TrentinoMese Giugno 2016

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ANNO XXIV N. 292

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GIUGNO 2016 9 771724 550805

ISSN 1724-5508

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appuntamenti, incontri e attualità trentina

LA LUNGA VIA DI VARTALENT INTERVISTA A MARCO CONSOLI

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Trento. Contiene i.p. In caso di mancato recapito inviare al CDM di TRENTO per la restituzione al mittente previo pagamento resi.

L’ANNIVERSARIO 4-5 NOVEMBRE 1966: “CON L’ACQUA ALLA GOLA” CELESTINO POLETTI ARCHI E FRECCE PER “IL SIGNORE DEGLI ANELLI” FENOMENO PARKOUR ECCO COME SI “SCALA” UNA CITTÀ

Antonello Briosi mostra un portapenne ispirato alla sua fondamentale intuizione per la costruzione di scaffali: un sistema di aggancio ad otto punti senza saldature, senza fori e senza bulloni

ANTONELLO BRIOSI “IL SEGRETO È PENSARE IN 3D” LA SUA CREATURA SI CHIAMA METALSISTEM E IMMETTE SUL MERCATO UN NUOVO PRODOTTO OGNI SETTIMANA. 800 DIPENDENTI, 100MILA TONNELLATE DI ACCIAIO ALL’ANNO PER COLOSSI COME LIDL, IKEA E GUCCI. “SENZA LA PASSIONE” DICE “NON SI FA NULLA...”

GENO BARONI, 1977: UN TRENTINO ALLA CASA BIANCA!


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COSE CHE AL GIORNO D’OGGI NESSUNO FA PIÙ: FISCHIETTARE E CANTARE PER LA STRADA

TUTTE LE CONTORTE E PITTORESCHE DESCRIZIONI DEI VILLAGGI VACANZA

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arà sciocco, ma mi piacciono le persone che fischiettano per strada ed io stesso lo faccio. Credo che il giorno in cui non potrò più fischiettare per strada sarà una cosa gravissima”, lo diceva Jacques Tati, (1908-1982) l’estroso cineasta francese. Fino a non molto tempo fa, era facilissimo imbattersi in gente che fischiettava. Era un’abitudine comunissima: si fischiettava mentre si zappava, si potava, si mungeva e mentre si facevano tutti i lavori nei campi. Sì, insomma, tu te ne andavi in giro e in poche centinaia di metri potevi assistere gratuitamente ad una sorta di concerto, cogliendo melodie di ogni tipo fischiate con le tecniche più disparate. Certo, erano soprattutto gli uomini a farlo, si vede che per le donne fischiare era considerata un’attività disdicevole e indecorosa, una dimostrazione quasi di sfacciataggine… Stesso discorso per il cantare. Cantava l’operaio andando in fabbrica, il postino consegnando la posta, il barbiere, poi, era un vero campione. E tutto era amplificato all’indomani di importanti manifestazioni canore, come Sanremo, Festivalbar, ecc. Molti cantavano stando alla finestra (sotto quella di mio nonno pare si formassero piccoli gruppi di melomani, con tanto di discussione critica e applausi...) Pure i bambini. Ma ve li ricordate com’erano un tempo? Cantavano a squarciagola per strada, senza paura di stonare ed era una gioia mettersi lì ad ascoltarli. Vi è che a quel tempo, fischiettare e cantare si rivelavano un piccolo riassunto della propria intimità regalato al prossimo. E poi era un’attività evasiva e rilassante, capace anche di saldare amicizie e compagnoneria (chi non si ricorda il celeberrimo motivetto de “Il ponte sul fiume Kwai”?) Era l’Italia stessa a fischiettare e cantare per strada, un Paese che così esprimeva ed esternava la propria contagiosa serenità. Oggi, beh, oggi vi sfido a trovare qualche canterino o fischiante per la strada. Troppo rumore, troppa frenesia... Forse un po’ di vergogna, di eccessiva riservatezza (nemmeno che fischiare sia scandaloso come fare i propri bisogni in pubblico). Insomma, se ne è persa l’abitudine, così come se ne sono perse molte altre. E poi oggi ci sono gli smartphones che pensano ad emettere suoni, bip, notifiche e altre diavolerie sonore. Sono questi nuovi “compagni” tecnologici a cantare adesso. E stranamente non se ne vergognano nemmeno un po’. 8

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tarda primavera è più che lecito ed accettabile sfogliare riviste o consultare siti che parlano di vacanze, a prescindere dalle destinazioni e dalle mete prescelte. Personalmente, in questo periodo, non c’è cosa che mi diverta tanto quanto il prendere visione e lettura delle pittoresche e contorte descrizioni che i villaggi vacanza e le strutture alberghiere presentano a livello informativo e pubblicitario. Oltre ai servizi per così dire classici come i pasti e le bevande – anche se per queste ultime, in effetti, sempre più si precisa “acqua in brocca” ovvero del rubinetto – il futuro viaggiatore e fruitore di soggiorno è letteralmente spiazzato dai dettagli particolarissimi e quanto mai criptici. Tanto per fare qualche esempio, l’uso delle piscine in hotel convenzionati con le terme è definito “illimitato” ma solo al mattino; l’acquagym con l’istruttore si fa tutti i giorni tranne il sabato e la domenica ed eccetto il periodo che va dal primo luglio al trentun agosto (praticamente tutta l’estate). E le escursioni con la bicicletta? Guidate da un esperto tutti i giorni, tranne i festivi. Le serate a tema seguono il programma dell’hotel (quale? Non è dato saperlo) e l’ingresso alla spiaggia è gratuito, ma non si fa parola di sdraio, lettini ed ombrellone. Tutto quanto non citato nei servizi inclusi – si precisa – va di conseguenza annoverato nei servizi a pagamento. Volendo quindi tirare le somme, alloggerò in un albergo dove mi verrà data acqua ai pasti e dove forse potrò accedere alla piscina, ma non nel pomeriggio. Non farò ginnastica in acqua perché l’istruttore non c’è (peccato! Io in vacanza ci posso andare solo in estate…) e se ho la sfortuna di programmare in questo hotel un fine settimana non potrò fare nemmeno le escursioni guidate in mountain bike. Entrerò in spiaggia gratuitamente ma altrettanto poco gratuitamente prenderò a nolo tutta l’attrezzatura per affrontare qualche ora di mare. E la sera? Quello che l’hotel ha in programma: una dicitura piuttosto vaga, che spazia dal karaoke al torneo di briscola. Anche in tutto quello che non è incluso si rilevano dei punti oscuri: l’animale domestico di piccola taglia può alloggiare solo in certe strutture della formula roulette, quindi se sono fortunato porto il cagnolino con me, altrimenti sono costretto a pensare ad altre soluzioni per l’amico a quattro zampe. E il parcheggio? Incredibile: in alcuni hotel esiste, ma fino ad esaurimento, in altri si paga un tanto al giorno. Insomma, un prezzaccio quell’hotel. Ma farò bene a tenere a portata di mano contante, carta di credito e bancomat per sopravvivere ai servizi proposti.


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di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempi GLI AIRONI TRENTINI: GRAZIA E ARMONIA IN UN MONDO POCO GRATO E PER NIENTE ARMONICO

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empre più spesso si assiste ad un volo regale sul fiume Adige. Le ali distese, le zampe orizzontalmente diritte, la testa e il becco lungo ripiegati a formare una S: quando le ali si aprono sembra di vedere un aquilone volare, libero, fiero. Il suo colore è quello cenerino (Ardea cinerea) ma si può vedere anche quello di color bianco candido. È l’airone, che da qualche anno è diventato stanziale lungo le sabbiose rive dell’Adige, lì dove forma anse e ritorni, dove l’acqua si riprende la propria libertà di scorrazzare, come un tempo, prima che questo fiume dal nobile nome retico – Adesc in latino, Ades in trentino, Athesis in latino – diventasse un canale. Fa piacere vederlo volare e ancor di più soffermarsi sulla riva con le sue zampe per metà nell’acqua o incedere aristocraticamente. E la sera tardi emette delle grida rudi, forti, improvvise, un po’ rauche. Si potrebbe confondere con bizze della nutria quando caccia o è in amore, per chi ha dimestichezza con questo castoro abitatore delle rive e dei canali della bassa Padana. L’airone adesso, fortunatamente, non deve più sfuggire

alla caccia selvaggia dell’astore, del falcone, del girifalco o del falcone laniere, rapaci addestrati e utilizzati fin dal medioevo dagli antichi cavalieri francesi che li cacciavano. Gli aristocratici, la noblesse de robe, li riteneva codardi perché fuggivano, rispetto ai cigni che invece li fronteggiavano coraggiosamente, prediligendo la sfrontatezza alla timidezza. L’airone era talvolta raffigurato negli affreschi o nelle miniature medioevali con una pietra in bocca che gli impediva di emettere il suo verso e per questo assurto a simbolo del silenzio (sebbene quella pietra stesse a significare qualche cosa di più … ad esempio il possesso della sapienza e della scienza divina). L’airone è la testimonianza vivente che il fiume, almeno in quella porzione di territorio, è in buona salute. E il suo territorio di “caccia” è assai vasto, copre diversi chilometri, e l’airone ha il coraggio di staccarsi dal serpente Adige per frequentare i laghi montani e i torrenti alpestri. Lo si è visto perfino nei pressi di un piccolo bacino artificiale in mezzo ad un bosco a pochi chilometri da San Genesio, sull’altopiano del Salto, ad oltre mille metri di altitudine. Ce n’è uno stanziale da anni nella chiusa – la Bastia di Enego – del Brenta, perennemente all’ombra, proprio sotto il Covolo di Butistone. Un’icona della sapienza e della pacatezza. Perfino nel piccolo specchio lacustre del lago Pezzè nei pressi di Moena, l’airone cinerino è planato maestoso nelle acque turchine prima di spiccare il salto per le terre calde. Ed è forse per questa sua caratteristica che, come testimonia Omero nell’Iliade, è l’attributo della dèa Atena: E presso la via da destra mandò loro un airone Pallade Atena; con gli occhi non lo vedevano entro la notte buia, ma ne udirono il grido; si rallegrò dell’uccello Odisseo e pregò Atena. Conteggi eseguiti qualche anno fa dall’Assessorato all’Agricoltura individuavano circa 500 esemplari presenti in laghi e torrenti trentini. L’airone è una specie protetta dalla normativa europea e quindi non può essere cacciata. Potrebbe verificarsi un’eccezione e quindi interventi di contenimento solo dimostrando che essi attaccano specie di pesci pregiati, come la trota marmorata. Qualcuno ha già riproposto il problema del loro numero in Giunta Provinciale, scimmiottando un’interrogazione presentata già nel 2011. E lo stesso è stato fatto con i cormorani, anche questi assai numerosi nella nostra provincia. A parer nostro ogni attività economica va preservata dai predatori selvatici attraverso eventuali risarcimenti per i danni subiti. Ma guai se le voci si alzassero per spargere il sangue di questi bianchi volatili – ma in genere di tutti gli animali –, che ci fanno veder ancora la grazia e l’armonia in un mondo a cui di grazia e armonia non importa più niente. Oppure è già stato fatto?

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RING di Silvia Tarter

verde ostinato LE VIE DEL GREEN SHOPPING SONO INFINITE: ESPERIENZE E VALORI PER DIVENTARE PIÙ ATTENTI E CONSAPEVOLI

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nche Trento sta diventando una città dove è possibile fare del buono shopping green. Gironzolando per le vie del giro al Sass e dintorni, infatti, ci si può imbattere in qualche mercatino e persino in nuovi negozietti dove trovare prodotti ecosostenibili, talvolta provenienti da aziende locali. Puntualmente, certe mattine in alcune piazze della città si trovano infatti le bancarelle della frutta e verdura a km 0 o pochi di più, ma non solo: ci sono anche i consueti barattoli di miele e confetture, oppure libri usati, e hanno fatto la loro comparsa anche bancarelle di accessori, borse e borsette in materiale riciclato. In alcuni spazi del centro invece sono state ricavate delle botteghe arredate in modo attento, dove spulciare tra i vestiti disegnati e cuciti artigianalmente, oggetti di design dai materiali sostenibili o cosmetici provenienti da aziende agricole vicine. Insomma, lo shopping sostenibile è arrivato da un po’ e si sta allargando sempre di più anche nella nostra piccola Trento, tanto che si potrebbe quasi creare un mini tour degli acquisti green, tracciando magari una linea verde sui sanpietrini, affinché i green shoppers possano trovare la loro via del consumo, divertendosi pure ad aprirne di nuove! Un po’ eccessivo? Forse, ma quando ci si addentra nel mondo del consumo sostenibile nella mente delle persone scatta un meccanismo interessante, che ad alcuni occhi potrebbe apparire un tantino maniacale, ma che in fondo si rivela, oltre che positivo, anche estremamente divertente. Mi spiego meglio: se si sceglie di aderire alla causa del green, che spesso va di pari passo con quella del consumo etico (anche se bisogna dire che i prodotti da consumo etico non sempre sono molto sostenibili poiché macinano parecchi chilometri per arrivare fino a noi), del pensiero slow, la filosofia dello sharing e così via... poi non si potrà fare a meno anche dei mercatini del baratto o come è più di moda dire oggi dello “swapping”, o del bookcrossing per i libri, del detersivo sfuso, di fare tappa dalla sarta e dal calzolaio per allungare la vita dei nostri oggetti... e così via, fino a scegliere per le proprie vacanze dei pacchetti turistici di viaggi sostenibili, in bicicletta o in treno o arrangiandosi con bla bla car. Come si può infatti, ad esempio, prestare attenzione a comprare gli alimenti dai produttori locali, evitando come la peste i prodotti che riportano la dicitura “contiene 12

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RING olio di palma” sull’etichetta (non troppo salutare per noi e devastante per l’ambiente tropicale), e poi continuare a vestirsi 100% di poiliestere e imbrattarsi la faccia di creme amalgamate di sostanze dai nomi incomprensibili, solo perché reclamizzate dalle attrici più belle e affascinanti? È difficile, se si vuole essere davvero green, rimanere insensibili al richiamo del consumo sostenibile su tutti i fronti: dall’alimentare, all’abbigliamento, al mondo della pulizia per la casa e della cosmetica. Un mondo tira l’altro, creando una sorta di positiva assuefazione verde che conduce ad esplorare la miriade di possibilità green che si stanno diffondendo e creando continuamente (da esaminare con grande attenzione per non farsi ingannare da false promesse e false diciture, purtroppo anche queste diffuse!). Tutto questo, oltre a portarci dei prodotti diversi, e quasi sempre qualitativamente migliori ci porta anche a un diverso modo di fare shopping, più ragionato, più cauto – anche perché spesso i prodotti ecologici hanno per ora un prezzo più alto di quelli tradizionali – ma che ci pone nelle condizioni di dare un valore maggiore ad ogni nostra singola scelta e arricchisce anche un’azione prosaica come il semplice fare compere in un momento di incontro e arricchimento. Basti pensare a quanto possiamo imparare ascoltando un produttore locale che ci presenta il suo nuovo formaggio, o la sarta che ci mostra orgogliosa la fantasia introvabile di una camicetta fatta da lei con tessuti recuperati. Le vie dello shopping green insomma sono davvero infinite, portano a rivestire ogni acquisto di un imballaggio diverso, fatto di storie, esperienze, valori, che fanno diventare anche noi persone migliori, più attente e consapevoli. E più acquistiamo verde più ci addentriamo in un circolo virtuoso, trasformandoci in consumatori promoter, che diffondono un messaggio di stile di vita e consumo sostenibile.


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RING di Astrid Mazzola

il midollo della vita RUMORI DI ALTRE VITE ENFATIZZATE DALLA SOLITUDINE NEI BOSCHI

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n giorno mi sono ritrovata sul poggiolo dell’appartamento di mia mamma, a Ravina. Mi sono stupita di quanto risuonassero famigliari e piacevoli i suoni che ho sentito per tantissimi anni, prima di trasferirmi nei boschi: l’autobus che risale Via della Croce, con la sua voce affaticata interrotta dal silenzio della fermata, il richiamo di un bambino, una finestra chiusa con forza, il ronfare della sega elettrica del vicino che taglia la legna. Mi ero disabituata alla sensazione elettrizzante del contemporaneo esistere di una moltitudine di vite umane. La Val di Sella è parsimoniosa di rumori. Il passaggio di un’auto a volte ci coglie di sorpresa, ed è raro sentire voci umane. Qualche tempo fa ho creduto di sentire il ronzio di un trapano elettrico, ma era il fischio di un camoscio, di sentinella nel nostro prato. Possiamo guardare film con proiettore e casse in qualsiasi momento del giorno e della notte, suonare musica fino a ora tarda, uscire in canottiera per prendere cose dimenticate nella macchina. Non c’è nessuno cui chiedere un uovo o dello zucchero, nessuno che ci sbirci andare e venire. Vivere nei boschi è anche questo: avere il tempo e lo spazio per guardare dall’esterno il fermento umano e capire quanto sia importante la vicinanza con gli altri esseri umani.

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RING A volte mi manca la vita in una comunità. A modo nostro facciamo parte di una comunità: poco alla volta attorno a noi riuniamo persone e famiglie che condividono la nostra filosofia di vita, e la strada che ci separa dalle zone abitate diviene una sorta di filtro che fa passare solo coloro con cui ci troviamo a nostro agio. Ma a volte è bello anche, semplicemente, ritrovarsi nell’indifferenziato branco umano e sentirsi parte di questa moltitudine. Sentir passare per la strada musiche che non ascolteresti mai, respirare i profumi di tanti pranzi che scappano dalle finestre, incontrare voci e volti e rumori che suggeriscono l’indaffarato procedere di altre esistenze, parallele alla tua e a volte piene di cose per te ignote e sorprendenti. Credo di capire meglio Thoreau. Per lui, che scrisse Vita nei boschi ma anche La disobbedienza civile, vivere isolato in un bosco era un modo per riflettere sull’esistenza dell’uomo moderno e per contribuire a renderla migliore e più consapevole. Non credo riuscirei più a vivere in città. Ma grazie alla vita nei boschi rinnovo il mio amore per la comunità umana e riesco a guardare la società con maggior tranquillità e distacco, scoprendone il buono e il cattivo. E in definitiva, penso che abbiamo bisogno della vicinanza con i nostri simili. Non la vicinanza isterica e muta delle metropoli, in cui l’unica interazione che abbiamo sono i movimenti semi-automatici con cui evitiamo di scontrarci per strada; ma la vicinanza complice di un paese o di un condominio solidale, in cui ognuno fa la propria vita ma il suo spazio interiore si nutre quasi inconsapevolmente dei rumori, gli odori, i movimenti delle esistenze altre. E si espande, e diventa ricco.


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RING di Stefania d’Elia

istruzioni per l’uso MAMMA IN “LIBERA USCITA” AL SUPERMERCATO: SEI INDIZI PER SMASCHERARLA Cara mamma, dopo innumerevoli cambi di pannolini, levatacce notturne, pappe, rigurgiti e chilometriche passeggiate dal soggiorno alla cameretta cullando un bambino ostaggio delle coliche è finalmente arrivato anche per te il momento, atteso e temuto, della prima uscita “figlio free”. Prima di tutto una cosa fondamentale: uscire da sola, una volta tanto è un tuo sacrosanto diritto e, se può tornarti utile, pensa che serve per salvaguardare la tua salute mentale e di conseguenza anche il benessere di tutta la tua famiglia. Già ti immagino in preda a sentimenti contrastanti a destreggiarti tra una totale euforia e un cupo senso di colpa... Hai presente Rapunzel quando finalmente scappa dalla torre (certo che l’hai presente, sei mamma!) ecco, uguale! Lo so, ci sono passata! Nei tuoi primi momenti da donna sola ti sentirai smarrita, il pensiero principale sarà “come si usa tutto questo tempo?” Ormai abituata a fare docce di tre nanosecondi con lo spazzolino da denti in mano (per recuperare tempo) poterti permettere di mettere il balsamo e la crema corpo ti sembrerà un lusso incredibile. Ti capiterà di chiederti come fosse possibile che in un’altra vita tu passassi più di 40 minuti solo per truccarti gli occhi e per decidere quali scarpe si abbinassero meglio alla borsetta. Mentre ora nel giro di dieci minuti sei lavata, vestita (con vestiti puliti, evviva!) e sei pure riuscita a dare una rassettata alla casa e ad imbastire la cena. Stai pensando a come investire il resto del pomeriggio quando vieni colta da una folgorazione: la spesa! Non si riesce ad apprezzare la bellezza di una spesa in solitaria finché non sei costretta a destreggiarti tra gli scaffali di un supermercato inseguendo un figlio e gestendo i suoi capricci. Fare la spesa con un bambino è un’esperienza che forgia il carattere: ci vuole polso fermo (“no, non compriamo le caramelle dei puffi solo perché ti piace il colore”), capacità di affrontare le avversità (“Amore mio lo so che ti avevo promesso quei biscotti al cioccolato, ma se sono fuori produzione io non posso farci nulla”), doti di patteggiamento (“se adesso la smetti di fare i capricci, io poi non ti abbandono al primo Autogrill che incontriamo. Lo so che non si incontrano autogrill per tornare a casa nostra, ma potrei decidere di allungare la strada”). Per questi e per tutta una serie di altri motivi, l’idea di

RING fare la spesa da sola ti rende euforica: poter scegliere le offerte migliori, decidere qual è il miglior cespo d’insalata senza nessuno che ti urli nelle orecchie, non tornare a casa con 15 barattoli di pomodoro che non sai nemmeno come sono finiti dentro il tuo carrello... Ti senti così in pace con il mondo che nemmeno la signora davanti a te alla cassa che ha deciso di pagare tutto con monetine da dieci centesimi riesce a darti sui nervi. Per qualche ora ti senti solo “una persona” e non “la mamma di...”, è una bellissima sensazione. Solo che per quanto tu ti possa sforzare il marchio “mamma” è impresso a fuoco in ogni tuo movimento e azione. Da cosa si riconosce una mamma in libera uscita? Semplice: 1. Ninna il carrello della spesa mentre è in attesa al banco dei salumi. E fulmina con lo sguardo il ragazzo che inavvertitamente lo urta perché magari sveglia l’insalata. 2. Risponde “Cosa?” Ogni volta che sente pronunciare la parola “mamma!” Anche se a dirla è la voce baritonale di uno scapolo di mezza età avvezzo al vizio del fumo. 3. Ogni 5 minuti si guarda intorno con aria allarmata. Poi si rilassa ricordandosi di essere davvero da sola. 4. Compra più dolci e merendine di quando è accompagnata dai figli perché “guarda questa cosa quanto piacerebbe a Tommaso”. 5. Se va a comprare finalmente, qualcosa per sè, torna a casa con 4 vestitini da 3 anni, 5 paia di calzini antiscivolo, 3 bavaglini, e un paio di leggings per lei, della taglia sbagliata, perché non ha più idea di quali siano ormai le sue misure e provarli fa briga. 6. Si commuove leggendo le istruzioni del frullatore nel reparto elettrodomestici. Come? Tu non ti commuovi mai davanti a cose che solo fino a poco tempo fa ti lasciavano totalmente indifferente? Dai non mentire... Tanto non ti vede nessuno.

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trentinoildialettoinforma di RENZO FRANCESCOTTI

il dialetto in-forma “ENDÓ NÉ SE ENDRIZZ NO GAVÉ?”

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oglio idealmente dedicare questa nosèla (chiamiamola così) di “Il dialetto in-forma” a tutti coloro che di cognome fanno Endrizzi: a cominciare da quelli della cantina, di cui si parla nell’ultimo numero del nostro mensile. Chi scrive ne aveva già ripercorso la storia esattamente 30 anni fa, in un articolo a tutta pagina uscito sul quotidiano “Alto Adige”, che poi divenne un capitolo del libro “Le famiglie e i mestieri”(U.C.T. 1986). Vi raccontavo come i due fratelli Angelo e Francesco Endrici (cognome che viene dal patronimico Enrico), lontani parenti del principe vescovo Celestino, da Don in Val di Non scesero al piano in quel di San Michele all’Adige. Qui acquistarono dai conti Thun il “Masetto”, uno dei più bei masi del Trentino, con campagne e boschi estesi per trenta ettari e un edificio del 1400 presso il quale si pagavano i pedaggi per la Val di Non e la Val d’Adige; e vi fondarono le Cantine private più grandi del Trentino, specializzate nell’esportare in Austria mosti e vini, schiave specialmente. Non chiamarono però l’azienda col loro cognome, ma con quello dialettizzato con cui tutti chiamavano la famiglia: Endrizzi, appunto. Nel dialetto trentino esiste il verbo endrizzar che significa raddrizzare, o endrizzar via nel significato di avviare; e il sostantivo endrìzz non tanto nel significato di indi-

rizzo (si preferisce utilizzare endirìzz) quanto di direzione, regola. Si dice: “quel lì no ‘l g’ha endrìzz!” per dire di uno che non si sa comportare, non sa gestirsi: “te doveressi endrizzarlo via!” “Ma cossa endrizzet? E sarìa come voler endrizzarghe le gambe ai cagni. E ‘po,’sa te ne frega: èlo to fiol?” “No per fortuna…” “La fortuna l’è la tua a no averghe fiòi che te somilia a ti…” Una tribù composta da individui che no g’ha endrìzz, dagli antropologi definita come quella degli Endrizzadori-dele-gambe-dei-cagni è una tribù da noi in costante espansione. Che è seguita a corta istanza da quelle degli Endrizzadori-dele-banane. Sembra che queste due tribù, per via di cromosomi, siano particolarmente votate a sfornare politici. Non esistono però indagini in proposito che indichino statistiche e percentuali. È molto probabile che i politici non abbiano mai fatto indagini in questo campo, o che, se le hanno fatte, le tengano criptate. Concludo con una piccola storia assolutamente vera. Mio suocero, conosciuto come ”Il mago degli sci” aveva negli ultimi anni una bottega-laboratorio a Trento in Via San Bernardino e un fresco garzone che doveva essere en poch endormenzà. Nei pressi della sua bottega c’era un negozio di fruttivendolo. ”Va’ dal parón e dighe che te sei rivà da elo per aiutarlo a endrizzar banane. Dighe che el t’ha mandà el Nino!”, disse un giorno mio suocero al garzone. E il tapino ci andò… “E ti te g’hai poch da rider: la mama no l’ha fat i gnochi! E se te voi propi rider, vàrdete al spegio!” renzofrancescotti@libero.it

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trentinodadonnaadonna di LOREDANA CONT

COSA TI INVENTO!!!

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a qualche mese è nata una nuova parola, della quale sentivamo tutti la mancanza e che adesso possiamo usare con grande soddisfazione. È “petaloso”. Che goduria poter dire che un fiore è petaloso! Peccato non poter dire che l’albero è ramoso... peccato davvero. “Petaloso” è una grandiosa invenzione di un ignaro bambino, che da un errore scolastico si trova sui dizionari, ma che sicuramente non diventerà ricco come il bambino che negli anni ‘20 inventò casualmente il ghiacciolo. Una sera d’inverno aveva lasciato sul davanzale un bicchiere di bibita con dentro il bastoncino per mescolarla. Il mattino dopo la bibita era un blocco di ghiaccio che riuscì ad estrarre grazie al bastoncino il quale divenne il manico del ghiacciolo. E così il piccolo Frank Epperson brevettò la sua idea e divenne ricco... Molte invenzioni sono nate da errori: la Coca Cola è stata inventata nel 1886 da un farmacista americano come cura per il mal di testa e come tale è stata venduta per qualche anno, fino a quando il farmacista si è accorto che aveva sempre più clienti con il mal di testa, e allora ha cambiato

l’etichetta ed ha scritto “bevanda dissetante” facendo i soldi. Il Viagra era nato come pillola per curare il mal di cuore e varda cossa che enveze el cura! Certo che se la sera facciamo bere alla moglie la Coca Cola per il mal di testa e curiamo il cuore del marito con il Viagra.... ah no so come che la vegn fora.... Comunque le innovazioni vanno sempre viste positivamente, e allora vi esorto a trovare parole nuove da sottoporre all’Accademia della Crusca. E se non vi ascolta l’Accademia della Crusca cercate l’Accademia del Formentom. E sennò cercate una delle tante associazioni della Caterina Dominici che porti avanti la vostra idea. Insomma non scoraggiatevi. Ovviamente dovranno essere parole che abbiano un senso, che non ci siano ancora, e che possano essere utilizzate. Io sono pronta a chiedere di inserire nello Zingarelli alcuni nuovi vocaboli sicuramente di futuro largo uso. Primo vocabolo. Avete presente quando di notte vostro marito o vostra moglie parla nel sonno? Voi tentate inutilmente di capire cosa dice (cosa nasconde) ma sono frasi incomprensibili, si fa domanda e risposta tutto assieme. E per descrivere questa propensione al comizio notturno siete costretti a dire “el parla nel sonno”. Quattro parole quando basterebbe dire che è affetto da dormiloquio. Secondo vocabolo. Avete presente quelli che sono informati su tutto, dallo sport alla politica alla scienza al gossip... insomma sanno tutto e dicono la loro opinione su tutto? E magari meti caso i è anca alpini? Allora sono degli alpinionisti. Terzo vocabolo. Ci sono le donne di casa, anch’esse informate su tutto, perchè ascoltano la radio, guardano la televisione, leggono i giornali, navigano su internet (ma le mete el savagente a ciambella perchè a navigar pol esserghe degli imprevisti). Sono desiderose di divulgare il loro sapere alle vicine partendo da “at savest dela tale? Come? No te sai gnente? Oh, benedetta, fermete che te conto... (qui di solito aggiungono: ma te raccomando tasi con tuti sat?)” Ecco, queste non sono casalinghe, sono sicuramente casalingue. Quarto vocabolo: Avete presente il nostro attuale premier, entusiasta di questa Italia che riparte (ndo vala?) di queste riforme che ci migliorano la vita, del jobs act, del welfare, della stepchild adoption e de tutte quelle robe dite per inglese che el 90 per zento della zent no la sa gnanca de cossa che el parla? Ecco. Sa volé che ve diga.... Quello è il renziloquio. Mi sa che questo vocabolo me lo mettono nella Treccani. Alla prossima! Vogliatevi bene!

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Diretto da: Paolo Curcu [ paolo@trentinomese.it ] In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher, Gennj Springhetti Hanno collaborato a questo numero: Paolo Chiesa, Loredana Cont, Elisabetta Curzel, Luciano De Carli, Lara Deflorian, Stefania D’Elia, Fabio De Santi, Fiorenzo Degasperi, Renzo Francescotti, Mattia Frizzera, Flora Graiff, Francesca Mazzalai, Astrid Mazzola, Maurizio Panizza, Silvia Tarter, Tiziana Tomasini

SOMMARIO GIUGNO 2016 Ring

6 COMMENTI 14 IL DIALETTO INFORMA 16 DA DONNA A DONNA

Attualità 20

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Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150 Concessionaria Pubblicità: Südtiroler Studio S.r.l. TRENTO Via Ghiaie 15 Tel. 0461.934494 studiotn@trentinomese.it Direzione pubblicità: Rosario Genovese BOLZANO Via Bari, 15 Tel. 0471.914776 bazarbz@bazar.it Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese Stampa: Litotipografia Alcione Lavis (TN)

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ANTONELLO BRIOSI

PROFESSIONE: ARCIERE

30 LA LUNGA VIA DI VARTALENT 36 GIAN NICOLA LIBARDI 38 FENOMENO PARKOUR

Progetto grafico: Fabio Monauni Redazione: Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170

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UN TRENTINO ALLA CASA BIANCA

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PANTANI A CAMPIGLIO 1966: CON L’ACQUA ALLA GOLA CRISTINA ENDRIZZI TRENTINO BOOK FESTIVAL IL MIO AMICO CARLO SARTORI

Panorama 70 72 74 75 76 77 78 80 82 84 85

FESTIVAL DELL’ECONOMIA BARBER DAY I SUONI DELLE DOLOMITI UN VIAGGIO NELLA MELA MAX PEZZALI FESTE VIGILIANE SOLSTIZIO D’ESTATE RITIRI DI SERIE “A” ABBONDANZA BERTONI GRAHAM NASH NOMADI A CANEZZA

Giorno per giorno

86 MOSTRE 92 APPUNTAMENTI DEL MESE

Scoop&news 102 108 110 112

I MATRIMONI DEL MESE TRENTO E IL CONCILIO IL NUOVO IMPERIAL GRAND HOTEL IL ROMBO DI MASERATI A TRENTO

Rubriche 118 120 121 122

LIBRI E LIBRERIE VOLTI NELLA STORIA #TRENTINOMESE CONTEST LA VIGNETTA info@trentinomese.it www.trentinomese.it

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trentinoincontri di Pino Loperfido e Paolo Curcu

UN CAFFÈ A CASA DI...

ANTONELLO BRIOSI: “IL SEGRETO È PENSARE IN 3D” LA SUA CREATURA SI CHIAMA METALSISTEM E IMMETTE SUL MERCATO UN NUOVO PRODOTTO OGNI SETTIMANA. 800 DIPENDENTI, 100MILA TONNELLATE DI ACCIAIO ALL’ANNO PER COLOSSI COME LIDL, IKEA E GUCCI. “SENZA LA PASSIONE” DICE “NON SI FA NULLA E LA POLITICA DOVREBBE RISCOPRIRE IL VALORE DELLA GRATUITÀ”. E RIGUARDO AL TRENTINO: “SIAMO DEI PRIVILEGIATI E NON SAPPIAMO DI ESSERLO”

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utti sanno che c’è, vedono questa grossa e, per certi versi, elegante struttura industriale alla periferia di Rovereto, tanti ci lavorano e sono tante le famiglie coinvolte tra azienda ed indotto, eppure cosa si faccia esattamente nella Metalsistem SpA resta un mistero per i più. Un mistero affascinante, come spesso accade a certe realtà produttive. La gente – si sa – si aspetta sempre risposte rassicuranti un

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po’ su tutto. E anche sui prodotti, se non si tratta di qualcosa che si trova in casa (nell’armadio, nel frigorifero, ecc.) allora il mistero è come se si infittisse. Riguardo alla Metalsistem, poi, “Scaffali” è la lapidaria, semplicistica risposta che vi sentirete dare se vi capitasse di domandare un po’ in giro. E che ci faccia un’azienda con 800 dipendenti nel mondo in un periodo nero per l’economia mondiale e come faccia a fare utili tra

i tre e i cinque milioni ogni anno sono quesiti talmente impellenti che abbiamo deciso di andare a porre direttamente a colui che è l’artefice di tutto: Antonello Briosi. Classe 1950, una passione per la psicologia e un piglio accattivante, pacato, ma che trasuda genialità da ogni poro, un po’ alla Steve Jobs, per intenderci. Ci accoglie quasi all’indomani (il 28 aprile scorso) del passaggio del testimone aziendale al figlio Mirco che è


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“AMO L’INSALATA DEL MIO ORTO” Il libro sul comodino? “Smart, inchiesta sulle reti” di Frederic Martel e “Super cibi per la mente” di Neal D. Barnard. Il film preferito? Il mio. E invece a proposito di musica, quale predilige? Lucio Dalla. Qual è il suo piatto preferito? L’insalata del mio orto. Il sogno ricorrente? Un’invenzione. Se non avesse fatto l’imprenditore, cosa le sarebbe piaciuto fare? Rifare tutto. La sua paura più grande? Aver paura.

Antonello e Mirco Briosi, fondatore e Presidente di Metalsistem

MISTERI DELLA MENTE UMANA (E DELL’ECONOMIA) La passione per la psicologia di Antonello Briosi viene prepotentemente a galla fin dalle prime battute. Così anziché metterci a parlare di Metalsistem ci

addentriamo subito nelle molte nebbie e nelle poche certezze della mente umana e della società attuale. Cerchiamo di capire, ad esempio, come mai nemo non è mai propheta in patria. “È vero. Pochi sanno che facciamo magazzini automatizzati altamente innovativi e che lavoriamo per aziende del calibro di Poli, Lidl, Ikea, Metro, Euronics, Gucci (85mila spedizioni al giorno…). I nostri prodotti sono tutti proprietari e ogni settimana ne lanciamo uno nuovo. Eppure non solo i trentini ci ignorano, – dice Briosi – ma sono anche poco portati a prendere in considerazione certi valori aziendali che abbiamo edificato in cinquant’anni di attività.” Eccola: subito viene fuori lei: la mente umana che tende a valorizzare più il negativo. Il positivo per dieci minuti, il

Il piccolo Antonello con il fratello Romano

La sede di Via dell’Industria a Rovereto

ora diventato il nuovo Presidente. Briosi padre, oggi si definisce un ricercatore. “È questo il mio mestiere”, dice. D’accordo sig. Briosi, ma e... gli scaffali?!

negativo per dieci anni. Forse perché tutto ciò che ci sta attorno lavora in questa direzione? “Esatto, pensiamo ad un certo tipo di informazione in cui la notizia al positivo non ha interesse. È una questione di business…”. Certo è anche un problema culturale, nel sistema latino anglosassone si tende a vedere nel fallimento il fallimento assoluto della persona. In America è diverso. Un insuccesso è un insuccesso e basta. “Come quando un esperimento va male. Da cui ripartire. Nel mio mestiere di ricercatore, ogni cosa che noi facciamo è sempre comparativa. Ad esempio il brutto tempo è comparativo al bel tempo, la salita alla discesa… Quando io faccio un esperimento e qualcosa non va bene c’è comunque la soddisfazione di pensare che un espe-

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MIRCO, IL PRETE E IL BARBIERE

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l tempo è galantuomo, certo, però anche con un galantuomo i conti presto o tardi bisogna farli. Antonello Briosi ha 66 anni e il passaggio del testimone era un passaggio da non procrastinare oltre. “Io mi ritengo una persona molto fortunata. Non ho mai chiesto a Mirco di venire a lavorare qui. Ha fatto l’università a Londra, è tornato un venerdì e lunedì mattina me lo sono ritrovato qui e mi ha chiesto candidamente. Ma qui non c’è niente da fare? Beh, abbastanza, ho risposto io…” Si badi: non era così scontato che Mirco accettasse. Tra il serio e il faceto, il padre gli aveva indicato da tempo le due strade possibili per poter avere una vita agiata: fare il sacerdote o il barbiere, tutto il resto è molto in salita. Perché proprio quei due? “Perché ascoltano tutte le rogne degli altri e loro non ne hanno”. rimento precedente era evidentemente andato bene. Per me questa è la strada da seguire…” Chiediamo a Briosi se aveva queste convinzioni già nel 1968, quando è partito con una piccola officina meccanica a Rovereto, dove piegava lamiere per conto

terzi. “Direi di no. Magari le avevo e le ignoravo. Ho cominciato a pensare di avere un pensiero a tre dimensioni solo a 50 anni…” Aspetti, aspetti un momento. Un pensiero, come? “A tre dimensioni. Quando guardo un complesso di meccanica io riesco a vederlo anche dietro…” Cioè? “Alle elementari mi ricordo che la maestra chiamava la mia mamma e le diceva: Guardi signora che l’Antonello ogni tanto... è come se… Non ci fosse…” Quello che accadeva era molto semplice. Il piccolo Briosi si metteva a fissare un punto dell’aula, la cattedra o la lavagna, e restava lì ad elucubrare.” Un po’ quello che gli accade oggi, quando lavora con i sessanta specialisti del Centro Ricerche Metalsistem. “Forse

loro pensano a due dimensioni, io a tre”. ROVERETO, 1974. VIAGGIO IN UN VARCO SPAZIO TEMPORALE Quest’uomo, capace di creare un Gruppo da 230 milioni di Euro, 46 bilanci di fila col segno più, mai un intervento straordinario sul personale, ci ricorda sempre di più il compianto genio della Apple. Anche lui, infatti, guardava “dietro” le cose, vedeva in 3D. E anche Briosi ha cominciato praticamente in un garage, non troppo dissimile da quello dove Jobs e Steve Wozniak creavano il Macintosh… E a proposito di garage dei primordi, confidiamo a Briosi un ricordo che incredibilmente ci lega a lui quarant’anni prima. Come entrando in un improvviso varco spazio-temporale, ci ritroviamo nella Rovereto del 1974, in Via dell’Abetone, ex Burli, c’è questo ragazzo in tuta che ci sta spiegando le piegature del ferro… Noi siamo rappresentanti della Siderlandini (poi abbiamo cambiato mestiere e siamo diventati

COSA FA METALSISTEM

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el suo percorso il Gruppo Metalsistem si è concentrato in ampliamenti industriali ed ingenti investimenti.

Antonello Briosi mostra un portapenne ispirato alla sua fondamentale intuizione per la costruzione di scaffali: un sistema di aggancio ad otto punti senza saldature, senza fori e senza bulloni 24

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trentinoincontri editori e giornalisti…) Così ci si rivide quando dobbiamo comprare i primi scaffali per la nostra Casa Editrice, allora agli esordi. Ricordiamo che parlando Briosi ci ha dato subito l’impressione di essere sempre un passo più avanti dell’interlocutore nei ragionamenti. E quasi a conferma di ciò, gli bastano giusto cinque minuti per scovare in un angolo della propria memoria la nostra fisionomia. Segno che ogni particolare, ogni volto incontrato, ogni parola sentita o letta Antonello Briosi l’ha fatta profondamente propria. SCAFFALI SENZA BULLONI? PERCHÈ NO “È buffo – commenta Briosi – la gente di qui ci conosce perché facciamo scaffali, il mondo ci conosce per tutt’altro…” E ti credo. La Metalsistem ha un catalogo con 55mila prodotti, anche se il vero inizio parte da lì ed è legato ad un aneddoto molto particolare. All’epoca Briosi aveva appena firmato 10 milioni di lire di cambiali e lavorava 20 ore al giorno; faceva macchine per un’azienda di scaffalature, ma era anche un po’ un guru che veniva chiamato dalle aziende del settore per risolvere problemi apparentemente irrisolvibili, specie fuori orario di lavoro o, peggio, di notte. “C’era questo imprenditore che non aveva la possibilità di pagarmi – racconta Antonello –, così mi propose il baratto con un camion pieno di scaffalature a bullone. Io accettai, un po’ perplesso, perché la vendita non era propriamente il mio mestiere. Ma mi ingegnai lo stesso, spegnendo per un attimo la fresa e il tornio e caricando la mia povera Bianchina blu di scaffali, ho cominciato a fare il giro delle ferramenta: Bertotti, Franzinelli e poi i privati”. Risultato? Un successo clamoroso, tutto venduto in quattro e quattr’otto. Così pensa bene di farsi mandare un altro camion, poi un altro ancora e così via. Fino a che Briosi – che non ha certo intenzione di passare la vita a vendere scaffali – si fa una domanda fondamentale. Se sia possibile produrre degli scaffali senza bulloni, abbattendo costi e tempi, creando un prodotto innovativo e unico al mondo. Sembra facile... “Lo creai nel 1976. Sono passati quarant’anni e di quel prodotto lavoriamo 120 tonnellate di acciaio al giorno e nessuno è riuscito mai a copiarlo…” Torri di quaranta metri tenute su da un lamiera spessa un millimetro, lavorata senza tagli e senza buchi e senza saldature

Antonello Briosi alla fresa negli anni Settanta

con aggancio in otto punti. Non so se rendiamo l’idea. L’EUROPA È VECCHIA E SI È INCARTATA Certo che, a pensarci bene, la Rovereto economico-manifatturiera degli anni Settanta era uno splendore. Là dove oggi c’è la Metalsistem c’era la Volani, un fermento produttivo senza precedenti. Poi, incredibilmente, è cominciato un inesorabile declino. Colpa delle persone, della politica o dei sindacati? Briosi ci pensa un attimo, poi risponde: “Non c’è un unico colpevole. Una grossa fetta delle responsabilità sono dell’Europa, poi dell’Italia e poi del Trentino. L’Europa è vecchia, si è adagiata su un sistema superato non capendo il cambiamento, vivendo di quella superiorità che pensava di avere e eludendo la voglia di mettersi di nuovo in corsa. Si è sentita erodere del suo potenziale tecnico produttivo. Avrebbe dovuto accettare la competizione del resto del mondo, senza fare la

prima della classe a tutti i costi. Poi non avevamo capito che i consumi hanno una valenza molto più forte dell’export. Se non c’è un consumo interno, l’export non è sufficiente. Non abbiamo voluto accettare il cambiamento e fare il proverbiale passo indietro. Che si badi bene non è un dramma. Abbiamo continuato a spendere più di quello che producevamo, attendendo che passasse la buriana. Ma così facendo ci siamo incartati. Ora ci stiamo vendendo anche le squadre di calcio, impoverendoci sempre di più. Abbiamo perso la famosa passione e l’adrenalina del fare”. Alla Metalsistem non solo hanno sempre accettato la competizione, ma ne hanno fatto la propria cifra. E all’azienda non è mai passato nemmeno per l’anticamera di delocalizzare: come mai, Briosi? “I nostri processi sono così complicati che i costi per istruire e per duplicare tali processi, con un rischio altissimo di insuccesso, ci sconsigliano di spostarli”.

Alla stessa fresa, trent’anni dopo 25

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trentinoincontri

COS’È METALSISTEM

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ostituita nel 1970 come ditta individuale, METALSISTEM inizia la sua attività con la progettazione e costruzione di macchine per la profilatura a freddo di metalli. Oggi, METALSISTEM Group è un articolato gruppo aziendale, la cui sede centrale e lo stabilimento principale si trovano a Rovereto. Il Gruppo si configura come una delle industrie più importanti nel settore del Material Handling, con la produzione di strutture in acciaio, brevettate, per lo stoccaggio delle merci, nell’automazione e nella movimentazione dei prodotti in genere. Il grande successo di METALSISTEM Group deriva altresì da una precisa scelta imprenditoriale basata sulla ricerca di nuove tecnologie produttive, sullo sviluppo e l’innovazione dei prodotti, con l’ottenimento di brevetti internazionali, mirati alla versatilità e alla sicurezza. Il Gruppo METALSISTEM, con un fatturato aggregato annuo superiore ai 250 Milioni di Euro, si estende su un’area complessiva di 230.000 mq, 125.000 dei quali adibiti alla produzione, e con le proprie consociate commerciali, distribuite sul territorio nazionale e di un centinaio di paesi nel mondo, è in grado di soddisfare al meglio le esigenze e le richieste di ogni singola realtà. Da più di 45 anni, METALSISTEM GROUP è fra i leaders di mercato per le soluzioni di immagazzinamento, display di prodotti ed arredamento di outlet e punti vendita. Il Gruppo si attesta oggi come uno dei maggiori produttori di soluzioni di MaterialHandling. METALSISTEM è presente internazionalmente attraverso le sue aziende sussidiarie, portatrici del nome METALSISTEM, oltre che con una rete di più di 200 rivenditori specializzati, promotori del prodotto Metalsistem in più di 100 paesi in tutto il mondo. Nel mondo il knowhow, la rete vendita ed il servizio assistenza di METALSISTEM sono noti per efficienza ed innovazione.

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La corona oscillante prodotta dalla Metalsistem

Azienda strana, la Metalsistem, che non ha nemmeno un agente a libro paga, con un ufficio marketing interno; nemmeno una fattura di pubblicità, viaggi e rappresentanze varie. Una della pochissime aziende che ha la meccatronica interna al 100%. Tutto per costruire, progettare e consegnare movimenti meccanici: elettronica, dipartimento software, meccanica e parti elettriche. Certo è una differenza di approccio. Si badi, non è un atteggiamento snobistico, ma scientifico. “È un case il nostro che io presento spesso alle conferenze e con il quale dimostro che il budget previsto per il settore commerciale di un’impresa come la nostra, utilizzato nella ricerca e sviluppo, è molto meno rischioso e più efficace che andare in giro per il mondo a cercare di promuovere i prodotti”. PASSIONE, SOGNO, PENSIERO, COMPETENZA: IL SEGRETO DEL SUCCESSO Senta, Briosi, ci pare di capire, insomma, che non fate semplicemente scaffali, ma siete una specie di inventori, come l’Archimede della Disney. Inventare è un gioco che Metalsistem ha portato avanti per tutti questi anni, in settori anche diversi. Poi è arrivata l’automazione del magazzino che muove le merci. L’esposizione della merce, le casse… Già proprio le casse, quelle del supermercato. Ma ci dica, in un’epoca in cui pare che non ci sia più nulla da inventare: cos’è oggi un’invenzione? “La vera invenzione non è una macchina supertecnologica elettrica, come ad esempio la mia Bmw, ma il… nuovo cucchiaio.

Sembra facile, vero? Cominciate a pensarci e... auguri!” E di cucchiai alla Metalsistem ne hanno inventati diversi. Tanto per dire, l’ultimo è una corona per biciclette da corsa molto particolare che sta trovando un successo enorme tra i ciclisti, professionisti e non. Geniale. Ed eccitante. Un successo che ci lascia senza parole… Ma Briosi spegne subito l’incendio del nostro entusiasmo con un getto di cinica modestia. “Io non credo di aver avuto un grande successo. Si può fare molto di più. Il fatto è che il mio è un cervello tecnico e non da business. La chiave di tutto è la passione anche se questa parola può essere interpretata in vari modi. Nel profondo del significato c’è il fatto che quando tu ti alzi al mattino devi avere la voglia, l’interesse, la goduria di andare in un certo posto o di fare una certa cosa che ti darà adrenalina, che ti cambierà il battito cardiaco. Prima della passione, però, c’è il sogno. Che porta ad un pensiero. Segue la verifica del pensiero che diventa progetto e poi esecuzione pratica. Ecco che si arriva al prodotto e all’idea. Ma attenzione – conclude Briosi, se non c’è la competenza la passione non serve proprio a un bel niente”. “Ma in ogni caso – chiosa – inventare qualcosa non basta. Bisogna far in modo che l’invenzione piaccia anche a qualcun altro, a colui cioè che te lo comprerà”. ETICA E AMBIENTE: L’IMPATTO ZERO NON È UN’UTOPIA Quarant’anni di ricerca forsennata di prodotti unici non hanno però minimamente scalfito la sensibilità etica e ambientale di Metalsistem. Il sogno è quello di creare un sistema autogenerativo di impresa che possa continuare ad operare senza incidere sull’ambiente e sul sistema. In una pa-


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LA FONDAZIONE La Fondazione Metalsistem Onlus nasce per volontà del suo Presidente, Antonello Briosi, che dopo l’incontro con i ragazzi orfani ospitati presso il Mettawa di Welfare Center e Monastry School in Birmania, decide di sostenere con vitto e le prime necessità per lo studio entrambe le strutture. Il 7 marzo 2003 il Presidente del Gruppo Metalsistem, crea la Fondazione Metalsistem Onlus, avente scopi umanitari e sociali a favore dei meno fortunati. Essa nasce con i proventi provenienti dalle attività del Gruppo allargando la partecipazione a tutti coloro che avvertono la necessità di fare... bene del bene.

Rubbia compatibili con le coltivazioni. 100mila metri quadrati, un’altezza di nove metri… Altra cosa: i rottami e gli sfridi vengono dati all’Arvedi che li ritrasforma in acciaio, restituendolo a noi che lo reinseriamo nel ciclo produttivo. Come per il maiale, anche nella siderurgia non si butta via niente.

rola: a impatto zero. Che detto per una realtà che lavora con l’acciaio è come si chiedesse ad un fuochista di non fare fumo o ad un gruppo rock di non fare troppo casino. La rincorsa all’impatto zero ha un costo. È naturale. “Abbiamo passato anni a cercare il modo per evitare le saldature. Abbiamo speso otto milioni per garantirci il 70% dell’energia di cui necessitiamo con i pannelli solari”. Abbiamo progettato serre con Carlo

ALL’INSEGUIMENTO DELL’ETICA PERDUTA Anni fa, Briosi ebbe parole di elogio per la politica economica portata avanti da Lorenzo Dellai. Oggi, cosa ne pensa del Governo di Ugo Rossi? “Stiamo vivendo una situazione in cui la politica locale ce l’ha molto comoda. Perché in pochi angoli al mondo c’è un benessere ed una potenzialità culturale e politica come questa attuale. Per cui è molto facile governare in queste condizioni”. Ci dice Briosi che chi ha il potere oggi in Trentino non può fare niente di diverso dall’ordinaria amministrazione. E i trentini si lamentano sempre, proprio per la famosa tendenza psicologica alla negatività. Ma non dimentichiamoci che la situazione di Autonomia speciale che

abbiamo noi l’hanno anche in Sicilia e in Sardegna. E non ci pare che siano proprio virtuosi come i trentini. Certo, la politica sarebbe un gran bello strumento se venisse usato nella maniera giusta. “Tuttavia, ogni giorno veniamo sorpresi da nuovi scandali, storiacce di politici scoperti con le mani in pasta e poi privilegi e vitalizi senza fine. Forse occorre un cambiamento radicale”. Antonello Briosi si fa molto serio. È questo evidentemente un tema che lo tocca particolarmente. “In passato sono stato presidente di Tecnofin (la “Trentino Sviluppo” ante litteram), amministratore di Laborfonds: sono incarichi che ho ricoperto in maniera pressocché gratuita. Forse è proprio il valore della gratuità che dovrebbe riaffacciarsi anche in politica, ripensando alla visione di Alcide Degasperi, di cui una sera mi parlò a lungo sua figlia Maria Romana”. Sorridiamo e speriamo. Forse il pensiero a tre dimensioni di Antonello Briosi ha un che di taumaturgico e lui parlando di un auspicio – guardando oltre – già prospetta una futura realtà. Chi lo sa… ■ Incrociamo le dita.

EUROPA «Si è sentita erodere del suo potenziale. Avrebbe dovuto accettare la competizione del resto del mondo, senza fare la prima della classe».

CUCCHIAIO «La vera invenzione non è una macchina supertecnologica elettrica, come ad esempio la mia Bmw, ma il… nuovo cucchiaio».

DEGASPERI «Forse è proprio il valore della gratuità che dovrebbe riaffacciarsi anche in politica, ripensando alla visione di Alcide Degasperi».

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trentinoincontri di Elisabetta Curzel

Professione: arciere NELLA CASA-LABORATORIO ACCANTO AL LAGO DI CEI, CELESTINO POLETTI COSTRUISCE DA ANNI ARCHI E FRECCE RICHIESTI IN TUTTO IL MONDO. DA SPORTIVI, APPASSIONATI, ARCHEOLOGI SPERIMENTALI, E PERSINO DALLA PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA DE “IL SIGNORE DEGLI ANELLI”

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ffacciato sulla strada di Cei, poco distante dal lago, esiste un posto celebre nel mondo per la maestria del suo proprietario: è la Jurta di Celestino Poletti, arciere di fama internazionale, che ha trasformato una passione inconsueta in straordinaria perizia. I suoi archi sono considerati tra i migliori esistenti; le sue frecce riforniscono da anni la produzione cinematografica de “Il Signore degli Anelli”; la sua storia sembra un racconto di altri tempi. Generoso e accogliente, Celestino racconta con serenità di esperienze vissute e abilità acquisite; sa, ed è vero, di aver creato qualcosa di unico. Nato a Noale, in provincia di Venezia, “per puro caso”, Celestino ha trascorso l’infanzia e la prima adolescenza a Castel Tesino assieme ai nonni, mentre i genitori lavoravano in Svizzera. Una volta riuni28

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ta, la famiglia si è stabilita a Mattarello, dove lui ha vissuto fino al 2002, prima di trasferirsi a Cei. Dagli inizi ad oggi c’è un percorso lavorativo che ci tiene a raccontare: perché ogni passo compiuto e ogni competenza acquisita sono confluite in ciò che Celestino è diventato, come persona e come professionista. Il primo lavoro, che segue immediato il servizio militare, è un anno nella polizia penitenziaria. Un’occasione per calarsi “nella realtà”, racconta. “Perché certo, c’erano la sofferenza, in generale, e anche i birbanti. Ma c’erano anche brave persone, capitate per pura sfortuna nel posto sbagliato al momento sbagliato. Da allora mi sono abituato a non vedere solo una faccia della medaglia”. Terminata questa esperienza, Celestino decide di avviare l’attività di maniscalco. Un lavoro fuori tempo

massimo? Tutt’altro, perché “in realtà i cavalli erano scomparsi tra gli anni Sessanta e Settanta, con la diffusione dei trattori e di altri macchinari agricoli. Ma all’inizio degli anni Ottanta, quando si era diffusa la moda dell’equitazione –


trentinoincontri quasi una mania – lo volevano tutti, e dovunque sorgevano maneggi”. Per Celestino, il cavallo non è un animale qualunque. Più che una passione è “una malattia per la quale non c’è cura”. E lui, che negli anni diventa uno dei maniscalchi più richiesti e stimati del nord Italia, si cimenta anche in tante gare a cavallo, che vince semplicemente “perché rischiavo. Avevo un coraggio che altri non avevano”. Questa bestia rappresenta un immaginario esteso, che va dai fumetti di Tex Willer al coraggio eroico dei condottieri; e da qui alla passione successiva, l’arco e le frecce, il passo è automatico. È così che nel 1990 alla ferratura dei cavalli affianca, a livello amatoriale, l’arcieria. All’inizio si tratta quasi di uno sfizio, per provare a fare “una cosa che non sapevo fare”. Ma evidentemente Celestino trova nello sfizio la propria vocazione. Già dopo alcuni anni i suoi archi hanno un tale successo che decide di abbandonare la ferratura dei cavalli per diventare, nel 1997, costruttore professionista a tempo pieno, fondando la sua prima azienda, la Jurta. Oggi la sua seconda azienda, Alps’ Bow Production, esporta in Europa, Canada, Nuova Zelanda e Stati Uniti. Il segreto? Costruire con sapienza, e specializzarsi. “L’arcieria è un settore molto ampio”, spiega. “Si va dall’arco compound ipermoderno all’arco olimpico. Io lavoro solo su due tipi: l’arco storico, che come dice la parola è una replica, utilizzata sia per rievocazioni storiche che per competizioni dedicate; e l’arco tradizionale, realizzato con legno, fibre di carbonio e di vetro, resine epossidiche particolari – e qui ci sono varie fogge e categorie”. Quando dichiara di essere uno dei più

rinomati produttori di warbow (l’arco lungo medievale o arco da guerra inglese) a livello mondiale, Celestino lo fa con orgoglio ma senza superbia: è un dato di fatto. Per costruire i suoi archi, ha forgiato con le sue mani la maggior parte degli strumenti di lavoro. Anche i materiali sono scelti con accuratezza maniacale. Il legno è di tasso, “un albero che cresce solo in determinate situazioni, in valli strette dove arriva poco sole e poca acqua, molto lentamente. Il tasso delle Alpi è il migliore del mondo, ce lo

invidiano tutti”, dice accarezzando uno dei suoi archi. “È cominciata così: tempo fa degli arcieri inglesi mi avevano contattato per provare alcuni archi tradizionali. Sono venuti qui a trovarmi, ne hanno provati alcuni e sono rimasti entusiasti. Si erano resi conto che il nostro legno di tasso è superiore al loro, o a quello acquistato dagli Stati Uniti. Ne hanno comprato uno, hanno passato parola, poi la voce è circolata nei vari incontri itineranti che vengono organizzati in tutta Europa. Perché? Perché i miei archi Siete curiosi di ammirare la nuova mostra d’arte contemporanea, di gustare i nuovi menù di stagione, di scoprire il programma dei concerti e degli eventi del 2016? TUTTE LE INFORMAZIONI su www.castelpergine.it

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trentinoincontri andavano meglio degli altri”. Gli archi storici di Celestino sono richiesti anche da archeologi sperimentali che “li usano per fare dei test. Indossano la corazza, la cotta di maglia, e poi studiano che impatto potesse avere una freccia sul corpo umano”. Nella sua jurta (casa-laboratorio che deriva il proprio nome dall’abitazione mobile adottata da molti popoli nomadi dell’Asia) trovano posto oggetti curiosi. Accanto alle frecce di Legolas (l’elfo dell’opera di Tolkien) si vedono lance con il puntale di corno di bufalo d’acqua, archi compositi in stile asiatico, un arco molto semplice che è “costato mesi di lavoro perché l’ho lavorato con la selce, come gli uomini primitivi. Me l’ha chiesto un archeologo”. E poi: archi dei tempi di Attila, faretre dei magiari realizzati in corteccia di ciliegio e di betulla, realizzate in poche ore “altrimenti si secca, e non si riesce più a piegarla”, pelli e copricapi. Celestino l’artigiano arciere è arrivato dov’è ora costruendo, certo, ma anche sperimentando personalmente ciò che costruiva, grazie alla conoscenza esperta del tiro con l’arco a cavallo: uno sport piombato nella sua vita per “uno di quei casi che ti cambiano la vita. Eravamo a Cavalese, nel 1995. Io all’epoca facevo rievocazioni storiche. Alla fine della corsa si era avvicinata una ragazza straniera, che parlava bene l’italiano, che quel giorno aveva assistito allo spettacolo per pura coincidenza, perché aveva fatto il primo turno di lavoro invece che il secondo. Se avesse fatto il secondo non l’avrei mai incontrata, non mi avrebbe mai detto che era bello che anche noi italiani, come loro in Ungheria, rievocassimo le vecchie storie… conoscevo per caso il tiro con l’arco a cavallo? Credo di averla fissata come un pazzo, perché era un’idea che mi girava dentro da anni. Mi ha salutato dandomi un appuntamento in Ungheria: una data e un luogo in cui

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forse non si sarebbe mai aspettata di vedermi davvero. Invece ci sono andato, e lì è cominciata la mia storia con il tiro con l’arco a cavallo”. È un’altra lunga avventura, per Celestino, che comincia ad andare e tornare dall’Ungheria per apprendere dagli appassionati l’antica arte del tiro con l’arco a cavallo, e diventare dopo anni di pratica lovasíjászat, “arciere a cavallo”. Non si fa sconcertare dal primo incontro, in una valle isolata, anche se gli pare “un campo di barbari: erano vestiti con mantelli di lupo, cappelli con penne di aquila reale – uno aveva il fodero di un pugnale fatto con il femore di osso umano. C’erano fuochi mezzo spenti, e io non sapevo una parola di ungherese”. Ma il fascino della situazione è irresistibile, e Celestino torna, mese dopo mese, per due anni di seguito, imparando a tirare con l’arco da cavallo. Supera una selezione sfiancante, e infine un severo esame. Al termine della sua prestazione, la platea è un coro di fischi: prima Celestino si

preoccupa, teme di aver infranto qualche rituale. Poi gli spiegano che ha ottenuto un ottimo punteggio, e che i fischi lì corrispondono ad applausi entusiastici: era la prima volta che un lovasíjászat superava l’esame al primo colpo. Celestino e la sua Jurta sono una cosa sola. Le sue giornate si dividono tra i due laboratori e la gestione dei vari contatti. Dallo scorso anno realizza i prototipi per la linea di lusso di Ragim Archery, il maggior produttore di archi al mondo: un’azienda friulana che “trasforma i miei scarabocchi in disegni, me li rimanda, e io su quelli costruisco un prototipo. Quest’anno in America, nella più grande fiera del settore, abbiamo avuto un gran successo”. Tra le cose che Celestino possiede, e gestisce con coscienza, c’è un senso personale del tempo: serve quello giusto, né più né meno. Ci sono archi che vengono fatti in mezza giornata, ed altri che necessitano di un anno e mezzo. L’importante è farli come si deve. ■


Fiorenzo Degasperi

PALAZZI APERTI in Trentino Curcu & Genovese In un Palazzo non vi sono angoli per l’intimità scriveva Charles Baudelaire. Il palazzo è il palcoscenico pubblico su cui si svolgono le vite degli aristocratici e dei borghesi che devono esibire agli altri il proprio potere. In Trentino di palazzi se ne contano moltissimi: quasi ogni paese ha il proprio, più o meno integro, rimaneggiato, ristrutturato, abitato. In gran parte privati e quindi non sempre visitabili, contengono veri e propri capolavori dell’arte e dell’architettura, piccoli scrigni di una ricchezza che potrebbe valorizzare ulteriormente il territorio. In questa breve guida si sono volute raccontare le storie di quei palazzi che sono aperti al pubblico, magari per qualche periodo all’anno o in particolari ricorrenze. Una guida agile, sintetica, arricchita da fotografie tese al riconoscimento del palazzo stesso, integrata da numeri di telefono o recapiti da contattare per accedere a questi talvolta sconosciuti tesori d’arte.

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trentinoattualità di Silvia Tarter

LA LUNGA VIA DI VARTALENT QUEST’ANNO VARTALENT, IL CONCORSO CANORO IDEATO DA MARCO CONSOLI, È ARRIVATO A SPEGNERE SETTE CANDELINE. PER IL SUO POLIEDRICO FONDATORE È UN’ALTRA TAPPA IMPORTANTE DI UN PERCORSO LUNGO E AVVENTUROSO, MA ANCHE CARICO DI SODDISFAZIONI, PREPARATO DA UNA VIVACE STORIA ARTISTICA PERSONALE, CHE PASSO DOPO PASSO L’HA CONDOTTO FINO QUI

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ncontriamo l’ideatore di tutto ciò, Marco Consoli appunto, a casa sua a Lavis, in un bell’appartamento da cui si gode una splendida vista sulle montagne circostanti, la Paganella e il Bondone. Siciliano di origine, nato in quel di Catania, si è trasferito in Trentino da ragazzino e ormai vive a Lavis da 42 anni. Entrando nel suo salotto ci colpisce subito un tavolo imbandito ordinatamente con tutte le tracce del suo percorso artistico. Ci sono opuscoli, cd, articoli di giornale... tutto parla di una vita spesa a servizio dell’arte. Anche se in realtà Marco non

ha una formazione artistica e di professione si occupa di tutt’altro, lavorando come responsabile amministrativo e finanziario in un’azienda. Ha però perfezionato la sua conoscenza e sensibilità artistica negli anni studiando e viaggiando molto. Come mai tutto questo interesse per l’arte? «Tutto quello che ho fatto non l’ho fatto per me, esordisce. L’ho fatto per il grande amore per l’Arte ed i giovani artisti. Io sono un veicolo a servizio degli altri. Il mio compito è stimolare gli artisti a creare togliendosi di dosso ogni pudore, aiutandoli a credere in

se stessi. E questo per promuovere l’arte, perché sono convinto che un artista che crea per se stesso non esprime la sua “funzione”, l’arte va comunicata». E che cosa vuoi comunicare attraverso l’arte? «Cerco sempre di trasmettere dei valori in cui credo profondamente. Uno di questi è l’arte di rinnovarsi, la capacità di creare qualcosa di nuovo, partendo naturalmente da ciò che è già esistente. Un altro valore per me molto importante invece è la qualità della creazione artistica.» Come hai detto altre volte, in Trentino la qualità delle Marco Consoli

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trentinoattualità proposte culturali non è sempre elevata... «In Trentino purtroppo c’è più attenzione alla quantità che alla qualità. Questo lo si vede anche in alcune manifestazioni, dove c’è il tentativo di inserire l’arte in contesti informali, ma senza costruire un vero progetto che rischia di perdersi e non avere molto significato, con spreco di risorse economiche, valorizzazione di percorsi non interessanti e conseguente mortificazione per chi invece porta avanti progetti artisticamente validi. In generale si tende poi ad essere piuttosto conservativi, piatti, e a riproporre le stesse idee.» Questo è un punto che sta molto a cuore a Marco. Secondo lui, a tarpare le ali allo sviluppo dell’arte in Trentino gioca una parte abbastanza forte anche la componente d’invidia, spesso presente in ambito di organizzazione di eventi artistici. Invidia verso chi è in grado di portare nuove idee e progetti, che anziché essere visti come occasione di crescita culturale tendono piuttosto a venire ostacolati, per non scombussolare troppo l’ordine consueto. Che a Marco piaccia invece scompigliare la normalità, spesso tanto tranquilla da risultare un po’ monotona, lo si è visto da subito con le sue insolite proposte artistiche. Nel 2001 ad esempio, quando VarTalent doveva ancora essere pensato, ha creato il concorso “Etna Arte”, un evento unico nel suo genere dove è riuscito a riunire artisti siciliani e artisti trentini portandoli, letteralmente, dal Trentino fino a Catania. Pittori, scultori, artigiani della ceramica e attori, siciliani e trentini, si sono incontrati, dando vita a una curiosa fusione di arti diverse e collegando con un filo invisibile Nord e Sud d’Italia. Dopo quest’esperienza nei panni di organizzatore di un evento artistico, Marco ha

voluto cimentarsi con l’arte in prima persona, armandosi di tele e pennelli, pur senza avere alcuna esperienza diretta in precedenza. Ma questo in fondo è un po’ il suo spirito, e quello che percorre anche tutti i progetti a cui ha saputo dare vita: ovvero la convinzione che per realizzare qualcosa che piace a volte basta provare, senza aspettare che qualcun altro lo faccia per noi, buttandosi con tanta professionalità, impegno e passione. «Mi sono messo a ritrarre i dettagli di fiori, piante, frutti e oggetti», spiega mostrando qualcuna delle sue opere che conserva appese in casa. In effetti i suoi lavori sembrano creati osservando degli ingrandimenti con la lente. Il suo approccio alla pittura, partito in via sperimentale, lo ha portato a realizzare un grande progetto, superando una sfida da record: organizzare 13 mostre personali in un solo anno nei 13 comuni più abitati in Trentino! Dopo quest’esperienza, l’anno successivo la sua pulsione artistica e la passione per la montagna – Marco è anche un grande amante della natura, della montagna e buon escursionista – ha imboccato un’altra via, arrivando a dar vita al concorso di pittura “Montagna è Arte” in collaborazione con la Sosat di Trento. Se la montagna non va all’arte, l’arte va alla montagna sarebbe il caso di dire. In quell’occasione infatti, durante un fine settimana un gruppo di pittori, caricandosi tele e cavalletti sulle spalle, ha raggiunto il rifugio Taramelli in val di Fassa per dipingere la meraviglia del paesaggio circostante en plain air. Un’altra significativa tappa artistica che ha impegnato Marco per diversi anni – dal 2006 al 2011 – prima di dedicarsi anima e corpo al progetto VarTalent è stata però “Le vie dell’Arte” (poi denominata con l’acronimo Vart),

SCALE TRENTO

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Marco Consoli con Nick Casciaro

un’iniziativa nata nell’ambito dei mercoledì lunari d’estate a Mezzolombardo, una serie di appuntamenti settimanali in cui le vie si popolano di attività e attirano sempre tante persone. Quando infatti il Consorzio rotaliano promozione Mezzolombardo ha affidato a Marco la direzione artistica di una serata di luglio, lui ha pensato bene di sconvolgere con l’arte persino la toponomastica, sostituendo i nomi delle vie con nomi dedicati alle diverse forme artistiche. Per quella sera, quindi, chi si è trovato a passeggiare per Mezzolombardo ha potuto imbattersi in insolite vie dedicate alle varie “muse” dell’arte: la via della pittura, la via della scultura, la via della musica... Un’idea che è piaciuta tanto da essere riproposta nelle edizioni successive de “Le vie dell’arte”, che hanno visto ogni volta un fiorire di novità. Nel 2009, ad esempio, Marco è riuscito a portare in paese perfino la poesia giapponese, i tradizionali Haiku, dei brevi componimenti rigorosamente di 3 versi (il primo da 7 sillabe, il secondo da 5, il terzo da 7), che hanno scatenato la fantasia di tantissime persone, tutte a spremersi le meningi per riuscire a comporre dei versi poetici senza sforare il numero di sillabe, tanto che Marco alla fine ne ha raccolti più di 5.000. Questo progetto “Haiku - il cuore in tre versi”, ha poi dato vita alla

pubblicazione dei componimenti inviati in tre volumi: Haiku Natale, Haiku Estate, Haiku Natura (edizione Curcu & Genovese) e alla trasmissione di 100 puntate radiofoniche andate in onda su Radio Dolomiti. Nel 2010, il Festival “Le vie dell’arte” si è trasformato in Vart - Festival dell’Arte, una manifestazione di più ampio respiro dalla durata settimanale con un centinaio di eventi, dove sono transitati tanti artisti trentini e non solo. Tutto questo a dimostrazione, ancora una volta, di come l’arte possa davvero diventare coinvolgente e anche popolare, senza perdere in qualità, se viene proposta in un certo modo. E si arriva a VarTalent... Nel 2011 il progetto de “Le vie dell’arte” – Vart si è concluso. A dare nuova forma

Nicoleta Nuca 34

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allo spirito artistico di Marco è arrivato quindi VarTalent, il talent, appunto, dedicato stavolta ad una sola arte: la musica. Arrivato alla settima edizione si può dire che sia ormai una realtà consolidata in Trentino e conosciuta anche nel resto d’Italia, oltre che all’estero, che ogni volta coinvolge sempre numerosi giovani partecipanti e persone che si prestano a collaborare come volontari. Quello del volontariato infatti è un altro dei valori che Consoli ci tiene a sottolineare. «Io credo molto nel valore del volontariato. Il volontario è insostituibile, il suo apporto e il suo impegno deve essere svolto con serietà in quanto fondamentale». Questo spirito volontaristico tanto sentito lui lo ha maturato grazie al teatro, recitando per sette anni come attore amatoriale. Prestare il proprio contributo come volontari in una manifestazione come questa, per molti ragazzi è poi divenuta un’ottima occasione di crescita professionale e formativa. Luiz Henrique Belmiro, ad esempio, è uno di questi. Dopo aver partecipato alla prima edizione del concorso aggiudicandosi il podio, nel 2010 è divenuto il braccio destro di Marco nella gestione del progetto e in particolare nello sviluppo della comunica-

zione, occupandosi brillantemente dei canali social. Ed ora è cresciuto tanto come artista (dal 2011 è anche presentatore ufficiale di VarTalent e da 4 anni speaker radiofonico con Marco nella striscia settimanale “i cavalieri del venerdì” in onda su Radio Dolomiti) da arrivare ad esibirsi anche in un videoclip, uscito a febbraio di quest’anno cantando il singolo: “Se tutto si fermasse” (www.youtube.com/watch?v=Q3S1HV1D1vk). Il testo è di Luca Sala (co-scrittore del brano vincitore del Festival di Sanremo “Non è l’inferno” di Emma Marrone) e di Federica Monterosso, vincitrice di VarTalent ‘14. Ad occuparsi della regia invece è stata un’altra brillante concorrente di VarTalent, Joey Bertolani, prima classificata dell’edizione 2015. La sua proposta di cimentarsi con il video è stata una sorpresa anche per Marco «L’idea è stata sua, commenta, ha proposto tutto Joey, quella ragazza è un vulcano». Questo è un altro degli aspetti positivi di VarTalent che lo rendono un’esperienza davvero ricca per chi ha modo di parteciparvi, ovvero la possibilità di scoprire il proprio talento e di mettersi in gioco esplorandone altri, in tutta libertà, semplicemente assecondando l’autenticità delle proprie inclinazioni. Anche sulla libertà infatti Marco insiste molto: «L’arte non può essere trattenuta, dovrebbe essere libera di potersi esprimere, senza alcun vincolo, per questo lascio ai ragazzi una completa libertà di movimento.» Comunque, a reggere le fila di tutto c’è sempre lui, Marco, regista e patron, come ormai viene abitualmente chiamato. Ti piace essere definito patron di VarTalent? «Mi ci vedo bene in queste vesti del patron, risponde ridendo, che è un po’ un padre buono ma allo stesso tempo severo.»


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trentinoattualità A VarTalent infatti la parola chiave è meritocrazia. L’impegno e la disciplina, oltre naturalmente al talento naturale, sono fondamentali. Non contano nulla la provenienza, la notorietà, l’aver partecipato ad altri concorsi... qui si valutano solo e soltanto la qualità dell’arte, attraverso un punteggio che viene assegnato dalla giuria. Come hai maturato questa capacità critica musicale Marco? «Negli anni ho sviluppato una sensibilità artistica in tante discipline; questo mi permette di sentirmi libero da certi tecnicismi o dai giudizi troppo freddi, concentrati unicamente sulla tecnica. Ciò che mi interessa maggiormente invece è la performance artistica, il percorso completo: tecnica, stile, presenza scenica, interpretazione, originalità e potenziale artistico/discografico. Pensa che ad oggi ho superato la soglia di 1.000 audizioni». E che cosa conta di più per te nella performance dell’artista? «La capacità di comunicare

I finalisti del 2015. A sinistra, Luiz Henrique Belmiro

l’arte, di emozionare. Come dicevo prima, l’arte è un messaggio». Ed è davvero così. Un messaggio che si arricchisce di tanti altri messaggi, raccolti attraverso incontri, emozioni ed esperienze di una vita. In questa lunga chiacchierata si finisce col parlare di tutto, di viaggi – la casa di Marco è piena di ricordi provenienti da tutto il mondo – di contaminazioni artistiche, dell’emancipazione artistica delle donne attraverso la musica, che più

di altre arti riesce a mettere in luce il loro talento e le loro emozioni. Anche a VarTalent non a caso la maggior parte dei concorrenti sono ragazze. Insomma, questo progetto non è un semplice concorso canoro per ragazzi, ma è molto, molto di più. È un grande contenitore di sogni, fatiche, esperienze ed esperimenti artistici, ma soprattutto è l’espressione, per chi lo ha ideato, di un grande amore per l’arte più autentica, la più pura, quel talento nascosto che quando riesce a sboc-

ciare si rivela in tutta la sua brillantezza. Ora siamo arrivati alla settima edizione, Marco. Che cosa speri di più per il futuro di VarTalent? «Vorrei che VarTalent diventasse un concorso canoro consolidato, un po’ come il Festival di Castrocaro.» Pensi mai che prima o poi dovrai lasciare le redini a qualcun altro, oppure credi che si chiuderà il cerchio, come è successo con le altre esperienze artistiche? «Fare il patron è molto impegnativo e un po’ stancante, ma non potrei passare il testimone a cuor leggero. Ci vorrebbe qualcuno che prendesse VarTalent davvero a cuore, per garantirne la continuità con lo stesso spirito, lo stesso impegno ed amore per l’arte. Luiz sta facendo un bellissimo percorso e potrebbe un giorno prendere in mano il progetto in prima persona.» E ascoltando le note del Cd che ci ha regalato Marco, vibranti dell’energia di tanti ragazzi, gli auguriamo che sia davvero così. ■

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trentinoincontri

ALLA RICERCA DEL COCKTAIL PERFETTO

di Stefania D’Elia

IL SUO LOCALE SI CHIAMA TATIKAKEYA ED È A CALCERANICA NEL CAMPEGGIO PENISOLA VERDE, LUI SI CHIAMA GIAN NICOLA LIBARDI E HA FATTO DEL LAVORO DI BARMAN UNA SPECIE DI FORMA D’ARTE, FINO A DIVENTARE PERSONAGGIO DELL’ANNO PER LA RIVISTA “ITALIA A TAVOLA”

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ome in una favola romantica di altri tempi Gian Nicola Libardi, giovane barman trentino (e che qualcuno provi a dirmi che uno a quarant’anni non è giovane) ha ricevuto a Firenze nella bellissima cornice di palazzo Borghese il premio, indetto dalla rivista eno-gastronomica “Italia a Tavola”, come Personaggio dell’anno per la sezione barman. “È stata una fantastica sorpresa scoprire di aver battuto barman attivi in grandi città, una bellissima occasione che ha portato alla ribalta nazionale il nostro piccolo locale che si affaccia sul lago di Caldonazzo.” Inevitabile chiedere del suo locale, il Tatikakeya che si 38

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trova a Calceranica all’interno del campeggio Penisola Verde e che gestisce da ormai 13 anni. “È un posto meraviglioso, un piccolo angolo di paradiso all’interno del campeggio (ma non mancano i visitatori esterni), dove ci si sente a casa in un’atmosfera informale che riporta alle vacanze. A differenza dei locali di massa dove si va per bere qualcosa, spesso nella confusione, qui la gente viene per gustare un buon drink, relazionarsi con calma e fare un’esperienza nuova. Grazie al carattere intimo del bar ho la possibilità di fermarmi, dedicare un po’ di tempo e scambiare due parole con i nostri clienti, mi piace proporre gusti nuovi, per que-

sto, agli avventori, cerco di fare sempre una piccola intervista.” Intervista? Questa cosa mi intriga “Mi piace sondare il cliente”, spiega. “Chiedo lo-

ro età, gusti, preferenze... in questo modo cerco di proporre un cocktail sartoriale fatto su misura per i gusti di ognuno. Magari scoprono abbinamenti che non hanno mai sperimentato. Mi piace che le persone che vengono da noi possano stupirsi, appassionarsi di questo mondo e magari fare nuove esperienze di gusto.” Insomma, Gian Nicola ha fatto del lavoro di barman una specie di forma d’arte. “A causa – o per merito – della crisi economica, il mondo dei cocktail sta vivendo in questi anni una rinascita. Per emergere in questo settore, come in ogni altro, bisogna differenziarsi e rendere il proprio lavoro unico. A


trentinoincontri me piace offrire esperienze combinate che siano un piacere non solo per il palato, ma anche per la vista. Devo tanto al territorio in cui sono nato, per questo motivo decoro i miei drink con elementi naturali tipici trentini; licheni, cortecce, fiori di campo essiccati...” In altre parole un marchio di fabbrica, che ha permesso a questo esponente della creatività trentina di farsi conoscere, riconoscere e, ricordiamo, votare da persone provenienti da varie parti d’Italia. Sono curiosa, “qual è il tuo segreto?”, chiedo. “Le persone che mi sostengono e mi aiutano quotidianamente. Devo molto ad Ylenia, mia moglie e Giorgio Andreatta, che si occupa della parte gastronomica del Tatikakeya. Lo scambio di idee e il mix con il mondo della cucina è fonte di stimolo e ispirazione. È grazie anche a lui che i miei cocktail sono esperienze sensoriali così complete: ci piace sperimentare gusti e abbinamenti nuovi.” Ad esempio? “Konka & Kibuddha, un cocktail a cui sono particolarmente legato, nato per caso, dopo che Giorgio ha preparato della cipolla tritata e bruciata. Perché non la usi in qualche tua creazione? – mi ha chiesto. Mi sono reso conto che il gusto dolce e delicato della

cipolla, unito all’amarognolo della bruciatura, si sposava perfettamente con l’asprezza del lime, bilanciato da uno sciroppo di sale, la dolcezza ed il profumo della grappa di Gewurztraminer abbinata al gusto secco del vermouth dry. Ne è nata un’armonia di sapori davvero unica. Io ne vado molto orgoglioso.” Ed io, invece, sono proprio curiosa di assaggiarlo! Progetti per il futuro? “Vorrei proporre un’esperienza sensoriale sempre più completa, per questo motivo ho

iniziato ad abbinare i miei bicchieri a vassoi in ceramica decorati dall’artista locale Guido Martello. La sinergia tra differenti artisti del territorio mi piace molto e spero di allargare questa idea ad altre espressioni artistiche”. Continua raccontandomi di come consideri sperimentare gusti nuovi alla stregua di un viaggio di scoperta e io mi vedo per un attimo catapultata in un nuovo mondo ricco di sapori e aromi. Ma come si diventa i migliori barman d’Italia? Da

dove si comincia? “Ho sempre amato stare nei bar, considero il mio il lavoro il più bello del mondo, ho la possibilità di sperimentare, inventare e stare in costante rapporto con le persone. Ho cominciato a 16 anni con i primi lavori, poi a vent’anni nelle birrerie e nelle discoteche. Quando ormai era chiaro quale fosse la mia strada, ho iniziato ad aggiornarmi con corsi e master in tutta Italia dedicandomi ogni giorno allo studio per continuare ad imparare. Si è creata così, negli anni, quella che mi piace definire la mia biblioteca del gusto: ho imparato ad abbinare sapori ed a creare preparazioni “home made”che rendono uniche le proposte che presentiamo. Ma la famiglia in tutto questo che ruolo ha? “Ylenia, mia moglie, è la mia più grande alleata, con lei ho messo al mondo due figlie che, in estate vivono con me nella libertà del campeggio. Anche per questo amo il mio lavoro e il locale: essendo all’interno di un camping e non, ad esempio, in una grande città, mi dà la possibilità di stare con la mia famiglia e godere le mie figlie. Gian Nicola parla della sua passione con un entusiasmo che conquista... e se ha convinto me che sono mezza astemia, direi che nel suo lavoro ci sa davvero fare! ■

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trentinoattualità di Paolo Chiesa

PARKOUR: ECCO COME SI “SCALA” UNA CITTÀ LI AVRETE SICURAMENTE VISTI DAL VIVO O IN QUALCHE VIDEO QUEI TEMERARI CHE CORRONO PER STRADA, SALTANO GLI OSTACOLI CHE SI TROVANO DAVANTI VOLTEGGIANDO E SI TENGONO IN EQUILIBRIO SU CORRIMANI E CORNICIONI, O CHE SI ARRAMPICANO SU MURI E POGGIOLI, O ANCORA FANNO CAPRIOLE SUI MONUMENTI. SI TRATTA DEL PARKOUR, L’ARTE DELLO SPOSTAMENTO CHE DA QUALCHE ANNO GRAZIE A INTERNET, STA AVENDO UN GROSSO SUCCESSO. A ROVERETO C’È UNA SCUOLA CHE INSEGNA QUESTA DISCIPLINA CHE STA INTERESSANDO MOLTE PERSONE, E IN TRENTINO CI SONO DEI VERI E PROPRI FUORICLASSE, COME I GEMELLI GIULIO E LORENZO MARCADENT

I

l Parkour è una disciplina sportiva metropolitana nata in Francia agli inizi degli anni ’90 che consiste nell’eseguire un percorso superando qualsiasi genere di ostacolo con la maggior efficienza di movimento possibile, adattando il proprio corpo all’ambiente circostante, naturale o urbano, attraverso volteggi, salti, equilibrio, scalate, arrampicate. Il termine Parkour chiamato anche “arte 40

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dello spostamento” deriva da “parcours du combattant” (percorso del combattente). Quest’ultimo era il percorso di guerra utilizzato nell’addestramento militare proposto da Georges Hébert, ufficiale della Marina Francese durante la Prima Guerra Mondiale e poi insegnante specializzato in educazione fisica teorica e pratica. Il principio alla base del metodo hérbertiano era che il miglior modo per

allenare un uomo fosse farlo esercitare nei movimenti naturali che sa fare, in situazioni che la natura gli presenta e gli richiede. Questa pratica di allenamento diventò Parkour quando David Belle, militare e poi vigile del fuoco e appassionato del “parcours du combattant” unì le sue esperienze agli insegnamenti dell’hérbertismo in una vera filosofia e fondando così il Parkour, che risultò più funzionale degli

stessi addestramenti militari precedenti. Il Parkour si è iniziato a conoscere prima con il passaparola, venendo poi diffuso principalmente con l’uso di internet, grazie ai numerosi video caricati nel tempo su YouTube. IL PARKOUR IN ITALIA La nuova disciplina è arrivata in Italia nel 2005, sviluppandosi molto grazie al web e iniziando a far conoscere


trentinoattualità

ro incont Primo scenza di cono azione e valut ITO GR ATU

L’allenamento in palestra è fondamentale

tra loro i suoi praticanti, chiamati “tracciatori”. In seguito sono nate delle associazioni nazionali e delle collaborazioni con altre realtà per mostrare un modo reale, alternativo e intelligente di sfruttare con rispetto gli spazi periferici, abbattere le barriere architettoniche e in genere per far sviluppare, soprattutto nei giovani, un sano rispetto per l’ambiente. IL PARKOUR IN TRENTINO In Trentino esiste una Scuola di Parkour a Rovereto presieduta da Mariella Mastromatteo e organizzata da Pantaleo Losapio, presidente provinciale dell’A.S.I. (Associazioni Sportive e Sociali Italiane) e dove insegnano Simone Marini, istruttore di Acrobatica, Angelo Martiriggiano, esperto di Tricking e Alex Stradoni, istruttore di FreeRunning. Nella palestra di via Tommaseo, ogni settimana 50 appassionati che vanno dai 7 ai 25 anni, imparano l’arte del Parkour. “Ma ci sono anche persone di 40 anni che lo praticano”, dice Losapio, “l’anno scorso c’era anche un signore di 65 anni che aveva problemi con le articolazioni di una gamba e che praticando il Parkour li ha risolti”. Infatti, non bisogna pensare che questa disciplina comporti solo salti, scalate e arrampicate. C’è una preparazione fisica da compiere, con riscaldamento e stretching che preparano all’apprendimento della tecniche base del

Parkour. Cavalline e materassini, oltre a dei cubi appositi, sono le attrezzature base per allenarsi; l’abbigliamento richiesto è quello per la corsa: comodo con un paio di buone scarpe da ginnastica. “Chi si allena per il Parkour, ricorda Losapio, “ha delle basi atletiche che gli sono utili anche per altri sport come l’atletica leggera, le arti marziali, la pallavolo e perché no, il calcio. Ci sono insegnanti di educazione fisica di molte scuole che ci chiamano per parlare del Parkour” e abbiamo introdotto alla nostra disciplina anche i partecipanti a una Scuola di sci di Brentonico e quelli delle scuole calcio giovanili del Chievo Verona”. LA FILOSOFIA Questa disciplina non è solo fisica ma ha evidenti benefici psicologici. Ne abbiamo parlato con l’istruttore della Scuola di Rovereto Simone Marini: “Il Parkour è un modo per vedere l’ambiente e se stessi in un modo differente dove le strade da percorrere non sono solo quelle che percorrono gli altri perché ognuno può creare il proprio percorso andando dove altri non avrebbero pensato. Questo si riflette anche nella vita quotidiana. Quello che cerco di trasmettere ai ragazzi che vengono in palestra è inizialmente di non aver paura di sbagliare, anche se pensano di non riuscire a fare un esercizio; e anche se hanno provato tante volte, li

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trentinoattualità

L’istruttore Simone Marini, l’allenatore Alex Stradoni e Pantaleo Losapio, con un piccolo atleta

sprono a provare ancora fino a quando ci riescono. Una volta che poi hanno acquisito le basi e riescono a praticare in sicurezza allora dico loro che è arrivato il momento di provare qualcosa di nuovo, facendoli pensare a cosa potrebbero fare partendo dalle basi che hanno. In questo modo possono progredire fuori dai limiti che pensano di avere”. Il Parkour come scuola di vita quindi, “Nel nostro sport, come nella vita”, prosegue Simone, “gli ostacoli si devono affrontare e superare. Ma si deve sempre avere presente che

l’ostacolo più grande è quello che si ha nella propria testa e che le difficoltà devono diventare dei punti di appoggio da superare. Se una persona è abituata a superare gli ostacoli, quando se ne trova uno davanti ad esempio a scuola o sul lavoro, non deve aggirarlo ma lo deve affrontare e superare”. Anche i gemelli Giulio e Lorenzo Marcadent dell’Associazione Natural-Style, che qualche tempo fa hanno fatto impazzire il pubblico del Muse con le loro evoluzioni, la pensano alla stessa maniera. Sentiamo Giulio: “Il Parkour non è solo un allenamento del corpo, ma soprattutto un allenamento mentale. La difficoltà è quando ti «scontri» con un ostacolo che puoi superare ma che ti blocca psicologicamente. Questa disciplina insegna a conoscersi meglio imparando a capire i propri limiti e quando è il caso di rischiare oppure no. Insegna a prendere di petto non solo gli ostacoli materiali ma anche quelli che ogni giorno la vita ci pone davanti e che fanno diventare il Parkour uno stile di vita nel quotidiano anche

nel rispetto dell’ambiente che fondamentalmente è la nostra palestra”. Il Parkour come una danza. Giulio ci tiene a precisare che: “nella realtà di chi pratica ormai si tende a distinguere il Parkour dal Freerunning. Mentre il primo è caratterizzato da uno stile più puro e tradizionale con movimenti semplici ed efficaci, il Freerunning è arricchito con evoluzioni più spettacolari che hanno sicuramente alzato il livello di abilità e permesso alla disciplina di evolversi e diffondersi negli ultimi anni in maniera esponenziale. A me non piace

vedermi rigidamente in una di queste due categorie, ma considero il tutto come un’unica grande famiglia, come succede nella danza in tutte le sue sfumature di stili. E a me piace mischiare entrambe attingendo anche da altre arti come la Breakdance o la Capoeira”. Non solo salti e arrampicate quindi. Il Parkour, per gli appassionati, sta diventando una filosofia e un modo di vedere la vita quotidiana. Tenendo presente, come dice Giulio che: “il Parkour è divertimento, libertà, amicizia e un pizzico di follia”. ■

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trentinostorie

DENTRO LA STORIA

di Maurizio Panizza

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1977. UN TRENTINO ALLA CASA BIANCA

Con il Presidente degli Stati Uniti, Jimmy Carter

Un grazie ai cugini di mons. Geno Baroni, Aldo Cadili e Aldo Baroni, per le preziose testimonianze

LA STORIA DI GENO BARONI, UN PRETE DI ORIGINI TRENTINE, VICEMINISTRO USA NEL GOVERNO CARTER DAL 1977 AL 1981. VENNE CHIAMATO «IL PRETE COSTRUTTORE DI PONTI» PERCHÉ SOSTENEVA CHE L’UNICO MODO PER ABBATTERE I MURI DI ODIO E DI INGIUSTIZIA FRA ETNIE DIVERSE FOSSE QUELLO DI COSTRUIRE PONTI SOCIALI ATTRAVERSO LA CONOSCENZA E IL DIALOGO. PERSONAGGIO DI ELEVATA STATURA MORALE, MONS. BARONI FU SEMPRE SCHIVO E MODESTO, SEMPRE IN MEZZO ALLA GENTE CONTRO LE INGIUSTIZIE. PUR AVENDO RAGGIUNTO UN COSÌ ALTO INCARICO DI GOVERNO, RIMASE SEMPRE NEI QUARTIERI POVERI NELLE CITTÀ AMERICANE. MORÌ NEL 1984, A WASHINGTON, A SOLI 53 ANNI

N

ella storia degli Stati Uniti d’America, quella fu la prima e forse l’ultima volta che un prete venne chiamato alla Casa Bianca a ricoprire una fra le più alte cariche federali. Era il 1977 e l’uomo di cui parliamo si chiamava Geno Charles (Gino Carlo) Baroni, mentre il ruolo prestigioso, affidatogli direttamente dal Presidente 44

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Jimmy Carter, appena eletto, era quello di Sottosegretario all’Edilizia e allo Sviluppo Urbano. È da dire che di questo importante personaggio si è scritto forse più da morto che da vivo, molto di più negli Usa che non in Italia e quasi per niente in Trentino dove ancora oggi, nonostante tutto, rimane un perfetto sco-

nosciuto. Sì, perché mons. Geno Baroni, nato nel 1930, era figlio di trentini emigrati in Pennsylvania alcuni anni prima. La madre, infatti, si chiamava Giuseppina Tranquillini ed era nativa di Arco, mentre il padre, Guido, veniva da Tenno – sopra Riva del Garda – e si era trasferito negli Usa per lavorare nelle miniere di carbone del Sommerset.

Un giorno, a Washington, all’apice della sua carriera, mons. Baroni orgoglioso delle sue radici, confidò ad un giornalista: “La mia famiglia di origini italiane aveva l’abitudine di mangiare funghi, lumache, trippa e cervello. A casa nostra, in Pennsylvania, allevavamo conigli e catturavamo scoiattoli. Il coniglio era la mia carne preferita. La mangiava-


trentinostorie mo non tanto perché fosse buona, ma perché allora era la sola carne che i poveri potevano permettersi.” Nella capitale, il giovane prete era arrivato molti anni prima per motivi di studio, ma poi, spinto come i missionari dall’ansia di vivere il Vangelo fra la gente, aveva lasciato tutto per trovare ospitalità nella parrocchia di un quartiere nero fra i più poveri della capitale. Qui ben presto si era fatto conoscere e ben volere. “Lui è diverso dagli altri preti, lui è uno di noi” - dicevano nel ghetto. Infatti in pochi anni la sua azione oltrepassò i confini del quartiere e raggiunse livelli inimmaginabili per uno come lui, uomo semplice, lontano da privilegi e da ambizioni personali, umile e sempre dimesso anche nel vestire. Il merito di tanta popolarità derivava da un approccio e da un metodo – per certi versi rivoluzionario – che Baroni aveva testato direttamente sul campo e che lo portava spesso a dire: “Bisogna lasciare che i neri, e in genere ogni minoranza,

Geno in visita in Trentino, a Tenno, con il cugino, Aldo Baroni

vengano messi in condizione di dare prova di sé dimostrando di meritare l’uguaglianza che giustamente reclamano”. Così, secondo questo principio di mutuo-aiuto teso all’autosufficienza, il prete italo-americano condivise i bisogni di questa gente, si batté per il lavoro, frequentò riunioni sindacali, fondò cooperative di consumo e casse rurali, infine si occupò del problema della casa. Una miriade di impegni che diede sempre più credibilità alla sua azione che partiva dalla presa d’atto che purtroppo l’agire

pubblico non sempre può raggiungere in tempi rapidi ogni singolo bisogno. Da qui la costituzione di organismi di volontariato in ogni ambito dell’emarginazione, dai disoccupati alle ragazze madri, dai senza tetto agli handicappati e ai tossicodipendenti. Già nel 1963 aveva partecipato a Washington alla famosa manifestazione del Movimento per i diritti civili degli afro-americani, guidata da Martin Luther King. Poi, nuovamente, nel 1965, Baroni sarebbe stato a Selma, in Alabama, primo prete cat-

Mettiti alla prova

sulle salite da mito della Valsugana!

tolico a marciare accanto al leader nero, insignito pochi mesi prima del premio Nobel per la pace. Così, pur non cercando la celebrità, monsignor Geno Baroni diventò celebre suo malgrado, non solo fra i diseredati e i senza tetto dei quartieri neri, ma pure fra le minoranze oppresse messicane, italiane, portoricane e cubane. Nel 1967 fonda la Campagna per la Rivalutazione dei centri urbani e per l’Edilizia abitativa a basso costo. Nel 1968 la Conferenza dei Vescovi degli Stati Uniti lo designa come responsabile di un analogo organismo cattolico. I riconoscimenti pubblici ormai non si contano più. Purtroppo il 4 aprile di quello stesso anno, l’amico Martin Luther King viene assassinato a Memphis. Sull’onda dello sdegno popolare, grazie ad una presa di coscienza alla quale aveva contribuito lui direttamente, alcuni giorni dopo Geno Baroni riesce incredibilmente a far approvare dal Governo federale di Washington una legge per l’edilizia abitativa in favore dei gruppi etnici minoritari e

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trentinostorie

Una marcia per i diritti degli afro-americani

meno abbienti. È il suo primo grande successo, ma non è ancora sufficiente. Poco disposto ad accondiscendere al potere, qualche anno più tardi durante un discorso, dichiarerà pubblicamente: “È una vergogna! In questo momento si stanno realizzando pochi alloggi popolari, meno della metà di quelli di cui abbiamo bisogno. Sappiamo quante case ci servono, perché quindi non le costruiamo? Perché non riconvertire Mack Truck e Boeing Aircraft nel costruire case, anziché carri armati e aerei da guerra?” Geno era fatto così. Neppure nei confronti dei tanti cristiani perbenisti era meno sferzante. Affermava, infatti: “Nessuno può assolutamente dirsi

cristiano se disprezza e opprime gli altri a causa della loro razza, religione o cultura.” Un prete scomodo, dunque, che praticava la religione della carità con la stessa attenzione con cui guardava alla religione dei diritti. Un precursore dei tempi che sin da subito metterà in imbarazzo gli ambienti più conservatori della Chiesa statunitense. Qualcuno lo taccerà di marxismo, ma lui, incurante, guarderà avanti senza raccogliere le provocazioni: scuotere il torpore della Chiesa e della società, lui lo considerava uno degli aspetti peculiari della sua missione. Così, anno dopo anno, l’autorevolezza di Baroni raggiunse anche le alte sfere della politica. Infatti, il Partito Democratico alle prese con i

Mons. Baroni giura sulla Bibbia davanti al Giudice della Corte Federale e al Vicepresidente Usa Walter Mondale. A sinistra, gli emozionati genitori 46

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gravi problemi nelle periferie urbane, chiamò proprio lui ad affrontare la spinosa questione delle rivolte nei quartieri metropolitani degradati: finalmente il “metodo Baroni” era stato riconosciuto anche dalla politica di governo. Era il 1977 e fu il presidente Jimmy Carter a nominarlo Sottosegretario per l’Edilizia Abitativa e lo Sviluppo Urbano, inserendolo con ruolo decisionale pure in quattro Conferenze governative: Diritti Civili, Gioventù, Fame e Nutrizione, Rivalutazione dei quartieri urbani. Il “popolo-partito” concepito da Baroni, contribuì così alla nascita dei primi movimenti comunitari in Usa e allo sviluppo di una politica conseguente a tal punto che forse non è affatto un caso la sorprendente somiglianza delle sue tesi con quelle che troviamo contenute nel discorso di Barack Obama tenuto a Filadelfia durante la campagna elettorale del 2008. Per Baroni - allo stesso modo che per Obama - i valori di uguaglianza e di giustizia si combinano con l’impegno delle persone e con il riconoscimento della grande diversità delle culture e della complessità della società americana. Una visione progressista che è una chiara alternativa ad una politica razziale di polarizzazione che

Acosta (Pennsylvania). La famiglia Baroni nel 1932. Il bimbo in braccio al papà è Geno

tutt’oggi utilizza il male contro il bene, il potere contro i valori morali, la paura contro la verità. “Costruttore di ponti”, lo avevano chiamato, come anni dopo accadrà in Italia e in Europa anche per il compianto e altrettanto dimenticato Alexander Langer, deputato al Parlamento Europeo. Ci fa piacere oggi pensare che Langer - all’epoca giovane studente impegnato nei movimenti pacifisti - forse abbia tratto anche lui una qualche ispirazione dall’opera di questo piccolo prete italo-americano, cittadino del mondo. Già, perché Geno Baroni non si fermerà mai nel progettare e realizzare “ponti sociali”. Lo farà con grande energia in America - nel ruolo di Viceministro che gli era stato affidato - ma lo farà come messaggero di convivenza anche nei confronti di altri popoli oppressi, come in Brasile, in Asia e in Sud Africa. Era un uomo che sapeva parlare con tutti, utilizzando parole semplici, poche di numero ma sempre piene di saggezza e di sentimento. Fu amico degli abitanti dei sobborghi degradati come lo fu dei Kennedy negli anni Sessanta; amico


trentinostorie Con mamma Giuseppina

di Martin Luther King come del vescovo sudafricano Desmond Tutu, leader delle battaglie contro il razzismo e l’apartheid. Amici o compagni di lotte civili a cui sapeva riconoscere i meriti, ma ai quali non negava neppure critiche severe, se necessario. Anche in Trentino, dove venne parecchie volte dagli anni ’60 in poi, la sua parola era molto apprezzata anche se era pronunciata in un italiano un po’ approssimativo e con il forte accento trentino di una volta, quello dei suoi genitori ai quali Geno era molto legato. Volle tornare nella terra dalla quale loro erano partiti quarant’anni prima, certamente per incontrare i numerosi parenti, ma anche per approfondire qui il tema del movimento cooperativo che gli stava molto a cuore. Grazie a questa conoscenza, nel 1978 lui fonderà a Washington la prima banca cooperativa degli Stati Uniti,

Bob e John Kennedy

la “National Consumer Cooperative Bank”, di cui verrà eletto presidente. In principio i soci saranno solo alcune decine, poi, in poco tempo, raggiungeranno il numero di oltre 7.000. Da quella felice scoperta dei valori della cooperazione, inizierà per lui un insegnamento che non smetterà mai di diffondere fra il “suo” popolo e nel quale, se guardiamo alla nostra terra, troviamo molte analogie con la storia del movimento cooperativo del Trentino e con quanto realizzato dai fondatori, don Guetti e don Panizza, a cavallo fra ‘800 e ‘900. Purtroppo, appena concluso il suo mandato governativo, quando aveva superato da poco la soglia dei cinquant’anni, per Geno Baroni si presentò all’improvviso un’altra prova, ben più difficile di tutte quelle precedenti. Stavolta si trattava proprio di lui, non di qualcuno che aveva bisogno del suo aiuto come era sempre accaduto in passato. Il nome era risuonato duro e crudele in un ambulatorio medico di Washington e questa “prova” di vita ora si chiamava “mesotelioma”, una forma di tumore rara e molto aggressiva. Da lì in avanti, seguiranno due anni tristi di continui ricoveri in ospedale con terapie e interventi chirurgici, ma ciò non piegherà in Baroni né la fede in Dio, né quella negli uomini. Poco prima di morire, a degli amici del ghetto che erano andati a portargli un saluto lui rivolse questa estrema, commovente esortazione: “Siate uniti, formate leghe e coalizioni, cercate di fare da soli, di essere autosufficienti. Date il meglio di voi stessi, seguendo gli ideali più alti e i valori autentici della vita.” Geno Baroni concluderà la sua ultima battaglia il 27 agosto del 1984, presso l’ospedale “Providence” di Washington, all’età di soli 53 anni. ■

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PASSARONO DI QUI...

di Francesca Mazzalai

IL PIRATA A CAMPIGLIO: ECCO COME TUTTO FINÌ IN SELLA ALLA SUA BICICLETTA, MARCO PANTANI STACCA GLI AVVERSARI NELLE TAPPE DI MONTAGNA DEI GRANDI GIRI CICLISTICI. PIÙ LA SALITA È DURA E PIÙ IL SUO TALENTO SEMBRA NON TEMERE RIVALI. MA PROPRIO SUI MONTI DEL TRENTINO, DURANTE IL GIRO D’ITALIA, LA SUA VITA E LA SUA CARRIERA CAMBIERANNO PER SEMPRE

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uel giorno in Trentino il sole picchia forte sull’asfalto. È venerdì 4 giugno del 1999 e sul percorso che da Predazzo porta a Madonna di Campiglio c’è gente ovunque, accalcata ai bordi della strada. Siamo alla ventesima tappa dell’ottantaduesimo Giro d’Italia, 175 chilometri partendo da Predazzo, passando per Cavalese, Cembra, Lavis, scendendo a Gardolo e Trento. Da lì altri 107 chilometri verso Vezzano, Arco, Riva, per poi affrontare la salita verso le acque turchesi del lago di Tenno, le palafitte di Fiavè, passo Durone e ancora su, verso Pinzolo, S. Antonio di 48

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Mavignola fino all’ultimo sforzo per tagliare il traguardo a Madonna di Campiglio. Un itinerario impegnativo, tanto che all’ultimo gli organizzatori decidono di depennare la salita al monte Bondone, che inizialmente era stata inserita nel percorso della tappa. I 129 girini arrivano da una giornata molto dura, con ben tre gran premi della montagna: a Cima di Campo, Passo Manghen e Alpe di Pampeago. Tappe che non sono certo adatte a tutti e che infatti stanno già mettendo a nudo i valori in campo. Fra i più quotati per la vittoria al Giro, o almeno per il podio, c’è Gilberto Simoni. Il campione di Palù di Giovo è

ottavo in classifica generale e fresco di un superbo secondo posto al traguardo di Pampeago. Le salite (e la fatica) non spaventano e all’inviato dell’Adige dichiara fiducioso “Sulle strade di casa mia ho il vantaggio di poter scegliere il momento giusto”. Simoni non è l’unico a puntare alla vittoria. Ci sono anche il francese Laurent Jalabert, in maglia rosa per quasi metà Giro, Ivan Gotti (terzo posto provvisorio) e Paolo Savoldelli, che proprio il giorno prima ha tentato un inutile scatto nella discesa del Passo Manghen, arrivando sfinito (e ottavo) al traguardo. Chi invece sembra non fare alcuna fatica in quei massa-


trentinocronaca

cranti saliscendi è lui, Marco Pantani. Lo chiamano il Cannibale, per la sua inesauribile fame di vittorie. Lo chiamano anche Pirata, ora che porta l’orecchino e quell’inconfondibile bandana che getta via quando sta per attaccare. Col suo metro e settantadue per 54 chili di peso è agile come un camoscio e in salita divora la strada come se tra le ruote della bici avesse nascosto un motore. Supera gli avversari a doppia velocità e li lascia increduli e frustrati a guardarlo sfrecciare verso l’arrivo. I tifosi che lo seguono nelle tappe o che lo guardano da casa conoscono bene le sue imprese. L’anno precedente, nel 1998, Marco Pantani si è reso protagonista di una doppietta eroica, riuscendo a vincere prima il Giro d’Italia e subito dopo anche il Tour de France, staccando in una durissima tappa in salita il tedesco Jan Ulrich, fino a quel momento favorito alla vittoria, e arrivando primo sul podio di Parigi. E ora che da queste vittorie sono passati dodici mesi tutti attendono da lui la conferma del suo talento. Pantani puntuale non si smentisce. Anche stavolta il Giro d’Italia è praticamente suo. Lo ha appena dimostrato nella tappa di Pampeago del 3 giugno, dove il Cannibale si è davvero mangiato tutti gli avversari. Anche l’infaticabile Simoni, che è arrivato al traguardo staccato di oltre

un minuto. “Il mio segreto? La squadra” dichiara Pantani orgoglioso, ringraziando i suoi compagni. “Ho fatto un giro impeccabile, tutta la squadra ha lavorato alla grande mettendosi letteralmente al mio servizio.” In realtà il Giro non è ancora finito. Mancano due tappe. Tra cui appunto quella di Campiglio. Che però a chi lo segue, i tifosi ma anche i giornalisti sportivi, sembra ormai solamente una formalità. Chi o che cosa potrebbe fermarlo? Per la sua carriera sembra finalmente essere arrivato un periodo sereno, quasi troppo sereno, per uno come lui che in pochi anni ne ha davvero viste di tutti i colori. La prima brutta caduta lo ha colto di sorpresa al secondo anno da professionista, nel 1994, durante il Tour de France. Pantani ha appena concluso il Giro d’Italia al secondo posto, dietro solamente a Evgenij Berzin, il russo, e lasciandosi alle spalle il fuoriclasse spagnolo Miguel Indurain. Ma nel Tour Indurain sembra deciso a prendersi la rivincita e da metà corsa in poi si tiene stretta la maglia gialla di primo in classifica. Pantani tenta di recuperare, si sente in forma, pensa di potercela ancora fare. Finchè, nel corso della diciassettesima tappa, il campione di Cesenatico cade rovinosamente a terra, finendo contro le rocce a bordo strada. 49

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trentinocronaca Marco Pantani si rialza zoppicante, lancia uno sguardo alle ferite al braccio e alla gamba. Chiunque rinuncerebbe a quel punto. Ma lui non intende mollare. Pantani risale in sella alla sua bici. Sanguina vistosamente dal ginocchio sinistro, è evidente che fatica a pedalare, ma la salita lo chiama, e lui risponde. Lungo un pendio di 39 chilometri stacca il gruppo e si lancia all’inseguimento dei primi due ciclisti in fuga, riuscendo con una straordinaria rimonta a tagliare il traguardo terzo. E terzo arriverà anche sul podio di Parigi. Con questo successo in tasca Marco Pantani si prepara per le sfide dell’anno successivo. Ma purtroppo la caduta al Tour de France non è l’ultima, né la più dolorosa. Il primo maggio 1995, mentre Marco si sta allenando per il Giro d’Italia, un’automobile salta di colpo uno stop e gli finisce addosso, sbalzandolo violentemente dalla bicicletta. Pantani è costretto a dire addio al Giro. E ad aspettare il Tour de France, mentre recupera pazientemente la forma fisica. Quell’anno gli regala comunque il successo in due tappe del Tour, ma anche un secondo grave incidente. Il 18 ottobre, durante una gara di preparazione, la Milano

-Torino, ancora una volta una macchina si mette sulla sua strada, investendolo in pieno. Nel frontale Pantani riporta la frattura esposta di tibia e perone: la sua gamba sinistra è praticamente distrutta. E forse lo è anche la sua carriera. Invece anche questa volta Marco Pantani non si smentisce, e dopo oltre un anno di faticosa riabilitazione, è pronto a rimettersi in gioco. Ma, incredibile a dirsi, la sfortuna se la prende ancora con lui. Siamo all’ottava tappa del Giro d’Italia, è il 24 maggio del 1997. Improvvisamente in un tratto particolarmente stretto del percorso un gatto attraversa di scatto la strada, finendo nella ruota posteriore del ciclista che gli sta davanti, e che cade, trascinando a terra anche Marco. A fatica il campione si rimette in sella, ma terminata la tappa, viene subito portato in ospedale per accertamenti. Il suo Giro è finito. Un mese più tardi Pantani si presenta alla partenza del Tour de France deciso a dare tutto se stesso e nella tredicesima tappa, in una giornata indimenticabile, conquista la durissima tappa dell’Àlpe d’Huèz. Con la maglia celeste e il numero 81 sulla schiena, taglia il traguardo più bello della sua vita. È un successo di cui aveva bisogno, che gusta come fos-

se il primo, e che lo porta a salire sul podio terzo, a Parigi. Da lì si riparte, con la certezza di una ritrovata condizione fisica. Arriviamo così a maggio del 1998, alla conferenza stampa che precede l’inizio del Giro d’Italia. Pantani ironizza sul suo stato, come a voler esorcizzare. “Non mi riesce tutto così facile come potrebbe sembrare, e quindi non mi sento di dire che sono in forma”. In effetti ripensando a tutte le sue cadute vengono i brividi. In quella che sarà l’ottantunesima edizione del Giro, l’uomo da battere è lo svizzero Alex Zulle, che indossa la maglia rosa fin dalla prima tappa. Giunti all’ultima settimana, prima delle grandi salite, Pantani è solo quarto. Ma tre minuti e quarantanove secondi di ritardo per uno scalatore come lui non sono certo un problema. Giunti alle Dolomiti Pantani

è al massimo della tensione. Nervoso, inavvicinabile. Per i compagni, che lo conoscono bene, è un ottimo segno. Sta arrivando la condizione giusta. Diciassettesima tappa. È il 2 giugno, Pantani scatta sulla Marmolada, lanciatissimo verso il traguardo. Zulle, in crisi, è costretto a cedere la maglia rosa, la prima maglia rosa di Marco Pantani. Solo il russo Pavel Tonkov proverà ad insidiarlo, scatenando un appassionante duello che tiene gli spettatori incollati al televisore, tappa dopo tappa. Per diversi giorni i tifosi assistono a un testa a testa, fino alla salita di Plan di Monte Campione, dove in una giornata torrida, in un’estenuante guerra di nervi, i due salgono attaccati, Pantani davanti, Tonkov in scia. È il duello decisivo. Pantani in salita tenta lo scatto, una due, dieci volte. Ma il russo non molla la pre-

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trentinocronaca sa. Pantani continua a vedere l’ombra della sua ruota. Non riesce a staccarlo. Esasperato lancia a bordo strada gli occhiali, arriva a sfilarsi persino il piercing dal naso, come se gli pesasse anche quello. Finchè, a pochissimi chilometri dal traguardo, con un ultimo strappo si lascia un Tonkov ormai sfinito alle spalle. Marco Pantani taglia il traguardo alzando le braccia al cielo. Vince l’ennesima tappa. E anche il Giro d’Italia. E già pensa al Tour. Anche se in quel 1998 la gara in Francia sembra iniziare male, dominata da Ulrich e dalle polemiche sul doping che coinvolgono vari corridori. Ma finalmente, sui Pirenei, il 22 luglio inizia la rimonta del Pirata. Tappa dopo tappa Pantani rosicchia minuti all’avversario, fino al 27 luglio, dove è previsto un percorso con arrivo alle Deux Alpes. In una giornata dominata dalla pioggia e dal freddo, Pantani sfila uno ad uno gli avversari - compreso Ulrich - e fa il vuoto fino

al traguardo, dove il tedesco accusa quasi nove minuti di ritardo e cede la maglia rosa all’italiano che se la tiene stretta fino a Parigi, dove viene incoronato vincitore il 2 agosto del 1998. Giro e Tour. Lo stesso anno. Un risultato che catapulta Marco Pantani nell’Olimpo del ciclismo. Insieme a lui solo altri sei campioni (a tutt’oggi) sono riusciti in questa impresa. Oltre a Pantani vi figurano giganti del ciclismo come Fausto Coppi, il belga Eddy Merckx, i francesi Jaques Anquetil e Bernard Hinault e l’irlandese Stephen Roche. Marco Pantani è l’eroe del momento, l’idolo delle folle, in Italia si parla solo di lui. A soli 28 anni, lo aspetta una carriera strepitosa. O almeno così tutti credono. L’anno successivo, quando il Giro fa tappa in Trentino, in migliaia accorrono per vederlo dal vivo. Ore e ore ad aspettare a bordo strada pur di vederselo sfrecciare davanti anche solo per qualche secondo. Si parte da Predazzo alle

12.10, con arrivo previsto a Campiglio intorno alle 17. Ma bastano pochi chilometri per capire che si sta assistendo allo stesso copione del giorno prima. Come commenta Nello Morandini inviato per l’Adige: “Ammettiamo spudoratamente di essere in imbarazzo di fronte a questo Pantani che non finisce mai di stupire come non sembra finire mai di vincere”. Insomma, Pantani fa il vuoto ancora una volta. “Il suo ritmo da cronoscalata –prosegue Morandini – ha fatto la differenza in pochi chilometri, il tempo per consentire a Buenahora (Hernàn, 32 anni, ciclista colombiano) di avere l’onore di fargli un paio di pedalate sulla ruota tanto per scriverlo sul diario. Poi non c’è stata più storia.” Anche a Campiglio Pantani arriva al traguardo da solo, staccando di 1’07’’ un sorprendente Massimo Codol, l’unico a non farsi umiliare in salita dal campione. Per Pantani è un trionfo. I commentatori non trovano più soprannomi per definirlo.

Quello che ancora nessuno sa è che proprio a Madonna di Campiglio la carriera del campione sta per subire un durissimo colpo. Il mattino successivo, sabato 5 giugno, Pantani viene inaspettatamente fermato in seguito a dei controlli del sangue. Responso: ematocrito troppo alto. Non si tratta di un controllo antidoping. Pantani non viene squalificato, bensì fermato quindici giorni per tutelarne la salute. Ma per le migliaia di tifosi che lo aspettano, che già affollano le strade del percorso, è una giornata decisamente amara. Eppure, anche se in un’atmosfera surreale, il Giro del 1999 continua. A vincerlo sarà il bergamasco Ivan Gotti che, ancora sconvolto per quanto è accaduto a Marco Pantani, dichiara: “Questa maglia non è mia.” E a chi gli domanda se il ciclismo sia uno sport dopato risponde: “Forse diamo fastidio agli altri sport, perché altri sport non fanno i controlli come noi.” Ma questa è un’altra storia. ■

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trentinoamarcord PRIMA PUNTATA

L’ALLUVIONE DEL 4-5 NOVEMBRE 1966

CON L’ACQUA ALLA GOLA

Canova di Gardolo 1966. Foto Flavio Faganello

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di Alberto Folgheraiter


trentinoamarcord Piazza della Mostra 1966. Foto Mario Albertini

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inquant’anni fa il Trentino-Alto Adige e la Toscana, Venezia e la Liguria, il Piemonte e l’Emilia furono sconvolte da un’alluvione generale. Non era la prima, non fu l’ultima. Era il principio di novembre del 1966 e soltanto in Trentino-Alto Adige la “Brentana”, com’era chiamata dalla popolazione, spezzò 22 vite, spazzò via case e strade come fuscelli, devastò l’animo degli uomini, causò profonda incertezza, modificò il paesaggio, accelerò l’esodo dalla montagna. Più di cento i morti in tutta Italia; danni per centinaia di miliardi di lire (dell’epoca). Nel solo Trentino i danni furono calcolati in 680 miliardi di lire (350 milioni di euro al cambio di oggi). Dopo la devastazione piovvero le polemiche: per il ritardo nei soccorsi e per l’inesistente prevenzione. Il mancato sfalcio dei prati in quota, si osservò, aveva impermeabilizzato il terreno e ristretto i tempi di corrivazione delle acque. La Provincia di Trento aveva, allora, una popolazione di poco meno di 420 mila abitanti. Per il Trentino-Alto Adige, l’alluvione del 1966 fu il più disastroso evento atmosferico dopo l’inondazione generale del 1882 che avrebbe avviato verso l’emigrazione transoceanica più di ventimila contadini e montanari dell’allora Tirolo meridionale o Welschtirol. La memoria di quelle cronache, oggi è legata al ricordo degli anziani, di coloro cioè che nel 1966 avevano almeno quindici anni ed è affidata ai libri di storia. Nell’uno e nell’altro caso, pare azzeccata l’osservazione del giornalista-scrittore Aldo Gorfer il quale diceva che “la storia è una meteora e gli uomini hanno la memoria corta”. Per tale ragione, da questo numero

“Trentinomese” intende far riemergere dall’oblio e dal fango brandelli di cronache perdute nell’etere dei giornali radio del tempo o incapsulate nelle emeroteche dei giornali. Segnatamente: “L’Adige”, “L’Alto Adige”, “Il Gazzettino”. Racconteremo quel tragico novembre del 1966 affidandoci ai ricordi dei protagonisti, ai reportage e alle corrispondenze dei colleghi, allora impegnati nelle redazioni dei giornali. Certo, si tratta di memorie di un altro secolo, di avvenimenti di un altro millennio, eppure ancora vivi nel racconto degli ultrasessantenni. Come per i terremoti del Friuli (1976) o dell’Irpinia (1980), per i disastri di Stava (1985) e del Cermis (1976, 1998) anche per l’alluvione c’è un “prima” e c’è un

“dopo”. Quasi che la vita di chi c’era avesse cambiato improvvisamente direzione, prospettive e destinazione. Per chi ha lasciato sbiadire il ricordo o per coloro che sono nati dopo, da qui a novembre del 2016 faremo memoria di brandelli di cronaca che in cinquant’anni sono scivolati, inevitabilmente, fra le pieghe della storia. IL TRENTINO IN GINOCCHIO CON L’ACQUA ALLA GOLA L’estate del 1966, in Trentino, era stata archiviata come una stagione delle grandi piogge. Era piovuto, infatti, per tutto il mese di agosto e si erano avute temperature tardo-autunnali. Ai più anziani, quella stagione ricordava la fine della

Lung’Adige Leopardi 1966. Foto Flavio Faganello 53

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trentinoamarcord

22 MORTI IN DUE GIORNI PER L’ALLUVIONE DEL 1966

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elle giornate del 4 e 5 novembre 1966 furono decine i morti causati dall’alluvione. Un elenco ufficiale, per il Trentino, parla di ventidue morti, ma non tiene conto delle vittime indirette di quel cataclisma (per infarto o broncopolmonite) che furono, probabilmente, altrettante. Giovanni Massari, anni 74, Spiazzo; Ines Massari, anni 65, Spiazzo; Giovanna Massari, anni 54, Spiazzo; Pietro Maini, anni 38, Cassana; Rodolfo Lorenzi, anni 60, Cassana; Alfredo Tomaselli, anni 57, Capriana; Simone Tavernar, anni 53, Capriana; Maria Tavernar Tomaselli, anni 53,

Capriana; Carlo Delugan, anni 36, Predazzo; Luigi Paterno, anni 77, Villa Agnedo; Rodolfo Nicoletti, anni 57, Ospedaletto; Mario Rovro, anni 45, Terragnolo; Tullio Valner, anni 43, Strigno; Giacomo Pradel, anni 82, Transacqua; Brigida Turra in Depaoli, anni 43, Transacqua; Francesco Boninsegna, anni 61, Imer; Angelica Gubert, anni 75, Imer; Luigi Rattin, anni 46, Canal San Bovo; Santamaria Doff, anni 65, Fiera di Primiero; Giacomo Gobber, anni 70, Fiera di Primiero; Rosa Turra, anni 39, Fiera di Primiero; Vittorio Andreatta, anni 29, Lavis.

guerra del 1945 quando, il 2 di maggio, sul fondovalle era caduta la neve. O l’anno 1950, che i contadini avevano segnato sul calendario e nella memoria come uno dei più funesti di quel secolo. Tant’è che le vigne non avevano dato uva e le botti erano rimaste a secco. A settembre del 1966 si era avuta una tregua. Ma come era arrivato ottobre, nuvoloni grigi e pioggia a dirotto avevano ripreso a solcare le valli del Trentino. Verso la fine di ottobre, sopra i 1200 metri era caduta la neve. Tanta neve. E dopo la neve ancora pioggia: giorno e notte, per tutta la prima settimana di novembre. Fu nel pomeriggio del 4 novembre che, a un tratto, si levò il vento di scirocco. Come un “phone”, il foehn causò il rapido scioglimento della neve in quota. Una valanga d’acqua e di fango si riversò, a quel punto, sul fondovalle. E fu l’alluvione generale. La notte del 3 novembre 1966, in Alto Adige vi fu un’esplosione in un bar di Brunico. Una bomba rudimentale, collocata nell’ingresso dell’albergo Centrale, causò ingenti danni e ferì tre artiglieri alpini del “Vicenza” in libera uscita. L’attentato dinamitardo seguiva lo scoppio, nove giorni prima, di un ordigno collocato sopra una cabina del telefono all’interno dell’ENAL, il locale del Dopolavoro operaio, pure a Brunico. Entrambi gli esercizi erano gestiti da personale di lingua italiana. Sulla via Flaminia, a Roma, lo stesso giorno, una vettura con targa tedesca aveva forzato un posto di blocco dei carabinieri. L’indomani, i giornali ipotizzarono che a bordo dell’auto ci fosse il terrorista altoatesino Siegfried Graif, il braccio destro di Georg Kloz, al quale polizia e carabinieri stavano dando la caccia da tempo. La notte seguente, a Moso, in Val Passiria, sulla strada per il passo del Rombo, due carabinieri in servizio antiterrorismo sarebbero stati uccisi dalle esalazioni di monossido di carbonio da una stufa a legna. Era per l’appunto il terrorismo di matrice sudtirolese a tenere, in quei giorni, le prime pagine dei giornali. Non soltanto di quelli locali. Tuttavia, nelle pagine interne delle edizioni del 4 novembre 1966 si dava conto di una “eccezionale nevicata sui monti del Trentino”. Titolo del giornale “L’Adige”: “Violenta bufera in Paganella; la neve ha raggiunto il metro sul monte Bondone”. La cronaca: “Anche nel Trentino e nell’Alto Adige il tempo si è messo decisamente al brutto. Ma fin dalle prime ore

Via Suffragio 1966. Foto Zotta 54

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trentinoamarcord della notte di ieri è continuato a piovere e la neve è caduta sino ai 1800 m. Poi le precipitazioni nevose si sono accentuate e ieri sera sul monte Bondone la neve raggiungeva già considerevoli altezze. Sulla Paganella infuriava una bufera e gli ospiti erano rintanati nei rifugi e negli alberghi dislocati sulla vetta. Non ha potuto funzionare manco la funivia direttissima che da Lavis d’un balzo raggiunge la cima della Paganella. La precipitazione nevosa viene giudicata un po’ eccezionale, in quanto, da molti anni ormai, non si verificava una nevicata di tale genere nei primi giorni di novembre. Il traffico

si svolge a rilento lungo le strade dei passi dolomitici. La polizia stradale ieri ha informato che il transito è possibile solo con catene al passo del Tonale. […] La viabilità non ha subito flessioni invece nella fondovalle dove ha continuato a piovere anche stanotte, senza interruzione. La temperatura, che nella giornata di ieri si era alquanto mitigata, ha ripreso a calare nel corso della notte e in alcuni centri di montagna era di pochi gradi sopra lo zero. Gli uffici tecnici dell’Anas e quelli della provincia autonoma di Trento stanno predisponendo i servizi per provvedere ancora nella giornata odierna

TREDICI “ALLUVIONI” NEL 2014 IN TRENTINO

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e alluvioni sono un fenomeno piuttosto frequente. Basta ricordare che nel 2014, in provincia di Trento, sono stati dodici gli eventi classificati dal Servizio Bacini montani come “alluvionali”. Un tredicesimo episodio, tra il 4 e 6 novembre 2014, ha riguardato l’intero territorio provinciale. Di solito i fenomeno alluvionali prediligono i mesi di agosto e settembre. Metà di questi fanno riferimento al bacino dell’Avisio. Per mitigare il rischio idraulico ed idrogeologico il Servizio Bacini Montani

della Provincia autonoma di Trento è impegnato da quarant’anni a realizzare opere di sistemazione idraulica e forestale. Si tratta di un patrimonio di manufatti che sul territorio provinciale annovera la presenza di 18 mila briglie, di 335 chilometri di cunettoni, di quasi 500 chilometri di opere spondali, 87 chilometri di argini in rilevato e 460 spazi di deposito. Nel 2014 sono stati aperti 205 cantieri di sistemazione idraulica e forestale, di cui 157 per interventi di ordinaria manutenzione.

Vicolo del Vo’ 1966. Foto Mario Albertini

allo sgombero della neve in quei tratti maggiormente interessati dal traffico”. Queste le informazioni, quasi di routine, sui giornali del 4 novembre 1966. In quelle ore del mattino di venerdì, giorno di festa nazionale, i corsi d’acqua di tutta la regione si stavano gonfiando a vista d’occhio, complice un’ondata di foehn, il vento caldo da nord, che in quota stava sciogliendo le imponenti masse di neve precipitata nei giorni precedenti. Sul fondovalle continuava a piovere.

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trentinoamarcord Scalo ferroviario, Via Maccani, Corso Alpini. Foto Mario Albertini

Soltanto sabato mattina, 5 novembre, i quotidiani diedero conto del disastro: “La regione sconvolta dall’alluvione - Sette morti e un disperso, danni enormi”. Questo il sommario del giornale “L’Adige”: “A Ches di Spiazzo Rendena un’enorme frana ha investito un gruppo di case uccidendo tre persone. Due automobilisti sono morti sotto un ammasso di fango a Cappelle di Caldes. Un’altra vittima a Terragnolo. In Val d’Ultimo un

Photo ©Lucio Tonina

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uomo ha perso la vita travolto da una frana. Case crollate, paesi sgomberati e strade interrotte”. La vittima della Val d’Ultimo era un operaio di Roncegno, Giulio Campestrini di 51 anni, impegnato a Pracupola (2.200 metri di quota) in un cantiere della società Italstrade. Dalla slavina di neve e di fango che aveva ucciso l’operaio di Roncegno fu recuperato vivo un giovane di Rabbi, Luciano Penasa di 19 anni.

“L’Alto Adige” titolava: “Maltempo: l’Italia sconvolta” – “Sono dieci le vittime del nubifragio: sei morti in Trentino, quattro in Alto Adige. Interrotte le ferrovia e la strada del Brennero. L’Adige ha rotto a Avio”. Nelle pagine interne: “Morte e distruzione ovunque. Acqua alta in città. Tre morti in Val Rendena, scomparsa una frazione. Ieri sera a Trento l’Adige ha rotto a Roncafort. Paurosi scoppi alla SLOI. Evacuate numerose abitazioni”. I giornali sottolineavano che l’alluvione seguiva di appena due mesi “quella dell’agosto scorso. Questa notte la situazione appariva molto confusa anche per la mancanza di notizie precise a causa delle interruzioni stradali e telefoniche che hanno praticamente isolato i centri colpiti o minacciati”. “La piena di torrenti e dei fiumi, i danni delle frane e degli smottamenti, sembrano essersi accaniti soprattutto in Valsugana, nelle valli Giudicarie e nella valle di Sole”. Non dissimile la cronaca dalla provincia di Bolzano: “Quasi tutte le vallate dell’Alto Adige sono praticamente isolate. In molti centri, la caduta dei tralicci dell’energia elettrica ha fatto sospendere l’erogazione della corrente. Anche a Bressanone la situazione è gravissima; tutta la parte della città vecchia è allagata mentre sia la ferrovia che la nazionale del Brennero sono bloccate”. Analoga la situazione nel resto del Pa-

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ese. “Divisa in due la penisola dal maltempo”. Interrotta la rete stradale e ferroviaria. Firenze praticamente sommersa dall’acqua. I dispacci dell’agenzia ANSA da Roma, datati 4 novembre, dicevano: “Quasi tutte le regioni italiane sono state sconvolte da un’eccezionale ondata di maltempo che ha praticamente diviso in due l’Italia all’altezza della Toscana. In quella regione, infatti, strade e linee ferroviarie sono

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bloccate dalle prime ore di stamane a causa di amplissimi allagamenti, di ponti crollati, di massicciate spazzate via dalla furia delle acque. A Firenze l’Arno, dalla prima mattinata, ha rotto gli argini e inondato numerose strade e piazze della città. La popolazione di interi rioni è rimasta senza corrente e senza acqua potabile. Tutti i servizi sono mobilitati, i medici sono stati tutti richiamati in servizio. Il prefetto e il sindaco hanno inviato appelli

alla popolazione per invitarla alla calma e al razionamento dell’acqua. Anche nel resto della Toscana la situazione è particolarmente drammatica. Nelle varie città interi quartieri sono isolati e le comunicazioni sono interrotte: praticamente ogni centro è isolato dagli altri”. Nelle pagine interne i giornali fornivano i particolari di “un’alluvione senza precedenti” che aveva “sconvolto improvvisamente le nostre vallate causando ovunque danni ingentissimi”. In verità i precedenti c’erano e pure drammatici. Bastava riandare all’alluvione generale del 1882 che aveva devastato l’intero Tirolo italiano. Già prima (1823) si era manifestato analogo fenomeno tanto che nella seconda metà del XIX secolo era stata decisa la rettifica del corso dell’Adige, a Trento, e lo spostamento dell’alveo del fiume a ridosso dell’antico rione di Piedicastello. Il fiume avrebbe rotto gli argini a Salorno, nell’autunno del 1981, tagliando a metà la regione. Nel Trentino orientale, segnatamente nel Vanoi, in mille anni s’erano avute 16 alluvioni, ma la più devastante sarebbe stata quella del 1966. Per altro, nel 2015 si segnalavano ancora 81 comuni (un territorio complessivo di 190 kmq) a rischio idrogeologico in provincia di Trento e 30 in provincia di Bolzano (50 kmq). ■ (1. continua)

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trentinoincontri

IL GIARDINO MUSICALE DI CRISTINA di Renzo Francescotti

1972, al termine di un concerto a Modena

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uono al cancelletto della casa di Cristina alla Bolghera, in quello che è il quartiere più verde di Trento, di villette e giardini. Anche la sua, costruita negli anni Trenta, a pochi passi dell’allora Collegio delle Dame di Sion (oggi sede del Liceo “Galilei”) era una villetta, ingrandita e alzata di un piano negli ultimi decenni. Cristina Endrizzi Garbini abita al primo e secondo piano; suo figlio Carlo al terzo. Dentro c’è un ampio, luminoso soggiorno che ospita due pianoforti uno a mezza-coda ”Petrof”, cecoslovacco, e l’altro verticale, giapponese, “Yamaha”. Quadri e fotografie appesi alle pareti, vasi di erbe aromatiche sul davanzale, fiori dovunque. Lei è nata a Trento in Via Milano (padre artigiano, due sorelle più piccole, Micaela e Francesca) subito dopo

l’ultima guerra, nel 1947 (possiamo anche dirlo, sia perché oggi è diventata una moda per le donne dello spettacolo confessare e festeggiare i loro, cinquanta, settanta

DA PICCOLA CRISTINA ENDRIZZI SOGNAVA DI FARE LA CANTANTE, LA MUSICISTA O LA BALLERINA CLASSICA. STUDIAVA CANTO E NEL FRATTEMPO FACEVA NUOTO AGONISTICO. MA IL SUO DESTINO ERA UN ALTRO. NEL 1976, VINSE IL CONCORSO INTERNAZIONALE DELL’OPERETTA A PALERMO. DA ALLORA SI ESIBÌ CON GRANDE SUCCESSO IN TUTTA LA PENISOLA. POI VENNERO L’INSEGNAMENTO E L’ACCADEMIA DELLE MUSE o ottant’anni; sia perché lei porta i suoi 69 splendidamente). “Cosa sognavi di fare da grande?” comincio col chiederle. “La cantante, la musicista o la ballerina

Nella sua casa della Bolghera (foto: www.trentoblog.it)) 58

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classica”. In famiglia c’era uno zio paterno, flautista nell’orchestra che suonava nelle opere al Teatro Sociale, e la nonna materna, cantante dilettante, col marito che l’ac-


trentinoincontri

texelbahn

Una sera all’Accademia delle Muse (foto www.trentoblog.it)

compagnava alla fisarmonica. Cristina cominciò a otto anni col prendere lezioni di pianoforte da Elsa Triangi e lezioni di canto da Maria Battistotti, maestra che preparò al professionismo molti cantanti trentini. In seguito frequentò e si diplomò al Liceo musicale dove insegnava la stessa Triangi e il molto noto Bruno Mezzena. Per tre anni cantò anche come corista nel famoso coro di musica gregoriana “Santa Cecilia” diretto da Iris Niccolini, che per anni spopolò vincendo primi premi nel concorso nazionale di Arezzo. Una preparazione musicale varia e completa la sua, sia nella musica che nel canto. Ed è sorprendente che nel frattempo coltivasse anche lo sport, il nuoto agonistico nella “Rari Nantes”, uno sport ideale per plasmare il corpo. Poi ci fu la stagione dei concorsi, sia di musica che di canto. La nostra Cristina, plasmata musicalmente e fisicamente, con la sua cristallina voce di soprano ne vinse parecchi in tutta Italia. Nel frattempo, innamoratissima, a ventun’anni si era sposata con Alberto Garbini imprenditore turistico sul Bondone (un bell’uomo, biondo come lei, che ricordo compagno di classe alle Medie, ai “Polentoni”) mettendo al mondo due maschi, Michele e Carlo. Cristina cantava senza apparente emozione (stranamente l’emozione arrivava a perfor-

mance avvenuta; nelle esibizioni al pianoforte era invece più emozionata, più apprensiva, più frenata. Ci vollero anni per sciogliersi… Il più importante premio che vinse fu il Concorso internazionale dell’Operetta, la cui finale fu al Teatro “Massimo” di Palermo, in cui interpretò brani da “Il Pipistrello” di Richard Strauss figlio. Era il 1976 e Cristina aveva ventinove anni. Fu subito ingaggiata dalla Compagnia Italiana delle Operette diretta dal famoso Alvaro Alvise (scomparso prematuramente anni fa). Potendo realizzare il suo sogno di bambina, cantando, ballando e recitando contemporaneamente Cristina si esibì in tutta Italia nelle operette “La Vedova Allegra”, ”La Principessa della Czarda”, “Il Paese dei Campanelli”, “ Cin-cilà”. Nei famosi teatri come il ”Nuovo” di Milano, il ”Politeama“ di Napoli, il “Grande” di Brescia, l’”Alfieri” di Torino, il “Giglio” di Lucca, lo “Sferisterio” di Macerata e molti altri. Quando poteva, su un camper, la famiglia la raggiungeva: anche a metà strada se non era possibile di meglio. Ma la paga non era alta e in più bisognava pagarsi i pasti e l’albergo. E la nostra artista d’operetta, assieme a ballerine e figuranti, finiva spesso col dormire negli Ostelli, in stanze di quattro o cinque letti. Una volta si accorse di essersi dimenticata in alber-

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go il baule, con tutti vestiti, i gioielli finti, le parrucche e i trucchi di scena. Dovette tornare indietro e raggiungere la Compagnia delle Operette in treno. Un’altra volta successe un incidente anche divertente: nel primo atto, in un duetto, lei e il suo partner, si accorsero che stavano cantando un duetto che era del secondo. Assecondati dal maestro continuarono a cantare. Quando il pubblico risentì lo stesso duetto, lo prese forse per un bis: in ogni caso lo era. Anche se non richiesto… Pochi soldi, tanti sacrifici, ricompensati solo dal piacere di esibirsi, di ricevere applausi. Non certo baciati dalla fama o almeno dalla notorietà. Così, dopo un anno e mezzo, presa soprat-

Alberto Folgheraiter immagini di

Gianni Zotta

tutto dalla nostalgia della famiglia la nostra fascinosa Cristina decise di mollare. Ma ne soffrì molto. E si disfò di tutto ciò che la legava all’operetta, compresi gli articoli e le foto. A trent’anni iniziò un nuovo ciclo della vita, quello di insegnante di musica nelle scuole Medie e Superiori. È un periodo lungo un trentennio: andò in pensione nel 2007, due anni dopo la morte prematura di suo marito. Inevitabili la sofferenza, la crisi, la voglia di non suonare più, la depressione in agguato. Riuscì a uscire dal tunnel riprendendo a suonare, applicando a se stessa la musicoterapia, dandosi da fare. Diviene conduttrice di corsi d’aggiornamento per insegnanti, di corsi musicali per bambini con disabilità, di corsi di pianoforte e canto per ragazzi delle Superiori, per la Terza Età, di corsi di storia della musica e momenti musicali per associazioni culturali, esibendosi gratuitamente in concerti. Infine, dal 2008, è fondatrice e presidente dell’Accademia delle Muse con l’obiettivo di sostenere i talenti nelle arti, soprattutto musicali. Nell’ampio e luminoso soggiorno della sua casa, che può ospitare oltre cinquanta persone, periodicamente si possono ascoltare i concer-

ti in cui musicisti giovani e non più giovani cercano di offrire il meglio di sé. E anche Cristina suona su l’uno o l’altro pianoforte, guardando oltre i vetri i vasetti delle sue erbette aromatiche, le piante e i fiori del giardino che circonda la casa. Me lo fa scoprire meglio accompagnandomi al cancelletto da cui sono entrato. Assieme a una piccola quanto graziosa piscina nascosta tra la verzura, la nostra musicista e giardiniera, cura con tenacia e professionalità oltre cento varietà di erbe e fiori. E ci sono anche alberi esotici come alcuni banani, un liquidambar, un melograno spagnolo e un nespolo giapponese. Tra i rami di quest’ultimo hanno costruito una casetta per i

quattro nipotini di Cristina: Cristian, 19 anni, è ora un po’ grandino per salirvi; ma Anna di 13, Andrea di 11 e Daniel di 7 anni lo possono ancora fare. Si allenta una corda, cala giù una scaletta, si sale, la si tira su: e si è in un altro mondo, dentro un pianeta totalmente vegetale. Che pace, che fascino, che avventura per i bambini. Potessimo avere anche noi una scaletta così, una casetta così… ■

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di Mattia Frizzera

CHE LA FESTA ABBIA INIZIO... Joseph Zoderer

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laghi di Caldonazzo e Levico hanno appena visto confermata la Bandiera blu europea per la qualità delle proprie spiagge. Tra il lago e piazza Municipio a Caldonazzo c’è un miglio, 1600 metri da percorrere a piedi per arrivare nel cuore dei luoghi del TrentinoBookFestival. Manifestazione dedicata a libri ed autori, ma sempre più anche ad arte e teatro, che dal 16 al 19 giugno avrà la sua sesta edizione. Dedicata al limite. Il primo da valicare potrebbe essere proprio il “miglio blu” fra le spiagge ed il centro storico, visti i tanti turisti con targa gialla o bianca che affollano lo specchio d’acqua in Valsugana. Il Tbf va anche al di là dei limiti

LA VI EDIZIONE DEL TRENTINO BOOK FESTIVAL SARÀ ALL’INSEGNA DEL “LIMITE”: QUESTO IL TEMA SCELTO DAGLI ORGANIZZATORI, PER LA KERMESSE LETTERARIA IN PROGRAMMA A CALDONAZZO DAL 16 AL 19 GIUGNO Roberto Vecchioni

fisici, visto che sono tante le sedi degli appuntamenti: dal palazzetto al teatro, dal parco alla biblioteca, dalla casa della cultura alla pineta.

L’evento creato e diretto da Pino Loperfido comincia con l’anteprima di giovedì 16 giugno, alle 18, con l’inaugurazione delle tre mostre. Alle 19 prima presentazione con il roveretano Diego Leoni che parlerà del suo corposo lavoro sulla Prima guerra mondiale. Un’interessante analisi sulla guerra, vista da una prospettiva originale, su un piano legato a scienze e tecnologie. Il conflitto agisce in forma ambivalente: da una parte distrugge un patrimonio “storico” di conoscenze e di acquisizioni, dall’altra lo sostituisce rendendolo più

Serena Dandini

complesso. Si può dire questo ad esempio del patrimonio zootecnico e botanico, così come della fotografia. Il giorno dopo alle 19 si occu-

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Giulietto Chiesa

peranno del conflitto anche i Wu Ming, con un incontro dal titolo “L’invisibile ovunque”: la libertà è veleno per chi si è abituato ad aspettare comandi. Venerdì 17 giugno alle 16.45 fischio d’inizio ufficiale del Tbf16 in piazza Municipio con le “Storie al limite dell’area”, proposte da Carlo Martinelli assieme ai fiati del Corpo bandistico di Caldonazzo, che interpreteranno le sigle più Gianluigi Nuzzi

famose legate al mondo del calcio. Martinelli ha l’obiettivo di raccontare un altro calcio, con una visione letteraria, poetica, sociale e narrativa della “pedata”, che riesce a coinvolgere anche chi non si appassiona alle gesta sul rettangolo verde. Le storie di Martinelli arrivano subito dopo i 90 minuti che la nazionale italiana avrà giocato a Tolosa contro la Svezia per Euro2016. In serata spazio alla politica internazionale con Giulietto Chiesa, che parlerà della Putinfobia dell’Occidente da profondo conoscitore di “cose russe”. Secondo Chiesa il risoluto intervento della Russia contro i terroristi dell’Isis, l’azione di smascheramento delle ambiguità di Turchia e Arabia Saudita, hanno lasciato di sasso le diplomazie occidentali e gettato nel panico la propaganda russofobica. Per l’ex europarlamentare lenta-

mente si comincia a intravedere un’altra verità: la Russia di Putin, fenice risorta dalle proprie ceneri, può essere la sola superpotenza in grado di far deviare il treno lanciato verso la catastrofe. Quindi alle 17.50 il tema della violenza nei confronti delle donne, con lo “Splendi più che puoi” di Sara Rattaro. Secondo l’autrice «l’Italia di oggi è ancora molto maschilista. I maschi vengono ancora educati ad avere paura delle proprie debolezze. Ci sono ancora molti passi in avanti da fare, perché il problema violenza è molto più radicato di quanto sembra. I femminicidi sono solo la punta di un iceberg». Si torna quindi ad argomenti più pop, come la presentazione del libro di Paolo Morando ‘80 “L’inizio della barbarie” seguita dalla musica sicuramente meno barbara dei Radioottanta.

Francesca Barra

Gli anni Ottanta sono stati un decennio senza limiti? «Sicuramente – risponde Morando. Un decennio in cui, a livello economico, l’Italia ha pensato di potersi permettere tutto, che tutto potesse essere comprato. Dunque che tutto avesse un prezzo. E di conseguenza, a livello etico, che tutto fosse permesso». Prima della musica al teatro di Caldonazzo sarà la volta di Gian Burrasca. Nella sesta edizione del Tbf debutta anche il format del “Cafè debat”, con appuntamento venerdì e sabato alle 19 all’Albergo Due Spade con Grazia Campregher. Il sabato del festival verrà inaugurato da Francesca Barra, conduttrice del programma de La7 “In onda” con una storia di immigrazione in collaborazione con Amnesty International Trento,

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C’È ANCHE IL TBFJUNIOR

Gli Audiospettro

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bf16 molto interessante anche per giovani lettori, con sei appuntamenti per bambini dai 3 anni fino alla scuola elementare ed oltre. Si comincia venerdì 17 in teatro con “Il giornalino di Gianburrasca”, produzione della Fondazione Aida. Gianburrasca è educato a non mentire mai, dice sempre la verità, anche quella che non dovrebbe o potrebbe dire. Per questo sono tante le incomprensioni e i malintesi, a volte spassosi, che si vengono a creare tra Gian Burrasca, le sorelle, i loro mariti e tutta una carrellata di personaggi indimenticabili. Spettacolo adatto ai bambini sopra i 6 anni così come “Magie della scienza”, laboratorio di esperimenti scientifici in biblioteca sabato alle 10.30. Alle 16 in Sala Marchesoni Barbara Balduzzi e Ilaria Antonini propongono la lettura “Un sasso nella strada” per i bambini della scuola materna. Alle 21.30 in piazza Municipio Massimo Lazzeri con il Corpo bandistico diCaldonazzo propone la fiaba de “Il gatto con gli stivali”. La domenica comincia con un altro appuntamento per i piccoli fra i 3 ed i 6 anni, “Topo Tip. Non voglio fare il bagnetto!” alle 10.30 in Sala Marchesoni. Infine alle 16 nella stessa sala spettacolo per i ragazzi dagli 8 anni in su dedicato a Roald Dahl ed alla sua capanna.

“Il mare nasconde le stelle”. La vicenda umana è quella di Remon, giovane egiziano che non ha più rivisto i propri genitori. Joseph Zoderer parlerà de “I colori della crudeltà: tra le possibilità dell’amore”. Lo scrittore sudtirolese racconta una storia sulle possibilità dell’amore e le ferite che può procurare, sulla volontà di un uomo di vivere più di una vita senza perdere di vista se stesso. Nel pomeriggio quattro interventi di grande interesse. Mario Melazzini, con “Lo sguardo e la speranza”. Un medico malato di Sla che tutti i giorni cerca di capire come andare al di là dei limiti, in una vita molto impegnativa tra ricerca e associazionismo. Quindi parola a Gianluigi Nuzzi, legato alla Valsugana per questioni famigliari ed affettive, che parlerà sulle sue

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vicende giornalistiche in Oltretevere. Anche in Vaticano poco a poco sta arrivando il vento del cambiamento. «È bene precisare che nei miei libri non descrivo tutta la Chiesa o la curia o il Vaticano che sia – spiega il giornalista Mediaset - ma indico criticità e patologie di una parte con fatti precisi, nomi e cognomi. I miei libri non sono anticlericali e il successo che hanno dimostrano che il mondo cattolico, al di là di luoghi comuni e speranze di taluni, è assai attento e disponibile alle critiche e al ragionare…. Cosa penso dei faraoni? Che hanno un cattivo rapporto con il potere, che vivono in un ambiente lontano dalle parole e dai fatti soprattutto di Francesco. Credo siano spinti dalla smania del potere e dell’amore per il privilegio. Queste persone venivano condannate con forza da Ratzinger e ora


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Mario Melazzini

anche da Bergoglio. Il tempo per loro è sempre più ridotto, il conto alla rovescia è iniziato da tempo….». Le due storie che seguiranno saranno storie d’impresa, fra Veneto e Friuli. Quella di Serenella Antoniazzi, imprenditrice che non vuole veder fallire la piccola azienda messa faticosamente in piedi dal padre e che è riuscita a mobilitare anche il Governo nazionale e quello regionale per creare un fondo a sostegno di chi si trova in situazioni aziendali delicate come la sua. E quella di Devis Bonanni, ex informatico che fa “Il buon selvaggio” a Raveo in provincia di Udine e nel suo libro riflette sul nostro modo di vivere in relazione all’agricoltura ed all’economia in generale. Nel palazzetto dello sport alle 21.30 salirà sul palco Roberto Vecchioni, accompagnato da Massimo Germini alla chitarra, con “La vita che si ama”, musica e parole. Un viaggio anche letterario lungo quello che chiama il tempo

Sara Rattaro

verticale, uno spazio che tiene uniti tra loro passato presente e futuro, dove nulla si perde. D’altronde «la felicità non è un angolo acuto della vita o un logaritmo incalcolabile o la quadratura del cerchio: la felicità è la geometria stessa» Domenica a mezzogiorno degustazione con Francesca Negri, che presenterà il suo libro “1001 vini”. Nel pomeriggio si superano i limiti in montagna, con l’alpinista Heinz Steinkötter, accompagnato dal Coro La Tor. Quindi altri tre grandi nomi in successione, partendo dalle 16.30: Sveva Casati Modignani, Magdi Allam e Vito Mancuso. Chiusura dedicata alla precarietà con Serena Dandini in teatro alle 19.45 che discuterà de “Il futuro di una volta” ed in musica con gli Audiospettro ed un omaggio a David Bowie. Un’opera rock che chiama a raccolta poesia, astrofisica, religione e musica rock per lanciare un messaggio forte e chiaro. La civiltà terrestre ha imboccato un cammino di declino. E solo un serio percorso di consapevolezza e un’assunzione di responsabilità potranno scongiurare il peggio. Limite generale è quello che il programma è molto dinamico, per luoghi, orari e novità dell’ultimo momento vale la pena rimanere aggiornati guardando www.trentinobookfestival.it e seguire il festival anche sui canali social. ■

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Amici Artisti

di Renzo Francescotti

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e ricordo bene doveva essere il 1989 quando incrociai il pittore Sartori a Trento, nei pressi della Galleria d’Arte “Fogolino”. Carlo, che è nato a Ranzo di Vezzano il 27 maggio 1921, ma da quando aveva otto anni ha sempre abitato a Godenzo nel Lomaso, si stava avvicinando ai settant’anni e non aveva ancora una monografia che studiasse la storia della sua pittura. Un paio d’anni prima avevo scritto un saggio sul mensile U.C.T. in cui per la prima volta si ripercorreva la sua produzione artistica e si cominciava a dirne qualcosa di nuovo. Per esempio che non è vero che Sartori sia un pittore naïf come tutti o quasi avevano fino ad allora scritto. A Carlo quel mio scritto era piaciuto e mi chiese se potevo scrivere il testo critico della monografia a cui pensava. Uscì presso le Arti Grafiche Artigianelli nel 1993, non per i 70 anni dell’artista, ma per i 72. Era successo che Sartori avesse chiesto qualche supporto, qualche prenotazione: ad esempio da parte della Cassa Rurale della sua zona. Batti a una porta e a un’altra: niente da fare. Così, alla fine aveva deciso di sobbarcarsi l’intera spesa della pubblicazione che, se ricordo bene, era di ben

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CARLO SARTORI: NON CHIAMATELO NAÏF “NELLA PRIMA VISITA ALLA SUA CASA-MUSEO, COSTRUITA COI PROVENTI DELLA SUA PITTURA, L’AVEVO TROVATO CIRCOSPETTO SE NON SOSPETTOSO...” 30 milioni dell’epoca. Detto en passant, il direttore della Cassa Rurale che gli aveva negato ogni aiuto, quando la pubblicazione uscì, ebbe la faccia di chiedergliene una copia. E il serafico Carlo lo accontentò. Ora finalmente l’artista poteva contare su una monografia. Questo lo portò, meno di due anni dopo, alla grande mostra a Palazzo Trentini curata da Gabriella Belli, Danilo Eccher e da chi scrive, con la mai vista partecipazione di circa cinquemila visitatori. Da allora le quotazioni di questo artista salirono clamorosamente: i suoi quadri, assieme a quelli di Schweizer, divennero i più costosi tra quelli degli artisti trentini contemporanei. Con

Carlo, nel frattempo, eravamo diventati amici, superando la sua timidezza, la sua ritrosia. Nella mia prima visita alla sua bella casa-museo a Godenzo, costruita coi proventi della sua pittura, l’avevo trovato circospetto se non sospettoso. Ma poi si era sciolto sino a raccontarmi cose su di lui sconosciute: come la sua passione sin da ragazzo per il disegno e la pittura, sfottuta dai suoi paesani. I suoi studi d’arte, clandestini, al lume di una lampadina da poche candele, studiando in corsi per corrispondenza molto seri, a Torino e Roma. Come uno dei suoi mitici buoi, che tirano il carro per sassose strade di montagna, Sartori era via via stato, pastorello

(cominciando a incidere disegni sulla scorza degli alberi), contadino, imbianchino, soldato, pittore di mimetizzazioni militari, prigioniero in Lager in Austria. Aveva tenuto la sua prima mostra all’Hotel Miralago di Molveno, esponendo i suoi disegni scorniciati (non aveva i soldi per le cornici e comunque era proibito piantare anche un solo chiodo) su poltrone e mobili della sala di soggiorno, arrivando con la corriera da Ponte Arche, dopo una giornata di duro lavoro. Riuscì a vendere quasi tutti i suoi quadri ed anche a prezzi sostenuti (ha sempre giustamente avuto coscienza di quanto costi lavorare seriamente nell’arte e di come il lavoro – come un lavoro ar-


trentinoamiciartisti Carlo Sartori e Renzo Francescotti alla consegna della Targa Pro Cultura

tigianale di professionalità e bravura – debba essere remunerato adeguatamente. Alla piena maturità della sua arte e al professionismo Sartori è arrivato a quasi cinquant’anni, con indomabile tenacia, tra l’indifferenza e l’ironia del suo ambiente. Alla notorietà nazionale cominciò ad arrivare a poco più di cinquant’anni, nel 1972, con la partecipazione alla famosa – purtroppo ora defunta – mostra dei naïf di Luzzara inventata da Cesare Zavattini, in cui famosi critici come Raffaele De Grada cominciarono a scrivere di lui. Una notorietà però pagata con l’etichetta di naive,

ovvero pittore “ingenuo”: un’etichetta che per troppi anni gli è rimasta appesa. Personalmente – attraverso articoli, saggi, cataloghi, monografie ho impiegato una ventina d’anni a togliergli questa etichetta: con tutto il rispetto per gli “ingenui” autentici, che però sono estremamente rari, sono un’anomalia. Ho spiegato – e ripeto qui – che Sartori non è un naive per almeno cinque ragioni fondamentali: 1) i naïfs non progettano le loro opere; mentre il nostro artista lo fa con disegni preparatori, con quadrettature ecc.; 2) i pittori ingenui non conosco-

no la storia dell’arte e in ogni caso ne sono impermeabili; mentre Sartori l’ha studiata e nella sua pittura puoi trovare suggestioni dai trecentisti, dai fiamminghi, dagli espressionisti, dai metafisici e perfino dai cubisti: 3) i naïfs ignorano la prospettiva, mentre il nostro usa prospettive schiacciate, multiple, di impervia tecnica; 4) i pittori ingenui non sono mai ideologici, mentre Sartori a volte lo è esplicitamente; 5) i naïf non sono mai monocromatici (il monocromatismo è una scelta intellettuale), mentre il nostro artista con quel rosso che io ho chiamato “sartoriano”, lo è sempre o quasi. Adesso se qualcuno scrivesse di questo pittore definendolo un naive farebbe la figura dello sprovveduto. Il difficile era però dire e dimostrare più di vent’anni fa, che Sartori non era un pittore ingenuo, andando controcorrente, “rischiando le chiappe…” Ma come si spiega la enorme popolarità, quanto meno in Trentino, di questo artista? Sartori è – a tutto tondo – un pittore irripetibile: coi suoi montanari

schiacciati a terra dalle fatiche ma anche còlti nei momenti sereni; con le sue donne alla fontana dai piedi e le mani sformate, dipinte anche con una affettuosa ironia; coi suoi buoi potenti ed epici; con gli animali che figurano francescanamente in quasi tutte le sue tele Carlo Sartori è ultimo cantore in pittura della civiltà contadina di montagna cancellata dall’era industriale. Ho avuto il piacere, come Presidente, di fargli consegnare (nel 2006, quando aveva 85 anni, quattro anni prima della sua scomparsa) la prestigiosa Targa della Pro Cultura con cui sono stati premiati quasi tutti i maggiori artisti trentini negli ultimi trent’anni. E, nel ricordo, gli sono grato perché ha illustrato (assieme a Giuseppe Varner e Pietro Verdini) la mia trilogia dialettale “Emigranti” e perché mi ha regalato una tela in cui è raffigurato un uomo il quale ha alle spalle una libreria (un unicum della sua pittura) e che sta leggendo un libro dal titolo: Un buon libro vale sempre di più di quanto costa. Straordinaria definizione nella sua semplicità!. ■

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rentino Service nasce nel 1982. In origine impresa edile a conduzione familiare, nel corso degli anni ci siamo “evoluti” in un’azienda più strutturata, organizzata ed efficiente. Abbiamo però voluto mantenere i pregi fondamentali delle piccole imprese artigiane: il dialogo diretto e l’attenzione nei confronti del cliente e la passione per il nostro lavoro. Erano i principi che animavano i soci fondatori ed abbiamo fatto sì che rimanessero ben saldi e prioritari. Ovviamente 35 anni di esperienza nel settore ci hanno cambiato, ma siamo certi lo abbiamo fatto in meglio. E senza perdere di vista il fine ultimo: l’appagamento nel vedere il cliente pienamente soddisfatto.

PRINCIPALI SERVIZI Eseguiamo opere edili di ristrutturazione parziale e totale di appartamenti, case indipendenti, uffici, negozi, immobili commerciali e industriali. Serviamo il mercato “a 360 gradi” insomma e curiamo con la stessa attenzione tanto il lavoro relativamente semplice quanto quello più articolato e complesso. Ci

occupiamo anche di impianti idraulici, raffreddamento e riscaldamento, degli impianti elettrici, di automazione e domotica. Importante l’attenzione al risparmio ed all’ecosostenibilità, e quindi il settore dei pannelli solari, così come quello di serramenti che consentano un tangibile risparmio nei costi di gestione dell’immobile. Un ambito oltretutto al quale la proroga per un altro anno dei Bonus Ristrutturazioni, Bonus Mobili ed Ecobonus, ha dato ulteriore importanza. Ovviamente consigliamo e seguiamo il cliente anche in questo: tutte le estenuanti pratiche burocratiche le curiamo noi. Non ultimo il settore dell’arredo bagno: una delle principali ragioni per cui nasce il nuovo Showroom aziendale. Un nostro fiore all’occhiello in cui crediamo molto.

IL VANTAGGIO DEL NOSTRO “CHIAVI IN MANO” Sicuramente si tratta di per sé di una formula intelligente: una soluzione che offre l’opportunità al cliente di affidarci l’intera gestione dei lavori, dallo sviluppo del progetto, alla definizione degli aspetti tec-

nici, finanziari, legislativi ed amministrativi, alla scelta dei materiali. Avrà a sua disposizione un unico interlocutore esperto e qualificato che gestirà e coordinerà tutti i lavori, seguendolo e consigliandolo dall’idea iniziale, nelle pratiche burocratiche, nell’eventuale richiesta dei contributi economici/fiscali del settore, fino alla completa esecuzione dell’opera. Niente “stress da lavori di ristrutturazione”: molto spesso un intervento anche piccolo diventa, per i proprietari, particolarmente impegnativo. Devono scegliere personalmente e trattare con le maestranze, farne combaciare i tempi, compilare le pratiche burocratiche… Con la formula “Chiavi in mano” invece si hanno costi certi e rispetto dei tempi, qualità finale garantita e nessuno stress. Noi vogliamo che il cliente non abbia più davvero nulla di cui preoccuparsi. Ai vantaggi già insiti nella formula però noi abbiamo voluto aggiungere un qualcosa in più, qualcosa di “nostro”. Innanzitutto se i lavori sono affidati a noi in toto, il cliente ha un unico interlocutore non solo in fase di studio e realizzazione del progetto, ma anche dal punto di vista dell’assistenza post realizzazione! Qualsiasi sia la problematica che dovesse emergere siamo noi a prenderci in carico la risoluzione del problema. Il cliente non viene mai “rimpallato” tra i fornitori. Gli garantiamo per ben 6 anni (unici a farlo) tanto le opere quanto i materiali ed eventuali arredi, con intervento ed assistenza direttamente da parte nostra. Come possiamo permettercelo? Semplice, sappiamo come lavoriamo, conosciamo a fondo materiali ed arredi che selezioniamo con tanta cura e proponiamo alla clientela ed abbiamo quindi piena fiducia in noi stessi ed in quanto facciamo. 6 anni. Su opere, materiali, arredi. Non male no?


IL NUOVO SHOWROOM Nel cammino di “evoluzione” di cui parlavamo, per noi questo è stato un passo davvero importante. Il nostro Showroom raccoglie una vasta offerta di prodotti di altissimo pregio e qualità, selezionati grazie alla nostra esperienza tra le migliori marche del panorama nazionale. Il visitatore può “toccare con mano” la qualità dei nostri prodotti, che è garantita dal marchio di fabbrica di aziende leader nel settore della produzione italiana. Possiamo realizzare assieme al cliente il “vestito perfetto” della sua casa, scegliendo tra straordinarie soluzioni e combinazioni di ogni genere di parquet, piastrelle, pietra, carta da parati, porte e sanitari. Amiamo aiutare il cliente a rendere la casa unica e personalizzata in ogni dettaglio. Il nostro personale avrà il piacere di accompagnare il cliente nella scelta dei materiali: così siamo certi di poter trasformare in realtà le idee ed i sogni sogni dei nostri clienti! Ed anche qui vogliamo “coccolare” il nostro cliente ed abbiamo quindi pensato ad una promozione legata all’inaugurazione dello Showroom.

Fino alla fine di giugno su tutti i prodotti presenti nello Showroom (e sono davvero tanti) garantiamo uno sconto speciale: se il lavoro che ci viene affidato (opere, materiali, arredamento) è di importo pari ad almeno 20.000 Euro garantiamo sul tutto un 20% di sconto; se l’importo supera i 30.000 Euro lo sconto è del 30%. L’idea insomma è non solo di proporre nel nostro Showroom articoli pregiati, selezionati, unici ed esclusivi. Vogliamo

anche fare in modo che con noi questo “lusso” il cliente se lo possa concedere. Perché amiamo il nostro lavoro, ma soprattutto perché amiamo vedere il cliente felice e soddisfatto nel suo nuovo “nido”: di qualità, arredato con gusto, che soddisfa le sue aspettative o va oltre ad esse. Ci piace pensare che la qualità della sua vita è migliorata, in piccola parte, anche grazie al nostro lavoro.

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16 | 17 | 18 | 19 GIUGNO 2016 CALDONAZZO

VALSUGANA, TRENTINO, ITALIA LE NOSTRE VITE SONO FATTE DI STORIE (UN PECCATO NON RACCONTARLE...)

Sveva Casati Modignani Serena Dandini - Giulietto Chiesa Roberto Vecchioni Vito Mancuso - Joseph Zoderer Magdi C. Allam - Sara Rattaro Francesca Barra - Gianluigi Nuzzi Franco Causio - Alberto Pellai Devis Bonanni - Mario Melazzini Mariapia Veladiano - Paolo Morando Wu Ming - Diego Leoni Francesca Negri - Serenella Antoniazzi Heinz Steinkötter - Renzo Francescotti Claudio Morelli - Carlo Martinelli Livio Ferrari - Audiospettro Massimo Lazzeri - Radiottanta Massimo Libardi - Denis Fontanari Layla Betti - Art4Ca$h - Memo_Art Lorenzo Bertoldi - Chiara Turrini mostre: “Roald Dahl 1916-2016” “1915-1918 al fronte con Paolo Monelli” “A che ora è la fine del mondo?”

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www.trentinobookfestival.it e con Barbara Balduzzi e Ilaria Antonini Alessandro Fontanari - Paolo Piffer Istituto “Depero” Rovereto Giuliano Pàntano - Coro La Tor Renzo M. Grosselli - Michela Grazzi Mauro Neri - Fabrizio Franchi Corpo Bandistico di Caldonazzo Astrid Mazzola - Simone Cappello Marilena Guerra - Alberto Faustini Gabriele Buselli - Francesco Marcovecchio Anna Mazzotti - Gabriele Biancardi Fausta Slanzi - Luciana Grillo Diego Andreatta Tiziana Tomasini Grazia Campregher Biblioteche della Valsugana Sat Caldonazzo - Bubamara Civica Società Musicale Amnesty International Banca del Tempo dei Laghi Smed - A.P.A.S. Trento Promolettura Giunti - Eye in the Sky Sistema Culturale Valsugana Orientale Associazione Artigiani Trento Liceo Artistico “Depero” PAT R O C I N I O C O N C E S S O

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2016.festivaleconomia.eu

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l Festival si aprirà giovedì 2 giugno con la conferenza di Enrico Moretti, economista presso l’Università della California di Berkley, che esplorerà il tema della nuova geografia del lavoro. Nella stessa giornata, l’indiano Kaushik Basu, Senior Vice-President della Banca Mondiale, analizzerà le radici della crisi e le prospettive future, soprattutto delle economie emergenti. Mentre la sera, due grandi architetti, come Mario Botta e Vittorio Gregotti, dialogheranno su come inventare gli spazi pubblici, nel rapporto fra creatività e vincoli urbanistici e di mercato. La giornata del 2 giugno, Festa della Repubblica, si concluderà all’Auditorium S.Chiara, con il concerto del coro e dell’orchestra del Conservatorio Bonporti di Trento e Riva del Garda. Venerdì 3 giugno la parola passa ai territori, con i governatori di Trentino, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia Ugo Rossi, Debora Serracchiani e Roberto Maroni che si confronteranno sui temi della crescita e delle politiche regionali. Mentre Jörg Asmussen, già membro del board della BCE e sottosegretario di Stato presso il Ministero

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“I LUOGHI DELLA CRESCITA” IL FESTIVAL DELL’ECONOMIA DI TRENTO, GIUNTO ALLA SUA UNDICESIMA EDIZIONE, PROPORRÀ UN SERRATO CONFRONTO TRA ECONOMISTI, PERSONALITÀ POLITICHE, RICERCATORI E GIORNALISTI PROVENIENTI DA OGNI PARTE DEL MONDO federale tedesco del lavoro e degli affari sociali, discuterà del futuro dell’Unione europea dal punto di vista della Germania. Si parlerà anche di come il grande flusso di rifugiati verso l’Europa ponga sfide diverse rispetto all’immigrazione per motivi strettamente economici, con la conferenza di Christian Dustmann professore di Economia all’Università College di Londra e Direttore del Centro per la ricerca e l’analisi delle migrazioni. L’editorialista e corrispondente dagli Stati Uniti della “Repubblica”, Federico Rampini, proporrà, invece, una suggestiva comparazione fra New York e San Francisco, fra diversità e conflitti. Mentre Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, stimolerà il pubblico del Festival con una riflessione sulla geografia della corruzione. Sabato 4 giugno, François Villeroy ed Ignazio Visco, governatori delle Banche di Francia e d’Italia, si confronteranno sull’ipotesi di istituire un ministero delle finanze europeo. Nella stessa giornata

interverrà al festival, sul tema dei “luoghi della crisi”, anche il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e ci sarà la lezione di Raj Chetty sul rapporto fra geografia e longevità. Domenica 5 giugno saranno a Trento due ministri, quello del Lavoro Giuliano Poletti e quello dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Il Festival chiuderà alle 18.30 al Teatro Sociale con la conferenza del premio Nobel 2001 in Scienze Economiche Michael Spence, che assieme a Tito Boeri analizzerà le prospettive della crescita in una discussione ad ampio raggio, alla luce delle idee e degli spunti emersi durante la kermesse. Fra le novità di quest’anno un nuovo formato: Spotlight. Si tratta di tre approfondimenti (uno al giorno) su tre vicende che agitano l’attuale dibattito economico: Il caso Atlante (Alessandro Penati, venerdì 3 giugno alle 17.30); i Panama Papers(Vincenzo Visco sabato 4 giugno alle 10.00) e la vicenda Mondadori Rizzoli (Marco Gambaro, domenica 5 giugno alle 17).

Tito Boeri

Visto il successo di pubblico delle precedenti edizioni, torna l’appuntamento con CinEconomia, a cura di Marco Onado e Andrea Landi: ogni sera, presso il cinema Modena, proposte cinematografiche legate al tema del Festival. Confermati gli Incontri con l’autore, curati da Tonia Mastrobuoni, presso la Biblioteca comunale, i Forum a cura de lavoce.info e gli appuntamenti con le parole chiave, che quest’anno saranno: agglomerazioni, immigrati e criminalità, centri e periferie. ■


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ccoci giunti alla quarta edizione del torneo estivo, che calca i campi della regione e lambisce il Veneto e l’Alto Adige. Protagonisti dunque i nostri bellissimi percorsi, da godere al meglio durante la settimana. Le date infatti sono tutte di giovedì. Grazie al supporto degli sponsor, che colgo l’occasione per ringraziare, avremo una bellissima edizione con numerosi e ricchi premi. Sponsor che rappresentano eccellenze nei rispettivi settori ma che, oltre ad altissima professionalità, hanno anche etica e passione, quello che nel golf viene indicato con “the spirit of the game”! Ringrazio in particolare Assicurazioni Generali (agenzia di Rovereto di via Rosmini) Title Sponsor e i nostri 2 fornitori tecnici d’eccezione: APART GOLF: marchio italiano con palline molto performanti (che non hanno nulla da invidiare agli altisonanti brand statunitensi) e con un “ou-

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AL VIA LA QUARTA EDIZIONE: IL 9 GIUGNO TUTTI IN TESINO! tifit” davvero accattivante, come solo noi del bel paese siamo capaci di fare. RUDY PROJECT: grande eccellenza italiana degli occhiali da sole a livello mondiale.

La storia di questa azienda è tutta da leggere e ha portato oggi i loro prodotti (costruiti a pochi km da Treviso) ad essere indossati da tantissimi atleti, negli sport più

diversi (l’ultimo “acquisto” è Dani Pedrosa). Inoltre ogni tappa del tour sarà un Demo Day Rudy Project. Vi sarà la possibilità di provare in gara i modelli con lenti progettate appositamente per il golf. Queste le date: 9/6 Tesino, 16/6 Pergine, 30/6 Roncegno, 7/7 Rendena, 28/7 Folgaria, 25/8 Petersberg, 1/9 Madonna di Campiglio, 8/9 Asiago e 15/9 Sarnonico. Ringrazio Trentinoscratch per la parte organizzativa del tour. Ricordo infine che, in collaborazione con il nostro storico sponsor Wall Street English e con Golfteam, Trentinoscratch ha organizzato dei camp estivi per under14, al golf club Roncegno. Vi aspetto e... buon gioco a tutti!!! ■ Lorenzo Golser Golfteam

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di Valentina Fruet

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omenica 12 giugno torna per la dodicesima volta il Barber Day che catapulterà la tranquilla Levico indietro nel tempo per rivivere il magico clima dei ruggenti Fifties. Il raduno è ormai una manifestazione riconosciuta a livello nazionale che trasmette a tutti i partecipanti lo spirito grintoso del più puro rock ‘n roll. L’instancabile organizzatore dell’evento è Paolo Andreozzi, meglio conosciuto come “El Barber” che quest’anno punta più in alto con una serie ininterrotta di spettacoli e concerti ed esibizioni per 12 ore, dedicate alla sua squadra del cuore, l’US Levico. Si parte con l’iscrizione delle vetture dalle 8 alle 10.30, che comprende buoni da utilizzare durante la giornata, un elegante omaggio floreale per le signore offerto dalla Fioreria Morena, e un gadget ricordo della partecipazione firmato Fabbrica di Pedavena, presso il Lido Buena Onda, raggiungibile seguendo la segnaletica sugli ingressi della città. Nell’attesa che tutti completino le iscrizioni sarà servita una ricca co-

12° RADUNO DEDICATO ALLA MIA SQUADRA DEL CUORE

AUTO&MOTO AMERICANE, STORICHE “ SUPERCAR

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BARBER DAY LEVICO TERME (TN)

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XII EDIZIONE IN ONORE DELL’US LEVICO CON 12 ORE DI SPETTACOLI, CONCERTI E SFILATE ALL’INSEGNA DEI MITICI ANNI ’50, ’60 E ’70 CON AUTO E MOTO AMERICANE, STORICHE, SUPERCARS, FIAT 500, JEEP, VESPE, MAGGIOLINI, MAGGIOLONI E QUAD lazione tipica, con caffè accompagnato dalla treccia mochena della pasticceria artigianale Le Delizie Mochene di Nicola Osler e si assisterà ad un’esibizione di aeromodelli dell’associazione Gavs che sorvoleranno la spiaggia durante l’aperitivo di metà mattina. Il momento centrale del Barber Day

PROGRAMMA Dalle 8.00 alle 10.30: ritrovo ed iscrizioni in Viale Lido al «Lido Spiaggia Bar BUENA ONDA» in riva al lago. Colazione: caffè o cappuccino e l’originale Treccia Mochena, dolce offerto dal produttore Nicola Osler di Canezza. Aperitivo di benvenuto con trancio di pizza. Presente il gruppo Gavs «Gruppo Aeromodellistico Valsugana». Dalle 11.00: sfilata attraversando le vie dei centri di Levico, Pergine, Calceranica, Caldonazzo, si affiancheranno gli splendidi laghi di Levico e Caldonazzo. Dalle 13.30: pranzo e musica. Dalle 14.00: mega concerti Rock & Roll con i gruppi «The Indigo Devils» e «Larry and the Drunkats». Dalle 16.00: premiazioni delle 5 auto e 5 moto più belle e Miss Barber Day 2016. Concorso «LA BELLA D’ITALIA», Ballo Country, Levico Boat, Pin-Up che truccheranno gratuitamente tutte le signore presenti. Per i Vostri bimbi ci saranno i cavalli Pony dell’Associazione Little Cowboy di Novaledo di Corrado e Anna per giri in riva al lago, il Mago Rudi, Cristiana la truccabimbi, bolle di sapone, magie, tanti giochi e straordinari castelli gonfiabili della ditta EmmiGonfiabili di Calceranica.

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trentinopanorama Un particolare ringraziamento a:

sarà la meravigliosa sfilata di tutti i veicoli iscritti, a partire dalle 10 e 30, che costeggeranno i laghi di Levico e Caldonazzo, facendosi strada a suon di trombe nei centri storici di Levico, Pergine, Calceranica e Caldonazzo. Alle 13 e 30, presso l’impianto sportivo in viale Lido, un ricco pranzo con la bevanda ufficiale del raduno, l’acqua Levico, accompagnato dalla musica live di un gruppo locale, “The Indigo Devils”, che vi invoglieranno a ballare al ritmo dei più grandi successi rock ‘n roll, rockabilly e blues; seguirà a ruota la performance del gruppo veneto “Larry and the Drunkats” che proporranno al pubblico del rockabilly old school. El Barber non vi lascerà un momento di respiro e, nel ricco susseguirsi di eventi e spettacoli, ci sarà la premia-

zione delle cinque auto e cinque moto più belle alle 15 e 30, che riceveranno un trofeo realizzato dalla ditta Andreatta e Nicoletti e lo Spumante Lagorai della Cantina F.lli Romanese, affinato nel lago di Levico per 500 giorni a 20 metri di profondità. Il pomeriggio proseguirà con l’assegnazione del premio a Miss Barber Day 2016 e, in compagnia di SunKustom Bike and Bar PowerTuning Club, del Pt Cruiser Fans club, degli amici del Club Volvo Italia, degli appassionati del gruppo auto storiche Valli del Noce, di Autopergine, di Alpina Motor e delle Pin-Up Acapulco Babes, si assisterà alla selezione del concorso di bellezza femminile “La Bella d’Italia” organizzato dalla Promoevents Service. Impossibile annoiarsi al Barber

Day 2016: non solo motori ma tanto divertimento per tutte le età con le Pin-Up dell’associazione Millesogni che truccheranno gratuitamente le presenti, un’area dedicata ai bimbi con Cristiana Animacri e le bolle di sapone, i pony dell’associazione Little Cowboy di Corrado e Anna, il Mago Rudi, e i castelli gonfiabili della ditta EmmiGonfiabili di Calceranica. Alle 17 un brindisi di saluto per scolpire nella memoria di tutti la memorabile giornata del 12 giugno. ■ Per coloro che fossero interessati al pernottamento in loco, sarà riservato un trattamento speciale nelle seguenti attività ricettive di Levico: Fabbrica di Pedavena Hotel B612 tel. (0461.1533035), Albergo Ristorante “Al Brenta” (Cell 339.7747139 - Giampaolo 0 4 61.70 6131), Albergo Eden (Luca 0461.706103), Albergo Compet a Vetriolo (Fabrizio 0461.706466), Albergo Antica Rosa (Monica 0461.706154), Albergo Monte Cimone (Tiziano 338.3921355). Per ulteriori informazioni è possibile contattare direttamente “el Barber” al numero 348.7926817.

L’ISCRIZIONE A PERSONA DI € 30 COMPRENDE: • gadget • omaggio floreale alle signore • colazione • aperitivo di benvenuto • pranzo e brindisi di saluto

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uoghi straordinari, suoni straordinari: in Trentino, sulle Dolomiti elette dall’Unesco Patrimonio Naturale dell’Umanità, dal 2 luglio al 26 agosto, in occasione della 22ª edizione del festival “I Suoni delle Dolomiti”, natura e musica si incontrano in un abbraccio ideale, dando a tutti la possibilità di godersi affermati esponenti della musica classica, del jazz, della world music, della canzone d’autore. Uno scenario ambientale di grande fascino, fatto di rocce, erba, boschi, vento e non solo; uno scenario che è anche prezioso spazio acustico, dove le note risuonano verso l’alto e si espandono tutt’intorno arricchendosi di sfumature e inflessioni espressive inedite. I concerti de “I Suoni delle Dolomiti” si svolgono nel primo pomeriggio nei pressi di rifugi alpini e malghe. Arrivati in quota, dopo aver tutti condiviso anche le medesime fatiche, ci si dispone attorno

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MAGIE DI SUONI E DI SILENZI IL FESTIVAL I SUONI DELLE DOLOMITI SI SVOLGE DA VENTIDUE EDIZIONI NEL PALCOSCENICO STRAORDINARIO DELL’ALTA QUOTA DELLE DOLOMITI TRENTINE, CON UN PROGRAMMA DI CONCERTI CHE DAL 2 LUGLIO AL 26 AGOSTO SPAZIANO DALLA MUSICA CLASSICA AL JAZZ, DALLA WORLD MUSIC ALLA CANZONE D’AUTORE ai musicisti, in un’atmosfera informale ma rispettosa, per vivere un’esperienza artistica e umana irripetibile. Non c’è separazione fra chi ascolta e chi suona e tutti vivono allo stesso modo un evento artistico che è prima di tutto occasione speciale di scambio di piccole e grandi emozioni. E, al termine del concerto, c’è tutto il tempo per ammirare la bellezza del paesaggio, di incamminarsi lungo sentieri di montagna che assomigliano tanto a sentieri di vita. I turisti, provenienti da ogni angolo d’Europa e non solo, che ogni anno giungono in Trentino, hanno quindi l’opportunità di abbinare relax, gastronomia e musica immersi in paesaggi la cui bellezza è rinomata ovunque: i concerti de “I Suoni delle Dolomiti” raccontano questi paesaggi, invitano ad estraniarsi, a riflettere e a trovare nuovi stimoli per guardarsi attorno in modo più consapevole. Si comincia sabato 2 luglio, sui pascoli di Jonta, in Val San Nicolò (Val di Fassa), con un omaggio a Fabrizio De Andrè che avrà come

protagonisti l’attore Neri Marcorè, nell’occasione nelle vesti di cantante e chitarrista, e il Gnu Quartet. Chiusura, sempre in Val di Fassa il 26 agosto al Ciampac, affidata alla Barcelona Gipsy balKan Orchestra, i cui componenti provengono da Serbia, Francia, Ucraina, Italia, Grecia e, ovviamente, dalla Catalogna, portando con sé un ampio bagaglio di influenze culturali. Tra i protagonisti di quest’anno anche Misha Maisky, Stefano Bollani, Ballake Sissoko, Giuliano Carmignola, Mario Brunel-

lo, Yong Min Cho, Franco D’Andrea, Markus Stockhausen, Cristina Donà e Petra Magoni. Immancabile anche quest’anno l’appuntamento con l’alba sulle Dolomiti: il 16 luglio a Col Margherita, punto panoramico su gran parte dei gruppi dolomitici, la cantante Mari Boine intonerà i canti del popolo Sami accompagnata da Roger Ludvigsen (chitarra), Paolo Vinaccia (percussioni), Corrado Bungaro (violino e nyckelharpa), Giordano Angeli (sax soprano e chitarra) e Carlo La Manna (basso fretless). ■


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uante volte hai sentito parlare della famosa mela della Val di Non?! Subito ti saranno sorte tante domande: Qual è la sua origine? Come viene coltivata? Quali e quanti alberi di mele coprono la Val di Non?! Quante volte ti sarebbe piaciuto prendere da parte un contadino intento nella raccolta della frutta ed ascoltare dalla sua voce le risposte ai tuoi dubbi? Da oggi potrai farlo! E non sarà la voce di un unico contadino a raccontarti la sua storia, ma tante voci, quante sono le tappe che formano “AlMeleto” il nuovo percorso didattico ideato appositamente per raccontarti tutto ma proprio tutto quello che c’è da sapere sulla mela della Val di Non e sul territorio da cui essa nasce. “AlMeleto” è un sentiero davvero unico e speciale. Una passeggiata per grandi e piccini dove potrai non solo passeggiare ma anche imparare, giocare con gli insetti, ammirare scorci di Val di Non sconosciuti, riposare nel bosco, annusare, indovinare, leggere o semplicemente camminare… L’inizio del percorso è facile

UN VIAGGIO NELLA MELA IL 5 GIUGNO SI INAUGURA IL PRIMO E UNICO SENTIERO TEMATICO SULLA MELA DELLA VAL DI NON da raggiungere. A partire dal centro del paese di Romallo si scende attraverso le campagne fino alla “Pineta”, un’area di sosta como-

INFO AZIENDA PER IL TURISMO VAL DI NON Tel: 0463.830133 0463.830161 info@visitvaldinon.it www.visitvaldinon.it mersi tra campagne e meleti. “AlMeleto” è un’ideale passeggiata sia per grandi che per bambini, con uno sviluppo totale di circa 5 Km e può essere compiuto comodamente senza fretta in circa 2 ore e mezza di cammino. Per maggiori informazioni visita il sito ufficiale www.almeleto.it ■

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opo Elio e Le Storie Tese che a fine aprile hanno aperto da Pergine Valsugana il loro tour un altro big della canzone italiana come Max Pezzali inizierà la sua nuova avventura live dal Palaghiaccio perginese. L’appuntamento, con la data zero del tour estivo di Pezzali, è quello di domenica 26 giugno per un evento organizzato da Fiabamusic. Dopo il successo della tranche autunnale, che lo ha portato nei palazzetti delle principali città italiane, l’ex anima degli 883 torna con uno spettacolo dal vivo che porterà sui palchi di numerose location italiane. Max Pezzali è stato uno degli ospiti dei Tim Music Onstage Awards, che son andati in onda di recente su Rai Due nell’ambito dei quali ha vinto il premio speciale di “Onstage” per gli oltre 500 concerti. Un grandissimo traguardo per un artista che dopo venti anni di brillante carriera continua ad attirare migliaia di fan ai suoi concerti. Lo scorso maggio è uscita una sorta di ristampa del suo ultimo cd sotto la si-

TUTTI CON MAX PEZZALI L’APPUNTAMENTO, CON LA DATA ZERO DEL TOUR ESTIVO DEL CELEBRE CANTANTE DEGLI 883, È QUELLO DEL 26 GIUGNO gla di “Astronave Max New Mission 2016” che contiene tutti i brani di “Astronave Max” (uscito a giugno 2015 e certificato disco d’oro per le vendite) più 2 inediti e 14 successi in versione live. Oltre al singolo “Due anime”, scritto da Max e Niccolò Contessa del gruppo I Cani, l’album contiene anche il secondo inedito “Non lo so” scritto con Zibba. “Astronave Max New Mission 2016”, è prodotto da Claudio Cecchetto e Pier Paolo Peroni con Davide Ferrario ed è un disco vario e contemporaneamente omo-

geneo. Riconoscibile, ma con molte cose nuove, sia in termini di suoni che di contenuti con l’aggiunta di brani in versione live di Pezzali che hanno fatto da colonna sonora a più generazioni. Come sempre accade nei suoi tour Pezzali propone anche i must degli 883, quelli targati primi anni ’90 contenuti in due album come Hanno ucciso l’Uomo Ragno e Nord Sud Ovest Est. Un’avventura quella degli 883 che hanno visto il cantante al fianco dell’amico Mauro Repetto iniziata nel segno di un brano come

“Hanno ucciso l’uomo ragno” seguito da un album come “Nord, Sud, Ovest, Est”, che vende oltre 1.300.000 copie. Terminata la collaborazione con Repetto la scelta di Pezzali è quella di proseguire, sempre sotto la sigla di 883 registrando album come “La donna il sogno & il grande incubo” e “La dura legge del gol”. Un cd che contiene un altro superhit come “La regola dell’amico”, un brano premiato da “Vota la Voce” con il Telegatto come “Canzone dell’estate”. Ad inizio millennio, siamo nel 2001, Max decide di abbandonare le forme degli 883 presentandosi come solista con il suo nome e con l’album “Uno in più” che conquista immediatamente la prima posizione della classifica vendite. ■

SUONI IN TRANSITO. FESTIVAL MUSICALE AL FEMMINILE

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opo il successo ottenuto nelle prime quattro edizioni, l’Ass. Andromeda propone anche quest’anno la rassegna “Comunicabilità”. Il tema di questa edizione è la musica, declinata in questa occasione esclusivamente al genere femminile. Le ospiti sui palchi della rassegna che si snoderà per quattro venerdì tra il 17 giugno e l’8 luglio, sono infatti tutte donne: talenti emergenti trentini affiancati ad affermate realtà non solo italiane ma anche internazionali. In apertura del festival il 17 giugno nel pittoresco giardino botanico di Arco è stata infatti invitata una cantante, musicista e compositrice brasiliana: “Loveless Flavia”, un’interprete vivace, solare, sensuale ed intensa, che compone sia in inglese che in portoghese. Venerdì 24 giugno la rassegna si sposta nel comune di Nago/ Torbole, proprio ai piedi di Castel Penede, la rocca medievale recentemente recuperata e restituita alla comunità. La seconda data sarà rivolta a sonorità più vicine al rock’n’roll

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degli anni ’60 e al blues, con i concerti della mistica one man girl vicentina Elli De Mon in apertura all’allegro e irruento garage rock show delle toscane Cleopatras. Il terzo evento venerdì primo luglio, alzerà ulteriormente il tiro grazie alla presenza di una performer e compositrice di fama internazionale con un curriculum chilometrico: Petrina. In apertura la cantautrice trentina Maria De Vigili, che si sta facendo conoscere fuori dai confini provinciali grazie ad un timbro che ricorda P J Harvey come Cristina Donà. Il castello di Drena sarà la magica cornice del concerto.


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www.festevigiliane.it

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tto giorni di festa destinati, ancora una volta, a riversare un fiume di persone lungo le vie cittadine e ad offrire a residenti e turisti un fitto calendario di spettacoli musicali e teatrali, disfide in costume, eventi espositivi, golose proposte per il palato. Ecco le “Feste Vigiliane” di Trento che andranno in scena, quest’anno per la 33ª volta, da giovedì 16 a domenica 19 e da giovedì 23 a domenica 26 giugno 2016. L’organizzazione della manifestazione è in capo anche quest’anno all’Amministrazione comunale tramite il Gabinetto del Sindaco che, con la collaborazione di “Servizi Organizzativi ed Immagine Città di Trento”, ha predisposto un programma in grado di unire l‘aspetto religioso della festa a quello laico, nel segno della cultura, della storia e delle antiche tradizioni, senza trascurare la proposta – rivolta soprattutto ai giovani – di spettacoli moderni e accattivanti. Nello spirito che da sempre caratterizza questa festa popolare, i trentini e gli ospiti che nei giorni delle “Vigiliane” soggiorneranno in città potranno scendere in strada e immergersi in un’atmosfera

UN TUFFO NELLA STORIA GLI EVENTI ORGANIZZATI IN OCCASIONE DELLA FESTA PATRONALE DI S. VIGILIO SONO IN CALENDARIO DA GIOVEDÌ 16 A DOMENICA 19 E DA GIOVEDÌ 23 A DOMENICA 26 GIUGNO 2016

genuina e gioiosa, condividere la magia di una serata di musica o di teatro, il piacere della buona tavola, l’emozione di un salto a ritroso nel tempo per rivivere storie e tradizioni antiche. Il programma si aprirà giovedì 16 giugno con un evento-spettacolo che sarà ospitato nello storico Duomo e farà riferimento al Concilio ecumenico che Trento ospitò dal 1545 al 1563. Il giorno successivo, venerdì 17, sono previsti il corteo inaugurale con l’alzabandiera, l’apertura degli stand gastronomici e lo spettacolo comico Tribunale di Penitenza animato dall’attore e cabarettista Mario Cagol. La Magica Notte, che garantirà spettacolo e divertimento fino all’alba nel centro cittadino, è in calendario per la serata di sabato 18 giugno. Il programma di quello che ormai da qualche anno costituisce

l’evento clou delle Feste Vigiliane si preannuncia, ancora una volta, in grado di accontentare ogni fascia di pubblico con una proposta di “spettacolo diffuso” che comprende spettacoli musicali e di danza, concerti e dj set. Fino a quando la colazione in piazza chiuderà all’alba un programma davvero intenso. Domenica 19 il fiume Adige sarà solcato dalle zattere partecipanti al Palio dell’Oca con oltre sessanta equipaggi rionali impegnati in un’appassionante disfida, cui farà seguito La Tonca, spettacolo comico nel corso del quale saranno messi alla berlina i personaggi che, nel corso dell’anno, si sono evidenziati quali protagonisti al negativo della vita cittadina. Nella stessa serata si concluderà anche la terza edizione del concorso musicale Centro Musica Awards.

La seconda “trance” delle Feste è in programma invece da giovedì 23 a domenica 26 giugno (giorno di San Vigilio) e sarà caratterizzata dalla serata-evento “In festa con Unipolsai”, dal Corteo storico, dalla disfida dei “Ciusi e Gobj” e dal tradizionale spettacolo pirotecnico conclusivo. Accanto agli appuntamenti della tradizione e a un ricco programma di eventi culturali e spettacoli, le “Feste” non mancheranno di proporre la consueta animazione del centro storico cittadino con i concorsi di pittura e scultura, l’animazione per bambini nel Parco vescovile, la musica corale e numerose proposte di carattere espositivo e gastronomico. Sarà un programma ricco e intenso che, ancora una volta, ci guiderà alla scoperta non solo dei luoghi, ma anche dei tempi di un passato cittadino che, nei giorni della festa, potrà rivivere anche e soprattutto nel gusto dell’incontrarsi, dello stare insieme, nel piacere di stringere nuove amicizie. Una festa tutta trentina, ma che la città sarà lieta di poter condividere con quanti la vorranno frequentare con l’intenzione di scoprirne ■ l’anima più autentica. 79

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Lucilla Giagnoni in “Apocalisse”

di Fabio De Santi

“N

uovi Mondi” è una chiamata alla riflessione su quanto ci sia di nuovo da scoprire, quanti siano i terreni ancora inesplorati da attraversare e le acque che aspettano ancora di essere navigate. Che sia attraverso un’interpretazione alternativa della storia o dentro il vortice della fine del mondo, fra le acrobazie di un circo o le note di una canzone, la scoperta è il grande fiume a cui si è attinto per creare quest’edizione. Restano vive le attenzioni al teatro, contemporaneo, civile ed ispirato, per scoprire come stiamo viaggiando attraverso questi Nuovi Mondi. Continuano gli esperimenti attraverso note e melodie, acrobazie ed equilibrismi, per scorgere le stelle danzanti attorno ai quali questi Nuovi Mondi gravitano. È questo il tema scelto dal Gruppo

SOLSTIZIO D’ESTATE DA SABATO 11 GIUGNO, LA VENTISEIESIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL. “NUOVI MONDI” È IL TEMA. UNA CHIAMATA ALLA RIFLESSIONE SU QUANTO CI SIA DI NUOVO DA SCOPRIRE SUL NOSTRO PIANETA Arte Mezzocorona per la ventiseiesima edizione del festival Solstizio d’Estate. Un filo conduttore immaginario degli eventi, proposti in tre comuni della Piana Rotaliana come Mezzocorona, Mezzolombardo e San Michele all’Adige che legherà

le diverse proposte nell’alternanza di discipline ed artisti sperimenteranno anche una giornata di spettacoli di strada, circo e musica, gratuita per tutta la popolazione. Proprio a questa dimensione si lega l’apertura di Solstizio d’Estate, sabato 11 giugno

in piazza della Chiesa a Mezzocorona. Il Festival regala e si regala uno spettacolo fatto di acrobazie e musica, dedicato a grandi che vogliono sentirsi bambini, bambini che sognano in grande, e grandi appassionati di teatro, di note, di magia. Dal pome-

ELECTRONIC OPEN AIR FESTIVAL: 9-10-11 GIUGNO

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orna anche quest’anno l’Electronic Open Air Festival la tre giorni di musica elettronica proposta in Piazzale Degasperi a Rovereto, dal 9 all’11 giugno, ed organizzato dai ragazzi dell’associazione Double House. Un festival che è nato nel 2008 dalla voglia di proporre musica elettronica dal vivo e ricercata e che in nove anni di vita ha ospitato una sessantina d’artisti dall’Italia e dal mondo. Si inizia giovedì 9, dalle 20, con dj locali seguiti da un dj storico della scena tricolore come Daniele Baldelli che mette dischi dal 1969. Nel 1974, apre a Gabbice La baia degli angeli, un locale che ha sicuramente segnato la storia della discoteca in Italia, ma la sua esperienza si lega anche ad un altro locale mitico come il Cosmic. Headliner della serata di venerdì 10 è Filippo Nardi disc jockey e conduttore televisivo. Prima di essere un volto noto della TV, Filippo nasce DJ, infatti a Londra e in Europa muove i suoi passi, circa 15 anni prima della “baraonda” televisiva. Negli anni seguenti, il Grande Fratello, ha condotto il programma LoveLine su MTV e ha proseguito la sua attività da DJ e produttore discografico nel panorama della musica house internazionale. Ha suonato nelle migliori discoteche, europee mentre dal punto di vista discografico ha pubblicato numerose produzioni. Il gran finale di sabato 11 sarà nel segno di Coyu nome d’arte dietro il quale si cela

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Ivan Ramos, classe 1985, Barcellona. Ex giornalista, dopo aver passato la gioventù come “clubber”, si dedica all’attività di dj. Fra le novità di questa decima edizione dell’Electronic Open Air la collaborazione, che dura tutti i giorni del festival, con “Le Cinema Du Desert”: due ragazzi, compagni nella vita, che dal 2009 portano nel mondo la gioia la felicità e la popolazioni più povere del mondo, e dove il cinema non è mai arrivato.


trentinopanorama Tre Allegri Ragazzi Morti

riggio è previsto intrattenimento per i più piccoli con il Labollatorio, e Fantarte, poi, gli Okidok, poetici clown al top della scena circense europea, per la prima volta in regione direttamente dal Belgio. A chiudere la serata, il live dei Curly Forg ad the Blues Bringers, una delle più interessanti band emergenti trentini con i brani dei loro primi due album. La rassegna proseguirà, mercoledì 15 a Mezzocorona nella Casa Menestrina, con lo spettacolo di teatro contemporaneo, Lei è Gesù portato in scena dalla compagnia dei Quotidiana.com. Una rappresentazione, che approda per la prima volta sui palcoscenici trentini, unisce il teatro civile a quello contemporaneo, mettendo in discussione la più conosciuta delle storie. Il Museo degli Usi e Costumi di San Michele all’Adige, venerdì 17, sarà il luogo del concerto del Quintetto turchese con il concerto “Dai cieli delle Dolomiti ai mari del Mediterraneo” fra profumi di spezie e strumenti d’altri mondi. Le musiche originali degli ideatori e autori del progetto, Corrado Bungaro e Helmi M’Hadhbi sono composizioni in cui Oriente ed Occidente s’incontrano attraversano il suono ancestrale delle corde, sulle figure aeree del mantice e dei fati con la pulsione

ritmica delle percussioni. Domenica 19 al Teatro S. Pietro di Mezzolombardo in scena “L’Apocalisse” con una Lucilla Giagnoni che si interroga sul vero significato della Fine. A questo grande teatro di parola seguirà un altro pilastro della scena teatrale contemporanea come viene considerata la compagnia Scimone Sframeli, martedì 21 sempre a Casa Menestrina, con il dissacrante “Giù”. In scena un enorme cesso da cui usciranno i personaggi di questa premiatissima compagnia che vogliono lanciare un urlo contro il marciume della società che umilia la dignità e la libertà dell’individuo. L’atto finale di Solstizio d’Estate, il 26 giugno alle Cantine di Mezzocorona, è nel segno del concerto dei Tre Allegri Ragazzi Morti, che verrà aperto dal live set del musicista di Trento Emanuele La Piana. I Tarm, storici esponenti dell’alternativo italiano, che presenteranno il loro ultimo lavoro «Inumani», al quale hanno partecipato fra gli altri Jovanotti e Le luci della Centrale Elettrica. Nell’ambito di Solstizio d’Estate, il 15, il 19 e il 21 giugno, sarà attivato anche un Laboratorio di Critica Teatrale tenuto da Roberto Rinaldi critico teatrale e direttore responsabile del sito rumor(s)scena.com. ■ 81

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“ANTICIPO” DI SERIE A IL TRENTINO SI CONFERMA “CASA” ESTIVA DEI GRANDI CLUB CALCISTICI ITALIANI, GRAZIE A CONDIZIONI CLIMATICHE IDEALI E A STRUTTURE DI ALTO LIVELLO. ALLENAMENTI APERTI AL PUBBLICO, INCONTRI AMICHEVOLI ED EVENTI SERALI CARATTERIZZERANNO LA PREPARAZIONE PRE-CAMPIONATO DI ROMA, NAPOLI E FIORENTINA, ATTESE PER IL 9 LUGLIO del Bayern Monaco a Trento e l’Under 15 della società bavarese a Castello Tesino. ROMA 2.0.: PINZOLO «CAPITALE» DEL CALCIO ITALIANO Visti gli ottimi risultati della scorsa estate, quando la Val Rendena è tornata a tingersi di giallorosso dopo un quadriennio targato Inter, la società capitolina, già a Pinzolo alla fine degli anni ottanta, ha rinnovato l’accordo e nel mese di luglio, dal 9 al 17, sarà nuovamente all’ombra delle Dolomiti di Brenta. Allena-

© FOTO: I. CUOMO

è una terra dove il campionato di calcio di serie A dura dodici mesi all’anno. Da sempre scelto dalle principali squadre di club come location ideale per svolgere la preparazione estiva, anche quest’anno il Trentino godrà del privilegio di ospitare alcune delle principali realtà calcistiche della penisola, dando vita ad una sorta di gustoso antipasto del prossimo campionato. Il menù sarà simile a quello della scorsa estate, visto che Roma, Napoli e Fiorentina saranno nuovamente in Trentino, a partire dal 9 luglio, per scaldare i motori in vista dei primi impegni ufficiali della stagione. Oltre a queste tre compagini svolgeranno il ritiro sul nostro territorio anche altre due formazioni di serie A, il Chievo Verona, a Brentonico dal 7 al 16 luglio, e il neo promosso Cagliari, a Cogolo di Peio. Il ricchissimo menù prosegue con l’Hellas Verona a Lodrone di Storo, il Trapani a Spiazzo Rendena e il Bari a Bedollo, senza scordare le squadre giovanili: la Primavera della Roma sarà a Borgo, la Primavera del Chievo Verona a Spiazzo Rendena, la Primavera del Milan a Pinzolo, l’Under 23

menti, amichevoli ed eventi serali in piazza nel ricco programma. SCRIVI NAPOLI, LEGGI DIMARO: LA SESTA VOLTA IN VAL DI SOLE Per il sesto anno consecutivo la Val di Sole ospiterà la preparazione del Napoli. Gli azzurri rimarranno in zona per ventuno giorni e gli appassionati avranno a disposizione moltissime occasioni per vedere in azione i campioni della rosa napoletana. Dal 9 al 30 luglio la squadra partenopea si allenerà tutti i giorni

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al centro sportivo comunale in località Carciato. FIORENTINA E MOENA, STORIA DI UN GRANDE AMORE Altrettanto solida è la partnership tra la Fiorentina e la Val di Fassa. Per il quinto anno consecutivo la società viola ha scelto Moena come luogo dove preparare, dal 9 al 24 luglio, i prossimi appuntamenti ufficiali che vedranno protagonista l’undici di Paulo Sousa. Cuore del ritiro sarà come sempre il centro sportivo Cesare Benatti. ■


trentinomese

TRATTORIA BIANCOSPINO

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

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a novembre alla storica trattoria di Via Pont dei Vodi tira una nuova aria, oltre a quella, puntualissima, dell’ora del Garda del primo pomeriggio. A guidarla adesso è Roberto Piancastelli, ex dirigente e consulente aziendale, con la famiglia e alcuni amici. «Ho deciso di provare perché ho sempre avuto una grande passione per la ristorazione, racconta, per questo ho intrapreso questa nuova impresa, grazie al sostegno di mia figlia Silvia, che lavora con me, e all’entusiasmo di mia figlia Laura e del suo compagno Andrea». Il nome, “Trattoria Biancospino”, rimanda alle pungenti piantine, gli “spini”, che danno il nome a questa zona di periferia. Prima ancora però, il locale si chiamava “Trattoria del Santo”, come il vecchio gestore, Santo Mattedi, che la inaugurò nel 1912, spiega Barbara Gerlich, ricercatrice storica appassionata di vecchi locali e osterie. In realtà la trattoria è ancora più antica, abita in questo luogo fin dall’Ottocento, quando tutta la zona era un punto cruciale per lo smercio di legname. Gli operai venivano qui a rifocillarsi con un buon bicchiere di vino nero e un piatto sa-

UN ANGOLO RITAGLIATO NEL VERDE A POCHI PASSI DALLA ZONA INDUSTRIALE DI SPINI DI GARDOLO E DAL CASELLO DI TRENTO NORD, DOVE GUSTARE SAPORITI PIATTI DELLA TRADIZIONE TRENTINA ED ALTRE PRELIBATEZZE DI STAGIONE

porito. Un curioso aneddoto narra che di qui passò anche un gruppo di 400 Schützen assetati, che consumarono ben 1970 litri di vino. Insomma, in questo locale l’ospitalità è davvero una tradizione tramandata nei secoli e i suoi vari gestori hanno cercato di mantenere intatta quella dimensione familiare di convivialità che si respira tuttora, prestando un’attenzione particolare per i prodotti locali, come spiega entusiasta Roberto: «Utilizziamo solo materie prime fresche e prodotti il più possibile a Km 0. Qui non si trova nulla di confezionato». All’ora di pranzo c’è un menù del giorno veloce per chi è in pausa dal lavoro, ma non lasciatevi ingannare dalla parola “veloce”! I piatti sono sempre molto curati e invitanti: bucatini al salmone, risotto al Teroldego...ricette di cucina italiana

e trentina. Sia a mezzogiorno che alla sera è possibile cenare à la carte, scegliendo tra un menù di terra e uno di mare dove lasciarsi tentare da diverse proposte di pesce freschissimo. Naturalmente non poteva mancare la pizza alla sera, con un’ampia offerta di pizze tradizionali e gourmet. Anche per le bevande si è scelto di prediligere prodotti locali: «Abbiamo principalmente vini del Trentino-Alto Adige e qualche vino toscano, spiega Roberto e, oltre a marchi noti come la Forst, proponiamo anche birre artigianali». Una di queste è la Birra LuLu, la Birra degli chefs, creata dai noti chef trentini Luca e Luigi Sforzellini, che inizialmente hanno collaborato nella definizione del menù. Ora, passati sei mesi dall’avvio, alla trattoria ci si prepara ad affrontare l’estate: «Allar-

gheremo l’orario di apertura anche alla domenica sera, e creeremo un pergolato per mangiare all’aperto». Anticipa Roberto. In programma ci sono poi tante altre attività, come la musica dal vivo, che già adesso si può ascoltare nei fine settimana, quando qui, in questo ritaglio di campagna lontano dal rumore, vengono a esibirsi gruppi locali, altre volte invece sono gli stessi clienti a lasciarsi andare col karaoke. Calore e compagnia quindi, qui non mancano mai. “Una buona serata in Trattoria è il risultato di alcuni fattori fondamentali, afferma Roberto, prodotti di prima qualità, cortesia ed accoglienza e soprattutto uno staff appassionato. E noi siamo “una squadra fortissimi!”. ■

INFO Via al Pont dei Vodi, 39 Spini di Gardolo (Trento) Tel. 0461 961038 Cell. 381.173711 trattoria@biancospino.info www.biancospino.info Trattoria Biancospino Orari d’apertura: dal lunedì al sabato dalle 10 alle 23. Chiuso la domenica.

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di Lara Deflorian

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ià da anni le loro creazioni non lasciano dubbi in merito alla maturità artistica avvenuta già in età precoce e il cui livello dovrà essere mantenuto anche quando si tratta di festeggiare il proprio compleanno. Stiamo parlando di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, l’unica compagnia trentina di professionisti della danza che si sta preparando a festeggiare i 20 anni d’attività con una sua creazione inserita nell’importante manifestazione, soprattutto per la città di Trento, della 33esima edizione delle Feste Vigiliane in programma dal 16 al 19 e dal 23 al 26 giugno. Quale occasione migliore quindi per il duo artistico, se non quella di “tuffarsi” in una produzione creata appositamente per il loro 20esimo compleanno, che debutterà alle ore 19.30 del 18 giugno nel suggestivo contesto storico di Piazza Fiera? Per loro non è certo una novità allestire un site-specific, che può rappresentare uno stimolante punto di partenza per valorizzare la location e il pubblico, considerato non una presenza passiva, ma un elemento da coinvolgere in questo “compleanno pubblico ballato”. A tal proposito nelle loro note Abbondanza/ Bertoni scrivono: “Le nostre danze avverranno in una grande piazza tra il pubblico e all’altezza della gente, sopra una pedana alta trenta cm e quindi senza la protezione del palcoscenico tradizionale, che elevandosi normalmente ben al di sopra del pubblico, creerebbe, oltre al vantaggio di una più facile e migliore visibilità da parte del pubblico stesso, lo svantaggio anche di un suo allontanamento e separazione fisica e psicologica.” 84

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ABBONDANZA BERTONI UNA PRODUZIONE CREATA APPOSITAMENTE PER IL LORO 20ESIMO COMPLEANNO, CHE DEBUTTERÀ ALLE FESTE VIGILIANE, ALLE 19.30 DEL 18 GIUGNO

Main hall è il titolo di questa rappresentazione finalizzata, in 50 minuti, a esprimere “il carattere, il senso e l’anima dell’anniversario” dei 20 anni artistici della compagnia Abbondanza/Bertoni e che vedrà coinvolti 13 danzatori e un dj. Amanti dei giochi di parole “main hall”, oltre a far riferimento a un grande spazio im-

portante, indica un’area plenaria pronta ad accogliere e a “inglobare” tutti gli interpreti che hanno collaborato negli anni con Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, con il risultato di avere in scena una compagnia “numerosa”, solitamente per loro difficile da proporre in quanto difficile da sostenere in termini

economici. Oltre agli artisti che negli anni si sono uniti alla compagnia, questa festa–spettacolo vedrà anche il coinvolgimento della loro compagnia dei “bambini”, divenuta ormai un’appendice importante nelle loro proposte artistiche e quindi un’immancabile presenza per festeggiare un importante compleanno. Le coreografie presentate saranno realizzate facendo attenzione in primis alla particolarità del contesto e poi al mantenimento di un alto livello di tensione proponendo “una ritmica di immagini e suoni che lascino senza respiro - spiegano Abbondanza/ Bertoni - e che passino da uno all’altra in un crescendo potente e inarrestabile ... anche attraverso le forme delle danze popolari, … di simil-quadriglie e girotondi, di gighe a due o a quattro, di saltarelli e contro danze e pairische e manfrine ... naturalmente rivisti e shakerati per l’occasione sotto la lente coreografica e registica.” Le premesse sono senz’altro quelle di un momento di coinvolgimento festoso e a questo punto non ci rimane altro che sperare nella clemenza del tempo, che possa portare in dono una bella serata senza pioggia! ■


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Presenta: Sonia Leon

In passerella le collezioni del Centro Moda Canossa, gli occhiali di Ottica romani, le spose di Marta Sala

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trentinopanorama

di Fabio De Santi

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on altri due leggendari musicisti americani, parliamo di David Crosby e Stephen Stills, senza dimenticare un altro fuoriclasse del rock made in Usa come Neil Young, il cantautore Graham Nash ha scritto alcune delle pagine più importanti del rock americano senza dimenticare che negli anni sessanta era fra i componenti degli Hollies, uno dei gruppi inglesi più celebri di quel decennio. Il musicista inglese anche se naturalizzato americano ha pubblicato lo scorso aprile un nuovo album “This Path Tonight” a cui si legherà un tour internazionale. Una serie di appuntamenti live che porteranno anche mr. Nash in Italia per cinque concerti il giugno prossimo e fra le tappe ci sarà anche quella del 6 giugno all’Auditorium Santa Chiara di Trento nell’evento organizzato dalla Showtime. “This Path Tonight“ è una raccolta di dieci canzoni prodotte da Shane Fontayne che arriva a molti anni di distanza dal suo ultimo lavoro come solista Songs for Survivors uscito nel 2002. “This Path Tonight” viene annunciato come “un album di riflessione e transizione” di un cantautore la cui carriera ha attraversato cinque decadi. Basti dire che Graham Nash è entrato due volte nella Rock ‘n’ Roll Hall of Fame, nella Songwriter Hall of Fame ed è stato vincitore del Grammy Award, mentre il New York Time l’ha inserito fra gli autori con il maggior numero di vendite. Sui contorni di “This Path Tonight “ il musicista nato a Blackpool il 2 febbraio 1942, ha rivelato: “È stato davvero divertente registrare questo disco. Shane ed io abbiamo scritto venti canzoni in un mese e 86

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GRAHM NASH FRA LE TAPPE DEL TOUR ITALIANO DEL GRANDE SONGWRITER AMERICANO CI SARÀ ANCHE QUELLA DEL 6 GIUGNO ALL’AUDITORIUM SANTA CHIARA

le abbiamo registrare in otto intense giornate in studio. Credo che la musica abbia un diverso sapore rispetto ai miei precedenti album sebbene io possa avvertire echi di ciascuno di essi. Questo mio viaggio è stato di scoperta personale, d’intensa creazione, di assoluta passione”. Nuovo entusiasmo per Nash è arrivato dalla collaborazione con Shane Fontayne: “Suonare musica con lui – ha raccontato il cantautore – è e sarà sempre molto soddisfacente. Lui ha un innato senso della perfor-

mance e dell’arrangiamento. Non perde mai di vista il fatto che la canzone debba ‘divenire viva’, che debba avere una ragione per essere cantata”. Un lavoro che per Nash arriva dopo un silenzio discografico di ben quattordici anni, un’attesa che il cantautore ha spiegato con queste parole: “Diciamo che negli ultimi 10 anni ho fatto diverse cose, ho prodotto 16 cd, ho realizzato box sets per David Crosby, ho realizzato il boxset di Still con 4 cd, ho fatto un tour negli stadi … diciamo che sono stato un ragazzo molto impe-

gnato!”. Un disco pubblicato anche su vinile con una scelta che Grahm Nash rivendica con entusiasmo: “Il vinile sta avendo una seconda vita. In questi anni c’è un ritorno ad un suono “originale” e io adoro il suono del vinile. Sono davvero emozionato per questo ritorno, un fenomeno incredibile, in America negli ultimi anni c’è stato un incremento incredibile delle vendite di vinili e giradischi”. Questo evento live sarà l’occasione per ascoltare un musicista che ha iniziato a suonare negli anni sessanta con la band pop rock degli The Hollies popolarissimi e dei quali era l’autore di gran parte delle canzoni. Da non dimenticare anche il suo impegno politico che divenne più sentito dopo l’incontro con Crosby e Stills, e fra i suoi brani di quel periodo spiccano i temi legati all’antimilitarismo (Military Madness) ed al sociale (Chicago-We Can Change the World e Immigration Man cantata in duo con David Crosby, col quale ha condiviso alcuni album a loro nome durante gli anni settanta) mentre, nel 1979, Nash è stato fra i fondatori di Musicians United for Safe Energy in difesa dell’impegno per la ■ tutela dell’ambiente.


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di Nicola Tomasi

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a molti anni, dai primi anni Settanta, si organizzano a Canezza delle feste campestri che coinvolgono tutta la comunità. Nelle prime edizioni la finalità era quella di raccogliere fondi per il gruppo sportivo, all’epoca assai noto nel campo del ciclismo; successivamente si decise di destinare gli utili a dei progetti di solidarietà e più precisamente di sostenere il missionario di Canezza padre Dario Girardi che in Messico era, ed è, impegnato accanto ai più deboli. Ma al di là di queste motivazioni c’era poi, per chi organizzava, il piacere di creare catene di amicizia e occasioni di comunità innescando sinergie positive fra le varie associazioni operanti in paese coinvolgendo persone dall’età e dagli interessi più disparati. È in questo clima che è nata quest’anno l’idea di organizzare una festa d’inizio estate veramente speciale proponendo nel programma un evento davvero inusuale e straordinario: un grande concerto che potesse coinvolgere tante persone appassionate di bella musica. E la scelta è caduta sui No-

NOMADI A CANEZZA IL 25 GIUGNO, LE NOTE DI CANZONI COME “NOI NON CI SAREMO” O “ASIA” E DI TANTE ALTRE MELODIE CHE SONO NELLA MENTE E NEL CUORE DI TUTTI GLI ITALIANI RISUONERANNO NELLA VALLE DEI MOCHENI madi, un gruppo che ha fatto la storia nella musica leggera italiana, un complesso intramontabile, un classico. Le note di canzoni come “Noi non ci saremo” o “Asia” e di tante altre melodie che sono nella mente e nel cuore di tutti gli italiani risuoneranno nella valle dei Mocheni che per la prima volta accoglie un evento di così grande portata. Il luogo scelto per il concerto è il grande prato situato di fianco alla struttura delle feste campestri, una location che pare adatta per l’acustica

e che è di facile accessibilità. L’idea del concerto, partita da un gruppo di giovani, ha trovato l’appoggio dell’associazione “Canezza.it” che si è attivata con entusiasmo nella preparazione dell’evento riuscendo a coinvolgere ben centocinquanta sponsor.

L’appuntamento è dunque per il 25 giugno prossimo, a Canezza, per una serata che si preannuncia assai stimolante e piacevole: con i Nomadi in concerto la grande musica trova casa in valle dei Mocheni, stavolta sì “valle incantata”. ■

BIGLIETTI Biglietti in prevendita fino al 24 giugno, su Primi alla prima, in tutte le Casse Rurali Trentine: Euro 20 + 1 (diritto di prevendita). On line: Euro 20 + 2 (eventuali diritti di prevendita applicati dall’organizzatore). Il 25 giugno, alla cassa della festa d’Estate a Canezza, Euro 25.

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TUTTI A VISITARE IL “MANIERO ILLUSTRATO”

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alvolta i bilanci non permettono di allestire grandi mostre. C’è chi sceglie di abbandonare il campo della ricerca e della cultura abdicando in favore

del silenzio. Altri cercano soluzioni intelligenti tese a non lasciar decadere storia, esperienza e attrattiva. Così è capitato a Bolzano, a Castel Roncolo, il maniero illustrato, dove, a fronte di un taglio del bilancio, invece che lasciar cadere ogni programmazione estiva si è preferito mettere in scena opere che ci sono già, dipinte sulle pareti da secoli e famose ormai in tutta Europa, ed affidare ad un corposo catalogo-libro il filo d’Arianna per scoprire – è proprio il caso di dirlo –, il soggetto della mostra: Nani e giganti. A cura degli Studi Storico Culturali di Castel Roncolo, si è così creato all’interno del castello un percorso espositivo che, partendo dalle opere esistenti, ci racconta storie, leggende, cronache di queste immaginarie – ma non un tempo – figure mitologiche. In nessun altro castello si possono trovare così tante raffigurazioni medioevali di nani e di giganti come qui a Castel

Roncolo. Questo è stato lo spunto per approfondire

la tematica intorno a queste figure mitologiche e per

STAGE D’ARTE NONESO

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esso agli archivi con la soddisfazione del risultato positivo il corso di fine aprile sul procedimento teorico e sulla prativa della tecnica dell’acquarello tenuto dall’insegnante Christina Schneider di Guezburg am Donau in Germania, l’ormai tradizionale “stage d’arte in Trentino” che ogni anno si tiene presso l’hotel “Bel Soggiorno” di Malosco in Val di Non propone per il mese di giugno un seminario sulla pittura classica ed astratta, adatto sia per principianti che per progrediti con una insegnante ormai abituale a Malosco, Tina Stremlau che viene dalla Carinzia. Quindi un corso di action painting, una novità di una pittura spontanea ed impulsiva che si slega totalmente dall’arte figurativa classica nella quale i colori e le tecniche vengono applicate con metodo e precisione. Il corso è tenuto dall’insegnante Guenther Reil, germanico, attivo come direttore di seminari in diverse accademie di Germania, Austria e Svizzera. Infine l’ultimo corso del giugno artistico di Malosco, iniziativa che riesce ad abbinare felicemente l’arte della pittura con il settore del turismo riguarda l’energia dei fiori con l’acrilico, la pittura tra realismo e fantasia. Insegnante sarà l’austriaca Heidi Reil con all’attivo la partecipazione pluriennale a grandi progetti artistici in scuole austriache e germaniche. Info:h-belsoggiorno. com tel 0463/831205

parlare anche di coloro che in passato sono stati affetti da nanismo o gigantismo. A Molina di Fiemme era nato il Cauzzi, un gigante che viaggiò in lungo e largo per la Germania e morì a Francoforte sul Meno: il suo gigantesco corpo sembra fosse ricoperto da una gran quantità di peli. In val Ridanna, a pochi chilometri da Vipiteno, viveva la famosa gigantessa Maria Fassnauer, alta ben m 2,27, nata nel 1879 e morta nel 1917. Ma oltre alle figure vere e proprie ci sono centinaia di testimonianze lasciate dai giganti nelle leggende, nelle storie sussurrate nei masi, nelle innumerevoli impronte lasciate sotto forma di pietre del tuono o di orme impresse nella roccia. Senza scordar i frequentatori delle nostre Dolomiti, divisi tra giganti e nani come il re Laurino. I giganti e i nani che incontriamo invece 88

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trentinomostre nelle sale del castello risalgono al periodo compreso tra il 1390 e il 1400 e sono strettamente connessi alla figura del ricco commerciante e proprietario del maniero Niklaus Vintler. Commissionò il più grande ciclo di affreschi profani di epoca medioevale (ben 560 mq) e, per quanto riguarda nani e giganti, di particolare rilievo sono le ultime tre Triadi della Casa d’Estate e il ciclo di Garello. Gli spazi in cui vengono rappresentati i giganti, le gigantesse e i nani delle Triadi sono corredati di diverse iscrizioni e ci raccontano di amori e morti, riallacciandosi alla ricca tradizione nordica e antropologica. In questi esseri mitologici barbuti e pelosi possiamo vedere gli “uomini selvaggi” (Wildermann), ovvero i giganti del bosco, che percorrevano le nostre montagne e di cui abbiamo un esempio figurato scolpito sull’angolo dei Portici di Bressanone: una figura tricefala dal lungo bastone che lo fa tanto assomigliare ai nostri San Cristoforo, pure lui un gigante, oppure i nani, figli dell’omerico inno ad Ermes, nel quale Apollo, furioso per il furto di manzi subito, minaccia il ladresco Ermes di esiliarlo nel Tartaro, dove dovrà girovagare in eterno al comando del popolo dei “piccoli uomini”, diventati poi Nörgl – come quelli venostani e della val Passiria –, nani minatori, trasformati in seguito nelle maschere degli Zussln, Huderlweibern o Huttlern, maschere il cui nome si rifà a stracci, cenci e strofinacci. Anche se il punto centrale del libro del catalogo-libro si sviluppa nella zona delle Alpi, gli interventi del team di autori internazionali ha gettato uno sguardo anche oltre questa realtà geografica. E così, catalogo-libro in mano (310 pagine, un ricco apparato iconografico e fotografico, decine gli interventi, euro 39) il tema di questa mostra perenne ci conduce ben oltre il maniero illustrato di castel Roncolo, portandoci di palazzo in palazzo, di chiesa in chiesa della nostra regione per scoprire nani e giganti tra realtà e leggenda, scoprendo così che la vera mostra sta nelle decine di castelli, chiese e palazzi che arricchiscono il nostro mondo antropologico e mitologico. Da non dimenticare infatti la grande armatura alta m 2,10 presente nell’armeria di Castel Coira a Sluderno, val Venosta, oppure quella alta m 1,95 in mostra a Castel Ambras ad Innsbruck, o il Davide che taglia la testa al gigante Golia dipinto nella chiesa di San Giacomo a Castelaz, Termeno. Giganti dal lato buono e giganti cattivi, come gli Orken della val Martello. Una mostra quindi da scoprire osservando i cicli pittorici scolpiti sulle pareti del castello. Ma anche una mostra che si allarga in tutto il territorio. Sta a noi scovare i mille esempi di cui sono ricche le nostre chiese e palazzi, rispolverando miti e leggende che ci raccontavano da piccoli.

BASELGA DI PINÉ Mostre ...DI UN AMORE SOPRANNATURALE Apertura: da sabato 21 maggio a giovedì 30 giugno. Ex negozio Renata Mode in Corso Roma. Mostra fotografica su Padre Silvio Broseghini e sulla sua attività. Ingresso libero. Info: associazionesilviobroseghini@yahoo.it. Mostre ...DI UN AMORE SOPRANNATURALE: MOSTRA FOTOGRAFICA Apertura: da mercoledì 1 a giovedì 30 giugno. Ex negozio La Genzianella in Corso Roma. A dieci anni dalla scomparsa mostra fotografica su Padre Silvio Broseghini e sulla sua attività. Ingresso libero. Orario: sabato 16.30-19.30, domenica 10-12 e 16.30-19.30. Info: associazionesilviobroseghini@yahoo.it.

BORGO VALSUGANA Mostre LUCI ED OMBRE DEL LEGNO - UNA MOSTRA CHE VIAGGIA Apertura: da sabato 28 maggio a martedì 21 giugno. Spazio Erika Klien. Dal simposio del Tesino una mostra di scultura in legno. Orario: da martedì a sabato ore 10-12/16-19. Domenica e festivi ore 10-12. Lunedì chiuso. Info: Apt Valsugana Tel. 0461.727700; www.visitvalsugana.it.

CALDONAZZO Mostre 1915-1918 AL FRONTE CON PAOLO MONELLI Apertura: da giovedì 16 a domenica 19 giugno. Sala Consiliare.Associazione Storico Culturale della Valsugana Orientale e del Tesino e Sistema Culturale Valsugana Orientale. “1915-1918 al fronte con Paolo Monelli” Valsugana, Lagorai, Ortigara i luoghi ed i volti de “Le scarpe al sole”. Paolo Monelli è considerato uno dei più interessanti e più letti scrittori della memorialistica della Grande guerra. La sua opera più nota è Le scarpe al sole: Cronaca di gaie e tristi avventure di alpini, di muli e di vino, pubblicato nel 1921 è ambientata in buona parte nella Valsugana del 1915 e sui monti circostanti durante le aspre battaglie del Lagorai (1916) e dell’Ortigara (1917). Pochi sanno che è stato anche un fotografo il cui archivio fotografico conta circa mille immagini. Questa mostra nasce da incontro tanto casuale, quanto prolifico: alcuni anni fa la Biblioteca Statale A. Baldini di Roma aveva messo in rete alcune foto del fondo Monelli, fino ad allora sconosciuto, come sconosciuti erano i luoghi rappresentati. Grazie alla passione ed alla competenza di Pino Ielen e Luca Girotto

e degli altri soci dell’Associazione Storico Culturale della Valsugana Orientale e del Tesino, a molti di questi luoghi è stato dato un nome. A mano a mano che luoghi e persone venivano identificati, le fotografie apparivano come un’illustrazione delle vicende raccontate nella sua opera maggiore. Una parte di queste foto saranno in mostra , con le didascalie provenienti da Le scarpe al sole. Info e programma completo su www. trentinobookfestival.it. Info: tel. 348.7764925. Mostre ROALD DAHL, IL GIGANTE GENTILE Apertura: da giovedì 16 a domenica 19 giugno. Sala Capricci, Piazza Vecchia. Mostra bibliografica a cura delle Biblioteche Comunali della Valsugana “I bambini amano l’orrore perché sanno di avere in sé una parte di orrore, sanno che la battaglia con le streghe e i giganti è ad armi pari più di quanto possa sembrare”, ha scritto a proposito di Roal Dahl Giorgio Manganelli, un critico importante, che non si vergognava di leggere i libri per ragazzi. Dahl non è riduttivamente “uno scrittore per ragazzi”: è uno scrittore per ragazzi perché è un grande scrittore senza aggettivi, rispettoso dei bambini e dei loro mondi. Un autore che con ironia e poeticità ha saputo mantenere uno sguardo lucido circa l’universo interiore dei bambini e che - come amava dire - scriveva in veste di loro rappresentante e portavoce. Nel centenario della nascita le Biblioteche comunali di Caldonazzo, Calceranica, Tenna, Borgo Valsugana, Telve, Roncegno Terme, Grigno, Pergine Valsugana e Levico Terme vogliono ricordare questo straordinario autore, questo gigante gentile, esponendo i suoi libri, i film che ne sono stati tratti e quelli che ha sceneggiato, leggendo a volce alta (per chiunque le voglia ascoltare) le sue storie. Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 348.7764925. Mostre 1916 -2016: 100 ANNI DALLA NASCITA ROALD DAHL Apertura: da giovedì 16 a domenica 19 giugno. Sala Capricci, Piazza Vecchia. Liceo Artistico “ Fortunato Depero” di Rovereto. L’importante collaborazione del liceo Artistico “Depero” con il Trentino Book Festival, al quale partecipa con alcuni studenti del terzo anno in corso, si inserisce nell’ambito dei rapporti con il territorio che da sempre contraddistinguono l’attività della scuola. I materiali presentati dagli studenti nella mostra “1916 -2016: 100 anni dalla nascita Roald Dahl” consistono in originali illustrazioni di alcuni racconti meno noti dello scrittore britannico e si presentano come il 89

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trentinomostre felice risultato di diversi passaggi progettuali che hanno la funzione di definire e perfezionare l’idea iniziale in base a un rigoroso e attento processo metodologico, in cui ogni scelta deve essere sostenuta da una motivazione coerente con il tema assegnato. Tuttavia, la componente creativa individuale rimane il punto di forza del percorso che accompagna gli studenti nella realizzazione delle varie illustrazioni: per il discente misurarsi con un compito di realtà non rappresenta soltanto un momento significativo di verifica dei metodi progettuali acquisiti, ma mira a corroborare ed ampliare in più direzioni le conoscenze maturate nel corso dell’esperienza scolastica. Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 348.7764925. Mostre A CHE ORA È LA FINE DEL MONDO? Apertura: da giovedì 16 a domenica 19 giugno. Casa della Cultura. Collettivo Art 4 Ca$h. Diciassette artisti messi a dura prova; un tema e tante opere sviluppate, ognuna secondo il suo personalissimo punto di vista. Tanti libri che li hanno ispirati. Tante frasi li hanno guidati nel concepimento di questa mostra. L’argomento veleggia tra il cambiamento climatico e la fine oramai prossima della specie umana, la scadenza del nostro pianeta... fino ai divertissment del terrorismo islamista. Sono tutti punti di vista che aprono una breccia nel nostro vivere la vita. Vivere il pianeta. Vivere l’umanità. Vivere il rispetto per il vivere altrui. Vivere la società moderna. Vivere la fine. Vivere il limite e vivere al limite..... Info e programma completo su www. trentinobookfestival.it. Info: tel. 348.7764925. Mostre OFF LIMITS. MEMO_ART Apertura: da giovedì 16 a domenica 19 giugno. Casa della Cultura, Libreria del Festival. Memo_Art (Marianna Merler e Christian Molin). Quando i limiti rappresentano barriere culturali ancor prima che fisiche e finiscono per costituire un ostacolo all’integrazione e alla democrazia dei popoli. Quando i limiti al contrario costituiscono una necessaria protezione al sopruso di un popolo sull’altro o alla violenza di un uomo sulla donna. MEMO_ART è un progetto nato nell’estate del 2014 e volto ad indagare attraverso la sensibilità di due spiriti artistici affini (quelli di Marianna Merler e di Christian Molin) gli aspetti dell’animo umano e come esso si rapporti al mondo della natura in un’epoca come la nostra ricca di forti tensioni e cambiamenti. Questo sodalizio artistico e spirituale è nato dall’esigenza di condividere i lavori preesistenti approfondendo-

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ne i contenuti spesso di carattere sociale e sviluppandoli in nuove opere. Se pur di recente formazione, MEMO_ART beneficia già di un prestigioso riconoscimento internazionale al Chelsea fine art di New York, menzione d’onore nell’edizione 2015. Attualmente MEMO_ART è promosso da Indipendent Artist Gallery, Busto Garolfo (MI). www.iospazio.com Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 348.7764925.

CANAZEI Mostre MOSTRA PERMANENTE DELLA GRANDE GUERRA AL PASSO PORDOI Apertura: da sabato 28 maggio a venerdì 30 settembre. Centro CAI - Passo Pordoi, Mostra fotografica e di cimeli storici “Col di Lana - Monte di sangue” per commemorare i 100 anni dallo scoppio del Primo Conflitto Mondiale. Orario: tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 17.30. Info: APT Val di Fassa Tel. 0462.609600; asscoldilana@ gmail.com; www.fassa.com.

CAVALESE Mostre BEBPI ZANON - IL PITTURE DELLA NATURA Apertura: fino a domenica 11 settembre 2016. Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme - p.zza Cesare Battisti, 2. Mostra personale. Info: www.mcfiemme.eu.

CEMBRA Mostre 29^ RASSEGNA DEI MÜLLER THURGAU DELL’ARCO ALPINO - XIII CONCORSO INTERNAZIONALE Apertura: da giovedì 30 giugno a domenica 3 luglio. Lisignago. Evento internazionale dedicato al celebre vino di montagna con più di cento espositori nazionali e internazionali con degustazioni, spettacoli e convegni. Info: Tel. 0461.680117, www.mullerthurgaumostra.it, A.p.T. Tel. 0461.683110 Mostre SIMPOSIO DI SCULTURA LIGNEA VALLE DI CEMBRA Centro storico. Apertura: da lunedì 27 giugno a domenica 3 luglio. Gli scultori realizzano le loro opere sotto gli occhi degli spettatori. Info: A.p.T. Tel. 0461.683110.

GRIGNO Mostre IO SONO LA TRINCEA Apertura: da sabato 21 maggio a domenica 21 agosto. Trincea. Percorso sul patrimonio storico, culturale e paesaggistico di Grigno. Mostra allestita da Roberto Conte ed è stata realizzata dagli alunni ed insegnanti delle classi

NEL RESPIRO DELL’ARTE

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al 23 Giugno al 4 Luglio, a Torre Mirana a Trento, vi sarà un’esposizione e asta benefica a favore della Lega Italiana Fibrosi Cistica - Trento. Alla mostra partecipano 16 artisti di diverse culture e provenienze, in buona parte della Regione Trentino Alto-Adige altri, di diverse nazionalità. Olga Bardina, Matteo Boato, Adalberto Borioli, Mauro Cappelletti, Silvio Cattani, Franco Chiarani, Roberto Codroico, Livio Conta, Elena Fia Fozzer, Ivo Fruet, Alessandro Goio, Paola Grott, Rudolf Haas, Bruno Lucchi, Shuhei Matsuyama, Giuliano Orsingher, Aldo Pancheri, Gianni Pellegrini, Paolo Tomio e Pietro Verdini. Gli artisti hanno sempre contribuito con generosità e con gioia all’aiuto finanziario per la ricerca scientifica con la donazione, anche di una piccola parte del proprio lavoro. Le opere esposte non vogliono avere una coerenza di percorso e nemmeno cronologica, ogni artista ha donato un’opera da lui stesso ritenuta significativa nella propria produzione tanto che alcune sono già riprodotte in precedenti cataloghi. Vi è la possibilità, non solo dei visitatori dell’esposizione, ma anche per tutti coloro che desiderano partecipare attivamente, dell’acquisto di un’opera o spendersi nel migliore dei modi per evidenziare la particolare finalità benefica di questa Onlus. Le opere proposte variano moltissimo in quanto sono prodotto di diverse personalità e comunque dei professionisti nel mondo dell’arte che godono di buona fama non solo nella regione Trentino – Alto Adige, ma anche, alcuni, a livello internazionale. In una collettiva con questa particolare finalità è anche possibile trovare opere non solo diversissime fra di loro, come è scontato, ma anche e soprattutto dei lavori tecnicamente diversi, che comprendono i modi espressivi della pittura, le nuove tecniche digitali e multimediali, la fotografia, la scultura e la ceramica.


trentinomostre 4E della scuola Primaria e la classe 1D della scuola Secondaria di I grado di Grigno (Istituto comprensivo di Borgo Valsugana) con l’intervento di Cecilia Cremonesi (patrimonio culturale) e di Francesca Minetto (fotografia e didattica). Orario: venerdì ore 14-17; sabato e domenica ore 10-12/14-17. Per aperture straordinarie rivolgersi al n. 0461/765414 (Biblioteca O. Gasperini di Grigno).

MEANO Mostre L’ANGOLO BELLO Apertura: da venerdì 20 maggio a domenica 26 giugno. Villa Salvadori-Zanatta. La mostra fa parte di un progetto ideato e curato da Federico Mazzonelli, Gabriele Salvaterra e Gabriele Lorenzoni, che vuole aprire un focus sulle ricerche legate all’astrattismo presenti sul nostro territorio attraverso l’allestimento di due mostre bipersonali dedicate rispettivamente a Italo Bressan/Mauro Cappelletti e Gianni Pellegrini/Rolando Tessadri. Visite su appuntamento 347.1242295.

PERGINE VALSUGANA Mostre VERTICALISSIMO Apertura: da sabato 16 aprile a domenica 6 novembre. Castello. Mostra di sculture di Jürgen Knubben. Mostra a cura di Theo Schneider e Verena Neff, coordinatore Riccardo Cordero. Orario di apertura: da martedì a domenica dalle 10 alle 20, lunedì dalle 17 alle 20. Info: Castel Pergine Via al Castello, 10 - Tel. 0461.531158; verena@castelpergine.it; www. castelpergine.it.

PIEVE DI LEDRO Mostre LEDRO COMICS - 150 ANNI DALL’OBBEDISCO DI GARIBALDI Apertura: da giovedì 2 a domenica 5 giugno. Per la gioia degli appassionati la località - sospesa tra il Lago di Garda e le Dolomiti e già nota per i suoi paesaggi da fiaba - si trasformerà in un fantastico e coloratissimo set cartoon. Così passeggiando per il borgo di Pieve nessuno dovrà sorprendersi nel caso in cui gli capitasse di imbattersi in qualche personaggio... del proprio fumetto o videogame preferito. Magari anche qualche eroe divertente protagonista delle fiabe e della fantasia. Info: Consorzio per il Turismo della Valle di Ledro Tel. 0464.591222.

PIEVE TESINO Mostre TRA SOGNO E REALTÀ. UOMO E PAESAGGIO NELLE STAMPE DEL MUSEO PER VIA Apertura: da sabato 13 febbraio a giovedì 30 giugno. Museo. Le 30 stampe in esposizione, per lo più di produzione tedesca e svizzera, provengono dalle collezioni del Museo e risalgono agli anni venti e trenta del Novecento. Orario: solo sabato e domenica fino al 30 aprile (dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 18), tutti giorni tranne il lunedì dall’1 maggio al 30 giugno (da martedì a giovedì dalle 14.30 alle 18.30, da venerdì a domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 18.30). Info: www.degasperitn.it.

RIVA DEL GARDA Mostre THE NORTH GARDA LAKE FRONT, WORLD WAR CENTENARY 191418 Torbole sul Garda Nago, Piazzetta Lietzmann. Apertura: fino a venerdì 30 settembre 2016. 40 gigantografie di foto d’epoca per ricordare quella follia che fu per l’Alto Garda la prima guerra mondiale 19141918. Info: Ingarda Trentino Tel. 0464.554444; info@ gardatrentino.it. Mostre ASSORTI NEL PAESAGGIO VEDUTE A CONFRONTO IN PINACOTECA Apertura: fino a domenica 6 novembre. Museo. Assorti nel paesaggio. Vedute a confronto in Pinacoteca riprende parte del titolo di una mostra che il Museo Alto Garda dedicò nel 2015 a una selezione di opere di paesaggi gardesani realizzate da alcuni pittori nordici fra Ottocento e Novecento. Nel caso di questo specifico progetto pensato per il 2016, Assorti nel paesaggio diventa, più che il titolo di una mostra o di una sezione, il nome di una partitura che pervade trasversalmente la Pinacoteca del MAG, di una tematica che si dipana lungo le sale dell’intero primo piano del Museo. Orari di apertura: fino al 6 novembre 2016 mar-dom 10-18; giugno-settembre aperto tutti i giorni; 27-30 dicembre 2016 e 2-8 gennaio 2017 ore 10-18; 31 dicembre 2016 ore 1017. Info: Tel. 0464.573869. Mostre DAVID AARON ANGELI. FLUIDI Apertura: fino a domenica 6 novembre. Museo Riva del Garda, piazza Cesare Battisti 3/a. Attraverso disegni, sculture e installazioni ambientali, l’artista recupera motivi e iconografie ispirate a testi, libri o stampe antiche, ad opere del passato, libri di storia, geografia o zoologia, reinterpretandoli ed aprendo una nuova possibilità di

IL MONDO DEI BAMBINI E DEGLI ANIMALI GLI ARTISTI DEL GRUPPO “LA FONTANA” CON IL CENACOLO VALSUGANA

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l poeta Diego Valeri in una delle sue poesie più note ci dice che “...ma di maggio alla via poveretta /basta un bimbo, un fiore, una culla /per creare una gioia perfetta”. Il mondo dei bimbi è una cosa esaltante, che offre ad animi sensibili sempre delle immense gratificazioni. A questi settori il Centro d’Arte “la Fontana” ha dedicato fin dal suo inizio attenzioni in special modo rivolte al mondo dei bambini, delle famiglie, ai nonni. Un bambino crea un’onda di tenerezza, rende più gentile le relazioni, induce sempre il sorriso, anche quando magari si mette a parlare anche in modo specifico o sconclusionato, quando inventa parole che solo per lui hanno un preciso significato. Sempre, anche nei mondi dei primitivi, al bambino erano riservate attenzioni particolari: si sapeva che erano la continuità del gruppo, erano il futuro del clan. E questo valore l’ha voluto sottolineare pure il Direttivo de “la Fontana” proponendo ai propri soci questi temi. Gia’ nelle mostre passate del gruppo sono emerse, qua e là, tele con visi di bimbi, bambini che giocano a palla o si fanno coccolare da genitori e nonni, gattini e cagnolini che rubano gomitoli, animali che rimangono estatici davanti al volo improvviso di una farfalla o al caracollare di uno scarabeo... Se si va a trovare la vicepresidente del gruppo, nell’atrio si nota la deliziosa scultura di bambini che fanno capriole... Quindi fra i massimi dirigenti, che sono stati educatori o, come artisti, hanno avuti attenzioni per il mondo bambino ed animale,il tema, almeno per una volta, era d’obbligo. Gli Artisti si sono quindi sbizzarriti in questa ricerca ed hanno hanno proposto quadri, disegni, dipinti, acquerelli, tempere per alquanti giorni esposti nelle solenni stanze del Palazzo Maffei di Lavis, che già altre volte li ha ospitati, accolti dall’assessore alla cultura Caterina Pasolli. I poeti del “Cenacolo Valsugana”, Rosa Maria Campregher, Rosanna Gasperi, Stefano Borile e Livia Marchesoni, Diego Orecchio con il socio ASTAA Aurelio Micheloni, dopo la relazione-presentazione del presidente Luciano De Carli hanno proposto una serie di liriche di R.L.Stevenson e di Marco Pola. Luciano De Carli

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trentinomostre riflessione sui loro codici di rappresentazione e di significato. Orario: ore 10-18 (lunedì chiuso), giugno, luglio, agosto e settembre aperto tutti i giorni ore 10-18. Mostre NATURA LUCE - VISIONI DI ATTILIO FORGIOLI SUL PAESAGGIO DELL’ALTO GARDA Apertura: fino a domenica 17 luglio. Con la mostra Natura Luce di Attilio Forgioli, il MAG prosegue il suo percorso di ricerca artistica sul paesaggio gardesano attraverso la pittura di autori contemporanei, iniziata nel 2014 con gli sguardi di Tullio Pericoli e seguita nel 2015 dalle visioni di Mario Raciti. A cura di Claudio Cerritelli. Orario: giugno, luglio, agosto e settembre: aperto tutti i giorni . Info: MAG Museo Alto Garda Tel. 0464.573869. Mostre ROBERTO PIAZZA SUBLIMAZIONI Apertura: da sabato 14 maggio a giovedì 2 giugno. Sala Civica “G. Craffonara”. Mostra personale. L’incisione, la xilografia: grafica. Arte antica, nobile, difficile per le conoscenze tecniche e capacità nel disegno. Roberto Piazza la usa come mezzo principale di esprezzione ma anche strumento d’indagine profonda, a volte impetosa sull’uomo e la vita. La sua “opera”,all’inizio aliena al colore, si tramuta in originalità iconografica che dialoga con la natura ma anche con un credo mitico-cosmologico filtrato dalle esperienze, speranze, contraddizioni, che porta con sé. Info: Tel. 0464.573917; www.amicidellarteriva.it. Mostre ALBINO BOMBARDELLI SENSAZIONI TRA LUCI E OMBRE Apertura: da sabato 4 a mercoledì 22 giugno. Sala Civica “G. Craffonara”. Mostra personale. Albino Bombardelli, artista eclettico, pittore-musicista da sempre, dipinge i suoi personaggi gardesani, con uno stile post-impressionista, in cui i colori, i contorni delle figure sono enfatizzat: una pittura instintiva, matura, che respira l’atmosfera mediterranea. In esposizione un’ampia rassegna di ritratti, paesaggi e scene di vita quotidiana. Info: Tel. 0464.573917; www. amicidellarteriva.it. Mostre PINO DE LUCA Apertura: da sabato 25 giugno a giovedì 14 luglio. Sala Civica “G. Craffonara”. Mostra personale. Il suo percorso pittorico si svolge all’insegna di un aniconismo geometrizzante scandito dapprima per quadrati e losanghe interferentim poi per trame lineari, con effetti di intensa vibrazione. Info: Tel. 0464.573917; www.lafirmariva.it.

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ROVERETO Mostre LE COLLEZIONI. L’INVENZIONE DEL MODERNO L’IRRUZIONE DEL CONTEMPORANEO Apertura: fino a sabato 31 dicembre 2016. Mart, Corso Bettini. I maggiori capolavori del Mart, da Medardo Rosso agli artisti delle ultime generazioni, passando per Felice Casorati, Giorgio de Chirico, Fortunato Depero, Fausto Melotti e Alberto Burri, Lucio Fontana, Mario Merz, Bruce Nauman, vengono ripresentati al pubblico in un nuovo allestimento cronologico e tematico pensato dal direttore Gianfranco Maraniello con i curatori Daniela Ferrari e Denis Isaia. Orario: martedì - domenica 10-18; venerdì 10-21. Lunedì chiuso. Biglietto intero € 11,00; ridotto € 7,00. Info: www.mart.tn.it/lecollezioni. Mostre GIUSEPPE PENONE AL MART Apertura: da sabato 19 marzo a domenica 26 giugno. Mart. Mostra monografica di uno tra i maggiori interpreti dell’Arte Povera. Saranno esposti numerosi lavori inediti, tra i quali spicca la nuova serie di calchi bronzei, e significative riletture di lavori storici realizzati in gran parte negli ultimi vent’anni. Info: Mart - C.so Bettini, 43 - Rovererto Tel. 0464.438887. Mostre LA CITTÀ UTOPICA. DALLA METROPOLI FUTURISTA ALL’EUR 42 (1911-1941) Apertura: fino a domenica 25 settembre. Casa D’Arte Futurista Depero, Via dei Portici 38. Entrata intero: 7 €, ridotto: 4 €. Info: www. mart.trento.it. Mostre I PITTORI DELLA LUCE. DAL DIVISIONISMO AL FUTURISMO Apertura: da sabato 25 giugno a domenica 9 ottobre. Mart. Dopo il grande successo di Madrid giunge al Mart la grande mostra “I pittori della luce. Dal Divisionismo al Futurismo”, a cura di Beatrice Avanzi, Daniela Ferrari e Fernando Mazzocca, in coproduzione con la Fundación MAPFRE di Madrid. Info: www.mart.tn.it.

STENICO Mostre ANTICHI ERBARI DELLA BIBLIOTECA DI TRENTO Apertura: da sabato 28 maggio a domenica 16 ottobre. Castello. Rari e preziosi volumi dal XV al XVIII, saranno esposti nel maniero che domina le Giudicarie: un’occasione unica per scoprire volumi rari, illustrati da xilografie e incisioni su rame di grande pregio artistico, che hanno permesso di tramandare fino ad oggi antichi saperi e conoscenze su piante e fiori che in

essi vengono accuratamente descritti. Orario: 10-18. Chiuso il lunedì. Info: www.buonconsiglio.it.

TENNO Mostre TONO ZANCANARO: LE DONNE, GLI AMORI Apertura: da sabato 28 maggio a domenica 17 luglio. Casa degli Artisti, Borgo Medievale di Canale. Mostra dell’artista Tono Zancanaro. Orario: ore 10-12 e 14.30-18.30. Lunedì chiuso. Ingresso libero. Mostre LE DONNE, GLI AMORI Apertura: da sabato 28 maggio a domenica 17 luglio. Casa degli artisti “Giacomo Vittone” Mostra di Tono Zancanaro. Ingresso gratuito. Orario: 10-12/14.30-18-30. Info: Casa degli Artisti “Giacomo Vittone” Tel. 0464.502022.

TRENTO Mostre I TRENTINI NELLA GUERRA EUROPEA 1914-1920 Apertura: fino a domenica 30 dicembre 2018. Le Gallerie, Piedicastello. Una mostra che racconta il dramma dei trentini nel corso del primo conflitto mondiale. Orario: da martedì a domenica ore 9.0018.00 (lunedì chiuso). Ingresso libero. Info: www.fondazione.museostorico.it. Mostre CITTÀ FORTEZZA: TRENTO 1915-1918 Apertura: da venerdì 10 luglio 2015 a domenica 10 luglio 2016. Gallerie di Piedicastello. Trento e la Grande guerra. Il percorso della mostra porta i visitatori in una Trento trasformata in un’enorme caserma, una città fortezza governata dai militari, dove gli edifici pubblici e privati sono usati come ospedali per i soldati e i cittadini rimasti vedono limitate le loro libertà, devono convivere con i soldati e con i prigionieri, stretti dalla paura e dalla carestia. Orario: da martedì a domenica 9-18 (chiuso il lunedì, il 25 dicembre e il 1° gennaio). Ingresso libero. Info: fondazione. museostorico.it; Tel. 0461.230482; info@museostorico.it. Mostre 35-45: GUERRE E TOTALITARISMI IN UNA REGIONE DI CONFINE Apertura: fino a lunedì 5 settembre 2016. Gallerie di Piedicastello. La mostra 35-45: Guerre e totalitarismi in una regione di confine propone una lettura del periodo 1935-1945 in un’ottica locale, evidenziando gli effetti che questo decennio produsse nelle province di Trento, Bolzano e nel Land Tirol. Orario: da martedì a domenica 9-18 (chiuso il lunedì, il 25 dicembre e il 1° gennaio). Ingresso libero. Info: fondazione.museosto-

rico.it; Tel. 0461.230482; info@museostorico.it. Mostre MADEINMATH Apertura: da venerdì 26 febbraio a domenica 26 giugno. Museo delle Scienze, corso del Lavoro e della Scienza 3. Mostra sulla rappresentazione matematica della realtà. Orario: da martedì a venerdì 10-18, mercoledì 10-21, sabato, domenica e festivi: 10-19 (chiuso lunedì non festivi). Costo biglietto € 10 intero, ridotto € 8. Info: www.muse.it; Tel. 0461.270311; museinfo@muse.it. Mostre CORRISPONDENZE - GIULIA TAMANINI E ALESSANDRO TOLLER Apertura: da giovedì 10 marzo a venerdì 10 giugno. Moki - Via Malpaga, 20. Opere pittoriche di Giulia Tamanini e fotografie di Alessandro Toller. Info: Tel. 0461.1822401; moki.trento@gmail.com. Mostre SOTTOTERRA: IL LAVORO DEI MINATORI TRENTINI IN BELGIO E L’OPERA DI CALISTO PERETTI Apertura: fino a domenica 26 giugno. Le Gallerie, Piedicastello. La mostra mostra racconta i principali aspetti della drammatica vita in miniera di cui migliaia di emigrati, trentini e italiani, furono protagonisti in Belgio nell’immediato secondo dopoguerra. A cura di Tommaso Pasquini e Vittorino Rodaro. Orario: da martedì a domenica, ore 9 -18, chiuso il lunedì. Ingresso libero. Info: www.museostorico.it; Tel. 0461.230484. Mostre L’ARTE SPECCHIATA Apertura: fino a sabato 11 giugno. Grand Hotel Trento - Piazza Dante, 20. Quadri di Carlotta Morucchio e cornici di Antonella Nardin. Info: www.laboratorioilquadrato.com; www.facebook.com/carlottamorucchio.artist.


trentinomostre

Mostre NATURE. THE ART OF MARZIO TAMER Apertura: fino a domenica 25 settembre. Museo delle Scienze, corso del Lavoro e della Scienza 3. La mostra si configura come un excursus attraverso la molteplicità di tecniche (dall’acquerello al dry brush, dalla tempera all’uovo all’olio ed altro) con cui Marzio Tamer rappresenta la realtà della natura: animali, piante, dettagli di ambienti e scorci di paesaggio, atmosfere e stagioni. Orario: da martedì a venerdì 10-18, mercoledì 10-21, sabato, domenica e festivi 10-19. Biglietto € 10, ridotto € 8. Info: www.muse.it; Tel. 0461.270311; museinfo@muse.it. Mostre LA GIPSOTECA DI ANDREA MALFATTI (MORI 1832 TRENTO 1917) Apertura: da sabato 23 aprile a domenica 3 luglio. Cappella Vantini di Palazzo Thun - Via delle Orne, 1. Selezione di opere scultoree in gesso e marmo dell’artista trentino. Ingresso libero: Orari: dal martedì alla domenica ore 10-18; chiuso il lunedì. Mostre LA GUERRA BIANCA - 19151918: VIVERE E MORIRE SUL FRONTE DEI GHIACCIAI Apertura: fino a lunedì 26 settembre. Palazzo delle Albere, via Sanseverino 45. Grande mostra fotografica ideata e realizzata da National Geographic Italia: oltre 70 immagini in grande formato, realizzate dal fotografo Stefano Torrione, per immergersi nei luoghi teatro di un tragico capitolo della storia italiana: la Grande Guerra sul fronte dei ghiacciai. Info: www.cultura. trentino.it.

Mostre SHOD : CALLIGRAFIE GIAPPONESI DEL MAESTRO YOSHIOKA Apertura: fino a domenica 12 giugno. Spazio archeologico sotterraneo del Sas, Piazza Cesare Battisti. L’esposizione, realizzata dall’Istituto delle Arti “A.Vittoria” di Trento, propone trenta opere calligrafiche del maestro giapponese Suikei Yoshioka, docente di Calligrafia Giapponese presso la Task, Scuola di Arti Tradizionali Giapponesi di Kyoto. Uno spazio sarà riservato a “Japan journey” nove anni di viaggi, attraverso le immagini catturate da Loretta Viscuso, docente di discipline pittoriche presso l’Istituto Vittoria e curatrice della mostra. Orario: da martedì a domenica ore 9-13 e 14-17.30. Chiuso lunedì. Mostre IL NOSTRO LAVORO RAPPRESENTAZIONE DEL LAVORO NELL’ARTE TRENTINA DALLA FINE DELL’OTTOCENTO AI GIORNI NOSTRI Apertura: fino a sabato 25 giugno. Sede del Consiglio provinciale, in via Manci. La particolarità dell’iniziativa - supervisionata dal professor Massimo Parolini - sta nell’affiancamento di opere sul tema dei più importanti maestri trentini (da Armani a Bezzi, da Iras Baldessari a Winkler, da Moggioli a Fozzer) e di realizzazioni appena ultimate dagli studenti dei nostri istituti d’arte provinciali. Sono della partita il Liceo “Alessandro Vittoria”, il Liceo del design e delle arti “Giuseppe Soraperra” (Pozza di Fassa) e l’Istituto Pavoniano Artigianelli per le arti grafiche, tutti protesi a rappresentare con le arti visuali (e con notevole perizia) lo sguardo dei giovani sulla problematica così impellente e grave del lavoro oggi. Mostre SETTIMANA D’ARTE TOTALE Apertura: da lunedì 20 a domenica 26 giugno. Spazio culturale archeologico La Cave des Artitstes - Via Belenzani. Una collettiva d’Arte , musica , performance e incontri con artisti e relativo laboratorio per i visitatori. La manifestazione è nata in sinergia con EventArt , Bisbidis e SarkGallery. Mostre ESPOSIZIONE E ASTA CON FINALITÀ BENEFICA A FAVORE DELL’ASSOCIAZIONE LIFC Apertura: da giovedì 23 giugno a lunedì 4 luglio. Torre Mirana. Saranno presenti 16 artisti di diverse culture e provenienze, in buona parte della Regione Trentino AltoAdige altri, di diverse nazionalità. A fine esposizione è prevista un’Asta delle opere d’arte esposte. I proventi della stessa saranno a favore dell’associazione LIFC.

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Mostre STEFANO CAGOL WORKS 1995-2015 Apertura: da venerdì 25 marzo a domenica 12 giugno. Galleria Civica, via Belenzani 44. Il percorso offre uno sguardo d’insieme sui numerosi progetti con i quali Stefano Cagol ha sviluppato una riflessione sull’attualità e sui fenomeni socio-culturali dandone una lettura ironica, controversa e graffiante. Cagol recupera le sperimentazioni che hanno attraversato il ‘900 e le aggiorna con strumenti nuovi, affidandosi alla tecnologia ed ai linguaggi della comunicazione. Attraverso l’ibridazione di mezzi, strumenti e messaggi, realizza veri e propri progetti, incarnando la figura di artista-progettista. Orario: da martedi a domenica 10-13 e 14-18. Biglietto: intero 2 €, gratuito per mart membership e bambini fino a 14 anni; ingresso gratuito ogni prima domenica del mese. Info: www.mart.trento. it/galleriacivica; Tel. 0461.985511; civica@mart.tn.it.

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trentinoappuntamenti

GRANDI FESTIVAL CON L’ESTATE ALLE PORTE

M

ese che apre l’estate, mese di grandi Festival e feste di piazza. A partire dalle Feste

Vigiliane: otto giorni di festa destinati,

ancora una volta, a riversare un fiume di persone lungo le vie cittadine e ad offrire a residenti e turisti un fitto calendario di spettacoli musicali e teatrali, disfide in costume, eventi espositivi, golose proposte per il palato. Ecco le “Vigiliane” di Trento che andranno in scena, quest’anno per la 33ª volta, da giovedì 16 a domenica 19 e da giovedì 23 a domenica 26 giugno 2016. Il Festival

dell’Economia di Trento, giunto

alla sua undicesima edizione, proporrà un serrato confronto tra economisti, personalità politiche, ricercatori e giornalisti provenienti da ogni parte del mondo.

IL FUTURO DI UNA VOLTA DI SERENA DANDINI

D

po aver ideato e presentato programmi come La tv delle ragazze, Avanzi, Pippo Chennedy Show, L’ottavo nano e Parla con me, conduce su La7 The show must go off. Il suo esordio letterario Dai diamanti non nasce niente. Storie di vita e di giardini (Rizzoli, 2011) è stato un grande successo, seguito dalla raccolta di racconti Grazie per quella volta (Rizzoli, 2012) e da Ferite a morte (Rizzoli ControTempo 2013), il suo primo libro di narrazione dal quale è stata tratta una rappresentazione teatrale portata in tournée in Italia e all’estero. Il romanzo che – coadiuvata dalla giornalista Fausta Slanzi – presenta, domenica 19 giugno, al Trentino Book Festival è “Il futuro di una volta” (Rizzoli). Una storia in cui troviamo Laury, che a quasi settant’anni si sente una ragazzina assieme al suo gruppo di amici fricchettoni, un mucchio di teste leggere e generose che le hanno riempito la vita. C’è anche sua figlia Elena, trentasette anni e un anonimo posto da impiegata alla Softy. Dal suo ufficio guarda il mondo a distanza, senza mai abbandonare una dieta a basso contenuto di emozioni. È rimasto fermo allo stesso punto anche Yves, nonostante i continui giri sulla Senna con la sua chiatta... Serena Dandini ha scritto un romanzo autentico e vitale che, con un umorismo irresistibile, ci mette di fronte alle nostre più intime debolezze. Personaggi tragicomici e strepitosi, pagine piene di ritmo, per raccontare anzitutto un conflitto attualissimo, quello tra due generazioni che non si capiscono ma devono provarci.

americano Graham La VI edizione del Trentino

Book Festival

sarà all’insegna del “Limite”: questo il tema scelto dagli

Nash ci sarà anche quella del 6

giugno all’Auditorium Santa Chiara. Il 25 giugno, Le note di canzoni come “Noi non ci saremo” o “Asia” e di tante altre melodie che sono nella mente e nel cuore di tutti gli italiani

organizzatori, per la kermesse letteraria in programma a

risuoneranno nella valle dei Mocheni con i Nomadi.

Dandini, Magdi Cristiano Allam, Giulietto Chiesa e

Da sabato 11 giugno, c’è anche la ventiseiesima edizione

Caldonazzo dal 16 al 19 giugno. Tra gli ospiti, Serena

Sveva Casati Modignani, oltre al grandissimo Roberto Vecchioni. Ma per la musica, un altro big della canzone italiana come

Max Pezzali inizierà la sua nuova avventura live dal

del festival

Solstizio d’estate. “Nuovi Mondi”

è il tema: una chiamata alla riflessione su quanto ci sia di nuovo da scoprire sul nostro pianeta.

Torna anche quest’anno l’Electronic

Open Air

Palaghiaccio perginese. L’appuntamento, con la data zero

Festival la tre giorni di musica elettronica proposta

del tour estivo di Pezzali, è quello di domenica 26 giugno.

in Piazzale Degasperi a Rovereto, dal 9 all’11 giugno, ed

Fra le tappe del tour italiano del grande songwriter

organizzato dai ragazzi dell’associazione Double House.

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trentinoappuntamenti 1 MERCOLEDÌ Corsi DANZA DEL VENTRE Zambana vecchia. Ore 20.45. Associazione di volontariato “Mana” - Via Molini. Per info e/o iscrizioni: mimosa.2009@live.it. Musica FESTIVAL MUSICA SACRA 2016 Rovereto. Ore 20.45. Chiesa San Marco. Südtiroler Vokalensemble (Michael Hillebrand, direttore). Orchestra Haydn di Bolzano e Trento; Giampaolo Pretto, direttore su musiche di A. Bruckner (18241896): Locus iste; A. Bruckner: Christus factus est; J. Brahms (1833-1897): Begräbnisgesang op. 13; A. Bruckner: Messa n. 2 in mi min. Info: www.festivalmusicasacra.it; info@festivalmusicasacra.it. Musica MATTEO TURELLA TRIO Trento. Ore 21.30. Jazzclub al Circolino, Piazza Venezia. Con: Matteo Turella, guitar; Miki Loesch, organo; Carlo Canevali, drums. Il trio suonerà estratti dal Cd Free Blues, a cavallo tra modern blues, mainstream e free. Ingresso gratuito. Info: www. trentinojazz.com/page/jazzclub1. Musica BONPORTI - STUDENTI IN CONCERTO II Riva del Garda. Ore 21-22.30. Concerti degli studenti del conser-

vatorio Bonporti di Riva del Garda. Ingresso libero. Info: Conservatorio Bonporti Tel. 0465.551669; www.conservatorio.tn.it. Musica FESTA DELLA CULTURA: ARMONICA A BOCCA Borgo Valsugana. Dalle ore 10 alle 12. Centro storico. Info: Apt Valsugana Tel. 0461.727700; www.visitvalsugana.it. Teatro FESTA DELLA CULTURA: POESIE EN DIALET E CANTI DE STI ANI Borgo Valsugana. Ore 20.30. Teatro Oratorio di Olle. Filo di Olle e Cenacolo Valsugana con poesie dialettali. Accompagnamento con il coro Fili D’Argento. Info: Apt Valsugana Tel. 0461.727700; www. visitvalsugana.it.

2 GIOVEDÌ Cultura FESTIVAL DELL’ECONOMIA 2016 - I LUOGHI DELLA CRESCITA Trento. Per la sua undicesima edizione l’evento si concentrerà sullo studio della crescita economica e demografica delle nuove realtà. L’obiettivo è comprendere non solo gli ingredienti che sono necessari per la crescita economica, ma anche il loro mix ottimale, le ricette

che occorre applicare se si vuole stimolare la crescita. Info e programma dettagliato: http://2016. festivaleconomia.eu/. Famiglia FESTIVAL DEI FIORI Levico Terme. Lungo le vie del centro. Giornata per scoprire le tante varietà di fiori e piante. Bancarella a tema con esposizione e vendita, laboratori per bambini, curiose installazioni floreali e intrattenimento musicale. Info: Per info: Azienda per il Turismo Valsugana ufficio di Levico Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it. Musica SABINA VON WALTHER E ENSEMBLE AMARIDA Trento. Ore 21. Chiesa del Suffragio, via Suffragio 63. Sabina von Walther, soprano; Ensemble Amarida; Stefano Ferrario, violino; Johanna Wassermann, violino; Margherita Pigozzo, viola; Alejandro Biancotti, violoncello su musiche di: F. Schubert (17971928) Salve regina; D. Oberdörfer (*1957) “Impulse”(prima assoluta); V. Vavilov (1925-1973) “Ave Maria” per soprano e archi; G. Caccini (1550-1618) Ave Maria; C. Galante (*1959) “Strada di Luna” innodia per quartetto (prima assoluta); A. Stradella (16441682) “Pietà Signore”; A. de Felice (*1965) “Sguardi” (Testo: Dante, Purgatorio e Paradiso), prima assoluta; F. Mendelssohn (1809-1847) Salve regina. Per la rassegna del Festival di musica sacra 2016. Info: www.festivalmusicasacra.it; info@festivalmusicasacra.it. Musica CONCERTO PER LA FESTA DELLA REPUBBLICA Arco. Ore 21. Concerto lirico strumentale con i solisti e coro della scuola musicale Alto Garda. Ingresso gratuito. Info: Smag società cooperativa Tel. 0464.556774; .

3 VENERDÌ Cultura FESTIVAL DELL’ECONOMIA 2016 - I LUOGHI DELLA CRESCITA Trento. Per la sua undicesima edizione l’evento si concentrerà sullo studio della crescita economica e demografica delle nuove realtà. L’obiettivo è comprendere non solo gli ingredienti che sono necessari per la crescita economica, ma anche il loro mix ottimale, le ricette che occorre applicare se si vuole stimolare la crescita. Info e programma dettagliato: http://2016. festivaleconomia.eu/. Famiglia FESTIVAL DEI FIORI Levico Terme. Lungo le vie del centro. Giornata per scoprire le tante varietà di fiori e piante. Bancarella a tema con esposizione e vendita, laboratori per bambini, curiose installazioni floreali e intrattenimento musicale. Info: Per info: Azienda per il Turismo Valsugana ufficio di Levico Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it.

4 SABATO Cultura FESTIVAL DELL’ECONOMIA 2016 - I LUOGHI DELLA CRESCITA Trento. Per la sua undicesima edizione l’evento si concentrerà sullo studio della crescita economica e demografica delle nuove realtà. L’obiettivo è comprendere non solo gli ingredienti che sono necessari per la crescita economica, ma anche il loro mix ottimale, le ricette che occorre applicare se si vuole stimolare la crescita. Info e programma dettagliato: http://2016. festivaleconomia.eu/. Famiglia TRENTINO DEI CASTELLI Una giornata speciale a bordo di un trenino esclusivo che parte da Trento e attraversa le Valli del Noce - Val di Non e Val di Sole - alla

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trentinoappuntamenti scoperta di castelli e sapori. Accompagnati da guide esperte si potranno visitare prima il Castello di Ossana e Castel Caldes in Val di Sole, luoghi ricchi di fascino e leggende e poi, scendendo in Val di Non, l’esclusiva residenza privata di Castel Valer, che solo in questa occasione apre i suoi battenti agli ospiti, e l’imponente e maestoso Castel Thun. Tutti e quattro i castelli sono stati coinvolti da importanti restauri recenti e si aprono al pubblico nel massimo del loro splendore. Infine i migliori prodotti gastronomici del Trentino abbinati ai vini e alle bollicine della Cantina Mezzacorona accoglieranno gli ospiti nei manieri completando una giornata dal programma unico ed esclusivo. Info: www. iltreninodeicastelli.it; Apt trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi, Tel. 0461.216000; info@discovertrento.it; www.discovertrento.it . Famiglia FESTIVAL DEI FIORI Levico Terme. Lungo le vie del centro. Giornata per scoprire le tante varietà di fiori e piante. Bancarella a tema con esposizione e vendita, laboratori per bambini, curiose installazioni floreali e intrattenimento musicale. Info: Per info: Azienda per il Turismo Valsugana ufficio di Levico Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it.

Musica FESTIVAL MUSICA SACRA 2016 Cles. Ore 21. Chiesa Parrocchiale. Concerto con il Coro Antares (Giorgio Larcher, direttore). Ensemble Zandonai - Orchestra da Camera di Trento: Erika Bonadiman, soprano; Roberto Garniga, tenore; Simone Marchesini, baritono; Giancarlo Guarino, direttore su musiche di F. Schubert (1797-1828): Messa in Sol D167 per per soli, coro e orchestra d’archi; J. Rheinberger (1839-1901): Abendlied per Coro; F. Biebl (1906-2001): Ave Maria (Angelus Domini) per Coro; J. Elberdin (*1976): Cantate Domino (Kanta Jaunari Kantu Berria) per Coro. Info: www.festivalmusicasacra.it; info@festivalmusicasacra.it. Musica CONCERTO DI PRIMAVERA Civezzano. Ore 20.15. Piazza S. Maria. Concerto della Banda Sociale di Civezzano. Partecipazione gratuita. Info: A.p.T. Tel. 0461.557028. Musica MASSIMO BUBOLA: CONCERTO DEDICATO ALLE CANZONI DELLA GRANDE GUERRA Borgo Valsugana. Ore 16. Sito storico della Rocchetta. Le canzoni della Grande Guerra rivisitate da un grande autore italiano. Concerto su prato. In caso di maltempo il

concerto si terrà all’Auditorium del polo scolastico di Borgo Valsugana. Ingresso € 10, ridotto € 8. Info: Biblioteca di Borgo Valsugana Tel. 0461.754052. Musica FESTA DELLA MUSICA PREIEW Riva del Garda. Ore 16-18. School is Over... Concerti per le vie del centro storico. Ingresso gratuito. Info: Smag società cooperativa Tel. 0464.556774.

5 DOMENICA Cultura FESTIVAL DELL’ECONOMIA 2016 - I LUOGHI DELLA CRESCITA Trento. Per la sua undicesima edizione l’evento si concentrerà sullo studio della crescita economica e demografica delle nuove realtà. L’obiettivo è comprendere non solo gli ingredienti che sono necessari per la crescita economica, ma anche il loro mix ottimale, le ricette che occorre applicare se si vuole stimolare la crescita. Info e programma dettagliato: http://2016. festivaleconomia.eu/. Famiglia FESTIVAL DEI FIORI Levico Terme. Lungo le vie del centro. Giornata per scoprire le

tante varietà di fiori e piante. Bancarella a tema con esposizione e vendita, laboratori per bambini, curiose installazioni floreali e intrattenimento musicale. Info: Per info: Azienda per il Turismo Valsugana ufficio di Levico Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it. Musica DOMENICASTELLO CONCERTO CON APERITIVO A CASTEL PERGINE Pergine Valsugana. Ore 17.30. Castello. Postcards; Duo Granato. Cristian Battaglioli, sax contralto; Marco Rinaudo, pianoforte. Una raccolta di cartoline musicali mandati da compositori provenienti da diversi continenti: Nordafrica, Sudamerica, Nordamerica ed Europa. Entrata € 10,00. Info: Castel Pergine Tel. 0461.531158. Musica FESTIVAL MUSICA SACRA 2016 Trento. Ore 21. Chiesa San Francesco Saverio. Concerto con il Coro Antares (Giorgio Larcher, direttore). Ensemble Zandonai Orchestra da Camera di Trento: Erika Bonadiman, soprano; Roberto Garniga, tenore; Simone Marchesini, baritono; Giancarlo Guarino, direttore su musiche di F. Schubert (1797-1828): Messa in Sol D167 per per soli, coro e orchestra d’archi; J. Rheinberger

PRESENTA … Il meglio della scena indipendente italiana condensato in un’unica compilation in free download dal sito www.trentinomese.it CHAT NOIR - NINE THOUGHTS FOR ONE WORLD (RARENOISE) Negli ultimi 12 anni , Chat Noir è stato un trio piano- basso-batteria che ha eseguito composizioni originali non confinandosi mai all'interno di etichette di genere, sia pur considerato un trio jazz acustico. Chat Noir ha progressivamente ampliato il proprio vocabolario con l'inserimento di strutture elettroniche e suoni . L'incontro dei due membri fondatori Michele Cavallari e Luca Fogagnolo con il compositore di ambient music J Schwalm per la registrazione del loro sesto album in studio li porta a esplorare nuovi territori, a suonare liberamente i limiti esterni di quello che può essere la musica avant garde. SONO SICILIANO - MUNDO MALO (Autoproduzione) Mundo Malo è composto da 11 tracce, quattro delle quali in lingua spagnola. Quasi tutti i brani sono sostenuti dal ritmo incalzante dai tratti tipicamente balcanici. Tappeti di fanfara di ottoni, bassotuba, clarinetto, tarbuka e tapan (tamburo bipelle tradizionale) creano atmosfere che ricordano molto il caos sonoro e travolgente dei Gogol Bordello. Come se Eugene Hutz si fosse reincarnato in una nuova vita in Sicilia.

THE LEMON SQUEEZERS - POP HURT (MANINALTO!) Pop Hurt è il quarto album dei Lemon Squeezers. Un disco composto da 11 tracce dalle sonorità moderne, che consente di volgere lo sguardo verso un mondo electrosurreale e incantato. E' un lavoro che vede al proprio interno soluzioni stilistiche differenti, dall’electro swing al dubstep, planando spesso su atmosfere funk e soul. Sax, trombone, synth, chitarra, contrabbasso elettrico, batteria e voce si alternano e si mescolano in un “suono” frenetico, acceso, energico

OCCHI MOSSI - MATRIOSKA ( MANINALTO! ) Da vent'anni (proprio così, esistono dal 1996), sulla scena, e sempre in giro per l'Italia con i loro concerti che entusiasmano sia chi li ha conosciuti quando nacquero che i più giovani (di cui, per esempio, in questo disco parlano nel singolo "Luca"), la band lombarda torna in scena con Occhi mossi, che arriva a quattro anni di distanza da Cemento e a due da Il Bootleg. La formula è sempre la stessa che ha portato fortuna fino adf ora al gruppo. Punk, ska, reggae e indie rock sono le coordinate dentro cui si muovono e si muoveranno sempre Matrioska. E non fatevi ingannare dal nome. Lo ska è solo uno degli ingredienti di questo disco esuberante.

EMPATÈE DU WEISS- OLD TRICKS FOR YOUNG DOGS ( Autoproduzione ) Gli Empatee du Weiss portano sul palco un'ondata di energia con la potenza dello Ska e del Balkan, poi scendono, si appoggiano con fare deciso sul levare del Reggae e rotolano fino allo Swing, tutto con suoni nuovi, originali e ricercati. Dai fiati alle corde trattano gli strumenti con elegante irriverenza; ballando verranno ad assistere al vostro concerto come se per empatia i ruoli si fossero incredibilmente invertiti. Irresistibile.

MAGNET ANIMALS - BUTTERFLY KILLER ( RARENOISE ) Todd Clouser e' un cantautore americano che finora si e' mosso in ambito folk. Nel suo passato pero' sono chiare anche le sue passioni per la psichedelia, Hendrix e Zappa. Gia' qualche anno fa A love electric (altro suo progetto psichedelico) lo aveva avvicinato a questi suoni.E sono molto probabilmente queste sue passioni più o meno sotterranee ad averlo spinto in questa nuova avventuta. Magnet Animals infatti suona tutto meno che folk, sicuramente un bel mix di noise, prog e psichedeliche divagazioni elettriche.

LO SPIRITO DEL PIANETA - DAL 27 MAGGIO AL 12 GIUGNO - CHIUDUNO (BG) Sedicesima edizione de LO SPIRITO DEL PIANETA, unico festival tribale indigeno in Italia. Si svolge presso il Polo Fieristico di Chiuduno (BG) dal 27 maggio al 12 giugno. All'interno del festival, oltre a concerti con musiche e danze con gruppi provenienti da tutti i continenti, una fiera d'artigianato, ristoranti etnici e italiani. Presente struttura al coperto che garantisce gli spettacoli anche in caso di pioggia. Tra gli artisti presenti Ana Alcaide, grande interprete e ricercatrice dei suoni della tradizione spagnola , che ci ha gentilmente concesso l'utilizzo di un suo brano. Infoline 3475763417 www.lospiritodelpianeta.it

MALAZIONI – IFAD ( LA RIVOLTA RECORDS ) Crossover, new metal. Sono le etichette che sono state da subito appiccate addosso a questa band ipugliese. Di fatto come loro stessi si sono "bollati", I'll termine "rock over", una sorta di rock fuori dagli schemi, e' quello che piu' "ci azzecca" per IFAD). Certo, non si puo' negare che la band paghi tributo al crossover americano. Ma se dobbiamo scendere nei dettagli un nome che viene per lo piu' in mente sono I Filter, ovvero dei guru di un crossover "a latere" che ha procrastinato, con la sua musica, I'll concetto di crossover tanto bistrattato oggi.

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Dalle 8.00 alle 10.30: ritrovo ed iscrizioni in Viale Lido al «Lido Spiaggia Bar BUENA ONDA» in riva al lago. Colazione: caffè o cappuccino e l’originale Treccia Mochena, dolce offerto dal produttore Nicola Osler di Canezza. Aperitivo di benvenuto con trancio di pizza. Presente il gruppo Gavs « Gruppo Aeromodellistico Valsugana » Dalle 11.00: sfilata attraversando le vie dei centri di Levico, Pergine, Calceranica, Caldonazzo, si affiancheranno gli splendidi laghi di Levico e Caldonazzo Dalle 13.30: pranzo e musica Dalle 14.00: mega concerti Rock & Roll con i gruppi «The Indigo Devils» e «Larry and the Drunkats» Dalle 16.00: premiazioni delle 5 auto e 5 moto più belle e Miss Barber Day 2016. Concorso «LA BELLA D’ITALIA», Ballo Country, Levico Boat, Pin-Up che truccheranno gratuitamente tutte le signore presenti. Per i Vostri bimbi ci saranno i cavalli Pony dell’Associazione Little Cowboy di Novaledo di Corrado e Anna per giri in riva al lago, il Mago Rudi, Cristiana la truccabimbi, bolle di sapone, magie, tanti giochi e straordinari castelli gonfiabili della ditta EmmiGonfiabili di Calceranica.

Dedicato alla mia squadra del cuore

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trentinoappuntamenti (1839-1901): Abendlied per Coro; F. Biebl (1906-2001): Ave Maria (Angelus Domini) per Coro; J. Elberdin (*1976): Cantate Domino (Kanta Jaunari Kantu Berria) per Coro. Info: www.festivalmusicasacra.it; info@festivalmusicasacra.it.

blues trentino in live. Info: www. solstiziodestate.it. Musica VALSUGANA JAZZ TOUR BOB MINTZER PROJECT Caldonazzo. Ore 19. Loc. Spiaggia. Michele Vurchio e FaRe Jazz Big Band presentano: Bob Mintzer Porject. Direttore Stefano Colpi. Info: Apt Valsugana Tel. 0461.727700.

6 LUNEDÌ Musica GRAHM NASH: THIS PATH TONIGHT TOUR 2016 Trento. Ore 21. Teatro Auditorium. Concerto del leggendario cantautore Graham Nash. Prevendite biglietti presso la sede di Trentinomese - Via Ghiaie, 15 - Trento.

7 MARTEDÌ Musica CHRISTOPH SOLDAN IN CONCERTO Roncegno. Ore 21. Casa Raphael / Palace Hotel, P.zza de Giovanni 4. Concerto per il ciclo “I martedì a Casa Raphael” con: Christoph Soldan (Germania), pianoforte su musiche di Mozart e Fanny Mendelssohn. Ingresso gratuito.

8 MERCOLEDÌ Musica «ORCHESTRA HAYDN» Trento. Ore 20.30. Teatro Auditorium, via Santa Croce 67. Arvo Volmer, direttore su musiche di Giuseppe Verdi; Messa da Requiem per soli, coro e orchestra. Biglietto: intero € 25, ridotto over 65 € 15, ridotto under 26 € 5. Info: www.haydn.it; n. verde 800.086890; info@haydn.it. Musica SONATA ISLANDS QUARTET PLAYS ELVIN JONES Trento. Ore 21.30. Jazzclub al Circolino, Piazza Venezia. Concerto con: Carlo Nicita, flute; Emilio Galante, flute; Tito Mangialaio, double bass; Ferdinando Farao, drums. Trascrizione e reinvenzione dei capolavori del periodo Blue Note di Elvin Jones, fra fine anni 60 e inizio 70, quando il grande batterista collaborava con Joe Farrell, uno dei più influenti flautisti della storia del jazz. Ingresso gratuito. Info: www. trentinojazz.com/page/jazzclub1. Musica CONCERTO BONPORTI Riva del Garda. Ore 21-22.30. Cortile della Rocca. Maria Perrotta, pianoforte su musiche di Schubert. Ingresso libero. Info: Conservatorio Bonporti Tel. 0465.551669; www.conservatorio.tn.it. Teatro MERCOLEDÌ D’ESTATE A CIVEZZANO: IL RINOCERONTE Civezzano. Ore 21. Piazza della Chiesa a Seregnano. Rappresentazione teatrale presentata dalla Compagnia Filodrammatica Civezzano. Info: filocivezzano@ gmail.com; www.filocivezzano. altervista.org.

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9 GIOVEDÌ Musica ELECTRONIC OPEN AIR FESTIVAL Rovereto. Piazzale Degasperi. Un festival che è nato nel 2008 dalla voglia di proporre musica elettronica dal vivo e ricercata e che in nove anni di vita ha ospitato una sessantina d’artisti dall’Italia e dal mondo.

10 VENERDÌ Cultura PORTOBESENO - VIAGGIO TRA FONTI STORICHE E SORGENTI WEB Besenello. Castello. Laboratori, conferenze, installazioni e performance. Info: portobeseno2016@ gmail.com; www.portobeseno.it. Musica ELECTRONIC OPEN AIR FESTIVAL Rovereto. Piazzale Degasperi. Un festival che è nato nel 2008 dalla voglia di proporre musica elettronica dal vivo e ricercata e che in nove anni di vita ha ospitato una sessantina d’artisti dall’Italia e dal mondo. Musica SIDEOUT BEACH MUSIC Torbole sul Garda - Nago. Dalle ore 18.30 alle 24. Artisti e “disc-jokey” di rilevanza nazionale e internazionale si daranno il turno alla “consolle” nella splendida cornice torbolana alle “Foci del Sarca”. La musica sarà rigorosamente ricercata e di qualità! Alla console Luca Setti & Raffa FL. Ingresso gratuito.

11 SABATO Cultura PORTOBESENO - VIAGGIO TRA FONTI STORICHE E SORGENTI WEB Besenello. Castello. Laboratori, conferenze, installazioni e performance. Info: portobeseno2016@ gmail.com; www.portobeseno.it. Famiglia TRENTINO DEI CASTELLI Una giornata speciale a bordo di un trenino esclusivo che parte da Trento e attraversa le Valli del Noce - Val di Non e Val di Sole - alla scoperta di castelli e sapori. Accompagnati da guide esperte si potranno visitare prima il Castello di Ossana e Castel Caldes in Val di Sole, luoghi ricchi di fascino e leggende e poi, scendendo in Val di Non, l’esclusiva residenza privata di Castel Valer, che solo in questa occasione apre i suoi battenti agli ospiti, e l’imponente e maestoso Castel Thun. Tutti e quattro i castelli sono stati coinvolti da importanti restauri recenti e si aprono al pubblico nel massimo del loro splendore. Infine i migliori prodotti gastronomici del Trentino abbinati ai vini e alle bollicine della Cantina Mezzacorona accoglieranno gli ospiti nei manieri completando una giornata dal programma unico ed esclusivo. Info: www. iltreninodeicastelli.it; Apt trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi, Tel. 0461.216000; info@discovertrento.it; www.discovertrento.it . Famiglia SOLSTIZIO D’ESTATE Mezzocorona. Piazza della Chiesa. A partire dalle 16: “Labollatorio” Spettacolo Laboratorio di bolle di sapone Di e con Fabio Saccomani. Circo, ore 21: “Slip Inside” Artista: Okidok, di e con Xavier Bouvier e Benoit Devos (Belgio). Concerto, ore 22.30: Curly Frog And the Blues Bringers: “Owt”,

Musica FESTIVAL MUSICA SACRA 2016 Avio. Ore 20.30. Chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta. Inaugurazione organo restaurato Diego Porro (1906) restauro di Daniele Giani di Corte dè Frati (2015); Susanna Soffiantini, organo su musiche di V. Petrali (1830-1889) Sonata finale in Re magg.; M. E. Bossi (1861-1925) Scherzo in sol min. op. 49 n. 2; J. S. Bach (1685-1750) Ich ruf zu dir, Herr Jesu Christ BWV 639; J. Brahms (1833-1897) Herzlich tut mich verlangen op. 122 n. 10, Preludio e fuga in sol min. WoO 10; J. S. Bach: Dies sind die heil’gen zehen Gebot BWV 678; J. Reubke (1834-1858) Der 94ste Psalm, Sonate. Info: www.festivalmusicasacra.it; info@festivalmusicasacra.it. Musica ELECTRONIC OPEN AIR FESTIVAL Rovereto. Piazzale Degasperi. Un festival che è nato nel 2008 dalla voglia di proporre musica elettronica dal vivo e ricercata e che in nove anni di vita ha ospitato una sessantina d’artisti dall’Italia e dal mondo. Musica CONCERTO INAUGURALE ORCHESTRA DA CAMERA “SPETTRO ARMONICO” Riva del Garda. Ore 17.30. Auditorium del Conservatorio “Bonporti” di Riva del Garda. Concerto su musiche di Bach, Mozart, Reger e Bartòk. Ingresso gratuito. Info: Associazione Spettro Armonico Tel. 347.4619583.

12 DOMENICA Cultura PORTOBESENO - VIAGGIO TRA FONTI STORICHE E SORGENTI WEB Besenello. Castello. Laboratori, conferenze, installazioni e performance. Info: portobeseno2016@ gmail.com; www.portobeseno.it. Musica APPARIZIONI - EVENTI STRAORDINARI Riva del Garda. Ore 21.30. Parco del Brolio. Eusebio Martinelli & Gipsy Orkestar: performance travolgente nella tradizione della musica balcanica e gipsy. In caso di pioggio lo spettacolo si terrà in Galleria S. Giuseppe. Info: www.


trentinoappuntamenti compagniadellenuvole.it - Comune di Riva del Garda Tel. 0464.573916. Musica PAESAGGI E MANDOLINI Ronzo Chienis. Chiesetta. Ingresso libero con prenotazione (tel. 0464.680000). Alle 15.00 visita guidata a cura del dott. Less. Alle 16.00 concerto con Ensemble di mandolini di Operaprima, Quartetto di plettri Vin a Ville. Degustazioni a fine concerto .

14 MARTEDÌ Musica ANTICHI CANTI ALPINI Roncegno. Ore 21. Casa Raphael, Palace Hotel, P.zza de Giovanni 4. Concerto per il ciclo “I martedì a Casa Raphael”. Un progetto di Renato Morelli con I Cantori da Vermèi. Con: A.Delpero, Daniele e Danilo Bertolini, V.Callegari, E.Daldoss, M.Dezulian, M.Giovannini, A.Longhi, R.Morelli, M.Slanzi. Ingresso gratuito.

15 MERCOLEDÌ Musica MERCOLEDÌ D’ESTATE A CIVEZZANO: SUONI D’INIZIO ESTATE Civezzano. Ore 20.30. Piazza della Chiesa a Bosco. Concerto con i Cantori di Seregnano. Info: Tel. 0461.858516. Musica GYPSY TRIO, JAZZ MANOUCHE Trento. Ore 21.30. Jazzclub al Circolino, Piazza Venezia. Concerto con Andrea Sartori Selmer Maccaferri, guitar; Massimiliano Sartori Selmer Maccaferri, guitar; Paolo Boninsegna, double bass. Il trio trentino vi guiderà in un percorso lontano attraverso le sonorità del vecchio continente. In una chiave di arrangiamento acustico ed improvvisazione accompagnati dall’inusuale design anni ‘30 delle chitarre Maccaferri, melodie popolari, valse musette e swing si intrecciano sulle influenze del leggendario musicista e compositore franco-belga Django Reinhardt, innovatore e virtuoso chitarrista della musica manouche. Ingresso gratuito. Info: www. trentinojazz.com/page/jazzclub1. Musical HAIR - THE AMERICAN TRIBAL LOVE-ROCK MUSICAL Trento. Ore 21. Auditorium S. Chiara. Un rituale, una celebrazione estatica, una protesta, un happening, una commedia, una tragedia, Hair rompe ogni regola teatrale, come i suoi protagonisti, gli hippies, ruppero ogni norma sociale stabilita. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara www.centrosantachiara.it.

Teatro LEI È GESÙ Mezzocorona. Ore 21.30. Casa Menestrina - Via S. Antonio, 1. In caso di pioggia, palestra scuole medie. Spettacolo “quotidiana. com” di e con Roberto Scappin e Paola Vannoni. Ingresso € 8,00. Info: www.solstiziodestate.it.

16 GIOVEDÌ Cultura TRENTINO BOOK FESTIVAL Caldonazzo. Dalle 17. Alcuni tra i più grandi nomi della letteratura e del giornalismo arrivano in riva al Lago di Caldonazzo per la seconda edizione del festival letterario del Trentino. Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 348.7764925.

17 VENERDÌ Cultura TRENTINO BOOK FESTIVAL Caldonazzo. Dalle 17. Alcuni tra i più grandi nomi della letteratura e del giornalismo arrivano in riva al Lago di Caldonazzo per la seconda edizione del festival letterario del Trentino. Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 348.7764925. Cultura GIULIETTO CHIESA Caldonazzo. Ore 20.10. Casa della Cultura. Giulietto Chiesa con Renzo Maria Grosselli. “Putinfobia”.perché l’Occidente ha paura di chi potrebbe essere la nostra salvezza. Ormai è chiaro a tutti: la crisi in cui l’Occidente si sta dibattendo da diversi anni non assomiglia a nulla di conosciuto. È una crisi di valori, di democrazia, economica, finanziaria, ambientale, politica senza precedenti. La Russia è quel nemico. Lo è stato anche in passato, e oggi ne vediamo una versione aggiornata. La Russia, e il suo uomo forte, Vladimir Putin, sono oggetto di campagne negative, con l’intento di riprodurre in vitro timori da Guerra fredda. Ma ora che un vero pericolo si sta affacciando, qualche sprazzo di verità compare nella cortina di menzogne, e in molti guardano a Putin come l’uomo che ha preso posizione senza incertezze contro l’Isis.. Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 348.7764925. Cultura SARA RATTARO Caldonazzo. Ore 17.50. Casa della Cultura. Sara Rattaro con Luciana Grillo In collaborazione con Soroptimist Italia. “Splendi più che puoi”: l’irresistibile voglia di tornare a essere felici. L’amore non chiede il permesso. Arriva all’improvviso. Travolge ogni cosa al suo passaggio e trascina in un sogno. Così è stato per Emma quando per la prima volta ha incontrato Marco, che da subito ha capito come prendersi cura di lei. Tutto con lui è meraviglio-

so, perfetto. Fino a quando Marco non la ricopre di attenzioni troppo insistenti. Marco ha continui sbalzi d’umore e non riesce a trattenere la sua gelosia. Emma non riconosce più l’uomo accanto a lei. Non sa più chi sia. E non sa come riprendere in mano la propria vita. Ma quando diventa madre, il sorriso della piccola Martina che cresce le dà il coraggio di cambiare il suo destino. Di dire basta. Di affrontare la verità. Una verità difficile da accettare, da cui si può solo fuggire. Perché il cuore, anche se è spezzato, ferito, tormentato, in fondo sa come tornare a volare. Come tornare a risplendere. Più forte che può Info e programma completo su www. trentinobookfestival.it. Info: tel. 348.7764925. Musica DAI CIELI DELLE DOLOMITI AI MARI DEL MEDITERRANEO San Michele all’Adige. Ore 21.30. Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina - Via E. Mach, 2. Spettacolo con il Quintetto Turchese. Un dialogo in musica fra Oriente e Occidente, fra cerimonie del the, sonorità ricche di mistero e pathos,profumi di spezie e luccichii di pietre preziose. Special guest il musicista, arrangiatore e compositore americano Mark Baldwin Harris, uno dei più grandi interpreti della scena musicale italiana ed internazionale, in rotta ostinata verso la scoperta. Ingresso € 8,00. Info: www.solstiziodestate.it. Musica SIDEOUT BEACH MUSIC Torbole sul Garda - Nago. Dalle ore 18.30 alle 24. Artisti e “disc-jokey” di rilevanza nazionale e internazionale si daranno il turno alla “consolle” nella splendida cornice torbolana alle “Foci del Sarca”. La musica sarà rigorosamente ricercata e di qualità! Alla console Luca Setti & T.B.G. Ingresso gratuito.

Musica BONPORTI - STUDENTI IN CONCERTO II Riva del Garda. Ore 16. Auditorium Consevatorio. Tavola rotonda: “Ferruccio Busoni tra passato e futuro”. Ore 21. Cortile della Rocca: Cristiano Rossi, violino; Corrado Ruzza, pianoforte su musiche di Mozart, Brahms, Busoni Ingresso libero. Info: Conservatorio Bonporti Tel. 0465.551669; www.conservatorio.tn.it. Musica EVENTI D’ESTATE IN GIARDINO Levico Terme. Dalle ore 19.30. Giardino RSA - Casa di Riposo San Valentino. Concerto del coro “Cima Vezzena”. Per informazioni: Servizio Animazione della Casa di Riposo Tel. 0461.706464 . Musica SUONI IN TRANSITO FESTIVAL MUSICALE AL FEMMINILE Arco. Parco Arciducale Arco. Ore 19. Visita guidata al parco (in caso di pioggia Veranda Casinò Arco), a seguire intervista alle artiste. Ore 21. Concerto con Loveless Flavia (Bossa Nova) e She said distroy (noise-pop). Ingresso gratuito. Info: Ass. AnDROmeda Cell. 349.5224292. Musica LA FEBBRE DEGLI ANNI OTTANTA Caldonazzo. Ore 21.30. Piazza Municipio. Paolo Morando con Michela Grazzi e i Radiottanta. La febbre degli anni ottanta. Presentazione-concerto. Troppo vicini per essere già storia. Sarà per questo che l’eredità italiana degli amati/ odiati anni Ottanta stenta a trovare narratori. Paolo Morando ripercorre attraverso un racconto-reportage il decennio più ambiguo: vitale e al contempo feroce. Italians do it better: sono le parole d’ordine lanciate da una maglietta indossata da Madonna, mentre Paolo Rossi diventa il simbolo di un’Ita-

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trentinoappuntamenti lia che vuole lasciarsi per sempre alle spalle stragi e terrorismo. Sono gli Ottanta: gli anni dell’edonismo, dell’arricchimento, quando eravamo un Paese invidiato da mezzo mondo. Gli adolescenti di allora ricordano quegli anni con nostalgia: Nikka Costa, Maradona, Goldrake, gli Europe di The Final Countdown, il tormentone Gioca Jouer, il Cacao Meravigliao di Arbore, Il tempo delle mele, il Ciao della Piaggio, il succo di frutta Billy, il piccoletto de Il mio amico Arnold, i Puffi, il Tom Cruise di Top Gun.... Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 348.7764925. Teatro ragazzi IL GIORNALINO DI GIAN BURRASCA Caldonazzo. Ore 20.30. Teatro S. Sisto. Una produzione Fondazione Aida. Di Pino Costalunga e Pino Loperfido, da Vamba. Con Matteo Ferrari, Gessica Grossule, Andrea Dellai. Scene Andrea Coppi. Costumi Antonia Munaretti. Musiche Rudy Parisi, con la coll. della Scuola Musicale Smag. Un diario pieno di pagine bianche è il regalo che Giannino Stoppani riceve il mercoledì 20 settembre 1905 in occasione del suo nono compleanno: pagine bianche tutte da riempire di fatti e di ...misfatti. Sono le avventure di un bambino

vivace, ma vivo, pieno di gioia di vivere con gli altri e di fantasia come Gian Burrasca, in un momento in cui i bambini non ricevono più in dono diari con fogli bianchi da riempire con racconti di sé in relazione con il mondo, nei quali immortalare le loro giornate piene di avventure e di fantasia, ma sempre più oggetti elettronici con i quali imparano a vivere solo in un mondo pre-costruito, virtuale, che spesso li esclude dal contatto con persone e cose e spesso amplia le loro abilità tecnologiche, ma riduce la loro capacità fantastica. Mettere in scena il Giornalino di Gian Burrasca vuol dire riproporre una storia antica, ma che riesce a parlare ancora oggi di un mondo fatto di sentimenti semplici, ma forti, lontano, ma che ha ancora molto da dire. Età consigliata: dai 4 anni. Ingresso: Euro 5,00, posto unico. Prevendite in tutte le Casse Rurali e su www.primiallaprima. itInfo e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 348.7764925.

18 SABATO Cultura TRENTINO BOOK FESTIVAL Caldonazzo. Dalle 11. Alcuni tra i più grandi nomi della letteratura e del giornalismo arrivano in riva al Lago di Caldonazzo per la seconda

edizione del festival letterario del Trentino. Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 348.7764925. Cultura GIANLUIGI NUZZI. “VIA CRUCIS” Caldonazzo. Ore 17.50. Giardino. Gianluigi Nuzzi con Alberto Faustini. Una nuova, clamorosa inchiesta che racconta dall’interno la lotta che Francesco e i suoi fedelissimi stanno conducendo per riformare la Chiesa. Tutto a partire da registrazioni e documenti inediti. Non era mai successo che un giornalista potesse ascoltare la registrazione di diversi incontri riservati tra gli alti vertici del Vaticano e il papa. Ecco Francesco, nominato da poco più di tre mesi, mentre sferra un durissimo attacco contro la nomenclatura da anni a capo delle finanze della Santa sede. Bergoglio chiede trasparenza... Una situazione negativa mai conosciuta nel suo insieme, e qui svelata, che fa capire finalmente perché Benedetto XVI si è dimesso. I fasti dei cardinali e le regge a canone zero, la fabbrica dei santi, le offerte dei fedeli sottratte alla beneficenza, i furti e le truffe commerciali, il buco nero delle pensioni, le veline e i veleni di chi sabota la vigorosa rivoluzione del papa, tra spionaggio, scassinamenti e azioni di

delegittimazione. Una vera guerra, qui ricostruita come in un giallo destinato a diventare un caso politico internazionale. In gioco è il futuro della Chiesa e la sua credibilità nel mondo.. Più forte che può Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 348.7764925. Cultura RENZO FRANCESCOTTI Caldonazzo. Ore 15.30. Casa della Cultura. Renzo Francescotti con Mauro Neri. I racconti del Monte Bondone. Questo è un libro di epica, perché molti sono i personaggi e gli eventi che hanno arricchito la storia della montagna di Trento. Vi troveremo le cacce dell’imperatore Carlo V, ma anche dei conti Lodron; le cacce ai galli cedroni e forcelli del fascista Achille Starace, ma anche del “Presidente”, riconoscibile uomo politico locale; vi troveremo personaggi di passaggio come il musicista roveretano Riccardo Zandonai, o Mussolini socialista e, poi, Mussolini fascista a tu per tu col paese più socialista del Trentino, quel Sopramonte sul revèrs del Bondone, come revèrsi sono i suoi abitanti, prima fra tutte la Ida Dalser che al Duce seppe tener testa a costo di rimetterci la salute mentale e, infine, la vita... Insomma, ci lasceremo stupire da presenze così strane da sembrar

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GRAHAM NASH

GIANNA NANNINI

Reclamato a gran voce dai propri fan, RENATO ZERO torna live a oltre due anni di distanza dall’ultimo tour! L’artista si esibirà nella prestigiosa location dell’Arena di Verona, dove incanterà il pubblico con i suoi successi di sempre e presenterà per la prima volta dal vivo i nuovi brani contenuti nell’album “ALT”, uscito l’8 aprile.

Il leggendario cantautore Graham Nash, annuncia le date Italiane del suo tour 2016 a supporto del nuovo album in studio “This Path Tonight “,una raccolta di dieci canzoni prodotte da Shane Fontayne, che è uscito in tutto il mondo il 15 aprile 2016.

Il nuovo tour vedrà Gianna riportare il rock sui palchi dei teatri, prestigiose strutture che le permetteranno di valorizzare sia il suono sia la sua voce.

Dopo 11 tappe sold out e vendite record per il tour che partirà il 28 aprile da Torino, il prossimo 12 novembre Marco Mengoni ripartirà per una nuova importante avventura live...

VERONA Arena di Verona 2 e 3 giugno 2016 ore 21

TRENTO Auditorium S. Chiara 6 giugno 2016 ore 21

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MARCO MENGONI


trentinoappuntamenti frutto di una fantasia pazza e che invece furono veramente sul Bondone. Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 348.7764925. Famiglia TRENTINO DEI CASTELLI Una giornata speciale a bordo di un trenino esclusivo che parte da Trento e attraversa le Valli del Noce - Val di Non e Val di Sole - alla scoperta di castelli e sapori. Accompagnati da guide esperte si potranno visitare prima il Castello di Ossana e Castel Caldes in Val di Sole, luoghi ricchi di fascino e leggende e poi, scendendo in Val di Non, l’esclusiva residenza privata di Castel Valer, che solo in questa occasione apre i suoi battenti agli ospiti, e l’imponente e maestoso Castel Thun. Tutti e quattro i castelli sono stati coinvolti da importanti restauri recenti e si aprono al pubblico nel massimo del loro splendore. Infine i migliori prodotti gastronomici del Trentino abbinati ai vini e alle bollicine della Cantina Mezzacorona accoglieranno gli ospiti nei manieri completando una giornata dal programma unico ed esclusivo. Info: www. iltreninodeicastelli.it; Apt trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi, Tel. 0461.216000; info@discovertrento.it; www.discovertrento.it . Musica SUMMER SESSIONS CITY Rovereto. Ore 18. Piazza Malfatti. Dedicato a giovani e meno giovani, l’appuntamento, come in ogni edizione, si distingue infatti per le scelte sempre all’avanguardia tra gli artisti che guidano questo ambito artistico nel momento attuale, creando nuove tendenze e indirizzando gli scenari musicali del futuro. Ingresso libero. Info: www.cdmrovereto.it. Musica ROBERTO VECCHIONI. “LA VITA CHE SI AMA” Caldonazzo. Ore 21.30. Palazzetto. Roberto Vecchioni con Gabriele Biancardi. Alla chitarra, Massimo Germini. Uno dei padri della musica cantautoriale italiana ci conduce in un viaggio personale lungo quello che chiama il tempo verticale, uno spazio che tiene uniti tra loro passato presente e futuro, dove nulla si perde. D’altronde “la felicità non è un angolo acuto della vita o un logaritmo incalcolabile o la quadratura del cerchio: la felicità è la geometria stessa”. Troviamo nel libro episodi bizzarri vissuti insieme ai suoi figli, episodi comici e drammatici della sua carriera di insegnante; dagli amori perduti o ritrovati fino a un ritratto vivo e passionale di suo padre Aldo. Ma ci sono anche gli squarci letterari, miti e un frammento di Saffo e la Casa sul Lago testimone di tanti momenti e, soprattutto, le sue canzoni più belle. Roberto Vecchioni attinge alla propria biografia per costrui-

gli disse:”Non disperarti. Trovami un sacco, un paio di stivali per camminare in mezzo ai boschi e ti farò vedere che la sorte non è stata tanto cattiva con te quanto tu credi...”. La fiaba musicale “Il gatto con gli stivali” scritta da Angelo Sormani, musicista e compositore, intreccia musica e fiaba dove la parte strumentale diventa colonna sonora di un momento magico raccontato e descritto da un narratore. Info e programma completo su www. trentinobookfestival.it. Info: tel. 348.7764925.

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re un vero e proprio manuale su come imbrigliare la felicità, senza farla scivolare via finché non diventa soltanto un ricordo. Ingresso: Euro 15,00, posto unico. Prevendite in tutte le Casse Rurali e su www.primiallaprima.it.. Info: tel. 348.7764925. Teatro ragazzi MAGIE DELLA SCIENZA Caldonazzo. Ore 10.30. Biblioteca. LA SCIENZA è UNO SPETTACOLO. Tante esperienze scientifiche quasi magiche per tutto un anno. Alcuni fenomeni sono così stravaganti, strani e divertenti che sembrano non avere legame logico con l’evidenza dei fatti. E allora sembrano delle vere e proprie magie. In realtà tutto ha una spiegazione, e soprattutto una spiegazione scientifica. Se sei curioso di capire come funziona il mondo intorno a te, se hai voglia di mettere alla prova le tue ipotesi, fare esperimenti, allora devi partecipare a questo laboratorio. Giochiamo a fare lo scienziato e imparerai trucchi e curiosità da rifare a casa per mamma, papà, fratelli, maestre, nonni e tutti. Età consigliata: dai 6 anni. Più forte che può Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 348.7764925.

Teatro ragazzi UN SASSO NELLA STRADA Caldonazzo. Ore 16. Biblioteca. Lettura e laboratorio con Barbara Balduzzi e Ilaria Antonini. Un sasso che ieri non c’era è finito in mezzo alla strada. È grande, liscio, rotondo e pesante e impedisce il passaggio agli animali del bosco. Come ci sarà arrivato lì? Un libro pieno di interrogativi che finisce allo stesso modo di com’era iniziato. Età consigliata: dai 3 ai 6 anni... Più forte che può Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 348.7764925. Teatro ragazzi IL GATTO CON GLI STIVALI Caldonazzo. Ore 21. Piazza Municipio. Fiaba concertata di Angelo Sormani da Charles Perrault, con Massimo Lazzeri e il Corpo Bandistico di Caldonazzo. C’era una volta un mugnaio che lasciò in eredità ai suoi figli solo il mulino, un asino ed un gatto. Il figlio maggiore ebbe il mulino,il secondo l’asino e il più giovane solamente il gatto. Quest’ultimo non sapeva darsi pace per avere una parte così misera dell’eredità e si lamentava,oltre che della fame anche per la triste sorte. Allora il gatto prese a parlare e

Cultura TRENTINO BOOK FESTIVAL Caldonazzo. Dalle 11. Alcuni tra i più grandi nomi della letteratura e del giornalismo arrivano in riva al Lago di Caldonazzo per la seconda edizione del festival letterario del Trentino. Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 348.7764925. Cultura SVEVA CASATI MODIGNANI Caldonazzo. Ore 16. Teatro S. Sisto. Sveva Casati Modignani con Luciana Grillo. In collaborazione con Soroptimist Italia. Omaggio a Sveva: progressista, anticonformista, femminista, romantica. Bice Cairati, insieme con il marito Nullo Canteroni, ha dato vita a Sveva Casati Modignani, autrice prolifica di moltissimi successi, a partire dal 1981, quando pubblicò Anna dagli occhi verdi. Il lavoro di autori “a quattro mani” è andato avanti per molti anni, con risultati sempre lusinghieri, fino alla morte di Nullo, avvenuta nel 2004. Bice, dimostrando forza di carattere e capacità creative non comuni, ha continuato a scrivere per un pubblico ormai fedele, attento e interessato alle sue storie che hanno accompagnato, nel bene e nel male, la nostra società, i cambiamenti, le crisi. Forse è proprio questo uno dei motivi del successo, tanto che l’insieme dei romanzi si può leggere in una prospettiva sociologica. Info e programma completo su www. trentinobookfestival.it. Info: tel. 348.7764925. Cultura FRANCO CAUSIO: “VINCERE È L’UNICA COSA CHE CONTA” Caldonazzo. Ore 15. Campo sportivo. Franco Causio con Francesco Marcovecchio. In collaborazione con l’Associazione Sportiva Dilettantistica “Audace”. Un ragazzino del sud che diventa uno dei campioni più amati nellaTorino della Fiat. Fama di ribelle e piedi d’oro, Franco Causio si racconta per la prima volta. Classe e dribbling, piedi di velluto ed eleganza atletica: Franco Causio, il “Barone”, ha fatto della fantasia uno dei suoi tratti distintivi. Nato a Lecce, dodici stagioni alla Juventus, 6 scudetti, tre Mondia-

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trentinoappuntamenti to topino, con la sua famiglia. Nel piccolo villaggio, tutto costruito con oggetti di riciclo e fondato da un’eroica esploratrice, si svolgono le affascinanti avventure che il topino e i suoi amici devono affrontare ogni giorno percorrendo lo straordinario viaggio del crescere. Durante l’attività percorreremo qualche avventura insieme e poi ci divertiremo a fare attività e giochi ‘tipicamente tipeschi’. La serie TV ‘’Topo Tip’’ va in onda su RAI JO JO , è tratta dalle opere originali ideate da Andrea Dami, illustrate da Marco Campanella e pubblicate da Giunti editore. Età consigliate: dai 3 ai 6 anni.Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 348.7764925.

li (compreso quello vinto nell’82), una coppa Italia, una coppa Uefa: campione indiscusso e uomo di pochissime parole. In questo libro, per la prima volta si racconta con la schiettezza che l’ha sempre caratterizzato e rievoca tempi e personaggi del grande calcio degli anni Settanta e Ottanta. Da Bearzot a Boniperti, da Giovanni Agnelli al presidente Pertini, con il quale Causio giocò una ormai leggendaria partita a scopone. Non solo calcio, quindi, ma anche un’Italia piena di speranze e cambiamenti, con gli stadi ancora pieni e campioni che si spalavano da soli la neve per liberare il campo e giocare. Più forte che può Info e programma completo su www. trentinobookfestival.it. Info: tel. 348.7764925. Cultura HEINZ STEINKÖTTER Caldonazzo. Ore 14.30. Pineta. Heinz Steinkötter con Diego Andreatta. Con la partecipazione del Coro La Tor. In collaborazione con la S.A.T., sezione di Caldonazzo. Sopra e sotto le nuvole. Ricordi della vita di un alpinista. A dieci anni da “La montagna del vecchio Heinz”, un nuovo libro, altrettanto autentico, originale. Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 348.7764925. Cultura SERENA DANDINI. IL FUTURO DI UNA VOLTA Caldonazzo. Ore 19.45. Teatro S. Sisto. Serena Dandini con Fausta Slanzi. Il futuro di una volta: due generazioni che non si capiscono ma devono provarci. Un romanzo autentico e vitale che, con un umorismo irresistibile, ci mette di fronte alle nostre più intime debolezze. Personaggi tragicomici e strepitosi, pagine piene di ritmo, per raccontare anzitutto un conflitto attualissimo, quello tra due generazioni che non si capiscono ma devono provarci. Info e programma completo su www. trentinobookfestival.it. Info: tel. 348.7764925. Cultura VITO MANCUSO. ALLA RICERCA DEL DIVINO PERDUTO Caldonazzo. Ore 18.30. Casa della Cultura. Vito Mancuso con Alberto Faustini. Alla ricerca del divino perduto, tra miti effimeri e desiderio di spiritualità. L’idea di Dio sembra essere scomparsa dall’orizzonte di noi occidentali, sempre più ossessionati da miti effimeri e ormai disposti a vendere al miglior offerente persino la nostra libertà. La sua assenza ci ha lasciati orfani di una guida in grado di orientare l’esistenza verso il bene e la giustizia, e per questo diventa necessario riflettere oggi sulla questione del divino. Ma quale Dio? Come possiamo ancora immaginarlo? E quale destino gli è riservato? Vito Mancuso ci accompagna in un viaggio tra le problematiche raffigurazioni

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della divinità che nei secoli hanno accompagnato la nostra storia. E con coraggio ci sfida ad affrancarci dall’immagine tradizionale del Padre onnipotente e a riscoprire il valore di una divinità completamente partecipe nel processo umano, capace di comprendere i principi dell’impersonale e del femminile. Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 348.7764925. Cultura MAGDI CRISTIANO ALLAM Caldonazzo. Ore 17.15. Giardino. Magdi Cristiano Allam con Fausta Slanzi. Islam. vi spiego perché siamo in guerra (anche se non si vede). “Siamo in guerra. È il Jihad, la guerra santa islamica, scatenata dal terrorismo islamico dei tagliagole, che ci sottomettono con la paura di essere decapitati, e dei taglialingue, che ci conquistano imponendoci la legittimazione dell’islam. È la Terza guerra mondiale, che vede partecipi la Finanza speculativa globalizzata, l’Eurocrazia, lo StatoMafia e la Chiesa relativista; che distrugge l’economia reale e impoverisce i popoli, spoglia gli Stati della sovranità e pone fine alla democrazia sostanziale, scardina la certezza di chi siamo e ci trasforma nel meticciato etnico e culturale. È ora di prendere atto della realtà della guerra in atto, essere consapevoli che, o si combatte per vincere, o la subiremo e saremo sottomessi all’islam.” . Info e programma completo su www.trentinobookfestival. it. Info: tel. 348.7764925. Musica ARTICOLO TRENTINO Grumes. Ore 14. Rifugio Potzmauer. Concerto degli Articolo Trentino. Ingresso libero. Info: Tel. 333.7771211. Musica BRILLA. PICCOLA OPERA ROCK Caldonazzo. Ore 21.30. Piazza Municipio. Audiospettro in “Brilla”. Piccola opera rock di Pino Loperfido. Voce narrante: Layla Betti e Denis

Fontanari. Con la partecipazione di Andrea Lelli. e di Max Lo Buono. Una produzione Trentino Book Festival. In collaborazione con l’Associazione Eye in the Sky. Il Maggiore Tom sta orbitando attorno al pianeta Terra e sette miliardi di umani si stanno preoccupando per lui, per la comunicazione difettosa, per il fatto che ci potrebbero essere dei seri problemi per il suo rientro a casa. Qualcuno allora prova a mettersi in contatto con lui, chiamandolo affettuosamente Tommy, e raccontandogli di quanto va accadendo sulla Terra, fornendo un aggiornamento sugli ultimi decenni che l’umanità ha trascorso quaggiù. Le notizie dallo spazio non sono buone. Ma quelle provenienti dalla Terra non sono certo migliori... Ideato e scritto da Pino Loperfido, questa opera rock chiama a raccolta poesia, astrofisica, religione e musica rock per lanciare un messaggio forte e chiaro. La civiltà terrestre ha imboccato un cammino di declino. E solo un serio percorso di consapevolezza e un’assunzione di responsabilità potranno scongiurare il peggio. E il punto di partenza di questo cammino potrebbero essere le stelle, il mistero celeste, l’immensità inimmaginabile dell’universo nel quale la Terra - come appare nella celebre fotografia battezzata Blue Pale Dot - non è altro che un granellino di sabbia disperso nell’oscurità. Info e programma completo su www.trentinobookfestival. it. Info: tel. 348.7764925. Teatro APOCALISSE Mezzolombardo. Ore 21.30. Teatro S. Pietro - Piazza Pio XII. Spettacolo di e con Lucilla Giagnoni. Ingresso € 8,00. Info: www.solstiziodestate.it. Teatro ragazzi TOPO TIP. NON VOGLIO FARE IL BAGNETTO! Caldonazzo. Ore 10.30. Biblioteca. Laboratorio e lettura con i libri di Topo Tip. In un angolo di prato, c’è una piccola casetta fatta con oggetti recuperati e riciclati. Qui vive Topo Tip simpatico e furbet-

Teatro ragazzi NELLA CAPANNA DI ROALD DAHL Caldonazzo. Ore 16. Biblioteca. Letture di Astrid Mazzola. Musiche di Simone Cappello. La vita di uno scrittore per ragazzi, è un grande spazio creativo in cui realtà e finzione scivolano dolcemente l’una nell’altra. Le vite e le vicende che lo attorniano entrano per mille spiragli nelle sue opere, al punto che non sapremo mai veramente se tra le pagine dei suoi romanzi leggiamo realtà o fantasia. Non è raro che questo spazio creativo prenda la forma di un luogo specifico, che diviene per lo scrittore rifugio e spunto, si carica delle sue energie vitali e letterarie e aiuta i suoi personaggi a volare. Per Roald Dahl questo luogo era la sua capanna; arredata in modo personale, conteneva tutto ciò che il suo proprietario riteneva necessario per inventare e scrivere, non escluse le amate matite Ticonderoga, che si faceva inviare per posta dal suo editore americano. E quale vita fu più magica e romanzesca di quella di Roald Dahl, che dedicò ad essa anche alcuni dei suoi romanzi, infarcendoli di particolari reali rivisitati dalla sua effervescente immaginazione? Età consigliata: dai 7 anni.Info e programma completo su www.trentinobookfestival.it. Info: tel. 348.7764925.

21 MARTEDÌ Musica FESTA DELLA MUSICA 2016 Bezzeca. Palco della Festa della Musica saranno i cortili, le vie e le piazze di Bezzecca dove i numerosi gruppi e musicisti intratterranno il numeroso pubblico. Ingresso libero. Bus navetta gratuito. Info: per programma dettagliato consultate il sito www.ledroinmusica.it. Musica DUO SOPRANO E PIANOFORTE Roncegno. Casa Raphael, Palace Hotel, P.zza de Giovanni 4. Concerto per il ciclo “I martedì a Casa Raphael”.Concerto con Sara Pegoraro, soprano e Elena Della Siega,


trentinoappuntamenti pianoforte su musiche di Reger, Wagner e Grieg. Ingresso gratuito. Musica FESTA DELLA MUSICA Arco. Concerti ed esibizioni di artisti di strada. Una manifestazione unica nel suo genere per modalità e mescolanza di generi musicali - dalla classica al rock, dai cori al jazz, fino alla musica etnica e folkloristica - che tradizionalmente porta nelle piazze, nei vicoli e nei parchi tantissime persone diverse accomunate dal desiderio di ascoltare la magia della musica. Un evento per tutti in cui tutte le proposte sono ad ingresso libero. Info: Associazione italiana per la promozione della Festa della Musica Tel. 0464.556774. Teatro GIÙ Mezzocorona. Ore 21.30. Casa Menestrina - Via S. Antonio, 1. Spettacolo con la Compagnia Scimone Sframeli. In caso di pioggia: Mezzocorona, Teatro S. Gottardo - Via S. Giovanni Bosco, 8. Ingresso € 8,00. Info: www.solstiziodestate.it.

22 MERCOLEDÌ Musica BONPORTI 2016 - I CONCERTI PER PIANOFORTE DI CHOPIN Riva del Garda. Ore 21-22.30. Cortile della Rocca. Mario Coppola e Ludovica de Bernardo, pianoforte. Ensamble strumentale dei docenti del Conservatorio. Ingresso libero. Info: Conservatorio Bonporti Tel. 0465.551669; www.conservatorio.tn.it.

24 VENERDÌ Musica SIDEOUT BEACH MUSIC Torbole sul Garda - Nago. Dalle ore 18.30 alle 24. Artisti e “disc-jokey” di rilevanza nazionale e internazionale si daranno il turno alla “consolle” nella splendida cornice torbolana alle “Foci del Sarca”. La musica sarà rigorosamente ricercata e di qualità! Alla console PEA & Luca Setti. Ingresso gratuito. Musica SUONI IN TRANSITO FESTIVAL MUSICALE AL FEMMINILE Torbole sul Garda - Nago. Ore 18.30. Visita guidata a Castel Penede; a seguire intervista alle artiste. Ore 21. Concerto con Cleopatras (Rock’n’roll) e Elli De Mon (Blues, Garage, Rock). In caso di pioggia Teatro Sala Comunità Nago. Ingresso gratuito. Info: Ass. AnDROmeda Cell. 349.5224292.

25 SABATO Musica SILENT PIANO Ala. Ore 17, 17.45,18.30,19.15. Biblioteca Comunale. Concerto con Alessandro Giannotti + Visite

guidate FAI. Ingresso libero con prenotazione (tel. 0464.680000). Degustazioni a fine concerto.

26 DOMENICA Musica FUCINA VERDE ARTE SELLA Borgo Valsugana. Ore 18. Arte Sella, Malga Costa. Franz Schubert - Quartetto per archi; “Rosamunde” in la minore D804 (1824). Mario Brunello, Danilo Rossi, Marco Rizzi e Laura Bortolotto. € 22. Prenotazione obbligatoria al numero 0461.751251 (dal lunedì al venerdì, dalle ore 8 alle ore 12 ed il giorno dell’evento fino ad esaurimento posti). Evento garantito anche in caso di maltempo. Maggiori informazioni www.artesella.it. Musica EMANUELE LAPIANA IN CONCERTO Mezzocorona. Ore 20. Cantine Mezzacorona - Via del Teroldego, 1. Ingresso € 15,00; prevendita € 10,00. Info: www.solstiziodestate.it. Musica INUMANI TOUR Mezzocorona. Ore 22. Cantine Mezzacorona - Via del Teroldego, 1. Spettacolo con “Tre allegri ragazzi morti”. Ingresso € 15,00; prevendita € 10,00. Info: www. solstiziodestate.it. Musica MAX PEZZALI IN CONCERTO Pergine Valsugana. Ore 21. Palaghiaccio. Dopo il successo della tranche autunnale, che lo ha portato nei palazzetti delle principali città italiane, Max torna con uno spettacolo dal vivo. Prevendite biglietti presso la sede di Trentinomese - Via Ghiaie, 15 - Trento.

28 MARTEDÌ Musica ROBERTO SATTA IN CONCERTO Roncegno. Ore 21. Casa Raphael, Palace Hotel, P.zza de Giovanni 4. Concerto per il ciclo “I martedì a Casa Raphael” con Roberto Satta al Pianoforte su musiche di Mozart, Cimarosa, Sarti. Ingresso gratuito. Musica SERATA CON IL GRUPPO FOLK SCHUHPLATTLERINNEN Campitello di Fassa. Ore 21. Padiglione manifestazioni. Centro Sportivo Ischia. Serata con il gruppo folk Schuhplattlerinnen di Canazei. Info: www.fassa.com.

29 MERCOLEDÌ Per i più piccoli MERCOLEDÌ D’ESTATE A CIVEZZANO: IL RACCONTASTORIE CON LA TALPA ARIANNA Civezzano. Ore 17. Piazza della Chiesa a Seregnano. Letture per bambini con la Compagnia

Filodrammatica Civezzano. Info: filocivezzano@gmail.com, www. filocivezzano.altervista.org.

30 GIOVEDÌ Cabaret DIRETTAMENTE DA ZELIG: LAURA MAGNI Canazei. Ore 21. Piazza. Laura Magni presenta lo spettacolo di Cabaret: “Lei non sa chi siamo io”. Ingresso gratuito. In caso di maltempo cinema Marmolada Canazei. Info: APT Val di Fassa - Ufficio Turistico Canazei Tel. 0462.609600; www.fassa.com. Esposizione 29^ RASSEGNA DEI MÜLLER THURGAU DELL’ARCO ALPINO - XIII CONCORSO INTERNAZIONALE Cembra. Lisignago. Evento internazionale dedicato al celebre vino di montagna con più di cento espositori nazionali e internazionali con degustazioni, spettacoli e convegni. Info: Tel. 0461.680117.

GLI APPUNTAMENTI DI LUGLIO 1 VENERDÌ Esposizione 29^ RASSEGNA DEI MÜLLER THURGAU DELL’ARCO ALPINO - XIII CONCORSO INTERNAZIONALE Cembra. Lisignago. Evento internazionale dedicato al celebre vino di montagna con più di cento espositori nazionali e internazionali con degustazioni, spettacoli e convegni. Info: Tel. 0461.680117, www.mullerthurgau-mostra.it, A.p.T. Tel. 0461.683110. Folklore LEVICO IMPERIALE RIEVOCAZIONE STORICA LevicoTerme. Rievocazione storica dell’evoluzione al rango di città. Libera interpretazione del periodo della “Belle Époque”.Balli, aperitivi e dimostrazioni dal vivo.

2 SABATO Esposizione 29^ RASSEGNA DEI MÜLLER THURGAU DELL’ARCO ALPINO Cembra. Lisignago. Evento internazionale dedicato al celebre vino di montagna con più di cento espositori nazionali e internazionali con degustazioni, spettacoli e convegni. Info: Tel. 0461.680117, www. mullerthurgau-mostra.it, A.p.T. Tel. 0461.683110. Folklore LEVICO IMPERIALE RIEVOCAZIONE STORICA LevicoTerme. Rievocazione storica dell’evoluzione al rango di città. Libera interpretazione del periodo della “Belle Époque”. Balli, aperitivi e dimostrazioni dal vivo. Info: A.p.t. Valsugana Tel. 0461.727700; info@visitvalsugana.it.

3 DOMENICA Esposizione 29^ RASSEGNA DEI MÜLLER THURGAU DELL’ARCO ALPINO Cembra. Lisignago. Evento internazionale dedicato al celebre vino di montagna con più di cento espositori nazionali e internazionali con degustazioni, spettacoli e convegni. Info: Tel. 0461.680117, www. mullerthurgau-mostra.it, A.p.T. Tel. 0461.683110. Musica DOMENICASTELLO: RACCONTI E FAVOLE Pergine Valsugana. Ore 17.30. Castel Pergine. Concerto con Beatrix Graf, clarinetto; Marianne Van Campenhout, viola; Francesco Moncher, pianoforte su opere di Mozart, Schumann e Bruch.Entrata € 10,00. Info: www.castelpergine.it.

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Musica SIDEOUT BEACH MUSIC Torbole sul Garda - Nago. Dalle ore 18.30 alle 24. Artisti e “disc-jokey” di rilevanza nazionale e internazionale si daranno il turno alla “consolle” nella splendida cornice torbolana alle “Foci del Sarca”. La musica sarà rigorosamente ricercata e di qualità! Alla console Luca Setti & Riccardo Bhi (Dude Club). Ingresso gratuito.

Musica DUO FLAUTO E PIANOFORTE Roncegno. Ore 21. Casa Raphael, Palace Hotel, P.zza de Giovanni 4. Concerto per il ciclo “I martedì a Casa Raphael” con Stefano Maffizzoni, flauto e Valter Favero, pianoforte su musiche di Reineke, Prokofiev, Bizet. Ingresso gratuito.

Musica SUONI IN TRANSITO Drena. Castel Drena. Ore 19. Visita guidata al Castello, a seguire intervista alle artiste. Ore 21. Concerto con Petrina e Maria De Vigili. In caso di pioggia Sala Polivalente Drena. Ingresso gratuito. Info: Ass. AnDROmeda Cell. 349.5224292.

Musica UN MONDO A PIÙ VOCI Alba di Canazei. Ore 13. Ciampac. Concerto con Ellade Bandini, batteria; Mario Arcari clarinetto, oboe; Giorgio Cordini, voce e chitarra.Ingresso gratuito. Info: www.trentinojazz.com.

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trentinomatrimoni SOLO PER I NOSTRI LETTORI, LE NOZZE DI SABRINA CON ANDREA, DI ANNALISA CON FRANCESCO E DI ELISA CON DANIELE

I MATRIMONI DEL MESE

Lei Nome: Sabrina Età: 23 Nata: Trento Residente: Levico Terme Vestito: Fashion Gallery - Trento Scarpe: Comunello - Borgo Valsugana Parrucchiere: CSK go Coppola - Trento Truccatore: CSK go Coppola - Trento Occupazione: Estetista

Lui Nome: Andrea Età: 32 Nato: Trento Residente: Levico Terme Vestito: Bermax - Trento Salone Stile Uomo Barbiere: Occupazione: Insegnante

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trentinomatrimoni Matrimonio: Data: Luogo: Invitati: Ricevimento: Anelli: Lista nozze: Bomboniere: Fiori e Bouquet: Torta: Viaggio di nozze: Vivranno a:

Religioso 14 maggio 2016 Levico Terme 110 al pranzo e 80 alla torta Prime Rose - Levico Terme Mastro 7 - Mattarello di Trento Viaggi Mikrotour - Lavis Ass. It. Ricerca contro il Cancro Ognibeni e Fioreria Morena - Levico Terme PaticceriaMilano - Levico Terme Singapore, Bali, Isole Gili - 15 giorni Levico Terme

Servizio fotografico: Trintinaglia Wedding Photo www.trintinaglia.com

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trentinomatrimoni

Lei Nome:

Lui Annalisa

Anni: 27 Nata a: Borgo Valsugana Residente a: Borgo Valsugana Parrucchiere: Mod’Art - Borgo Valsugana Truccatore: Mod’Art - Borgo Valsugana Occupazione: Infermiera

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Nome:

Francesco

Anni: 28 Nato a: Trento Residente a: BorgoValsugana Barbiere: Mod’Art - Borgo Valsugana Occupazione: Impiegato


trentinomatrimoni Servizio fotografico: Tamara Cagnin Photography www.tamaracagnin.com

Matrimonio: Data: Luogo: Invitati: Ricevimento: Fiori e bouquet: Anelli: Bomboniere: Viaggio di nozze: Vivranno a:

Religioso 19 settembre 2015 Borgo Valsugana 120 Prime Rose - Levico Terme Non solo fiori - Borgo Valsugana Gioielleria Agostini - Borgo Vals. Save the Children Thailandia, 3 settimane Borgo Valsugana

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trentinomatrimoni

Lei Nome:

Elisa

Anni: 26 Nata a: Trento Residente a: Pergine Valsugana Parrucchiere: Salone Pazza Idea - Pergine Truccatore: Estetica Erica - Valcanover Occupazione: Impiegata

Lui Nome:

Daniele

Anni: 26 Nato a: Trento Residente a: Pergine Valsugana Vestito: Baratto - Lavis Barbiere: Salone New Energy - Pergine Occupazione: Chef (a Castel Pergine) 108

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trentinomatrimoni Matrimonio: Data: Luogo: Invitati: Celebrazione: Ricevimento: Fiori e bouquet: Anelli: Lista nozze: Viaggio di nozze: Vivranno a:

Civile 8 maggio 2016 Caldonazzo 200 Giardino della Torre dei Sicconi Agritur Berry House - Vigolo Vattaro Floricoltura Nadalini - Trento Gioielleria Iori - Pergine Agenzia Viaggi Dart Travel - Pergine Giappone, tre settimane Pergine Valsugana

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TRENTO E IL CONCILIO: STORIA, MUSICA E IMMAGINI SU “TAPIS ROULANT” LE SUGGESTIONI DI UN EVENTO ENZA TEMPO

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omincia con “Le pive nel secco” la puntata del 12 giugno di Tapis Roulant (ore 9.45 circa su RAI3 ed in replica sul canale 103 del Digitale Terrestre alle ore 22.30) è una cortometraggio di Flavio Pedrotti, ben interpretato da Patrizia Orsingher e Andrea Franzoi, per raccontare una vicenda che impegna ad una riflessione sulla condizione di chi, in seguito a una disabilità, ha suo malgrado una ridotta capacità d’interazione con l’ambiente sociale, rispetto a ciò che è considerata la norma. Visibile il sollecito ad impegnarsi tutti, in prima persona, per cercare di abbattere barriere talvolta ridicole. Ironia e stupore caratterizzano la trama, regalando un finale inatteso e imprevedibile. Segue “Cinema Giovani”, giovani cineasti, per lo più delle scuole superiori e delle università trentine, si sono cimentati nell’affrontare un difficile tema: “sicurezza in montagna e in me stesso”. Il programma, dedicato al concorso 110

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cinematografico organizzato dal MAE, propone una piccola selezione dei cortometraggi in concorso e le voci dei giovani protagonisti. Regia di Stefano Uccia. Il 14 e 15 maggio scorso a Trento, le telecamere della RAI hanno puntato l’obiettivo sulla coloratissima sfilata delle genti provenienti da molti paesi del mondo, arrivate sul territorio Trentino, per la 17° edizione della “Festa dei popoli”. Una rassegna di danze, concerti, stand artigianali, organizzata dalla Diocesi di Trento e dal Centro Missionario Diocesano, che ha visto: gruppi etnici entrare in contatto tra loro, richiedenti asilo incontrare i propri connazionali che vivono ormai da anni in Trentino, ricongiungimenti famigliari, spesso caratterizzati da storie difficili, portare alla rinascita di unioni parentali. La regia è di Daniele Torresan. Con il mese di giugno arriva quello che oramai è un must della cultura: “Trentino Book Festival”, la manifestazione, arrivata alla sesta edizione, incontra i protagonisti del panorama letterario e giornalistico italiano. Testimonianze, impressioni, riflessioni ed idee, come espressione della creatività e della inventiva letteraria. Domenica 26 giugno, “Tapis Roulant” propone “Veni Creator”. Trento e il Concilio: storia, musica e immagini: speciale dedicato all’evento/spettacolo di apertura delle Feste Vigiliane, che avrà luogo giovedì 16 giugno, all’interno del Duomo di Trento. “Connubio fra scientificità e attrattività”: è questo il fil rouge dello spettacolo che ripercorre i principali accadimenti che portarono, nel 1542, alla scelta di Trento per ospitare il 19^ Concilio Ecumenico, adottando una prospettiva nuova, che possa rendere la storia fruibile a tutti, non solo quindi agli storici di professione o a coloro che hanno un interesse personale verso certe tematiche. Una proposta di “edutainment”, per presentare il quadro storico dell’epoca del Concilio: dalle guerre alla Riforma luterana, dalle scomuniche alla rottura con Roma fino alla scelta della sede del Concilio, la decisione caduta su Trento dopo Mantova e Vicenza. Rivivremo quindi la città, l’apertura dell’evento, il Duomo dell’epoca e la sessione inaugurale. Narrazione accompagnata e animata da letture, esecuzioni corali e video-proiezioni. Le mura del Duomo, per l’occasione, si animeranno e “dialogheranno” con il conduttore e con il pubblico, immergendo lo spettatore in un’atmosfera emozionante e conducendolo in una sorta di “viaggio nel tempo”, mediante il quale acquisire informazioni divertendosi ed emozionandosi. La regia è di Stefano Uccia.


trentinoscoop&news

www.unsognopervincere.com

ADOTTA LA RICERCA E VINCI L’EBREZZA DELLA TRENTO - BONDONE SCATTA E VINCI. AL VIA IL SECONDO CONTEST #VINCOIO PROMOSSO DALL’ASSOCIAZIONE “UN SOGNO PER VINCERE ONLUS” PER COMBATTERE SUL TEMPO LA FIBROSI CISTICA

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inci l’ebrezza della Trento-Bondone al fianco di un pilota esperto e aiutaci ad adottare un progetto di ricerca per sconfiggere la Fibrosi Cistica. Per il secondo anno consecutivo, visto il successo dell’anno precedente, viene riproposto il contest fotografico #VINCOIO, ideato dall’associazione “Un Sogno per Vincere Onlus” in collaborazione con la scuderia Trentina con l’obiettivo, di riuscire ad adottare parte del progetto di ricerca FFC/TFCF 3ª FASE aiutando cosi la Fondazione

per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica a sconfiggere una della malattie genetiche gravi più diffuse in occidente. Con questo evento, oltre ad aiutare la ricerca scientifica donando 10,00 euro per l’acquisto della maglietta, vuole ringraziare tutti i suoi sostenitori mettendo in palio per loro, la possibilità di vivere un’esperienza unica, al fianco di un pilota esperto a bordo di una vera auto da rally durante la gara automobilistica “per eccellenza” più famosa in Europa, la mitica TrentoBondone. La formula del contest è comune a tutti i contest fotografici online, ovvero SCATTA, VOTA e VINCI, ma in questo caso vi è una particolarità in più perché donando 10,00 euro per l’acquisto della maglietta non vince solo chi partecipa al contest, ma anche LA RICERCA SCIENTIFICA e con essa anche i milioni di ragazzi che vivono con la speranza di un sogno di guarigione da questa malattia. Ma cosa fare per partecipare al contest? 1. Dona 10.00 € alla ricerca scientifica e ricevi la maglietta Il contest #vincoio (puoi trovare la maglietta presso gestori/ amici che sostengono la nostra associazione o contattandoci direttamente tramite messaggio privato alla pagina Facebook o alla seguente mail: unsognopervinceregmail.com); 2. Fatti una foto con la maglietta #vincoio che poi invierai alla pagina Facebook di “Un Sogno per Vincere” (tramite messaggio privato) fino al 28 giugno con hashtag #vincoio; 3. Le foto saranno ripubblicate nella cartella ufficiale dell’evento per essere votate. 4. La foto che alla fine dell’evento (28 giugno 2016) otterrà più “like”, decreterà il vincitore che avrà l’incredibile opportunità di salire al fianco dell’apripista Fabrizio Ferrari e provare cosi l’ebrezza dei tornanti della Trento Bondone “di traverso” a bordo della Peugeot 207 super 2000 del FerrariMotor Team, un’auto da rally con più di 300 CV! Che cos’e la Fibrosi Cistica? La fibrosi cistica è la più comune fra le malattie genetiche gravi. È una malattia presente dalla nascita in quanto dovuta a un’alterazione genetica.

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LA STORIA SIAMO NOI. RIAPRE IL GRAND HOTEL IMPERIAL DI LEVICO TERME DA RESIDENZA ESTIVA DEGLI ASBURGO, OGGI SI PROIETTA NEL FUTURO CON OFFERTE ALL’AVANGUARDIA, PER INCONTRARE TANTI GUSTI E MOLTE ESIGENZE MODERNE. SU ISPIRAZIONE DEL PASSATO...

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on capita tutti i giorni di fare un salto nel tempo e tornare agli antichi splendori imperiali, caratterizzati da quel fascino sottile di un mondo – quello asburgico – che ha lasciato e rilasciato nelle nostre realtà territoriali un segno profondo e visibile. Solo percorrendo il grande parco che abbraccia e racchiude l’hotel, si ha come l’impressione di essere accolti in una dimensione speciale, diversa, del tutto svincolata dalle molteplici problematiche del Terzo Millennio. E se non fosse per i moderni veicoli parcheggiati nell’area perimetrale della struttura, parrebbe proprio di rivivere un’altra epoca. Tutto è stato curato nei minimi particolari: dalle coppie di figuranti che si aggirano in costume, ai musicisti immersi nelle note a tema; dai camerieri in divisa intenti a mescere le bollicine, al grande pubblico famoso e meno noto presente per l’evento. E poi lui, il grande protagonista. Questo maestoso edificio riportato ai fasti di un tempo ma con il tocco incisivo della modernità, che si declina nei lussuosi spazi riservati al raffinato ristorante che privilegia prodotti locali e di stagione. Ed il set? Spettacolare. Pavimenti in legno, pareti decorate, raffinati arredi distribuiti in ben ottantuno stanze. E come non citare la Suite Sissi, una stanza fiabesca che riporta agli antichi splendori: perfino i dettagli sono imperiali, per notti da sogno. Location 112

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ideale per matrimoni, riunioni d’affari, feste familiari e briefing aziendali, l’hotel dispone di otto sale di grandi dimensioni da dedicare ad eventi di ogni genere. E per i momenti veramente speciali, l’anfiteatro all’aperto per spettacoli, musica, sfilate di moda, teatro e ricevimenti. Una parentesi a parte merita il centro benessere: piscina, idromassaggio, sauna, bagno turco e zona relax; non mancano le opportunità per massaggi e trattamenti speciali. La storia, qui, ha lasciato tanti segni, tutti riconoscibilissimi: da residenza estiva degli Asburgo ad albergo di lusso, ma anche punto di incontro e punto di arrivo, carismatico luogo di ritrovo per una miriade di convention nazionali ed internazionali. Inaugurato nell’anno 1900 con grandi fasti e con la presenza di importanti personalità provenienti da tutta Europa, la perla imperiale di Levico Terme conserva ancora oggi


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un fascino rimasto inalterato dal fluire degli anni e che ora rivive in tutto il suo splendore grazie alla nuova gestione, Fidelity Italia fondata con Fidelity Hotels & Resorts in Germania, coordinate da una holding familiare – la Solutions Holding – con sede a Monaco di Baviera. E se la lingua tedesca fa da denominatore comune e ponte immaginario tra passato e presente, il Grand Hotel Imperial Levico parla anche molto italiano. Ne è perfettamente convinto il sindaco di Levico Michele Sartori, che nel suo saluto al pubblico il giorno dell’inaugurazione, ha voluto mettere l’accento su alcuni punti importanti. L’hotel, per i levicensi, ha innanzitutto un grande valore affettivo: tutti lo conoscono, lo amano, molti ci hanno lavorato. Strettamente collegata al fattore territoriale la valenza culturale di questo luogo. L’anima italiana e quella tedesca si incontrano ancora una volta su un territorio – quello trentino – che costituisce passaggio

naturale tra due dimensioni che hanno sempre vissuto questa vicinanza su vari ed articolati aspetti. In secondo luogo il fattore economico, molto più importante oggi rispetto al passato, con un peso rilevante e consistente. E infine il fiore all’occhiello: la scuola alberghiera, che ha valso a Levico – tra le tante definizioni – quella di “paese dei cuochi”. Un Grand Hotel che diviene quindi una grande opportunità territoriale, da cogliere quale occasione di arricchimento e prima risorsa da valorizzare per una duplice quanto produttiva sinergia. I soci della Fidelity Hotels, nuovi gestori dal primo gennaio, si raccontano e illustrano il loro investimento; tanto entusiasmo, molto amore per l’Italia e tanta voglia di fare, di mettersi alla prova e di investire in questa grande avventura. Dalle caratteristiche favoleggianti e vagamente nostalgiche di un’epoca che si respira nelle romantiche atmosfere del Grand Hotel Imperial. A Levico Terme.

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GIOVANI CANTANTI LIRICI “ZANDONAI” PIAZZA S. MARIA: UNA PIAZZA CHE CRESCE LE INZIATIVE DELLA FONDAZIONE FRANCO DEMARCHI

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ran finale per la 23a edizione del Concorso Internazionale per Giovani Cantanti Lirici “Zandonai”. Conclusa la fase semifinale, che ha visto passare 26 candidati all’ultima prova del concorso, quella che decreterà i nuovi vincitori, sabato 28 maggio, nella cornice di un Galà operistico (Riva del Garda, Auditorium S. Giuseppe) sono stati resi noti ufficialmente i vincitori di quest’anno. I talenti dello “Zandonai” hanno regalato anche una seconda serata di concerto, il giorno seguente, domenica 29 maggio, all’interno del Museo Alto Garda presso la Rocca di Riva. In questa occasione, che il luogo ha reso più intima, è stato possibile vedere da vicino i giovani cantanti premiati e sentire, attraverso le loro esibizioni, l’emozione e l’energia della loro passione lirica.

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razie alla collocazione delle sue due sedi operative poste ai margini della Piazza Santa Maria Maggiore di Trento, la Fondazione Franco Demarchi già dallo scorso anno con l’organizzazione degli eventi di Incontriamoci in piazza ha iniziato ad essere promotrice di attività volte all’intreccio di relazioni, che proprio a partire dalla piazza possono crescere e portare a sviluppi in diversi ambiti. In questo modo la Piazza S.M. Maggiore ben si colloca tra i “luoghi della crescita” individuati come filone dell’11esima edizione del Festival dell’Economia, in programma dal 2 al 5 giugno. E così, una delle più belle e storiche piazze di Trento, oltre a presentarsi come luogo fisico di incontro tra persone e idee, si pone anche come luogo di scambio economico e di opportunità relazionali. In questo contesto la Fondazione Franco Demarchi ha intrecciato e consolidato la sua rete di relazioni sociali per dare vita e proporre nell’ambito del Festival una serie d’iniziative che vedono coinvolte 30 realtà pubbliche e del privato sociale trentino. La piazza diventerà dal 3 al 5 giugno dalle 10 alle 21 un “palcoscenico” che ospita laboratori, proposte culturali e momenti d’incontro e di confronto per presentare esperienze del mondo del privato sociale, della cooperazione e del volontariato, su temi e attività importanti per la comunità quali l’economia sociale, la cittadinanza attiva e i servizi innovativi. In questi anni di crisi il privato sociale, la cooperazione e il volontariato, infatti, hanno contribuito e continuano a contribuire ad uno sviluppo economico, culturale e sociale e sono riconosciuti come un luogo della crescita. Alcune di queste realtà del pubblico e del privato sociale saranno presenti in tutte e tre le giornate programmate nell’ambito del festival. Nello specifico oltre 114

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a Radio Trentino inBlu, protagonista in piazza con interviste e momenti di diretta, ci saranno l’Associazione Rinascita di Torre Vanga, artefice di momenti gastronomici partecipativi, rappresentativi di un incontro e confronto rispetto alla realtà della piazza; la redazione di Altrove Reporter, gestore e promotore attraverso un sito internet della creazione di una rete che porta la testimonianza di giovani trentini emigrati; l’Associazione Carpediem, che porterà in piazza l’esperienza del forno sociale con la condivisione di sapori, profumi, riscoprendo insieme il piacere d’impastare; la cooperativa GSH, impegnata nella promozione di una vacanza accessibile in montagna a tutti, anziani e disabili compresi; e infine nelle tre giornate il Movimento Punto Europa porterà in piazza l’esperienza dei 40 giovani che hanno partecipato al parlamento di Strasburgo all’European Youth Event. Oltre agli appuntamenti in piazza, il 3 giugno ad ore 17.30, sempre all’interno del festival dell’Economia, la Fondazione Demarchi organizza presso la propria sede i piazza S.M. Maggiore, la conferenza “Tra sharing economy e welfare di comunità”, un confronto tra esperienze e ipotesi di welfare che si autosostiene e di economia che costruisce legame sociale. Attraverso il coordinamento di Gino Mazzoli, vicepresidente Fondazione Franco Demarchi, interverranno Giovanni Fosti, Cergas-Università Bocconi di Milano, Giovanni Teneggi, direttore Confcooperative di Reggio Emilia, e Donatella Turri, direttrice Caritas Lucca. (Lara Deflorian)


trentinoscoop&news dettaglio è il tratto distintivo che anima la cucina di Ghezzi e il piatto a base di salmerino Relitto glaciale ne è la dimostrazione, strutturato in maniera da ricreare nelle forme e nei profumi il lago alpino, habitat del salmerino. Ovviamente oltre all’aspetto scenografico c’è tanta sostanza, che rende questi piatti davvero unici e capaci di incantare il palato. La parola d’ordine è IL LUOGO DOVE ACCOGLIENZA emozionare. «Vogliamo lasciare agli ospiti – E OSPITALITÀ RAGGIUNGONO racconta Roberto Burba – una LE VETTE PIÙ ALTE traccia di noi e della nostra cucina, anche stupendo e smontando i luoghi comuni. Per fare un esempio, quello della “pasta in bianco” con Insolito trentino, preparato con spaghetti del pastificio Felicetti, Trentingrana con il latte dei pascoli trentini, olio di Agraria Riva del Garda e Trentodoc Ferrari Perlé». Si riesce così a essere diversamente tradizionali, restando fedeli al territorio e lavorando con aziende locali. «Per venire incontro alle esigenze di tutta la clientela – spiega Aleksandar Nikolaev – la proposta culinaria è diversificata a seconda che si scelga di sedere in Veranda, ideale per cene fra amici e rapidi pranzi, o nel Salotto Gourmet, con proposte à la carte e tre menu degustazione. Completa l’offerta una cantina con oltre 800 etichette, a cui si aggiungono altre 300 bottiglie della “riserva personale” Lunelli, con annate storiche ascosta tra alberi e filari di vite, affacciata su Trento e per chi cerca forti emozioni». la valle dell’Adige, Locanda Margon è il luogo dove Insomma, per la famiglia Lunelli accoglienza e ospitalità raggiungono le vette più alte. e Locanda Margon l’ospitalità è Punto di eccellenza della ristorazione, costruito dalla famiglia davvero un valore da prendere sul serio. La conferma arriva Lunelli come parte integrante di un percorso di conoscenza con la partnership istituita di recente tra Cantine Ferrari del territorio che comincia con le bollicine Ferrari Trentodoc, e The World’s 50 Best Restaurants, che non è solo prosegue con le grappe Segnana, l’acqua Surgiva e i la classifica dei 50 migliori ristoranti al mondo, ma è un vini delle tenute Lunelli e si conclude appunto a tavola. grande evento che da quindici anni riunisce i più visionari Locanda Margon rappresenta sicuramente un’esperienza tra chef, ristoratori e food lover di ogni parte del pianeta. enogastronomica più unica che rara. Merito della sapienza Una tappa straordinaria che la famiglia Lunelli, sempre di Alfio Ghezzi, chef stellato al timone di Locanda Margon all’avanguardia, ha celebrato istituendo il “Ferrari Trento dal 2010, che dal maestro Gualtiero Marchesi ha appreso Art of Hospitality Award”, un nuovo premio da assegnare uno stile di cucina basato sul rigore formale e sul costante appunto al ristorante più accogliente e ospitale. equilibrio tra ricerca e risultati. Ma merito anche dello sousInfo: 0461.349401 www.locandamargon.it chef Roberto Burba e del maître Aleksandar Nikolaev, i due bracci destri – rispettivamente in cucina e in sala – dello chef Ghezzi. «Per noi tutto parte dalla ricerca dell’eccellenza, sia nella qualità dei prodotti che nell’ospitalità. Una ricerca che va di pari passo con il rispetto del territorio. Il Trentino è una terra straordinaria e noi cerchiamo di trasmetterne l’essenza. Lo facciamo con una cucina semplice, espressione fedele e appassionata del territorio» racconta Ghezzi con trasporto. «La nostra offerta non riguarda solo l’aspetto gastronomico, ma contempla tutti i piani dell’esperienza: il cibo, il vino, ma anche l’ambiente, l’accoglienza, i dettagli, soprattutto i dettagli. I sapori, le consistenze, le temperature, la costruzione del piatto, i colori… nulla è lasciato al caso, tutto è accuratamente studiato». In effetti l’attenzione per il

LOCANDA MARGON: LA PAROLA D’ORDINE È EMOZIONARE

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UNA SETTIMANA D’ARTE TOTALE A TRENTO, ARRIVA IL ROMBO DI “MASERATI” HA APERTO IN CITTÀ, IN VIA BRENNERO, TRIDENTUM AUTO, LA CONCESSIONARIA CON UNA MARCIA IN PIÙ...

Da sinistra, Christian Furlini, Enrico Zobele e Ettore Mattedi

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al primo maggio Maserati, la mitica casa automobilistica fondata a Bologna nel 2014, ha aperto i battenti anche a Trento. Tutto merito dell’intraprendenza di tre soci, uniti dalla passione per le auto e profondi conoscitori del settore: Christian Furlini, Ettore Mattedi ed Enrico Zobele. Insieme hanno fondato Tridentum Auto srl, in assoluto la prima concessionaria della storica marca modenese in Trentino. Christian Furlini, per vent’anni addetto vendite di Dorigoni e responsabile del settore Porsche, si occupa di gestire Maserati, mentre Ettore Mattedi, proveniente sempre da Dorigoni, segue il multimarca e l’import-export. Nel salone moderno e accogliente di via Alto Adige 108, infatti, accanto a Maserati sono disponibili anche tutti gli altri marchi di auto: Porsche, Audi, Bmw, Mercedes… ma naturalmente il grosso dello spazio è dedicato a Maserati, il mito dell’automobilismo artigianale d’élite italiano che fino a oggi si poteva trovare solo a Verona o Bolzano. «Abbiamo colmato un vuoto di mercato – racconta Furlini –: se Maserati qui è ancora un marchio poco diffuso, questo è dovuto proprio alla mancanza di una concessionaria, per cui la clientela ripiegava giocoforza su marchi alternativi. Ma vogliamo mettere il prestigio di poter guidare a pari cifra un’auto di qualità superiore, frutto del più alto artigianato italiano e con alle spalle un secolo di storia gloriosa?» I modelli disponibili a Tridentum Auto vanno dalla berlina 116

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o spazio culturale archeologico La Cave des Artitstes di Trento Via Belenzani 37 ospiterà un evento artistico sotto le feste virgiliane. Una settimana d’arte totale: una collettiva d’Arte, musica, performance e incontri con artisti e relativo laboratorio per i visitatori. La manifestazione è nata in sinergia con EventArt, Bisbidis e SarkGallery. Dal 20 al 26 giugno, ore 19-24.

Ghibli al suv Levante, mentre a fine anno arriverà la rinnovata 4 porte e nel 2017 la cupè Alfieri. Nello spazio di oltre mille metri quadri entro il 2017 troverà posto anche un’officina e entro l’estate, in collaborazione con Swissvax Italia, anche un servizio di car detailing, ovvero il “restauro” minuzioso e completo dell’automobile. Anche questa è una novità assoluta in Trentino. Ma Ettore e Christian guardano già alla prossima meta: «In un prossimo futuro vogliamo diventare punto di riferimento per le auto d’epoca». Chiamarla concessionaria, quindi, è riduttivo: Tridentum Auto vuole rappresentare un punto di riferimento a 360 gradi nel mondo dell’auto, dalla vendita alla manutenzione, dal moderno al vintage. «Ma soprattutto – spiega Furlini – quello che vogliamo è diffondere la cultura delle quattro ruote. Non siamo venditori, ma consulenti. Da noi non entrano clienti, ma ospiti. La nostra missione è fare in modo che possano trovare l’auto su misura per loro, quella che corrisponde alle loro aspettative, ai loro sogni. Ecco, forse è proprio questo quello che noi facciamo: realizziamo sogni». E in effetti nel salone di Tridentum Auto gli ingredienti per trasformare un sogno in realtà ci sono proprio tutti.


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DIVENTARE MAESTRO ARTIGIANO PASTICCERE

LA CONFRATERNITA TONCO DE PONTESEL ALLE FESTE VIGILIANE

COORDINATO DAL PROF. GIANNI BERNINI DEL CFP DI OSSANA

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i è concluso con grande successo il corso di “Maestro artigiano pasticcere” presso il CFP di Ossana, con grande successo e soddisfazione sia dei frequentanti che dei docenti. Avviato più di un anno fa, il corso, coordinato dal prof. Bernini Gianni del CFP, prevedeva attività teoriche e laboratoriali di grande importanza e innovazione che coprivano vari ambiti di lavoro, dall’area tecnico professionale, all’insegnamento del mestiere, alla gestione aziendale. Tra i docenti esperti e qualificati di varie regioni sono da ricordare i pasticceri Andrea Voltolina e Hubert Oberhollenzer. Torte e pasticceria mignon, lavorazioni di cioccolato, marzapane, zucchero caramellato e soffiato, frutta candita, semifreddi, paste salate, salatini e canapè, nuove creazioni a base di plastillage, decorazioni, farciture e presentazioni creative si sono sposate con i prodotti della tradizione locale, con il design e l’arte per dar vita a una nuova pasticceria, con nuove tendenze, evoluzioni di estetica, stili e gusto. Il corso era gestito dall’Enaip del Trentino, su incarico della Provincia, la quale ha individuato

a Confraternita Tonco de Pontesel ha organizzato il 21 di maggio, presso Palazzo Roccabruna, il primo Convegno fra le Confraternite trentine. Con grande soddisfazione della Confraternita, organizzatrice, tutte le Confraternite trentine hanno aderito. In particolare erano presenti: La Confraternita della vite e del vino, smacafam, torta di patate, bacco, stoccafisso, sguazet, orzet ed ovviamente La confraternita Tonco de Pontesel. Il Convegno ha avuto come primario scopo quello della reciproca conoscenza. Sul piatto, poi, si sono poste questioni come, possibili collaborazioni, sinergie tra le confraternite, creazione di eventi da effettuare in loco ed anche fuori regione. Promozione e valorizzazione della Cucina Trentina. Nell’ambito delle feste vigiliane, il comitato organizzativo ha pensato di affidare la Cena dei Padri Conciliari, alla Confraternita Tonco de Pontesel. L’appuntamento è per giovedì 16 Giugno presso p.zza S. Maria Maggiore (Trento) dalle 20.30 in poi. Verrà servito il tonco accompagnato da una polenta di patate e da verze brasate. In abbinamento vini della Cantina Vivallis. Il servizio sarà curato dai ragazzi della scuola alberghiera di Rovereto collaborano il Rifugio Crucolo, Segata carni e Cantina Vivallis. Info e prenotazioni: www.masdelafam.it il mestiere di pasticciere tra quelli per i quali può essere conferito il titolo di maestro artigiano. I partecipanti al corso erano in totale nove, tutti artigiani con esperienza pluridecennale nel settore della pasticceria e provenienti da tutta la provincia. Tutti hanno conseguito il titolo di “maestro artigiano pasticciere”. In particolare i nuovi nove “maestri artigiani” sono: Walter Bonet della Pasticceria della nonna di Peio, Marco Bronzetti della Pasticceria Bronzetti di Lavis, Carlo Carlone della pasticceria San Carlo di Madonna di Campiglio, Elena Cristini della Pasticceria Cristini di Arco, Giorgio Gabrielli della Pasticceria Ortensia di Pellizzano, Renato Ramus della Pasticceria Ramus di Cles, Gianluca Reitano della Pasticceria di Tonino di Predazzo, Donata Zanon della Pasticceria Elisiana di Tesero e Lorenzo Pisoni della Pasticceria Loran di Trento. Il corso prevedeva attività teoriche e di laboratorio che spaziavano tra vari ambiti di lavoro, dall’area tecnico professionale, all’insegnamento del mestiere, alla gestione aziendale 117

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PREMIATI “MANIFESTO” E “SPORTWEEK” I PREMI FERRARI “TITOLO E COPERTINA DELL’ANNO”. ALLA FRANKFURTER ALLGEMEINE ZEITUNG IL PREMIO «ARTE DI VIVERE ITALIANA»

Matteo Lunelli, Sarah Varetto, Norma Rangeri e Camilla Lunelli

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l Manifesto ha vinto con un titolo, «Niente asilo», apparso sulla prima pagina del 3 settembre 2015 e accompagnato dalla foto di Aylan, il bambino siriano morto su una spiaggia turca che ha commosso il mondo. Questa la motivazione: «Splendida e terribile. Una prima pagina, questa del Manifesto, che è perfetta, nella sua tragicità, in forza della straordinaria simbiosi tra l’immagine di un corpicino che è stato abbandonato dalla vita e il titolo, due parole soltanto che hanno tanti significati, uno soprattutto che più brutale non si può: fine delle speranze per questo bimbo morto inseguendo la speranza». SportWeek si è invece aggiudicato la «Copertina dell’Anno» grazie all’immagine del bacio di due uomini che, con il titolo «Chi ha paura di un bacio?», suggella 118

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LA GRAPPA SEGNANA SHERRY CASK TRIONFA AGLI OSCAR DEL VINO

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a Grappa Segnana Sherry Cask è da Oscar: secondo il Premio Internazionale del Vino, conosciuto nel settore come l’Oscar del Vino, è infatti la “Miglior Grappa 2016”. Una vittoria decreMarcello Lunelli e Caterina Balivo tata dal risultato dei voti dei lettori di Bibenda, il magazine edito da Franco Maria Ricci per la Fondazione Italiana Sommelier, e celebrata da una platea di istituzioni, artisti e rappresentanti del mondo vinicolo riunitasi il 24 aprile scorso nel prestigioso Hotel Rome Cavalieri di Roma. Una serata all’insegna del buon vino (e della buona grappa!), ma anche del glamour: una vera e propria “Notte delle Stelle” presentata da Caterina Balivo, che sarà trasmessa da Rai 2 nel mese di giugno. La conduttrice, chiamando sul palco Marcello Lunelli, Presidente e Responsabile Tecnico della Distilleria, ha presentato Segnana come “parte della storia della Grappa dal 1860, che crea distillati eleganti e armoniosi”. un servizio, pubblicato l’11 luglio 2015, sugli ultimi tabù degli italiani. «Soprattutto coraggiosa questa copertina di SportWeek», si legge nella motivazione «E di coraggio bisogna averne non poco per proporre, a compendio di un’inchiesta su sport e omosessualità, il bacio tra due uomini, per giunta giocatori di rugby, per qualcuno lo sport più maschio che ci sia». Il Premio Ferrari «Arte di Vivere Italiana - Articolo dell’Anno», destinato alla stampa estera che abbia valorizzato in chiave originale uno o più temi legati allo stile di vita italiano o al Made in Italy di eccellenza, è stato invece attribuito alla Frankfurter Allgemeine Zeitung per lo speciale magazine dedicato a Expo Milano 2015 e, più in generale, al Belpaese. La proclamazione dei vincitori è avvenuta l’11 maggio, nel corso di una serata moderata dal direttore di Sky TG24 Sarah Varetto, che ha riunito alla Triennale di Milano molte personalità del giornalismo, della cultura e dell’imprenditoria. Coerentemente con la vocazione delle Cantine Ferrari a proporsi come ambasciatore dell’Arte di Vivere Italiana, la consegna dei premi è stata accompagnata da un dibattito sui valori dello stile di vita italiano e sulla percezione del nostro Paese nel mondo, di cui sono stati protagonisti due grandi esponenti dell’italianità quali Luca Cordero di Montezemolo e Giovanni Malagò, presidenti rispettivamente di Alitalia e CONI.


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LA MARATONA DI BOCCE PER CASA SEBASTIANO LA BANDIERA BLU D’EUROPA SVENTOLA RICONFERMATA ANCHE PER IL 2016 PER LAGHI DI LEVICO E CALDONAZZO

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nici specchi lacustri del Trentino Alto Adige, i Laghi della Valsugana si sono visti riconfermare il prestigioso riconoscimento internazionale della Bandiera Blu d’Europa, grazie all’impegno del territorio nella promozione di un turismo all’insegna della sostenibilità. L’11 maggio, a Roma presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche i referenti delle Amministrazioni locali di Caldonazzo, Calceranica al Lago, Levico Terme, Pergine Valsugana e Tenna hanno partecipato alla cerimonia di consegna delle Bandiere Blu d’Europa 2016. La Bandiera Blu d’Europa sventolerà quindi anche durante la prossima stagione estiva sulle spiagge dei Laghi di Levico e Caldonazzo a dimostrazione della qualità delle acque, dei servizi a disposizione degli ospiti sui laghi e nelle località lacustri, nonché della gestione sostenibile del territorio. Il Presidente di APT Valsugana Stefano Ravelli, che ha accompagnato la delegazione locale composta dall’Assessore al Turismo di Caldonazzo Marina Eccher, dal Sindaco di Calceranica al Lago Cristian Uez, dal Sindaco di Levico Terme Michele Sartori, dall’Assessore al Turismo di Pergine Valsugana Franco Demozzi e dal Sindaco di Tenna Antonio Valentini, dichiara “la Bandiera Blu d’Europa ci permette di valorizzare a livello internazionale i laghi della Valsugana, che offrono spiagge adatte a tutta la famiglia, quale veicolo promozionale per tutta la destinazione. I Comuni rivieraschi sono inoltre impegnati

ncora bocciate di solidarietà, ancora una maratona che “occuperà” gli sportivi di questa disciplina per un’intera estate, ancora una manifestazione popolare e collaudata che giunge all’edizione numero 36 per abbinare lo sport anche come simbolo e realtà di una solidarietà che non è soltanto di facciata. Sulle corsie del bocciodromo di Amblar messe a disposizione come sempre da quella amministrazione comunale, nell’accogliente e suggestivo angolo della “Conca Verde” scatterà sabato 4 giugno la maratona voluta dall’US Ronzone Sportinsieme e destinata alla raccolta fondi per essere vicina alla costruenda Casa Sebastiano di Coredo, preziosa struttura di riferimento per la disabilità autistica di tutta la regione. Un ulteriore impegno organizzativo per l’US Ronzone Sportinsieme che propone ben 14 gare nel corso dell’estate, confortata da importanti collaborazioni di Amici entusiasti e da lodevoli disponibilità di sponsor pubblici e privati, infatti consentono di raggiungere sempre quei lusinghieri risultati che hanno fatto della maratone un’iniziativa unica nel suo genere in regione. E dalle varie società che operano in Trentino - Alto Adige nel campo delle bocce arriveranno in Val di Non gli ormai fantastici “bocciofili dal cuore buono” per scrivere altre belle pagine di sport e di Amicizia di un romanzo originale che ha avuto ormai nel corso degli anni centinaia e centinaia di protagonisti. nell’organizzazione della prima “Notte Blu sui Laghi di Caldonazzo e Levico”: il programma prevede durante tutta la giornata di sabato 11 giugno la proposta di varie attività sportive, iniziative culturali, laboratori e momenti gastronomici, mentre in serata prenderà il via la grande Notte Blu con tanta musica e spettacoli”. La Bandiera Blu d’Europa è un eco-label di certificazione della qualità ambientale che viene assegnato ogni anno dalla FEE Foundation of Environmental Education (organizzazione internazionale non governativa e no-profit con sede in Danimarca) attiva in 73 Paesi alle località turistiche balneari che rispettano criteri relativi alla gestione sostenibile del territorio. 119

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IL LIBRO DEL MESE

QUANDO “LA LUNA ANNEGA NEL VOLGA” NUOVA PRESENTAZIONE PER IL ROMANZO DI RENZO FRANCESCOTTI

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ra il 1987 quando usciva presso la TEMI il romanzo “La Luna annega nel Volga” di Renzo Francescotti. Il libro ebbe un notevole successo sia di pubblico che di critica (anche nazionale): in breve tempo si esaurirono due edizioni e ci fu anche un’edizione radiofonica, sulla rete RAI regionale. Francescotti si rivelava anche un pioniere, dato che in quegli anni della Grande Guerra da noi non ne parlava nessuno. A distanza di quasi un trentennio il romanzo è ripubblicato dalla Curcu & Genovese, nel 2014, e presentato una quindicina di volte, l’ultima nelle settimane scorse alla Biblioteca di Mattarello. Ha introdotto la manifestazione il bibliotecario Mariano Turrini che ha sottolineato l’importanza della manifestazione dedicata ad un autore che ha pubblicato oltre cinquanta libri, (quattro dei quali tradotti all’estero), e di cui la Biblioteca è custode di una quindicina, per l’evento esposti al pubblico. Nel suo intervento il critico Paolo Toniolatti, amico di lunga data di Francescotti e uno dei primi a parlare del suo romanzo quando era ancora inedito, ha innanzitutto messo in luce la vastità culturale, l’ecclettismo di questo autore, oltre che la sua serietà, il suo rigore culturale e stilistico. È in seguito intervenuto lo scrittore Mauro Neri che ha soprattutto sottolineato la passione di Francescotti, narratore sì, ma prima di tutto poeta, con la rara capacità di far rivivere con emozione uomini, donne e fatti. Una splendida lettura di Arrigo Dalfovo e Chiara Turrini del Gruppo ”Neruda” ha concluso la bella serata.

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“I SOMMERSI E I SALVATI” È UN ROMANZO CON CUI PAOLA GABRIELLI ESORDISCE ALLE PATRIE LETTERE. UNA STORIA CHE APPASSIONA IL LETTORE E, ATTRAVERSO SUGGESTIONI CONTAMINATE DALLA STORIA E DALL’ARTE, LO CONDUCE AL COSPETTO DI UN’UMANITÀ, OGGI COME IERI, LACERATA DALLA AFFANNOSA RICERCA DI SE STESSA. Marta Ricciardi, storica dell’arte, vive stancamente il rapporto con il marito Giorgio, avvocato di Trento. Cercando conforto in un compagno oramai di fatto assente, Marta è afflitta da un forte senso di precarietà che pare destabilizzarla. Su consiglio dell’amica Anna, appassionata di paranormale e di new age, decide di contattare una sensitiva per provare a capire l’origine del suo malessere. Durante una seduta, entra in contatto con alcune entità del passato, Helmut e Magdalena. Tuttavia la sua attenzione cade soprattutto sul quadro dipinto da un certo Marcus di Arco. Si tratta di una fedele copia de La Donna del fiume, del celebre René Magritte. Al termine della seduta, Marta decide di lasciare il marito e la sera stessa cerca Marcus in Facebook. Comincerà da qui un intricato cammino di ricerca che, tra realtà e surrealtà, porterà la ragazza a intrecciare la propria vita prima con Marcus e poi con le misteriose entità legate all’enigmatico dipinto di Magritte.


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Jürgen Knubben Verticalissimo Publistampa Edizioni

Nel 1939 si incrociano le strade di due adolescenti: Dora e Franz. Due giovani che provengono da lingue e culture profondamente diverse: lei è una ragazza di Roma, esuberante, vivace e appassionata, che ammira il Duce; lui viene dai monti del Sudtirolo, è timido ma curioso. Franz rimane affascinato da Dora, tuttavia dopo una sola estate la vita li separa. Nel 1944 il ragazzo deve rispondere alla chiamata alle armi dell’esercito tedesco e viene inviato a Salò dove il destino lo riunisce inaspettatamente a Dora. Attorno a loro il mondo crolla e l’Italia divisa in due conosce i suoi giorni più bui. Molti anni più tardi, in una sorta di lungo flashback, Franz racconta la propria storia e quella – ancora piena di lati oscuri – della ragazza. Due vite travolte dalla Storia e dalle ideologie salvate però dai sentimenti.

L’edizione 2016 della mostra di scultura, ospitata nel Castello di Pergine, vede quest’anno protagonista l’artista Jürgen Knubben. Scultore molto interessante, di elevato spessore artistico che con le sue opere ci pone di fronte a domande quanto mai reali e profonde. I suoi contenuti fortemente simbolici e realistici al tempo stesso, ci fanno riflettere e pensare all’ordine delle cose e di come va il mondo; le sue opere sembrano volersi elevare nell’aria in uno slancio “verticalissimo” verso l’alto e il cielo, ma restano comunque sempre legate alla terra e alle radici. Rappresentano un distacco, un limite che non è solo apparente e lo reinterpretano, con abilità e bravura, in un ordine di elementi e di forme che non è per nulla casuale e caotico, ma voluto e studiato nei dettagli, evidenziando la natura dell’essere umano in tutta la sua complessità. Le sue opere sono fortemente espressive e se ne cogliamo il senso più intimo sanno insegnarci qualcosa di molto profondo.

La storia ondeggia tra reale e immaginazione. Ecco allora che dal maggio del 1940 il pittore René Magritte si trova a Carcassone con la moglie Georgette ed alcuni amici: il Belgio è stato invaso dalla Germania, e molti cittadini sono espatriati verso le terre del Sud. Magritte un giorno organizza a casa sua un gioco letterario di gruppo, come è sua abitudine, per attribuire il titolo a un’opera che ha portato con sé dal Belgio. Invita anche Magdalena e Jean-Philip. I due giovani si sposeranno nel settembre del 1940, prima della partenza di Magdalena per Dresda a seguito delle gravi condizioni di salute del padre di lei, in pericolo di vita. La sera del 12 febbraio 1945, allo Zwinger, il teatro di Dresda, si tiene un concerto per piano ed orchestra. Il pianista si chiama Helmut Mueller. La città viene bombardata dagli Alleati, Helmut è ferito e trasportato in un ospedale di periferia. Di lui si prende cura Magdalena, di cui s’invaghisce. La donna è incinta. Dopo due settimane Helmut viene dimesso dall’ospedale e vagando per le rovine della città, sente dei lamenti provenire da una casa. È Magdalena che sta per partorire. Helmut l’assiste: viene alla luce una bellissima bambina che viene chiamata Morgana. Helmut cerca aiuto all’ospedale, ma quando torna, non trova più la donna con la figlioletta, che è sua, perché generata in un attimo di pazzia, con violenza, in un vicolo oscuro di Dresda. Marta, va a stare da Anna. Le racconta le sue avventure: del quadro, di Marcus. La sera stessa cerca il giovane in Facebook, chiedendogli l’amicizia. Caso volle che Margò, amica di Anna e Marta, festeggi il suo compleanno in discoteca a Bardolino

Laura Giuliani Korczak: l’Umanesimo a misura di bambino Il Margine Ispiratore della Dichiarazione dei diritti dell’infanzia, l’ebreo polacco Janusz Korczak (Varsavia 1878-Treblinka 1942) è una delle grandi figure della pedagogia del Novecento. Come educatore sperimentò ogni aspetto dell’affascinante ma delicata relazione con il mondo dei bambini, lottò contro molte convenzioni del suo tempo e soprattutto dovette «decostruire un sistema dogmatico di false certezze e di consolidati pregiudizi sull’infanzia per approdare a una visione rivoluzionaria dei rapporti tra adulto e bambino». La sua impresa pedagogica divenne un modello in tutta Europa, proprio mentre il nazi-fascismo sopprimeva ogni diritto alla diversità etnica e culturale. Invece di emigrare e salvarsi, decise di restare a Varsavia e di accompagnare i «suoi ragazzi» nell’ultimo viaggio verso il campo di sterminio. Il libro ricostruisce le tappe della vita e dell’opera di Korczak: un pensiero radicato nell’ascolto di chi di solito non è ascoltato, una resistenza dalla parte di chi è più debole, a cominciare dai più piccoli...

e invita amici e conoscenti, fra cui Anna, Marta, Marcus e Augustine. Marta ha così modo di conoscere quella sera Augustine, che fa il portiere in un hotel a Riva del Garda e le presenta il suo amico, Marcus. Una notte Marcus entra in contatto con lo spirito di Adeline, la madre di Magritte che gli svela il legame con Marta. I due decidono d’incontrarsi al bar Bianco di Mori. Marta chiede a Marcus di essere aiutata nelle ricerche del quadro, l’originale che era di proprietà di sua madre Gertrude. Marcus rifiuta, ma i due comunque si frequentano e Marta se ne innamora. Marta ritorna dalla sensitiva di Verona e compie una regressione nell’Antico Egitto, così da scendere ancora più in profondità nella propria interiorità, cercando di guarire il panico legato all’acqua. Marta porta il quadro, la copia, a casa di Marcus. L’opera prende vita e i personaggi entrano in scena dal passato. Helmut e Magdalena intrecciano i loro corpi con Marcus e Marta in una danza di liberazione dell’anima. Marcus le rivela che non vuole legarsi ad alcuna donna. Marta si sfoga con Anna e lascia emergere il suo dolore legato alla storia con Marcus...

Paola Gabrielli

I sommersi e i salvati

Curcu & Genovese (Euro 15,00)

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Volti nella Storia

la frase “Signoredio, protegi ste montagne, daghe splendori, dóneghe fatezze, regàleghe miracoi de bellezze, fa che le sia ‘n eterno ste montagne/ Altari per i deboi e per i forti/Altari per i vivi e per i morti”

Per saperne di più:

Bibliografia: Giacomo Floriani, il poeta dialettale sposato dall’Itc, trentinocorrierealpi.gelocal.it, 21 luglio 2014 Il Garda nella poesia di Giacomo Floriani : poeta dialettale rivano, Livio Parisi, in Il Garda, l’ambiente, l’uomo, terza miscellanea di studi, Torri del Benaco, Verona, Centro studi per il territorio benacense, 1987, pp. 87-93

GIACOMO FLORIANI (1889-1968) ETÀ

LE OPERE SUCCESSIVE

Nacque il 20 gennaio 1889 a Riva del Garda. Era figlio di due contadini, Giacomo Floriani e Maria Maino.

Al primo canzoniere ne seguirono altri 3: “I me amizi de montagna”, nel 1946, sempre per le stampe del Maroni, “Montagne trentine” nel 1950 e “Da la me baita” nel 1959.

GLI STUDI MANCATI Non riuscì neppure a completare le scuole elementari, che abbandonò nel 1900, poiché fu mandato da subito a lavorare come garzone nella bottega del tipografo Francesco Miori, dalle cui stampe usciva il giornale “L’Eco del Baldo”.

RICONOSCIMENTI Il suo stile e la sua autenticità gli fecero ottenere diversi riconoscimenti: nel 1950 Floriani conquistò il secondo posto al concorso nazionale di Bellagio, mentre 2 anni dopo arrivò secondo al concorso Berto Barbarani di Verona. Nel frattempo, entrò anche a far parte dell’Accademia degli Agiati di Rovereto.

GIORNALISTA IN ERBA Nonostante la scarsissima formazione scolastica aveva un talento e una passione naturali per la scrittura. Appena ragazzino, infatti, inziò a collaborare come corrispondente con il quotidiano socialista “Il Popolo”, fondato da Cesare Battisti.

LA FEDE IRREDENTISTA Le idee di Battisti fecero breccia nell’animo di Floriani che divenne un irredentista convinto. Agli albori della prima guerra mondiale si diede da fare aiutando i clandestini che volevano fuggire in Italia. Tra loro conobbe Riccardo Maroni, che diventerà un suo caro amico, nonché il futuro editore delle sue poesie. Nel 1915, quando anche l’Italia entrò in guerra, combattè come volontario indossando la divisa dell’esercito italiano. Per il valore dimostrato in battaglia gli verrà assegnata una croce al merito.

TIPOGRAFO A MILANO Terminata la guerra, si trasferì a Milano, dove fu tipografo al Corriere della Sera.

POETA DIALETTALE Dopo essere rientrato a Riva del Garda, iniziò a collaborare con il quotidiano “La Libertà”, lavorando parallelamente per la locale Cassa distrettuale di malattia. 122

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MONTAGNA Nello stesso tempo, cominciò a dedicarsi seriamente alla scrittura di versi in dialetto. Le sue poesie erano semplici e autentiche e parlavano della terra che amava, delle sue montagne e dei suoi fiori, arrivando dritte al cuore di chi leggeva.

FIORI DI MONTAGNA Inizialmente le sue opere vennero pubblicate sul “Gazzettino illustrato” di Venezia e sulla”Rivista del Garda”di Salò. Nel 1928, l’editore Riccardo Maroni decise di raccogliere 39 componimenti dell’amico in un’unica opera, “Fiori di Montagna”, un lavoro che piacque molto, tanto da aggiudicarsi il 1° premio regionale di poesia.

Oltre a celebrare la montagna con le sue opere fu anche tra i fondadori, e poi vicepresidente, della sezione rivana della Sat.

LA BAITA Floriani amava trascorrere del tempo in solitudine, insieme alla moglie Lucia Pizzini nella sua baita sulla montagna che domina il Basso Sarca. La casetta era stata fatta costruire nel 1949 grazie all’amico Maroni, che insieme ai membri della Sat rivana si era attivato per riuscire ad esaudire il grande desiderio del poeta di avere una casetta immersa nella pace della montagna.

LA FINE Giacomo Floriani morì suicida nella sua Riva del Garda, il 28 aprile 1968.

Hanno detto di lui “Il lavoratore più povero, più modesto, più silenzioso, più leale, più solidale, più onesto che ho incontrato nella mia vita” Riccardo Maroni, editore e amico del poeta


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IL REGOLAMENTO DEL NOSTRO CONCORSO

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eguire la pagina @trentinomese su Instagram; la foto vincitrice sarà pubblicata sulla nostra rivista cartacea il mese seguente alla pubblicazione online; per decretare la foto vincitrice si terrà conto dei “mi piace” ricevuti, dal primo del mese al venti del mese (per esigenze di stampa); solo le foto che saranno selezionate da noi e

pubblicate sulla nostra pagina Instagram @trentinomese potranno partecipare al concorso; per esser selezionati vi ricordiamo di utilizzare il nostro hashtag; ricordatevi di segnalare il luogo o localizzare la foto, saranno valide solamente le foto scattate in Trentino Alto Adige. Grazie a tutti anticipatamente!

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Le lune di Kako / di Flora Graiff HO INVITATO I MIEI FOLLOWERS AD UN PARTY. CI SI VEDE ALLE 19, OGNUNO A CASA SUA Anche in Italia, paese notoriamente teledipendente, l’avanzata dei Social Network è inarrestabile. Secondo l’ultimo rapporto Censis sulla comunicazione, il 50,3% degli italiani ha un profilo su Facebook, il 42% guarda i video di You Tube, il 10,1% ha un account su Twitter (il Social dei 140 caratteri), il 9,8% condivide foto e immagini su Instagram, il 5% è iscritto a Linkedin, la rete per cercare o proporre lavoro. Solo gli anziani non si lasciano incantare dalla Rete. Tra gli over 65 a “navigare” è solo il 15%. Per tutti gli altri, il Social continua ad essere il caffè.

FLORA GRAIFF Cartoonist e giornalista pubblicista, vive fra Merano e Trento. Dopo aver studiato restauro a Firenze e xilografia con Remo Wolf, crea Kako, bimbo protagonista di una strip seriale lanciata dalle riviste Linus e Snoopy e poi approdata sul web. Artista eclettica, ha al

suo attivo anche radiodrammi per la Rai, vignette satiriche per quotidiani, tavole per l’Atlante delle Guerre e pastelli per plaquettes di poesie inedite di Alda Merini, Ezra Pound, Salvatore Quasimodo e Marina Cvetaeva. Tra i critici che hanno scritto di lei Enrico Crispolti e Luca Beatrice.


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