TrentinoMese Giugno 2015

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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Trento. Contiene i.p.

ANNO XXIII N. 280

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GIUGNO 2015 9 771724 550805

ISSN 1724-5508

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appuntamenti, incontri e attualità trentina

CHI DICE TACCO DICE DONNA

PORTARE LO STILETTO CON DISINVOLTURA È IL MITO DI (QUASI) OGNI DONNA: OGGI QUESTO SOGNO È DIVENTATO REALTÀ, GRAZIE AI SEMINARI DI CRISTIANA BERTELLI

GUIDO MONCHER, CHI ERA COSTUI? RISCOPERTA DI UN PIONIERE DELL’AERONAUTICA

UN CAFFÈ A CASA DI PAOLO DORIGONI “NEL NOME DEL PADRE”

BALLANDO, BALLANDO GIACOMO TODESCHI È UNA PROMESSA DELLA DANZA ITALIANA TRENTINGRANA DOP IN PRINCIPIO FU IL MATRIMONIO TRA UN CASARO NONESO E UNA RAGAZZA MODENESE TRA LE PAGINE DEL TEMPO TESORI E SORPRESE DELLA BIBLIOTECA DI SAN BERNARDINO




RING

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RING di Pino Loperfido

di Tiziana Tomasini

perfidie

MA COSA C’È DI PIÙ RILASSANTE E PIACEVOLE DEL PARLARE DELLE SFIGHE DEGLI ALTRI?

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arte come chiacchiera, passa di bocca in bocca, e al centesimo passaggio – et voilà – eccolo trasformato in calunnia. Stiamo parlando del piacevole, piacevolissimo, sollazzante pettegolezzo. Perché può sembrare strano, ma parlare di una terza persona in sua assenza procura un piacere sottile, ma intenso. Poco conta che quel che si dice del terzo corrisponda o meno alla realtà. Quel che conta è che se ne parli e, parlandone, si inneschi una sorta di catena di Sant’Antonio in cui chi riferisce non si sente responsabile delle conseguenze che la diceria potrà avere sulla reputazione del soggetto interessato (o sulla sua salute). Il pettegolezzo ha natura mutevole, si trasforma col tempo. È come un romanzo scritto a più mani in cui ogni nuovo capitolo dà una direzione diversa alla trama. Un imponente work-in-progress in cui i particolari più interessanti vengono evidenziati e “arricchiti” con un tocco di fantasia. Sì, insomma, si teatralizza un po’, enfatizzando tutto l’enfatizzabile. Naturalmente, il fatto che la chiacchiera provenga da un’altra persona ci assolve da un’eventuale verifica dell’attendibilità dei fatti raccontati. Ma perché è così piacevole spettegolare? Beh, intanto perché i fatti degli altri chissà perché sono sempre più interessanti dei nostri. E confortanti, quando si tratta di negatività. Già. Avete mai fatto caso a quanto è consolatorio e rilassante parlare delle sfighe degli altri? Ci si sente un po’ meno soli, diciamo. E seppure la nostra sfiga sia molto grossa, riusciamo sempre a trovare chi sta peggio di noi. Così se ci siamo rotti una gamba, andiamo a spettegolare su chi se ne è rotte due. E così via. (Fermo restando che, nonostante tutto, il nostro problema resta per noi il più grave) È una vera pace dei sensi. O della sensatezza. Il ritmo cardiaco si abbassa d’incanto. L’operazione spetteguless sembra notevolmente efficace nello stimolare il cervello a produrre endorfine, gli antidolorifici naturali (o oppioidi) che il cervello produce a suo uso e consumo. Siamo talmente rilassati dopo aver sparlato di questo e di quell’altro che ci potremmo quasi addormentare. A quel punto, però, partirebbe un nuovo pettegolezzo. Su di noi, naturalmente. “Non ci crederai mai: sai, eravamo lì a parlare di Tizio e all’improvviso quello si è messo a dormire... Da non credere, no?” 6

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a mali estremi I GIOVANI E LAVORO ESTIVO: “VORREI MA NON POSSO”. BUTTA ALMENO L’IMMONDIZIA...

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n tempo si minacciavano gli scolari indolenti e fannulloni con la frase “Se non studi, ti mando a lavorare!” Oggi, ai ragazzi che finiscono le medie, non si può più avanzare questo tipo di prospettiva. L’obbligo scolastico – dilatato fino ai sedici anni – non consente ai ragazzi di esercitare un’attività lavorativa stagionale fino a quel termine temporale; addirittura, molti datori di lavoro specificano i diciotto anni, per comprensibili motivi di tutela e sicurezza. Certo che molti genitori di oggi, cresciuti un po’ tutti a raccoglier mele, vendemmiare, andar per malghe e servire ai tavoli sul Garda nelle lunghe estati giovanili, guardano con una certa perplessità all’impossibilità di far praticare ai propri ragazzi qualche semplice lavoretto estivo. Questi ragazzoni di quattordici anni che ci girano per casa – ormai sviluppati, nella maggior parte dei casi, dal punto di vista fisico e muscolare – avrebbero bisogno di sperimentare qualche tipologia di lavoro anche per una maturazione diciamo più “cerebrale”. Abituati ad avere ed ottenere tutto o quasi (e per questo lascio spazio ai mea culpa di chi scrive e di quanti vi si riconoscono), i giovanotti in erba tendono a pretendere ogni genere di disponibilità da parte dell’adulto: la paghetta corposa, il servizio taxi ad ogni ora del giorno e della notte verso attività ludico/ sportive, l’acquisto incondizionato di generi materiali, specie tecnologici. Tanto per citarne alcune. I ritorni, nonostante le prediche, sono inversamente proporzionali all’offerta: volendo rinfrescare la memoria, posso annoverare qualche tavola apparecchiata, qualche immondizia gettata, qualche indumento raccolto da terra; il tutto condito di molta malavoglia e brontolate. Forse nell’età della crescita il dictat del genitore stimola involontariamente l’opposizione accesa su molti fronti; probabile che in questo delicato periodo le imposizioni suonino molto stonate; certo è che un modus vivendi corredato di regole, come quello lavorativo, sarebbe molto formativo ed istruttivo. Il rispetto degli orari, la fatica di impegnarsi per un determinato numero di ore, la dovuta considerazione nei confronti dei pari e dei datori di lavoro sono solo alcuni di quegli elementi che servirebbero per la crescita dei nostri adolescenti. Invece fino ai sedici anni non si può. Non si possono maturare queste semplici esperienze. Dobbiamo aspettare ancora per vederli finalmente crescere con un certo senso di responsabilità.


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RING di Carlo Martinelli

alla carlona IL NOSTRO PORNO QUOTIDIANO: SETTE SECONDI DIVIDONO I TRENTINI E IL RESTO D’ITALIA

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onfesso. Le statistiche mi hanno sempre ispirato diffidenza. Epperò scorrerle è, spesso, una goduria. La storiella la sapete. Ti dicono che in media noi mangiamo tre polli a testa ma non ti dicono che il riccastro evasore fiscale in suv e speculatore in borsa se ne mangia due virgola nove e il disperato che non trova più lavoro perché la delocalizzazione ha portato la fabbrichetta dove lavorava in India di polli ne mangia zero virgola uno, se va bene. Detto questo, è tutto da capire di che pollo si discute rispetto alle statistiche diffuse, poche settimane fa, dai signori di PornHub, uno dei siti più cliccati al mondo (è tra i primi 50 in assoluto, per capirci). E, soprattutto, fa ridere il taglio che qualcuno vorrebbe dare alla lettura dei dati diffusi con manageriale serietà. Si tratta di cifre che riguardano il consumo del porno in Italia. Al passo con i tempi, ovvio. Lontani anni luce i giornaletti che si acquistavano all’edicola per poi immediatamente celarli dentro i giornali “seri” e ormai archeologia i cinema a luci rosse per non dire delle videocassette. Oggi è tutto in rete, tutto on line. Ebbene, si è letto che i trentini sono al di sopra della media nazionale per quel che riguarda i video porno on line. E tu pensi ai nostri conterranei dediti ai più turpi sollazzi internettiani, alle più perverse pratiche erotiche che uno possa congetturare. Poi guardi bene e ti fai una grassa risata. Le cose stanno così: PornHub ci fa sapere che sul suo frequentatissimo sito gli italiani restano in media 8 minuti e 19 secondi. Lasciamo a ciascuno pensare che cosa facciano in quei minuti e secondi. La mia libertà finisce dove inizia la tua... Ma, udite udite, quegli “sporcaccioni” di trentini in media restano a navigare in quel sito per ben sette secondi in più. Avete letto bene. Sono quei sette secondi che ad una lettura distratta potrebbero far pensare chissà che. Macché. Secondo più secondo 8

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RING meno, gli italiani per il porno sono un popolo solo. Perché si va dalla Campania, dove sul sito di cui sopra si resta 41 secondi in meno rispetto alla media nazionale, al Friuli Venezia Giulia (i più peccaminosi) dove si è al di sopra della media di “ben” 14 secondi. Capito, signori miei? Meglio allora dire: i trentini pornizzati non coltivano, a differenza della classe politica, nessuna particolare specialità o autonomia. Sono come tutti gli altri. 8 minuti e 26 secondi di navigazione media giornaliera (la media mondiale è 9 minuti e 16 secondi, per la precisione) quando cliccano PornHub. In gergo viene definito “duration difference”. Nomen omen? Sappiate invece che il giorno con il maggior numero di accessi è il martedì e quello più castigato la domenica. Che le donne che visitano il sito sono il 20% del totale (23% la media mondiale) e che l’Italia è il settimo Paese al mondo nella classifica di PornHub. Vi risparmiamo la percentuale rispetto all’età ma diciamo che fino ai 40 anni e poco più si nota grande curiosità e attivismo, poi si va a calare decisamente. Ci importa zero chi siano gli attori e le attrici porno più ricercati (anche perché un certo Mandingo e una certa Lisa Ann non passeranno alla storia del cinema, garantito) ed è invece decisivo sapere che ci sono giorni nei quali il traffico sul sito porno di cui sopra crolla improvvisamente. Gli italiani (e i trentini, ovvio, ché pari sono, lo abbiamo ben visto) il giorno di Capodanno, ad esempio, frequentano PornHub con una percentuale inferiore del 59% alla media annuale. Così a Pasqua (meno 27), a Natale (meno 25) e all’Assunzione (meno 19). Invece Liberazione, Befana, Ognissanti e Festa della Repubblica influiscono minimamente sulle luci rosse che si accendono nelle case (o sui telefonini e tablet) del nostro caro popolo di poeti, santi, navigatori e guardoni.


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RING di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi SCUOLA TRENTINA: RISPARMIO DI RISORSE PUBBLICHE SULLA PELLE DEI RAGAZZI PIÙ DEBOLI

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l Trentino come i cugini del Sudtirolo, in molti anni di autonomia è riuscito, nei vari campi, a porre le basi di vere e proprie eccellenze. Eccellenze che sono state copiate, invidiate e seguite da molte province italiane. Per rimanere nel campo scolastico e formativo, una di queste eccellenze sono stati i “progetti ponte”. Un’azione sperimentata nel lontano 1997 tra la scuola Media di Lavis, i Servizi Sociali e l’Istituto Professionale Servizi alla Persona di Trento (ora “Sandro Pertini”), diventata norma – visti i risultati positivi – e disciplinata dall’articolo 58 della Legge Provinciale 7 agosto 2006 n 5. Vediamo in cosa consistono questi percorsi. Si inseriscono nel più generale discorso dell’orientamento e sono una sorta di preinserimento, per alcune ore, di allievi delle scuole Medie presso gli istituti di formazione professionale per capire se la strada che hanno scelto per il loro futuro sia quella giusta oppure se riorientarsi prima di gettare via un anno scolastico. Sono articolati dalle 30 alle 60 ore per arrivare, in casi problematici, a 150, da svolgere

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RING soprattutto in laboratorio, e coinvolgono particolarmente studenti certificati ai sensi della Legge 104/92 o in grande difficoltà, per i quali si sviluppano delle competenze spendibili in funzione di un futuro inserimento nel mondo lavorativo. I dati storici dicono che gli studenti coinvolti in questi progetti sono stati mediamente 350 l’anno sull’intero territorio provinciale, distribuiti in tutte le scuole medie e Centri/Istituti di Formazione Professionale. Le Azioni Formative, altra eccellenza del sistema scolastico trentino, sono solitamente dalle 30 alle 35 annuali. Quest’ultime si strutturano in un percorso presso il I anno della Formazione Professionale e riguardano allievi che o per età o per problematiche particolari non possono rimanere nei banchi delle III Medie. Frequentano allora la Formazione Professionale con la possibilità, alla fine dell’anno formativo, di intraprendere l’esame di Terza Media e, se il percorso è stato positivo, transitare al II anno delle Professionali. Una possibilità impegnativa ma che ha dato diversi frutti positivi e soprattutto ha evitato la dispersione scolastica e ciò che porta con sé, cioè adolescenti buttati sulle strade con tutto quello che ne consegue in termini di sicurezza sociale, microcriminalità, disagio, ecc. I finanziamenti da parte della Provincia si sono aggirati sui 350mila euro annui a fronte di un successo scolastico che vede, nelle azioni formative, l’80% di allievi che consegue il titolo di scuola media, e di questi il 50% passa nel secondo anno della Formazione Professionale. Queste esperienze, invidiate e copiate dalla scuola delle altre province, è stata narrata e modellizzata nel 2009 in una pubblicazione di due volumi da parte della Casa Editrice Erickson. La pubblicazione, a cura di Fabiano Lorandi, fino a pochi mesi fa responsabile del settore Orientamento dell’Assessorato all’Istruzione, raccoglie altre cinque esperienze similari – sebbene posteriori –, effettuate a Torino, Verona, Reggio Emilia, Roma e Napoli: un libro dal profondo valore scientifico e pedagogico certificato da studiosi e pedagogisti come Maria Ajello e Marco Rossi Doria. Ebbene, in data 13 maggio 2015 il Dirigente del Servizio Infanzia e istruzione del primo grado emana una circolare in cui si dichiara che a partire dall’anno scolastico 2015/2016, non è prevista l’assegnazione di specifiche risorse agli Istituti e Centri di formazione professionale per i progetti ponte delegando ai bandi 2015/16 del Fondo sociale europeo ogni possibilità di finanziamento. Chi è estraneo al sistema scolastico può vedere in questa mossa un risparmio di risorse pubbliche; chi lavora nella scuola sa invece che questo risparmio è fatto sulla pelle dei ragazzini più deboli e che più hanno bisogno di essere guidati nella scelta del loro futuro. Molti istituti e centri professionali non possono accedere ai Fondi Sociali Europei perché non sono accreditati. Inoltre, mettere in piedi un percorso di poche centinaia di ore annuali accedendo alla complessa, farraginosa e burocratica macchina degli FSE – con lo spettro dei controlli dei


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RING di Astrid Mazzola

il midollo della vita A PROPOSITO DELLA SOLITUDINE

A commissari europei, di quelli provinciali, della stessa Guardia di Finanza, auspicabili per fondi importanti ma sicuramente ridicoli per una manciata di ore annuali – significa ostacolare l’impegno e l’entusiasmo degli insegnanti che cercano di aiutare questi ragazzi. Tutto questo nell’ottica del risparmio. I 350mila euro annui spesi affinché questi ragazzi abbiano un futuro decente e non si ritrovino in piazza a rompere panchine, spacciare, rubare, ecc. equivalgono sì e no alla metà di un vitalizio di un politico provinciale. È notizia recente quella dei 90 milioni di euro, in media 700 mila a cranio, che la classe politica si era ritagliata con una legge del 2012, in piena crisi economica. Legge sulla quale la stessa Procura ha aperto un’inchiesta indagando politici e consulenti. Ma l’ulteriore furbizia dei nostri politici è quella di risparmiare tagliando il futuro alla fascia più debole dei giovani, seppellendo un’altra eccellenza della nostra provincia. Perché scrivo tutto questo? Semplicemente perché il sottoscritto con Fabiano Lorandi e l’assistente sociale Flavia Chilovi, in quel lontano 1997, sono stati quelli che hanno sperimentato per la prima volta in Italia un “progetto ponte”, dando la possibilità ad un’allieva problematica di mettere piede nella scuola superiore trovando motivazione, soddisfazione e autostima, invece che condannarla ad un ulteriore e ripetitivo III anno della scuola media che avrebbe portato ad un abbandono. Adesso sono un padre “orfano”. Passo dopo passo stanno destrutturando il mondo della scuola, regalando mano d’opera gratis alle aziende (il percorso, già fallito in Trentino, cosiddetto duale) e tagliando le risorse per i portatori d’handicap (a caso, senza valutare progettualità e collaborazioni interistituzionali). Con la scusa del risparmio si stanno distruggendo i sogni e le speranze di centinaia di giovani, di altrettanti insegnanti che lavorano per una scuola che aiuti ad inserirsi con dignità nel mondo del lavoro, preferendo l’esclusione, l’abbandono, l’aumento del disagio, contravvenendo alla Legge 104 in molti casi, andando ad ingrossare la piccola microcriminalità.

nche in questo periodo dell’anno ci capita di trascorrere giorni interi senza vedere altri esseri umani: la loro presenza è annunciata solo dal chiacchiericcio dei ciclisti e il rombo delle macchine che passano per la strada della Val di Sella. Quella solitudine che è semplice assenza di presenze umane non mi pesa quasi mai. Lo ammetto: non sono a mio agio in situazioni sociali che la maggior parte delle persone considera normali. Quando avevo un lavoro fisso, spesso saltavo la mensa per mangiare un panino ai piedi di un gigantesco pioppo secolare... Comportamento piuttosto sventato, in effetti, per una precaria che dovrebbe utilizzare ogni occasione per trovare nuove opportunità di lavoro. Quando mi tocca andare a un compleanno o un matrimonio e trascorrere una giornata in mezzo a gente sconosciuta che si sforza di far festa mi deprimo, a meno che non abbia la fortuna di stare assieme a dei bambini o di incontrare qualcuno con cui iniziare un dialogo autentico. Eppure, non so dire quanto amore ci sia in me per l’essere umano. Potrei descrivere con precisione momenti, ore o giorni in cui il potenziale delle relazioni umane mi si è svelato come uno scrigno di meraviglie, in cui ho condiviso in profondità il vissuto di un’altra persona e ho percepito la vicinanza delle nostre vite intangibili. Ormai so, e temo che nessuno me lo potrà più togliere dalla mente, che due persone disposte a lasciar prendere aria alla propria anima possono trascorrere assieme un tempo splendido. Di questo tipo di relazioni, spesso, sento la mancanza. Viviamo gomito a gomito, realmente e virtualmente, con centinaia di persone. Mentre parliamo con qualcun altro, ecco un simpatico fischio, un bussare insistente, il trillo di un uccellino, uno sparo: altre persone che s’inseriscono nell’universo in cui ci stavamo immergendo assieme. Ogni pochi minuti nelle nostre conversazioni si crea un buco di senso che le vanifica. “Dov’eravamo arrivati?” dice, nel migliore dei casi, il nostro interlocutore; ma la maggior parte delle volte esce da quella chiamata o quell’sms con una veste nuova, già dimentico del nostro universo. Come si può far prendere aria alle proprie anime quando si è in grado di dare alla relazione che stiamo costruendo nell’adesso, quella “presente nel nostro presente”, poco più del tempo dedicato a un sms? È possibile trovarsi in mezzo alla gente e sentirsi soli; ed è possibile essere soli in mezzo alla natura e sentire di aver in comune con il resto dell’umanità la stupefacente capacità di costruire assieme universi. In Val di Sella invitiamo spesso a cena o a pranzo le persone cui siamo affezionati. Siamo così disorganizzati che in genere i nostri amici ci devono aiutare a preparare la cena; ma chi è invitato può star certo che non lo invitiamo solo per non restare soli. 11

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trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI

il dialetto in-forma “DE CHI ÈLE ‘STE SCARPÉTE?” “De chi èle ’ste scarpéte?” Del diavolo! “Schèrzet?” No non scherzo. Hai in mente l’aquilegia? “Me per che la sia n’erba…” Bravo.

È

un’erba perenne che cresce nei boschi dell’Europa, dell’Asia, dell’America boreale. Nella regione alpina, quindi anche da noi, cresce l’Aquilegia atrata, considerata una varietà dell’Aquilegia vulgaris, dai fiori violetti. La nostra invece ha i fiori rosso scuro. In dialetto questa

erba è chiamata con vari nomi: erba àgola (erba aquila), fior de Sant’Antoni (perché fiorisce intorno al giorno dedicato al Santo il 13 giugno), baréta dei preti e, appunto, scarpéta del diàol. “Ma ensóma, de chi èla ‘sta erba: de Sant’Antoni, dei preti o del diàol?” Questa è una bella domanda: bisognerebbe chiedere al popolo. Sì, ma a che popolo? Quello che l’ha attribuita Sant’Antonio, ai preti o al diavolo? Questo mi fa venire in mente che quando ascolto le sentenze “nel nome del popolo italiano” mi domando sempre: che popolo? “E mi me domando perché zerti i dis che l’aquilegia l’è la baréta dei preti o el fior de Sant’Antoni e zerti che l’è le scarpéte del diàol…” Probabilmente il diavolo c’entra per via dei colori dei fiori che sono rosso scuro. Ma non è finita: ci sono altri fiori che hanno a che fare con le scarpette (in paradiso non si usano scarponi!) usate dalla famiglia del Sioredio. C’è il Lotus corniculatus, ovvero il trifoglio giallo, che in dialetto viene chiamato Scarpe de la Madona, scarpe del Bambin, schiarpéte del Sioredìo (in nòneso). Sembra che questi fiori venissero chiamati così dal popolo per via del loro colore giallo dorato ma anche perché i monaci un po’in tutta Europa amavano battezzare piamente i fiori con nomi di riferimento religioso… “Ensoma i voleva batezar tuti, anca i fiori col só nome!” Più o meno. Però poi studiavano i “semplici”, ossia i fiori e le erbe con virtù medicamentose: per esempio avevano scoperto che le scarpéte de la Madona curavano le infiammazioni interne. Ma non è finita… “Con cossa, no l’è finida?” Con le scarpette della Madonna e con quelle del Signore! C’è, per esempio il falso bosso ovvero il Polygala chamaebuxus, che nel dialetto di Trento viene chiamato anche martèl… ”N’erba che i dropa per smartelar?!” No: viene dal latino murtila e dall’italiano mortella, arbusto mediterraneo. Ma, oltre che martèl il falso bosso viene anche chiamato scarpéte de la Madona, scarpéte del Sioredìo… ”E daghe co ‘ste scarpéte: no gh’en capisso pu na madona! Èle de la Madona, del Sioredio, del Bambin, o del diàol. E ogni volta i me cambia fior: el fior de l’aquila, el boss per depù fals, o ‘l can da dio! Quel che credo de avér capì l’è che anca en paradis, en tra la Madona, el Bambin e el Sioredio i se ciava le scarpéte”. renzofrancescotti@libero.it

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Stefano Benni - Serge Latouche Loredana Cont - Paolo Crepet Isabella Bossi Fedrigotti Simonetta Agnello Hornby Abel Ferrara - Furio Colombo Roberto Innocenti & Monica Monachesi Giuseppe Culicchia & Federica Mafucci Luigi Manconi - Valentina Calderone Aldo Cazzullo - Eraldo Affinati Simona Sparaco Gustavo Corni - Enzo Fimiani Brunamaria Dal Lago Veneri Fiorenzo Degasperi - Loreta Failoni Vincenzo Passerini - Riccardo Gadotti Giorgio Antoniacomi - Stefano Bordiglioni Andrea Nicolussi Golo omaggi a T.S. Eliot - Pier Paolo Pasolini Ernest Hemingway - Andreas Latzko mostre: “Il libro (di carta) è morto, viva il libro” “T. S. Eliot: Inside the waste land” “Indagine sulle cose” “Io, io, io e... gli altri?” “Cose preziose. 250 storie scelte dai ragazzi”

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trentinodadonnaadonna di LOREDANA CONT

PARITÀ DI GENERE, ANZI SPARITÀ DI GENERE... (TRANQUILLI CHE NON PARLO DI POLITICA)

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i è capitato che qualche volta mi abbiano chiesto, riferendosi al pubblico che segue i miei spettacoli, se si divertono di più gli uomini o le donne. Non so chi si diverta di più (spero entrambi alla stessa maniera) ma cercando di capirlo ho constatato, ancora una volta, che uomini e donne sono proprio differenti. Lo so, è come scoprire l’acqua calda, ma certe sfumature non si colgono subito. Altro che parità di genere...

Ho constatato che sicuramente gli uomini sono più autoironici, sono più disposti a scherzare su sé stessi, a prendersi in giro. Fateci caso: in tutte le compagnie di amici, i vari componenti hanno qualche soprannome, qualche nomignolo. E allora ecco che li senti chiamarsi tra di loro el Ciccio, el Panza, el Pelà, el Sec, el Spugna, el Candola, el Cerìn, el Ciopeta e via discorrendo. Si chiamano così ed esplodono in grandi e contagiose risate. Avete mai sentito donne mettersi soprannomi che abbiano attinenza con l’aspetto fisico, o con qualche vizio? Pensare di potersi chiamare Cicciona, Panzona, Gambona, Tetona, probabilmente sarebbe motivo per iniziare la terza guerra mondiale. Sarebbe così offensivo da rivolgersi al tribunale per i diritti dell’uomo anche se sono donne... Le donne hanno altri modi di chiamarsi, che non toccano né l’aspetto fisico né le loro manie: loro giocano sul nome e quindi abbiamo la Stefy, la Rosy, la Milly, la Debby, la Silvy, e per fortuna anche la Stella, ma è la cagnetta della Milly... L’altra differenza di genere è che gli uomini, in fondo, sono degli eterni bambini che anche crescendo non smettono mai di giocare: giocano a calcio, a carte, alla morra, se

vedono un flipper ci saltano addosso, se vedono un calcio balilla sono come api sul miele e fanno partite con la telecronaca della finale del mondiale dell’82... Loro giocano sempre, sarà perché amano la competizione, non hanno paura del confronto, cosa che invece non piace alle donne le quali preferiscono fare shopping, ma anche passeggiare, leggere, e parlare, parlare, parlare. Gli uomini, essendo più autoironici, sono tendenzialmente meno permalosi delle donne, salvo che non li si tocchi nel loro punto sensibile... sto parlando della guida. Mai criticarli in tal senso perché loro non sono automobilisti: sono piloti e sono impeccabili, conoscono le regole della strada e conoscono il funzionamento del mezzo. Poi fioccano le multe e fondono il motore, ma chiaramente la colpa è del destino avverso. Sono così sicuri della loro bravura che se per caso al volante c’è la moglie si sentono in dovere di fare scuola guida: “accelera, stà pù a destra, stà pù al centro, cambia marcia... mòla zo l’acelerator”... E pensare che la moglie ha la patente da trent’anni... È vero, anche le donne tendono a dare indicazioni ai mariti “Va piam che ghè el limite de velocità... atento che la zò ghè el semaforo... òcio che de solit drio ala curva ghè i carabinieri...” Adesso capisco perchè hanno inventato il navigatore satellitare: per impedire alla moglie di dare istruzioni! Ecco, questa è la sparità di genere... VOGLIATEVI BENE

Loredana

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Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher, Gennj Springhetti Hanno collaborato a questo numero: Paolo Chiesa, Loredana Cont, Antonia Dalpiaz, Lara Deflorian, Fabio De Santi, Fiorenzo Degasperi, Alberto Folgheraiter, Renzo Francescotti, Flora Graiff, Francesca Mazzalai, Astrid Mazzola, Francesca Negri, Silvia Tarter, Tiziana Tomasini, Giada Vicenzi

SOMMARIO GIUGNO2015 Ring

4 COMMENTI 10 IL DIALETTO INFORMA 13 DA DONNA A DONNA

Attualità 16 20 26 28 32

Progetto grafico: Fabio Monauni Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170 Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. TRENTO Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 studiotn@trentinomese.it Direzione pubblicità: Rosario Genovese BOLZANO Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 Fax 0471.930743 bazarbz@bazar.it Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Alcione Trento Registrazione Tribunale di Trento n. 536 4 aprile 1987

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TRA LE PAGINE DEL TEMPO A CASA DI PAOLO DORIGONI GUIDO MONCHER FARMACIA SANTA CHIARA TRENTINGRANA DOP

GOETHE IN TRENTINO

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ARTE SELLA CHI DICE DONNA DICE TACCO GIACOMO TODESCHI TRENTINO BOOK FESTIVAL GIULIANO ORSINGHER UN “FOLLETTO” ALLA TUA PORTA

Panorama 57 58 60 63 64 65 69

SOLSTIZIO D’ESTATE BARBER DAY FESTE VIGILIANE PINÉ MUSICA MARTA SUI TUBI FESTIVAL BRASS “OGGETTI SMARRITI”

Giorno per giorno

70 MOSTRE 74 APPUNTAMENTI DEL MESE

Scoop&news 84 86 87 89 90 92 93

“PAESAGGI DI GUERRA” 30 ANNI DI SARTORAZZI I BAMBINI PER IL NEPAL NUOVA SILHOUETTE PER BERTAGNOLLI FRACALOSSI DI NUOVO PRESIDENTE I DIALOGHI SILENTI DI LUCCHI FIERA DI BOLZANO

Rubriche 94 96 97 98

LIBRI E LIBRERIE VOLTI NELLA STORIA IL RISTORANTE LA VIGNETTA info@trentinomese.it www.trentinomese.it

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trentinoattualità

Foto di Gianni Zotta, tratta dal volume: “I Frati Minori a Trento”

PASSARE DAL TRAFFICO CITTADINO DEL 2015 AL SILENZIO E ALL’INCANTO DELLA BIBLIOTECA DI SAN BERNARDINO DI TRENTO FA DAVVERO UNO STRANO EFFETTO...

di Pino Loperfido

TRA LE PAGINE DEL TEMPO 18

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trentinoattualità

Uno delle migliaia di volumi. Spesso sono corredati da splendide incisioni

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sservare la città di Trento dall’alto dà un po’ la sensazione di dominarla, di scrutarne ogni segreto più recondito. Forse è anche per questo che i Madruzzo decisero di erigere qui la loro Torricella Madruzza, la villa di famiglia. Siamo all’incirca su via Venezia, la strada che inerpicandosi su, verso l’orrido di Ponte Alto, porta verso la Valsugana. Una poco visibile entrata sulla destra ci accompagna verso la Biblioteca di San Bernardino, appartenente all’Ordine dei Francescani. A fare da Cicerone, lo storico giudicariese Ennio Lappi che ci aiuta a destreggiarci nel mare magnum dei quasi duecentomila volumi oggi contenuti nella biblioteca.

Passare dal traffico cittadino del 2015, dalla folla di telefonini, dall’invisibile rete dei wifi al silenzio e all’incanto di un luogo simile fa uno strano effetto. Una specie di anestesia dell’anima, tanto per non mettersi a rimpiangere armonie e suggestioni oramai perdute. Che poi, a dire la verità, il guaio per un appassionato di libri è entrare in un posto simile e riuscirne a mani vuote. Niente ricordini né souvenir dopo la visita a questa sorta di museo del pensiero e dell’umanità. Bisogna fabbricarselo nella testa il ricordo, dargli una forma come farebbe una modernissima stampante a 3D, una scheggia della meraviglia per non poterla dimenticare mai più.

Lo storico Ennio Lappi, nostro fondamentale accompagnatore, ci mostra un enorme e antico messale

L’ingresso del primo corpo della biblioteca

Entrandovi ci si deve impegnare a rimanere uomini, turisti in cerca di emozioni, occorre bilanciare bene il peso del corpo per non cadere, per non essere soggiogati dalla sorpresa, dall’inaspettato splendore. Si vorrebbe abbracciarli tutti questi libri, mangiarli se non fosse un desiderio assurdo, dettato dal pensiero drogato; allora proviamo ad appoggiare l’orecchio agli scaffali. I libri non si possono portare via, d’accordo... ma così forse si riuscirà a sentirli... Ecco. Quel mormorio... Un’infinità di parole, suoni, sillabe, preghiere che formano la storia del tempo, del mondo, il respiro della vita, il cuore degli uomini di ogni epoca. E intanto i cronisti sentono uno strano

sconcerto addosso, un freddo misterioso mentre se ne stanno lì, a bocca aperta, come piccoli uomini che solo in quell’istante, messi a nudo dal tesoro di carta, si rendono conto di essere un puntino nell’immensità della storia. UN CONVENTO (E UNA BIBLIOTECA) TUTTI NUOVI Per i figli di San Francesco l’avventura trentina comincia nel 1221, in località Piedicastello, ai piedi di quello che un tempo veniva chiamato iuxta castrum Tridenti, proprio accanto alla chiesa di Sant’Apollinare. Vent’anni dopo, arriva un nuovo convento, fuori le mura di Trento nella zona est. Sono i frati cosiddetti “conventuali” ad

Da sinistra, il prof. Italo Franceschini e padre Ciro Andreatta, rispettivamente curatore e direttore della Biblioteca di S. Bernardino 19

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trentinoattualità

LA PERGAMENA MAGICA

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a cinquecentesca “pergamena magica”, uno dei pezzi più interessanti della Biblioteca. Apparteneva ad Andrea Mattioli che fu medico personale di Bernardo Clesio. Si piegava in modo da risultare delle dimensioni di un libretto tascabile e contiene una nutrita serie di formule a seconda dei segni zodiacali e altre forme esoteriche.

Un’incisione contenuta nell’Enciclopedia di Diderot del 1751-1780

occuparlo, dopo la separazione dagli “osservanti” che invece, fra il 1452 e il 1460, si costruiscono il loro convento, intitolandolo a S. Bernardino da Siena, nella località Ghiaie, sulla sponda sinistra del torrente Fersina. Nasce qui la biblioteca, nell’anno del Signore 1494, così come testimoniano le scritte di possesso poste su alcuni volumi incunaboli, tuttora presenti. Esattamente duecento anni dopo, i frati Osservanti Riformati abbandonano il vecchio convento di S. Bernardino. Anzi, non si limitano ad abbandonarlo. Lo distruggono. E ne costruiscono uno tutto nuovo, lì dov’è adesso, accanto ad una preesistente villa del XVI secolo, detta Torricella Madruzza. Qui vengono portati tutti i volumi della biblioteca, per ospitare la quale viene costruito un nuovo locale, ampio e luminoso.

Nei locali adiacenti la biblioteca, un tempo celle dei frati, sono oggi ospitate alcune “collezioni” di oggetti raccolti nel tempo. Vi troviamo paramenti sacri, cilici, flagelli, statue del Presepe, torchi, reliquiari, ma anche utensili e attrezzi da lavoro appartenuti alla popolazione coventuale 20

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LIBRI, LIBRI E ANCORA LIBRI: UN PATRIMONIO COLLETTIVO Nel 1970, passate altre centinaia di anni e con essi guerre, pestilenze, eventi più o meno tragici e controversi, come la stessa soppressione dell’ordine avvenuta nel 1803, si mette mano alla biblioteca. L’eBook è ancora in là da venire e occorre altro spazio. Così si aggiunge un nuovo “contenitore” accanto alla vecchia sala. Nel 1996 i frati ristrutturano l’adiacente casa

rustica collegata mediante un pittoresco passaggio aereo al precedente corpo della biblioteca. Gli anni duemila si avvicinano a grandi passi, arriva Internet, le vocazioni sono oramai ridotte al lumicino, così tante sedi conventuali chiudono, anche in Trentino. Inizia a questo punto un complesso processo di accorpamento delle sette biblioteche dei conventi di Arco, Borgo Valsugana, Cavalese, Cles, Mezzolombardo, Pergine e Rovereto. Tutto viene portato a Trento, pur continuando a mantenere una propria distinta identità bibliografica. Per ognuna vengono infatti costituiti dei fondi separati. Ecco come, allora, il Patrimonio della Biblioteca di S. Bernardino si accresce e raggiunge dimensioni notevoli. Si costituisce in Fondazione. Il resto è storia recente.


trentinoattualità queta sorta di web del Settecento sfornato dagli intellettuali francesi guidati da Denis Diderot e Jean-Baptiste Le Rond d’Alembert. Si parla di tutto, dalle miniere ai merli indiani...

Il complesso del Convento. In alto, si scorge l’infermeria

L’ENCICLOPEDIA DI DENIS DIDEROT: IL WEB DEL 1700 “Scienze et physica sacra”, “S. Gregorii Nazianzeni opera”, “Bullarium Gregorio VII”: scorriamo con lo sguardo sui dorsi dei volumi, memorizzando alcuni titoli, gustandone il fascino senza tempo, analizzando con le narici quel misterioso afrore che solo la carta invecchiata è in grado di regalare. Sono vere e proprie opere d’arte. Di tanto in tanto ci fermiamo, Ennio Lappi ce ne mostra qualcuno. Sì, sono vere e

proprie opere d’arte indipendentemente dal contenuto o dal tema trattato. Manufatti che nulla hanno da invidiare ai più moderni bestseller stampati in centinaia di migliaia di copie. Passiamo dall’Archivio Ghetta e quello del Riccabona, di tanto in tanto, tra un corridoio e una scala, ci imbattiamo in qualche oscuro volto di santo ritratto ad olio, o in inquietanti statue poste alle pareti come sentinelle. Ci soffermiamo su un esemplare dell’Enciclopedia o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri,

FRA’ RENATO CHE IN BOLIVIA SFAMÒ IL “CHE” L’infermeria si colloca sul punto più alto di questa piccola città conventuale. Nell’orto posto all’esterno, proprio a ridosso della balconata su Trento, troviamo alcuni padri “contadini”, intenti a seminare gli ortaggi. Tra gli ospiti dell’infermeria, fra Silvio Bottes, 94 anni, scultore, uno degli esempi più fulgidi della vena artistica della nostra provincia. Inoltre, ci imbattiamo con grande emozione in padre Renato, negli anni Sessanta ha fondato e materialmente costruito la chiesetta di Candriai, sul Monte Bondone, e poi missionario per vent’anni nelle lande desolate della Bolivia. Gli chiediamo di raccontarci qualcosa degli anni andati e, ad un certo punto, sebbene a fatica, padre Re-

Padre Renato e Che Guevara

nato ci racconta un aneddoto legato nientemeno che a Ernesto “Che” Guevara. Era il 1967, il Che e i suoi bussarono alla porta della missione francescana di Omereque, nella regione di Cochabamba. Padre Renato li accolse e li sfamò, ma senza riconoscerli. Pochi mesi dopo, alla morte del guerrigliero, collegò il tutto... Una storia da piccolo romanzo popolare, un libro tra i libri da mettere con cura tra gli altri duecentomila e custodire gelosamente come la più preziosa delle memorie. ■

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trentinoincontri di Pino Loperfido e Paolo Curcu

UN CAFFÈ A CASA DI...

PAOLO DORIGONI: NEL NOME DEL PADRE LA SUA STORIA SI INTRECCIA CON QUELLA DEL PADRE IGNAZIO CHE NEL 1946 APRÌ LA PRIMA OFFICINA. IL RACCONTO DI UN’EPOPEA, MA ANCHE DI UNA MODERNISSIMA AVVENTURA INDUSTRIALE CHE DURA DA QUASI 80 ANNI. A RACCONTARCELA L’INGEGNER PAOLO, APPASSIONATO DI FILOSOFIA, DAL TIROCINIO IN FABBRICA AL TIMONE DELLA NAVE. CON INASPETTATA SAGGEZZA CI DICE: “LE AZIENDE INVECCHIANO COME LE PERSONE, MA POSSONO ASPIRARE ALL’IMMORTALITÀ”

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l pesante cancello bianco si apre, molto lentamente, come un sipario. E nemmeno fossimo a teatro di mostra uno spettacolo di panorama: Trento vista dall’alto come non l’avevamo mai vista. La magnificenza ci stordisce un poco e ci tiene qualche attimo lì a cercare di dare un nome ai vari monumenti

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che si scorgono tra gli alberi del parco. A rompere l’incantesimo ci pensa il padrone di casa, Paolo Dorigoni, classe 1944, ingegnere dal portamento elegante e posato che, in camicia bianca, in compagnia della moglie, Letizia Rimer, ci mostra il sentiero che conduce alla veranda di casa. È lui attualmente il re-

sponsabile dell’omonima concessionaria di Trento Sud. Un’avventura aziendale lunga e appassionante che merita il racconto che stiamo per fare. Intanto diciamo una cosa: dietro una grande azienda ci stanno sempre uomini tenaci, e dietro quegli uomini ci sono stati avi formidabili e illuminati. La


trentinoincontri

BEETHOVEN SU TUTTI Il libro sul comodino? “La mente nuova dell’imperatore” di Roger Penrose. Il film preferito? Non sono cinefilio. Tra i pochi, vedo volentieri quando capita qualche western. E invece a proposito di musica, quale predilige? Ta n t a musica classica: Beethoven, Tchaikovsky, Brahms, Dvorák. Qual è il suo piatto preferito? Non ho grosse preferenze, più importante è la buona compagnia, anche a tavola... Il sogno ricorrente? Ora non più, ma per molti anni, ho sognato che mi mancava ancora un esame e la tesi di laurea per terminare il curriculum scolastico. Se non avesse fatto l’imprenditore, cosa le sarebbe piaciuto fare? Ero portato per le materie umanistiche, in particolare per storia e filosofia. Pensai che avrei sempre potuto coltivarle come hobby e quindi optai per gli studi scientifici, cosa della quale non mi sono mai pentito. La sua paura più grande? Quella di commettere errori irreversibili a livello di scelte aziendali ed economiche

Paolo Dorigoni ci accoglie nella sua casa di Trento

la famiglia è molto unita, che nessuna nemesi interverrà a spaccare l’armonia creatasi negli anni. Talmente intrecciate la storie di Ignazio e di Paolo che in alcuni tratti si fa fatica a distinguerle. Per questo, tanto per evitare errori, ricamiamo cronologicamente il racconto sul bordo degli anni. Come nella più classica delle storie di successo, Ignazio Dorigoni (19201994) appartiene ad una famiglia di modestissime condizioni economiche. Il padre è ferroviere, ma rifiuta di prendere la tessera del Partito nazionale Fascista e perde quasi automaticamente il lavoro. Deve accontentarsi di fare il fornaio. Probabilmente vedere suo padre umiliato a quel modo, lo spinge ad una determinazione poco comune. Il suo imperativo diventa uno solo: “emanci-

parsi dalla miseria”. E dall’ingiustizia, aggiungeremmo noi. Comincia così a studiare da autodidatta, dopo il lavoro. Anni di studio intenso; perfino il latino si mette a praticare Ignazio, per corrispondenza. Intanto viene assunto in un’azienda di apparecchiature mediche. Nel 1938, si respira già aria di conflitto. Così, proprio per poter continuare a studiare, si arruola come tecnico nelle forze armate, alla scuola militare di Capodichino, Napoli. È talmente bravo nel suo lavoro, che dopo l’8 settembre, dopo essere rimasto chiuso diversi giorni in casa di un certo colonnello Vincenzi, gli ufficiali se lo contendono, facendo a gara per chi se lo porta dietro in Italia. Ma a lui non interessano le divise. Quanto piuttosto coronare la sua storia d’amore con Rina

memoria del capostipite, Ignazio, è forte e pregnante in casa Dorigoni. Tant’è che durante l’intervista, la signora Letizia ci mette sotto al naso, tra le tazzine di caffè fumante, un suo ritratto: occhiali dalla montatura leggera, sorriso appena abbozzato e negli occhi la scintilla di chi nella vita non si è voluto certo accontentare del Destino a lui assegnato. DUE VITE INTRECCIATE Quando le storie dei figli e quelle dei padri si intrecciano tanto saldamente è segno che Ignazio Dorigoni

L’officina di via Piave 23

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trentinoincontri

Il salottino del caminetto. “In inverno, accendiamo il fuoco, e non ci muoviamo più di qui”

Il soggiorno di Casa Dorigoni. Manca il televisore, ma non i testi di filosofia

Degasperi (1920), conosciuta ancora da ragazzini a Trento (lei abita in Via Travai, i suoi di lui stanno ai Casoni). Torna a Civezzano, lavora per due anni a Pergine e quindi, siamo nel 1946, inizia l’attività di elettrauto in Via Piave a Trento.

sono poco più della naturale evoluzione della carrozza, l’elettronica è ancora di là da venire e di elettrica c’è solo l’ebbrezza della (modesta) velocità.

autoveicoli Volkswagen in Italia, fondò la Autogerma. Obiettivo: vendere il Maggiolino, unico modello allora prodotto dalla Casa di Wolfsburg. Quando nel 1957, si presenta davanti a Ignazio Dorigoni, Gumpert capisce di trovarsi di fronte a un tipo tosto. Sì, insomma, ci mette un po’ a fargli cambiare giudizio estetico sul Maggiolino. Il primo anno, la ditta individuale Dorigoni ne vende 5. Il secondo 10. Nel 1962 le auto vendute sono diventate 120. Nel 1963, mentre Paolo si iscrive a ingegneria, il numero sale vertiginosamente a settecento. L’azienda si trasferisce a Man di Villazzano, su un terreno acquistato dal Seminario Minore, dove viene costruito un hangar a tre piani, per un totale di 800 metri quadri.

Paolo racconta la storia di suo padre, ma è un po’ come se raccontasse la sua: voglia di riscatto sociale, difficoltà magari di diversa natura quelle affrontate, contesti storici molto diversi, ma la trama appare la stessa. Paolo è un ragazzino di dieci anni, all’epoca, ma siamo sicuri che non si è perso nemmeno un passaggio dell’altalena di azioni, di pensieri, preoccupazioni, gioie, piccole sconfitte e decise ripartenze. Negli anni Cinquanta del Novecento, Ignazio ci mette davvero poco a realizzare che l’attività di elettrauto è solo un inizio. I margini di guadagno sono davvero risicati e il lavoro non è poi molto. Sono gli anni in cui le automobili

LA RIVOLUZIONE DEL SIG. GUMPERT Se Volkswagen Group Italia S.p.a. è un’affermata realtà commerciale, Consociata italiana del Gruppo Volkswagen (e distributore degli autoveicoli Volkswagen, Audi, SEAT, ŠKODA e Volkswagen Veicoli Commerciali) buona parte del merito è di Gerhard Richard Gumpert, fondatore e primo presidente della Società, che nacque con il nome “Autogerma S.p.A.”. Giunto in Italia nel 1940 come segretario di legazione dell’Ambasciata di Germania, si innamorò a tal punto del nostro Paese e della sua gente, da prodigarsi in favore delle popolazioni colpite dalla guerra. Già nel 1951 Gumpert importò le prime Volkswagen e nel 1954, ratificato il contratto come importatore generale di

Il giovane Paolo parla con alcuni clienti

L’attuale sede di Dorigoni Spa, in via di S. Vincenzo 42, a Trento sud

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DALLA CRISI PETROLIFERA ALLA SVOLTA DI GIUGIARO Il caffè lo ha già bevuto da un pezzo, eppure continua a rimestare con il cucchiaino Paolo, mentre ci ricorda di come


trentinoincontri

Lo storico edificio a tre piani

Paolo Dorigoni con la moglie, Letizia Rimer, medico anestesista

a metà degli anni Sessanta sull’attività aziendale si abbatté la mannaia delle tasse sulle importazioni. Un balzello che di fatto mette improvvisamente l’attività fuori mercato. A ciò si aggiunge l’immobilismo dell’azienda tedesca in fatto di ricerca e innovazione di nuovi modelli. “Sì, ammette Paolo, “si era dormito un po’ sugli allori e sui fasti del Maggiolino”. Come se non bastasse, la crisi petrolifera rischia di dare un vero e proprio colpo di grazia al settore. Se non fosse che, spinti anche dai morsi di questa crisi, alla Wolkswagen qualcuno ha il classico lampo di genio. Decide di rivolgersi a Giorgetto Giugiaro: “ingegnere, bitte, tiri fuori qualcosa dal suo cilindro magico!” E questo grandissimo designer non se lo fa dire due volte e sforna la Golf, una pietra miliare della

Casa che attraverso varie trasformazioni giungerà fino ai giorni nostri. A quel punto il pericolo si allontana e anche la Dorigoni – che nel frattempo è diventata SpA – ricomincia a volare. E non si ferma più. Mille autovetture vendute fino al 1985, ristrutturazione architettonica della sede, l’arrivo della Porsche, quindi nuovo raddoppio delle vendite e dell’organico impiegato. CAVALCARE LA CRISI “Le aziende invecchiano come le persone” afferma Paolo Dorigoni. Solo che a differenza delle persone, le aziende le puoi ristrutturare, adattare alla congiuntura e al contesto economico. La crisi che parte nel 2008 è come un improvviso vento di tramontana che spinge la Dorigoni SpA ad alzare il bavero della

giacca e a particolare un doppio giro di sciarpa di lana. “Questa crisi è stata durissima per il nostro settore” ammette Paolo. “Siamo però orgogliosi di averla pressocché superata lavorando solo sui costi, senza toccare il personale. Per noi questa è sempre stata una priorità”. Insomma, anziché lasciarsi disarcionare, alla Dorigoni sono riusciti a cavalcarla questa crisi imbizzarrita... Ma il mondo è cambiato. Le regole del settore sono state letteralmente stravolte. E poi, ora che siamo alla terza generazione, torna in mente l’adagio: “la prima generazione costruisce, la seconda mantiene, la terza…” Annuisce e sorride Michele (1973), uno dei due figli di Paolo e della signora Letizia,

I primi anni da concessionaria Volkswagen 25

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trentinoincontri Eventi mondani in concessionaria

Sabrina Dorigoni, responsabile marketing

attualmente amministratore delegato dell’azienda – l’altra figlia è Sabrina (1970), responsabile marketing e relazioni esterne. “Noi intanto cerchiamo di fare al meglio il nostro lavoro, navigando momentaneamente a vista, finché non saremo in grado di dire come sarà il futuro”. Affermazioni prudenti, da manager oramai navigato nonostante la giovane età. LO SPIRITO DEL FONDATORE È ANCORA IN AZIENDA Ci spostiamo un attimo in casa, per un bicchiere d’acqua frizzante. Abbiamo così modo di apprezzare le eleganti linee del salotto e della cucina. Una casa che sprizza modernità da tutti gli spigoli, a parte gli scaffali dei libri. Quasi tutti i testi sono classici filosofici: Kant, Aristotele, Hume, Abbagnano e altri. E sul fatto che un ingegnere si interessi di filosofia ci si potrebbe scrivere un articolo a parte. “Ho fatto il Liceo Classico”, dice lui, quasi a scusarsi per la presenza di tanta saggezza antica. Ma poi aggiunge: “Ho fatto anche il tirocinio in una fabbrica tedesca, come operaio, e ho voluto che anche Michele facesse

Un maggiolino Volkswagen alla famosa gara di rally e sci chiamata “Autosciatoria” 26

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un’esperienza simile… Una scelta non certo demagogica, ma profondamente educativa.” “Senta ingegnere, ci dica un’ultima cosa, quanto è rimasto dello spirito di Ignazio in azienda, cosa troviamo oggi in questa economia fatta di numeri ed elettronica dello spirito di quell’uomo battagliero, innovativo che aveva il maledetto vizio di non accontentarsi mai e di guardare sempre ad un nuovo traguardo oltre quello appena superato?”. Il silenzio che segue è lunghissimo. Paolo Dorigoni tiene gli occhi bassi, come se cercasse la risposta tra i milioni di fili d’erba del giardino. Poi alla fine, la sua voce roca accontenta la nostra curiosità

un po’ pettegola di giornalisti. “Mi verrebbe da dire poco”. La voce malcela un filo di commozione. “Più che la voglia di innovare, mi piacerebbe che germogliasse quel suo continuo aspirare alla perfezione. La sua attenzione ai dettagli. Sì, insomma, quell’abitudine che aveva di non stare fermo. Mai. L’attendismo delle volte è più pericoloso di tante crisi economiche”. È proprio vero, le aziende invecchiano come le persone, ma a differenza di queste ultime hanno una possibilità in più: quella di continuare ad esistere per sempre. Probabilmente basta solo ■ volerlo.

Paolo e Michele Dorigoni. Sul tavolo, il ritratto di Ignazio. Tre generazioni attorno a un tavolo...



trentinopersonaggi

GUIDO MONCHER, CHI ERA COSTUI? LA RISCOPERTA DI UN INGEGNOSO NONESO, PIONIERE DELL’AERONAUTICA. ERA IL 1909 QUANDO PRESE PARTE AL CIRCUITO AEREO DI BRESCIA, TRA IL PUBBLICO, UN 26ENNE PRAGHESE, EBREO: FRANZ KAFKA

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ettant’anni fa, l’11 novembre 1945, moriva a Vienna, pressoché dimenticato, Guido Moncher. Era nato a Coredo, in Val di Non, 72 anni prima e nei primi venti anni del ventesimo secolo si era messo in luce per la sua vita intensissima, fitta di avvenimenti. Era stato un uomo dall’intelligenza multiforme e pionieristica: nel 1902, a trent’anni, era divenuto proprietario a Trento della “Tipografia Artistica Tridentina” in cui, tra le altre pubblicazioni, si stampava il quotidiano “Il Popolo” di Cesare Battisti. L’anno seguente eresse nel capoluogo un elegante palazzo ad angolo tra Via Mantova e Via Oriola, andandovi ad abitare sin dopo la Grande Guerra. Vi aveva aperto su più piani l’emporio “Al Buon Mercato”, un negozio in largo anticipo sui tempi, in cui si vendeva a prezzo economico abbigliamento maschile confezionato. Divenuto cittadino di Trento, questo noneso, che non si era arricchito con la politica o con i pomari (che allora non c’erano nella sua valle), ma con idee all’avanguardia, divenne il comandante dei Vigili del Fuoco della città (era a Milano nel 1906 al Congresso Internazionale dl Prevenzione e Estinzio-

ne Incendi). Cinque anni dopo, essendo un appassionato di musica, aveva fondato la Società Musicale Cittadina “Giuseppe Verdi”, da cui nascerà poi la Banda Cittadina di Trento. Basta così o c’è dell’altro? C’è ancora molto: la sua componente più geniale. Dopo essere stato un pioniere dell’automobile (c’è una foto che ce lo mostra a 28 anni, alla guida di una “carrozza a motore”, una Puch Voulturette del 1900), Guido fu

La ricostruzione del primo elicoplano italiano 28

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di Renzo Francescotti

Guido Moncher con la moglie Elodie

un pioniere dell’aeronautica. Era il 1909 quando – tra altri celebri aviatori – c’è notizia che prese parte al Circuito Aereo di Brescia, una delle prime competizioni aeree internazionali del mondo. Tra le migliaia di spettatori che guardavano le evoluzioni di quei meccanici insetti volanti, schermendosi dal sole con una mano e impugnando binocoli con l’altra, c’era anche un ventiseienne praghese, ebreo di madrelingua tedesca, un giovane ancora sconosciuto scrittore tubercolotico, arrivato da Trieste dove abitava dall’anno precedente, impiegato all’Istituto di Assicurazioni contro gli Infortuni per il regno di Boemia e Praga. Si chiamava Franz Kafka… Come e dove Moncher aveva imparato a pilotare un aereo dato che non esistevano ancora


trentinopersonaggi scuole d’aviazione? Vallo a sapere. Si sa in ogni caso che quell’anno incrociò la sua esistenza con quella del grande pioniere mondiale dell’aviazione, Gianni Caproni, trentino come lui. Dopo essere stato in Belgio e a Parigi (dove con l’amico Henry Coanda aveva allestito un aliante biplano che aveva volato sulle Ardenne) Caproni era tornato nella nativa Arco. Lì con mezzi di fortuna, assieme a Guido Moncher, in una piccola falegnameria costruì il primo elicoplano italiano, in legno, tubi di acciaio e tela. Aveva 23 anni. Quel velivolo non volò, ma Caproni e Moncher non si scoraggiarono. Gianni col fratello Federico costruì il suo primo prototipo di aereo. Ma per farlo volare dovrà trasferirsi oltre confine, a Milano, dove l’esercito italiano gli diede in uso la Cascina Malpensa. Moncher collaborerà con Caproni dall’autunno 1909 alla primavera del 1910 quando, il 27 maggio, l’inventore arcense fece volare per qualche centinaio di metri il suo primo aereo, il Ca 1 (che si danneggiò all’atterraggio per probabile imperizia del pilota). Poco più di sette anni prima, nel dicembre del 1903, i fratelli Wright erano riusciti a far volare il loro “Fleyer”, la prima macchina più pesante dell’aria che avesse staccato l’ombra da terra. Il 10 gennaio 1910 anche Guido Moncher, grazie alle modifiche suggerite da Caproni, era riuscito a far compiere il suo primo volo al suo apparecchio “Elodie” (il nome della moglie di Guido). Al Museo dell’Aeronautica intitolato a Caproni, sul motore Rebus installato sul Caproni Ca. 6 (il più antico aeroplano esposto al Museo) è possibile riconoscere il motore originalmente montato sull’Elodie. Dopo di che il nostro Guido

Targa sulla facciata di Via Oriola del palazzoemporio-abitazione di Guido Moncher

Berlanda, Bonetti e Marchi

(un po’ come Leonardo che, assetato del nuovo, continuamente abbandonava i suoi progetti per passare ad altri) lasciò perdere l’aviazione. Scoppiata la Grande Guerra, Moncher, già pioniere dell’automobile, chiamato alle armi fu assegnato ai servizi automobilistici su fronte orientale. Riuscì a portare la ghirba a casa (“ghirba”, dall’arabo “girab”, otre di pelle, è una metafora militaresca per indicare la “pellaccia”), cercando di riprendere le sue attività commerciali e sociali. Ma si scatenarono invidie e rivalse. Per assurdo, dagli ultranazionalisti, gli venne contestato tra l’altro di aver combattuto con la divisa austroungarica, quando, tranne qualche centinaio di irredentisti che avevano combattuto con la “Legione Trentina”, tutti lo avevano fatto. Stanco di attacchi diffamatori, deluso e amareggiato Moncher si trasferì con la famiglia a Vienna, dove rivelò un’altra sua capacità, di saper scrivere libri. Scrisse e pubblicò infatti “La vera prova” con cui replicava punto per punto alle accuse che gli erano state mosse. Dopo la morte, il suo nome rimase nell’oscurità per quasi settant’anni. Finalmente arrivò un giornalista e scrittore romano, Memmo Caporilli, innamorato della Val di Non, attuale presidente dell’Associazione “Antiche Fornaci“ di Sfruz, che opera per recuperare la storia e la cultura della fabbrica di stufe a olle, vanto di questo paese anaune. Caporilli fece appassionate ricerche e pubblicò un libro sulla storia di Guido Moncher. Nel clima della riscoperta di Moncher, la realizzazione di un filmato, “Il volo di una vita” di Mauro Vittorio Quattrina, regista veronese con al sua attivo decine di documentari e filmati di successo. Il filmato, proiettato all’Aeroporto “Caproni” di Trento l’11 novembre 2012 è stato realizzato con il sostegno di molti: la Provincia Autonoma di Trento, il Museo dell’aeronautica “Giuseppe Ca-

proni”, il Comune di Coredo, l’Associazione Culturale “Storia Viva” di Verona, l’associazione Culturale “Memores” di Ala. Nel film che dura 57 minuti (ma ne è stata realizzata anche un versione di 15 minuti, da utilizzare nel museo a Moncher di cui si dirà tra poco) recitano due attori professionisti: Roberto Vandelli e Fabio Sidoti (questi nella parte del protagonista). Accanto a loro, attori dilettanti come Ivana Rizzardi nella parte di Elodie e Mauro Bert nella parte di Gianni Caproni. A Coredo è prevista la realizzazione di un Museo dedicato al nostro personaggio, al parco ”Alla Torre”, lì dove il pioniere dell’aviazione aveva eretto una torre di osservazione sul piccolo aeroporto a prato in cui immaginava i suoi aerei. Nel Museo, tra gli altri materiali, dovrebbero essere esposti due modelli in legno, ricostruiti in scala, della torretta e dell’elicoplano, realizzati dal veronese Massimo Marchiori. Infine, per conto, del Museo “Caproni”, sulla facciata di Via Oriola del palazzo-emporio-abitazione del nostro personaggio, in una preesistente cornice artistica (chissà se Guido l’avrebbe mai pensato…) è stata collocata una targa in cui, sotto due ali d’aquila in bronzo, figura la scritta: GUIDO MONCHER TRENTINO / COSTRUTTORE DEL PRIMO ELICOPLANO ITALIANO / COREDO 1873-VIENNA 1945. Se passate lì, a quel palazzo che già fu di questo sorprendente personaggio e alla targa che lo ricorda gettateci un’occhiata…

La Torre di Moncher, oggi scomparsa

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trentinoattualità

BOTTEGHE STORICHE

Nancy Berti con Andrea Bocelli

di Stefano Voltolini e Claudio a “Ballando con leRensi stelle”

“PEZZE BAGNATE, SALASSI E SANGUISUGHE” ENTRANDO NELLA STORICA FARMACIA SANTA CHIARA DI VIA SANTA CROCE, A TRENTO, SI PUÒ PROVARE A IMMAGINARE DI ESSERE ANCORA NELL’ANTICO OSPIZIO ADIBITO ALL’ASILO DEI PELLEGRINI E ALLA PROTEZIONE DEGLI AMMALATI...

P

uò accadere che, entrando in un edificio dalla facciata piuttosto anonima, in una via trafficata del centro appena fuori dalle mura storiche, si venga proiettati dentro un tempo addietro di molti secoli. Un tempo nel Basso Medioevo in cui Trento, la città sviluppatasi dalla romana Tridentum, aveva una geografia contrassegnata dalla presenza degli ospedali gestiti dagli Ordini religiosi. Basta soffermarsi davanti alla vetrina della farmacia Santa Chiara di via Santa Croce 57 e poi compiere i pochi passi fino all’interno. Il presidio di cui oggi sono titolari i fratelli Alessia e Edoardo de Abbondi ha

una storia che si lega a quello dell’antico ospedale di Santa Croce, antesignano del Santa Chiara poi spostato nel dopoguerra nel rione della Bolghera. Dal 1800 i locali della via hanno ospitato la farmacia annessa all’ospedale, di cui nelle cronache si parla a partire dagli ultimi decenni del XII secolo. Allora si trattava di un ospizio adibito all’asilo dei pellegrini e alla protezione degli ammalati. Santa Croce il nome, per via dei monaci Crucifigeri che l’avevano fondato. “Siamo sicuramente antichi”, afferma sorridendo Edoardo de Abbondi, farmacista, già presidente dell’Ordine professionale, mentre Alessia ed Edoardo de Abbondi

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trentinoattualità

IL LIBRO Scritto dal giornalista Stefano Voltolini e corredato dalle splendide immagini di Claudio Rensi, il volume “Le Botteghe Storiche di Trento” è pubblicato da Curcu & Genovese. pag. 184 Euro 15

siede nello studio che fa parte dei duecento metri quadrati in cui si sviluppa la bottega storica. Molto oltre i 60 metri quadri riservati ai clienti, che per l’acquisto si affacciano ai due banconi originali, di legno massiccio, rivestiti da ripiani in marmo. La rete di stanze in cui si disloca la farmacia, che spazia da via Santa Croce al cortile dell’omonima chiesa ospita diverse funzioni: magazzino, laboratorio dedicato soprattutto alla preparazione di prodotti dermatologici, pomate, dosaggio delle medici-

ne pediatriche. A dividerli dalla parte di vendita il corridoio che originariamente era molto probabilmente un vicolo, poi coperto e inglobato nella costruzione. Lo dimostrano i cardini della porta (confinante con il bar) e i resti di una stufa dotata anche di camino e della porta di caricamento della legna adornata da una pietra lavorata. Ristrutturato nel 2003, il volume edilizio è stato venduto da Patrimonio del Trentino, società immobiliare della Provincia, ai de Abbondi nel 2007. Gli spazi erano pubblici: il

motivo ha a che fare con la genesi della farmacia stessa. Il sito è appunto quello del convento dei Crucifigeri, situato fuori dalla cinta muraria, sulla strada per Verona. Formalmente l’ospizio dipendeva dal principe vescovo e dai suoi successori. I confratelli, come è riportato nella “Storia dei luoghi di cura a Trento”, pubblicazione a cura della Provincia di Trento, erano tenuti a pagare al vescovo una libbra di cera ogni anno. La gestione dell’istituto, sanitaria e amministrativa, era in mano all’Ordine monastico.

Il compendio rimase in possesso dei Crucifigeri fino al 1592, anno in cui la casa di Trento fu sciolta dal pontefice Clemente VIII. Il cardinale Ludovico Madruzzo incamerò i beni a profitto del seminario che aveva creato seguendo le prescrizioni del Concilio e nel 1599 chiamò i Cappuccini che vi rimasero fino al 1842. Questi ultimi mantennero un’infermeria, la biblioteca e la chiesa di Santa Croce, che attualmente è l’aula magna della fondazione Bruno Kessler. Altra storia invece avrebbe avuto la chiesa di

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Santa Chiara (già dedicata a San Michele Arcangelo), ancora in funzione. Faceva parte del convento delle Clarisse che venne espropriato da Napoleone e trasformato in ospedale pubblico. Si arri-

Famiglia Santoni

AMPIO

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GIARDINO ALL’APERTO

originariamente di servizio al presidio sanitario. La morfologia del palazzo è particolare. Neanche gli architetti durante il restauro hanno capito il motivo di tale conformazione”. Curioso proprio

quel vicolo assorbito all’interno. L’apertura dell’attività al pubblico giunge a seguito di un decreto della Prefettura della Venezia tridentina nel 1924. Il provvedimento istituisce l’apertura e l’esercizio dell’ottava sede farmaceutica di Trento per concorso, “esternalizzando” la proprietà e la direzione della farmacia ospedaliera. Il vincitore della gara è Umberto de Abbondi, già direttore della stessa. Nato nel 1892 da una nobile famiglia trentina (i discendenti di Antonio Abondio, di Riva del Garda, nel 1500 medaglista premiato alla corte degli imperatori di Vienna, le cui medaglie si trovano in tutti i principali musei compreso il Metropolitan di New York), Umberto è noto come uno dei primi irredentisti. Nel 1914 allo scoppio della prima guerra mondiale varca i confini per partecipare con l’esercito italiano alla lotta contro il dominio austriaco. Insignito della Medaglia d’argento al valor militare per l’impegno nella guerra – tenente di fanteria

va dunque all’inizio dell’Ottocento, durante il regno napoleonico. Il 15 febbraio 1811, si legge stavolta su “Le antiche farmacie in Italia”, un decreto regio stabilisce che tutti gli ospedali, orfanotrofi, luoghi pii, lasciti e fondi di beneficenza abbiamo una sola e medesima amministrazione denominata “Congregazione della carità”. I piccoli ospedali di Trento (tra le istituzioni nella storia della città quelle di San Martino, dei cavalieri teutonici, la Cà di Dio, l’ospedale alemanno) confluiscono nell’ex convento dei Crucifigeri. Nasce così l’ospedale civile voluto dalla modernizzazione napoleonica: Santa Chiara il termine scelto, che rimarrà al presidio sanitario poi trasferito in Bolghera e al centro per i servizi culturali, ancora ospitato in via Santa Croce. L’ospedale possiede una farmacia ospedaliera. “Prima all’interno del convento – ricorda de Abbondi –, l’attività viene spostata negli edifici di pertinenza: all’incirca a inizio Novecento, nei locali dove è tuttora,

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trentinoattualità

sul Carso e Ortigara, perde una gamba in battaglia –, per molti anni è presidente dell’Ordine dei farmacisti. In quegli anni, il ventennio dai Venti ai Trenta, la farmacia è autarchica, come l’economia dell’Italia divenuta fascista. I prodotti vengono preparati nel laboratorio in cantina. Non c’è nulla di industriale, al contrario di quanto avverrà dagli anni Sessanta in poi. Alla scomparsa di de Abbondi senior nel 1962 succede no, ospiterà la il figlio Cesare, a sua volta padre di Edoardo e Alessia. ggestivi dei Difficile ora percorrendo gli identificativo: anditi della sede, nel piano terra sopra le cantine dove la o; caldaia ha “sloggiato” l’antine; co laboratorio, trovare traccia alle; dell’era della medicina “prebini; moderna”. “Pezze bagnate, osti nel centro salassi e sanguisughe. Que. ste – continua de Abbondi – erano i rimedi impiegati fino allo sviluppo della chimica, nell’Ottocento”. Nella farmacia c’è ancora qualche sanmartino.com vaso di porcellana in cui una volta, attaccate a un attrezzo bucato immerso in un filo d’acqua vivevano le sanguisughe. Erano assegnate per tutti i malanni. Ma un effetto positivo lo possono avere solo su alcune patologie. “Diminuiscono il volume del sangue circolante. Sarebbero l’analogo di una moderna pastiglia”, scherza Edoardo

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1- 2 - 3 - 4 e 26 luglio 2015 Valle di Primiero - Trentino

assieme ad Alessia. Nel piccolo corridoio sono conservati i vasi d’epoca riservati alla conservazione dei principi. La farmacia, nata dalla lavorazione e raffinazione delle sostanze naturali per decenni, fino alla seconda guerra mondiale, ha usato solo pochi prodotti: il chinino, ad esempio, la valeriana o l’aspirina, basata sull’acido acetilsalicilico contenuto nei salici. Curiosissimo il materiale preservato. Lo sterilizzatore a corrente di vapore, presse per l’estrazione delle droghe da cortecce o radici, pilloliere, suppostiere di legno, densimetri di foggia diversa e bilance. Seguono le ceramiche per unguenti ed estratti. Il vanto della farmacia è però la biblioteca ricca di antichi registri, ricettari, farmacopee, compresa l’ultima dell’Impero austroungarico scritta in latino. La grafia minuta di Umberto riporta con precisione dosi, ingredienti e modi di preparazione dei vari prodotti. Da “l’acqua aromatica spiritosa” alla “pasta Abboti (per uccidere il nervo dei denti)”. C’è perfino la pasta dentifricia. Insomma il materiale è un patrimonio e merita la dovuta attenzione. Non è escluso che, medicine a parte, ci siano rimedi e prodotti tuttora validi che si potrebbero preparare a casa.■

San Martino di Castrozza Mercoledì 1 luglio MO' BETTER BAND SEVEN SINS DIXIE LAND ORCHESTRA Giovedì 2 luglio PRIMIERO DOLOMITI QUINTET BOZEN BRASS Venerdì 3 luglio BIFUNK BRASS BAND MONDAINO YOUNG ORCHESTRA Sabato 4 luglio ENSEMBLE TROMBE DI PORTOGRUARO TRENTINO HORN ENSEMBLE

Domenica 26 luglio ore 18 CANADIAN BRASS (Canada)

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trentinoincontri di Pino Loperfido e Paolo Curcu

PREMIATA DITTA

a n a r g Trentin PIÙ TRENTINO DI COSÌ...

IN PRINCIPIO FU IL MATRIMONIO TRA UN CASARO NONESO E UNA RAGAZZA MODENESE. OGGI A LAVORARCI CI SONO SEDICI CASEIFICI E SEICENTO AZIENDE ZOOTECNICHE. IL FORMAGGIO NASCE DAL LATTE DI MONTAGNA E DAL RISPETTO DI UN ULTRARIGOROSO DISCIPLINARE CHE NE GARANTISCE LA QUALITÀ SUPERIORE 34

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Dop


trentinoincontri Gennaio 1930, lettera del Consorzio provinciale delle Latterie Trentine indirizzata alla Cassa Rurale di Povo, in cui si chiede alla stessa l’adesione al Consorzio

Diploma d’onore rilasciato a Michele Marchesi

A

ppena varcata la soglia il profumo è inconfondibile e sa terribilmente di buono. Profumo e non “puzza” di formaggio come si usa dire, distrattamente, nel linguaggio comune. Siamo a Segno di Taio, nella ridente Valle di Non, ma per parlare di Trentingrana Dop potremmo essere un po’ ovunque in Trentino, in uno dei sedici caseifici associati, ad esempio, oppure in una delle seicento aziende zootecniche sparse su tutto il territorio. Un esercito di artigiani dell’allevamento e del latte impegnato da anni a tenere alto il vessillo di questo formaggio, in nome della purezza e della qualità. Ne parliamo con Gabriele Webber, responsabile commerciale del Gruppo Formaggi del Trentino. “Trentingrana DOP esprime il vero concetto cooperativo territoriale che fa sistema, il cui scopo è far tornare al produttore la maggior parte possibile del valore aggiunto per sostenere la produzione”. Come a dire che l’attività della filiera

sarà pure estremamente affascinante, ma deve avere lo stesso una sua efficacia commerciale. Okay, ma da dove partire nel racconto di questa avventura lunga quasi un secolo? La risposta è quasi ovvia: dal latte e da chi quel latte lo produce. Sono circa 23mila i capi di bestiame presenti in Trentino, più della metà sono di razza Bruna Alpina, allevate in stalle poste anche oltre i 1200 metri di altitudine. Cos’hanno di particolare queste bovine? La spiccata presenza nel latte della K caseina, una proteina che assegna al latte un’ottima capacità di caseificazione. Altre razze: la Frisona Rendena e la Grigia Alpina. Dalla scelta dei mangimi fino al lavoro del casaro, ogni angolo della filiera è strutturato in base a regole rigorose e precise. Origine e lavorazione sono strutturate da un rigido disciplinare che stabilisce, ad esempio, che il latte è prodotto esclusivamente nella provincia di Trento e così pure l’alimenta-

Gabriele Webber, responsabile commerciale del consorzio Trentingrana

zione delle bovine. Infine, sta al casaro fare il resto, con la sua esperienza che deriva direttamente da una lunga tradizione: gesti e pratiche che spesso non si possono imparare sui banchi di scuola. I controlli poi sono effettuati non soltanto sul latte, ma anche sull’alimentazione delle mandrie bovine. Il regolamento prescrive infatti che vengano utilizzati solo fieni di qualità, senza insilati e che il mangime aggiunto al foraggio sia rigorosamente NO OGM. Gli unici ingredienti di Trentingrana DOP sono latte, sale e caglio e per questo può definirsi un formaggio naturale da alimentazione NO OGM. Non scherzia-

Webber indica Michele Marchesi di Rumo, artefice della nascita del Grana Trentino fin dal 1926. 35

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trentinoincontri

L’originario impianto di Cloz

mo, su questo non si transige e non si sgarra di una virgola. Addirittura, sebbene la legge lo consentirebbe, è stato deciso di rinunciare anche agli additivi. “Il latte usato per Trentingrana Dop è trentino dalla prima all’ultima goccia” precisa Webber e noi gli crediamo, ci mancherebbe. Se c’è una cosa che i trentini sanno fare, beh, quella è il rispetto rigoroso della qualità. IN TUTTO E PER TUTTO “TRENTINO” Per comprensibili motivi di continuità territoriale Trentingrana DOP è inserito nella Dop nazionale del Grana Padano ma gode di una specificità territoriale di montagna riconosciuta e sancita con D.P.R. Del 26 gennaio 1987. E poi c’è un’altra motivazione ed è di carattere storico. Tutto ha inizio nel 1926, quando il signor Michele Marchesi di Rumo, (Val di Non, appunto) va a prendere moglie in quel di Mirandola, Modena. Quello che sappiamo è che nel paese natale del celebre umanista Pico, Marchesi si dà ad apprendere i rudimenti dell’arte

Il robot che gira le forme di 180 gradi

casearia. Tornato in terra trentina, decide di acquistare il latte del caseificio di Cloz e di far produrre un formaggio “nuovo” per la sua terra: il Grana. Tecnica modenese, materia prima trentina. Lavorazione di pianura, latte di montagna. Il risultato dell’accoppiata è evidentemente vincente, perché il prodotto si diffonde rapidamente in tutta la provincia di Trento, conquistando una grande notorietà e un ottimo apprezzamento. Il Consorzio Trentingrana nasce nel 1973, ma è negli anni ‘80 che sviluppa il conferimento. Questo nel 1988 è totale, perciò Trentingrana da quel momento può governare sia l’attività di stagionatura che quella commerciale. La garanzia di tutto questo si manifesta con il marchio “Trentino” impresso sulle forme. Per dirne una, quando dopo nove mesi le forme passano dal caseificio al magazzino di stagionatura, subiscono un primo controllo visivo e uno al martello (detto “espertizzazione”) per verificarne gli eventuali difetti. Terminata la maturazione il formaggio, prima di essere immesso sul mercato,

subisce un ulteriore accurato esame. Si tratta di circa 100mila forme, una produzione molto piccola se confrontata con altri produttori, ma che proprio in virtù di questa limitatezza gode di una estrema fama di genuinità. Dal pascolo alla tavola, nulla è affidato al caso. Proprio come sarebbe piaciuto al signor Marchesi di Rumo. DAL DISCIPLINARE AL MERCATO GLOBALE Come se non bastasse, nel 2002 si spinge ancora di più sul concetto di qualità. E lo si fa mediante un’autoregolamentazione che istituisce un rigoroso disciplinare: ammessi solo i mangimi “non ogm” forniti unicamente da aziende selezionate e certificate dal consorzio. Insomma, gli unici ingredienti ammessi sono quelli essenziali: latte, sale e caglio animale. Oggi, come avviene per tantissimi altri prodotti, davanti a Trentingrana Dop si apre il mercato globale. Già da tempo si esporta all’estero, in Germania, Austria, ma pure in Giappone e Australia. Dal 28 agosto al 3 settembre, inoltre,

Il reparto confezionamento. Qui le forme vengono trasformate in pezzi e avviate alla piccola e grande distribuzione. 36

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trentinoincontri

Il mural, opera di Livio Conta, che campeggia sulla facciata dell’azienda

questa eccellenza sarà presente nella Piazzetta Trentino di Expo 2015, a Milano. E A TAVOLA? Si fa presto a dire che Trentingrana Dop va gustato sulla pasta e sul riso. Sarebbe riduttivo pensare che un formaggio tanto pregiato non si presti ad altri abbinamenti gastronomici. Tanto per dirne una, grazie al sapore delicato e fragrante, è ideale con verdure, cereali e primi piatti. Ma Trentingrana Dop è speciale accompagnato alle pere, al miele o a qualsiasi altro tipo di confettura: un abbinamento che non si dimentica facilmente… Certo, nel menù quotidiano Trentingrana Dop si sposa molto bene con polenta, riso, pasta e insalate fresche. Ma lo si può gustare anche da solo ad inizio o fine pasto.

L

e fasi della “rottura” di una forma. Dopo il controllo visivo e al martello (espertizzazione) il tecnico annusa per testarne i profumi. Quindi, inizia a tagliare la forma fino ad aprirla perfettamente a metà.

PICCOLI GRATTACIELI DI FORME Conclusa la narrazione, Gabriele Webber ci conduce in visita nei laboratori e nel magazzino di stagionatura. Uno spettacolo imponente. Ci troviamo di fronte ad alcuni piccoli grattacieli di otto metri colmi di forme. Un macchinario robotizzato si sposta lentamente nei corridoi e con un sibilo capovolge, ad una ad una, tutte le forme. Ma è il momento di assaggiarla questa delizia. E per poterlo fare dobbiamo aprirla una di queste forme e penetrare il suo gustoso segreto. Così assistiamo incantati a questi gesti, un po’ spettacolo, un po’ rito celebrativo, prima di tuffarci nella dolcezza di Trentingrana

Dop. Un “giusto equilibrio”, lo definisce Webber. A noi torna alla mente la campagna pubblicitaria che qualche anno fa vide protagonista Reinhold Messner. Pensa che storia: un altoatesino che publicizza un prodotto tanto trentino... Trentingrana Dop è uno di quei prodotti di cui il territorio può dirsi fiero. Una storia unica e speciale come il suo gusto (un po’ dolce e un po’ saporito) e come quel matrimonio di inizio Novecento, tra un noneso e una modenese che, attraverso decenni di lavoro e di sviluppo, ci ha portati fino ■ a qui.

COME SI FA?

L

atte, caglio, sale e null’altro. Da quasi un secolo Trentingrana Dop si produce allo stesso modo. All’insegna della semplicità e della tradizione. Al latte scremato viene aggiunto il caglio. Terminata la cagliatura, dopo dieci minuti, la cagliata viene rotta e la massa viene cotta a circa 55 gradi. A quel punto la massa si estrae e si mette sotto pressa nella fascera per 20 ore. Le fascere non hanno solo il compito di dare forma alla cagliata, ma anche di imprimere sullo scalzo del formaggio il marchio di origine e la scritta “Trentino”. La forma, dunque, si fa asciugare, si mette in salamoia e quindi inizia la lenta e prodigiosa stagionatura. Dai caseifici le forme arrivano nel magazzino di stagionatura, a temperatura e umidità controllate.

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trentinostoria

PASSARONO DI QUI...

di Francesca Mazzalai

VIAGGIO IN ITALIA (E IN TRENTINO)

L’11 SETTEMBRE 1786, ALL’IMBRUNIRE, WOLFGANG GOETHE ARRIVA IN TRENTINO E PER LA PRIMA VOLTA METTE ALLA PROVA IL SUO ITALIANO INCERTO. INIZIA DA QUI IL SUO APPASSIONANTE VIAGGIO LUNGO LA PENISOLA CHE GLI ISPIRERÀ IL SUO “VIAGGIO PER L’ITALIA”

“A

ddio, pensami in questo momento così importante della mia vita”. Così, una sera di settembre, Johann Wolfgang Goethe scrive alla sua amata, Charlotte von Stein. È un rapporto tormentato quello che lo lega da dodici anni all’intelligente e colta moglie del Barone von Stein, nonché madre di sette figli. La bella quanto virtuosa Charlotte ricambia l’amore di Goethe, ma solo platonicamente. Una situazione complicata per Goethe, che poco a poco perde la speranza, la felicità e infine la salute. 38

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E proprio la ricerca di un’atmosfera nuova, di luoghi sconosciuti da esplorare, di nuovi stimoli, lo spinge ad abbandonare la località tedesca di Weimar, dove vive e lavora come precettore. Ma staccarsi dall’amata non dev’essere facile per Goethe che infatti, anziché spiegare la sua decisione di persona, preferisce partire di nascosto, per evitare un commiato inevitabilmente straziante. Così, alle 3 del mattino del 3 settembre 1786, il trentasettenne Wolfgang Goethe raccoglie in un piccolo bagaglio lo stretto necessario e pren-

de la prima carrozza di posta diretta a sud. Verso l’Italia. Si è finalmente deciso al grande passo. Mettere piede nei luoghi che sogna da sempre, scoprire nuovi paesaggi, vedere da vicino i resti dei monumenti antichi, assaporare l’arte e la pittura del Rinascimento. Ed ecco che la sera del 10 settembre il poeta tedesco arriva a Trento. Sono da poco scoccate le otto, le strade del centro sono quasi buie e praticamente, deserte. Gli abitanti della città cenano presto e per le vie camminano rapidi solo alcuni nego-

zianti che si sono attardati nel chiuder bottega. Alcuni di loro si voltano a guardare Goethe, incuriositi da quell’uomo di media statura, dalla fronte alta, i capelli chiari, un lungo naso a punta e due occhi scuri particolarmente curiosi e penetranti. Spicca tra gli altri per la foggia degli abiti e per la camminata di un’invidiabile indolenza: si tratta chiaramente di un turista. Nessuno conosce il suo vero nome perché Goethe si spaccia per il pittore tedesco Philipp Moeller. A spingerlo a nascondere


trentinostoria

Trento nel Settecento

la sua identità è il desiderio di estraniarsi da tutto, e soprattutto sottrarsi al clamore che lo perseguita ovunque da quasi dodici anni, ovvero da quando ha pubblicato un romanzo epistolare che racconta la sofferta storia di un ragazzo che si suicida per amore: I dolori del giovane Werther. Non è dunque solo la fuga dall’amata Charlotte ad allontanarlo dalla Germania. C’è anche dell’altro. I dolori del giovane Werther viene infatti pubblicato nel

Photo ©Lucio Tonina

1774, e negli anni immediatamente successivi avviene qualcosa di inaspettato e drammatico: diversi giovani, alle prese con amori impossibili, decidono di emulare la tragica fine del protagonista del romanzo e si suicidano a loro volta. Per quanto Goethe tenti di minimizzare, le notizie riguardanti questa sorta di maledizione lo colpiscono nel profondo. La sua intenzione è dunque quella di girare tutta la penisola italiana per svagare la propria mente e perché

no, dilettarsi effettivamente nella pittura. In fondo non è il tempo libero a mancargli. Né tantomeno il denaro. La sua è una famiglia borghese molto benestante, che deve al fruttuoso commercio di vini del nonno l’invidiabile agio di poter vivere una vita spensierata e all’insegna del desiderio del momento. Dal Viaggio in Italia di Wolfgang Goethe. Trento, 11 settembre, mattina “Arrivato qui iersera alle otto, dopo cinquanta ore filate di moto e di attività incessante, mi coricai presto e ora sono nuovamente in grado di proseguire nella mia narrazione. Da Bolzano a Trento si procede per nove miglia in una valle fertile e sempre più fertile. Tutto ciò che tenta di vegetare sulle montagne, qui acquista forza e vita. Il sole è caldo e si può credere nuovamente a un Dio”. Goethe prosegue poi raccontando di come, lungo il percorso, una povera donna l’abbia implorato di prendere il suo bambino nella carrozza per evitargli una faticosa camminata sulla strada rovente

Charlotte von Stein

per il sole, tanto bollente da bruciargli i piedini. Un gesto caritatevole che Goethe non esita a fare, annotando sul suo diario diversi particolari sul piccino, tra cui le sue vesti linde e ben ordinate ma soprattutto l’impossibilità di fargli pronunciare anche solo mezza parola in una qualsiasi lingua. Dopodiché Wolfgang si ributta a capofitto nelle annotazioni sul paesaggio, descrivendo tutto ciò che vede dai finestrini della carrozza: “La campagna lungo il fiume e sui colli è così fitta e intrecciata di piante da far pensare che

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trentinostoria Riva del Garda nel Settecento

si soffochino a vicenda: filari di viti, grano turco, gelsi, meli, peri cotogni e noci. Lungo i muri si protende rigoglioso il sambuco, lungo le rupi l’edera si arrampica in solidi fusti e le ricopre largamente; la lucertola guizza nelle fenditure e tutto ciò che si muove di qua e di là riporta alla mente le più care immagini dell’arte. Qui mi trovo così bene, come se vi fossi nato e cresciuto e tornassi ora da un viaggio in Groenlandia, da una caccia alla balena. Perfino la polvere, così noiosa nella mia patria, che di tratto in tratto avvolge in un turbine la carrozza e che da un pezzo non vedevo, ora mi riesce gradita. Anche la sera è mitissima come il giorno. Se qualcuno che abitasse nel sud o che venisse dal sud potesse intendere l’incanto che qui io provo, mi prenderebbe certo per un bambino. Ahimè, quello che esprimo solo adesso lo sento da molto tempo, fin da quando cioè sto soffrendo sotto un cielo inclemente, mentre ora m’è dolce provare come un’eccezione questa gioia, che si dovrebbe godere senza interruzioni come un’eterna legge di natura”. Certamente Goethe non è il 40

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primo intellettuale nordico ad interessarsi all’Italia. A fine Settecento sono numerosi i borghesi e i nobili che progettano il cosiddetto Grand Tour per poter apprezzare dal vivo i capolavori dei geni indiscussi della scultura e pittura, tra cui Leonardo, Raffaello, Michelangelo, Palladio, la cui notorietà arriva a valicare qualunque confine. E probabilmente sono proprio le sue aspettative a giocare un brutto scherzo a Goethe, che una volta giunto a Trento non trova quei riferimenti all’antichità o al Rinascimento che in cuor suo brama fin da quando è partito. Le parole che utilizza per descrivere la città trasudano delusione. Certo, ammette, “la città è antichissima” e “in alcune vie ha case moderne e ben

costruite”. Si sofferma in particolare sulla Casa del Diavolo, un Palazzo che, come gli racconta un giovane al quale Goethe chiede indicazioni, è stato costruito dal demonio stesso in una sola notte, “con pietre ammassate con una miracolosa celerità”. Ma subito aggiunge: “il brav’uomo tuttavia non fece parola di ciò che costituiva il lato più notevole della faccenda, ossia che quella era la sola casa di buon gusto che io abbia visto a Trento, edificata senza dubbio nei tempi andati da un bravo architetto italiano”. E così, con questo poco generoso commento, Goethe archivia Trento e si appresta a partire per raggiungere Rovereto e il lago di Garda. Nel viaggio di spostamento si

sofferma nuovamente sulle coltivazioni che sfilano davanti ai suoi sempre più attenti occhi. Nel costeggiare i vitigni si sorprende dell’ingegno con cui i coltivatori abbiano alzato i muri di confine, utilizzando pietre e rovi, per impedire che i passanti colgano i grappoli. “Molti proprietari di vigneti – annota – spruzzano sopra i filari esterni una specie di calce che dà un disgustoso sapore all’uva ma non arreca alcun danno al vino, perché la fermentazione ne espelle ogni impurità”. Sempre l’11 settembre all’imbrunire Goethe arriva a Rovereto, e per la prima volta mette alla prova il suo italiano incerto, imparato da bambino per volere del padre, Johann Caspar Goethe, che già nel 1740 aveva potuto apprezzare la bellezza dell’Italia durante un appassionante viaggio lungo la penisola. Un’esperienza che lo aveva ispirato al punto da fargli pubblicare un’opera scritta proprio in italiano, intitolata Viaggio per l’Italia. E così, grazie al precedente viaggio paterno, Wolfgang si ritrova a Rovereto a tentare di farsi capire nella lingua che lui stesso definisce “questa lingua tanto amata”, dove al confronto il tedesco è per lui lingua infelice o addirittura barbara. Proprio Rovereto è il punto che Goethe considera divisorio tra tedesco e italiano, suscitando un sussulto di sorpresa nei lettori della sua opera. In realtà non è la prima imprecisione in cui incappa il nostro – per il resto cauto- viaggiatore. Nelle pagine dedicate a Bolzano ad esempio chiama Adige il fiume Isarco e in un commento sulla stessa città di Trento cita la Chiesa del Seminario per intendere invece la Chiesa di S.Maria Maggiore. Vero è che il Viaggio in Italia viene scritto da Goethe quasi trent’anni anni dopo il suo ritorno in Germania, affidando-


trentinostoria

si ai lontani e in parte sbiaditi ricordi di gioventù. Per ironia della sorte è proprio il legame con Charlotte von Stein a permettergli di pubblicare le sue impressioni di viaggio. È infatti all’amata baronessa che Goethe scrive per tutti i 22 mesi trascorsi in Italia, inviandole lunghe lettere ricche di particolari e riflessioni su tutto ciò che vede. Anni più tardi, quando della loro profonda amicizia sarà rimasta solo la nostalgia, quelle stesse lettere saranno restituite al poeta da una Charlotte delusa dall’affievolirsi dell’affetto di Wolfgang per lei, e probabilmente gelosa della donna che Goethe ha

scelto di avere accanto una volta tornato a Weimar. Una donna molto diversa dalla baronessa, addirittura l’opposto. È infatti una giovanissima operaia di una fabbrica di fiori finti, Christiane Vulpius, a colpire la fantasia e forse il cuore di Goethe, tanto da spingere lo scrittore tedesco a farne sua moglie. Probabilmente è proprio l’esperienza fatta in Italia a cambiarlo, a riportarlo alla gioia di vivere dopo i lunghi e frustranti anni passati accanto a chi non poteva amarlo come lui desiderava. E durante quel folgorante e rigenerante viaggio è soprattutto l’arrivo al lago di Garda a riempirgli occhi e anima, tanto da fargli scrivere: “Con quanto ardente desiderio vorrei che i miei amici si trovassero un momento qui con me, per poter gioire della vista che mi sta innanzi! Per questa sera mi sarei già potuto trovare a Verona; ma a pochi passi da me c’era questo maestoso spettacolo della natura, questo delizioso quadro che è il lago di Garda, ed io non ho voluto rinunciarvi; così mi

trovo splendidamente compensato d’aver allungato il cammino. Sono partito da Rovereto dopo le cinque, prendendo per una valle laterale, che versa le sue acque ancora nell’Adige. Arrivati alla sommità, si presenta in basso un ciglione scosceso e maestoso, che si valica per poi scendere fino al lago. S’incontrano qui le più belle rupi calcaree che si prestino a studi pittoreschi. Scendendo fino in fondo, si trova poi un paesello sulla punta settentrionale del lago, che si chiama Torbole. Il lago si vede per quasi tutta la sua lunghezza; solo in fondo, a sinistra, si nasconde ai nostri occhi. Da ambo le parti le rive, fiancheggiate da colli e da monti, biancheggiano graziosamente di innumerevoli paesi. Dopo la mezzanotte il vento soffia da Nord a Sud. Perciò, chi vuole attraversare il lago per la lunghezza deve partire verso quell’ora; la corrente dei venti cambia infatti direzione qualche ora prima dell’alba e soffia verso nord. Proprio adesso, cioè dopo mezzogiorno, il vento spira

Mettiti alla prova

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contro di me con violenza, addolcendo piacevolmente la forza del sole. Wolfgang Goethe si aggira meravigliato per le stradine di Torbole. Tutto gli appare nuovo, rigoglioso, inaspettato. Le porte delle case lasciate spensieratamente aperte, le finestre rifinite con la carta oliata anziché con il vetro, i bagni all’aperto nei cortili. Tutto stimola l’interesse e la sorpresa del poeta, che si appresta a ripartire all’alba del 13 settembre. Il suo viaggio nel Trentino è infatti giunto al termine. Il giorno successivo il suo cammino lo porterà lungo il lago di Garda verso sud, passando per Malcesine, per arrivare a Verona e poi ancora giù, alla volta di Venezia, Ferrara, Roma. Goethe tornerà ancora a Trento, nel marzo del 1790, ma solo di passaggio. In quel caso, in compagnia di un’amica, la duchessa Anna Amalia di Sassonia. Stavolta Goethe, ormai sazio nella sua curiosità, lascerà al proprio servitore il compito di annotare gli appunti e le date. Ma questa è un’altra storia.■

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Aeneas Wilder, Senza titolo 169, © Arte Sella, foto di Giacomo Bianchi

ARTE SELLA SONO SETTE I CHILOMETRI CHE SEPARANO BORGO VALSUGANA DALLA VALLE DI SELLA. ALCUNI TORNANTI E 400 METRI DI ALTITUDINE DOPO CI SI ARRIVA. I BOSCHI, LE BAITE, I COLORI E I SILENZI NE HANNO FATTO UNO SPOT NATURALE PER CHI PROMUOVE IL TURISMO TRENTINO. MA È IN QUESTA VALLE, CONOSCIUTA PER ESSERE STATA IL LUOGO DOVE ALCIDE DEGASPERI AMAVA RILASSARSI, CHE È NATA UNA DELLE INTUIZIONI CREATIVE E ARTISTICHE PIÙ ORIGINALI...

N

ei magici anni ’80 nasceva un modo nuovo di pensare l’arte e la cultura anche fuori dai luoghi canonici. Oltre ai musei, agli atelier e alle gallerie si iniziò a pensare a “fare arte nella natura”, per cercare di distanziarsi dai canoni artistici tradizionali, in uno spazio d’espressione nuovo, più libero e lontano dalle logiche del mercato dell’arte e dei circuiti tradizionali. In questo nuovo modo di pensare, l’artista abbandonava il ruolo di protagonista nel processo creativo per affidarlo alla sua opera, in una relazione di unione con l’ambiente natu42

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rale. Arte Sella fece proprio questo modo di pensare con l’intuizione che le opere dovessero vivere con la natura e nella natura. Gli artisti venivano incoraggiati a non compiere modifiche radicali del territorio, recuperando quello di cui avevano bisogno nei boschi circostanti, utilizzando materiali naturali come le foglie, i rami d’albero, le pietre, la terra. Il cambiamento del lavoro creato era così continuo ed era sottomesso alle diverse condizioni atmosferiche e allo scorrere delle stagioni. Questa dimensione del lavoro artistico si poneva in maniera diversa anche con

l’ecologia, con l’idea che la natura non andava solo protetta, ma diventava una fonte di sapere e di esperienza da salvaguardare anche attraverso un atteggiamento di rispetto e di attenzione da parte dei visitatori.

INFO ARTE SELLA Corso Ausugum 55-57 Borgo Valsugana (Tn) Info: 0461 751251. artesella@yahoo.it www.artesella.it

I LUOGHI DI ARTE SELLA Il percorso espositivo di Arte Sella ha iniziato a svilupparsi, fin dalla sua nascita, nel 1986, lungo un sentiero forestale liberamente accessibile che si estende per tre chilometri sul versante del monte Armentera. Il percorso, che si chiama ArteNatura, invita il visitatore a procedere fra stretti sentieri di terra battuta, dentro un biotopo, su ampi prati e in un bosco di alberi secolari per farlo “dialogare in silenzio” con le opere realizzate dagli artisti nel corso degli anni. Al momento le creazioni sono 58 e com-


trentinoluoghi

Gross Rainer, Il quadrato, © Arte Sella, foto di Giacomo Bianchi

Mauri Giuliano, Cattedrale Vegetale 2001, © Arte Sella. Foto Giacomo Bianchi

prendono lavori, tra gli altri, di Rainer Gross, Sally Matthews, Will Beckers, Francois Lelong, Giuliano Orsingher, Anthony Howe, Stuart Ian Frost. Nel periodo estivo le varie attività culturali di Arte Sella vengono ospitate anche a Malga Costa, un antico edificio rurale trasformato in un nuovo spazio espositivo e culturale. L’associazione, dal 2006 gestisce anche gli Spazi LivioRossi, nel centro storico di Borgo Valsugana, in un edificio che fin dai primi anni del secolo scorso, ospitava un’antica libreria e un laboratorio artigianale. Le sale degli Spazi LivioRossi sono nello stesso tempo sede dell’associazione, centro espositivo permanente, spazio di consultazione e sede di

sono stati piantati dei piccoli alberi di carpine. Le colonne sono artifici realizzati dall’artista per accompagnare le piante durante i vent’anni di cui esse hanno bisogno per diventare adulte; dopo tale periodo, le strutture sono destinate a marcire per lasciare il posto ad 80 piante a forma di colonna che ricorderanno il lavoro dell’artista.

laboratori creativi per bambini e adulti. LA CATTEDRALE VEGETALE L’opera che forse più di tutte caratterizza lo spazio naturale di Arte Sella è la Cattedrale Vegetale. Realizzata nel 2001 nelle vicinanze di Malga Costa dall’artista Giuliano Mauri, quest’imponente opera d’arte e di architettura ha le dimensioni di una vera e propria cattedrale gotica, con tre navate di dodici metri di altezza e una superficie di 1220 metri quadrati. Quattrocentoventi colonne di sostegno, cinquecento anelli, tremila ramoscelli intrecciati che costituiscono l’impalcatura della Cattedrale. All’interno delle colonne

MALGA COSTA Malga Costa è un edificio rurale che in origine veniva usato dai pastori, in primavera o in estate, per l’allevamento dei bovini e per la produzione di formaggi e burro. Nel 1998 gli organizzatori di Arte Sella hanno deciso di utilizzare questo edificio e di trasformarlo nella sede di “Ar-

te Sella Documentazione”. Grazie a questa innovazione, ogni anno i visitatori possono conoscere la manifestazione non solamente esplorando il percorso Artenatura, ma partecipando anche a dei concerti, a rappresentazioni teatrali, a laboratori creativi e ad esposizioni fotografiche. GLI ARTISTI E LE COLLABORAZIONI Nel corso della sua storia Arte Sella, oltre a ospitare le opere di più di trecento artisti provenienti da tutte le parti del mondo, è stata anche protagonista di molte altre situazioni creative, nelle quali cantanti, musicisti e scrittori hanno avuto come sfondo la cornice naturale della Val di Sella. Di qui sono passati Lo-

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trentinoluoghi renzo “Jovanotti” Cherubini, Elisa, i Baustelle, i Marlene Kunz. Sotto la cupola di rami e foglie della Cattedrale Vegetale hanno suonato Vinicio Capossela, Goran Bregovic, Antonella Ruggiero e Gianmaria Testa. Marco Paolini in questi silenzi trova spesso l’ispirazione per costruire momenti dei suoi spettacoli. Partendo dall’esperienza di questi paesaggi gli scrittori in erba della Scuola Holden di Alessandro Baricco hanno dato vita a inediti racconti. Qui è nata la “Fucina”, il laboratorio e cenacolo di artisti guidati dal violoncellista Mario Brunello.

LA FUCINA DI ARTE SELLA. A dieci anni dalla sua nascita, nel 2015 Fucina Arte Sella celebra la musica e la natura con quattro appuntamenti che attraverseranno tutto l’anno, definiti dai colori delle stagioni che arricchiscono la Valle di Sella. La musica sarà la protagonista assoluta di una vera e propria fucina: la costruzione dello spettacolo avviene infatti nel corso dello stesso concerto, mentre il pubblico è invitato a vivere un’esperienza unica, che prende corpo tra le opere di Arte Sella e diventa un lascito che

Patrick Dougherty, Tana libera tutti, © Arte Sella, foto di Giacomo Bianchi

gli artisti donano alla stessa natura. Il primo attesissimo appuntamento della Fucina si è avuto lunedì 25 maggio scorso con Mario Brunello, Giuliano Carmignola e Gui-

Mario Brunello, suona alla cattedrale

RISTORANTE - PIZZERIA

do Barbieri e le musiche di Vivaldi, Leclair e Carl Philipp Emanuel Bach. ARTE SELLA INTERNAZIONALE Arte Sella da tempo è una realtà che esce dai confini non solo provinciali ma anche nazionali e l’anno scorso la cosa è stata riconosciuta anche dall’incontro: “Creatività e Paesaggio, verso una nuova identità europea”. Il convegno era stato organizzato da ELAN, European Landart Network, il progetto finanziato dall’Unione Europea e fondato da Arte Sella con Springhornhof Foundation (Germania), Centrum Rzezby Polkiej (Polonia), Yorkshire Sculpure Park (Regno Unito). In quell’occasione si è parlato sia dell’importanza artistica di Arte Sella, sia della sua prerogativa di incidere con le sue opere non solo sulla natura, ma anche sul tessuto sociale che la circonda. ■

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trentinoattualità foto Giuliano Parisi

di Tiziana Tomasini

A N N O D E C I D O C C A T CHI DICE

PORTARE LO STILETTO CON DISINVOLTURA È IL MITO DI (QUASI) OGNI DONNA: OGGI QUESTO SOGNO È DIVENTATO REALTÀ, GRAZIE AI SEMINARI DI PORTAMENTO CON TACCHI, ORGANIZZATI E CONDOTTI DALLA POLIEDRICA CRISTIANA BERTELLI

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dite, udite, donne di tutte le età. Portare il tacco alto non è più un’utopia, un desiderio irraggiungibile. Basta mettere in campo un pizzico di voglia di imparare ed il gioco è fatto. Il tacco alto rappresenta per ogni donna un’importante conquista, che investe non solo la sfera della femminilità intesa in senso globale – al di là del concetto riduttivo di mera vanità – ma che abbraccia una più ampia connessione psicologica. Tradotto concretamente, una donna che esalta le sue caratteristiche con un bel portamento diventa più sicura di sé, rafforza la propria autostima, esprime al meglio 46

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la consapevolezza di essere se stessa a trecentosessanta gradi. Il tacco, specialmente quello alto – quello che per intenderci veleggia dagli otto ai dodici centimetri – rappresenta molto spesso un incubo per la donna moderna, che considera impresa impossibile destreggiarsi su cotante altezze nell’ordinario svolgimento delle consuete attività di tutti i giorni. Tuttavia, parlando con Cristiana Bertelli, abbiamo capito che non c’è niente di impossibile, anche per quelle donne cresciute a rasoterra per timore di non riuscire a gestire il tacco. Riduttivo definirla semplicemente “ballerina” o “istruttri-

ce di ballo”; sfogliando il suo curriculum, scopriamo che Cristiana ha un palmares che racchiude tutto quanto parla di danza e sconfinati dintorni, tra i quali il prestigioso ruolo di coach in una delle più imponenti manifestazioni della bellezza declinata al femminile, quale il concorso di “Miss Italia”.

Organizzare e condurre il primo seminario di portamento sui tacchi nasce inizialmente rivolto ad un piccolo gruppo di amiche per poi aprirsi ad orizzonti più allargati, assecondando le richieste di quelle donne che, per svariati motivi, hanno colto l’esigenza di sapersi muovere con grazia ed eleganza su scarpa alta.

INFO Per raccogliere informazioni sul seminario di portamento sui tacchi e sulle molte altre attività riguardanti la danza e le sue articolate sfumature, esplorare il sito www.zumbatrento.it, scrivere a zumbatrento@gmail.com, visionare la pagina Facebook con le numerose iniziative ed eventi, o telefonare al numero 339 2962660.


trentinoattualità

Studiato nei minimi particolari e dettagliato in precisi e definiti momenti teorici e pratici, il corso tematico della Bertelli raccoglie ampi consensi ed ha buoni riscontri nel pubblico trentino femminile. Non rivolto specificatamente a fotomodelle ed indossatrici – che del tacco hanno già maturata esperienza – il seminario si orienta per tutte le donne cosiddette “normali”: ragazze e signore di ogni ceto sociale (dall’operaia all’avvocata) di ogni età, con una punta generazionale che spazia dai trentacinque ai cinquantacinque anni. Nessun prerequisito richiesto: non fisici perfetti, né taglie small, ma tanta voglia di mettersi alla prova. Variegate quanto articolate le motivazioni: dal mettere alla prova se stesse, al superamento di aspetti caratteriali quali la timidezza e la fragilità. Insomma un mix di “perché” che convoglia necessariamente in un unico pensiero: camminare con buon portamento aiuta all’accrescimento di quel ben-essere indispensabile per affrontare felicemente la vita. L’imperativo è che tutte possono farcela, seguendo le indicazioni della nostra esperta e mettendo in pratica gli

accorgimenti e linee guide indicate nei seminari. Ma come si articola questo corso intensivo di quattro ore? Quali gli argomenti e le tipologie di svolgimento? Cristiana ci presenta un modulo informativo e ci illustra – passo dopo passo, è proprio il caso di dirlo! – le singole fasi del percorso. Senza volervi svelare troppo, togliendovi il brivido del vissuto in carne ed ossa, possiamo anticipare che in una prima fase, più teorica, le frequentanti sono invitate a prendere conoscenza e quindi consapevolezza della propria postura, con conseguenti consigli per un rapido miglioramento degli atteggiamenti posturali consueti; verificati e riconosciuti gli “errori” dettati dalle abitudini, vengono individuate le strategie efficaci per ottimizzare il portamento, indispensabili per una corretta andatura sui tacchi. La parte decisamente più pratica si concentra prima sull’approfondimento delle parti corporee interessate, poi verso graduali esercizi con e senza scarpe. Essenziale è, chiaramente, sperimentare la camminata, che vedrà un aumento progressivo delle altezze; da scalze ad un tacco medio (compreso tra i cinque e gli otto centimetri) fino al fatidico alto. Le camminate vengono corrette singolarmente e provate in coppia ed in gruppo,

CHI È CRISTIANA BERTELLI

S

tudi di ginnastica artistica, danza jazz e funkyjazz, danza classica; modern jazz e modern jazz hip hop a Londra ed in California. Lyrical jazz a Vienna; canto pop, recitazione e dizione presso il Centro Didattico Musicateatrodanza diretto da Paolo Fanini. Difficile condensare in poche righe il corposo curriculum di Cristiana Bertelli, la cui attività si snoda tra festival, rassegne, manifestazioni, sfilate di moda danzate, fiere, spot pubblicitari, spettacoli teatrali, commedie musicali. Insegnante e coreografa di danza modern jazz, ha all’attivo numerose esperienze presso titolate scuole regionali. In questo ruolo, collabora con scuole pubbliche in qualità di esperta per la realizzazione di musicals e dal 2009 è costante presenza presso l’agenzia di moda - management trentina Soleoshow Model Agency di Sonia Leonardi, in veste di coreografa e coach sul territorio Regionale per il concorso Nazionale MISS ITALIA. Istruttrice di zumba fitness, ha costituito nel Trentino la “Weppa Zt, Zumbatrento Srl” e tiene lezioni di questa specialità al CID (Centro Internazionale Danza) di Rovereto. Moltissime le produzioni come cantante e ballerina. in modo da favorire l’empatia e per poter cogliere le energie positive reciproche. Quattro ore intense, tutte da vivere ma contemporaneamente da considerare input per uno stile di vita da proseguire. Come in tutte le attività motorie, dopo aver appreso i rudimenti fondamentali sono necessari l’esercizio e l’applicazione individuale. Non un corso fine a se stesso dunque, ma insieme di strategie da mettere in pratica nel quotidiano. Cristiana sollecita le sue allieve ad allenarsi in qualsiasi circostanza… anche ad andare a gettare la spazza-

tura sul dodici, per allenarsi! E poi non mancano le chicche, ossia i trucchi per stare con disinvoltura sulle scarpe alte: dai massaggi specifici allo stretching, dagli orari ottimali per l’acquisto delle scarpe alle situazioni da evitare… Lungi dall’essere un argomento frivolo, il seminario pare piuttosto un interessante quanto divertente arricchimento dell’essere donna. La donna che supera gli stereotipi della bellezza fine a se stessa per elevarsi con elegante disinvoltura in tutti i contesti ■ di vita.

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trentinoincontri SI CHIAMA GIACOMO TODESCHI, HA SOLO 24 ANNI ED È NATO A ROVERETO. È UNA PROMESSA DELLA DANZA ITALIANA

BALLANDO BALLANDO

di Lara Deflorian

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o abbiamo visto esibirsi quattro anni fa al teatro Sociale di Trento nel corso della stagione della danza e ora lo potremo rivedere in azione il prossimo 6 settembre a Rovereto nell’ambito di Oriente Occidente. Stiamo parlando di Giacomo Todeschi, ventiquattrenne artista roveretano che ha la fortuna, ma parliamo soprattutto di merito professionale, di danzare per la seconda volta sul territorio provinciale in un contesto artistico di alto livello. “La prima volta che mi sono esibito in pubblico – racconta Giacomo che abbiamo raggiunto in Spagna dove attualmente lavora come danzatore free-lance – facevo parte dello spettacolo natalizio delle scuole medie e lì, per la prima volta, scoprii che ballare davanti a molta gente mi faceva provare una sensazione fortissima, adrenalina pura! E qua conobbi anche la persona che più di tutti mi fece appassionare alla danza, Francesca Manfrini, per la quale provo oggi molta gratitudine.” Nel 2003 ricorda il suo primo spettacolo a teatro, Segni del Tempo, diretto da Paolo Fanini, con le coreografie di Maria Tullia Pedrotti e Franz Weber: “Quella fu un’esperienza teatrale a tutto tondo, nella quale la danza, il canto, la musica e la recitazione formavano un tutt’uno e man mano che ci esibivamo, non so di preciso cosa stesse accadendo, ma mi sentivo sempre più parte di un mondo nuovo e bellissimo.” Grazie alla spinta di Sabina 48

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Micheli nel 2005 partecipa al corso estivo della rinomata Accademia Princesses Grace, diretta da Marika Besobrasova a Montecarlo. “Qua mi ritrovai faccia a faccia con il mondo della danza, quello vero… dove per un mese mi

sono confrontato con giovani talenti della danza classica che a me, tra l’altro, non piaceva proprio! Ma fu importante per me affrontare quella sfida, perché anche se da un lato confermai la mia posizione nel non voler perseguire un percorso di studi classico, dall’altro capii che ad ogni modo ero tagliato per questo mestiere.” La grande svolta per Giacomo

arriva nel 2009, quando Mauro Astolfi lo invita a Roma per lavorare nella sua compagnia, la Spellbound Contemporary Ballet: “Da diversi anni questa era la Compagnia dei miei sogni… accettai subito e non ne rimasi deluso. Esserci dentro fu letteralmente incredibile!” Per cinque anni Giacomo Todeschi ha la possibilità di esibirsi con la Spellbound in giro per il mondo e di contribuire nel 2010 alla creazione coreografica dello speciale evento per l’anniversario dei 50 anni dell’indipendenza della Nigeria. Lo scorso anno ha avuto l’opportunità di danzare per il coreografo americano Daniel Ezralow nel suo spettacolo Open. Cosa ti ha dato e ti ha lasciato l’esperienza italiana con la Spellound Contemporary Ballet? “Grazie alla Spellbound ho trasformato la mia passione in un lavoro e questa è un’esperienza di vita illuminante e fortificante. Ho imparato a governare le mie debolezze e a lavorare sodo, per ottenere il rispetto dei miei datori di lavoro e soprattutto dei miei compagni. Ho appreso che la danza, come l’arte in generale, è strettamente legata alla vita e non è un qualcosa di diverso. Ho imparato anche ad essere più generoso con gli altri e con me stesso, perché nell’arte bisogna sempre dare qualcosa. Ho imparato anche a viaggiare per il mondo, conoscere in profondità culture lontane, arricchirmene il più possibile per poi alla fine ritornare ad innamorarmi,


trentinoincontri ogni volta, della nostra. Sono stati cinque anni di grande crescita su tutti i fronti. Li ho vissuti così intensamente che mi sembra ne siano passati dieci.” Come sei arrivato in Spagna a lavorare con Marcos Morau e la compagnia La Veronal, considerata tra le realtà più interessanti della danza a livello internazionale e caratterizzata per il suo forte linguaggio narrativo, frutto di una ricerca tra spazio, racconto, corpo e memoria? “A settembre 2014 ho sentito il bisogno di cambiare e così ho lasciato la Spellbound, nonostante non sapessi bene cosa fare. Lo stesso mese c’è stata l’audizione per La Veronal, una compagnia che avevo già conosciuto a Houston tre anni prima nell’ambito di un festival per il quale ci esibivamo entrambe come ospiti, e che mi era rimasta nel cuore. Non ho avuto dubbi e così mi sono catapultato a Barcellona dove dall’inizio dell’anno sono inserito come ballerino free-lance. Lavorare per La Veronal è esattamente come

mi aspettavo. È complesso sia fisicamente che mentalmente ed è un’esperienza totalmente diversa da quella precedente per metodo creativo, per training e, mentre in Spellbound siamo sempre stati 3 uomini e 6 donne, ora in La Veronal siamo 5 uomini e 3 donne. Essere in maggioranza una volta tanto non guasta, si crea un’energia molto forte. Inoltre questa compagnia lavora a progetto e non stabilmente e quindi dovrò imparare ad autogestirmi di più rispetto a prima.” Ti rivedremo il 6 settembre a Rovereto nell’ambito

di Oriente Occidente nello spettacolo Voronia. Puoi dirci qualcosa di questo lavoro? “Posso solo anticipare che sarà uno spettacolo sull’Inferno. Voronia, infatti, è la cavità terrena più profonda al mondo situata in Georgia. Il lavoro del coreografo Marcos Morau è affascinante e scioccante allo stesso tempo; con uno stile di movimento complesso, coadiuvato da un’impostazione artistica a livello registico d’impatto e ben radicata. Non ne so ancora molto sullo spettacolo, ma so per certo che sarà un

qualcosa di esplosivo.” C’è un professionista della danza, ballerino, coreografo o compagnia a cui in qualche modo ti ispiri? “Sicuramente provo grande ammirazione per Sylvie Guillem, una delle più grandi ballerine dei nostri tempi; ma più in generale, quando vedo in un ballerino qualcosa che mi piace molto, cerco sempre di coglierne l’essenza e testarla immediatamente su me stesso, senza pormi limiti.” Dove ti vedi tra qualche anno? “Mi vedo come ora, in giro per l’Europa come ballerino free-lance in cerca di nuove esperienze.” Quali sono i tuoi obiettivi professionali? “Gli obbiettivi non sono mai stati il mio forte: mi sento sempre un po’ quel ragazzino che si esercita da solo in casa, nel corridoio tra la cucina e il soggiorno. Ma ripensandoci bene mi piace l’idea di diventare un giorno un bravo insegnante, in grado di trasmettere, attraverso le mie esperienze di vita, la bellezza della danza.” ■

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IL LIBRO È MORTO. VIVA IL LIBRO! Simona Sparaco

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immaginazione te rapeutica di Stefano Benni, forse in grado di curare le crisi giovanili interpretate ed esplorate da Paolo Crepet, o per omaggiare il genio di Pasolini come espresso dalla regia di Abel Ferrara, trovando anche il coraggio di affrontare la guerra vera, quella “vissuta” sulla propria pelle, non quella tracciata sulle carte. Il Trentino Book Festival è pronto a riproporsi nella sua quinta edizione, da venerdì 12 a domenica 14 giugno, preceduto dal consueto “fuori programma” giovedì 11 giugno. Memoria quindi, non reperti. Immaginazione, non sterile concretezza. Quello che quest’anno il Trentino Book Festival pro-

Stefano Benni, mattatore di questa edizione

AL TRENTINO BOOK FESTIVAL LA MEMORIA COME VERA TESTIMONIANZA, L’IMMAGINAZIONE COME TERAPIA. DAL 12 AL 14 GIUGNO, GRANDI NOMI DEL GIORNALISMO, MUSICA E TEATRO A CALDONAZZO

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pone non è un memoriale, un monumento, una semplice eco del nostro passato (che sia vicino o lontano). Non è la ricetta giusta per trovare la soluzione a tutti i mali, ma

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richiede invece sforzo e inventiva, capacità d’astrazione. Chiama a sé i ricordi, le reminiscenze, le esperienze vissute. Interpella la fantasia che si annida in ciascuno di noi, pronta ad esprimere tutto il suo potenziale. Il Trentino Book Festival quest’anno non è una bacheca da museo, un’ambiente anestetizzato, ma vuole essere storia vera, esplorazione creativa, come è nel suo DNA.

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GIOVEDÌ 11 GIUGNO. Fuori programma omaggiando T. S. Eliot e un “ricco” bestiario di incerta umanità. Il Trentino Book Festi-

Loredana Cont

val parte in anticipo anche quet’anno, presentando un paio di appuntamenti da non perdere nella serata. Ad ora di cena infatti un omaggio a T. S. Eliot, a 50 anni dalla

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trentinoeventi sua morte con i versi di “The Waste Land”, da ascoltare, non interpretare, da assorbire, anche grazie alle letture di Bubamara e al commento di Massimo Libardi. Sul calare del sole invece Giorgio Antoniacomi commenterà il suo ultimo lavoro, “Bestiario di incerta umanità”, un libro indignato e offeso che propone una carrellata di persone che esprimono a pieno i vizi capitali: il perbenista, l’opportunista, il fastidioso… Presso la Casa della Cultura apre i battenti anche la XXIII Rassegna Internazionale di Satira “Città di Trento” dal titolo “Il libro (di carta) è morSerge Latouche

Babla Casa Levico

to, viva il libro”, una delle più antiche rassegne del genere in Italia e tra le più importanti al mondo. VENERDÌ 12 GIUGNO Dalla guerra “vissuta” dai nostri nonni ai giovani raccontati da Crepet. Apre i battenti la quinta edizione del Trentino Book Festival venerdì pomeriggio con l’inaugurazione ufficiale in Piazza Municipio, cui seguirà il primo incontro con l’autore, quello con Aldo Cazzullo, che guiderà il pubblico tra i tanti episodi di vita “vissuta” ripresi dalle testimonianze raccolte nel suo libro “La guerra dei nostri nonni”;

mentre a seguire Serge Latouche racconterà della propria vocazione all’economia e le sue personali dottrine sviluppiste. Andrea Nicolussi Goio darà voce al popolo cimbro, aprendo una discussione sul senso d’identità e di appartenenza di questa preziosa minoranza linguistica, ma non solo, mentre più tardi, Paolo Crepet affronterà un tema spinoso, l’incapacità di ascoltare gli adolescenti e i bambini, fornendo qualche suggerimento pratico come solo lui è in grado di fare. Chiude la serata di venerdì l’appuntamento al teatro S. Sisto con Stefano Benni, che porterà sul palco del Trentino Book Festival 2015 la sua versione di Cyrano, un’interpretazione che riscopre un testo intramontabile un’esibizione squisitamente esclusiva con accompagnamento al pianoforte della giovane e talentuosa Giulia Tagliavia. All’esterno, nella splendida cornice di Corte Celeste, “Addio alle armi”, uno spettacolo tratto dal noto romanzo di Hemingway con Maura Pettorruso e Stefano Pietro Detassis.

Simonetta Agnello Hornby

SABATO 13 GIUGNO Immaginazione come terapia con Benni e l’ultima intervista a Pasolini con Abel Ferrara. La seconda giornata del Trentino Book Festival si apre all’insegna dell’immaginazione con l’incontro con Stefano Benni, che spiegherà come solo la fantasia e l’inventiva possano essere la giusta cura a quel “virus” che ha destabilizzato la società moderna, sterilizzandola e anestetizzandola. Subito dopo, a mezzogiorno, un doppio incontro particolare, con Furio Colombo (ultimo giornalista ad intervistare Pasolini) e il regista hollywoodiano Abel Ferrara,

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TBF JUNIOR CON SALTA BART E L’ISOLA DEL TESORO

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rogramma ricco di iniziative anche il collaudato TBF junior. Quest’anno la scuola materna apre i suoi spazi per accogliere piccoli lettori in erba, per creare un luogo sicuro e accogliente. Anticipando i tempi si parte giovedì 11 nel contesto del “fuori programma” con “Il gatto con gli stivali” di Perrault presentato da Claudia Lodi e Massimiliano De Martini di Bubamara (età consigliata 5 anni) per poi ripartire quindi venerdì mattina dove l’appuntamento è con Tea alle prese con le sue care e amatissime “verdure” mentre subito dopo mezzogiorno scatta l’occasione per parlare di “buone merende e cose buone da mangiare”, tutto quanto attraverso il gioco e l’improvvisazione (età consigliata 4 – 7 anni). La giornata di sabato è invece dedicata a Topo Tip, un topolino un po’ monello ma pronto a ripassare insieme ai bambini le regole per diventare un bravissimo … topino, mentre nel pomeriggio, nella Corte Celeste, Stefano Bordiglioni porterà in scena le vicissitudini e le preoccupazioni di una classe alle prese con il passaggio dalle elementari alle medie, concludendo con una passerella di sue brevi storie, intervallate da canzoni nate spesso a scuola, con l’aiuto di giocattoli sonori. Il sabato sera appuntamento in biblioteca con un vivace “Ghiribizzo”, non un animaletto da compagnia, ma qualcosa di veramente speciale. Domenica si chiude in grande stile con la presentazione del nuovo libro per ragazzi di Susanna Tamaro, “Salta Bart!”, bimbo super tecnologico che però decide di ritrovare le proprie radici tuffandosi in un libro… mentre nel pomeriggio tutti sull’isola del tesoro, accompagnati da Federico Vivaldi e Giacomo Anderle, un gioco tra due ragazzi, in cui pochi oggetti servono a creare una scena in continua trasformazione, fino “all’ultimo respiro” (età consigliata dai 5 ai 12 anni).

Aldo Cazzullo

Abel Ferrara

Gianricointerprete Carofiglio cinematoultimo grafico dell’ultimo giorno del grande poeta e cineasta italiano, che parteciperà anche alla proiezione di questo suo ultimo film presso il Cinema Teatro di Pergine Valsugana. In contemporanea, sotto il Portico di via Roma a Caldonazzo, spazio alla memoria della Grande Guerra col dizionario realizzato da Gustavo Corni ed Ezio Fimiani, con degustazione di Vini Imperiali a cura dell’Hotel Monte Cimone, e al mondo delle fiabe illustrate con il pluripremiato Roberto Innocenti. In serata appuntamento con Giuseppe Culicchia che, insieme a Federica Mafucci, interpreterà un reading fuori dal comune, proporrà una serie di passi scelti da “Tutti giù per terra remixed” mentre nelle ultime ore del pomeriggio incontro “sibillino” con Simona Sparaco che, mediata da Luciana Grillo, presenterà il suo libro

“Se chiudo gli occhi”, Lirica o musica d’autore a seconda dei gusti a chiudere la seconda giornata: al Teatro parrocchiale va di scena “E lucevan le stelle – Giacomo Puccini a Trento”, un monologo concertato da Pino Loperfido che ruota intorno all’amore del compositore italiano per i motori ma al tempo stesso l’ossessione verso la vecchiaia e la morte, mentre a Corte Celeste omaggio a Giorgio Gaber, un esame di coscienza del Signor G. a 360 gradi, rivisitato con pezzi attraverso i quali si pone in evidenza quella ricerca dei valori fondamentali dell’uomo che l’artista ha desiderato approfondire lungo tutta la sua carriera e la sua vita. DOMENICA 13 GIUGNO A pranzo con Agnello Hornby… come abolire il carcere secondo il sen. Lugi Manconi. L’ultima giornata di Festival

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trentinoeventi Paolo Crepet

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si apre con Eraldo Affinati che attraverso le pagine dei loro due ultimi libri (“Italiani come noi” e “Ricordati che sei stato straniero anche tu”) affronteranno il delicato tema dell’uguaglianza tra un “noi” e un “loro”, l’accoglienza verso chi è in fuga dalla guerra e dalla miseria, e in cerca di un rifugio nel nostro Paese, mentre verso mezzogiorno “ghiotto” appuntamento con Simonetta Agnello Hornby, che porterà in tavola “Il pranzo di Mosè”, un romanzo che intreccia sei occasioni di convivio nella masseria di Mosè di oggi, mostrandoci i prodotti di stagione e guidandoci nella scelta dei menù. Nel pomeriggio tre appuntamenti da non perdere, con Brunamaria Dal lago Veneri e Fiorenzo Degasperi, entrambi impegnati in una letteratura del sacro che li ha portati a indagare sui culti e sui santi adorati nella nostra regione e sulle tracce di San Romedio, risalendo il percorso che il santo seguì

La soprano, Jessica Rose Cambio

per raggiungere l’eremo dove troverà dimora. Isabella Bossi Fedrigotti ci riporterà indietro nel “suo” tempo, “Quando il mondo era in ordine”, alla ricerca di ricordi lontani, mentre Loreta Failoni, attraverso le pagine del suo ultimo libro, “La voce della paura”, ci racconterà l’intricato thriller con protagonista una donna, madre adottiva di un bambino muto, cui fa sfondo un paesaggio svedese ricco di sfumature e un complotto neonazista dalle tinte oscure. In serata arriverà il sen. Luigi Manconi che con Valentina Calderone presenterà “Abolire il carcere: una ragionevole proposta per la sicurezza dei cittadini”, dieci proposte, già oggi attuabili, per lasciarci alle spalle decenni di illegalità, violenze e morti. Il Trentino Book Festival si conclude con una serata dedicata prima alla Grande Guerra, con un adattamento teatrale del romanzo “Uomini in guerra” di Andreas Latzko (Keller), spettacolo che racconta la crudeltà della trincea, di un luogo disumano, che trasforma le persone, anche le più pacifiche, in bestie e animali, per poi stemperare la tensione con un monologo che Loredana Cont “regala” in esclusiva al pubblico TBF “Io speriamo che me la cavo (Mi sperente de cavarmela)”, un viaggio allegro, ironico, ragionato, lungo la penisola, che unisce idee e modi di fare all’apparenza tanto diversi. ■

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di Renzo Francescotti

C

anal San Bovo è un paese singolare: a cominciare dal nome che non deriva da un Santo (Bovo, mai esistito, ma di cui esiste un statua in chiesa) e che invece viene dal nome dialettale con cui chiamano il sambuco. Qui c’erano miniere di rame, argento e piombo in cui lavoravano “canopi” fatti venire dalle Germanie (da qui i molti cognomi tedeschi, come, appunto, Orsingher). Le montagne della piccola Valle del Vanoi vennero disboscate per estrarre i metalli, scatenando alluvioni, frane, laghi che comparivano e poi sparivano: un paesaggio in rapida metamorfosi, di rocce frantumate, di macigni e ciottoli rotolati e lisciati, scolpiti dalle acque turbinose del torrente. È qui che è nato nel 1961 Giuliano Orsingher. Aveva 15 anni quando perse il padre, falegname, morto a 55 anni, dopo sette anni di guerra e prigionia, avendone la salute minata. Una zia lo prende con sè ad Asti, dove Giuliano può frequentare l’Istituto d’Arte (piccolo, ma con ottimi insegnanti) lavorando nel frattempo e diplomandosi. Conosce Riccardo Schweizer (che era di Mezzano, in Primiero, a pochi chilometri di lì). Gli confida che vuole studiare all’Accademia d’ArAbside rovesciata

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MOBILE E REALE COME I SASSI GIULIANO ORSINGHER UTILIZZA SIMBOLICAMENTE GLI OGGETTI DELLA NATURA COME ELEMENTI RICOMPONIBILI IN UNA REALTÀ CHE NON È TANTO SURREALE QUANTO PARALLELA ALLA NOSTRA te di Venezia. Riccardo gli consiglia di andare a parlare con il grande Emilio Vedova, che lì insegna. Un ottimo consiglio. Così Orsingher si diploma a Venezia, fa diversi lavori e infine, una quindicina d’anni fa, scende a Trento per insegnare. Ma ogni settimana – sciroppandosi 180 chilometri di curve tra andata e ritorno, anche per rivedere sua madre Ines, è nel suo paese di rocce franate, di macigni e ciottoli rotolati e lisciati, di acque turbinose che eternamente frammentano minerali e vegetali. Ha 24 anni quando esordisce nella sua prima mostra: come si intitolava? “Frammenti”. Toh… Da allora Orsingher

si è presentato con le sue sculture-assemblaggi-istallazioni in oltre cento esposizioni personali a collettive. Di lui hanno scritto critici come Serravalli, Degasperi, Turrina, Nicoletti, Forchini, Francescotti, Mazzonelli, Francalanci, Sposito… Con un suo stile molto personale Orsingher è un artista moderno che ha collegamenti e suggestioni con il ready made, il minimalismo, il concettualismo, la Land Art. Quest’ultima, un genere d’arte nato negli USA nel fatidico 1968, come intervento dell’artista nella Natura e sulla Natura, prevede opere effimere destinate rapidamente a ritornare nella natura. E non è un caso che Giuliano abbia partecipato a due edizioni di Arte Sella – considerata la manifestazione di tal genere più importante d’Italia – con due interventi dal titolo “Acqua di rame” e “Nidi d’acqua”. Particolarmente suggestiva questa seconda partecipazione in cui l’artista ha utilizzato ciottoli recuperati dal fiume Brenta, scavandoli come nidi, piazzandoli su arbusti disseccati di nocciolo, nidi che con la pioggia si riempiono d’acqua, facendo “cantare” come in un coro le

Mediatore plastico

pietre, le piante e le acque. Orsingher non è stato in Trentino il primo artista ad utilizzare i ciottoli per le sue “sculture”, bensì Luigi Degasperi (1907-1985) artista di ottima caratura tradizionale, premiato in esposizioni a Parigi e a Budapest ,che nel secondo dopoguerra, alla mostra “Italia ’61” di Torino, presentò a sorpresa una serie di ciottoli di torrente scolpiti, inaugurando una sua nuova e fortunata stagione. Il concetto era quello di esporre ciottoli con parziali e anche minimali interventi di scultura: vale a


trentinobottegad’artista

dire individuando corrispondenze tra mondo minerale e antropico. Ma l’intenzione, il progetto e la visione di Orsingher sono diversi: lui vuole utilizzare simbolicamente gli oggetti della natura come elementi liberamente ricomponibili in una realtà che non è tanto surreale quanto parallela alla nostra: una nuova realtà governata dalla libertà e dall’immaginazione. C’è in questo un piacere che è mentale e anche ludico. Si sa che le pietre non si muovono a meno che non cadano e non rotolino, a meno che tu non le sposti. E invece no: le pietre si spostano, basta metterci le rotelle, così come fa Giuliano (1998) con i suoi “Sassi mobili”. “Bella trovata…“, dirà qualcuno, con tono di sufficienza. E invece è proprio una trovata con una portata che può essere immensa. Se una cosa è immobile, “mettici le rotelle” e spostala dove è meglio: magari anche la tua mente… Su questo versante Giuliano espose nel 2003 alla Galleria Civica di Trento, in una mostra organizzata da Fabio Cavallucci, i suoi ”Sassi quadrupedi”, in cui figuravano sculture zoomorfe sotto forma di ciottoli con lunghissime e sottilissime zampe metalliche, che fanno pensare agli animali surreali di Salvador Dalì. Dell’anno seguente è “L’albero atomico”, una scultura che vede un albero “tecnologico” alto

cinque metri e mezzo, composto di barre in acciaio accostate una all’altra in modo da formare un grande cilindro concavo e con una fantastica chioma tutta lasciata al trionfo dell’immaginazione. Si potrebbe pensare che si tratti di un albero-monumento alla tecnica, alla tecnologia. Ma l’artista tra i rami metallici infilza i suoi prediletti ciottoli di fiume. È una scultura realizzata assieme agli allievi del centro di Formazione professionale “Veronesi” di Rovereto” e in seguito collocata nel piccolo parco di Piazzale “Orsi”. Un’esperienza, un’avventura unica per i giovani che vi hanno partecipato. E tra le sculture di maggiori dimensioni, alta cinque metri, collocata nella rotonda all’uscita di Rovereto Nord c’è da ammirare anche “Visioni in transito”, realizzata con un boschetto di “steli” di acciaio inox che terminano in “germogli” minerali (ciottoloni ovoidali porfirici di fiume, di circa trenta centimetri di diametro). Nel “boschetto” è anche inserita una doppia lastra di acciaio inox con fori circolari, a suggerire il vuoto e il pieno (dei ciottoli). L’insieme strizza l’occhio alla lezione del costruttivismo russo (Tatlin, mi ha confermato Giuliano, è un suo artista di culto) e suggerisce le forme di un organo o di una cattedrale. Un esploratore che riparte ogni volta per nuove avventure, un artista inesausto che – sempre conservando la sua cifra – non si ripete mai, il nostro Orsingher: glocale, ovvero trentino e mondiale. ■

Sassi mobili

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trentinoincontri di Pino Loperfido

UN

Tomorr Kajtazi in “azione”

ALLA TUA PORTA

TUTTI DICONO DI SAPERE COS’È, MA POCHI NE CONOSCONO LA LUNGA STORIA E LA FILOSOFIA CHE STA DIETRO AL SUO SUCCESSO. A SPINGERCI A FAR VISITA AGLI UFFICI DELLA VORWERK È STATA LA NOTIZIA CHE PROPRIO UN TRENTINO HA VINTO IL TITOLO DI MIGLIOR “AGENTE FOLLETTO D’ITALIA”. TOMORR KAJTAZI, 32 ANNI, DI MEZZOLOMBARDO

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uando si tratta di spiegare il loro lavoro, scherzando, amano dire che “bisogna saper suonare i campanelli”. In realtà la cosa è molto meno banale e pittoresca, perché dietro ci sta un prodotto serio, innovativo e forte di una storia di oltre cento anni. Stiamo parlando dell’arcinoto Folletto della Vorwerk, ideato dall’ingegnere Engelbert Gorissen nientemeno che nel 1938. Ad incuriosire noi di TrentinoMese e a spingerci a far visita agli uffici trentini è stata la notizia che proprio un trentino ha vinto quest’anno il titolo di miglior agente Folletto d’Italia. Tomorr Kajtazi, 32 anni, residente a Mezzolombardo, nel 2014 ha venduto il considerevole numero di 1331 esemplari del celeberrimo aspirapolvere. Un numero impressionante, considerando tra l’altro che – ci confessa candidamente – “sono dovuto stare fermo circa 50 giorni per malattia… Altrimenti il numero sarebbe stato ancor più cospicuo e stupefacente. 56

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La storia di Tomorr è quella di un ragazzo arrivato dall’Albania quando aveva poco più di 15 anni. Una storia di integrazione, di determinazione e di

successo che spiega da sola un po’ la filosofia di questa azienda che, in controtendenza rispetto alla congiuntura attuale, è in continuo sviluppo e continua ad assumere. Un vero e proprio fenomeno aziendal-sociale la cui storia merita di essere qui raccontata anche per sfatare i pregiudizi che ancora ruotano attorno ad un sistema di vendita di questo tipo. “Ho voglia di lavorare e di prendere lo stesso stipendio che prendo a fare il falegname” dice Tomorr nel corso del suo primo colloquio. Il capo distretto lo

I NUMERI

Tomorr Kajtazi, 32 anni. Nel 2014 ha venduto 1331 aspirapolvere Folletto. Abita a Mezzolombardo

Il Gruppo Vorwerk nel mondo • 40.000 agenti di vendita diretta nel settore elettrodomestici per la cura della casa • Presente in 75 paesi • Fatturato 2013: 2,6 miliardi Euro


trentinoincontri

DA UN’IDEA, UN SUCCESSO SENZA FINE La storia di questa azienda comincia nel 1883 a Wuppertal, in Germania, quando Carl e Adolf Vorwerk fondano la casa madre, capostipite del Gruppo Internazionale Vorwerk: la grande espansione che ha vissuto l’azienda negli anni successivi non ha mai intaccato la sua identità a conduzione familiare. La ditta iniziò producendo tappeti, e negli anni differenziò i suoi prodotti creando anche telai meccanici, motori a trasmissione e grammofoni. Ma com’è nato il Folletto, prodotto vincente di questa azienda? Negli anni successivi alla crisi del 1929, quando il settore dei grammofoni era ormai sul viale del tramonto, l’ingegnere Engelbert Gorissen, di Vorwerk & Co. ebbe un’idea brillante: piazzare delle minuscole manovelle nel motore di un grammofono, e farne il cuore di un piccola scopa elettrica, versatile e maneggevole. Vedendola in azione, la sua segretaria esclamò entusiasta: «Ma questo è un piccolo “Kobold”!» (in tedesco, appunto, “folletto”). Questo fu l’inizio del successo di un prodotto che è entrato nelle case di milioni di persone, anche quelle italiane, dal 1938. In tutti questi anni la filosofia dell’azienda, di ogni suo progetto e collaboratore hanno sempre ruotato intorno all’attenzione estrema per la persona e l’ambiente che la circonda. ascolta e percepisce nel giovane tanta, tanta voglia di fare e di lavorare. Un’intuizione vincente, come quasi sempre accade ai selezionatori aziendali. “Il mio segreto? – sorride Tomorr – Quello che tutti conoscono e che quasi nessuno mette in pratica: lavorare tanto”. AGENTI? NO, VERI E PROPRI CONSULENTI DEL PULITO Ma sapere suonare i campanelli non servirebbe a nulla se non ci fosse un prodotto vincente da proporre. Il venditore porta a porta della Folletto non è un seccatore interessato a piazzare la propria merce e ad andarsene quanto prima, bensì una sorta di consulente del pulito. Prima di giungere alla vendita vera e propria dell’aspirapolvere, infatti, ci sono degli step precisi che fanno di questa figure professionali dei veri e propri alleati di massaie, single e famiglie di ogni tipo. L’agente si presenta, spiega, delucida, osserva la casa e le abitudini di chi la abita. Quindi propone dei test polvere e inquinamento e alla luce dei risultati – qualche tempo dopo – torna a suggerire una soluzione personalizzata per risolvere i problemi riscontrati. Come dice Tomorr: “Folletto è un prodotto dimostrabile, non ci si può non fidare di risultati tanto chiari”.

Semplificando, si tratta di un modo alternativo per pulire la casa. Un prodotto di altissima qualità, i p e rg a r a nt i to che alla pulizia affianca la tutela della salute. Carla Fantoni, Direttore Perché, come Marketing di Vorwerk è risaputo, lo sporco non è solo una questione estetica. Non sempre ciò che sembra pulito lo è per davvero. Questo il concetto che in cento anni di ricerca e di sviluppo ha portato all’attuale gamma degli aspirapolvere Folletto.

gano di fronte all’esperienza e alla forza di volontà. Basti pensare che lo stesso attuale Presidente, Patrizio Barsotti, in carica dal 2006, ha iniziato la sua carriera come agente nel lontano 1983... La preparazione del personale è attentissima. I candidati fanno tre mesi di scuola Folletto e vengono affiancati sul campo per i primi tempi. Nulla viene lasciato al caso. Tutte cose che ci conferma Carla Fantoni, Direttore Marketing di Vorwerk Folletto, la quale aggiunge che “il porta a porta è l’elemento differenziante, ma noi proponiamo qualcosa di veramente utile; un apparecchio le cui qualità possiamo esaltare e spiegare solo attraverso un rapporto umano e diretto”. Poi c’è il clima aziendale che è davvero unico e speciale. Una sorta di gigantesca famiglia allargata unita in un afflato di solidarietà e aggregazione aziendale. “Considerati i numeri – ricorda l’Ing. Fantoni – è innegabile come la nostra azienda agisca nel sociale, creando lavoro e stabilità. Dando a tantissime persona la possibilità di riprendersi una dignità professionale, magari – come può accadere a tutti prima o poi nella vita – dopo aver fatto un passo falso”. Si potrebbe concludere parafrasando che Folletto, dunque, non aiuta solo a far splendere la casa di chi lo acquista, ma anche a garantire il benessere morale di chi lo vende. E se grazie ad una semplicissima compravendita tutti stanno meglio, allora forse è il caso di ■ fidarsi. Oh, no?

MERITOCRAZIA, VOGLIA DI FARE E UN CLIMA AZIENDALE UNICO Paolo Paissan e Paolo Roat sono i capi distretto di Trento. Anche loro sono stati venditori porta a porta. Adesso li coordinano e ne organizzano il lavoro. “A noi i titoli interessano poco. Cerchiamo voglia di lavorare e determinazione. Poi il tempo fa il resto”. Perché l’organigramma di Vorwerk è aduso alla più auspicabile delle meritocrazie. Non esistono lauree o master che ten57

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di Fabio De Santi

SOLSTIZIO D’ESTATE

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enticinque anni, di teatro, musica, danza, arte: è un compleanno importante quello del festival “Solstizio d’Estate” che con un quarto di secolo di storia alle spalle quest’anno propone una stagione ricca di novità, anche nell’organizzazione. All’edizione 2015 della rassegna hanno lavorato un gruppo di giovani fianco a fianco con i membri storici del direttivo, tutti volontari mossi dall’amore per la cultura a mettere la propria professionalità al servizio dell’associazione. Il “Gruppo Arte Mezzocorona” che organizza il festival si è arricchito di nuove leve, che hanno lavorato in sinergia durante tutto l’anno per portare in scena questa creatura. Come da tradizione il festival sarà itinerante: nelle corti, nelle piazze, nei teatri, di Mezzocorona, Mezzolombar-

COME DA TRADIZIONE IL FESTIVAL SARÀ ITINERANTE. ANDRANNO IN SCENA ASCANIO CELESTINI, GLI ALMAROSÈ, PINO PETRUZZELLI E IL CONCERTO DI NICCOLÒ FABI CON GLI GNU QUARTET

do e San Michele andranno in scena Ascanio Celestini, Gli Almarosè, Saverio la Ruina, Pino Petruzzelli, I Fratelli Della Via, Lorenza Zambon, Paolo Miorandi, l’ultimo film di Alejandro Jodorowsky e il concerto di Niccolò Fabi con

gli Gnu Quartet. Dal 7 giugno all’11 luglio la Piana Rotaliana sarà animata da una rassegna che quest’anno in particolare guarda al sociale: si parlerà di femminicidio, dei suicidi degli imprenditori strozzati dalla crisi, degli orti urbani, di

decrescita, di immigrazione, di politica e di società, perché a volte non c’è mezzo migliore di un palcoscenico per lanciare un messaggio. Due degli spettacoli, Semi di Futuro e Concerto tra gli orti, saranno gratuiti, mentre tutte le altre pièce teatrali saranno gratuite per gli under 21. Il concerto di Niccolò Fabi alle Cantine Mezzacorona sarà gratuito per gli under 18: perché i giovani, sono di tutti, e far passare un messaggio è più importante che batter cassa, anche e soprattutto a teatro. Per chi crede che la bellezza salverà il mondo: sarà un festival tutto da vedere. ■

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trentinopanorama

11° RADUNO

DEDICATO ALL’AMICO DI SEMPRE GIANPIERO PASSAMANI

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ronto a decollare l’undicesimo Barber Day, quest’anno dedicato al suo grande sostenitore nonché amico Gianpiero Passamani. È grazie a lui che il Raduno Barber Day si svolge ogni anno nel territorio di Levico Terme In una successione di grandiose sorprese, spettacoli esilaranti e sexy, ottima musica, buon cibo e tanto divertimento, il grande Paolo Andreozzi in arte “el Barber Paolo” strabilierà tutti. Domenica 14 giugno la ridente cittadina di Levico Terme ospiterà il più grande raduno di auto americane, storiche, Fiat 500, maggioloni e maggiolini, jeep, vespe, moto, quad, supercar che si sia mai visto. Dopo il successo di partecipazione delle scorse edizioni “el Barber” supererà sé stesso con una giornata memorabile. Ritrovo ed iscrizioni dalle 8.00 alle 10.30 presso Lido Spiaggia Bar “Buena Onda” in viale Lido, sotto ai campi sportivi, raggiungibili percorrendo la Strada Statale 47 della Valsugana. Chi proviene da Trento dovrà imboccare la

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BARBER DAY

SI RINNOVA LA KERMESSE PROMOSSA DA PAOLO ANDREOZZI, PER TUTTI “EL BARBER”. DOMENICA 14 GIUGNO, A LEVICO TERME, TANTA MUSICA, GASTRONOMIA E DIVERTIMENTO ANCHE PER I PIÙ PICCOLI AL BARBER DAY prima uscita per Levico Terme, mentre chi dovesse giungere dalla direzione opposta (Bassano) dovrà prendere il quarto svincolo. Naturalmente “el Barber” non mancherà di segnalare il percorso con appositi cartelli. Contemporaneamente all’iscrizione ver-

PROGRAMMA Dalle 8.00 alle 10.30: ritrovo ed iscrizioni al Lido Spiaggia Bar Buena Onda, colazione e aperitivo di benvenuto in riva al lago. Esibizioni sul lago di parapendio Acrobastard Team Manuel Carli, presente il gruppo Gavs di Aeromodellistico Valsugana, Zumba con la Zin Laura Del Grosso. Dalle 11.00: sfilata attraversando le vie dei centri di Levico, Pergine, Calceranica, Caldonazzo, si affiancheranno gli splendidi laghi di Levico e Caldonazzo. Dalle 13.30: pranzo e musica Dalle 14.00: mega concerto Rock&Roll con il gruppo “The Ducktails” Dalle 16.00: premiazioni delle 5 auto e 5 moto più belle. Concorso “La bella d’Italia”, ballo Country, ballo Zumba, carrozza con cavalli, limousine, Levico Boat, pin-up. Per i Vostri bimbi ci saranno il Mago Rudi, Cristiana la truccabimbi, bolle di sapone, magie, tanti giochi e gli straordinari castelli gonfiabili. Elicottero LagorAir a disposizione dalle 10 alle 18

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DOMENICA GIUGNO 2015

ranno consegnate: la busta contente i numerosi buoni da utilizzare durante la giornata, Gadget firmato ditta Boccone Giorgio (abbigliamento personalizzato con ricamo e stampa, adesivi, oggettistica, volantini, cartoleria in genere, cartellonistica e striscioni) di Ravina-Trento e il grazioso omaggio floreale offerto dalla rinomata fioreria Morena. Si inizia con una gustosa colazione per dare la giusta carica:

dolce, caffè o cappuccino seguito da appetitoso trancio di pizza e aperitivo di benvenuto, il tutto da gustare con il gruppo Gavs aeromodellistico e imbarcazioni telecomandate, occhi puntati verso il cielo per l’arrivo di Acrobastard Team Manuel Carli che regalerà un’esibizione mozzafiato di parapendio acrobatico, vari passaggi con aereo del mitico e amico Raffaello, per gli iscritti ed i numerosi ospiti


trentinopanorama che ogni anno accorrono e Zumba con la zin Laura Del Grosso. “El Barber”, unico organizzatore, ha preparato un evento capace di unire appassionati per i motori, giovani generazioni e non, oltre a famiglie con bambini in quello che è oramai diventato un appuntamento fisso. La sfilata avrà inizio alle ore 10.45 attraversando le vie dei centri di Levico Terme, Pergine, Calceranica, Caldonazzo, con lo scenario degli splendidi laghi di Levico e Caldonazzo, in marcia verso l’immenso impianto di calcio dell’U.S. Levico in Viale Lido, dove dalle 13.30 vi attenderà l’ottimo ed abbondante pranzo e musica di sottofondo. La festa è soltanto all’inizio. Un tornado di incredibili eventi si susseguirà per tutto il pomeriggio e serata: alle 14.00 Mega concerto Rock and Roll con il gruppo ormai famoso ‘’The Ducktails’’. Assisterete alla premiazione delle cinque auto e cinque moto più sensazionali presenti al raduno con grandiosi trofei realizzati appositamente per l’occasione dalla ditta Andreatta e Nicoletti. Gli animi si scalderanno grazie alla sfilata valevole per il concorso nazionale “La Bella D’Italia 2015” organizzata dalla “Promoevent Service” di Massimo D’Achille, ospite La Bella d’Italia 2014. E ancora, energia esplosiva di Zumba Fitness con la Zin Laura Del Grosso e il suo gruppo, il country di Nicola, giro del lago di Levico con gli

The Ducktails

amici Gino e Marta del Levico Boat ed i mitici pedalò presso il Lido Spiaggia Bar “Buena Onda”. Ecco un’altra delle innumerevoli novità: dalle 10.00 alle 18.00 ci sarà l’elicottero della LagorAir, pronto a decollare per indimenticabili voli sul territorio (info e prenotazioni al numero 329.4927273). Per la gioia dei più piccoli (dai 0 ai 4 anni) “el Barber” ha organizzato qualcosa di veramente speciale: un’area di cinquanta mq. dedicata appositamente a loro. Castelli gonfiabili, innumerevoli giochi, scivoli, animazione a trecentosessanta gradi con la grande Cristiana la Trucca Bimbi, Mago Rudi, bolle di sapone ed altre fantastiche sorprese tutte da scoprire. Dedicato a tutte le teenager, sarà predisposto un gazebo con dieci Pin up di Brescia, Bergamo e Milano pronte a vestire e truccare ogni ragazza. Lo spumeggiante

L’ISCRIZIONE DI 30 EURO COMPRENDE: · Cappello Rock and Roll (Gadget firmato Boccone Giorgio) · Omaggio floreale della fioreria Morena · Colazione: caffè o cappuccino e brioches al “Buena Onda” · Aperitivo di benvenuto e stuzzichino al “Buena Onda” · Pranzo (primo, secondo, bibita e caffè) · Dolce: Gelato firmato dalla Eismann · Brindisi di saluto · Ingresso con cappello o busta di riconoscimento al Lido Spiaggia Bar “Buena Onda” · Bimbi (Gratis) sono miei ospiti

“Barber” vuole lanciare il suo invito a tutta quanta la popolazione, grandi e piccini senza distinzione d’età. Alle 17.00 brindisi di saluto. È prevista la creazione di un memorabile Dvd Barber Day full immersion dove si potranno vedere scorci indimenticabili delle precedenti edizioni oltre a quella del 2013 e 2014. È prevista la partecipazione di diversi fotografi, Raffaelli Claudio detto (Marvin), Aquila del cielo, Giacomini Benito per il video Max Bendinelli, regista anche del video Promo dell’evento. Paolo Andreozzi (el Barber) desidera ringraziare tutti gli sponsor e tutti coloro che hanno dato il proprio contributo alla realizzazione di questa grandiosa manifestazione e vi aspetta numerosi per sorprendervi il 14 giugno al più grande raduno di tutti i tempi. Durante la sfilata a disposizione il carro attrezzi della carrozzeria Zanei di Levico Terme. Presente PowerTuning Club, Pt Cruiser Fans Club e il Club Volvo Italia, Moto Club Bar Lex. SunKustom di Scartezzini Andrea con le sue moto da brivido e le moto Royal Enfield, Gruppo CinCent Trentino. Per tutti ottima birra Forst del nostro amico Mirko e Levico: l’acqua leggerissima che non pesa sull’ambiente. Per ulteriori informazioni è possibile contattare diretta-

mente “el Barber” al numero 348.7926817. A chi fosse interessato al pernottamento, sarà riservato un trattamento speciale all’Albergo ristorante “Al Brenta” (Giampaolo Cell 339.7747139 / 0461.706131), Albergo Liberty (Roberto 0461.701521), Albergo Eden (Luca 0461.706103), Albergo Compet a Vetriolo (Fabrizio 0461.706466), Albergo Anticarosa (Monica 0461.706154), Bed&Breakfast a Calceranica (Monica 333.1816130). ■

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on Guido Malossini nuovamente sul podio a dirigerla, l’orchestra delle Feste Vigiliane è pronta, con i suoi oltre cento volontari, a regalare ai trentini un nuovo e appassionante concerto. Sei giorni di eventi (dal 18 al 21 e il 25 e 26 giugno) destinati, ancora una volta, a richiamare migliaia di persone lungo le vie cittadine e ad offrire a residenti e turisti un fitto calendario di spettacoli, concerti, disfide in costume, appuntamenti espositivi e golose proposte per il palato. E così i trentini e quanti nei giorni delle Feste soggiorneranno in città, potranno scendere in strada e immergersi in un’atmosfera genuina e gioiosa, condividere la magia di una serata di musica o di teatro, il piacere della buona tavola, l’emozione di un salto a ritroso nel tempo per rivivere storie e tradizioni antiche. Il programma, che intende come sempre stimolare anche momenti spontanei di comunicazione affidati al contatto diretto fra le persone, prenderà ufficialmente il via giovedì 18 giugno, animato quest’anno dai futuri protagonisti delle “Feste Vigiliane”, i bambini. Lo stesso giorno inizierà anche il servizio degli stand gastronomici e già la prima sera, sul grande palcoscenico allestito in piazza Fiera, andrà in scena uno degli eventi spettacolari più attesi: il Tribunale di Penitenza, curato dall’attore e cabaret-

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IL FASCINO ANTICO DELLA TRADIZIONE SEI GIORNI DENSI DI EVENTI CON SPETTACOLI, RIEVOCAZIONI STORICHE, INIZIATIVE ESPOSITIVE E GASTRONOMIA TIPICA NELLE STRADE DEL CENTRO STORICO DI TRENTO

tista Mario Cagol. Venerdì 19 giugno appuntamento serale con lo spettacolo del Corteo Storico e con il Musical portato in scena da “Des Etoiles” mentre la “Magica Notte”, che animerà le strade del centro cittadino fino all’alba, è in calendario per la serata di sabato 20 giugno. Il programma di quello che ormai da qualche anno costituisce l’evento clou delle Feste Vigiliane si preannuncia, ancora una volta, in grado di accontentare ogni fascia di pubblico con una proposta di “spettacolo diffuso” che culminerà nei concerti/tributo a Cesare Cremonini, Adriano Celentano e Jovanotti. Il giorno seguente, domenica 21, si svolgerà invece il Palio dell’Oca, la disfida sul fiume Adige fra le zattere che rappresentano i rioni cittadini

che, come sempre, sarà seguita dalla “Tonca” animata anche quest’anno dalle gag comiche di Mario Cagol. In piazza Fiera si terrà invece la serata finale del concorso musicale CMA – Centro Musica Awards che avrà quest’anno un ospite d’eccezione, la band Marta sui tubi. Fra le novità di questa edizione un appuntamento con la storia della città: giovedì 25 giugno la Cena dei padri Conciliari farà rivivere le atmosfere della Trento cinquecentesca cui faranno seguito il concerto dell’Orchestra del Castello di Praga e lo spettacolo “Riso fa buon sangue” con in scena alcuni conosciuti protagonisti del cabaret televisivo. La giornata della festa patronale, venerdì 26 giugno, sarà caratterizzata, oltre che

dalle celebrazioni liturgiche in Cattedrale, dalla tradizionale disfida dei “Ciusi e Gobj”, dal concerto del Corpo bandistico “Città di Trento” che offrirà un repertorio interamente dedicato all’opera lirica e dallo spettacolo pirotecnico conclusivo. Accanto agli appuntamenti della tradizione e al ricco programma di eventi culturali e spettacoli, le “Feste” non mancheranno di proporre la consueta animazione per i bambini con “Il giardino delle meraviglie”, i concorsi di pittura e scultura, il “Borgo di San Vigilio” con in mostra il meglio dell’artigianato locale. Senza dimenticare le golose proposte offerte dall’Osteria del Viandante. Sarà un programma ricco e intenso che, ancora una volta, ci guiderà alla scoperta non solo dei luoghi, ma anche dei tempi di un passato cittadino che, nei giorni della festa, potrà rivivere anche e soprattutto nel gusto dell’incontrarsi, dello stare insieme, nel piacere di stringere nuove amicizie. Una festa tutta trentina, ma che la città sarà lieta di poter condividere con quanti la vorranno frequentare con l’intenzione di scoprirne l’anima più autentica. ■


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Partecipa anche tu, i fondi raccolti saranno destinati a progetti di associazioni trentine operanti in Nepal.

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PREMIO ROBERTO MELINI A PINÈ MUSICA A BASELGA DI PINÉ UN RICCO CALENDARIO DI CONCERTI ED EVENTI PER TUTTO IL PERIODO ESTIVO

U

n Certamen bachiano, è questa la novità di Pinè Musica 2015 che, alla 24ma edizione, torna a Baselga di Pinè con un ricco calendario di concerti al Centro Congressi che andranno a coprire quasi l’intero periodo estivo. Per il 2015 il tradizionale Festival pianistico a cavallo tra luglio e agosto farà da cornice alla I edizione del “Premio Roberto Melini” (28-31/7) Concorso pianistico internazionale in memoria di Roberto Melini, pianista, alpinista, archeologo, docente del Conservatorio di Trento per più di 20 anni, prematuramente scomparso nel luglio 2013 in un incidente sul Lagorai. Questa nuova iniziativa diventerà il cuore dei 15 giorni dedicati tradizionalmente al pianoforte; un Bach Contest in tre prove che vedrà in giuria Maurizio Dini Ciacci, Anna Kravtchenko, Alexander

Meinel, Alessandro Taverna, Andrea Turini e si concluderà il 31 luglio quando i 3 finalisti si esibiranno nei concerti di J.S.Bach accompagnati dall’Ensemble Zandonai diretto da Giancarlo Guarino che farà anche parte della giuria. In palio 18 concerti premio in Italia e all’estero, € 3.000 e 3 week-end in 3 Rifugi, Premio speciale offerto dalla SAT patrocinatore del Premio insieme all’Archeoclub, al Conservatorio “Bonporti” di Trento e il “Respighi” di Latina. Il Festival pianistico prenderà avvio con un concerto di Roberto Cappello (23/7), proseguirà con un concerto bachiano di Andrea Turini (26/7) e un viaggio nelle Fantasie di Chopin, Schumann e Mendelsshon proposto da Alessandro Taverna (27/7), il 1 agosto Bruno Canino e il violoncellista cinese Trey Lee, infine il 7 agosto Chopin

Soireè con la voce recitante di Laura Pontoni, Alberto Nones al pianoforte e la Compagnia di danza polacca “Mali Gorzowiacy”, il 28 agosto chiusura con i Solisti dell’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano. La danza sarà al centro delle due serate chopiniane con i Valzer proposti da Roberto Cappello (23/7) e le Mazurke di Alberto Nones coreografate dalla Compagnia “Mali Gorzowiacy”(7/8) e sempre alla danza è affidata l’anteprima della stagione con Pina il film di Wim Wenders dedicato a Pina Bausch (3/7) e una serata di Tango & Milonga (10/7), uno spettacolo che vedrà la partecipazione di Marco Albonetti al Sax, di Daniele di Bonaventura uno dei migliori bandeononisti italiani, e la collaborazione dei ballerini dell’Associazione Todo Tango. Infine i film: una sezione del

Daniele di Bonaventura

Festival sarà dedicata all’incrocio della musica con recenti produzioni cinematografiche: The Italian character Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia Storia di una grande orchestra italiana (17/7); Hearing the Silence Schizzi per un ritratto di Paul Smaczny, una intervista-ritratto di Claudio Abbado (24/7) e The late Quartet (Una Fragile Armonia) di Yaron Zilberman (21/8). Info: www.distrattamusa.it info@visitpinecembra.it ■ tel. 0461.557028

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affidato ai Marta sui Tubi, da anni uno dei migliori gruppi del folk rock tricolore, il ruolo di ospiti della serata finale del Centro Musica Awards. Un evento inserito nel programma delle Feste Vigiliane, nell’arena-spettacolo realizzata per l’occasione in Piazza Fiera quello del concorso C.M.A. – Centro Musica Awards promosso da Servizio Cultura Turismo e Politiche giovanili del Comune di Trento, Centro Musica, Centro Servizi Culturali S. Chiara e Opera Universitaria. I sei finalisti (singoli o gruppi), selezionati da una commissione di esperti, si esibiranno dal vivo proponendo brani originali e cover. Una giuria composta da personaggi del mondo discografico e dello spettacolo decreterà il vincitore e assegnerà anche il premio “Frequenze inedite”, riservato alla musica cantautorale, e un riconoscimento al miglior concorrente della sezione

MARTA SUI TUBI UNO DEI MIGLIORI GRUPPI DEL FOLK ROCK TRICOLORE, OSPITE DELLA SERATA FINALE DEL CENTRO MUSICA AWARDS. UN EVENTO INSERITO NEL PROGRAMMA DELLE FESTE VIGILIANE, NELL’ARENA-SPETTACOLO REALIZZATA PER L’OCCASIONE “Note Universitarie”. Ospiti della serata, appunto, i Marta sui Tubi che si sono fatti anche conoscere e apprezzare dal grande pubblico per le loro collaborazione con Lucio Dalla e per la loro partecipazione al Festival di Sanremo nel 2013 con il brano Vorrei. Proprio pochi giorni prima del concerto di Trento uscirà “Salva Gente” la raccolta dei

Marta sui Tubi che festeggia oltre 10 anni di carriera unendo inediti, nuove versioni e diversi classici per un totale di 19 canzoni. Due nuove brani: Salva Gente (feat Franco Battiato) e A modo mio: potenti, freschi e vitali. Poi diversi remake, particolarmente emozionante la nuova versione de La Ladra con ospite Malika Ayane. C’è anche la Banda-

kadabra che regala uno dei pezzi più trascinanti: Il Giorno del mio compleanno in versione swing. Per continuare a guardare in avanti, rispetto all’esordio in duo, sono state registrate nuove versioni dei classici Vecchi Difetti e L’Abbandono. Non poteva mancare Cromatica con Lucio Dalla. ■

“LE PAROLE DI GABER”, LA CELEBRAZIONE DI UN’EREDITÀ

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a voce narrante sarà quella dell’attore Luca Buonocunto, ma a suonare e cantare saranno: al pianoforte e voce: Sergio Tessadri. Al basso: Pietro Cappelletti. Alla chitarra: Fabrizio Tedeschini. Il tutto per la regia di Claudia Fabbri. Sabato 13 giugno, nell’ambito di Trentino Book Festival, l’omaggio a Giorgio Gaber si intitola “Le parole di Gaber” (ore 21.30, Corte Celeste, Caldonazzo). Parlare di Giorgio Gaber è decisamente impegnativo. E questo spettacolo non vuole solamente raccontarlo. Non si vuole nemmeno celebrare nuovamente le sue esequie. Bensì incontrare persone che credono di aver ricevuto in eredità da lui un grandissimo dono. E poi altre persone che del suo percorso artistico ed umano magari non sanno molto, con l’augurio di suscitare in ciascuno un risveglio di coscienza, che era, in sintesi, lo scopo principe di tutto il suo sforzo sia artistico che personale.

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L’esame di coscienza di Giorgio Gaber è a 360 gradi: la politica, la società, la famiglia, la persona. La sua ricerca è totale e profonda. Egli ha guardato con coraggiosa obiettività il nostro modo di vivere, i nostri moventi, i nostri valori. La sua analisi è stata precisa e completa. Ci lascia infatti una traccia precisa di ciò che siamo. Ci offre però anche una bussola per riuscire a superare questa lunga e profonda crisi esistenziale in cui siamo tutti immersi. La scelta dei brani segue un percorso preciso: sono pezzi attraverso i quali si valorizza quella ricerca dei valori fondamentali dell’uomo che Gaber ha desiderato approfondire lungo tutta la sua carriera e la sua vita.


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esteggia 10 anni il Primiero Dolomiti Festival Brass, evento di punta dell’estate trentina che si terrà dall’1 al 4 luglio nella Valle di Primiero. Per celebrare degnamente il decennale, la rassegna il 26 luglio ospiterà i Canadian Brass, il gruppo d’ottoni più famoso al mondo, per un evento speciale all’Auditorium di Primiero. Il connubio vincente tra la grande musica per ottoni e la cornice dolomitica che le fa da sfondo è l’ingrediente principale del Festival organizzato dalla Scuola Musicale di Primiero, con il sostegno dell’Apt San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi. Nella prima settimana di luglio, grazie alla rassegna, dal 2006 si susseguono in valle artisti di calibro internazionale ed eventi di grande appeal turistico oltre che musicale. Punta di diamante dell’edizione 2015, i Canadian Brass vantano il primato di aver sdoganato gli ottoni dall’orchestra classica per raggiungere un pubblico più ampio. Oltre 2 milioni i dischi venduti in tutto il mondo e otto settimane di presenza consecutiva al secondo posto nella classifica Billboard classica. Primo gruppo d’ottoni occidentale ad esibirsi in Cina e il primo al Carnegie Hall di New York, i Canadian Brass sono ambasciatori musicali del Canada, nonché una delle più grandi risorse del loro Paese. Oltre al prestigioso quintetto canadese che impreziosirà il cartellone con l’evento speciale del 26 luglio, ospiti del Primiero Dolomiti Festival Brass saranno anche due marchin’ band ad alto tasso di energia, Mo’ Better Band e Bifunk Brass Band, il Primiero Dolomiti Quintet, Bozen Brass, Trentino Horn Ensemble e, ospite dei jazz

PRIMIERO DOLOMITI FESTIVAL BRASS FESTEGGIA I 10 ANNI IL FESTIVAL ITALIANO DEDICATO ALLA MUSICA PER OTTONI, CHE QUEST’ANNO TORNERÀ IN VALLE DI PRIMIERO DALL’1 AL 4 LUGLIO CON UNA SERATA SPECIALE IL 26 LUGLIO: IL CONCERTO EVENTO DEI CANADIAN BRASS

INFO www.primierodolomitifestival.it Twitter @PDFestivalBrass #primierodolomitifestival Facebook Primiero Dolomiti Festival Brass

brass, la Myo – Mondaino Young Orchestra, la più giovane orchestra europea di jazz tradizionale (età media 15 anni), per due anni consecutivi campione del mondo di musica scolastica. Condisce la ricca proposta musicale la tradizionale Walking Brass, la passeggiata musicale per bambini e adulti che giovedì

2 luglio attraverserà cataste e canzei (cataste in dialetto) di Mezzano, uno dei borghi più belli d’Italia. La legna, accatastata dai cittadini in vista dell’inverno, trasforma il centro storico di Mezzano in una mostra a cielo aperto. La passeggiata in musica attraverserà gli angoli e le vie del paese, tra fisarmoniche-stella,

stalattiti di legno, clessidre e, naturalmente, note. Come da tradizione, tutti i concerti dislocati per la valle avranno un proprio tema conduttore e un proprio colore identificativo. Concert Brass, concerti serali dislocati nelle sale da concerto dei comuni della Valle di Primiero, Jazz Brass, dove protagonista è la musica jazz con ospiti d’eccezione, Open Air Brass, concerti all’aperto in luoghi suggestivi della Valle, Walking Brass, facile passeggiata per adulti e bambini, Drink Sound Brass, appuntamenti musicali giornalieri, proposti nel centro pedonale di Fiera di Primiero, nell’ora dell’aperitivo, a partire dalle ore 10.30, con la partecipazione di numerose altre formazioni ottonistiche. Dal 2006 il Primiero Dolomiti Festival Brass ha portato in Valle decine di gruppi, tra le più importanti formazioni ottonistiche a livello internazionale. ■ 67

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perto da appena un mese di fronte alle imponenti vetrate del Muse, il Big Bike Stop è un negozio di rivendita, assistenza e noleggio di biciclette. A gestirlo sono due ragazzi solandri di nome Cristian Bigoni e Danilo Pancheri, che prima, quando vivevano in Val di Sole, si occupavano di tutt’altro. «Io lavoravo in una falegnameria e Danilo era mio dipendente» spiega Cristian. Che cosa li ha spinti a lasciare tutto e intraprendere questa nuova avventura? Come capita in tante altre storie simili a questa, la molla che ha fatto scattare l’idea è stato vedere di giorno in giorno il lavoro diminuire, e la loro grande passione per la bicicletta ha fatto si che abbiano deciso di cambiare aria e mestiere. Così, sono scesi da quella valle baciata dal sole portando con sé la loro competenza ed esperienza, anche in fatto di cicloturismo. In Val di Sole infatti questa forma di turismo è sempre più gettonata grazie anche alla splendida pista ciclabile. Dal profumo di segatura della falegnameria, i due neo soci respirano ora una brezza diversa, quella scia di libertà che le due ruote lasciano sempre dietro di sé. E dal maneggiare assi e tavole di legno, sono passati a trafficare tutto il giorno in mezzo ai telai scintillanti di biciclette Atala, Scott e Whistle, tra rampichini, bici elettriche, tandem e carrettini per trasportare i bambini. Come stanno andando queste prime settimane? «Vogliamo procedere passo per passo, senza correre», spiega Cristian, «al momento stiamo spingendo tanto con le biciclette elettriche che vanno per la maggiore». Danilo Pancheri e Cristian Bigoni

BIG STOP BIKE BICI ELETTRICHE, RAMPICHINI, TANDEM, TOUR GUIDATI SUI SENTIERI E TOUR ENOLOGICI TRA LE CANTINE. ECCO IL NUOVO NEGOZIO DI BICICLETTE DI FRONTE AL MUSE Una bicicletta elettrica infatti, oltre a costare meno di un bel rampichino, permette a chiunque di andare in bicicletta, ed è l’ideale anche per gli anziani e le famigliole dove non sono tutti allenati allo stesso modo, che vogliono uscire per una pedalata domenicale. «Quello della bicicletta è uno dei pochi mercati in crescita, continua Cristian, e in fondo alla gente non costa troppo». Anche se magari c’è chi non può permettersi di comprarne una – le bici di buona qualità possono arrivare a costare 4.000/6.000 euro – la può sempre noleggiare senza spendere tanto. Con dieci euro al Big Bike Stop si può noleggiare una bicicletta normale, con venti una bici elettrica. E naturalmente con formule scontate per le famiglie. In tanti infatti si sono già avvicinati al negozio in questo

INFO BIG STOP BIKE Viale Olivetti 2 Trento Tel. 335.7873229 info@bigstopbike.it PREZZI 20 euro noleggio di una bici elettrica 10 euro noleggio di una bici rampichino primo mese, giovani famiglie con bimbi, ma anche coppie di sessantenni che hanno voglia di farsi un giretto, oltre a ciclisti singoli ormai fidelizzati che tutti i giorni varcano la soglia del negozio e ovviamente, vista la scelta di aprire vicino al museo, i turisti. «In realtà stiamo lavorando di più con la gente di Trento che con i turisti» spiega Cristian, «certo ce ne sono, spesso quelli che vogliono ingannare l’attesa e le code per entrare al Muse, ma i cittadini

di Trento sono i nostri clienti principali». Questo perché la voglia di bici cresce anche da noi, l’onda nordica è arrivata, con un po’ di ritardo anche qui, e sembra destinata a durare per un bel po’. Andare in bicicletta è un passatempo che piace ed è alla portata di tutti. Senza andare nemmeno troppo lontano: anche i dintorni della città, infatti, offrono bei panorami e occasioni di svago low cost. Un altro progetto appena partito dal Big Bike Stop è infatti programmare dei tour guidati attraverso i sentieri di montagna e le cantine. Così al sabato, piccole scie di ciclisti si muovono fino al rifugio Maranza, oppure in Bondone, guidati da due istruttori professionisti che garantiscono la sicurezza del tragitto. Sono percorsi che vengono personalizzati a seconda delle esigenze dei partecipanti, in modo che di volta in volta tutti possano essere soddisfatti. Ora i due soci stanno anche cominciando a prendere contatto con gli alberghi in città, per organizzare dei servizi di noleggio bici da includere nei loro pacchetti vacanze. Insomma, le idee sono tante, c’è da pedalare per stare nel giro. E Cristian e Danilo hanno deciso di farlo con la loro pedalata agile e attenta. ■ 69

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inque pellicole scelte all’insegna della massima libertà di esplorazione tra generi, cinematografie, paesi e autori. Sono quelle proposte per cinque sabati consecutivi fino a fine giugno dalla rassegna Oggetti Smarriti che il Centro Servizi Culturali S. Chiara propone anche quest’anno al Cuminetti di Trento. La programmazione, curata da Stefano Giordano, intende riportare all’attenzione film mai presentati nelle sale cittadine, o comunque meritevoli di essere recuperati dopo una fuggevole apparizione. Dopo l’apertura affidata al film Good Vibration il 6 giugno verrà proposto il film “Frances-ha” sulla storia di un’aspirante ballerina si trasferisce a New York con il sogno di lavorare nella danza e avere. Sabato 13 spazio ad un’altra pericola made in Usa come “Finding Fela - Il potere della musica” di Alex

OGGETTI SMARRITI LA PROGRAMMAZIONE DEI FILM, CURATA DA STEFANO GIORDANO, INTENDE RIPORTARE ALL’ATTENZIONE FILM MAI PRESENTATI NELLE SALE CITTADINE, O COMUNQUE MERITEVOLI DI ESSERE RECUPERATI Gibney. Un film dedicato all’ inventore dell’afro-beat, che si muove su due piani: da un lato segue l’allestimento del musical Fela!, apprezzata piece vincitrice di tre Tony Awards nel 2010, e dall’altro indaga chi fosse veramente questo musicista e perché ha ricoperto un ruolo così fondamentale per la musica mondiale. “Local/Europa - Mu-

sica valida per l’espatrio” di Francesco Cordio è il film in cartellone sabato 20 giugno che racconta un viaggio a ritmo di musica attraverso le principali città europee per il primo tour oltre confine del trio romano formato da Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè. A chiudere, sabato 27, il film di Gabriele Cecconi “Il seminarista”

la storia di Guido che nella Toscana del 1959 affascinato dal sogno di diventare prete entra in seminario a dieci anni. Il mondo che incontra però è ben diverso da quello che immaginava e una serie di vicende che lo porteranno a rimettere in discussione il suo sogno e il concetto di religione che si è ritrovato di ■ fronte.

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Pergine Valsugana -Vie del centro > 12/06 - 13/06 Dalle ore 17.00

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Caldonazzo - Piazza Municipio e vie del centro 12/06 - 14/06

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Torneo internazionale di calcio per categoria pulcini Levico Terme – Viale Lido > 13/06 - 14/06

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Gara di biciclette Partenza da Feltre con passaggio sul Passo Manghen > 21/06

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LUNGO LA VIA DEL BRENNERO FINO AL 1516

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na piccola esposizione in uno dei più suggestivi ambienti castellani dell’arco alpino ci racconta come, un tempo, grazie ai commerci e alle vie di

comunicazione nate per soddisfare l’esigenza dei mercati, i confini fossero cosa assai labile e le montagne, più che dividere, unissero. Verona-Tirol

(899-1516) ovvero Arte ed economia lungo la via del Brennero fino al 1516 è la mostra allestita in alcune sale di Castel Roncolo, a Bolzano. Il materiale esposto non è molto – mappe, documenti, ricostruzioni, oggetti del mercante, del pellegrino e del soldato, ecc. –, ma è stato studiato e selezionato appositamente per offrirsi come momento sintetico per raccontare quasi 600 anni di storia. La mostra infatti inizia

CATTANI A STUDIO 53

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egli spazi roveretani dello Studio 53 Arte di Roberto Pizzini che ha ospitato nel corso degli anni esposizioni di artisti internazionalmente noti quali Fortunato Depero,Fausto Melotti,Luigi Veronesi, Lucio Fontana, Alberto Burri, Piero Manzoni e altri, è stata inaugurata la mostra FIORI BLUMEN FLOWERS dell’artista Silvio Cattani. Nato a Trento nel 1947 ha al suo attivo una intensa attività con mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Nel suo percorso artistico Cattani ha assimilato l’energia insita nel “fare pittura” e costantemente ha sviluppato una sua coerente personale ricerca, mantenendo, pur nel confrontarsi con varie tecniche e con materiali diversificati, una sua particolare identificabile cifra grafico-pittorica. Allo Studio 53 Arte presenta opere pittoriche di vario formato e una serie di vetri e ceramiche. Una interessante novità della mostra di Rovereto è costituita dalla sequenza di vetri realizzati dall’artista tra il 2014 e i primi mesi del 2015: una installazione di moduli geometrici in cui, dal colore inglobato nella materia, emergono frammenti, punti luminosi come indizi di organismi interni e misteriosi.

con l’anno 899, quando il popolo nomade dei Magiari saccheggiò il nord Italia e i mercanti, la nobiltà e i pellegrini stessi sentirono l’esigenza di una via che attraversasse le Alpi più sicura rispetto a quelle classiche occidentali. Lentamente la via del Brennero, fino ad allora una via secondaria che collegava Verona alla cittadina di Hall, in Tirolo – la stessa del salgemma e del grande porto sul fiume Inn –, assunse sempre maggior rilievo. La città di Verona, grazie alle sue possenti mura, ne diventò sia il punto di

partenza che quello di arrivo. Forse non è un caso che Bressanone sia stata fondata nel 901, Bolzano intorno al 1175, il mercato di Innsbruck viene citato per la prima volta nel 1187 e a Chiusa, nel 1024, si apre una dogana, mentre quella di Vipiteno risale al 1180. È questa la Via degli Imperatori, a cui, si sovrappose per buona parte del suo tratto la Via del Sale – quest’ultima da Matrei am Brenner andava direttamente ad Hall saltando il dazio di Innsbruck –, percorsa in ambo i sensi da mercanti, pellegrini, soldati, santi, vescovi e, anche, da artisti. Basti pensare che gli imperatori – da cui il nome – del Sacro Romano Impero la percorrevano al fine di farsi incoronare a Roma, nella città Eterna. Sarà Massimiliano I il primo imperatore a non andare a Roma bensì a fermarsi a Trento per farsi incoronare, ovvero in una città cerniera lungo la via del Brennero. L’attraversamento delle Alpi da parte dell’imperatore e del suo seguito, decantato come qualcosa di eroico da parte di molti cronisti, andò ad arricchire l’immaginario collettivo di un’intera generazione. I mercati sovraregionali di Bolzano e Verona non erano

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trentinomostre visitati esclusivamente da mercanti e commercianti di stoffe, ma erano anche teatro di un vivace scambio: qui hanno lavorato le scuole giottesche, impegnate ad affrescare il chiostro dei Domenicani a Bolzano, Micheal Pacher, influenzato dal Mantegna, ma con radici profonde nell’arte gotica, e Albrecht Dürer, il quale attraversando il Brennero nel corso di due viaggi ne catturò le vedute e i paesaggi nei suoi dipinti. A questo proposito significativi ed illuminanti i testi del libro-catalogo che accompagnano la mostra (edito da Athesia-Editore Fondazione Castelli di Bolzano, 360 pagine, settimo volume della collana “Studi storico culturali di Castel Roncolo”, euro 29.90), stesi da diversi autori (Leo Andergassen, Marcello Beato, Edoardo Demo, il bel testo di Siegfried de Rachewiltz Sulle tracce dei carpioni, Walter Landi, Mark Mersiowsky, Josef Riedmann, Harald Stadler, Armin Torggler). Tra questi autori spicca, per gli amanti dell’arte, l’intervento dello storico dell’arte Leo Andergassen (Rapporti artistici fra Verona e il Tirolo meridionale) in cui ribadisce che il famoso maestro Venceslao – proprio lui, quello del Ciclo dei Mesi a Torre d’Aquila, Castello del Buonconsiglio – non era originario della Boemia ma era invece un artista che si era spostato da Graden, in Stiria, a Trento, decidendo poi di stabilirsi a Verona. Altri testi approfondiscono i commerci, la vita quotidiana, la storia, l’artigianato, della valle Atesina e di quella del fiume Isarco, mostrandoci come tra il Tirolo e la Verona degli Scaligeri ci fosse una strettissima alleanza, nonostante episodici conflitti. Tutti richiamano l’attenzione sull’importanza della via fluviale dell’Adige, anche se nessuno di questi autori approfondisce l’importante ruolo svolto dagli zattieri di Sacco. Dagli oggetti esposti, dalle didascalie, dai testi del catalogo, si evince come, in passato,

ARCO Mostre SEGANTINI E ARCO Apertura: fino a giovedì 31 dicembre. MAG Arco, Galleria Civica G. Segantini. Mostra a cura di Alessandra Tiddia, Mart. Info: www. museoaltogarda.it.

CALDONAZZO Mostre T.S. ELIOT: IN THE WASTE LAND THE ROCK Apertura: da giovedì 11 a domenica 14 giugno. Sala Consiliare. Trentino Book Festival. Info: tel. 349.3696244. Mostre INDAGINE SULLE COSE AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO Apertura: da giovedì 11 a domenica 14 giugno. Casa della Cultura. Fotografie di Pietro Amorth. Testi di Pino Loperfido. Trentino Book Festival. Info: tel. 349.3696244. Mostre “IL LIBRO È MORTO, VIVA IL LIBRO” Apertura: da giovedì 11 a domenica 14 giugno. Casa della Cultura. Studio d’Arte Andromeda. Trentino Book Festival. Info: tel. 349.3696244. Mostre “IO, IO, IO E... GLI ALTRI?” Apertura: da giovedì 11 a domenica 14 giugno. Sala Capricci, Piazza Vecchia. “Io, io, io e... gli altri?”: il diritto di essere felici. Trentino Book Festival. Info: tel. 349.3696244.

LEVICO TERME Mostre FESTIVAL DELLA BIRRA Apertura: da venerdì 29 maggio a mercoledì 3 giugno. Birre in mostra è una manifestazione dedicata ad una delle più diffuse e antiche bevande alcoliche del mondo, la birra che si metterà in mostra per far riscoprire la sua storia, la sua cultura e la sua tradizione portata avanti nei secoli. Levico Terme sarà per alcuni giorni il punto d’incontro di alcuni birrifici artigianali provenienti da diverse realtà che si incontreranno per riportare in vita quest’antica tradizione. Info: Azienda per il Turismo Valsugana, Tel. 0461.727700; Consorzio Levico Terme in Centro, www.visitlevicoterme.it.

ci fosse un’incredibile mobilità degli uomini medioevali

PERGINE VALSUGANA

di ogni ceto sociale, che portò ad ampi e intensi scambi

Mostre GRAVITÀ SOSPESA Apertura: da sabato 18 aprile a domenica 8 novembre. Castello. Mostra di sculture di Robert Schad. Più di venti grandi opere in ferro massiccio sono esposte lungo il percorso tra le due cinta murarie e prima del parcheggio grande. Altre sono collocate nella Sala d’entrata, nella Cantina Rosa

culturali ed economici, i quali permisero successivamente le grandi conquiste dell’Età moderna. La mostra, aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18, chiude l’1 novembre 2015. Entrata € 8. Oltre alla mostra si possono visitare le splendide sale affrescate dell’intero maniero, vero e proprio gioiello d’arte e d’architettura.

e nella Prigione della Goccia. Inoltre alcuni grandi quadri si trovano nelle Sala d’entrata. Mostra a cura di Theo Schneider e Verena Neff, coordinatore Riccardo Cordero. Entrata libera. Orario: da martedì a domenica ore 10.30-22.00. Lunedì ore 17-22. Info: Castel Pergine Tel. 0461.531158; verena@castelpergine.it; www.castelpergine.it.

OLLE DI BORGO VALSUGANA Mostre GLI ORI NEL CASSETTO - PREZIOSI FEMMINILI DIMENTICATI DAL XIX SECOLO ALLA PRIMA GUERRA MONDIALE Casa Andriollo. Piazza della Chiesa, 2. Apertura: dal 6 giugno al 31 ottobre 2015. Orari: Giugno e ottobre: sabato e domenica ore 14.30-18.30, luglio, agosto, settembre: venerdì ore 15-19; sabato e domenica or 10.30-12/15-19. Visite guidate su prenotazione 349.4462282; soggettomontagnadonna@gmail.com

PIEDICASTELLO Mostre LA GRANDE GUERRA SUL GRANDE SCHERMO Apertura: fino a domenica 6 settembre 2015. Le Gallerie. Due gallerie, una bianca e una nera, due tunnel stradali in disuso. Una superficie di oltre 6.000 metri quadrati diventata sede espositiva originale e suggestiva gestita dalla Fondazione Museo storico del Trentino. Info: www.museostorico.it.

RIVA DEL GARDA Fiere LIBERAMENTE Apertura: da lunedì 1 a martedì 2 giugno. Quartiere Fieristico. Fiera rivolta al grande pubblico, tanti espositori locali e non a soddisfare la curiosità del numeroso pubblico atteso con i saloni collaterali di artigianato italiano ed estero, benessere, camper, campeggio e plein air, collezionismo, creatività e hobbistica, elettronica, informatica e radiantismo, enogastronomia, fumetto, pollice verde, shopping, street food - area ristoro, turismo. Info: www.liberamentegarda.it. Fiere EXPO RIVA SCHUH 2015 Apertura: da sabato 13 a martedì 16 giugno. Quartiere fieristico, Loc. Baltera. Il più importante salone internazionale dedicato al settore delle calzature di volume. Oltre 1.300 aziende, circa 12.500 operatori, 32.500 mq netti. Info: www.exporivaschuh.it. Fiere CONVENTION RE-BUILD Apertura: da giovedì 18 a sabato 20 giugno. Palazzo dei Congres-

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trentinomostre si. Convention sulla riqualificazione dei patrimoni immobiliari esistenti. Info: www.rebuilditalia.it. Ore 9-18. Mostre IL TEMPO E L’ISTANTE. PAESAGGI FOTOGRAFICI DEL GARDA 1870-2000 Apertura: fino a domenica 1 novembre. MAG Riva del Garda, Museo. Mostra a cura di Layla Betti, Claudia Gelmi, Sara Vicenzi. Info: www.museoaltogarda.it. Mostre OLTRE. VISIONI DI MARIO RACITI SUL PAESAGGIO DELL’ALTO GARDA Apertura: fino a domenica 12 luglio. MAG Riva del Garda, Museo. Mostra a cura di Claudio Cerritelli. Info: www.museoaltogarda.it. Mostre L’ULTIMO GIORNO DI PACE. 27 LUGLIO 1914 Apertura: fino a domenica 28 giugno. MAG Riva del Garda, Museo. Mostra a cura di Quinto Antonelli, Fabio Bartolini, Mauro Grazioli, Alessandro Paris, Mirko Saltori. Info: www.museoaltogarda.it.

ROVERETO Mostre LA GUERRA CHE VERRÀ NON È LA PRIMA. GRANDE GUERRA 1914-2014 Apertura: da sabato 4 ottobre 2014 a domenica 20 settembre 2015. Mart. Commemorazione del centenario della Prima guerra mondiale, in collaborazione con importanti istituzioni culturali nazionali, costituisce la colonna portante di un grande progetto Mart/Grande guerra 1914-2014 che si sviluppa nelle tre sedi del Museo e si completa con un programma collaterale di eventi, incontri, convegni, appuntamenti. Info: Mart Rovereto www.mart.trento.it/guerra. Mostre MORIRE PER TRENTO Apertura: da domenica 22 marzo 2015 a domenica 31 gennaio 2016. Museo Storico Italiano della Guerra - Castello di Rovereto. Soldati Italiani ed austro-ungarici sul fronte trentino della Prima guerra mondiale. Orario: da martedì a domenica ore 10-18. Info: Museo Storico Italiano della Guerra - Via Castelbarco,. 7 Tel. 0464.438100; www.museodellaguerra.it. Mostre FIORI BLUMEN FLOWERS SILVIO CATTANI Apertura: fino a martedì 30 giugno. c/o Studio 53 Arte. Un’installazione di moduli geometrici in cui dal colore inglobato nella materia, emergono frammenti, punti luminosi come indizi di organismi interni e misteriosi. La mostra presenta anche una serie di formelle in ceramica: dalla superficie colorata e incisa, appaiono strutture e

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configurazioni che rimandano ad una memoria collettiva in cui ciascuno può ritrovare la propria vicenda immaginifica Mostre IL SEGNO E IL SILENZIO - VISIONI E PERCEZIONI DALLA GRANDE GUERRA IN TRENTINO Apertura: da sabato 25 aprile a domenica 28 giugno. Museo Storico Italiano della Guerra - Via Castelbarco, 7. Mostra fotografica di Alberto Bregani. Orario: da martedì a domenica ore 10-18. Info: Tel. 0464.438100; www.museodellaguerra.it.

TRENTO Mostre I TRENTINI NELLA GUERRA EUROPEA 1914-1920 Apertura: fino a domenica 30 dicembre 2018. Le Gallerie, Piedicastello. Una mostra che racconta il dramma dei trentini nel corso del primo conflitto mondiale. Orario: da martedì a domenica ore 9.0018.00 (lunedì chiuso). Ingresso libero. Info: www.fondazione.museostorico.it. Mostre OLTRE IL LIMITE. VIAGGIO AI CONFINI DELLA CONOSCENZA Apertura: fino a domenica 14 giugno 2015. Muse. Corso del lavoro e della scienza. Mostra dedicata al tema del limite. Grazie ad exhibit interattivi, allestimenti, video ed esperienze multimediali i visitatori potranno avventurarsi alla scoperta dell’universo e dei suoi misteri. Tra i temi trattati, il big bang, l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, le relazioni tra energia e materia, l’antimateria, i limiti della mente e della tecnologia scientifica e la natura del tempo. Info: www.muse.it. Mostre THE FIRST GLOBAL WAR: 1914-2014 Apertura: fino a martedì 2 giugno 2015. Piedicastello. Le Gallerie. 55 fotografie di reporter europei che hanno vinto Pulitzer o Robert Capa Gold Medal, 5 grandi infografiche, informazioni, video di Medici senza frontiere e altri autori: è tutto questo a raccontare “la guerra dura da cent’anni”, o almeno così sembra al curatore della mostra Raffaele Crocco, inventore e direttore dell’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, per anni reporter in zone di guerra. Orario: Da martedì a domenica ore 9-18. Lunedì chiuso. Ingresso libero. Info: Fondazione Museo storico del Trentino Tel. 0461.230482; info@ museostorico.it. Mostre VIA ANTONIO PILATI 6 Apertura: da mercoledì 18 febbraio a martedì 2 giugno. Le Gallerie, Piedicastello. Mostra fotografica.

ARTE TIMBRICA... IN PROGRESS

C’

è un motto latino che si potrebbe sintetizzare con la sigla CE. Non corrisponde al marchio di sicurezza europeo, ma significa semplicemente “crescit eundo”, il che tradotto nella nostra lingua significa “mentre corre, cresce” ed era riferito alla fama. Per “Arte Timbrica In Progress” (dal 23 giugno al 10 luglio, Palazzo della Regione a Trento), dopo le prime due mostre con opere su carta, alla biblioteca civica Tartarotti nel complesso del MART a Rovereto e a Torre Mirana a Trento, inizia un nuovo ciclo su materiali diversi e con opere di dimensioni maggiori. Questo ciclo di esposizioni avrà inizio martedì 23 giugno al Palazzo della Regione di Trento e si concluderà il 10 luglio; seguirà un’esposizione nell’auditorium all’orchestra sinfonica Giuseppe Verdi di Milano dal 20 ottobre al 20 novembre. Il gruppo di artisti che partecipa sono i primi, in ordine cronologico, che hanno aderito alla prima esposizione nell’ambito del MART e che hanno creato un dialogo fra di loro. Si tratta di Sergio Dangelo, Rudolf Haas, Shuhei Matsuyama, Aldo Pancheri, Paolo Tomio, Walter Valentini, Paola Zimmitti. Come si noterà, alcuni degli stessi sono di chiarissima fama anche a livello internazionale e questo melange ha determinato un dialogo anche a distanza fra diverse personalità. Basti pensare al diverso carattere artistico fra le opere surrealiste di Sergio Dangelo e il lirismo rigoroso di Walter Valentini o le caratteristiche compositive e materiche estremamente diverse fra il giapponese Shuhei Matsuyama e l’austriaco Rudolf Haas. Unica presenza femminile e giovanissima, la siciliana Paola Zimmitti che sembra quasi porsi, nel costante dialogo con Paolo Tomio e Aldo Pancheri, in una posizione di equilibrio fra l’astrazione organica del primo e gli equilibri fra le forme dinamiche che determinano la spazialità di Pancheri. A queste esposizioni ne seguiranno altre, anche in altri continenti, con la speranza che questo viaggio, che dovrebbe concludersi a fine 2016, determini una particolare attenzione su questo nuovo stilema e conseguentemente, anche sui luoghi da dove è iniziato, ovvero la terra trentina. Il vecchio timbro che accomuna l’umanità anche al presente, potrebbe determinare una nuova forma di dialogo che in questi giorni sembra oscurato dalle troppe ideologie e dall’incapacità di trovare una fonte di ispirazione anche nel passato.


trentinoappuntamenti Il carcere di Trento in 50 scatti di Nicola Eccher. Ingresso libero. Orario: 9-18. Info: fondazione.museostorico.it; Tel. 0461.230482; info@ museostorico.it. Mostre L’EUROPA IN GUERRA TRACCE DEL SECOLO BREVE Apertura: da sabato 18 aprile a domenica 6 settembre. Castello del Buonconsiglio, via Bernardo Clesio 5. La mostra - realizzata nell’ambito delle iniziative nazionali per il Centenario - indaga le cause e gli interessi che hanno scatenato il conflitto e sulle condizioni di assoggettamento di contadini e operai morti a milioni nella prima guerra mondiale. Orario: fino al 4 maggio 9.30-17; dal 5 maggio 10-18. Info: www.buonconsiglio. it; tel. 0461.492803; info@buonconsiglio.it. Mostre AFFIDARSI AL CIELO. ARTE E DEVOZIONE A MONTAGNAGA DI PINÉ. GLI EX VOTO Apertura: da venerdì 24 aprile a lunedì 7 settembre. Museo Diocesano Tridentino. Info: www.museodiocesanotridentino.it. Mostre FRANCO MURER Apertura: fino a martedì 30 giugno. Galleria d’Arte, Il Ritrovo degli Artisti, via Olivetti, 16, Complesso Le Albere, opere di Franco Murer eseguite dal 2000 al 2014. Orario: dal lunedì al sabato ore 10-12-1619. Per informazioni telefonare al numero 334.1028483. Mostre IL MIO CAPOLETTERA: L’ALFABETO IN MINIATURA Apertura: fino a venerdì 12 giugno. Biblioteca comunale - Sezione ragazzi. Negli spazi della sezione ragazzi della Biblioteca comunale sarà messa in mostra una selezione di disegni dei ragazzi che hanno partecipato durante l’anno scolastico 2014-2015 al laboratorio Il mio capolettera, un’iniziativa

e 14-18. Info: www.mart.trento. it/galleriacivica; Tel. 0461.985511.

FINO AL 30 GIUGNO 2015

offerta dalla Biblioteca comunale già da qualche anno ai bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie. Il percorso didattico intende avvicinare i ragazzi al mondo del libro antico, alla sua scrittura e, in particolare, alle sue decorazioni. I disegni in mostra sono stati realizzati dai ragazzi delle classi V A e V B elementare Istituto Sacro Cuore, V A Scuola primaria Bellesini, V A B e C Scuola primaria Schmid, I B Scuola secondaria di I grado O. Winkler e I C Scuola secondaria di I grado A. Manzoni. Info: www. bibcom.trento.it. Mostre AFTERSELFIE, BEYOND MASKS - OLTRE LE MASCHERE Apertura: da venerdì 15 maggio a martedì 30 giugno. Palazzo Trentini, via Giannantonio Manci 27. Mostra a cura di A Cura di Carolina Bortolotti. Coordinamento di Simon Sultana Harkins. Orario: dal lunedì al venerdì 10-18, sabato 10-12 (chiuso domenica). Ingresso libero. Info: 328.0210218; afterselfie@gmail.com. Mostre FULVIO DI PIAZZA VIAGGIO VERSO TERRE MISCONOSCIUTE Apertura: da giovedì 21 maggio a venerdì 25 settembre. Studio d’Arte Raffaelli. Saranno in mostra una quindicina di opere inedite

su tela e su tavola, e una selezione di disegni su carta. Info: Tel. 0461.982595; studioraffaelli@tin. it; www.studioraffaeli.com. Mostre COLTIVIAMO IL GUSTO Apertura: da mercoledì 27 maggio a venerdì 30 ottobre. Palazzo delle Albere, via R. da Sanseverino. Una mostra che mette in luce il tema della tipicità dei prodotti trentini attraverso una rappresentazione delle loro relazioni con le specificità del territorio, con la storia ed evoluzione delle coltivazioni e produzioni locali negli ultimi 70 anni. Gli allestimenti saranno arricchiti dalla presenza di opere d’arte e reperti provenienti dal Castello del Buonconsiglio, dal Museo degli usi e costumi della genteTrentina e dal Museo Ladino di Fassa, dal Mart di Rovereto. Nel parco antistante il palazzo verranno allestiti coltivi caratteristici del Trentino. Orario: 10-19. Ingresso libero. Info: www. muse.it; Tel. 0461.270311. Mostre IL SOSIA - ARTISTI E COLLEZIONI PRIVATE Apertura: da sabato 30 maggio a domenica 11 ottobre. Galleria Civica, via Belenzani 44. Otto artisti, scelti tra i più significativi nel panorama nazionale, si confrontano con alcune opere d’arte moderna e contemporanea provenienti da prestigiose collezioni private. Orario: da martedi a domenica 10-13

Mostre DIECI TELE IN NOVE ALFIERI Apertura: da sabato 30 maggio a martedì 30 giugno. Via Alfieri, 9. Opere di Giulia Tamanini. Mostre IL PENSIERO DIPINTO Apertura: da venerdì 5 a domenica 14 giugno. Sala Thun di Torre Mirana (Palazzo Thun), Via Belenzani 3, angolo via Manci 2. Opere di Gemma Nardelli Mosna, pittura con tecniche miste. Orario: 10-12/16-19. Ingresso libero. Info: Tel. 0461.961356. Mostre ARTE TIMBRICA... IN PROGRESS Apertura: fino a mercoledì 10 giugno. Palazzo della Regione. Catalogo con testi critici di Elena Pontiggia e Riccarda Turrina. Orario: tutti i giorni dalle 7.30 alle 20.00, tranne sabato e domenica.

VILLALAGARINA Mostre PREMIO PULITZER INNOCENTE IN MOSTRA Apertura: fino a domenica 28 giugno. Palazzo Libera. Mostra a cura di Mario Cossali e Remo Forchini. Orario: da mercoledì a venerdì ore 14-18; sabato e domenica ore 10-12.30/14-18.

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trentinoappuntamenti

DALLE “FESTE VIGILIANE” AI GRANDI FESTIVAL

PAOLO CREPET

P

artiamo dal cinema. Cinque pellicole scelte all’insegna della massima libertà di esplorazione tra generi, cinematografie, paesi e autori. Sono

quelle proposte per cinque sabati consecutivi fino a fine giugno dalla rassegna Oggetti

Smarriti

che il Centro Servizi Culturali S. Chiara propone anche quest’anno al Cuminetti di Trento.

Ma giugno è il mese delle Feste

Vigiliane che

Con Guido Malossini nuovamente sul podio a dirigerla, l’orchestra delle Feste Vigiliane è pronta, con i suoi oltre cento volontari, a regalare ai trentini un nuovo e appassionante concerto. Sei giorni di eventi (dal 18 al 21 e il 25 e 26 giugno) destinati, ancora una volta, a richiamare migliaia di persone lungo le vie cittadine e ad offrire a residenti e turisti un fitto calendario di spettacoli, concerti, disfide in

P

aolo Crepet (www. paolocrepet. it) è psichiatra e sociologo. Dal 2004 è direttore scientifico della Scuola per Genitori (www.impresafamiglia.it). Per Feltrinelli ha pubblicato Le dimensioni del vuoto. I giovani e il suicidio (1993), Cuori violenti. Viaggio nella criminalità giovanile (1995), Solitudini. Memorie d’assenza (1997), e, con G. De Cataldo, I giorni dell’ira. Storie di matricidi (1998). Con Einaudi: Non siamo capaci di ascoltarli (2001), Voi, noi (2003) e I figli non crescono più (2005), poi raccolti nel volume La gioia di educare (2008); e inoltre la raccolta di racconti Naufragi. Storie di confine (1999, 2002), La ragione dei sentimenti (2002 e 2004), Dannati e leggeri (2004 e 2006), Sull’amore (2006 e 2010) , Dove abitano le emozioni (2007), con Mario Botta e Giuseppe Zois, A una donna tradita (2008), Sfamiglia (2009 e 2011), Un’anima divisa (2010), L’autorità perduta (2011 e 2013), Elogio dell’amicizia (2012), Impara a essere felice (2013) e Il caso della donna che smise di mangiare (2015). Crepet ha inoltre scritto per Einaudi l’introduzione a Nemico di classe di Nigel Williams (2000), a Io, Pierre Rivière, avendo sgozzato mia madre, mia sorella e mio fratello... (2000) e a I ragazzi della via Pál (2003). Nel 2010 ha curato la raccolta di saggi Perché siamo infelici.

costume, appuntamenti espositivi e golose proposte per il palato.

Al Trentino

Book Festival, che

arriva a toccare la sua quinta edizione, troviamo la

corti, nelle piazze, nei teatri, di Mezzocorona,

memoria come vera testimonianza, l’immaginazione

Mezzolombardo e San Michele andranno in scena

come terapia. Dal 12 al 14 giugno, grandi nomi del

Ascanio Celestini, Gli Almarosè, Saverio la Ruina,

giornalismo, musica e teatro a Caldonazzo, tra gli

Pino Petruzzelli, I Fratelli Della Via, Lorenza Zambon,

altri Stefano Benni, Serge Latouche, Loredana Cont,

Paolo Miorandi, l’ultimo film di Alejandro Jodorowsky

Paolo Crepet, Isabella Bossi Fedrigotti, Simonetta Agnello Hornby, Abel Ferrara, Furio

e il concerto di Niccolò Fabi con gli Gnu Quartet. Si chiude, invece, una nuova grande puntata del

Colombo e tantissimi altri.

Festival dell’Economia particolarmente

Per il teatro. Come da tradizione il festival

ricco di presenze e di grossi nomi, dedicato alla

Solstizio d’Estate sarà itinerante: nelle 76

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“Mobilità sociale”.


trentinoappuntamenti 1 LUNEDÌ Folklore SAGRA DEI PORTONI Fraveggio di Vezzano. La Sagra dei Portoni è l’evento che viene proposto nel borgo di Fraveggio per abbinare momenti sportivi e promozionali, iniziative di valorizzazione del territorio, attività ricreative per ragazzi e adulti, offerte di gastronomie tipiche locali. L’intento è far conoscere la cultura locale e il territorio attraverso l’attività sportivo-ricreativa e quello di recuperare tradizioni popolari ed etnografiche. Info: www.gsfraveggio.it. Musica «ORCHESTRA HAYDN» Rovereto. Ore 20.45. Chiesa di San Marco. Concerto di musica sacra. Info: www.filarmonicarovereto.it. Tradizione LIBERAMENTE Riva del Garda. Quartiere Fieristico. Fiera rivolta al grande pubblico, tanti espositori locali e non a soddisfare la curiosità del numeroso pubblico atteso con i saloni collaterali di artigianato italiano ed estero, benessere, camper, campeggio e plein air, collezionismo, creatività e hobbistica, elettronica, informatica e radiantismo, enogastronomia, fumetto, pollice verde, shopping, street food - area ristoro, turismo. Info: www.liberamentegarda.it.

2 MARTEDÌ Famiglia “LA CARROZZA MATTA” Valsugana. Programma: partenza ore 08.00 dalla Stazione di Carpanè - V. e carico biciclette (dalle ore 07.00 alle 07.50 presso la stazione). Abbondante colazione a Primolano e possibilità di carico bici per chi proviene dal Feltrino. Arrivo a Borgo e scarico delle bici per immettersi sulla ciclabile. Arrivo a Levico - Comitato di accoglienza e visita allo stabilimento delle Acque minerali Levico - Ca-

sara. Scarico delle Bici a Levico per immettersi sulla ciclabile. Dalle ore 12.30 alle ore 15.00 ristoro/pranzo presso il Bicicgrill di Tezze con intrattenimento (in caso di pioggia disponibile Tendone). Rientro in bici fino a Primolano. A Primolano ore 17 arrivo del Treno a vapore e carico delle Bici, merenda per tutti e sorpresa. Per infomazioni, orari prentotazioni posti e servizio bici: prenotaionicarrozzamatta@gmail. com. Cell. 393.8093932, www.lacarrozzamatta.com. Folklore SAGRA DEI PORTONI Fraveggio di Vezzano. La Sagra dei Portoni è l’evento che viene proposto nel borgo di Fraveggio per abbinare momenti sportivi e promozionali, iniziative di valorizzazione del territorio, attività ricreative per ragazzi e adulti, offerte di gastronomie tipiche locali. L’intento è far conoscere la cultura locale e il territorio attraverso l’attività sportivo-ricreativa e quello di recuperare tradizioni popolari ed etnografiche. Info: www.gsfraveggio.it. Musica CONCERTO CORO VOCI BIANCHE AURELIUS CALW E QUINTETTO A FIATI CALW Trento. Ore 21. Basilica S. Maria Maggiore, piazza Santa Maria Maggiore. Ingresso libero. Coro di voci bianche Aurelius Calw, Quintetto a fiati Calw, Frank Zuckschwerdt, Claudia Schaff, trombe, Christan Haag, corno; Alexander Fieres, trombone, Christian Wolf, tuba, Continuo, Roland Götz organo, Georg Noeldeke, violone, Bernhard Kugler, direttore. Info: www. festivalmusicasacra.it. Musica ARTE NELL’ARTE - PUCHHEIMER JUGENDKAMMER ORCHESTER Riva del Garda. Ore 21. La Rocca. Ingresso gratuito. Info: www. gardatrentino.it; Tel. 0464.554444.

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Musica CONCERTO PER LA FESTA DELLA REPUBBLICA Riva del Garda. Ore 11. La Rocca. Anche quest’anno il Corpo Bandistico di Riva è chiamato a tenere il tradizionale concerto all’interno della Rocca. Ingresso gratuito. Info: www.gardatrentino.it; Tel. 0464.554444. Musica FESTA DELLA RE...MUSICA Arco. Ore 20. Partenza: Piazzale Segantini. Spettacolo itinerante nelle vie del centro storico per celebrare i 200 anni dalla nascita del grande Giuseppe Verdi. Info: www.gardatrentino.it; Tel. 0464.554444. Musica MUSICA MAEXPO! Arco. Ore 20. Centro storico. Nutrire il pianeta, energia per la vita. Concerto gli allievi della scuola musicale. Ingresso gratuito. Info: www.gardatrentino.it; Tel. 0464.554444. Tradizione LIBERAMENTE Riva del Garda. Quartiere Fieristico. Fiera rivolta al grande pubblico, tanti espositori locali e non a soddisfare la curiosità del numeroso pubblico atteso con i saloni collaterali di artigianato italiano ed estero, benessere, camper, campeggio e plein air, collezionismo, creatività e hobbistica, elettronica, informatica e radiantismo, enogastronomia, fumetto, pollice verde, shopping, street food - area ristoro, turismo. Info: www.liberamentegarda.it.

5 VENERDÌ Cultura MEETING DI MEDICINA DELLA RIPRODUZIONE Riva del Garda. Ore 9. Palazzo dei Congressi. Info: www.gardatrentino.it; Tel. 0464.554444.

Musica ENSEMBLE L’ARSENALE Trento. Sala Conferenze Fondazione Caritro, Via Calepina 1. Ore 18.30: Incontro con l’Ensemble L’arsenale: nuove esperienze, sperimentazioni, rapporti con l’opera e i compositori. Seguirà intermezzo eno-gastronomico. Ore 20: Ensemble ospite: L’arsenale. Concerto. Ingresso libero. Info: www.motocontrario.it. Musica EASY GOING - CONCERTO UNPLUGGED Arco. Ore 20.30. Palazzo Panni. Concerto degli allievi della Scuola Musicale. Ingresso gratuito. Info: www.gardatrentino.it; Tel. 0464.554444. Musica SIDEOUT FESTIVAL Torbole sul Garda - Nago. Ore 17-24. Artisti e “disc-jokey” si daranno il turno alla “consolle” nella splendida cornice torbolana alle “Foci del Sarca”. La musica sarà rigorosamente ricercata e di qualità, e non a caso i dj invitati sono dei nomi importanti nella scena della musica “deep house” e “tech house”. Ingresso gratuito. Info: www.gardatrentino.it; Tel. 0464.554444.

6 SABATO Folklore THE COLOR RUN TRENTO Trento. È un evento sportivo incentrato sulla festa, sulla musica e sul colore! “The color Run” anche conosciuta come “i 5km più felici sul pianeta”, è una corsa colorata che promuove il benessere, la felicità e l’armonia e non richiede nessun livello di preparazione. Si parte vestiti di bianco, si corre in mezzo al colore e all’arrivo si scatena la festa con esplosioni di colore, musica e balli. Correrai i 5 km più colorati, divertenti e pazzi sul pianeta trascorrendo una giornata indimenticabile!.

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trentinoappuntamenti Musica INTERNATIONAL CALL MOTOCONTRARIO ENSEMBLE Trento. Sala Conferenze Fondazione Caritro, Via Calepina 1. Ore 16.00: Tendenza della ricerca musicale oggi. Tavola rotonda in rapporto all’evento di esecuzione dei brani premiati della Call internazionale di Motocontraro Ensemble per opere nuove. Con i compositori del collettivo di Motocontrario, i compositori premiati e altri musicisti e artisti. A seguire, dibattito e intermezzo eno-gastronomico. Ore 18.30: International Call Motocontrario Ensemble. Concerto del Motocontrario ensemble su musiche di Escalona-Mijares, Khubeev, Llompart, Movio, Troiani. Ingresso libero. Info: www.motocontrario.it. Tradizione MERCATINO DELLE PULCI PergineValsugana. Vie del centro storico: Via Roma, Via Pennella e Piazza Serra. Si fa presente che la partecipazione al mercatino è consentita esclusivamente a soggetti che non esercitano attività commerciale in modo professionale, ma vendono o scambiano oggetti in modo del tutto occasionale. Info: APT Valsugana ufficio di Pergine; Tel. 0461.727760; info@visitvalsugana.it.

7 DOMENICA Musica SIDEOUT FESTIVAL Torbole sul Garda - Nago. Ore 17-24. Artisti e “disc-jokey” si daranno il turno alla “consolle” nella splendida cornice torbolana alle “Foci del Sarca”. La musica sarà rigorosamente ricercata e di qualità, e non a caso i dj invitati sono dei nomi importanti nella scena della musica “deep house” e “tech house”. Ingresso gratuito. Info: www.gardatrentino.it; Tel. 0464.554444. Musica PERCHÈ - CENTO ANNI PER NON DIMENTICARE Arco. Ore 20.30-22.30. Santuario Madonna delle Grazie. Concerto con gli allievi della Scuola Musicale Alto Garda. Ingresso gratuito. Info: www.gardatrentino.it; Tel. 0464.554444. Teatro MIO FIGLIO ERA COME UN PADRE PER ME Mezzocorona. Ore 21.30. Vender legnami Srl, accesso da via Tonale. Fratelli Dalla Via, Piccionaia, Bassano Opera Festival. Di e con Marta Dalla Via, Diego Dalla Via. Racconto di ordinaria abulia, quella che viene dopo il boom, con i falli-

menti, i crack, i suicidi. È la storia della crisi, non solo generazionale, della generazione dello spritz, dei figli che staranno peggio de genitori, ma anche geografica, dell’illuso Nord Est, oggi fossilizzato, impossibilitato a reinventarsi. Sul palco i fratelli Dalla Via tessono due destini metaforici: l’autodistruzione del filosofo dello spritz che invita gli operai cassintegrati all’happy hour, e la staticità, personaggio al femminile, che vede nella dieta ferrea la più rosea prospettiva. Info: www.solstiziodestate.it. Tradizione MERCATINO DELL’ HOBBISTICA E DELL’USATO Castello Tesino. Via Dante. Info: Comune di Castello Tesino tel. 0461.592520 (ufficio commercio); APT Valsugana - ufficio di Castello Tesino tel. 0461.593322. Tradizione METTITI ALLA PROVA SULLE SALITE DA MITO DELLA VALSUGANA! Telve Valsugana. Da Telve al passo Manghen. Scala la salita in totale libertà, per allenarti in sicurezza senza preoccuparti del traffico! Le salite saranno tutte cronometrate con partenza alla francese! Info: APT Valsugana ufficio di Borgo Tel. 0461.727740; info@visitvalsugana.it.

8 LUNEDÌ Musica IL PIACERE DELLA MUSICA Torbole sul Garda - Nago. Ore 20.30-22.30. Villa Cian. Serata conviviale con gli allievi adulti della scuola musicale Alto Garda. Ingresso gratuito. Info: www.gardatrentino.it; Tel. 0464.554444.

10 MERCOLEDÌ Cultura LUCA DE BIASE: HOMO PLURALIS Trento. Ore 17.30. Sala Falconetto di Palazzo Geremia, via Belenzani 20. MASTERinvita 2015: incontri sulla conoscenza e gestione dei Beni naturali iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. Incontro con Luca De Biase. La partecipazione a MasterInvita è libera e gratuita previa iscrizione online sul sito www.tsm.tn.it. Info: www.tsm.tn.it; Tel. 0461.020060; step@tsm.tn.it.

11 GIOVEDÌ Cultura BESTIARIO DI INCERTA UMANITÀ Caldonazzo. Ore 20.30. Bar Spiaggia Libera. Giorgio Antoniacomi con Carlo Martinelli.

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Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.30-18.30

AC / DC

NINA ZILLI

STEFANO BOLLANI

FRANCESCO TESEI

Quella di Imola è l’unica data in Italia di un tour mondiale con cui gli AC/ DC porteranno live i loro più grandi successi e presenteranno per la prima volta dal vivo i brani del loro ultimo album di inediti ‘Rock Or Bust’, in testa alle classifiche in Italia e in tutto il mondo! Sarà inoltre il primo tour senza MaLcom Young, che ha recentemente lasciato la band per motivi di salute...

Dopo il successo alla 65esima edizione del Festival di Sanremo con il brano Sola, primo singolo estratto dal nuovo disco “Frasi&Fumo” pubblicato il 12 febbraio per Universal Music, Nina Zilli torna alla dimensione live, quella che più la appassiona e le è congeniale come lei stessa ammette: “Sono una cantante, amo ogni posto dove si possa cantare! Che sia un teatro o un club, con quell’energia sudata e fumosa, con la ‘caldazza’ e l’umanità che ti avvolge a ogni nota”.

Indubbiamente uno dei pianisti italiani più geniali e creativi, personaggio istrionico capace di catalizzare l’attenzione del suo pubblico in modo quasi unico. Ideatore ed interprete di innumerevoli progetti musicali, in piano solo o insieme ad altri musicisti, è sempre estremamente affascinante ed unico.

La certezza di avere una privacy da difendere può risultare superflua, quasi ridicola se il nostro interlocutore è... un mentalista, uno che ti legge il pensiero. Un interlocutore davvero interessante, che sa cosa vuoi dire... prima ancora che tu l’abbia pensata: Francesco Tesei torna in teatro con “Mind Juggler”, una serie di giochi, esperimenti volti a farci stupire della potenza e potenzialità della comunicazione subliminale... per scoprire in leggerezza quanto sia importante stare all’erta e lontani dal rischio di essere manipolati.

VERONA Teatro Romano 20 giugno 2015 ore 21.15

VERONA Teatro Romano 25 giugno 2015 ore 21.15

TRENTO Auditorium S. Chiara 10 ottobre 2015 ore 21

IMOLA Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari 9 luglio 2015 ore 21

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BOLZANO – Via Bari 15 Tel. 0471 930993 – bazarbz@bazar.it

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trentinoappuntamenti Trentino Book Festival.. Info: tel. 349.3696244. Musica QUINDI CI SIAMO! Riva del Garda. Ore 21-22.30. La Rocca. Concerto con il Coro Garda Trentino e il Coro Highlight di Pergine Valsugana. Ingresso gratuito. Info: www.gardatrentino.it; Tel. 0464.554444.

12 VENERDÌ Cultura ALDO CAZZULLO Caldonazzo. Ore 16.45. Piazza Municipio. Aldo Cazzullo con Enrico Franco. “La guerra dei nostri nonni. Possa il mio sangue servire” In collaborazione con gli Alpini del Trentino e il Coro La Tor. Trentino Book Festival.. Info: tel. 349.3696244. Cultura SERGE LATOUCHE Caldonazzo. Ore 18. Giardino di Via Stazione. Serge Latouche con Renzo Maria Grosselli. “L’economia è una menzogna. Come mi sono accorto che il mondo si stava scavando la fossa”.Trentino Book Festival. Info: tel. 349.3696244. Cultura PAOLO CREPET Caldonazzo. Ore 20.20 . Palazzetto. Paolo Crepet con Pierangelo Giovanetti. “Non siamo capaci di ascoltarli. Riflessioni sull’infanzia e l’adolescenza”. Trentino Book Festival. Info: tel. 349.3696244. Cultura ICH BIN EIN LUSERNAR Caldonazzo. Ore 19.20. Blue Coffee. Andrea Nicolussi Golo con Carlo Martinelli. Ich bin kein italiener un ja kein tiroler. Ich bin ein lusernar. Trentino Book Festival. Info: tel. 349.3696244. Musica APPARIZIONI - IL DISERTORE Riva del Garda. Ore 21-23.00. Galleria San Giuseppe. Uno spettacolo teatral-musicale con Rantegant Trio: con Carlo Cenini (pianoforte e armonium), Giordano Grossi (contrabbasso), Enrico Tavernini (voce). Testi di Enrico Tavernini. Ingresso gratuito. Info: www. gardatrentino.it; Tel. 0464.554444. Teatro RACCONTI D’ESTATE Mezzocorona. Ore 21.30. Piazza della cooperazione. In caso di pioggia: Palarotari. Fiabe, per adulti che volevano essere bambini cattivi. Racconti, ironici, caustici, ispirati da alcuni dai racconti in “Io cammino in fila indiana”, pescati da quelli aggiunti nella versione francese, scritti per la messa in scena. È questo il baule delle meraviglie, dal quale Celestini pesca per raccontare e improvvisare un puzzle sentimentale, emotivo, politico. L’attore sale sul palco raccontando situazioni quotidiane e contemporanee che richiamano le barzellette

che si raccontavano da bambini. È consigliata la prenotazione. Info: www.solstiziodestate.it. Teatro ADDIO ALLE ARMI Caldonazzo. Ore 21.15. Corte Celeste. Con Maura Pettorruso e Stefano Pietro Detassis. Una produzione Trento Spettacoli e Trentino Book Festival. Dal romanzo di Ernest Hemingway. Trentino Book Festival. Info: tel. 349.3696244.

SPOSARSI IN UN’ATMOSFERA PRINCIPESCA...

Teatro STEFANO BENNI IN CYRANO Caldonazzo. Ore 21.15. Teatro S. Sisto. Al pianoforte, Giulia Tagliavia. Trentino Book Festival. Ingresso: Euro 15. Prevendite Casse Rurali. Info: tel. 349.3696244. Teatro ragazzi CINDERELLA VAMPIRELLA Caldonazzo. Ore 21 . Piazza Municipio. Teatro Pirata. Le mirabolanti avventure di Cinderella tra Vampiri, draghi e streghe! Con Francesco Mattioni e Lucia Palozzi. Trentino Book Festival. Info: tel. 349.3696244. Tradizione FESTA DEI PORTONI E DELLE ASSOCIAZIONI Pergine Valsugana. Seconda edizione della Festa dei Portoni e delle Associazioni, assoluta novità per Pergine Valsugana. Le varie associazioni occuperanno gli angoli più suggestivi delle vie del centro storico con proposte enogastronomiche di rivisitazione delle ricette locali. Info: APT Valsugana ufficio di Pergine, Tel. 0461.727760, Info@ visitvalsugana.it.

13 SABATO Cinema “PASOLINI” Pergine Valsugana. Ore 15.30. Cinema Teatro. Un film di Abel Ferrara. Con Willem Dafoe, Ninetto Davoli, Riccardo Scamarcio. Trentino Book Festival. Seguirà dibattito con il regista. Ingresso libero, fino a esaurimento posti. Info: tel. 349.3696244. Cultura STEFANO BENNI Caldonazzo. Ore 11. Giardino di Via Stazione. Stefano Benni con Fausta Slanzi. “L’immaginazione vi renderà liberi”. Trentino Book Festival. Info: tel. 349.3696244. Cultura FURIO COLOMBO E ABEL FERRARA Caldonazzo. Ore 12.15. Casa della Cultura. Furio Colombo con Alberto Faustini. Con la partecipazione straordinaria di Abel Ferrara. “Siamo tutti in pericolo”. Le ultime, profetiche, rabbiose e disperate parole di Pier Paolo Pasolini. Trentino Book Festival. Info: tel. 349.3696244.

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trentinoappuntamenti Cultura ROBERTO INNOCENTI E MONICA MONACHESI Caldonazzo. Ore 16.45. Casa della Cultura. Un caleidoscopio di figure per raccontare. Trentino Book Festival. Info: tel. 349.3696244. Cultura DIZIONARIO DELLA GRANDE GUERRA Caldonazzo. Ore 15.30. Portico di Via Roma 38. Gustavo Corni e Ezio Fimiani con Giuseppe Ferrandi. Dizionario della Grande guerra: le parole, le persone, i luoghi. Trentino Book Festival. Info: tel. 349.3696244. Cultura TUTTI GIÙ PER TERRA REMIXED Caldonazzo. Ore 18.15. Blue Coffee. Giuseppe Culicchia e Federica Mafucci. Trentino Book Festival. Info: tel. 349.3696244. Cultura SIMONA SPARACO Caldonazzo. Ore 19.45. Casa della Cultura. Simona Sparaco con Luciana Grillo. “Se chiudo gli occhi”. Trentino Book Festival. Info: tel. 349.3696244. Danza ONCE UPON A TIME Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium. Nani “rock”, Streghe “gla-

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mour”, Fate “svampite”, Principi “reali”, ma anche Ninfe, animali parlanti e boschi incantati... un grande viaggio, ricco di situazioni divertenti, coreografie emozionanti, grande musica in un susseguirsi di colpi di scena. Info: www.centrosantachiara.it. Musica SLPA Trento. Ore 18. Sala Conferenze Fondazione Caritro, Via Calepina 1. Emanuele Dalmaso (sassofoni), Federico Agnello (percussioni) su musiche di Musiche di Yuyama, Gabriele, Orlovich, Castérède, Kopetzki, Rogers, Masu. Ingresso libero. Info: www.motocontrario.it. Musica APERITIVO TRENTODOC IN CENTRO STORICO Riva del Garda. Ore 18.30-20.30. Locali del centro storico. Per tutti i visitatori ed espositori di Expo Riva Schuh, aperitivo, degustazioni di prodotti locali e musica dal vivo. Ingresso gratuito. Info: www. gardatrentino.it; Tel. 0464.554444. Musica LE PAROLE DI GABER Caldonazzo. Ore 21.30. Corte Celeste. La compagnia teatro e musica UNFOLD SABOTAGE presenta una produzione Trentino Book Festival. Voce narrante: Luca Buonocunto. Pianoforte e vo-

ce: Sergio Tessadri. Basso: Pietro Cappelletti. Chitarra: Fabrizio Tedeschini. Regia: Claudia Fabbri.. Info: tel. 349.3696244. Opera lirica E LUCEVAN LE STELLE - GIACOMO PUCCINI A TRENTO Caldonazzo. Ore 21. Teatro S. Sisto. Una produzione Trentino Book Festival. In collaborazione con la Civica Società Musicale di Caldonazzo. Monologo concertato di Pino Loperfido. Voce narrante: Riccardo Gadotti. Pianoforte: Roberta Ropa. Soprano: Jessica Rose Cambio. Tenore: Domenico Menini. Ingresso: Euro 10,00. Prevendite Casse Rurali. Info: tel. 349.3696244. Teatro ragazzi TOPO TIP: LE REGOLE SONO IMPORTANTI... Caldonazzo. Ore 10.45. Parco Centrale. Lettura-laboratorio con i nuovi libri di Topo Tip. A cura di Promolettura Giunti Editore. Trentino Book Festival. Info: tel. 349.3696244. Teatro ragazzi BISCOTTI QUIZ Caldonazzo. Ore 15.30. Corte Celeste. Con Stefano Bordiglioni. Trentino Book Festival. Info: tel. 349.3696244.

Teatro ragazzi ARRIVI E PARTENZE Caldonazzo. Ore 21. Piazza Municipio. Teatro Pirata. Arrivi e partenze, ovvero Storie in valigia. Con Francesco Mattioni. Trentino Book Festival. Info: tel. 349.3696244. Tradizione FESTA DEI PORTONI E DELLE ASSOCIAZIONI Pergine Valsugana. Seconda edizione della Festa dei Portoni e delle Associazioni, assoluta novità per Pergine Valsugana. Le varie associazioni occuperanno gli angoli più suggestivi delle vie del centro storico con proposte enogastronomiche di rivisitazione delle ricette locali. Info: APT Valsugana ufficio di Pergine, Tel. 0461.727760, Info@visitvalsugana.it. Tradizione METTITI ALLA PROVA SULLE SALITE DA MITO DELLA VALSUGANA! Levico Terme. Da Pergine Valsugana alla Panarotta. Scala la salita in totale libertà, per allenarti in sicurezza senza preoccuparti del traffico! Le salite saranno tutte cronometrate con partenza alla francese! Info: APT Valsugana ufficio di Borgo Tel. 0461.727740; info@ visitvalsugana.it.


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14 DOMENICA Cultura ITALIANI ANCHE NOI. STRANIERI ANCHE NOI Caldonazzo. 10.45 . Casa della Cultura. Eraldo Affinati e Vincenzo Passerini con Paolo Ghezzi. Trentino Book Festival. Info: tel. 349.3696244. Cultura SIMONETTA AGNELLO HORNBY Caldonazzo. 12.15. Giardino di Via Stazione. Simonetta Agnello Hornby con Luciana Grillo. “Il pranzo di Mosé”. Trentino Book Festival. Con una “ghiotta” sorpresa, tutta siciliana, per i lettori buongustai.... Info: tel. 349.3696244. Cultura ISABELLA BOSSI FEDRIGOTTI Caldonazzo. 15.30. Casa della Cultura. Isabella Bossi Fedrigotti con Carlo Martinelli. “Quando il mondo era in ordine”.Trentino Book Festival. Info: tel. 349.3696244. Cultura LA NOSTALGIA DEGLI SPAZI Caldonazzo. 16.45. Portico di Via Roma 38. Brunamaria Dal Lago Veneri e Fiorenzo Degasperi con Franco de Battaglia. “La nostalgia degli spazi: in viaggio tra Santi, riti e miti del Trentino Alto Adige”.Trentino Book Festival. Degustazione di Vini Imperiali a cura dell’Hotel Monte Cimone. Info: tel. 349.3696244. Cultura LA VOCE DELLA PAURA Caldonazzo. Ore 18.10. Blue Coffee. Loreta Failoni con Renzo Fracalossi. Trentino Book Festival. Info: tel. 349.3696244. Cultura LUIGI MANCONI “ABOLIRE IL CARCERE” Caldonazzo. 19.15. Casa della Cultura. sen. Luigi Manconi e Valentina Calderone con Tiziana Tomasini. “Abolire il carcere. Una ragionevole proposta per la sicurezza dei cittadini”. Trentino Book Festival. Info: tel. 349.3696244. Folklore 11° RADUNO BARBER DAY LevicoTerme. 11^ Raduno Auto & Moto Americane, Storiche & Super. Per i vostri bimbi ci saranno il Mago Rudi, Cristiana la Truccabimbi,bolle di sapone, Magie, Tanti Giochi e i straordinari castelli gonfiabili. Per tutti ottima birra Forst del nostro amico Mirko e Levico, l’acqua leggerissima che non pesa sull’ambiente. L’iscrizione di 30

euro comprende: gadget, omaggio floreale alle signore, colazione, aperitivo di benvenuto, pranzo e brindisi di saluto. Ingresso al “Lido Spiaggia Buena Onda”. Carroattrezzi a disposizione dalla Carrozzeria Zanei. Info: “El Barber” 348.7926817.

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Musica SIDEOUT FESTIVAL Torbole sul Garda - Nago. Ore 17-24. Artisti e “disc-jokey” si daranno il turno alla “consolle” nella splendida cornice torbolana alle “Foci del Sarca”. La musica sarà rigorosamente ricercata e di qualità, e non a caso i dj invitati sono dei nomi importanti nella scena della musica “deep house” e “tech house”. Ingresso gratuito. Info: www.gardatrentino.it; Tel. 0464.554444. Teatro SEMI DI FUTURO GIARDINAGGIO PLANETARIO Mezzocorona. Ore 16. Monte di Mezzocorona. Accesso dalla funivia e dal sentiero SAT 500, da Piazza della Chiesa. Lo spettacolo si svolgerà nella natura. Da anni Lorenza Zambon raccoglie storie, di natura, di giardini, di semi. Dagli incontri fa germogliare storie che porta in scena non su un palco, ma fra prati e piante, con le mani sporche di terra e la voce impastata di passione. Le lezioni sono prima di tutto quelle imparate dall’artista nel tempo, con piccoli e grandi esperimenti personali di giardinaggio e di vita, a volte riusciti e a volte no. È il giardino che coltiva il giardiniere, non il contrario. Il pubblico si siederà sul prato, ed è quindi invitato a munirsi di coperta. Ingresso gratuito. Info: www.solstiziodestate.it. Teatro UOMINI IN GUERRA MENSCHEN IM KRIEG Caldonazzo. Ore 20.30. Teatro S. Sisto. Fondazione Teatro San Domenico di Crema. Adattamento dal romanzo “Uomini in guerra” Andreas Latzko, trad. M. Maggioni, Keller Editore. Progetto e regia Pietro Arrigoni. Trentino Book Festival. Info: tel. 349.3696244. Teatro LOREDANA CONT: “IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO” Caldonazzo. 21.15. Piazza Municipio. Loredana Cont con il Corpo Bandistico di Caldonazzo. Io speriamo che me la cavo (Mi sperente de cavarmela). Una produzione Trentino Book Festival. Info: tel. 349.3696244. Teatro ragazzi SALTA BART! Caldonazzo. 10.45. Bar Centrale. Lettura presentazione del nuovo libro per ragazzi di Susanna Tamaro. A cura di Promolettura Giunti Editore. Trentino Book Festival. Info: tel. 349.3696244.

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trentinoappuntamenti Teatro ragazzi L’ISOLA DEL TESORO Caldonazzo. 15.30. Teatro S. Sisto. Con Federico Vivaldi e Giacomo Anderle. Una produzione Fondazione Aida. Liberamente tratto da “Treasure Island” di Robert Louis Stevenson. Regia: Giacomo Anderle. Trentino Book Festival. Info: tel. 349.3696244.

17 MERCOLEDÌ Teatro POLVERE - DIALOGO TRA UOMO E DONNA Mezzocorona. Ore 21.30. Mezzocorona Casa Menestrina Via S.Antonio 1. In caso di pioggia: Teatro S.Gottardo via San G.Bosco. Una storia di malamore, di quello che umilia e colpisce, che annulla. Storie di donne gettate nei fossi, abbandonate nei campi, rinchiuse nei sacchi di plastica, raccontate attraverso quello che succede prima. La Ruina analizza e interpreta il fenomeno del mostro, anziché raccontare una donna esplora l’universo maschile e violento. Eppure una donna sul palco insieme a lui c’è: Jo Lattari, che interpreta con finezza la vittima sempre più consapevole di una storia senza amore. Info: www.solstiziodestate.it. Tradizione METTITI ALLA PROVA SULLE SALITE DA MITO DELLA VALSUGANA! Grigno. Da Grigno all’altopiano della Marcesina. Scala la salita in totale libertà, per allenarti in sicurezza senza preoccuparti del traffico! Le salite saranno tutte cronometrate con partenza alla francese! Info: APT Valsugana ufficio di Borgo Tel. 0461.727740; info@ visitvalsugana.it.

18 GIOVEDÌ Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Per programma dettagliato visitate il sito www.festevigiliane.it. Info: Servizi Organizzativi

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19 VENERDÌ Tradizione METTITI ALLA PROVA SULLE SALITE DA MITO DELLA VALSUGANA! Castello Tesino. Da Castello Tesino a Passo Brocon. Scala la salita in totale libertà, per allenarti in sicurezza senza preoccuparti del traffico! Le salite saranno tutte cronometrate con partenza alla francese Info: APT Valsugana ufficio di Borgo Tel. 0461.727740; info@visitvalsugana.it. Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Per programma dettagliato visitate il sito www.festevigiliane.it. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111.

20 SABATO Esposizione MERCATINO DEL RIUSO E DELLA CREATIVITÀ Trento. Dalle ore 10 alle 19. Contrada Santa Maria Maddalena. (Via L. Marchetti - Via santa Maria Maddalena - Via Dietro Le Mura B - Via F. Ferruccio - Vicolo santa Maria Maddalena). Mercatino riservato ai privati con l’oggetto principale di promuovere le arti, la creatività e l’artigianato domestico che non svolgono attività con carattere di impresa e che intendono esporre o vendere oggetti usati e da collezione, prodotti di artigianato hobbistico ed opere d’arte da loro realizzate. I partecipanti non potranno essere commercianti, né titolari di partita iva nell’ambito del commercio, né ambulanti, né antiquari. Info: www.amicitta.com. Musica BLASKAPELLE WORB Trento. Ore 10.30. Piazza Duomo. Concerto di una banda a cappella svizzera..

Musica MUSICHE PER QUATTRO SCULTURE SACRE Riva del Garda. Ore 20.45-22.30. Chiesa dell’inviolata. Concerto con l’Ensemble Bonporti del Conservatorio. Ingresso gratuito. Info: www.gardatrentino.it; Tel. 0464.554444; Amici della Musica Tel. 333.3710296. Tradizione RIEVOCAZIONE STORICA: CAVALLI, PISTONI, RICORDI, EMOZIONI LevicoTerme. Info: Giorgio Ghezzi 335.8062700. Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Per programma dettagliato visitate il sito www.festevigiliane.it. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111.

21 DOMENICA Musica ARS MODI MEETS PIÙ PIANO Trento. Sala Sosat. Concerto di presentazione del CD “Ars Modi” del pianista e compositore trentino Edoardo Bruni. Concerto di anteprima del festival “Più Piano 2015”. Musiche di Edoardo Bruni, tratte dal progetto compositivo Ars Modi - L’Arte del Modo, basato sull’innovativa tecnica compositiva della pan-modalità. Ensemble Ars Modi. Pianoforte: Edoardo Bruni; Pianoforte II: Monique Ciola, Soprano: Letizia Grassi. Musica KATHARSIS 2015 CONCERTI DI PRIMAVERA Trento. Ore 21. Via Malpaga, 17 Sala Sosat. ARS MODI Vol. 1. Concerto di presentazione del nuovo cd di Edoardo Bruni con Monique Ciola, pianoforte - Edoardo Bruni, pianoforte - Letizia Grassi, soprano. Ingresso gratuito. Info: www. arsmodi.it.

Musica SIDEOUT FESTIVAL Torbole sul Garda - Nago. Ore 17-24. Artisti e “disc-jokey” si daranno il turno alla “consolle” nella splendida cornice torbolana alle “Foci del Sarca”. La musica sarà rigorosamente ricercata e di qualità, e non a caso i dj invitati sono dei nomi importanti nella scena della musica “deep house” e “tech house”. Ingresso gratuito. Info: www.gardatrentino.it; Tel. 0464.554444. Musica FESTA DELLA MUSICA Arco. Ore 10-23.30. Vie e piazze del centro. Concerti e esibizioni di artisti di strada. Ingresso gratuito. Info: www.gardatrentino. it; Tel. 0464.554444; Associazione italiana per la promozione della Festa della Musica Tel. 0464.556774; www.festadellamusica-altogarda.it. Teatro L’UOMO CHE RACCOGLIEVA LE BOTTIGLIE Mezzocorona. Ore 21.30. Casa Menestrina. In caso di pioggia: Teatro S.Gottardo. Uno spettacolo dedicato ad Andrej Tarkovskij. Testo, regia, elemento scenico e interpretazione Pino Petruzzelli. Musiche, Voce narrante Paola Piacentini. Produttore esecutivo Centro Teatro Ipotesi. Dalle ore 19.30 degustazione vini locali accompagnata da piccola gastronomia. Info: www.solstiziodestate.it. Tradizione RIEVOCAZIONE STORICA: CAVALLI, PISTONI, RICORDI, EMOZIONI LevicoTerme. Info: Giorgio Ghezzi 335.8062700. Tradizione SPORTFUL DOLOMITI RACE 2015 Valsugana. Famosa gara di bicicletta più dura e suggestiva d’Europa alla quali partecipano circa 4.000 cicloamatori provenienti da tutto il mondo per scalare i passi

ALBERTO FOLGHERAITER

Un popolo, due patrie Il Trentino nel vortice della Grande Guerra (1914-1918)

CURCU & GENOVESE

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IN L S IB w w UL RER w. NO IA cu ST O r c u R PP eg O S UR en IT E ov O ese .i t



trentinoappuntamenti delle Dolomiti Bellunesi e trentine. Fra i 4000 partecipanti ci sono circa 500 atleti provenienti da Germania, Olanda, Ungheria, Danimarca, Spagna, Giappone, Norvegia, Nuova Zelanda e Brasile. La gara parte da Feltre (BL) e per ritornare sulla salita del Passo Manghen per rientrare poi a Feltre per un totale di 134 chilometri con un dislivello di 2755 m. Info: APT Valsugana ufficio di Borgo Valsugana Tel. 0461.727740; info@visitvalsugana.it. Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Per programma dettagliato visitate il sito www.festevigiliane.it.

Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111.

23 MARTEDÌ Tradizione ELEZIONE DI MISS TRENTO Trento. Piazza Fiera. Per iscrizioni e info: Tel. 0461.239111.

24 MERCOLEDÌ Teatro LESSICO DI HIROSHIMA - PER VOCE NARRANTE E PIANOFORTE San Michele all’Adige. Ore 21.30. Museo degli Usi e Costumi della Gen-

te Trentina. Al pianoforte Marco Dal Pane, musiche originali di Roberto Conz. Info: www.solstiziodestate.it. Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Per programma dettagliato visitate il sito www.festevigiliane.it. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111.

25 GIOVEDÌ Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Per programma dettagliato visitate il sito www.festevigiliane.it. Info: Servizi Organizzativi

ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111.

26 VENERDÌ Musica CONCERTO Riva del Garda. Ore 20.45-22.30. Auditorium del Conservatorio. Al pianoforte Yoon Hee Yang, vincitrice del Concorso Internazionale Città di Verona 2014. Ingresso gratuito. Info: Amici della Musica Cell. 333.3710296. Tradizione FESTE VIGILIANE Trento. Per programma dettagliato visitate il sito www.festevigiliane.it. Info: Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento Tel. 0461.917111.

27 SABATO Enogastronomia FESTA DEI PORTEGHI DI CINTE Cinte tesino. Giro gastronomico per le vie del paese, apertura stand ore 17 (fino alle ore 21). Info: APT Valsugana Lagorai Ufficio di Castello Tesino tel. 0461.593322. Teatro LESSICO DI HIROSHIMA - PER VOCE NARRANTE E PIANOFORTE Mezzocorona. Ore 21.30. Piazza della chiesa. In caso di pioggia: Teatro S.Gottardo. Di e con Manuel Ferreira e Elena Lolli. Musiche di Mauro Buttafava. Musicisti Mauro Buttafava, Marco Fior, Gianmaria Stelzer. Info: www.solstiziodestate.it.

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28 DOMENICA Musica SIDEOUT FESTIVAL Torbole sul Garda - Nago. Ore 17-24. Artisti e “disc-jokey” si daranno il turno alla “consolle” nella splendida cornice torbolana alle “Foci del Sarca”. La musica sarà rigorosamente ricercata e di qualità, e non a caso i dj invitati sono dei nomi importanti nella scena della musica “deep house” e “tech house”. Ingresso gratuito. Info: www. gardatrentino.it; Tel. 0464.554444. Tradizione GO - GO AVIS 2015 PieveTesino. Camminata in montagna non competitiva di km 7 aperta a tutti i cittadini senza limiti di età lungo la forra di Sorgazza (Val Malene - Pieve Tesino). Info: APT Valsugana - Ufficio di Castello Tesino Tel. 0461 593322; Fax 0461 593306; castellotesino@visitvalsugana.it.

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trentinoappuntamenti GLI APPUNTAMENTI DI LUGLIO 1 MERCOLEDÌ Musica PRIMIERO DOLOMITI FESTIVAL BRASS 2014 Fiera di Primiero. Ore 10.30. Centro zona pedonale: Mo’ Better Band. Info: www.primierodolomitifestival.it. Musica PRIMIERO DOLOMITI FESTIVAL BRASS 2014 Transacqua. Ore 21. Piazza Don Nicoletti. (in caso di maltempo presso l’Isola Bar). Sevens Sins Dixieland Orchestra. Info: www. primierodolomitifestival.it.

2 GIOVEDÌ Cultura APPARIZIONI - METAFISICA DELL’AMORE Riva del Garda. Ore 21.30-23. Porto San Nicolò (zona del forte). Uno spettacolo comico che parla dell’amore. Uno spettacolo dedicato a chi ha ancora voglia di amare e ridere di questo disgraziato dolore che ti prende allo stomaco senza distinzione di sesso, di razza, di lingua o di religione. Ingresso gratuito. Info: Compagnia delle Nuvole Tel. 0464.543116. Musica PRIMIERO DOLOMITI FESTIVAL BRASS 2014 Fiera di Primiero. Ore 10.30. Centro zona pedonale. Mo’ Better Band. Info: www.primierodolomitifestival.it.

Musica PRIMIERO DOLOMITI FESTIVAL BRASS 2014 Imer. Ore 21. Piazza Municipio. (in caso di maltempo presso le Sieghe). Myo - Mondaino Young Orchestra. Info: www.primierodolomitifestival.it.

4 SABATO Musica PRIMIERO DOLOMITI FESTIVAL BRASS 2014 Fiera di Primiero. Ore 10.30. Centro zona pedonale. Ensemble Tromne di Portogruaro. Info: www.primierodolomitifestival.it. Musica PRIMIERO DOLOMITI FESTIVAL BRASS 2014 Tonadico. Ore 18. Piazzetta del Marzolo (in caso di maltempo presso il Palazzo Scopoli). Trentino Horn Ensemble. Info: www. primierodolomitifestival.it. Musica OLTRASUONI FESTIVAL Pietramurata. Ore 21.30-01.00. Loc. Cargadori. Festival di musica rock. Ingresso gratuito. Info: Associazione Sonà Cell. 347.4368776; www.oltrasuoni.it.

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Musica PRIMIERO DOLOMITI FESTIVAL BRASS 2014 Mezzana. Ore 17. Centro storico. Primiero Dolomiti Quintet. Passeggiata musicale tra Cataste & Canzei. Info: www.primierodolomitifestival.it.

Musica SIDEOUT FESTIVAL Torbole sul Garda - Nago. Ore 17-24. Artisti e “disc-jokey” si daranno il turno alla “consolle” nella splendida cornice torbolana alle “Foci del Sarca”. La musica sarà rigorosamente ricercata e di qualità, e non a caso i dj invitati sono dei nomi importanti nella scena della musica “deep house” e “tech house”. Ingresso gratuito. Info: www.gardatrentino.it; Tel. 0464.554444.

Musica PRIMIERO DOLOMITI FESTIVAL BRASS 2014 Siror. Ore 21. Piazza Municipio (in caso di maltempo presso la Sala Civica) Bozen Brass. Info: www. primierodolomitifestival.it.

Musica OLTRASUONI FESTIVAL Pietramurata. Ore 21.30-01.00. Loc. Cargadori. Festival di musica rock. Ingresso gratuito. Info: Associazione Sonà Cell. 347.4368776; www.oltrasuoni.it.

3 VENERDÌ Musica PRIMIERO DOLOMITI FESTIVAL BRASS 2014 Fiera di Primiero. Ore 10.30. Centro zona pedonale. Bifunk Brass Band. Info: www.primierodolomitifestival.it. Musica PRIMIERO DOLOMITI FESTIVAL BRASS 2014 San Martino di Castrozza. Ore 18. Centro zona pedonale. Bifunk Brass Band. Info: www.primierodolomitifestival.it.

Tradizione 65A TRENTO BONDONE INTERNATIONAL HILL CLIMB CUP Trento. Nuovamente inserita nel calendario europeo, la Trento Bondone festeggia la 65^ edizione. Si tratta della più vecchia e lunga gara automobilistica in salita con partenza da Trento e arrivo in località Vason, in cima al Monte Bondone, lungo 17 km di strada tortuosa e spettacolari tornanti che ogni anno fanno vibrare di grandi emozioni migliaia di spettatori. Info: www.scuderiatrentina.it.

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SALUTE E PREVENZIONE TERMALE IN VALSUGANA “PAESAGGI DI GUERRA” E ABBONDANZA BERTONI

BENESSERE COME STILE DI VITA. LE TERME DI LEVICO: UNA RISORSA

UN RICORDO DELLA GUERRA E RITRATTO DELLA COPPIA DI BALLERINI TRENTINI

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ome sempre molto ghiotta la programmazione di Tapis Roulant, in onda domenica 14 giugno (ore 9.40 circa su RAI3 ed in replica sul canale 103 del Digitale Terrestre alle 22.30). Prosegue il Ciclo sulla Grande guerra in Trentino realizzato dalla Struttura di Programmazione della Sede Rai di Trento con la regia di Ugo Slomp. La dodicesima puntata avrà come tema “Paesaggi di guerra”. Introdotta da Lorenzo Gardumi, e con il contributo di Andrea Di Michele della libera Università di Bolzano, la penultima trasmissione del ciclo illustrerà le devastazioni subite dal territorio trentino a causa del conflitto. Nuova puntata, poi, per “L’Europa in Trentino”. Il successo dell’Europa nel mercato globale competitivo poggia su una manodopera qualificata, che produce beni e servizi innovativi e di qualità. È un programma a cura di Stefano Uccia e condotto da Elisabetta Curzel. Continua l’appuntamento con gli chef del territorio che interpretano antiche ricette trentine con gusto e diletto personale, abbinando i vini più adatti per degustare al meglio la leccornia. Questa settimana è di scena lo chef Paolo Dolzan che propone: “Canederlotti al trentingrana avvolti nella pancetta su crema di patate, tarassaco e aceto di mele”. La regia è di Flavio Pedrotti. Puntata successiva, il 28 giugno. “Seconda pelle” dedicato alla coppia di ballerini Abbondanza Bertoni. Nel 1980 lei è campionessa italiana di ginnastica ritmica. Scelta per rappresentare l’Italia alle

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er la stagione 2015 è stato presentato il 25 maggio scorso un nuovo progetto di promozione elaborato dallo stabilimento termale di Levico in collaborazione con APT Valsugana Lagorai, BIM Brenta, Comune di Levico Terme e Comunità di Valle Alta Valsugana e Bersntol. Obiettivo principale di questa iniziativa è quello di promuovere uno stile di vita sano e incentrato sul concetto di prevenzione, tramite l’utilizzo dell’acqua termale solfato arsenicale ferruginosa di Levico e Vetriolo, unica in Italia e rara in Europa. Una risorsa preziosa del territorio da valorizzare mediante eventi ed incontri rivolti al pubblico per far conoscere le proprietà dell’acqua e lo stabilimento termale di Levico, centro d’avanguardia di cura, salute e prevenzione. Il Presidente dell’APT Valsugana Lagorai Stefano Ravelli ha dichiarato “sono molto soddisfatto del risultato ottenuto a testimonianza della collaborazione tra i diversi soggetti presenti a livello locale. Sempre di più sarà necessario lavorare con queste nuove modalità di condivisione e in un’ottica sinergica”. La Presidente delle Terme di Levico e Vetriolo Donatella Bommassar ha confermato “vi è un sempre maggiore interesse da parte della popolazione locale che potrà, grazie a questo accordo, avere maggiori informazioni a disposizione nonché dei medici dedicati per poter approfondire le tematiche maggiormente richieste”. Olimpiadi di Los Angeles, abbandona all’improvviso il mondo dello sport. E, contro l’opinione di sua madre, muove i primi passi di danza. Lui in quegli anni è un grande appassionato di calcio. Accompagna la sorella a un provino di danza, un po’ per gioco muove qualche passo e alla fine, non senza qualche rivalità familiare, viene scelto. Si incontrano 8 anni dopo, a Parigi. Interpreti di Dark, spettacolo di Carolyn Carlson al Théatre de la Ville. Diventano compagni di vita e di arte e Inventano il teatro danza italiano. Noi ne raccontiamo la loro storia. La regia è di Giorgio Balducci con testi di Elisa Dossi. Infine, ultimo appuntamento con gli chef del territorio. La puntata vede protagonista lo chef Nicoletta Andreis che propone: “Canederlo in salvietta con sugo di mortadella della Val di Non”.


I TERRITORI PER EXPO MOSTRA TEMPORANEA

Una mostra, un concept store, laboratori e degustazioni per raccontare l’eccellenza e la tipicità dei prodotti trentini

27 MAGGIO • 31 OTTOBRE 2015 PALAZZO DELLE ALBERE VIA R. DA SANSEVERINO 45 TRENTO Enti promotori

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TUTTE LE “FIABE DEL CIBO E DELL’OLIO” AL MUSE, I SARTORAZZI FESTEGGIANO 30 ANNI

IL PREMIO NAZIONALE BIMBOIL ALL’ISTITUTO COMPRENSIVO DI LEVICO TERME

I NEGOZI DI PARRUCCHIERI DI ALA E TRENTO DI GIUSEPPE SARTORAZZI HANNO FESTEGGIATO L’IMPORTANTE ANNIVERSARIO CON UNA GRANDE FESTA AL MUSE, SVOLTASI IL 22 MAGGIO. UNA SERATA ALL’INSEGNA DI BUONA MUSICA, BOLLICINE DI TRENTODOC E TANTA CONVIVIALITÀ, IMMERSI NEL CONTESTO MAGICO DEL MUSEO A DISPOSIZIONE PER UNA NOTTE DI TUTTI GLI INVITATI

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l Premio Nazionale Bimboil 2014-2015, che quest’anno ha coinvolto 63 scuole distribuite in 42 comuni, per un totale di 287 classi partecipanti e 5.124 bambini, ha i suoi vincitori. Tra questi ci sono anche le classi 3C e 3D dell’Istituto Comprensivo di Levico Terme, gemellato quest’anno con il Progetto Bimboil. Il tema che ha ispirato questa tredicesima edizione è stato “Le fiabe del cibo e dell’olio”, con le classi partecipanti invitate a sviluppare una fiaba o una favola sul cibo e sull’alimentazione in generale, scegliendo una regione italiana e un paese del mondo e mettendo a confronto le due realtà. A deliberare i vincitori e il premio speciale all’Istituto Comprensivo di Levico Terme, una giuria composta dal funzionario della Direzione Generale per la promozione della qualità agroalimentare e dell’ippica PQAI IV del Dipartimento delle Politiche competitive della qualità agroalimentare, ippiche e della pesca del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali Gabriella Giancarlo, il Direttore dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio Antonio Balenzano, il Coordinatore regionale Città dell’Olio Toscana Marcello Bonechi, la grafica Stefania Bosi, l’insegnante Lucilla De Angelis, la giornalista ed esperta di comunicazione Marzia Morganti Tempestini e Clemente Pellegrini per il Consorzio Olio DOP Chianti Classico. A orientare i giurati nella scelta su quale fosse il miglior lavoro è stata la valutazione complessiva degli elaborati pervenuti, con particolare attenzione all’esaustività del lavoro, la creatività, il coinvolgimento degli alunni, la cura nell’esecuzione e l’attinenza al format inviato. Ad aggiudicarsi il gradino più alto del podio è stata la classe 5A dell’Istituto Comprensivo Perotti di Ruffo di Cassano delle Murge (Ba), per l’impegno, la dedizione, l’attualità e il coinvolgimento dei bambini: il formato proposto è stato arricchito aumentando le potenzialità del format.

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SILVIO FEDRIZZI NUOVO CAPO DI GABINETTO DIECI BAMBINI ARTISTI PER AIUTARE IL NEPAL I RAGAZZI DELLA CLASSE QUINTA A DELLA SCUOLA PRIMARIA DI TENNA

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l 22 maggio scorso si è svolta a Tenna, presso la sala comunale, una raccolta fondi da destinare alle popolazioni terremotate del Nepal. La serata, organizzata dai ragazzi della cooperativa scolastica Formicando, è stata presentata e condotta dal giornalista e presidente dell’associazione culturale La Fonte di Caldonazzo, Waimer Perinelli. I ragazzi hanno realizzato, con l’aiuto delle maestre, dieci opere che esprimevano le sensazioni e lo stato d’animo di ognuno di loro di fronte alla tragedia nepalese. I ragazzi della classe quinta della scuola primaria di Tenna hanno lavorato su dieci basi da 60x80 in bassorilievo, create dall’artista Leonardo Lebenicnik, completandole con tecniche miste di pittura H E e usando materiali vari per L NEPAL arricchire e risaltare le loro EsposizionE E vEndita creazioni. Il risultato ottenuto di 10 opErE crEatE dai ragazzi dElla classE quinta sono state dieci opere diverse dElla scuola primaria di tEnna tra loro ma molto armoniche nell’insieme e molto belle che siEtE tutti invitati tEnna hanno lasciati stupiti tutti i vEnErdì 22 maggio orE 18.00 sala comunale (municipio) partecipanti all’evento. Grazie Siete tutti invitati a partecipare alla qualità dei bassorilievi, infatti, l’asta è stata un vero successo, andato oltre ogni più rosea previsione. Insieme alle opere sono state vendute le stampe delle opere stesse e le magliette con il logo della serata stampato sulla manica. La serata ha permesso di raccogliere circa 3000 euro che, tolte le spese, saranno interamente devoluti all’associazione Ciao 

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comune di tenna

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comunità alta valsugana e Bersntol

il ricavato sarà interamente devoluto per gli aiuti alla popolazione nepalese

sarà presente alla serata il fondatore dell’associazione ciao namastè mario corradini

25 aprile 2015. I soci della Cooperativa Formicando, insieme ad insegnanti, dirigente scolastica e genitori, al Rifugio Sette Selle per la consegna a Mario Corradini dell’assegno per l’Associazione Ciao Namastè ricevono la brutta notizia del terremoto distruttivo in Nepal; così nasce una nuova proposta per raccogliere fondi per le popolazioni nepalesi bisognose.

AL SINDACO DI TRENTO, AL POSTO DI LORENZO ANDREATTA

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l sindaco ha nominato il nuovo dirigente del servizio Gabinetto e pubbliche relazioni che ha iniziato il 25 maggio il suo incarico: si tratta di Silvio Fedrizzi, laureato in ingegneria ambientale e dal 2005 funzionario in Comune, dove si è occupato di gestione dei rifiuti assumendo dal 2008 la responsabilità del Progetto per la gestione integrata. L’ingegner Fedrizzi ha già dimostrato in questi anni grande professionalità, notevole competenza e forte senso istituzionale, manifestando doti eccellenti anche di fronte a temi delicati che, per la loro trasversalità e complessità, richiedevano sintesi attente e ponderate. La scelta della sua persona testimonia la volontà di valorizzazione delle risorse umane cresciute all’interno dell’Amministrazione. Lorenzo Andreatta, che dal 2000 ad oggi ha rivestito il ruolo di Capo di Gabinetto con i sindaci Pacher prima e Andreatta poi, si è distinto per l’appassionato servizio, per l’apprezzata competenza e per una universalmente riconosciuta disponibilità dentro l’Amministrazione nell’interesse della città. La sua esperienza gli consentirà di dedicarsi nell’immediato futuro alla promozione della città e della sua immagine, anche con compiti di coordinamento degli eventi, garantendo inoltre un contributo alla pianificazione della comunicazione.

Namastè che opera in Nepal già da qualche anno. Alla serata ha partecipato il fondatore dell’associazione Ciao Namastè, Mario Corradini, noto alpinista e scrittore, che ha descritto sia a parole che con immagini e testimonianze la drammatica situazione venutasi a creare in Nepal dopo il terribile terremoto del 25 Aprile. Oltre a Mario Corradini hanno preso la parola anche l’assessore alla cultura nonché vicesindaco di Tenna Loredana Camin, l’artista Paolo Vivian e la dirigente scolastica Daniela Fruet. Anche le maestre dei ragazzi hanno sottolineato l’impegno e la partecipazione, nata proprio il 25 Aprile in occasione della consegna al rifugio Sette Selle dell’assegno di 600 Euro destinato alla costruzione della scuola di Randepu, di tutti i bambini ad un’iniziativa nuova sia dal punto di vista organizzativo che espressivo. Erano presenti ed hanno dato il loro sostegno anche la presidente dell’associazione “Tenna Attiva” Mariagrazia Bressan e Anita Briani, membro della Comunità Alta Valsugana e Bersntol. 89

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UNA NUOVA STAGIONE NEI MUSEI DI RONZONE CIRCUITO DOLOMITI GOLF CUP 2015

CON LA PREZIOSA RACCOLTA DI FIGURINE DELLA LIEBIG

NOVITÀ E CONFERME ALLA PRESENTAZIONE DELLE GARE

Da Sx: Riccardo Gaifas, Delegato FIG TN, Hermann Schnitzer Delegato FIG BZ, Sergio Costa organizzatore, Giorgio Torgler Presidente CONI TN

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l 12 maggio, a Trento in via Belenzani presso la sede del Coni è stata presentata alla Stampa la 24ª edizione del Circuito Dolomiti Golf Cup 2015 da Giorgio Torgler, Presidente del CONI del Trentino, che, come padrone di casa, ha dato il benvenuto, ricordando che alle prossime Olimpiadi di Rio de Janeiro in Brasile nel 2016 il Golf entrerà a pieno titolo come disciplina sportiva e che il Trentino è diventato un grande villaggio sportivo, grazie ai suoi 20.000 tecnici volontari che, con le Universiadi dell’anno scorso, gestite con parsimonia e professionalità, hanno dato grande visibilità al Trentino. Riccardo Gaifas, Delegato della Federazione Italiana Golf per la Provincia di Trento ed Hermann Schnitzer per quella di Bolzano, hanno illustrato le realtà locali dopo il successo che il golf italiano ha riscosso negli ultimi anni. La compagine dei giocatori italiani sui Tour si è arricchita con l’ingresso di Renato Paratore che nei primi mesi del 2015 ha già confermato la Carta per il 2016. Aron Zemmer, professionista di Castelrotto, solo domenica scorsa ha lottato per la vittoria sull’Alps Tour, mentre Gianmarco Libardi, il forte giocatore di Rovereto, ha preso in mano l’attività giovanile del Trentino con ottimi risultati. Sono stati organizzati corsi invernali presso i club con apertura annuale che hanno dato già buoni frutti: su tutti Chiara Polichetti, quattordicenne di Arco, ha vinto il titolo Triveneto meritando il Brevetto Giovanile. Nel recentissimo Consiglio Federale è stato aggregato il nuovo Campo Pratica di Rovereto, coraggioso recupero di una discarica esaurita che il Comune di Rovereto ha affidato in coabitazione al Golf e all’Aereomodellismo. A luglio il golf Folgaria ospiterà per la prima volta il Campionato Triveneto a Squadre e ad ottobre il Match Play Giovanile a Squadre Trentino versus Alto Adige. 90

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Musei di Ronzone nelle varie sezioni che spaziano dalla scuola agli Usi e Costumi d’Anaunia, dalle cartoline e collezionismo minore all’orientamento e lo sport, aprono con un programma di 5 mesi intensi e particolarmente vivaci nelle iniziative. Per continuare una tradizione, che ha sempre destato successo tra i visitatori, a partire dal mese di giugno propone “Quell’anno avvenne…” cioè il lavoro della collezionista Luciana Recla che è riuscita a raccogliere e catalogare piccoli e grandi fatti del passato accaduti negli anni con il numero finale 5 come appunto l’anno presente: tanti, tantissimi fatti importanti, avvenimenti passati alla storia, nascite, morti, arte, sport, religione, politica, musica, fumetti, letteratura, poesia in una carrellata che richiama il passato. E tanto per citare qualche avvenimento ricordiamo l’inizio del Concilio di Trento (1545), la nascita di S. Antonio da Padova (1195) e di Dante ( 1365), la tragedia di Stava (1985), e la visita a Trento di Papa Giovanni Paolo II (1995) la morte di Antonio Rosmini (1855). Rimane poi, fino alla fine del mese, la preziosa raccolta di figurine della Liebig sulla storia d’Italia, pubblicate tra il 1872 al 1974, raccolta che verrà poi sostituita dalla mostra di cartoline, francobolli, figurine e documenti vari, un omaggio a Dante per ricordare i 750 anni dalla nascita del “sommo poeta”. (c.r.) I tesserati in regione, nonostante la crisi e i meteo avversi, sono stazionari pari a 3.549 di cui 2.202 a Bolzano e 1.347 a Trento, ma per il 2015 si prospetta un leggero aumento. Esistono 24 Golf Club (BZ 14 + TN 10) di cui 12 (BZ 7 + TN 5) con percorso da 9 o 18 buche. Nel giugno 2014 sono state inaugurate le nuove 9 buche del Golf Folgaria che è diventato il quinto campo in Regione con percorso a 18 buche, mentre a giugno sarà inaugurato il nuovo Golf Club Eppan, per il momento a 9 buche, nella zona di Appiano.


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NUOVA SILHOUETTE PER LE 5 GRAN RISERVE 19:02 FERRARI TIME APERITIVO ITALIANO FERRARI CELEBRA IL RITORNO A EXPO CON LA RISERVA ORGOGLIO ITALIA

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n Trentodoc millesimato, vendemmia 2006, realizzato in 2015 esemplari numerati, dal design ispirato all’avveniristica architettura di Palazzo Italia. Con quest’edizione limitata la cantina trentina ha voluto celebrare il proprio ritorno a Expo Milano dopo oltre un secolo e la prestigiosa collaborazione con il Padiglione Italia, che ha scelto Ferrari quale brindisi per i propri momenti ufficiali. “Orgoglio Italia”, che dà il nome alla Riserva, è infatti il motto scelto dalla rappresentanza del nostro Paese a Expo Milano 2015. Il Ferrari Riserva Orgoglio Italia rappresenta idealmente un ponte fra il presente, rappresentato dalla tessitura di linee bianche che riprende la “foresta urbana” di Palazzo Italia, e il passato, richiamato dalla Medaglia d’Oro vinta da Ferrari all’Esposizione Internazionale del 1906 che spicca sul collarino. Ottenuta da uve Chardonnay coltivate nelle zone più vocate del Trentino, la Riserva sarà utilizzata come omaggio alle delegazioni straniere in visita a Expo e sarà disponibile in alcune selezionate enoteche. Il primo brindisi con questa speciale Riserva ha suggellato la presentazione, giovedì 14 maggio, del progetto Ferrari per Expo, cui è intervenuta la Presidente di Expo Diana Bracco. A lei è stata consegnata la bottiglia numero 2015, mentre la numero 1 è stata consegnata qualche giorno prima a Matteo Renzi. Il progetto Ferrari per Expo è articolato e non si esaurisce nell’importante collaborazione con il Padiglione Italia. È stato realizzato all’interno del Padiglione Eataly un Ferrari Spazio Bollicine, ed è possibile apprezzare i Trentodoc della casa in diversi ambiti del sito espositivo: al Padiglione “Vino – A taste of Italy”, nel Supermercato del Futuro, nelle cene d’autore di Identità Golose e al termine del percorso sulla biodiversità di Slow Food.

DISTILLERIA BERTAGNOLLI PROSEGUE IL RESTYLING

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opo l’importante restyling delle grappe classiche e dell’immagine corporate realizzato nel 2014, la storica distilleria trentina conquista Vinitaly 2015. Per celebrare il 145° Anniversario, Bertagnolli ha presentato a Verona 5 nuove Gran Riserve, grappe premium che hanno destato grande interesse e ammirazione da parte di consumatori ed opinion-leader del mondo wine&spirits. Design innovativo, etichette eleganti, antiche ricette riscoperte, nuovi orizzonti. Un blend, questo, che presenta al mondo un modo alternativo di amare la grappa: nei cocktail e nell’alta cucina… ed è subito glam! Premium sia in termini di qualità sia per profilo del gusto, le 5 Gran Riserve Bertagnolli ripropongono in nuove confezioni e ricette la grande tradizione trentina in fatto di grappa. Una caraffa tronco-conica a ricordare la forma vetro delle grappe classiche, una silhouette compatta dai contorni ergonomici ed armoniosi, un elegante elemento decorativo in rilievo che la avvolge. «Abbiamo voluto creare una bottiglia che raccontasse la storia di Bertagnolli, la sua importante eredità culturale e l’unicità dell’antica arte della distillazione, ma che al contempo fosse straordinariamente contemporanea ed innovativa. Così è nata la nuova caraffa, che si trasforma in preziosa scultura grazie alla presenza di un elegante disegno in rilievo che rappresenta una porzione stilizzata dei tratti decorativi dello storico scudo Bertagnolli», afferma Martina Bosetti, quinta generazione della famiglia Bertagnolli che ha seguito il progetto di restyling grafico realizzato dall’agenzia Robilant Associati di Milano. Il design delle etichette, ancora una volta, si ispira allo scudo Bertagnolli: «Quest’elemento iconico e distintivo della nostra Famiglia, a questo punto, non solo è presente trasversalmente su tutta la gamma prodotti, dal classico e popolare Grappino® fino alla punta di diamante della collezione, ma ha anche guidato la progettazione dell’offerta attraverso tre fondamentali criteri: Artigianalità, Processo e Celebrazione». Per maggiori info e e-shop: bertagnolli.it tel. 0461 603800

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CASSA RURALE DI TRENTO IN ASSEMBLEA L’ELETTRONICA È SOLO “UN GIOCO” DA RAGAZZI

GIORGIO FRACALOSSI CONFERMATO PRESIDENTE IL 14 MAGGIO

OTTIMO RISULTATO DEL CFP ENAIP VILLAZZANO ALLA GARA TEXA DEDICATA AI MIGLIORI GIOVANI MECCANICI ITALIANI

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l Centro di Formazione Professionale Enaip di Villazzano si è classificato al secondo posto alla settima edizione del TEXA Diagnosis avvincente competizione dedicata ai giovani meccanici organizzata da TEXA, azienda leader nella produzione di strumenti per la moderna diagnostica dei guasti nei veicoli. I premiati sono Akhtar Iamil e Borzaghini Christian, allievi della classe quarta Tecnico Riparatore di Veicoli a Motore. La manifestazione si è svolta nei giorni scorsi presso la sede Texa di Monastier di Treviso dove sono stati coinvolti i 44 migliori studenti (due per ogni istituto, con un’età compresa tra i 16 ed i 19 anni), accompagnati da 39 insegnanti provenienti da 22 istituti tecnici e professionali pubblici e privati dislocati su tutto il territorio nazionale, aderenti al programma sociale e formativo Texaedu Academy. Le prove che gli studenti hanno dovuto affrontare sono servite a dimostrare la perfetta conoscenza e padronanza di tutti gli aspetti legati all’elettronica applicata ai moderni veicoli, anche attraverso l’utilizzo di strumenti come multimetri ed oscilloscopi oppure analizzando un impianto di climatizzazione di un veicolo o ancora realizzando la scheda tecnica relativa ad un componente elettronico di una moto. Texa Diagnosis Contest nasce dalla volontà di Texa 92

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iorgio Fracalossi è stato confermato presidente della Cassa Rurale di Trento. L’assemblea dei soci gli ha rinnovato la fiducia con 1696 voti espressi a suo favore. Confermati gli altri tre amministratori uscenti (tra parentesi le preferenze): Rossana Gramegna (1054), Diego Pedrotti (1023), Mariangela Sandri (1015 voti). Non ce l’ha fatta Franco Gozzer, amministratore in passato della Cassa Rurale, che si era riproposto. Cambia parzialmente il collegio sindacale: il presidente Massimo Frizzi (1424) è stato riconfermato dall’assemblea, come il sindaco Lorenzo Rizzoli (971). Il nome e il volto nuovo sono quelli di Robert Schuster (746) al posto di Romeo Dallachiesa che, insieme all’altro candidato Claudio Burlon, sarà nominato sindaco supplente. Confermato per intero il collegio di probiviri: presidente Roberto Foresti, effettivi Romedio Cappelletti e Gino Dorigatti, supplenti Claudio Stenico e Umberto Tita. Il bilancio è stato approvato all’unanimità: 920 milioni di prestiti, raccolta di 1 miliardo e 842 milioni di euro, rapporto tra impieghi e depositi al 71%. Gli sportelli della Cassa Rurale di Trento sono 23 di cui 3 tecnologici (dotati dell’area Banch’io). I collaboratori sono 226. I soci presenti fisicamente in assemblea erano 1934 a cui si sono aggiunte 177 deleghe. di mettere a confronto i migliori allievi delle scuole tecniche e professionali che aderiscono al programma sociale e didattico Texaedu, in un’esperienza unica e stimolante che faccia capire loro l’importanza dello studio e del mettere in pratica quanto appreso per essere pronti ad affrontare il mondo del lavoro. Texaedu è un programma di responsabilità sociale che ha come obiettivo la formazione e l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, attraverso la diffusione di competenze meccatroniche, istituito da Texa nel 2004 e che si è meritato il riconoscimento ufficiale del Ministero dell’Università, Educazione e Ricerca.


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MEMORIAL VALENTINI A TUENNO STUDENTI TRENTINI VINCONO I COMIX GAMES

I BOCCIOFILI HANNO RICORDATO FRANCESCO

MEDAGLIA D’ORO PER IL LICEO CLASSICO “PRATI” DI TRENTO

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li studenti del Liceo Classico Prati si aggiudicano la finalissima e il titolo di campioni nazionali dei Comix Games. I ragazzi di Trento rappresentavano il Nord Italia nella finale del concorso nazionale di ludolinguistica svoltasi il giorno lunedì 18 maggio all’interno del Salone Internazionale del Libro di Torino presso l’Arena Bookstock, cuore pulsante del Bookstock Village (Pad.5), l’area del Salone dedicata ai giovani lettori. Sono arrivati a Torino da Trento e con entusiasmo e determinazione hanno conquistato il podio, nella gara conclusiva del concorso nazionale di ludolinguistica promosso dall’agenda scolastica Comix (Franco Cosimo Panini Editore) in collaborazione con il Salone Internazionale del Libro di Torino e Repubblica@Scuola. I ragazzi del Prati hanno strappato il titolo di campioni nazionali dei Comix Games agli studenti del Liceo Classico De Sanctis di Salerno, arrivati secondi, e a quelli del Liceo Scientifico Volterra di Fabriano (AN) a cui è spettato il terzo posto. Con talento, abilità e creatività, cimentandosi in divertenti ma impegnative prove linguistiche (rime, fincipit e tautogrammi) gli studenti di Trento si sono aggiudicati i favori della giuria composta da Teresa Panini, titolare di Franco Cosimo Panini, Angelo Melone, caporedattore di Repubblica.it, Federico Pace, coordinatore editoriale di Repubblica Scuola, Franco Barbolini e Silvia Stagi, rispettivamente copy e ufficio

i sono delle figure storiche nello sport delle bocce in Valle di Non, storie che si intrecciano con tre generazioni come ad esempio nella famiglia Valentini di Tassullo. Dal decano Ottavio, protagonista negli anni ‘70, di quella che poi doveva diventare una classica valligiana come la “maratona bocciofila” che parla il linguaggio della solidarietà, al figlio Francesco che ha poi lasciato a Federico l’eredità di una passione mai calata per questa disciplina sportiva. E Federico ha voluto ricordare papà Francesco con un torneo che ha convogliato Amici di ieri e di oggi sulle corsie della bocciofila “al Parco” di Tuenno. Un impegno organizzativo sostenuto dal sodalizio del presidente Natale Corradini, dai suoi collaboratori e dai famigliari di Francesco che è stato archiviato con la sigla “successo”. Infatti nutrita la partecipazione alla giornata di Tuenno di giocatori provenienti da tutta la regione per firmare un’altra bella pagina di sport e di Amicizia nel ricordo costante di un protagonista per anni delle gare valligiane, portatore di entusiasmo e di sensibilità. Per la cronaca il Memorial “Francesco Valentini” è stato vinto dalla terna formata da un inossidabile Bepi Poletti di Mechel, da Baratella e Lina Claut. Al secondo posto Cogoli, Dalla Piazza e Dallarosa davanti a Corradini, Muzzatti e Menapace. (c.r.) Nella foto vincitori e organizzatori del Memorial

stampa di Comix, e Maria Giulia Brizio del Salone del Libro. In un clima da stadio, fra striscioni e scroscianti applausi, gli studenti del Prati sono stati incoronati campioni nazionali dei Comix Games da Teresa Panini e premiati con una targa e prodotti Comix. Entusiasmo alle stelle per i campioni, grande soddisfazione anche per il professor Michele Ruele, docente di Lettere, che li ha preparati per mesi. 93

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DIALOGHI SILENTI DI BRUNO LUCCHI LA BILANCIA A BRACCI ELASTICI È TRENTINA

NELLA CHIESA DI S. MARIA A SAN MARTINO DALL’ARGINE (MN)

PROGETTATA ALL’UNIVERSITÀ DI TRENTO DA UN GRUPPO DI RICERCA DEL DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE, AMBIENTALE E MECCANICA

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l 20 maggio si è celebrata la Giornata mondiale della metrologia, appuntamento annuale istituito nel 1875 per promuovere l’uniformità delle misure nel mondo e per favorire la collaborazione globale nella scienza della misura e nelle sue applicazioni industriali, commerciali e sociali. In occasione di questa ricorrenza il Museo della Bilancia – unico nel suo genere in Italia, che ha sede a Campogalliano – ha promosso un evento speciale per presentare in esclusiva al pubblico un innovativo sistema di misura. La protagonista sarà la bilancia a bracci elastici progettata all’Università di Trento dal gruppo di ricerca ‘ERC Instabilities’ (http://ssmg.unitn.it) del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica, coordinato dal professor Davide Bigoni. La bilancia, che è stata donata dai ricercatori al Museo, sarà illustrata dallo stesso Bigoni, accompagnato da Francesco dal Corso e Diego Misseroni, che hanno contribuito alla sua progettazione insieme a Federico Bosi, ora studente postdottorale al Caltech. Il prototipo è stato messo a punto e testato nel ‘Instabilities Lab’ del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica, dove recentemente sono stati scoperti innovativi concetti di meccanica configurazionale e realizzati prototipi basati su questi principi per diverse applicazioni, tra cui, per ultima, la misura del peso. Le applicazioni tecnologiche dei vari prototipi sono spesso difficili da immaginare ma a volte sorprendenti. Come funziona la bilancia? Grazie ai suoi bracci flessibili, la bilancia riesce a lavorare con o senza contrappeso, sfruttando entrambi i concetti di equilibrio e di deformazione. La novità di questo strumento sta proprio nella sostituzione dei bracci rigidi con una lamina flessibile ed elastica, libera di scorrere in un manicotto inclinato senza attrito e che raggiunge l’equilibrio quando vi sono applicati dei pesi alle estremità. L’equilibrio, che può sembrare apparentemente impossibile, viene garantito mediante “forze configurazionali” che si sviluppano ai due bordi del manicotto a causa della possibilità di scorrimento e della deformabilità della lamina. 94

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ilenziose presenze accolgono il visitatore tra le antiche mura di una chiesa sconsacrata al limite tra la campagna e l’abitato. Sono le opere di Bruno Lucchi, sculture di piccole, medie e grandi dimensioni, che hanno trovato la giusta relazione tra loro e quel che resta delle decorazioni preesistenti di un luogo che, in un tempo lontano, è stato sacro (la mostra si è chiusa il 31 maggio). Sono presenze ieratiche, armoniche, incutono rispetto. È un dialogo tra divino e terreno, capace di grandi comunicazioni sul piano emotivo ed estetico. Si è indotti al silenzio, alla riflessione. Si fa strada dentro di noi una sorta di preghiera laica davanti all’opera d’arte, specchio dell’anima dell’artista che riflette e irradia lo spettatore con la sua luce. È un dialogo tra la materia e lo spazio, tra vuoti e pieni. Tra la luce e le tenebre. Tra figure, archetipi di uomini e donne, forse angeli, lontane dalle insidie terrene, unite solo dall’Amore. Le dicotomie proseguono e ci portano al nocciolo di tutti i pensieri, l’eterna lotta tra il Bene e il Male che l’artista risolve con la vittoria del Bello. Una sapienza paziente, silenziosa, produce queste opere che resteranno, vincendo anche sul Tempo. Materia viva che intona dialoghi silenti.


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RICONOSCIMENTO PER MAURO CAPPELLETTI VACANZE SPORT GIARDINO: TUTTO A BOLZANO OTTIMO RISULTATO ANCHE PER L’EDIZIONE 2015 DI TEMPO LIBERO

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a formula vincente della Tempo Libero, mix d’informazione, intrattenimento e possibilità d’acquisto, ha dato i suoi frutti anche in quest’edizione. Oltre 45.000 visitatori hanno apprezzato la vasta offerta di prodotti e novità presentati dai 383 espositori presenti in fiera, arricchita da Fiera Bolzano con un programma di eventi per tutta la famiglia e quest’anno in particolare per gli amanti dello sport, wellness e fitness. “Possiamo nuovamente essere soddisfatti del nostro risultato, sono venuti tanti visitatori come registravamo cinque anni fa”, afferma Reinhold Marsoner, Direttore di Fiera Bolzano, che vede in questa 39esima edizione di Tempo Libero, la chiusura dell’ultima fiera sotto la sua direzione: “questo ci conferma che il pubblico apprezza il fatto che manteniamo la tradizionale struttura di questa manifestazione con i settori vacanza, camping, giardino, sport e outdoor e la arricchiamo ogni anno con nuovi highlight, come quest’anno il primo wellness and fitness festival”, riassume Marsoner. Anche dall’indagine condotta su un campione di 1049 visitatori emerge che il nuovo settore “Alpine Fitness Festival” è davvero piaciuto con il 27% degli intervistati che l’hanno valutata l’attività

LA TARGA DELLA “PRO CULTURA”

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ella sala del Centro “Rosmini” a Trento, la storica ”Pro Cultura” che quest’anno compie i suoi 115 anni, ha dedicato una serata omaggio al pittore Mauro Cappelletti conclusa con la consegna della prestigiosa “Targa della Pro Cultura”, di cui sono stai insigniti nel corso di quasi trent’anni i maggiori artisti trentini. Cappelletti è uno dei tre artisti viventi di Astrazione Oggettiva. Lo scrittore e storico dell’arte Renzo Francescotti, servendosi di immagini proiettate e di un ravvicinato dialogo con l’artista a cui ha dedicato più scritti (e che tra l’altro è stato suo alunno nel biennio dell’Istituto Geometri), ha ripercorso l’itinerario artistico di Cappelletti, da quando appena diciottenne esordì nella sua prima mostra a Verona, alla sua esperienza in Astrazione Oggettiva (1976-78) assieme agli scomparsi Schmid, Senesi, Mazzonelli e a Pellegrini, Wenter Marini, con i suoi cicli tematici “Fluorescenze”, “Ondulazioni”, “Coniugazioni”, ”Dissolvenze” sino agli odierni “Monocromopluritoni”. Artista minimalista, eccezionale “pittore di indizi” è stato definito dal relatore questo raffinatissimo artista astratto, uno dei maggiori pittori trentini dell’ultimo mezzo secolo. Artisti come lui, ha detto Francescotti citando Giulio Carlo Argan, in una società borghese degradata come la nostra “non potendo fare i riformatori, fanno da depuratori, fabbricano sottili filtri protettori contro il torrente di immagini impure che i mass-media rovesciano incessantemente sul mondo”. Al termine – questa volta nelle sue vesti di Presidente della “Pro Cultura” – Francescotti ha consegnato la Targa dell’Associazione a Mauro Cappelletti. più interessante di questa edizione, seguita dal salone delle auto “Cars and more” (24%), il percorso “riscopri la natura” ideato da AVS (21,5%) e il Freestyleshow con 18%. Anche Run for a Smile by Juvenes, la mini corsa di 2 km per bambini e ragazzi sotto i 14 anni per sostenere il progetto “Una speranza per tutti” a favore dei ragazzi dell’Etiopia, e quella per adulti di 10 km hanno avuto un buon successo con 120 partecipanti e 90 volontari che l’hanno organizzata. Il percorso tra il quartiere fieristico e il centro storico di Bolzano è piaciuto molto e in molti concorrenti hanno espresso il desiderio di partecipare nuovamente nel 2016. La data per la prossima Tempo Libero è già fissata, si svolge dal 22 al 25 aprile 2016. Informazioni su: www.fierabolzano.it. 95

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IL LIBRO DEL MESE

NANDO E UBER, DA GARNIGA AL FRONTE ORIENTALE IL ROMANZO “LA LUNA ANNEGA NEL VOLGA” PRESENTATO A LEVICO TERME

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l romanzo di Renzo Francescotti “La luna annega nel Volga” (Curcu & Genovese) nel suo giro di presentazioni che ha toccato vari centri del Trentino, è approdato a Levico Terme nella sede del Gruppo Pensionati. Davanti a un numeroso pubblico ha introdotto la serata il presidente del Gruppo Marco Francescatti, che ha tra l’altro ricordato come Francescotti, di casa nella località termale, abbia presentato nella stessa sede altri suoi libri, sempre suscitando un notevole interesse. Successivamente Marina Poian ha efficacemente collocato il romanzo nel quadro del Trentino nella Grande Guerra, con i drammi dei trentini combattenti in divisa austroungarica e della popolazione deportata, sottolineando come questo romanzo faccia rivivere la storia con emozione, come se noi stessi ne fossimo presenti. Dialogando con la presentatrice l’autore ha parlato del triangolo dei tre protagonisti: Nando e Uber, due ventenni di Garniga che partono per il fronte Orientale e finiscono col darsi prigionieri dei russi nel rifiuto della mostruosa violenza della guerra. Sono due grandi amici, nella loro diversità che li attrae: l’uno razionale e riflessivo, l’altro istintivo e passionale che, quando vede l’amico troppo immerso nei problemi gli dice ”ciàvetene!” Il terzo lato del triangolo è rappresentato da Tania, la ragazza russa di cui si innamora Nando. Nel loro rapporto l’anima russa e quella trentina vengono messe a confronto, nelle loro differenze e somiglianze. Le letture della bravissima Chiara Turrini, del Gruppo “Neruda”, e dello sesso autore hanno arricchito l’applaudita serata che si è conclusa con un dialogo tra l’autore, la presentatrice dottoressa Marina Poian e il pubblico. 96

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IL ROMANZO D’ESORDIO DELLA GIOVANE TRENTINA IRENE COCCO HA LE TINTE FOSCHE DI UN ROMANZO RUSSO E AFFRONTA CON DELICATEZZA TEMI SCOTTANTI. IN “DOVEVA ESSERE PER SEMPRE” SI ESPLORANO LE CONTORTE STRADE DELL’AMORE E DELLA PIETÀ

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n legame tra due persone può davvero durare per sempre? Una domanda che si pone chiunque, almeno una volta, e che cerca la sua risposta per l’intero corso di una vita. Come possono due persone con tutte le loro fragilità e contraddizioni legarsi sinceramente, per decidere di rimandare la morte insieme? In questo romanzo, breve ma intenso, si sondano le strade labirintiche di questa ricerca, la ricerca della sincerità di un rapporto che conduca alla felicità. Ma neppure amare qualcuno è sufficiente ad essere felici, perché ci vuole un enorme coraggio, ancor più se il legame è troppo forte. Maria ama Lukas, il suo compagno, nonostante le differenze professionali e intellettuali che li dividono. Lo ama di un sentimento che si fa ancora più profondo, quasi totalizzante e simbiotico, dopo uno spiacevole incidente che gli accade durante una vacanza a San Pietroburgo. Quest’episodio infatti li cambierà, mettendo in luce tutta la loro insicurezza, la loro precarietà, che è in fondo la precarietà dell’essere umano, che soffre continuamente nell’indifferenza reciproca. Nella gelida città russa non c’è nessuno infatti che venga loro in aiuto, mostrando un po’ di pietà, e questo turba profondamente l’animo


trentinolibreria Giorgio Antoniacomi Bestiario di incerta umanità Publistampa Ci sono persone che non vorremmo mai incontrare. Poi, però, le incontriamo lo stesso. Sono persone che esprimono i vizi capitali di un’umanità meschina, perbenista, opportunista, superflua, fastidiosa. Di un’umanità malata. Questo volume raccoglie una galleria di tipi umani, quasi tutti in malafede: figure delle quali il mondo farebbe volentieri a meno. Le riconduce alla giusta dimensione, quella della caricatura e del paradosso. E le manda a quel paese. Questo libro è indignato e offeso, ma non generalizza e non contiene rancore. Se lo si legge con occhi puliti, racconta di un mondo che potrebbe essere diverso da quello che è. E qualche volta ci riesce, come confermano alcune figure, animali bastonati dalla vita, che fanno capolino qua e là nella narrazione. Sono, ovviamente, una minoranza in estinzione.

Luciano Navarini Rifugi alpini ed alpinistici del Trentino occidentale Edizioni31 È questo il secondo volume sui rifugi alpini ed escursionistici del Trentino Occidentale. In tutto il territorio provinciale vi è infatti una dotazione complessiva di 146 strutture, fra private e di proprietà associative (CAI – SAT), di cui 88 nel settore orientale e 58 in quello occidentale. Il “confine” naturale dei due volumi è il percorso del Fiume Adige. La scelta di suddividere l’opera in due volumi è stata dettata, oltre che dal rispetto per la posizione geografica, dalla praticità nella consultazione e dal minor peso nell’effettivo utilizzo sul campo. Il volume prende in considerazione 33 rifugi alpini e 25 escursionistici del Trentino Occidentale. La suddivisione in aree geografiche dettagliate agevola l’individuazione delle strutture e ne valorizza il contesto territoriale di appartenenza.

di Maria, quasi insinuando il primo campanello d’allarme sulla debolezza e la futilità delle loro vite. La pietà, più volte invocata, è difficile da trovare ovunque in una società dove predomina l’affermazione personale, spesso sfociando nell’aggressività, anche se nascosta sotto un’ordinata quotidianità incravattata di convenzioni sociali. Tornati a Bolzano, a dare una scossa alle vite della coppia è l’incontro con Sam, una giovane e bella orientale che si è autoinflitta il matrimonio con un uomo violento che non sopporta, mentendo a se stessa. La ragazza finirà per intrecciare la sua vita infelice con quella di Maria e Lukas fino alla fine, arrivando anche a custodire il segreto che li divide. Ciascuno dei personaggi nasconde infatti un segreto, agisce senza mai rivelarsi del tutto agli altri, incapace di essere completamente sincero neppure con il proprio compagno. E allora ne nasce un groviglio di sentimenti e relazioni, di pensieri più che di parole e fatti, che scandiscono il tempo che passa e a cui ciascuno dà voce a modo suo, anche, come Sam e Lukas, attraverso la scrittura del diario, per liberare durante l’insonnia ciò non si riesce a pronunciare di giorno. La storia si va costruendo così a poco a poco, rivelata da persone diverse, in una polifonia di voci dal sapore dostoevskijano, autore dichiaratamente ammirato e più volte riecheggiato nel romanzo. Questo affetto reverenziale per il grande narratore russo si avverte soprattutto nelle inquietudini dei personaggi, che si muovono come ombre notturne che non trovano pace, spesso portando il peso dei loro sensi di colpa. Un tormento che la narrazione scandaglia anche privilegiando spazi chiusi ed interni. In primis quelli della psiche, dallo psicoterapeuta, ma anche delle stanze di casa, dove spesso si srotola

Roberto Bonfanti Alice Edizioni del Faro Sono i fili di una complicità antica, quelli che Alice e Francesco si sorprendono a riannodare in una notte di neve. Ma quella notte sarà anche l’inizio di un pugno di settimane destinate a rimettere in discussione molte cose. Alice e Francesco: due esistenze irrequiete che si sono incrociate di sfuggita in un passato ormai lontanissimo e che, a distanza di dodici anni, si ritrovano a guardarsi nuovamente negli occhi facendo i conti con il tempo che è passato, con le cose che sono cambiate, con ciò che è rimasto immutato e con le decisioni importanti verso cui la vita li sta inevitabilmente spingendo. Un romanzo fragile e sincero che diventa quasi un doppio autoritratto in cui le schegge di malinconia al sapore di whisky di Francesco si innestano fra le riflessioni attente, i dubbi e i ricordi di Alice che, in una sorta di lunga lettera, mette a nudo la propria storia e il lato più intimo della propria anima.

una quotidianità segnata da un’incomunicabilità nelle relazioni; l’ospedale, o il pesante ambiente di famiglia, dove aleggia la rigidità di maniere stereotipate e principi conservatori. Una realtà carica d’angoscia che diviene sempre più opprimente, rischiando di soffocare i suoi abitanti se non intervengono per cambiarla, tant’è che l’unica persona apparentemente più libera è chi ha scaricato la propria realtà, vivendo senza regole, in strada. Dietro un simile intimismo quasi da Kammerspiel, dietro cui si intuisce la mano di una donna, i personaggi sono pochi, per restringere il campo di ripresa di una vicenda che si consuma come dramma segreto di pochi, ignorato dagli altri. È un romanzo che si legge velocemente, l’angoscia che lo pervade muove a proseguire nella lettura, nell’attesa di un movimento risolutivo. Le frasi sono secche, spesso brevi, a cadenzare i sentimenti spezzati dei suoi protagonisti. Lo stile non è particolarmente raffinato, né la trama troppo ricercata, anche se si avverte una certa ambizione, ma riesce a disseminare, tra un pensiero e l’altro questioni esistenziali e morali piuttosto intense. Domande che sembrano far fuoriuscire l’inquietudine dalle pagine, facendo sorgere ancora domande, nonostante alla fine il segreto di ciascuno venga svelato chiarendo i punti più oscuri. L’inquietudine nasce dalla consapevolezza che niente è per sempre, neppure l’amore, eppure questa precarietà, così umana, in fondo, è carica di valore. Irene Cocco

Doveva essere per sempre Curcu & Genovese (Euro 14,00)

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trentinolosapevate trentinoscoop&news

Volti nella Storia

la frase

Per saperne di più:

La simpatia dei trentini per me rappresenterà un compenso molto maggiore di quello che potrei avere nel più grande teatro del mondo!””

Bibliografia: John Warrack, Harold Rosenthal, Guide de l’opéra, a cura di Roland Mancini, Jean-Jacques Rouveroux, Fayard, 1995. www.corocastelbarco.it

GIANNA PEDERZINI (1900-1988) ETÀ

Gianna Pederzini, il cui nome di battesimo completo era Giovanna Elisabetta Anna, nacque a Vo’ Sinistro d’Avio il 10 febbraio del 1900, figlia di Bartolomeo Pederzini, di mestiere negoziante, e di Enrica Stettermeier. Fin da piccola mostrò di avere una certa inclinazione per il canto, forse ereditata dal nonno baritono.

I PRIMI STUDI DI CANTO

La Grande Guerra si portò via il padre di Gianna, così, nel 1918, rimaste sole, la giovane e sua madre lasciarono il Trentino per trasferirsi a Napoli. Nonostante a Trento la ragazza avesse frequentato tutt’altro tipo di studi – dopo le elementari ad Avio il collegio di Mulhbach a Bressanone e le scuole commerciali a Trento – nel capoluogo campano cominciò a prendere lezioni di canto dal tenore Ferdinando De Lucia, che contribuì ad accendere la sua passione per il bel canto.

TALENTO CHE CRESCE

Impegnandosi con tutta se stessa in quella che ormai sembrava essere la sua strada, Gianna continuava a frequentare De Lucia, che la aiutò a farle acquisire quello stile sobrio e rigoroso che la contraddistingue, e che unito alla sua bellezza e al fascino del suo sguardo, la faranno amare dal pubblico di tutta Europa. Il suo secondo spettacolo, “La Linda di Chamounix” di Gaetano Donizetti, consolidò il suo talento e il suo successo.

FAMA INTERNAZIONALE

Ormai la carriera della giovane artista trentina stava decollando: cominciò a viaggiare per l’Italia, sempre accompagnata dalla madre, da Milano, dove visse per tre anni, a Roma, Parma, Brescia, Merano e Genova, interpretando la Mignon di Goethe e la Carmen di Bizet e innumerevoli altri ruoli. Nel 1928 vestì i panni di Adalgisa al Teatro San Carlo di Napoli, mentre nel 1931 debuttò alla Scala di Milano. La sua bravura finì con l’estendersi anche oltre mare: portò la sua voce melodiosa anche alla Royal Opera House di Londra (1934), all’Opéra

IL DEBUTTO

Non passò molto tempo che qualcuno si accorse del suo talento musicale come mezzosoprano: nel 1923 ebbe il suo primo debutto al teatro Mastrojenni di Messina nei panni di “Preziosilla” ne “La forza del destino” di Giuseppe Verdi. Fu un successo immediato. 98

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de Paris (1935), al Teatro Colón di Buenos Aires (1938) e alla Staatsoper Berlin (1941).

ULTIMI ANNI A TEATRO

Gianna Pederzini continuò a calcare i palcoscenici dei più grandi teatri italiani e internazionali fino agli anni ’60. Di tanto in tanto ritornava in Trentino, dove si esibiva al Teatro Sociale, e anche nella sua Avio. Al ricordo del suo nome sono legati tanti indimenticabili ruoli melodrammatici (Carmen, Aida, Norma, Conchita), ma nella sua carriera diede pro va di talento anche in spettacoli di teatro contemporaneo (Vanna Lupa di Pizzetti) e interpretando persino parti maschili. Registrò anche alcuni dischi e prese parte a qualche film.

L’INSEGNAMENTO E GLI ULTIMI ANNI

Instancabile, dopo il suo ritiro si dedicò a dare lezioni di canto all’Accademia Santa Cecilia di Roma, ma ogni estate non mancava mai di ritornare ad Avio. Dopo una vita tanto intensa, Gianna Pederzini morì nella sua casa di Roma l’11 marzo del 1988.

hanno detto di lei “Tiene la mirada de una gitana”, “Ha lo sguardo di una zingara”. Furono le parole pronunciate da un critico spagnolo, dopo le sue recite nei panni della Carmen di Bizet a Madrid e a Barcellona.


trentinoristorante

Il ristorante

IN OGNI NUMERO trentinomese VI PROPONE UN RISTORANTE PROVATO PER VOI Il ristorante presentato in questa rubrica è una libera scelta redazionale. Il nostro giudizio anche se critico, è espresso in “cuori” perchè, comunque, il difficile lavoro del ristoratore merita rispetto.

Segnalazioni e commenti: info@trentinomese.it

BAITE DI PRA’ QUI SI MANGIA QUELLO CHE (BUONO) C’È Al mattino si inizia con il profumo del caffè, delle torte appena sfornate, delle marmellate fatte in casa, del pane fresco e poi si prosegue durante tutta la giornata con l’odore di braci, di ricette golose, di formaggi e salumi d’alta quota. Delle Baite di Prà abbiamo già parlato circa un anno fa, quando il patron dello stellato Gallo Cedrone, taverna

propria azienda agricola e di produttori locali: il miele di montagna, i frutti di bosco, le verdure dell’orto, le erbe officinali, i formaggi e i latticini trentini, la carne e i salumi nostrani. Nel piatto tutto si trasforma con delicatezza per valorizzare le ricette nostrane più tipiche. Il tocco femminile è inconfondibile. Canederli, strangolapreti, spezzatini, gulasch, ma anche insalate freschissime, frutta appena colta e dolci casalinghi che inevitabilmente fanno pensare alla nonna: la cucina di Denise Prevedel è ben fatta, con potenzialità di crescita, personale e rassicurante. Tre le tipologie di menu tra cui potete scegliere: easy lunch con due portate a 20 euro, completo e dinner a 33 euro (compreso acqua di fonte, caffè della moka e un assaggio di grappa). Il menu varia a seconda di quello che offre l’orto e il mercato locale. Ogni giorno «si mangia quello che c’è», spiegano, ed è proprio così. Non c’è garanzia di genuinità e freschezza migliore di questa. Bonus: cantina sempre molto ben fornita considerando che siamo in un agriturismo. Servizio sorridente, contesto bucolico, atmosfera mountain chic e le camere del B&B, che meritano – assieme al servizio colazione – di trovare il pretesto di fermarsi a dormire.

dell’hotel Bertelli di Madonna di Campiglio, Marco Masè ha rilevato la struttura insieme alla cugina Cristina e al marito Giulio. L’occasione per riparlarne è il cambio di chef ai fornelli, che da questa stagione estiva è Denise Prevedel. In questo agriturismo che sembra uscito dalle pagine di Cappuccetto Rosso si utilizzano i prodotti genuini della

BAITE DI PRA’ Località Prà - Val di Borzago 38088 Spiazzo Rendena (Tn) Tel. 348.0025707 Aperto tutti i giorni da maggio a novembre

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Le lune di Kako / di Flora Graiff

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uella sulla casa è una delle tasse più odiate dagli italiani. Perciò il Governo continua a cambiarle nome: Ici, Imu (in Trentino, dove ingloba anche la Tasi, si chiama Imis), dal prossimo anno Local Tax. Nonostante il groviglio di sigle, i contribuenti sanno di essere sempre più spremuti: i 9,2 miliardi di euro sborsati nel 2011 per l’Ici, infatti, sono balzati a 25,2 miliardi nel 2014 per Imu e Tasi. Intanto, ad ogni cambio di nome questa tassa ha la facoltà di intercettare nuove categorie di “immobili”. I proprietari di fabbricati agricoli e di impianti di risalita ne sanno qualcosa.

FLORA GRAIFF

C

artoonist e giornalista pubblicista, vive fra Merano e Trento. Dopo aver studiato restauro a Firenze e xilografia con Remo Wolf, crea Kako, bimbo protagonista di una strip seriale lanciata dalle riviste Linus e Snoopy e poi approdata sul web. Artista eclettica,

ha al suo attivo anche radiodrammi per la Rai, vignette satiriche per quotidiani, tavole per l’Atlante delle Guerre e pastelli per plaquettes di poesie inedite di Alda Merini, Ezra Pound, Salvatore Quasimodo e Marina Cvetaeva. Tra i critici che hanno scritto di lei Enrico Crispolti e Luca Beatrice.


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