatrentino.it. Ore 10-19.
BONDO Mostre INTERNI - BRUNO LUCCHI PAOLO PETRÒ Apertura: da sabato 20 dicembre 2014 a domenica 1 febbraio 2015. Antica Chiesa di San Barnaba. Da un’idea di Mario Zanetti, testo critico di Gabriele Lorenzoni; evento culturale prodotto da Studio d’Arte Zanetti. Info e orari su: www.zanettiarte.com; Tel. 0365.902009; info@zanettiarte.com.
CORTINA D’AMPEZZO
esposti accanto a documenti minori di vita familiare e ad attrezzi di un tempo. Si possono ammirare numerose tele della Scuola Pittorica della valle. Presso il museo è conservata la pergamena del “Privilegio Enriciano”, con la quale il principe vescovo Enrico III confermò i diritti e l’autonomia alla Comunità. Sulla facciata affrescata, inoltre, è ben visibile l’antico stemma della comunità – sei fasce bianche sormontate da una croce – concesso nel 1588 dal vescovo Lodovico Madruzzo. Inoltre, fino al 6 gennaio, le sale accolgono appuntamenti per tutti: mostre temporanee come Fiemme
e la
Grande Guerra. Una Comunità a sostegno dei
deboli e l’esposizione Pieve: il tesoro ritrovato, ovvero un viaggio nella storia e nell’arte dell’antica Pieve di Cavalese – e di tutta la valle di Fiemme – recentemente restaurata. Il tutto mescolato con attività per le famiglie, storie incantate, concerti, visite guidate in musica o tematiche, conferenze, ecc. Info: 0462 340812/0462 340365, www.palazzomagnifica. eu, ingresso euro 4 adulti. Aperto venerdì, sabato e domenica nei week end dal 5 dicembre 2014 al 5 aprile 2015, tutti i giorni dal 27 dicembre 2014 all’11 gennaio 2015. Aperture straordinarie lunedì 8 dicembre 2014 e lunedì 6 aprile 2015.
Mostre MASTRO 7 - SETTIMO TAMANINI Apertura: da lunedì 22 dicembre 2014 a domenica 15 febbraio 2015. c/o Grand Hotel Miramont Majestic, in loc. Pezie 103. Mostra personale dedicata al nostro artista Settimo Tamanini, per ammirare le opere delle Grandi Madri e i Frammenti di Icone in rame soffiato naturale. Info: www.mastro7.it.
LAVARONE Mostre NO WAR 1915-2015 Apertura: da giovedì 1 a martedì 6 gennaio. Sala comunale. Espongono: Annamaria Adessi, Giacomo Jah Bettega, Sabrina Broll, Claudio Cavalieri, Rita Demattio, Marianna Merler, Christian Molin, Pierluigi Negriolli, Marco Nones, Paolo Ober, Gianpaolo Osele, Aldo Pallaro, Roberto Piazza, Gentile Polo, Arnaldo Roncher, Paul Sark e Roberta Zanghellini. Orario: ore 16-19.
LEVICO TERME Mercati MERCATINI DI NATALE Apertura: da sabato 22 novembre 2014 a martedì 6 gennaio 2015. Tutti i weekend e periodo natalizio. Nella cornice unica del Parco Secolare degli Asburgo a Levico Terme, tornano i Mercatini di Natale più suggestivi del Trentino. Programma completo su: www. visit-levico.it. Info: APT Valsugana - Ufficio di Levico Terme, Tel. 0461.727700, info@visitvalsugana.it.
MATTARELLO Mostre PRESEPI EN CONTRADA Apertura: da mercoledì 10 dicembre 2014 a martedì 6 gennaio 2015. Allestimento di un percorso natalizio con esposizione al pubblico di presepi classici e tradizionali. Info: Tel. 0461.889860; circoscrizione_mattarello@comune.trento.it.
PERGINE VALSUGANA Mercati MERCATINI DI NATALE Apertura: fino a martedì 6 gennaio 2015. Tutti i weekend e periodo natalizio. La magia dei mercatini di Natale nel centro storico di Pergine Valsugana, con bancarelle, musica, colori e tutta l’atmosfera del Natale. Programma completo su: www.ilvillaggiodellemeraviglie.com. Info: APT Valsugana - Ufficio di Pergine Valsugana, Tel. 0461.727760, pergine@visitvalsugana.it.
PIEDICASTELLO Mostre LA GRANDE GUERRA SUL GRANDE SCHERMO Apertura: da lunedì 28 luglio 2014 a domenica 14 giugno 2015. Le Gallerie. Due gallerie, una bianca e una nera, due tunnel stradali in disuso. Una superficie di oltre 6.000 metri quadrati diventata sede espositiva originale e suggestiva gestita dalla Fondazione Museo storico del Trentino. Info: www.museostorico.it. Mostre A COLPI DI MATITA Apertura: da sabato 19 dicembre a giovedì 15 gennaio. Le Gallerie. La Grande Guerra raccontata nella caricatura. Orario: da martedì a domenica 9-18 (chiuso lunedì 1° gennaio). Ingresso libero. Info: fondazione.museostorico.it; Tel. 0461.230482; info@museostorico.it.
PREDAZZO Mostre 1864-2014 CENTOCINQUANTA: LA NASCITA DELL’ALPINISMO IN TRENTINO Apertura: da martedì 16 dicembre 2014 a domenica 15 febbraio 2015. Museo geologico delle Dolomiti. Mostra curata da Marco Benedetti, Roberto Bombarda, Riccardo Decarli e Fabrizio Torchio. Orario: dal martedì al sabato (ore 10-12.30 e 16-19); aperto anche domenica 04/01.
RIVA DEL GARDA Fiere EXPO RIVA SCHUH Apertura: da sabato 10 a martedì 13 gennaio. Quartiere fieristico, Loc. Baltera. Il più importante
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FOR ME, ABSTRACTION IS REAL!
LA MOSTRA ALLA GALLERIA BOCCANERA DI TRENTO, FINO AL 31 MARZO
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ella molteplicità di atteggiamenti e strategie artistici rappresentati da giovani pittori polacchi (nati negli anni 80.), di cui non c’è niente peròche diventi principale e meriti di essere chiamato “una corrente” o nemmeno “una moda”, presentiamo quello che ci sembra fresco e sembra che abbia un potenziale massimo ossia l’aspirazione alla semplicità. La narrazione della mostra guiderà lo spettatore partendo dalle opere in cui è visibile un’aspirazione alla semplicità e geometrizzazione, attraverso astrazione coloristica, fino al minimalismo radicale e allarinuncia completa alla tela. Il punto di partenza sono le tele di Cezary Poniatowski (nato nel 1987) – grafiche, in bianco e nero, sulle quali appaiono figure umane, facce, nature morte con piante e la tipografia, tutto questo però prende la forma di monocromatici aple, macchie, linee, contorni, e diventa un’astrazione geometrica, nella quale solo dopo un attimo si scoprono nascosti classici soggetti pittorici, ispirazioni romantiche o addirittura senso dell’umorismo. Un percorso simile sta seguendo Justyna Kisielewska (nata nel 1986) che fila le proprie storie dipingendo con il bianco sulla tela coperta d’imprimitura dello stesso colore. Tomasz Kowalski (nato nel 1984) trasforma le sue pitture in forme spaziali e grafiche, usando tecniche ormai dimenticate della metaloplastica. L’arte di Tomasz Baran (nato nel 1985)è caratterizzata da un minimalismo radicale, attenzione di un colorista nonché dalle crepature, distorsioni e deformazioni realizzate attraverso un gioco con i telai. Un passo ancora in avanti fa Piotr Łakomy (nato nel 1983) il quale abbandona completamente la classica tecnica pittorica. L’artista utilizza nelle sue opere oggetti di uso quotidiano, le loro parti, i visceri, i materiali e le sostanze. Lo spazio dello spettatore viene creato anche da Alicja Bielawska (nata nel 1980) attraverso i suoi “esercizi sulla corda”. Sottili e colorite sculture che assomigliano le scalette da parco giochi, si richiamano alletradizioni modernistiche e fanno venire in mente l’attenzione dei funzionalisti per il colore e il materiale. Al fine di creare un’opera “site specific” abbiamo invitato Katarzyna Przezwalska (nata nel 1984) per la quale il colore è diventato uno strumento artistico di base.
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salone internazionale dedicato al settore delle calzature. Info: www. gardatrentino.it.
ROVERETO Mostre ALVARO SIZA - INSIDE THE UMAN BEING Apertura: da venerdì 4 luglio 2014 a domenica 8 febbraio 2015. Mart. La mostra è a cura di Roberto Cremascoli, con la partecipazione di Álvaro Siza e di Chiara Porcu, responsabile da oltre vent’anni dell’Archivio dell’architetto portoghese, e con il progetto di allestimento firmato dallo studio Cremascoli, Okumura, Rodrigues Arquitectos. Il percorso espositivo racconta l’itinerario artistico e professionale dell’architetto a partire dalle vicende storiche del suo paese, il Portogallo uscito da un lungo periodo di dittatura. Info: Mart Rovereto Tel. 0464.438887; www. mart.trento.it/alvarosiza. Mostre SCENARIO DI TERRA Apertura: da venerdì 4 luglio 2014 a domenica 8 febbraio 2015. Mart. Scenario di terra è il nuovo progetto che il Mart dedica al paesaggio, inteso come uno dei luoghi d’elezione dell’esperienza umana. Sviluppata dai curatori del Museo, l’esposizione poggia su un nucleo di opere provenienti dalla collezione permanente e su una selezione di materiali dai fondi archivistici del Mart, completati da prestiti e produzioni inedite. Info: Mart Rovereto Tel. 0464.438887; www.mart. trento.it/scenarioditerra. Mostre LA GUERRA CHE VERRÀ NON È LA PRIMA. GRANDE GUERRA 1914-2014 Apertura: da sabato 4 ottobre 2014 a domenica 20 settembre 2015. Mart. Commemorazione del centenario della Prima guerra mondiale, in collaborazione con importanti istituzioni culturali nazionali, costituisce la colonna portante di un grande progetto Mart/Grande guerra 1914-2014 che si sviluppa nelle tre sedi del Museo e si completa con un programma collaterale di eventi, incontri, convegni, appuntamenti. Info: Mart Rovereto www.mart.trento.it/guerra. Mostre CALPESTARE LA GUERRA Apertura: da sabato 11 ottobre 2014 a domenica 1 marzo 2015. Casa Depero. Inserito nell’ampio programma culturale Mart/Grande guerra 1914-2014 ideato per il Centenario della prima guerra mondiale, il progetto espositivo è a cura di Nicoletta Boschiero e Edoardo Marino e presenta parte di una delle maggiori collezioni d’Europa di tappeti di guerra. Info: Mart Rovereto www.mart.trento. it/calpestarelaguerra.
TESERO Mercati TESERO E I SUOI PRESEPI Apertura: da domenica 7 dicembre 2014 a domenica 11 gennaio 2015. Il percorso è dislocato nell’intero centro storico, alla riscoperta di luoghi affascinanti e suggestioni architettoniche uniche per la loro peculiarità e conservazione. Le case costruite a ridosso l’una dell’altra, gli archi e le volte, le strette viuzze, i pertugi e i cortili delle case, le stalle e le cantine sembrano essere parte di un unico grande presepio. Info: ApT Val di Fiemme, Tel. 0462.241111, info@visitfiemme.it, www.visitfiemme.it.
TRENTO Mostre STREET ART SOSTENIBILE Apertura: da sabato 22 novembre 2014 a martedì 6 gennaio 2015. Dieci opere d’arte compariranno sulle strade che collegano le settanta casette natalizie di piazza Fiera e le venti nuove casette di piazza Battisti. Il percorso artistico, curato dal Collettivo RespirArt e dal Collettivo Argemo, invita a scoprire i nuovi spazi del 21° Mercatino di Natale. Info: www.respirart.com. Mostre I TRENTINI NELLA GUERRA EUROPEA 1914-1920 Apertura: fino a domenica 30 dicembre 2018. Le Gallerie, Piedicastello. Una mostra che racconta il dramma dei trentini nel corso del primo conflitto mondiale. Orario: da martedì a domenica ore 9.0018.00 (lunedì chiuso). Ingresso libero. Info: www.fondazione.museostorico.it. Mostre CLINKERMOTEL, EX-ITALCEMENTI UN’ARCHEOLOGIA DEL CONTEMPORANEO Apertura: fino a domenica 11 gennaio 2015. SASS, Spazio archeologico sotterraneo del Sas, piazza Cesare Battisti. Mostra fotografica di Pierluigi Cattani Faggion a cura di Layla Betti. Orario: da martedì a domenica 9-13 e 14-17.30. Info: www.trentinocultura.net/archeologia.asp; Tel. 0461.492182; uff. beniarcheologici@provincia.tn.it. Mostre ARTE TIMBRICA - ALDO PANCHERI Apertura: fino a martedì 6 gennaio 2015. c/o Grand Hotel Trento - Via Vittorio Alfieri, 1. Mostra personale. Info: Tel. 0461.271000. Mostre AFTERIMAGE RAPPRESENTAZIONI DEL CONFLITTO Apertura: da sabato 25 ottobre 2014 a domenica 1 febbraio 2015. Galleria Civica. La mostra si inserisce in Mart /Grande guerra
trentinomostre 2014, l’ampio programma culturale ideato dal Mart in occasione del Centenario della Prima guerra mondiale che si sviluppa a Rovereto, in Museo e a Casa Depero, e a Trento negli spazi della Galleria Civica. A cura di Valeria Mancinelli, Chiara Nuzzi, Stefania Rispoli la mostra si misura con la relazione esistente tra immagini e conflitto nell’epoca contemporanea. Info: www.mart.trento.it/afterinage. Mostre NEL SEGNO DEL CAVALLINO RAMPANTE - FRANCESCO BARACCA TRA MITO E STORIA Apertura: da sabato 25 ottobre 2014 a domenica 12 aprile 2015. Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni, via Lidorno 3. Una mostra per raccontare la figura del maggiore Asso della caccia italiana durante la Prima guerra mondiale e la storia del cavallino rampante, recentemente riconosciuto come il simbolo italiano più famoso al mondo. Orario: dal martedì al venerdì 10-13 e 14-18; sabato, domenica e festivi 10-18. Info: www.museocaproni.it; Tel. 0461.944888; museo.caproni@muse.it. Mostre OLTRE IL LIMITE. VIAGGIO AI CONFINI DELLA CONOSCENZA Apertura: fino a domenica 14 giugno 2015. Muse. Corso del lavoro e della scienza. Mostra dedicata al tema del limite. Grazie ad exhibit interattivi, allestimenti, video ed esperienze multimediali i visitatori potranno avventurarsi alla scoperta dell’universo e dei suoi misteri. Tra i temi trattati, il big bang, l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, le relazioni tra energia e materia, l’antimateria, i limiti della mente e della tecnologia scientifica e la natura del tempo. Info: www.muse.it. Mostre VLAD NANC - THAT ‘70S SHOW Apertura: da venerdì 14 novembre 2014 a sabato 10 gennaio 2015. Galleria Boccanera via Milano 128/130. La mostra sarà incentrata sul processo di assorbimento a lungo termine di cianfrusaglie, arredi, interior design, testi e materiali di propaganda degli Anni ‘70. Il titolo della mostra, That ‘70s Show, preso in prestito dall’omonima sitcom americana, mostrerà questo incontro senza precedenti tra l’Arte povera e i vistosi ornamenti e sfarzi degli Anni ‘70 o, ancora meglio, tra ostalgia e nostalgia. Orario: dal martedì al sabato 10 - 19 o su appuntamento. Info: www.arteboccanera.com; info@arteboccanera.com; tel. 0461.984206; cell. 340.5747013.
Mostre VLAD NANC, THAT ‘70S SHOW Apertura: da sabato 15 novembre 2014 a sabato 10 gennaio 2015. Via Milano, 128/130. Prima mostra personale italiana dell’artista rumeno Vlad Nanc . La mostra sarà incentrata sul processo di assorbimento a lungo termine di cianfrusaglie, arredi, interior design, testi e materiali di propaganda degli Anni ‘70. Il titolo della mostra, That ‘70s Show, preso in prestito dall’omonima sitcom americana, mostrerà questo incontro senza precedenti tra l’Arte povera e i vistosi ornamenti e sfarzi degli Anni ‘70 o, ancora meglio, tra ostalgia e nostalgia. Info: www.arteboccanera.com. Mostre OLTRE LA MONTAGNA ARTE, CUCINA E VINO Apertura: da martedì 18 novembre 2014 a martedì 6 gennaio 2015. Via Malpaga, 20. Mostra di Annamaria Gelmi a cura di Katia Fortarel. Info: Tel. 0461.1822401; moki.trento@gmail.com. Mostre RITORNO A CASA. OPERE RITROVATE DELLA COLLEZIONE THUN Apertura: da sabato 22 novembre 2014 a domenica 1 febbraio 2015. Palazzo Thun - Cappella Vantini, Via delle Orne, 1. La mostra presenterà - oltre a vari ritratti di famiglia ottocenteschi (Matteo Thun, Raimondina Thurn, Carolina d’Arsio, Violante Martinengo Cesaresco) dipinti da Ludovico Lipparini, Giovanni Pock e Ferdinando Bassi e al prezioso busto marmoreo di Raimondina Thurn scolpito da Luigi Ferrari. Info: info@discovertrento.it. Mostre ACQUISIZIONI PER L’OTTOCENTO Apertura: da sabato 22 novembre 2014 a domenica 1 febbraio 2015. Torre Vanga - Piazza della Portela, 1. Nel percorso espositivo si potranno ammirare ad esempio alcune limpide Vedute di Trento del pittore veronese Giuseppe Canella, commissionate nel 1835 dal conte Malfatti, in un confronto inedito e suggestivo con la veduta della città esemplarmente presentata da una rara carta da parati; il gusto dell’epoca si riflette anche nei salotti di casa Crivelli, che in mostra ripropongono le atmosfere di un’antica dimora signorile perginese. Orario: ore 10-18. Ingresso libero. Chiuso il lunedì, Natale e Capodanno. Info: info@discovertrento.it. Mostre IL LEGNO IN GIOCO - ANTICHI GIOCATTOLI SOTTO L’ALBERO DAL XVIII AL XX SECOLO Apertura: da sabato 22 novembre 2014 a domenica 4 gennaio 2015. Sala Thun di Torre Mirana, via Be-
lenzani 3. L’esposizione intende ricreare l’atmosfera familiare del Natale quando con trepidazione dei bambini si svolgeva il rito della scoperta del giocattolo. Orario: 10-18, chiuso tutti i lunedì tranne l’8 dicembre; chiuso inoltre a Natale e Capodanno. Mostre RED MOUNTAIN MINJUNG KIM Apertura: da giovedì 11 dicembre 2014 a domenica 1 marzo 2015. Mostra personale dell’artista coreana Minjung Kim. Info: Studio d’Arte Raffaelli - Palazzo Wolkenstein Tel. T. 0461.982595; studioraffaelli@tin.it, www.studioraffaelli.com. Mostre IMPRESSING LIGHTS MICHELE PARISI Apertura: da venerdì 12 dicembre 2014 a sabato 31 gennaio 2015. c/o Paolo Maria Deanesi Gallery. Mostra personale. Oltre a una decina di opere pittoriche su carta velina, viene proposta un’installazione site-specific, pensata appositamente per gli spazi della galleria. Quattro camere ottiche puntate verso il soffitto, catturano ognuna un particolare dell’antico affresco presente sul soffitto. Attraverso uno specchio posto a 45 gradi ne proiettano poi un dettaglio in versione amplificata e rovesciata. Il visitatore può dunque addentrarsi come un voyeur sotto il telo nero posto in prossimità delle piccole camere, e assistere alla genesi dell’immagine. Info: www.paolomariadeanesi.it; gallery@paolomariadeanesi.it; Tel. 348.2330764. Mostre DONI PREZIOSI - OPERE E IMMAGINI DALLE COLLEZIONI MUSEALI Apertura: da sabato 13 dicembre 2014 a domenica 22 marzo 2015. Castello del Buonconsiglio. L’esposizione presenterà un’articolata selezione di preziose opere d’arte provenienti dalle collezioni museali del Castello del Buonconsiglio, accomunate da un comune filo conduttore: il dono nell’arte. In questa mostra, allestita nelle sale del Castello del Buonconsiglio, il dono viene visto come chiave di lettura della società che ne ha fatto espressione di affetti privati o strumento dei più delicati rapporti diplomatici. Orario 9.30-17, chiuso il lunedì, il 15 dicembre 2014 e l’1 gennaio 2015. Info: www.buonconsiglio.it. Mostre L’ORA BLU - DIEGO MAZZONELLI Apertura: da sabato 13 dicembre 2014 a venerdì 23 gennaio 2015. Via Malpaga - piazzetta del Sas. Mostra personale. Orario: da lunedì a sabato 17-19; domenica ore 10-12/17-19.
Mostre TEMPO DI LUPI LA STORIA DI UN RITORNO Apertura: da sabato 20 dicembre 2014 a domenica 1 marzo 2015. MUSE, Museo delle Scienze, Corso del Lavoro e della Scienza 3. Orario: da martedì a venerdì 10-18, sabato, domenica e festivi 10-19. Info: www.muse.it; Tel. 0461.270311; museinfo@muse.it. Mostre REMO WOLF, DIPINTI ED INCISIONI Apertura: da giovedì 1 a sabato 10 gennaio. PalazzoTrentini, via Manci 27. In quasi duecento opere, una panoramica esauriente ed affascinante sul lungo e fertile arco della produzione artistica di Remo Wolf, che dipinse e incise dal 1929 al 2002. Orario: dal lunedì al venerdì 10-18; sabato 10-12. Ingresso libero. Info: Tel. 0461.213111. Mostre ARTE CUCINA SOLIDARIETA Apertura: da giovedì 1 gennaio a martedì 31 marzo. c/o Ristorante San Marco - Parco S. Marco. Mostra dell’Artista Annamaria Rossi Zen. Mostre FOR ME, ABSTRACTION IS REAL! Apertura: da sabato 17 gennaio a martedì 31 marzo. Boccanera Gallery. Mostra a cura di Katarzyna Ko odziej, Magdalena Komornicka. Artisti coinvolti: Tomasz Baran, Alicja Bielawska, Justyna Kisielewska, Tomasz Kowalski, Piotr akomy, Cezary Poniatowski,Katarzyna Przezwa ska. Info: www.arteboccanera.com. Mostre HELMUT PIZZININI Apertura: da sabato 19 dicembre a sabato 31 gennaio. c/o Le Albere. Mostra personale. nfo: Cell. 338.5865987. Fiere IDEE SPOSI Apertura: 16-17-18 gennaio 2015. Quartiere espositivo Trento Fiere - Via Briamasco, 2. Tutto quello che cerchi per il matrimonio, la cerimonia e... la grande affidabilità dedlellele aziende che espongono. Orari: ven. 16-19; sabaeto e domenica ore 10-19. Info: www. ideesposi.eu
VARENA Mercati VARENA COME BETLEMME Apertura: da domenica 14 dicembre 2014 a domenica 18 gennaio 2015. il paese di Varena si trasforma in una piccola Betlemme con un grande presepio illuminato la sera. Un chilometro di sentieri conduce alla scoperta di novanta personaggi, alti un metro, e un centinaio animali. Info: ApT Val di Fiemme, Tel. 0462.241111, info@visitfiemme.it, www.visitfiemme.it.
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GRANDI NOMI DEL TEATRO E DEL CINEMA ITALIANO
C
omincia un nuovo anno ed il teatro la fa da padrone con tanti spettacoli e nomi di assoluto rilievo del panorama nazionale. “Aspettando Godot” di
Samuel Beckett apre il sipario sul nuovo anno al Sociale di Trento. Dall’8 all’11 gennaio Antonio
Salines è il
protagonista di questa icona del teatro dell’Assurdo. Il 15
gennaio al Teatro Zandonai di Rovereto, Alessandro
Bergonzoni propone “Nessi” ovvero un monologo sulle connessioni che servono per collegarsi ad altre vite, non necessariamente umane. A Rovereto il 19 e 20 gennaio il Gruppo Danny Rose propone “Servo per due” tratto da “Il servitore dei due padroni” di Goldoni. Regia ed interpretazione di Pierfrancesco
Favino.
Da venerdì 16 a domenica 18 gennaio all’Auditorium di Trento è di scena il musical “Cinecittà”, uno spettacolo
scritto ed interpretato da Christian De Sica che narra storie di vita vissuta e di figure nascoste dietro le quinte della scintillante città del cinema. La cantante Mariella
Nava,
grazie alla collaborazione con il Gruppo Musicale Artegiovane
E LASSÙ SULLA MONTAGNA…
OLTRE AL BEL CAPRIN E AL LUPO DALLA FACCIA NERA NERA, ARRIVA ANCHE ARTE TIMBRICA
A
ldo Pancheri, propone nuovamente Arte Timbrica, ideata nel 2013, con tre esposizioni personali attualmente in corso: quella presso il Grand Hotel Trento, inaugurata lo scorso ottobre, che si protrarrà fino al 15 gennaio, in cui molte delle opere appartengono ad Arte Timbrica. In tutti gli altri lavori, che ripercorrono il lungo percorso dell’artista, alcuni anche di grandi dimensioni, non è difficile cogliere l’aspetto segnico che ora si concreta in questo nuovo modo espressivo. Da inizio dicembre altre due esposizioni si svolgono in due sedi turistiche di alta montagna, presso l’Hotel Le Blanc sul Monte Bondone e l’Hotel Corona Dolomites ad Andalo e proseguiranno ancora per molti mesi. Una prima esposizione di Arte Timbrica su carta si è già svolta a Rovereto lo scorso maggio, presso la Biblioteca Civica G. Tartarotti, per poi approdare a Torre Mirana a Trento, con la partecipazione di dodici artisti: Silvio Cattani, Sergio Dangelo, Annamaria Gelmi, Rudolf Haas, Lome, Shuhei Matsuyama, Aldo Pancheri, Lucia Pescador, Paolo Tomio, Silvia Turri, Walter Valentini, Paola Zimmitti. A mio parere c’è qualcosa nell’arte timbrica che sembra voler fermare il tempo e rinnovare il desiderio di bellezza che in buona parte era la caratteristica dell’arte prima delle avanguardie storiche. Come dichiarava Rosenberg, l’opera d’arte nella nostra epoca è determinata da una metà di parole e da una metà di materia. Se al presente il tempo sembra determinato dalle migliaia di parole, immagini e messaggi che si accavallano continuamente, è davvero difficile che un’opera d’arte rimanga nella nostra memoria. (Anna Menna)
di Tione ha scelto il Trentino per l’allestimento ed il debutto del suo nuovo concerto – spettacolo “Auguri al Mondo”. Dopo le prove che si sono svolte all’Auditorium di Tione a metà dicembre lo spettacolo debutterà nella stessa location il 2 gennaio per poi essere proposto ad Andalo il 3 gennaio presso il Centro Congressi ed a Aldeno il 5 gennaio al Teatro Comunale.
Mazzeo e giunta oggi alla sua XXXII edizione; Primo evento
in cartellone quello di domenica 11 con “La Traviata 2.0” ovvero “Cronaca di tempi corrotti e calamitosi”. Il monologo di Pino Loperfido.
Per la danza, il nuovo anno al teatro comunale di Pergine potremo assistere il 3 gennaio, ma con replica al teatro San
C’è anche una tappa a Trento, quella di venerdì 30 gennaio
Pietro di Mezzolombardo il 23 e al teatro comunale di Tesero
all’Auditorium S. Chiara, fra quelle del “Tùur Teatràal” di
il 24, sempre di gennaio, allo spettacolo Bolero eseguito dalla
Davide Van De Sfroos.
compagnia sanremese Ariston Proballet. Il 17 gennaio, al
Si ripropone anche quest’anno, dall’11 gennaio all’8 marzo,
Palafiemme di Cavalese andrà in scena lo spettacolo Passion
la rassegna “I concerti della domenica” creata da Giuseppe
tango con la compagnia Naturalis Labor.
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trentinoappuntamenti 1 GIOVEDÌ Danza MAGIC SHADOWS Trento. Ore 18. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. “Magic shadows”, la danza delle ombre che affascina e commuove, è proposto dalla Compagnia Catapult che, reduce dal successo di America’s Got Talent del 2013, arriva in Italia con il suo show mozzafiato di ombre danzanti. Info: www. centrosantachiara.it; n. verde 800.013952. Famiglia CAPODANNO DEI BAMBINI Trento. Dalle ore 14 alle ore 17. Piazza Dante. Animazione musicale, strutture gonfiabili, bolle di sapone, sculture di palloncini, distribuzione di cioccolata calda e tè ed intrattenimenti vari per festeggiare tutti insieme il nuovo anno. Tradizione TUFFO DI CAPODANNO Riva del Garda. ore 11-12. Piazza III Novembre. Uno degli appuntamenti più attesi di Capodanno per i più temerari. Info: www.gardatrentino.it. Tradizione MERCATINO DI NATALE Trento. Piazza Fiera e Piazza Cesare Battisti. Nelle tipiche casette in legno, addobbate a tema, gli espositori offrono l’eccellenza della loro produzione artigianale e artistica per suggerire un piccolo dono da regalare o, perché no, da regalarsi. Orario: tutti i giorni 10.00-19.30 Natale: chiuso 1.01.2015: dalle 13.00 alle 19.30. Apertura fino a martedì 6 gennaio 2015. Info: www.trentofiere.com; Tel. 0461.230264; info@ mercatinodinatale.tn.it.
2 VENERDÌ Musica MARIELLA NAVA IN CONCERTO Tione diTrento. Auditorium. Info: www.mariellanava.it. Musica CANTA DELLA STELLA Grauno. Ore 20. Chiesa. Il Coro La Valle, con i suggestivi costumi natalizi, esegue antiche laude risalenti al XVII secolo e recita il racconto della Natività. Info: Ottavio Bazzanella Cell. 333.9856590, www.corolavalle.com. Musica ALTROCHENATALE Prada. Ore 20. Centro Civico. Ensemble Fantafisa guidata da Marco Zanfei. Info: segreteria@ operaprima.org. Per i più piccoli EL PAÉS DEI PRESEPI: BIMBI CHE LEGGONO IL NATALE Baselga di Piné. Ore 15-16. Centro di Miola. All’interno de El Paés dei Presepi letture e racconti di fiabe natalizie con Germano Povoli.
Partecipazione gratuita. Info: A.p.T. Tel. 0461.557028.
3 SABATO Famiglia LA SCIENZA CON BABBO NATALE Trento. Dalle ore 10 alle 19. Museo delle Scienze. Babbo Natale si aggira nelle sale del Museo fra demonstration e science show. Info: museinfo@muse.it.
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Musica MARIELLA NAVA IN CONCERTO Andalo. Centro Congressi. Info: www.mariellanava.it. Musica EL PAÉS DEI PRESEPI: GRUPPO BANDISTICO FOLK PINETANO Baselga di Piné. Ore 16. Piazza San Rocco a Miola. All’interno de El Paés dei Presepi concerto del Gruppo Bandistico Folk Pinetano. Info: A.p.T. Tel. 0461.557028. Musica NATALE IN ARMONIA Civezzano. Ore 20.30. Chiesa di Santa Maria Assunta. All’interno della 18^ edizione della rassegna Natale in Armonia concerto del Coro Costalta, de’ I musici Cantori e della Banda Sociale di Civezzano. Ingresso libero. Info: A.p.T. Tel. 0461.557028. Musica CORO S. ISIDORO DI MARTIGNANO Trento. Ore 17. Piazza Dante. Nel centro storico della città, durante i fine settimana, ci si può emozionare con la musica dei Concerti itineranti che accompagnano cittadini e turisti con un ampio repertorio che rende ancora più suggestiva l’atmosfera del Natale. Info: www.discovertrento.it; Tel. 0461.216000. Musica GRUPPO PRIMAVERA CORO CASTEL SEZIONE SAT DI ARCO Trento. Ore 15.30. Piazza Dante. In un magico bosco incantato i Cori Voci Bianche allietano i pomeriggi del sabato, e non solo, con le dolci melodie del Natale. Info: www.discovertrento.it; Tel. 0461.216000. Musica ENSEMBLE ZANDONAI Mezzolombardo. Ore 21. Chiesa parrocchiale. Concerto spirituale per Coro e Orchestra d’archi. Ingresso libero. Teatro REPARTO PATERNITÀ Rallo. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Ray Cooney - trad. di Mari Teresa Petruzzi con la Filo “S. Martino” di Fornace. Per la rassegna teatrale “Teatrallo”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.
TRENTO – Loc. Mattarello – T. 0461.944545 www.adigehotel.it
Teatro BARUFE IN FAMEGIA Valforiana. Ore 20.30. Teatro Comunale Valfloriana di Casatta. Spettacolo di Giacinto Gallina con il Compagnia di Lizzana. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi L’OMINO DELLA PIOGGIA Fiera di Primiero. Ore 17. Teatro di Pieve. Spettacolo di e con Michele Cafaggi musiche originali Davide Baldi. Info: www.labottegadellarte.eu. Teatro ragazzi ROSASPINA Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti, via Santa Croce 67. Spettacolo di Simona Gambaro con Simona Gambaro e Massimiliano Caretta. Regia Antonio Tancredi. Età: a partire dai 5 anni. Info: www. centrosantachiara.it; n. verde 800.013952.
4 DOMENICA Cultura VISITA GUIDATA GRATUITA ALLE COLLEZIONI DEL MUSEO DIOCESANO TRIDENTINO Trento. Ore 16. Le opere esposte nelle sale del Museo Diocesano Tridentino raccontano moltissime storie: le storie degli artisti che le hanno create, dei committenti, dei luoghi da dove provengono e dei grandi eventi della storia. La visita guidata alle collezioni del museo è un’occasione da non perdere per conoscere queste storie e osservare splendidi esempi della ricca produzione artistica locale tra il XIII e il XIX secolo. L’appuntamento è fissato per le ore 16.00 presso la biglietteria del Museo Diocesano. La partecipazione è libera, gratuita e non necessita di prenotazione. Ricordiamo inoltre che in occasione della prima domenica del mese l’ingresso al museo sarà gratuito per l’intera giornata. Orario di apertura: 10--13/ 14-18. Info: Tel. 0461.234419; info@museodioce-
sanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it. Famiglia IL PIFFERAIO MAGICO. FIABA MUSICALE PER GRANDI E PICCINI Brentonico. Ore 20.30. Sala della Cooperazione. I Flauti in vacanza: Elisa Vareschi, Monica Modena, Francesca Lombardi, Luca Sozio. Info: segreteria@operaprima.org. Famiglia LA SCIENZA CON BABBO NATALE Trento. Dalle ore 10 alle 19. Museo delle Scienze. Babbo Natale si aggira nelle sale del Museo fra demonstration e science show. Info: museinfo@muse.it. Musica CANTA DELLA STELLA Sover. Ore 20. Chiesa e centro storico di Montesover. Il Coro La Valle, con i suggestivi costumi natalizi, esegue antiche laude risalenti al XVII secolo e recita il racconto della Natività. Info: Ottavio Bazzanella Cell. 333.9856590, www.corolavalle.com. Musica EL PAÉS DEI PRESEPI: CORO LA VALLE Baselga di Piné. Ore 16. Piazza San Rocco a Miola. All’interno de El Paés dei Presepi concerto del Coro La Valle. Info: A.p.T. Tel. 0461.557028. Musica CORO FRANZ SCHUBERT Trento. Ore 17. Piazza Dante. Nel centro storico della città, durante i fine settimana, ci si può emozionare con la musica dei Concerti itineranti che accompagnano cittadini e turisti con un ampio repertorio che rende ancora più suggestiva l’atmosfera del Natale. Info: www.discovertrento.it; Tel. 0461.216000.
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trentinoappuntamenti Musica CORPO BANDISTICO DI MATTARELLO Trento. Ore 10.45. Piazza Dante. Nel centro storico della città, durante i fine settimana, ci si può emozionare con la musica dei Concerti itineranti che accompagnano cittadini e turisti con un ampio repertorio che rende ancora più suggestiva l’atmosfera del Natale. Info: www.discovertrento. it; Tel. 0461.216000. Musica ENSEMBLE ZANDONAI Segno di Taio. Ore 20.30. Chiesa di Torra. Concerto spirituale per Coro e Orchestra d’archi. Ingresso libero. Teatro ragazzi ROSASPINA Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti, via Santa Croce 67. Spettacolo di Simona Gambaro con Simona Gambaro e Massimiliano Caretta. Regia Antonio Tancredi. Età: a partire dai 5 anni. Info: www. centrosantachiara.it; n. verde 800.013952. Tradizione I PROCESSI ALLE STREGHE DI CAVALESE Cavalese. Un corteo storico, con 100 comparse in costume, rievoca “I processi alle Streghe”. Lungo le
vie del centro a Cavalese e al Parco della Pieve vengono ripercorsi i dolorosi avvenimenti che videro, all’alba del 500, alcune donne prima accusate e poi condannate per aver legato un patto con il demonio. Alle 20.00, davanti al Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme, si apre la rievocazione con l’uscita delle sventurate sulla “pubblica piazza”. Dopo la lettura dei capi d’accusa, un lungo e mesto corteo raggiunge il Banco de la Reson, dove viene celebrato il processo e dove si attende la tremenda sentenza. Conclude la manifestazione un grande rogo nel cuore del parco. Info: ApT Val di Fiemme, Tel. 0462.241111; info@visitfiemme.it; www.visitfiemme.it.
5 LUNEDÌ Musica MARIELLA NAVA IN CONCERTO Aldeno. Teatro Comunale. Info: www.mariellanava.it. Musica CANTA DELLA STELLA Sover. Ore 15 e 21. Vie del centro e portici di Piscine. Il Minicoro La Valle con i costumi dei Re Magi e la Stella rotante fa rivivere l’antica tradizione della “Stella”, con
l’esecuzione di antichi canti del XVII secolo lungo le vie, nei portici, negli avvolti e nelle case del paese. Info: Ottavio Bazzanella Cell. 333.9856590, www.corolavalle.com.
dei Presepi letture e racconti di fiabe natalizie con Germano Povoli. Partecipazione gratuita. Info: A.p.T. Tel. 0461.557028.
Musica EL PAÉS DEI PRESEPI: GRUPPO VOCALE VOCI NEL VENTO Baselga di Piné. Ore 16. Piazza San Rocco a Miola. All’interno de El Paés dei Presepi concerto del Gruppo Vocale Voci nel Vento di Verla di Giovo. Info: A.p.T. Tel. 0461.557028.
Musica AMICI E MINICORO Trento. Ore 15.30. Piazza Dante. Rassegna cori voci bianche. In un magico bosco incantato i Cori Voci Bianche allietano i pomeriggi del sabato, e non solo, con le dolci melodie del Natale. Info: www.discovertrento.it: Tel. 0461.216000.
Musica CONCERTO CORALE ALTRETERRE Trento. Ore 20.30. Badia di San Lorenzo. Concerto pro ADMO. Ingresso libero. Info: www.coralealtreterre.it. Musica ENSEMBLE ZANDONAI Malé. Ore 20.30. Chiesa parrocchiale. Concerto spirituale per Coro e Orchestra d’archi. Ingresso libero. Per i più piccoli EL PAÉS DEI PRESEPI: BIMBI CHE LEGGONO IL NATALE Baselga di Piné. Ore 15-16. Centro di Miola. All’interno de El Paés
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8 GIOVEDÌ Teatro ASPETTANDO GODOT Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Samuel Beckett con Antonio Salines, Luciano Virgilio, Edoardo Siravo e Enrico Bonavera. Regia di Maurizio Scaparro con il Teatro Carcano di Milano. Info: www. centrosantachiara.it, n. verde 800.013952.
9 VENERDÌ Teatro DON CHISCIOTTE Trento. Ore 21. Teatro Portland. Spettacolo da Miguel de Cervan-
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Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.30-18.30
LO SCHIACCIANOCI
DAVIDE VAN DE SFROOS
TEO TEOCOLI
ANDREA PUCCI
Uno dei balletti più amati di tutti i tempi. Un balletto per tutta la famiglia.
Davide Van De Sfroos è il più importante esponente del nuovo folk rock italiano, un traguardo raggiunto con vent’anni di affollatissimi concerti e con una manciata di dischi completamente al di fuori di ogni logica commerciale che hanno venduto, complessivamente, 350mila copie.
Forte della esperienza maturata da oltre 10 anni sui palchi più prestigiosi, l’Artista racchiude in “RESTYLING” oltre 50 anni di carriera, uno spettacolo che si articola tra cabaret, canzone, cinema, tv e teatro con una serie di personaggi e monologhi che Teo presenterà in teatro con qualche aggiornamento dettato dai tempi cambiati.
La comicità di Andrea Pucci è semplice e diretta, per questo piace ai più giovani ma anche ai nonni. C’E’ SOLO DA RIDERE… è la raccolta delle sue migliori proposte elaborate espressamente per esibizioni teatrali. Lo spettacolo, in atto unico, è concettualmente divisibili in tre parti: LA SOCIETÀ IN CUI VIVIAMO; VOI; IO. Oltre un’ora e mezza di puro divertimento senza pensieri, per una serata “leggera”.
TRENTO Auditorium S. Chiara 29 gennaio 2015 ore 21
TRENTO Auditorium S. Chiara 30 gennaio 2015 ore 21
TRENTO Auditorium S. Chiara 28 febbraio 2015 ore 21
TRENTO Auditorium S. Chiara 14 marzo 2015 ore 21
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trentinoappuntamenti tes - scritto, diretto e interpretato da Corrado d’Elia con la Compagnia “Teatro Libero. Per la rassegna teatrale “La bella stagione”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ASPETTANDO GODOT Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Samuel Beckett con Antonio Salines, Luciano Virgilio, Edoardo Siravo e Enrico Bonavera. Regia di Maurizio Scaparro con il Teatro Carcano di Milano. Info: www. centrosantachiara.it, n. verde 800.013952.
10 SABATO Teatro NELLO SPAZIO MA CHE STRAZIO Bedollo. Ore 20.30. Teatro Nuovo. Spettacolo tratto da “Nello spazio senza dazio” di Marcello Voltolini con la Compagnia “Filogamar” di Cognola. Per “Foie de Bedol” rassegna teatrale organizzata dal Comune di Bedollo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro FIRME IN CIELO Civezzano. Ore 20.45. Teatro “Luigi Pirandello”. Spettacolo tratto da Firme in Cielo viaggio tra i libri di vetta di Astrid Mazzola con la Fondazione Aida di Verona. Per la rassegna “Bruno Palaoro 21a edizione”.Info: Co.F.As.Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro SARÒ COME LA TATIANA Povo. Ore 21. Teatro “Concordia”. Spettacolo di Massimo Brusasco con la Compagnia “Strapaes” di S. Giacomo di Laives. Per la rassegna “Isidoro Trentin”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NO ‘L ME PIASS Sopramonte. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di e con l’Associazione Culturale “La Baraca” di Martignano. Per la rassegna teatrale a Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ME CUGNADA L’E’ ‘NA STAR Nave S. Rocco. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Domenico e Massimo Canzano - trad. dial. di Franco e Federica Kerschbaumer con la Filo “S. Gottardo” di Mezzocorona. Per la rassegna teatrale a Nave S. Rocco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro INSONNI DI UNA NOTTE... DI TERZA ETÀ Gardolo. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Gabriele Penner con l’Associazione Cul-
turale Teatrale “Libero Teatro” di Grumes. Per la rassegna teatrale “Alegra Ribalta”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro GHE FOME POSTO ... O FOME EL PESTO? Giustino. Ore 21. Teatro Comunale. Spettacolo tratto da “Un Natale al basilico” di Valerio di Piramo traduzione e adattam. di Claudio Rosa con la Filodrammatica “El Grotel” di Condino. Per la 17a rassegna teatrale “’nsema a far filò”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PENSIOM CHE REBALTOM Lasino. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Gloria Gabrielli con la Filodrammatica “La Scena” di Arco. Per la rassegna teatrale “Dilettando Insegna”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro EN VEDOF ALEGRO OlleValsugana. Ore 20.45. Teatro “San D. Savio”.Spettacolo di Moreno Burattini con la Filodrammatica “Toblino” di Sarche. Per la rassegna teatrale dialettale 2015. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro TERRA DI NESSUNO Nago. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Eraldo Baldini con T.I.M. - Teatro Instabile Meano. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro ASPETTANDO GODOT Trento. Ore 21. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Samuel Beckett con Antonio Salines, Luciano Virgilio, Edoardo Siravo e Enrico Bonavera. Regia di Maurizio Scaparro con il Teatro Carcano di Milano. Info: www. centrosantachiara.it, n. verde 800.013952. Tradizione PANAROTTA SU E ZO DE NOT! Panarotta . Gara scialpinistica in notturna, partenza ore 19.00. Info: APT Valsugana - Ufficio di Levico Terme, Tel. 0461 727700, info@ visitvalsugana.it.
11 DOMENICA Cultura VISITE GUIDATE ALLA TORRE DI PIAZZA Trento. Ore 11. La Torre di Piazza, detta anche Torre civica, è un monumento di grande valenza storica e identitaria che da secoli rappresenta un simbolo inconfondibile della città di Trento. I biglietti, del costo di 7 euro, sono in vendita al Museo Diocesano Tridentino negli orari di apertura. È possibile acquistare il biglietto sia al momento,
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trentinoappuntamenti sia anticipatamente, riservando così il proprio posto per una data a scelta. Non è invece consentita la prenotazione telefonica o tramite email. Info: Tel. 0461.234419; info@museodiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it. Opera lirica LA TRAVIATA 2.0 Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica. Rilettura moderna del celebre capolavoro di Giuseppe Verdi. Testo di Pino Loperfido. Regia: Riccardo Gadotti. Interpreti: Riccardo Gadotti, voce recitante; Maria Letizia Grosselli, soprano; Walter Franceschini, baritono; Domenico Menini, tenore; Ensemble Labirinti Armonici: Andrea Ferroni e Stefano Roveda, violini; Luca Martini, viola; Ivo Brigadoi, violoncello; Francesca Vettori, pianoforte. Info: www.filarmonica-trento.it. Teatro LA REGINA DELLA NEVE Calceranica al Lago. Ore 16.30. Teatro S. Ermete. Spettacolo di Janna Konyaeva e “I Cuccioli” de La Logeta di Gardolo - tratto dalla storia di Hans Cristian Andersen con “I Cuccioli” de la Logeta di Gardolo. Per la XII Rassegna Provinciale di teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA DANZA DELLE STAGIONI Civezzano. Ore 16. Teatro “Luigi Pirandello”. Spettacolo con La Bottega Teatrale di Pappamondo di Brendola (VI). Per la rassegna “Il Grillo parlante”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ASPETTANDO GODOT Trento. Ore 16. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo di Samuel Beckett con Antonio Salines, Luciano Virgilio, Edoardo Siravo e Enrico Bonavera. Regia di Maurizio Scaparro con il Teatro Carcano di Milano. Info: www.
centrosantachiara.it, n. verde 800.013952.
12 LUNEDÌ Musica ENSEMBLE ZEFIRO IN CONCERTO Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Alfredo Bernardini, Paolo Grazzi, oboi; Alberto Grazzi, fagotto su musiche di W.A. Mozart: Serenata in Si bem. magg.”Gran Partita” KV 361; G. Rossini: Ouverture e arie da “Il barbiere di Siviglia” (arr. G. Mandolesi); Overtura - La calunnia è un venticello - Largo al factotum - Una voce poco fa - Il temporale - Zitti zitti. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it.
13 MARTEDÌ Teatro VIRGILIO BRUCIA Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, via della Malpensada 82-88. Testi ispirati dalle opere di Publio Virgilio Marone, Hermann Broch, Emmanuel Carrère, Danilo Ki , Alessandro Barchiesi, Alessandro Fo, Joyce Carol Oates. Regia Simone Derai. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952.
15 GIOVEDÌ Corsi LETTURA D’AURA E CHANNELING Zambana vecchia. Ore 20.45. c/o sede Associazione “Mana”. Con Veronique Charmont. Fino a sabato 17 gennaio. Info: laviadicristallo@gmail.com oppure al numero di cell. 339.1145059. Cultura TRENTO DI CARTA Trento. Ore 17.30. Biblioteca comunale di Trento - sede centrale, via Roma 55 II piano, Sala dei forzieri. La città di Trento vista attraverso le immagini. La città di Trento vista attraverso le immagini: trac-
ciata da arditi geografi sulle carte e sulle mappe, disegnata come appare all’orizzonte dei viaggiatori nelle incisioni ottocentesche, fotografata e stampata sulle cartoline, raccontata nelle guide a turisti curiosi. La partecipazione è possibile solo su prenotazione da effettuarsi entro il martedì precedente l’incontro ai numeri Tel. 0461.889540 (Milena Bassoli) 0461.889574 (Brunella Brunelli). Info: www.bibcom.trento.it.
16 VENERDÌ Teatro CINECITTÀ Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Scritto da Christian De Sica, Riccardo Cassini, Marco Mattolini e Giampiero Solari con Christian De Sica. Regia di Giampiero Solari. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952.
17 SABATO Cultura CONFERENZA Trento. Dalle ore 9 alle 12.30. Sala Fondazione Caritro, via Garibaldi, 33. MattinAtas - Convivenza e integrazione guardando alla comunità. Info: www.atas.tn.it; Tel. 0461.263330; coordinamento.generale@atas.tn.it. Musica CANTA CHE TI PASSA! Trento. Ore 17.30. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Usando la voce come strumento musicale, quante cose si possono fare! Tanti modi ci son per cantare, importante la voce è saper usare. A cura dei Minipolifonici. Ingresso libero. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Teatro LA GELOSIA NO LA GÀ ETÀ Povo. Ore 21. Teatro “Concordia”. Spettacolo di e con la Filodrammatica “S. Ermete” di Calceranica. Per la rassegna “Isidoro Trentin”.
Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ROBE DA NO CREDER Rallo. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Emilio Luigi Motta con la Compagnia “S. Siro” di Lasino. Per la rassegna teatrale “Teatrallo”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PRIMA DE ‘NRABIARTE... CONTA! Lasino. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo tratto da “Un Natale al Basilico” di Valerio di Piramo - trad. e adattam. dialettale di Valerio Bombardelli con la Filodrammatica di Sopramonte. Per la rassegna teatrale “Dilettando Insegna”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TUTI ‘N TERAPIA Martignano. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Gloria Gabrielli con la Filodrammatica “La Logeta” di Gardolo. Per la rassegna teatrale “Insieme a teatro sull’Argentario”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ZAPPING Malé. Ore 20.30. Teatro. Spettacolo di e con Mario Cagol “Supermario”. Per “Teatrando 2015”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro PARCHEGGIO A PAGAMENTO Nago. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Italo Conti - trad. dialettale e adattamento di Romano Turrini con la Filodrammatica “Arcobaleno” di Arco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
Passeggiare in Trentino-Alto Adige
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SEMPLICI ITINERARI PER GRANDI E PICCOLI
Dopo il grande successo di pubblico del libro-guida dedicato ad “Andar per malghe in Trentino”, l’autore ritorna ad occuparsi dell’escursionismo nella nostra regione.
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IN L S IB w w UL RER w. NO IA cu ST O r c u R PP eg O S UR en IT E ov O ese .i t
trentinoappuntamenti Teatro VA TUT BEN... BASTA CHE I PAGA! Caldonazzo. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Loredana Cont. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro FUCSIA E L’IRA DI GIOTTO Faver. Ore 21.30. Molin de Portegnach. Serata di musica dal vivo con rock alternativo con i Fucsia e L’ira di Giotto. Ingresso libero. Info: Sorgente ‘90 info@sorgente90.org, www.sorgente90.org. Teatro CINECITTÀ Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Scritto da Christian De Sica, Riccardo Cassini, Marco Mattolini e Giampiero Solari con Christian De Sica. Regia di Giampiero Solari. Info: www. centrosantachiara.it; n. verde 800.013952. Teatro ragazzi VOCI, STORIA DI PRINCIPESSE Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti, via Santa Croce 67. Testo di Francesca Marchegiano. Di e con Claudio Milani. Età: a partire dai 3 anni. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952.
18 DOMENICA Musica FRANCESCO MARIA MONCHER Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica. Su musiche di: F. Chopin: Walzer in Mi bem. magg. op. 18; Notturnoin Re magg. op. 27 n. 2; Fantasia - Improvviso in do diesis min. op. 66; Mazurka in si min.; Ballata n. 4 in fa min. op. 52; C. Franck (1822-1890); Prélude Choral et Fugue; M. Ravel (18751937) La valse. Info: www.filarmonica-trento.it. Teatro PRIMA DE’NRABIARTE... CONTA! Trento. Ore 16. Teatro S. Marco. Spettacolo tratto da “Un Natale al basilico” di Valerio di Piramo - trad. dialettale e adattamento di Valerio Bombardelli con la Filodrammatica di Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA LUCE AZZURRA DELLA FELICITÀ Gardolo. Ore 16.30. Teatro Comunale. Spettacolo di e con i Giovani Attori del Circolo Culturale Filodrammatico di Ischia. Per la XII Rassegna Provinciale di teatro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.
Teatro CINECITTÀ Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Scritto da Christian De Sica, Riccardo Cassini, Marco Mattolini e Giampiero Solari con Christian De Sica. Regia di Giampiero Solari. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952. Teatro ragazzi TEATRO A GONFIE VELE LA STORIA DI UN PUNTO Arco. Ore 16.30-17.30. Oratorio San Gabriele. Info: www.gardatrentino.it. Teatro ragazzi VOCI, STORIA DI PRINCIPESSE Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti, via Santa Croce 67. Testo di Francesca Marchegiano. Di e con Claudio Milani. Età: a partire dai 3 anni. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952.
20 MARTEDÌ Musica GUIDO RIMONDA IN CONCERTO Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Guido Rimonda, violino; I Solisti del Viotti Festival su musiche di C.W. Gluck: Danza degli spiriti beati da “Orphée et Eurydice”; N. Paganini: Cantabile in Re magg. - Le streghe op. 8 - Tema e variazioni per la Gran Duchessa di Parma; G. Tartini: Sonata in sol min. ‘Il Trillo del diavolo’ (rev. di R. Zandonai); J. Williams: Tema da Schindler’s List (orch. di G. Rimonda). Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Teatro ragazzi LA PEGGIORE Trento. Ore 10. Teatro Cuminetti, via Santa Croce 67. Storia semiseria sui bisogni dell’adolescenza, a tempo di pioggia e musica dal romanzo di Cesare Fiumi “La feroce gioventù”. Premio Eolo 2014 per la migliore drammaturgia per ragazzi e giovani. Spettacolo di Sofia Assirelli, Mirko Cetrangolo, Cristiano Testa con Valentina Grigò e Linda Caridi/Sena Lippi. Regia Fabrizio Cassanelli. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952.
21 MERCOLEDÌ Cultura VIAGGI@NDO CON ROBERTO NONES Faver. Ore 20.30. Molin de Portegnach. Serata con Roberto Nones, che narra di un viaggio lungo un mese in uno degli stati più caratteristici e belli del Sud America, dove la cultura andina è rimasta ancora viva, nonostante l’influenza coloniale europea. Ingresso libero. Info: Sorgente ‘90 info@sorgente90.org, www.sorgente90.org.
Teatro AU PIED DU MUR Trento. Ore 21. Teatro Sanbàpolis, via della Malpensada 82-88. Con la Compagnia 100 Racines. Una performance dove le leggi della gravità scompaiono e lasciano il posto ad un sorprendente virtuosismo acrobatico. Un spettacolo incentrato sull’arrampicata e sull’alpinismo, intese come metafore della vita, spesso punteggiata da ostacoli e incroci improbabili. Quella presentata dalla compagnia è un originale disciplina dal nome “cirqu’escalade”. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952.
22 GIOVEDÌ Cultura TRENTO DI CARTA Trento. Ore 10. Biblioteca comunale di Trento - sede centrale, via Roma 55 II piano, Sala dei forzieri. La città di Trento vista attraverso le immagini. La città di Trento vista attraverso le immagini: tracciata da arditi geografi sulle carte e sulle mappe, disegnata come appare all’orizzonte dei viaggiatori nelle incisioni ottocentesche, fotografata e stampata sulle cartoline, raccontata nelle guide a turisti curiosi. La partecipazione è possibile solo su prenotazione da effettuarsi entro il martedì precedente l’incontro ai numeri Tel. 0461.889540 (Milena Bassoli) 0461.889574 (Brunella Brunelli). Info: www.bibcom.trento.it. Musical AL CAVALLINO BIANCO Trento. Ore 20.30. Teatro Sociale, via Oss Mazzurana 19. Spettacolo con il Teatro Musica Novecento. Operetta in due atti di Ralph Bénatzky. Regia Alessandro Brachetti. Orchestra “Cantieri d’Arte” diretta da Stefano Giaroli. Info: www. centrosantachiara.it; n. verde 800.013952.
23 VENERDÌ Teatro SE QUESTI SONO UOMINI Trento. Ore 21. Teatro Portland. Spettacolo di e con Massimo Lazzeri con l’Associazione “Teatro delle Quisquilie”. Per la rassegna teatrale “La bella stagione”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro SE QUESTI SONO UOMINI Trento. Ore 21. Teatro Portland, via Papiria 8, Piedicastello. Spettacolo con il Teatro delle Quisquilie con brani, canzoni e video originali ispirati agli scritti di Primo Levi, Vasilij Grossmann, Etty Hillesum, Elsa Springer e altri. Di e con Massimo Lazzeri. Info: www. teatroportland.it;Tel. 0461.924470; info@teatroportland.it. Teatro IL VISITATORE Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Spettacolo con Goldenart Production, di Éric-Emmanuel Schmitt; traduzione e adattamento Valerio Binasco, Alessandro Haber Alessio Boni e e con Nicoletta Robello Bracciforti, Alessandro Tedeschi. Regia Valerio Binasco. Info: www.centrosantachiara.it, n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.
24 SABATO Corsi COSTELLAZIONI FAMILIARI Zambana vecchia. Ore 15-18. c/o sede Associazione “Mana”. Metodo Bert Hellinger con Julijana Osti. Info: julijana.osti@libero. it - 320.0790075. Danza IL CORPO INSOLITO Rovereto. Ore 15-19. CID-Centro Internazionale della Danza. Seminario di danza contemporanea e metodo Feldenkrais(r). Condotto da Marta Melucci. Info: cid@centrodelladanza.it.
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trentinoappuntamenti Teatro TERAPIA DI GRUPPO Bedollo. Ore 20.30. Teatro Nuovo. Spettacolo di Cristopher Durang - trad. Giovanni Lombardo Radice con la Compagnia dei Giovani di Trento. Per “Foie de Bedol” rassegna teatrale organizzata dal Comune di Bedollo. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro MISSION DAL PARADIS Viarago. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Antonella Zucchini con la Filodrammatica di Viarago. Per la rassegna “Viarago a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro UNA TONNELLATA DI SOLDI Civezzano. Ore 20.45. Teatro “Luigi Pirandello”. Spettacolo di Will Evanz & VAlentine con il Gruppo Teatrale “Gianni Corradini” di Villazzano. Per la rassegna “Bruno Palaoro 21a edizione”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro PILLOLE, AMORE E FRENESIA Povo. Ore 21. Teatro “Concordia”. Spettacolo di Arnoldo Boscolo trad. in dial. trentino di Stefano Giacomini con la Filo “Bastia” di Preore. Per la rassegna “Isidoro Tren-
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tin”.Info: Co.F.As.Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA TV DEI TONI MARCI Sopramonte. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di cabaret di e con “I Toni Marci”. Per la rassegna teatrale a Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro FUM ‘N TEI OCI Nave S. Rocco. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Romano e Sposito - trad. dial. di Carlo Giacomoni con la Filodrammatica “Concorda ‘74” di Povo. Per la rassegna teatrale a Nave S. Rocco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NO ‘L ME PIASS Gardolo. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di e con l’Associazione Culturale “La Baraca” di Martignano. Per la rassegna teatrale “Alegra Ribalta”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ME CUGNADA L’È NA STAR Mezzocorona. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Domenico e Massimo Canzano - trad. ed adatttam. in dial. trentino di Franco e Federica Kerschbaumer con la Filodrammatica “S. Gottardo” di Mezzocorona. Per la rassegna te-
atrale “S. Gottardo”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
trando 2015”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www. cofas.it.
Teatro RESTAURO MOBILI (ANTICHI) Lasino. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Lorenzo Dalmonech con la Filodrammatica di Verla. Per la rassegna teatrale “Dilettando Insegna”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
Teatro EN DÌ ALL’OSPEDALE Lavis. Ore 21. Auditorium Comunale. Spettacolo di Camillo Vittici con la Filodrammatica di Telve Valsugana. Per la 10a rassegna teatrale “Ricordando Nicola”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.
Teatro ‘L SAGRESTAN DE DON ALBINO Olle Valsugana. Ore 20.45. Teatro “San D. Savio”. Spettacolo di Luciano Zendron - tratto da un lavoro di Dino Belmondo con la Filodrammatica “Arca di Noè” di Mattarello. Per la rassegna teatrale dialettale 2015. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro NUDA E PER POCHI SOLDI Cognola. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “Ce.Dro” di Dro. Per la rassegna teatrale “Insieme a teatro sull’Argentario”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it. Teatro LA BAITA DEGLI SPETTRI Malé. Ore 20.30. Teatro. Spettacolo di Lillo & Greg con la Filodrammatica di Ora. Per “Tea-
Teatro EN VEDOF ALEGRO Nago. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Moreno Burattini con la Filodrammatica “Toblino” di Sarche. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro TERRA DI NESSUNO Ravina. Ore 20.30. Teatro “Demattè”.Spettacolo di Eraldo Baldini con T.I.M. - Teatro Instabile Meano. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro SAL E PEVER Tiarno di Sopra. Ore 20.30. Teatro. Spettacolo di Alfredo Pitteri con l’Associazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo in Banale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@ cofas.it; www.cofas.it.
trentinoappuntamenti Teatro IL VISITATORE Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Spettacolo con Goldenart Production, di Éric-Emmanuel Schmitt; traduzione e adattamento Valerio Binasco, Alessandro Haber Alessio Boni e e con Nicoletta Robello Bracciforti, Alessandro Tedeschi. Regia Valerio Binasco. Info: www.centrosantachiara.it, n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Tradizione TRENTINO SKI SUNRISE SNOW AND BREAKFAST AT FIRST LIGHT Passo Brocon. Ore 06.00. Apertura impianti all’alba con colazione a base di prodotti tipici presso gli impianti Funivie Lagorai al Passo Brocon - Castello Tesino. Info: APT Valsugana - Ufficio di Castello Tesino, Tel. 0461 727730, castellotesino@visitvalsugana.it.
25 DOMENICA Cultura VISITE GUIDATE ALLA TORRE DI PIAZZA Trento. Ore 11. La Torre di Piazza, detta anche Torre civica, è un monumento di grande valenza storica e identitaria che da secoli rappresenta un simbolo inconfondibile della città di Trento. I biglietti, del costo di 7 euro, sono in vendita al Museo Diocesano Tridentino negli orari di apertura. È possibile acquistare il biglietto sia al momento, sia anticipatamente, riservando così il proprio posto per una data a scelta. Non è invece consentita la prenotazione telefonica o tramite email. Info: Tel. 0461.234419; info@museodiocesanotridentino.it; www.museodiocesanotridentino.it. Danza IL CORPO INSOLITO Rovereto. Ore 11-15. CID-Centro Internazionale della Danza. Seminario di danza contemporanea e metodo Feldenkrais(r). Condotto da Marta Melucci. Info: cid@centrodelladanza.it. Musica CANTA DELLA STELLA Cembra. Ore 19.30. Vie del centro. Tradizionale Canto della Stella con i Re Magi con l’esecuzione di brani tradizionali, alcuni dei quali raccolti e documentati dal curato Michi nella metà del XVII secolo, per le vie del centro storico di Cembra. Partenza dalla chiesa di Santa Maria Assunta alle 19.30 e a seguire sfilata in tutte le contrade del paese. Info: A.p.T. Tel. 0461.683110. Musica DOUBLE MALLET TRIO Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica. Con Andrea Dulbecco, vibrafono; Alessandro Bianchini, Roberto Pangrazzi, Thomas Samonati, percussioni su musiche di A. Piazzolla: Night Club 1960; R.Towner: Beneath An Evening Sky; J.
Zivkovic: Trio per uno, Mov 1; A. Dulbecco: Blanca; F. Zappa: Wild love, Watermelon in Easter Hay; J. Zivkovic: Trio per uno, Mov 2; A. Piazzolla: Escualo. Info: www. filarmonica-trento.it.
preti dei nostri giorni. Il costo del corso, comprensivo di materiale è di € 180,00. Per info e iscrizioni tel. a: presso lo Studio 0461 209227 con orario 17-19.30; Toti 340.3412733 oppure Umberto 340.1483985.
Teatro PILLOLE, AMORE E FRENESIA Trento. Ore 16. Teatro S. Marco. Spettacolo tratto da “Mio suocero in rodaggio” di Arnaldo Boscolo - trad. dialettale e adattamento di Stefano Giacomini con la Filodrammatica “Bastia” di Preore. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
Musica CONCERTO ORCHESTRA HAYDN: DIRETTORE OTTAVIO DANTONE Trento. Ore 20.30. Auditorium Santa Chiara, via Santa Croce 67. Ottavio Dantone direttore e clavicembalista su musiche di Johann Sebas tian Bach: Suite n. 3 in re maggiore, bwv 1068; Johann Christian Bach: Concerto per clavicembalo e archi in mi bemolle maggiore; Joseph Haydn: Sinfonia n. 103 in mi bemolle maggiore, Hob. I: 103 “Rullo di timpani”. Info: www.haydn.it.
Teatro MISSION DAL PARADIS Viarago. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Antonella Zucchini con la Filodrammatica di Viarago. Per la rassegna “Viarago a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro IL VISITATORE Trento. Ore 16. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Spettacolo con Goldenart Production, di Éric-Emmanuel Schmitt; traduzione e adattamento Valerio Binasco, Alessandro Haber Alessio Boni e e con Nicoletta Robello Bracciforti, Alessandro Tedeschi. Regia Valerio Binasco. Info: www.centrosantachiara.it, n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Teatro ragazzi IL MANIFESTO DEI BURATTINI Fiera di Primiero. Ore 17. Teatro di Pieve. Testo, regia, burattini, marionette ed ombre di Vittorio Zanella con il Teatrino dell’Rs (Bologna). Info: www.labottegadellarte.eu.
30 VENERDÌ Musica LETTERE ACCENT[U]ATE Faver. Ore 20.45. Molin de Portegnach. Arturo Benedetti Michelangeli, ovvero la perfezione del suono, permette di svelare a due amici l’orologio nel cassetto, lasciando che la parola sia ritmo. Ingresso a offerta libera. Info: Sorgente ‘90 info@sorgente90.org, www.sorgente90.org. Musica DAVIDE VAN DE SFROOS IN CONCERTO Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.
Teatro ragazzi TEATRO A GONFIE VELE - IL PRINCIPE FELICE E LA RONDINE D’INVERNO Arco. Ore 16.30-17.30. Oratorio San Gabriele. Info: www.gardatrentino.it.
26 LUNEDÌ
Corsi CORSO DI DISEGNO DAL VERO SUL VOLTO Trento. Ore 20.15-22.30. Studio d’Arte Andromeda - Via Malpaga, 17. Ogni mercoledì per 10 incontri. Percorso base di conoscenza strutturale e volumetrica. Ricerca stilistica del segno attraverso l’osservazione delle gesta artistiche dei maestri del passato fino agli iner-
Teatro ZIA SEVERINA È IN PIEDI Trento. Ore 21. Teatro Portland, via Papiria 8, Piedicastello. Monologo di lotta contro la ‘ndrangheta, testo e regia di Carolina De La Calle Casanova con Valentina Scuderi. Info: www.teatroportland.it; Tel. 0461.924470; info@ teatroportland.it.
31 SABATO Danza TARANTA ATELIER Rovereto. Ore 10-13. CID-Centro Internazionale della Danza. Laboratorio di danza teatrale sugli aspetti simbolici, iconografici, letterari e rituali del Tarantismo e della Pizzica salentina. Durante il laboratorio di danza teatrale, Taranta Atelier, si studiano i passi dei differenti stili di Tarantella, si creano coreograficamente sequenze danzate e insieme si costruisce una storia, il cui tema è “il Tarantismo, oggi”. Condotto da Maristella Martella. Costo 80 €. Info: cid@centrodelladanza.it. Teatro MISSION DAL PARADIS Viarago. Ore 20.45. Teatro Parrocchiale. Spettacolo di Antonella Zucchini con la Filodrammatica di Viarago. Per la rassegna “Viarago a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro PRIMA D’ENRABIARTE... CONTA! Povo. Ore 21. Teatro “Concordia”. Spettacolo tratto da “Un Natale al basilico” di Valerio di Piramo - trad. in dial. trentino di Valerio Bombardelli con la Filodrammatica di Sopramonte. Per la rassegna “Isidoro Trentin”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ATTENTO ALLA CIOCCOLATA... CALLAGHAN! Lasino. Ore 20.30. Teatro Comunale. Spettacolo di Quattrocchi e Cattivelli con il Gruppo Teatrale Tuenno. Per la rassegna teatrale “Dilettando Insegna”.Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it.
Musica RONIN Trento. O re 2 1. 3 0 . Teatro Sanbàpolis, via della Malpensada 82-88. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.
28 MERCOLEDÌ
17. Info: www.filarmonica-trento. it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it.
Musica LISE DE LA SALLE IN CONCERTO Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Lise De La Salle, pianoforte su musiche di J.S. Bach: Fantasia Cromatica e Fuga, BWV 903; J. Brahms: Venticinque variazioni e fuga in Si bem. magg. su un tema di Händel, op. 24 C. Debussy: 6 preludi; R. Schumann: Fantasia in Do magg. op.
Teatro REPARTO PATERNITÀ Cognola. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Ray Cooney - trad. di Maria Teresa Petruzzi con la Filodrammatica “S. Martino” di Fornace. Per la rassegna teatrale “Insieme a teatro sull’Argentario”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro L’ERA EN DÌ DE PRIMAVERA Malé. Ore 20.30. Teatro. Spettacolo di Antonia Dalpiaz con la
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trentinoappuntamenti Compagnia “Virtus in Arte” e gruppo danza “Dancing Soul”. Per “Teatrando 2015”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro VA TUT BEN... BASTA CHE I PAGA! Rumo. Ore 20.45. Teatro. Spettacolo di Loredana Cont con la Filodrammatica “S. Rocco” di Nave S. Rocco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; info@cofas.it; www.cofas.it. Teatro ragazzi CENERENTOLA Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti, via Santa Croce 67. Spettacolo con la Compagnia Teatrale La luna nel letto. Across the universe con Annarita De Michele, Luigi Tagliente, Nunzia Antonino, Paolo Gubello. Regia, scene e luci Michelangelo Campanale. Info: www.centrosantachiara.it, n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it. Tradizione TRENTINO SKI SUN RISE Latemar-Predazzo. Rifugio Passo Feudo. Lascia la tua prima scia nella luce dell’alba per goderti l’aria frizzante, la neve immacolata e un paesaggio dolomitico mozzafiato. Lo spettacolo è servito con una ricca colazione dolce e salata in rifugio. Info: www.visitfiemme.it.
1 DOMENICA Danza TARANTA ATELIER Rovereto. Ore 10-13. CID-Centro Internazionale della Danza. Laboratorio di danza teatrale sugli aspetti simbolici, iconografici, letterari e rituali del Tarantismo e della Pizzica salentina. Durante il laboratorio di danza teatrale, Taranta Atelier, si studiano i passi dei differenti stili di Tarantella, si creano coreograficamente sequenze danzate e insieme si costruisce una storia, il cui tema è “il Tarantismo, oggi”. Condotto da Maristella Martella.
Costo 80 €. Info: cid@centrodelladanza.it. Musica I CONCERTI DELLA DOMENICA Trento. Ore 10.30. Sala della Filarmonica. Maristella Patuzzi, violino; Mario Patuzzi: pianoforte su musiche di E. Bloch (1880-1959): Baal Shem. Three Pictures of Chassidic Life (1923); C. Saint-Saëns (1835-1921): Danse macabre in sol minore op. 40 (1876); M. Castelnuovo-Tedesco (1895-1968: Parafrasi da concertO su “Largo al factotum” dal Barbiere di Siviglia; M. Ravel (1875-1937): Sonata; W. Lutoslawski (1913-1994): Subito. M. Ravel: Tzigane. Info: www.filarmonica-trento.it. Teatro ragazzi CENERENTOLA Trento. Ore 16. Teatro Cuminetti, via Santa Croce 67. Spettacolo con la Compagnia Teatrale La luna nel letto. Across the universe con Annarita De Michele, Luigi Tagliente, Nunzia Antonino, Paolo Gubello. Regia, scene e luci Michelangelo Campanale. Info: www.centrosantachiara.it, n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.
4 MERCOLEDÌ Corsi DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. c/o sede Associazione “Mana”. Info: mimosa.2009@live.it. Musica CONCERTO ORCHESTRA HAYDN: DIRETTORE CHRISTOPH POPPEN Trento. Ore 20.30. Auditorium Santa Chiara, via Santa Croce 67. Christoph Poppen, Alessandro Carbonare clarinetto di bassetto, Ferran Cruixent: prima esecuzione assoluta su musiche di Wolfgang Amadeus Mozart: Concerto per clarinetto e orchestra in la maggiore, k 622; Johannes Brahms: Sinfonia n. 3 in fa maggiore, op. 90. Info: www.haydn.it.
6 VENERDÌ Teatro INNOCENTE Trento. Ore 21. Teatro Portland, via Papiria 8, Piedicastello. Spettacolo con Officina Teatro. Tratto dal romanzo di John Grisham. Drammaturgia, Regia e Interpretazione Mirko D’Urso. Lo spettacolo è sconsigliato ad un pubblico inferiore ai 16 anni. L’incredibile e triste vicenda di Ron Williamson, giovane speranza del Baseball americano ingiustamente accusato di omicidio e condannato alla pena capitale. Info: www.teatroportland.it; Tel. 0461.924470; info@teatroportland.it. Teatro FROST/NIXON Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Spettacolo con il Teatro Elfo Puccini. Traduzione di Lucio De Capitani, uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani con Ferdinando Bruni David Frost, Elio De Capitani Richard Nixon. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.
7 SABATO Musica PIERINO E IL LUPO Trento. Ore 17.30. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Coro e orchestra a cura del Conservatorio di Vicenza. Info: www.filarmonica-trento. it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Teatro FROST/NIXON Trento. Ore 21. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Spettacolo con il Teatro Elfo Puccini. Traduzione di Lucio De Capitani, uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani con Ferdinando Bruni David Frost, Elio De Capitani Richard Nixon. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@ centrosantachiara.it.
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Teatro NON SOLO ANIMALI DA FAVOLA... SULLA STRADA ROMANA DEL SASS Trento. Ore 16. SASS, Spazio archeologico sotterraneo del Sas, piazza Cesare Battisti. Spettacoli teatrali per bambini con il gruppo Emit Flesti.
8 DOMENICA Teatro FROST/NIXON Trento. Ore 16. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Spettacolo con il Teatro Elfo Puccini. Traduzione di Lucio De Capitani, uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani con Ferdinando Bruni David Frost, Elio De Capitani Richard Nixon. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@ centrosantachiara.it.
10 MARTEDÌ Musica QUARTETTO KELEMEN IN CONCERTO Trento. Ore 20.45. Sala Filarmonica, Via Verdi 30. Quartetto Kelemen (Premio Borciani 2014); Barnabás Kelemen, violino; Gábor Homoki, violino e viola; Katalin Kokas, violino e viola; Dóra Kokas, violoncello su musiche di F.J. Haydn: Quartetto in re min. op. 76 n. 2; F. Mendelssohn: Quartetto in la min. op. 13; B. Bartok: Quartetto n. 5. Info: www.filarmonica-trento.it; Tel. 0461.985244; info@filarmonica-trento.it. Teatro RAGGI DI LUCE Trento. Teatro Cuminetti, via Santa Croce 67. Ore 9.00 (secondo ciclo scuola primaria); 11.00 (terzo anno scuola dell’infanzia e primo ciclo primaria). Spettacolo con La Baracca Testoni Ragazzi. Risparmio energetico ed energie sostenibili. Progetto in collaborazione con il MUSE. Info: www.centrosantachiara.it; n. verde 800.013952; info@centrosantachiara.it.
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ECCO IL PRESEPE SUL DOSS TRENTO IMPRENDITORE CINESE FA DONAZIONE AL “FONDO ASSISTENZA AMICA”
ALLESTITO ANCHE QUEST’ANNO. OPERA DI GUIDO TAMANINI
SI CHIAMA FILIPPO XIA E GESTISCE UNA PICCOLA CATENA DI NEGOZI NEL ROVERETANO
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’APSP C. Vannetti ha istituito il “Fondo Assistenza Amica” con lo scopo di promuovere e sostenere iniziative e progetti finalizzati al miglioramento delle condizioni di vita delle persone anziane non autosufficienti residenti nelle RSA di via Vannetti e di Borgo Sacco e alla promozione della coesione e del capitale sociale nella comunità di Rovereto attraverso nuove occasioni di lavoro offerte a persone che risultano fragili nel mercato del lavoro (donne e madri, giovani, stranieri). Il Fondo è nato grazie alla donazione del familiare di un ospite da destinare ai fini suddetti. Il Fondo, alimentato via via anche da altre donazioni, ha finanziato fin da subito il Progetto Donna Amica, che prevede l’impiego in forma occasionale di donne disoccupate per fornire assistenza integrativa alle persone anziane non autosufficienti. L’imprenditore cinese Filippo Xia ha effettuato, in dicembre, una significativa donazione a favore del Fondo Assistenza Amica, che consentirà di potenziare il Progetto Donna Amica. La concomitanza del concerto natalizio offerto oggi ai residenti della RSA di via Vannetti dai volontari dell’Associazione Pensione Viva di Rovereto, ha favorito un incontro tra il sig. Filippo e alcuni residenti, che lo hanno ringraziato e applaudito per il suo gesto. In quest’occasione Filippo ha raccontato che vive a Rovereto da dieci anni. Dalle sue parole emerge un profondo legame con la comunità roveretana che lo ha fatto sentire come a casa fin dall’inizio, alleggerendo le difficoltà insite in ogni progetto migratorio. Con un sorriso disarmante ringrazia Rovereto e i suoi cittadini. Per lasciare un segno tangibile della sua riconoscenza ha scelto un gesto di solidarietà
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nche quest’anno, è stato allestito il presepe sul Doss Trento. A realizzarlo come da tradizione, Guido Tamanini, il custode del parco. Originario di Mattarello, appassionato di presepi fin dalla giovane età, Guido da alcuni anni si è trasferito sul Doss Trento con la famiglia per ricoprire l’incarico di custode. Iscritto nelle associazioni di presepi locali, amante del verde e di giardinaggio, ha pensato di sfruttare la location suggestiva del Doss per regalare un’emozione alle persone che salgono in cima al parco. Da tre anni ha deciso di realizzare un presepe per la comunità, all’aperto e accessibile a tutti durante gli orari di apertura del parco (08.30-16.30). Il presepe è collocato nelle vicinanze della casa del custode, facilmente raggiungibile dalla strada principale (a piedi o tramite permesso in auto). Può essere una meta gradita o una scusante per chi volesse fare una passeggiata a pochi passi del centro storico. Fantasia e coesione sono le parole chiave del presepe, dove tra una “zocca” o un sasso si possono notare le varie etnie delle statue e paesaggi contrapposti. Il presepe non è realizzato da un professionista del settore, ma da un appassionato che ogni anno verso novembre si attiva per sfruttare al meglio tronchi, rami, sassi, corteccia ecc.. Per creare ambientazioni naturali con l’aiuto del figlio più piccolo Daniel. Novità di quest’anno l’angolo polare innevato e la presenza di alcune statue raffiguranti soldati Alpini della Grande Guerra, per gentile concessione del Gruppo Alpini di Piedicastello. a favore degli anziani non autosufficienti di quella che lui definisce la sua città, la città in cui vorrebbe invecchiare e veder crescere i suoi figli e i suoi nipoti. La sua donazione andrà anche a favore delle donne disoccupate che saranno ingaggiate, benché in forma occasionale, e che attraverso il lavoro di cura della persona potranno avere non solo un sollievo rispetto alla condizione di disoccupazione, ma anche un’occasione per sentirsi utili agli altri.
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QUELLA SCUOLA D’ALTRI TEMPI DI RONZONE PASSAGGI IN TRENTINO: ALLA SCOPERTA DI NOI
UNA MOSTRA CON OGGETTI DI OGNI TIPO, DAGLI ASTUCCI ALLE PAGELLE...
IL PALINSESTO RADIOFONICO DI GENNAIO DELLA RAI REGIONALE
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a programmazione radiofonica a diffusione regionale su Radio2 della Struttura Programmi della Sede RAI di Trento, che prende il via dal 2 gennaio 2015 e si protrarrà fino alla fine di marzo, prevede: la domenica pomeriggio, con inizio alle 14, “Attenti a noi due”, programma comico-satirico scritto e interpretato da Lucio Gardin e Loredana Cont. I “due”, in particolare, propongono gags e “siparietti” di tipica espressione trentina. Il martedì pomeriggio, alle 15, “La vita meravigliosa: ecologia e biodiversità in Trentino”: lo spazio radiofonico di un quarto d’ora la settimana, a cura di Stefano Uccia, racconta la biodiversità alpina come bene prezioso da tutelare a livello scientifico, sociale e culturale. Naturalisti, etologi, genetisti, botanici raccontano quanto sta facendo la ricerca trentina per salvaguardare la biodiversità. Alle 15.15 va in onda “33 Trentini”: un’escursione storica, brevi ma efficaci monografie raccontate in una conversazione gradevole per conoscere i personaggi più noti del Trentino. Personalità che hanno segnato momenti e vicende importanti e distintive della storia della nostra storia alternati a personaggi coevi che hanno contribuito con performance sportive, artistiche e culturali a dare lustro al territorio. Le 13 puntate sono curate da Flavio Pedrotti. Segue “Passaggi in Trentino”, un viaggio alla scoperta dei personaggi, dei luoghi, degli avvenimenti legati al Trentino. Una guida per conoscere il passato e comprendere meglio il nostro presente. Il programma, scritto e condotto da Francesca Mazzalai, è curato da Daniele Torresan. Alle 15.45 si propone, a cura di Flavio Pedrotti, “Tutta mia la città”, un’escursione e perlustrazione nella toponomastica di Trento con l’illustrazione e il commento dei nomi delle strade e delle piazze. Il martedì si conclude con “Liberi di vivere”: il programma, curato da Giorgio Balducci, vuole Francesca Mazzalai e Daniele Torresan
C
i sono oggetti di ogni tipo, dagli astucci alle vecchie pagelle, dalle penne e pennini di un tempo ai quaderni, e poi ancora pesi e misure ed una notevole serie di cartelloni dai quali, come in un fumetto, i Maestri ci insegnavano storia e geografia, scienze e religione. Ampie visioni geografiche e naturalistiche che rendevano facile l’apprendimento delle singole materie. È questo il mondo della scuola che rivive nei Musei di Ronzone conservando arredi ed oggetti didattici di tempi oramai relegati nei cassetti della memoria e dei ricordi. Una visita alla scuola di mezzo secolo fa suscita oggi emozioni in coloro che sono cresciuti seduti i su quei vecchi banchi di legno, che hanno scritto su quella lavagna. Semplicità e povertà di mezzi in un mondo scolastico che era però ricco di valori, “per non dimenticare” e richiamare giustamente attenzioni come succede anche nei Musei di Ronzone, ove anche quest’anno la visita e questa particolare esposizione ha fatto registrare un costante aumento di visitatori. Info: tel. 347.4278769. ricostruire gli straordinari avvenimenti che venticinque anni fa portarono alla caduta del Muro di Berlino. Il mercoledì si apre con “Rodo-dentro” a cura di Flavio Pedrotti, dove Mario Cagol, autore e attore versatile, affronta i piccoli temi quotidiani ricavandone spunti di rara ilarità. Alle 15.30 si propone “A piedi nudi sul palco”, programma d’informazione, attualità e cultura teatrale curato da Flavio Pedrotti. Conclude le trasmissioni del mercoledì “Pianeta trentino della musica Jazz” a cura di Daniele Torresan. La vita musicale trentina dei generi “leggeri” è raccontata con le storie dei gruppi musicali e dei singoli artisti: i compositori, gli interpreti e gli esecutori. Il venerdì pomeriggio, a cura di Stefano Uccia, replica di “Attenti a noi due”, programma comico-satirico scritto e interpretato da Lucio Gardin e Loredana Cont. Alle 15.30 va in onda “35 anni endrio” programma, curato da Ugo Slomp, che ripropone i fatti accaduti a Trento e provincia della stessa settimana di 35 anni prima. Il venerdì si chiude con “Enrosadira: i colori delle dolomiti” programma, curato da Giorgio Balducci, che si occupa di cultura, sport, sci ed ambiente alpino. 81
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H&M SBARCA A TRENTO EGUAL NUMERO 3: A TRENTO, IN VIALE VERONA
IL COLOSSO SVEDESE DELLA “MODA AL MIGLIOR PREZZO” HA APERTO IL SUO PRIMO PUNTO VENDITA IN TRENTINO
DAVIDE E JACOPO INAUGURANO IL LORO TERZO NEGOZIO DI ABBIGLIAMENTO IN TRENTINO
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a quando questa primavera Davide e Jacopo sono partiti con la loro avventura non si sono più fermati, sono inarrestabili: sono riusciti ad aprire tre negozi in soli sei mesi. Bisogna dire che in quanto ad energia ed entusiasmo sono davvero imbattibili! Per chi non coscesse la loro “storia”, a maggio questi due superman aprono il primo Egual, negozio di abiti Desigual, e non solo, in viale Verona a Trento. Un vero successo! E così inizia la loro scalata. A settembre aprono il primo DShop al centro commerciale ShopCenter di Pergine e qualche giorno fa inaugurano un nuovo shop (sempre Egual) al centro commerciale Millennium di Rovereto. Fino ad oggi in città c’era qualche negozio che vendeva capi Desigual ma nei loro Dshop puoi trovare di tutto e di più. La Desigual si sa è un marchio molto originale e loro sono riusciti a spezzare la monotonia e portare un po’ di colore.
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&M, il marchio svedese celebre in tutto il mondo e sinonimo di “moda e qualità al miglior prezzo”, ha aperto il suo primo punto vendita a Trento, venerdì 28 novembre alle 10. Il nuovo negozio, situato in via Oss Mazzurana 57, si sviluppa su una superficie di vendita di 860 mq distribuita su quattro livelli. La clientela femminile potrà scegliere tra capi eleganti, proposte per il tempo libero e lo sport. Inoltre sarà disponibile la linea H&M+ pensata per la moda curvy. Il tutto è completato da un’ampia scelta di accessori e cosmetica. A ll’uomo è d e d ic ato il terzo piano con una selezione di capi per uno stile più informale, corredati di reparti intimo e accessori. “Siamo felici di annunciare l’arrivo di H&M a Trento, il 124esimo negozio nel nostro Paese. H&M è presente in Italia dal settembre 2003 ed è sempre più apprezzato per moda, qualità, prezzo ma soprattutto per il suo impegno verso la sostenibilità, che costituisce una prerogativa fondamentale dell’offerta del brand”, Dan Nordstrom, Country Manager H&M Italia. H&M è stato il primo marchio di moda a lanciare un progetto di raccolta degli abiti usati a livello globale per ridurre i rifiuti tessili e dare nuova vita ai prodotti. Per tutti i clienti sarà possibile consegnare anche a Trento i propri capi usati. Per saperne di più hm.com Informazioni sul punto vendita di Trento: via Oss Mazzurana 57. Superficie di vendita: 860 mq. Orari di apertura: Lunedì-Sabato 9.00-20.00. Domenica 10.00-20.00
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UN PREMIO PER SENSIBILIZZARE PROFUMO NUOVO PRESIDENTE DELL’FBK
SONO QUATTRO I VINCITORI DEL PREMIO PAOLO CARACRISTI PER L’AMBIENTE
PROFESSORE AL POLITECNICO DI TORINO, NOMINATO DALLA GIUNTA PROVINCIALE IL 15 DICEMBRE
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unedì 15 dicembre, la Giunta provinciale ha nominato presidente della Fondazione Bruno Kessler Francesco Profumo; l’incarico avrà durata quadriennale e decorrerà dal 20 dicembre 2014. A seguito della nomina, Profumo ha incontrato il Consiglio d’Amministrazione della Fondazione, riunito presso la sede di via S. Croce a Trento. Nell’occasione, il Consiglio, presieduto da Massimo Egidi, si è complimentato con il presidente nominato esprimendo le più vive congratulazioni e gli auguri di buon lavoro. “ Una decisione di grande importanza quella del presidente Ugo Rossi e della Giunta provinciale” – si complimenta Massimo Egidi, presidente uscente di FBK. “Lo standing internazionale di Francesco Profumo, la sua lunga carriera accademica, coniugata all’esperienza dentro l’industria, permetteranno alla Fondazione di proseguire nel cammino di qualità scientifica che la caratterizza e di rafforzare quella che fu la sua missione fondante, ossia favorire lo sviluppo del territorio e contribuire al miglioramento del benessere della comunità in cui è inserita e della società. Sono molto contento, e di questo ringrazio il presidente Rossi” – aggiunge Egidi – “di poter passare il testimone a una persona che profonderà il massimo impegno a favore del futuro di FBK”. Francesco Profumo è professore al Politecnico di Torino e presidente del gruppo Iren S.p.A, già Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca nel governo Monti dal 2011 al 2013.
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ono stati undici i partecipanti al primo Premio Paolo Caracristi per l’Ambiente, indetto da Comune e Dolomiti Energia per promuovere la riduzione dei rifiuti e la raccolta differenziata, ma soprattutto per ricordare la figura di Paolo Caracristi, dipendente del Servizio Ambiente scomparso prematuramente, e il suo impegno personale e professionale per la diffusione della cultura della raccolta differenziata. I progetti presentati sono stati cinque nella sezione riservata a scuole e associazioni e sei nella sezione aperta ad aziende pubbliche e private, associazioni di categoria e cooperative. Sul podio, per entrambe le categorie, ci sono due vincitori, a pari merito entrambi, che si aggiudicano quindi un premio di mille euro ciascuno, messo a disposizione da Dolomiti Energia e assegnato dalla commissione giudicatrice, composta da due rappresentanti del Servizio Ambiente, due di Dolomiti Energia e uno della famiglia Caracristi. Nella sezione scuole/associazioni vincono la Scuola Media “Argentario” dell’Istituto comprensivo Trento 2 “Comenius”, impegnata in un progetto di raccolta differenziata, riduzione dei rifiuti e gestione del parco antistante la scuola e l’associazione Right, formata da tre studentesse di Giurisprudenza, con un progetto di organizzazione della raccolta differenziata all’interno della facoltà. Nella sezione privati primeggiano invece il Sait, grazie ad un progetto di riutilizzo del film plastico prodotto nei processi lavorativi del magazzino di via Innsbruck e la Risto Tre, che ha presentato un progetto di riduzione delle bottiglie in plastica e delle lattine nei ristoranti di proprietà e in gestione. Le somme vinte, secondo quanto stabilito dal bando dovranno essere utilizzate per altre iniziative di riduzione dei rifiuti, per l’organizzazione della raccolta differenziata o donate in beneficenza a soggetti no-profit.
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ALLA SCOPERTA DE “L’ALTRA METÀ DEL CIELO” A PALAZZO THUN, A TRENTO, SI È PARLATO DI TOPONOMASTICA FEMMINILE E DI EDUARDO DE FILIPPO
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proposito di donne, a Trento le iniziative che riguardano “l’altra metà del cielo” sono abbastanza frequenti: nel giro di pochi giorni, infatti, si è parlato di Medicina di genere a Palazzo Geremia, di donne che svolgono lavori cosiddetti maschili all’Istituto Buonarroti, di Toponomastica Femminile a Palazzo Thun, di Eduardo De Filippo e dell’universo femminile nella sua opera presso l’Associazione Rosmini. La medicina di genere è un argomento complesso, già anticipato durante un convegno nello scorso maggio; questa volta si è parlato in particolare della situazione trentina, dei problemi psicologici e del cuore di donne e uomini che accusano sintomi diversi e necessitano pertanto di cure diverse. E’ scesa in campo la task force dell’Azienda Sanitaria, dalla dottoressa Paola Maccani, che ha coordinato l’incontro, ai dottori Torri, Di Napoli e Del Greco. Organizzato dal Soroptimist International club di Trento, questo evento ha incuriosito e interessato un pubblico folto, che è intervenuto al vivace dibattito ponendo domande originali e sempre coerenti con il tema trattato. L’Istituto Buonarroti è una scuola “per maschi”: sono infatti più di mille gli studenti iscritti; poche le ragazze, neanche il 10%. A loro sono stati rivolti incontri sul genere e sull’autostima. A loro, in particolare, è stata dedicata una Mostra di fotografie che ritraggono donne impegnate in attività considerate maschili, come la minatrice, la camionista, ecc. Insieme alle attività lavorative, si è sottolineata la necessità del linguaggio che descriva LA MINATRICE e non il minatore-donna! Alcune studentesse, inoltre, sono state aiutate a diventare informate e disinvolte guide che accompagnano chi visita la Mostra. Seguiranno
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altre attività, come, ad esempio, la proiezione di film che raccontino storie di uomini e donne; saranno visionati da studenti di ambo i sessi e discussi con l’aiuto di una psicologa. Il Soroptimist International club di Trento è partner di questa iniziativa, avendo stipulato, a livello nazionale, un accordo con il M.I.U.R. che prevede la formazione dei docenti in tutte le regioni italiane. Il campo indagato è sempre l’educazione di genere. È stato, invece, il Consiglio delle Donne del Comune di Trento ad invitare la cittadinanza a Palazzo Thun, dove, nella Sala Consiliare, si è parlato ancora di donne, di lavoro, di pari opportunità, di toponomastica femminile. Sono intervenute le professoresse Mariangela Franch, della nostra Università, e Maria Pia Ercolini, Fondatrice e Presidente del Gruppo di ricerca sulla Toponomastica femminile. Ha salutato il pubblico la Presidente del Consiglio delle Donne del Comune di Trento Luciana Grillo, ha coordinato la giornalista Marilena Guerra, direttrice di Trentino TV, ha concluso la vicepresidente della Commissione Toponomastica del Comune, la consigliera Gabriella Maffioletti. Se è vero che per raggiungere la parità nel mondo del lavoro il cammino è ancora lungo, è lunghissimo per quanto riguarda l’odonomastica, cioè i nomi delle strade dedicate alle donne. M.P. Ercolini ha esordito mostrando quali strade e quali nomi siano relativamente frequenti in Italia: si va da Via delle zoccolette a Vicolo Belledonne, da Via della Mantovana a Vico Cavallerizza…non è una prova di ammirazione e stima per le donne! Inoltre, spesso il nome è solo un’iniziale seguita dal cognome e da, per esempio, Avvocato: come si fa a capire che si parla di una donna? A Trento, in particolare, sono pochissime le intitolazioni al femminile; si tratta più spesso di Sante! Soltanto nel civico cimitero, addirittura nel Famedio, tra gli uomini illustri sono ricordate, con apposita lapide, sei donne trentine vissute tra ‘800 e ‘900. Il merito di una conquista simile va al Soroptimist club di Trento che, nel 1999, lo chiese al Sindaco e ottenne risposta favorevole. Ma Ercolini non si è fermata alle strade: ci ha fatto riflettere sulla segnaletica stradale, su quei cartelli sistemati presso le scuole in cui un maschietto robusto e protettivo, dotato di grande cartella, trascina una bimbetta (recalcitrante…la cultura non le interessa?!?) minuta, dotata di una piccola borsa in cui a malapena può stare uno specchietto! Il mondo delle donne napoletane, dolente e malinconico, è stato al centro di una conversazione affascinante di Pietro Laino, appassionato cultore dell’opera di Eduardo De Filippo: dalla straordinaria Filumena Martorano a Rosa Priore che cucina il suo ragù in “Sabato domenica e lunedì”, da Elena Stigliano, protagonista di “Mia famiglia” all’indimenticabile Amalia Jovine, contrabbandiera “per necessità” e madre disperata, che incontriamo in “Napoli milionaria”. La giovane attrice Mariavittoria Barrella ha letto alcuni passi con intensità e trasporto, davanti al pubblico invitato dalla F.I.D.A.P.A., un pubblico attento e partecipe, che ha ricordato le grandi protagoniste del teatro di Eduardo ed ha sottolineato – in pieno accordo con il relatore – che le figure maschili sono in genere deboli. Forse perché figlio illegittimo di un padre famoso, il grande drammaturgo napoletano ha voluto valorizzare donne semplici, ma forti e combattive, pronte al sacrificio in nome dei figli e sempre disposte a mettersi in gioco.
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MAGIE DI MARIO COLOMBELLI IL PRANZO DELL’AMICIZIA AL GRAND HOTEL GIUSEPPINA ORGANIZZA, A SCOPO BENEFICO, PRANZO E PRESENTAZIONE DI DUE LIBRI DEL MARITO
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n vero trionfo è stato il tradizionale Pranzo dell’Amicizia: circa duecento amici convenuti da ogni dove e concentrati al Grand Hotel Trento, è stata anche l’occasione per presentare i due libri di Claudio Napolitano, marito di Giuseppina, pubblicati a scopo benefico, in quanto il ricavato della vendita è stato versato all’Associazione per la lotta alla fibrosi cistica. Ma la bella occasione è stata anche quella di scambiarsi in completa gioia ed allegria gli auguri per un sereno e felice Natale. Alla fine tutti i partecipanti, con la gioia nel cuore, sono rientrati nelle loro case, non prima di essersi ripromessi reciprocamente di rivedersi ancora.
INAUGURATA AD ARCO LA MOSTRA DEL PITTORE DI ORIGINI LOMBARDE
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lla Galleria “Il Transito” di Arco è stata inaugurata una mostra di Mario Colombelli, pittore di origini lombarde ma di adozione trentina, dato che da una quarantina d’anni risiede a Lasino dopo avervi sposato una ragazza del luogo. Ha parlato di lui e della sua produzione pittorica lo scrittore e critico Renzo Francescotti, che recentemente nella rubrica “Bottega d’Arte” sulla nostra rivista aveva tracciato un profilo biografico-artistico. Colombelli, diplomato a Brera, docente in Trentino di materie artistiche, socio del prestigioso gruppo di artisti degli Amici dell’Arte di Riva del Garda, raggiunta la pensione ha potuto dedicarsi completamente alla pittura. Ciò che colpisce in lui prima di tutto è la raffinatissima tecnica pittorica ultra-realistica con cui realizza i suoi oli su tela. Tuttavia – come ha sottolineato Francescotti – non di una pittura tradizionalistica si tratta, dato che questo artista si serve di tecniche fotografiche e computeristiche, coniugando quindi al meglio classicità e modernità. A smentire chi lo accusa di essere un pittore “fotografico” stanno i suoi colori-luce, i suoi viraggi cromatici, le sue velature coloristiche impossibili da essere realizzate con tecniche fotografiche. E stanno le sue atmosfere liriche che sono pura poesia. Colombelli ha esposto ad Arco una quindicina di tele ad olio che sono un omaggio all’eterno femminino, al fascino genuino della donna immerso nella natura. In un mondo sempre più artificioso e contaminato, sempre più aggredito dalle brutture come è il nostro, la pittura di questo artista è un’iniezione di speranza di cui si sente più che mai bisogno.
1. In piedi, Franz, Walter, Enrico, Giusy, Amaya, Sharon, Debby, Noemi; seduti, Cristina, Iacopo, Maurizio e Lihua . 2. Maria, Giuseppina, e le vallette Sharon, Amaya, Benedetta. 3. In piedi, Marianna, Giuseppina e Amaya. Seduti, Loredana, Cristiana, Luisa. 85
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“LA PAROLA TACIUTA” DI ITALO BONASSI 30 PITTORI PER UN POETA APPRODA A TRENTO ISPIRATI NELLE LORO OPERE ALLE LIRICHE DI RENZO FRANCESCOTTI
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opo essere stata esposta con grande interesse e successo di pubblico alla Galleria Civica di Riva del Garda (in maggio) e nelle sale dell’ex Cinema di Levico Terme (in luglio) la mostra “30 pittori per un poeta” è approdata a Trento. Si sta parlando di un’esposizione del tutto originale, mirata ai giovani, che non ha precedenti in Trentino, in cui 30 artisti degli Amici dell’Arte, di Riva del Garda, (un’associazione che ha oltre sessant’anni di storia e annovera oltre 130 soci non solo trentini), si sono innamorati di un libro di poesia”, si sono ispirati nelle loro opere alle liriche di Renzo Francescotti. Per questo autore, gli artisti hanno realizzato 30 opere con varie tecniche: disegno, pittura, incisione, mosaico, scultura. Le poesie sono state tratte da ”Lóvi solagni-Lupi solitari”, un poema di Francescotti di 350 pagine (12 anni di lavoro) considerato come l’opera poeta in dialetto trentino più importante di sempre. Questa manifestazione tenuta nel Liceo” Rosmini” di Trento, si è prolungata per quasi un mese (dal 19 novembre al 12 dicembre) con i lavori artistici in mostra nella grande sala di disegno 86
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IL LIBRO PRESENTATO ALLA “PRO CULTURA” DI TRENTO
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rosegue l’attività di presentazione dei nuovi libri di autori trentini da parte della “Pro Cultura”, la storica Associazione fondata da Cesare Battisti nell’anno 1900. Nella sala del Centro “Rosmini” è stata la volta di un libro di poesia in italiano. “La parola taciuta” di Italo Bonassi (Mercurio, Rovereto, 2014), presentato da Renzo Francescotti (oltre che da un intervento scritto di Marzia Todero), con letture di Giuliana Raffaelli del Gruppo 83. Questo poeta, critico, pubblicista è nato in Alto Adige da genitori istriani, è cresciuto a Merano, si è laureato in Scienze Agrarie a Padova, è stato agronomo nelle province di Bolzano e Trento e risiede a Rovereto da una quarantina d’anni. Bonassi è arrivato abbastanza tardi (dopo i cinquant’anni) alla poesia stampata, esordendo con la sua prima raccolta ”Il muro di vetro”, La Spezia, 1987. In cambio ha ampiamente recuperato pubblicando una decina di raccolte di poesia in italiano (ma è anche un ottimo poeta in istriano), vincendo concorsi letterari, presiedendo il Gruppo di Poesia 83, dirigendone il periodico “Quaderni”. Francescotti ha messo l’accento soprattutto sulla felice contraddizione della poesia di Bonassi, poeta che da una parte scrive versi “fantasmatici” che esprimono un’idea irrazionale, pessimistica del mondo, mentre all’altra scrive versi che rivelano un rapporto intenso, perfino sensuale con la natura. Versi che fanno di Bonassi uno dei poeti più significativi della nostra regione negli ultimi quarant’anni. e con due incontri con gli studenti. Da parte di Chiara Turrini del Gruppo Neruda” e dell’autore stesso sono state lette poesie nel duplice testo dialettale e italiano. Ci sono stati incontri con alcuni artisti arrivati da Riva del Garda, capeggiati dal presidente degli “Amici dell’Arte”, il pittore Luigi Meregalli. Agli incontri hanno partecipato anche la dirigente, Matilde Carollo che si è felicitata con Francescotti e gli artisti e il prof. Aldo Bonomi, che ha coordinato l’organizzazione. La RAI 3 ha realizzato sulla manifestazione un bel filmato realizzato da Massimo Baldi, trasmesso nella rubrica del sabato, “Il Settimanale”.
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L’ULTIMA FATICA DI SILVANO FORTI VOCABOLARIO DELLA PARLATA DIALETTALE CONTEMPORANEA
IL DECANO (CON LORENZO COSSO) DEI POETI DIALETTALI TRENTINI
PRESENTATO IL NUOVO LAVORO LETTERARIO DI ELIO FOX
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Trento a Palazzo Festi, nelle sale accanto al Teatro Sociale è stata presentata l’ultima fatica letteraria di Elio Fox, un vocabolario trentino di un migliaio di pagine pubblicato dalla Temi, costato vent’anni di lavoro. Il titolo in copertina suona abbondante dato che viene annunziato un “Vocabolario della parlata dialettale contemporanea della Città di Trento e conservazione dell’antico dialetto”. E nel sottotitolo è scritto: “Modi di dire, Poesie, Proverbi, Teatro, toponomastica, Nomenclatura, note di storia sui fatti, luoghi e personaggi di Trento.” Vale a dire che non solo di un vocabolario si tratta, ma di un’opera ben più completa. È quanto ha messo in rilievo Renzo Francescotti amico dell’autore e con lui da mezzo secolo attivo come autore dialettale e come critico della letteratura dialettale. Sono note le battaglie letterarie di questi due intellettuali in difesa del dialetto e nella valorizzazione della letteratura dialettale. Presidente del “Cenacolo” e direttore di “Ciacere en trentin”; studioso dalla poesia dialettale trentina cui ha dedicato una poderosa storia in quattro volumi; studioso infaticabile del teatro e commediografo di successo lui stesso; autore in precedenza di un dizionario pinetano e ora di questo dizionario del dialetto di Trento Fox, ha eretto un autentico monumento al dialetto trentino alla faccia dei necrofori che parlano di morte dei dialetti. Partendo dal dizionario roveretano di Giovanni Battista
ella sala del Centro “Rosmini” a Trento La ”Pro Cultura” ha presentato l’ultimo libro di versi dialettali di Silvano Forti, “El pan soto la néf” (La Grafica, Mori 2014). Forti, coi suoi 88 anni è – assieme a Lorenzo Cosso – il decano dei poeti dialettali trentini. È questo il suo nono libro di versi in dialetto, a cui si deve aggiungere una raccolta di racconti dialettali. Assente l’autore per malattia, nella serata organizzata dalla ”Pro cultura”, hanno parlato di queste ultime poesie Luisa Gretter Adamoli e Renzo Francescotti. Luisa (che ha letto versi di Forti assieme ad Arrigo Dalfovo del Gruppo “Neruda”) è nata come Silvano nel sobborgo di Romagnano, conoscendo da sempre il poeta, si è ricollegata ad altri poeti e scrittori che hanno preso come tema il pane, sia in senso concreto come alimento fondamentale per la sopravvivenza, sia in senso simbolico, come alimento spirituale. Francescotti, ha parlato di questo poeta nato a Romagnano, alle porte di Trento, in quello che era allora un paese totalmente agricolo, come dell’ultimo poeta cantore della civiltà contadina, agro-montanara. Ma a differenza di altri poeti scomparsi come Giuseppe Caprara e Italo Varner, Forti si è anche inoltrato nella civiltà industriale, cogliendone drammi e contraddizioni. Esordendo nel 1968 con ”Fiori ‘n d’el forment”, idillio con la natura, avendo come modello un poeta come il rivano Giacomo Floriani, si è via via staccato da questo modello per approdare a una poesia meditativa, perfino filosofica. Sino ad arrivare a liriche come quelle che concludono la raccolta, come “La cros”, ”Nar”, ”Morirò cossì”, “Miserere”: alte meditazioni sopra la vita e la morte di uno dei poeti viventi più significativi tra i dialettali del Trentino e del Triveneto. Azzolini, del 1856, per arrivare a questo vocabolario della parlata di Trento, sono ben 44 i dizionari o le raccolte di termini dialettali finora pubblicati. Il che fa del Trentino, come ha osservato Francescotti, molto probabilmente la provincia italiana più supportata dai dizionari del dialetto. Per cui – come ha concluso il presentatore, lunga vita a quest’opera che si presenta come il più completo, il più ricco, il più aggiornato vocabolario trentino. 87
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IL LIBRO DEL MESE
BOTTEGHE STORICHE DI TRENTO, LA STORIA PRESENTATO A TRENTO IL LIBRO CURATO DA STEFANO VOLTOLINI, CON LE FOTOGRAFIE DI CLAUDIO RENSI
Da sinistra, Paolo Curcu, Stefano Voltolini, il Sindaco Alessandro Andreatta, l’Assessore Fabiano Condini e Claudio Rensi
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resentato a Palazzo Geremia, alla presenza del Sindaco Alessandro Andreatta e dell’Assessore allo Sviluppo Economico Fabiano Condini, il libro “Le botteghe storiche di Trento” (Curcu & Genovese), scritto da Stefano Voltolini, corredato dalle bellissime immagini di Claudio Rensi. Aprendo la serata, l’editore Paolo Curcu ha ricordato che “l’identità di una città è l’insieme di storie dei suoi cittadini e dei luoghi sociali, culturali ed economici di cui essi sono protagonisti. Su questi vissuti, di oggi e di ieri, si costruisce la sua unicità, un insieme di tradizioni, attività e persone che la contraddistingue. Le botteghe storiche sono esempio mirabile di questo ricco patrimonio di esperienze e rappresentano un importante anello di collegamento tra la città di ieri e di oggi, tra la comunità di una Trento che è stata e di una Trento che è oggi e guarda al futuro. Senza la loro presenza, pur messa a dura prova da un modo di esercitare l’attività commerciale sempre più competitiva e omologata, si rischierebbe di perdere un fondamentale tassello della nostra tradizione: esse danno un contributo insostituibile al mantenere vivi e vitali il centro storico della città e di tutti i suoi sobborghi.”
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ANDREA NOVEMBRE VIENE CONTATTATO DA UN AMICO STUDIOSO, FRATE FRUMENZIO ROGGER, CHE CHIEDE IL SUO AIUTO PER RECUPERARE UN DOCUMENTO STORICO DI GRANDE IMPORTANZA. SULLA SPERDUTA ISOLA DI TRISTAN DA CUNHA
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uale relazione lega la splendida e mondana Madonna di Campiglio, nel cuore delle Dolomiti Trentine, a Tristan da Cunha, l’isola abitata più inaccessibile del pianeta? Apparentemente soltanto la medesima desinenza dC. In realtà anche un ammiraglio del fiorente impero portoghese d’inizio ‘500, un antico manoscritto e una mappa che innescheranno una rincorsa affannosa tra i 12.000 chilometri che le separano, alcuni inquietanti omicidi, l’incontro del protagonista con una comunità e due donne decisamente fuori dall’ordinario. Ma procediamo con ordine. Andrea Novembre, il mattino che precede il ferragosto del 2013, viene contattato da un amico studioso, frate Frumenzio Rogger, che chiede il suo aiuto per recuperare un documento storico di grande importanza. Lo studioso muore lo stesso giorno in un improbabile incidente
trentinolibreria Brunamaria Dal Lago Veneri Numina Rustica Santi nella tradizione popolare della Terra delle Montagne Edizioni alpha beta
A.C.S. - Canale 2014 Canale, Maso Puller, San Cristoforo ricordano i loro figli della guerra Publistampa
Intrigante, sapienziale, colto, affascinante. Sono solo alcuni aggettivi che si possono utilizzare per introdurre l’ultima fatica della scrittrice altoatesina Brunamaria Dal Lago Veneri. Un lungo viaggio attraverso santi, e soprattutto sante, della tradizione di una terra, quella a sud delle Alpi, divisa magari dalla lingua ma unita strettamente da una devozione millenaria ad un sacro che ha mescolato divino e profano in modo inestricabile. L’autrice ripercorre l’anno “liturgico”, dall’Avvento alla festa di San Martino passando per le porte solstiziali estive ed invernali, raccontandoci fatti, avvenimenti, leggende, ipotesi, storie improbabili ma veridiche, di una geografia fatta di saperi antichi. Paure, credenze, certezze e illusioni formano la cornice di una vita quotidiana contadina e alpina sempre sull’orlo della disperazione. Riti e ritualità cristiane che non riescono del tutto a sommergere l’irrompere di feste e miti pagani, in una
Un libro come questo, dedicato a ritrovare, individuare e contare i mobilitati e i caduti della prima e della seconda guerra mondiale dei paesi di Canale, Maso Puller e San Cristoforo, ha richiesto una lunga ricerca. Alla fine del lavoro, come accade spesso, Lino Beber si è trovato tra le mani qualcosa di diverso da quello che pensava di trovare: aveva pensato «che non dovevano di certo essere numerosi coloro che avevano preso parte alle due guerre e che fortunatamente avevano fatto ritorno in patria; invece, con grande sorpresa, abbiamo raccolto diciotto nomi di reduci dal primo grande conflitto e ben cinquantuno che avevano partecipato a vario titolo alla seconda guerra mondiale». […] Una ricerca condotta su una piccola realtà come questa permette di riflettere su aspetti più generali della storia del nostro tempo.
società dove dalla santità si è passati velocemente alla stregoneria. Il libro è un’opera fondamentale non tanto per gli elementi che vi traspaiono, ormai patrimonio comune di un’antropologia e di una storia che sanno andare oltre al mero dato oggettivo, ma in quanto testimonia fatti e avvenimenti che altrimenti andrebbero nel dimenticatoio. E questo non deve avvenire. Seppur l’autrice narra di un passato che ci sembra lontano anni luce – anche se ancor vivo e non turistico rintracciabile in qualche paese, valle o provincia, come nel vicino Sudtirolo o Tirolo –, scriverlo e renderlo vivo è un fattore importante. La memoria e il ricordo non devono sparire pena la sterilizzazione della nostra vita quotidiana di oggi e di domani.
stradale. Andrea, in maniera rocambolesca, riesce a individuare il documento nella chiesa di Santa Maria Antica, a Madonna di Campiglio, ma capisce presto che anche altri sono coinvolti in quella che sembra una vera e propria caccia al tesoro. Incalzato da misteriosi sicari, è costretto a partire per tentare di salvarsi e scoprire le verità che si celano dentro la sua scoperta. Dal minuscolo Trentino la vicenda prende il largo e attraversa un intero emisfero fino a sbarcare su Tristan da Cunha, un fazzoletto di terra sperduto nel Sud dell’Oceano Atlantico che il Guinness dei Primati identifica come il luogo abitato più remoto della terra. Durante il lungo viaggio per raggiungere l’isola, il destino di Andrea incrocia quello di altri curiosi personaggi. A Monaco incontra Amande, fascinosa biologa francese
(Fiorenzo Degasperi)
che lo ammalia sin dal primo sguardo e Luis, simpatico ma indecifrabile diplomatico portoghese. E poi ancora due giovani studentesse tristaniane, Jan, un introverso metereologo sudafricano e un gruppo di marinai che si ritrovano tutti insieme a Città del Capo per iniziare, su un peschereccio, una burrascosa traversata segnata da un altro inspiegabile incidente. Uno strano corteo che, quando approda a Tristan, porta scompiglio nella pacifica quotidianità dei 250 abitanti, il fiero popolo delle tempeste, nella tranquilla routine del compassato comandante della polizia Conrad Glass e nel cuore della grintosa Jane Green, la figlia del capo della comunità. Ai nuovi arrivati Tristan si svela come l’incredibile isola di Utopia di Tommaso Moro, ma nei 7 giorni successivi sia Andrea che gli isolani vivranno gli avvenimenti più sconvolgenti della loro vita e della loro storia. Al loro sbarco, infatti, faranno seguito altri misteriosi incidenti e una serie di omicidi apparentemente incomprensibili. Il cerchio dei possibili colpevoli si restringerà progressivamente, in una corsa sempre più veloce e incalzante verso il finale e la scoperta, da parte di Andrea, del vero tesoro di Tristan.
Enrico Gasperi
Fino alla fine del mondo
Curcu & Genovese (Euro 16,00)
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Volti nella Storia
la frase
Per saperne di più:
“Ho lavorato molto e con vera coscienza, mai improvvisando, mai facendo il mestiere cercando le facili strade del successo. Ho scritto col cuore e con grande sincerità”.
Bibliografia: Riccardo Zandonai, di Bruno Cagnoli, Società di Studi Trentini di Scienze storiche, Trento, 1978. Zandonai un musicista nel vento del Novecento, Edizioni U.C.T., Trento, 2014. Mostra:: Lo sguardo inquieto – Rovereto 1914-1918, un diario tra fotografie e opere d’arte, a Palazzo Alberti – Poja, orari: mardom 9-12, 15-18 fino al 15 marzo 2015, gli dedica una finestra.
RICCARDO ZANDONAI (1883-1944) ETÀ
Nacque a Borgo Sacco di Rovereto, in quegli anni sotto dominazione del Tirolo austriaco, il 28 maggio del 1883. Fu direttore d’orchestra e compositore.
Cartolina autografa
CONCHITA E MELENIS
Nel 1911 arrivò la raffinata melodia per Conchita, l’opera lirica ispirata al romanzo del francese Pierre Louÿs, al 1912 risale invece la prima di Melenis, tragedia ambientata nella Roma imperiale.
REQUIEM
La casa natale a Borgo Sacco
LE ORIGINI
La sua era una famiglia modesta: il padre Luigi faceva il calzolaio, la madre Carolina Tedeschi lavorava nella fabbrica di tabacco come zigherana, ma in casa si respirava la musica. Luigi suonava il flicorno nella banda e in famiglia si suonavano la chitarra, il clarinetto e il violino.
go Boito. Fu lui a dare fiducia al giovane talento, presentandolo all’editore Giulio Ricordi, che lo incaricò di comporre Il Grillo del focolare, tratto da un testo di Dickens. Sarà quest’opera a segnare il suo debutto teatrale, il 28 novembre del 1908 al Politeama Chiarella di Torino. Francesca da Rimini
UN GIOVANE PRODIGIO
All’età di dieci anni, Riccardo venne iscritto al Ginnasio di Rovereto, a quell’epoca diretto dal maestro Vincenzo Gianferrari. Nel 1899, superato brillantemente l’esame di ammissione, iniziò a frequentare il Liceo Musicale G. Rossini di Pesaro, sotto la guida del compositore e direttore Pietro Mascagni. Grazie ai sacrifici della famiglia e al suo studio tenace riuscì a diplomarsi in soli 3 anni.
IL DEBUTTO
Nel 1901 al Conservatorio di Milano eseguì come saggio finale per il diploma di composizione Il ritorno di Odisseo, una musica per soli, coro e orchestra basata su un poema di Pascoli, che conquistò l’attenzione del musicista e poeta Arri90
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IL CAPOLAVORO
Il compositore roveretano lavorava anche spesso insieme ai cori, per i quali ha composto anche una Messa da Requiem.
LA MORTE
Gli ultimi anni della sua vita li trascorse nella provincia marchigiana. Ricoverato e operato d’urgenza in un ospedaletto da campo a Trebbio Antico, tra i fragori dei bombardamenti aerei e le cannonate degli alleati che avanzavano contro i tedeschi, morì il 5 giugno del 1944, lasciando la moglie Tarquinia insieme alla figlia adottiva Jolanda. La sua tomba si trova nel cimitero di Borgo Sacco.
Il lavoro che lo consacrò alla fama fu però musicare con grazia e sensibilità la tragedia di Francesca da Rimini di Gabriele D’Annunzio. Interpretata da Linda Cannetti e Giulio Crimi nella prima in scena al Teatro Regio di Torino, nel ‘14, fu un vero successo, che ne fece la sua opera più amata e rappresentata.
hanno detto di lui Zandonai appartiene a quegli artisti che hanno sempre mantenuto un legame con l’ambiente della loro prima formazione, della loro tradizione familiare, spirituale, culturale in genere. Contrariamente ad altri artisti che hanno sentito il bisogno di muovere verso altri ambienti, Zandonai ha continuato a frequentare e a ritornare nel suo luogo nativo e qui è tornato per la sua sepoltura. (Gianandrea Gavazzeni, durante la cerimonia del 5.06.1969, a Borgo Sacco, per il 25° della scomparsa)
trentinoristorante
Il ristorante
IN OGNI NUMERO trentinomese VI PROPONE UN RISTORANTE PROVATO PER VOI Il ristorante presentato in questa rubrica è una libera scelta redazionale. Il nostro giudizio anche se critico, è espresso in “cuori” perchè, comunque, il difficile lavoro del ristoratore merita rispetto.
Segnalazioni e commenti: info@trentinomese.it
CONVIVIO IL CONVIVIO DI MADONNA DI CAMPIGLIO LA SEMPLICITÀ CHE RASSICURA
La rassicurante tranquillità di una cucina tradizionale che fa uso rispettoso della creatività. Ravioli di ribollita, crema di sedano rapa con amaretti e capasanta, risotto al piccione, variazione di maialino, sono solo alcuni dei piatti gustati. In generale, piacevolezza in ogni preparazione senza sussulti emozionali. È questa l’esperienza a Il Convivio di Madonna di Campiglio, il ristorante gourmet dell’hotel Alpen Suite. Si cena in due ambienti, la tipica stube in larice naturale e la saletta del viandante. Lo chef, il toscano Samuele Melani,
TE EDIZRI ZA ONE
punta in primis a proporre una cucina genuina e delicata che esalta i prodotti naturali del territorio, ma dove non manca mai nemmeno il pesce di mare, ormai sempre più richiesto dalla clientela di montagna. Gli affreschi della facciata esterna dell’Alpen Suite Hotel, opera del maestro trentino Marcello Pola, rappresentano il mondo medioevale immaginario e hanno ispirato il nome del locale che affonda le sue origini nella storia della località. Nel 1186 venne fondato a Madonna di Campiglio l’antico ospizio di S. Maria con lo scopo di dare assistenza ai viandanti. L’ospizio viene rappresentato dal maestro Pola nell’affresco della torretta centrale dell’hotel raffigurando il momento conviviale in tutte le sue forme: dal calice al piatto, dalla tavola al piacere del ristoro. Proprio da questo riquadro nasce il nome del ristorante gourmet dell’Alpen Suite Hotel, Il Convivio, dove non manca nemmeno una cigar lounge con una vasta scelta di rum invecchiati da abbinare a sigari italiani e cubani. Si spende in media dai 40 agli 80 euro. A pranzo ci si accomoda in uno spazio tipo tea room per una carta più semplice.
IL CONVIVIO viale Dolomiti di Brenta 84 38086 Madonna di Campiglio T. 0465.440100 Apertura stagionale, pranzo e cena
CIBO ♥ ♥ ♥ ♥ AMBIENTE ♥ ♥ ♥ ♥ ♥ PREZZO ♥ ♥ ♥ ♥
LA CUCINA
delle nostre Valli
100 RICETTE CREATIVE NEL RISPETTO DELLE TRADIZIONI TRENTINE
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Le lune di Kako / di Flora Graiff
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on la riforma del lavoro, il cosiddetto Jobs act che cancella l’art. 18, il lavoratore occupato in un’azienda con più di 15 dipendenti avrà lo stesso trattamento di tutti gli altri. In particolare, l’imprenditore potrà licenziarlo con maggiore facilità in quanto gli viene riconosciuto il diritto al reintegro solo per motivi discriminatori o disciplinari. Negli altri casi, l’obbligo dell’imprenditore è limitato ad un indennizzo economico. Le nuove regole valgono solo per i neoassunti.
FLORA GRAIFF
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artoonist e giornalista pubblicista, vive fra Merano e Trento. Dopo aver studiato restauro a Firenze e xilografia con Remo Wolf, crea Kako, bimbo protagonista di una strip seriale lanciata dalle riviste Linus e Snoopy e poi approdata sul web. Artista eclettica,
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ha al suo attivo anche radiodrammi per la Rai, vignette satiriche per quotidiani, tavole per l’Atlante delle Guerre e pastelli per plaquettes di poesie inedite di Alda Merini, Ezra Pound, Salvatore Quasimodo e Marina Cvetaeva. Tra i critici che hanno scritto di lei Enrico Crispolti e Luca Beatrice.